Youth

di ChibiNekoChan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Shadows settle on the place that you left ***
Capitolo 2: *** Our minds are troubled by the emptiness ***



Capitolo 1
*** Shadows settle on the place that you left ***


"AHAHAH... credevi davvero di poterla salvare, Pine Tree? La vittoria è sempre stata mia fin dall'inizio. Sei solo un illuso." Il sorriso sul volto di Mabel era inumano, il suo sguardo senza pietà, divertito.

"Mabel... no, Bill." Dipper non sapeva come reagire, si sentiva impotente di fronte a quella situazione "Bill... esci subito da quel corpo... Mabel non ti appartiene... vattene!" Gridò il castano con tutto il fiato che aveva nei polmoni. Strinse i pugni e digrignò i denti, riuscendo a malapena a trattenere le lacrime, nonostante gli occhi già gli bruciassero.

"Povero porevo ragazzino. I tuoi vani tentativi sono esilaranti. Ormai questo è il mio corpo." Commentò Mabel, osservandosi le mani "Ora devo solo... sfruttare la situazione a mio vantaggio." Sorrise malignamente.

"C-Che intendi?" Dipper indietreggiò, non si sentiva personalmente in pericolo ma la paura fu più forte.

"Con questo corpo ogni singolo individuo della mia ruota sarà costretto a darmi ascolto. Ma cosa te lo racconto a fare? Sei solo un moscerino che mi intralcia. Dovrei soltanto liberarmi di te." Osservò, abbozzando qualche passo in avanti, mentre il pavimento di legno scricchiolava sotto i suoi piedi "Che fortuna, siamo in cucina." Le sue labbra si incurvarono maliziosamente mentre era occupata a posare lo sguardo sui vari arnesi da cucina, come coltelli o forchette.
Con un rapido scatto felino balzò alla sua destra ed afferrò il coltello dalla lama più affilata che vide. Nell'atto di brandirlo si ferì al braccio, ma sembrò non farci caso. Delle goccie di sangue cominciarono a colare sul pavimento, macchiandolo.

"Cercherò di non farti troppo male, Pine Tree." Ghignò Mabel, avanzando lentamente, impugnando fermamente l'arma nonostante la ferita.

Dipper sussultò e indietreggiò ulteriormente. Osservò con orrore il sangue gocciolare dalla  ferita della sorella e sentì un senso di nausea nascergli appena sopra lo stomaco.
Presto la sua schiena si schiantò contro il muro, ed a quel punto l'unica opzione che Dipper vide fu accovacciarsi, evitando in questo modo anche un attacco scagliato da Mabel, che si concluse con la lama incastrata al muro.

"Dannazione! Maledetto!" Urlò Mabel, o per meglio dire, Bill nel corpo di Mabel, agitandosi e tentando di riprendersi il coltello con forti strattoni.

Dipper, sempre accovacciato a terra, cercò di allontanarsi verso sinistra, nel tentativo di sfuggirle, ma fu inutile. Mabel aveva deciso di cambiare piano e buttarsi direttamente contro di lui, seppur disarmata.

"Ah!" Il castano schivò per pura fortuna, ruzzolando verso l'angolo della stanza, dove sbattè la testa contro il suo zaino. 'E se... si, non ho altra scelta...' pensò.

Frettolosamente afferrò lo zaino con poca cura e cominciò a rovistarci dentro, presto mise le mani sulla pistola per dimenticare le cose che apparteneva in precedenza alla società del Blind Eye e che egli aveva portato con sé.
La impugnò e la puntò contro Mabel, le sue mani tremavano "Non un altro passo." Intimò.
Mabel lo osservò per qualche istante, poi scoppiò a ridere.

"Che hai da ridere?!" Esitò Dipper.

"Non oseresti."

"H-Huh?"

"Non faresti mai una cosa del genere a tua sorella, sei troppo debole." Sogghignò.

Riprese ad avanzare.
Il castano si rialzò in piedi, traballando per qualche secondo, ma tornò in fretta stabile.
Continuava a puntare quell'arma dritta alla testa di Mabel.

In un istante la sorella balzò verso Dipper per sferrare un attacco. Il ragazzo sobbalzò così intensamente da non riuscire a controllare la sua reazione, in un istante, prima che lei potesse atterrate su di lui, strinse la presa e premette il grilletto. Era stato un'istinto più che un'intenzione, ma ormai era troppo tardi.
Mabel emise un urlò agghiacciante e successivamente cadde a terra svenuta.
Dipper cadde sulle sue gambe dallo shock e dalla stanchezza, ansimando.
Il sudore cadeva a goccioloni dalla sua fronte. Ad un tratto un pensiero terribile lo colse.

"Spero solo che... beh, in teoria, dovrei aver sconfitto Bill, ma... che ne sarà dei ricordi di Mabel... ?" Si chiese.

Prima che potesse farci caso, lacrime cominciarono a riempirgli gli occhi e carezzargli le guance, traboccando, rendendo sempre più difficile mantenere il controllo. Strinse i pugni e puntò lo sguardo fisso al pavimento. Poi lo spostò vesto il volto calmo e inerte di Mabel. 


 

- Angolo Autrice -
Hey! Chi non muore si rivede, già.
Ed infatti rieccomi qui con ben un'altra fanfiction
su Gravity Falls! Questa sarà... decisamente più triste.
Un po' cliché forse, ma che vogliamo farci.
Spero che l'idea di base vi piaccia,
tenterò di fare del mio meglio per condirla
con particolari e twists interessanti (ma non garantisco)!
Se vi va supportate lasciando una recensione,
buon proseguimento di giornata!
Byebye!

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Capitolo 2
*** Our minds are troubled by the emptiness ***


L’evento si ripeteva nella mente di Dipper come un disco rotto, lui intento a sistemare la sorella sul letto, a non farsi vedere da nessuno, a mantenere il controllo.

E’ colpa mia, si ripete, se le succede qualcosa, è solo colpa mia.

Sistemò ogni cosa con cura e poi stette, immobile, a vegliare sulla sorella.
Osservava con apparente calma ogni singola parte del corpo disteso, nella speranza di un minimo movimento, il sole che entrava dalla finestra le incorniciava il volto.
Improvvisamente le dita affusolate della ragazza strinsero le lenzuola su cui erano appoggiate, le palpebre stanche si sforzarono ad aprirsi

Mabel!” esclamò preoccupato Dipper “Mabel, stai bene… ?

La ragazza lo guardava, gli scrutava il volto, ma non accennava a parlare.

Mabel… ?” Dipper si tolse il cappello, si sistemò i ciuffi di capelli fuori dal suo campo visivo e si avvicinò col viso. Gli occhi della ragazza non sembravano trasparire alcuna emozione, solo confusione.
Poi alzò il braccio e con l’indice indicò suo fratello.
Non emise una singola parola, non ci provò neanche.

I-Io?” balbettò Dipper.

Mabel annuì.
Il castano però sembrava non capire, e fu a quel punto che Mabel si sistemò sulle ginocchia e si avvicinò.

Mabel… ti ricordi di me?

La ragazza scosse la testa.
Fu come se un fulmine avesse colpito Dipper in testa, sentì il petto pesargli incredibilmente.
Cercò di mantenere la calma.

Il mio nome… è Dipper. Cioè, è un soprannome più che altro ma… chiamami Dipper. S-Sono tuo fratello.” Spiegò, stringendo i pugni. Ma dalla faccia che fece, si intuì che Mabel non aveva capito.

La ragazza si portò le mani ai capelli, percorrendoli.
Dopodiché, indicò sé stessa.

Tu… ti chiami Mabel.” sospirò “Riesci a parlare?

Mabel aprì la bocca, ma non uscì alcun suono. Mosse le labbra, boccheggiò, ma fu inutile.
Alla fine, scosse la testa.

Ok, Dipper, non ricorda nulla, nemmeno come parlare, pensò, sono nei guai. Sono… è colpa mia. E’ tutta solo colpa mia, devo fare qualcosa…

O-Ok Mabel, ti ricordi come si scrive?

Lei annuì.

Bene, mh… vado a prenderti qualcosa per scrivere allora.

Durante tutto il viaggio la sua mente vagò dal Prozio Stan a Wendy, dai suoi genitori a Soos, a Prozio Ford, si chiedeva come avrebbero reagito, si chiedeva come avrebbe potuto spiegare la situazione.
Stava per rientrare nella stanza dove si trovava Mabel quando sentì un urlo provenire da lì, si affrettò ad aprire la porta e trovò la sorella rannicchiata, che si teneva la testa. Emetteva dei lamenti, forse di dolore, Dipper non riusciva bene a distinguerli poiché erano ovattati.

Mabel!” Corse verso di lei e la abbracciò, senza neppure pensarci “Stai bene?!

Lei boccheggiò, poi strinse la presa sull’abbraccio. Dipper sentì distintamente delle calde lacrime bagnargli i vestiti. Cominciò a carezzarle i capelli con delicatezza.
Lei tremava.
Il castano non aveva idea di cosa fosse successo.
Una volta sciolto l’abbraccio, Dipper le diede un taccuino e una penna, e lei iniziò a scribacchiare.
La sua calligrafia era molto più disastrosa di quella che aveva prima dell’incidente, sembrava avesse difficoltà a tenere la penna fra le mani.

Non ricordo nulla.” scrisse soltanto.

Mabel, perché hai urlato?

Lei indicò la scritta. Il ragazzo si grattò la testa.

E… ?

Ricominciò a scrivere, stavolta con più forza, calcando, con rabbia quasi.

Non penso a niente. La mia testa è bianca, statica. E’ come se fossi nata ora. Ricordo solo un triangolo. E mi tormenta.

Un… triangolo?” ...Bill? pensò.

Se provo a pensare al passato, vedo solo un triangolo nero.” scrisse, dopodiché posò il taccuino da parte e si strinse alle ginocchia. I suoi occhi erano lucidi.

Le tavole di legno scricchiolavano sotto i piedi tremanti di Dipper, che sentì i suoi occhi bruciare.

E’ colpa tua, tutta colpa tua, non lo capisci?

Tirò su col naso.

Niente di ciò che avete fatto insieme ha più importanza, sei solo un estraneo.

Il rumore attirò l’attenzione di Mabel.

Se mai si ricordasse di te, difficilmente ti perdonerebbe.

Goccioloni di lacrime decorarono le ciglia di Dipper.

Non dovevi premere quel grilletto.

Non dovevi premere quel grilletto.

Bill ha ottenuto quello che voleva.

Non dovevi premere quel grilletto.

Ora non hai più una sorella.

E’ colpa tua.

Solo colpa tua.

Tutta colpa tua.

Le gambe del ragazzo cedettero, facendolo cadere per terra, le lacrime gli offuscavano la vista, il naso ormai chiuso lo soffocava, la sua mente lo torturava.
Strinse così tanto i pugni da farsi male.
Come per punirsi.
Come per curarsi.
Lo sguardo confuso ma preoccupato della sorella era come una pugnalata.

S-Scusami..." mugugnò, cercando di asciugarsi le lacrime col dorso della mano.

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