Hi to umi

di Martachan 55
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 - Speciale Natale 2015 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 18 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


La Tsunami navigava silenziosamente nelle acque della Red Line. Stranamente a bordo non si sentiva volare neanche una mosca, cosa davvero rara visto che solitamente la confusione regnava sovrana. La tensione era così densa che Efrem, il musico di bordo, avrebbe potuto tagliarla con un colpo secco della sua katana. Nessuno osava fiatare alla vista del proprio capitano in quelle condizioni. Era seduta a gambe incrociate sull'albero maestro, aveva il capo chino e gli occhi chiusi, stava davvero per realizzare il suo sogno. Era salita lassù la sera scorsa, dopo aver letto sul giornale che l'Imperatore Bianco si trovava distante solo pochi giorni di viaggio da loro. Per quanto potesse essere felice di incontrarlo aveva paura, paura che tutto ciò che aveva fatto in quei mesi non le avesse dato la fama che voleva. Ebbene si, prima di recarsi dall'uomo più forte del mondo aveva voluto farsi un nome, voleva che la riconoscesse e che si battesse con lei. Perchè era proprio a questo che mirava, voleva batterlo, batterlo e prendergli il posto da imperatore. Solo la sua ciurma sapeva davvero perchè voleva quel posto,e naturalmente la appoggiava in pieno. che cosa c'era di meglio di far arrabbiare il governo mondiale? Assolutamente niente.

Angel la raggiunse, sedendosi affianco alla migliore amica. Tori sobbalzò un attimo, per poi posare la testa sulle gambe della bionda e chiudere gli occhi, mentre il medico le accarezzava i capelli color del sangue.
- Non ti devi preoccupare Tori, andrà tutto bene. Vai là e mostragli quanto sei forte -
- Ma è proprio questo il punto sorellona! Io non sono affatto forte! -
Esclamò aprendo gli occhi di scatto, cercando disperatamente di non far incrinare la voce. La mano della sua " sorellona " si fermò un attimo, per poi metterle una ciocca dietro l'orecchio.
- Non dire cavolate, se tu non fossi forte a quest'ora non saresti neanche qui -
- Ma guarda che mi ha aiutato un raga... -
Angel la interruppe prima che potesse finire la frase. Anche se l'aveva aiutata qualcuno a scappare, entrambe le volte, lei sapeva benissimo di quanta forza possedesse il suo capitano. Glielo aveva letto negli occhi quando si erano reincontrate sull'isola di Fuyu. Non era più la bambina spaventata e piena di lividi con le lacrime che le rigavano costantemente le guance, adesso era diventata una vera donna, che a soli diciott'anni aveva saputo farle vedere il bene e il male, e farle trovare un modo per farli ritornare in equilibrio.
- Finiscila di fare la bambina, tu sei forte perchè hai aiutato tutti noi a liberarci dai fantasmi del passato, mentre noi, tutti assieme siamo appena riusciti ad alleviare leggermente il tuo dolore. Tu ci hai ridato la libertà, la voglia di vivere, di essere finalmente noi stessi. Sono io quella che si sente debole, sapevo fin troppo bene che cosa stavi passato ma non ostante questo non sono riuscita ad aiutarti. Non sono riuscita a ridarti la libertà, ma sai perchè? Perchè la libertà è una cosa che devi ottenere da sola, solo con le tue forze riuscirai a liberarti completamente, e adesso non venirmi a dire che sei debole, perchè non lo sei affatto! -
Dolci lacrime traboccarono dai suoi occhi bagnandole le guance. Aveva davvero fatto così tanto per loro? Era riuscita davvero a rendere la loro vita migliore? Non si era mai fatta quelle domande, così banali ma così complicate. Si portò una mano alla bocca cercando di soffocare un singhiozzo,ma fallendo miseramente. Angel la fece alzare e se la strinse forte a se, accarezzandogli dolcemente la schiena e il capo.
- Piangi Tori, piangi. Piangere non significa essere deboli, piangere significa essere stati forti troppo a lungo -
Stettero così per minuti, forse ore, ma non le importava più di tanto, le importava di avere sempre affianco a se la sua sorellona.
Non erano davvero sorelle, ma incominciarono a considerarsi tali da quando Tori era stata trasferita nel palazzo principale. All'epoca aveva appena dieci anni, mentre Angel venti, la bionda le fece quasi da mamma aiutandola e consolandola.
- Capitano, la cena è pronta! -
L'urlo di Joy le fece staccare, con la manica della felpa color canarino si asciugò le lacrime, atterrò sul ponte con abile salto, eseguendo anche una copriola in aria. Le piaceva fare quelle acrobazie, sentiva il vento sulla pelle e le pareva di volare. Sorrise scompigliando la disordinata chioma del più giovane.
- Ho una fame! Su Angy datti una mossa! -
Invitò il medico ad accellerare la sua discesa con quell'orribile soprannome, a detta dell'interessata.   
Corsero tutti in cucina e si sedettero ad il tavolo di legno già apparecchiato ed imbandito. La pasta con il sugo di vongole era davvero deliziosa, ma non era niente in confronto al granchio gigante al forno. Anche se Joy aveva appena compiuto quattordici anni era molto più bravo di molti chef famosi. Il suo talento era davvero formidabile. Era stata davvero fortunata a trovare dei compagni come loro. 
Parlarono delle cose più futili scherzando e prendendosi in giro, la loro allegria, e qualche bicchiere di sake, contagiò la rossa, facendole dimenticare i dubbi. Però mentre assaporavano una dolcissima torta alle fragole, l'argomento tanto temuto dal capitano emerse fuori.
- Senti Aaron, ma quanto siamo distanti? -
- Poco bimba, domani mattina dovremmo scorgerli -
Il navigatore le rispose pacatamente, sapeva che qualcosa la stava scuotendo nel profondo, ma non riusciva a capire di cosa si trattava. Per adesso la cosa migliore era proseguire, e permettere al destino di fare il suo corso. Dopo aver aiutato a sparechiare ed a lavare i piatti, Tori si diresse a grandi falcate in camera sua, chiudendo poi la porta a chiave. Si spogliò rimanendo in intimo, per poi buttarsi nel suo letto intarsiato nel mogano. Si rigirò tra le lenzuola di seta blu cercando una posizione comoda,per poi addormentarsi.



Nel mentre...

- Babbo, ma sei proprio sicuro? -
- Si Izou, lo sai quanto me che abbiamo bisogno di alleati -
- Lo so, ma girano delle voci... -
- Haruta, non mettertici anche tu adesso - 
Esclamò con il suo solito tono annoiato Marco, per poi rivolgere il suo sguardo al secondo comandante.
- Sei contrario anche tu Eiji? -
- Secondo me il nostro caro Eiji si è invaghito di lei, non notate come guarda quel manifesto? -
S'intromise Satch cingendo per le spalle il diretto interessato. Effettivamente da quando quella ragazza era entrata nei desideri del babbo aveva incominciato a rinchiudersi in se stesso e a fissare quel giallognolo manifesto anche per ore intere.
- Ma chiudi quella fogna Satch, non mi sono innamorato di lei -
- Comunque sia ormai papà ha deciso, e guarda caso la sua rotta coincide con la nostra -
Affermò il primo comandante, per poi ricevere una gomitata in pieno petto dal cuoco.
- Coincidenze? Io non credo! -
Esclamò con una strana ombra sul viso, facendo scoppiare tutti in una fragorosa risata.
Mancava davvero poco a incontrare la misteriosa piratessa rossa, Eiji era tutto un fascio di nervi. Che cosa avrebbe fatto? L'avrebbe mai perdonato? Gli avrebbe mai rivolto la parola? 
Con tutti questi dubbi si addormentò, sperando di non risvegliarsi mai più.



Konnichiwa minna! Questa è la mia prima storia, per cui ditemi senza alcuna paura se fa schifo o dove sbaglio.Spero davvero che vi piaccia. Al prossimo capitolo!

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Erano circa dieci minuti che rigirava il cucchiaino nella tazza di caffè con uno sguardo perso. Delle violacee occhiaie le spuntavano da sotto gli occhi, era pallida e la testa le pulsava incontrollabilmente. Aveva davvero un pessimo aspetto, ma non poteva farci niente, ormai erano anni che gli incubi le sottraevano le energie. Ma quella mattina era ancora più tesa del solito, tra qualche ora avrebbe dovuto confrontarsi con l'uomo più forte del mondo. 
- Bevi il caffè e fatti una doccia, poi al tuo aspetto penserò io -
La rassicurò Indil mentre inzuppava un pezzo di pane nel latte.
Tori seguì i consigli della botanica e si fiondò nel suo bagno personale, girando la manopola dell'acqua fredda. Entrò nella doccia. Non era molto spaziosa, circa un metro quadrato, ma in compenso era davvero molto bella. Il piatto era di betulla e le ante erano di vetro colorato. Zeke era addiritura riuscito a metterle le luci colorate dall'erogatore, una vera figata. Restò sotto il getto freddo per una buona mezzoretta prima di uscire e di attorcigliarsi un asciugamano intorno al corpo. Nell'istante in cui mise il piede sul pavimento in legno Indil entrò facendola sedere a forza su uno sgabello. 
- Rilassati, adesso ci penso io a renderti splendida-
Le sussurrò sensuale all'orecchio mentre con un asciugamano le frizionava i capelli bagnati.
- Ma non serve... -
- E invece si! Devi incontrare Barbabianca, uno dei quattro imperatori, devi essere al top! -
Esclamò pettinandole i capelli leggermente umidi con un pettine di legno. Appena li finì di districare da tutti quei nodi prese una conchiglia rosa. Era un dial, menomale che Zeke le aveva rifornito la nave prima di lasciare Skypea. Pigiò sulla punta e questa incominciò ad emettere aria calda, asciugando in poco tempo la folta chioma del capitano. Le fece una treccia laterale, le coprì le occhiaie con una polverina color pelle e le tracciò con una matita nera una linea sulla palpebra superiore dandole uno sguardo accattivante. Per completare l'opera le mise del rossetto rosso fuoco, in modo da farla sembrare allo stesso tempo anche sensuale. Tori si alzò dallo sgabello sul quale era seduta per poi tornare in camera a vestirsi. Appena uscì sul ponte la sua ciurma si ammutolì restando a bocca aperta. Era davvero meravigliosa. Emanava un aura oscura che incuteva timore, ma in un certo senso anche serenità. Molte persone si sarebbero offerte volontarie per essere uccise da lei. 
- Allora? Come sto? -
Esclamò raggiante facendo un giro su se stessa.
- Sei davvero fantastica capitano! -
- Davvero molto sexy! -
- Gli farai il culo solo guardandolo! - 
I commenti dei suoi compagni la fecero ridere di gusto, facendole ritornare tutta la convinzione in se stessa. Ce l'avrebbe fatta, per lei e per i suoi amici.
- Sorellina, questo è per te -
Angel le si avvicinò dandole un fagotto nero. Lo aprì: era uno stupendo mantello di seta nera, lo indossò. Era leggerissimo, le arrivava alle caviglie e le conferiva un aspetto ancora più misterioso.
- Adesso si che il capitano fa proprio paura - 
Ammise Joy leggermente intomirito dalla figura della ragazza, che prontamente si tirò giù il cappuccio.

- Stanno arrivando! - 
Urlò il pirata che era di guardia sull'albero maestro.
- Gurarara! Sono proprio curioso di sapere il motivo per cui sta venendo qui -
Ghignò sorseggiando il suo adorato sake.
- Io una mezza idea ce l'avrei...Gente sono aperte le scommesse! -
Urlò Satch attirando l'attenzione, e i soldi, di molti suoi compagni.
- Non fare il deficente banana! -
Lo rimproverò Eiji tirandogli un pugno in testa.
- O dai amico, non fare quella faccia. Se ti impegni magari te la da... -
Evitò di strisciò una potente fiammata, ma si spostò così velocemente che inciampò cadendo malamente sul ponte. 
- Stai tranquillo capitano! O ti abbraccerà o ti ucciderà, hai il 50% di probabilità di morire! -
- Guarda che così non mi aiuti Ace! -
Gli sbraitò contro tirandogli un pugno in testa. Di certo un bel calcio da parte della rossa non glielo avrebbe negato nessuno, ma in un piccolo angolino della sua mente continuava a sperare in un perdono.

La Tsunami si stava avvicinando rapidamente. Non era una nave molto grossa, ma era slanciata e molto veloce. La polena era la testa di un lupo con le fauci spalancate, come se ti stesse per azzannare la gamba, ma non era quello che ti incatenava a guardarla, ma bensì le vele. Aveva delle particolari vele dall'insolito colore bluastro, che riflettendo i raggi solari si coloravano di meravigliose sfumature quasi rispecchiando il mare. Il loro Jolly Roger, un teschio con un'onda, spiccava incima all'albero maestro, tenuto su dal vento. Affianco si teneva in equilibrio una figura coperta da un lungo mantello nero. Appena il secondo comandante posò gli occhi sul volto coperto notò immediatamente i suoi grandi occhi rossi che lo scrutavano, con un ghigno. 
Sostenè il suo sguardo fino a che la distanza delle due navi non fosse quasi annullata. In contemporanea spiccarono un balzo, la rossa gli sferrò un pugno, prontamente fermato dal maggiore che in pochi attimi si era trasformato in uno splendido drago nero. Con le zampe anteriori le afferrò il mantello posandola delicatamente sul ponte, per poi atterrarle di fronte riprendendo le sue solite sembianze umane. I capelli color paglia erano come al solito spettinati e gli occhi ambrati scrutavano quelli della ragazza. Con una plateale lentezza Tori si levò il cappuccio mostrando finalmente il suo volto. Era cresciuta in quegli anni, aveva i lineamenti morbidi ma ben definiti, un piccolo nasino e delle piccole labbra carnose. Dio quanto gli era mancata. 
Eiji non fece in tempo a dire neanche una parola che la rossa gli saltò letteralmente al collo con le lacrime agli occhi. Non ci poteva credere, dopo tutto quel tempo finalmente era riuscita a ritornare tra le braccia forti del suo fratellone. Calde lacrime bagnavano i sorrisi dei due fratelli, finendo per inzuppare la canottiera bianca del maggiore e il mantello della minore. Sarebbero stati così ancora per molto ma Marco li interruppe con un potente colpo di tosse.
- Eiji, lei chi è? -
-Lei è la mia sorellina! - 
Affermò asciugando si le lacrime con una mano e accarezzandole con fare fraterno il capo.  
Tutti restarono a bocca aperta emettendo deboli versi di stupore. 
- Gurarara! Chi se lo sarebbe mai aspettato! -
Contagiati dal proprio capitano anche tutti gli altri scoppiarono a ridere. Se davvero quella ragazzina aveva lo stesso carattere del fratello allora ce ne sarebbero state delle belle. 
Appena il rumoroso scroscio di risate si calmò Tori si incamminò a testa alta davanti al trono di Barbabianca.
- Allora mocciosa? Che ci sei venuta a fare sulla mia nave? -
- Non lo hai ancora capito vecchio? Sono qua per sfidarti e prendere il tuo posto! -
Affermò togliendosi il mantello. La temperatura improvvisamente calò, ma subito dopo altre scroscia di risate ravvivarono l'atmosfera.
- Gurarara! E tu con quel corpicino vorresti battermi? -
Effettivamente a prima vista sembrava molto fragile, ma se si guardava con un po' più di attenzione si riusciva a vedere i muscoli delle braccia nude, le gambe muscolose fasciate da un paio di shorts di pelle nera e da degli stivali col tacco che le arrivavano al ginocchio. Sotto l'aderente canottiera nera s'intravedeva la sottile linea degli addominali, mentre sul prosperoso seno era lasciato in bella vista il particolare simbolo marchiato a fuoco, che in pochi secondi l'imperatore notò. 
- Esattamente! -
Disse mettendo una mano sul fianco in modo provocante.
- Hey Tori, come stai? -
La figura muscolosa di Ace sbucò da una parte non identificata del ponte, piazzandosi davanti alla rossa. Un brivido le percorse la schiena, lui era il suo salvatore. Quando aveva fatto incendiare la nave del governo mondiale non lo aveva visto bene in faccia, per via del cappello arancione e dell'oscurità della notte. Ma adesso che era giorno riusciva a intravedere ogni suo piccolo dettaglio. Si perse a guardarlo nei suoi perforanti occhi neri, prima di realizzare che aveva davanti colui che le aveva ridato la libertà.
- Arigatou Gozaimasu! Gr-Grazie mille per avermi salvata! -
Balbettò velocemente inchinandosi.
- Hey, tirati su. Comunque quel giorno mi sono dimenticato di presentarmi, per cui io sono Portgas D. Ace, il vice-capitano di tuo fratello -
Si presentò mettendo una mano intorno alle spalle di Eiji.
- E da che cosa ti ha salvata di preciso? -
Li interruppe Marco.
- Non te lo posso dire ananas -
Rispose Tori lanciandogli un'occhiataccia irritandolo. Se c'era una persona che doveva sapere cosa le era capitato di certo non era lui.
- Meriterei un po' di rispetto sai, pomodoro -
- Senti ananas, a me non me ne può fregar un cazzo se tu sei il primo comandante o uno dei cinque astri -
- E invece ti dovrebbe importare visto che uno di noi ti ha salvata -
- Marco, io l'ho aiutata quando non ero ancora entrato in ciurma -
- Visto, lo ammette pure Ace! -
- MARCO! -
Angel s'intromise saltando in braccio al primo in comando per poi iniziare a baciarlo con foga, facendo comparire sulla faccia della rossa un espressione a dir poco disgustata. Come era possibile che quei due si conoscessero?! Forse era lui il valoroso pirata dolce e simpatico che... no, non era possibile! Tori scosse la testa per scacciare via quei pensieri, per poi separare i due piccioncini che si stavano praticamente mangiando le labbra. 
- Angy, perchè cazzo stavi limonando con quell'ananas! -
- Uff, lui è il mio ragazzo, ma te lo avrò ripetuto miliardi di volte! -
Il mondo le crollò addosso. Adesso si che si pentiva di non aver ascoltato con più attenzione i discorsi dell'amica sulla sua vita a Fuyu. 
- Ragazzi, il pranzo è pronto! -
Stroncando sul nascere una molto probabile litigata, per poi avvicinarsi sensuale alla rossa ammiccandole.
- E se proprio lo vuoi sapere anche qualcosaltro è pronto -
Eiji con un calcio lo mandò direttamente in cucina, prendendo poi la sorella e guidandola nella sala da pranzo seguiti a ruota da tutti gli altri.
- E la sfida con il vecchio? -
- Combatteremo domani mattina all'alba sull'isola di  Heiya, ma ad una sola condizione mocciosa -
Le rispose Barbabianca entrando nell'ampia sala sedendosi a capotavola, mentre gli aiuto cuochi servivano e imbandivano la tavola. 
- Se vinco io entrerai a far parte della mia ciurma -
- Va bene, ma i miei compagni verranno con me -
- Andata, ma se vinci tu non dovrai toccare i miei figli -
- Per chi mi hai preso vecchio -
- Gurarara! Certo che mi stai proprio simpatica ragazzina! -
Terminati gli accordi incominciarono a mangiare e a chiaccherare come amici di vecchia data. I due fratelli non avevano ancora avuto il tempo di parlarsi in privato, ma poco male la giornata era ancora molto lunga. 
- Sai che subito non ti ho riconosciuto? -
Esclamò ad un tratto Ace, che le era seduto affianco, quando ebbe finito di ingoiare la cinquantesima coscia di pollo.
- Emh... -
- Sul serio, adesso sei diventata davvero irriconoscibile! -
Tori arrossì mormorando un flebile grazie. Appena l'aveva vista un lungo brivido l'aveva colto, era diventata davvero bella. Non che prima non lo fosse, ma lo sporco, il corpo magro, pallido e pieno di ferite non la rispecchiavano appieno. Gli era inspiegabilmente venuta la voglia di farle dei complimenti, perchè davvero se li meritava.
- Mocciosa, riflettici un attimo  e diventa mia figlia senza inutili combattimenti -
Appena sentì il nome figlia s'irrigidì e sgranò gli occhi. Lei non aveva assolutamente bisogno di un padre, per di più colui che voleva battere a tutti i costi.
- Scordatelo, vincerò io -
- Sorellina, lascia da parte tutti i pregiudizi e cerca di accettarlo come padre -
Cercò di convincerla il fratello.
- Zitto Eiji, tu non sai neanche cosa ho passato! Tu non lo hai mai conosciuto nostro padre e adesso dovrei diventare figlia di qualcuno che neanche conosco?! Rifletti su cosa mi è successo e cerca di vedere le cose dal mio punto di vista! - 
Urlò adirata sbattendo i pugni sul tavolo lasciando poi la sala a passo di carica. Come si permetteva di proporle una cosa del genere? Lui dove era quando l'avevano catturata? Gli occhi le bruciavano per via delle lacrime che premevano per uscire, ma lei 
non avrebbe pianto o almeno non davanti a loro. In poco tempo Angel la raggiunse trascinandola in bagno.
La bionda la strinse forte a se, cercando di ridarle un po' di sicurezza. 
- Dai sorellina, piantala di piangere e datti un contegno -
- M-ma co-come fac-cio a smetterla?! Hai sentito le sue parole no? -
Singhiozzò sempre più forte, con due dita invitò la rossa a guardarla negli occhi, per poi tirarle uno potente schiaffo.
- Smettila di fare la bambina e reagisci. Lui ti vuole bene, è tuo fratello, sta cercando di aprirti gli occhi come abbiamo cercato di fare noi in questi mesi, ma tu sei troppo ottusa per capire! -
- Angel... -
Mormorò flebile toccandosi la guancia destra.
- Devi ascoltarmi Tori, non puoi continuare ad andare avanti così. Questa non sei tu! Sta sera pensaci un po' su e cerca di chiarirti con Eiji -
- Toc...toc...toc... -
Bussarono alla porta
- Chi è? -
- Sono Ace, posso entrare? -
Una scarica elettrica si propagò nella rossa. Chissà perchè era venuto lì.
- Entra pure Ace, io vi lascio soli -
Si alzò la bionda lasciando un po' di intimità ai ragazzi.
- Tieni, ho pensato ti fosse utile -
La rossa prese dalle mani del moro un sacchetto pieno di ghiaccio,per poi posarselo sull'impronta rossa che Angel le aveva lasciato.
- Ma come facevi a saperlo? -
Chiese incredula.
- Certo che quella lì ti ha tirato uno schiaffo davvero potente, si è sentito fin in sala da pranzo -
E lui era venuto da lei per vedere come stava. Altri brividi le percorsero la schiena quando la mano calda del corvino le scostò una ciocca dalla fronte imperlata di sudore e si posò delicatamente sulla sua piccola mano. Le sorrise a trentadue denti tranquillizzandola.
- Giurami che non lo andrai a dirlo a nessuno! -
Lo pregò guardandolo dritto nei suoi occhi color dell'onice.
- Che cosa? Che hai pianto? -
La ragazza annuì osservandolo ancora più decisa. Aveva una tale espressione che Ace non riuscì a trattenersi dal darle un 
buffetto sulla guancia sana e scoppiare a ridere.
- Ahahaha! Stai tranquilla, mi porterò il tuo segreto fin nella tomba piccola! -
- Guarda che non c'è niente di divertente, e non chiamarmi così! -
Le risa del pirata di fuoco aumentarono osservando il viso leggermente imbronciato, trasportando anche Tori.
Appena si calmarono Ace le levò il ghiaccio constatando che la guancia si era sgonfiata e che non c'era più neanche l'ombra dello schiaffo. 
- Sai, è meglio che ci muoviamo! Satch ha preparato una fantastica torta! - 
Esclamò aiutandola ad alzarsi e prendendole una mano trascinandola di corsa in sala da pranzo sotto gli sguardi e le risatine degli altri pirati. Non calcolarono neanche le frecciatine di Marco continuando a parlare con il sorriso sulle labbra, ma nel bel 
mezzo della loro conversazione Ace si accasciò sul tavolo, posando la testa sul piatto vuoto. Tori trasalì trattenendo a stento un urlo, mentre tutti gli altri scoppiavano a ridere.
- è inutile che fai quella faccia, si è solo addormentato! - 
La schernì Marco ridendo di gusto, si trattenne dal rompergli il setto nasale ascoltando con più attenzione il respiro di Ace, era calmo e regolare, le labbra leggermente aperte per permettere all'aria di uscire. Era davvero dolce quando dormiva. La rossa 
scosse la testa imponendosi di non pensare quelle cose e pregando i kami di non essere arrossita. Dopo qualche attimo si accorse che Eiji aveva abbandonato la sala. A detta di Vista se ne era andato dopo la sua sfuriata, evidentemente era così presa a parlare con Ace che non se ne era accorta, ma avrebbe sistemato le cose.

Haloa! Eccomi tornata, mi aspettavate vero? Chiedo scusa per il ritardo, ma internet mi odia parecchio in questo periodo. In questo capitolo sappiamo un' po' più di cose su Tori e su suo fratello Eiji, e Ace e Marco fanno la loro comparsa, felici? Secondo voi da cosa l'ha salvata Ace? Baci

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


- Ace, dove è Eiji-kun? -
- Tuo fratello? Sarà appollaiato sull'albero maestro -
Rispose svogliato appoggiando la schiena proprio a quest'ultimo.
- Arigatou Gozaimasu! -
- Anche Eiji a volte parla questa lingua -
Esclamò riferendosi alle parole della rossa.
- Lo Nihongo dici? Bhe, devi sapere che un millennio fa, circa, sulla mia isola, Nihon, si è creato il Nihongo, che è praticamente l'antenato dell'attuale giapponese. Sono davvero poche le persone che lo parlano, tralasciando naturalmente la mia isola -
- Ma il giapponese lo sanno? -
- Ovvio, solo che preferiscono parlare lo Nihongo perchè fa parte delle nostre tradizioni. Sai, Nihon è praticamente rimasta nel passato. Cioè che sembra di vivere nell'epoca Edo anche se c'è stata qualche secolo fa -
- Un isola bloccata nel tempo? -
- No, è solo piena di abitanti che amano le tradizioni -
- Sono davvero molto curioso di andarci! -
- Anche io, ormai sono otto anni che non ci torno -
Un silenzio imbarazzante scese tra i due interrotto prontamente da il moro.
- Non dovevi sistemare le cose con tuo fratello? -
- Oh giusto, grazie - 
Si alzò di scatto incominciando ad arrampicarsi con le guance leggermente rosse. Ma che le stava succedendo? 
Appena arrivò in cima trovò la figura curva di Eiji seduta sul pennone ad osservare il mare. 
- Bello il mare vero? -
- Senti sorellina... -
- Mi dispiace! -
Esclamarono contemporaneamente. Restarono a guardarsi per qualche secondo intontiti.
- Scusami se ti ho detto quelle cose cattive Eiji, in realtà non le pensavo sul serio -
- Ma è stata colpa mia se ti hanno catturata, e in questi otto anni non sono riuscito ad aiutarti, mentre Ace... -
- Non dirlo neanche per sogno! Non è stata assolutamente colpa tua, ma bensì mia. E poi Ace è capitato lì per puro caso, avevo già rubato le chiavi del collare e lui mi ha solo aiutato a fuggire, nulla di più! -
- Sorellina, mi potrai mai perdonare? -
- No -
Eiji rimase allibito dalla risposta secca che aveva ricevuto.
- Intendo dire che non c'è niente da perdonare -
- Baka! -
Le sussurrò mentre la stringeva a sè, posando la guancia sulla sua testa. 
- Eiji... -
- Si? -
- Non respiro! -
Rispose con un filo di voce cercando di liberarsi da quella morsa.
- Lo so -
Ghignò stringendola ancora di più, per poi lasciare che l'aria tornasse a circolare nei suoi polmoni. Era davvero felice.
- Oni-chan che frutto hai mangiato? -
- Il Dora Dora No Mi, mi permette di trasformarmi in dra...Non ci pensare neanche! Non ti faccio fare un giro! -
Le rispose acido mentre gli occhi della rossa luccicavano di emozione.
- E dai, ti prego! Se lo fai ti dico anche io che frutto ho mangiato! -
Lo pregò congiungendo le mani. Insomma, quando mai ti capitava di fare un volo su un drago? 
- Andata! Ma solo per poco -
Si alzò in piedi, per poi assumere l'aspetto di un maestoso drago nero. Non era molto grande, ma aveva due possenti ali e le squame luccicavano sotto il forte sole pomeridiano. Con agilità gli montò sopra, per poi aggrapparsi al collo del fratello,appena questo decollò. L'aria le scompigliava i capelli e le rinfrescava il viso, stava volando! Ben presto Eiji incominciò a volteggiare nel cielo, sentendosi libero da ogni cosa. Continuarono così fino al tramonto, quando entrambi stanchi ma felici decisero di rintanarsi in cabina per poi andare a cena.
Tori si fece una breve doccia fredda per rinfrescarsi e si vestì. Non mise niente di elegante, era solo una cena. Si mise dei pantaloni aderenti neri con vari strappi, una canottiera bordeaux che le arrivava leggermente sotto il prosperoso seno e che le metteva in evidenza il piercing all'ombelico e ai piedi degli anfibi neri. Non si truccò, e i capelli li raccolse in una coda. Era pronta.
La cena trascorse tranquillamente, mangiarono fino a saziarsi e si concederono anche qualche boccale di birra. 
- Tori, aspetta! -
La rincorse Ace quando la cena fu terminata e tutti si furono ritirati nelle loro cabine.
- Ciao Ace, ti va una passeggiata? -
Lo invitò quando si fu avvicinato.
- Certo! -
- Perchè stai con me? -
Esclamò tutto d'un fiato la rossa, abbassando il capo.
- In che senso? -
- Tutti mi odiano, voglio sconfiggere vostro padre eppure tu sei qua che mi fai coraggio, perchè? -
I discorsi d'incoraggiamento che le aveva fatto a tavola il moro se li ricordava bene, eppure neanche lui sapeva il perchè.
- Loro non ti odiano, anzi ti trovano molto simpatica. Per nostro padre non ti preoccupare, non ostante l'età non riuscirai mai a batterlo! -
- Questo è da vedere fiammifero, a domani! -
Replicò dandogli le spalle e dirigendosi a passo deciso in camera sua, domani avrebbe finalmente dimostrato quanto valeva. 

Appena spalancò la porta di camera sua rimase a bocca aperta. Eiji stava dormendo nel suo letto. Non ricordava di avergli dato il permesso di accamparsi in camera sua, ma lo lasciò dormire. Sdraiandosi accanto a lui e poggiando la testa sul suo petto. 
Cullata dal suo respiro regolare in poco tempo scivolò  in un sonno tranquillo, senza sogni. Dopo otto anni passati a dormire urlando, soffocata dagli incubi riuscì finalmente a riposarsi completamente. 

La mattina arrivò lentamente, nonostante fuori fosse ancora buio presto nella cabina del capitano dei Pirati dell'onda la confusione regnava sovrana, svegliando anche il povero Eiji. 
- Buongiorno Oniichan! -
Lo salutò allegramente la sua sorellina che stranamente era già in piedi, avvolta in un asciugamano di spugna bianco che cercava disperatamente di districare la folta chioma rossa bagnata.
- Ohayo imoto -
Rispose con la voce impastata soffocando uno sbadiglio. Squadrò la sorella con fare indagatorio, chissà che ore erano.
- Sono le quattro e mezza -
Gli rispose analizzando lo sguardo svampito del fratello.
- Ah le quattro e mezza...LE QUATTRO E MEZZA?! Ma che accidenti stai combinando a quast'ora?! -
Urlò mettendosi a sedere con un colpo di reni.
- Shh, non urlare. Comunque mi stavo preparando, senti Eiji non è che potresti... -
Domandò ingenuamente sbattendo le lunghe ciglia e facendo gli occhioni dolci. Il biondo sospirò affranto, per poi battere la mano sul materasso. Con un balzo felino si inginocchiò sul letto, dando le spalle al fratello che intanto districava abilmente quella matassa di capelli vermigli. Erano passati tanti anni dall'ultima volta che lui l'aveva pettinata ma non avrebbe mai smesso di ricordarsi i momenti felici della loro infanzia, quando erano ancora tutti uniti e felici.
- Sei proprio sicura di volerlo fare? -
- Non lo so, ma so solo che non posso deludere i miei compagni, o almeno non adesso -
- Ecco fatto - esclamò posando il pettine - Miraccomando sorellina suru chui -
- Stai tranquillo,vincerò io! -
Gli sorrise voltandosi, per poi spingerlo giù dal letto.
- Fuori che mi devo cambiare! -
Eiji non se lo fece ripetere due volte e in men che non si dica si ritrovò sul ponte della Tsunami. Ormai mancava davvero poco all'alba, le stelle incominciavano a sparire e sulla Moby le luci delle stanze si riflettevano nel mare ancora scuro. Doveva tornare sulla sua nave, e lasciare che Tori se la cavasse da sola ancora una volta. 

Le due navi si avvicinarono velocemente alla costa di Heiya. Non era un isola molto grande, ma era completamente piatta. Se guardavi bene potevi vederne la fine. Era disabitata, non un unico albero troneggiava su quella distesa verde smeraldo, che incominciava a tingersi dei colori dell'alba. Era l'ora della sfida. 
I due sfidanti scesero dalle rispettive navi a testa alta, analizzando il paesaggio. Non c'era niente che potessero usare come ostacolo o riparo. Si misero uno di fronte all'altra. Tori aveva un corpetto azzurro, degli shorts neri e gli stessi stivali col tacco del giorno precedente. Il viso era limpido e i capelli erano raccolti in una coda alta. Barbabianca invece indossava i soliti pantaloni beige, la fascia in vita nera e sulle spalle il suo cappotto con ricamato il suo simbolo. Con il suo bisento fece tremare leggermente il terreno, per poi ghignare divertito alla rossa. La ragazza non aspettò un attimo di più e cogliendo quell'invito si lanciò sul suo nemico, tirandogli un potente calcio in testa, che prontamente schivò. Tori atterrò in piedi per poi ghignare anche lei, un'idea geniale le balenò in testa. Rincominciò ad attaccarlo, con una foga mai vista prima, ma nessuno dei colpi che infieriva andò a segno. Continuarono così per un'infinità, la rossa atterrò poco lontana dal gigante, ansimava. Doveva cercare di stancare Barbabianca, ma l'unica stanca in quel momento era lei, non poteva continuare ad andare avanti così. Si rialzò correndogli incontro e alzando il braccio per tirargli un pugno. La mano di lei in pochi secondi si ricoprì di acqua bollente, che si andò a gettare sull'anziano viso dell'imperatore, che con il bisento separò evitando di ustionarsi.
- Il Mizu Mizu no Mi. Che frutto interessante, gurarara! -
- Taci vecchio! -
Allungò la mano facendo comparire delle colonne d'acqua che si attorcigliarono alle gambe dell'imperatore, immobilizzandolo. 
Sotto i suoi piedi iniziò a formarsi una grande pozza d'acqua da cui uscirono dei tentacoli d'acqua che gli bloccarono anche le braccia, era in trappola. Dietro la rossa si formò un'onda gigantesca che con un suo movimento della mano si schiantò su Barbabianca.
- Tsunami! -
Appena l'onda lo colpì si disintegrò, quasi come se un terremoto l'avesse distrutta.
- Perchè non mi mostri cosa sai fare con la spada? -
- Fatti avanti vecchio! -
Un bastone di ghiaccio le si formò nella mano per poi incominciare a parare i fendenti del bisento. Con una scossa Barbabianca infranse l'arma di Tori, per poi colpirla con la lama del suo bisento. Una lunga ferita si aprì sul ventre piatto della rossa.
- Ti avevo sottovalutata sai Tori, nessuno ha mai resistito tanto contro di me -
Un sorriso le si dipinse sulle labbra, certo adesso doveva entrare a far parte della sua ciurma, ma forse anche così avrebbe potuto raggiungere il suo obbiettivo.

Arigatou Gozaimasu=grazie mille
Nihongo=Giapponese
Nihon=Giappone
Ohayo Imoto= Buongiorno
Suru chui= Fai attenzione
Heiya= Pianura
 
Hoyao minna! Sono tornata! La storia della lingua mi è venuta in mente in questi giorni,visto che ho appena iniziato a studiare giapponese. Sono troppo felice! Per lo scontro non so come sia venuto visto che è il primo che scrivo.Il frutto è il Mizu Mizu, lo so che un sacco di persone l'hanno usato, ma quello è il potere che la rappresenta di più secondo me. Spero di non aver fatto un casino. Ringrazio Kurama no yoko e swimmer5 per aver recensito, e Celaena Sardothien, Kurama no yoko, Malevolent, swimmer5 e Vale1048575 per aver seguito la mia storia. Un bacione!
Marta-chan 

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


Appena aprì gli occhi la forte luce del sole la costrinse a richiuderli immediatamente. Lentamente riuscì a schiuderli abituandosi alla luce che entrava dalla grande finestra. Ci mise un po' per capire dove fosse. C'erano due letti bianchi alla sua sinistra, una grande scrivania coperta da fogli di dubbia provenienza davanti a lei. Sul comodino alla sua destra erano posati dei fiori rossi, una siringa piena di un liquido biancastro e delle pastiglie, accompagnate da un bicchiere d'acqua. Era in infermeria. Nella sua nave. E si stavavano muovendo a giudicare dal leggero movimento a dondolo. Non ricordava il motivo per cui si trovava distesa in quel letto. Cercò di tirarsi su facendo leva sulle braccia, ma si pentì subito di quel movimento azzardato, la testa le pulsava incontrollata e nel braccio destro era inserito un tubo, collegata ad un sacchetto pieno di un liquido rosso. Sangue. In un istante tutti i ricordi ripresero il loro posto, e il peso della sconfitta andò a posarsi comeun macigno sul suo petto. Aveva perso. Chissà come stavano i suoi compagni, se erano vivi. In quel momento la porta si spalancò creandole un'altra fitta alla testa. Spostò gli occhi vermigli sulla figura appena entrata, permettendo ai suoi occhi di bagnarsi di calde lacrime. Se Angel stava bene e se erano sulla Tsunami allora anche gli altri dovevano stare bene.
- Buongior...Che succede sorellina? - 
Accorse subito dalla rossa inginocchiandosi al suo letto ed asciugandole le lacrime.
- Gli altri stanno bene? -
- Stupida! Mi hai fatto prendere un colpo! Comunque si, Barbabianca ci ha trattati davvero molto bene -
- Per quanto ho dormito? -
- Quattro giorni... -
- Eh?! Per così tanto?! -
Esclamò portandosi poi una mano al petto cercando di limitare la fitta che l'aveva colta.
- Calma, non ti agitare. Hai subito una ferita profonda, c'è mancato davvero poco che non ci lasciassi le penne. Erano davvero molto preoccupati per te. Persino Marco era preoccupato -
- Voglio sedermi -
- Ma mi stai ascoltando?! Va bene, ti do una mano -
Delicatamente la tirò su sistemandogli poi un cuscino dietro la schiena.
- Ti ho portato un panino. In realtà era mio ma fa niente, andrò a mangiare dopo -
- Grazie mille Angie! -
La ringranziò azzannando il tramezzino con prosciutto e formaggio dell'amica.
- Non mangiare così in fretta, altrimenti poi ti viene nausea -
- Non ti preoccupare -
Le rispose rallentando la velocità d'ingurgitazione.
- Mentre mangi dammi il braccio destro -
Disse mentre preparava la siringa. Tori s'immobilizzò, da quando aveva notato che nel suo braccio era conficcata una flebo non aveva ancora avuto il coraggio di muoverlo. 
- O su non fare quella faccia, non avrai mica paura di una punturina? -
- Non mi fa paura, è che mi fa schifo il fatto che tu mi infili del liquido dentro -
Replicò mettendo su il broncio offesa. La bionda le si avvicinò e con fare materno le accarezzò il capo, per poi fulminarla con un'occhiataccia.
- Adesso io ti faccio questa puntura e se tu non fai storie magari ti levo anche la flebo -
Sussurrò minacciosa infilando l'ago nella vena. Tori trasalì, non voleva fare quella puntura, ma magari riusciva a scollarsi quella dannata flebo.
Appena estrasse la siringa vuota fu costretta dalla rossa a levarle anche la flebo, nonostante avesse perso davvero molto sangue.
- Vado a dare la notizia del tuo risveglio, tu dormi -
- Hey! -
Non riuscì neanche a controbattere che il medico se ne era già andato. Si rimise giù sbuffando, ma in poco tempo si riaddormentò. 

- Allora come sta?! -
Esclamò alterato Eiji alzandosi di scatto dal ponte della Moby Dick.
- Si è svegliata e sta benone. Se solo non fosse stata così cocciuta da volersi levare la flebo... -
- Tra quanto si riprenderà? Posso vederla? -
- La pianti di fare la mammina ansiosa, uccellino? -
- Satch fammi il piacere di stare zitto. Lei è la mia sorellina! -
Due pugni arrivarono in testa ai due litiganti, Marco ci sapeva davvero fare a calmare le acque.
- Tra una settimana dovrebbe riuscire a rimettersi in piedi e nessuno di voi l'andrà a trovare oggi, se mai domani ma dovete chiedere a me per vederl...Zeke, che accidenti stai facendo?! Torna immediatamente qui! -
- Non rompere il cazzo Angel -
Le rispose svogliatamente il guerriero Shandia dirigendosi in infermeria.
- Se va lui allora andiamo anche noi! -
Esclamò il resto dei pirati dell'onda avviandosi, seguiti a ruota dagli ufficiali di Barbabianca.
- Hoy Zeke perchè non entri? -
- Fai silenzio Eiji - 
Il biondo si avvicinò alla porta scorgendo subito il volto rilassato della sua sorellina che riposava tranquillamente. Quella vista fece addolcire gli sguardi di tutti. 
- Fuori di qui! -
Angel scaraventò tutti fuori, per poi abbracciare il suo dolce fidanzato.
- Gurarara! Povera piccola! -
- Andiamo a mangiare -
Propose Satch con non troppo entusiasmo, venendo poi travolto nella folla che avanzava, delicata come una mandria di bue in calore, in direzione della sala da pranzo. Il pasto fu consumato con l'allegria che in quei quattro giorni era venuta a mancare. Persino Marco mangiava con leggermente più entusiasmo del solito. A fine giornata tutti si presentarono al capezzale della rossa, nessuno escluso.

- Razza di baka! Come accidenti ti è saltato in mente! Potevi restarci secca! Se ci fosse lo zio sai quante te ne direbbe?! -
Urlò Eiji appena fu entrato nell'infermeria. La preoccupazione che aveva accumulato in quei giorni venne fuori sotto forma di rabbia.
- Scusa mamma! -
- E non pigliarmi per il culo Tori! -
- Gomen nasai -
Si scusò facendo gli occhioni dolci, ricevendo in risposta solo uno sbuffo.
- Perdonata. Adesso che ci penso il babbo vorrebbe parlarti -
- E come mai? -
- Che accidenti ne so! E comunque il piercing all'ombelico può anche passare ma quello alla lingua proprio no! -
- Guarda che io non li volevo, me li ha fatti Lui! Anche questo simbolo, me lo ha impresso a fuoco lui stesso... -
- Scusami. Sono felice che tu sia qua -
Sorrise, mentre le accarezzava la guancia.
- Emh figliolo, posso parlare un attimo con la ragazzina? -
- Oh papà, da quanto tempo sei lì? -
- Sono appena arrivato -
- Ho capito, vi lascio soli. Sorellina non me lo mangiare! -
- Spiritoso! -
Gli fece la linguaccia, mentre Barbabianca si sedeva sul letto al suo fianco.
- Sai mocciosa, nessuno aveva mai retto così tanto contro di me -
- Sei ripetitivo vecchio -
- Mi dispiace -
- Ti ti dispiace? -
Era shoccata, uno dei quattro imperatori si stava scusando con lei! Da non credere!
- Non volevo ferirti in quel modo, sei stata tra vita e morte per una giornata intera -
- Ah, per questa? Non ti preoccupare, ormai è quasi guarita e tra qualche giorno sarò di nuovo in forma smagliante, ho la pellaccia dura io!-
- Gurarara! Ho visto, ho visto! Ti ricordi il nostro accordo vero Tori? -
La rossa abbassò la testa, in quel momento le lenzuola erano diventate davvero interessanti.
- Vorrei chiederti di diventare il mio vice -
Alzò il capo di scatto. Voleva che lei diventasse il suo vice capitano?
- Il tuo vice? -
- Esattamente -
- Ma non lo era già quell'ananas? -
- Gurarara! Marco? No, lui è solo il capitano della prima flotta -
Le rispose tranquillamente spiazzandola. Se c'era qualcosa che quel vecchio aveva era proprio il potere di spiazzarla.
- Ma i miei compagni? -
- Loro saranno la ciurma del mio vice capitano -
- Quindi resteranno con me -
Sestenziò sospirando di sollievo. Sapere che i suoi amici sarebbero stati bene la rendeva felice.
- Qual'era in realtà il tuo obbiettivo? -
- Eh...Il mio obbiettivo? Era sconfiggerti, ovvio -
Rispose poco sicura ritornando a guardare le lenzuola.
- Non sono nato ieri mocciosa. Qual'è il tuo vero obbiettivo? -
Uno dei pochi difetti che aveva era proprio quello di non saper mentire. Se da un lato era bravissima a nascondere i suoi sentimenti, dall'altro non sapeva raccontare bugie verbali.
- Non ti è ancora chiaro vecchio? -
- Per caso centra per caso quel simbolo? -
- La zampa del Drago Celeste dici? Possiamo dire che collega il tutto -
- Mio figlio ti ha liberato dai Nobili -
- Si, ma per fortuna non lo hanno visto -
- Vuoi fare fuori il Governo Mondiale - 
- Esatto, e voglio la testa di San Jalmack -
Rispose pacatamente accendendosi una sigaretta.
- Sai vecchio, lui in realtà sarebbe mio padre -
- Tuo padre? -
Rispose spalancando gli occhi.
- Sorpreso? Nessun uomo che usa come schiava la propria figlia non dovrebbe considerarsi nè padre e nè uomo -
Strinse le lenzuola così forte che le nocche divennero bianche.
- Non è facile superare un simile trauma, quando sarai pronta diventerò io tuo padre -
Si alzò voltando le spalle alla rossa e senza lasciarle il tempo di ribattere. Tori si accasciò sul cuscino inspirando il biancastro fumo della sigaretta. Gli aveva confessato tutto il suo passato, seppure lo avesse appena accennato, e senza che le avesse chiesto niente. Ma che le prendeva? 
- Ma che muso lungo abbiamo, fammi indovinare gli hai raccontato tutto? -
- Hai origliato Zeke? -
Domandò prendendo il boccale ricolmo di birra e bevendolo velocemente per poi pulirsi le labbra con il dorso della mano.
- No, basta vedere la tua faccia. E poi sono il tuo migliore amico -
- Mi fido di lui -
- E meno male, pensa un po' che dovremo restare con quel baffuto per il resto della nostra vita -
- Oh, mi dispiace... -
- Taci Tori. Dopo tutto non si sta tanto male e poi Angel può divertirsi con il suo ragazzo -
- L'ananas dici? Bleah, che schifo -
- Ahahaha. Cosa pensi di fare con Lui? -
Domandò diventando improvvisamente serio.
- Penso che il titolo di vice capitano di Barbabianca crei molta paura a quei cagasotto dei nobili -
- Vice capitano? Ma come ci sei riuscita? -
Esclamò contento abbracciandola. Zeke era il membro della ciurma con cui aveva legato di più in assoluto, tralasciando Angel naturalmente, e se mai sarebbe morta avrebbe preso lui il comando dei pirati dell'onda.
- Andrà tutto per il meglio questa volta -
- Forse per una volta avremo anche noi il nostro lieto fine -
- Eh già -
- A proposito di lieto fine, dove è il tuo principe azzurro principessa? -
- Q-quale principe azzurro? -
Chiese abbassando lo sguardo mentre le guance le s'imporporavano.
- Non fare la stupida, sto parlando del bel fiammiferino. Dovessi vedere come era preoccupato per te. Neanche le minacce di Angel sono servite per farlo andare via da qui -
- Oh...Era così preoccupato? -
- Già, e anche tu sei bella cotta -
Affermò per poi sghignazzare osservando il forte colorito che aveva preso il viso dell'amica. 
- Zeke, ho fame! -
Esclamò cercando di far passare quell'attimo d'imbarazzo. Forse aveva davvero ragione lui. Forse. 


Buon salve a tutti! Tori si è svegliata dopo quattro giorni di coma ed ecco che svela a Barbabianca un po' del suo passato. Secondo voi riuscirà mai ad accettarlo come padre? Ho voluto dare maggiore spazio anche a Zeke, il suo migliore amico, magari poi vi svelo qualcosa in più anche su di lui, bha. Ringrazio in anticipo chi commenterà e chi metterà la storia tra le preferite/seguite/ricordate. Bacioni e al prossimo capitolo!

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


- Secondo me stareste benissimo in sieme -
Erano ormai due ore che Zeke continuava ad insistere su quello scomodo argomento. Aveva abbandonato la solita serietà che lo caraterizzava per fingersi un consulente di coppia, tormentando la povera Tori che continuava a camminare sulla balaustra dell'imponente Moby Dick cercando di non farsi beccare da Angel. La bionda dottoressa le aveva imposto una settimana di riposo assoluto, ma dopo due giorni i giramenti di testa e le fitte al ventre erano scomparse per cui aveva optato per una bella passeggiata in compagnia del suo miglior amico. 
- Se non la pianti ti butto in mare -
Sbuffò rifilandogli un'occhiataccia per poi continuare a pensare con quale strategia poteva uccidere Zeke e liberarsi del suo corpo senza dare nell'occhio. 
- Rilassati -
Gli rispose il guerrigliero accendendole la sigaretta spenta che la rossa stringeva tra le labbra, per poi accendersi anche la propria. Ormai era un bel po' che avevano preso quel vizio, e neanche le spaventose minacce di Angel erano riucite a farli smettere.
Tori fece qualche tiro cercando di ritrovare la calma che l'indigeno del cielo le stava rubando. Meno male che doveva essere un'uscita rilassante.
- Dove sono gli altri? -
- Stanno cenando -
- E tu non vai? -
- Ho mangiato con te, stupida -
Sospirarono entrambi emettendo una nuvoletta di fumo bianco.
- Domani si festeggia -
- Ma il Diavolo? Lo sai vero che quella ti ammazza? -
- Hihihi, tranquillo ho la situazione sotto controllo -
- Uh, fantastico, allora sono morto anche io -
Rispose prendendola in giro. 
- Zeke, sei antipatico -
Gli fece la linguaccia incrociando le braccia sotto il seno. Si guardarono in cagnesco per alcuni minuti prima di scoppiare a ridere rumorosamente, attirando l'attenzione di qualche marinaio che puntualmente scuoteva la testa divertito. In quei pochi giorni erano riusciti a costruire un buon rapporto. 
- Ahahaha. Hey Zeke, ti va una birra? -
- Certo che sei proprio una bella testa di cazzo eh? Come facciamo? -
- Mi sembra logico, entriamo fottiamo due birre e scappiamo -
Ghignò la rossa già carica di energie.
- Via! -
La trascinò dietro una parete il moro tappandole la bocca con la sua grande mano color caffè latte. Un secondo dopo Angel e Marco passarono, per poi dirigersi a passo spedito in camera del primo comandante. 
- Hihihi, chissà come si divertiranno -
Commentò Zeke appena i due se ne furono andati.
- Chiudi il becco angioletto. Andiamo a bere -

Arrivarono in sala da pranzo tranquillamente, continuando a punzecchiarsi a vicenda. 
- Sorellina! Che ci fai qui? -
La richiamò Eiji appena furono abbastanza vicini.
- Mi stavo annoiando per cui ho deciso di venirmi a fare una birra -
Rispose con nonchalance sedendosi sulla prima sedia libera che trovò. Subito Zeke le passò il boccale, per poi avvicinarsi al suo orecchio.
- Guarda che non mi offendo se ti ci fidanzi -
Sussurò per poi farle l'occhiolino e sedersi nella sedia affianco alla sua. Tori arrossì di colpo notando di essersi seduta proprio accanto ad Ace. Affogò il suo evidente imbarazzo in quel fantastico liquido dorato, bevendo fino all'ultima goccia, mentre il suo vice ridacchiava ammiccando nella sua direzione. Dannato il giorno in cui aveva deciso di portarselo dietro.
- Ciao Ace, come te la passi ? -
Lo salutò cercando di nascondere la tensione. 
- Hey Tori, ti vedo in forma - 
- Eh già, mi sento benissimo adesso -
- Sono davvero felice -
Le sorrise, facendo aumentare il rossore sulle sue guance. Come mai si stava emozionando per un semplice commento?
- G-grazie! -
Un timido sorriso s'impossessò delle sue labbra. 
- Accidenti, che giornataccia! -
Si stiracchiò avvolgendo il suo braccio muscoloso intorno alle piccole spalle della rossa. Quel contatto fece venire i brividi ad entrambi. All'inizio si era irrigidita, ma dopo poco aveva incominciato a rillassarsi, facendogli capire che era tutto ok con un sorriso. Dio quanto era carina! Represse il forte desiderio di abbracciarla, limitandosi a disegnare figure invisibili sulla sua spalla nuda. 
- Tori, domani sera annunceremo la tua entrata in ciurma -
Ruppe la tensione Barbabianca, rifilando un occhiata amorevole alla nuova arrivata.
- Immagino si festeggerà -
- Ed immagini bene bambolina, ci sarà una grande festa in tuo onore! Birra, cibo, musica e sess... -
Non riuscì neanche a terminare la frase che Eiji lo colpì in faccia con un gomito, facendolo poi cadere all'indietro.
- Non importunare mia sorella Satch! -
- Chiedo scusa -
Rispose con una voce nasale, mentre stringeva il collo del naso per far diminuire il flusso del sangue che si riversava sulla sua uniforme bianca. 
- Dai Oniichan poverino! -
- Non intervenire! Sono io che decido! -
Rispose liquidandola.
" Goditi il tuo potere fratellone, da domani comanderò io " 
Pensò prendendo un altro sorso di birra.
- In confronto a te lo zio è più simpatico -
Rispose seccata posando la testa sul caldo braccio di Ace. A quanto aveva capito il frutto che aveva mangiato gli permetteva di diventare una torcia umana, doveva essere davvero magnifico poter controllare il fuoco senza bruciarsi. Certo, lei controllava l'acqua e il mare, ma questo non le dava neanche la possibilità di nuotare, che fregatura.
- Mi stai paragonando allo zio? -
- Già e per tua sfortuna sta vincendo lui. Chissà come sta! -
Esclamò con gli occhi che luccicavano. 
- Cambiare discorso non ti salverà! -
- Ah Ace, tu hai dei fratelli? -
Domandò girando la testa in direzione del pirata di fuoco, incrociando i suoi occhi color onice ed incatenando i suoi ad essi.
- Ho un fratello più piccolo, davvero una peste! -
- E scommetto che è molto più simpatico di sto qua, non è vero? -
Rispose affranta indicando con un gesto svogliato della mano "sto qua".
- Vorrei ricordarvi che sono qua e che vi sento -
Sbottò sbattendo le mani sul tavolo mentre una vena rossa aveva incominciato a pulsargli sulla tempia destra.
- Calmati fratello, non c'è alcun bisogno di agitarsi così tanto -
Gli mise una mano sulla spalla Satch come se si fosse dimenticato della gomitata che il ragazzo drago gli aveva rifilato prima.
- Hai ragione, non vale la pena perdere la pazienza con due deficienti del genere -
Rispose calmo mentre la vena pulsante spariva, per poi riapparire subito dopo quando notò che i due ragazzi non lo degnavano di uno sguardo e che si erano rimessi a parlare del fratellino di Ace. 
- Sono due casi disperati! -
Urlò affranto posando la testa sul tavolo mentre i suoi compagni se la ridevano. Ormai non poteva contare neanche più sul loro appoggio. Che vita dura la sua!
- Gurarara! Accidenti, è quasi l'una! Forse è meglio che vado a dormire, domani sarà una giornata faticosa -
Interruppe le risa Barbabianca, strizzando poi l'occhio a Tori, l'indomani se ne sarebbero viste delle belle.
- Notte papà! -
Risposero gli ultimi superstiti ancora non troppo ubriachi da entrare in coma etilico.
- Si è fatto davvero tardi, forse è meglio che vada anche io -
Disse soffocando uno sbadiglio la rossa abbandonando a malincuore le carezze che Ace aveva incominciato a farle sulla spalla, dando poi un bacino sulla guancia a Eiji e a Zeke che le fece l'occhiolino. 
- Ti accompagno -
Si alzò di scatto il fiammiferino, avvicinandosi a Tori.

- Ace, possiamo andare sulla polena? -
Chiese appena furono fuori con gli occhi che le luccicavano.
- Certo! -
Rispose divertito, trascinandola, poi, sull'enorme balena. 
- Wow! è davvero enorme! -
Esclamò incominciando a saltellare e ad ispezionare quella strana polena.
- Ti piace? -
Le chiese posandole le mani sulle spalle fermando il suo saltellare fanciullesco. Ogni attimo che passava scopriva sempre qualcosa di nuovo in quella ragazza.
- L'adoro! -
Rispose sorridendogli.
- Allora adorerai anche questo! -
Ridacchiò afferrandogli la mano e facendola sdraiare dolcemente sul freddo pavimento di legno. Non c'erano parole che potessero descrivere la bellezza alla quale stava assistendo. Milioni di stelle illuminavano il cielo nero, ma la fonte di luce più forte proveniva dalla luna, la regina della notte.
- Allora? Che te ne pare? -
- Non posso credere che mi sono persa per tutto questo tempo uno spettacolo del genere -
Ammise sospirando, riempendosi gli occhi di quelle fantastiche luci biancastre. 
- Per che non mi racconti un po' di te? -
Le chiese Ace sdraiandosi accanto a lei.
- Ma se sai già tutto di me?! -
Esclamò sorpresa soffocando una risata.
- Questo non è assolutamente vero! Tuo fratello mi ha detto solo il tuo nome, Tori -
Sussurrò il suo nome in maniera quasi impercettibile, ma in un modo tanto intenso che le mozzò quasi il repiro.
- Non cambierà mai, è sempre il solito taccagno! Comunque di me non c'è molto da dire. Ho dicciotto anni, qualche mese fa ho messo insieme la mia ciurma e da allora solchiamo i mari -
- Diciotto? Ne dimostri di più sai? -
Rispose sbalordito.
- Che intendi dire? -
Chiese seccata guardandolo male.
- No, scusa è che sia fisicamente che mentalmente ne dimostri almeno venti! -
- Se lo dici tu -
- Hihihi! -
Ridacchiò il corvino, per poi stringerla a se quando avvertì il suo tremolio. Il suo battito cardiaco accellerò mentre i brividi si facevano largo sulla sua schiena appena sentì il corpo della rossa attaccato al suo.
- Stai tremando... -
Sussurrò giustificando quel gesto improvviso e troppo audace. Tori gli sorrise serena rilassandosi tra le sue braccia, lasciando il passaggio libero a decine di scariche elettriche. Stava davvero bene con lui.
- Forse dovresti andare a riposare piccola -
Interruppe quel momento magico con molta tristezza. La temperatura stava scendendo e lei non aveva ancora completamente ripreso le forze, si sarebbe ammalata di sicuro!
- Hai ragione, a domani pugno di fuoco -
Si alzò a malincuore, ma dopo qualche passo si fermò tornando subito da Ace.
- Chiamami così un'altra volta e giuro che ti butto in mare -
Lo minacciò a bassa voce, stampandogli un bacio sulla guancia correndo poi in cabina.
Perchè gli aveva dato quel bacio? Non lo sapeva neanche lei.
Il fiammifero umano restò seduto sul ponte con lo sguardo perso, toccando il punto in cui Tori aveva posato le sue piccole e carnose labbra. Erano davvero morbide e delicate, chissà se erano pure buo...Accidenti Ace, datti una calmata! Non può arrivare una e farti rincitrullire in questo modo! Insomma, si sentirà in debito con te e vorrà ringraziarti per quello che hai fatto! 
Continuava a ripetersi che doveva essere così, anche se qualcosa in fondo al suo cuore soffriva, soffriva terribilmente. In che razza di situazione si era cacciato.


Buon salve gente! Ringrazio chiunque abbia avuto il coraggio, e la tenacia, di arrivare fin qui! Questo è più che altro un capitolo di passaggio. State tranquilli le seghe mentali dei nostri due piccioncini non finiranno qui, anzi sono appena iniziate! Muhahaha! Oggi mi sento crudele XD non so quando riuscirò ad aggiornare visto che sarò al mare, ma va bhe! Voi andate da qualche parte in vacanza? O ci siete già stati? Vi ricordo di commentare, anche solo due parole mi vanno benissimo! Sappiate che ogni commento aiuta la mia ispirazione *autrice che fa elemosina di commenti* XD Bacioni e al prossimo capitolo! Martachan!   

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


Il ponte della grande Moby Dick era splendente, ormai non brillava così da anni, piccole lanterne colorate pendevano sopra le teste degli eleganti pirati. Ebbene si, avevano abbandonato i sudici abiti di sempre per tirarsi a lucido indossando i migliori completi che possedevano. Le docce non erano mai state così affolate e mai in tutta la loro carriera di pirati erano stati così sobri. Le tavole che di solito stavano in sala da pranzo erano state portate sul ponte, era stato allestito un piccolo palco su cui i musicisti di entrambe le ciurme facevano la loro bella figura. I sedici comandanti erano in fila alla destra del trono di Barbabianca, mentre alla sua destra c'era quasi tutta la ciurma di Tori, tralasciando le ragazze. Nessuno stava più nella pelle di vedere la rossa salire le scalette che collegavano la Tsunami alla Moby, specialmente Pugno di Fuoco che accanto a Eiji spostava il peso da una gamba all'altra. Tutti avevano capito i sentimenti che lo zolfanello provava per Tori, tutti apparte lui. Continuava a ripetersi che doveva essere per forza pura e semplice attrazione fisica, insomma Tori era bella, davvero una gran gnocca, mai in vita sua aveva visto donne portare con quell'eleganza tutta quella bellezza.
Eiji gli fece l'occhiolino, posandogli una mano sulla spalla.
- Non essere nervoso -
- Non è colpa mia -
Gli rispose continuando a torturarsi le mani.
- Rilassati, appena sale le scale le vai in contro, le fai il baciamano e la porti qua -
- Ma perchè devo farlo proprio io? Tu sei suo fratello! -
Sbottò levandosi la mano che il biondo teneva ancora sulla sua spalla. Lui non aveva alcuna ragione per portarla dal babbo, eppure sentiva una sensazione simile all'orgoglio. Solo lui aveva il diritto di portare Tori dal proprio capitano. 
- Finiscila per una buona volta...Sta arrivando! -
La prima che salì sul ponte fu Angel, era davvero fantastica. Indossava un lungo abito bianco stile impero, dei tacchi dorati e una collana di perle al collo. Marco avanzò, prendendole dolcemente la mano ed inginocchiandosi ai suoi piedi posò le sue labbra sulla mano rosata di Angel. La prese per mano e la portò al suo posto. Ace incrociò il suo sguardo e reprimendo i brividi che gli salivano sulla schiena le sorrise. Angel era bella, ma non era proprio il suo tipo, i suoi occhi gli mettevano pressione, non era da tutti i giorni vedere una persona con il colore degli occhi differenti. Aveva un occhio verde e l'altro blu intenso, Marco gli aveva spiegato che era un fenomeno davvero molto raro e rimproverandolo gli aveva urlato contro che gli occhi rossi di Tori erano molto più spaventosi. 
Subito dopo fece la sua apparizione Indil, anche lei bellissima. Indossava un monospalla rosa antico che le arrivava a metà polpaccio, decorato da una cintura di brillantini. I lunghi capelli platino erano raccolti in una treccia e gli occhi color del ghiaccio erano evidenziati da un ombretto color pesca. Questa volta fu il turno di Zeke di andare a prendere la ragazza. All'inizio Ace era stato un po' geloso del rapporto che c'era tra lui e Tori ma poi dopo averci chiaccherato per un po' era riuscito a comprendere il motivo per cui era diventato il suo migliore amico. Per una volta aveva abbandonato il gonnellino da indigeno e si era messo uno smoking tagliando molto probabilmente un foro per farci passare le piccole ali di cui era dotato. 
Ad intervalli regolari si poteva sentire il tipico rumore del tacco che si posa sul pavimento, ormai mancava davvero poco. Con una lentezza torturante, o almeno per Ace, fece il suo ingresso il capitano dei pirati dell'onda. Se erano rimasti abbagliati dalla bellezza delle altre due donne questa volta rimasero accecati. Nessun termine avrebbe potuto rispecchiare la sua bellezza in quel momento. Indossava un mini abito blu notte, che le arrivava appena a metà coscia, decorato da tanti brillantini e ai piedi aveva delle decolletè nere,con la punta arrotondata. I capelli erano racchiusi in una complicata acconciatura, e le labbra erano pitturate con un vivace rossetto rosso fuoco. I raggi arancioni del tramonto la illuminarono, rendendola, se si poteva, ancora più bella. 
Ace represse lo stupore iniziale e sfoderando il suo miglior sorriso le si avvicinò inginocchiandosi poi ai suoi piedi. Le prese delicatamente la mano e con non poco imbarazzo posò le sue labbra sulla bianca e morbida pelle di lei. In un istante le gote di entrambi i ragazzi si colorarono di rosa, mentre i loro cuori scalpitavano a più non posso. Ace si alzò e prendendola a braccetto la portò di fronte all'imponente Barbabianca.
- Oh Rose, se solo tu fossi qui per vederla -
Sussurrò con gli occhi rivolti al cielo ed un sorriso malinconico sulle labbra.
- Conoscevi mia madre? -
Chiese Tori sorpesa.
- Sei proprio uguale a lei mocciosa -
Rispose con aria sognante mentre dai pirati partivano vari gridolini ed esclamazioni.
- Conoscevate veramente Kaiyo D. Rose padre? -
- Certo Marco, ma non siamo qua per parlare di lei. Il sole tra poco sparirà -
Rispose riportando l'attenzione su Tori.
- Kaiyo D Tori ti nomino mio vice capitano! -
Esclamò, mentre i suoi figli urlavano dalla gioia.
- E noi cosa facciamo capitano? -
Il piccolo Joy si fece avanti con le lacrime agli occhi. Si era davvero affezionato a Tori e l'idea di abbandonarla lo stava uccidendo. La rossa gli sorrise dolcemente, accarezzandogli la folta chioma blu mare.
- Ma che razza di domande fai, è ovvio che voi resterete con me! -
Esclamò mentre sul viso dei suoi amici comparve un sorriso. 
- Io davvero non capisco come hai potuto nominarla tuo vice -
Disse acido Marco.
- Scusa? -
Domandò innervosita la rossa.
- Hai capito benissimo -
- Dammi un buon motivo per cui non drovei essere vice capitano -
- Mi sembra piuttosto logico, sei troppo piccola, sei una ragazza e sei appena arrivata -
- Razza di... -
- Ragazzi, non mi sembra questo il momento di litigare! -
Li interruppe Eiji, mettendosi in mezzo cercando di dividerli.
- Tsk, stupido ananas -
- Tsk, stupida nana -
Esclamarono in coro per poi prendere a braccetto il proprio partner e sedersi a tavola, mentre gli altri ridacchiavano divertiti.
Quando tutti si furono accomodati Satch si alzò trascinando con se il piccolo Joy.
- Sei pronto? Avremo tanto da cucinare! -
- Sono prontissimo! -
Esclamò sorridendogli e seguendolo in cucina.
- Ma quanti anni ha sorellina? -
- Ne ha appena compiuti quattordici, ma i suoi piatti sono meglio del Baratie! -  
Esclamò mentre incominciava a servirsi l'antipasto che era stato precedentemente portato in tavola.
- Come ci si sente ad essere il vice del babbo, mademoiselle -
- Sono davvero molto sorpresa caro Vista, ho un tale turbine di emozioni dentro che non saprei dirti come mi sento! -
Rispose mentre uno stupendo sorriso s'impossessava delle sue labbra. 
- Certo che non sembri affatto tu! -
Disse Izou facendo concordare i propri fratelli.
- Che intendi dire? - 
Chiese mettendo su il broncio.
- Che appena sei arrivata non sembravi affatto simpatica e solare, anzi! -
- Bhe se è per questo anche tu non sembravi un maschio, ma non mi sembra di avertelo fatto notare! -
Esclamò offesa mentre il resto dei presenti scoppiava a ridere.
- Ahahaha! Bambolina mi piaci sempre di più! -
Comparve Satch dal nulla, dando poi il cinque a Tori.
- Allora gente, pronti per i primi? -
Chiese pulendosi le mani sul grembiule bianco.
- Siii! -
Risposero tutti in coro.
- Perfetto! Arrivano tra qualche secondo -
Satch lasciò la scena ai camerieri che imbandivano la tavola con pietanze di tutti i tipi. Incominciarono a mangiare tutti con gusto, chiaccherando e sfottendosi a vicenda, proprio come una grande famiglia. La musica si era fatta più allegra, seguendo l'andamento della cena.
- Eiji, lo so quanto gli vuoi bene e quanto ci sei legato, ma il cappello a tavola proprio no! -
Lo sgridò Tori indicando con riluttanza quel suo cappellino da basket nero con ricamato un drago rosso.
- Come puoi chiedermi una cosa simile!? -
- Si chiama EDUCAZIONE fratellone! -
Gli rispose mettendo in risalto la parola "educazione".
- Tua sorella ha ragione capitano, persino io ho lasciato il mio cappello in cabina! -
Rincalzò la dose Ace smettendo un attimo di mangiare per sostenere la ragazza al suo fianco.
- Semplicemente perchè il tuo cappello è privo di gusto! Chi mai si metterebbe un cappello da cowboy arancione brillante?! -
La tensione saliva e Tori sentiva che se non avesse fatto qualcosa sarebbero esplosi tutti. Con un piccolo getto d'acqua fece volare via l'amato cappello del fratello, facendolo cadere dall'altra parte del ponte.
- TORI! Che cazzo hai fatto?! -
Urlò alla rossa che intanto si era stretta ad Ace cercando di nascondersi.
- N-Non sono stata io! è-è stato il vento...Oh guarda il secondo! -
Proprio in quel momento comparve Satch con una decina di camerieri al suo seguito che portavano qualsiasi tipo di carne e di contorni. Dio quanto adorava il tempismo di quel ragazzo!
- Dai uccellino, non prendertela così con lei! Comunque, dopo arriverà il dessert, accompagnato naturalmente dagli amari -
"Anche se già metà ciurma è ubriaca" finì la frase nella sua mente per poi lasciarsi cadere su una sedia.
- Bambolina, stai gradendo la cena? -
Chiese a Tori che nel mentre aveva incominciato a mangiare una fettina d'arrosto.
- è tutto buonissimo Satch! -
Rispose entusiasta riprendendo a mangiare.
- Sono davvero felice bambolina! Devo dire che ti sei trovata un ottimo cuoco, puoi raccontarmi qualcosina su di lui? -
Domandò curioso.
- Joy dici? Devi sapere che è un ragazzino davvero molto timido e risevarto, per cui non posso dirti molto su di lui. Ha appena compiuto quattordici anni, ma come hai potuto osservare è davvero molto bravo ai fornelli -
- Quattordici anni?! Accidenti, io alla sua età sapevo appena far bollire l'acqua! -
Esclamò per poi scoppiare a ridere grattandosi la testa.
- Senti bambolina ti va di ballare? -
La invitò a danzare guardandola fissa negli occhi e prendendole una mano. La rossa non potè fare a meno che sorridergli imbarazzata ed annuire col capo convinta. Se c'era una cosa che adorava era proprio ballare. 
Satch la guidò sulla pista da ballo, per poi fare un segno ai musicisti che intonarono un raffinato e sensuale tango. Con fare plateale Mr Pompadour si mise una rosa rossa in bocca, trascinandola in quella danza decisa.
Tori si muoveva con un eleganza ed una leggerezza che sembrava quasi volasse. Non ostante le avance di Satch continuava a sorridere e a reclinare le offerte del cuoco. 
- Senti Ace... -
Interruppe quell'attimo di silenzio Eiji portando l'attenione sul moro.
- Cosa c'è? -
- Mia sorella, ti piace? -
Pronunciò quelle parole con una fatica immensa. Non gli andava genio che la sua sorellina uscisse con un ragazzo, era ancora così piccola e fragile. Le guance del fiammifero andarono a fuoco, non poteva fargli una domanda del genere in quel momento! 
- Ma che cazzo dici! -
Rispose irritato.
- O dai, non fare il bambino Ace si vede lontano un miglio che quella ti ha stregato -
- Ti ci metti pure tu Teach? -
Rispose mentre le guance assumevano un intenso color porpora, spostando lo sguardo su Tori e sulla mano di Satch che scendeva sempre di più.
- Giuro di tagliare quella mano a Satch se non la leva entro tre secondi -
Sussurrò abbastanza forte da far sghignazzare gli amici.
- O dai ammettilo! Non c'è niente di male! -
- Quando la guardo il mio cuore accellera, sento una strana sensazione allo stomaco e mi devo concentrare per dire una frase che abbia senso -
Rispose a bassa voce accontentando le loro insistenti richieste.
- Amico, questo è l'amore! Ma prova a farla soffrire e ti stacco la testa! -
Concluse Eiji minacciandolo scherzosamente. La canzone finì e l'oggetto dei loro discorsi corse al loro tavolo, restando però impiedi. Si mise dietro ad Ace a gli posò le mani sulle spalle guardando poi supplicante il fratello.
- Watashi-tachi ha odorimasu ka? -
Gli chiese sbattendo le lunghe palpebre e piegando leggermente la testa verso destra.
- Non se ne parla! -
Affermò incrociando le braccia al petto e scuotendo la testa. La rossa sospirò levando la mano destra dalla spalla del moro, che non ostante le guance rosate aveva mantenuto la sua solita espressione, dalle sue sottili dita partì un piccolissimo filo d'acqua che in una manciata di secondi raggiunse il tanto amato cappello del biondo per poi riportarlo tra le mani del neo vice capitano.
- Shite kudasai! -
Insistè porgendogli il cappello e addolcendo lo sguardo. Eiji le prese il cappello di mano per poi sistemarselo con la visiera all'indietro, si alzò prendendo per mano la sorella e portandola al centro della pista da ballo. 
I musicisti intonarono un allegra canzone trasportando i pirati che riuscivano a reggersi in piedi in una movimentata danza fatta di giravolte e saltelli.
- Allora? Come ti trovi qui? -
Chiese Eiji rompendo quell'ibarazzante silenzio che in poco tempo si era venuto a creare.
- Bene, se tralasciamo che mezza ciurma è perennemente ubriaca. Sono tutti molto gentili e simpatici -
- E Ace? -
Domandò facendola sobbalzare.
- Bhe Ace è getile, bello, simpatico, dolce. Lui mi fa sentire bene, mi fa accellerare il battito del cuore e mi sembra quasi di sentirmi a casa -
Rispose mentre le guance le s'imporporavano.
- Non è che per caso ti piace? -
Azzardò Eiji facendo fare una piroetta alla sua sorellina.
- Non lo so, non mi sono mai innamorata -
Abbassò lo sguardo, concentrandosi sui passi di quella vivace danza.
- Bhe cara la mia sorellina, i sintomi che mi hai elencato prima sono dovuti ad una bella cotta! -
Esclamò assumendo il tono di quando i dottori fanno una diagnosi.
- Si, ma non vorrei che questi sentimenti siano stati "infettati" dal senso di riconoscenza -
- No, ti sei solo innamorata e poi tu non hai mai dato peso al " senso di riconoscenza", perchè dovresti farlo adesso? -
- Non lo so è che mi sembra tutto troppo bello per essere vero! -
- Hihihi! Piantala e rilassati sorella! La vita è una sola! -
Urlò pieno d'entusiasmo richiamando l'attenzione di tutti.
- Ops forse ho urlato più forte di quanto volessi -
Cercò di scusarsi ridacchiando e grattandosi la testa, mentre la sorella scuoteva la testa disperata.
- Dolce signorina visto che la vita è una sola che ne direbbe di ballare insieme a me? -
Vista in pochi secondi le si inginocchiò ai piedi e le baciò la mano.
- Hey! Anche io dopo voglio ballare con lei! - Urlò Blamenco, seguito a ruota dagli altri comandanti e alleati.
Tori accontentò tutti, ballò perfino con Marco anche se entrambi molto riluttanti. Alla fine l'unico che non aveva ancora avuto l'onore di danzare con il vice capitano fu Ace.
- Hey Ace ti va di ballare? - 
Gli chiese la rossa lasciando Marco.
- Ma certo! Vieni! -
Rispose sorridendo ed afferrandola per mano. Appena furono al centro della pista da ballo i musicisti intonarono un lento. Tori reprimendo l'iniziale imbarazzo si lasciò andare posando il braccio sinistro sulla sua spalla, mentre Ace cingeva il suo finaco con il suo braccio. Si sorrisero cercando di autoconvincersi che quella non era una delle trovate dei loro amici e incominciarono a danzare seguendo le dolci note della canzone. Il moro mostrò la sua perfetta e brillante dentatura sorridendole.
- Sei davvero bellissima stasera - 
- G-Grazie -
Rispose mentre le sue guance diventavano bordeaux. Possibile che un complimento del genere potesse farla sentire al settimo cielo? 
- Non devi ringraziarmi, sto dicendo solo la verità! Tu sei davvero bella, anche con il pigiama -
- Mi hai visto mentre stavo dormendo? -
Chiese sorpresa. Ops, forse aveva osato troppo.
- No...Si...Insomma...Quando eri svenuta... -
- Hihihi! Non ti preoccupare, va tutto bene! -
Lo tranquillizzò sorridendogli. Ormai era quasi diventata un abitudine: si cercavano con lo sguardo e si sorridevano, come a voler dire che era tutto ok, per poi a malincuore tornare a guardare il soggetto precedente.
Continuarono a ballare perdendosi negli occhi del proprio partner osservando ogni più piccolo particolare, fino a che Tori non interruppe quel dolce contatto posando la testa sul caldo petto di Ace. Il moro continuò a ballare beandosi di quella ravvicinata distanza con la ragazza e il suo buonissimo profumo, cingendole i fianchi con entrambe le mani. La rossa gli cinse il collo portando di nuovo il viso a guardare quello di lui sorridendogli felice mentre il cuore galoppava più veloce che mai.
- Sei davvero un ottima ballerina -
Si complimentò con Tori appena la musica cessò, portandola verso la sua nave. Ormai se ne erano andati quasi tutti.
- Grazie! Anche tu non balli affatto male! -
- Tutto merito di Marco! -
- Effettivamente mi ha stupito molto il fatto che l'ananas sappia ballare bene, ma sospetto che ci sia lo zampino di Angel! -
Rispose sistemandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
- Non ti piace molto vero? -
- No, ma se Angel è felice lo sono anche io! -
Sospirò guardando con la coda dell'occhio il fiammiferino.
- Senti Ace e se domani mi fai fare un giro su questa nave? Sai è davvero immensa! -
Lo aveva praticamente invitato ad un appuntamento, certo un po' strano come appuntamento ma sarebbero comunque usciti da soli.
- Certo! Te lo stavo per proporre io! -
- Allora a domani! Buonanotte! - 
Si alzò sulle punte scoccandogli un bacio sulla guancia, lasciandogli appena il segno del rossetto, e scese le scale che la collegavano al ponte della Tsunami lasciando Pugno di Fuoco con un sorriso da ebete stampato in faccia. Gli aveva di nuovo dato un bacio, certo un bacio sulla guancia ma pur sempre un bacio. Forse Eiji aveva ragione: si era innamorata per davvero e non centrava per niente il fatto che lui le avesse donato la libertà questa volta. 

Watashi-tachi ha odorimasu ka? = Balliamo?
Shite kudasai = Perfavore

Hoayo gente! Chiedo scusa per il ritardo ma la mia ispirazione se ne era andata in vacanza lasciandomi da sola in città  ( meno male che il mare è lontano solo 20 minuti XD). Non sono una persona molto romantica anche se non mi dispiace affatto il romanticismo ( non il genere letterale lol ) quindi non so come è venuta la scena, perchè nella mia pazza testolina si dovevano dichiarare appena finito di ballare ma io devo sempre complicarmi la vita per cui ho inserito un bel giro turistico per le stanze della Moby Dick, molto romantico vero?  Bene, adesso devo lasciarvi, miraccomando ricordatevi di commentare! Ringrazio chiunque l'abbia messa tra le preferite, ricordate e nelle seguite. Bacioni!

Martachan!  

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


Correre era l'unico pensiero di Tori, doveva scappare da lì, da quel posto e da quella figura nera. Non sapeva chi fosse e dove si trovava, ma l'uomo incappucciato si stava avvicinando e il suo istinto le diceva di allontanarsi da lui. I piedi nudi si tagliavano a contatto con la stradina fatta di pietre, anche se al tatto sembravano più pezzi di vetri taglienti. Due lupi l'affiancarono e quello grigio, il più piccolo, le azzannò una caviglia facendola cadere. La ragazza cercò di trascinarsi, ignorando l'insopportabile dolore alla caviglia, ma mentre stava per svoltare l'angolo comparve dal nulla una parete, bloccandole la strada. I lupi camminavano tranquillamente, leccandosi i baffi, Tori si rannicchiò su se stessa, calde lacrime solcarono le sue pallide e scarne guance bagnando il terreno. L'uomo incappucciato aveva smesso di correre e la guarava, con un ghigno sadico sul volto. Illuminò con la lanterna l'area circostante e fscoccando la frusta fece arretrare i due lupi. Le si avvicinò prendendole il mento con le sue mani pelose e piene di calli, costringedola a guardarlo nei suoi occhi color cioccolato. Le ghignò mettendo in evidenza i denti gialli e cariati, intossicandola con il suo pestilenziale alito. Gliela avrebbe fatta pagare, a lui e a tutti gli altri, pensò prima che l'uomo la colpì alla testa con il manico della frusta facendola svenire.

 

 

Tori si svegliò di sporassalto, ci mise qualche secondo a capire dove fosse, per poi sollevata constatare di essere nella sua cabina. Si asciugò le lacrime che le bagnavano il viso, per una notte non aveva gridato, alzandosi poi a fatica dal letto. Aprì la finestra permettendo al vento di rinfrescarle il volto e i capelli, aveva tutti i muscoli indolenziti. Guardò il sole e a giudicare dalla sua posizione e dalla sua intensità capì che dovevano essere appena le otto del mattino. Sbuffò passando poi davanti allo specchio guardandosi poi attentamente.

- Tsk, ma dove la vede Ace tutta sta bellezza? -

Aveva i capelli tutti spettinati, gli occhi e le guance arrossate e poi il pigiama era tutto stropicciato.

- Mi farò una bella doccia e poi cercherò Ace -

Borbottò ricordandosi del suo "appuntamento" con Ace e entrando nella doccia.

Subitò un getto d'acqua fredda la bagnò, svegliandola completamente e rilassandola. Per quanto l'acqua fosse gelida e le facesse venire la pelle d'oca, aveva il potere di svuotarle la mente facendola sentire bene. Uscì avvolgendosi un asciugamano intorno al corpo e uno intorno ai capelli racchiudendoli in un turbante, precipitandosi poi davanti all'armadio. Che cosa poteva mettersi? Dopo aver messo a soqquadro la camera, aver seppellito il letto sotto varie tonnellate di vestiti e scarpe e aver maledetto una decina di volte qualche entita suprema poteva finalmente ammirarsi nello specchio. Non si era messa nulla di speciale, solo degli shorts di jeans rosa, una maglietta aderente nera e delle scarpe da ginnastica nere. Si sistemò alla bel e meglio i capelli lasciandoli sciolti e baciando il ciondolo, che portava perennemente al collo, s'inaccamminò fuori dalla sua cabina, raggiungendo il ponte della sua nave. Salì sul tetto e si sedette sull'altalena attaccata all'albero di ciliegio che Indil le aveva regalato per il suo diciottesimo compleanno. Chissà come aveva fatto a piantarlo sul pavimento di legno! Si diede una leggera spinta con i piedi, osservando nel minimo dettaglio l'imponente Moby Dick, la sua Tsunami in confronto sembrava un insetto! Lentamente i suoi pensieri si concentrarono su un pirata dalle infantili lentiggini sulle guance. Aveva sempre odiato le lentiggini, quando era piccola ne aveva una marea sugli zigomi e per via di quelle efelidi veniva presa in giro dalle amichette, con commenti piuttosto pesanti per essere così piccole, ma poi col tempo erano scomparse. Invece quando le aveva viste sul viso di Ace si era ricreduta e le aveva trovata la cosa più attraente che avesse mai visto, lui ne aveva il numero giusto nei punti giusti, insomma le amava da impazzire. Si passò una mano tra i capelli cercando di darsi una calmata, lui non poteva essere attratto da lei in quel modo, anzi non c'era alcuna possibilità che lei gli piacesse. Sospirò sfregandosi il viso con le mani e scendendo dall'altalena.

- Hey Bambolina! -

Una voce conosciuta la riscosse dai suoi pensieri, facendola voltare.

- Hey Satch, già in piedi? -

Lo salutò a sua volta reggiungendolo.

- Già, la vita di un cuoco è davvero dura! Prima ti ho visto vicino al ciliegio e così ti ho portato la colazione visto che gli altri si alzeranno verso le undici! -

Esclamò porgendole un vassoio ricolmo di cibo.

- Visto che sono appena le nove e non c'è ancora nessuno ti va di mangiare insieme? Sai, non ho molto appetito alla mattina. -

- Lo sai vero che la colazione è il pasto più importante? Senza di quella ti mancano le energie e non puoi andare avanti! -

La rimproverò posando il vassoio a terra e sedendosi a gambe incrociate.

- Lo so, lo so, ma è solo che non ci riesco! Dopo un po' mi viene la nausea, è per questo che solitamente bevo solo il caffè sgranocchiando qualcosa...-

Ammise sedendosi anche lei sul duro pavimento ed iniziando a bere il caffè ancora fumante.

- Almeno mangia una mela! -

Le passò il suddetto frutto sospirando, per poi alzarsi addentando un biscotto.

- Dove vai Satch? -

- In cucina, non voglio fare da terzo in comodo -

Rispose ghignando e dirigendosi sottocoperta.

- Da terzo incomodo? -

Mormorò fra sè e sè la ragazza cercando di capire il senso di quella risposta.

- Hey Tori, buongiorno! -

La salutò allegramente Ace avvicinandosi.

- Buongiorno! -

Rispose facendo segno a Pugno di fuoco di accomodarsi.

- Prego, serviti pure! -

- Cosa? No, non posso è la tua colazione! -

Rifiutò l'offerta, cercando di non sembrare affatto affamato.

- Davvero, non mi da fastidio e poi il tuo stomaco sta reclamando il cibo -

Insistè mentre lo stomaco di Ace comunicava a tutta la nave che aveva fame.

- Grazie mille! -

La ringraziò incominciando a trangugiare mezza dozzina di biscotti.

- Sicura di non volere niente? -

Le chiese ripulendosi il mento dalle briciole con il dorso della mano.

- Ho questa mela -

Rispose addentando la buccia lucida di quel rosso frutto, alzando il pollice dell'altra mano in segno di vittoria.

- Contenta tu -

Si ributtò sul vassoio ripulendolo in pochi minuti.

- Ah, ora si che mi sento meglio! -

Sospirò con una aria soddisfatta sul viso.

- Pronta per lo speciale giro turistico di Ace? -

Chiese a Tori tirandosi su.

- Non sto più nella pelle! -

Rispose afferrando la mano che lo zolfanello le stava tendendo per aiutarla ad alzarsi.

- Allora, questo è il ponte! -

Esclamò Hiken no Ace prendendo a braccetto la rossa dirigendosi sotto coperta.

- Mamma mia, sai che non l'avrei mai detto? -

Lo canzonò aprendo la porta.

- Piantala di fare la saccente! Sei tu che mi hai chiesto di farti vedere la nave, piccola -

Tori gli tirò una gomitata nello stomaco scoccandogli un'occhiataccia.

- Non. Sono. Piccola -

Affermò evidenziando le parole. Non era mai stata alta, e senza tacchi raggiungeva a malapena il metro e sessanta, ma le dava davvero fastidio che qualcuno girasse il coltello nella piaga, insomma ma non potevano farsi gli affari propri?!

- Si, ma non sei neanche alta -

Gli rispose Ace portando la sua mano all'altezza della testa di Tori agitandola in orizzontale.

- Vorrei ricordarti che ho ancora tempo per crescere! -

Girò la testa dall'altro lato mettendo il broncio ed incrociando le braccia.

- Ma come siamo permalose! -

La prese ingiro il moro ridacchiando.

- Continuamo il giro -

Lo trascinò imbucando un corridoio a caso.

- Queste sono le camere comuni, dove dormiamo tutti assieme, mentre girando a destra ci sono le camere dei comandanti e del babbo -

A sinistra cosa c'è? -

- Ci sono le docce e i bagni, ma non ti consiglio di andarci, potresti fare spiacevoli incontri -

Spiegò Ace trascinando la ragazza al suo fianco in un altro corridoio. Si fermarono davanti ad una porta di legno scuro pittosto malconcia.

- Qua teniamo tutte le provviste -

Esclamò mentre inarcava le labbra in un sorriso che non prometteva nulla di buono.

- Ti va di fare un gioco? -

Chiese sottovoce entrando nella stanza buia.

- Che gioco? -

Chiese, anche lei abbassando il tono di voce. Dalle dita del moro partì una scintilla che in un attimo accese una candela posata sopra una cassa, illuminando la stanza.

C'erano un sacco di scaffali, pieni di ogni genere di prodotti. Delle erbe essiccate pendevano dal soffitto profumando l'aria di un forte odore di spezie.

- Allora, tu ti siedi su questo barile e ti copri gli occhi con questa fascia -

Le spiegò facendola accomodare su un barile di vino e porgendole un pezzo di stoffa nero.

- Ma da dove l'hai tirato fuori? -

- Dammi -

Le prese la fascia dalle mani e si mise dietro di lei coprendole gli occhi e legandogliela dietro alla testa, facendo attenzione a non tirarle i capelli.

- E dopo che mi hai accecata? -

Chiese sospettosa Tori.

- Ti faccio mangiare qualcosa e tu mi dici che cosa è! -

Rispose gonfiando il petto fiero della sua idea.

- Va bene iniziamo! -

Esclamò felice. Non si fidava molto di Ace in mezzo a tutto quel cibo, ma era molto speranzosa. Sentì il suo compagno di giochi ravattare con qualcosa, per poi sentire il suo caldo respiro sul viso.

- Apri la bocca -

Tori obbedì, mostrando la sua dentatura perfetta e la pallina di metallo che le era stata conficcata contro la sua volontà nella lingua. Il moro le mise il pezzetto marrone che teneva in mano tra i denti. La rossa chiuse la bocca accarezzando appena le dita del fiammifero con le labbra leggermente umide facendo arrosire entrambi. Masticò compiaciuta il “misterioso” spuntino per poi sorridere soddisfatta.

- Ma è cioccolato! -

- Bene! Aspetta un secondo -

Si allontanò di nuovo, immaginandosi già la faccia della sua amica, che ignara di tutto oscillava le gambe avanti e indietro.

Il rumore secco di un coltello incominciò a preoccupare la rossa facendola smettere di dondolare le gambe.

- Non mi ucciderai vero? -

I passi pesanti del moro le si avvicinarono.

- Fai la brava e apri la bocca -

Le ordinò Ace portando il pezzetto che aveva in mano direttamente nella bocca di Tori. La povera vittima aggrottò il naso e strinse forte gli occhi decidendo se uccidere in quell'istante il suo compagno o torturarlo.

- Ahahaha! Che faccia! Ahahaha! -

Il vice capitano si tolse la benda con un movimento secco, portandosela sulla fronte e sputò quella terribile rondella gialla in un fazzoletto.

- Bleah! Che schifo un limone! Razza di deficiente, tra tutto quello che c'era qua proprio una fetta di limone dovevi farmi mangiare? -

- Ahaha! Scusa, scusa -

- Al posto di scusarti cerca qualcosa per levarmi questo terribile sapore dalla lingua! -

Si lamentò la ragazza sedendosi nuovamente sul barile, dal quale prima si era alzata.

Con il cuore a mille Ace fece un passò, avvicinandosi alla ragazza, accovacciandosi ai piedi di quella seduta improvvisata. La guardò intensamente nei suoi grandi occhi rossi, cercando quasi un permesso. Tori aveva capito le intenzioni del moro e senza dire una parola portò una mano sulla sua guancia accarezzandogliela.

A quel contatto il ragazzo di fuoco perse l'ultimo briciolo di razionalità rimastagli avvicinando il viso a quello della rossa, tappandole la bocca con le labbra. Non ostante Tori si aspettasse quel contatto rimase comunque sorpresa per quanta delicatezza e passione ci mettesse Ace. Dopo un attimo si lasciò andare chiudendo gli occhi e dischiudendo le labbra, permettendo alla lingua del moro di entrare nella sua bocca. Le loro lingue si unirono in una danza passionale e intensa e appena il moro accarezzò il piercing di Tori una scarica elettrica lo percorse facendolo gemere. La strinse nelle sue forti braccia, accarezzandole la schiena e il collo, facendola gemere di piacere ed inarcare la schiena, la rossa portò le sue gambe a stringere il petto di Ace, schiacciandosi a lui. Dopo qualche minuto che ai due ragazzi sembrarono interminabili si staccarono, guardandosi intensamente negli occhi. Avevano le guance rosse, il respiro affannato e gli occhi lucidi. Pugno di fuoco si avvicinò mordicchiandole il labbro inferiore, già rosso e gonfio all'inverosimile.

- Tori, devi sapere che... -

Non riuscì a terminare la frase che le labbra della ragazza ritornarono sulle sue mordendole come aveva fato poco fa Ace e leccandole avidamente.

- Tu mi piaci Portgas, e anche tanto -

Soffiò sulle sue labbra cercando di nascondere il forte colorito che avevano raggiunto le sue guance. Ace le diede un bacio a stampo per poi abbracciarla.

- Anche tu Tori -

Le sussurrò all'orecchio accarezzandole la schiena. Avevano bisogno di calmarsi, non potevano certo uscire in quelle condizioni. Appena il loro respiro tornò regolare il capitano dei pirati dell'onda osò alzare la testa da quel morbido giaciglio che si era creata sulla spalla di Ace.

- Dovremo andare a rinfrescarci -

- Hai ragione, chissà che succederebbe se gli altri ci vedessero così -

Ammise aiutando ad alzarsi la sua compagna e portandola nei bagni. Si lavarono la faccia e quando le loro guance non furono più bordeaux decisero di lasciare il bagno e tornare sul ponte.

 

 

- Che cosa diciamo agli altri? -

Chiese Tori quando furono sull'albero maestro.

- Bho, vediamo come è la situazione stasera. Preparati agli sfottò degli altri -

- Preparati a scappare da mio fratello -

Ridacchiò la rossa posando la testa sulla sua spalla.

- Pff, tuo fratello non mi farà niente! -

Rispose scoccandole un bacio sulla fronte e stringendola a se.ì

 

- Gurarara! Figliolo, guarda che vorrei leggerlo quel giornale! -

Esclamò ridendo l'imperatore bianco cercando di salvare quel povero pezzo di carta dalla stretta assassina di Eiji.

- O dai, piantala di fare il fratello iperprotettivo! Ormai ha diciott'anni, dovresti essere felice! -

- Chiudi il becco Satch! E poi io non sono iperprotettivo, sono solo preoccupato che la mia sorellina possa soffrire! -

Rispose tirando il giornale a Barbabianca che soddisfatto incominciò a canticchiare un allegro motivetto piratesco.

- Ma piantala! Dovessi vedere come si stavano baciando nella dispensa! Questo è l'amore draghetto! -

Intervenì Vista imitando i due piccioncini che si baciavano appassionatamente. Qualcosa gli diceva che quell'amore sarebbe sbocciato in qualcosa di grande.

 

 

Ohayo Gozaimasu! Dopo averlo riscritto almeno tre volte, sono lieta di presentarvi il nuovo capitolo! Finalmente i due piccioncini innamorati si sono dichiarati e si sono scambiati il loro primo bacio * coff * il primo di una lunga serie * coff *. Non ostante non abbia mai descritto un bacio mi sembra sia venuto bene, ma sarei davvero molto felice di sapere il vostro parere ^^  

http://weheartit.com/entry/191273315/in-set/48466530-red-hair-anime-girls?context_user=lina_brown Più o meno come mi sono immaginata Tori. Bacioni! Martachan!

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***


- Cosa ne pensi amore? -
-Ti sta benissimo, come gli altri dieci che hai provato -
Rispose con un tono annoiato Marco continuando a tenere gli occhi sulle vecchie pagine di un polveroso libro.
- Uffa! Ma non sei felice? -
Esclamò Angel facendo un giro su se stessa.
- Perchè dovrei esserlo? -
- Il tuo migliore amico ha appena trovato la donna della sua vita! -
Lo raggiunse sul letto accoccolandosi a lui.
- Non credevo che la stupidità di Ace potesse estendersi fino a questi livelli -
Commentò ricevendo come risposta un elegante cuscino beige in faccia.
- O dai! Mi sto solo preoccupando per il mio migliore amico, non voglio che quella strega lo porti a spasso come un cagnolino! -
Asserì provocando l'ilarità della bionda.
- Ahahaha! Non avevi mai perso la calma prima d'ora e quella "strega" te la rubata con una facilità impressionante! -
Lo canzonò tirandogli un pizzicotto.
- è proprio per questo che mi preoccupo per Ace! -
- Oh ma piantala! Tori è una delle persone migliori che abbia mai incontrato, ha solo un brutto carattere a volte -
La difese osservando con la coda dell'occhio l'espressione sorpresa del suo ragazzo.
- A volte?! Quella lì è la persona più irritante con cui abbia mai lavorato e se devo pensare che è il vice del babbo mi viene un'innefrenabile voglia di ucciderla -
- Amore... -
Sussurrò Angel accarezzandogli la guancia con il dorso della mano.
- ...Ha un pessimo carattere solo per via di terribili esperienze, ma se ti sforzassi di capirla e di andarci d'accordo capiresti che hai avuto torto fin dall'inizio -
- Le hanno dato da bere dell'acido per renderla così insopportabile? -
Chiese ghignando e accarezzando a sua volta la rosata mano di Angel.
- L'acido in confronto è una vera sciocchezza -
Affermò scoccandogli un'occhiataccia. In quell'istante il cervello di Marco collegò tutti i fatti, rendendo plausibile una sola risposta.
- Mi dispiace ma cercherò di andarci d'accordo, promesso -
Promise posando delicatamente le sue labbra su quelle della bionda sdraiata accanto a lui. Angel chiuse gli occhi portando le mani a cingere il collo di Marco e socchiudendo lentamente le labbra, permettendo l'accesso alla sua bocca. La lingua della Fenice non ci pensò un attimo a buttarsi in quella grotta di piacere iniziando una danza lenta e passionale.
- Toc,toc,toc! -
Con un colpo di reni si mise a sedere, allontanandosi di scatto dalla fonte dei suoi piaceri.
- Marco, ho bisogno di un consi...O mio dio, non volevo disturbarvi! Me ne vado su... -
- Entra pure Ace! -
Invitò ad entrare la testa mora che faceva capolino dalla porta, Angel, scendendo dal letto.
- Allora, di cosa hai bisogno? - 
Chiese sorridendogli e scostandosi in modo da permettergli di entrare.
- Fatti una doccia, mettiti una camicia e dei pantaloni, preferibilmente che stiano bene  assieme -
Affermò con tono annoiato Marco prima ancora che lo zolfanello potesse chiedere aiuto.
- Ti adoro fratello! -
Esclamò al settimo cielo, dandogli poi un cinque.
- Ah Ace, sii te stesso! -
Gli fece l'occhiolino Angel superandolo e dirigendosi in camera di Tori. Se anche quella stupida avesse seguito l'esempio di Ace chiedendo aiuto per come comportarsi o vestirsi ad Indil allora si che sarebbe stato il finimondo!

- Sorellina posso entrare? -
- Oh Angie! Sai che stavo proprio per venire a chiamarti? -
Ammise sorpresa di ritrovarsi l'amica innanzi a lei e al cumolo di vestiti che troneggiava sul letto.
- Vatti a fare una doccia veloce, al tuo abbigliamento penso io -
- Ecco perchè sei il mio angelo custode! -
Esclamò per poi catapultarsi in bagno girando la manopola dell'acqua calda.
Appena l'acqua le bagnò la testa e il corpo rilassò i muscoli, appoggiando la schiena alla fredda parete. Chiuse gli occhi e prese un profondo respiro mentre i ricordi di quella mattinata raffioravano dolcemente nella sua mente.

Ormai era da una settimana, da quando lei ed Ace si erano dichairati, che si svegliava presto. S'infilava la felpa rubata ad Eiji ed usciva fuori, quando il cielo era ancora scuro. Non sapeva se fosse per colpa di Ace o di tutto quello che era successo ma stranamente si sentiva più leggera, sempre fragile ma leggera. Si sedette sull'altalena e bevendo lentamente una tazza di 
cioccolata calda si perse a contemplare i meravigliosi colori dell'alba. Una folata di vento fece tintinnare la campanella di vetro decorato appesa ad un ramo di Sakura e alcuni petali rosati cadderro delicatamente sulla folta chioma rossa della ragazza. Tori appoggiò la tazza calda sul piano di legno su cui era seduta, stringendola tra le gambe nude per impedirle di cadere e spargere tutto il contenuto sul ponte. Un brivido di calore la percorse e abbandonandosi ai sentimenti e alle emozioni chiuse gli occhi, iniziando a dondolare con l'altalena. Quando delle familiari mani calde si chiusero intorno alle sue la sua mente ritornò alla realtà socchiudendo gli occhi e inclinando leggermente indietro la testa, posandola sul muscoloso petto del ragazzo dietro di lei. 
- Buongiorno piccola! -
Sussurrò al suo orecchio levandole dai capelli i delicati petali rosa e provocandogli una serie di scariche elettriche lungo la schiena.
- Non riuscivi a dormire? -
Chiese Tori tornando a sorseggiare il liquido marroncino che riempiva la tazza di porcellana bianca.
- Mi ha svegliato il russare di Teach! -
Esclamò indignato invitando la rossa ad alzarsi per poi accomodarsi su quell'esile ma forte pezzo di legno.
- Ahaha! Io invece è da un po' di giorni che mi sveglio a quest'ora! -
Spiegò sedendosi perpendicolarmente sulle gambe di Ace appogiando la schiena alla corda rovinata ma resistente e poggiando la suola delle scarpe da ginnastica sull'altra corda, in modo da non sporcare le gambe del corvino. 
- Sei una persona mattiniera allora! -
- Se proprio la vuoi mettere così -
Alzò le spalle porgendo al ragazzo la tazza di porcellana, ormai quasi fredda, che senza esitazione afferrò per trangugiare tutto l contenuto.
- Hey! Chi ti ha detto che potevi berla tutta! -
Affermò in tono offeso Tori strappando dalle mani di Ace la tazza vuota e stringendosela al petto.
- Lo dico io! -
Le prese la tazza posandola sul pavimento di legno umido, dandosi una spinta con i piedi.
La rossa sorpresa da quel repentino movimento per poco non perse l'equilibrio e in un moto di stizza si aggrappò al petto del fiammifero che intanto aveva aumentato le spinte ridendo.
- Scemo! Così si spezzerà! -
- Ma piantala! Questo è il suo scopo! -
Scoppiarono a ridere mentre andavano sull'altalena come dei bambini.  
- Certo che questo ciliegio è davvero molto resistente! -
- Lo credo! Dentro quest'albero risiede lo spirito di Sakura -
Il moro fermò l'altalena guardando incuriosito Tori.
- Sakura era la migliore amica di Indil...Ma è una lunga storia! -
Affermò furbetta.
-Adesso me lo racconti! -
- Neanche per sogno! -
Tirandola leggermente per il braccio la fece ruotare, facendole infalare le gambe tra le sue e le corde dell'altalena, in modo da vederla bene in faccia.
- Non ti conviene fare arrabbiare il tuo fidanzato, piccola -
Le sussurrò sulle labbra godendosi poi la sua espressione stupita e gioiosa. 
- Quindi adesso siamo un noi? -
Chiese titubante, quasi come se quello fosse un sogno e pronunciando quelle parole potesse tornare alla realtà. Ace ridacchiò divertito, ammirando gli occhi lucidi di gioia e il sorriso che stava spingendo sempre di più per uscire sulle labbra della rossa. 
"Dio come era bella!"
- Esattamente! Hey piccola cosa c'è? -
Chiese preoccupato quando Tori in preda ai singiozzi si aggrappò a lui schiacciando il viso sul suo petto cercando di soffocarli.
- N-niente,sniff, è che sono felice -
Ace le accarezzò la schiena con una mano, stringendola a se in modo che capisse tutto l'amore che provava per lei. Appena il suo respiro si calmò alzò la testa asciugandosi gli occhi e il naso con la manica della felpa, sorridendo poi al corvino e stampandogli un dolce bacio sulle labbra. 
- Hey Tori, dove ti sei caccia... -
Alla voce matura di Angel si separarono immediatamente mentre le loro guance si imporporono.
- Allora i miei sospetti erano fondati! -
Esclamò felice sorridendo poi dolcemente ai due felici innamorati. 
- Angel, Tori io devo andare. A dopo! -
Si alzò salutando la bionda e dando un semplice bacio a stampo alla rossa. 
- Sorellina? -
Il medico le sventolò una mano davanti agli occhi riportandola alla realtà.
- Devi raccontarmi un mucchio di cose! -
La trascinò per tutta la Tsunami piombando poi in camera da letto della ragazza d'acqua. 
Sarebbe stata una lunga giornata...


Tori aprì gli occhi lentamente sorridendo teneramente al dolce ricordo che si era insinuato nella sua mente. Non sapeva quanto tempo fosse passato ma a giudicare dalla pelle raggrinzita dei polpastrelli decise di darsi una mossa uscendo poi dal  vano doccia in tempo record. Si asciugò il corpo e i capelli infilandosi l'intimo che era riuscita a prendere prima che Angel la buttasse di peso in bagno. Uscì timidamente dal bagno, abbassando il capo quando l'amica le rifilò un occhiata che non prometteva nulla di buono.
- Ma si può sapere quanto tempo ci hai messo!? Stavo per venire a vedere se non eri svenuta nella doccia! -
La sgridò la bionda alzandosi repentinamente dal letto e mettendosi le mani sui fianchi, enfatizzando ancora di più il rimprovero.
-Scusami, è che mi sono persa... -
Si scusò con la voce appena percettibile. Quando Angel la sgridava in quel modo non riusciva mai a ribattere, soprattutto se il medico aveva ragione.
- Lasciamo perdere. Comunque infilati questi e non osare commentarli altrimenti cerca Indil. Ma sappi che dovrai spiegarle tutto e come minimo ti farà indossare un abito da serata di gala... -
Ammiccò in direzione della rossa conoscendo bene il suo odio verso gli abiti eleganti. Tori sospirò infilandosi senza protestare la gonna verde acqua e il crop top nero, che le arrivava appena sopra l'ombelico, si mise i tacchi neri facendo qualche passo avanti ed indietro. Se disprezzava i vestiti e le cose troppo femminili, i tacchi erano una di quelle cose di cui non poteva assolutamente fare a meno. Li aveva scoperti quasi per caso e dopo un paio di settimane si era resa conto che a differenza delle altre donne lei li trovava comodissimi, e non solo riuscivano a dargli un bel po' di centimetri in più ma la rendevano molto più aggressiva. E bhe prova un po' a pestare i piedi o a tirare calci con quei trampoli e sentirai che differenza!
- Stai alla grande! - 
La abbracciò da dietro rassicurandola. Ormai si era imbarcata in quell'enorme avventura e niente e nessuno le avrebbe mai dato una motivazione valida per mollare tutto, non ora che aveva trovato la persona che le sarebbe rimasta accanto nel suo periodo più buio. 

La serata passò tranquilla, come al solito Satch e Joy avevano cucinato dei piatti deliziosi, soddisfando i palati, e gli stomaci, di tutti. Ace strinse lamano a Tori, sotto il tavolo, in modo che nessuno potesse vederli, cercando di trovare un po' di coraggio. Prese un bel respiro profondo e richiamò l'attenzione di tutti.
- Ragazzi, io e Tori dovremo dirvi una cosa... -
La rossa strinse ancora più forte la mano del suo fidanzato abbozzando un invisibile sorriso che solo Eiji e Angel notarono. 
- Io e lei siamo fidanzati! -
Esclamò tutto d'un fiato, sgranando gli occhi appena i compagni scoppiarono a ridere.
- Finalmente ce l'avete fatta! è da una settimana che aspettiamo! -
Ammise Vista dando pacche "amorevoli" sulla schiena di un Ace imbarazzatissimo.
- Ma come è... -
- O cara Tori, si nota lontano un miglio che vi amate! Basta guardare i vostri sguardi e gesti! E poi quel giorno nel riposti... -
Si fermò Satch, rendendosi conto dell'enorme casino in cui si era cacciato e sperando con tutte le sue forze che i due non se ne fossero accorti.
- Li avete spiati?! -
Esclamò Halta. Era appena tornata da una missione ma in pochissimo tempo si era affezionata a Tori.
- Danna... >Coff... Assolutamente no! è solo che ci trovavamo nei paraggi quando stavate limonando...E la porta era aperta -
Ammise Satch stringendosi nelle spalle abbassando lo sguardo.
- Brutti... -
- Guararara! Dai figli miei lasciate stare Romeo e Giulietta! -
Interruppe l'imminente litigio tra Ace e Satch, lasciando poi la parola al secondo comandante.
- Sorellina, tu sei felice? -
Chiese Eiji cercando di essere il più naturale possibile, nascondendo le mani tremanti sotto il tavolo.
- Mai stata più felice in vita mia! -
Ammise con sicurezza.
- Bene, allora Ace giurami che la proteggerai, qualsiasi cosa succeda! -
All'improvviso divenne serio, ormai non aveva ancora molto tempo, se davvero voleva fare qualcosa doveva darsi una mossa.
- Lo giuro, anche a costo della mia stessa vita! -
Promise diventando serio pure lui.
- Minna, devo confessarmi anche io con voi -
Si alzò in piedi, stringendo le mani a pugno finche le nocche non diventarono bianche e le unghie non gli si confficcarono nella pelle. 
- Volevo avvisarvi che... -




Buongiooornooo! O per meglio dire buonasera, visto che da me è quasi ora di cena!  Inizio col dire che mi scuso per il ritardo, ormai è quasi un mese che non aggiorno ma sapete la scuola ha rapito pure me e la mia ispirazione mi ha lasciata proprio sul più bello. Cooomunque passando al capitolo, devo dire che mi piace davvero molto, dovete sapere che  con questo e  con quello sucessivo iniziaremo ad entrare nel bel mezzo della storia, ho un sacco di progetti per cui non so quanto durerà. Ho inoltre intenzione di approfondire le altre coppie, la prima sono Angel e MArco e la seconda... penso che ormai l'avrete capito, ( ma io non vi dico comunque niente) naturalmente cercherò di raccontarvi anche la storia dei pirati dell'onda. Bene ho finito con gli spoiler quindi direi di passare ad esaminare il capitolo. Ace si è dichiarato, ma Eiji deve fare un annuncio importantissimo! Secondo voi che cosa comunicherà? Scrivetelo nei commenti che sono davvero curiosa! Come al solito vi chiedo gentilmente di commentare, è grazie ai vostri commenti se la mia ispirazione torna dai Caraibi mollando crema solare, pareo e il ballerino di samba abbronzato  con cui sta dividendo un coktail. Bene al prossimo capitolo! Bacioni!
Martachan!

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 ***


- Volevo avvisarvi che... -
Eiji si interruppe portando la temperatura nella sala sotto lo zero, non ostante fuori ci fossero almeno ventisette gradi. Si vedeva che era agitato e che aveva paura. Già, Tori rimase sorpresa appena scrutò gli occhi lucidi ed impauriti del fratello. Forse gli altri non capivano quello sguardo, ma lei se lo ricordava bene il suo viso immobilizzato dal terrore quando i draghi celesti erano arrivati a Nihon. Quella fu l'unica volta in cui vide suo fratello impaurito, e i dubbi nella sua mente incominciarono ad affiorare.
- Tra qualche giorno partirò per una missione molto importante -
Strinse i pugni così forte che si conficcò le unghie nel palmo lasciando dei piccoli taglietti a mezzaluna. In pochissimo tempo gli salì una nausea pazzesca, deglutì cercando di mandare giù il sapore acido dei conati. Non lasciò fare domande a nessuno, scostò la sedia non curandosi di essa quando cadde a terra e si rifugiò in camera, chiudendo la porta a chiave e aggrappandosi alla tavoletta del gabinetto in preda ai conati. 

Tori era rimasta spiazzata dal comportamento del fratello, mai in tutta la sua vista si sarebbe immaginata una scena del genere. Barbabianca e Marco la guardarono malinconici: loro lo sapevano! Non era possibile, suo fratello stava per partire per una missione, molto probabilmente, suicida e loro non facevano niente per impedirglielo! Si alzò di scatto, non ascoltando Ace e Angel e andando diretta in camera del fratello. Appena intravide la porta scura rallentò il passo, improvvisamente si sentì in colpa ad essere lì. Scosse la testa e abbassò lentamente la maniglia, non sorprendendosi di trovarla chiusa. Appoggiò l'orecchio alla porta, ma dopo qualche attimo fu costretta a scostarsi; sentire Eiji che vomitava non era una cosa piacevole. Se avesse bussato avrebbe solo peggiorato le cose, però doveva entrare e scoprire qualcosa di più.
Si accucciò esaminando il buco della serratura, la chiave infilata dall'interno le ostruiva la visuale. Poggiò l'indice sulla toppa d'ottone, facendo scivolare una goccia d'acqua nella fessura. Aumentò la portata della goccia trasformandola in un filo d'acqa che girò la chiave permettendole di entrare. Camminò piano, facendo attenzione a non fare troppo rumore. La sagoma accucciata di Eiji si intravedeva dalla porta leggermente socchiusa; doveva stare davvero male. Represse un conato e si accovacciò dietro suo fratello, staccandogli le ciocche fradice di sudore dalla fronte e portandogliele indietro. Appena finì di rimettere la cena lo aiutò ad alzarsi ed a pulirsi, facendolo poi sdraiare sul letto.
- Arigatou -
Sussurrò con lo sguardo perso nel vuoto. Tori prese un grande respiro e si sedette sul bordo del letto.
- Dove devi andare? -
Chiese piano ma Eiji superato lo shock iniziale con un colpo di reni si mise a sedere, guardando la sorella come se gli avesse appena chiesto che cosa ci fosse oltre il cielo.
- Dove vai? -
Ripetè Tori morsicandosi il labbro inferiore.
- Fuori di qui! -
Sbottò Eiji guardandolacon rabbia.
- Onichan, voglio sapere dove vai! -
- Vai via! -
- No, sono preoccupata per te! -
>Stack!
Un forte schiaffò le arrivò sulla guancia destra, lasciandole cinque dita rosse sopra. Non le aveva fatto male ma solo il fatto che suo fratello l'aveva picchiata le fece venire le lacrime agli occhi. 
- Onichan... -
Pigolò con voce tremante, cercando gli occhi del biondo. Una forte mano la prese per il polso facendola alzare.
- Andiamo via Tori -
Le sussurrò Ace trascinandola fuori dalla stanza del secondo comandante. Appena si richiuse la porta alle spalle il moro strinse forte Tori che aveva iniziato a piangere.
- M-ma che sta succedendo? >Sniff! -
Tirò su col naso bagnando la camicia nera del fiammifero. 
- Adesso ti spiegheremo tutto, ma non ti devi preoccupare -
La tranquillizzò Ace accarezzandole i capelli e stringendola fino a che non si fosse calmata. 
- Vieni -
La prese per mano, portandola nella cabina di Barbabianca. Era molto ampia, un letto matrimoniale troneggiava al centro della stanza con affianco diverse macchine con delle lucine colorate che lampeggiavano. Lungo le pareti c'era il normale areddamento di una stanza: un armadio in legno, una scrivania e degli scaffali. L'imperatore era sdraiato sul letto, con un cuscino dietro la schiena e sorseggiava del sakè non ostante le minacce delle infermiere. 
Ace prese un cuscino e lo posò per terra, sedendocisi sopra imitando Marco. 
- Adesso sei molto confusa vero piccola Tori? -
Chiese il Bianco con un sorriso malinconico sulle labbra.
- Dove è che deve andare Eiji? E che cosa deve fare? -
- Shhh...Non ti devi preoccupare pomodoro, adesso il babbo risponderà alle tue domande -
Intervenne Marco mettendo la parola fine al torrente di parole che stava uscendo dalla bocca della giovane.
- Tuo fratello deve compiere una missione pericolosa, vuole finire la ricerca che tua madre stava compiendo -
Spiegò Barbabianca guardando con serietà gli occhi color del fuoco della ragazza. 
- Non capisco -
Bisbigliò cercando di mantenere le gambe in posizione eretta.
- Tua madre è stats la donna più intelligente e forte che abbia mai incontrato. Era intuitiva e prendeva sempre le decisioni giuste. Qualche anno prima che tu e tuo fratello nasceste aveva incominciato a notare qualcosa di strano in lei, come se riuscisse a contenere un potere enorme dentro di se, così incominciò a fare delle ricerche. Il governo mondiale lo scoprì e prima che lei lo potesse scrivere quello che aveva scoperto nel suo diario venne uccisa -
Terminò la spiegazione bevendo un grande sorso di liquore aspettando una qualsiasi reazione da parte della rossa. Le gambe le cedettero e iniziò a boccheggiare, quasi come se qualcuno le avesse strappato i polmoni. 
- Quindi vecchio, mi stai dicendo che mio fratello vuole finire la ricerca di mia madre? -
Sussurrò con voce rauca e flebile.
- Tori... -
- E questa ricerca molto probabilmente gli costerà la vita? -
- Abbiamo fatto di tutto per impedirglielo, ma da quando ha trovato quel diario non vuole sentire ragioni. Non ti preoccupare, Eiji è uno in gamba e se la caverà sicuramente -
Cercò di tranquilizzarla Marco con il suo tono tranquillo, l'aveva promesso ad Angel.
- Ma che cosa è che mia madre stava cercando? -
Chiese quasi con le lacrime agli occhi. Quella situazione si stava facendo insopportabile, il suo cervello aveva immagazzinato troppe informazioni e le pareva che le stesse per scoppiare eppure sentiva il bisogno di saperne ancora.
- Voleva scoprire qualcosa di più su quello strano potere. Ace accompagnala nella sua stanza, domani sarà una lunga giornata -
Disse con tono assonato il Bianco liquidando i suoi figli simulando uno sbadiglio. 
Appena il moro e Tori furono scomparsi dalla visuale del vecchio, Marco si fermò sulla soglia.
- Lo sai vero che appena scopriranno cosa sta combinando non aspetteranno certo che tu gli dia il permesso per farlo fuori? -
- L'hai detto pure tu figliolo, Eiji è uno in gamba e riuscirà a sopravvivere, ne sono certo -
Eppure qualcosa in lui aveva incominciato ad agitarsi quasi come se lo stesse avvertendo di qualcosa di davvero molto importante ma non riuscisse a spiegarsi.

- Eccoci arrivati - 
Esclamò Ace aprendo la porta che conduceva alla cabina della giovane. 
- Starai bene? -
Chiese preoccupato, osservando lo sguardo vacuo della sua ragazza. Tori annuì stringendo i denti sull'ormai labbro martoriato, sentendo subito dopo il sapore metallico del sangue. No che non sarebbe stata bene, nel suo cervello continuava a ripetersi la scena dello schiaffò, mai si sarebbe aspettata un azione del genere.
Il moro le afferrò il polso facendola girare e la strinse tra le sue muscolose braccia, gli si spezzava il cuore vederla ridotta così. 
La rossa spiaccicò il volto contro il suo caloroso petto e bagnò per la seconda volta quella serata la sua camicia. 
- Ti prego, resta -
Mugugnò stringendo tra le sue piccole mani il tessuto nero. Ace le baciò il capo e senza smettere di stringerla chiuse la porta e la posò sul letto mentre lei dava sfogo a tutta la sua tristezza. 
Dopo anni di opressione finalmente aveva ritrovato suo fratello, era stato lui a darle la forza di tirare avanti, era stato lui a darle la forza di ribellarsi, era stato lui a darle la forza per vivere e adesso se ne andava in una missione che molto probabilmente l'avrebbe costretta a seppellire il suo corpo. Scacciò dalla testa tutti i pensieri negativi e si concentrò sul movimento delle mani di Ace lungo la sua schiena, Eiji era forte e mai si sarebbe fatto sconfiggere dal governo mondiale, mai. Tirò su col naso e si asciugò le lacrime che le avevano sciolto il mascara. 
- Vado a cambiarmi,tu fa quello che vuoi -
Si staccò dal suo petto che odorava di fuoco e prese il pigiama da sotto il cuscino. Si rifugiò in bagno e aprì l'acqua del lavello sciaquandosi gli occhi e le guance, si soffermò di più sulla guancia lesa, ormai il segno era quasi del tutto scomparso. Si cambiò infilandosi i soliti pantaloncini grigi e la canottiera del pigiama, legando poi i capelli in una treccia. 
Appena uscì si ritrovò il suo bell'uomo di fuoco seduto sulla sponda destra del letto, si era sbottonato la camicia e appena la vide le sorrise.
- Sei stupenda -
Ammise facendola arrossire.
- Ma non sei scomodo a dormire così? -
Chiese innocentemente sorprendendosi quando le guance del moro s'imporporarono. Voleva veramente che restasse a dormire con lei?
- Dormire? Pensavo di tornare in camera mia visto che ti sei calmata, ma se non ti da fastidio... -
Rispose imbarazzato grattandosi la nuca mentre sul viso della ragazza nasceva un dolce sorriso.
- Non me la sento di dormire da sola, ho paura che gli incubi tornino a tormentarmi. Ti prego solo per questa notte! -
Congiunse le mani davanti a sè in segno di preghiera e lo guardò con gli occhi da cucciolo. Ace sapeva bene quanto fosse spaventosa la notte quando gli incubi s'impossessavano dei propri sogni e non voleva che ricadesse in quel vortice di tristezza e oppressione. Annuì inarcando le labbra.
- Ok, ma almeno fammi andare a prende dei pantaloni per dormire -
- Oh non serve! Dovrei averne un paio di Zeke, ti dovrebbero andare! -
Lo interruppe nuovamente infalando la testa nell'armadio ed incominciando ad armeggiare con i vestiti.
- Zeke? Ha dormito qua? -
Chiese il moro diventando subito serio.
- Ovvio, e per sbaglio mi sono rimasti i suoi pantaloni ma mi sono dimenticata di ridarglieli -
Rispose continuando a cercare, facendo aumentare la gelosia nell'uomo fiammeggiante.
- Ah, capisco! -
Esclamò leggermente irritato. Zeke aveva dormito con la SUA Tori! Nessuno poteva permettersi di dormire con lei, NESSUNO!
- Che c'è fiammiferino? Per caso sei geloso? -
Ammiccò ad Ace lanciandogli i tanto cercati pantaloni in faccia, appoggiandosi all'anta dell'armadio in modo sensuale. Dio quanto era bella quando faceva così! 
- Io? Geloso? Ahahaha! - 
Finse una risata indicandosi con il pollice per poi raggiungere la sua amata.
- Assolutamente no! Sono solo dell'idea che chiunque osi toccarti debba morire -
Sussurrò rauco appoggiando la testa nell'incavo tra il suo collo e la sua spalla.
- Ahahaha! Lo sai che non ti tradirei mai! è stato solo un pigiama party e naturalmente c'erano tutti, non eravamo mica soli soletti -
Si morsicò il labbro sensualmente prendendo Pugno di fuoco per il colletto della camicia in modo che i suoi occhi color onice si incatenassero ai suoi.
- Scusa piccola -
Sussurrò posandole un dolce bacio sul capo e sorridendole.
- Adesso girati che mi devo cambiare! -
Tori si tuffò sotto le coperte, nascondendo il viso sotto il cuscino. Chiuse gli occhi percependo ogni singolo movimento ed oggetto intorno a sè. Sentì la cintura con la fibbia decorata con una A slacciarsi, il leggero tonfo dei pantaloni e quello metallico dellla fibbia quando toccarono il pavimento in legno, sentì l'elastico dei pantaloni di Zeke che strinse la sua vita perfetta e il morbido fruscio della camicia che si posava dolcemente per terra. Sentì il passo pesante di Ace sulle rovinate assi del pavimento, che emettevano deboli lamenti e l'appena udibile cigolio della rete del letto quando ci si posò sopra. Alzò le coperte il tanto necessario per potercisi infilare sotto e circondò con un braccio la vita snella di lei, lasciandole poi un umido bacio sulla spalla nuda. La rossa emerse da sotto il cuscino e si allungò verso il comodino alla sua sinistra; per spegenere l'abat-jour che illuminava la stanza. In pochi secondi il moro si sdraiò trascinando sopra di sè la giovane dai capelli color del fuoco, che quasi senza accorgersene incrociò la propria gamba con quella di Fire Fist e poggiò la testa sul suo caldo petto nudo.
- Andrà tutto bene, devi stare tranquilla -
Le sussurrò Ace stringendola più forte ed incrociando le dita della sua mano con le proprie.
- E se Eiji dovesse... -
La voce le s'incrinò e conficcò le unghie nella muscolosa spalla del moro, che teneva avvinghiata al suo petto.
- Eiji non morirà; è forte ed intelligente per cui non ti devi preoccupare -
- Ma se lui e voi siete così sicuri che ce la farà, allora perchè sta così male? -
Sbottò innervosita dal comportamento di tutti. Non avevano fatto altro che dirle che non sarebbe morto ma allora perchè avevano tutti così paura?!
- Ha deciso di lasciarci, se davvero riuscisse a terminare la sua ricerca sarebbe in costante pericolo di vita e non vuole che ci accada qualcosa - 
- Non è possibile -
La voce le tremava e gli occhi le prudevano da matti, ma non avrebbe pianto, non quella notte almeno. Si morsicò il labbro, penetrando con i denti nella vecchia ferita e riempendosi, di conseguenza, la bocca di quel gusto metallico che solo il sangue aveva e deglutì il pesante groppo di lacrime che le impediva di respirare. Con un rapido movimento, Ace, si girò posando le labbra su quelle imbrattate di sangue di lei, succhiando tutto quel liquido vermiglio in modo da disinfettarle la ferita. Appena la sentì schiudere le labbra fece iniziare alla sua lingua un ballo lento con quella della sua dolce metà.
Quando si staccarono per riprendere ossigeno il moro strofinò il suo naso contro quello di Tori.
- Ci sono io qui con te -
Le sussurrò a fior di labbra facendo poi leva sulla gamba in modo da tornare alla posizione originaria. Appena si calmò le accarezzò una coscia, ma istintivamente Tori la tirò via dalle morbide dita di Ace.
- Scusa piccola -
Sussurrò spostando la mano.
- No, è che... -
- Shh, shh, shh -
La zittì posandole un dito sulle labbra. Era stata una serata davvero intensa e per il momento le informazioni che aveva assimilato erano davvero troppe e non sentiva il bisogno di scoprirne altre.
- Non lo voglio sapere adesso -
Proclamò con la voce impastata dal sonno. Improvvisamente tutta la stanchezza e lo stress di quella giornata si erano posati sulle sue spalle stremandolo in pochi attimi.
- Buona notte-
- Buona notte piccola -



Angolo Autrice^^
Ohayo minna! Come ve la passate? Spero bene! 
Avrei tanto voluto aggiornare sabato scorso, ma non ne ho avuto il tempo! Meno male che sia per andare che per tornare a casa mi ci vogliono 20 minuti di treno e lì ho la possibilità di scrivere per voi.
Ace: - Ma al mattino non copi i compiti? -
Martachan: - Ahahaha! Questo è quello che pensi te! *sguardo malizioso* -
Cooomunque tralasciamo la scuola, cosa ne pensate del capitolo? Bho a dire la verità non lo so neppure io. All'inizio pensavo di far speigare la storia della ricerca ad Eiji ma poi ho messo la parte dello schiaffo per cui... 
Eiji: - Hey autrice, ma perchè proprio me?! Io stavo tanto bene con i ragazzi e poi a me non frega un emerito cazzo di mia madre e delle sue paranoie post mestruali! 
Martacha: - Ho scelto te, perchè bho avevo voglia di farti fare qualcosa uccellino e comunque stai partendo per una delle più importanti missioni che accadranno nella storia! 
Storia: - Se come no -
Bhe io non so che altro dire se non che come al solito ringrazio i lettori silenziosi e quelli rumorosi (?). Lo so che essere arrivati fino a qua è già una missione davvero ardua, ma se anche lasciaste un piccolo commentino giusto da non far sentire soli i miei recensori ( Si perchè siete mie! Muhahaha!) 
Un attimo di attenzione ancora: mi era venuta in mente la "brillante" idea di scrivere una piccola raccolta su Hi to Umi; magari proseguire la storia di Sakura e Indil o le storie dei pirati dell'Onda o roba varia...magari mi dite voi che cosa scrivereXD 
COme avrete potuto notare aggiornerò ogni 3-4 settimane, mi dispiace un sacco ma non prendetevela con me!
Ok, ho parlato anche troppo! Bacioni!
 Martachan

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Capitolo 10
*** Capitolo 9 ***


La calda luce del mattino filtrò attraverso la finestra socchiusa, illuminando il volto madido di sudore di Tori. Non ostante la calda presenza di Ace non era riuscita a dormire molto e per quelle poche ore in cui aveva chiuso occhio la sua mente era stata intrappolata in una fitta ragnatela di incubi.
Strinse forte gli occhi affondando il viso nell'incavo tra il cuscino e il collo di Ace, facendo attenzione a non muoversi troppo, in modo da non svegliarlo.

Contò mentalmente fino a venti e poi tirò su il viso da quel caldo giaciglio che si era creata, sbattendo ripetute volte le palpebre in modo da abituarsi alla luce del giorno. Si passò una mano sulla fronte, scostando le ciocche umide e senza far rumore si alzò, ma non fece molti passi prima che il ginocchio incominciasse a dare segni di cedimento e prima che potesse abbandonarla del tutto regalandole una rovinosa caduta sul duro pavimento si sedette sulla sedia di legno posta davanti alla scrivania. Si girò dando le spalle alla scrivania e schiacciando il petto contro lo schienale, in modo da avere un'ottima visione del suo bel principe che dormiva serenamente. Sospirò e con un'innaturale lentezza si diresse verso il bagno, constatando soddisfatta che il ginocchio stava ritornando a fare il suo dovere.
Riempì la vasca di acqua bollente non fidandosi ancora completamente del suo precario equilibrio, e gettando per terra il pigiama e l'intimo si immerse in quei vapori caldi, permettendogli di avvolgere il suo minuto e pallido corpo. Appena si fu immersa completamente chiuse gli occhi beandosi di quell'irreale serenità, che ben presto venne bruscamente interrotta dal ricordo della sera precedente. Aprì gli occhi di scatto cercando inutilmente di mettere a fuoco lo sguardo sulla doccia senza però riuscirci. Vedeva tutto appannato e la testa aveva incominciato a girarle. Si strofinò gli occhi scoprendoli bagnati di lacrime, ecco perché non vedeva bene! Portò una mano al petto facendo pressione sullo sterno cercando di calmare i brividi che la stavano cogliendo non ostante la temperatura dell'acqua fosse molto elevata.

Non voleva che suo fratello partisse, non ora perlomeno, sentiva una brutta sensazione dentro al suo cuore e non se la sentiva di lasciare Eiji, lei aveva ancora troppo bisogno del suo aiuto e del suo sostegno.

 

 

- Piccola sei qua? -

La voce preoccupata di Ace e l'insistente bussare sulla porta la riportarono alla realtà facendola sospirare.

- Si, cinque minuti e arrivo -

Rispose con la voce leggermente tremante mentre si issava con fatica fuori dalla calda vasca.

- Fai con comodo, io non me ne vado -

Rispose sollevato di aver sentito la sua voce.

Tori prese un asciugamano bianco e se lo attorcigliò al corpo in modo da coprire le parti intime e aprì l'acqua del rubinetto posando le mani sui bordi d'avorio fissando con ribrezzo il suo riflesso nello specchio. Aveva il viso spento di uno zombie e gli occhi persi e rossi di una drogata. Si sciacquò gli occhi e le guance cercando di far andare via il rossore che le avevano lasciato le lacrime, sperando vivamente che Ace o qualcun altro non le chiedesse il perché del suo aspetto da morto vivente.
Storse le labbra in una smorfia disgustata stringendo più forte il lavello trattenendosi dal tirare un pugno alla lisca e ingenua lastra di vetro nauseata dalla sua immagine.

 

 

Uscì dal bagno non curandosi delle fredde goccioline che cadevano sul pavimento lasciando scuri cerchi sulle assi di legno.

- Ace ti potresti girare? -

Chiese al moro con voce annoiata tirando fuori dall'armadio un completino intimo color pelle, facendolo arrossire di colpo.

- Sc-scusa, mi giro subito! -

Esclamò con un tono di voce più acuto del normale portandosi le mani agli occhi e dando le spalle a Tori che nel mentre si era già tolta l'asciugamano, lasciandolo cadere a terra e aveva incominciato a vestirsi.

Non si mise niente di troppo elegante ed elaborato: dei jeans, un felpone color del mare con stampato sopra un disegno e delle scarpe da ginnastica nere.

Ritornò in bagno per prendere un elastico e si legò i capelli ancora fradici in una specie di chignon andando poi a frugare nel cassetto del comodino posto di fianco ad Ace tirandone fuori tutta soddisfatta una sigaretta.

- Allora? Andiamo a fare colazione o restiamo qua a guardarci come due fessi? -

Chiese ironicamente stringendo tra le labbra la sigaretta spenta accennando un sorriso forzato, che Ace notò in un batter d'occhio.

Ormai aveva incominciato a capire come tradurre il segreto linguaggio del corpo di Tori, anche se non aveva mai fatto così fatica a capire cosa si nascondeva dentro l'animo delle persone a lui care.

Uscirono dalla cabina ignorando gli sguardi perplessi dei comandanti di Barbabianca appollaiati su dei barili a parlare del più e del meno.

-Tori, Ace perché non vi unite a noi? -

Esclamò Rakuyou portando uno dei suoi dread biondo cenere, sfuggito alla bandana, dietro l'orecchio.

- Buongiorno Raku! -

Salutò allegramente Ace non calcolando lo sguardo annoiato della rossa e trascinandola con se e facendola sedere su un barile di sake scoccandole un'occhiataccia che non fece altro che non fece altro che farla sospirare.

- Passata bene la notte? -

Chiese Speed Jil ammiccando al moro lasciando intendere pensieri non proprio casti.

- Bhe a dire la ver... -

- Poteva andare meglio -

Lo interruppe la rossa con un tono freddo e uno sguardo glaciale non facendo più proferire parola al povero Speed Jil.

- Hey ragazzi, venite a mangiare! Satch ha cucinato delle brioche buonissime! -

Halta interruppe quel glaciale silenzio che si era venuto a creare, mentre sgranocchiava allegramente un croissant al cioccolato.

- Bhe se si tratta delle brioche di Satch allora non posso fare altro che venire! -

Esclamò Ace accarezzandosi lo stomaco che aveva iniziato a brontolare pregustandosi già il paradisiaco sapore della colazione. Prese la mano pallida di Tori trascinandola quasi a forza nella sala da pranzo ignorando tutte le imprecazioni e gli insulti. Si sedettero vicino a Namyuul e a Fossa che erano intenti a parlare di qualcosa di molto importante ma che si interruppero subito alla vista della giovane.

- Buongiorno vice capitano! -

La salutò leggermente nervoso l'uomo pesce torturando il bordo della tovaglia color panna, già macchiata da caffè, brioche e latte.

- Sai vice, dovresti affrettarti a prendere una di queste brioche se no va finire che rimani a stomaco vuoto -

Fossa le porse gentilmente una brioche alla crema con sopra dello zucchero a velo.

- Grazie mille per il gesto ma mi basta solo un caffè -

Respinse la generosa offerta del grande uomo cercando con la coda dell'occhio il fratello, non trovandolo.

Aaron le posò davanti al naso una bella tazza di caffè fumante per poi piazzarsi davanti alla rossa torturandosi una ciocca nera.

- Grazie mille Aar -

Lo ringraziò incominciando a bere la bevanda che ogni mattina le regalava le energie.

- Pensate di parlarvi o volete continuare a tenervi il muso? Lo sai benissimo che deve partire e non rinuncerà di certo per quattro lacrime, bimba -

Come al suo solito il navigatore le aveva messo davanti agli occhi la pura e semplice verità facendola sprofondare in un abisso oscuro e tenebroso.

- Tuo fratello è forte bimba, di cosa hai paura? -

Chiese facendo scomparire l'ombra che era calata sugli occhi vermigli della ragazza.

- La sua faccia, ieri sera, era terrorizzata e... -

S'interruppe bruscamente sgranando gli occhi.

- Devo parlarci! -

Esclamò girandosi di scatto ed incamminandosi verso il ponte. Doveva chiarire ma soprattutto doveva capire il perché di quella così strana missione.

Era così assorta nei suoi pensieri che non si accorse della figura bionda che le si mise davanti scontrandosi con la sua testa rossa, facendola cadere sulle assi dure del ponte.

- Ahi, ma che... -

- Hey pomodoro! Ti stavo proprio cercando! -

Marco la aiutò ad alzarsi.

- Eiji è sull'albero maestro...-

Indicò una figura scura accovacciata sull'albero mentre scrutava l'orizzonte.

- Grazie mille ananas! -

Dopo averlo ringraziato si mise a correre verso suo fratello. Con agilità si arrampicò sull'albero raggiungendolo e posandogli sotto il naso una brioche alla marmellata di ciliege.

- Mangia, è la tua preferita! -

Gli sorrise dolcemente cercando di nascondere gli improvvisi brividi che la stavano assalendo.

- Gr-grazie imootochan-

Prese la colazione addentando la punta croccante.

- Oniisan, è una cosa importante? -

Chiese Tori riferendosi agli avvenimenti della serata precedente.

- Sai perché nostra madre è stata uccisa? -

- Perché era un pirata -

Esclamò convinta facendo scoppiare suo fratello in una fragorosa risata.

- Ahaha! Certo, ma anche per un altro motivo sorellina. Sai, la mamma dentro di se aveva un potere enorme, era quasi in grado di distruggere la Terra se fosse stata capace di utilizzarlo ma i Draghi Celesti la uccisero prima che lei imparasse a governarlo -

Spiegò Eiji scompigliandole la folta chioma rossa.

- Quindi l'hanno uccisa perché avevano paura -

- Esattamente ed è mio compito indagare su quel potere, sai con quello potremmo far fuori il Governo Mondiale! Credimi sorellina, per me è stata una scelta durissima ma è una cosa davvero importante e non posso non andare -

Cercò di consolarla ricevendo un grande sorriso che lo lasciò perplesso.

- Se è così importante allora vai pure, ma ad una condizione...Voglio che mi comunichi tutte le tue scoperte! -

Esclamò alzandosi in piedi ed allargando le braccia

- Ma certo! Tu sarai la prima a cui dirò ogni singola cosa! Ti chiamerò ogni sera -

Le giurò stringendola fra le braccia e posandole un bacio sul capo.

- Ti voglio bene sorellina -

Le sussurrò nell'orecchio ricevendo in risposta solo un mugolio intraducibile.

- Hey Eiji, non dovevi annunciare quell'altra cosa? -

Marco aveva raggiunto i due fratelli sull'albero posando una mano sulla spalla del secondo comandante.

- Hai ragione, raduna tutti sul ponte. Io arrivo tra un attimo -

Le braccia di marco vennero avvolte da delle fiamme azzurre e arancioni trasformandosi in ali.

Eiji prese tra le mani il delicato viso di Tori guardandola negli occhi.

- Non ti preoccupare io sarò sempre con te. Ok? -

La rossa annuì inghiottendo le lacrime mentre si aumentava la stretta intorno al braccio del maggiore che si era fatto spuntare due grandi ali nere appena sotto le scapole. In un battito di ciglia – o in questo caso d'ali – atterrarono sul ponte davanti alla folla di pirati che si era riunita davanti al grande Imperatore Bianco.

- Ragazzi volevo comunicarvi un'altra cosa importante. Visto che partirò sono costretto a lasciare il mio posto a qualcun altro per cui vorrei chiedervi di fare un bell'applauso a Portgas D. Ace che d'ora in avanti prenderà il mio posto come comandante della seconda flotta dei pirati di Barbabianca! -

Annunciò tra l'entusiasmo generale facendo partire rumorosi applausi e urli.

- Amico, non so proprio cosa dire... -

Un Ace imbarazzato gli si piazzò di fronte, un grande sorriso gli illuminava il volto rendendolo davvero bellissimo.

- Non devi dire niente! Goditi la festa e rifletti bene sulla grandezza del titolo che ti ho passato -

Gli rispose il biondo dandogli una sonora pacca sulla spalla e scoppiando in una fragorosa risata seguito a ruota dal moro.

- Hey capitano prendi questa birra e vieni a divertirti con noi! Sa sera ci sarà una mega festa in tuo onore! -

Satch gli portò un braccio dietro le spalle ridendo di gusto. Il moro si scolò la birra in un solo sorso ma prima che potesse unirsi ai festeggiamenti la visuale di Tori che avanzava nella sua direzione lo fermò facendolo sorridere come un ebete.

- Comandante della seconda flotta, eh? Sono proprio orgogliosa di te -

Gli diede un bacio a stampo accarezzandogli una guancia con la mano.

- Hihihi! Visto che bravo? -

Si grattò la nuca tutto soddisfatto del suo nuovo ruolo, facendo scoppiare la rossa in una risata liberatoria. Finalmente dopo tutti quei problemi poteva riuscire a divertirsi.

I musici di entrambe le ciurme avevano incominciato a suonare una dolce canzone che fece addolcire gli sguardi e i cuori di tutti.

- Come comandante della seconda flotta di Barbabianca ti invito a ballare con il sottoscritto, o mio capitano -

Si inginocchiò facendole il baciamano per poi sorriderle.

- Come vice capitano di Barbabianca io accetto di ballare con te, o mio comandante -

Rispose trattenendo le risate e incrociando la mano destra con la sinistra del moro mentre posava l'altra mano sulla sua spalla. La musica s'insinuava nei loro corpi muovendoli come le onde del mare increspate dal vento creando una dolce danza che contagiò anche gli altri pirati. In quel momento i due giovani non avrebbero voluto essere da nessun'altra parte se non lì, i petti che salivano e scendevano rapidamente l'uno attaccato a l'altro, gli occhi che si incatenavano facendo immergere il fuoco nell'oscurità luminosa e i cuori che scalpitavano creando una musica tutta loro.

La serata trascorse così, tra i balli e i fiumi d'alcool senza che entrambi sentissero la mancanza dell'altro ma anzi che si completassero. 


Angolo autrice
Konnichiwa minna! Sono tornata! Non ci speravate più non è vero? Gomen nasai se non ho aggiornato per tutto questo tempo - due mesi esatti - ma il mio computer aveva deciso di non collaborare più ma adesso ne ho uno nuovo per cui dovrei tornare ad aggiornare regolarmente se la scuola me lo permette. non sono propriamente soddisfatta di questo capitolo, come al solito del resto, pensavo di farlo un po' più lungo ma l'ispirazione se ne è andata proprio sul più bello per cui mi sono dovuta arrangiare. Spero che vi piaccia e contagiate dallo spirito natalizio decidiate di lasciare qualche recensione in più visto che non mi sembra giusto che recensiscano sempre le stesse due persone, insomma andate a farle compagnia su su! 
Siccome domani è Natale ho deciso di farvi un altro piccolo regalino che naturalmente posterò domani il prima possibile. Buona Vigilia e buon Natale a tutti! Bacioni!
Martachan^^

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Capitolo 11
*** Capitolo 10 - Speciale Natale 2015 ***


Era una giornata tranquilla, il sole splendeva, il mare era una tavola e i gabbiani emettevano il loro caratteristico  suono chiamandosi a vicenda. La festa in onore del nuovo comandante della seconda flotta aveva portato un'anomala armonia e serenità che mai sulla Moby Dick era stata presente e che mai sarebbe stata nella cabina del capitano dei Pirati dell'Onda.  
 
- Dame! Ridammelo immediatamente! -
Le acute urla della rossa riecheggiavano nel deserto corridoio della Tsunami attutite solo dalle spesse pareti di legno.
- Uh, ma guarda che faccia da scema avevi in questa foto. Girati un attimo...mmm, non sei cambiata per niente. Ahahah! -
- Ah ah ah! Ma che spiritoso! Posso gentilmente riavere il mio album?! - 
Esclamò battendo frustrata un piede, coperto solo da un sottile calzino nero, per terra riaquistando l'attenzione del biondo fratello. 
- Piantala di fare la permalosa e vieni inbraccio al tuo fratellone! - 
Esclamò battendosi una mano sulla coscia sorridendole gentilmente e facendole sparire l’infatile broncio. 
Tori si sedette nello spazio lasciato tra le sue gambe incrociate e il suo petto attaccando la sua esile ma muscolosa schiena ad esso posando il vecchio libro di pelle marrone sulle ginocchia e chiudendo gli occhi rilassandosi. 
Erano anni che non sentiva il calore e la protezione del suo fratellone e sapere di essere al sicuro le fece portare alla mente  dolci ricordi  della sua  infanzia, bruscamente interrotti da svariati colpi di tosse da parte del biondo seduto dietro di lei. 
- Scusa, ho un po’ di tosse - 
Si scusò cercando di ignorare lo sguardo glaciale che gli stava rifilando la rossa alzando subito dopo le mani in segno d'arresa facendola sorridere.  Con la mano aprì l’album facendo scorrere velocemente le pagine giallastre fermandosi  quando raggiunse la metà soffermandosi  una vecchia foto con gli angoli smussati. Delicatamente la staccò accarezzando con il pollice la liscia superficie e facendola vedere ad Eiji che con un dito diede segno della sua approvazione.
Non era una foto bellissima anzi era venuta anche un po’ sfocata ma per lei era stato uno dei momenti più belli ed importanti della sua infanzia.
La foto raffigurava lei, Eiji, loro zio ed una vecchia signora posta davanti ad una grande torta a più piani con sopra una candelina colorata. Tori ed Eiji evano in mano un cappello natalizio, come quello di Babbo Natale e cercavano di infilarlo in testa al loro zio.
 
 
- Dai vecchio! Oggi è Natale! -
Un’esile bambina da una spettinata chioma rossa cercava disperatamente di posare sulla testa bianca di quello che doveva essere suo zio un morbido cappello rosso.
- Il fatto che oggi sia Natale non implica che devo per forza mettere quel terribile cappello -
Replicò l’uomo incrociando le braccia al petto e chinando la testa evitando per l'ennesima volta le manine magre della bambina.
- Uffa! Sei sempre così noioso vecchio decrepito! - 
Sconsolata abbassò quella decorazione natalizia sbuffando per poi tirare un debole calcio nel fianco dell'uomo seduto sul tatami.
- Dovresti portare più rispetto mocciosa! -
La rimproverò alzando un sopracciglio ricevendo come risposta solo una linguaccia ed un "dannato vecchiaccio" soffocato ma che si sentì benissimo. 
Lo zio si tolse il solito sigaro dalle labbra per poi incominciare a rincorrere la piccola Tori che intanto era già scappata dall'altra parte della casa.
- Dai zio perchè non ti metti quel dannato cappello così ci lascia quetare tutti? - 
Un divertito Eiji guardava sconsolato la solita scena quotidiana trattenendo a stento le risate mentre guidava la vecchia Nan al tavolino basso di mogano lucido.
- Ho un’immagine da difendere io! Ah ah presa! -
Esclamò tutto felice della cattura della sua preda e mentre evitava i calci e i pugni della piccola ritornò nella sala di tatami che dava sulla natura incontaminata dell'isola di Nihongo.
- Ma cosa sei tu?! Una mocciosa o un cane? - 
- NON SONO UNA MOCCIOSA VECCHIO DECREPITO! - 
Urlò facendo sobbalzare il povero Eiji che era proprio affianco allo zio che cercava di trattenere quella piccola peste fra le sue grandi braccia.
- Torichan? - 
L’anziana signora la chiamò facendola smettere di agitarsi. 
- Si vecchia Nansan? - 
Rispose tornando ad avere il pavimento sotto i suoi piedi ma ricevendo subito un potente pugno da parte dell'uomo dietro di lei.
- Portale rispetto mocciosa! - 
Le urlò adirato mentre lei rannicchiata su se stessa s’accarezzava il bernoccolo che le era spuntato. 
- Sumimasen! - 
- Torichan, Eijichan venite qua - 
Chiamò i due bambini con la sua voce debole e rauca facendoli accomodare di fianco a se. 
- Che cosa vedete? - 
Chiese prendendo le mani di entrambi.
- Lo Tsuri! - 
Esclamò la rossa indicando l’enorme albero che sovrastava l’intera isola. 
- La famiglia - 
Rispose in un sussurro il biondo facendo sorridere la vecchia Nan. 
- Tuo fratello ha ragione Torichan, ma neanche tu hai completamente sbagliato, sai che cosa rappresenta lo Tsuri? -
Chiese portando i suoi occhi bianchi in quelli scarlatti della bambina. 
- Bhe...La vita! Se quell’albero è così grande deve essere molto vecchio per cui ha vissuto tanto! - 
Esclamò fiera della sua risposta facendo comparire un debole sorriso sulle labbra dell’uomo dai capelli bianchi che posò una grande torta a strati davanti agli occhi dei due fratelli. 
- Buon compleanno vecchia Nan! -
Esclamò tutta felice Tori iniziando a saltellare entusiasta per tutta la stanza prendendo di nascosto il tanto agoniato capello rosso scambiandosi un'occhiata complice con il fratello che nel mentre aveva già affiancato lo zio. - Hey vecchio che cos’è il Natale per te? -
Chiese per l’ennesima volta la rossa sbattendo le lunghe ciglia ricevendo uno sguardo annoiato.
- Una perdita di tempo! - 
Esclamò stiracchiandosi.
- Bugiardo! Il Natale è stato fatto per passare del tempo in famiglia! Perchè noi siamo una famiglia non è vero?! -
Esclamò con le lacrime agli occhi stringendo le manine in due pugni facendo sgranare gli occhi allo zio. 
- Tori...Ma certo che siamo una famiglia! - 
La abbracciò di slancio asciugandole le lacrime che le stavano bagnando le guance. 
- Allora perchè hai detto ch-che è una p-perdita di tempo? Non ci vu-vuoi bene? -
Singhiozzò nascondendo la faccia sul suo petto non avendo il coraggio di guardarlo in faccia. 
- Certo che sei proprio una mocciosa! Se non vi volessi bene non avrei di certo accettato a badare a voi due mostriciattoli. Siete stati una delle cose migliori della mia vita, non dimenticatelo -
Le scompigliò i capelli arruffati includendo nell’abbraccio anche Eiji. 
- Quindi non ci abbandonerai mai? - 
Si asciugò le lacrime guardandolo dritto negli occhi.
- Mai, è una promessa! -
Li strinse più forte lasciandoli quasi senza fiato. 
Appena si sciolse l’abbraccio i due fratelli recuperarono il rosso cappello infilandolo in testa all'uomo mentre un ragazzo sulla ventina scattava una foto.
 
 
 
- Chissà come sta adesso il vecchio? - 
Chiese Tori con gli occhi lucidi guardando il fratello.
- Starà bene, è una testa dura lui - 
Affermò felice abbracciando da dietro la sorella sussurrandole qualcosa all'orecchio facendola sorridere.
Dame: No 
Sumimasen: Scusa


Angolo autrice
Buon Natale ragazzi! Rcco per voi questo piccolo speciale sull'infanzia di Tori ed Eiji. L'ho nominato varie volte e ho messo parecchi indizi per cui adesso vorrei porvi una domanda: secondo voi chi è lo zio di Tori? 
Avevo intenzione di scriverne un altro per capodanno ma l'ispirazione e il tempo non sono dalla mia parte per cui non credo di farcela ma con la sottoscritta non bisogna dare mai nulla per scontato ahaha. Ditemi cosa ne pensate o se ci sono degli errori visto che non sono riuscita controllarla attentamente e ditemi se preferite dei capitoli speciali come questo oppure una raccolta a parte. Buon Natale e felice anno nuovo! Bacioni!
Martachan^^

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Capitolo 12
*** Capitolo 11 ***


Quella sera il mare era abbastanza tranquillo, appena qualche onda faceva increspare la piatta superficie nerastra creando un leggero mormorio, quasi un sospiro quando l'acqua alzata dall'onda ritornava a mischiarsi con il mare. Sulla Moby Dick una leggera brezza marina scivolava tra i corpi addormentati dei marinai rinfrescandoli dalla calura del giorno passato.


Tori si mise dietro l'orecchio ornato da numerosi orecchini d'oro una ciocca vermiglia che le impediva di riempirsi gli occhi della bellezza infinita del mare scuro e delle stelle che risplendevano potenti nel cielo nero.
Fece un tiro dalla sigaretta bianca che stringeva tra le dita sbuffando poi una delicata nuvoletta bianca che in poco tempo si disperse nell'aria notturna. La rossa si massaggiò gli occhi stanchi, tra qualche ora il cielo si sarebbe colorato di rosa e lei doveva ancora levarsi i vestiti e buttarsi sotto il lenzuolo di seta fresca. Tra pochissimo l'isola che l'avrebbe separata da suo fratello si sarebbe fatta vedere e nulla avrebbe impedito al biondo di partire alla ricerca della verità. Si sedette sul cornicione della sua nave abbracciandosi le gambe nude e posando la testa sulle ginocchia chiudendo gli occhi. Quasi per magia una vecchia canzone della sua infanzia le tornò alla memoria, scaldandole il cuore di un calore dolce e fievole.

- Sora o mi age te goran, mosuguyoru mo owaru. Hoshi to, tsuki to, taiyo mo, shizuka ni iki o shiteru. Sa, hajimeyo... Kanashimi o suete te. Yorokobi no hana sai te iru, ano basho kar...
Alza lo sguardo al cielo , la notte è quasi finita.  Le stelle, La  Luna e il Sole, sospirano in silenzio. Forza andiamo...Abbandona la tristezza.I fiori della felicità stanno sbocciando, proprio da quel luog... 


Alzò di scatto la testa voltandosi velocemente indietro con gli occhi splancati e il fiato grosso. Mai prima di allora aveva sentito un'aura tanto oscura e potente starle così vicino. La sensazione che qualcuno di malvagio la stesse spiando non la abbandonò, anzi si rafforzò quando controllando in giro non trovò nessuno e con l'haki dell'osservazione non sentì più niente. C'era qualcosa che non quadrava in tutta quella situazione eppure non riusciva a capire chi mai potesse essere.
Una mano fredda e ruvida le si posò sulla spalla nuda facendola quasi urlare.
- Efrem, dannazione! -
Sbottò irritata, portandosi una mano sul cuore scalpitante, nascondendo un espressione sollevata.
- Scusate capitano, non volevo spaventarvi -
Le chiese scusa mettendo la mano nella tasca dei suoi neri pantaloni.
- N-non mi hai spaventata, mi hai solamente sorpresa -
Rispose orgogliosamente scendendo dalla balaustra e spostando il peso da un piede all'altro.
- Cosa ci fatevate sveglia a quest'ora? -
Chiese il musico.
- Potrei farti la stessa domanda -
Affermò alzando l'angolo sinistro della bocca e lanciandogli un'occhiata di sfida.
- é stata la vostra armoniosa voce a svegliare il musicista che è presente in me -
- O mio dio, mi hai sentita! Ti prego Efrem non dirlo a nessuno -
Abbassò lo sguardo, analizzando attenatamente i suoi stivaletti.
- Perchè mai capitano? La vostra voce è talmente dolce e soave che sarebbe davvero sprecata se voi la utilizzaste solo per canticchiare -
Le gote di tori si colorarono di una lieve sfumatura rosata, nascosta dall'oscurità della notte.
- Gr-grazie, ma per adesso penso che continuerò a canticchiare da sola, lontano da orecchie indiscrete -
Reclinò la sottintesa offerta di diventare la cantante dei pirati dell'Onda abbozzando poi un sorriso imbarazzato.
- Scommetto che non c'è modo per farvi cambiare idea, non è vero capitano? -
Domandò passandosi una mano tra i capelli brizzolati andando poi a torturarsi con le dita callose il polsino della camicia ottocentesca.
- Purtroppo è così, ma non ho alcuna intenzione di cantare davanti a così tanta gente -
Affermò decisa portando le mani dietro la schiena.
- Capisco, ma se per qualche miracolo dovreste cambiare idea sapete a chi chiedere -
- Ci penserò un po' su. A dopo Ef -
Soffocò uno sbadiglio dirigendosi in camera sua. Ignorò la pila di documenti che l'avrebbe aspettata l'indomani mattina e si concentrò sul corpo dormiente del fratello sdragliandosi accanto cercando di fare meno rumore possibile.
Chiuse gli occhi cercando di far andare via la sensazione di pericolo che l'aveva colta prima, riuscendoci solo in parte prima di addormentarsi.

>Toc, Toc, Toc!!
- Tori, posso entrare? -
Il moro sbuffò, passandosi una mano fra i capelli corvini. Abbassò la maniglia d'ottone con incisi dei piccoli fiori e delicatamente aprì la porta. Sgranò gli occhi sorpreso appena vide Eiji seduto sul bordo del letto con la testa fra le mani.
- Hey, amico...Buongiorno... -
Sussurrò piano, abbozzando un leggero sorriso appena gli occhi ambrati del biondo si piantarono nei suoi.
- Ciao Ace -
Il più giovane si sedette sul letto, cercando di non svegliare Tori ed incominciando ad accarezzarle le nuca.
- Potresti farmi un favore? -
Lo guardò con gli occhi lucidi, spostando poi lo sguardo sul volto assopito della sorella.
- Ma che succede? -
Chiese preoccupato, smettendo di giocare con i capelli vermigli di lei.
- Promettimi che te ne prenderai cura! Giurami che non la lascerai mai! -
Abbassò gli occhi stringendo tra le dita il copriletto color cobalto.
- Te lo giuro sulla mia stessa vita! -
Il volto del biondo parve un po' tranquillizarsi.
- Ace, appena approderemo a Ryu, tu e lei dovrete aiutarmi a cercare una specie di diario e dovrai tenerlo tu, fino a che non le compariranno... -
Non riuscì a terminare la frase, la voce gli si era spenta in gola e non aveva alcuna intenzione di ritornare, ma il moro capì al volo quello che intendeva dire.
- Ma sei proprio sicuro che... -
- Si, è una cosa ereditaria, per me ormai è troppo tardi ma lei essendo femmina deve partorire una bambina prima che Umi no Kami decida -
Il suo sguardo congelò Ace che non seppe cosa dire.
- Va-va bene, non le dirò niente fino a che non sarà il momento -
Il biondo tirò un sospiro di sollievo, sarebbe stato davvero inutile farla preoccupare prima del tempo.
- Dai, adesso svegliamola -
Un sorrisetto non proprio rassicurante gli si dipinse sul volto, contagiando anche Ace.
- 1...2...e 3!!! -
Incominciarono a saltare sul letto, scuotendola e urlandole di svegliarsi.
- Mmmm....Ma che state facendo?!VI SIETE RINCOGLIONITI ENTRAMBI?! -
Si tirò a sedere rimproverandoli, cercando di trattenere le risate. I due di slancio l'abbracciarono facendola di nuovo stendere ed incominciarono a riempirla di baci.
- Ti vogliamo tanto bene sorellina! -
Esclamò Eiji aumentando la stretta.
- Anche io, ma adesso potrei tornare a respirare? -
Mugugnò sul petto del moro, ritornando poi a respirare.
- Buongiorno amore! -
Il moro le stampò un veloce bacio sulle labbra sogghignando alla vista del suo ex comandante irritato.
- Buongio....aspettate un momento, che ore sono? -
S'interruppe bruscamente assottigliando lo sguardo.
- Bhe, diciamo quasi le cinque -
Tori si sbattè una mano sulla fronte rassegnata mentre i due ragazzi si grattavano la testa imbarazzati abbozzando un sorriso ebete.
- Visto che è presto perchè non andiamo a mangiare qualcosina? -
Propose Ace accarezzandosi lo stomaco che aveva iniziato a reclamare la colazione.
- Io ci sto! -
Eiji gli battè il cinque, volgendo poi uno sguardo supplicante alla sorella.
- Ho capito, vengo anche io -
Si alzò contro voglia e si mise gli stivaletti, prendendo poi dalla sedia della sua scrivania la felpa blu che aveva sottratto di nascosto ad Ace e incrociando le dita con l'ex proprietario della felpa.

In pochi minuti raggiunsero la cucina, dove trovarono Satch che si gustava un bel caffè bollente.
- Mattinieri? -
Li salutò con un gesto del capo tornando a sorseggiare quel liquido dalle proprietà energizzanti.
- Non avevamo molto sonno -
Ammise Eiji ricevendo subito dopo una gomitata nelle costole da parte della sorella.
- Voi!! Io mi ero appena addormentata! -
Urlò irritata, guardandolo male.
- E noi come potevamo saperlo? -
Incrociò le braccia rispondendo allo sguardo.
- Potevate immaginarlo -
Rispose a dentri stretti.
- La prossima volta allora lascia un post-it con su scritto: " non mi svegliate, ho chiuso gli occhi un'ora fa" ! -
- Razza di... -
Satch interruppe la lite posando davanti al naso della rossa una bella tazza di caffè.
- Grazie mille! -
Si sedette sul bancone ed incominciò a bere sollevata, facendo scoppiare Pugno di Fuoco a ridere.
- Ma io vi adoro! -
Esclamò aggrappandosi ad uno sgabello per non cadere dalle troppe risa.
- Ahahaha! Che da che razza di idioti sono circondato -
Mr. Poumpadour si lasciò trasportare dall'allegria, incominciando subito dopo a preparare la colazione.

- Sta sorgendo il sole... -
Tori aveva il naso appiccicato al vetro dell'oblò, cercando di scrutare ogni minima sfumatura rosata del cielo. Eiji le accarezzò i capelli disordinati.
- Siccome oggi è l'ultimo giorno voglio concederti una cosa -
Si diresse verso il ponte seguito subito dalla rossa che nella fretta di scendere aveva accidentalmente fatto cadere la tazza, sporcando il pavimento di caffè e cocci di ceramica.
- Oniisan, mate! -       → Fratellone, aspetta!
Lo rincorse fino a che non si fermò sul ponte.
- Oniisan? -
Domandò Tori guardandolo preoccupata. Il biondo le sorrise socchiudendo gli occhi e piano piano delle spesse squame nere incominciarono a ricoprirgli il corpo, i vestiti scomparvero e gli spuntarono delle possenti ali nere ed una lunga coda.
- Vuoi salire si o no? -
La ragazza sobbalzò e velocemente si mise a cavalcioni sulla schiena del fratello stringendo le gambe pallide e infreddolite ai  suoi fianchi caldi e tenendosi al collo muscoloso del ragazzo drago. In quel momento si sentiva leggerissima eppure riusciva a sentire ogni minimo movimento del fratello, sentiva i forti muscoli delle ali che in pochi secondi li sollevarono da terra facendoli sparire tra le nuvole rosate. L'aria le sferzava contro il viso scompigliandole i capelli vermigli. Si sentiva leggera, come se non pesasse più di una nuvola. La rossa si lasciò andare in una risata liberatoria, lo stress in quegli ultimi giorni l'aveva soffocata e sentirsi così libera la faceva tornare a respirare. Il drago nero ruotò su se stesso come una trottola cadendo poi in picchita verso il mare. Un attimo prima di toccare l'acqua fredda allargò le ali, planando dolcemente su quella distesa cristallina. Tori allungò una mano toccando la gelida acqua e creando delle piccole scie.
-  è  davvero fantastico! -
Esclamò spensierata, cerando di sistemarsi i capelli che le svolazzavano sul viso.
Il fratello rise atterrando poi sul ponte illuminato dalla pallida luce del sole.

Appena Eiji tornò umano la rossa lo abbracciò piena d'adrenalina.
- Così mi fai male onechan! -
Scoppiarono a ridere non smettendo di abbracciarsi.
-  Scusate se disturbo questo dolce momento piccioncini, ma che ne dite di andarvi a vestire? Tra poco approderemo e non mi sembra il massimo sbarcare in pigiama -
Marco si guadagnò un'occhiata assassina da i due Kaiyo che si separarono.
- Penso che andrò a farmi una doccia -
Ammise il maggiore infilandosi una mano fra i capelli color paglia e avviandosi verso la sua cabina seguito a ruota dalla fenice.


Tori andò verso la maestosa polena a forma di balena, sedendosi a gambe incrociate e chiudendo gli occhi.
Ormai non poteva fare più niente, gli occhi da cucciolo e le lacrime non avrebbero funzionato, nemmeno urlargli in faccia di averla abbandonata gli avrebbe fatto cambiare idea. E poi, quali diritti aveva per impedire a suo fratello di fare quello che voleva? Era solo un'egoista! In tutti quegl'anni non aveva che voluto la propria libertà senza pensare alla libertà degli altri e anche in quel momento voleva solo stare co  suo fratello negandogli di seguire la sua strada.
Delle calde braccia la circondarono e i morbidi capelli di Ace le solleticarono il collo facendole aprire gli occhi offuscati dalle lacrime.
- Ace... -
Mormorò con la voce rotta del pianto, tirando su con il naso.
- Andrà tutto bene. Ci sono io con te ok? -
Le girò delicatamente il viso con due dita per poi asciugarle le lacrime che non avevano smesso di bagnarle le guance.
La rossa posò la testa sul suo petto cercando di ritrovare la calma e la fiducia in se stessa che sembravano essere partite pure loro.
- Stai tranquilla -
Il moro le baciò dolcemente il capo stringendola a sè.
- Ci proverò -
Sussurrò alzandosi poi di scatto.
- Dove vai? -
Ace era sorpreso, mai si sarebbe aspettato un così veloce cambiamento d'umore da parte sua.
- A cambiarmi, mi sembra ovvio! -
Gli sorrise mettendo le mani dietro la schiena facendo scuotere la testa a un Fire Fist piuttosto rassegnato.
- Mettiti delle scrpe comode, dovremo camminare molto! -
Le urlò quando ormai aveva già attraversato metà di quell'enorme balena ricevendo come risposta un pollice in sù.


Isola di Ryu - ore 9:12
- Wow! -
Erano sbarcati da dodici minuti e per quei dodici minuti Ace e Tori erano rimasti a bocca aperta osservando incantati i meravigliosi uccelli che si esibevano in acrobazie spericolate tra le nuvole leggere e il cielo infinito.
- Terra chiama Ace e Tori! Ohi, vi siete pietrificati? -
Eiji li sventolò una mano davanti al viso riscuotendoli dal loro momentaneo stato d'incoscienza.
- Certo che sono proprio belli eh! -
Esclamò la ragazza iniziando a saltellare da un piede all'altro sul terreno ghiaioso.
- Già, non avevo mai visto degli uccelli del genere! -
La seguì a ruota con gli occhi che luccicavano il moro.
- Ace non ho alcuna intenzione di portarti in giro mezzo nudo, per cui vai subito a metterti una maglietta! -
Il moro sbuffò, era vestito come al solito e nessuno si era mai lamentato prima d'ora.
- Perchè a lei non dici niente?! -
Indicò la rossa che indossava un bikini nero, degli shorts di jeans e degli scarponcini beige.
- Oh che palle che siete! Al primo negozio che troviamo fott... volevo dire compriamo due magliette così la pianti -
Si legò i capelli perennemente in disordine in una coda.
- Sei proprio un caso disperato... -
Rispose sconsolato Eiji seguendo la sorella che piena d'entusiasmo camminava all'indietro salutando Angel e i suoi compagni.
- Miraccomando fate attenzione! -
Le urlò il medico dalla Moby Dick salutandola.
- Non ti preoccupare! -
Smise di camminare come un gambero prendendo a braccetto i due ragazzi.

- Pronti per quest'avventura? -
Domandò non ricevendo alcuna risposta dai due malcapitati ma non ne fece un dramma, infondo voleva godersi ogni attimo di quella piccola avventura sull'isola dei draghi.

Angolo autrice ^-^
Buon salve gente! Chiedo subito perdono per il ritardo ma ho avuto vari problemi scolastici e non per cui il tempo per continuare la storia si era ridotto ad una microscopica parte tra tutti tutti gli altri problemi che ho avuto.
In molti di voi si staranno chiedendo perchè ho fatto tre capitoli solo sull'annuncio del viaggio di Eiji, bhe come ho già detto la storia girerà proprio intorno a questo viaggio e a cosa succederà dopo anche se indirettamente. Ho una buona notizia per voi: Ultimamente mi sono venute tantissime idee pazzesche per migliorare questa storia tra cui proprio questo sbarco sull'isola di Ryu e il segretissimo diario che dovrà conservare Ace ^^
Chiedo scusa se in questi capitoli la storia potrebbe essere stata un po' ripetitiva ma mi servivano per far capire a voi lettori l'importanza di quello che sta per accadere ( tra un bel po' di capitoli, prima vorrei inserire anche un'altra cosuccia ^-^).
La canzone che canta Tori prima di essere interrotta da quella strana sensazione è questa: https://youtu.be/nX01UOMQmh4
è la canzone che canta Alex di Gangsta che personalmente come anime non mi è dispiaciuto affatto, per cui se trovate del tempo per vederlo...( si trova facilmente su youtube) // fine momento pubblicità.
Chiedo ancora scusa se il capitolo è corto e non è perfetto ma vi prometto che dal prossimo la storia si movimenterà un po'.
Ringrazio come al solito chi recensisce ( swimmer5 e Kurama no yoko vi adoro *///* ), chi inserisce la storia fra le seguite, preferite e ricordate e ringrazio anche voi lettori silenziosi che se mai aveste voglia di lasciare due paroline mi renderebbero davvero felice.
Dopo aver finito di elemosinare commenti mi dileguo. Bacioni!
Martachan ^-^

P.S. Ace: - Hey Marta ma perchè il tuo angolo è quasi più lungo della storia? -
Martachan: - Taci idiota! Sayonara! -
Ace: - Ciao! - * saluta minacciato dall'autrice*

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Capitolo 13
*** Capitolo 12 ***


I tre ragazzi avevano iniziato ad inoltrarsi nella misteriosa isola di quell'altrettanto misteriosi uccelli colorati seguendo uno stretto sentiero di ghiaia. Lo scricchiolio delle scarpe su quei piccoli sassolini appuntiti faceva scappare i pettirosso che stavano pucciando il piccolo becco nell'acqua cristallina di un microscopico ruscello accanto al sentiero.

- Onisan, dove stiamo andando? -
La rossa si mise le mani in tasca stringendo le spalle.
- In una specie di tempio ad est del villaggio di Doragon -
Rispose Eiji continuando a camminare.
- Ed è ancora tanto lontano? -
Chiese sbuffando calciando lontano un sassolino.
- Se avessimo preso l'altro sentiero a quest'ora saremmo già arrivati m... -
Venne interrotto dalla sorella.
- E allora perchè abbiamo preso questo?! -
Urlò mettendosi le mani sui fianchi e guardando male il fratello che ignorò completamente la sua sfuriata continuando a camminare.
- Non ho alcuna voglia di perdere tempo con quei marines rompi cazzo -
Incrociò le braccia dietro la nuca con aria disinvolta lasciando di sasso i due piccioncini.
- Ha appena detto... -
Balbettò Ace spaesato.
- ...Marines rompi cazzo? -
Terminò la frase la giovane guardando spiazzata prima il biondo e poi il moro che le restituì lo stesso sguardo.
I due scoppiarono a ridere non credendo alle loro orecchie.
- Ahaha chissà le facce degli altri quando gli racconterò che non hai voglia di spaccargli il culo! -
Esclamò il moro tra le risate cercando di raggiungere Il Drago Nero che li aveva abbandonati a metà sentiero.

Il paesaggio stava iniziando a cambiare: l'anoressico ruscello aveva iniziato a mettere su qualche chilo trasportando nella sua limpida acqua delle delicate foglie verdi cadute dagli alti alberi che avevano sostituito l'erba color smeraldo dei prati e i fiorellini colorati. Anche il sentiero aveva lasciato indietro la scricchiolante ghiaia trasformandosi in una larga strada sterrata con vari solchi nella terra morbida di cui era costituita. Ben presto una delle cause di quelle linee apparì davanti ai pirati: un basso vecchietto avvolto in una tunica color cremisi era seguito da un ragazzo che trascinava un pesante carretto.
Il vecchietto si fermò davanti ai ragazzi chinando la testa in segno di saluto ricambiato subito dopo dai pirati.
- Forestieri... -
Sussurrò con le vecchie  labbra screpolate picchiando poi a terra il suo bastone nodoso decorato da dei ghirigori boredeaux ed oro facendo fermare il ragazzo dalla tunica color panna.
- Salve maestro, io sono... -
Iniziò Eiji venendo subito fermato dal vecchietto.
- Lo so chi sei Kaiyo D. Eiji, i grandi saggi avevano predetto il tuo arrivo già da tempo -
Sgranarono gli occhi sorpresi.
- Voi invece dovreste essere Maestro... -
Continuò Eiji cercando di non far vedere quanto fosse agitato.
- Geremia. E tu sei la piccola Tori eh? -
Chiese osservando più da vicino la rossa.
- Ma come... -
Sussurrò sbalordita.
- Non potresti ricordartelo, eri ancora troppo piccola -
Sorrise dolcemente acquistando un'aria quasi malinconica.
- Quindi lei è stata qui -
Ammise Eiji guardando il vecchio.
- Già, ma è una lunga storia e voi non siete venuti qua per questo, non è vero? -
- Giusto... -
Eiji si passò una mano fra i capelli scompigliati sistemandosi il cappello. Il vecchietto fece un segno al ragazzo che li raggiunse in poche falcate.
- Lui è Joshua, il mio allievo -
Era un bel ragazzo, fisico asciutto e slanciato, pelle olivastra, capelli neri raccolti in piccoli dread e occhi color ambra. Joshua esaminò i ragazzi soffermandosi sul corpo chiaro e poco coperto della più giovane che accortasi dello sguardo troppo interessato dell'allievo arrossì cercando di coprirsi il seno con le mani. Maestro Geremia sbattè il suo nodoso bastone sul piede del suo allievo facendolo piegare in due dal dolore ed imprecare sottovoce.
- Vi porteremo da Lei pirati di Barbabianca ma appena sarete pronti -
Joshua rizzò le spalle guardandoli irritato facendoli segno di seguirlo lasciando indietro Maestro Geremia deciso a continuare la sua passeggiata verso la costa.
- Camminerete su un suolo sacro e dovrete farlo in maniera consona -
Il ragazzo si fermò su una collinetta guardando intensamente Tori.
- E tu dovrai travestirti da maschio, qua le femmine non sono ammesse -
Affermò deciso continuando a camminare.
- E allora perchè non mi cacci? -
Chiese ingenuamente facendo inarcare leggermente l'angolo della bocca all'allievo.
- Tu sei un'eccezione, Lei vuole parlarti per cui siamo costretti a farti entrare -
Spiegò lasciandola ancora più confusa di prima.
- Hey onichan... -
Richiamò il moro cercando qualche risposta alle mille domande che le erano entrate in testa.
- Chiamami Onisan, il -chan è per le femmine -
La zittì duramente lui. Era da quando erano arrivati su quell'isola che si comportava in modo freddo e strano. Già strano, non lo aveva mai visto comportarsi così e anche questo piccolo dettaglio la metteva tremendamente in agitazione.

Dopo poco il sentiero finì portandoli in un'ampia valle dove era stato costruito il vilaggio costituito da una cinquantina di piccoli templi di legno con tende di raso colorate che coprivano l'ingresso dando un'aria ancora più misteriosa a quelle strane abitazioni. Affianco ad ogni tempio erano posate due anfore decorate finemente, quella più grande era traboccante di un denso liquido argentato mentre nell'altra rimanevano solo le gocce argentate seccate al sole. Tutt'intorno c'era un folto bosco di piante sempreverdi in cui erano stati scavati dei serpeggianti sentieri indicate con degli alti pali di metallo con attaccato in cima un telo di raso di colori differenti.

L'allievo del Maestro Geremia li portò in un tempio di legno chiaro coperto da delle delicate tende bianche con sopra un semplice giglio ceruleo.
- Venite, adesso cercheremo un modo per farvi passare inosservati -
Spostò le tende percorrendo un lungo corridoio entrendo poi in una semplice stanza rettangolare ornata solo da un vecchio armadio di legno dalle ante scorrevoli.
Joshua fece scorrere un'anta incominciando a lanciare sul pavimento delle morbide tuniche color crema cercando di trovare le taglie esatte dei ragazzi.
- Hai qualche idea per nascondere il seno ? -
Domandò annoiato mentre i due ragazzi s'infilavano gli abiti da monaco.
- Hai delle fascie? -
Chiese incrociando le proprie dita con quelle del moro che la strinse a sè posandole un veloce bacio sulla folta chioma color papavero.
- Te le prendo subito -
Si diresse verso un cassetto inccassato nella parete piuttosto sdegnato; come poteva stare insieme a quel finto palestrato tutto fumo e niente arrosto?! Insomma sicuramente quel pesce lesso non guarda altro che l'aspetto, mica come lui che una donna la vuole accanto a sè, mica nel proprio letto!
- Ecco -
Gliele lanciò cercando di nascondere lo sguardo irritato dalla presenza del moro. Tori lo ignorò incominciando a fasciarsi il seno con le garze appiattendolo e diminuendone il volume. Si fece la coda e si infilò la tunica che Joshua le stava offrendo.
- Allora? Assomiglio ad un maschio? -
 Chiese facendo una piroetta.
- Bhe non è che hai fatto molto, intendo dire bastava solo coprire le tue forme poi andavi benissimo così -
La prese in giro Ace ricevendo uno sguardo fiammeggiante dalla rossa.
- Andiamo, e ricordatevi di lasciar parlare me -
L'allievo sparì fuori dall'edificio seguito subito dai ragazzi, che seguendo le istruzioni di Josh si tirarono su il cappuccio cercando di sembrare dei normali allievi.


Seguirono Joshua lungo un sentiero segnalato da una bandiera bianca ma con delle strane macchie carmigne, come se qualcuno avesse spaccato la testa ad una persona e gli schizzi si fossero depositati su quella bandiera ormai rovinata e consumata dal tempo.
- Hey Josh, ma quelle macchie... -
- Erano sangue? Bhe ovvio, devi sapere che quelle macchie segnano dove Lei è morta e nata -
Aumentò il passo lasciando Tori indietro con ancora più domande.
- Tu hai capito qualcosa? -
Le chiese Ace prendendole una mano e ricevendo come risposta una scrollata di spalle, aveva altre domande a cui dare risposta e sicuramente non si sarebbe fatta distrarre da del sangue.
Eiji si era costruito una barriera impenetrabile che lei non poteva attraversare, eppure si sentiva così frustrata al pensiero di non poter far nulla per aiutare il suo fratellone! Lui l'aveva sempre aiutata e lei non riusciva neanche a rassicurarlo o ad abbracciarlo. Dio qunato si sentiva inutile!
>crack
Qualcuno aveva calpestato un bastoncino. All'inizio non ci fece troppo caso ancora immersa nei suoi pensieri ma pian piano la sensazione di essere osservata incominciò a perforale lo spazio tra le scapole infastidendola.
Girò la testa di scatto esaminando ogni singolo foro tra i folti cespugli imprecando tra i denti.
- Tori? -
La richiamò Ace guardandola leggermente preoccupato.
- Tranquillo, continuamo pure -
Gli sorrise tornando a camminare ma con tutti i sensi all'erta. Se solo avesse dato retta ad Efrem e si fosse allenata di più sull'Haki dell'osservazione al posto di concentrarsi inutilmente su l'ambizione del re conquistatore adesso avrebbe avuto un'idea più chiara su dove avrebbe dovuto attaccare per far uscire allo scoperto quelle piattole di banditi.
Mollò la mano del moro e affiancò Joshua.
- Li hai sentiti pure tu? -
Il moro la guardò serio.
- Dobbiamo fare in modo che non passino l'Hava brij -
Sussurrò piano cercando di scorgere tra il fogliame i loro movimenti.
- L'Hava brij...ma che... -
Lo guardò perplessa inarcando le sopracciglia.
- è un ponte, ma adesso non importa, saranno almeno una ventina -
Le sussurrò da dietro Eiji.
- Josh, appena scoppierà il putiferio buttati tra le foglie e scappa, appena sarà finito tutto ti faremo un segno per poi poter proseguire il viaggio -
Ace era diventato improvviamente serio e tendeva all'allievo un coltello
- Ma siete scemi? Perchè mai dovrei nascondermi? -
Li guardò irritato.
- Questo sentiero è un vero labirinto pieno di trappole e non vogliamo di certo perderci o essere uccisi da qualche strano incantesimo per cui ci servi vivo e vegeto -
- Ok, farò finta che in realtà vi stiate preoccupando veramente della mia salute e non del fatto che io sono l'unico che può portarvi da Lei-
 Sbuffò rassegnato facendo comparire un sorrisetto per nulla tranquillizzante sulle labbra dei ragazzi che si guardarono annuendo.
- Adesso! -
Urlò Tori togliendosi quella scomoda tunica e buttandosi fra i cespugli seguita a ruota da i due ragazzi.
Appena scostò le foglie verdi e i rami appuntiti una marea di nani li circondarono. Erano i banditi che Tori aveva cacciato da Fuyu salvando Angel!
- Ma guarda un po' chi si rivede! Come sta la tua dolce amichetta? -
Il capo dei banditi si fece avanti, la pancia che usciva dalla maglietta sudicia e l'alito che sapeva di uovo marcio  ed alcol fece comparire sulla faccia della ragazza un espressione schifata.
- Cosa c'è gattina, il gatto ti ha mangiato la lingua? -
Scoppiò a ridere soddisfatto del proprio gioco di parole mettendo in risalto i denti cariati e marci passandosi poi una mano fra i capelli unti.  
- Che cosa vuoi Ty? -
Gli chiese acidamente facendo rabbrividire tutti i suoi compagni che erano tornati ad una grandezza normale.
- Dai gattina, piantala di trattarmi così male. Sono venuto qua solo per farti due coccole -
La rossa si sitemò una ciocca dietro all'orecchio.
- Sembra divertente. Perchè non andiamo a giocare in un posto più riservato? -
L'occhiata che gli riservò lo paralizzò per qualche secondo.
- Ma certo micetta, vedrai quante fusa ti farò fare! -
Esclamò con un sorriso tirato cercando di convincere se stesso; in un attimo la paura di non farcela l'aveva attraversato incutendogli timore ma dopo aver ripensato a come quella ragazzina lo aveva umiliato la vendetta era tornata il suo unico pensiero infondendogli una determinazione che mai si sarebbe aspettato d'avere.
-Molto bene! Minna occupatevi di loro e miraccomando state attenti! -
I due ragazzi non ebbero neanche il tempo di ribattere che la ragazza si era già fiondata dentro la fitta vegetazione all'inseguimento del bandito.
- Eiji... -
Lo chiamò il moro leggermente inquieto vedendo che sul collo scoperto del biondo avevano incominciato a formarsi delle spesse e lucide squame.
- Vediamo di darci una mossa Ace, non ho alcuna voglia di sprecare le mie energie con quest'immondizia e poi ho cose molto più importanti da fare -
Gli urlò di risposta lanciando con fare teatrale quella scomoda tunica su un cespuglio e permettendo alle sue forti ali di comparire sul suo dorso già nero. Il moro seguì il suo esempio buttandosi come un razzo sui suoi nemici...

Si fermò di botto sgranando gli occhi, come accidenti era potuto accadere?!
I banditi nel giro di qualche nanosecondo avevano incominciato ad ingrandirsi, fino a raggiungere circa i tre metri e mezzo, guardandoli dalla loro anormale altezza con dei sorrisi sadici, pregustando già la loro vittoria.
- Ace! Attento! -
Eiji lo riscosse facendolo tornare alla realtà un attimo prima che uno dei giganti gli affettasse un braccio.
- C'è mancato poco! Ma che sta succedendo? -
Esclamò constatando di avere ancora l'arto funzionante ed attaccato alla spalla, come un normale essere umano lo dovrebbe avere.
- Si sono ingranditi -
Gli rispose l'ex comandante beccandosi un'occhiataccia da Pugno di fuoco.
- Ma davvero? Sai che non l'avrei mai detto? -
Esclamò gesticolando in tono ironico guardando scocciato prima lui e poi gli pseudogiganti, che di pseudo ormai non avevano più niente. Ma guarda te se quei bastardi dovevano fargli perdere così tanto tempo. Tempo che avrebbe usato per andare ad aiutare la sua piccola Tori per poi magari dopo aver sconfitto il capo dei bastardi trovare un posticino riserato e... No Ace, non devi pensare a certe cose adesso, soprattutto se riguardano lei!
Scosse la testa facendo evaporare i pensieri che gli riempivano la testa un attimo prima per poi concentrarsi sugli avversari.
 Si scambiò un'occhiata d'intesa con Eiji, anche lui voleva sbarazzarsi di quei banditi per poi correre ad aiutare la sorella e aveva già in mente un piano per poter completare l'opera in rapidità senza perdere tempo.
 
Il drago spiegò le sue ali color pece puntando al collo del primo gigante che gli capitò al tiro. L'omone accortosi delle intenzioni del ragazzo incominciò a tirare fendenti con una spada enorme cercando di colpire Eiji che aveva iniziato volargli intorno, proprio come un fastidioso moscerino distraendolo e lasciando spazio ad Ace di agire. Infatti il moro, aproffittando della distrazione del gigante, tese il braccio destro lasciando che il fuoco circolasse liberamente al suo interno.
- Kagero! -
Una grande ondata di fuoco ustionò la pelosa gamba del gigante facendolo urlare e perdere l'equilibrio in modo che il drago potesse ferirlo con i suoi artigli affilati facendogli perdere i sensi.
Eiji atterrò di fianco al moro pronto ad eliminare un altro gigante. Spiccò di nuovo il volo evitando diverse scaibole ed asce incominciando a salire verso il cielo attirando l'attenzione dei banditi, ma quando Ace stava per attaccare di nuovo un urlo troppo familiare gli gelò il sangue nelle vene immobilizzandolo e dando occasione ad un bandito più piccolo degli altri di ferirlo di striscio al braccio, leggermente sopra il gomito ma il moro era ancora troppo sconvolto da quell'urlo da accorgersi di essere stato colpito. La sua Tori era stata sicuramente ferita e lui era lì a perdere tempo con quei maledetti!

^^Angolo Autrice^^
Buonsalve fuocherelli miei...vi prego posate quelle torce e quei forconi. Ok, avete tutto il diritto di prendermi a randellate sui denti ormai sono praticamente due mesi che non aggiorno ma ho avuto dei problemi *coff* miofratellohaspaccatoilmodem *coff*.
Cooomunque ecco a voi il nuovo capitolo! Ad essere sincera avrei voluto ampliarlo un po' di più, magari scrivendo anche un pezzo del combattimento di Tori contro Ty ( poi vi spiegherò bene chi è lui e come mai i due si conoscono )ma sarebbe diventato troppo lungo e pesante per cui lo decriverò nel prossimo sempre che qualche lettore riesca a sopravvivere dopo aver letto questo capitolo.
Volevo informarvi che d'ora in poi gli aggiornamenti saranno sempre più lenti per opera di una forza maggiore chiamata scuola, chiedo scusa ma non posso fare altrimenti.
 Oggi non mi dilungherò tanto perchè ho sonno per cui ringrazio subito chi ha messo la mia storia tra le preferite/seguite/ricordate e Swimmer5 e Annapis per aver recensito. Ringrazio chiunque recensirà in seguito *occhi da cucciolo bastonato* e adesso tolgo il disturbo. Bacioni!
Martachan ^^ 

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Capitolo 14
*** Capitolo 13 ***


L'urlo di Tori gli aveva fatto gelare il sangue nelle vene offuscandogli la vista e scollegandolo dal mondo reale. Per fortuna Eiji accortosi subito dello stato mentale del ragazzo lo fece tornare alla realtà spingendolo malamente per terra impedendo che il gigante che lo aveva ferito in precedenza terminasse l'opera dividendogli la testa in due con la sua mastodontica ascia.
- Hai per caso deciso di ucciderti?! Datti una svegliata Ace! -
Il Drago Nero spiccò un balzo spiegando le possenti ali pronto ad attaccare i restanti banditi mentre il più giovane si rialzava da terra scrollandosi la polvere dai bermuda neri.
Scambiando una fugace occhiata d'intesa con Eiji scattò verso il centro del gruppo di giganti facendo attenzione a non essere tagliato o calpestato incominciando a rilasciare piccole fiammelle verdi simili a lucciole, saltando poi su una piccola sporgenza del terreno per aggrapparsi alle zampe color pece di Eiji che aveva incominciato a salire verso l'alto.
I giganti erano troppo concentrati su quelle insolite lucciole per fare attenzione ai movimenti dei due ragazzi.
- Hotarubi: Hidaruma -
Sussurrò piano Ace facendo esplodere le fiamme. Apenna lo spesso fumo che si era innalzato a causa dell'esplosione si dissolse il ghigno stampato sulle labbra - o fauci - dei ragazzi cadde in mille pezzi alla vista di una bella parte dei banditi ancora in piedi.
- Mi sono veramente rotto i coglioni! -
Esclamò il moro tornando a terra e caricando il braccio destro preparando la sua mossa più famosa.
- Hiken! -
Dal palmo si propagò una potentissima ondata di fuoco che sfinì il restante dei giganti bruciandoli.


Appena Tori si fu imbucata nella fitta e rigogliosa selva Ty non aveva fatto altro che cercare di prenderla come un vecchio leone malato prova a cacciare un'agile e forte gazzella.
- Hey puttana, ti sembra divertente? -
Ansimò aggrappandosi ad un albero regalando un velenissimo sguardo alla rossa che lo osservava con un sorriso di scherno.
- Su, su! Siamo quasi arrivati! -
Si rimise in cammino saltellando da un albero all'altro evitando ogni fendente stanco dell'uomo. Appena arrivarono in uno spiazzo senza alberi le comparì un espressione divertita sul volto, vederlo piegato in due per una leggera corsetta nel bosco le dava una soddisfazione immensa. Avrebbe potuto liberarsene lì, in quell'esatto momento eppure voleva combattere ad armi pari non come era successo su Fuyu.
- Prima di un combattimento bisogna sempre scaldarsi altrimenti si rischia di farsi male -
Lo canzonò improvvisando una veloce cora sul posto tirando qualche pugno a vuoto e un po' di stretching giusto per enfatizzare il concetto di riscaldamento e per permettergli di riprendere fiato.
- Ti farò pentire di avermi preso in giro! -
Le corse incontro estraendo un'affilata sciabola ed ingigantendosi all'ultimo secondo in modo da sorprenderla, ma la ragazza per una volta ringraziò la sua bassa statura ed agilità che le permisero di evitare di essere affettata come un salame ma anzi di assestargli un bel calcio in faccia che lo stordì per un po' di tempo.
- Non mi dire che ho già vinto? -
Chiese gonfiando le guance come quando era bambina. Ty sentitosi ferito nell'orgoglio rincominciò ad attaccarla con maggiore forza e furore ma senza un senso ben preciso impedendole di contarattaccare.
Proprio quando il bandito stava iniziando a stancarsi successe l'inevitabile. Per schivare un fendente laterale inciampò cadendo per terra e dando a Ty un grande vantaggio che non si fece sfuggire, infatti caricò il braccio destro conficcandole la sciabola nello sterno strappandole un grido di sorpresa.
I due restarono a guardarsi negli occhi per un tempo che sembrò infinito prima che la rossa scoppiò a ridere posando la mano tra la lama e il petto da cui non stava fuoriscendo alcun sangue.
- Ma che... -
Il bandito allentò la presa barcollando leggermente permettendo a Tori di strapparsi la sciabola dal petto lasciando solo un informe solco che in pochi secondi si riempì d'acqua rimarginandosi completamente.
- Ti ricordo che ho mangiato un frutto del mare e che quindi sono invincibile -
Se avesse pronunciato una frase del genere con i suoi compagni sarebbe stata presa per il culo fino all'indomani ma in quella situazione lo disse con una tale serietà e convinzione che anche uno dei Vice Ammiragli si sarebbe spaventato.
Gli occhi neri del bandito incominciarono a tremare e la rossa potè leggere tutta la paura e l'odio che provava per lei, ma non si fece impietosire; doveva vendicare ancora tutto il male che quell'ubriacone aveva fatto ad Angel.
Si alzò di scatto con un ghigno che non prometteva nulla di buono e con un rapido movimento della mano creò una piccola palla d'acqua che lanciò contro il bandito spedendolo a terra diversi metri più indietro.
Si rialzò grondante d'acqua e prima che Tori potesse prenderlo in giro si rimpicciolì diventando quasi invisibile e mettendosi dietro alle sue spalle aspettando il momento giusto, ma Tori si abbassò esattamente quando si ingrandì cercando di colpirla alle spalle.
La ragazza fece comparire dal terreno due tentacoli d'acqua che gli si aggrapparono alle gambe impedendogli di spostarsi e facendo una verticale gli tirò un calcio in faccia spaccandogli il naso.  
- TORI! AIUTAMI TI PREGO! -
L'urlo di Joshua la distrò e Ty ne approffittò per sbattergli l'elsa della sciabola sulla schiena facendole perdere il respiro.
Ansimò per qualche secondo girandosi poi furente, stese il braccio sinistro richiamando a sè l'acqua per terra, facendola crescere fino a formare una gigantesca onda che travolse il bandito lasciandolo stordito a terra. Era solo svenuto ma non si sarebbe ripreso per un bel po'. 


- Sorellina! -
Eiji ed Ace arrivarono correndo.
- Hey fratellone! -
Li salutò soridente, felice della propria vittoria.
- Ti abbiamo sentita urlare, stai bene? -
Le chiese Ace preoccupato.
- Sto benone, ma qualcun altro no -
Rispose preoccupata.
- Intendevo dire Josh, è nei guai -
Rispose alle loro espressioni confuse.
- Andate voi due, io mi assicuro che questo qui non ci crei altri problemi -
Eiji estrasse da non si sa bene dove una busta di plasti contenente due scure manette di algamatolite mentre i due piccioncini si scambiavano uno sguardo d'intesa.
- Va bene, non ci metteremo più di tanto -
Assicurò Ace per poi dirigersi di nuovo verso il folto bosco guidato dalla rossa.
- Josh! Dove sei? -
Lo chiamò ricevendo come risposta un urlo soffocato.
- Viene da est -
Affermò Ace iniziando a correre in quella direzione seguito dalla rossa, dopo qualche centinaia di metri arrivarono in un piccolo spiazzo con al centro un grande albero, al cui tronco era legato Joshua.
- Eccolo -
Sussurrò piano Tori creando un leggero ma resistente bastone di ghiaccio.
- 1, 2 e... 3! -
Urlò Ace attaccando i banditi che gli facevano la guardia con delle potenti fiammate aiutato da Tori che li stordiva con il bastone.
Appena furono tutti a terra il ragazzo slegò l'allievo dall'albero accertandosi che non avesse qualcosa di più grave di qualche graffio.
- Grazie mille! -
Ansimò tenendosi il braccio dolorante.
- Figurati! Pensi di essere in grado di guidarci fin da Lei? -
Chiese Ace dandogli una pacca sulla spalla strappandogli un sorriso tirato.
- Certo, ma dov'è il vostro amico? -
Chiese notando la mancanza di Eiji.
- Vieni, non è molto distante -
Lo invitò a seguirlo la ragazza dirigendosi verso il fratello. Camminarono per una decina di minuti prima di arrivare allo spiazzo in cui aveva sconfitto il capo dei banditi, che ritrovarono incatenato ad un albero con delle spesse manette di algamatolite sotto lo sguardo compiaciuto del biondo che li salutò allegramente.
- Ci devi spiegare un po' di cosucce, sorellina -
Lo sguardo dapprima amichevole si indurì squadrando male la sorella che si toccava i capelli agitata.
- Bhe, è una lunga storia e ... -
Cercò di temporeggiare e fallendo miseramente quando Eiji indurì, se possibile, ancora di più il suo sguardo.
- Ok, vi racconterò tutto. Quando sono tornata sull'isola di Fuyu per rivedere Angel notai subito che c'era qualcosa di diverso, l'atmosfera non era più magica come quando ci andai per la prima volta e anche gli abitanti erano strani, erano... non so bene come spiegarvelo ma sembrava vuoti. Dopo qualche giorno mi diressi verso la locanda dove ci eravamo dato appuntamento e lì scoprii che il villaggio era stato "conquistato" da dei banditi, cioè da Ty e la sua banda. Da qui non c'è bisogno che continui -
Raccontò dando per scontato le sue conseguenti azioni.
- Immagino che tu abbia cercato Ty, l'abbia sconfitto e liberato Angel -
Ragionò Eiji cercando lo sguardo della sorella.
- Emh, si più o meno, diciamo che ci sono state delle piccole compicanze ed è solo grazie a Zeke che siamo riusciti a venirne fuori -
Ammise guardandosi i piedi.
- Ace, non dire niente. Quando dice così è meglio non saperne nulla -
Affermò il biondo stroncando sul nascere la domanda del moro che lo guardò divertito.
- Adesso che abbiamo finito con i racconti possiamo continuare il cammino? Sapete, ho altre cose da fare io! -
S'intromise acidamente Joshua incamminandosi verso il sentiero che si erano lasciati in dietro.
Durante la camminata nessuno fiatò, non avevano voglia di far irritare ulteriormente la loro guida visto che era per colpa loro che era finito nei guai. Alla fine il tanto famoso Hava Brij non era altro che un colorato ponte tibetano con delle enormi decorazioni florali lungo le corde sporcate come le assi da delle polverine colorate dal profumo troppo intenso.
Lo attraversarono senza alcun problema non capendo del tutto come mai fosse così importante. Il sentiero incominciò a percorrere una rapida salita che li portò finalmente a destinazione. Erano sopra una vetta ricoperta da un leggerissimo manto d'erba verde intenso decorato da dei fiori colorati uguali a quelli del ponte da cui potevano vedere tutta l'isola. Al centro c'era uno strano edificio di enormi pietre colorate appoggiate l'una sull'altra come un castello di carte mal riuscito, erano avvolte da dei tendaggi colorati che sembravano legarle insieme permettedogli di non cadere.
- Siamo arrivati. Lei ti sta aspettando -
Esclamò facendo un segno con la testa ad Eiji e sedendosi sul morbido terreno chiudendo gli occhi e rilassandosi seguito a ruota dagli altri due.
- Gambatte oniichan! -
Lo incoraggiò Tori posando la testa sulla spalla ferita del ragazzo al suo fianco.
- Ci vediamo tra poco -
Li salutò entrando nell'edificio sperando che non gli cadesse adosso.
- Ma sei ferito! -
Tori scrutò la ferita al braccio di Ace, non era profondissima ma era davvero strano che non si era rimarginata.
- Non è niente piccola -
Cercò di calmarla vedendola trafficare con le bende rovinate che le coprivano il seno.
- Stai fermo, se non la disinfetti rischi di prenderti un'infezione -
Tirò fuori dalla tasca un piccolo barattolino con dentro un liquido trasparente, svitò il tappo e con un pezzo di benda pulita incominciò a tamponare il taglio disinfettandolo.
La ferita gli bruciava ma non ci fece troppo caso, era troppo impegnato a seguire i suoi movimenti e ad osservare la sua espressione concentrata, era davvero irresistibile quando si mordeva il labbro. La voglia di baciarla aumentò quando iniziò a fasciargli il braccio con le bende che fino a poco fa erano avvolte intorno al suo sen...Ma a che cosa stava pensando! Stavano insieme da troppo poco tempo per poter già fare quel passo e a sentire i discorsi di Eiji ce ne sarebbe voluto ancora tanto.
Effettivamente agli occhi degli altri poteva sembrare una pazzia, insomma avevano incominciato a conoscersi in poco più di una settimana eppure fin dalla prima volta che l'aveva vista a Foosha in un abito bianco che metteva in risalto la sua carnagione troppo pallida ed i capelli troppo accesi, facendola sembrare un fantasma era rimasto incantato. Già quella notte era stato convinto di aver visto uno spirito, un angelo, insomma qualcosa di magico che non apparteneva al suo stupido mondo, alla sua stupida vita. Quella notte era passata in un lampo infatti non si ricordava neanche che di che cosa avessero parlato però il ricordo di lei che rideva felice su quell'altalena improvvisata per la sua tipa dei tempi gli era rimasto nel cuore facendolo innamorare perdutamente di quell'angelo dai capelli rossi che avrebbe ritrovato più tardi imprigionato in quell'inferno.
Le accarezzò il viso ripetendosi mentalmente di quanto fosse fortunato ad averla ritrovata.
- Ace... -
Sussurrò piano leggermente spiazzata dal comportamento del moro per poi rilassarsi subito dopo tra le sue braccia sotto la sua calda mano che le accarezzava la schiena dove tempo fà comparivano quelle brutte linee rosse.
- Sai non ho mai ascoltato con davvero interesse le storie che ci raccontava Dadan, eppure me ne ricordo una in particolare: diceva che una persona è legata alla sua anima gemella tramite un filo rosso indistruttibile e lunghissimo che a volte si può ingrovigliare ma che alla fine si snoderà sempre -
Dal suo mignolo uscì un leggero filo di fuoco che si andò ad attorcigliare al mignolo sinistro della ragazza stando bene attento a non scottarla.
- Tori, credo che il mio filo rosso del destino sia legato a te -
Sussurrò prendendole la faccia con le mani e guardandola dritta nei suoi occhi color rubino mentre sul suo viso si apriva un enorme sorriso.
- Anche io. Ti amo tanto! -
Si buttò tra le sue braccia iniziando a dargli decine di baci sul collo, mentre lui continuava ad accarezzarla.
- L'ho sempre saputo sai, fin dalla prima volta che ti ho visto a Foosha così spaurita e fragile -
Si staccò guardandolo negli occhi sorpresa.
- Ma allora ti ricordi? -
Esclamò felice come un pasqua; quella notte era riuscita finalmente a ritrovare la felicità che aveva perso.
- Perchè non andate a scopare da qualche altra parte piccioncini?! Sono stanco e non ho alcuna intenzione di sorbirmi i vostri diabetici polpettoni romantici -
Li riprese Joshua acidamente che intanto si era sdraiato per terra coprendosi gli occhi con l'incavo del gomito in un vano tentativo di addormentarsi.
Adesso non dovevano fare altro che aspettare Eiji.

^^ Angolo della demenza ^^
Buona luna a tutti! Stavolta non sono neanche troppo in ritardo *gongola*, comunque vi devo confessare che mi sono divertita un Sacco (sei sempre nei miei pensieri Ema) a scriverla, soprattutto l'ultima parte. Non è che starò diventando una di quelle romanticone diabetiche? Comunque rileggendola mi sono resa conto che avevo fatto evolvere la loro situazione sentimentale troppo in fretta, o meglio non vi avevo spiegato che entrambi provavano sentimenti piuttosto forti già da un bel po' di tempo, chiedo venia ma mi dimentico tuttoXD. Spero di aver descritto i combattimenti discretamente altrimenti non me ne vogliate. QUesta volta non ho nient'altro d'aggiungere se non che ringrazio tanto Ale_chan22 per aver recensito, tranquilla sto leggendo la tua storia appena trovo il tempo ti lascio qualche recensioncina XD. Come al solito vi invito a donare qualche recensione per poter aiutare i polli-ananas di nome Marco a sopravvivere. Dopo questa mi dileguo prima che questa rara specie in estinzione mi venga uccidere mentre dormo. Bacioni!
Martachan^^

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Capitolo 15
*** Capitolo 14 ***


 Appena entrò in quell'insolita abitazione un buio confortevole e un intenso odore di incenso lo accolsero benevolo, spingendolo verso una luce suffusa che brillava in lontananza. Da fuori quell'ammasso di pietre sembrava grande solo qualche metro ma dentro c'erano diversi corridoi che portavano in stanze lontane intrise di magia. Una voce dolce e soave iniziò a canticchiare guidando Eiji verso una stanza colorata da cui proveniva un fumo violastro.
- Vieni pure avanti caro Eiji -
La voce smise di cantare invitandolo ad entrare. Il biondo non aveva mai sentito una voce del genere, era tutte e nessuna voce insieme, vecchia e giovane, maschile e femminile, gli sembrava familiare ma non l'aveva mai sentita eppure dentro di se percepiva che quella voce così strana, così magica lo stesse scrutando nel profondo attraversando il suo cuore e salendo per gli organi ormai consumati da quella malattia che si era tramandata da troppi anni per arrivare poi al suo cervello togliendo le catene che imprigionavano tutti i suoi segreti più intimi. Senza rendersene conto avanzò posizionandosi davanti a Lei.
Aveva le ciocche more e bionde raccolte in spessi dreads intrecciati con fili di lana colorati e consumati, le labbra rosse ciliegia erano screpolate e socchiuse, aveva un piccolo nasino alla francese ricoperto da scure lentiggi, aveva un occhio azzurro ed uno nero che lo guardavano divertiti, ma la cosa che lo lasciò più perplesso era che non dimostrava più di quattordici anni.
- Siediti -
Indicò dei cuscini sparsi sul pavimento freddo e ruvido, sorridendo dolcemente al ragazzo che si accomodò sopra di essi con riluttanza.
- Kaiyo D. Eiji, figlio della rivoluzionaria Kaiyo D. Rose, ci sono tante cose che ti hanno spinto a venire da me, non è vero? -
Chiese gentile raccogliendo degli strani cristalli colorati.
- Vero, purtroppo ho un sacco di domande a cui dare una risposta mi sembra davvero impossibile e ho pensato che avendo conosciuto mia madre mi avresti potuto aiutare -
Ammise togliendosi il cappello e guardandola negi occhi.
- Ah, piccolo Eiji il tuo cammino non sarà affatto semplice, anzi tutt'altro. Levati la canottiera perfavore, vorrei vedere a che punto è l'Aka Akuma -
Il ragazzo si levò la canottiera lasciando in bella vista una bruciatura sul fianco sinistro.
- Deve fare parecchio male -
Commentò Lei mordendosi il labbro ed alzandosi per esaminarla da vicino.
- Quanto? -
Domandò freddo Eiji facendo rattristare gli occhi di Lei.
- Non più di tre anni -
Si risedette porgendogli la canottiera che si era tolto.
- Purtroppo non posso fare niente però posso provare a darti un po' più di tempo -
Tirò fuori una fialetta con un liquido azzurrognolo.
- Questo ti darà qualche mese in più -
Eiji lo prese infilandoselo nella tasca dei pantaloni.
- Grazi mille -
La ringraziò rimettendosi il cappello.
- La strada che hai deciso di percorrere non è affatto semplice, dovrai fare attenzione al Governo Mondiale e alla Marina, non fidarti di nessuno e cerca di fare attenzione anche se ormai il tuo destino è già segnato -
Gli porse anche un vecchio diario di cuoio ed una collana con un ciondolo di pietra azzurra.
- Quel diario ti aiuterà e quella collana era di tua madre ed ovviamente non è per te, ma per tua sorella. Anche lei dovrà affrontare un sacco di difficoltà, forse più di te ma alla fine lei sarà la prescelta, e poi la persona legata al suo filo del destino l'ha già trovata! -
Esclamò felice.
- Quella collana la proteggerà, dentro c'è l'energia dei Demoni Rossi -
Lo rassicurò rivolgendogli un sorrido amichevole.
- Non so davvero come ringraziarti -
Si alzò in piedi salutandola.
- Eiji aspetta! -
Lo richiamò alzandosi di scatto e fermandolo prima che abbandonasse quella stanza pscicadelica.


- Ormai è da più di mezz'ora che è lì dentro, lo vado a cercare! -
Tori buttò le carte da gioco sul prato verde alzandosi in fretta. Per cercare di ammazzare il tempo che pareva scorrere troppo lentamente Joshua aveva tirato fuori da non si sa bene dove delle carte da gioco e da bravi pirati avevano incominciato a giocare a poker scommettendo qualche berry, una tavoletta di cioccolata ed una collana con un ciondolo di plastica a forma di forellino.
- Dove pensi di andare ragazzina! Non puoi entrare dentro! -
La riprese Joshua buttando a sua volta le carte per terra ed alzandosi per impedirle di uscire.
- Mi sono proprio stancata di questa stupida isola e delle sue stupide regole, rivoglio il mio fratellone adesso! -
Urlò in preda alla disperazione, quella situazione la stava stressando oltre ai limiti del possibile, non voleva che il suo fratellone se ne andasse lasciandola di nuovo da sola per cercare uno stupido diario in cui sua madre parlava di uno stupido potere che non le sarebbe servito a niente.
- Abbiamo finito di fare i capricci imooto? -
Eiji le arrivvò alle spalle canzonandola.
- Onichan...Che cosa ti ha detto? -
Domandò curiosa scordando subito il piccolo litigio che stava avendo con l'allievo.
- Mi ha dato il primo diario della mamma e delle piccole informazioni -
Mentì. Non poteva certo dirle di cosa avevano parlato veramente per poi partire, non glielo avrebbe mai permesso e non voleva farla stare in pensiero.
- Amico! Stavo iniziando a pensare che la strega ti avesse mangiato! -
Lo prese in giro Ace dandogli il cinque.
- Ad un certo punto ho avuto paura pure io di non uscirne vivo -
Rispose ridendo e si incamminò per tornare sulla costa, non voleva lasciare da sola Tori ma sapere che Ace sarebbe stato con lei lo rassicurava un pochino.

Al ritorno Eiji e la rossa parlarono per tutto il tempo, lasciando da parte Ace e Joshua che non fecero altro che scambiarsi insulti tra i denti e occhiatacce. Quando furono quasi arrivati al porto Joshua prese da parte il moro.
- Non so che intenzioni tu abbia verso Tori ma se ci stai insieme solo per scopartela... -
Incominciò l'allievo venendo però subito interrotto dal ragazzo di fuoco che sostituì il suo sguardo allegro e giocoso con uno serio e freddo.
- Prova a ripetere di nuovo una cosa del genere e giuro che la prossima volta ti brucio vivo. Io non userei mai una ragazza in questo modo, soprattutto se quella ragazza è l'unica che è riuscita a dare un motivo alla mia esistenza! Non so che idee ti sei fatto su di me ma sappi che stai sbagliando completamente, io amo Tori e scopare per adesso è proprio fuori discussione. Faremo l'amore solo quando lei sarà completamente pronta e vorrà veramente donare il suo corpo al mio -
Ace lo sbattè contro il tronco di un albero guardandolo male ed alzando il braccio destro pronto a tirargli un pugno.
- Scusa, non volevo offenderti. Ho avuto solo paura che tu avresti potuto usare Tori ma per fortuna non è così -
Esclamò impaurito Josh alzando le mani in segno di resa, non avrebbe mai potuto immaginare che lui avrebbe reagito in quel modo. I pirati non sono tutti uguali e non tutti pensano solo al sesso.
- Ace? Josh? -
La diretta interessata del loro discorso si era accorta della loro mancanza.
- Siamo qua piccola, abbiamo parlato di una cosa abbastanza importante ma adesso va tutto benone -
Ace li raggiunse sorridendole.
- Menomale -
Sospirò sollevata.
- Ormai siete quasi arrivati e la strada la conoscete, io devo andare dal Maestro Geremia a continuare il mio addestramento per cui vi saluto quà. In bocca al lupo a tutti quanti e Ace scusa ancora, non avrei mai dovuto dubitare di te! -
Girò i tacchi e se ne andò sotto lo sguardo allibito dei pirati.
- Figurati! A presto! -
Lo salutò il moro scordando completamente la discussione di pochi minuti fà.
- Ciao Josh! Grazie ancora per tutto e scusaci di averti trascinato in quella brutta situazione! -
Urlò la rossa sbracciandosi per salutarlo.
- Sta per tramontare, è meglio sbrigarsi prima che venga buio -
Constatò il ragazzo drago vedendo il cielo che fino a qualche attimo fà era azzuro tingersi di un semplice arancione piano piano sempre più intenso.
- Andiamo -
Sussurrò Tori incamminandosi verso la Moby Dick. Per quell'ultimo pezzo di tragitto nessuno fiatò, improvvisamente erano stati folgorati dal fatto che appena fossero arrivati alla nave Eiji se ne sarebbe andato.
Improvvisamente un verso stridulo li fece alzare gli occhi giusto in tempo per vedere una strana creatura nera precipitare su un albero abbattendolo.
- Minna! Venite a vedere! -
Eiji si era avvicinato subito cercando di capire cosa fosse successo.
- Ma è uno di quelli strani uccelli! -
Esclamò Tori con gli occhi che le brillavano.
- Ha un brutto taglio sull'ala -
Constatò Ace vedendo delle goccioline color cremisi scivolare sulle squame nere del piccolo drago.
- Ma è un drago in miniatura! -
Osservo la ragazza avvicinandosi al draghetto e acarezzandogli la testa.
- Un drago mezzo gatto. Senti come sta facendo le fusa! -
Scoppiò a ridere il moro.
- C'è poco da ridere Ace, dobbiamo subito portarlo sulla Moby! -
Esclamò diventando improvvisamente seria e preoccupata.
- Dammi una mano a portare il tuo parente Eiji -
Lo prese in giro liberando la bestiolina dai rami in cui si era incastrata.
- Spiritoso, fiammifero umano! -
Contrabbattè il biondo caricandosi il draghetto sulla spalla insieme al moro.
- Dai uccellino non dirmi che ti sei offeso perchè ti ho imparentato con un drago? -
- Chiudi il becco, accendino -
Continuarono ad insultarsi fino a quando non arrivarono alla Moby.


- Hey Zeke! Indil! -
La rossa richiamò i suoi amici che erano scesi a terra per parlare di cose molto importanti.
- Hey nana! -
La salutò a sua volta l'indigeno del cielo.
- Ma che cosa è quello?! -
Esclamò Indil indicando la creatura che avevano salvato.
- Un mini drago! -
Esclamò pimpante la rossa iniziando a saltellare.
- Era ferito ad un'ala e non poteva volare, se l'avessimo lasciato lì se lo sarebbero mangiato gli spiriti della notte -
Spiegò Eiji posando a terra il nuovo membro della ciurma.
- Satch! Jaws! Portate quà il vostro bel culo e venite a darci una mano! -
Urlò Ace mostrando tutta la sua finezza.
- Zeke, ti devo raccontare una cosa! -
Lo prese per mano iniziando a trascinarlo sulla Moby Dick ignorando le sue lamentele.
- Hai per caso deciso di staccarmi il braccio nana?! Lo sai vero che mi serve per riparare la nave?! -
Si lamentò il moro cercando di estrarre, senza successo, il braccio dalla presa ferrea della ragazza d'acqua che lo lasciò andare solo quando arrivarono nella sua cabina chiudendo la porta a chiave.
- Ma ti sei rincoglionita completamente?! -
Sbottò il maggiore massaggiandosi il braccio dolorante cercando di far refluire il sangue.
- Ti piace? -
Domandò non ascoltando nemmeno gli insulti che Zeke le stava urlando contro facendolo immobilizzare.
- Ma che...Certo che non mi piace quando cerchi di staccarmi il braccio in questo modo! -
Rispose ringraziando la sua carnagione scura per avergli nascosto il rossore sulle guance.
- Baka! Io intendevo Indil! -
Esclamò felice la rossa saltellando sul letto.
- Shhh! Non urlare scema! -
La zittì lui imbarazzato.
- Ti piace tanto, eh? -
Canticchiò lei a bassa voce facendo sussultare il ragazzo.
- Dove avete trovato quel drago? -
Cercò di cambiare il discorso ma venne puntualmente fulminato dallo sguardo perforante di Tori.
- Zeke -
Sussurrò guardandolo male.
- No, non mi piace -
Rispose poco sicuro non guardando negli occhi la sua amica.
- Ma dai! Sono la tua migliore amica! A me puoi raccontare tutto! -
Esclamò dandosi un pugno sul petto e facendo gli occhi da cucciolo ma Eiji non fece altro che guardarla incredulo.
- E chi è che mi assicura che tu non vai a spifferare niente a nessuno come quando ho preso in prestito dei biscotti, la panna e le fragole per il tuo stupido pigiama party? Almeno sai la punizione che mi è toccata?! -
Gli tornarono in mente quegli esilaranti ricordi di qualche mese fà.
- Era una situazione diversa! E poi ti sei proposto volontario, per cui hai fatto tutto da solo -
Incrociò le braccia gonfiando le guance come quando era piccola.
- Si, ma tu mi hai abbandonato! -
Esclamò offeso posandosi una mano sul petto.
- Avevi detto che non ti saresti fatto beccare... -
Sussurrò fra i denti iniziando a giocare con i braccialetti che le ornavano il polso destro.
- Traditrice -
Commentò schifato incrociando le braccia.
- Ma non è colpa mia se non so mentire! -
Si difese lei alzando le mani in segno di resa facendo alzare a Zeke il sopracciglio sinistro.
- Un'altra buona ragione per non raccontarti niente -
Sulle labbra della ragazza si formò un sorriso poco rassicurante.
- Allora mi stai nascondendo qualcosa! -
Esclamò felice di averlo ingannato saltandogli al collo da dietro.
- Uff...Certo che sei proprio una testa dura te! -
- E... -
Lo incoraggiò mentre il suo vice le acarezzava la sua folta chioma color rubino.
- Mi piace Indil -
Confermò sottovoce le idee della rossa che ricevette subito dopo un forte pugno che le fece crescere un grande e doloroso bernoccolo.
- AHIA! MA CHE HAI IN QUELLA TESTA DI CAZZO?! -
Urlò massaggiandosi il punto leso.
- Prova a dirlo a qualcuno e vedrai quanti altri bei pugni pioveranno sulla tua bella testolina -
Sussurrò inquetante facendole venire i brividi.
- Grazie per la chiaccherata! Ci si vede nana! -
La salutò come se non fosse successo niente. Tori si sdraiò sul suo letto, era davvero felice che Zeke fosse innamorato, adesso le bastava parlare anche con Indil per poi organizzare un mega appuntamento per farli mettere insieme.


Mentre pensava ad una strategia efficace che non desse troppo nell'occhio un verso acuto la fece alzare di scatto.
- IL MIO DRAGO! -
Urlò per poi dirigersi come una furia sul ponte non aspettando neanche che Halta finisse di indicarle il luogo in cui Angel lo stava curando per dirigersi alla velocità della luce.
- Angie! Come sta il mio drago? -
Esclamò mettendosi al bordo del letto in cui riposava il "parente" di suo fratello.
>Tonk!
- Non urlare cretina! -
Le tirò un pugno sul capo facendola smettere di strillare in modo che il drago potesse riposare.
- Aveva una ferita profonda sull'ala sinistra, non potrà volare per un paio di settimane -
Constatò la dottoressa guardando la cartella medica dello strano paziente.
- Così tanto?! Ma non puoi usare il potere del frutto del diavolo per guarirlo? -
>Tonk!
Un altro pugno colpì poco delicatamente la testa dura di Tori.
- Quante volte ti devo dire che il mio potere funziona solo sugli esseri umani? -
Affermò irritata mentre un sopracciglio si alzava.
- Ahia! Non c'è bisogno di utilizzare così tanta violenza! -
Si massaggiò per la terza volta il capo dolorante.
- Adesso vattene via, devo finire di controllare se non ha altre ferite -
La cacciò malamente dall'infermeria.

Andò nella sala da pranzo dove ormai quasi tutti avevano finito di mangiare e si stavano dedicando al alcool e al fumo.
- Hey piccola! Ti ho tenuto da parte un pezzo di dolce! -
La chiamò Ace indicandole un piattino su cui posava una fetta di torta ricoperta da una delicata glassa color fragola. Ma quanto lo poteva amare?
- Grazie mille! -
Gli diede un bacio a stampo sotto l'occhio severo del fratello che al posto di rimproverarli come al solito sorrise. Tori non trovando una sedia non occupata dalle chiappe mollicce di qualche pirata si sedette sulle gambe muscolose e asciutte del suo bel pirata di fuoco che le circondò la schiena con un braccio mentre mangiava la sua torta immersa nei suoi pensieri.
- Posso tenere il drago, vecchio? -
Chiese ad un tratto la ragazza sorprendendo tutti.
- Gurararara! Sei il mio vice capitano, per cui puoi fare quel che ti pare figliola! -
Il vecchio scoppio a ridere trascinando tutti con la sua particolare risata.
- Grazie mille vecchio! -
Lo ringraziò riprendendo a mangiare la sua torta con più felicità.
- Imooto... -
La chiamò il fratello facendola diventare improvvisamente seria.
- Partirò domani mattina all'alba e ... -
La sorella lo interruppe con un sorriso sincero sul volto, posò il piattino vuoto sul tavolo e si girò nella sua direzione.
- Va tutto bene Oniichan -
Lo rassicurò prendendo poi la mano di Ace.
- Andiamo a dormire? -
Chiese posando la sua mano bollente sulla sua guancia a mo' di cuscino.
- Andiamo, prima che tu ti addormenti quì -
Si alzò seguendo la sua ragazza ma venendo subito richiamato dal biondo.
- Stai tranquillo amico, non faremo niente -
Lo rassicurò facendogli il gesto dell'ok.
- O almeno non ancora! -
Gli urlò poi una volta arrivato alla porta per poi fargli la linguaccia e scappare insieme a Tori.
- PORTGAS! -
L'urlo di Eiji riecheggiò in tutta la sala scatenando solo altre scroscia di risa.
- Vieni qua piccola mia -
Ace la prese in braccio per evitare che durante il cammino si addormentasse cadendo rovinosamente sul pavimento. Appena la strinse a sè e lei posò il mento sulla sua spalla si addormentò tranquilla. Il ragazzo la portò in camera sua posandola sul letto delicatamente in modo da non svegliarla e le tolse gli stivaletti paralizzandosi un secondo dopo. Che cosa avrebbe dovuto fare adesso? Non poteva mica lasciarla dormire shorts e costume da bagno ma d'altro canto non poteva neanche cambiarla. Decise di cambiarle solo i pantaloni pregando di non svegliarla. Aveva delle carine mutandine bianche con un piccolo fiocchetto sul davanti, ma che accidenti stava combinando?! Non doveva concentrarsi su certe cose! Prese velocemente i pantaloncini grigi che usava come pigiama e glieli mise.
- Ace... -
Mormorò la rossa socchiudendo un occhio e facendo subito staccare Ace da lei.
- Piccola non è come sembra! Ti stavo solo mettendo il pigiama! -
Esclamò imbarazzato mentre le sue guance s'imporporavano.
- Va tutto bene. Mi passi un reggiseno dal cassetto? Sai, è scomodo dormire con questo coso -
Si tirò su a fatica strofinandosi gli occhi con le mani e sbadigliando mentre Ace apriva il cassetto dell'armadio e prendeva un reggiseno bianco con un fiocchetto sulla coppa destra. Non gli era mai capitato di sentirsi così imbarazzato per aver tenuto in mano un reggiseno, forse perchè nessuna delle donne con cui era stato aveva un seno così grande e...Accidenti alla sua stupida mente perversa! Non poteva fare certi pensieri dopo tutto quello che avevano fatto alla sua piccola Tori.
- Tieni -
Glielo porse girandosi subito dopo e coprendosi gli occhi per maggiore precauzione.
- Amore me lo allacci? -
Domandò la rossa che stava tentando disperatamente di attaccare quei gancetti infernali.
- S-subito! -
Il moro glielo allacciò senza esitazione, e le porse subito dopo la maglia del pigiama. La prese in bracciò sollevando le coperte per poi posarla delicatamente sul morbido materasso e coprirla con il fresco lenzuolo di seta.
- Resta qua -
Gli prese una mano avvicinandola al suo volto e posandoci sopra un veloce bacio.
- Fammi mettere i pantaloni di Zeke -
Ridacchiò tirando fuori dall'armadio i pantaloni dell'Indigeno indossandoli subito dopo.
- Piccola adesso riposati -
Le sussurrò ad un orecchio sistemandosi sotto le coperte ed abracciandola da dietro.
- Per qualsiasi cosa sono qua -
- Grazie Ace -
Sussurrò prima di cadere tra le braccia di Morfeo in preda a brutti e spaventosi incubi che piano piano si dissolsero grazie al calore che Ace esercitava sulla sua schiena.


^-^Angolo dell'unicorno ^-^
Buonsalve miei bellissimi unicorni! Se siete arrivati fino a qua, intrepidi esploratori, sappiate che sono fiera di voi. Finalmente scopriamo qualcosina in più! Non odiatemi per aver fatto ammalare Eiji ma vedrete che tra un bel po' di capitoli (prima ho anche intenzione di scrivere qualcosa su Satch, Barbanera e quel frutto maledetto, ma non vi preoccupate ho già in mente un'ideona) tutto si collegherà e capirete meglio.
Mi sono divertita una sacco a scrivere la "litigata" tra Zeke e Tori, insomma non pensavate davvero che lo avrei fatto rimanere solo solettoXD
Spero di non aver fatto Ace troppo OOC, altrimenti mi scuso.
Ok, ora mi dileguo prima che Eiji mi uccida, au revoir unicorni! Bacioni!
Martachan ^^ 

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Capitolo 16
*** Capitolo 15 ***


- Piccola, sveglia -
Ace scosse leggermente Tori per le sue esili spalle, tentando di farle aprire gli occhi.
- Mmm, ancora cinque minuti -
Si girò dall'altra parte coprendosi gli occhi con l'incavo del braccio facendo sbuffare Ace che le levò via con un movimento brusco le lenzuola, facendola rannicchiare su se stessa.
- Amore dai! Dopo che abbiamo salutato Eiji torniamo a dormire -
Appena sentì pronunciare il nome del fratello aprì di scatto i suoi grandi occhi color rubino svegliandosi completamente.
- Eiji... -
Sussurrò cercando di tirarsi in piedi venendo aiutata dal moro al suo fianco che le posò la sua felpa rubata sulle spalle.
- Si esattamente, dobbiamo salutarlo -
La portò in bagno e la aiutò a lavarsi il viso.
- Ok, sono sveglia -
Annunciò riuscendo finalmente a tenersi in piedi. In pochi minuti scesero di nuovo sull'isola. I raggi dorati dell'ombra la illuminavano facendola risplendere e rispecchiandosi sul mare sembrava che le onde fossero fatte di oro liquido.
- Ace, sorellina! Vi stavamo aspettando! -
Il biondo era circondato dai comandanti delle flotte, qualche infermiera e l'Imperatore Bianco che si reggeva in piedi solo grazie al suo bisento.
- Oniichan... -
Eiji l'abbracciò di slancio non permettendole di continuare la frase stringendo il suo esile corpicino scosso dai singhiozzi tra le sue forti braccia.
- Lo so sorellina, è dura. Ma tu, sei la persona più forte che abbia mai conosciuto, sei stata otto anni senza di me puoi starne anco... -
Un forte schiaffo lo fece smettere di parlare.
- é proprio perché sono stata otto fottutissimi anni senza di te che non voglio che tu parta! Prova ogni tanto a metterti nei miei panni! -
Le lacrime le scendevano copiose sulle sue guance e la mano sinistra era ancora sospesa a mezz'aria tremante e un fastidioso formicolio aveva iniziato a propagarsi per l'intero braccio stordendola.
- Imooto... -
Sussurrò il fratello talmente piano che per poco non si riuscì a sentire neppure lui. Si schiarì la gola posando le mani sulle sue spalle abbozzando mezzo sorriso.
- Perché ogni volta che qualcuno cerca di farti un complimento riesci sempre a rovinare tutto? -
Le scompigliò i capelli sorprendendola.
- Anche io vorrei restare qua con te sorellina, ma non posso. Tra qualche anno capirai meglio l'importanza di questa missione e mi salverai, anzi ci salverai tutti, infondo tu sei la prescelta -
Sussurrò con voce rauca asciugandole le lacrime, mentre Tori lo guardava con uno sguardo confuso non riuscendo ad emettere neanche una parola.
- Ma per adesso lascia a me il compito di proteggerti.Qui dentro c'è lo spirito dell'Akuma, non perderla mai, capito? -
Le mise al collo la collana che gli aveva dato la maga dell'isola, lasciandola, solo, sempre più confusa.
- Bene figliolo, direi che è giunta l'ora che tu parta e vada per la tua strada -
Interruppe il silenzio imbarazzante che si era venuto a creare.
- Hai ragione Babbo, se si dovessero svegliare anche tutti gli altri non riuscirei più a partire. Stammi bene vecchio! -
Eiji lo abbracciò, salutando poi uno ad uno gli altri comandanti.
- Fratello sono sicuro che mi sostituirai alla grande e che ti prenderai cura della mia sorellina -
Eiji sorrise ad Ace sistemandosi meglio il cappello e iniziando a cercare qualcosa dentro la sacca che portava sulla spalla.
- Ah, e se lei decidesse di non dartela proprio, quà dentro ci sono scritti degli indirizzi di alcuni bordelli di mia conoscienza. Non fare troppo l'avaro e condividili anche con gli altri, eh -
Gli passò un quadernino di cuoio consumato facendogli l'occhiolino.
- Starai bene senza di me? -
Chiese incupendosi e guardandola preoccupato.
- Starò benone e poi non sono sola, ho i miei compagni, Ace e tutti gli altri. Non ti preoccupare -
Gli sorrise tranquillizzandolo.
- Tieni. Con questa ci terremo in contatto e mi racconterai tutto -
Gli mostrò una mini radio snail che il biondo non esitò a prendere e a dare un bacio sul capo della sorella.
- Non fare cazzate -
Le raccomandò infine per poi trasformarsi in un drago spiccando il volo dirigendosi verso il mare aperto lasciandosi dietro tutta la sua famiglia.

- Andrà tutto bene -
Ace la abbracciò da dietro racchiudendo dentro di sè tutto il metro e sessanta della ragazza cercando di rassicurarla.
- Mm-mm -
Annuì lei nascondendo il viso sul suo petto.
- Andate a dormire figlioli, vi do una giornata libera -
Esordì Barbabianca incamminandosi verso la passerella che collegava la sua nave con l'isola bevendo il suo amato sakè sotto lo sguardo attento delle infermiere che avevano iniziato a rimproverarlo.
- Che cosa?! Ma se non fanno mai niente! -
Commentò acido Marco già pronto ad incaricarsi le mansioni che i due giovani non avrebbero svolto in quella giornata.
- Ma lasciali stare ananas! -
Controbbattè Satch che aveva deciso di diventare il loro angelo custode.
- Hanno lavorato tanto in questi ultimi giorni, si meritano una pausa -
Disse Vista facendo l'occhiolino a Tori che gli sorrise grata.
- Ah si? Ma se il pomodoro non ha fatto altro che cazzeggiare per tutta la settimana con Eiji? -
Rispose infastidito dal comportamento dei suoi fratelli.
- Ed è proprio qua che ti sbagli, è tutta la settimana che lei ed Eiji ci aiutano -
Affermò Izou.
- Indovina un po' chi ha preparato la cena di ieri sera, gallinella! -
Lo prese in giro il cuoco ricevendo un'occhiataccia come risposta.
- Il pomodoro? -
Domandò sconvolto il comandante della prima divisione.
- Esattamente -
Incrociò le braccia gonfiando il petto soddisfatto.
- E l'altro ieri mi ha aiutato a lucidare le spade nell'armeria -
Esclamò Bramenko seguito a ruota dagli altri comandanti.
- Ok, ok. Ho capito, si merita una giornata di riposo -
Ammise sconfitto cercando di calmare la folla assatanata che una volta era i suoi fratelli.
- Pensate di continuare o qualcuno di voi mi aiuta a preparare la colazione per tutti gli altri.
S'intromise Satch, non ostante fosse stato lui a scatenare tutta quella confusione, guardando Speed Jil e Namyuul.
- Ti aiutiamo noi, oh padrone supremo -
Risposero i due sotto lo sguardo allibito degli altri.
- Avete perso una scommessa? -
Li guardò divertito Fossa per poi scoppiare a ridere quando i due guardarono a terra annuendo sconsolati.
- Andiamo schiavi! -
Li richiamò Satch ravvivandò il suo ciuffo cotonato con un gesto della mano, sorridendo.
- Arriviamo, oh padrone supremo -
Risposero rassegnati sotto le risa degli altri che gli urlavano frasi di consolazione ed invogliavano il "padrone supremo" a non essere troppo duro con loro.
- Chissà su cosa avevano scommesso! -
Si lisciò i suoi lunghi baffi Vista ricevendo come risposta una menefreghista alzata di spalle dai presenti.
- Non lo voglio sapere -
Commentò Marco iniziando a salire sulla nave seguito a ruota dagli altri che tornarono nelle proprie cabine a dormire.

Tori si era ributtata a letto, distrutta. Vedere suo fratello partire e lasciarla da sola di nuovo l'aveva uccisa, non che non fosse abbastanza forte da non potercela fare ma si sentiva sola. Ormai erano giorni che continuava a ripetersi che era giusto che suo fratello partisse, eppure sentiva dentro di sè che non avrebbe dovuto permetterglielo.
- Ace... -
Sussurrò richiamando l'attenzione del moro che si era seduto dall'altra parte del letto consultando il quaderno che gli aveva dato Eiji.
- Dimmi piccola -
Lo posò sul letto iniziando ad acarrezzarle i capelli vermigli.
- Che cosa c'è scritto in quel quaderno? -
Domandò facendo sobbalzare il ragazzo. Non voleva mentirle ma per il momento non poteva fare altrimenti; le avrebbe spiegato tutto quando sarebbe arrivato il momento.
- Niente di che, roba per noi uomini grandi e virili -
Gonfiò il petto dandosi poi un pugno su un pettorale mimando la sua "virilità", facendo sorridere la rossa che si era girata a pancia in sù.
- Grandi e virili, eh? -
Domandò ironica inarcando un sopracciglio facendo ridacchiare Ace che le si sdraiò accanto accarezzandole la sua guancia morbida con le nocche della mano.
- Eh già -
Sospirò avvicinandosi a lei ed iniziando a baciarle delicatamente le tempie, la fronte e la nuca per poi scendere lentamente verso le sue carnose labbra assaporandole dolcemente come se vosse l'ultimo gelato prima della dieta. A quel contatto Tori si svegliò iniziando a contraccambiare il bacio iniziando, subito dopo, a giocare con i suoi capelli morbidi e setosi.
Quando i loro pomoni incominciarono a richiedere ossigeno si staccarono a malincuore uniti solo da un sottile filo di saliva.
- Vuoi fare qualcosa oppure stiamo tutto il giorno qua? -
Le domandò mettendole una ciocca dietro l'orecchio.
- Che ore sono? -
Chiese alzando leggermente il busto cercando di intravedere l'ora dall'orologio appeso alla parete di legno.
- Le sei -
Rispose il ragazzo al suo fianco che aveva iniziato ad accarezzarle un braccio provocandole tanti piccoli brividi e la pelle d'oca, che non mise molto a notare.
- Stiamo qua ancora un po' e poi andiamo a vedere come sta il mio drago -
Disse abbracciandolo e posando la testa sul suo petto nudo in modo da poter ascoltare il suo battito accellerato. Adorava sentire che il suo cuore batteva così forte solo grazie a lei e alla sua presenza. Chiuse gli occhi concentrandosi solo su quel dolce suono fino a quando non si addormentò tra le sue braccia che la facevano sentire così al sicuro.
Dopo poco anche gli occhi di Ace cedettero e cadde anche lui tra le braccia di Morfeo stringendo il piccolo corpo della sua amata.

>Ahhhh!
Un acuto urlo fece aprire di scatto gli occhi ai due innamorati svegliandoli completamente.
- Fermo! Così mi distruggerai tutta l'infermeria! -
Le urla di Angel continuarono seguite da un frastuono allucinante e dal rumore di un vetro infranto. I due ragazzi si guardarono sgranando gli occhi.
- Il mio drago! -
Esclamò Tori staccandosi dal caldo abbraccio di Ace che la seguì fino in infermeria bloccandosi appena entrato.
Sembrava fosse appena scoppiata una bomba: c'erano vetri su tutto il pavimento, decine di bottigliette erano rotte e il loro interno si riversava sulle assi di legno rendendole scivolose, Angel era in piedi vicino ad un lettino con una siringa in mano e i capelli scompigliati, evidentemente stava cercando di fare una puntura al drago che a quanto pare non doveva aver gradito molto.
- Non essere così dura con lui! -
La sgridò Tori accarezzando il muso squamoso del draghetto che si era rifugiato tra le sue braccia.
- Non essere così dura?! Ma hai visto che cosa ha fatto alla mia infermeria?! -
Rispose isterica la dottoressa mostrando con un ampio cenno delle braccia il disastro che quella creaturina aveva combinato.
- Hai bisogno di un calmante... -
Commentò la più giovane guardandola preoccupata ma ricevendo come risposta uno sguardo assassino che le fece venire la pelle d'oca.
- SCUSA? -
Domandò la bionda guardandola male.
- Hai. Bisogno. Di. Un. Calmante. -
Scandì bene le parole sotto il suo sguardo sempre più feroce.
- FUORI DI QUI! -
Urlò sbattendoli tutti e tre via. Si sedette sul lettino prendendosi la testa fra le mani, forse aveva davvero bisogno di un calmante.

- Come hai intenzione di chiamarlo? -
Chiese annoiato Ace, ormai era quasi mezz'ora che stava facendo le coccole al drago e stava iniziando a provare una sorta di gelosia nei confronti di quell'animaletto squamato.
- Non lo so! -
Ammise sincera la ragazza grattando la pancia del draghetto.
- Grandioso! -
Commentò ironico il moro allargando le braccia e sedendosi sulla sedia della scrivania.
- Sei geloso? -
Domandò Tori abbozzando un sorriso.
- Io? Perchè mai? -
La guardò stranito grattandosi la testa. La rossa si alzò dal letto mettendosi poi a cavalcioni su di lui guardandolo dritto negli occhi.
- Perchè non ti sto dando attenzioni -
Rispose dandogli un veloce bacio a stampo.
- Ma dai, come mai potrei essere geloso di un drago? -
Affermò accarezzandole una guancia.
- Bugiardo -
Soffiò lei posando poi la sua mano sulla sua chiudendo gli occhi rilassandosi. Esattamente in quel momento delle strane immagini le attraversarono la mente: un drago nero, illuminato da una strana luce bianca si era avvicinato ad una figura stesa per terra ridandogli la vita tramite una strana fiammata bianca.
Tori aprì gli occhi di scatto osservando confusa l'animale che si era addormentato sul suo letto mentre nella sua mente rimbombava una sola parola.
- Shiro -
Sussurrò piano guardando gli occhi confusi del suo ragazzo.
- Che cosa? -
Domandò scrutando il drago.
- Il drago. Si chiama Shiro -
Affermò iniziando a giocare con la collana che le aveva dato suo fratello.
- Bel nome -
Si limitò ad apprezzare quel nome senza fare domande notando quanto fosse scossa. La prese in braccio posandola delicatamente sul letto e sedendosi di fianco a lei iniziando ad accarezzarle i capelli cercando di rilassarla.
- Ho paura che possa succedere qualcosa ad Eiji. Lo so che non devo preoccuparmi ma ho una strana sensazione che mi sta opprimendo -
Lasciò che una lacrima le rigasse una guancia scendendo poi verso il naso e lasciando una piccola macchia sul lenzuolo.
- Stai tranquilla, è perfettemante normale che tu abbia paura anzi, sarebbe grave il contrario per cui prova a rilassarti e a non pensarci -
Le asciugò la lacrima e l'abbracciò accarezzandole il capo e la schiena non facendo caso ai brividi che l'attraversavano facendola tremare.
- Prima, penso di aver avuto una visione o qualcosa di simile -
Sussurrò con la voce rauca perdondosi in quei pozzi color pece che aveva al posto degli occhi.
- Una visione? -
Domandò mettendole una ciocca dietro l'orecchio.
- Si, erano diverse immagini che si susseguivano l'una all'altra creando una specie di filmato. C'era un drago ma doveva essere un dio o comunque qualcuno di sacro e stava curando una persona che era distesa a terra con una fiamma bianca e delle voci continuavano a ripetermi il nome Shiro -
Incominciò a parlare a raffica cercando di spiegare il meglio possibile ma riuscendo solo a confondersi di più.
- Che cosa vuol dire Shiro? -
Chiese il moro confuso.
- Ha tanti significati, principalmente vuol dire bianco che è il colore delle divinità e delle sacralità, infatti rappresenta qualcosa di puro, buono e positivo -
Spiegò lei accarezzando Shiro.
- E questo cosa c'entra con quel drago? -
- Non lo so -
Ammise ributtandosi a letto e facendo segno ad Ace di imitarla.
- Lo scopriremo poi -
La abbracciò da dietro posandole un delicato bacio sul collo ed accarezzandole il braccio fino a che non si addormentò.


^-^Angolo degli unicorni^-^
Bounjour madame et moisseu e benvenuti nel sesto capitolo di Hi to umi! *la folla vi acclama e vi applaude*
Mi congratulo con tutti quegli intrepidi viaggiatori che hanno avuto il coraggio di arrivare fino a qua, Sebastian! Porta le medaglie!
Prima di dileguarmi e scomparire nel mio triste angolo di depressione ringrazio Ale_chan22, Annapis e Kuroko no yoko per aver recensito lo scorso capitolo, e tutte le altre deliziose personcine che hanno messo la storia tra le preferite, ricordate e seguite. 
Come al solito vi invito a lasciare una piccola recensione per fermare l'estinzione dei poveri polli-ananas altrimenti avrete il rimorso per tutta la vita. Ci si becca al prossimo capitolo. Bacioni!
Martachan^-^

P.S. Chiunque abbia voglia di chiaccherare un po' non abbia paura a scrivermi^^ *se ne va nel suo piccolo angolo di solitudine*

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Capitolo 17
*** Capitolo 16 ***


Eiji era partito da circa cinque ore e l'atmosfera che si respirava sulla grande Moby Dick non era delle migliori, neanche l'orribile penitenza che stavano subendo Speed Jil e Namyuul riusciva a tirare su il morale alla ciurma.
Anche sulla Tsunami si sentiva una strana tristezza, infatti era da quella mattina che il capitano dei pirati dell'Onda non era uscito dalla propria cabina e i suoi compagni iniziavano ad agitarsi, soprattutto Zeke.
- Chissà se sta bene quella nana -
Si ritrovò a pensare mentre passeggiava tra i corridoi bui della Moby cercando disperatamente il bagno. La conversazione di ieri sera con Indil lo aveva messo in agitazione e doveva cercare di sciogliere i nervi con una bella doccia calda. Se la sarebbe fatta molto volentieri nella sua cabina se proprio quella mattina non si fosse rotto il soffione impedendone l'utilizzo.
Sbuffò pensando a come ripararlo nel minor tempo possibile; in venti minuti l'avrebbe fatto tornare a funzionare senza ulteriori complicazioni.
Appena trovò il bagno si sorpese che nessuno fosse sotto quelle invitanti docce bollenti, ma non ci fece troppo caso e si spogliò infilandosi sotto il getto bollente.
Piano piano, tutte le tensioni che gli stavano stringendo la mente si allentarono e lentamente sparirono lasciandogli la testa leggera. Chiuse gli occhi togliendo dal sopracciglio la schiuma bianca del suo shampoo all'Amamelide*. Immediatamente quell'odore gli fece venire in mente il viso di Indil, adorava osservarla mentre curava le sue piante o ne faceva olii. L'odore di terriccio bagnato e d'erba gli ricordava in quando da bambini andavano a rubare la terra per portarla al villaggio Shandia.
Si passò una mano tra i capelli fradici sospirando affranto, come era riuscito ad infilarsi in quella situazione?!




La sera precedente:
- Hey Zeke, dove vai?  -
Indil, seduta sull'altalena del suo capitano, aveva notato il passo pesante del guerriero Shandia e l'aveva subito interpellato.
- Umh...scendo a fare una passeggiata, non ce la faccio più a stare qua. Ho bisogno di rimettere i piedi sulla terra ferma, anche se preferirei molto di più una nuvola -
Indil scoppiò a ridere raggiungendolo.
- Vengo anche io, vorrei vedere un po' la flora di quest'isola -
Affermò la principessa elfo scendendo abilmente dalla Tsunami con un salto, lasciando perplesso Zeke, che la seguì subito dopo.
-Non è un po' tardi per osservare le piante? Tra poco farà buio e non si vedrà più nulla e poi potrebbero esserci dei pericoli -
Il moro la guardò preoccupato mentre la ragazza alla sua sinistra rideva prendendolo per mano.
- Oggi pomeriggio non ho avuto tempo e poi so badare a me stessa -
Lo trascinò fino al primo arbusto sorridendo serena.
- Lo so, lo so, è da quando sei nata che uccidi persone e combatti! -
Si battè un pugno sul petto imitandola.
- Piantala di fare lo stupido e vieni ad aiutarmi -
Lo rimproverò giocosamente raccogliendo una pianta dalle foglie rosate.
- Che cos'è? -
Chiese incuriosito il guerriero Shandia prendendola in mano ed accarezzando i batuffoli di cotone nascosti sotto le foglie.
- Si chiama Pembe Jehra, è un esemplare davvero raro, anche nella mia isola ce n'erano pochi. è un potente antidoto contro il veleno e dal suo cotone si riescono a ricavare delle speciali bende cicatrizzanti -
Spiegò l'elfo guerriero iniziando a rifornirsi di quella miracolosa pianta aiutata da Zeke.
- Certo che ha davvero uno strano colore -
Ammise il moro osservando la pianta più da vicino annusandola, immediatamente un forte odore gli penetrò nelle narici facendogli arricciare il naso.
- Sono quelle particolari particelle che annullano il veleno a dar...Zeke! -
La bionda gli si buttò addosso facendogli perdere l'equilibrio. Nel giro di pochi secondi si ritrovarono l'una sopra l'altro con i volti a pochi centimetri di distanza, le gote arrossate e i cuori che scalpitavano. Indil gli strappò di mano la Pembe Jehra perdendosi a guardarlo nei suoi bellissimi occhi nocciola.
Il moro le sorrise guardandola divertito cercando di nascondere le sensazioni che quel contatto così innaspettato gli stava portando. Senza pensarci le portò dietro l'orecchio a punta una ciocca di capelli che nella caduta le era sfuggita alla sua solita treccia.
- Ma sei impazzito?! Saresti potuto morire! -
Esclamò la bionda che si era accorta della situazione imbarazzante in cui si era cacciata.
- Allora vedi, che hai anche tu un cuore! -
Sorrise lui facendole notare di quanto non si fosse mai preoccupata di sembrare ai loro occhi una spietata assassina.
- Ovvio che ce l'ho un cuore! Sai, a palazzo ci insegnavano anche la poesia, la letteratura, il bon ton e altre cazzate inutili. Io non sono mai stata brava in quelle cose, o almeno non come mia sorella per cui mi concentravo solo sull'unica cosa che mi usciva bene -
Spiegò lei guardandolo triste.
- Cioè la lotta e le piante -
Completò Zeke accarezzandole una guancia con il dorso della mano.
- Con noi puoi anche smettere di fare la guerriera, sai. Non importa se non sai cucinare o ricamare, a noi piaci così come sei -
Le spiegò lui.
- Prova anche a pensare a Tori: è un disastro quasi in tutto. Appena prova a fare qualcosa combina sempre dei casini eppure a noi piace così, perchè sa di non essere capace ma non si nasconde dietro alla lotta rinchiudendo i suoi sentimenti. Per cui smettila di fare l'assassina a sangue freddo e prova a mostrarci le tue emozioni, proprio come fa quella nana -
La spronò ricevendo come risposta uno sguardo lucido ed un sorriso appena abbozzato.
- Oh Zeke! -
Lo abbracciò permettendo ai suoi occhi di inumidirsi di calde lacrime salate.
- Ho sempre provato a nascondere le mie debolezze cercando di sembrare più forte ma ora dopo quello che mi hai detto ho capito che oltre alle mie debolezze ho nascosto anche i miei sentimenti -
Si sfogò lasciando che le sue lacrime le bagnassero le guance e la spalla nuda del ragazzo che stringeva la sua schiena scossa dai sussulti.
- Va tutto bene, non c'è nulla di male ad avere delle debolezze e ad esprimere le proprie emozioni -
Le accarezzò la schiena calmandola.
- Grazie mille Zeke! -
Si staccò da lui asciugandosi gli occhi e sorridendogli radiosa. Il moro ricambiò il sorriso per poi levarle l'elastico che legava i suoi lucenti capelli in una complicata treccia elfica lasciando che la brezza glieli scompigliasse.
- Sei bellissima con i capelli sciolti -
Le sussurrò senza pensare facendola arrossire.
- Grazie... -
Lo guardò dolcemente mentre nello stomaco di entrambi si agitavano le caratteristiche farfalle facendoli sentire al settimo cielo.
Parlarono per tutto il tempo iniziando a conoscersi meglio di quanto si conoscessero già. Ascoltare Indil che non si tratteneva dal dire cose che l'avrebbero minimamente emozionata fu un'esperieza che Zeke non potè più scordare.





L'indigeno del cielo girò la manopola dell'acqua afferrando l'asciugamano che si era portato dietro e lagandoselo in vita. Si asciugò e si mi mise dei bermuda neri lasciando il petto scoperto. Iniziò a spazzolare la sua lunga chioma castana e quando fu asciutta la legò in una coda lasciando intravedere le parti rasate ai lati della testa. Si passò un dito sul tatuaggio tribale che gli ornava l'intero braccio destro sorridendo al ricordo di Wiper che lo sgridava. Chissà come stava il suo fratellone!
Si alzò di scatto uscendo come una furia da bagno per poi correre verso la sua cabina sulla Tsunami.
Appena entrato mollò l'asciugamano e il sapone sul letto iniziando a rovistare in un cassetto come se da l'oggetto che stava cercando dipendesse la sua vita.
Dopo una ventina di minuti era riuscito a trovare quello che stava cercando così disperatamente. Non fece caso a come avesse ridotto la sua camera e trionfante uscì per poi dirigersi verso la serra di Indil. Ad ogni passo che faceva la tensione aumentava e per cercare di distrarsi incominciò a farsi ruotare fra i polpastrelli le perline di legno che componevano la collana che gli aveva regalato Wiper.
Un'idea gli balenò nel cervello per cui tornò indietro infilandosi di soppiatto nella camera di Tori.
- Hey nana, faccio una cosa e poi me ne vado subito -
Si giustificò quando la rossa, stesa tra le braccia di Ace aprì un occhio tirandogli un'occhiataccia per poi tornare a dormire.
L'indigeno si sedette alla scrivania della ragazza, prese le forbici e delicatamente tagliò il filo che teneva le perline insieme cercando di non farle cadere rovinosamente per terra disturbando il meritato riposo dei due piccioncini. Sfilò il filo ( NdA: sorry per il gioco di parole XD ) e lo tagliò in un pezzettino più piccolo, ci infilò un po' di perline e poi con estrema precisione chiuse il tutto creando un bellissimo braccialetto. Fece la stessa cosa con il resto ritrovandosi una collana un po' più corta. Osservò compiaciuto il lavoro che aveva appena concluso, Wiper gli aveva regalato quella collana prima che si unisse alla ciurma di Tori dicendogli che l'avrebbe protetto e adesso voleva regalare parte di quella collana ad Indil.
Si avvicinò alla rossa sussurrandole nell'orecchio se aveva bisogno di qualcosa.
- Mmm...portaci due panini per pranzo -
Rispose premendo la testa sul petto caldo del pirata di fuoco che la strinse a sè un po' più forte.
- Ok, grazie ancora nana -
La ringraziò uscendo poi in punta di piedi dalla stanza osservandoli dolcemente. Appena richiuse la porta si lasciò andare contro la parete sospirando e mettendosi una mano sul petto. Era preoccupato per la sua migliore amica, sentiva che stava soffrendo per la partenza di Eiji, ma adesso che c'era Ace al suo fianco la sentiva un po' più sicura. Se il fuoco umano l'avesse ferita non ci avrebbe pensato due volte a buttarlo in mare con delle belle manette di algamatolite. Dopo che la sua amica si fosse rimessa in sesto gli avrebbe fatto un bel discorsino.

Si rialzò procedendo verso la sua precedente meta dove sperava ci fosse Indil che per ironia della sorte non si trovava lì.
Tirò un calcio ad un vaso di plastica facendolo rotolare sul pavimento e si passò una mano fra i capelli, doveva darsi una calmata. Prese un giglio da un vaso vicino a delle piccole piantine che stavano per germoliare e si diresse verso la camera della bionda sempre più determinato a trovarla.


>Toc,toc,toc
Dopo diversi minuti di esitazione si decise a bussare e quando la voce cristallina e dolce di Indil lo invitò ad entrare una scarica elettrica lo attraversò stordendolo.
- Emh...permesso -
Non fece in tempo ad entrare che il suo cuore aveva iniziato ad avere vita propria visto che stava cercando di fuoriuscire dal suo petto da quanto batteva forte.
Fece qualche passo ma inciampò nell'angolo del comodino però ritrovando, fortunatamente, l'equilibrio facendo ridacchiare la bionda che era seduta sul letto.
Gli fece segno di accomodarsi e senza cadere per terra Zeke riuscì a sedersi di fronte alla ragazza.
Indossava un semplice abito bianco con delle spalline sottili e dei ricami in pizzo, aveva i capelli sciolti illuminati dalla luce del sole che filtrava dalla finestra.
- Allora? Che cosa c'è? -
Chiese sorridendo ed arrossendo leggermente. Maledii mentalmente la sua pelle chiara su cui il rosso risaltava un casino.
- Oh...Giusto...Ti volevo solo dare questo -
Gli porse il braccialetto ed il fiore sorprendendola. La bionda li afferrò entrambi e li guarò con aria sognante.
- Grazie mille Zeke! -
L'abbracciò d'istinto facendolo finire con la schiena sulle morbide coperte come la sera precedente.
- Ti ricordi l'ultimo discorso di ieri sera? -


- Mi trovi davvero così bella? -
Chiese intrecciandosi una ciocca sul dito e guardando per terra.
- Certo! Sei la ragazza più bella che abbia mai conosciuto! -
Esclamò facendo arrosire la ragazza.
- Non devi mentire solo per farmi felice. A chi mai potrebbero piacere queste stupide orecchie a punta o questi occhi allungati simili a quelli di un gatto! -
Lo guardò negli occhi cercando anche solo una piccola traccia di una bugia ma sorprendentemente il moro non stava affatto mentendo.
- A me piacciono! Ti rendono così particolare, così unica! -
Le accarezzò una guancia.
- Sai, a palazzo era sempre mia sorella più bella e più brava di me per cui non ho mai ricevuto dei complimenti, anzi mi hanno gridato anche parecchi insulti per cui è tutto così strano, così nuovo -
Si confidò avvicinandosi a Zeke che la guardava sognante.
- Io non ho mai visto tua sorella ma non credo possa essere stata davvero più bella e più brava di te -
Indil gli sorrise.
- Anche tu sei molto bello, e poi quelle piccole ali che hai sulla schiena ti rendono quasi un angelo -
Contraccambiò i complimenti posando un braccio dietro al suo collo in modo da avvicinarsi di più a lui.
I loro nasi si toccavano e i loro respiri si mescolavano facendo battere i loro cuori e volare le farfalle nei loro stomaci.
- Hey Zeke! Indil! -
La voce della rossa li fece staccare immediatamente, come odiava il suo tempismo.



- Come potrei non ricordarmelo -
Rispose sorridendo il moro accarezzandole la schiena.
- Bhe, quelle cose che ti ho detto le pensavo davvero -
Gli sussurrò a pochi centimetri di distanza dalle sue labbra lasciandolo senza fiato.
- Anche io Indil, ma non sono venuto qui per parlare di quello -
La bionda sgranò gli occhi tirandosi su.
- Come? -
Chiese non avevendo capito bene.
- Sono venuto qua per dirti una cosa -
Rispose serio strofinando il suo naso con il suo
- Volevo dirti che mi piaci da impazzire -
Posò le sue labbra su quelle sottili di lei che ricambiò il bacio immediatamente dischiudendo le labbra. Zeke accettò l'indiretto invito della bionda facendo toccare le loro lingue. Iniziarono una danza magica e lenta, che svuotò le loro menti e velocizzò il battitto cardiaco, imporporò le loro guance e li fece scatenare uno stormo di farfalle nello stomaco. Quando si staccarono per riprendere fiato avevano gli occhi lucidi e le loro labbra erano inarcate in un sorriso.
- Anche tu mi piaci Zeke -
Sospirò Indil abbracciando il moro e posando la sua testa nell'incavo del collo.


Stettero così per un bel po' fino a che le urla affamate dei pirati non fecero tornare in mente all'indigeno il suo compito.
- Indil, devo portare il pranzo a Tori -
Affermò sconsolato, come se gli avessero detto che tra un mese sarebbe morto.
- Andiamo insieme -
Rispose raggiante la bionda alzandosi dal letto e trascinandolo in cucina.


- Hey Joy, ci servono due pani...Ma che accidenti è successo qui?! -
Esclamò il moro notando la confusione che regnava nella cucina del ragazzino.
- Oh...Hey ragazzi, come li volete questi panini? -
Chiese il cuoco uscendo da dietro qualche decina di pentole e padelle.
- Non cambiare discorso! Ah comunque col prosciutto! -
Joy fece scomparire la sua folta chioma blu scuro dentro il frigo alla ricerca del prosciutto che tirò fuori dopo aver setacciato il frigo.
- Ah-ah! Eccolo! Stavo cercando lo zenzero per i biscotti che piacciono tanto a Tori ma non l'ho trovato -
Ammise sconfitto iniziando a preparare i panini.
- Vuoi dire mica questo? -
Domandò Indil afferrando sul tavolo il piccolo tubero giallognolo portandolo al naso per annusare la sua intensa aroma.
- Wooo! Ma dove era?! -
Esclamò eletrizzato mentre lo strappava dalle mani dell'elfo.
- Era semplicemente appoggiato sul tavolo -
Rispose tranquilla facendo deprimere il più giovane che guardava sconsolato tutto il caos che c'era in cucina.
- Quindi...Era solo appoggiato sul tavolo? -
Un ombra gli scese sul viso mentre si rannicchiava in angolino iniziando a disegnare dei cerchi invisibili sul pavimento con il polpastrello.
- Bhe, allora noi andiamo! Grazie mille per i panini! -
Lo salutò Zeke prendendo per mano Indil ed uscendo dalla cucina lasciando Joy da solo a deprimersi.


> Toc...toc...
Bussò piano cercando di fare il meno rumore possibile.
- Zeke? -
Una voce assonata dall'altra parte della porta rispose.
- Nana, ti ho portato il pranzo! -
Rispose abbassando la maniglia e posando il vassoio con i due panini sul comodino.
- Grazie mille -
Ne prese uno e lo addentò con voracità passando l'altro al suo compagno.
- Zeke...Indil... -
Li richiamò notando subito le dita intrecciate dei due ragazzi.
- Raccontatemi tutto! -
Esclamò facendoli sedere sul letto ed obbligandoli a parlare.
Ace sorrise sollevato, almeno aveva trovato il modo di distrarsi.

*Amamelide: 
 l’amamelide (hamamelis mollis) è un arbusto di medio-piccole dimensioni dal lento sviluppo, che ben sopporta le basse temperature (fino a -10° C) e reagisce alle improvvise gelate chiudendo i fiori già sbocciati per poi dischiuderli nuovamente al primo sole. Le fioriture sono gialle e rosse e il profumo è gradevole, intenso, dai sentori di miele e spezie.

*Pembe Jehra: pianta di mia invenzione XD Ho semplicemente cercato su google traduttore le parole "rosa" e "veleno" in una lingua a caso (se ve lo state chiedendo è il Curdo...XD)

 ^^ Angolo degli unicorni ^^
Heilà gente! Non mi aspettavate così presto, non è vero?  Con l'avvento delle vacanze estive ho più tempo e più ispirazione! 

Finalmente è nata un'altra coppia, chissà quanto durerà quest'atmosfera d'amore *sguardo e ghigno maligno*
Come avrete intuito il nostro caro Zeke è il fratello minore di Wiper, chi ha visto o letto la saga di Skyepia saprà di chi sto parlando.
Ho in mente un bel progettino da esporvi, ho deciso di fare una piccola raccolta sul passato della ciurma dei pirati dell'onda visto che li conoscete poco. Ringrazio Ale_chan22 per aver sostenuto questo mio progetto e per avermi sopportata per tutto questo tempo!
Mi levo dalle scatole prima che il mio angolino diventi più lungo del capitolo, come al solito.
Bacioni!
Martachan

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Capitolo 18
*** Capitolo 17 ***


 - Tori -
Era circa la terza volta che provava a svegliare la ragazza, senza ottenere risultati. Infatti si girò dandole le spalle e accocolandosi meglio sul petto del moro, mugugnando qualche parola incomprensibile.
- Svegliati Tori! -
Esclamò irritata scuotendola per un braccio facendole, finalmente, aprire gli occhi color del sangue.
- Mm che succede? -
Domandò con la voce impastata dal sonno, tirandosi sù.
- Tori? Che fai? -
Chiese Ace socchiudendo un occhio incuriosito da quella voce estranea. Si guardarono negli occhi intontiti.
- TU CHI SEI?! -
Esclamarono all'unisono, agitandosi.
- Shh, non urlate -
Li zittì sedendosi anche lei sul letto, iniziando ad osservarli attentamente.
- Come sarebbe a dire "non urlate"?! Ti sei introdotta in camera mia! -
Esclamò la rossa facendola annuire.
- Il tuo ragionamento non fa una piega -
Si complimentò con la ragazza d'acqua, lasciandola a bocca aperta.
- Non ci hai ancora detto chi sei -
S'intromise Ace, stroncando sul nascere un'altra esclamazione da parte della sua amata.
- Al momento il mio nome non è importante, però voglio che sappiate che sono la sacerdotessa dell'isola di Ryu per cui, non dovete aver alcun timore -
Improvvisamente abbandonò la sua aria fanciullesca diventando seria, ma ciò non fece altro che rilassare i due ragazzi.
- Ma allora tu sei Lei! Di che cosa avete parlato tu ed Eiji? Gli hai detto qualcosa anche su di me? E come mai sei così giovane? Ti immaginavo come una vecchia di centocinquant'anni! -
Iniziò a domandare a rafficca rimanendo quasi senza fiato e svegliandosi del tutto.
- Ferma! Una cosa per volta. Stai andando troppo veloce -
La interruppe alzando la mano destra facendole chiudere la bocca, già pronta per altre domande.
- Scusa piccola, ma prima vorrei chiederle una cosa io. Ti dispiace? -
Ace le accarezzò la spalla ed il braccio nudo, perdendosi nei suoi particolarissimi occhi color cremisi.
- Ma certo -
Sussurrò lei distogliendo lo sguardo in modo da lasciarlo parlare.
- Perchè sei venuta qua da noi? Devi dirci qualcosa d'importante? -
Domandò incrociando le dita con quelle di Tori, che si tranquillizzò un poco.
- Effettivamente si, devo dirvi due cosette -
Sospirò, spostando indietro i suoi dreads.
- Ecco qua! -
Esclamò, tirando fuori un rotolo di carta ingiallita e consumata dal tempo.
- è una mappa? -
Azzardò Tori intravedendo le linee nere di una carta nautica.
- Esatto. Vi porterà ad un particolare frutto del diavolo. Dovrete prenderlo ed assicurarvi che non cada in mani sbagliate, altrimenti sarà la fine del mondo come lo conoscete adesso -
Diventò ancora più seria e li scrutò negli occhi come se stesse guardando la loro anima.
- Tranquilla, lo daremo a qualcuno di speciale -
La rassicurò scambiandosi un'occhiata d'intesa con Ace. Avevano già in mente una persona che mai avrebbe fatto del male.
- Lo spero vivamente e... Ma quella collana? -
Sgranò gli occhi alla vista del ciondolo color del mare.
- Me l'ha data mio fratello prima di partire. Ha detto che qua dentro c'è lo spirito dell'Akusa...No, Akura...Aveva un nome simile -
Si grattò una tempia cercando di ricordare il nome giusto.
- Lo spirito dell'Akuma, eh? -
Un sorriso involontario le occupò le labbra.
- Si, esatto! Ha detto che mi avrebbe protetta -
Aggiunse la rossa stringendo nella piccola mano quel ciondolo così strano.
- Bhe, direi proprio di si. Eiji ti ha detto il motivo di questa missione? -
Domandò guardandola malinconica.
- Mi ha detto che doveva indagare sul potere di mia madre o qualcosa di simile, non ho capito bene -
Si grattò la nuca sorridendo imbarazzata.
- Allora ho fatto bene a portarlo. Tieni -
Le offrì un taccuino di cuoio scuro, abbastanza vecchio.
- Lì dentro ci sono diverse leggende che riguardano la tua famiglia. Inizia a studiarle, ti aiuteranno molto -
Si alzò dal letto e uscì dalla stanza lasciandoli solo più confusi.
- Matte! -
Tori la seguì ma, appena mise piede in corridoio la sacerdotessa svanì.
- Piccola -
La richiamò Ace posando le mani sulle sue spalle facendola tornare dentro.
- Non ci capisco più niente -
Esclamò buttandosi a peso morto sul letto.
- Perchè deve essere tutto così complicato? -
Si lamentò con la voce soffocata dai cuscini.
- Stai tranquilla piccola -
Ace le si sedette accanto iniziando ad accarezzarle i capelli, provocandole ad ogni tocco dei piccoli brividi.
L'abbracciò da dietro stampandole sul capo tanti baci provando a tranquillizzarla.
- Respira piccola. Andrà tutto bene -
Le spostò i capelli vermigli baciandole le tempie ed accarezzandole la guancia.
- L'hai vista? Quando abbiamo iniziato a parlare di Eiji i suoi occhi si sono immediatamente rattristati -
Si girò a pancia in su mentre il moro affondava il viso nell'incavo del collo lasciandole dolci baci e stringendole forte la mano.
- Andrà tutto bene -
Ripetè guardandola dritta negli occhi. Tori si avvicinò al viso del moro aggrappandosi al suo collo ed iniziando a sfregare il naso contro il suo, per poi dargli un bacio a stampo.
- Grazie di essere qua con me -
Ace fece combaciare le loro labbra, approffondendo il bacio.
- Ragazzi! -
Una voce li fece staccare a malincuore.
- Cosa c'è Aar? -
Domandò la ragazza guardando male il bruno.
- Volevo solo avvisarvi che la colazione è pronta, bimba -
Si grattò la testa imbarazzato facendo compararire un mezzo sorriso sulle labbra della rossa.
- Arriviamo subito, solo il tempo di cambiarci -
Rispose scostandosi da sotto il corpo bollente di Ace ed alzandosi dal letto.
- Fate pure con calma -
Si chiuse la porta dietro le spalle lasciandoli soli.
- Diamoci una mossa -
S'incamminò verso il bagno aprendo il rubinetto del lavandino.
- Non posso credere di aver dormito per un giorno intero -
Si strofinò gli occhi il moro, sbadigliando.
- Mmh mmh -
Annuì Tori per poi mettere la testa sotto l'acqua gelida in modo da svegliarsi completamente.
Ace l'abbracciò da dietro percorrendo con le sue dita calde, la colonna vertebrale facendole venire la pelle d'oca.
Posò le labbra sulla sua pelle pallida dandole tanti piccoli baci.
- Stai tranquilla piccola. Ci sono io con te -
Tori tirò sù la testa, cercando di bagnare il meno possibile il suo ragazzo, il quale non aveva intenzione di staccarsi da lei.
- Grazie -
Si girò, posando il viso bagnato sul suo petto nudo mentre il moro la stringeva a sè.
- Ne parleremo con papà. Sono sicuro che lui ne sa più di noi -
Cercò di tranquillizzarla.
- Va bene, starò meglio dopo averne parlato con lui. Sai, ogni volta che ci parlo tutti i problemi che mi affliggono diventano improvvisamente più leggeri e mi sento meglio -
Si staccò leggermente, guardandolo negli occhi strappandogli un sorriso.
- é proprio per questo che gli vogliamo così tanto bene e lo consideriamo nostro padre -
Le accarezzò la guancia facendola sorridere leggermente.
- Ace, non sono ancora pronta a considerarlo come padre -
Distolse lo sguardo incamminandosi verso l'armadio e aprendo l'anta.
- Non so bene cosa sia successo con tuo padre ma so che è qualcosa che ti sta facendo soffrire molto, per cui prenditi tutto il tempo che ti serve -
Le prese il polso girandola verso di lui tornando ad accarezzarle la guancia mentre lo guardava stupita.
- Ma come... -
Balbettò incredula.
- Lo capisco dalla tua espressione e perchè ci sono passato anche io -
Le diede un bacio sulla fronte prima di girarsi per cambiarsi.
La rossa sorrise per poi seguire l'esempio del moro.
Si mise dei jeans, una maglietta larga e leggera color smeraldo e gli stivaletti di pelle. Si legò i capelli ancora bagnati in una treccia laterale che le cadeva sulla spalla sinistra.
- Non metti il rossetto rosso oggi? -
Domandò Ace notando che ne aveva in mano uno rosato.
- Ho voglia di restare più leggera oggi -
Rispose finendo di truccarsi per poi prenderlo per mano e dirigersi verso la sala da pranzo.


- Buongiorno piccioncini -
Tori lasciò l'impronta delle sue labbra sulle guance di Indil e Zeke che ricambiarono immediatamente.
- Ti senti un po' meglio nana? -
Chiese il ragazzo appena la rossa si fu seduta.
- Si, anche se ci sono ancora diverse cose che non riesco a spiegarmi -
Prese la tazza di caffè davanti a lei, iniziando a bere quel liquido bollente.
- Che cosa? -
Domandò la bionda, guardandola curiosa.
- Non lo so, ne parlerò con Barbabianca in modo da provare a capirci qualcosa -
Si passò una mano sul viso sospirando. Le dava fastidio non riuscire ad avere tutta la situazione sotto mano, poteva succedere qualsiasi cosa e lei non sarebbe stata in grado di prevederla.
- Non pensiamoci troppo, vedrai che si risolverà tutto -
Ace le strinse la spalla sorridendole.
- Speriamo -
Sospirò, prendendo una sigaretta e posandosela tra le labbra carnose. Ace gliela accese con un rapido movimento delle dita.
- Grazie -
Gli sorrise aspirando la nicotina e rilasciando un bianca nuvoletta.
- Tori! Quante volte te lo dovrò ripetere?! Il fumo ti fa male! -
Angel arrivò di corsa ed iniziò a sgridarla.
- Calmati Angie, una sigaretta ogni tanto non mi ucciderà di certo -
Rispose sorreggendosi il viso con il palmo, mentre scrollava via la cenere.
- Ha ragione, sicuramente non sarà il fumo ad ucciderla -
Le resse il gioco Zeke accendendosi anche lui una sigaretta ed amiccando alla rossa.
- Odio quando fate così! -
Esclamò sedendosi anche lei al tavolo ed iniziando a mangiare dei biscotti.
- Tu odi qualsiasi cosa facciamo, è diverso -
Sussurrò Tori sperando di non essere sentita dalla dottoressa, ma le sue parole arrivarono molto chiare alle sue orecchie.
- Mi sembra ovvio! Fate in continuazione cavolate! -
i due ragazzi sogghignarono divertiti.
- Bhe, non ha poi tutti i torti -
Ridacchiò Tori sotto lo sguardo allibito della maggiore. Per una volta, la sua sorellina le stava dando ragione, incredibile!
- Oh, sorellina... -
Iniziò quasi commossa.
- Insomma, lei è vecchia per cui è ovvio che le cose che facciamo le sembrino stupide -
Commentò ridacchiando mentre il viso della bionda si oscurava.
- Ah, vecchia? -
Un' espressione spaventosa le scese sulla faccia, facendo venire i brividi a Tori.
- No no no, non intendevo vecchia! Intendevo...emh...matura... -
Pregò mentalmente di non aver scatenato l'ira infernale di Angel.
- Mh, sarà meglio -
Si alzò indignata, sistemandosi i capelli e dirigendosi verso il suo caro Marco.
- Per un pelo! -
Sospirò posandosi una mano sul petto.
- Amore, se vuoi parlargli direi che adesso è il momento perfetto -
Ace alludè ad un Barbabianca seduto sulla sua solita sedia che guardava scocciato le infermiere.
- Hai ragione, se lo liberiamo da quelle arpie ci ascolterà -
Tori si alzò preparando un dolce sorriso.
- Hei Barbabianca! Avrei urgentemente bisogno di parlarti...Non è che hai un minutino? -
Chiese sbattendo le lunghe ciglia.
- Ma certo! Vieni, andiamo sul ponte -
Si alzò, ignorando le lamentele delle donne strizzate in quei mini abiti color confetto.
- Grazie mille! Sai, sono successe diverse cose che rendono tutto più confuso di quanto già non sia -
Tori guardò Ace, che si alzò subito raggiungendola.
- Papà non ti dispiace se assisto anche io a questa bella chiaccherata? -
Gli fece uno dei suoi più convincenti.
- Se Tori è d'accordo... -
Indicò con un cenno del capo la ragazza che gli sorrise grata.
- Assolutamente! -
Esclamò a voce un po' troppo forte.
- Intendevo dire che non mi dà alcun fastidio -
Cercò di rimediare a quell'esclamazione troppo entusiasta, sorridendo imbarazzata.
- Gurarara! Voi ragazzi mi fate morire! -
Rise sededosi sul suo trono e guardando i due fidanzatini.
- Vorrei delle risposte -
Affermò raggiungendo l'imperatore e sedendosi sull'enorme bracciolo.
- Non posso rispondere a tutto, ho fatto una promessa a tua madre -
Si lisciò i lunghi baffi lasciandola solo più confusa.
- A mia madre? -
Domandò credendo di aver capito male.
- Si, Rose mi ha fatto giurare di non dirti niente fino a quando non saresti stata pronta -
La guardò con un velo di tristezza.
- Pronta per cosa? -
Domandò secca. Stava davvero iniziando a stancarsi di tutti quei segreti.
- Pronta per qualcosa che ti cambierà nel profondo, piccola Tori. Appena scoprirai tutto, il mondo che conosci ti crollerà sulle spalle dandoti una sola possibilità di sopravvivenza -
Rispose avvicinando la sua enorme mano verso la guancia pallida della ragazza, ma venne scartato quasi per istinto.
- Scusa, è che non mi piace il contatto fisico -
Lo guardò con gli occhi addolorati.
- Scusami tu, Eiji mi aveva accennato a questo tuo piccolo problemino ma mi deve essere passato di mente -
Si scusò, buttando giù un gran sorso di sakè.
- Non preoccuparti. Tu conosci la sacerdotessa di quest'isola? -
Indicò Ryu con un cenno della testa.
- Si, la conosco. Un bel po' di anni fà, insieme a tua madre, le abbiamo parlato -
Raccontò.
- Oh, davvero? -
Esclamò sorpresa mentre il moro, salito anche lui sul bracciolo, le accarezzava le spalle.
- Stamattina l'abbiamo incontrata e ci ha detto diverse cose -
Inizò Ace sotto lo sguardo attento del suo Babbo.
- Vi ha dato anche qualcosa? -
La rossa porse il quadernino di cuoio e le mappa al Bianco Imperatore.
- Nel taqquino ha detto che ci sono delle storie che riguardano la mia famiglia e  la mappa conduce verso un frutto del diavolo davvero pericoloso -
Spiegò velocemente, distogliendo lo sguardo.
- Interessante...che cosa ti ha detto di questo frutto? -
La guardò curioso.
- Ha detto che dobbiamo assicurarci che non cada nelle mani sbagliate altrimenti succederà un disastro -
Guardò Ace negli occhi cercando un po' di sicurezza.
- E scommetto che voi due avete già idea di chi sarà il prossimo possessore -
Indovinò il vecchio facendo sogghignare il moro.
- Pensavamo di darlo a Satch, padre -
Ammise cercando una conferma nel suo sguardo.
- Scelta interessante figlioli, però direi che abbiamo ancora un po' di tempo per pensarci -
Bevve un altro sorso, sorridendo tranquillo ai due ragazzi.
- Lo so che è difficile Tori, ma al momento per il tuo bene è meglio che tu sappia meno cose possibili. Pensi di riuscire ad avere ancora un po' di pazienza? -
La guardò malinconico. Si vedeva che era davvero dispiaciuto ma non poteva fare altrimenti.
- Pensi di riuscire ad aspettare ancora un po' prima che ti riconosca come padre? -
Domandò a sua volta lasciandolo di stucco.
- Grazie mille per il tuo tempo papà -
Ace prese la rossa per un braccio portandola via e lasciando l'imperatore piacevolmente sorpreso.
- Hei, tutto bene, piccola? -
Domandò guardandola preoccupato.
- Si, è che mi si sono create solo altre domande, però aspetterò. Credo, sia la scelta migliore -
Rispose a fatica, la curiosità di sapere che cosa stava accadendo la divorava ma al tempo stesso si fidava di Barbabianca e del suo consiglio.
- Ce la farai, ne sono sicuro -
Le accarezzò uno zigomo.
- Inizierò a studiare quel taqquino, magari c'è qualcosa di interessante -
Ricambiò il sorriso.
- Sei fantastica -
La guardò mentre gli si illuminavano gli occhi.
- Non è vero...Dobbiamo portare la mappa da Aar! -
Cambiò discorso imbarazzata, andando alla ricerca del povero navigatore, sotto lo sguardo divertito del moro.
- AARON! DOVE SEI?! -
Iniziò ad urlare cercandolo.
- Hei bimba! -
Il diretto interessato comparve, dopo pochi minuti di ricerca, alle spalle dei due ragazzi.
- Aar! La prossima tappa è questa! -
Gli consegnò la mappa e con la stessa energia e vivacità di poco fà, se ne andò.
- Aspetta bimba... qua dice Isola di Kuro... -
Le parole si persero nell'ampio spazio vuoto. Aaron maledì mentalmente la fretta della ragazza, iniziando a studiare la carta. Sarebbe stato un viaggio piuttosto travagliato.


Angolo Autrice
Buonsalve a tutti! Scusate se sono scomparsa ma tra l'estate e la scuola sono stata pittosto impegnata. Sono consapevole che questo non sia un gran capitolo ma spero che mi sia piaciuto e che vi abbia fatti un po' incuriosire. 
Bacioni!
Martachan

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Capitolo 19
*** Capitolo 18 ***


Il vento soffiava forte, increspando la scura superficie del mare. Un gelo inaspettato si era infiltrato tra i marinai, che camminavano rigidi e senza forza per i corridoi, come dei fantasmi, avvolti in delle ruvide e stinte coperte.  
I poveri sfortunati a cui era stato affidato il compito di controllare il ponte si erano rannicchiati sulle loro figure tremanti, mentre sfregavano le mani cercando di riscaldarsi un poco ed emettevano bianche nuvolette di condensa. 
Lentamente, una piccola fiammella sciolse questo schema infreddolito. Infatti, un giovane ragazzo sembrava non essere stato fermato dalla morsa pungente del freddo. Lo dimostrava il fatto che camminasse tranquillamente a petto nudo, mentre la neve che lo colpiva emetteva il caratteristico sfrigolio che fa il bacon in padella.  
Si avvicinò con andatura sciolta agli altri, aiutando a sistemare le cime delle vele con gesti caldi e fluidi, che non fecero altro che mettere in evidenza i movimenti freddi e statici dei suoi compagni.  
Aprì una mano emanando una vispa fiamma che attirò, come gli insetti sono attirati dalla luce nelle notti più fredde, i suoi amici, i quali sporsero le mani cercando di scaldarsi.  
 
Una folta massa di capelli color del fuoco ruppe quello scenario quasi surreale, scongelando l’atmosfera.  
- Ace! - 
Urlò prima di raggiungerlo e squadrarlo malamente. Al contrario del moro, almeno lei indossava un delicato maglione color panna, che non sembrava comunque abbastanza pesante da poterla riscaldare durante quell’infernale tempesta di neve.  
- Hai per caso deciso di congelarti?! Se proprio i maglioni sono troppo caldi almeno infilati una maglietta! - 
Lo rimproverò incrociando le mani contro il prosperoso petto, per poi tendergli una maglietta color della neve.  
Il ragazzo la prese per poi infilarsela, ingoiando le proteste contro, secondo il suo parere, stupido indumento.  
La rossa alzò gli occhi al cielo nascondendo un tenero sorriso, era ben consapevole che il suo ragazzo non aveva alcun bisogno di alcun pezzo di stoffa per stare al caldo ma dopo la febbre da cavallo che si era presa lei una volta, per lo stesso identico motivo aveva imparato a coprirsi. O quasi. 
- Dai, andiamo - 
Le afferrò delicatamente il sottile polso ornato da un delicato braccialetto d’argento al quale era appeso un piccolo pendente di zaffiro.  
Dopo appena pochi passi un leggero prurito iniziò a comparire sul suo petto asciutto. 
- Ace, una maglietta non ti ucciderà mica! - 
Ironizzò la ragazza notando la sua espressione disperata.  
- Lo so ma è così fastidiosa! - 
Commentò aggiustando la maglietta.  
- Sempre meglio che prenderti un bel febbrone! - 
Si fermò appoggiando le scapole pronunciate contro la parete dura del corridoio.  
- Sai, se dovessi avere come infermiera te allora preferirei mille volte ammalarmi -  
La guardò negli occhi, dopo averla velocemente osservata da capo a piede. 
- Ah davvero? - 
Domandò posando le mani sui fianchi e ricambiando l’occhiata. 
- Ma certo, mia piccola Tori - 
Si avvicinò a lei, stringendole la vita in modo da avvicinarla a . La rossa si alzò in punta di piedi per poi sussurrargli all’orecchio con voce sensuale. 
- Mi piacerebbe un sacco prendermi cura di te...peccato che sarà Angel a farlo - 
Si staccò velocemente per poi ridere osservando la sua faccia perplessa.  
- Ma come...quel diavolo? - 
La guardò basito non facendo altro che incrementare le risa di Tori. 
- La...tua...faccia... - 
Riuscì a rispondergli con il fiato rimasto mentre si piegava verso il pavimento tenendosi lo stomaco per le risate. 
- Adesso sei in un mare di guai, piccola mia - 
Le disse non riuscendo a nascondere un sorriso, prima di prenderla per la vita e tirarla  come se pesasse come una piuma.  
- Mettimi giù! - 
Urlò tra le risate mentre Ace se la caricava in spalla come un sacco di patate.  
- Così impari a prendermi in giro - 
La canzonò ridendo continuando a tenerla stretta a  ed evitando i suoi calci.  
Voleva godersi questi momenti prima che tutta la situazione precipitasse in un grosso baratro. O almeno era quello che aveva capito da Lei.  
>SBAM! 
 
Il tonfo sordo e pesante di una porta che sbatteva contro la parete li ammutolì, bloccandoli per qualche istante finchè la risata bassa di Zeke non li fece scoppiare nuovamente a ridere. 
Hey Nana! - 
La chiamò avvicinandosi a loro, scompigliandole la fulva chioma giocosamente. 
Zeke...allora? Buone notizie - 
Esclamò con un sorrisone mentre Ace la riportava con i piedi per terra. 
- Stasera io ed Indil faremo una cena romantica! - 
Esultò al settimo cielo. 
- Ma è fantastico! Hai già organizzato tutto? - 
Domandò mentre il guerriero Shandia distoglieva lo sguardo imbarazzato. 
- Ecco...a dire la verità... - 
Si grattò la nuca guardando con occhi dolci Tori.  
- Fammi indovinare. Non è ancora pronto niente e vuoi che ti aiuti, non è vero? - 
Lo guardò sogghignando mentre un leggero sospiro usciva dalle sue labbra rosse.  
Stava iniziando a non vedere l’ora di andare a dormire. 
- Oh grazie mille! Menomale che ci sei tu capitano! - 
I suoi occhi scuri s’illuminarono di gratitudine mentre stringeva in una morsa di muscoli ed ossa il corpo della ragazza.  
- Figurati... - 
Mormorò rassegnata mentre Zeke si allontanava alla velocità della luce. 
Ace le accarezzò i capelli già fin troppo scompigliati. 
- Tranquilla piccola, non starò di certo lì a guardare - 
Le sorrise accarezzandole la guancia. 
- Ti conviene scappare e nasconderti. Non sai di che cosa è capace quello - 
Ridacchiò mentre un dolce tepore le si sprigionava nel petto. Era felice che Ace si fosse proposto per aiutarla.  
- Un motivo in più per non lasciarti da sola - 
Il suo sorriso bianco e convinto le fece scuotere la testa divertita.  
- Va bene, ma vedi di non lamentarti, io ti avevo avvertito -  
Si alzò in punta di piedi lasciando che le sue braccia s’incrociassero dietro al suo collo per poi dargli un delicato bacio a stampo mentre il moro le passava un braccio dietro la vita. 


- Piccioncini, abbiamo una riunione da iniziare - 
La voce annoiata di Marco li fece staccare di malavoglia, irritando la ragazza dalla chioma color del fuoco. 
- La riunione inizierà quando lo deciderò io, ananas - 
Rispose innervosita. Non aveva alcuna voglia di litigare prima di una riunione così importante. 
- E allora muoviti strega, non ho tempo da perdere - 
Commentò arrogante accelerando il passo in modo da allontanarsi prima che Tori potesse rispondere. 
- Stupido ananas - 
Mormorò a bassa voce tirando un calcio ad una mini radiosnail alla quale non fece caso.  
- Lascialo perdere, si diverte a stuzzicarti -  
Cercò di consolarla Ace, non ottenendo però l’effetto sperato. 
- E come mai se la prende solo con me? - 
Si fermò di botto, mettendo le mani sui fianchi e lo guardò inviperita. Non riusciva a sopportare che quel brutto pollo arrosto se la prendesse solo con lei senza alcun motivo preciso. 
È molto semplice. Tu sei l’unica che riesce a tenergli testa -  
Ridacchiò Ace facendole un occhiolino.      
- Dopo l’assemblea faremo i conti -  
Affermò prima di mettere piede nella sala.  


Immediatamente il suo solito comportamento cambiò, lasciando spazio ad una freddezza e serietà che lasciarono sorpresi tutti.  
Calmò il respiro cercando di congelare completamente le emozioni che contrastanti che Ace, Zeke e Marco le avevano provocato.  
Doveva restare lucida e seguire il piano che si era prefissata.  
Per quanto sembrasse istintiva e vivace era sempre stata lei la mente della sua ciurma. Senza aver valutato la situazione lucidamente si sentiva spaesata e non voleva più sentirsi come quando era piccola 
Durante la scorsa notte aveva ripensato molto agli eventi dei giorni passati, riuscendo a stilare una bozza di un piano per evitare che il frutto cadesse in pessime mani. 
Nonostante quello non fosse il vero e proprio piano era abbastanza soddisfatta del lavoro che era riuscita a fare, anche se la cura e la precisione dei dettagli non era riuscita a levarle un senso d’inquietezza.  
Cercò di ignorare quel peso che le bloccava la bocca dello stomaco ghignando leggermente. 
- Direi che ora possiamo iniziare, Marco - 
Mise in risalto il nome del primo comandante, scoccandogli un’occhiata divertita.  
Certo, doveva restare concentrata ma almeno poteva godersi le espressioni infastidite di quello stupido ananas pennuto. 
Si schiarì la voce e prese un grosso respiro, prima di iniziare a parlare con una calma quasi inquietante. 
Non erano abituati, per quel poco che si conoscevano, a vederla sotto questo nuovo aspetto, però non si fecero intimorire, anzi iniziarono a guardarla curiosi, accogliendo quel nuovo atteggiamento. 
- Ho indetto questa riunione per informarvi di alcuni eventi successi negli ultimi giorni e per spiegarvi il motivo per il quale abbiamo cambiato rotta - 
Esordì guardando negli occhi ogni singolo compagno.  
Ora che era stata nominata vicecapitano e lei si era accollata tutta quella responsabilità, si sentiva in dovere di comunicare ogni sua decisione.99 
Il rapporto che aveva con i Pirati dell’Onda era basato sopratutto sulla fiducia reciproca ed intendeva farci crescere anche il rapporto con la ciurma di Barbabianca 
Per ottenere la fiducia di cui aveva bisogno doveva abbassare l’armatura di silenzio che era solita tenere con gli estranei ed iniziare a raccontare loro tutta la verità. 
Dette una rapida occhiata ai fogli sui quali si era preparata un veloce schema per non dimenticare alcun punto, prima di iniziare a raccontare. 
Le parole uscivano limpide e veloci, come un torrente in piena. Cercò di non tralasciare alcun dettaglio, magari qualcuno poteva riuscire a capire qualcosa di quegli eventi misteriosi. 
Mostrò il taccuino donatole da Lei e indicò sulla mappa l’esatta ubicazione dell’isola verso cui erano diretti.  
I suoi compagni pendevano completamente dalle sue labbra, come se fossero ipnotizzati e quando Tori terminò il discorse ci misero qualche momento per assimilare tutto ciò che avevano appena ascoltato.  
Si stravaccò contro il duro schienale della sedia, accendendosi una sigaretta sotto lo sguardo feroce di Angel. Era esausta, tutta quella faccenda l’aveva distrutta, eppure la parte più dura doveva ancora cominciare.  
Fece un tiro chiudendo gli occhi, lasciando che la nicotina le arrivasse al cervello rilassandola.  
- Che cosa c’è scritto in quel taccuino? - 
La voce calda di Satch le fece aprire gli occhi stanchi, sospirò e sfogliò svogliatamente le pagina ingiallite del piccolo quaderno, aprendolo su un disegno di morte e sangue, che fece rabbrividire tutti i presenti. 
- È scritto in nihongo, la lingua del mio paese natale per cui non è un problema tradurlo. Per quello che sono riuscita a tradurre direi che ci sono scritte delle leggende riguardanti la mia famiglia - 
Rispose espirando una debole nuvoletta bianca dalle carnose labbra.  
- Credi che lì dentro ci sia il motivo per cui Eiji è partito, bimba? - 
Aaron le lesse quasi nella mente, lasciandola per qualche attimo in valia dei tormentosi pensieri che negli ultimi tempi la attanagliavano. 
- Forse, al massimo potrei trovare qualche indizio ma nulla di più - 
Ammise sospirando, tutta quella faccenda di Eiji l’aveva prepotentemente scossa e quando si parlava di ciò le sue idee e pensieri si ingarbugliavano come i fili di un gomitolo. 
Spense la sigaretta sul tavolo, mentre si massaggiava una tempia, improvvisamente l’aveva colta un forte mal di testa che sembrava stesse per trapanarle la parte sinistra del cervello.  
Osservò di nuovo tutti i suoi compagni, i pirati dell’Onda e i comandanti di Barbabianca, soffermandosi in particolare sullo sguardo serio e penetrante di Marco. 
Sapeva già che cosa le avrebbe chiesto. 
- Hai già deciso a chi darlo? Il frutto, intendo - 
Un piccolo ghigno soddisfatto le si disegnò sulle labbra, amava prevenire le domande altrui.  
Si permise di prendere un po’ di tempo, giusto solo per aumentare la tensione. Era quella la parte che amava delle riunioni importanti.  
Guardò il pigro movimento delle onde fuori dall’oblò, mordicchiandosi il labbro in modo da sembrare indecisa, anche se la risposta l’aveva bella che pronta da giorni. 
Alla fine, appoggiò i gomiti sul tavolo in modo da poter sollevare la testa con le mani e guardò negli occhi Marco.  
Non trovò alcun briciolo di timore in quel suo sguardo scuro. 
- Certo che si... - 
Un generale sospiro di sollievo ruppe la tensione presente nella stanza ma già qualche attimo dopo i loro occhi luccicavano come quelli dei bambini che aspettano che la madre decida di dargli il permesso di prendere una seconda porzione di dolce.  
Sorrise genuinamente alla loro eccitazione per il nome del nuovo possessore. 
- Ma per il momento non vi dirò nulla. Non voglio che nessuno di voi finisca squartato per uno stupido frutto dal sapore orribile; voi servite tutti interi - 
Gli sorrise allegra mentre un mormorio di dissenso uscì dalle loro bocche. Come poteva lasciarli sulle spine in quel modo?  Come avrebbe potuto dormire sapendo di aver tenuto solo per lei il fulcro di quella riunione?  Forse Ace sapeva, qualche bicchiere d’alcol e chissà, magari avrebbe parlato.  

- Benone, direi che ora è giunto il momento di sciogliere questa riunione estenuante. Ace, avanti, ti ricordi che devi aiutarmi a fare quella cosa? - 
Domandò mettendo enfasi sulle ultime parole e facendo l’occhiolino a Zeke, il quale le rispose con un sorriso a trentadue denti.  
Ace si riscosse dai propri pensieri per poi annuire convinto ed alzarsi. 
- Certo! - 
Le mise un braccio intorno alla vita ed avanzò verso la porta ma quasi perse l’equilibrio quando Tori si fermò di scatto appena ebbe toccato la maniglia di ottone sporco, come se fosse stata incandescente. 
- Un ultima cosa ragazzi. Vorrei solo avvisarvi, da vicecapitano, che chiunque oserà parlare della faccenda del frutto con qualsia persona qua sulla nave sarà severamente ammonito - 
L’occhiata gelida che riservò a tutti e la spensieratezza con la quale pronunciò quella semplice frase fece salire per la schiena dei presenti dei piccoli brividi.  
Le bastò una semplice occhiata per capire che nessuno avrebbe aperto bocca sulla faccenda. 
Si rigirò con in faccia un’espressione compiaciuta.  
Non poteva permettere che si fosse saputo del frutto, se fosse capitato in mani sbagliate allora sarebbe stata davvero la fine.  
L’aveva intuito l’altra notte, quando quell’ombra malvagia era calata su di lei.  
Doveva cercare di capire chi fosse prima che fosse troppo tardi.  
Procedette spedita per il lungo corridoio e scese lungo la scaletta che collegava la Moby con la Tsunami assorta in quei pensieri.  
Barbabianca la stava mettendo alla prova affidandole un titolo così importante e di certo lei non avrebbe fallito, costasse quel che costasse.  
- Piccola, tutto bene? - 
La voce calda di Ace la riscosse dai castelli mentali che si stava creando, facendola sussultare leggermente. Lo guardò leggermente stordita prima di comprendere appieno la domanda e sorridergli. 
- Si, stavo solo riflettendo - 
Rispose tornando ad avere la solita aria gioiosa e piena di vita che non aveva nulla a che vedere con la freddezza del suo comportamento durante la riunione. 
- Allora, dov’è che dobbiamo organizzare questa cenetta? - 
Chiese Ace, sorridendole di rimando. 
Tori ci pensò un po’ prima di dargli una risposta. 
- Là! - 
Indicò con l’indice l’albero di ciliegio che si stagliava sopra le loro teste. 
- Muoviamoci, Zeke ci raggiungerà più tardi, prima deve sbrigare delle cose - 
Commentò vaga facendo ampi gesti con le mani prima di salire le scalette per raggiungere Sakura.  
Si permise qualche attimo di pausa per accarezzare la corteccia ruvida e calda dalla quale poteva sentire tutta l’energia vitale di Sakura.  
Hei Saku, hai visto Indil? Sono così felice per lei! -  
Parlò all’albero mentre ricacciava indietro le lacrime. Il dolore di averla persa le lanciò un’acuta fitta al cuore.  
Su Ace, diamoci una mossa! - 
 
Indil era rinchiusa nella sua camera ormai da diverse ore.  
Non era mai stata così agitata prima d’ora, neanche le cene importanti al castello le avevano mai chiesto una così lunga preparazione.  
Fece qualche passo avanti ed indietro cercando di darsi un contegno.  
Prese un grosso respiro e si ricontrollò il trucco.  
Neanche una singola sbavatura. 
Quando Zeke bussò alla porta il suo cuore incominciò a battere all’impazzata, mentre un leggero ronzio le rimbombava nelle orecchie. 

Esitò qualche attimo davanti allo specchio provando qualche sorriso.  
Quella sera aveva deciso di indossare un semplicissimo vestito bordeaux con un leggero scollo a cuore e la gonna a ruota. Un caldo cardigan nero le copriva le spalle, nonostante la tempesta della mattina si fosse ridotta ad un docile venticello. 
- Arrivo! - 
Rispose prima d’incamminarsi su dei vertiginosi tacchi neri. Quando aprì la porta trovò il caloroso sorriso di Zeke a rassicurarla. 
Sentì come se il suo stomaco fosse andato sotto vuoto. 
- Wow, sei...sei davvero stupenda - 
Mormorò il guerriero Shandia con gli occhi che gli luccicavano per l’emozione. 
- Allora? Andiamo? - 
Domandò Indil non vedendo l’ora di poter stare un po’ da sola con il suo uomo.  
Si aggrappò al suo braccio muscoloso coperto dal sottile lino bianco della camicia. Per la seconda volta aveva deciso di abbandonare i suoi costumi da guerriero ed aveva ceduto agli abiti eleganti della gente del mondo di sotto.  
La portò fino al tavolo che avevano allestito Tori ed Ace.  
Quella nana si era davvero superata questa volta. 
Il tavolo di ciliegio chiaro era coperto da una semplice ma elegante tovaglia di lino bianca, con ricamati a mano dei bellissimi boccioli.  
Tori poi era anche venuta l’idea geniale di appendere ai rami di Sakura delle sfere di vetro contenenti delle candele, la cui luce rifletteva il colore dei petali di ciliegio, illuminando di un pallido rosa il tavolo 
Quella debole luce creava un’atmosfera dolce e rassicurante.  
Indil di fermò per un momento estasiata da quel fiabesco angolino sotto la protezione del ciliegio. 
Mangiare anche solo vicino a Sakura le trasmetteva un calore che le riscaldò il petto.  
Si sedette ed accettò il vino rosso che le stava proponendo Zeke. 
Buttò giù qualche sorso sorridendogli.  
- È davvero bellissimo! - 
Esclamò indicando con le mani l’area intorno a lei.  
- Vero? E pensa che l’ha organizzato tutto Tori! - 
Rispose con un moto d’orgoglio verso la sua nana. 
- L’ha aiuta Ace? - 
Domandò dando una rapida occhiata alla luce riflessa dai petali.  
- Ovviamente, senza di lui ormai quella non si muove più! Sembrano quasi gemelli siamesi! - 
Scoppiò in una fragorosa risata contagiando anche Indil 
- La vedo diversa, sai. Ha una nuova luce negli occhi, sembra quasi che il peso che porta sempre addosso si sia alleggerito - 
Osservò sistemandosi dietro le orecchi i capelli che aveva deciso di lasciare sciolti. 
- È vero, sembra quasi felice...Ma ora basta parlare di Tori, quella nana riesce a monopolizzare il discorso anche quando non è presente - 
Borbottò alzando gli occhi al cielo mentre la risata genuina di Indil gli accelerava il battito cardiaco. 
 
 
- Non è vero che io monopolizzo i discori! - 
Sbottò Tori offesa mentre incrociava le braccia al petto e si girava di schiena.  
Ace non riuscì a trattenere le risa mentre le baciava la fronte. 
- Effettivamente non ha proprio tutti i torti - 
Le disse cercando di smettere, invano, di ridere. 
- Dai Ace, non ti ci mettere pure tu! Ah, menomale che ci sei tu che mi capisci, non è vero Shiro? - 
Accarezzò la testa squamosa del drago cercando di evitare il contatto fisico che Ace stava reclamando, fingendosi ancora offesa. 
- Dai piccola stavo scherzando! - 
Esclamò abbracciandola da dietro e le baciò una guancia, pizzicandola con la barba che spuntava dalla sua pelle liscia. 
- Va bene, va bene, ti perdono - 
Disse tra le risa che le provocava quel contatto. 
- Ragazzi, scusate se interrompo il vostro momento romantico ma credo che tu debba venire a vedere bimba - 
Aaron apparve all’improvviso alle loro spalle facendoli sussultare; non lo avevano sentito arrivare. 
- Certo Aar -  
Tori si alzò in piedi, raggiungendolo sopra il ponte della Moby, seguita da Ace. 
- Guarda bimba, siamo quasi arrivati - 
Indicò con l’indice una misera strisciolina di terra nera all’orizzonte, che s’intravedeva grazie all’iridescente riflesso della luna sulla scura superficie del mare.  
- Grazie mille, Aaron -  
Il suo sguardo divenne di nuovo serio, proprio come quella mattina in assemblea.  
Shiro le strusciò la testa contro la gamba richiedendo attenzioni ma la sua padrona era troppo assorta a contemplare quel buio panorama. 
- Andiamo a riposarci piccola, domani sarà una lunga giornata - 
Ace le massaggiò appena le spalle, dandole un bacio sul collo.  
- Hai ragione -  
S’incamminarono lentamente verso la Tsunami non riuscendo a distogliere gli occhi dalla loro imminente meta.  
Dipendeva solo da loro il futuro del mondo.  
 
 
Angolo dell’autrice 
Konnichiwa minna! Come vi sta andando la vita?  
Ok, avete tutte le ragioni per uccidermi ma dovete capire che quest’anno è stato davvero duro in più io mio computer ha deciso di abbandonarci.  
Alla fine dopo mesi di rincorse per riprendermi l’ispirazione che aveva deciso di seguire il computer sono riuscita a finire il capitolo. 
*s’inchina tra gli applausi mentre viene illuminata da una luce divina* 
Tendo a precisare che ho scritto tutto quanto dal telefono per cui se notate errori che mi sono sfuggiti vi prego di comunicarmelo, thanks. 
Benone, prima di monopolizzare troppo questo angolino vi chiedo di lasciare qualche recensione, giusto per non far andare la mia ispirazione in vacanza, eh. 
Alla prossima guys! 
 
P.S. Per farmi perdonare per l’estremo ritardo vi sto preparando una sorpresina :3 

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