Le memorie di Gus

di eljsea
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Augustus Waters ***
Capitolo 2: *** I ricordi ***
Capitolo 3: *** Letteralmente nel cuore di Gesù ***
Capitolo 4: *** L'album ***
Capitolo 5: *** Il cancro ***
Capitolo 6: *** L'avventura ***
Capitolo 7: *** Morire già morti ***



Capitolo 1
*** Augustus Waters ***


Ho sempre provato forti sentimenti per Augustus Waters e non mi sono smentita, sto soffrendo, il grande e tanto atteso 10 è arrivato. Mi sta logorando dentro amavo più di ogni altra cosa Augustus, è riuscito a farmi vivere, a farmi vivere davvero in un solo mese; gli sarò per sempre grata per questo, per il nostro piccolo infinito.
Ho provato ha combattere il dolore senza riuscirci quindi ho deciso di abbandonarmi e di non cercadi dimenticare, perché io non voglio dimenticare Augustus Waters, non voglio dimenticare il suo odore, i suoi occhi il suo bellissimo sorriso sghembo; l'unica cosa che mi rimane di lui sono i suoi ricordi e sono dentro di me, e non potrei mai provare a dimenticarlo. 
Lui era speciale, altruista maledettamente sexy e affascinante, amavo il suo modo metaforico di pensare e agire; amavo il suo modo di mettere la sigaretta tra i denti, con tanta destrezza e charmè, amavo il suo sarcasmo, e io non posso vivere in un mondo dove Augustus Waters non è mai esistito solo perché sono così maledettamente egoista da pensare solo al mio dolore e ad attutirlo cancellando la cosa più bella che mi sia mai capitata, non voglio contribuire a gettarlo nell'oblio, l'inevitabile oblio che aspetta tutti noi deridendoci.
In questo momento sono il suo Dio; sapete quando una persona a noi cara ci lascia noi diventiamo il suo Dio perché lo ricordiamo e ci fa sentire immortali per un momento come se noi fossimo destinati a ricordarli vivendo per sempre, ma non è così, moriremo tutti tutto finirà e l'oblio sarà inevitabile.
Non mi ero mai preoccupata di questo, non avevo nessuno, e quando è arrivato Augustus io sapevo che sarei potuta morire dm da un giorno all'altro, e lui mi avrebbe ricordata, è un discorso egoista si, lo avrei lasciato con questo dolore dentro e per me sarebbe semplicemente finita, volevo fosse così, io non pensavo sarei riuscita a sopportare tutto questo dolore e infatti non ci riesco.
Lui era una bellissima persona la migliore che avessi mai incontrato, era su delle montagne russe che andavano solo in salita, ma a quanto pare c'è stato un guasto che non sono stata in grado di riparare e da cui non sono riuscita a proteggerlo.
Io lo amo, non posso ancora credere che abbia scelto me, ho avuto l'onore di amarlo, di conoscerlo di soffrire per lui, di avere il cuore spezzato da lui, in fondo aveva ragione non si può scegliere di non soffrire ma si può scegliere chi sarà a farci soffrire e io l'ho fatto, ho scelto te.
Non devo essere triste mi ripeto, è successo, l'ho amato, ci siamo amati, devo celebrare la sua vita e non la sua morte. 
Me lo ripeto, giorno dopo giorno.....

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Capitolo 2
*** I ricordi ***


Continuo a svegliarmi sperando che sia solo un sogno, che Gus suonerà a quel campanello da un momento all'altro e andremo a fare colazione nel suo posto preferito, ma non è così. Quel campanello non suona, non verrà mai più suonato da Augustus Waters perché lui è morto, in un modo tutt'altro che eroico secondo i suoi canoni, alla morte non c'è rimedio; ma il campanello suonò, era Isaac. In questo periodo lo frequento molto, lui era il suo migliore amico è lo conosce in un modo diverso dal mio, ci aiutiamo a superare il dolore che ci accomuna; siamo andati al parco e ci siamo seduti sul prato, tagliato perfettamente, all'inglese. Stavamo mangiando quando lui ha iniziato a parlarmi di Gus, mi ha parlato dei tempi dell'asilo, di come il suo amico aiutasse chi ne aveva bisogno del suo modo positivo di vedere la vita e di viverla al meglio sempre, alcuni potevano trovare irritante il suo essere costantemente positivo, ma io no; in questo mondo così scuro per me lui era come una stella che non smetteva mai di splendere nonostante tutte le altre avessero ceduto, mi dava sicurezza, forza. Mentre Isaac mangiava io chiusi gli occhi e immaginai la sua faccia, lo faccio spesso giusto per non dimenticarla, mi guardava come nessuno aveva e ha mai fatto. Mi faceva sentire unica, speciale come se fossi la sua priorità giornaliera sempre e adoravo il modo in cui mi faceva sentire, lui non si è mai reso conto di quanto fosse speciale davvero. Sapete Augustus Waters credeva in qualcosa dopo la morte, in qualcuno, io no, non riesco a capacitarmi che gli sia stata strappata via la vita, che lui amava e meritava più di chiunque altro di vivere, e a me siano stati concessi altri giorni, settimane, mesi e forse anni; non li merito, lui li vivrebbe in un modo migliore. Tutti continuano a dirmi che andrà meglio, lo pensavo anche io, lo speravo, ma non è così; va sempre peggio, ogni giorno mi ricordo una cosa che lo rendeva speciale unico e che nessuno potrà mai darmi, ho sempre dei motivi per rimpiangerlo per stare sempre peggio e il vuoto che mi ha lasciato è impossibile da colmare. Ho paura che non sarò mai più felice, e non penso lo farò, mi sentirei male a stare con qualcun altro mentre a lui è stata tolta questa possibilità, mi sembra di non riuscire a vivere perché a lui è stata tolta la vita, e tutto quello che mi circonda mi ricorda lui, sempre. Come se tutto questo non bastasse sto peggiorando, non mi preoccupo per me, ma per i miei genitori, ormai posso preoccuparmi solo per loro, mio padre piange mia madre anche, piangono in silenzio per non farsi sentire, ma io li sento i muri in casa mia dividono solo lo spazio. Beh un mondo senza Augustus Waters, che ti ha dato così tanto da ricordare è difficile da vivere e non penso lo farò per tanto tempo, ancora. ...

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Capitolo 3
*** Letteralmente nel cuore di Gesù ***


The fault in our stars 3) Io ero fermamente convinta di essere una persona forte, non lo sono. Sapete il dolore non ci cambia ci rivela e io mi sono rivelata una delle persone più deboli che abbia mai conosciuto; per Augustus, per il mio cancro terminale, per tutto quanto. Oggi ho deciso di andare a fare una visita letteralmente nel cuore di Gesù, da sola, voglio fare questa cosa da sola, ritrovare la mia autonomia; così ho preso la macchina, che mia mamma è stata felice di prestarmi vista la situazione, e sono arrivata nella cantina dove Gesù aveva tenuto un posto per me, in realtà molti posti, sono andata a parlare con Patrick, felice di vedermi, e mi ha detto che durante la mia assenza 4 di noi ci avevano lasciati... Ovviamente ha aggiunto che non dovevo essere triste perché Dio li aveva con se in un luogo migliore e le solite uscite stile Patrick che non ho ascoltato. Abbiamo iniziato come al solito, un buffet, Patrick che parla di come gli abbiamo asportato le palle e come sia stato fortunato, tutti a turno abbiamo detto la nostra fino alla fine dove c'è stata la classica lettura della lista. Avevo totalmente rimosso quella lista, mi sono sentita crollare dentro, ma dovevo resistere non mi andava di avere una crisi davanti a loro e di essere compatita e consolata con frasi come "poverina, mi dispiace" o "ti posso aiutare?!". Ti posso aiutare, seriamente, no parliamone, si mi puoi aiutare, certo solo se puoi riportare in vita i morti e guarire il cancro?!?. È una delle frasi fatte senza alcun senso più famose della storia; adesso dimmi tu potresti riportare in vita un morto!?! Potresti creare una cura permanente per il mio cancro !?! No., allora non mi puoi aiutare; ma la maggior parte è detta solo per sentirsi rispondere "no sto bene grazie"..... Così sono rimasta forte per Augustus e ci rividi entrambi la prima volta, quando ci scambiammo quelle occhiate; finché a spezzare il ricordo no fu la voce poco profonda di Patrick , mi sembrava un dejavu, lui è il prete del funerale si erano parlati ovvio, così d'impulso risposi . Non dissi più una parola aspettai la fine della lettura, uscii, e andai a casa, o almeno così pensavo di fare finché non decisi di andare a casa di Gus, i loro genitori erano andati via qui non riuscivano davvero a vivere così mi lasciarono le chiavi di casa per qualsiasi evenienza o bisogno. Aprii la porta e corsi in camera sua, arrivando senza fiato, mi chiusi a chiave e piansi, molto, stringendo il suo cuscino sentendo il suo odore, mettendo le sue cose. Dopo circa un ora in un momento di tristezza "limitata" decisi di chiamare mia mamma e di dirle che sarei restata a dormire da un amica, ovviamente felice non fece domande, così restai in camera di Gus. Penso di aver pianto fino ad addormentarmi e anche dopo, il pianto mi cullava, il dolore mi rendeva viva, qualsiasi cosa facesse Augustus Waters direttamente o indirettamente riusciva a farmi sentire viva, persino da morto lui riusciva a farmi sentire più viva di tutte le persone intorno a me; il pianto era diventato la normalità per me, dormivo piangendo, a volte non riuscivo a respirare e dovevo smettere per riprendere fiato. Chissà magari qualche volta non lo riprenderò più. ...

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Capitolo 4
*** L'album ***


Il problema del dolore è proprio questo, esige di essere sentito, e io lo sto sentendo, il dolore non è cattivo vuole solo essere vivo, come il mio cancro, il quale ha una voglia di vivere davvero invidiabile. Mi sono svegliata sentendo il suo odore, sentendo la sua mancanza più che mai, capendo che niente e nessuno potrà mai porre fine al mio dolore; questo perché Augustus Waters era il grande amore della mia vita e come tutte le grandi storie d'amore dovrebbero morire con noi, ma non farò morire la nostra storia d'amore, non voglio gettarla subito nell'oblio inevitabile, voglio che venga ricordata per un po' come Gus voleva. Sono scesa dal letto e sono andata in cucina dove ho fatto colazione preparando pancakes e leggendo le frasi sparse per casa che i genitori di Gus avevano ricamato a punto-croce, ho anche spremuto le arance, ho fatto colazione, ho lavato i piatti e sono stavo uscendo di casa, quando mi è venuto in mente di vedere se i genitori di Gus avessero lasciato un album di fotografie, ne avevo bisogno, volevo delle sue foto mi avrebbero aiutata lo sapevo o avrebbero lasciato la situazione stabile senza comportare danni, ma probabilmente avrebbe vinto la terza opzione che era il pianto, ma niente di nuovo; non piangevo mai prima invece adesso piango ogni 3 ore solitamente. Cercai in salotto, in soffitta nei vecchi scatoloni e persino in cantina senza floridi risultati così decisi di controllare anche la camera dei genitori di Gus ed era lì, riposto con moltissima cura sul comodino della signora Waters con un biglietto indirizzato a me, "Spero che questo album ti aiuti, lo ha fatto lui per te...". In quel momento sono scoppiata in lacrime, Augustus aveva fatto questo album per me un album che non è mai riuscito a darmi, lo immagino fiero del suo lavoro e tutto ciò che aspettava era vedermi felice, voleva rendermi felice ma lui c'è sempre riuscito senza neanche rendersene conto, mi sembrava di impazzire ero li da sola senza la minima idea di come reagire, di cosa fare l'ho immaginato accanto a me pronto ad aiutarmi e per una frazione di secondo lo vidi. Era lì seduto sulla sedia accanto al letto e mi guardava, indossava la sua maglietta grigia a maniche corte i suoi pantaloni di jeans e le sue scarpe portate costantemente slacciate, ma non era lui era la mia testa che si prendeva gioco di me, sentendosi furba e vedendomi stupida e disperata. Sono sicura che lui avrebbe sopportato tutto quanto meglio, avrebbe saputo cosa fare, cosa dire, avrebbe aiutato i miei genitori, avrebbe reagito e avrebbe fatto in modo che l'inevitabile oblio mi prendesse il più tardi possibile; era quella la mia missione, il modo per renderlo felice, ritardare la presa dell'oblio e lo avrei fatto a qualsiasi costo. Non volevo aprire l'album lì volevo andare in un posto speciale e mi sono diretta all'ossa funky, ho aperto il suo regalo e fin dalla prima pagina era bellissimo di un color azzurro avio, c'erano foto sue, foto mie e nostre con un resoconto dei nostri giorni passati insieme, era stupendo mi chiedevo quando lo avesse fatto. C'era persino una foto nel suo ultimo giorno buono; era il regalo più bello che avessi mai avuto, l'ultima era una nostra foto sul divano che aveva scattato Isaac il giorno in cui tirammo le uova sull'auto di Monica e Gus ci deliziò tutti con il suo discorso memorabile che ci aveva fatto perdere un richiamo dalla polizia, ma la verità è che quel giorno eravamo solo degli adolescenti, si tre adolescenti con 5 gambe 4 occhi e 2 polmoni e mezzo funzionanti, ma pur sempre adolescenti che avevano speso 5 dollari per comprare 2 dozzine di uova solo per una vendetta personale. Nella foto le nostre mani erano intrecciate e ricordo il modo in cui tutte le volte mi perdevo nei suoi occhi, e quella volta nonostante tutto, nonostante ciò che stava passando i suoi occhi erano ancora i suoi occhi, pieni di vita, vivaci, bellissimi e di un intenso color blu. Nell'ultima pagina invece di esserci una foto c'era una lettera . " Hazel Grace Lancaster sei la cosa più bella che mi sia mai capitata. So che ti avevo detto che per me sarebbe stato un privilegio avere il cuore spezzato da te, ma non sarà così io lo so già da tempo, sono io lo granata Hazel Grace, sarò io a spezzare il tuo cuore e spero lo consideri un privilegio anche tu, non avrei mai voluto ferirti in alcun modo ma l'ho fatto mi dispiace tanto Hazel Grace. Tu mi hai fatto capire che ho lasciato un segno a questo mondo, a te a Isaac ai miei genitori e sono stato amato e so che mi ricorderete al meglio, mi fido di voi, vorrei dirti che non ho paura della signora con la falce e del suo compagno oblio, che inghiottirà tutto ciò che è stato creato, ma non posso, perché ti mentirei e ho deciso di essere totalmente sincero. Pensavo avremmo vissuto altri anni insieme ma forse non li merito, e a quanto pare è così, ti prego di non essere troppo triste perché se dovessi diventare un fantasma e io ti vedessi distrutta potrei morire una seconda volta. Ricordami. Ricorda i bei momenti passati insieme, ricorda la mia vita non la mia morte. Ti amo così tanto che il pensiero di lasciarti per sempre è logorante, stavo iniziando a vivere quando qualcuno ha deciso che dovevo morire. Siamo entrambi granate Hazel Grace ma io ho vinto, l'ultima gara della mia vita, sono io a esplodere per primo e non penso di aver avuto tutta la tua premura nell'attutire e limitare i danni, mi dispiace davvero moltissimo Hazel ma mi piacciono le mie scelte, spero che a te piacciano le tue. Ti amo Hazel Grace Lancaster non dimenticarlo okay?, tuo per sempre Augustus Waters."

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Capitolo 5
*** Il cancro ***


Ho riletto quella lettera per giorni interi piangendo, e ridendo pensando a Gus. Come prima mossa sono riuscita andando in comune a dedicare una piccola parte dell'ossa funky ad Augustus, c'è una panchina, come quella su cui ci sedemmo ad Amsterdam, una quercia e una fontanella; non è molto ma è un inizio mi ripetevo. In queste settimane ho visto Gus spesso, l'ho visto al parco, al supermarket e in camera mia, all'inizio mi sembrava di stare impazzendo ma poi mi sono abituata, penso sia la sua mancanza a farmi questo, e in fondo vederlo anche solo nella mia testa mi piaceva mi faceva soffrire leggermente meno. È quella stessa notte che successe tutto. Senti un dolore lancinante alla testa e il respiro stava diminuendo, urlai più forte che potevo, non è vero, non urlai molto forte non m'importava se stavo per morire, ma mi sentirono; mi hanno portata subito all'ospedale dove erano già preparati a togliermi il liquido dai polmoni, ma non era quello il problema, non erano i polmoni. Mi controllarono interamente facendo tutte le analisi possibili ed era lì, il mio cancro aveva deciso di andare a fare una visitina al mio cervello. Avevo un cancro al cervello da 3 mesi ormai, sommando anche quello ai polmoni ero messa piuttosto male, ho pensato "perfetto" finalmente posso morire, il pensiero è andato subito ai miei genitori che ovviamente erano già in lacrime, avrei vissuto altri mesi penso, non mi hanno dato un aspettativa di vita esatta; oltre a questo stavo pensando al mio funerale a chi sarebbe venuto, quante persone sarebbero venute e soprattutto chi avrebbe fatto l'elogio funebre in mio onore, Isaac presumo, lo avrei chiesto a lui, se non poteva essere Augustus Waters volevo fosse Isaac. Siamo tornati a casa per le 7 di mattina io stavo bene, i miei genitori no. Non volevo soffrissero mi sono sentita terribilmente in colpa per un attimo, ma in fondo era normale con un cancro terminale non si può vivere per sempre, avrebbero pianto i primi mesi ma sarebbero andati avanti con la loro vita anche se penso che la mia perdita gli avrebbe cambiati per sempre; sapete cos'è la cosa positiva del cancro al cervello?! Vedere Augustus, sto morendo quindi non è importante cosa è vero e cosa è falso, niente a più importanza perché nella vita è tutto relativo, potevo permettermi di sognare e volevo morire felice. Per adesso ero ancora io ma sapevo che tra circa un mese non lo sarei stata più, avrei iniziato a dimenticarmi dei miei genitori di quello che sono e penso che questa sarà la cosa più straziante per loro, ma anche per me. Immaginate la vostra unica figlia malata di cancro ai polmoni che avete accudito amato e protetto che ad un certo per la nascita di un altro cancro non si ricorda più di voi o di quello che è stata, penso sia l'agonia più grande, gli ho dato già troppa sofferenza non volevo procurarne altra, il preoccuparsi è un effetto collaterale del morire, ma non potevo farci niente lo sapevamo tutti quanti anche se non avessi due tumori destinati a espandersi sarei morta comunque e non avrei vissuto una vita normale, non si può vivere una vita normale se si è malati, è impossibile per quanto qualcuno ci possa provare. A pranzo provavano a sorridere, vedevo il dispiacere, la tristezza nei loro occhi, si stavano preparando alla mia assenza per sempre al vuoto che gli avrei lasciato, dovrei sentirmi a pezzi sapendo che i miei giorni ora sono davvero contati e che sono i miei ultimi momenti con i miei genitori, ma in realtà ero stranamente felice. Era da sempre che mi preparavo a questo momento io non pensavo neanche di arrivare a 17 anni perciò tutto sommato è andata bene, ora considerando il tutto avrei avuto ancora circa una o due settimane buone se tutto va bene un mese, ma è una previsione molto positiva, e poi avrei iniziato a perdere colpi a dimenticarmi di chiunque e a cambiare umore, non volevo far star male così i miei genitori ma non potevo fare niente per evitarlo. Potevo solo passare dei giorni con loro come una normale famiglia, potevamo andare a fare alcune gite e mangiare ai fast food; non mi andava di riposare così andai in camera mia è quello stesso giorno decisi di fare qualcosa per i miei genitori in modo che potessero ricordarmi. Per sempre. Finché loro vivranno.

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Capitolo 6
*** L'avventura ***


Ci ho pensato bene, le persone possono ferirti volontariamente e involontariamente. Augustus lo ha fatto involontariamente, ma questo non cambia il mio dolore, sapere che non mi ha lacerato e rotto completamente il cuore in mille pezzi che non sono in grado di ricongiungere, volontariamente non mi aiuta neanche un po'. Ricapitolando il tutto, ho un cancro terminale ai polmoni, un cancro in espansione al cervello e un cuore letteralmente logorato dal dolore, beh non è poi una così bella vita. Adesso so che il mondo non è un ufficio esaurimento desideri perché un desiderio è qualcosa che ci far stare bene che sognamo e amiamo e chiedere un desiderio al mondo è facile ma che il mondo lo realizzi è molto difficile perché sostanzialmente il mondo non ci vuole felici, ci guarda distruggerlo e ci guarda morire, l'unica cosa che dà sollievo al mondo e la morte di qualcuno e se il mio desiderio fosse proprio questo ?!? Cosa ne penserebbe il mondo se il mio desiderio fosse morire ?! Lo esaudirebbe ? Non lo so, staremo a vedere, perché il mio desiderio lo espresso e voglio che la signora con la falce bussi alla porta di camera mia e mi inviti a seguirla cosa che io farò volentieri. Me la immagino la morte, quella che tutti noi proviamo a rimandare, e tutte le volte che le sfuggiamo ci sentiamo invincibili, ma la cosa che non capiamo è che non siamo destinati al "per sempre" non siamo destinati all'eternità e ogni volta che sfuggiamo alla morte e ci sembra di aver vinto la guerra sbagliamo. Abbiamo vinto una battaglia se così si può dire ma la guerra verrà sempre vinta da lei perché moriremo tutti e mi dispiace mettere le persone di fronte alla triste, cruda e inevitabile realtà della morte ma è così e non c'è niente che possiamo fare per evitarlo l'unico consiglio spassionato è quello di non pensarci perché farlo non comporterebbe niente apparte sprecare il nostro tempo; e non avendo molto tempo, perché nessuno di noi ne ha abbastanza, io non lo sprecherei a pensare all'ingiustizia della vita, perché niente è giusto e niente cambierà mai. Sapete se dovessi rappresentare la vita io la rappresenterei come un cerchio. Tutto si ripete all'infinito, il monotono infinito. Tutti gli errori fatti sono stati ripetuti e lo stiamo facendo anche noi in questo momento, dal principio sono stati commessi errori che noi ripetiamo ancora perché siamo umani e sviluppo o no la nostra testa ha sempre quel che di primitivo e statico che non ci permette di evolvere davvero. Tutto muore è il ciclo della vita, ma niente muore davvero, può sembrare una contraddizione, ma no lo è. Noi moriamo, la nostra terra morirà il sole si spegnerà come ogni stella; ma dopo qualche miliardo di anni un altra potente stella come il sole nascerà come anche un altro mondo che darà condizioni favorevoli a una vita e quindi il ciclo sarà ripreso. Vediamola così siamo solo un granello di sabbia insignificante ma rilevante allo stesso tempo, ci sarà la nostra fine, ma non quella della vita stessa perché non sarebbe vita altrimenti, perciò è per questo che non mi preoccupo di morire perché la mia morte è relativamente insignificante come quella di tutti noi e mi dispiace che molti non riescano ad accettarlo ma è così. Tra miliardi di anni si chiederanno se ci fosse stata una vita prima della loro e non sapranno dare una risposta come noi non sappiamo cosa c'è stato prima, perché non lo sappiamo nonostante tutto, non sappiamo cos'è la morte, non sappiamo nulla ed è per questo che vedo la morte come una nuova grande avventura da scoprire. E spero di poterlo fare molto presto.

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Capitolo 7
*** Morire già morti ***


Quando ho iniziato a scrivere questo diario, l'ho fatto per me, per ricordare e non perdere Augustus Waters; ma adesso lo sto scrivendo anche ricordare me, per i miei genitori, che potranno leggere ciò che ho scritto una volta finita la mia vita. Facendo il resoconto delle ultime 17 ore, ho visto Augustus circa 19 volte, non sembra molto nel corso di 17 ore, ma lo è se hai un dialogo con ciò che vedi e che non c'è, sto morendo, in realtà non mi preoccupo; è come quando si piange perché ci è morto il gatto o il cane, si piange perché è una cosa che dobbiamo affrontare e non si vede l'ora che questo dolore passi. Io aspetto di morire, e vorrei sapere quando sto per morire seriamente, nel senso che sto respirando l'ultimo minuto della mia vita, perché voglio essere preparata e godermi quell'attimo prima di scomparire dal mondo. Una persona che scompare dal mondo così da un momento all'altro un minuto prima c'è è quello dopo non c'è più, non è più viva, non è più nel mondo, perché è morta e questo l'ho sempre visto come un trucco di magia; la morte può essere veloce o lenta ma la costante è la tua scomparsa dal mondo, è come quando il mago prende qualcuno tra il pubblico e lo mette nella scatola, c'è lo vedi, è un minuto dopo non c'è più come se non fosse mai esistito, c'è il trucco ovviamente, quindi cosa ci fa credere che non ci sia un trucco anche nel morire?. Nessuno. Solo che nessuno ci ha mai pensato, le persone sono vigliacche, non vogliono mai pensare a cose che gli farebbero scoprire nuovi lati di se stessi che gli farebbero provare emozioni mai provate, perché si ha una paura costante di vivere. È così le persone hanno paura di vivere, pochi sono davvero vivi, alcuni sono morti e moriranno già morti perché avevano paura fa uscire dal loro guscio e di vivere e queste persone si ritroveranno sul letto di morte e o rimpiangeranno una vita non vissuta capendo di aver fallito, quindi andranno incontro a emozioni che lo faranno morire vivo; o seguiranno la strada peggiore e moriranno nell'ignoranza, non sapendo mai cosa si sono sono persi e morendo non essendo consapevoli di non aver vissuto. Tutte le emozioni vanno sentite, la gente pensa che la tristezza sia una cosa da reprimere, da uccidere, ma non è così, è un emozione ed è questo che ci rende umani, vivere le emozioni; perché che vi piaccia o no la tristezza, l'angoscia, la rabbia vi fanno vivere; si vive una volta sola e mai più, perciò ritengo che non si può sprecare ci ho che si ha, perché non ci ricordiamo che quello che abbiamo finirà per sempre e che non ci possiamo permettere di non vivere. Ma questo è solo un effetto collaterale. Perché nessuno riflette sul significato del per sempre e in funzione di questo non vivono. Io l'ho capito grazie ad Augustus Waters, lui mi ha insegnato questo. Perciò vi prego di non sprecare la vostra vita è di non morire già morti, se vi va di fare qualcosa non pensare troppo agli effetti collaterali, ma fatela e basta. Non so a chi esattamente stia parlando, probabilmente è il cancro; ma adesso mi nonostante stia morendo mi sento più viva che mai.

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