On The Lam

di ikigailou
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Avevo da poco finito la scuola ed ero stato assunto come stagista presso una delle più importanti banche di Londra.

Il primo giorno di lavoro sarebbe cominciato di lì a poco; mi sistemai i capelli ricci un' ulima volta ed uscii dal mio appartamento. Salii sulla mia Range Rover nera, regalo dei miei genitori per il diploma e cominciai a guidare verso il mio nuovo posto di lavoro. Volevo molto bene ai miei genitori, ma da quando avevano divorziato, avevo iniziato a sentirmi un po' più distaccato nei loro confronti. Mio padre, con tutte le ricchezze che aveva accumulato lavorando duramente, aveva riempito me e mia sorella di bellissimi regali, tra cui la mia auto. Mi sentivo uno stupido ragazzino viziato che poteva avere tutto con il semplice schiocco delle dita, ma sentivo che qualcosa ancora mi mancava.

Non era qualcosa di materiale, ma bensì era qualcosa di intangibile, qualcosa che probabilmente avrebbe comportato dei sentimenti. E, i sentimenti, comportano sempre dei guai.

_____

《Benvenuto nella nostra filiale.》un' impiegata bionda e di bell' aspetto mi accolse, mostrandomi la mia postazione che consisteva in una modesta scrivania, posizionata alla sinistra dell' entrata.

《Qui ci sono dei documenti da compilare, qui alcuni moduli da far firmare ai nostri clienti ed inoltre dovrai risistemare l' archivio entro questa sera.》istruì la bionda mentre le sue mani mi indicarono velocemente dove fosse tutto ciò che avrei dovuto svolgere.

《Va bene.》sospirai.

《Non preoccuparti, te la caverai bene.》le sue labbra ricoperte da tanto, troppo rossetto, si curvarono in un sorriso. La bionda si allontanò con passo svelto, dirigendosi verso la macchinetta del caffè. Il rumore delle sue scarpe col tacco mi dava già sui nervi.

Mi sedetti alla mia scrivania e cominciai a far passare le varie scartoffie: compilai tutti i documenti con i dati necessari e feci firmare i moduli ad una decina di nuovi clienti.

All' ora della pausa pranzo, mi sentivo già molto stressato. Era stressante lavorare tutto il giorno con carte, documenti, moduli... era veramente questo il lavoro che avrei voluto fare per tutta la mia vita?

"Oh, Harry é solamente il tuo primo giorno, non essere così pessimista!" mi immaginai la voce di mia madre che mi rimproverava.

《Tutto apposto?》la bionda si posizionò davanti alla mia scrivania, con il suo sorriso magnanimo stampato in faccia.

《Oh sì, tutto alla grande.》sospirai mentre nella mia mente mi ripetevo "Oh no, non va affatto bene! Che lavoro di merda! Non compilerò moduli e altri fogli di carta per tutta la vita!".

《Vieni a mangiare con noi?》mi chiese con la sua voce stridula.

《Noi chi?》chiesi alzandomi dalla sedia in pelle.

《Io, Benedict e Tania.》disse indicandomi un ragazzo ed una ragazza accanto alla porta.

《No, grazie.》risposi.

《Come vuoi.》alzò le spalle e si diresse verso gli altri due, per poi uscire dall' edificio.

_____

L' orario di chiusura della banca si stava avvicinando e la bionda se n'era già andata da un pezzo. Solo mezz'ora e sarei tornato a casa anch'io, al mio appartamento.

Mi adagiai sulla sedia di pelle: ormai non entrava più nessuno nella banca da circa un' ora e gli addetti alla sicurezza continuavano a camminare avanti e indietro, cercando di ammazzare il tempo.

All' improvviso la mia attenzione venne catturata da una frenata improvvisa, proveniente dalla strada. Mi alzai preoccupato dalla sedia e vidi i due uomini della sicurezza voltarsi alla velocità della luce.

Non sapevo ancora che da quel momento la mia vita sarebbe cambiata...

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


《Mani in alto! Che nessuno si muova!》grida un ragazzo col volto coperto da un passamontagna scuro ed una pistola nella mano destra.

Rimango immobile dove sono, mentre altri due ragazzi con il passamontagna cominciano a correre verso gli sportelli. Le impiegate obbedoscono e rimangono immobili e con le mani alzate. Benedict cerca di ribellarsi, ma uno dei due ragazzi gli dà un pugno in faccia, facendogli volare via gli occhiali.

Sparano con le loro pistole contro le serrature degli spprtelli, che esplodono immediatamente; le loro mani arraffano più denaro che possono, riponendolo velocemente in un borsone scuro.

I due uomini della sicurezza sparano alcuni colpi contro i ragazzi, ma il primo che é entrato, gli fa da scudo, sparando nella direzione degli uomini della sicurezza. Mi nascondo sotto la scrivania terrorizzato, mentre la sparatoria continua e sento il rumore di tanti, troppi proiettili cadere sul pavimento di marmo, facendo un rumore cristallino e metallico.

Sporgo la testa lentamente e noto uno dei due uomini della sicurezza sdraiato a terra, esanime in una pozza di sangue scuro, mentre l' altro é dolorante e si tocca la spalla sinistra; la manica della sua camicia azzurra si colora rapidamente di rosso.

Il primo ragazzo si volta verso di me: posso vedere i suoi occhi azzurri, occhi di ghiaccio. Si avvicina caricando la pistola mentre ormai sento che per me, é tutto finito.

Scivolo sul pavimemto, aiutandomi con le mani, ma presto mi ritrovo con la schiena al muro. Rimango fermo, terrorizzato e vedo il ragazzo puntarmi la pistola all' altezza degli occhi.

La punta fredda dell' arma si appoggia alla mia fronte, mentre piango e tremo: so di non avere scampo. I secondi sembrano eterni e sento il grilletto scattare.

《Dannazione!》esclama il ragazzo togliendo l' arma dalla mia fronte.

《Si é inceppata, cazzo!》impreca continuando a sollecitare il grilletto.

《Non c'é tempo, portiamolo via! Stanno arrivando gli sbirri!》esclama uno dei due ragazzi mentre chiude il borsone con il bottino.

《Andiamo!》esclama l' altro.

Cerco di scappare ma il ragazzo mi blocca, legandomi i polsi con del nastro isolante e trascinandomi con forza fuori dall' edificio.

Apre la portiera dell' auto e mi scaraventa sui sedili posteriori. Uno dei ragazzi mette in moto l' auto e l' altro ripone il borsone nel bagagliaio, mentre quello che ha tentato di spararmi si siede accanto a me, nei sedili posteriori.

L' altro ragazzo sale sull' auto e sfracciamo ad una velocità inaudita verso chissà dove. Piango terrorizzato cercando di liberarmi, ma il ragazzo accanto a me mi mette una mano sulla bocca, facendomi zittire. Sento il mio battito aumentare, ho paura.

《Tu.》i suoi occhi di ghiaccio mi fissano severamente《Tu non dovrai fiatare.》mi ordina.

Sento gli occhi bruciarmi e la paura aumentare sempre di più. Poi un pugno ben assestato nel mio stomaco, che mi fa perdere i sensi.

_____

Apro gli occhi e vedo solo il buio; deglutisco lentamente, passandomi una mano sullo stomaco ancora dolorante e cerco di rialzarmi, ma con scarsi risultati. Mi massaggio i polsi e sento il pavimento ruvido e freddo a contatto con la mia schiena. Mi inginocchio, cominciando a tastare la superficie in cerca di un' uscita, ma nulla. Appoggio la schiena contro il muro, mettendo la testa tra le ginocchia e comincio a singhiozzare.
Vorrei solo sapere dove mi trovo.




Angolo autrice:

Secondo capitolo di tutto per voi :)

Spero davvero che questa storia vi piacerà e che lascerete una piccola recensione ♡

Un bacio :*

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Una luce accecante invade la piccola stanza; sollevo lo sguardo lentamente: i miei occhi bruciano ancora per le troppe lacrime, ma cerco di stare calmo, aspettando di vedere cosa accadrà.

Vedo una porta molto stretta, era impossibile da trovare al buio. Si apre cigolando ed entra un ragazzo dai capelli castani, un po' scompigliati, vestito con una tuta scura; richiude la porta dietro di sé, mentre seguo i suoi passi per tutta la stanza. Si appoggia al muro e prende un pacchetto di Marlboro rosse dalla tasca dei pantaloni. Ne porta una alla bocca e la accende, aspirando lentamente.

Mi lancia il pacchetto di sigarette e l' accendino, ma li lascio lì, davanti ai miei piedi.

《Come ti chiami?》mi chiede mentre prende una boccata dalla sigaretta.

Mi sgranchisco il collo, spostandolo a destra e a sinistra. Non voglio rispondergli.

《Ti ho fatto una domanda.》sospira. Una nuvola di nicotina esce dalle sue narici, spargendosi in quella minuscola stanzina. Non otterrà nessuna risposta.

Il ragazzo cammina verso di me, con la sigaretta consumata per metà nella mano destra. Alzo leggermente lo sguardo e vedo gli stessi occhi di ghiaccio che si nascondevano dietro quel passamontagna.

《Ti ho chiesto come cazzo ti chiami!》esclama premendo le mie spalle contro il muro e puntando il suo sguardo di ghiaccio nel mio. Rimango ancora in silenzio, mentre vorrei solo fuggire da questa situazione e tornare a casa.

Non udendo una mia risposta, il ragazzo prende la sigaretta e la avvicina pericolosamente alla mia guancia.

《No, ti prego!》grido dimenandomi.

《Non vorrai che ti bruci il tuo dolce visino.》la punta rossa della sigaretta si avvicina ancora di più alla mia guancia.

《Harry... Harry Styles!》esclamo chiudendo gli occhi per la disperazione. La mano del ragazzo si allontana rapidamente dal mio viso, portando di nuovo la sigaretta tra le sue labbra.

《Bene.》dice aspirando la nicotina.

Mi massaggio la spalla destra, dolorante e arrossata a causa della sua presa, mentre lo guardo.

《Ti farò portare da mangiare.》dice gettando il mozzicone a terra, per poi schiacciarlo con la punta della scarpa.

《Dimmi dove mi trovo...》lo imploro alzandomi in piedi.

Lui mi guarda con aria compassionevole e poi comincia a ridere;

《In un posto segreto.》bisbiglia. Ride ancora e poi esce dalla stanza, chiudendo la porta. Avrei potuto correre e cercare di bloccare la porta e magari tentare di fuggire, ma era come se qualcosa me lo impedisse.

Rimango immobile a fissare quella fottuta porta di legno, desiderando solo di darle un calcio e sfondarla.

Le mie mani incastrate tra i miei riccioli castani, quasi a strapparli e tirarli per la disperazione; mi lascio cadere sul pavimento gelido, chiudendo gli occhi. Era come se mi sentissi succube di qualcosa, come se fossi stato soggiogato da una forza misteriosa e superpotente.
Un qualcosa che freneva ogni mio istinto e che mi impediva di reagire.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Rimango sdraiato a guardare il soffitto di questa piccola stanza, talmente piccola da essere claustrofobica.

Penso ai miei genitori e a mia sorella: mi staranno cercando?

Scuoto la testa e deglutisco, mentre alcune lacrime cominciano a rigare il mio volto; mi sento la testa esplodere, vorrei solo sapere perché hanno preso me e non una delle guardie. E se sapessero tutto di me? Se sapessero che sono figlio di Desmond Styles, che mio padre é considerato quasi milionario... e se avessero inscenato la rapina solamente per poi rivalersi su mio padre?

I troppi pensieri che martellano la mia testa vengono interrotti dal cigolìo della porta che si é appena aperta.

Una ragazza coi capelli mori a caschetto entra silenziosamente nella stanza ed appoggia un piccolo vassoio con del riso in bianco, una fetta di pane e una bottiglietta d'acqua sul pavimento. Si allontana lentamente e senza nemmeno dire una parola, esce dalla stanza e richiude la porta.

Batto un pugno contro il muro: le nocche screpolate ed insanguinate cominciano a bruciarmi; non sono stato in grado nemmeno questa volta di fuggire da qui! Avrei potuto dare un pugno a quella ragazza e cercare di scappare, ma é stato più forte di me. Mi hanno sempre insegnato che la violenza non va mai usata sulle donne ed io non l' ho fatto. Mi é sembrata così ingenua, così innocente e allo stesso tempo impaurita.

Prendo una forchettata di riso e la porto alla bocca; dopo la terza forchettata, il mio stomaco si rifiuta di continuare a mangiare, come se fosse serrato da un lucchetto. Allontano il vassoio a rimango con la schiena appoggiata al muro; mi passo l' indice sulle nocche arrossate e chiudo gli occhi, rivivendo tutta la scena: il rumore degli spari mi martella il cervello, mi sembra di impazzire. Mi alzo in piedi ed appoggio entrambi i palmi delle mani contro il muro, la testa china cercando di non ricominciare a piangere.

《Perché non hai mangiato?》

Mi volto rapidamente ed il ragazzo con lo sguardo di ghiaccio é fermo sulla porta, mentre guarda il vassoio quasi intatto.

Sospiro e appoggio le spalle al muro.

《Non ho fame...》dico con un fil di voce. Il ragazzo mi lancia una rapida occhiata per poi appoggiare lo sguardo nuovamente sul vassoio. Si inginocchia e prende il piatto con il riso e la forchetta e si avvicina a me.

《Devi mangiare, Harry.》la sua voce ha un suono così dolce, completamente diverso da quello tagliente di quella mattina.

Fisso la poltiglia biancastra all' interno della ciotola e scuoto la testa.

《Non ci riesco.》bisbiglio adagiandomi sul pavimento.

Il ragazzo abbassa lo sguardo e rimette la ciotola sul vassoio; si siede con la schiena contro la porta e inizia a giocare con l' accendino.

《Posso sapere il tuo nome?》gli chiedo. So che non mi risponderà mai.

Il ragazzo fa un mezzo sorriso e continua a giocare con l' accendino; lo guardo continuare il suo giochetto, quasi fosse una sorta di tic nervoso.

《Le tue nocche...》bisbiglia. La fiamma dell' accendino rimane fissa, ha smesso di giocarci.

Guardo la mia mano destra con le nocche ancora sporche di sangue.

《Non é niente.》dico stringendo il pugno al petto.

Il ragazzo mi fissa e spegne l' accendino.

《Perché non sei scappato?》mi domanda continuando a fissarmi.

Distolgo lo sguardo e lo appoggio sul pavimento grigio.

《Hai avuto l' opportunità di fuggire e non lo hai fatto...》bisbiglia.

Deglutisco un boccone fin troppo amaro: avrei potuto davvero scappare da questo posto, ma era come se qualcosa me lo impedissse.

《Perché non lo hai fatto?》mi chiede nuovamente.

Guardo gli occhi azzurti del ragazzo che continuano a fissarmi in attesa di una mia risposta. Non dico nulla, anche se la mia mente mi sta dando dei segnali strani, incomprensibili anche per me.

Il silenzio regna sovrano nella piccola stanza, fino a quando il ragazzo non si alza ed apre la porta. Rimane immobile qualche secondo, come se fosse indeciso se rimanere o andarsene dalla stanza.

《Louis, mi chiamo Louis.》dice. Alzo lo sguardo e lui richiude la porta dietro di sé.

Ho avuto più volte l' occasione di andarmene da qui, ma la verità é che provo delle strane sensazioni. Quel ragazzo esercita una sorta di magnetismo nei miei confronti e non mi ero mai sentito così prima d' ora.

Le sue domande aspettavano solo una risposta, ma anche la mia unica domanda aspettava una risposta. E l'ha avuta.
Ora so il suo nome. Ora non sarà più il ragazzo dagli occhi di ghiaccio.




Angolo autrice:
Salve a tutte :) vorrei sapere cosa ne pensate della storia e se avete delle critiche, mi piacerebbe che recensiste scrivendo la vostra opinione. Se volete parlare sono su Twitter con il nick @drvnkoflouis :)

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


[Louis' POV]

Quel ragazzo doveva venire con noi; se l' avessimo lasciato all' interno dell' edificio avrebbe certamente raccontato tutto alla polizia.

So che sono sulle nostre tracce, ma il nostro nascondiglio é situato fuori dalla città, lontano da occhi indiscreti.

Quel ragazzo si rifiuta di mangiare, vorrei non tenerlo segregato in quella stanza così angusta; mi sentirei anch'io oppresso in quello spazio così ridotto e sono certo che i miei nervi salterebbero da un momento all' altro.

Ma d'altronde non posso farci nulla, io eseguo solo degli ordini.

É Darren che tiene sotto controllo la situazione: é lui che ci dà le varie dritte, quali sono i prossimi colpi da fare, ci suggerisce se prendere qualche ostaggio... se solo venisse a sapere che sono andato più volte da quel ragazzo per parlargli e sa sapesse che ora Harry conosce il mio nome, potrebbe tranquillamente farmi fuori. La verità é che quel ragazzo ha qualcosa di speciale. Ogni volta che passo davanti alla sua "prigione" non posso fare a meno di appostarmi contro la porta ad origliare; lo sento piangere, lo sento gridare e battere i pugni. Se fosse per me lo libererei subito, ma purtroppo sono solo una marionetta e Darren é il burattinaio. Un solo errore, un solo passo falso e tutto potrebbe finire.

_____

《Quel ragazzo non ha mangiato nulla!》si lamenta Sean《Domani col cazzo che gli faccio portare da mangiare!》sbraita innervosito.

《Non hai un briciolo di...》gli urlo contro, ma le parole mi si spengono in gola.

《Non ho un briciolo di cosa Louis, ah? Avanti, dimmelo!》ribatte con aria di sfida.

《Non hai un briciolo di cuore!》sputo velenoso.

Lui indietreggia e si mette a ridere come un completo idiota. Con una mano afferra il tessuto della mia felpa, sbattendomi con la schiena contro il muro.

《Ricordati Louis che se non fosse stato per me e Darren, tu e la tua famiglia sareste ancora nella merda.》dice guardandomi con i suoi occhi iniettati di rabbia.

Abbasso lo sguardo mentre Sean stringe ancora di più il tessuto della felpa.

《Va bene Sean, hai vinto tu.》bisbiglio a denti stretti. Lui mi fissa e finalmente mi lascia, tornando a sedersi sul divano. Mi sistemo la felpa ed esco dalla stanza. Sean ha ragione: se non fosse stato per lui e Darren, la mia famiglia ora sarebbe in miseria. Con i primi furti sono riuscito a far evitare lo sfratto a mia madre e alle mie sorelle e Darren é stato la nostra salvezza.

Cammino per il lungo corridoio; le luci al neon lo illuminano di un bianco quasi accecante. Prendo il cellulare dalla tasca dei pantaloni e guardo l' orario: mezzanotte. Cammino fino a quando non mi trovo la porta della stanza davanti agli occhi.

Appoggio una mano contro il legno grezzo della porta, poi estraggo la chiave dalla tasca della felpa e la inserisco nella serratura. Abbasso la maniglia lentamente ed entro nella stanza completamente buia.

Mi servo dell' accendino per fare un po' di luce in quella piccola stanza, vedendo il corpo di Harry tutto rannicchiato contro il muro, con le braccia strette al petto.

Mi siedo accanto al suo corpo e più lo guardo, più lo trovo diverso. Harry ha qualcosa di diverso, sembra che sia trattenuto qui da qualcosa, non ha mai provato a fuggire.

Qualcosa di diverso sta accadendo anche a me: non riesco a non pensare a lui, non riesco a passare davanti alla sua stanza senza fermarmi per parlargli o semplicemente per ascoltare.

《Che ci fai qui!》esclama alzandosi dal pavimento, visibilmente spaventato.

《Shh, ti prego.》dico tappandogli la bocca con una mano《Non urlare, Harry.》bisbiglio.

Lui mi guarda negli occhi e poi annuisce; tolgo la mano dalla sua bocca.

《Perché sei qui?》mi chiede bisbigliando, sedendosi per terra.

《Non lo so, ma ti prego di non dirlo a nessuno.》lo guardo negli occhi e lui annuisce.

Si rannicchia contro il muro, portando le ginocchia al petto e stringendole con le braccia. Trema di freddo.

《Tieni, serve più a te che a me.》dico togliendomi la felpa e avvolgendola alle sue spalle.

Harry mi guarda incredulo, forse stupito dal mio gesto, ma poi accenna un sorriso.

《Grazie... Louis.》

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Lui non si é ancora reso conto di quello che provo nei suoi confronti; i suoi modi riescono ad ipnotizzarmi in qualche maniera e da quando sono rinchiuso in questa stanza, mi sento come se non avessi bisogno di nient'altro. Nient'altro se non di lui.

 

Con la stanza completamente buia, non riuscivo ad avere la cognizione dello spazio: era come se mi trovassi sospeso nel buio. Allungai la mano, tastando il pavimento freddo ed incontrai subito della pelle morbida e calda, le dita della mano di Louis. Lui era ancora lì.

Ritrassi la mano, appoggiandola nuovamente al pavimento mentre lui mi tranquillizzava.

《Harry... sono io...》sussurrò, allungando la mano verso la mia. Appoggiò il palmo della sua mano sul dorso della mia, mentre con l' altra fece scattare l'accendino, illuminando il suo volto.

《Scusa.》dissi aggiustandomi la sua felpa sulle spalle. Lui sorrise quasi imbarazzato; la sua mano accarezzò la mia con un movimento quasi impercettibile, talmente lieve che pensai fosse frutto della mia immaginazione.

《Perché sei qui?》gli chiesi nuovamente. La notte era ancora lunga ed io non riuscivo a dormire in quella stanza. Louis si alzò dal pavimento e si diresse verso la porta; allungò il braccio sullo stipite e lo vidi prendere quella che sembrava una candela. Accese lo stoppino della candela e la appoggiò al muro, sedendosi accanto a me.

《Non avevi ancora scoperto la candela?》mi chiese appoggiando la schiena al muro.

Scossi la testa e lo vidi accendersi una sigaretta; il fumo azzurrino uscì lentamente dalle sue narici, propagandosi per tutta la stanza.

《A dir la verità, non so perché sono qui.》bisbigliò tenendo la sigaretta tra le dita. Lo guardai, analizzando il suo profilo. I suoi zigomi affilati ed i suoi occhi di ghiaccio lo rendevano misterioso.

《Se venissero a sapere che sono qui, potrebbero farmi fuori.》disse portandosi la sigaretta alle labbra.

《Perché?》una domanda ingenua uscì dalla mia bocca.

《Vorrei spiegartelo, ma non posso, Harry.》mi guardò negli occhi.

《Non lo dirò a nessuno.》 gli promisi.

《Vorrei poterti liberare, non meriti di rimanere chiuso qui dentro.》disse indicando le pareti della stanza.

Sollevai lo sguardo, incrociando i suoi occhi azzurri.

《Io eseguo solo degli ordini... che Dio maledica il giorno in cui decisi di fare questo!》disse gettando a terra con forza la sigaretta.

Forse é stato costretto a scegliere questa vita da criminale; se lo ha fatto per una buona causa é un eroe.

《Sono sicuro che un motivo c'é... scelte di questo tipo non sono mai casuali.》dissi.

Lui annuì, spostandosi ancora più vicino a me.

《La mia famiglia. Se non avessi scelto questa vita, probabilmente ora sarebbe sotto un ponte.》mi confessò. La sua voce bassa, come se avesse paura che i muri potessero sentirci.

《Mi dispiace.》

《Oh, fa niente.》sospirò《Tu sei diverso Harry, sei speciale e mi dispiace averti conosciuto in un' occasione così.》aggiunse guardandomi negli occhi.

Dopo quella confessione, un silenzio assordante, composto da sguardi ed occhiate, invase la stanza.

I suoi occhi azzurri rimasero fissi nei miei per lungo tempo: mi sentivo come se stessi galleggiando per aria, come se fossi ipnotizzato.

La mano di Louis si appoggiò alla mia spalla, sistemandoci il tessuto della felpa che stava per scivolare giù. Seguii con lo sguardo quel piccolo gesto, fino a quando la sua mano non risalì lentamente, sfiorandomi il collo. Le sue dita calde passarono sulla mia pelle, soffermandosi sulla mia guancia ed accarezzandola delicatamente.

Quel tocco così piacevole mi portò a desiderare di poter avere le sue labbra, un desiderio alquanto strano per me.

Il viso di Louis si avvicinò lentamente, e quando le nostre labbra furono distanti solo pochi millimetri, i miei occhi si chiusero non appena sentii il suo respiro infrangersi sulla mia pelle.

Le sua labbra morbide si appoggiarono lentamente alle mie, come se avesse paura. La mia bocca rimase appena socchiusa a quel tocco delicato, che terminò troppo presto.

Louis si staccò lentamente, abbassando lo sguardo e togliendo la mano dal mio viso. Non dissi nemmeno una parola e nemmeno lui. Una cosa era certa, eravamo entrambi sorpresi.

《Scusa... i-io non volevo.》disse scuotendo la testa e si alzò dal pavimento per lasciare la stanza, appoggiando la porta lentamente per poi richiuderla dietro di sè.

Fissai un punto sul pavimento, ancora incosciente di quello che era appena successo.

____

Non passarono nemmeno due minuti che la porta si riaprì di nuovo: era ancora lui.

Mi alzai dal pavimento e Louis mi fissò a lungo prima di chiudere la porta.

《Scusa.》bisbigliò grattandosi la nuca.

《Non ti devi scusare, Louis.》dissi.

Lui sollevò lo sguardo ed accennò un sorriso.

《Da quando sono qui, ogni volta che ti vedo é come se mi sentissi un' altra persona. 》bisbigliai. Il mio cervello era in subbuglio e le parole uscivano da sole dalla mia bocca.

《Sai cosa, Harry? Non c'é giorno o notte che non pensi a te. Ho bisogno di vederti, é un bisogno irrefrenabile.》disse avvicinandosi a me.

《Tu sei quell' ombra che mi tiene in ostaggio, Louis.》dissi avanzando verso di lui.

《Ti ho fatto questo...》sussurrò tra le nostre labbra.

Fissai i suoi occhi per qualche secondo, poi presi il suo viso tra le mani e appoggiai le mie labbra alle sue.

《Ora vattene da qui.》dissi guardandolo negli occhi.

Lui annuì ed uscì nuovamente dalla stanza, lasciando il mio corpo ed il mio cervello in balìa delle emozioni.



Angolo autrice:
Salve a tutte :) ecco il sesto capitolo e spero che vi piaccia. Vi ricordo che potete trovarmi su Twitter (il mio nick è @drvnkoflouis) e se volete potete twittare anche le vostre opinioni sulla storia, magari usando l' hashtag #OnTheLamff, mi farebbe davvero molto piacere leggere ciò che pensate :)
 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Dopo che Louis lasciò la mia stanza, mi sentivo quasi vuoto. Quel ragazzo così misterioso mi aveva catturato nella sua trappola e sapevo che non sarei mai riuscito a sfuggirgli.

La stanza era diventata ormai la mia nuova casa: quattro muri grigi mi rinchiudevano da ormai più di una settimana e custodivano i miei pianti ed i nostri segreti.

Sentii dei passi provenire probabilmente dal corridoio; passi molto pesanti e rumorosi, accompagnati da una voce grossa e autoritaria.

La porta si aprì e nella stanza entrò un uomo sui cinquant'anni, vestito elegantemente con giacca e cravatta. Due suoi scagnozzi rimasero fuori dalla stanza, probabilmente a fare da guardia.

《Harry Styles.》la voce dell' uomo pronunciò il mio nome con fare autoritario, mentre si sistemò la cravatta scura.

Alzai lo sguardo, incontrando i suoi occhi scuri e quasi impenetrabili.

《Lo sai che ti stanno cercando?》mi informò mentre camminava avanti e indietro per la stanza. Per un momento pensai alla mia famiglia: a mia madre che di sicuro non dormirà giorno e notte, a mia sorella e a mio padre che si sentirà il vero bersaglio di tutto questo macello.

《Voglio uscire da qui.》dissi mentre i miei occhi si riempivano di lacrime.

L' uomo mi guardò impassibile, il suo cuore di pietra non si sarebbe mai infranto davanti a nessuna supplica.

《Sei una garanzia per noi.》disse. Guardai il pavimento, la mia vista era annebbiata dalle lacrime. L' uomo non disse nulla ed uscì dalla stanza, richiudendo quella maledetta porta dietro di sé.

Non sapevo cosa ci faceva Louis qui; lui non era fatto per gente di questo tipo ed i suoi gesti lo confermavano. Ma per cause di forza maggiore si era adattato a fare questo sporco lavoro pur di aiutare la sua famiglia. Louis era un eroe vestito da criminale.

______

Louis non tardò ad arrivare; non appena entrò nella stanza, capii dal suo sguardo che qualcosa non andava.

Si sedette contro il muro a gambe incrociate, accendendosi una sigaretta.

Lo guardai in silenzio, col timore di chiedergli il perché fosse così deluso e arrabbiato.

《Louis...》sussurrai avvicinandomi a lui. Una nuvola di fumo uscì dalle sue narici, poi piegò la testa di lato; solo in quel momento mi accorsi dell' enorme livido che ricopriva il suo occhio destro, dato che la stanza era semibuia.

《Che ti hanno fatto?》chiesi appoggiando delicatamente la mano sulla sua pelle violacea. Louis socchiuse gli occhi e fece una smorfia di dolore, poi portò la sua mano sul mio braccio, stringendolo debolmente.

《Mi dispiace Harry, mi dispiace.》singhiozzò buttando la sigaretta a terra.

Non sapevo di cosa stesse parlando, ma so solo che le lacrime gli ricoprivano il volto.

《Louis, parlami.》lo supplicai.

Lui continuò a piangere e poi mi accarezzò una guancia con il dorso della mano.

《Harry... tu non ti meriti questo. Sei una persona bellissima e non meriti tutto questo male. Perdonami.》singhiozzò di nuovo.

《Parlami!》gli urlai contro.

《Non merito nemmeno di stare qui a parlarti. Se solo sapessi, Harry...》pianse scuotendo ripetutamente la testa.

《Cosa Louis?! Cazzo, parla!》urlai nuovamente.

Louis scoppiò a piangere ancora più forte e non potei fare a meno di stringerlo tra le mie braccia.

Probabilmente avevano scoperto che lui veniva ogni sera da me e del suo comportamento nei miei confronti.

《Non odiarmi per questo.》singhiozzò guardandomi negli occhi. Rimasi neutrale a quella richiesta e lo guardai negli occhi.

《Vogliono arrivare a tuo padre Harry. É lui il vero obiettivo. Si aspettando almeno due milioni di sterline da lui per il tuo rilascio.》

Rimasi basito e sentii il sangue ribollirmi nelle vene. Come potevano fare questo a me e mio padre?

《Sei sicuro?》chiesi a Louis.

《Sì. Ho sentito Darren parlare con Sean dopo essere stato qui da te. Ti giuro Harry, io non ne sapevo nulla.》disse.

Rimasi in silenzio, collegando tutti gli elementi che si trovavano nella mia mente.

《Mi dispiace tanto Harry. Preferirei morire piuttosto che essere odiato da te.》disse abbassando lo sguardo.

《Io ti credo Louis, sono sicuro che non mentiresti mai perché sei una persona fantastica, un vero e proprio eroe e questo l' ho capito da ciò che hai fatto e fai per la tua famiglia. Non odio te, odio Darren.》dissi fissandolo negli occhi.

《Dobbiamo scappare da qui.》Louis si calmò e parve più determinato.

《Come? Non posso tornare dalla mia famiglia Louis, dobbiamo pensare ad un piano.》

《Lo so, Harry, lo so.》disse prendendo il mio viso tra le mani《Non voglio ti succeda nulla.》aggiunse.

Le sue labbra morbide si scontrarono con le mie e finalmente potei sentire nuovamente il sapore della sua bocca, così dolce e rassicurante.

《A domani Harry...》disse staccandosi e correndo fuori dalla stanza.

Dovevamo fuggire da questo posto.


Angolo autrice:
Ecco il nuovo capitolo, spero che vi piaccia :) come si evolverà la situazione secondo voi? Recensite e se volete, fatemi sapere con un tweet ciò che ne pensate aggiungendo l'hashtag #OnTheLamff. Un bacio!

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Quella notte mi addormentai con la felpa di Louis; mi stava leggermente stretta, ma adoravo il profumo che emanava, aroma di menta mescolata al tabacco. Due odori insoliti, ma che abbinati stavano magnificamente.

Ripensai per tutta la notte alle parole di Louis, al fatto che mio padre avrebbe dovuto pagare un' enorme cauzione per il mio rilascio e che avremmo dovuto fuggire.

Ripensai anche all' incontro con quel ladro dagli occhi azzurri che mi aveva spinto con forza sull' auto, quelle sue maniere forti e dure mi avevano fatto sentire debole e sottomesso... ma poi, quando scoprii la sua vera natura, i suoi gesti così premurosi e gentili e soprattutto la sua storia, finii per provare qualcosa verso di lui.

Nella mia mente, tutte quelle parole ed immagini si stavano mescolando tra di loro, poi finalmente chiusi gli occhi ed incominciai a dormire.

_____

《Harry, svegliati!》una voce famigliare accompagnata da una lieve pacca sulla spalla mi fece aprire gli occhi.

《Louis... che succede?》avevo chiesto preoccupato.

《Dobbiamo andare.》bisbigliò Louis porgendomi le mani ed aiutandomi ad alzarmi.

《Andare dove?》chiesi. Avevo paura.

《Non lo so Harry, so solo che dobbiamo andarcene... Darren vuole portarti via da qui.》il mio cuore smise di battere a quelle parole e sentii il sangue gelarsi nelle mie vene.

Louis aveva messo alcune cose in uno zainetto e lo stava chiudendo freneticamente.

《Louis...》bisbigliai rimanendo immobile.

Lui si voltò verso di me, mentre una lacrima iniziò a rigare il mio volto.

《Perchè? Ho paura.》dissi guardandolo negli occhi. Lui si avvicinò e prese il mio viso tra le mani, fissando le sue iridi azzurre nelle mie.

《Non avere paura, Harry. Ce la faremo.》sussurrò per poi lasciarmi un piccolo bacio sulle labbra, al quale si mescolarono anche le mie lacrime.

Louis mi trascinò fuori dalla stanza e mi prese per mano; corremmo fino a circa metà corridoio ed imboccammo un altro corridoio molto stretto alla fine del quale c' era una piccola porta di metallo un po' arrugginita. Louis spostò il chiavistello arrugginito ed aprì la porta che cigolò un poco; si voltò verso di me e afferrò la mia mano con forza, trascinandomi verso di lui e chiudendo lentamente la porta dietro di sé.

Ci ritrovammo all' aria aperta, nella notte buia e fredda. Louis cominciò a correre, tenendo stretta la mia mano: corremmo velocemente fino a quando non ci inoltrammo in un piccolo bosco.

《Siamo abbastanza lontani...》disse Louis sciogliendo la presa e adagiandosi per terra, cercando di riprendere fiato. Mi appoggiai ad un albero e potei sentire il mio cuore esplodere per la corsa disperata che avevamo appena fatto.

《Harry, vieni.》Louis mi fece cenno di avvicinarmi. Sgattaiolai carponi accanto a lui dato che la corsa mi aveva sfinito.

Mi sedetti accanto a lui, che mi strinse contro il suo corpo.

《Andremo a Nord, c'é una vecchia casa disabitata.》disse Louis indicandomi la minuscola bussola che aveva estratto poco prima dalla tasca laterale dello zainetto.

《Saremo al sicuro?》chiesi ingenuamente.

Louis tacque e mi guardò negli occhi; mi accarezzò la guancia con il dorso della mano e poi sorrise.

《Sì, non devi preoccuparti.》mi rassicurò. Amavo il suo tocco. Riusciva a tranquillizzarmi e sentivo di provare qualcosa di diverso per lui e questa cosa era alquanto rischiosa.

Ricominciammo a correre tra la foschia del bosco ed il buio della notte che ci garantivano protezione. Improvvisamente Louis si fermò e mi guardò sorridendo; prese la mia mano ed avanzammo lentamente fino a quando non intravidi una casa di legno un po' malridotta, ma che aveva ancora tutti i serramenti a posto. Il pavimento di legno del patio scricchiolava ad ogni nostro passo e dopo alcuni tentativi, Louis riuscì ad aprire la porta.

Prese il suo accendino dalla tasca e quella piccola fiammella illuminò debolmente la stanza, permettendomi di intravedere un candelabro appoggiato su un vecchio mobile tutto impolverato. Lo porsi a Louis che accese la candela e la appoggiò nuovamente sul mobile.

《Vado a cercare delle coperte.》disse Louis allontanandosi verso il corridoio buio.

《Fai presto.》lo implorai.

Sebbene Louis mi avesse garantito che saremmo stati al sicuro, sentivo ancora il terrore e la paura incastrarsi tra le mie ossa e i pensieri ricominciarono a tormentare la mia mente.

《Ho trovato due coperte, sono un po' polverose ma meglio di niente... Harry... Hey Harry.》Louis si avvicinò e mi mise una mano sulla spalla. Alzai lo sguardo dal pavimento che stavo fissando e lo vidi guardarmi con aria preoccupata.

《Tutto apposto?》mi chiese adagiando le due coperte sul pavimento di legno ed accarezzandomi il viso con l' altra mano.

《Eh? Sì... sì tutto apposto.》balbettai. Louis prese una delle coperte e l' avvolse attorno alle mie spalle, poi prese l' altra e la portò sopra le sue spalle, sedendosi accanto a me.

《Riposati Harry.》bisbigliò accanto al mio orecchio. Appoggiai la testa contro il muro e lo guardai sorridermi, mentre si stringeva nella sua coperta. La sua mano accarezzò lentamente il dorso della mia, per poi incastrare le sue dita con le mie.

《Non avere paura.》sussurrò tra le nostre labbra; i nostri visi erano vicinissimi e si era creato un calore indescrivibile tra di essi. Fissai le sue labbra mentre pronunciava quelle tre parole e desiderai di poterlo baciare, ma nemmeno il tempo di pensarlo che le sue labbra calde erano già appoggiate alle mie. Si staccò lentamente e il suo respiro caldo si appoggiò sul mio collo; chiusi gli occhi, cercando di riposare ma il mio pensiero era fisso: la paura per la nostra fuga invece di diminuire, cresceva sempre di più, come se avessi un demone nello stomaco che mi stesse tormentando.

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Non mi sentivo affatto protetto in quella casa, ma sapevo che le braccia di Louis erano come uno scudo. Continuavo ad aprire gli occhi per controllare che tutto fosse apposto nel nostro rifugio, poi controllavo Louis. Il terrore mi consumava le ossa e sentivo come un peso sullo stomaco, un senso di oppressione immenso ed un odioso groppo in gola.

《Non riesci a dormire, vero?》mormorò Louis con gli occhi ancora chiusi.

《No...》sospirai. Mi misi una mano tra i capelli e distesi le gambe: ero così stanco, ma i pensieri non volevano lasciarmi.

《Harry, ti prego: sforzati di dormire.》mi disse Louis. I suoi occhi sembravano implorarmi;

《Credimi, sono stanchissimo... ma ho paura...》dissi sbuffando rumorosamente.

《Non rimarremo qui per sempre, dobbiamo trovare un altro posto.》disse Louis avvicinandosi a me e avvolgendo un braccio attorno alle mie spalle. Mi attirò al suo corpo, schioccandomi un bacio sulla tempia ed io chiusi gli occhi.

《Avanti Harry, vieni.》Louis aprì leggermente le braccia, avvolgendole saldamente alla mia schiena. Mi rannicchiai contro il suo petto e il suo profumo di menta e tabacco mi penetrò nelle narici, riempiendomi i polmoni.

《Dormi ora. Ci sono qua io.》disse portando la sua mano destra tra i miei capelli, accarezzandoli lentamente. Mi lasciò un ultimo bacio sulla fronte, poi lo vidi soffiare delicatamente sulla candela che si spense immediatamente e nella stanza, calò il buio più totale.

_____

Un pallido raggio di sole si appoggiò proprio sui miei occhi, costringendomi ad aprirli. Mi misi una mano sulla fronte: mi sentivo terribilmente rintronato, come se avessi dormito per un giorno intero.

Solamente dopo alcuni secondi notai che Louis non c' era accanto a me. Mi rialzai piuttosto lentamente, ma il cuore iniziò a battermi forte, sembrava che volesse uscirmi dal petto. Corsi su per le scale di legno, malridotte e cigolanti, per raggiungere il piano superiore. Guardai in tutte le stanze ma Louis non c'era. Cercai di scendere le scale correndo, ma mi sentivo le gambe molli come gelatina; e se Louis mi avesse abbandonato qui per salvare sé stesso? Dannazione, no non può averlo fatto veramente!

Corsi fuori dalla casa e me lo ritrovai davanti, seduto sotto il portico. Subito il mio cuore riprese a battere al suo ritmo regolare e le mie gambe tornarono stabili. Louis si voltò verso di me, scattando in piedi preoccupato.

《Harry che succede?》i suoi occhi azzurri mi fissarono ed erano colmi di angoscia e preoccupazione.

Non dissi nulla e gli corsi incontro, avvolgendo le mie braccia attorno al suo collo. Appoggiai il viso sulla sua spalla, piangendo. Lo stavo maledicendo mentalmente per avermi fatto sentire solo e abbandonato, ma era solo un' illusione. Una stupida illusione.

《Harry che succede?》ripeté prendendomi il viso con entrambe le mani e portando i suoi occhi fissi nei miei. Il mio mento continuava a tremare mentre singhiozzavo e piangevo e Louis mi guardava preoccupato, non capendo cosa stesse succedendo.

《Harry...》bisbigliò ancora, asciugandomi una lacrima con il pollice.

《I-io p-pensavo te ne fossi andato.》singhiozzai guardandolo negli occhi. Lui si accigliò e poi scosse la testa, portando una mano tra i miei capelli e spostandomeli dalla fronte.

《Non lo farei mai.》disse facendosi più serio. Accennai un sorriso a quella sua affermazione e portai una mano sulla sua guancia, accarezzandogliela.

《Scusa se ho dubitato di te.》dissi guardandolo negli occhi. Mi sentivo dispiaciuto ma in cuor mio sapevo sin dal principio che Louis non mi avrebbe lasciato solo, anche se il mio cervello mi aveva portato a pensarlo... o forse era stato il mio cuore? Dannati organi malati!

《No, Harry... hai ragione. Ti ho trascinato io in questa faccenda, hai tutto il diritto di dubitare di me. È colpa mia.》sospirò posando lo sguardo sul pavimento.

《Non é colpa tua.》gli alzai il mento con un dito, portando i suoi occhi fissi nei miei, che ancora lacrimavano.

《Devi smetterla di darti colpe inesistenti, Louis.》dissi. Lui deglutì e serrò la mascella, facendosi più cupo.

《Tu non sei un criminale, sei stato costretto. L' amore per la tua famiglia ti ha portato a farlo. Sei la persona più coraggiosa e pura che conosca.》dissi in un solo fiato, con la vista ancora annebbiata dalle lacrime.

《Questa cosa la stiamo facendo insieme, Louis. Stiamo fuggendo insieme, io mi sto fidando di te... ma tu non ti fidi abbastanza di te stesso, continui a darti colpe inesistenti, ad assumerti la responsabilità di tutto. Avrei potuto rifiutare di scappare con te, avrei potuto impedirti sin dal primo giorno di entrare nella stanza in cui ero rinchiuso... ma non l' ho fatto.》Louis rimase in silenzio, ascoltando ogni mia singola parola.

《Non l' ho fatto perché ti amo.》gli urlai contro. Sentivo gli occhi bruciarmi e lo vidi abbassare lo sguardo. Rimase immobile, mentre ricominciai a singhiozzare e mi voltai, dirigendomi verso la porta d' ingresso.

Louis fece uno scatto piuttosto veloce, piazzandosi davanti alla porta e impedendomi di entrare. Lo guardai e mi accorsi che anche lui stava cominciando a piangere. Rimasi immobile davanti alla porta, con le lacrime che ricoprivano il mio volto. Mi prese il viso tra le mani e appoggiò le sue labbra contro le mie. Le nostre lacrime si mescolarono e le nostre labbra tremavano. Chiusi gli occhi e continuai a baciarlo nonostante i singhiozzi che Louis cercò di soffocare con le sue labbra. Si staccò e appoggiò la sua fronte contro la mia, continuando a piangere. Portai una mano sulla sua nuca, stringendola lievemente mentre lui appoggiò le labbra sul mio collo.

《Ti amo.》bisbigliò sulla mia pelle. Le sue lacrime bagnarono il mio collo, provocandomi dei piccoli brividi. Gli accarezzai entrambe le guance, facendogli alzare lo sguardo per portarlo a contatto con il mio e poi gli appoggiai un dito sulle labbra, per tranquillizzarlo. Aprii la porta e feci entrare Louis per primo, per poi richiuderla subito dietro di me.

Siamo fragili e indifesi, in cerca di una via di fuga.

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


La pioggia aveva iniziato a cadere da circa un' ora. Dovevamo organizzare tutto per lasciare quel posto, ma Louis mi disse che saremmo rimasti ancora qualche giorno.

《Se vuoi ho dei vestiti puliti.》mi informò Louis spegnendo la sigaretta in un vecchio bicchiere impolverato.

《Grazie, ma avrei bisogno di una doccia. Non credo ce ne sia una funzionante in questa casa.》dissi.

《Probabile.》sospirò Louis.

Si mise la felpa e salì le scale fino al piano superiore.

《Dove vai?》gli chiesi salendo i primi due gradini per poi fermarmi in attesa di una sua risposta.

《Vedo se il bagno é agibile e se potrei far funzionare la doccia.》disse.

Salii fino al piano superiore e vidi Louis aprire tutte le porte, in cerca della stanza da bagno.

Entrò nell' ultima porta a sinistra e subito lo raggiunsi: il bagno era completamente arredato, ma tutto impolverato e la ceramica del lavandino era rovinata e scheggiata.

《Vedo di fare qualcosa.》mi sorrise. Ruotò la manopola della doccia e nulla, niente acqua. Fece un secondo tentativo e dopo alcuni gorgoglii, l' acqua uscì dal getto della doccia, bagnando la felpa di Louis che si scansò rapidamente.

《Non mi aspettavo che funzionasse!》esclamò sorpreso togliendosi la felpa bagnata e buttandola per terra.

《É fredda, ma meglio di niente.》dissi allungando la mano sotto il getto d' acqua.

《Possiamo fare la doccia assieme... sembrerà meno fredda.》bisbigliò. Annuii e lui mi sorrise, togliendosi la maglietta e mostrando il suo corpo. Notai una grossa cicatrice all' altezza delle costole che lui cercò di coprire con il braccio, non appena si accorse che la stavo fissando.

《Che é successo?》chiesi indicando il punto esatto, più o meno tra la seconda e la terza costola.

《Oh, nulla.》disse piegandosi per togliersi i pantaloni ed i boxer. Fissai a lungo il suo corpo mentre mi spogliai e notai un leggero rossore comparire sulle sue guance.

Mi buttai sotto il getto di acqua chiusi gli occhi: era congelata, tremavo per il freddo.

Tenni gli occhi chiusi mentre mi sciacquai i capelli ed il viso, poi sentii Louis appoggiarsi alle mia schiena per infondermi un po' del suo calore.

Spensi il getto d' acqua e rabbrividii: la stanza era fredda, era fine Novembre e gli spifferi entravano da ogni parte della casa.

Uscimmo dal bagno e Louis scese le scale correndo, portandomi dei vestiti asciutti e puliti. Mi passò un paio di pantaloni neri di tuta, una maglietta di cotone ed una felpa abbastanza pesante. Quei vestiti erano di Louis, ne ero certo; erano vestiti puliti, ma c' era rimasto il suo profumo di menta e tabacco impregnato.

_____

《Come ti sei fatto quella cicatrice?》chiesi una volta che ci ritrovammo seduti sotto quel portico che cadeva a pezzi, a fissare la pioggia.

Louis si voltò verso di me e non disse nulla. Mi fissò per qualche istante e poi distolse lo sguardo, continuando a guardare la pioggia.

《É una vecchia storia.》sospirò. Le sue dita iniziarono a ticchettare sul pavimento di legno ad un ritmo irregolare. Mi spostai vicino a lui e analizzai il suo profilo: i suoi occhi azzurri risaltavano ancora di più con il colore grigio del cielo e della pioggia.

《Raccontamela.》dissi. Louis piegò la testa di lato e sospirò sconfitto.

《Quando presi parte alla prima rapina, Darren mi diede il 15% del bottino... lo convinsi a farlo per la mia famiglia...》iniziò, abbassando lo sguardo.

《Erano circa 800 sterline e mia madre si insospettì non appena vide i soldi, non sapeva ancora nulla delle rapine.》disse prendendo un sasso da terra e lanciandolo tra la pioggia.

《Poi mia madre ricevette una telefonata anonima: le dissero che ero un criminale, che andavo in giro a rapinare la gente. Mi fece alcune domande e non potei fare a meno di raccontarle la verità. Le dissi che lo facevo per lei e le mie sorelle, ma lei mi disse che avrebbe preferito vivere in miseria piuttosto che vivere coi soldi degli altri.》i suoi occhi diventarono lucidi.

《Mi proibì di tornare a casa e allora mi rifugiai da Darren, che però scoprì tutto. Iniziò a pestarmi con calci e pugni e poi estrasse un coltellino: mi colpì di struscio per fortuna. Promisi a Darren di non dare più nulla a mia madre e da quel giorno, non ho più rivisto né lei, né le mie sorelle...》sospirò.

《Mi dispiace.》dissi accarezzandogli la schiena. Louis chiuse gli occhi e annuì, ma le lacrime avevano già cominciato a scendere dai suoi occhi.

《Ogni mese prendo circa 200 sterline e le metto in una busta. "Dal tuo angelo custode" ci scrivo sopra e la mando a mia madre. Non mi perdonerà mai, ma so che quei soldi le servono perciò cerco di aiutarla come posso. Darren non mi ha mai scoperto finora.》concluse tra le lacrime.

《Louis...》lo strinsi forte e subito le sue braccia si allacciarono sopra la mia schiena. Appoggiò la testa sulla mia spalla, piangendo e singhiozzando.

《Ora conosci la mia storia Harry.》bisbigliò.

《Sono sicuro che tua madre ti ringrazierà un giorno. Ne sono certo.》dissi accarezzandogli la guancia destra.

《Lo vorrei tanto, mi manca da morire.》bisbigliò. Si asciugò le lacrime con le maniche della felpa e fece un respiro profondo.

《Grazie per avermi... ascoltato e per non avermi giudicato.》sospirò, sembrava essersi calmato.

Gli sorrisi e lui si avvicinò, lasciandomi un bacio sulla guancia.

Grazie a te, perché mi stai salvando la vita.

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


-LOUIS' POV-

Oh Harry, tu mi stai salvando la vita.

Avrei voluto dirgli questa frase che occupava la mia mente, ma non ne trovai il coraggio. Harry mi stava cambiando, riusciva a farmi parlare ed io riuscivo a raccontargli tutto. Da troppo tempo mi tenevo quel macigno di parole dentro la testa e sentivo sempre di più il bisogno di liberarmene. E finalmente Harry era lì, pronto ad ascoltarmi. Aspettavo da sempre una persona come lui. Lui che avrei voluto conoscere in circostanze diverse.

La nostra fuga era rischiosa, ma ero disposto a tutto pur di liberarlo. Volevo proteggerlo da tutta la merda in cui lo avevo trascinato, volevo averlo sempre al mio fianco.

Presi l' ennesima sigaretta, la penultima rimasta nel pacchetto; la portai alla bocca e la accesi, aspirando lentamente.

Harry si voltò verso di me, guardandomi profondamente negli occhi. Fece un lieve colpo di tosse non appena la nuvola di fumo lo raggiunse e poi fece una piccola risata.

《Vuoi che esca?》chiesi. Probabilmente il fumo gli dava fastidio.

《No, ti prego. Resta qui.》disse per poi schiarirsi la gola.

《Se ti da fastidio posso uscire.》bisbigliai tenendo la sigaretta tra le dita.

《No, amo il tuo profumo.》disse alzandosi in piedi e avvicinandosi a me. Dio, i suoi occhi erano qualcosa di indescrivibile, ci si poteva perdere dentro, come nell' oceano. Peccato che quell' oceano fosse verde, non azzurro e lì capii di essere fottuto.

Portai la sigaretta alla bocca mentre Harry continuava a fissarmi. Il fumo uscì lentamente dalle mie narici ed Harry chiuse gli occhi, godendosi l' aroma della sigaretta, così amara ma così buona. Mi tolse la sigaretta dalle labbra e fece un tiro, inondandomi con quel fumo azzurrino che uscì lentamente dalle sue labbra perfette. Lo guardai fare un altro tiro: sembrava così ingenuo, così innocente, come se il verbo "trasgredire" non facesse parte del suo vocabolario.

Appoggiai una mano sulla sua nuca, attirandolo rapidamente alle mie labbra. Il sapore delle sue labbra era qualcosa di afrodisiaco, un miscuglio tra il suo sapore naturale e quello della sigaretta, che si era incastrato in ogni loro piega. Sentii le sue mani appoggiarsi a miei fianchi, stringendoli delicatamente e attirandoli lentamente contro il suo bacino. Mi staccai per guardarlo negli occhi, ma Harry fece ricongiungere le nostre labbra, che si muovevano così perfettamente a contatto tra di loro, come se fossero state plasmate da due stampi complementari.

《Io ti voglio proteggere, Harry.》bisbigliai ad occhi chiusi, staccandomi di poco dalle sue labbra.

《Lo so...》mi disse portando nuovamente le sue labbra sulle mie. Lo allontanai lentamente: sentivo il desiderio di averlo, ma non volevo correre troppo veloce e finire per rovinare tutto. Harry non era pronto e nemmeno io, non eravamo al sicuro, ci stavamo semplicemente nascondendo e ciò non bastava a rendere tutto più scontato.

________

-HARRY'S POV-

Erano le cinque di mattina quando Louis mi svegliò, passandomi il giubbino e le scarpe: capii immediatamente che la fuga sarebbe continuata.

Il bosco era freddo e la nebbia fitta e bianca ci impediva la vista; Louis usava la sua torcia, cercando di illuminare il sentiero nel bosco ancora cupo e buio. L' alba avrebbe illuminato gli alberi tra meno di un' ora, si poteva già notare all' orizzonte il cielo schiarirsi gradualmente e tingersi di arancio.

《Dove andiamo?》chiesi. C' era troppo silenzio tra noi due, si sentiva solo il rumore dei nostri passi sui rami e sulle foglie, nient'altro.

《Al paese qui vicino.》mi informò Louis, voltandosi rapidamente verso di me.

《Tu vorresti dirmi che ci rifugeremo in un paese?》gli chiesi incredulo《Ci staranno cercando, siamo dei ricercati in fuga, cazzo!》esclamai disperato. Come poteva aver compiuto una decisione così ingenua e sciocca? Come?

《Harry... calmati.》sospirò appoggiandomi entrambe le mani sulle spalle e fissando i suoi occhi azzurri come ghiaccio nei miei.

《É un paese quasi fantasma, ci abitano sì e no circa cento persone. Noah ci darà una mano, troveremo un posto sicuro.》mi promise. Le sue parole erano così tranquillizzanti, lui mi tranquillizzava.

《Okay.》sospirai chiudendo gli occhi.

《Avanti, andiamo.》mi sorrise prendendomi per mano e continuammo a camminare nel bosco.

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Il piccolo paese si chiamava Falls Hill e sorgeva proprio ai piedi di una collina. Era davvero un posto tetro, pareva disabitato: i negozi erano tutti chiusi, con le serrande abbassate, le strade erano deserte e sporche e le case erano tutte grigie. Solo un' insegna rossa lampeggiante attirò la mia attenzione, diceva "Motel". Indicai quell' edificio a Louis che subito mi sorrise.

《Noah ci sta aspettando.》disse guardando il Motel.

Non appena arrivammo davanti al Motel, Louis aprì la porta e notai che era completamente vuoto, eccetto per un uomo sulla sessantina, con una barba molto lunga e grigia che ci sorrise non appena ci avviammo verso il bancone.

《Will!》esclamò l' uomo. Louis lo salutò abbracciandolo calorosamente, mentre l'altro gli battè una pacca sulla spalla. Will?

《Come stai Noah?》chiese Louis.

《Alla grande!》esclamò l' uomo.

《Ti presento Harry, il mio...》disse Louis.

《Il tuo amico!》esclamò Noah. Quell' uomo urlava troppo e mi stritolò la mano in una presa ferrea.

《Senti Noah, ci serve una stanza doppia. Siamo in una situazione particolare, quando avrò tempo ti racconterò tutto.》lo sentii bisbigliare. Noah mi guardò di sottecchi e poi allungò le mani in un cassetto, estraendo un paio di chiavi.

《Grazie.》gli sorrise Louis《Andiamo.》mi fece cenno di seguirlo, poi salimmo per le scale a chiocciola.

La camera era la numero quattro, con vista sul cortile interno. Beh, molto meglio di quella città spettrale.

Non appena entrai nella camera mi tolsi il giubbino e lo appoggiai sul letto; era tutto ben ordinato e perfettamente pulito, le coperte avevano un buon odore di detersivo, i mobili erano privi di polvere, così come il pavimento.

《Ecco, qui saremo al sicuro.》disse Louis sedendosi sul letto e togliendosi le scarpe.

《Perché ti ha chiamato Will?》gli domandai. Lui mi guardò con un' espressione di sorpresa e compiacimento, poi scosse la testa.

《Da William, il mio secondo nome.》sospirò sdraiandosi sul letto e fissando il soffitto bianco e asettico.

Non dissi nulla e mi tolsi le scarpe, poi mi sdraiai sul letto: ero davvero esausto.

《Come ti senti?》mi chiese portando il suo sguardo verso di me.

《Bene, sono solo stanco.》dissi curvando le labbra in un leggero sorriso.

《Non sei... arrabbiato?》mi chiese con fare interrogativo, i suoi occhi sembravano penetrare nella mia anima.

《C'é un motivo specifico oltre a Darren per cui dovrei esserlo?》chiesi. Louis scosse la testa e si sdraiò sul fianco destro, appoggiandosi sul gomito.

《Beh, Noah ha detto che siamo... amici.》bisbigliò quell' ultima parola, facendola sembrare un segreto. Lo fissai negli occhi non sapendo come continuare la conversazione; provavo molto di più di una semplice amicizia per Louis ed anche lui, me lo aveva già dimostrato con i suoi baci e i suoi gesti.

Portò una mano sul mio braccio, accarezzandolo lentamente con la punta delle dita e poi giocò cpn i miei riccioli, attorcigliandone una ciocca tra le sue dita.

《Noi siamo molto di più, Harry.》bisbigliò. Le sue labbra erano così vicine che potevo già sentire il loro calore; sfiorò le mie labbra con le sue, mentre portai una mano sulla sua schiena e lo attirai contro il mio corpo. Sentivo la sua lingua attorcigliarsi ripetutamente alla mia, sentivo il suo sapore dolcissimo ed il suo profumo così buono entrare in ogni cellula del mio corpo. Riaprii gli occhi staccandomi lentamente da lui e soffermandomi con lo sguardo nei suoi occhi. Erano così belli, brillavano come il ghiaccio in inverno.

《Louis... 》bisbigliai tra le nostre labbra, non distogliendo lo sguardo dai suoi occhi.

《Voglio solo portarti via da Darren. Solo questo.》mi disse dolcemente.

《Nessuno aveva mai fatto tanto per me...》sospirai. Louis era l' unico.

《Io tengo a te Harry, più di quanto tu possa immaginare. Voglio solo proteggerti.》disse accarezzandomi la guancia delicatamente.

Finalmente quel qualcuno era arrivato, pronto a prendere la mia vita tra le sue mani e a trasportarla come se fosse il tesoro più prezioso al mondo. E quel qualcuno si chiamava Louis.



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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Ogni nuovo rifugio mi metteva sempre i brividi, soprattutto quel paese fantasma. Sembrava che il tempo si fosse fermato, tutto era rimasto fermo ad almeno una ventina di anni prima. Nel cortile del motel c'era una fontana di marmo ingrigito, tutta incrostata da uno strato di muschio verde. Era ferma quella fontana da chissà quanto tempo, si poteva ancora intravedere il segno lasciato dal livello dell' acqua.

Mi sedetti sul bordo freddo e mi strinsi nel mio giubbino: non si sentiva nemmeno un rumore, solo il sibilo del vento che riempiva il cortile interno, facendo volteggiare le foglie rosse ed arancio.

Quelle foglie, oltre al muschio, erano gli unici elementi che davano un po' di colore a quell' ambiente così cupo e grigio.

Portai le ginocchia al petto e ci appoggiai il mento sopra, poi chiusi gli occhi. La prima immagine che vidi fu il volto di mia madre, coi suoi capelli scuri ed il suo magnifico sorriso. Mi mancava molto, mi mancava il suo affetto e gli abbracci che continuava a darmi nonostante la mia età quasi adulta. In quel momento pensai a quanto potesse essere disperata, a quante notti insonni e piene di pensieri avesse passato, ma subito scossi la testa non appena mi accorsi che stavo per mettermi a piangerei.

Riaprii gli occhi e posai lo sguardo sull' albero di fronte a me; era quasi completamente spoglio, sembrava uno scheletro di legno ed i suoi rami parevano braccia che si allungavano verso di me.

Già... ed era proprio un paio di braccia che mi faceva sentire calore e protezione, persino maggiore di quello che una madre poteva offrire. Le braccia di quel ragazzo dagli occhi azzurri erano come una seconda casa per me, volevo poterci stare sempre tra quelle braccia, capaci di avvolgermi e di tranquillizzarmi.

Louis mi aveva lasciato solo quel pomeriggio dicendomi che doveva parlare con Noah, probabilmente della nostra fuga.

Mi ritrovai più volte a pregare Dio che tutto andasse bene, sperando che Noah fosse una persona sincera e affidabile e che ci avrebbe aiutati nonostante tutto. Non avevo quasi mai pregato, mi consideravo quasi ateo, ma in quel momento sentivo che Dio era l' unico che avrebbe potuto aiutarci. E lo speravo con tutto me stesso.

_____

Il cielo era nuvoloso, avrebbe iniziato a piovere da un momento all' altro e Louis non era ancora tornato.

Quasi sobbalzai quando sentii odore di tabacco, quell' aroma inconfondibile delle sigarette di Louis. Mi voltai lentamente e lui era lì in piedi a guardarmi, mentre fumava lentamente la sua sigaretta, con una mano nella tasca del giubbino.

Lo guardai e lui mi raggiunse, sedendosi accanto a me. Buttò la sigaretta per terra e la schiacciò con la punta della scarpa, poi appoggiò la mano che poco prima teneva la sigaretta sul mio ginocchio, accarezzandolo delicatamente.

《Sei stato via così tanto...》bisbigliai guardandolo negli occhi.

《Lo so, scusa... ma ho preso altri vestiti e qualche cosa da mangiare.》disse dispiaciuto.

《Noah? Che ha detto?》chiesi. Louis spostò la mano dal mio ginocchio e la portò sul mio fianco, attirandomi al suo corpo. Piegai la testa sulla sua spalla, inebriandomi del suo profumo.

《Ci aiuterà.》disse. Sentii le sue labbra sfiorare la mia fronte e lasciarmi un bacio.

Sorrisi e avvolsi un braccio alla sua schiena, accarezzandogliela dolcemente. 《Gli ho detto anche di noi due, del fatto che siamo più che amici...》bisbigliò. Sollevai la testa e lo guardai negli occhi; non potevo credere alle sue parole, a ciò che aveva appena detto. Finalmente avevo avuto un' ulteriore conferma dei suoi sentimento e questo mi rendeva davvero felice, per un attimo mi dimenticai di Darren e di Sean e pensai solo a Louis. Ciò che provavo per lui cresceva ogni giorno, ogni ora, ogni minuto... sempre di più.

Appoggiai una mano sulla sua guancia e mi avvicinai lentamente, chiudendo gli occhi. Sfiorai lentamente le sue labbra screpolate dal freddo, per poi premerci sopra le mie. Mi soffermai sulle sue labbra che sembravano così bisognose di un bacio, ma fu Louis a chiedermi l' accesso con la sua lingua. Il suo sapore si incastrò subito nella mia bocca, mentre le nostre lingue si muovevano sinuosamente uno contro l' altra. Si staccò lentamente e mi accarezzò la guancia con il dorso della mano, poi mi strinse tra le sue braccia.

《Mi hai cambiato la vita, Harry.》sussurrò accanto al mio orecchio.

《Ti amo, Louis. Ti amo per davvero.》dissi alzando lo sguardo. I suoi occhi si fecero di un azzurro più brillante, poi mi sorrise.

《Lo so, Harry. Ti amo anche io.》disse stringendomi ancora tra le sue braccia.

E in quel momento potei giurare che il cortile fosse diventato meno grigio.

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


Mi svegliai spaventato dal rombo di un tuono molto potente, che mi fece sobbalzare nel letto. Era il nostro terzo giorno a Falls Hill e un forte temporale si stava abbattendo su quel piccolo paese. La stanza si illuminò quasi completamente con il chiarore dei lampi e mi accovacciai sotto le coperte, portandole fino al mento. Non avevo mai avuto paura dei temporali, ma quei lampi e tuoni non promettevano niente di buono.

Allungai la mano verso il comodino e provai ad accendere la luce, ma non andava. Probabilmente era saltata la corrente a causa del forte temporale.

Un altro lampo fortissimo quasi mi fece esplodere i timpani e subito sobbalzai sotto le coperte.

《Cazzo!》imprecai. Louis si voltò verso di me, dopo essersi svegliato anche lui a causa del finimondo che imperversava fuori.

《Harry, hai paura?》mi domandò Louis avvicinandosi e abbracciandomi premurosamente.

《N-no...》balbettai. Mi attirò contro il suo corpo mentre con una mano mi accarezzava la nuca, cercando di tranquillizzarmi.

《Siamo al sicuro. Con questo temporale non riuscirebbero mai a trovarci, neppure se ci provassero con tutti i mezzi possibili.》bisbigliò accanto al mio orecchio.

《Non c'é corrente.》dissi. Louis mi guardò negli occhi e poi sorrise.

《Bene, allora non andranno nemmeno i telefoni e i collegamenti radio.》sospirò sollevato.

《Questo significa che non potranno cercare con questo temporale...》dissi con un fil di voce.

《Esatto. Siamo costretti a stare qui tutto il giorno, non credo che Noah apra il bar qua sotto, se non per l' ora di pranzo e di cena.》disse.

Un altro tuono mi fece tremare e Louis mi strinse ancora più forte, tirando la coperta verso di me e coprendomi fin sulle spalle.

Sentivo le sue dita scorrere lentamente sulla mia schiena, il suo tocco era così gentile e delicato. Mi lasciò un bacio sulla fronte ed io chiusi gli occhi, cercando di godermi quel breve istante. Riaprii gli occhi e lo trovai a fissarmi e sorridermi; allungai una mano nei suoi capelli e li accarezzai delicatamente. Afferrò con una mano la mia schiena, portando il mio bacino a contatto con il suo e mi fissò con i suoi bellissimi occhi azzurri. Si avvicinò lentamente alle mie labbra e le sfiorò con le sue, poi le premette più forte ed io allacciai le braccia dietro alla sua schiena. Le sue morbide labbra si soffermarono sul mio labbro inferiore, continuando a baciarlo e succhiarlo lentamente, poi si spostò sul mio collo e cominciò a lasciarci dei baci umidi, provocandomi dei brividi per tutta la schiena. Mi lasciò una scia di piccoli baci dal collo, passando sul mento e finendo nuovamente sulle mie labbra. Mi attirò al suo corpo, facendomi rotolare lentamente e mi ritrovai seduto sulle sue cosce. Continuai a baciarlo, tenendo le mani avvolte alla sua schiena, mentre le sue erano posizionate sui miei fianchi. Mi staccai lentamente e Louis mi guardò quasi imbarazzato; aspettavo questo momento e anche lui e finalmente il timore sembrava essersi dissolto. Mi sentivo pronto per Louis, entrambi avevamo bisogno del corpo dell' altro.

Gli lasciai un bacio veloce sulle labbra, poi spostai le coperte e cominciai ad accarezzare il suo corpo, baciandogli quasi ogni centimetro di pelle.

Infilai titubante la mano nei suoi boxer e sentii la sua erezione; glieli abbassai fino a circa metà coscia, con entrambe le mani che tremavano per l' eccitazione e l' agitazione.

《Harry... sei sicuro?》mi chiese dolcemente con tono premuroso. Annuii e lui mi accarezzò la guancia, premendo le sue labbra contro le mie.

Presi la sua erezione in una mano e cominciai a massaggiarla lentamente, poi più energicamente. Vidi Louis chiudere gli occhi non appena le mie labbra si appoggiarono alla sua lunghezza e cominciai a succhiare. Mi staccai dalla sua erezione e gli lasciai alcuni baci all' altezza dell' inguine, mentre iniziò a respirare più affannosamente.

Si sedette prendendomi per i fianchi e trascinandomi sopra le sue cosce ed infilò entrambe le mani nei miei boxer, poi strinse entrambe le mie natiche, mentre continuammo a baciarci. Mi sfilò i boxer e li appoggiò sul comodino, poi mi fece sdraiare sotto di lui e potei sentire la sua erezione contro la mia coscia destra.

Mi guardò dolcemente, poi entrò dentro di me lentamente, provocandomi molto dolore. Louis cominciò a spingere mentre strinsi le lenzuola con tutta la forza che avevo, tirandole verso di me.

Louis si chinò sul mio corpo, spingendo lentamente ma affondando sempre più in profondità e appoggiò le sue labbra alle mie, cercando di soffocare i miei gemiti di dolore, che presto si trasformò in piacere.

Sentivo la mia mente alleggerirsi ed il mio corpo viaggiare in una sorta di universo parallelo: mi sentivo completo in quel momento, tutto grazie a Louis.

Urlai più volte per il troppo piacere e lo fece anche Louis, poi si adagiò sul mio corpo, quasi esausto e sentii il suo torace alzarsi ed abbassarsi rapidamente per recuperare fiato. Si spostò di fianco a me e mi abbracciò da dietro, congiungendo le mani sul mio ventre e lasciandomi un bacio sulla spalla.

Fissai la pioggia fuori dalla finestra e sorrisi: avevamo fatto l' amore.

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


-LOUIS' POV-

Strinsi Harry contro il mio corpo e lo coccolai, con il rumore della pioggia scrosciante in sottofondo. Guardava fuori dalla finestra, in silenzio, mentre allaciai le mie mani sopra la sua pancia e lui rimase immobile.

Subito pensai che Harry non fosse stato pronto per tutto questo, ma era impossibile. Era stato lui stesso a dirmi che era sicuro di ciò che stavamo facendo, ma il suo improvviso silenzio mi rendeva nervoso.

《Tutto okay?》gli chiesi avvicinandomi al suo orecchio.

Lo vidi annuire, sempre con lo sguardo rivolto fuori dalla finestra: qualcosa non andava... e forse era colpa mia.

《Harry, ti prego. C'é qualcosa che non va?》gli chiesi prendendogli il mento tra le dita e spostandolo gentilmente verso il mio viso, in modo da poterlo guardare negli occhi.

Lui mi guardò in silenzio ed i suoi occhi verdi come smeraldi divennero improvvisamente lucidi. Si spostò dal fianco e si sdraiò sulla schiena, mentre io rimasi al suo fianco; fissava il soffitto con le lacrime agli occhi ed io non sapevo cosa fare e soprattutto non sapevo a cosa fosse dovuta quella reazione.

《Harry...》bisbigliai appoggiando il mio viso al suo, mentre con una mano gli accarezzavo la guancia.

《Mi mancano.》singhiozzò. Alzai lo sguardo e vidi una lacrima rigare la sua guancia e subito mi precipitai a catturarla con il pollice.

《Lo so...》sospirai.

Mi guardò negli occhi ed io continuai ad accarezzargli il viso dolcemente, cercando invano di tranquillizzarlo.

《Mi manca mia madre, mia sorella, mio padre... mi mancano tantissimo, Louis. Vorrei solo rivederli, anche per poco.》mi confessò guatdandomi negli occhi, come se stesse guardando la mia anima.

《Ti prometto che li riabbraccerai Harry.》era una promessa azzardata, ma avrei fatto si tutto pur di vederlo felice.

Avrei fatto di tutto per Harry perché lo amavo sin dal primo momento e sapevo che avrei continuato ad amarlo. Era diventato indispensabile per me, come la linfa per le piante: Harry era quella sostanza che nutriva le mie giornate.

Continuò a singhiozzare e lo strinsi al mio corpo, avvolgendolo con le mie braccia e con le coperte, ancora disfatte per quello che avevamo fatto poco prima. Pianse, bagnandomi il petto con le sue lacrime calde e salate, ma anche amare. Amare perché piene di tristezza e di dolore.

Si accovacciò contro il mio corpo come se si sentisse un povero cucciolo indifeso ed io lo strinsi sempre più forte, per fargli sentire tutta la mia protezione.

Alla fine riuscii a prendergli il viso con entrambe le mani e ad avvicinare le mie labbra alle sue. Lo baciai mentre lui continuava a piangere e lo sentii tremare contro il mio corpo.

Se solo avessi potuto garantirgli per davvero tutta la protezione che gli avevo promesso... ma non era così.

La verità é che avevo più paura io di Harry; so che ci avrebbero trovati, Darren riusciva ad ottenere sempre ciò che voleva e per farlo si serviva di tutti i mezzi che aveva a disposizione. Certe volte sentii Sean parlare con Darren di una partita di armi provenienti dalla Russia, di sicuro erano armi illecite nel nostro stato, ma Darren aveva contatti con ogni tipo di organizzazione: dalla mafia italiana a quella giapponese, passando per quella russa.

Darren ci avrebbe trovati e sperai solo che sarebbe stato il più tardi possibile.

《Ti amo, Louis.》bisbigliò con la voce spezzata dal pianto.

《Harry... ti amo.》gli afferrai delicatamente la nuca e mi misi a singhiozzare, mentre le mie dita sfiorarono i suoi capelli.

Non volevo che succedesse qualcosa ad Harry, stavo già rischiando la mia vita per metterlo in salvo e lo stavo facendo per lui... per noi due.

《Io non so se sono in grado...》bisbigliai piangendo e riversando sempre più lacrime sul letto.

Harry accennò un piccolo sorriso e poi mi accarezzò la guancia con il dorso della mano.

《Non ti preoccupare. Ce la faremo, insieme.》mi disse.

Era come se Harry avesse ricevuto un' infusione di coraggio e fiducia, e con il suo sorriso così sincero mi diede la forza per smettere di piangere e per continuare a pensare razionalmente, senza farmi sopraffare dai sentimenti, se non quelli verso di lui.

Volsi lo sguardo fuori dalla finestra piegando il viso verso destra, con la mano di Harry ancora appoggiata sulla guancia.

Stava per smettere di piovere e ciò significava solo una cosa: il pericolo era reale, avrebbero potuto avvicinarsi e trovarci.

《Domani ce ne andimo.》dissi deciso.

Harry ritrasse la mano sconvolto; aveva capito dal mio tono di voce deciso, ma con un filo di preoccupazione, che dovevamo sparire da questo posto e metterci in salvo.

Rimaneva un' unica incognita da risolvere: Noah.

Doveva mentire e coprirci, ma so che non l' avrebbe mai fatto, seppur in buona fede. La soluzione allora, sarebbe stata drastica.

 

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


Non appena smise di piovere, Louis si vestì rapidamente prendendo ogni cosa e appoggiandola sul letto. Teneva una sigaretta in bocca mentre raccattava tutto, sistemando ogni cosa all' interno del suo Eastpack nero ed ogni tanto si fermava per fare cadere la cenere dalla punta della sua Marlboro.

《Vestiti.》mi ordinò nervosamente. Scesi dal letto ed ubbidii subito, mettendomi un paio di pantaloni ed una felpa scura.

《Dove andiamo?》chiesi tirando su la zip della felpa.

Louis si bloccò e spense la sigaretta nel posacenere appoggiato sul comodino.

Si avvicinò silenziosamente e mi prese il viso tra le mani, guardandomi negli occhi.

《Non lo so.》bisbigliò abbassando lo sguardo. Capii che sarebbe stato difficile questa volta, che forse non ce l' avremmo fatta e sentivo la morte venire verso di noi.

《Andiamo.》dissi con tono deciso prendendo lo zaino e mettendomelo in spalla; Louis mi guardò sorpreso e annuì, poi uscimmo dalla stanza.

Noah se ne stava dietro il bancone a lucidare alcuni bicchieri e ci fece un cenno col capo non appena ci vide.

《Ciao ragazzi.》ci salutò《Un caffè?》ci chiese gentilmente con la sua voce roca.

《No grazie, siamo di fretta.》lo avvertì Louis con voce nervosa e affannata. Sembrava uno schizofrenico.

《Ma che succede ragazzi?》ci chiese Noah preoccupato vedendo il comportamento di Louis. Tacqui e posai lo sguardo sulle piastrelle scure del pavimento.

《Cazzo Noah, ci troveranno se rimaniamo qui!》urlò Louis contro l' uomo, che indietreggiò sorpreso.

《Non dirò nulla.》ci garantì Noah mentre continuava a lucidare i bicchieri, riponendoli sulla mensola.

《Sarà meglio per te!》sputò velenoso Louis. I suoi occhi erano diventati freddi e vuoti e per la prima volta ebbi paura di lui. Mi lanciò un' occhiata che mi mise i brividi e poi si mise le mani tra i capelli, appoggiando i gomiti sul bancone.

《Tranquillo.》bisbigliò Noah appoggiando una mano sulla spalla di Louis.

Louis scosse la testa ed io abbassai nuovamente lo sguardo, non capendo cosa gli stesse accadendo.

Improvvisamente sentii un urlo lancinante e vidi Noah accasciarsi sul bancone in una pozza di sangue.

Mi sentii pietrificato non appena vidi Louis ritrarre un coltello dal petto dell' uomo e gettarlo a terra. Mi misi una mano sulla bocca ed indietreggiai di qualche passo, mentre vidi Louis allontanarsi dal corpo dell' uomo, guardandosi la mano che poco prima impugnava il coltello.

Mi guardò incredulo ed incapace di accettare quello che aveva appena fatto ed io scossi la testa scioccato: aveva ucciso Noah.

Venne verso di me piangendo e cercò di allungare una mano verso la mia guancia, forse incerca di una carezza, ma mi allontanai e gli diedi uno schiaffo.

《Stammi lontano!》gridai piangendo. Louis si toccò la guancia arrossata dallo schiaffo e cominciò a singhiozzare, scuotendo la testa.

《Dovevo farlo, Harry. Glielo avrebbe detto.》pianse con le mani tra i capelli.

《Come fai ad esserne così sicuro, ah? Sei un mostro!》gli urlai contro.

Louis pianse e cercò più volte un contatto fisico, ma glielo negai.

《Ti prego, Harry. Lo avresti fatto anche tu al mio posto...》disse.

Scossi la testa non condividendo il suo pensiero e lui si inginocchiò a terra, battendo i pugni sul pavimento disperatamente.

《Vattene Louis. Mi consegnerò a Darren.》dissi sicuro.

《No!》

《Invece sì! Vattene Louis!》gli ordinai.

Si alzò dal pavimento e si trascinò fino alla porta, aprendola lentamente.

《Addio... Harry.》bisbigliò ed uscì dall' edificio.

_____

Ma che stavo facendo? Louis se ne era andato dopo aver ucciso Noah ed io me ne stavo qui a contemplare il suo cadavere, aspettando che Darren mi avrebbe trovato.

No, no dovevo andarmene. Louis aveva ragione, ora dovevo correre a cercarlo.

Uscii dal motel e corsi verso Est, lasciandomi guidare dall' istinto.

Mi ritrovai nel bosco e cominciai a correre a perdifiato, chiamando il suo nome.

《Louis! Ti prego Louis!》urlai allo stremo delle forze. Rallentai la corsa e vidi qualcuno fermo tra le piante che indossava una felpa blu, proprio come quella di Louis.

《Louis...》spalancai gli occhi ed incominciai a correre verso di lui.

Lo abbracciai piangendo e lui mi avvolse con le sue braccia, stringendomi forte e sollevandomi da terra.

《Harry...》singhiozzò sul mio collo《sapevo che avresti fatto la scelta giusta.》bisbigliò.

《Sono stato uno stupido, perdonami Louis.》dissi appoggiando la fronte contro la sua.

《No, no... sono stato un mostro Harry, ma dovevo farlo.》mi guardò negli occhi.

《Lo so, lo so.》sospirai.

Appoggiai le mie labbra sulle sue e ringraziai Dio per averlo ritrovato.

La fuga continuava.

 

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