Winter.

di peetarms
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Marry. ***
Capitolo 2: *** Say Goodbye. ***
Capitolo 3: *** The call. ***
Capitolo 4: *** All of the stars ***
Capitolo 5: *** Here's to never growing up ***
Capitolo 6: *** Beating Heart. ***
Capitolo 7: *** State of grace ***
Capitolo 8: *** Only Girl ***
Capitolo 9: *** Angel With A Shotgun ***
Capitolo 10: *** Problem ***
Capitolo 11: *** I love you like a song. ***
Capitolo 12: *** Closer to the edge. ***
Capitolo 13: *** Both of us ***
Capitolo 14: *** Grandma. ***
Capitolo 15: *** Birthday pt.1 ***
Capitolo 16: *** Birthday pt.2 ***
Capitolo 17: *** On top of the world. ***
Capitolo 18: *** Guts over fear ***
Capitolo 19: *** Ordinary love ***
Capitolo 20: *** A drop in the ocean. ***
Capitolo 21: *** Say something. ***
Capitolo 22: *** What you wanted. ***
Capitolo 23: *** Bad Blood. ***
Capitolo 24: *** Fire n Gold. ***
Capitolo 25: *** Nothing left to say ***
Capitolo 26: *** Love me like you do. ***
Capitolo 27: *** Runaway ***
Capitolo 28: *** Sugar. ***
Capitolo 29: *** Superheroes. ***
Capitolo 30: *** Broken ones. ***



Capitolo 1
*** Marry. ***


 

Lucky ones are we all til it is over

Everyone near and far

When you smile the sun it peaks through the clouds

Never die for always be around and around and around

– Marry Song, Band of Horses 









 

Mi trovo davanti allo specchio da venti minuti. Fisso il vestito che mi hanno costretto ad indossare, è troppo stretto per i miei standard e le mie curve sono in mostra e odio terribilmente questa cosa. Sospiro e sistemo il vestito color azzurro caraibico con una fascia sotto al seno nera, spazzolo per l'ennesima volta i capelli biondi e stacco il carica batteria dalla presa del bagno, dopo di che sblocco il mio i-phone, nessun nuovo messaggio ma una chiamata persa. Mia mamma. Sbuffo e non la richiamo, sarà talmente euforica per il matrimonio che avrà fatto partire la chiamata per sbaglio.

Appoggio il mio i-phone nero di fianco al lavandino e torno a fissarmi nello specchio. Sospiro mentre applico la matita nera all'interno degli occhi azzurri troppo chiari negli ultimi due anni e mezzo. Una volta completata l'operazione il mio telefono suona. Mia mamma, di nuovo. Lo lascio suonare e mi concentro sui miei capelli biondi lisci che arrivano sotto al seno.

«Winter sei pronta?» la voce di mia zia mi risveglia dai miei pensieri.

«In quale senso?» mi guardo per l'ultima volta allo specchio prima di uscire dal bagno.

«Sei stupenda Win» mi sorride.

«Si certo» rispondo mentre prendo la felpa nera sopra alla scrivania e la indosso.

«Winter» la sua voce si alza di un decimo, mi volto verso di lei.

«No, non sono pronta e sto morendo di freddo con questo vestito» rispondo mentre fisso i tacchi neri di fianco alla porta «Sul serio li devo mettere?»

«Si, non puoi venire al matrimonio di tua madre con jeans, felpa e converse o vans» si avvicina a me cingendomi le spalle «Sei la damigella d'onore Win» sorride debolmente.

«Come se mi importasse» mi allontano da lei e prendo quei maledetti tacchi «Non vedo l'ora che questa giornata finisca» sospiro e mi stringo nella felpa mio papà.

«Dovresti essere un po' felice per tua mamma» mi rimprovera lei.

«Ovvio che parli così, sei sua sorella» sbuffo sonoramente prima di rientrare in bagno per prendere il mio cellulare.

«Non è così, so che ti manca tuo padre» mi segue.

«Stai zitta, non lo nominare, non in questo giorno» mi stringo di nuovo nella sua felpa.

«Winter» mi richiama lei sospirando «So che fa male vedere tua mamma con un altro uomo dopo-»l a stoppo per continuare io.

«Dopo solo due maledettissimi anni e mezzo» urlo «E non ho il diritto di essere arrabbiata, delusa, triste? Non ho fatto nulla, ho solo accettato questa situazione anche se la odio. La odio, lo vedrò in giro per casa tutti i giorni e cosa peggiore ci dobbiamo trasferire dal Kentucky a Los Angeles» urlo con tutta la rabbia che ho in corpo «E poi, oggi devo indossare questo diavolo di vestito che odio visto che è troppo stretto e questi trampoli. Ma soprattutto devo fare finta di essere felice per mia madre che si lega di nuovo ad un altro uomo che non è mio padre. Non hai idea di come mi senta o di quello che sto provando in questo preciso istante» le mie parole sono fredde come il ghiaccio e dirette, mentre la guardo dritta negli occhi e lei fa lo stesso.

«I tuoi occhi, Winter» si porta una mano alla bocca.

«Cosa? Sono vuoti, sono quasi bianchi? Sono così da esattamente due anni e mezzo» prendo in mano l'iphone e esco dal bagno. Guardo l'orologio sopra la scrivania e noto che sono le 2.30pm.

«Dobbiamo andare» mi dice lei. Fra mezz'ora mia madre si sposerà e dopo domani lasceremo il Kentucky e ci trasferiremo nella caotica Los Angeles.

«Lo so» rispondo acidamente mentre tolgo contro voglia la felpa di mio padre, indossando il giubbotto che mia zia e mia madre mi hanno fatto comprare contro la mia volontà giorni prima per il matrimonio.

«Mentre finisci di prendere le cose che ti servono io vado giù» dice uscendo dalla stanza.

Mi lascio andare in un sospiro appena esce mentre mi avvicino alla finestra e scosto la tenda. Guardo il bosco di fianco alla casa e per un momento sorrido pensando alle giornate passate al suo interno con mio papà. La costruzione della casetta sull'albero e tutte le partite di paintball, sorrido fin quando non mi volto nella stanza e questo sparisce dalle mie labbra. Prendo la borsa da sopra il divanetto per metterci al suo interno: la felpa di mio papà e le vans nere, il libro e le cuffiette dell'iphone, le sigarette con l'accendino. Finito di aver preso tutto quello che mi sarebbe servito fino al mattino successivo mi avvio verso la porta, percorro il corridoio e scendo le scale, piene di foto, Mie e di mio papà, la foto del matrimonio dei miei per ultima. Mi soffermo su quella e quando la voce di mia zia mi fa ritornare alla realtà la faccio cadere e il vetro della foto va in mille pezzi, come la promessa di amore di mia madre nei confronti di mio padre, lascio il quadro a terra ed esco dalla porta principale.

«Dove eri finita?» mia zia e le sue mille domande inutili.

«Da nessuna parte, dovevo fare una cosa» mi siedo nel sedile del passeggero.

«Okay, andiamo che siamo in ritardo» mette in moto la macchina e parte verso la chiesa dove 19 anni prima mia madre aveva giurato amore a mio padre.

La chiesa è piena di persone, amici e parenti dalla parte di mia mamma che mi fermano ogni due per tre per dirmi le solite cose: 'dio quanto sei cresciuta', 'ma che bella ragazza che ti sei fatta', 'e il fidanzatino ce l'hai?' le solite frasi scontate e patetiche che escono fuori dalla bocca delle persone che vedi una volta all'anno, se non una in un paio di anni. L'altra parte di persone non la conosco, sicuramente amici e parenti di George, il futuro marito di mia madre. Non mi voglio sedere vicino a mia zia, non ho voglia di fare la damigella d'onore, non ho voglia di entrare dopo tutte le altre damigelle e soprattutto non voglio stare qui a fingere di essere felice per mia madre.

«Winter è ora» la voce di mia zia mi richiama. Esco lentamente dalla chiesa ed una volta arrivata da lei trovo tutte le altre damigelle, mia zia e le tre migliori amiche di mia madre. Le saluto con un cenno del capo e liquido il discorso del mio vestito, che secondo loro mi sta bene ma che io odio e non vedo l'ora di togliermi. Quando mi volto nuovamente trovo mia madre con un vestito color avorio che le sta benissimo, cerco di sembrare felice ma quello che provo è solo odio, lei mi sorride ma io non ricambio. Prendo il piccolo bouquet che mi porge mia zia, lo studio mentre le damigelle si mettono in fila, è piccolo, composto da rose bianche e al centro una rosa rossa, il fiore preferito di mia mamma, io invece lo detesto. Sospiro mentre vedo mia zia entrare e ciò significa che la prossima ad entrare sono io. Cerco di rimanere calma, odio passare in mezzo a tante persone e ora devo farlo, passare in mezzo a più di 150 persone. Faccio un passo e ne faccio un altro, cammino fino all'altare tenendo a mente che prima arrivo prima mia madre entra e prima questa cerimonia finisce e potrò nascondermi in qualche parte a leggere il mio libro con indosso le mie vans e la felpa di mio papà.

Pochi secondi dopo il mio arrivo all'altare le porte della chiesa si aprono e tutti si alzano in piedi, io distolgo lo sguardo concentrandomi sui dipinti della chiesa. Quando riporto i miei occhi sulla cerimonia mio zio lascia un bacio sulla guancia a mia madre prima di lasciarla alla mano di George, un senso di nausea mi colpisce e la voglia di scappare è tanta. Cerco di non pensarci e mi rinchiudo dentro ad un pensiero; le parole del sacerdote mi arrivano lontane e mi riprendo solamente quando mia zia mi dà una spinta, la fulmino con lo sguardo e sento quella fatidiche parole.

«Vuoi tu Christine Jones prendere come tuo sposo George Parker?» una morsa allo stomaco mi colpisce improvvisamente.

«Si lo voglio» la voce di mia madre, sorride è felice, mentre io dentro muoio.

«Allora vi dichiaro marito e moglie, puoi baciare la sposa» il sacerdote sorride mentre io mi volto per non vedere la scena che mi avrebbe fatta crollare ancora di più.

Gli applausi e i fischi mi fanno intuire che il momento del bacio è finito e mia madre e George stanno uscendo, mia zia mi fa segno di uscire con lei e con le altre damigelle ma io scuoto la testa e lei sospira debolmente.

Aspetto che tutti gli invitati siano usciti e li lascio al loro lancio del riso. Mi siedo su una panca e dopo una ventina di minuti decido di uscire e per mia grande fortuna non trovo più nessuno. Vado nella stanza dove mia zia mi aveva fatto lasciare la borsa e prendo l'iphone, la prima cosa che guardo è l'orario, le 5.12 pm. Prendo la borsa dopo aver messo il giubbotto, esco e trovo mio cugino ad aspettarmi vicino alla sua moto.

«Winter» mi sorride lui.

«Ehi» sospiro «Devo proprio venire al ricevimento?»

«Win, starai con me e Jessica» il nome della sua ragazza mi fa venire il nervoso.

«No grazie. Ho portato il libro, troverò un posto lontano da tutti per leggere in pace» sfoggio uno dei miei migliori sorrisi finti.

«Come vuoi» prende le mie mani mani e mi tira verso di lui così da potermi abbracciare. «Comunque sei davvero bella con questo vestito» mi scocca un bacio sulla fronte e mi porge il casco «Un giro?» mi sorride.

Il mio sorriso spunta. Amo andare in moto, mi sento libera e leggera. Accetto il casco e lo indosso. Salgo sulla moto dopo che mio cugino ha acceso il motore e mi tengo stretta a lui.

«Non andare piano, sai che amo la velocità» gli dico da dietro il casco. Partiamo a tutta velocità per le strade di Island, mi perdo nella velocità e a guardare le strade. So che tutto questo mi mancherà terribilmente. Una ventina di minuti dopo arriviamo nel luogo del ricevimento.

«Siamo arrivati» esulta mio cugino spegnendo la moto, faccio fatica a scendere dalla moto a causa del vestito. Appena scesa me lo sistemo dopo aver tolto il casco ridandoglielo.

«Grazie Luke» sistemo alla meglio i capelli ormai tornati mossi a causa dell'umidità.

«Scompari di già o ti fai vedere un po'?'» mi chiede lui mettendo le chiavi nella tasca del giubbotto

«Fra poco comincerà la cena sto qui un po' e poi mi dileguo appena cominciano a bere» alzo le spalle camminando verso l'entrata.

«Winter» mi richiama mio cugino.

«Si?» mi volto verso di lui.

«No nulla, è solo che non riesco a vederti in questo stato» mi affianca mentre superiamo l'entrata principale.

«Sto bene Luke» mi alzo in punta di piedi e gli lascio un bacio sulla guancia. Lui mi cinge i fianchi con le braccia e mi solleva abbracciandomi, quando tocco terra noto che la sua ragazza ci sta guardando.

«Winter» sento il mio nome per la milionesima volta durante questa giornata.

«Ciao Jessica, ci vediamo dopo Luke, ti lascio a lei» mi allontano dai due. Adoro mio cugino ma non sopporto la sua ragazza, si merita molto di più. Noto da lontano mia zia e mi avvicino a lei.

«Tutto bene?» mi chiede appena mi sono tolta il giubbotto.

«Si tutto bene» mento sedendomi nel tavolo riservato a mia mamma, George ed hai parenti più stretti. Mi perdo a guardare tutti gli invitati nei tavoli di fronte.

Dopo due ore passate a giocare a Candy Crush, aver sorriso a centinaia di persone, all'essermi sforzata di mangiare l'antipasto e la prima portata metà della gente è già sulla via della sbronza, in momenti come questo ringrazio l'effetto dell'alcool. Dopo essermi assicurata che mia zia sia abbastanza brilla prendo la borsa della sedia ed esco dal salone del ricevimento dove la mia testa ringrazia per il volume del dj troppo alto. La prima cosa che faccio è togliermi i tacchi ed infilarmi le vans per poi indossare la felpa di mio papà, fatto il tutto esco e l'aria di fine febbraio mi pizzica la pelle avendo solo indosso la felpa di mio papà.

Arrivo vicino alla moto di mio cugino e prendo il pacchetto di sigarette e l'accendino, dopo aver acceso la sigaretta mi guardo intorno alla ricerca di un posto che sia abbastanza lontano ma illuminato per perdermi nel mondo della lettura. Dopo cinque minuti di camminata lo trovo, una piccola panchina vicino ad un lampione, appoggio la borsa a terra e appena ho finito di fumare estraggo il libro per perdermi nelle pagine in pochissimo tempo.

«Catching Fire?» una voce mi fa uscire dal meraviglioso mondo della lettura facendomi tornare alla realtà.

«Si, di Suzanne Collins, lo sto rileggendo per la milionesima volta, lo hai letto?» non alzo lo sguardo dal libro quindi non vedo da chi proviene la voce.

«Posso sedermi vicino a te?» chiede il ragazzo.

«Solo se mi rispondi» controbatto mentre finisco di leggere la pagina.

«Facciamo che se mi siedo ti rispondo» la sua voce è divertita.

«Okay» alzo le spalle mentre cerco il segna libro nella borsa. Sento che si è seduto vicino a me dal calore del suo corpo di fianco al mio ormai freddo per le ore passate a leggere fuori «Allora, mi rispondi?» finalmente trovo quello che stavo cercando.

«Certo che l'ho letto, l'ho anche interpretato, piacere Josh Hutcherson» mi risponde tranquillamente.

Mi alzo di scatto e mi accerto che non stia scherzando, ma è vero, è di fianco a me, stiamo parlando, lui che ha interpretato Peeta Mellark, lui che è il mio attore preferito sin da quando sono bambina, non riesco a trattenere lo stupore e mi lascio andare in un sorriso sincero e lui sorride anche e poi aggiunge «E tu invece sei Winter no?»

«Come fai a saperlo?» infilo il libro nella borsa.

«Beh, è semplice, ti ho vista prima in chiesa, hai indosso il vestito delle damigelle ed hai la fascia nera quindi ho intuito che fossi la damigella d'onore» dice lui guardandomi e io alzo un sopracciglio e lui scoppia a ridere «No, scherzo, prima mio zio mi ha parlato di te e mi voleva indicare chi eri ma nella sala del ricevimento ma non c'eri più» mi risponde dopo aver smesso di ridere.

«Sentiamo chi sarebbe tuo zio?» mi sto sorprendendo di quanto io sia tranquilla. Sto parlando con la persona che ammiro di più da quando ho 7 anni.

«Te lo dico solo se tu mi dici perché sei qui fuori a leggere invece che al ricevimento del matrimonio di tua madre» accavalla le gambe come è solito fare durante le interviste

«Certo che pretendi ragazzo» rido «Comunque no, stavolta non te lo dico fin che non mi dici chi è tuo zio» mi stringo nella felpa che ho indosso.

«Anche tu pretendi ragazza» sorride «Comunque mio zio è il fratello di George, il marito di tua madre» alza le spalle e mi guarda «Ora tocca te» mi tocca la spalla con il dito.

«Tanti motivi. Ci vorrebbe una vita per dirli tutti» dico semplicemente mentre alzo le spalle.

«Ho tempo Winter» mi guarda e io lo guardo «Comunque se non me li vuoi dire tutti dimmene almeno tre e non te li inventare, non vado a dirlo ai quattro venti» mi rassicura con il suo sorriso.

«Solo tre» gli punto il dito contro.

«Promesso» porta la mano all'altezza del cuore mentre mi sorride.

«Primo motivo: odio questo matrimonio. Secondo motivo: odio i ricevimenti e terzo motivo: non mi piace stare in mezzo a tante persone e questo è uno di quei casi, ci saranno più di 150 persone là dentro» rispondo guardando l'albero di fronte a me.

«Perché odi questo matrimonio?» chiede lui dopo qualche secondo di silenzio.

«Ah, Hutch hai detto solo che dovevo dirti tre motivi» mi volto verso di lui e lo trovo con la bocca aperta «Che c'è?»

«Mi hai chiamato Hutch tu sei, tu sei un-» sta sorridendo.

«Si un Hutcher. Lo sono da quando ho 7 anni» rispondo tranquillamente.

«Non hai né urlato, né saltato, né corso urlando il mio nome a tutto il mondo» ride.

«Che c'è Josh non ti piacciono le fans che si comportano in quel modo?» alzo un sopracciglio.

«Io amo tutte le mie fans, dalla prima all'ultima» marca la parola tutte «Solo che non pensavo fossi un Hutcher dalla tua reazione» alza le spalle.

«Ma non hai visto la mia faccia da ebete quando hai detto il tuo nome?» gli chiedo mentre passo le mani sulle maniche della felpa per riscaldarmi.

«In realtà era un sorriso stupendo Winter» si alza «Stai congelando, rientriamo dai» mi porge la mano.

«No, se tu vuoi entra io non entro» porto le ginocchia al petto e lui scuote la testa.

«Allora camminiamo per il parco, almeno ci riscaldiamo entrambi» mi porgei di nuovo la mano sorridendo.

«Okay questo lo accetto» afferro la sua mano, calda e forte, mentre la mia fredda e insicura.

«Sei completamente congelata Winter» mette sopra la mia mano anche l'altra così da potermenla riscaldare «Da quanto sei qui fuori?»

«Che ore sono?» lo guardo, lui tira fuori il suo iphone e mi fa vedere l'orario. Le 10.34pm.

«Sono qui fuori dalle 7.30 pm più o meno» prendo la borsa e metto l'accendino nella borsa.

«Fumi?» mi chiede mentre cominciamo a camminare.

«Si» alzo le spalle «Da due anni e mezzo» sospiro mentre cammino di fianco di Josh.

Camminiamo per un paio di minuti fin quando vedo mio cugino e la sua ragazza nella direzione dove stiamo andando noi, mi volto verso Josh e lui mi guarda.

«Che c'è?» chiede allarmato.

«Non voglio vedere l'oca della ragazza di mio cugino, cambiamo direzione?» lo guardo «Andiamo verso il laghetto?» chiedo dopo essermi alzata in un punta di piedi ed aver notato il laghetto a un paio di centinaia di metri da noi.

«Come fai a sapere che c'è un laghetto?» mi chiede sorpreso.

«Mia mamma mi ha costretto a venire con lei in tutti i posti per aiutarla a decidere dove tenere il ricevimento» rispondo mentre cammino nella parte opposta e Josh mi segue.

«Giusto, non ci avevo pensato»

«Come mai non sopporti la ragazza di tuo cugino?» mi chiede Josh dopo essermi messa comoda sulla panchina.

«È un'oca. Crede che sia la regina del mondo e vuole sempre regali, passa la sua vita a fare shopping invece di concentrarsi sul college» rispondo sinceramente.

«Ti danno sui nervi le persone che si comportano da reginette e chi vuole essere al centro dell'attenzione quindi» Josh completa la frase per me.

«Esatto. Io non capisco cosa ci sia di bello ad essere sempre al centro dell'attenzione» passo le mani sulle spalle per scaldarmi «Chissà che caos la dentro, saranno tutti ubriachi» sospiro «Cambiamo discorso e camminiamo? Sto congelando davvero» mi alzo di nuovo. Josh annuisce sorridendomi, si cava il suo giubbotto e me lo porge.

«No, Josh scherzi? Dopo hai freddo tu» scuoto la testa.

«Winter prendilo, sul serio, starò bene» mi sorride tenendo ancora il braccio teso con il giubbotto stretto nella mano.

«Solo se smetti di chiamarmi Winter, chiamami Win» dico mentre allungo la mano per prendere il giubbotto.

«Affare fatto» mi sorride mentre il suo odore mi invade. Sorrido, quante volte ho sognato di sentire il suo odore ed ora sto indossando il giubbotto.

«Allora che ci fai in Kentucky, non dovresti essere sul set di Mockingjay?» gli sorrido.

'«Ci hanno dato una pausa e poi non hanno ancora particolarmente bisogno di me sul set» risponde tranquillamente.

«Vuoi dire che ancora non hai girato le scene di Peeta depistato?» mi fermo e lo guardo.

«No, ancora no» sorride.

«Ti avviso che ho sofferto a leggere quello che Capitol City ha fatto a Peeta, quindi vedi di recitare bene la parte del depistato» la mia voce e seria ma c'è un mezzo sorriso sul mio volto. Lui mi guarda preoccupato «Josh, scherzavo, reciterai alla perfezione come sempre» dico prima di riprendere a camminare.

«Mi hai fatto preoccupare» sento la sua risata.

«Scusa»

«Tranquilla» mi sorride «Che mi dici di te?»

«Di me? Non c'è nulla da dire» dico alzo le spalle.

«Di una persona c'è tanto da dire» sento il suo sguardo su di me.

«Di me no Hutch» mi volto verso di lui.

«No in realtà c'è qualcosa di cui parlare, solo che tu non ami parlare di te non è vero?» si ferma.

«Si, bravo» mi fermo anche io e lo guardo negli occhi. Mi perdo nei suoi occhi, ma poi mi riprendo «Ehi, ho sete, che ne dici di entrare, anche se non ne ho voglia»

« Possiamo prendere da bere e poi ci metterci nei divanetti all'entrata che ne dici?» Josh mi sorride mentre mi segue verso la strada che porta all'entrata.

«Ottima idea Hutcherson» lo guardo.

«Non è giusto, tu di me sai praticamente ogni cosa, mentre io non so niente di te»

«Ti dico solo il mio cognome» gli faccio la lingua e lui scoppia a ridere.

«Ecco, ora iniziamo a ragionare» dice ridendo mentre apre la porta dell'entrata principale.

«Piacere, Winter Davis» gli porgo la mano.

«Piacere, Josh Hutcherson» accetta la mia mano mentre sorride.

«Winter» una voce che conosco fin troppo bene mi chiama, lascio la mano di Josh e mi volto dove trovo il mio migliore amico.

«Matt» corro verso di lui e gli salto in braccio «Dio quanto mi sei mancato» lo stringo forte e mentre gli lascio migliaia di baci sulle guance.

«Te lo avevo detto che sarei venuto al matrimonio di tua madre per non lasciarti sola in questo giorno, scusa ma l'aereo era in ritardo, comunque anche tu mi sei mancata» mi fa girare e poi mi mette di nuovo a terra.

«Allora com'era Milano?» gli chiedo.

«Stupenda, avevi ragione» mi prende le mani.

«Lo so, vuoi che non sappia che l'Italia è stupenda, ci sono nata e sono per metà italiana» gli faccio la lingua.

«Come stai?» mi guarda.

«Bene» mente.

«Puoi usare le tue doti di recitazione con chiunque ma con me no, ti conosco troppo bene» mi tocca la guancia, alla parola recitazione mi giro e trovo Josh che ci guarda e gli sorrido.

«Matt vieni che ti presento una persona» lo prendo per mano e mi avvicino a Josh.

«Josh lui è Matt il mio migliore amico, Matt lui è Josh e sai chi è» guardo i due che si stringono la mano.

«Oh so bene chi sei, Win mi stressa dalla mattina alla sera su di te» dice il mio migliore amico prendendomi in giro e sento Josh ridere.

«Matt» lo fulmino con lo sguardo.

«Ma sei così carina quando fangirli o come cavolo si dice» in questo momento vorrei solo sotterrarmi e sento lo sguardo di Josh a dosso.

«No sul serio, ha bevuto, non sa quello che dice» cerco di non incrociare lo sguardo di Josh.

«Avanti Win, non c'è nulla di cui vergognarsi» risponde Josh tra una risata e l'altra con il mio migliore amico.

«No sul serio voi due non siete normali» li lascio a ridere sui divanetti dell'entrata mentre entro dentro il salone del ricevimento. Mi faccio spazio tra gli abitanti in pista da ballo e arrivo al bar dove ordino un Jack Daniel's alla coca- cola. Il barista me lo versa e lo bevo tutto di un sorso, ne chiedo un altro, ed un altro ancora.

«Vacci piano Win» la voce di mio cugino mi distoglie dalla traiettoria visiva del bicchiere con dentro il whiskey.

«Avanti Luke, non fare il noioso» mando giù l'ultimo sorso del terzo Jack Daniel's e decido di uscire da quella stanza prima di ritrovarmi o mia zia o ancora peggio mia mamma e George.

Esco dal salone dove trovo il mio migliore amico intento parlare con Josh come se fossero vecchi amici, appena mi vedono smettono di parlare e mi fissano.

«Che c'è? Potete parlare, ora esco a fumare» dico prendendo dalla borsa sul divanetto il pacchetto di Lucky Strike e l'accendino.

«Win' la voce del mio migliore mi fa voltare verso di lui

'Si?' dico guardandolo

«Josh mi aveva detto che avevi sete hai bevuto?» mi guarda.

«Si, tre Jack Daniel's alla coca – cola, ora se mi volete scusare esco a fumare» guardo prima il mio migliore amico e poi Josh.

Matt scuote la testa e Josh apre bocca ma poi la richiude. Decido di uscire prima che possano cominciare a parlare. Mi siedo sulla moto di mio cugino parcheggiata più o meno davanti all'entrata e accendo la sigaretta dopo averla tolta dal pacchetto. Dopo aver fatto il primo tiro prendo il telefono dalla tasca della felpa.

«Bello il tuo blocco schermo» la voce di Josh per poco non mi fa cadere dalla moto.

«Avanti, ammettiamolo che sei un gran figo» rido «Mi hai fatto morire» lo fulmino con lo sguardo.

«No perché sei qui che ti lamenti» mi sorride mentre faccio un altro tiro «Quella roba ti uccide Win» dice serio.

«Mai quanto la vita» sussurro ma lui ha sentito, l'ho capito dall'espressione curiosa sul suo volto «Comunque ti ho anche come sfondo» gli faccio vedere la schermata dell'iphone.

«Quando hai capito che ero il tuo idolo ed eri pazzamente innamorata di me?» mi chiede con voce divertita e sostenendo il mio sguardo.

«Credo a 10 anni, i tre anni precedenti eri solo un modello da seguire» alzo le spalle e guardandolo.

«Da quando hai 10 anni? Mettiamo che ora hai 17-18 anni, sono tanti» dice sorridendo.

«Come se non ti facesse piacere sentirlo Hutch» lo guardo dopo aver fatto l'ennesimo tiro.

«Hai ragione Win» risponde avvicinandosi alla moto ancora di più «È tua?» mi guarda negli occhi.

«No è di mio cugino'. Condividiamo la passione delle moto, mi sento libera su di loro e mi piace sfrecciare a tutta velocità» alzo le spalle.

«Non ci credo, è la stessa cosa per me» mi sorride per la milionesima volta in una sera.

Sorrido e mi perdo nel suo sguardo mentre nota tutti i particolari della moto di mio cugino. Risento il profumo del suo giubbotto e noto che lo sto ancora indossando.

«Ho ancora il tuo giubbotto» richiamo la sua attenzione.

«Ne hai più bisogno tu di me» mi guarda.

«Grazie» abbasso lo sguardo sulla punta delle mie scarpe.

«Di niente Winter. Allora, cosa succede ora? George si trasferisce qui in Kentucky?»

«Magari. Mi costringono ad andare a vivere a Los Angeles»

«Non ti piace Los Angeles?» Josh mi guarda

«Non è che non mi piaccia, solo che non voglio lasciare il Kentucky. Ho troppi ricordi qui» mi stringo nelle spalle.

«Facciamo che quando arrivi a Los Angeles ti faccio fare un giro?» mi propone lui sorridendo.

«Sul serio?» apro la bocca per la sorpresa «Nono»

«Winter dico sul serio, ho un po' di tempo libero ora» mi sorride.

«Vedremo» scendo dalla moto e guardo l'ora sul cellulare, l'1.12am.

«Winter dobbiamo andare» la voce di mia zia decisamente sbronza mi fa voltare.

«Devo andare Josh» lo guardo per un'ultima volta e poi mi incammino verso mia zia.

«Buonanotte Winter» dice lui.

«Notte Josh» mi volto verso di lui e lo trovo intento a sorridere, così ricambio il sorriso prima di aprire la portiera.

In macchina, l'unica cosa che sento sono solo le risate dei miei zii, mi infilo le cuffiette e mi perdo a guardare fuori. Mi ritrovo a pensare che sia un bene che mio zio non abbia bevuto.

«Winter» la voce di mio zio mi costringe a togliermi le cuffie.

«Che c'è?» metto in pausa la canzone.

«Tua mamma e George passano la notte a casa vostra, domani pomeriggio, anzi oggi pomeriggio farai le valigie visto che domani vi trasferite, poi una volta a Los Angeles loro due partiranno per il viaggio di nozze e tu rimarrai lì»

«Okay» rinfilo le cuffie e appoggio le ginocchia sul sedile davanti. Sbuffo sonoramente e solo in quel momento noto che ho ancora il giubbotto di Josh indosso ed il suo profumo sulla pelle, tiro ancora più su la cerniera del giubbotto beandomi dell'odore di Josh, cercando di non pensare a nient'altro. Ho incontrato la persona che ammiro di più da quando ho 7 anni, ed ancora non riesco a realizzare ciò che è successo.  











 



 POV AUTRICE:

Spero che il capitolo vi sia piaciuto. Non volevo mettere troppe cose nel primo capitolo.
Questa storia, mi è uscita così, stavo tornando da scuola ed ero in autobus e ascoltando una canzone mi è venuta in mente tutta la storia.
Spero di aggiornare presto e magari di trovare qualche recensione, sarebbe davvero stupendo, potete tranquillamente dirmi quello pensate del capitolo e potete anche magari non so criticare qualche cosa, così da migliorarmi.


A presto allora,

-peetarms.
 

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Capitolo 2
*** Say Goodbye. ***


I dont wanna say goodbye
But sometimes things just dont go as wed like
All i wanna do is cry
Say my farewells pack up and leave tonight
— Say Goodbye, Eminem








 


POV Winter Davis.
 

La luce mi sveglia. Metto la testa sotto il cuscino e cerco di riaddormentarmi di nuovo, ma dopo cinque minuti capisco che non mi riaddormenterò più. Scosto il cuscino dal viso e cerco di abituare i miei occhi alla luce che proviene dalla finestra, dopo di che mi alzo lentamente. Cerco di pensare a ciò che è successo e a quello che succederà. La notte precedente ho incontrato la persona che ammiro di più per la sua determinazione, per i suoi sogni, per tutto, ed è successo davvero perché il suo giubbotto è nella sedia della camera degli ospiti dove ho dormito stanotte, a casa dei miei zii. Mi alzo e il pavimento è caldo, ringrazio il fatto che i miei zii abbiano il riscaldamento a pavimento, cammino scalza fino alla porta ed esco, percorro tutto il corridoio fino alla camera di mio cugino.

«Giorno» mi siedo sul suo letto e lo guardo mentre si pettina i capelli.

«Buongiorno Win» si volta verso di me.

«Non sarà un buongiorno Luke» sbuffo «Mi dai una tua felpa e un paio dei tuoi pantaloni della tuta, mi sono dimenticata di prendere il cambio ieri» alzo le spalle.

«Jessica ha lasciato qui un paio di leggins o come diavolo si chiamano l'altra volta» dice finendo di pettinarsi.

«Non voglio i leggins della tua ragazza» ribatto acida.

«Win, o quelli o vai in giro con le gambe nude»

«Oh vai al diavolo Luke» apro il suo armadio dove prendo la felpa blu.

«Non la felpa blu» mi punta il dito contro.

«Fino a prova contraria te l'ho regalata io» lo zittisco.

«Tieni» dice prendendo da un cassetto i leggins della sua ragazza e porgendomeli. Li afferro sbuffando sonoramente mentre mi dirigo verso la porta «Prego Win» incrocia le braccia.

«Lo sai che non prego Luke» gli faccio la linguaccia prima di uscire da camera sua.

Ripercorro il corridoio e rientro nella stanza degli ospiti, una volta chiusa a chiave, mi tolgo quell'orrendo vestito e la felpa di mio papà rimanendo in intimo. Mi infilo i leggins di quell'oca della ragazza di mio cugino, poi la felpa e infine le vans. Lascio il vestito sul letto, non lo voglio più vedere in vita mia. Esco di nuovo dalla camera ed entro in bagno dopo essermi assicurata che al suo interno non ci fosse nessuno. Utilizzo il deodorante di mia zia e pettino i miei capelli biondi con la loro spazzola nera; decido di farmi la treccia laterale. Mi lavo la faccia e dopo di che esco dal bagno, scendo le scale che portano nella zona giorno dove trovo i miei zii in cucina che preparano la colazione.

«Giorno Win» la voce di mio zio è la prima che sento quando entro in cucina e mi scocca un bacio tra i capelli.

«Giorno tesoro» mia zia mi saluta con un sorriso dolce mentre cucina i i pancake.

«Giorno zii» dico prendendo la tazza dalla mensola che sarà da li a poco riempita di caffè, ci metto due zollette di zucchero. Mentre giro il contenuto con il cucchiaino che mio zio mi ha gentilmente passato mi viene un sorriso, in quanto collego le zollette di zucchero a Finnick, cioè a Hunger Games e quindi a Josh ed al nostro incontro la sera precedente. Ma i miei pensieri vengono interrotti dall'entrata di Luke in cucina.

«Win vuoi i pancake?» mio zio me li porge.

«No zio, non ho tanta fame» gli rispondo prendendo il piatto e passandolo a mio cugino, di sicuro lui non si fa problemi a farsi fuori cinque pancake con lo sciroppo d'acero.

«Win» la voce di mia zia mi fa voltare mentre bevo un sorso di caffè.

«Si?» rispondo dopo aver liberato la mia bocca dalla mia bevanda preferita.

«Prima mi ha chiamato mia madre» sospira «E mi ha detto che quando si sono svegliati stamattina hanno trovato la foto del matrimonio dei tuoi a terra rotta, ne sai qualcosa?» mi chiede guardandomi.

«Anche se fosse, qual è il suo problema? Ora è legata a un altro uomo» la mia voce è fredda, volto lo sguardo ritornando a bere il caffè.

«Winter» la voce di mio zio è dolce «So che ti manca tuo padre, manca a tutti ma-» lo stoppo

«Non dirmi, che lui rimarrà sempre nei nostri cuori, che mia madre ha diritto di rifarsi una vita e cazzate varie, perché tanto non mi fanno stare né meglio né mi fanno accettare questa situazione» stringo la tazza fra le mani e sputo fuori le parole con odio.

Mio cugino mi prende la mano stretta alla tazza «Non credi che dovresti dare almeno una possibilità a George, lui non vuole prendere il posto di tuo padre»

«Non capisci» lo guardo «Non capite. Non sapete com'è, non sapete cosa si prova a perdere il proprio padre e poi dopo due anni e mezzo avere un uomo in giro per casa, non lo potete sapere perché non lo avete provato, quindi finitela di farmi sempre discorsi che mi fanno solo odiare di più questa situazione» sbatto la tazza sul tavolo ed esco sotto gli occhi di mio cugino e di mia zia.

Salgo le scale intenta a prendere la borsa, il giubbotto di Josh e andarmene da qualche parte. Appena entro in camera indosso la felpa di mio papà e sopra anche il giubbotto di Josh. Il suo odore ancora una volta mi invade, faccio un debole sorriso prima di uscire dalla stanza.

«Io vado, ciao» esclamo dopo aver sceso le scale davanti alla porta d'ingresso.

«Winter» mia zia si precipita all'ingresso.

«Si, lo so che devo fare le valigie oggi pomeriggio. Ora vado da Matt, ciao» dico uscendo di casa correndo via, correndo via da loro e da tutti quelli che provano a convincermi di dare una possibilità a George. Corro fino a casa di Matt, una volta che sono lì mi manca il fiato, maledette sigarette però di cui ho un dannato bisogno. Suono al campanello e la voce di sua madre chiede chi è.

«Sono io Mary» rispondo ancora con il fiatone, lei mi apre e la trovo ad accogliermi all'entrata.

«Win» mi abbraccia dopo che sono entrata «Come stai?» mi chiede dopo che ho sciolto l'abbraccio.

«Bene Mary, Matt è in casa?» cerco di sorridere.

«Si, è in camera sua» mi risponde sorridendo e dopo di che ritorna alle sue faccende domestiche.

Salgo le scale ed entro nella terza camera a destra, quella di Matt dove lo trovo sul letto a giocare alla play.

«Buongiorno» esclama lui mettendo il pausa la play e venendomi ad abbracciare «Che ci fai qui?»

«Sono diventati tutti psicologi» sbuffo sciogliendo l'abbraccio e sedendomi sul suo letto.

«I tuoi zii?» mi domanda guardandomi.

«Si, ripetono tutti le stesse cose, intanto non sono loro a trasferirsi a Los Angeles con mia madre e George, e vuoi sapere la novità?» chiedo guardandolo, lui annuisce «Appena arrivati lì mi lasciano sola e partono per il viaggio di nozze. Cosa da pazzi, mi lasciano sola in una città che ho visto a 14 anni, in una scuola nuova, dio se li odio» stringo le mani in un pugno.

«Vieni» dice prendendomi per mano. Mi porta al piano di sotto e poi ancora di sotto nel seminterrato dove i suoi gli avevano fatto la palestra. Il mio migliore amico mi lancia i suoi guanti da pugilato, li afferro al volo. Mi tolgo il giubbotto di Josh e la felpa di mio papà rimanendo solo con la felpa di Luke. Mentre indosso i guanti lui si mette dietro il sacco.

«Ora picchia con tutta la rabbia che hai in corpo Win» dice prima di accendere lo stereo.

Faccio mente locale a tutto l'odio che provo per mia madre, per George, per il trasferimento, per la morte di mio padre, per la mia vita, per tutto questo. Picchio, picchio, picchio ancora quel dannato sacco da boxe e man mano che picchio mi sento meglio, come se picchiare qualcosa nascondesse il dolore che ho dentro, picchio per non so quanto anche la voce di Matt mi arriva lontana, ma poi mi blocca da dietro e mi sussurra qualcosa ma sento solo due parole.

«Cosa?» domando dopo essere ritornata alla realtà.

«Ora pensa a qualcosa di bello e di rilassante» mi risponde lui visibilmente preoccupato. Penso all'incontro di Josh ieri sera, a quanto sia stato dolce dandomi il suo giubbotto e alla sua disponibilità per farmi vedere Los Angeles. Mi sento più leggera. Mi calmo e mi siedo per terra dove mi tolgo i guantoni.

«Ora capisco perché fai boxe da quando hai otto anni» lui mi sorride debolmente.

«Win» mi richiama lui «Quanto odio e dolore hai dentro?» la sua voce è preoccupata e giuro che vederlo così mi fa male, non deve essere preoccupato.

«Poco» alzo le spalle noncurante.

«Si talmente poco che hai picchiato quel sacco da boxe per venticinque minuti senza fermarti vero?» il suo tono di voce è ancora più preoccupato e mi afferra le mie mani sudate.

«Venticinque minuti?» chiedo spalancando la bocca mentre tolgo le mie mani dalle sue.

«Si, venticinque»

«Sono un po' sotto pressione Matt» porto le gambe al petto.

«Lo so. E sono preoccupato, se sei così qui non immagino quando sarai a Los Angeles dove devi ricominciare tutto da capo» si siede di fianco a me.

«Me la caverò» alzo le spalle «Mi mancherai» apro le braccia e lui mi abbraccia.

«Anche tu mi mancherai Win» dice stringendomi forte e mi sposta sulle sue gambe.

«Mi vieni a trovare come minimo ogni due mesi» mormoro contro la sua spalla.

«Come farò senza di te? Cioè sono abituata a vederti tutti i giorni da quando abbiamo 3 anni. Come farò senza la mia peste» mi chiede divertito e faccio una piccola risata anche io «Rimani a mangiare da me poi ti aiuto a fare le valigie» si alza tirandomi su anche me.

«Okay, però prima di cominciare mi faccio una doccia» mi asciugo il sudore dalla fronte.

«Direi. Puzzi» come risposta riceve una mia pedata sul fianco che gli fa perdere l'equilibrio e cade a terra mentre io scoppio in una risata.


 

POV Josh Hutcherson.
 

«Allora fratellone com'è andato il matrimonio ieri?» Connor e le sue mille domande che sa che odio appena sveglio. Mi siedo al bancone della cucina dove prendo uno dei muffin che mia mamma aveva preparato «Bell'addormentato ti ho fatto una domanda, sei in onda?» mio fratello mi sventola una mano davanti alla faccia e gliela tiro a dosso mentre lo fulmino con lo sguardo.

«Bene Connor, adoro le tue mille domande appena sveglio, lo sai?» chiedo sarcasticamente.

«Si» siede di fianco a me «Allora raccontami, voglio sapere se c'era qualche ragazza carina e com'è andato il ricevimento»

«Conn sembra che tu non sia mai stato ad un matrimonio» dico prima di dare un altro morso al muffin.

«Okay okay. Di ragazze carine?» mi chiede mentre sulla sua faccia si dipinge un sorriso malizioso.

«Di gente che mi è quasi saltata a dosso c'era se vuoi sapere questa. Si qualcuna di carina c'era» rispondo sovrappensiero a causa del pensiero rivolto a Winter ed ai suoi occhi, ma la voce di mio fratello mi fa ritornare nella realtà.

«Il tuo giubbotto?» il suo sguardo è rivolto all'attaccapanni.

«L'ho dato alla figlia della sposa» alzo le spalle prima di ritornare a pensare quanto quei suoi occhi mi abbiano incuriosito e quanta voglia di scoprire di più su di lei ho.

«Carina?»

«Si» sospiro e lui sorride conoscendomi troppo bene.

«Fratello, ha qualcosa di speciale quella ragazza se stai così dopo una volta che l'hai vista» esclama sbattendo le mani sul bancone. Lo fulmino con lo sguardo sa che odio i rumori forti appena sveglio.

«Può darsi, comunque non sono fatti tuoi» finisco di mangiare il muffin per poi alzarmi e prendendo un tazza versandoci dentro del caffè.

«Quando torni a Los Angeles?» mi passa lo zucchero.

«Domani mattina» rispondo.

«Di già?» sbuffa

«Si Conn, ho delle cose da fare. Sai che puoi venire quando vuoi» gli sorrido.

«Lo so, verrò fra qualche mese» mi risponde mio fratello sorridendo prima di tornare in salotto dal suo pc.

Finisco di bere il mio caffè in pace, con la compagnia dei miei pensieri mentre un'idea si fa spazio nella mia mente.


 

POV Winter Davis.
 

«Grazie Mary, grazie per tutto quello che hai fatto in questi 14 anni, sei una persona fantastica» dico abbracciando la mamma del mio migliore amico.

«Winter sembra un addio così, ci vedremo ancora su» mi sorride «Non mi devi ringraziare di nulla, sai che qui sei sempre la benvenuta» mi scocca un bacio sulla guancia.

«Grazie davvero» ripeto mentre prendo la mia borsa e poi in compagnia del mio migliore amico usciamo da casa sua. Percorriamo il vialetto parlando fino ad arrivare a casa mia, io con in mano una sigaretta e Matt che spara le sue cazzate facendomi ridere.

«Spero di non subire prediche da mia mamma» tiro fuori le chiavi di casa dalla borsa.

«Se dovesse succedere ignorala Win» dice toccandomi il fianco mentre infilo le chiavi nella serratura.

«Guarda chi si vede» la voce di mia madre mi altera subito ma cerco di controllarmi.

«Ciao» rispondo freddamente per poi salire le scale con Matt dietro.

«Winter» mia madre alza la voce.

«Che vuoi?» mi affaccio dal corrimano.

«Perché hai rotto quella foto?» mi chiede guardandomi.

«Perché hai rotto ancora di più la mia vita?» gli chiedo con un sorriso sarcastico stampato in faccia. Lei abbassa lo sguardo e non risponde ma l'arrivo di George la rassicura e mi risponde.

«Non è vero che ho rotto di più la tua vita, tu l'hai fatto odiando me e George» mi risponde abbracciandolo.

«Sono contenta che tu abbia trovato il nuovo amore della tua vita, ma non sopporto né te né lui» li guardo disgustata «Ora vado a fare una cosa che odio, fare le valigie per andare in una città in cui non voglio andare» sorrido falsamente prima di riprendere a salire le scale.

«Non parlare così a tua madre» la voce profonda di George mi fa voltare di scatto, mi affaccio di nuovo e lo guardo.

«Come scusa?» scoppio a ridere.

«Non parlare così a tua madre» ripete lui guardandomi, faccio per scendere le scale ma la mano di Matt mi prende il polso ma io mi libero. Scendo velocemente le scale e mi avvicino a lui e a mia madre.

«Non sei nessuno, non sei mio padre e non lo sarai mai. Non hai il diritto di dirmi cosa devo o non devo fare e come devo o non devo parlare a mia madre» gli urlo in faccia «Non ti azzardare mai più a dirmi una cosa del genere» la mia voce è fredda come il ghiaccio.

«Winter, non sarà tuo padre ma devi portargli rispetto perché ora è mio marito»

«Perché te lo porti a letto eh? Povera mamma» scoppio in una risata nervosa.

«Winter non ti permettere» si avvicina a me.

«Se no cosa fai? Alzi le mani su di me?» ho un sorrisetto di sfida stampato in volto e lei mi guarda malissimo, Matt scende le scale e mi porta via.

«Vedi di cambiare atteggiamento» urla mia mamma prima che Matt chiude la porta di camera mia.

«Ma che ti è preso?» mi chiede il mio migliore amico osservandomi.

«Non si deve permettere di dirmi come mi devo comportare, per me non è nessuno»

«Okay, okay, ora basta, calmati» mi tira se rinchiudendomi tra le sue braccia.

«Mi faccio una doccia. Intanto stacca i poster dalle pareti» dico sciogliendo l'abbraccio per poi avviarmi all'armadio dove prendo dei vestiti puliti e l'intimo. Apro la porta del bagno che ho in camera e appoggio i panni sul ripiano. Mi tolgo il giubbotto di Josh e la felpa di papà, esco e li metto sulla scrivania affiancandogli anche le mie vans. Rientro in bagno lasciando Matt a togliere tutti i poster sulle pareti.

Mi spoglio lanciando i panni sporchi nella cesta ed entro dentro la doccia, lascio scorrere l'acqua calda sul mio corpo gelato. Lavo i capelli con lo shampoo al cocco, il mio preferito poi li lascio in posa con il balsamo anche quello al cocco mentre mi lavo il corpo. Mi lascio sopraffare dai miei pensieri, mi risciacquo velocemente togliendo ogni traccia di sporco definitivamente e quando esco dalla doccia mi avvolgo nel mio accappatoio nero. Mi fisso allo specchio fin quando sento la voce di Matt.

«Win dove li metto tutti questi poster ora?»

«Nello stanzino ci sono gli scatoloni, prendine un bel po', chissà quanti ne useremo per tutti i miei libri» rispondo, dopo che sento che borbotta qualcosa che prendo come un okay, mi asciugo velocemente per poi vestirmi vestendomi. Esco infilandomi i calzettini. Quando mi alzo dopo essermeli sistemati trovo Matt con in mano gli scatoloni. Passiamo le seguenti tre ore e mezzo a mettere le mie cose negli scatoloni, vestiti, accessori, quaderni, scarpe, e tutti i miei libri, quando finiamo non c'è rimasto nulla se non le vans nere e il cambio, per il giorno seguente ed il pc sulla scrivania.

«Win ora vado sono le 7.43pm mia mamma mi starà aspettando per cenare» mi scocca un bacio sulla guancia «Ci vediamo domani all'aeroporto» mi abbraccia e io lo stringo più forte.

«Okay» dico debolmente. Lo lascio andare dopo avergli dato un bacio sulla guancia.

Mi siedo sul divano di fianco alla finestra e prendo l'i-phone dalla borsa. La prima volta che oggi uso il telefono. Lo sblocco e noto che ho un messaggio su Whatsapp.

Da: Sconosciuto.
Ci hai pensato Winter? Accetti che io sia la tua guida per un giorno?

Josh? Impossibile, come fa ad avere il mio numero. Digito velocemente la risposta

A: Sconosciuto.
Chi sei?

Mi stendo sul divano e guardo fuori dalla finestra. Ha iniziato a nevicare, poco dopo il telefono vibra.

Da: Sconosciuto.
Ce l'hai fatta a rispondere è Win! Sono colui che ieri sera ti ha dato il giubbotto :)

Josh. Come fa ad avere il mio numero?

A: Sconosciuto.
Josh? Come fai ad avere il mio numero?

Invio il messaggio, chiudo Whatsapp e blocco il telefono. Lo appoggio sulla pancia e fisso i fiocchi di neve appoggiarsi sulla finestra per poi sciogliersi subito, il telefono vibra.

Da: Sconosciuto
Indovinato Winter, sapessi come ho fatto ad avere il tuo numero

Sorrido, prima di rispondere salvo il numero tra i contatti.

A: Josh.
Sono curiosa di saperlo, quindi Hutch racconta.

Invio il messaggio e blocco di nuovo il telefono, un sorriso si fa spazio sul mio viso. Josh Hutcherson colui che sogno da quando sono piccola mi ha cercato.


 

POV Josh Hutcherson.
 

«Josh è pronto» la voce di Connor mi fa distogliere lo sguardo dallo schermo del telefono e dalla risposta di Winter.

«Arrivo, rispondo a un messaggio e vengo a tavola» rispondo velocemente a mio fratello per tornare a fissare lo schermo del mio i-phone.

A: Winter.
Storia lunga, chissà, se accetti che io sia la tua guida a Los Angeles te la racconterò, ora vado a cena, tu pensaci Win.

Invio il messaggio, chiudo tutte le applicazioni aperte e blocco il telefono. Mi alzo dalla posizione non salutare in cui mi ero messo sul divano raggiungo la mia famiglia in cucina con un sorrisetto dipinto in volto. Noto che mi hanno aspettato per cominciare a cenare e mi precipito nella sedia libera pronto a mangiare la deliziosa cucina di mia madre.

«Josh com'è andato il matrimonio?» la voce di mia mamma mi distoglie dalla visuale del brasato che aveva preparato.

«Bene, dovevate esserci è stato stupendo» mento spudoratamente. In chiesa per poco non mi addormentavo e fin che mio zio non mi diceva di Winter mi stavo annoiando a morte, gli sorrido e lei mi sorride.

«Si, Josh ha detto che è stato stupendo» interviene mio fratello guardandomi in modo malizioso e lo fulmino con lo sguardo.

«Anche tuo zio ha detto che è stato divertente» afferma mio padre sorridendo dopo essere stato in silenzio mentre noi parlavamo.

«Peccato che eravate ancora in viaggio» dico mangiando un pezzo di pane, mentre sento il mio telefono vibrare, sicuramente Winter.

«Tuo fratello ci ha detto che domani torni a Los Angeles» esclama mia mamma con il suo solito tono di voce dolce.

«Si, ho delle faccende da sbrigare prima di tornare sul set» gli sorrido.

«Faccende eh» dice mio fratello.

«Connor si può sapere cos'hai?» gli chiede mia madre guardandolo.

«Nulla nulla» risponde lui guardandomi divertito e non posso fare a meno di tirargli un calcio sul piede «Ahia» urla guardandomi male.

«Scusa, era il tuo piede?» la mia voce è ironica.

«Smettetela voi due» ci rimprovera nostro padre.

«Comunque mamma, magari questa primavera vado un po' a Los Angeles da Josh» dice mio fratello dopo aver finito tutto quello che aveva nel piatto.

«Si, gli ho detto che non mi disturba» arrivo in soccorso di mio fratello dopo aver finito.

«Certo sai che puoi andare quando vuoi da tuo fratello basta che non lo disturbi» risponde nostra madre.

Passiamo la cena a parlare di vari argomenti, quando è ora di sparecchiare aiuto mia mamma così da passare un po' di tempo con lei. Appena finiamo gli auguro la buonanotte e dopo averla abbracciata salgo le scale. Entro nella mia vecchia camera e mi butto sul letto, prendo il telefono dalla tasca e apro Whatsapp. Avevo ragione il messaggio che mi era arrivato prima era di Winter.

Da: Winter.
Josh con tutti gli impegni che hai non credo che tu abbia tempo da dedicare a me, comunque buon appetito.

Perché non capisce che se gliel'ho proposto è perché il tempo ce l'ho.

A: Winter
Winter, sul serio credimi se non avessi tempo non te lo avrei proposto

Blocco il telefono e mi cavo le scarpe. Mi cambio mettendomi un paio di pantaloni della tuta e una maglietta e mi infilo sotto le coperte giusto in tempo per sentire il telefono vibrare.

Da: Winter.
Okay, io domani mattina ho l'aereo per Los Angeles. Dopo domani mia mamma e George partiranno per il viaggio di nozze lasciandomi a Los Angeles da sola.

La lasciano da sola in una città come Los Angeles dopo un giorno, ma scherziamo.

A: Winter.
Quando cominci la scuola?

 

Da: Winter
Dopo domani.

 

A: Winter
Allora ci vediamo dopo scuola, inviami in un messaggio l'indirizzo e l'ora in cui finisci

 

Da: Winter
Meglio se non vieni a scuola, almeno non lì

Perché non dovrei?

A: Winter
Perché?

Da: Winter
Fidati è meglio così, Josh io vado a letto, buonanotte.

 

A: Winter
Buonanotte Win.

Non posso fare a meno di pensare che non vedo l'ora di incontrarla e cercare di scoprire qualcosa in più su di lei. Spengo la luce quando noto che con i miei pensieri si sono fatte le 11.43pm, mi stendo e appoggio il mio i-phone sul comodino. Quando sto per addormentarmi sento il telefono vibrare, allungo la mano e lo afferro.

Da: Winter.
Ho ancora il tuo giubbotto per la cronaca, ti dovevo incontrare lo stesso per ridartelo.

Sorrido.

A: Winter
Win lo puoi anche tenere se ti fa piacere, non dovresti dormire?

Rimango online e osservo la scritta "sta scrivendo.." sotto il suo nome e poi quando invia il messaggio ritorna a essere online

Da: Winter.
Non riesco ad addormentarmi.

Digito velocemente sulla tastiera

A: Winter.
Brutti pensieri?

 

Da: Winter.
Non voglio lasciare il Kentucky Josh.

Immagino che deve essere difficile lasciare tutto adesso e vivere in una casa con due persone che non sopporti.

A: Winter.
I cambiamenti non sempre sono negativi Win, magari da questa storia uscirà qualcosa di positivo.

 

Da: Winter.
Si hai ragione, però quando succedono tanti cambiamenti insieme non ne puoi più. Comunque, ti lascio dormire notte Josh.

 

A: Winter
Notte Winter.

Che cosa intende dire con tanti cambiamenti insieme? Appoggio il telefono sul comodino dopo aver attivato la sveglia, mi addormento con quella domanda in testa.


 

POV Winter Davis.
 

Due colpi alla porta mi svegliano. Apro gli occhi ma mugugno qualcosa di offensivo alla luce.

«Winter svegliati, fra tre ore abbiamo l'aereo» la voce di mia mamma mi fa scattare in piedi, apro la porta e la guardo male.

«Lo so anche io grazie, arrivederci» gli sbatto la porta in faccia mentre mi stava per rispondere.

Ritorno sotto le coperte, prendo il mio telefono e leggo l'ultimo messaggio di Josh di ieri sera dove mi augurava buona notte. Sorrido mentre decido di togliermi il pigiama. Mi vesto e infilo le mie vans, entro in bagno dove mi pettino i capelli biondi lasciandoli sciolti. Dopo aver sistemato le ultime cose che rimanevano in bagno come lo spazzolino, il dentifricio, la spazzola scendo al piano di sotto e entro in cucina ignorando mia mamma e George, mi preparo la mia tazza di caffè; la bevo mentre gioco con il telefono al 77esimo livello di Candy Crush.

«Le tue valigie sono già in macchina Winter'» a voce di mia mamma mi fa alzare lo sguardo dal telefono.

«Okay» rispondo freddamente.

«È ora di dire addio» esclama prima di uscire per l'ultima volta da casa.

Facile per lei, non vede l'ora di lasciare Island e tutto quello che la lega a mio padre per stare con George. Esco dalla cucina e vado in salotto dove cominciano i flashback: i compleanni festeggiati, i natali, decorare l'albero di Natale, le risate, tutti i ricordi con mio padre sono qui dentro, in questa casa, qui a Island non a Los Angeles. Non voglio lasciare questa casa, ma sono costretta. Sbatto le palpebre un paio di volte per cacciare via le lacrime, avevo promesso a me stessa dal giorno del funerale di mio padre che non avrei mai pianto, sono due anni e mezzo che non verso lacrima. Mi avvio verso la porta prima che altri ricordi mi vengano in mente chiudo velocemente la porta.

Addio casa.

Addio giardino.

Addio casetta sull'albero.

Addio ricordi.

Addio Island.

Addio.












 


POV AUTRICE:
 

Eccomi qui con un nuovo capitolo.
Il capitolo l'ho fatto sia dal punto di vista di Winter sia da quello di Josh, visto che non era possibile che si incontrassero di nuovo, ma succederà presto e quindi li ho fatti comunicare tramite Whatsapp haha.
Anyway, non mi aspettavo che la storia piacesse così tanto, cioè sette recensioni per il primo capitolo, ma io vi adoro.
Ora spero solo di non deludere le vostre aspettative, punto molto su questa storia visto che mi rispecchio molto in Winter.
Come sempre spero di ricevere recensioni, dove potete esprimere quello che pensate liberamente sul capitolo e magari anche criticarmi per qualcosa così da migliorarmi.

A presto meraviglie.

-peetarms.

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Capitolo 3
*** The call. ***


It started out as a feeling 
Which then grew into a hope 
Which then turned into a quiet thought 
Which then turned into a quiet word 

 The Call, Regina Spektor










«Winter» la voce di mia madre mi riprende per la millesima volta.
«Che vuoi?» sbuffo mentre alzo lo sguardo dal telefono.
«Aiutaci» mi guarda severamente per poi prendere un altro scatolone e sparire dentro la casa nuova. Sono seduta sulla mia valigia da mezz'ora e non ho voglia di entrarci.
La casa è di colore bordeaux con pietre nere a fianco al portico ed è su due piani con il giardino sia davanti sia sul retro. Il vialetto dove sono seduta è fatto da pietre di varie dimensioni.
«Winter» la voce di mia madre ancora.
«Non ho voglia» dichiaro stringendomi nelle spalle e scuotendo la testa.
«Non me ne frega se non hai voglia, muoviti» urla indicando gli scatoloni di fianco a me.
«No» mi alzo per allontanarmi da lei e da quella cavolo di casa.
Mi incammino per la strada, osservo le case che sono quasi tutte simili alla nostra se non per i colori diversi e il giardino decorati in modi diversi: con giochi per bambini in alcune, un caminetto in un'altra, un gazebo in un'altra ancora. Ripenso subito al giardino che avevamo nella casa ad Island, dove aiutavo sempre mio papà a curarlo, scuoto la testa per cacciare via i pensieri ma nulla, i pensieri di mio papà rimangono. Aumento il passo quando sento la voce di mia madre dietro di me.
«Winter, non te lo ripeto un'altra volta, torna a casa e porta dentro quegli scatoloni» mi blocca prendendomi il polso.
«Quella non è casa mia» urlo con odio «Non lo sarà mai, perché ti importa visto che stasera prenderete un aereo per le Bahamas» mi libero dalla sua presa «E non toccarmi» dico tra i denti prima di mettere  le mani congelate nelle tasche del giubbotto.
«Non so più che fare con te» abbassa la testa.
«Neanche io» incrocio le braccia al petto.
«Sei tu quella ingestibile non io Winter» alza di scatto la testa.
«Io? Chi è quella che si è sposata dopo due anni e mezzo? Chi è quella che mi ha costretto a lasciare tutta la mia vita ad Island per venire qui? Chi è quella che ha rovinato tutto ancora di più?» urlo.
«Vedi, non riusciamo più a parlare» mi guarda sconsolata.
«Non che prima lo facessimo. Io con te non ho mai avuto un rapporto, l'ho avuto solo con...papà» stringo i pugni facendo diventare le nocche bianche.
«Smettila Winter»
«Vattene dal tuo maritino e lasciami in pace» mi volto e riprendo a camminare.
«Fai come vuoi»dice rassegnandosi e andandosene.
Mi siedo sulla prima panchina libera, porto le gambe al petto e ci poggio sopra il mento. Mi perdo nei pensieri fin quando non vengo riportata alla realtà dalla suoneria del mio telefono. Lo tiro fuori dalla tasca del giubbotto e leggo il nome “Josh”, sorrido accettando la chiamata.
«Winter ci sei?»la sua voce è calda e sicura.
«Si scusa Josh ero sovrappensiero» porto le gambe ancora più attaccate al petto 
«Sei a Los Angeles?»
«Si, tu?» cerco di assumere un tono felice. Non devi fare la depressa Winter, non far notare a tutti la tua sofferenza
«Si, sono arrivato stamattina alle 10am»
«Io ho preso l'aereo a quell'ora» osservo il cielo grigio scuro, fra poco comincerà a piovere. Mi alzo controvoglia e ripercorro piano la strada per tornare a "casa".
«Io sono atterrato e tu sei partita» ride, non c'è cosa più bella di sentirlo ridere.
«Esatto» dico sorridendo anche se non mi può vedere «Comunque come stai?» cambio discorso.
«Bene Win e tu?» smette di ridere.
«Bene Josh» mento.
«Sicura?»
«Si, tranquillo» rispondo per poi iniziare ad imprecare.
«Che succede?» domanda divertito.
«Sta piovendo e sono per strada» inizio a correre.
«Perché sei per strada?»
«Storia lunga» esclamo con il fiatone.
«Dai torna a casa»
«Si, ci sono quasi» arrivo davanti alla casa e imbocco il vialetto, recupero le mie valigie e gli scatoloni portandoli sotto al portico «Scusami Josh, ero un attimo impegnata» mi siedo sotto al portico riprendendo fiato e guardando le gocce cadere sull'asfalto.
«Tranquilla lo avevo immaginato. Allora, dimmi un po' dove vai a scuola?»
«Finisco il liceo alla Westwood High School. Bello no? Andare in una scuola per quanto? Tre mesi e mezzo?» incrocio le gambe.
«Si in effetti non è il massimo. Al college ci hai già pensato?» chiede tranquillo.
«Si, ma non te lo dico» rido.
«Winter» la voce di George mi fa girare.
«Che vuoi?» mi giro verso di lui.
«Devo andare alla casa discografica prima di partire, vuoi venire?» mi domanda lui speranzoso.
«No grazie, non vedi che sono al telefono, ciao» lo liquido e torno con l'orecchio sul telefono«Scusami di nuovo» parlo a Josh.
«Casa discografica? Stavi parlando con George?»
«Si'. Non ho voglia parlare di lui, meno male che se ne vanno per tre settimane» mi alzo.
«Capito, allora dov'eravamo rimasti? Ah si, perchè non mi vuoi dire a che college hai pensato?» la sua voce è divertita.
«Perché no, non ho ancora ricevuto risposta per la borsa di studio, quindi nulla» 
«Me lo dirai se avrai notizie dalla borsa di studio?» dice Josh dall'altra parte del telefono.
«Forse si» sto tremando per il freddo ma non voglio entrare, almeno fin quando non se ne vanno.
«Come forse? Dai Winter» scoppia a ridere.
«Okay, credo che te lo dirò»
«Allora domani sarò la tua guida?» cambia totalmente discorso e gliene sono grata.
«A quanto pare. Sappi che se mi fai perdere per Los Angeles ti ammazzo»
«Vuoi che ti faccia perdere per Los Angeles?» la sua risata aumenta.
«Non lo so, potresti, tutto è possibile» mi risiedo di nuovo sui gradini del portico.
«Non succederà. Te lo prometto» ora è ritornato serio.
«Ti credo. Josh»
«Dimmi Win»
«Entro che sto congelando, se vuoi ci sentiamo più tardi» sospiro all'idea di chiudere la telefonata.
«Certo Win, mandami tu un messaggio, ci sentiamo dopo okay?»
«Va bene, ti scrivo io» esclamo prima di spingere il tasto rosso, che mette fine alla chiamata, 35 minuti e 17 secondi, i minuti e i secondi più felici di questa giornata.
Metto il telefono nella tasca del giubbotto, dopo aver aperto la porta entro con le valigie e i miei scatoloni. L'ingresso è grande e si affaccia sul soggiorno, a sinistra in fondo c'è la cucina, a destra ci sono le scale che portano al piano superiore. George e mia mamma hanno già sistemato il salotto in sole due ore che siamo qui.
«Con chi eri al telefono?» mia madre mi raggiunge uscendo dalla cucina.
«Non ti deve importare con chi ero al telefono. Qual è la mia camera?» la guardo freddamente.
«L'ultima in fondo al corridoio a destra» comincio a salire le scale e non mi volto. Una volta al piano superiore percorro tutto il corridoio e arrivo all'ultima porta a destra, la apro e rimango a bocca aperta.
È il doppio se non di più di quella che avevo in Kentucky, lascio cadere le mie cose e mi guardo attorno. Una porta-finestra che porta in un terrazzo che si affaccia sicuramente nel giardino è dritta davanti a me, di fianco alla porta-finestra a destra c’è il bagno e a sinistra la cabina armadio, nell'altro angolo a sinistra trovo una gigantesca libreria che conterrà tutti i miei libri, invece tra la libreria e la cabina armadio c'è il mio nuovo letto da una piazza e mezzo. Di fronte ho la scrivania a qualche metro dalla porta, le pareti sono dipinte di blu. Mi cavo il giubbotto e lo appoggio sul letto, scendo le scale intenta a prendere lo scatolone con dentro il necessario per fare il letto, quando arrivo giù trovo mia mamma con la valigia in mano e i passaporti.
«Eccoti ti stavo per chiamare» esclama lei entusiasta.
«Si okay, ciao, divertiti» rispondo acida mentre cerco tra gli scatoloni rimasti per la maggior parte miei quello con la scritta letto, lo trovo, lo sollevo pronta a risalire le scale.
«Winter» dice lei richiamandomi.
«Si devo stare attenta e bla bla, ciao, addio» affermo mentre finisco di salire le scale. Mi appoggio al muro, mi muovo di nuovo verso la mia nuova camera solo quando sento la porta di casa chiudersi.
Dopo aver passato tre ore a sistemare la mia camera mi rimangono solo sette scatoloni pieni di libri da aprire ma sono troppo stanca. Prendo l’i-phone da sopra la scrivania e vedo che sono le 7.20pm, decido di scendere al piano di sotto per mangiare qualcosa sperando che l'assistente di George abbia anche fatto la spesa, quando arrivo in cucina trovo un biglietto di mia madre sul frigorifero con scritto tre cose.

Visto che non mi hai fatta parlare te lo scrivo, visto che ami leggere:
1. In salotto sul tavolino ci sono le tue chiavi di casa.
2. Abbiamo fatto fare la spesa all'assistente di George per un paio di giorni, poi dovrai fare la spesa, accanto alle chiavi troverai anche la tua carta di credito e bancomat, con i rispettivi codici.
3. Per la scuola è già tutto a posto, domani mattina cominci e trovi il fascicolo con gli orari di inizio e fine lezione dei vari giorni nel cassetto del mobile in salotto e poi domani mattina dovrai passare a prendere l’orario delle tue lezioni.


Appallottolo il foglietto per poi dirigermi  in salotto dove trovo nel tavolino le chiavi di casa ed entrambe le carte. Rido di gusto, perché se mia mamma crede che con queste si riconquisterà il mio rispetto è messa davvero male. Lascio sul tavolino entrambe le carte e mi concentro su come hanno arredato il salotto. Pareti color sabbia, due divani rossi con un grandissimo tappetto bianco sotto i suoi piedi, il tavolino di vetro nero e la tv al plasma da non so quanti pollici alla parete. Di fianco ad essa i mobili che al loro interno contengono foto, bicchieri che mia mamma usa nelle occasioni importanti e tutti i suoi servizi di porcellana, i vari souvenir che avevamo comprato durante i viaggi di famiglia o i regali che gli avevo fatto io, altre cose invece non le riconosco e quindi capisco che sono di George. Ritorno in cucina, apro il frigorifero ma non c'è nulla che mi ispira da mangiare.  Apro il congelatore e trovo le crocchette di pollo, accendo il microonde e mentre aspetto che si scaldi noto la cura maniacale di mia madre per la cucina. Tutta bianca con le pareti rosse, deduco che il rosso non è solo il colore preferito di mia madre ma anche quello di George, questa casa è per la maggior parte rossa. Quando il microonde è caldo, cavo dal sacchetto le crocchette e le metto in un vassoio di stagnola trovato nei cassetti. Lo metto dentro al microonde. Mentre attendo che i 15 minuti scadono prendo il telefono, una volta sbloccato apro Whatsapp e scrivo a Josh. 
 
A: Josh
Eccomi, ho finito dieci minuti fa.

Chiudo l’applicazione, guardo i minuti e i secondi scendere dal timer del microonde, quando vibra il telefono.
 
Da: Josh
Hai sistemato tutto?
 
A: Josh
No, mi mancano ancora gli scatoloni contenenti i miei libri.
 
Da: Josh
Quanti ne hai? Saranno uno o due fai presto dai.

Rido.
 
A: Josh
Josh 
 
Da: Josh
Dimmi Win
 
A: Josh
Non ho solo due scatoloni di libri, ne ho sette e sono i più grandi che avevano.
 
Da: Josh
Sette giganteschi scatoloni di libri? 

Rido di gusto
 
A: Josh
Si, sono solo sette :(

Sento il timer suonare quando ho inviato il messaggio a Josh. Mi alzo e spengo il microonde, prendo le presine per tirare fuori il vassoio e dopo aver preso un piatto dalla credenza metto le crocchette nel piatto. Lo appoggio nel tavolo, prendo il mio bicchiere della coca-cola che mi aveva regalato Matt per natale e una forchetta con il tovagliolo,dopo di che apro il frigorifero dove prendo la bottiglia di coca-cola, finalmente mi risiedo sulla sedia e prendo il telefono.
 
Da: Josh
Solo? Scherzi vero Win?

Rido e prendo una crocchetta con la forchetta per mettermela in bocca.
 
A: Josh
No, non scherzo, sono pochi tu non immagini neanche quanti libri ho ancora nella mia lista

Appoggio il telefono sul tavolom verso la coca-cola nel bicchiere e dopo averne bevuto un sorso riprendo in mano il telefono.
 
Da: Josh 
Allora me la farai vedere Win

Vado nella rubrica e digito il nome di Josh avvio chiamata e attivo il vivavoce dopo aver appoggiato il telefono sul tavolo.
«Win?» risponde immediatamente.
«Ti disturbo?» chiedo dopo aver inghiottito la crocchetta che avevo in bocca
«No no, ho appena finito di mangiare»
«Io sto mangiando» dico prima di mettere un’altra crocchetta in bocca.
«Cosa mangi?»
«Crocchette di pollo»
«Buone» risponde lui ridendo.
«Si dai. Comunque mi prendi per pazza se vedi la mia lista di libri» prendo il bicchiere tra le mani.
«No te lo prometto» smette immediatamente di ridere.
«Mi stai promettendo tante cose Hutch. Non farmi perdere per Los Angeles, non prendermi per pazza per la mia passione per i libri»
«Io mantengo le promesse»
«Vedremo» dico infilandomi l’ultima crocchetta in bocca per poi alzarmi portando il piatto e il bicchiere sporchi nel lavandino.
«Fidati»
«Ripeto vedremo» riprendo il telefono per spostarmi in salotto.
«A che ora hai scuola domani mattina?»
«Non ne ho idea, ora lo scopriremo» mi dirigo verso il mobile del salotto e prendo il fascicolo della scuola. Mi siedo sul divano mettendo il telefono sul tavolino e apro il fascicolo della scuola, vado nel giorno giovedì «Entro alle 9am e esco alle 3pm» sbuffo.
«Alle tre?» esclama urlando.
«Si» mi lascio cadere con la schiena sul divano «Che palle»
«Vai bene a scuola?»
«Si, ho una ottima media, per quello ho richiesto la borsa di studio così da permettermi il college senza chiedere soldi a mia mamma»
«Non hai un buon rapporto con lei» chiede cauto.
«No, non lo abbiamo mai avuto» allungo il braccio per prendere il telefono dal tavolino.
«Litigate spesso immagino» dice mentre  sale scale lo sento dai suoi passi.
«Sempre» guardando l’ora nel telefono 9.25pm.
Così passiamo la serata a parlare di me e di lui e a conoscerci meglio, verso le 23.54pm chiudo la chiamata dopo che Josh mi ha augurato la buonanotte e dopo aver spento le luci del salotto salgo al piano superiore. Attivo la sveglia per le 7.30am e poco dopo mi addormento.




Le parole di Demons degli Imagine Dragons mi svegliano, come sempre la luce mi dà fastidio agli occhi ma è molto meno luminosa delle altre volte, mi alzo a malavoglia e cammino fino alla porta-finestra. Noto che piove, mi stropiccio gli occhi. Dopo essermi spogliata nel bagno entro nella doccia, l’acqua calda mi scorre sul corpo. Venti minuti dopo esco avvolgendomi nel mio accappatoio nero, mi asciugo i capelli velocemente lasciandoli al naturale e sciolti, dopo di che esco ancora in accappatoio, entro nella cabina armadio dove esco vestita con un paio di jeans neri e un maglione bianco, ai piedi le vans nere. Prendo il mio zaino nero dell’eastpak dove inserisco dentro due quaderni, l’astuccio e il mio vecchio diario. Prendo l’i-phone dal comodino e le cuffie per infilarle nella presa del telefono, le sigarette con l’accendino dalla borsa. Apro l’applicazione della musica e metto ‘Astronaut dei Simple plan’ solo dopo noto che ho messaggi su Whatsapp. Scendo le scale con lo zaino in spalla mentre apro l’applicazione.
 
Da: Matt
Peste, buona fortuna per questa mattina, stasera chiamami eh.

Sorrido mentre mi infilo il giubbotto, dopo aver messo la carta di credito e il bancomat nel portafoglio con il codice mi rimetto lo zaino in spalla. Riguardo la via della scuola e per sicurezza la salvo negli appunti del telefono. Prendo anche le chiavi e una volta infilate nel giubbotto esco di casa.
Dopo aver preso la metro e aver camminato per dieci minuti sotto l’acqua sono arrivata davanti alla scuola.
È di colore grigio con le finestre delle aule marroni, faccio una smorfia. Supero l’ingresso e gli occhi si puntano su di me. La ragazza nuova, scuoto la testa e continuo a proseguire fin quando arrivo all’ingresso della segreteria.
«Salve, sono la ragazza nuova» dico a una signora di mezza età con i capelli raccolti ordinatamente.
«Lei è Winter Davis?» mi chiede infilandosi i suoi occhiali e guardandomi, annuisco. Sposta lo sguardo sul computer e traffica per due minuti, alla fine sento la stampante avviarsi e mi porge dei fogli «Questo è il suo orario, se mi segue gli consegno i suoi libri per la richiesta di borsa di studio che sua madre ha presentato per la sua eccellente media» mi indica la porta da dove entrare mentre io prendo i fogli che mi ha dato e li infilo dentro allo zaino. Entro dentro alla stanza e vedo sulla scrivania dall’altra parte della stanza tutti i miei libri «Ovviamente non se li può mettere tutti nello zaino, lascerà quelli che non le servono oggi e domani nel suo armadietto» mi consegna un foglietto con il numero dell’armadietto e la combinazione
«Grazie» rispondo sorridendo, prendo i libri e li infilo nello zaino. Quelli che non entrano li tengo in mano, esco dalla segreteria e mi inoltro nei corridoi ormai pieni di studenti, guardo il numero dell’armadietto sul foglietto ‘512’  non sono neanche vicina visto che l’armadietto al mio fianco è il numero ‘254’, sbuffo, guardo l’orario dall’i-phone 8.40am, fra 20 minuti suona la prima ora.
«Ti sei persa?» una voce mi fa voltare e trovo un ragazzo alto, con i capelli castani e gli occhi blu.
«Si, sono nuova» sbuffo sonoramente.
«Piacere nuova. Io sono Nick. Nick Reed» mi sorride.
«Ciao Nick. Non mi chiamo nuova, sono Winter. Winter Davis»
«Bene Winter, se non vuoi arrivare in ritardo al tuo primo giorno che ne dici di farti aiutare da me?» annuisco «Bene, per cominciare passami quei libri» glieli lascio ringraziandolo «Allora che numero hai di armadietto?»
«Il 512» dico muovendo le braccia per far riprendere la circolazione del sangue.
«Sei vicino a mia sorella, lei ha il 513, è simpatica. Sono costretto a dirlo se no mi uccide» incomincia camminare e io rido seguendolo. Durante il tragitto verso il mio armadietto noto che Nick è un ragazzo molto simpatico ed è conosciuto visto che ogni tanto si ferma per salutare qualcuno «Eccoci qua Winter» dice indicandomi l’armadietto 512.
«Grazie mille, sei una angelo» gli sorrido.
«Che hai fatto a questa povera ragazza per farti dire che sei un angelo Nick?» una ragazza alta, della stessa carnagione di Nick e con i suoi stessi capelli e occhi si appoggia alla spalla di Nick.
«Non gli ho fatto nulla, sorella ti presento il nuovo acquisto della Westwood, Winter Davis» sorride di nuovo.
«Ciao Winter, io sono Hailee» ha lo stesso sorriso del fratello.
«Ciao» sorrido di nuovo.
«Allora sei all’ultimo anno?» mi chiede guardandomi.
«Si, ultimo» apro l’armadietto con la combinazione.
«Io sono al penultimo, mentre Nick è all’ultimo» mi aiuta con i libri.
«Sei all’ultimo?» domanda Nick dopo aver salutato l’ennesima persona.
Annuisco mentre prendo i fogli dallo zaino e guardo l’orario di questa giornata.

 

9 – 11 am Biologia.
11 – 12.30 am Letteratura 
12.30am – 1pm Pausa pranzo.
1pm – 2pm Geografia 
2pm – 3pm Matematica 



«Ci vedremo a Letteratura e a Geografia» dice Nick guardando il mio orario mentre io prendo i libri di: biologia, letteratura, geografia e matematica mentre suona la campanella.
«Winter, alla pausa pranzo siediti vicino a noi» esclama entusiasta Hailee prima di correre verso la sua aula lasciandomi con Nick.
«Vieni ti accompagno nell’aula di biologia tanto è di fianco a quella di storia e ho quella ora» annuisco e dopo aver chiuso l’armadietto lo seguo.


Quando alle 3pm la campanella suona mi sembra di tornare al mondo, metto il quaderno e il libro di matematica nello zaino, li seguono a ruota l’astuccio e il diario. Esco il più veloce possibile per fumare.
Appena varco la porta vedo che piove ancora, ma non mi scoraggio e decido di tirare fuori una sigaretta del pacchetto. L’accendo prima di avviarmi verso l’uscita della scuola, dopo aver salutato Nick e Hailee, le uniche persone gentili e accoglienti oggi, non che mi aspettassi di più.
Appena esco dal cancello della scuola comincia a piovere ancora più forte e la sigaretta dopo neanche due tiri è tutta bagnata e quindi impossibile da fumare. Sbuffo buttandola nel primo cestino che trovo mentre continuo a camminare sotto la pioggia quando sento il clacson di una macchina. Mi giro per urlargli contro ma trovo un fuoristrada e il finestrino si abbassa facendo comparire un Josh tutto sorridente, mi guarda e ride.
«Win credo proprio che dovremo rimandare il nostro giro turistico per Los Angeles. Dai salta su prima che ti prendi una polmonite» mi sorride. Non ci penso due volte e corro verso il fuoristrada di Josh.

















 
POV AUTRICE:

 

Eccomi qua con il nuovo capitolo, scusate il ritardo ma ho avuto dei giorni pessimi, la scuola mi sta massacrando sono piena di roba da studiare. QUINDI VI PREGO DI NON ABBANDONARE LA STORIA PERCHE' STO RICEVENDO TANTISSIME RECENSIONI POSITIVE CHE MI FANNO SOLAMENTE PIACERE E MI FANNO CONTINUARE A SCRIVERE QUESTA STORIA. E GIA' MI SCUSO SE IL PROSSIMO CAPITOLO LO AVRETE FRA UN PO', MA SETTIMANA PROSSIMA SONO PIENA DI VERIFICHE E INTERROGAZIONI.
Parlando del capitolo: Josh è tornato a Los Angeles, e anche Winter è arrivata a Los Angeles e ha affrontato il primo giorno di scuola, e ora passerà il pomeriggio con Josh.
SPOILER DEL PROSSIMO CAPITOLO: SARA' TUTTO SU WINTER E SU JOSH, IL LORO POMERIGGIO.
SPERO DI RICEVERE ANCORA RECENSIONI E COME HO GIA' DETTO POTETE DIRMI LIBERAMENTE CIO' CHE PENSATE DEL CAPITOLO, ANCHE DELLE CRITICHE COSTRUTTIVE CHE MI POSSONO PERMETTERE DI MIGLIORARMI.

DETTO CIO', SPERO A PRESTO MERAVIGLIE,

-peetarms.


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Capitolo 4
*** All of the stars ***


So open your eyes and see the way our horizons meet
And all of the lights will lead into the night with me
And I know these scars will bleed
But both of our hearts believe
All of these stars will guide us home

– 
All of the stars, Ed Sheeran











Tossisco per la seconda volta e mi siedo più comodamente sul sedile mentre Josh ride.
«Cosa ridi?» mi volto verso di lui dove lo fulmino con lo sguardo «Odio la tosse»
«Win esiste una cosa chiamata ombrello, non so se hai presente» mi risponde voltandosi verso di me e sorridendomi ingenuamente mentre ci fermiamo all'ennesimo semaforo.
«Non so dove diavolo sia finito l'ombrello che usavo ad Island» incrocio le braccia al petto per cercare di scaldarmi. Josh lo nota e alza il riscaldamento «Grazie» gli sorrido.
«Di nulla Win, appena arriviamo fai una doccia calda» mi guarda per poi spingere il piede sull'acceleratore visto che il semaforo è tornato verde.
«Okay» dico prendendo il mio i-phone dalla tasca del giubbotto e lo sblocco. Noto che ho una chiamata persa: Mamma. Alzo le spalle e blocco di nuovo il telefono.
«Allora ora dove devo girare?» mi chiede Josh richiamando la mia attenzione, alzo lo sguardo e cerco di individuare qualche punto di riferimento.
«Alla prossima a destra» rispondo mentre metto le mani nello sbocco dell'aria calda, vedo Josh sorridere prima di girare dove gli avevo detto.


«Okay, io spero che i paparazzi non ci abbiano seguito» esclamo scendendo dalla macchina e guardando Josh che ride.
«Tranquilla Win, non mi hanno seguito» chiude il fuoristrada e mi raggiunge sul vialetto di casa «Wow, è bellissima»
«No, è orribile è tutta rossa» sbuffo e cerco le chiavi dentro allo zaino. Dopo qualche minuto le trovo e apro la porta d'ingresso «Guarda» lascio lo zaino di fianco alla porta per poi togliermi il giubbotto, Josh fa lo stesso e li attacchiamo sull'attaccapanni.
«Il soggiorno non tanto» mi sorride.
«La cucina è tutta rossa. Credimi» lo guardo.
«Vai a farti la doccia io ti aspetto qua. Sono bravo lo giuro» lui ride e io sorrido.
«Mi fido Hutcherson» dico salendo le scale e lasciandolo al piano di sotto mentre guarda il salotto arredato da mia mamma e George.
Appena entro in camera mi precipito in bagno per togliermi tutti i vestiti bagnati, li lancio nella cesta dei panni sporchi dopo aver aperto l'acqua calda. Appena la sento bollente entro dentro e riscaldo il mio corpo freddo, non lavo i capelli ma li risciacquo solo mentre invece lavo il corpo con il bagnoschiuma al cioccolato. Dopo essermi riscaldata e lavata, esco dalla doccia dove mi avvolgo nell’accappatoio. Asciugo i miei capelli biondi, dopo essermeli pettinati esco dal bagno e entro nella cabina armadio dove dopo cinque minuti ne esco vestita con ai miei piedi le converse nere borchiate. Prendo le vans dalla porta del bagno e le metto di fianco al termosifone così da farle asciugarle, rientro in bagno per prendere l'iphone dal ripiano e lo infilo nella tasca anteriore dei jeans. Dopo di che scendo di sotto Josh non è più in soggiorno. Lo chiamo due volte e lui esce dalla cucina con in mano una busta di preparato per fare i muffin.
«Eccoti, guarda cos'ho trovato. Non ti dà fastidio vero?» mi guarda.
«No figurati. Però se vuoi mangiare i muffin dopo mi aiuti a sistemare i miei libri» gli rubo dalle mane la scatola.
Lui ride e mi guarda «Sul serio Win? Mi ricatti?» dice continuando a ridere e io sorrido, non c'è suono più bello della sua risata.
«Non è un ricatto Hutcherson. È più un affare, prima mangi e poi lavori» piego la testa da un lato e gli sorrido.
«Okay Win» dice avvicinandosi velocemente prendendomi la busta del preparato per poi farmi la lingua e io gli faccio una smorfia «Qui dentro c'è la miscela per l'impasto e gli stampini e le gocce di cioccolato»
«Josh hai mai fatto i muffin?» lo prendo in giro.
«Si Win» mi pizzica i fianchi ridendo e io gli sorrido
«Apri il frigo e prendi un uovo, il burro e l'acqua» lui fa quello che gli ho detto e una volta che li ha presi li appoggia sul tavolo-
«Serve il pentolino per sciogliere il burro» gli indico il mobile di fianco al lavandino e una volta che l'ha messo sul fornello gli passo il burro appena pesato.
«Appena si scioglie spegni e mettilo da parte che si deve raffreddare» dico mentre verso la miscela, l'acqua e l'uovo nella ciotola.
«Tieni» mi passa il pentolino dopo un paio di minuti.
«Grazie» gli prendo il pentolino dalle mani. La mia mano sfiora la sua e mi ritrovo con i brividi su tutto il corpo, cerco di riprendermi. Dopo di che verso il burro nella ciotola e giro il tutto con la frusta fino ad ottenere un impasto omogeneo «Tocca a te» mi volto verso di lui e lo trovo a guardarmi. Gli indico  la ciotola con un cucchiaio per poi sistemare gli stampini in una teglia.
«Due cucchiai vero?» mi chiede insicuro.
«Si due» gli rispondo guardandolo. Mi risciacquo le mani nel lavandino e quando mi volto mi trovo Josh con il dito sporco e non faccio tempo ad aprire bocca che me lo ritrovo sulla guancia e sento la sua risata riempire la stanza.
«Joshua Ryan Hutcherson» urlo il suo nome intero mentre mi tolgo l'impasto dalla faccia. Prendo il cucchiaio dal tavolo e glielo spalmo in faccia mentre continua a ridere.
«Oh no, Winter non dovevi» afferma lui guardandomi cercando di non ridere. Comincia a rincorrermi ma scappo via e corro su al piano superiore ridendo. In questo momento mi sembra di essere una bambina felice, libera e spensierata, entro in camera ridendo e sento Josh dietro di me. Quando mi fermo per riprendere fiato mi solleva e mi fa cadere sul letto dove comincia a farmi il solletico; quando finalmente dopo minuti di suppliche smette si stende di fianco a me e riprendiamo fiato entrambi.
«Sei tutto sporco» mi metto sul fianco e lo osservo.
«Anche tu, non te lo sei tolto tutto Win» mi sorride lui.
«Lì c'è il bagno» glielo indiclo. Josh si alza e ci entra. Mi ristendo e cerco di metabolizzare quello che mi sta succedendo quando la voce di Josh mi fa ritornare nel mondo reale.
«Ho finito Win, lavati la faccia mentre io scendo ad infornare i nostri muffin» di nuovo il suo meraviglioso sorriso.
«Va bene, comincia a pulire Hutcherson» rido mentre entro in bagno dopo averlo visto uscire dalla mia camera e solo in quel momento ringrazio il cielo di non aver ancora attaccato alle pareti le sue foto e i suoi poster. Apro l’acqua fredda e pulisco la faccia. Rimango qualche minuto a fissarmi allo specchio e ripenso a quello che è appena successo. Io e Josh che prepariamo i muffin, lui che mi sporca con l'impasto, io che sporco lui, lui che mi rincorre e il tutto finisce con lui che mi fa il solletico. Sorrido e piego l'asciugamano che avevo usato, dopo averlo sistemato esco dalla stanza e scendo le scale. Dopo aver percorso il salotto entro in cucina dove trovo Josh intento a pulire.
«Cottura 18 minuti Win»
«Perfetto» guardo l'orologio sopra il frigorifero, le 5.05pm
«Aiutami Davis non rimanere incantata» mi lancia in piena faccia una spugna
«Hutcherson» gli punto il dito contro.
«Non hai il coraggio di farmi nulla – comincia -  poi dopo te la devi vedere con milioni di fans. Non so se ti conviene» mi prende in giro.
Mugugno un “sisi certo” mentre mi avvicino al tavolo per pulirlo «Hai visto gli scatoloni?» gli domando.
«Si Win ma sono grandissimi» la sua risposta arriva dopo essersi seduto sulla sedia. Io lo seguo a ruota dopo aver finito.
Alzo le spalle «Ne devo ordinare altri, li ho finiti tutti» guardo i minuti rimanenti nel display del forno, otto.
«Sono curioso di vedere tutti i tuoi libri»dice sorridendomi e gli sorrido anche io. Rimaniamo così fin quando non sentiamo il timer del forno.
«Che profumo» esclama Josh appena appoggio la teglia sul tavolo.
«Ora dobbiamo lasciarli raffreddare»
«Che ne dici se tipo li mettiamo in un vassoio e li portiamo di sopra così mentre aspettiamo che si raffreddino cominciamo a sistemare i tuoi libri?» mi propone.
«Credo proprio che si può fare» prendo due piatti dove metto i muffin. Uno lo prendo io e uno lo prende Josh. Saliamo al piano superiore e rientriamo in camera mia dove appoggiamo i piatti sulla mia scrivania.
«Li hai numerati o cose del genere?» mi guarda mentre lego i capelli in una cipolla disordinata.
«Sono sette, quattro sono numerati visto che sono libri misti, due sono di saghe e trilogie fantasy, l'ultimo invece contiene i libri di poesie di – deglutisco a fatica - Mio papà» cerco di sorridere.
Lui non fa domande al riguardo e gliene sono grata «Allora con quale vuoi cominciare?»
«Con quelli numerati, poi i fantasy e per ultime le poesie» mi avvicino a lui e insieme prendiamo lo scatolone con il numero 1 scritto sopra.
«Wow, Win sono tutti libri stupendi» afferma mentre leggi i titoli.
Annuisco e cominciamo a sistemare i libri, lui me li passa e io li metto nei ripiani della libreria.
«Questi sono in italiano?» mi chiede prendendo gli ultimi libri del primo scatolone.
«Sì» rispondo sedendomi sul letto e massaggiandomi le spalle.
«Sai l'italiano?» chiede mentre sistema i libri sulla libreria. Dopo di che prende i piatti con i muffin e si viene a sedere sul letto con me.
«Sono metà italiana» prendo un muffin, gli tolgo la carta per poi dargli un morso.
«Metà italiana? Sul serio?» mi guarda.
«Si. Mio papà era italiano» do un altro morso al muffin.
«Ma Davis è un cognome americano\inglese» toglie la carta al muffin.
«Si, è una storia complicata me l'aveva raccontata mio papà» dico mettendomi a gambe incrociate «Dopo la prima guerra mondiale i miei trisnonni hanno lasciato l'Italia per venire in America. Per ricominciare una nuova vita hanno cambiato nomi e cognomi e il mio bisnonno ha scelto il cognome Davis» alzo le spalle «Durante la grande crisi del 1929 sono tornati in Italia e sono rimasti lì, dove hanno avuto i miei bisnonni, poi successivamente sono nati i miei nonni. I miei nonni, dopo la nascita di mio padre hanno deciso di tornare in America e si sono trasferiti ad Island in Kentucky» finisco di raccontare la “storia” e do un morso al mio muffin.
«Quindi tu sei italo-americana» mi sorride lui.
«Esatto, mia mamma è nata a New York» mi appoggio alla testiera del letto.
«Quindi tu sai l'italiano?» mi chiede dopo aver finito il suo muffin.
«Si, mio papà me lo ha insegnato e mi è piaciuto fin da subito»
«È una delle lingue più belle al mondo – mi guarda e io guardo lui, il suo telefono inizia a suonare - Scusa devo rispondere» esce dalla stanza mentre prendo un altro muffin. Lo mangio lentamente, mentre penso a quanto mi risulta semplice parlare con Josh. Prendo il telefono dalla tasca dei jeans e guardo l'orario 5.56pm. Ripenso alle ore passate con mio padre a studiare l'italiano attraverso giochi, letture, immagini, sorrido al ricordo di come invidiavo l'accento italiano a mio papà, metto una mano sul petto per cercare di contenere il dolore ma nulla, sospiro e appoggio il telefono sul comodino. Josh rientra in stanza e mi sorride.
«Scusa era Jennifer» mi sorride lui sedendosi di fianco a me.
Devo trattenermi dal non cominciare a urlare e a fangirlare, sorrido semplicemente mentre annuisco.
«Sai io adoro quella donna» lo guardo mentre prende un altro muffin.
«Jenn è incredibile, è totalmente pazza» scoppia a ridere.
«Non sai quante risate quando guardo le sue interviste» scoppio a ridere anche io.
«Se vuoi te la faccio conoscere» mi guarda. Smetto di ridere di colpo, cioè ho conosciuto Josh Hutcherson e lui è qui davanti a me a mangiare muffin come se ci conoscessimo da anni; ora mi vuole far conoscere anche Jennifer Lawrence, nono, ma la tentazione di vedere quei due insieme è troppo forte ma cerco di resistere.
«No Josh, siete impegnati con le riprese» rispondo guardando le punte delle mie converse.
«Win, abbiamo le pause durante la giornata, non lavoriamo tutto il tempo – mi guarda ridendo - Mi farebbe piacere fartela conoscere» 
«Non ti ringrazierò mai abbastanza Josh» gli sorridoe per un attimo la voglia di abbracciarlo è tanta, ma cerco di contenermi non so come potrebbe reagire.
«Win, lo faccio con piacere, sei fantastica» mi guarda e io incrocio i suoi occhi.
«Se non hai impegni puoi rimanere a cena» mi alzo e cambio discorso visto che ogni cosa che mi viene in mente è banale o scontata.
«Allora quelli li teniamo per dopo?» indica sorridendo gli ultimi quattro muffin rimasti.
«Si» rispondo prendendo il secondo scatolone per cominciare a sistemarli.

«Non ci credo» esclama Josh aprendo il primo scatolone fantasy «Harry Potter, Divergent, Hunger Games, Percy Jackson, Shadowhunters, Le cronache di Narnia» indica le mie prime avventure.
«Li so a memoria Josh, li ho letti talmente tanti di quelle volte» annuisco ridendo e prendendo i primi tre libri di Harry Potter, Josh mi passa gli altri.
«Quante volte?» mi chiede passandomi la trilogia della Collins.
«Ti spaventeresti se te lo dicessi» prendo il libro delle Cronache di Narnia.
«No dai» risponde passandomi il resto degli altri libri.
«Davvero tante volte»
«Più di dieci ogni libro?» chiede mettendomi tra le mani la saga della Roth.
«Più di dieci ogni libro» annuisco e lui sorride.
«Quando hai scoperto che amavi leggere?» mi domanda curioso.
«A sette anni»
«Wow, più o meno subito» mi sorride ancora.
«Prima mio papà me li leggeva, vedevo come gli brillavano gli occhi e allora ho capito quant'è meraviglioso il mondo della lettura. Così appena ho imparato a leggere bene ho cominciato a leggere i primi libri e la lettura ha fatto su di me lo stesso effetto che ha fatto su mio padre» spiego mentre apro l'altro scatolone. Mentre prendo i libri delle poesie di mio papà mi viene in mente di chiedergli come ha fatto ad avere il mio numero.
«Josh» richiamo la sua attenzione.
«Dimmi»
«Come hai fatto ad avere il mio numero?» lo guardo con un sopracciglio alzato.
«Mi sembrava strano che ancora non me l'avessi chiesto Win. Ho chiamato mio zio e ho chiesto se per caso lui avesse il tuo numero» narra la vicenda molto velocemente.
«Cioè tuo zio ti ha dato il mio numero senza chiederti nulla? Aspetta come fa tuo zio ad avere il mio numero?» sono decisamente sorpresa.
«Infatti non lo aveva. Stavo dicendo prima che tu mi interrompessi che ho chiamato mio zio e gliel'ho chiesto ma lui mi ha detto che non ce lo aveva e che se gli dicevo perché lo volevo lo avrebbe chiesto a George. Così gli ho detto che mi serviva perché ti avevo dato il mio giubbotto e me lo dovevi ridare. Lui soddisfatto dalla mia risposta l'ha chiesto a George che me lo ha inviato per messaggio»
«Ma se hai detto che posso tenere il tuo giubbotto perché hai voluto il mio numero?» chiedo dopo minuti di silenzio passati a cercare un filo logico, ma che non trovo.
«Per conoscerti meglio, stupida» scoppia a ridere.
«Giusto» esclamo cercando di contenere la mia felicità e mi lascio andare in un sorriso.


Dopo un'altra ora passata a parlare e a ridere finiamo di sistemare la mia libreria. La osservo soddisfatta.
«Abbiamo fatto un ottimo lavoro» mi volto verso Josh e lo trovo steso sul letto.
«Mi fanno male le braccia» si lamenta.
«Oh su Josh un po' di esercizi per i bicipiti» asserisco avvicinandomi a lui.
«Okay, allora grazie» mi fa la linguaccia.
«Non c'è di che Hutcherson» rispondo sedendomi di fianco a lui sul letto mentre sciolgo la crocchia disordinata.
«Che ore sono?»
«Le 7.13pm» dice prendendo il suo iphone.
«Non ho voglia di cucinare. Ordiniamo una pizza o che ne so io cinese, messicano, indiano quello che vuoi» lo osservo in attesa di una sua risposta.
«Cinese» esclama entusiasta.
«Bene, passami il mio telefono che cerco un ristorante cinese che fa anche consegna a domicilio» gli indico il telefono sul comodino.
«Usa il mio, sono troppo stanco per allungarmi» mi passa il suo cellulare.
«La password» glielo ridò.
«4856» risponde chiudendo gli occhi, rimango sorpresa che me l'abbia detto. Digito la combinazione detta da Josh ed è corretta, apro google e cerco “Ristoranti cinesi con consegna a domicilio a Los Angeles” dopo due secondi escono migliaia di risultati, apro il primo sito dopo essermi alzato dal letto. Mi siedo alla scrivania e dopo aver preso un post-it scrivo il numero del ristorante.
«Uso il tuo per chiamare?» domando guardando Josh che si sta per addormentare, non mi risponde così gli lancio un evidenziatore. Apre gli occhi immediatamente.
«Cosa?» dice guardando me e prendendo l'evidenziatore-
«Sveglia bel addormentato» rido.
«Oh non anche tu, basta già mio fratello»  sbuffa e mi rilancia l'evidenziatore arancione.
«Che cosa ha combinato Connor?»
«Mi chiama bel addormentato. Quindi sei pregata di non chiamarmi così Win» mi punta il dito contro mentre io alzo le spalle ridendo.
«Comunque ho chiesto se posso chiamare con il tuo o devo usare il mio» lo guardo.
«Chiama con il mio ce lo hai già in mano» annuisco mentre digito il numero.
«Cosa ordino per te?»
«Quello che prendi tu, tanto io mangio tutto» risponde per poi chiudere di nuovo gli occhi.  Premo il tasto verde dando il via alla chiamata. Mentre parlo al telefono  osservo Josh nella posizione rilassata in cui si è messo. Steso con le gambe dritte, la mano sinistra sul petto e quella destra sulla fronte e gli occhi chiusi. Dopo dieci minuti passati al telefono chiudo la chiamata, mi alzo e mi avvicino a Josh. Gli faccio cadere il telefono sulla pancia.
«Grazie bel addormentato» scoppia a ridere mentre mi allontano velocemente dal letto. Neanche due secondi dopo è in piedi pronto a rincorrermi, scappo fuori dalla stanza e corro di sotto per poi saltare sul divano dove prendo in mano un cuscino.
«Non ci pensare neanche Winter»  esclama afferrando un altro cuscino.
«Neanche tu Joshua» continuo a ridere e a saltare sul divano colpendolo in piena faccia. Sento la sua risata  ma poco dopo ricevo una cuscinata sulla pancia, gliene do un'altra sul ginocchio dopo essermi avvicinata, continuiamo così per non so quanto, tra le mie risate e le sue; come ho già detto questo pomeriggio con Josh mi sento un bambina, libera e felice.
«Basta» urlo ridendo ed evitando l'ennesima cuscinata di Josh ma perdo l'equilibrio ma Josh mi prende per il braccio così alla fine cadiamo entrambi, io sopra di lui e lui sopra al tappeto. Ci guardiamo negli occhi, i nostri respiri affannati pian piano si regolarizzano, continuo a guardarlo negli occhi e quando lui si sta per avvicinare il campanello suona. Mi alzo velocemente dopo aver lanciato il cuscino a Josh. Prendo la carta di credito dal portafoglio dallo zaino ancora vicino alla porta e apro.
«Salve» esclamo al fattorino.
«Buona sera signorina» mi risponde un uomo di mezza età con in mano due pacchi bianchi legati da uno spago.
«Quant'è?» domando.
«25$' accettiamo anche carte di credito e bancomat» dice annoiato.
«Bene, ho la carta di credito» prendo i pacchi e li appoggio a terra. Non voglio chiamare Josh perché magari questo signore lo conosce e chissà che succederebbe. Dopo aver pagato e averlo salutato riprendo i pacchi contenenti la cena e rientro. Trovo Josh sul divano.
«Potevi chiamarmi» dice alzandosi per aiutarmi.
«Volevo evitare» gli sorrido.
Dopo che ha appoggiati le buste sul tavolino del soggiorno entriamo in cucina.
«I bicchieri e i piatti sono sulla credenza» gliela indico «Vuoi la forchetta o usi le bacchette?» chiedo mentre prendo i tovaglioli.
«Bacchette»
«Coca-cola o acqua?» apro il frigorifero.
«Coca-cola»
«Bravo ragazzo» sorrido mentre prendo la bottiglia di coca-cola per poi tornare in soggiorno con Josh.
«Cos'hai ordinato?»
«Nuvole di drago, involtini primavera con la salsina, spaghetti di soia e gelato fritto» mi siedo sul tappeto di fianco a lui.
«Ottima scelta» asserisce mentre apre le buste.
«Dividi tu le porzioni. Vado a prendere il mio telefono di sopra» salgo le scale dopo che Josh ha annuito. Appena arrivo in camera mia prendo il telefono, lo sblocco e vedo un messaggio su Whatsapp.

 
Da: Matt
Peste quando pensi di chiamarmi?

Cazzo è vero che devo chiamare anche Matt.
 
A: Matt
Facciamo più tardi?

Invio e esco dalla stanza
 
Da: Matt
Perché hai da fare ora?


Digito velocemente sui tasti della tastiera mentre scendo le scale.
A: Matt
Si, giuro che ti spiego tutto, ti voglio bene rompiscatole.

Chiudo Whatsapp e blocco il telefono mettendolo nella tasca dei jeans.

«Eccomi» esclamo sedendomi di nuovo di fianco a Josh. Cominciamo a mangiare la nostra cena cinese mentre parliamo.



«No Winter, è inutile» urla Josh per la millesima volta mentre mangiamo il gelato fritto.
«Ma ti prego» metto il broncio.
«Non ci penso neanche a vedere Hunger Games, sarei troppo critico e rovinerei il film» dice prendendo un'altra cucchiaiata di gelato.
«Ma hai recitato benissimo Josh, dai ti prego» congiungo le mani davanti alla bocca e lo guardo.
«Sei persuasiva Win» sospira.
«Lo so» gli sorrido per poi correre di sopra in camera a prendere la chiavetta con dentro i film. In due minuti sono di sotto e metto la chiavetta nella presa della tv.
«Poi non ti lamentare se mi critico eh» borbotta mentre finisce il suo gelato.
«Ti metto un cuscino sulla faccia» rido mentre accendo la tv e cerco il film.
«Addirittura?» ride divertito.
«Si» annuisco mettendomi di fianco a lui sul divano e premendo play appena trovo The Hunger Games.
«Sei cattiva» continua a ridere passandomi il mio piattino con il gelato fritto.
«Lo so Hutch» gli sorrido per guardare la tv mentre finisco di mangiare il gelato-


«Ho un'idea» esclama Josh affacciandosi dalla finestra mentre io mi alzo per spegnere la tv.
Abbiamo visto tutto il film nonostante le critiche insensate che si faceva, raccontandomi anche cosa era successo sul set durante le riprese e ho riso fino alle lacrime.
«Cioè?» chiedo mentre cavo la chiavetta dalla tv appoggiandola sul tavolino ormai sparecchiato da me e lui.
«Usciamo a vedere le stelle?» 
«Si, bella idea» mi avvicino all'attaccapanni per prendere il mio giubbotto e lui fa lo stesso.
«Vieni» comincio a salire le scale e una volta che anche Josh è arrivato gli indico un'altra piccola scala che si nota appena attaccata alla parete.
«Wow è stupendo così» mormora mentre sale dietro di me.
«Lo so, forse l'unica cosa bella di questa casa» affermo mettendomi in piedi e pochi secondi dopo Josh è al mio fianco,camminiamo verso la portafinestra e una volta aperta usciamo.
«Sono stupende» alzo la testa dopo essermi seduta sulle tegole, allungo le gambe sul tetto del portico.
«Si sono meravigliose» dice Josh alzando la testa e sorridendo.
Mi perdo a guardarlo, una gamba piegata mentre l'altra è distesa, le braccia più indietro della schiena per bilanciare il peso e il suo sorriso a completare il tutto. Credo che non ci sia cosa più bella di lui, può essere paragonato ad una stella luminosa. Sorrido anche io e rialzo lo sguardo verso le stelle, per un po' rimaniamo così, in silenzio, a guardare le stelle. Un silenzio non di quelli imbarazzanti, questo è piacevole; hai la sensazione che nonostante non ci siano parole è già tutto perfetto così. Piego la testa di lato per guardare Josh e mi ritrovo il suo sguardo a dosso.
«Win» rompe il silenzi.
«Dimmi» sposto i capelli dal viso a causa del leggero vento.
«Cos'è successo a tuo padre?» mi chiede con voce dolce. Mi irrigidisco subito e stringo la mano in pugno «Se non vuoi dirmelo fa lo stesso» continua.
«No è che non amo parlare di lui» mi stringo nelle spalle.
«Non lo vedi più?» si avvicina a me.
«No» sospiro e lo guardo avvicinarsi. Prendo un respiro profondo e dopo aver chiuso gli occhi faccio uscire le parole «Josh, lui è morto»
Mi porto una mano alla pancia per cercare di diminuire il dolore che torna a farsi sentire e cerco di regolarizzare il respiro. Alzo gli occhi al cielo per non far uscire le lacrime che avevo promesso che non dovevano mai più uscire e quando le rimando indietro due braccia mi avvolgono. Mi giro trovando Josh che mi sorride debolmente tirandomi più a se. Le lacrime tornano ma cerco di non farle uscire mentre allaccio le mie braccia dietro alla schiena di Josh.
«Non ti dico la solita scontata cosa che ti dicono tutti» sussurra all'orecchio e i brividi prendono il sopravvento «Non lo so come ti senti perché fortunatamente ho entrambi i miei genitori, ma immagino che sia difficile» mi stringe ancora più forte mentre una lacrima scende dal mio occhio «Ma da ora io ci sarò sempre per te Win» appoggio la testa sul suo petto incapace di parlare mentre un'altra lacrima scende, seguita da un'altra. 
Con un solo abbraccio è riuscito a distruggere tutti i muri e le barriere che mi ero costruita in questi due anni e mezzo. Proprio come dice la canzone di Ed, tutte queste stelle ci guideranno a casa, la mia nuova casa l'ho trovata tra le braccia di Josh.



















 
POV AUTRICE;
 

Buonasera meraviglie.
Finalmente sono riuscita ad aggiornare *applausi per me* ahahah, no seriamente, scusatemi per il ritardo ma la scuola non mi da tregua cioè ho più verifiche e interrogazioni che giorni di scuola, ma vabbè non siamo qui per parlare della scuola.
VENIAMO A NOI, IL CAPITOLO NUMBER FOUR: come già vi avevo anticipato sarebbe stato tutto sul loro pomeriggio\sera e ho mantenuto la parola data, mi sono divertita un mondo a scrivere la parte dove preparano i muffin (spero che sia piaciuta anche a voi) e mi sono venuti i brividi a scrivere la parte finale, dove Winter dice a Josh che suo padre è morto e lui gli promette che ci sarà sempre per lei da ora.
COME SEMPRE ASPETTO LE VOSTRE RECENSIONI, CHE IO AMO, DOVE POTETE DIRMI TUTTO CIO' CHE PENSATE DEL CAPITOLO E ANCHE CRITICARE QUALCOSA COSI' DA POTERMI MIGLIORARE.
PER CONCLUDERE VI VORREI RINGRAZIARE CHI HA MESSO LA STORIA TRA LE PREFERITE, RICORDATE E SEGUITE, E SOPRATTUTTO VI VORREI FAR NOTARE CHE HO SCRITTO 3 CAPITOLI E SIAMO A QUOTA 30 RECENSIONI, VE SE AMA DAVVERO TANTO AHAH. QUINDI SPERO DI NON DELUDERE LE VOSTRE ASPETTATIVE PROSEGUENDO LA STORIA.
VI AUGURO CHE LA BUONA SORTE (O FORTUNA PER CHI HA VISTO SOLO I FILM) POSSA ESSERE SEMPRE A VOSTRO FAVORE PER QUESTE ULTIME SETTIMANE DI SCUOLA.

A PRESTO,

PEETARMS.







 




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Capitolo 5
*** Here's to never growing up ***


 

Singing radiohead at the top of our lungs
With the boom box blaring as we’re falling in love
– Here's To Never Growing Up, Avril Lavigne












«Davvero?» ride tenendosi la pancia.
«Giuro» sorrido guardandolo.
«Non ci posso credere, che carina»
«Proprio. Una bambina di sei anni dice alla sua maestra il primo giorno di scuola “mamma dice che non devo ascoltare gli sconosciuti”» cerco di imitare la voce di quell'età ridendo.
«Beh, eri una brava bambina» dice stringendomi ancora di più a lui. 
Siamo ancora sul tetto a guardare le stelle mentre raccontiamo gli aneddoti della nostra infanzia abbracciati l'uno all'altro.
«Ero. Hai detto bene» alzo di poco la testa per perdermi dentro ai suoi occhi.
«Ora non ascolti più la mamma?» chiede prendendomi la mano.
«No, non l'ascolto più da molto tempo» alzo le spalle e cercando di contenere i brividi che mi provoca «Quando torni al lavoro?»
«Fra due giorni. Fra un po' ci sposteremo a Parigi per girare» sorride a parlare del suo lavoro.
«È stupendo Josh» sorrido.
«Sì»
«Io studierò per il diploma e tu finirai di girare Mockingjay» guardo le nostre mani intrecciate «Sinceramente non vorrei che finiste mai di girare, perché questa volta è l'ultima, non ci sarà un continuo ed è orribile»
«Lo so, è la stessa cosa che proviamo noi sul set» il suo sorriso si indebolisce.
«Ma tutto ha una fine» sospiro.
«Non tutto Win, ma in questo caso sì. Però rimarrà un bellissimo ricordo» afferma accarezzandomi con l'indice il palmo della mano.
«Si Josh tutto ha una fine, per tutto c'è un capolinea» dico alzando la testa e incrociando di nuovo il suo sguardo. Rimaniamo così, a leggere le nostre anime guardandoci negli occhi, io i suoi castani e lui i miei azzurri per un tempo che sembra infinito.



Le prime note di It's time degli Imagine Dragons mi svegliano, allungo la mano verso il comodino ancora con gli occhi chiusi. Dopo aver preso l'i-phone apro lentamente gli occhi per farli abituare alla luce e disattivo la sveglia.
Mi alzo pigramente e sento ancora l'odore di Josh sulla mia pelle dall'abbraccio in cui siamo stati ieri sera, uno dei migliori della mia vita. Mi dirigo verso il bagno, accendo la luce e vado dritta verso il lavandino per lavarmi la faccia con l'acqua fredda, dopo aver fatto questa operazione prendo la trousse dal cassetto e tiro fuori il correttore e ne applico un po' sotto gli occhi per coprire le occhiaie. Dopo di che, esco dal bagno e entro nella cabina armadio dove esco con un paio di jeans skinny blu notte e un maglio grigio fumo. Indosso le mie converse nere borchiate e dopo aver preso il foglio con l'orario delle mie elezioni dalla scrivania guardo le materie di oggi.

 

 9am - 10am  Matematica
11am - 12.30am  Letteratura
12.30am - 1pm  Pausa pranzo
1pm - 2pm  Storia 
2pm - 3pm  Inglese



Sbuffo per l'orario noioso che mi aspetta oggi, prendo il libro di storia e di inglese da sopra la scrivania e scendo dopo aver preso anche il telefono con le cuffie. Quando arrivo al piano di sotto prendo lo zaino ancora nella posizione del giorno precedente e tolgo il libro di geografia e biologia per sostituirli con quelli che ho tra le braccia. Chiudo lo zaino e guardo l'orologio in salotto. Le 8.34am. Mi infilo velocemente il giubbotto e lo zaino dopo aver fatto partire This Song Saved My Life dei Simple Plan. Prendo le chiavi di casa e esco diretta verso la metro per un'altra giornata di scuola.



«Winter»una voce mi fa voltare quando arrivo davanti alla scuola.
«Buongiorno, Nick» gli sorrido.
«Buongiorno a te» risponde dopo aver ripreso fiato per la corsa.
«Eri in ritardo?»
«Si, mia sorella non mi ha dato un passaggio e io non ho la macchina visto che è dal meccanico» esclama irritato.
«La mia deve ancora arrivare» sbuffo sonoramente.
«Ma come? Non hai la patente?» chiede sorpreso.
«Si che ho la patente, solo che mia mamma mi ha detto che quando saremmo arrivati a Los Angeles me ne avrebbe comprata una nuova. Ma per ora non mi aspetto nulla» entro dall'ingresso principale.
«Se te lo ha promesso arriverà» mi rassicura con il suo sorriso dolce.
«Non conosci mia mamma» lo guardo seriamente «Comunque vado al mio armadietto se no faccio tardi a matematica»
«Certo, ci vediamo a pranzo» mi saluta con un bacio sulla guancia per poi prendere la direzione opposta alla mia. Percorro le scale che portano al piano superiore e mi fermo all'armadietto 512. Il mio. Di fianco trovo Hailee che traffica all'interno del suo.
«Giorno» la saluto mentre digito la combinazione.
«Giorno Win, scusami non ti avevo vista» si volta di me.
«Tutto bene?» domando prendendo il quaderno dentro all'armadietto.
«Si, te?» 
«Sì. Ci vediamo a pranzo?» guardo l'orario dal display del mio telefono e noto che ho anche un messaggio.
«Certo Win» mi lascia un bacio sulla guancia come ha fatto pochi minuti prima suo fratello e gli sorrido mentre suona la campanella.
Mi avvio per il corridoio al nostro fianco diretta all'aula di matematica, il messaggio l'avrei letto al cambio dell'ora, se no sarei arrivata in ritardo e non avevo voglia di stare seduta in prima fila e di sentirmi rimproverare dal professore di matematica. Velocizzo il passo e in neanche due minuti sono all'interno dell'aula, diretta verso il banco di fianco alla finestra in terza fila.



«Win sei sicura che non ti serva un passaggio? Mi fa piacere accompagnarti» la voce di Hailee al mio fianco mi tiene compagnia mentre ci avventuriamo tra i corridoi pieni di studenti che a quest'ora del venerdì non vedono l'ora di uscire per godersi il week-end.
«No Lee» esclamo chiamandola con il suo soprannome «Sul serio, ho voglia di fare due passi a piedi e poi è meglio che mi abituo alla metro» gli sorrido.
«Okay come vuoi Win, hai il mio numero, per qualsiasi cosa chiama» dice scoccandomi un bacio e andando verso il parcheggio appena uscite dall'ingresso principale.
Prendo il mio i-phone dalla tasca dei jeans e leggo l'ultimo messaggio di Josh.
 
Da: Josh
Sono davanti al bar Win.

Sorrido e giro a destra dopo essere uscita dal cancello della scuola. Mentre cammino ripenso al messaggio che mi aveva inviato questa mattina “Oggi ti vengo a prendere io a scuola, non puoi dirmi di no Win.” Così ho accettato e cammino sorridendo mentre mi avvicino al bar dove vedo il fuoristrada di Josh.
Mi avvicino al finestrino e busso due volte, lui tira giù il vetro.
«Salve. Lei chi è?» la sua voce è divertita.
«Piacere, mi chiamo Winter Davis. Ho ricevuto da un messaggio da un certo Josh Hutcherson di incontrarlo qui, lei sa per caso chi è?» trattengo le risate.
«No, non ne ho idea di chi sia» dice Josh ridendo «Dai salta su stupida» sorride.
«Grazie lei è così gentile» scoppio a ridere anche io mentre salgo in macchina.
«Lo so, me lo dicono in molti» si avvicina sorridendomi lasciarmi un bacio sulla guancia appena ho chiuso la portiera, sorrido quando si allontana visto che il suo telefono squilla. Parla al telefono per una decina di minuti e poi quando attacca mi sorride.
«Non torno domani, ma lunedì» dice entusiasta rivolgendosi a me.
«Meglio così. Allora dove mi porti oggi?» appoggio lo zaino ai piedi.
«Che ne dici di un negozio dove puoi decidere se mangiare yogurt, gelato, caramelle o tutti e tre insieme?» domanda mentre mette in moto la macchina.
«Penso che dopo la bilancia farà i capricci, ma sinceramente adoro questa idea» gli sorrido.
«Bene allora andiamo. Come è andata oggi?» chiede mentre guida tra le vie affollate di Los Angeles.
«Noioso. Spero che il college sia meglio» sbuffo.
«Credo proprio di si» Josh si volta verso di me con il suo sorriso.
«E spero di aver presto risposta dal college per la borsa di studio» esclamo prima di prendere il telefono visto che suonava: Matt.
«Qualcuno si è dimenticato del suo migliore amico» la sua voce è un mix di emozioni.
«Qualcuno è troppo insicuro» gli rispondo di rimando.
«Non mi hai ancora chiamato da quando te ne sei andata»
«Neanche tu» faccio il suo stesso gioco.
«Sei stata tu quella occupata Win» non posso fare a meno di guardare Josh.
«Okay, va bene è colpa mia. Ora sei contento?» sospiro seccata.
«No, perché mi manchi»
«Anche tu mi manchi Matt» guardo le punte delle mie converse.
«Tanto?» chiede con voce dolce.
«Tanto» asserisco.
«Anche tu. Ora vado all'allenamento, ci sentiamo dopo no?»
«Certo Matt, scrivimi tu appena finisci l'allenamento, ti voglio bene» dico prima di premere il tasto rosso per concludere la chiamata «Scusa era il mio migliore amico» guardo Josh.
«Immaginavo» mantiene lo sguardo sulla strada.
«Posso accendere la radio?» cambio discorso.
«Certo fai pure»
Accendo la radio e le note di Talking Heads dei Radiohead riempono l'abitacolo. Guardo Josh e dopo due secondi cominciamo entrambi a cantare quella meraviglia di canzone, la cantiamo tutta, fino alla fine. Appena arriviamo davanti al negozio la canzone finisce e dopo aver spento la radio scoppiamo entrambi a ridere.
«Non cantavo questa canzone da una vita» dico voltandomi verso Josh ridendo ancora.
«Io non l'avevo mai cantata con qualcuno così» risponde tra una risata e l'altra.
«Allora entrambi abbiamo fatto qualcosa che ci ha reso felici»
«Esattamente Win»
«Allora andiamo a fare i bambini li dentro?» indico il negozio a Josh.
«Ci puoi scommettere Win» infila il cappellino rosso e gli occhiali da sole.
«Qualcuno non si vuole far riconoscere» lo derido mentre scendiamo dalla macchina.
«Non voglio attirare i paparazzi è diverso Win» sorride e mi tende la sua mano.
«Come desidera Hutcherson» accetto la sua mano e sorriddo quando intreccia le sue dita con le mie.
Tiro la porta del negozio e dopo essere entrati rimango meravigliata dalla grandezza di quel posto e dai suoi colori. Sorrido e mi perdo ad osservarlo. Mi volto alla nostra destra e trovo una macchina con diverse leve con sopra l'insegna YOGURT in corsivo di un colore bianco con lo sfondo rosso. Alla nostra sinistra invece trovo un bancone con dentro più di una trentina di gusti di gelato con una ragazza che sta servendo una bambina con due trecce stupende. Davanti a noi invece in fondo alla stanza trovo centinaia di tipi di caramelle, tutti i tipi di Haribo e altre tipi di caramelle, mi volto verso Josh e gli sorrido.
«Lasciami qui dentro, ti prego» utilizzo il mio sguardo implorante.
«Sapevo che me lo avresti detto. Hai visto il bancone del cioccolato?» me lo indica.
«No seriamente, Josh, lasciami qui» dico causando ancora una volta la sua risata.
«Allora io rimango qui con te, va bene?»
«Ci devo pensare» guardo prima lui e poi le nostre mani ancora intrecciate «Mi sa che questa sera non mangerò» mi incammino verso la macchina dello yogurt.
«Fa anche il frozen yogurt se vuoi» dice Josh passandomi una coppetta quando lascio la sua mano.
«Sul serio?» batto le mani felice.
«Mi sembri una bimba Win» mi sorride dolcemente e io gli sorrido dopo aver alzato le spalle. Passiamo i seguenti dieci minuti a riempire le coppette con caramelle, yogurt, frozen yogurt, gelato, cioccolato e alla fine dopo aver pagato tutto ci sediamo nei tavolini e cominciamo a mangiare lo yogurt.
«Ora che hai superato anche il secondo giorno, come ti sembra la Westwood High School?»
«Per ora è okay» porto il cucchiaio alla bocca «Ho fatto amicizia con due ragazzi, sono fratelli» alzo le spalle.
«Come si chiamano?» chiede Josh finendo il suo yogurt.
«Hailee che è al penultimo anno, Nick che ha la mia età ed è all'ultimo»
«Sono contento che tu abbia già trovato già degli amici» prende la mia mano sul tavolo e i brividi tornano a farsi sentire, come ogni volta che mi tocca o mi sfiora.
«Anche io» intreccio le mie dita con le sue «Che dici mangiamo il gelato e le caramelle ce le portiamo a casa? Io non ce la faccio già più» scoppio a ridere.
«Certo Win»
Dopo aver allontanato le nostre mani l'una dall'altra mangiamo i nostri gelati. Il mio cioccolato e cocco, il suo bacio e pistacchio.
«Comunque siamo fortunati, c'è poca gente che ti può riconoscere» osservo il negozio mentre mangio il gelato.
«È vero, siamo fortunati»
«Ci vieni spesso qui?» incrocio le gambe sopra al divanetto.
«Quando sono a Los Angeles ogni tanto si» 
«Allora sai che d'ora in poi, ogni volta che verrai mi devi venire a prendere okay?» lo guardo dopo aver finito il gelato.
«Sissignore» scoppia a ridere visto che è minacciato da un cucchiaino di plastica.
«Che vuoi fare ora?» domanda quando ci alziamo per buttare le coppette del gelato e dello yogurt. Prendo il telefono dalla tasca dei jeans e guardo l'orario. 6.03pm.
«Sono le sei, che ne dici se tipo ci vediamo dei film e come cena ci mangiamo quelli?» indico il tavolo con i nostri sacchettini pieni di caramelle e cioccolato.
«Per me va benissimo ma ad una condizione» dice prendendo i sacchettini delle caramelle che infila dentro al mio zaino. Mi tende la mano una volta che ho messo lo zaino sulle spalle.
«Che sarebbe?» alzo un sopracciglio e prendendo la sua mano.
«Niente miei film» intreccia le sue dita con le mie e usciamo dal negozio «Prometti» mi guarda.
«Prometto» gli sorrido e mi sorride anche lui.
Dopo aver camminato fino al fuoristrada entriamo e ci inoltriamo nuovamente nelle strade affollate di Los Angeles.
Mentre siamo in viaggio, prendo il telefono dalla tasca dei jeans e vedo che ho due messaggi.
 
Da: Matt
Peste, ti ho promesso che ci saremmo sentiti questa sera ma invece mia mamma mi ha costretto ad andare con lei a una delle sue cene con le sue colleghe. Prometto che ci sentiamo domani però.

Sbuffo e digito velocemente sui tasti.
 
A: Matt
Okay, va bene, però mantieni la promessa rompiscatole.

Dopo aver inviato il messaggio ritorno nella home di Whatsapp e vedo che l'altro messaggio è di Hailee.
 
Da: Lee
Win, domani sera il mio ragazzo da una piccola festa a casa sua, e vorrei che venissi. Primo per fartelo conoscere e secondo perché ti faccio conoscere un po' di gente simpatica della Westwood.
 
A: Lee
Accetto ad una condizione
 
Da: Lee
Sarebbe?
 
A: Lee
Porto un mio amico, però giurami che ci saranno poche persone e di cui ti fidi ciecamente.

Invio il messaggio e mi volto verso Josh e mi perdo a guardarlo così concentrato sulla strada, ma la vibrazione del mio telefono riporta il mio sguardo sul display.
 
Da: Lee
Ci sono dieci persone, più te e il tuo misterioso amico, e sono persone che conosco fin da quando sono piccola, quindi ti puoi fidare, allora ci sei?

«Josh» richiamo la sua attenzione.
«Si Win?» mi risponde mantenendo lo sguardo sulla strada.
«Hai da fare domani sera?» domando titubante.
«No perché?» chiede voltandosi verso di me velocemente.
«Perché ora sei impegnato» piego la testa di lato e sorrido appena ci fermiamo ad un semaforo.
«E cosa facciamo?»
«Andiamo a casa del ragazzo di Hailee che da una piccola festa» spiego velocemente. Sta per controbattere ma io lo anticipo «Tranquillo, gli ho prima chiesto quante persone ci saranno e se si fida di tutti, e lei mi ha risposto di si» lo tranquillizzo con le mie parole.
«Certo che pensi sempre a tutto Win» mi sorride dolcemente
«Non ti farei mai assalire da centinaia di ragazze»
«E perché no?» mi guarda divertito.
Perché sono fottutamene innamorata di te da quando ho 10 anni, ma ora ancora di più da quando ho capito che persona meravigliosa sei.
«È verde, Josh» gli indico il semaforo cambiando il discorso.
«Salvata in calcio d'angolo» dice prima di spingere il piede sull'acceleratore.



«Come primo film vogliamo vedere Catching Fire o Un ponte per Terabithia?» scendo dalla scala con in mano la chiavetta dei film prendendolo in giro.
«Winter avevi promesso» mi guarda serio e io scoppio a ridere.
«Lo so. Volevo vedere la tua reazione» lo spingo facendolo cadere sul divano.
«Sei perfida» esclama mentre infilo la chiavetta nella tv.
«Con te sono una santa» prendo il telecomando per accendere la tv mentre mi avvicino al divano. Josh mi prende il braccio e mi fa cadere a dosso a lui
«Così impari» comincia a farmi il solletico.
«Josh» cerco di farmi sentire tra le risate.
«Cosa Win?» smette di farmi il solletico.
«Sarei io poi quella perfida» alzo il sopracciglio ridendo.
«Si tu» mi sorride a neanche quattro centimetri dalle mie labbra, cerco di respirare, ma faccio fatica.
«Allora» esordisco quando riprendo il controllo di me «Vedremo i tre film delle cronache di narnia. Ti avviso sono più di sei ore di film» guardo l'orologio sulla parete. 7.45pm. Ci abbiamo messo una vita a tornare a casa.
«Non ho problemi io» mi fa appoggiare la testa sulle sue gambe sopra al cuscino.
«Finiamo più o meno alle due e mezza»
«Con te il tempo vola» mi accarezza i capelli dopo che ho premuto play “Le Cronache di Narnia – Il leone, La strega e L'armadio”.
«No, con te il tempo vola» appoggio la mia mano destra sulla sua e rimaniamo così, con le mani intrecciati per quasi tutto il primo film.
«Vuoi la cola–cola?» domando alzandomi dal divano alla fine del primo film.
«Si, grazie, intanto io prendo le caramelle» asserisce prima che io entri in cucina.
Appena sono da sola in cucina non posso a fare meno di sorridere, perché nonostante tutto non riesco ancora a realizzare quello che mi sta succedendo. Mi avvicino alla credenza e prendo due bicchieri, mentre chiudo lo sportello sento Josh parlare con qualcuno al telefono o almeno che non sia diventato improvvisamente pazzo.
Sorrido per l'ultimo pensiero apro il frigorifero dove prendo la bottiglia di coca–cola, dopo aver spento la luce con il gomito ritorno in soggiorno e trovo Josh che ride al telefono.
«Non ci credo Conn» ride ancora più forte.
Sta parlando con suo fratello, sorrido e appoggio i bicchieri con la bottiglia sul tavolino. Lui mi sorride mentre ascolta cosa gli dice il fratello.
«Certo che puoi venire. Ti devo presentare anche una persona» mi guarda.
Io, sul serio? Lui mi vuole presentare a suo fratello?
«Okay, va bene, allora ci vediamo la settimana prossima quando inizia la pausa primaverile» dice Josh sorridendo «Si ci sentiamo presto Conn, saluta mamma e papà» appena chiude la chiamata mi sorride «Buone notizie» prende la bottiglia di coca-cola.
«Ah si?» mi risiedo di fianco a lui.
«Si, fra una settimana conoscerai Connor»
«Ma tu non sei sul set?» lo guardo.
«Devo fare solo qualche ripresa prima di andare a Parigi, quindi in un paio di giorni me la dovrei cavare» sorride.
«Capito» prendo un pezzo di cioccolata dal sacchetto e dandogli un morso «Ma è una bontà» esalto il cioccolato guardando Josh.
«Lo so» sorride premendo al posto mio play sul secondo film “Le Cronache di Narnia – Il principe Caspian”.
«Io adoro il secondo film, ti avviso» dico finendo il pezzo di cioccolato «E adoro Ben Barnes»
«Si è un bravo attore. Ma lo adori più di me?» chiede ridendo.
«Davvero lo vuoi sapere?» mi volto verso di lui con un ghigno dipinto in volto.
«Meglio di no» risponde prendendo una caramella.
Rido e ritorno di nuovo con la testa sulle sue gambe, mentre lui mi accarezza i capelli.
«Dio quanto amo questa canzone» alzo lo sguardo e trovo quello di Josh.
«Si, ci sta benissimo visto che il film è quasi finito» mia accarezza la guancia.
«Ogni volta che finisco di vedere un film o di leggere un libro ho un vuoto allo stomaco» sussurro ai titoli di coda.
«Conosco quella sensazione, è peggiore quando finisci di girare il film» mi guarda dolcemente.
«Immagino» prendo la coperta dall'altro divano e mi copro «Ho freddo»
«Ci credo, hai la mano congelata» rii-intreccia le nostre dita.
«Io le ho quasi sempre fredde» spiego dopo avergli passato una caramella.
«Grazie Win» sussurra prima di prenderla dalla mia mano.
«Prego Hutch» premo play sull'ultimo film “Le Cronache di Narnia – Il viaggio del veliero”.
Ritorniamo nelle posizioni di prima: io stesa con la testa sulle sue gambe e lui che mi accarezza i miei cappelli. Quando alzo lo sguardo a metà del film trovo Josh addormentato.
Lo guardo sorridendo. Ha il viso rilassato, piegato in un sorriso. Il suo respiro è regolare e ha la mano destra intrecciata alla mia, l'altra invece tra i miei capelli. Sembra felice e sorrido di nuovo.
Ripercorro tutta la nostra giornata mentre lo guardo e pian piano tra i pensieri i miei occhi si fanno pesanti, l'ultima cosa che vedo prima di lasciarmi andare tra le braccia di Morfeo è il viso addormentato e felice di Josh, mi addormento con il sorriso sulle labbra. 




























 
POV AUTRICE:

 

ECCOMI QUAA, HO AGGIORNATO A TEMPO DI RECORD, TRE GIORNI AHAH.
HO AGGIORNATO COSI' PRESTO PERCHE' LA SETTIMANA CHE VIENE SARA' TERRIBILE E NON VI VOLEVO LASCIARE SENZA CAPITOLO.
ALLORA CHE DIRE DI QUESTO CAPITOLO: HO ADORATO SCRIVERLO, PERCHE' DAI AVANTI SI CAPISCE CHE SI STANNO INNAMORANDO L'UNO DELL'ALTRO AHAH. IL TITOLO DEL CAPITOLO E' RIFERITO SOPRATTUTTO A TUTTI I DOLCIUMI CHE JOSH E WINTER HANNO MANGIATO (QUINDI CHE NON SI CRESCE MAI) , E IL PEZZO DELLA CANZONE L'HO ANCHE INSERITO NEL CAPITOLO, PERCHE' SECONDO ME CI STAVA TROPPO (SPERO CHE VI SIA PIACIUTO). VI LASCIO UN PICCOLO SPOILER PER IL PROSSIMO CAPITOLO: GOSSIP.
COME SEMPRE ASPETTO LE VOSTRE MERAVIGLIOSE RECENSIONI, DOVE POTETE DIRMI TUTTO QUELLO CHE PENSATE DEL CAPITOLO E DELLA STORIA E DOVE POTETE ANCHE CRITICARE QUALCOSA COSI' DA POTERMI MIGLIORARE, E SOPRATTUTTO VORREI SAPERE COSA VI IMMAGINATE DALLO SPOILER CHE VI HO LASCIATO QUI SOPRA.
RINGRAZIO DI CUORE CHI HA MESSO LA STORIA TRA LE PREFERITE, RICORDATE E SEGUITE, CHI LA RECENSISCE E ANCHE I LETTORI SILENZIOSI, E COME SEMPRE SPERO DI NON DELUDERVI.
DETTO QUESTO, RITORNO A STUDIARE, LA MIA PAUSA CHE HO UTILIZZATO PER PUBBLICARVI IL CAPITOLO E' DECISAMENTE FINITA. IN BOCCA AL LUPO PER TUTTE LE VERIFICHE E INTERROGAZIONI CHE VI ASPETTANO QUESTA SETTIMANA.
CHE POSSA LA BUONA SORTE (O FORTUNA PER CHI HA VISTO SOLO I FILM) ESSERE SEMPRE A VOSTRO FAVORE *ALZA LE TRE DITA*.

A PRESTO MERAVIGLIE,

PEETARMS.


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Capitolo 6
*** Beating Heart. ***


I can't face this now everything has changed
I just wanna be by your side, here's hoping we collide
Here's hoping we collide 
–  Beating Heart, Ellie Goulding 

 










La suoneria della sveglia mi strappa dal mondo dei sogni, mugugno qualcosa e lascio la mano di Josh per spegnere la sveglia. Appena mi rivolto trovo Josh sveglio che sbadiglia.
«Mi sa che ci siamo addormentati» sorride con la voce ancora impastata dal sonno.
«Tu ti sei addormentato a metà film» mi appoggio con la schiena al divano.
«Potevi svegliarmi» prende la mia mano.
«Dormivi così bene» gli sorrido e lui sorride a me.
«Così nessuno dei due ha finito di vedere il film» intreccia le sue dita con le mie.
«No, nessuno dei due» mormoro dopo aver preso il telecomando e aver spento la televisione rimasta accesa «Caffè?» mi alzo tenendo però la mano di Josh.
«Si caffè» risponde sorridendomi e alzandosi «Però prima vado in bagno» mi lascia un bacio sulla guancia e si avvia verso il bagno che gli avevo indicato la sera precedente.
Entro in cucina e la prima cosa che faccio è andare nella dispensa per prendere il macinato per fare il caffè e una volta preparato apro l'altra dispensa dove prendo gli Oreo, quando mi volto per metterli sul tavolo Josh entra in cucina.
«Josh, prendi due tazze?»
«Dove sono?» mi guarda.
«Non lo so» alzo le spalle «Cerca» mi volto riportando la mia attenzione alla Moka, presto mi perdo nei miei pensieri mattutini ma la voce felice di Josh mi fa voltare.
«Trovate» sventola le tazze per poi appoggiarle sul tavolo.
«Appena in tempo» gli indico il caffè che sta venendo su in quel momento. Prendo una presina e verso il caffè nelle tazze mentre Josh prende lo zucchero dal ripiano.
«Zollette?» chiede ridendo.
«Sono buone e sono più comode» cerco di non sorridere. 
«Certo, quindi non c'entra nulla con qualche trilogia in particolare» si siede e mette due zollette nel suo caffè dopo avergli passato il cucchiaino.
«No nulla» asserisco sedendomi e mettendo nel mio caffè le mie due solite zollette.
«Non ci credo» esclama dopo aver preso un biscotto.
«Fai male Hutcherson» porto la tazza alla bocca per bere un sorso di caffè.
«Lo so che menti, è inutile» scoppia a ridere «Ammettilo»
«No» appoggio la tazza sul tavolo.
«Win, se lo ammetti ti racconto una cosa divertente»Josh sorride prima di passarmi un Oreo, lo prendo e lo guardo seria «Sul serio, dai non c'è nulla di male»
«Okay, hai ragione» mormoro mangiando il biscotto.
«Lo sapevo. Ora come promesso ti racconto» dice finendo di bere il caffè.
Mi siedo a gambe incrociate sulla sedia e annuisco.
«Hai presente la scena di Sam e Jenn?»
«Si, quella dove Finnick e Katniss si vedono per la prima volta» mangio un altro biscotto.
«Esatto. Ecco l'abbiamo dovuta fare più di dieci volte perché Jenn si mangiava le zollette» scoppia a ridere e mi unisco anche io.
«L'avevo letta su internet, ma non pensavo che fosse vera»  
«Nono, invece è vera Win» mi sorride mentre mi alzo mettendo la tazza vuota nel lavandino.



«Matt» sospiro.
«Win, sul serio» alza la voce di nuovo.
«No, non ci provo» mi metto seduta a gambe incrociate sul letto e alzo lo sguardo sull'orologio sopra la scrivania e vedo che sono le 7.43pm
«Perchè? Perchè non gli vuoi dare una possibilità?» urla.
Per tanti motivi Matt, troppi.
«Perchè no»
«Winter, ora farà parte della tua vita lo capisci? Si è sposato con tua madre, non dico che dovete andare d'amore e d'accordo ma almeno riuscire a stare nella stessa stanza senza che tu lo fulmini con lo sguardo o che lo disprezzi» torna al suo solito tono di voce.
«Matt» sospiro di nuovo e guardo dritta nella webcam «No, enne o, no, no, no» gridò arrabbiata.
«Sei impossibile» esclama passandosi una mano tra i capelli.
«Lo so. Ma tu mi vuoi bene per quella che sono» rido.
«I tuoi sbalzi di umore mi fanno paura» spalanca la bocca.
«Si e a me fa paura la tua insistenza su George» torno seria.
«Winter, lui è proprietario di una casa discografica, potrebbe farti incidere un tuo album» mi ricorda il suo lavoro.
«Inanzi tutto io so cantare discretamente, e voglio andare al college a studiare recitazione non canto» glielo ricordo.
«Però hai anche lezioni di canto» puntualizza.
«Si ma io non voglio diventare una cantante» affermo mentre ricontrollo l'orario. 7.50pm.
«Lo so che sogni di diventare attrice da quando sei piccola, non ho mai capito perchè non hai mai voluto fare provini»
«Sono convinta di non essere abbastanza brava e voglio andare al college per questo»
«Winter, tu non sei brava di più» mi rassicura il mio migliore amico.
«Sei costretto a dirlo. Sei il mio migliore amico» sbuffo.
«Non lo dico solo perchè sono il tuo migliore amico Win, hai talento da vendere ma lasciamo perdere, sei troppo testarda» scuote la testa rassegnato.
Lo imito sospirando. Non è il primo che me lo dice, anche mio padre me lo ripeteva ogni anno alla fine delle recite scolastiche o ai saggi di musica dove puntualmente mi offrivo per cantare, odio essere sotto ai riflettori nella vita ma per la recitazione e la musica no, mi trasformo in una persona completamente diversa, mi sento ogni volta più sicura di me per pochi minuti, ed è una sensazione meravigliosa.
«Non è vero» incrocio le braccia al petto.
«Winter sei la persona più testarda che io conosca» mi sorride dolcemente «A che ora ti viene a prendere il tuo cavaliere?» cambia discorso.
«Non è il mio cavaliere» punto il dito contro la webcam prima di alzare lo sguardo all'orologio, 7.58pm.
«Alle 9pm» lego i capelli in una cipolla disordinata come sempre quando sono nervosa.
«Sei nervosa?» chiede spostandosi dalla scrivania al letto.
«Abbastanza. Spero che gli amici di Hailee non lo vadano a dire ai giornali o diano di matto» alzo gli occhi al cielo.
«Ma non hai detto che è una piccola festa?»
«Matt, ti ricordo che si parte da una piccola festa per poi diventare una festa dove c'è tutta la scuola. Ricordi la tua di anno scorso?»
«Non farmela ricordare ti prego, è un miracolo che non sia ancora in punizione» scoppia a ridere.
«Ecco, pensa se qualcuno dei suoi amici posta su twitter, facebook o qualsiasi social network una foto di Josh alla festa» dico nervosa
«Sei paranoica. Andrà tutto bene Win, Josh poi sa come cavarsela, è o non è nel mondo del cinema da quando è piccolo?» mi sorride.
«Oggi prima che andasse via ho provato a convincerlo a non andare, ma lui ha insistito. Ha detto che visto che settimana prossima conoscerò suo fratello lui vuole conoscere i miei nuovi amici» alzo le maniche della felpa.
«Ti presenterà a suo fratello?»
«Si, Matt non farti i tuoi viaggi» rido.
«Oh avanti se ti presenta a suo fratello»
«Non mi sta mica presentando ai suoi genitori con un anello al dito» sarcasmo.
«Avanti, ammettilo che ti piacerebbe» ride ancora più forte.
«Poi sono io quella impossibile» sbuffo teatralmente.
«Si tu Win. Sei adorabile quando ti arrabbi» dice riprendendo a ridere ma io non lo ascolto, prendo il telefono visto che ha vibrato, un messaggio di Josh, sorrido.
«E Josh ha colpito ancora» rialzo lo sguardo verso la webcam.
«Non è Josh» mento spudoratamente.
«Si e io sono un secchione. Win sono quasi le otto, vai a prepararti» mi incita ridendo.
«Ci sentiamo domani rompiscatole» porto il dito sul mouse del portatile e avvicinandolo alla croce rossa pronta per chiudere la pagina di internet.
«Win» mi richiama.
«Cosa Matt?»
«Ricordati le precauzioni» scoppia a ridere e si becca una mia infamata prima di chiudere la chiamata.
Dio se è idiota.

Quando mi alzo dal letto sono le 8.30pm, maledizione a me e ai messaggi con Hailee.
Mi cavo velocemente la felpa e i pantaloni della tuta, dopo essermi spogliata del tutto entro in doccia dove mi lavo il più velocemente possibile.
Sotto il getto dell'acqua calda mi perdo a pensare alle parole di Matt. Scuoto la testa per mandar via i residui di balsamo ed esco dal box doccia. Mi avvolgo nell'accappatoio e dopo aver strizzato i capelli con l'asciugamano attacco lo stereo.
Dopo aver asciugato i capelli li liscio con la piastra velocemente e esco dal bagno entrando nella cabina tra le note della canzone successiva. Esco con indosso un paio di jeans neri a vita alta e un maglioncino non troppo lungo rosso, saltello su un piede mentre mi infilo la converse sinistra e quando rialzo lo sguardo trovo Josh sul mio letto che ride.
«Tu come sei entrato?» sistemo i capelli che avevo davanti al viso a causa dei saltelli.
«Dalla porta?» risponde retorico ridendo.
«Spiritoso» indosso la collana che avevo sulla scrivania.
«Hai lasciato la porta aperta. E sono entrato perché non rispondevi ne alle chiamate ne al campanello» si alza.
«Ero sotto alla doccia» controllo l'orologio sopra alla scrivania, 9.23pm «Io e la puntualità non andiamo molto d'accordo» mi sforzo a tirare in su gli angoli della bocca. Ho ancora la testa affollata dai pensieri, ma devo liberare la mente per concentrarmi sulla serata e divertirmi. Stasera devo pensare solo a Josh e alla festa.
«Comunque sei bella» si avvicina a me per lasciarmi un bacio sulla guancia. Un brivido si fa spazio lungo la mia schiena.
«Anche tu» gli sorrido e intreccio la mia mano destra con la sua. Lo guardo per qualche minuto e lui fa lo stesso, poi scuoto i capelli «Andiamo?» gli lascio la mano per prendere il giubbotto nero da dentro la cabina-armadio.
«Andiamo» mi sorride appena finisco di abbottonarmi il giubbotto. Afferrando il mio i-phone nero per poi infilarlo nella tasca posteriore dei jeans.

«Win sei sicura di avermi detto bene la strada?» dice Josh voltandosi verso di me.
«Josh per l'amor del cielo» alzo gli occhi al cielo «Si» sbuffo «Guarda, è lì che ci aspetta» gli indico Hailee.
«Tu scendi, io parcheggio» mi sorride.
«Non attacca un sorriso con me Hutcherson» esclamo portando il dito al gancio della cintura di sicurezza.
«Allora un bacio e un sorriso si invece» si avvicina a me lasciandomi un bacio sulla guancia, che poco dopo va in fiamme.
«Neanche Hutch» gli faccio la linguaccia prima di scendere dalla macchina.
Prendo un respiro profondo mentre mi avvicino a Hailee.
«Win» mi abbraccia appena di fronte a lei.
«Lee» gli sorrido ricambiando.
«Allora questo tuo amico misterioso?» chiede sciogliendo il contatto.
«Non urlare» dico notando Josh che cammina verso la nostra direzione mentre mette le chiavi del fuoristrada nel giubbotto.
«Non urlo. Ma chi vuoi che sia per farmi urlare, Brad Pitt?» scoppia a ridere.
«Win ho parcheggiato là giù in fondo» la voce di Josh mi arriva vicina e il calore del suo corpo mi fa intuire che è di fianco a me. Hailee spalanca la bocca e per poco non sviene, la prendo in tempo e la faccio appoggiare al muretto di fianco al cancello,mi volto trovando Josh con un sorriso divertito dipinto in volto.
«Hutcherson invece di ridere divertito aiutami» lo fulmino con lo .
«Win» la voce di Hailee è sconvolta.
«Lee» sospiro e la guardo.
«Lui non è Josh Hutcherson vero?»
«No io sono Joshua Ryan Hutcherson» Josh divertito prende la mano della mia amica «Ma per gli amici Josh» gli sorride e Hailee boccheggia non sapendo cosa dire.
«Dovevi per forza sorridergli?» lo ammonisco «Non tutte riusciamo a uscire vive dal tuo sorriso Hutcherson» mormoro ritornando a guardare Hailee.
«Tu ci riesci però» sbuffa.
«Ne sei sicuro?» mi porto una mano alla bocca e quando mi volto lo trovo con un sorriso dipinto in volto «Josh» dico esasperata «Vorrei far riprendere Hailee ma se sorridi così passeremo la serata qui fuori»
«Non sto sognando» si rimette in piedi «Vero Win?» si volta verso di me.
«No, non stai sognando Lee» gli sorrido.
«É un piacere conoscerti» dice Josh cercando di non sorridere.
«Per me lo è. Ora che ho superato lo shock possiamo entrare» prende un mazzo di chiavi dopo che ha chiuso il cancello di casa.
«Che bella casa che hai» Josh cerca di fare conversazione, io sorrido cercando di non farmi vedere.
«Cosa ridi tu?» mi pizzica il fianco.
«Io? Nulla Hutch» gli faccio la lingua prima di superarlo per andare vicino alla mia amica.
«Poi mi spieghi eh» dice velocemente mentre apre la porta di ingresso.
«Non è che abbiamo dieci persone con la tua stessa reazione vero?» domando ridendo.
«Io spero di no» dice guardando Josh che rispondeva sicuramente a un messaggio, quest'ultimo sentendosi osservato alza la testa.
«Signor Hutcherson» lo guardo seriamente «La folla l'aspetta» rido e Hailee si unisce a me, lui sbianca «Scherzo, te l'ho già detto che non ti farei mai assalire da centinaia di ragazze» dico infine incrociando le braccia al petto.
«Ecco a questo proposito non mi hai ancora dato una risposta» mi sorride beffardo prima di superarmi entrando al fianco di Hailee.
Me e la mia maledetta boccaccia, sbuffo e li seguo.

Rigiro la bottiglia di birra tra le mani mentre parlo con il fidanzato di Hailee. Jason, un ragazzo davvero simpatico. Alto decisamente troppo, con occhi verdi, capelli neri e un sorriso stupendo. Un bel ragazzo non mi sorprende che Lee si sia innamorata di lui.
Distolgo lo sguardo da lui e dal suo migliore amico che mi stanno raccontando non so quale fatto divertente successo l'anno precedente ad Hailee. Osservo la casa popolata questa sera da una decina di persone e cerco con lo sguardo Josh. É sparito da una ventina di minuti con Hailee che gli ha offerto di fargli fare il giro della casa mentre io conoscevo il suo ragazzo. Mi scuso con Jason e il suo amico Alden se mi ricordo bene ed esco dalla cucina bevendo un sorso di birra. L'appoggio sul mobile che trovo di fianco l'entrata, dopo aver preso l'accendino e le sigarette esco per fumare. Mi siedo sul portico dopo aver accenso una sigaretta, faccio un tiro e inspiro, aspetto che la nicotina arrivi ai polmoni e che faccia il suo dovere, calmarmi.
Sono agitata neanche io so per cosa. Espiro il fumo e ripeto il meccanismo. Tiro, inspiro, aspetto, espiro. A metà sigaretta l'agitazione abbandona il mio corpo e sento i muscoli della schiena che smettono di tirare e di conseguenza di farmi male.
Sento la porta di ingresso aprirsi ma non ho voglia di voltarmi, ripeto ancora una volta il meccanismo e sento un corpo caldo sedersi di fianco a me. Volto di poco la testa e noto che è Nick.
«Ehi» mi sorride.
«Ciao» mormoro.
«Ti ho disturbato?» mantiene lo sguardo su di me.
«No, tranquillo» faccio uscire una sottile striscia di fumo grigiastro dalla mia bocca.
«Da quanto fumi?» prende la sigaretta dalla mia mano per poi portarla alla sua bocca.
«Due anni e mezzo» alzo le spalle, riprendo la mia Lucky Strike «Tu?»
«Tre» fa spallucce.
«Eccovi, non vi trovavamo» la voce di Hailee mi fa voltare, cerco la figura di Josh ma di fianco a lei non c'è nessuno.
«Stavo fumando» alzo il braccio facendogli vedere la sigaretta tra l'indice e il medio.
«E io gli facevo supporto morale» risponde Nick guardando la sorella.
«Nick, vieni» Lee richiama suo fratello. Lui si alza e mi scompiglia i capelli, lo guardo male e lui ride prima di sparire dietro la porta di ingresso. Sospiro e ritorno a fumare la sigaretta in compagnia dei miei pensieri quando sento la voce di qualcun altro. Josh.
«Win» si siede di fianco a me.
«Cosa?» espiro il fumo.
«Tutto bene?» mi chiede insicuro.
No Josh, non va tutto bene, non so cosa mi prenda, dovrei essere contenta di essere qui con Hailee, Nick e soprattutto te, ma no, non sono contenta perchè troppi pensieri non me lo permettono. Prendo tempo: dopo aver fatto l'ultimo tiro alzo gli angoli della bocca e dopo aver espirato per l'ultima volta il fumo rispondo a Josh.
«Certo, perchè non dovrebbe andare tutto bene?» lo guardo e si lascia andare in un sospiro di sollievo. Mi tende la sua mano e dopo averla accettata si alza tirandomi su con lui, mi sistema i capelli scompiglia dopo di che rientriamo.
Forse ha ragione Matt, forse aveva ragione mio padre, sono davvero capace di recitare bene.
Mi stampo il sorriso in faccia che deve rimanere fino alla fine della serata. Passiamo il tempo a ridere, scherzare, ballare, cantare, giocare a giochi infantili che però mi fanno sorridere veramente, si alla fine la seconda parte della serata è stata decisamente migliore.
Afferro il telefono dopo essere stata eliminata all'ennesimo gioco infantile che Jason e Nick continuano a proporre e che tutti continuiamo ad accettare, prendo il cellulare per guardare l'ora: 2.07am. Quando lo rimetto nella tasca vedo Josh che si sta alzando dal cerchio sicuramente è appena stato eliminato. Sbadiglio e poco dopo lo fa anche lui.
«Sei stanca? Vuoi andare?» mi domanda premuroso.
«Si se tu vuoi possiamo andare» sbadiglio nuovamente.
«Salutiamo e andiamo allora»
«Ragazzi» richiamo l'attenzione su di me «Io e Josh andiamo» mi avvicino ad Hailee per abbracciarla forte «Grazie per la bella serata» asserisco dopo aver abbracciato anche Nick.
«Davvero, non mi divertivo così tanto da tempo» dice Josh concludendo al posto mio.
«Grazie a voi» esclama Nick sorridendo.
«E grazie Win per averci portato Josh» mi sorride Lee.
«Ma di nulla» gli lascio un bacio sulla guancia prima di andare verso la porta principale in compagnia di Josh. Prendiamo i nostri giubbotti e usciamo da casa Reed.

Dopo un'ora di viaggio dove abbiamo fatto anche una sosta siamo davanti a casa mia, quando scendo dalla macchina Josh mi segue e arriviamo davanti alla porta di casa mia.
«Mi sono divertito davvero tanto» prende la mia mano.
«Mi fa piacere» gli sorrido.
«Appena ti svegli vuoi venire da me?» punta i suoi occhi nei miei.
«Se mi aiuti con matematica» sbuffo.
«Ma se hai tutte A» ride.
«In matematica A-» glielo ricordo.
«Mi scusi signorina Davis. Allora viene o no?» si avvicina di più a me.
«Si, mi farebbe piacere signor Hutcherson»
«Allora a dopo, sogni d'oro» mi scocca un bacio sulla guancia.
Come ogni volta che mi sfiora, come ogni volta che intreccia le sue dita con le mie, come ogni volta che mi da un bacio sulla guancia quella parte del corpo va a fuoco. Respiro lentamente e estraggo le chiavi di casa dalla tasca. Appena entrata chiudo la porta a chiave. Lascio il giubbotto sul divano e dopo aver preso il telefono salgo lentamente le scale arrivando in camera. Sono troppo stanca ed è tardi, mi cavo le scarpe e mi metto sotto le coperte dopo aver appoggiato l'i-phone sul comodino e in meno di due minuti, Morfeo mi viene a prendere.


«Josh no» rido mentre mi libero dalla sua presa.
«Dai ti prego» mi blocca per il polso e appoggiandomi al muro.
«No»  incrocio le braccia al petto.
«Perché?» domanda sorridendomi sempre più vicino.
«Perché non ho voglia di aiutarti a fare la valigia» sbuffo.
«Facciamo così» si avvicina ancora di più e mi sento mancare il fiato. I brividi prendono possesso del mio corpo «Se mi aiuti» mi guarda negli occhi «Stasera puoi scegliere tu il film da vedere, anche uno dei miei» mi accarezza la guancia.
«Perfetto» riprendo fiato e scappo dalla sua presa ridendo «Ci vediamo Innamorarsi a Manhattan» esclamo entrando in camera su e lasciandomi cadere sul suo letto dove trovo sopra la sua valigia.
«Proprio quello eh» dice entrando in camera e aprendo l'armadio di color blu.
«Si quello» rido alzandomi dal letto, mi avvicino a lui mettendomi esattamente dietro il suo corpo.
«Va bene, vedremo quello» cede prendendo felpe e jeans. Quando si gira mi ritrovo a due centimetri o poco più da lui. Mi perdo a guardare attentamente il suo viso, i suoi occhi, le sue sopracciglia, la sua mascella, le sue labbra, sospiro e quando mi allontano mi blocca per i polsi portandomi ancora più vicino a lui. Respiro pesantemente come se non lo facessi da minuti, cosa che mi succede ogni volta che sono così vicina a lui, si sta avvicinando ancora di più quando il mio telefono comincia a suonare. 
Maledizione cazzo. 
Sospiro e Josh si porta una mano dietro alla testa mentre io prendo il telefono dalla tasca dei jeans. Matt. Sospiro e accetto la chiamata.
«Winter Sophie Davis» urla dall'altra parte dell'apparecchio
«Matt ma che cazzo urli?» porto una mano alla testa. 
«Sei ovunque su internet con Josh» urla ancora più di prima. Mi si blocca il respiro di nuovo, mi volto verso Josh che sta piegando i vestiti e li mette all'interno della valigia, prendo un respiro profondo.
«Josh» lo richiamo cercando di essere tranquilla, lui si volta e mi guarda interrogativo «Mi presteresti il tuo portatile?»
«Prendilo pure, è lì sulla scrivania» me lo indica.
«Winter» la voce del mio migliore amico mi rende solo più nervosa di quanto non lo sia già. Accendo il portatile di Josh ma richiede la password.
«Matt non ora» rispondo nervosa mentre indico a Josh la schermara del pc dove deve inserire la password. Lui si avvicina e la inserisce per poi esamina il mio viso ormai diventato completamente nervoso «Ci sentiamo dopo» metto fine alla conversazione con il mio migliore amico.
«Win che succede?» Josh prende l'altra sedia per sedersi di fianco a me. Apro google e entro su twitter, facebook, sui giornali di gossip, ovunque ci sono foto mie e di Josh.
«Questo» indico le foto.
Una mentre entriamo nel negozio di caramelle.
Un'altra mentre usciamo mano nella mano dal negozio sorridendo.
Un'altra di ieri sera mentre tornavamo a casa e ci siamo fermati a prendere un gelato dove ridiamo.
Josh mi sta dicendo qualcosa ma sono troppo concentrata a cercare articoli per vedere cosa scritto che non lo sento. Apro il primo articolo di gossip che trovo e inizio a leggere l'articolo.
 
Il famoso attore Josh Hutcherson torna a occupare le prime pagine di tutti i giornali di gossip. Durante la pausa dalle riprese di Mockingjay l'attore è tornato a Los Angeles dopo essere stato brevemente in Kentucky. Lo abbiamo sorpreso abbracciato, mano nella mano e felice con una ragazza che nessuno conosce, chissà se sono amici o qualcosa di più. Le domande che tutti vi starete ponendo saranno sicuramente le seguenti: Come si chiama? Come si conoscono?  Che cosa fa di lavoro? E tante altre, ma di una cosa non abbiamo dubbi, i due sembrano davvero molto felici insieme, tutte le immagini lo testimoniano. Ma chi è lei? Lo sta sfruttando per godersi un momento di celebrità?

Non riesco a finire di leggere l'articolo perchè Josh mi porta via il computer appoggiandolo sul letto e ritorna di fronte a me con un'espressione preoccupata. Mi prende le mani cercando un contatto visivo ma io li abbasso. Mi sento stanca, la testa mi pulsa e non riesco a sorreggere il suo sguardo.
«Win» mi richiama dolcemente lui «Guardami» dice sempre con lo stesso tono di voce.
«Scusa» mormoro tenendo ancora lo sguardo sulle mie vans.
«Scusa per cosa?» mi lascia una mano per sollevarmi il mento.
«Per averti fatto finire sui giornali di gossip» lascio anche l'altra mano «Sapevo che non era una buona idea frequentarci» prendo l'i-phone dalla scrivania e mi avvio alla porta, ma la sua mano mi blocca.
«Winter, non mi interessa essere finito su tutti i giornali di gossip» mi fissa seriamente «Non mi interessano che tutti parlino di me» prende fiato «Non mi interessa quello che insinuano su di te» si avvicina di più a me «E non dovrebbe interessare neanche a te, perchè io so chi sei e so che non mi stai accanto per avere il tuo momento da celebrità» tiene lo sguardo fisso nei miei occhi.
«Josh» lascio di nuovo la sua presa e metto la mano sulla maniglia «Ci sono migliaia se non milioni di persone che vogliono conoscere chi sono, e quando lo sapranno mi odieranno perchè ti sono vicina, perchè non sono nessuno e pensano che ti sfrutto e che mi insulteranno» respiro pesantemente «E non sono pronta, non sono forte da sopportare tutto questo da sola» guardo ancora una volta le mie vans e sospiro più profondamente. Quando non ricevo risposta giro la maniglia, ma mi blocca ancora e prima che io possa ribattere mi mette un dito sulla bocca per non ribattere.
«Tu non sei sola, te l'ho detto, tu ora hai me» sposta il dito dalle mie labbra e prima che io possa capire cosa sta succedendo lui annulla tutte le distanze tra di noi.
Sento le sue labbra morbide e calde sulle mie e sorrido. Allaccio le braccia dietro al suo collo mentre mi fa appoggiare al muro della sua camera, dischiude le labbra e io faccio lo stesso. É un bacio dolce, passionale, confortante, mi stringe ancora più forte a lui e mi stacco dal bacio. Lo guardo per un secondo negli occhi e poi appoggio la testa sul suo petto spostando le braccia dal suo collo alla sua schiena. Rimaniamo in silenzio per non so quanto tempo, non è un silenzio imbarazzante, è rassicurante, nonostante non ci siano parole, l'abbraccio e il bacio di poco fa hanno chiarito tutto, non sono sola. Ho Josh. Mi bacia dolcemente la testa e rompe il silenzio.
«Win» passa le sue dita sulla schiena e i brividi aumentano «I giornali come ti ho già detto possono dire quello che vogliono, possono dire con chi è meglio che io stia» mi alzo a malavoglia dal suo petto e lo guardo negli occhi «Ma il mio meglio sei tu, e ora farò di tutto per averti. Non mi interessa se dovrò scalare l'Everest o ammazzare un esercito» scoppio a ridere «Era da tempo che nessuna mi piaceva così tanto» mi sorride «Tu sei più di tutte okay?» mi sorride di nuovo appoggiando la sua fronte sulla mia. Mi sporgo un po' di più e gli lascio un bacio a stampo e il suo sorriso diventa ancora più bello.
«Okay» sorrido guardando i suoi meravigliosi occhi per un tempo che non sarà mai abbastanza per me, per catturare ogni singolo dettaglio del suo viso, ogni singola imperfezione che però a me appare perfezione. Mi ricordo le parole di mio papà “Winter quando anche un piccolo difetto di una persona per te sarà perfezione, ricordati che ti sarai innamorata”. Sospiro e sorrido di nuovo. Aveva ragione mio papà.
«Josh, posso farti una domanda?» dico prendendo la sua mano.
«Dimmi tutto» intreccia le sue dita con le mie.
«Come ci sei riuscito?» lo guardo.
«A far cosa?» chiede con un cipiglio.
«A farmi innamorare» sorrido. Si avvicina di nuovo e annulla le distanze una seconda volta, sorrido nel bacio. Quando si stacca mi stringe a se e dopo avermi lasciato un bacio sulla testa parla.
«Dimmelo tu a me» dice appoggiato alla mia testa e rimaniamo li abbracciati, entrambi con il sorriso dipinto sulle labbra.













 

POV AUTRICE:
 

ECCOMI QUAAAAAAAA AHAHAHAH. 
MI SONO FATTA ATTENDERE EH, UNA SETTIMANA, MA CREDO CHE NE SIA VALSA LA PENA NO? IO SPERO PROPRIO DI SI.

ALLORA, PER SCRIVERE QUESTO CAPITOLO MI CI E' VOLUTO DAVVERO IL CIOCCOLATO AHAH, PERCHE' DICIAMO CHE NON SONO UNA PERSONA MOLTO DOLCE, MA CREDO CHE IL RISULTATO SIA SODDISFACENTE, A ME PIACE E SPERO CHE PIACCIA ANCHE VOI.
HO COMBATTUTTO CON ME STESSA PERCHE' NON LI VOLEVO FAR BACIARE ANCORA, VOLEVO RIMANDARE MA SAREI STATA PERFIDA E CREDO CHE SEI CAPITOLI SIANO SUFFICIENTI AHAH.
QUINDI RINGRAZIAMO TUTTI INSIEME I GIORNALI DI GOSSIP PER AVERLI FATTI BACIARE *GRAZIE GIORNALI DI GOSSIP*.

NO DAI ORA BASTA AHAHHA, ALLORA ASPETTO COME SEMPRE LE VOSTRE MERAVIGLIOSE RECENSIONE DOVE POTETE SCLERARE PER IL CAPITOLO, CRITICARMI COSI DA POTERMI MIGLIORARE, VORREI TAAANTE RECENSIONI PER QUESTO CAPITOLO AHAHA.

RINGRAZIO DI CUORE LE 12 PERSONE CHE HANNO RECENSITO IL CAPITOLO 5 E ANCHE I LETTORI SILENZIOSI.
LE PERSONE CHE HANNO MESSO LA STORIA TRA LE PREFERITE, RICORDATE O SEGUITE, SIETE MERAVIGLIOSE\I.

HO NOTATO UNA COSA AHAH, NON SAPETE ANCORA COME MI CHIAMO, ALLORA CREDO CHE SIA GIUNTO IL MOMENTO DI DIRVELO, NON MI CHIAMO WINTER, MA BENSI' SUMMER, NO SCHERZO IL MIO NOME E' JASMINE, MA QUASI TUTTI MI CHIAMANO JASS.
SE VOLETE SEGUIRMI SU TWITTER  SONO: peetarms

DETTO QUESTO A PRESTO MERAVIGLIEE.


 

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Capitolo 7
*** State of grace ***


You come around and the armor falls
Pierce the room like a cannon ball
Now all we know is don’t let go
We are in love just you and me
– State Of Grace, Taylor Swift

 







«Conn okay, va bene» dice Josh parlando al telefono mentre io continuo a guardarlo da stesa sul letto «Si, facciamo che ci incontriamo all'aeroporto di Atlanta?» guarda fuori dalla finestra. Ha un braccio sopra la testa mentre l'altro tiene il suo i-phone bianco, osserva sicuramente le gocce che si depositano sulla finestra della sua camera con un espressione rilassata.

Sorrido e ripasso la lingua velocemente sulle labbra. Sento ancora la pressione delle labbra di Josh sulle mie, sorrido velocemente e ritorno ad osservarlo. Appoggio i piedi liberi dalle vans sul muro e piego la testa in modo da vedere perfettamente Josh, per non perdermi nulla di lui. Quando alzo gli occhi dopo essermi sistemata mi becca in pieno. E in questo momento mi sento come una bambina che viene scoperta mentre mangia le caramelle di nascosto, metto il broncio ignorando il sorrisetto formatosi sul suo viso d'angelo.

Non accenno a disfarmi della mia smorfia delusa, mentre lui si china verso il mio viso e mi lascia un veloce bacio a stampo. Un bacio veloce ma estremamente dolce. Mi disfo della mia smorfia e osservo le mie gambe, noto che sono decisamente più magre rispetto a due anni e mezzo fa. Dopo la morte di mio padre ho perso molto peso, e faccio fatica a mangiare ancora certe volte, l'appetito mi viene a meno. Sospiro e mi riconcentro sull'espressione divertita dipinta sul volto di Josh, sicuramente qualche cavolata sparata da suo fratello, sorrido a vederlo ridere e porto una mano alla fronte, la testa mi martella da quando mi sono svegliata.

Osservo la stanza di Josh alla ricerca di un foglio di carta per non disturbarlo dalla conversazione con suo fratello. Lo trovo dopo pochi secondi, un foglio a quadretti sopra la sua libreria e prendo una penna dal suo portapenne e scrivo con la mia bella grafia.

Josh, hai un'aspirina?

Gli faccio segno di avvicinarsi e lui mi obbedisce. Legge il foglio mentre risponde al fratello, prende la penna dalla mia mano e scrive con la sua calligrafia più disordinata in confronto alla mia.

Sì, in bagno, nell'armadietto.

Leggo come sempre in poco tempo e mi alzo lasciandogli un bacio sulla guancia. Esco dalla sua camera diretta nel bagno.

Appena entro sento l'inconfondibile odore di Josh, e questo mi fa alzare gli angoli della bocca insù. Apro l'armadietto del bagno e trovo immediatamente le aspirine in mezzo a tutti gli altri medicinali. Apro la scatola e ne prendo una, la richiudo e la metto dove l'ho trovata. Esco spegnendo la luce per poi chiudere la porta, cammino fino alle scale dove le percorro ritrovandomi all'ingresso. Imbocco il corridoio opposto e mi ritrovo in cucina: bella, ampia e soprattutto blu con i mobili bianchi. Sorrido e mi dirigo verso il frigorifero dove tiro fuori la bottiglia d'acqua naturale, prendo dalla credenza un bicchiere e a seguito un cucchiaino. Appoggio il tutto sul tavolo e dopo aver riempito il bicchiere a metà ci verso il contenuto della bustina. L'aspirina, o come si chiama chimicamente acido acetilsalicilico. Con la testa che mi pulsa sempre di più giro lentamente il contenuto, e quando mi sembra un miscuglio abbastanza omogeneo tolgo il cucchiaino e lo appoggio dentro al lavandino. Mi volto di nuovo e trovo Josh con in mano il mio bicchiere.

«Non pensavo che baciarti ti avrebbe fatto stare male» scherza prima di porgermi il bicchiere.

«Josh, sai che non è così» gli sorrido debolmente «Mi fa malissimo la testa da questa mattina» continuo prima di bere la medicina.

«Lo so» ancora le sue mani sui miei fianchi e appoggia le sue labbra sulla mia fronte dove lascia un leggere bacio, sorrido ed appoggio la testa sulla sua spalla.

«Ora devo solo aspettare che faccia effetto»

«Per me possiamo rimanere così in silenzio e abbracciati in eterno Win» mormora sul mio collo. Scariche di brividi partono dalla punta della testa fino ad arrivare alla punta dei piedi.

«Sei tu quello che domani deve prendere un aereo per Atlanta Hutcherson» gli ricordo.

«Si è vero sono io quello che domani lavora, ma qui c'è qualcuno che deve andare a scuola domani» mi bacia il collo.

«Mm, non so se ho voglia di andarci» sbuffo.

«Invece ci vai, non ti ho aiutato con l'algebra per nulla Win» dice cercando di essere serio ma la sua voce è tutt'altro che seria.

«Eri così concentrato a spiegarmi. Tanto non ci hai capito niente neanche tu» alzo lo sguardo su di lui e lo trovo intento a ridere.

«Non ti facevo così perspicace Win»

«Ehi» gli schiaffeggio la spalle «Guarda che mi offendo» mi allontano da lui.

«Dove vai?» mi abbraccia da dietro e in questo momento il cuore potrebbe uscirmi dalla gabbia toracica.

«Hutch la tua proposta è allettante» mi volto verso di lui e mi ritrovo a meno di due centimetri dalle sue labbra «Ma io stasera voglio seriamente vedere Innamorarsi a Manhattan e so che non me lo farai mai vedere se non facciamo la valigia» gli lascio un bacio sull'angolo della bocca per poi avviarmi verso il corridoio ma lui mi blocca facendomi aderire con la schiena al muro e neanche due secondi dopo trovo le sue labbra sulle mie. Sorrido ma serro le labbra così da non farlo continuare, lui si stacca con il broncio e mi guarda.

«Ah ah. Bambino cattivo» rido leggermente «Fila in camera tua a fare la valigia» mi avvicino a lui dandogli un veloce bacio a stampo. Gli ritorna in sorriso e quando mi allontano da lui mi carica sulla spalla.

«Josh» cerco di essere dura ma mi viene solo da ridere «Mettimi giù, ora» marco la parola ora ma poco dopo scoppia a ridere.

«Win non ti ho sentito. Hai detto qualcosa?» domanda salendo le scale.

«Mettimi giù»

«Ti accontento subito» entra in camera sua dove mi butta sul letto come se non pesassi niente.

«Sei malefico» lo guardo.

«No, tu lo sei lasciandomi con un bacio all'angolo della bocca» si china su di me.

«Okay, allora la prossima volta niente bacio» affermo mordendomi il labbro per non ridere

«Si come vuoi. Ora riprendo la mia vendetta» lascia un bacio all'angolo della bocca per poi alzarsi velocemente sparendo sicuramente in bagno per prendere quello che gli serviva. 

Mi alzo con un sorrisetto perfido dipinto sulle labbra e mi metto dietro la porta. Pochi minuti dopo Josh torna dal bagno con in mano l'occorrente per la doccia e io gli salto sulla schiena, sicuramente si aspettava una reazione del genere perché fa cadere lo shampoo e il doccia schiuma afferrando le mie gambe. Allungo la testa in cerca delle sue labbra e appena le trovo gli lascio un bacio a stampo con schiocco, portato a termine il mio lavoro scendo dalla sua schiena soddisfatta e lui si volta ridendo.

«Mi sa che se continuiamo così la valigia non la prepariamo» mi tira verso di lui ridendo.

«Per me puoi rimanere anche a Los Angeles» alzo le spalle «Ti nascondo a casa mia»

«Mm che proposta alettante» ride ripetendo le parole dette da me una decina di minuti prima «Ma, devo andare a interpretare Peeta Mellark» mi accarezza la guancia con il pollice.

«Giusto» mi stringo nelle spalle.

«A proposito di Peeta Mellark» dice con un sorrisetto sulle labbra.

«Non ti dirò nulla su Peeta Mellark» asserisco seria «Non ti dirò nulla su quello che penso dei personaggi dei libri, capito?» lo minaccio con un dito.

Lui alza le mani in segno di resa scoppiando a ridere e lo seguo pure io. Mi ritira a se e appoggio la testa nell'incavo del suo collo.

«Tanto lo so che sei innamorata di Peeta Mellark» sussurra cercando di non ridere

«Ti sbagli» esclamo cercando di riprendere il controllo del mio corpo «Io sono innamorata di Gale» alzo le spalle mentendo spudoratamente.

«Ah, è una bugia, hai detto che non parli di quello che pensi dei personaggi dei libri» mi frega lui ridendo «Comunque riferirò a Liam quello che pensi sul suo personaggio» raccoglie lo shampoo e il bagnoschiuma.

«Solo sul suo personaggio?» biascico con voce delusa facendolo scattare, rido di gusto «Dovevi vedere la tua faccia Hutch»

Mi guarda male di nuovo e riprende a fare la sua valigia mentre io gioco con il suo telefono Candy Crush.

«Certo che sei indietro» esclamo appena terminato il livello 24.

«Ma ora ho te che mi porti avanti» dice sorridendomi appena chiude la valigia.

«Sei fortunato ad avere me» si stende di fianco a me «Intendo per il gioco, non per la tua vita» riporto lo sguardo sul suo telefono ma pochi secondi dopo me lo sfila dalle mani e mi guarda negli occhi.

«Invece sono più che fortunato Win» mi fa appoggiare la testa sul suo petto.

«Non lo so. Io sono fortunata ad avere te» alzo di poco la testa, e di risposta ottengo un bacio.

 

 

«Comunque sai che prima mio fratello ha detto che sei bella» dice Josh mentre cerca la pasta nella dispensa.

«Cosa?» alzo la testa dal mio telefono.

«Ho detto che mio fratello ha detto che sei bella» ripete mentre questa volta gli presto attenzione.

«Dalle foto dei paparazzi mi ha visto, giusto?» chiedo dopo aver inviato il messaggio ad Hailee.

«Esatto»

«Da una parte lo voglio conoscere e dall'altra parte no» sbuffo «Josh devi metterci dentro la pasta» scoppio a ridere visto che sta osservando l'acqua bollire.

«Lo so Win» mi guarda male «Comunque perché da una parte lo vuoi conoscere e dall'altra parte no?» domanda voltandosi verso di me con il suo solito sorriso che ti mette sempre di buon'umore.

«Se non gli piaccio? Avanti ho un carattere strano»

«Win» dice divertito «Avete più o meno lo stesso carattere. Quindi stai tranquilla ti amerà» mi guarda prima di tornare a prestare attenzione alla pasta.

«Quindi venerdì al ritorno da scuola trovo sia te sia Connor?» comincio ad apparecchiare la tavola.

«Si, rimane qua per un po' tanto va più che bene a scuola, e ti aiuterà lui in matematica» dalla sua voce capisco che è più che entusiasta ad avere suo fratello a casa per un periodo.

«Oh qualcuno che mi può seriamente aiutare» provoco Josh e infatti al posto dei bicchieri mi ritrovo lui a due centimetri che cerca di essere serio.

«Winter» cattura i miei occhi come se fossero due calamite.

«Josh forse è meglio se guardi la nostra cena invece che cercare di trovare qualcosa da dirmi per controbattere la mia ultima affermazione» mi morido il labbro inferiore per non ridere.

«Non finisce qui» mi sorride prima di voltarsi.

«Josh una cosa» mi mordo ancora più forte il labbro per non lasciarmi andare in una risata, lui si volta e mi guarda come per dirmi che mi ascolta «Vorrei continuare a vivere» dico seria ma poi scoppio finalmente a ridere, vedo Josh spegnere la fiamma del fornello e capisco al volo quello che vuole fare. Scatto dalla sedia dove mi ero seduta e corro per tutto il corridoio, salgo velocemente e mi nascondo nella stanza degli ospiti.

Appoggio la schiena alla porta e cerco di regolare il respiro diventato affannato per la corsa. Passano all'incirca una decina minuta e noto che Josh non è ancora entrato, sorrido soddisfatta e apro la porta ma appena metto piede fuori sento la mia schiena appoggiarsi al muro e due mani sulle mie a completare il tutto la risata di Josh.

«Lasciami» metto il broncio.

«No Win» dice ride lasciandomi un bacio sul collo.

«Ah se la mettiamo così posso rimanere qui» lo avvicino ancora di più mordendogli il collo.

«Win» comincia a farmi il solletico, ma gli blocco le mani e costringo lui ad appoggiarsi alla parete.

«Ah ah» esclamo divertita «Ora ho io coltello dalla parte del manico Hutcherson» gli lascio un bacio sul punto dove gli avevo morso il collo e lui soffoca un gemito di dolore «Non ho morso così forte» lo guardo risentita.

«Questo tuo lato non lo avevo ancora visto» sorride per poi appoggiare le labbra sulle mie, pochi attimi dopo chiede l'accesso alla mia bocca e io non glielo nego.

«E' una cosa che ti piace o no Hutch?» mi stacco dal bacio guardandolo negli occhi.

«L'adoro» mi bacia il collo.

«Ne terrò conto» mi allontano da lui per scendere le scale, la fame ha preso il sopravvento.

 

 

«Win sveglia» la voce di Nick mi fa aprire gli occhi, alzo lentamente la testa da sopra il banco e sbuffo.

«Ho dormito per tutta l'ora di francese?» domando mentre raccolgo le mie cose da sopra il banco: quaderno, libro e astuccio.

«Si, sei fortunata che quella non si schioda mai dalla cattedra. Comunque come mai sei così stanca?» chiede mentre ci addentriamo per i corridoi.

«Ho passato la notte in bianco» mi stringo nella felpa «Fa freddo o sono io?»

«Io sto bene» mi risponde mettendo meglio lo zaino sulla spalla «Comunque, come mai hai passato la notte in bianco?» spinge la porta della mensa.

«Josh è partito stamattina per Atlanta» prendo un vassoio «E visto che non ci vedremo fino a venerdì abbiamo passato la notte a parlare e a vedere film» domando un'insalata alla signora della mensa.

«Uh, quindi voi due?» gli compare un sorriso malizioso.

«No Nick. Cioè non lo so» alzo le spalle e prendendo un hamburger da un'altra addetta alla mensa, aspetto che Nick abbia preso tutto: hamburger, patatine, ketchup e dopo ci avviamo al distributore di bevande.

«In che senso non sai» inserisce i soldi per prendere la sua limonata.

«Cioè che non lo so. Ha detto cose bellissime, però non abbiamo parlato al riguardo» seleziono la coca-cola, che pochi attimi dopo afferro.

«Vi siete dati più da fare» ritorna il suo ghigno malizioso.

«Nick» gli tiro uno schiaffo sul braccio.

«Che c'è? Non dirmi che vi siete limitati ad un bacio a stampo» chiede mentre mi indica Hailee che entra sottobraccio a Jason «Finirete così, solo non per i corridoi della scuola ma per i red carpet se ti prendono alla UCLA Win» mi sorride.

Da quando gli ho raccontato a quale college ho fatto richiesta e gli ho mostrato una delle mie recite scolastiche è fermamente convinto che arriverò a essere una delle attrici più famose di Hollywood.

«Comunque non so se te ne sei accorta ma ti stanno guardando tutti male» afferma appena ci sediamo nel primo tavolo libero.

«Ho notato» sospiro «Ora correranno a dire ai giornali di gossip chi sono»

«Che ti importa Win? Josh che ti ha detto al riguardo?» da un morso al suo hamburger dopo aver mangiato qualche patatina.

«Che è lui che decide con chi stare non i giornali» apro la lattina di coca-cola mentre a Nick gli si illuminano gli occhi.

«Sul serio ha detto così?» sorride.

«Si, se ti dovessi raccontare anche quello che mi ha detto quando me ne volevo andare da casa sua» sorrido al ricordo.

«Io lo so» la voce di Hailee si intromette nella nostra conversazione

«Non è giusto Win» Nick mette il broncio «Perché lei si e io no?»

«Fratello dove hai lasciato il succhietto?» chiede Lee ridendo, riferendosi al ciuccio.

«A casa, mamma me l'ha tolto» gli fa la lingua la lingua facendoci ridere entrambe.

«Se sei così curioso te lo dirò» affermo prima di dare un morso all'hamburger.

«Sono curioso, quindi dimmelo ora»

Prendo il mio i-phone dalla tasca della felpa e apro Whatsapp. Cerco la conversazione con Hailee, carico i messaggi precedenti e trovo quello che stavo cercando. Bevo un sorso di coca-cola prima di iniziare a parlare.

«I giornali come ti ho già detto possono dire quello che vogliono, possono dire con chi è meglio che io stia, ma il mio meglio sei tu, e ora farò di tutto per averti non mi interessa se dovrò scalare l'Everest o ammazzare un'esercito, era da tempo che nessuna mi piaceva così tanto; tu sei più di tutte okay?» leggo il messaggio. Chiudo l'applicazione e osservo il sorriso dipinto sul volto di Nick.

«Allora non dici nulla? Gli hai rotto le palle per non dire nulla» lo guarda.

«No stavo pensando» posa il suo sguardo su di me.

«Succedono miracoli da quando è arrivata Win» scoppia a ridere Lee.

«A che pensavi Nick?» finisco la mia insalata.

«Che è completamente innamorato di te» alza le spalle e lo dice come se fosse una cosa da poco. In un primo momento non capisco, ma quando ripeto le parole di Nick nella mia testa mentre mangio il mio hamburger per poco non mi soffoco.

«Ci è arrivata» il ragazzo di fronte a me scoppia a ridere.

«Nick» comincio dopo aver bevuto un lungo sorso dalla lattina di coca-cola che Hailee mi ha passato «Mi devi dare il numero del tuo spacciatore perché ti vende roba buona» lo fisso.

«Se vuoi te lo do» prende il suo telefono «Ma non ho fumato nulla oggi, quindi ti sto dicendo la verità»

«Te lo volevo dire anche io. Cioè se un ragazzo ti dice una cosa così è chiaramente interessato da te» dice Hailee mentre mangia la sua mela.

«Appunto interessato, non innamorato» puntualizzo.

«Ma anche se fosse innamorato Win?» domanda Nick appoggia la sua limonata sul tavolo «Cosa ci sarebbe di sbagliato?»

«Che io non sono abbastanza per lui, e che gli porterò solo problemi» sospiro.

«Winter, ti devo ripetere quello che ti ha detto? Non è vero che gli porti problemi, Win sei una ragazza stupenda» dice la mia amica prima di abbracciarmi.

«Si con una vita incasinata» mormoro più tra me e me che a loro.

«Se Josh si sta innamorando è perché ha visto qualcosa in te che l'ha colpito» mi sorride dolcemente.

«Win lui sa della richiesta della borsa di studio alla UCLA per il corso di studio di teatro, cinema e televisione?» chiese Nick.

«No, sa solo che ho fatto richiesta per la borsa di studio al college ma non sa per quale università o per quale corso, secondo me lui crede Yale o Harvard» finisco il mio hamburger.

«Non ti immagino per niente in queste due università» appoggia il torsolo della mela nel vassoio.

«Perché sai che cosa vuole fare. Prima di sapere il suo sogno io l'avrei vista ad Harvard o Yale con la media che ha» mi sorride.

«Ma anche no. Amo il mondo del cinema da quando sono piccola» bevo la mia coca-cola.

«E meno male che sei portata se no sai che delusione»

«Che incoraggiamento» dico ironica.

«Win, guarda che tu sei davvero portata. Non come Brooke» afferma guardando il fratello che scoppia a ridere e io li guardo confusa.

«Brooke? Chi sarebbe?» chiedo mentre guardo il messaggio che mi è arrivato.

«E' l'ex di Nick» mi risponde Hailee prendendomi il telefono dalle mani.

«Ehi» allungo la mano per riprenderlo.

«Parlerai con Josh dopo» mi fa la lingua tenendo ancora il mio cellulare.

«Dopo deve lavorare» la guardo.

«Te lo ridò solo perché siete stupendi insieme eh» appoggia il mio i-phone sulla mia mano e mi affretto a finire di leggere il messaggio «Comunque potete tranquillamente dirmi chi è Brooke, vi ascolto» alzo le spalle «Sono una ragazza, riesco a fare due cose contemporaneamente» guardo Nick ridendo.

«Sei una stronza» scoppia a ridere anche lui.

«Non sei il primo che me lo dice» esclamo mandandogli un bacio volante.
 

Da: Josh.
Come farai che oggi all'uscita non ci sarò io ad aspettarti?

 

A: Josh.
Non lo so, morirò di solitudine.
No scherzo, mi metto a studiare gli esami si avvicinano. Mi porterò avanti così potrò stare con te e Connor quando sarete a LA.

 

«Brooke è la presidente del club di teatro» comincia Nick guardandomi appena alzo lo sguardo dal telefono «Solo che non ha un briciolo di talento» alza le spalle e prendendo la limonata di sua sorella.

«E allora perché ci uscivi?» alzo un sopracciglio.

«Perché è un idiota ed è un ragazzo» risponde al suo posto Haille indicandomi una ragazza bionda due tavoli dopo di noi. Bionda, alta, gambe magre, occhi verdi, sorriso perfetto. Tutto perfetto.

«Una barbie» sospiro.

«Esatto» mi appoggia alzando le spalle guardando male il fratello.

«Ma tu sei più bella e molto più talentuosa di lei» mi sorride sincero Nick.

«Guarda io vorrei dargli una lezione per averti tradito» asserisce con odio Lee, la sento appena perché il telefono vibra. Josh.

 

Da: Josh.
Come si fa a non adorarti Win?

 

A: Josh.
Boh, chiedilo a tutte le persone che mi stanno guardando male oggi.

 

«Io ho un idea» Nick guarda la sorella che capisce al volo e si voltano entrambi verso di me.

«Che c'è?» li guardo.

«Tu prenderai il ruolo da protagonista nello spettacolo che stanno per mettere in scena» dice tranquillo Nick bevendo un sorso di limonata.

«Cosa? Cioè il cast è già fatto siamo a marzo vi ricordo» spalanco gli occhi.

«Non è uno spettacolo che preparano da settembre Win. Qui da noi si fanno due spettacoli, uno a gennaio e l'altro si comincia a preparare a marzo» mi sorride.

«I provini per i ruoli ci sono questa settimana. E tu farai il provino, batterai Brooke e dimostrerai quanto talento hai» sorride fiera.

«Punto numero uno: sono qui da una settimana e già dovrei sostituire la persona che ha fatto sempre la protagonista? Non me lo lasceranno mai fare. Punto numero due: questa settimana mi devo portare avanti con lo studio visto che venerdì Josh torna e si porta pure suo fratello» alzo le spalle prima di sbloccare il telefono.

«Ti prego Win. Tu sei cento volte più brava» mi implora.

Da: Josh
Tutta invidia. Come sta andando la scuola?

 

A: Josh.
Mm bene. Tu? Ti sei riposato per tornare sul set fra poco?


«Ci penserò» sospiro.

«Perché tutta questa insicurezza?» mi chiede Hailee.

«Perché l'UCLA non mi ha ancora risposto riguardo la borsa di studio. Quindi non sono così brava» sospiro di nuovo.

Da: Josh.
Si sono pronto per lavorare, se non finisco troppo tardi ti chiamo, okay?

 

A: Josh.
Va bene, fatti sentire tu, non ti vorrei disturbare mentre lavori.

 

Da: Josh
Tu non mi disturbi mai Win

 

«Winter ma fammi il piacere» Nick ride «Siamo agli inizi marzo, è ovvio che non ti hanno ancora risposto, in questo periodo prendono in esame i candidati per le borse di studio» mi sorride.

«E tu fidati» Lee mi prende la mano «Sarai tra quelli»

 

 

 

«Non ho voglia di studiare» sbadiglio appena usciamo dal portone della scuola.

«Hai due opzioni» dice Hailee cercando le chiavi della macchina nella sua borsa mentre io prendo le sigarette e l'accendino da dentro il mio zaino.

«Quali?» faccio scattare l'accendino accendendo la sigaretta mentre noto da lontano Nick con una ragazza.

«Guarda tuo fratello» glielo indico.

«Oh no, non lei» sbuffa.

«Come no, non lei?» alzo un sopracciglio.

«La odio. Siamo dello stesso anno, mi invidia per non so quale motivo da quando siamo piccole» alza le spalle «Comunque, stavamo parlando delle tue opzioni»

«Giusto» faccio uscire una sottile striscia di fumo grigiastro dalla mia bocca.

«La prima è andare a casa studiare, la seconda è venire con me al centro commerciale. Devo comprare qualche nuovo vestito» esclama sfilandomi la sigaretta dalle mani.

«Se ti vede tuo fratello» rido riprendendomi la mia sigaretta.

«Mio fratello si attacca, lui ha iniziato a fumare a 15 anni. Allora quale decidi?»

«Entrambe»

«Cioè?» domanda non capendo.

«Vado a casa e studio qualcosa poi, se sei ancora al centro commerciale ti raggiungo lì» gli spiego.

«Ti mando un messaggio» mi lascia un bacio sulla guancia prima di scappare verso la sua macchina del parcheggio.

«Win» la voce di Nick mi fa voltare mentre infilo le cuffie nell'i-phone.

«Nick» sorrido mentre guardo la ragazza a cui è abbracciato.

«Lei è Samantha. Sam lei è Winter la-» ma lei lo stoppa.

«Si lo so, la ragazza che sta con Josh Hutcherson» mi guarda male.

«In realtà non sto con Josh Hutcherson» sbuffo «E comunque credo che lui volesse dire che sono la ragazza nuova» la fulmino con lo sguardo.

«Esattamente» dice lui a disagio.

«Nick ora vado» gli lascio un bacio sulla guancia dopo essermi alzata in punta di piedi «Ci sentiamo» mi allontano senza salutare la ragazza al suo fianco, non la conosco ma mi ha già fatto saltare i nervi.

Faccio partire Lucky One dei Simple Plan prima di aprire Whatsapp dove cerco la conversazione con Lee.

A: Lee
Avevi ragione riguardo la ragazza di cui mi hai parlato prima.

Invio il messaggio e cammino fino all'entrata della metro. Mi siedo su una panchina libera e attento che arrivi tra le note di Kiss Me di Ed Sheeran.

Sblocco il telefono quando sento la vibrazione.

Da: Lee
Perché?

 

A: Lee
Quando te ne sei andata tuo fratello si è avvicinato a me con lei e me l'ha presentata, lei invece di far finire Nick ha detto: si so chi è, la ragazza di Josh Hutcherson.

 

Da: Lee
Te l'ho detto, quella è invidiosa di quelle che hanno qualcosa che lei vuole, in questo caso tu hai Josh e lei di conseguenza lo vuole

 

A: Lee
Ma lei ha tuo fratello, che troia!

 

Da: Lee
Lo so, lo so che è una troia, ma tanto Josh vuole te

 

A: Lee
Ma piantala.

Mentre invio il messaggio sento il telefono vibrare segno dell'arrivo di un altro messaggio. Dopo aver risposto ad Hailee torno nella home di Whatsapp e vedo che il messaggio è di Josh. Guardo l'orario e noto che dovrebbe essere sul set da circa due ore.

Da: Josh.
Mi manchi Win

 

Sorrido per la prima volta dopo tanto tempo e penso che potrei essere di nuovo felice. Con Josh.











 


POV AUTRICE:

 

BUONASERA MERAVIGLIE (:

HO DECISAMENTE AGGIORNATO. CON UN CAPITOLO RICCO, CHE CI FA CAPIRE UN PO' DI INSICUREZZE DI WINTER.
MI SCUSO SE CI SONO ERRORI DI BATTITTURA MA HO PUBBLICATO VELOCEMENTE E NON HO AVUTO TEMPO DI RILEGGERE.

ANYWAY, TORNIAMO AL CAPITOLO: AAH, L'AMOUR TRA JOSH E WINTER CHE COMINCIA AD ESSERE SEMPRE PIU' FORTE AHAH, NO OKKEI, DAI SERIAMENTE MI E' PIACIUTO SCRIVERE QUESTO CAPITOLO E LO AMMETTO HO ANCHE AVUTO BRIVIDI PERCHE' SEMBRAVA VERO MENTRE LO SCRIVEVO, SPERO CHE ABBIATE PROVATO LE MIE STESSE EMOZIONI, SE NO MI SCUSO E CERCHERO' DI MIGLIORARMI AHAH.

ANYWAY PT.2, ASPETTO LE VOSTRE MERAVIGLIOSE RECENSIONI, CHE COME SEMPRE MI DANNO LA FORZA DI CONTINUARE A SCRIVERE QUESTA STORIA E MI SENTO APPREZZATA.
RINGRAZIO TUTTI COLORO CHE HANNO MESSO LA STORIA TRA LE PREFERITE, SEGUITE E RICORDATE.
CHI LE RECENSISCE, CIOE' GENTE SIAMO A QUOTE 66 RECENSIONI PER 6 CAPITOLI, IO VI ADORO, SIETE MAGNIFICI, PIU' TUTTI I LETTORI SILENZIOSI, RINGRAZIO ANCHE LORO AAHAH :)

DETTO QUESTO, L'ESTATE E' ALLE PORTE, MANCANO QUATTRO, DICO SOLO QUATTRO GIORNI ALL'INIZIO DELLE VACANZE, DOVE CREDO CHE AGGIORNERO' PIU' FREQUENTEMENTE SE NON AVRO' PROBLEMI AHAH.

A PRESTO, VI ADORO.

peetarms.

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Capitolo 8
*** Only Girl ***


 

Want you to take me like a thief in the night
Hold me like a pillow, make me feel right
Baby I’ll tell you all my secrets that I’m keepin’, you can come inside
And when you enter, you ain’t leavin’, be my prisoner for the night

–  Only Girl, Rihanna

 










«Win» la voce di Josh mi arriva chiara anche se a centinaia di chilometri di distanza.
«No sul serio» mi siedo a gambe incrociate sul letto e spostando il computer davanti a me.
«Winter» mi riprende lui «Ti ho detto che non devi preoccuparti quello che pensa la gente» mi sorride dolcemente.
«Josh non è semplice» guardo l'orologio sul computer. 10.45pm. 
«Lo so Win, però provaci» sorride di nuovo.
Annuisco debolmente e lo osservo «Josh» lo richiamo.
«Dimmi» si appoggia alla spalliera del letto.
«È l'1.45am da te, dovresti dormire invece che parlare con me»
«No» risponde immediatamente.
«Perché?» prendo il telefono per leggere il messaggio di Matt.
«Perché domani mattina quando mi guarderò allo specchio avrò le occhiaie, dovrò bere tre litri di caffè, mi dovranno richiamare tremila volte perché non sono concentrato e sarò mezzo morto. Però quando mi chiederanno come mai sono in quello stato, sorriderò e penserò che è colpa tua» mi indica «Ma che ne è valsa la pena e che lo farei tutte le notti» sorride.
Alzo lentamente la testa e gli sorrido. Sono le parole più belle che qualcuno mi abbia mai detto, lui sorride e rimaniamo così per un po'.
«Si ma poi mi sento in colpa. Bere troppo caffè fa male, le occhiaie hanno bisogno di trucco ed è meglio che non ti riprendano sul set» lo guardo attraverso lo schermo.
«Tu sei l'ultima che mi deve parlare di caffè perché ne bevi il doppio di me» ride «Esistono le truccatrici per nascondere le mie occhiaie e poi tanto mi riprenderebbero lo stesso visto che io e Jenn non riusciamo a stare molto seri» sorride.
«Okay, va bene» mi stropiccio gli occhi per poi prendere il mio telefono così da leggere l'ultimo messaggio di Matt. É fortunato che siamo lontani.
«Win tutto okay?» domanda preoccupato.
«Devo mentirti o dirti la verità?» sbuffo lanciando il telefono sul tappeto.
«Verità»
«Sto litigando con Matt da oggi pomeriggio» metto una mano tra i capelli «E la verità è che nessuno capisce mai niente»
Penso a mia mamma. Ai miei zii. A mio cugino e a tutto il resto della mia famiglia.
Guardo Josh e lo trovo con il viso contratto dalla preoccupazione, poi appena nota che lo sto fissando addolcisce i lineamenti.
«Tu hai bisogno di essere amata Win, non capita» dice dolcemente.
Milioni di brividi mi percorrono da parte a parte, e non mi costringo a tirare su gli angoli della bocca, lo fanno loro automaticamente.
«Josh» sospiro.
«Non provare a controbattere Winter» si porta una mano alla bocca per nascondere uno sbadiglio.
«Non controbatto ad una condizione»
«Quale?» chiede dopo aver sbadigliato di nuovo.
«Devi andare a letto» mi stringo nella felpa di mio papà.
«Non se ne parla Winter. Non ora che so che stai litigando con il tuo migliore amico» scuote la testa.«»
«Josh. Ora spengo il telefono, il pc e qualsiasi cosa elettronica in questa casa e dormo» lo guardo sorridendo.
«Me lo prometti?» si avvicina ulteriormente alla sua webcam.
«Te lo giuro» gli sorrido.
«Allora dormo» si infila sotto le coperte.
«»Notte Josh» gli sorrido.
«Notte Win. Andrà tutto bene, ora ci sono io» dice prima di chiudere la chiamata su skype.



POV Josh Hutcherson.


«Joosh» la voce di Jenn mi sveglia.
«Che vuoi Jenn?» alzo di poco la testa.
«Sono le 8am Josh, fra venti minuti dobbiamo essere sul set e tu sei ancora nel letto» mi guarda con le braccia conserte, richiudo gli occhi e appoggio la testa di nuovo sul cuscino.
«Lo hai trovato?» sento la voce di Sam vicina, probabilmente è entrato in camera
«Si» risponde lei.
«Josh so che sei rimasto sveglio fino a tardi» dice Sam costringendomi ad aprire gli occhi.
«E come mai?» mi sorride la mia migliore amica.
Non gli avevo ancora raccontato di Winter, non ne avevo ancora occasione, volevo parlargliene con calma, non posso dirgli “Ehi Jenn sai mi sa che mi sto innamorando.” Conoscendola poi, lei vuole i dettagli.
«Non te lo ha ancora detto?» mi guarda Sam.
«Dirmi cosa?» mi fulmina con lo sguardo.
«Non ti ho ancora detto nulla perché te ne voglio parlare con calma» sospiro prima di alzarmi dal letto.
«Dopo le riprese, non accetto no Hutcherson» mi fissa.
«Sisi, come vuoi» dico liquidandola.
«Ti aspettiamo nella hall Josh, muoviti però» Sam prende sottobraccio Jenn prima di uscire dalla mia camera.
La prima cosa che mi viene in mente appena rimango solo con i miei pensieri è che Win aveva ragione. Appena ho chiuso la video chiamata con lei ho provato a dormire ma i pensieri me lo impedivano, e quando finalmente il sonno ha preso il sopravvento saranno state sicuramente le tre. Ho dormito cinque ore, ma non me ne pento.
Mi dirigo verso il bagno per prepararmi alle ore di lavoro che mi aspettano oggi, dopo aver mandato il buongiorno a Win anche se starà sicuramente dormendo visto che a Los Angeles sono le cinque passate del mattino.


POV Winter Davis

«Nick che cosa dice la legge di Avogrado?» appoggio le gambe sul muro di camera mia.
Sono due ore che stiamo studiando chimica e sono passati quattro giorni da quando Josh è partito per Atlanta.
«Si parla di gas, giusto?» mi guarda.
«Si Nick, si» gioco con il braccialetto che mi ha regalato Matt parecchi anni fa. Sul mio c'è scritto Matt e sul suo Win. Il suo regalo per Natale. Sospiro e cerco di concentrarmi sulla chimica «Allora?» mi volto verso di lui.
Lui alza le spalle e fa la sua solita faccia da cucciolo bastonato quando è in cerca di aiuto.
«La legge di Avogadro afferma che moli uguali di gas diversi in condizioni normali occupano lo stesso volume..Dai non è difficile, almeno sai dirmi le eccezioni?» sospiro.
«No» si sbatte il libro sulla faccia.
«Il volume molare di un gas reale non è uguale per tutte le sostanze. Per esempio l'elio e l'azoto hanno volume molare 22,4L, mentre l'anidride carbonica e il cloro no. Così per convenienza viene utilizzato il valore di 22,4L/mol per ogni gas in condizioni STP approssimandone il comportamento a quello di un gas ideale» mi siedo a gambe incrociate.
«Win ma come cazzo fai?» spalanca la bocca.
«Studio? Dovresti provarci idiota» gli sorrido.
«Basta ho già studiato abbastanza per oggi. Ho fame» dice dopo un paio di minuti dove io passo a leggere il paragrafo successivo.
«Vai giù e prendi quello che vuoi» alzo le spalle mentre continuo a studiare il paragrafo.
«Grazie secchiona» come risposta riceve solo un mio schiaffo sulla schiena mentre si alza.
Finisco di memorizzare il paragrafo e mi esercito a ripeterlo a voce, quando mi suona il telefono. Mi precipito alla scrivania e lo afferro. 
Josh.
Sorrido e premo il dito sul tasto verde.
«Jenn cazzo puoi uscire un attimo?» l'urlo di Josh mi accoglie e io scoppio a ridere.
«Se sei cattivo» dice la ragazza prima di chiudere la porta. 
«Scusa Win» parla subito dopo.
«Tranquillo» rido «Sai, mi ci voleva una pausa»
«Stai studiando?»
«Si, chimica da due ore» sbuffo «Avrei già finito se Nick si impegnasse» prendo un post-it e una penna.
«Stai studiando con Nick?» domanda.
«Si, è una frana in chimica, lo sto aiutando» comincio a disegnare cose a caso.
«Ripetizioni quindi» ride.
«In un certo senso si. Comunque dimmi» cambio discorso.
«Giusto. Io e Connor atterriamo a Los Angeles per le tre del pomeriggio, quindi più o meno per le quattro dovremmo essere a casa mia» 
«Io torno da scuola per quell'ora. Vengo io da te, forse è meglio» guardo l'orologio sopra la scrivania. 5.32pm. Quindi ad Atlanta sono le 8.32pm.
«Mi faresti un'enorme favore» si butta sul letto, lo sento dal rumore e reprimo un sorriso.
«Io amo casa tua. Quindi non è un problema» mi dirigo alla finestra.
«Interessante questa cosa» ride e io lo seguo, poco dopo entra in camera Nick.
«Devi tornare a studiare o ti tengo ancora qui al telefono con me?» smette di ridere.
«Ardua scelta ma se voglio entrare al college voglio una media perfetta, però, ci sentiamo dopo»
«Mandami tu un messaggio Win o chiamami, fai come ti pare»
«Va bene Hutch, a dopo» premo il dito sul tasto rosso.
«Studiamo biologia, geografia, storia, letteratura, qualsiasi cosa che non sia chimica» esclama guardandomi appena appoggio il telefono sulla scrivania.
«Geografia. Amo quella materia» Mi ha sempre legato a mio papà. Aveva la passione per i viaggi, del conoscere nuovi posti, nuove culture, nuove etnie e studiarla mi fa sentire un po' più vicino a lui come succede quando studio letteratura o poesia, la sua passione più grande in assoluto.
«Win tutto okay?» mi accarezza la mano.
«Sì. Tutto okay» prendo il libro di geografia.
«Che argomento vuoi studiare? Io già studiato tutto il programma» faccio spallucce.
«Tutto? Non abbiamo ancora fatto alcuni argomenti» mi guarda stupito.
«Lo so. Interesse personale, e così intanto mi sono portata avanti» gli passo i miei appunti «Se studi con quelli la saprai benissimo»
«Grazie Win» mi scocca un bacio sulla guancia prima di rimettersi sul mio letto a leggere i miei schemi.



Premo il tasto verde sulla chiamata in arrivo di Josh.
«Sono qui, non mi sono persa, sto camminando per la tua via» rido.
«Esco allora» mette fine alla breve chiamata. Rimetto il telefono nella tasca dello zaino nero dell'eastpack, riprendo a camminare per altri pochi minuti e quando arrivo di fronte a casa di Josh lo trovo sul vialetto.
Sorrido e gli corro incontro, lui fa lo stesso e alla fine mi solleva mentre mi abbraccia.
Lo stringo a me e lui fa lo stesso. Appoggio la testa sulla sua spalla e inspiro il suo odore che mi era mancato in questi giorni. Mi scocca un bacio sulla guancia e mi prende la mano.
«Vieni. Ci saranno in giro sicuramente paparazzi e ci hanno già fotografato di sicuro» intreccia le sue dita con le mie.
Superiamo il portico ed entriamo dalla porta principale, comincio a sentire una strana sensazione allo stomaco. Mi volto verso Josh e lo trovo che mi guarda.
«Tranquilla» mi sorride.
«La smetti?» sospiro.
«Di far cosa?» chiede non capendo.
«Di sorridere in quel modo» sbuffo.
«Perché?» domanda divertito.
Mi mordo un labbro.
«Perché ho voglia di baciarti e non lo posso fare» lo guardo negli occhi.
«Secondo me lo puoi fare eccome» una voce sconosciuta alle mie spalle mi fa voltare «Mi ha stressato per tutto il viaggio Win» mi sorride «Posso chiamarti Win vero?» mi chiede Connor continuando a sorridere. E' un vizio di famiglia, oh!
«Certo» sorrido anche io «Cos'è che mi stava dicendo tuo fratello?» mi volto verso Josh cercando di non ridere.
«Mi sta già simpatica» Connor appoggia il suo braccio sulle mie spalle «Dice tutto quello che gli passa per la testa, proprio come me» sorride al fratello che alza gli occhi al cielo.
«Me lo aveva accennato» guardo Connor. Lui cava il braccio dalle mie spalle e sparisce al piano di sopra con la scusa delle valigie, gli sorrido e mi tolgo dalle spalle lo zaino e il giubbotto che passo a Josh.
«Stavi dicendo?» Josh prende le mie mani tirandomi a lui sorridendo.
Bastardo.
«Nulla» mordo il labbro inferiore.
«Oh si certo» ride.
Perfido.
«Dai Win» appoggia la fronte sulla mia.
«Dai Win cosa?» lo guardo negli occhi.
«Cos'è che volevi fare ma che eri convinta che non potevi fare?» sussurra.
Brividi. Brividi ovunque.
Decido di agire e non di perdere tempo per trovare le parole. Inclino la testa e trovo immediatamente le sue labbra.
Soffici, delicate, calde. 
Sorrido appena mi appoggia al muro del corridoio mentre cerca l'accesso alla mia bocca che poco dopo gli concedo. E' un bacio dolce, confortante, come per dire “mi sei mancata” e non posso fare altro che sorridere di più.
«Mi sei mancato» ammetto appoggiando la testa sul suo petto appena mi stacco dal bacio.
«Anche tu» mi lascia un bacio sulla nuca.
«Che carini» esclama Connor scendendo le scale.
«Sparisci» dice Josh cercando di sopprimere una risata.
«No» lo guardo e alla fine annuisce.
«Sappiamo già chi detiene il comando nella vostra storia» mi sorride.
Mi sento avvampare alle parole “vostra storia”, perché io e Josh non abbiamo ancora parlato di questo e non so neanche come definirci.
Cerco di evitare lo sguardo di entrambi, invocando qualsiasi essere superiore di tirarmi fuori da questa situazione, e forse per la prima volta vengo ascoltata. Sento la suoneria del mio i-phone. Mi scuso con entrambi e vado verso il mio zaino per prendere il mio telefono. 
Matt.
Sospiro e rifiuto la chiamata.
In questi cinque giorni il nostro rapporto è peggiorato sempre di più, ed è partito tutto da una stupidaggine.
Infilo il telefono nella tasca dei jeans e sfioro con l'indice della mano sinistra il braccialetto regalatomi dal mio migliore amico.
«Tutto bene?» la voce di Josh mi fa voltare.
«Si si, solo un tizio che aveva sbagliato numero» rispondo con poca convinzione nella voce.
«Sicura?» si avvicina a me.
«Sicurissima Josh» gli lascio un bacio a stampo per poi abbracciarlo di nuovo.
Tra le sue braccia penso solo lui e non ha tutti i problemi che mi circondano.
«Questo abbraccio mi fa capire che stai tutt'altro che bene» mi stringe più forte a lui.
«Mmm» mugugno contro il suo petto.
«Dopo che ne dici se parliamo un po', solo io e te?'» mi corrompe con un bacio sul collo.
«Dico che è perfetto» gli sorrido e lui mi lascia un tenero bacio sulle labbra.


«Così hai la media della A» dice Connor mentre mi siedo sul divano.
Josh ha avuto la brillante idea di lasciarmi a casa sua con suo fratello mentre lui è uscito per comprare la cena.
«Si, qualche problema in matematica» faccio spallucce «Ma non mi lamento»
«La chimica ti piace?» si siede di fianco a me.
«Si» sorrido «Ma non mi sono mai piazzata nella quinta posizione per quanto riguarda i problemi del futuro» gli ricordo il suo successo, che più volte Josh aveva detto nelle sue interviste.
«Ma hai la media della A» mi schiaccia il cinque «Due cervelloni con una star del cinema» ride.
«Infatti» scoppio a ridere anche io.
«A quale college hai fatto domanda?» mi guarda.
«Top secret» sorrido.
«Non lo sa neanche Josh?» mi chiede.
«No, non lo sa» 
«Borsa di studio per Yale o Harvard?» domanda dopo qualche minuto.
«No» gli sorrido soddisfatta «Non capisco perché tutti mi vedrebbero in quelle due università»
«Perchè hai una media stellare?» chiede ironico.
«Okay, ma non c'entra» alzo le spalle.
«Me lo dirai?» sentiamo la porta d'ingresso chiudersi.
«Certo» gli sorrido.
«Ecco la cena» Josh entra con in mano tre cartoni di pizza.
«Ma che bravo» sorrido alzandomi dal divano.
«Un bacio non se lo merita?» la voce divertita di Connor mi fa avvampare.
«Connor» lo riprende Josh mentre mi prende per il fianco per tirarmi a se dove mi lascia un bacio sulla guancia.
«Che c'è?» domanda lui guardandoci.
«Mentre voi discutete» mi allontano da Josh «Io vado in bagno»
Pochi minuti dopo percorro il corridoio che mi porta in cucina ma mi fermo un po' prima per ascoltare la conversazione tra Josh e Connor.
«Josh, quando pensi di dirlo a mamma e a papà?» la sua voce non è arrabbiata, solo preoccupata «Ti ho già salvato dai giornali di gossip, ma se entrano su qualche sito dal computer non puoi più rimandare»
«Lo so Conn, solo che non la voglio stressare troppo. Sembra una ragazza forte ma è fragile. E non voglio che mamma con le sue domande la spaventi» sospira.
Ha paura che sua madre mi spaventi.
«Josh» comincia Connor «Mamma sai che si comporta così fin quando non capisce se la ragazza che gli presenti sta con te perché gli piaci veramente o se sta con te per la fama. Non fare quella faccia perché l'ho capito che non ti sta usando. Lo vedo dal modo in cui ti guarda, come se potesse perderti da un momento all'altro»
«Davvero?» la voce di Josh è sorpresa.
Un sorriso mi si dipinge in volto, Connor sta mettendo in evidenza ciò che noi non riusciamo a vedere.
«Si Joshua» lo prende in giro il fratello ridendo.
«E' bello averti qui» si alza e si abbracciano, lo sento dal rumore delle pacche che si danno sulla schiena.
Sorrido, si vogliono davvero bene, entro in cucina mentre sciolgono l'abbraccio.
«Che carini» sorrido sincera, poi mi siedo in mezzo a loro due e cominciamo a mangiare.


«Io vado a letto, tu rimani a dormire?» chiede Connor appoggiando il suo joystick sul tavolino del salotto, mi volto verso Josh che annuisce.
«Si» sorrido.
«Allora ci vediamo domani mattina» esclama dando una pacca sulla spalla al fratello e un bacio sulla guancia a me. Dopo di che sale le scale che portano al piano superiore.
Mi volto verso Josh e lo guardo, lui prende la mia mano e intreccia le sue dita con le mie.
«Adoro tuo fratello» dico dopo minuti di silenzio appoggiata alla sua spalla.
«E lui adora te» mi accarezza la mano «Win. Cos'è successo mentre ero ad Atlanta?»
«Nulla» chiudo gli occhi  inspirando il suo profumo.
«Non è vero» solleva le mie gambe per poi appoggiarle sulle sue.
«Si che è vero»
«Quindi con Matt non è successo nulla?» mi guarda.
Solo a sentire il suo nome mi irrigidisco e il peso che ho sul petto si fa più pesante, se continuo così morirò del mio stesso dolore.
«Come sospettavo» afferma dolcemente e dandomi un bacio sulla tempia.
«Josh. Possiamo non parlare di lui?» lo guardo.
«Va bene, però sai che mi puoi dire tutto no?» mi sfiora col naso la guancia.
«Ora lo so» gli bacio la guancia velocemente e il suo meraviglioso sorriso si fa spazio nel suo viso, sorrido anche io.
«Allora Hutch» appoggio una mano sul suo petto «Come sono andati questi cinque giorni?»
«Tralasciando Jenn che da quando Sam gli ha spifferato tutto su di te non mi da tregua e vuole sapere sempre di più è andata bene» ride.
«Tu hai parlato a loro di noi, cioè di me e te» mi correggo subito.
«Mi piaceva di più quando hai detto noi» mette il broncio ma poi sorride.
Inclino la testa di poco e assimilo le parole di Josh.
«Josh, hai per caso detto che sono la tua ragazza?» sorrido.
«No, in realtà ho detto noi, quindi era riferito alla nostra storia» alza le spalle sorridendomi «Però intendevo anche quello» si avvicina di più a me e appoggia la fronte contro la mia.
«Quindi sei il mio ragazzo?» sussurro.
«Se tu sei la mia ragazza penso proprio di si» mi sorride e pochi secondi dopo sento le sue labbra sulle mie, smetto di pensare, mi concentro solo su Josh e sul bacio.
Mi fa appoggiare contro schienale divano e si appoggia su di me cercando di non pesare troppo, chiede accesso alla mia bocca che gli concedo immediatamente. Ci baciamo per non so quanto tempo, non so il numero esatto dei baci, so solo che non mi sento così felice da molto tempo. Appoggio la testa sulle gambe di Josh e copre entrambi con la coperta.
«Sai, non ti ho detto una cosa» mi sorride.
«Cosa?» lo guardo.
«Sei bellissima» si china su di me lasciandomi un bacio a stampo.
Scuoto la testa appena si stacca.
«Si invece. Sei bellissima perché sei così insicura. Sono belle anche le tue insicurezze. Sei bellissima. Il tuo sorriso è bellissimo. I tuoi occhi sono bellissimi. Il tuo "non sono abbastanza" è bellissimo. Il tuo modo di gesticolare mentre parli è bellissimo. La tua voce è bellissima. Tu sei bellissima Winter Davis» si avvicina ancora una volta per baciarmi, ma non un semplice bacio a stampo, uno serio, uno carico di amore, passione, voglia di far capire quanto sei contento di essere qui in questo momento.
Mi alzo e appoggio la testa sulla spalla di Josh, cominciamo a vedere il film che avevamo deciso  Segnali dal futuro.
Tengo per tutto il tempo la mia mano intrecciata a quella di Josh, ma a metà film la stanchezza comincia a farsi sentire e dopo aver combattuto contro di lei per un paio di volte mi lascio andare nelle braccia di Morfeo.


Quando apro gli occhi - il mattino seguente - non mi ritrovo sul divano, ma nel letto di Josh, mi volto dall'altro lato ma di lui non c'è traccia.
Mi sollevo a malincuore dalle coperte calde in cui ero sepolta piene del profumo di Josh e trovo le mie vans di fianco al comodino. Sorrido mentre mi alzo dal letto dopo essermi legata i capelli in una coda alta. Cammino fino alla porta e dopo averla aperta percorro tutto il corridoio e scendo le scale.
Sento le voci di Josh e Connor già da metà delle scale, scuoto la testa e sorrido, chissà come sarebbe stato avere una sorella o un fratello, caccio questi pensieri dalla mia mente quando entro in cucina.
«Giorno» mi sorride per primo Connor.
«Giorno» gli sorrido anche io.
«Buongiorno» mi saluta Josh lasciandomi un bacio a stampo, sorrido e gliene do un altro.
«Starei mangiando» esclama il fratello del mio ragazzo.
«Guarda che la prossima volta la colazione te la prepari da solo» lo guarda.
«Non c'è problema, almeno mangeremo qualcosa di commestibile» dice lui scoccando la lingua sul palato, io soffoco una risata ma Josh la sente.
«E ridi tu? Dovresti stare dalla parte del tuo ragazzo non da quella di suo fratello» mi guarda imbronciato. Non riesco più a trattenermi e mi lascio andare in una risata, questi due fanno morire insieme, si stuzzicano a vicenda in modo così, così naturale, credo che sia una cosa da fratelli.
«Cognato per la precisione» afferma mentre mastica una fetta di pane tostato con la marmellata.
«Come corriamo» rido sedendomi di fianco a lui.
«Hai ragione» smette di mangiare «Winter Hutcherson non suona bene» dice ironico prima di scoppiare a ridere e rido anche io «Però non sei costretta a prendere il cognome del marito quindi che problema c'è?» guarda Josh che cerca di non ridere, mentre io e Connor ridiamo ancora più forte.
«Dai non suona così male» smetto di ridere guardando Josh «Però Winter Davis suona meglio» faccio spallucce.
«Josh tu che dici?» Connor si volta verso il fratello con un sorriso divertito.
«Dico che siete due idioti» si lascia andare finalmente in una risata «E tu» mi indica «Avevi paura di non piacere a lui» indica questa volta suo fratello «Cioè guardatevi, sembrate amici da vent'anni» si siede di fronte a noi dopo avermi passato il caffè.
«Josh io ne devo fare 18, non so dove hai tirato fuori i vent'anni»  cerco di rimanere seria, ma con loro due è impossibile e la presenza di Connor rende tutto più divertente «Se abbiamo due caratteri più o meno uguali non è colpa nostra» verso il caffè nella tazza che trovo sul tavolo.
«Voi due non siete normali» mi passa lo zucchero.
«Che bel complimento che ci hai fatto» dice Connor sorridendogli e io gli schiaccio il cinque ridendo mentre Josh scuote la testa ridendo.



«Mi chiami dopo?» domanda Josh lasciandomi nel vialetto di casa mia.
«Si» lo abbraccio.
«Cerca di non essere dura con lei» mi lascia un bacio sulla guancia.
«Impossibile» alzo le spalle «Non ho voglia» metto il broncio e poco dopo sento le sue labbra sulle mie.
«Ce la puoi fare» sorride accarezzandomi la guancia.
«Mm» appoggio la testa sulla sua spalla.
«Non la vedi da tre settimane Win» mi accarezza la schiena.
«Eh infatti» mugugno sul suo collo «Stavo così bene» percorro con un dito il profilo della sua mascella.
«Lo so. Però è tua mamma, e non ha detto che ti doveva parlare?» chiede stringendomi più forte.
Sbuffo «Tanto sarà per George» mi stacco da lui.
«»Non lo so» prende la mia mano «Però qualsiasi cosa sia poi mi racconti, okay?» mi bacia la mano.
«Certo» mi sporgo in avanti lasciandogli un bacio casto prima di uscire dal fuoristrada di Josh.
Avevo passato l'ultima settimana e mezzo per la maggior parte del tempo a casa di Josh con lui e Connor, ma le tre settimane di viaggio di nozze di mia madre e di George sono terminate oggi, e tre ore fa sono atterrati all'aeroporto di Los Angeles.
Prendo le chiavi dallo zaino e le infilo nella toppa della porta, appena entro la prima cosa che noto sono le valigie che popolano l'ingresso.
La voce di mia madre arriva dalla cucina, dove probabilmente si sta preparando la sua solita camomilla data l'ora. Le 5.15pm.
Lascio lo zaino accanto alla porta e mi tolgo il giubbotto. A malavoglia mi dirigo in cucina dove la trovo al telefono.
Lei mi nota e liquida la persona dall'altra parte del telefono.
«Win» sorride, è abbronzata, decisamente.
«Christine» apro il frigorifero per prendere una lattina di coca-cola.
«E' difficile per te chiamarmi mamma?» sospira.
Alzo le spalle e mi siedo in una delle sedie del tavolo «Ho da studiare, quindi arriviamo al punto» 
Spegne il fornello e sparisce in salotto. Dopo un paio di minuti se ne torna con due lettere. Una blu e una bianca.
«Che cosa sono?» mi agito «La risposta del college?»
«No, non c'entra il college» si siede di fronte a me.
Ha l'aria stanca quando parla con me, come se non sapesse più che fare.
«Allora che cosa sono?» la guardo.
«Quella bianca è la più importante» sussurra «Prima che tu la legga devi sapere che tuo padre voleva dirtelo, ma io no, non volevo che tu lo sapessi» abbassa lo sguardo.
Faccio finta di nulla, mi sembra difficile poterla odiare ancora di più di ora.
«Quella blu invece?» evito il suo sguardo.
Questa volta sorride.
«Quella blu, l'ha scritta tuo papà quando gli hanno diagnosticato il tumore» il suo tono di voce è piatto «Voleva che tu le leggessi quando saresti stata vicina ai 18 anni»
«Manca un mese al mio compleanno» inarco un sopracciglio.
«Lo so Winter» mi guarda finalmente «Ma non potevo più aspettare, non riesco più a portare questo peso dentro di me» sospira.
«Okay, tutto qui?» chiedo prendendo le lettere e stringendole tra le mani.
«Si» mi fissa.
«Bene vado a studiare» mi alzo lasciando lì la lattina ancora mezza piena.
«E le lettere?» mi segue.
«Le leggo, stai tranquilla» recupero lo zaino dall'ingresso prima di salire le scale diretta in camera mia.
Appena entro la prima cosa che faccio è buttarmi sul letto e prendere il telefono dalla tasca dei jeans. Apro Whatsapp per scrivere a Josh.

 
A: Josh
Mia mamma mi ha dato due lettere, una ha detto che particolarmente importante.

Invio. Appoggio le lettere con il telefono sul letto ed entro in bagno. Ho assolutamente bisogno di una doccia. Mi spoglio e mi infilo nel box doccia dopo essermi assicurata che l'acqua sia bollente, mi lascio levigare il corpo dall'acqua mentre cerco di capire cosa ci possa essere scritto sopra di esse, soprattutto su quella con la busta bianca.
Dopo non so quanti minuti esco e mi avvolgo nel mio accappatoio nero. Cammino fino al mio letto dove prendo l'i-phone e trovo la risposta di Josh.

 
Da: Josh
E non le vuoi leggere?
 
A: Josh
Non credo di farcela da sola.

Per la prima volta ammetto che da sola non riuscirei a sopportare qualsiasi cosa scritta all'interno di quelle lettere. Che siano cose belle o brutte, buone o cattive. Ho bisogno di qualcuno da quando Josh ha abbattuto il muro che mi ero creata.
 
Da: Josh
Ti vengo a prendere

Sorrido.
 
A: Josh
Mi vesto.

Lascio cadere il telefono sul letto e entro nella cabina-armadio dove ne esco vestita con un paio di leggins neri e un maglione color crema, ai piedi rimetto le vans.
Mi asciugo i capelli e li lascio al naturale. Prendo le lettere dal letto e il telefono, scendo velocemente le scale.
«Dove stai andando?» la voce di Christine mi arriva appena sono di fronte alla porta.
«Esco» indosso il giubbotto.
«Con le lettere?» sospira.
«Si, le leggo più tardi. Non so a che ora torno, di sicuro non per cena» impugno la maniglia della porta d'ingresso.
«Va bene» gli sento dire prima che io esca di casa.
Mi rigiro le lettere fra le mani fin quando non sento arrivare una macchina, sollevo lo sguardo ed è il fuoristrada di Josh. Mi sento più tranquilla solo a vederlo, attraverso la strada e salgo nell'abitacolo.
«Ehi» mi abbraccia.
«Josh» affondo la testa nell'incavo del suo collo. Il suo profumo mi calma all'instante insieme alle sue dita che scorrono sulla mia spina dorsale da sopra il giubbotto
«Andiamo da me?» mi lascia un bacio sulla fronte.
«Si» 
Durante il viaggio non parliamo, non so neanche cosa dire. Continuo ad osservare le due lettere e le mani mi cominciano a tremare man mano che ci avviciniamo a casa di Josh, perché so che le dovrò leggere.
Quando parcheggia davanti a casa sua quaranta minuti dopo a causa del traffico di Los Angeles mi deve quasi prendere di peso per farmi scendere dalla macchina ma poi decido di comportarmi da persona matura e scendo. Josh prende le mie mani e cerca di calmarmi mentre aspettiamo che Connor ci apra.
«Ciao Win» mi saluta Connor.
«Ciao» lo guardo mentre mi tolgo il giubbotto.
«Conn noi andiamo su, non pensare male, poi se vorrà ti spiegherà Win okay?» Josh parla al posto mio, gli sono grata. Lui annuisce e sento il suo sguardo a dosso mentre saliamo le scale.
Entriamo nella camera di Josh e mi siedo sul letto, lui mi segue a ruota appena chiude la porta.
«Qualsiasi cosa ci sia scritta lì dentro» dice Josh mentre mi faccio forza prendendo la lettera bianca «Io sono qui con te, ora e sempre» mi guarda.
Annuisco e apro la busta bianca. Tiro fuori il foglio e riconosco immediatamente la calligrafia di mio papà.
La leggo piano, ma quando finisco la devo rileggere di nuovo e quando realizzo che le parole scritte su questo foglio sono vere, mi manca il fiato.


















 
POV AUTRICE:
 

Buon pomeriggio dolcezze (: 
FINALMENTE SONO ARRIVATE LE ATTESE VACANZE.
Ne approfitto intanto per augurare un grosso in bocca al lupo se qualcuno che segue questa storia ha esami di terza media o la maturità.
HO AGGIORNATO EGGIÁ, QUESTO CAPITOLO É STATO FATICOSO SCRIVERLO AHAH, HO AVUTO UN BLOCCO PER DUE GIORNI E POI MI É VENUTA IN MENTE UNA COSA E HO RIPRESO A SCRIVERLO.

UNA DELLE PARTI PIÚ FATICOSE É STATO IL SCRIVERE LA PARTE IN CUI JOSH E WINTER SI METTONO INSIEME AAHAH.
SPERO CHE IL CAPITOLO VI SIA PIACIUTO, E SI VI LASCIO CON IL FIATO SOSPESO PER QUANTO RIGUARDA LE LETTERE, SCOPRIRETE DI PIÚ NEL PROSSIMO CAPITOLO.
RINGRAZIO COME SEMPRE CHI RECENSISCE (CHE MI DA ANCORA DI PIÚ LA FORZA DI SCRIVERE QUESTA STORIA), CHI L'HA AGGIUNTA ALLE PREFERITE, ALLE RICORDATE O SEGUITE, E ANCHE I LETTORI SILENZIOSI CHE SPERO CHE PRIMA O POI MI LASCINO UNA RECENSIONE :)
LE VACANZE SONO UFFICIALMENTE INIZIATE, ASPETTO SOLO I QUADRI PER VEDERE COM'É ANDATA, MA COMUNQUE CREDO CHE AGGIORNERÓ CON REGOLARITÁ, CREDO UN CAPITOLO A SETTIMANA O MASSIMO DUE.
DETTO QUESTO ASPETTO LE VOSTRE MERAVIGLIOSE RECENSIONE DOVE POTETE DIRMI TUTTO QUELLO CHE VOLETE :)

A PRESTO MERAVIGLIE,
PEETARMS.

 


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Capitolo 9
*** Angel With A Shotgun ***


I'm an angel with a shotgun
Fighting til' the war's won
I don't care if heaven won't take me back
I'll throw away my faith, babe
Just to keep you safe
Don't you know you're everything I have?
And I wanna live, not just survive tonight
- Angel With A Shotgun ,The Cab













Non riesco a parlare. Faccio fatica a respirare. Tengo lo sguardo ancora sulla lettera. Cerco in inspirare ed espirare. Ma non riesco, sto per avere un attacco di panico. Josh sta cercando di dirmi qualcosa ma non riesco a sentirlo, non sento nulla. Tutte le mie certezze sono andate in frantumi. Qualcuno mi toglie la lettera dalle mani e non è qualcuno ma Josh. Mi prende le mani, mi tira a se e mi stringe tra le braccia. Non riesco a muovermi, ho la testa sul suo petto, inspiro il suo profumo e poco dopo sento le sue dita sulla schiena che scorrono su e giù lungo la mia spina dorsale. Dopo un paio di minuti mi riprendo di poco, mi scosto da Josh e mi metto le mani tra i capelli. Non riesco neanche a piangere, non sento nulla. Riprendo la lettera tra le mani e la rileggo ancora una volta e sollevo lo sguardo e trovo Josh che mi guarda.
«Josh» lo guardo «Io, io non ci credo» sospiro.
«Win» si avvicina di più a me.
«Se vuoi te la leggo» la mia voce è piatta, priva di ogni emozione «Così lo sai»
«Solo se vuoi» risponde accarezzandomi il fianco.
Sospiro e prendo fiato.

Cara Winter,
quando leggerai questa lettera sarai vicina ai 18 anni e credo che sia ora che tu sappia la verità.
Non ti volevo mentire, ti volevo dire la verità sin da subito ma Christine mi ha convinto dicendomi che non l'avresti mai considerata tua madre. Perché si piccola mia, lei non è tua madre.
Non sei stata adottata, io sono il tuo vero papà, ma lei non è tua madre.
Win, la tua vera madre è morta dandoti alla luce, era la ragazza con cui stavo prima di incontrare Christine, era una ragazza fantastica, gli assomigli davvero tanto ma io non l'amavo, mi sono innamorato di Christine a prima vista.
Ti stai chiedendo perché ti abbiamo mentito anche sugli anni in cui siamo stati sposati ed è stato per non destare sospetti, così ti abbiamo sempre detto un anno in più dell'anno in cui sei nata.
Ora so che sarai sconvolta, che vorrai risposte, che vorresti conoscere la tua vera madre ma che non puoi perché è morta poco dopo la tua nascita, che ora vorrai andartene da casa nostra e ci odierai; ma te lo abbiamo nascosto perché non volevamo farti vivere una vita complicata, era meglio farti credere che Christine fosse tua madre  ma tu non sei mai stata così attaccata a lei e forse ora capisci anche il perché
Però lei ti ama come se fossi figlia sua.
Piccola mia, ti prego, cerca di perdonarci.
Con amore,
Papà.


Questa volta una lacrima scende, una sola. Non me ne lascio scappare nessun'altra.
«Voglio andare a prendere le sigarette» dico con voce vuota mentre mi alzo dal letto.
Josh mi guarda sconvolto ma non mi trattiene come le altre volte, sa che ora ho bisogno di nicotina per calmarmi.
Scendo le scale con la testa piena di domande e arrivo al mio giubbotto dove prendo il mio pacchetto di Lucky Strike e l'accendino nero per poi risalire le scale.
Appena entro in camera Josh mi abbraccia e io mi lascio abbracciare affondando la testa nell'incavo del suo collo.
Quando mi stacco mi dirigo verso la porta finestra, esco nel terrazzo, estraggo una sigaretta dal pacchetto e l'accendino scatta pochi secondi dopo.
Faccio un tiro e faccio arrivare la nicotina fino ai miei polmoni, ripeto questo passaggio un paio di volte prima di sentirmi più leggera ma quando spengo il mozzicone di sigaretta il peso della verità torna a farsi spazio sul petto assieme al peso del dolore schiacciandomi del tutto, facendomi mancare il fiato, rendendomi ancora più fragile e vulnerabile.
Mi siedo a terra e porto le gambe al petto, ci poggio sopra la testa, mi sento una bambina: debole, indifesa, spogliata dalle sue sicurezze e dalle certezze della sua vita, rimanendo con niente.
Ma appena mi volto, capisco che qualcosa ho. Josh.
Si siede di fianco a me, mi fa alzare e mi fa sedere sulle sue gambe per poi abbracciarmi. Comincia a far passare le sue dita sulla mia schiena e a poco a poco mi calmo. Sollevo la testa dalla sua spalla e cerco le sue labbra. Ho bisogno di non pensare a nulla e ho bisogno di sentire le sue labbra sulle mie. Le sue braccia forti mi stringono a lui mentre cerca di approfondire il bacio, cosa che non gli nego, lo bacio con trasporto fin quando non mi manca il fiato.
«Win» sussurra quando ci stacchiamo.
«Non voglio sapere nient'altro, questo è troppo» appoggio una mano sul suo petto.
«Stanotte rimani qui okay? Chiama tua madre» mi accarezza la guancia.
«Non è mia madre» lo guardo.
Lui non controbatte, prendo il telefono dalla tasca dei jeans. Digito il numero di mia mamma Christine, premo il tasto verde mentre sento la mano di Josh sulla schiena.
«Winter finalmente» risponde al secondo squillo.
«Non ti voglio sentire, non ti voglio parlare, non cercarmi, stanotte non torno»
«E dove dormirai?» domanda con voce stanca.
«Non ti interessa Christine» metto fine alla chiamata.
Era possibile odiarla di più, ora la odio a morte.
«Brava amore» mormora Josh sorridendomi debolmente.
Assimilo le parole di Josh e gli angoli della bocca mi si incurvano in su di poco.
«Come mi hai chiamato?» appoggio la fronte su quella di Josh.
Lui sorride «Amore» mi ruba un bacio a stampo.
«Mi piace» allaccio le braccia dietro al suo collo prima di baciarlo. Un bacio casto che poi diventa un bacio passionale, pieno di dolore da parte mia e carico di conforto da parte sua.
«Vuoi mangiare qualcosa?»
«No. Ho lo stomaco chiuso» appoggio la testa sulla sua spalla.
«Io vado a prendere qualcosa da mangiare lo stesso» mi bacia la fronte «Tu però non rimanere qui fuori se no ti ammali, entra dentro e mettiti sul letto» si alza tirandomi su con lui.
«Okay» lo seguo, e entrambi rientriamo in stanza.
Appena Josh esce dalla porta mi tolgo le vans e mi infilo sotto le coperte. Appoggio il telefono impostato sulla modalità silenzioso sul comodino.
Questa sera non voglio sentire nessuno. Ne Hailee, ne Nick, ne Matt e soprattutto nessuno della mia famiglia.
Rimango per un po' sotto le coperte immersa nei pensieri cercando di trovare risposte alle domande che continuano a formarsi dentro di me. Dopo una decina di minuti mi sollevo di poco appoggiandomi alla spalliera e prendo la busta blu.
La giro e rigiro tra le mani fin quando Josh non rientra in camera, la lascio cadere sul letto e lo osservo. Espressione preoccupata, mascella tesa e il suo sguardo fisso su di me.
Cerco di sorridere, ma non ci riesco. Ha tra le mani due tazze di the caldo, lo riconosco dal profumo.
«Tieni» stringo la presa sul manico prima di appoggiare le mie mani congelate attorno alla tazza sperando di riscaldarle, soffio all'interno per raffreddare il contenuto.
Josh si siede di fronte a me e mi imita, quando ho bevuto il primo sorso parla.
«Hai letto la lettera blu?» domanda cauto.
«No» faccio spallucce.
«La vuoi leggere?» mi guarda.
«Non lo so» ammetto «Cioè, ho appena scoperto che non solo sono orfana di padre ma anche di madre» faccio una pausa «Entrambi i miei genitori sono morti Josh» la voce mi viene a meno e il dolore mi schiaccia.
Lui non dice nulla, prende entrambe le tazze e le appoggia sul comodino. Si infila sotto le coperte anche lui e mi stringe a se. Rimaniamo così per non so quanto tempo, in silenzio, con mille domande che vogliono avere risposte nella mia testa, ma pian piano gli occhi si fanno pesanti e cerco di svuotare la testa così da riuscire a dormire e dimenticarmi per un paio d'ore del dolore che mi sta uccidendo.




POV Josh Hutcherson.

La guardo dormire, ha il viso più teso del solito, trema, gli passo le dita sulla schiena per un paio di volte e si calma. Sorrido. So come calmarla.
Mi alzo dopo una decina di minuti quando noto che non trema più ed è apparentemente tranquilla, scivolo fuori dalla mia stanza diretto al piano di sotto dove trovo le luci ancora accese, segno che Connor è ancora sveglio.
Appena entro in cucina sposto lo sguardo sull'orologio alla parete e noto che sono le 11.36pm.
«Ehi, pensavo dormissi» la voce di mio fratello mi fa voltare.
«No. Win è stata male e si addormentata poco fa» lo guardo.
«Ora sta bene?» mi chiede sedendosi sulla sedia.
«N, e non so cosa fare» sospiro.
«Domani mattina quando si sveglierà starà meglio vedrai» mi sorride.
«Connor non sta male fisicamente. Ha scoperto una cosa che gli ha sconvolto la vita» mi sfrego velocemente sul viso.
«Ah» risponde mentre io mi alzo alla ricerca di qualcosa da mangiare, alla fine opto per una mela.
«Già» affermo dopo aver dato un morso al frutto.
«Andrà bene, è forte, glielo leggo negli occhi» come sempre è ottimista, annuisco distrattamente e mi saluta dandomi la buonanotte. Alla fine rimango solo con la mia mela. La mangio con calma e quando l'ho finita mi alzo e la butto nella pattumiera.
Esco dalla cucina spegnendo la luce e subito dopo quella del salotto. Salgo le scale al buio, rientro in camera mia e trovo Win sveglia a gambe incrociate sul letto.
«Ehi» mi siedo di fronte a lei cercando la sua mano.
«Mi abbracci?» domanda con voce incrinata.
Sorrido debolmente e l'abbraccio, affondo la faccia nei suoi capelli che profumano di cocco, lo ama e a me piace da impazzire. La stringo più forte quando sento che appoggia la testa sulla mia spalla e gli lascio un bacio fra i capelli.
«Vuoi leggere la lettera blu?» chiedo.
Lei mi guarda ma non risponde.
«Vuoi una mia felpa per dormire?» la guardo.
«Va bene» acconsente lei e la trascino con me davanti all'armadio per fargli scegliere la felpa.
«Questa» la mia felpa nera.
«Va bene» gli lascio un bacio sul naso.
«Vado in bagno e intanto ci penso» si avvia verso la porta.
Appena esce chiudo l'anta dell'armadio e mi cambio velocemente anche io mettendomi un paio di pantaloni della tuta e una maglietta bianca, comincia a fare caldo.
Quando mi siedo sul letto Win entra in camera con indosso la mia felpa e sorrido, gli sta grande ma è bellissima anche così.
Gli tendo una mano appena appoggia i suoi vestiti sulla sedia e lei l'afferra stringendola, la tiro sopra di me e gli lascio un bacio a stampo e lei me ne da un altro. Gli sorrido.
«Ti sei cambiato» appoggia la fronte sulla mia.
«Si, mi sono messo il pigiama» la guardo negli occhi. Sono molto più chiari di qualche ora fa.
Annuisce e mi abbraccia di nuovo. So che lei non è quel tipo di ragazza che cerca i contatti fisici senza motivo, se lo fa è perché ne ha bisogno e sta veramente male.
«Hai deciso per la lettera?» gli accarezzo la schiena.
«La leggo solo se tu stai vicino a me» mi guarda.
«Certo che ti sto vicino, stai in braccio a me okay?» annuisce mentre si alza per prendere la lettera, poco dopo è di nuovo sulle mie gambe e ha tra le mani la lettera blu. L'apre lentamente e prende il foglio al suo interno.

Cara Winter,
non vorrei mai che tu leggessi questa lettera perché voglio davvero vincere contro il tumore ma se non dovessi farcela queste sono le parole che voglio che ti accompagnino durante la tua vita.
Ricorda che la vita è bella, nonostante tutto.. e merita di essere vissuta con passione e impegno.
Ricorda di fare silenzio, ogni tanto, di ascoltare la tua voce interiore e di essere te stessa.
Ricorda che la lettura, lo studio, la cultura sono opportunità preziose per crescere, per essere più ricchi e più umani, per capire il mondo, per renderlo un po' migliore di come l'abbiamo trovato.
Ricordati anche che sarai sempre la mia bambina e che ti proteggerò da lassù, sarò il tuo angelo custode e mi avrai sempre accanto a te nel tuo cuore.
Ricordati che sei una persona fantastica, piena di sogni e piena di talento e so che ce la farai a realizzare il tuo più grande sogno.
Ricordati che nonostante tutto io non ti avrei mai voluto nascondere la verità.
E soprattutto ricordati che se sei stata scelta per questa vita è perché sei abbastanza forte per viverla.
Io credo in te.
Ti amo bambina mia, sei la cosa più preziosa della mia vita.
Con amore,
il tuo Papà.


La legge con voce spezzata, alla fine scoppia in un pianto, via via che i secondi passano singhiozza. La stringo forte a me e gli passo le dita sulla schiena.
«Amore no, non fare così» gli asciugo le lacrime che continuano a scendere.
«Scusa» si alza «Sono una persona patetica» smette di colpo di piangere e sorride, ma è un sorriso falso.
«No, non lo sei Win. Non è colpa tua tutto questo, non te lo meriti» gli prendo la mano e la tiro piano verso di me per abbracciarla.
In questo momento so che l'unica cosa che non voglio è perderla, perché lei mi rende migliore, mi fa capire che non tutto va come desideri, che bisogna essere sinceri per non far soffrire qualcuno, che il successo non è tutto ma che avere qualcuno su cui puoi contare sempre è la cosa più importante. Winter è quella persona che cerca di sorridere anche quando piange, come per dire: "Sto morendo ma sto bene lo stesso, guarda, sto sorridendo" la sua forza è qualcosa che ammiro, è piccola e fragile ma è forte, forte come una guerriera.
La prendo in braccio e la coccolo fin quando non si calma, poco dopo cade in sonno profondo stremata da tutte le verità scoperte.



POV Winter Davis.

La sveglia impostata alle 7.15am suona riempendo la stanza delle parole di You Suck at Love dei Simple Plan. Apro lentamente gli occhi e mi allungo verso il comodino di Josh per prendere il mio telefono per far tacere la canzone.
Quando finalmente ritorna il silenzio nella stanza guardo le lettere ai piedi del letto e ho un tuffo al cuore, scuoto la testa e guardo Josh dormire. Sorrido alla vista del suo viso rilassato e il suo braccio destro abbandonato al di fuori del letto mentre l'altro sulla fronte. Mi alzo cercando di non svegliarlo, raccolgo le lettere mettendole all'interno delle rispettive buste. Una volta fatto prendo i miei vestiti ed esco dalla camera di Josh entrando in bagno. Decido di non rimettere il maglione e di tenere la felpa di Josh. Pettino i capelli e mi faccio una treccia laterale dopo essermi lavata la faccia, ho gli occhi rossi. Maledizione.
Dopo aver sistemato il bagno esco e scendo in cucina dove trovo Connor intento a fare colazione.
«Ehi» lo saluto «Che ci fai già sveglio?»
«Potrei farti la stessa domanda» alza lo sguardo dalla sua tazza a me, ha gli occhi ancora gonfi di sonno e la voce impastata.
«Devo andare a scuola, sai è mercoledì» cerco di sorridere.
«Ma non hai lo zaino» mi guarda.
«Prendo la metro e arrivo a casa mia, prendo lo zaino e riprendo la metro per andare a scuola» guardo l'orologio, non ce la farò mai sono le 7.30am.
«Ti porto a casa, prendi lo zaino, ti porto a scuola» mi sorride.
«Davvero?» domando sorpresa.
«Certo, ora che svegli quello di sopra sono le 10am» fa una smorfia facendomi scoppiare a ridere.
«Oh che bello ti ho fatta ridere» mi scompiglia i capelli.
«Ehii» mi libero dalla sua presa sorridendogli.
«Sei una rompiscatole eh» mi sorride «Mi vesto in due minuti e sono da te, ti conviene lasciare un biglietto a Josh perché se no poi pensa che ti abbia cacciato» ride prima di scomparire su per le scale.
Scuoto la testa sorridendo e vado all'ingresso dove Josh tiene i post-it con le penne.
 

Josh sono a scuola, tuo fratello non mi ha cacciata (anzi mi ha portata lui) appena leggi questo biglietto mandami un messaggio.
E grazie.


Stacco il biglietto, salgo velocemente le scale rientro in camera di Josh. Mi avvicino a lui e gli attacco il post-it in fronte cercando di non svegliarlo.
«Sei pronta?» la voce di Connor è un sussurro quando mi volto cerca di non ridere.
«Si» gli sorrido debolmente dopo aver preso il mio i-phone e le lettere.
Scendiamo le scale e lui prende le chiavi del fuoristrada di Josh.
«Sei in grado vero?» domando «Se no guido io» lo guardo.
«Malfidata» sorride «Certo che so guidare»
«Mi devo fidare?» salgo.
«Malfidata di nuovo» ride e io non riesco a non sorridere «Stai bene?» domanda mentre guida.
«Sono stata meglio» alzo le spalle.
«Ne vuoi parlare? Sono bravo a dare consigli»
»Ora no perché è lunga da spiegare, magari più tardi» lo guardo.
«Va bene» guida verso casa mia seguendo le mie indicazioni «Ti aspetto qui?» chiede quando siamo arrivati.
«Si, ci metto poco» prendo le chiavi dal giubbotto. Scendo dalla macchina, cammino velocemente fino alla porta e infilo la chiave nella toppa, cerco di non far rumore visto che sento le voci di Christine e George in cucina, sicuramente intenti a fare colazione.
Salgo velocemente le scale diretta in camera mia per prendere il mio zaino e i libri, pochi minuti dopo sono fuori dalla stanza con lo zaino sulle spalle, scendo di nuovo in religioso silenzio ma quando sono sul ciglio della porta sento la voce di George.
«Winter» mi richiama.
«Non ho voglia di parlare, devo andare a scuola sono in ritardo» esclamo senza voltarmi.
«Invece dobbiamo parlare di tante cose» questa volta è la voce di Christine.
«No Christine» mi volto «Non dobbiamo parlare di nulla, mi hai nascosto la verità e hai convinto anche mio padre a farlo, sei una persona orribile» alzo la voce.
«Orribile io? Che ti ho amata come se fossi figlia mia?» mi guarda.
«Nessuno ti ha chiesto di farlo Christine» porto le mani al petto, come se questo mi permettesse di diminuire il dolore che sento «Nessuno te lo ha chiesto» urlo.
«Meglio farti sapere che io fossi tua madre o che tua madre era morta poco dopo il parto?» mi fissa.
«Meglio non mentirmi, dirmi la verità fin da subito» urlo «Come credi che stia ora che so che entrambi i miei genitori sono morti, che la mia vita è una menzogna, che tu non sei mia madre» la mia voce è carica d'odio «Come credi che stia eh?»
«Winter non credo che dovresti reagire così» la voce di George mi innervosisce solo di più.
«Tu stanne fuori. Non c'entri» lo guardo brevemente per poi riportare lo sguardo su quella che credevo fosse mia madre.
«Non possiamo parlarne ora, sei troppo nervosa» sospira lei.
«Hai ragione, io e te non potremo mai più parlare perché io da te non voglio più niente» apro la porta d'ingresso.
«Ti ricordo che sei ancora sotto la mia responsabilità, non hai 18 anni» si avvicina a me mentre io mi avvicino alla macchina.
«Hai ragione, ma questo ancora per poco Christine. Manca meno di un mese al mio compleanno e alla maggiore età dopo di che non sarò più sotto la tua responsabilità, me andrò di casa e non mi vedrai mai più» apro la portiera «Buona giornata» mi dipingo in volto un sorriso ipocrita prima di sbattere la portiera.
«Tutto okay?» chiede Connor appena appoggio lo zaino sulle mie gambe.
«Tutto perfetto» alzo le spalle e guardando fuori dal finestrino dopo avergli spiegato le indicazioni per arrivare alla Westwood High School.
«Eccoci» esclama quando siamo di fronte al cancello della scuola, sono le 8.56am, abbiamo fatto presto stranamente contando anche la litigata non in programma.
«Grazie Conn» lo abbraccio «Ci vediamo dopo tanto» scendo dalla macchina con lo zaino sulle spalle. Mi avvio verso l'entrata, non voglio pensare ai miei problemi per questo sono andata a scuola.



«Winter ma che fine hai fatto ieri sera?» la voce di Hailee quando entro in mensa è la prima cosa che sento.
«Scusa, non mi sono sentita bene e sono andata a letto presto» mento.
«Sicura?» chiede quando mi fermo alla macchinetta per prendere la coca-cola.
«Certo» inserisco i soldi e digito 12 sul tastierino.
«Va bene» mi lascia un bacio sulla guancia prima di andare a prendere il pranzo, non la seguo, ho lo stomaco chiuso.
Mi siedo nel primo tavolo libero che trovo e prendo il telefono, e trovo due messaggi.
 
Da: Matt
Dobbiamo parlare Winter!

Non ho voglia di parlare con lui perché finiremmo col litigare ancora.
 
Da: Josh
Che carina che sei stata a lasciarmi un bigliettino sulla faccia ahah, comunque come stai amore?

Sorrido debolmente.
 
A: Josh
Sono stata meglio.

Sbuffo.
 
Da: Josh
Ti vengo a prendere all'uscita, andiamo al mare so che ti piace d'inverno.

Sorrido, se lo ricorda quando gli ho detto che preferisco il mare d'inverno invece che d'estate.
 
A: Josh
Ottima idea, allora a dopo.

Nell'esatto momento in cui invio il messaggio suona la campanella, incrocio Nick di fianco alla porta della mensa ed è mano nella mano con Samantha, cerco di passare velocemente ma lui mi vede.
«Win che materia hai ora?» mi blocca per il polso.
«Letteratura inglese» rispondo.
«Anche io. Andiamo?» chiede dopo aver lasciato un bacio a stampo sulle labbra della ragazza.
«Tua sorella non sarà molto felice che stai con Samantha» esclamo mentre camminiamo tra i corridoi per raggiungere la classe di letteratura
«Quella non felice sei tu Win» sospiro «Che ti succede?» domanda mentre entriamo nell'aula.
«Nulla, ho dormito poco» gli sorrido mentre mi siedo in terza fila.
«Sicura?» si siede di fianco a me.
«Certo» gli sorrido di nuovo prima di tirare fuori il libro e il quaderno. Cerco di concentrarmi appena la professoressa entra in classe, così per le seguenti due ore io prendo appunti e Nick copia da me.
Alle 3.15pm la campanella suona ricordandoci che la giornata scolastica è finalmente terminata, raccolgo velocemente le penne e la matita con la gomma mettendole nell'astuccio, poi dentro allo zaino al seguito del libro e del quaderno di letteratura.
«Ah ragazzi» ci richiama la prof «Venerdì faremo un test sugli ultimi due argomenti svolti, cercate di essere presenti»
Sbuffo ed esco velocemente dalla classe, l'unica cosa che ora non ho voglia di fare è studiare anche se so che mi potrebbe aiutare a non pensare. Saluto velocemente Nick e Hailee e mi precipito fuori dalla scuola, cammino in direzione del bar dove so che troverò il fuoristrada di Josh, parcheggia sempre lì quando mi viene a prendere a scuola.
Salgo velocemente in macchina e appoggio lo zaino ai piedi, poco dopo mi ritrovo tra le braccia di Josh.
«Ehi» mormoro con la faccia sulla sua spalla.
«Buongiorno» mi lascia un bacio sulla guancia.
«Buon pomeriggio semmai» sorrido debolmente lasciandogli un bacio a stampo.
«Devi sempre mettere i puntini sulle i tu eh» mi pizzica i fianchi e mi ruba un altro bacio a stampo.
«Si» metto il broncio così mi guadagno un bacio.
«Qui c'è qualcuno che se l'è presa» mi accarezza la guancia.
Scuoto la testa e appoggio la schiena al sedile.
«Scherzavo lo sai vero?» mette in moto la macchina.
«Certo che lo so» appoggio la testa sul finestrino, lui non risponde. Prende la mia mano mentre con l'altra guida, dopo circa quaranta minuti arriviamo in spiaggia. Santa Monica.
«Che bella» scendo dalla macchina.
«Lo so» chiude il fuoristrada dopo aver indossato il suo cappello rosso. Mi avvicino a lui intrecciando le nostre dita.
«Grazie» sussurro.
«Per cosa?» chiede mentre scendiamo i gradini che portano in spiaggia.
«Per tutto» appoggio la mia testa sulla sua spalla.
«Non mi devi ringraziare» afferma appena ci sediamo sulla sabbia.
«Io dico di si invece» gli prendo il cappello e me lo metto in testa facendolo ridere.
«Ti sta grande»
«A te sta bene, sei bello» lo guardo.
«Mai quanto te» mi bacia, sorrido e premo le labbra sulle sue, poco dopo cerco l'accesso alla sua bocca e lui me lo concede.
«Mai quanto te» ripeto a lui quando mi stacco dal bacio e appoggio la fronte sulla sua, poi mi stacco per osservare il mare.
«Ehi. Tutto bene?» mi abbraccia da dietro.
Scuoto la testa e gli racconto della litigata con mia mamma.
«Secondo me hai sbagliato»
«Stai scherzando vero?» mi alzo furiosa.
«No» mi fissa «Dovevi ascoltarla, ti poteva spiegare cos'è successo»
«Non hai capito Josh, mi hanno mentito per diciotto anni» lo guardo «Diciotto» scandisco le parole.
«Vieni qui» si alza aprendo le braccia «Non voglio litigare con te» mi guarda e io mi avvicino a lui «Devi fare quello che credi giusto» mi accarezza la guancia «Non voglio che tu stia peggio, solo questo» 
«Stai tranquillo» alzo le spalle, appoggio la testa sulla sua spalla e mi faccio cullare dal rumore delle onde che si infrangono sul bagnasciuga mano nella mano con Josh fino a quando la suoneria del mio telefono interrompe il silenzio creatosi intorno a me e a Josh. Prendo il telefono dalla tasca del giubbotto e leggo Matt. Lo lascio squillare.
«Win» mi richiama «Anche se state litigando deve saperlo, è il tuo migliore amico»
«Non parliamo per favore, ne di Matt ne di tutto quello scoperto ieri» mi risiedo sulla sabbia.
«Non è facile, ma credo che avere il supporto anche del tuo migliore amico sarebbe meglio» sorride e io annuisco.
«Com'è che riesci sempre a farmi cambiare idea?» sbuffo.
«Perché non sai resistermi» fa scorrere la mano dalla testa alla vita facendo una faccia buffa che mi fa ridere.
«Hai ragione Hutch» mi metto in ginocchio e avvicino il viso a quello di Josh, premo le labbra sulle sue, sento le sue mani sollevarmi dalla vita e appoggiarmi sulle sue gambe mentre continuiamo a baciarmi.
«Starei qui con te per sempre»
«Anche io» mi bacia la fronte «Anche io» sospira.
Verso le cinque comincia a calare il sole così ritorniamo verso il parcheggio mano nella mano.
«Josh» lo richiamo.
«Si puoi rimanere da me quanto vuoi» sorride, mi allungo per lasciargli un bacio a stampo e controllo l'orario sul quadro della macchina, le 5.13pm.
«Andiamo da me che prendo i libri di scuola, libri e dei cambi» mi stringo nelle spalle «Mia mamma e George non ci sono a quest'ora» lui annuisce e ci avviamo verso casa mia.
«Comunque per me potresti metterti le mie felpe» mi sorride «Ti stanno bene» mi scocca  un bacio sulla guancia mentre siamo fermi ad un semaforo.
«Solo perché sono le tue felpe» gli pizzico il naso e lui fa una smorfia prima di scoppiare a ridere.
«Hai ancora il mio cappello comunque» indica la mia testa.
Cavo il cappello per sistemarmi la treccia poi lo rimetto e gli faccio la lingua facendolo ridere.
«Ti piace eh?» chiede mentre svolta lungo la via di casa mia.
«Troppo, tu non sai quanto io abbia desiderato indossarlo» lo guardo e lui sorride.
«E ora lo hai indossato» parcheggia nel vialetto di casa mia. Prendo le chiavi dallo zaino dopo aver controllato che non ci fosse ne la macchina di George ne la macchina di Christine.
«Vieni con me?» lui annuisce e scende dalla macchina.
«Che casino» esclama appena entriamo in camera mia «Non ho mai avuto una ragazza disordinata» mi sorride.
«Io mi trovo bene nel mio disordine» metto il broncio.
«Non ho detto che non mi piace questa cosa Win» ride «Anzi mi piace davvero tanto perché almeno non sono l'unico disordinato» si siede sul mio letto con il libro che avevo comprato qualche giorno fa con Connor mentre Josh era ad un incontro con il suo manager.
«E' questo che hai preso con Connor?» domanda mentre legge la trama e io annuisco.
Prendo un borsone da sotto il letto, ci infilo dentro i libri e quaderni di scuola, seguiti da un paio di libri nuovi appena comprati. Mando Josh in bagno a prendere lo spazzolino e io entro nella cabina prendendo qualche cambio. Le vans nere, le converse bianche e nere le infilo dentro ad un sacchetto per poi riporle all'interno del borsone per ultimi prendo i cambi intimi e i calzettini. Torno in camera dove trovo Josh intento a guardare la foto di me e mio padre.
«Siete tu e tuo padre?» domanda.
«Si, quando gli hanno diagnosticato il cancro» chiudo il borsone dopo essermi assicurata di aver preso tutto.
«Quanti anni avevi?» prende la mia mano, ci sediamo sul letto.
«Avevo dodici anni e mezzo, ha combattuto per due anni e mezzo ma non ha vinto. Pochi giorni dopo il mio quindicesimo compleanno è morto, era giovane, aveva solo 41 anni» sospiro guardando la foto.
«Sei cresciuta in fretta» mi abbraccia.
«Me lo dicono tutti» alzo le spalle prima di affondare la faccia nel petto di Josh «Ho fatto quello che andava fatto, volevo essere la roccia di papà visto che mamma lo aveva già dato per morto» alzo di poco la testa.
«E sei stata bravissima, lui è fiero di te» mi consola.
«Josh, io non ho più nessuno» sospiro prima di alzarmi allontanandomi da lui «Non ho una mamma ne un papà, ne un fratello o una sorella, non ho una famiglia» mi sistemo il cappello.
«Sarò io la tua famiglia» si alza e mi raggiunge intrappolandomi in un braccio, appoggia le sue labbra sulle mie e non posso fare a meno di sorridere. Appoggio la testa sulla sua spalla e rimaniamo abbracciati per un paio di minuti «Andiamocene da qui» esclamo.
Usciamo dalla stanza, la mia mano destra tiene il borsone mentre l'altra è intrecciata alla mano di Josh. Scendiamo velocemente e saliamo in macchina quando lasciamo il vialetto vedo da lontano la macchina di George, per un soffio. Abbandono la testa sul finestrino mentre osservo Josh guidare.  Dopo un'ora passata nel traffico di Los Angeles arriviamo a casa sua che sono le 7.13pm, scendiamo ma questa volta Josh prende il borsone e io lo zaino, lo ringrazio con un sorriso.
Suono alla porta, Connor ci apre con un grembiule sopra ai vestiti.
«Conn?» rido guardandolo.
«Sto cucinando la cena» risponde sorridendomi, poi sposta lo sguardo al borsone.
«Rimane un po' con noi» risponde Josh al posto mio dopo essersi tolto il giubbotto, lo imito.
«Bello, avrò più tempo di conoscerti meglio» sorride entusiasta prima di tornare in cucina a cucinare.
«Porto su questo» gli prendo il borsone dalle mani.
«Fatti una doccia» mi guarda «Ne hai bisogno» afferma prima di darmi un veloce bacio sulla guancia, dopo di che raggiunge il fratello in cucina.
Annuisco a nessuno e mi trascino fino al piano superiore con il borsone. Appena entro in stanza capisco immediatamente che questa camera diventerà un caos già domani. Sorrido debolmente e chiudo la porta, appoggio lo zaino e il borsone sul letto. Apro l'anta dell'armadio che Josh mi ha detto di utilizzare visto che è vuota per i miei vestiti e in giro di cinque minuti sono tutti dentro tranne i pantaloni della tuta e la felpa di mio papà.
Appoggio i libri di scuola, i quaderni e l'astuccio sulla scrivania inutilizzata di Josh. I libri da leggere sul comodino, soddisfatta recupero i panni che avevo preparato sul letto e vado in bagno per farmi una doccia - si spera - rigenerante.
Dopo venti minuti passati sotto il getto dell'acqua calda esco, mi asciugo i capelli e il corpo,  indosso i pantaloni della tuta grigia e la felpa nera di mio papà.
Metto i vestiti nella cesta dei panni sporchi prima di tornare in camera dove trovo una chiamata persa. Matt.
Sospiro, metto il telefono sotto carica e in modalità silenziosa, dopo di che mi siedo alla scrivania intenta a studiare un po'.
Dopo aver studiato tre pagine di storia e aver fatto gli esercizi di matematica sento la voce di Connor.
«Win scendi è pronto» l'urlo di Connor mi fa saltare dalla sedia e scendo dopo essermi infilata i calzettini.
«Ecco la ritardataria» sorride mentre serve i piatti a tavola.
«Stava studiando Conn» esclama Josh «Vero?» mi guarda.
«E come fai a saperlo?» lo guardo.
«Mistero» ride prima di mettere in bocca una forchettata di purè.
«Mi spiavi?» alzo un sopracciglio.
«No in realtà voleva farsi una doccia ma quando è salito ha trovato te che ripetevi storia e ha detto che non ti voleva deconcentrare quindi l'avrebbe fatta dopo» la spiegazione di Connor mi strappa un sorriso mentre taglio il petto di pollo cotto alla perfezione e dopo averlo addentato sorrido a Josh.
«Win quella è la felpa che avevi indosso quando ci siamo incontrati la prima volta?» domanda.
«Si, la felpa di mio papà» bevo un sorso d'acqua «Dormo con questa» poso lo sguardo nel piatto ma mi è passata la fame «Non ce la faccio più, scusa Conn è tutto buonissimo ma non ho tanta fame» lo guardo.
«Tranquilla Win» mi sorride «Tutto okay?» 
«Certo» alzo le spalle e guardo entrambi mangiare.
«Sicura?» insiste ma si becca un'occhiataccia da parte di suo fratello.
«Se ti stai domandando se è per la storia di stamattina, si è per quello e ti ho promesso che te l'avrei detto» inizio «Io mantengo sempre le promesse quindi dopo cena ti racconto» gli sorrido mentre finisco di bere il mio bicchiere d'acqua.
«Non ti devi sentire obbligata» smette di mangiare.
«Infatti io non mi sento obbligata, stai tranquillo» 
«Va bene» riprendere a mangiare.
Abbandono la schiena contro sedia e porto le gambe al petto.
«Hai parlato con Matt?» chiede Josh rompendo il silenzio.
«No, mi ha chiamato ma io ero sotto la doccia» alzo le spalle «E non ho voglia di sentirlo ora»
«Ma avevi detto che glielo avresti detto» 
«Ho detto che glielo avrei detto, e lo farò Josh. Solo non ora» faccio una pausa «Ora non ce la faccio proprio, e poi non è un argomento di cui parlare al telefono» sbuffo e stringo le gambe più forte.
«Non è un argomento da parlarne al telefono e hai ragione, ma come fai? Abitate a centinaia e centinaia di chilometri ora» si acciglia.
«Se ce ne sarà bisogno appena avrò 18 anni mese prossimo andrò ad Island Josh» alzo lo sguardo su di lui «Non capisco perché insisti così tanto» alzo la voce «Allora, perché?» mi sollevo velocemente dalla sedia.
«Io sono di troppo qua» esclama Connor uscendo dalla cucina ma nessuno dei due lo considera.
«Mi hai detto che è importante, che ti è stato vicino sempre e ora non dovresti informarlo su quello che hai scoperto della tua vita? Stai scherzando Winter?» lascia cadere la forchetta nel piatto.
«Mi è stato vicino okay, ma tu non sai quello che mi ha detto mentre tu non c'eri, quando abbiamo cominciato a litigare» metto una mano nei capelli, mi mordo violentemente il labbro per non farmi uscire quelle maledette parole.
«Che cosa ti ha detto?» mi guarda, non rispondo «Che cosa ti ha detto?» urla.
No, non glielo dico.
«Lascia stare Josh, lascia stare, hai detto che mi avresti capita almeno tu ma non lo stai facendo» urlo anche io prima di uscire dalla cucina e salire in camera.
Prima sera che vivo qui e già abbiamo litigato, meraviglioso. Prendo le sigarette dallo zaino e l'accendino. Tolgo il cellulare dalla carica ed esco in terrazzo dove mi siedo sul pavimento con la schiena appoggiata alla ringhiera. Accendo la sigaretta, ne fumo una e un'altra di seguito, alla fine della seconda il telefono si illumina, segno dell'arrivo di un messaggio.
 
Da: Matt
Mi dispiace di aver rovinato tutto dicendoti che sono innamorato di te Winter.

Butto il mozzicone e me ne accendo un'altra. Sono arrivata al limite.


















 
POV AUTRICE:

EHI BELLA GENTE JASMINE É QUI PRESENTE.

CHE SUCCEDE? HO RICEVUTO SOLO 9 RECENSIONI, MI DEVO PREOCCUPARE?! LA STORIA NON VI PIACE PIU' O HO DELUSO LE VOSTRE ASPETTATIVE?
MA ORA PARLIAMO DEL CAPITOLO: É DAVVERO RICCO, RICCO DI EMOZIONI, MI PIACE COME CAPITOLO, PERCHÉ DA ORA WIN CAMBIERÁ, E POI VI DOVEVO DIRE PERCHÉ WIN E MATT STANNO LITIGANDO E MI É SEMBRATO BELLO METTERLO ALLA FINE COSÍ DA LASCIARVI CON UN PO' DI SUSPANCE.
BEH, HO DETTO TUTTO CREDO, SPERO DI RICEVERE MOLTE RECENSIONI, PERCHÉ TENGO PARTICOLARMENTE A QUESTO CAPITOLO, CI HO MESSO DAVVERO IL CUORE A FARLO, BEH, RINGRAZIO TUTTI QUELLI CHE L'HANNO MESSA TRA LE PREFERITE, RICORDATE O SEGUITE, LE 9 PERSONE CHE HANNO RECENSITO L'OTTAVO CAPITOLO.
AH, DIMENTICAVO, CREDO PROPRIO CHE AGGIORNERÓ OGNI VENERDÍ, QUINDI A SETTIMANA PROSSIMA MERAVIGLIE.

PEETARMS.

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Capitolo 10
*** Problem ***



Too biggie to be here stressing’
I’m thinkin’ I love the thought of you
More than I love your presence
And the best thing now 

– Problem, Ariana Grande ft Iggy Azalea





*Appena finite di leggere il capitolo per favore dedicate due minuti all'angolo autrice. Ci sono due cose importanti.*





Fisso lo schermo dell'i-phone fin quando non si spegne.
Getto il mozzicone della terza sigaretta e sospiro appoggiando la testa sulle ginocchia.
Il telefono comincia a vibrase segno dell'arrivo di una chiamata, alzo lo sguardo dalle ginocchia e guardo il display.
Nick.
Sospiro e accetto la chiamata.
«Winter che fine hai fatto?» esclama immediatamente.
«Eh, bella domanda» sospiro «Comunque, dimmi tutto»
«No dimmi tutto tu, ho visto oggi a scuola come stavi, che succede?» la sua voce è preoccupata.
«Mi vieni a prendere?» tiro su con il naso.
«Dove sei?»
«A casa di Josh»
«Tu sei a casa di Josh e mi chiedi di venirti a prendere? Stai bene Win?» la sua voce è divertita, ma io sono tutt'altro che in vena di scherzare.
«Si, sto bene Nick» alzo gli occhi al cielo «Ti invio l'indirizzo per messaggio io mi vesto» esclamo, chiudo la chiama dopo averlo sentito borbottare “okay”.
Mi alzo in piedi stringendo il pacchetto di sigarette e l'accendino, devo comprarle ne ho rimaste tre. Mi faccio un appunto mentale mentre rientro in camera. Apro l'armadio e prendo un jeans chiaro strappato sul ginocchio, una maglia semplice e un cardigan nero. Infilo le mie converse nere borchiate; prendo: il portafoglio, il pacchetto di sigarette con l'accendino e metto tutto nella borsa dove poco dopo ci finisce anche il mio telefono.
Apro la porta e trovo Connor.
«Dove stai andando?» chiede bloccandomi.
«A fare un giro Conn, quindi levati» lo sorpasso ma mi blocca per la vita.
«Non da sola, sei troppo agitata» mi riporta in camera di suo fratello.
«Non sarò sola, mi viene a prendere Nick» alzo le spalle mentre osservo la sua espressione.
«Io ti faccio andare però prima lo devi dire a Josh» mi guarda.
«Abbiamo discusso, non ho voglia di peggiorare la situazione quindi glielo dici tu, grazie prego ciao» esco dalla stanza ma mi blocco di nuovo.
«Glielo dici tu» sbuffo, scendiamo  le scale e entriamo in salotto dove troviamo Josh al telefono.
«Okay Jenn, va bene, lo farò, a presto ti voglio bene» chiude la chiamata «Perché ti sei vestita?» si avvicina a me.
«Perché esco» mi siedo sul divano.
«Da sola dopo tutto quello che hai scoperto neanche per sogno» 
«Non sono sola» sbuffo «Certo che siete veramente fratelli eh» mi alzo avviandomi all'attaccapanni dove mi infilo il giubbotto «Sono con Nick» lo guardo.
«Ah certo, perché io do il consenso di mandare la mia ragazza in giro a quest'ora con un suo amico no?» riduce gli occhi a due fessure mentre mi fissa.
«Ascolta Josh, io non ce la faccio più okay? Mi sembra di avertelo detto» sospiro «Mi sento soffocare. Posso uscire con un mio amico visto che oltre al peso della verità e a Matt ci devo aggiungere pure la nostra discussione?» sospiro «Se ti fidi di me bene, se no ciao» impugno la maniglia della porta d'ingresso.
«Mi prometti che non farai cazzate?» si posiziona a due centimentri dal mio viso.
«Si Josh, non farò cazzate»
«Se mi dai un bacio ti lascio andare» sorride debolmente.
«Te lo do, ma non credere che sia tutto a posto tra noi» gli lascio un bacio a stampo.
«Va bene. Mandami un messaggio quando torni così ti apro» mi lascia libera, annuisco poi abbraccio Connor e gli sussurro “vaffanculo” facendolo sorridere prima di uscire da  Hutcherson.
«Sera» esclama Nick appena salgo in macchina.
«Ehi» borbotto.
«Queste potrebbero aiutare?» indica le due bottiglie di Jack Daniel's nei sedili posteriori.
«Oh si, decisamente» abbandono la schiena contro il sedile.
Dopo che ha guidato per circa venti minuti e ci siamo fermati a comprare le sigarette parcheggia in un parco. Scendiamo portando con noi le due bottiglie di Jack Daniel's, ci sediamo in una panchina e bevo il primo sorso.
«Tua sorella sa che sei con me?» domando dopo aver bevuto di nuovo.
«No, mi ha già minacciato dicendomi che non gli devo rubare l'amica» prende la bottiglia dalla mia mano, ne beve una lunga sorsata.
«E la tua ragazza?»
«Neanche, ti vede come una minaccia, ha detto che sei troppo bella» ridacchia.
«Bello, sei il mio amico segreto» sorrido debolmente schiacciandogli il cinque.
«Sono entrambe pazze» riprendo la bottiglia annuendo «Allora, che succede?» si accende una sigaretta.
«Nulla» bevo ancora.
«Ti devo fare ubriacare per far confessare o me lo dici tu?» inclina la testa sorridendo.
«Tu non bere più che devi guidare» gli prendo la sigaretta facendo un tiro «Comunque, succedono tante cose» alzo le spalle.
«Te lo si legge negli occhi Win, è inutile che cerchi di nasconderlo con un finto: sto bene. Con me puoi essere te stessa, quindi avanti, dimmi che succede»
«Andiamo con ordine, dalla meno grave alla più sconvolgente okay?» lo guardo mentre bevo una lunga sorsata, mi brucia la gola a mandarlo giù «Ho discusso con Josh per il mio migliore amico perché vuole che gli dica cosa ho scoperto ieri, ma io non voglio visto che non parliamo civilmente da quando ha ammesso che è innamorato di me» un altro sorso «Quindi non so che direbbe se gli dicessi che quella che ho creduto mia madre per diciotto anni non lo è, la mia vera madre è morta» altro sorso mentre guardo l'espressione sconvolta sul viso di Nick.
«Tu, hai scoper- stai scherzando vero?» spalanca la bocca.
«No» bevo ancora, comincio ad avere la mente annebbiata dopo aver bevuto tre quarti di bottiglia.
«E tu dopo tutto questo hai la forza di andare a scuola, stare attenta e studiare? Continuare come se nulla fosse? Wow, ammiro la tua forza Win» esclama buttando via il mozzicone di sigaretta.
«»In realtà non sono forte se no non sarei qui con una bottiglia di Jack Daniel's vuota in mano» indico la bottiglia quasi finita.
«È il minimo cazzo dopo tutto quello che ti sta succedendo» mi cava la bottiglia dalle mani e mi abbraccia. Mi lascio abbracciare, non mi interessa se ho promesso a Josh di non fare stronzate, voglio mettere a tacere i miei pensieri, mi stacco dall'abbraccio e apro la seconda bottiglia dove prendo una lunga sorsata che mi fa bruciare ancora di più la gola.
«Win, no, non bere anche questa» me la strappa immediatamente dalle mani.
«Si invece, ne ho bisogno» mi allungo verso di lui per prendere la bottiglia ma gli cado a dosso.
«Sei brilla Win» ride prendendomi in braccio «Ti riporto a casa» esclama dopo aver buttato la bottiglia vuota nel cestino mentre l'altra la mette sopra di me. Provo a prenderla ma mi fulmina con lo sguardo non appena allungo la mano.
«L'alcool non è la soluzione» sospira appoggiandomi nel sedile.
«Dimmi qual'è la soluzione allora!» mi volto verso di lui, più lentamente a causa dell'alcool in circolo nel mio corpo.
«Non questa di certo» prende il mio telefono mentre siamo fermi al semaforo «Password» mi guarda.
«Gli unicorni vomitano arcobaleno» scoppio a ridere.
«Sei andata» ridacchia «La password è 5674?» mi guarda negli occhi, cerco di ricordare e dopo essermi sforzata annuisco. Lui la inserisce e cerca qualcuno in rubrica, solo quando porta il telefono all'orecchio capisco chi stava cercando.
«Josh sono Nick, l'amico di Win, ascolta stiamo per arrivare da te per favore esci che ho bisogno» 
Sento Josh dire qualcosa ma non lo capisco bene, poco dopo ritrovo il mio telefono nella mia borsa, come per magia, magia, scoppio a ridere e Nick scuote la testa mordendosi il labbro.
«Puoi ridere non è vietato dalla legge» rido, mi sento leggera, non ho pensieri.
«Win non sai che stai dicendo» asserisce mentre continua a guidare, sbuffo.
Passo i restanti venti minuti di macchina a cercare di trovare una posizione comoda.
«Siamo arrivati» Nick spegne la macchina e scende per primo, lo sento parlare con qualcuno e quando si avvicinano aprendo la portiera capisco che quel qualcuno è Josh.
«Josh, anche tu qui?» rido.
«Cosa ha bevuto?» si volta arrabbiato verso Nick.
«Ehi, ehi non ha fatto nulla lui» cerco di scendere dalla macchina «Sono io che ho bevuto, quindi se c'è qualcuno con cui te la devi prendere è la sottoscritta» mi appoggio alla portiera.
«Di questo ne parleremo domani mattina Winter» prende la mia mano. Saluta in un modo brusco il mio amico mentre io gli faccio un cenno con la mano.
«Dio Josh piantala di correre» scivolo a terra appena entriamo, mi metto le mani tra i capelli.
«Che gli è successo?» la voce di Connor mi arriva ovattata perché l'unica cosa che vedo è lo sguardo infuriato di Josh, sento dei passi avvicinarsi. Connor porta via Josh dall'entrata, appoggio la schiena al muro e mi faccio piccola piccola cercando di non far uscire le lacrime.
Dopo non so quanti minuti sento qualcuno prendermi in braccio, appoggio la testa sulla sua spalla ma capisco immediatamente che non è Josh. Ho passato troppo tempo con la testa sulla sua spalla e la saprei riconoscere fra migliaia, la gola mi va a fuoco, gli occhi bruciano, sospiro per non far uscire le lacrime. Connor mi stende sul letto di Josh cavandomi le scarpe e il giubbotto.
«Dormi Win» mi guarda.
«Josh?» chiedo.
«Fra poco arriva tranquilla, tu dormi» si avvicina a me e mi lascia un bacio sulla testa dopo di che esce dalla stanza chiudendo la porta.
So che Josh non verrà, che l'ho deluso, gli avevo promesso che non avrei fatto cazzate. Chiudo gli occhi facendo uscire tutte le lacrime represse nelle ultime ventiquattrore così tra le lacrime e sospiri gli occhi si fanno pesanti e crollo in un sonno profondo.


Quando apro gli occhi un mal di testa martellante mi accoglie, mi volto verso l'altro lato del lato dopo aver sbattuto per un paio di volte gli occhi ma trovo il letto intatto, come sospettavo. Josh non ha dormito con me. Sospiro e dopo essermi alzata lentamente per non avere un capogiro esco dalla camera dirigendomi verso il bagno. Ho bisogno di una doccia fredda.
Sotto il getto gelato dell'acqua cerco di capire quanto la situazione sia precipitata negli ultimi due giorni. Esco dalla doccia avvolgendo il mio corpo in un asciugamano, dopo essermi asciugata i capelli ritorno in camera dove indosso i pantaloni della tuta e la felpa di mio papà, ormai è tardi per andare a scuola, sono le 10.13am. Dopo essermi pettinata i capelli e aver indossato i calzettini esco dalla stanza camminando lentamente fino alle scale, non sento voci, nulla.
Entro in cucina e trovo un cornetto con il caffè sul tavolo e di fianco un'aspirina, mi precipito sul cornetto quando noto un post-it verde di fianco all'aspirina.

 

Credo che tu abbia esagerato ieri sera però non so che succede quindi non so che dirti, ti ho lasciato la colazione e l'aspirina. Io esco a fare un giro per LA così hai tutto il tempo per parlare con Josh. 
–Conn


Appallottolo il post-it e lo butto nel cestino appena finisco di mangiare il cornetto. Bevo il caffè mentre decido cosa fare con Josh. Se andarci a parlare o lasciar correre vedendo che succede. Mentre verso il contenuto dell'aspirina entra Josh in cucina con un viso assonnato, appena mi vede si blocca e mi guarda. Di colpo la bocca mi si asciuga anche se qualche minuto fa ho bevuto il caffè.
«Josh ascolta io no-» mi avvicino a lui.
«Avevi promesso che non facevi cazzate Winter» mi guarda negli occhi «Invece mentivi, ti sei bevuta una bottiglia di Jack Daniel's da sola, una intera cazzo» è arrabbiato, indietreggio sedendomi sulla sedia.
«Si ho sbagliato» ammetto dopo un paio di minuti «Ma tu non hai provato neanche a capirmi» alzo lo sguardo.
«Di certo non è bevendoti un'intera bottiglia di Jack Daniel's che stai meglio, hai solo aggiunto un forte mal di testa» mi guarda.
«Non starò meglio ora, ma ieri sera stavo bene»
«Perché fai così?» si siede di fronte a me.
«Così come? Cercando di scappare dai miei pensieri bevendo con un amico? Josh non ti ho tradito cazzo» sospiro «Non sono così cattiva»
«Lo so che non mi hai tradito, ma come devo stare se la mia ragazza va via sobria e dopo due ore torna completamente ubriaca? Devo fare finta di nulla?» cerca il mio sguardo.
«No certo che no, ma non dormire nemmeno in camera tua mi sembra esagerato Josh» alzo la voce «Tutto è cominciato per Matt, se no a quest'ora non staremmo litigando e ieri sera non sarei neanche uscita» urlo «Mi sono stufata, se vuoi ti dico che mi ha detto» non posso tenerglielo nascosto ancora, non voglio e non posso.
«Si, dimmi»
«È innamorato di me» mi avvicino al bicchiere con dentro l'aspirina e nel silenzio che si crea attorno a noi lo bevo tutto, la testa sta per esplodermi.
«Perché non me l'hai detto?» chiede quando mi risiedo davanti a lui.
«Per questo motivo» lo indico, ha i nervi a fior di pelle.
Sospira e anche io «Ti prego basta litigare, non voglio farti stare male anche io» prende la mia mano «Abbiamo sbagliato entrambi, io non dovevo importi nulla e tu non dovevi esagerare col whiskey» mi fa alzare guidandomi verso di lui dove mi siedo sulle sue gambe e lo abbraccio dopo aver annuito.
Rimaniamo abbracciati per un paio di minuti dove appoggio la testa sulla sua spalla ma ho bisogno di un suo bacio. Alzo il viso fino ad appoggiare la fronte contro la sua mi perdo nei suoi occhi.
«Non capisco questa fissazione per gli occhi azzurri. Ho capito, attraggono, dentro ci vedi il mare. Ma prova a trovare il mare in un paio di occhi marroni. Se lo trovi sei fottuto. Non capisco questa fissazione davvero. Tu hai gli occhi marroni ed sono la fine del mondo, mi ci perdo dentro ogni santa volta» sussurro prima di baciarlo.
Premo le labbra sulle sue e lui ricambia con un sorriso che si allarga mentre il bacio da casto diventa più spinto, cerco l'accesso alla sua bocca e lui non me lo nega. Ci baciamo per non so quanto tempo ma ci stacchiamo perché il suo telefono suona.
«Pronto?» mi alzo e mi lego i capelli in una coda alta.
Mentre parla al telefono io salgo al piano di sopra per prendere i libri di matematica e storia per studiare un po'.
«Chi era?» chiedo appoggiando i libri e l'astuccio sul tavolo della cucina.
«Dobbiamo finire le riprese di Mockingjay il 19 aprile ad Atlanta quindi sarò bloccato lì fino alla fine delle riprese» mi guarda.
«Poi andrete direttamente a Parigi?» prendo una penna dall'astuccio.
«No, credo che avremo due settimane libere, poi ci sposteremo a Parigi e infine a Berlino dove concluderemo le riprese il 18 giugno» sospira.
«Beh se finite il 19 aprile sarai qui per il compleanno» alzo le spalle cercando di nascondere la tristezza.
«L'unica cosa positiva, poi finite le riprese e tu gli esami staremo insieme tutta l'estate okay?» mi da un bacio a stampo.
«Okay» gliene do un altro «Praticamente non ti vedrò per tre mesi, sarà strano ora che stiamo insieme» appoggio la testa sul suo petto mentre apro distrattamente il libro di storia.
«Lo so» mette una mano sul mio fianco «Però ci sentiremo via skype»
«Fin quando siete ad Atlanta va bene, ma quando sarete in Europa le ore di fuso orario saranno il doppio se non il triplo» alzo le spalle «Nove ore» dico infine.
«Troveremo un modo» mi bacia dolcemente «Ora voglio solo stare con te fino a lunedì mattina, devi proprio andare a scuola domani?» sussurra sulle mie labbra.
«Secondo me posso anche rimanere a casa» sorrido baciandolo di nuovo, dopo di che mi metto a studiare mentre Josh mi fa sedere sulle gambe stringendosi a me.


«E così avete fatto pace» esclama Connor mentre versa la pasta nella pentola.
«Si Conn» gli rubo un pezzo di mozzarella dal tagliere facendogli la lingua.
«Allora ogni volta che litigherete andrò a farmi un giro» sorride prima di darmi un buffetto sul naso.
«Gne» scendo dal piano.
«Josh io devo stare in casa con questa pazza?» domanda quando Josh entra in cucina.
«Se vuoi vai tu a finire le riprese così ci sto io con lei» circonda i fianchi con le braccia per poi lasciarmi un bacio a stampo.
«Per quanto ti vorrei qui no» mi stacco da Josh «Perché sei tu Peeta» finisco di apparecchiare la tavola.
«Per una volta sono d'accordo con lei» dice Connor ridendo mentre io lo fulmino con lo sguardo «Comunque hai sentito mamma Josh?»
«No, perché?» cambia espressione.
«Ha detto che ti voleva parlare» fa spallucce.
«Se non chiama lei chiamerò io» si siede.
«Ti conviene» risponde suo fratello mentre gira la pasta all'interno della pentola.
«Che vuoi fare oggi?» Josh rivolge a me l'attenzione.
«Studiare» mento.
«Sul serio, me ne vado lunedì per un mese e tu vuoi studiare?» si avvicina a me ridendo.
«Stavo scherzando Josh» rido indietreggiando fino a toccare con la schiena il frigorifero.
«Sarà meglio» ritorna a guardare il fratello mentre io prendo i bicchieri dalla credenza dopo avergli fatto una smorfia.
Dieci minuti dopo siamo a tavola intenti a mangiare, il telefono di Josh di fianco al suo bicchiere si illumina e leggo “Mamma”.
«Ecco mamma Conn» beve un sorso d'acqua prima di premere il tasto verde «Ciao mamma» si alza.
Mi impongo di finire il piatto di pasta e poi guardo Connor che mi fissa.
«Che c'è?» lo guardo.
«Nulla» mette in bocca l'ultima forchettata di pasta per poi alzarsi appoggiando il piatto sul bancone.
«Non è vero» lo imito.
«Come vuoi» alza le spalle.
«Dai Conn» mi siedo sul bancone così da guardarlo in faccia.
«Vorrei solo sapere che cosa si devono dire Josh e mia madre»
«Lo scoprirai presto Conn» scendo dal ripiano «Vado a fumare» urlo mentre salgo le scale, di risposta ottengo un “okay” da Connor e un “no” da Josh appena entro in camera sua dove lo trovo ancora al telefono.
«Si Josh» prendo il pacchetto di sigarette.
«No Winter» tiene una mano sul telefono.
«Parla con tua mamma» gli lascio un bacio sulla guancia prima di uscire in terrazzo.
Estraggo una sigaretta dal pacchetto e faccio scattare l'accendino, pochi attimi dopo sento la nicotina penetrarmi dentro e mi sento leggera. Appoggio le braccia sulla ringhiera, mi perdo nei miei pensieri e mi risveglio solo quando la sigaretta è ormai finita, spengo il mozzicone e lo butto nel cestino che Josh tiene in terrazzo. Rientro in camera dove la trovo vuota, Josh probabilmente sarà giù con Connor. Appoggio le sigarette e l'accendino sulla scrivania, di fianco al libro di letteratura dopo di che esco dalla camera diretta alla scale.
«Ti ho detto che dovevi dirglielo» la voce di Connor mi arriva già da metà delle scale.
«Lo so» risponde Josh.
«Quindi saranno qui tra quanto?» Connor sbuffa.
«Probabilmente stasera, erano all'aeroporto» Josh alza la voce.
«Devi dirglielo Josh, ora»
«Si, ora vado a dirglielo» esce dalla cucina quando ormai io sono nel corridoio «Ehi» sorride «Vieni che ti devo parlare» mi raggiunge velocemente e mi prende la mano.
Usciamo nel retro dove ha un piccolo giardino, ci sediamo sul dondolo. Appoggio la testa sulla sua spalla dove mi beo del suo profumo quando comincia a parlare.
«Win, mia mamma ci ha visto nei giornali» mi accarezza con l'indice il palmo della mia mano.
«Quelli di settimane fa?»
«No, quelli di pochi giorni fa, quando siamo andati al mare» mi guarda.
«Ah, ci hanno seguito di nuovo» sbuffo.
«L'altra volta Connor ha cercato di non farli andare nei siti di gossip ma mia mamma è fissata e ogni tanto ci va. Questa volta è stata proprio quando ci siamo io e te sopra» sblocca il suo cellulare così da farmi vedere l'articolo di uno dei tanti giornali di gossip.
Una foto di me e Josh mano nella mano mentre scendiamo gli scalini per arrivare in spiaggia dove sorridiamo entrambi.
«Almeno sorridiamo, tua mamma non può dire che non sei felice con me» esclamo sarcastica mentre gli ridò il telefono.
«Simpatica» ride «Comunque, beh, mia mamma sta venendo qua»
«Cosa?» la mia voce esce stridula.
«Si, ha detto che deve conoscerti» spinge con i piedi il dondolo avanti e indietro.
«Ah» porto le gambe al petto mantenendo però la testa sulla spalla di Josh «E quando precisamente?»
«Era all'aeroporto quando mi ha telefonato» aumenta la presa sulla mia mano 
«Quindi stasera» sospira.
«Si» mi bacia la tempia.
«Ho bisogno di una sigaretta» mi alzo ma mi blocca per la vita. Mi fa sedere in braccio a lui mentre borbotta un “no”, mi volto verso di lui e lo guardo, non sembra teso di più.
«Josh» mormoro appoggiando la fronte contro la sua.
«Mm» mugugna lui incatenando i miei occhi azzurri ai suoi castani.
«Sei spaventato a morte» affermo dopo aver portato le mani all'altezza delle spalle dove sento tutti i muscoli duri, tesi come corde di violino.
«No» dice dandomi un veloce a stampo.
«Si, invece» gli mordo il collo facendogli scappare un sospiro.
«Hai ragione» ammette cercando le mie labbra  «Ma voglio pensare che andrà bene» preme le sue labbra sulle mie.
Così mettiamo a tacere tutti i pensieri, tutti i dolori e le preoccupazioni. Io con le labbra sulle sue e lui con le sue labbra sulle mie.
Ma come praticamente sempre è il suo telefono a separarci, mormora un “scusa” e accetta la chiamata dopo avermi fatta scendere da sopra le sue gambe.
Mi alzo dal dondolo e rientro in casa, mi dirigo in cucina dove apro il frigorifero alla ricerca di una lattina di coca-cola. Quando chiudo il frigo mi trovo dietro lo sportello Connor che mi fissa.
“Tu lo sapevi già vero?» apro la lattina.
Lui annuisce e io sospiro «Non sono molto brava a piacere alle persone» mi siedo.
«In che senso?» domanda sedendosi di fronte a me.
«Non mi sento una ragazza» porto la mano alla testa, lui mi guarda intensamente facendomi scoppiare a ridere.
«Intendo dire che non sono come le altre ragazze, forse perché non amo parlare di ragazzi tutto il giorno e non arrossisco se il ragazzo più bello del liceo mi sorride, forse perché io sabato sera preferisco un film alla discoteca» lo guardo.
«Forse perché essere una ragazza come tutte le altre non fa per te Win» mi sorride «Comunque mi incazzerei e non poco se arrossisci quando il ragazzo più carino della tua scuola ti sorride» ridacchia.
«Tranquillo Conn, non tradirei mai Josh, non sono quel tipo di ragazza»
«Vedi. Mamma capirà quanto sei fantastica»
«Quanto fa paura quando conosce le ragazze di Josh?» domando preoccupata.
«Abbastanza tanto. La maggior parte scappano, credo che faccia così per vedere quanto tengono a Josh» annuisce più a se stesso che a me.
«Non è un problema, so tenere testa a qualsiasi tipo di persona con tutto quello che ho passato» sospiro «E tengo fin troppo a Josh per farmi spaventare da vostra madre» bevo un sorso di coca.
«Allora l'hai già conquistata» mi sorride.
«Salgo su a studiare un po' mentre Josh è al telefono, credo che sia con Jenn o con qualcuno di importante» butto la lattina vuota nella pattumiera.
«Probabilmente Jenn» mi segue fino alle scale ma poi lui entra in salotto e io su per le scale mentre mormoro “Joshifer”.
«Ti ho sentito» urla Connor ridendo.
Mi lascio cadere sul letto dove trovo il libro che sto leggendo, mando al diavolo i propositi dello studio e mi immergo nelle pagine. Dopo quaranta pagine entra Josh in camera e si stende vicino a me.
«Connor aveva detto che ti avrei trovata a studiare» dice dopo avermi lasciato un bacio a stampo.
«Eh, in teoria dovevo studiare ma in pratica il libro mi ha corrotto» sorrido dopo aver inserito il segnalibro all'interno del libro.
«Mi faccio una doccia poi decidiamo cosa fare?» chiede.
«Ottima idea» annuisco mentre lui prende dei vestiti puliti.
«Se suona o arrivano messaggi ti do il permesso di leggerli o rispondere» si china su di me.
«Devo spacciarmi per la tua segretaria?» lo guardo con un sorrisetto sulle labbra.
«No, per la mia ragazza» mi ruba un bacio prima di uscire dalla stanza diretto verso il bagno mentre un sorriso si fa spazio sul mio viso.
Mi stendo e avvicino l'i-phone di Josh al mio poi riprendo a leggere il libro, pochi minuti dopo il telefono di Josh si illumina.
Nuovo messagio.

 
Da: Jenn.
Comunque Hobbit voglio davvero conoscerla questa ragazza che ti ha rubato il cuore.

Rido e dopo aver inserito la password leggo le conversazioni fra quei due. Rido, rido come non facevo da tempo, sono semplicemente fantastici insieme.
Quando Josh entra in stanza mi trova a ridere.
«Win? Non fraintendermi mi rende felice sapere che stai ridendo ma per quale motivo?» si siede di fianco a me e solo in quel momento si accorge che ho in mano il suo telefono e glielo passo ancora ridendo «Ecco spiegato tutto» ride anche lui.
«Scusa amore, ma non sono riuscita a resistere dopo l'ultimo messaggio che ti aveva inviato» mi avvicino a lui.
«Come mi hai chiamato?» sorride.
«Boh» rido lasciandogli un bacio sulla guancia «Profumi»
«Tu puzzi invece» ride, lo spingo lontano da me ma mi prende i polsi e preme di nuovo le labbra sulle mie non lo allontano anzi allaccio le braccia dietro al suo collo, mi siedo sulle sue gambe continuando a baciarlo.
«Scherzavo amore, profumi» mormora contro il mio collo.
«Mi devi ancora un giro per Los Angeles» lo guarda dopo essermi alzata.
«E' vero» sorride «Cambiati e andiamo» dice prima di uscire dalla camera, mi volto verso l'armadio. Indosso un paio di jeans neri a vita alta strappati sulle ginocchia e una maglia corta a maniche lunghe grigia con la scritto: “NEW YORK”, infine infilo le mie vans nere.
«Andiamo» lo raggiungo in salotto.
«Sei bella» mi da un bacio a stampo.
«Pure tu» sorrido «Così vado bene per incontrare tua madre dopo vero?» lo guardo.
«Stai bene con qualsiasi cosa, ma meglio se stai leggera non vogliamo dargli impressioni sbagliate» ridacchia.
«Esatto, Conn noi usciamo» mi avvicino a lui distraendolo dai libri di testo che si è portato.
«Al ritorno mi prendete un frozen yogurt mi farà compagnia mentre ci sarà mamma» dice guardando il fratello.
«Simpatico e sempre incoraggiante» lo trucida con lo sguardo.
«Dai andiamo Josh se no non vedremo nulla» lo strattono per il braccio come una bambina.
«La porti in giro per LA?» chiede suo fratello.
«Si, tanto ormai mamma sa tutto» fa spallucce «A dopo» prende le chiavi del suo fuoristrada.
Così usciamo da casa diretti verso il centro.


Avete presente quando due protagonisti nei film girano la città mano nella mano, visitando i luoghi più famosi, ridendo e scherzando e sembra tutto perfetto?
Ecco, è quello che è successo oggi pomeriggio con Josh. Io e lui, mano nella mano tra le vie di Los Angeles, ci siamo fermati in molti posti e mi ha spiegato tante cose che non avrei mai saputo se non me le avrebbe dette.
Mi sono sentita semplicemente una ragazza di quasi diciotto che passeggia mano nella mano con Josh, senza pressioni, delusioni, sofferenze. Dimenticando tutto quello scoperto pochi giorni fa ma dobbiamo tornare alla vita reale, soprattutto dopo che la sveglia che avevo impostato per le 5.30pm.
«Grazie» esclamo mentre lui è impegnato a guidare.
«Grazie per cosa?» domanda.
«Grazie per avermi fatto passare una giornata come una semplice ragazza senza preoccupazioni, dolori e drammi» ammetto.
«Allora anche io devo ringraziarti» si volta velocemente verso di me «Perché non mi sono sentito una star del cinema ma soltanto Josh» sorride.
«Josh la guida turistica Hutcherson» rido mentre ci avviciniamo sempre di più a casa sua.
«Ho un futuro da guida turistica vero Win?» ride anche lui.
«Se la tua carriera d'attore dovesse andare male, cosa improbabile, avresti già un lavoro assicurato» lo guardo sorridendo.
«Grazie allora per aver trovato un altro talento dentro di me»
«Non c'è di che Hutch» appoggio la testa sul finestrino.
«Meglio se mamma non viene a sapere che fumi Win» dice parecchi minuti dopo quando svoltiamo nella via dove vive Josh.
«Afferrato» sorrido «Quanto pensi che rimarrà?» respiro profondamente, l'ansia mi sta divorando.
«Solo il tempo di capire se stai con me per la fama o perché ti piaccio davvero» rallenta per poi voltare nel vialetto di casa.
«Non c'è la macchina che Connor a preso a noleggio» mi volto verso di lui.
«Eh, sarà all'aeroporto con i miei» Josh spegne la macchina e toglie le chiavi dal quadro per poi scendere.
«Fantastico»sospiro mentre chiudo la portiera «Non abbiamo neanche le chiavi di casa» mi siedo di fianco a Josh nelle scale del portico.
«Ti vedranno qui Win» ride abbracciandomi.
«Stronzo» gli mordo la mano.
«E sarei io lo stronzo?» continua a ridere.
«Sì» lo guardo per poi scoppiare a ridere.
«Qualcosa di buono lo riesco a fare però» scosta i capelli finiti sul viso «Ti riesco a far sorridere» preme le labbra sulle mie e passiamo il tempo a baciarci fin quando il rombo del motore di una macchina non ci fa staccare.
Mi stacco lentamente da Josh, sospirando, lui mi prende la mano e mi sussurra “stai tranquilla”.
Prendo un respiro profondo e seguo Josh fino alla macchina di Connor dove vedo scendere i genitori del mio ragazzo.


«E così ti stai per diplomare» esclama Michelle mentre Connor mi scocca un'occhiata mentre cerca una ricetta da fare questa sera.
I genitori di Josh sono arrivati ieri pomeriggio tardi e sua madre non ha smesso un secondo di farmi domande.
«Si, sono all'ultimo anno alla Westwood» mi sforzo di sorridere ma non ce la faccio più sono esausta dalle sue domande, ma devo resistere.
«Sai mamma, anche Winter è del Kentucky» viene in mio aiuto Josh.
«Davvero?» lo guarda, lui annuisce e lei ritorna a guardare me «Di dove precisamente?»
«Island» mi stringo nelle spalle.
«Ho presente» passa una mano tra i capelli.
«Win, protesti venire un attimo?» il fratello del mio ragazzo mi chiama.
«Certo» sorrido. Mi alzo dalla sedia andando vicino a lui, mi richiede di rispiegargli la ricetta del pesto.
«Sei italiana?» domanda Chris sorridendomi, credo che almeno a lui piaccio.
«Si per metà, mio papà aveva origini italiane» mi costringo a sorridere.
«L'Italia è bellissima» sorride.
«Si, è bellissima» annuisco.
«Come mai aveva e non ha» mi guarda Michelle.
«Mamma, per favore» la implora Josh.
«No Josh, tranquillo» lo guardo dopo aver scritto il procedimento a Connor su un foglio «Mio papà è morto due anni e mezzo fa» sospiro.
«Mi dispiace, non volevo» il suo tono di voce cambia subito, sembra dispiaciuta.
«E' tutto apposto» sorrido, Connor mi preme una accarezza la schiena.
Nella stanza cala un silenzio che non mi piace, sento lo sguardo di Josh puntato su di me e non ho più voglia di stare qui a subire le domande di sua madre.
Utilizzo la scusa che devo chiamare mia madre per rassicurarla che sto bene e salgo in camera di Josh. Mi stendo sul letto dove lascio uscire un paio di sospiri mentre caccio indietro le lacrime. Pochi minuti dopo entra Josh in stanza.
«Stai bene?»
«Si» mento «Non pensavo mi facesse il terzo grado» sospiro.
«E' così, ma se poi capisce che ci tieni veramente a me ti considererà come sua figlia» mi prende la mano.
«Spero che lo capisca presto, mi sembra di piacere solo a tuo padre» lo faccio stendere sul letto con me.
«Oh sì, gli piaci molto» ride «Ha detto che sei bellissima» 
«Ho il sostegno maschile, ma credo che se non piacerò a tua madre non ci darà pace, non è così?» lo guardo.
Lui annuisce «Ma ce la farai» mi scocca un bacio sulle labbra quando suona il telefono, questa volta il mio.
Mi alzo velocemente dal letto e cammino fino alla scrivania dove prendo il mio i-phone nero.
«Pronto?» 
«Winter Davis, dove sei?» domanda Hailee urlando.
«Oddio no, me ne sono dimenticata» sbatto il palmo della mano sulla fronte.
«Si te ne sei dimenticata, è da venti minuti che ti aspetto» diminuisce il tono della voce.
«Sono successe un paio di cose e poi sono spuntati i genitori di Josh ieri pomeriggio» sospiro.
«Ah, e come sta andando?» chiede dopo essersi calmata del tutto.
«Un disastro credo. Facciamo così Lee, chiedi se possiamo andare domani pomeriggio e io cerco di liberarmi per un paio d'ore» guardo Josh che annuisce.
«Va bene, ti mando un messaggio con scritto tutto» acconsente lei «Poi però mi devi dire tutto, Nick mi ha detto anche che hai scoperto una cosa importante» sospira.
«Si, te la dovevo dire oggi ma è andata com'è andata, a domani Lee» 
«A domani Win» chiude la chiamata.
Appoggio il telefono sulla scrivania e mi volto verso Josh «Dove dovevate andare?» sorride.
«Dall'estetista» rido.
«Allora domani perderò un paio d'ore con te?» si avvicina a me circondandomi con le braccia i fianchi.
Annuisco e gli lascio un bacio sulle labbra «Andiamo o penserà che ho il terrore di lei» prendo la mano di Josh e insieme torniamo al piano di sotto.


«Joshua quand'è che torni ad Atlanta per le riprese?» Michelle si rivolge con un tono amorevole al mio ragazzo, un tono che usa solamente con i suoi figli.
«Lunedì mamma» risponde mettendosi in bocca un pezzo di carne che avevamo preparato io e Connor.
«Winter come vivi il fatto che Josh sta via per così tanto tempo?» si volta verso di me cambiando il tono di voce.
«Non ci sto bene ovviamente» poso la forchetta sul piatto «Ma so che Josh ama il suo lavoro e io sono felice di vederlo fare quello che ama» dico sinceramente.
«Lei mamma è la mia più grande fan» mi sorride «Ovviamente dopo di te»
«Sei una fan di Josh e da quando?» domanda, questa volta la sua voce è meno intimidatoria.
«Da quando ho sette anni» bevo un sorso d'acqua.
«Quasi 11 anni quindi mamma» si intromette Connor sorridendomi.
«Quando compi i 18 anni Winter?» chiede questa volta Chris.
«Il 29 aprile»
«Poco più di un mese e sarai maggiorenne allora» mi sorride.
Annuisco e mi costringo a mangiare ancora un pezzo di carne, così tra altre mille domande di Michelle la cena passa. 
Dopo cena io e Josh ci offriamo volontari per sistemare la cucina e la sala da pranzo così da rimanere un po' da soli per parlare.
«Lo sa che vivo qui temporaneamente?» appoggio i piatti sporchi sul bancone mentre lui apre la lavastoviglie.
«Non gliel'ho detto» sospiro «Ma gli ho detto che tua mamma ha avuto un'emergenza e non hai le chiavi di casa» mi guarda.
«Mentire a tua madre, mm brutta scelta» ride.
«Sht» ride, prende la mia mano tirandomi a lui per poi premere le labbra sulle mie. Posiziono le braccia dietro il suo collo, chiedo accesso alla sua bocca cosa che non mi nega e gli sorrido sulle labbra ma una voce ci separa.
«Josh posso parlare con Winter?» Michelle, è sullo stipite della porta che ci guarda.
«Certo mamma» sorride «Win, vai con lei finisco io qui» mi lascia un bacio sulla guancia mentre io gli lascio la mano che gli avevo preso.
«Ti va di uscire in giardino?» domando.
«Certo» rispondo cercando di calmarmi.
Dopo essere uscite dalla porta finestra che da sul giardino ci sediamo sul dondolo e mi perdo un secondo a guardare il cielo.
«Allora Winter» comincia lei «Perché stai con Josh?» mi osserva.
È diretta, esattamente come me, ed è una cosa che mi piace.
«È una bella domanda, non posso rispondere con “Perché mi piace davvero”, se voglio essere veramente apprezzata da lei devo fargli vedere tutta la mia vulnerabilità» Ripercorro tutti i momenti passati con Josh: il nostro primo incontro al matrimonio di Christine, i suoi messaggi la sera dopo, il trasferimento qui a Los Angeles che è stato molto più semplice grazie a lui. Le giornate passate a vedere film, a ridere e a quanto mi fa sentire speciale e amata. Ripenso anche a quando ho scoperto la verità pochi giorni fa e alla forza che mi ha trasmesso averlo accanto.
E per la prima volta lo ammetto a me stessa, so che non dovrei dirlo, perché questo mi ucciderà poi se le cose con Josh non andranno bene, ma è la verità e la devo dire a sua madre se voglio fargli capire cosa realmente provo per suo figlio.
Mi volto verso di lei sorridendo e guardandola dritta negli occhi «Mi ha salvata» dico sincera mentre una lacrima cade, lei allunga la mano sulla mia guancia e sorridendo me l'asciuga.
Ce l'ho fatta.






















 
POV AUTRICE:
 

EHILÁ GENTE, BUON POMERIGGIO.
NON SO CHE STIA SUCCEDENDO MA SIETE SEMPRE DI MENO A LEGGERE LA MIA STORIA E A RECENSIRLA! CHE SUCCEDE? MI DEVO PREOCCUPARE?
DITEMELO VI PREGO, PERCHÉ IO STO METTENDO TUTTA ME STESSA IN QUESTA STORIA.

COMUNQUE, TORNANDO AL CAPITOLO, NON VEDEVO L'ORA DI SCRIVERLO. SI, PERCHÉ FINALMENTE DOPO 10 CAPITOLI WINTER HA AMMESSO CHE JOSH L'HA SALVATA.
E POI DOVEVO FARE LA COSA IN GRANDE NO? QUINDI GLIEL'HO FATTO DIRE A SUA MAMMA.

RINGRAZIO COMUNQUE TUTTE LE PERSONE CHE L'HANNO AGGIUNTA TRA LE STORIE SEGUITE, RICORDATE E PREFERITE, I LETTORI SILENZIOSI (CON LA SPERANZA CHE MI LASCINO UNA RECENSIONE) E LE PERSONE CHE L'HANNO RECENSITA. SOPRATTUTTO UNA IN PARTICOLARE CHE MI HA FATTO NOTARE UNA COSA IMPORTANTE. QUINDI GRAZIE MILLE :)

VISTO CHE MI AVETE CHIESTO DI METTERE LA FOTO DI COME IO AVEVO IMMAGINATO WINTER, HO DECISO DOPO AVERCI PENSATO TANTO DI METTERLA. ANCHE SE VOLEVO CHE OGNUNO DI VOI IMMAGINASSE LA PROPRIA WINTER.
QUINDI NON SIETE OBBLIGATI A VEDERLA, IO LA METTO LO STESSO PER CHI VOLESSE VEDERE COME L'AVEVO IMMAGINATA.


AL PROSSIMO VENERDÍ CON L'UNDICESIMO CAPITOLO.
→ JASS

p.s. QUA SOTTO C'É LA FOTO DI WINTER.




 

ECCO QUA LA MIA BELLISSIMA WINTER 

 

 

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Capitolo 11
*** I love you like a song. ***


 

You just do to me, what you do
And it feels like I’ve been rescued
I’ve been set free
I am hyptonized by your destiny
You are magical, lyrical, beautiful
You are…I want you to know baby

- I love you like a song, Selena Gomez & The Scene











Apro il diario dopo aver finalmente convinto Josh ha passare un po' di tempo con la sua famiglia mentre io svolgo il tema che la professoressa Cants mi ha assegnato: parlare di me.
Sbuffo mentre prendo il pc di Josh sulla scrivania. Mentre attendo che si carichi, mi sforzo di cercare qualcosa di intelligente da scrivere.
Apro Word mentre rileggo la traccia che mi ha segnato su un foglio.

“Sono una ragazza simpatica e solare” inizio a scrivere.

Tutte stronzate,penso.

“Ho tanti amici ed esco molto volentieri” continuo.

Faccio una smorfia, ma che cavolo sto scrivendo? Cancello tutto. Fisso lo schermo per un paio di minuti. Ricomincio.

“Sono una ragazza strana, una ragazza che non viene mai scelta almeno fino a poco tempo fa. Non ero scelta ne per prima, ne per seconda, ne tanto meno per quindicesima. Io ero la non scelta. Non mi reputo bella, non sono simpatica, non sono dolce. Non sono adatta a questa società. Questo mondo in cui conta l’apparenza più che l’essere, non mi piace”

Direi che va bene dai.

“Sono un'adolescente che non sa cos'è il divertimento, o meglio ha un concetto diverso rispetto agli altri. Per gli altri divertirsi consiste nell'uscire il sabato sera, andare in discoteca ed ubriacarsi; per me è stare davanti al caminetto con un libro in una mano ed una cioccolata calda nell'altra. Agli altri piace ballare e perdere il controllo senza un motivo, a me leggere e guardare film. Agli altri piace l’estate, a me l’inverno. Forse perché una come me l’inverno ce l’ha dentro. Ho un uragano di pensieri in testa ed un oceano di delusioni nel cuore”

Non ci credo, ci sto riuscendo. Sto scrivendo di me.

“L'amore per me sono gli abbracci e i 'ti voglio bene' sussurrati. Per gli altri sono i baci e i ‘ti amo’ detti a caso. Ormai le parole non valgono niente, i ‘mi manchi’ finiscono nel cesso.
Io non sono una ragazza molto dolce. Posso farmi odiare in meno di un giorno, sono irritante, lancio continuamente sfide per il semplice gusto di vedere quanto è facilmente corruttibile l'animo umano. Sono fredda, questo si. Per farmi sciogliere ci vogliono piccole cose, come ad esempio dirmi una di quelle frasi sdolcinate, ma che dentro me fanno grande effetto. E sono anche molto strana, dentro la mia testa c'è un nuovo mondo, c'è il casino più totale. Sono anche spesso stronza, ma giuro che se mi innamoro veramente so dare il mondo”

Ora mi tocca parlare di quello che odio e amo, vero?

“Odio i miei capelli mossi che per averli lisci come piacciono a me devo utilizzare la piastra. Odio i miei occhi azzurri, fin troppo chiari negli ultimi due anni e mezzo. Odio il mio vizio più grande: il fumo, ma tuttavia non riesco a smettere. Odio il mio carattere, così acido e freddo da quando mio padre è morto. Odio essere cresciuta così in fretta. Odio che mio padre si sia ammalato di cancro quando avevo solo dodici anni e mezzo. Odio Dio per avermelo portato via. Odio anche quella che reputavo mia madre. Odio quando cerco di scrivere ma il foglio rimane bianco. Odio quando vorrei piangere e mostrare a tutti quanti come sto realmente ma sorrido e mi limito a dire 'sto bene'. Odio questo mondo. Odio le persone che stanno nella loro armatura di merda e giudicano, e parlano senza riflettere. Odio quando la mattina mi guardo allo specchio e penso di essere carina, poi esco e vedo tutte quelle ragazze bellissime, magrissime e tutte le mie certezze crollano. Odio le persone che dicono ‘io non lo leggo il libro, tanto poi esce il film’, questi elementi mi fanno salire il crimine. Odio essere una delusione per tutti. Odio tutto e tutti, ma soprattutto odio me. Io mi odio. 
Amo i libri. Amo la musica. La riproduzione casuale della mia playlist è la mia migliore amica. Amo i film. Amo recitare. Amo come mi fa sentire Josh. Amo le poesie che mio padre mi ha lasciato e anche tutti i suoi libri. Amo viaggiare. Amo passare le serate invernali accanto al camino con in mano un libro e una tazza di the o di caffè tra le mani. Amo vedere film stesa sul divano sotto una coperta gigante. Amo il posto in cui sono nata. Amo il mio sogno che spero di realizzare.
Carissima professoressa, avrà capito che non sono la solita adolescente. So di essere andata fuori traccia ma mi creda, descrivere il niente-tutto che ho dentro non è facile”

«Winter?» una voce mi chiama, mi giro dopo aver salvato il compito e noto che è Michelle.
«Si? Scusa Michelle ero concentrata e non ti ho sentito» mi scuso con la madre del mio ragazzo.
«Tranquilla Winter, ho notato» sorride «Comunque, Josh mi ha chiesto se vuoi che ti accompagni lui dalla tua amica»
«No, no, mi passa a prendere lei così avete tempo per stare insieme» guardo l’orario.
Cazzo le 3.14pm.
«Michelle, puoi dire a Josh che sul suo computer c’è il compito di letteratura e lo dovrei stampare?»
«Certo, ora ti lascio preparare» mi sorride dolcemente prima di uscire dalla stanza.
Aveva ragione Connor, sua madre ha capito come sono realmente e mi apprezza per quello che sono.
Vado davanti all’armadio di Josh, indosso velocemente un paio di jeans e una felpa di Josh, metto le converse bianche e prendo il cappellino rosso del mio ragazzo dalla scrivania.
Afferro la borsa dove metto dentro il telefono, le sigarette e l’accendino. Chiudo il computer, poi esco dalla stanza.
«Vai già?» incontro Connor sulle scale.
«Si, Hailee sarà qui tra poco» 
«Fatti dare da Josh le chiavi di riserva perché usciamo tutti e quattro» sorride.
«Bello, una giornata in famiglia» ricambio il sorriso.
«E quel cappello?» ride.
«Sh, a dopo stress» scendo le scale con il sottofondo delle risate di Connor. Entro in salotto dove trovo Josh, Chris e Michelle, il mio ragazzo mi sorride appena mi vede.
«Conn ha detto che mi devi dare le chiavi di riserva perché uscite» mormoro mentre si avvicina.
«Si, vien» esce dal salotto e lo seguo appena ho salutato i suoi genitori.
«Ti sta bene» mi tira s se dopo aver indicato il cappello.
«Me lo dai un bacio?» mugugno contro la sua spalla, abbassa la testa mentre io la alzo, preme le labbra sulle mie, sorrido nel bacio.
«Win, Hailee è arrivata» dice Connor mentre io mi stacco da Josh prendendogli le chiavi dalle mani.
«Digli che arrivo» lascio un bacio a stampo a Josh.
«A dopo amore» me ne da un altro.
«A dopo» indosso il giubbotto nero, poi esco.
«Chi non muore si rivede» esclama Hailee ridendo appena entro in macchina.
«Chi stupida era stupida rimane» affermo appoggiando la testa sul finestrino.
«Sempre simpatica» mette in moto la macchina.
«Lo so» arriccio il naso ridendo.
«Oddio, hai il cappello di Josh» Hailee e la sua voce stridula quando sclera.
«Hailee, anche la felpa» la guardo, il suo sorriso si espande e scuoto la testa.
«Che c’è? Scusa se siete stupendi insieme e trovo che è una cosa dolce indossare il suo cappello e la sua felpa» sbuffa.
«Dai, scherzavo»
«Stai bene?» chiede mentre svolta in una via da me mai vista.
«Si» chiudo gli occhi.
«Sei sicura?»
Non rispondo.
«E' per quella cosa che mi ha detto mio fratello?» rallenta la macchina.
«Ti ha detto cos’ho scoperto?» spalanco gli occhi.
«No, non mi ha detto nulla, neanche dopo che mi sono arrabbiata con lui perché è uscito con te» cerca un posto libero per parcheggiare.
«Me lo aveva detto che non ti doveva fregare l’amica» ride.
«Esatto» spegne la macchina.
«Ma dai Lee» afferro la borsa dal tappetino.
«No sul serio Win» scende e io la seguo a ruota.
«Piantala Hailee. Non sono un oggetto, sono una persone, tengo ad entrambi quindi mi sembra ridicola questa cosa» alzo la voce.
«Posso condividerti anche con mio fratello, in fondo è lui che ti ha presentato a me» asserisce infine mentre apre la porta del negozio.
«Brava» sorride.
«Ciao Helen, avevamo un appuntamento per le 4.25pm» dice la mia amica alla ragazza vicino alla cassa.
«Ehi Hailee, si venite» ci porta davanti a due camerini «Ecco a voi» ritorna con due accappatoi sottili bianchi.
«Grazie Helen» gli sorride.
«Di nulla, quando siete pronte venite pure da me» esclama. Entriamo nei camerini e dopo essermi spogliata completamente indosso l’accappatoio, quando esco trovo Hailee che mi aspetta.
«Ceretta, trattamento al viso contemporaneamente alla manicure e pedicure»  batte le mani entusiasta.
«Wow, non avrei mai pensato di passare così tanto tempo dall’estetista» rido mentre prendo il telefono dalla borsa.
«Il tuo principe azzurro ti ha scritto?» sorride.
«No, è con i suoi e suo fratello, giornata in famiglia» sorrido alzando le spalle.
«Dai andiamo, mi devi raccontare tutto» prende la mia mano appena rimetto il telefono nella borsa.

«Che succede quindi?» domanda appena ci fanno immergere i piedi in una bacinella dopo la ceretta, dio che dolore.
«Non c’è un modo bello per dirtelo» scrollo le spalle «Il mio migliore amico è innamorato di me e quella che ho creduto mia madre per quasi diciotto anni non è veramente mia madre» la guardo.
«Scherzi vero?» spalanca la bocca.
«No, la mia vera madre è morta dopo la mia nascita» abbasso lo sguardo.
«Sai come si chiama? Sai qualcosa di lei?» domanda velocemente.
«No, nulla» sospiro.
«Quando lo hai scoperto?»
«La sera prima che uscissi con tuo fratello, quindi un paio di giorni fa»
«Non oso immaginare come ti senti» appoggia una mano sulla mia spalla.
«Ora credo di capire perché non ho mai avuto un vero rapporto con lei» sorrido amaramente.
«Win non è questa la cosa importante. Tu come ti senti a sapere che non solo hai perso tuo padre ma anche tua madre?» prende la mia mano.
«Come credi che mi senta? Non ho una famiglia, non ho ne una mamma ne un papà» cerco di trattenere le lacrime.
«E io che mi sono lamentata talmente tante volte dei miei genitori» il suo tono di voce è triste.
«Ehi, ehi Lee» metto la sulla sua «Non ti devi scusare con me ma con loro» sfrego l'occhio con il pollice.
«No anche con te, non mi sono mai resa conto, ma vedendo la tristezza sul tuo viso ora l’ho capito»
«Meglio tardi che mai» rido e anche lei si lascia andare, così mi faccio raccontare del suo rapporto con Jason mentre Helen e Sophia ci fanno le unghie.
«E tu con Josh?» chiede all'improvviso.
«Tutto bene, è la mia forza ultimamente» sorrido leggermente.
«Quando riparte per Atlanta?» guarda lo smalto nero sulle sue unghie ora perfette.
«Lunedì, per un mese» rispondo guardando Sophia mentre lavora le mie unghie.
«Quanto ti mancherà quanto da 1 a 10?»
«Te lo dirò dopo un paio di giorni» rido «Però sono contenta che torni sul set»
«Ci credo, deve fare Peeta» ride.
«Stai zitta ti prego» rido anche io, e così passiamo il tempo restante dall’estetista a parlare. Non credo di aver mai avuto un’amica così. Si chiama migliore amica?

«Me lo fai provare?» domanda indicando il cappello appena siamo di nuove vestite.
«Certo» rido e glielo metto sulla testa mentre ci avviamo alla cassa «Ti faccio una foto se vuoi»
«Magari anche con il proprietario del cappello no?» dice Josh sorprendendo la mia amica da dietro.
«Tu, tu lo sapevi» mi punta il dito contro.
«In realtà fino a venti minuti fa no» faccio spallucce «Avanti dammi il tuo telefono» allungo la mano.
«Ecco fatto» esclamo soddisfatta appena ho scattato la foto.
«Tu mi farai morire un giorno di questi» sospira Hailee ridando il cappello a Josh che scoppia a ridere.
«Tieni amore» appoggia il cappello sulla mia testa dopo avermi dato un bacio a stampo.
«Meno male che avevi lasciato aperta la fotocamera, vi ho scattato una foto, siete bellissimi» sorride.
«Oggi lo avrà ripetuto almeno cento volte» affermo guardando Josh.
«Perché è la verità» ci guarda.
«Andiamo a pagare» la trascino alla cassa.
«Ma sono le 7.23pm» strilla Hailee guardando l'orologio dopo aver pagato.
«Si genio» rido. Noto Josh fare le foto con le due assistenti che ci hanno fatto i trattamenti e sorrido alla vista del suo sorriso.
«Qui, qualcuno è innamorata sul serio» mi deride la mia amica.
«Guardagli il sorriso mentre interagisce con le fan» glielo indico.
«Si è un ragazzo d’oro» lo guarda.
«Andiamo?» chiede Josh avvicinandosi a noi appena saluta le sue fans.
«Dove?» domando.
«Sorpresa, ora Lee è mia» guarda la mia amica.
«Non sono un pacco postale. Poi ti scrivo» l'abbraccio e gli lascio un bacio sulla guancia.
«Sarà meglio» è l’ultima cosa che sento prima di uscire mano nella mano con Josh dal negozio.
«Allora, dove mi porti?» ci avviciniamo al suo fuoristrada.
«Cena e passeggiata sulla spiaggia» sorride.
«Che bello» esclamo.
«Il ristorante è praticamente sulla spiaggia, è veramente bello» mette in moto la macchina.
«Mi fido» appoggio la gamba destra sul cruscotto «Allora com'è andata il pomeriggio in famiglia?»
«Bene, è stato bello passare tempo tutti insieme non succedeva da tanto» sorride anche se guarda la strada.
«Immagino» alzo le spalle, Josh non risponde e la conversazione finisce lì.
Appoggio la testa sul finestrino e mi concentro sulle parole della canzone che trasmettono alla radio.

«Salve, benvenuti al Boulevard» esclama un cameriere accogliendoci.
«Buonasera, avevo prenotato, Hutcherson» afferma Josh tenendo ancora le nostre mani intrecciate.
«Prego, seguitemi» dice dopo aver controllato nel computer, ci scorta al nostro tavolo e ci lascia soli.
«Che carino questo posto» mi tolgo il giubbotto e il cappello.
«Te lo avevo detto» sorride mentre si siede.
«Già» alzo le spalle.
«Win va tutto bene?» mi guarda preoccupato.
«Si. Dimmi, che avete fatto?» cerco la sua mano sul tavolo,
«Siamo andati al cinema, poi ci siamo presi un gelato» intreccia le nostre dita.
«Che bello» sorrido leggermente.
«Si, e tu? Sei riuscita a parlare con Lee?»
«Si, gli ho detto tutto. E' rimasta sconvolta» guardo le nostre mani intrecciate.
«E ti ha detto qualcos'altro oltre al fatto di essere dispiaciuta?» mette un dito sul dorso della mia mano.
«Mentre facevamo il trattamento al viso ha detto che dovrei cercare informazioni sulla mia vera madre» lo guardo.
«Lo penso anche io Win, hai il diritto di sapere»
«Ci penserò» sospiro.
«Avete deciso?» il cameriere ci sorprende.
«Si, vorremmo mangiare i gnocchi ai quattro formaggio, niente secondo e come dolce due tartufi neri» dice il mio ragazzo ormai conoscendo i miei gusti.
«Da bere?» domanda.
«Coca cola» precedo Josh che sorride.
«Va bene» ci regala un sorriso prima di allontanarsi.
«Ritornando a prima, secondo me dovresti prima parlare con Christine» riprende la mia mano, mi irrigidisco e lo guardo.
«Scherzi vero?» mi acciglio.
«No, lei ha le informazioni che ti servono»
«Posso benissimo chiedere a mia nonna, anche se ce l’ho a morte anche con lei» guardo fuori dalla vetrata.
«E dovresti andare fino in Italia per scoprire la verità quando puoi chiederlo a lei?» sospiro.
«Si, dovrei andare in Italia, mi farebbe bene» alzo le spalle.
«Se devi andare in Italia vai per una vacanza dopo la scuola, ma ora no perderesti solo giorni» cerca il mio sguardo.
«Lo so, ma io non voglio parlare con Christine» borbotto.
«Lo so, ma devi. Vuoi che ci andiamo domani?» sorride.
«Non voglio passare l’ultimo giorno insieme andando da lei» lo fulmino con lo sguardo «Possiamo non parlare del casino che mi circonda e passare una bella serata io e te?» sbuffo.
«Accetto volentieri» sorride.

«Grazie, per aver cenato al nostro ristorante» esclama lo stesso cameriere che ci ha accolti.
Usciamo dal ristorante scendendo le scale che portano direttamente in spiaggia. Camminiamo un po’ sulla spiaggia mano nella mano e poi abbracciati prima di sederci in un punto non preciso.
«Non avresti mai dovuto incontrarmi» sospiro dopo un paio di minuti di silenzio.
«Non avresti mai dovuto sorridermi» mi guarda.
«Come facevo a non sorriderti appena ti ho visto?»
«Come facevo a non innamorarmi?» sorride. Non resisto, premo le labbra sulle sue e lo bacio fin quando ho fiato.
«Che avresti fatto se avessi scoperto tutto questo senza avermi accanto?» domanda dopo aver ripreso fiato.
«Avrei mangiato di meno» lo guardo.
«E poi?»
«Fumerei, forse di più» ammetto.
«Meno male che sono entrato nella tua vita Winter» mi bacia ancora, mi lascio andare tra le sue braccia sorridendo.
E così passiamo il resto della serata abbracciati sulla spiaggia, parlando di tanto in tanto, baciandoci e cercando di fermare il tempo per vivere questo momento all’infinito.
Ma il tempo non si può fermare.
E senza accorgermene sono già passate ventiquattr’ore e sto guardando Josh fare la valigia.
Rannicchiata sul letto come una bambina, non ci siamo mossi da camera sua per tutta la giornata se non per mangiare.
«Win» mi chiama dopo aver preso la felpa nera che avevo indossato quando sono rimasta a dormire da lui.
«Si?» incastro i miei occhi con i suoi.
«Questa voglio che la tenga tu» me la mette tra le mani.
«E io l’accetto più che volentieri» tolgo la felpa di mio papà sostituendola con quella di Josh, odora di lui e mi rende terribilmente calma.
«So che non stai male solo perché domani me ne vado» si stende di fianco a me tirandomi su di lui.
«Già» non mi risponde, mi coinvolge in uno di quei baci carichi di desiderio e di passione.
Porto le mani sull’orlo della sua felpa e la sollevo passando le mani sul suo petto, sospira sulle mie labbra. Sorrido e gliela sfilo.
«Sei sicura?» mi ferma.
«Sicura» sorrido.
Non dice nulla, annulla le distanze fra noi, mi fa togliere la sua felpa buttandola in un punto a caso della stanza. Mi stacco e gli passo le dita sui suoi pettorali, sui suoi tatuaggi. Sorrido poi quando mi sfila anche la maglietta a maniche corte, passo dalle sue labbra al suo collo. Gli lascio una scia dal mento alla clavicola, prima di mordergli il collo.
«Domani avrò un ricordo» esclama con voce strozzata sorridendo.
«Sht» porto un dito sulle sue labbra. Lui di tutta risposta porta le mani sui mi fianchi mentre riprendo a baciarlo, mi fa stendere sul letto e mi sfila di pantaloni della tuta, appoggio una mano sulla spalla per poi avvicinarlo a me. Mi accarezza i fianchi, le cosce, tutto, dopo aver sentito l’erezione premere contro di me decido di ribaltare la situazione, mi alzo di poco facendolo cadere sul letto quando cerca di baciarmi e rido leggermente. Ma vengo zittita da un suo bacio, gli sorrido sulle sue labbra mentre gli sfilo i pantaloni, sorrido quando mi bacia il collo, ma gli premo una mano sul ventre e poi la cavo alzandomi.
«Stai giocando sporco Winter» mormora con voce roca e eccitata.
Alzo le spalle ridendo «Sto solo vivendo il momento Hutch» alzo le spalle divertita, lui mi tira giù riprendendo il controllo della situazione.
E tutto da quel momento diventa troppo veloce, ma quando entra dentro di me, una gioia che non sentivo da tempo mi riempe del tutto, cerco le sue labbra e lui capisce il perché, china la testa per lasciarmi un bacio a stampo. Veniamo insieme sussurrando l’uno il nome dell’altro. Poco dopo è sdraiato di fianco a me e mi stringe a lui.
«Sei la mia morte» esclamo con fiato ancora pesante.
«Sono contento di esserlo» ride.
«Josh» lo richiamo.
«Ti amo» mi guarda negli occhi.
«Cosa?» la mia voce esce strozzata.
«Ti amo Winter Davis, ti amo, ho aspettato tutto questo tempo per essere sicuro e stasera più che mai l’ho capito, ti amo» sorride, i suoi occhi brillano.
«Sei mio, ti amo anche io, non lo volevo ammettere ma è così» la mia voce è spezzata, però questa volte è per la felicità.
«E tu sei mia» mi bacia. Dopo di che appoggio la testa sul petto di Josh e mi lascio andare tra le braccia di Morfeo, con l’odore di Josh sulla mia pelle.
Josh è mio e io sono sua. Ci apparteniamo. Lo amo. Lo amo più della mia canzone preferita. Ne sono sicura.

L’odore del caffè mi sveglia.
Apro gli occhi e trovo Josh già vestito intento ad appoggiare la colazione sulla scrivania, richiudo le palpebre facendo finta di dormire.
Si siede di fianco a me e incomincia ad accarezzarmi i miei lunghi capelli biondi, poi si china sul mio orecchio.
«So che sei sveglia amore» ride e un sbuffo esce dalle mie labbra.
«Buongiorno» sorrido.
«Buongiorno» sorride.
«La colazione, che amore che sei» indosso la maglietta di Josh che aveva il giorno precedente, è quella più vicina e quella che può coprire maggiormente.
«Mi accompagni all’aeroporto?»  mi passa la tazza piena di caffè.
«Si, ho già avvisato Nick che oggi entro alle dieci» annuisco dopo aver bevuto un sorso di caffè «Interessante» rido appena noto che il succhiotto che gli ho fatto ieri sera si nota molto bene anche con la felpa.
«Chissà chi me l’ha fatto» mi guarda divertito «Oggi non smetteranno di riempirmi di domande» mi porge un muffin al cioccolato.
«Che peccato» rido leggermente.
«Si, proprio un peccato» si china per darmi un bacio.
«Mi faccio una doccia veloce poi andiamo» mi alzo dal letto per poi prendere un paio di jeans strappati in vari punti chiari e la felpa nera di Josh dal pavimento «Tu intanto fammi lo zaino» gli lascio un bacio prima di uscire velocemente dalla camera.
Dopo venti minuti sono di nuovo in camera, lavata e profumata.
«Sei pronto?»
«Si, Connor dov’è?» mi passa il mio zaino mentre lui prende la sua valigia.
«Non lo so, non l’ho visto sarà di sotto» faccio spallucce.
«Credo di si, dai andiamo» mi appoggia un braccio sulle spalle.
«Eccovi, dai Josh se no perdi l’aereo» indica l’ora. 7.53am, lui ha l’aereo alle 8.56am.
Mi stringo ancora di più a lui dopo aver indossato i giubbotti, dopo di che usciamo salendo sulla macchina che Connor ha noleggiato quando è arrivato a Los Angeles.
Dopo quarantacinque minuti siamo davanti all’imbarco di Josh.
«Mi mancherai» mi lascia un bacio sulla fronte.
«Anche tu» appoggio la testa sulla sua spalla, inspiro il suo profumo.
«I signori passeggeri che prenderanno l’aereo per Atlanta delle ore 8.56am sono pregati di imbarcarsi, grazie e buona giornata»
Mi stringo più forte a Josh, ma dopo una ventina di secondi mi allontano.
«Devi andare»
«Si devo» guarda la mia mano intrecciata alla sua ma poco dopo la lascia «Prenditi cura di lei okay?» si rivolge a suo fratello.
«Tranquillo, lo farò» lo abbraccia.
«E tu invece» torna davanti a me prendendomi le mani «Non mi dimenticare» si avvicina pericolosamente.
«E come potrei mai?» lo guardo negli occhi.
Sorride «Era questa la risposta che volevo» mi bacia, un bacio lento e dolce «Ti amo» appoggia le labbra sulla mia fronte.
«Ti amo anche io» sussurro sul punto in cui gli ho lasciato il succhiotto, lui sussulta. Mi lascia un bacio a stampo dopo di che si allontana e porge il biglietto all’hostess, in un paio di secondi è sparito.
«Dai andiamo» esclama Connor mettendomi una mano sulla spalla.
«Si andiamo» facciamo marcia indietro fino all’uscita dove ignoriamo i paparazzi.
«Vuoi andare a scuola?» chiede appena siamo seduti dentro alla macchina.
«Sinceramente no, ma devo, sono già stata a casa abbastanza» sospiro.
«Okay, allora prossima fermata scuola» sorride, io annuisco «Ascolta, ne ho parlato con Josh e credo che dovresti prendere tutte le tue cose da casa di Christine» interrompe il silenzio dopo qualche minuto.
«E dove dovrei metterle?» lo guardo.
«A casa di Josh»
«Ti ricordo che abito lì temporaneamente» appoggio la testa sul finestrino.
«E perché non definitivamente? Tra te e Josh sta andando bene, e credo che tu sia quella giusta» mi guarda brevemente perché poi riporta lo sguardo alla strada.
«Sul serio?» spalanco la bocca.
«Si, tu non vedi solo il Josh famoso e ricco. Tu vedi Josh il ragazzo simpatico, stupido ed idiota del Kentucky» sorride dopo aver svoltato nella via della mia scuola.
«Ci penserò su Conn» affermo appena siamo davanti al cancello della scuola  «Grazie» lo abbraccio.
«Di niente, fammi sapere se ti devo venire a prendere» dice prima che io esca dall’abitacolo.
«Va bene» prendo lo zaino dai sedili posteriori per poi scendere inoltrandomi oltre il cancello della scuola.

«Nick di a mamma che vado da Win» esclama Hailee appena troviamo suo fratello nel parcheggio della scuola.
«Per le famose ripetizioni di francese?» ride.
«Tu stai zitto che per spiegarti due righe di chimica ci ho messo tre ore» lo fulmino con lo sguardo.
«Touchè» ride «Lo farò, basta che sei a casa per cenare» guarda la sorella.
«Si si, ciao» sbuffa salendo sulla sua macchina, dopo due minuti siamo fuori dal parcheggio della scuola diretti verso casa di Josh
«Non ci credo che sto per entrare a casa di Josh» la sua voce è stridula quando è su di giri.
«Fai questa voce un’altra volta e ti uccido» gli punto un dito contro.
«Okay, okay» mi guarda. Sospiro ed appoggio la testa sul finestrino.
«Sei stanca?» chiede.
«Fisicamente no, mentalmente si» prendo l’iphone.
1 nuovo messaggio.
Josh.

 
Da: Josh
Sono arrivato due ore fa, mi sono sistemato e sono andato sul set, la cosa curiosa è che Jenn ha notato il tuo succhiotto prima della mia faccia.

Rido portandomi una mano alla bocca.
«Perché ridi?» domanda Hailee guardandomi appena ci fermiamo al semaforo.
Gli metto davanti alla faccia lo schermo dell’iphone e dopo un paio di secondi ride anche lei.
«E quindi voi due eh» sorride maliziosamente.
«Noi due cosa Lee?» guardo lo schermo del mio telefono.

 
A: Josh
Quella donna è un mito ahah. Dai non ti farà il terzo grado, in fondo ha scelto di fare l’attrice non l’investigatrice.

«Lo sai cosa» preme il piede sull'acceleratore, ora che ci penso è da tanto che non guido.
«Si, ieri notte» appoggio le mani sull'orecchie per evitare la voce acuta e stridula che si impossessa di Hailee quando sclera, dopo un paio di minuti le tolgo.
«E com’è stato?» mi guarda con occhi sognanti.
«Non intendo raccontarti nulla del corpo di Josh se vuoi arrivare a questo» la mia amica boccheggia poi sorride maliziosamente «Neanche quanto dura» la trucido con lo sguardo.
Sbuffa ma poi sorride «Almeno dimmi solo come ti sei sentita» parcheggia nel vialetto di casa Hutcherson.
«Non era la mia prima volta Lee, ma comunque mi sono sentita benissimo» sorrido.
«Ti si illuminano gli occhi quando parli di Josh, prendono più colore, diventano più azzurri» spegne il motore della macchina.
«Si, lo amo»
«E lui lo sa?» domanda mentre prendiamo gli zaini dai sedili posteriori.
«Si, mi ama anche lui» sorrido prima di bussare alla porta, in fatti pochi secondi dopo Connor ci apre.

 
Da: Josh
E meno male! Stasera ti chiamo su skype, ora vado a lavorare. Ti amo amore.

Ti amo anche io Josh. Tanto.


















 
POV AUTRICE:

Buon pomeriggio meraviglie.
13 recensioni, dio credevo di non riceverne più così tante ahah, vi adoro.

Ecco qua il mio undicesimo capitolo. Se qualcuno è rimasto scandalizzato per quel poco che ho scritto non mi scuso, perchè io lo avevo messo nel genere (e poi lime, quindi poco e infatti ho scritto davvero poco aahah), comunque spero che vi sia piaciuto.
Finalmente gli ho fatto dire quelle due parole importanti.
Ringrazio come sempre tutte le persone che l'hanno messo tra le preferite, seguite e ricordate, chi ha recensito e anche i miei lettori silenziosi, che spero un giorno mi lascino una recensione.


Allora, al prossimo venerdì con il dodicesimo capitolo.

peetarms.

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Capitolo 12
*** Closer to the edge. ***



I don't remember one moment I tried to forget 
I lost myself yet I'm better not sad 
Now I'm closer to the edge 
- Closer to the edge, 30 Second to Mars

















«Ultima partita e poi vai a studiare Win» esclama Connor riprendendo tra le mani il joystick.
Sbuffo «Va bene»
«Sai già quando hai gli esami» domanda mentre mi ruba la palla nel videogioco.
«Ce lo dovrebbero dire la prossima settimana» riprendo la palla e faccio correre il mio calciatore virtuale verso la porta di Connor.
«E per quel progetto che mi dicevi?» cerca di parare.
«Bene, mi hanno preso» sorride trionfante dopo aver fatto goal.
«Non è giusto» ride.
«Si invece, se sei scarso non è colpa mia Conn» gli faccio la lingua.
«Si si, certo» rimanda la palla ai suoi attaccanti «Ora mi puoi dire che progetto è?»
«Non è un vero è proprio progetto, è teatro» faccio spallucce.
«Teatro? Recitazione? Che ruolo?» chiede sorpreso.
«Si teatro, amo recitare da quando ho sette anni, ruolo da protagonista» rido.
«Non mi dire che hai chiesto la borsa di studio all UCLA» mette in pausa il gioco sorridendomi.
«Esatto, ora capisci perché non voglio dire nulla a Josh?»
«Si capisco, ma lo deve sapere»
«Lo farò appena avrò la risposta dell'università Conn» torno a concentrarmi sulla partita.
«Posso venire a vederti recitare?»
«Se mi aiuti in algebra dopo» sorrido.
«Affare fatto» tira la palla contro la mia porta ma paro «Non è giusto» esclama mentre io scoppio a ridere.
Dopo venti minuti sono stesa sul letto di Josh con il telefono sotto carica, i libri di chimica, letteratura e algebra davanti a me. Chiamo Connor che era rimasto giù a sistemare il caos che avevamo fatto per fare merenda, dopo di che afferro il mio iphone e noto che ho un messaggio di Josh.

 
Da: Josh
Stasera non so se ci riusciamo a vedere su skype, abbiamo riprese fino a tardi.

Josh è partito da dieci giorni, dieci giorni in cui non ho fatto altro che vederlo attraverso uno schermo del pc, sentire la sua voce grazie alle telefonate e messaggi a volontà durante le pause.
 
A: Josh.
Non ci pensare neanche a tornare in camera appena finite le riprese e chiamarmi, devi filare subito a letto.

«Eccomi» Connor entra in camera di suo fratello, che ormai è diventata anche mia.
«Eccoti» metto il telefono in modalità silenziosa.
«Ma sono facilissime queste cose Win, vieni qua» sorride.
Così passiamo le due successive ore a studiare, io che memorizzo e lui che mi ascolta quando ripeto.
«Grazie Conn» mi stendo distrutta sul letto.
«Di nulla» risponde mentre io sblocco il telefono.

 
Da: Josh
Mm, va bene, però ti mando un messaggio.

Sorrido.
«Josh?» domanda il fratello del mio ragazzo stendendosi di fianco a me.
«Si, stasera riprese fino a tardi»
«Scene di notte allora» sorride.
«Credo proprio di si» appoggio il telefono sulla pancia.
«Ci hai pensato?» chiede dopo un paio di minuti di silenzio.
So a cosa si riferisce, al fatto di prendere le mie cose da casa di Christine e portale qui a casa di Josh. Ci ho pensato tanto ed ho preso anche una decisione riguardo al scoprire qualcosa di più sulla mia vera madre.
«Si. Prenderò le mie cose da casa di Christine e ci parlerò anche» giro la testa verso di lui.
«Credo che sia la cosa più giusta» annuisce.
«Si, e poi non c'è motivo per non ascoltarla, tanto ormai già la odio»
«Infatti. Ho voglia di crepes ce ne andiamo a prendere una?» si alza.
«Sii, poi andiamo da lei?»
«Vuoi andare oggi?» spalanca gli occhi.
«Si, prima andiamo prima me la cavo. Sempre se non hai qualcosa da fare questa sera» accetto la sua mano per alzarmi.
«No nulla, tu non devi sentire Josh quindi possiamo andare tranquillamente. Mi cambio e andiamo» indica i suoi vestiti: un paio di pantaloni della tuta e una maglietta rovinata.
«Si, anche io, non credo che andare da lei con la maglia di mio padre sia un'ottima scelta»
«Forse. A tra poco allora» esce definitivamente dalla camera.
Prendo l'iphone dal materasso, digito il numero di Christine e porto il telefono all'orecchio
«Pronto, Winter»
«Ciao, ascolta posso venire con un mio amico stasera a cena? Dobbiamo parlare di tante cose» mi mordo il labbro inferiore.
«Certo, stavo cominciando a cucinare in questo momento, vi aspettiamo fra un'ora?» chiede con voce calma.
«Si, il dolce lo portiamo noi» chiudo la chiamata.
Apro la chat con Josh su Whatsapp e digito velocemente sui tasti.

 
A: Josh
Fra un'ora vado da mia mamma, prendo tutte le mie cose e le porto a casa tua. Io e Connor rimaniamo lì a mangiare, voglio scoprire di più.
Ne parleremo domani se non hai riprese fino a tardi, ti amo.

Blocco il telefono dopo aver inviato il messaggio a Josh, cammino fino alla scrivania dove trovo i vestiti che avevo messo oggi per andare a scuola, li rimetto velocemente, infilo le mie converse nere. Metto il telefono nella tasca anteriore dei jeans, raccolgo i capelli in una coda alta dopo di che esco dalla camera spegnendo la luce.
«Eccoti, pronta?» domanda mentre si sistema la felpa.
«Si, ho detto a Christine che ci fermiamo a mangiare e che portiamo noi il dolce. Quindi mi dispiace niente crepes, ma domani le mangeremo sicuramente»
«Tranquilla, ci fermiamo in una pasticceria che ho visto vicino a casa tua» scende le scale.
«Torta al cioccolato» esclamo mentre indosso il giubbotto.
«E che torta al cioccolato sia» ride.
«Sarà meglio babbano» chiudo la porta d'ingresso dopo aver preso le chiavi di casa.
«Ti odio quando mi insulti con le saghe o trilogie» apre la macchina.
«Io odio quando mi dici che odi quando ti insulto con le saghe o trilogie» sorrido appena chiudo la portiera.
«Siamo simpatiche questa sera»
«Si, decisamente, aspetta di conoscere Christine» sbuffo.
«Non sono io il tuo ragazzo. Sarà un problema di Josh» sorride beffardo.
«Non mi interessa se non gli piacerà Josh, è una mia scelta, lei non è nessuno»
«Non è nessuno? Winter non sarà la tua vera madre e ti avrà mentito, ma ti ha cresciuto per quasi diciotto anni» è serio.
«No, mi ha cresciuta per dodici anni e mezzo, da quando mio padre si è ammalato lei non si è preoccupata più di nessuno» sospiro, lui non risponde.
Prendo il telefono, apro twitter dove passo il resto del viaggio.


«Grazie per aver portato il dolce» esclama Christine appena ci siamo tolti i giubbotti.
«Di nulla signora Havensmit» asserisce Connor sorridendogli-
«Non c'è il tuo maritino?» la guardo.
«Winter no-» la stoppo.
«Non cominciare con il scusarti, se no riprendo il mio giubbotto ed esco e questa volta non mi vedrai più il resto della tua vita»
«Va bene, non mi scuserò, venite ho cucinato indiano» abbassa il capo.
«Papà diceva che mangi indiano quando sei incinta» la fisso preoccupata.
«Come fai a saperlo se non è mai stata incinta?» domanda Connor toccandomi il fianco.
«Lo sono stata, ma ho avuto un'aborto spontaneo al secondo mese e mezzo quando Winter era ancora piccola» gli risponde lei.
«Sei incinta Christine?» incrocio le braccia al petto.
Sospira «Si, di due mesi» sorride.
«Wow, ben per te» il mio tono è ironico.
«Win» mi riprende Connor.
«No Connor lasciala stare, è sempre stata così da quando suo padre è morto»
«Non sono venuta qui per sapere di quanti mesi sei incinta, e se dio esiste che benedisca questo bambino perchè ne avrà davvero bisogno. Voglio sapere la verità su mia madre» punto i miei occhi azzurri nei suoi grigi.
«Tua madre, lo immaginavo» sospira.
«Eh sì» affermo mentre la guardo mangiare.
«Non mangi?» indica il mio piatto.
«No, non ho fame» alzo le spalle.
«Devi mangiare Winter, non puoi smettere di mangiare perchè tuo padre non c'è più» alza la voce.
«Primo: non urlare, secondo: non sono affari tuoi se mangio o no, terzo: dimmi quello che sai su mia madre o me ne vado e lo scoprirò da sola» appoggio le mani sul tavolo.
«Dopo cena ti darò una foto di tua madre» dice dopo un paio di minuti.
«Voglio sapere anche di lei. Papà ti avrà parlato di lei no?» alzo gli occhi al cielo.
«Non tanto, se vuoi scoprire di più su di lei dovresti incontrare sua madre» asserisce dopo aver bevuto un sorso d'acqua.
«Dove vive?»
«In Kentucky Winter. A Louisville se non si è trasferita» si alza e sparisce in salotto, torna dopo un paio di minuti con in mano una foto che mi porge.
Mia madre.
Era bellissima.
«Come si chiamava?» chiedo con  voce incrinata.
«Hariel» sorride amaramente.
«Era davvero bella» accarezzo la foto.
«Hai preso da lei gli occhi, i capelli e il carattere ma la forza di vivere e di inseguire i tuoi sogni no, queste qualità le hai prese da tuo padre. Sei l'incarnazione perfetta di loro due, e tu non immagini neanche come sia stato per me crescerti ogni giorno vedendo che eri uguale a tua madre» si siede.
«Tu non immagini neanche cosa si prova a scoprire dopo diciotto anni che tu non sei la mia vera madre» il mio tono è arrabbiato e ferito «Quanti anni aveva quando è morta?» torno a guardare la foto.
«23 anni»
«Era troppo giovane» stringo la mano libera in un pugno.
«Lo so»
«Che sogni aveva?» chiedo dopo aver appoggiato la foto sul tavolo.
«Si voleva laureare in scrittura creativa, gli mancava davvero poco» cerca la mia mano, mano che non troverà mai.
«Ho bisogno di aria» mi alzo velocemente e corro verso l'uscita.
Apro la porta d'ingresso e la richiudo subito dietro di me prima di accasciarmi a terra.
Ho fatto morire mia madre a 23 anni.  Un dolore mi opprime, non riesco a parlare, faccio fatica a respirare.
Sento a tento la suoneria del mio i-phone.
Lo faccio scivolare fuori dalla mia tasca a fatica. Josh. Sono le nove qui, quindi ad Atlanta è mezzanotte. Sospiro ed accetto la chiamata.
«Win, tutto bene? Connor mi ha risposto ai messaggi dicendomi che sei uscita di corsa» domanda velocemente.
«Si va tutto bene Josh, avevo solo bisogno d'aria» mantengo la voce ferma e mi costa una fatica immensa.
«Non me lo vuoi dire, va bene»
«Cristo Josh. Non capisci, cazzo, non capite, non dovevi chiamarmi» chiudo la chiamata, metto il telefono nella tasca dei jeans e comincio a percorrere il vialetto.
«Winter» la voce di Connor mi arriva lontana.
«Voglio stare sola Connor» non mi volto.
«Non per questo devi trattare male me o Josh» cammina verso di me.
«Hai sentito la chiamata vero?» sospiro.
«No, mi ha scritto appena hai chiuso la chiamata» mi mostra l'ultimo messaggio ricevuto da parte del mio ragazzo.
«Non gli volevo rispondere male» mi accascio di nuovo a terra. Lui si siede vicino a me e mi passa un braccio attorno alla schiena.
«So che non sono Josh, ma ehi ho una parte del suo DNA» sorride e io scoppio a ridere.
«Quanto sei idiota» scuoto la testa divertita.
«Ti ho fatto sorridere» mi pizzica la punta del naso.
«Puoi dire a Josh che mi dispiace?» 
«No, lo farai tu, avanti» indica il telefono nella mia tasca, lo tiro fuori e compongo il numero di Josh.
«Mi dispiace, mi dispiace, scusa, scusa, perdonami non dovevo risponderti così»esclamo non appena accetta la chiamata.
«Ehi Win non sono arrabbiato» dice ed io sorrido.
«Non vedo l'ora di riabbracciarti, mi manchi» guardo Connor che si alza per lasciarci un po' di privacy anche se a chilometri di distanza.
«Anche tu, allora che hai scoperto?» domanda curioso.
«Si chiamava Hariel, aveva 23 anni ed era bellissima» guardo il cielo.
«Che bel nome, allora abbiamo scoperto da chi hai preso la bellezza» sicuramente sta sorridendo.
«So che stai sorridendo» porto le gambe al petto.
«Mi stai spiando?» ride.
«No, ormai ti conosco»
«Si, è vero» la sua voce è rilassata ma stanca.
«Vai a letto» asserisco quando lo sento sbadigliare.
«Si ora vado, ne riparliamo appena ci vediamo su skype, notte, ti amo»
«Notte Josh, ti amo anche io» dico prima di premere il dito sul tasto rosso.


«Ecco a te l'indirizzo di tua nonna» Christine mi mette tra le mani un foglietto piegato.
«Okay, io e Connor andiamo. Domani ho scuola ed ho già preso tutte le mie cose»
«Si, hai preso tutto» mormora affranta.
«Grazie per la cena Christine» esclama Connor prima di prendere l'ultimo scatolone contente i miei libri.
«Di nulla, mi ha fatto piacere» sorride, io e il fratello del mio ragazzo usciamo dirigendoci alla macchina.
«Winter» mi richiama Christine.
«Cosa?» mi volto.
«Riuscirai mai a perdonarmi?» chiede con occhi lucidi.
«Non lo so ma non credo» chiudo la portiera.
«Sei stata dura» asserisce Connor dopo un paio di minuti di silenzio.
«Sono stata dura? Connor sono stufa di dire cose che non penso» mi volto verso di lui «Ho imparato a dire: "non fa niente", anche quando ci tenevo moltissimo. Ho imparato a dire: "me l'aspettavo", anche quando sono rimasta spiazzata. Ho imparato a dire: "va tutto bene", anche se mi era crollato il mondo addosso. Ho imparato a mandare giù i bocconi amari, per poter godere di quelli dolci quando capiteranno. Ho imparato a stringere i denti e ad andare avanti. Ma questa sera no, Connor non potevo fare nulla di queste, non sarebbe stato giusto nei miei confronti e mi sono già fatta troppo male da sola»
«Tutto questo vale anche per Matt?» domanda dopo aver metabolizzato le mie parole.
«Si, anche con lui, sospettavo che lui fosse innamorato di me» appoggio la schiena al sedile «Ma c’è differenza tra sospettarlo e saperlo»
«Si è vero, non vi parlate più?»
«No, non risponde, credo che sia perchè ormai io sto con Josh ed ha capito che non staremo mai insieme» alzo le spalle sconsolata.
«Si, probabile. Comunque mi dispiace tanto» sposta lo sguardo su di me per un breve momento.
«Mi è sempre piaciuto avere un amico maschio. Uno a cui dici tutto, uno che sai che ti vorrà sempre bene nonostante tutto. Perché maschio? Perché l’amicizia tra i ragazzi dura per sempre e va oltre tutte le cose, mentre le ragazze che si definiscono “amiche” sono sempre pronte a parlarsi alle spalle. Un amico maschio perché è bello avere qualcuno di più alto di te che quando ti abbraccia ti avvolge. Qualcuno che, magari pur essendo fidanzato, ti considera come parte integrante della sua vita. Vorrei un amico maschio perché lo considererei come un fratello. Non sto parlando di friendzone, ma di una vera e propria amicizia infinita» appoggio le gambe sul cruscotto.
«Beh, questo è vero. Sarò io il tuo amico del cuore se non risolverai con Matt» mi sorride.
«Conn tu lo sei già, mi sei stato talmente vicino in queste settimane. Non ti ho neanche ringraziato» lo guardo.
«Allora hai anche tu un cuore e sai dire qualcosa di dolce» scoppia a ridere e mi contagia.
«Vaffanculo, hai rovinato un momento stupendo. Uno dei motivi del perchè ti adoro, siamo uguali» continuo a ridere.
«Si è vero» preme il piede sull’acceleratore.
«Ti voglio bene Conn» esclamo sinceramente.
«Anche io idiota» sorride.


I giorni scorrono molto più veloci di quello che mi ero immaginata, ho scoperto le date degli esami e ho passato molto tempo in teatro a provare.
Sì, alla fine mi sono lasciata convincere da Hailee e Nick a fare i provini, e con mia grande sorpresa ho ottenuto il ruolo di Maria, la protagonista, nel musical West Side Story. La storia si ispira, con alcune varianti, a Romeo e Giulietta di William Shakespeare, ambientato nell'Upper West Side di New York City tra bande di strada americane e portoricane. Tony e Maria si innamorano, nonostante facciano parte di gruppi rivali.
Entro in mensa dopo aver parlato con Tom, il regista della scuola.
«Ti ho visto parlare con Tom quando sono passato per entrare in mensa» Andrew mi affianca.
Andrew Dawson. Il mio co-protagonista in questo musical, Tony. É un bellissimo ragazzo, capelli neri, occhi verdi. Gioca nella squadra di calcio, ma è anche un'ottimo attore.
«Si, mi ha detto che salteremo le lezioni oggi pomeriggio perchè dobbiamo provare alcune scene» afferro un vassoio e lui fa lo stesso.
«Quali scene?» prende un hamburger.
«Quella in cui Tony e Maria ballano per la prima volta, quella dove Tony va sotto il balcone di Maria e infine quella dove ti ritengo colpevole, e se avanza del tempo anche quella finale. Domani invece le canzoni» prendo l'ultima insalata nel ripiano appoggiandola nel vassoio dopo aver preso un tovagliolo e una forchetta di plastica.
«Preparare uno spettacolo in meno di un mese, non era mai successo. Di solito siamo abituati a farne due in un'anno scolastico e non tre» prende una porzione di patatine.
«West Side Story non è tanto complicato dai, basta provare e studiare le battute»
«Si in effetti hai ragione» sorride «Allora, Josh sarà qui per la prima» chiede mentre io prendo un pezzo di pane.
«Si, torna da Atlanta quel giorno» ci fermiamo alla macchinetta a prendere due lattine di coca-cola.
«Sa che reciti? E se lo sa che lo fai così bene?»
«No, non sa nulla»
«Sarà la prima volta allora»
«Si, esatto» annuisco.
«E sarà orgoglioso di te» esclama prima di mordere il suo hamburger.
«Lo spero» dico prima di portare la forchetta piena di insalata alla bocca.


Cammino velocemente verso il teatro dopo aver chiuso la chiamata con Connor, dove lo avevo avvisato che sarei rimasta a scuola un po' di più per fare le prove dello spettacolo.
Apro la porta e noto che sono l'ultima ad arrivare.
«Winter dove ti eri cacciata?» Tom e le sue accoglienze.
«Mi dispiace Tom, ero al telefono, ho avvisato che sarei tornata più tardi» mi siedo sulla prima poltroncina libera.
Annuisce poi riprende a parlare «Stavo dicendo a loro che oggi riprenderemo le prove» mi sorride.
«Non so perchè, e sinceramente ora è l'ultimo dei miei pensieri, quindi va bene»  alzo le spalle.
«Perfetto. Andrew, Winter sul palco, scena dove Tony e Maria ballano» esclama subito.
Mi alzo dopo essermi sistemata le converse nere borchiate e sistemata i leggins cammino fino alle scale del palco, arrivata di fronte a Andrew sollevo le maniche della felpa di Josh fino al gomito.
«Ora non sarete più Winter e Andrew, ma Maria e Tony»  ci guarda, io e il mio co-protagonista annuiamo e Tom fa un cenno al ragazzo di fianco a lui con in mano una videocamera.

"Ci siamo mai visti prima?" domanda guardandomi negli occhi.
"Sono certa di no" osservo ogni dettaglio del suo viso.
"Sentivo che doveva accadere qualcosa ma questo è molto di più... sei così bella" sorride dolcemente accarezzandomi la guancia.
"Sei così bello" esclamo dopo aver chiuso gli occhi per un paio di secondi.
"Le tue mani, così calde" dice dopo avermele toccate.
"Anche le tue… e così delicate. Mi sento così protetta, così felice" mi stringo contro il suo petto.
"Non stai scherzando?" mi fa fare una giravolta.
"Non ho ancora imparato a scherzare in questo modo e ora so che non lo farò mai!" mi avvicino di più a lui, come scritto sul copione, tanto verrò bloccata da Bernardo.


«Bravi, bravissimi, era così che la volevo» Tom ci applaude «Richard spegni la videocamera per ora»
«Sono contenta di averla fatta come sua signoria voleva» rido mentre mi siedo sul parquet del palco.
«Sei tremenda Winter» ride anche lui «Visto che siete già lì fate la scena del balcone. Visto che la scenografia non è completa, Andrew mettiti sotto al palco e tu Winter stai lì sopra» ci indica i punti dove metterci «Tu Richard riprendili» indica anche il suo di punto, uno delle poltroncine della prima fila. Una volta che il ragazzo è nel punto preciso dettogli da Tom, cominciamo a recitare.

"Maria! Maria… Maria" mi chiama dal sotto al palco.
"Shhhh!" lo guardo portando un dito sulle labbra.
"Scendi" il suo tono è ancora più forte.
"Shhhh!" ripeto.
"Maria, scendi, devo vederti… vieni via con me!" porta una mano sul petto.
"No, non posso» scuoto la testa.
"Beh, lascia che ti veda… per favore, solo per un minuto" mormora in tono supplichevole.
"Scusa, Tony, proprio non posso" mi allontano di poco.
"Allora salgo io" la sua voce è convinta. In questa scena si arrampica sulla scala, ma senza scenografia si solleva sul palco.
"Va bene, Tony, ma non posso stare troppo a lungo. Dobbiamo fare molto piano" sussurro.
"Maria, mi voglio presentare a tuo padre" mi prende entrambe le mani.
"Mio padre? Non è una buona idea, lui è come Bernardo… e tu sei uno di loro. Un Americano" gli lasciole mani per poi voltarmi dandogli le spalle.
"Maria!" urla Benjamin dalla poltroncina in cui è seduto.
"Si papà, vengo...Tony non posso restare ascolta: io lavoro al negozio per spose di Madame Lucia, vieni domani alle sei! Ci sarai?" mi avvicino di più a lui guardandolo negli occhi.
"Ci sarò, Maria" dice prima di saltare giù dal palco, che equivale a scendere la scala.


«Se reciterete così anche alla prima sarà un successo» Tom si avvicina a noi due.
«Secondo me dovrebbe impegnarsi di più» Brooke mi fulmina con lo sguardo.
«Stai zitta Brooke ti prego» Tom si volta verso di lei «Con le prossime due scene ti faccio vedere perchè ho scelto lei e non te per il ruolo di Maria. Liam sul palco, ora farete la scena dove Maria viene a scoprire la morte di Riff e di Bernardo» 
«Uh che bello» sorrido.
«Zitta e concentrati» ride mentre mi guarda.
«Signorsisignore» mi unisco alle risate.
«Cominciate a recitare» da il via anche a Richard appena Liam sale sul palco.

"Maria, Maria, la rissa... è successa una cosa... " Liam arriva di corsa col fiatone.
"Ma no Chino, ti sbagli: la rissa non c’è stata" sorrido.
"Sì, Maria, c’è stata e Tony era lì" mi scuote.
"Tony! Cosa è successo a Tony? Dimmelo!" mi agito.
"Tony ha ucciso tuo fratello" allenta la presa per poi scappare via, lo inseguo ma poi mi fermo.
"No, non è vero. Chino! Perché mi hai mentito?" urlo.
Entra Andrew, nei panni di Tony.
"Assassino! Assassino!" urlo ancora più forte, poi lo colpisco, lui mi tira tra le sue braccia mentre piango, penso a mio padre e a mia madre, e le lacrime scendono.
"Ho cercato di fermarli, non volevo fare del male a Bernardo ma Riff era come un fratello. E lo ha ucciso... quando lui ha ucciso Riff... non so cosa mi ha preso! Vengo a chiedere il tuo perdono così potrò andare alla polizia" mi guarda negli occhi.
"No, non andare" mi asciugo le lacrime.
"Devo" si allontana da me.
"No Tony non puoi; ti amo così tanto… stringimi e basta" mi avvicino a lui.
"Allora ti porterò via. Dove potremo stare insieme, solo noi due. Salvi per sempre" prende il mio viso tra le mani e dopo aver sussultato un attimo sento le sue labbra sulle mie.


«Potrei piangere» si asciuga una lacrima finta.
«Chi è l’idiota ora?» rido.
«Siete stati molto bravi, sul serio» annuisce «Siamo in ritardo, sono le 3pm passate, facciamo l’ultima scena dello spettacolo e poi potete andare» indica a Steven di salire sul palco mente io vado dietro le quinte.
Vedo Tom avvicinarsi a Richard per dirgli qualcosa all’orecchio, lui annuisce e non accende la videocamera mentre Steven e Andrew recitano. Strano, non so perchè.

"Tony, ascolta" si avvicina ad Andrew.
"Andremo a vivere in campagna, ci sposeremo e.." gli sorride.
"Ti prego Tony, ascoltami!" urla lui.
"Oh, grazie tante Doc" lo guarda negli occhi.
Steven lo schiaffeggia "Tony, taci!" urla "Ascoltami! Maria è morta!" dice per poi fare un lunga pausa "Chino ha saputo di te e Maria e l’ha uccisa"
"Chino? Chino!" urla "Chino, uccidi anche me!" gira per il palco alla ricerca di Liam "Chino, uccidimi, uccidi anche me! Dai, vieni a prendermi!"
Entro in scena io, lo sto per abbracciare Andrew ma entra Liam che spara contro il mio amato con una pistola di pallini. Corro verso Liam e gli prendo la pistola.
"PRENDI LA MIA MANO E TI PORTERÒ LÁ" diciamo cantando io e Andrew
"DA QUACHE PARTE UN GIORNO DA QUALCHE PARTE" canto.
Entra Henry che fa Baby John e inizia a venire nella mia direzione.
"Non vi avvicinate! Non lo toccate! Siete contenti, adesso? L’avete ucciso, e anche mio fratello, e Riff... non con le pistole, ma con l’odio! Chino, come si usa questa? Basta premere questo grilletto? Anch’io posso uccidere adesso, perché anch’io odio. Quante pallottole ci sono, bastano per te... e te, basta che rimanga una pallottola per me... " piango mentre urlo.


«Ottimo, ottimo, ottimo» applaude «Davvero fantastici, ora potete andare, ci vediamo domani» sorride «Winter, vieni un attimo»
«Certo» esclamo dopo aver mandato un messaggio a Connor.
«Sei stata davvero brava, sei dotata di grande talento, spero che tu voglia fare l’attrice» mi fa sedere su una poltroncina.
«Si, è la mia intenzione» lo guardo «Recito dalle elementari» lego i capelli in una coda veloce.
«Si, credo proprio che hai scelto la strada giusta, e secondo me avrai anche molto successo» mi sorride prima di lasciarmi sola. In teatro.
Tiro giù le maniche della felpa dopo essermi messa lo zaino sulle spalle, camminando verso l’uscita del teatro mi ricordo la frase detta dalla professoressa Darbus a Troy in High School Musical 3. Si ero una patita di quei film.
«Il palcoscenico può essere un partner meraviglioso nel processo della scoperta di noi stessi» sussurro mentre esco da teatro, e devo dire che il palcoscenico mi ha veramente aiutato a scoprire cosa voglio fare per il resto della mia vita.




























 
POV AUTRICE:
 

Ehi bella gente, buenas diass ahah :)

Mi scuso per eventuali errori di battitura o ect non l'ho riletto bene perchè sono in ritardo, ve lo lascio così, aspetto le vostre meravigliose recensioni.
Ringrazio chiunque legga questa storia.
A venerdì prossimo.

peetarms.


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Capitolo 13
*** Both of us ***


I can feel your pain, I can feel your struggle
You just wanna live, been levitating so low
That you could drown in a bubble
That’s why I gotta hold us up, yeah hold us up
- Both Of Us, BoB. ft Taylor Swift








 


Le note di Life On Mars di David Bowie mi svegliano. Rotolo fuori dalle coperte spegnendo il telefono. Rimetto la testa sotto il trapuntino subito dopo averla spenta.
Mi beo del calore per ancora un paio di minuti, quando suona anche la sveglia successiva decido di alzarmi. Cammino fino alla finestra e noto che piove.
Sorrido, dopo di che esco dalla stanza andando in bagno.
Dopo essermi spogliata ed aver messo i panni sporchi nella cesta, entro nel box doccia. Il getto d'acqua fredda mi sveglia completamente, regolo la temperatura facendola diventare calda.
Una ventina di minuti dopo sono di nuovo in camera da letto con i capelli asciutti e profumati, stessa cosa per il corpo.
Apro l'armadio, vestendomi in modo più leggero ora che la primavera è arrivata, jeans chiari, camicetta e giubbotto di jeans. Dopo aver preso uno dei cappelli di Josh infilo le vans nere.
Mi avvicino alla scrivania dove prendo il libro di psicologia, chimica, biologia, matematica e francese con i rispettivi quaderni mettendoli nello zaino, infine recupero il telefono da sopra il letto. Metto lo zaino sulle spalle ed esco dalla stanza scendendo le scale.
«Buongiorno Win» la voce di Connor mi accoglie quando entro in cucina.
«Giorno Conn» mi avvicino a lui stampandogli un bacio sulla guancia.
«Pronta per oggi?»
«Assolutamente si! Josh torna e stasera abbiamo la prima» prendo una tazza «Finalmente Josh scoprirà la parte migliore di me» verso il caffè.
«La parte migliore di te? Perché il resto è la parte peggiore?» si siede al tavolo con me mentre mangia latte e cereali.
«Diciamo di sì» annuisco dopo aver bevuto un sorso della bevanda marrone.
«Ma smettila» mi guarda serio.
Faccio spallucce mentre prendo il telefono per mandare il buongiorno a Josh.
«Allora ti vengo a prendere durante la pausa pranzo e andiamo all'aeroporto a prendere Josh, dopo di che ti riportiamo a scuola»
«Sì, devi dirgli che io non posso essere a casa con lui perché devo aiutare Hailee a studiare» appoggio la tazza vuota dentro al lavandino.
«Glielo dici tu mentre siamo in macchina» esclama mentre prendo lo zaino.
«Okay» guardo l'orologio. 8.13am «Mi scoccia chiedertelo ma mi accompagneresti a scuola?» chiedo spostando lo sguardo dall'orologio al fratello del mio ragazzo «Non vedo l'ora di avere diritto ad utilizzare i soldi sul conto in banca fatto da mio padre per me»
«Per comprare una macchina?» domanda mentre si alza.
«Esattamente» mi avvio alla porta d'ingresso.
«Manca poco dai, un paio di giorni Win» sorride «Metto le scarpe e andiamo» sale le scale.
«Nove giorni» urlo e lo sento ridere.

«Grazie Conn, ci vediamo dopo» esclamo appena siamo davanti l'entrata della scuola.
«A dopo» sorride mentre metto fuori piede dall'abitacolo.
Appoggio lo zaino sulle spalle e supero il cancello, cerco tra gli studenti Nick o Hailee, dopo un paio di minuti li scorgo vicini alla quercia che abbiamo nel giardino della scuola, mi dirigo verso di loro.
«Buenas dias» li saluto.
«Ehi ecco qua la nostra Maria» ride Nick abbracciandomi.
«Grande giorno oggi» asserisce Hailee liberandomi dall'abbraccio di suo fratello.
«Sì, grande giorno» annuisco.
«Comunque potevi anche farmi finire di abbracciarla, maleducata» prende il pacchetto di sigarette dalla tasca dei jeans.
«Se sei noioso Nick» lo fulmina con lo sguardo.
«Sì, certo, come vuole sua signoria» fa una smorfia.
«Siete insopportabili quando fate così, vado da Andrew così potete continuare a discutere» mi allontano da loro.
Entro dentro alla scuola diretta all'armadietto del mio co-protagonista e come previsto lo trovo lì.
«Win, buongiorno» sorride.
«Buongiorno»
«Hai anche tu biologia ora?» chiede dopo aver chiuso armadietto, ed io annuisco «Oggi torna anche il tuo ragazzo no?» domanda una volta arrivati davanti alla nostra aula.
«Il mio ragazzo si chiama Josh» appoggio lo zaino sul banco mentre lo guardo «E si, torna fra un paio d'ore, durante la pausa pranzo esco vado all'aeroporto» mi siedo.
«Chiedo perdono. Me lo farai conoscere?» tira fuori dallo zaino il quaderno e il libro di biologia, seguito poi dall'astuccio.
«Certo»
«Qualche risposta dall'UCLA?» mi guarda.
«No, nulla» sospiro.
«Ti prenderanno Win, stai tranquilla» sorride rassicurandomi.
«Vedremo» faccio un mezzo sorriso prima di rivolgere lo sguardo sul libro visto che la prof è arrivata.

«Ti è arrivato un messaggio da Tom?» chiedo ad Andrew appena usciamo dall'aula di biologia.
«No, che ti ha scritto?» ci dirigiamo verso l'aula di chimica.
«Che mi vuole parlare, e che il prof di chimica sa già tutto»
«Allora raggiungilo in teatro» ridacchia.
«Sì, a dopo» lo saluto con la mano prima di cambiare direzione.
Dopo cinque minuti cammino tra la platea diretta verso il palco dove trovo Tom intento a dare ordine su dove appoggiare la scenografia.
«Mi cercavi?» strillo per attirare la sua attenzione.
«Dio Winter, mi hai spaventato» si porta una mano sul cuore ed io scoppio a ridere «Ridi ridi» sbuffa mentre finisce di sistemare la scenografia per questa sera «Comunque sì, ho ottime notizie per te» scende dal palco per prendere dei fogli dalla sua valigetta. Si avvicina a me porgendomi due opuscoli e due fogli stampati.
«Cosa sono?» mi siedo sulla poltroncina.
«Due scuole molto prestigiose di Los Angeles che hanno chiesto di averti» sorride mentre mi invita a prendere i due fogli.
«Borse di studio?» chiedo sorpresa dopo aver letto entrambe le e-mail «Ma io non ho fatto domanda a loro, ma all'UCLA. Non ho inviato nessun materiale, ne scolastico e soprattutto nessuna mia interpretazione» alzo lo sguardo.
«L'ho fatto io» sorride «Per questo che abbiamo filmato le prove l'altro giorno Win, non sapevo che scelte avessi fatto per il college così non volevo che il tuo talento andasse sprecato» si siede di fianco a me mentre io rileggo le e-mail dei due college.
«Wow, non ci credo che la The American Academy of Dramatic Arts voglia proprio me» porto la mano alla bocca.
«E puoi scegliere se frequentarla qui a Los Angeles o a New York. Hai talento da vendere Winter, sei nata per fare questo» mi guarda negli occhi «Mi sorprende che tu non sia già famosa»
«Non ho mai fatto provini» ammetto.
«Per quale motivo?»
«Ho sempre pensato che non fossi abbastanza brava e che dovessi migliorare, così per evitare delusioni non ho mai sostenuto un'audizione» sospiro «Ma ora ho capito che ho sprecato solo tempo, se questi due prestigiosi college vogliono me ci sarà un motivo no? Non ho mai ascoltato mio padre quando mi diceva che non dovevo tenere il mio talento per me, non ho mai neanche ascoltato il mio migliore amico»
«L'importante è che tu abbia finalmente capito quanto talento hai, e se vuoi farmi felice ti chiedo solo una cosa» si alza.
«Cosa?»
«Promettimi che non smetterai di recitare, che sia in teatro o nel mondo del cinema» la sua voce è seria.
«Prometto, non smetterò mai di recitare» mi alzo anche io dopo aver ripreso lo zaino 'Se l'UCLA mi risponderà quale college dovrò scegliere»
«Quello che credi più giusto per te, quello che ti porterà a brillare ancora di più» afferma prima di risalire sul palco tornando a finire il suo lavoro «Ci vediamo oggi pomeriggio per la prova generale signorina Davis» si volta con un sorriso divertito.
«Perfetto. Grazie signor Miles» ride mentre esco dal teatro con in mano il mio futuro.
Ho due college più che prestigiosi che mi hanno scelto.
The American Academy of Dramatic Arts e Berg Studios: Acting Classes & Repertory Theater.
Cammino fino alla classe di chimica anche se ormai è tardi per la lezione, mi appoggio nel muro di fronte mentre sfoglio gli opuscoli che Tom mi ha consegnato.
Dopo una decina di minuti, mentre sono ancora nella fase di shock suona la campanella, stringo gli opuscoli al petto mentre aspetto Andrew.
«Allora, che ti ha detto? Racconta» quasi urla appena è di fronte a me mentre io metto gli opuscoli dentro allo zaino.
«Prima troviamo Nick e Hailee» lo guardo «Nick ha psicologia con noi, ora chiamo Lee mentre andiamo verso l'aula» prendo l'i-phone dalla tasca componendo il numero di Hailee dopo aver sbloccato il telefono.
«Winter dimmi» dice appena accetta la chiamata.
«Vieni davanti all'aula di psicologia» chiudo la chiamata.
«Rapida» Drew ride.
«Sì, soprattutto con le perché poi comincia a fare mille domande» faccio spallucce.
«E tu ti innervosisci» ridacchia.
«Esattamente» mi appoggio con la schiena al muro di fronte l'aula di letteratura nell'attesa di Nick e Hailee.
«Lee non viene, ha un test» esclama Nick appena arrivato.
«Allora ve lo dirò appena finiscono le lezioni» mi avvicino alla porta dell'aula.
«Nono» la presa dei due ragazzi sui miei polsi mi fa indietreggiare.
«Avanti, racconta» Andrew incrocia le braccia, sorrido mentre estraggo dallo zaino gli opuscoli dandone uno ad entrambi.
«Dimmi che è quello che sto pensando» la voce del mio co-protagonista è entusiasta.
«Sì, è quello che pensi» in meno di due secondi sono entrambi su di me, intrappolata nel loro abbraccio non posso fare a meno di ridere.
«Dio, sono orgoglioso di te, sono due college importanti» mi guarda orgoglioso Nick.
«Sì, non sapete lo shock che ho subito quando Tom mi ha consegnato questi fogli»
«Io te lo avevo detto, hai troppo talento per nasconderlo» il sorrido di Andrew è trionfante.
«Chiedo perdono padrone» rido di nuovo.
«Meglio se entriamo, il prof sta arrivando» Nick interrompendo le risate tra me e Andrew
«Vamos» entro dentro all'aula, gli ultimi tre banchi liberi sono in terza fila, ottima posizione per seguire psicologia «Dopo psicologia abbiamo la pausa pranzo, io esco vado a prendere Josh con Connor all'aeroporto» mi volto verso Nick.
«Va bene, allora lo dirai a mia sorella quando torni» mi risponde sedendosi sulla sedia, io e Andrew lo copiamo.
Dopo cinque minuti siamo tutti e tre con i libri aperti su Sigmund Freud. Scrivo il suo nome e cognome sul quaderno a quadretti con il pennarello rosso, dopo di che prendo la penna nera, dopo aver richiamato l'attenzione della classe il prof Kimty comincia a spiegare.
«Sigmund Freud nacque nell'attuale Cecoslovacchia nel 1856 e morì a Londra nel 1939.  É stato un neurologo, psicoanalista e filosofo austriaco, fondatore della psicoanalisi, una delle principali correnti della moderna psicologia. Ha elaborato la teoria dell'"iceberg", secondo la quale l'inconscio governa il comportamento e il pensiero degli esseri umani e delle interazioni tra individui. Dopo la laurea in medicina si dedicò allo studio dell'ipnosi e dei suoi effetti nella cura di pazienti psicolabili, influenzato dagli studi di Josef Breuer sull'isteria, in particolare dal caso Anna O., al quale si interessò sulla base delle considerazioni di Charcot che individuava nell'isteria un disturbo della psiche e non già una simulazione come ritenuto fino ad allora» seguo attentamente le sue parole e prendo appunti quando non trovo qualcosa sul libro di testo «Davis per favore, legga come continua la vita di Freud a pagina 159, in basso» mi guarda, annuisco e avvicino il libro, prendo il respiro prima di cominciare a leggere.
«Di questo periodo furono le intuizioni che formano il nucleo della psicoanalisi: il metodo d'indagine mediante l'analisi di associazioni libere, lapsus (da cui il lapsus freudiano), atti involontari, atti mancati e l'interpretazione dei sogni, e concetti come la pulsione, le componenti dell'inconscio e della coscienza, il Complesso di Edipo, la libido e le fasi dello sviluppo psicosessuale. Le idee e le teorie di Freud - viste con diffidenza negli ambienti della Vienna del XIX secolo - sono ancor'oggi dibattute, non solo in ambito medico-scientifico, ma anche accademico, letterario, filosofico e culturale. La psicoanalisi in quanto teoria della mente e dell'inconscio è ancora abbastanza accettata, ma molti ne hanno messo in discussione l'efficacia terapeutica.»
«Perfetto, le posso rivolgere una domanda signorina Davis?» chiede sedendosi sul bordo della cattedra.
«Certo»
«Lei cosa ne pensa delle idee e delle teorie di Sigmund Freud?» mantiene lo sguardo su di me.
«Lo conoscevo già prima di questa lezione, me ne aveva parlato mio zio che è psicologo» faccio una piccola pausa «E conoscendolo già abbastanza, io sono d'accordo con le sue teorie e le sue idee»
Lui annuisce, poi si alza cominciando a camminare per la classe «Scommetto che come stato su Whatsapp, stato di Facebook o semplicemente come tweet su Twitter avrete almeno scritto una volta una frase del signore che stiamo studiando oggi» sorride. Un brusio di voci si fa spazio all'interno della classe «Davis continuo a parlare con lei visto che mi ha detto che lo conosce un po' meglio degli altri» ritorna alla cattedra dove prende in mano il pennarello per scrivere sulla lavagna bianca «Le volevo chiedere se ha mai letto qualche sua frase; se lo ha fatto si alzi e venga a scrivere la frase alla lavagna, le frasi di Freud rimangono impresse nella testa di solito»
Appoggio la penna sul quaderno, dopo aver lasciato il cellulare nell'astuccio mi dirigo verso la cattedra e prendo il pennarello dalle sue mani mi avvicino alla lavagna, comincio a scrivere dopo aver tolto il tappo.

“I paranoici attribuiscono un’importanza enorme ai particolari più insignificanti del comportamento altrui, quelli che generalmente sfuggono alle persone normali.”


Mi allontano dalla lavagna ritornando al mio posto così da far leggere a tutti la frase che ho scritto.
«Ottima scelta Davis. Meno male che non hai scritto la solita frase che mi scrivono tutti» volta le spalle alla classe per scrivere sotto alla mia frase «Quando amano non desiderano, e quando desiderano non possono amare, insomma la solita frase scontata che mettono tutti come stato su Whatsapp» osserva la classe «Ora siate sinceri, alzino la mano quelli che avrebbero scritto la frase che ho appena detto se sareste stati al posto di Winter» i tre quarti della classe alza la mano «Mi ha fatto piacere che lei abbia scelto questa frase, perché io la penso nello stesso modo di Freud» si rivolge a me prima di cancellare la frase che ha scritto poco fa lasciando solo la mia.
«Anche io la penso così» esclamo prima che suoni la campanella.
«Per la prossima volta finite di studiare Sigmund Freud» dice ad alta voce prima di sedersi alla cattedra. Dopo aver messo tutte le mie cose nello zaino esco dall’aula al seguito di Nick e Andrew.
«Ora capisco perché il massimo dei voti in psicologia» sbuffa il mio co-protagonista.
«Non solo perché mio zio è psicologo» rispondo mentre guardo il telefono «Basta studiare con impegno, ora vado che Connor è fuori, ci vediamo dopo» corro verso l'uscita.


«Ehi ehi» urlo appena salgo in macchina di Connor.
«Poco esaltata» ride.
«Non prenderti gioco di me» mormoro tirandogli un pugno sulla spalla, mentre rido anche io.
«Andiamo prima che mi uccidi» mette in moto la macchina.
«Sei esagerato» appoggio lo zaino sul tappetino.
«Con te non si sa mai» ride ancora.
«Sei simpatico oggi Conn» gli lascio un altro pugno sulla spalla.
«Come te in fase premestruale» l'abitacolo è pieno della sua risata.
«Cerchi botte genio?» lo guardo.
«No secchiona» mi lascio andare anche io in una risata liberatoria unendomi alla sua.
«Sai, ho ottime notizie» interrompo il silenzio quando oramai siamo vicino all'aeroporto.
«Dimmi dimmi» la sua voce esaltata mi provoca tenerezza e un sorriso sincero.
«Non ora, è una cosa importante, ve la dirò stasera quando saremo a casa»
«I tuoi amici la sanno già?» mi osserva brevemente prima di svoltare.
«»No, ancora no, gliela dico appena ritorno» mento ridendo.
«Perché prima a loro e non a me che ti sopporto?» domanda divertito.
«Sei uno stronzo» un altro pugno sulla spalla mentre anche io.
«Questo per dimostrarmi quanto mi vuoi bene?»
«Ti detesto Connor Hutcherson» incrocio le braccia seria ma poco dopo scoppio a ridere.
«Che ti sei fumata? Marijuana?»
«Ho fumato le sigarette di Nick» alzo le spalle.
«Stasera gli chiederò se era nicotina o qualcos’altro» sorride mentre cerca parcheggio appena siamo in aeroporto.
«Sei malfidente» metto il broncio appena spegne la macchina.
«Andiamo da Josh» mi guarda, il sorriso ricompare sul mio volto «Si, devo proprio chiederglielo» scende dalla macchina ridendo.
«Chiediglielo pure, ma se poi rimani deluso non ti lamentare con me» gli faccio una smorfia mentre camminiamo verso l’entrata.
«Non mi lamento stai tranquilla» scuote la testa mentre entriamo «A che ora atterra Josh?» 
«È lì» lascio perdere il fratello del mio ragazzo e comincio a correre verso Josh, che appena mi vede lascia il borsone prendendomi al volo quando gli salto in braccio stringendolo forte.
«Dio se mi sei mancata» dice appena mi mette giù, mi lascia un bacio a stampo per non attirare ancora di più l’attenzione dei paparazzi.
«Anche tu» mi stringo ancora di più a lui.
«Conn» lo saluta mentre io inspiro il suo profumo che mi era mancato da morire, poco dopo lascio libero Josh per fargli abbracciare anche suo fratello «Andiamo» riprende il borsone «Abbiamo già attirato abbastanza l’attenzione»
«Tu dici?» ride Connor.
«Piccolo esserino hai stressato» lo picchio di nuovo.
«Ancora? Basta rompiscatole» mi scompiglia i capelli.
«Devo dire che vi siete conosciuti davvero bene in questo mese» Josh ride mentre io do un morso nella mano di Connor appena siamo fuori dall’aeroporto, lontani dai paparazzi.
«Sì, ci siamo conosciuti davvero tanto» fulmino con lo sguardo Connor.
«Vieni qui tu» il mio ragazzo mi stringe a se e io non oppongo resistenza. Camminiamo abbracciati fin quando arriviamo alla macchina.
«Josh, io ora devo tornare a scuola e oggi pomeriggio devo aiutare Hailee con francese» appoggio la testa sulla sua spalla.
«Ma sono tornato ora e non mi vedi da un mese» mette il broncio.
«Stasera avrai una sorpresa però» dice Connor al posto mio.
«Bella o brutta?» mi guarda malizioso,
«Joshua Ryan Hutcherson» rido.
«Sarà bella, molto» risponde ancora una volta il fratello del mio ragazzo.
«Mm, allora ne approfitterò per dormire, vedere com’è ridotta la nostra camera e passare tempo con mio fratello» mi sorride, il suo meraviglioso sorriso.
«Ottima idea» lo bacio, un bacio dolce, lento, cerca l’accesso alla mia bocca e io glielo concedo. Ci baciamo per un paio di minuti.
«Oh questo si che era un bacio di ben tornato» ridacchia mentre mi lascia ripetuti baci a stampo sulle labbra.
«Sì, questo era un bacio, e non sai quanto mi era mancato baciarti» mi accoccolo sul suo petto per il resto del tragitto fino alla mia scuola.
«Ci vediamo stasera» mi stacco a malavoglia dalle sue labbra.
«Va bene, a dopo» sorrido mentre mi allungo in avanti per lasciare un bacio sulla guancia a Connor che mi passa lo zaino.
«A dopo» scendo dalla macchina rientrando in tempo a scuola, anche se non ho pranzato.

«Allora com’è stato rivedere il tuo ragazzo dopo un mese?» chiede Hailee camminando al mio fianco mentre mi accompagna in teatro.
«Stupendo» sorrido mentre apro la porta.
«Immagino» mi siedo sulla poltroncina dopo aver salutato Tom.
«Guarda chi si vede» Brooke si siede di fianco a me.
«Uh la capo cheerleader» la voce della mia amica non potrebbe essere più scocciata.
«Almeno io sono brava in quello che faccio, teatro, tifoseria, atletica, pallavolo» ci fissa.
«Dato che sei una persona così sportiva perché non provi qualche nuovo sport? Tipo salto dal burrone, il tuffo sull’asfalto o il bunjee jumping con una corda al collo?» sento ridere Hailee e qualcun altro, mi volto trovando anche Andrew che è piegato in due dalle risate. Lei si alza andandosene senza dire niente.
«Io ti adoro ogni giorno sempre di più» asserisce quando si riprende.
«Aw, grazie» rido mentre mi alzo.
«Bene, bene, ora smettetela di ridere. Ora che i protagonisti sono arrivati, sul palco per la prova generale» Tom richiama l’attenzione di tutti.
Passiamo le successive tre ore a provare tutto lo spettacolo.
«Ho l’ansia» faccio un altro tiro dalla sigaretta mentre ci avviciniamo sempre di più alla macchina di Hailee.
«Andrà bene, fidati» Andrew mi prende le mani.
«Sì» mormoro poco convinta.
«Ci vediamo fra due ore» sale sulla sua macchina dopo avermi lasciato un bacio sulla guancia.
«Andiamo da me?» domanda Hailee passandomi di fianco dopo aver aperto la sua macchina.
«Va bene» annuisco prima di aprire la portiera.
«Josh sospetta qualcosa?» chiede mentre guida.
«Non credo, ora mando un messaggio a Connor» prendo il telefono dalla tasca dei jeans.

 
A: Conn
Josh sospetta qualcosa??

Il telefono vibra,
Sblocco il telefono.

 
Da: Conn
Ha dormito fino a venti minuti fa, dopo di che si è fatto una doccia e ora sta mangiando fra poco giochiamo alla play quindi non credo proprio.

«No, non sospetta nulla» sorrido.
«Rimarrà scioccato» ride «Sicuramente non se lo aspetta»
«Ti devo dire ancora una cosa molto importante» sorrido.
«Cosa?»
«Non urlare, e soprattutto non lasciare il volante» la guardo dopo aver risposto a Connor.

 
A: Conn
Perfetto, dovete essere a scuola intorno alle 7.30pm così ho il tempo di vedervi prima dello spettacolo.

«Prometto» si ferma al semaforo.
‘Stamattina Tom mi ha dato una bellissima notizia» comincio «Due prestigiosi college mi hanno offerto due borse di studio»
«I nomi, ora» accelera quando il semaforo diventa verde.
«The American Academy of Dramatic Arts e Berg Studios: Acting Classes & Repertory Theater» mi mordo il labbro inferiore, la vedo spalancare la bocca e voltarsi verso di me.
«Guarda la strada» urlo tra le risate.
«Tu stai scherzando?»
«No, non sto scherzando Lee. Mi vogliono davvero, sono scioccata anche io»
«Wow» sorride priva di parole,


«Win, vieni fuori, ora» la voce di Connor mi fa saltare in aria quando premo il dito sul tasto verde.
«Arrivo» chiudo la chiamata mentre verso la porta del teatro.
«Win dove vai?» domanda Andrew urlando.
«Da Connor e Josh» sorrido per poi aprire la porta. Corro verso l'uscita.
«Connor mi spieghi perché siamo nella scuola di Win?» Josh guarda suo fratello.
Il mio ragazzo è di spalle, mi avvicino lentamente per non farmi sentire e lo abbraccio da dietro lasciandogli un bacio sul collo.
«Amore» sorride voltandosi verso di me.
«Ciao» gli lascio un bacio a stampo.
«Che ci facciamo nella tua scuola?» mi abbraccia.
«Diglielo» Connor mi sorride.
«Sì, dimmelo» afferma Josh.
«La tua ragazza questa sera farà la prima di West Side Story» mi mordo il labbro inferiore mentre lo guardo, lui si allontana di poco. Guarda me e poi guarda suo fratello prima di sorridere.
«Tu, reciti? Tu sei un'attrice?» il suo sorriso aumenta.
«Bè, sogno di diventare attrice ma-» vengo stoppata da Connor.
«Sì Josh, lei è un'attrice» esclama sicuro delle sue parole.
Un attimo dopo sento le labbra di Josh sulle mie, sorrido mentre allaccio le braccia dietro al suo collo continuando a baciarlo.
«Oh avete finito» sbuffa Connor guardandoci, io e Josh ci guardiamo e scoppiamo a ridere.
«Sì Connor abbiamo finito» mi avvicino a lui per abbracciarlo.
«Andate a mangiare dai, ci vediamo dopo che ho un'altra bella notizia da dirvi» mi riavvicino al mio ragazzo «Avete i posti in prima fila, chiedete a Tom, tu Conn lo conosci»
«Va bene» annuisce.
«Non sai quanto sono felice» Josh mi lascia un bacio a stampo, sorrido.
«Vai a prepararti, a dopo, ti amo»
«Ti amo anche io» lo guardo negli prima di addentrarmi nei corridoi della scuola diretta in teatro, per vestirmi e truccarmi.

«Sei pronta?» chiede Andrew avvicinandosi a me appena siamo entrambi vestiti e truccati.
«Credo di sì» prendo un respiro profondo.
«Certo che lo sei» sorride.
«Anche tu» lo guardo.
«Io sono nervoso perché ti devo baciare e sotto al palco c'è il tuo ragazzo» ridacchia.
«Non sai quanto era contento»
«Sì perché reciti, non perché ti devo baciare» sbuffa divertito.
«Non è vero, allora che dovrei dire io? Lo dobbiamo fare perché interpretiamo una parte, lui lo sa meglio di chiunque altro. Quindi stai tranquillo okay?» sorrido.
«Va bene, mi fido, ma se mi picchia poi me la prendo con te»
«Piantala Andrew o ti picchio io»
«Venite tutti qui» ci richiama Tom urlando.
Ci avviciniamo a lui disponendoci in cerchio, quando cala il silenzio comincia a parlare.
«Sono davvero orgoglioso di voi, dell'ottimo lavoro che avete fatto in quest'ultimo mese e mezzo, non abbiamo mai preparato uno spettacolo in così poco tempo. Siete pronti, certo che lo siete, dovete solo credere in voi e nelle vostre capacità. Dovete lasciare il vostro nome quando salite su quel palco per prendere il nome del personaggio che dovete interpretare, dovete sentirlo vostro, viverlo, dovete entrare in empatia con esso. Comunque vada io sono entusiasta di voi» conclude con un sorriso.
«Al tre urliamo tre volte merda. Uno, due, tre»
«MERDA, MERDA, MERDA» urliamo tutti all'unisono.
Dopo di che ognuno al suo posto. 
Le luci si spengono, il sipario si alza e la musica parte.
Si va in scena.

Lo spettacolo è andato più che bene, il discorso di Tom ha dato energia ad ogni singola persona.
«Win, sei stata fantastica» si complimenta Andrew appena sono struccata e tornata nei miei vestiti.
«Anche tu» lo abbraccio.
Sento qualcuno tossire alle mie spalle, mi giro e trovo quattro persone.
Josh, Connor, Nick e Hailee.
Mi avvicino a Josh che sta sorridendo.
«Allora che ne pensi? Sono abbastanza brava?» mi mordo l'interno guancia in attesa del suo verdetto.
«Mi chiedi se sei abbastanza brava? Winter scherzi? Per quale motivo non hai fatto un provino per un film? Per quale motivo non sei ancora famosa?» quasi urla.
«È quello che ci siamo chiesti tutti Josh» Lee mi guarda contrariata.
«Perché è una povera idiota che ha poca fiducia nel suo talento» mi prende in giro Connor.
«Sempre sincero tu» rido.
«Mi adori di più quando lo sono» fa un sorrisetto angelico.
«Idiota»
«Nick tu non parli?» chiede Andrew al mio posto mentre io sono tra le braccia di Josh.
«Sono rimasto ancora più scioccato»
«Ma smettila» abbasso il viso.
«No sul serio Win, sei davvero bravissima, anzi fenomenale, sembravi Maria» Josh mi fa voltare verso di lui, fisso i suoi occhi e vedo sincerità.
«Comunque Josh, lui è Andrew, Andrew lui è Josh» li presento.
«Finalmente ti conosco, non ha fatto altro che parlare di te» gli sorride.
«Davvero?» si volta verso di me mentre sorride anche con gli occhi «Comunque piacere, e complimenti anche te»
«Grazie davvero, ci credo davvero ora che me l'hai detto tu»
«Allora ora è giunto il momento di dire a Josh e a Connor la bellissima notizia, che tanto loro tre sanno già» indico Nick, Andrew e Hailee.
«Qual'è questa bellissima notizia?» chiede Josh solleticandomi il collo col naso.
«The American Academy of Dramatic Arts e Berg Studios: Acting Classes & Repertory Theater mi hanno offerto entrambe una borsa di studio»
Mi stacco da Josh che sta sorridendo e Connor mi abbraccia.
«Lo sapevo, lo sapevo» mi stringe forte mentre io sorrido felice.
«Sono orgoglioso di te» esclama il mio ragazzo.
«Grazie» sorrido.
«Di cosa?» alza un sopracciglio, guardo gli altri scendere da dietro le quinte prima di rispondere.
«Non lo so, di tutto. Ti amo» lo bacio.
«Ti amo anche io»
«Mi sei mancato» intreccio le mie dita con le sue.
«Mi sei mancata tanto anche tu» mi bacia le dita.
Ci baciamo ancora per un po', poi decidiamo di uscire appena ho preso tutte le mie cose.
«Hai fame?»
«Sì, non mangio da ieri» rido.
«Per quale motivo?» mi guarda preoccupato.
«Non ho fatto colazione perché ero in ritardo, a pranzo sono venuta a prenderti, a cena ero impegnata a prepararmi per lo spettacolo e comunque avevo lo stomaco chiuso per mangiare qualcosa» appoggio la testa sulla sua spalla.
«Allora che ne dici se prendiamo qualcosa al McDrive e andiamo in spiaggia» propone.
Annuisco «Ormai la spiaggia è diventata il nostro posto» chiudo gli occhi e mi faccio guidare da Josh.
Non parliamo fin quando siamo in macchina.
«Che cos'hai?» infila la chiave nel quadro della macchina.
«Niente, perché?»
«Sembri ansiosa» appoggia una mano sulla mia coscia.
«Lo sono in realtà» ammetto sinceramente, la felicità ora ha lasciato posto all’ansia,
«Perché?» incatena i suoi occhi ai miei.
«Perché sono felice»
«E non è bello?» domanda dopo avermi dato un bacio a stampo.
«Va tutto troppo bene, è tutto perfetto equando le cose sono perfette nelle mia vita, vuol dire che stanno per distruggersi» abbasso lo sguardo.
«Win, le cose non si distruggeranno, hai già sofferto abbastanza» mi alza in mento con due dita «Ora meriti solo cose belle, e io voglio essere una di quelle perché ti amo» mi stringe a se prima di baciarmi. Lo bacio con trasporto fin quando ho fiato, dopo di che lui mette in moto la macchina pronto per guidare fino al McDrive.





















 

POV AUTRICE:
 

BUENAS TARDES (?) NON STUDIO SPAGNOLO MA CI HO PROVATO, QUINDI CORREGGETEMI SE HO SBAGLIATO.
PARLANDO DEL CAPITOLO, FINALMENTE JOSH É TORNATO, FESTEGGIAMO AHAHAHAH

DAI QUESTO É PER LO PIÚ UN CAPITOLO DI PASSAGGIO, MA SPERO DI RICEVERE COMUNQUE LE VOSTRE MERAVIGLIOSE RECENSIONI. 
CIOÉ SIAMO A QUOTA 130 RECENSIONI PER 12 CAPITOLI. VE SE AMA.
COME SEMPRE RINGRAZIO TUTTE LE PERSONE CHE SEGUONO LA MIA STORIA. QUELLE CHE L'HANNO MESSO TRA LE PREFERITE, TRA LE SEGUITE E TRA QUELLE DA RICORDARE. CHI RECENSISCE E ANCHE I LETTORI SILENZIOSI, CON LA SPERANZA CHE PRIMA O POI MI LASCINO UNA RECENSIONE.


DETTO QUESTO A VENERDÍ PROSSIMO.
AH, DOMENICA ERO ALLE CASCATE DELLE MARMORE, SE QUALCUNO DI VOI ABITA LÍ VICINO É DAVVERO FORTUNATO PERCHÉ É STATO BELLISSIMO.

peetarms.

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Capitolo 14
*** Grandma. ***


Grandma always takes the time
To make this young boy feel so fine
She's got her special ways
To chase the clouds away
And make the sun come out to shine
Grandma I'm glad that you're mine
- Grandma, The Moffatts.

 




Sorrido appena apro gli occhi quando trovo Josh che mi guarda.
«Buongiorno» mi lascia un bacio sulla fronte appena mi avvicino a lui.
«Giorno» lo abbraccio «Finalmente sei qui quando mi sveglio» gli lascio un bacio sul petto.
«Posso dire lo stesso» intreccia la sua mano con la mia.
«Ho fame» lo guardo.
«Anche io» sorrido «Che ne dici di preparare i pancakes?» si alza.
Lo guardo ed è bello anche con i pantaloni grigi della tuta e la maglietta a maniche corte bianche che gli fascia i muscoli delle braccia, con i capelli tinti di biondo tutti spettinati.
«Amo i pancakes» mi metto in ginocchio sul materasso.
«Lo so» mi tende una mano e io sguscio fuori dalle coperte, quando appoggio i piedi a terra mi lascia la mano.
«Vado giù, intanto tu indossa un paio di pantaloni della tuta non puoi scendere con solo indosso la mia maglietta»
Annuisco prima di lasciargli un bacio a stampo.
«Sei diventata troppo dolce» ridacchia.
«Allora me ne vado» dico fredda mentre mi allontano da lui.
«Eccoti» sorride mentre mi ritira a se.
Appoggio la testa sulla sua spalla, poi lo lascio andare di sotto mentre io mi avvicino alla scrivania alla ricerca dei pantaloni blu della tuta in mezzo a tutto il casino dentro a quella stanza. Esco dalla camera dopo aver controllato il telefono, nessun nuovo messaggio.
«Buondì» esclama Connor uscendo dalla camera degli ospiti mentre si stropiccia gli occhi
«Buongiorno» mi avvicino a lui lasciandogli un bacio sulla guancia.
«Il ritorno di Josh ti ha resa troppo dolce» ride dopo avermi abbracciato.
«Anche tu non scherzi» lo stringo più forte.
«Che tenera che sei oggi, un abbraccio stritola costole» mi stringe anche lui più forte.
«Sì, ti voglio uccidere» gli mordo una guancia.
«Ehi» porta la mano sul punto morso.
«Gne, prendimi» corro giù dalle scale, arrivo in cucina e mi nascondo dietro Josh intento a preparare i pancakes.
«Ehi voi due, fermi» asserisce con tono divertito mentre io e Connor ci rincorriamo per la cucina ridendo «Peggio dei bambini»
«Fiato, ho bisogno di fiato» Connor si siede sulla sedia.
Rido dopo aver lasciato un bacio sul collo di Josh mentre girava un pancake.
«Ti uccido» mi sorride.
«Di baci?» domando sedendomi di fianco a suo fratello.
«Ci devo ancora pensare» appoggia l'ultimo pancake nel vassoio poi lo porta a tavolo mentre io mi alzo per prendere la bottiglietta di sciroppo d'acero e di cioccolato mentre Connor prende la panna montata dal frigorifero.
«Comunque devo chiedervi una cosa» Josh si rivolge a me dopo aver versato lo sciroppo d'acero sopra ai suoi pancakes.
«Cosa?» appoggio la panna montata sul tavolo dopo averla messa nel mio piatto.
«Si, cosa?» si intromette Connor.
«Tu lo sapevi che lei recitava non è vero?» guarda prima me e poi suo fratello.
«Chi io?» porta un dito al petto «No, no certo che no» afferma con voce angelica, ma in giro di due secondi scoppiamo entrambi a ridere.
«Si che lo sapeva» ammetto tra le risate mentre taglio un pezzo del primo pancake per poi portarmelo alla bocca «Sono più buoni quelli di Connor» rimprovero il mio ragazzo.
«Ho fatto male a lasciarvi a casa da soli per un mese» sbuffa mentre io e Connor ridiamo «Siete diventati ancora più simili» sospira.
«Dai Josh, tu sei bravo a recitare e io sono bravo a fare i pancakes» Connor cerca di non soffocarsi con il caffè.
«Amore non fare il permaloso»
«Io permaloso?»
«Si tu» mi verso il caffè nella tazza «Comunque parliamo di cose serie ora»
«Auch, ora iniziano i guai» mormora Connor sottovoce, gli tiro una gomitata mentre beve un sorso di caffè che sputa tutto sul tavolo mentre io scoppio a ridere di gusto.
«Siete seriamente pericolosi insieme» esclama Josh guardandoci.
«E tutta questa gelosia Joshua da dove la tiri fuori?» chiede pulendo il disastro che ha abbiamo combinato.
«Non sono geloso» si alza portandosi dietro il piatto per finire di mangiare sul ripiano.
«Sì che lo sei» mi avvicino a lui circondandogli la vita con le braccia.
«Smettila»
«Sei acido» aumento la presa ancora di più, avvicino la bocca al suo orecchio «Piantala di fare il geloso, io amo solo te» sussurro.
Lascia la forchetta e mi abbraccia forte, sorrido prima di dargli un bacio sul collo.
«Ho una proposta per te» appoggia le sue labbra sulla mia fronte.
«Dimmi» chiudo gli occhi per godermi meglio il momento.
«Ti va di andare in Kentucky?»
«Sei serio? No perché mi manca davvero tanto e se è uno scherzo è di cattivo gusto» spalanco gli occhi.
«Non è uno scherzo, manca anche a me. E se ti va, possiamo andare a conoscere tua nonna» sorride.
«Staremo nella mia vecchia casa» il mio tono non ammette repliche e lui annuisce.
«Va bene, dove vive tua nonna?» domanda appoggiando il piatto vuoto all'interno della lavastoviglie.
«Christine ha detto che vive a Louisville se non si è trasferita, di sopra ho l'indirizzo» rispondo ritornando vicino a Connor che nel frattempo ha ripreso a fare colazione.
«Allora dopo ci organizziamo» mi lascia un bacio sulla testa «Vado a fare una doccia, poi ne parliamo meglio»
«Voi due da soli per più di una settimana in Kentucky» mi guarda Connor appena finisce la sua colazione «Devo andare a comprarvi gli anticoncezionali di corsa» ridacchia.
«Quando sei idiota» gli tiro uno schiaffo mentre rido.
«Mai quanto te» mi bacia la guancia prima di uscire anche lui dalla cucina.
Scuoto la testa mentre mangio una forchettata di pancakes, ma a metà mi fermo, sono piena. Mi alzo per sistemare il tavolo, metto le tazze, i piatti e le posate dentro la lavastoviglie, li seguono a ruota i recipienti utilizzati da Josh e la padella dove ha cotto i pancakes.
Butto il resto della mia colazione nella spazzatura, dopo di che metto anche il mio piatto all'interno della lavastoviglie, che dopo pochi attimi è già intenta a lavare il suo contenuto con il programma che ho scelto.
Esco dalla cucina dopo aver pulito il ripiano e il tavolo con la spugna ed aver messo lo sciroppo d'acero, la panna montata e il cioccolato al loro posto.
Salgo le scale diretta in camera mia e di Josh, quando entro lo trovo intento ad asciugarsi il capelli con l'asciugamano a petto nudo.
«Che bell'accoglienza» sorrido dopo aver chiuso la porta.
«Peccato che io non ti colga mai in momenti come questi» sorride anche lui dopo aver appoggiato l'asciugamano sulla scrivania.
«Ti piacerebbe eh» rido quando sono davanti a lui.
«Decisamente» si sporge in avanti per baciarmi ma mi giro di lato così da farmi baciare la guancia «Ehi» mette il broncio.
Rido mentre prendo il telefono dal comodino. Un nuovo messaggio.

 
Da: Andrew
Win hai per caso da fare oggi?

«Josh dobbiamo fare qualcosa oggi?» chiedo appena finisce di asciugarsi i capelli con il phon.
«A parte decidere quando partire per il Kentucky no, perché?» domanda infilandosi una maglietta blu a maniche corte.
«Andrew mi ha scritto se avevo da fare» lo guardo: jeans e maglietta, semplice ma 
perfetto.
«Il ragazzo che viene a scuola con te?» si siede di fianco a me.
«Sì» annuisco mentre premo le dita sulla tastiera.

 
A: Andrew
No nulla, perché?

«Sono curiosa» mi appoggio con la testa sul petto di Josh, poco dopo comincia a giocare con i miei capelli e io chiudo gli occhi godendomi in pieno questo momento.
Il telefono appoggiato sopra la mia pancia vibra.
Nuovo messaggio.

 
Da: Andrew
Ti va di uscire a pranzo? Ti vorrei presentare la mia ragazza
 
A: Andrew.
Uscita a quattro, porto anche Josh. Va bene?

«Ti va un'uscita a quattro?» alzo lo sguardo verso Josh intento ancora a giocare con i miei capelli.
«Va bene, basta che non sia in centro non ho voglia di avere i paparazzi intorno» mi bacia la tempia.
«No tranquillo» sorrido.

 
Da: Andrew
Per me è perfetto. Mio zio ha un locale fuori LA.
 
A: Andrew
Ottimo perché Josh non vuole avere paparazzi intorno.
Inviami l'ora e l'indirizzo.
A dopo.

Suo zio ha un locale fuori Los Angeles» mi stringo di più a Josh dopo aver inviato il messaggio.
«Perfetto. Ti va di partire domani per il Kentucky? O non vuoi perdere giorni di scuola?» mi accarezza i capelli.
«Voglio stare con te prima che tu parta per l'Europa»
«Allora dopo prenoto i biglietti, quanto vuoi rimanere?»
«Fin quando non parti, tanto sono avanti con lo studio» sorrido.
«Mi piace questa cosa» ridacchia «Andremo anche ad Union dai miei per un po' va bene?» mi guarda. 
«Certo, andremo quando vuoi. Dai 'miei zii' ho la mia vecchia macchina quindi utilizzeremo quella»
«Allora sarà tutto perfetto»
«Sì, se non incontreremo Matt» sospiro.
«Dovete parlare, in fondo è sempre il tuo migliore amico no» mi accarezza la guancia.
«Ecco perchè ti amo, sei comprensivo e sai dirmi sempre le cose giuste» sorrido.
«Lo so è uno dei miei tanti doni» si vanta.
«Hutcherson» rido.
«Davis»
«Ti amo» lo guardo negli occhi.
«Ti amo anche io» mi bacia.

«Winter anche questa» esclama Connor davanti all'armadio.
«Non so per quale motivo ti sto facendo scegliere i vestiti da mettere in valigia» sbuffo.
«Perchè mi vuoi tanto tanto bene» sorride.
«No ti odio» arriccio il naso.
«Tanto tanto bene mi vuoi» utilizza il tono di voce dei bambini.
«Zitto idiota e passami i vestiti» ordino dopo aver finito di preparare i libri di testo per ripassare. Avevo deciso con Josh mentre tornavamo dal pranzo con Andrew e la sua ragazza di portare qualcosa da studiare per non impigrirmi.
«Intanto che vai in ''vacanza'' hai tempo per pensare a quale college scegliere»
«Credo di aver fatto la mia scelta ma ho bisogno di pensarci comunque e di cercare più informazioni su entrambi i college» apro la mia valigia per metterci dentro i vestiti dopo averli piegati.
«Fai bene» mi lascia un bacio sulla guancia «Vado giù a mangiare qualcosa che ho fame» esce dalla stanza.
«Sempre a mangiare» borbotto.
Faccio partire le note Right Place, Right Time di Olly Murs dal computer che comincio a cantare. Poco prima che la canzone finisca entra in camera Josh, che sorride.
«Non solo sei brava a recitare hai anche una bella voce»
«Sì, certo»
«É vero ma se non mi vuoi credere fai come vuoi. Comunque ho prenotato i biglietti»
«A che ora abbiamo il volo?» mi avvicino alla scrivania per prendere una sigaretta dal pacchetto.
Josh mi guarda male ma io gli sorrido «Alle 9.27am» mi fissa mentre esco in terrazzo dopo aver preso l'accendino.
«Perfetto» inspiro la nicotina.
«Sì» apre il suo borsone ancora pieno dove aggiunge soltanto un paio di cose prima di richiuderlo.
«Mi devi dire come sono stati gli MTV Movie Awards. Sei venuto a Los Angeles ma noi eravamo in gita» mi siedo con la schiena appoggiata alla ringhiera.
«Ho portato Connor, è stato bello passare del tempo con lui ed averlo accanto in quel momento» sorride.
«Lo so, io e Hailee siamo sgattaiolate fuori dalle nostre stanze e siamo andate nella camera delle nostre altre compagne di classe visto che loro avevano la tv» sorrido «Vederti vincere il Best Male Performance è stato stupendo, poi avevi le lacrime agli occhi»
«É stato un momento veramente stupendo ed emozionante» sorride al ricordo.
«Poi il miglior film Catching Fire» esclamo entusiasta «Vedere te e Sam insieme sul palco a ritirare quel premio è stato un'altro dei miei momenti preferiti»spengo la sigaretta finita.
«Credevo che non avremmo vinto visto che io e Jenn avevamo già entrambi i premi, ma invece siamo andati a casa con tre popcorn» ride «Peccato per Sam»
«Ti giuro che l'ho votato fino a quando non mi sono sentita più le dita, lo stesso per te e Jenn»
«Mi piace la tua parte da fan» ride.
«Prendimi pure in giro» faccio una smorfia.
«Dai Win» continua a ridere.
Non lo degno di uno sguardo.
«Sei permalosa, amore» mi abbraccia.
«Quando fai così sì»
«Ma io dicevo sul serio Win, non stavo scherzando» mi guarda negli occhi.
«Giura» punto un dito contro il suo petto
«Giuro» porta una mano sul cuore. Sorrido e lo abbraccio rimaniamo così fin quando non gli suona il telefono.
«Dimmi Jenn» si siede di nuovo tirandomi poi sopra le sue gambe mentre parla al telefono «No, non stavo facendo niente con Winter, piantala di pensare male» alza gli occhi al cielo mentre io rido sotto i baffi «E tu piantala di ridere» mi guarda «Sì è qui con me...Dio Jenn come ti fanno a venire in mente certe idee?» esclama scioccato, cerco di immaginare cosa possa aver detto e sorrido ma lo nascondo mordendomi un labbro «Sì te la farò conoscere quando pianterai di dire cazzate a tutto andare» ride «Sì allora mai» ride ancora più forte, lo osservo mentre ride e non posso fare a meno di sorridere «Jenn sai che domani andiamo in Kentucky io e Win?» dice dopo essersi calmato «Sul serio, anche tu lì, allora dobbiamo cambiare programmi» si rivolge più a me che a lei, la sento urlare: "Ehii", rido e scuoto la testa «Staremo ad Island, nella casa di Winter poi dobbiamo fare un paio di cose, speriamo di non incontrarti visto che saremo a Louisville, incrociamo le dita» sento un'altro urlo della ragazza e rido anche io «Scusa Jenn, speriamo di incontrarti» si morde un labbro per non scoppiare a ridere ancora«'Poi andremo dai miei per un paio di giorni, partirò per la Francia dal Kentucky, tu che fai torni a Los Angeles o rimani lì?» chiede «Ah okay, poi ci organizziamo, certo che ti voglio vedere, mi manchi Shrader» mormora sincero.
«Joshifer» sussurro felice.
«Ti ho sentito Win» mi guarda ridendo «Non ha detto nulla di sconcio Jenn» alza di nuovo gli occhi al cielo «Ha detto Joshifer» mi guarda «Sì l'adori di già va bene» ride, non posso fare a meno di sorridere «Sì, Jenn, ci sentiamo presto, va bene, ti voglio bene anche io, ciao» chiude la chiamata.
«Io la adoro» guardo Josh, come risposta ricevo un bacio.
«L'adoro anche io, è completamente pazza» ridacchia.
«Sì è facile amarla per questo motivo» mi stringo di più a Josh.
«Sì, è vero» passa le dita lungo la spina dorsale, questo gesto mi rilassa e calma e lui lo sa bene.
«Mi vuoi far addormentare?» domando sbadigliando.
«Non sarebbe una brutta idea vederti dormire in braccio a me» soffia al mio orecchio.
Annuisco mentre mi beo della dolcezza del mio ragazzo, così pian piano mi addormento tra le sue braccia ed immersa nel suo profumo.

«Amore devi svegliarti» la voce di Josh mi strappa dal mondo dei sogni, apro lentamente gli occhi per farli abituare alla luce del sole che proviene dalla finestra.
«Ma non eravamo in terrazzo e non era sera?» mi alzo dal letto mentre mi stropiccio gli occhi.
«Alla fine ti sei addormentata» sorride «Comunque giorno» si avvicina a me lasciandomi un bacio a stampo.
«Puzzo, ho bisogno di una doccia» sbadiglio.
«Intanto porto giù le valigie» prende la mia valigia blu notte e il suo borsone, io annuisco mentre continuo a sbadigliare avvicinandomi all'armadio. Una volta presi i vestiti esco dalla stanza diretta in bagno per fare un doccia.
Chiudo la porta a chiave prima di spogliarmi, entro dentro il box doccia e una decina di minuti dopo sono sul tappetino con i capelli gocciolanti e il corpo bagnato. Asciugo prima  i capelli con l'asciugamano poi con il phon. Dieci minuti dopo sono fuori dal bagno con indosso un paio di jeans skinny neri, un maglione bianco, un giubbotto di jeans sopra e come tocco finale una collana lunga con una croce in argento.
Scendo di sotto dopo aver preso il libro e l'i-phone dalla camera.
«Giorno» esclamo appena entro in cucina.
«Buongiorno Win» sorride Connor mentre mi abbraccia «Come siamo belle e profumate, però la collana è di bellezza, no? Tu sei atea, giusto?» mi lascia un bacio sulla guancia.
«Giorno, la collana è solo di bellezza visto che io sono atea» ricambio l'abbraccio.
«La colazione è pronta» Josh ci sorride.
«Non ho fame, prendo solo un caffè» prendo la tazza dopo aver sciolto l'abbraccio con Connor per versarmi dentro del caffè appena fatto.
«Vi devo accompagnare?» chiede Connor tra un boccone e l'altro di uova strapazzate.
«Sì, ma se hai da fare prendiamo un taxi» guardo Josh che annuisce.
«Era solo per sapere» sorride tornando a mangiare la sua colazione, e lo stesso continua a fare Josh.
Un'ora e mezzo dopo siamo davanti al nostro imbarco.
«Ci sentiamo presto Win va bene?» domanda Connor abbracciandomi.
«Sì idiota» rido prima di lasciargli un bacio sulla guancia.
«Ora dico a te di prenderti cura di lei» il fratello del mio ragazzo si rivolge a lui dopo aver sciolto il nostro abbraccio.
«Lo farò Conn» sorride ricambiando l'abbraccio.
«Saluta mamma e papà, digli che fra un po' sarò di ritorno»
«Va bene lo farò» afferma Josh prima di mostrare il biglietto alle hostess che ci fanno gentilmente passare. In men che non si dica siamo seduti nei nostri sedili. Io dalla parte del finestrino e Josh di fianco al corridoio.
«Come facciamo ad entrare in casa tua se le chiavi le ha tua mamma?»domanda guardandomi dopo avermi preso la mano.
«Perchè io da brava intelligente non gli ho mai riconsegnato le chiavi di casa» piego la testa di poco sorridendo.
«Sei terribile» si allunga in avanti per baciarmi.
«Però mi ami» mormoro sulle sue labbra.
«Sì questo sì» mi lascia un ultimo bacio a stampo.
Dopo di che allacciamo le cinture di sicurezza, prendo le cuffie e il telefono dalla borsa. Passo un auricolare a Josh e dopo essermi appoggiata alla sua spalla faccio partire Lights di Ellie Goulding.


«Ciao Luke» porto il telefono all'orecchio dopo che siamo usciti dall'aeroporto.
«Win che sorpresa» esclama lui dall'altra parte del telefono.
«Ascolta avrei bisogno di un favore» batto il piede per terra.
«Dimmi» risponde lui con il suo solito tono gentile.
«Mi verresti a prendere all'aeroporto? Però non in moto sono in compagnia»guardo Josh che risponde ad un messaggio.
«Certo, chiedo la macchina a mamma e arrivo» acconsente.
«Grazie, a fra poco. Luke, solo una cosa, non dire a tua madre che sono qui»
«Stai tranquilla non dirò niente a nessuno» chiude la chiamata.
«Lo spero Luke, lo spero vivamente per te» borbotto rimettendo il telefono nella tasca anteriore dei jeans
«Allora il tuo cuginetto ci viene a prendere?» sorride.
«Sì, il mio cuginetto di ventiquattro anni ci viene a prendere» annuisco.
«Non mi avevi detto che aveva ventiquattro anni»
«Non me lo avevi chiesto Hutch» mi mordo il labbro inferiore per non scoppiare a ridere.
«Ribadisco quello che ho detto sull'aereo» prende le mie mani per farmi avvicinare a lui «Sei terribile» mi guarda negli occhi.
«Sì è vero» sorrido.
«Almeno ne sei consapevole» ride.
«Certo Joshua» affermo prima che lui mi tiri a se per baciarmi.

«Così tu sei il famoso Josh» dice con voce grave Luke mentre guida verso casa mia ad Island.
«Sì»
«Luke lo stai spaventando» ridacchio.
«É il mio compito in fondo tu non hai un fratello» risponde mio cugino guardandomi mentre sorride.
«Okay ma non credo che mio fratello lo spaventerebbe così tanto» mi volto verso Josh.
«Tranquilla Win» mi tranquillizza il mio ragazzo «É normale visto che tiene a te»
«Vedi è intelligente il ragazzo, mi stai già simpatico» gli sorride «Come mai siete venuti in Kentucky?» mi guarda.
Mi volto verso «Dobbiamo incontrare una persona prima che Josh parta per l'Europa»
«So che non è Matt Win, non vi parlate da mesi» sospira.
«Come fa a saperlo?» chiede Josh.
«Si conoscono da una vita, oltre che ad essere il mio migliore amico è anche il suo, hanno la stessa età si sono conosciuti appena sono nati» lo guardo.
«Io e Matt siamo nati lo stesso giorno, le nostre mamme erano nella stessa camera all'ospedale» sorride.
«Non ci credo» esclama incredulo il mio ragazzo.
«Sì è vero» confermo.
«Poi è arrivata Winter e mi ha rubato il migliore amico» ridacchia mio cugino.
«Non è colpa mia se sono più simpatica di te» gli tiro un pugno sulla coscia «No non è vero, siamo sempre stati uniti noi tre, più che migliori amici sembriamo fratelli» metto una mano su quella di Luke «Ma ora si è rovinato tutto» sospiro.
«Le cose miglioreranno Win, anche se non sei mia cugina tu rimani sempre importante per me. Non fratelli di sangue ma di scelta» sorride.
«La frase che hai detto non ha un filo logico ma va bene»
«Ha la capacità di rovinare un momento dolce con uno schiocco di dita» borbotta Luke guardando il mio ragazzo dallo specchietto.
«Credevo che lo facesse solo con me» risponde lui.
«No è una mia caratteristica» rido «Comunque Luke, grazie» sono sincera.
«E dico cosa? Ti ho sopportato per diciotto anni»
Gli lascio un altro pugno sulla coscia prima di scoppiare a ridere tutti e tre.
Accendo la radio e la ascoltiamo fin quando non siamo arrivati alla mia vecchia casa.
«Grazie Luke, ti chiamo più tardi se stasera decidiamo di fare qualcosa» lo guardo appena siamo davanti al cancello della casa.
«Va bene» mi stampa un bacio sulla guancia. Lo abbraccio prima di scendere dalla macchina e rivedere la casa in cui sono cresciuta. Aspetto che Luke sia lontano e poi mi volto verso Josh, che ammira estasiato la mia casa.
«Ma è immensa»
«Lo so, è bella anche per questo motivo» prendo le chiavi dalla borsa «Papà quando ha fatto testamento ha dichiarato che la casa è mia e metà della somma del denaro sul suo conto corrente in banca sarebbe andato ad integrare il mio che già avevo» spiego camminando verso il vialetto dopo aver passato il cancello.
«Sapeva che non saresti andata d'accordo con Christine?»
«Lo ha sempre saputo perchè io e lei non siamo mai andate d'accordo» faccio spallucce «E poi sapeva che io amavo questa casa e il bosco che c'è dietro» apro la porta d'ingresso.
«C'è anche il bosco?»
«Sì, io e mio papà giocavamo a paintball con i miei amici ogni anno al mio compleanno» sorrido amaramente al ricordo.
«Che cosa bellissima» mi abbraccia.
«Sì, lo era, poi dormivamo in tenda e alla sera accendevamo il fuoco per mangiare i marshmallow» apro le finestre e Josh mi aiuta.
«Come in campeggio, ma a casa»
«Esatto»
«La tua camera?» domanda dopo avermi dato un bacio a stampo.
«Di sopra, l'ultima a destra» ricambio.
«Quando vuoi andare da tua nonna?» chiede mentre sale le scale.
«Dopo pranzo» porto le mani sulle braccia sfregandole per scaldarmi un po'.
«Va bene, appoggio le valigie e andiamo a fare la spesa» sorride «Chiudi le finestre che qui non siamo a Los Angeles» ride.
«Vaffanculo Hutch» rido anche io. Lui di tutta risposta mi manda un bacio volante.
Venti minuti dopo camminiamo tra le vie di Island diretti al supermercato, mentre rispondo ad un messaggio di Nick dove mi chiede come sto e se il viaggio è andato tutto bene sento una risata che conosco bene.
Alzo lo sguardo e vedo Matt al tavolo del bar con i dei suoi amici.
«Josh, al tre corri okay?!» lo guarda dopo aver riposto telefono dentro alla borsa.
«Perchè?» mi guarda confuso.
«Corri» lo prendo per mano. Cominciamo a correre veloce per il pezzo della via dove si trova il bar, quando ci fermiamo quattrocento metri più avanti il mio ragazzo mi guarda male.
«Non hai sempre detto che sei un ragazzo sportivo?» rido mentre prendo fiato.
«Sì, ma correre per quattrocento metri per non so quale motivo e con i jeans non rientra nella mia sportività»
«C'era Matt seduto al bar» mi avvicino a lui.
«Ah» risponde lui mentre mi stringe a se.
«Entriamo» indico il supermercato.
Lui prende la mia mano ed insieme entriamo a fare la spesa.

«Sono pronta» sospiro appena siamo davanti al cancello della casa dove vive mia nonna.
«Vuoi che venga?» domanda.
Annuisco. Scendiamo dalla macchina, metto le chiavi dentro alla prima di suonare al campanello.
Nessuna risposta, guardo Josh che mi indica che il cancello socchiuso. Prendo coraggio e lo spingo per entrare. Cammino sul vialetto in mezzo al giardino pieno di fiori. Man mano che avanziamo il cuore mi batte più veloce e una sensazione d'ansia mi assale. Vedo una macchina blu con la parte davanti aperta con qualcuno impegnato a lavorarci. 
«Salve, scusi signore» le parole escono dopo aver fatto un'ennesimo sospiro, la figura si solleva mostrando una donna non un uomo «Ah, ciao lei è Cyndi? Scusi l'improvvisata ma io ho dovut-» vengo stoppata.
«Sì, riesco a riconoscere la mia nipote» si pulisce le mani in uno straccio «Non è che sei scappata di casa vero?» mi guarda, tossisco.
«Dipende dai punti di vista» incrocio le braccia al petto.
«Identica a tua madre» ride leggermente mentre io sospiro.
«Stavi riparando la tua auto?» cambio discorso.
«Con le auto è semplice, è con le persone che hai bisogno di un manuale di istruzioni» si avvia verso le scale che danno sul portico, la guardo «Vieni, entra» sorride.
Annuisco, dopo di che mi volto verso Josh «E porta anche il tuo bel ragazzo attore»
«Ah, io già l'adoro» mi supera salendo le scale, prendo un attimo per analizzare la situazione.
Lei sa chi sono, come fa saperlo? 
Inalo un'ultima boccata dell'aria ancora fredda e pulita del Kentucky prima di salire le scale per entrare in casa.
«Volete un thè? Un caffè? Una cioccolata calda?» chiede appena entro in casa.
«No, per me niente, sto bene così» sorrido debolmente.
«Un bicchiere d'acqua andrà più che bene» asserisce Josh. Non vedo la sua espressione, sono troppo occupata a guardare il salotto, pieno di foto. Non riesco a far meno di toccarle, la maggior parte ritraggono mia madre. La mia vera madre.
Dopo un paio di minuti ne trovo una in particolare che ritrae mia madre con mio padre. 
Sono entrambi in abito da sera. Mio padre in smocking e mia madre con un bellissimo vestito lungo blu notte, i capelli biondi identici ai miei, della stessa lunghezza, stessi boccoli. Sembra una mia immagine.
«Sembra di vederti allo specchio vero?» la voce è calda, una di quelle voci  che può appartenere solo ad una nonna.
«Gli assomiglio davvero tanto» ho ancora lo sguardo sulla foto.
«Sei l'incarnazione perfetta di loro due»
«Lo ha detto anche Christine» rispondo assente.
«Christine» il suo tono diventa grave «Quella donna e le sue mille bugie» sospira appena mi volto. Mi fa segno di sedermi sul divano, io e Josh ci sediamo di fronte a lei.
«Sei così cresciuta dall'ultima foto che tuo padre mi ha inviato di te» mi guarda attentamente.
«Mio papà ti inviava mie foto?» sono sorpresa.
«Sì, Christine non voleva che io ti vedessi, dio che vipera quella donna, così tuo padre per farla contenta non ti ha mai portato da me ma mi inviava foto tue»
«L'ho sempre odiata Christine» stringo la mano in un pugno.
«Ma ora non è importante Christine»
«Se lo dici tu, Cyndi» la mia voce è fredda.
«Tuo padre non mi ha mai detto che eri così scontrosa e fredda»
«Non sono diventata stronza per scelta mia. Una volta ero dolce, una bambina fin troppo sensibile, mi piaceva sorridere e mi piaceva trattare con gentilezza le persone. Poi un giorno certi mostri mi hanno fatto aprire gli occhi, me li hanno spalancati. Hanno cominciato a farmi vedere come la gente facesse schifo, di come io riuscivo a spezzarmi come una foglia cade al primo vento gelido d’autunno, di come non sarei sopravvissuta in quello stato. Mi hanno fatto immaginare la mia fine dopo aver scoperto la malattia di papà, il mio cuore e il mio aspetto fisico. Così mi sono cresciuti gli artigli, il coraggio di rispondere alla minima cosa che mi infastidiva, mi sono costruita attorno alla mia persona e alla mia sensibilità uno spesso muro fatto di mattoni. E quella bambina con le treccine e con in mano il suo pupazzo preferito piano piano è scomparsa» la guardo dritta negli occhi.
«Non hai avuto vita facile Winter» sospira «E non sai quanto ho desiderato esserti accanto»
«Christine da quando papà si era ammallato pensava solo a se stessa, non riusciva più a guardarlo negli occhi. Io mi sono dovuta prendere cura di lui. Io a dodici anni ho dovuto crescere di colpo, sono dovuta diventare responsabile per badare a me e a papà. Mentre tutte le mie amiche di scuola giocavano con le bambole, si divertivano io dovevo assistere mio papà malato di cancro» la mia voce è piena di odio.
«Lo so, tuo padre continuava a scrivermi, mi ha detto di quanto sei cresciuta in fretta, di come ti sei presa cura di lui, di come gli dispiaceva lasciarti da sola in questo mondo» i suoi occhi diventano lucidi.
«E di come mi sono sentita dopo la sua morte? No non lo puoi sapere perchè non c’eri, se ti importava venivi a cercarmi» la guardo male.
«Win» Josh mi prende la mano «Non mi sembra il caso»
«No Josh, in parte ha ragione» abbassa la testa.
«Lo so che ho ragione, ma non sono venuta qui per parlare di mio padre» lego i capelli in una treccia laterale «Voglio sapere qualcosa su mia madre, voglio sapere i suoi sogni, che persona era, i suoi obbiettivi, le sue aspettative, di come si è sentita quando ha scoperto di essere incinta, del suo carattere, di come andava a scuola, il suo colore preferito, il suo animale preferito, tutto, voglio sapere tutto di mia madre e vorrei anche sapere dov’è seppelita»
Lei sorride «Per rispondere a tutte queste domande bisogna che vi fermiate a cena che ne dite?» guarda prima me e poi il mio ragazzo.
«Va benissimo, mi dispiace per come mi sono comportata poco fa»
«Tranquilla piccola, sei stata ferita molte volte nella tua vita è più che normale» si alza per abbracciarmi. 
Mi faccio abbracciare dalla madre di mia madre che è la cosa più vicina di lei che mi rimane e che non ho intenzione di perdere.
Ho già perso troppo tempo nella mia vita senza sapere la verità su di lei,  ora che la sto per scoprire non ho intenzione di rovinare tutto come mio solito, così l’abbraccio anche io. 
















































 

POV AUTRICE:

Buonpomeriggio gente!
Scrivere questo capitolo è stato come partorire, credevo di non riuscire a finirlo in tempo ma per fortuna mi si è accesa la lampadina.

Finalmente Win è andata a trovare la nonna.
Non so che altro dire, ultimamente sono a corto di parole ahah quindi lascio a voi la parole aspettando le vostre meravigliose recensioni.

Ringrazio come sempre chi legge questa storia, chi la recensisce, chi l'ha messa tra le preferite, ricordate o seguite; ma anche i lettori silenziosi con la speranza che un giorno mi lascino una recensione.

Quindi a venerdì con il prossimo capitolo.

peetarms.


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Capitolo 15
*** Birthday pt.1 ***


I hurt your feeling, nothing’s going bright
Why don’t you let me stop the vibe
The clock is ticking, running out of time
So we should party, all night
- Birthday, Katy Perry

 








«Così vuoi diventare attrice?» domanda mia nonna mentre ceniamo.
«Sì, fra qualche mese mi diplomo e poi mi dedicherò completamente alla cosa che amo fare di più» annuisco dopo aver tagliato un pezzo di bistecca.
«Per quale motivo non ci hai provato già prima?» beve un sorso di vino.
«Credevo di non essere abbastanza brava, ma ora so che ho perso solo tempo» sospiro.
«E se prima di andare al college provassi a fare qualche provino per qualche film?» sorride.
«Non ci avevo pensato, è un'ottima idea» faccio cadere la forchetta all'interno del piatto.
«Sono contenta di esserti stata d'aiuto»

Gli sorrido «Scusatemi, ma dovevo rispondere» esclama Josh tornando in sala da pranzo. Annuisco senza guardarlo.
«Diglielo» mi incita mia nonna.
«Dirmi cosa?» chiede sedendosi e bevendo un sorso di coca-cola.
«Ho pensato di fare qualche provino quest'estate, nulla di importante» alzo le spalle.
«Ah okay» mette in bocca un pezzo di carne. Dopo un paio di secondi comincia a tossire, scoppio a ridere mentre mia nonna gli versa della coca-cola nel bicchiere che poco dopo porta alla bocca.
«Nulla di importante?» mi guarda sconvolto.
«Scherzavo, volevo vedere la tua reazione»
«Sempre simpatica vede?» Josh si rivolge a mia nonna dopo avermi guardato male.
«Credo che ormai sia ora di darci del tu» dice Cyndi «In fondo non sono così vecchia» ridacchia.
«A che età hai avuto mamma?» allontano il piatto ancora pieno.
«Non mangi più cara?» mi guarda.
«No grazie, sono piena»
«Ho avuto tua madre a diciotto anni» mantiene lo sguardo su di me.
Faccio un rapido conto. E' rimasta incinta di mia mamma a diciotto anni, lei è morta a ventitrè anni quando aveva quarantuno anni, passati diciotto anni, quindi ne ha cinquantanove.
«Hai cinquantanove anni?» domando.
«Sei un piccolo genio, in pochissimi secondi hai fatto il conto» ride «Sì ne ho cinquantanove» finisce la sua cena.
«Sei la nonna più giovane che conosco» asserisco.
«Più della mia sicuro» afferma Josh.

«Tutto perchè io ho avuto presto tua madre e lei ha avuto presto te»
«Si è vero» annuisco.

«Allora vuoi che ti racconti di tua madre?» si alza.
«Si»

«Allora ci vuole la mia torta, la vado a prendere» esce dalla sala da pranzo.
«Chi era al telefono?» mi volto verso il mio ragazzo.
«Nessuno» evita il mio sguardo.
«Hai detto che era importante» alzo un sopracciglio.
«Era Francis, ci ha chiamati per ricordarci di nuovo la data di partenza per Parigi» si allunga verso di me scoccandomi un bacio sulla tempia.
«Sicuro?» mi irrigidisco.
«Certo» beve un sorso di coca-cola.
Quando Josh risponde "certo" è come se dicesse "non è vero". So che non me la sta raccontando giusta, ma non mi sembra ora il momento adatto per parlarne. Rimaniamo in silenzio fino al ritorno di mia nonna con la torta e tre piattini.
«Win vieni con me che prendiamo le foto di tua madre» esclama appena appoggia la torta sopra al tavolo. La seguo fino in salotto e mentre cerchiamo gli album delle foto mi osserva.
«Tutto bene?» mi passa una scatola di latta contenente tantissime foto di mia mamma.
«Sì certo, perchè?»
«Mi sembravi pensierosa» chiude il mobiletto.

Hai ragione nonna, hai ragione.
«Voglio solo scoprire di più su mia madre» mormoro mentre prende tre bicchieri dalla credenza di un altro mobile.
«Se me lo dici tu ci crede» sorride «Vi piace lo spumante vero»
«Io lo adoro» stringo al petto la scatola di latta.
«Bene allora lo vado a prendere» dice mentre rientriamo in sala da pranzo.
«Tutto bene?» domanda Josh.
«Dimmelo tu» mi siedo di fianco a lui, però a debita distanza.
«Dirti cosa?» si volta verso di me.
«Sei strano da quando siamo entrati qui dentro, anzi da un paio di giorni. Hai lo sguardo assente non sembri tu» incrocio le braccia «Soprattutto da quando sei tornato dalla telefonata»
«Non è vero»

«No?!» spalanco gli occhi irritata.
«Cosa succede qui?» chiede mia nonna rientrando con in mano una bottiglia di spumante fresco,
«Nulla Cyndi» evito lo sguardo di Josh «Posso aprire la scatola?» gliela indico.
«Io vado a casa» esclama il mio ragazzo alzandosi.
«Come pensi di fare?» lo fulmino con lo sguardo.
«Prendo la tua auto, Cyndi la puoi riaccompagnare tu?» si infila la felpa.
«Ehm sì» risponde dopo averci osservato.
In un paio di secondi Josh è fuori di casa. Appoggio la schiena al sedile della sedia e mi porto le gambe al petto.
«Che è successo?» si siede di fianco a me.
«Non lo so neanche io, da quando è tornato è strano. Gli ho chiesto più volte cos'ha e lui mi risponde sempre dicendomi che non ha nulla» alzo le spalle «Ma so che qualcosa c'è» sospiro.
«Da quando è tornato? Perchè dov'era?» mi accarezza i capelli.
«Ad Atlanta per un mese»
«Per le riprese di un film?»
«Si» mi tolgo il giubbotto di jeans.
«Allora sarà soltanto stanco» mormora dolcemente.
«Non credo» scuoto la testa.
«Dai mangiamo un pezzo di torta. Questa notte rimani a dormire qui e domani parliamo di tua madre okay? Ora sei troppo presa dalla discussione con Josh» taglia due pezzi di torta per poi metterli nei piattini «Che ne dici se ce la andiamo a mangiare di là sul divano mentre ci vediamo un film?»
Annuisco e insieme ci alziamo dirigendoci in salotto dove divoriamo la torta e beviamo tutto lo spumante mentre vediamo Segnali dal futuro.
«Cyndi sicura che posso rimanere?» sbadiglio appena finiamo di vedere il film.
«Certo, vieni che ti faccio vedere la camera di tua mamma»
Mi alzo e dopo aver recuperato il telefono dal tavolo della sala da pranzo la seguo su per le scale.«Che carina» dico appena entro dentro alla camera ormai vuota.
«Vado a prenderti le lenzuola e una coperta» esce velocemente dalla stanza così io ne approfitto per uscire in terrazzo a fumare una sigaretta.
Faccio scorrere tutta la nicotina dentro di me e una sensazione di leggera calma mi pervade.
«Non sapevo che fumassi» appoggia le lenzuola guardandomi.
«Non lo sapeva neanche papà, ho cominciato poco dopo la sua morte» alzo le spalle buttando fuori il fumo.
«Non ti critico perchè anche io ho cominciato quando ero una ragazzina, ma a quattordici anni è troppo presto anche se ne hai dovute passare tante» asserisce mentre fa il letto.
«Quindici, papà è morto poco dopo il mio compleanno. Fra meno di dieci giorni sono tre anni che è morto» spengo la sigaretta con la punta delle vans nere.
Si siede sul letto a una piazza e mezzo ed io mi accomodo di fianco a lei stendendomi, per un paio di minuti rimaniamo in silenzio «Allora raccontami di te, oltre alla recitazione quali sono le tue passioni e cosa ti piace fare?»
«Beh, quando mi facevano questa domanda rispondevo: ho il cervello troppo occupato da cantanti, attori, libri, film, serie tv, otp, pizza, coca-cola e unicorni per trovare un ragazzo. Quindi come puoi aver già capito amo la musica, il cinema, leggere le serie tv, shippare le coppie più improbabili, tipo Josh e Jennifer Lawrence» rido «Amo la coca-cola e la pizza»
«Serie tv, leggere e la musica, tutte cose che amava fare anche tua madre. Immagino anche che passi notti in bianco per vedere film o episodi delle tue serie tv preferite»
«Sì e la maggior parte delle volte convinco anche Josh» rido «Ma si addormenta dopo un paio d'ore» scuoto la testa «Quando Josh non era a casa convincevo suo fratello» mi infilo sotto le coperte; passiamo il resto della serata e la notte a parlare di me e di mia madre. Scopro che la maggior parte delle abitudini le ho prese da lei, l'amore per i pancakes, il restare sveglia tutta la notte, bere tanto caffè. Sono più simile a mia madre di quanto pensassi.



La suoneria dell'avviso di chiamata mi sveglia. Allungo la mano alla ricerca del mio i-phone, quando lo trovo premo il tasto verde ancora con gli occhi chiusi.
«Winter che cazzo è successo?» la voce di Connor mi fa sprofondare ancora di più la faccia nel cuscino «Winter mi rispondi?» insiste, alzo la faccia dal cuscino e dopo aver fatto abituare gli occhi alla luce del sole rispondo a Connor.
«Chiedilo a tuo fratello» la mia voce esce acida.
«Sei incazzata con lui ma non lo devi essere anche con me eh»
«Scusami» sospiro «Ma io no-»
«Non sai che succede e vorresti saperlo anche se ti dovesse fare male, lo so. Ormai ti conosco» completa la frase.
«Esattamente» mi copro totalmente con la coperta.
«Dove sei?» chiede dopo un paio di minuti.
«A casa di mia nonna, sto dormendo nella camera di mia madre» alzo le spalle anche se non mi può vedere.
«Pensi di parlargli o di stargli lontana ancora per molto? Domani è il tuo compleanno» me lo ricorda.
«Che palle» sbuffo.
«Ascolta siete in Kentucky da un paio di giorni e non vi vedete da quando se ne è andato da casa di tua nonna» fa cadere qualcosa e io rido leggermente «Cosa ridi?» urla.
«Connor Hutcherson! Lo so anche io, ma lui non mi scrive e io non scrivo a lui. Se ci tenesse mi spiegherebbe, forse mi sono sbagliata su di lui» alzo la voce.
«Non lo puoi dire sul serio Winter» la sua voce è sconvolta.
«No? E invece sì cazzo» grido «Basta, ora voglio fare una doccia e tornare a dormire, ciao Connor» chiudo la chiamata.
Butto il telefono sulla poltrona di fianco prima di alzarmi diretta alla finestra dove chiudo le persiane quando sto per ritornare sotto le coperte mia nonna entra di colpo.
«Sveglia nipotina mia, è la vigilia del tuo diciottesimo compleanno non puoi rimanere a letto» si siede di fianco a me.
«Nonna» premo la faccia sul cuscino «Voglio dormire»
«No, ora ti alzi, ti fai una doccia, dopo di che farai colazione e andrai a fare una passeggiata per Louisville, okay?» apre le persiane.
«No» rispondo atona.
«Lo prendo come un sì» sorride divertita prima di uscire dalla camera.
Prendo il telefono appena ed apro Whatsapp, controllo l'ultimo accesso di Josh.
Online.
Sì Winter, è online ma non per te.
Mi trascino fuori dalle coperte diretta in bagno. Dopo aver aperto l'acqua per far riempire la vasca ed avergli versato i sali colorati e profumati mi spoglio. Accendo la radio dopo di che mi immergo nell'acqua calda, colorata di un blu intenso.
Sono sei giorni che io e Josh non ci parliamo. Che non ci scriviamo. Che non ci chiamiamo. Che ci ignoriamo.
Immergo la testa sotto l'acqua e rimango per un po' in apnea, quando i polmoni cominciano a richiedere ossigeno apro la bocca per urlare, sfogando tutta la rabbia dentro di me. Quando sono più tranquilla ritorno in superficie respirando ossigeno. Faccio andare giù per lo scarico l'acqua del bagno mentre mi alzo in piedi per lavare i miei lunghi capelli biondi con shampoo alle ciliegie di mia nonna.
Dopo un'ora passata all'interno del bagno esco lavata e profumata con indosso un altro paio di pantaloni della tuta e una t-shirt che mi sta decisamente larga così come i pantaloni di mia cugina. Scendo in cucina dopo aver recuperato il cellulare dalla camera.
«Oh, ora sei bella» asserisce appena entro in cucina «Non con gli occhi rossi e gonfi, i capelli spettinati. Mi dispiace se i vestiti di Karen ti stanno grandi, non avete esattamente la stessa taglia» ridacchia.
«Tranquilla nonna, a proposito dove vive mio zio?» mi siedo sulla panca della cucina mentre mia nonna prepara la colazione.
«Si sono trasferiti a Miami per lavoro, tua cugina vieni qui per l'estate e anno scorso si è scordata i vestiti che aveva messo da lavare»
«Meglio per me» porto le gambe al petto.
«Win, oggi pomeriggio vado al lavoro, esci a fare un giro sei chiusa qui in casa da quando hai litigato con Josh» spegne il fuoco prima di portarmi il piatto con al suo interno tre pancakes.
«Per non so quale motivo»
«Se non gli scrivi non lo saprai mai» si siede di fronte a me «Ho un'idea, ti lascio la macchina. Oggi dopo pranzo vai ad Island, parli con Josh e poi se vuoi puoi tornare qui magari con i tuoi vestiti e i tuoi libri per studiare, che ne dici?»
«Okay, ma tu come farai ad andare al lavoro se ho io le chiavi dell'auto?» domando con la bocca piena.
«Prenderò l'autobus» si alza per poi tornare con la tazza piena di caffè, gli sorrido grata «Quindi andrai da Josh e ci parlerai?»
«Sì, andrò ad Island» annuisco mentre taglio un altro pezzo di pancakes.



Un paio d'ore dopo sono fuori dal cancello di casa di mia nonna con le chiavi in mano.
Comincio a camminare, senza una meta precisa, senza sapere dove sto andando, voglio solo camminare e non pensare a quale sia il motivo per cui Josh non mi scrive, non mi chiama e soprattutto non viene.
Cammino per non so nemmeno io quanto. Esausta e dopo aver fumato quattro sigarette arrivo in un piccolo parco, mi siedo in una panchina. Chiudo gli occhi, beandomi del silenzio, del canto degli uccelli, dell'odore dell'erba ancora bagnata.

«Che pace vero? É così bello qui, un ottimo posto per scappare dal mondo» spalanco gli occhi portandomi una mano al petto, al mio fianco è seduta Jennifer Lawrence «Scusa mi dispiace averti spaventata Winter» sorride «Piacere Jennifer Law-»
«Sì so bene chi sei» sorrido
«Anche io so bene chi sei, soprattutto negli ultimi giorni»
«Josh è venuto da te?» chiedo.
«Non essere gelosa» la sua voce è rassicurante.
«Non sono una ragazza gelosa» ritorno a guardare gli alberi.
«E neanche tanto facile, Josh ha ragione, sei stata talmente tanto ferita che è difficile parlarti»
«Ah, se lo dice Josh» alzo le spalle.
«Però ha detto anche che se una persona ti dimostra la sua fiducia sei simpatica e divertente» accavalla le gambe.
«Ripeto se lo dice Josh» mi volto verso di lei.
«So che stai cercando delle risposte, vuoi sapere perchè è scomparso, perché non ti scrive e non ti chiama però -»
«Però niente Jennifer, si vede che non ci tiene abbastanza per dirmi la verità. Dirmi che cazzo sta succedendo. Ma tranquilla sono abituata a persone che vengono e che vanno nella mia vita. Riferisci questo» mi alzo velocemente e cammino nella direzione opposta alla sua.
Cammino per un paio di metri quando mi fermo di colpo.
«Winter lui ti ama, sul serio» urla
Mi volto e mi riavvicino a lei.
«Jennifer, dov'è? Dove cazzo è? Sono sei fottutissimi giorni che non lo vedo, che non ci parlo» la guardo negli occhi «Se mi amasse sarebbe qui a spiegarmi che cazzo è successo, se ho combinato qualche cazzata mi dispiace sono io l'errore, lo sono sempre stata» la fisso, lei non batte ciglio e mi ascolta parola per parola.
«Non hai fatto nulla Win» mi fa segno di sedermi e io accetto «Solo che le cose si sono complicate, non ti vuole far soffrire»
«Mi sta facendo soffrire lasciandomi così, all'oscuro di tutto»
«È appena tornato a casa tua, vai, parlaci poi prenderai la tua decisione»
Annuisco.
«Promettimelo»
«Prometto»
«Promettilo su quanto desideri diventare attrice» sorride.
«Josh non si sta mai zitto» sbuffo, lei sorride soddisfatta «Okay, va bene, lo giuro su quanto desidero diventare attrice»
«Perfetto, credo che ci rivedremo, sei dotata di talento Winter» esclama prima di cominciare a camminare verso l'uscita del parco.
Mi risiedo sulla panchina portandomi le gambe al petto e ci nascondo dentro anche la testa, rimango così fin che non mi fa male il collo. Quando mi incammino verso la fontana mi suona il telefono. Lo afferro velocemente sperando che sia Josh, ma invece è Nick.
«Ciao» porto il telefono all'orecchio.
«Che fine hai fatto? Sono giorni che non ti fai sentire»
«È morta Nick, sono sua sorella gemella» scoppio in un pianto finto.
«Vaffanculo Winter» scoppia a ridere lui.
«Sì, ci dovrei proprio andare» affermo dopo aver bevuto un sorso d'acqua dalla fontana.
«Che succede?»
«Che dovrebbe succedere?»
«Non lo so, volevo sapere se c'erano novità, dio se sei fredda» sbuffo.
«Sono così, prendere o lasciare» ripercorro la strada che riporta a casa di mia nonna.
«Okay, ti richiamo domani quando sarai felice perché avrai finalmente 18 anni» sospira.
«Non so che umore avrò domani» chiudo la chiamata.
Dopo venti minuti sono di fronte a casa di mia nonna e noto che nella buchetta c'è della posta, uso il mazzo di chiavi che mi ha lasciato. Due bollette e una busta con scritto sopra il mio nome. É una scrittura che non conosco. Infilo le chiavi nella toppa della porta di ingresso, dopo averla chiusa le appoggio nel mobiletto insieme alle due bollette. Mi tolgo le vans e camminando sul parquet color ciliegio arrivo sul divano in salotto dove pochi attimi dopo sono già stesa, apro la busta contente delle foto. 
Quelle foto.
Fottutissime foto che mi spiegano perché Josh è scomparso.
Fottutissime foto che distruggono i pezzi rimasti del mio cuore.
In questo momento mi sembra che il resto del mondo intorno a me si sia fermato, con occhi lucidi mi mordo con decisione il labbro inferiore per non far scendere le lacrime.
Mi alzo velocemente, rinfilo le vans, prendo le chiavi di casa e quelle della macchina. Corro verso la macchina parcheggiata nel vialetto e un paio di secondi dopo sono al volante diretta verso Island. Diretta verso casa mia. Diretta verso Josh.
Mezz'ora dopo sono di fronte a casa mia, esco dalla macchina sbattendo lo sportello e mi attacco al campanello infuriata come non mai.
«Chi è?» sento la voce di Josh dopo sei giorni.
«Apri questa fottutissima porta in meno di un nano secondo Joshua Ryan Hutcherson» urlo.
Lui obbedisce e poco dopo sono di fronte a lui, gli lancio la busta a dosso.
«Hai già preso il biglietto vero?» grida.
«Per andare dove Win?» raccoglie la busta.
«Per andare a Fanculo Josh» metto le mani nei capelli «Sei solo uno stronzo, non hai manco le palle di dirmi che mi hai tradito mentre eri ad Atlanta» assottiglio gli occhi «Tutte quelle parole dolci che mi hai detto prima di partire e dopo essere tornato erano solo cazzate. Tutte cazzate. E io deficiente che ci ho creduto, io che mi sono aperta con te, che ho fatto crollare quei fottuti muri che mi ero costruita» lo guardo fredda come il ghiaccio.
«Win, fammi spiegare» si avvicina a me ma io indietreggio.
«Spiegare cosa Josh?» prendo la busta «Queste mostrano chiaramente come si sono svolti i fatti» gli mostro ogni foto «Sono solo una cretina» salgo le scale portando con me la busta.
«Dove vai? Vieni qui dobbiamo parlare» urla.
«Non ho altro da dirti Josh, nulla, vado a prendere la mia valigia» non sento risposta, pochi minuti dopo sono di nuovo di sotto «Sei pregato di restituirmi le chiavi e andartene da casa mia» sorrido falsamente «Vai dai tuoi ad Union» dico freddamente.
«Tanto devi tornare a Los Angeles da me» mi prende la mano.
«Lasciami» tiro il braccio «Tranquillo, quando tornerai dall'Europa a casa tua non troverai nulla di mio, neanche un capello Josh» lo fisso negli occhi.
«Non essere ridicola Winter»
«Non sono ridicola Josh, quello ridicolo qui dentro sei tu. Scompari, mandi la tua migliore amica ad addolcire quello che non puoi addolcire e pochi minuti dopo mi ritrovo nella buchetta della posta le foto in cui ci vai con un'altra» la mia voce è disperata.
«Dillo» mi sfida
«Che cosa? Che fai schifo? Certo te lo dico senza problemi sai che io le cose le dico in faccia» gli indico le foto «Non come te, ciao Josh Hutcherson» prendo le chiavi dalla porta per poi uscire diretta verso la macchina.



Lascio squillare il telefono fin quando Josh non si arrende mettendo giù.
«Dovresti rispondergli» esclama mia nonna.
«No che non devo» stringo le gambe ancora più forte al petto.
«Ti ha tradito Winter, ma siamo esseri umani sbagliamo» mi abbraccia.
«Dovresti prendere le mie parti non le sue» sbuffo mentre mi mordo il labbro forte per non far scendere le lacrime.
«Non sto prendendo le sue parti Win» mi accarezza i capelli «Dico che eri talmente arrabbiata che non lo hai fatto parlare»
«Non si può giustificare»
«Non sai che è successo, se non vuoi ascoltare Josh vai a casa di Jennifer, era anche a lei ad Atlanta e sicuramente sa cos'è successo»
«No, è il suo migliore amico» fisso il telefono che poco dopo comincia a squillare, solo che questa volta non è Josh, ma Connor. Allungo la mano per accettare la chiamata.
«Winter Davis, ti sei per caso tolta il cervello e lo hai messo sottovuoto?» urla.
«Ciao anche a te Connor»
«Sì sì ciao» usa un tono sbrigativo «Allora che è successo?»
«Vediamo» faccio finta di pensare «Tuo fratello mi ha tradita» dico fredda, mentre il dolore dentro di me si espande.
Lui dall'altro lato del telefono scoppia a ridere «Non ridere, è vero»
«Come fai a dirlo?»
«Ti invio le foto su Whatsapp» apro l'applicazione dove gli invio gli scatti fatti alle foto «Fatto» sospiro mentre le rimetto dentro alla busta.
«Non ci credo» urla sconvolto «Win io non so ch-» balbetta.
«Va tutto bene, appena torno dal Kentucky vengo a prendere le mie cose, starò da Lee, l'ho chiamata prima» porto una mano alla testa.
«Winter non dirai sul serio vero?'» chiede dopo un paio di secondi di silenzio.
«Te la devi prendere con tuo fratello non con me, ora ho bisogno di stare da sola» mormoro velocemente per non fargli notare di avere la voce spezzata, chiudo la chiamata e corro di sopra.
Mi stendo sul letto in posizione fetale e piango tutte le mie lacrime. Tutte le lacrime che i miei occhi contengono. Tutta l'acqua che ho in corpo. Dopo quasi due ore che sono stesa sul letto mia nonna entra con in una mano una tazza di thè rosso, è inconfondibile il suo profumo.
«Fra un'ora avrai 18 anni» si siede di fianco a me.
«E io sono in questo stato» passo le mani sul viso anche se le lacrime ormai si sono asciugate.
«Sei bella anche con gli occhi gonfi e rossi»
«Stamattina avevi detto di no» sorrido debolmente.
«Sei sempre bellissima Winter, e non meriti di stare così male» mi lascio abbracciare, vorrei piangere ma ormai non ho più lacrime e mi fa malissimo la testa.
«Voglio dormire nonna, mi fa male la testa»
«Va bene, buonanotte piccola mia» mi lascia un bacio sulla fronte «Il thè te lo lascio, bevilo tutto mi raccomando» dice prima di uscire.
«Sì nonna» annuisco, dopo di che sprofondo la testa nel cuscino e poco a poco la testa si svuota così da permettermi di addormentarmi.
Un paio d'ore dopo mi sveglio, con gli occhi che mi fanno male e la testa che martella.
Prendo il mio i-phone nero dal fondo del letto.
59 chiamate perse.
132 messaggi su Whatsapp.
2 messaggi.
Tanti auguri Winter. Sbuffo mentre mi alzo trascinandomi di sotto alla ricerca di un'aspirina.
Una volta trovata prendo un bicchiere dalla credenza lo appoggio sul bancone dove poco dopo è per metà pieno d'acqua. Una volta preso l'antidolorifico cammino fino alla porta di ingresso e senza fare troppo rumore la apro per sedermi sul portico.
Sono le 3.12am del mattino. Inspiro aria fresca e pulita. Prendo dalla tasca dei pantaloni della tuta le sigarette e l'accendino.
Così fumando la sigaretta sblocco il telefono e leggo i messaggi di auguri.

 

Da: Lee.
L'unica cosa che vorrei ora è essere lì da te. Auguri Win ora sei definitivamente un'adulta, ti voglio bene.

 

Sorrido debolmente.

 

Da: Nick
Ehi idiota, scusa ma non potevo immaginare una cosa del genere. Appena torna Josh lo uccido. Ti voglio troppo bene e non voglio che tu soffra, soffrirà lui poi. Ehì parliamo di cose belle però mi hai raggiunto guastafeste, hai 18 anni anche tu. Ti voglio taaaanto bene, e di a Josh di stare attento.

 

Rido debolmente.

 

Da: Andrew
Ehi piccola superstar tanti tanti tanti auguri di buon compleanno, hai 18 anni non sei emozionata, hai pieno diritto sui tuoi soldi, che ne dici di un week-end a Las Vegas?

 

Dio se è idiota pure lui, rido.

 

Da: Connor
É mezzanotte e un minuto, so che starai stesa sul tuo letto a pensare quello che è successo, ma non dovresti. Oggi compi 18 anni e succede solo una volta nella vita. Asciugati le lacrime e dimentica mio fratello almeno per oggi. Ti voglio bene anche se ti ha fatto soffrire, il bene che ti voglio bene non lo cambierà mai niente e nessuno. Auguri Win.

 

Una lacrima scende ma l'asciugo velocemente.


Gli altri sono tutti messaggi di Josh che mi chiede di rispondergli alle chiamate. Ma quando sto per chiudere l'applicazione, sulla sua chat viene fuori la scrita 'sta scrivendo..'
Attendo il prossimo messaggio che aprirò e chiuderò velocemente.
Così faccio.
Non ho Josh il giorno del mio compleanno.
Non ho Matt il giorno del mio compleanno.
Non ho Connor il giorno del mio compleanno.
Non ho Nick, Lee e Andrew il giorno del mio compleanno.
Non ho mio padre e mia padre il giorno del mio diciottesimo compleanno.
Siamo soltanto io e il mio dolore che sta ritornando più forte che mai.
Spengo il mozzicone di sigaretta e leggo i messaggi normali.

 

Da: Christine
É cambiato tutto, nel compleanno più importante non sei qui. Mi odi. Ma nonostante tutto io ti voglio bene perché ti considero mia figlia.
Quindi tanti auguri di buon compleanno Win.

 

Facile per lei nascondersi dietro ad un messaggio.

 

Da: George
Anche se non ci conosciamo bene, ti auguro buon compleanno Winter

 

Wow che onore. 


Blocco di nuovo il telefono e ritorno dentro visto che ho la pelle d'oca sulle braccia.
Chiudo delicatamente la porta dopo di che risalgo le scale diretta in camera, una volta dentro collego il telefono al carica batteria e mi stendo sul letto. Cado in un sonno profondo popolato da incubi dal quale mi risveglio cinque ore dopo tutta sudata.
Mi passo una mano sulla faccia e regolo il respiro. Faccio mente locale su cosa stia succedendo e un dolore mi colpisce allo stomaco.
Sospiro mentre mi metto a pancia in giù dopo aver preso il telefono carico.
1 nuovo messaggio su Whatsapp.

 

Da: Josh
Mi manchi.

 

Ora gli manco. Spengo il telefono e lo nascondo sotto le coperte, mi alzo velocemente dirigendomi verso il bagno. 
Una volta dentro mi tolgo i vestiti sudati ed dentro la vasca, quello che mi serve è una doccia non fredda di più, congelata per calmare la rabbia che ho dentro. 
Esco venti minuti dopo dal bagno un paio di shorts neri con le calze color carne, una canotta bianca e il giubotto di pelle nero; i capelli sono legati in una treccia laterale.
Scendo le scale alternando gli scalini delle scale come facevo quando ero piccola.
«Auguri piccola» strilla entusiasta mia nonna abbracciandomi appena entro in cucina.
«Grazie» ricambio l'abbraccio, sento odore di pancakes e bacon.
«La colazione preferita di me e mamma?»
«Sì oggi è un giorno importante, e credo proprio che se fosse qui te l'avrebbe preparata» mi guarda «Ma sei splendida» mi fa compiere un giro su me stessa.
«Grazie di nuovo» mi siedo.
«Allora che pensi di fare oggi?»
«Dopo colazione andiamo a trovare mamma al cimitero? Non ci sono ancora andata e credo che gli farebbe piacere se andassi» mando giù un boccone di pancakes.
«Sei tu la festeggiata, decidi tu»
«Poi possiamo andare ad Island, vorrei andare anche da papà» sospiro.
«Non è proprio una cosa che il giorno del compleanno le ragazze fanno, ma si ti può rendere felice certo» mangia anche lei.
«Non è una cosa che fanno le altre ragazze perché hanno entrambi i genitori che appena scendono le scale il giorno del loro compleanno le abbracciano e gli fanno gli auguri» sibilo.
«Scusa Win, non volevo che lo interpretassi in questo modo»
«No scusami tu, sono suscettibile» alzo le spalle.
«Cosa provi?» appoggia la sua mano sopra la mia.
«Sento di impazzire. Vorrei strappare tutto, scappare via, piangere, urlare ma sono qui ferma immobile fissando il vuoto, pensando a cose che non dovrei pensare. Sono un disastro»
«Hai solo bisogno di essere amata, hai bisogno di trovare un equilibrio. Nonostante ci sia stato Josh  quando hai scoperto che Christine non è la tua vera madre tu ti sei sentila sola, persa. Ma hai fatto finto di niente»
«Come diavolo fai a saperlo?» domando dopo un paio di secondi dove l'ho fissata.
«Sorpresa, la tua nonnina è una strizzacervelli»
«Cosa? Sei una psicologa?»
«Sì lo sono, e sono decisamente preoccupata per te Winter, leggo tristezza, malinconia, solitudine, ma soprattutto oscurità nei tuoi occhi»
Deglutisco.
«Cosa vuoi dire?» allontano il piatto.
«Probabilmente sei depressa, ma è normale visto tutto quello che hai passato» sospira «Ma il problema è un altro, dobbiamo capire quanto sia grave e se dobbiamo intervenire» mi fissa.
«Non mi piace questa cosa» incrocio le braccia al petto «Non sono discorsi da affrontare il mattino del proprio 18esimo compleanno, ti dispiace se rimandiamo a domani?»
«Solo una cosa, vorrei che tu facessi una seduta, ma non con me; non riusciresti mai a parlare visto che sono tua nonna, c'è un mio collega, molto bravo che lavora soprattutto con i ragazzi» parla dopo aver terminato il contenuto del suo piatto.
«Ci penserò» mi alzo.
«Dove vai? Non finisci di mangiare?» chiede.
«No, ho bisogno di fare due passi. Ti aspetto fuori partiamo quando sei pronta» mi avvio velocemente verso l'ingresso.
Non è il compleanno che desideravo, ma Winter ehi che ti aspettavi, niente va mai come tu vorresti.

 

 

 

































 


POV AUTRICE:
 

Buenas dias.

Josh e Win hanno litigato tadaaaa ahah, no okkei questo capitolo è stato facile da scrivere perchè tutto sommato ce lo avevo in testa da parecchie settimane. La seconda parte del compleanno (perchè se notate il capitolo si intitola 'Birthday pt.1) lo avrete venerdì; dopo di che dovrete aspettare due settimane perchè verranno i miei cugini (li porterò a Mirabilandia, andremo in giro quindi sarò poco a casa visto che li vedo solo una volta all'anno) quindi vorrei passare del tempo con loro però se riesco a ricavare del tempo per me stessa lo scrivo e chissà potrei anche postarvelo prima.
Quindi tenete d'occhio la mia storia se vi interessa ahah.

Detto questo non c'è nient'altro da dire se non ringraziare le persone che la recensiscono, chi l'ha messa tra le preferite, ricordate e seguite ma anche i lettori silenziosi con la speranza di ricevere una loro recensione.
Detto questo lascio campo libero a voi con le vostre recensioni, voglio sapere cos'avete provato nel leggere questo capitolo.
Ah giusto, nel prossimo capitolo vi lascerò una domanda.

A venerdì prossimo,
peetarms

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Capitolo 16
*** Birthday pt.2 ***


So make a wish
I’ll make it like your birthday everyday
I’ll be your gift
— Birthday, Katy Perry




*Appena finite di leggere il capitolo per favore dedicate due minuti all'angolo autrice ci sono scritte un paio di cose importanti. GRAZIE.*










«Hai preso il telefono?» chiede mia nonna appena saliamo in macchina.
«No, lo lascio a casa» alzo le spalle appena mi siedo sul sedile.
«Per via di Josh?»  
«Si»
«Hai provato a parlarci?» domanda svoltando per una stradina che non avevo mai visto.
«No» incrocio le braccia al petto.
«Ti sta chiamando ininterrottamente da ieri Win»
«Quindi?» appoggio la testa contro il finestrino.
«Sembri menefreghista di fronte a questa situazione» sospira.
«Il confine tra l'apparire menefreghisti e l'essere semplicemente esausti è spesso impercettibile» la guardo.
«Lo so che sei esausta, ma per favore almeno dovresti sentire la sua versione» parcheggia nel primo posto libero che trova.
«Okay, dopo lo chiamerò» alzo le braccia al cielo in segno di resa.
«So che si sistemerà tutto» sorride una volta scese dalla macchina.
«Questo si vedrà» rispondo seguendola all'interno del cimitero dopo aver preso un respiro profondo.
Avere di fronte a me la lapide di mia madre non mi ha fatto un gran bell'effetto. Ho avuto un attacco di panico.
«A che ora sono nata?» chiedo a mia nonna una volta sedute sul sedile della sua macchina dopo essermi ripresa.
«Alle 10.37am»
«Cosa gli è successo?»
«Ha avuto un'emorragia interna pochi minuti dopo la fine del parto» risponde con voce piatta.
«È riuscita a vedermi almeno?» almeno questo deve essere riuscita a farlo.
«Sì, ti ha tenuto in braccio, ha detto che eri la cosa più bella del mondo» si ferma e mi guarda «Sareste state molto unite, siete così uguali» dice prendendomi le mani «Mi ricordi in tutto e per tutto lei Winter» me le bacia.
«Perché ha deciso di chiamarmi Winter?» continuo con le mie domande dopo un paio di minuti di silenzio dove ha ripreso a guidare, ora siamo in centro e ci dirigiamo verso Island.
«Perché amava l'inverno» sorride.
«Lo amo anche io» chiudo gli occhi per cercare di immaginare come sarebbe stato avere mia madre nella mia vita. Dopo una ventina di minuti arriviamo al cimitero di Island.
«Sei pronta?» mi guarda.
«Si» mi mordo il labbro.
«Allora vai, ti aspetto qui. So quanto eri legata a tuo padre e voglio che passi questo momento sola con lui» mi bacia la guancia.
Scendo dalla macchina ed entro a piccoli passi all'interno del cimitero, cammino per circa tre minuti quando arrivo nel prato dove c'è la lapide di mio padre.
«Ciao papà» mi siedo sull'erba «Mi sei mancato tanto» passo una mano sull'erba dove qualche metro sotto c'è la bara che lo contiene «Oggi come diresti tu sono diciotto» ridacchio debolmente «Avrei sceso le scale e ti avrei trovato lì pronto ad abbracciarmi con il mio regalo in mano, dopo di che avrei mangiato la mia colazione preferita mentre avremmo parlato» mormoro con gli occhi già lucidi «Dopo colazione avrei fatto una doccia e mi sarei vestita per uscire con Matt, con cui avrei passato tutto il pomeriggio; ma ora non ci parliamo neanche più papà, tu lo adoravi» continuo con voce spezzata, rimango in silenzio per qualche minuto poi riprendo «Sai in Giappone fanno fluttuare lanterne in cielo, ci credi? Lanterne giapponesi, simbolo del passato che è passato. Be', notizia flash: non siamo giapponesi. Lo sai cosa sono? Bambini. Come se bastasse accendere una candela per far tornare tutto okay, o dire una preghiera. Bambini illusi, esasperati, idioti e sciocchi. E lo so cosa cosa tu dirai: "Li fa sentire meglio, Winter". Davvero, dici? Per quanto? Per un minuto, un giorno? Che differenza può fare? Perché, alla fine, quando perdi una persona, ogni candela, ogni preghiera non compenserà mai il fatto che l'unica cosa che ti rimane è un vuoto nella tua vita, al posto della persona che amavi tanto. E una lapide, con incisa una data di nascita sicuramente sbagliata» una lacrima cade.
«Mi mancava sentirti parlare così, citando le frasi delle tue serie tv preferite modificandole alla tua vita, ma cambiandole di poco» una voce che conosco fin troppo bene mi fa girare di scatto.
«Matt che ci fai qui?» mi alzo dall'erba.
«L'altro giorno ti ho vista Winter, eri con Josh» incrocia le braccia al petto.
«Complimenti» lo guardo.
«Complimenti per cosa?» mi fissa con uno sguardo vuoto e stanco.
'Per non avermi risposto alle chiamate e ai messaggi» tocco la punta della mia treccia, lui non mi risponde così continuo «Si usava dire -da piccoli- “è il mio amico del cuore”, “è la mia amica del cuore”. Che cosa carina. Ma la cosa più bella è che -sempre da piccoli- quelle parole erano sincere, spontanee e soprattutto vere. Nessuno poteva osare separarci dal nostro amico del cuore, e quando si litigava si faceva “mignolino mignoletto fai la pace con l’angioletto” e tutto tornava come prima. Era così anche per noi due. Ma poi si cresce. Si litiga e niente torna come prima. Ci si ferisce, ci si spezza, ci si abbandona. Per questo per alcuni aspetti preferisco rimanere bambina, perché a me, il “mignolino mignoletto” mi piace ancora da morire, perché per me, l’amico o l'amica, è nel vero senso della parola “del cuore”» 
«Hai ragione si cresce, si litiga e niente torna come prima. Il mignolino mignoletto sono sicuro che non funziona più, non adesso non per tutto questo» si avvicina a me.
«Ne sono convinta anche io, allora per quale motivo sei qui? Per quale motivo sei venuto a cercarmi, perché sapevi benissimo dove trovarmi» alzo la voce.
«Per due cose, la prima è augurarti buon compleanno» sussurra a due centimetri da me.
«La seconda?»
«Un bacio. Un bacio d'addio, se ti devo dimenticare voglio almeno un bacio» sospira.
Mi alzo in punta di piedi e premo le labbra contro le sue dopo aver allacciato le mie mani dietro al suo collo. Chiede accesso alla mia bocca ed io glielo concedo, appena capisco quello che sto facendo mi stacco.
«Ecco a te» mi volto dalla parte opposta di Matt trovando Josh. Non è la mia giornata!
Apro la bocca per dire qualcosa ma lui ha già girato i tacchi per andarsene, gli corro dietro e poco dopo lo blocco per il polso.
«Inanzi tutto sei stato tu il primo a cominciare e poi non sai neanche perché l'ho fatto Josh» lo guardo
«Perché ti dovrei ascoltare? In fondo tu non lo hai fatto ieri» mi guarda male, come difficilmente avrei immaginato Josh.
«Hai ragione» incrocio le braccia al petto «Hai pienamente ragione, ma ora siamo pari» corro fuori dal cimitero, ma qualcuno mi blocca contro il muro appena esco. Mi ritrovo intrappolata tra il freddo muro e il corpo caldo di Josh, è tutto veloce ma sento le sue labbra sulle mie. Io lo bacio e lui bacia me, ma poco dopo mi stacco.
«Dobbiamo parlare, non ce la faccio a non spiegarti cos'è successo e soprattutto non ce la faccio a stare lontano da te» soffia contro le mie labbra.  
Sospiro prima di annuire, mi lascia libera ed io mi avvicino alla macchina dove c'è mia nonna, ma mi ferma.
«Tranquilla, sa già che sei con me, abbiamo fatto quattro chiacchiere mentre tu eri da tuo padre» intreccia le sue dita con le mie ma io ritraggo il braccio e lui sospira.
«E cosa ti ha detto?»  
«Non te lo posso dire, so solo che tua nonna è una grandissima psicologa» risponde mentre scendiamo gli scalini che portano al fiume.
«Lo potevo immaginare, vuole che mi faccia psicanalizzare» sbuffo.



Winter ha spento il telefono. Tipico di lei quando è arrabbiata. Infilo le scarpe e prendo le chiavi della moto.
 «Josh dove vai?» la voce di mia mamma mi arriva lontana visto che è in cucina.
«A riprendermi Winter» chiudo la porta, la vedo sorridere dalla finestra mentre corro in garage a prendere la moto.
Guido fino ad Island dove so che la troverò al cimitero, mi ha detto che ad ogni suo compleanno da quando suo padre è morto lo va a trovare alla mattina. Dopo poco più di venti minuti passati sopra alla moto arrivo al cimitero, riconosco la macchina della nonna di Winter. Sorrido, e parcheggio di fianco a lei che appena mi vede scende dalla macchina. 
«Josh che ci fai qui?» domanda.
«Devo parlare con Winter» dico dopo essermi tolto il casco.
«Non vuole parlarti Josh» si siede sul cofano della macchina facendomi cenno di sedermi di fianco a lei «Ascolta Winter è troppo vulnerabile, ma non lo vuole far vedere» 
«Lo so, ormai la conosco bene» rispondo velocemente.
«Quello che sto cercando di dirti Josh è che quando una persona ti racconta ciò che non va in lei e non sta piangendo, è davvero messa peggio di quanto pensi. Vuol dire che ci ha pianto talmente tanto sopra che non ha più la forza di dirlo. Win è una di queste persone, non ha mai pianto quando mi ha raccontato la sua vita in questi giorni» mi fissa preoccupata.
«Sei una psicologa vero?» chiedo dopo qualche secondo.  
«Sì, ma quello che ti chiedo è di prenderla da parte e spiegare come sono andati i fatti. Trova un modo per farla stare zitta, è testarda e orgogliosa lo si vede, ma è dolce nel profondo, molto nel profondo» ridacchia.  
«Lo farò» mi alzo ma mi trattiene per il braccio.
«Amala, è tutto ciò di cui a bisogno, amore e fiducia» afferma prima di lasciarmi entrare. 

 

 

Io e Josh siamo seduti sul prato e guardiamo l'acqua scorrere, anzi io lo faccio. Ho il suo sguardo su di me da quando ci siamo seduti. Mi prende la mano e mi fa voltare. Mi incatena con i suoi occhi che per la maggior parte del mondo non sono niente di che ma per me sono la cosa più bella che possa esistere.

«Dicono che col passare del tempo le ferite guariscono, ma dalla più grande delle perdite, dalla ferita più profonda segue un processo di guarigione lenta e difficile. Il dolore svanisce ma le cicatrici rimangono a memoria della nostra sofferenza e rendono forte chi le porta, a fin ché non possa essere più ferito. Così mentre il tempo passa lentamente, ci perdiamo in distrazioni per eludere la frustrazione, diventiamo aggressivi e rabbiosi per tutto tessiamo trame e pianifichiamo aspettando di diventare più forti. E poi prima di rendercene conto, il tempo è volato via, siamo guariti e siamo pronti a ricominciare» sorride debolmente.

«É di Klaus Mikaelson, allora stai attento quando ti costringo a non dormire»  

«Win, vuoi perdere chissà quanto tempo senza sapere cos'è successo realmente?» alza un sopracciglio.
Non rispondo, con tutta la forza che mi rimane in corpo ritorno a guardare l'acqua che scorre veloce. Vorrei scomparire anche io così velocemente, anzi vorrei che tutti i problemi dentro di me facessero lo stesso percorso dell'acqua. Quanto sono ridicola.
«Cosa credi che io veda in te?» richiama la mia attenzione.
«Quando mi guardi tutto quello che vedi è un giocattolo rotto» mi volto verso di lui scrollando le spalle. 

 «Stai scherzando vero? Win tu non sei un giocattolo» la sua voce è seria.

«Ma sono rotta» ridacchio stanca.  
Non risponde, proprio come pensavo. Mi alzo velocemente ma poco dopo mi trovo stesa con Josh sopra di me.
 «Tu non te ne andrai di qui fin quando non abbiamo chiarito, okay Winter?» sibila a due centimetri dalle mie labbra.
Una tremenda voglia di baciarlo mi assale. Di baciare quelle meravigliose labbra morbide e delicate. Quelle labbra così perfette come ogni cosa in lui, perché nonostante tutto io non riesco a trovargli un difetto.
«Okay» lo spingo via e ritorno nella posizione in cui ero prima «Non capisco perché sei ancora qui, puoi avere qualsiasi ragazza ed avere una storia normale senza tanti problemi» do voce ai miei pensieri.

«Perché se avessi voluto una storia semplice e monotona, non avrei scelto te. Se avessi voluto un’amore tutto rose e fiori, non avrei mai messo il mio cuore nelle tue mani. E se avessi voluto una storia come tante non avresti fatto parte della mia vita. Ho scelto te proprio per questo. Perché tu non sei rose e fiori. Tu sei capricci e sorprese. Perché tu non sei monotonia. Tu sei solletico e morsi. Corse e baci. Perché tu non sei una persona qualunque. E noi non eravamo come tanti. Noi eravamo due mani intrecciate. Litigate, scherzi e pianti per i mille problemi che ti circondano. Noi eravamo stelle. Tu eri il mio sole. E io ero felice. Due persone che di amore ne avevano da vendere, ma il fato ha dovuto rovinare tutto mandando una fan impazzita fuori dal mio hotel mentre tornavo dalle riprese. Appena mi ha visto si è lanciata contro di me e mi ha baciato; i paparazzi che sono sempre alla ricerca di nuovi scoop per causare sofferenza altrui ci hanno fotografato ma per fortuna quelle foto non sono finite sui giornali grazie ai contatti della manager di Jenn. Per non scatenare un caos generale ma soprattutto per non farti soffrire. Perché tu sei la mia preoccupazione principale da quando ti conosco, prendermi cura di te come se fossi una bambina, perché in fondo lo sei Winter, lo sei, una bambina ferita, delusa, maltrattata dal mondo; che ha bisogno di un'ancora di salvataggio per non affogare dentro a tutto quello che gli sta succedendo» mi guarda negli occhi, leggo solo sincerità e un peso mi si alza dal cuore.
«Tu sei sempre stato il mio punto di riferimento. Tu sei sempre stato la mia forza ancora da prima che ti incontrassi. Quando eri solamente il mio più grande sogno, raffigurato sui poster in camera mia, sullo sfondo e blocco schermo del mio telefono» dico prima di baciarlo. Mi alza di peso per farmi sedere sulle sue gambe dove io allaccio le braccia dietro al suo collo e gli concedo l'accesso alla mia bocca. Ci baciamo per un tempo che mi sembra infinito, ma non mi importa «Ti amo» sussurro ancora sulle sue labbra.

«Ti amo anche io» esclama dopo avermi lasciato un altro bacio a stampo «Ti devo fare una domanda»

«Dimmi» appoggio la testa sulla sua spalla.
«Perché stavi baciando Matt?»  

«Mi ha chiesto un bacio d'addio, non vuole avere più niente a che fare con me, mi vuole dimenticare perché sa che non staremo mai insieme» abbasso lo sguardo.
«Ah okay» mi bacia ancora «Ora ti dirò una cosa che ti piacerà tantissimo» sorride.

«Cosa? Cosa? Dimmela, subito» domando entusiasta.  

Ride ma quando lo bacio per zittirlo smette di colpo «Devo ricordarmi di ridere più spesso» afferma quando mi stacco.

«Comincia a parlare poi vedremo» lo guardo divertita.
Si schiarisce la voce e io scoppio a ridere «Non ridere è una cosa importante»

«Mi perdoni, ma qua sua signoria sta facendo le ragnatele come tutti i tributes che aspettano un misero trailer di Mockingjay pt.1» inarco un sopracciglio. 
«Allora» ride «Se fosse per me ve lo avrei già dato. Ma sta alla Lionsgate decidere, io devo solo recitare»

«Sì sì, dicono tutti così, avanti che mi dovevi dire?» rido.  

Questa volta è lui ad azzittirmi con un bacio, gli sorrido sulle labbra e appena si stacca finalmente si decide a parlare.
«Se sarai la mia Ginny io sarò il tuo Harry. Ti amerò come Jace che ha sempre amato Clary. Sarò il tuo Quattro e tu sarai la mia Tris. E saremo reali, come Peeta e Katniss. Come Percy e Annabeth, che sono sempre insieme. Ti prego di essere mia, mia per sempre»  
Sono sbalordita, non ho parole.
«Hutch è una richiesta di matrimonio?» ridacchio.  
«Sempre a rovinare i momenti migliori» ride anche lui.

«Non mi interessa se è o no una richiesta di qualche cosa, la mia risposta è sì. Ti amo Josh, e credo che questo non possa mai cambiare»  

«Ti amo anche io e mi dispiace averti fatto stare male» mi stringe forte a lui.
«Sì litiga per spezzare la monotonia, si litiga per vedere quanto è solido il rapporto, si litiga per rafforzare il rapporto o distruggerlo del tutto. In questo caso noi abbiamo un rapporto solido e lo abbiamo rafforzato»  

«Sì hai ragione, amore» scioglie l'abbraccio «Win, auguri di buon compleanno sei ufficialmente maggiorenne» mi fa uno dei suoi migliori sorrisi.

«Grazie» sorrido prima di baciarlo.


 

«Devo per forza andarci?» apro l'armadio.
«Sì Win, voglio che ti veda qualcuno, almeno una volta ti prego» esclama mia nonna guardando Josh.
«Tu la pensi come lei?» chiudo l'armadio con in mano i vestiti.
«Sì, provaci» si posiziona di fronte a me «Voglio che tu stia meglio, voglio che tu ti possa mettere di fronte allo specchio e non abbassare lo sguardo perché sei piena di paranoie o perché pensi di non essere abbastanza okay?» mi guarda negli occhi.

Annuisco «Mi accompagni tu?» gli lascio un bacio veloce sulle labbra.

«Certo» sorride «Cambiati dai» esce dalla stanza insieme a mia nonna.  
Mi tolgo la maglietta di Josh e i pantaloni della tuta, dopo di che infilo i vestiti che ho scelto e le converse alte bianche.
Prendo la spazzola da sopra al letto, mi pettino velocemente i capelli. Prendo la borsa che è vicino al letto, apro la porta e scendo le scale velocemente.
«Win non hai freddo con i pantaloncini corti?» chiede mia nonna mentre scendo l'ultimo scalino.
«No, sto bene» scrollo le spalle.  
«Sei bellissima» Josh mi bacia la guancia «Pronta?»

«Sì, tu vieni?» sposto lo sguardo su mia nonna.
« No, vai con Josh. Kurt sa già tutto» mi abbraccia.  
«Va bene, a dopo» la saluto con la mano dopo aver sciolto l'abbraccio.  
«Ah Win, ti devo prenotare il biglietto per Los Angeles?»  
«Si, grazie mille nonna» prendo le chiavi della macchina dal cassetto «Noi andiamo» esclamo prima di uscire.

«Guido io» allunga la mano per prendere le chiavi.
«No guido io, tu guidi sempre» sbuffo.  

«Devi parlargli anche dei tuoi sbalzi d'umore» sospira mentre sale sul sedile del passeggero.

«Okay» metto in moto la macchina prima di guidare verso l'ospedale di Island.
«Win» mi richiama il mio ragazzo dopo un po'.  
«Che c'è?» chiedo mentre cerco un posto libero dove parcheggiare.
«Ti amo» sorride.

Annuisco prima di spegnere la macchina.
« Vieni con me o rimani qui?»  
«Vengo» scende dall'abitacolo e si avvicina a me.
«Ehi» mi prende la mano «Non devi avere paura» mi bacia a stampo.

Annuisco di nuovo dopo di che camminiamo verso l'entrata dell'ospedale. Saliamo le scale fino al secondo piano.
«Davis, Winter Davis, sono la nipote di Cyndi Jackson ho un appuntamento con il dottor Kurt Clesty» spiego  all'infermiera che ci accoglie.

«Ah sì certo, tua nonna mi ha parlato di te» sorride «Lui immagino sia il tuo ragazzo» lo guarda.

«Piacere Josh» gli sorride.  
«Josh, mi dispiace ma devi aspettare in sala d'attesa, non puoi entrare con Winter»  
«Va bene, lo immaginavo. Vai amore, ci vediamo dopo» mi bacia.  
Pochi minuti dopo sono seduta su una poltrona di fronte ad un uomo che ad occhio e croce avrà la stessa età di mia nonna.
«Allora Winter, che ne dici di raccontarmi qualcosa di te?» apre un blocco composto da carta riciclata.
«Non c'è niente da dire» sbuffo.  
«Non vuoi parlare, okay» dice mentre scrive qualcosa «Ti farò delle domande, mi risponderai?» congiunge le mani davanti al viso.
«Okay» sospiro.  
«Credi di essere depressa?»  
«Non è depressione. Non è mancanza. Non è solitudine. É qualcosa di inspiegabile. É una sensazione di vuoto che senti dentro e sembra distruggerti» mi fissa qualche secondo poi scrive ancora sul suo blocco.
«Sei innamorata?»  

«Forse» guardo lo smalto nero sulle mie unghie ormai completamente rovinato.
«Cosa ne pensi del fatto che sei innamorata?»  
«Il fatto è questo: quando ci si innamora di una persona, ci sono un sacco di cose che ancora non si sanno. Quando ti innamori non sai se l’altro preferisce il mare o la montagna, il ketchup o la maionese, l’alba o il tramonto. Non sai se beve solo il caffè amaro, se mangia solo cioccolato fondente o se magari è un amante del cioccolato bianco. Non puoi saperlo se è uno di quelli che la domenica mattina si alza alle sei per andare a correre, o se invece dorme fino a mezzogiorno. Non sai se russa, se spreme il tubetto di dentifricio a metà, se è un maniaco dell’ordine o se occuperà la tua metà di armadio con i suoi vestiti. E tutte queste cose si scoprono solo con il tempo. E capisci che ci vuole una vita intera per conoscere una persona. Per me l’amore è questo. É una scommessa. É dire "ancora so poco di te, ma voglio provare a stare con te, anche se dovessi scoprire che dormi con i calzini» incrocio le braccia al petto.  

«Sei profonda e ci sai fare con le parole, scrivi mai qualche cosa?» lascia la penna sopra al blocco prima di guardarmi attentamente.

«Sì, scrivevo nel periodo in cui mio papà è morto» porto le gambe al petto.
«Ti porti spesso le gambe al petto quando stai seduta?» chiede. 
«Sì, credo di sì»  
«Ritorniamo al discorso dell'amore, ti ho chiesto che cosa pensi dell'essere innamorata, ma dell'amore invece, che cosa pensi riguardo all'amore?»  

«L'uomo vive per amare, eppure ama per morire, com'è possibile che la vita sia basata su un ossimoro?» mi mordo il labbro inferiore.
«Hai ragione» annuisce «Hai completamente ragione» accavalla le gambe.
« Lo so» appoggio il mento sulle ginocchia «Ah giusto, il mio ragazzo ha detto che le devo dire che ho continui sbalzi d'umore»

«Credi di essere lunatica o pensi di avere qualcosa di psicologico?»  
«É lei l'esperto» alzo le spalle.

«Hai ancora una volta ragione, allora credo che ci dovremo rivedere se devo capire se sei solo lunatica» sorride dolcemente «Cambiavi spesso umore anche quando eri piccola?»  
«No» esclamo dopo averci pensato un po' su, lui annuisce e scrive.
« Tua nonna mi ha detto che fumi, è così?»  
«Si fumo»  
«Perché hai cominciato?» studia il mio volto.  
«Perché non volevo sentire il dolore che provavo»  
«E ora invece? Provi ancora dolore?»  
«No. Il dolore non mi fa più male, ormai mi sono abituata a stare da schifo. Non lo sento neanche più, è come se qualcuno mi abbia spento il fuoco che mi bruciava dentro, e lo ringrazio, davvero, ora sono forte, niente e nessuno mi potrà nuocere, io me ne frego. Continuo verso la mia strada di distruzione, sola e amareggiata , ma vuota, niente, meno di zero, aria» dico piatta per poi far scivolare le gambe sulla poltrona.

«Sei un'ottima attrice Winter» ridacchia «Sul serio, se non avessi studiato per anni il linguaggio del corpo ci avrei creduto» lo guardo inarcando un sopracciglio «A te importa, se no non saresti qui. Non avresti risposto alle mie domande. Sei debole, fragile, insicura. Non hai autostima. Hai paura di tutto e soprattutto di te stessa. Talmente tanto che fai fatica ad ammettere che sei innamorata, ma la scintilla che ho visto nei tuoi occhi quando te l'ho chiesto me l'ha confermato. Magari questo lo ammetti di fronte a lui ma appena incontri un'altra persona cali la tua maschera. Fai credere a tutti che sei felice, spensierata, che non hai nessun problema, ma non è così. Soffri, soffri da morire. Tutte le bugie che ti hanno raccontato per anni hanno fatto crollare quelle poche certezze che ti erano rimaste della tua vita. Il tuo mondo è come un paese distrutto dopo il terremoto, solo macerie, niente è rimasto intatto. Così calando la tua maschera nascondi te stessa. L'unica cosa che non nascondi è il fatto che odi tutti quelli che ti circondano a parte l'unica persona che ami, ma forse anche lui lo odi nel profondo, una parte di lui. Forse quella parte è proprio quella che tu desideri tanto. Felicità. Tu non sei felice, non credo che tu lo sia stata mai o se lo sei stata sono passati anni e non ricordi neanche più la sensazione. Hai perennemente quella sensazione d'ansia a dosso quando vedi che le cose cominciano ad andare meglio, ti assale questa sensazione allo stomaco che ti evita di goderti il momento e quindi di essere felice» mi fissa serio, cerca il mio sguardo che è rivolto alle punte delle mie Converse.
«Ha ragione, non sono felice. Non lo sono mai stata, neanche mi ricordo più il mio ultimo giorno senza preoccupazioni. Quando avevo dodici anni mio padre si è ammalato di cancro terminale, ha provato a combatterlo inutilmente, da quando ha scoperto di averlo io mi sono occupata di lui, per mia madre era come se fosse già morto. A dodici anni e mezzo mentre tutte le mie compagne di scuola erano a casa a giocare con le bambole io assistevo mio padre malato. Chiedevo solamente che mio padre guarisse al posto delle cose materiali che chiedevano tutti i miei coetanei. Ho vissuto così fino ai quindici anni. Una mattina pochi giorni dopo il mio compleanno, mi sono svegliata, ci eravamo addormentati insieme nella mia camera e l'ho trovato morto. La parte più grande di me è morta insieme a lui, e mai tornerà. Ho cominciato a fumare, a trascurare la scuola, ma pochi mesi dopo ho capito che stavo sbagliando così ho continuato a fare quello che avrebbe reso orgoglioso mio padre. Studiare. Prendevo tutte A, ero la più brava della classe, ma non mi importava poi tanto. Arrivavo a casa, mia madre era perennemente al lavoro o usciva con degli uomini, papà non c'era più quindi i miei voti rimanevano per me, ne parlavo solo con il mio migliore amico. Poi un anno dopo la morte di mio papà mia mamma ha incontrato questo uomo, proprietario di una casa discografica a Los Angeles, gli ha chiesto di sposarlo e lei ha accettato. Non ho mai accettato questa relazione ma a lei non gli è mai importato cosa provavo. Al matrimonio ho incontrato Josh, e dal di lì qualcosa nella direzione giusta è cominciato ad andare. Ci siamo trasferiti a Los Angeles il giorno dopo del matrimonio, mia madre e il suo nuovo marito se ne sono andati in luna di miele lasciandomi in una nuova città, in una casa nuova tutta da sola. Al ritorno della loro luna di miele quella che credevo mia madre mi ha dato una lettera scritta da mio padre. All'interno di essa c'era scritto che lei non era la mia vera madre, che la mia madre biologica è morta pochi minuti dopo avermi dato alla luce. Il mio intero mondo è crollato ancora di più, facendomi arrivare al capolinea, non ne potevo più, non ce la facevo più a star male, la mia vita è piena di menzogne. Il mio umore è peggiorato drasticamente, ancora di più. Quindi sì credo di avere qualche disturbo psicologico, sì credo di essere depressa. Sì la mia vita è un totale disastro e io non ne posso più, non so da che punto cominciare, anzi non ne ho voglia, sono stanca di tutto, di combattere contro me stessa e contro al mondo. Sono stanca. Vorrei solo non sentire più niente. Liberarmi da tutto. Sì sarò anche pazza ma non ne posso più, non ce la faccio più. La mia vita è un completo e fottuto disastro, non c'è nulla che vada per il verso giusto. Fino a ieri credevo che il mio ragazzo mi avesse tradito invece era solo una fan impazzita che gli è saltato a dosso. Il mio migliore amico, che conosco da quando ho tre anni mi ha chiesto un bacio d'addio, di me non ne vuole sapere più niente perché è innamorato di me e sa che io non ricambio il sentimento quindi vuole dimenticarmi. I miei genitori – mio padre e mia madre – sono morti, sono orfana. Mi sento sola. Vuota. Graffiata. Spogliata. Non so chi sono. Non so cosa voglio. Credevo di saperlo ma non lo so più ormai. So solo una cosa, ed è che io odio la mia vita, odio me stessa, odio questo fottutissimo mondo. Che cazzo di male ho fatto per meritarmi tutto questo?» urlo dopo essermi alzata ed averlo guardato in faccia ad ogni parola che pronunciavo.
Riprendo la borsa dalla poltrona prima di uscire dalla stanza lasciandolo lì. Non entro nemmeno in sala d'attesa per andare da Josh. Corro verso l'ascensore, premo il pulsante ma non si decide ad arrivare ed io mi sento soffocare. Decido di prendere le scale, corro giù scalino per scalino, una volta uscita mi metto a correre. Non so dove, so solo che voglio scappare il più lontano possibile da qui. Da me. Da Josh. Da mia nonna. Dai miei problemi. Dal mondo.
























 


GUTEN MORGEN.

AAH NON VEDEVO L'ORA DI POSTARE QUESTO CAPITOLO. CREDO CHE SIA IL MIO CAPITOLO PREFERITO DI TUTTA LA STORIA. PERCHE' WINTER DICE TUTTO QUELLO CHE PENSA DELLA SUA VITA.

ALLORA VI RICORDO CHE QUESTO É L'ULTIMO CAPITOLO PER DUE SETTIMANE. VI CHIEDO SOLO DI NON ABBANDONARE LA STORIA *CONGIUNGE LE MANI* VI PREGO.
VI PROMETTO CHE IL PROSSIMO CAPITOLO SARÁ LUNGO PER COMPENSARE LE DUE SETTIMANE DI ASSENZA.


NELLO SCORSO CAPITOLO VI HO DETTO CHE VI AVREI LASCIATO UNA DOMANDA. ED É QUELLO CHE FARÓ AHAHA.
PERÓ PRIMA VI VOGLIO DARE QUALCHE CONSIGLIO PER QUESTE DUE SETTIMANE.


1. INANZI TUTTO SORRIDETE → :)
2. SE VI TROVATE A MIRABILANDIA E VEDETE UNA CON LE ALL STAR A SCACCHI COLORATI, UNO ZAINO NERO DELL'EASTPACK CON UNA SCRITTA SULLA TASCA DEDICATA AL SIC E IN COMPAGNIA A DELLE PERSONE FUORI DI TESTA SONO IO AHAHAHA, QUINDI VENITE TRANQUILLAMENTE A SALUTARMI
3. RILEGGETE IL VOSTRO LIBRO PREFERITO (SE LO FATE POI NEL PROSSIMO CAPITOLO VOGLIO SAPERE QUAL'É)
4. GUARDATEVI UNA SERIE TV, QUI SOTTO VI LASCIO LE MIE CINQUE PREFERITE (SE LO FATE POI VOGLIO SAPERE QUALE STATE\AVETE VISTO)

 

LE SERIE TV PREFERITE DI JASS (MA NE SEGUO ALTRE 453672893487)
NOME SERIE TV GENERE STAGIONI COMPLETA
Doctor Who Fantascienza 7 NO
Once Upon A Time Fantasy\Drammatico 3 NO
American Horror Story Horror\Thriller\Drammatico 3 NO
The Big Bang Theory Sitcom\Divertente 7 NO
Skins Teen Drama\Adolescenziale 7 SI

 

5. RECENSITE IL MIO CAPITOLO, SE AVETE TWITTER E VI VA SEGUITEMI SU TWITTER @peetarms [CHIEDETEMI IL FOLLOW BACK]
6. DIVERTITEVI E DEDICATE TEMPO A CIÓ CHE VI PIACE FARE
7. RISPONDETE ALLA MIA DOMANDA CHE VI LASCIO QUI SOTTO :)

Ho deciso di rendervi partecipi di quello che avverrà in futuro. Per non spoilerare nulla e lasciarvi all'oscuro (quanto sono cattiva ahaha) ho deciso di utilizzare i numeri.
DOVETE SCEGLIERE UNO DEI DUE NUMERI CHE VI DARÓ NEL PRIMO PUNTO E UNO DEI TRE NUMERI CHE SONO SCRITTI NEL SECONDO PUNTO.
NON DOVETE TENERLO PER VOI, SE VOLETE ESSERE PARTECIPI DOVETE SCRIVERE I NUMERI SCELTI NELLA RECENSIONE CHE MI INVIERETE.
SPERO SUL SERIO CHE PARTECIPIATE, PERCHÉ SECONDO ME É UNA BELLA IDEA.
ORA SMETTO DI PARLARE E VI LASCIO I NUMERI.

 

  1. SCEGLIETE FRA:    12 e 23

  2.           SCEGLIETE FRA:       15, 37 e 97

SPERO SUL SERIO CHE PARTECIPIATE, RINGRAZIO COME SEMPRE LE PERSONE CHE RECENSISCONO LA MIA STORIA, CHI L'HA MESSA TRA LE PREFERITE, SEGUITE O RICORDATE.
MA ANCHE I LETTORI SILENZIOSI CON LA SPERANZA CHE IN QUESTO CAPITOLO MI LASCINO UNA RECENSIONE E SCELGANO DUE NUMERI.


ALLORA CI SENTIAMO FRA DUE SETTIMANE, DIVERTITEVI.
UN BACIO.

PEETARMS.

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Capitolo 17
*** On top of the world. ***


I’ve had the highest mountains
I’ve had the deepest rivers
You can have it all but not til you prove it
Now take it in but don’t look down
‘Cause I’m on top of the world, ‘ay
I’m on top of the world, ‘ay
— On Top Of The World, Imagine Dragons









«Winter – Connor si para davanti a me – La smetti di studiare?»
«Connor – alzo lo sguardo dal libro – La smetti di sparare cazzate?»
Sospira «Winter Davis – comincia – Hai l'esame tra un'ora e mezza. Non hai ancora pranzato, ma soprattutto sei in pigiama» mi toglie il libro dalle mani
«Connor Hutcherson se non ti vuoi ritrovare senza qualche organo essenziale ti conviene ridarmi immediatamente il mio libro» lo guardo male
«Che combinazione: esami e ciclo. Grazie per non essere qui Josh» alza gli occhi al cielo
«Sarai morto entro la fine della prossima ora» mi alzo e mi avvio verso le scale
«Falla bella congelata» lo sento ridere dal salotto
«Stai attento a bere il caffè» urlo prima di sbattere la porta della camera
Apro l'armadio per prendere il cambio e l'intimo. Dopo di che avvicino alla scrivania dove prendo le mie converse nere.
Esco dalla camera e mi dirigo in bagno.
Lascio che l'acqua ghiacciata levighi il mio corpo mentre cerco di regolarizzare il mio respiro. Il mio umore così come la mia pazienza è al limite. Si potrebbe rappresentare con la tacchetta rossa nel telefono.
Una decina di minuti sono fuori dal bagno vestita con ai piedi le converse e i capelli bagnati legati in una treccia laterale.
Rientro in camera per prendere lo zaino e il mio i-phone.
Un nuovo messaggio.

 
Da: Josh
In bocca al lupo per l'esame, ti amo!

Il mio umore riprende una tacca.
 
A: Josh
Meglio che vada tutto bene. Ti amo.

Chiudo la porta della camera dopo aver preso i miei Ray-Ban neri.
Mentre scendo le scale cerco le chiavi della mia macchina dentro alla tasca dello zaino.
«Cerchi queste?» Connor sventola le mie chiavi di fronte alla porta d'ingresso
«Sì quelle» gliele strappo dalle mani prima di dirigermi in cucina
«Acidità al massimo – lo sento ridere piano – Comunque ancora mi chiedo perché hai guidato da Louisville a Los Angeles» si siede mentre io riempo la tazza di caffè
«Avevo voglia di guidare» alzo le spalle
«Per più di 3000 chilometri?» mi guarda scioccato
«Qualche problema? - lo fisso – Così non devo comprare una macchina e i soldi che mi ha lasciato mio padre rimangono nel mio conto corrente bancario» 
«Mi chiedo come fa Josh a capirti – sbuffa – Sei complicata»
Il mio umore perde la tacca che Josh era riuscito a darmi con un semplice messaggio.
«Me ne vado prima che la voglia di tirarti qualcosa in faccia si impossessi completamente di me» sbatto la tazza sul tavolo ed esco dalla cucina
«Comunque stai bene vestita così» lo sento ridere ancora
«Hutcherson stai tirando la corda» urlo prima di uscire da casa
L'aria rovente di Los Angeles a giugno mi accoglie. Cammino fino in garage dove trovo la mia macchina.
Siedo al posto del guidatore appoggiando il cellulare e lo zaino sul sedile del passeggero quando sento la suoneria tipica dell'i-phone.
«Pronto?» rispondo senza guardare chi sta chiamando
«Mi dispiace di averti fatta arrabbiare Win. Che possa la buona sorte essere sempre a tuo favore» Connor. Cosa farei senza di lui ora.
Scendo dalla macchina ed entro in casa utilizzando la porta che collega garage al ripostiglio. Cammino velocemente fino in cucina e lo abbraccio.
«Sei un idiota ma ti voglio bene» gli schiocco un bacio sulla guancia
«Lo so sono adorabile» mi stringe forte
Scuoto la testa in segno di rassegnazione alla sua idiozia «Dai ora vado» sciolgo l'abbraccio
«Stai tranquilla andrà tutto bene. Poi sarai libera. Libera di inseguire il tuo sogno» mi lascia un ultimo bacio sulla guancia mentre io annuisco.
Torno in macchina e guido fino a scuola dopo essere uscita dal vialetto di casa.

«Può andare signorina Davis, abbiamo finito. Lunedì saranno esposti i quadri riassuntivi» la preside Morris mi sorride dopo aver discusso per un attimo con i professori
«Grazie» mi alzo dalla sedia e recupero il mio materiale da riporre nello zaino, dopo di che mi avvio verso l'uscita dell'aula magna dove si tengono gli esami finali.
«Davis, mi raccomando» sento la voce di Tom quando esco in cortile
«Cosa?» mi avvicino a lui
«Non mollare la cosa per cui sei nata. Mostra al mondo il tuo talento» mi abbraccia
«Grazie di aver creduto in me Tom» sciolgo l'abbraccio dopo qualche secondo
«Lo farò sempre Winter. Ora vai. Ti aspettano le vacanze della maturità» mi sorride
«Che probabilmente saranno piene di provini» rido poco
«Sul serio?» mi guarda sorridendo
«Connor, il fratello di Josh non sapeva che cosa fare mentre io studiavo per gli esami così ha cercato su internet provini che faranno quest'estate in tutta l'America» spiego
«Premuroso» ride
«Lecca culo» preciso ridendo anche io
«Beh spero di vederti presto sul grande schermo allora – sorride – Com'è la sensazione di aver finito la scuola?» 
«Meravigliosa. Mi sento libera – ammetto – Ho come la sensazione di poter fare tutto quello che voglio»
«É con questa sensazione che devi vivere ogni giorno d'ora in poi. Lascia andare il passato e concentrati sulla tua carriera. E se non vuoi andare all'università non ci andare, non ne hai bisogno sei pronta» leggo sincerità nei suoi occhi
«Grazie» dico dopo un po'
«Dai ora ti lascio andare. Dovrai festeggiare con il tuo ragazzo no?» mi guarda
«No. Josh è a Berlino, sta finendo di girare Mockingjay parte 2» alzo le spalle
«Quando torna?» mi fa cenno di sedermi sulla panchina del cortile
«Domani. Oggi finiscono le riprese» una improvvisa tristezza mi assale
«Stai bene» mi guarda
«Credo di sì» dico con poca convinzione mentre porto una mano all'altezza dello stomaco
«Sicura?» mi guarda premuroso
«É che.. ho collegato solo ora che questo sarà l'ultimo giorno di ripresa. Non ci saranno più riprese di questa magnifica trilogia» guardo il cielo per nascondere la tristezza
«Credo che sia normale» mi sorride comprensivo
«Sono stata così anche per la fine delle riprese di Harry Potter» rido poco
«Dai andrà bene. Sono stati belli questi anni?» mi chiede incuriosito
«Sì, è bello far parte di questa grande famiglia. Sono andata a più première possibili» sorrido al ricordo
«Quindi hai incontrato Josh ad una première?» si mette in una posizione più comoda
«Per la prima volta sì – rido – Ma non ci ho mai parlato. Ci ho parlato per la prima volta al matrimonio di mia mamma – lo guardo – Suo zio è il fratello del nuovo marito di mia mamma» spiego
«Ah capito, una specie di fortuna no?» ride
«Se parliamo di Josh sì» annuisco
«Non approvi il nuovo matrimonio di tua mamma?» 
«Non è neanche mia mamma – alzo le spalle mentre prendo il telefono che vibra nello zaino – Scusa» indico il cellulare
«Certo, vai pure – mi sorride – Mi ha fatto piacere chiacchierare con te. Buona fortuna per tutto Win» mi sorride un'ultima volta prima di rientrare all'interno della scuola.
«Pronto» porto il cellulare all'orecchio
«Hai finito? Sei diplomata? Allora Winter? Rispondi cazzo» gli urli di Nick e Hailee mi costringono ad allontanare l'apparecchio dal mio canale uditivo
«Mi farete diventare sorda un giorno» dico una volta dopo che si sono calmati
«Ti vogliamo bene Winter» ride Nick
«Tu piuttosto, non dovresti essere a studiare signorino bello? Domani hai l'orale» scherzo seria
«Sta studiando Win, però gli ho fatto fare una pausa per chiamarti» mi spiega Lee
«Capito» arrivo finalmente alla mia macchina
«Stai bene Win?» Nick
«Sì» dico con poca convinzione
«Sicura?» insiste Lee
«Voglio solo andare a casa e dormire. Scusate ma in sti giorni non ho chiuso occhio per studiare. Vi chiamo più tardi o magari domani» chiudo velocemente la chiamata e chiudo la portiera.
Dopo mezz'ora sono davanti alla porta d'ingresso della villa di Josh con in mano due bicchiere di Starbucks. Due frapuccini. Uno per me e uno per Connor.
«Le chiavi sono diventate un optional?» l'accoglienza di Connor
«Scusami tanto se ero agitata per l'esame» lo guardo male mentre entro in casa
«Uno è mio?» il suo sguardo va automaticamente alla mia mano destra
«Non so se te ne meriti uno» cammino fino in cucina dopo essermi tolta le scarpe dove appoggio i due bicchieri sul piano
«Dammi qua lo zaino – me lo prende dalle spalle per poi appoggiarlo su una sedia – Com'è andato l'esame?» dice mentre prende il suo frapuccino
«Strano ma vero ma avevi ragione – scherzo – Ero pronta» sorrido leggermente
«Allora che succede?» mi guarda
«Oggi finiscono le riprese» sussurro
«Ecco lo sapevo. Era troppo bello per essere vero» sospira
«In che senso?» alzo un sopracciglio
«Josh ieri sera mi ha chiamato mentre studiavi per chiedermi se eri già entrata in modalità tristezza per la fine delle riprese visto che ha letto alcuni tweet su twitter» mi spiega
«Tu hai parlato con Josh e non me l'hai passato?» lo guardo sconvolta
«Era preoccupato per te – mi spiega sospirando – Sai è difficile parlare con te molte volte» 
«Ne sono al corrente Connor» fisso il mio bicchiere
«Comunque – riprende – Gli ho detto che eri impegnata con lo studio e quindi non ci stavi pensando. É stato lui a non volerti parlare» butta il suo bicchiere vuoto nella spazzatura
«Okay – mi alzo dallo sgabello del piano – Finiscilo tu, sono piena» glielo passo
«Porti su lo zaino?» mi guarda mentre prende il mio frapuccino
«Sì, torno subito» esco dalla cucina con in spalla il mio zaino nero dell'eastpack
Salgo le scale con un senso opprimenti al petto e scendo stando peggio. 
Quando il mio telefono vibra alle quattro del pomeriggio, una lacrima scende.
That's a wrap dice Francis Lawrence.
É finito tutto. Anche le riprese della trilogia di Hunger Games sono finite.
Mi trascino sul letto e ripercorro tutti i momenti passati con il cast attraverso foto, première, still, interviste. Fin quando Morfeo mi accoglie tra le sue braccia.

La luce del mattino mi sveglia. Come prima cosa dopo aver fatto abituare gli occhi alla luce è prendere il telefono che ritrovo sotto la mia pancia.
Due chiamate perse.
Quattro nuovi messaggi.
Sblocco l'i-phone inserendo la password.
Le due chiamate perse sono di Josh, lo stesso i messaggi.

 
Da: Josh
Le riprese sono finite. C'è una tristezza sul set che non ti dico. Tu come stai?
Winter mi rispondi?
Ho capito non vuoi parlare, vado a letto allora. Ti amo
Sto prendendo l'aereo ora, buongiorno amore

Il messaggio è di un'ora fa. Non ho il coraggio di fare un conto di quante ore mancano all'arrivo di Josh.
Scivolo fuori dal letto e noto che sono ancora vestita con i panni del giorno prima.
Mi spoglio velocemente lasciando cadere gli abiti a terra mentre apro l'armadio da dove tiro fuori un paio di pantaloncini neri corti e prendo una maglietta a maniche corte bianca di Josh. Lego i miei lunghi capelli biondi in una coda alta. Riprendo il cellulare da sopra il letto e esco dalla stanza dirigendomi al piano di sotto.
«Buongiorno – Connor mi accoglie quando entro in cucina – Credo che sarai riposata» ride
«Ho sempre adorato la tua simpatia di prima mattina – lo fulmino con lo sguardo mentre mi trascino al tavolo – A che ora arriva Josh?» sbadiglio
«Anche io ho sempre adorato la tua dolcezza di prima mattina – sarcasmo – Arriva alle quattro» mi sorride dolcemente
«Prima fai il sarcastico e poi il dolce?» lo guardo alzando un sopracciglio
«Almeno non sono sempre sarcastico come te frega magliette» mi porge una tazza piena di caffè per poi indicare la maglietta di suo fratello
«Ma hai i tuoi lati positivi» sorrido mentre aggiungo tre zollette di zucchero alla bevanda
«Haymitch no?» si riferisce alla mia ultima affermazione
«Già sospiro» mentre apro twitter
La mia tl è piena di persone che postano la foto di Josh, Jenn, Liam e Woody e ho una morsa allo stomaco.
Chiudo immediatamente Twitter e mi concentro sul caffè.
«Tutto bene?» Connor si siede di fronte a me
«Josh mi ha scritto che c'era una tristezza sul set – dico dopo un po' – Non immagino come stia, anzi come stiano. Se per noi fans è dura non immagino per loro che davano vita alle parole del libro» lo guardo
«Lo so è dura – ammette – Ci sono passato con Harry Potter, ero e sono un fan di quella saga» sorride
«Anche io – lo guardo – Dovrei essere abituata invece sto male lo stesso» 
«Se tieni ad una cosa è inevitabile soffrire quando finisce» sorride amaramente
Annuisco «Sì ormai l'ho imparato» 
«Io vado a fare una doccia – si alza e mi lascia un bacio tra i capelli – Non pensarci troppo o starai solo peggio» esce dalla cucina lasciandomi da sola con i miei pensieri
Finito il caffè sistemo la cucina e realizzo che tra poche ore riabbraccerò Josh dopo due mesi di lontananza.

Sento qualcuno sedersi di fianco a me sul letto. Non so cosa mi prenda ma sto dormendo troppo nelle ultime ore.
Apro gli occhi e sorrido.
«Ben svegliata» Josh mi sorride. Il suo sorriso quanto mi era mancato.
«Scusa. Mi sono addormentata, volevo venire a prenderti all'aeroporto» mi avvicino a lui
«Ora sono qui – mi abbraccia e io abbraccio lui – Sei stanca perché negli ultimi giorni non hai fatto altro che studiare» mi bacia la testa
«Bacio» alzo la testa. Poco dopo sento finalmente di nuovo le sue labbra sulle mie.
«Come stai?» dico dopo un po' 
«Sono triste per la fine delle riprese come tutti» mi passa le dita lungo la spina dorsale
«Immaginavo. Non so nemmeno consolarti perché sono triste anche io» abbasso la testa appoggiandola sulla sua pancia
«La tua presenza migliora la situazione» mi tira su e mi lascia un bacio a stampo
«Ti devo dire una cosa. Ci ho pensato molto in questi due mesi» sorrido
«Sono curioso» si siede a gambe incrociate sul letto così da fissarmi dritto negli occhi.
Mi schiarisco la gola e prendo fiato «In te rivedo la protezione di mio padre. Con te ho finalmente capito che mi sento a casa» la voce mi trema
Lui spalanca gli occhi sorridendo, mi abbraccia forte e io ricambio «Dimmi che non scherzi»
«Non scherzerei mai su una cosa del genere, lo sai» dico ancora abbracciata a lui
«Lo so. Volevo solo sentire la conferma» sento la sua felicità in ogni parte del suo corpo, così un sorriso sincero spunta anche sul mio viso.
«Io ti amo Winter, non ti voglio vedere vicino a nessun altro» le parole di Josh aumentano solo il mio sorriso
«Grazie d'esistere» sussurro sopra la sua spalla
«Grazie per avermi dato tutto il tuo amore» mi sussurra anche lui


«Ho una sorpresa per te» Josh esclama una mattina appena scendo le scale.
Sono passati una ventina di giorni dal ritorno di Josh, dove abbiamo ripreso a stare meglio entrambi.
«In realtà questa sorpresa gliela tieni nascosta da mesi» puntualizza Connor dal salotto
«Andiamo bene» sbadiglio mentre mi lascio cadere di fianco al fratello del mio ragazzo sul divano
«Sì andiamo bene» dice portandosi le mani alle orecchie
«Per quale motivo ti stai tenendo le mani sopra le orecchie» smetto di guardare Josh e mi concentro su Connor
«Lo capirai se invece di parlare con me ascolti il tuo ragazzo» me lo indica con lo sguardo
«Scusa» mi volto verso Josh, dove noto che nella tasca anteriore gli fuoriescono due fogli ma non riesco a leggere cosa c'è scritto sopra
«Allora – si schiarisce la gola quando nella stanza è calato il silenzio – Faremo una vacanza che non sarà proprio una vacanza nei primi giorni» mi sorride
«Che cosa?» scatto in piedi
«Ti piace San Diego? No sai perché ho preso i biglietti per il Comic-Con» sussurra mentre io inizio ad urlare e a saltare come una povera deficiente
«Andrò al Comic-Con. Okkei andrò al Comic-Con. Winter calmati» mi ordino mentre sento Josh e Connor ridere
«Però andremo a San Diego un po' prima del Comic-Con» mi abbraccia
«Per fare i turisti?» gli soffio sul collo euforica
«No. Perché farai un provino» mi scocca un bacio sulle labbra
«Provino?» dico sconvolta
«Sì – Connor finalmente si alza da quel benedetto divano – Hai presente Le Cronache di Narnia?» mi sorridendo
«Certo. Sette storie bellissime. Che sia benedetto C.S.Lewis dentro la sua tomba» alzo lo sguardo al soffitto 
«E sai che hanno fatto tre film no?» continua Josh
«Sì quelli con i fratelli Pevensie – annuisco – Anche se il secondo e il terzo non seguono perfettamente il corso del libro. Ma sempre meglio del regista di Percy Jackson che-»
«Winter» urlano all'unisono
«Okkei okkei non dirò più nulla» sbuffo
«Stavamo dicendo che farai il provino per il prossimo film: La sedia d'Argento» Josh è euforico quanto me
«Per il ruole di Jill Pole o per quello della Strega?» lo guardo
«Secondo te?» mi guarda allusivo
Ci penso un attimo «Jill Pole» asserisco
Un breve applauso dei due fratelli Hutcherson parte facendomi scoppiare in un fragorosa risata.
«Quanto siete idioti» affermo quando interrompono l'applauso
«Colpa sua che mi ha passato anche i suoi geni» Connor, che come sempre scarica le colpe agli altri quando gli fa comodo
«Poi ci sono i geni che sono tuoi e basta che ti hanno fatto diventare peggio di lui» gli sorrido allegramente
«Me ne vado di là se no ti offenderei e arriveremmo ad insultarci» mi sorride Connor lasciandomi un bacio sulla guancia
«Sì sì vai fifone vai» rido mentre esce dal salotto lasciando me e Josh soli
«Grazie» circondo il suo collo con le mie braccia
«Ti avevo promesso che saremmo stati un po' da soli lontani da questa città appena finivo di girare Mockingjay» mi lascia un tenero bacio sul naso
«Grazie lo stesso – lo guardo negli occhi – Grazie di tutto» lo bacio. Un bacio lento, dolce, carico di tutto il mio amore.
«Ti ho mai detto che ti amo?» mi chiede sorridente mentre si lecca le labbra per assaporare gli attimi del bacio
«No – scherzo – Comunque ti amo anche io» riunisco di nuovo le nostre labbra
«Ti amo da morire Winter» sussurra sulle mie labbra durante il bacio «Sei pronta per il successo?» mi sorride sedendosi sul divano
«Non esageriamo» mi accomodo di fianco a lui legandomi i capelli in una coda alta. Odio l'estate, il caldo non lo sopporto.
«Invece sì – intreccia le dita della sua mano con le mie – Hai caldo?» arriccia il naso sorridendo
«Sì sì prendimi in giro» lo fisso
«Ti va di andare al mare o vuoi morire di caldo a casa?» si alza trascinandomi su con lui
«Non amo particolarmente il mare, che più che mare è oceano – puntualizzo – Ma okkei. Andiamo al 'mare'» rido
«Perfetto vai a prepararti e avvisa Conn se vuole venire. In fondo questi sono gli ultimi giorni che passa qui» si avvia in cucina
Salgo di nuovo le scale dirigendomi nella camera degli ospiti. Busso tre volte.
«Vieni Win» sento dall'interno
«Come fai a sapere che sono io?» apro la porta 
«Josh non bussa mai tre volte. Tu tutte le volte. Manca solo che ti metti a dire Connor ogni volta che bussi» ride alzandosi dal letto
«Riferimenti casuali a Sheldon» rido anche io portandomi una mano alla fronte
«No da cosa lo hai capito?» altro sarcasmo
«Che ti ho stressato duranti questi due mesi con le mie serie tv» dico con voce innocente
«Stressato?» ride
«Okkei ossessionato Conn» sbuffo
«Comunque che vuoi?» si siede al bordo del letto
«Vuoi venire in spiaggia con me e Josh?» lo guardo
«Non mi dire vuoi scappare dal caldo?» se la ride
«No, ci vado per sport. Sì idiota. Sai che odio il caldo e soprattutto il mare. Se ci vado è solo perché non lo reggo più» incrocio le braccia al petto
«Ne sono a conoscenza rompiscatole – mi sorride – Tempo di prepararmi e andiamo» 
«Bene vado a prepararmi anche io» mi avvio alla portandomi
«Grazie Win» Conn mi sorprende mentre ho la mano sulla maniglia della porta
«Grazie per?» mi volto verso di lui
«Per non avermi respinto. Per avermi permesso di conoscerti meglio e di far parte della tua vita» mi sorride sincero
«Vieni qui genio» allargo le braccia 
«Sì rompiscatole» si avvicina a me e mi abbraccia.
É un abbraccio diverso da quello di Josh, ma mi infonde lo stesso tranquillità e sicurezza.
«Non ti aspettare che ora sia dolce con te» scherzo ancora abbracciata a lui
«Non mi aspetto nulla» mi lascia un bacio sulla guancia
«Ecco» rido e sciolgo l'abbraccio
«Solo una cosa – comincia – Non mi scordare quando sarai famosa. Mi sono affezionato a te» mi guarda negli occhi
«Non ti dimenticherei mai Connor. Hai subito tutti i miei scleri, fangirlamenti e i miei pianti per degli episodi di serie tv – rido poco – Si può dire che tu mi conosca meglio di Josh» lo guardo
«Sarà meglio» arriccia il naso
«Stai tranquillo Conn» questa volta il bacio sulla guancia glielo do io
«Vai, se no Josh comincia a sclerare perché non siamo pronti» 
«Ai suoi ordini signore» esco dalla camera degli ospiti dirigendomi verso la mia e di Josh.
«Eccoti» Josh mi accoglie
«Eccomi» mi avvicino a lui per poi superarlo per andare verso l'armadio
«Pensavo che mi avresti baciato» mi guarda sconvolto
«Pensavi male mio caro» dico ridendo mentre tiro fuori un costume nero dal cassetto. Lo sento sbuffare.
«Di che parlavate tu e mio fratello?» si infila la maglietta per poi sedersi sul letto disfatto
«Sei geloso?» prendo anche un paio di pantaloni e una maglietta
«No – si gratta l'occhio – Semplice curiosità» mi guardare
«Ti sei grattato l'occhio. Menti» lo ammonisco
«Non è vero» mente di nuovo
«Joshua» lo riprendo
«Winter» mi fa eco lui
«Il fatto che sei geloso di tuo fratello è ridicolo» lo fisso attentamente
«Okkei sono ridicolo» mi fissa anche lui
«Va bene, allora ora ti faccio capire quanto sei idiota – mi appoggio allo stipite della porta – Mi ha semplicemente ringraziato del fatto che mi sono aperta con lui, oramai Connor è come mio fratello» 
Josh non proferisce parole così io cammino fino al bagno per cambiarmi lasciandolo lì a capire quando è idiota a dubitare di me e suo fratello.

«Win devi preparare la valigia» Josh me lo ricorda di nuovo mentre sono davanti al televisore con Connor
«Quando finisco di far vedere la stagione di Teen Wolf a Connor» lo guardo
«Win abbiamo l'aereo domani mattina presto» me lo ricorda per la milionesima volta
«Lo so. Non hai fatto altro che ricordamelo oggi» lo fulmino con lo sguardo
«Se facevi immediatamente le valigie non ti starei stressando in questo momento» alza la voce
«Sul serio vogliamo discutere sulla preparazione delle valigie?» metto in pausa l'episodio 
«Sì Winter cazzo» mi fissa
«No questo è troppo» mi alzo prendendo il pacchetto di sigarette dal tavolino e l'accendino per poi uscire nel portico.
«Win, si può sapere che sta succedendo fra voi due? Vi comportate così da tutta la settimana» Connor si siede di fianco a me mentre faccio un tiro dalla sigaretta
«Non lo so. Non me lo chiedere» alzo le spalle
«Vi scannerete a San Diego se vi comporterete così» scherza
«Sarai figlio unico non ti piace l'idea?» gli soffio a dosso il fumo ridendo piano
«L'idea mi piace» passa le dita ripetutamente sotto al mento facendomi scoppiare a ridere
«Dio se sei idiota – lo abbraccio – Grazie per tirarmi su il morale ogni volta»
«Devo. Non hai un fratello maggiore, non hai un migliore amico, non hai un padre – mi stringe mentre io spengo la sigaretta non ancora finita – Non hai una figura maschile oltre a Josh»
«Ora ho anche te» congiungo le mani dopo avergli stretto forte il petto
«E mi avrai sempre, ti voglio bene anche quando fai l'acida» sorride
«E io ti voglio bene anche quando fai il sapientone» rido
«Siamo un disastro» diciamo all'unisono
«Non staremmo mai bene insieme, io e te. Siamo troppo uguali. Non so come Josh lo possa pensare» dico ancora abbracciata a lui
«Josh pensa che io e te» scoppia a ridere
«Sì dalla mattina in cui siamo andati in spiaggia» sospiro
«Dal giorno in cui avete cominciato a discutere per tutto» mi ricorda lui
«Eh, ma se hai un fratello idiota non è colpa mia» lo guardo
«Lo so che è idiota. Ma si comporta così perché ha paura di perderti» guarda fisso di fronte a lui
«Sa che lo amo più di ogni altra cosa al mondo, è l'unica cosa che ho» sussurro
«Lo so» mi accarezza i capelli
«Vedrai che si sistemerà tutto a San Diego – si alza e mi tende una mano – Dai andiamo a preparare le valigie» 
Accetto la sua mano e mi tiro su.
«Andrà bene tutto, ora ci siamo io e Josh con te» mi sorride ancora
«Grazie» dico prima di entrare seguito poco dopo da lui.



L'ansia si è impossessata di me da quando ho superato la porta girevole dell'hotel in cui si terranno i provini.
«Stai tranquilla» Josh mi prende la mano
Annuisco. Ho la bocca asciutta e il cuore a mille come ogni volta che sono davvero in ansia.
«Winter Davis?» una ragazza sulla ventina con una t-shirt rossa e un microfono di fianco alla bocca mi chiama con gentilezza
«Vai. Tranquilla» Josh mi lascia un bacio sulla guancia mentre io mi alzo sistemando la mia canottiera che indosso
Cammino lentamente fino alla ragazza che mi scorta verso il luogo in cui terrò il provino.
«Sai la scena che devi provare vero?» mi sorride porgendomi il copione che mi era scivolato dall'agitazione
«Se non mi sbaglio quella finale. Quella dove Jill e Eustachio sono sul pontile» fisso le punte delle mie vans
«Sì esatto. Hanno scelto già l'attore che interpreterà Eustachio, non sarà Will Poulter perché non ha dato la sua conferma» mi spiega
«Chi lo interpreterà?» mi giro ma non la trovo più, da lontano sento una voce che mi invita ad avvicinarmi
«Salve signorina Davis» la voce di Andrew Adamson mi accoglie
«Buon pomeriggio» sorrido
«É qui per la parte di Jill Pole vero?» questa volta è l'aiuto regista che parla
«Esattamente» cerco di regolarizzare il mio battito cardiaco
«Bene, come sa per la parte di Jill deve provare la scena finale. Quella dove Eustachio e Jill sono sul pontile – mi spiega Andrew – Non so se l'è giunta voce che abbiamo già scelto l'attore»
«Sì, mi è giunta voce» rimango vaga
«Bene – Andrew mi sorride – Cristal fallo entrare»
«Entrare chi?» alzo un sopracciglio
Sento dei passi dietro di me, mi volto e sono di fronte a Ansel Elgort.
«Il tuo co-protagonista se superai il provino» la voce di Adamson mi arriva lontana perché l'unica cosa che sto pensando è il sorriso che Ansel ha stampato in volto.

 

 











 

POPOLO DI EFP BUON POMERIGGIO.
SONO TORNATA FINALMENTE *BATTE LE MANI*.

IL CAPITOLO MI PIACE ABBASTANZA, SPERO CHE A VOI PIACCIA DI PIU' AHAHAHA.
ANSEL ELGORT EH, IO LO ADORO E POI LO AVETE SCELTO VOI MANDANDOMI I NUMERI :)
DETTO QUESTO AL PROSSIMO CAPITOLO CHE CREDO DI PUBBLICARLO TRANQUILLAMENTE VENERDI PROSSIMO.
ASPETTO LE VOSTRE BELLISSIME RECENSIONI.
RINGRAZIO CHI L'HA AGGIUNTA ALLE PREFERITE (40 PERSONE AW) TRA LE SEGUITE E LE RICORDATE, MA ANCHE I LETTORI SILENZIOSI. MA SOPRATTUTTO CHI LA RECENSISCE CHE MI DA LA FORZA DI CONTINUARE A SCRIVERE.

COMUNQUE HO PUBBLICATO UN'ALTRA STORIA, QUI C'E' IL LINK SE VOLETE PASSARE A LEGGERLA E MAGARI LASCIARMI UNA RECENSIONE → http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2776305&i=1

A VENERDI PROSSIMO,
JASS.

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Capitolo 18
*** Guts over fear ***


So here I am and I will not run
Guts over fear, the time is here
Guts over fear, I shall not tear
For all the times I let you push me around and push me down
Guts over fear, guts over fear
— Guts Over Fear, Eminem ft Sia










Accarezzo i capelli di Josh mentre lui dorme. Si era appoggiato con la testa sulle mie gambe mentre stavamo parlando del mio provino andato decisamente bene. Manderanno una e-mail a tutte le ragazze per informarle se passeranno al provino successivo o se non ce l'hanno fatta.
Infilo gli occhiali da sole e osservo l'oceano, è leggermente mosso. 
Sento le risate dei bambini che giocano sul bagno-asciuga mentre le madri prendono il sole. Guardo i surfisti all'opera, in una delle cose che mi ha sempre affascinato.
Dopo più di un'ora che Josh è addormentato decido di svegliarlo perché non mi sento più le gambe ed ho voglia di fare un bagno.
«Svegliati bell'addormentato» percorro il suo viso con l'indice e mi soffermo sul contorno delle labbra dove poco dopo ci finisce un mio bacio
Dopo qualche minuto finalmente apre gli occhi.
«Mi sono addormentato» si appoggia sui gomiti mentre sbadiglia
«No – sarcasmo – Ti sei appisolato per più di un'ora» mi alzo e mi scrollo la sabbia dalle cosce e dal pezzo di sotto del mio costume color corallo
«Te l'ho detto che questo costume ti sta particolarmente bene?» mi tira sopra di lui
«No – glielo soffio sul collo – Ma ora lo so» gli lascio un bacio umido sul collo prima di tornare in piedi
«Insolente» ride prendendo il suo cellulare sorridendo
«Joshua se scopro che mi stai facendo una foto ti stacco quella bella testa che ti ritrovi e la prossima volta che giocheremo a bowling userò quella» gli sorrido sarcastica
«Ops» esclama prima di alzarsi velocemente e cominciare a correre
La sabbia bollente accoglie i miei piedi mentre rincorro quell'idiota del ragazzo che mi ritrovo.
Dopo qualche minuto quando sono sopra di lui - dopo che l'ho raggiunto - mi sorride dolcemente.
«Inutile, non attacca – gli prendo il telefono – Sai che odio le foto»
«Ti dovrai abituare Win – afferra il suo cellulare e mi tira su con lui – Se avrai quella parte e tante altre parti i paparazzi non ti daranno tregua. E poi sei anche venuta bene» mi sorride prima di farmi vedere la foto.
«Sì non è male» gli ripasso il telefono
«Scherzi vero? - ride – Sembri una modella. Sei bellissima amore mio» mi abbraccia da dietro mentre mi lascia un bacio sulla guancia
«Sei tu quello bello» lancio il suo cellulare sul telo prima di correre in acqua seguita da lui
«Comunque ho notato una cosa» mi prende per le gambe ed io le lego attorno al suo bacino
«Cosa?» cerco di bere meno acqua possibile
«Che sei fotogenica – mi spinge in avanti dove l'acqua è meno profonda – In tutte le foto che ti ho fatto vieni bene» mi bacia il naso
«Tutte le foto che mi hai fatto?» lo fulmino con lo sguardo
«Okay, dopo in camera te le faccio vedere» ride prima di spingermi sott'acqua.
Sorrido mentre gli afferro le caviglie e lo tiro giù con me.


La breve vacanza San Diego è finita. 
Il Comic-Con è stata una delle esperienze più belle della mia vita, sognavo di andarci sin da quando avevo otto anni se non di meno. Ho passato i giorni più belli e felici della mia vita, non mi sentivo così bene da anni.
Sono riuscita a lasciare fuori da questa vacanza tutta la mia vita e mi sono concentrata solo su me e Josh. Sul nostro rapporto.
«Pronta a tornare a casa?» Josh richiama la mia attenzione
«No – mi avvicino a lui – Stavo così bene con te qui» gli bacio il petto coperto da una maglietta nera
«Anche io stavo bene qui con te» mi lascia un bacio sulla fronte
«Credo che siamo diventate una di quelle coppie smielate che non si riescono a separare per cinque minuti in questa settimana» lo guardo ridendo
«Non mi dispiace affatto – mi sorride – Non voglio stare lontano da te per nulla al mondo» mi sussurra sulle labbra prima di lasciarmi un bacio sulle labbra
«Per te che sei un tipo romantico va bene – arriccio il naso – Ma io non sono quel genere di persona. Che hai combinato Josh Hutcherson?» mi allontano da lui chiudendo la valigia
«Ti ho fatto diventare più dolce – mi abbraccia da dietro – Ti ho fatto diventare più aperta – mi bacia il collo – Ti ho fatto diventare più vulnerabile – bacia il collo dall'altra parte – Ti ho fatta diventare romantica» mi volta e mi lascia un bacio sulle labbra
«Mi hai fatta diventare debole» mi stacco dal bacio
«No, tu hai me non sarai mai debole» intreccia le sue dita con le mie
«Tu non sarai sempre qui – lo guardo – Un giorno ci potremmo lasciare ed io sarei di nuovo indifesa» 
«Io non ti voglio lasciare – mi fissa negli occhi – Se c'è una cosa che voglio è che tu sia sempre al mio fianco Winter. Hai migliorato la mia vita» mi sorride
«Rendendotela complicata?» lo fisso incapace di credere alle sue parole
«No rendendomela meravigliosa. Facendomi capire che non c'è mai nulla di scontato nella vita e che se vuoi una cosa la devi ottenere. Lottando con i denti e il sudore, solo così potrai goderti a pieno il successo di quello per cui hai lottato. Tu mi hai insegnato tutto questo ed io ti ho insegnato ad amare di nuovo» una lacrima cade dal mio occhio destro, lui la raccoglie con il pollice prima di baciarmi.
Amo Josh Hutcherson.


«Win tieni» Connor mi passa una tazza piena di caffè appena fatto mentre io inserisco la password nel mio portatile
«Come mai non sei andato a correre con Josh?» lo guardo mentre aspetto che si carichi
«Non ne avevo voglia – si siede di fianco a me con una tazza piena di latte e cereali cheerios – Tu piuttosto mi hai tirato giù al mattino alle cinque per due settimane per andare correre ed ora non vai a correre con il tuo ragazzo?» mi fissa curioso della mia risposta
«Oggi dovrebbe arrivare l'e-mail» bevo un sorso di caffè
«Risultati del provino?» mi sorride mentre mastica un'abbondante cucchiaiata di cereali
«Sì. Se ho superato la prima parte farò la seconda audizione che è quella per assegnare i ruoli definitivi» spiego a Connor mentre apro internet
«Quindi sei dentro al film in qualsiasi caso se hai superato il primo provino» prende la mia tazza e beve un sorso di caffè
«No, credo che ci saranno comunque persone che verranno scartate – riprendo la mia tazza – Ma comunque il ruolo del protagonista lo hanno già assegnato» sorrido 
«A chi?» mi guarda curioso
«Ansel Elgort» apro la mia casella di posta elettronica
«Sul serio? L'attore che fa il fratello di Tris in Divergent, quello che ha fatto Tommy Ross in Carrie e il protagonista in Colpa delle stelle?» Connor sembra più eccitato di me
«Sì Conn – rido – Sei più entusiasta di me» 
«Scusa se esprimo la mia gioia» ora si è offeso
«Scusami tu» gli lascio un bacio sulla guancia prima di aprire l'e-mail
«Non aspetti Josh?» 
«No, abbiamo deciso di comune accordo che glielo dirò quando tornerà a casa» lo guardo
«Okay ho capito. Hai bisogno di sostegno» mi abbraccia da dietro ed avvicina il computer

Cara Signorina Winter Davis,
a seguito del provino sostenuto per il film 'Le Cronache di Narnia – La sedia d'Argento, la informiamo che ha superato il primo provino egregiamente. 
Io e gli altri componenti abbiamo notato un grande affiatamento tra lei e il signorino Ansel Elgort. 
Quindi abbiamo deciso di evitare un suo altro provino, poiché ci sembrava inutile sprecare altro tempo prezioso.
Lei interpreterà la parte di Jille Pole mentre Ansel Elgort quella di Eustachio Scrubb.
Quindi speriamo di avere sue buone notizie e quindi di rivederla il 5 Agosto a New York per parlare dei dettagli e conoscere il cast completo. Visto che lei abita a Los Angeles, il suo volo sarà il 4 Agosto alle 2.15PM del pomeriggio.
Qui sotto le indichiamo tutti i luoghi ed orari dove si dovrà presentare. Ovviamente tutto già pagato se deciderà di accettare questo lavoro. 
I miei più sentiti complimenti,
Andrew Adamson.


Mi volto di scatto verso Connor e sorrido come poche volte ho fatto nei miei 18 anni.
«Avevi dubbi peste? Sei un talento nato. Complimenti» mi abbraccia forte
Quando sciolgo l'abbraccio sento la porta d'ingresso aprirsi.
«Vai» mi sorride incitandomi ad andare da Josh
Chiudo il computer di scatto e corro fuori dalla cucina, percorro il corridoio in meno di due secondi e ci metto ancora di meno ad essere tra le braccia sudate del mio ragazzo. Ma ora come ora non mi interessa.
«Sono anche io contento di vederti Win ma è esagerata come reazione»  ride mentre mi sistema i capelli fuori posto
«Indovina» lascio perdere quello che ha appena detto. Un sorriso gli compare in volto.
«Sì – annuisco – Ma c'è di più» sorrido ancora incredula
«Che cosa?» si siede sul divano del salotto e mi tira sopra le sue gambe
«Ho ottenuto la parte» sorrido
«Dimmi che non stai scherzando. Dimmi che non ti stai prendendo gioco di me Winter» mi guarda serio
«No sul serio. Sarò Jill Pole» grido entusiasta come poche volte sono stata nella vita
«Come è possibile? Okay sei brava ma come diavolo hai fatto ad ottenere immediatamente la parte?» Josh sorride mentre mi pone tutte queste domande
«Andrew Adamson il regista, ha detto che io e Ansel abbiamo dimostrato un grande affiatamento durante il provino ed è inutile che me ne facciano sostenere un'altro» spiego velocemente 
«Affiatamento» il sorriso di Josh scompare dal suo volto
«Piantala di pensare male idiota, amo te» incrocio le braccia al petto
«Giuro che se gli rovini questo giorno ti stacco i capelli uno ad uno» Connor entra in salotto venendo in mio soccorso
«Scusa Win» Josh mi sorride, non un sorriso finto ma vero. Ormai lo conosco.
«Fa nulla – gli sorrido anche io – L'importante è che hai capito che io appartengo a te» 
«Dio Josh l'hai fatta diventare smielata. Ti odio fratello» sento la risata di Connor e poco dopo quella di Josh
«Ma tu sei diventato ancora più rompiscatole da quando la conosci, anzi entrambi» guarda prima lui e poi me
«Sì certo come vuoi – tiro anche Connor su me e Josh – Ma tu ci ami incondizionatamente» così sono racchiusa in un abbraccio dai due ragazzi più importanti per me.

«Quando devi incontrare il cast completo?» Josh mi sta accarezzando i capelli mentre Connor cucina. Oggi secondo il nostro calendario tocca a lui cucinare il pranzo e a Josh la cena.
«Il 5 Agosto devo essere a New York, non ho ancora visto bene tutto quello che mi hanno inviato ma credo che pochi giorni dopo inizieremo le riprese» appoggio le gambe sulle sue
«Così mentre io sono in pausa tu inizi il tuo primo lavoro» mi sorride
«Puoi andare in Kentucky con Conn visto che fra pochi giorni parte» lo guardo
«Non è male come idea. Poi ti verrò a trovare» mi sorride
«Attenderò quel giorno con ansia» rido
«Hai già mandato l'e-mail di conferma?» mi alzo dal divano
«No. Infatti sto andando in cucina a prendere il computer» gli faccio la linguaccia mentre esco dal  salotto
Entro in cucina mentre lego i capelli in una coda.
«Che cucini di buono?» chiedo a Connor mentre sistemo i capelli dimenticati dalla coda mettendoli dietro alle orecchie.
«Quella che mi hai insegnato tu» alza lo sguardo dal tagliere dove stava tagliando il guanciale
«Pasta alla carbonara. Che buona» mi avvicino a lui
«Spero che venga bene» finisce di tagliere uno degli ingredienti principali
«Sicuramente» gli scocco un bacio sulla guancia per poi uscire dalla cucina con il pc tra le braccia
Ritorno in salotto e mi siedo di nuovo di fianco a Josh con un cuscino sopra le gambe dove appoggio il computer.
«La password è Joshifer?» sento la risata di Josh riempire la stanza
«Ascolta, io vi shippo dal primo momento in cui vi ho visti insieme» gli punto il dito contro il petto
«Okay okay» ride ancora
«Ascolta siete perfetti insieme» lo guardo male e lui guarda me «Sì, più di me e te» sorrido
«Ma piantala di sparare cazzate Win – mi sorride – Amo entrambe. Solo in un modo diverso. Tu sei la mia ragazza e lei è la mia migliore amica» mi prende la mano
«Rimango della mia idea mi dispiace» rido mentre clicco sul tasto rispondi. Libero la mia mano da quella di Josh e la porto insieme a quella destra sulla tastiera.

Caro Andrew Adamson,
sono rimasta incredula dopo la lettura della sua e-mail, non credevo di ottenere la parte immediatamente, quindi non voglio deluderla.
Accetto più che volentieri la parte di Jill Pole, e sarò a New York il 5 Agosto.
Non vedo l'ora di vivere la mia prima esperienza da attrice. 
Ringrazio ancora lei e gli altri componenti della squadra che non vedo l'ora di conoscere.
A presto,
Winter Davis.


«Ancora non ci credo che firmerò il mio primo contratto» sorrido mentre apro il link allegato alla e-mail che mi ha inviato precedentemente
«Non ci credo ancora che tu stia per fare quello che ami» Josh mi sorride
«Neanche io» dire che sono entusiasta è dire poco
«Hai già chiamato tua nonna?» Josh mi guarda
«No, ho intenzione di chiamarla prima di pranzo» sorrido
«Sarà fiera della sua nipotina» allunga la testa per leggere quello che sto leggendo «Starai via fino all'8 Agosto» mi anticipa 
«Sì. Ora voglio vedere il programma di questi tre giorni» sorrido mentre scorro la pagina fino alla tabella contenente il programma.

 
5 Agosto  ore 10AM nel teatro dell'albergo incontro tra produttori e cast completo: conoscenza.
6 Agosto  ore 9 AM a Times Square colazione tra regista e i due protagonisti
               ore 10.45AM nel teatro del giorno precedente consegna dei copioni e poi pranzo insieme
7 Agosto  giornata libera da passare insieme ai componenti del cast
               ore 7.45PM cena insieme ai produttori e al registi, al termine della cena esposizione del piano di lavoro
8 Agosto  ore 9 AM saluti e partenze

«Non è male» mi dice Josh sorridendo
«No infatti, abbiamo tempo anche per vedere New York» sorrido
«Ma scommetto che a te piace colazione protagonisti e regista a Times S    quare» ride
«No cosa dici» rido anche io
«É pronto» Connor entra in salotto informandoci che il pranzo è pronto
«Spengo il computer e veniamo» sorrido a Connor e lui lo fa a me «Tu vai intanto» dico a Josh. Lui si alza e segue suo fratello.
Apro Twitter dal pc e controllo le notifiche, solo dopo trovo un messaggio diretto.

 
Buongiorno, da quanto ho letto nella e-mail che mi è arrivata un paio d'ore fa, signorina Davis sarà la mia co-protagonista ahah, non vedo l'ora di lavorare con te ci vediamo a NY fra un paio di giorni :)

Mittente Ansel Elgort.
Rido mentre premo i tasti del pc.

 
Buenas dias, sì ha letto bene signorino Elgort sarò la sua co-protagonista; anche io non vedo l'ora di lavorare con te e sì ci vedremo a NY il 5 Agosto :)

Mittente Winter Davis.
Sorrido mentre spengo il pc. Lo appoggio sul tavolino e raggiungo Connor e Josh in cucina, pronta a rispondere alle domande di Connor perché conoscendolo me ne farà per tutto il pranzo.


Trascino la valigia fino al check-in, dove la faccio passare sul nastro trasportatore e mi faccio perquisire.
Ho appena salutato Josh e Connor, anche loro intenti a prendere un aereo. Per il Kentucky. Riprendo la borsa e salgo sul mio imbarco.
Solo quando sono seduta sulla poltrona dell'aereo capisco quello che sta succedendo. Sorrido mentre infilo le cuffie e mi abbandono alla musica per le prossime cinque ore e trequarti di volo.
Quando atterro a New York sono le otto di sera. Mentre aspetto la mia valigia avviso Josh che sono atterrata con un messaggio.
Ripongo le cuffie nella borsa assieme al cellulare quando vedo la mia valigia arrivare. Dopo averla presa mi avvio verso l'uscita del volo e cerco il ragazzo che mi porterà all'Hotel Gansevoort uno dei più rinomati di New York. Famoso perché frequentato da attori, sportivi e designers.
«Ecco a lei signorina Davis, le auguro un buon soggiorno» il concierge dell'hotel mi consegna la carta magnetica che mi permetterà di entrare nella mia camera.
«Grazie a lei» sorrido mentre riprendo la mia valigia, cammino fino all'ascensore che chiamo premendo il bottone che si colora  di giallo sbiadito.
Una volta dentro premo il pulsante con il numero 7 quando qualcuno entra dentro.
«Meno male che ce l'ho fatta» alzo lo sguardo e mi ritrovo davanti a Nolan Gerard Funk
«Io ti ho già visto. Tu hai fatto Collin nella terza stagione di Diario di una nerd superstar vero?» lo osservo
«Esatto, piacere Nolan – mi sorride – Tu sei?» 
«Winter Davis. Cosa ci fai qui? Sempre se posso sapere ovviamente» appoggio la schiena contro la parete
«Sono entrato nel cast del quarto film delle Cronache di Narnia» mi risponde cordialmente
«Oh non dirai sul serio – rido – Anche io. Sono una giovane attrice alle prime armi» 
«Allora lavoreremo insieme» mi sorride
«Esattamente» annuisco 
«Aspetta, tu farai la parte di Jill Pole vero?» le porte dell'ascensore si aprono
«Sì, tu quale parte interpreterai?» sorrido mentre esco dall'ascensore con la valigia al seguito
«Il principe Rilian» mi segue anche lui ma senza valigia
«Capito – sorrido mentre mi fermo di fronte alla mia stanza – Tu hai già cenato?»
«Sì, tornavo proprio dalla cena – si avvicina – Tu sei appena atterrata vero?» 
«In realtà sono atterrata un'ora fa» dico dopo aver guardato l'orologio sul telefono che segna le 9PM
«Se vuoi fatti una doccia e cambiati e poi ti faccio compagnia mentre ceni» propone
«Ottima idea – sorrido grata – Ci vediamo fra una ventina di minuti» passo la carta sulla porta che si apre immediatamente.
Vedo Nolan annuire e entrare in camera sua. Chiudo la porta della mia ed è immensa. Appoggio la  valigia sul letto matrimoniale coperto da lenzuola blu notte. Mi sfilo le vans nere e i vestiti indossati per il viaggio mentre mi dirigo verso il bagno, dal quale esco una decina di minuti dopo lavata e profumata con i capelli bagnati legati in una treccia laterale, indosso il primo cambio che trovo in valigia e rimetto le mie vans. 
Prendo la carta magnetica e il mio i-phone ed esco dalla stanza.
«Puntuale» mi dice sorridendo
«Ho fame» taglio corto ridendo
«Andiamo allora» ci avviamo verso l'ascensore dove poco dopo siamo di nuovo nella hall e ci dirigiamo al ristorante
«Cosa vuoi mangiare?» mi chiede mentre rispondo ad un messaggio di Nick
«Un hamburger e da bere una coca cola grande me li ordini tu per favore? Devo fare una chiamata» gli sorrido appena lui annuisce «Grazie sei un tesoro» mi alzo e ritorno nella hall mentre compongo il numero di Nick.
«Brutta barbona che non sei altro non mi hai detto nulla» la voce di Nick è un misto tra eccitazione e arrabbiatura
«Scusa, scusa, scusa, perdonami ma è stato tutto così veloce» cerco di farmi perdonare
«Te la puoi cavare solo con due biglietti per la première a Los Angeles» cerca di fare la voce grossa ma gli viene male
«Dobbiamo lavorarci su quella finta voce da incazzato appena torno a LA» rido
«Dobbiamo fare un bel discorso quando torni a Los Angeles» ride anche lui
«Sì tutto quello che vuoi, non dire nulla a tua sorella. Di che Josh mi ha portata a New York per farmela vedere, tienila lontana dai siti internet fin quando non torno l'otto okay?» dico velocemente mentre noto che dalla porta girevole dell'albergo entra Ansel Elgort.
«Va bene, non ti prometto nulla però» ritorna a fare la voce offesa
«Nick dai, scusa perdonami. Ora devo andare che devo ancora cenare. Non dire nulla a tua sorella deve essere una sorpresa. Ti voglio bene pessimo attore» rido prima di chiudere
«Ehi, ciao» Ansel mi saluta appena premo il dito sul tasto rosso
«Guten abend» lo saluto ridendo
«Ogni volta che parliamo mi saluti in una lingua diversa mi piace» ride anche lui
«Dai, mi è venuta un'idea» metto il cellulare nella tasca anteriore dei pantaloncini
«Devo avere paura?» mi guarda divertito
«Naa – rido – Non sono diventata ancora così cattiva» ripercorro la strada per il ristorante
«Devi cenare?» mi chiede interrompendo
«Sì, sono atterrata un'ora e mezza fa» alzo le spalle
«Dai allora ti lascio cenare in pace, ci vediamo dopo» mi sorride
«Ma va, vieni c'è anche Nolan. L'ho incontrato prima in ascensore» sorrido mentre lo prendo per il braccio e lo tiro fino al tavolo che avevo scelto con Nolan.
«Guarda chi ho recuperato» sorrido mentre lascio finalmente il braccio di Ansel
Lascio salutare i due mentre io mi siedo e do finalmente un morso all'hamburger appena arrivato.
«Comunque Win mi devi ancora dire la tua idea» Ansel si siede di fronte a me mentre Nolan nel lato destro visto che il tavolo è quadrato.
«Che idea?» Nolan mi guarda senza capire
«La prima volta che ho visto Ansel al provino l'ho salutato in francese. Su twitter in spagnolo. Mentre stasera in tedesco – guardo il diretto interessato – Così ora ogni volta che ci incontreremo al mattino lo saluterò in una lingua diversa» gli sorrido prima di bere un lungo sorso di coca-cola
«Io la adoro non c'è storia» Ansel ride mentre lo dice a Nolan
«Aw anche io ti adoro – gli sorrido - anche se mi hai fatto piangere come una bambina al cinema» gli tiro una sberla sul braccio
«Oh è vero hai fatto commuovere anche me» Nolan mi appoggia
«Vi siete coalizzati contro di me?» dice Ansel incrociando le braccia
«Non potrei mai» rido mentre mi siedo a gambe incrociate sulla sedia una volta finito l'hamburger
«Comunque, tu sei di New York no?» Nolan smette di ridere e guarda Ansel
«Yep, infatti non sto qui in albergo – spiega – Abito ad un paio di isolati dall'albergo» ci sorride
«Io ho voglia di gelato» asserisco mentre loro parlano di basket
«Ordinalo Win» Nolan mi guarda
«Dal suo sguardo intuisco che vuole uscire a prenderlo» Ansel mi ha capita al volo
«Come diavolo hai fatto a capirla?» lo guarda sconvolto
«Ci hanno detto che siamo entrati in sintonia immediatamente» diciamo all'unisono 
«Sì lo siete davvero. Fate spavento» scoppia a ridere
«Dai usciamo a prendere il gelato, vi prego» faccio gli occhi dolci
«E andiamo a prendere il gelato» mi sorridono entrambi
«Grazie» sorrido «Faccio una corsa di sopra a prendere la borsa e arrivo» esco velocemente dal ristorante e entro in ascensore.
Cinque minuti dopo sono di nuovo nella hall e trovo Nolan e Ansel che parlano.
«Eccomi» interrompo il loro discorso un'altra volta
«Andiamo allora, c'è una gelateria qui vicino» mi dice Ansel mentre io e Nolan lasciamo le nostre carte al concierge.
«Non vedo l'ora di mangiare un gelato, non lo mangio da tanto» cammino in mezzo ai due
«Allora Win, tu sei la famosa ragazza di Josh Hutcherson?» mi chiede Nolan sorridendomi
«Ansel ha fatto la spia» mi volto verso di lui che ha già le braccia in alto in segno di resa
«Sì, ma dai tanto si veniva a sapere» ride
«No dai, a parte gli scherzi, avevo sentito che la ragazza di Josh si chiamasse Winter ma non avevo collegato» mi distoglie dalla visuale di Ansel
«Beh, ora lo sai» gli sorridono
«Da quanto state insieme?» mi guarda
«Quasi sei mesi» sorrido «Tre dei quali li ha passati sul set di Mockingjay» puntualizzo
«Quindi relazione subito messa alla prova» 
«Esattamente» annuisco mentre prendo il cellulare 
Un nuovo messaggio.

 
Da: Connor
Sento già la tua mancanza peste, ti voglio bene e mi mancherai tantissimo

Connor e i suoi attimi di dolcezza.
«Josh?» Ansel mi guarda
«No Connor, suo fratello. Abbiamo instaurato un bellissimo rapporto in questi mesi ed è tornato ad Union e Josh è là con lui» spiego
«Ah capito» mi sorride «Dai ora ti consoli con il gelato» ride
«Ovviamente» ritorno a guardare il cellulare

 
A: Connor
Mi manchi anche tu piccolo genio, ti voglio bene e sentirò la tua mancanza davvero tanto. Ma tu verrai a trovare me e io verrò a trovare te.

Invio il messaggio prima di entrare in gelateria con Ansel e Nolan.

«No sul serio non hai mai sostenuto un provino perché credevi di non essere abbastanza brava?» Nolan mi fissa sconvolto mentre mangiamo il gelato seduti nei tavolini della gelateria
«Sì sul serio, ed inoltre per il suo non talento le università più prestigiose in questo campo: The American Academy of Dramatic Arts e Berg Studios: Acting Classes & Repertory Theater gli hanno offerto una borsa di studio» Ansel mi guarda mentre dice ogni singola parola
«Tu sei pazza ragazza» dice Nolan ridendo
«Quello che gli ho detto anche io» dice leccando il suo gelato nocciola e pistacchio
«Lo so, sono un'idiota ma ora sono qui» alzo le spalle mentre guardo il mio gelato cioccolato fondente e cocco
«Ma sai dove potresti essere con il talento che ti ritrovi?» Ansel mi guarda
«A fare film?» dico sarcastica
«Sì, ma magari con una candidatura al premio oscar» sento lo sguardo di entrambi su di me
«Neanche tu scherzi ragazzo, fra un paio d'anni avrai quel premio tra le mani» lo guardo
«Siete entrambi bravissimi ecco perché farete i protagonisti» Nolan ci sorride mentre io e Ansel scoppiamo a ridere «Felice di avervi fatto ridere» mangia la punta del suo cono sorridendoci
«No non è per te» appoggio il cellulare sul tavolino
«Solo che siamo ostinati entrambi» dice Ansel al mio posto
«Siete già entrati in sintonia come diavolo è possibile?» si alza per buttare il tovagliolo
«Non lo so, è così e basta» sorrido mentre finisco il mio cono gelato da due gusti.

«Comunque adoro la tua canottiera» esclama Ansel mentre usciamo dalla gelateria dopo aver pagato
«Aw grazie» gli scocco un bacio sulla guancia
«Che carini» Nolan ci scatta una foto col suo telefono
«Ti potrei uccidere sai?» lo guardo
«Non ami le foto capito» rimette il cellulare al suo posto
«Apprendi in fretta – affermo – Comunque datemi i vostri numeri di telefono così domani sono già avvantaggiata» estraggo il mio i-phone nero dalla tasca e apro la tastiera per comporre i numeri di telefono. 
Prima segno quello di Nolan e poi quello di Ansel.
Dopo aver salutato Ansel e avergli augurato buona notte io e Nolan ci avviamo verso l'hotel.
«Buonanotte» mi sorride appena siamo di fronte alle nostre camere
«Notte anche a te» sorrido prima di chiudere la porta della mia camera.
Sciolgo la treccia lasciando i miei lunghi capelli biondi liberi di cadermi sulle spalle e sulla schiena mentre mi spoglio rimanendo in intimo. Prendo la valigia da dove estraggo quello che chiamo 'pigiama' e lo spazzolino con il dentifricio. Mi avvio verso il bagno dopo aver legato i capelli in una cipolla veloce e disordinata per lavare i denti così da non sporcarli di dentifricio.
Dopo dieci minuti sono stesa sul letto con il telecomando della tv nella mano destra e il cellulare con la chat di Josh aperta sulla sinistra.
Faccio zapping cercando di trovare qualcosa di decente da guardare mentre aspetto che il mio ragazzo risponda al mio messaggio.
Quando finalmente trovo un film che mi incuriosisce sento la suoneria di chiamata in arrivo.
Josh.
Spengo velocemente la tv mentre accetto la chiamata «Ehi» lo saluto
«Buonasera» mi risponde Josh
«Oramai più notte – rido – É mezzanotte e quarantacinque» 
«Com'è andata la serata?» mi chiede
«Benissimo. Ho cenato in compagnia di Ansel e Nolan Gerard Funk che farà il principe Rilian poi siamo usciti a prendere un gelato. Sono tornata in stanza venti minuti fa» racconto
«Sono contento – lo sento sorridere – C'è Connor che ti saluta e anche i miei» 
«Mettimi in vivavoce» sorrido
«Fatto» mi dice poco dopo
«Ciao piccolo genio – saluto Connor – Ciao Michelle e Chris» saluto anche i genitori del mio ragazzo
«Com'è andata la prima sera?» la voce di Connor
«Bene. Ho conosciuto oltre ad Ansel anche Nolan che farà il principe Rilian» spiego
«Siamo contenti per te tesoro» questa volta sono le voce di Chris e Michelle
«Aw grazie mille» un sorriso vero spunta sulle mie labbra
«Dai ora ti lasciamo a Josh che se no ci uccide tutti» dice Chris ridendo
«Sì è diventato un po' possessivo nell'ultimo periodo» rido
«Un po' troppo» esclama Connor. Non so perché ma sono sicura che gli arriverà a breve un cuscino a dosso «Ahio, Win di qualcosa al tuo ragazzo è diventato un professionista al lancio dei cuscini»
«Non mi immischio della vostra stupidità» scoppio a ridere ancora più forte
«Sì certo, grazie amore» dice Josh sarcastico
«Amore, il sarcasmo non è il tuo forte» smetto di ridere ma sto sorridendo
«Sei tu la regina del sarcasmo» afferma ridendo
«Nono, lei è l'imperatrice se non il dio del sarcasmo santo cielo» esclama Connor
«Win ma di che stanno parlando?» la voce di Michelle è confusa
«Nulla, sono solo due idioti. Mi dispiace» rido
«Non è colpa mia lo so» ride anche lei
«Okay ora date tutti la buonanotte a Winter che va a letto che domani mattina deve conoscere il cast e i produttori» dice Josh interrompendo le risate generali
«Josh non sono una bambina» esclamo
«Guarda che controllo il tuo ultimo accesso di Whatsapp» mi avvisa
«Okay vado a dormire – mi rassegno – Buonanotte a tutti» 
«Bene ora senza vivavoce» mi informa
«Buonanotte amore» 
«Buonanotte amore» mi dice lui
«Ti amo» sorrido
«Ti amo» sento il sorriso comparirgli in volto
Chiudo la chiamata e lascio il cellulare sul letto mentre mi alzo per spostare la valigia e raccogliere i vestiti.
Appoggio la valigia con il cambio indossato questa sera su una delle poltrone della stanza.
Dopo di che mi ristendo sul letto e afferro il cellulare. 
Due nuovi messaggi su Whatsapp da Nolan Funk.
Apro la conversazione e noto che il primo messaggio è una foto. Quella scattata qualche ora prima a me e Ansel.
Sorrido perché è venuta bene.
Leggo il secondo messaggio.
Credo che vi inizierò a shippare prima dei vostri fan, Winsel, buonanotte pazza.
Chiudo l'applicazione imposto la sveglia le 9AM.
Spengo la luce e chiudo gli occhi una volta sotto il lenzuolo che profuma di brezza marina, ripercorro il corso degli eventi di questa sera, attendendo che Morfeo mi accolga tra le sue braccia. Cosa che succede quando ormai è già l'1.36AM.














 

Buongiorno Hutchers :)
Questo capitolo mi piace, mi piace davvero tanto *si sente fiera eheh*
Spero che piaccia anche voi :)

Detto ciò adoro questo capitolo perchè per la prima volta qualcosa nelle vita di Winter va nel verso giusto e perchè sta cominciando ad essere più aperta e disponibile anche grazie a Josh.
La parte che mi è risultata difficile da scrivere è stata quella dolce perchè non sono quel tipo di persona, ma sono piuttosto soddisfatta.


Come sempre ringrazio le persone che la recensiscono, quella che l'hanno messa tra le preferite, ricordate e seguite. Ma anche i lettori silenziosi.

Vi ricordo che sto scrivendo anche un'altra storia, sempre su Josh. Si chiama Battle Scars, se cliccate sul nome vi porta automaticamente alla storia.
Spero di leggere le vostre recensioni sia qui e sia in
Battle Scars.

A venerdì prossimo,
Jass.

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Capitolo 19
*** Ordinary love ***


We can’t fall any further
If we can’t feel ordinary love
and we can’t reach any higher
Are we tough enough for ordinary love?
– Ordinary Love, U2










Guardo la mia immagine riflessa nello specchio mentre finisco di pettinare i miei capelli biondi, poco dopo appoggio la spazzola nera sul mobile.
Il mio sguardo si posa di nuovo sullo specchio. La ragazza riflessa non posso essere io, non posso realmente essere io. Sono bella, sguardo trasparente, felice ma soprattutto il sorriso sulle mie labbra è vero. 
Mi piace quello che vedo, i capelli mossi con i boccoli in fondo che ho sempre odiato ora mi piacciono, le scapole in mostra grazie ai vestiti che ho deciso di indossare le adoro, le braccia esili non mi sembrano troppo grosse o troppo magre sono perfette così come le mie cosce e la mia pancia. 
Apro la trousse da dove estraggo la matita nera che applico all'interno dei miei occhi azzurri, i quali hanno ripreso colore.
Sorrido soddisfatta dopo aver applicato un leggero strato di lucida da labbra.
Due colpi alla porta mi fanno sussultare dallo spavento.
«Chi è?» spengo la luce del bagno dopo essere uscita
«Ansel» la voce felice e riposata del mio co-protagonista fa spuntare un altro sorriso sincero sulle mie labbra
«Arrivo» esclamo ad alta voce mentre prendo dal comodino il mio i-phone e la carta magnetica. 
Esco dalla stanza mentre infilo in tasca le due cose che ho in mano.
«Buondì» mi saluta scoccandomi un bacio sulla guancia
«Bon dia» sorrido abbracciandolo «Prima che tu me lo chieda è catalano» rido
«Andiamo?» sento una porta chiudersi e subito dopo la voce di Nolan
«Buongiorno anche a te» rido mentre sciolgo l'abbraccio
«Buongiorno Winsel» ride facendoci un cenno con la mano
«Ma voi avete già fatto colazione?» li guardo
«Bevuto un caffè a casa» mi risponde Ansel
«No io no, mi sono svegliato venti minuti fa» mi guarda sorridendo «Sai ti dona quella specie di top»
«Grazie» rido «Andiamo a fare colazione allora, sto morendo di fame» dico dopo aver sistemato la linguetta delle mie converse bianche alte
«Ti è arrivata la foto?» Nolan mi rivolge parola mentre premo il bottone dell'ascensore
«Che foto?» Ansel sbadiglia
«La nostra» estraggo il cellulare e gliela mostro 
«Invia, invia» sorride 
«Okay okay» rido «Hai mai pensato a fare il fotografo è venuta veramente bene» apro Whatsapp e condivido la foto dalla chat di Nolan a quella di Ansel
«Il vero segreto per fare ottime foto è cogliere l'attimo giusto, e quello lo era. Eravate voi stessi» ci sorride
«Giusto» afferma Ansel mentre usciamo dall'ascensore e ci dirigiamo verso il ristorante
«Ma voi sapete chi altro c'è nel cast?» li guardo mentre ci sediamo al tavolo della sera precedente
«No, ma lo scopriremo fra circa quindici minuti» afferma Nolan distratto mentre Ansel richiama l'attenzione di un cameriere
«Giusto» controllo il cellulare per vedere se Josh o Connor mi hanno inviato il buongiorno, ma nulla. Conoscendoli sono entrambi nel mondo dei sogni.
Ordino un caffè lungo e un cornetto vuoto, Ansel un caffè lungo e un cornetto al cioccolato mentre Nolan un cappuccino e un bombolone con la crema. Mangiamo tutti e tre in silenzio. Una quindicina di minuti più tardi siamo di fronte al teatro dell'albergo. L'orologio del mio i-phone segna le 10.05AM
«In ritardo all'incontro» porto una mano alla bocca per non scoppiare a ridere
«Stai tranquilla, a questo genere di incontri arrivano tutti in ritardo» dice Ansel con voce convinta mentre entriamo in teatro
«Sicuro?» scoppio a ridere quando noto che ci cercano
«Ottima rassicurazione amico» Nolan ride mentre si dirige verso Andrew Adamson il regista. Io e Ansel lo seguiamo.
«Ah eccovi qua voi tre» la voce gentile di Andrew ci accoglie
«Scusaci ma abbiamo dovuto aspettare che qualcuno finisse di fare colazione» esclamo mentre guardo Nolan insieme ad Ansel
«Win ti ricordo che masticare bene e con calma aiuta la digestione» usa quel tono di voce da insegnante che mi fa scoppiare a ridere
«Bene, ora che siete arrivati possiamo cominciare – ci sorride Andrew – Sedetevi sulle poltrone» ce le indica mentre sale sul palco.
Ci accomodiamo sulle poltrone indicateci da lui, io in mezzo ai due.
«Buongiorno, buongiorno – comincia sorridendo – Sono felici di avervi tutti qui per questi pochi giorni che ci aiuteranno a conoscerci prima dell'inizio delle riprese. Adesso con calma chiamerò il vostro nome e cognome seguito dal ruolo che avrete in questo film e salirete sul palco e direte una cosa che vi piace fare e durante questi giorni cercheremo di farle tutte» sorridendo
«Credo che qualcuno dirà serie tv» mi sussurra Ansel all'orecchio facendomi sorridere
«Credo che qualcuno dirà girare video stupidi così da far sorridere i miei fan» questa volta sussurro io sorridendogli
«Allora cominciamo dai protagonisti visto che hanno tanta voglia di parlare» ci guarda sorridendo Andrew «Ansel Elgort sarà Eustachio Scrubb mentre Winter Davis sarà Jill Pole, prego salite sul palco entrambi» 
Ci alziamo contemporaneamente, Ansel poi mi precede salendo le scale che portano al palco.
«Ehilà, buongiorno – comincia – Beh, io sono Ansel e mi piace fare video divertenti per far sorridere i miei fan» si volta verso di me sorridendo
«Nessuno qui dentro mi conosce esclusi Nolan e Ansel, perché questa è il mio primo ruolo. Io sono Winter Davis, ho 18 anni e amo vedere serie tv» sorrido prima alla platea e poi ad Ansel
«Perfetto, ecco qua i nostri protagonisti già entrati in sintonia» allude Andrew hai nostri sguardi
«Andrew io ho già trovato il nome per shipparli» Nolan
«Dai non ci credo – ride Mary Louis Parker. Santo cielo un colpo al cuore – Quale sarebbe Nolan?» ci guarda
«Winsel» diciamo all'unisono io e Ansel
«Che carini» esclama Mary sorridendo
«Okay – Andrew richiama l'attenzione visto che tutto il cast e i produttori sono scoppiati a ridere – Proseguiamo, potete tornare ai vostri posti – ci sorride – Nolan Funk farà il Principe Rilian, sali» lo intima
«Salve, io sono Nolan e mi piace girare per le città che non conosco» sorride
«Bene questo è già in programma Nolan» Andrew sorridendo
«Meno male, non vedo l'ora di vedere tutta New York» esclama appena si siede di nuovo di fianco a me
«Concordo con lui» sorrido
«Bene, sono contento – sorride – Ora tocca a Dylan Sprayberry che farà Pozzanghera» 
«Buongiorno – sorride, ma io sorrido ancora di più visto che lo conosco grazie a Teen Wolf – Sono davvero emozionato di diventare color grigio e di indossare una parrucca – ride – Mi piace recitare e fare nuove amicizie, e Winter sono contento di fare la tua conoscenza» 
«E io sono contenta di incontrarti finalmente, abbraccia ogni singola persona del cast di Teen Wolf appena torni sul set okay?» sorrido
«Consideralo fatto» mi fa l'occhiolino prima di scendere dal palco
«Grazie» gli sorrido
«E ora ci manca solo la nostra bellissima Mary Louise Parker che farà la cattiva, la strega dalla veste verde, sali Mary» gli sorride Andrew
«Sono contenta di poter lavorare con ragazzi giovani come voi, e Winter sono contenta che tu abbia inseguito il tuo sogno – mi sorride – Sì Andrew mi ha detto qualche cosa su di te. Beh, mi piace passare del tempo con mia figlia quando sono a casa, ma mi piace soprattutto fare giochi di società ne ero innamorata pazza quando ero piccola» ride
«Vuol dire che faremo giochi di società» sorride Andrew «Bene abbiamo finito, siete voi i personaggi principali. Pochi ma buoni dico sempre – ride – Allora rapidamente, chi ha letto il libro?»
Alzo la mano «Beh Winter allora vedrai che ci sarà qualcosa di diverso nella sceneggiatura» mi spiega
«Cosa?» mi gratto la punta del naso preoccupata, mi da fastidio quando i film non seguono la trama del libro
«Facciamo così, prima di tutto racconta la trama del libro e poi dirò la piccola differenza» mi sorride
«In questa incredibile avventura Aslan, il Grande Leone, trasporterà i due 'amici' Jill e Eustachio dallo sperimentale in cui studiano a Londra fino a Narnia grazie al suo soffio possente facendoli così scappare dai bulli. Assegnerà loro un singolare compagno: Paludrone, creatura delle paludi che è piuttosto pessimista. Il compito dei tre eroi improvvisati sarà quello di ritrovare e liberare il principe Rilian, figlio di Caspian X  re di Narnia, rapito dalla Strega dalla Veste Verde e segregato nel Mondodisotto da dieci anni» sorrido
«Abbiamo capito che oltre ad amare la lettura ci sa anche fare con le parole» mi sorride Dylan contento
«Aw grazie» gli sorrido anche io
«Bene, non avrei potuto fare una sintesi migliore. Come hai detto i due protagonisti sono amici» mi guarda Andrew 
«Diciamo, all'inizio si scontrano» mi precede Ansel
«Sì lo so, ma i produttori hanno deciso di farli diventare fidanzati – ci guarda – Cioè all'inizio Jill è sempre incredula, però stanno insieme» mi guarda preoccupato
«Ah, per quanto sia pignola credo che sia una bella idea, visto che tanto alla fine dell'avventura saranno ancora più legati. E potrebbe essere uno stimolo per Jill a cercare Eustachio quando cade dalla montagna e arriva a Narnia e tutto il resto» ammetto
«Sì, non è male come idea» mi sorride Ansel
«Meno male, credevo che avreste avuto da ridire» sorride sollevato Andrew
«No tranquillo, quando avremo il copione?» sorrido
«Domani – mi sorride – Tu, io e Ansel ci incontreremo a Time Square alle nove per fare colazione, dove parleremo del film e ovviamente firmerete il contratto» 
«E gli altri?» lo guardo
«Lo firmeranno mentre ci aspettano con Will che l'aiuto-regista» me lo indica
«Va bene, quindi poi torniamo e avremo il copione?» 
«Sì Win» si siede al limite del palco facendo penzolare i piedi
«Okay» annuisco euforica

«Connor piantala di fare l'idiota e passami Josh» sospiro esausta dai suoi indovinelli che mi propone da mezz'ora, i quali do risposta grazie anche ad Ansel
«Okay ma smettila di fare l'acida» dice con voce acuta
«Connor Hutcherson» urlo
«No io sono Josh Hutcherson» scoppia a ridere il mio bellissimo ragazzo
«Amore» sorrido mentre Ansel fa finta di dormire sul letto
«Ehi, dalla voce sei davvero felice» la sua voce è tranquilla e rilassata
«Sì lo sono, tu come stai?» lancio una pedata ad Ansel mentre scoppio a ridere
«Bene. Ma sei con qualcuno?» mi chiede
«Con Ansel – esclamo tra le risate – Gli ho lanciato una pedata e per poco non è caduto» spiego dopo essermi calmata
«Ah, capito – esclama con voce piatta – Tu torni l'8 a Los Angeles no?» dice dopo qualche attimo di silenzio imbarazzante, un silenzio che non abbiamo mai provato da quando ci conosciamo
«Esatto» appoggio la testa sul cuscino mentre guardo la posizione rilassata in cui si è messo Ansel.
Gamba sinistra distesa mentre quella destra piegata, il braccio destro sullo stomaco mentre quellO sinistro sulla fronte. Il suo sorriso felice e tranquillo gli illumina il volto.
«Cosa? Non ho capito» scuoto la testa e mi concentro sulla chiamata
«Ti ho chiesto se ti da fastidio se rimango ad Union dai miei» la voce è irritata
«No, tranquillo non mi da fastidio» annuisco anche se non mi può vedere
«Okay allora ci sentiamo in questi giorni. Ti amo» chiude la chiamata prima che io possa rispondere
Il sorriso mi sparisce dal volto e un senso di nervosismo mi assale. Apro Whatsapp e clicco sulla chat di Josh.

 
A: Josh
Non so che diavolo ti sia preso ma non mi sta bene, detto questo ciao.

Chiudo velocemente l'applicazione per poi bloccare il cellulare che lancio contro la poltrona.
«Tutto bene?» Ansel si volta verso di me e mi dona un sorriso
«Sì tutto bene» sorrido «Ti va se chiamiamo gli altri e decidiamo cosa fare questa sera?» mi alzo per riprendere il telefono
«Ottima idea» si siede a gambe incrociate sul mio letto quando torno con il cellulare in mano
«Chiamo Dylan» sorrido
«Quel ragazzo è una forza» gli sento dire mentre scorro i nomi della rubrica fino ad arrivare a Dylan Sprayberry. Avvio la chiamata.
«Win, ciao» risponde dopo pochi squilli
«Disturbo?» appoggio la fronte contro la spalla di Ansel sbadigliando
«No, tu piuttosto mi sembri stanca perché non dormi?» lo sento ridere
«Sto bene. Sono in camera mia con Ansel, ti va di raggiungerci?» chiedo
«Cinque minuti e sono lì» esclama
«Intanto che ci sei, chiama Mary e Nolan mentre vieni in qua» chiudo la chiamata e noto la notifica di Josh

 
Da: Josh
Non mi è successo proprio niente Winter!

Chiudo la conversazione scuotendo la testa sbalordita, appoggio l'i-phone sul comodino mentre mi alzo per prendere la felpa di mio papà dalla valigia. Il temporale di questo pomeriggio ha abbassato le temperatura.
«Di Josh?» indica la felpa
«No – sospiro – Di mio papà» tiro su la cerniera
Due colpi alla porta mi distolgono dalla visuale di Ansel «Ehi» sorrido quando gli ho aperto la porta
«Mary e Nolan arrivano» si precipita all'interno e finisce sulla mia poltrona
«Okay allora lascio aperto»  ritorno sul letto di fianco ad Ansel
«Che avete fatto voi due dopo pranzo?» ci guarda
«Abbiamo chiamato Connor, il fratello di Josh che è il ragazzo di Win e ci ha fatto risolvere indovinelli» spiega Ansel dopo essersi steso di nuovo e io lo seguo
«Vi hanno stancato, sembrate distrutti» 
«Ho dormito male stanotte» sospira Ansel
«Io ho dormito però Conn è in grado di esasperarmi certe volte»  sbadiglio
«Benvenuti nel mondo dei stanchi» esclama Nolan entrando
«Parla per loro due, io sto benissimo» gli schiaccia il cinque
«Stai zitto ti prego – lo guardo – Sto cercando di dormire» sbadiglio nuovamente
«Ehì ho chiuso la porta visto che siamo tutti qui» sorride «Ma dormono Ansel e Win?»
«Più o meno» esclama Ansel 
«Tirati su dai» gli tiro un pizzicotto sulla coscia appena mi metto a gambe incrociate
«Dopo ti uccido» mi morde la mano
«Okay quando avete finito di fare i bambini ci dite perché avete voluto che venissimo qui?» chiede Dylan fissandoci
«Per decidere cosa vogliamo fare stasera, allora?» sorride Ansel tenendo ancora la mia mano
«Io propongo un film» guardo Dylan in cerca di un suo consenso che arriva poco dopo
«Dipende che film» sorride Mary
«The Fault in Our Stars» sorrido inclinando la testa verso Ansel
«No, no assolutamente no Winter» mi fissando
«Invece sì, hai recitato magnificamente in quel film» gli sorride Mary
«Ha ragione amico» annuisce Nolan e poco dopo anche Dylan
«Dai ti prego Ans» gli faccio gli occhi dolci
«Come posso dire di no a quegli occhioni azzurri?» sospira
«Grande Win» mi sorride Dylan
«Grazie, grazie» rido mentre abbraccio Ansel.

Fisso il soffitto della mia camera d'albergo mentre Dylan è al telefono con sua madre. Mary e Nolan sono andati a farsi una doccia mentre Ansel è tornato a casa per prendere il film ma soprattutto per farsi anche lui una doccia.
«Tutto bene Win?» Dylan si fa cadere di fianco a me facendomi ridere
«Sì – sorrido – Tu?»
«Bene – mi sorride – Pensi che fanno il cinese al ristorante?» mi guarda
«Non lo so – mi alzo – Chiama il ristorante mentre io mi cambio» apro la valigia
«Va bene» afferra il telefono dopo essersi alzato, io entro in bagno e chiudo a chiave.
Lego i capelli in una treccia laterale dopo aver indossato un paio di leggins neri e una maglia gigante che apparteneva a Matt. Sospiro mentre mi stropiccio gli occhi, rinfilo la felpa di mio papà ed esco.
«Già in pigiama?» mi sorride dopo aver lanciato il cellulare sul letto
«Sì» rido leggermente mentre mi stendo sul letto e lo guardo
«Quindi cucinano cinese al ristorante?» sbadiglio
«Sì, hanno detto di chiamare per ordinare e poi lo portano in camera quindi quando arrivano gli altri decidiamo» si stende vicino di me mentre sbadiglio nuovamente
«Io voglio gli involtini primavera con la salsina, le nuvole di drago e il gelato fritto» dico flebililmente mentre porto la mano alla bocca per coprire lo sbadiglio
«Sei sicura di stare bene Win?» mi fissa 
«Sì, sono solo stanca» sorrido leggermente
«Secondo me hai qualcos'altro» esclama mentre mi appoggia una mano sulla fronte
«Sei calda Win» sospira
«Ecco il film» Ansel entra in camera sventolando il suo dvd
«Win ha probabilmente la febbre» Dylan si alza dal letto e gli prende il dvd dalle mani
«No – sospiro mentre lui si avvicina a me – Sono solo stanca» lo guardo
«Stai buona – mi blocca le mani ed appoggia le labbra sulla fronte per un paio di secondi – Sì, sei calda Winter» mi guarda 
Mugugno qualcosa di incomprensibile mentre mi infilo sotto le coperte «Qualcosa di intelligente»  ride Dylan, alzo il dito medio e glielo mostro
«Quanto amore» ride Ansel spingendomi nell'altro lato del letto per stendersi anche lui
«Vuoi venire anche tu?» chiedo a Dylan ridendo
Sposta le scarpe di Ansel e mi spinge in mezzo «Se vi prendete la febbre non date la colpa a me» li guardo
«E a chi dobbiamo dare la colpa?» si stende sul letto Dylan
«A voi stessi» dico sbadigliando mentre cerco di tenere aperti gli occhi
«É più divertente darla a te» sorride Ansel arricciando il naso
«Fanculo» mugugno
«Win il tuo telefono ha appena vibrato» dice Ansel dopo qualche minuto di silenzio dove ormai mi stavo addormentando
«Chi è?» apro gli occhi e lo guardo
«Uno è di Connor l'altro è di un certo Nick» mi porge il telefono ma io scuto la testa
«Rispondi tu, la password è 5674» fisso il televisore spento
«Nick ti ha chiesto come stai e come sta andando» 
«Digli: qua tutto bene, non contando il fatto che ho qualche linea di febbre ma ho due bravi dottori, tu? Comunque Lee non ha scoperto nulla vero?» detto parola per parola
«Okay, invece Connor ha chiesto se sei arrabbiata perché Josh rimane in Kentucky» mi guarda
«Digli di no e che non mi interessa» alzo le spalle
«Non ti interessa?» Dylan mi fissando
«Credo che hanno discusso» spiega Ansel al mio posto
«Proprio così» sospiro
«Andrà tutto bene» mi accarezza la guancia mentre sbuffo
«Sì» mi metto a pancia in giù
«Eccoci» urlano Mary e Nolan entrando in stanza
«Winter ha la febbre» urlano questa volta Ansel e Dylan
«Sul serio?» dice Nolan mentre io seppelisco la testa sotto al cuscino
«Sì» risponde al mio posto Dylan
«Allora voi due via dal letto di Win che deve stare comoda» dice Mary facendomi ridere
«No dai io voglio stare vicino a Winter» Dylan mi abbraccia mentre rido
«Anche io» Ansel abbraccia entrambi
«Anche io» li prende in giro Nolan mentre io e Mary ridiamo
«Ordiniamo cinese» mi libero da quei due prendendo il telefono che c'è in camera
«Io ordino involtini primavera, nuvole di drago e gelato fritto – li guardo – Vi va bene o volete qualcos'altro?» premo i tasti per comporre il numero del ristorante mentre sento le loro voci che confermano che va bene quello che ordino io.
«Inserisco il dvd intanto» mi guarda Ansel, e io gli alzo il pollice 
Venti minuti dopo siamo di fronte alla televisione con il film già iniziato e la nostra cena in mano.
Di fianco a me ho Dylan e Ansel, nella poltrona c'è Mary mentre Nolan è seduto a terra con la schiena appoggiata al letto.
«Tieni» Ansel mi passa un pacco di fazzoletti
«Quanto sei simpatico» gli tiro un pizziccotto sul braccio
«Scusa se mi preoccupo per te» mi fa la linguaccia e torna a mangiare le sue nuvole di drago mentre io rido per la sua stupidità.
E come è già successo le lacrime scorrono a fiumi bagnando tutta la mia felpa e la felpa di Ansel.
«Non sai quanto ti stavo odiando quando sono uscita dalla sala, ti volevo trovare ed uccidere» tiro su col naso mentre spengo il televisore
«Che tenera» mi passa un fazzoletto Dylan
«Ti voglio bene anche io Win» ride Ansel mentre mi asciuga le lacrime che scorrono sul mio viso
«Tu ridi ma ti giuro ho pianto per non so quanto tempo» lo guardo
«E ritorniamo ai Winsel» immortala anche questo momento mentre Ansel mi asciuga le lacrime e mi sorridendo
«Ve li ho fatti leggere i commenti della foto precedente che ho messo su instagram?» ci guarda mentre noi lo fulminiamo con lo sguardo
«Non ve lo avevo detto» ci sorride
«No, non ce lo avevi detto Nolan» rispondo io
«Comunque vi amano già» ci lancia il suo cellulare aperto sulla foto che ha pubblicato la sera precedente per farci leggere i commenti
«A parte quelle che mi insultano dicendo che tradisco Josh con quest'essere» rido ancora abbracciata a lui
«Lasciale stare Win – mi sorride Mary – Ci saranno sempre persone pronte a puntare il dito contro di te, ma sei fantastica» 
«Aw grazie Mary» gli sorrido
«Bene, ora tutti fuori dalla camera di Winter che deve dormire, così domani starà meglio» guarda i ragazzi
«Okay, buonanotte Win» Dylan mi abbraccia e mi scocca un bacio sulla guancia
«Notte bello» ricambio l'abbraccio
«Notte piccola Winter malata» mi solleva Nolan ridendo
«Notte Nolan» rido mentre mi rimette con i piedi appoggiati al pavimento
«Dolce notte Winter, a domani» mi saluta Mary uscendo anche lei.
«Vado anche io così ti riposi – mi sorride Ansel – Buonanotte bella» mi abbraccia e io abbraccio lui
«Notte Gus» sorrido lasciandogli un bacio sulla guancia prima che esca dalla porta.

Ritorno sotto le coperte dopo essermi lavata i denti ed aver spento la luce. Prendo il cellulare dal comodino e mi preparo a leggere la risposta di Connor.

 
Da: Connor
Winter Davis, che cazzo sta succedendo fra voi due? Credevo che la vacanza a San Diego vi avesse fatto bene invece ora è tutto ancora più incasinato. Come diavolo fai a dire che non ti interessa se rimane qui anche se avete litigato? Tengo troppo ad entrambi, non vorrei ritrovarmi a scegliere uno di voi due. Non fatelo.

Un brivido di terrore si impossessa di me. Torno nella schermata principale di Whatsapp e apro la chat di Josh e controllo il suo ultimo accesso. 10.42pm. 
Non mi ha inviato nessun messaggio di buonanotte, niente di niente.
Sospiro mentre blocco il cellulare ma che vibra un attimo dopo.
Sorrido quando leggo il mittente.

 
Da: Ansel
Comunque non mi scuserò per averti fatta piangere
 
A: Ansel
Davvero? Hai il cuore così di pietra?
 
Da: Ansel
Non ho detto questo, non mi scuso perché per la prima volta ti ho vista vulnerabile, eri particolarmente legata al personaggio di Gus e reagisci così quando qualcosa a cui sei legata se ne va
 
A: Ansel
Può darsi.
 
Da: Ansel
É così, buonanotte Win, dormi bene

Sorrido.
 
A: Ansel
Ripeto, può darsi.
 
Da: Ansel
Okay, buonanotte Win
 
A: Ansel
Okay.
 
Da: Ansel
Okay
























 

OKAY AVETE DUE MOTIVI PER UCCIDERMI.
IL PRIMO E' IL RITARDO E IL CAPITOLO PIU' CORTO MAI PUBBLICATO IN QUESTA FF, MENTRE IL SECONDO E' LA PARTE FINALE: SCUSATE MA E' STATO PIU' FORTE DI ME AAAH, QUEL FILM MI HA DISTRUTTA GIOVEDI' PIANGO.


ANYWAY FACCIO GLI AUGURI A CHI HA E' GIA' TORNATO NELL'ARENA E CHI INVECE STA PER ENTRARE O COME ME CHE INIZIA LUNEDI'.
MI CHIEDO COME E' GIA' POSSIBILE CHE SIA GIA' ORA DI TORNARE MI SEMBRA IERI CHE ESULTAVO PER L'INIZIO DELLE VACANZE.

ANYWAY PT.2 ASPETTO LE VOSTRE MERAVIGLIOSE RECENSIONI, RINGRAZIO COME SEMPRE CHI L'HA MESSA TRA LE PREFERITE, LE SEGUITE E LE RICORDATE. CHI LA LEGGE E CHI LA RECENSISCE.

A PRESTO,
PEETARMS.


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Capitolo 20
*** A drop in the ocean. ***


I don't wanna waste the weekend,
If you don't love me, pretend
A few more hours, then it's time to go.
As my train rolls down the East coast,
I wonder how you'll keep warm.
It's too late to cry, too broken to move on.
Still I can't let you be,
Most nights I hardly sleep.
Don't take what you don't need from me.
– A Drop In The Ocean, Ron Pope











Lancio l'i-phone in preda alla rabbia contro la poltrona mi lascio andare in un urlo liberatorio represso durante la chiamata.
Sfilo velocemente la felpa da sopra la testa e lancio anche essa contro la poltrona prima finire a pancia in giù sul letto con il viso seppellito sotto al cuscino con le mani sopra di esso. Rimango così – in preda ai miei pensieri – fin quando non bussano alla porta.
«É aperto» urlo irritata a chiunque abbia bussato
«Winter» la voce di Dylan è timorosa
«Che c'è?» libero la testa dalla presa del cuscino
«Ti ho sentita urlare, stai bene?» si siede di fianco a me
«No, non sto bene» mi costringo ad alzarmi e mettermi seduta a gambe incrociate
«Che è successo?» mi guarda coinvolto mentre mi sistemo i miei lunghi capelli biondi dietro alle orecchie
«Altra discussione con Josh» lo guardo sospirando
«Andrà tutto bene» si allunga per abbracciarmi ed io mi lascio abbracciare
«Ti va di fare qualcosa?» mi chiede dopo un paio di minuti dopo che mi sono calmata
«Assolutamente no, devo ancora vedere la puntata di ieri di Teen Wolf, con il fatto che abbiamo visto il film e poi non stavo bene» sorrido
«Okay allora me ne vado» ride alzandosi
«A dopo» mi alzo in piedi sul letto e gli scocco un bacio sulla guancia  «Ehi – lo richiamo prima che esca – Grazie per esserti preoccupato per me»
«Di niente Win, a dopo» mi sorride prima di uscire dalla camera
Mi alzo per mettere il cellulare sotto carica visto che la batteria ha raggiunto il 4% per poi prendere il mio computer dalla mia valigia, lo accendo mentre estraggo un cambio dalla valigia.
Mi spoglio dopo aver digitato la password.
Indosso i pantaloni e la t-shirt mentre fisso la foto mia e di Josh sul desktop, foto che viene sostituita un'attimo dopo da quella che abbiamo fatto poche prima io, Dylan e Ansel mentre mangiavamo una crepes. Poche ore prima dell'ennesima lite con Josh in questo ultimo periodo.
Le note di Stay Out di Nina Nesbitt riempono la stanza, mi avvicino al mio telefono dopo aver messo a caricare la puntata di Teen Wolf.
«Ehi» sorrido appena premo il dito sul tasto verde
«Signorina Davis che ne dice di venire a casa mia a vedere un film?» la voce dall'altro capo del telefono è professionale ma ha un tono divertito
«Mi dispiace signorino Elgort ma la signorina Davis è impegnata a vedere la puntata di ieri di Teen Wolf» sorrido mentre infilo le mie vans nere
«Può chiedere alla signorina Davis se quando ha finito di vedere la sua puntata le andrebbe di raggiungermi a casa mia per vedere un film e qualche take away?» continua a tenere la voce professionale
«Ora glielo chiedo e poi le faccio sapere» mi lascio scappare una risata, dopo di che allontano il cellulare per un paio di secondi per poi riportarlo al mio orecchio esclamando «Ha detto che le andrebbe, inoltre mi ha chiesto di dirle di mandargli l'indirizzo per messaggio» mi stendo sul letto fissando il soffitto 
«Sarà fatto» lo sento ridere
«A dopo idiota» sorrido salutandolo
«A dopo scema» dice prima di chiudere la chiamata


Un'ora più tardi sono di fronte la porta di casa di Ansel, busso tre volte e pochi attimi dopo mi apre. Indossa un semplice paio di jeans, una maglietta a maniche corte ed è scalzo.
«Anche tu vai in giro scalzo per casa?» chiedo mentre mi fa entrare
«Assolutamente sì» mi sorride mentre appende la mia felpa e la mia borsa nell'attaccapanni
«Che film guardiamo?» dico distratta mentre mi perdo a guardare le foto che popolano le pareti del corridoio
«Quello che preferisci» mi sorride mentre prende in mano il cellulare «Prima dimmi che cosa vuoi mangiare»
«Cinese lo abbiamo mangiato ieri, ti va il giapponese?» lo guardo
«Assolutamente sì» dice entusiasta «Yakimono e tempura?» chiede mentre digita il numeno dal foglietto sopra al tavolo della cucina
«Me lo chiedi anche? Ovvio» sorrido pensando a quante cose ho in comune con Ansel.
Mentre parla al telefono ritorno ad osservare la casa, cammino fino in corridoio dove riprendo ad osservare le foto di famiglia e delle singole persone. Sorrido alla vista delle foto di Ansel da piccolo o quando è entrato nell'adolescenza.
«Per essere una che odia le foto ne sei appassionata» sento la voce di Ansel dietro di me e mi volto
«Mi piacciono le foto sì, basta che non ci sia io» alzo le spalle
«Tutto bene?» mi guardare
«Diciamo di sì» mi costringo ad alzare gli angoli della bocca in sù
«Parlerai mentre mangeremo» mi cinge le spalle con le mani e mi spinge fino in salotto dove ci sediamo sul divano «Non ti è tornata la febbre vero?» mi chiede di spalle mentre collega il pc all'enorme televisore che ha in salotto
«No, sto bene» affermo mentre libero i miei piedi dalle vans
«Che genere di film vuoi vedere?» si siede di fianco a me
«Voglio vedere un film divertente. Hai Gli Stagisti con Dylan l'amore mio O'Brien?» rido
«Quanti amori hai Win?» si alza ridendo accovacciandosi a terra di fronte al pc
«Tanti, allora i più importanti sono: Dylan O'Brien, Josh Hutcherson e non so se conosci qualcuno che si chiama Ansel Elgort, ecco anche lui – rido – Poi ce ne sono molto altri, come Theo» sorrido mentre mi stendo sull'enorme divano
«Che onore esserci anche io» si risiede di fianco a me con un sorriso a trentadue denti
«Proprio così» rido mentre mi fa appoggiare la testa sulle sue gambe
«Dopo comunque mi dice che cos'hai» esclama mentre mi sposta la ciocca di capelli da sopra l'occhio destro mettendola dietro all'orecchio
«Okay» annuisco
«Okay» mi sorride
«Ommiodio smettila di flirtare con me» esclamo prima di scoppiare a ridere
«Okay» mi sorride ridendo
«Okay» sorrido anche io, dopo di che mi volto verso il televisore dove pochi secondi dopo Ansel preme play con il telecomando.


«Quanto posso adorare il tempura?» esclamo entusiasta dove aver dato un morso alla mia porzione
«Davvero tanto a quanto vedo» mi sorride Ansel mentre appoggia la coca-cola sul tavolo
«Io ti adoro ogni giorno sempre di più» asserisco mentre mi pulisco le mani nel tovagliolo prima di versarmi un bicchiere di coca-cola
«Altra cosa in comune» dice al posto mio ridendo
«Lo dovevo dire io» gli tiro un pugno amichevole mentre ridiamo entrambi
«Comunque, ora che hai visto Dylan in tv e stiamo mangiando mi dici che cos'hai?» mi guarda mentre beve un sorso di coca-cola dal suo bicchiere
«Nulla, discussioni con Josh» alzo le spalle mentre fisso il cibo
«Discussioni o proprie e vere liti?» sento il suo sguardo su di me
«Liti» dico dopo un po' alzando lo sguardo
«Mi dispiace Win, so quello che stai passando perché l'ho vissuto sulla mia pelle» il suo sguardo è comprensivo
«Ansel sei a casa?» la voce di una donna interrompe il nostro discorso
«Mamma sono in cucina con Winter» Ansel alza di un tono la sua voce così da farsi sentire
«Ehi, ciao tesoro – saluta il figlio quando fa il suo ingresso in cucina – Ciao Winter è un piacere finalmente fare la tua conoscenza» mi abbraccia. 
«Anche per me Grethe» gli sorrido 
«Ora vi lascio alla vostra cena – ci sorride – Ho decisamente bisogno di una doccia. A dopo» esce dalla cucina dopo aver lasciato un bacio sulla fronte del figlio
«Che bel rapporto che avete» lo guardo mentre prendo il bicchiere tra le mani
«Sono sicuro che lo avreste avuto anche tu e tua madre» mi sorride prendendomi la mano
«Sto bene, sul serio» gli sorrido mentre con l'indice gli sfioro il palmo della mano
«Sicura?» guarda prima me e poi le nostre mani
«Sì – sorrido – Tu invece?» allontano il cartone del take away con la mano libera
«Tutto a meraviglia» mi sorride 
«Ti va di fare una passeggiata?» gli propongo appena finisce di cenare
«Sì mi va» si alza e mi tende la mano che accetto «Prendo le chiavi e avviso mia mamma intanto tu pensa a dove vuoi andare»


È un mito, questa città: le stanze e le finestre, le strade che eruttano vapore: per ciascuno, per chiunque, un mito diverso, la testa di un idolo con occhi di semaforo che ammiccano un tenero verde, un cinico rosso. Questa isola, galleggiante su acqua di fiume come un iceberg di diamante, chiamatela New York, chiamatela come vi pare: il nome non importa poiché, arrivando dalla maggiore realtà dell'altrove, uno va alla ricerca soltanto di una città, di un posto dove nascondersi, dove smarrire o scoprire se stesso, per fabbricare un sogno all'interno del quale dimostrare che, dopo tutto, non sei il brutto anatroccolo, ma un essere meraviglioso e degno di essere amato. C'è una bellezza nella luce e nell'aria, la grande dimensione dello spazio... Ma il vero fascino di New York è inequivocabilmente in quella nota di impeto della vita locale, ed è il fascino di un potere impavido. L'aspetto del potere è indescrivibile; è il potere della più stravagante delle città, che alle prime luci del mattino si rallegra della sua forza, della sua ricchezza,
della sua insuperabile condizione, e che si trasmette ad ogni oggetto, al movimento e all'espressione di ogni cosa che fluttua, incalza e pulsa, al vibrare dei traghetti e dei rimorchiatori, al tonfo delle onde, al giocare dei venti, al bagliore delle luci, al sibilare dei fischi e delle grida generate dalla brezza. É la visione di una grande metropoli, palpitante di vita incessante, che batte al ritmo di un cuore immenso, capace di farsi intendere ai quattro angoli del mondo. Una delle visioni più impressionanti ed evocatrici che sia dato di vivere.
I newyorkesi camminano più in fretta, parlano più in fretta, pensano più in fretta. Non è necessario esserci nati per essere newyorkesi, ma ho sempre pensato che dopo sei mesi tu camminerai parlerai e penserai più in fretta. E da quel momento anche tu potrai considerarti un newyorkese. 
Sorrido alla vista del tramonto dall'Empire State Building. 
«Ti piace?» Ansel è dietro di me
«Sì, ho sempre desiderato vedere il tramonto dal di qui» mi volto verso di lui con il sorriso stampato in volto
«Allora sono felice di averti portata qui» mi sorride felice
«Grazie» lo abbraccio
«Di niente» dice mentre sono stretta tra le sue braccia
«Faccio sempre una cosa quando vengo qui» mi racconta dopo aver sciolto l'abbraccio
«Che cosa?» lo guardo curiosa
«Porto sempre con me un foglio bianco e un pennarello, fisso New York da qui per un po' pensando a quello che mi preoccupa, dopo di che scrivo quello che mi spaventa o di quello che ho paura, una volta finito faccio un'aeroplanino e lo lancio» mi sorride «Ti va di farlo?» mi propone
«Sì – gli sorrido mentre estrae dalla tasca anteriore dei suoi jeans un foglio bianco e un pennarello nero – Assolutamente sì» 
Ansel appoggia il foglio sulla ringhiera e scrive ciò che lo preoccupa, tanti pensieri affollano la mia mente, tante cose ora mi preoccupano, ma una in particolare.
«Tieni» Ansel richiama la mia attenzione porgendomi il foglio e il pennarello
«Grazie» sorrido mentre apro il pennarello e appoggio la punta sul foglio «Fatto» sorrido ridandogli il foglio «Lo fai tu l'aeroplanino vero? Perchè io non sono capace»
«Sì Win lo faccio io, posso leggere?» indica il foglio
«Solo se io posso leggere il tuo» inarco le sopracciglia divertita
«Okay» mi passa il foglio
«Okay» sorrido prima di portare lo sguardo sul foglio
Paura dei miei sentimenti.
«Non ci posso credere» alzo lo sguardo
«Cosa?» mi sguarda spaventato
«Abbiamo scritto la stessa cosa» dico con il fiato sospeso
«Non è vero» mi prende il foglio dalle mani e legge velocemente quello che ho scritto «Non stavi scherzando, hai ragione» 
«Abbiamo paura della stessa cosa» mi guarda
«A quanto pare sì» lo guardo anche io
Ansel fa l'aeroplanino e me lo mostra tutto orgoglioso.
«Che bravo» rido
«Sì sì fai la simpatica» mi fa la linguaccia
«Sto dicendo sul serio» lo guardo sorridendo dopo essermi appoggiata alla ringhiera
«Va bene, ci credo – mi sorride – Pronta a lanciarlo» prende la mia mano e la mette sopra alla sua contenente l'aeroplanino
«Al tre?» lo guardo
«Al tre» esclama sorridendo «Uno» comincia
«Due» continuo
«Tre» urliamo all'unisono liberando l'aeroplanino dalla nostra presa nell'aria
«Andrà tutto bene Win» mi sorride prima di abbracciarmi
«Andrà tutto bene Ansel» ricambio l'abbraccio appoggiando la testa sul suo petto.


Mi giro per l'ennesima volta nel letto alla ricerca di una posizione comoda per facilitare il sonno. Ma non arriva.
Passa un ora, poi un'altra ed un'altra ancora.
I pensieri mi affollano la testa. Prendo l'i-phone da sopra al comodino, lo sblocco ed apro Whatsapp.
Apro la chat di Ansel visto che sta scrivendo nonostante siano le 4.54 del mattino.

 
Da: Ansel
Stai dormendo?
 
A: Ansel
No, troppi pensieri.
 
Da: Ansel
Anche io!

Chiudo Whatsapp e digito il numero di Ansel, avvio la chiamata prima di portare il cellulare all'orecchio.
«Ciao» lo saluto appena accetta la chiamata
«Ehi, buongiorno» la sua voce è felice anche se è stanca
«Hai dormito prima di scrivermi o non hai proprio chiuso occhio?» mi volto a pancia in giù 
«Dormito dalle tre alle quattro» mi spiega «Tu invece?»
«Non ho proprio dormito» sospiro
«Hai parlato con Josh?» la sua voce è più stanca mentre lo pronuncia
«No, con Connor dopo cena mi ha detto che Josh sarà ai Teen Choice Awards il 10» 
«Anche io sarò ai Teen Choice Awards il 10» lo sento sorridere
Perfetto penso tra me e me.
«Lo so, ho appena finito di votarti infatti» ammetto
«Tu non riesci a dormire e voti per i Teen Choice Awards mi sembra ovvio» scoppia a ridere e io lo seguo   
«Tanto vinci anche senza i miei voti, ti amano tutti» esclamo una volta che si è calmato
«Sicura?» mi chiede
«Più che sicura» sorrido anche se non mi può vedere
«Dimmi una cosa di te che nessuno sa» mi chiede dopo un paio di minuti di silenzio
«Quando non riesco a dormire fin da quando sono bambina invento storie che hanno un finale divertente, per cercare di addormentarmi» dico sorridendo dopo un paio di minuti di riflessione
«Mi racconti quella di oggi?» mi chiede
«John guidò il calesse dorato trainato da una coppia di maestosi cavalli bianchi fino a uno spiazzo erboso che dominava dall'alto tutta la baia incendiata dal tramonto sull'oceano. Li aspettava un tavolo illuminato da decine di candele. Un quartetto d'archi suonava un adagio di Bach a poche decine di metri da loro – faccio una pausa per prendere fiato poi riprendo – John fece sedere Julie tra petali di rose porgendole un anello di fidanzamento tempestato di diamati. Julie gli sorrise e poi disse: “Caro John sai quanto ti amo, fece una pausa poi continuò. Ma se devo essere sincera mi aspettavo che la proposta tu me la facessi in un contesto un poco più romantico” - prendo fiato prima di finire il breve racconto – Per quanto incredibile, Julie sopravvisse al volo in acqua dalla sommittà della scogliera. Fine»
Sento silenzio per qualche secondo, silenzio che viene poi riempito dalla fragorosa risata di Ansel che dura qualche minuto.
«Mi fa piacere che ti sia piaciuta» affermo quando la sua risata diminuisce
«L'ho adorata, Win fa morire» scoppia a ridere nuovamente
«Sono le sei» sorrido mentre guardo l'orario sul display del telefono
«Ora prova a dormire un po', tanto ci vediamo fra circa tre ore. Grazie per aver condiviso con me il tuo piccolo segreto e la tua meravigliosa storia» dice Ansel subito dopo di me
«La prossima volta tocca a te dirmi qualcosa che nessuno sa, okay?» pronuncio ogni parola con convinzione ma anche con un tono di dolcezza
«Okay» mi risponde
«Okay» dico prima di chiudere la chiamata con il sorriso stampato sulle labbra. 
Appoggio il cellulare sul comodino prima di stendermi a pancia in giù abbracciata al cuscino, aspettando che Morfeo mi accolga tra le sue braccia. Cosa che succede pochi minuti dopo.


«Sei sicura di farcela?» Nolan è di fronte a me mentre chiudo la valigia
«Sì, sono stanca Nolan. Non ce la faccio più a litigare con Josh – indico la mia gola – Guarda non ho più voce e mi brucia terrebilmente»
«Glielo hai detto che lo raggiungi in Kentucky perché dovete parlare?» mi passa le vans nere appena ho messo via anche le ultime cose
«Sì gliel'ho detto, mi verrà a prendere all'aeroporto e saremo a casa sua da soli perché i suoi sono via mentre Connor va da un suo amico» alzo le spalle
«Credi che darà la colpa a qualcuno?» mi chiede
«Fai prima a dire ad Ansel» lo guardo male «E non c'entra niente Ansel. Il nostro rapporto è in caduta libera, senza paracadute. Dobbiamo prenderci del tempo per capire se è meglio continuare la nostra relazione o chiuderla qui» sospiro
«Si sistemerà tutto, il tempo di girare questo film e Josh il prossimo film di Josh e sarete di nuovo insieme più uniti di prima» mi abbraccia
«Solo il tempo ce lo dirà» gli scocco un bacio sulla guancia «Dai andiamo giù che ci aspettano»
«Win – mi richiama Nolan quando sono di fronte alla porta con la valigia al mio seguito – Ansel sa di questa tua decisione?»
«No, non lo sa ancora – lo guardo – Perchè me lo hai chiesto?»
«Perchè in questi giorni siete diventati ancora più uniti quindi pensavo che gliene avessi parlato» mi risponde mentre esco dalla porta
«Glielo dirò appena ci sentiamo per telefono» cammino fino all'ascensore in compagnia di Nolan e la sua valigia
«La cosa importante è che tu sia fermamente convinta di quello che dirai a Josh»  mi sorride mentre l'ascensore giunge al piano terra, cioè nella hall.
«Grazie» gli sorrido
«Di niente» mi sorride anche lui mentre ci avviciniamo a Dylan e ad Ansel
«Mary?» gli chiedo
«Non dimentichi qualcosa?» mi chiede Ansel incrociando le braccia al petto
«Giusto – ricordo – Scusa ma ho troppi pensieri oggi. Goiza ona» gli sorrido abbracciandolo
«Buongiorno – mi abbraccia anche lui – Che lingua è?» mi chiede dopo avermi scoccato un bacio sulla fronte
«Basco» rispondo mentre abbraccio anche Dylan
«Eccovi, eccovi. Mary è dovuta partire urgentemente questa mattina presto per motivi familiari quindi la rivredete sul set» dice Andrew raggiungendoci
«Ansel tu non devi neanche prendere un'aereo» ride rivolgendosi al ragazzo dietro di me
«No, solo dieci minuti a piedi» gli sorride
«Tu invece Win hai cambiato destinazione, non più California ma Kentucky» mi guarda
«Vai da Josh?» sento lo sguardo di Ansel a dosso
«Sì ci devo parlare, poi torno a Los Angeles» mi volto verso di lui
«Se hai bisogno il mio numero lo conosci» mi sorride
«Anche il mio» si intromette Dylan facendomi ridere
«Tu pensa ad abbracciare forte Dylan da parte mia» gli punto il dito contro ridendo
«Vieni sul set un giorno, così te lo faccio conoscere» mi sorride
«Potrei morire sul serio» lo guardo seria
«Allora chiameremo un'ambulanza per sicurezza» mi guarda ridendo
«Non stai scherzando vero?» tengo lo sguardo su di lui
«No, non scherzo Winter» mi sorride
«Oddio, grazie mille» lo abbraccio forte suscitando le risate di tutti
«Di niente Win» risponde lui
«É ora dei saluti se no perderete i vostri aerei. Vi manderemo tutto il materiale mostrato ieri sera per e-mail entro oggi pomeriggio. Fate buon viaggio e ci rivediamo sul set» ci sorride prima di abbracciarci uno ad uno.
Per i saluti parto da Dylan.
«Sappi che se non scherzavi ti adoro sul serio, più di prima» lo abbraccio «Mi mancherà chiaccherare con te fino alle due» rido
«Lo faremo di nuovo fra non molto dai» mi lascia un bacio sulla guancia mentre l'abbraccio di nuovo.
Poi passo a Nolan.
«Mi scrivi appena hai parlato con Josh?» mi chiede mentre mi stringe tra le sue braccia
«Certo» sussurro «Grazie per comportarti da fratello maggiore» mi alzo in punta di piedi e gli lascio un bacio sulla guancia
«Ci tengo a te anche se ti conosco da poco» mi sorride
Dopo di che finisco con Ansel.
«Se per caso sono sveglia alle quattro del mattino ti chiamo» lo guardo sorridendo
«E io ti risponderò» mi tira a sé
«Grazie per questi giorni. Sono stati fantastici» dico con la faccia appoggiata al suo petto.
Il suo profumo mi invade ed un sorriso spunta sulle mie labbra.
«Grazie a te» sento il suo sorriso  «Mi chiami stasera?»
«Okay» sorrido
«Okay» mi sorride prima di lasciarmi un bacio sulla guancia














 

PERDONATE IL RITARDO MA QUESTA PRIMA SETTIMANA DI SCUOLA MI HA PORTATO VIA QUASI TUTTO IL TEMPO LIBERO.

HO VOLUTO DEDICARE IL CAPITOLO AI WINSEL, AW, TENERI LORO. MI ASPETTO I VOSTRI INSULTI NELLE RECENSIONI, NON VEDO L'ORA DI LEGGERLI AHAHAHA.
BEH DETTO QUESTO, NEL PROSSIMO CAPITOLO AVRETE IL CAPITOLO SCRITTO DA TRE PUNTI DI VISTA: WINTER (OVVIAMENTE), JOSH E ANSEL.


VI HO GIA' ANTICIPATO QUALCOSA QUINDI ASPETTO LE VOSTRE BELLISSIME RECENSIONI.
RINGRAZIO COME SEMPRE CHI RECENSISCE LA MIA STORIA, CHI L'HA MESSA TRA LE PREFERITE, RICORDATE O SEGUITE. MA ANCHE I LETTORI SILENZIOSI CON LA SPERANZA DI LEGGERE UNA LORO RECENSIONE PRIMA O POI.


UN BACIO, AL PROSSIMO CAPITOLO,
PEETARMS.

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Capitolo 21
*** Say something. ***


Say something, I’m giving up on you
I’ll be the one, if you want me to
Anywhere, I would’ve followed you
Say something, I’m giving up on you 
̶  Say Something, A Great Big World ft Christina Aguilera








POV Winter Davis.



Asciugo i palmi sudati nei miei shorts mentre fisso una foto di Josh e Connor da piccoli appesa alla parete del salotto. 
Per tutto il viaggio ho pensato alle parole giuste da dirgli, tra i messaggi di Ansel e Dylan.
Le parole affollano la mia testa senza un ordine preciso, mi mordo il labbro inferiore, mentre fisso una foto di Josh in barca a circa otto-nove anni.
«Ecco qui il tuo bicchiere d'acqua» Josh fa la sua comparsa in salotto con in mano un bicchiere nella mano destra
«Grazie» sussurro dopo averlo bevuto avidamente.
Nonostante abbia appena bevuto, la mia gola è ancora secca.
«Win allora che cosa c'è di tanto importante da non riuscire ad aspettare due giorni?» mi guarda sorridendo
Mi sento un mostro. 
«Josh io.. » comincio ma mi interrompe baciandomi
«Sì, ti amo anche io» si avvicina nuovamente ma mi scosto alzandomi in piedi.
Il mio corpo è percorso da brividi. Il mio telefono squilla ma mi allungo sul tavolina rifiutando la chiamata. Mi concentro su Josh che ha un espressione confusa dipinta in volto.
«Win che succede?» mi guarda in cerca di risposte
«In questo ultimo mese non abbiamo fatto altre che litigare – fisso le mie vans consumate prima di alzare lo sguardo su di lui – E credo che dobbiamo prenderci del tempo per riflettere sulla situazione – dico tutto d'un fiato, l'espressione di Josh da felice che era diventa impassibile – Sono stanca di urlare, di litigare, di discutere; non so che sia successo» deglutisco faticosamente mentre qualcosa dentro di me si allegerisce ora che Josh sa la verità.
«Provi qualcosa per qualcun'altro?» mi chiede il ragazzo di fronte a me dopo minuti pesanti di silenzio
«Se stai pensado ad Ansel no, cioè se devo essere totalmente sincera non lo so. Ma questo non mi ha portato a prendere una pausa, tu e le nostre continue litigate senza un vero e proprio scopo mi hanno esasperato, così sono giunta a questa decisione» mi stringo nelle spalle mentre fisso il muro di fronte a me
«Josh sei in casa?» la voce di Connor interrompe l'ennesimo silenzio
«Sì, in salotto» esclama Josh con voce stanca
«Ehì Josh, hai sentito Winter oggi? - chiede mentre cammina nel corridoio – Oddio Win sei qui» corre ad abbracciarmi. Ricambio l'abbraccio solo per poco.
«Ciao Conn» mi sforzo di sorridere 
«Che succede?» guarda prima il fratello e poi me
«Io e Josh ci siamo presi una pausa» informo anche lui. Dirlo una seconda volta è stato più faticoso.
«Tu e Josh cosa?» urla
«Connor per favore» sibila Josh con voce piatta
«Connor per favore niente, sapevo che sareste arrivati a questo punto» mi fissa con sguardo vuoto
«Esci da questa stanza ora» ordina Josh guardando il fratello. Si volta verso di me ed io annuisco.
«Ma se vi mettete a litigare intervengo» ci dice prima di uscire dal salotto
«Ora è meglio se vado» afferro il mio i-phone dal tavolino dopo aver atteso qualche sua domanda o qualsiasi altra cosa che non è arrivata
«Dobbiamo parlare» mi fissa con un sguardo indecifrabile
«Sei stato zitto da quando Connor è uscito da questa stanza e sono più di dieci minuti – lo guardo – Non mi sembra il caso di proseguire oltre, non oggi almeno» cammino verso la porta
«Dove starai stanotte?» mi chiede urlando dal salotto
«Da mia nonna. Ciao Josh» dico con voce rotta prima di chiudere la porta d'ingresso di casa Hutcherson.

Cammino con gli occhi lucidi fino alla fermata dell'autobus, tenendo stretto l'impugnatura del trolley della mia valigia
«Mi scusi a che ora passa l'autobus che porta a Louisville?» chiedo dopo aver inspirato profondamente ad una signora anziana seduta sulla panchina
«Cara passa tra una ventina di minuti» mi sorride
«Grazie mille» lascio libera la mano dalla presa e prendo il cellulare dalla tasca anteriore dei jeans prima di sedermi di fianco alla signora.
Inserisco il codice di sblocco.
3 chiamate perde da Lee.
14 messaggi in 4 conversazioni su Whatsapp.
Sospiro strofinando un dito sull'occhio destro, raccogliendo così la lacrima sul punto di cadere.
«Stai bene cara?» la voce della mia vicina mi fa sussultare
«Sì, va tutto bene» mi volto verso di lei sorridendo
Apro Whatsapp e mi dedico a leggere i messaggi.

 
Da: Lee.
Sei scomparsa, non rispondi ai messaggi e Nick non mi dice che cazzo succede, ora ti chiamo.
Rispondi.
Rispondi.
Rispondimi immediatamente.
Ma che sta succedendo Winter?
Ti vorrei uccidere in questo momento.
Ora prendo in ostaggio Nick fin quando non mi rispondi o alle chiamate o ad un messaggio.
 
Da: Nick.
Rispondi a mia sorella ti prego Win
Fallo
Gli dico tutto se no
Ti odio, sai che non mi piace tenere segreti

Sospiro.
 
Da: Nolan
Com'è andata Win?
Stai bene? Dimmi di sì!

No sto tutt'altro che bene.
 
Da: Ansel
Sento già la tua mancanza peste!

Un'altra lacrime cade finendo sul mio palmo sinistro. Sospiro pesantemente mentre chiudo Whatsapp e compongo il numero di mia nonna sul tastierino.
«Win tesoro» dice immediatamente appena accetta la chiamata
«Ciao nonna – comincio sospirando – Non è che potrei venire da te per questa notte? Sono ad Union ma sto per prendere l'autobus» strofino ancora il dito sull'occhio, come se questo mi facesse stare meglio, cosa contraria perché sto mandando al diavolo il trucco appliccato questa mattina.
«Certo che puoi venire da me, così mi racconti tutto quello che è successo in questi giorni a New York – la voce di mia nonna è orgogliosa – E mi racconti anche perché hai questa voce triste okay?»
«Okay, a dopo» sospiro prima di chiudere la chiamata.
Tengo il cellulare tra le mani mentre osservo i bambini giocare dall'altro lato della strada nel parco. 
Penso alla loro innocenza, alla loro ingenuità. Li invidio, perché la loro unica preoccupazione è quella di divertirsi, di non perdere l'amichetto del cuore, cosa che se accade dopo dieci minuti si fa pace unendo i mignoli e dicendo: “mignolino mignoletto fai pace con l'angioletto”, ripenso a quante volte ho fatto questo gesto con Matt e un sorriso amaro mi spunta in volto perché tutto è finito anche con lui. 
«O santo cielo tu sei Winter Davis? La ragazza che lavorerà con Ansel nel suo prossimo film?» una voce acuta mi riporta nel mondo reale
«Sì, sono io» mi sforzo di fare un sorriso
«Non è che potremmo fare una foto e magari mi fai anche un'autografo?» mi chiede entusiasta
Sorrido, questa volta veramente. La prima foto con una fan e il mio primo autografo.
«Certo» sorrido annuendo alla ragazza di fronte a me che avrà all'incirca sedici anni
Una volta fatta sia la foto sia l'autografo è ora di salire sull'autobus.
«Ancora grazie» mi sorride stringendo a sé il pezzo di carta 
«Come ti chiami?» gli chiedo mentre aspetto che la signora di prima salga
«Angelica» ha ancora il sorriso stampato in volto
«Di niente Angelica è stato un piacere» sollevo la valigia 
«Salutami il tuo ragazzo» una fitta al petto mi colpisce violentamente
«Lo farò» dico prima di salire i gradini dell'autobus.
Una volta seduta comodamente sul sedile apro la rubrica del cellulare e scorro fino a trovare il numero desiderato.
«Mirëdita» esclamo appena sento la voce dall'altro capo del telefono.





POV Ansel Elgort.



Mi muovo per l'ennesima volta sul divano alla ricerca di una posizione comoda per guardare la tv ma per un motivo o per un altro mi ritrovo a pensare ad altro. Prendo il telecomando tra le mani e spengo il televisore, è inutile sprecare corrente elettrica se la mia mente è da un'altra parte.
«Ansel vuoi mangiare qualcosa?» mia sorella fa capolino dalla porta della cucina
«No Sophie» sospiro prima di sprofondare la faccia sul cuscino
«Che succede?» mi chiede dopo avermi tolto il cuscino dalla faccia
«Nulla» alzo le spalle «Voglio solo riposarmi prima di cominciare le riprese» 
«Domani devi andare a Los Angeles vero?» mi sorride
«Sì, dopo domani ci sono i Teen Choice» mi siedo a gambe incrociate
«Sono così fiera del mio fratellino» mi tira una guancia
«Sophie – scoppio a ridere – Smettila» 
«Mi piacevi di più quando eri piccolo, mi adoravi e non mi rispondevi così» mi guarda incrociando le braccia al petto
«Va bene» prendo il cellulare dalla tasca dei jeans per controllare se ho messaggi.
«Winter è ancora a New York?» mi chiede dopo un po' di minuti
«No è partita stamattina perché?» alzo lo sguardo dallo schermo dopo aver finito di inviargli un messaggio
«Mamma mi ha detto che avete passato molto tempo insieme da quando la conosci ed è simpatica» si toglie i tacchi neri lucidi e stende le gambe sul divano «Quindi la volevo conoscere. Hai una sua foto?» appoggia la testa sulla mia spalla
Apro la galleria e gli mostro la foto che gli ho fatto sull'Empire State Building.
«Ma è bellissima» mi sorridendo
«Sì lo è» annuisco mentre metto il cellulare sul tavolino
«Ti piace?» la sua voce è seria
«Cosa?» mi volto verso di lei
«Hai capito Ansel» mi sorride
«No – la guardo – Non lo so, forse, probabilmente sì» sospiro infine dopo averlo ammesso ad alta voce
«Il mio piccolo fratellino si è preso una bella cotta» scoppia a ridere
«Non sono piccolo – la guardo sorridendo – Sta con Josh Hutcherson Sophie» sospiro
«Non si sa mai» si alza dopo avermi scoccato un bacio sulla guancia «Non farti uscire gli occhi cuoricini come nei cartoni giapponesi okay?» 
«Okay» rispondo prima di tornare con il cuscino sopra la faccia

Un ora più tardi quando il sonno sta prendendo il sopravvento sento il cellulare vibrare sopra la mia pancia. Sposto il cuscino dalla faccia dopo aver accettato la chiamata.
«Pronto?» rispondo con voce assonnata
«Mirëdita» la voce di Winter mi fa alzare di scatto
«Winter come stai?» gli chiedo immediatamente
«Non mi chiedi che lingua è?» mi risponde con voce stanca.
Non sta bene, un senso d'impotenza mi assale.
«Solo se mi rispondi» allungo le gambe lungo il divano
«Sono stata meglio» mi risponde sinceramente, almeno non mi ha mentito.
Sospiro «Allora non mi chiedi che lingua è? Che ti prende Ansel?» la sua voce è più tranquilla ora
«Che lingua è?» gli chiedo dopo aver fatto un piccolo sorriso che non può vedere
«Albanese» mi risponde realizzata
«Win» la chiamo dopo qualche attimo di silenzio
«Dimmi Ansel» 
«Dove passerai la notte?» fisso il televisore spento di fronte a me
«A casa di mia nonna. Sono sull'autobus che mi porta a Louisville» mi spiega
«Domani torni a Los Angeles?» gli chiedo, sperando che mi risponda di sì per rivederla.
«Non lo so, devo trovare un posto dove stare a Los Angeles, abitavo da Josh – una fitta al petto mi colpisce – Quindi devo trovare un posto dove stare ed andare a prendere tutte le mie cose da casa sua» la sua voce si è fatta più piatta
«Va bene – mi alzo in piedi – Ti può far solo bene passare del tempo con tua nonna» gli dico dopo essere arrivato davanti al frigorifero
«Sì lo credo anche io» la sua voce è tornata tranquilla «Ansel stai bene?» mi chiede dopo qualche minuti di silenzio
«Sì tutto bene, perché?» sbatto la testa contro il frigorifero
«Sei silenzioso» la sento ridere leggermente ed un sorriso compare sulle mie labbra
«No è che non so cosa mangiare» sbuffo
«Pancakes» urla entusiasta
Scoppio a ridere e mi segue a ruota «É vero che hai un'ossessione per i pancakes» esclamo ancora ridendo
«Non è un'ossessione» mi rimprovera ridendo
«Giusto ne sei dipendente» mi siedo sul bancone ancora ridendo
«Così va meglio» posso sentire il suo sorriso anche se siamo a chilometri di distanza
«Diciamo di sì» apro la credenza sopra di me e afferro un pacchetto di cracker
«Ansel» sento di nuovo la sua voce dopo qualche minuto dove ero impegnato a mangiare 
«Sì?» gli rispondo
«Cerca di non parlare con Josh ai Teen Choice se lo vedi. Stagli il più lontano possibile» la sento sospirare
«Perchè?» 
«Crede che sia colpa tua. Come tutti» la sua voce è diventa fredda. É impressionante quanto facilmente cambi umore.
«Cioè?» chiedo capendo ancora meno di prima
«Lasciamo stare. Farai sì o no quello che ti ho chiesto?» 
«Va bene, gli starò il più lontano possibile» accetto infine
«Grazie» ora è di nuovo calma «Sono quasi arrivata, ci sentiamo più tardi per messaggi okay?»
«Okay» rispondo sorridendo
«Okay» dice con voce molto più tranquilla prima di chiudere la chiamata.
54.21 minuti di chiamata.
Sorrido scendendo dal bancone. Esco dalla cucina e salgo le scale che portano al piano superiore dove entro in camera mia. Accendo il computer per vedere se è arrivata l'e-mail di cui ci ha parlato Andrew questa mattina.
Apro Google per poi digitare Gmail sulla barra di ricerca, pochi secondi dopo sono nel mio account, con una nuova e-mail da leggere.
Clicco sopra di essa.

 
PIANO DI LAVORO DEL FILM: LA SEDIA D'ARGENTO.

Inizio riprese: Lunedì 15 settembre 2014 a Londra.
1° Spostamento: 30 settembre 2014 direzione Nuova Zelanda.
Pausa Natalizia: dal 20 dicembre 2014 al 11 gennaio 2015.
12 Gennaio 2015: Ritorno sul set in Nuova zelanda
2° Spostamento: 14 Aprile 2015 direzione Nepal per girare le scene della montagna sull'Everest
3° Spostamento: 20 Aprile 2015 direzione Nuova Zelanda.
Fine riprese: 5 Maggio 2015.

Un sorriso compare sulle mie labbra, passerò i prossimi otto mesi con Winter.
Spengo il computer dopo di che mi butto sul letto dove nel giro di pochi minuti mi addormento.
Sento la vibrazione del mio i-phone avvisarmi che mi è arrivato un nuovo messaggio ma lo leggerò dopo. Un messaggio che mi farà sorridere davvero.

 
Da: Winter
Ti voglio davvero bene Ans.





POV Josh Hutcherson.



Fisso la tv senza seguire veramente il quiz show che Connor sta guardando mentre aspettiamo che la cena sia in tavola.
«Josh tu che sei pratico nel mondo del cinema qual'è la risposta? Brad Pitt o Orlando Bloom?» la voce di mio fratello mi arriva lontana, solo una sua cuscinata arrivata pochi secondi dopo l'aver ignorato la sua domanda mi fa riprendere
«Connor ma che diavolo fai? Hai ancora cinque anni?» lo fulmino con lo sguardo alzando la voce di un tono.
«Che succede qui?» l'ingresso in salotto di nostro padre mette fine alla discussione appena iniziata
«Nulla Josh è suscettibile oggi» mi guarda con la coda dell'occhio
«Che succede Josh?» si siede sulla poltrona di fianco al divano
«Niente, sono solo stanco. Ho dormito male stanotte» mento spudoratamente e Connor comincia a tossire
«Connor che succede?» questa volta si rivolge a lui
«Nulla, mi deve essere entrato qualcosa in bocca» si giustifica lui. Ma entrambi sappiamo che non è la verità.
«Voi due non me la raccontate giusta» asserisce pochi attimi dopo nostro padre alzandosi dalla poltrona per dirigersi in cucina da nostra madre per aiutarla con la cena.
Venti minuti più tardi siamo tutti e quattro seduti a tavola con i nostri piatti davanti.
Mentre i miei parlano della giornata io gioco con le patate cucinate da mia madre.
«Josh hai sentito Winter oggi?» mi chiede sorridendo mia madre
«No – sospiro – Cioè sì, stamattina aveva il volo per tornare a Los Angeles, quando è atterrata era stanca ed è andata a dormire» mi invento ogni singola parola
«Tu Connor invece?» passa a mio fratello
«Solo il buongiorno stamattina» mi regge il gioco mio fratello. Gli devo un favore.
«Si è trovata bene a New York in questi giorni?» mi chiede mio padre dopo aver finito di mangiare un pezzo di arrosto
«A quanto pare sì» la mia voce è ostile, troppo, infatti ricevo una pedata da mio fratello «Cioè sì – mi sforzo di sorridere – Ha passato molto tempo con Ansel e gli altri componenti del cast» 
«Si merita tutto il successo di questo mondo» esclama mia madre subito dopo di me
«Sì, concordo con tua madre» mi sorride mio padre
«Già» mi riempo la bocca di patate per non rispondere ad altre domande riguardanti Winter.
«Ai Teen Choice Awards ci sarà anche Ansel?» mia mamma mi porge il dolce una ventina di minuti più tardi
«Non lo so, perché?» la guardo alzando un sopracciglio. Vedere Ansel ora è l'ultimo dei miei desideri. 
«Perchè Win passerà molto tempo con lui e mi sembra una buona idea provare a conoscerlo» mi spiega mia madre. Connor per poco non si soffoca con il gelato.
«Ah» mi lascio uscire
«Non ti sembra una buona idea?» torna a sedersi di fronte a me e comincia a mangiare il suo gelato alla panna
«Non lo so» alzo le spalle
«Che ti prende Josh? Sei così da quando sono tornata a casa» mi fissa
«Ha detto che è stanco» risponde mio papà
«Ho dormito male» ennesima bugia del giorno
«Spero che questa notte dormirai meglio perché sei davvero freddo» la sincerità di mia madre mi irrita ancora di più
«Non ci conterei» dice Connor tra i denti mentre io lo fulmino con lo sguardo.

«Quando pensi di dire a mamma e a papà che tu e Win vi siete lasciati?» mi chiede Connor una volta di fronte alle nostre rispettive camere
«Non ci siamo lasciati – lo ammonisco – Vuole solo del tempo» 
«Josh sei più grande di me ma in questo momento mi sembri un ragazzino alle prime armi con l'amore» mi guarda
«Comunque non posso, l'adorano» sospiro appoggiandomi al muro del corridoio
«Lo so – sorride amaramente – Ma devi farlo»
«É così che doveva finire? A pezzi, urlando dentro di me, tremando ogni volta che sento pronunciare il suo nome? Non con un addio, ma con un grido soffocato?» chiedo a Connor
«Non lo so Josh – ammette – So solo che il vostro rapporto è precipitato da quando sei tornato dall'Europa»
«Sinceramente ora dimmi se pensi che sia colpa mia» appoggio la mano sulla maniglia della porta
«La colpa non è mai di uno solo Josh» dice dopo un paio di minuti
«Okay, grazie Connor» mi sforzo di fare un mezzo sorriso prima di chiudermi la porta alle mie spalle.
Così rimango solo.
Solo con i miei pensieri.
Solo a cercare di capire dove ho sbagliato.
Solo con i ricordi.
Solo con il mio dolore.
Solo ad affrontare il vuoto che si è fatto spazio all'interno del mio cuore.















 

GUTEN ABEND HUTCHERS.

MI ASPETTO I VOSTRI INSULTI AHAHAHAHAHAHAHAHAA MA DEVO AMMETTERE CHE MI E' PIACIUTO SCRIVERE QUESTO CAPITOLO SOTTO I TRE PUNTI DI VISTA DEI TRE PERSONAGGI PIU' IMPORTANTI DA ADESSO IN PIU'.

RINGRAZIO COME SEMPRE CHI RECENSISCE, CHI L'HA MESSA TRA LE PREFERITE, SEGUITE O RICORDATE MA ANCHE I LETTORI SILENZIOSI.

SPOILER DEL PROSSIMO CAPITOLO: TEEN CHOICE AWARDS, ANSEL E JOSH.

DETTO QUESTO TORNO SOTTO LE COPERTE CHE MI SONO PRESA LA FEBBRA AHIME', MEGLIO FORSE PERCHE' HO IL TEMPO DI DEDICARMI AL MIO LIBRO AW AHAH.

AL PROSSIMO CAPITOLO,
PEETARMS.


 

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Capitolo 22
*** What you wanted. ***


I’ll find the places where you hide
I’ll be the dawn on your worst night
Only thing left in one life
I would kill for you that’s right
If that’s what you wanted
If that’s what you wanted
‒ What You Wanted, One Republic







POV Ansel Elgort




Estraggo dalla tasca il mio i-phone mentre aspetto la valigia. Disattivo la modalità aereo e poco a poco mi arrivano i messaggi su Whatsapp e quelli di testo.
Apro Twitter per leggere i tweet dei miei fans. Ogni tanto mi scappa una risata, ma il sorriso non abbandona mai il mio volto.
Una decina di minuti più tardi apro Whatsapp e mi dedico a leggere tutti i messaggi. Lascio per ultimo quello di Winter, visto che gli avevo promesso che appena sarei arrivato in hotel l'avrei chiamata. 
Finito di rispondere a tutti i messaggi è ora di uscire dall'aeroporto con a seguito la mia valigia. Fermo un taxi e gli dico il nome dell'hotel in cui alloggierò per questa notte.

Fuori dall'hotel trovo qualche fan che mi chiede gentilmente foto ed autografi. Nonostante ormai sia una cosa naturale mi fa ancora uno strano effetto. 
Mi sento ancora quel ragazzino che studiava recitazione e sognava di farlo come lavoro, ed accomi qui qualche anno dopo. Non potrei essere più contento della direzione che ha preso la mia vita.
«Grazie mille Ansel, sono così orgogliosa di te» mi sorride imbarazzata l'ultima fan quando gli riconsegno il foglio dove gli ho fatto l'autografo.
«Grazie mille a te per il sostegno» gli sorrido dopo aver ripreso la mia valigia. Lei se ne va tutta contenta ritornando dalle sue amiche che l'aspettano nel marciapiede opposto al mio.
«Ecco a lei signorino Elgort, spero che si trovi bene nel nostro hotel» mi sorride cordiale il concierge.
«Grazie» rispondo educato dopo aver preso la carta magnetica dalle sue mani.
Attendo che le porte dell'ascensore si aprino mentre compongo il numero di Winter, che ormai conosco a memoria.
«Bună dimineața» la voce di Winter è stanca e vuota
«Ehi piccola Win» dico dopo qualche secondo
«Ehi» esclama con un po' più d'enfasi «Come stai?» mi chiede
«Bene. Tu?» so che è una domanda stupida ma non ci posso fare niente. Voglio sapere quanto si fida di me.
«Ho finito un'intero pacchetto di sigarette e ho gli occhi gonfi. Tutto bene» il sarcasmo si è impadronito di lei
«Win, se stai così male perché lo hai lasciato?» gli chiedo per la milionesima volta in ventiquattrore.
Non mi ha ancora dato una risposta. Evita sempre la domanda.
«Hai pronto il discorso di ringraziamento?» come da copione, cambia discorso.
«Winter» alzo di poco la voce mentre esco dall'ascensore
«Ansel» mi fa eco lei
«Sono serio» ribatto con più fermezza nella voce
«Oggi sarà una di quelle giornate da due pacchetti di sigarette, vaffanculo come se piovessero e una guerra all’ultimo sangue tra rabbia e lacrime. Il tutto facendo a botte contro il senso di abbandono con ansia e panico a seguire. Più che una giornata vissuta… sarà sopravvissuta, quindi ti scongiuro non mi nominare Josh» la sua voce si incrina ed è prossima al pianto
«Quando torni a Los Angeles?» accontento la sua richiesta così cambio discorso
«Quando ho trovato una sistemazione provvisoria visto che poi dobbiamo partire per le riprese. Nick e Hailee oggi pomeriggio vanno a prendere le mie cose da casa di Josh» mi spiega «Non avrei le forze neccessarie per uscirne indenne se andassi io»
«Voglio vederti prima delle riprese» le parole escono velocemente dalla mia bocca
«Anche io» la sua voce diventa per un momento più calda, dolce e affettuosa
«Avrei un'idea» appoggio la valigia sul letto e mi butto di fianco ad essa
«Ti ascolto» la sua voce mi arriva dopo lo scatto dell'accendino
«Te la dico quando metterai giù quella sigaretta Winter» la mia voce è ferma, autoritaria. Non voglio che si faccia ancora di più del male.
«Okay – sospira – L'ho spenta. Giuro» un piccolo sorriso compare sulle mie labbra. Mi ascolta. Si fida. Ci tiene.
«Sei mai stata ad Orlando in Florida al Walt Disney World?» gli chiedo sorridendo anche se non mi può vedere. Pochi secondi dopo come risposta sento un suo urlo seguito da un no. «Bene che ne dici se ci andiamo? Puoi invitare chi vuoi» dico ridendo piano
«Sì sì sì – la sua voce si è trasformata come quella di una bimba di cinque anni quando riceve il giocattolo che desiderava. Non posso fare a meno di sorridere a sentirla momentaneamente felice – Ti prego dovevi dirmelo subito Ansel. Certo che ci andiamo, ma certo cazzo» scoppio in una fragorosa risata dove poco dopo si unisce anche lei «Ti voglio bene davvero» mi dice una volta che ci siamo calmati entrambi
«Anche io, tanto» sorrido mentre fisso il soffitto bianco della stanza
«Ora devo andare con mia nonna al supermercato. Ti mando un messaggio più tardi va bene? Divertiti» la sua voce ora è tranquilla, rilassata ed emozionata. Sono felice di averla fatta stare meglio.
«Lo farò – sorrido – Comincia a prepararti già psicologicamente perché anno prossimo avrai più di una nomination anche tu» affermo fiero del suo talento
«Non esageriamo ora Ansel» mi risponde con voce divertita lei
«Non scherzo mai su questi cose Win. Anno prossimo ci sarai anche tu, vuoi scommettere?» gli propongo una sfida
«Okay – accetta entusiasta – Tu pensa quello che vuoi che io faccia se perdo ed io farò lo stesso. Poi dopo nel messaggio te lo scrivo» 
«Okay» dico
«Okay» mi risponde lei
«Okay» affermo prima di premere il tasto rosso per chiudere la chiamata.
37.23 minuti.
Sorrido. 
Poi rispondo ai messaggi arrivati mentre ero al telefono con Winter.
Dopo una decina di minuti chiudo anche la chiamata con mia mamma arrivata qualche minuto più tardi dalla chiusura con quella di Winter. Mi avvio verso il bagno dove mi aspetta una bella doccia rigenerante per riprendermi dal viaggio.






POV Josh Hutcherson




Le urla delle fans mi fanno alzare gli angoli della bocca in su.
Cammino con passo incerto e stanco per la notte insonne lungo tappeto rosso. Ogni tanto mi fermano per intervistarmi e scattarmi delle foto. Metto in pratica la mia dota migliore. 
La recitazione. 
Non voglio che sappiano ora che io e Winter ci siamo lasciati. Non voglio che lei sia insultata dalle mie fans, perché è quello che succederà.
Ho capito il motivo per cui mi ha lasciato. Ho finalmente capito cos'è successo.
Ci siamo allontanati poco a poco. Quando lei aveva bisogno io non ero a fianco lei ma dall'altra parte del mondo a lavorare. Vicino a lei c'era mio fratello. 
Non è colpa sua se hanno legato così tanto. Non è colpa di Connor se Winter mi ha lasciato.
É solo colpa mia. Mia.
Non di Winter.
Non  di Connor.
Non della sua futura carriera.
Non di Ansel.
Non è di nessun'altro se non mia.
«Josh come ti senti ad aver finito le riprese di Hunger Games?» la voce dell'intervistatrice mi riporta alla realtà distraendomi dai miei pensieri.
«Ehm.. scusa cosa?» indico i fans che urlano. Do la colpa a loro anche se so che anche questa volta è colpa mia.
«Come ti senti dalla fine delle riprese di Hunger Games? Sono stati anni stupendi da come si vedeva dalle foto sul set» mi ripete gentilmente la domanda
«Sono triste. Mi mancheranno tutti quanti. Ovviamente partendo da Jennifer per finire alla persona che non comparirà mai sui titoli di coda. Eravamo una grande famiglia. Anzi siamo una grande famiglia. Lo saremo per sempre. Noi e i tributi. Noi e il cast. Sono stati anni meravigliosi. É stata un'esperienza meravigliosa. Non ringrazierò mai Suzanne Collins per avermi dato questa incredibile opportunità» mi impongo di sorridere. Ed è quello che faccio.
«Grazie mille Josh. Buon proseguimento e in bocca al lupo per la nomination» mi sorride
«Crepi» dico prima di riprendere la mia camminata fino ad arrivare al mio posto dove mi siedo aspettando che la cerimonia inizi. 
Estraggo il cellulare dalla tasca dei jeans per leggere i messaggi arrivati mentre ero sul red carpet.
La maggior parte sono di Jenn che mi ricorda di mantenere la calma e di non fare nulla di stupido se vedo Ansel. Di non farmi passare neanche per l'anticamera del cervello che la colpa sia sua.
Scorro il dito sullo schermo dell'i-phone fino a giungere al contatto che stavo cercando.
Winter.
Ha cambiato immagine del profilo. Ha messo una delle tante che ha fatto a New York. 
Sicuramente sull'Empire State Building visto che c'è Ansel con lei.
Reprimo l'urlo e respiro profondamente.
Mi alzo per andare nel backstage a prendere una bottiglietta d'acqua, visto che la mia gola è completamente secca. Cammino lentamente visto che manca ancora più trenta minuti.
Una volta arrivato nel backstage prendo la prima bottiglietta che mi capita a tiro e la bevo avidamente. Quando l'ho finita tutta la butto nel cestino della plastica. Dopo aver salutato un paio di persone mi volto per tornare al mio posto ma mi ritrovo davanti il metro e novantatrè di Ansel.
«Ciao Josh» mi saluta Ansel stringendo nervosamente la lattina di Red Bull che ha in mano
«Ciao» lo saluto mentre lo supero
«Josh» mi richiama lui
«Che c'è?» mi volto fissandolo
«Vorrei parlarti» mi risponde dopo aver buttato la sua lattina
«No» mi allontano ma mi segue
«Invece sì» la sua voce è dietro di me
«No» stringo i pugni fino a far diventare le nocche bianche
«Io non c'entro niente. Voglio solo dirti che mi dispiace» la rabbia mista al dolore che provo dentro mi scatena una reazione che non mi perdonerò mai. Che Winter non mi perdonerà mai. Che tutti i giornali di gossip di domani riporteranno a causa delle telecamere nel backstage. Il mio pugno destro colpisce la mascella di Ansel con una forza che pensavo di non aver in questi giorni. Lui barcolla indietro mentre io metto a fuoco quello che ho appena fatto.  
«Non so cosa mi sia preso» mi appoggio alla parete mentre lui si tiene la mascella con la mano destra
«Te lo dico io. Tutte le emozioni che stai reprimendo dentro di te a causa di Winter sono fuoriuscite ora. Perchè credi che sia io il responsabile della vostra rottura – mi guarda con una smorfia di dolore – Ma io non centro niente. Siete entrati in crisi quando sei tornato dall'Europa. Me lo ha detto. Ha cercato di sistemare le cose ma poi avete cominciato a litigare ogni giorno e lei non ce la faceva più» 
«Lo so che non è colpa tua» sospiro sbattendo la testa contro al muro
«Non è vero – la sua voce non è arrabbiata, è tranquilla – Magari la maggior parte di te pensa che non sia vero. Ma in questi casi basta solo anche l'1% per far cadere il restante 99% ed è quello che è successo ora» 
«Okay – dico – Solo una cosa» incrocio le braccia al petto come per proteggermi da un ragazzo più piccolo di me ma che sta aiutando Winter più di quanto io abbia fatto
«Certo – mi guarda – Dimmi tutto»
«Mi basta avere la certezza che lei starà bene. Ora posso lasciarla andare. Ho capito che non è più tempo per noi e non lo sarà più, non ora dopo averti colpito. Non me lo perdonerà mai. Ma l'amore che provo per lei non sparirà mai. Quindi se vi doveste innamorare – faccio una pausa per il dolore lancinante che sto provando – Non so: oggi. Domani. Dopo domani. Durante le riprese. Non lo so quando. Ti chiedo soltanto di amarla di più di quanto non sia riuscito a fare io» lo guardo mentre il vuoto si impossessa completamente di me.
«Lo farò. Promesso» la serietà con cui l'ha detto mi fa capire quanto lui già tenga a Winter.
«Okay» esco dal backstage per ritornare al mio posto, con la consapevolezza che ho appena rinunciato a Winter. Che l'ho appena lasciata ad Ansel.
Ma so anche che lui se ne prenderà cura. Gliel'ho letto negli occhi. Per questo non ha reagito.


















 
 

I'M BACK CEENTE, AHAHHA, DOPO UN MESE ESATTO FINALMENTE HO PUBBLICATO. 
APPLAUSI A ME.
NO SERIAMENTE, PERDONATEMI MA L'ARENA MI STA UCCIDENDO, NON HO UN GIORNO LIBERO E TRANQUILLO DA QUANDO E' COMINCIATA LA SCUOLA.

VI PREGO, VI SCONGIURO DI NON ABBANDONARE LA STORIA ANCHE SE DOVESSI PUBBLICARE UN CAPITOLO AL MESE. PERCHE' SIETE LA MIA FORZA, STO ANDANDO AVANTI A SCRIVERE LA STORIA ANCHE PER VOI.

DETTO QUESTO SPERO CHE IL CAPITOLO VI PIACCIA ANCHE SE E' CORTO, MA HO DECISO DI PUBBLICARE QUELLO CHE AVEVO SCRITTO PERCHE' ANCHE SE CORTO E' PIENO DI EVENTI.

AL PROSSIMO CAPITOLO, E CHE POSSA LA BUONA SORTE ESSERE SEMPRE A VOSTRO FAVORE.
PEETARMS.








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Capitolo 23
*** Bad Blood. ***


But those are the days
That bind us together, forever
And those little things
Define us forever, forever
All this bad blood here,
Won’t you let it dry?
It’s been cold for years,
Won’t you let it lie?
And I don’t wanna hear
About the bad blood anymore
I don’t wanna hear you talk about it anymore
― Bad Blood, Bastille.









POV Winter Davis.


Mi sveglio di colpo. Con il respiro affannato. Appoggio una mano sul cuore e l'altra sulla fronte imperlata dal sudore.
Rimango in questa posizione fin quando il battito cardiaco torna regolare.
Mi alzo lentamente attenta a non svegliare Hailee. Prendo il mio iphone sul comodino ed esco dalla camera.
Sblocco il telefono, e guardo l'ora. Le 5.23am. Apro Whatsapp per mandare il buongiorno ad Ansel. Conoscendolo nonostante siano le 8.23am è sveglio, seduto sul divano con una tazza di latte e cereali mentre guarda i cartoni. Come un bambino.
E non sbaglio. Pochi minuti dopo arriva la sua risposta, dopo aver finito di bere un bicchiere d'acqua.

 
Da: Ansel.
Win che ci fai già sveglia? Sono le 5.25 a LA.

Sorrido leggermente mentre porto una mano alla gola, mi fa male.
 
A: Ansel.
Incubi e mal di gola insieme creano numerosi danni al sonno di una povera ragazza.

Appoggio il bicchiere nel lavandino e subito dopo mi siedo sullo sgabello portando le gambe al petto. Tengo lo sguardo fisso sul mio iphone nero appoggiato sul bancone della cucina, in attesa della risposta di Ansel.

«Win – la voce di Nick mi fa sobbalzare ma tengo comunque lo sguardo sul telefono – Che fai sveglia?»
«Non avevo più sonno» mento.
«Non è vero. Perchè guardi il telefono?» si siede di fianco a me.
«Sto aspettando una risposta Nick, nulla di che. E non è vero che ti sto mentendo» mento di nuovo a me stessa.
«Winter – sospira – Cos'hai?» mi prende la mano.
«Sono stanca – sospiro dopo un po' – Non so neanche io di cosa però» deglutisco a fatica, mi fa troppo male la gola.
«Vieni qui» mi alza e mi fa sedere sopra le sue gambe. Non che sia il massimo della comodità ma avere Nick così vicino a me mi fa sentire meno sola.
Lo schermo dell'iphone si illumina e allungo la mano per afferrarlo.
«Ecco da chi stavi aspettando risposta Win» mi fa il solletico, ma io non rido. «Okay non è divertente. Scusami» mi guarda con occhi dolci ed è impossibile rimanere arrabbiati.
Alzo le spalle mentre leggo la sua risposta.

 
Da: Ansel.
Win sono due settimane che hai incubi, in Florida non dormivi. Che cosa ti sta succedendo?

«Perchè voi due avete dormito nella stessa stanza?» mi guarda spalancando gli occhi.
«Sì – sospiro – Te lo avevo anche detto Nick. Abbiamo preso la stanza grande» gli ripeto per la milionesima volta.
«Tu sei stata in camera insieme a tre ragazzi? Dimmi che stai scherzando Winter» la sua voce è seria.
«No papà, non sto scherzando» sorrido sarcastica.
«Quando inizi le riprese? No perché voglio venire a parlare con Ansel e gli altri due tipi» il suo sguardo è serio come la sua voce, non è cambiata di un tono.
«Nick per favore» sospiro esasperata.
«C'è qualcosa di più, non è vero che non sai che cos'hai» aumenta la presa attorno al mio bacino mentre io rispondo ad Ansel.
«Ti giuro che non ho niente» alzo le spalle mentre invio il messaggio.

 
A: Ansel.
Lo so, non so, boh. Sarà un periodo. Che fai?

«Win» mi richiama lui, questa volta il suo tono di voce è più dolce.
«Sì?» appoggio la testa sulla spalla.
«Cos'è successo tra te e Ansel in Florida?» 
«Nulla che cosa deve essere successo?» lo guardo a bocca aperta.
«Niente? Sorridi ogni volta che qualcuno nomina il suo nome. Quando ti arriva un suo messaggio. Quando alla tv parlano di lui, quando ti chiama» avvicina il suo viso al mio per fissarmi dritta negli occhi.
«Ma che state facendo?» la voce assonnata di Hailee interrompe gli sguardi inquisitori di Nick verso di me.
«Tuo fratello sostiene che tra me e Ansel è successo qualcosa in Florida» mi alzo dalle sue gambe e mi dirigo verso il divano in salotto con in mano il telefono.

 
Da: Ansel.
Guardo i cartoni mentre mangio latte e cereali, lo sai cosa faccio Win.
Tu piuttosto che fai?

Rido leggermente.

«Vedi – mi indica – Hailee lo dici anche tu che è successo qualcosa tra quei due» Nick si alza in piedi mentre io guardo male Lee.
«Win è vero» mi guarda apprensiva la mia amica.

A: Ansel.
Nick e Hailee sospettano che sia successo qualcosa tra noi due in Florida..

Invio il messaggio mentre accendo la tv.
«Eviti il discorso. Quindi è vero» la testardaggine di Nick non si smentisce mai. Mai.
Il telefono al mio fianco si illumina e lo prendo prima che possa prenderlo Hailee.
«Ti ricordo che io ho i riflessi pronti» la fulmino con lo sguardo dopo aver inserito la password.

 
A: Ansel.
Non sospettano male. Perché hanno ragione Win.

Una strana sensazione, quasi di felicità si fa spazio dentro di me.

«Sapete che siete davvero, ma dico davvero pesanti? Comunque sì, tra me ed Ansel è successo qualcosa – guardo le loro reazioni – Sì Hailee è quello che pensi tu, e no Nick non è quello che la tua mente malata ha elaborato. Ci siamo solo baciati.» sospiro cambiando canale.
Per i due minuti successi nessuno proferisce parole e io ne approfitto per parlare in pace con Ansel.
«Comunque oggi devo andare a comprare le ultime cose visto che dopo domani parto. Se uno dei due mi vuole accompagnare» mi giro verso di loro dopo aver spento la televisione.
«Ti accompagna Nick io mi devo vedere con Cal» le parole pronunciate da Hailee sono fredde, fredde come il ghiaccio. Non gli ho mai sentito rispondere così freddamente a qualcuno, e men che meno a me.
«Lee» la chiamo. Ma lei si alza dal divano adiacente al mio e risale le scale.
«Te la sei cercata Winter. Avevamo detto niente segreti, non dopo l'episodio successo mentre tu eri con Josh al Comic-Con» una pugnalata fa meno male rispetto al sentir pronunciare il nome di Josh.
Porto le gambe al petto ignorando il messaggio di Ansel che arriva qualche secondo dopo.



POV Josh Hutcherson.


Un altra notte insonne: i pensieri non mi danno tregua. Mi trascino verso il bagno dove osservo la mia immagine trasandata davanti allo specchio.
Pupille dilatate per la mancanza di sonno, occhiaie. Per non parlare del mio sorriso, non si sa dove sia finito.
La suoneria del mio iphone mi risveglia dalla trans in cui ero caduto. Esco dal bagno senza aver fatto la doccia che speravo di fare; ritorno in camera e prendo il cellulare sopra al comodino.
La chiamata proviene da Connor.
Metto il cellulare in modalità silenzioso e chiudo la chiamata. Mi lascio cadere sul letto a pancia in giù. Sono settimane che Connor non mi da tregua, che mi da del vigliacco perché ho lasciato Winter tra le mani di Ansel senza combattere per lei.
Quello che mio fratello non sa però è che lei starà molto meglio con lui che con me. Non la vedo dal giorno dopo i Teen Choice, giorno in cui è tornata a Los Angeles ed è venuta ad insultarmi faccia a faccia. Non mi ha chiamato. Non mi ha mandato un messaggio. Me la sono ritrovata in casa e non appena mi ha visto ha cominciato a dirmene di tutti i colori. Peggio di come mi hanno definito i giornali di gossip. Sono passato dall'essere il ragazzo modello ad essere il cattivo esempio per i giovani.
Non esco di casa da settimane se non per andare a fare la spesa, nel piccolo supermercato vicino a casa. Sono stanco. Non ho voglia di fare niente.
Passo le giornate in casa in balia dei miei pensieri, e a perdere tempo. A vedere le serie tv che non ho mai seguito con attenzione quando Winter mi costringeva a passare notti insonni per vedere episodi.
Tra quelle serie tv ho capito del tutto Winter. Il suo comportamento. Il suo temperamento. Il suo modo di agire e di pensare. I delineamenti del suo carattere che non ero mai riuscito a capire fine in fondo. 
Inoltre ho letto buona parte dei libri che aveva sulla sua lista. L'ha lasciata nel mobile del salotto quando un giorno stava cercando un libro.
E anche lì, in base al genere dei libri ho ipotizzato quali potessero essere i suoi personaggi preferiti. 
Evito i messaggi da parte di tutti, persino quelli di Jenn. Non rispondo alle chiamate di nessuno, neanche quelle di mia mamma o del mio agente.
Ho smesso di vivere, sto solo sopravvivendo. 
Non so cosa stia succedendo nel mondo e non mi interessa.
Rilasso i muscoli, cerco di liberare la mente ho bisogno di dormire qualche ora. Ne ho davvero bisogno.

Il continuo bussare alla porta di casa mi sveglia, mi alzo a malavoglia dal letto. Trascinando il mio corpo stanco giù per le scale. Guardo l'orologio del salotto e spalanco gli occhi sono le cinque del pomeriggio.
Apro la porta senza nemmeno chiedere chi è. Mi volto verso la persona che ha disturbato il mio sonno e per poco non soffoco.
Winter è di fronte a me. Con le braccia conserte.
Le sue gambe sono ancora più magre di quello che mi ricordavo e sono ricoperte da un paio di short neri indossa una semplicissima maglia monocolore bianca.
I suoi capelli biondi, sono ancora più lunghi e sono raccolti in una treccia laterale. 
É ancora più bella di quanto mi ricordassi.
«Josh da quant'è che non ti fai una doccia?» niente saluti. Nessun come stai. Ha sempre evitato le domande stupide ed incoerenti.
«Non lo so. Che cosa vuoi?» la freddezza dopo una lunga lotta dentro di me prevale su tutte le altre emozioni.
La ragazza di fronte a me fa una smorfia.
«Solo vedere se eri vivo.» sospira «Ascolta non credere che per me sia facile venire qui. Ma tua mamma, Jenn ma soprattutto tuo fratello mi hanno supplicato per giorni interi di venire qui  per chiederti per quale motivo non rispondi a nessuno» mi sembrava troppo bello per essere vero. Lei che torna da me. 
Josh mettiti il cuore in pace, lei non tornerà più da te, non dopo quello che hai fatto ad Ansel.
«Sto benissimo. Dì ai miei e a Jenn che non voglio sentire nessuno per un bel po'. Ho bisogno di una pausa. Sono stanco» le parole escono ancora prima che io possa pensarle.
«Okay, va bene» si volta e scende gli scalini del portico dove si è seduta centinaia di volte. «Sarai un grande attore Josh ma a me non menti. Stai male, tutto di te lo lascia trapelare. Soprattutto i chili persi» mi guarda con un espressione affranta dopo di che mi lancia le chiavi di casa e corre via.
Questa è la conferma. Lei non tornerà. 
Chiudo la porta lentamente, mi appoggio con la schiena e lentamente mi lascio scivolare verso il pavimento mentre una lacrima scende dal mio occhio sinistro, seguita da un'altra.

Non so quanti giorni siano passati da quando Winter è venuta a casa mia. Non so quanti giorni siano passati da quando ho pianto, dando sfogo a tutte le emozioni represse. Non so quanto tempo sia passato perché ho perso la cognizione del tempo.
Il campanello mi costringe ad alzarmi dal divano dove ero steso con accesa la tv su un vecchio film degli anni '70.
Mi trascino verso la porta d'ingresso e guardo dallo spioncino chi è la persona che ha interrotto la mia solitudine. Mio fratello.
Mi allontano dalla porta evitando di rispondere, e di aprire. 
«Josh so che sei lì. Apri questa porta immediatamente» la rabbia è tangibile nella sua voce. 
Non rispondo. Mi appoggio per terra, portando le gambe al petto e circondandole con le braccia.
«Joshua Ryan Hutcherson non farmi utilizzare la chiave, apri questa cazzo di porta» Connor alza ancora di più la voce, ma non mi muovo di un millimetro, appoggio soltanto la testa sulle ginocchia.
«Lo hai voluto tu» lo sento armeggiare con il mazzo di chiavi, e poco dopo la porta d'ingresso è spalancata. «Josh» mio fratello si precipita verso di me, il tono di voce questa volta è preoccupato. Sollevo la testa di poco, così da mostrare i miei occhi lucidi. Sono diventato troppo debole, Winter mi ha distrutto.
«Andrà tutto bene fratello, andrà tutto bene» Connor mi stringe un abbraccio, e io dopo chissà quante settimane mi lascio abbracciare, ho di nuovo un contatto fisico con qualcuno. Non sono solo. C'è Connor. Ma nonostante tutto il vuoto dentro di me non si riempe, anzi si allarga giorno dopo giorno sempre di più.
«Josh dai» Connor mi offre una mano per alzarmi «Ora andiamo a mangiare qualcosa» mi solleva di peso.
«Non ho fame – sospiro sistemando la t-shirt nera che indosso – Tu mangia pure» alzo le spalle ritornando in salotto.
«No – prende il telecomando e spegne la televisione – Ora tu vieni con me in cucina e mi aiuti a preparare la cena». Mi alzo pigramente dal divano seguendolo in cucina mentre lui appoggia il cellulare sul piano.
«Ti hanno mandato mamma e papà?» mi siedo sullo sgabello della cucina mentre lo guardo tirare fuori un paio di bistecche di pollo e un paio di pomodori rossi.
«No sono venuto io. Josh eviti le mie chiamate da un mese. Un mese, sei chiuso qui dentro da un mese» la sua voce è piatta. 
È un mese che sono chiuso in casa, è un mese che sono diventato asociale. È un mese che sto combattendo contro me stesso, e sto perdendo.
Il silenzio viene interrotto dalla suoneria del suo cellulare. Chiamata che proviene da Winter. Leggo il suo nome.
Mi alzo e me ne torno in salotto.
«Josh non puoi reagire così» ha rifiutato la chiamata ed è di fronte a me.
«Sto bene» la voce è fredda, piatta. Una voce che non mi appartiene, che non avrei mai pensato di poter avere.
«Sì, si vede quanto stai bene» incrocia le braccia al petto tenendo lo sguardo su di me.
«Sul serio» mento, per la milionesima volta più a me stesso che a mio fratello. 













 
Buonaseraaa Hutchers.
Direi che con un ritardo assurdo ho finalemente aggiornato. Perdonatemi ma giuro non ho mai tempo per fare niente con la scuola di mezzo.
Poi adesso che sono alla fine del trimestre è ancora peggio, settimana prossima ho una verifica al giorno (pregate per me grazie ahha). 
No comunque tornando al capitolo: ho adorato scriverlo, avevo già una mezza idea in testa e quando ho cominciato a scrivere non mi sono più fermata.
Vorrei tanto leggere le vostre meravigliose recensioni [dove mi insulterete, manderete minacce di morte di sicuro, ma questi sono dettagli ahah].
Bene, ora me ne torno a studiare Relazioni Internazionali, il prossimo capitolo spero di pubblicarlo appena iniziano le vacanze di Natale.
Spero davvero con tutto il cuore che non abbandoniate la storia perchè ormai la sto scrivendo anche per voi e non più solo per me.
Un bacione, e che possa la fortuna essere sempre a vostro favore da qui all'inizio delle vacanze di Natale.
-peetarms.


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Capitolo 24
*** Fire n Gold. ***


There is something different about you and I (about you and I)
And I feel like I have known you my whole life
There is beauty behind every tear you cry
Sometimes it's just hard to realize

When you're stuck in a moment
And your spark has been stolen
This is our time to own it
So own it. 


― Fire N Gold, Bea Miller.









POV Winter Davis.

Una nuvola bianca esce dalla mia bocca mentre riporto la sigaretta quasi alla fine alle labbra. L'appoggio e faccio un lungo tiro.
Appoggio la testa al muro caldo mentre centinaia di pensieri lottano nella mia testa.
Vedo la figura slanciata di Ansel uscire dal set mentre toglie il giubbotto pesante che doveva indossare per girare la scena. Si avvicina a passo veloce a me e si china per lasciarmi un bacio a stampo.
Sorrido.
«Tutto bene?» mi chiede appoggiando la sua fronte alla mia.
«Sì – spengo la sigaretta con la punta degli stivaletti – Ho appena sentito Dylan» 
«Quando torna?» 
«Ha appena iniziato le riprese per la quinta stagione quindi credo nell'anno nuovo. Inoltre, ha detto che il suo agente stasera chiamerà Andrew per mettersi d'accordo – spiego – E mi ha chiesto di raggiungerlo sul set fra un paio di giorni. Vuole presentarmi Dylan» uno dei miei sorrisi più veri si dipinge sul mio viso.
Ansel prende il mio viso tra le sue mani e mi sussurra «Lo so, mi ha chiamato ieri sera» mi sorride divertito.
«Quindi tu lo sapevi e non mi hai detto niente?» rido.
«Sì, doveva essere una sorpresa» mi sorride di nuovo.
«Siete pazzi» dico ridendo prima di abbracciarlo.
«Lo so, ma tu ci ami così come siamo» mi lascia un bacio tra i capelli.
«Sì, hai ragione» lo stringo più forte a me, ignorando il caldo.
«È ora di pranzo piccioncini» la voce di Nolan mi fa staccare da Ansel. Alzo il mio dito medio mentre lui scoppia a ridere.
«Dai andiamo» mi dice, intrecciando le sue dita con le mie.
«Andiamo» gli sorrido.

«Allora quando parti per raggiungere Dylan e conoscere il Dylan che ami più di noi» Nolan si siede nel suo solito posto al nostro solito tavolo.
«Piano – esclama Ansel – Winter ha detto che Dylan è al pari mio se io non di più – si volta verso di me mentre penso alla terza persona, annuisco distratta mentre una morsa allo stomaco mi colpisce – Quindi, sh» ride Ansel mangiando una forchettata di pasta.
«Che fai non mangi?» mi chiede Nolan.
«No – mi alzo – Devo andare in bagno» mento.
Mi allontano velocemente dal tendone dove pranziamo. Dopo una decina di minuti mi siedo in mezzo ad un prato verde, prendo il cellulare e compongo il numero di Hailee.
«Dai cazzo, non potrai stare arrabbiata in eterno» urlo lanciando il telefono in preda alla rabbia.
«Win che succede?» Ansel si siede vicino a me.
«Nulla, va tutto benissimo» rispondo a denti stretti.
«Ehi – mi prende la mano – Guardami. Fra due giorni parti per andare sul set visto che interrompiamo le riprese per la pausa natalizia, appena torni vai a casa di Hailee e ci parli. Se poi vuoi passare il Natale con loro va bene, se no vieni da me a New York, dove lo festeggerai con me e la mia famiglia. Va bene?» annuisco, dopo essermi calmata. Appoggio la testa sulla sua spalla mentre una lacrima scende.
«Perchè per ogni cosa che va bene ce ne devono essere quattro che vanno male? Perchè nella mia vita non può esserci un momento di gioia completa?»
«Starai del tutto bene, te lo prometto. Okay?» 
«Okay» dico dopo avergli dato un bacio a stampo.


Cammino annoiata per i corridoi dell'hotel. 
La suoneria del mio telefono mi ferma. La chiamata proviene da Connor.
«Ciao picci, come stai?» ha preso l'abitudine di chiamarmi picci da quando sono partita per le riprese. Per ricordarmi che nonostante sono piccola.
«Ciao Conn, bene tu?» appoggio la schiena al muro.
«Andrebbe meglio se potessi scendere» 
«Ma che diavolo stai dicendo Connor? Sono in Nuova Zelanda, ti sei scordato?» 
«No, certo che non mi sono scordato. Tu scendi e basta» chiude la chiamata, mi metto a correre per il corridoio diretta all'ascensore.
Premo velocemente il tasto 0 mentre Ansel si infila dentro.
«Win ma dove corri?» non gli rispondo.
Pochi secondi dopo le porte dell'ascensore si aprono e trovo Connor con un borsone di fronte a me.
Lascio cadere il telefono e gli salto a dosso. Nessuno può immaginare quanto mi sia mancato il mio idiota preferito.
Mi stringe forte a se mentre fa un cenno di saluto ad Ansel.
«Quando sei arrivato? Cosa ci fai qui? Ma sei pazzo? Come stai? Oddio sei qui stupido idiota» milioni di parole escono dalla mia bocca.
«Ce la fai a stare zitta due secondi?» scoppia a ridere «Come faccio a rispondere alle tue domande se continui a parlare?» questa volta anche Ansel si unisce alle risate.
«Gne – sbuffo mentre raccolgo il telefono dal pavimento – Sempre il solito idiota»  gli faccio la linguaccia.
«Sempre la solita stupida» mi tira a se mentre mi riempe di baci.
«Che schifo» scoppio a ridere mentre cerco di liberarmi dalla sua presa.
«No» mi tiene stretta a lui.
«Sì invece – dopo minuti estenuanti di tortura mi libero – No sul serio Conn, che ci fai qui?» lo guardo.
«Mi mancavi, non ci vediamo quattro mesi» 
«Anche tu mi sei mancato» lo stringo di nuovo a me. 
Nonostante tutto quello che è successo, non ho perso Connor.



POV Ansel Elgort.

Lascio Winter e Connor a cena insieme, da soli. Hanno tante cose di cui parlare. 
«Non ceni?» 
Mi volto dove vedo Nolan e Mary che escono dall'ascensore.
«Ci sono Winter e Connor al ristorate. Connor l'ha appena raggiunta, gli mancava visto che non si vedono da Agosto. Quindi li volevo lasciare soli» spiego.
«Che bravo fidanzato che sei» mi prende in giro Nolan.
«Vi va di andare a cena fuori allora?» chiede Mary ad entrambi.
«Sì, andiamo» annuisco mentre tiro un pugno amichevole a Nolan.

«Buonasera, avete deciso?» una signora di mezza età interrompe i nostri discorsi mentre decidevamo cosa ordinare.
«Sì, io vorrei una Caesar Salad e una bottiglietta di acqua naturale, grazie» dice Mary con il suo solito tono dolce.
«Io una bistecca alla griglia e una porzione di patate al forno, da bere un boccale di birra» Nolan.
«Per me una pizza margherita e una coca-cola grande» sorrido cordiale alla cameriera.
«Ansel – mi richiama Mary dopo aver mandato un messaggio a mia sorella – Come sta andando con Winter?» mi chiede sorridendo.
«Benissimo. Cioè ogni tanto ha delle crisi come oggi a pranzo ma lei è diversa, mi piace da matti per questo» uno dei miei sorrisi più belli appare sul mio volto.
«I tuoi lo sanno?» questa volta è Nolan a parlare.
«Sì, infatti vorrebbero che Winter passasse il Natale con noi ma gli ho detto che non è sicuro in quanto lei vuole chiarire con Hailee quando torna dal set di Teen Wolf» bevo un sorso di coca-cola dopo aver terminato di parlare.
«Quindi l'hanno presa bene?» 
«Sì, decisamente. Non so chi sia più entusiasta tra mia madre o mia sorella» rido.
«Meglio così – sorride Mary – I giornali di gossip invece?»
«Non li leggo» alzo le spalle. Non mi interessa sinceramente, se Winter mi ha detto di sì ci sarà un motivo, quindi credo a lei.
«Fai bene» risponde Nolan dopo aver preso il suo piatto dalle mani della cameriera.
«Comunque state benissimo insieme» mi sorride Mary.
«Grazie mille Mary» dico dopo aver tagliato un pezzo di pizza.

«Sophie davvero» rido per la milionesima volta «É tardi vai a letto sono le 3 del mattino da te» 
«Sì va bene idiota di un fratello che mi ritrovo, andrò a letto. Ti voglio tanto bene Ans – tre tocchi alla porta mi fanno intuire che è Winter, mi alzo mentre continuo ad ascoltare mia sorella – Salutami Winter»
«Sì te la saluto stai tranquilla» dico ancora ridendo mentre guardo Win e Connor.
«Okay va bene, notte fratellone»
Chiudo la chiamata e mi rivolgo alla mia ragazza.
«Ehi» sorrido.
«Ehi, noi usciamo a prendere un gelato vuoi venire?» 
«Mi metto le scarpe e arrivo» gli lascio un leggero bacio sulla guancia, dopo di che si avviano verso l'ascensore.
Indosso le mie Converse dopo essermi cambiato la maglietta. Prendo la chiave e poi esco dalla camera.
Cammino velocemente verso l'ascensore dove trovo i due impegnati in una conversazione.
«Eccoti» sorride Winter.
«Mettiamo in chiaro le cose non ti odio, anzi grazie per rendere felice questa stupida» indica la ragazza al suo fianco.
«Ehi» replica lei in sua difesa tirandogli uno schiaffo sulla spalla.
«Sei serio?» la mia voce è sorpresa.
«Sì. So che non è colpa tua se Win e Josh si sono lasciati, avevano problemi già da prima» la stringe a se baciandogli la guancia.
«Perfetto» appoggio la schiena alla parete con un peso in meno sul cuore. So che Winter tiene tantissimo a Connor e sapere che non ce l'ha a morte mi rende meno paranoico sul mio rapporto con lei.
 «Ehi, vieni?» la mano di Win mi sventola davanti al viso.
«Eh? Sì, sì» sorrido mentre gli afferro la mano baciandogliela.
«Andiamo a prendere questo gelato dai» Connor ci sorride mentre tiene aperta la porta dell'hotel.



POV Josh Hutcherson.

«Mamma davvero sono pieno, basta» ripeto per la centesima volta quando mi riempe il piatto di cibo.
«Mangia Joshua» la sua voce è autoritaria. Da una parte la capisco, sono stati mesi difficili dove ho fatto fatica a mangiare, dove ho perso chili e automaticamente la forza.
«Dai mamma, sul serio. Fra pochi giorni è Natale e nonna mi rimpinzerà di cibo» allontano il piatto.
«E va bene» mi abbraccia da dietro lasciandomi un bacio tra i capelli.
«Come sono andate le premieré?» mi chiede mentre torna a sistemare la cucina.
«Sono state le uniche a distrarmi quindi bene» mi sforzo di sorridere mentre passo i piatti sporchi «Ma Connor dov'è andato?» gli chiedo curioso.
Il suo viso si fa improvvisamente bianco. «Mamma stai bene?» mi allarmo.
«Sì, scusami. Solo un capogiro» mi accarezza una guancia «Non so dove sia andato sinceramente» mi risponde mentre finisce di caricare la lavastoviglie.
«Va bene» annuisco anche se è di spalle.
«Vieni con me?» mi chiede sorridendomi dolcemente dopo essersi asciugata le mani.
«Dove?» dico dopo aver sbadigliato.
«Devo andare a fare la spesa» 
«Sì, mi metto le scarpe ed il giubbotto e arrivo. Mi aspetti in macchina?» 
«Sì. Chiudi la porta appena esci» la sento dire mentre salgo le scale.
Apro la porta della mia vecchia camera. Infilo le Nike, dopo di che indosso il giubbotto nero. Prendo il cellulare da sopra il letto e avvio la chiamata mentre scendo le scale.
«Fratello dove sei?» chiedo immediatamente mentre la neve mi accoglie quando esco di casa.
«Josh – urla entusiasta – Sono in giro. Torno tra qualche giorno. Perché?» 
«Nulla, sono arrivato ad Union questa mattina e tu non c'eri. Mamma mi ha detto che non sapeva dove fossi andato» chiudo la porta come mia mamma mi ha espressamente chiesto.
«Digli che sto bene e che torno presto. Tu piuttosto come stai?» 
«Cerco di non pensarci, le premieré hanno aiutato molto» ammetto
«Starai bene Josh, starai di nuovo bene» la sua voce è sincera e io gli credo.
«Dai ti lascio, poi voglio sapere dove sei stato appena torni. Vedi di non lasciarmi solo al pranzo di Natale» rido leggermente.
«Mai» ride lui.
«Ci sentiamo» dico prima di chiudere la chiamata.
Osservo meravigliato la neve che scende dal cielo. Mi è sempre piaciuta. Cammino verso il vialetto dove salgo in macchina.
«Scusami mamma, ma ho chiamato Connor» spiego mentre allaccio la cintura di sicurezza.
«Tranquillo tesoro» mi sorride felice lei.
«Che c'è?» 
«Nulla sono felice di averti qui, mi sei mancato tanto tesoro» i suoi occhi sono lucidi. La mia dolce mamma, l'unica donna al mondo a cui starò sempre a cuore.
«Anche io mamma sono felice di essere qui, e mi sei mancata tanto anche tu» mi sporgo in avanti ignorando la cintura di sicurezza per abbracciarla e lasciargli un bacio sulla guancia.
«Sono fiera di te Josh, e passerà. Magari chissà un giorno Win tornerà da te»  mi sussurra mentre mi accarezza la guancia.
«Chissà» rispondo io con la voce spezzata. Fa ancora male parlare di lei.
«Ne sono sicura. Sai che non mi sbaglio mai» mi sorride mentre asciuga una lacrima scesa involontariamente.
«Speriamo» cerco di sorridere mentre appoggio di nuovo la schiena al sedile.
«Andiamo?»  mi chiede dopo un paio di secondi di totale silenzio.
«Sì, andiamo» annuisco io mentre continuo a guardare cadere la neve, e non posso fare a meno di pensare a lei. A Winter. Infondo siamo in inverno, e lei è l'inverno fatta persona.




















 
BUON ANNO HUTCHERS *STAPPA LO SPUMANTE*.
Sono in ritardo con gli auguri di buon anno ma WHO CARES? Ve li faccio ora, e sono sinceri.
Mi aspetto i vostri peggiori insulti ahahahah, no dai, la storia sta procedendo esattamente come avevo programmato e non potrei esserne più felice.
Bene detto questo ringrazio tutti coloro che seguono questa storia, quelle che la recensiscono, quelle che l'hanno messa tra i preferiti, seguite o ricordate.
Grazie veramente di cuore, ormai questa fanfiction la scrivo anche per voi.
Vi lascio qui accanto i nomi delle altre due fanfiction che sto scrivendo (basta cliccarci sopra per raggiungere il primo capitolo):
Battle Scars che è sempre su Josh mentre Explosions invece è sul signorino Ansel Elgort.
Ora vi lascio, un bacio,
-peetarms.


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Capitolo 25
*** Nothing left to say ***


Below my soul 
I feel an engine 
Collapsing as it sees the pain 
If I could only shut it out 
I've come too far 
To see the end now 
Even if my way is wrong 
I keep pushing on and on and on and on 
There's nothing left to say now... 
I'm giving up, giving up, hey hey, giving up now...

― Nothing Left To Say, Imagine Dragons.







 
POV Winter Davis.

«Winter» sento la voce di Nick in mezzo alle centinaia e centinaia di voci dentro all'aeroporto.
«Nick» rispondo appena gli sono di fronte.
«Ma sei abbronzata» ride.
«In Nuova Zelanda è estate, genio» replico mentre lui prende la mia valigia.
«Ah ah, sempre molto simpatica – mi sorride – Lo so anche io che è estate» sbuffa poi.
«Chiedo venia allora» 
«Dove passerai il Natale Win?» mi chiede mentre accendo una sigaretta appena uscita dall'aeroporto.
«Non lo so» alzo le spalle.
«Mia mamma sarebbe felice di averti a tavola per il pranzo di Natale» mi sfila la sigaretta dalle mani.
«Ma Hailee è ancora arrabbiata con me, quindi» alzo le spalle.
«Lee è un idiota Win, lo sai. Ormai non è più arrabbiata per il fatto che non gli hai detto del bacio con Ansel, ma perché l'hai lasciata qui, da sola. Durante il suo ultimo anno di liceo. E allora per non ammetterlo, utilizza ancora quel pretesto» mi riconsegna la mia sigaretta.
«Ansel vuole che passi il Natale con lui e la sua famiglia a New York, e di conseguenza anche Capodanno» mi siedo nella prima panchina libera.
«E tu che cosa vuoi fare?» 
«Non lo so» alzo nuovamente le spalle «In realtà lui ha detto che vorrebbe, perché preferisce che io lo passi con voi se farò pace con Hailee» una nuvoletta bianca esce dalla mia bocca.
«Win» mi richiama lui.
«Dimmi» mi volto verso di lui.
«Perché i tuoi occhi sono ancora più chiari dell'ultima volta che sei partita?» la sua voce è preoccupata.
«Non lo so» la mia voce esce dalla bocca ma non la sento, un attimo dopo vedo tutto nero e cado dalla panchina. Sento solo Nick che urla il mio nome.


Mi sveglio di colpo, convinta che sia stato tutto un sogno invece le pareti dell'ospedale mandano in frantumi tutte le mie speranze.
La mia mano destra è stretta dalla mano di Ansel mentre quella sinistra da Connor, in piedi di fianco alla finestra c'è Nick che appena mi vede si avvicina svegliando i due ragazzi addormentati.
«Winter, dio» i suoi occhi sono segnati da occhiaie e sono rossi.
«Che è successo?» mi libero dalla presa di Ansel e Connor mentre massaggio la testa dove trovo un grosso cerotto.
«Hai avuto un esaurimento nervoso Win» la voce di Connor è preoccupata.
«Hai perso i sensi mentre parlavi con Nick all'aeroporto, sei caduta ed hai sbattuto forte la testa. Sei rimasta svenuta per due giorni» questa volta è il ragazzo alla mia sinistra a parlare.
«Ah» mi esce solo questo.
Le espressioni dei tre ragazzi davanti a me mi rendono ancora più nervosa, ma fortunatamente entra un'infermiera seguita da un dottore.
«Ben svegliata signorina Davis, ci ha fatto prendere un bello spavento, soprattutto a questi tre ragazzi qui» il dottore mi sorride leggermente.
«Bello grande» sussurra Connor ma lo sento benissimo.
«Che giorno è?» chiedo ignorando Connor.
«La vigilia di Natale» i pezzi rimanenti del mio cuore sprofondano, sto facendo passare la vigilia di Natale al mio ragazzo e ai miei due migliori amici in ospedale.
«Vorrei tornare a casa» sospiro poco dopo.
«Non è possibile, dobbiamo farle degli esami» mi risponde in tono autoritario l'infermiera.
«Voglio tornare a casa» ripeto.
«Win» Ansel mi prende la mano.
«Ansel, ti prego» guardo il mio ragazzo negli occhi, in cerca della sua comprensione.
«Winter ti dovremmo fare almeno delle analisi del sangue e una radiografia per essere sicuri che tutto sia in regola, va bene?» mi chiede il dottore Bren, riesco finalmente a leggere il cartellino sul camicie.
«Okay, poi potrò prendere l'aereo vero? Perché vorrei andare a New York con Ansel per festeggiare il Natale con la sua famiglia» domando mentre fisso il mio ragazzo.
«Se non c'è nessun problema sì, però dovrai restare in assoluta pace e tranquillità» 
Non c'è mai stato un momento di pace o tranquillità nella mia vita, ma per evitare anche un consulto psicologico come so che vorrebbero tutte e cinque le persone di fronte a me rispondo nel modo più ingenuo possibile «Certamente, si occuperà Ansel di me vero?» sorrido al mio ragazzo, mentre lui annuisce.
«Okay, allora andiamo a fare un prelievo e una radiografia» mi porge una mano e io l'accetto scendendo da quel dannato letto scomodo.




POV Ansel Elgort.

«Sì mamma Win sta bene» sospiro mentre appoggio la fronte alla parete del corridoio «Sì arriveremo questa sera per cena, abbiamo l'aereo nel primo pomeriggio... Sta bene sì, ha avuto solo un calo di zuccheri non mangiava da tanto... Va bene, glielo dirò che se lo sogna di non mangiare da noi – mi fa sorridere – Okay, ti voglio bene anche io, ora vado che è appena tornata» attendo la sua risposta prima di chiudere la chiamata.
«Ehi» mi abbraccia lei «Grazie per aver detto a tua mamma che è stato solo un calo di zuccheri».
La stringo forte a me mentre gli accarezzo i suoi lunghi capelli biondi.
«Sei sicura di voler andare via? Win non è una cosa da poco quella che ti è successa» appena sente la voce di Connor scioglie l'abbraccio e si precipita da lui. Una cosa che lo coglie di sorpresa, ma che lo rende felice.
«Sì Conn, sono sicura.  Sto bene» annuisce mentre gli lascia un bacio sulla guancia.
«Dov'è Nick?» chiedo mentre sposto il cellulare dalla tasca del giubbotto a quella dei jeans.
«Sta recuperando le cose di Win» mi risponde Connor.
«Eccomi» esclama Nick raggiungendoci.
«Vorrei farmi una doccia prima di partire per New York, puzzo d'ospedale» dice Winter facendoci scoppiare tutti e tre a ridere.
«Andiamo da me dai» risponde Nick. Per un attimo sembra incerta, ma poi afferra la mia mano e usciamo insieme dall'ospedale.

«Winter ci hai fatto preoccupare» la mamma di Nick stringe tra le sue braccia la mia ragazza.
«Perdonami Jade» risponde lei.
«Sì mamma, la bisogna sempre perdonare» questa voce non l'ho mai sentita. Win sbianca mentre si libera dall'abbraccio.
«Hailee» la voce di Nick è dura.
«Che c'è? È vero» Win non proferisce parola, la fissa solamente e in maniera dura.
«Nick, posso fare la doccia?» si volta come se la ragazza di fronte a lei non fosse nessuno.
«Certo, vai pure sai dove trovare tutto» non gli risponde Nick, ma sua madre.
«Vai – gli risponde anche lui – Intanto io sto con Connor e Ansel»
«Io esco» esclama Hailee.
«Dove vai?» chiede Jade.
«Fuori» urla lei prima di sbattere la porta d'ingresso.
«Simpatica la ragazza» mi sussurra Connor all'orecchio e trattengo a poco una risata. 
«Venite, andiamo in salotto così lasciamo preparare il pranzo a mia mamma» dice Nick dopo aver dato un bacio sulla sua guancia.
Lo seguiamo fino in salotto, e per la seguente mezz'ora parliamo come se fossimo amici da una vita.
Quando Winter ha finito la doccia ci raggiunge in salotto e si siede sulle mie gambe. Sta zitta per la maggior parte del tempo fin quando Connor non gli pone la domanda a cui tutti vorremmo avere risposta.
«Com'è stato conoscere Dylan O'Brien?» 
«Bello» risponde soltanto la ragazza sopra alle mie gambe, sento il telefono vibrare nella mia tasca e lo prendo.

 
Da: Dylan Sprayberry.
Ansel ma Winter che fine ha fatto? Non si è presentata sul set e non ha avvisato neanche.

Spalanco gli occhi.
«Winter dove sei stata?» esclamo a voce alta facendola voltare verso di me.
«Sul set perché?» mi risponde lei.
«Sei sicura?» gli mostro il messaggio di Dylan.
Lei si alza senza dire una parola e corre via. 




POV Josh Hutcherson.

Sbatto la porta della mia camera in preda alla rabbia. Sfilo le scarpe e mi stendo sul letto nascondendo la faccia sotto al cuscino dove mi lascio andare in un urlo liberatorio. Facendo fuoriuscire tutte le emozioni represse negli ultimi due mesi, per via delle premieré e per non far preoccupare nuovamente mio fratello o i miei genitori.
Poche ore dopo, la rabbia abbandona lasciando spazio a un senso di vuoto incolmabile.
Continuo a pensare a quello che Connor mi ha detto due giorni fa, che Winter ha avuto un esaurimento nervoso, è caduta ed ha sbattuto forte la testa. Non ho sue notizie da allora, e l'ansia mi sta mangiando vivo. Nonostante siano passati ormai cinque mesi da quando Winter ha deciso di lasciarmi, il mio amore per lei è triplicato. E sapere che ora è di Ansel mi fa male, un male mai provato fino ad ora.
«Josh c'è Connor al telefono, dice che è importante» la voce di mio padre mi fa scattare in piedi, mi avvio a grandi passi verso la porta dove esco velocemente e scendo gli scalini delle scale a due a due. Strappo il telefono dalle mani di mia madre e faccio segno ad entrambi di uscire dal salotto così lasciarmi da solo, perché so che la conversazione prenderà una brutta piega.
«Josh, Win sta bene solo che ora è scomparsa» la sua è preoccupata come poche volte l'ho sentita, tiene davvero a Winter.
«Come è scomparsa?» urlo, l'ansia raddoppia.
«Sì, è scomparsa – ripete lui seccato – Io, Nick ed Ansel la stiamo cercando. Ci siamo divisi per fare prima» mi spiega velocemente mentre lo sento muovere a grandi passi. Il mio cuore sprofonda ancora di più, mi lascio cadere sul pavimento freddo appoggiando la schiena al mobile.
«Perché è scomparsa?» sospiro pesantemente mentre nascondo la faccia nella mia mano libera.
«È stato tutto molto veloce. Ansel ha ricevuto un messaggio e gliel'ha mostrato dopo avergli chiesto dove è stata dopo aver lasciato la Nuova Zelanda. Lei non ha risposto, si è alzata ed è corsa via».
«Dovete trovarla» il mio tono di voce è alto.
«Josh – fa una pausa – Te lo devo chiedere, tu sai dov'è stata Winter nei giorni prima di raggiungere Los Angeles?» non rispondo per un paio di minuti, mentre mio fratello mi urla contro di rispondergli.
«Sì, so dov'è stata – sussurro – È tornata in Kentucky, è venuta ad Union» appoggio la testa contro il mobile.
«Che cosa?» impreca lui dall'altro capo del telefono «Che diavolo è successo?»
«Non so cosa sia successo. Il 21 notte si è presentata di fronte a casa, non era in lei. Aveva tutto il trucco sciolto e una bottiglia di Jack Daniel's nella mano destra. Si è avvicinata a me ed ha iniziato ad urlarmi contro. Non aveva senso quello che usciva dalla sua bocca; allora gli ho tolto la bottiglia dalle mani e l'ho presa in braccio. L'ho portata in camera e l'ho messa a letto. Si è addormentata in pochi minuti, io ho dormito in salotto e il mattino seguente non c'era più quando sono rientrato in camera» la mia voce è rotta, rivederla dopo tutto quel tempo e in quelle condizioni mi ha spezzato ancora di più il cuore.
«Sì, ha preso l'aereo per tornare a Los Angeles, ha incontrato Nick e poi ha avuto l'esaurimento nervoso. Ora si collega tutto, dobbiamo solo capire perché era in Kentucky al posto di essere sul set a conoscere il suo idolo. Josh, ti chiamo appena l'abbiamo trovata» mio fratello chiude la chiamata senza aspettare la mia risposta.
«Josh, tutto bene?» mio padre rientra in salotto e si siede di fronte a me.
«No, non c'è niente che vada bene. È la vigilia di Natale, Winter ha avuto un esaurimento nervoso anche per colpa mia, ora è scomparsa perché teme la reazione di Ansel se scopre che è stata ad Union. Non sono più io, sono triste, non ho più una ragione per andare avanti, sono stanco papà. Mi manca Winter da morire» le parole escono dalla mia bocca ancora prima che io possa dargli un senso logico. Un dolore lancinante al petto mi fa piegare ancora di più in due e mio padre mi abbraccia.
«Josh, tesoro, calmati» mi prende la faccia tra le sue mani «Ora ci facciamo una tazza di thé e mi racconti tutto okay?» mi aiuta a sollevarmi mentre io mi sento ancora meno uomo degli ultimi cinque mesi.

«Così mentre io e tua madre eravamo al concerto in piazza Winter si è presentata ubriaca di fronte a casa nostra?» mi chiede mio padre incredulo, annuisco debolmente dopo aver bevuto un sorso di thé dalla tazza.
«Sì, l'ho messa a letto mentre io ho dormito sul divano. Il mattino dopo quando sono rientrato in camera era sparita. Per un momento ho creduto di essermi immaginato tutto, invece quando Connor mi ha chiamato dicendomi che non tornava a casa perché doveva andare a Los Angeles perché Winter si era sentita male ho capito che non avevo sognato, ma che era stata la realtà».
«E ti sei tormentato per i successivi due giorni, perché temevi che fosse colpa tua?» il suo sguardo è fisso su di me, mentre il mio è fisso sulla tazza.
«Sì e no. Sapevo che era successo qualcos'altro prima, perché aveva tutto il trucco colato ed era già ubriaca. Ma non so che cosa sia successo, mi urlava contro cose senza senso logico» bevo un altro sorso.
«Joshua – mi richiama mio padre – Non è assolutamente colpa tua tutto quello che è successo okay? Win stava male già da prima e lo abbiamo sempre saputo. Ha solo toccato il fondo. La vostra relazione è stata complicata sin dall'inizio e se un giorno dovreste mai tornare insieme dovrai prendere in considerazioni molte cose» si alza dalla sedia per appoggiare la sua tazza vuota nel lavabo.
«Quali considerazioni, papà?» chiedo incredulo.
«Dovrai pensare a quanto stai soffrendo in questo momento, al fatto che Winter avrà sempre crisi e demoni dentro di lei. Dovrai decidere la cosa migliore per la tua vita, figlio mio. Io voglio solo il meglio per te, anzi noi. Anche tua madre» mi sorride debolmente mio padre prima di uscire dalla porta.
«Papà» lo richiamo, lui si ferma e si volta verso di me.
«Sì Josh?» mi chiede lui
«Winter è la cosa migliore della mia vita, lo sai» rispondo io con voce convinta.
Lui mi sorride e dopo di che mi lascia da solo.













 
Okay, ho aggiornato e che capitolo gente. Un po' di movimento perchè già la storia era tranquilla (seeee come no).
No, devo dire che mi piacciono questi ultimi capitoli. Amo scrivere situazioni drastiche, credo che siano le scene che mi vengono meglio. 
Dovevo far rientrare in azione Josh e Winter insieme e che casino che è successo ahah, va bene, ora vi lascio torno a studiare le mie ottomila materie.
Aspetto le vostre recensioni, ringrazio come sempre tutti coloro che seguono questa storia.
Al prossimo capitolo,
peetarms.

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Capitolo 26
*** Love me like you do. ***


You're the light, you're the night
You're the color of my blood
You're the cure, you're the pain
You're the only thing I wanna touch
Never knew that it could mean so much, so much
You're the feel, I don't care
Cause I've never been so high
Follow me to the dark
Let me take you past our satellites
You can see the world you brought to life, to life

- Love Me Like You Do, Ellie Goulding








POV Winter Davis.


La mia mano destra è appoggiata al petto, un dolore lancinante mi sta torturando da minuti che mi sembrano infiniti. Mi siedo nella prima panchina libera e porto le gambe al petto. Appoggio il mento sulle ginocchia e cerco di regolarizzare il respiro e di mettere a tacere alle urla dentro di me, ai mille pensieri.
Non ci riesco. Non riesco a mettere a tacere niente. Non riesco a calmarmi. Il dolore diminuisce, lasciando spazio alla rabbia e alla frustrazione per non riuscire a fare quello che mi sono imposta. 
E in un momento, mi tornano in mente gli esercizi che facevo con mio padre quando gli stava per mancare il fiato.
Chiudo gli occhi, e mi concentro sul ricordo che usavo sin da bambina, i pomeriggi passati con lui a giocare a paintball nel bosco dietro casa. Inspiro ed espiro una ventina di volte, prima che il senso opprimente sul petto di allievi.
Riapro lentamente gli occhi e, davanti a me con le braccia incrociata c'è Connor.
«Ma mi spieghi che cavolo ti prende?» la sua voce è arrabbiata ma allo stesso tempo preoccupata.
Non rispondo. Sospiro dopo avergli fatto cenno di sedersi di fianco a me. Lui obbedisce e io appoggio la testa sulla sua spalla mentre mi avvolge il corpo con un braccio.
«Win» mi richiama lui, ma io non parlo.
«Sto bene. Non sono andata sul set perché avevo bisogno di tornare in Kentucky, a trovare mio padre. In quest'ultimo periodo mi manca più del solito» dico mentre lui solleva le mie esili gambe e le appoggia sopra la sua destra.
«E perché da Island sei andata ad Union?» usa il suo solito tono di voce di quando vuole sapere di più.
Josh non ce la fa a tacere neanche per un minuto. Lo maledico mentalmente mentre riapro gli occhi.
«Mi ci sono ritrovata per caso» sospiro nuovamente.
«Ci credo, con tutto quell'alcool che avevi in corpo» blocca la mia mano. Non mi ero neanche resa conto di starla muovendo nervosamente sulle cosce.
«Winter» mi richiama per la milionesima volta, odio quando fa così.
«Cosa vuoi Connor?» urlo frustata.
«Perchè sei andata da Josh?» alza il tono di voce anche lui.
«Non lo so. Okay? Non ero io. Era l'alcool e la tristezza che mi orientavano e che parlavano. Non mi sono opposta. Sono andata da Josh e gli ho urlato cose senza senso perché ero triste, sola, arrabbiata. Arrabbiata con lui perché si è fatto coinvolgere così tanto dalla nostra storia. Ma soprattutto arrabbiata con me stessa, perché faccio sempre stare male le persone che mi stanno vicine. Non sono capace di fare del bene, sono fatta di dolore e quindi do dolore a tutti» le parole escono velocemente dalla mia bocca. Non sento niente, non provo niente. Sono arrivata ad odiarmi a tal punto che mi sto auto-distruggendo con le mie stesse mani.
«Winter, ti prego» la voce di Connor è allarmata e non lo posso sopportare, non posso far stare male anche lui «Ascoltami, ti scongiuro» lo guardo negli occhi e le lacrime smettono di scendere «Mi fai un favore? Mi fai un regalo di Natale?» mi chiede sorridendo leggermente appena nota che mi sono calmata. 
Annuisco lentamente mentre, lui sospira sollevato «Fra poche ore prenderai l'aereo con Ansel okay? Mi devi promettere che per le prossime due settimane terrai spento il telefono. Cercherai di non pensare a niente se non a stare tranquilla, a divertirti con la famiglia di Ansel e a trascorrere del tempo con il tuo ragazzo. Va bene? Me lo fai questo piacere?» mi accarezza la guancia con tanta tenerezza che mi viene spontaneo dirgli di sì. Lui sorride soddisfatto e mi avvolge in uno dei nostri soliti abbracci stritola ossa. Dio se adoro questo ragazzo.
Pochi minuti più tardi Connor chiude la chiamata con Ansel e mi porge il mio telefono.
«L'ho tranquillizzato e gli ho detto di non fare domande, ne parlerete dopo le vacanze» mi sorride mentre io mi sistemo la felpa «Ci aspetta davanti a casa, pronti per andare in aeroporto. La mamma di Nick vi ha preparato un paio di panini da mangiare mentre siete in macchina» 
Mi avvicino lentamente a lui ed appoggio la testa sulla sua spalla. Connor mi stringe più a se e mi posa un tenero bacio sulla mia tempia. Mi sento protetta quando sono con lui, so che farebbe di tutto per me e questo mi spaventa.
«Andiamo?» chiedo dopo qualche attimo di silenzio dove mi sono beata della sua rara dolcezza.
«Sì, andiamo dal tuo bellissimo ragazzo» mi incita sorridendo, e non posso evitare di sorridere. 


«Prometti di fare quello che ti ho chiesto?» Connor me lo richiede per la terza volta davanti al Gate 3 dell'aeroporto di Los Angeles.
«Sì Conn, lo farò» rispondo mentre mi avvolge in un abbraccio. «Tu torna a casa immediatamente, ti chiamo per gli auguri di capodanno» gli bacio teneramente la guancia e lui mi accarezza lo zigomo destro.
«Prenditi cura di lei» si rivolge ad Ansel mentre mi tiene ancora stretta a lui.
«Certo, non farò altro» il mio ragazzo allunga la mano e l'afferro lasciando Connor.
«Ci sentiamo nel 2015 Win» mi sorride Connor mentre ci imbarchiamo.
«Sì» sorrido leggermente mentre mi stringo ad Ansel.


Tre ore e mezzo dopo siamo in macchina, Ansel è impegnato in una conversazione con suo padre mentre io mi dedico a rispondere ai messaggi, di Dylan, Nolan e Nick informandoli della promessa fatta a Connor, quindi che terrò spento il telefono fino alla fine delle vacanze.
«Win» mi chiama Arthur con dolcezza.
«Sì?» mi sforzo di sorridere, e ci riesco.
«Stai bene?» mi chiede guardandomi dallo specchietto con un sguardo carico di amore. Ho capito da chi ha preso la dolcezza Ansel.
«Sì, sto molto meglio» sorrido nuovamente prima a lui e poi ad Ansel che ha allungato dietro la mano.
«Sono contento. Spero che tu ti riprenda completamente nelle prossime due settimane»
«Sicuramente, Ansel in viaggio mi ha vietato di fare qualsiasi cosa se non riposarmi o divertirmi» rido leggermente e si unisce alle risate anche lui.
Passiamo il resto del viaggio a parlare del più e del meno, quaranta minuti, dopo essere stati bloccati nel traffico stiamo salendo le scale di casa Elgort.
«Fratellino sei a casa» urla Sophie mentre Ansel appoggia la mia e la sua valigia nell'ingresso. Poco dopo è intrappolato in un abbraccio e non posso a fare a meno di sorridere «Ciao Win» mi sorride a trentadue denti mentre scioglie l'abbraccio «Stai bene?» mi chiede premurosa.
«Sì, sto molto meglio» ripeto la stessa cosa detta precedentemente ad Arthur.
«Sono arrivati?» mamma Grethe arriva tutta di corsa, ha un grembiule legato alla vita e una crocchia disordinata sulla testa.
«Ciao mamma» il viso del mio ragazzo si illumina ancora di più e si precipita ad abbracciarla.
«È un mammone» Sophie si mette di fianco a me e ride.
«Avete tutti un bel rapporto» dico guardandola dritta negli occhi.
«Sì siamo tutti abbastanza legati» risponde lei mentre prende la mia valigia e quella di suo fratello «Vieni, andiamo su. Starai in camera con Ansel, saremo al completo. Non è un problema vero?» la sua domanda è retorica e non posso fare a meno di ridere. Io ed Ansel abbiamo già dormito insieme, un paio di volte da quando stiamo insieme durante le riprese.
«No, non c'è nessun problema» esclamo io seguendola su per le scale.
«Eccoci qua» dice lei mentre apre la porta della camera di Ansel «Ti lascio, torno ad aiutare mamma con la cena. Sono contenta che tu sia qui» mi sorride mentre esce.
Nonostante sia già stata a casa di Ansel non ho mai esplorato il piano di superiore e quindi neanche la camera del mio ragazzo. Appena Sophie esce, non posso fare a meno di perdermi ad osservare la camera. Il letto ad una piazza e mezza è al centro della stanza, a sinistra del letto trovo la portafinestra che da sul terrazzo. Non vedo l'ora di uscire a perdermi nel vedere New York mentre fumo. A destra invece c'è una libreria antica e di fianco ad essa c'è la scrivania. Vuota se non per un mixer che Ansel mi aveva raccontato che gli avevano regalato il Natale precedente. L'armadio invece è di fianco alla porta, quindi alle mie spalle.
«Ti piace la mia camera?» Ansel mi abbraccia da dietro, sento le sue labbra sul collo e chiudo gli occhi.
«Sì, è accogliente» mi volto verso di lui e porto le braccia al suo collo anche se questo mi costringe ad alzarmi in punta di piedi. Azzero la distanza tra di noi con un bacio, casto.
«Sta arrivando anche mio fratello, l'unico della famiglia che non hai ancora conosciuto oltre ai miei nonni e zii» sussurra lui poi mentre io appoggio la testa sul suo petto.
«Sono contenta di incontrarlo» rispondo contro la sua felpa.
«Non sai quanto sono felice di averti qui» mi alza il mento delicatamente e ci perdiamo in un altro bacio fin quando non veniamo interrotti da una voce maschile che non conosco.
«Fratellino datti una regolata» esclama lui con voce seria ma divertita, non posso fare a meno di avvampare leggermente.
«Warren» urla il ragazzo che mi sta stringendo fra le sue braccia.
«Ansolo» urla di rimando lui, utilizzando il nomignolo affidatogli quando era piccolo. Nome che utilizza quando fa il DJ.
«Tu sei la famosa Winter» si rivolge a me dopo aver stretto in un abbraccio Ansel.
«Solo Win» rispondo con un sorriso.
«Finalmente ti conosco – sorride – Questo idiota qui mi ha esaurito parlando di te non vedevo l'ora sinceramente di incontrarti. E se posso permettermi – si volta verso suo fratello – È molto ma molto bella» avvampo ancora di più.
«Warr» lo riprende Ansel stringendomi a lui.
«Ho capito, ho capito» alza le mani in aria in segno di resa «Ah, comunque mamma ha detto di scendere che la cena è quasi pronta» conclude uscendo dalla stanza lasciandoci nuovamente soli. Scoppio a ridere e Ansel si unisce alle mie risate.



















 

Chi non muore si rivede. 
Chiedo umilmente scusa ma la scuola non mi lascia un minuto libero.
Ma ora parliamo del capitolo. Winter ed Ansel sono arrivati a New York dopo che Win ha promesso a Connor che terrà il telefono spento per tutte le vacanze dove deve prendersi cura di se. Ce la farà? E Josh, il nostro caro Josh nel frattempo che fa? Come sta?
Bene, credo che avrete presto la risposta in quanto lunedì parto per Londra e ci starò una settimana. Porterò sicuramente il pc quindi alla sera quando torno in camera mi dedico a scrivere.

Detto questo, vi lascio,
un bacio,
-peetarms.



















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Capitolo 27
*** Runaway ***


Think i can fly
Think i can fly,
When i´m with you
My arms are wide
Cathing fire as the wind blows
I now that I´m
Rich enough to pride your eyes
Even if we´re strangers till we die
I wanna runaway
I wanna runaway
Anywhere out this place
I wanna runaway
Just u and i-i-i-i-i

Runaway, Ansolo Remix


 


 


 

POV Winter Davis.


 

L'aria che si respira a casa Elgort è davvero rilassante e rigenerante. Io ed Ansel siamo arrivati da poche ore ma mi sento completamente a mio agio. Siamo seduti tutti attorno al tavolo della sala da pranzo ascoltando la sorella di Ansel che racconta un fatto successo pochi giorni fa ad un centro commerciale mentre faceva gli ultimi acquisti per Natale. Sento la mano calda di Ansel sulla mia fredda, sorrido leggermente mentre bevo un sorso di vino rosso che Arthur mi ha gentilmente versato.

«Tutto bene, amore?» la dolcezza di questo ragazzo mi lascia ogni giorno sempre di più a bocca aperta.

«Sì, mi sto divertendo. Tua sorella è davvero simpatica» sorrido appoggiando la testa sulla sua spalla.

Rimango in questa posizione fin quando non sento il mio nome. Mi stacco a malincuore dal mio ragazzo per prendere una posizione più eretta per fare fronte all'argomento.

«Winter tu sei metà italiana?» mi chiede Warren sorridendomi.

«Sì» annuisco.

«Lo sai parlare bene?» interviene Arthur a sostegno del figlio, anche lui sorridendomi.

«Sì, mio papà me lo ha insegnato prima che morisse e ho letto tutti i suoi libri italiani. Diciamo che me la cavo a parlarlo, è una lingua molto impegnativa da studiare e bisogna amarla. Personalmente io credo che sia una delle più belle al mondo, ma la si considera molto poco» spiego brevemente.

«Mi ha insegnato un paio di frasi, lo studiando» annuncia fiero il ragazzo di fianco a me appoggiando le braccia sul tavolo.

«Cosa gli hai insegnato Win?» mi chiede Sophie ridendo.

«Per ora gli ho insegnato a presentarsi, piano piano imparerà tutto» rido leggermente mentre osservo le espressioni della famiglia di Ansel.

«Tesoro, vediamo se hai imparato, presentati» mamma Grethe prende parola incitando il figlio, non posso fare a meno di soffocare un sorriso. Lui se ne accorge e mi tira un pizzicotto nella coscia, mi lascio sfuggire un urletto. Non me l'aspettavo.

«Muoviti, non abbiamo tutta la serata» lo prendo in giro io, allunga la mano per darmi un altro pizzicotto ma gliela blocca intrecciando le nostre dita e lui si calma. Si schiarisce la voce e comincia.

«Mi chiamo Ansel Elgort, ho 20 anni, sono un attore e vivo a New York. Mia mamma si chiama Grethe ed è una regista teatrale, mio papà Arthur è un fotografo che ha lavorato per Vogue. Ho due fratelli maggiori, mio fratello Warren è montatore cinematografico e mia sorella Sophie è una fotografa. Ho iniziato a studiare recitazione all'età di 12 anni. La mia ragazza si chiama Winter Davis ed è bellissima, ma lei questo non lo vuole capire»

L'ultima parte non l'avevamo fatta insieme, la deve aver preparata da solo e mi manca il fiato, mi volto verso di lui e lo bacio istintivamente. È così dolce, e non credo di meritarmelo.

«Qualcosa mi dice che l'ultima parte è stata una sorpresa anche per Win» annuncia fiera di suo fratello Sophie.

«Sì» dico con il poco fiato che trovo appena mi separo dalle labbra di Ansel.

«Sempre il solito esagerato» lo prende in giro Warren e non posso a fare a meno di ridere.

«Warren, prendi esempio da tuo fratello minore, è così tenero nei confronti della sua ragazza» lo riprende Grethe, marcando la parola minore.

«Okay basta – dice ridendo Arthur – Figliolo, sono fiero di te e grazie Win per stargli insegnando l'italiano è da quando piccolo che lo vuole imparare e finalmente lo farà» mi sorride per l'ennesima volta il capofamiglia.

«Non c'è di che, è divertente e quel suo accento è così tenero» dico mentre tiro una guancia del mio ragazzo, gesto che causa le risate di tutta la famiglia, mentre Ansel fa il broncio guadagnandosi di nuovo un bacio.


 

Infilo la felpa di mio papà lentamente mentre osservo Ansel togliersi la felpa nera che aveva indosso. Mi mordo un labbro per reprimere un sospiro. Mi volto e indosso i leggins. Appoggio i miei vestiti sulla scrivania e poco dopo mi raggiunge facendo la stessa cosa. Mi abbraccia da dietro e mi lascia un bacio sul collo.

«Come ti è sembrata la mia famiglia?» mi chiede a due centimetri dalle sue labbra, il suo profumo è inebriante e mi fa avvicinare di più a lui.

«Mi piace, siete molto vivaci e affettuosi. L'opposto della mia famiglia» sospiro sulle sue labbra.

«Domani conoscerei anche i miei nonni e i miei zii, sei pronta?» le nostre labbra quasi si toccano, e il suo profumo mi sta causando problemi di concentrazione.

«Sì, la cosa peggiore che può accadare è che mi odino» alzo le spalle e poco dopo mi trovo tra le sua braccia. Si avvia a grandi falcate sul letto e mi appoggia delicatamente sul materasso. Si china su di me e mi incatena con lo sguardo.

«Nessuno ti odierà perché sei meravigliosa, okay?» me lo dice in italiano, e mi vengono le lacrime agli occhi. Annuisco mentre lo tiro verso di me annullando tutte le distanze tra di noi.

«Ti amo» sussurra appena si stacca dalle mie labbra.

«Davvero?» chiedo impaurita.

«Sì» mi sorride lui, dopo di che sento di nuovo le sue labbra sulle mie e mi lascio trasportare dal bacio.

 

 

POV Josh Hutcherson.


 

Due colpi alla porta mi svegliano di colpo, mi alzo controvoglia e mi dirigo lentamente verso la porta, sbadiglio mentre la apro e vengo stretto in un abbraccio. Riconosco la presa, è mio fratello.

«Buon Natale Josh» urla entusiasta.

«Connor, quando sei arrivato?» mi stacco e lo guardo.

«Cinque minuti fa?» risponde lui ridendo.

«Ah, buon Natale anche a te Conn» lo intrappolo in un abbraccio mentre gli scompiglio i capelli come facevo quando eravamo piccoli.

«La colazione è pronta ragazzi» esclama felice nostra madre comparendo su per le scale.

«Arriviamo» rispondo io per entrambi.

Lei annuisce e scompare nuovamente giù per le scale.

«Un sorriso potevi farglielo Josh» mi guarda in malo modo mio fratello minore.

«Non stressare Conn, oggi ne dovrò fare anche troppi. E finti, tra l'altro» incrocio le braccia al petto, lui mi guarda come se sapesse a cosa sto pensando.

«Sta bene, veramente. Quando l'ho lasciata con Ansel dopo la nostra chiacchierata era quasi serena» si appoggia allo stipite della porta della sua camera «Come stai tu dopo quasi cinque mesi dalla vostra rottura?»

«Mi chiedo come abbiamo potuto sbagliarci tanto. Me lo chiedo spesso, più di quanto forse dovrei: la notte, quando non riesco a dormire, per strada mentre passeggio e non ho la sua mano da stringere, quando guardo un film e vorrei chiamarla per raccontarglielo. Lo ripeto a chi chiede di me e di lei prima di sussurrare un paio di frasi di circostanza, quelle che si dicono in questi casi e che detesto perché alimentano ricordi mai sepolti. Mi chiedo come abbiamo potuto sbagliarci tanto e vorrei sapere se ogni tanto se lo domanda anche lei» sospiro chiudendo gli occhi.

«Se lo chiede, se lo chiede» mi rassicura lui. «Appoggio la valigia poi andiamo a fare colazione, okay?»

«Sì» annuisco a malapena, perso tra i miei pensieri. Dopo qualche minuto, Connor torna e insieme scendiamo le scale diretti verso la cucina intenti a fare colazione.


 

Ho sempre detto che amo passare tempo con la mia famiglia. Ma non quando sono instabile e specialmente non in questo periodo, quando avere vicino più di tre persone mi causa fastidio e irritazione.

Mi alzo dal tavolo della sala da pranzo facendo finta di aver ricevuto una chiamata e sgattaiolo fuori di casa, mi siedo sugli scalini al freddo, che a malapena sento. Chiudo gli occhi e rimango lì per non so quanto tempo. Prendo un respiro profondo e sblocco il mio iphone, apro Whatsapp e cerco la chat con Winter. Non entra da ieri pomeriggio alle tre. Alzo le spalle e comincio a digitare.
 

Ciao, come stai? Scusa se non aspetto risposta e se sembra che ti scriva solo per motivi miei, ma mi interessa davvero sapere come stai. E’ che è passato un po' di tempo dall'ultima volta che abbiamo parlato.
Sto male.
Sto male da morire. E non ne posso piú. Non ce la faccio piú.
Ti prego tientele per te queste mie parole.
Mi manchi.
Mi manchi dal suono della tua voce, al colore dei tuoi occhi. Mi manchi dai tuoi balli stupidi alle litigate. Mi manchi dagli abbracci alle mani intrecciate.
Mi manchi. E mi manco io.
Mi sento solo, solo come possono sentirsi soli quelli che alla stazione, fra tutta la gente, aspettano un solo treno contenente quell’unica persona che alla fine non arriva mai. Solo come si può sentire solo un qualsiasi individuo fra la gente.
E va tutto male.
Di recitare non ho voglia, la musica mi innervosisce, odio chi si ama, odio chi vuole bene alle persone a cui voglio bene io, odio il mio riflesso, odio me, odio le parole, odio il silenzio, odio i fiori e aspetto che appassiscano, odio. Odio questa merda e non vedo l’ora che tutto finisca. Non ho le forze per fare niente. Piango ogni giorno, piú volte, ogni notte, tutta la notte. Ho perennemente la nausea, nausea di vivere.
Avrei altre milioni di cose da dire ma mi fermo qui. Ormai, per ora, è uscito tutto dalla mia testa e quello che è uscito è questo. Puoi pure non leggere, volevo solo scrivertelo perché ho deciso che è ora di andare avanti. Tu lo hai fatto e sei felice con Ansel, e io sarò felice un giorno con qualcun'altra.
Ho finito davvero questa volta, volevo solo salutarti.
Ciao, ah, dimmi come stai, dico davvero.

 

Rileggo quello che ho scritto un paio di volte e premo il tasto “invia” mentre una lacrima mi riga il volto. Devo andare avanti. Prendo un respiro profondo, mi alzo e ripongo il mio cellulare nella tasca dei jeans scuri che indosso. Respiro di nuovo dopo di che rientro in casa.


 

POV Winter Davis.


 

Ansel è alla console, è tutto sudato e i suoi occhi brillano, sorrido istintivamente mentre Warren mi porge un altro drink.

«Sei sicura di reggerlo Win?» mi chiede lui premuroso a voce alta sovrastando la musica di Ansel.

«Si Warr» sorrido e glielo prendo dalle mani, mentre lui annuisce apprensivo.

«Guarda che se ti succede qualcosa, quello là sopra se la prende con me» mi indica suo fratello che ha le mani alzate e sta saltando dalla gioia insieme a migliaia di persone in questo club.
Hanno ingaggiato Ansel per la sera dell'ultimo, e io sono qui in compagnia di suo fratello a vedere il mio ragazzo divertirsi come lo avevo visto in poche occasioni.

«Non ti farà assolutamente nulla perché starò benissimo» rispondo bevendo un sorso del mio ennesimo Long Island.

«Sei pronta ad accogliere il nuovo anno?» mi chiede alle 11.58pm. Ripenso all'anno passato, a tutte le emozioni e a tutte le cose successe. A quante cose sono cambiate nella mia vita. Al fatto che non ho più Matt nella mia vita e neanche Josh. All'amicizia, anzi al rapporto fraterno instaurato con Connor. Al mio trasferimento a Los Angeles dove ho conosciuto la verità sulla mia vita e l'aver conosciuto Nick e Hailee. All'avere realizzato il mio sogno e all'essermi diplomata con il massimo dei voti. Ripenso alla sera del matrimonio, a quando ho incontrato Josh e al provino quando mi sono trovata davanti Ansel. Bevo tutto il mio Long Island e rispondo un “si” convinto quando il mio ragazzo alza ancora di più la musica e urla buon anno. Sorrido mentre vengo stretta tra le braccia di suo fratello maggiore. Poco dopo mi volto e Ansel mi sta fissando mentre lascia la console all'altro dj. Mi allontano da Warren raggiungendo il palco, lui scende e mi corre in contro. Mi prende in braccio e mi urla per sovrastare la musica “Buon anno amore mio” prima di baciarmi. Sorrido durante il bacio mentre mi stringo più a lui, le sue braccia forti mantengono la presa salda e lo bacio fin quando il fiato me lo permette.
Poco dopo deve tornare alla sua postazione, mi saluta con un veloce bacio a stampo e ritorna sul palco. E mentre si allontana, mi viene in mente Josh. Apro la pochette e afferro il mio iphone, lo accendo e poco dopo il mio telefono comincia a riempirsi di messaggi e chiamate perse.

«Win ti va se andiamo nel backstage?» mi chiede Warren.

«Andiamo, neanche io sono un'amante delle discoteche» sorrido mentre tiro fuori i pass che gli uomini della sicurezza ci avevano dato quando siamo arrivati. Pochi minuti dopo siamo distesi entrambi nei divanetti nel backstage. Tolgo i tacchi e mi lascio sfuggire un sospiro di sollievo. Ora, lontano dalla folla di persone, inizio a sentire freddo. Noto immediatamente la felpa di Ansel sulla poltrona. Mi alzo velocemente raggiungendo la meta ed infilo la felpa blu del mio ragazzo sopra la canottiera rossa che ho deciso di abbinare insieme a dei pantaloni a vita alti neri.

«Immaginavo che l'avresti fatto»

«Ho freddo» sorrido mentre ritorno sul mio divanetto e porto le gambe al petto. Riprendo il cellulare dalla pochette e per poco non sbianco.

324 messaggi su Whatsapp.

12 messaggi.

35 chiamate perse.

Comincio con il visualizzare le chiamate, che provengono da Nick, Dylan e Nolan e una da Letice la mia agente. Sorrido, mentre apro i messaggi. Auguri di buon natale e di buon anno da parte di Christine, George, mia nonna e la mamma di Nick e Hailee. Rispondo a tutti, facendo dei semplici auguri di buon anno.

«Ti hanno cercata in molti?» mi chiede Warren appena alzo lo sguardo.

«Sì, mi ha persino cercato la mia agente» alzo le spalle mentre apro Whatsapp.

Il primo nome che mi colpisce è Josh. Deglutisco a fatica e decido di tenerlo per ultimo.
Leggo i vari messaggi di Nick, Nolan, Dylan e anche Connor, e ci parlo un po' con entrambi.

«Non credevo di trovare la mia ragazza alle 2.30 del mattino a scrivere come una dannata sulla tastiera del suo iphone» è la prima cosa che Ansel esclama divertito appena entra in backstage. Lascio cadere il telefono sul divano e corro di scatto verso di lui baciandolo di slancio provocando una fitta alla gamba in quanto mi devo alzare in punta di piedi visto che è molto più alto di me.

«Scusa amore» rispondo sulle sue labbra.

«Con questo ti sei fatta perdonare, e anche con il fatto che hai indosso la mia felpa» gli accarezzo i capelli bagnati, non mi da per niente fastidio toccarglieli in quanto noto la felicità nei suoi occhi.

«Ti amo» mi lascio sfuggire, non so se sia vero o meno, ma lo dico istintivamente e il suo sorriso si allarga ancora di più. Mi bacia togliendomi il fiato. Solo quando mi lascia tornare al divano mi ricordo del messaggio di Josh. Chiudo Whatsapp, lo leggerò più tardi, quando Ansel si sarà addormentato. Poco dopo quando il mio ragazzo è tornato ed ha salutato tutto indossiamo i nostri giubbotti e torniamo a casa.

Durante il tragitto Ansel si appoggia sulla mia spalla e mentre mi ripete quanto sia contento quasi si è addormenta. Mi provoca talmente tenerezza che mi diventano gli occhi lucidi. Lo stringo forte a me e ci addormentiamo entrambi. Warren ci sveglia entrambi quando siamo nel vialetto di casa Elgort, il primo pensiero è al messaggio che devo ancora leggere, quello di Josh.

«Che ore sono Warr?» chiede il mio ragazzo con voce impastata dal sonno mentre sale a fatica gli scalini, è una scena esilarante e scoppio a ridere.

«Le quattro meno dieci Ans» gli risponde lui bloccandolo visto che mi stava per cadere a dosso. «Ce la fai a portarlo di sopra o hai bisogno di una mano?» mi chiede una volta che ci siamo tolti i giubbotti.

«Ce la faccio, tranquillo» dico mentre prendo entrambe le mani di Ansel «Andiamo bell'addormentato» soffoco una risata. Portarlo al piano di sopra è stato più semplice di quello che mi ero aspettata, una volta entrati in camera mi levo definitivamente i tacchi e li lancio dalla parte opposta della camera.

«Li odi proprio» dice ridendo Ansel mentre mi levo la felpa rimanendo nuovamente come ero vestita questa sera «Te l'ho detto che questa canottiera ti sta particolarmente bene?» si avvicina a me e fa cadere una spallina mentre mi bacia il collo.

«Tu non eri addormentato?» gli mordo l'orecchio e lui per ripicca mi tortura il collo «Avrò un bel ricordino» sussurro al suo orecchio mentre gli levo la maglietta.

«Avrei bisogno di una doccia ma la farò domani mattina» esclama mentre si toglie anche i jeans, rimango estasiata dalla sua bellezza ma presto quel ben di dio viene coperto da i pantaloni della tuta e una maglietta a maniche corte monocolore.

«Hai per caso bisogno di aiuto?» mi chiede con sguardo malizioso mentre indica i miei jeans e la mia canottiera.

«No, ho ancora le mani» rispondo facendogli la lingua.

Alle 4.29am siamo stesi sul letto, io abbracciata ad Ansel il quale prende immediatamente sonno. Appena noto che il suo respiro è diventato regolare, mi distacco da lui e prendo il cellulare da sopra il comodino. Lo sblocco, apro Whatsapp e premo sulla chat con Josh. Chiudo gli occhi e prendo un respiro profondo.

Da: Josh.
Ciao, come stai? Scusa se non aspetto risposta e se sembra che ti scriva solo per motivi miei, ma mi interessa davvero sapere come stai. E’ che è passato un po' di tempo dall'ultima volta che abbiamo parlato.
Sto male.
Sto male da morire. E non ne posso piú. Non ce la faccio piú.
Ti prego tientele per te queste mie parole.
Mi manchi.
Mi manchi dal suono della tua voce, al colore dei tuoi occhi. Mi manchi dai tuoi balli stupidi alle litigate. Mi manchi dagli abbracci alle mani intrecciate.
Mi manchi. E mi manco io.
Mi sento solo, solo come possono sentirsi soli quelli che alla stazione, fra tutta la gente, aspettano un solo treno contenente quell’unica persona che alla fine non arriva mai. Solo come si può sentire solo un qualsiasi individuo fra la gente.
E va tutto male.
Di recitare non ho voglia, la musica mi innervosisce, odio chi si ama, odio chi vuole bene alle persone a cui voglio bene io, odio il mio riflesso, odio me, odio le parole, odio il silenzio, odio i fiori e aspetto che appassiscano, odio. Odio questa merda e non vedo l’ora che tutto finisca. Non ho le forze per fare niente. Piango ogni giorno, piú volte, ogni notte, tutta la notte. Ho perennemente la nausea, nausea di vivere.
Avrei altre milioni di cose da dire ma mi fermo qui. Ormai, per ora, è uscito tutto dalla mia testa e quello che è uscito è questo. Puoi pure non leggere, volevo solo scrivertelo perché ho deciso che è ora di andare avanti. Tu lo hai fatto e sei felice con Ansel, e io sarò felice un giorno con qualcun'altra.
Ho finito davvero questa volta, volevo solo salutarti.
Ciao, ah, dimmi come stai, dico davvero.

 

Una lacrima solitaria scorre lungo la mia guancia mentre il senso di vuoto si impossessa nuovamente di me. Rispondo quello che è meglio per lui, digito un “bene” mentre un'altra lacrima scende. Perché sì le cose vanno bene in parte ma non completamente.
Chiudo Whatsapp non prima di aver inoltrato il messaggio a Connor. Dopo di che blocco il telefono e lo appoggio sul comodino. Ritorno tra le braccia di Ansel e in poco tempo di addormento ripensando al messaggio di Josh.














 


Ehi bellezze, ho finalmente aggiornato. Il capitolo è anche più lungo del solito. 
Sembra che Josh abbia detto addio a Winter..sarà vero, che succederà ora? Che cosa voleva l'agente di Win?
Lo scoprirete nel prossimo capitolo, ma sono ben accette i vostri pensieri nelle recensioni.
Ringrazio come sempre le persone che seguono e recensiscono questa storia, grazie mille di cuore.
A presto (spero),
-peetarms.

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Capitolo 28
*** Sugar. ***


I'm hurting, baby, I'm broken down
I need your loving, loving, I need it now
When I'm without you
I'm something weak
You got me begging
Begging, I'm on my knees
I don't wanna be needing your love
I just wanna be deep in your love
And it's killing me when you're away
Ooh, baby,
'Cause I really don't care where you are
I just wanna be there where you are
And I gotta get one little taste

— Sugar, Maroon 5.






POV Winter Davis.



Ho imparato che gli amori possono arrivare all'improvviso o finire in una notte; che i grandi amici possono diventare perfetti sconosciuti e che, al contrario, uno sconosciuto può diventare un amico inseparabile; che il “mai più” non si avvera mai e che il “per sempre” finisce sempre; che chi vuole una cosa può farla e chi è determinato la ottiene; che chi rischia non perde nulla e chi non rischia non vince; che se si vuole vedere una persona, bisogna cercarla subito, domani potrebbe essere troppo tardi; che sentire dolore è inevitabile, ma soffrire è facoltativo; e soprattutto ho imparato che non serve a niente negare l'evidenza. 
Mi chiedo perché devo sempre urlare. In ogni mia relazione per qualche motivo si finisce con l'urlarsi contro. 
Mi siedo sul divano mentre passo nervosamente la mano destra nei miei capelli biondi che oramai mi arrivano al fondo-schiena.
Ansel si siede nella poltrona e mi guarda esasperato. Lo fulmino con lo sguardo mentre mi stringo nel mio maglione nero. Regalo di sua sorella per il secondo Natale passato insieme alla famiglia Elgort.

«Win ma mi spieghi che diavolo ti è preso al ristorante?» mi chiede il mio ragazzo dopo aver preso un respiro profondo.

«Non lo so. Dimmelo tu, amore» marco la parola amore mentre mi levo quei dannatissimi tacchi neri.

«Te la sei presa perché ho passato tutta la cena a scambiare messaggi con Kendall?» alzo gli occhi al cielo e sospiro mentre mi stendo portandomi un cuscino sulla faccia.

«Win sei insopportabile in quest'ultimi mesi» tolgo di scatto il cuscino dalla faccia, mi alzo e mi avvicino a lui.

«Io? Io sono insopportabile. Io? Io che ho passato gli ultimi cinque mesi sul set e ci siamo visti si e no tre volte. Io? Io che quando torno a casa nostra – allargo le braccia facendogli segno del nostro attico vicino a casa dei suoi – Ti trovo più interessato a parlare con una tua amica che a trascorrere del tempo con la tua ragazza» mi risiedo sul divano appoggiando i piedi sul tavolino.

«Senti, mi dispiace» si alza dalla poltrona e si siede di fianco a me. Cerca di prendere la mia mano ma la ritraggo.

«Mi dispiace non è abbastanza, Ansel. Visto che sei così preso dalla tua cara amichetta puoi andare a dormire da lei perché in camera non ci metterai piede» mi alzo e salgo le scale, ma poco dopo le scendo di nuovo «Anzi, ho un'idea migliore, sarebbe troppo facile andare a dormire nella sua super villa non so dove quindi dormirai sul divano. Buona notte» gli lancio i suoi pantaloni della tuta e la sua maglietta nera che utilizza per dormire.

«Winter» mi chiama lui.

«Winter al momento non è disponibile. Ritenta sarai più fortunato» sbatto la porta della camera prima di buttarmi sul letto lasciandomi andare in un urlo liberatorio. Ho bisogno di chiamare solo una persona in questo momento.





POV Connor Hutcherson.


Passo la palla a Josh, lui la prende, la passa ad Avan e lui la tira a canestro. Esultiamo tutti e tre con un abbraccio. Mi mancava passare del tempo insieme a mio fratello e al suo migliore amico. 
Josh è appena tornato dal set del suo ultimo film ed è davvero stanco, ma sapevo che solo ad una cosa non avrebbe detto no. Ad una partita di basket. Mi stacco dall'abbraccio quando sento la suoneria del mio cellulare. 
Mi avvio a grandi falcate al mio borsone lasciato nella panchina del parco di Union. Trovo il telefono quasi subito e leggo: “Win”.

«Win» urlo entusiasta dopo essermi allontanato quanto basta da non farmi sentire da Josh. Non abbiamo ancora affrontato il discorso Winter da quando lei mi ha inoltrato il messaggio che gli aveva scritto il giorno di Natale. È passato più di un anno, ma Josh nel 2015 si è dedicato completamente al lavoro per non pensare. Si è buttato da un set ad un altro, passando per manifestazioni, progetti e campagne a favori di vari argomenti, ma ha sostenuto principalmente l'associazione Straight But Not Narrow che sostiene i diritti degli omosessuali.

«Ciao Conn» la sua voce è nervosa. Mi siedo sotto il primo albero e prendo respiro.

«Ti ho disturbato?» mi chiede subito lei.

«Scema, sai che non mi disturbi mai. Ero al parco con Josh e Avan. Josh è tornato poche ore fa dal set del suo ultimo film e gli ho fatto una sorpresa invitando il suo migliore amico e portandolo a fare una partita di basket al parco, per farlo sentire subito a casa» rido leggermente. «Comunque, perché hai la voce nervosa?»

«Sai che sono tornata ieri sera dal set no? Ecco, Ansel stasera mi ha portato fuori per una cena ma l'ha passata a scambiarsi messaggi con la sua nuova amichetta Kendall Jenner» il suo tono di voce è impossibile da descrivere in questo momento, è un mix di tutte le emozioni negative che una persona può provare, ma ha la meglio l'odio.

«Sul serio? Cioè vi siete visti tre volte in cinque mesi» passo una mano tra i capelli.

«È quello che gli ho detto io, e lui ha detto che sono insopportabile in questi ultimi mesi. La convivenza è andata bene i primi mesi, ma ora si sta rivelando quello di cui avevo paura e per cui ho aspettato mesi e mesi prima di dirgli di sì» la sento sospirare, e l'unica cosa che vorrei in questo momento sarebbe abbracciarla. Non la vedo da mesi e mi manca da morire. In fondo, è come se fosse mia sorella.

«Win, ascolta, ora chiudi gli occhi e immagina che io ti stia abbracciando. Okay? Mi manchi terribilmente dannatissima peste e sentirti così fa peggiorare la mia voglia di avere un tuo abbraccio. Non ci vediamo da Novembre ed è Marzo» sospiro pesantemente.

«Ti va una vacanza? Ho lavorato troppo nell'ultimo anno e ho detto alla mia agente che non voglio saperne di progetti cinematografici per almeno un mese. Ho fatto quattro film, sono esausta. Ho solo voglia di riposarmi e passare del tempo con il mio idiota preferito» la sento ridere e rido anche io.

«Tu prima risolvi con Ansel e poi domani ti chiamo su Skype così ci mettiamo d'accordo meglio, okay?» sorrido.

«Ah, vedremo con Ansel. Ci sentiamo domani, ciao idiota, ti voglio un mondo di bene» la sua voce è tornata più o meno serena.

«Va bene, ciao peste, ti voglio un mondo di bene anche io» rido prima di chiudere la chiamata. 
Mi alzo e dopo essermi pulito i pantaloni decido di ritornare da Josh e Avan.

«Tutto bene? Sei stato via una ventina di minuti» mi chiede Josh dopo aver bevuto una lunga sorsata dalla sua bottiglietta d'acqua.

«Sì, tutto bene. Era solo Kyle» mento spudoratamente mentre lui annuisce lanciandomi la palla da basket.

«Vediamo che sai fare dopo essere stato venti minuti al freddo» mi incita Avan ridendo, e non posso fare a meno di ridere dopo aver centrato il canestro a una decina di metri. Sento una pacca sulla spalla, so di chi è. Mi volto e sorrido.

«Ah allora non sei solo un genio in ambito scientifico, fratellino» scherza lui.

«A quanto pare no, fratellone» sorrido prima di stringerlo in un abbraccio.




POV Josh Hutcherson.


Essere tornato in Kentucky dopo l'ultimo anno passato tra hotel, set e interviste è stato davvero difficile. Mi risulta strano passare ore seduto sul divano a vedere vecchi film o a dormire fino a tardi visto che la mia sveglia era quasi sempre alle sei del mattino.
Ma per fortuna ci sono Connor e Avan con me. Ma mio fratello è molto strano negli ultimi giorni.

«Parto per una piccola vacanza con qualche amico di corso» annuncia mentre siamo seduti a pranzo.

«E andrete?» chiede premurosa mia madre, da sempre interessata alle nostre vite.

«Qualche giorno ad Amsterdam e poi andremo alle Maldive» evita il mio sguardo e io ho paura di sapere per quale motivo.

«Piccola vacanza, eh?» il mio migliore amico mi ruba le parole dalla bocca.

«Quando parti?» ancora mia madre.

«Domani» risponde lui, alzandosi e abbracciandola per poi lasciargli un bacio sulla guancia.

«Bene, ho indietro un figlio e ne perdo un altro» scherza lei mentre mio fratello lascia la sala da pranzo salendo le scale.
Gli devo parlare.


Verso le cinque del pomeriggio mia mamma esce a fare la spesa e Avan decide di andare con lei, così decido che è il momento migliore per affrontare mio fratello.
Salgo le scale e lo sento ridere. Busso alla porta e lui risponde “avanti”, così entro.

«No Win, non è divertente» il suo nome, dopo così tanto tempo.

«Oh sì, che è divertente Conn se no non staresti ridendo» la sua voce, dopo così tanto tempo.

«Oh, ehi, Josh non credevo che fossi tu. Devo andare, ti chiamo più tardi, ti voglio bene» chiude velocemente lo schermo del suo portatile mentre io mi appoggio al suo armadio.

«Dimmi la verità Connor, questa vacanza non è con gli amici di corso vero? È con Winter, visto che non vi vedete da mesi,no?» mi siedo nella sua sedia girevole dopo minuti di silenzio.

«Sì, ha bisogno di rilassarsi. Ha girato quattro film nell'ultimo anno» risponde lui guardandomi. So che mi sta nascondendo qualcos'altro ma non insisto.

«Okay» dico.

«Josh. Ora senza che ci siano telecamere, fans, celebrità, Avan o mamma e papà puoi rispondere ad una domanda?» mi chiede lui mettendosi seduto a gambe incrociate sul letto.

«Certo» annuisco sfregandomi le mani sul viso.

«Come stai? Ti sei dedicato solamente al lavoro nell'ultimo anno e so che è perché non volevi pensare a quanto è successo con Winter. Non hai frequentato nessuno, mentre avrai sicuramente saputo che lei ed Ansel sono andati a vivere insieme. Hanno comprato un attico a New York» sospira lui.

«È stato un periodo assurdo, non avevo forze, non avevo voglia, troppo freddo, troppo buio, chiuso in me stesso chiuso in casa tutto il tempo. È stato un incubo e lo è ancora in un certo senso, per questo avevo solo bisogno di dedicarmi al lavoro. Si, ho passato l'intero anno da un set all'altro per evitare di fermarmi a pensarci. Ho visto poco le persone a cui voglio davvero bene. Credevo che tutto questo avrebbe aiutato, invece mi sono sbagliato Conn. Le mie emozioni nei suoi confronti non si sono spente, erano solamente in pausa ed ora che sono a casa dove non lavoro ed ho decisamente troppo tempo per pensare sono ritornate, più forte di prima – faccio una pausa - A volte, mentre tornavo nella camera dell'hotel ripensavo a lei: come sto, come sta? Dove sto, dove sta? E lo so che lo sai bene Connor, che no, non riuscirò mai ad odiarla» 

«Tra lei e Ansel non va bene, stanno litigando molto ultimamente» si lascia sfuggire.

«Cosa?» dico scattando in piedi.













 
Sono pessima, si lo so, ci ho messo una vita ad aggiornare ma tra la scuola, problemi miei e il blocco dello scrittore è stato difficile scrivere questo capitolo ma sono piuttosto soddisfatta di come si siano evolute le cose.
E' passato un anno, Winter ed Ansel sono andati a convivere, Josh si è dedicato completamente al mondo del cinema cercando di mettere a tacere i suoi sentimenti per Winter ma non ci è riuscito del tutto..
Ora vi lascio, così potete uccidermi,
vi voglio bene sappiatelo ahah, ringrazio tutte le persone che leggono la storia e che la recensiscono,
-peetarms.

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Capitolo 29
*** Superheroes. ***


When you’ve been fighting for it all your life
You’ve been struggling to make things right
That’s how a superhero learns to fly
When you’ve been fighting for it all your life
You’ve been working every day and night
That’s how a superhero learns to fly
All the hurt, all the lies
All the tears that they cry
When the moment is just right
You’ll see fire in their eyes
Cause they’re stronger than you know
A heart of steel starts to grow

 — Superheroes, The Script.

 


 

 

 

*Al termine della lettura leggete lo spazio autore, per favore. Grazie. Buona lettura mie\i care\i*
 


 


 


 


 

POV Winter Davis.

 

 

 

Di nuovo all'aeroporto. Oramai è diventata una seconda casa a causa di tutti gli spostamenti da un set all'altro.
Guardo il tabellone dei voli e sorrido visto che l'aereo di Connor proveniente dal Kentucky è appena atterrato.
Venti minuti dopo la figura del mio migliore amico compare nella mia visuale. Indossa un paio di pantaloni della tuta neri e una felpa grigia pesante. Indosso ha anche uno dei tanti capellini di Josh. 
Appena nota la mia presenza un sorriso si fa spazio sul suo viso. Gli corro incontro felice anche io.

«Win» urla abbracciandomi forte. Cavolo se mi è mancato stare tra le sue braccia.

«Connor» la sua presa aumenta e io mi accoccolo al suo petto respirando il suo profumo.

«Tutto bene?» chiede sistemandomi i capelli dietro le orecchie «Diavolo, ma quanto sono cresciuti?» scoppia a ridere alludendo ai capelli.

«Sto pensando di tagliarli in effetti» dico mentre raggiungiamo la mia macchina dopo essere usciti.

«No, io direi di farli arrivare alle ginocchia» anche il suo sarcasmo mi è mancato.

Gli faccio la linguaccia prima di mettere in moto la macchina «Comunque, non hai risposto alla mia domanda» mi ricorda.

«Quale?» mi volto di lui senza capire.

«Tutto bene?» ripete lui fissandomi serio.

«Sì» mento.

«Non ci casco. Si tratta di Ansel, vero?» mi osserva mentre io mantengo lo sguardo sulla strada.

«Sì» dico di nuovo.

«Avete litigato ancora?» la sua voce è premurosa.

«Più che litigato, discusso» ammetto.

«Sempre per la sua amica di cui mi hai parlato?»

«No. L'altro giorno ha lasciato la schermata delle chiamate aperta sul letto e io lo stavo rifacendo ed ho letto il nome della sua ultima chiamata. Indovina, la sua ex. Violetta» appoggio la mano libera dal volante al finestrino dove poco dopo ci si appoggia sopra la mia testa.

«Glielo hai detto?» chiede mentre aumenta il riscaldamento nell'abitacolo.

«No. Vediamo che cosa succederà» alzo le spalle mentre giro per la via dove si trova l'attico mio e di Ansel.

«Ora è in casa?» sbatte lo sportello per poi prendere la valigia.

«Tornerà tra poco. È andato a fare la spesa» rispondo mentre appoggio la mano davanti allo scanner.

«Wow» si lascia sfuggire lui, io rido.

«Già, più sicuro delle chiavi e non ho paura di perderle» sorrido mentre entriamo in ascensore.

Pochi secondi dopo siamo dentro all'attico e Connor sembra un bimbo appena entrato nel negozio di caramelle.
Sta osservando il soggiorno. Un bellissimo e grandissimo divano nero appoggiato sopra ad un tappeto bianco sono posizionati davanti alla tv 3D a 80 pollici regalataci dai genitori di Ansel. Dietro di essa si trova la cascata da parete che rende confortevole tutto il soggiorno con le pareti rosse. In sottofondo c'è Nuvole Bianche di Ludovico Einaudi. Musica rilassante è nella playlist della casa. Si volta dando le spalle trovando un lungo tavole con sedie di pelle nere che da la vista su New York.

«Wow» dice di nuovo.

«Ti piace?» chiedo sorridendo.

«Adottami» scoppio a ridere mentre lo abbraccio.

«Vieni ti porto nella stanza degli ospiti» sorrido mentre lo trascino via dal salotto. Passiamo davanti alla cucina e alla stanza libreria, un regalo di Ansel per me. Per poi arrivare in fondo al primo corridoio dove si trova la prima stanza degli ospiti. Spingo lentamente la porta e la luce si accende automaticamente facendo partire anche la musica.

«Sul serio Win, mi adotti?» si gira con la bocca spalancata.

«Certo» rido mentre gli faccio vedere tutte funzionalità della stanza e per ultimo gli spiego come spegnere e accendere la luce.

«Non ci sono interruttori. Dopo le cinque di sera ogni volta che entri in una stanza la luce si accende automaticamente e quando esci si spegne. Quando vuoi invece spegnere o accendere la luce basta che dici: LUCE» sento l'ascensore chiudersi segno che il mio fidanzato è tornato.

«È arrivato Ansel?» mi chiede avvicinandosi a me.

«Sì» annuisco uscendo dalla stanza con lui al mio seguito.

Troviamo il giovane attore in cucina intento a sistemare gli acquisti appena fatti.

«Ciao amore» dico avvicinandomi a lui.

Lui mi circonda la vita con un braccio e mi lascia un bacio a stampo «Ciao tesoro – poi si rivolge a Connor – Ciao anche a te» gli sorride.

«Ciao Ansel» risponde il mio migliore amico.

«Allora ti piace la casa?» gli chiede mentre sistema le bevande nel frigorifero.

«Cazzo, sì» ride e Ansel lo segue.

«Cosa hai preso per cena?» gli chiedo sedendomi sul bancone della cucina a isola.

«Cotolette, patatine fritte e birra» mi sorride toccandomi la punta del naso con l'indice.

Guardo l'orario nel display del forno. Le 7.35pm.

«Conn vuoi andare a fare una doccia mentre io preparo la cena?» gli propongo appena Ansel è uscito dalla cucina sicuramente per andare a fare la doccia.

«Certo. Dopo cena finisci di farmi il giro della casa» dice prima di uscire anche lui.

Sospiro profondamente mentre osservo il mio riflesso nel frigorifero. Indosso un paio di jeans neri stretti, una t-shirt nera con sopra una camicia rossa a scacchi rubata ad Ansel, ai piedi al posto delle mie vans nere ci sono un paio di stivaletti con il tacco nero. Esco anche io dalla cucina con l'intento di cambiarmi. Mi dirigo nel corridoio non mostrato a Connor per cambiarmi. Entro in camera e mi infilo dentro la cabina armadio. Mi spoglio rimanendo in intimo e lancio i vestiti nella cesta dei panni sporchi. Osservo i miei vestiti e alla fine opto per un paio di leggins neri e una felpa lunga e larga grigia. Infilo un altro paio di calzettini ed esco scontrandomi con Ansel appena uscito dalla doccia a petto nudo.

«Tutto okay?» mi chiede guardandomi.

«Perché?» chiedo non capendo la sua domanda.

«Sei strana negli ultimi giorni e io sono stato impegnato con il doppiaggio del cartone. Non ci siamo visti molto» incrocia le braccia accentuando i suoi muscoli.

«Sono strana hai ragione. E non va tutto bene, però non ho voglia di parlarne ora. Ti ho detto che non partirò con Connor perché non vuoi che mi allontani di nuovo ma è lo stesso se tanto tu stai fuori di casa» incrocio anche io le braccia al petto.

«Win, cosa sta succedendo?» si avvicina di più a me appoggiando le mani sul mio viso dopo avermi sistemato i capelli fuori posto dietro le orecchie.

«Non lo so. Fatti delle domande» alzo le spalle per poi uscire dalla cabina armadio e dalla stanza lasciandolo lì. Solo. Con i suoi pensieri.


 

«Hai bisogno di una mano?» la voce di Connor mi fa sussultare visto che ero sovrappensiero.

«No solo di un abbraccio» sussurro dopo aver spento il fornello visto che era tutto pronto.

Due secondi dopo sono intrappolata nel suo abbraccio. Metà delle mie preoccupazioni non ci sono più. Mi lascia un bacio tra i capelli per poi prendere da bere e portarlo in salotto sul tavolo già apparecchiato. 
Apro lo sportello in basso ed estraggo due vassoi: uno per le patatine e un altro per le cotolette.
Dopo aver messo le padelle all'interno della lavastoviglie prendo i vassoi e raggiungo Connor.

«Ansel, per piacere puoi portare anche la maionese e il ketchup? Me li sono scordati» chiedo appena vedo la figura del mio ragazzo apparire dalla fine del corridoio.

«Certo» mi sorride fintamente lui.

«Avete discusso di nuovo?» mi sussurra il mio migliore amico appena Ansel entra in cucina.

«Non ti preoccupare. Mangia» lo incito prima di bere un lungo sorso della mia birra.

 

 

 

POV Josh Hutcherson.

 

 

 

Mi giro di nuovo nel letto. Non trovando una posizione comoda per cercare di addormentarmi. Niente da fare. Mi alzo e a piedi scalzi esco dalla stanza. Scendo di sotto dirigendomi in cucina. Prendo un pentolino e lo metto sul fuoco dopo aver versato del latte preso dal frigorifero. Attendo i miei soliti quattro minuti prima di toglierlo dal fuoco e versarlo nella tazza di quando ero bambino.
Mi siedo nello sgabello della cucina ad isola di mia madre dando le spalle al soggiorno e alle scale.

«Cosa ci fai sveglio?» mi volto di scatto trovando il mio migliore amico.

«Non riesco a prendere sonno» borbotto bevendo il mio latte caldo.

«Quello non servirà niente se hai mille pensieri Josh» si siede di fianco a me.

«Dove vuoi arrivare, Avan?» dico seccato. Sono stanco di mille giochetti per farmi parlare.

«Calmati amico. Sono solo preoccupato per te» mi guarda seriamente preoccupato.

«Non devi. Perché io sto benissimo» mento spudoratamente. Se prima mi sentivo un po' meglio da quando ho risentito la sua voce tutto è tornato come prima.

«Sarai anche un ottimo attore Josh Hutcherson, ma non ingannerai mai Avan Jogia. Il tuo migliore amico» afferma.

«Come ti pare» alzo le spalle prima di finire il contenuto della mia tazza «Cosa vuoi sapere?» chiedo arrivando subito al punto.

«Stavi meglio fin quando non è partito Connor ieri. È successo qualcosa?»

Dirglielo o no? Raccontargli o meno tutto sul rapporto tra mio fratello e Winter? So che se continuo a tenermi tutto dentro scoppierò, quindi mi volto verso di lui iniziando a parlare.

«Per arrivare a risponderti devo raccontarti tutto dall'inizio. Se no non capiresti» sospiro.

«Andiamo a sederci sul divano allora» si alza in piedi e io lo imito.

«Quando ho conosciuto Winter era febbraio. Avevamo due settimane di pausa dal set di Mockingjay. Allora ne ho approfittato per tornare in Kentucky dalla mia famiglia. Mio zio è imparentato con il patrigno di Winter. Anzi non è niente visto che-» Avan mi stoppa.

«Josh, calmati. Vai con ordine. Sono qui non mi muovo» mi sorrise lui. «Perchè dici che non è niente per Winter?» mi chiede.

«Perché quella che ha creduto sua madre per diciotto anni non era realmente sua madre. La sua vera madre è morta dandola alla luce. Loro due non erano mai andate d'accordo e quando Christine quella che aveva creduto la sua genitrice per così tanto tempo gli diede la lettera pochi giorni prima dei suoi diciotto anni scoprì la verità e si diede una risposta per il loro rapporto. Il padre di Winter è morto quando lei aveva solo dodici anni, è stata lei a prendersi di cura di suo padre a sperare fino all'ultimo. Sua “madre” l'aveva già dato per morto. Winter era molto legata a suo padre ed è ancora tutt'ora difficile per lei» il mio discorso era totalmente sgrammaticato e avevo ripetuto la parola madre come minimo ottanta volte. Ma non potevo farci niente, le emozioni avevano preso il sopravvento.

«Ha avuto una vita che dire complicata è dire poco» la bocca di Avan era spalancata.

«Ha una forza incredibile. Non so da dove la tiri fuori. È sicuramente la persona più forte che io abbia mai conosciuto» dico appoggiando la testa al divano.

«Vai avanti» disse lui sorridendomi leggermente.

«Ti stavo dicendo che quando abbiamo iniziato a frequentarci io ero ancora impegnato con le riprese di Mockingjay. Lei dopo aver scoperto la verità si è trasferita da me e nel frattempo era arrivato anche Connor. Così quando partii per le riprese in Europa loro due rimasero a casa insieme. Legarono molto, instaurando un rapporto fraterno che dura anche tutt'ora. Avan ti giuro, che quei due sembrano fratelli da quanto si vogliono bene. Quando era partita per le riprese del suo primo film, in Nuova Zelanda se non mi ricordo male noi due ci eravamo già lasciati. Connor andò fin là per andarla a trovare visto che non si vedevano da mesi e gli mancava. Stessa cosa ora, è a New York da lei perché non si sono visti molto l'anno scorso visto che era impegnata sui vari set anche lei» conclusi la storia respirando profondamente.

«Quindi non è in vacanza con i suoi compagni di corso!» esclamò.

«No, è a New York. Lei ed Ansel hanno preso un attico insieme e lui è là con loro» dico semplicemente.

«C'è qualcos'altro?» mi chiede guardandomi attentamente.

«Il pomeriggio prima che partisse mi ha confessato che lei ed Ansel stanno litigando molto ultimamente» alzai le spalle.

«E tu cos'hai intenzione di fare?» un sorriso si formò sulle sue labbra.

«Cos'ho intenzione di fare?» chiedo non capendo.

«Sì, cretino. Cos'hai intenzione di fare per riconquistarla?» mi diede uno schiaffo amichevole dietro alla nuca.

«Non lo so. Non so se lei prova ancora qualcosa per me» appoggio le gambe sul tavolino.

«Allora questa sarà la prima cosa che Connor dovrà scoprire per te» la sua voce era determinata.
Le parole del mio migliore amico arrivano alle mie orecchie come una doccia fredda. La grinta che avevo perduto è tornata. Devo riconquistarla, ad ogni costo. La amo ancora. E credo che lo farò per il resto della mia vita.


 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

Sono penosa lo so. Faccio schifo con gli aggiornamenti, ma questa non è un'estate facile per me. Quindi vi chiedo umilmente perdono, provo ad essere regolare con gli aggiornamenti ma proprio non riesco. Dio sul serio il mio ultimo aggiornamento risale al 15 giugno? Mi faccio schifo da sola. Mi dispiace davvero davvero tanto.


Ma ora passiamo al capitolo.

Connor ha raggiunto Winter a New York e ha letteralmente sbavato sull'attico suo e di Ansel. Le cose con quest'ultimo non vanno affatto bene e oramai non riescono a neanche fingere. E poi abbiamo Josh insonne che prova a bere il latte caldo per dormire ma alla fine si sfoga con Avan e sembra che abbia ritrovato la grinta per combattere per la nostra cara e lunatica Winter Davis.
Ne saprete di più nel capitolo numero 30 che spero di pubblicare molto presto, spero prima della scuola (visto che oramai aggiorno ogni due mesi ahah).

 

Ringrazio tutte le persone che seguono questa storia. E come avrete notato c'è scritto [REVISIONE] di fianco al titolo della storia. Eh sì, la sto revisionando sistemando i primi capitoli che sono scritti diversamente dal capitolo 17 in poi. Quindi sto cercando di metterli tutti a posto. Spero anche qui di finire presto di revisionarli. MA CHISSA', a voi miei cari lettori che mi seguono da un bel po' interessano i nuovi capitoli, ma ai nuovi lettori futuri non gli dispiacerebbe trovare una storia scritta nello stesso formato e più corretta grammaticamente.

Ora vi lascio, lo giuro.

Vi voglio bene Hutchers,

un bacio,

peetarms. 

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Capitolo 30
*** Broken ones. ***


scusate per il gigantesco ritardo, ma non è stato un anno facile.






Pov Winter Davis.



 

"Basta Conn, sono stanchissima" mi siedo nella prima panchina libera che trovo sommersa dalle buste contenenti gli acquisti del pomeriggio.

"Winter Davis, come fai ad essere stanca? Abbiamo appena cominciato, dai dai, devi rinnovare il tuo guardaroba. Quella lì" indica la mia felpa "L'avevi il primo giorno che ti ho conosciuta, e ne sono passati di anni" mi fa una smorfia divertito.

"E quindi? Mi piacciono le mie felpe, ci sono legata" gli faccio la linguaccia.

"Non lo metto in dubbio" si siede di fianco a me "Ma è ora di aggiungere nuovi vestiti a quelli che hai nella tua cabina armadio" mi fa l'occhiolino.

"Non hai idea di quanti vestiti ho in più e che sono stata costretta ad indossare per le serate di Gala e per le prime dei miei ultimi film" sbuffo.

"Sì, nelle foto non eri esattamente a tuo agio" ridacchia "Ma ehi" si alza "Non ti sto dicendo di comprare vestiti lunghi o striminziti. Nella tua semplicità hai buon gusto e questo centro commerciale è enorme, troveremo qualcos'altro oltre alle decina di jeans e camicette che hai comprato" mi tende la mano che afferro più che volentieri.

"Andiamo Conn, sei un incubo" scoppio a ridere.

"Il tuo incubo personale, mia cara" mi scocca un bacio sulla guancia.

Mi era mancato, e tanto.

 

* * *

 

Quattro ore più tardi, di cui una passata imbottigliati nel traffico della Grande Mela, siamo nel parcheggio dell'attico mio e di Ansel. Con l'aiuto di Connor prendo tutte le buste che avevamo posizionato nel bagagliaio e ci dirigiamo verso l'ascensore.
Quando le porte si aprono, troviamo l'attico completamente buio, segno che Ansel non è in casa.

"Ansel?" domanda il mio migliore amico.

Scrollo le spalle e mi dirigo verso la nostra camera seguita da lui.

"Dove te le lascio?" mi chiede.

"Mettile pure dentro la cabina armadio, quando avrò voglia le sistemerò" gli sorrido.

"Okay. Winter ti posso fare una domanda?" si posiziona di fronte a me con le mani libere dalle buste contenenti gli acquisti.

"Certo, dimmi tutto" mi siedo sul letto e mi tolgo le vans lanciandole vicino alla cassettiera.

"Cosa sta succedendo tra voi due?"

"Tra me ed Ansel?" lo guardo inarcando un sopracciglio.

"Sì" sospira "Tra voi due"

"Non ne ho idea sinceramente. Non voleva che partissi per la vacanza con te e l'ho accontentato perché non ci siamo visti molto nell'ultimo anno, ma poi lui passa tutto il tempo fuori casa" mi stendo sul letto distrutta.

"Per lavoro o per altro?"

"Sta dando la voce ad un personaggio in un cartone animato e quindi passa molte ore in studio. Ma dubito che anche a quest'ora stia lavorando" indico l'orologio. Le 10.15pm.

"Perché non lo chiami?" mi suggerisce.

"Perché non ne ho voglia" rispondo immediatamente.

"Win, che stai dicendo?"

"Che non so se ho voglia di continuare questa storia, sono veramente stanca. È stata una storia meravigliosa con Ansel davvero, ma da quando ho avuto tutte quelle proposte e sono passata da un set all'altro, ci siamo persi, non so che cosa sia successo. E a dirla tutta non mi da neanche così fastidio non averlo intorno" passo una mano tra i capelli.

"Vuoi lasciarlo?" quasi grida.

"Non ho detto questo, Conn" mi massaggio le tempie "Ho detto che non so cosa fare"

"Sei confusa, afferrato" mi fa l'occhiolino.

"Sì, esatto, bravo" gli faccio la linguaccia "Ora fuori, ho voglia di fare una lunga doccia bollente"

"Okay, intanto io scelgo un film" alza i pollici in aria prima di uscire dalla mia stanza.

Scuoto la testa divertita e mi alzo lentamente dal letto trascinandomi in bagno, mi spoglio di fronte allo specchio e lancio i vestiti sporchi nella cesta prima di aprire l'acqua calda.
Sciolgo i capelli legati precedentemente in uno chignon veloce ed entro nel box doccia dove ci resto per una ventina di minuti buoni.

 

* * *

 

Quando torno in salotto dopo altri venti minuti, indossando un paio di leggins e una felpa di Connor trovo il mio migliore amico e il mio ragazzo a ridere.

"Ciao" saluto freddamente.

"Oh, ehi ciao amore" mi fa un sorriso Ansel.

"Che film hai scelto?" mi rivolgo a Connor ignorandolo.

"Winter" mi richiama il mio fidanzato.

"Mh?"

"Che hai?" mi prende per il polso e mi fa voltare verso di lui.

"Nulla, tutto okay" mostro il mio miglior sorriso finto e mi libero dalla sua presa.

"Credi che io non sappia riconoscere un tuo sorriso finto?" alza la voce.

"Non ho detto questo" scrollo le spalle "Stai facendo tutto tu" mi siedo di fianco a Connor.

"Ti stai comportando da stronza, di nuovo" marca le ultime due parole.

"Capita" gli sorrido "Succede" altro sorriso.

"Possiamo parlare per favore?" chiede esasperato.

"No, non possiamo, perché ogni volta che proviamo a parlare finiamo per litigare ancora di più" fisso la televisione spenta "E io mi sto seriamente stancando" la mia voce si incupisce.

"Okay, penso che questa conversazione dobbiate affrontarla da soli" il mio migliore amico si alza e scompare dal salotto più velocemente di Usain Bolt.

"Cosa stai cercando di dirmi, Winter?" Ansel si siede nel tavolino di fronte a me.

"Che sono stanca, veramente stanca. Non facciamo altro che litigare, discutere, essere freddi, non è questa la nostra storia, noi non eravamo così. Tu non eri così, non prima che passassi da un set all'altro nell'ultimo anno" lo guardo dritto negli occhi.

Scoppia a ridere ed io inarco il sopracciglio non capendo per quale motivo stia ridendo "Scusami?" mi urla contro.

"Scusami cosa?" mi altero.

"L'unico motivo per cui sei passata da un set all'altro non era per la tua carriera, ma tenerti la mente occupata e non pensare a che casino sia la tua vita e non pensare a Josh" mi punta il dito contro.

"Eccoci, ci risiamo. Josh. Josh. Josh. Josh. Josh e sempre Josh" scoppio a ridere.

"Sì, lui" mi guarda cattivo "L'unico motivo per cui ti sei buttata a capofitto nella tua carriera d'attrice è perché appena vi siete lasciati eri talmente a pezzi che ti sei aggrappata a tutto quello che avevi intorno e ti veniva offerto... compreso me"

"No, questo non è vero" urlo.

"No?" ride "Tutti dormono con le felpe dei propri ex ragazzi, leggono informazioni e si tengono aggiornati su di lui, vero? E non puoi neanche dire che è perché siete rimasti amici, non vi parlate da allora"

"Questo è ingiusto" mi abbandono sul divano esasperata.

"Quello che sto facendo a te è ingiusto? E quello che hai fatto tu a me no? Mh?"

"Se dici che è la verità, perché me lo hai lasciato fare?" grido.

"Perché ti amo talmente tanto che preferisco averti a metà che non averti affatto" urla ancora più forte e le sue parole mi arrivano dritte al cuore sbriciolandolo ancora di più.

"Scusami tanto se non ti amo quanto tu ami me" mi porto le gambe al petto mentre gli occhi cominciano ad inumidirsi "Scusami tanto se sono un completo e irreparabile casino. Scusami tanto se sono un disastro. Scusami tanto se sono e non sono la ragazza che vorresti. Scusami tanto se Josh è stato il mio primo e vero amore e non riesco a dimenticarlo" una lacrima solitaria solca il mio viso privo di qualsiasi tipo di trucco e di qualsiasi maschera, perché la verità è venuta fuori. Per quanto io abbia provato a dimenticare Josh, in qualsiasi modo, lui era un pensiero fisso, costante che non mi abbandonava e abbandona mai.

"Prendo le mie cose, vado a stare dai miei genitori" dopo minuti interminabili Ansel parla talmente velocemente che a stento non compreso le sue parole.

"Ansel, no davvero" mi alzo e lo blocco per un polso.

"Ansel no cosa? Winter sei stata abbastanza chiara, ami ancora Josh! Io non sono lui e non lo sarò mai, quindi chiudiamo qui questa storia" i suoi occhi sono freddi e il suo tono di voce è privo di qualsiasi emozione.

"Okay, allora vai" tolgo le mani dal suo polso e ritorno sul divano mentre le lacrime cominciano a scendere copiosamente e il dolore che provo al petto è allucinante. Le bugie che ho detto in questi anni, in questi mesi, sia a me, sia al resto del mondo sono cadute e il peso è insopportabile.

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