Dauntless

di M4RT1
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologue ***
Capitolo 2: *** Part I - Chapter I ***
Capitolo 3: *** Part I - Chapter II ***
Capitolo 4: *** Part I - Chapter III ***
Capitolo 5: *** Part I - Chapter IV ***



Capitolo 1
*** Prologue ***


DAUNTLESS
 

PROLOGUE
"Ed è pure vero che Sirius in questo momento sta ballando con Augusta Paciock, che avrà quarant'anni più di lui, e James ha cominciato con uno dei suoi attacchi di risate nervose, ma in verità oggi è un giorno felice e voglio che niente lo rovini."






Sirius è già ubriaco. Non che questo comporti una qualche differenza rispetto al solito, dato che il nostro caro Felpato si comporta sempre come se avesse in corpo un'intera scorta di Whisky Incendiario, ma credevo che avrebbe potuto mantenersi solo per oggi. Pur conoscendo il suo spassionato amore per le feste e il loro comportare alcolici gratis, mi ero illuso che il matrimonio del suo migliore amico fosse qualcosa di più che una semplice occasione per bere. Anche se, come dicevo, non ha importanza, perché ubriaco o meno avrebbe comunque fatto delle avances a Marlene e a- ehi, ma quello è Gideon? Okay, forse l'essere ubriaco ha peggiorato il suo già instabile senso della decenza.

Il punto è che non posso corrergli dietro come un babysitter. Ha diciotto anni, è maggiorenne e dovrebbe essere maturo.

"Sirius! Quello è un cespuglio!"

Ecco appunto: dovrebbe. La verità è che gente come Sirius probabilmente non sarà mai matura e credo sia questo il motivo per cui altra gente (come il sottoscritto) stringe amicizia con quella del primo tipo. Una specie di simbiosi. Anche se Sirius lo definirei più un parassita, in questo momento.

E poi c'è James. Non posso fargliene una colpa, se oggi non ha nessuna intenzione di correre dietro al suo migliore amico per impedirgli di molestare sessualmente un cespuglio, anche perché è più o meno un anno che cerca di recuperare Sirius dal baratro in cui rischia di precipitare da quando suo fratello è morto. Soprattutto perché non ne parla, ovviamente, il che peggiora le cose in maniera visibile - ma credo che questo sia uno dei pochi tratti dei Black che si è portato dietro nonostante tutto. Certe volte mi chiedo come sarebbe un Sirius Potter, o un Sirius Minus: piagnucoloso? Gentile? Meno... meno Sirius?

"Ehi Lunastorta, guarda! Guarda qui!"

Ora è intento a scavalcare il cespuglio ridendo come un deficiente. Il completo elegante che indossa - una volta identico a quello di James - ora è sporco di terra e qualcosa di alcolico non meglio identificato. In effetti, credo che anche la mia camicia sia ridotta uno straccio, dopo ore passate ad aiutare Alice e Marlene a controllare che tutto andasse secondo i piani. E devo dire che fin'ora (Sirius a parte) tutto è perfettamente secondo i piani: James, con addosso uno splendido abito nero dai risvolti rossi, ha esclamato il fatidico sì a voce così alta che un paio di passanti si sono affacciati in chiesa chiedendo cosa stesse succedendo; Lily invece l'ha mormorato con una calma che ha sbalordito anche Marlene. Tra parentesi, è stata proprio lei a farle da damigella e ad aiutarla a scegliere il vestito.

Non che adesso conti poi tanto, dal momento che il candore è stato sostituito da un paio di macchie di pomodoro - ma dopotutto suppongo che sposando James, Lily ha sposato anche me, Peter e Sirius. Soprattutto Sirius, il che vuol dire anche farsi macchiare il vestito il giorno delle nozze e pulirlo in fretta e furia con un Gratta e Netta di Molly Weasley. 

Credo che in effetti sposare James non sia un affare per nessuno, considerata la sua immensa propensione a parlare di Quidditch e il fatto che invitare Peter a casa costi parecchio, in fatto di cibo. Non che non sia contento, eh: sette anni trascorsi ad ascoltare il mio amico e le sue fantasticherie su Lily e su parti di lei di cui non si dovrebbe parlare basterebbero a far desiderare a chiunque che i due convolino a nozze e magari abbiano tanti bambini, anche in tempi in cui sposarsi è l'ultimo dei nostri problemi. In effetti non credo ci saranno molti matrimoni, a parte il loro... mi sto facendo di nuovo prendere dal pessimismo, o almeno è quello che dice Sirius nei suoi rari momenti di maturità. Rarissimi, rarissimi momenti.

Ed è pure vero che Sirius in questo momento sta ballando con Augusta Paciock, che avrà quarant'anni più di lui, e James ha cominciato con uno dei suoi attacchi di risate nervose, ma in verità oggi è un giorno felice e voglio che niente lo rovini. E' per questo che mi avvicino timidamente a Peter.

E' appostato accanto al buffet, nella zona dolci. Inutile dire che ho contribuito attivamente a creare tutto quello che ha al suo interno del cioccolato ed è altrettanto inutile osservare che non c'è più nulla di quello che ho creato perché tutto è finito nella pancia del mio grasso amico. In questo momento, Peter mi osserva con i suoi occhietti celesti.

"Sono carini insieme, vero?" mi domanda.
"Sì, Pete" rispondo, anche se in questo momento Sirius sta vomitando sui piedi di James.





 

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Capitolo 2
*** Part I - Chapter I ***


DAUNTLESS
PART I - HOGWARTS

CHAPTER I
"Il fatto che Sirius, con tutta probabilità, sia rimasto seduto fuori alla cabina doccia, probabilmente inzuppandosi il sedere di acqua e sapone solo per il gusto di fissare la mia ombra e darmi fretta, ecco questo mi disturba parecchio."



 
11 Ottobre 1977


Sirius mi osserva. O meglio, osserva la porta chiusa del bagno e dietro quella porta ci sono io, nudo, che mi lavo. Quindi, anche se tecnicamente non è così, Sirius mi sta osservando.

E sono sicuro che non c'entri nulla il fatto che io sia sotto questa doccia da venticinque minuti, perché tutti sanno che dopo gli allenamenti ho bisogno di rilassarmi e lavare via l'odore della fatica e della sofferenza - eppure la sensazione di essere osservato si è acuita negli ultimi cinque minuti e mi ha spinto a ridurre la doccia da quarantacinque a trenta.

"Sirius! Smettila di aspettare lì fuori, porco cane! Sto uscendo!" grido mentre faccio scorrere la manopola della doccia fino ad arrestare il getto d'acqua bollente e piacevole. Ad occhi chiusi (ci è finito dentro del sapone e comunque non vedrei nulla senza occhiali) cerco il bordo della tenda rossa e la strattono, allungando le mani come uno zombie. Metto un piede fuori (il pavimento è gelido) e, finalmente, ritrovo le lenti. 

"Lo so che stai uscendo" risponde la voce del mio migliore amico e non posso fare a meno di notare che è un tantino vicina per appartenere a qualcuno fuori la porta. Inforco gli occhiali e quel che vedo conferma la mia logica schiacciante: Sirius Black non si trova affatto fuori, bensìdentro il bagno - più precisamente di fronte a me che, per la cronaca, sono completamente e vergognosamente nudo. Ora bisogna specificare una cosa: a me non da fastidio che i Malandrini mi vedano nudo, non in condizioni normali almeno, anche perché loro sono maschi e io pure, quindi fondamentalmente non svelerei loro nessun temibile segreto sui miei genitali. Il fatto che Sirius, con tutta probabilità, sia rimasto seduto fuori alla cabina doccia, probabilmente inzuppandosi il sedere di acqua e sapone solo per il gusto di fissare la mia ombra e darmi fretta, ecco questo mi disturba parecchio.

So che è scontato chiederlo, anche perché le macchie di bagnato sul deretano del mio migliore amico la dicono lunga su come abbia trascorso l'ultima mezz'ora, ma ci provo comunque. Mentre allungo una mano verso l'accappatoio - rosso, ovviamente, perché James Potter non può indossarne uno di un altro colore - gli pongo la domanda che frugherà ogni mio dubbio: "Sei stato qui tutto il tempo, Sir?" mormoro, strofinandomi i capelli con un asciugamani.

Felpato annuisce con enfasi, quasi sia orgoglioso di aver trascorso parte della sua vita a fare il guardone. "E ha anche funzionato! Sei uscito con tredici minuti di anticipo!" esclama tutto fiero. Ed è in questo momento che mi rendo conto che non solo mi ha dato fretta impedendomi di lavarmi come avrei voluto, ma ora mi sta anche spingendo fuori dal bagno perché deve curare l'igiene del suo indegno corpo. 

Protesterei, se non fossi scalzo e inzuppato e coperto di pelle d'oca. Ma, appunto, lo sono, quindi mi limito ad arraffare la bacchetta che tenevo poggiata accanto al lavandino e scivolare fuori giusto in tempo per evitare che il mio migliore amico mi chiuda le dita nella porta. Il che non è esattamente una cosa da migliori amici, ma Sirius è particolare anche in questo. 


"Ti ha di nuovo cacciato, eh?" 

La voce di Peter, che è seduto sul letto a gambe incrociate e tiene un tomo di Trasfigurazione aperto sulle ginocchia, mi accoglie nel Dormitorio. E' in pigiama, il suo enorme pigiama celeste, ed è anche circondato da dolci e carte di dolci: l'immagine della felicità. Io invece in questo momento potrei rappresentare la depressione, l'infelicità, la disperazione - nudo e accovacciato di fronte al mio baule nella disperata ricerca di una camicia.

E il punto è che, probabilmente, non esistono nemmeno camicie pulite nel mio baule. Non perché io non le spedisca a lavare, eh, ci tengo alla pulizia (Sirius sostiene addirittura che sia un tantino fissato e che spedire le camicie a lavare ogni giorno sia da paranoici, ma è solo perché non ha mai capito davvero che chiunque potrebbe diventare come Mocciosus se non sta attento) - ma, come dicevo, il punto non è che le camicie siano tutte sporche sul fondo del baule come succede a qualcuno di mia conoscenza. Il punto è esattamente quel qualcuno di mia conoscenza: perché se Sirius Black ha messo piede qui un mese fa come d'altronde tutti noi ed è l'unico a non aver ancora richiesto il lavaggio di un bel niente, allora è solo grazie ai miei vestiti.

Come a confermare questa tremenda ipotesi, Felpato esce dal bagno già pronto e giurerei che ciò che sta usando per asciugarsi i capelli sia la mia maglietta del Quidditch. E okay, è vero che al terzo anno gli ho detto che poteva usare le mie cose e generalmente lo fa senza problemi - ma oggi non è un giorno da generalmente. Oggi è Il Giorno, il primo da quando sono arrivato quest'anno in cui la mia ronda sarà fianco a fianco con Evans. Il che vuol dire che, se ce lo avessi, indosserei anche un cappello a cilindro, ma che essendo obbligato alla divisa, vorrei almeno evitare di ricordarle il suo ex untuoso amico (ex amico, perché untuoso lo è ancora). 

"Sir?" sussurro quindi, pregando che l'ultima camicia che gli ho prestato non sia finita di nuovo sul fondo del suo baule schifoso. "Mi servirebbe la divisa."

Lui non da segno di avermi sentito. Cammina con calma fino al letto, ci si stende sopra, fissa il baldacchino per qualche secondo e poi, finalmente, mi degna della sua nobile attenzione.

"Intendi quella che mi hai prestato ieri, Jamie?" mi domanda con finta innocenza, strappando con i denti l'incarto di un pacchetto di Gomme Bolle Bollenti. Come se non sapesse che esattamente quella che cerco (o una delle altre cinque, eh).

"Sì."

"Oh, è a lavare."

Il silenzio cade sul Dormitorio, rotto solo dallo sfogliare delle pagine di Peter e dall'incessante masticare di Sirius. Come se non bastasse impedirmi di fare bella figura con Evans si permette pure di masticare rumorosamente una gomma. Devo passare al contrattacco.

"Bene" ribatto quindi. "Nessun problema, prenderò qualcosa di tuo."

Sirius è molto geloso delle sue cose.

"No, James" contrattacca subito, sedendosi più dritto. Ci sono dei comportamenti di lui - tipo come ora, quando si alza all'improvviso - che me lo fanno assimilare sempre di più a un cane; certe volte ho paura che prima o poi comicerà a marcare il territorio con la pipì e, allora, credo che a Remus verrà seriamente un attacco di nervi e perderemo per sempre il nostro Prefetto. 

Siccome il momento non è ancora arrivato, però, posso continuare a stuzzicare Sirius e guardarlo ringhiare.

"Sì, Felpato" dico quindi ostentando tranquillità. Mi avvicino al suo baule e lo apro con indifferenza, buttando giusto uno sguardo: un groviglio di vestiti firmati e felpe e biancheria maleodorante mi accoglie, scoraggiandomi del tutto circa il mio piano diabolico. E' chiaro che nulla di quello che potrei recuperare da questo baule sarà in grado di essere indossata senza passare per la lavanderia. Ed è altrettanto chiaro che stasera, alla ronda con Evans, ci andrò nudo. "Hai davvero intenzione di sopravvivere fino a giugno solo con i miei vestiti?" domando, incuriosito. "Sai, è vero che ormai vivi a casa mia, ma questo non vuol dire che tu debba vivere a spese dei miei genitori" aggiungo.

Sirius mi guarda di sbieco.

"Jem" dice, pacato. "I tuoi genitori sarebbero felici di sovvenzionare me al tuo posto" annuncia con finta tristezza. "Sai, non volevo dirtelo ma per loro io sarei di gran lunga meglio di te."

Sirius dovrebbe pagarla per quello che ha detto - e che non è assolutamente vero, tra l'altro. O almeno non del tutto, forse in parte. E comunque non tutto quello che i miei dicono è da prendere alla lettera. In ogni caso, Sirius dovrebbe pagarla e per un secondo mi attraversa l'idea di prendere uno dei suoi capi buoni dal baule e tirarglielo in faccia con violenza. Poi, però, ricordo l'olezzo che si è alzato dal suo bagaglio e il fatto che tra i vestiti puliti si annidano mutande usate e calzini lerci e forse dei Doxy e decido di lasciar perdere. Richiudo il baule e mi rassegno a presentarmi da Silente in pigiama.


 
***


Quando finalmente esco dal buco del ritratto, la Signora Grassa si sta preparando già a dormire. Il che è assurdo perché, in quanto quadro, non dovrebbe avere necessità di dormire, giusto? Eppure a quanto pare dorme eccome, soprattutto a giudicare dalle imprecazioni in cui si esibisce quando la svegliamo in piena notte - certe volte ho paura che cominci a urlare e allerti Gazza, ma a parte qualche minaccia non si è mai sbilanciata troppo.

Questa volta, comunque, sono giustificato a uscire dalla Sala Comune allo scoccare del coprifuoco, quindi mi limito a sorriderle mentre mi allontano. Ci sono due cose da dire su questo momento: la prima è che ho trovato la divisa; o meglio, Remus mi ha prestato una delle sue - il che vuol dire che la camicia mi sta stretta e i pantaloni sono un po' lunghi, ma non posso lamentarmi dato che il vecchio Lunastorta si è dimostrato un vero amico, a differenza di colui che scrocca vitto e alloggio da me da ormai due anni. La seconda cosa, molto più importante, è che passeggiare per i corridoi deserti senza Mantello e con due spille appuntate sul maglione mi da una sensazione strana: è come se il mondo fosse a rovescio o stessi sognando. Mi aspetto che da un momento all'altro Gazza spunti fuori per punirmi o Remus mi svegli - o magari tutte e due le cose, dato che mi è capitato di sognare il custode che mi appendeva per i pollici e-

"Evans!"

E Lily Evans è di fronte a me. Il che non c'entra nulla con i pollici e Gazza, ma è comunque una notizia degna di nota. Mi sistemo i capelli mentre le vado in contro, sorridendo. Lei non sorride, invece: ha gli occhi stretti a fessure e la bocca chiusa in una linea piatta, le mani sui fianchi. E' una sorta di insulto non verbale, quell'espressione?

"Potter" mi dice, gelida. "Sei in ritardo."

Lo sono di dieci minuti esatti, il che mi sembra un po' pochino per giustificare una simile arrabbiatura, ma c'è da dire che Lily Evans è arrabbiata con me per antonomasia, quindi un mio ritardo ai suoi occhi probabilmente giustificherebbe anche un Anatema che Uccide, forse.

"Lo so" mormoro io, quindi. Cerco di mantenere un tono neutrale ma, in realtà, mi sento esaltato e terrorizzato insieme: esaltato perché sono di fronte a una Lily Evans che, per quanto possa rendersi odiosa e punzecchiarmi, è costretta a trascorrere mezza nottata con me; terrorizzato perché, beh- per lo stesso motivo, in effetti: Lily Evans non è solo la ragazza più bella del mondo e la mia futura moglie, madre dei miei figli e zia di quelli di Sirius, lei è anche una persona pericolosa. Pericolosissima.

"E come pensavi di scusarti con Silente?" mi sta domandando e giurerei che la sua mano, infilata nella tasca del mantello, sia stretta a pugno. Spero solo non intorno alla bacchetta perché la mia l'ho dimenticata in Dormitorio. Il che sarebbe una cosa vergognosa per chiunque, ma per me lo è triplamente: primo, sono James Potter e per definizione potrei necessitare di un mezzo per difendermi da qualche Serpeverde a cui la mia persona non sta particolarmente simpatica (tipo Mulciber, dato che fino a poco fa aveva due teste e non per dote naturale); e poi sono un Caposcuola, giusto? Si suppone che debba risolvere eventuali controversie tra studenti; e terzo, ma non ultimo punto, c'è sempre la questione Evans. 

"Inventando una scusa, ovviamente."

"Oh, sono felice di sentirtelo ammettere."

"Bene."

"Benissimo."

"Eccellente."

Camminiamo in silenzio fino alla fine del corridoio, poi cominciamo a scendere una rampa di scale. Vorrei chiederle dove siamo diretti ma ho l'impressione che mi risponderebbe in maniera sgarbata se lo facessi, così mi limito a seguirla: una, due, tre rampe. La quarta quasi ci divide mentre decide allegramente di ruotare. Poi altre due e, alla fine, un'ultima scalinata ripida e scivolosa.

Solo quando capisco dove effettivamente stiamo andando oso chiedere: "I sotterranei?"

Lily mi lancia un'occhiata sprezzante. "Certo che sì, Potter. C'è la Sala Comune dei Serpeverde."

Vorrei spiegarle che non mi importa un accidenti se per caso una Serpe si scontra con un compagno e magari finiscono entrambi in Infermeria ma, per la seconda volta, dubito che ne sarebbe felice e così desisto e resto in silenzio.

I Sotterranei sono assolutamente il posto peggiore di Hogwarts. Mi chiedo come abbiano fatto i Fondatori a concepire un luogo così lugubre e freddo e umido per degli studenti; perfino io, che notoriamente odio chiunque appartenga alla Casa di Salazar, non augurerei a nessuno di trascorrere la sua vita in un posto tanto tetro. E poi c'è la questione delle torce: se dal primo piano in poi c'è una fiaccola per ogni due lastre di marmo, qui ce n'è una ogni sei, il che contribuisce all'aria da incubo, al freddo e anche al farmi inciampare ogni due passi su Lily Evans, che ovviamente crede che lo faccia di proposito e mi lancia occhiatacce. 

"Perché non accendi la bacchetta come ho fatto io?" mi domanda, furiosa, dopo la quinta volta che le finisco addosso. 

"Ho dimenticato la mia in camera" rispondo piattamente. Forse con questo tono non si renderà conto della gravità della cosa.

"Hai dimenticato la bacchetta?" ripete invece, attonita. "Hai cominciato una ronda senza bacchetta magica?"

Alla luce bianca della sua, sembra decisamente spettrale. Il suo viso è un'indistinta macchia bianca e nera con qualche ombra grigiastra qua e là e i suoi capelli sembrano più arancioni che rossi. Ma soprattutto sembra ancora più minacciosa. Sta sicuramente per affatturarmi. Lo sta facendo, ne sono certo. Ha quasi puntato la bacchetta su di me quando un rumore interrompe il suo tentativo di omicidio e la fa sobbalzare.
Vorrei dire che è l'unica a farlo, ma ovviamente anche io sono trasalito e okay, lo ammetto, credendo che fosse stata lei a causare il boato sono anche corso più lontano possibile dalla Evans - riflessi sviluppati, una delle cose che ti lascia essere un Cercatore. Mi avvicino con finta noncuranza, come se il fatto di trovarmi una decina di metri più lontano rispetto a prima sia un dettaglio privo di importanza, ma lei è ancora troppo impegnata a cercare la fonte del rumore per notarmi.

"Cosa credi sia stato?" mi chiede, sussurrando. Mi astengo dal riferirle che magari è solo un Serpeverde precipitato dalle scale perché uno, non credo lo gradirebbe e due, nemmeno Mulciber farebbe tanto rumore. E poi in ogni caso sono certo che nessun Serpeverde sarebbe così stupido da non silenziarsi le scarpe - o forse qualcuno lo sarebbe.

In ogni caso, non voglio fare la figura del fifone davanti a Lily, così sorrido. "Probabilmente solo Mrs Purr" rispondo. La faccia della ragazza è un misto tra "sei un idiota" e "un gatto non può fare tanto casino" e sono sicuro che sta lavorando per trovare una risposta acida che comprenda entrambe le idee, ma alla fine se ne esce con un scontato: "Smettila di sorridere, Potter."

E io smetto. Ovviamente il punto non è che lo faccio perché me l'ha detto Evans, ma è che il rumore si è ripetuto e comincio a dubitare che si tratti davvero di uno studente. Perché nessuno, nemmeno Mocciosus, è così stupido da ripetere lo stesso tonfo due volte. Il che però lascia spazio a ipotesi ben più inquietanti di qualche invasato che crede di poter far baldoria sulle tracce dei Malandrini.

"Msr Purr deve essere veramente ubriaca per fare tanto baccano" commenta Evans, riaccendendo la bacchetta e avviandosi con sicurezza verso il piano superiore. In effetti nemmeno io gradisco restare qui giù ma c'è una parte di me, quella che si occupa dell'istinto di sopravvivenza, che mi suggerisce che avvicinarsi alla fonte del rumore sia peggio di sopportare un po' d'umidità e la puzza dei Serpeverde.

"Lily?" sussurro in direzione della luce che si fa sempre più piccola e lontana. "Non sarebbe meglio restare qui?"

Per tutta risposta, la ragazza continua a muoversi verso le scale. Alla fine si volta giusto un secondo per dirmi "Se vuoi rimanere qui fa' pure, io vado a vedere. Sono Caposcuola ed è un mio preciso dovere" e comincia a salire.

Ora, precisiamo: io non sono un codardo, okay? Anzi, mi ritengo abbastanza coraggioso, a dire il vero, e credo di averlo dimostrato più volte. Però coraggio non vuol dire per forza stupidità (anche se per molti Grifondoro è esattamente questo) e, detto francamente, se al posto della Evans ci fosse stata Mary Uber dei Serpeverde, Chris Comesichiama Tassorosso o Mike Corvonero Sonofigo me la sarei data a gambe - perché un rumore sospetto nella scuola deserta è il male. Solo che, appunto, c'è Lily Evans davanti a me e non posso lasciarla da sola. Non che non creda che sia in grado di cavarsela (ho più paura per la fonte del boato che per lei) ma perché devo assolutamente dimostrarle il mio coraggio, se voglio una possibilità in più. O una possibilità e basta.

"Potter!"

"Sì, Evans?"

"Sei senza la bacchetta. Perché mi segui?"

"Sono molto coraggioso."

"Oh, Godric! Perché i Grifondoro sono quasi tutti stupidi?"

Non credo di essere compreso nel quasi.







 
N.d.A.: eccomi di nuovo qui.
Ho fatto un passo indietro introducendovi il Settimo Anno ad Hogwarts dei Malandrini: James e Lily Caposcuola, Dormitori in casinati e roba varia. Vorrei però specificare che la storia non sarà ambientata totalmente a Hogwarts in quanto è mia intenzione accompagnare i Malandrini fino alla fine della Prima Guerra Magica, quindi ben quattro anni dopo i MAGO.
Detto questo, vi informo anche che da ora in poi userò solo il PoV James - tranne nell'Epilogo, ma vedrete poi u.u
Vorrei infine ringraziare i lettori che hanno inserito la storia tra le Preferite, le Ricordate o le Seguite e beh, spero continui a piacervi :3

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Capitolo 3
*** Part I - Chapter II ***


DAUNTLESS
PART I - HOGWARTS

CHAPTER II
"Sirius è Grifondoro. Sirius è un fiero Grifondoro e in parte questo lo deve all'odio per la sua famiglia. Quando avevamo dodici anni e suo fratello arrivò a Hogwarts, una parte di lui sperava che si unisse a noi (o a qualunque altra Casa che non fossero i Serpeverde) ma non fu così. Il fatto che ora quello stesso fratello, che tra l'altro non gli parla da quando è scappato, gli stia chiedendo di unirsi alla causa che lui ha sempre ripudiato, giustifica il tremore della bacchetta di Felpato e l'odio nei suoi occhi.
"Sai che non posso, Regulus" dice solo. "Vieni tu da noi, invece. Sono disposto a perdonarti."


 


Siamo quasi al secondo piano quando il rumore si ripete e, questa volta, è forte abbastanza da far tintinnare le cornici dei quadri e i portacandele. Non saprei definire precisamente il suono, ma se proprio dovessi direi che assomiglia al casino che fa Sirius quando Remus chiude a chiave la porta del Dormitorio e lui resta fuori e comincia a sbattere contro la porta con tutto il suo peso sperando che ceda.

Ovviamente non lo fa mai e alla fine Sirius dorme in Infermeria con la spalla slogata.

Questo rumore, però, è amplificato cento volte anche se credo che di base sia lo stesso. Il che non mi piace, non mi piace affatto, dato che mi è appena venuta in mente l'immagine di un Sirius gigante che cerca di sfondare la porta con la sua enorme spalla. E ancora peggio, il rumore di decine e decine di passi interrompe la passeggiatina romantica mia e di Evans: gli altri studenti si sono accorti del boato e stanno confluendo tutti al primo piano. 

"Che si fa?" chiedo. Se non fossi preoccupato, la cosa mi divertirebbe non poco, anche perché la Evans sembra in piena crisi di panico e non vedo Prefetti nelle vicinanze.

"Dobbiamo fermarli!" grida la ragazza. Mi stupisco nel notare che è appena udibile al di sopra del caos di voci e passi e del boato che si sta ripetendo un po' troppo, per i miei gusti. Per la prima volta nella mia vita, mi ritrovo a sperare che i professori arrivino e ci colgano tutti in flagrante. Ma ovviamente quando è necessario perfino la McGranitt si eclissa e tocca a me strappare la bacchetta dalle mani di Evans e mormorare "Sonorus" puntandola contro la mia gola.

"Ehm, ragazzi?" provo e mi stupisco gradevolmente del fatto che l'incantesimo mi sia riuscito al primo colpo. Non sono altrettanto contento del fatto di essere stato ignorato, invece. "Ragazzi?" riprovo, questa volta gridando. Tutto il rumore attorno a me cala, cala al punto da lasciare la mia come unica voce. A questo punto mi concedo una breve occhiata: tutti gli studenti di Tassorosso sono fuori dai Dormitori, o almeno così sembra, il che è abbastanza logico dato che la loro Sala Comune si trova esattamente sotto l'ingresso (sempre che il boato provenga davvero da lì). Quello che non mi spiego è perché anche buona parte delle altre Case si sia alzata per curiosare nei corridoi, in pigiama. Ma, soprattutto, non mi spiego perché i Malandrini non siano tra questi. "Ragazzi, non sappiamo cosa stia succedendo" provo. "Ma vi preghiamo di tornare nei Dormitori mentre noi provvediamo a chiamare aiuto."

Anche mentre lo dico mi rendo conto che è la cosa più stupida del mondo, perché io sarei il primo a disobbedire apertamente a questa imposizione. O almeno, lo sarei se avessi una bacchetta e degli amici. Come preso da un'illuminazione, riavvicino la bacchetta alla mia gola e grido: "Se qualcuno avesse visto Sirius Black, Remus Lupin o Peter Minus in giro, allora vi prego di-" ma la Evans mi ha già strappato il microfono improvvisato dalle mani e ha spezzato l'incantesimo. Così mi ritrovo muto di fronte a trecento studenti in pigiama.

E il boato è sempre più forte.

Sto quasi per piangere quando, finalmente, la barba bianca di Silente si fa strada tra gli studenti. Per fortuna insieme alla barba c'è anche il resto, ma non è questo il punto. Il punto è che, se i professori sono arrivati, allora la situazione è più grave del previsto ma noi - io e Lily - siamo finalmente liberi da responsabilità. E infatti il Preside ci sta proprio dicendo di tornare ai Dormitori portandoci dietro tutti quando, finalmente, i miei tre migliori amici spuntano tra la folla. Indossano tutti il pigiama, tranne Remus che ha ancora camicia e pantaloni, e stringono le loro bacchette - Sirius ghigna malefico e per un secondo penso che sia stato lui a fare quel baccano. Poi, però, il rumore si ripete e Felpato impallidisce.

"Ragazzi" li chiamo, spingendo via alcuni primini per raggiungerli. Reprimo gli insulti che mi verrebbero per il fatto che nessuno di loro sembra avermi portato la bacchetta e mi inserisco tra Lunastorta e il piccolo Peter, che sembra nel panico più completo. Sta addirittura tremando e se non fosse così grasso e pesante avrei l'impulso di prenderlo in braccio, ma per evitare di autoschiacciarmi mi limito a passargli una mano sulle spalle mentre l'ennesimo tonfo, questa volta molto più forte, scuote le pareti.

"Gli studenti tornino nei propri Dormitori!" tuona Silente. "I Prefetti e i Caposcuola si assicurino che nessuno sia rimasto indietro!"

Ed è proprio allora che accade l'impensabile.


 
***


Okay, ricapitoliamo la situazione: c'è Silente, al centro di una rampa di scale, che ci urla di andare a dormire; ci sono centinaia di studenti in pigiama, abbarbicati sulle altre rampe, che parlottano tra loro; c'è un rumore sconosciuto e minaccioso; ci siamo noi quattro misti alla folla, vicini. Insomma, a dire il vero non è niente di diverso da quello che succede più o meno una sera alla settimana se non fosse che, questa volta, non siamo stati noi a creare tutto questo.

E la cosa è ben dimostrata da Peter che trema, Sirius che non sghignazza, Remus che prova a convincere gli studenti più vicini a tornare ai loro letti e me che non fisso la Evans. A proposito, dove diavolo si è cacciata? Sto per chiamarla urlando quando, appunto, accade l'impensabile.

E l'impensabile non è che di sua spontanea volontà Lily Evans mi chiede di andare a Hogsmeade insieme o Remus decide di non proseguire gli studi. L'impensabile è che un enorme scricchiolio ci annuncia che il portone d'ingresso ha ceduto e, nel contempo, alcuni tra gli studenti tirano fuori le bacchette e le puntano contro altri studenti. Una breve panoramica mi informa che praticamente gli studenti armati sono quasi tutti Serpeverde e che, tra di loro, ci sono sia Mocciosus che il fratello di Sirius. E siccome nulla che comprenda entrambi gli individui citati potrebbe rivelarsi positivo, la cosa non mi piace affatto.

Nel momento stesso in cui tutto ciò accade, la maggior parte degli studenti capisce che è davvero ora di tornare a dormire e decide di farlo contemporaneamente, urlando e spingendo e rischiando di precipitare di sotto passando dai corrimano. In breve tempo anche noi ci ritroviamo vittime di spintoni e calci e siamo costretti a risalire almeno una rampa per poi trovare riparo in una nicchia vuota e osservare gli studenti scappare di sopra. 

"Che facciamo?" domanda Remus, senza fiato. Stringe spasmodicamente la bacchetta e sobbalza ad ogni rumore.

"Andiamo sopra con gli altri" suggerisce Peter. Anche lui non sembra troppo contento di trovarsi in mezzo a quel caos. Eppure nessuno si muove. Gli studenti in fuga sembrano non finire mai. A un certo punto, però, qualcosa cambia: le grida non sono più quelle isteriche di chi non ha capito una Pluffa di cosa stia succedendo e sta solo provando a non essere calpestato. Ora c'è paura, paura vera, e le corse si fanno
più disperate. 

"Sentite, io vado a vedere che succede" annuncio agli altri, arrischiando qualche passo all'aperto. Ignoro il pigolio di Peter e sento che qualcuno mi sta seguendo, ma non mi volto a vedere chi. 

La scalinata è gremita di persone e lampi. Lampi rossi e verdi e di altri colori che non riesco a collegare agli incantesimi. Ma la cosa impressionante è che gli studenti combattono tra loro: vedo due Tassorosso schivare i fiotti di luce di un Serpeverde grosso che riconosco come Mulciber e alcuni Corvonero stanno inseguendo studenti che non riesco a identificare. Caos e grida affollano la stanza e in breve tempo Sirius, che era accanto a me, viene inglobato in quella che sembra una battaglia in piena regola. Lo osservo affiancare Marlene McKinnon e lanciare uno Stupeficium ad Avery - lo sapevo che non me la contava giusta, quello. Un fiotto di luce viola sfiora il mio migliore amico e sobbalzo, quasi gridandogli di spostarsi; per fortuna, la ragazza che gli sta accanto riesce a farlo abbassare in tempo e la luce si infrange in una statua, che si scioglie letteralmente sotto i miei occhi. Evito di pensare che effetto avrebbe avuto su Sirius.

"Potter! Ma che stai facendo?"

La voce di Evans mi riscuote dalla contemplazione di Sirius e Marlene che combattono. Anzi, direi che più che la voce è la sua mano che mi strattona e poi mi getta malamente dietro un'armatura a farlo. 

"Evans" sbotto. "Il mio migliore amico rischia di morire!" 

Per tutta risposta, la ragazza mi indica con la bacchetta. "Non sei nemmeno armato, deficiente" dice, il tono un tantino isterico. Mi sento lusingato e imbarazzato insieme, ma la mia natura troppo ottimista mi fa elaborare un unico pensiero: Lily Evans mi sta salvando la vita.
Così annuisco e faccio per strapparle la bacchetta di mano, ma ovviamente lei non è molto d'accordo e me la infila praticamente nel naso per evitare le mie dita. Stiamo ancora combattendo tra noi quando una figura ci si avvicina.

Il primo pensiero che ho è che ovviamente non è uno studente, perché non credo che a Hogwarts sia permesso girare con delle maschere argentee in faccia e un cappello a punta; il secondo pensiero è che morirò in un groviglio umano con Evans e i miei amici potrebbero pensare che almeno sono morto felice e magari dimenticarmi più in fretta, quando in realtà non sono affatto felice di ritrovarmi la bacchetta di Lily in un orecchio e le sue dita in bocca; il terzo pensiero è che forse sarebbe il caso di scappare.

"James!" grida a quel punto Lily, poi scoppia il caos. C'è un lampo, un mucchio di scintille sul pavimento, un movimento della bacchetta affianco a me e la figura cade, svenuta. "Deve essere un Mangiamorte" sussurra la ragazza che mi ha appena salvato la vita di nuovo. E in effetti, ora che lo pronuncia, quel nome non mi è nuovo.

"I seguaci di Voldemort" mormoro. Non che sia particolarmente informato perché a Hogwarts certe notizie entrano a stento, ma durante l'estate chiunque ha avuto modo di conoscere quello che sta succedendo. Immagino che per i Nati Babbani sia anche peggio. Mi avvicino cauto alla figura incappucciata e, ignorando i gemiti della Evans, mi chino fino a toccare la maschera con una mano. Nel momento in cui lo faccio, questa si dissolve e mi mostra il volto di chi c'è sotto. "Bellatrix" sussurro. "La cugina di Sirius."

In un momento sto correndo dai miei amici. La battaglia continua a infuriare e i professori sembrano essersi eclissati, anche se dai rumori che provengono da sotto credo che stiano risolvendo problemi ben più grossi di un paio di studenti ribelli. In particolare, suppongo che la simpatica parente del mio migliore amico fosse a stento riuscita a scappare dalle grinfie dei miei insegnanti. Cerco di schiarirmi i pensieri guardandomi attorno: quasi tutti gli studenti sembrano star bene e quelli svenuti (Schiantati, per lo più) sono tutti dalla parte dei cattivi; ci sono un paio di feriti, se non erro, una ragazzina Corvonero che deve essere stata sorpresa durante la fuga e un ragazzo Serpeverde che si regge un braccio con la mano sana. Solo due battaglie continuano ad animare il castello e naturalmente in una è coinvolto il mio migliore amico - perché non sia mai che eviti una rissa, Sirius Black. Vorrei aiutarlo, davvero. Vorrei schiantare quel deficiente di Goyle e fracassargli la testa ma, ovviamente, oggi è l'unico giorno della mia vita in cui sono disarmato e tutto quello che posso fare è urlare a Sirius come una fan isterica a una partita di Quidditch, cosa che - posso testimoniare per quanto riguarda il Quidditch - non lo aiuterà minimamente e danneggerà le mie corde vocali. 

Dopo interminabili minuti di panico, finalmente, Sirius Schianta Goyle. Non è nulla di epico, anche perché il mio amico è praticamente scivolato su Marlene e lo Schiantesimo è partito senza mira e solo per fortuna è finito sul bersaglio giusto - fatto sta che tutti i cattivi sono a terra. Sto tirando un sospiro di sollievo. Lo sto tirando.

"Regulus!"

Ecco, lo sapevo. Non devo mai tirare sospiri, io. Con lo sguardo perso, osservo il mio migliore amico inseguire una macchia nera indistinta con al collo i colori dei Serpeverde. A giudicare dal suo strillo direi che è suo fratello, ma non è questo il problema (almeno non ora): il problema è che suo fratello gli sta puntando la bacchetta contro e lo guarda con gli stessi suoi occhi ma un'aria crudele che Felpato non avrà mai.

"Vieni con me, Sirius" gli dice. "Unisciti a noi."

Sirius è Grifondoro. Sirius è un fiero Grifondoro e in parte questo lo deve all'odio per la sua famiglia. Quando avevamo dodici anni e suo fratello arrivò a Hogwarts, una parte di lui sperava che si unisse a noi (o a qualunque altra Casa che non fossero i Serpeverde) ma non fu così. Il fatto che ora quello stesso fratello, che tra l'altro non gli parla da quando è scappato, gli stia chiedendo di unirsi alla causa che lui ha sempre ripudiato, giustifica il tremore della bacchetta di Felpato e l'odio nei suoi occhi.

"Sai che non posso, Regulus" dice solo. "Vieni tu da noi, invece. Sono disposto a perdonarti."

Regulus Black ride, una risata totalmente diversa da quella del fratello. Muove qualche passo in avanti e dice: "Perdonare? Tu perdoneresti me? Chi è che ha tradito la sua famiglia, eh? Chi è che mi ha lasciato lì ed è fuggito? Chi-" poi si interrompe di botto e i suoi occhi grigi vagano fino a incrociare i miei. Sono in piedi accanto al mio migliore amico e, con sorpresa, mi accorgo che dietro di noi ci sono Remus e Peter. "E' per loro, vero?"

Questa volta la voce di Regulus risuona forte nello spazio deserto. Mi chiedo se l'assenza di rumori voglia dire che la battaglia è finita o, semplicemente, si è spostata in un altro luogo - immagino Gazza chiedere cortesemente ai combattenti di trasferirsi in giardino per non macchiare il pavimento di sangue. Riderei se non avessi una bacchetta puntata alla tempia. Aspetta, cosa?

"Vieni con me, Sirius, oppure lo uccido."


 
***


Quando avevo undici anni, Sirius si divertiva molto a spintonarmi in giro e farmi lo sgambetto. Poi cominciò a imparare alcuni incantesimi e decise che dovevamo assolutamente allenarci a combattere. Ecco, nel primissimo scontro con il mio migliore amico io caddi svenuto a causa di un suo movimento brusco - non un incantesimo, un movimento brusco che terminò con il suo pugno sotto la mia mascella. 
La sensazione che provai quando mi risvegliai in Infermeria è più o meno la stessa che sto provando ora: stordimento misto a un pulsare sordo e a tanti aghi che mi spingono gli occhi. Solo che ora non ho idea di chi mi abbia ridotto così.

"James?"

Apro gli occhi di colpo e subito me ne pento: resto accecato da un infernale luce solare, poi comincio a lacrimare e sono costretto a strofinarmi le palpebre con i palmi delle mani che, per qualche oscura ragione, mi fanno tremendamente male. Alla fine mi arrendo e resto ad occhi chiusi mentre mormoro: "Sì?"

Ho la voce fastidiosamente roca, ma non è che chi mi sta di fronte sia messo meglio.

"Come ti senti?"

E' Lunastorta. Il che vuol dire che è successo qualcosa di grave, perché generalmente si rifiuta di passare in Infermeria ogni volta che ci finisco io - dice che è per principio, perché così prima o poi mi ritroverò solo e imparerò a non cacciarmi nei guai. Il punto è che lo dice da sette anni e non è mai successo. 

"Mi fa male la testa" biascico. Odio lamentarmi ma in realtà lo faccio sempre, sembra quasi darmi sollievo. "E le mani."

Mentre parlo, pian piano mi torna in mente la battaglia. E' come svegliarsi con una sensazione di angoscia e poi ricordarsi l'incubo: un'esperienza orrenda. Ma è anche quello che sono costretto a fare per rendermi conto che se sono finito così, allora Sirius ha rifiutato l'offerta di suo fratello; oppure l'ha accettata ed è per questo che non sono morto. Dovrei domandarlo a qualcuno, in effetti, tipo a-

"Dov'è Sirius, Lunastorta?"

Il silenzio che segue la mia domanda mi spinge a riaprire gli occhi, questa volta con cautela. Non è come se senza occhiali vedessi davvero, ma almeno so più o meno dove si trova il mio amico e posso quasi sentire la sua aria colpevole mentre mi si avvicina un po'.

"Allora?" domando di nuovo e questa volta ho un brivido. Se Sirius non è qui in Infermeria e Remus si rifiuta di dirmi dove si trovi, non è che ci siano molte belle ipotesi - a meno che il mio migliore amico non abbia deciso di confessare il suo amore a Mary McDonald proprio mentre io giaccio morente in un letto di Madama Chips.

"Noi non siamo sicuri di dove sia" risponde alla fine Remus. Non siamo sicuri di dove sia non equivale alla morte, ma nemmeno a una bella notizia. 

"In che senso?" indago. Sento qualcosa bloccarmi la gola. "In che senso non sapete dove sia?" chiedo mentre, con una mano, arraffo gli occhiali dal comodino e li inforco in fretta: gli occhi di Remus sono colpevoli, quasi sia stato lui a nasconderlo. Ovviamente so che non è così e che quella è la sua espressione da cattiva notizia, ma mi sento comunque uno schifo.

"Dopo che Regulus ti ha minacciato" comincia il mio amico, torturandosi un lembo della camicia con le dita, "Sirius ha aperto bocca e suo fratello, beh, ti ha Schiantato. E' stato orribile, credevamo ti avesse ucciso!" esclama, facendo una smorfia. "Poi Sirius si è avventato su di lui e lui è corso via, ovviamente, e Felpato l'ha seguito e... non è più tornato" conclude Remus con un sussurro. "La battaglia era finita e i professori l'hanno cercato ovunque, ma non hanno trovato nulla. Crediamo che siano usciti da Hogwarts e si siano Smaterializzati."

Per un secondo resto immobile. Sento le parole che Remus ha appena pronucniato vorticarmi in testa, aumentando il mio malessere e la nausea che mi sta crescendo alla bocca dello stomaco. Smaterializzati. Potrebbero essere ovunque.

"Perché non li avete seguiti?" domando solo, provando a frenare il panico.

Remus mi guarda. "Stavamo soccorrendo te" dice solo, prima di abbassare gli occhi sul lenzuolo.

Se Sirius è morto, se gli è successo qualcosa, è colpa mia. Mia. Perché sono svenuto, perché ho dimenticato la bacchetta, perché sono suo amico. Se Sirius è stato torturato, costretto a tornare a casa o a unirsi ai Mangiamorte, è a me che darà la colpa. Colpevole. Non lo è Remus, lo sono io.

"Non incolparti" sussurra Lunastorta all'improvviso.

"Cosa?"

"Te lo si legge in faccia, James. Non è colpa tua."

Invece sì. 

"Ovviamente lo è."

"No, eri svenuto."

"Ma se non fossi svenuto..."

"Ma lo eri."



Resto in Infermeria per tre giorni. A quanto pare non era un semplice Schiantesimo, perché non riesco a reggermi in piedi e Peter deve perfino accompagnarmi in bagno. Il pomeriggio mi passa a trovare chiunque: Remus e Peter, di nuovo, la squadra di Quidditch, Marlene, Mary - e da ognuno apprendo novità. Scopro che molti degli studenti che ieri ci hanno combattuto sono fuggiti nella confusione generale: Mulciber, Avery, i Carrow... non ci sono stati feriti gravi e nemmeno morti da entrambe le parti, ma la notizia cattiva è che nessuno è stato arrestato, anche se gli Auror stanno indagando. Molti di coloro che ci hanno attaccato rompendo le difese magiche erano exstudenti recenti, come Bellatrix Lestrange e Lucius Malfoy. Di Sirius nemmeno l'ombra.

Verso sera, quando sto per cenare, la porta dell'Infermeria si riapre e come sempre sobbalzo: mi aspetto sempre di vedere entrare Sirius, magari ghignando e deridendomi per essermi preoccupato. Anche questa volta, però, la mano dalle dita smaltate mi delude.

"Potter?"

"Evans?"

Lily Evans è appena entrata in Infermeria anche se è in perfetta salute e l'unico paziente sono io. Non è una cosa normale, ma d'altronde cosa lo è, oggi?

"Come ti senti?" domanda, titubante.

Probabilmente non avrò un bell'aspetto, con questa fasciatura ridicola in fronte e gli occhi circondati da occhiaie, senza contare il fatto che sono in pigiama e non è un pigiama rosso. Ma immagino che per una che mi detesta questo non sia un vero problema.

"A parte uno Schiantesimo e il fatto che il mio migliore amico si è volatilizzato, direi bene" commento, piatto. E' strano ma non ho voglia di vedere la Evans, stasera. Non ho voglia di vedere nessuno che non sia il mio fastidioso, stupido, imbarazzante e sporco migliore amico.
Lei sembra accorgersene, perché si inchioda a metà del percorso che l'avrebbe portata da me e fa per andarsene all'improvviso.

"Beh, buona-" sta dicendo, quando la fermo.

"Resti un po' qui?" le domando, forzandomi per esibire il tono allegro di sempre. Lei sembra molto titubante e probabilmente si è già pentita di essere entrata, ma alla fine annuisce e si avvicina, prendendo posto su una sedia accanto al letto. Indossa la divisa ed è in ordine come sempre: a guardarla, si direbbe che nulla sia cambiato. 

"Allora" mi dice, sforzandosi di mantenere un tono normale. Il che è assurdo, perché normalmente a questo punto della conversazione avrebbe già inventato almeno altri tre epiteti per me. "Ti fa sempre male la testa?" mi domanda. Il che è doppiamente assurdo, perché Lily Evans non mi pone mai domande: lei sbuffa, grida, insulta, ma non chiede. Tranne oggi, perché sono stato Schiantato e il mio migliore amico è scomparso.

"Sì."

"Oh."

Non sto andando molto bene. Per sette anni ho aspettato questo momento e, ora che è arrivato, parlo a monosillabi - non che mi aspettassi che la nostra prima, vera conversazione si sarebbe tenuta in Infermeria dopo una battaglia allucinante e con Sirius chissà dove, ma è pur sempre un'occasione d'oro e io non dovrei sprecarla a pensare a Sirius che è chissà dove e al fatto che la testa mi esploderà se continuo così e-

"Potter?"

"Dimmi."

"Va tutto bene?"

Sto tremando. Non me ne ero reso conto, ma sto tremando. Sento le dita scuotersi e i denti battere e credo che dovrei coprirmi perché ho terribilmente freddo e non so nemmeno il perché, ma ce l'ho ed è orribile. Faccio per allungarmi fino al lenzuolo quando la mano di Lily Evans me lo tira su fino al petto.

Lily Evans mi ha appena rimboccato le coperte. Devo dirlo a chiunque.

"Va meglio?"

Mi ha anche chiesto se va meglio.

"Potter? Perché mi fissi in quel modo?"

Non so se sia il freddo, il mal di testa, il panico, Sirius scomparso, la febbre, il digiuno, lo stress - fatto sta che anche adesso, con tutto quello che è successo e tutti i punti in sospeso, una sola frase mi esce dalla bocca.

"Verresti a Hogsmeade con me, Evans?"

Sono certo che, se la McGranitt fosse qui, il suo interesse per Evans aumenterebbe in modo esponenziale perchè andiamo, è impossibile per chiunque altro mutare così velocemente: il suo viso, da roseo e sorridente, è diventato prima rosso, poi bianco, poi di nuovo fucsia; la sua espressione è passato dal sereno all'infuriato, allo scandalizzato. E infine c'è la sua bocca che si apre e si chiude ritmicamente. Un perfetto esempio di Trasfigurazione umana. 

"Anche qui, Potter?" dice solo, incapace di articolare altro. Mi sta puntando un dito contro e il suo migliore sguardo accusatore, uno di quelli che se provenissero da Lunastorta mi spingerebbero a fare cose come scappare o inginocchiarmi davanti al mio amico a chiedergli scusa. Ma siccome Evans non è Remus la sua faccia non mi tange più di tanto - a dire il vero mi rincuora, mi sembra davvero di essere tornato a scuola. Ma poi lei continua: "Anche con i Mangiamorte che sono entrati ad Hogwarts e il tuo migliore amico scomparso, forse morto?" si ferma all'improvviso, conscia di avere esagerato.

Morto.

"Scusa, Potter."

Morto.

"Non volevo. Ho esagerato."

Morto.

"Sicuramente non è così."

Morto.

"Potter, ti prego, di' qualcosa."

Morto.

Sirius Black morto.

Lentamente, come se nulla fosse, mi sfilo gli occhiali e li poso sul comodino sotto lo sguardo attento di Lily Evans. Mi sdraio, voltandomi a darle la schiena, e chiudo gli occhi. 

Non deve vedermi piangere.

"Potter?"

Una lacrima bagna la federa, ma non singhiozzo. Non deve sentirmi, non deve saperlo. Prima o poi si stuferà e andrà via, ne sono certo.

"Scusami, Potter, davvero. Sta bene, starà bene, ne sono certa."

Troppo tardi. Fuori sta facendo buio e prima o poi dovrà andare a dormire e allora io sarò solo e potrò piangere. Devo solo aspettare.
Aspettare è il mio forte, no? Ho aspettato lei per anni, aspetto il boccino durante le partite e Sirius tutte le mattine. Posso farcela. E' come trattenere la pipì, se non cominci è più facile.

Ma la Evans non se ne va, il che è abbastanza inquietante considerando che è un Caposcuola e comunque a Hogwarts tutto è ripreso come se nulla fosse, quindi avrebbe un orario da rispettare, una cena, delle lezioni, dei doveri. Chissà se qualcuno mi sostituisce. Resto immobile per un tempo imprecisatamente lungo ad ascoltarla semplicemente respirare mentre Madama Chips passeggia per l'Infermeria, le fa domande e chiude le tende con un colpo di bacchetta: in un momento sono al buio, lo sento trapelare dalle palpebre. Penso a Remus e Peter, soli nel Dormitorio a fare i conti con questo brusco cambio di situazione; penso alla vita che ci è appena stata cambiata inesorabilmente; e poi penso a Sirius, imprigionato chissà dove, forse torturato, forse sotto la Maledizione Imperius. A quel punto prego che la Evans sparisca presto perché, in fondo, non è così facile evitare di sciogliersi in lacrime. 

Quando sono le dieci, la sento alzarsi e trattengo il fiato. E' quasi un'ora che fingo di dormire sperando che se ne vada e forse, finalmente, ho raggiunto il mio scopo. Invece sento i suoi passi che aggirano il letto e avverto, attraverso le palpebre chiuse, la sua presenza proprio di fronte alla mia faccia. La sento accovacciarsi e, per un secondo, il suo fiato mi solletica il collo mentre parla.

"So che non stai dormendo, Potter" dice solo. "Mi dispiace per quello che ho detto, non lo pensavo davvero."

Si allontana, la sento attraversare la stanza fino alla porta e sento il cigolio di quest'ultima. Quando credo se ne sia andata, la sua voce mi raggiunge attraverso il vuoto.

"Buonanotte, James."

Mi ha chiamato James. Devo raccontarlo a tutti.







 
N.d.A.: ed eccomi qui con il secondo capitolo!
Prima di tutto vorrei ringraziare le ragazze (e i ragazzi, perché tendo sempre a parlare al femminile ma qualche maschietto ci sarà pure, no?) che hanno inserito la mia storia tra le Seguite/Ricordate/Preferite. Vi amo tutti, sappiatelo U_U
Ah, e ovviamente la mia per ora unica recensitrice (?)
Poooi vorrei dirvi che ho appena scoperto (sono un asso in informatica, yep) che c'è una sezione del forum in cui creare una discussione sulla propria storia e inserire aggiornamenti, idee, spoiler eccetera e beh, ecco qui il link per restare aggiornati sulla mia: http://freeforumzone.leonardo.it/d/11173362/Dauntless/discussione.aspx
Infine, volevo annunciarvi che eccezionalmente questa settimana pubblicherò anche un altro capitolo perché poi partirò e per dieci giorni non riuscirò ad aggiornare (anche se risponderò a eventuali recensioni e scriverò qualcosina sulla pagina sopracitata).
Che altro dire? Grazie a chiunque legga, ecco *me fantasiosa*

 

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Capitolo 4
*** Part I - Chapter III ***


DAUNTLESS
PART I - HOGWARTS

CHAPTER III
"Voi non mi credete" constata però il mio amico e mi sento tremendamente in colpa mentre il mio viso si contorce in una smorfia. "Ve lo farò vedere" dice quindi Sirius, puntandoci un dito contro. "A tutti e due. Stasera James prende il suo fottuto Mantello e facciamo una gita al Settimo Piano."
Stasera è esattamente il momento in cui uscirò e il pensiero di farlo in grande stile mi rincuora, Armadio o non Armadio, quindi annuisco. I Malandrini sono di nuovo in azione.


 
 
5 Novembre 1971

"James! Jaaaaaames! Ehi, ehi, ehi! James!"

Un brontolio, i piedi che si muovono sotto le lenzuola. "Che cacchio vuoi, Black?"

Il silenzio.

"Scusa, non volevo chiamarti Black."

Di nuovo quei colpi fastidiosi, le mani appiccicose di Sirius contro la sua schiena e il cuscino.

"Jaaaaaaames! Dobbiamo alzarci, è ora!"

Il volto scarmigliato e miope di James che emerge dal baldacchino, confuso e assonnato.

"Mi hai urlato nelle orecchie solo per questo?"

Il sorriso di Sirius, a trentadue denti, uno di quelli che ha imparato a fare solo per i suoi amici.

"E' la mia sveglia."

"Beh, usala solo se sta cadendo il mondo o cose simili."





"Ramoso! Ramosoooo!"

Credo di essermi avvolto nelle coperte in modo strano, perché ho i piedi e le gambe come bloccati da un peso. Provo a scalciare, ma non ci riesco. Maledetto sonno agitato!

"Jaaaames!"

Dalla nebbiolina di vuoto che mi circonda, sento distintamente che qualcuno mi chiama - il che sarebbe anche normale, se non fossi stato legato come un salame nel mio stesso letto. Okay, mi sono autolegato, ma non cambia proprio nulla.

"James, cornuto di un cervo, svegliati!"

Oh, non è una voce qualunque: è il mio migliore amico, Sirius Black. 

Sirius.

"Sirius!"

All'improvviso sono seduto al centro del letto, sostenuto dalle braccia e dai troppo cuscini con cui ho dormito. Sono cieco, mi gira la testa e la fasciatura è sempre più stretta e fastidiosa, ma sono piuttosto sicuro che effettivamente colui che mi siede sulle gambe, bloccandomele, sia proprio il mio migliore amico.

Se fossimo entrambi in condizioni normali gli salterei addosso, ma uno, non posso saltare senza l'uso delle gambe e due, Sirius sembra sudato e sporco da fare schifo ed è già un miracolo che Madama Chips non l'abbia placcato all'ingresso. Ma forse è solo che vuole dargli una controllata prima di cacciarlo via a lavarsi.

"Allora, Ramoso, come te la passi?" mi sta dicendo Sirius. Usa il suo miglior tono da chiacchierio di sottofondo, ma riesco comunque a sentire sollievo e gioia - o almeno credo, insomma.  "Sempre a letto come una femminuccia" aggiunge, prendendomi allegramente in giro.

Evito di fargli notare che maschi e femmine hanno la stessa necessità di dormire e anche lo stesso diritto di avere un risveglio dignitoso e privo di amici che li afferrano per le ginocchia come fosse una cosa normale, perché in fondo è appena tornato da chissà dove e non vorrei che si intristisca. O forse ho una paura tremenda che possa arrabbiarsi con me e pentirsi di non aver seguito il fratello.

In ogni caso non posso lasciare una presa in giro irrisolta, per cui mi tocca comunque contrattaccare. "Beh, anche se fossi una ragazza sarei senza dubbio più svelta, forte e scattante di te. Ricordami quand'è stata l'ultima volta che ti sei alzato per primo."

Sirius apre la bocca e sta per controbattere quando, con un urlo, la nostra infermiera esce di corsa dal suo ufficio e quasi schianta il ragazzo che le sta di fronte, presa com'è da una furia omicida mai vista. Posso quasi vedere le sue vene (tutte le sue vene) pulsare minacciosamente mentre, con voce infuriata, esclama: "Signor Black! Che diamine fa buttato a quel modo sul letto di Potter? E guardi i suoi vestiti!"

Sull'ultima parte si è anche esibita in un acuto non indifferente. Poi passa ai fatti: si avvicina al mio letto, strattona Sirius per un braccio finché non riesce a farlo scendere dalle mie gambe - che credo siano ormai andate - e lo spinge fino al letto accanto, dove lo obbliga a sdraiarsi ed esegue una sorta di screening con la bacchetta.

Per tutto il tempo, Sirius non smette di parlare. Mi racconta che, dopo che sono svenuto - come una femminuccia, ci tiene a precisare - è corso dietro al fratello per fargliela pagare e l'ha seguito fino al Settimo Piano. Sono entrati nella Stanza delle Nevessità e lì il suo amorevole consanguineo lo ha chiuso brutalmente in un armadio ed è fuggito. 

"E tu" chiedo, inarcando le sopracciglia. "Sei rimasto in un armadio per un giorno intero? Doveva essere grande!"

Sirius imita la mia risata in modo sarcastico. "Non era un armadio normale, Ramoso!" esclama con urgenza. "Era... strano."

"Intendi dire che i vestiti non erano buttati in un angolo e, magari, le camicie erano stirate e appese in ordine?"

La voce di Remus ci coglie di sorpresa: il nostro Prefetto preferito ha l'aria un po' stanca, ma è messo sicuramente meglio di noi mentre avanza fino a sedersi tra i nostri letti. "Peter è a fare colazione" aggiunge, stirandosi le gambe. "Allora, Felpato. Cosa dicevi?"

Sirius sembra deliberatamente ignorare il fatto che perfino il pacato, dolce e remissivo Lunastorta abbia scelto un tono fortemente derisorio per incitarlo a continuare. O forse è solo troppo impegnato a puntare la bacchetta contro le boccette sul ripiano accanto al letto e scambiare i liquidi di posto in quello che sembra una sorta di scherzo dell'orrore - immagino già il prossimo malcapitato che necessiterà di Ossofast e berrà invece un lassativo. Lo fermerei quasi, se non fosse così divertente il pensiero che Madama Chips potrebbe costringere proprio lui a bere una di quelle pozioni e lui non potrebbe opporsi.

"Sirius?"

Remus non sembra dello stesso avviso. Sto per esporgli la mia idea quando l'infermiera torna in sala e ci fissa. "Siete sempre di più ogni volta che vengo" nota stancamente, poi posa lo sguardo su Remus. "Oh, signor Lupin, è un piacere vederla!" pigola, come se noi non esistessimo o fossimo una sorta di schifosa protuberanza del suddetto signor Lupin che, tra l'altro, le sorride pure.

"Bene, Madama, grazie" le risponde, prima di voltarsi di nuovo verso Sirius. "Allora, stavi parlando di un armadio?"

Mentre l'infermiera si occupa di cambiarmi la benda e controllare cose come la temperatura e il battito, ascolto il mio migliore amico ricominciare con la storia dell'armadio strano. Racconta di essere stato chiuso lì senza trovare l'uscita e, soprattutto, di aver ascoltato per metà tempo Gazza che cercava Solvente di Nonna Acetonella nella Stanza e per metà mormorii indistinti provenienti probabilmente da un negozio. 

"Un negozio?" indaga Remus, pensoso. Sposta le gambe per permettere a Sirius di alzarsi e stiracchiarsi, poi torna a parlare. "Intendi dire che se avessi aperto in quel momento ti saresti ritrovato che so, a Hogsmeade?"

Il pensiero di rapire Lily, infilarla nell'Armadio e obbligarla ad uscire con me a Hogsmeade si fa strada nel mio cervello. 

"Non pensarci, Ramoso" mi ammonisce Lunastorta, anche se non ho parlato. Ma credo che la mia faccia quando penso a Lily sia particolarmente riconoscibile. 

Sirius intanto continua a cianciare di essersi trovato in due luoghi nello stesso momento, che non trovava la maniglia e cose simili che stento a credere. Non perché non mi fidi del mio migliore amico, attenzione, semplicemente credo che raccontare di un misterioso Armadio al posto che di essere stato battuto e legato in un angolo buio dal proprio fratello minore sia leggermente imbarazzante, ecco, e inventare storie è il suo forte.

"Voi non mi credete" constata però il mio amico e mi sento tremendamente in colpa mentre il mio viso si contorce in una smorfia. "Ve lo farò vedere" dice quindi Sirius, puntandoci un dito contro. "A tutti e due. Stasera James prende il suo fottuto Mantello e facciamo una gita al Settimo Piano."

Stasera è esattamente il momento in cui uscirò e il pensiero di farlo in grande stile mi rincuora, Armadio o non Armadio, quindi annuisco. I Malandrini sono di nuovo in azione.

 
***

Qualcosa di strano è appena accaduto. E no, non mi riferisco al fatto che il mio migliore amico è rispuntato fuori dopo un giorno d'assenza sostenendo di essere stato chiuso in un armadio: intendo che il mio migliore amico, dopo essere rispuntato fuori dopo un giorno d'assenza sostenendo di essere stato chiuso in un armadio, si è accovacciato di fronte al suo maleodorante baule e ne ha tirato fuori una camicia perfettamente lavata e stirata.

Sono appena uscito dal bagno, è vero, e potrei avere ancora gli occhiali appannati o la vista che mi gioca strani scherzi per lo Schiantesimo, ma mi sembra di averci visto giusto: Sirius sta indossando una camicia bianca, profumata e, soprattutto, non mia.

"Da dove l'hai presa quella?" domando, asciugandomi la condenza dalle lenti.

Il mio migliore amico si volta ghignando. Dal suo letto, Remus sembra percepire aria di guerra perché alza un sopracciglio e stacca gli occhi da Pozioni Avanzate per qualche secondo: nonostante la miopia, riesco a vedere perfettamente il suo sguardo vagare da me a Sirius con una punta di preoccupazione prima di scrollare le spalle e tornare a leggere.

In ogni caso, Felpato non mi ha ancora risposto e la cosa non mi piace, così ripeto la domanda. Lui intanto ha finito di abbottonarsi la camicia e si sta infilando i pantaloni su un paio di mutande rosso-oro.

"Cosa intendi per quella?" mi domanda, curioso. Come se non lo sapesse. Come se non lo vedesse, dato che i vestiti che ho pronti sul letto sono una maglietta rossa e un paio di jeans - e non, come vuole il regolamento, la divisa. 

Finisce che io lascio perdere con la questione camicia, aspetto che anche Peter finisca di prepararsi e poi avvolgo me e i miei amici nel Mantello fino al Settimo Piano. Il problema è che, quando ho avuto in regalo il Mantello da mio padre, avevo undici anni ed ero alto un metro e un Boccino. E ovviamente anche i miei amici lo erano (tranne Remus, che è sempre stato allampanato) il che voleva dire che un pezzo di stoffa di questa grandezza ci avvolgeva benissimo tutti. Ora la situazione si è fatta un po' più complicata: io e Sirius siamo decisamente più alti, Remus pure - il che è tutto dire - e Peter, beh, lui è più largo. Così a metà della rampa di scale del quinto piano decidiamo che nessuno noterà i Malandrini a zonzo nei corridoi a mezzanotte e possiamo anche smetterla di girare con il Mantello.

Ovviamente ci sbagliamo. Stiamo svoltando per il sesto piano quando un rumore di passi ci spinge a fermarci, schiacciati tutti in una nicchia - e ovviamente il problema è sempre lo stesso, perché la larghezza di Peter non è in grado di schiacciarci e naturalmente quello che resta mezzo fuori sono io. 

Sto pregando mentalmente che non sia Gazza quando, con una specie di sibilo, la voce della Evans mi riscuote.

"Potter!" strepita. E' incredibile come perda la calma in mia presenza anche quando non ci sarebbe nessun motivo per farlo. E il fatto che ora abbia un validissimo motivo per farlo non fa che peggiorare la situazione. 

"Evans!" esclamo, uscendo totalmente allo scoperto. "Hai pensato alla mia proposta?" 

Sul serio, prima o poi dovrei chiamare la McGranitt per farle notare l'interessante capacità di mutamento della pelle di Lily, perché è impossibile che un essere umano raggiunga quella tonalità di rosso. In effetti, credo stia per esplodere. Sto per fuggire via coprendomi la testa per evitare i pezzi di cervello che potrebbero bersagliarmi quando, all'improvviso, è come se la ragazza che mi sta di fronte si sgonfiasse e tornasse beh- ragazza.

"Ci ho pensato, Potter" mi dice solo. "Uscirò con te se per un mese intero ti comporterai da studente modello."

Questo cambia tutta la prospettiva. Mi sta dando una possibilità, seppur credo sia convinta di aver semplicemente preso due piccioni con una fava: evitare di dovermi dare la caccia per un mese e, beh, non uscire con me perché è risaputo che non riuscirei a resistere un mese nei panni di Remus.

Mi ha messo in trappola.

 
***

"James?"

"Mmh?"

"Che ne dici di andare a fare due tiri al campo da Quidditch?"

"Tra dieci minuti c'è il coprifuoco, Peter."

"James?"

"Dimmi."

"Ti andrebbe di accompagnarmi nelle Cucine?"

"E' proibito entrare nelle Cucine, Felpato."

Sono passati solo tre giorni e già la voglia di sbattere la testa del muro si è impossessata di me, tanto che Remus ha scagliato un Incantesimo imbottito alla parete. Il fatto è che ci ho pensato e sono giunto alla conclusione che, se c'è una cosa che desidero più di conquistare la Evans, è quella di farle perdere entrambe le scommesse: mi comporterò bene per un mese e uscirò con lei, costringendola a comprendere che sono cambiato, sono maturo e-

"Felpato?"

"Dimmi, James!"

"La proposta delle Cucine è sempre valida?"

D'altronde, non è come se dovesse per forza vedermi, no?





 
N.d.A.: Ed eccomi qui, tornata!
Questo capitolo è un po' più breve, ma mi rifarò con il prossimo, non temete. 
Intanto voglio ringraziare Alatro, A_Lily, Cloe2, Everlark_31, M a i, roberta_potter, RoryPotter, BridgetV, Erin_Hallow, Taylor Phoenix, psycofanvgirl e sljmrefa (spero di aver scritto bene xD) per aver inserito la storia tra le Preferite/Seguite/Ricordate.
Grazie a tutte voi e a chi legge semplicemente, magari facendosi due risate u.u
A presto <3
 

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Capitolo 5
*** Part I - Chapter IV ***


DAUNTLESS
PART I - HOGWARTS

CHAPTER IV
"Ho perso la scommessa, l'uscita con Lily e la credibilità. Ma soprattutto la Mappa."


 
E' venerdì ventidue ottobre. Il che vuol dire che sono esattamente venti giorni che non combino Malandrinate degne di nota tipo far crescere una seconda testa a qualcuno o imbrattare Mocciosus di bava di Vermicolo. In realtà potrei aver fatto una delle due cose, la meno eclatante, in un bagno del terzo piano mentre Piton lasciava sgocciolare l'unto nel gabinetto come si fa con l'olio del tonno, ma Evans non è a conoscenza di questo mio gesto e crede davvero che siano venti giorni che io mi sto comportando come Remus.

Ovviamente la cosa non le fa piacere, però ha i suoi risvolti positivi: ha cominciato a seguirmi ossessivamente per cogliermi in flagrante. Generalmente si porta dietro Marlene McKinnon, che a quanto pare è felice di poter ammirare il mio sedere che se ne va a spasso (o quello della Evans, questione di gusti) e trascorre il suo tempo libero a sbirciare dove vado, con chi vado e cosa faccio. Crede di non essere vista, ma non considera il fattore Mappa del Malandrino, che mi informa precisamente del luogo in cui si trova - guardacaso sempre vicino a dove mi trovo io. 

Io e Sirius, d'altronde, ci divertiamo parecchio a portarle a zonzo in una specie di uscita a quattro. In effetti potrei dire di essere già uscito con Evans, considerando che le abbiamo condotte fino al limitare della foresta e poi siamo spariti lasciandole a guardarsi intorno. Già, loro non sanno del Mantello. Loro non sanno di un sacco di cose, in realtà, tipo del fatto che ieri sera eravano nascosti nella Stanza delle Necessità mentre si scervellavano su dove ci avessero persi.

Tra parentesi, quello che Sirius definisce un Armadio magico è un semplicissimo armadio, a menoche non si attivi solo quando sente la puzza di cane bagnato che emana il mio migliore amico. 

Comunque, dicevo: siamo a metà del corridoio del quarto piano quando decido che mi sono rotto di essere pedinato e mi volto. Ovviamente non vedo nessuno, ma non è un problema perché la Mappa mi informa che Lily Evans e Mary McDonald (a quanto pare anche McKinnon si è stufata) sono appostate esattamente a cinque metri di distanza, presumibilmente dietro quell'orrida statua macchiata di nero. Così mi schiarisco la voce e, sovrastando le risate isteriche di Sirius, dico: "Sai, è assurdo che un Caposcuola irreprensibile come la Evans mi segua. Sembra quasi che stia prendendo la faccenda sul personale, al posto di valutare obiettivamente ciò che vede."

A questo punto Sirius dovrebbe annuire e continuare la pantomima sostenendo che tanto mi sto comportando bene e non ha proprio nulla da controbattere, ma è troppo impegnato a ridere e alla fine tocca a me saltare alla conclusione. E la conclusione è la Mappa del Malandrino: la mostrerò al corridoio e la Evans dovrà saltare fuori, perché andiamo, lo farà di sicuro - a quel punto la distrarrò con il fatto del pedinamento e il mio migliore amico, se mai smetterà di sghignazzare, nasconderà nuovamente la pergamena: la Evans umiliata e la Mappa salva. Perfetto.

"Il punto" continuo quindi, tirando un paio di gomitate a Sirius, "è che lei non sa della Mappa. Sai, quella con cui possiamo conoscere la posizione di tutte le persone che vivono a Hogwarts."

Sto per tirarla fuori. Non sento né vedo nessuno, ma la Mappa non mente mai e se dice che Lily e Mary sono a cinque metri da noi, allora lo sono. Così la tiro fuori e la alzo all'aria e sto per dire qualcos'altro che possa incuriosirle quando sento qualcuno privarmi della pergamena alle spalle.

"Bene bene, signor Potter. Cosa abbiamo qui?"

Cacchio. Gazza non ci voleva. Sto per protestare quando una porta a circa cinque metri da noi si apre e Mary e Lily ne escono, sorridenti, con in mano dei libri. Non mi stavano spiando. In compenso, ora lo fanno, e gli occhi di Lily luccicano in maniera davvero curiosa alla visione di me che vengo trascinato via dal custode.

Ho perso la scommessa, l'uscita con Lily e la credibilità. Ma soprattutto la Mappa.

 
***

Uno sguardo non può incenerire davvero qualcuno, né ucciderlo, a meno che non si tratti di quello di un Basilisco. Sono salvo, quindi.
Anche se la bacchetta che Sirius sta puntando verso di me non la pensa allo stesso modo e, a dirla tutta, anche Peter sembra un po' incacchiato - il che è assurdo dato che si tratta di Peter e lui per antonomasia passa la sua vita a mangiare cioccolata e tutti sanno che chi mangia cioccolata non può essere così arrabbiato - ma il vero problema è che perfino Remus sembra contrariato e la cosa mi terrorizza. 

Sirius arrabbiato è quasi la normalità, ma Lunastorta potrebbe rivelarsi letale. 

E siccome è da quando ho fatto il mio ingresso trionfale in Dormitorio che tutti e tre mi guardano come se avessi commesso un omicidio, sento il bisogno di assicurarmi ancora una volta dell'innocuità dello sguardo del mio migliore amico.

Niente, non sono morto. Però non mi sento poi tanto bene, sospeso tra i loro lampi e la rabbia e la frustrazione che si respira qui dentro. E okay che è colpa mia, ma dopotutto Sirius era d'accordo e potrei perfino azzardare che se si fosse attenuto ai piani al posto di ridere come una ragazzina isterica ora non saremmo neanche qui a parlarne, dato che quattro occhi funzionano meglio di due (soprattutto se con quattro gradi in meno) e sicuramente qualcuno si sarebbe reso conto che il puntino di Gazza era in avvicinamento.

Vorrei dirglielo, ma qualcosa mi spinge a desistere. E forse è il fatto che Sirius sta sfogliando freneticamente il Manuale di Incantesimi, vol. 7 e non credo lo faccia per scoprire come si fanno crescere i geranei in camera da letto. 

"Sirius" mormoro, vergognandomi della mia codardia. "Ti ho già chiesto scusa."

Nessuna risposta proviene da quel lato della stanza: sia Sirius che Peter abbassano lo sguardo - uno lo punta sul libro, l'altro sulle ragazze in bikini che il primo tiene appese alle pareti. Sarebbe una situazione quasi divertente se la causa di questo malumore non fossi io.

"Remus?" tento quindi, voltandomi a sinistra. Remus non può tradirmi, lui è troppo tranquillo per tenermi il muso per più di un'ora.
"Diglielo tu che non è colpa mia."

Ma perfino il mio Prefetto preferito scuote la testa. "Mi dispiace, James" mi dice, prima di tuffarsi letteralmente sotto il letto a recuperare qualche enorme libro in cui mettere il naso. Begli amici che ho. 



Credo che chiederò a Silente di cambiarmi di Dormitorio. Frank Paciock l'ha fatto, al quarto anno, e ora dorme con quelli del sesto ed è felice. Okay, potrebbe essere stata colpa mia se ha avuto l'esigenza di fuggire da quello che ha definito un inferno, ma attualmente è colpa di Sirius, Remus e Peter se io ho questo assurdo desiderio di trasferirmi a metà novembre dell'ultimo anno e dovrebbero almeno aiutarmi a fare i bagagli, dato che si sono tutti rifiutati di lasciarmi in pace almeno per un giorno.

Comincio a capire come si sente la Evans quando la perseguito, perché è esattamente così che mi sento io: osservato sempre e ovunque, a lezione e a pranzo e anche durante gli allenamenti. Lo sguardo di almeno un Malandrino mi segue sempre, credo che facciano anche i turni di notte per farmi sentire in colpa. Il che non è bello, certo, né tantomeno da buoni amici. 

"Sentite, non vi sembra di esagerare?" dico quindi un giorno, all'improvviso. Siamo tutti in Dormitorio a fare le solite cose: Peter mangia, Remus studia, Sirius cazzeggia e io gioco con il Boccino. Solo che stiamo tutti zitti. E in effetti non riscuoto nessun tipo di reazione neppure cominciando a parlare per primo, così ritento: "Forza, ragazzi, abbiamo perso la Mappa ma almeno siamo tutti qui. Pensate se avessimo perso un braccio!"

Giuro che Remus ha alzato lo sguardo per un secondo, ne sono certo. E vedo le sue sopracciglia cambiare posizione, anche se non so se sia un segnale positivo.

"Remus, tu mi capisci, vero? Un mese fa ci hanno attaccato i Mangiamorte!" esclamo. E' vero: i Mangiamorte hanno provato a ucciderci tutti e qui ci si preoccupa di una stupida Mappa. E lo so che se fosse stato Sirius a combinare questo macello io a quest'ora l'avrei già fatto precipitare dalla Torre di Astronomia, ma ehi, sono più obiettivo standone fuori e vi assicuro che non c'è nulla di più grave di un branco di folli seguaci di un mago oscuro che vogliono reclutare studenti a Hogwarts facendo fuori tutti quelli contrari.

"James ha ragione."

Oh, sia ringraziato il Cielo! Almeno Remus mi ha capito.

"Ma merita comunque una punizione."

Grazie tante, eh.

"Essere stato brutalmente ignorato e fissato senza pudore non è abbastanza per te?" sbotto, incrociando le braccia. Remus mi lancia un'occhiataccia della serie "sta zitto che è già tanto se ti sto aiutando" e io sto zitto. Sirius, invece, non è dello stesso avviso, perché decide che è proprio il momento giusto per dare aria alla bocca.

"Sai cosa avrei fatto in questo momento due settimane fa?" mi domanda con dolcezza. E Sirius non è dolce, quindi il punto è che la sua dolcezza equivale al mio odio. "Avrei guardato la Mappa proprio in questo momento, precisamente il cartiglio di Marlene McKinnon. Avrei fantasticato su cosa stesse facendo, poi fingendo di passare lì per caso l'avrei salutata e in una mezz'ora avrei avuto il mio appuntamento per il primo fine settimana a Hogsmeade" annuncia. E' ovvio che sta sognando a occhi aperti, perché tiene lo sguardo puntato sul nulla e non oso nemmeno pensare a cosa stia immaginando. "E invece non posso" si riprende, comunque. "E sai perché? Perché non ho idea di dove si trovi Marlene McKinnon e così facendo perdo metà del mio fascino."

Vorrei dirgli che l'ha già perso quando, al quinto anno, è ruzzolato giù per le scale aggrovigliandosi a Peter, ma credo che peggiorare la situazione non sia una mossa saggia e sto ancora zitto.

Remus si è reso conto di star perdendo il controllo della situazione. "Lo so, Felpato" dice accondiscendente. "Ma è quasi venti giorni che lo
stiamo ignorando e tu sai quanto James odi essere ignorato" gli spiega. Annuisco per dargli man forte, ma nessuno di loro sa quanto effettivamente lo detesti.

"Beh, sì" borbotta Sirius, guardandomi di sottecchi. Imbastico l'espressione più pentita del mondo e lo fisso, lui distoglie lo sguardo.

"E sai anche che è terribilmente noioso quando James non dice le sue cavolate, perché nessuno può prenderlo in giro" continua Remus e temo che sia una piccola vendetta anche questa. Apro la bocca per ribattere ma subito la richiudo.

"In effetti non è la stessa cosa senza i deliri di James sul Quidditch" ghigna Sirius, prima di lanciarsi in una mia imabrazzante imitazione in cui corre su e giù per il Dormitorio cercando di arraffare un Boccino che ovviamente avrei preso subito e urlando: "Oh mio Dio, sono troppo bravo! Evans uscirà di sicuro con me e-" per poi cadere (e non credo che anche la caduta fosse voluta). Alla fine mi sfida guardandomi negli occhi e, senza staccare il contatto, domanda: "Tu che dici, Pete?" 

Peter è accucciato sul suo letto e se ne è stato zitto per tutto il tempo. A questo punto, però, crede che la tempesta sia passata e annuisce con vigore. "Io dico che possiamo perdonarlo!" esclama, felice. Lo sapevo che era dalla mia parte.

E poi cominciano a saltare tutti sul mio letto.

 
***

24 Dicembre 1977

Caro Remus,
auguri da me e da Sirius.

In questo momento è seduto qui a fianco che sbircia e critica ogni parola che scrivo <--- Nota di Sirius: ti sembra bello iniziare una lettera in modo così patetico? No, dai, sul serio, Lunastorta!!!

Dicevo, Sirius critica critica ma non accenna ad andarsene da qui, cosa che gli ho più volte proposto. Dice che sua madre non cucina mai e il suo Elfo lo avvelenerebbe (o forse era il contrario, non mi ricordo) e che i biscotti di pan di zenzero che fanno qui da me non li ha mai mangiati eccetera. Insomma, scuse stupide per mascherare il vero motivo che lo spinge a restare qui a casa mia, ovvero il fatto che non può fare a meno di me. E poi anche che i suoi genitori lo crucerebbero prima ancora di essere sicuri che sia lui, certo.

Nota di Sirius: Ignora tutto ciò che dice, è in fase di iperattività perché ha mangiato otto Cioccorane di seguito.

Remus, volevamo anche parlarti di una cosa seria. Ho sentito Peter, ieri, gli ho telefonato a casa della sua vicina Babbana e per fortuna non mi ha urlato nella cornetta come qualcuno di mia conoscenza (NdS: non è colpa mia se qualcuno qui ha bisogno di telefoni Babbani per farsi sentire e solo perché non ha un camino per la Metropolvere). In ogni caso, mi ha parlato delle notizie che gli sono giunte sui Mangiamorte: sono sempre di più, anche Rosier si è unito a loro e gira voce che tutti gli studenti dalla loro parte - quelli che sono scappati, per intenderci - torneranno ad Hogwarts dopo le vacanze. Si preannuncia una serrata lotta (ndS: speriamo solo che Mocciosus non ci stenda con il suo olio // Quella battuta dovevo farla io, porco cane!) ed è qui che ho qualcosa da dire.

Tre parole (ndS: sole, cuore, amore): Ordine della Fenice. Se non sai cos'è te ne parlerò ad Hogwarts, ma i miei genitori ormai sono praticamente membri e credo sia il caso di prendere posizione, dato che quegli imbecilli dei Serpeverde lo hanno fatto.

NdS: sono stufo di non poter parlare mai, quindi ora tocca a me. Lunastorta, in sintesi porta la tua bacchetta migliore, nonché unica, perché ci prepariamo a parecchie risse nei corridoi. E metti a tacere la tua coscienza da Prefetto perché i Serpeverde lo faranno di sicuro (se hanno mai avuto una coscienza, eh). Ah, dimenticavo: James ha inviato un gufo alla Evans (è restata a Hogwarts questo Natale) e le ha chiesto di andare a Hogsmeade insieme il quindici di gennaio. Lei non gli ha risposto, ovviamente. Ora scappo che mi sta strappando la piuma dalle mani, è stato un piacere e auguri ancora.

XOXO
Siri Felpato e James Capitano di Quidditch
 

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