Angel

di Gigiatt
(/viewuser.php?uid=59759)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Era una giornata buia. Fuori pioveva e Angel, una ragazza di sedici anni, con dei bellissimi capelli neri e ondulati, occhi marroni, né troppo alta né troppo bassa, né troppo magra né troppo grassa, se ne stava chiusa dentro casa guardando dalla finestra della sua camera una per una le gocce che cadevano. Certo che ce ne sono tante.. pensò. A lei non piaceva la pioggia, le incuteva tristezza, una tristezza che non le piaceva. Ad un tratto squillò il telefono. Come suoneria "My Heroine", una canzone "Emo". A lei piaceva tantissimo, anche se non era Emo. Non era neanche Punk, Metal o queste cose. Non era niente. Lei riteneva che fosse bello essere un pò tutto: perché non poter ascoltare una così bella canzone come "My Heroine" solo perché sei "Punk"? 

Credeva non fosse giusto. Alzò la cornetta.

<< Pronto. chi è? >> domandò. Dall'altra parte del telefono rispose una voce maschile << Ciao Angel! sono Erik! >> disse. Angel sorrise.

<< Ciao! come stai? >> chiese, contenta che le avesse telefonato.

<< Bene grazie! Ti volevo dire, dato che piove, ti va di venire a casa mia? Ti vorrei mostrare una cosa! >> domandò << Ok! adesso mi preparo e arrivo! A dopo. >> rispose e chiuse la comunicazione. Angel si levò la filandese che teneva addosso e prese un paio di jeans dal suo armadio e una maglietta a maniche lunghe rossa e nera. Si vestì frettolosamente e si mise un pò di matita nera e di ombretto, anch'esso nero, sugli occhi. Prese la borsa a tracolla appoggiata sulla sedia davanti alla sua scrivania ed uscì con le cuffie nelle orecchie. Si diresse a passo veloce verso la fermata dell'autobus. 

erto che Oxford mette paura nei giorni di pioggia! pensò Angel mentre saliva sull'autobus. Come era suo solito si sedette nel posto vicino al finestrino, proprio dietro l'autista. Lì poteva guardare in pace il paesaggio. Scese dopo qualche fermata. Fece trenta metri a piedi ed arrivò di fronte ad un palazzo. suonò ad un campanello e la porta si aprì dopo pochi secondi. Salì velocemente le scale mentre spegneva l'mp3. chissà cosa deve farmi vedere Erik? Sono così curiosa! Si fermò davanti ad una porta color acero e bussò << Sono Angel >> disse. La porta si aprì e dall'altra parte c'era un ragazzo alto con degli occhi verdi lucenti e capelli corti, castani e un pò arruffati << Ciao Angel! >> disse e la abbracciò. Lei ricambiò l'abbraccio. in quel momento passò di lì il fratello di Erik, Jake. 

Un ragazzo di diciotto anni, alto, muscoloso e con dei lunghi capelli neri, un tipo molto richiesto dalle ragazze e che si da un sacco di arie. Sia Angel che Erik lo detestavano, ma che ci potevano fare se era il fratello di uno di loro due? << Allora? Come va la vostra love story? Ancora neanche un bacino? >> domandò sarcasticamente. Ma né Angel né Erik risero. Si staccarono immediatamente. << Come te lo devo dire che non stiamo insieme? noi due siamo solo amici! >> protestò Erik << Non credo all'amicizia tra un uomo e una donna, è impossibile! >> disse, poi si avvicinò ad Angel. << Comunque, dato che sei libera, che ne dici di uscire uno di questi giorni? >> le chiese in un sussurro. Angel si allontanò << Scordatelo! >> rispose avvicinandosi a Erik. 

Jake sbuffò << Quando avrai cambiato idea fammelo sapere! Io esco, ciao >> disse e subito dopo se ne andò. Erik si diresse verso la sua camera seguito a ruota da Angel. << Non lo sopporto, ma come fa ad essere così? >> chiese sedendosi sul bordo del letto. Angel lo guardò tristemente

<< Non ne ho la più pallida idea, so solo che non ci uscirò mai, neanche tra cent'anni! >> rispose. Erik sorrise << Se solo prova a toccarti giuro che gli spezzo le ossa, anche se non so come farò! >> disse lui. Angel sorrise, era davvero carina quando sorrideva, glielo dicevano tutti, eppure a lei non sembrava. << Cosa dovevi mostrarmi? >> chiese curiosa. Erik balzò in piedi << Giusto, mi ero scordato. mio fratello mi fa andare in fumo il cervello! >> disse. Si stese sul pavimento e frugò un pò sotto il letto << Sai Angel.. >> disse << Cosa devo sapere? >> gli chiese lei. Erik uscì da sotto il letto con una tavola da disegno in mano. 

<< Che quella maglietta ti sta davvero bene! >> disse. << Quando l'hai comprata? >> domandò poi. Angel arrossì << Grazie, l'ho comprata ieri, l'avevo vista qualche giorno fa e ieri dato che avevo preso la paga del lavoro la sono andata a comprare. A quanto pare ho fatto bene! >> rispose felice. Erik sorrise << Hai fatto benissimo. >> disse poi chiese << Fai la barista nella pizzeria sotto casa tua, giusto? >> la ragazza annuì poi disse: << Mi vuoi far vedere quella cosa sì o no?!? >> << Ah sì, giusto! >> farfugliò lui e mostrò ad Angel il foglio che teneva in mano. Angel spalancò gli occhi. Era una disegno di lei e Erik davanti al fiume Cherwell che si tenevano per mano e in fondo al disegno appariva la scritta "Friends for Life". 

Inaspettatamente Angel sentì una lacrima bagnarle il viso. << Che fai adesso, piangi? >> chiese scherzando Erik. Sapeva benissimo che Angel era una ragazza molto emotiva. Angel alzò lo sguardo verso il ragazzo, sorrise e disse << Erik.. è bellissimo! >>. Erik appoggiò il disegno sulla scrivania ed abbracciò Angel che disse << Te lo prometto, noi rimarremo amici per l'eternità! >>. Questo fantastico momento fu interrotto dallo squillare di un cellulare, il cellulare di Angel. Rispose. << Pronto.. >> Era sua madre. << Devi andare a fare la spesa, non riesco a tornare neanche questa sera, mi dispiace.. >> le disse. 

<< Non importa mamma. ora sono a casa di Erik, quando torno passo al market sotto casa. >> Erik capì tutto e colse l'occasione << Perché non rimani a dormire da me? tanto domani iniziano le vacanze di Natale! >> propose. Angel sembrò d'accordo e subito chiese a sua madre << Posso rimanere a dormire da Erik? domani non c'è scuola, ti prego! >> ci fu un secondo di silenzio.           

<< D'accordo, mi raccomando però, non dare problemi! >> rispose infine sua madre. << Certo mamma, ciao! >>
Detto questo chiuse la conversazione sorridendo.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2

L'orologio segnava le sette e mezza di sera e in casa non c'era anima viva.<< Probabilmente i miei questa sera tornano tardi, mio fratello.. oh no! >> gridò Erik. Angel si allarmò << Che succede? >> chiese << Mio fratello mi aveva detto che questa sera tornava a casa presto, se ti vede qui penserà male, come facciamo? >> disse il ragazzo agitatissimo. Angel gli mise una mano sulla spalla << Che ti importa quello che pensa! L’importante è quello che siamo veramente, cioè due amici, giusto? >> disse Angel. Erik rise << Come al solito riesci a

convincermi! >> disse.   

Verso le nove di sera andarono in cucina << Vediamo un pò.. cosa c'è di buono da mangiare? >> pensò Erik ad alta voce frugando nel frigo

<< Trovato! >> esclamò << Ti vanno le uova? >> chiese alla ragazza. lei annuì << Lo sai che io adoro le uova! >> disse. presero sei uova dal frigo e due padelle. misero due uova in una e quattro nell'altra. fecero una frittata e due uova all'occhio di bue. mangiarono mentre guardavano la tv << Che palle, ma perché alla tv non c'è mai niente di bello? >> chiese scocciato Erik << certo che ti lamenti tanto eh? >> scherzò Angel. subito dopo sentirono aprire la porta di casa << Sono a cas.. che ci fa lei qui? >> domandò Jake curioso << Rimane a

dormire! >> rispose secco il fratello e si rimise a mangiare. Angel assisteva alla scena soddisfatta del lavoro di Erik << riamane qui a dormire.. immagino che dormiate insieme! >> disse Jake. Angel non riuscì a trattenersi e si alzò con uno scatto dalla sedia << Lo vuoi capire o no che io e Erik siamo e rimarremmo per sempre amici?!? >> gridò la ragazza fuori di sé. Jake ghignò << allora.. perché non vieni in camera mia.. che ne dici? Lascia quel perdente di mio fratello e vieni con

me! >> propose. Erik abbassò lo sguardo, visibilmente offeso. Angel lo vide così ed esplose << Ma come ti permetti? Erik è molto migliore di te da tanti lati e.. >> venne interrotta da Erik che le tappò la bocca

<< Zitta.. >> sussurrò. Poi si rivolse a Jake << Noi ce ne andiamo in camera, se vuoi puoi finire tu la nostra cena >> disse e portò con se anche Angel. Quando furono in camera sua la ragazza esigette delle spiegazioni << Ma che ti salta in mente? Gliela vuoi dare vinta? >> chiese urlandogli in faccia. Erik scosse la testa << No, ma non è questo il modo, così lo fai contento. E poi, smettila di urlare, o rovinerai la tua bella voce! >> disse. Angel si sedette sul letto << Ma non capisco, perché non lo affronti? >> chiese senza capire << perché ora come ora non posso farcela, ma sono sicuro che prima o poi, insieme a te, ce la farò! È solo questione di tempo! >> rispose convinto. Angel sorrise poi prese carta e penna e si mise seduta davanti alla scrivania. Portò vicino a se il disegno e cominciò a scrivere << Ma che fai? >> chiese confuso Erik << Niente, te lo dico dopo. Tu intanto prepara il materasso dove devo dormire! >> disse quasi ordinandoglielo. Il ragazzo annuì e si mise all’opera. Dopo qualche minuto Angel si alzò dalla sedia e porse il foglio a Erik << dimmi se ti piace! Sincero eh! >> disse. Sul foglio era scritta un testo che diceva:

Appena Erik ebbe finito di leggere disse entusiasta << Ma.. ma è bellissimo! Sei bravissima a scrivere! >> Angel sorrise << Grazie, ma non è completa così.. manca un pezzo.. >> disse. Erik la guardò confuso e le domandò << Cosa manca? A me sembra perfetta! >>

<< Manca la musica! >> rispose Angel.  

Erik guardò l’amica ad occhi spalancati << Vuoi farne una

canzone? >> domandò con un filo di voce. La ragazza annuì sorridendo << Non è una buona idea? Dici sempre che ho una bella voce, la vorrei utilizzare! >> rispose più sicura che mai. Erik si grattò la testa, prese la chitarra e iniziò ad accordare qualche nota. Dopo circa mezz’ora la canzone era pronta << E’ davvero fantastica! >> disse Angel. 

Erik sorrise felice che la canzone fosse piaciuta << Bhe, grazie! ora devi solo cantare! >> disse. Angel annuì sicura e appena Erik ebbe fatto le prime note la ragazza iniziò a cantare. Ma che diavolo...? pensò Jake. subito dopo si fiondò in camera di Erik << Che cavolo state facendo? >> domandò visibilmente irritato. Angel smise di cantare << Stiamo provando una canzone, non si capisce? >> domandò scettico. Jake iniziò a ridere << Erik, sta provando una canzone? ahahah! >> disse continuando a ridere Ma che ha da ridere? io non lo sopporto! come può trattare così Erik.. non lo sopporto! pensò. subito dopo si diresse di corsa verso Jake << Ma come ti permetti?!? >> gli urlò in faccia mentre gli sferrava un pugno in faccia, che però lui bloccò << Cosa vuoi fare amore? >> chiese girandole il braccio. Angel fece una smorfia di dolore << Non chiamarmi "amore"! >> gli ordinò << Ma perché no amore? >> Angel era furiosa. Jake non aveva intenzione di lasciarla andare, al contrario, ora l'aveva spinta molto vicino a se. Ma perché Erik non fa qualcosa? forse dovrei chiedere aiuto! pensò ma prima che potesse urlare Jake la baciò. Erik non ci vide più << lasciala

immediatamente! >> urlò mentre sferrava un pugno nella guancia del fratello, e questa volta ci prese in pieno. Jake venne scaraventato per terra << Ma che sei matto? comunque non finisce qui! tu sarai mia! >> disse e corse fuori dalla casa diretto chi sa dove. Angel era scioccata, non avrebbe mai creduto che in tutta la sua vita avrebbe mai baciato un essere così ripugnante << Ehi Angel, stai bene? >> chiese Erik avvicinandosi alla ragazza che scosse leggermente la testa. Erik spalancò gli occhi e abbracciò la ragazza << Mi dispiace.. >> le sussurrò nell'orecchio << Non ti preoccupare.. >> rispose Angel ricambiando l'abbraccio.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3

 

"I don't want this moment to ever end where every thing's nothing without you I wait here forever just to t see you smile" La sveglia rimbombò in tutta la stanza, quando una mano prese il cellulare e la spense. quella mano era di Erik << Non capisco perché hai messo la sveglia anche se è festa >> disse il ragazzo assonnato. Angel si alzò a sedere << Semplice, l'ho messa perché così non perdiamo una mattinata a dormire! ci sono tante cose da fare >> rispose pimpante. Erik si alzò dal letto e subito Angel scoppiò a ridere << Che hai da ridere? >> chiese ancora addormentato << Erik, sei in boxers! >> rispose continuando a ridere. erik si guardò lentamente e spalancò gli occhi << Non guardare! chiudi gli occhi! >> le ordinò mentre cercava una maglietta e un paio di jeans. si vestì in un lampo << Fatto >> disse. Angel si girò verso di lui ancora sghignazzando << Ora vado a vestirmi. che ne dici se andiamo in biblioteca? >> chiese Angel; Erik annuì. si prepararono in fretta, fecero colazione e si diressero verso la biblioteca parlando. Entrarono e si diressero verso un tavolino vuoto. si sedettero e Angel domandò a Erik << Secondo te formare una band sarà difficile?   >> Erik non rispose subito, non lo sapeva neanche lui << Credo che non sarà una passeggiata, ma se ci mettiamo molto impegno ce la possiamo fare! >> rispose convinto. Angel lo guardò sorridendo << Ti prometto che ce la metterò tutta! >> esclamò. Dopo un po’ i due amici uscirono dalla biblioteca e andarono a casa di Erik. Appena entrarono videro Jake seduto sul divano che guardava la tv << Dove siete stati, in giro a sbaciucchiarvi? Dopo quello che mi ha fatto ieri sera avrai capito che mio fratello ti viene dietro! >> disse ghignando. Erik spalancò gli occhi cazzo! Perché adesso mi fa questo? Aveva promesso di non dirlo, e invece.. si sarà arrabbiato per il pugno? Oddio, speriamo che Angel non gli creda! Pensò. Angel guardò infuriata Jake << Ma lo vuoi capire o no che noi due non ci piacciamo e non ci piaceremo mai?!? >> gli urlò. Erik abbassò lo sguardo frustrato << Già, forse tu la pensi così ma lui.. >> rispose Jake indicando Erik che aveva appena iniziato a piangere, anche se molto silenziosamente. Angel si sentì una fitta al cuore come ho potuto dire tutte quelle cose? L'avrò sicuramente ferito.. Jake aveva ragione.. pensò la ragazza << Erik io.. mi dispiace.. >> disse abbassando anche lei lo sguardo. Jake scoppiò in una risata isterica << Bhe Erik, a quanto pare Angel non ha la minima intenzione di stare con te! tutti questi anni a starle dietro non sono serviti a niente! >> disse continuando a ridere. Angel si diresse a passo veloce verso il divano e prese Jake per il collo della maglia << Adesso piantala! E' già abbastanza scoraggiato da parte sua, non c'è bisogno che ti ci metti anche tu! >> disse cercando di non farsi sentire da Erik. Il ragazzo, sempre piangendo corse in camera sua << Erik aspetta! >> gridò lasciando andare Jake e dirigendosi verso la camera dell'amico. Erik si chiuse dentro a chiave << Erik, apri! ti prego! >> gridò Angel battendo forte sulla porta, ma Erik non apriva. Jake si avvicinò lentamente alla porta << Non aprirà, puoi starne certa! >> disse tranquillamente appoggiandosi al muro. Angel si girò di scatto verso di Jake, gli lanciò un'occhiataccia e riprese a battere sulla porta. Dopo qualche minuto Erik si decise a parlare << Angel, vattene! voglio stare da solo! >> gridò << No, ti devo parlare, apri! >> rispose Angel << Dimmelo da fuori! >> disse il ragazzo << No, c'è tuo fratello e poi te lo voglio dire in faccia! >> rispose. Erik si rassegnò ed aprì la porta, Angel entrò lasciando la porta semiaperta e si sedette sul letto, accanto ad Erik << Senti Erik.. era da un sacco che te lo volevo dire, ma non ho mai trovato il coraggio e se adesso te lo sto dicendo è tutto merito di tuo fratello.. >> Erik la guardò negli occhi << Me lo vuoi dire si o no? >> domandò. Angel sorrise ed annuì << Vedi.. io.. E' dalla prima volta che ci siamo incontrati che.. bhe.. che tu mi piaci! >> disse Angel chiudendo forte gli occhi non posso crederci, ce l'ho fatta, gli ho detto che mi piace! pensò più felice che mai. Erik spalancò gli occhi << Lo dici solo per consolarmi.. >> rispose il ragazzo ma Angel scosse la testa << Lo dico perché ti amo! >> rispose. in quella frase mise tutto il cuore. Erik sorrise e l'abbracciò, un abbraccio che entrambi aspettavano da anni, un abbraccio che sprigionava amore da tutte le parti e dopo quell'abbraccio, i loro visi si avvicinarono e si baciarono. proprio in quel momento entrò nella stanza Jake che aveva ascoltato tutto << No.. non è possibile..>> sussurrò << Lei doveva essere mia! >> gridò mettendosi le mani tra i capelli. i due ragazzi si girarono << Allora è vero che alla fine vince sempre il bene! >> disse Angel << Già, alla fine vince sempre! >> concordò Erik. Squillò il telefono “Pronto mamma, che c’è?” chiese Angel rispondendo al telefono “Questa sera devi tornare a casa.” Disse la madre “Perché? Torni a casa?” domandò “Io no, ma tuo fratello torna da Madrid, non vuoi vederlo?” Angel sorrise e iniziò a saltellare per camera di Erik “Certo che lo voglio vedere! Ma quanto rimane?” domandò “Rimane fino alla fine dell'estate!” rispose “Grazie! Vado subito, ciao ti voglio bene!” disse chiudendo il telefono. Si avvicinò di corsa a Erik << Torna mio fratello dalla Spagna oggi, vado! Ciao >> disse e corse fuori dalla porta, lasciando interdetto il ragazzo. Corse verso la fermata dell’autobus, ma proprio pochi secondi prima che arrivasse, l’autobus partì Ma questa è iella! Chi è che non vuole che io oggi veda Bryan? Pensò scocciata. Rallentò il passo, il prossimo autobus sarebbe passato tra circa mezz’ora. Erano le cinque e mezza del pomeriggio, faceva piuttosto freddo a Oxford e Angel indossava solo una maglietta a maniche lunghe. Ma che mi salta in mente? Fa freddo, perché sono uscita con una maglietta? Che stupida! Pensò mentre si sfregava le mani. Perfetto! Ora comincia anche a piovere! Si diresse velocemente sotto il porticato di una casa e aspettò finché un omino bassetto e imbacuccato non appese un foglio alla fermata. Angel si avvicinò e lesse a bassa voce “A causa dello sciopero gli autobus del giorno 22 e 23 Novembre non passeranno” Cazzo!

Nel frattempo a casa di Erik era in corso una lite tra fratelli << Non ci posso credere che una ragazza bella come Angel possa amare uno scorfano come  te! >> urlò Jake infuriato << Perché, che c’è di male in me? >> domandò Erik furioso << Tutto! >> rispose << Sicuramente l’ha detto per non farti rimanere male, si vede lontano un miglio che gli piaccio io! E come biasimarla? Infondo sono uno schianto! >> si vantò. A Erik stava uscendo il fumo dalle orecchie << Non riesci a sopportare che per una volta una ragazza è innamorata di me anziché di te, vero?!? >> domandò. Il fratello ci rifletté un po’ su poi rispose << No, perché ancora non è mai successo >> rispose tranquillamente. Erik odiava quando suo fratello gli rispondeva con quel tono, infatti subito dopo corse in camera sua infuriato.

Accidenti.. e ora come faccio? Pensava continuamente Angel camminando avanti e indietro per il marciapiede in cerca di una soluzione. Si fermò di colpo non avrei voluto.. ma non ho altra scelta.. pensò. Corse verso casa di Erik e suonò il campanello, la porta si aprì e salì le scale. Entrò nella casa e andò da Jake << Mi devi accompagnare a casa! >> ordinò al ragazzo << Ok, ma non credo che il tuo ragazzo sarà molto d’accordo! >> rispose << Ma è solo un passaggio, gli autobus fanno sciopero e io devo andare a casa a preparare la cena! >> spiegò Angel << Allora, mi accompagni? >> domandò infine. Jake si alzò dal divano e prese le chiavi della macchina << ok. Però ti avviso, in macchina ho della stupenda musica house, no quella roba che ascoltate tu ed Erik, quindi preparati! >> la avvertì. Angel fece una faccia disgustata è l’unico modo se voglio vedere Bryan.. si convinse. Salirono in macchina, la radio si accese a tutto volume e Jake avviò il motore e partì. Dopo circa quindici minuti la macchina si fermò << Arrivati! >> disse Jake << Ti ringrazio.. >> disse e fece per aprire lo sportello, ma era bloccato << Apri! >> disse a Jake, che sorrise << Voglio una ricompensa per il passaggio prima! >> Angel si arrabbiò << Fammi scendere.. >> Jake le se avvicinò << La ricompensa.. >> sussurrò mentre alzava la musica. Angel si tappò le orecchie, la musica era altissima. Proprio in quel momento passò di lì Bryan che aprì lo sportello, facendo cadere sul marciapiede la ragazza << Sorellina! Da quanto tempo, mi sei mancata! >> urlò abbracciandola forte << Bryan! Anche tu mi sei mancato! >> disse stringendolo. Nel frattempo Jake aveva chiuso lo sportello e se l’era squagliata.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4

Bryan era un ragazzo alto, di diciotto anni, con dei lunghissimi capelli biondi e lisci che teneva sempre legati in una coda, occhi color del catrame e uno stupendo fisico scolpito. I due fratelli salirono le scale dell’edificio ed entrarono in casa. Angel preparò la cena e si misero a mangiare verso le otto e mezzo, poi passarono l’intera serata a parlare. Angel e Bryan erano molto legati, si raccontavano qualsiasi cosa, in pratica erano come due migliori amici. Dopo tantissime domande da parte di Angel, Bryan le fece una domanda fatale << Con Erik come va? >> Angel abbassò lo sguardo e arrossì << Angel.. cos’è successo? >> domandò curioso << Ci siamo messi insieme oggi! >> rispose gioiosa. Bryan sorrise ed abbracciò la sorella << Finalmente ce l’hai fatta! >> disse. Era da tanto tempo che Ange diceva a Bryan quanto le piaceva Erik, quando era andato in Spagna la ragazza ne parlava anche nelle lettere che gli inviava, per questo Bryan era così interessato. Dopo ancora qualche chiacchiera i due ragazzi andarono a dormire.

La mattina dopo Angel si alzò molto presto e preparò la colazione a Bryan, mangiò velocemente e uscì di casa, lasciando un messaggio al ragazzo che stava ancora dormendo. Quando si svegliò andò in cucina e lesse quello che Angel aveva scritto nel foglietto “Devo andare a lavoro, in cucina c’è la tua colazione, io torno per pranzo. Ciao!” Bryan letto il foglietto lo gettò nella differenziata e mangiò quello che la ragazza aveva preparato. Poi fece una telefonata << Vieni, mia sorella è andata a lavoro, quando torna te la faccio conoscere! >> disse Bryan << Ok, arrivo tra poco. ciao >> rispose una voce femminile dall’altra parte della cornetta.

Erik uscì dalla sua stanza già pronto per uscire << Non sai che mi è successo ieri sera! >> disse Jake al fratello << Cosa di preciso? >> domandò poco curante Erik << La tua ragazza ha voluto che l’accompagnassi a casa.. >> rispose. Erik si girò di scatto verso di lui << Certo, c’è lo sciopero degli autobus! >> rispose << Come fai a saperlo? >> domandò Jake frustrato << ieri sera mi ha chiamato Angel dicendomelo: aveva paura che mi arrabbiassi.. non c’è da preoccuparsi, tu sei Jake, lei ti detesta dal più profondo del suo cuore, non potresti mai piacergli! >> rispose ed uscì di casa. Pochi secondi dopo rientrò << Non è che mi daresti un passaggio da Angel? C’è sciopero! >> chiese. Jake perse la pazienza << Prima mi prendi in giro e poi vuoi che ti accompagni? >> Erik fece cenno di “sì” con la testa. Jake sospirò << E va bene.. >> rispose. Erik lo ringraziò e salì in macchina, Jake si fermò davanti alla palazzina di Angel e fece scendere Erik che si diresse verso la pizzeria dove lavorava la ragazza. Appena fu arrivato salutò Angel con un bacio sulla guancia e chiese << Come stai? >> << Bene grazie! >> rispose Angel sorridendo << Ieri sera mi sono messo a fare i volantini per la band.. >> disse Erik frugando nella borsa << Ti piacciono? >> chiese mostrando dei foglietti ad Angel che lesse ad alta voce << Cercasi componenti per una punk band, già formata da voce femminile(Angel) e chitarra maschile(Erik). Qui sotto ci sono i nostri numeri di telefono:                                                                                                                              Angel:3403931096                                                                                                     Erik: 3289864572                                                                            chiamate presto!Grazie!     

Bravo Erik! Mi piace!>> disse infine dando un bacio a stampo al ragazzo che rispose << Grazie, io direi che lo possiamo appendere fuori dalla porta della pizzeria, che ne dici? >> domandò. Angel annuì e subito dopo ne appese un paio fuori dalla porta << Ora dobbiamo solo avere pazienza! >> disse ad Erik che annuì. Quando ebbe finito di lavorare andarono tutti e due a casa di Angel. quando entrarono videro una cosa, più precisamente qualcuno, che non si aspettavano di vedere: una ragazza alta più o meno quanto Angel, con dei lunghi capelli neri e ricci e gli occhi azzurri color del cielo. << Angel, Erik, questa è Sally, una mia carissima amica! >> disse Bryan. Angel sorrise e si catapultò dalla ragazza parlando senza mai fermarsi << Piacere! Io sono Angel, la sorella minore di Bryan, mi piace come nome Sally e poi sei carina, ma come vi siete conosciuti perché io.. >> venne interrotta da Bryan << Angel, smettila! >> la pregò << Ok, scusa! È che sono curiosa! >> si giustificò << comunque io sono Sally e ho sedici anni, proprio come te! >> Angel urlò << Davvero? Wow, è fantastico! >> Sally sorrise << E ascolto anche musica punk, metal, Emo, proprio come te! >> concluse. Angel iniziò a saltellare per la casa, ma fu fermata da Erik << Ora basta, ti vuoi far conoscere subito? >> disse ironicamente << Ma io voglio farmi conoscere! >> rispose << Idea! >> urlò << Dimmi.. >> disse Erik esasperato << Dato che dovrai rimanere qua per un pò, che ne dici di uscire con noi e frequentare la nostra scuola? >> domandò Angel voltandosi nuovamente verso la ragazza. Sally sorrise ed annuì, non era mai stata accettata così facilmente da dei ragazzi della sua stessa età, era felicissima. Angel la prese per un braccio << Vieni, ti faccio vedere la mia stanza!>> disse Angel trascinandola verso camera sua. Angel spalancò la porta << Wow! ma è bellissima! >> esclamò Sally entrando nella stanza << Grazie! ma non è poi così bella! >> rispose Angel entrando nella stanza. Sally si guardò in torno e si sedette nel letto << Sono contenta di rimanere qui per tutto l'inverno, tutta la primavera e tutta l'estate. So già che insieme ci divertiremo un mondo! >> disse felicissima. Angel sorrise << Anche io sono molto contenta! >> disse. In quel momento entrò Bryan seguito da Erik << Vedo che voi due andate già d'accordo! >> disse << Sono felice! >> concluse dando un bacio sulla guancia a Angel << Io vado a trovare Lucas e Jimmy. Ci vediamo dopo! >> disse uscendo di casa. Erik si avvicinò alle due ragazze e propose << Perché non ce ne andiamo al fiume Cherwell? >> Angel sorrise ed annuì << cos'è il  fiume Cherwell? >> domandò Sally << E' il fiume che scorre nel parco vicino a casa di Erik, hai voglia di andarci? >> rispose Angel << Certo, andiamo! >> disse Sally. Erik, Angel e Sally uscirono di casa e si diressero verso la fermata dell'autobus. Appena arrivarono si ricordarono che c'era sciopero << Che facciamo? Non ho voglia di fare tutta la strada a piedi! >> disse Angel a Erik che ci rifletté un po' su poi rispose << Posso chiedere un passaggio a Jake! >> Angel lo guardò male << L'ultima volta che quello lì mi ha dato un passaggio, ha voluto la ricompensa! >> rispose arrabbiata << ma tu non gliel'hai data la ricompensa, vero? >> domandò Erik allarmato << Certo che no, sei matto?!? >> rispose Angel. << Scusate se vi interrompo, ma che facciamo, ci andiamo o no a questo fiume? >> domandò Sally. Angel ci pensò qualche secondo poi   rispose << D'accordo Erik, facci venire a prendere da tuo fratello! >> Erik alzò la cornetta del telefono e chiamò suo fratello, intanto Sally rispondeva al suo desiderio di sapere << Toglimi una curiosità Angel.. >> disse << Ma tu ed Erik, state insieme? >> Angel a quella domanda arrossì << Bhe.. ecco.. >> farfugliò << Certo che stiamo insieme! >> rispose Erik abbracciandola da dietro. Sally sorrise << State proprio bene insieme, siete una bella coppia! >> esclamò contenta. Angel si girò vero Erik << Che ha detto tuo fratello? >> domandò << Ci passa a prendere qui tra cinque minuti e ha detto… >> rispose, ma poi si fermò << Ha detto cosa? >> lo incoraggiò Angel << ha detto che non vede l’ora di vederti! >> rispose il ragazzo. Angel cercò di trattenere i nervi, ma come al solito, non ci riuscì << Ma che palle tuo fratello! Devi trovare il modo di farlo smettere! >> gridò Angel. nel frattempo Sally se ne stava lì zitta zitta ad ascoltare la loro conversazione << ora calmati Angel! e poi guarda, Sally si sarà anche stancata di stare a sentire te che sbraiti come una pazza! >> le rispose Erik << Hai ragione.. scusa Sally! >> disse alla ragazza << non ti preoccupare.. vi posso chiedere ancora una cosa? >> domandò << Certo, dicci >> rispose Erik << Quando siete nati? >> chiese << Io sono nato l’undici giugno e lei un mese dopo di me >> rispose << E tu? >> domandò poi alla ragazza << Io sono nata il nove novembre >> rispose. In quel ,momento passò una macchina che sparava musica house a tutto volume << Chi è quell’imbecille? >> chiese Sally tappandosi le orecchie << Quello.. è mio fratello.. >> rispose imbarazzato Erik << ..ah.. >> balbettò la ragazza.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5

 

Angel andò da Sally << non ti preoccupare, anche io ed Erik pensiamo che Jake sia un imbecille! >> disse. Sally rise << Ok, grazie! >> rispose. << Su salite! Non ho tempo da perdere.. >> disse Jake abbassando la musica << Arriviamo! >> rispose seccata Angel << Ciao ragazzina! >> disse Jake squadrando Angel che lo guardò con disprezzo mentre saliva in macchina seguita da Sally ed Erik. << E questa chi è? >> domandò Jake indicando la nuova ragazza << E’ un’amica di mio fratello, ora sbrigati, non hai tempo da perdere con noi, giusto? >> disse sarcasticamente Angel <> disse Jake guardandola. Accese la macchina e rialzò a tutto volume la radio, poi partì. << Ma tu non sei fidanzata con Erik? >> domandò Sally ad Angel quasi urlando per farsi sentire << Sì, perché? >> domandò << ma allora perché Jake ti parla così? Io non ci capisco niente! >> disse confusa << E’ semplice, Jake mi fa la corte e ti assicuro che non è per niente divertente! >> spiegò Angel << Eppure è parecchio carino! >> rispose Sally. Angel spalancò gli occhi << Sì, in effetti è carino! >> rispose tornando alla sua espressione naturale e scoppiando a ridere insieme a Sally. Erik guardò le ragazze senza capire << Che avete da ridere? >> chiese << Niente.. >> rispose Angel << Cose da ragazze.. >> aggiunse e tornò a ridere Io non le capirò mai le ragazze.. pensò Erik continuando a fissare le due amiche che riprendevano a ridere Che bella quando ride.. pensò poi fissando Angel. Dopo poco Jake accostò la macchina << Ecco qui, siamo arrivati al fiume >> disse ai tre passeggeri << Grazie Jake, ci vediamo dopo! >> disse Erik scendendo dalla macchina seguito da Sally. Angel stava per uscire quando Jake la bloccò << Grazie.. >> disse. Angel si voltò verso di lui << Per cosa? >> domandò << Per aver detto che sono carino! >> Angel spalancò gli occhi << Io.. emh.. io non ho mai detto che tu sei carino! >> Jake ghignò << Guarda che ti ho sentita, parlavi con Sally.. >> Angel si guardò in torno preoccupata << Tranquilla.. non lo dirò a Erik.. basta che non mi fai arrabbiare.. >> Angel si tranquillizzò << Ok, ciao! >> disse uscendo dalla macchina. Jake ripartì Sarai mia.. ci puoi giurare.. pensò mentre sfrecciava con la macchina per la strada asfaltata. << Ok, ora ha inizio la visita guidata, mi raccomando signorina Sally, non perda mai di vista la guida più carina dell’universo, che sarebbe Erik, vedrà che non si perderà! >> disse a Sally agitandole il dito indice davanti alla faccia. Erik e Sally risero << E mi raccomando stia a sentire quella secchia della mia ragazza, sa tutto di questo posto senza neanche aver aperto libro! >> Sally continuava a ridere mentre Angel dava dei pugnetti sul petto di Erik. << dai, ma io scherzo! >> disse Erik stringendo la ragazza a se << Lo so.. >> rispose Angel ricambiando l’abbraccio. Sally tossì per far capire ai due che era ora di andare << Ok, andiamo! >> disse Angel staccandosi velocemente da Erik e si incamminarono verso il parco. I tre amici raggiunsero in poco tempo il fiume << Wow! È davvero bellissimo! >> esclamò Sally sporgendosi dalla ringhiera << Hai ragione, questo fiume è davvero bello! >> confermò Angel. dopo un piccolo giro per il parco si sedettero in una panchina << Ho una fame da lupi! >> disse Erik << Perché non andiamo a mangiare qualcosa? >> propose alle due ragazze che annuirono. Si diressero verso una gelateria ed ordinarono tre gelati << Due coni con nutella, amarena e panna per favore! >> chiese Erik << Ma lui ne mangia due? >> domandò Sally quasi sconvolta << No, è che io e lui prendiamo gli stessi gusti! >> rispose Angel << Io lo dicevo che eravate fatti l’uno per l’altra! >> disse Sally. Angel arrossì << hai proprio ragione! >> concordò poi. Erik tornò con i due gelati in mano << ecco qua, quello più piccolo a te perché ti devi tenere in forma e quello più grosso a me perché.. perché quello più piccolo l’ho dato a te! >> disse Erik dando ad Angel il gelato più piccolo e facendo ridere le ragazze << Sei fortunato che non ho tanta fame, altrimenti quello più grande era mio! >> disse Angel. Sally si diresse verso la gelateria << Vorrei un cono con nutella, cioccolato e panna,grazie! >> disse alla commessa. Pagò, prese il gelato e insieme a Erik e ad Angel si diresse verso casa di Erik. Quando era tardo pomeriggio << Jake.. ci sei? >> domandò Erik, ma non ebbe risposta. Erik si guardò in torno e vide le chiavi della macchina di Jake appoggiate sullo scaffale che si trovava in sala << lo so che ci sei! Rispondi! >> disse al fratello che uscì dal bagno in accappatoio << Eccomi! Scusa se non sono venuto prima, ma mi stavo facendo la doccia! >> rispose buttando all’indietro i capelli bagnati. Sally spalancò gli occhi O mio dio! Che figo! Pensò continuando a fissarlo ma che gli salta in mente? Pensò Erik esasperato << Copriti imbecille! >> urlò Angel, provocando due sguardi afflitti e uno felice, infatti sia Sally che Jake erano tristi, una perché non poteva più vedere Jake in accappatoio e l’altro perché Angel l’aveva rifiutato per l’ennesima volta. Jake si diresse verso camera sua per cambiarsi Ci riuscirò, ce la farò a portarti via da quel perdente di Erik.. << Ma come si fa? Io non capisco.. >> continuava a ripetere Angel << Già.. non capisco proprio come si fa! >> ripeté Sally << Non capisco proprio come faccia a mandare via un figo così che sta in accappatoio! >> urlò poi. Erik la guardò sconvolta mentre Angel rideva come una pazza << Ma.. ma ti piace Jake? >> domandò incredulo. Sally annuì un po’ imbarazzata << E’ troppo carino tuo fratello.. >> confessò << Però a lui piace Angel.. >> disse delusa. Angel si sentiva maledettamente in colpa, quella ragazza le era davvero simpatica e anche se la conosceva da un solo giorno sentiva che c’era un forte legame tra loro, non sapeva spiegarsi il perché, ma era così. Angel la guardò tristemente << Ti prometto che Jake si dimenticherà di me, e al mio posto, ci sarai tu! >> disse sicura Angel << Grazie Angel, sei un’amica! >> rispose Sally. Le due ragazze si abbracciarono. Salutarono Erik e si diressero verso casa. Quando entrarono videro Bryan con due suoi amici Probabilmente quei due sono Lucas e Jimmy! Pensò Sally mentre si dirigeva verso il salotto. Angel iniziò a correre verso i tre ragazzi << Lucas, Jimmy, da quanto tempo! >> esclamò la ragazza fermandosi davanti ai due amici del fratello << Angel! >> dissero contemporaneamente i due << Wow, sei cresciuta! >> notò Lucas, una ragazzo alto e magro, con dei capelli biondissimi, quasi bianchi, corti e spettinati e dei piccoli occhi grigi. Jimmy invece era il più basso dei tre e aveva dei capelli marrone scuri lunghi fino alle spalle e degli occhi marroni. << Bhe, grazie! >> rispose imbarazzata; Jimmy si voltò e vide Sally che se ne stava in disparte allora chiese molto delicatamente << Chi diavolo è quella? >> tutti si girarono verso la ragazza che era diventata completamente rossa << Quella ragazzi è Sally, la ragazza di cui vi ho parlato.. ricordate? >> rispose << Ah, sì! Adesso mi ricordo >> disse Lucas << Piacere, io sono Jimmy e questo è Lucas, immagino Bryan ti abbia parlato di noi due! >> si presentò il ragazzo << Piacere, io sono Sally, certo che mi ha parlato di voi, mi ha raccontato tutto! >> rispose Sally << Su, lasciamo i ragazzi da soli e andiamocene in camera! >> disse Angel << Ok, ciao >> rispose Sally << Ciao! >> risposero gli altri. Quando Sally ed Angel furono andate in camera Bryan disse ai due amici << wow ragazzi, non è bellissima? >> Lucas e Jimmy si guardarono, poi scoppiarono in una sonora risata << Che diavolo avete da ridere?! >> domandò Bryan frustrato << Sei proprio cotto di quella ragazza eh? >> disse Lucas. Bryan annuì << Non l’hai portata qui perché volevi che conoscesse tua sorella, ma perché tu la volevi con te.. >> continuò Jimmy << Dico bene? >> domandò << No, io volevo farla conoscere a mia sorella, ma.. >> rispose << Ma.. >> lo incoraggiarono i due << Ma l’ho portata qua anche perché la volevo con me! >> confessò. Jimmy e Lucas sorrisero << Lo sapevo! >> esclamò Lucas << Sei un grande! >> disse Jimmy. << Vi va di andare a bere qualcosa al bar? >> domandò Bryan << Offro io! >> disse poi << Se offri tu, ci vengo anche due volte! >> disse Lucas scendendo dal tavolo su cui era seduto e uscendo di casa, seguito da Lucas e Bryan che urlò << Andiamo al bar! >> << Ok, a dopo! >> si sentì rispondere, così chiuse la porta. La sera arrivò in fretta, dopo cena Angel e Sally passarono la notte a parlare e quando non ce la fecero più spensero la luce e si misero a dormire.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Capitolo 6

Quella mattina Angel si alzò particolarmente presto, aveva deciso che sarebbe andata a comprare i regali per natale, dato che era la vigilia. Guardò l’orologio, erano le sei e ventiquattro. Andò in bagno e si preparò: si mise un po’ di matita sotto gli occhi, si vestì ed entrò in camera sua dove c’era Sally che dormiva beata. Staccò tutte le spine del computer e della stampante e le riattaccò una volta giunta nel salotto. Stampò gli annunci per la band, aveva deciso che quella mattina sarebbe andata ad appenderli per tutta la città mentre andava a comprare i regali. Appena ebbe finito di stampare chiuse il computer, si mise il giaccone e uscì di casa. Girò per il quartiere per circa due ore appendendo manifesti dappertutto e quando finalmente ebbe finito si sedette in una panchina. Vide un negozio che apriva e si diresse subito verso di esso ad ammirare le sue vetrine: era perfetto! Aveva tutto quello che le serviva per far contenti i suoi amici e i suoi parenti. Entrò immediatamente per cercare un regalo per Erik, per Sally e per Bryan. Cercò ovunque e finalmente trovò il regalo adatto per Bryan sicuramente gli piacerà tantissimo! Pensò soddisfatta. Ora le mancavano solo i regali per Sally e per Erik. Cercò ancora un po’, poi decise di andare a cercare in altri negozi. Pagò il regalo e girò per negozi fino all’ora di pranzo, continuando a distribuire gli annunci. Aveva trovato un regalo perfetto per Sally, ma non era ancora riuscita a trovare niente per Erik. Tornò a casa ma quando entrò non trovò nessuno ad accoglierla, sul tavolo c’erano due bigliettini: 

“Ciao Angel, ciao Sally, sono Bryan, io vado a fare un giro, non so a che ora torno quindi non aspettatemi per pranzo! Ciao vi voglio bene a tutte e due!” 

“Ciao Angel, sono Sally, tuo fratello se ne già andato e anche io esco, devo fare un paio di cose, non credo di tornare per pranzo, ciao”. 

Angel guardò i bigliettini stupita e io che pensavo che se la sarebbero presa se uscivo!

Angel preparò un po’ di pasta, mangiò velocemente e accese il computer. Entrò su messanger sperando di trovare Erik collegato, ma non era in linea Strano.. non può stare ancora a dormire.. pensò. Spense il computer e si sdraiò sul letto con l’mp3 acceso a pensare a che regalo potesse fare ad Erik accidenti.. non ho trovato niente che potesse piacergli.. cosa posso comprargli? Pensò. Di scatto si mise a sedere << Trovato! >> urlò. Si mise il giaccone, prese le chiavi ed uscì di casa. Si diresse molto velocemente verso il primo negozio in cui era andata la mattina ed entrò. Andò verso la cassa, dove si trovava un anziano signore con dei lunghi baffi bianchi e i capelli corti dello stesso colore, aveva occhi color turchese. 

<< Mi scusi, stavo cercando un album di fotografie >> disse Angel << Ne avete? >> domandò poi. L’uomo anziano alzò lo sguardo verso la ragazza 
<< Certo signorina.. >> rispose << Mi segua >> concluse. Angel seguì lo strano vecchietto fino al ripostiglio del negozio. << Terence! >> gridò l’uomo 

<< Fammi il favore di servire questa ragazza che io devo andare a comprare una cosa! >> concluse. Da dietro uno scaffale uscì un ragazzo alto con dei lunghi capelli biondi e lisci, gli occhi verdi. Indossava dei jeans lunghi e larghi, una maglietta nera e tante catene che gli scendevano dalla vita al ginocchio. Posò una scatola sullo scaffale da cui era uscito

<< Eccomi nonno, vai pure, qui ci penso io! >> disse al nonno che uscì dal magazzino. Il ragazzo andò vicino ad Angel << Dimmi pure, cosa ti serve? >> domandò alla ragazza << Stavo cercando un album di foto >> rispose. Il ragazzo si intrufolò ancora una volta tra gli scaffali e prese vari album che mostrò ad Angel. erano di tre tipi: uno era a righe rosse e nere, l’altro era a forma di stella con tante piccole stelline arancioni disegnate sopra e l’ultimo, quello che più colpì la ragazza, era blu e in mezzo alla copertina c’era uno spazio vuoto per metterci una foto. Angel riguardò i tre album << Prendo questo! >> indicando il terzo raccoglitore. Il ragazzo annuì e mise a posto gli altri due << Bene, andiamo di là >> disse e si diresse alla cassa, seguito da Angel. Posò l’album sul bancone e disse: << Sono dodici euro, vuoi un pacco regalo? >> domandò poi la ragazza scosse la testa << Però vorrei chiederti un favore >> disse. Il ragazzo la guardò 
<< Dimmi pure >> disse << Potrei appendere questi annunci nella bacheca che avete lì? >> domandò << Tuo nonno questa mattina mi ha detto che non voleva annunci, ma forse tu me li farai appendere.. >> disse speranzosa. Il ragazzo rise << Che c’è? >> domandò << Mio nonno non è d’accordo, ma io sì, dammi pure, li appendo io! >> Angel sorrise << Grazie mille! >> rispose e diede gli annunci al ragazzo che li lesse mentalmente COSA?!? Sta cercando un batterista! No.. non posso, devo occuparmi del negozio.. pensò appendendo l’annuncio alla bacheca.

<< Qualcosa non va? >> domandò Angel vedendo il ragazzo serio << No no, è tutto apposto! >> rispose porgendole il raccoglitore di foto. Angel lo prese e gli diede i dodici euro poi disse << Se conosci qualcuno, me lo potresti dire? >> il ragazzo la guardò, era indeciso se dirle che lui era un batterista, o lasciare che qualcun altro gli rubasse quell’opportunità. In quel momento il vecchietto entrò nel negozio, notò subito che il ragazzo aveva fatto appendere alla bacheca quell’annuncio che lui aveva tentato in tutti i modi di nascondergli ormai non posso più impedirgli di accettare quel posto.. pensò. Fissò suo nipote, poi, dopo qualche secondo annuì; il ragazzo spalancò gli occhi, dopo di che sorrise << Grazie nonno! >> disse. Angel si girò verso l’uomo anziano e lo guardò senza capire << Sì, conosco un batterista! >> rispose. angel si girò di scatto verso Terence << Veramente? E chi è? >> domandò curiosa << Sono io! >> rispose.

Nel frattempo Sally ed Erik giravano per negozi in cerca di un regalo adatto ad Angel << Ci deve pur essere qualcosa che vada bene per

lei! >> sbuffò Erik << E’ da due ore che te lo dico, tu le devi comprare una collana! >> disse esasperata Sally << Sì, ma non so che collana! >> rispose afflitto Erik. Sally si fermò di colpo davanti ad una vetrina

<< Quella! >> urlò indicando una collana che aveva come ciondolo un cuore dorato che si poteva aprire e dove all’interno si trovava un posto per mettere una foto << E’ perfetta! Sally, sei grande! >> disse entrando nel negozio. Si diresse verso la commessa << Potrei avere la collana con il cuore che avete esposta in vetrina? >> domandò << Certo, si accomodi alla cassa, arrivo appena ho preso la collana >> Erik andò alla casa e subito Sally lo raggiunse. La signorina arrivò poco dopo con la collana e disse << Sono dodici euro, vuole un pacchetto? >> il ragazzo scosse la testa e porse alla signorina i dodici euro << Grazie e arrivederci >> disse la signorina dando la collana ad Erik

<< Arrivederci! >> risposero i due ragazzi uscendo.                

Angel spalancò gli occhi che bel regalo di natale pensò continuando a fissare incredula il ragazzo << ti andrebbe di far parte del mio

gruppo? >> domandò la ragazza. Terence la guardò pensieroso e se adesso dice di no? Oddio! No, devo stare calma.. << Ma certo che sì! Aspettavo questa occasione da un sacco di tempo! >> rispose improvvisamente. Angel sospirò << Dì la verità, mi volevi far morire prima del tempo?!? >> domandò urlando e facendo sobbalzare il vecchietto. Terence rise << A dire il vero.. sì! >> rispose continuando a ridere. Angel sorrise poi chiese << Questa sera hai da fare? Se no puoi venire a casa mia che ti presento Erik! >> propose poi. Terence non fece neanche in tempo a rispondere che Angel disse << Ah no, dimenticavo che oggi è natale, sicuramente non potrai.. vediamo.. ci possiamo vedere.. >> << Angel, sta zitta un attimo! >> disse il ragazzo. Angel abbassò lo sguardo << scusa.. >> rispose << Dimmi pure >> lo incoraggiò << Io non festeggio il natale, quindi oggi sono libero! >> rispose. Angel gli diede il suo indirizzo  e prima di uscire dal negozio disse << ci vediamo lì alle otto! A dopo! >>

Angel corse a casa e trovò sia Erik che Sally ad attenderla << ragazzi, vi devo dire una cosa magnifica! >> disse con un sorriso stampato in volto. La ragazza raccontò tutto ai due che erano al massimo della gioia << Wow! È fantastico! Quindi viene qui questa sera? >> domandò Erik. La ragazza annuì << Che ne dite di preparare la cena per stasera? >> domandò. I due ragazzi annuirono e si misero a preparare insieme a Bryan la cena per quella sera, che sarebbe stata una delle serate più belle della loro vita.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Capitolo 7

Finalmente arrivarono le otto. Tutti erano impazienti di sentir suonare il campanello che però continuava a tacere << Ma quando cavolo viene? Sono già le otto e mezza! >> disse preoccupata Angel << Vedrai che arriverà, avrà avuto un contrattempo! >> la tranquillizzò Erik. Erano le nove e di Terence neanche l’ombra. Ma perché non arriva? Gli sarà successo qualcosa? Pensò preoccupata Angel; Brayan spuntò fuori dal bagno con i capelli bagnati e solo un asciugamano legato alla vita

<< Ehi ragazzi.. >> fece per finire la frase ma venne sgridato dalla sorella << Ma che diavolo fai con solo quello addosso?!? Vatti a coprire, scostumato!!! >> urlò Angel << Ma perché? Tanto Erik mi conosce da quando sei nata! >> fece notare lui << Sì, ma Sally no! E poi pensa se era arrivato terence! >> urlò di nuovo Angel << a proposito, dov’è terence? >> domandò. Angel abbassò lo sguardo << Non è ancora arrivato.. >> sussurrò; Brayan andò ad abbracciare la sorella

<< povera piccolina! Cosa posso fare per non farti essere giù di morale il giorno di natale? >> domandò << Per esempio coprirti! >> urlò la ragazza staccandosi dal fratello << E va bene.. ma povera Sally, privarla di uno spettacolo così fantastico! >> disse Brayan. Erik e Sally scoppiarono a ridere e anche se Angel voleva fare la dura, si mise a ridere. Aspettarono il ritorno di Brayan e si misero a mangiare, poi quando giunse mezzanotte si scambiarono i regali; Angel porse il suo a Brayan << Questo è per te! >> disse. Il ragazzo scartò velocemente il regalo << Grazie Angel! >> esclamò correndo ad abbracciare la sorella. Erik e Sally li guardarono perplessi << Ma ci volete dire qual è il regalo? >> chiese facendo il finto scocciato Erik, i due fratelli risero e poi Bryan mostrò il suo regalo ai due amici: una felpa verde scuro con il cappuccio. Sally sorrise << Era da tanto che la volevi, visto che alla fine ci ha pensato tua sorella! >> disse felice. Bryan annuì << Ora apri il mio! >> la incoraggiò porgendole il suo regalo. Angel lo prese e lo scartò in una frazione di secondo << ….. >> i tre ragazzi la guardarono perplessi << Beh? >> la incalzò il fratello << Bryan.. >> disse Angel << Sì..? >> chiese preoccupato << Io ti amooooo! È la maglietta che volevo da tanto tempo!>> urlò mentre lo stritolava << Ehi, guarda che così sono geloso! >> disse Erik fingendosi offeso e tradito << Ahahah, ce ne anche per te dopo! >> rispose la ragazza. Sally si alzò ed andò a prendere una grossa busta che conteneva tre regali e da quella ne estrasse uno << Questo è per te! >> disse all’amica << Grazie, è piccolino.. >> fece notare lei. Aprì il regalo << Wow! Questo è il primo cd dei Linkin Park! Grazie Sally! >> la ragazza sorrise felice che il regalo sia piaciuto.

 

Nel frattempo in una piccola casetta fuori città << Mi dispiace.. non doveva finire così.. >> disse piangendo << Non sarei dovuto tornare a prendere le bacchette.. scusami! >> concluse accasciandosi sul corpo dell’anziano signore che era steso sul piccolo letto che occupava quel monolocale alla periferia di Oxford. Nel lato sinistro della porta si trovava un frigorifero e quattro fornelli al suo fianco, di fronte ad essi si trovava un piccolo tavolino con quattro sedie sui lati, mentre nel lato opposto c’era una poltrona rovinata e un vaso con dentro qualche rosa appassita, segno di mancanza d’acqua. In una stanza vicino alla cucina c’era un piccolo bagno che conteneva solo un water, un lavandino ed una doccia; e infine, di fronte alla porta, si trovava il letto, dove ora giaceva il corpo senza vita di quell’anziano signore. Il ragazzo che stava accasciato sul letto piangendo si alzò e si asciugò le lacrime << Ti prometto nonno, che quei maledetti la pagheranno! >>

 

Finalmente tutti avevano scartato i rispettivi regali e ora stavano buttando via tutti gli scarti di quella fantastica serata, se non fosse per l’assenza di quel ragazzo, quel ragazzo che Angel aveva aspettato tutta la sera, ma che non si era presentato. Angel guardò nuovamente l’orologio color arcobaleno attaccato alla parete della sala, non l’aveva lasciato in pace per tutta la sera, l’aveva ripetutamente fissato mentre attendeva l’arrivo di Terence, che però non era mai arrivato. Si sedette su una delle tante sedie presenti nella sala e sospirò prendendo il cellulare per vedere se il ragazzo le avesse mandato un messaggio; niente. Angel appoggiò la testa sul tavolo mentre continuava a fissare le lancette dell’orologio che continuavano a muoversi. Erik e Bryan erano usciti a buttare via la spazzatura e avevano lasciato le ragazze da sole per qualche minuto. Sally vide l’amica triste e si avvicinò a lei << è per Terence? >> domandò sedendosi di fianco ad Angel che sospirò << Non capisco perché non sia venuto, per lo meno poteva avvisare.. >> rispose Angel. Sally stava per dirle qualcosa ma Angel parlò per prima << Vado in camera, ti prego di a Bryan e a Erik che gli auguro una buona notte! >> disse. Sally rimase immobile << Ma sei sicura di stare bene? Vuoi che venga in camera con te? >> domandò << Tranquilla, sto bene. Ci vediamo domani mattina >> rispose chiudendo la porta della camera << Notte.. >> sussurrò Sally con un filo di voce.

Dopo pochi minuti tornarono i due ragazzi << Dov’è Angel? >> domandò Erik << è andata a dormire, credo che la faccenda di terence le sia pesata più di quello che credevamo >> rispose la ragazza. Bryan lanciò un’occhiata all’orologio: le tre e mezza, si girò verso Sally << Mia sorella ti ha detto qualcosa di particolare? >> domandò << Sì, che vi augurava una buona notte, credo che l’abbia detto perché non vuole essere disturbata >> rispose Sally << Sì, lo penso anche io. >> rispose << Bene, se non vuole essere disturbata noi non la disturberemo >> disse Bryan << Sì ma noi dobbiamo dormire in camera sua >> ricordò Erik << Tanto lei ha il sonno pesante, basta che non fate troppo chiasso e vedrai che non si sveglia >> disse Bryan e così tutti andarono a letto.

 

Era mattina, Angel l’aveva capito quando uno spiraglio di luce era passato dalla persiana socchiusa e le aveva colpito il viso illuminandole gli enormi occhi marroni. Si scostò le coperte di dosso e si mise seduta sul letto stiracchiandosi, si alzò e s’infilò le pantofole poi uscì dalla camera facendo molta attenzione a non far cigolare la porta, ma fu inutile questa porta va riparata, si disse mentre si dirigeva verso la cucina. Guardò l’orologio che aveva tartassato la sera prima, segnava le 6.45. Diede un’occhiata veloce alla cucina, anche se la sera prima tutti si erano impegnati e avevano cercato di pulirla era comunque un disastro. Visto che era presto decise di mettere a posto i piatti già lavati ed asciugati che stavano sopra i fornelli. Mentre sistemava i piatti  si accorse di avere addosso i vestiti della sera prima dovevo essere davvero stanca.. si disse. Appena ebbe finito di sistemare un po’ la cucina prese la giacca di pelle appoggiata all’attaccapanni ed uscì di casa, aveva bisogno di schiarirsi un po’ le idee sul perché Terence non fosse venuto all’appuntamento.

Si diresse verso il negozio dove l’aveva visto per la prima volta, era chiuso. Non c’era neanche un cartello con scritto “Torno subito” o cose del genere, era semplicemente chiuso. Eppure l’altra volta era già aperto a quest’ora pensò mentre sbirciava all’interno. Guardò in lungo e in largo, ma dentro non c’era anima viva. Si allontanò dal negozio a passo lento e si diresse verso una pizzeria poco distante da lì. Sarebbe tornata dopo aver fatto colazione.

Entrò nella pizzeria e si mise seduta ad un tavolo guardando con attenzione le pizze << Ne vorrei una con il salame piccante. >> disse. Il ragazzo dietro al bancone, un biondino con i capelli corti, molto magro, la guardò scettico << Sicura? >> domandò visibilmente disorientato << Sì, hai qualcosa in contrario? >> domandò irritata, quella mattina si era svegliata proprio male. Il ragazzo la fissò con i grandi occhi azzurro mare poi scosse il capo e prese la pizza appena sfornata << 1,20€ grazie >> disse porgendole la pizza << Tieni! >> disse gettando i soldi nella mano del ragazzo. Che la guardò confuso << ma mi dici come fai a mangiare il salame piccante alle otto della mattina? >> Angel si stava per mettere seduta ma si riavvicinò al ragazzo << Senti, ma che ti importa? >> gli urlò in faccia << Era solo una curiosità, devi avere uno stomaco di ferro! >> concluse. Angel fece un respiro profondo stai calma.. si disse << Allora, non voglio arrabbiarmi, ieri è stata una giornata pesante e ancora sono furiosa, quindi ti consiglio di non farmi arrabbiare. >> spiegò la ragazza << va bene, scusa. Mangia pure la tua pizza >> rispose il ragazzo uscendo dal bar. Angel lo guardò confusa, dove stava andando? Uscì anche lei << Scusa ma perché sei uscito? Non ti sarai mica offeso, vero? >> domandò << ma che, ti pare! >> rispose frugando tra le mille tasche degli enormi pantaloni color militare << E allora perché sei uscito? >> domandò. Il ragazzo estrasse da una delle tasche un pacchetto di sigarette << Per queste >> rispose sventolandole davanti alla faccia della ragazza. Angel addentò la pizza << Guarda che fumare fa male >> ricordò << Si ma fa più male non farlo! >> rispose accendendo una sigaretta tenendola in bilico sulle labbra piccole e sottili.  Angel lo guardò esasperata ma da dove è uscito questo? Si chiese continuando a mangiare la pizza. Ci fu qualche secondo di silenzio << basta, devo rompere tutto questo silenzio! >> disse il ragazzo << Ma tu sei sempre così strano? >> chiese, il ragazzo rise << Sì, è la mia specialità essere strano >> rispose. Scaricò la sigaretta, se la mise in bocca poi porse la mano ad Angel << Comunque piacere, io sono Tom! >> la ragazza strinse la mano << Io sono Angel! >> il ragazzo sorrise << Ora che ci siamo presentati mi dici che ti è successo ieri sera? >> domandò. La ragazza lo guardò male << ma a te che importa? >> domandò << Questione di curiosità >> rispose << Comunque non ho molta voglia di parlarne.. >> rispose << Beh, se non hai voglia di parlarne scrivilo! >> propose sorridendo. La ragazza rise << Ti va se te lo racconto dentro? >> domandò, il ragazzo fece spallucce << Ok, fammi finire un secondo la sigaretta >> disse facendo un tiro e gettando la sigaretta appena spenta nel cestino << Andiamo >> disse.

#

#

#

#

Waaaaaaaaaaaaa *-* Sono così felice che a qualcuno piaccia il mio racconto! Grazie a KeR, Lucky_Didi, shami chan e angyy che hanno recensito fin'ora! Spero che anche questo capitolo vi piaccia e anche tutti gli altri a venire! Ciaociao

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


  Terence era appena uscito dal piccolo appartamento dove lui e suo nonno abitavano per andare a parlare con la polizia. Appena arrivò nel distretto spiegò quello che era successo la sera prima  << Faremo tutto il possibile per trovare chi ha ucciso suo nonno, glielo promettiamo >> disse un agente << grazie >> rispose uscendo dalla centrale.

Vagava per le strade disorientato, non sapeva neanche lui che fare, ma di sicuro non avrebbe aspettato che la polizia risolvesse la faccenda, non hanno mai risolto una faccenda; lo sapeva bene. Decise che se la sarebbe cavata da solo, avrebbe trovato quegli assassini e gliel’avrebbe fatta pagare, ne era certo. Però, prima di fare qualsiasi altra cosa, doveva organizzare il funerale di suo nonno, di sicuro ci sarebbero state lui e poche altre persone. Nessun parente, ne era sicuro; erano tutti morti e se per caso ce ne fosse stato uno ancora vivo da qualche parte non si sarebbe sprecato a farsi vivo. Forse sarebbero venuti dei clienti affezionati a quel dolce signore che ormai era un po’ il nonno di tutti quelli che entravano nel suo negozio. Ad un tratto sobbalzò: che ne avrebbe fatto del negozio? Di sicuro non poteva darlo via, era uno dei ricordi più preziosi che aveva di suo nonno. Fin da piccolo Terence aveva aiutato il vecchietto a vendere la merce e poi sapeva che suo nonno non l’avrebbe mai perdonato dall’altro mondo se avesse venduto il negozio. Doveva per forza gestirlo in qualche modo, anche se non sapeva come fare, non aveva amici che lo potessero aiutare. Decise di farci un salto, magari andando lì avrebbe trovato l’ispirazione giusta per un’idea. 

Appena entrò mille ricordi gli passarono davanti, ma in particolare uno, quel ricordo che aveva tanto amato ma allo stesso tempo odiato in tanti anni, la prima volta che aveva visto suo nonno e la sua bottega: aveva all’incirca cinque anni e una poliziotta lo teneva per la piccola mano bianca e fredda mentre entrava nel negozio. Appena il vecchietto lo vide gli sorrise, un sorriso falso, l’aveva capito subito, il vecchietto non era bravo a mentire; la poliziotta gli lasciò la mano e andò a parlare con suo nonno. Tornarono poco dopo, l’anziano signore aveva gli occhi rossi, solo qualche anno dopo Terence aveva capito il perché. Il nonno gli prese la mano e disse << Ora mi occuperò io di te. >> il piccolo bambino strinse la sua mano << Ma la mamma e il papà dove sono? >> domandò il piccolo bambino con voce innocente e inconsapevole. Il nonno abbassò lo sguardo ma poi lo rialzò subito

<< Sono dovuti andare in un posto molto lontano >> rispose << Ma quando tornano? >> domandò ancora il bambino << Non lo so, però nel frattempo mi prenderò io cura di te, che ne dici? >> rispose << Ok, piacere, io sono Terence >> rispose << Tu chi sei? >> domandò. Il vecchietto sorrise, questa volta per davvero, poi rispose << Io sono Albert e sono tuo nonno, piacere >> il bambino guardò confuso quel signore che si spacciava per suo nonno e domandò << Che cos’è un nonno? >> l’anziano rise << Un nonno è il papà o della mamma o del papà, in questo caso io sono il papà della mamma, capito? >> rispose. Il bambino annuì << Allora io ti devo chiamare Albert o nonno? Oppure papà della mamma? >> Albert rise di nuovo << Chiamami nonno >> rispose dolcemente il vecchietto << Ok >> disse Terence.

Quel ricordo gli passò davanti come un fulmine, improvviso e letale, scoppiò a piangere dopo pochi secondi. I suoi genitori non erano mai stati tanto presenti nella sua vita, gli avevano insegnato le cose fondamentali, mangiare, camminare e parlare, non gli avevano dedicato tante attenzioni, se ne rese conto solo dopo aver riassistito alla scena del giorno in cui aveva conosciuto Albert, tanto che neanche gli avevano spiegato cos’era un nonno, ma soprattutto chi era il suo.

Si sedette tra i mille scatoloni del magazzino asciugandosi violentemente gli occhi con le mani e pensando che in fondo adesso non aveva voglia di prendersela anche con i suoi genitori, morti tanti anni prima a causa di una rapina. Suo nonno aveva deciso di parlargliene quando lui un giorno era tornato da scuola, aveva dieci anni, domandandogli << Nonno, mamma e papà non torneranno più, vero? >> a quella domanda il vecchietto era rimasto spiazzato ma si era salvato dicendo << ma no Terence, ci stanno mettendo solo più del previsto! >> allora il bambino l’aveva fissato insistentemente negli occhi, aveva raccolto tutto il coraggio che un bambino di dieci anni possiede e gli aveva chiesto: << La mamma e il papà sono morti? >> il vecchietto rilasciò lo sguardo e fece cenno a Terence di avvicinarsi a lui. Si mise seduto e iniziò a parlare << Ascolta bene piccolo Terence, la mamma e il papà non sono più qui perché un giorno mentre tornavano da teatro sono stati fermati da un signore molto cattivo che voleva tutti i loro soldi e loro non glieli volevano dare, allora quest’uomo gli ha sparato e gli ha portato via i soldi >> fece una pausa e guardò Terence, aveva la faccia completamente viola, gli occhi rossi e le guance ricoperte di lacrime << Mi dispiace di non avertelo detto prima ma avevo paura che non avresti capito molto bene, eri molto piccolo quando è successo, è stata la prima volta che ci siamo visti >> il bambino alzò lo sguardo e riuscì a dire solo una parola << abbracciami! >> ordinò. Albert non se lo fece ripetere due volte e abbracciò quel piccolo bambino che anche se era cresciuto era sempre docile e indifeso come cinque anni prima anzi, forse dopo questa notizia, era anche più fragile di prima, il vecchietto sapeva che non poteva sbagliare, o la mente del povero Terence sarebbe esplosa come un palloncino ad una festa.

 

Angel aveva appena finito di raccontare tutta la storia a Tom; non sapeva neanche lei perché l’aveva fatto, forse era semplicemente perché sentiva di potersi fidare di lui anche se non lo conosceva. Sapeva solo che quel biondino lavorava in una pizzeria e aveva il vizio del fumo, tutto qui. Tom bevve un goccio di coca-cola appena presa dal frigo della pizzeria << Ho capito tutto e so il motivo perché non è venuto e non si fa trovare >> disse << Davvero? E qual è? >> domandò << è molto semplice, non aveva il coraggio di dire che non voleva suonare con voi e non si è fatto più vivo per non dovervelo dire! >> Angel guardò male il ragazzo << Ok, ora ho capito che sei davvero stupido! >> confermò la ragazza << E perché? >> domandò lui

<< Quale persona potrebbe essere così stupida? >> domandò << Io..? >> rispose facendosi piccolo piccolo. La ragazza rise << Comunque devo scoprire cosa gli è successo! >> disse più determinata che mai << Sì e io.. >> Tom stava per finire la frase quando il telefono di Angel squillò << Pronto >> disse << ciao Angel, sono Erik, ma dove sei? >>  chiese preoccupato << sono uscita a fare un giro, ma adesso torno non ti preoccupare! A dopo, un bacio >> rispose chiudendo la comunicazione. La ragazza prese la giacca che aveva appoggiato all’attaccapanni all’entrata della pizzeria << ma dove vai? >> chiese Tom << A casa, mi stanno aspettando tutti, mio fratello, la mia migliore amica, il mio ragazzo.. capisci, devo andare >> spiegò << Capito >> rispose << però torna a trovarmi, ti ritengo un’amica! >> disse << Certo! Ma non comprerò più una pizza >> rispose << è perché ti ho chiesto se avevi lo stomaco di ferro? Ma io.. >> Angel lo interruppe << ma no, è perché anche io lavoro per una pizzeria e se compro la pizza qui potrei mettere in crisi il negozio, visto quante ne mangio! >> spiegò << Capisco.. allora ci si vede presto, ci conto eh! >> disse salutando la ragazza << Certo! >> rispose uscendo dalla pizzeria.   

 

Tutti quei flashback lo stavano facendo impazzire, doveva andarsene prima che qualcos’altro gli saltasse per la testa, ma era troppo tardi, un altro ricordo gli balenò nella mente: lui era seduto dietro il bancone in attesa che arrivasse qualche cliente mentre suo nonno era andato a fare la spesa, aveva circa dodici anni. Ad un tratto entrò un ragazzo di circa sedici anni << Ciao! >> salutò. Terence non rispose, era intento a fissare il ragazzo che teneva per mano una bambina bellissima: occhi grandi color del cielo e dei lunghi capelli biondi legati in due trecce. Il ragazzo si fece avanti.

<< Dov’è Albert? >> domandò cercandolo con lo sguardo << è uscito a fare la spesa, torna subito >> rispose << ma perché lo cerchi? >> domandò curioso. Il ragazzo si avvicinò portando con sè la bambina << è un mio caro amico, tu devi essere Terence vero? >> disse. Il ragazzino lo guardò stupito << Tu come fai a conoscere il mio nome? >> domandò << Tuo nonno mi ha parlato spesso di te >> sul volto di Terence si dipinse un sorriso raggiante << Davvero? E che ti ha detto? >> domandò << Che sei testardo ma che ti vuole tanto bene e che te ne vorrà per sempre! >> rispose.

A quella risposta Terence si era sentito felice, una sensazione che non provava da tanto tempo.

<< Come ti chiami? >> domandò << Christian e questa è mia sorella Martah, ha dieci anni ed è molto timida! >> rispose. La bambina sorrise, sembrava molto più piccola, era così gracile e bianca che sembrava un confetto. Ad un tratto entrò in negozio Albert << Ciao Christian, ciao Martah! >> salutò il vecchietto 

<< Vedo che avete già conosciuto mio nipote! >> notò << Sì >> rispose il ragazzo << Senti siamo solo venuti a fare un saluto, ora dobbiamo proprio andare >> disse il ragazzo avanzando verso la porta << Ciao! >> salutò << Ciao Terence >> salutò la bambina. Il ragazzino ricambiò il saluto con un gesto della mano 

<< Sono simpatici vero? >> domandò il nonno.

<< Sembra di sì >> rispose << Sai, li conosco da tanti anni, tu ancora non eri nato quando Christian veniva in negozio! >> raccontò il vecchietto 

<< Continueranno a venire? >> domandò curioso.

<< Spero di sì, sono due persone così care, gli voglio molto bene, quasi quanto ne voglio a te >> spiegò. Terence sorrise << Allora io vado in magazzino a sistemare un pò di cose, ci vediamo tra poco! >> disse entrando nel deposito << Ok, ma fa attenzione! >> si raccomandò tornando alla sua postazione dietro il bancone.

Terence uscì dal negozio stravolto da tutti quei ricordi, forse era ancora troppo presto per ricordare suo nonno, perché ancora si doveva abituare all’idea che fosse morto. Però si chiedeva una cosa: Che fine avevano fatto quei due? Non li aveva più visti a negozio da quella volta.

Decise di andare dal becchino per mettersi d’accordo sul funerale. Entrò nel negozio << Scusi >> disse. Un ragazzo sulla trentina si girò verso di lui. 

<< Mi dica >> disse << Volevo mettermi d’accordo con lei per il funerale di mio nonno, ve ne ho parlato stamattina, ricorda? >> spiegò. Il ragazzo, che  aveva dei lunghissimi capelli neri e dei bellissimi occhi verdi, rispose << Certo, ricordo. >> rispose.

<< Beh, le va bene se facciamo questa domenica alle dieci? >> domandò << Benissimo, grazie >> rispose << Allora ci vediamo al cimitero >> disse e Terence annuì. Uscì dal negozio con gli occhi lucidi, parlare del funerale del proprio nonno non era una cosa molto divertente.

Mentre camminava per strada una ragazza gli andò a sbattere e finirono tutti e due per terra.

<< Oddio, scusa! >> disse frettolosa << non ti preoccupare >> rispose mentre la aiutava a rialzarsi << Devo scappare! >> disse lei raccogliendo la borsa tappezzata di spille e scritte di gruppi rock e metal. Terence voleva fermarla ma la ragazza era già troppo lontana.

Quando tornò a casa decise di mangiare qualcosa anche se non aveva per niente fame. Eppure è da ieri pomeriggio che non mangio, bah si disse frugando nel frigo. Prese un pezzo di pane e ci spalmò sopra un po’ di nutella, poi iniziò a mangiare mentre si dirigeva verso la scrivania vicino al letto. Appena ebbe finito di mangiare prese carta e penna e iniziò a scrivere “chiuso per lutto P.S. per tutti i clienti affezionati, siete invitati al funerale del padrone del negozio che si terrà domenica alle 10.00 al cimitero comunale. Grazie. Terence”. Appena ebbe finito di scrivere diede un’occhiata all’orologio, erano le sette e mezzo; decise di fare un salto al negozio per appendere l’annuncio.   

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=321031