Vite interrotte

di _sonder
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Veleno ***
Capitolo 2: *** Notti perenni ***
Capitolo 3: *** Tracce sbiadite ***
Capitolo 4: *** A poco prezzo ***
Capitolo 5: *** Un vecchio cane ***



Capitolo 1
*** Veleno ***


- Nome EFP/forum: _sonder/_Sonder
- Titolo: Vite interrotte (raccolta)
- Genere: Drammatico, Introspettivo, Slice of Life
- Rating: Giallo
- Coppia: Sandor/Sansa
- Categorie&Contenuti: Categoria Realizzazione (prima flash)
Tutto questo tempo passato a berti come la cura, quando potresti essere il veleno.

Categoria Notte e mattina (seconda flash)
C'è un momento, fra il sonno e la veglia, in cui l'idea di allungare il braccio e trovarti mi rassicura. E non ci sono più incubi, non ci sono più sogni.

Categoria Noi e gli altri (terza flash)
Ritrovare una vecchia fotografia e chiedersi se quella persona sia ancora fissata con i dolci al cioccolato, se abbia ancora il vizio di toccarsi i capelli in continuazione e se, da qualche parte dentro di lui/lei, si ricordi di quel “noi”.

Categoria Consigli (quarta flash)
Vorresti insegnarmi qualcosa quando la tua vita è solo distruzione?! - Posso insegnarti ad apprezzare il momento in cui le cose vanno in pezzi e non possono più essere riparate.

Categoria Amore (quinta flash)
I cuori sono creature selvagge, per questo sono rinchiusi in una gabbia.
- Altre info: Proibizionismo americano, hitman!Sandor al servizio della mala locale, singer!Sansa. Sansa è da considerarsi maggiorenne.
L'occhio del sicario brilla nella penombra; si dilata dal piacere della lama nel fianco del debitore. Sul volto ha due facce e nessuna delle due fa tirare i capelli alle donne. La pelle, colma di crateri lunari, cicatrizzati o profondi, è ormai un campo sterile per barba e capelli; il lato umano è teso in una smorfia.

Annusa l'aria e cala il cappello sul naso.

— Si è pisciato addosso, lo stronzo.

Con un calcio allontana la carcassa, mentre i suoi ridono. Il pugnale illumina lo sguardo di un tono ebbro di piacere. Fin nelle viscere sente la gioia di aver portato via una vita: l'ha abbracciata, strappata con uno squarcio che ancora gli resta fra le fauci e ha visto il sangue arrivargli sulle scarpe nuove, in un ballo tutto loro. Non c'è nulla di più dolce di un omicidio, oltre le labbra di una donna. Perché è questa l'intima felicità di un misero cane da guardia; sguazzare nelle budella di un traditore, di chi ha conti in sospeso con il boss.

Lo chiamano Mastino: latra e salta alla gola a comando, in un angolo di Port Herald, dove i liquori sono venduti sottobanco e gli uomini abbaiano e lottano per conquistarsi qualche dollaro in più. C'è chi lancia il mazzo di fiori, dopo aver tirato fuori le canne di una pistola; uomini peggiori di una sgualdrina che tiene per le palle al lancio del bouquet, quando il prete ha concluso il suo gioco e messo il collare allo sposo. Ci sono altrettanti codardi che tengono in scacco altri vermi, grazie a una tangente o a un segreto sconveniente. Invece, il Mastino torna nella cuccia, a mani incrociate, come se i legacci e il guinzaglio lo tenessero piantato alla catena. E vigila, sotto le palpebre pesanti e la stazza che intimidisce i passanti; nessuno osa guardarlo dritto negli occhi bui da creatura imprevedibile.

Da lì, ode il canto delle innocenti. Gli uccellini si sgolano per qualche cent e indossano abiti che le donne comuni sognano; ma i vestiti tarpano le ali e la migrazione verso le spiagge deserte delle riviste. Restano sui trespoli del palco del café, a intonare pianti con i sax e le trombe che invitano alle lacrime mogli e madri; gli uomini sbuffano dai sigari e scorrono i quotidiani alla ricerca del cavallo vincente.

Il Mastino si accascia sul divano e pesta col fango delle suole le sedute dei più ricchi. Grugnisce e passa un braccio attorno al collo di chiunque si intrometta; tra i delicati fringuelli del padrone, c'è la favorita. Ha un nome leggero come l'acqua per l'assetato; impasta e rinfresca la lingua, scende morbido giù per la gola. Sandor lo beve ogni volta che deve tirarla per un braccio; lo beve, non lo pronuncia.

La voce di Sansa giunge più delle altre alle sue orecchie. Distende le notti con una dolcezza che non ha mai conosciuto; una cura che è solo veleno per l'animo.

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Capitolo 2
*** Notti perenni ***


- Nome EFP/forum: _sonder/_Sonder
- Titolo: Vite interrotte (raccolta)
- Genere: Drammatico, Introspettivo, Slice of Life
- Rating: Giallo
- Coppia: Sandor/Sansa
- Categorie&Contenuti: Categoria Realizzazione (prima flash)
Tutto questo tempo passato a berti come la cura, quando potresti essere il veleno.

Categoria Notte e mattina (seconda flash)
C'è un momento, fra il sonno e la veglia, in cui l'idea di allungare il braccio e trovarti mi rassicura. E non ci sono più incubi, non ci sono più sogni.

Categoria Noi e gli altri (terza flash)
Ritrovare una vecchia fotografia e chiedersi se quella persona sia ancora fissata con i dolci al cioccolato, se abbia ancora il vizio di toccarsi i capelli in continuazione e se, da qualche parte dentro di lui/lei, si ricordi di quel “noi”.

Categoria Consigli (quarta flash)
Vorresti insegnarmi qualcosa quando la tua vita è solo distruzione?! - Posso insegnarti ad apprezzare il momento in cui le cose vanno in pezzi e non possono più essere riparate.

Categoria Amore (quinta flash)
I cuori sono creature selvagge, per questo sono rinchiusi in una gabbia.
- Altre info: Proibizionismo americano, hitman!Sandor al servizio della mala locale, singer!Sansa. Sansa è da considerarsi maggiorenne.
Il Mastino ha il fiato di alcol e sigaretta; Sansa sente anche un odore più forte, che le ricorda le punture delle spine della rosa di Loras e il giorno in cui suo padre è stato sgozzato da un paio di mafiosi. Il poliziotto che ha rifiutato di accettare una mazzetta: la sua testa è diventata uno spaventapasseri per tre notti, nelle campagne. Il labbro inferiore le trema al pensiero della famiglia, divisa dalla lotta al Proibizionismo; niente è come le Sacre Scritture dei sermoni di Padre Luwin, dove l'ingiusto ha la pena che gli spetta e l'uomo buono tende l'altra guancia, serbando il capo sul collo.

Alla notte, i corvi si fermano sulle spalle di paglia del pupazzo in mezzo ai campi e beccano gli occhi di Ned; Sansa, ormai, lo sogna così, immerso nel sangue, come spauracchio della città e monito all'obbedienza.

Sono giorni insonni i suoi; le lacrime non ghiacciano quanto vorrebbero le fiabe della sua infanzia... continuano a inumidire il guanciale e a scorrere sulle gote fino a bruciare. Quando giunge l'alba, è tesa; teme per il ritorno del boss, dall'addome molle e dal sorriso pavido. Prega perché l'uscio non si apra e non entri il lupo che sbrana le vergini e gode della loro sofferenza. A varcare la soglia e strusciare sulla moquette, però, è un cane che la osserva da un occhio indurito dalla vita.

Il Mastino teme il fuoco, ma non ha paura di lanciarsi contro uomini armati né rispetta la mano che gli offre cibo. L'ha sentito ringhiare e l'ha visto sporcato da sangue non suo; è orrore quello che ha macchiato le guance di Sansa e spinto le labbra in una smorfia di disgusto. Nel suo cuore non esistono uomini violenti né motivi per uccidere; la morte è solo quella che coglie nel sonno, in punta di piedi o il castigo di un Dio sempre attento ai figli.

Ammutolisce, sentendolo arrivare accanto al letto e distendersi al suo fianco, sopra le coperte. Sandor gioca con alcune pastiglie di sonniferi e canzona il padrone caduto nel suo tranello; così, ruba altre ore in una veglia senza mostri, in compagnia dell'uccellino. Sansa tace ed è il fiato del Mastino a donarle la pace; il respiro si fa regolare, mentre giace sulla sua porzione di letto. Al buio, Sansa rilassa le gambe e poggia il volto sul cuscino. Tenta di guardarlo; quella che appare è solo un'ombra e disegna il profilo di un cane: un cane che dorme e non abbaia. A vederlo adesso, non prova paura; si sente al sicuro, con una guardia che non permetterà a nessuno di torcerle un capello.

Prende coraggio e allunga un braccio verso di lui; si rannicchia contro il corpo caldo, che pure sa di alcol, fumo e sangue. Si sforza di pensare che sia stato versato apposta per la sua protezione: sangue del nemico, del boss. Allora, incubi e sogni sbiancano con le prime nuvole.

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Capitolo 3
*** Tracce sbiadite ***


- Nome EFP/forum: _sonder/_Sonder
- Titolo: Vite interrotte (raccolta)
- Genere: Drammatico, Introspettivo, Slice of Life
- Rating: Giallo
- Coppia: Sandor/Sansa
- Categorie&Contenuti: Categoria Realizzazione (prima flash)
Tutto questo tempo passato a berti come la cura, quando potresti essere il veleno.

Categoria Notte e mattina (seconda flash)
C'è un momento, fra il sonno e la veglia, in cui l'idea di allungare il braccio e trovarti mi rassicura. E non ci sono più incubi, non ci sono più sogni.

Categoria Noi e gli altri (terza flash)
Ritrovare una vecchia fotografia e chiedersi se quella persona sia ancora fissata con i dolci al cioccolato, se abbia ancora il vizio di toccarsi i capelli in continuazione e se, da qualche parte dentro di lui/lei, si ricordi di quel “noi”.

Categoria Consigli (quarta flash)
Vorresti insegnarmi qualcosa quando la tua vita è solo distruzione?! - Posso insegnarti ad apprezzare il momento in cui le cose vanno in pezzi e non possono più essere riparate.

Categoria Amore (quinta flash)
I cuori sono creature selvagge, per questo sono rinchiusi in una gabbia.
- Altre info: Proibizionismo americano, hitman!Sandor al servizio della mala locale, singer!Sansa. Sansa è da considerarsi maggiorenne.
Mentre fingeva di dormire, il Mastino le ha dato un bacio. Da un uomo tanto rude non osava sperare in una simile delicatezza. Le sue labbra fremevano e si sono posate con l'impazienza e il nervosismo delle cose rubate, sottratte al tempo.

Sansa spazzola i capelli e ordina le ciocche in una treccia. Di tanto in tanto, dallo specchio fissa la propria bocca: carnosa com'era ieri, rosea come quella di sua madre, ma al contrario di lei, quelle labbra si perdevano in baci di cortesia e sognavano quelli adulti; i boccioli di un primo amore. Persino lo specchio le rende un riflesso che la riporta ai ricordi della famiglia. La cornice regge una fotografia ingiallita e logora agli angoli. Il Mastino gliel'ha offerta, in cambio di una canzone solo per lui. L'uccellino ha stretto il cuore e gonfiato il petto per trovare motivi al suo canto. Lo ha levato chiudendo gli occhi, rimpiangendo la casa, i rimproveri della madre, i litigi con la sorella minore. Un solo attimo e la gola si è sciolta, ha svuotato il sacco della malinconia.

È una foto sbiadita e ha il colore della muffa. Un po' di sangue si è annidato sul retro; per questo Sansa non la sfila dal legno. Non desidera ricordare la morte di suo padre né chiedersi perché la fotografia non riempia il taschino della sua giacca. È una foto dei suoi fratelli: Bran e Arya si guardano con occhi complici, Jon è in disparte e Robb lo trattiene per un lembo della camicia. E poi c'è lei, Sansa, intenta a fissare l'obiettivo. Ha una mano sul fianco e sorride leggermente, con una posa che gioca alla donna adulta. Il Mastino spesso carezza la carta; vi poggia le dita callose, dopo averle portate alla bocca.

Sansa socchiude le palpebre e tocca i volti accanto al suo. Si chiede se Arya arruffi i capelli e li tocchi di continuo, come un tempo; se Bran vada ancora matto per la cioccolata, così costosa; se la voce di Robb riesca a toccare i giardini con la sua chiara risata...

C'è una foto all'entrata del locale: il Mastino è dietro di lei, con lo sguardo sulle sue spalle. Sansa trasale e si domanda, non a voce, non due volte, se un giorno, anche lui ricorderà quel "noi" o se resterà soltanto un ritratto senza risposte, una traccia perduta fra casse di liquore e i balli senza sosta.

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Capitolo 4
*** A poco prezzo ***


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- Titolo: Vite interrotte (raccolta)
- Genere: Drammatico, Introspettivo, Slice of Life
- Rating: Giallo
- Coppia: Sandor/Sansa
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Tutto questo tempo passato a berti come la cura, quando potresti essere il veleno.

Categoria Notte e mattina (seconda flash)
C'è un momento, fra il sonno e la veglia, in cui l'idea di allungare il braccio e trovarti mi rassicura. E non ci sono più incubi, non ci sono più sogni.

Categoria Noi e gli altri (terza flash)
Ritrovare una vecchia fotografia e chiedersi se quella persona sia ancora fissata con i dolci al cioccolato, se abbia ancora il vizio di toccarsi i capelli in continuazione e se, da qualche parte dentro di lui/lei, si ricordi di quel “noi”.

Categoria Consigli (quarta flash)
Vorresti insegnarmi qualcosa quando la tua vita è solo distruzione?! - Posso insegnarti ad apprezzare il momento in cui le cose vanno in pezzi e non possono più essere riparate.

Categoria Amore (quinta flash)
I cuori sono creature selvagge, per questo sono rinchiusi in una gabbia.
- Altre info: Proibizionismo americano, hitman!Sandor al servizio della mala locale, singer!Sansa. Sansa è da considerarsi maggiorenne.
Il vaso è ai piedi di Sansa, ridotto in cocci che parlano di violenza e urlano tutta la sua rabbia. Vorrebbe uscire dalla prigione e volare lontano, non invidiare i volatili che abbandonano le terre per trovare ristoro nel sud e nelle sue calde temperature.

È ritta e torce le mani. Dalle labbra pendono parole che non ha la forza di gridare. Fissa il Mastino: fra i palmi tratteneva il collo di un cliente, che ora è riverso a terra e ha gli occhi puntati su di lei. Sono cagliati, fatti di latte: le torna alla memoria la fattoria dei suoi nonni. Giorni fatti a pezzi, come il vaso in frantumi, con resti che avanzano e non sanno narrare altro che rovina, rimpianto di un'epoca perduta.

Adesso, i suoi attimi si ripetono e sono una ciclica abitudine di caroselli e battute recitate a memoria. Come un giullare, deve compiacere ed essere carina; soltanto così, a poco prezzo, riceverà l'amore di chi la desidera per un paio di ore, dopo averla vista sul palco.

— Che brutta cera, uccellino. Sarà meglio sforzarsi e sorridere di più.

Il Mastino le tira su il bustino: accompagna la spallina e la osserva senza dire altro. Non serve che lo faccia: l'attende la cinghia, come agli schiavi, se oserà disobbedire e lui resterà a guardare.

— Che vuoi insegnarmi, tu, se il tuo mondo è solo... violenza e distruzione?

— Ad apprezzare le cose rotte, come quel vaso. Possono romperti come quei cocci; gustati il momento e dai loro ció che vogliono. Così non ti avranno mai.

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Capitolo 5
*** Un vecchio cane ***


- Nome EFP/forum: _sonder/_Sonder
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- Genere: Drammatico, Introspettivo, Slice of Life
- Rating: Giallo
- Coppia: Sandor/Sansa
- Categorie&Contenuti: Categoria Realizzazione (prima flash)
Tutto questo tempo passato a berti come la cura, quando potresti essere il veleno.

Categoria Notte e mattina (seconda flash)
C'è un momento, fra il sonno e la veglia, in cui l'idea di allungare il braccio e trovarti mi rassicura. E non ci sono più incubi, non ci sono più sogni.

Categoria Noi e gli altri (terza flash)
Ritrovare una vecchia fotografia e chiedersi se quella persona sia ancora fissata con i dolci al cioccolato, se abbia ancora il vizio di toccarsi i capelli in continuazione e se, da qualche parte dentro di lui/lei, si ricordi di quel “noi”.

Categoria Consigli (quarta flash)
Vorresti insegnarmi qualcosa quando la tua vita è solo distruzione?! - Posso insegnarti ad apprezzare il momento in cui le cose vanno in pezzi e non possono più essere riparate.

Categoria Amore (quinta flash)
I cuori sono creature selvagge, per questo sono rinchiusi in una gabbia.
- Altre info: Proibizionismo americano, hitman!Sandor al servizio della mala locale, singer!Sansa. Sansa è da considerarsi maggiorenne.
Seduto contro la fiancata di una barca, il Mastino osserva i flutti e regge un pugno di sabbia; i granelli scivolano su un prato di alghe. Casse di legno formano lettere tozze, su cui si posano i gabbiani; sui mercantili lontani, i mozzi gridano da una nave all'altra e alzano i canti delle sirene.

Sansa percorre il pontile e la legna risponde con tonfi sordi ai passi pieni di vita. Sandor la fissa: è pallida come la sottile linea di fumo dell'orizzonte, che si tende fra cielo e mare, ma lungo la chioma sciolta si agitano lingue di fuoco, pronte a divorare il mondo nella loro crudele bellezza. Non ha mai visto qualcosa di vicino a lei; sogghigna e sputa sui cadaveri accanto. Solleva il medio contro il corpo di suo fratello, la Montagna, spianato sulla spiaggia da baci al piombo.

Sansa punta terre distanti che solo gli occhi raggiungono, oltre il velo della bruma; un breve lampo le attraversa le iridi, ne incendia lo sguardo e svanisce al primo battito di ciglia... proprio come l'acqua arriva alle suole di Sandor e perde la sua cresta di spuma, morendo sulla battigia.

Ambedue corrono verso mete differenti. Nei loro cuori nascondono il lamento di una bestia e tutto vorrebbero osare, intrappolati nella gabbia umana di carne e ossa. Sono figli della notte: vagabondano al capriccio di un istinto e non dimenticano mai il ruggito che pretende di sopraffare la creatura chiusa in una prigione dal diverso aspetto.

Un Mastino ama e la mole del suo peso è pari al fiato emesso per il padrone che ne ha vinto l'affetto: una donna che vuole tornare libera, lontana dalla belva di guardia.

Sandor solleva le dita per carezzare la figura di Sansa e sfiora soltanto l'immagine abbagliata dal cono di luce di un sole debole. Sono le nubi a vincere l'oro del mattino e a oscurarlo; oppure è il velo che scende sulle pupille dell'animale e rende pesanti le palpebre o è ciò che bagna le guance e l'ustione a sfocare la vista. La mano del Mastino non ha più unghie affilate; è solo una zampa rugosa e trema ai sussurri del vento, ai fischi gutturali delle navi in partenza.

Sandor si lascia andare a una risata amara e tossisce, senza la forza di chiamare a sé l'uccellino. Eppure, ne avverte il battito come se lo stringesse nella propria morsa; eppure, vede il petto gonfiarsi in balia del desiderio di una vita più dolce in Paesi lontani. Raspa un respiro in gola e rantola, soffocato dal suo stesso sangue, deridendo le fantasie di una donna che niente sa degli uomini e dei luoghi di cui sogna.

— Ragazzina…

Gli sembra di sentire la voce impaurita, che ripete parole già udite da altre bocche; gli sembra di poterla avere finalmente nella stretta delle braccia, senza che possa rifiutare il volto sfigurato dalle fiamme e il ciuffo rado di capelli; ma al cane spetta una morte solitaria.

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