E' ora che torni Xena La Principessa Guerriera

di Masumi Sera
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cosa avvenne dopo ***
Capitolo 2: *** Ora è il momento ***
Capitolo 3: *** Durante il viaggio ***
Capitolo 4: *** Il proprio io ***
Capitolo 5: *** Il ritorno ***
Capitolo 6: *** Perchè noi due siamo fatte per stare insieme ***



Capitolo 1
*** Cosa avvenne dopo ***


Cosa avvenne dopo
 
Erano trascorsi quasi due mesi dalla morte di Xena, ma il suo spirito era sempre con Gabrielle a tenergli compagnia.

Dopo la sua ultima missione in Egitto, Gabrielle decise di trascorrere un po’ di tempo con sua sorella. Ma non appena arrivò al villaggio si ammalò gravemente a tal punto che delirava. Xena anche se era sempre lì, non poteva fare niente, era uno spirito, che solo Gabrielle poteva vedere. E ora che la sua amica ha bisogno di lei, non può fare niente, perché lei è solo uno spirito e non può fare altro che vederla soffrire, senza poter alleviare il suo dolore.

Una sera mentre Gabrielle stava dormendo, la prima volta da quando stava male senza avere troppi dolori; Xena la guarda dormire beata, e vedere che la sua amica stava meglio, la fece rilassare per la prima volta da quando era a Potidea. Ad un tratto mentre Gabrielle dormiva, cominciò a delirare nel sonno: “Xena! Xena!  Xena dove sei? Xenaaaa ! Xena perché mi hai lasciata sola, con un vuoto incolmabile?  Xenaaa !?!” 

Xena a quelle parole non poté che sentirsi triste, e mentre la guardava non poté fare altro che piangere per avendo capito quando dolore avesse creato con la sua morte alla persona che più amava al mondo.

Erano passati tre giorni, e Gabrielle stava meglio; quel giorno si alzò presto per poter parlare con Xena, visto che non la sentiva da 3 giorni, allora cominciò a chiamarla.

“Xena! Xena fatti vedere, non procurarmi altro dolore, come hai già fatto con la tua morte.”  Xena la sentì chiamare, ma non voleva andare da lei non gli voleva procurare altro dolore. Ma alle ultime parole dette dal bardo non fece a meno che mostrarsi a lei, con lo sguardo cupo e rigato dalle lacrime.

Gabrielle alla sua vista le si avvicinò e le prese le mani baciandogliele, poi le asciugò le lacrime e la baciò sulle labbra.

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Capitolo 2
*** Ora è il momento ***


Ora è il momento
 
Xena immediatamente si stacca da quel dolce bacio. Gabrielle si allontana da lei, e la guarda perplessa.

“Perché mi hai chiamato? Spero no per questo.”  “Ti ho chiamato perché sono 3 giorni che non ti fai vedere e mi mancavi.” Xena abbassa la testa e dà le spalle alla bionda senza rispondere. “Cosa hai Xena, perché ti comporti così?” Dopo aver sentito quelle parole Xena comincia a piangere. “Ho capito che ho fatto un errore, e per questo tu ORA ne paghi le conseguenze.”

Gabrielle resta a guardarla senza capire il significato di quelle parole. “Che errore hai commesso, e perché io ne pagherei le conseguenze??”   “Non averti lasciato riportarmi in vita quando eravamo in Giappone, io non credevo che soffrirsi così tanto, ma in questi giorni che tu stavi male io ti ero accanto, anche quando deliravi e dicevi che c’è l’avevi con me perché ti ho lasciata sola con un vuoto nel cuore.”

Gabrielle chiude gli occhi per non far uscire le lacrime, ma che alla fine trovano l’uscita.  “Sì. È vero mi hai fatto soffrire tanto con la tua morte, ma questo non significa che io non ti voglia al mio fianco. Non riuscirei a vivere senza di te.”

Xena  si volta e si avvicina a lei le prende le mani nelle sue.  “Se io avessi cambiato idea e volessi tornare a stare con te?”  Gabrielle la guarda con gli occhi che le stanno quasi uscendo dalle orbite. “Aspetta tu vorresti tornare in vita?”

Xena la guarda negli occhi inarcando un sopraciglio. “Sì. Perché ti dispiace?”  Gabrielle stacca le sue mani da quelle di Xena, e si allontana da lei.

“Tu mi stai chiedendo di aiutarti a tornare in vita? ORA?!?”  Xena si avvicina a lei. “Sì. E lo so che ti sembrerà strano, ma so che ti sembra stupido che io in Giappone non sia voluta tornare in vita, e ora invece sì. Ma io lo voglio fare non solo per me, ma per te, per noi, per poterti stare vicino senza  che gli altri ti prendano per pazza, senza … “

Gabrielle la interrompe baciandola. “Sì. Va bene, ti darò una mano.”  E le due restarono a guardarsi e sorridendosi come ebeti.

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Capitolo 3
*** Durante il viaggio ***


Durante il viaggio
 
Xena e Gabrielle si erano messe in viaggio ormai da quattro settimane, nelle quali avevano trovato qualcuno che le potesse aiutare: un certo Nykoz. Una figura molto importante nell’India Settentrionale.

Lungo il viaggio, Xena e Gabrielle non sembravano nemmeno loro. Xena in cuor suo non vedeva l’ora di tornare in vita in modo da non separarsi più dalla sua dolce metà; ma all’esterno era tutt’altro che felice, sembrava che compiendo questo viaggio insieme le facesse male, soprattutto le faceva male vedere la sua amica che non era più lei.

Era diventata fredda, distaccata, non scriveva più, non aveva il suo solito appetito imperterrito e non aveva nemmeno voglia di parlare, che con la sua parlantina le teneva sempre compagnia nei viaggi che facevano. Non era più Gabrielle! – Questo era quello che la sua mente continuava a dirgli.

Gabrielle  dal canto suo più continuava questo viaggio e più si convinceva che la scelta che Xena aveva fatto in Giappone di restare morta, era un segnale, un punto di sbarco, che le facesse capire che con lei non poteva stare.

“Eppure …”  si diceva “ero felice quando mi ha chiesto di aiutarla. Cosa ho che non và, perché non riesco più ad essere felice con la persona che più tiene a me.” – Ma questo era uno dei suoi pensieri che tornava a crearsi sempre durante il cammino.

Fino a un giorno che si era svegliata piuttosto presto, per i suoi canoni, si era chiesta se il suo amore per Xena fosse ancora vivido o se semplicemente stava aiutando la sua migliore amica. Ed è stato proprio questo il pensiero che da allora la tormentava fino all’arrivo in India nella residenza del “DIVINO NYKOZ”, così come era chiamato da quelle parti.

Si racconta che lui era un uomo molto perspicace e che era anche molto bello, a tal punto che le donne gli cadevano ai piedi, ma si diceva che era anche sfortunato in amore. Infatti, lui, essendo una specie di entità superiore era considerato come uno che incuteva terrore.

Arrivate alla residenza del divino furono ammaliate dalla bellezza che trasmetteva quel luogo, all’esterno sembrava una comune dimora, ma all’interno era un paradiso in terra. E mentre erano catturate da quel luogo meraviglioso, era arrivato Nykoz in persona ad accoglierle.  N = Benvenute nella mia dimora. Xena, Gabrielle è un piacere incontrarvi. 

Le due donne rimasero scioccate. Come poteva vedere Xena se l’unica in grado era Gabrielle. Ma subito al loro pensiero venne data una risposta. N = Riesco a vederla grazie ad una tecnica di meditazione che io stesso ho creato. So che vi sembra strano ma è così. Allora come mai mi stavate cercando?  G = Ti stavamo cercando per sapere se potevi far ritornare in vita la mia amica. N = Tranquille vi aiuterò, ma prima vorrei conoscervi meglio e parlare con voi individualmente, per capire che tipo di persone siete e cosa vi lega. Ma prima vi faccio riposare nella camera che vi verrà affidata.

Una volta accompagnate nella stanza, Nykoz le lasciò riposare, dicendo loro che tra qualche ora le avrebbe chiamate per poter approfondire la loro conoscenza e la loro unione.

X = Sai qui è davvero bello. È uno dei pochi posti in cui mi sento in pace. Non trovi anche tu, Gabrielle? Aspettò un po’ ma non ricevette risposta, provò a ripetere, ma lei niente, era come assente. Infatti lo era, le era tornata di nuovo in testa quella domanda che la opprimeva.

Ad un certo punto Xena spazientita la scrollò, fin quando non vide che la compagna ritornò in sé. – Mi dici che diamine ti prende? Gabrielle prese un respiro, e timorosa le fece la domanda con la quale avrebbe capito quello che provava. G = Xena, baciami. La donna aveva il volto misto tra lo sconvolto e il perplesso, poi ripresasi rispose. – Per quale motivo? G = Ti prego fallo, se mi ami fallo, ti supplico. 

Xena si leccò le labbra divenute improvvisamente secche e si avvicinò a lei. Le prese il volto tra le mani, avvicinò le labbra alle sue e la baciò con una dolcezza infinita come mai aveva fatto.

Quando si staccò vide che la compagna aveva il volto pieno di lacrime. X = Che succede tesoro, perchè stai piangendo? Gabrielle tolse le mani di Xena dalla sua faccia e le prese nelle sue. Poi sussurrando, con dolcezza le disse – scusa dovevo togliermi un dubbio che tormentava la mia mente.  X = E questo dubbio è stato estirpato oppure no? G = Mi dispiace ma in realtà credo che tra noi non sia più lo stesso, forse sarà che sei uno spirito adesso e non ti riesco più a percepire come prima ma l’unica cosa che ho sentito è stata solo un ondata di freddo sulle mie labbra.   

Xena sconvolta a quel punto non riuscì più a trattenere le lacrime, come aveva fatto fino ad allora. Chiuse gli occhi, per poi andarsi a sedere sul letto, con la testa china verso i suoi piedi. G = Xena, non sono riuscita a percepirti ma non significa che non ti amo. Vedi ho ricevuto l’ondata solo sulle labbra, questo significa che il mio corpo non ti ha percepita, ma la mia anima si. Credo che sia a causa del nostro legame che abbia sentito quel freddo sulle labbra, come segno che noi in qualsiasi modo riusciamo a sentirci unite. 
Xena durante il discorso aveva smesso di piangere e aveva alzato la testa verso il suo amore. Dopo di ché con un leggero cenno rispose facendo capire che quelle parole avevano dato l’effetto dovuto. X = Non sai quanto ti amo, e quanto mi senta in colpa per non essere tornata in vita in Giappone, così da poter trasmettere il calore del mio amore per te. 

Gabrielle commossa gli rispose che l’amava più della sua vita e che non vedeva l’ora che tornasse in vita, e si scusò se per tutto il viaggio non era stata se stessa, e Xena le rispose solo accarezzandole la guancia e invitandola a riposare insieme a lei.

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Capitolo 4
*** Il proprio io ***


Il proprio io
 
 
L’amore è-vuole adagio-
Fusione d’anime affini.
Loro alleanza, loro unione,
loro fatale ritrovarsi,
loro fatale,ahimè,tenzone.
E se nell’impari duello
Dei due cuori l’uno è più soave,
non v’è dubbio, di certo sarà quello
che consumato d’amore e di tormento
le pene soffrirà fino a morire ...   (Fëdor Tjutčev)
 
Il  giorno seguente, dopo aver fatto colazione tutti e tre, Nykoz disse loro di tornare in camera, e che appena fosse pronta la stanza della meditazione le avrebbe chiamate.

In camera ...

“Sei sicura di stare bene?” “Si, sta tranquilla Xena, è solo un po’ di nausea, che sarà mai.” “Va bene, però dimmi se ti senti male non vorrei che ti succedesse qualcosa.”  Xena si avvicinò a Gabrielle, l’abbracciò e gli diede un bacio sui capelli biondi dell’amata.  “Okay, adesso invece di parlare perchè non ci rilassiamo su questo fantastico letto, prima che Nykoz ci faccia chiamare?” “E va bene, ma solo riposare, ancora sono stanca da ieri sera. Non mi ha fatto dormire per niente stanotte.” “Per caso ti dispiace che ti abbia tenuta sveglia?” gli risponde Gabrielle con una punta di malizia.      “Hey, io non ho detto questo, ti ho solo detto che ero stanca.”   “Si, si, come no.”

Dopo un’ora e mezza vengono a bussare alla porta è una ancella di Nykoz che afferma che la prima ad andare nella stanza della meditazione sarà Gabrielle.
 
Nella sala della meditazione ...

“Bene Gabrielle, ora noi andremo a scoprire cosa c’è dentro il tuo animo, andremo a scavare e a cercare di riscoprire il tuo sentimento per Xena e vedere quanto le sei fedele.”   Alle parole dette da Nykoz Gabrielle cominciò ad innervosirsi.  – Come è riuscito a capire come mi sento in così poco tempo, senza dirgli niente.-pensò-   “Scusa Nykoz come fa a sapere che io ho dei dubbi sui miei sentimenti verso Xena?”   “Perchè non è così, allora dimmi che cosa è Xena per te e cosa provi verso di lei?” “Xena è la mia famiglia, è tutto ciò che mi rimane. Non saprei che fare se lei mi lasciasse da sola e non la potessi più vedere come spirito. Già è stata dura doverla perdere in Giappone, non sopporterei di perderla nuovamente, è l’unica persona che per me conta davvero.”  “Sé vero ciò che dici lo vedremo, puoi starne certa.”   “Bene, allora perchè non iniziamo.”    “Bene, ora possiamo procedere.”  

Nel frattempo in camera ...

“Uffa, ma quanto diavolo ci mettono. È passata più di un’ora, che cavolo stanno facendo per volerci tutto questo tempo.”

Più le ore passavano, e più Xena cominciava a innervosirsi e ad iniziare a girare per la stanza preoccupandosi per Gabrielle.

Finalmente a notte inoltrata Gabrielle rientra in camera, e non appena si avvicina al letto gli sviene sopra esausta. Xena dopo essersi accertata che stesse bene, la copre con un lenzuolo e la lascia riposare. Mentre lei esce dalla camera per raggiungere il divino Nykoz.

Una volta trovato nel salone principale, gli va addosso come una furia.

“Che diavolo è successo durante queste ore e perchè era esausta?”  “Niente per cui tu, ti debba   preoccupare, ho visto che era incerta su cosa provava per te e così l’ho aiutata a capire.” Dice Nykoz con tutta la tranquillità che ha in corpo, senza fare caso all’irascibilità di Xena che aumenta di secondo in secondo.  “Che diamine vuoi dire? Spiegati meglio.”  “Se io, ti chiedessi che cosa provi per lei che cosa mi risponderesti?”  Xena dubbiosa su ciò che il divino le sta chiedendo, gli risponde  come se ciò fosse ovvio.  “Ti risponderei che io l’amo più della mia vita.”  “Allora perchè ti sei sacrificata per quelle anime?” Xena abbassa lo sguardo avendo capito che ha centrato il problema. “Perchè non credevo che soffrisse così tanto, e che io soffrissi nello stesso modo per vederla penare ogni giorno per la mia morte. E’ da poco che ho appreso quello che le ho fatto e che ancora le faccio sopportare, ed è per questo che voglio tornare.”  “Hai un animo nobile, come mi ha detto la tua amica, ma io ti devo avvertire che lei, non sa bene cosa prova per te. Se forse, qualche mese fa le avresti chiesto cosa provasse per te, avrebbe risposto come te, che ti ama più della sua vita ma ora ...”  scoraggiato il divino tacque, osservando la reazione di Xena che aveva il volto bagnato di lacrime. “Ora cosa? Continua.” Gli dice con voce spezzata.  Titubante Nykoz risponde. “Ora, lei, dice che tu sei, la sua famiglia, che sei tutto ciò che le rimane, anzi che le rimanebbe, e che se tu scompariresti anche come spirito, non riuscirebbe ad andare avanti.” È così dicendo, si allontana lasciandola sola, mentre Xena continua a piangere in silenzio avvolta dall’oscurità della notte.

Il mattino dopo appena sveglio, Nykoz fa chiamare Xena per la meditazione, che come quella di Gabrielle si prolunga fino a tarda notte. Xena una volta uscita dalla sala resta sconvolta da ciò che era successo, incapace di dare a ciò un senso, e si dirige verso le camera, dove trova Gabrielle che l’aspetta davanti la finestra.

“Allora, come è andata?”  “Hai il coraggio di dirmi anche come è andata?” le disse Xena con una faccia tra l’incredulo e il sorpreso, “Vedo dunque che non c’è bisogno che io ti racconti.” Le  risponde amareggiata Gabrielle. “Non ti volevo turbare, so che l’avresti presa un po’ male, anche non capendo come sia potuto accadere.” Prosegue con un lieve sorriso sulle labbra. “Questo lo puoi ben dire. Non so’ come sia potuto succedere, visto che io sono uno spirito, e che noi non possiamo.” Xena sospira, leggermente più serena, per poi procedere. “Tu, tu sei ... tu sei incinta.” Gli dice con la gioia che gli risplende negli occhi.  “Ed è mio figlio, tuo figlio, nostro figlio, Xena.” Continua Gabrielle con lacrime di felicità per la notizia appena data alla compagna.
 

 
Il mio spirito è solo tuo,ed unicamente tuo ...
Sei tu, la sola, l’unica, ed sola,
La metà perfetta del mio cuore.
La mia Anima Gemella.

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Capitolo 5
*** Il ritorno ***


Il Ritorno
 
Alcuni giorni dopo.

Xena e Gabrielle stavano facendo colazione, quando Nykoz entra nella sala da pranzo dirigendosi vicino a Gabrielle, sussurrandogli delle parole.  Poco dopo che Nykoz se ne era andato, Gabrielle si alza dalla sedia e si dirige fuori dalla sala di corsa senza dire una parola a Xena.

Sala della meditazione, alcuni minuti dopo.

“Allora? Hai trovato una soluzione, per riportare Xena in vita?” Nykoz, le si avvicina mettendosi di fronte a lei, posandogli le mani sulle sue spalle.  “Mi dispiace, ma l’unico modo per riportarla in vita è che qualcuno legato a lei muoia per farla ritornare in vita. Qualcuno che l’ha sempre difesa, appoggiata, e sollevata anche nei momenti più duri, qualcuno che l’ama.” Gabrielle ha lo sguardo fisso su di lui, e sembra davvero spaventata. “Gabrielle, te la senti di morire per lei, per farla ritornare?”  Gabrielle, tornata in sè, si guarda il ventre e poi torna a fissare lo sguardo su di lui.  “Farei questo ed altro per lei. Le devo tutto, è so che anche lei farebbe lo stesso per me. Quando si inizia?”  “Bene, vedo che hai ritrovato sicurezza in te, e ora sai quello che è giusto. Questa sera dopo il tramonto avrà inizio al rituale.”

Qualche ora dopo nella camera di Xena e Gabrielle.

Gabrielle stava dormendo nell’enorme letto che vi era dentro la stanza, mentre Xena la osservava. Da quella mattina quando il divino era entrato nella sala da pranzo e aveva parlato con Gabrielle e lei si era allontanata poco dopo senza averla avvisata di quello che succedeva, Xena si stava scervellando su quale fosse la causa di quel comportamento tanto insolito, quanto strano.

Mentre lei continuava a scrutare la figura della sua amata, e a rimuginare su che cosa stesse accadendo, non si era accorta che Gabrielle si era svegliata e la stava fissando.

“Una moneta per i tuoi pensieri?” la voce di Gabrielle l’aveva fatta ridestare dai sui pensieri. “Hey, ti sei svegliata finalmente? Hai dormito per buona parte del giorno.”  “Si, scusami. È che sono molto stanca ultimamente.”  “Potrei sapere cosa ti ha detto oggi Nykoz, che subito sei schizzata via? È un segreto?” Xena le pone finalmente la domanda che la ha tormentata per tutta la giornata.  “Dei quanto sei permalosa. No, non è un segreto, e poi riguarda anche te.” Il bardo si alza dal letto e si mette vicino a Xena, scrutandola negli occhi con un ampio sorriso in volto. “Posso sapere di cosa si tratta?”  “Beh, mi ha detto che ha trovato un modo per riportarti in vita.”

Xena la fissa come se non avesse capito le parole di Gabrielle, il bardo resasene conto, la abbraccia. “Davvero?” le risponde la guerriera con gli occhi che le brillano di felicità. Gabrielle annuisce.  “SI. Nykoz mi ha detto che oggi, dopo il tramonto ti farà ritornare fra noi, vivi. Non sei contenta?” Xena dalla contentezza, travolge la sua donna in bacio lungo e impetuoso, a tal punto di stordirla.

Più tardi nella sala della meditazione.

Xena e Gabrielle sono sedute una al fianco dell’altra, mentre il divino è di fronte a loro.

“Allora siete pronte? Possiamo iniziare?”  “SI!” risposero le due. Nykoz, dunque cominciò a meditare e dopo essersi preparato inizia il rituale.

Alza le mani al cielo e comincia a parlare in latino: Sit hunc militem in acie cecidisse, qui in armis secum reducere amet, usque ad senectutem simul ut possint invicem non separet.”

 Ovvero dice: Fate tornare questa guerriera caduta in battaglia, per farla ritornare nelle braccia della persona che l’ama, affinchè possano stare insieme finché la vecchiaia non le separerà l’una all’altra.”

Dopo aver ripreso fiato, prosegue ripetendo le stesse cose ma in indiano: “Mari kita membantu prajurit ini jatuh dalam pertempuran, untuk membawanya kembali ke pelukan orang yang mencintainya, sehingga mereka bisa tetap bersama sampai usia tua tidak memisahkan satu sama lain.”

Quando finisce Nykoz abbassa le braccia e resta in silenzio, finchè una luce dorata avvolge la guerriera rendendo impossibile guardarla. Man mano che la luce la circonda, Gabrielle e il divino riescono ad osservare i cambiamenti del suo aspetto fino a ritornare in carne ed ossa, fino a quando non la ricopre tutta e la riporta ad essere visibile a tutti, e non più come spirito.  Appena la luce scompare Gabrielle le si getta addosso per avvolgerla in un tenero abbraccio. Dopo qualche istante le due si staccano e il bardo fissa la guerriera negli occhi. “Sei tornata finalmente.” Xena le sorride, ma quando vede che Gabrielle che inizia a piangere e che diventa pallida, diventa immediatamente seria. “Che cosa hai? Gli dice con un tono preoccupato. “Sappi che tu sei più importante di chiunque altro, e che io non me ne pento perchè l’ho fatto per te. Ricorda che io ti amo, e che sei la mia famiglia.” Il bardo si accosta a lei, gli asciuga le lacrime che coprono il suo volto e poi la bacia, per poi abbracciarla e appoggiare la sua testa sul petto di Xena. “Finalmente sento il tuo calore, il tuo odore ... e il tuo cuore che batte.

Detto questo la donna chiude gli occhi e si lascia sorreggere dalla sua donna mentre ogni fibra del suo corpo l’abbandona, consapevole che ha ceduto la sua vita per una giusta causa.
 

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Capitolo 6
*** Perchè noi due siamo fatte per stare insieme ***


Perché noi due siamo fatte per stare insieme
 
Xena è in ginocchio a terra, con il volto inondato di lacrime, tiene ancora tra le braccia il corpo del bardo, mentre continua a ripetere: “NO, Gabrielle. NO!” , da quando lei si era abbandonata tra le braccia.

Nykoz da allora non fa che chiamare Xena, ma lei nemmeno lo ascolta, continua ad accarezzare il volto della sua amata.

“Xena! Xena ascoltami! Ti prego guardami, fidati di me, se no li perderai entrambi! Xena! Xena! Xena!”  “Perchè dovrei stare ad ascoltarti?”  “Ti scongiuro, ascoltami Xena o non potrai fare niente per salvarla e la perderai per sempre.”  Xena a questo punto lo guardò prestandogli attenzione continuando ad accarezzare il volto di Gabrielle, mentre lo ascolta.

“Cosa devo fare per riaverla con me?” gli dice con voce tremante. “ Te lo detto. Ti devi tagliare la vena del polso e farle bere il tuo sangue, prima che sia troppo tardi.”  “Sei sicuro che funzionerà?” prosegue ancora timorosa sul da farsi.  “Si. Te lo assicuro, la riavrai, e farò modo che non vi succeda più niente.”

Allora Xena, anche se titubante, estrae un pugnale che aveva dentro lo stivale destro. Adagia l’aedo sopra le sue gambe. Si prende un momento per riacquistare il controllo, si asciuga le lacrime che le bagnano il volto, tira su con il naso, e prende un respiro prima di cominciare.

Prende il pugnale, e lentamente si recide la vena del suo polso sinistro, appena il sangue inizia a uscire, il divino gli porge una coppa per versare un po’ del suo sangue per farlo bere a Gabrielle. Pulisce il pugnale e lo ripone al suo posto, poi prende una garza che gli da Nykoz.

Dopo di chè riprende il bardo tra le braccia e le alza il volto aprendole la bocca per fargli bere il sangue. Qualche secondo dopo avverte che il corpo tra le sue braccia inizia a diventare caldo riprendendo il suo colorito.

Nykoz, si mette in ginocchio vicino a loro, e dice a Xena di posare la sua mano sul ventre di Gabrielle, mentre lui deposita le sue una sulla fronte della guerriera e l’altra sopra la fronte del bardo, iniziando a recitare una formula: “Proteggete questa donna e la creatura che porta in grembo, fate che non si separi più dalla sua amata e viceversa. Salvatele dai cattivi disegni che il destino ha in serbo per loro, e fate sì che riescano a superare anche la morte, finchè la loro linfa vitale non si esaurirà.”

Una luce blu, avvolge le due donne, ma subito scompare.

Xena guarda ora il volto di Gabrielle, e sorride vedendo che ha gli occhi aperti, che la osservano come meravigliata.

“Oh amore mio, mi sono sentita morire di nuovo quando sei crollata fra le mie braccia. È stato come se mi stessero uccidendo un’altra volta.” Lentamente si avvicina al suo volto e vi deposita un bacio.  “Per te lo farei altre mille volte, non sono niente se tu non se al mio fianco. Mi sembra di essere incompleta, come se fossi divisa a metà. Tu sei la parte che mi sostiene e non posso fare a meno di te.”

Xena era commossa dalla bellezza delle parole che le  aveva detto, l’avevano colpita nel profondo. 

Piano piano, Gabrielle si sollevò dalla sua posizione e si voltò mettendosi di fronte alla sua compagna, che ora le scrutava lo sguardo cercando di incanalare tutte le emozioni che le stava trasmettendo.
 
Il mattino seguente ...

Xena si era svegliata da qualche minuto, ed ora stava osservando la figura distesa accanto a lei che dormiva beatamente, e che ora le dava le spalle.

“Quanto sei bella tesoro mio, non so cosa abbia fatto per meritarti, ma dopo quello che è successo e dopo il tuo sacrificio... ti prometto che prima di fare un qualsiasi gesto insensato penserò a te, e a quella creatura che tu custodisci e proteggi.”

Con calma e senza fare rumore si mette vicino a lei e le bacia la guancia molto teneramente.

“Meglio per te che rispetti questa promessa, se no te la faccio pagare cara.”

Gabrielle che si era svegliata sentendo le parole di Xena, aveva deciso di farle credere che dormiva.  Xena sorpresa, si scosta da lei. “Ma come eri sveglia?”  “Oh mia cara, ho imparato dalla migliore, che credi.” Le aveva risposto lei con un sorriso sornione.

Si gira verso Xena e con assoluta lentezza le si avvicina. La guarda negli occhi, e dopo essersi osservate in quei occhi che trasmettevano gioia, si diedero il buongiorno con un bacio.

Quando si erano staccate avevano gli sguardi colmi di desiderio. Tornarono a baciarsi con più passione, le loro lingue si cercavano, si trovavano e si fondevano in un mix si sensualità che portò entrambe a volersi fondere in una sola essenza che le colmava di un amore profondo.

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