Luna d'argento

di girlwolf
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Routine anomala ***
Capitolo 2: *** Farsene una ragione ***
Capitolo 3: *** Quando nulla ha più senso ***
Capitolo 4: *** Tutta la verità nient’altro che la verità! ***
Capitolo 5: *** CURARE LE FERITE ***
Capitolo 6: *** Arrivederci L.A. ***
Capitolo 7: *** Uno strano benvenuto ***
Capitolo 8: *** Bipolare o logorroico? ***
Capitolo 9: *** Amici, nemici e segreti ***
Capitolo 10: *** Solo una leggenda ***
Capitolo 11: *** Il segreto nascosto ***
Capitolo 12: *** Un disastro dopo l'altro ***
Capitolo 13: *** Una Parte della Verità ***
Capitolo 14: *** Amore genetico ***
Capitolo 15: *** Se mi baci mi trasformo ***



Capitolo 1
*** Routine anomala ***


Mi stavo preparando per andare a dormire, Jannie mi aveva preparato la cena, insalata mista con crostini al formaggio,  pur avendole detto molte volte che me la sapevo cavare da sola, non avevo più tre anni, ma quindici, anzi sedici perché tra una un paio di giorni li avrei  compiuti. I miei sedici anni, i miei genitori mi avevano dato persino il permesso per organizzare una mega festa, ma non mi importava molto perchè avevo appena ricevuto una telefonata che mi aveva deluso e questo non faceva altro che aumentare il mio senso di solitudine e abbandono che vivevo ormai da anni. Mia madre mi aveva chiamato, sembrava ansiosa, perché diceva che il viaggio in Europa a causa  della fine delle trattative con la nostra filiale a Londra, sarebbe stato più lungo del previsto.  Tesoro come stai?- mi  aveva chiesto sempre premurosa ogni volta che era fuori a lungo - Com’è andata la scuola? Hai organizzato la tua festa se  ti…servono altri soldi chiedi pure a Gordon ho dato… anzi papà ha dato disposizioni a lui per qualsiasi cosa riguardi le finanze cerca però di non fare troppi danni con i tuoi amici e niente droga e alcool in casa  perché sai come la penso… tesoro ci sei? Pronto?- mi parlava con la sua voce vellutata ma già immaginavo come sarebbe andata a finire, l’ennesimo viaggio, l’ennesimo compleanno o altro avvenimento che non avremmo trascorso insieme, le mie amiche mi ritenevano fortunata perché non avendo i genitori a casa per più di un paio di giorni potevo spassarmela ma non era affatto così.
-  Si…- risposi con una voce flebile, non volevo ne metterla in ansia ancor di più tantomeno farla sentire in colpa -… a scuola è andata bene.. abbiamo fatto un test di matematica ho preso una B, cercherò di rimediare e per la festa mi sta aiutando Karen anche se avrei preferito ci fossi tu… spero che domani quando torni possiamo finire di sistemare alcuni dettagli…. Per sempio potremmo andare in quella pasticceria dove fanno dei dolci buonissimi credo sia….-
- Tesoro, Nattie lo sai che ti voglio un gran bene e papà e io ti adoriamo sei tutta la nostra vita ma… ti avevo chiamata anche per dirti che non so se ce la faremo a venire per domani… e quindi…- mia madre mi parlava sembrava triste ma non potevo più starla ad ascoltare. Non volevo sentire nessuno. Volevo starmene da sola.
Non so perché lo feci se per rabbia, per rancore, per tristezza, la liquidai con un “va bene non fa niente ” e mi misi a piangere come non avevo mai fatto, forse ne avevo subite troppe, ero stata sempre sola io con Jannie la mia tata ormai governante che faceva le veci di mia madre e Gordon, il maggiordomo e mio ufficiale autista che mi faceva da padre.
- Nattie… Nattie…- la voce di Jannie irruppe mentre stavo pensando a come far finta di nulla e non sembrare una disperata. Cercai di raccogliere le lacrime su un fazzoletto e corsi ad aprirle la porta.
- Dimmi pure Jen…- espressi confusa mentre finivo di allacciarmi la vestaglia.
- Tua madre ha richiamato più volte chiedendomi di te… ma vedevo che non accettavi le chiamate in camera… e così mi sono preoccupata…-
- Grazie mille… beh prima deve essere caduta la linea… ora la richiamo sta tranquilla… va pure….- espressi distaccata richiudendo la porta, non volevo che Jen mi vedesse così mi avrebbe fatto mille domande a cui non mi andava assolutamente di rispondere. In realtà non avevo voglia di sentirla affatto mia madre. Non mi importavano le sue scuse, non so se l’avrei perdonata per l’ennesima volta. Prima di spegnere la luce per mettermi a dormire, anche se sapevo che non avrei chiuso occhio, le mandai un sms con “ Scusami mamma sono stanca ti richiamo domani” e poi lessi le dieci o forse quindi mail che alcune delle mie più care amiche mi avevano mandato: Karen mi chiedeva se alla festa potevo invitare anche Brett un ragazzo della squadra di football che a lei piaceva da morire, un‘altra  della compagnia Annie mi chiedeva se poteva indossare il costume e se quindi avremmo usato la piscina. Presa da mille sconforti risposi ad entrambesi e chiusi il portatile cercando di chiudere occhio.
Due giorni dopo la mia festa di compleanno stava per iniziare, la casa pullulava di gente la cui maggior parte era  per me sconosciuta.
- Dai su…- Karen venne ad avvolgermi con il suo abbraccio - … Lo sai come sono fatti i genitori lavorano… lavorano e lavorano … ma  sta ranquilla sono sicura che sapranno farsi perdonare… per esempio perché non chiedi loro se ti danno un contributo per fare un viaggio in Europa pensavo non so Parigi  ma solo  per puro divertimento… -. Keren mia amica dalla prima elementare, rossa con gli occhi verdi, sempre pronta a tutto, soprattutto pronta a spendere i soldi degli altri, anche perché i suoi genitori commercialisti, conoscendola, non le davano un centesimo  se non per pura necessità, percui si affidava a me. Dicevano che tutti i soldi che avrebbe in cianfrusaglie le sarebbero serviti per l’università.  
- Si hai ragione…- espressi noncurante della proposta di Karen mentre finivo di guardarmi il vestito turchese che avevo deciso di indossare per la festa.  Mi incamminai mentre la mia maica continuava a farmi proposte che ovviamente sarebbero state a spese dei miei. Facevo finta di ascoltarla ma non potevo non pensare che nonostante mi avessero ferito molto i miei mi mancavano. Un ragazzo alto e con i capelli increspati dal gel mi si avvicinava spiritato.
- Sono felice che mi abbia invitato alla tua festa per i sedici anni Natalie… è dalla prima liceo che aspettavo questo momento… - il tipo mi aveva iniziato ad abbracciare e ad annusare, non so che intenzioni avesse, lo trovavo forte per la mia festa e non provavo imbarazzo tanto pur essendo la mia festa e la mia casa, non me ne fregava di nulla, la gente poteva anche distruggerla me ne sarei esattamente fregata di tutto..
- Va via sfigato!- espresse Karen tirandolo via da me. Il tipo barcollò su se stesso.
- Lascialo stare non vedi che è ubriaco… accidenti ma quanto hai bevuto…- espressi difendendolo mentre lui continuava a farneticare. Lui mi sorrise poi vomitò sul pavimento. Mi sentivo resposabile perché avevo promesso niente casini, ma tanto ormai era fatta. Improvvisamente arrivò Ray, colui che tutte le mie amiche speravano facesse breccia nel mio cuore ma che io trovavo insopportabile, che lo scaraventò via da me.
- Tutto bene Natalie?- mi domandò prendendomi tra le sue braccia. Ray, un ragazzo non proprio modello, ma bello da far paura, moro occhi azurri, fisico atletico, tutti pensavano che saremmo stati i futuri Re e Reginetta del ballo per la prossima primavera ma non aveva spranze forse al ballo non ci sarei nemmeno andata stavo meditando una fuga in un posto dove nessuno mi avrebbe trovato.
- Ma sei matto?! Vuoi che gli venga un trauma cerebrale…!- sostenni  irritata dal suo comportamento e soccorrendo immediatamente il povero sfigato caduto per terra. - Per fortuna non ha sbattuto la testa!-
 Ray mi guardava come volesse spogliarmi con gli occhi. - Sei sempre splendida… allora quando accetterai di uscire con me? Tipo stasera dopo la festa pensavo… che potremmo rilassarci a Malibù i miei hanno una casa stupenda sulla spiaggia…- parlottava mentre mi aveva messo a sedere accanto a lui, -  oddio quanto adoro i tuoi boccoli così belli ma sono castani o biondi e l’azzurro dei tuoi occhi…perché non adiamo a farci un giretto… dai vieni qui c’è troppa gente…-
- Perché è la mia festa e preferisco stare qua… e tu non mi piaci per niente lasciami in pace……- espressi seccata discostandomi da lui. lanciai un’occhiata allo sfigato, era disteso a pancia in giù per fortuna Gwen, una mia amica lo stava aiutando a mettersi seduto. Le sorrisi ringraziandola poi  notai che Gordon insieme a Karen mi  richiamavano all’attenzione. Lasciai perdere ancora una volta Ray che mi stava sempre appiccicato e corsi da Gordon.  Karen esmebrava agitata ed emozionata, era un brutto segno quando faceva così.
Vedendolo così misterioso corsi immediatamente da lui. - Cos’è successo?Hai un’aria strana!-
- Stia tranquilla - espresse prendomi sotto braccio e portandomi verso il garage. La folla ci seguì incuriosita. Karen e gli altri sembravano in fibrillazione, l’unica a non esserlo ero io.  Gondon con l’aiuto di Jennie e Karen, sfilarono il telo da ciò che lo ricopriva.
- Ma è bellissima….!- espresse Karen mentre la venerava. Io invece mi avvicinai sconvolta, tipico dei miei farsi perdonare le loro mancanze, con un cospicuo regalo.
- I suoi genitori le hanno allegato anche questa…- espresse Gordon abbracciandomi - auguri di buon compleanno Nattie… e si felice di avere dei genitori come i tuoi… qualsiasi giovane avrebbe voluto in regalo una macchina come questa! Ovviamente prima di tutto la patente…- sostenne entusiasta mentre osservavo Karen che si era messa al volante su quella che doveva essere la mia Aston Martin, blu scuro.
- Dai Natalie …- sostenne scendendo dall’auto e prendendomi per un braccio - andiamo a farci un giro… io la patente ce l’ho posso?!-
La guardai indecisa, il regalo mi aveva fatto rimanere a bocca aperta, e così pur  sentendo troppo la mancanza dei miei decisi di farci un giro subito, chissà magari l’alta velocità e la musica a tutto volume dell’impianto stereo da sogno che era stato installato, mi avrebbe fatto dimenticare per l’ennesima volta una delusione che mi avevano dato i miei genitori.
Karen non mi diede nemmeno il tempo di sedermi sul sedile, che partì immediatamente.
- Quest’auto è una bomba!Wooooooooooooo!- io la fissai sconvolta quando era così su di giri mi preoccupava.
- Vai piano per favore … ti prego….!- espressi cercando di trattenere la voglia di tirarle il freno a mano e combinare un disastro.
- I tuoi genitori sono mitici… io non so perché sei sempre così critica con loro… ma ti rendi conto che cosa ti anno regalato…? Mia madre quando ho fatto sedici anni sei mesi fa mi ha regalato un buono sconto per una boutique…!-
-Mi spiace Karen ma… devo darti  una delusione… a me possono anche regalare il mondo ma non mi daranno mai quello che realmente voglio….-
Per la prima volta, in tutta la mia vita, vidi Karen fermarsi ed ascoltarmi sul serio.  Eravamo quasi vicino Hollywood, il panorama era stupendo per fortuna la città dove vivevo poteva darmi queste belle emozioni.
- Mi spiace tanto che i tuoi non ci fossero oggi alla festa ma se posso fare qualsiasi cosa per tirarti su il morale e vederti sorridere felice dimmelo e lo faccio, certo non ti aspettare che i miei mi diano soldi perché lo sai come la pensano ma…-
L’abbracciai forte, lei mi ricambio. - Grazie Karen… mi è bastato quello che hai detto! Sei una persona sensibile infondo infondo e sono felice di esserti amica! Dunque… sai cosa mi piacerebbe fare?-
- Dimmi… però ti avverto ho solo venti dollari con me…-
-  Io ho lasciato il portafogli a casa… però dai…andiamo a Beverly Hills conosco una pasticceria che fa dei dolci meravigliosi… ti giuro che non ne vorrai più fare a meno..-
- Vuoi che ci abbuffiamo!?-
- Si…!!! cioccolata, panna, crema pasticcera…. meringa….!- esultai urlando dalla collina isolata dal resto della città.
Detto fatto. Karen mise in moto la  Aston Martin e con molta più calma mi portò in quella pasticceria. Ci sedemmo ad un tavolo e ordinammo tutto quello che si poteva avere con venti dollari e dato che Karen disse alla cameriera che era anche il mio compleanno, mi portarono un dolce che a me piaceva  con tanto cioccolato e molta panna montata. Stavo per ingurgitare l’ultima cucchiata di panna quando ebbi un groppo allo stomaco.
- Ehy stai male ehhh?- Karen e io scoppiammo a ridere.
- Forse si credo di aver esagerato con dolce multistrato panna, banana, fragole e cioccolato…-
- Dai dopo andiamo a fare jojjing e così…-
- Così vomitiamo tutto!- sostenni massaggiandomi l’addome. Non sapevo che sensazione avevo, mi sentivo piena e allo stesso tempo vuota.  Una strana sensazione davvero, mi sentivo strana e non potevo liberarmi da quella sensazione di vuoto e di svolazzamento di farfalle nello stomaco.
Karen mi riaccompagnò a casa, c’era il disastro, tutti o quasi erano andati via. Era rimasto lo sfigato sdraiato per terra a dormire, mentre una coppia era a fare acrobazie nudiste dentro la piscina. Li feci uscire e rivestire subito. Feci andare Karen a casa e mi misi a riordinare, lasciai il povero  sfigato, che avevo scoperto si chiamava Zach, a dormire su una sdraio. Dovevo fare qualcosa, anche se Gordon me lo impedì insieme a Jennie. Un po’ aiutandoli a mettere a posto quella strana sensazione se ne andava.
- Ora vado a letto!- espressi a Jennie stiracchiandomi e portando sul vialetto l’ennesima busta colma di rifiuti.
- Se lo merita mia cara…- sostenne abbracciandomi. Mi serviva il suo abbraccio, per me non era solo una governante era come una parente, una zia forse. - Ora vada ha anche fatto più di quello che doveva…-
- Si… forse  ma l’ho fatto perché mi sento non so… strana…!-
- E’ stanca, ha mangiato cioccolata in quantità industriali e poi era furiosa per i suoi genitori… vada a riposarsi…-.
Andai in camera, mi feci una doccia, diedi un’occhiata alla mail che mia madre e mio padre mi avevano mandato insieme ad una loro foto che brindavano per me. “ Buon sedicesimo tesoro! Ti vogliamo bene! baci mamma e papà!”. Grazie, pensai e spensi la luce, mi ricordai solo dopo che non avevo letto la loro lettera allegata alla macchina.  Ah saranno le solite raccomandazioni non correre troppo, non bere, non farci cose oscene… mi rigirai nel letto e chiusi gli occhi, domani avrei chiamato i miei per ringraziarli e dimenticare quello che avevo passato negli ultimi tre giorni.
Il mattino mi svegliai ancora con quella sensazione, quel senso di vuoto che era diverso, intenso senso di ansia indescrivibile. Erano le otto e trenta e dopo essermi sciacquata il viso corsi a fare colazione. Acesi il cellulare per vedere se mia madre o mio padre potessero rispondermi ma la linea risultava disturbata quasi come ci fosse un lieve fischio lontanissimo. Chiusi pensando magari fosse a causa del brutto tempo che si era scatenato in Europa. Jennie era uscita lasciandomi un biglietto sulla lavagna magnetica “ Vado a fare un po’ di spesa i suoi mi hanno chiamato poco fa mentre lei dormiva mi hanno detto che saranno qui nel pomeriggio”.
- Okay… almeno  tornano un po’ da me…- espressi versandomi del latte e una manciata di cereali nella tazza. Accesi la televisione. Primo canale parlava di un disastro aereo nel tragitto nell’oceano Atlantico, per istinto e per forse noia cambiai canale era la stessa notizia su quasi tutti i canali.
- Ma che diavolo è successa una catastrofe… mi spiace per l’aereo precipitato ma.. dai su venti canali la stessa cosa…- spensi la tv e accessi la radio anche la era la stessa solfa. Sbuffai irritata, ma forse f u meglio che spensi tutti gli apparecchi. Il telefono iniziò a squillare all’impazzata, sembrava di essere in un giornale.
- Tesoro ci spiace tanto…. Siamo sconvolti quanto te ma come stai?!- una voce forse della segretaria di mio padre piangeva.
- Sconvolta?! Ma cosa succede hey?- non feci nemmeno in tempo a sentire la risposta che la linea sembrava intasata. Arrabbiata e confusa staccai la corrente, fuori casa c’erano anche dei giornalisti. - Ma che cavolo è successo?!- pensai poi mi precipitai al mio cellulare, la batteria scarica corsi in camera a prendere il carica batterie e lo riaccessi appena possibile. Chiusi gli occhi il senso di vuoto era di nuovo dentro di me. Scorsi sulla rubrica il numero di mia madre, il cellulare non dava segni di vita, provai su quello di mio padre era altrettanto senza speranze. Chiamai la filiale di Londra. Mi avevano messa in lista d’attesa. Buttai il telefono sul letto. guardavo dalla finestra il povero Gordon che non riusciva a passare a causa dei giornalisti.
Un trillio mi fece precipitare al telefono. Il numero era sconosciuto ma forse poteva essere una soluzione. Per un momento pensai alla tragedia aerea avvenuta  nel volo che da Londra portava a New York , era quello dei miei? Sperai di no? Un senso d’ansia mi pervase. Il telefono finì di trillare, provai a rifare il numero ma quello mi precedette.
- E’ lei Natalie una parente o amica Henry e Susan Howard…?- una voce molto disturbata e con un sottofondo incasinato cercava di parlarmi -Conosce o può mettersi in contatto con i parenti più stretti!? Purtroppo le linea è disturbata quindi non so se e fin quanto potremmo rimanere in contatto… -
- Si sono io… Natalie Howard sono la figlia ma i miei cosa è successo? Pronto mi sente pronto!?- urlai a squarcia gola ma la linea era andata. Sentì un tonfo come fosse un’esplosione.  Un brivido gelido percorse la mia schiena, caddi per terra priva di sensi.

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Capitolo 2
*** Farsene una ragione ***


Mi svegliai che ero a letto. Confusa e frastornata, cercavo di alzarmi ma vedevo tutto annebbiato e avvertivo un forte dolore alla nuca. Cercai di mettere a fuoco. Jennie era accanto a me, non aveva una bella cera, era vestita di nero e mi guardava preoccupata. Cercavo di sollevarmi  dal letto, ma non riuscivo a farlo sentivo braccia e gambe indolenzite. Un pizzico sul braccio mi fece capire che mi era stato iniettata qualcosa.
-         Stia giù Natalie… la prego…- si rivolse a me con aria disperata, piangeva e aveva gli occhi arrossati, anche se cercava di non mostrarsi troppo disperata sapevo che lo faceva per me.
-         Ma cosa mi è successo?!- sostenni a fil di voce. In effetti mi ricordavo solo qualcosa del trambusto scoppiato improvvisamente, tra tv telefono e fax e della telefonata e lo scoppio improvviso sentito  al telefono.
-         È svenuta … forse la notizia… l’ha sconvolta così totalmente che non ha saputo reggere… ma non si preoccupi noi le siamo e le staremo vicino… io e Godon… cercheremo di non farle mancare nulla…-
-          Spiegami cosa è successo?! Io non ci capisco nulla… ti prego….-
-         I suoi…. Natalie… i suoi genitori hanno avuto un incidente aereo…. un guasto al motore li ha fatti precipitare nell’oceano… non si trovano i corpi di più di 50 persone è un disastro… un vero disastro la persona che l’ha contattata probabilmente era qualcuno dei primi soccorsi che ha trovato il cellulare nella giacca di suo padre…- la povera Jennie non era riuscita neppure a terminare la frase che scoppiò in lacrime.
Non ebbi alcuna reazione, prima volevo ripetermi in mente le parole di Jennie “ I suoi genitori sono morti”.  Jennie continuava ad abbracciarmi e, se pensava che ero in stato di shock aveva indovinato. Sentivo il mio corpo tremare,  la voce rotta dalle lacrime, gli occhi sbarrati nel vuoto. Avete presente quando non ve ne importava più di nulla tanto alla fine quella cosa vi appartiene, beh mi sentivo come se nulla più mi fosse rimasto, come se da quel momento non potevo dare più nulla per scontato.  Riuscì a sfuggire dalle braccia di Jennie e corsi in camera dei miei, volevo vedere le loro foto, le nostre foto, quelle che per anni avevo ignorato, per anni avevo sempre dato per scontate, siamo noi, sono sempre loro mamma e papà e io Natalie. Presi quella che mi piaceva di più, mia madre se l’era messa sul comò perché le avevo detto di tenerla là. Eravamo tutti insieme sulla spiaggia a Santa Monica qualche anno prima, un giorno in cui mio padre e mia madre decisero di farmi una sorpresa e passare un intera giornata al mare insieme. Sorrisi ripensandoci, avevo forse sette o otto anni, e tutto mi sembrava bello perché infondo c’erano i miei a coccolarmi e a proteggermi. Mi strinsi al petto la foto, mi accovacciai sul pavimento, le lacrime irruppero nel silenzio, non sapevo che dire, non c’erano parole per descrivere le sensazioni che provavo  volevo solo piangere, piangere e piangere e non vedere nessuno. Jennie uscì dalla camera da letto, mi chiese qualcosa ma io non l’avevo sentita, era come se un tappo ricoprisse le mie orecchie.
-           Non voglio nulla per favore lasciami sola!-le intimai chiudendo la porta. Mi sentivo straziata, debole, come se improvvisamente il mio corpo non aveva nulla a cui reggersi.  Per fortuna Jennie era sempre stata una persona comprensiva e mi lasciò da sola la sentivo ancora piangere immaginando quanto fosse affezionata alla mia famiglia, o quello che ne era rimasto.
E adesso ?!- mi chiedevo mentre ero in quella stanza seduta sul pavimento – Cosa… come farò? - la disperazione mi stava pervadendo. Ad un certo punto dovetti chiudere gli occhi per non pensarci, volevo svegliarmi e far finta che non fosse tutto vero.
Mi addormentai ancora. E mentre io dormivo quasi come uno zombie, senza espressioni  sul volto e qualcosa almeno da pensare, sentivo, telefoni e persone che andavano e venivano.  Sentivo rimbombi continui ma nulla aveva a che fare con quella esplosione.
Un improvviso bussare sulla porta mi fece rinvenire.  Jennie mi stava cercando ma non avevo voglia di vedere nessuno. Mi sentivo a pezzi. Le aprì la porta comunque volevo abbracciarla per dirle che non ce l’avevo con lei ma stavo troppo male.
-         Natalie… la prego io ho spiegato che sta davvero male ma qui sotto c’è la segretaria di suo padre che vorrebbe parlarle…- sentivo la povera Jennie disperata, forse nonostante l’insistenza Sophia non se ne faceva convinta.
-         Okay.. dammi qualche minuto…- espressi tirandomi su dal pavimento. Mi guardai un secondo allo specchio, avevo una faccia orribile. Avevo dormito sul pavimento per ben 36 ore. Mi svegliai infatti il giorno dopo.
Jennie mi aspettava tra le mani la mia vestaglia. Cercò di sorridermi, le risposi cercando di abbozzarglielo.
-         Mi scusi ma… non faceva che insistere così sono venuta personalmente a chiamarla….-
-         Non  ti preoccupare…- l’abbracciai  poi mi diressi verso il bagno per sciacquarmi almeno il viso. Jennie scese. Mi allacciai la vestaglia azzurra con le stelle bianche e mi avvicinai al corrimano, mi guardavo attorno pensando che ogni parte di quella casa era parte dei miei genitori. Sophia mi aspettava in salotto, mentre sorseggiava un the caldo, sentivo il profumo della cannella.
-         Natalie non sai quanto mi sento male… James sarà insostituibile nella vita dell’ H & B Inc. … ovviamente anche Susan era una persona unica…eccezionale.. - mi venne incontro quasi rovesciando la tazza sul divano, sul divano dove i miei spesso ricevevano ospiti o clienti . Mi abbracciò così forte che sentivo quasi il cuore schizzare dal petto.
-         Si… immagino…- espressi ricomponendomi e guardandola di sottecchi. La guardavo e più sapevo di non conoscere affatto quella donna a parte il nome. In quanto spesso chiamava a casa per sapere cosa stavo facendo al posto dei miei. Alta, magra, con i capelli neri lisci e gli occhi cosi neri da poterti specchiare. Sembrava una miss perfettina, proprio il genere dei miei.  Era stata un mucchio di volte a casa mia, per portare carte e altro che i miei dimenticavano costantemente in ufficio, ma non so perché non mi piaceva affatto. Il tubino e la giacca nera le strizzavano le forme, ma facevo finta di nulla anche se aveva  tutto ben in mostra.
-         Dobbiamo pensare al funerale… ora lo so che non te la senti perché  stai a pezzi ma cara Nattie…io pensavo…-  mi prese le mani poi prese da una borsa portadocumenti una lista. La fissai sbigottita. I miei erano dispersi ma probabilmente morti sul colpo  e non sapevo nemmeno su quale corpo piangere e lei pensava al funerale.
-         Mia madre , mio padre e Jennie mi chiamano Nattie quindi per favore niente nomignoli da parte sua… noi non siamo così in confidenza…- la interruppi mi sentivo in dovere di farlo. Come si permetteva, come poteva chiamarmi come facevano i miei?
-         Scusa Natalie… comunque io ho fatto una lista delle persone da invitare…-
-         Ma cos’è uno scherzo? I miei sono morti  da un giorno e non credo  che ci sia alcun evento per cui invitare gente… non c’è nulla da celebrare…-
-         Natalie la prego si calmi … io volevo solo… faccio il mio lavoro… suo padre e sua madre erano molto conosciuti qui a Los Angeles …perciò io… sto solo facendo in modo che la gente li possa ricodare…-
-         No! si calmi lei… io non capisco… viene qui in casa mia a dirmi di invitare gente che non conosco…- Jennie quanto Gordon si affacciarono alla porta, lanciai loro uno sguardo e avevo capito che stavo esagerando.
-         Okay… - espressi inspirando  e guardandola  sedendomi accanto, presi la lista che aveva lasciato sul tavolino - mi scusi ma… non sono molto concentrata oggi  e direi…- sostenni guardando nomi di persone sconosciute - … che preferisco per i miei genitori una cosa intima… quindi dimezziamo perfavore la lista… ora la leggo con calma e le mando un fax più tardi in ufficio…-
-         Certo…- affermò attenta mentre con la sua penna sulla sua agenda si scriveva quello che avevo appena detto.
-         Comunque sarei anche grata se del … tutto…- non riuscivo a parlare sentivo una morsa allo stomaco, perché dire o pensare quella farse mi riconduceva alla realtà, ovvero che i miei erano morti.-… quando sarà il momento… si occupi del funerale…-
-         Certamente..- mi fissò rattristata per  un secondo e continuò a scrivere  quello che avevo detto.
-         E ora se non le dispiace… vorrei stare da sola… -
-         Capisco… però volevo darle anche questa… ho già avvisato la scuola  dopodomani l’aspettiamo per una riunione insieme ai soci… sa queste decisioni vanno prese in fretta… c’è in mano una società…-
 Annuì indifferente e asettica, presi  la busta tra le mani senza dire una parola, poi chiesi a Gordon di accompagnarla alla porta. Andai in cucina per bere qualcosa, prima che lo stomaco potesse chiudersi sul serio.
-         Come stai piccola – Jennie mi posò la mano sulla spalla. Mi abbracciai a lei e piansi tantissimo, come non mai.
-         Mi dispiace solo… di non averli potuti ringraziare, sono stata pessima con loro e mi sento davvero in colpa per la loro morte se solo non avessi insistito la loro presenza alla mia festa…-
-         Non è colpa tua Nattie… loro ti volevano bene ed è che questo che devi pensare che eri la loro unica e meravigliosa figlia.
Mi abbracciai ancora a Jennie, poi sentì il campanello suonare. La voce agitata della mia amica Karen irruppe nel silenzio della casa.
-         Vedo se può riceverla…- le affermò Gordon facendole segno di aspettare.
-         Natalie c’è la signorina Hunt  che aspetta se non le va le va…-
-         No.. grazie Gordon ci penso io…- espressi andando verso di lei. Karen  la solita esagerata però mi faceva piacere averla li avevo bisogno di qualcuno che piangesse quanto o forse più di me.
-         Mi spiace tanto Nat… quando me l’hanno detto i miei sembravo sprofondare… ieri ho provato a chiamare e poi Jennie mi ha detto che riposavi.. così oggi ho provato a venirti a cercare di nuovo…-
L’abbracciai, avevo tanto bisogno di un’amica pura e dolce come Karen in quel momento.
-         Hai fatto bene… -
-         Senti anche le ragazze hanno detto che se hai bisogno di qualsiasi cosa…chiedi… !-
-         Una cosa ci sarebbe…- espressi guardando la lista degli “ invitati” al pseudo funerale dei miei genitori.
Andai in cucina con karen e Jennie ci preparò qualcosa da mettere sotto i denti. Alla fine in tutta la lista non conoscevo nessuno, c’erano i  Baker i migliori amici dei miei, qualche altro nome celebre nella città.
-         Jennie ma .. mi spieghi una cosa… so che non me n’è mai importato visto che i miei non me ne hanno dato mai occasione, ma chi è questa Katelyn Travis, non mi sembra una che conoscevano i miei, forse è qualcuno dell’ufficio… e poi è possibile che non ci sono zii, i nonni non li ho mai visti e quello europeo beh credo sia morti qualche anno fa…-
-         Kate…  è sua zia la sorella di sua madre, ma tra loro non correvano buoni rapporti e poi lei vive lontano ed è una mezza squilibrata… ha cambiato il cognome …beh insomma vecchie storie…-
Io e Karen guardammo sbigottite Jennie, una zia? E chi ne sapeva nulla? Il vero peccato era che fosse l’unica parente  dato che il fratello di mio padre era morto qualche anno fa a  causa di una malattia. con amarezza e tristezza avevo appurato che a parte i miei genitori e questa zia stramba, loro erano circondati da amici e clienti. 
Presi la lista  e cercai nel cassetto dove mio padre teneva sempre la rubrica il fax  e il numero dell’ufficio e inviai il tutto a Sophia, alla fine  pensai che amici e qualche cliente andassero bene infondo.
Mi arrivarono molte chiamate nei giorni seguenti per via del funerale, anche se continuavo a ripetermi che non potevo piangere due corpi che avevo nemmeno visto, che insieme ad altri non erano stati ritrovati, ma che l?oceano Atlantico si era inghiottito.
-         Jennie…- espressi mentre cercavo invano di mangiucchiare qualcosa che la mia cara tata e governante aveva preprato per me. – perché .. la mamma non mi ha mai parlato di questa zia… questa Katelyn…  -
-         Ti ripeto che io non ne so nulla… però potresti provare a vedere tra le foto di famiglia io la ricordo vagamente qualche anno fa … potrei aiutarti…-
Non le diedi nemmeno il tempo di rispondere. Corsi in salotto e cercai immediatamente quegli album.  Io e Jennie passammo tutta la serata a guardarle, ce n’erano un milione dei miei, di me e dei miei nonni ma di questa donna non c’era nulla. Possibile che dell’unica sorella che  mia madre avesse mai avuto, non non avesse mai dato importanza?Conoscendo mia madre, mi sembrava strano e anche mio padre, possibile che non mi avesse mai accennato di lei. Ricordando la nonna Hanna, la madre di mia madre, austera com’era forse questa sorella era stata tenuta nascosta fatto stava che non ero riuscita nemmeno a rintracciarla. Confusa e pensierosa cercai di chiudere occhi, anche se ormai non lo facevo da settimane. Tutto questo mi aveva sconvolta, la morte improvvisa dei miei genitori, la vita che sarebbe cambiata da quel momento senza la loro presenza. Io ed una casa enorme e vuota che fino a qualche settimana prima pullulava spesso nei week-end con gli amici di famiglia.
Qualche giorno  più avanti ci fu la celebrazione  di quella specie di funerale. Jennie mi aveva consigliato il tubino nero e le perle bianche della mamma da indossare. Lei e Gordon mi accompagnarono al cimitero. I miei amici erano la presenti, insieme a gente che continuava a farmi le condoglianze e a ricordarmi quanto i miei genitori fossero speciali e importanti per la società, per Los Angeles.  C’erano anche i migliori amici dei miei genitori i Backer e i Williams , sua moglie Amber mi abbracciò forte. Una donna alta e molto aggraziata, rossa con gli occhi azzurro-verde.
-         Tesoro, non sai quanto siamo in pena per questa tragedia…- espresse con voce
-         sconvolta, le lacrime le solcavano il volto-… io e Jack abbiamo pensato che puoi restare qualche giorno con noi ma vorremmo magari che rimanessi con noi… credo che a Susan e James avrebbe fatto piacere e poi ci sono anche Caroline e Micheal che non vedono l’ora di averti a casa…- accennai con la testa.
 In effetti forse pur di non stare sola mi sarei trasferita da loro, erano brave persone e  mi volevano bene ma non so non riuscivo a farmene una ragione del fatto che avrei  dovuto avere altre persone che si prendessero cura di me almeno fino alla maggiore età. Guardai in giro per evitare di avere altri amici dei miei che mi facevano queste proposte e andai verso Sophia, cercando di  capire se alla fine almeno lei avesse rintracciato quella che si diceva la sorella di mia madre, avrei infatti avuto molto piacere di conoscerla nonostante l’occasione poco allegra e magari avrebbe potuto rimanere con me ad accudirmi. Ma lei non c’era affatto. Si sapeva che esisteva, ma nulla di più nemmeno un’indirizzo.
 Per fortuna questa  celebrazione assurda, fatta davanti ad una lastra di marmo senza aver avuto nessun corpo da piangere sul serio, finì verso sera quando la migliore amica di mia madre, Barbara, mi abbracciò e asciugandosi le lacrime mi fece un cenno con la mano per salutarmi.- Di qualsiasi cosa tu abbia bisogno cara Nattie fammelo sapere … ti voglio bene e tua madre era per me una persona cara…- mi disse abbracciandomi cercando di non piangere, anche se capivo il suo stato d’animo lei e la mamma erano inseparabili. Vidi che era arrivata già verso il vialetto che portava all’uscita  e stava per entrare nella sua Corvette nera, le corsi in contro, forse lei poteva aiutarmi, ma alla fine era troppo tardi se n’era già andata. Esasuta per la giornata mi avvicinai a Jennie e Gordon. Quest’ultimo mi strinse tra le sue braccia.
-         Torniamo a casa Nattie  hai bisogno di riposare…- mi apriì la poriera della macchina, Jennie la richiuse e si sedette sul davanti insieme a Gordon, se non fosse per la loro presenza, sarei rimasta sola.
 Quando mi ritrovai a casa, pensai a come voltare pagina, a come poter andare avanti. Cenai insieme a Jennie e Gordon, ma non avevo molto appetito, chiesi scusa e andai nella mia camera, sul comodino la lettera della società che mio padre gestiva insieme a Mitch Backer, il suo grande amico. La rilessi, mi chiedevano di presentarmi il giorno dopo in un consiglio d’amministrazione. Stufa la riposai sul comodino, che ci dovevo andare era palese, era il cosa avrei dovuto fare che mi preoccupava, non ero in grado di decidere anche se sapevo quanto mio padre teneva al lavoro, ma non capivo perché si parlava di vendere le sue azioni e quindi mi dovevo portare un avvocato, pensai proprio a Barbara Mongmery l’amica della mamma, sapevo che di lei potevo fidarmi perciò dopo aver composto il suo numero e averle chiesto se poteva accompagnarmi mi sentì decisamente sollevata quando mi rispose che non c’erano problemi.

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Capitolo 3
*** Quando nulla ha più senso ***


Il rumore del tic tac dell’orologio sulla parete di quella stanza mi stava facendo davvero saltare i nervi, mi guardavo attorno, tanta gente mi fissava con compassione, qualcuno ricordavo averlo visto  allo pseudo- funerale, ma nulla di che  in quanto di loro non sapevo assolutamente nulla. Sophie parlava al telefono, mentre mi faceva cenno di aspettare per entrare, mancava il socio in affari  di papà, Mitch Backer. Non mi sentivo affatto a  mio agio mentalmente e poi  con quel vestitino tutto serio che Jennie mi aveva detto di indossare,blu con un golfino bianco addosso,mi sentivo troppo ragazza secchiona  del collegio,  ma alla fine ritenni che aveva ragione, dovevo dare l’idea che  ci sapevo fare anche se non avevo assolutamente idea del cosa o come prendere le scelte giuste. Barbara mi guardava cercando di rassicurarmi e mi stringeva la mano. Rileggeva la lettera di convocazione, sembrava così presa.
-         Sta tranquilla cara, vedrai che è solo una formalità… sicuramente vorranno tenerti al corrente di come stavano andando le cose ... si insomma gli affari e poi conosco bene Mitch è una persona adorabile…  non metterebbe mai i bastoni fra le ruote alla figlia di James – espresse sorridendomi.
-         Lo so ma qui dice che dobbiamo vendere e io non ci capisco nulla…- sostenni confusa e afflitta.- Papà avrebbe voluto vendere…?!  Oddio io non ne so nulla … e poi non capisco quali debiti avesse… loro non me ne parlavano mai…-
-         Sta tranquilla e lascia parlare me so cosa intendono fare… okay?! Fidati… ne so qualcosa dato che il mio ex marito dopo il divorzio mi ha tolto i diritti di amministrazione nella sua azienda…e ha usato gli alimenti per pagarsi i debiti.. ma è una storia diversa… qui nessuno vorrà metterti in difficoltà ne sono certa… tuo padre aveva un certa importanza qui dentro…- mi espresse con tutta la sua buona volontà di calmarmi. Accennai col capo poi Sophie mi fece cenno di entrare e con tutto il coraggio che potevo tirare fuori mi infilai con  Barbara in quella sala enorme , intravista forse una decina di anni, fa quando mia madre in un noiosissimo inverno mi ci portò perché voleva farmi vedere dove papà lavorava.
Appena misi il piede dentro quella stanza ebbi la strana sensazione che tutti pendevano dalle mie labbra. Charles uno dei membri del consiglio mi strinse addirittura la mano e fece cenno agli altri e a me di sedersi. Mi fissava sotto gli occhiali enormi e prese subito dalla sua cartellina una serie di scartoffie.
-         Come stai cara…? Siamo tutti molto dispiaciuti per averti distolto dal dolore della perdita della tua famiglia ma … mi sembrava necessario decidere il dafarsi al più presto possibile… anche se credo che questa  situazione andrebbe presa  con le pinze …- espresse ansioso e imbarazzato  guardando Mitch.- non è semplice… non è per nulla semplice…- . Quella frase non fece altro che aumentare la mia ansia, Barbara mi fissò con i suoi grandi occhi verdi e mi fece cenno di stare tranquilla. Poi lanciò un’occhiataccia a Charles quanto a Mitch.
-         Infatti… Charles ha ragione…- sopraggiunse  quest’ultimo fermandolo - … hai portato anche Barbara  ed hai fatto bene Nattie…  sappi che anche noi abbiamo il nostro avvocato …-
-         Beh io… non… scusami ma non ne so niente di cosa avete intenzione di fare e… così mi sembrava giusto…-
-         Natalie voleva tutelarsi…ed ha fatto bene…- irruppe Barbara. – Allora arriviamo al perché di questa convocazione …-
-         Si..- Mitch prese dalla sua cartellina una serie di carte- …vedi cara Natalie, James, tuo padre, era il mio socio in affari e le cose andavano bene anche se …beh c’erano stati dei problemi… ultimamente aveva fatto degli investimenti… sbagliati…-
Guardai ansiosa e preoccupata Barbara e il resto delle otto persone che c’erano attorno a quel tavolo.
-         Si…- sopraggiunse Charles- tuo padre aveva avuto dei problemi con la sua parte della società …aveva…accumulato dei debiti era andato a Londra per chiuderli definitivamente ma… non ce l’aveva fatta …-. Guardavo sempre più confusa e atterrita Barbara. Lei mi fece cenno di stare tranquilla, ma non lo ero affatto. Debiti? Mio padre aveva debiti? E dovevo pagarli io?!
-         Smettila di tenere sulle spine Natalie e dì quello che devi Mitch.. con chiarezza…-
-         La situazione è questa… o Natalie  ci paga i debiti o noi andiamo tutti a spasso…-
-         Okay… è semplice.. – espresse Barbara guardando me e gli altri – domani andrò in banca con Natalie  e poi ci sei tu non sei un suo delegato…? James se non ricordo male faceva sempre affidamento su di te per le questioni finanziarie…- la faccia incredula di Mitch fece fermare i discorsi di Barbara.
-         Quanti anni hai Natalie…?- mi domandò all’improvviso un altro membro del consiglio mentre sventolava un foglio.
-         Sedici… compiuti da quattro giorni…- sostenni mentre il tizio pelato e con gli occhiali continuava a guardare quel foglietto, lo passò poi a Mitch che lo passò a Charles che lo mise nelle mani di Barbara. Quest’ultima fece una smorfia di disapprovazione, si mise una mano sulla tempia e temporeggiava. Io fissavo tutti in ansia, ma cosa stava succedendo? Cosa avrei dovuto fare?
-         Questo cambia tutto…- mormorò tra sé mentre Mitch  mi indicava una clausola di un documento redatto da mio padre.
-         Ha qualche parente che può fare da garante o tutore fino ai 18 anni? - si espresse ancora nei miei confronti il tizio pelato mentre mi passava un foglio.
-         Ci deve essere un altro modo… Tom sta calmo ti prego- manifestò Barbara- insomma possibile che James tanto meno Susan  non abbiano lasciato un documento in cui delegano qualcuno che faccia da tutore a Natalie per compiere azioni e operazioni bancarie… ?! Mitch tu non... dai mi sembra assurdo che essendone il socio non puoi accederci…per la società….-
-         No…No! Credimi abbiamo setacciato l’ufficio… provate a cercare a casa… ma non credo troverete nulla lui teneva tutto qui… purtroppo siamo costretti  a fare riferimento a Natalie e credimi non è facile dato che è anche minorenne… e coumunque una soluzione ci sarebbe ma non voglio arrivare al drastico davvero … -
-         Okay…- comunicò Barbara- dateci un paio di giorni magari in banca ci sapranno dire cosa fare.
-         Quale soluzione drastica? – chiesi ma nessuno mi rsipose salutai tutti e seguì Barbara che usciva di corsa. Per tutto il viaggio non ci parlammo, vedevo
Barbara così preoccupata e poi mi spiaceva averla coinvolta in una situazione così grande, però sapevo che di lei potevo fidarmi.
Non sapevo che dire, mio padre era morto portandosi via  anche mia madre, io non avevo alcuna idea sul come fare in queste occasioni , a quanto pare la situazione era grave, in quel momento rimpiangevo di non poter comunicare con l’aldilà e tantomeno l’aver saltato la scuola.
Tornammo a casa, non trovammo nulla nello studio  di papà. Nessuna carta che dicesse che io potevo essere comunque delegata accompagnata da qualcuno maggiorenne a fare delle operazioni bancarie. Era di nuovo tutto in stallo.
-         Mi spiace davvero cara di non ancora   risolto il tuo problema…- Barbara mi cinse le spalle dispiaciuta.
-         Immagino che non sei in grado di fare miracoli…- sostenni facendo spallucce.
Poi mi volsi verso la porta, Karen era venuta a trovarmi insieme ad un paio d’amiche dopo la mia telefonata disperata.
-         Mi spiace sai Nattie… ho chiesto anche a papà ma mi ha detto che senza la firma di tuo padre non si può… però mi ha assicurato che se vuoi te li presta lui  i soldi… anche se non bastano sai ha chiamato Backer … e… sembra sia una grossa cifra…-
-                     Ti ringrazio ma..  lo so è una cifra enorme…- espressi guardandola angosciata. Il trillo del telefono mi fece sobbalzare. Jennie sembrava confusa poi passò la telefonata a Barbara, che prese sovrappensiero il cordless. Farfugliò qualcosa, poi mi guardò preoccupata.
-         Okay cos’altro c’è?!- le domandai agitata, il suo sguardo diceva tutto.
-         Sta arrivando qui un’assitente sociale… Tom Sullivan… il vecchietto che ti faceva mille domande oggi… ha pensato di mandarla per vedere come fare dato che beh… è sempre il solito ficcanaso adesso capisco perché sua moglie dopo quarant’anni di  matrimonio gli ha chiesto il divorzio… non sa proprio lasciar correre…-
-                      Cosa fare? Ma non ci avevano dato tempo…?- espressi infuriata e tormentata. Barbara quanto Karen mi fecero cenno di stare calma.
-         Si capisco… - sostenni angosciata mentre lo sguardo mi ricadde sulla foto di mamma e papà in salotto.
-          Cerca di stare tranquilla, lei sarà qui tra mezz’ora… - mi spiegò mentre Jennie le portava un caffè.- Sta calma  sai magari vuole solo…vederci chiaro…-
Accennai col capo e bevvi un sorso d’acqua. Non mi piacevano gli assistenti sociali, un amica in comune mia e di Karen, aveva avuto a che fare, dato che era stata affidata a lungo ad una famiglia, non gli andava mai bene niente e alla fine la fecero restare in un istituto.
-         Sta tranquilla, però Nattie non credo che sarà il tuo caso, sai ho parlato anche con la mamma e mi ha detto che se vuoi puoi venire a stare con noi…-
-         Devvaero?! Speriamo … non mi andrebbe affatto andare a vivere con estranei o in un’istituto dove ti picchiano o ti lasciano in stanze buie… con ragazzi squilibrati…e magari violenti!- espressi preoccupata. Karen  mi abbracciò con fermezza. Ero felice che mi stava accanto, avevo bisogno davvero di gente amica  che mi venisse incontro.
Il suono del campanello mi fece trasalire. Karen mi fece un cenno sulla spalla per rassicurarmi. Jennie venne a chiamarmi.
-         Andrà tutto bene vedrai…- mi fece coraggio Karen.
Appena scesi le scale e vidi la tipa seduta sul divano con Barbara che ci aspettava, ebbi una brutta impressione. Non che volevo mettere le mani avanti ma la tipa aveva una faccia cattiva, di quelle che non te la fanno passare liscia. Ebbi un sussulto, quando mi fece anche un sorrisetto maligno. Una donna sulla cinquantina, paffuta e con un tailleur datato e serio, grigio per di più. Avete presente la signorina Rottermaier versione ingrassata, era proprio lei. rabbrividì e poi mi sedetti sul divano cercando di non scappare o urlare, persino Jennie la fissava impensierita.
-         Sta tranquilla Nattie …- mi sussurrò Barbara. La donna poi si mise a guardare Karen.
-         Lei chi è?! Sua sorella… Tom mi ha parlato di un’unica figlia …- si informò sospettosa, scrutandola da sotto gli occhiali in corno marrone.
-         E’ un’amica di Natalie… si chiama K… -  le rispose Barbara ma il cenno della mano della donna la interruppe.
-         Potrei vedere la sua carta d’identità…? e comunque non può restare ad ascoltare queste sono faccende… private… solo i famigliari della ragazza… sono stata chiara con Tom…-
Mi venne naturale guardare torva quella vecchia  strega. Ma come si permetteva? Offendere così la mia amica?
-         Non ho segreti per Karen …- le risposi impettita -… per me è  davvero come una sorella… così come voglio bene a Barbara e a Jennie e Gordon… la prego non mi faccia andare via… non voglio…- Karen mi sorrise, poi ovviamente capendo la situazione prese dalla sua borsa la carta d’identità
-         Karen…Hunt….?! E vive in qui in questo quartiere…?-. Karen la guardò sbigottita. La capivo benissimo, dato che non  riuscivo a capire che importanza avesse sapere  il suo  quartiere di residenza.
-         Non sei tenuta a rispondere cara…- la rassicurò Barbara. Anche lei la  guardava torva e accigliata. E anch’io decisamente  trovavo scorretto e decisamente inopportuno il modo di fare di quella donna.
-         Forse è meglio che vada ….- Karen sembrava confusa e forse offesa ma la capivo, mi sarei sentita anch’io così.
-         Scusami Karen… ci sentiamo più tardi..- mi sentivo a disagio e impacciata quando la accompagnai alla porta.
-         Tranquilla e beh buona a fortuna con… la vecchia….- esapresse facendomi  persino sorridere.- … dopo ti chiamo… -
Il tossire impaziente della donna mi fece capire che non potevo stare a perdere tempo. Mi voltai chiudendo la porta e mi misi a sedere accanto a Barbara.
-         Allora Natalie…. Howard… io mi chiamo Dolores Jonson… e sono l’assistente sociale del tribunale dei minori di Los Angeles… mentre lei ... è…?- si espresse guardando Barbara.
-         Avvocato… Barbara  Mongomery… piacere … sto aiutando Natalie per la faccenda della sociatà del suo defunto padre… dato che ci sono delle cose da risolvere… –
-         Lei è un’avvocato per casi di affidamento?!- la interruppe immediatamente.
-         Affidamento? -  espressi sconvolta e agitata. - Io non voglio andare in una famiglia sconosciuta! Barbara ti prego… non voglio…- Barbara mi fece cenno di stare calma.
-         No! sono un’avvocato civile… ma vede Nattie non ha nessuno … cioè… non le sembra esagerato venire qui e dire una cosa simile ad una ragazza che ha appena perso i genitori!-
-         Bene allora può anche accomodarsi fuori…- non la stette nemmeno ad ascoltare, con fare del tutto freddo e distaccato glielo ordinò senza remore.
-         No ma… lei è… senta questo è  davvero troppo adesso!- sopraggiunsi prendendo le difese di Barbara. Ma chi era questa  una strega che era venuta a compiere un maleficio?
-         Tranquilla Natalie… è la procedura….- mi rassicurò Barbara sconvolta, poi sospirò evidentemente era anche lei come dire, irritata da Dolores – comuque e mi lascia finire… credo che la ragazza abbia bisogno di un avvocato almeno per oggi, lo so che non è il mio campo ma vede… Natalie ha appena perso i genitori… miei cari amici e…non sa nulla di come vanno queste cose… oltre a fatto che io conoscevo benissimo la sua famiglia… se per lei non ci sono problemi ovviamente-
-         Infatti…  so tutta la situazione Tom Sullivan mi ha spiegato tutto!- espresse sorridendomi arcigna mentre dalla sua valigetta tirava fuori una serie di scartoffie.
Entrambe la guardammo confuse. Che situazione sapeva se non erano passate nemmeno una manciata di ore dalla riunione alla H&B? La guardammo in attesa, se c’era qualcosa che non sapevamo o ci avevano nascosto volevamo sapere tutto e quella donna ci dava l’aria, anche se molto negativa, di sapere tutto.
-         I beni di tuo padre, la parte della società verrà congelata finchè non verranno riscattati i debiti e quindi per iniziare a ripagare la società il consiglio di amministrazione,  ha  deciso di vendere la casa… e quindi tu verrai affidata ad un istituto a meno che non ci sia qualche famigliare che si possa occupare di te dato che è minorenne… quindi domani con l’avvocato che le verrà affidato insieme ad un tutore e… se va bene a Barbara posso nominarla temporaneamente.. lei dovrà recarsi in tribunale… intanto stiamo cercando di rintracciare una certa Katelyn  Travor, Train……Tom ci ha detto che è così che potrebbe chiamarsi tua zia adesso…-
Quelle parole: congelamento dei beni, vendita della casa, affidamento temporaneo e Katelyn  mi rimbombavano nella mente come una pallina impazzita.
-         Si chiama… il cognome… l’aveva cambiato con Travis… lo so perché… molte volte ne sentivo parlare da Susan… però non so se la rintraccerete… vive…… credo a Milwakee… ma non ne sono certa…. Sono passati molti anni da quando è andata via da Los Angeles per studiare i nativi nelle zone del Wiskonsin…. Comunque non so se accetterà dato che … beh aveva interrotto qualsiasi contatto con la famiglia Cox… - notai che Barbara mi guardava in imbarazzo, mentre io la guardavo sconvolta. Tutti sapevano chi fosse e nessuno mi aveva mai parlato di lei, giurai a me stessa che adesso Barbara doveva dirmi tutto, tutto di mia zia, del perché non aveva più contatti con la famiglia.

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Capitolo 4
*** Tutta la verità nient’altro che la verità! ***


Mentre Gordon accompagnava  Dolores alla porta, rimasi a lungo in silenzio con Barbara. Persino Jennie era sconvolta da questa novità, in altre parole dell’esistenza di zia Kate, l’unica persona che forse avrebbe potuto occuparsi di me prima che Dolores potesse rinchiudermi  in un istituto o peggio con dei perfetti sconosciuti.

-         Vedrai che non andrai in un istituto sono sicura che ci sarà una soluzione… potrei provare a chiedere il tuo affidamento ma… non so è una questione complicata… io non sono una parente e non ci sono documenti che possono dimostrare che così avrebbero voluto i tuoi…- espresse mentre impacciata  afferrando il suo cellulare cercando di contattare qualcuno. Persa nei miei pensieri tornai in me, volevo sapere se qualcuno era in grado di spiegarmi questa faccenda era  solo lei: Barbara.
-         Perché nessuno mi ha mai parlato di questa zia…? Andrò a stare con lei? Tu la conosci? Cosa  penserà di questa situazione? Ha figli? E’ sposata? - mi venne spontaneo farle domande a raffica, sembravo una valvola esplosa. Volevo sapere, volevo delle risposte, quel nome lo ricordavo presente nella lista dello pseudo funerale, ma perché non si era presentata? Perché nessuno si era preoccupato di lei? Mi sentivo in colpa perché magari voleva esserci ma nessuno le aveva detto di venire.
-         Natalie è una questione complicata… lei non… non fa parte più da anni della famiglia… della tua famiglia…-
-         O di quello che ne è rimasto…- espressi amareggiata.
-         Lei è fuori dal mondo … ha voluto sempre tenersi fuori da etichette, da impegni, non era ben voluta dai nonni e da tua madre… almeno questo diceva … lei aveva fatto il possibile ma cocciuta com’era Katelyn non le dava retta…-
-         Però è l’unica persona che è rimasta con cui posso avere un vero legame… -
-         Lo so tesoro ma credimi lei non…-
-         Almeno potresti provare a contattarla sennò passiamo al piano B starò con te o con Jennie e Gordon.. troveremo una nuova casa… ho un po’ di soldi da parte potrei prendere una casa in affitto…-
-          Come sei coraggiosa Nattie! Però…beh hai sentito no? Ci sta già pensando Dolores… però non vorrei che ne rimanessi delusa… ripeto non se io potessi chiederei l’affidamento…  e poi tu sei minorenne e se c’è già un familiare di mezzo… io non centro nulla…-
-         Io vorrei solo la verità… perché mia madre non mi ha mai parlato di lei… ? Praticamente non so nulla… e se lei non volesse aiutarmi…? Se solo qualcuno mi spiegasse – mi rivolsi a lei afflitta.
-         E’ una storia così complicata e … triste… tua nonna Annah la cacciò di casa … ma ripeto questo è quello che mi raccontava tua madre… per anni ha tentato di farla riappacificare con i tuoi nonni ma è stato invano…- si scrollò nelle spalle, non credo le andasse molto di affrontare quella storia, ma dovevo sapere. Se davvero questa zia mi avesse accettata volevo  sapere cosa avrei dovuto aspettarmi.
-         Bene – espressi tutto d’un fiato – ora vado  da Jennie a farci preparare qualcosa da mettere sotto i denti poi voglio sapere di questa zia… anche se mia madre forse non lo voleva… ma ora lei non c’è più e se devo scegliere di andare in un istituto o con dei perfetti sconosciuti beh…. io opterei per la zia scappata di casa e misteriosamente irrintracciabile!- mi alzai e andai verso la cucina. Lo so che Barbara non centrava nulla, immaginavo anche che come tra me e Karen, lei e mia madre avessero promesso di tenere segreta la storia ma ogni tanto si poteva trasgredire alle regole, se questo poteva aiutarmi. Ero certa che Barbara ne sapesse di più, lei era sempre stata la migliore amica della mamma ai tempi del liceo, al college e quindi le avrei fatto sputare il rospo anche sotto tortura.
Ritornando in salotto annunciai a Barbara che Jennie ci stava preparando la cena. Mi guardava in imbarazzo ma non aveva importanza per me, era mio diritto sapere.
Non riuscivo a mangiare nulla, anche Barbara sembrava avere la testa chissà dove, iniziai a guardarla in attesa e lei immaginò subito quale fosse il mio problema.
-         E… va bene ho capito… vuoi sapere tutto su tua zia Kate…?!- mi esternò esausta dai miei sguardi inquisitori mentre abbassò la forchetta da cui il cibo penzolava da ormai 10 munuti.
-         Esattamente….- le sottolineai sgattaiolandole accanto – io … sono sicura che se la rintracciamo lei potrà aiutarmi… magari mi  firma qualcosa per farmi rimanere qui!-
-         La fai facile vero Nattie…?! però tu non conosci Katelyn… non dico che ti volterà le spalle  ma… sappi che è un tipo particolare… a lei interessa l’antropologia, l’antropologia e …. la sua vita da antropologa…. E chissà se è ancora ossessionata da quel tipo credo stiano ancora insieme… Paul ! …vedi lei aveva deciso di seguire il suo grande amore  , un tipo strano quanto lei, si erano messi insieme al  liceo e lei aveva iniziato a tormentarsi  per lui… comunque sia più tua nonna le diceva di mollarlo e di seguire le orme di tua madre, ovvero una vita certa e sicura con tuo padre , ricco di buona famiglia,  più lei non ne voleva sapere… lui anche se spiantato era per lei come dire il frutto proibito, la trasgressione alle regole!  La cosa che so di per certo,  è che più volte è scappata con lui, più volte ha cercato di nascondere i suoi atteggiamenti strani… più tuo nonno e tua nonna erano arrabbiati con lei… e lui era non so…-
-         Mi sembra una storia normale… a mia nonna non piacevano i tipi ribelli… lei teneva molto alle etichette, ad un certo rigore…. E  comunque le storie d’amore tormentate mi piacciono e non capisco dove sta la stranezza? Lei lo amava e lo avrebbe seguito in capo al mondo…?-
-         Non è solo questo … lui … non so aveva un che di strano… comunque adesso vedremo di rintracciarla…. Cioè cercherò di fare tutto il possibile… anche se credo che Dolores si sia già messa in testa quello che c’è da fare…-
Abbracciai Barbara, sentivo di doverlo fare, se non ci fosse stata lei ad aiutarmi non sarei sopravvissuta nemmeno io a tutto quello che stava accadendo.
Dopo aver cenato, Barbara mi informò che domani avrebbe parlato con la scuola e insieme saremmo andate in quel tribunale per capire se c’erano novità.
Prima di dormire, mandai un sms a Karen,dato che non rispondeva al cellulare,  volevo informarla di quello che Dolores aveva detto, nonostante il suo fare austero ed antipatico, e le dissi anche di mia zia Kate. Nel  frattempo mi appisolai, ero stanca di tutte queste novità. Il trillo del cellulare mi fece sobbalzare.
-         Ma è vero! Allora devi partire?! Andartene da Los Angeles?!- mi richiamò all’istante. Sorrisi per il suo tempismo e sentivo Nick il suo ragazzo lamentarsi per aver interrotto la loro serata romantica.
-         Non è detto nulla… dipende se rintracciano o meno mia zia…- le risposi vaga e intimorita.
-         Senti ho un’idea, chiederò a mio padre e mia madre di adottarti… si può fare no?!-
-         Non lo so… domani chiedo a Barbara e ti faccio sapere!- espressi confusa ma felice per l’idea di Karen.
-         Qualsiasi cosa accada Nattie, io cercerò di non farti andare via da qui… a costo di venire con te!-
-         Dai!!! Smettila Karen… lo sai che non… tu hai ancora la tua famiglia, loro non potrebbero mai perderti!-
-         Domani mi prometti che dopo aver parlato con il tuo avvocato mi riveli tutto!? E … voglio anche i dettagli sulla storia di zia Kate… foto… la storia appassionante… mi raccomando eh?-
-         Se trovo qualcosa in più te lo dico!- richiusi la chiamata, Karen nel suo essere preoccupata riusciva a farmi sorridere. Karen, Jennie, Gordon, come sarebbe stata la mia vita se zia Kate rintracciata, avrebbe accettato il mio affidamento. Non volevo pensarci, ma non riuscivo a non farlo.
Alle  nove  mi recai con Barbara  a scuola, la preside Maggie Sinclair ci aspettava nel suo ufficio.
-         Buongiorno Natalie, come stai?- mi chiese un po’ malinconica.
-         Meglio grazie… Signora Sinclair…- accennai mentre mi fece cenno di sedermi poi guardò Barbara.
-         Lei si sta occupando di Natalie…?- chiese incuriosita a Barbara mentre rovistava tra le carte sulla scrivania.
-         Si sono un’amica di famiglia … molto piacere Barbara Montgmery…- espresse ansiosa  alla preside, poi si sedette accanto a  me.
-         Ti ho convocata qui… per dirti che puoi prenderti tutto il tempo che ti serve… pian piano recupererai tutto… stamattina mi è arrivata questa carta dal tribunale dei minori  beh  a Milwakee lo so sarà diverso… ma la scuola è buona… ho appena parlato col tuo nuovo preside… mi è sempbrato disponibile ad accettarti anche se siamo oltre il secondo semestre….-
-         Come? Non … non capisco… -espressi confusa mentre consegnava a Barbara delle carte da leggere e far firmare. Poi ripresi in mente quelle parole una per una, nuovo preside Milwakee, oltre il semestre. Barbara invece aveva capito benissimo, mi tenne la mano in preda all’ansia. Mentre con l’altra afferrava i documenti che le stava consegnando la preside.
-         Questi sono i documenti da far firmare al tribunale per il trasferimento di Natalie  al liceo di Milwakee… pensavo vi avessero avvisato ieri sera… spero di non aver creato problemi…-
-         Cosa?! Milwakee..? e… quando? Come ha saputo se fino a ieri nulla era certo…- improvvisamente mi ero svegliata dalla nuvola di occlusione, causa mancanza di respiro e mi rivolsi sempre più confusa e agitata alla preside.
-          Ieri pomeriggio hanno rintracciato sua zia Katelyn Cox adesso si chiama Travis… ma ne saprete di più appena andrete in tribunale. Dolores Jonson è stata qui ieri pomeriggio per comunicarmi il tutto… dato che vanno fatti molti documenti… lei si è anticipata… Natalie cara mi spiace… però non ci sono altre soluzioni… e poi ho parlato al telefono anche con sua zia Kate…mi sembra voglia prendersi cura di te….-
-         E quindi è stato deciso tutto senza il mio consenso?- sostenni arrabbiata mentre uscì fuori dall’ ufficio. Non sentì nemmeno Karen che mi venne incontro, insieme alle altre. Mi accostai al mio armadietto e iniziai a piangere. Barbara mi venne incontro. Fece cenno a Karen e alle altre di darmi tempo. Una ragazza normale avrebbe pensato “ bene tempismo perfetto devo partire proprio quando tra poco c’è il ballo di primavera, quando la mia amica Gwen compie sedici anni  e farà una mega festa…” nei miei pensieri non c’era nulla di questo, non me ne freegava del ballo o della festa di Gwen, i miei genitori erano morti da una settimana ormai, in un battibaleno dovevo vendere casa, lasciare i miei affetti perché una zia di cui non sapevo nemmeno l’esistenza e che nemmeno mi conosceva, voleva occuparsi di  me. Ero furiosa, agitata, irritata da questa situazione.  Perché doveva capitare a me, perché? Non mi sembrava giusto, infondo avevo sempre ubbidito e ascoltato  miei come una brava figlia e invece di averli accanto, li avevo ormai persi per sempre. angosciata entrai nel bagno delle ragazze, mi richiusi in uno di essi e mi venne da piangere, non potevo non smettere di farlo.
-         Cosa le è successo?!- espresse quest’ultima agitata nel vedermi così in pena correre verso il bagno.
-         Hanno rintracciato sua zia… dovrà partire … ma non si sa.. quando… mamma mia questa non ci voleva proprio …- le spiegò mentre una fila e un vociare di ragazze si era accostata alla porta del bagno, mentre io non facevo altro che pensare a dover lasciare Los Angeles in crisi e nel panico totale.  Poco dopo, mi feci coraggio e uscì dal bagno. Feci cenno a Barbara che stavo meglio. Almeno il mondo non mi era totalmente crollato addosso. Non riuscivo a farmene una ragione. Presto sarei dovuta partire, avevano rintracciato mia zia, io pensavo ci fossero voluti mesi e in un giorno avevano fatto e deciso tutto.
-         Quando compirò diciotto  anni, nessuno potrà decidere per me!- sostenni sempre più irritata. Mentre Karen e le altre mi seguivano come un capobranco. Mi abbracciai a  Karen. Che mi ricambiò volentieri.
-         Certo tesoro… - mi sostenne Barbara. Guardai Karen, le lacrime mi avvolsero ancora, la mia migliore amica dai tempi delle elementari sarebbe stata lontana migliaia e migliaia di chilometri, come avrei fatto?.
-         Sta tranquilla vedrai che si risolverà tutto… anche se…-
-         Si lo so cosa vuoi dire…- sostenni ironizzando.
-         No ma… oddio scusami Natalie…-
-         No! Hai ragione Karen… la verità è che bhe non ci sarò più… anzi fate una bella cosa cancellatemi dalle vostre liste di Facebook, dal cellulare…. Natalie Howard si estinguerà nei pressi di Milwakee – esternai arrabbiata mentre mi infilavo la tracolla della mia borsa e mi dirigevo verso l’uscita.
Karen chiese più volte di potermi accompagnare, non se la sentiva di lasciarmi da sola, sicuramente era perché non mi aveva mai vista così arrabbiata. Ma sia Barbara che la signora Sinclair le dissero che non era possibile. Mi guardava mentre salivo in macchina con Barbara, come un cagnolino abbandonato. Mi strinsi a Barbara e cercai in qualche modo di prendere le forze per quello che sapevo ormai per certo avrei visto la zia Kate e per un assurda ragione avrei dovuto andare a vivere con lei.
-         Come ti senti? Ce la fai a… ad affrontare le domande e… tua zia…- espresse Barbara carezzandomi e aggiustandomi i capelli. Un po’ mi sembrava di essere tornati con mia madre, avevano le stesso modo di fare.
-         Perché devo andare con questa sconosciuta? Perché? Non posso venire a satre con te … tu hai molto della mamma… non sai quanto mi manca … e mio padre…- mi appoggiai alla sua spalla , lei mi avvolse con dolcezza e premura.
-         Se fosse per me l’avrei fatto, per Susan per te… perché ti voglio bene… ma non posso… non sono una tua parente… perciò… tesoro mio devi fartene una ragione e andare con tua zia Kate…-
-         Non è giusto! Tu mi conosci meglio di lei, tu mi hai davvero vista crescere come se fossi mia madre… io non posso… non voglio credere che potrei abbandonare te, Jennie, Gordon e … Karen…- continuavo ad essere confusa, non potevo davvero immaginare che dovevo abbandonare la mia città, così di punto in bianco, sembrava irreale.
-         Ricorda tesoro che… per qualsiasi cosa tu abbia bisogno… anche di un consiglio potrai sempre contare su di me….  Esistono i cellulari e le mail… e comunque sia cercherò in qualche modo di aiutarti… beh – espresse aprendo la portiera della macchina, l’abbracciai forte e ricambiai il suo sorriso, così materno e affettuoso- .. ora è meglio entrare altrimenti faremo tardi… non credo che Dolores abbia pietà per le ritardatarie…-
-         Già… sostenni amareggiata pensandoci…- mi sistemai meglio la maglietta e i capelli e presi un grosso sospiro prima di mettere i piedi fuori dal Bmw di Barbara.
Il mio avvocato Sally Parker, mi stava aspettando nel suo ufficio.
-         Ciao tu devi essere Natalie… prego accomodati…  - mi disse tutta sorridente mentre si districava nel tubino nero e mi faceva cenno di accomodarmi sulla sedia di fronte la scrivania. Pensavo facesse la stessa cosa con Barbara, ma con molta sottile impertinenza la fece accomodare fuori. Rimasi turbata, Barbara mi rassicurò col suo sorriso  e mi spiegò subito che era quella la procedura. Sally confermò la cosa.
-         Allora… Natalie… io sarò il tuo avvocato per l’affidamento a… Katelyn Travis, tua zia, ti seguirò nelle pratiche, nel suo incontro che avverrà probabilmente oggi pomeriggio… mi spiace solo che hai saputo di questa notizia così in fretta ma… siamo riusciti a rintracciarla solo per una tempestiva telefonata di alcuni vicini… pensa… loro non avevano idea della sua identità ma poi tua zia ha collegato la notizia della morte di sua sorella alla nostra ricerca e così beh eccoci qua… si esprimeva sempre più tranquilla e serena nell’aver risolto un problema, il suo non il mio, dato che non avevo nemmeno idea di chi e come fosse questa zia Kate-  più mi sorrideva più mi veniva voglia di piangere. – Dopo aver firmato le varie carte dove tua zia appunto dichiarerà sotto giuramento che si prende la responsabilità di tenerti… la procedura continuerà con la firma per la vendita degli immodili alle banche e beh… ci sarà l’udienza in tribunale e … andrai a stare con lei… a Milwakee tempo una  paio di giorni e sarà tutto risolto… tutto tornerà alla normalità, non è facile… hai perso i genitori però… un parente può sempre aiutarti a superare queste difficoltà…-
Prima che potessi dirle qualsiasi idiozia, inspirai a fondo e sorrisi anche per l’ironia della sorte. Tutto era risolto dato che avevano trovato una zia sconosciuta a me e dovevo cambiare entro una settimana casa, vita, tutto in pratica. Per me non era risolto nulla, anzi questa era l’ennesima prova che da sola dovevo affrontare il dolore di farmene una ragione per una nuova situazione. Guardai fuori e vedevo la sagoma di Barbara parlare con qualcuno.
-         Posso chiederle una cosa?-
-         Certamente cara … -
-         Io vorrei restare qui con Barbara Montgomery… lei era come una sorella per mia madre… lo so non è una sua vera sorella ma… io sto bene con lei e poi non è una cosa sana lasciare la propria città e gli amici … io sto bene qui… e comunque dovrete veificare se mia zia è una persona adatta a tenermi…-
-         Mi spiace ma… non è possibile… lo sarebbe stato forse e con una lunga procedura… se non avessimo rintracciato sua zia… allora forse ma sicuramente il tribunale l’avrebbe affidata ad una famiglia o ad un’istituto … li magari avremmo indagato e molto ma ecco magari se non si trovasse per qualsiasi motivo bene con sua zia potremmo appellarci a farla rimanere qui in una famiglia affidataria… questo è ovvio-
-         Piuttosto scappo di casa..- espressi delusa e sconcertata- ma come è possibile che io debba andare con una sconosciuta…-
-         Non lo è … ora calmati… mhm io la capisco… è frastornata…- mentre le lacrime mi rigavano il volto, Barbara entrò in aiuto del mio avvocato.
-         Natalie… devi stare calma… è così che devono andare le cose… non puoi cambiarle… - mi disse cercando di farmi coraggio.
-         Sally chiese a Barbara se poteva restare con me, finchè avrei avuto il colloqui con questa mia presunta zia. Non riuscivo a capire se stavo male per la partenza o per il fatto che l’avrei vista, parlato con lei, se assomigliava a mia madre, il suo carattere. Ero nel panico più totale, mi svegliai quando Barbara mi scrollò con leggerezza sulla spalla per dirmi che quella che  stava attraversando impacciata il lungo corridoio, era mia zia Kate.
Mentre attraversava a passi incerti quel varco, ci lanciammo un’occhiata interrogativa come per dire “ Ma allora è lei Natalie?” “ E così sei tu zia Kate…” mi fissò ancora una volta con i suoi grandi occhi verdi mentre Dolores insieme ad un'altra persona.
-         Probabilmente è il suo avvocato… mi sussusrrò Barbara mentre mi carezzava le spalle per rassicurarmi...-
In quel momento non facevo altro che pensare che finalmente avrei conosciuto Katelyn Cox, e con certezza potevo affermare che era proprio lei, la somiglianza anche se più giovane di qualche anno, con mia madre c’era, capelli castani, gli occhi verdi, i lineamenti dolci e arrotondati del viso. Adesso restava solo da capire il perchè mia madre non mi avesse mai parlato di lei e della sua misteriosa fuga da casa.
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 5
*** CURARE LE FERITE ***


 

 
Passò all’incirca un’ora dal momento in cui quella porta si richiusa. Kateelyn Cox ovvero mia zia, insieme ad altre due persone erano la dentro da un bel pezzo. Barbara cercava di tenermi tranquilla, ma io non lo ero affatto.
Non mi piaceva questa riunione a porte chiuse, dove avrebbero deciso con chissà quale diritto la mia nuova vita. Ero certa che stavano parlando di questo, della mia nuova scuola, della mia nuova vita. Mi chiedevo se stessero facendo un bell’interrogatorio anche a zia Kate, del perché fosse sparita e adesso si era fatta viva per me.
Karen continuava a chiamarmi e mandarmi sms, ma non avevo voglia di stare ad ascoltarla, avevo la mente occupata da quello che volevo dire a Kate. Avevo mille domande da farle ma non sapevo da dove iniziare. I miei dubbi e le perplessità vennero interrotte quando sentì chiamarmi da quello che poteva definirsi il mio avvocato.
-         Non preoccuparti vedrai che presto tu e tua zia potrete conoscervi meglio… abbiamo messo a punto alcuni dettagli e anche Dolores Jonson mi è sembrata convinta…- mi disse tutta sorridente, io le rivolsi un ghigno irritato.  Barbara la fissò costernata.
So che era il suo lavoro stare la a rassicurarmi, immagino la pazienza con i casi di ragazzi particolari, ma io non volevo solo fare la conoscenza di Kate, i miei erano morti non richiusi in carcere o in una comunità per disintossicarsi. Si trattava della mia vita e di quello che poteva essere. Volevo e dovevo sapere tutto del suo passato, del perché proprio ora si era fatta viva. Lanciai uno sguardo confuso a Barbara mentre vedevo la porta chiudersi dietro le mie spalle. Mi fece un cenno con la mano, sapevo che voleva dire di stare calma e serena, ma la tensione e il nervosismo stava aumentando.
Dolores mi sorrise, ma non fidavo della sua dolcezza e compassione in quel momento, un paio di persone erano sedute accanto a lei,  i miei occhi si rincontrarono con quelli di Kate. Non riuscivo a chiamarla zia dato che di lei sapevo ben poco. Mi rivolse un sorriso, io non lo ricambiai ma non perché non volessi essere gentile e tenera ma perché non riuscivo a trovare il mio legame con lei, per me era ancora una sconosciuta oltretutto ero nervosa.
Dolores interruppe i miei pensieri rivolgendomi una domanda così idiota che avrei voluto alzarmi e andarmene all’istante. Ma la voglia di sentire le sue idiozie mi fece stare attraccata alla sedia.
 
-         Stai bene? Contenta che abbiamo ritrovato tua zia…?- vidi quest’ultima voltarsi verso di me, la guardai anch’io, accennai con il capo, ma non per dire si o no, ma per dire solo che non sapevo che dire. Dolores lo prese come un si e andò avanti per la sua strada.
-         Allora come abbiamo definito precedentemente tua zia Kate… ha ascoltato attentamente la nostra tesi e ha accettato l’affidamento, che consta nel trasferimento a Milwakee entro la fine del mese, tua zia farà da tutore legale anche per tutte le questioni finanziarie nonché la vendita alla banca della casa per poter pagare i debiti con la società , purtroppo non immaginando di venire a mancare…- non riuscivo a farmene una ragione, quindi era davvero fatta. Dovevo, senza alcun dubbio, senza alcun rimedio, seguire Kate e io non potevo o dire e fare nulla. Mi alzai dalla sedia, non ce la facevo a stare in quella stanza, con quella gente che se n’era letteralmente fregata di me e aveva pensato di risolvere la mia situazione spedendomi a circa   ottocento miglia da Los Angeles. Mi strinsi nelle spalle, alla fine ero l’unica che poteva consolarmi. Le lacrime, la rabbia, l’irritazione fecero capolino sul mio volto.
-         La scuola è stata avvisata e quindi per la fine del secondo quadrimestre, ovvero a circa un mese, dovresti aver iniziato nella nuova scuola… -concluse Dolores tossendo.
-         Ho concordato che potrai vedere i tuoi vecchi amici quando vuoi… e potranno venire a trovarti anche loro te lo prometto…- aggiunse Kate con un sussurro dall’altra parte della stanza. La sua voce sembrava così dolce, ma non riuscivo a fidarmi di lei, non sapendo cosa mi aspettasse.
-         Bene se non c’è altro ci aggiorniamo a venerdì… intanto se volete vi lasciamo sole per conoscervi.-
Solo adesso ci dovevamo conoscere!?Mi chiesi ancora irritata dalla situazione assurda che stavo vivendo. No. Non poteva accadere  ora, così adesso. Potevo accettarlo alla festa dei miei sedici anni, a Natale, per il giorno del Ringraziamento, ma così su due piedi e con la situazione che stavo vivendo ora no. Non bastava la morte dei miei ad avermi messo a soqquadro la vita adesso dovevo anche conoscerla, tanto aveva deciso lei per me. Tutta quella gente, compreso il mio avvocato, era uscita da una porta interna. La prima cosa che mi venne da fare era quella di scappare fuori da Barbara. Ma mi sentivo bloccata, non volevo trattarla male, non era colpa sua se doveva tappare i buchi a questa situazione, provavo compassione per lei, ma non potevo cambiare il mio stato d’animo. Sentì il respiro agitato e angosciato di Kate. Mi voltai e non riuscì a dirle nulla. Era una donna molto bella, con i lunghi capelli castani e profondi occhi azzurri, un volto angelico, fisico asciutto. Sembrava ben curata e ben vestita anche se sembrava intimidita, forse quanto me. Mi rivoltai imbarazzata notando che forse anche lei si sentiva così in quel momento.
-         E’ incredibile quanto sei cresciuta … e quanto sei bella…hai molto di Susan …- espresse  mentre parlava impazzata io continuavo a stare dietro la porta pronta a scappare alla prima contrarietà che avrei avuto sentendo parlare quella donna.
-         Forse penserai che non so nulla di te… un po’ è vero perché sono dovuta scappare da un mondo che non mi apparteneva, pensavo che gli anni lontana da questa città mi avessero aiutata a dimenticare ma… oddio non so cosa dirti… voglio aiutrati Natalie… però sappi che non è facile nemmeno per me… -
-         Ma … io ho distrutto il mondo in cui ti eri rifuguata… beh mi dispiace se i miei sono morti… se ho dovuto… farti tornare qui…- mi asciugai le lacrime perché non avevo idea di cosa dirle, mi sentivo così confusa. Aprì la porta e scappai, persino Kate non sapeva perché mi stava aiutando. Mi abbracciai a Barbara, la mia unica ancora di salvezza. Non mi importava se l’aveva fatto per compassione, perché aveva scoperto chi fossi, non volevo cambiare vita e città, volevo stare dove ero nata, con i miei amici. Piangevo disperata nelle braccia di Barbara che cercava di consolarmi. “ Perché? Perché Barbara… io voglio restare qui… ho solo sedici anni… io non voglio andarcinon posso…” . 
Barbara mi abbracciava e nel suo abbraccio intravedevo Kate, volevo chiederle scusa ma non ce la facevo proprio. Intravedevo la  sua faccia angosciata, ansiosa, preoccupata. Dopo aver lanciato ancora uno sguardo su me e Barbara, corse via, nonostante la voce  di qualcuno che le diceva di fermarsi.
Qualche momento dopo ero tornata a casa, la notizia che presto quella casa, quei mobili, quella vita vissuta la dentro fosse andata a farsi benedire, lasciò sbigottiti anche Jennie e Gordon. Mentre Barbara spiegava loro la situazione, me ne stavo in camera, non so perché ma sentivo di essere stata dura con Kate, ma credo fosse normale data la situazione. Il cellulare continuava a trillare, finchè Jennie non venne nella mia stanza a dirmi che Karen e altre persone continuavano a chiamarmi. Le dissi di chiedere scusa a tutti da parte mia,  dato che non mi andava di sentire nessuno. Volevo stare a pensare a come dire scusa a Kate, ma non avevo niente per farlo. Pensavo a quello che stava facendo in quel momento, se anche lei si sentiva confusa e sola come me. Barbara si affacciò sull’uscio della porta in attesa.
-         Tutto okay tesoro?! Va meglio….- mi chiese preoccupata. Le feci cenno di venirsi a sedere accanto a me.
-         Si … diciamo di si…- le dissi mentre giocherellavo con il laccio della mia felpa grigia, me l’ero messa perché combaciava con il mio umore, dall’umore nero ero passata al grigio, questo mi fece sorridere un istante.  Anche Barbara mi seguì.
-         Mi spiace tanto che sia finita così… però credo che se tua zia Kate… sia venuta fin qui… tralasciando la sua vita beh… vuol dire che ci tiene a fare le cose per bene…-
-         Quindi sei certa che sia lei… sei sicura che lo fa per… oh non so cosa dire…-
-         La somiglianza con Susan è palese e io la ricordo proprio così… quindi per quanto riguarda questo aspetto non devi avere paura per il resto.. beh…comunque hanno fatto anche il test del d.n.ama io ne sono certa che sia lei. …-
-         Barbara devo ringraziarti… per tutto… e non devi sentirti in colpa se… se la situazione così complicata è finita con la vendita della casa e… io affidata a zia Kate…-
-         Avrei voluto fare di meglio ma avendo rintracciato Kate le cose si sono fatte più semplici per loro… per te avrei fatto di tutto, ti consco da quando eri nella pancia di Susan…-
-         Secondo te dovrei scusarmi… insomma si… dovrei parlarle…ieri sono stata pessima non le ho dato nemmeno l’opportunità di spiegarsi… lei mi è sembrata disponibile… anche se non mi va l’idea di dovermene andare- le ultima tre parole non riuscivo nemmeno a pronunciarle uscivano come un sussurro.
-         Devi fare quello che ti senti tesoro… comunque se vuoi mi informo dove alloggia così non dovrai aspettare fino a venerdì per rivederla… credo che avete bisogno di conoscervi…-
-         Ti ringrazio… l’unica cosa è che devo trovare il coraggio di farlo perché credo che avrà già intuito che con me non sarà facile…-
-         Credo che ti perdonerà… se è venuta fin qui… vuol dire che non ce l’aveva con te ma vuole aiutarti… -
Intanto Kate stava mangiucchiando qualcosa nella tavola calda accanto al motel in cui alloggiava. In realtà faceva finta di mettere quella forchetta in bocca, il suo pensiero era : “Sto facendo la cosa giusta? Mia sorella che mi ha sempre criticata per la mia scelta di vita, per il mio legame con Sam..  avrebbe voluto che mi prendessi cura di sua figlia….?”. Kate si sentiva davvero in crisi, quella chiamata tempestiva da Los Angeles, il fatto di dover lasciare in balia di se stessa una ragazza di sedici anni, certo lei a quell’età aveva già deciso di cosa farne della sua vita, però doveva aiutare sua nipote pur non conoscendola a fondo e immaginando quello che stava attraversando. Come poteva rifiutarsi? Il solo pensiero però che lei l’aveva già rifiutata la faceva stare davvero male, voleva avvicinarla e non farla soffrire, ma come poteva se il tribunale le aveva dato il colpo di grazia dicendole che da li ad un mese, avrebbe dovuto lasciare la sua città e i suoi amici e andare a stare in un posto sconosciuto, con una zia sconosciuta. Doveva parlarle e chiarire che voleva aiutarla anche se forse a lei non piaceva dovevano affrontare insieme la situazione.
I pensieri e i dubbi vennero interrotti dal cellulare che iniziava a suonare,il nome Sam si illuminava sul display. Era quarantesima chiamata che le aveva fatto, sospirò prima di rispondere, immaginava quanto fosse arrabbiato e preoccupato per lei ma alla fine avrebbe spiegato anche a lui qual’era la nuova situazione.
-         Pronto…- la voce di Kate sembrava ansiosa, come se quello non fosse il momento adatto per parlare immaginava l’agitazione di Sam.
-          Oh Santo cielo ! Sei.. sei viva! Ma si può sapere dove sei sparita?! E’ da ieri che ti cerco non hai lasciato messaggi tantomeno ti sei ricordata di avvisarmi…  dove diavolo sei Kate !- la voce di Sam preoccupata e agitata.
-         Sono a… - Kate non riusciva nemmeno a pronunciare quella parola sapeva a cosa sarebbe andata in contro – a… Los Angeles…. Mi è arrivata una chiamata dal tribunale dei minori..…-. Sam non le fece nemmeno finire la frase.
-         Dove sei?! Ma sei.. sei impazzita! Dopo tutto quello che hai passato, la tua famiglia che ti ha voltato le spalle… e come hanno fatto a rintracciarti….-
-         Lo so ! Lo so! Però lascia che ti spieghi… ti prego…- l’ansia prese  il sopravvento, anche se forse Sam non lo avrebbe accettato era l’unica persona che forse poteva capirla e l’avrebbe ascoltata comunque. Tutto d’un fiato gli spiegò della lettera e della telefonata del tribunale, che l’aveva messa con le spalle al muro, dell’affidamento di Natalie, non se l’era sentita di dire di no.
-         Ma sei sicura che è questo che vuole quella ragazza… ? Insomma ha 16 anni è una grossa responsabilità… E poi non so… mi sembra tutto così sottosopra… confuso! Kate… sta attenta…non voglio che magari ti mettono in qualche guaio, quando sei venuta via da quella città ti sei come disintossicata…. Torna qui porta via tua nipote ma ti prego torna qui… non voglio che corra rischi… -
-         Lo so ma cosa dovevo fare…?! lasciarla da sola… ! Non posso… è la figlia di Susan… Natalie è una ragazzina non potevo fregarmene.. e poi credo saper badare a me stessa … ho quasi 36 anni orami… -
-          Susan…?!- ironizzò Sam- …la stessa che se ben ricordi ci ha messo nei guai e ci ha… fatto scappare via… se solo avesse tenuto quella sua dannata bocca chiusa  beh senti non so che… dirti… spero faccia la cosa giusta.. e che sono preoccupato per te!-
-         Senti ne riparleremo appena possibile… non mi sembra il caso… e poi non voglio che ti preoccupi… è tutto sotto controllo… Sam non temere… adesso vedo di ricolvere queste scartoffie e … poi ritorno presto a Milwakee.. -
-         Già… ma senti quanto tempo ti occorrerà per risolvere il problema  mi manchi Kate… -
-         Anche tu Sam … venerdì c’è l’udienza definitiva e ci sono un sacco di scartoffie da compilare…. E poi la casa andrà a finire alla banca…e mia nipote…beh dovrò trovare un punto di incontro anche con lei… sai non è stato facile ho provato a parlarle ma… cosa vuoi non avendo idea di chi fossi… sapessi com’è carina…-
-          Immagino…. tesoro… l’unica cosa che ti chiedo è di stare attenta…sai …perché…-
-         Si… potrebbe notarlo ma ci starò attenta… ma lo sai anche se accadesse io non… traquillo non darò nell’occhio lo sai che ormai ci convivo… da una decina di anni…-
-         Lo so … Kate …mi fido di te… solo che non vorrei che accadesse  nulla quello  sono terrificato da quello che successe qualche anno fà ricordi?!-
-         Non accadrà!… non… potrei più permetterlo…- espresse ripensando al passato e a quella notte da fuggitiva.
-         Okay… beh ricorda che ti amo e che senza di te non potrei esistere…-  Sam chiuse gli occhi, le mancava Kate, il solo pensiero che potesse succederle qualcosa lo faceva stare male, ma doveva lasciarle risolvere la situazione.
-         Lo so … Sam…  mi manchi anche tu e… presto tornerò da te promesso…. Saluta gli altri da parte mia soprattutto  Josh  gli è passata la cosa della spalla…-
-         Si… sta meglio ma ha il braccio fasciato.. comuque ora riposati ti sento stanca…_
-          Si meglio che vada mi  sento a pezzi… -
Proprio non riusciva Kate a togliersi dalla testa quella notte, quando scappò via con Sam, il dover fare una scelta cambiare vita, identità, cancellare le tracce. Mentre si spogliava per farsi una doccia, ricordava il dolore e l’ira di Sam. “ No basta Kate… è passato… ora pensa a tua nipote e parti da questa città il prima possibile! Ritorna al tuo mondo…”. Era in preda all’ansia, non aveva chiuso occhio, erano le nove del mattino quando il telefono del motel iniziò a squillare.
-         Pronto… Kateelyn… Kate…?!- la voce flebile di Natalie meravigliò la stessa Kate, che di tutto si aspettava fuorché risentirla dopo quello che era successo in tribunale.
-         Ciao… Natalie… come va?… dimmi pure…-Kate si sentiva così idiota, tra le tante cose da dire non le veniva in mente altro. Però le faceva piacere che l’avesse chiamata.
-         Ehmm scusa se ti ho svegliata ma…  volevo chiderle…-  Natalie era decisamente nervosa, poi tirò un sospiro per continuare, come doveva chiamarla? Zia, Kate: non aveva idea da dove iniziare.- Se potevo invitarla per un… cheeseburger….-
-         Mmm mi sembra delizioso… - Kate era felice per l’idea ma non le piaceva che le desse del lei, voleva dire che c’era un forte distacco ancora tra le due, ma cosa avrebbe potuto fare? era un passo avanti.
-         Facciamo a mezzogiorno…?!-
-         Perfetto…-
-         Se non le va un cheeseburger potremmo andare in qualche altro posto, ovviamente ho una macchina…. Quindi se passo io a…prederla  a lei non dà fastidio… giusto?-
-         Il cheeseburger è perfetto… allora ti aspetto Natalie…-
-         Okay… a dopo…-
-         Grazie anche a te e grazie per avermi chiamata… e invitata…-
Natalie chiuse il telefono, tirando un forte sospiro, pensava che non ce l’avrebbe mai fatta e invece era riuscita a parlare con Kate e lei non si era arrabbiata nonostante il modo in cui l’ultima volta l’aveva trattata.
A Kate fece molto piacere il suo invito, forse era la volta buona che riusciva a trovare un punto d’incontro con Natalie. Doveva provarci dato che da quel momento sarebbe stata sotto la sua protezione.
Natalie stava per uscire, poi si fermò davanti alla porta cercando di riprendere fiato.
-         Nervosa?- le domandò Jennie osservandola dalla cucina.
-         Beh non ci crederai ma nemmeno quando Alex Price mi invitò al ballo di primavera l’anno scorso mi sentivo così agitata…-
-         Alex… Alex..- jennie cercava di pensare chi fosse, rise poi ricordando che era un ragazzo più grande che faceva il filo a Natalie. – Ah si credo di averlo visto qualche volta qui…-
Capendo che Jennie la stava prendendo in giro Natalie rise. Questo fece ridere anche Jennie. Poi il suo viso tornò cupo e nervoso.
-         Dai… vai che sennò fai tardi con tua zia Kate… -.
-         Spero solo di stare facendo la cosa giusta Jennie… -
-         Certo piccola… stai facendo la cosa giusta... lei è venuta qui per te… vedrai che con lei starai bene…-
-         Nessuno potrà mai sostituirti Jennie…- Natalie si abbracciò forte alla sua tata, colei che l’aveva cresciuta, rallegrata e consolata e che presto non avrebbe visto mai più. Le lacrime iniziarono a sgorgarle dal viso facendo fare la stessa cosa ache a Jennie.
-         Ora non è il momento di piangere Natalie… e ricorda che per te ci sarò sempre…- la rassicurò Jennie, poi le asciugò le lacrime che le rigavano il volto. Le sorrise e Natalie la ricambiò, poi chiuse porta sul retro ed entrò nel regalo di compleanno che le avevano fatto i suoi e che avrebbe dovuto vendere per sanare i debiti della società. Si diede un occhiata nello specchietto, aggiustandosi i capelli e il mascara che le era colato, regolò lo specchietto della Aston Martin e  partì a tavoletta per andare da Kate, anche se tutta questa situazione non riusciva affatto a digerirla, aveva capito che trovare un legame con quella donna era fondamentale e che essendo stata lei a fare il primo passo falso doveva ricominciare tutto d’accapo e farlo bene. Kate era la per lei, aveva lasciato la sua vita per aiutarla, anche se nessuna sapeva nulla dell’altra, era perciò fondamentale allacciare un rapporto e provare a capire magari il perché per anni lei non aveva mai saputo dell’esistenza di questa donna.
 

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Capitolo 6
*** Arrivederci L.A. ***


 


 
Il rumore della ghiaia  che strideva sotto le gomme della Aston Martin fece smuovere Kate, che uscì di corsa dalla camera del motel e la richiuse constatando che Natalie era arrivata. Aveva indossato un jeans e un top bianco, avvolse i capelli miele in uno chignon per il terrificante caldo che incombeva sulla città e posizionò i suoi occhiali da sole per non esserne accecata.
Natalie le sorrise, le venne più naturale, anche se non riusciva a capirne il motivo reale di questo cambiamento nei suoi confronti: Kate, sua zia o quello che poteva essere, non le dava quella sicurezza che di solito un parente può darti, le ricordava molto sua madre, le ricordava quel qualcosa nel modo di  sorridere o nel modo di camminare ma rimaneva sempre una perfetta sconosciuta anche se dopo tutto aveva voglia di saperne di lei. A guardarla Kate le piaceva parecchio si immaginava così tra qualche anno, con quel jeans  slavato e un top bianco poteva passare per una top model, ma il fatto che per anni era scomparsa allontanandosi dalla sua famiglia, la insospettiva molto e la questione più eclatante era che di lei non aveva mai saputo nulla fino a qualche giorno prima.  < Ehmm ciao…> Natalie  Kate fece cenno come per chiederle se poteva salirci .
< Oh  ciao… beh monta su Kate.. cioè zia… Kate >  Natalie le aprì la portiera. Sentendosi chiamare in quel modo, Kate  provò una sensazione strana si sentì  quasi emozionata.  Non poteva infatti far altro che continuare a sperare che Natalie potesse solo avere fiducia in lei, dato che era andata ad occuparsene perché le stava a cuore, perché figlia di sua sorella Susan, la stessa che le aveva messo a malincuore i bastoni fra le ruote qualche anno prima. Sperava tuttavia che pur potendo dire la verità a Natalie, sulla sua vita con Sam, su quello che le era accaduto negli ultimi sedici anni,   sua nipote non si allontanasse, ma potesse capire le loro stranezze, solo questo sperava.
 < Però gran bella macchina…  >si  espresse incuriosita Kate, notando quanto potente e audace fosse sua nipote al volante.
< Si…> sorrise Natalie < … è.. il regalo che p…> presto l’entusiasmo scemò ripensando a chi fosse stato il mittente della sua bella vettura> …  è il regalo dei sedici anni di mamma e papà… sapevano che volevo una macchina ma non pensavo esattamente ad una Aston Martin… sarà forse perché papà era mezzo inglese … non saprei dirti…  > Natalie mise le mani sul volante, lo stringeva nervosa, poi ingranò  per ripartire,  cercando di non rovinare il bel momento che si era  creato tra lei e sua zia.
Kate le prese la mano   <   …non starci male… è tutto passato…> si sentiva protettiva nei suoi confronti.  Natalie cercava di non pensarci, ma i suoi le mancavano da morire, questo stravolgimento non faceva altro che farla star male, presto avrebbe cominciato una nuova vita, in un posto sconosciuto e diversissimo da quello in cui era abituata a vivere, non era certa di come sarebbe andata con Kate ma era la sua unica ancora di salvezza.
disse di punto in bianco cercando di sminuire le lacrime e gli occhi lucidi nascosti sotto i Rayban < e tu zia… Kate che genere di auto hai…ti piace guidare… ?>

sostenne quasi ripetendoselo in mente Natalie> bene tutto quello con cui ho sempre avuto a che fare qui  a Los Angeles… me ne farò una ragione… cioè dovrò iniziare ad abituarmi a guanti, sciarpe… freddo che ti penetra nelle ossa… stivali da neve… naso rosso e raffreddore….>

 chiese  incuriosita  Natalie, da come ne parlava così a cuore potevano essere marito e figlio magari, un cugino fantastico! “ Non ne aveva mai avuto uno!> pensò stupita.
<  Sam…  oh si beh lui è…> Kate sapeva che doveva stare attenta a quello che usciva dalla sua bocca, non era il caso di raccontarle del suo passato, sicuramente Sam non sarebbe stato d’accordo e immaginandolo nel suo rancore la pensò come se fossero una coppia normale anche se tutto erano fuorchè normali <… il mio compagno… io e lui conviviamo insieme da una decina d’anni…  ci siamo conosciuti al college … mentre Josh è il mio vicino di casa.. un ragazzo che vive nella riserva… frequenta l’ultimo anno… è davvero un bravo ragazzo e anche molto carino ….  È davvero  in gamba vedrai che ti starà simpatico….> sostenne cercando di spiegarsi,  ripensando al fatto che Sam era tutto quello per cui aveva sempre lottato per vivere felice, la persona che le aveva dato tutto fin dall’inizio.
<  Nella riserva… ?!cioè quella dei nativi americani….?> si domandò dubbiosa Natalie, l’aveva sempre incuriosita quella parte della storia americana ma mai si sarebbe immaginata un giorno di viverci accanto.
< Si… sono un’antropologa e i miei studi si svolgono soprattutto alla ricerca delle tradizioni e delle origini di queste civiltà…ho anche una cattedra all’università di New York  ma preferisco starmene nella ricerca sul campo… mi appassiona di più… studio da vicino quello che realmente mi interessa.. perché a me interessa quello che le tradizioni nascondono….>
<  Ah si!!?! deve essere molto bello ti vedo appassionata quindi…. beh immagino che sei una specie di Indiana Jones alla ricerca di relitti sepolti nella terra… non sembri un tipo da starsene dietro una scrivania… ehh poi dato che  hai un compagno… io pur di stare con chi amo non mi sarei allontanata… dieci anni sono tanti…e dimmi …..anche lui è un antropologo?>  espresse incuriosita  Natalie, certo la cosa non la sorprendeva sua zia aveva l’aria un po’ della ricercatrice, misteriosa e persa nei meandri della ricerca. A Kate venne da ridere, non era la prima volta che la gente confondeva il suo lavoro con quella dell’archeologa.
<  No lui è… beh è un… si occupa di legname anche se in realtà sarebbe un medico…. però ha dovuto abbandonare gli studi e così… > a Kate venne da sorridere, pensandolo a lavoro, con il suo pickup in giro per i boschi a spaccare la legna insieme alla sua squadra di ragazzi. Il suo affascinante e tenebroso Sam, il suo modo di fare, i suoi abbracci, le sue carezze, il suo amore e passione. Non vedeva l’ora di riabbracciarlo ma doveva pensare a sua nipote presto sarebbe tornata da lui, alla loro vita e  anche se  con la presenza di Natalie molte cose sarebbero cambiate.
< Allora Kate è partita sul serio o ti ha abbandonato… hai una faccia… sembri così rabbiuato…>  Josh prese dalla casetta degli attrezzi un martello in modo da fissare il nuovo telaio alla finestra, poi si mise alcuni chiodi sulle labbra in modo da averli a portata di mano, sapeva di avere toccato un tasto dolente per Sam, ma voleva capirci qualcosa, non era da Kate lasciarlo così di punto in bianco conoscendo il suo temperamento e le sue paure. E poi da quando aveva una nipote nascosta a Los Angeles?
< Come ti ho detto …>  espresse indaffarato Sam, mentre sistemava il letto che Kate aveva detto di mettere a posto per Natalie < … anche se io ero decisamente contrario, è andata ad aiutare questa ragazza che dice sembri sua nipote…  la figlia di sua sorella , è corsa a Los Angeles, le è arrivata una chiamata improvvisa dal tribunale dei minori ed è scappata senza pensare alle conseguenze… ho cercato di raggiungerla ma era già sull’aereo ma poi ho pensato alle conseguenze… così… sono qua a sistemare una stanza per una ragazzina di cui ne io tantomeno lei sa nulla…  comunque  mi ha detto che tra una decina di giorni dovrebbero ritornare… doveva sistemare delle carte e  così addio alla nostra privacy a tutto quello che abbiamo fatto per tenere al segreto beh … credimi  io non se so proprio nulla… e non voglio nemmeno saperlo  sono preoccupato e sorpreso quanto te diciamo anche che sono spaventato… spero solo che vada tutto bene… non so se riuscirei a… controllarmi…sai benissimo quello che mi succede se…mi innervosisco… >
< Dovrebbero tornare cioè insieme…? Per quanto tempo resterà…? > A Josh incuriosiva l’idea di conoscere la presunta nipote di Kate, aveva avuto una cotta per quest’ultima da quando era bambino magari sua nipote non era da meno. Sicuramente la immaginava bella bionda e abbronzata, scrollò il capo, quasi come per ripensarci, una che viene da Los Angeles non saprebbe cosa farsene di un ragazzo come lui.
< Si> affermò Sam sbuffando  <  lei si trasferisce  qui… …Kate ha ottenuto l’affidamento pare che sia  l’unica parente rimastale … almeno fino alla maggiore età…capisci perché ti ho chiesto aiuto…per finire questa camera…?!  Non so nemmeno come abbiano fatto a rintracciarla, si saranno rivolti all’Fbi o alla Cia  non saprei ma cosa vuoi che ti dica, Kate ci tiene che tutto sia apposto  anche se io temo il peggio… non so se saremo in grado di ritornare alla normalità con un estranea in casa…che non sa nulla e non deve sapere nulla della nostra storia>.
< Kate è prudente…! Secondo me non devi preoccuparti… certo dovete stare molto attenti ma vedrete che alla fine lei si abituerà  a voi e voi a lei… al massimo cercherò di aiutarvi… non so che dire sono spiazziato…>
< Lo spero…> sostenne Sam preoccupato – altrimenti tutto quello per cui ho… abbiamo  lottato in questi anni, la nostra salvaguardia, la nuova vita andrebbero in fumo… non posso lasciare che vada tutto in pezzi… proprio ora che tutto va bene… che siamo riusciti a farci una vita… una nostra vita…>
Josh gli lanciò un’occhiata comprensiva, capiva il suo stato d’animo tutto quello che lui e Kate avevano costruito per poter vivere tranquilli,  la loro nuova vita protetta e serena, e ora questa ragazza poteva cambiare le cose, sperava andasse tutto bene per loro anche se come Sam non sapeva se potevano stare ancora tranquilli.
<  Allora Natalie cosa ordino… ? Mi consigli qualcosa…? > Kate si sentiva entusiasta, le piaceva questa nuova faccia della medaglia, poter stabilire un legame con sua nipote, conoscersi meglio,  infonderle fiducia. Quello che voleva e darle tutto ciò che da quel momento in poi le sarebbe mancato. Notò il suo sguardo un po’ malinconico.
< Tutto okay…?! C’è qualcosa che non va?>
Natalie sollevò lo sguardo imbarazzata.
< Oddio che razza di idiota che sono…> Kate si sentiva esattamente così “imbranata” !!>  come poteva pensare che le andasse tutto okay, se la sua vita stava letteralmente per cambiare.
< No .. non è colpa tua…> sostenne Natalie cercando di tamponare la situazione.
< Non credere che anche per me sia tutto facile.,… quello che posso fare è solo provare a capirci… a trovare il giusto equilibrio … lo so che non mi conosci per niente e allo stesso modo io non  conosco te… però devi fidarti di me… ti prego…> Kate le prese la mano, immaginava quanto per Natalie, adolescente,  legata alla sua routine, rimasta orfana, fosse difficile cambiare la sua vita, ma doveva aiutarla a conviverci. Natalie si spostò dalla sedia di fronte sua zia e corse ad abbracciarla. <  Grazie… >sussurrò mentre stava abbracciata a lei. A Kate venne spontaneo continuare a tenerla tra le braccia. Poi si accorse che un gruppetto, formato da tre ragazzi e due ragazze si stava avvicinando.
< Nattie… tutto okay…?> Karen nei paraggi col resto della compagnia, aveva notato la scena qualche tavolo più avanti e preoccupata, data la precedente reazione nel tribunale, si era precipitata da lei.
< E’ stato solo un momento di… malinconia… ora le…passa…> affermò Kate.>
< Si.. sto bene Karen…grazie…> quest’ultima insieme a Gwen e Ray continuavano a fissarla preoccupata. Stava così male per la perdita dei suoi e ora questa situazione nuova e inaspettata del dover lasciare Los Angeles forse per sempre pensavano fosse straziante.
<  Hey perché  non.. non vi  sedete qui con noi..?! Io e Natalie stavamo per ordinare qualcosa…tu che ne pensi Natalie.? Ti va l’idea…>  sostenne Kate provando a pensare un modo per tirarle su il morale, e con la vicinanza dei suoi più cari amici forse qualcosa si sarebbe risolto
< Certo… grazie zia Kate…> espresse cercando di sorridere. Ray le si sedette accanto, Natalie si abbracciò a lui, in un altro momento lo avrebbe allontanato conoscendo le sue intenzioni, ma in quel momento le ricordava un amico sincero che aveva voglia di starle accanto.
< Accidenti… questa è tua zia?!> sostenne Ray squadrando Kate. Natalie e Karen si guardarono scrollando il capo, poi scoppiarono in una fragorosa risata.
< Si piacere Kate… >  quest’ultima gli tese la mano, il ragazzino le sembrava un po’ avvenente ma era felice che alla fine aveva fatto sorridere Natalie.
< Bene adesso ordiniamo… >sostenne Gwen afferrando il menù dalle mani di Ray che era rimasto imbalsamato a guardare Kate.
La giornata trascorse abbastanza bene, dopo il fastfood, Natalie e Kate fecero una passeggiata a Santa Monica, molti ricordi con Sam le vennero in mente, ma non le andava di rivangare il passato, in quel momento doveva pensare a Natalie.
< Sai zia…> Natalie si fermò a fissare il sole che tramontava – … volevo o ringraziarti… per tutto…>
< Non ho fatto ancora  nulla… magari più avanti non so… anche se sai benissimo che la casa verrà pigolata entro la fine della settimana… ma sta tranquilla a Milwaukee avrai una camera tua, per il  bagno  beh vedremo come fare ma quello  spero che ti faccia degli amici, di aiutarti…  e sono comunque dell’idea che ti troverai bene con  noi e  i nostri vicini … io ho sempre avuto una buona impressione… e loro mi hanno accettata per quella che sono…>
< Lo so…> espresse Natalie amareggiata , si voltò incuriosita dalle ultime parole di sua zia, ma forse non era quello il momento adatto a chiederle del perché dovevano accettarla.  “ Accettarla? E per cosa?  Che aveva da nascondere un’antropologa in mezzo ai boschi!?.”<  ma io ti ringrazio per essere rimasta nonostante sia stata pessima, non credo di essere stata gentile l’ultima volta in tribunale… ma.. poi ho aperto gli occhi e mi sono detta che dovevo essere più comprensiva anche per te infondo è  una situazione nuova … dico ritrovarsi una nipote sconosciuta che piomba nella tua vita…> cercava di spiegarle Natalie, più che altro di scusarsi con lei, per averle messo subito delle distanze senza nemmeno conoscerla.
< Dovevo farlo Nattie… non potevo lasciarti sola… Susan era pur sempre mia sorella … non ci siamo parlate per anni ma tu non centri con lei… con le sue prese di posizione… e sul avermi ostacolata… quando…> Natalie la guardò nuovamente sorpresa, dispiaciuta più che altro, dalla faccia di Kate traspariva un po’ di  sofferenza  ma non solo per aver perso una sorella, dietro c’era questa profonda delusione come se sua madre le avesse messo i bastoni fra le ruote. Perché non l’aveva aiutata? E a far cosa? Sam centrava sul serio con la sua fuga da Los Angeles?!. Erano mille e forse più le domande che Natalie voleva farle ma non voleva tantomeno poteva in quel momento, le avrebbe chiesto spiegazioni in un altro momento.  Kate dal canto suo sentiva che doveva trattenere le sue emozioni, che era giusto che Natalie non venisse a sapere della reale motivazione della sue lite con sua sorella e della sua famiglia: Sam e la sua natura e quello che lei alla fine voleva condividere con lui. Non voleva metterla in mezzo a quella storia. Il trillio del cellulare la distolse dallo sguardo di Natalie.
< E’ lo studio che si occupa della pratica per pignolare la casa… scusa… devo rispondere..> sostenne abbozzando un sorriso nervoso e allontanandosi da sua nipote per poter meglio ascoltare.
Le settimane mancanti alla partenza erano ridotte a soli tre giorni, la casa era stata completamente messa in mano alla banca, molte cose le aveva date via, molte le aveva inscatolate dato che Barbara si era offerta di tenergliele nel suo box, dato che la casa non era più confortevole, sia lei che Kate si erano trasferite a casa di Barbara.
Mentre Jennie e Gordon avevano trovato altri lavori, anche se prima di poter richiudere quella porta dire addio a quella casa per loro era stato molto difficile, quanto per Natalie doversi distaccare da loro. Mentre finiva di compilare delle carte per la nuova scuola a Milwaukee, Natalie ci ripensava.
< Allora?! Mi prometti che farai la brava ragazza con tua zia Kate?> espresse Jennie guardandola seriosa, anche se le lacrime iniziavano a rigarle il volto.
<  Farò del mio meglio per adeguarmi alla nuova vita…> rispose Natalie, che si sentiva agitata e ansiosa. Jennie le mise in mano una busta una da lettere e una con un pacchetto. Jennie fece cenno di aprirlo. Natalie rimase sorpresa si trattava di un’assegno con molti zeri.
< Oh non dovevi …> poi guardò anche Gordon “ Non dovevate ma… sono un sacco di soldi… no non posso sono la vostra fatica!> espresse rimettendoglielo in mano a Jennie.
< Hai perso tutto…  la casa, i genitori e so che andare al College con Karen è sempre stato il tuo sogno ma lo sai piccola mia che per me e per Gordon sei sempre stata la figlia che in ben 40 anni di matrimonio non è mai arrivata perciò… tienili… consideralo un nostro dono per il tuo futuro tesoro!>
<  Ma… sono… “ nemmeno Natalie riusciva a leggere bene la cifra forse 20.000 non ci capiva nulla, era troppo confusa
<  Sono per una ragazza che si merita il meglio…!> intervenne Gordon correndo ad abbracciarla. Natalie scoppiò a piangere “ Grazie… non so come avrei fatto senza di voi…!> espresse abbracciandosi a tutti e due.  Continuava ad abbracciarli e a ringraziarli.
< Adesso dobbiamo andare cara ma… ricorda che noi ti penseremo sempre e qualsiasi cosa tu abbia bisogno sappi che potrai contare su questi due vecchietti che ti conoscono da quando sei nata… i contatti beh te li abbiamo lasciati, sei sempre nel nostro cuore e nei nostri pensieri> spiego Gordon.
Poi dopo un ultimo abbraccio prese le valigie di Jennie per metterle sul taxi che aspettava davanti casa.  Prima di uscire Jennie guardò anche Kate, che si era messa in un angolo a guardare la scena emozionata.
< Mi raccomando… abbi cura di lei e di te!> espresse abbracciandola. Un gesto che Kate non si aspettava e che a Natalie fece piacere.
<  Grazie… e mi impegnerò al massimo perché a mia nipote non manchi nulla…>. Detto questo  Jennie raggiunse suo marito, con un cenno della mano si salutarono, per Natalie fu un momento davvero difficile. Era la sensazione più strana che avesse mai provato, non voleva piangere, non voleva star male ma quel cenno di mano, quell’auto gialla che si allontanava dalla strada per lei significava “ Siamo agli sgoccioli della tua nuova vita Nat! E’ tutto vero! Tra poco dovrai dire sul serio arrivederci a Los Angeles, al tuo liceo, alle tue amiche e amici… e chissà quando li rivedrai> .
Sorrise, quasi con una smorfia ripensando a quel momento, poi la sua espressione diventò seria.
< Tutto okay?!> Barbara le comparve sulla soglia quasi in silenzio, avendola notata sovrappensiero .
< Oh si… si …> volevi dirmi qualcosa?> sostenne cercando di non fare emergere il suo ennesimo mare di lacrime.
< Si … beh che ci sono degli altri documenti da firmare insieme a tua zia per la società e…  sai  beh ti capisco… deve essere difficile pensare che tra qualche giorno non sarai qui a Los Angeles ma a migliaia di chilometri…>
< Ehy così non mi aiutate… sono sull’orlo di una crisi di nervi e…vorrei solo starmene a pensare…!>
< A pensare… e.. a cosa…?!>
< Perché non andiamo a prenderci non so… un mega frullato o chiami i tuoi amici… fai una bella  una passeggiata a Santa Monica…> le propose Barbara notandola tanto giù di morale.
< Sono tutti impegnati a causa degli esami del secondo trimestre… pensi che non ci abbia provato?! Evidentemente si stanno già dimenticando di me, ne sono certa… dagli tempo un paio di settimane e non sapranno nemmeno chi è Natalie Howard… ah si diranno  “ Oh ricordo Natalie  è quella che è andata a vivere in mezzo ai boschi!> … a quanto mi ha spiegato zia Kate la… è così… boschi e neve e ghiaccio e freddo intenso…>espresse dubbiosa mentre sgranocchiava dalla ciotola di cereali sul tavolo.
< Secondo me… invece dovresti goderti questi momenti che ti rimangono qui… non come un’addio… ma come un ricordo… come quando a casa di tua zia Kate mentre sorseggerai la cioccolata calda davanti ad un bel fuoco, penserai chissà cosa starà facendo nell’accaldata Los Angeles quella simpaticona di Barbara Montgomery…  con i suoi figli pestiferi che non mi lasciano in pace…>quest’ultima sorrise goliardica, notando che aveva fatto cambiare idea a Natalie.
< La sai una cosa cara Barbie…>
< Oh ti prego non chiamarmi così… la madre del mio ex marito mi chiamava in quel dannato modo!> sostenne un po’ irritata ma sempre ironica, aveva capito che Natalie stava scherzando.
< Infatti , immagino… se pensavi di farmi cambiare idea.. e di farmi uscire… beh ci sei riuscita!>
< Siiii> sostenne alzando le braccia al cielo < Ops scusa non dovrei essere così adolescenziale ma sai insieme alle mie bimbe di 8 e 10 anni ogni tanto me la godo anch’io…>
< Hey che termini scurrili….!>. Barbara abbracciò Natalie, era da molto che non la vedeva così allegra e spensierata, ma era proprio quello che voleva ottenere, che lei prima o poi se ne facesse una ragione e andasse avanti, che prendesse le redini della sua vita e pensasse alla nuova esperienza a Milwaukee.
< Ancora scusa… signorina Howard e ora si vada a cambiare per il frullato e annessi e connessi…>
< Va bene!> espresse Natalie buttando l’occhio sull’enorme orologio da parete di Barbara – ma mia zia Kate…?! Non dovremmo avvisarla …?! Mi sembra poco carino che noi andiamo a divertirci mentre lei passa il tempo a mettersi d’accordo per le veci di mio padre…> espresse titubante, iniziava davvero a tenerci molto a sua zia, con lei si stava instaurando un legame molto intenso che non voleva affatto rompere.
< Oh beh sta tranquilla l’avviseremo strada facendo…>
< Okay…  beh allora vado a prepararmi…> la salutò mentre correva in camera a cambiarsi. Barbara sorrise soddisfatta, ce l’aveva fatta e doveva dare ragione a Kate se adesso tutto sembrava andare per il meglio, aveva avuto una grande idea a radunare di nascosto gli amici di Natalie, a non farle sospettare nulla, per potere fare una bella sorpresa.
Barbara le sorrise entusiasta, poi prese tempestivamente il cellulare per mandarle un sms.
Kate lo ricevette in un’istante.  <  Bene ragazzi… allora cerchiamo di fare una bella  festa per Natalie okay!?> espresse entusiasta mentre finiva di allestire la casa al mare che Karen aveva prestato per fare questa sorpresa.
< Lei è una persona davvero fantastica Signora …?>sostenne mentre aiutava ad allestire i tavoli con il cibo.
< Chiamami pure Kate … mmm non farmi sentire vecchia…> espresse mentre guardava gli amici di Natalie che si davano da fare.
< Signora….. ?> Kate  fissò  Ray contrariata  ma ironica <  si.. Kate… dove metto queste?!> si espresse uno degli amici di Natalie parlando delle bibite che aveva tra le braccia. 
< Posale pure li…> sostenne mentre il cellulare iniziava a suonarle. Lo prese e costatò che era Sam, aveva ragione a chiamarla non si era fatta sentire da un po’. Si sentiva in ansia , perché immaginava quanto si sarebbe arrabbiato. Osservò la casa, poi notò una specie di bagno privato in una delle tante stanze di quella villetta sul mare.
< Ciao..> espresse con voce tremula, sapeva quello che l’aspettava, una bella ramanzina – Come stai? Scusa se.. non mi sono fatta sentire ma…>
< Come sto?!?!> espresse Sam infuriato, poi emise un lungo sospiro, non voleva farla stare male ma il solo fatto che non si era fatta viva per giorni non gli aveva dato pace.  Le mancava terribilmente e oltretutto era preoccupatissimo.
< Okay… scusa.. posso solo dirti questo… scusa, scusa e ancora scusa…> sostenne Kate, immaginava la sua rabbia, ma non voleva rovinarsi la serata, proprio ora che con Natalie andava meglio.
< Senti volevo solo sapere se è tutto okay… mi manchi Kate… > Sam cercò di calmarsi non voleva farle una scenata ma era così preoccupato che non aveva potuto trattenere la sua ansia e la sua rabbia.
< Anche tu Sam… manca qualche giorno e sarò di ritorno…e comunque sto bene…sta tranquillo è tutto sotto controllo>
< Sai che devi… che dobbiamo stare attenti…>
< Si lo so… lo so ma credimi sto bene.. stasera diamo una festa per Natalie… ne ha bisogno povera ragazza… è così afflitta spero che con noi starà bene>
< Kate… sta attenta… ti prego… le stai prendendo le fiale per controllarti vero?!>
< Si… Sam… le ho portate con me… non dimentico cosa mi   succede se non le prendo e beh ora… devo andare… tra poco arriva Natalie… le stiamo preparando una festa a sospresa> Kate stava per mettere giù, non le piaceva quando lui le ricordava cosa succedeva se non prendeva le fiale, poteva essere pericoloso stare in mezzo alla gente, al caos, al rumore, uno strobo averebbe scatenato l’inferno, ma cosa doveva fare rintanarsi? Dimenticare che poteva aiutare sua nipote?
< Kate… oddio scusami non volevo ferirti e solo che…  sono preoccupato… cerca solo di stare attenta…>
< Okay tranquillo Sam non è colpa tua…  ma fidati  è tutto okay…> sostenne mentre dalla borsa prendeva una di quelle dannate fiale, una siringa sterile e se lo iniettava senza problemi e paure nelle vene. <  Adesso però devo andare…> rispose con una voce affaticata. Sapeva di aver esagerato, due dosi di quelle fiale potevano essere fatali, ma Sam aveva ragione non poteva rischiare di mettere in pericolo delle vite.
< Okay… allora vado…> sostenne Sam, dall’altro capo del telefono un po’ più tranquillo. Non immaginava però che in realtà Kate iniziava a sentirsi male. Strinse così forte la siringa tanto da romperla. <  Kate?! Kate stai bene…?>
Quest’ultima cercò in tutti  i  modi di sforzarsi per avere una voce tranquilla e non nell’  “essere”  in cui sentiva di stare per trasformarsi.
< Si… ora vado però… domani ti chiamo promesso… ti amo Sam> chiuse il telefono, stette un po’ a guardarsi , si sentiva debolissima e allo stesso tempo come se potesse spaccare un’intera montagna, la testa le vacillava, sentiva la pelle sudaticcia. Si alzò in piedi, la visione allo specchio fu quella delle peggiori.
< Oh no! No! No!> sostenne preoccupata mentre cercava qualcosa per rimediare, non poteva uscire con gli occhi di quel colore così aranciato, la pelle che iniziava a strapparsi per dare spazio ad altro, la voce soffocata .  Fece un profondo respiro, cercando di calmarsi, poi finalmente il processo di trasformazione si stava affievolendo, sembrava tutto a posto, tranne che per gli occhi.
< “Signora Travis… cioè Kate? Tutto okay? Ho sentito dei rumori sta bene, comunque Barbara mi ha avvisato che Natalie sta per arrivare…> Karen, battè più volte sulla porta agitata perché aveva sentito dei rumori strani e ovviamente pensò che Kate si fosse sentita male, in casa sua e prima di una festa, era disastroso.
Kate si schiarì la voce, sperava di non fare uscire quella che aveva quando non era più Kate ma un'altra entità < Si…? E’ tutto a posto non mi sento in forma… > espressa flebile e tirando un sospiro di sollievo  constatando che la voce era abbastanza normale – comunque  dammi un minuto… >
Si dette un’ultima occhiata, tutto sembrava essere tornato nella norma, i suoi occhi, la pelle non sembrava desquamarsi tantomeno strapparsi dalle ossa,  i enti erano anche quelli a posto, il respiro meno affannato, la voce meno roca. Sistemò i capelli arruffati in una coda, con una mano sistemò anche il vestito e riaprì la porta cercando di sorridere e dimenticare quello che poteva accadere se non avesse portato con sé quelle dannate fiale.
< Tutto a posto Kate?> Karen la fissava preoccupata così come il gruppetto di adolescenti che si era attorniato sulla porta.
< Si … ero solo non so… forse il caldo…>  accennò vaga e rilassando il volto. Non le doveva mai più accadere, soprattutto Natalie  non doveva sospettare nulla.
 Come si aspettava anche Barbara la festa entusiasmò molto Natalie, chiunque  la conosceva sul serio  non la  vedeva ridere e divertirsi da così tanto tempo. Anche Kate la vide più tranquilla e rilassata, rispetto a qualche giorno prima. Sembrava essere tornata una vera e propria teenager,  il cui unico problema era divertirsi non stare a compilare una miriade di scartoffie per la società del defunto padre. Le sorrise rispondendo a quello così entusiasta di sua nipote, era ancora un po’ pensierosa per quello che le era capitato in bagno qualche ora prima, non osava immaginare cosa avrebbe pensato Sam, le sue parole amareggiate  “ Sapevo che non era una buona idea quella di portarla qui!” . Si sentiva confusa e agitata perché ormai la decisione di occuparsi di sua nipote era stata presa, non poteva tirarsi indietro, c’era di mezzo la legge. In qualche modo avrebbe fatto per non lasciare che Natalie scoprisse il suo segreto, era stata chiara con Sam al telefono qualche giorno prima “ Devi togliere di mezzo tutto quello che ha a che fare con noi… e con questo intendo…”
“ Si si… lo immaginavo… grazie a Josh ho trasferito tutto nel solaio …  ora è chiuso a chiave quindi…  a meno che non diventi estremamente curiosa …”
“  Farò attenzione tesoro lo prometto …  e ti ringrazio Sam… non so che avrei fatto senza di te, sono sollevata che alla fine hai accettato questa situazione …”
“ Non potevo fare altrimenti Kate, non mi hai lasciato scelta…  spero solo che tutto quello che abbiamo costruito in questi dieci anni non vada in fumo per colpa si tua nipote tutto qui…”
“ Non accadrà te lo prometto… lei non verrà mai a saperlo e poi tra un paio d’anni andrà al college problema risolto…”
“ Non cantare troppo presto vittoria Kate… due anni non sono così pochi come sembrano… Kate” le sottolienò acido.
“ Sam… ti prego non infierire… piuttosto ricorda che… ti amo…”
“ Anch’io… ci vediamo presto”. Poi la chiamata si chiuse  e qualche giorno dopo la partenza era vicina, mancavano solo alcune ore e avrebbe detto un doloroso arrivederci a Los Angeles.
 Natalie mise l’ultimo borsone nell’auto a noleggio, diede un’ultima occhiata alla città. Un’espressione malinconica, ansiosa   le apparve sul volto.
< Dai Nattie… infondo esiste anche facebook ci terremo in contatto praticamente sempre… sta tranquilla….> Karen cercava di tirarle su il morale, forse non avrebbe fatto un miracolo, ma infondo tentare non le costava nulla. L’abbracciò con fermezza.
Natalie,ricambiò, non voleva lasciare la sua migliore amica da una vita. <  Sei l’amica migliore che abbia mai avuto… ti penserò sempre promesso….>
< E lo sarò sempre…. tesoro …>
Lanciò poi un’occhiata a sua zia. Per la prima volta la vide un po’ in ansia, più che altro sembrava in fibrillazione per qualcosa. Salutò ancora una volta Karen poi si diresse verso l’auto.
< Se vuoi puoi prenderti ancora un minuto con la tua amica fai pure…> espose Kate notandola un po’ avvilita, cingendole le spalle.
< No … preferisco andare… tra l’altro Barbara ci raggiunge all’aeroporto quindi… è meglio sbrigarsi…  poi meglio non dirsi ancora arrivderci… mi viene già da piangere quindi… meglio andare> farfugliò tempestivamente richiudendo la portiera della macchina.
Indossò il suo maglioncino rosso,sentiva  un po’ freddo, come  se un brivido  veloce e ghiacciato le solleticasse la schiena. Per un momento cercò di rilassarsi chiudendo  gli occhi pensando solo al fatto che in meno di otto ore la sua vita sarebbe decisamente cambiata: non più sole, mare, amici e feste sulla spiaggia, ma altro tutt’altro, decisamente. Scrollò il capo proponendosi di pensare positivamente alla situazione, non andava a vivere con una famiglia sconosciuta, era con Kate, certo di sua zia conosceva poco ma quello che sapeva è che non poteva di certo ferirla. Per i luoghi e la gente, beh ci avrebbe fatto l’abitudine.
Arrivare all’aeroporto non fu un lungo viaggio, nel percorso salutò anche l’oceano, le lacrime le rigavano il volto. Quella era la prova che ormai doveva lasciare il posto a cui era legata fisicamente e sentimentalmente e  per l’ignoto tra l’altro.
Dal canto suo Kate cercava di pensare a come non farle pesare questa lontananza, al come conciliare la sua vita segreta senza far trapelare nulla a Natalie. Barbara comparve sul gate delle partenze interrompendola nei pensieri.
< Allora siamo arrivati al grande momento!> irruppe abbracciando Natalie.
< Già…> annuì quest’ultima < così sembra>
< Sta tranquilla tesoro vedrai che zia Kate non ti farà mancare nulle… > la rassicurò poi diede  una busta marrone a Kate che la fissava interrogativa.
< Sono tutte le scartoffie dell’affidamento… avresti dovuto riceverle tra una settimana ma abbiamo… come dire accelerato i tempi…> si espresse sogghignando insieme a quest’ultima.
< E’ ora di andare…> espresse Kate avendo intuito dall’altoparlante che il check –in era appena stato aperto.
Barbara abbracciò Kate e infine Natalie. < Abbi cura di te piccola … e chiamami quando vuoi mi raccomando …>. Natalie le diede un altro abbraccio, salutò anche le sue piccole pesti. Poi insieme a zia Kate si diresse verso il nastro che le avrebbe portate al controllo, guardava Kate, sembrava molto in ansia, aveva un’aria strana.  ma non voleva pensarla negativamente, aveva deciso di dare una svolta anche se drastica alla sua vita e non poteva permettersi di pensare che sua zia nascondesse qualcosa, anche se un po’ la sua strana storia l’aveva incuriosita. Le domande prevalenti, mentre ascoltava la sua immancabile musica sull’ I Phone , riguardavano la sua nuova scuola, i suoi nuovi compagni e i nativi vicini di casa, solo questo le interessava per il momento e ovviamente la nuova vita a Miwaukee.
 
 

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Capitolo 7
*** Uno strano benvenuto ***


Dall’aereo si percepiva il cambiamento climatico, Natalie si era assopita nel sedile, un brivido di freddo le percorse la schiena tanto da svegliarla, si voltò verso Kate che stava leggendo qualcosa, uno dei sui libri da studiosa probabilmente data la copertina un po’ rovinata dal tempo. Notando Natalie, Kate lo richiuse subito. < Tutto bene dormigliona?> espresse sorridendole. Natalie si stiracchiò ancora un po’ prima di risponderle, si sistemò un po’ i capelli e afferrò la coperta ricadente che la hostess le aveva fornito ma che non aveva fatto in tempo a mettersi addosso, si era addormentata quasi subito, i viaggi in aereo le facevano questo effetto, oltretutto aveva terminato i file del suo mp3. < Si anche se… temo che congelerò…>espresse sistemandosela sulle spalle esprimendo il suo malessere. Kate sogghignò Natalie la seguì < Guarda che siamo quasi nel Wisconsin non al Polo Nord!> le sottolineò ironicamente poi le sistemò la coperta. < Tu ci sarai abituata ma … credimi sento un freddo pungente… il ghiaccio mi trafigge!> sostenne notando che sotto di lei, o meglio sotto l’aereo vi era un’enorme macchia bianca estesa per tutto il territorio. < Sta tranquilla > Kate si sistemò sul sedile e le cinse le spalle < tra un ora saremo atterrate e Sam sarà li ad aspettarci a casa c’è un enorme stufa che ci attende…> < Non vedi l’ora di rivederlo lo leggo nei tuoi occhi, brillano quando parli di lui… quando pronunci il suo nome…> sostenne Natalie immaginandosi sua zia Kate con il tipo misterioso che non vedeva l’ora di conoscere dal vivo. < Beh sai com’è , infondo è solo da un decennio che ci amiamo quindi… se non basta… siamo molto legati ehh beh si lo ammetto mi è mancato…> le spiegò Kate sempre sogghignando e arrossendo. Natalie ricambiò, poi alzò lo sguardo verso la hostess stava portando qualche bevanda calda. Sorseggiava tè caldo alla cannella, mentre immaginava sua zia con questo suo uomo misterioso, sicuramente per essere alla sua portata, o meglio bello quanto lei, doveva essere uno strafigo, muscoloso e pieno di energie dato che per vivere tagliava alberi anche se era un medico. Non ci capiva nulla della scelta di lavoro piuttosto fuori luogo ma se preferiva così tanto meglio. L’improvviso annuncio dell’atterraggio fece sobbalzare Natalie, che chiuse la coperta ripiegandola alla meglio, si sistemò i capelli e la maglietta sgualcite dal riposo su una poltrona per ben sei ore, afferrò dalla sua borsa lo specchietto, mise un po’ di cipria e lucidalabbra. Kate la fissava, sembrava doveva presentarsi ad un appuntamento tanto sembrava agitata. Fece un risolino mentre la osservava sistemarsi. < Hey devi fare colpo su qualche bel ragazzo… ?!stai bene tranquilla…> si chiuse nelle spalle < comunque cerco di fare bella impressione… non so ho la strana sensazione che non piacerò …> < Credimi tutti ti adoreranno ne sono sicura… > sostenne mentre si sistemava la cintura di sicurezza pronta ad atterrare. Kate le strinse la mano, immaginava la sua preoccupazione, e sperava che tutto sommato Sam si sarebbe comportato bene con Natalie, avendole più o meno anticipato che non era affatto contento di questa intromissione. Uscendo dal grande portellone Natalie dovette chiudere bene il suo giubbino per non farsi attraversare dal vento gelido. Si afferrò il berretto di lana dalla tasca o lo indossò immediatamente prima che la sua chioma folta e bruna, potesse prendere il volo insieme a lei. Seguiva in silenzio sua zia Kate, era emozionata e lo aveva notato, la immaginava quando avrebbe rivisto l’amore della sua vita. La seguì mentre afferrava un carello per portare le enormi valigie che avevano viaggiato da Los Angeles. Stava per aiutarla ma notò due mani e braccia enormi che l’afferravano per aiutarla. Strabuzzò gli occhi prima di poter dire “Okay Nattie tutto quello che vedi è vero!”. L’espressione indecifrabile di Kate quando riconobbe le braccia forti di Sam che l’avvolgevano. Il suo sguardo in quello di Sam “ Ma quanto cavolo si amano questi due?!” sostenne accigliata e un po’ imbarazzata Natalie mentre non poteva non ammirare la perfezione del fidanzato di sua zia. Alto, slanciato, capelli scuri, occhi altrettanto scuri e profondi, la camicia di jeans che faceva risaltare il suo bel fisico scolpito, i loro sorrisi. Si appoggiò al muro prima di perdere i sensi insieme a loro. < Oh scusami tesoro io non…> Kate si ricompose, non le sembrava carino aver trascurato Natalie ma il solo tocco di Sam l’aveva portata su un altro pianeta. Arrossì pensando che Natalie aveva capito tutto. < Si scusaci.. > sostenne Sam avvicinandosi a Natalie < e così tu devi essere Natalie … spero ti troverai bene con noi qui …> le porse la mano, mentre Natalie pendeva dalle sue labbra, non solo bello fisicamente la sua voce era da brividi per non parlare della sua stretta. < piacere io sono Sam… il compagno di tua zia… è incredibile dirlo ma un po’ vi somigliate… credo che sia proprio vera la storia che tu sei sua nipote….>. Kate lo guardò irritata, mentre la risata di Natalie echeggiava nel’ aeroporto. < Dai su andiamo… starai morendo di freddo…> l’abbracciò Kate lanciando ancora un’occhiataccia a Sam. Non le sembrava proprio il caso di aver detto a Natalie quelle parole. Di risposta Natalie invece trovò simpatica la battuta di Sam e rise all’unisono insieme a lui. < ..e di fame…> sostenne sentendo la sua pancia brontolare. Sam l’abbracciò come per chiederle scusa. “ mmm che buon profumo che aveva!” epsresse nella sua mente Natalie. Poi seguì la coppia che stava uscendo dall’aeroporto. Continuava a guardarsi attorno, Milwaukee era piccola ma sembrava accogliente, poco traffico, tanta gente imbottita per il freddo, ghiaccio, e neve ovunque, camion e legname. Si voltò verso una tavola calda che aveva un’odore < Mmm vuoi che prendiamo dei pan cackes… o qualche muffin per la birra forse sei troppo giovane?> si informò Sam mentre metteva le valige nella sua enorme Jeep. < Adoro i pan cakes ma questo odore è speciale… !> sostenne entusiasta. Quel posto, pur se sconosciuto e totalmente ignaro per lei, aveva qualcosa di magico o forse era Sam o lui e sua zia. Non facevano che guardarsi e lei guardare loro. Il trillio del cellulare la fece tornare sulla terra, mentre seguiva loro che si dirigevano verso la tavola calda. < Karen!> sostenne entusiasta. < Allora come stai!?> la voce apprensiva fece ridere Natalie. < Benissimo… beh si fa freddo ma dovresti vedere per credere…> < Wow da come lo dici sembra che ti vada a meraviglia…> < Sono appena arrivata ehhh…> Kate e Sam le fecero cenno che iniziavano ad entrare < beh qui è tutto particolare, la neve, gli odori e se i ragazzi sono come Sam…> < Mmm è chi sarebbe Sam?> < è il fidanzato di mia zia… dovresti vederlo… spero che abbia un fratello più piccolo… un cugino.. non so… oddio …> < Descrivi… dai…> < faccio prima a fotografartelo e spedirti una foto… ora vado altrimenti mi prendono per asociale…> < Hey aspetto una foto mi raccomando!> < Okay… ciao a dopo!> tagliò corto Natalie dirigendosi verso il tavolo. < Allora ti abbiamo ordinato un po’ di tutto… > espresse Kate. Natalie si sedette entusiasta, ringraziò entrambi ed iniziò ad assaporare ogni cosa che c’era davanti a lei, ma l’aria allegra e spensierata di Sam e Kate si spense quando lei afferrò il cellulare per fare una foto < Posso mandare una foto a Karen? Merita di vedere questi bei momenti!>. Sam glielo afferrò con un sonoro < No!> lasciando perplessa Natalie, che indietreggiò come se volesse non aver mai fatto una cosa simile. La folla che si era creata nel locale si voltò a guardarli. Preso dall’imbarazzo, più che altro dalla rabbia per averla trattata in quel modo, Sam afferrò le sue cose e di diresse fuori. Kate fissò costernata Natalie. < Sarà meglio andare …> le disse mentre Natalie la seguiva come un cagnolino bastonato. Non capiva cosa avesse scaturito quell’atteggiamento, fatto stava che probabilmente la sua era solo una farsa. Infondo sapeva che avere tra i piedi un’estranea potesse essere difficile, ma addirittura comportarsi così. Il viaggio verso casa, fu silenzioso e mugulante. Kate guardava Sam , che guardava la strada. Per il resto, Natalie guardava le sue gambe o il paesaggio, tutto quello che vedeva era ghiaccio, neve e vuoto ovunque. “ Probabilmente la mia immaginazione viaggia troppo è questo quello che dovrei aspettarmi…? “ pensò tra sé cercando di pensare ad altro ma quella voce che le urlava di no, strappandole di mano il suo cellulare con quello sguardo severo, non riusciva a toglierlo dalla mente. La macchina che si fermava le fece capire che erano arrivati. Quella che vedeva davanti a sé sarebbe stata la sua nuova casa. Esternamente era fatta di mattoni grigi, il vialetto con una ricca esposizione di vegetazione, piante varie più che altro rose e ranuncoli. Kate le sorrise cercando di tirarla su, o almeno pensando di risolvere il dramma che aveva scaturito Sam nel locale una mezzoretta prima. Notando che Natalie continuava a guardarsi attorno Kate le si avvicinò . Natalie annuì, si avvolse meglio la sciarpa e si diresse verso il retro della casa, si fermò sorpresa ma più che altro esterefatta dall’enorme lago ghiacciato che affiancava il resto. Fece per avvicinarsi e fece molta attenzione a non cadere, nonostante i suoi scarponcini da neve, e si fermò meravigliata dalla graziosa ragazza dai capelli corvini che pattinava appassionata sulla distesa d’acqua. Si avvicinò, cercando di non cadere, non le restava molto spazio se non entrare con i piedi sul ghiaccio. La ragazza la notò, le sorrise perfino, poi riprese la sua danza e i suoi volteggiamenti. Sembrava una cosa sola con la lastra. le chiese avvicinandosi a lei. Sembrava gentile, e anche se non l’aveva mai vista decise di risponderle, era così che funzionavano i rapporti sociali. espresse stringendosi nelle spalle. < Okay cercherò di ricordarlo… beh tu potresti chiamarmi Nattie…> disse sorridendole Natalie. Detto questo una voce lontana, un ragazzo ristava chiamando Ally. < Scusa ma mio fratello mi sta chiamando… ci si vede allora Nattie…>. Le sorrise, poi si riavvolse la sciarpa abbastanza da far intravedere solo gli occhi, neri e profondamente luccicanti, dal cappello bianco fuoruscì’ una ciocca, nerissimo, lucida e liscia. Era incredibile quanto bella fosse quella ragazza. Natalie le fece un cenno con la mano a mo’ di saluto, poi si fermò ad ammirarla ancora mentre si allontanava sui suoi pattini che scorrevano come una lama affiliata sul ghiaccio. Natalie si fermò ancora un attimo, voleva guardarsi ancora attorno, anche se oltre ad un fitto bosco non c’era praticamente nulla, rimase sconvolta dal bagliore del ghiaccio sulle montagne. Notò una specie di varco nel bosco era probabilmente al di là di quegli abeti enormi e innevati, che si trovava il famoso villaggio che sua zia Kate studiava per le sue ricerche. Ally, si le era sembrata simpatica, per il resto non conoscendo nessuno a parte sua zia e Sam, non sapeva come era la gente o i suoi nuovi amici a scuola. Al solo pensiero si sentiva nervosa, afferrò il cellulare e fece una foto del panorama per spedirglielo a Karen, fu rattristata nel vedere che non c’era campo. espresse allegro Sam cingendole mentre Kate valutava le condizioni di quella che sarebbe stata la camera di sua nipote, si discosto da lui concentrata sull’osservazione. Infondo non voleva dargliela vinta, non le era affatto piaciuto il suo comportamento nei confronti di Natalie, ma non aveva voglia di discutere. < Beh sembra tutto a posto … le piacerà… e devo dire che il copriletto in patchwork è perfetto con questo stile… baita a cui spero si abitui… e che si senta a suo agio…> < E’ merito di Ally… lei e suo fratello sono in gamba… mi hanno aiutato molto… spero che si comporteranno bene con lei…> espresse Sam. gli rispose prontamente Kate. <è vero lo ammetto potevo evitare quella scenetta… però… Kate… quanto abbiamo fatto per tutelarsi in tutti questi anni dimmelo…!> insoddisfatta dalla sua risposta Kate lo interruppe. sostenne Sam rabbuiato. gli occhi lucidi di Kate fecero presagire che Sam aveva esagerato, l’abbracciò che le fece per cercare di chiedere scusa non venne respinto ma nemmeno fu consolatorio. Kate lo guardò ancora, conoscendolo bene non avrebbe mai detto che avrebbe accettato quella situazione, ma Kate era speranzosa, doveva far si che sua nipote restasse con loro solo che non riusciva a capire perché il suo compagno non se n’era reso conto.

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Capitolo 8
*** Bipolare o logorroico? ***


~~Il primo giorno di Natalie,  nel Wisconsin, non continuò di certo nel migliore dei modi, anzi il silenzio che imperversava in quella che sarebbe stata la sua stanza, non faceva che aumentare l’insofferenza. Non era male, le piaceva quello stile un po’ rustico, con il letto in legno, una sorta di lucernario che le filtrata la luce dall’alto, la coperta in patchwork perfettamente lavorata, le tende fatte all’uncinetto sulle finestre. Tutto era diverso da quello che aveva vissuto a Los Angeles, ripensandoci le prese un nodo allo stomaco. Tuttavia non era l’ambiente un po’ grezzo a farla stare male, almeno quello era accogliente rispetto a come si era comportato Sam il compagno di sua zia.. “Almeno avrò un posto dove rifugiarmi quando Sam sarà di pessimo umore” pensò tra s’è mentre si sdraio sulla coperta calda e soffice. Non aveva dimenticato il suo comportamento strano quando qualche ora prima aveva quasi sbranato lei e il suo cellulare, solo per una stupida foto. L’sms di Karen  che le augurava buongiorno la rassicurò, ma il bussare sulla porta la distolse dal pensiero di quanto le mancava la sua migliore amica. Kate le comparve in punta di piedi sull’uscio.

-Allora?! Sei riuscita a sistemati… si lo so non è come la stanza che avevi a Los Angeles ma sai Josh e Sam ci hanno messo tutta l’anima per rimetterla a posto per te…. Si insomma per il tuo arrivo-. 
Lo sguardo perplesso di Natalie verso sua zia fece intendere molte cose, tra cui il fatto che nonostante tutto, nonostante Sam ce l’avesse messa tutta, come cercava di spiegarle Kate, non accettava la sua presenza. In effetti la cena era stata davvero taciturna, a parte qualche mugolio nessuno dei tre aveva parlato seriamente, e questo non aveva giovato certamente a Natalie. Sembrava come se Sam la evitasse,  e tuttavia non aveva perso occasione di controllare qualsiasi movimento di Kate, eNatalie  non l’aveva interpretato proprio come un voler essere amorevole, era un vero e proprio controllo.
-Ascolta non devi prendertela se … Sam… beh lui è cosi …- si giustificò Natalie.
-Non c’è bisogno che ti giustifichi per lui zia… lo capisco , in fondo, io sono piombato cosi senza che lui lo volesse nella vostra vita… lo avrei fatto anch’io al posto suo…. Sta tranquilla … davvero!- Natalie si alzò dal letto, cercando di sistemarsi meglio, ma soprattutto perché non aveva voglia di parlare ancora dell’argomento, per lei era acqua passata: se Sam non l’accettava beh non starebbe stata a spremersi le meningi sul perché, lei era di troppo.
- No credimi tesoro, devi dargli tempo… sai lui è un po’ legato alle sue abitudini, non gli piace dare nell’occhio… e comunque nel suo profondo ci tiene a te… beh adesso riposati domani mattina ti aspetta la scuola… ti accompagno … ho ancora qualche giorno libero prima di ributtarmi a capofitto nel lavoro….-
Natalie abbozzò un sorriso, tanto per rasserenare sua zia, non era infondo colpa sua se aveva per compagno un tipo così strano.
-Già… la scuola …-pensò ad alta voce.
-Sta tranquilla infondo i ragazzi di qui sono molto alla mano… sono sicura che ti ci troverai bene… lo so che per te non sarà una passeggiata ma so con chi avrai a che fare… puoi fidarti di me…-
Natali abbracciò sua zia. Le aveva suscitato coraggio, sentiva che voleva solo il suo bene e farla sentire a proprio agio, voleva darle il meglio, ma poteva di certo dire ancora la sua sugli adolescenti di Mahomoore Falls,  la penisola vicino al lago in cui c’era la casa di sua zia e la riserva, in cui si trovava e in cui avrebbe frequentato la scuola. Certo quella ragazza del lago ghiacciato, Ally, le era sembrata alla mano ma non poteva dare per scontato che tutti sarebbero stati come lei.
-Ti voglio bene zia…- espresse abbracciandola ancora. Questa le carezze la testa e dopo averle dato la buonanotte, richiuse la porta della sua nuova camera. Fece una foto e la inviò a Karen, poi si ricordò che forse date le 3 ore di fuso orario, le serate più serene e limpide rispetto a dove si trovava invece lei, probabilmente era ancora in giro, percui dopo aver guardato un po’ ancora in giro e compreso per l’ennesima volta che la doccia calda non funzionava, spense la luce e cercò di pensare in positivo per il suo primo giorno nella scuola di una riserva Indiana.
L’odore di caffè misto al profumo di Bacon tostato e muffin, le fece intendere che era ora di svegliarsi e vestirsi, non sapeva cosa indossare, infondo sapeva di non essere in un liceo di Los Angeles, nemmeno a Santa Monica, dove si trovava il liceo che aveva frequentato, optò così per un bel paio di jeans, maglione a collo alto azzurro e scarponcini da montagna. Si  diede una sistemata ai capelli,  li raccolse in una treccia morbida, fece trucco leggero e scese per la colazione. Il profumo era molto invitante, rimase solo molto allibita quando si trovò Sam ai fornelli.
-Ehm buongiorno…- espresse in imbarazzo, infondo aveva un bell’aspetto, in jeans e maglia bianca.-posso?!-sostenne  incredula e preoccupata dalla sua presenza, mentre quel muffin la stava proprio chiamando per mangiarlo.
-Oh buongiorno… - le rispose con aria distaccata mentre finiva di preparare le uova strapazzate e gliele serviva -prego serviti pure… Kate è ancora in bagno… sai com’è non funziona il riscaldamento alla perfezione e ci è voluto un po’ per l’acqua calda…-
-Si in effetti la doccia che ho fatto ieri non è stata molto…. -
-Calda….- Sostenne Sam quasi ironizzando. Entrambi scoppiarono a ridere, e questo rincuorò anche Kate che li notò entrando in cucina.
-Vi state divertendo alle mie spalle… cavolo però Sam stamattina era davvero gelata la doccia… -
-E va bene più tardi chiamerò Josh  e chiederò se mi da una mano… infondo è lui che ha detto che sapeva sistemarla e allora lasciamo che faccia…-
-Dai tesoro non prenderlo in giro… infondo ha solo 17 anni… è un ragazzo gentile… e tra l’altro non ti ha mai chiesto un dollaro in cambio…-
-Ci mancherebbe - sostenne abbracciando Kate, mentre le metteva in bocca un pezzo di muffin - con tutte le volte che gli ho permesso di fare un giro sulla mia Honda... -
A Natalie piaceva questa intesa tra sua zia e Sam, anche se iniziava a pensare che lui fosse bipolare, o soffrisse di doppia personalità, non si era arrabbiato mentre armeggiava col cellulare, sembrava tranquillo e molto cordiale. Lo guardava e lo trovava affascinante come uomo, se avesse avuto qualche anno in più’ ci avrebbe fatto un pensierino, mentre continuava a sorriderle con quegli occhi neri e profondi, la barba incolta e il fascino misterioso del suo sorriso,  ma non faceva altro che pensare che comunque nascondesse qualcosa.
-Allora cosa dici andiamo?!- sostenne Kate facendo tornare in se Natalie persa nei pensieri. Quest’ultima annuì e dopo aver preso il suo zaino si avviò verso la porta, non dopo che sua zia ebbe salutato con un dolce bacio il suo Sam.
-ti aspetto in macchina…- sostenne imbarazzata mentre cercava di non disturbare la romantica atmosfera creatosi tra sua zia e Sam.
-Ti ringrazio per aver preparato la colazione… sicuramente adesso non pensa più che sei irascibile…. Vedrai che …andrà meglio….-
-Lo faccio per te perché ti amo Kate e per me l’unica cosa che conta che tu sia felice…-
-Anch’io ti amo Sam… sapevo che avresti capito… ora vado prima che Natalie pensi che sono una zia che la trascura…-
-Non credo lo penserà… certo accompagnare a scuola una ragazza di 16 anni beh…-
-ehy è una cosa nuova… per lei… dici che sto sbagliando… dovrei lasciarla andare da sola?!-
Kate lo guardava in attesa, Sam sembrava serio poi insieme scoppiarono a ridere. -Sempre il solito confusionario…- e mentre ridevano ancora Kate si diresse alla macchina dove Natalie l’aspettava.
Ci volle una mezz’oretta e il tragitto casa-scuola terminò in un batter d’occhio. La prima impressione di Nattie non fu totalmente negativa, più che altro era insolito, diverso. A scuola si presentava con una struttura in legno, nel cortile piccolo e attorniato dal bosco fitto, alcuno ragazzi avevano notato la sua presenza, altro erano intenti a giocare a football, questo particolare la fece sentire un po’ come nella vecchia scuola.
-Beh adesso puoi anche respirare …- sostenne Kate notando che Nattie, sembrava presa dal’' ansia.
-Si in effetti hai ragione… -sostenne buttando fuori l’aria. -Bene io direi che è il momento di scendere…-
-Sta tranquilla… -sostenne Kate - vedrai che troverai presto degli amici ne sono certa…-
Natalie ringraziò sua zia e dopo averla salutata scese dall’auto e si diresse verso l’entrata della scuola. Mentre tutti la guardavano, chi nel bene chi nel male, tirò fuori dallo zaino il foglio per vedere con chi fosse la prima ora di lezione. “Professoressa Madison… letteratura…” appurò mentre un branco di ragazzi le andava in contro guardandola incuriositi. Qualcuno rideva e come immaginava aveva iniziato a chiamarla “Viso pallido”  invece di prendersela si mise a ridere, infondo lo era sul serio e probabilmente l’unica di quella scuola. Non rise più però quando uno di loro iniziava ad ostacolare il passaggio.
-Hey ti serve aiuto…!- un ragazzo infondo all’atrio, notando la dispersa e in balia del tipo, che si allontanò immediatamente sentendo la voce dell’altro ragazzo, si rivolse a lei. Non era la prima volta che vedeva un bel ragazzo, ma quello aveva un che di speciale: occhi neri e profondi, capelli lunghi ma non troppo che gli cadevano perfetti sulle spalle, neri come ebano, è ovvio. Si aveva un non so che di affascinante.
-Ti ringrazio…- espresse imbarazzata Natalie mentre cercava di non guardarlo troppo, anche se non poteva farne a meno, era davvero troppo bello quel ragazzo. Lui le prese il foglietto tra le mani.
-Ah la Madison .. beh lei è abbastanza simpatica…- sostenne indirizzandola verso il corridoio che l’avrebbe portata a lezione. Il tocco delle sue mani sulle sue spalle e il suo profumo la fece andare completamente in tilt.
-Eccoti qua… arrivata beh quando vuoi adesso sai a chi rivolgerti….- il bel tipo era in attesa di conoscere il suo nome.
-Natalie… mi chiamo Natalie… ehm grazie per il tuo aiuto…- sostenne prontamente mentre distolse lo sguardo perché lo stava fissando troppo. Il rumore della campanella la distrasse,   si voltò e del ragazzo non c’era nemmeno più l’ombra. Stava per voltare l’angolo per entrare in classe, quando i suoi libri le caddero per terra come in un domino. La risata dell’intera aula sovrastava la voce della professoressa. Quando quest’ultima ebbe la certezza che i ragazzi avevano smesso di sghignazzare, presentò Natalie alla classe.
-Scusali ma si lasciano facilmente trasportare dalle stupidaggini…- la rassicurò la donna sulla quarantina sorridendole. -E comunque …-sostenne rivolgendosi alla classe -Lei è la signorina Howards starà con noi per in po’… si è appena trasferita da Los Angeles e spero che avrà il tempo per poter mettersi alla pari con il nostro programma di letteratura- sostenne mentre Natalie abbozzò un sorriso incerto e guardava i suoi compagni di classe.un tipo in fondo all’aula non faceva altro che fissarla e continuare a sogghignare, il ciuffo un po’ ribelle, che gli ricadeva sulla fronte lo rendeva un po’ ribelle. Mentre continuava a fissarla e sogghignare gli lanciò un’occhiataccia.
-Bene vediamo di trovarti  un posto cosi’ iniziamo subito la lezione… allora….- mentre la prof si guardava attorno, Natalie sperava che non andasse a finire accanto al tipo che continuava a ridere insieme ad un gruppetto di ragazzi che lo seguivano in ogni sua gesta.
-Bene credo che vicino al signor King possa andare…- le speranze di Natalie furono vane, si ritrovò seduta esattamente accanto al tipo che se la sghignazzava.
E mentre la prof.sas Madison chiedeva di aprire il libro a pagina 142, il tipo non aveva assolutamente voglia di ascoltare la lezione.
-Allora da dove vieni?! Non sei di queste parti vero?!- espresse mentre si stiracchiava sulla sedia. Natalie lo fissò un secondo poi decise di non ascoltarlo. Il tocco del suo dito sulla spalla la fece a dir poco innervosire.-Hey allora… dai sono curioso di saperlo… secondo me vieni da una grande città… che ne so tipo Chicago… o New York… -
-Da Marte è da li che vengo… ora lascia che ascolti la lezione… ho da recuperare un programma intero e non ho tempo da perdere…-
-Okaaayy le mie scuse … ti lascio seguire la prof …ragazza di poche parole… cercavo solo di fare due chiacchiere… forse è vero che vieni da Marte… accidenti che caratterino…- espresse scrollando il capo. Natalie  si voltò  e lo fissò interrogativa, mentre lo guardava fare la croce sul cuore come per dirle che non l’avrebbe disturbata. Fece spallucce. Certo lo trovava buffo, simpatico a modo suo, ma non sarebbe mai stato il suo tipo, troppo invadente per i suoi gusti. Diede uno sguardo fuori dalla finestra, nevicava e anche forte, una novità per lei, anzi tutto era una novità, anche il cambiamento caratteriale di Sam, chissà se la sua teoria del bipolarismo era valida. Scrollo il capo, non era il momento di pensarci, evidentemente in questo posto c’era chi cambiava carattere spesso e chi come il suo compagno di banco era invadente e logorroico. Ci avrebbe fatto l’abitudine, ormai sentiva che quello sarebbe stato il la sua posto,  come posto infatti no era male anzi, e non poteva vedere tutto in negativo, infondo sua zia Kate sembrava a posto, premurosa da subito con lei e la ragazza del lago ghiacciato anche, era solo una questione di tempo e presto Milwaukee sarebbe stata la sua nuova casa.

 

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Capitolo 9
*** Amici, nemici e segreti ***




 
-Ciao …. Natalie …ti serve una mano?!- quest’ultima alle prese col suo armadietto si voltò stupefatta, dato che non conosceva nessuno, a parte il ragazzo logorroico e il tipo misterioso che l’aveva accompagnata in classe, in quella scuola.  Il primo carino ovviamente ma con l’aria troppo piena di se il tipico ce da di piacere ma tiene ad esagerare, il secondo dolce e gentile e terribilmente perfetto, quali irreale. Il volto di Natalie, decisamente stufo della giornata, si trasformò in gioia pura quando davanti si ritrovò la ragazza del lago.
-Hey ciaooo… -l’amnesia improvvisa, dato che le sfuggiva il nome della ragazza, la fece diventare ansiosa, poi riprese in controllo di se-Ally…. Anche tu qui?!-
-Ciao ... stamattina ho saltato la scuola … motivi familiari m beh si eccomi!!!– le venne spontaneo sorriderle e abbracciarla, praticamente era la sua ancora di salvezza. Ally ricambio un po’ sorpresa ma apprezzava il gesto. Poi le fece vedere come fare con l’armadietto.
-Allora com’è andato il primo giorno di scuola…. ?!Anche se non è finita… abbiamo anche un pomeriggio da affrontare … - le ricordò mettendole una mano sulla spalla , sogghignando.
-Beh a parte un tipo davvero carino che mi ha aiutata a trovare la classe ed un rompiscatole che mi hanno affibbiato come compagno di classe per tutto l’anno devo dire che sono sopravvissuta…- espresse ridendo. Insieme si recarono in mensa: un’enorme capanno con alcune panche e il cibo a buffet. Nattie un po’ rimase sorpresa dell’ambiente cosi’ inconsueto per pensare che fosse uno spazio mensa, si scrollò nelle spalle e segui’ Ally. Si mise in fila con lei per prendere quello che più’ la incoraggiava e il tipo decisamente bello e dolce, le comparve davanti.
-Hey ci si rivede…- espresse sorridendogli intimidita dal suo fascino. Lui si voltò e annui’, poi le sfoggiò un sorriso da urlo notando che si era  persa nei suoi occhi profondi e neri. Natalie lo ricambiò, non poteva non essere da meno con un tipo del genere.
-Direi di si… il posto è piccolo rispetto a quello da cui vengo io…- Natalie parlava ma il tipo sembrava assorto anzi preoccupato da qualcuno e\o qualcosa, come se avesse fretta di andarsene, all’improvviso sembrava irrequieto.
-Passa una bella giornata beh ci  si rivede…  comunque...-espresse quasi scappando da lei, Natalie si voltò lanciandogli un’occhiata stranita. Ally, che sapeva benissimo il perché del suo comportamento, scrollò la testa facendo finta di nulla. Conosceva abbastanza bene Chad e il suo gruppetto, cosi’ presi dall’euforia e sempre pronti a creare scompiglio, non dava la colpa a lui,  ma ali sua amica Kam,  il suo lato iperprotettivo, quasi come lui forse di sua proprietà  un po’ la lasciava sgomenta,  lei e suo fratello Owen i leader del gruppo. Si chiese come Chad avesse potuto entrarne a fare pare, ripensandoci se lo immaginava, dopo quello che gli era successo si era casi rifugiato con loro. Poi  pensò anche che  da sempre c’era una forte rivalità tra la famiglia di Kam e la sua, osservò il gruppetto e si scrollò nelle spalle.
-Dai vieni a sederti con i miei amici… -espresse a Natalie sorridendole, cercando di distoglierla da Chad, mentre questa era ancora allibita dal comportamento strano e poco normale del ragazzo che poche ore prima era stato cordiale con lei, quando  lo rivide capi’ tutto, le bastò l’occhiata della ragazza che gli stava accanto, bellissima, dai lunghi capelli corvini e occhi  grigi e profondi. La fissava ostile e se avesse avuto dei laser al posto degli occhi l’avrebbe colpita. Ally le fece cenno di andare avanti e suo malgrado doveva passare davanti a quel tavolo. Natalie distolse lo sguardo, intimorita, quella ragazza faceva paura ma non capiva la motivazione di quelle occhiatacce fuori luogo, infondo non aveva mica detto al suo ragazzo, seppur lo era, di mollarla e avere una tresca con lei.
Arrivando al tavolo dagli amici di Ally, Natalie decise di non pensarci, anche se la situazione le risultava abbastanza strana. Anche Ally mentre erano passate davanti a quel tavolo, quasi stava volando per raggiungere la sua postazione “L’avrà fatto perché non voleva che mi procurarsi dei guai con la ragazza dallo sguardo assassino”.
-Allora…- la voce di Ally che parlava la distolse – lei è Natalie…. – espresse  rivolgendosi agli altri per presentarla.
-Ciao …sostenne un ragazzo robusto e con un ciuffo ribelle sulla testa, si unirono anche una ragazza con dei capelli nerissimi raccolti in una scultura di trecce e un ragazzo magro come uno spillo. Ally li presentò:
-Lui è Alex…- disse indicando il ragazzo magro preso dalle letture dei suoi fumetti. –Lei è Luyu …- le indicò mentre questa le sorrise incuriosita.
-Chiamami pure Lù … qui tutto ci diamo dei diminutivo altrimenti non ci capiremmo….  I nomi indiani sono stranissimi il mio pensa sarebbe Luyunn- … credo che Lù suoni meglio…!- tutti compreso Natalie scoppiarono a ridere. –Allora sono nel posto giusto tutti mi chiamano Nattie anziché Natalie…- sostenne mentre Lù le faceva posto accanto a sè.- E infine Benjamin … -
-Ben… Ally… io sono Ben….!!- le sottolineò facendo riferimento a Lu e al suo discorso dei diminutivo.
-E io che ho detto ….- riscoppiarono on una risata ancora una volta a cui si uni’ anche Natalie, per la prima volta si sentiva come se nulla fosse cambiato, come se avessero trovato anche nel Wisconsin un po’ delle abitudini prima della sua partenza: divertimento e risate, il sale della vita, gente normale con cui fare amicizia. Anche l’ora della mensa passò velocemente, divertendosi e parlando del più’ e del meno, quasi dimenticò la strana coppia, cosi’ li aveva definiti ormai pensandoci, li rivide mentre uscivano dal locale, sembrava pendere dalle sue labbra
-Ci vediamo dopo…- sostenne Ally lasciandola davanti alla classe di storia, dove avrebbe svolto l’ultima ora. Non fece in tempo ad entrare che si senti’ afferrata da delle braccia. Il tipo strano le ricomparve, sfoggiandole uno dei suoi sorrisi, ma aveva deciso di non farsi incantare, non così facilmente almeno.
-Hai deciso di farmi prendere un colpo…?!- sostenne un po’ agitata Natalie scrollandosi le sue braccia e incamminandosi verso l’aula, dato che il prof non aveva l’aria di uno che aspettava i suoi comodi.
-No è che volevo scusarmi per prima… non volevo essere maleducato ma…- cercava di giustificarsi ma Natalie non ne capiva nemmeno il motivo anzi lo trovava esagerato, non le  doveva spiegazioni, era evidente che la sua ragazza fosse gelosa, ma lasciò a lui la parola comunque.
-Okay scuse accettate ora se permetti….- espresse notando che il prof iniziava a battere le dita sul tavolo in attesa non del tutto disponibile.
-È colpa di Kam la mia amica… quando c’è lei non… posso – cercava di spiegarle ma Natalie era restia all’ascolto in quel momento, la faccia del prof la preoccupava molto di più.
-Senti si è fatto tardi, e non voglio beccarmi una nota proprio il primo giorno… perciò è meglio che ti metti d’accordo con la tua amica, così come la definisci, e poi ne  riparliamo… ah tranquillo non hai niente da spiegarmi è tutto chiaro !-  Natalie sgattaiolò in classe e prese posto al banco vuoto, si guardò in giro, fece cenno ad un vicino di notizie sul suo compagno di banco, una ragazza si scrollò nelle spalle quasi fregandosene.
-Era ora signorina Howards…- la sorprese il prof pensando che lei non si fosse accorta che aveva notato il suo rientro – è cosi’ che funziona a Los Angeles si entra e si esce quando si vuole…?!- sostenne irritato.
-No mi scusi ma quel ragazzo…- si spiegò Natalie presa alla sprovvista.- Mi ha fermata … e…-
-Delle sue tresche amorose non mi importa …- espresse impettito il vecchio dalla barba grigia. La risatina della classe fece arrossire Natalie e non le giovò affatto.
-No ma se mi lascia spiegare….-  sostenne cercando di fornirgli la realtà dei fatti, ma questi la fosso sbigottito e anche dispettoso.
- Non ho assolutamente voglia di stare ad ascoltare inutili scuse, da una ragazza che con questi posti non ha nulla a che fare, quindi è meglio che si zittisce e impara le usanze della riserva in cui è costretta a vivere… credo che le conviene se vuole restare illesa in  questo posto… anche se credo sarà difficile per lei, e sinceramente non credo che sappia come si faccia….- detto questo iniziò a dire ai ragazzi di aprire il libro assegnato e leggere.  –Ah qualcuno sa che fine ha fatto il signor Wood…- la maggior parte scrollò le spalle. –Va bene alla sua assenza  ingiustificata penseremo dopo…- espresse annotando su un foglio. Nessuno osava alzare la testa, nessuno le fece un cenno di incoraggiamento. Natalie si sforzò di non piangere, non si era mai sentita cosi’ umiliata e scoraggiata in vita sua, dava però ragione a quel professore acido e severo:  doveva imparare qualcosa su Malomonee Falls, qualcosa che nascondeva quel posto c’era, ne era sicura, lo avrebbe scoperto, ad iniziare dal comportamento strano di quel ragazzo con l’amica dagli occhi glaciali. Apri’ il libro e cercava di seguire la lezione, la modalità del prof non le era piaciuta, gli avrebbe fatto ricredere tutto quello che aveva detto su di lei.  Non si sentiva ne viziata, tantomeno impreparata. Per fortuna l’ora fini’ presto e con essa anche il primo giorno. Si diresse verso l’uscita, Ally la stava aspettando.
-Andiamo?!- sostenne prendendola sottobraccio. Si stava dirigendo verso la strada.- Tutto bene Natalie… sei strana?!-
-Si… sono solo stanca- aveva deciso di non parlarne, non voleva passare per una vittima, doveva solo dimostrare chi era davvero  e di certo un vecchio con la barba non le faceva paura.
-Vieni mio fratello ci aspetta in macchina… ma tu dovresti conoscerlo….è del tuo anno….- sostenne mentre accelerava il passo Natalie la seguì, pensando a chi della sua classe  potesse essere il fratello dell’adorabile Ally. –  scusa se corro ma è meglio sbrigarmi è dispettoso e se non ci muoviamo è capace di lasciarci qui….- sogghignò mentre faceva un cenno al tizio nella macchina. Natalie lo fissava incredula, il suo compagno di banco, rompiscatole, sempre pronto ad impicciarsi era il fratello di Ally.
-oh no….- espresse avvicinandosi alla portiera.
-cos’è non ti vado bene quanto Chad …..?!?- espresse mentre la fissava nello specchietto retrovisore. Aveva un’aria strana, non sembrava lo stesso in vena di scherzi, conosciuto qualche ora prima.
-Josh lascia stare…. – cercava di sviarlo Alla imbarazzata. Natalie non capiva di chi stesse parlando. – Andiamo a casa …-
-Chi è Chad?!- chiese incuriosita Natalie.
- Il tipo che sbava per te o al massimo il contrario… sempre che Kam te lo permetta! - sostenne  disgustato, accendendo il motore della Jeep e avviandosi verso la strada che li avrebbe portati a casa.
-Io non sbavo per nessuno e comunque la sua ragazza o quello che è, lo tiene al guinzaglio  quindi no problemi!Piuttosto come mai non eri a lezione ?! Il prof ha chiesto di te non sapevo che dire…-
- No problemi Ma come parli?!- espresse incuriosto - e poi tu?! Tu non sapevi che dire..?- José scoppiò in una risata fragorosa. Alla lo guardava arrabbiata e gli intimata di smetterla.
-Allora perché non eri a lezione ?! Il professore era molto arrabbiato… colpa di quel Chad!- Nattie era furiosa e allo stesso tempo suriosa di capire dove il suo adorabile compagno di banco avesse trascorso l’ultima ora di lezione.
- Problemi personali.  – espresse serio  tossendo –… E così il prof Walter ti ha fatto una bella ramanzina!- continuò ridendo a pensarci - …beh fa così con tutti è il nostro incubo! Per quanto riguarda Chad beh li non ti biasimo affatto… quello è un attira casini- sostenne ridendo, anche che la sola idea che Natalie avesse avuto a che fare con lui lo irritata e non poco.
-Non ci trovo nulla da ridere e comunque almeno lui con me si è comportato bene…  è stato gentile all’inizio, tu  nel cortile non non hai fatto nient’altro che… farmi impazzire  con i tuoi amici! cosa ti aspettavi?!-
-Davvero ti faccio impazzire?!?…- sostenne fissandola dallo specchietto retrovisore, con aria divertita, i suoi occhi neri sembravano sprofondare nei suoi azzurri- mi spiace però deludenti  … non mi piacciono le bionde… ma forse con te farò un eccezione-. Ally gli implorava di smetterla, sapeva quanto suo fratello diventasse perseverante in queste occasioni. Lui le fece cenno che avrebbe smesso. Natali lo fissava allibita, gli stava antipatico, ma allo stesso tempo non poté fare a  meno di sorridere a quello chele aveva detto.anche lui la guardava dallo specchietto, lo sguardo si era fatto serio, concentrato, come se qualcosa lo preoccupasse.
-Bene … - espresse arrivato a casa di Kate e Sam – arrivata !- le ricordò  notandola pensierosa.
-Ci vediamo domani …?!- chiese ad Ally.
-Certo ti passiamo a prendere …..!- espresse allegra.
-A patto che sorridi di più… sembri un’altra !-. Natalie gli sorrise spontaneamente, continuava a non sopportare il suo sarcasmo ma tutto sommato sembrava a posto. Chiuse la portiera e si diresse  verso casa, anche se non ne era  del tutto certa era quello  ormai il significato che lei  le dava. Stava per entrare, si voltò a guardare la macchina che spariva nel fitto di una stradina della riserva. Sua zia era seduta a leggere uno dei suoi manuali e a sorseggiare vino.
 Dopo averle fatto compagnia, raccontato del primo giorno, di Ally e dei suoi amici, della strana coppia e della sorpresa  della giornata, ovvero che il compagno  di banco rompiscatole altri non era che  Josh, la quale aveva capito  spesso frequentasse la sua nuova casa.   Dopo  cena si propose di sistemare la cucina e lasciare che zia Kate e Sam si  godessero un bel film in televisione, sorrise nel guardarli sul divano abbracciati, così innamorati e dolci.  Per fortuna Sam sembrava avesse anche sotterrato l’ascia di guerra.  Salì  la scala che l’avrebbe portata nella sua stanza,  pensava a Josh e quanto fosse buffo anche se rompiscatole, ma notò che la  scala della soffitta era aperta, stava per darci un‘occhiata quando sentì i passi dietro di lei.
-Hey tutto a posto?!- le chiese in ansia e decisamente preoccupata per la scala dimenticata aperta sua zia. –Sono una gran disordinata… mi ero dimenticata di chiuderla… sai è pericolosa rischi di prenderla direttamente sulle tempie…- espresse mentre Natalie la seguiva con lo sguardo, sua zia sembrava agitata, ma non capiva la sua ansia, sembrava fuori luogo.
Tranquilla zia può capitare!-  espresse ridendo guardando la velocità che Kate ebbe di chiudere la scala anche se con fatica.
-Ti do una mano?!- si offrì Natalie.
-No!-il tono fermo e allertato di Kate fece restare sorpresa Nattie.
-Okay scusa vado a dormire allora…- espresse Natalie preoccupata dal tono di voce di sua zia, quasi infastidito.
- Scusa non volevo essere brusca …- Kate aveva capito di aver esagerato –in soffitta c’ è solo  il mio studio… è uno spazio che preferisco gestire da sola  sai troppe carte e libri poco comprensibili, ho il ordine in un disordine totale!– le spiegò mentre Natalie annuiva al suo chiarimento ridendo con lei.
Okay .. non preoccuparti zia… se è off limitz lascerò che sia tale… non invado i tuoi spazi … è una cosa che capisco… nemmeno a me piacerebbe…- espresse sbadigliandole quasi addosso… – ora se permetti .. vado a dormire domani si torna a scuola… - espresse abbracciandola ma guardando ancora la soffitta chiusa. Sua zia ricambiò quasi tirando un sospiro di sollievo, in quella soffitta c’erano troppe  storie che Nattie non avrebbe compreso -Buonanotte tesoro…!-subito dopo chiuse,  con addirittura un lucchetto, la scala per impedire di salirci. Natalie chiuse la porta, sbirciò il suo portatile, c’erano mail da parte di Karen, nonché una decina di messaggi, dopo vani tentativi di rintracciarla per salutarla e raccontarle del primo giorno di scuola nel Wisconsin, le lasciò un messaggio. Spense la luce, ma non faceva altro che pensare a cosa ci fosse in quella soffitta di così particolare che su zia non voleva farle vedere, perché immaginava che c’era qualcosa da nascondere. Mentre immaginava cosa, Morfeo l’accolse tra le sue braccia, e dopo aver chiuso gli occhi decise che ci avrebbe pensato il giorno successivo a scoprirlo ma non poteva tralasciare doveva sapere cosa le nascondeva sua zia.

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Capitolo 10
*** Solo una leggenda ***


Erano passate alcune settimane dall’arrivo  di Nattie, nel Wisconsin, dal primo giorno di scuola, dal primo incontro con Chad e Josh. Il rapporto con Ally e il suo gruppo di amici si faceva molto intenso, passava spesso tempo con loro, aveva persino imparato ad andare sul ghiaccio e giocare a hockey, il merito  tuttavia era di Josh  che nonostante avsse il suo gruppetto di amici con cui strimpellavano alcuni pezzi rock continuava a starle accanto  “Non posso vederti cosi’ annoiata !” le confessò un giorno, mentre stava a fissare lui e i suoi amici giocare, dopo averli ascoltati suonare, José divertito  decise cosi’ di buttarla nella mischia di ragazzi e farla un po’ svagare. Si stava divertendo un mondo con lui, rideva e scherzava ma ci fu un episodio molto strano,  erano comunque a scuola e tutti si bloccarono quando arrivò Chad e la sua “amica” Kimmy. Josh le aveva spiegato qualcosa di loro due, ma tutto era  ancora per lei cosi’ confuso: Natalie non ci aveva capito moltissimo solo che quando c’era lei il mondo si fermasse e che lei avesse un forte ascendente su di lui.
-Mi sembra una cosa esagerata – sogghignò Natalie- sai anche da dove vengo io accadono queste cose…. nel mio vecchio liceo  per esempio c’era una ragazza Rebecca, che aveva lo stesso atteggiamento di Kammy…- per Natalie sembrava assurdo ma aveva capito che per Josh la questione sul gruppo di Kammy era una delicata, infatti alla richiesta di una spiegazione plausibile, lui cambiò completamente argomento.
- Ecco … sta arrivando mia sorella che ne dici se andiamo a farci un buon cheeseburger?!- sostenne sorridendole. Anche se un po’ delusa dal non aver avuto una risposta da Josh, non rifiutò la sua offerta e si stava accorgendo che  più lo frequentava più lo iniziava a trovare carino,  simpatico e divertente, però non avrebbe mai voluto avere una relazione con lui, sarebbe stato un buon amico, non era pronta per una storia piuttosto una vera amicizia.
-Certo… !-affermò Natalie ricambiando il sorriso. Non poteva però non pensare a tutte le cose strane che le erano accadute nelle ultime settimane. Ad iniziare a appunto da Kammy, quella ragazza faceva paura a volte, un giorno nello spogliatoio dopo la lezione di pattinaggio, aveva notato dei segni strani sul suo corpo, all’inizio sembravano lividi, poi mise a fuoco che erano un misto di cicatrici e segni. Le venne in mente di tutto, o qualcuno l’aveva picchiata o era caduta, non la stette a fissare molto, prima di tutto per non essere indiscreta e perché lei si accorse subito del suo sguardo proprio su quelle cicatrici e con uno sguardo malefico e una sorta di rantolo si coprì con una maglietta ma non si limitò a quello.
- Cos’hai da guardare?!- disse irritata orientandosi verso Natalie. Per fortuna , quest’ultima,  era consapevole di essere a scuola in uno spogliatoio  femminile, altrimenti avrebbe iniziato a pensare di essere protagonista in un film di fantascienza quando la vide  incresparsi  la pelle e la voce ansimante. Una del suo gruppetto accorse, dicendole di calmarsi che non era il caso di agitarsi in quel modo. Sembrava molto agitata per quello che stava accadendo davanti agli occhi increduli di Natalie.
-Niente scusa e che  ho visto quei lividi e mi sono fatta mille domande… e permettimi di dirti che se è stato Chad beh… dovresti.. non so denunciarlo…- Natalie non riusciva nemmeno a parlarle, l’aveva paralizzata. Avvicinandosi a lei, sembrava tornata “umana” ma la voce non era proprio normale.
- Tu non hai visto niente! E tantomeno devi impicciarti di quello che mi riguarda! Ti conviene starmi lontana… se non vuoi finire nei guai… e per quanto riguarda Chad … devi stargli alla larga… intese?!- sostenne agitata mentre fece capire con un movimento inconsueto che aveva terminato il terrore show verso Natalie.
Quest’ultima annuì, sempre paralizzata dallo sguardo strano di Kammy.  E mentre l’amica  di quest’ultima, la prese trascinandola fuori dagli spogliatoi, allo stesso modo Natalie corse fuori. Ally la intravide agitata, mentre stava percorrendo il corridoio che dava sugli spogliatoi.
-Hey tutto a posto Natalie?!- le chiese preoccupata avvicinandosi.
- No… assolutamente no…!- raccontò scossa mentre cercava di non pensare alle cicatrici e alla reazione di Kammy. La sua voce e la sua pelle.
- E’ successo qualcosa?! Ti prego ti vedo cosi’ …- le chiese angosciata Ally.
-Agitata… spaventata…. Terrorizzata?!- concluse Natalie – per quello che ho visto è cosi’ che deve essere …-
- Ma cosa hai visto?!- le domandò a questo punto incuriosita Ally.
- Andiamo a casa mia… ti racconto tutto…- sostenne Natalie, afferrandola per mano prima che cambiasse idea.
Arrivate a casa, Natalie , si accertò che nessuno fosse nei paraggi, Sam e sua zia non c’erano, un biglietto sul frigo l’avvisava che non sarebbero tornati prima di sera. Corse in camera, chiuse, finestre, tende e la porta a chiave. Tutto sotto lo sguardo inquisitorio di Ally.
-Okay… ora che siamo a casa tua e che hai capito che nessuno ci sentirà  e ci vedrà, mi spieghi che diavolo ti è successo?!-
-Si ..- affermò facendo un lungo sospiro- … nello spogliatoio ho visto Kammy…-
- E ti agiti solo per questo?! Cos’è che ha fatto di cosi’ terrificante…- espresse sorpresa.
-  Che cosa non mi ha fatto vorresti dire?!- sottolineò terrorizzata Nattie.
- Ti ha aggredito?! È per questo che sei agitata…?! Ma lo fa con tutti… credimi… ignorala, fa finta che non esiste e vedrai che lei ti lascia in pace…-Ally iniziava a preoccuparsi, conoscendo Kammy poteva aver fatto di tutto.
- Non mi ha aggredita… solo spaventata…- spiegò Natalie - … io stavo finendo di vestirmi, e non volevo guardarle… io non so mi è caduto l’occhio e... non potevo crederci…-
- Cosa hai visto?!-
-Cicatrici… segni… tantissimi, sulla schiena, sulle gambe sulle braccia… piena di quei segni…-
-Ne sei sicura?! Magari era il riflesso della luce o…- cercava di sviarlo.
- No !Non era il riflesso della luce! Credimi era davvero da film horror!- affermò sicura Natalie-… lei si è accorta che stavo guardando…-
- O cavolo!- sostenne Ally ansiosa più della sua amica.
- Ecco è la stessa cosa che ho pensato io… si è avvicinata… una sua amica la tratteneva, ma lei era arrabbiata, la pelle le si stava accartocciando, tremava come se stesse per esplodere e gli occhi, la voce…-
- Beh se era arrabbiata …è normale….-Ally cercava di tamponare la situazione ma immaginava cosa avesse visto Natalie.
-Ah quindi qui a Menomoone Falls quando una si arrabbia la pelle quasi le si strappa dalla faccia e la senti rantolare?! Interessante…- sostenne Nattie ironizzando sarcasticamente.
- Nattie… forse è meglio che ti faccio una tisana…  che ne dici sei … agitata e se tua zia ti vedesse cosi’ non saprei come…-
-mia zia cosa centra?!? Lei sa perché Kammy è… cosi’!? E comunque si sono agitata?! Oh si che lo sono… e se tu mi sei amica mi aiuterai ad andare a fondo a questa storia… voglio sapere perché ha quelle cicatrici, perché tiene tutto e tutti al guinzaglio… io devo saperlo non posso non pensarci, ho visto diverse volte dei comportamenti strani in lei!-
- È una leader… una bulla… Natalie stai esagerando…!-
- Io non esagero…!- espresse afferrando il suo giubbino. – pensavo fossi mia amica ma… a questo punto me la vedrò da sola.
- No aspetta vengo con te!- rispose Ally seguendola. Natalie si fermò per pensare, poi esplose.
- Cominciamo da Chad!- . Ally la fermò seduta stante mettendosi davanti a lei.
-No ma tu sei matta! Chad?! Da lui…  non possiamo andarci…!- Ally fece quel che passo indietro, mentre mandava un sms dal suo cellulare, ma Natalie nemmeno se ne accorse era già sulla strada. Ally la rincorse e la fermò.- non puoi andarci!-
- oh io ci vado eccome! O c’è qualcosa che devo sapere prima di andarci?- in attesa di una risposta che non arrivava da Ally riprese la strada rivolgendosi a lei.
-Allora?!Mi segui o no?!- espresse Natalie, cercando di capire in quale direzione andare. - per andare da Chad ci serve la macchina… ho mandato un sms a Josh, per vedere se…-
-Perfetto ce la presta !?- espresse entusiasta e frenetica . La risposta non arrivò a tardare.la Jeep di Chad le si fermò davanti.
- Senti se vuoi andare da Chad ti accompagno io ma lascia mia sorella fuori da questa storia okay?- le chiari’ preoccupato dalle intenzioni di quella ragazza, non poteva permettere che andasse da sola a casa di Chad, conoscendo la situazione che c’era, non poteva sapere quello che accadeva, non cosi’ e non senza il consenso di Sam e sua zia.
- Ben se è questo il problema … basta che mi dai l’indirizzo, ho il navigatore sul mio cellulare… per cui no problem!-gli spiattellò in faccia mentre riprendeva a camminare. Josh uscì’ dalla macchina e la raggiunse a grandi falcate, la afferrò con una bella morsa.
-Che vuoi! Lasciami andare!- gli urlò mentre cercava di districarsi.
- Non puoi andare da sola a piedi per 15 km , ti congeleresti, potresti cadere in un burrone o addirittura spaventati per un orso, e Sam tantomeno tua zia me la farebbero passare liscia… per cui sali…!- espresse tirandola a sè.
- Cos’è sei diventato il mio protettore adesso?!- gli chiese derisoria.
- Potrebbe essere! Dai su muoviti e … anzi ti anticipo una cosa… entrare a casa sua… è impossibile… ma dato che tu hai il bel vizietto di non credermi… ti farò vedere con i tuoi occhi… ci sono più controlli in quella reggia che non in un’ aeroporto…!-
- Però adesso capisco perché Kammy lo tiene in pugno è pieno di soldi… ricco sfondato!-
-Si…- le rispose sbuffando, sapendo che la realtà del legame con Kammy era ben diverso, non erano i soldi ma ben altro- adesso sali prima che cambi idea…-
- Hey vengo con voi… ! – aggiunse Ally alla faccia contrariata di suo fratello.
-Forse è meglio che resti qui… Sam o Kate potrebbero tornare… di loro che siamo andati a fare un giretto, al cinema… non so…-
-Cosa?! No …senti vado da sola e per mia zia non preoccuparti sono abbastanza grande per vedersela da sola con lei!-
-Tu non ti muovi da qui!- espresse fermo Josh. Per la prima volta lui le aveva fatto paura. E mentre Alla annuiva al comando del fratello, a Natalie non restò che ammutolirsi e accettare le condizioni di Josh.
Per tutto il tragitto ci fu un lungo silenzio.  José ogni tanto  guardava Natalie, sperava che almeno non accadesse nulla di terribile, conosceva la famiglia di Chad, conosceva il loro segreto e quello di alcuni ragazzi e ragazze della sua zona, ricordava quando gli era successo anche a lui se non fosse stato per Sam e per Kate che da anni ormai studiavano il fenomeno non avrebbe retto, probabilmente sarebbe andato fuori di testa. Anche Natalie lo fissava preoccupata. La sua voce lo aveva spaventata, non lo aveva mai visto così serio e impensierito. Josh era angosciato, se anche Natalie come sua zia molti anni fa scopriva tutto era la fine, tutti quelli come lui, o quasi, avrebbero dovuto evadere. -Arrivati…- espresse con voce afona. Natalie si guardò attorno, in effetti la strada era stata tortuosa, da sola non avrebbe trovato nulla se non un pugno di mosche, la casa era circondata da muri altissimi, e un cancello enorme in ferro divideva la dimora dalla strada e dalla macchina.
-Grazie… e scusa se sono stata precipitosa ma vorrei solo capire … succedono cose strane io devo solo capire…- si giustificò facendo spallucce.
- Lo so … anch’io la penserei come te… ma prima che tu veda cose che non potresti immaginare esistano… è meglio che mi ascolti bene…- Josh tentava di proteggerla ma non sapeva nemmeno lui se stesse facendo la cosa giusta, se raccontarle parte di  quello che in realtà il posto in cui era andata a vivere nascondeva. Natalie lo fissava in attesa, era silenzioso e tormentato.
-C’è qualcosa…che dovrei sapere….?!- chiese iniziando a farsi mille domande dalla faccia di Josh.
-Se vuoi che ti racconto tutto Nattie dobbiamo fare marcia indietro… andare via da qui… -le spiegò Josh con la speranza di farla convinta, non aveva avuto una buona idea sperando di scoprire la verità tramite Chad e la sua famiglia.
-Lo sapevo che era una trappola! Dovevo venire da sola!- rispose stanca delle scuse di Josh. Tentò di aprire lo sportello ma lui la bloccò con una stretta troppo forte per liberarsi.
-No Natalie! Non potevi è pericoloso per un umana… ti prego dobbiamo andarcene!-
Quelle parole lasciarono sbigottita Natalie, chi o cosa era lei rispetto agli altri e a Josh?!. Ma di che diavolo stava parlando?! Non capiva se stesse scherzando ma quando notò la sua faccia afflitta non poté non prenderlo sul serio. Lui tentò di abbracciarla, sentiva di doverla sostenere in quel momento, troppi cambiamenti, troppo fragile per poter affrontare una verità come quella da sola.
-Lasciami…!- gli intimò scostandosi da lui, quasi impaurita, non sapeva chi avesse accanto a questo punto.
-Scusa non so perché l’ho fatto volevo solo… aiutarti...- si sentiva un idiota, ma la vedeva sconvolta e fragile e, non poteva non rassicurarla. Passò qualche minuto prima che potessero tornare a parlarsi.  Josh accese il motore, forse l’aveva convinta a tornare indietro ma non tardò a doversi ricredere. Lei gli tolse le chiavi dall’accezione, facendo sobbalzare la macchina e loro stessi in avanti.
-Siamo qui voglio sapere adesso!- sostenne Natalie tenendo le chiavi serrate nella sua mano.
-Okay ma per favore allontaniamoci da questo posto…-
-Perché cosa c’è qui!? Cosa mi stai nascondendo? -chiese brusca.
- Lo saprai ma ti prego andiamo via… io sto…-
Natalie lo fissava, sembrava stare male, sembrava strano, annuì e quasi rabbrividendo penso  convinta che forse anche lui non fosse tanto  “umano” quanto lei.- Stai bene Josh… ?!-
Lui si voltò  verso il finestrino perché non voleva si preoccupasse troppo, stava male e la faccia non lo poteva nascondere.- Tranquilla è tutto a posto…- Natalie consegnò le chiavi, Josh accese la macchina e a tutto gas lasciò quel posto.
Si fermarono in una tavola calda, proprio la stessa nella quale Natalie stava trascorrendo la serata, è per questo che quel racconto le riaffiorava alla mente nonostante fossero passate settimane.
-Vuoi ordinare qualcosa?! Hai fame?!- le chiese passandole il menu’. Natalie glielo abbassò.
-Questo non è un appuntamento… io voglio che tu mi racconti…- sostenne mantenendo il suo sguardo deciso e fermo.
-Okay… sappi che sto rischiando molto per te…-
- Non sono io che ti ho chiesto di farlo… potevi lasciarmi andare a chiarire le cose con Chad… Se parli di mia zia e di Sam mi prendo la responsabilità  io… puoi stare tranquillo-
-Non potevo lasciarti andare… e comunque avresti perso solo il tuo tempo….-
-Allora non perderne nemmeno tu… e dimmi quello che non so…-
Josh abbassò lo sguardo, cercando di trovare le parole giuste per spiegarle il perché delle cose strane che aveva visto, ma da dove iniziava dato che se rivelava troppo dopo o lo avrebbe preso per un malato di mente o sarebbe scappata via.
Qualche tempo fa… diciamo qualche decennio fa c’era una ragazza, bellissima con lunghi capelli neri e gli occhi grigi ma cosi’ grigi che sembravano argentei, la ragazza viveva in pace, tranquilla nel villaggio, proprio qui a Menomonee Falls. Aveva altri fratelli e sorelle, ma tutti avevano un occhio di riguardo per lei. Quando crebbe la sua amicizia con un ragazzo del villaggio si fece più forte… intensa… lei non sapeva però che non poteva assolutamente innamorarsi di lui… infatti i suoi quando scoprirono la cosa le proibirono di avvicinarsi. Luna… cosi’ si chiamava non capiva la motivazione dell’obiezione dei suoi genitori, cercò di andare a fondo ma non seppe mai in realtà il perché… lo scopri’ una notte quando lui la portò in una grotta, vicino al lago per vedere le stelle… si baciarono, tutto sembrava tranquillo quando lui  le mostrò che stava male, che era vero che non potevano esser innamorati e lei non doveva stare co lui dato che era pericoloso, cosi’ si trasformò in un licantropo, lui scappò via e non riuscì’ a trovarlo per molto tempo. E ancora oggi continua a cercarlo…nelle notti di luna piena quando senti i lupi ululare alla luna…-. Josh eise n sospiro ansioso, pensava se Sam avesse saputo che lui aveva raccontato quella leggenda, lo avrebbe ucciso. Natalie al contrario e con grande stupore iniziò a sghignazzare, lasciandolo stupefatto.
Scusa se te lo dico Josh ma questa storia mi sembra assurda! Quindi Kammy è umana e Chad è un licantropo, non possono stare insieme e io sono vista come una rivale?! Mi sembrano fandonie!--No non si tratta di fandonie ….è una leggenda… legata alla situazione di Chad …lasciami finire!- Natalie annuì, continuando a ridere, voleva vedere fino a che punto arrivasse, con la sua assurdità. La trovava interessante come storia ma davvero comica come assonanza a Chad e Kammy.
-Luna lo trovò ma nonostante voleva “guarirlo” dalla licantropia non riuscì’ a farlo e per questo che lui la trasformò in un licantropo, mordendola,  e insieme scapparono felici e contenti!-Natalie si alzò in piedi e fece un lungo applauso, facendo girare un po’ di ragazzi nella tavola calda.
Josh …- lo fermò Natalie- … Ti prego  smettila con la leggenda e dimmi di Chad e Kammy…-
Ma è quello che ti ho detto!-
Mi stai dicendo che sono due licantropia?!?- espresse costernata Natalie.
Potresti abbassare il volume … c’è gente che sta mangiando e che ci sente!-
Si abbasso la voce… non voglio che qualcuno mi prenda per una svitata che crede ancora all’esistenza dei licantropia e comunque … non me la sono bevuta…-
Ecco …!- espresse José Sbuffando- nemmeno il mio sforzo ripagato!-
Da come hai descritto il tutto  sento che c’è qualcosa di strano… che ti impedisce di parlarne davvero…-
Te ne sei accorta vero?! Senti io non è che non voglio dirti ma…-
Non puoi… perché sono storie assurde… ah sai che ti dico penso a questo punto che farò le mie scuse ad Ally… Kammy è solo una sbruffone che si crede di essere chissà chi!-Josh rise alla sua battuta, e si sentiva soddisfatto, sapeva che non avrebbe detto più nulla sentendo della leggenda di Luna d’argento. Solo chi era del posto sapeva che quella fosse più di una storiella per spaventare i ragazzini o i turisti che venivano dalla città. In compenso Natalie non ci pensò per alcuni giorni.La mente di Natalie tornò alla realtà, quando la mano di Ally la richiamava all’attenzione.
-Hey ma su che pianeta eri?!-
-Sulla luna!- rise Natalie ammiccando a Josh. Pensando alla leggenda. José ricambiò il so sorriso. La trovava deliziosa, adorava i suoi capelli biondi e un po’ scompigliati.
-Domani siamo invitati alla festa di halloween e indovina chi suonerà?!- le annunciò Alla  entusiasta.
A Natalie non ci volle molto per immaginarlo. Josh e la sua rock band le andavano proprio a genio. Dopo il suo racconto sulla leggenda, dopo qualche settimana ancora trascorsa con lui stava capendo che forse non sarebbe rimasto solo un semplice amico. Mandò un sms a Karen e le raccontò che come qualsiasi festa della scuola le mancava un bell’abito e un buon accompagnatore per la serata. Doveva pensare a divertirsi e svagarsi come qualsiasi ragazza della sua età. Mentre festeggiava entusiasta con gli altri, pensando alla festa, si lasciò avvolgere nell’abbraccio di Josh, che ormai era diventato il suo porto sicuro.

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Capitolo 11
*** Il segreto nascosto ***


 

~~Quella mattina Natalie si era svegliata piuttosto entusiasta, come una ragazza normale felice di partecipare ad una festa e soprattutto quella di Halloween, a lei era sempre piaciuta da quando era bambina, stava tempo a prepararsi e cercare travestimenti ricercati per la notte più spaventosa dell’anno.
-Buongiorno Nattie… - sua zia in cucina era intenta a versarsi del caffè, ma non indossava il suo bel completo in stile Lara Croft, per fare escursioni nel bosco e trovare buone nuove sui nativi americani, oggi era avvolta in bel tubino nero e una giacca glicine a farle da completo. Questo lasciò a bocca aperta Natalie, che non poté non farle i complimenti ad alta voce.
- Come siamo eleganti zia!!- espresse osservandola quasi con invidia dato che poteva sembrar benissimo una top model.
- grazie…- espresse sorridendole mentre beveva il caffè e leggeva il giornale- oggi è un giorno particolare perché devo sostituire un professore del tuo liceo… il prof. Walter …-
- Ah…- espresse sollevata, certamente una giornata senza il professore che dall’inizio l’aveva giudicata e ridicolizzata davanti alla classe  non poteva che aumentare l’idea di una giornata perfetta.- E cosi’ avrò l’onore di  migliorare  e aumentare la conoscenza della storia americana grazie a te….!-
-  So che è un tipo troppo tradizionale ma è una brava persona credimi…- espresse tirando su lo sguardo per poi lasciarlo  per scrivere un biglietto per Sam, come era solita fare quando lui la mattina usciva presto per correre.-  bene adesso sbrigati che facciamo tardi!- disse mentre controllava il contenuto della sua borsa da lavoro.  Natalie si apprestò a salire ma sua zia la fermò sulle scale prima del tempo. – ah visto che vai di sopra prendersi per favore un libro che ho lasciato nel mio studio…?!-
Natalie annuì’ allegra e allo stesso tempo incredula. Molte cose erano cambiate nelle ultime settimane. Sua zia aveva iniziato a coinvolgerla di più nella sua vita, le aveva permesso di entrare nella sua stanza privata, quella che aveva serrato a chiave sotto i suoi increduli, come se fosse stata di fronte ad un hacker storica o una spia delle sue ricerche. Le cose cambiarono quando una sera, quelle in cui fuori piove, alla tv danno film strappalacrime o quiz osceni da guardare, a Kate venne in mente di far visionare a Natalie il suo posto segreto.
“ devi scusarmi se l’altra volta sono stata dura con te ma qui c’è tutto il mio mondo fatto di ricerche… di lavoro sodo…” le spiegò mentre le faceva strada per avviarsi dentro la stanza. Ammirava molto sua zia, aveva intuito che ci metteva passione nel suo lavoro e glielo stava dimostrando con le sue parole, il volerle spiegare.
A Natalie piacque subito, era una soffitta enorme, al centro un tavolo grandissimo con dietro una libreria che circondava mezza stanza. Restò affascinata dalla miriade di libri che vi erano dappertutto, ma il suo sguardo si indirizzò verso un quadro. Una ragazza che guardava alla luna abbracciata ad un lupo. Le venne in mente solo una cosa “ Luna d’argento” la leggenda che Josh le aveva raccontato qualche giorno prima, per tranquillizzarla riguardo la vicenda di Kammy. Sua zia colse la palla al balzo, non poteva farne a meno. “ Ti piace?! Sai c’è anche una storia su questo quadro…” iniziò ad introdurle. Non gliel’aveva detto a posta, ne aveva parlato con Josh qualche settimana prima, aveva notato sua nipote agitata dl ritorno a mani vuote da casa di Chad, e avendo solo una vaga risposta pensava avesse litigato con José, persino Sam pensava di dire qualcosa al suo giovane amico, ma Kate si offrì’ di farlo. Lui le raccontò tutto e del fatto che avesse usato la leggenda per far cambiare idea a Natalie auspicando che si desse una calmata. Per fortuna era andata cosi’, al contrario avrebbe fatto in modo da non tornare più sull’argomento.
“ Si … ne ho sentito parlare a …” stava per dire a causa di Kammy e Chad, ma non voleva mettere in mezzo Josh, non sapeva come avrebbe reagito sua zia al sentirsi dire –Sai che siamo circondati da licantropi?!- “… a scuola… proprio da Walter ….ce l’ha raccontata lui … molto interessante come racconto” espresse Natalie un po’ incerta. Sua zia le sorrise sorpresa, conoscendo Walter sapeva benissimo che mai avrebbe parlato di quella leggenda, quindi era vero che José gliel’avesse raccontata pensandoci scrollò il capo.
“ ma sono solo storie non devi aver paura….  !” le disse fingendo che fosse spaventata da una storia simile. Natalie in compenso fece spallucce e continuò a guardarsi attorno, non voleva pensarci, almeno per il momento, aveva capito perfettamente che tutti quelli che conosceva : Josh, Chad, Kammy, probabilmente anche sua zia Kate e Sam, nascondessero qualcosa, il cosa non le era ancora chiaro, e comunque era sicura che alla sua minima domanda avrebbero travisato la sua domanda o inventato una storiella, sapeva che infondo ce ne erano moltissime che facevano da aneddoto a Menomoone Falls.
Cosi’, mentre Natalie saliva le scale per prenderle il libro, quelle parole riecheggiavano nella sua mente. “ È solo una storia…È solo una storia…” sembrava dovesse autoconvincersi e lo fece perché non voleva tornare alla tragica ossessione che aveva avuto qualche settimana prima nel tentare di scoprire di più su Chad e Kammy. Inoltre la faccenda era sempre più strana era ormai un settimana che Kammy non si faceva vedere. Natalie si alzò nelle spalle, non voleva saperne di quella storia e perciò sali’ la scala, vide il libro lo prese, corse in camera a prendere la sua roba e si diresse con sua zia  a scuola. La lezione fu molto interessante, sua zia parlava delle usanze che avevano i popoli indiani, il loro modo di vivere, era riuscita a catturare l’attenzione facendo partecipi anche gli studenti e mettendo in scena storie di vita, ovviamente a le aveva proposto di offrirsi e  fare una donna e Josh il suo consorte. Risero tutti, compreso sua zia e loro stessi.
- Ti faccio i complimenti…cara signora “nativa”…- Natalie scoppiò a ridere insieme a Josh e sua zia, persino Amanda, l’amica del cuore acida di Kammy rimase commossa dalla sua esibizione.
- Bene ragazzi vi saluto.... – espresse dirigendosi fuori dalla classe – ah Natalie …. Se ti va nella mia stanza  in fondo vicino alla finestra, ho un baule con cose strane, sai sono dei costumi di scena di un vecchio teatro in cui avevo fatto una sorta di spettacolo era sul “fantasma dell’Opera” ma potresti trovare qualcosa per la festa di Halloween… se non hai in mente altro….-
- Ma scherzi zia!!!??? È fantastico… !!- esplose Natalie abbracciandola, Kate ricambiò sorridendole. Poi quest’ultima lanciò uno sguardo a Josh. Aveva bisogno di capire che Natalie si fosse tranquillizzata.
-  Hey mi aiuteresti a portarle via?!- chiese affaticata a sua nipote.
- Le do una mano io… sono di strada e devo andare verso la palestra a fare le prove con il mio gruppo….- si offrì’ immediatamente Josh.
- Perfetto !- espresse sollevata Kate dandogli in mano alcuni libri e un paio di scatole con le diapositive.
- Io ti aspetto in palestra- aggiunse Natalie - … a dopo zia… e grazie!- sogghignò dirigendosi spensierata verso le scale che l’avrebbero portata in palestra. Vide anche Ally e Lu e abbracciata alle due amiche si diresse con loro verso l’ampio locale.
- Volevi parlarmi vero?!- chiese José entrando in sala professori con Kate.
- Si…- emise un sospiro …- volevo sapere se Natalie è ancora preoccupata per la situazione o… se ha accettato la tua alternativa-
- No… sta tranquilla… ormai con la leggenda sui lupi non me l’ha più chiesto… è come se si fosse convinta… come se la storia avesse risolto i suoi dubbi..-
- Meno male… se solo la famiglia di Chad o quella di Kammy venisse a sapere che Nattie sospetta potrebbe finire male… per non parlare di Walter, mi metterebbe nei guai e io e Sam dovremmo trovarci un altro posto in cui stare. E per non parlare di Sam se viene a saperlo… non ci voglio pensare… ne rimarrebbe profondamente scosso dopo tutto quello che abbiamo fatto per poter tornare qui, nel suo posto di origine..-
- Si ma non credo che potremmo tenerglielo nascosto per sempre… la vedo che cerca in giro lo sguardo di Kammy, vedo che mi osserva…. Con accuratezza per via dell’episodio della macchina che mi ti ho raccontato… cerco di controllare le emozioni ma non sempre ci riesco… e poi credo che le piaccio e non solo come amico… io non so se potrei stare con lei e… nasconderle cosa sono… i pericoli che correrebbe… non fraintermi Kate, tua nipote è una gran bella ragazza e se non fossi ciò che sono… ci proverei anch’io...-
-  No niente storie d’amore con mia nipote! Ti prego è  stato già complicato con Sam e nemmeno lui te lo permetterebbe…  vi dividerebbe all’istante. Prima che ti possa innamorati di lei, allontanava, non so stai via quel qualche giorno. Dannazione io me lo chiedo tutti i giorni!- espresse angosciata Kate- … ogni giorno penso che forse non dovevo portarla qui… ma ammetterlo significherebbe creare una nuova lite con Sam e non posso dargli torto… cosa avrei dovuto fare … lasciare mia nipote, l’unica che ho, da sola affidata ad una famiglia… di sconosciuti?!-
- Okay… se è questo che devo fare… mi allontanerà da lei…- espresse rammaricato José, infondo Natalie le piaceva molto. Aveva avuto altre storie, tra cui quella con Amanda, finita male, ma con Natalie era tutto diverso. Il suo sguardo, il suo sorriso, il suo profumo, il battito del suo cuore e il respiro, lo immaginava ogni istante ad occhi Chiusi, ma se ra per il suo bene doveva lasciarla andare.
- -Kate non agitarti…- sostenne Josh- infondo hai fatto quello che ti sentivi…. Ricordi?! Ne hai discusso a lungo dei pro e dei contro con Sam, e alla fine ti ha detto che dovevi fare quello che ti faceva stare meglio… cercheremo di stare attenti… io mi allontanerà da lei…-
-  Oddio mi spiace!!! Lo vedo che lei ti piace ma… cerca di capirmi!!! E poi non lo so Josh… io ho solo paura che tutto mi sfugga dalle mani… se lei lo scoprisse sarebbe la fine…. Sarebbe una guerra contro tutti quelli come noi che vogliono tenersi all’oscuro della vita reale… per non parlare di Walter sai che lui tiene al segreto… e poi ho il terrore che le facciano del male…-
- Kate puoi stare tranquilla … io non le farei mai del male e lei non sospetta più nulla … ho persino parlato con Kammy ha detto che cercherà di trattenersi ecco perché è a casa… non preoccuparti okay?!-
- Sei anche andato da Kammy…?-espresse incredula.- sta tranquillo non dirò nulla a Sam..- rispose notando la sua faccia preoccupata. Andare da Kammy significava andare al patibolo, pensando ai rapporti che correvano con la sua famiglia.
- Si… e anche da Chad… anche a lui ho intimato di stare lontana da Natalie… di trattenersi con la loro irascibilità nei confronti degli umani  quando è nelle vicinanze …-
- Sono felice che almeno voi Wood state dalla nostra…. – espresse sollevata.
- Sta tranquilla Kate non le faranno del male… io non glielo permetterò…!-
Kate emise un sospiro, salutò Josh che si avviava. Era cosi’ angosciata “Mi spiace Nattie… se tornassi indietro non lo farei… non ti porterei più qui…” espresse tra se. Pesava a anche al povero Josh, lui sarebbe stato perfetto per sua nipote ma non poteva farle passare quello che aveva passato lei con Sam. Ripensava al passato, a quella notte in cui scoprii che cosa era in realtà Sam, alla sua natura, la sua maledizione, il suo calvario. Si erano conosciuti durante una lezione di antropologia all’università di Los Angeles, le era subito piaciuto, i fascino di un ragazzo misterioso, pronto a dare sempre risposte esatte e interessato come lei a ciò che riguardava l’antropologia.  Sembrava esserle amico, o anche qualcosa i più ma poi tutto diverto difficile e strano, non si faceva vedere o sentire, facendola impazzire. Iniziava ad avere dei sospetti si di lui, iniziò a chiedere informazioni al suo compagno di stanza, e questo fece scaturire che in lui c’era qualcosa di fisico e psicologico che non andava. Qualsiasi ragazza l’avrebbe dimenticato dopo le rivelazioni fatte le, ma lei non si era arresa e alla fine Sam le mancava, era innamorata di lui nonostante tutto. Per mesi gli aveva intimato di dirle la verità, del perché della sua irascibilità, delle sue assenze a lezione al college, del suo aspetto strano in alcune occasioni. Lui era persino scomparso, ma era riuscita a ritrovarlo. Non le importava di ciò che era sarebbe rimasta con lui per sempre. Quando tutto si rivelò più tranquillo, lui le spiegò la verità, dell’essersi iscritto in un università lontana miglia dal Wisconsin appunto, per poter diventare genetista e trovare una cura alla sua natura, alla maledizione che aveva colpito Menomoone Falls e che induce tutti primogeniti maschi e femmine a 16 anni a diventare licantropo. All’inizio Kate era spaventata da quella rivelazione, lei aveva fatto delle ipotesi data la sua passione per l’antropologia, per lo studio di culture ed entità diverse,  invano perché lui non accettava il suo amore e lei non voleva lasciarlo.  Di li a poco però Sam, causa del plenilunio argenteo che ogni anno si verificava a Monotone Falls ogni prima settimana di Novembre, era obbligato a rientrare e Kate per la paura di perderlo decise di seguirlo, abbandonando la sua famiglia, le sue radici a Los Angeles. La cosa però non si rivelò facile, Sam preso dalla frenesia di avere accanto la.meo della sua vita, la donna che lo aveva capito, non pensò a quali conseguenze poteva avere l’aver rivelato la sua natura su di lui quando su Kate. Infatti venne punito lui non  poteva più spostarsi da Menomoone Falls e Kate avrebbe  fatto una brutta fine se non avesse giurato di non aver mai più avuto a che fare con a vita di Los Angels, avrebbe cambiato nome, identità non sarebbe stata più Megan Howard ma Katelyn Travis decise di farlo, per amore, per Sam. Per lui avrebbe rinunciato a tutto. Alla sua famiglia non importava nulla che forse scomparsa, per suo padre era diventata una questione cosi’ complicata che alla fine aveva accettato che lei sparisce con Sam. Mentre svoltava sul vialetto di casa, una lacrima le sgorgava rigandole gli occhi, pensando a tutto quello che aveva passato, l’avere promesso non comportava una vita facile anzi, Walter, nonno di Kammy non gliela faceva passare liscia, stava facendo esattamente la stessa cosa con sua nipote Natalie e tenendoci troppo a lei, svoltò la macchina indietro e decise di andargli a parlare di persona. Non voleva che sua nipote passasse le stesse cose che Walter le aveva fatto passare.
Intanto Nattie era intenta ad ascoltare Josh suonare. Continuava a guardarlo, mentre accarezzava in microfono e delicatamente ma esplodendo con la melodia della sua chitarra elettrica esplodeva nel suono della celebre musica di Franz Ferdinand che lui adorava. I pomeriggi passati ad ascoltarlo suonare le avevano aperto un nuovo mondo, si era completamente dimenticato del ragazzo che trovava fastidioso all’inizio, adesso non riusciva a non trascorrere le giornate senza lui. Alla osservandola e ridendo si consultava con Lu facendole distogliere dall’ascolto della voce e della musica avvolgente di suo fratello.
- Ehy cosa state confabulando voi due?!-
- Beh se devo essere sincera …- sostenne Alla sogghignando e facendo illuminare i suoi occhi scuri- … stai divorando mio fratello con gli occhi!-
Natalie arrossì all’improvviso, non ci aveva proprio fatto caso. –stavo solo ascoltando la sua voce e la sua chitarra… tutto qua!-
- Io credo che dovresti farti avanti… anche lui non fa altro che parlarmi di te e credimi per quanto tu sia mia amica un po’ non lo sopporto…-
- Forse è gelosa!- aggiunse ridendo Lu. Natalie la guardò sorpresa e agitata.
- No !- rispose Ally preoccupata da quello che Lu aveva appena detto – È solo che voglio sapere come va a finire questa storia… adorare se diventassimo anche cognate…!- espresse abbracciandola e facendole gli occhi dolci.
- Tu dici?! Anzi…- si corresse – voi dite che dovrei… provarci… non lo so io vedo che a volte fa di tutto per evitare di stare da solo con me…!-
- È perché è troppo timido… non vedi quant’ è timido!- espresse Ally osservando suo fratello che aveva fatto un acuto degno di qualsiasi icona del rock.
- Ma smettila!- rise Natalie.- lui non mi vorrebbe mai come sua ragazza… io sono solo Nattie e poi non vedi che quando suon non ha occhi che per la sua band!- sostenne guardandolo mentre lui le aveva rivolto uno di quei suoi sguardi decisamente da capogiro. Mentre suonava Josh la guardava, le piaceva troppo quella ragazza, cosi’ bella e perfetta in tutto per quelli che erano i suoi gusti, inizialmente l’aveva trovata un po’ viziata, ma poi intuendo che per lei non era decisamente facile ambientarsi dalla California al Wisconsin, le aveva dato tempo. Ammetteva che all’inizio non si era comportato bene con lei, rendendole la vita un po’ invernale, ma poi avendola iniziata a frequentare aveva trovato in lei una vera amica, pronta ad ascoltare e decisamente molto molto dolce, e tanto simpatica, attenta a tutto. A tutte queste belle doti di Natalie doveva però fare una piccola aggiunta negativa, che oltre ad essere appunto perfetta per lui non poteva avverte una storia con lui, sapendo i rischi a cui poteva portarla. I pensieri tristi vennero offuscati improvvisamente dal suo sorriso, quello di Nattie, che continuava da quando l’aveva conosciuta ad illuminargli la giornata.
Dopo essere tornata a casa Nattie corse subito verso lo studio di sua zia, entusiasta e curiosa di trovare chissà quale cimelio dentro quel baule. La casa vuota, anche se non aveva idea di dove fosse finita sua zia che solitamente le mandava un sms o le lasciava un biglietto se non era in casa.  Apri’ lentamente quella botola che dava alla soffitta\studio, afferrò con decisione la scaletta e la calò verso di lei. Entrò quasi in punta di piedi, fece mente locale ma non riusciva a vedere quel baule. Fece un giro attorno al tavolo enorme e sempre stracolmo di carte, documenti e libri. “certo che io non ci capirei nulla in questo casino!!” osservò titubante mentre la sua attenzione si rivolgeva al fondo della stanza, quella che dava verso le finestrelle e il tetto . – Secondo me mi ha detto una gran bella cavolata riguardo al baule!- espresse esasperata guardandosi in lungo e largo, cercando di non spostare e toccare nulla, era una  delle regole di sua zia. Continuava poi a guardare quel quadro, con quella ragazza rivolta alla luna abbracciata al suo lupo. Si avvicinò con molta lentezza, come se non volesse disturbarla. Le faceva un po’ tristezza, data la sua aria malinconica. La bellezza di quel quadro, della luna della ragazza erano disarmanti.
“Mi spiace per il tuo innamorato…!” pensò ad alta voce continuando ad avvicinarsi a quel quadro.- “ ma infondo l’amore fa soffrire…!” espresse guardandola con compassione. Poi il vibrare del cellulare sul tavolo la fece sobbalzare, tanto da perdere l’equilibrio e cadere sul pavimento, dove ritrovò il baule sotto la scrivania. Con uno sbuffo si rialzò dal pavimento, ma non prima di far cadere il quadro di Luna d’argento che non solo fini’ sulla sua testa, ma per terra il vetro fece mille e mille schegge.
- Merda!!- espresse sia per il dolore che per il quadro intatto ma pur sempre per terra –Mia zia mi farà a pezzi! – sostenne mentre la sua attenzione si rivolgeva al quadro. Lo prese cercando di sistemarlo il fretta e furia, pesava un quintale e per questo le ricadde per terra facendo si che la tela si staccarsi dal fondo. Disperata nel voler rimettere a posto il tutto, tra le sue mani fini’ una sorta di pergamena. “un diario..” lesse curiosa Nattie. Mentre lo metteva da parte sul tavolo e cercando di raccogliere i pezzi e sistemare al meglio il tutto, rifletteva sul fatto di cosa ci fosse scritto. Non pensava nemmeno al baule, nemmeno alla sua adorata festa di Halloween, le interessava quello che c’era scritto dentro quel diario, antico, molto antico, forse le poteva dare le risposte che lei cercava da tempo?!

Spero che nonostante la suspanze di saperne di più del legame tra Kate, Sam, Josh e gli altri sui lupi questa lettura vi piaccia!!! perdonatemi se metto troppo tempo per pubblicare ma è per un 'accurato lavoro!!! un abbraccio 😉
 

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Capitolo 12
*** Un disastro dopo l'altro ***


~~Kate fermò il suo fuoristrada con una frenata che la fece sobbalzare in avanti.  Mise la testa tra le mani, sul volante , affranta e confusa. Andare da quell’uomo la innervosiva e oltretutto temeva per sua nipote. Il Prof. Robert Walter non le avrebbe lasciato scelta, e quella scelta non le piaceva affatto, doveva tutelare  Natalie non metterla in pericolo. Era anche per quello che aveva chiesto a Josh di allontanarsi da lei e di sorvegliarla più che altro, di fare in modo che non le accadesse nulla.  Scrollò il capo, indecisa sul da farsi. L’sms  di Sam  “Dove sei?! pensavo fossi tornata già casa!”la fece subito tornare in sé e comunque c’erano troppe cose già in sospeso a complicare la giornata, non voleva concluderà litigando con Sam.  Cosi deciso, fece inversione  e tornò verso il lago ghiacciato che l’avrebbe portata  casa. Doveva parlarne con Sam, supponeva che certamente non avrebbe fatto altro che ricordarle che per lui quella ragazza non avrebbe dovuto essere la con loro, ma sapeva conoscendolo a fondo ormai da più di dieci anni, che il suo animo gentile avrebbe fatto di tutto per aiutarla. Cancellò, o almeno provò a farlo, la sua espressione agitata e tornò in sé, se Sam l’avesse vista in quello stato le avrebbe fatto mille domande, scatenando quello che non voleva : preoccupazione e drasticità.
Intanto Natalie era alle prese con quel diario, dopo aver pulito accuratamente il quadro, chiamato Josh per farsi dare una mano a rimetterlo a posto, lo mise nella sua cassettiera auspicando che in un altro momento, il prima possibile, e non davanti a Josh l’avrebbe letto. Lo avrebbe fatto subito, ma non si lasciò trasportare dalla frenesia. Oltretutto il ritorno di Sam, non aveva fatto altro che aumentare la sua ansia, su quello che era accaduto mezz’ora prima di sopra, nella soffitta. Lui non si era accorto della loro presenza in quanto non avendo trovato Kate ad attenderlo come sempre per cena, aveva deciso, e Natalie quanto Sam zitti nella soffitta, lo avevano sentito che diceva, pensando ad alta voce alta di mettersi a trafficare con la sua moto nel garage. Permettendo a Josh e Natalie di sgattaiolare fuori dal luogo sospetto.
-Credi che mia zia se ne accorgerà?!- espresse dubbiosa parlandogli sottovoce,   prendendogli la mano  e portandolo verso la sua camera.  Il cuore di Josh fece un sussulto, sentendo la pelle setosa di Natalie a contatto con la sua. Sapeva di piacere e la cosa era reciproca ma aveva promesso a Kate di non permettersi di innamorarsi di lei, doveva farlo per il suo bene.
-No…- espresse cercando di tranquillizzarsi e non scatenare reazioni spiacevoli e inaspettate per la sua amica, conoscendo la sua natura, frenetica e ingordo, voleva prenderla baciarla, stringerla a s’è, satire la sua pelle, il suo profumo e il suo respiro. Ma sapeva che non doveva farlo-… ma cerca di stare tranquilla Sam potrebbe accorgersi del tuo nervosismo… e il taglio sulla fronte come va?!- le chiese controllandole la ferita.  Natalie emise una piccola smorfia per il dolore, sentendo la sua mano che le sollevava la benda casalinga.  Alzò lo sguardo, non poteva non stare a guardarlo Josh, così dolce e premuroso nei suoi confronti, e oltreutto sexy, tanto sexy. Ma si era anche detta, confidandosi con Karen, che anche se gli piaceva non doveva darlo troppo a vedere come una di quelle adolescenti che impazziscono per tutto, che magari si entusiasmano troppo e diventano delle perfette idiote. Josh era un ragazzo maturo per i suoi 17 anni non poteva fare la parte della bambina emozionata dal suo tocco. In compenso lui si era accorto del rossore sulle guance e prima che le loro teste fossero troppo vicine per scaturire quello che non doveva accadere, anche se non sapeva quanto avrebbe resistito alle sue labbra rosee, ai suoi occhi azzurri e quei riccioli biondi e spettinati che la rendevano una piccola bambola di porcellana e a quel profumo di buono e fresco che sentiva anche quando non era con lui.
-Bene… è perfetta per una festa di Halloween… tu non credi?!- espresse ridendo imbarazzata togliendogli la mano e correndo  da una parte all’altra della camera per finire di prepararsi.  Poi entrò nel piccolo bagno per finirsi di vestire, -Ops..!_ espresse sottovoce Josh quando non si era nemmeno accorta di aver chiuso il bagno  a chiave, mostrandogli  la sua schiena nuda e candida. Uscì fuori dal bagno entusiasta, anche se sembrava nervosa, non aver chiuso quel benedetto cassetto per bene le metteva ansia, e soprattutto l sguardo di Josh su di lei.  –Wow!- espresse quest’ultimo ammirandola in quel bellissimo vestito alla greca, un po’ divinità un po’ “ Fantasma…” pensò guardandola. Il vestito un po’ deteriorato e ingiallito dava quell’impressione, ma nonostante l’aspetto tetro le stava permettente .
- Allora?! Che ne pensi?! L’ho trovato nel baule di mia zia… - notando la sua faccia preoccupata pensò che dovesse saperne di più - … Kate mi ha dato il permesso tranquillo…- gli rispose facendogli tirare un sospiro di sollievo. Notando la sua espressione, un po’ pensierosa Natalie pensò fosse a causa del fatto che l’avesse trattenuto troppo e non voleva mettersi nei guai con sua zia o con Sam. In realtà Josh stava trovando un modo, un pretesto in più per non abbracciarla, sentire il suo respiro delicato, ammirare la sua pelle candida e strapparle un bacio delicato e leggero sulle labbra ma non poteva, lo aveva promesso.
- Ora devo andare…- le spiegò mentre osservava dalla finestra che si era fatto buoi e tardi e la luna si stava anche alzando- … ci vediamo dopo… !-
- Okay…- espresse Natalie facendo spallucce a avviandosi con lui verso la porta della sua camera – La strada la conosci giusto?! – enunciò guardandolo ancora, mentre lui si stava avviando gli prese la mano, il cuore di Josh sembrò vacillare.
- Josh?!-
- Si…?-
- Grazie…- Natalie allungò i suoi piedi e gli diede un bacio sulla guancia. Josh accennò con la testa sorridendole e sparì tra le scale con un “ A dopo!”. Natalie chiuse gli occhi, per poter catturare nella sua testa quel profumo, quella nota dolce amara che caratterizzava il suo amico.
Al contempo Kate era tornata a casa. Sam avvertendo la sua presenza le andò in contro.
- Ehy!- le disse avvolgendola nelle sue braccia e baciandola come non mai. – Come mai… non eri già a casa? Hai avuto problemi?!-le chiese notando che aveva una strana espressione. Suo malgrado non ce l’aveva fatta a nascondere il suo stato d’ansia.
- Solo stanchezza amore … - disse per tranquillizzarlo - … è stata una giornata faticosa… sai com’è con i ragazzi…e le altre cose del mio lavoro… mi sento a pezzi...-
- Okay… allora sai che faccio…- sostenne ridendo e mettendole  le mani fianchi avvolgendola  a lui- … io preparo la cena… tu fai un bel bagno caldo… e dopo quando Natalie è andata via… per la festa di Halloween ti faccio rilassare…-. Kate abbozzò un sorriso, immaginando a cosa alludesse.Sam la baciò ancora, ma non prima di aver salutato Josh.notando che cercava di scappare dalla finestra del salotto senza pensare di essere visto.
- Hey e tu dove credi di andare!- sostenne andandogli in contro. Jose emise un “Magnifico!” sottovoce notando di essere stato scoperto.
- Ciao Sam!- espresse dandogli il cinque- Natalie mi aveva chiamato disperata perché non funzionava la caldaia… così…- espresse cercando di non far trapelare la grossa balla che aveva appena raccontato a Sam e Kate, che erano in grado di leggere tra le righe e anche oltre. Kate lo fissava preoccupata.
- Ah… ma se l’avevo riparata ieri…- espresse dubbioso Sam guardando di sbieco Josh.
- Hey… ma tu non dovevi prepararmi una bella cena…?!- irruppe Kate notando Josh in difficoltà. Ci mancava solo che adesso facesse il terzo grado a quel povero ragazzo.
- Si…- sostenne Sam-… okay… allora vado a dare un’occhiata e poi la preparo… -espresse baciano Kate.
- Ah non guardare me… sono già in ritardo e la mia band mi uccide se non sono  da lorontra cinque minuti…- fece le mani alzate Josh, contento del suo alibi indiscutibile.
- Okay… per questa volta te la sei svignata… ma sappi che domenica ti aspetto …per un bel barbecue… - espresse Sam andando verso la porta d’ingresso.
- Giusto!- sostenne Josh ridendo mentre saliva nella sua jeep – Quanti anni sono… 40… 50?-
- Sono 35 … ragazzino!- espresse ridendo insieme a lui. Poi lo salutò col cenno della mano abbracciato a Kate.
- Ti confesso che la storia della caldaia non me la bevo affatto… se non parli tu con tua nipote lo farò io…-
-  Pensi che abbiano fatto…. No Sam!- sostenne  accigliata Kate – Josh è un ragazzo in gamba  e poi sono ragazzi Sam… non possiamo stargli con il fiato sul collo… e non possiamo insospettire Natalie-
- Io spero solo che stasera non accada nulla di grave!-
- Devi stare tranquillo… ormai sappiamo come fare… ! Quel siero è stata la nostra fortuna Sam…-
- Si ma non ha grossi effetti quando c’è il plenilunio… bisogna dire a Natalie che…-
- Si… che entro le 11 deve essere qui…-
- Santo cielo Sam … credi che ho sbagliato a permetterle di andare… ?!-
- L’alternativa qual’ era… dirle che è pericoloso perché c’è il plenilunio e in giro ci sono i lupi mannari!? Inoltre non ha 5 anni… tanto per dirle che non si può girare di notte-espresse Sam.
- Giusto! Non ha più 5 anni. E comunque se le diciamo del plenilunio ci prenderebbe per pazzi! -
-O riso pensando al fatto che ad Halloween accade di tutto!-
- Non ricordarmelo!- espresse Kate amareggiata.
- Hey sta tranquilla…! Vedrai che non accadrà nulla di brutto…- espresse Sam abbracciandola e rientrando in casa. Kate volse lo sguardo alla luna, sempre più piena, luminosa e argentea e in tasca aveva sempre quella fiala, per qualsiasi evenienza buona o brutta che fosse.
-Ciao Karen!- Natalie afferrò il suo cellulare per risponderle, ma aveva anche molta fretta, Ally e Lù, sarebbero passate da li a poco per andare alla festa.-.. Si sto andando… va bene vedrò se riesco a fare qualche foto!- espresse un po’ ansiosa, Karen quando ci si metteva diventava una macchinetta.
-Ci sarà anche il ragazzo carino di cui mi hai raccontato in queste settimane?!- espresse incuriosita alludendo a Josh.
-Penso di si…- sostenne affrettata mentendole, non le andava di mentire alla sua migliore amica, ma non aveva altrimenti Karen non l’avrebbe più lasciata andare, curiosa com’era - …ora però scusa ma devo andare! Ti voglio bene!-. Conosceva  bene la sua amica,  avrebbe voluto sapere dettagli su Josh, ogni minimo particolare, e sulla sua mise di Halloween, ricordava perfettamente le ore passate con lei  a scegliere i vestiti per l’occasione, al trucco e parrucco. Le avrebbe raccontato e condiviso i dettagli di lui, della festa, ma non in quel momento.
-Okay … diverti… io invece vado alla festa di…. Tamara...- la chiamata venne conclusa.- E va bene ormai Natalie è in balia degli indiani!- sostenne ridendo Karen immaginandola nel vestito di cui non sapeva assolutamente nulla, per fare la sarcastica se l’era immaginata nel vestito di Pocahontas. Natalie si guardò ancora un po’ allo specchio, quel vestito di fine ottocento, col bustino rosso e dorato e la gonna rossa bordeaux, la camicetta che scordata cadendo in modo molto ensuale sulle spalle, la fece arrossire. Sua zia fece capolino dalla porta.
-Ottima scelta!- sostenne mentre osservava accuratamente che aveva scelto di essere  la protagonista de “Il Fantasma dell’Opera” la soprano  “Christine Daaè” ”  - ti sta benissimo… me l’aveva dato una mia amica universitaria, Amber, che all’epoca a New York  frequentava per un corso di recitazione.  Fece un figurone, tanto da regalarmelo alla fine dell’opera teatrale. Ma va te sta d’incanto.-
-Dici?!non dovrei vestirmi da non so…. Vampira, strega… zombie! Una volta mamma me ne regalò uno bellissimo da strega….- espresse  malinconica mentre sua zia era andata in camera a prenderle qualcosa.
-Manca questa è sei a posto!- sostenne mentre le raccolse i capelli con una pinza alla cui estremità c’era una rosa rossa, proprio come la protagonista, sui capelli arruffati le stavano perfetti. –Sui tuoi capelli biondi sta benissimo!- sostenne abbracciandola. –Chissà mamma cosa ne avrebbe pensato…- espresse ad alta voce, sua zia voleva dirle tante cose, ma non sapeva cosa. Aveva notato che gli occhi di sua nipote erano lucidi, forse a causa della mancanza di sua sorella in quel momento, momenti vissuti con sua nipote e che non c’erano più.
-Avrebbe detto che sei fantastica, particolare… ricercata!- le sorrise mentre le sistemava un po’ il vestito sull’orlo.
-Il fantasma dell’opera… non l’ho mai letto…-
-Oh dovresti! È una bellissima storia d’amore… un po’ complicato ma… davvero affascinante...- i loro discorsi vennero interrotti dal vociferare di Sam con Ally e Lù.
-Dolcetto o scherzetto…!- espresse ridendo Ally insieme alla sua amica, quel tipo le aveva sempre messo un non so che di irrequietezza, e oltretutto anche se troppo maturo per entrambe lo trovavano sexy da morire.
-Hey ragazze! Dolcetto ovviamente… espresse consegnandogli un muffin ai mirtilli!-
-Mmm che profumino!- espresse Ally chiudendo gli occhi, travestita da strega dell’Est, la buona del “Mago di Oz” .
-Eccomi qua!- espresse Natalie scendendo dalla scala, si tenne il vestito che oltre ad essere un po’ lungo era anche molto strano, nel senso che sembrava come fosse un modello a sirena, non c’era molto abituata.
-WOW!- espressero all’unisono Ally e Lù guardandola- è…. Particolare!!- aggiunse Lù.
-Ti sta benissimo… - espresse Alla abbracciandola.
-ora andiamo!- sostenne Natalie non prima che sua zia e Sam la fermassero. Notando l’espressione seria di Sam a Natalie venne un colpo, “cosa aveva sbagliato stavolta?!” A Menomoone Falls non si usavano i vestiti scollati, antichi, lunghi e attillatti, per le ragazze?!-
- Tranquilla! Una foto ricordo?!- espresse Sam allibito dalla sua faccia. Aveva compreso che quella volta l’aveva lasciata senza parole mostrandone la sua rabbia per una foto ma era acqua passata ormai. Doveva tenere conto che Natalie non aveva idea di cosa potesse scaturire se si scoprisse della sua identità.
-Si!!!- espresse euforica Ally seguita da Lù. Al contrario Natalie sembrava pensierosa. Da quanto le era permesso fare foto della casa o delle situazioni?!. Abbracciata tra due ragazze sorrise comunque, vedeva sua zia, la rassicurata.
-Hey adesso andiamo però… voglio vedere mio fratello alle prese con il suo concerto!- sostenne gioiosa Ally.- Eh grazie per il muffin!- si rivolse a Sam che le sorrise facendola avvampare.
-Già!- Natalie rise e alzò lo sguardo al cielo. Non vedeva l’ora di rivedere Josh, nonostante fossero passate poche ore dalla sua presenza in casa.
-Divertiti tesoro!- sostenne Kate salutandola dalle scale del portico, osservandola  salire in macchina con le ragazze.
Arrivate nella palestra della scuola, luogo in cui si sarebbe svolto il tutto Natalie rimase stupefatta, gli allestimenti erano davvero carini. Un ragazzo all’entrata vestito da zombie la fece sobbalzare.
-Tutto bene?!- sostenne Ally facendosi spazio nella confusione per poter andare verso il palco per vedere meglio suo fratello.
- Si…- esterno sospirando Nattie. Volse lo sguardo su Josh che cantando le mostrò un sorriso che la fece restare senza respiro. Tutte si divertirono moltissimo e la musica sembrava formidabile.
-Bene…- sostenne dal palco Josh rivolgendosi al pubblico – ora la band fa una breve pausa … intanto preparatevi per il labirinto che Kammy e Chad   hanno ideato in questi giorni! Per poter partecipare e vincere la prova di coraggio se cosi’ si può definire … basta rivolgersi a… Kammy Reynolds!- espresse disgustato -…e diventare la migliore o il migliore della festa di Halloween del liceo di Manoomone Falls!- ma non dandolo troppo a vedere a tutti e soprattutto a Natalie. Pensando a quello  che era accaduto poco prima, nel dietro le quinte con quella vipere di Kammy stava per esternare il  suo segreto, la sua vera natura, ma non poteva farlo, liberarsi, infuriarsi come si deve con lei.
“Allora quando glielo dirai alla tua amichetta?!” Josh ripensava a quando qualche ora prima, mentre si stava rilassando un pò approfittando  che i suoi amici della band fossero andati a prendere qualcosa di fresco , se l’era ritrovata dietro di lui, come un diavolo tentatore.
“Cosa vuoi?! Non puoi stare qui… e comunque devo cambiarmi per la serata!” e disse facendole capire che non voleva stare mezzo nudo davanti a lei che lo osservava eccitata.
“ Oh puoi farlo davanti a me se vuoi…” espresse con fare seduttorio Kammy mentre lo avvolgeva con le sue braccia, toccandogli il petto, nudo e scolpito dai suoi muscoli naturali.
“Smettila! Qualcuno potrebbe vederci o sentirci?!” Josh le tolse le mani di dosso subito, come se una vesta stesse per pungerla.
“Non sarebbe la prima volta! Non ricordi più quando due anni fa… stavamo tranquilli al lago, con la luna piena e… era tutto perfetto se Walter  e i tuoi amici compreso la zia di quella idiota della tua amichetta umana  non fossero intervenuti… sarebbe stato fantastico! Saremmo perfetti… un’unione perfetta …!”
“ Smettila sul serio o ti caccio di qui a forza!” espresse mentre iniziava a sentire una sorta di rabbia anomala montare. Non poteva farlo, trasformarsi in licantropo col pensiero che qualcuno, la sua band potesse vederlo cosi’.
“Sta calmo…!Tzz!” Kammy gli avvolse le braccia attorno al collo “Che ne dici sarebbe provocante farlo sotto forma di lupi!” sostenne ridendo e baciandolo. Josh si spostò da lei come se avesse assaporato un frutto marcio e velenoso.
“Io e te mai! Mai! Quella volta mi hai incastrato… tu cerchi solo uno come te e l’hai trovato… Chad è pane per i tuoi denti…  anche lui quello che tocca fa diventare marciume, spazzatura…io non voglio avere a che fare con te,  tantomeno con lui!”
“Una volta ti piacevo… eravamo inseparabili…” sostenne imbronciato Kammy. I suoi occhi neri, profondi non erano docili ma cattivi.
“ Quella è acqua passata… è il tuo legame con Chad che ti ha rovinata… Io non voglio avere più a che fare con te!”
Kammy esplose in una rabbia inaspettata “ Mi dai ancora la colpa! Io non potevo più aspettarti… dovevo dimenticarti!Tu non hai idea di quanto ti abbia amato, voluto, desiderato!  Ci hanno allontanati però... ricorda che io e te siamo predestinati … è scritto… i membri della nostra famiglia lo sanno da quando ci hanno procreati !Non puoi sfuggire al destino  e  non puoi nemmeno  tenere il segreto con Natalie per sempre!” Kammy faceva scena ma sapeva che aveva toccato il suo punto debole: Natalie, saprà quanto teneva a lei.
“Lei lasciala fuori da questa storia non centra nulla!”
“Okay… lei non centra nulla  è vero ma… io ho una condizione se non vuoi che lei sappia il tuo segreto…!” sostenne mentre gli passava un dito sulle labbra, aumentando il fastidio di Josh.
 Quest’ ultimo, la fissava preoccupato, sconvolto. Sapeva benissimo che quando Kammy si metteva in testa una cosa non gliela toglieva nessuno. Lo spaventata moltissimo che lei raccontasse a Natalie, procurandole, terrore, paura, allontanandola da  lui per sempre.
 “Il nostro segreto vorresti dire…” cercando di ricambiare il favore qualora avesse commesso un passo falso, con Kammy non c’erano accordi ma solo ultimatum. E se non veniva accontenta  poteva creare un vero e proprio disastro “Allora… cos’è che vuoi per tacere !” espresse irritato.
“Io e te… insieme come una volta! Vedrai sarà stupendo…  ci siamo cosi’ tanto amati... con Chad non è la stessa cosa..” espresse mentre si avvicinava a lui per baciarlo, intensa e avida come sempre. Josh la scostò immediatamente da sè, confuso, frastornato, non voleva assolutamente tornare a due anni prima, la sua tortura, il suo obbligo ad essere quello che non voleva essere e che Kammy puntualmente lo costringeva a diventare, l’aiuto di Sam e Kate, come faceva a voltargli le spalle. E Natalie?! Come l’avrebbe presa.?! Ma pensava anche a Kammy… era una mina vagante non poteva lasciarla fare!  In compenso vedendo che lui non si schiodava dalla sua idea, non dandole una risposta scelse di andarsene, alterata, la vedeva quasi in trasformazione, non poteva lasciarla fare. La  mano di Josh, tempestiva e agitata la fermò immediatamente cedendo  cosi’, pur non volendolo sul serio, al suo ricatto. Ma doveva farlo per proteggere Natalie, da Kammy e forse anche da lui. Si stava avvicinando la settimana pericolosa e forse era meglio stare sul serio lontano da lei.
“Okay… ma ti prego … deve rimanere un segreto per Natalie… io non vorrei turbarla… ne ha passate già tante...”
Kammy si abbracciò a lui, ingorda e possessiva, lo stringeva a se, al contrario José si sentiva  rassegnato nell’ aver preso quella scelta,  l’aveva presa drasticamente ma era la cosa giusta da fare se voleva salvaguardare Natalie.
“Tranquillo … amore non lo saprà… io voglio solo stare con te!” sostenne baciandolo con avidità mentre il resto della band li guardava allibiti.kammy scomparve sgattaiolando sorridendo soddisfatta, come una leonessa che ha catturato la sua preda, o come un licantropo, quello che era.
I pensieri di Josh tornavano alla festa, a Natalie che gli andava in contro per fargli i complimenti. Natalie al contrario si era voltata verso Kammy, sembrava diversa, rilassata e Allegra. La sua aura da cattiva e acida sembrava scomparsa. E non c’era Chad nelle vicinanze, o per lo meno c’era ma non attaccata a lei come una sanguisuga.Natalie guardò entrambi accigliata e il cenno della mano di lei che la salutava la cece trasalire.
- Ma che novità è mai questa?!- espresse sbigottita a Lù , Ally. Quest’ultima scrollò il capo, poi intravede suo fratello.
-Io lo chiederei a Josh!- sostenne avvicinandosi a lui che stava sorseggiando una bevanda dal buffet.
-Allora?Perchè non mi hai… detto che Kammy aveva ideato una cosa simile…?! On dovevano farlo i nostri amici?!- Josh stava per risponderle poi l’avvicinarsi della serpe a lui lo fece scattare, non aveva intenzione di creare problemi  più di quelli che erano ormai stati  pensati dalla mente diabolica di Kammy. Ally e Lù si allontanarono un minuto richiamate da altri ragazzi che chiedevano la stessa cosa.
Notando la tensione, Natalie decise che forse non era importante che ci fosse stata Kammy, odiata da tutti ovviamente, ad aver  ideato una cosa del genere e comunque ad una festa  di Halloween una sorpresa simile ci stava come intrattenimento.
-Hey sei stato grandioso! La tua voce e la musica è fantastica!-espresse  Natalie entusiasta facendo come per abbracciarlo.
-Si… hey scusa ora ho da fare… ci vediamo mh!?- espresse glaciale, mentre si abbracciava facendosi spazio nella folla a Kammy, che lo guardava dolce e mansueta, cosa insolita dati i precedenti. Il loro bacio, molto appassionato la lasciava senza parole. Fece cadere il bicchiere pietrificata. Sbarrò gli occhi, incredula, iniziarono a tremare, le lacrime avvolgevano il suo viso, ma nessuno se n’era accorto. Presa dal panico, dallo sconforto di aver appena visto Josh e Kammy insieme, senza aver mai saputo che stavano insieme le fece rabbia. Adesso capiva del perché non voleva andare da Chad, del fatto che non volesse dirgli di più di Kammy.
-Se vuoi ti accompagno a casa?!- quella voce vellutata e inaspettata la sorprese. Chad era dietro di lei, serio e preoccupato. Si voltò ma non riusciva a dire nulla di più. Nessuna parola. E intanto la luna si faceva sempre più grande e argentea, romantica ma non per lei. Quella serata era stata un vero e proprio disastro.

Spero che il capitolo vi sia piaciuto... vi informo che ce ne sarà un altro e poi sarò assente per una settimana perchè parto per le vacanze!!! spero partiate anche voi e che vi rilassate intanto fatemi sapere cosa ne pensate e per chi ne ha voglia io ho un gruppo su fb che si chiama I Racconti di girlwolf... la trovate  anche immagini e musiche ideate per la fanfiction in bacione e  tutti!!!!

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 13
*** Una Parte della Verità ***


Kate era sul divano con Sam, per la serata avevano scelto davvero qualcosa di rilassante, caminetto, marsh mallows, patatine  alla paprika, gli avanzi dei dolcetti preparati per la festa di Halloween e  un bel film. Sam aveva pensato, avendola notata distante e di poche parole per tutto il tempo,  che un bel horror avesse potuto farla tornare in sesto, conoscendo la sua compagna che di solito era catturata da quel genere di film.  E, dato che non stava affatto funzionando era deciso a capire il perché di quel comportamento.
- Hey ma perché hai spento!- sostenne corrucciata Kate, cercando di afferrare il telecomando dalle sue mani.
- Perché?- chiese Sam guardandola cupo – E’  da questo pomeriggio che ti vedo strana.  Per tutta la cena, e devo dire che mi sono impegnato, sei stata taciturna, rispondendo solo con  mugolii, qualcosa deve esserti successo! Cosa dici?-
- Te l’ho detto ! è solo stanchezza… oggi è stata una giornata pesante… era da tempo  che non facevo  lezione ai ragazzi…  anzi sai che ti dico vado a letto !Sono stremata !- sostenne esausta guardando l’ora era tardi, Nattie non era ancora tornata, la luna era luminosa e la paura che le capitasse qualcosa era in primo piano.
- Ci andiamo promesso ma prima voglio sapere cosa ti  succede…- Sam l’avvolse nelle sua braccia, sentiva di dover sotterrare per un momento la sua vera natura selvaggia ed essere dolce comprensivo. Doveva capire cosa le stesse accadendo non aveva mai visto la sua compagna così preoccupata  e pensierosa.  A pensarci bene però c’era  stato un momento di forte tensione e debolezza fra loro, quando aveva deciso di portare sua nipote nel Wisconsin. Se c’erano problemi a causa di sua nipote doveva aiutarla risolverli.
Nel frattempo Natalie era seduta su una panca fuori dalla palestra, dopo aver visto Josh e Kammy insieme, dopo che lui le aveva risposto in maniera così fredda e distaccata, non voleva più guardarlo in faccia, tantomeno sentirlo, perciò decise di rimanere fuori, anzi presto sarebbe tornata a casa, infondo il tragitto non era lunghissimo. Aveva intravisto Ally che ballava con Ashton, un ragazzo che le piaceva, non le sembrava giusto che per colpa della sua delusione dovesse interrompere la serata a lei quanto gli altri amici.
- Tutto bene.. ? Ti è successo qualcosa?!- Chad le si avvicinò mettendole le mani sulle spalle. Natalie si voltò guardandolo in cagnesco, e gliele tolse all’istante, proprio lui che veniva a chiederle come stava la vedeva una vera e propria balla colossale. Una presa in giro che non avrebbe tollerato affatto, non aveva mai sopportato le doppie facce.
- E così non hai perso la lingua, non ti eri estinto,  ti sei separato dalla tua inscindibile Kammy… adesso mi rivolgi di nuovo la parole… ma che carino! - sostenne acida - .. ma non dovevamo ignorarci per il resto della vita? La tua fidanzata ti ha dato il permesso di parlarmi… -
- Io e Kammy non siamo mai stati veramente  insieme se è questo che vuoi sapere e se non ti ho più parlato è perché non volevo che tu ti illudessi.. vedi io e lei ci stavamo provando ma…- in realtà la situazione era ben diversa, ma come faceva a spiegargliela a Natalie, che non aveva idea con chi avesse a che fare intorno a lei.
Natalie si alzò incredula, facendo un ghigno più che un sorriso alle parole assurde di Chad
- Ahh adesso ho capito … eh già qui tra le tante novità, del non poter fare foto, del essere
simpatici e gentili un giorno e per gli altri 364 ignorare completamente chi come me crede nell’amicizia, nel fare nuove conoscenze, c’è anche un fenomeno nuovo: se parli con un ragazzo lui penserà che lo ami! Oppure provate a stare insieme tanto per vedere come va!  Ma che belle  fandonie !ma perché dico perché non posso tornarmene a casa mia a Los Angeles?! Se nemmeno posso avere a che fare con gente leale e sincera…- Natalie scoppiò a piangere facendo emergere la sua fragilità, quella che aveva sotterrato di colpo,  in quanto all’ inizio nel Wisconsin,  non aveva dato troppo peso. Grazie ad Ally sembrava che tutto stava andando bene. In quel momento l’unica sensazione  che avvertiva era lo sconforto e la delusione.
Chad cercava di consolarla in qualche modo, a lui Natalie era piaciuta dal primo momento che l’aveva vista, ma la sua natura complicata e legata a doppio filo con Kammy e suo nonno Walter gli avevano impedito di fargli vivere la vita a pieno, di innamorarsi di chi volesse, non poteva farlo, pur dovendo sembrare agli occhi di Natalie un sedicenne normale.
Quando la mattina precedente Kammy gli aveva comunicato che ci avrebbe riprovato con Josh, sperava sul serio che tutto funzionasse e che Josh si allontanasse da lei. La loro vicinanza era sofferente, per non dire fastidiosa, tanto da provocare una lotta immane tra lui e Josh è per questo che aveva fatto innumerevoli assenze, per non essere provocato.
- Ti prego lasciami stare!- espresse contrariata mentre le lacrime imperversavano il volto.
- Senti… facciamo una cosa…  ti porto a casa… almeno sei  più tranquilla … alcuni ragazzi ti hanno visto qui che piangevi vuoi che una mandria ti assalga? E credimi qualcuno ha già chiamato i rinforzi.. – espresse notando che Ally e i suoi amici si stavano fiondando da Nattie.
-  Hey… erano ore che ti cercavamo…!- sostenne Ally abbracciandola con fermezza, Natalie lasciò che lo facesse.- Mio fratello è un gran… deficiente – sbottò con gli occhi al cielo -…ma come gli è venuto di … andare con Kammy!- sostenne agguerrita guardando di sottecchi Chad che non si schiodava da loro.- Ascolta ho detto agli altri che andiamo via… aspettiamo un attimo solo …. E poi andiamo a casa… Acccidenti che serata tragica!-
- E se mia zia mi vede in queste condizioni?-
- Allora puoi venire da me…-
- No…- espresse a disagio, agitando il capo . Il solo pensiero di entrare in una casa che era quella di Josh la faceva star male.
- Okay… ehmmm- alla fine Ally la capiva, nemmeno lei sarebbe voluta andare in una casa che le ricordava un ragazzo che le aveva appena spezzato il cuore.
- Senti … alla fine credo che andrò da sola… cioè torno a casa ma da sola… due passi non mi faranno di certo male…-
- Ma noo ! Nattie non puoi come fai senza macchina… se aspetti un’attimo Lù mi porta le chiavi… è con Alex e Ben…-
- Se vuoi ti porto io a casa…prima facciamo un giro… ti calmi… mangi un boccone…-
 Si intromise Chad, come se nulla fosse. Ally e il resto del gruppetto di amici di Nattie lo guardavano irritati .
- Si forse hai ragione…- espresse tirandosi su, aggiustandosi la spallina del vestito, asciugandosi gli occhi. - … infondo non voglio che ti rovini la serata a causa mia.
- No! Non se ne parla nemmeno!- sostenne Ally prendendola per un braccio. Non l’avrebbe mai lasciata nelle grinfie di Chad – E’ pericoloso… cioè la strada buia potrebbe…- espresse sottovoce.
- In che senso?! Senti Ally io credo che tu stia esagerando… e poi non ho bisogno di una baby sitter… perciò tranquilla..-
- Ma Natalie…io..-
- Niente ma… - Natalie cercò di ridere per farle vedere che stesse meglio, anche se dentro aveva una tempesta furiosa.- adesso vai dentro e finisci di goderti la festa… ti giuro che appena torno a casa ti mando un sms e … grazie!- Natalie l’abbracciò poi Ally con aria impensierita la prese sottobraccio allontanandosi dal resto del gruppo.
- Sei sicura di voler tornare a casa con lui? Senti ti riaccompagno… al diavolo questa festa … al diavolo Ashton… al diavolo anche mio fratello e Kammy! - espresse  sottovoce dispiaciuta. Ally,  pensava che appena possibile avrebbe fatto un bel discorsetto a suo fratello. Guardava Chad, la sua faccia antipatica, anche se angelica, voleva farla sparire dalle vicinanze della sua amica, anzi doveva fare qualcosa, non si fidava assolutamente di lasciarla nelle sue mani. Sapendolo pericoloso, ma non poteva insospettire Natalie.
- Tranquilla… ho anche lo spray al peperoncino…- espresse mostrandole la sua pochette in velluto rosso.  Ally lanciò uno sguardo preoccupato alla sua amica e poi uno maligno a Chad. Fece cenno a quest’ultimo di avvicinarsi.
- Ti affido la mia amica… portala a casa subito o te la vedrai con me!-
- Uhh!- sostenne quest’ultimo divertito- sapessi che paura!-
- Ah si!? Beh pensa se Walter sapesse che sei a contatto stretto con un umana… ringrazia il cielo che oggi non è qui!- gli ricordò mettendogli la verità in bocca. Chad si calmò all’istante, mentre Ally abbracciava la sua amica, si scusò anche con lei per via di Josh, Ally scrollò il capo abbozzando un sorriso .
- Noi rientraimo… però per qualsiasi cosa chiama!-
- Ci vediamo Ally…- espresse afflitta osservando la sua amica che alla fine avrebbe avuto una bella serata e una bella festa in buona compagnia. Si voltò mentre Chad la fissava, il suo sguardo su di lei le faceva un po’ paura, con quegli occhi scuri che sembravano non lasciarla in pace, ma tormentarla. Si voltò per non essere più infastidita.
- Bene allora che dici andiamo?!- sostenne quest’ultimo facendole strada verso il cancelletto che avrebbe permesso loro di andare direttamente nel parcheggio, passando per il campo da basket. Natalie annuì, girò un’attimo lo sguardo per un po’ si incrociò con quello di Josh, poi entrambi si voltarono uno più sconvolto dell’altra. Josh cantava anche se aver visto Natalie  con Chad, non gli aveva fatto una bella impressione anzi voleva mollare tutto e impedirle di andare con lui, ma non poteva farlo Kammy era di fronte a lui, che lo fissava, lo sguardo avido e possessivo. Ormai nel pieno controllo su si lui.
Kate per non sentire le lementele di Sam si era messa a pulire la cucina. Sam però non gliela dava vinta. La vedeva strana troppo strana rispetto alla compagna che aveva ormai al fianco da 15 anni.
- Senti… vuoi una mano?-
- No faccio da sola… poi vado a letto…-
- Senti parliamone… mi dici cos’hai?- Sam non ce la faceva più. Doveva sapere, aveva giurato di proteggerla, di aiutarla in qualsiasi momento e quello gli sembrava un’occasione giusta.
- Sono stanca… punto e basta!- espresse continuando a strofinare il piano di lavoro, la mano di Sam che la fermava le mise ansia. – Sam non c’è nulla di cui tu debba preoccuparti… okay?- Kate cercava di far finta di niente, voleva parlargli delle sue paure ma lo vedeva troppo apprensivo, non voleva creare una lite.
- Non credo… è in continuazione che guardi l’orologio… sta calma … insomma non eri tu stessa ad avermi convinto che andare ad una festa di Halloween non poteva farle del mel che anche se non sa cosa siamo… deve vivere la sua vita, per i prossimi tre anni che passerà con noi, il più serena e normale possibile?-. Kate si fermò nelle faccende, si sedette sullo sgabello del piano colazione e lo fissò esausta, ebbene si aveva gettato la spugna. Non poteva mentire a Sam, di lui poteva fidarsi e lo sapeva.
- Josh… mi fa paura che tra lei e Josh nasca sul serio qualcosa… io non voglio che succeda come con me e te all’inizio ti ricordi…-
- Cosa cosa cosa?! – Sam cambiò espressione, era passato da preoccupato a irritato. – Pensavo che avesse messo la testa a posto quel ragazzo e invece…-
- Sam… calmati…- Kate gli prese le mani e lo fissava negli occhi – gli ho parlato… e lui mi ha dato la sua parola che con lei non…non succederà mai niente… è cambiato… grazie a te… non fargli la ramazina…-
- Si in effetti hai ragione…- Sam abbassò lo sguardo- … ma bisogna che gli parli… soprattutto perché sai in questa settimana cosa  potrebbe accadere… , siamo nel periodo di un plenilunio lui è giovane e non voglio nemmeno ricordare quello che accadde due anni fa con Kammy!  Mi preoccupo per lui, voglio bene a Josh perché noi siamo veterani ormai… ci sappiamo controllare grazie agli studi fatti, alla copertura che abbiamo creato per poter vivere una vita normale pur non essendolo del tutto! E grazie a queste!-
Sam  tirò fuori dalla tasca dei jeans il siero, paglierino  ruotandolo tra le dita. Abbracciò Kate,  le sussurrava parole dolci ricordandole quanto avevano lottato per stare insieme, per non essere divisi dalle loro due nature completamente diverse.  L’antropologia era solo una copertura come il lavoro di Sam, entrambi avevano lavorato per capire di più, del perché Sam come altri della sua popolazione si trasformavano in licantropi senza mai averne trovato un gene o qualcosa che lo spiegasse. Sam, genetista e non boscaiolo e Kate, antropologa, erano anni che studiavano il fenomeno, ogni decennio  a Menomoone Falls un ragazzo o una ragazza primogeniti , non vi era differenza di sesso , tra i 14 e i 16 anni. Avevano trovato al momento  un unico modo per rallentare quel processo tramite un antidoto che somministravano regolarmente a   tutti quelli che erano stati colpiti da questo  fenomeno.

 



Bene.. con quest'altro capitolo auguro ai lettori una felice e spassosa vacanza... e ci rivediamo lunedì 18 al mio rientro, smi raccomando però lasciate pure le recensioni, l'autrice non ha mai morso nessuno anzi è contenta ;) bene allora buon Ferragosto e divertitevi un bacione Girlwolf

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Capitolo 14
*** Amore genetico ***


 
Chad si fermò sul vialetto di casa di Natalie, la guardò un momento sembrava ancora irritata per l’accaduto.
-Grazie per il passaggio….- espresse quest’ultima aprendo velocemente lo sportello e uscendo dall’abitacolo.
-Non dare peso alla faccenda di Josh e Kammy è una questione delicata…- Chad le prese la mano, Natalie si voltò esterrefatta sottraendogliela.
Natalie lo guardò costernata, uscì di quasi di corsa per evitare che lui aprisse ancora bocca, richiuse lo sportello e andò verso la porta di casa. “Questione delicata?!” sostenne mentre cercava le chiavi “ io direi che e questione di… stronzo!”.
Pensato a questo si voltò verso casa, tralasciando ogni minima speranza a Chad di parlarne. Quest’ultimo mise in moto e lasciò il vialetto sparendo nella notte annebbiata.
 Nattie apri’ la porta accigliata, trovò sua zia e Sam  in cucina. Li pensava a letto da un pezzo e invece erano la ad aspettarla.
-Ciao tesoro!- sostenne sua zia andandole incontro – allora come’è andata la festa?! Divertita?!- chiese cercando di essere il più vaga possibile.
-Si… moltissimo!- espresse fingendo di essere felice, quasi  provando entusiasmo. Kate la fissava, sembrava si stesse sforzando di essere serena e lo aveva notato. Lanciò un’occhiata a Sam la quale le cinse le spalle per rassicurarla.  Kate era ansiosa, ma disposte però di non chiederle spiegazioni, non per il momento, magari non ne voleva parlare. Natalie aveva 16 anni e doveva avere i suoi spazi.
- Vado a dormire… sono stanca scusatemi… buonanotte!-.Kate e Sam ricambiarono. Sua zia le sorrise, mentre la vedeva salire di corsa e sentire il chiudersi  della porta della sua stanza.
Natalie emise un grosso sospiro, gli occhi lucidi stavano per cedere. Si lasciò cadere per terra dietro la porta, pensando alla grossa delusione avuta da Josh. Ripensava a lui, alle sue parole fredde e distaccate, le veniva in mente anche Kammy, la sua aria da schizzinosa, col sorriso falso stampato in faccia trionfante su lei e su tutti. Chad, di lui Natalie non sapeva cosa pensare, non riusciva a pesarlo, a capire se il suo comportamento, almeno questa volta fosse sincero. Amareggiata si alzò dal pavimento, si spogliò di corsa e lanciò il vestito accanto alla cassettiera. Guardandola le venne in mente il diario, forse leggerlo l’avrebbe distratta. Aprì il cassetto, spostò le sue magliette e lo ritrovò li. Per fortuna nessuno si era accorto di nulla, sperava che almeno sua zia e Sam non fossero al corrente di quello che era successo qualche ora prima, nello studio. Ma se così fosse stato l’avrebbe capito. Guardò la foto dei suoi genitori e di Karen insieme a Barbara e Jennie sulla cassettiera; la tentazione di chiamarla era forte ma si trattenne. Non voleva farla preoccupare.
 Dopo essersi rilassata sotto la doccia, spento il telefono con le chiamate di Ally , chiuse la porta a chiave, si distese sul letto, prese il diario e lo aprì con cura. Era in cuoio o qualcosa di simile, un po’ rovinato ma bello e particolare, uno stemma in ferro, simile ad un bocciolo,  teneva  ben salde le lunghe stringhe.  Una stringa dello stesso materiale avvolta su se stessa lo teneva ben chiuso. Nattie lo disfece per ben tre volte, per poi aprirlo. Le pagine ingiallite e la scrittura con il pennino le davano l’idea di qualcosa di bello e puro.  Iniziò a leggere  :
 “ 18-10-1816.  Non so perché scrivo questo diario,  una volta ci avevo provato ma  avevo solo 10 anni e raccontavo ben poco ora ne ho 16 di cose da raccontare ce ne sarebbero tantissime ma posso solo dire che per la prima volta l’ho visto. Ho visto il ragazzo che mi ha fatto battere il cuore, solo per qualche minuto ho incrociato lo sguardo col suo e sono arrossita, divampata. Ma com’è possibile impazzire così a 16 anni? io dico che mi sto ammalando per lui, mi sento calda, stuzzicata ( ecco l’ho detto!).  L’ho visto mentre ero con mia madre Kyla a lavare i panni nel fiume. Non so nemmeno come si chiama ma…  credo e spero di rivederlo…“ abbastanza coerente sostenne Natalie tra sé continuando a leggere “ e… tantomeno potrei  chiederglielo io dato che sono promessa ad un altro, non devo pensarci… sposerò  Len… Luna mettitelo in testa punto e basta!!”
Natalie continuò a leggere ancora qualche pagina, un po’ rise all’idea che anche in tempi così remoti ci fossero scaramucce amorose. Si sentiva meglio perciò decise di farsi una bella dormita e cercare di non pensare a Josh.
Qualche giorno dopo era il week-end, e non potè non svegliarsi travolta dall’ondata della dolcezza dei muffins di sua zia Kate.  Avvolta nel suo cardigan fango, e nei suoi jeans affusolati, si stava dando da fare mettendo su un vassoio una bella e abbondante colazione.
- Hey buongiorno!- sostenne voltandosi verso sua nipote che col cenno della mano fece segno per poter prenderne uno.
- Certo tesoro… prendi…!- espresse mentre le  versava del caffè. – Devo fare presto prima che si svegli… e c’è anche un’altra marea di roba da fare…-
- Ehmm  è tenero da parte tua questo gesto d’amore zia! Sam lo apprezzerà! Ne sono certa ma… non credi che sia troppo per una persona sola…- espresse osservando tutto quello che ricopriva il tavolo.
 Oh lo spero!  La colazione è la prima fase per festeggiare il suo 32 esimo compleanno!-
Natalie la guardò illuminandosi. In effetti l’aveva accennato qualche giorno fa quando c’era Josh. Il solo pronunciare quel nome  la fece sospirare nervosamente, per fortuna Kate non se ne accorse perché era presa dal tenere quell’enorme vassoio. Natalie le diede una mano fino alle scale.  Pensava a quando si erano ritrovati a scuola e non gli aveva rivolto parola, tantomeno lui poteva con quella sanguisuga della sua fidanzata. Si erano lanciati sguardi ma non una parola, eppure condividevano lo stesso banco ma lui e soprattutto Natalie aveva intenzione di farlo. Ally non aveva colpa con lei si era subito scusata e aveva però intrapreso l’amicizia con Chad. Se tale  poteva definirsi. In realtà lui le parlava e lei stava ad ascoltarlo. Non sapeva se poteva fidarsi di lui… Aveva deciso di seguire l’istinto e non pensare alle conseguenze.
-Posso darti una mano se vuoi… sai quando ero a Los Angeles spesso aiutavo Jannie .. adoro cucinare…!-
- Bene! Allora inizia a sbucciare le patate… - espresse mentre si apprestava a salire le scale.  - Josh tra poco arriverà con il resto della roba..-
Natalie dovette sedersi prima di collassare. Avrebbe dovuto avere a che fare con Josh tutto il giorno?! Si guardò attorno pensando ad una via di fuga ma non poteva e non voleva dargli soddisfazione, perciò corse in camera, fece finta di non sentire le effusioni tra sua zia e Sam e afferrò il suo cellulare.
“Ehmm ciao Chad… buona giornata… ti va di passare da me dopo? Magari potremmo fare due chiacchiere… mangiando un buon muffin ” . Invio. Natalie fece un’espressione irrequieta “ Ma perché l’ho fatto?  Accidenti a me e quanto sono impulsiva!” si disse, ma era troppo tardi l’sms era stato inviato.
Passò circa un’oretta dall’aver mandato l’sms, sua zia si era chiusa con Sam in camera. La macchina di Josh era sul vialetto. Preoccupata emise un sospirone, lo guardava scendere dal fuoristrada mentre afferrava la scatola di legno con probabilmente il resto della spesa.
Il suono del campanello la fece sentire ancora più in ansia, diede un occhiata alla tendina era da solo, almeno non avrebbe dovuto sorbirsi anche Kammy. Il terzo suono del campanello aggiunto al bussare e al - Heyyy ma ci siete o devo rompere la porta?!- fece spazientire Natalie e oltretutto il non aprirgli avrebbe creato non poche perplessità a Kate e Sam.
Facendo un sospirone e aggiustandosi i capelli Natalie aprì la porta. Si specchio un secondo  emettendo una smorfia di disapprovazione sull’abbinamento del maglione blu con i jeans. Si diede un colpetto in testa pensando che non doveva compiacere Josh.
-Ah finalmente qualcuno ha…- Josh non finì la frase perché il vedere Natalie di fronte a lui lo sorprese.
-Ciao…- le disse con gentilezza, ma lei non gli rivolse nemmeno lo sguardo e tornò in cucina a sbucciare le patate.
- Senti … Kate dov’è?!....- si guardava attorno ma Nattie aveva notato molto bene il suo imbarazzo, infatti le si avvicinò  quasi impaurito dal suo disinteresse- … e poi senti… ho bisogno di parlarti vedi è successo…-
- Posa pure la spesa sul tavolo… zia Kate in questo momento è…..- sostenne distaccata ma anche avvampando all’idea lanciando un’occhiata al piano superiore – impegnata…-
-Natalie è una lunga storia … e anche se non posso io… devo parlartene!-
- Credo ci sia tutto! Ah no hai dimenticato le birre a Sam piacciono molto le rosse ambrate… per cui… va a prenderle e lascia pure tutto fuori dalla porta … ci penserò io a portarle dentro… non serve che rimanga qui!- a Natalie non sembrava importarle molto delle parole e delle scuse di Josh. Doveva anzi volevametterci una bella pietra sopra. E così mentre lui la fissava in attesa lei non gli degnava nemmeno lo sguardo, anzi sembrava come fosse solo aria.
-Cavolo ma mi vuoi stare a sentire!-Josh la afferrò per le spalle  afferrandola per  le braccia.
- Lasciami immediatamente  o mi metto a urlare tanto che mi sentiranno in Canada!-
Josh mollò la presa ma non la mollò dalle braccia. Mentre lei lo fissava accigliata capendo perfettamente quello  che stava per accadere lui non poteva non rimanerne incantato. Natalie e il suo profumo erano un vero elisir. Le piaceva e da matti ma la sua situazione era già complicata con le ragazze da quando quasi era venuto al mondo, cercava in tutti i modi di farsene una ragione. Sentendo il suo respiro agitato, quasi stesse per esplodere, le lasciò lentamente le spalle. Natalie emise un sospiro sollevata, lanciandogli un’occhiataccia.
-Non credere che me ne vada se non ti ho prima parlato!- sostenne lui ponendosi a questo punto tra lei e l’enorme ciotola con le patate.
-Non c’è niente da dire…-
-Io… devo spiegarti il perché… non voglio sentirmi una carogna…-
-Se lo dici tu…- si scrollò nelle spalle Natalie. – La tua fidanzata è al corrente che tu sei qua a pararmi.. ?!Non vorrei che dopo si arrabbiasse e credimi non ho più voglia di vederla arrabbiata… non voglio avere a che fare con una come lei…! -
-No lei non lo sa… ma credimi… se mi lasci spiegare capirai il perché…-
-Okay… spara… - Natalie lasciò ricadere il coltello sul tavolo e si mise in ascolto con le braccia conserte.
-No… non qui… Sam mi farebbe una bella ramanzina!- espresse agitato, Natalie lo fissava interrogativa. – E’ una questione delicata…- espresse prima che lei potesse fare altre domande.
-Perché dovrebbe ?! Oh beh si lui è molto irascibile… - espresse pensandolo arrabbiato come quando era accaduto con  il suo iphone e le foto che voleva fare.
-Senti ti passo a prendere più tardi.. verso le cinque… e ne parliamo…ti devo delle spiegazioni  e … è tutto così complicato accidenti !- sostenne Josh prendendole il volto fra le mani. Natalie si la mano vicina alla sua guancia quasi non volesse che lui la togliesse. – Io non posso rinunciare a te…- espresse in un sussurro, poi corse via lasciandola senza parole e fiato.
Quella frase lasciò sbigottita Natalie, mentre lo vedeva attraversare la porta e dirigersi in macchina. Stava per rincorrerlo ma l’sms le chiarì tutto “ Vado a prendere il resto… ti prego non rifiutare il mio invito…”. Lui non voleva rinunciare a lei, in che senso ?! all’amicizia  o a qualcosa di più?!. Abbozzò un sorriso all’idea di poter tornare a passare quei bei momenti  vissuti fino a qualche giorno prima  con lui, la sua compagnia, la sua musica, la sua voce,  ma aveva anche in mente Kammy, quella ragazza  le faceva paura e non voleva problemi con lei di alcun genere.
Josh recandosi al supermercato pensava alla discussione avuta con sua sorella qualche giorno prima.
 “Ally entrò nella sua stanza sbattendo la porta e con aria corrucciata.
-Oh no!! Non ti ci mettere pure tu…! – le disse stanco mentre si spogliava per farsi una doccia che magari avrebbe cancellato quel brutto fine settimana di fine Ottobre.
- Perché proprio con Kammy… ?!? lo sai che Walter le ha proibito qualsiasi rapporto con chi ha il gene…  e tu invece di rispettare le regole che fai vai con lei… ma ti ricordi cosa è successo l’anno scorso…. Vuoi che lui ti rinchiuda…?!- Ally era agitata, la situazione non era delle migliori e voleva far ragionare suo fratello.
-Lo so! Ma che dovevo fare?! lasciare che raccontasse a Natalie cosa si nasconde davvero a Menomoone Falls?!-
-Dovevi parlarne a Sam… Dovevi consultati con lui… e dirgli che Kammy vorrebbe riprendersi il gene… sai che succederebbe se suo nonno lo scoprisse… sarebbero guai per Kate e Sam… se Kate è ancora viva è solo per quelle dannate fiale di siero… spero che le stia continuando a prendere altrimenti siamo in un bel guaio…-
- Si… hai ragione… ma ora è meglio non parlarne più la mamma ci potrebbe sentire…-
- Okay… però parlane con Sam…-
- Si… lo farò… però ti prego solo di una cosa Ally… - le disse sollevandosi dal letto e guardandola negli occhi-… proteggiti e proteggi Natalie il più che puoi da Chad… non mi fido di lui… lui non è prudente… non esiterebbe se l’istinto lo sovrastasse …. !- espresse serrando i pugni e iniziando a tremare e a sudare.
- Anche tu…fratellone!- sostenne Ally.
- Tranquilla…  con Kammy sono stato chiaro che non avrà quello che vuole da me…ora devo solo trovare il modo di chiarirmi con Natalie…-
- Lei ti piace … lo so Josh.. ma sai che… non puoi, non con lei, sarebbe come uccidervi a vicenda… e io non voglio perdere ne la mia amica tantomeno te che sei mio fratello-espresse afflitta.
- Si lo so…- riferì angosciato all’idea che innamorarsi di quella ragazza non doveva accadere sarebbe stata la loro condanna a morte.”
 Ma non riusciva ad ignorarla, a metterla da parte e rinunciare a lei. Sentiva un legame speciale, forse era prematuro pensarci ma se non avesse avuto tutti i suoi problemi si sarebbe fatto molto più avanti, quel giorno da solo con lei avrebbe voluto non essere quello che era, la sua vicinanza gli piaceva e moltissimo ma non poteva fare questo alla sua famiglia, a Sam a Kate e alla stessa Natalie. Ora l’unica cosa che gli interessava era recuperare il rapporto con lei, ritornargli amico e starle vicino per il suo bene, per proteggerla.
Sam e soprattutto Kate non accettarono molto la sua idea di riavvicinarsi a Natalie, ma non potevano permettere a Josh di contaminare, se così poteva definirsi, Kammy.
Suo nonno, il professor Walter, da quando era in fasce, aveva preso in mano la situazione, e pur se primo genita avrebbe impedito lo svilupparsi del gene, della licantropia appunto,ad ogni costo.  Il siero sperimentato da Sam e Kate funzionava, ma c’era solo un piccolo particolare  Kammy aveva un gene forte e incessabile, che solo con  la lontananza da un altro gene forte, come quello di Josh, avrebbe aiutata a stabilizzarsi e a scomparire. Ma Kammy era testarda, viziata e poco propensa a volere una vita da umana. Era un continuo contrasto con suo nonno, la sua famiglia. Tutti coloro che avevano sviluppato quel dannato gene volevano liberarsene, lei al contrario non pensava affatto di farlo.
La festa di compleanno stava  trascorrendo magnificamente. Kate era soddisfatta di vedere il suo amore così sereno e allegro come non mai. Insieme ai loro amici sembravano divertiti, l’unica a non esserlo era Natalie che pensava alle parole di Josh, mentre era seduta in salotto a sorseggiare la cioccolata calda  alla cannella, che un’amica di Kate e Sam, Liza, aveva preparato con cura.
-Tesoro nei vuoi un po’ anche tu?!- espresse Kate osservando sua nipote che sembrava annoiata.
-Oh si grazie… - disse sorridendole e prendendo in mano la tazza calda.- Mmm è ottima… mi serviva proprio…- espresse poi mentre si alzava notando che nel vialetto c’era la macchina di Chad. 
-Ti spiace zia se…- sostenne quasi chiedendole il permesso.
-Vai pure…- le rispose indicandole la porta. Si guardò con Sam il quale emise un’espressione  decisamente contrariata, ma lasciò correre non poteva fare scenate davanti  ai suoi amici, col rischio di far scoprire loro cosa nascondesse la sua vera natura. 
-Ciao…- espresse quasi intimidita  e imbarazzata Natalie- … non ti è arrivato il mio sms…?!-
-Si ma… avevo voglia di vederti …posso?!- le chiese indicandole il dondolo nella veranda.
-Si…- rispose titubante Natalie, non è che non gli faceva piacere che non fosse là con lei ma Chad non gli ispirava fiducia, non riusciva a concepire il perché dopo settimane di assoluta distanza da lei così di punto in bianco fosse riapparso, e non beveva affatto la storia di lui e Kammy.
-… Come va? Stai meglio?- lui le cinse le spalle, questo fece ancora più insospettire Natalie nonché imbarazzarla, gli tolse il braccio non voleva dargli illusioni.
-Si meglio… grazie …- espresse facendo spallucce, guardò il suo cellulare l’ora  le ricordò che tra poco Josh sarebbe arrivato e conoscendo la rivalità nonché la simpatia che correva tra loro pensò che forse era il caso di farlo andare via.
-Senti … Chad… io adesso devo andare… non mi sembra educato che abbandoni la festa di Sam … non credi…?! –
-Credo che potrà farsene una ragione…- espresse rimettendole il braccio attorno alle spalle- Natalie… io vorrei che tra noi funzionasse…-
-Mi sembra fuori luogo oltre che prematura come proposta…- rispose Natalie allibita- Non so quali siano i tuoi piani… tantomeno in questo momento ho voglia di qualcosa di più di un’amicizia percui se le tue intenzioni sono altre io devo subito metterti all’angolo Chad…-
-Lo so che non ti fidi di me… dopo quello che ho fatto ti capisco ma… credimi se dico che voglio aiutarti… io credo che potrei renderti felice so quanto hai sofferto per la perdita dei tuoi genitori … per Josh…-
-Ma l’hai fatto.. l’altra sera mi hai riaccompagnato a casa … mi sei stato di grande aiuto…non so a cos’altro ti riferisca io credo che tu abbia frainteso… e poi che centra Josh?! Non mettere in mezzo chi non è presente…- nemmeno il tempo di finire quella frase che Josh era arrivato davanti casa.  Il solo pensare che Natalie fosse in compagnia di Chad lo faceva agitare. Conosceva benissimo il suo carattere: meschino, bugiardo e sapeva come raggirava le ragazze, specialmente le umane.
- Beh.. vedo che hai visite Natalie…- sostenne Josh nervoso, era sceso dalla sua Jeep ma non faceva altro che indietreggiare e nervosamente colpiva la breccia con i suoi scarponcini. Dopo quella frase Chad decise di aumentargli la collera, cingendo il suo braccio alle spalle di Natalie, tanto sapeva che non poteva scatenare una rissa davanti a lei, davanti a Sam. 
Josh si strinse nei pugni, non poteva tantomeno voleva dare rpoblemi a Sam e soprattutto scaturire preoccupazioni e domande da parte di Natalie, già si era complicato tutto a causa di Kammy non voleva far precipitare ancora di più il loro rapporto. Fece retrofront, al sorrisetto impertinente di Chad rispose sbattendo il suo sportello e sgommando col suo fuoristrada. “ a questo punto, se vuole che ci chiariamo mi cercherà…” pensò ingranando la prima e uscendo dal cortile della casa di Sam. 

P.s. - Cari lettori scusate l'assenza lunghissima ma ho avuto altri impegni per il lavoro più che altro, ma ora sono tornata e spero che leggerete ancora. Baci Girlwolf.

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Capitolo 15
*** Se mi baci mi trasformo ***



-Okay… io vado dentro adesso –.Natalie non era solo confusa, ma a dir poco scioccata dalla reazione che Josh aveva avuto con Chad, i loro sguardi, le loro facce, i pugni stretti di Josh e la faccetta da perfetto antipatico di Chad. Qualcosa oltre l’atteggiamento presuntuoso di Chad l’aveva fatto scattare. Non poteva certamente non pensarci. Non si trattava di disputa per una ragazza, ovvero lei, quei due le nascondevano qualcosa.
-No dai resta ancora un po’-
- Vado adesso!- sottolineò Nattie,  ma la  presa di Chad sul suo polso non mollava. - Mi stai facendo male… lasciami!- gli fece presente agitata Natalie.
E mentre accadeva questo a pochi passi dalla finestra, Sam non  sopportò  di non preoccuparsi della scena. Kate lo notò subito e fece cenno che ci avrebbe  pensato lei, non poteva far rischiare che qualcuno dei loro pochi amici, nonché suoi colleghi di lavoro,  lo scoprissero.  Che sapessero il suo vero problema, la sua seconda natura. Sam accettò  disarmato la sua offerta. Kate aveva ragione, non poteva rischiare ma Chad non gli piaceva affatto,  tantomeno la sua famiglia.
-Problemi ?!- Kate uscì dalla porta  indispettita. Chad aveva una stretta su sua nipote che la spaventava. Sapeva benissimo cosa fosse in grado di fare e con cosa avesse a che fare.
- No…!- rispose ridacchiando Chad. – Stavo solo chiedendo a Natalie se aveva voglia di farsi un giretto..- quest’ultima gli lanciò uno sguardo a dir poco acido.
-Tu ne hai voglia Natalie?!-   e ancora oltre ad essere contrariata, guardava ansiosa sua zia.
- Credo che sia meglio che molli la presa su di lei, non è così che dovresti trattare con  una ragazza non credi?!-
-Senti io stavo solo…- la faccia sempre più impaurita di Natalie la fece sempre più mettere in apprensione. Mentre Chad si sentiva divertito.
-Lascia la presa da mia nipote Chad!- Kate gli si avvicinò con fare intimidatorio.
-Uhh altrimenti cosa accade…? Diventa una belva?!- Chad la stava beffeggiando, ma a Kate non faceva affatto ridere quella battuta davanti a sua nipote. Per fortuna Natalie non aveva inteso il senso, immaginava solo che sua zia si infuriasse con lui.
- Credimi è meglio che vai via da qui! Ora!-  sottolineò adirata Kate, gli occhi le tremavano così come le mani, ma erano movimento così veloci che Natalie nemmeno se ne rendeva conto, pietrificata nella morsa di Chad.
Sulla finestra apparve la sagoma di Sam che lo fissava minaccioso. Kate si voltò, avendolo percepito, con la faccia preoccupata.  Conosceva bene il suo compagno e soprattutto le sue reazioni,  poteva scatenare l’inferno non avrebbe tollerato Chad e  il suo fare il presuntuoso.
 Ma a Chad non importava, anzi si voltò a guardare  guardava entrambe divertito, fissava Natalie e quest’ultima lo fissava terrorizzata, nei suoi occhi c’era qualcosa che non andava, in lui c’era qualcosa di anomalo.
 -Uhhh! Okay…okay- sostenne divertito alzando le mani-  mi arrendo ma…mi lasci dire una cosa sia lei  che sua nipote siete  un vero schianto! Accidenti se lo siete!-
-Chad! Smettila e sparisci…  lascia stare in pace mia nipote okay…?! È meglio per te credimi…- Kate emise un grosso sospiro e si trattenne a lungo per non rincorrerlo e dargli la lezione che davvero meritava, ma farlo significava mettere a repentaglio se stessa e Sam, nonché sconvolgere la fragilità di Natalie. Chad voleva solo farsi notare da Natalie, era così che accadeva nei ragazzi che avevano quel maledetto gene e volevano liberarsene, innamorarsi di un’umana sarebbe stato davvero l’ideale, ma Kate  ne conosceva bene gli effetti collaterali.  Lui voleva Natalie ma Kate non glielo avrebbe permesso. Lo sguardo sempre più intimidatorio di Sam, fece venire i brividi anche a Natalie, ma il  pensiero in quel momento andava più al suo dolore al polso.
Finalmente  Chad mollò la presa. Natalie se lo tastò, era rossastro e le faceva male un casino, era incredibile quanta forza ci avesse messo.
- Ci si vede presto Nattie.- disse mentre afferrava le chiavi della sua auto e ammiccando ci si dirigeva dentro. Mentre lasciava il vialetto, Natalie non poteva non guardarlo disgustata: come poteva essere diventato così, non se lo aspettava proprio. Che fine aveva fatto quel Chad dolce e carino del primo giorno di scuola. Per non parlare di Josh.  Si certo a pensarci Chad era parecchio ambiguo, non si era comportato onestamente con lei, ma perché trattenerla in quel modo. E perché Josh aveva avuto una reazione così esagerata.
-Tutto bene tesoro?!- sua zia l’abbracciò notandola sconvolta, distogliendola dai suoi pensieri, facendola tornare alla realtà e porre l’attenzione sul polso dolorante.
-Si…- espresse mentre si teneva il polso. Kate le diede un’occhiata. - Ha una bella presa quel tipo… l’ha fatto altre volte con te…?- le domandò Kate preoccupata. Non poteva permettere che sua nipote si facesse male.
- No..- rispose decisa Natalie – Però.. io vorrei capire solo…perché… quello sguardo e i tremori-.
Kate rimase spiazzata, non pensava lo avesse notato, cercò di ironizzarci sopra anche se era davvero fuori luogo.
-  Ah cosa vuoi farci… sono ragazzi! Dai su tesoro… adesso andiamo dentro  ti ci metto del ghiaccio… o vuoi che ti porti in ospedale? –
- No zia…- Natalie si teneva il polso dolente  e già violaceo– Credo che del ghiaccio potrà bastare!-
Kate voleva distrarla, non voleva assolutamente che si indispettisse, se solo avesse saputo  di più di quei due ragazzi, di lei e di Sam anche la sua vita sarebbe stata in pericolo.  Walter non avrebbe permesso ad un’altra umana di venire a conoscenza del mondo della licantropia, doveva tutelarla, proteggerla.
Kate la portò in cucina, lanciò uno sguardo a Sam, lo vedeva un po’ pensieroso, per fortuna non agitato.
-Grazie zia..- espresse Natalie tenendo il ghiaccio sulla mano e avvolgendosi una benda.
-Senti tesoro sei sicura di non voler andare da un medico?-
-No.. non è necessario… anzi vado di sopra a riposarmi un po’…-
Kate fece cenno con la testa, le dava pienamente ragione se quel ragazzo l’aveva spaventata. Però non poteva far vedere troppo ai loro ospiti che stava male, perciò tornando a sedersi sul divano tranquillamente insieme a Sam. Per festeggiare il compleanno di quest’ultimo. Si lanciarono uno sguardo, ma quello supplichevole di Kate gli fece ben capire che non era il momento di ramanzine e tantomeno agitazioni.
Intanto a casa sua, di sabato pomeriggio,  Josh continuava strimpellare con la sua chitarra, aveva chiuso gli occhi e pensava a Natalie, a quanto le piacesse e al fatto che non poteva stare con lei. Lui a differenza di Chad voleva salvaguardarla, proteggerla da quel mondo in cui doveva convivere. Mentre cercava le parole adatte per spiegarle i suoi comportamenti strani, del perché era stato costretto a stare con Kammy, emise una smorfia. La sagoma di sua sorella, comparve sulla porta, che lo ascoltava muovere le labbra e le dita nella melodia di chissà quale gruppo preferito dei suoi.
-Pensi a lei vero?!- Sostenne sedendogli accanto e accovacciandosi  verso di lui.
- Non posso farne a meno… - sostenne esausto- ieri sono passato per la festa di Sam anche se in realtà sono andato perchè volevo parlare a Natalie, scusarmi, spiegarmi e sai chi mi sono ritrovato sul vialetto che flirtava con lei?-
Ally si scrollò nelle spalle, poi allo sguardo torvo di suo fratello associò un nome : Chad.
- Josh lei non è  la tua ragazza quindi Nattie flirta con chi gli pare…-
-Ma non con lui… con quella feccia di Chad… -
-O mio Dio! Con Chad…?!- pensava di essersi sbagliata e invece  era esattamente lui.
-Si… lei non sa di sicuro di cosa è capace… ricordi con Mag.. cosa accadde!-
-Si… ricordo benissimo… me l’hai raccontato bene… beh se penso che quella poveretta l’hanno dovuta ricoverare per un anno abbondante mi viene la pelle d’oca… -
-Non solo… è stata costretta a cambiare casa per stargli lontano!Bisogna che vada a parlarle, ma con quale scusa…?! in pratica le ho fatto capire che non volevo parlarle dopo averla vista con… Chad, la mia reazione esagerata, non credo che vorrà vedermi per un pò- Josh parlava, ma non si era minimamente accorto che sua sorella si era volatilizzata. “ E’ bello sapere che qualcuno in questa casa ti ascolti…” espresse incredulo e riprendendo in mano la sua chitarra continuava con i suoi strimpellamenti e concentrandosi su una nuova melodia da comporre per la sua band. Ma non durò a lungo.
Ally  gli alzò lo sguardo e sorrise. Poco dopo le mani erano sul suo cellulare che spedivano un sms. Josh la guardava in attesa.- Vedrai che non dirà di no..-
- Ehy  ma che stai facendo!no no! Dammi quel cellulare…- cercava di prenderglielo e nonostante fosse più alto di sua sorella non glielo permetteva- e se dopo si arrabbia… sapendo che…. In realtà l’appuntamento non è con te ma con me … e Kammy?! Oddio se quella viene a saperlo… devo vederla stasera!-
- Tranquillo fratellone… si tratta solo di un momento qui… poi ci sono anch’io nei paraggi… non sospetterà nulla...è anche casa mia e io invito chi voglio che a Kammy piaccia o no Natalie è mia amica! Se ne farà una ragione!-
Josh la guardava divertito, non la vedeva così agguerrita da quando era bambina e cercava le attenzioni da parte degli adulti, o di chi era oggetto del suo desiderio, in particolare del loro defunto padre.
Natalie nella sua stanza, o quello che doveva essere, continuava a massaggiarsi il polso, era tutto rosso e indolenzito per via del ghiaccio e non solo. Stava per distendersi e non pensare a nulla, lanciò un’occhiata a quel diario, doveva continuarlo a leggerlo al più presto prima che sua zia si accorgesse della sua mancanza. Sogghignava pensando a quel bel pomeriggio passato con Josh, a quanto fosse stato spensierato, senza problemi e litigi. E senza Kammy. Il solo nominarla le fece venire ancora più dolore al polso e avvertì un senso di nausea. Stava per aprire il cassetto dove era custodito segretamente il diario, quando il tintillio del suo cellulare la fece sobbalzare.” Ally…” pensò ridendo.
Ciao … ti ricordi di me ?! Ma si dai sono Ally? Senti vorrei vederti perché è da un po’ che non ci vediamo e… visto che  più tardi anche Lulù viene qui… beh insomma a breve organizziamo un pigiama party … una cosa da … ragazze…è sabato sera cavolo! quindi sono sicura che tua zia non dirà di no… anche perché le ho già parlato! Jbaci a dopo! E ricorda che ti voglio bene!”.
Sia la grinta che la frase di Ally fece ridere ancora una volta Natalie. – E va bene… - espresse rispondendole di si al suo invito.  Prese qualcosa da mettere nella sua borsa. Una volta sarebbe stata almeno tre ore per decideris, ma questa volta ci impiegò 10 minuti. Buttò maglietta di ricambio, un jeans, il suo pigiama preferito e  il diario. “ No! Se lo rompo o lo perdo sono morta quindi ti lascio qui!”.  Scese in salotto, Sam sul divano con zia Kate a guardare la partita di baseball. Che romantici! Pensò sogghignandoci.  Si fece dare la conferma da sua zia per la festicciola di Ally. Quest’ultima poi l’accompagnò dalla sua amica. Sam la salutò e come farebbe un premuroso padre la salutò dicendole - Fa attenzione piccola! Chiama se hai problemi- Kate  gli lanciò uno sguardo affettuoso.
- Grazie Sam!- poi Natalie prese il suo giaccone e si diresse con Kate verso la Jeep.
- Sono sicura che ti divertirai moltissimo. Ally ti vuole bene ed è una brava ragazza sai! – non ci volle molto per arrivarci in Jeep, in dieci minuti erano arrivate.
-Si zia  grazie ne sono sicura… Ally è una ragazza fantastica e io mi sento un verme per averla trattata male..-
- Tranquilla tesoro! Sono sicura che ti ha perdonata, non portano mai rancori i  Wood e adesso vai su!Divertiti ti voglio bene!- Natalie abbracciò sua zia, le voleva bene, più che una zia era una sorella maggiore, a volte le dava questa impressione e questo le faceva piacere, avrebbe potuto volersi sostituire a sua madre, ma non l’aveva fatto e di questo la ringraziava molto.
-Anch’io..- le sorrise e voltandosi  poi  verso la casetta di Ally e Josh. Il solo pronunciare il suo nome la fece preoccupare e allo stesso tempo arrossire.  Sperava non ci fosse, non sapeva come l’avrebbe affrontato, se ne aveva le forze. Salutò zia Kate  e si avvicinò verso la porta di quella deliziosa e minuscola casetta in legno e mattoni, in mezzo ai boschi del Wisconsin.
Il freddo pungente, di un ‘inizio inverno alquanto rigido, le solleticava le guance e le labbra. La casetta era davvero graziosa all’esterno dava l’idea di un misto tra cottage e baita. I piccoli ranuncoli tra il rosso e l’arancio che abbellivano il piccolo portico le davano un’aria particolare.L’aspetto era a dir poco delizioso, pittoresco. Fece per bussare, ma la sagoma che stava per venirle,ad aprire, e la intravide benissimo le fece pensare di scappare a gambe levate.
Josh le aprì la porta imbarazzato e incantato allo stesso tempo dalla presenza di Natalie.
Lei lo fissava contrariata e delusa.
-Ciao…- espresse imbarazzata e abbassando gli occhi.- Ally… è in casa…?! cioè lei mi ha manadato un sms.. –iniziò a farfugliare agitata.
- Sarà di ritorno tra poco … Lù ha avuto un problema ed è andata a prenderla con mia madre che sarebbe passata nelle sue vicinanze e così…- Natalie lo guardava in attesa, in realtà stava per congelare ma non sapeva se dirglielo o meno, parlargli la imbarazzava tantissimo.  Era così carino, con i suoi jeans strappati, la t-shirt, con un gruppo a lei sconosciuto e i capelli lunghi e neri che avvolgevano il suo viso.
-Hey no stare sulla porta entra… o ti congelerai…dai dammi il tuo borsone… prometto di comportarmi bene..- sostenne alzando le mani in segno di pace, sorridendole. Quest’ultimo gesto la fece letteralmente sciogliere come se fuori ci fossero 40 gradi e non -2. Il tocco della sua mano calda le diede una piacevole sensazione, un brivido sulla schiena e una morsa allo stomaco che non riusciva nemmeno a spiegarsi. Annuì guardandolo e la porta si richiuse alle sue spalle. Natalie si guardava attorno, il piccolo soggiorno col divano rosso e la libreria immensa, il camino con sopra le foto di famiglia , la cucina in muratura, con qualcosa di squisito che bolliva all’interno di una pentola in terracotta, quadri ispirati alle civiltà native, foto di Ally e Josh da bambini. Sorrise nel guardarle.
-Che ne dici di una tazza di cioccolata calda ?! Dai Accomodati …- le disse indicandole il divano, si sedette spostando la sua chitarra, la sua preziosa chitarra. Lo osservava andare verso la cucina a versarle la bevanda che emanava un odore a dir poco invitante.  E anche lui iniziava ad esserlo, le sue mani lunghe e affusolate, nonostante la corporatura da giocatore di rugby era una cosa affascinante per lei. -Ci ho messo dei biscotti… li fa mia madre!-
- Oh beh …grazie…-  Nattie prese la tazza tra le mani, poi lo notò andare verso quella che doveva essere la sua stanza.  Ritornò con un block notes.
-Ti spiace se…- le chiese sedendosi accanto a lei e iniziando a muovere le dita sulle corde e mugolando qualcosa. Lo guardava così concentrato, così preso dalla musica. Poi lo fermò facendolo leggermente sussultare sul divano, come se l’avesse svegliato da un bel sogno. Preso alla sprovvista.
-Senti io… volevo…scusarmi con te… - Josh si voltò verso lei, ansioso, al massimo era il contrario. No era esattamente il contrario.
-Ma e …di cosa? Natalie  tu ti sei comportata nel modo giusto sono io che dovrei scusarmi con te, dovevo darti più spiegazioni… però adesso non so se sia il caso -
-Ascolta!- risposero all’unisono per poi scoppiare a ridere. Il sorriso di Josh illuminava la stanza e non solo.
-Okay prima le signore...- le fece cenno con  la mano. Natalie gliele prese, come se volesse dirgli “ Guardami e ascoltami sono così agitata che devo tenermi attaccata a qualcosa!”
-Sono stata poco comprensiva con te…  non so perché mi aspettassi chissà cosa , sarà  perché qui sto vivendo nuove situazioni con zia Kate, con la scuola, la gente che c’è qui e il senso dell’abbandono  che continua a tormentarmi da quando i miei genitori sono morti, l’aver bisogno di qualcuno possa proteggermi, che si prenda cura di me e che non mi lasci da sola…- le lacrime iniziarono ad imperversarle il volto, Josh non potè far altro che abbracciarla, lasciare che si sfogasse. Sapeva che averla abbracciata avrebbe complicato le cose, ma non poteva lasciarla così fragile e sconsolata.
L’abbraccio di quest’ultimo era confortevole, avrebbe voluto restare così a lungo, avrebbe voluto dirgli che non poteva non parlargli più,ignorarlo, far finta che lui non esistesse,  ma che l’unica cosa che voleva era lui, provare a far funzionare le cose.
-Mi spiace per il dolore che ti  ha  afflitto Nattie , cercherò di starti vicino… per quanto io possa farlo… vedi io…- fece un respiro lungo poi si fermò, aspettando che lei finisse la sua frase prima di darle davvero alcune spiegazioni.
-E come fai a starmi vicino dato che c’è Kammy..  beh  sai l’ho capito che lei ha un ascendente su di te, qualcosa che non so ti impedisce di stare con gli altri… come se tu fossi di sua proprietà… è un amore malato non te ne rendi conto?! Forse non sono alla tua altezza! Non sono una nativa come lei e quindi  non vado bene… sto impazzendo Josh credimi… perché io vorrei …stare con te… ma so che qualcosa lo impedisce... –
-Natalie… lo so … e infatti sono felice che tu sia qui per poterti parlare ma… sappi che quello che ti dirò dovrà rimanere chiuso dentro di te…lo capisci vero?-
Annuì mentre teneva ancora le mani di Josh. Quest’ultimo la guardava così fragile, indifesa quasi impaurita. Le mise una mano sulla guancia per accarezzarla e asciugarle una lacrima che continuava a scorrerle. Natalie lo seguì col movimento, col gesto. Lo guardava, i suoi occhi cioccolato nei suoi azzurri. Lui le spostò una ciocca ricaduta ribelle suoi suoi occhi, non voleva alcun intralcio al su sguardo. Poi le mani sulla sua nuca gli permettevano di l’avvicinarla sempre più , sentiva una sorta di carica elettrica, un calore avvolgerlo, quando le sue labbra si avvicinarono a quelle di Natalie.  Al contempo lei lo aspettava, voleva quel bacio e sicuramente anche lui. La sua mano che le accarezzava la nuca e poi la schiena, le fece emettere un mugolio. Natalie gli mise le mani tra i capelli, folti, e neri attirandolo sempre più a sé.
Improvvisamente la magia finì, perché Josh doveva fare i conti con la realtà, con la sua realtà e certamente dopo le emozioni appena provate con Natalie, non poteva metterla in pericolo. Doveva spiegarle, doveva metterla in guardia da Chad, dal mondo surreale che non sapeva la circondasse, sperando che non lo dicesse in giro subito dopo.
-Scusami io non… non volevo! Ti prego di scusarmi!- sembrava in collera con se stesso, agitato, impaurito, confuso dalla situazione.
-No.. non aver paura Josh..- Natalie gli prese il volto, lo fissava negli occhi, non poteva perderlo, dopo quello che era appena accaduto. – Se c’è qualcosa che non va.. se ci sono problemi sono qui e ti ascolto e … ti aiuterò … -
-Tu non… capisci Natalie…- si alzò dal divano sempre più sconvolto, terrorizzato, si mise a controllare le finestre, chiuse le tende, spense il cellulare, controllava le serrature. Sembrava impazzito e a Natalie questo faceva paura, una folle paura ma non se ne sarebbe andata da li per nessuna ragione al mondo.
-Josh… ti prego calmati!- gli intimò Natalie  riprendendogli il volto  tra le mani, lo guardava, i suoi occhi erano strani, sempre i suoi ma più agitati, come qualcosa che stesse per esplodergli dentro. Lui era diverso, sembrava un altro, un’altra cosa.
-O mio Dio! Cos’hai?! Ti prego lascia che ti aiuti- esternò in ansia continuando a guardarlo a tremare come se in lui ci fosse un terremoto. A nulla serviva la sua presa verso Josh, quando si ritrovava riversa sul pavimento, con un dolore alla schiena e alla testa  e di lui non c’era più traccia, di Josh non c’era più un ragazzo ma qualcos’altro.
 

 

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