A un passo dal cielo

di RaffaellaMj
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un venerdì di dicembre ***
Capitolo 2: *** Prima di natale ***
Capitolo 3: *** Perché? ***
Capitolo 4: *** Un tipo veramente strano ***
Capitolo 5: *** Mike ti prego aspetta ***
Capitolo 6: *** Devo dirti la verità ***



Capitolo 1
*** Un venerdì di dicembre ***


*CAPITOLO 1*
Un venerdì di dicembre

 

Come ogni pomeriggio, eccomi qui sulle scale di una vecchia chiesa, i miei unici amici,un carboncino e una gomma. Il caldo sole pomeridiano sfiorava la mia pelle, ma non riusciva a placare il freddo, di un venerdì di dicembre.

Quel giorno portavo vari ritratti. Non ero semplicemente gente famosa, erano anche persone comuni, quelle persone in cui riconosco l'essenza vera della vita

 

Le star o i ricchi, non vivono realmente, vengono solo adorati e resi quasi degli Dei, sfoggiano le loro ricchezze, davanti a chi la vita, la vede come un unico grosso problema.

Io ? Beh io credo di essere tra quelli con il “ grosso problema”, eppure, non mi lamento del lavoro che faccio.

Mi accendo una sigaretta, nel vano tentativo di riscaldarmi. Lì, di fianco a me, il mio cappello, purtroppo vuoto. Poi, eccolo, un piccolo angioletto biondo, imbacuccato fino alla punta dei capelli, puntare il dito contro un mio ritratto < ti piace piccolo? > gli domandai, rimase a fissarmi, mettendosi il ditino in bocca, con aria indecisa e timida, fece “si” con la testa, sorrisi intenerita.

Almè, quel dolce attimo durò troppo poco, la madre del piccolo si avvicinò frettolosamente, prendendo il bambino per mano, dicendo < cosa fai? vieni via da qui Luca > la signora mi guardò un attimo, con disprezzo < non ti devi avvicinare a queste persone > si girò e disse a bassa voce, senza nemmeno guardarmi in faccia < probabilmente è una tossica ubriaca >. Non ero tossica, neanche ubriaca, ero.... povera, tutto qui, cure per me stessa non potevo permettermele.

Ma la gente sa solo “ giudicare” .

 

Ormai non facevano più effetto su di me, le offese, c'è chi comprende e chi no, la signora.. non comprendeva. Il pargoletto invece, lui si che era.. puro.

 

Cercavo di sistemarmi la giacca, in cui ormai, sembravo un bozzolo. Riprendendo poi a disegnare, farlo con i guanti non è il massimo, ma piano piano ci si abitua a ogni cosa.

< cosa stai disegnando? > mi sentii dire, senza voltarmi risposi < niente, una rosa, giusto per buttarmi in un momento di creatività >.... < è molto bella, per essere ancora uno schizzo > “ uno schizzo” ripetei quelle parole nella mia mente, nello stesso momento, girai la testa per vedere con chi avevo il piacere di parlare, non fu una bella visione, perché quel qualcuno era il barbone che si metteva sempre seduto davanti alla banca, vicino alla mia chiesa. Possiamo dire che eravamo amici, solo di vista, non avevamo mai parlato, ma lo vedevo tutti i giorni quindi ormai, posso dire che conoscevamo bene, le facce l'uno dell'altra.

 

< che ci fai qui? > domandi curiosa < ho deciso di voler vedere più da vicino il Raffaello che vedevo sempre disegnare > “ il Raffaello, questa è carina “ < beh non credo di essere quel genere di artista > < io penso che sei sottovalutata, sai ho visto quella di poco fa, che gentaglia > risi divertita < pensa che mi ha dato della tossica ubriaca >continuavo a ridere passandomi la mano sulla fronte < davvero? Ma chi si credeva di essere ? > lo guardai < chi si credeva di essere ? Una elegante signora, ovviamente > anche lui rise < proprio una nobil donna aggiungerei > continuammo a ridere < devo dire che sei molto simpatico...ehmm?> mi guardò titubante < ah scusa sono Johnny piacere > mi porse la mano, aveva i guanti con le punte bucate < piacere Susan> < senti Susan, che ne dici se mi fai un ritratto ?> sorrisi un po' divertita < e cosa te ne fai tu di un tuo ritratto sentiamo?> arrossì < beh così posso vedere un po' come sono > smisi di sorridere a quelle parole < è da molto che non ricordo più il mio viso > un velo di tristezza scese sul suo volto e quel sorriso, un po' sdentato, sparì, cercai di risollevare gli animi < ok visto che mi stai simpatico te lo offro .. gratis! > sorrisi e lui rise di nuovo divertito < grazie bella signorina lei è proprio gentile > … < beh bella! Non esageriamo > Johnny si alzò e si mise davanti a me per farsi ritrarre, ero contenta di far felice un amico.

 

Le giornate stavano diventando sempre più fredde, quella settimana avevo venduto un ritratto di Elvis a un fan, meglio di niente direi. Però da troppo tempo non vedevo Johnny, sarà passata una settimana, quando nel pomeriggio lo vidi, camminava piano piano, andandosi poi a sedere vicino all'ingresso della solita banca. Non lo vedevo in gran forma. Avvolta nella mia solita giacca mi avvicinai < ehi Johnny? tutto bene? > alzò lo sguardo e vidi che aveva un occhio gonfio < oh Dio Johnny, che cavolo ti è successo?> non mi rispose, riabbassò lo sguardo < ti prego parlami> …..< dei tizzi mi hanno picchiato, rubandomi quei pochi spiccioli che avevo> l'espressione sul mio viso era un misto di paura e indignazione < che schifo, quanti erano?> < erano in tre, mi hanno attaccato senza un motivo, sono riusciti a deridermi, io accetto le offese, ma le botte...no, ho cercato di difendermi, purtroppo non ho la forza di dieci uomini> non sapevo cosa dire < senti Johnny vieni con me, ti ospito nella mia baracca, non voglio più vederti da solo> .. < no non preoccuparti, so cavarmela, sono in mezzo a una strada da più tempo di te, so come gira il mondo > < cosa vuol dire, dobbiamo stare uniti > il suo sguardo si posò su di me, accennando un piccolo sorriso < io so che prima o poi morirò, o di fame, sete, freddo, quindi, non ho paura, sono pronto > per colpa delle sue parole incomincia a piangere, un pianto di sfogo < non devi neanche dirle queste parole, devi vivere con dignità anche se stai in mezzo a una strada.. > < Susan! Quelli come noi, non hanno più dignità, c'è l'hanno tolta ed è per questo che siamo qui > non riuscivo ad a accettare la sua modalità di pensiero < io ho ancora dignità > dopo quella frase mi girai e tornai alla mia chiesa, Johnny abbassò la testa, da quel giorno, continuammo solo a guardarci da lontano.


Angolo autrice
Eccomi qui, non so perchè ma ho avuto l'ispirazione per un'altra storia, quindi eccola qui, fatemi sapere come vi sembra, ovviamente è un capitolo introduttivo, giusto per farvi capire chi sia questa Susan, spero siate in tanti a recensire e grazie per aver letto :) un bacio a tutti 
Raffaella

 

 

 

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Capitolo 2
*** Prima di natale ***


 

*CAPITOLO 2*
Prima di natale

 

Passarono i giorni e il freddo aumentava, la neve fece il suo ingresso e le strade di New Orleans si riempirono di un bianco candore. Avevo le dita quasi viola, il freddo era in sopportabile, aspettavo solo che qualcuno mi desse un po' di soldi per un mio ritratto, in modo che così avrei potuto comprarmi qualcosa.

 

Alzai lo sguardo al cielo, osservavo i piccoli fiocchi scendere piano, lasciandosi ammirare per poi poggiarsi a terra, alzando lo spessore della neve.

 

Eciuuuu!

Uno starnuto tremendo mi uscì < ottimo ci mancava solo il raffreddore! > esclamai ad alta voce senza neanche pensarci.

Una ragazza mi si avvicinò < salve, scusi se la disturbo > mi disse timidamente, non dissi niente, la fissai < ehmm ecco volevo darle questa > mi porse una tazza < perché?> chiesi < io faccio parte di una associazione di volontariato, stiamo distribuendo coperte e qualcosa di caldo a chi ha più difficoltà > pensai stupita “ chi ha più difficoltà? Io non ho bisogno della carità di nessuno “ < no grazie, sicuramente mi prende in giro > la ragazza fece una espressione malinconica ero titubante, alla fine accettai < volevo anche dirle che abbiamo un piccolo ritrovo, dove distribuiamo cibo per il pranzo, se può interessarla, l'accoglieremo volentieri > mi diede un fogliettino con scritto dove si trovava il posto < ok la ringrazio ci penserò > la ragazza sorrise e riprese a camminare.

 

“ lo fanno solo perché è quasi natale, nel resto dell'anno nessuno mi ha mai detto < ti accoglieremo volentieri >” pensai, molta gente mi aveva offerto aiuto, ma alla fine rimanevo sempre in mezzo a una strada.

 

Tenevo fra le mani la tazza, c'era la cioccolata dentro, soffiai sopra e bevvi un sorso “ beh non è male” dopo poco l'avevo già finita.

 

Era sera ormai, tornai alla mia baracca, una casetta mezza rotta, fatta di assi di legno, l'avevo trovata abbandonata qualche anno fa, non c'erano alberi di natale, addobbi, regali, lì viveva il freddo e l'umidità, gioia, amore, tutte cose inesistenti.

 

Ricordo con nostalgia, un natale di 10 anni fa.......

 

* Flashback *

 

< Susan, tesoro mio, lo sai cosa succede questa notte? > guardai il volto di mia madre, i miei occhi luccicavano al pensiero del suo arrivo < arriva babbo natale >... < esatto amore > sorrisi un sorriso di vera felicità, mia madre mi strinse a se, un abbraccio, dolce, pieno di affetto < ora adiamo a dormire piccola > presi la mano di mia madre, diedi uno guardo all'albero, era molto alto, quasi la sua punta toccava il soffitto, sotto di esso, ancora niente, ma sapevo che il giorno dopo avrei avuto una bella sorpresa, succedeva tutti gli anni, ormai era una certezza.

 

 

Non conoscevo, allora, la paura, tutto, non poteva che andare bene, quanto vorrei poterla pensare ancora così “ anche questo natale, niente regali per te Susan” mi allungai sulle coperte, chiusi gli occhi, lasciandomi andare, ero l'unica triste prima di natale.

 

Quella mattina mi alzai, non sentivo, niente di strano, nell'aria, i giorni per me erano tutti uguali ormai, non c'era, sabato o domenica, per me. Presi le mie cose, tornando alla chiesa, mi svolazzò davanti, cadendo poi a terra davanti ai miei pedi, un volantino. La foto stampata sopra, ritraeva, un cantante “ Michael Jackson” era scritto in grande in alto, feci una smorfia < eccone un altro, che viene qui ad esibirsi, semplicemente cantando, questo tizio ha più soldi di me, che schifo > accartocciai il foglio, gettandolo via.

 

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Capitolo 3
*** Perché? ***


*CAPITLO 3*
Perché?

 

In piazza, non vidi nessuno, tutti sembravano spariti nel nulla “ con questo freddo saranno tutti nelle loro case al caldo “ io invece, potevo andare dove volevo, nessuno mi aspettava a casa.

Il vento soffiava forte, tanto che il cappello mi volò via < o cavolo no !> esclamai, corsi dietro al capello, riuscendo poi a riprenderlo, senza rendermene conto, mi ritrovai in una stradina scura, con poca luce “ meglio che me ne vada da qui” non feci in tempo a girarmi, che qualcuno mi afferrò per i polsi, sbattendomi contro il muro < ciao signorina, cosa ci fai qui?> quella voce, mi fece raddrizzare i capelli < non so chi tu sia, ma lasciami subito o ti ammazzo > la sua risata mi blocco il respiro < tu? Ammazzare me? Ma smettila puttana> mi girai verso di lui, così riuscì a vedere il balordo che avevo davanti, non potei sentirmi ancora di più nel panico, quando notai che quell'uomo era Johnny, visibilmente ubriaco, puzzava di vino da fare schifo, il suo sguardo non era più lo stesso < Johnny sei tu, cosa cazzo vuoi da me?> .. < cosa voglio? Niente, solo toccarti un po' > a quelle parole cercai ancora di più di liberarmi, agitandomi < dove vuoi scappare, non vuoi fare un favore ad un amico?> < sei un brutto bastardo, ecco cosa sei, lasciami stare > tirò fuori da dietro la schiena una corda, legandomi i polsi, disperatamente gli chiesi < perché? Perché lo stai facendo Johnny?> lui aveva perso il controllo e non mi rispose. Mi buttò a terra, cercò di abbassarmi i pantaloni, cercai di difendermi e gli diedi un calcio in faccia, la sua reazione fu peggio < brutta puttana schifosa> si pulì dal sangue, e mi diede un calcio nelle costole, mi sentivo morire, dopo quella botta la vista si offuscò, il respiro divenne più corto < ora non protesti più Susan?> rideva, una risata senza pietà, con quel poco di fiato che avevo.....

< sei una persona orribile > mi diede un altro calcio, poi il rumore di un auto e una voce < ehi tu che lasciala stare !!> ….E da lì il buio.

Angolo autrice
Si lo so capitolo corto... l'ho fatto apposta ;D sono curiosa di sapere come vi sembra <3 è molto importante per me. un bacio a tutti
Raffaella

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Capitolo 4
*** Un tipo veramente strano ***


*CAPITOLO 4*
Un tipo veramente strano

 

* Flashback *

 

< mamma, mi sono fatta male il ginocchio> < piccola aspetta che la mamma va prende un cerotto>........ < ecco tesoro mio > < fa ancora male mamma > …..< sai cosa devi fare quando senti dolore?> … < no > … < pensa a qualcosa di bello e dimenticherai tutto >

 

Non so che ora fosse, che giorno fosse e dove mi trovassi..... sentivo solo “ bip bip bip “.

“ che cos'è questo rumore?” cercai di aprire gli occhi, mi ritrovai su di un letto, guardandomi attorno, riconobbi la stanza di un'ospedale.

 

“ che cosa mi è successo” in quel momento ricordai , le botte, il sangue, le lacrime.

Incomincia a piangere..

< grazie a Dio sei sveglia > un uomo vestito di bianco entrò dalla porta < scusi, come sono arrivata qui?> < lei è stata vittima di una violenza da parte di un barbone, un uomo ha visto l'accaduto e ha chiamato l'ambulanza” strano che qualcuno mi abbia prestato soccorso “ < lo ringrazi da parte mia > < lui è qui fuori è rimasto ad aspettarla, era molto preoccupato per lei >”preoccupato per me ?” < o beh allora me lo faccia ringraziare di persona > il medico uscì dalla porta, poi entrò un uomo, aveva un cappello i baffi e degli occhiali da sole, vestito sportivo.

Rimase fermo davanti alla porta che chiuse dietro di se, mi fissò intensamente, per un minuto, poi si avvicinò, andandosi a sedere sulla sedia che avevo di fianco al mio letto.

 

Trovavo che quel tipo vestito così, fosse veramente strano. Nessuno dei due parlava, allora decisi di rompere io il ghiaccio < sei tu che mi hai salvata?> fece di si con la testa < beh allora ti ringrazio molto > quel tizio non spiccicava una parole, mi sentivo molto a disagio.

 

< sono molto addolorato per quello che ti è successo > disse con voce flebile, non riuscivo a dimenticare il dolore che provai, mentre venivo picchiata, e misi le mani sul volto, la sua mano mi tocco la spalla e sbalzai in aria togliendola velocemente, lui rimase spaventato dalla mia reazione e si sposto in dietro.

< scusa non so perché l' ho fatto perdonami, credo di essere ancora sotto shock >.... < no scusami tu, sono io che non dovevo permettermi> si scusò < come ti chiami?> domandai < Mi chiamo Mike e tu> < Susan> sorrise < tieni Susan ti ho portato questi > mi diede un mazzo di rose rosse < non ho mai ricevuto dei fiori, grazie> sorrise di nuovo, profumavano molto < sono molto belli e profumati> < sono contento che ti piacciano, spero che ti riprenderai presto> < perché?> < non ho nessuno che mi aspetta > < ho visto che avevi con te dei ritratti, li avevi fatti tu?> < si sono miei, con quelli mi guadagno da vivere> divenne triste e si passò una mano sul viso < non sei in una bella situazione, rischi di essere maltrattata di nuovo, uscendo da qui> ormai sapevo in che condizioni stavo < che posso farci, vivo così> < non è giusto > sospirai < tante cose non sono giuste nella vita > si guardò l'orologio < ora devo scappare Susan, verrò a ritrovarti, promesso > < non preoccuparti > < tranquilla verrò> era proprio deciso a ritornare < va bene allora ti aspetto > mi salutò ed uscì.


Angolo autrice
Mmmh questo Mike mi piace molto, spero la storia vi stia piacendo :) un bacione a tutti.
Raffaella <3

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Capitolo 5
*** Mike ti prego aspetta ***


*CAPITOLO 5*
Mike ti prego aspetta

 

* Flashback *

 

< perché?perché?io voglio questo bambino Rayan !> < Ellen non possiamo permettercelo e poi io non voglio crescere un altro bambino, già Susan è un peso per noi >
< che razza di padre sei? A dire una cosa del genere? > < Ora smettila Ellen>.

 

Non ho mai avuto un buon rapporto con mio padre, anche con gli uomini in generale. Sono sempre rimasta distante, per paura di soffrire, con Johnny stavo provando a riabituarmi alla presenza maschile, giustamente ha quasi tentato di violentarmi e uccidermi.

 

Le ferite stavano meglio, ormai dovevo uscire dall'ospedale. Avevo dei lividi enormi sulla pancia, il dolore provato, era visibile sulla mia pelle.

Presi le mie cose e mi avviai verso l'uscita..

Quando vidi, qualcuno, correre verso di me, con mia sorpresa mi ritrovai lui, aveva il fiatone < ehi aspetta > lo guardai sorpresa, alla fine anche se in ritardo... era tornato.

< vedo che hai fatto una corsa per venire qui > era sudato potevo vedergli le gocce di sudore, scendergli lungo le guance < si sono sfinito > notai che mentre cercava di recuperare il fiato, un ricciolo scendergli dal cappello, aveva i capelli raccolti sotto. E come se cercasse di nascondere qualcosa, non sapevo come fossero i suoi occhi, quei baffi poi erano palesemente finti, potevo vedere che per il sudore si stavano staccando < ehmmm scusa ma ti stanno cadendo i baffi > rimase a fissarmi, poi imbarazzato si mise le mani sulla bocca e si girò < sono baffi finti vero?> domandai < ma che dici ?> disse quasi offeso, non mi convinceva quell'uomo < non mi convinci, che cosa nascondi?> non disse niente, sicuramente era in difficoltà < allora ? Rispondimi ?> < niente !> disse sicuro, non insistetti < comunque come stai ora Susan?> < mi sento meglio > dissi freddamente < ok > disse lui < ora devo andare Mike, grazie di tutto > mentre mi allontanavo da lui, mi prese la mano....

 

* Flashback *

 

< lasciami Rayan, non toccarmi > < io sono tuo marito, devi ascoltarmi > < tu sei un mostro!!!>

 

Sentii i brividi lungo la schiena, il cuore mi si fermò, mi girai di scatto < non toccarmi!!> e gli diedi uno schiaffo, lasciò la mia mano, il suo viso era coperto dall'ombra del cappello, la testa inclinata verso il basso, si poggiò la mano dove lo avevo colpito, stette in silenzio, immobile.

< oh scusa io.. io>...< io volevo solo aiutarti > disse con voce tremolante. Si girò e tornò verso l'uscita. Rimasi a guardarlo, si sentiva il rumore dei tacchi dei suoi mocassini, tutto il resto intorno a me sembrava solo un cumulo di polvere.

 

Ora fui io a corrergli dietro “ che cosa ho fatto “ il rimorso mi stava assalendo “ forse non voleva farmi del male “ < Mike ti prego aspetta !!!> urlai.

 

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Capitolo 6
*** Devo dirti la verità ***


Angolo autrice
Eh si eccomi qui dopo tanto tantissimo tempo, chiedo infatti scusa per questa lunghissima attesa.. si lo so sono un brutta persona XD comunque ! sono tornata con un nuovo capitolo, mi prendo l’impegno di mettere almeno un capitolo a settimana, se avrò occasione anche più di uno ;)
Quindi chiedo ancora scusa ma tra impegni e vacanze sono stata un po’ impegnata >_< ... ma adesso si riprende :D spero non vi siate dimenticate di me e continuate a seguirmi e a farmi sapere come vi sembra questo capitolo ( il prossimo capitolo sarà anche più lungo ).. un bacione a tutti <3
Raffaella ^_^
*CAPITOLO 6*
Devo dirti la verità
 
Si girò  dandomi le spalle…incominciò a correre verso l’uscita, non potevo lasciarlo andare via così, dovevo scusarmi… allora gridai < Mike aspetta!>
Si fermò di colpo e piano si girò.. voltandosi mi guardò con aria impaurita, mi avvicinai a lui e con gli  occhi pieni di lacrime e il cuore in gola gli sussurrai…< non lasciarmi sola ti prego> capì in quell’istante che dovevo essergli veramente grata, dovevo prendere l’occasione al volo. Per una volta nella mia vita qualcuno sembrava volermi veramente aiutare, non per farsi vedere, ma perché voleva farlo con il cuore.
Non so cosa mi successe, volevo rimanergli distante eppure, quando sentii il suono dei suoi passi allontanarsi, un freddo dentro mi congelò l’anima… avevo capito che avevo sbagliato. Non esitai a chiedergli scusa < scusami, devi perdonarmi> .. mi prese la mano e la poggiò sul suo viso, timidamente disse < non farlo mai più ti prego, ne soffrirei troppo> .
A quelle parole mi sentii un mostro, quel gesto impulsivo, era stato solo per paura, stupida ed egocentrica paura.
Non disse nient’alto, semplicemente, rimase con il capo chino, mi inginocchiai, presi le sue mani e le baciai. Fu un gesto che forse non tutti potrebbero capire, era il mio modo per ringraziarlo di avermi salvato la vita.
< tu, mi hai salvato, io, non avevo diritto di trattarti così e solo che sono scossa e ho molti ricordi del passato che tormentano ogni mio sonno >  alle mie parole si tolse gli occhiali e potei vedere, due occhi scuri, dolci e malinconici, rossi per le lacrime  < io non sono stato sincero con te, devo dirti chi sono> …< dimmi Mike> …prese dalla sua tasca un guanto bianco, al momento non capì.. poi mi disse < mi chiamo Michael…Michael Jackson> rimasi a fissarlo con uno sguardo assai sorpreso.
  < si, quel giorno passai per quella via con la macchina e non potei fare a meno di vedere quella orribile scena, scesi dalla macchina e corsi in tuo soccorso, vidi il sangue, la tua espressione sofferente, le lacrime che scendevano lungo le tue guance, purtroppo eri svenuta, ti portai con la mia scorta all’ospedale più vicino, attesi con ansia il momento del tuo risveglio>  la sua testimonianza era stata…illuminante, vidi nei suoi occhi la paura nel vedere una donna giacere per terra e il suo istinto naturale che gli diceva “ aiutala, tu puoi”.
Mi alzai e senza pensarci lo abbracciai……………
Fu un abbraccio lungo, quasi interminabile, il calore che sprigionava mi pervase. In quel momento pensai
“ vorrei che questo momento non finisse mai”.

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