Maybe just the touch of a hand..

di itausagirl
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Damn fate. ***
Capitolo 2: *** I'm a mess. ***
Capitolo 3: *** Getting myself lost, I am so gone.. ***
Capitolo 4: *** Fix you.. ***
Capitolo 5: *** I See Fire.. ***
Capitolo 6: *** Same mistakes.. ***
Capitolo 7: *** Words I couldn't say.. ***
Capitolo 8: *** Through the dark.. ***
Capitolo 9: *** Let it go.. ***
Capitolo 10: *** What would you say if I ask you to stay? ***
Capitolo 11: *** Move together. ***
Capitolo 12: *** We can take the same road.. ***
Capitolo 13: *** Chaos and The Calm ***
Capitolo 14: *** Scars.. ***
Capitolo 15: *** Alive. ***
Capitolo 16: *** Let's pray we stay young, stay made of lightning. ***



Capitolo 1
*** Damn fate. ***


PROLOGO

NIALL POV

Ho sempre pensato che, in qualche modo, il destino ce l'avesse con me.
La prima volta che lo pensai avevo dodici anni.
Dopo essersi spaccato la schiena per anni, mio padre era stato licenziato dalla fabbrica in cui lavorava.
Aveva cercato per mesi lavoro nei dintorni ma alla fine non gli era rimasto che accettare l'offerta di mio zio. Per questo motivo avevamo dovuto prepare le valigie in fretta e furia, dire addio a tutti e prendere un aereo che ci avrebbe portato via dalla mia amata Irlanda e scaricato in una grigia cittadina dell'Inghilterra.
La seconda volta, a quattordici anni, quando i miei genitori decisero di divorziare ed io fui costretto ad andare a Manchester, con mio padre e mio fratello, mentre mia madre prendeva un aereo per tornarsene in quella, che io, non riuscivo a smettere di sentire come casa mia.
A  sedici anni, il destino aveva deciso di sganciare la bomba.
Ero sempre stato poco interessato alle ragazze, ma ero anche sempre stato convinto di dover solo aspettare di trovare quella giusta.
Invece, nel pieno della mia adolescenza, mi ero reso conto che "quella" giusta non sarebbe mai arrivata. Che in realtà proprio non esisteva. Che avrei dovuto iniziare a cercare "quello" giusto e che, beh, le ragazze non erano esattamente il mio tipo.
Le cose degenerarono. Nessuno prese bene la notizia della mia omosessualità nella mia famiglia ad eccezione di mia madre, solo che lei abitava in Irlanda.
Iniziai a passare più tempo fuori casa che dentro, perché la situazione era insostenibile. E il destino volle, finalmente, durante una delle tante giornate passate in biblioteca a studiare, farmi un piccolo regalo.
La settimana seguente avrei avuto il compito di letteratura inglese e lo stress mi stava divorando l'anima
 Ero così concentrato sui miei libri che non mi ero neanche accorto dello scorrere del tempo e del fatto, che ormai, nella biblioteca ero rimasto solo io. Fino a che, colui che ancora oggi ritengo essere il mio angelo custode, non mi tirò fuori dalla mia "zona" con un colpo di tosse.
Mi disse che la biblioteca stava chudendo e poi, semplicemente, mi sorrise. Fu come morire e poi rinascere. Rinascere più forte, più libero.
Non lo so per quale motivo. Capii subito che quella persona sarebbe stata il mio amico più fedele per tutta la vita. E dovette capirlo anche lui perché da quel momento io ed Harry divenimmo inseparabili.
Scoprii che anche lui era gay, come me, solo che la sua famiglia aveva preso la notizia in tutt'altro modo, e lui, non aveva alcun problema ad essere se stesso, a differenza mia.
Mi insegnò ad accettarmi, a sopportare gli sguardi maligni delle persone, a fregarmene. Ad essere libero. Almeno fino a quel maledetto giorno.
Fu così che, preso il diploma, io ed Harry decidemmo di andare al college a Londra. Prendemmo un piccolo appartamento in periferia e, nonostante i primi tempi fu difficile giostrarsi fra le varie spese, alla fine riuscimmo ad ambientarci e a cavarcela. Insieme.
Adesso che ho 20 anni il destino si è, purtroppo, ricordato della mia esistenza ed ha deciso di presentarmi il conto per questi anni che mi ha fatto passare in serenità.
Harry ha un fidanzato già da un bel po. Si chiama Louis ed è una persona meravigliosa. I due hanno, finalmente, deciso di andare a convivere ed hanno anche deciso, a mia insaputa, che sarei andato con loro.
Quindi adesso mi ritrovo carico di valigie, diretto verso una casa che non ho mai visto, per andare a vivere con il mio migliore amico, il suo fidanzato ed il migliore amico di quest'ultimo. Ragazzo per cui io ho una cotta stratosferica da anni.
Il caso vuole però che lui sia completamente disinteressato a me. Non credo neanche di essergli troppo simpatico a dir la verità. Mi sembra perfetto, no??
Sono un idiota. Come sempre. Perché devo sempre farmi piacere ragazzi che non mi calcolerebbero neanche se fossi l'unico essere presente sul pianeta, perché?
Harry è un idiota. Si lui è l'idiota. È perfettamente cosciente della mia situazione. Cosa diavolo gli è venuto in mente di farmi andare a vivere con Zayn? Già lo so. Questa convivenza sarà impossibile. Povero me.

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Capitolo 2
*** I'm a mess. ***


NIALL POV

Sono nel salotto della mia vecchia casa in Irlanda. Mio padre siede di fronte a me.
Io cerco di parlare con lui ma, non risponde. Mi fissa e basta. Il suo sguardo è pieno di odio. Mi sento un rifiuto.
Inizio ad urlare. Voglio che lui capisca. Ne ho bisogno.
Tiro fuori tutta la mia voce, e le parole escono come un fiume in piena.
Gli dico che non è colpa mia. Che io non volevo che accadesse. Che non è facile neanche per me. Che non riesco a smettere di rivivere quella notte. Che nonostante mi penta delle scelte che ho preso, quello che è accaduto dopo non è colpa mia.
"Papà, ti prego, ho bisogno di te." Mi lascio sfugggire sfinito ma lui continua a guardarmi senza aprire bocca. Ed io piango.
Piango perché sono stanco. Perché non è colpa mia se sono quello che sono, e di certo, la causa di tutto ciò, non è il mio essere.
La vista si appanna. I contorni di mio padre stanno sbiadendo e poi, sono confuso. Qualcosa non va. Di fronte a me c'è qualcun altro. Mi guarda con anche più odio di quel che percepivo in mio padre. Lo vedo il disgusto nei suoi occhi. Freddi. Glaciali.
Cerco di asciugarmi le lacrime per capire chi c'è davanti a me e quando ci riesco.. sono sconvolto.. quello..
.. Sono io.


Apro gli occhi di scatto.
Il respiro affannato. E riesco solo a pensare, non di nuovo.
Mi siedo sul letto per calmarmi. Non ci riesco.
Mi prendo la testa fra le mani, e mi rendo conto delle lacrime che mi bagnano il volto.
Inizio a dondolare cercando una forza che so già che non troverò in me stesso. Ma ci provo.
E la sento, quella sensazione di freddo alla bocca dello stomaco. L'aria che non riesce più ad entrare nei polmoni. La confusione nella mia testa, la sento. Un nuovo attacco di panico.
Continuo a vedere il volto di mio padre guardarmi furioso. E soprattutto continuo a vedere il mio di volto. I miei occhi. Il disgusto. Lo stesso incubo, tutte le notti, da tre anni ormai.
Dovrei essere in grado di controllare le mie emozioni dopo tutto questo tempo. Ma non ne sono capace. Il ricordo mi tortura da troppo. Ed io non so che fare.
Sono in una stanza nuova. Una stanza non mia. Ed Harry non è con me. Lui saprebbe come fare, lui saprebbe aiutarmi.
Ho la mente sovraffollata. Non riesco più a ragionare, non riesco più a respirare. E allora urlo. Urlo forte, cercando di buttare fuori ogni cosa. Ma non se ne va. Come una camicia di forza, mi blocca, mi impedisce ogni movimento. Sono in trappola, e da solo, non riesco a liberarmi.
"Niall !!! " La porta si è aperta di scatto.
Harry è accanto a me in un secondo.
Lo guardo, chiedendogli scusa con gli occhi. Perché lo so che non è giusto. Lui dovrebbe essere tranquillo, al letto con il suo fidanzato, e invece è qui ad aiutare me. Ma io da solo proprio non ce la faccio. Altro senso di colpa si aggiunge al peso che già sento comprimermi il petto, schiacciandomi ancora di più.
"Niall, guardami negli occhi d'accordo? Respira con me. L'aria dentro e poi fuori." Seguo le sue indicazioni, o almeno ci provo. Inspira, espira. Una, due, tre volte. Ma non funziona, non ancora.
Sento il panico crescere sempre di più, ma Harry è ancora li con me. Continua a guardarmi rassicurante. Allora provo ancora, e ancora, e ancora. "La senti Niall? Nei polmoni. Andiamo, ce la possiamo fare."
E la sento. L'aria che fluisce nelle mie vie respiratorie. L'aria che mi libera. Il masso sul mio petto inizia a farsi più leggero.
E il mio migliore amico se ne accorge. Mi stringe forte a se e sussura dolcemente al mio orecchio.
"Ehi, io sono qui. Non me ne vado. Va tutto bene." Alzo gli occhi e lo fisso con tutta la gratitudine possibile. Non riesco ancora a parlare, ma almeno ho riacquistato un po di coscienza di me stesso e di ciò che mi sta accadendo intorno.
E probabilmente sarebbe meglio non lo avessi fatto.
Mi rendo conto di non essere solo con Harry in quella stanza. Mi giro e vedo Louis, davanti la porta spalancata, guardarmi preoccupato. Non mi turba più di tanto. Non è la prima volta che assiste a tutto ciò.
Ciò che mi spaventa è dietro di lui. Oltre la sua spalla trovo ciò che speravo non ci fosse.
Zayn.
È li, in piedi. Lo sguardo indecifrabile. Ed io vorrei solo scomparire.

ZAYN POV

Vedo Niall girarsi finalmente verso la porta. Il suo sguardo incrocia il mio. È bellissimo anche adesso.
Gli occhi sgranati, le guance rosse e milioni di lacrime a rigargli il volto.
Vorrei fare qualcosa. Vorrei aiutarlo. Ma non riesco a muovere un muscolo.
Mi ero da poco messo al letto quando ho sentito il suo urlo squarciare la quiete notturna.
Mi sono alzato e sono uscito di corsa dalla mia stanza per raggiungerlo.
Davanti alla sua porta ho visto Lou immobile. Non riuscivo a capire cosa stesse succedendo. L'ho guardato, in cerca di spiegazoni, ed i suoi occhi hanno risposto alla mia muta domanda, guardandomi con rassegnazione e facendomi capire che, decisamente, non era nulla di insolito.
Una volta superata quella porta li ho visti. Tutto il dolore, la paura e l'agonia contenuti in un corpo così piccolo, di solito invanso da allegria e dolcezza. Li ho visti. E ne sono stato travolto.
Come un'onda che ti sbatte contro quando il mare è arrabbiato. Provi a cavalcarla ma è troppo.
Troppo grande. Troppo forte.
E allora vieni scaraventato sul fondale marino e senti tutto la pressione dell'acqua sopra di te schiacciarti.
Così tutte le sue emozioni mi stanno schiacciando, ed io mi chiedo come faccia lui a sopportare tutto ciò ogni giorno. Mi chiedo dove riesca a nasconderle.
Mi sono ritrovato spesso ad osservarlo. Quasi a studiarlo.
Ho letto la malinconia infondo ai suoi occhi, è vero. Ma non ho mai pensato che potesse nascondere tutto questo.
Neanche nei miei peggiori incubi avrei immaginato tutto ciò.
Capisco dal suo sguardo che la mia presenza lo turba e che dovrei andarmene.
Qualcosa però mi spinge a rimanere li. A guardare la tempesta che si agita nei suoi meravigliosi occhi colore dell'oceano.
 Sono sempre stato attratto dalla fragilità. Ho sempre cercato nelle persone problemi da risolvere. Ne ho bisogno.
È l'unico modo che conosco di avvicinarmi agli altri. Riparandoli.

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Capitolo 3
*** Getting myself lost, I am so gone.. ***


NIALL POV

Sento un raggio di sole sbattere biricchino sul mio occhio e, lentamente, inizio a prendere coscienza del mondo che mi circonda.
Provo ad aprire gli occhi, ma la luce, troppo forte, che filtra dalle persiane, mi costringe a richiuderli. Dopo qualche minuto riesco, finalmente, ad abituarmi. Sono sveglio, purtroppo.
Mi sento esausto. Non solo mentalmente, ma anche fisicamente. È come se avessi corso tutta la notte invece di dormire. Mi sento sempre così la mattina dopo i miei attacchi.
Non posso fare a meno di ripensare a ieri sera. Non è stato affatto piacevole.
Zayn, fortunatamente, se ne è andato dopo poco tempo, seguito subito da Louis. Non avrei potuto reggere ancora il suo sguardo.
Mi sono sentito troppo fragile. Nudo. Il suo sguardo ha sempre avuto la capacità di scavarmi nell'anima.  È come se riuscisse ad entrarmi dentro, senza alcun bisogno di chiedere il permesso. Mi sento troppo vulnerabile quando lo fa.
Harry invece è rimasto con me fino a che non mi sono addormentato. Mi ha cantato una canzone, mentre passava con dolcezza le sue dita fra i miei fili dorati. Fa sempre così.
Non posso fare a meno di far spuntare un sorriso sul mio volto pensando, a quanto sono fortunato, nonostante tutto, ad avere qualcuno come Harry nella mia vita.
Qualcuno bussa alla porta. Alzo la testa irrigidendomi. Il gelo nel cuore.
"Ni! Sono io. Posso entrare?" è solo Harry. Chi mi aspettavo che fosse?
Evidentemente devo ancora riprendermi completamente dallo stress notturno.
"Ei. Entra pure.." mi trovo a rispondere e, senza neanche rendermene conto, sono già seduto.
Il mio amico apre la porta con calma, e, una volta dentro, si avvicina lentamente al mio letto, sedendocisi sopra, una volta li. Tutto ciò senza mai staccare gli occhi dai miei.
"Come ti senti?" mi chiede, ed è chiaro nel suo sguardo che è estremamente preoccupato.
"Molto meglio. Non preoccuparti troppo Harry. Non è niente che non sia già successo prima!"
"Non preoccuparti dici ?" dice alzandosi in piedi. E, ok, credo di averlo fatto arrabbiare un pochino.
"Harry dai.." provo a parlare ma vengo subito interrotto.
"Harry un cavolo. Lo sai anche tu che erano settimane che non reagivi così a quell'incubo. Perché è sempre lo stesso no?! Lo sapevo io che non dovevamo trasferirci. Che era troppo presto. Troppo stress.."
"Harry!!" e stavolta la mia voce esce forte e chiara. E lui semplicemente blocca il movimento scordinato delle sue braccia e ammutolisce. "Harry sai anche tu che non sarà mai il momento giusto. Non possiamo cancellare ciò che è successo anni fa! Hai aspettato anche troppo per andare a vivere con Louis. Dobbiamo accettare le cose come stanno."
"Niall io voglio solo che tu stia bene." Sussura il mio amico sedendosi esausto accanto a me.
"Harry, guardami." Prendo il suo viso tra le mani e lo fisso dritto nelle due pozze verdi che ha al posto degli occhi. "Non puoi proteggermi per sempre. Anche se so che vorresti. Lo so che sono troppo bello." Ed entrambi non possiamo impedire ad un debole sorriso di spuntarci sul volto.
"Sei mio fratello piccolo irlandese. Lo sai vero?"
"Certo. E tu sei il mio." Gli dico, e finalmente vedo un po della preoccupazione scivolargli via dal volto.
"Dai adesso fammi alzare che devo andare in facoltà a seguire dei corsi io." Dico facendo la linguaccia al mio amico. Devo dire che dalla sua faccia non mi sembra proprio convinto a lasciarmi andare.

——————————————-

Sono arrivato al campus e cammino, senza meta, troppo immerso nei miei pensieri per essere seriamente intenzionato ad andare a seguire le lezioni di oggi.
Alla fine Harry si è fatto convincere e mi ha lasciato andare via. Non ne è stato proprio molto contento, ma sa, anche lui, che è meglio, per me, uscire dopo nottate così. Essere solo in casa non fa altro che farmi rimuginare ancora di più su quello che è accaduto.
A volte, ancora mi stupisco di come, dopo tanti anni, io non riesca a smettere di pensare a tutto ciò. La mia terapista dice sempre che è perché non riesco a fidarmi di me stesso. E perché, non riesco proprio a non vergognarmi. A non sentirmi in colpa.
Ma come potrei non sentirmi in colpa quando a causa di una sola notte ho perso tutto. La mia famiglia. La fiducia nel mondo. Il sorriso. Me stesso.
Come fai a non sentirti così quando, non importa quanto tu possa sforzarti, il gelo non ti abbandona mai?
Il mondo intorno a te è avvolto nella notte più nera perché tu, i colori, non li riesci più a distinguere.
Il dolore, il tuo compagno di sempre, lascia poco spazio ad altre emozioni. E il cuore ormai non si scalda più da un po.
E fingi. Con gli altri. Ma soprattutto con te stesso.
Perché ci vuoi provare a vedere di nuovo a colori. Perché ti sono sempre piaciuti. E perché lo sai, che in fondo, qualcuno in te ancora ci crede. E allora ci provi.
Solo che poi ci sono le notti, come quella passata, che ti ricordano chi sei. Che non hai scampo. Perché ormai sei condannato. Perché per te non c'è redenzione. Perché la tua anima è troppo pesante. E perché il gelo ha riempito tutto. E allora tu che puoi fare se non essere disgustato da te stesso e da quello che ti circonda?
I pensieri riempiono tutto e perdo la percezione di ciò che ho intorno.
Lo sanno tutti, però, che camminare essendo fra le nuvole non è proprio intelligente come azione. Perché può capitare che tu non veda dove ti stia dirigendo e finisca a sbattare contro qualcosa, o qualcuno, come in questo caso.
E ciò può portare, il tuo amato di dietro, ad essere dolorante dopo l'impatto con il suolo. Un impatto più che benvenuto al momento, dato che ti porta a staccarti da pensieri niente affato producenti.
Alzo gli occhi rientrando in contatto con la realtà, e di fronte a me non vedo altri che il mio caro amico Liam, piegato in due dalle risate per la mia meravigliosa, ed elegantissima, caduta.
"Liiii !!! Invece di stare li a ridere aiutami ad alzarmi !!" Gli dico porgendogli la mano e facendo gli occhi da cucciolo a cui so non può resistere.
Si sporge in avanti allungandomi la mano destra. "Comandi! La prossima volta però evita di venirmi addosso magari. Non sei proprio un peso piuma."
"Ha parlato Big Jim! Pensavo di aver appena sbattuto violentemente contro un muro." Perfetto. I miei pantaloni sono diventati marroni. Non credo si leverà molto facilmente.
"Simpatico!! Dai sbrigati che abbiamo lezione tra poco e non mi va di fare tardi."
"Li.. io non ho voglia di fare lezione." Ed eccolo che cambia faccia. Lo so che ha capito subito che c'è qualcosa che non va. Amo troppo la letteratura per saltare lezioni senza motivo.
"Ni. Che è successo?" E lo sa che non sono capace di mentirgli. Che proprio non ci riesco.
Le parole mi escono come un fiume in piena. Gli racconto del trasferimento, dell'incubo, dell'attaco di panico, di Zayn. E lui non perde una parola. Tutto concentrato in me.
E alla fine invece di uscirsene con stupide frasi di circostanza mi guarda negli occhi e "Ok. Andiamocene. Ho proprio voglia di farmi un tatuaggio."
"Un tatuaggio? Adesso? E poi cosa penserà la tua amata Andrea se vai senza di lei?" Dico stupito.
"Si, un tatuaggio e si, adesso. E Andrea sta studiando come una pazza perché è sotto esami. Non avrà problemi. Ora muoviti. Ho la macchina al parcheggio." Gli spunta quel sorriso dolce che io trovo meraviglioso.
Perché Liam non sorride solo col volto. Sorride col corpo. E illumina tutto quanto intorno a lui. Ed io sorrido di rimando. Voglio troppo bene a questo ragazzo un po punk, che è entrato nella mia vita come se niente fosse. Riscaldando un pochino quel gelo che ho sempre nel cuore.
E mentre ci dirigiamo alla macchina penso a come, nonostante tutto, un po di fortuna io l'abbia avuta. Con Harry, Liam e Lou. Perché nonostante il gelo sono sempre con me. Perché nonostante il gelo loro non sono proprio neri.
Mi fermo improvvisamente in mezzo alla strada. Una nuova consapevolezza si fa strada in me. "Li!! Aspetta un attimo!! Dove dobbiamo andare di preciso?"
Mi guarda e non dice niente. Ma io capisco lo stesso. Sbarro gli occhi.
Sono fregato.

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Capitolo 4
*** Fix you.. ***


ZAYN POV

La sveglia suona. Ancora, e ancora, e ancora. E anche se non ne ho voglia la spengo.
Il ricordo di questa notte ancora troppo vivo perché io possa curarmi veramente di ciò che accade intorno a me.
Non riesco a smettere di pensare al corpo di Niall scosso dai singhiozzi, ai suoi occhi. E forse è per questo che adesso ho un blocco da disegno sdraiato accanto a me, pieno di occhi azzuri, che mi fissano. Occhi bisognosi di aiuto. Occhi accusatori, perché non ho fatto niente per togliere loro tutto quel dolore.
So che devo fare qualcosa. Che lo devo aiutare. Che io posso farlo. Io devo. Io ne ho bisogno.
Mi alzo dal letto di scatto. Me ne devo andare da questa casa. Di corsa. Ho bisogno di uscire. Non posso continuare a stare qui.
Il bisogno di correre nella sua stanza sempre più forte. Allora mi vesto in fretta e furia, e, semplicemente, scappo.
Perché sono stanco. Perché non ne posso più. Perché non voglio più essere costretto ad aggiustare gli altri. Io non voglio. Eppure lo so che non ne posso fare a meno. È un bisogno che si è ormai insinuato sotto la mia pelle. Ed è un veleno per me. Perché mi fa male. Solo male.
Perché una volta che le aggiusti le persone se ne vanno, e ti lasciano da solo. E tu rimani li. A fissare il vuoto. A cercare dentro di te un modo per smettere. Ma lo sai che è solo questione di giorni prima che tu riesca a trovare un altro giocattolo rotto. Pochi giorni prima che tutto ricominci.
È così, ogni volta. E ora lo hai trovato. Ma non vuoi. Davvero non vuoi.
Perché lui ti piaceva prima di sapere che fosse rotto. Ora, invece, lo devi solo riparare. E una volta fatto se ne andrà. Il suo sorriso, capace di illuminare anche gli angoli più remoti della tua anima, se ne andrà. E tu rimarrai di nuovo solo. L’anima ridotta in frammenti sempre più piccoli. E niente più luce nel tuo mondo. Solo tu e il tuo bisogno di risolvere tutti i problemi in ciò che ti circonda. Perché se non lo fai, se non pensi agli altri, devi pensare a te. Ma tu lo sai che non puoi essere aggiustato. Non più ormai.
Ed allora scappi. Da lui, e soprattutto da te stesso. Cercando di resistere a quell’impulso che, ormai, quasi ti controlla.
Scappi nell’unico posto che sai ti impedirà di pensare a lui. Il tuo porto sicuro. Fatto solo di arte ed inchiostro.
Inchiostro che si insinua, a fondo, nella pelle di quelle persone che tocchi ogni giorno, ma che nonostante tutto vedi solo come fogli su cui esprimere te stesso, e non come enigmi da risolvere. L’unico posto in cui riesci a controllare quel bisogno che ti sta avvelenando la vita. Dove puoi essere semplicemente Zayn.
Fogli, colori, inchiostro. Sembra una tempesta sia passata in quella stanza. Ed invece sei solo tu. Quel disastro esprime perfettamente ogni tua sfumatura.
Ti avvicini al tavolo e prendi “il blocco”. Quello per momenti come questi. Momenti in cui hai assoluto bisogno di sopprimere quella parte di te che tanto odi.
Il carboncino stretto tra le dita e traferisci su quei fogli tutto il tuo tormento.
Piano inizia a prendere forma la solita figura. Una donna.
Lunghi capelli corvini che ondeggiano al vento. Occhi vuoti. L’unica persona che avresti voluto salvare, davvero. L’unica che non sei riuscito a salvare.
Dietro di lei una figura più piccola. Un bambino. Le braccia allungate verso di lei. Lo sguardo distrutto. Vuoto. Incapace di raggiungere ciò che vorrebbe con tutto se stesso.
Una lacrima ti scorre sul viso e cade sul foglio, sbavando i contorni neri. Fondendosi con essi. Dolore che si aggiunge ad altro dolore.
Continui a disegnare. Sempre le stesse figure che si presentano in forme diverse. E poi dentro di te qualcosa scatta. Tutto si spenge. E tu sei vuoto si. Ma almeno libero.  

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Sono solo un paio d’ore che sono qui e già mi sembra che il mondo intorno a me abbia iniziato a girare nel verso giusto.
Sto aspettando Liam. Mio cliente e amico ormai da qualche anno. Mi ha chiamato poco fa dicendomi di avere urgente bisogno di colorare un altro po la sua pelle. Come se non fosse già abbastanza ricoperto di tatuaggi.
Sto facendo diversi schizzi per passare il tempo e, proprio quando meno me lo aspetto, due occhi tornano a tormentarmi. Li fisso. L’azzurro si fonde col nocciola. Lo stomaco si attorciglia, e, quasi mi manca l’aria.
Prendo un respiro profondo e spengo tutto. Di nuovo.
Qualcuno alla porta mi tira fuori da quel mondo fatto di nulla.
Alzo gli occhi e davanti a me trovo il sorriso rassicurante di Liam. Gli sorrido di rimando, felice di rivederlo dopo tempo. Solo che non è solo.
Dietro di lui scorgo il mio dilemma. Niall mi guarda timidamente da dietro la spalla di Li. Quasi avesse paura di me.
Ed il mio bisogno mi travolge come un tornado. Mi ritrovo incapace di reagire. Di fermare il fiume in piena che mi sta  scoppiando dentro. Non ho più controllo.
Ogni cosa si accende in me. Come un grande meccanismo che comincia a girare. I suoi occhi mi hanno messo in moto. Ed ora non mi posso fermare.
Adesso so con certezza che non si può più tornare  indietro.
Ho trovato il mio giocattolo rotto. Devo solo aggiustarlo.

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Capitolo 5
*** I See Fire.. ***


I See Fire..

NIALL POV


Nonostante il nero che la circonda la Luna rimane li. Fiera. Luminosa.
Vorrei essere come lei. Vorrei brillare.
E chi se ne importa se è la luce di qualcun altro a farmi brillare. Fintanto che accade, a me sta bene così.
Vorrei sovrastare tutta l'oscurità che ho intorno. Non mi importerebbe del gelo che ho dentro. Alla fine riuscirei a convincere, anche me stesso, che la luce appartiene a me. Riuscirei a fingere di non sentirmi morire ogni giorno di più. Riuscirei anche a credere di essere contento così.
Alla fine chi se ne importa del freddo dentro di me. Fuori sarebbe solo calore. E luce. Ed io sarei Luna.
È tutto inutile. Queste stupide fantasie sono inutili. So da tempo di essere, oramai, solo un buco nero.
Una volta, si, ero una stella. Grande, bellissima. Emanavo energia, luce, e calore. Ma poi ho smesso di brillare. Tutto è diventato freddo. Tutto è diventato buio.
Qualsiasi cosa si avvicina troppo a me è in pericolo. Rischia di essere risucchiata dal mio vortice di negatività. E per quanto io tenti di essere Luna, sarò, sempre, solo uno stupido buco nero.
Ed è per questo che, nonostante quello che provo, Zayn deve stare lontano da me.
Non importa quanto io non riesca a smettere di pensare a quanto sia stato dolce con me, due settimane fa nel suo studio. A quanto io non riesca a dimenticare il suo sorriso così brillante, che almeno per un paio d'ore mi ha fatto sentire Luna.
Tutto questo non importa. Perché per quanto io voglia essere la sua Luna e, lui, la mia stella,  sarò sempre un buco nero. Saremo sempre solo io ed il mio gelo.

Sono nel salotto della mia vecchia casa in Irlanda. Mio padre siede di fronte a me.
Io cerco di parlare con lui ma, non risponde. Mi fissa e basta. Il suo sguardo è pieno di odio. Mi sento un rifiuto.
Inizio ad urlare. Voglio che lui capisca. Ne ho bisogno.
Tiro fuori tutta la mia voce, e le parole escono come un fiume in piena.
Gli dico che non è colpa mia. Che io non volevo che accadesse. Che non è facile neanche per me. Che non riesco a smettere di rivivere quella notte. Che nonostante mi penta delle scelte che ho preso, quello che è accaduto dopo non è colpa mia.
"Papà, ti prego, ho bisogno di te." Mi lascio sfugggire sfinito ma lui continua a guardarmi senza aprire bocca. Ed io piango.
Piango perché sono stanco. Perché non è colpa mia se sono quello che sono, e di certo, la causa di tutto ciò, non è il mio essere.
La vista si appanna. I contorni di mio padre stanno sbiadendo e poi, sono confuso. Qualcosa non va. Di fronte a me c'è qualcun altro. Mi guarda con anche più odio di quel che percepivo in mio padre. Lo vedo il disgusto nei suoi occhi. Freddi. Glaciali.
Cerco di asciugarmi le lacrime per capire chi c'è davanti a me e quando ci riesco.. sono sconvolto.. quello..
.. Sono io.
Urlo. Forte, fortissimo. Continuo a rimanere li. Non riesco a muovermi. Vorrei scappare, fare qualcosa. Ma sono bloccato. Davanti alla mia immagine. Che mi fissa. Con quel ghigno crudele che mi fa sentire sempre più inutile. Sempre più niente. Sempre più freddo.
Continuo ad urlare. A piangere. E lui rimane li, a guardarmi. Non si muove. Ed i suoi occhi, i miei occhi, non contengono altro che gelo. E non importa quanto tenti di scappare. Sono immobile. Li. Di fronte a quella versione di me stesso che vorrei solo cancellare. Ma non posso fare niente. E allora urlo. Sempre più forte. Fino a che non sento la gola in fiamme e gli occhi bruciare.


"Niall! Niall, maledizione, mi senti?" Calore.
Due braccia forti cercano di scuotermi, di risvegliarmi dal torpore. Ma io non voglio. Perché sento qualcosa irradiarsi dentro di me, qualcosa che non voglio perdere. Mi piace.
Un attimo e rivedo quegli occhi. Gelidi. Ed ho paura.
Il freddo torna padrone. Nessuna traccia del calore avvertito in precedenza.
Spalanco le palpebre e mi allontano, di scatto, dalla presenza che percepisco accanto a me.
Alzo lo sguardo e vedo, tra le lacrime, gli occhi di Zayn fissare i miei.
Vorrei dirgli di andarsene. Dirgli che non è Harry, che non ha alcun diritto di stare qui con me. Ma non riesco a fare niente. Se non guardarlo spaventato.
Vorrei solo respirare, ma non ci riesco. Il panico ha deciso di nuovo di controllare il mio corpo. Ed io non posso fare altro che volere Harry al mio fianco. A controllare il gelo. Perché se comincia la tempesta poi non riesco a tornare più indientro.
E Zayn mi guarda. Cerca di capire cosa fare senza sapere che voglio solo se ne vada. Perchè non può fare nulla. Non voglio fargli del male. E allora chiamo Harry.
Una, due, tre volte. Ancora, e ancora, e ancora. Ma Harry non arriva. Ed io non so che fare.
Il ragazzo rimane li accanto a me. Mi prende stretto fra le braccia. Lotto senza sosta. Non voglio che lui mi tocchi, non voglio si avvicini a me. Voglio solo Harry e lo dico. Di nuovo.
Sento quelle braccia stringermi più forte e un respiro caldo sfiorarmi l'orecchio.
"Harry non è qui" Un sussuro, appena percettibile, in grado di scatenare in me ancora più panico. Ancora più terrore. Ancora più gelo.
Inaspettatamente il calore continua. "Niall non ti devi preoccupare, ci sono io qui con te, sta tranquillo. Solo guardami negli occhi." E non so perché, ma alla fine lo faccio.
Tutto quello che vedo è calore. Tutto ciò che sento è calore. E non me ne accorgo nemmeno ma la tempesta si ferma. Il ghiaccio si scioglie. E l'aria ricomincia a scorrere.
Ed io sono uno spettatore inerme di tutto ciò. Non ho più alcun controllo. Sono quei fari nocciola a guidare ogni mia azione.
Smetto di combattere quell'abbraccio che ho sempre desiderato ricevere. E lascio il calore fluire in me. Dimentico di essere un buco nero. E mi illudo, almeno per un po, di essere Luna. Di aver trovato la mia stella, che è li a fissarmi.
A farmi sentire Luna.
Dimentico il gelo e, sprofondando nell'oblio, ricordo solo calore.

ZAYN POV

E mentre sono qui a fissare Niall dormire tranquillo, non riesco a non pensare che tutto ciò sia sbagliato. Mi sento meschino.
Ho finalmente trovato il pretesto per avvicinarmi a lui. Per iniziare a ripararlo.
Ma il piacere che ho provato nel vederlo rompersi e ricomporsi davanti a me, è soffocato. Sbiadito da qualcosa che non ho mai sentito prima verso i miei giocattoli.
Senso di colpa.
Sto approfittando del suo dolore per colmare il vuoto che ho dentro. È quello che ho sempre fatto con tutti. Eppure con lui è diverso. Lui è diverso. Ingenuamente vorrei che fosse il suo sorriso a riempire il vuoto che ho dentro. Vorrei che rimanesse con me. Che dopo tutto ciò non se ne andasse. Vorrei smettere di cercare.
Il corpo stretto al mio si muove spaventato. Abbasso lo sguardo stringendolo più forte a me.
Riesco a vedere ogni suo muscolo distendersi e in un instante, nonostante provi davvero ad impedirlo, tutto diventa nero.
Il piacere torna prepotente in me.
Un ghigno a formarsi sulle mie labbra perfette. La partita è aperta. Ora sono io che comando.

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Capitolo 6
*** Same mistakes.. ***


LOUIS POV

Dopo qualche settimana dall'inizio della nostra convivenza ho pensato fosse giunto ormai il momento di festeggiare questo nuovo traguardo raggiunto insieme. Per farlo ho deciso di portare Harry a cena fuori.
Siamo qui, in questo meraviglioso ristorante, già da un po, ma il mio compagno non riesce a godersi la nostra serata insieme. Posso vedere la preoccupazione nei suoi occhi.
Sono piuttosto convinto di sapere quale sia la ragione ma so che non si sbottonerà più di tanto al riguardo. È sempre stato così.
Nonostante ciò provo comunque a chiedergli qualcosa.
"Haz, amore, cosa c'è che non va?" Cerco di essere il più dolce e calmo possibile. So quanto questo argomento sia complicato per lui.
"Niall." Ed è solo un nome, lo so. Ma lo sussurra, quasi come lo stesse logorando dentro.
"Tesoro, devi stare tranquillo. Se dovesse accadere qualcosa c'è Zayn a casa. E sicuramente lo a.."
"Aiuterebbe? Zayn, davvero? Mister responsabilità!" lo dice con un tono che non può fare altro che ferirmi. D'altronde è del mio migliore amico che sta parlando.
Sembra rendersi conto dell'effetto che hanno avuto le sue parole su di me,perché poco dopo aggiunge: "Scusami. Non avrei dovuto parlare così di Zi. So che è importante per te. È che.."
Un sospiro affranto precede le sue parole successive. "Tutta questa situazione con Niall mi sta facendo impazzire. Sai benissimo quanto è sensibile. E non riesco a non pensare che svegliandosi e non trovandomi li possa spaventarsi. Troppo."
"Harry ormai non è più un bambino. Devi lasciarlo crescere. Deve imparare a cavarsela da solo."
"Lou, non è così semplice e lo sai."
"No, non lo so. Non hai mai voluto spiegarmelo." E per quanto vorrei, non posso impedire al mio sguardo di farsi più duro. Non solo perché odio il fatto che il mio ragazzo abbia dei segreti con me, ma anche perché ho imparato a voler davvero bene a quell'uragano biondo, e mi distrugge non poterlo aiutare in alcun modo.
"Perché non sta a me farlo.. Non lo posso abbandonare Lou. È la mia famiglia."
E con questo so che la conversazione è conclusa. Il mio ragazzo sembra piuttosto stanco ed il mio pensiero corre a Niall.
Ha un sorriso bellissimo e un gran cuore. Ma c'è qualcosa in lui che mi fa gelare il sangue nelle vene.
Ci sono dei momenti in cui, guardandolo negli occhi, non riesco a percepire altro che vuoto. È come se lui scomparisse venendo risucchiato da tutto il suo tormento.
E per un momento penso non sia stata proprio una buona idea lasciare una persona, così danneggiata, con qualcuno come Zayn.

HARRY POV

Ci sto provando, davvero tanto, a non pensare a  Niall, a godermi questa serata con il mio meraviglioso fidanzato. Ma proprio non ce la facio.
Ogni volta che lo lascio solo la sera mi sento inquieto. Ho paura che uno dei suoi incubi possa venirlo a trovare mentre non ci sono. E lo so che da solo non riesce e gestirli.
Si, è vero, anche Zayn è a casa. Ma so che Ni non è proprio felice di questo.
Non gli piace condividere con gli altri il suo passato. Il suo dolore.
Ormai non so più cosa fare per aiutarlo. Sono anni che lo sostengo ma lui sembra solo cadere sempre di più nel baratro. E l'impotenza è la cosa che mi fa più male.
Il comprendere che nonostante tutto non riesco a salvarlo da se stesso. E dai suoi ricordi.
Ho provato a fargli capire che lui non ha colpa in ciò che è accaduto. Che non ha fatto nulla di male. Che è il mondo che non ha avuto alcun rispetto per lui. Ma non ce la fa.
Le parole di sue padre troppo vive nella sua mente perché lui possa lasciarle andar via.
E a volte mi chiedo se, sotto tutti quegli strati di orrore, esista ancora il ragazzino, immerso nel suo mondo di fantasie, che leggeva Jane Austen in biblioteca.

LOUIS POV

La cena con Harry non è durata poi molto, dopo quella conversazione.
Abbiamo deciso fosse meglio per entrambi tornare a casa.
Non sono arrabbiato con lui. Solo preoccupato.
So quanto Niall sia fondamentale per lui e vorrei poter, in qualche modo, risolvere la situazione.
Appena varcato l'ingresso, Hazza corre subito in camera di Niall per controllare come stia. Ed io lo seguo, a passo lento.
Una volta raggiunto vedo il suo volto, sconcertato, fare la spola tra l'interno della stanza e me, per poi fossilizzarsi sul primo.
Seguendo il suo sguardo non posso fare a meno di rimanere scioccato anche io.
Ni è sdraiato sul suo letto e dorme tranquillo. Però non è solo.
Zayn è li accanto a lui, e lo stringe forte fra le sue braccia.
Sembrano così in pace con loro stessi. E mi piacerebbe davvero credere che un loro avvicinamento possa essere d'aiuto, per entrambi.
Ma una strana sensazione si fa strada in me.
Non dico niente, per non allarmare troppo Harry, già piuttosto confuso per la scena che si è ritrovato davanti agli occhi.
Posso solo sperare che il mio amico non stia facendo quello che fa di solito.
Lo conosco da una vita. So quello che ha passato e so quanto profondo sia il suo bisogno di salvare gli altri. Ma so anche quanto questo sia malsano. Quanto lo lasci svuotato alla fine di tutto.
Non voglio faccia sempre gli stessi errori. Non voglio vederlo far soffrire altre persone. Ma sopratutto, non voglio continui a distruggere se stesso.

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Capitolo 7
*** Words I couldn't say.. ***


UN MESE DOPO
 
NIALL POV
 
Apro lentamente gli occhi. Fatico ad abituarmi alla luce lunare che mi colpisce il viso.
Fuori è ancora buio.
Accanto a me solo calore.
Mi giro e vedo Zayn che dorme rilassato. Un braccio a circondarmi la vita e l'altro a farmi da cuscino.
Ormai è diventata un abitudine.
Non è stato detto nulla. Semplicemente, la sera dopo avermi salvato dal mio incubo, è venuto in camera si è sdraiato accanto a me e mi ha stretto a se. E da allora è così ogni notte.
Non parliamo mai. Quando è il momento, lui viene in camera, ed io mi accoccolo al suo petto, cadendo subito dopo nell'oblio.
Ed è assurdo ma gli incubi non ci sono più. Mi basta avere lui al mio fianco per controllare me stesso. La mia ansia. Il mio gelo.
Non diciamo una parola, neanche una. Mai.
Per quanto possa sembrare assurdo la cosa non mi pesa. Neanche un po. Mi sento bene.
In pace.
Almeno quando dormo non sento più freddo. Non sento più nulla.
Non riesco a spiegarmelo. Non ha alcun senso. Fra me e lui non c'è nulla.
Non capisco cosa lo spinga ad aiutarmi, e più di tanto, neanche voglio saperlo.
Oramai non riesco ad immaginare di poter dormire senza di lui.
Ne sono diventato dipendente. Sono ossessionato dal suo calore.
E mentre lo guardo, adesso, non posso non pensare a quanto sia dannatamente bello. A quanto vorrei potermi svegliare al mattino e non vederlo andar via senza dire una parola. A quanto vorrei baciare quelle labbra così belle la sera prima di accoccolarmi a lui. A quanto sarebbe bello parlare con lui. La sua risata illuminarmi l'anima. La sua voce a scaldarmi.
Eppure non mi azzardo a cambiare neanche una sola cosa fra noi due.
Il terrore di perdere quel poco che abbiamo, più forte della voglia di acquistare altro.
Però adesso dorme.
E allora lascio la mia mente fantasticare.
Faccio scivolare una mia mano sul suo volto, ad accarezzare la barba leggermente incolta. E, prima che me ne possa rendere conto, poggio le mie labbra sulle sue.
Un tocco leggero, veloce. Come un battito di farfalla. Un tocco capace di far divampare un incendio in me.
Sorrido, felice, come mai in vita mia.
Lui dorme, ma a me non importa. Non sono mai stato così bene. Non sono mai stato così convinto di essere almeno un po Luna.
E, mentre mi abbandono alla stanchezza ed i contorni della realtà che mi circonda cominciano a sfumare, penso che forse riuscirò davvero a superare il mio inferno.
Fintanto che avrò la mia stella al mio fianco.
 
ZAYN POV

 
Un rumore di piatti che sbattono. La voce di Ed Sheeran che riempie ogni cosa intorno a me.
Un corpo accanto al mio. Apro gli occhi.
L'urgenza di alzarmi da questo letto sempre più forte. Non posso rimanere qui. Lui vorrebbe parlare e questo non è possibile. Fa male, solo male.
Non so cosa mi stia accadendo, ma la situazione sta prendendo una strana piega.
Sento il bisogno di stare con lui. Di aprirmi con lui. Di viverlo. Per davvero. Ma non posso farlo.
Non ancora almeno.
Ogni persona che si guadagna è una persona in più da perdere. Ed io ho già perso troppo.
Mi stacco in fretta, ma con delicatezza, dal suo corpo. Non voglio svegliarlo.
In pochi minuti sono fuori da quella stanza.
Quando finalmente recupero lucidità mi dirigo a passi lenti verso la cucina.
"Hai dormito di nuovo nel suo letto, non è vero?" è così che mi accoglie il mio migliore amico. Il veleno nella voce.
"Louis ne abbiamo già parlato per favore, lascia stare." Non ho alcuna voglia di litigare con lui. E soprattutto non sono pronto ad affrontare questo discorso.
"Non ho intenzione di farlo e lo sai bene. Questa cosa non farà bene ne a te ne a lui. E non se lo merita Zayn." Lo dice rassegnato come se non sapesse davvero neanche lui cosa fare ormai.
"Lou non è nei miei piani il farlo star male .. Io voglio solo.."
"Tu vuoi solo aggiustarlo non è vero? È più forte di te. Lo fai ogni volta. Ti attacchi a qualcuno, lo sistemi e poi lo scarichi come se non ti servisse più.."
"Non sono io  a scaricare loro. Lo fanno loro con me." E tutto l'astio che ho dentro esce con questa piccola semplice frase. Come può accusare me di fare questo alle persone? Sono loro che mi usano e poi se ne vanno, lasciandomi da solo ancora una volta.
"O mio Dio!! Tu non te ne rendi neanche conto vero? Tu usi le persone perché hai un fottuto bisogno di loro. Devi ripararle per poter vivere. Troppo spaventato per affrontare i tuoi demoni devi distruggere quelli degli altri, e quando non ne trovi più, capisci che quelle persone non ti servono più a nulla e allora le scarichi. E passi al nuovo caso umano." Le sue parole mi fanno male. Troppo male. Mi entrano dentro. Mi feriscono. E non so più che dire. E lui continua.
"Zayn io non so cosa tu abbia in mente stavolta ma Niall, lui è diverso. Non puoi fargli questo. Se entri nella sua vita ci devi rimanere. Non puoi scappare come fai sempre. Mostragli chi sei, lui non se ne andrà. Parla con lui. Smettila di essere spaventato. Smettila di rincorrere un fantasma."  
Parla con lui. Parla con lui. Parla con lui.
Lo sento ancora, e ancora, e ancora, nella mia mente. E poi BOOM.
Vuoto.
Nero.
Resetto tutto.
Rabbia. Solo rabbia.
"Smettila di parlare. Non ne hai alcun diritto. Quello che faccio con gli altri non riguarda te in alcun modo. Userò chi voglio fino a quando voglio. Tu.. Stanne fuori e basta." E mi sembra quasi di essere uno spettatore della scena. Non escono da me quelle parole. Non è mia quella voce.  
Il mio corpo si gira di scatto ed io non lo controllo.
E poi li davanti a me, due oceani azzurri mi fissano, spaventati.
La tempesta dentro di loro.
Sono impotente. Vorrei parlare davvero. Vorrei dire tante di quelle parole. Ma non posso.
Sono li, inerme, a fissare il mio corpo che si muove e se ne va. Lasciando indietro la mia unica possibilità. Lasciando indietro Niall.
E intanto, io, mi sento morire.

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Capitolo 8
*** Through the dark.. ***


7. Through the dark..

NIALL POV
 
Sono confuso. Fermo. Immobile nella mia posizione.
Non capisco cosa è appena accaduto davanti a me.
Non capisco perché Zayn se ne è andato in quel modo.
Non capisco più niente.
Nebbia nella mia mente ad offuscare ogni cosa. Non ragiono più lucidamente.
E non lo sento neanche arrivare, il panico. Il dolore.
Sento solo il mio corpo cadere, e poi, tutto si fa nero.
Ed io, sento solo freddo.
 
ZAYN POV
 
Vorrei poter dire che ciò che è appena accaduto, non ha avuto alcun effetto su di me. Che non ha aperto una voragine nella mia corazza. Che non ho visto tutto il mio mondo, le mie convinzioni, crollare intorno a me.
Vorrei poter dire che Niall non conta. Ma non è così.
Lui è diverso, e Lou ha ragione. Dovrei provare a parlare con lui. Dovrei conoscerlo. Dovrei lasciarmi andare. Dovrei viverlo per davvero.
Non so neanche più come si fa, a viverla una persona. A sentirla per davvero.
Come fai ad entrare nel mondo di qualcuno senza doverlo riparare? Come si entra nel mondo di una persona per aggiungerci qualcosa che sia tuo? Come si fa ad entrare per condividere, e non rubare?
Sono anni ormai che non vivo più in questo modo. Che il mio dolore, il mio bisogno, prende il controllo di me. Non sento neanche più me stesso.
Tutte quelle emozioni negative che ho provato hanno creato questo mostro, che mi controlla.
Che, si, mi ha impedito di crollare. Che tante volte mi ha dato la forza per andare avanti ed affrontare un giorno nuovo. Senza pensare di essere un rifiuto. Senza pensare di non valere più nulla.
Solo che adesso è diventato troppo. E me ne sono accorto guardando quegli occhi blu riempirsi di dolore, orrore, stupore.
Sono stanco di vivere così. Di non vivere così.
Ripenso alle parole di Lou : "..Se entri nella sua vita ci devi rimanere. Non puoi scappare come fai sempre. Mostragli chi sei, lui non se ne andrà. Parla con lui.Smettila di essere spaventato. Smettila di rincorrere un fantasma."
E ha ragione, lo so che ha dannatamente ragione. Devo smetterla di avere paura. Devo smetterla di essere una marionetta nelle mani di quel mostro. Devo reagire. Lo devo combattere.
Per Lou, perché nonostante tutto quello che ho fatto, è sempre rimasto.
Per Niall, perché non avevo alcun diritto di sconvolgere la sua vita così. E perché lo voglio nella mia.
E, soprattutto, devo farlo per me stesso. Perché non posso permettere al passato di perseguitarmi per sempre. Non posso lasciare che sia il dolore a controllarmi.
 
Mi avvicino piano alla stanza di Niall. Apro la porta e lo vedo.
È li che dorme. Sembra inquieto. Spaventato.
Mi avvicino a lui.
Lentamente, lascio le mie labbra sfiorare le sue.
Sembra rilassarsi.
Ancora non capisco come faccia il suo corpo a reagire in questo modo al mio.
Con un sorriso, mi allontano dal letto e mi dirigo fuori dalla stanza.
Chiudo la porta alle mie spalle.
Un foglio bianco ricoperto di inchiostro poggiato sul letto, accanto al biondo.
Un peso in meno nel mio cuore.
Una speranza in più nei miei occhi.
 
NIALL POV

"Niall. Niall!!" sento la voce di Harry chiamarmi e piano riprendo conoscenza.
Lo guardo. Ha gli occhi pieni di preoccupazione.
Vorrei dirgli che sto bene, che ce la posso fare, ma la stanchezza è troppa. Ma lui sembra capire lo stesso.
"Stai tranquillo ti tengo io. Non ti lascio solo. Dormi.." e con queste ultime parole mi lascio andare. E tutto diventa di nuovo nero. Tutto diventa di nuovo freddo.
Freddo. Occhi gelidi a fissarmi. Mio padre.
Scappo. Corro, senza avere più fiato.
Sbatto contro un corpo. Caldo. Due braccia forti a sorreggermi.
Alzo lo sguardo. Zayn mi fissa. Ed io mi sento bene. Prottetto. Rinato.
Poi qualcosa cambia. Una nebbia scura, fredda, si avvicina. Ci avvolge. Il corpo di Zayn che viene staccato con forza dal mio.
Vorrei fare qualcosa, reagire. Ma sono bloccato.
Vedo la nebbia portare via la mia stella.
Urlo. Ma non esce alcun suono.
Ho paura. Di nuovo.
Tutto cambia. La nebbia non c'è più.
C'è solo luce.
Uno strano calore nasce dalle mie labbra e si irradia per tutto il mio corpo.
Ed io mi sento bene, finalmente.
Pace..
 
Apro gli occhi di scatto. Sono nel mio letto.
Mi guardo intorno, leggermente intontito dagli avvenimenti della giornata.
Mi alzo a sedere. Qualcosa di inaspettato sotto la mia mano.
Un foglio.
Una calligrafia elegante ha riempito le sue righe.
Una consapevolezza. Non è quella di Harry.
Una speranza di fa largo nel mio cuore. Calore. Zayn.

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Capitolo 9
*** Let it go.. ***


Caro Niall,

è così che si comincia una lettera vero? Non sono molto bravo in queste cose.

Come inizio mi sembra assurdo, molto artefatto. Una stupida regola da seguire, così impersonale, e questa lettera non ha assolutamente nulla di impersonale. Tutto il contrario in realtà.

Vorrei dirti tante di quelle cose. Vorrei riempire tutti quei silenzi che ci sono stati fra di noi. Ma non so da dove partire.

Forse chiedendoti scusa per il mio comportamento? Dandoti una spiegazione? Credi sia giusto?

Non voglio trovare giustificazioni al mio comportamento, non ce ne sono. Vorrei solo tu capissi.

Per la prima volta nella mia vita vorrei che qualcuno vedesse davvero quello che ho dentro. Vedesse davvero chi sono.

Io non so quanto tu sappia di me, quanto Louis ti abbia detto. Forse niente, forse tutto.

Non amo parlarne. Non mi va neanche che gli altri lo sappiano.

È la mia croce, la mia vergogna. Non voglio siano altri a portarla.

È il mio segreto, il mio peccato.

Ero ancora un bambino quando la mia vita è cambiata. Quando tutto intorno a me è crollato. Ed io non ho potuto fare niente per impedirlo.

Ero li, di fronte a lei, quando mia madre ha aperto la finestra e, con un ultimo sorriso sulle labbra, si è lasciata cadere giù. Se non fosse stato per Lou che era li con me, e che mi ha stretto a lui, probabilmente l'avrei seguita.

Una parte di me è morta con lei. E quella rimasta è stata troppo debole per reagire.

Da quel momento tutto è cambiato. Io sono cambiato.

Il senso di colpa mi ha divorato da dentro. Si è nutrito di ogni mia emozione, l'ha intrappolata. Ed io non ho sentito più nulla. Solo apatia e un disperato bisogno di sentire, vivere, il dolore.

Il mio era come scomparso, intrappolato in quel muro di apatia, quindi ho iniziato a cercare quello degli altri.

Lo facevo per nutrire il mostro, lo facevo per salvare le persone, per aggiustarle. Qualcosa che non ero riuscito a fare con mia madre, e non potevo perdonarmi per questo. Non posso perdonarmi per questo.

Così persona dopo persona, dolore dopo dolore, LUI è cresciuto in me, ha preso il controllo. Ed io sono rimasto li, inerme, senza la forza per combatterlo.

Ho cercato in tutti i modi di starti lontano Niall, davvero. Di non coinvolgerti in tutto questo. Ma quando ho visto il tuo tormento, quando l'ho visto crescere di fronte ai miei occhi non sono riuscito a frenarmi. Non sono riuscito a frenarlo.

E così è cominciata. Venivo da te, ogni notte, senza dirti una parola. Ti stringevo tra le mie braccia e ti vedevo cambiare, quasi rinascere solo grazie al mio tocco. E, Dio, quanto mi appagava questa sensazione. Quanto era soddisfatto LUI.

Eppure io non potevo fare a meno di sentirmi uno schifo ogni mattina. Di sentirmi sbagliato. Di sentire che avrei dovuto reagire. Cambiare.

Almeno per una volta nella mia vita, avrei dovuto riprendere il controllo delle mie azioni.

Ma sono troppo debole. O forse lo ero.

Quando ti ho visto, guardarmi con quegli occhi pieni di spavento mi sono sentito morire.

E qualcosa è scattato.

Tu mi piaci davvero Niall.

Mi piacciono i tuoi occhi, il tuo sorriso, il rumore della tua risata.

Dio la tua risata, ha lo stesso effetto del sole primaverile che ti accarezza la pelle dopo un lungo grigio inverno.

Mi piaci tu, in tutto e per tutto Niall.

Ed io lo so che ho sbagliato, lo so che sono troppo danneggiato. Che i miei problemi non finiranno così.

Perché LUI non se ne è ancora andato. Perché LUI combatterà. Ma io voglio provarci. Per te.

Per me.

E lo so che non ha senso. Che ci conosciamo a malapena. Ma non ho mai voluto qualcosa così tanto in vita mia.

Niente mi è mai sembrato così giusto.

Vorrei che tu mi dessi una possibilità. Ci dessi una possibilità Niall.

Perché se è vero che da soli non ce la possiamo fare ad andare avanti, a risolvere i nostri problemi, forse possiamo farlo insieme. Non trovi?

E forse questo ti sembrerà solo un insieme inutile di parole senza senso, forse butterai questo foglio prima ancora di iniziare a leggerlo, però io voglio crederci.

Almeno stavolta.

Il tuo, spero almeno amico, Zayn.

NIALL POV

Finisco di leggere le sue parole per quella che credo essere, almeno, la ventesima volta.

Non so che pensare, non so cosa devo fare.

È tutto troppo in questo momento. Tutto troppo caldo.

Ho bisogno di fare chiarezza. Ho bisogno di andare via, di essere il più lontano possibile da questo posto.

E allora me ne vado.

Prendo la lettera, un cappotto. E scappo.

Lontano da quella casa, lontano da lui.

Lontano da quel calore.
 

Finalmente dopo settimane sono riuscita a scrivere qualcosa. Questa parte della storia mi ha mandato decisamente in confusione. Non riuscivo a trovare il modo giusto di esprimere quello che volevo, non sono del tutto certa di esserci riuscita nemmeno adesso.

Spero di aver lasciato abbastanza, ma non troppa, libertà ai sentimenti del mio Zayn. Al prossimo capitolo :)

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Capitolo 10
*** What would you say if I ask you to stay? ***


NONO CAPITOLO - What would you say if I ask you to stay?


NIALL POV

Sono ore che giro per le strade di Londra, in cerca di cosa, non lo so nemmeno io.

Forse una spiegazione. Un perché.

Perché le vite delle persone non possono essere semplici, scorrere tranquille, dalla culla alla tomba?

Perché ognuno di noi deve portare con se un fardello che lo schiaccia ogni giorno di più?

Perché?

Non sono arrabbiato con Zayn, non potrei mai esserlo. Non dopo aver letto quella lettera.

Non dopo aver, almeno intravisto, quello che sta passando. Chissà da quanti anni ormai.

Chissà cosa ha dovuto sopportare dopo.

Mi sono sempre fermato alle apparenze con lui. Non mi sono mai davvero curato di chi fosse, troppo preso a preoccuparmi di non sfigurare davanti alla sua bellezza.

Eppure, adesso, seduto qui, sul prato di Hyde Park, con questa lettera tra le mani e il vento fra i capelli non posso non chiedermi cosa sia sta la sua vita.  Chi sia lui davvero.

Abbiamo dormito insieme per settimane, eppure neanche una parola. E forse, adesso, un po me ne pento.

Mi pento della mia codardia. Mi pento della mia superficialità.

Come ho potuto non farmi domande. Come ho potuto lasciare le cose scorrere così come se non le stessi vivendo veramente, come se non appartenessero a me.

E adesso c’è una confusione assurda nella mia testa.

Cosa devo fare? Qual è il prossimo passo?

Mi sento schiacciato dal peso di tutto questo.

Neanche so cosa provo per lui davvero.

Ed ho paura. Una fottuta paura di scoprirlo, perché poi, non si torna indietro. Non credo di essere pronto.

Un colpo di tosse mi trascina via dai miei pensieri e mi riporta alla realtà.

In piedi, di fronte a me, c’è Louis. Uno sguardo curioso sul suo viso, ed un sorriso rassicurante sulle labbra.

“Ei Ni. Harry mi aveva detto che ti avrei trovato qui. Ho dovuto girare un pochino ma alla fine ce l’ho fatta.” Non riesco a capire bene cosa ci faccia qui ma, probabilmente, ho davvero bisogno di parlare con lui.

“Come stai?” Mi sento chiedere. Non mi sembra la domanda giusta al momento. Non ho idea di cosa rispondere. E allora, semplicemente, non lo faccio.

“Zayn mi ha scritto una lettera. Mi ha detto di sua madre.” Dicendo questo gliela porgo, e lo vedo, che non riesce a crederci.

Negli attimi di silenzio che seguono, i suoi occhi scorrono veloci lungo le parole scritte su quel foglio, parole impresse ormai a fuoco nella mia mente.

“Non ci posso credere..” È  quasi un sussurro quello che esce dalle sue labbra una volta giunto all’ultima parola. Lo sconcerto nei suoi occhi mentre fissano i miei.

“Zayn non ha mai parlato con nessuno di tutto ciò. Non riesco a credere che te lo abbia voluto dire. Io..” E li lo interrompo.

“Lou, ho bisogno di spiegazioni. Non sta a te esporre i dettagli e non sta a me chiedertelo. Ma io ho bisogno di capire. Cosa devo fare con lui? Non so neanche da dove cominciare. Non lo conosco abbastanza.

Dio, ancora non riesco ad affrontare i miei problemi, da dove dovrei partire con i suoi?” E c’è una sorta di disperazione nella mia voce. Un voler capire. Sapere. Una ricerca di una linea guida.

Un acceno di panico. Una richiesta d’aria. Freddo.

“Niall, sta calmo. Respira.

Io non so cosa, in te, abbia portato Zayn a rivelare la parte più nascosta di se. Ma l’ha fatto. E credo di essere anche più scioccato di te. Questo, però, significa che hai qualcosa in te che è semplicemente giusto per lui. Devi solo essere te stesso.”

“E se sbagliassi tutto? E se finissi per fargli del male?” Se finissi per farmi del male, vorrei aggiungere, ma non lo faccio.

“Non credo sia possibile. Devi solo seguire il tuo cuore Niall. E lasciar stare le tue paure.” Come abbia fatto a capirlo non lo so. Ormai credo di essere diventato troppo prevedibile.

“Lou sono terrorizzato. Tu.. tu sai tutto di me. Lo so che Harry te l’ha detto.

Io non sono semplicemente danneggiato Lou. Io sono un insieme di pezzi sbagliati che si tengono uniti per miracolo. Come posso trascinare un’ altra persona in tutto questo.

Con quale coraggio posso fare questo a Zayn? Lui ha già sofferto abbastanza.

E se poi, conoscendolo, quello che scoprissi fosse troppo per me?”

“Hai paura di scoprire Zayn o che lui scopra te?” Una domanda semplice, poche parole messe una dopo l’altra. Eppure capace di mandare in tilt il mio cervello.

Perché lo so che in fondo è così. Perché non so definire quello che provo, ma so che è forte, troppo forte.

E la paura di lasciarmi andare, di farmi vedere, è tanta.

“Lou io non posso crollare di nuovo, capisci? Io non posso e basta.” Sono stanco. Troppo stanco. E sento, sempre, troppo freddo.

“E se Zay avesse ragione? Se affrontare tutto questo insieme fosse la soluzione giusta? Ci hai pensato Ni?”

E queste parole mi colpiscono come un pugno in pieno viso. Mi fanno male.

Eppure lo sento. Li al centro del petto.

Calore.

ZAYN POV

Sono nella mia stanza dopo una giornata troppo brutta per essere vera.

Non sono riuscito a vedere Niall, e sono terrorizzato.

Non so se ha letto ciò che gli ho scritto. Non so cosa pensa.

Non so neanche se vorrà più anche solo guardarmi.

Il mostro, debolmente imbrigliato, si agita dentro di me, chiedendo di uscire.

Ho passato la giornata a disegnare milioni e milioni di Niall sul mio blocco. Occhi azzurri che mi fissano.

Alcuni mi giudicano, altri mi compatiscono. Eppure neanche uno che mi ama.

Sono perso nei miei pensieri. La sento a malapena la porta che si apre e si richiude.

La luna l’unica luce presente nella stanza. Il mio angelo biondo, li, di fronte ai miei occhi.

Calma.

I suoi, insicuri, e pieni di non so cosa.

Si avvicina piano al letto.

Sono immobile. Incapace di formare un pensiero coerente.

“Zay.. Parliamo domani d’accordo? Adesso vorrei solo dormire.” Si sdraia accanto a me accoccolandosi contro il mio petto.

Non riesco a credere che lui sia qui. Che non sia scappato il più lontano possibile una volta scoperto chi sono davvero.

“Ah e Zay, ha perfettamente senso.”

E allora non posso impedire ad un sorriso di nascere spontaneo sul mio volto.

Un bacio posato tra quei fili biondi. Un “Buonanotte Niall” sussurato.

Un “Buonanotte Zee.” che suona nelle mie orecchie come la ninnananna più dolce di sempre.

E mentre mi lascio andare a morfeo, la testa leggera, li vedo finalmente due occhi azzurri che mi amano.

Forse una possibilità ce l’ho.

Forse, ce l’abbiamo entrambi.

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Capitolo 11
*** Move together. ***


Move together.


NIALL POV

Sono sveglio già da un qualche minuto. Nonostante ciò non mi sono ancora spostato dalla mia posizione.

Stretto tra le braccia di Zayn. Una mano sul suo petto, proprio sopra il cuore, incantato da quel battito. L’unico movimento fatto è stato quello di alzare un po la testa per poter ammirare quel viso perfetto.

Ancora non so definire ciò che è accaduto. Ciò che siamo. Cosa provo.

Però so che adoro stare così.

Amo l’idea di svegliarmi così, tra le sue braccia, tutte le mattine, sapendo però, di sentire la sua fantastica voce. Perché ora sarà diverso lo so.

Niente più scuse, niente più paure. Ma tante, tante parole.

Perché ne abbiamo bisogno. Perché se vogliamo curarci a vicenda quella è la strada giusta. Dobbiamo condividere noi stessi. Dobbiamo scoprirci a vicenda.

 E la cosa mi spaventa, da morire. Però è quello che serve a lui. È quello che serve a me.

Ed ecco che ciglia chilometriche iniziano a tremare. Due pozzi si aprono sul mondo e mi fissano. Mi scaldano l’anima.

Un sorriso ad illuminare la stanza. Calore.

La mia mano, più veloce dei miei pensieri, va a posarsi sulla sua guancia, tracciando i contorni di quella perfezione. Di quella stella.

Un “Buongiorno” roco lascia quella bocca. Ed è sufficiente a far divampare un incendio in me. Un incendio reso visibile dal rossore sulle mie guance, che mi porta a nascondere il viso nell’incavo del suo collo, spingendomi ad accoccolarmi di più al suo corpo.

“Buongiorno Zee..” Esce lieve dalle mie labbra, quasi inudibile.

Eppure lui lo sente, e mi stringe più forte a sé.

“Da quanto sei sveglio?” Chiede con la voce ancora impastata dal sonno.

“Da un po.” E mentre lo dico inspiro forte il profumo della sua pelle e, per un attimo, mi sembra che tutto sia al posto giusto.

“Come mai? Eri nervoso? Stai male? Qualcosa non va?” E la preoccupazione nella sua voce non la capisco. Anche se mi sembra la cosa più giusta del mondo.

“Zayn stai tranquillo. Mi sono solo svegliato. Non ti preoccupare.” Mi attacco ancora di più al suo corpo, se possibile.

“Ah ok. Si giusto. È normale la mattina.” Dio come sembra agitato. Credo non sia abituato a parlare molto. Non con me almeno.

“Che ne dici di mangiare qualcosa Ni?” Continua guardandomi, ora, negli occhi.

“Zee dobbiamo parlare, lo sai.” Un lampo di non so cosa attraversa i suoi occhi. Ansia? Consapevolezza?

“Lo so. Però credo che dovremmo farlo a stomaco pieno.” E lo dice con un sorriso.

Mi lascia un bacio fra i capelli. E sempre col sorriso si alza e se ne va.

Lasciandomi confuso, sul suo letto, a chiedermi cosa diavolo sia accaduto. Quante emozioni diverse abbia vissuto lui, in così pochi minuti.

Però, nonostante tutto. Nonostante l’ansia. Lo sento ancora, lì, al centro del petto. Calore.

 

ZAYN POV

Sono agitato, troppo agitato.

Non so cosa mi dirà. Non so cosa dirò io. Ho paura. Tanta paura di rovinare tutto. Di dire la cosa sbagliata. Di spaventarlo. Farlo scappare.

Non so neanche se la colazione che sto preparando gli piacerà.

Pancakes e sciroppo d’acero. È un classico. Io li adoro.

Me li preparava sempre mia madre quando ero piccolo. E mi sembra quasi di aprirmi di più a lui facendoglieli mangiare.

Non ho mai sentito un desiderio così forte di condividere me stesso con qualcuno. E ne sono terrorizzato.

Un vassoio carino ma semplice. Una cosa normale. Non voglio esagerare. Dio non stiamo neanche insieme.

Succo d’arancia e via.

Apro, delicatamente, la porta della mia stanza e vengo accolto dal suo sorriso brillante. A volte mi sembra abbia dei diamanti al posto dei denti. Per non parlare degli occhi che sembrano due stelle.

Non mi riconosco più. Vaneggio anche nei miei pensieri. Non capisco.

Dove si trova il mostro? Non mi lamento, ovviamente, ma non era mai accaduto. Sembra non abbia alcuna intenzione di tornare in superfice.

Ma non mi fido. Lo so che sta solo aspettando il momento giusto. Non posso abbassare le mie difese. Non con lui almeno.

“Zee tutto okay?” Ci pensa Niall a riportarmi alla realtà.

“Si certo. Ecco ti ho fatto i pancakes. Non sapevo cosa prepararti ma questo è il mio piatto preferito, beh quello mio e di mia madre, e allora ho pensato che poteva essere un gesto carino e che.. Non ti piacciono vero? Avrei dovuto fare altro? Scusami io..” Ma cosa sto facendo?

“Zayn va tutto bene. Li adoro.” Due labbra calde sulla mia guancia, leggere come un battito di farfalla. Eppure li, a scaldarmi l’anima. A spengere tutta quell’agitazione. Quella preoccupazione inutile.

Perché siamo io e lui. Perché se è ancora qui, anche dopo quello che ha scoperto, vuol dire che rimarrà. Che è valsa la pensa rischiare. Che una speranza, forse, ce l’ho davvero.

“Grazie.” Lo dico così, come se niente fosse. Ma so che lui capisce. Che gli sto dicendo grazie per essere restato. Per aver deciso di rischiare insieme a me. Nonostante me. Nonostante noi.

E così iniziamo a parlare di tutto e di niente.

Parliamo del mio lavoro, di quanto ami disegnare ed ancora di più tatuare le persone. Di quanto mi senta libero facendolo.

Parliamo di letteratura inglese, di Jane Austen, di quanto lui sia felice di studiare, perché era il suo sogno ed è felice di averlo realizzato.

Parliamo un po di Lou e un po di Harry. Di Liam.

E scopro che ama andare al cinema con Harry , mangiare popcorn e carammele gommose, mentre guardano, per lo più, film Disney, e la trovo la cosa più dolce del mondo.

Mi dice che a volte scrive anche se non è poi così bravo. Ma lo rilassa.

Ed io lo guardo e ne sono incantato. Potrei sentirlo parlare per ore.

Perché mi fa stare bene. Perché il mostro non ha chance se Niall è con me. Non più.

E mi perdo nella sua voce. E mi pento di tutte le parole non dette. Di tutti i vuoti non riempiti.

E allora glielo dico.

Gli dico che mi dispiace, per tutto, a voce e non in una lettera. E mi sento libero. E non ho più paura di sapere quello che pensa.

“Zayn, non c’è nulla di cui tu debba scusarti..” Lo guardo e so di essere pronto. Sento che andrà bene, qualunque cosa dirà.

“La lettera, quella, mi è bastata. Mi ha sconvolto, mi ha lasciato senza parole. Mi ha spaventato. Tanto, davvero tanto. Perché non me l’aspettavo. Non sapevo cosa fare, come comportarmi. Avevo paura di cosa sarebbe venuto dopo. Volevo solo scappare. Ma, poi, ho parlato con Lou. Hai un amico fantastico, comunque.” E lo so che ho un amico fantastico. Che c’è sempre stato e ci sarà sempre. E che non potrò mai ringraziare abbastanza.

Lo guardo incuriosito, impaziente di sapere dove arriverà con le sue parole.

“E lui mi ha fatto capire che hai ragione Zee. Che siamo tutti e due dei giocattoli rotti e vecchi, lasciati in soffitta ad impolverarsi, ma insieme, possiamo farcela. Non so cosa ci riserverà il futuro. Non so chi saremo. Però penso sia il momento di cominciare questo viaggio insieme. A piccoli passi.” E mi stringe la mano. La gioia che sento sbocciare in me è, tanta. E dopo tutto questo tempo, quasi sconosciuta. Penso potrei illuminarmi come una lampadina da un momento all’altro per quanto sono felice. Ma so che non ha finito di parlare, e allora lo lascio fare.

“Io ho apprezzato tantissimo le tue parole. Il fatto che tu ti sia aperto con me significa tantissimo Zayn. Ed io voglio essere al tuo fianco e sostenerti. Voglio farti sconfiggere quel mostro una volta per tutte e renderti libero da queste catene che ti impediscono di vivere, vivere per davvero. E, Zayn, vorrei avere il tuo coraggio, la tua forza, in questo momento, ma non ce l’ho. Vorrei riuscire a raccontarti la mia storia, vorrei renderti partecipe di ciò che sono. Di cosa non sono più. Però non ci riesco. Non mi sento ancora pronto. E mi faccio schifo per questo. Mi sento così debole mentre tu..” Lo fermo, non lo faccio continuare, perché non ha senso.

Lo stringo forte a me. Gli accarezzo i capelli.

“Niall, va bene così. Devi rispettare i tuoi tempi, non forzarti. Abbiamo già fatto tanti progressi insieme. Siamo qui a parlare. Di noi. Delle nostre vite.” Lo guardo negli occhi. “Ed è fantastico così. Quando sarai pronto parlerai con me. Non prima di allora. Siamo d’accordo Ni?” Una scintilla in quegli oceani. Speranza. Gratitudine.

“Siamo d’accordo. Grazie Zee.” Un sorriso. Una stretta calda.

“Insieme Ni.” E so che non c’è bisogno di dire altro. Almeno non per adesso.

Ora basta questo. Basta essere abbracciati, qui, sul mio letto dopo aver fatto colazione insieme parlando di noi. Con una consapevolezza nuova.

Quella di esserci, per davvero, l’uno per l’altro adesso. Quella di poter andare avanti.

Insieme. Con la voglia di scoprirci.

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Capitolo 12
*** We can take the same road.. ***


12. We can take the same road..


TRE MESI DOPO

NIALL POV

Cammino. Un passo dopo l'altro. Guardo  i miei piedi. Guardo l'asfalto sotto di essi. Asfalto che scompare.

Paesaggio che scorre al mio fianco. Palazzi grigi. Vuoti. Freddi.

E poi eccolo li il sole, così raro a Londra, eppure a volte presente. Sfiora il cemento. Lo illumina. Lo scalda.

E tutto sembra prendere colore. Anche l'asfalto che scompare. Anche il tempo che scorre. La vita che passa. I momenti persi. Con il Sole tutto sembra più bello.

Zayn è, il mio, di Sole. Mi scalda l'anima e scaccia via il freddo che ho dentro.

Solo che il Sole, dentro di me come a Londra, non c'è sempre. A volte il freddo è tanto. E tutto torna grigio, tutto si riempie di dolore.

Il dolore è uno strana emozione. Ci fa paura, tanta paura.

Lo scansiamo sempre quando arriva.  Perché è troppo, perché non siamo pronti.

Eppure, non riusciamo mai a capire, che l'unico modo per superarlo davvero, è accoglierlo dentro di noi. Conoscerlo, viverlo.

Solo così potremmo davvero salutarlo un giorno, come un vecchio amico.

Metterlo da parta ci porta solo a vederlo ripresentarsi  alla nostra porta, giorno dopo giorno. Insistente. Sempre più voglioso di entrare. Così fastidioso. Così spaventoso.

E il tutto si traduce sempre in quell'orribile sensazione di nausea alla bocca dello stomaco. Quella che ti colpisce quando sei solo. Quando non sei impegnato.

E poi sale, arriva ai polmoni. E ad ogni inspirazione ti sembra di avere una morsa sul petto che non fa entrare aria.

E poi sale ancora, arriva alla testa. Ti comprime la mente. Tutto diventa confuso, tutto si mischia. E tu perdi lucidità. Non sai come comportarti.

E poi come arriva se ne va. Ti ritrovi svuotato. Privo di ogni energia. Di ogni pensiero positivo.

E allora che senso ha scansare il dolore? Perché non viverlo?

Me lo chiedo sempre. Ne parlo con la mia terapista.

Eppure la soluzione c'è. Lei me l'ha detto. Più volte.

A volte tutto sembra troppo. Troppo grande per noi. Troppo complicato.

Da soli non ce la facciamo. Basta condividere la nostra croce con qualcuno. Se si è in due a portare il peso si fa più leggero no?

Solo che per farlo bisogna aprire noi stessi a quella persona. Completamente.

Farla entrare dentro di noi. Spalancare tutte le porte. Non lasciare neanche un segreto.

È semplice. Solo che non lo è per niente.

Ed io la persona con cui farlo l'avrei anche trovata.

Non Harry. Troppo dentro.

Non Liam. Troppo giusto.

Non Louis. Troppo di Harry.

Semplicemente Zayn. Abbastanza mio. Abbastanza sbagliato. Abbastanza vero.

Vorrei essere pronto. Vorrei esserlo oggi. Ma non lo sono.

Però intanto vado da lui.

 

ZAYN POV

"Toc toc. C'è nessuno?" Una voce mi tira fuori dal mio mondo.

Alzo lo sguardo e non posso fermare il sorriso che si forma spontaneo vedendo chi c'è di fronte a me.

 "Eiii, piccoletta vieni qui." Dico correndo ad abbracciare quello scricciolo.

"Zee ti avrò chiamato almeno tre volte. Cosa stavi facendo?" Mi dice stretta al mio petto.

"Sto progettando un nuovo tatuaggio. E no, non puoi vederlo. Non ancora almeno. Dove l'hai lasciato Liam ?" Si stacca da me e mi guarda con quei due pozzi giganti color cioccolato che ha al posto degli occhi.

Un metro e cinquanta di dolcezza a fissarmi. Un metro e cinquanta di preoccupazione.

"Abbiamo discusso.." Esce in un sussuro dalle sue labbra.

"Andrea, lo sai che risolverete. Risolvete sempre. Siete tu e Li." Il mio tono è sicuro, convinto. Per me loro sono l'esempio di coppia perfettamente imperfetta. Quella giusta, quella vera.

"Non lo so Zee. Lo vedo distante ultimamente. E mi ferisce. Troppo. E se non mi amasse più?" Non l'ho mai vista così preoccupata. Così vulnerabile.

Si tiene sempre tutto dentro. Finge. Fa credere al mondo di essere una roccia. Di non poter essere toccata dietro la sua corazza. Non puoi entrare. Non la puoi ferire.

Ma in realtà è fragile. Vera. A volte un po insicura. Proprio come il mio Niall.

E come lui ha solo bisogno di essere abbracciata. Ha bisogno di sapere che sei li. Che non la lasci.

Che se proprio dovesse farsi troppo buio tu sarai li, la sua luce. La sua guida.

Vorrei uccidere Liam, in questo momento, perché la sta facendo preoccupare inutilmente.

"Eii, guardami. Lui ti ama, non ti devi preoccupare. Sono sicuro che.." Un telefono squilla. Quello dello studio.

Riconosco il numero. Liam.

Guardo Andrea. Rispondo.

 "Zayn! Ti prego dimmi che è li con te. Non risponde più al telefono e non so dove altro cercarla.. Io sto impazzendo." L'ansia nella sua voce è palese.

"Liam. Stai tranquillo, è qui con me. Te la passo subito ok?" Se gli sguardi potessero uccidere in questo momento sarei morto.

Prende il telefono con rabbia e si allontana a grandi passi da me, iniziando a strillare qualcosa contro il povero Liam. Dio quella ragazza mi spaventa a volte.

So benissimo perché Liam è distante con lei ultimamente. Vuole chiederle di andare a vivere insieme ed è piuttosto nervoso. Tutto deve essere perfetto. La casa, il momento.

E mentre quella furia imperia, una figura entra silenziosa nel mio studio ma, rumorosa come fuochi d'artificio, nella mia anima.

Niall. È li, di fronte a me, in tutta la sua luce, con un sorriso insicuro sulle labbra.

Lo guardo e mi sento felice, leggero.

Si avvicina. Lo stringo forte a me.

Respiro il profumo della sua pelle. Mi sento a casa.

"Che sta succedendo? Perché Andrea sbraita al telefono? Che ha combinato Liam?" Le parole escono velocissime, una dopo l'altra. E tutto sembra così naturale.

"Liam ha fatto un casino." E non ha bisogno di altre spiegazioni. Torna a posare la testa nell'incavo del mio collo. Stringendomi più forte a se.

Mi siedo e lui mi segue.

Rimaniamo nella nostra bolla per non so quanto tempo. Una mano nei suoi capelli, un sorriso raggiante sulle labbra e non ho bisogno di altro.

Negli ultimi mesi siamo diventati praticamente inseparibili.

Dormiamo insieme. Parliamo tanto, di tutto. A volte stiamo semplicemente in silenzio, come adesso.

E tutto è perfetto. Solo che, le sensazioni che mi da sono sempre più forti.

Non mi sento più padrone di me stesso. È come se ogni parte del mio corpo, della mia anima, fosse indissolubilmente dipendente da lui.

Quando non lo vedo, anche se per poco, mi manca, come l'aria. E tutto ciò mi spaventa. Non ho mai sentito nulla di simile per qualcuno.

Non ho mai provato questa gioia infinita nel vedere qualcuno ridere con me. Star male con me.

Con lui non ho paura di parlare. Di farmi vedere per quello che sono. Di chiedere aiuto.

Però ho paura di fare la mossa sbagliata. Ho paura di perderlo.

"Scusate devo correre. Il mio ragazzo mi ha appena chiesto di andare a vivere insieme. Vi adoroo!! Ciao!" Un uragano rosso esce dal negozio.

Io e Niall rimaniamo li scioccati nella nostra sedia.

Lui sembra risvegliarsi poco dopo. "Zee dobbiamo andare!!" Cavolo mi ero dimenticato dello psicologo.

"Dai corri, non vogliamo fare tardi su."

"Ma non mi va." Preferirei decisamente rimanere qui con Niall, ma ho bisogno della mia chiacchierata settimanale.

"Zayn dai, alzati su." Mi fa il solletico, ci prova almeno.

Mi prende la mano e velocemente mi porta in strada, lasciandomi appena il tempo di chiudere tutto.

E forse ho paura. E forse non sono ancora pronto ad ammetterlo davvero.

Però mentre lo guardo, le nostre mani ancora unite, la sua risata nell'aria, non posso non pensare almeno un po che quello che provo sia il fantomatico amore di cui tanti parlano.

Un amore in grado di portare luce nella mia oscurità. Un amore capace di rimettere insieme i pezzi della mia vita.

Un amore, spero, capace di rimettere insieme i pezzi della sua, un giorno.

 

Un nuovo capitolo, un nuovo passo nella storia del mio Zayn e del mio Niall. Mi sto affezionando tantissimo a questi due personaggi, non so bene perchè.

Il pov di Zayn risulta un po strano, lo so. Però ho cercato di aggiungere un leggerezza al capitolo perchè la parte di Niall mi è sembrata piuttosto pensante.

Colgo l'occasione per ringraziare la ragazza che mi ha ispirato il personaggio di Andrea. So che leggerai. Grazie bro. Questa fanfiction non sarebbe neanche in piedi se non fosse per te. Love ya.

Al prossimo capitolo :)

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Capitolo 13
*** Chaos and The Calm ***


13. Chaos and The Calm

ZAYN POV

Storie, pensieri, parole che si susseguono. Escono come un fiume in piena dalla sua bocca, ed io, ne vengo rapito.

Incantato da quelle labbra. Dipendente da quella voce. Prigioniero di quegli occhi.

Quegli oceani azzuri che al loro interno hanno l'infinito. Un infinito di emozioni che ormai sono anche le mie.

Ho imparato a viverlo. Ad amarlo. E ora non so più farne a meno.

Non ho più paura di ammetterlo. Ne sono consapevole. Mi sono innamorato, come nel peggiore dei clichè, di lui. Il ragazzo che mi sta salvando da me stesso. La persona che ha voluto guardare dentro di me per più di un secondo, e non è scappato. Colui che ha deciso di accettarmi con tutto il buio che ho dentro, nonostante quello.

E all'inizio ho avuto paura. Di sbagliare, di ferirlo. Di ferirmi.

Ho temuto la mia fosse solo riconoscenza, perché è solo grazie a lui se la mia vita ha preso una svolta positiva. Ma poi ho compreso. Non è grazie a lui, è per lui.

E so che per alcune persone potrebbe non fare differenza, ma per me cambia tutto. Significa tutto.

Ha sconvolto il mio mondo, ha sconvolto me.

Il mostro, quella parte di me,  nascosta, sepolta sotto strati e strati di apparenza, di normalità, di finzione. Quella parte che controllava ogni mia azione, che mi manovrava come una vecchia, lacera marionetta, adesso è li, in un angolo, ancora troppo forte per andarsene, ma non abbastanza per influenzarmi come prima.

E non importa quanto continui a presentarsi sotto ogni forma possibile, quando sono solo, quando i pensieri sono troppi, io resisto. Io. Zayn.

Il vero me. Quello dolce, sbruffone, altruista, artista, solitario, a volte immaturo, quello vero. Quello che dalla vita ha imparato e non si è fatto abbattere.

Quello che è andato avanti senza dimenticare ciò che c'era dietro.

Resisto per me stesso.

Per le persone che mi sono rimaste accanto anche quando non lo meritavo. Lou.

Per coloro che sono riusciti a vedere un po' di luce, anche nella notte più nera. Liam.

Per quelli che ne hanno portata di luce nella mia vita. Andrea.

Per chi mi ha accettato. Harry.

Per colui che è stato tutto questo, e anche di più. Niall.

Questo vulcano di emozioni, questo cosmo che mi trovo di fronte. Ghiaccio e fuoco. Freddo e caldo.

Perché anche se non lo capisco fino in fondo qualcosa l'ho compresa. E quello che non ho compreso so che prima o poi arriverà.

Perché noi siamo così. E non me lo spiego. Ma è giusto.

Come se fossimo destinati a incontrarci. Se non potessimo fare altro.

Ognuno di noi è luce e oscurità, yin e yang. Ma credo anche che per ognuno, da qualche parte nel mondo, sia nascosta una persona che ha in se quello yang e quello yin, semplicemente perfetti per i suoi. Ed io penso di averla trovata quella persona.

Dove finisco io comincia lui. D'altronde si sa che quando lo yang giunge al suo massimo, è proprio lì che inizia lo yin.

Non ho più paura. E allora faccio quello che non mi aspettavo.

Lo stringo forte a me.

Interrompo il flusso delle sue parole. E così, dal nulla, un sussurro nel suo orecchio – Esci con me – e tutto trova pace.

Tutti i pezzi del puzzle trovano il loro posto.

Ed io mi sento completo.

NIALL POV

Sono qui con Zayn, nel suo letto, e lo guardo osservarmi, quasi studiarmi.

Saranno venti minuti che sto parlando, senza sosta, degli esami, della montagna di libri che devo studiare, dello stress che sto vivendo. E lui semplicemente ascolta.

È con me. Non mi lascia mai solo. Ed è una strana sensazione.

Non importa quanto siamo lontani, lui è sempre al mio fianco.

Eppure, adesso, mi sembra assente. Distante.

 Come se dentro la sua testa stesse imperversando una tempesta. E vorrei quasi chiedergli cosa c'è che non va. Perché i suoi occhi dorati sembrano così torbidi.

Però lui mi sorprende, come sempre.

Mi tira forte contro il suo petto e mi abbraccia. La testa posata nell'incavo del mio collo.

Un respiro caldo. Un sussurro. – Esci con me. – Brividi. Calore che si irradia in tutto il mio corpo. Ghiaccio che si scioglie. Ed io neanche ne sono pienamente cosciente.

Non è una domanda. Tanto la risposta è una sola. Lo sappiamo entrambi.

Mi avvicino più al suo corpo, quasi a volermi fondere con questo.

Inspiro forte il suo profumo. – Dove mi porti? – e mi sembra assurdo, eppure così normale.

Lo sente ridere leggero. – Non ci provare Ni. – La dolcezza nella sua voce è quasi troppa da sostenere. – È una sorpresa. – un bacio tra i miei capelli e so che il discorso per lui è chiuso. – Sei un dittatore, lo sai Zee? –

Poi un – buonanotte Niall – è tutto quello che mi concede.

E vorrei fare l'offeso, ma lui mi stringe più forte a se, ed io lascio cadere il dicorso, perché sono felice.

Perché nonostante tutto, nonostante me, ho capito che un' occasione devo darcela.

Perché è tutto troppo giusto per essere sbagliato.

Perché siamo il caos e la calma.

Perché insieme abbiamo senso. Ancora più di quanto ne abbiamo da soli.

– Buonanotte Zayn – il sorriso sulle labbra.  Ed il caldo non è mai stato così piacevole.

E l'aria, non è mai stata così leggera.

Freddo. Sento tanto freddo.

Intorno a me solo il buio.

E poi eccolo li, mio padre. Che mi giudica, che mi odia.

Io che urlo, mentre mi guardo. Quegli  occhi crudeli. Dio, non di nuovo.

Altre urla, nessun suono.

Terrore, sconforto.

Aiuto.

Ti prego basta. Non ce la posso fare, non ancora.

Il mio corpo che cade a terra, stanco, sfinito. Distrutto. Di nuovo a pezzi.

E poi un tocco caldo, leggero, sul mio braccio..

Occhi spalancati. Paura.

Blu che si specchia nell'oro.

Aria che non ne vuole sapere di entrare nei miei polmoni. Un peso sul petto a bloccare tutto. Lacrime che scorrono veloci sul mio volto.

– Niall, babe, sono qui ok? – la sua voce calda mi colpisce, mi travolge. – Va tutto bene. Non ti lascio solo. Adesso cerca di respirare per favore. – Mi guarda, mi scruta l'anima.

Solo che il freddo è troppo, e la tempesta imperversa. Non so che fare.

- Ni, ti prego. Guardami negli occhi. – E lo faccio. Lo fisso, il mio silenzioso grido d'aiuto che rimbomba nella stanza. – Ok, respira adesso. Dentro e fuori. – Ci provo ma l'aria non entra, ed il panico aumenta. Fa troppo freddo.

– Fallo per me.. – e mi supplica. Nei suoi occhi c'è dolore, ed una paura che è lo specchio della mia.

Nei suoi occhi c'è amore.

E l'aria ritorna. Un flusso calmo. Un peso che si leva dal petto. Lacrime che si diradano. Calore che si espande.

Un respiro, poi due. Un sorriso sul suo viso. Il sole nella mia anima.

Grazie Zayn. E senza neanche rendermene conto lo dico a voce alta, tra le lacrime e l'affanno.

- Non c'è di che Ni. Sono qui, per te. – lo dice come se fosse finalmente libero da un peso.

Ci abbracciamo, ci perdiamo l'uno nell'altro.

Ed io mi rendo conto che questo, è il momento giusto.

È il momento di tornare a vivere.

Un altro capitolo, un'altra ansia per me. Sono riuscita a terminarlo anche se un pò a fatica. Finalmente si saprà cosa è successo a Niall. Credo sarà un capitolo abbastanza pesante ma rimedierò con tanto fluff. Giuro.

Detto questo spero vi sia piaciuto. I dialoghi sono strutturati diversamente perchè sto leggendo Calvino e mi è venuta voglia di sperimentare.

Prima di diventare logorroica vi saluto. Alla prossima :)

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Capitolo 14
*** Scars.. ***


14. Scars

NIALL POV

 Ci abbracciamo, ci perdiamo l'uno nell'altro.

Ed io mi rendo conto che questo, è il momento giusto.

È il momento di tornare a vivere.

 

-Sai Zee, non sono sempre stato così.. Gli attacchi di panico non hanno sempre fatto parte di me.. – inizio a parlare, dal nulla, e Zayn non fa domande, semplicemente mi guarda fisso negli occhi.

Inizio raccontandogli dell'Irlanda, la mia amata Irlanda. Gli parlo di quando giocavo, immerso in quei prati verdi, facendo finta di essere un leprecano che cercava la sua pentola d'ora alla fine dell'arcobaleno, e lo vedo sorridere con quel luccichio negli occhi che adoro, che mi fa sentire prezioso.

Gli racconto di mia madre che ancora vive li, di quanto sia meravigliosa quella donna, e di quanto le sia grato perché si sta facendo il mazzo per permettermi di studiare.

Poi il trasferimento, il dolore, la paura, l'Inghilterra. Manchester.

-Le cose per me hanno iniziato a peggiorare quando ho capito di essere gay. – E so di non dovermi preoccupare con lui, però un pochino di paura la sento. – Mia madre mi ha sempre accettato, il problema sono stati mio padre e mio fratello. – E la mia voce non può non farsi debole, l'animo pieno di dolore solo al loro ricordo.

Una mano sul viso a rammentarmi che va tutto bene. Ad inondarmi di dolcezza.

Prendo un respiro profondo e le parole fluiscono dalla mia bocca nuovamente.

– Sono diventato la pecora nera della famiglia. Erano, sono, letteralmente disgustati dal mio essere. – Un sorriso d'incoraggiamento sul suo volto e tutto diventa più semplice.

– Ho iniziato a passare molto più tempo fuori casa che dentro, era più facile così. La biblioteca è diventato il mio porto sicuro e, beh, mi ha anche regalato Harry. – Le mie labbra si incurvano verso l'alto perché quando si parla del mio migliore amico non riesco a non sentirmi fortunato, nonostante tutto.

-E dopo averlo incontrato le cose sono migliorate, davvero. – Una sensazione di gelo ormai a me familiare inizia ad insinuarsi nel mio corpo, perché lo so che a breve arriverà l'argomento spinoso. – Lui mi ha insegnato ad accettare me stesso, a non vergognarmene. Con lui mi sono sentito libero, per la prima volta dopo tanti anni. Talmente libero che non avevo più paura di frequentare locali gay, perché tanto c'era Harry con me, sempre. – Gli occhi che si fanno più scuri,i suoi speculari ai miei. – Probabilmente sarebbe stato meglio non averlo fatto. – Il panico mi attanaglia la bocca dello stomaco, eppure non posso fermarmi, non adesso.

-Avevo 17 anni quando è successo. Eravamo andati come tutti i venerdì sera al locale vicino la statale, ed io sono uscito solo un attimo perché, davvero, faceva tanto caldo.. però.. – la voce che inizia a farsi spezzata, gli occhi che si riempiono di lacrime. Zayn che mi stringe a se preoccupato.

– Niall non devi farlo per forza se non te la senti.. –

- No. Fammi continuare per favore. – Una pausa. L'aria che diventa sempre più fredda. - Ero li, fuori, nel vicolo che sta sul retro, e proprio non l'ho visto arrivare.. – La voce sempre più rotta, i singhiozzi che iniziano a riempire la stanza.

- E.. lui mi ha bloccato.. mi ha preso con la forza. Io non volevo Zee, non volevo. Ti giuro. Ho provato a ribellarmi. Però non ce l'ho fatta, non sono riuscito a fermarlo.- Il suo corpo si irrigidisce.

Piango, sempre più forte. Le lacrime ricoprono ormai il mio viso, ed il collo di Zayn. La paura di trovare il disprezzo nel suo sguardo è troppa per permettermi di guardarlo.

– E lo so che è solo colpa mia, che se fossi stato più cauto non sarebbe accaduto, se non fossi stato gay, mio padre lo ripete sempre.. è tutta colpa mia. Sono così sporco.– Sputo fuori le parole, velocissimo. Neanche ci penso. Mi libero. Tremo.

- Da allora tutto è diventato così freddo Zayn..- tremo e sono stanco. Tremo e mi sento svuotato. E non riesco più a parlare.

-Niall, smettila. Non è colpa tua. Non dirlo neanche per scherzo Niall. Guardami. – Mi solleva il mento deciso, costringendomi a fissarlo dritto nell'ambra liquida dei suoi occhi. – Quello chi ti è successo è orribile e, Dio Niall, vorrei trovare quel tizio e fargli tanto male. Ma tu, tu sei perfetto. Non hai fatto nulla di sbagliato. Ti prego non piangere.. – Una pausa, un colpo al mio cuore. – Io sono qui, per te, non vado da nessuna parte. -

Ed i suoi occhi non sono mai stati così caldi.

Ed io lo stringo più forte a me. Mi rifugio nel calore del suo corpo. Mi sento a casa.

Le lacrime diminuiscono, i singhiozzi si riducono a lievi sospiri.

Una melodia, Ed Sheeran, riempie la stanza. La mia canzone preferita.

And I'm thinking 'bout how people fall in love in mysterious ways, maybe just the touch of hand

Oh me I fall in love with you every single day, and I just wanna tell you I am..

Il respiro caldo sul mio orecchio. La voce di Zayn che arriva dritta al cuore.

E per la prima volta non mi sento sporco, non più. Mi sembra tutto così giusto, così naturale. Al punto che mi viene spontaneo, staccarmi dal suo collo e posare le mie labbra sulle sue. Leggere.

E mi sempre naturale la sua mano che si posa delicatamente sulla mia guancia. Un contatto più profondo. Più vero. Più caldo.

Poi una frase. – Niall, sei la stella più luminosa che io abbia mai visto. – Il calore aumenta, il ghiaccio si sciogle, ed io sono sicuro di essere Luna.

E, mentre le sue labbra toccano di nuovo le mie, penso che, forse, sono anche qualcosa di più. Una stella. La stella di Zayn.

 

ZAYN POV

 Le sue labbra sulle mie e mi sento completo.

Una frase. – Niall, sei la stella più luminosa che io abbia mai visto. – La luce nei suoi occhi. Luce nei miei.

Lo bacio ancora, e ancora. Vorrei non fare altro.

Lo bacio e lavo via le paure, i tormenti, il dolore.

Lo bacio e sciolgo il ghiaccio.

Lo bacio e lo sento sciogliersi sotto le mie dita. Fondersi con me.

Lo bacio e le sue cicatrici diventano anche le mie.

Lo bacio ed ogni cosa trova il suo posto.

 

Il capitolo è corto, lo so. Però non mi sembrava proprio il caso di scrivere altro. Non era previsto si baciassero adesso, ma mi è sembrato troppo giusto per non scriverlo. Spero vi sia piaciuto e che non sia stato troppo uno shock sapere di Niall. Spero di aver trattato, con tutto il riguardo possibile, l'argomento e di non aver offeso nessuno. Sono rimasta sul vago apposta perchè non mi sento in grado di affrontare, seriamente, un tema come questo, che mi è troppo lontano. Mancano davvero pochi capitolo alla fine della storia. Alla prossima :)

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Capitolo 15
*** Alive. ***


15. Alive.


NIALL POV

Vapore caldo. Minuscole gocce d'acqua che scorrono leggere sul mio corpo. Due fari blu che mi fissano, hanno una luce nuova al loro interno.

Ancora non riesco a credere di aver parlato, di aver rivelato la parte più nascosta di me a  Zayn.

Labbra rosse, consumate da altre labbra. Una mano che sale a toccarle.

Ho baciato Zayn.

Una vocina a ricordare.

E lui ha baciato me.

È tutto così assurdamente confuso e giusto allo stesso tempo. Erano anni che non mi capitava una cosa del genere. Dopo Harry non c'era stato mai nessuno di così importante nella mia vita.

Liam, lui si è fondamentale, ma la nostra amicizia è stata un processo graduale, un avvicinarsi lento e guardingo. Con Zee è come se un tir mi avesse colpito così, all'improvviso, sconvolgendomi completamente ma lasciandomi alla fine pieno di qualcosa che non pensavo fosse possibile. Non più almeno.

Ho passato anni a sentirmi sporco, colpevole di qualcosa in cui, forse, non ho avuto alcun ruolo attivo. Sono stato disgustato da me stesso, incapace di vedere una luce in fondo al tunnel, di vedere quello scintillio che ha sempre caratterizzato il mio essere. Tutto era solo ghiaccio e tenebra.

Eppure ora, dopo pochi mesi, mi sento rinato.

Mi sento vivo, mi sento brillare, e non sento freddo.

 

ZAYN POV

 La mia mano in quella di Niall, piccole scosse che percorrono il mio corpo e lo riempiono. Mi sconvolgono.

È il nostro primo appuntamento ed io sono nervosissimo. Tutte le altre fasi della nostra conoscenza non hanno seguito alcuna logica, è stato tutto istinto, ed è stato bellissimo. Solo vorrei riuscire a regalargli almeno un primo appuntamento degno di nota.

Lui si è aperto così tanto a me, in modi che non credevo neanche possibili. Mi ha raccontato del suo passato, ma, ancora di più, mi ha permesso di conoscerlo, per davvero. Mi ha permesso di vedere ogni singola sfumatura della sua personalità. Dalla più debole alla più forte.

Lui mi ha permesso di riprendere il controllo di me stesso, facendomi riscoprire lati di me che credevo dimenticati ed io, oggi, voglio cercare di mostrarglieli. Almeno alcuni.

Parliamo, di tutto e di niente, qualche volta c'è un leggero sfioramento di labbra, ed è così dannatamente naturale che non ci curiamo minimamente delle persone che ci fissano in metro.

Arriviamo alla nostra fermata. Trafalgar Square.

Il biondo mi fissa dubbioso.

Una volta in strada, rimango come sempre abbagliato dalla maestosità dei leoni alla base della colonna di Nelson, ma quello che cerco è a pochi passi, quindi proseguo spedito trascinandomi dietro Niall.

Mi fermo davanti all'edificio girandomi emozionato verso di lui. – Mi hai portato alla National Gallery? – E nella sua voce sento curiosità ma anche stupore.

- Si, è uno dei miei posti preferiti e grazie a te ho ricominciato a frequentarlo. – Continua a guardarmi in attesa di una spiegazione. – Non sono solo i tautaggi la mia passione Ni, io sono appassionato d'arte e questo posto mi rappresenta. Ed io, ho pensato che potesse farti piacere vedere questo lato di me. – Inizio a diventare insicuro, la sua espressione mi manda in confusione. – E lo so che non è il massimo come appuntamento, che magari avresti preferito andare al cinema, ma io.. – Lui semplicemente mi bacia, e non è un semplice sfioramento, è qualcosa di più profondo, più tangibile, ed io gioisco internamente stringendolo forte a me. Ed è come se un mondo di colori scoppiasse dentro di me. Niente più bianco e nero.

Mi illumina col suo sorriso. – È perfetto Zee. – Io non posso fare altro che far nascere un sorriso speculare sul mio viso e condurre il ragazzo nel mio mondo.

Camminiamo, per ore, in cerca di cosa non ne sono poi così certo.

Forse di me stesso.

Mi rivedo in ogni quadro, in ogni pennellata. Mi sento me. E lui lo vede.

I suoi occhi vagano attenti per le diverse sale, rubano ogni sfumatura di colore. La assimilano.

Ed io, io sono perso in lui. Perso in ogni sorriso, in ogni sfioramente, in ogni parola.

Le sue domande mi spiazzano, mi fanno sentire amato. Come se fosse realmente importante ciò che ho da dire, come se io fossi importante.

E mi sento vivo. Col sorriso che la fa da padrone sui miei lineamenti, solitamente troppo oscurati da quell'ombra interiore che mi porto dietro.

Eppure ora, passando davanti ad uno specchio, guardo i miei occhi e li vedo brillare, veramente. Niente lineamenti tirati, niente pensieri oscuri. Solo me. Solo Niall.

Allora è vero. Posso essere veramente libero.

E tutto perché ho conosciuto lui. Lo fermo, davanti ad un quadro di Van Gogh.

- Ni, tu per me sei come questi quadri. – Una pausa, per trovare le parole, quelle giuste. – Mi rendi libero. –

Sono poche, poco ricercate, eppure sembrano fare effetto. – E tu per me sei come i libri di Jane Austen. –

Cuori che corrono impazziti. Occhi che ridono.

 

LOUIS POV

Un divano comodo, il corpo del mio fidanzato stretto al mio ed un film di Harry Potter alla tv. Alcuni la considererebbero una serata noiosa, per me è una delle migliori.

Mi rilasso, sono libero di vivere il mio ragazzo a pieno. Di sentirlo mio e basta. Niente problemi, solo noi e tutto il mondo fuori.

Risate che riempiono la casa. Calore che si diffonde in ogni stanza.

- Sai Harry, abbiamo fatto proprio bene a trasferirci. – Un cipiglio confuso prende forma sul suo volto mentre si volta a fissarmi.

- Avresti anche il coraggio di affermare il contrario? – Una risata spontanea che esce dalla mia bocca.

- Haz, non mi riferivo a noi. Parlavo di Zayn e Niall. – E non servono altre parole.

Sorride felice, rilassato, vivo. Ed io con lui.

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Capitolo 16
*** Let's pray we stay young, stay made of lightning. ***


16. Let's pray we stay young, stay made of lightning.

QUATTRO ANNI DOPO.

 

ANDREA POV

Lo sguardo fisso sullo specchio che riflette un'immagine di se mai vista prima. Brilla.

È un giorno importante oggi per lei e, ancora non riesce a crederci. Sta per sposarsi.

Gliel'avessero detto quattro o cinque anni fa, prima di conoscerlo, non ci avrebbe mai davvero creduto.Non è mai stata il tipo da matrimonio, troppi tatuaggi e paranoie, problemi di fiducia, paura del futuro, del passato, pessimista fino allo sfinimento. Non ha mai creduto realmente nell'amore.

Eppure eccola qui, con un vestito bianco, semplice, niente di troppo elaborato, non sarebbe da lei, un po di pizzo sulle braccia, giusto per dare quel tocco elegante. Le sta addosso come una seconda pelle, la riscalda, la protegge. Un po come il suo Liam.

Un sorriso le nasce spontaeo sulle labbre. Mentre si lascia avvolgere dai ricordi.

"Andrea, sei pronta?" La voce del suo testimone la distoglie dai suoi pensieri riportandola alla realtà.È nervosa, tanto. Sa che è la cosa giusta, che non avrebbe potuto scegliere persona migliore, però la paura di tornare al passato, di riprovare quelle sensazioni, di ricadere nell'oblio, è sempre dietro l'angolo, in agguato, pronta ad attacarti nel momento meno opportuno. Ti attanaglia lo stomaco, ti chiude il respiro."Ni, come hai fatto a smettere di avere paura?" L'angoscia nel cuore.

NIALL POV

Mi guarda con gli occhi sgranati Andrea, spaventata. E la capisco, ovvio che la capisco.So perfettamente che non dubita dei sentimenti di Liam, ma so anche che ha paura di essere ferita, ingannata, tradita. Ha paura di vedersi scivolare via dalle mani ogni sicurezza, ogni sua stabilità, ha paura di perdere Liam. E si sente piccola.

Era così che mi sentivo il giorno del mio di matrimonio. Spaventato.

Mi avvicino a lei, le prendo il volto fra le mani e le ripeto le stesse parole che sono state dette a me quel giorno di due anni fa. Harry.

"Lascia andare il passato, vivi. Fidati di te stessa. Non avere paura. I se e i ma non esistono. Vivi. Lui ti ama, tu lo ami, è tutto ok." Un respiro profondo. "Non sparirà tranquilla."

Sono poche parole, neanche troppo complicate o profonde, ma l'importante è andare dritto al punto, e so di averlo fatto quando vedo la nebbia nei suoi occhi diradarsi. Si rilassa sotto le mie mani. Si scioglie come neve accarezzata da brillanti raggi di sole.

"Andiamo, ho uno sposo che mi aspetta." Due sorrisi gemelli si formano sulle nostre labbra.

Luce.

ZAYN POV

Una melodia dolce si diffonde per la chiesa ed io, ad un passo dall'altare, punto subito lo sguardo su Liam. Ha gli occhi innammorati, pieni di tante di quelle emozioni da non poter essere definite, il suo solito sorriso caldo ad illuminargli il volto, ogni tipo di tensione scomparsa mentre la ammira. Venera.

Li, davanti a lui, la sua anima gemella.

Giro la testa verso di lei e la osservo irradiare la sala di una luce nuova, vedo l'amore di Li riflesso nei suoi occhi. In quel sorriso così simile a quello dello sposo eppure così diverso.

Si accarezzano, si cercano, due anime complementari che si attirano come due magneti. Due pianeti le cui orbite hanno ruotato una al fianco dell'altra senza mai realmente incontrarsi, fino a che lo scontro è avvenuto, forte, distruttivo. Eppure hanno costruito un mondo da quelle macerie.

Accanto a lei, mio marito. La conduce all'altare con passo lento e delicato, brilla.

La sua aura è quasi accecante, mi ricorda il giorno del nostro matrimonio. Una stella in piena notte, mi cattura a se e mi indica la strada da seguire.

La sua pelle immacolata lo rende etereo, e vicino a quella sporca di inchiostro della sposa sembra quasi trasparente, limpida. Perfetta.

È fatto di luce Niall, pura e cristallina. Giusta.

Mi ha riempito la vita di luce. E il buio non fa più paura.

Sento Chris ridere in lontananza, lo guardo. Il mio meraviglioso bambino.

Ha la stessa luce del padre negli occhi, la stessa gioia di vivere, credo sia stato questo a farmi innamorare di lui quel lontanto giorno all'orfanotrofio.

Non me l'aspettavo, nessuno dei due lo faceva.

Avevo accompagnato Lou che doveva sbrigare alcune pratiche per Charlotte e l'ho visto. Era li in un angolino, a giocare da solo, eppure gli occhi degli altri bambini erano puntati su di lui. La sua luce li stava ipnotizzando, come falene, tutte alenavano di poterla toccare, fondersi con lei, eppure nessuno di loro riusciva mai a raggiungerla.

Ha alzato lo sguardo e quelle pozze d'acqua cristallina mi hanno catturato, riempito come non mai, ed ho saputo subito che lui sarebbe stato nostro. Mio e di Niall, nostro figlio.

Vedo Louis riprenderlo dolcemente per riportare la sua attenzione sull'ingresso della sposa ed il suo elegante accompagnatore.

Non posso impedirmi di guardare di nuovo Liam, focalizzare tutta la mia attenzione su di lui, perché lo sanno tutti che la reazione più bella da guardare è sempre quella di chi aspetta all'altare.

Luce.

LIAMPOV

L'ansia mi attanaglia lo stomaco, la paura che lei possa scivolarmi dalle mani da un momento all'altro sempre presente. E quando la musica parte mi gelo, fermo sul posto, non riesco a fare nulla per qualche secondo. Poi mi decido, giro il busto e tutto si ferma.

Lei è li che mi guarda, ed io vedo il mio universo racchiuso in quegli occhi, tutto l'universo che conta. Ed è come se il mondo intorno a me sparisse. Con gli occhi lei mi parla ed io la sento, – You don't love someone for their looks, or their clothes, or for their fancy car, but because they sing a song only you can hear. *- canta una canzone bellissima, una melodia delicata che mi culla, che congiunge tutti i pezzi del puzzle che sono parte della mia vita. Tutto quell'inchiostro senza senso sulla mia pelle ora acquista una nuova vita. Era l'incognita che cercavo per comprendere me stesso, il mio posto nel mondo. Ora l'ho trovato e lei sarà li, al mio fianco.

Non c'è più ansia, non c'è più paura, c'è solo luce. Luce che si sprigiona quando lei arriva accanto a me e le nostre mani si uniscono, luce che vedo nei suoi occhi, luce che sento nel mio cuore.

Luce.

LOUISPOV

Chris si agita sulle mie gambe, contento, appena vede il padre entrare dalla navata.

Vorrebbe corrergli in contro, già lo so, allora lo stringo più forte contro di me per cercare di contenerlo. Charlotte fa una linguaccia al piccolo e lui ride. Sono incontenibili questi bambini.

Lo riprendo dolcemente mentre vedo mio marito alzarsi con nostra figlia in braccio per girarsi completamente verso la sposa e faccio lo stesso con Chris, perché so che altrimenti Charlotte si arrabbierebbe. Devono fare tutto insieme questi due.

Guardo Andrea e vedo la gioia pura dipinta sul suo volto, e penso che probabilmente quello era lo stesso sguardo che avevo io quando ho sposato Harry, il mio amore, la mia vita.

Guardo Niall e lo vedo brillare, come sempre ormai, il buio che lo avvolgeva un tempo scomparso insieme a quello di Zayn. Sono felici, due anime che si appartengono.

Andrea sempre più vicino a Liam, e lui, lui sempre più perso in lei.

Zayn al suo fianco che lo fissa, perché lo dice sempre che la reazione più bella da guardare è quella di chi aspetta all'altare. Io, al suo matrimonio ho guardato la sua, e forse posso dire che ha ragione.

Ho visto tutto il peso del mondo scivolargli dalle spalle ed ho capito che Ni era entrato, senza averlo visto, l'ho capito dalla sua risata contagiosa anche in lontananza, dal verso meravigliato di Charlie, da Harry e Liam che sorridevano felici al loro posto, ma più di tutto l'ho capito vedendo Zayn brillare, scorgendo quell'amore immenso e profondo nei suoi occhi.

E guardando Li in questo momento, mentre la sua mano tocca quella della sua sposa, vedo la stessa cosa.

Luce.

HARRY POV

La cerimonia è appena cominciata. Andrea e Liam sono radiosi sull'altare.

I miei occhi vagano per la sala, sui genitori degli sposi che hanno già gli occhi pieni di lacrime, sugli altri pochi famigliari che occupano le panche, sulle tre amiche della sposa, la piccola Amber Autumn nelle braccia della piccolina, Zoe. Si posano sui due testimoni che non riescono a smettere di guardarsi, troppo innammorati per staccarsi anche solo per pochi secondi l'uno dall'altro, su Chris nelle braccia di Louis che sorride felice, sulla loro piccola Charlotte incantata dalla bellezza dell'abito bianco.

E poi su Lou, il mio uomo, mio marito, che amo come il primo giorno, anche di più. Che non ringrazierò mai abbastanza per essere entrato nella mia vita, per avermi donato gioia, libertà.

Ed anche per aver regalato Zayn al mio migliore amico, perché si sono salvati a vicenda, si sono incastrati perfettamente l'uno nell'altro, come due ingranaggi costruiti appositamente per lavorare insieme. Insieme vivono, insieme brillano.

Verde che si scontra con azzurro, Niall, il mio piccolo Niall, mi guarda sereno, ed io mi sento bene. Mi sento in pace con me stesso mentre stringo la mano di mio marito più forte nella mia.

Luce.

POV NIALL

"Si, lo voglio."

Sento Andrea pronunciare quelle parole convinta, l'emozione nella voce, ma neanche il minimo dubbio.E penso che l'amore, quello vero, d'altronde sia questo. Avere la convinzione che alla fine tutto si sistemerà.

Quella certezza di non essere mai solo, neanche nella notte più nera.

La consapevolezza di poter brillare, anche solo come Luna, ma con tutte quelle stelle intorno, ti senti più radiante che mai.

Non importa quanto si è rotti dentro, quante macerie abitino la nostra anima, esisterà sempre la persona in grado di aiutarci a ricostruire dal fondo.

Il buio farà sempre parte di noi, ma d'altronde cosa sarebbe la luce senza un po d'oscurità?

E mentre le ultime parole dell'officiante si diffondono nell'aria, io guardo Zayn, la mia luce e la mia oscurità, e so di essere un uomo nuovo, so di non avere più paura del buio.

Perchè la luce la porto nel cuore insieme a tutte le ferite.

E magari la vita non è sempre semplice, a volte ci arrabbiamo col "destino" dando a lui la colpa delle nostre disgrazie, ma se ci ricordassimo di guardare dentro di noi, la via d'uscita potremmo sempre trovarla.

Perché la luce è parte di ognuno di noi.

 

*Non ami qualcuno per come appare, o per i suoi vestiti, o per la sua bella macchina, ma perchè canta una canzone che solo tu puoi sentire. Oscar Wilde

E la storia finisce così, nel modo più fluff che potessi pensare. Forse anche troppo fluff. Però non riuscivo ad immaginare un finale diverso per questa storia. L'ho pensata così dall'inizio ed era giusto, per me, rimanere fedele all'idea di partenza.

Detto ciò spero vi sia piaciuta, è stato un grande esperimento per me e sono contenta di essere riuscita a portarlo a termine. Alla prossima.

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