Regina e Robin. Un desidero inatteso

di Onaila
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1


Fuori pioveva, eppure seduta nella sala d'attesa non se ne era minimamente accorta, troppo immersa nei propri pensieri.
Si spaventò quando lo sentì strillare.
Era nato.
Uscì un Robin sorridente come non l'aveva mai visto, con in mano un piccolo fagotto.
Quel sorriso la ferì profondamente << Regina guardate è un maschio >> disse avvicinandole la piccola creatura << Tenete >> aggiunse mettendoglielo in grembo.
Il piccoletto non pianse come accadde la prima volta con Henry << Visto si fida di voi, già vi vuole bene >> la voce del suo amato le arrivava ovattata, era troppo concentrata a guardare l'esserino che aveva tra le braccia.
Qualcosa di nuovo crebbe dentro di lei, niente che avesse a che fare con l'amore.
Non provava tenerezza nel vederlo e come poteva?
Non era il suo bambino. Era il figlio di sua sorella, Zelena.
Solo al pensiero di quel nome riuscì a identificare il sentimento che le stava ribollendo dentro: Invidia.
Le sue mani cominciarono a tremare.
Era gelosa?
Certo che lo era, anche se si fosse sforzata in mille modi non sarebbe mai stata in grado di far apparire quel sorriso sul volto di Robin, nemmeno al loro matrimonio aveva riso così.
Non gli avrebbe mai potuto dare un figlio.
L'invidia incominciò a lacerarla dall'interno come a voler uscire.
La causa di tutto era quel bambino, bastava sbarazzarsene e ogni legame con Zelena, ogni dubbio o desiderio sarebbero svaniti.
<< Perdonami >> sussurrò prima di ridurlo in un mucchio di cenere.
 

<< NO! >> gridò svegliando Robin affianco a lei << Regina? >> fece allarmato << Perdonami io... >> << Perdonarvi cosa? >> domandò non capendo e solo allora Regina si rese conto di essere nella propria stanza da letto e non più nella sala d'attesa dell'ospedale.
Aveva sognato?
Eppure le era sembrato così reale...
Guardò il suo amato che ancora la fissava preoccupato e gli prese il volto tra le mani depositandovi un bacio << Regina state bene? No che non state bene! Siete calda! >> notò controllando la fronte << Molto calda >> si corresse << Sto bene, Robin >> << No invece, avete la febbre. Vado a prendervi del ghiaccio >> fece per uscire dal letto, ma venne trattenuto per un braccio << Ho detto che sto bene Robin, ho solo bisogno di riposare un po' >> disse costringendolo a sdraiarsi, posando dopodiché la testa sul suo petto.
Robin incominciò ad accarezzare quella chioma che tanto amava, giocando con le ciocche e cantando qualcosa per conciliarle il sonno << Che cos'è? >> domandò lei con voce un poco assonata  << E' una ballata celtica. Mia madre me la cantava prima di addormentarmi >> spiegò coprendo entrambi con la coperta.
Robin rimase sveglio quasi tutta la notte, preoccupato che la febbre potesse salire, ma non era un peso per lui. Anzi, non poteva chiedere di meglio poiché aveva passato tutta la notte ad accarezzarle i capelli e il volto, memorizzando così ogni dettaglio sia dell'uno che dell'altro.
Non si sentiva così bene da molto tempo e quasi maledì la sveglia quando incominciò a suonare.
Si affrettò a spegnerla per non disturbare il sonno di Regina e con cautela uscì dal letto, ringraziando per la prima volta dopo tempo le sue doti da ladro nel farlo.
Con altrettanta furtività andò nella camera dei due ragazzi << Henry >> sussurrò avvicinandosi e scuotendolo un poco, il ragazzo brontolò qualcosa di incomprensibile per Robin e solo dopo il terzo tentativo, decise di svegliarsi.
Ronald fu molto più semplice a differenza del fratello maggiore, poiché attendeva da molto il suo primo giorno di scuola però era più euforico del solito, il che lo portava a fare molta più confusione << In silenzio vestitevi e scendente per la colazione >> ordinò uscendo dalla stanza.
Prima di andare in cucina, controllò che Regina stesse ancora dormendo, temendo che le grida di Ronald avessero disturbato il suo sonno, ma tirò un sospiro di sollievo nel trovarla addormenta anzi, Robin fece anche un sorriso nel vedere una piccola smorfia sul volto di lei, chiedendosi cosa stesse sognando socchiudendo la porta della camera.

Quando i raggi del sole penetrarono nella stanza, illuminarono il letto e il volto di Regina
Con lentezza aprì gli occhi e per prima cosa rivolse il proprio sguardo alla sveglia posata sul comodino: erano le 11:30.
Quanto aveva dormito?
Spostò le lenzuola alzandosi, si sentiva un po' appesantita, probabilmente a causa della febbre.
Indossò la vestaglia prima di dirigersi in bagno dove si sciacquò il viso con dell'acqua fresca.
Dei brividi le percorsero la schiena al contatto con il liquido freddo.
Da quanto tempo non si ammalava?
L'ultima volta che era successo si trovava ancora nella foresta incantata nel suo castello ed era la Regina Cattiva. A quel tempo aveva cercato di guarirsi con la magia e aveva solamente peggiorato la situazione.
Dopotutto la magia ha sempre un prezzo.
Si tamponò il volto e si sistemò i capelli prima di dirigersi in cucina.
Prese il succo d'arancia dal frigo quando apparve Robin alle sue spalle << Regina?! >> fece facendole prendere spavento << Robin?! >> disse lei portandosi una mano al petto << Non dovreste stare in piedi. Tornate immediatamente a letto > << No >> disse sedendosi in una delle sedie che fronteggiavano l'isola << Dicevi? >> << D'accordo Regina avete vinto, ma almeno fatevi mettere una coperta >> disse scomparendo e tornando poco dopo con in mano un plaid che drappeggiò sulle sue spalle << Dov'eri andato? >> domandò e lo vide sospirare il che la portò ad accigliarsi << Robin? >> fece mentre prendeva il bicchiere di succo dalle mani dell'amato << Sono andato da Zelena, Regina >> un ombra passò negli occhi di lei << Come mai? >> domandò nuovamente e il giovane uomo si trovò a desiderare di non dover rispondere, ma lo sguardo di lei non gli lasciava alcuna via d'uscita e sapeva per certo che l'avrebbe ferita.
Qualunque cosa avesse detto l'avrebbe ferita e odiava quando accadeva << Per vedere come sta il  bambino >> vide l'espressione arrabbiata di lei sgretolarsi.
Regina si inumidì le labbra << Giustamente >> disse spostandosi in salotto << Regina >> fece lui seguendola << Non sono arrabbiata Robin. E' giusto che tu ti preoccupi per la salute di tuo figlio >> era sincera.
Non era arrabbiata con lui e perché mai esserlo?
No, la sua non era rabbia ma tristezza.
Ripensò al sogno della notte prima e quasi contemporaneamente i suoi ricordi la portarono ad una se stessa un po' più giovane ed ingenua, in una pazza notte d'estate.
Inconsciamente si portò una mano al ventre prima di sedersi sul divano bianco.
Robin vide lo sguardo perso della sua amata sedendosi di fronte a lei << Non sono stata del tutto sincera con te... >> fece tornando a guardarlo << Ti ho nascosto molti segreti, Robin e penso che tu ne sia a conoscenza, ma uno in particolare non posso continuare a celartelo. Non ora che siamo sposati >> strinse il tessuto della camicia da notte << Io...io non posso avere figli >> disse alzandosi, cercando di allontanare il nodo che le si era creato allo stomaco << Perdonami se te l'ho tenuto nascosto, ma non avrei mai pensato... >> << Di avere un figlio con me? >> concluse Robin con un tono più adirato di quanto avesse voluto << No...Robin >> gli occhi di lei si inumidirono e nel solo vederla lui si pentì di ciò che aveva detto << Non è colpa vostra >>  Regina distolse lo sguardo << O sì? >> aggiunse facendo un passo indietro per guardarla meglio << E' stato molto tempo fa Robin. Io non pensavo di potermi innamorare ancora, figurarsi avere dei figli! >> << O mio Dio! >> commentò sconvolto allontanandosi dal suo tocco << Perché? >> fece furioso, ma non poteva biasimarlo: gli aveva tenuto nascosto troppo e si meritava una spiegazione.
Così gli raccontò tutto, di sua madre e del suo piano di metterla incinta, dello Sceriffo di Nottingham, della speranza che qualcuno potesse amarla di nuovo, ma sopratutto del dolore che aveva provato nello scoprire l'inganno e del successivo desiderio di vendetta.
Non si rese conto di quanto avesse bisogno di parlarne finché non aprì bocca, svuotando quell'enorme peso che si era portata dentro per troppo tempo.
Eppure non riusciva a dirgli tutto.
Continuava a nasconderli una parte del suo dolore.
Non gli aveva raccontato cosa aveva provato la mattina seguente a quella notte, il male che sentiva ogni volta che vedeva una donna incinta e sopratutto non gli aveva raccontato il tormento nello scoprire di sua sorella e lui.
Quando ebbe finito copiose lacrime le bagnavano le guance << Era è questo a cui vi riferivate al bar di New York? >> << Sì, tu e lei avrete per sempre un legame forte. Un legame che nemmeno il nostro amore potrà spezzare, un legame che non potrò mai capire... >> disse asciugandosi il volto con il palmo della mano << Ma perché tenermelo nascosto? >> << Non volevo rovinare la tua felicità Robin. Ho cercato di non pensarci, ma più la pancia di Zelena cresceva, più io sapevo di non poterti dare la felicità che desideravi >> << Io amo voi, Regina >> la fece sedere sul divano prendendole entrambe le mani << L'anello che portate al dito ne è l'esempio. Voi siete la mia felicità e niente può donarmene più di un vostro sorriso >> << Parlate così ora, ma tra qualche anno, quando Ronald sarà grande... >> la baciò interrompendola << Smettetela di dire cose senza senso. Troveremo una soluzione. Biancaneve l'ha trovata, di certo sarà così anche per voi >> disse toccando la propria fronte con quella di lei << Biancaneve? >> l'uomo tornò a guardarla dubbioso << Credevo lo sapeste, tempo fa è stata avvelenato da Re George. La rese sterile, ma l'acqua di un lago magico la guarì >> Regina sorrise << Il Bene vince sempre. Ma io non faccio parte dei buoni e sopratutto non credo ci siano laghi magici a Storybrooke >> commentò sorridendo << Non siate così pessimista >> << Robin seriamente pensi che non abbia cercato una “soluzione”? Oh, non hai idea di quante leggende o storie ho seguito nella speranza che fossero veritiere >> alzò le mani al cielo << Beh, non ci ho provato io. E se andrà male me ne farò una ragione, ma vedervi così...Il giorno delle nostre nozze ho giurato di proteggervi da qualsiasi male e di portarvi la felicità che meritate. E sarà ciò che farò, Regina. Fosse anche l'ultima cosa che faccio >> quell'ultima frase la fece ridere << Che c'è? >> domandò << Niente, vieni qui >> disse attirandolo a sé per baciarlo.

Continua....

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2

 

Tre mesi dopo.

Ormai pioveva da tre giorni a Storybrooke e tutti i cittadini, di quella magica città, stavano cominciando ad abituarsi al cambiamento climatico, acquistando cappotti e caloriferi.
L'inverno era vicino e tutti sapevano quanto poteva essere rigido nel Maine, senza contare le tempeste che causavano danni alle strutture della città e molte delle volte alla rete elettrica.
La pioggia incessante si abbatteva sui vetri del municipio, le cui luci erano spente e le tende tirate, sull'albero di mele, che sembrava resistere a quelle intemperie senza alcuna fatica, sul mausoleo dei Mills, la cui porta era aperta, rivelando qualcuno al suo interno: Regina seduta su un baule, reso temporaneamente una sedia, teneva tra le mani quella che sembrava una lettera, una lettera consegnategliela dal Dottor Wahle, il quale l'aveva visitata quella mattina, poiché in quel periodo si sentiva poco bene, ma mai si sarebbe aspettata quel responso:
 

Qualche ora prima.
 

Non aveva atteso molto prima che il Dottor Wahle la visitasse e ora aspettava l'esito degli esami, in sala d'attesa.
Il suono costante della pioggia la rilassava, allontanando ogni preoccupazione e pensiero.
Dopotutto che cosa mai poteva capitarle?
Stava sfogliando una rivista medica, quando vide avvicinarsi un infermiere dall'aria stanca, con in mano una busta << Il Dottore ha fatto come richiesto Signora Locksley. I risultati sono all'interno >> spiegò consegnandogliela per poi tornare alla propria postazione.
Mise la lettera nella borsa e aprì l'ombrello, dirigendosi frettolosamente alla macchina e solo quando fu al suo interno l'aprì, lontana da occhi indiscreti.
Lesse il contenuto della lettera più volte, sconvolta, senza riuscire a credere a ciò che leggeva.
Come era possibile?
Voleva averne la certezza per questo si era diretta al Mausoleo.
Quel posto non era cambiato nel corso degli anni a differenza di lei, eppure per Regina rimaneva ancora il suo rifugio da tutto e tutti, e non solo quello, era il ricordo vivente della sua vita, di quello che era rimasto e di quello che se ne era andato per sempre, dei momenti belli e di quelli brutti.
Si diresse nella stanza delle pozioni, ma quando aprì il baule degli ingredienti, una terribile ansia iniziò a pervaderla, ma la allontanò, riacquistando la propria sicurezza e con mano esperta cominciò a mescolare alcune boccette di tinte differenti creando così la pozione che poteva toglierle qualsiasi incertezza.
Con un ago si punse l'indice e versò una goccia di sangue all'interno dell'ampolla che teneva tra le dita.
Il risultato che ottene la sconvolse tanto da farle piegare le ginocchia e cadere a terra.
Il contenuto della fiala si era illuminato dando conferma agli esami del Dottor Wahle.
Lei, la Regina cattiva era incinta.
L'ansia ben presto venne sostituita da una piccola e calda gioia.
Ma come era possibile?
Guardò nuovamente l'ampolla e pianse e rise come non accadeva da anni.
Era incinta. Quanto aveva desiderato poterlo pensare e dire!
Era femmina o maschio?
Sarebbe assomigliato a lei o a lui?
Sarebbe stato una Strega o un Ladro?
 

Presente
 

<< Regina? >> sentì la voce della Salvatrice giungere fino alla cripta e la Strega fece appena in tempo a nascondere il responso e la boccetta, prima che Emma li vedesse << Spero che sia importante, Swan >> fece mostrandosi più neutrale possibile << Devi venire con me, sembra che Ruby abbia trovato un ragazzo privo di sensi vicino a Maine Street >> spiegò tornando nei propri passi << Non possiede alcun documento e nessuno sembra conoscerlo o averlo visto aggirarsi per la città, quindi sospetto che non provenga dalla foresta incantata >> aggiunse mentre l'amica l'affiancava << Pensi che possa trattarsi di qualche espediente di Zelena? >> la Salvatrice scosse la testa << No, il ragazzo pare molto sciupato, probabilmente non sa nemmeno chi sia >> rispose mentre la vide aprire l'ombrello << Ci vediamo alla piazza dell'orologio >> fece Regina prima di entrare in auto e mettere in moto.

David e Killian faticavano ad allontanare la folla di curiosi dall'ambulanza, che a quanto pare non era ancora partita << Fate spazio >> ordinò Emma seguita da Regina, la cui sola presenza fece fare un passo indietro ai cittadini.
Non appena superò la calca di persone, riuscì a vedere il giovane straniero sdraiato sul lettino del veicolo, ancora privo di sensi << Perché non siete ancora partiti? >> chiese irritata nel guardare il paramedico che si destreggiava con alcuni apparecchi << Siamo appena arrivati e abbiamo avuto qualche problema a superare la folla, ma partiamo all'istante >> spiegò chiudendo le porte dell'ambulanza << Ok, lo spettacolo è finito, tornate tutti alle vostre faccende >> urlò esasperata per essere immediatamente obbedita << Ci vediamo all'ospedale, Swan >> informò Regina incamminandosi verso la Mercedes e estraendo il cellulare dalla tasca << Pronto? >> << Robin ho bisogno che tu vada a prendere Henry e Roland e li tenga vicino a te >> << E' successo qualcosa? >> chiese l'uomo un poco allarmato << Per il momento niente, ma non voglio che stiano soli a casa, non con questo individuo che è apparso dal nulla >> << Sì, ho sentito Scarlett parlarne. Non preoccupatevi mi dirigo immediatamente a casa >> fece il Ladro << State attenta >> aggiunse prima di chiudere il contatto.
Quella molto probabilmente sarebbe stata una delle giornate più belle della sua vita, se non fosse apparso quel ragazzo.
Accese il climatizzatore della macchina, per asciugarsi visto che era uscita senza l'ombrello, prima di partire.
Chi era quel ragazzo e come aveva fatto ad arrivare a Storybrooke?
Nessuno poteva entrare in città, nessuno che non possedesse la pergamena di Ingrid, la materializzò al pensiero che qualcuno potesse averla presa, ma quella apparve propria nella sua mano.
Quando raggiunse l'ospedale, parcheggiò vicino all'auto dell'amica che la stava attendendo all'interno dell'edificio << Immagino che non ha ancora ripreso conoscenza >> commentò vedendo la Salvatrice intenta a bere un bicchiere di caffé e porgendone un altro alla donna << Infatti, il Dottor Wahle ha detto che ci vorrà qualche ora prima che si risvegli >> spiegò sedendosi in una delle sedie disposte in corridoio << Ruby ti ha saputo dire niente? >> chiese la Strega imitandola e togliendosi  i guanti << Niente di rilevante, sembra essere apparso dal nulla >> << Magari è così >> commentò Marymargaret con in mano il piccolo Neal << Le persone non appaiono dal nulla >> criticò Regina massaggiandosi la tempia con le dita << Il mal di testa ancora non ti è passato? >> chiese l'amica << Non credo passerà così in fretta >> rispose accennando appena un sorriso << Che intend... >> la donna si interruppe nel vedere arrivare il padre dalla stanza del paziente << Si è svegliato? >> domandò e l'uomo annuì mentre tutti i presenti si incamminavano verso la camera dello Straniero.
Regina che fu l'ultima ad entrare, fu anche l'ultima a vederlo e rimase stupita di quanto fosse giovane: aveva i capelli corti di un castano dai riflessi rossi, gli occhi verde-marino che risaltavano ancora di più dalla pelle ambrata e gli abiti che indossava, erano stati sostituiti dal pigiama dell'ospedale.
Sembrava molto scosso e stanco, come se avesse fatto un lungo viaggio << Ciao, io sono Emma e sono lo sceriffo della città, ti ricordi qualcosa di quanto è accaduto? >> chiese la Salvatrice attirando la sua attenzione << Io...io, ecco... >> si voltò di scatto nel notare Regina e qualcosa sembrò illuminarlo << Mamma! >> esclamò scattando fuori dal letto e dirigendosi verso la donna per abbracciarla.
Che cosa stava succedendo?

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3
 

Il Sindaco rimase sorpresa di quell'abbraccio, così come tutti i presenti nella stanza << R-Regina? >> la chiamò la Salvatrice in cerca di una spiegazione, ma la donna pareva più sconvolta di tutti, continuava a fissare il ragazzo con occhi sgranati e solo dopo qualche minuto sembrò tornare in sé, con delicatezza lo scostò per poterlo vedere in volto, ma lui continuava a piangere senza freno, sussurrando quella parola che aveva udito solo da suo figlio Henry << Va tutto bene? Credo che tu mi stia confondendo con qualcun'altra >> il ragazzo scosse freneticamente la testa, portando Regina a sorridere << Non posso essere tua madre >> spiegò e quella frase sembrò ferirlo, portando la donna a pentirsi di ciò che aveva detto << E-ecco...sediamoci, va bene? >> aggiunse non sapendo bene come comportarsi << Partiamo dal principio, cerca di farci...di farmi capire cosa sta succedendo >> fece facendolo sedere sul letto e prendendo posto di fronte a lui << Come ti chiami? >> chiese con prudenza temendo una sua reazione << G-Gabriel Locksley >> quel cognome le fece gelare il sangue nelle vene << L-locksley...? >> ripeté Emma facendo cadere quella parola come un macigno nel silenzio che si era creato nella camera << Sono tuo figlio e lo so che può sembrarti strano, ma è così! >> esclamò vedendo lo sguardo turbato della Strega << Regina? >> chiamò Marymargaret attirando la sua attenzione << Non può essere mio figlio, quando l'avrei concepito?! Ha come minimo sedici anni! >> << E' perché non sono ancora nato >> fece lui e Regina tornò a guardarlo << Non sei ancora..cosa? >> << Nato >> la donna sorrise alzandosi in piedi << E' pazzo, ecco risolto una parte del mistero >> esclamò << Non sono pazzo! Sono tuo figlio e posso dimostrartelo >> si diresse verso i propri indumenti e accessori riposti nell'armadio della stanza << Questa me l'hai donata il giorno del mio compleanno >> aggiunse mostrando un braccialetto su cui era disegnato il simbolo della sua famiglia, un albero di mele << Quello non prova nulla >> fece Regina avvicinandosi per prenderlo tra le mani, ma nel voltarlo, rimase sconvolto di ciò che era inciso al suo interno << Come fai a...? >> << La felicità è ad ogni angolo anche se non gli svolti tutti >> citò lui << Quella frase te la disse papà, quando trovaste la pagina ventitré, quando cominciasti per la prima volta a sperare nel tuo lieto fine >> << Come? >> chiese ancora Regina sconvolta di quanto vedeva << Sarai te a darmela in futuro >> << Non è possibile, quindi vieni dal futuro? >> chiese Emma facendo un passo avanti e il ragazzo annuì << Come hai fatto? >> domandò la Strega stavolta spostando lo sguardo dal braccialetto al giovane << Tramite il portale ideato da Zelena. E' gravemente vietato viaggiare indietro nel passato, ma la Salvatrice o meglio Emma mi ha permesso di tornare >> << Non permetterei mai l'uso di un bambino, stai mentendo >> esclamò la donna << Non ce né stato bisogno, l'incantesimo di Zelena è ancora attivo ed è bastato riattivarlo con la magia per poterlo riutilizzare >> spiegò Gabriel << Perché ti avrebbe rimandato indietro? >> chiese Marymargaret << Il nostro mondo è in pericolo, ed abbiamo riscontrato che ha iniziato tutto in questo periodo con la nascita di due consanguinei: Io e il figlio di tua sorella >> fece indicando Regina << Zelena? >> il ragazzo annuì estraendo dalla tasca dei suoi pantaloni sgualciti un biglietto, porgendolo alle due donne:

  “La nascita di due consanguinei porterà ad un conflitto tra il Bene e il Male in tutti i mondi. Il primo, frutto di una faida famigliare, si ergerà spargendo dolore e sofferenza. Il secondo, nato dalla redenzione dell'oscurità, si innalzerà a lottare affinché ci sia un Lieto fine. Solo uno di loro trionferà cogliendo i frutti della propria gloria”

Lessero il foglio a voce alta, informando tutti del suo contenuto << Quando giungerà qui, cercherà di ucciderti per impedire la mia nascita >> spiegò << La tua nascita? >> il ragazzo annuì << Ormai dovresti già sapere di essere incinta, no? >> la donna si passò una mano trai i capelli e distolse lo sguardo quando i presenti si voltarono per guardarla << Regina è vero? >> chiese Emma un poco sorpresa << S-sì, io stessa l'ho scoperto questa mattina >> la Salvatrice e Biancaneve sorrisero a quella notizia, imitate poco dopo da Killian e David che erano ancora un poco sbalorditi << Ma non è questo il punto, chi vuole uccidermi? >> domandò un poco minacciosa << Il suo nome è Annabelle è la figlia di Zelena e papà >> Regina si lasciò sfuggire un sorriso nel sentire Robin chiamato “papà”, da un altra persona che non fosse Roland << Quindi ricapitolando, la figlia di Zelena, ritorna indietro nel passato per impedire la tua nascita uccidendomi, poiché tu sei l'unico che può sconfiggerla >> Gabriel annuì tornando a sedersi sul letto << E io dovrei crederti? >> << Regina! >> fece Emma << Il braccialetto non dimostra nulla, può benissimo averlo rubato >> disse indicandolo con una mano << Ti assicuro che non è così, mamma >> << Un incantesimo con la magia del sangue >> il ragazzo sembrò intimorito da quelle parole << Se sei davvero chi dici di essere, non dovrebbe essere un problema per te >> sfidò materializzando un libro << Aprilo >> aggiunse porgendoglielo.
Gabriel fissò il sigillo di metallo e sorrise << Il libro di incantesimi della nonna o meglio di Tremotino >> senza troppa difficoltà riuscì ad aprire il tomo, lasciando tutti, ma sopratutto Regina a bocca aperta.
Davvero era suo figlio?
Si portò una mano al ventre, sedendosi per poterlo vedere in volto incredula << N-non è possibile... >> il giovane le si avvicinò << Ora mi credi, mamma? >> << Mamma? >> sentirono la voce di Robin sulla soglia della porta con Henry e Roland << Meglio se usciamo >> fece Emma, lasciando un attimo di intimità alla coppia, prendendo i due figli dei coniugi prima di uscire, seguita dagli altri.
Regina si alzò dirigendosi verso l'amato << Che cosa sta succedendo? >> la donna li prese le mani tra le sue << E' complicato, Robin >> rispose raccontandogli tutto: di quella mattina, quando aveva fatto visita al dottor Wahle e aveva scoperto della gravidanza, facendolo sorridere come mai l'aveva visto, del ritrovo di Gabriel e di come lui l'aveva abbracciata, fino a quel momento prima che entrasse << Quindi state aspettando un bambino? >> chiese ancora, euforico di quella notizia << Ma come è possibile? >> aggiunse guardando il ragazzo << Il pozzo di Storybrooke, si dice che è collegato con un lago magico e chi beve le sue acque recupera qualcosa che ha perduto >> spiegò massaggiandosi gli occhi << Il pozzo...ci siamo andati qualche mese fa, dopo che mi avete raccontato di vostra madre >> la Strega sorrise nell'alzarsi notando la stanchezza del ragazzo << Forse è meglio lasciarti riposare, domani torneremo a farti visita, Gabriel >> fece mentre Robin la imitava seguendola dopo fuori dalla porta.
Non sapeva che cosa pensare.
Si doveva fidare?
Aveva superato la magia del sangue, senza alcuna difficoltà e nessuno poteva spezzarla, nemmeno il Signore Oscuro.
Recuperarono i due figli e salutarono i presenti prima di uscire << Gli credete? >> chiese l'amato montando in auto << Non lo so, Robin, ma se davvero qualcuno vuole minacciare il nostro bambino, dobbiamo proteggerlo >> fece partendo.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4


Era passata una settimana dall'arrivo di Gabriel nella sua vita.
Alloggiava da Granny's, ma passava molto tempo a casa loro, raccontando di come Annabelle fosse tornata indietro nel tempo molto prima di lui.
Non riusciva ancora a fidarsi completamente di quel ragazzo, forse perché a differenza della moglie faticava ancora a credere in un viaggio del tempo, ma se davvero quello che diceva era vero, perché questa Annabelle non aveva ancora attaccato?
Che si stesse organizzando?
Adesso Gabriel si trovava in biblioteca insieme a Regina, alla ricerca di qualche informazione riguardante la profezia che era scritta nel biglietto.
Robin non si sentiva del tutto a suo agio a lasciare la donna sola con lui, ma doveva risolvere un problema all'interno dell'Allegra Compagnia. Un ladruncolo continuava a commettere dei piccoli furti, causando delle vere e proprie rivolte, così adesso Robin si trovava a seguire alcune tracce trovate vicino al loro accampamento, tracce che miracolosamente la pioggia non era riuscita a cancellare.
Avrebbe trovato quel ladro e gliela avrebbe fatta pagare oppure l'avrebbe fatto entrare nella banda, dopotutto si poteva dire molte cose sul suo conto, tranne che non sapesse rubare, visto che nessuno dei suoi compagni era mai riuscito a vederlo.
Le impronte l'avevano portato vicino a Toll Bridge, in una radura ben nascosta, circondata solo da alberi e cespugli, lontano da qualsiasi civiltà. Nessuno avrebbe mai trovato quel posto, perciò era un ottimo nascondiglio.
Il suo accampamento era poco lontano e dal silenzio che regnava, Robin intuì che chiunque fosse non era presente in quel momento, rilassò la corda avendone conferma quando si chinò per vedere dentro la tenda, dove trovò la maggior parte degli oggetti rubati << Allontanati lentamente >> sentì alle sue spalle l'incoccarsi di una freccia << Quella non ti appartiene >> fece, nel voltarsi indicando l'arma con un dito << Posa le armi a terra e spingile verso di me >> ordinò e dalla voce si poteva intuire che fosse una donna, poiché indossava un cappuccio nero che le nascondeva il volto << Sapete veramente usarlo? >> chiese Robin facendo un passo avanti << Fermati! E posa le armi a terra! >> ordinò nuovamente rinsaldando la presa sull'arco e l'uomo si fermò all'istante << Non lo farete >> << Ne sei sicuro? >> minacciò prima di scoccare la freccia che si conficcò vicino ai piedi di Robin << Le armi >> comandò nuovamente, con tono divertito preparandone un'altra << Sapete chi sono? >> chiese l'uomo obbedendo << Robin di Locksley >> il Ladro rise << Perché rubi alla mia banda? >> chiese << Rubo hai ricchi per donare ai poveri >> rispose lei facendo cenno con la testa per indicarsi << Sembra che tu mi conosca molto bene >> la ragazza annuì << Allora dovresti sapere che quando faccio una perlustrazione, non sono mai solo >> fece prima che Scarlett colpisse la giovane ragazza alle spalle facendole perdere i sensi all'istante << Sembra che all'abbiate trovata >> commentò il Fante cercando immediatamente una corda per legarle mani e piedi << Quando hai finito corri a chiamare Emma >> ordinò Robin sedendosi sul terreno, aspettando l'arrivo della Salvatrice.

 

*

 

Probabilmente aveva la sua stessa età quando aveva cominciato a rubare, ma di certo quella ragazza era molto più bella: i capelli corvini in contrasto con la carnagione chiara le superavano abbondantemente le spalle, arrivando quasi a toccarle la vita. Indossava un paio di jeans, un poco sciupati, una camicia nera e un mantello che nascondeva un corpo in forma e ben allenato.
La vide riaprire gli occhi nocciola lentamente e portarsi una mano dietro la nuca << Tieni >> fece Emma porgendole un impacco di ghiaccio << Chi sei? >> domandò sedendosi sopra la scrivania che fronteggiava le celle << Che importanza ha? >> fece a sua volta la ladra << Non provengo dalla Foresta Incantata se è questo ciò che ti stai chiedendo >> aggiunse alzandosi in piedi << Il tuo nome? >> << Rubare a dei ladri è un reato? >> la Salvatrice sospirò avvicinandosi alla cella << Claire, mi chiamo Claire >> rispose tornando a sdraiarsi << Ero una delle scimmie di Zelena e mi sono da poco liberata >> << Liberata? >> la ragazza annuì continuando a tamponarsi la nuca con l'impacco << Sono rimasta bloccata in una grotta di ghiaccio, che si è sciolta solo di recente. Una strana ragazza dai capelli biondi e uno stravagante vestito celeste mi ha bloccato al suo interno >> spiegò gesticolando con le mani << Elsa... >> suppose Emma spostando il peso da un piede all'altro << E' lei? >> sentirono entrambe << Sì, sono proprio io >> rispose la ladra mentre Emma si voltava a guardare Regina sullo stipite della porta << Hai scoperto chi è? >> domandò ancora affiancandosi all'amica per poter vedere meglio la ragazza << Sì, pare essere un'altra delle scimmie di Zelena >> << Una scimmia che a cercato di uccidere Robin >> fece la Strega con tono adirato << Non si sarebbe dovuto inoltrare in quel lato della foresta >> << Non avresti dovuto derubarlo >> la ragazza sembrò intimorita dal tono della Strega << Che cosa hai intenzione di fare? >> domandò la donna allontanandosi insieme all'amica << Un processo sarebbe esagerato per dei piccoli furti >> rispose appoggiandosi al muro del corridoio << Hai intenzione di liberarla, non è vero? >> il tono di Regina uscì più alterato di quanto avesse voluto << Avrà si e no sedici anni...Non credi che sia un po' esagerato? Però prima dobbiamo scoprire da dove viene e chi sia, dice di chiamarsi Claire, ti suona famigliare? >> la Strega scosse la testa, guardando il prigioniero di sfuggita << Non proviene dalla Foresta Incantata, ma da ciò che mi ha detto Robin pareva conoscerlo >> << Che provenga dalla foresta di Sherwood? >> << No, da una cittadina piuttosto lontana da Sherwood >> rispose la ragazza, attirando l'attenzione delle due donne << Per la precisione da un luogo chiamato “Mondo di OZ” e ora che il mistero è risolto posso avere qualcosa da mangiare? >> aggiunse passandosi una mano tra i capelli << Allora lavori per Zelena? >> chiese Emma << Mi piace molto il formaggio grigliato, quello da Granny's è stupendo >> << Non avrai da mangiare finché non ci risponderai >> minacciò la Strega << Però anche le lasagne non sono male >> << Credi che questo sia un gioco? Emma lasciami sola con lei e avremmo tutte le nostre risposte >> la ragazza sorrise << Sicura di voler usare le maniere forti? Non hai paura del piccolo? >> durò un istante: la porta della cella si aprì e una palla di fuoco sfiorò la ragazza, obbligandola a indietreggiare fino al muro << Regina! >> chiamò la Salvatrice vedendo l'amica fronteggiare la ladra << Come fai a saperlo? >> chiese con tono pacato, ma gli occhi nocciola trasmettevano odio e ira << Credi di spaventarmi? >> per la prima volta Emma conobbe qualcuno che non temeva la Regina Cattiva << Ho conosciuto persone ben peggiori di te >> aggiunse in un sorriso << Persone che spero tu non debba incontrare mai e per la precisione, se non vuoi che nessuno sappia del tuo piccolo bambino, faresti meglio a non raccontarlo a tuo marito. L'ho sentito vantarsene con i suoi compagni, tutto qui >> fece sorpassando Regina per poter fronteggiare la Salvatrice << Allora? Che ne sarà di me? >> << Te ne starai qui fino al processo >> fece la Strega uscendo e chiudendo la porta << Fino al processo? >> << Regina?! >> fece Emma seguendola in corridoio << Non credi di esagerare? >> aggiunse fuori dalla portata della ragazza << Dobbiamo scoprire chi è, Swan. E il processo è solo una scusa per... >> venne interrotta da alcuni rumori che provenivano dall'ufficio << Che diavolo...? >> fece Emma non vedendo più la prigioniera al suo posto, ma la cella chiusa senza alcuna effrazione << Usa la magia >> imprecò Regina << Tremotino. Chiama Tremotino, saprà sicuramente come rintracciarla >> aggiunse ordinando ad Emma mentre lei digitava il numero di Robin per avvertirlo.

 

*

 

L'avevano messa in allerta sul suo conto, per questo era rimasta nascosta per tutto questo tempo, la studiava.
Spinse la porta di pietra senza alcuna fatica, entrando all'interno frettolosamente.
La stavano cercando e quale posto più sicuro se non il mausoleo?
Si sedette in una delle poltrone che erano in quella stanza che sembrava di un altro mondo.
Perché diavolo quella donna si era portata tutta quella roba dalla Foresta Incantata?
Regina Cattiva...doveva prestarle più attenzione, fra tutti era l'unica in grado di smascherarla.
Si lasciò sfuggire un sorriso, era davvero come le avevano raccontato, ma tornò in sé sentendo il suono dell'avvicinarsi di alcuni passi e l'aprirsi della porta << Non c'è nessuno >> disse Robin chiudendo prima di uscire.
Grazie all'incantesimo di occultamento non era riuscito a vederla, ma la sua era stata solo fortuna, perché se fosse entrato qualcun altro, qualcuno come il Signore Oscuro, non avrebbe avuto via di scampo e la sua missione sarebbe finita lì.
Strinse le mani a pugno, fino a far sbiancare le nocche, una rabbia cocente la pervase.
Lo avrebbe trovato a tutti i costi.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5

 

Stavano succedendo troppe cose in quel mese: aveva scoperto di essere incinta, un ragazzo era apparso definendosi suo figlio e una ragazza di cui non sapevano niente aveva minacciato Robin con arco e frecce, per poi scomparire.
Si massaggiò gli occhi con pollice e indice, chiudendo poi i fascicoli abbandonati sulla sua scrivania,  voltandosi infine verso la finestra: era il tramonto, e i raggi del sole cominciavano a scomparire all'orizzonte, illuminando di arancione le nubi grigie che continuavano a gettare acqua su tutta Storybrooke.
Non pioveva così tanto da più di un anno, anche se il Maine non era mai stato un paese famoso per il bel tempo.
Regina si abbandonò sulla poltrona di pelle, sentendosi più stanca del solito.
Lo sai vero che mi stai prosciugando?
Fece portandosi una mano sul ventre, lasciandosi sfuggire un sorriso nel percepire del caldo tepore provenire da esso.
Robin le aveva rivelato che era un poco spaventato e che non si fidava di Gabriel, ma dopotutto come poteva?
Nemmeno lei riusciva a fidarsi, ma sembrava conoscere tanto sul loro conto da insinuarle il dubbio.
Sei davvero un maschietto?
Si chiese ancora, ma il suo sguardo venne attirato da un ombra nascosta tra gli alberi, facendole abbandonare ogni pensiero.
Con un cenno della mano si smaterializzò di fronte alla figura, che però riuscì comunque a fuggire.
Chi era?
Che fosse quella ragazza?
Si passò una mano tra i capelli << Mamma? >> senti alle sue spalle << Tesoro, che cosa ci fai qui? Non dovresti essere a casa? >> chiese avvicinandosi ad Henry << Sì, però ho dimenticato il mio libro in ufficio questo pomeriggio >> spiegò portando la donna a sorridere << Va bene, recuperiamolo e andiamocene >> fece smaterializzandosi insieme a lui << Dove l'hai lasciato? >> chiese prendendo il cappotto e le chiavi della macchina << Eccolo >> rispose mostrandolo alla madre << Bene >> fece incamminandosi verso l'ingresso, superata dal figlio che l'attendeva in corridoio, mentre chiudeva la porta e inseriva l'allarme << Com'è andata oggi a scuola? >> fece uscendo dall'edificio << Come al solito >> rispose il ragazzo innalzando le spalle prima di montare in auto imitato dalla madre.
Henry le stava raccontando che cosa avevano fatto quel pomeriggio a casa lui e Roland, quando Regina frenò di scatto << Resta in auto >> ordinò prendendo il cellulare scendendo.
La pioggia si abbatteva incessantemente, bagnando il corpo che giaceva inerme sull'asfalto.
Si avvicinò con cautela, temendo il messaggio che il suo cervello le trasmetteva e sempre con prudenza si chinò per poter vedere il volto della persona: si sorprese nello scoprire che era Granny.
Digitò il numero dello Sceriffo, riferendo ogni cosa e quando chiuse il contatto sentì l'aprirsi di una portiera << Henry! >> esclamò parandosi davanti a lui << Torna immediatamente in auto >> aggiunse indicandola con un dito << Ma... >> << Ora! >> ordinò imitandolo anche lei, chiamando subito dopo il marito così che potesse venire a prendere il figlio.
Non dovette aspettare molto prima dell'arrivo della Salvatrice seguita poco dopo da Robin che portò via Henry senza bisogno di alcuna spiegazione << Perché uccidere Granny? >> si domandò Emma mentre vedeva portar via il corpo dell'anziana << Forse ha visto qualcosa che non doveva vedere >> suppose Regina ormai fradicia come l'amica << Pensi che l'abbia fatto Annabelle? >> << Non ci sono molte persone a Storybrooke che sarebbero in grado di uccidere >> la Strega si strinse nel cappotto << Che cosa hai visto Granny? >> si chiese la Salvatrice << Qualunque cosa avesse visto, stava andando da Regina per dirglielo >> sentirono la voce di Tremotino alle loro spalle << Che cosa ci fai qui? >> chiese lo Sceriffo mentre l'uomo porgeva un ombrello alle due donne << Ho sentito dell'omicidio, così come quasi tutta la città >> videro Ruby gettarsi sul corpo della donna e piangere senza freno << Che cosa ti fa credere che stesse venendo da me? >> il Signore Oscuro indicò con un dito la direzione in cui Regina aveva trovato il corpo << E' l'unica strada che collega la città a casa vostra e voi siete l'unica persona che abita in quella direzione, ovviamente se non contiamo me >> spiegò << Comunque c'è un modo per scoprire chi l'ha uccisa e il perché >> aggiunse appoggiandosi meglio al bastone << Come? >> fece Emma appoggiandosi alla macchina << Oh, sono certo che già lo sapete >> << Lo scaccia-sogni! >> esclamò Regina << Dove lo tieni? >> chiese rivolgendosi alla Salvatrice << Beh, è ancora al suo posto in camera mia >> spiegò materializzandolo poco dopo, facendo sorridere i due presenti << Diamo un volto all'assassino >> fece la Strega dirigendosi verso il corpo della vittima, ancora dentro l'ambulanza << Che cosa vuoi? >> le ringhiò contro la ragazza-lupo vedendola avvicinare << Ruby stiamo solo cercando di capire chi l'ha uccisa >> intervenne Emma conoscendo il pessimo carattere di Regina << D'accordo >> fece la ragazza allontanandosi un poco dal cadavere.
Il corpo di Granny era pallido come il lenzuolo che lo avvolgeva.
Emma pur essendo ormai sceriffo da qualche anno, non era ancora del tutto abituata ai cadaveri a differenza di Regina che ne aveva visti fin troppi nella sua vita, alcuni causati da lei stessa.
La Salvatrice passò l'oggetto alla donna, che con mano esperta lo fece passare sul volto della vittima e dopo poco l'acchiappa-sogni si illuminò mostrando a tutti ciò che si celava nella mente  di Granny:
 

Stava correndo verso la casa di Regina, ma si fermò di scatto quando una figura in lontananza le intralciò il cammino.
Cadde a terra mentre l'ombra incombeva su di lei.
Impossibile era dimenticare il suo volto: quegli occhi nocciola furono l'ultima cosa che vide, prima che l'oscurità l'avvolgesse.

Entrambe le donne imprecarono << L'avevamo in pugno! >> esclamò Regina indietreggiando, mentre Tremotino ricopriva il corpo << Com'è possibile che ci sia sfuggita sotto gli occhi?! >> commentò Emma << Dobbiamo trovarla! >> aggiunse accostandosi all'amica << E come? Nemmeno Tremotino è riuscito a farlo >> rispose la Strega vedendo l'allontanarsi dell'ambulanza insieme a Ruby << Che possa essere lei Annabelle? >> chiese la Salvatrice attirando l'attenzione del Signore Oscuro << L'unica persona in grado di identificarla è Gabriel, ma non credo che sia sveglio a quest'ora della notte >> spiegò Regina, cominciando a sentire freddo << Credo che sia meglio continuare domani >> aggiunse sentendosi esausta << Certo, nel frattempo tenete gli occhi aperti >> fece Emma, vedendo poco dopo l'allontanarsi di Regina e di Tremotino.

Si sentiva il corpo pesante, così come le palpebre e solo per miracolo le gambe riuscirono a sorreggerla fino all'ingresso, dove si lasciò cadere contro il muro, portandosi una mano al petto e sentendo il cuore battere forte << Regina?! >> cercò di mettere a fuoco Robin, ma invano << Regina... >> la chiamò nuovamente, afferrandole la mano alzata e sollevandola mentre il buio la circondava.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Capitolo 6


La prima cosa che vide quando riaprì gli occhi, furono i raggi del sole che penetravano attraverso la stanza, lottando contro la stoffa delle tende tirate, che creavano un'eterna penombra nella camera da letto.
Cercò di mettersi a sedere, ma una forte nausea la costrinse a fermarsi obbligandola a stendersi.
Che cosa era successo?
Si guardò le mani tremare un poco, mentre si appoggiava contro lo schienale del letto.
Che cosa le stava succedendo?
<< Mamma >>  vide Roland sullo stipite della porta che teneva tra le mani uno dei suoi giocattoli << Vieni qui >>  disse facendogli spazio sul letto << Dov'è papà? >>  chiese mentre lo vedeva avvicinarsi a lei << E' uscito insieme a Little John >>  rispose un po' vago, giocando con il robot che aveva tra le mani << E Henry? >>  << Dorme ancora >>  Regina cominciò ad accarezzarli i capelli, vedendolo poco dopo appoggiarsi completamente a lei per poi addormentarsi, imitato poco dopo dalla Strega.

D
ei rumori provenienti dal salotto la svegliarono e anche se mal volentieri si costrinse ad uscire dal letto, cercando il più possibile di non svegliare il piccolo Roland ancora addormentato al suo fianco.
Con fatica indossò la vestaglia, prima di uscire dalla stanza << Robin? >>  chiamò non ricevendo alcuna risposta << Sono io >>  fece Henry apparendo nelle scale con il cartone del succo d'arancia << Usa il bicchiere >>  rimproverò conoscendo l'abitudine del figlio tornado verso la stanza, dirigendosi in bagno.
Si tolse i vestiti al suo interno, sperando che una doccia potesse aiutarla.
L'acqua calda la ristorò un poco anche se continuava a sentirsi particolarmente debole.
Alzò lo sguardo verso il getto, passandosi le mani tra i capelli per strizzare l'acqua, appoggiando la fronte ad una delle piastrelle, chiudendo gli occhi e pensando agli avvenimenti della sera prima:
Che cosa le era successo?
Perché si era sentita male?
Che la causa fosse il bambino?
Scosse la testa a quell'ultimo pensiero, portandosi una mano al ventre nell'uscire, il Dottor Wahle aveva detto che la gravidanza stava procedendo bene e non era malata, ma allora che cosa aveva?
Avvolse il proprio corpo in un asciugamano, materializzando un nuovo pigiama insieme alla propria biancheria.
Delle profonde occhiaie le segnavano il volto pallido, notò guardandosi nello specchio, raccogliendosi i capelli in una coda e dirigendosi infine fuori.
Sorrise nel vedere Roland completamente abbondato sul letto, lo sistemò meglio e lo coprì mentre sul suo volto appariva una piccola smorfia << Ho preparato un po' di zuppa >>  sentì alle sue spalle << O meglio, l'ho riscaldata nel microonde >>  aggiunse Henry appoggiando il vassoio che teneva tra le mani, sul tavolo di vetro che era in camera, sedendosi in una delle sedie << Non credevo lo sapessi fare >>  lo canzonò la donna imitandolo << Robin quando torna? >>  chiese poi nel notare che erano le sei passate << L'ho sentito al telefono, sarà qui tra poco >>  rispose prendendo uno dei piatti e passandolo alla madre << Che cosa è successo? >>  fece Henry cominciando a mangiare insieme alla donna << Come? >>  << La notte scorsa, che cosa è successo? >>  chiese ancora, guardandola con sospetto << Non lo so >>  rispose << Non credo dipenda da me >>  aggiunse allontanando il piatto dopo aver preso solo alcuni cucchiai della minestra << Devi mangiare >>  la ammonì il figlio portandola a sorridere << Sto bene, Henry >>  << Smettetela di mentire >>  Robin era sullo stipite della porta e si stava togliendo i guanti << Mentire? Mi sento meglio >>  l'uomo scosse la  testa avvicinandosi ai due << Ho visto Claire qua fuori >>  informò << Claire?! >>  il Ladro annuì << Era vicina alla porta con una mano tesa, ma non appena mi ha visto è scomparsa >>  spiegò scompigliando i capelli di Henry, scambiandosi occhiate d'intesa e da quel gesto Regina intuì che si erano messi d'accordo per sorvegliarla costringendola a letto << Che cosa ci faceva vicino alla porta? >>  domandò il figlio e il Ladro si strinse nelle spalle << Non lo so >>  << Forse ho capito cosa sta succedendo >>  la Strega si alzò incamminandosi verso il salotto seguita dai due << Dove stai andando? >>  chiese Henry  vedendola aprire la porta e reprimere un brivido lungo la schiena quando varcò l'ingresso.
Era proprio come sospettava: sulla porta era inciso un piccolo cerchio su cui erano disegnate delle piccole rune << E' lei Annabelle >>  annunciò << Annabelle? Intendete la donna di cui parla Gabriel? >>  Regina annuì, annullando l'incantesimo, cominciando a sentirsi meglio, le forze le stava poco a poco ritornando e con esse anche la sua magia.
Quella stregoneria la stava prosciugando << Un maleficio, molto probabilmente diretto a me per colpire il bambino >>   << Se davvero è lei, perché mettersi all'opera ora? >>  chiese l'amato portando l'altra dentro << Si sente minacciata da me >>  si intromise Gabriel che stava ancora percorrendo il vialetto, ma che gli aveva sentiti << Minacciata? E in che modo? >>  fece la Strega facendolo entrare per chiudere la porta << Sa che sono qui e sa che sono tornato indietro per fermarla. Sta agendo velocemente, dobbiamo trovarla >>  << E' brava a nascondersi >>  commentò Henry sedendosi in salotto seguito dagli altri << Per questo dobbiamo incastrarla. Una trappola >>  << Che tipo di trappola? >>  chiese il Ladro guardando il ragazzo con sospetto << Lei non sa che avete scoperto il sortilegio e che è stato annullato. Dobbiamo farle credere che la mamma stia male, veramente male... >>  << E allora si precipiterà qui per accertarsene >>  concluse Regina al posto del figlio << Esatto e poi non credo sarà difficile per te fermarla >>  aggiunse Gabriel sorridendo << No, quello non è un problema >>.
Ci sarebbe riuscita, avrebbe protetto suo figlio, doveva solo iniziare la caccia e da preda sarebbe divenuta predatrice.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Capitolo 7

 

Due settimane dopo

Avrebbe funzionato?
In città non si parlava d'altro ormai: Gabriel il figlio di Regina venuto dal futuro la stava proteggendo dalla perfida Annabelle.
Le voci sulla sua “malattia” erano all'orecchi di tutti eppure quella ragazza ancora non si era fatta vedere, però dopotutto non le dispiaceva riposare un po' anche se doveva rimanere quasi tutto il giorno segregata in casa.
La Salvatrice era venuta un paio di volte a farle visita insieme alla madre, portandole film e libri, ma era impossibile vederli, visto che la Strega rimaneva in allerta per qualsiasi rumore, attendendo impazientemente il suo arrivo.
Era seduta su una delle poltrone del salotto e stava sfogliando il “Mirror” quando sentì l'aprirsi della porta: Claire o meglio Annabelle entrò con cautela, dando tempo alla Strega di sigillare ogni via di fuga << Era ora che tu venissi >>  disse alzandosi in piedi senza bisogno di attirare la sua attenzione.
 

*

Si diede della sciocca per essere caduta in una simile trappola << Era ora che tu venissi >>  le sentì dire e con scattò repentino riuscì a schivare la palla di fuoco che le lanciò contro << E' inutile scappare >>  con una barriera di energia si protesse da un altro colpo, nascondendosi dietro il muro, smaterializzandosi poi in una delle camere della casa << Codarda! >>  esclamò la donna irata, probabilmente notando la sua scomparsa.
Che cosa doveva fare?
Aveva bloccato ogni via di fuga.
Sentì altri passi aggiungersi a quelli della donna e del vero panico iniziò a pervaderla quando si avvicinarono al suo nascondiglio << Eccoti! >>  udì lo spalancarsi della porta e d'istinto tese l'arco verso la donna << Fammi passare >>  ordinò nascondendo il tremolio delle mani << Pensi sul serio di spaventarmi? >>  minacciò la Strega che con un gesto delle mani fece scomparire l'arma << Nessuno minaccia la mia famiglia >>  aggiunse scaraventandola contro la porta << Regina! >>  esclamò la Salvatrice affiancando la donna << Dov'è? >>  chiese e Emma le porse il polsino anti-magia che le aveva usato contro Owen << Scordatelo! >>  sbottò la ragazza alzando una mano, seguita da un lungo terremoto, che fece perdere l'equilibrio alle due donne, dandole così il tempo di uscire dalla stanza << Torna qui! >>  gridò Regina cercando di rimettersi in piedi.
Fece la rampa di scale di corsa.
Non si sarebbe fatta prendere, e stava per raggiungere il portone, l'unico uscita disponibile, quando Gabriel le bloccò la strada << Dove pensi di andare? >>  la sfidò mentre giocava con un pugnale tra le mani << Levati dai piedi, Gabriel! >>  intimò lei << Altrimenti? >>  un breve sorriso comparve sul suo volto scomparendo immediatamente << Non ti permetterò di farle del male >>  continuò lui << Farle...? >>  si voltò alle sue spalle dove nel frattempo li avevano raggiunti Regina e Emma << Bravo >>  sentì rivolgendo lo sguardo ad un Robin con in mano una balestra << Sei circondata Annabelle, arrenditi >>  fece il ragazzo << Arrendermi? Stai scherzando vero?! >>  disse scaraventando il giovane contro il muro, facendogli perdere i sensi e solo per pura fortuna fece in tempo a fermare la freccia del Ladro indirizzandola contro la Salvatrice che però Regina deviò dirigendola contro la parete, dando tempo all'amica di estrarre la pistola e sparare un colpo di avvertimento, che sfiorò la guancia della giovane, graffiandola << Arrenditi Annabelle, è finita >>  la ragazza si morse un labbro mentre un rivolo di sangue le percorreva il volto << Non posso... >>  sussurrò, correndo verso l'ingresso, fermata però da Gabriel, che la ferì alla gamba, facendola inciampare e ricadere sul pavimento.
Imprecò per il dolore vedendo il proprio sangue riversarsi sul pavimento di legno << Stai bene? >>  chiese Regina dirigendosi verso il figlio preoccupata << Sì, solo qualche livido >>  rispose l'altro mentre la Salvatrice faceva indossare il polsino e le manette alla ragazza << Tenetela d'occhio, io vado a chiamare un'ambulanza >>  informò Robin dopo essersi assicurato che tutti stessero bene << Certo, di sicuro non la faremo scappare, papà >>  commentò il giovane guardando la prigioniera << Perché hai ucciso Granny? >>  domandò Emma sedendosi sul pavimento e materializzando un asciugamano per tamponarle la ferita, facendole sfuggire un piccolo gemito << Non so di cosa tu stia parlando >>  rispose senza distogliere lo sguardo dal ragazzo che si appoggiava al muro << Vuoi che ti rinfreschi la memoria? >>  paventò Regina chinandosi per poterla vedere in volto, e riconoscendo così immediatamente quello sguardo, lo sguardo che anche lei aveva avuto un tempo: lo sguardo di una persona distrutta << Puoi provarci, ma non so di chi stiate parlando >>  fece abbassando il volto << Ok, come vuoi >>  la Strega con mano veloce le strappò il cuore dal petto << Regina?! >>  esclamò Emma sconvolta tanto quanto la ragazza, che si portò una mano al torace << Così sarà più facile scoprire la verità >>  spiegò la donna sorridendo alla piccola strega << Qual'è il tuo vero nome? >>  chiese al muscolo pulsante nella sua mano << Annabelle >>  rispose l'altra come un automa << Visto? E' facile >>  << Mamma sapete già tutto ciò che c'è da sapere >>  fece Gabriel accostandosi alla madre che nel frattempo si era rimessa in piedi << Non farete mai le domande giuste, nessuno di voi le farà >>  fece scostando la medicazione improvvisata e alzandosi in piedi << Vuoi la verità? >>  aggiunse fronteggiandola << Restituiscimi il cuore >>  << Perché mai dovrei farlo? >>  << Perché in realtà non lo vuoi fare. Perché sai in fondo al tuo cuore che Gabriel non ti ha detto tutta la verità >>  fece appoggiandosi al muro, sentendosi mancare << Regina restituiscile il cuore, non è così che funziona e lo sai >>  suggerì la Salvatrice.
La vide guardare quel prezioso oggetto per poi tornare a guardarla << La verità >>  dichiarò restituendo i sentimenti alla giovane che si lasciò sfuggire uno spasimo, seguito da un sorriso << L'avete già sotto gli occhi >>  fece disintegrando la porta e lanciandosi fuori  << Ma non la volete vedere >>  aggiunse quasi in un sussurrò, ma che riuscì benissimo a raggiungere le orecchie di Regina, prima di vederla scomparire.
 

*
 

Faceva male.
Con una mano si guarì la ferita alla gamba, eppure il dolore non scompariva, continuava a consumarla incessantemente.
Perché?
Perché l'aveva fatto?
Si strinse su stessa, portandosi una mano al petto sentendo il proprio cuore battere mentre lacrime copiose le bagnavano il viso.
Perché l'hai fatto mamma?

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Capitolo 8

 

Era riuscita a scappare di nuovo e quella situazione stava incominciando a infastidirla, Annabelle non si era più fatta vedere da quel giorno.
“L'avete già sotto gli occhi, ma non la volete vedere.”
Perché aveva detto quelle parole?
Si portò una mano al ventre nel dirigersi nella camera del bambino o meglio quella che lo sarebbe divenuta.
L'avevano colorata di verde e a Robin era venuto in mente di disegnare dei piccoli meli sulla parete, molto simili a quello che lei aveva in giardino, per questo quel pomeriggio aveva chiesto a Marco di creare alcune forme che potessero aiutarlo nella pittura.
Ogniqualvolta entrava in quella piccola stanza, pace e tranquillità la circondavano, rendendo ogni problema un lontano ricordo.
Non sapeva spiegarsi il perché accadesse, almeno non fino a quel momento, quando il suo sguardo venne attirato da un disegno sulla finestra: sorrise nello scoprire che era una runa di protezione, per di più una tra le più potenti, che solo la magia bianca poteva creare.
Era stata un idea di Robin?
La toccò non riconoscendo però la magia di nessun abitante di Storybrooke.
Non erano state le fate?
Per la Salvatrice era impossibile arrivare ad un livello così elevato, ma allora chi era stato?
<< Va tutto bene? >> domandò Robin posando i nuovi attrezzi sul pavimento << Sai chi è stato? >> chiese a sua volta la donna mostrando all'uomo la runa << No, che cos'è? >> << Un incantesimo di protezione. Qualcuno sta proteggendo il nostro bambino >> spiegò distogliendo lo sguardo dalla finestra per guardare il Ladro << Probabilmente sarà stato Gabriel >> aggiunse passandosi una mano tra i capelli << Lo scoprirete stasera. L'ho invitato a cena per ringraziarlo dell'aiuto che ci ha fornito con Annabelle >> informò Robin cingendo la moglie a sé << Ti stai fidando di lui? >> << Perché voi no? >> la donna si strinse nella spalle << Non so che cosa pensare Robin. E' chiaro che non ci sta dicendo tutto >> << Forse sta cercando di proteggerci e meno sappiamo del nostro futuro meglio è, non credete? >> Regina non poteva che dargli ragione << Per ora la cosa importante è far sì che non accada niente a questo piccoletto >> aggiunse sorridendo e accarezzando il ventre della donna per poi depositarle un piccolo bacio sulla fronte.

Aveva preparato le lasagne per cena, conoscendone molto bene il successo.
Gabriel era venuto puntuale, portando con sé un mazzo di fiori che però non erano tra i preferiti di Regina, il che le sembrò particolarmente strano.
Adesso erano seduti in salotto, degustando il dessert: lui vicino a Emma, mentre Robin sedeva vicino alla moglie di fronte a loro << Grazie ancora per averci aiutato con Annabelle >> fece l'uomo, prendendo un sorso di scotch dal proprio bicchiere << Ho fatto solo il mio dovere >> rispose l'altro con un sorriso << Grazie anche per il regalo al piano di sopra. Deve essere costato molto >>  disse Regina << Beh, non tanto quanto sembra >> << Non sapevo sapessi usare la magia >>  continuò la donna inumidendosi le labbra << Mi hai insegnato te, mamma >> << Certo, allora devo essere proprio buona nel futuro >> commentò sorridendo e contagiando gli altri.
Come poteva essere stata lei?
Avrebbe smesso di usare la magia nera?
<< Che cos'altro ti ho insegnato? >> chiese la Strega incuriosita da una sé che non conosceva << Ah, molto cose, come andare a cavallo e la magia, ma non sono molto bravo, almeno non come Annabelle, lei sembra portata >> si gratto la nuca nel rispondere, sembrava agitato << Così come la madre >> commentò la Salvatrice << Sì, infatti >> fece Regina, continuando a guardarlo.
Come poteva non essere portato per la magia, ma riuscire a fare un incantesimo di protezione tanto potente?
<< E io? Ho visto che sai usare bene le armi >> domandò Robin accomodandosi meglio sul divano << Sì, tutto merito tuo papà. Ho compensato alla fine >> rispose passandosi una mano tra i capelli << Meglio che io vada, si è fatto tardi e domani sarà una lunga giornata >> fece la Salvatrice alzandosi alla fine imitata dal ragazzo << Sarà meglio che vada anch'io >> disse indossando la giacca << Vi accompagno >> Robin si alzò dando il tempo ai due di salutare la moglie, prima di scortarli alla porta.
Un pressante dubbio assaliva Regina: E se non fosse stato davvero lui suo figlio?
Certo che lo era, altrimenti perché Annabelle non lo avrebbe detto?
“L'avete già sotto gli occhi, ma non la volete vedere.”
Non poteva riferirsi a questo, a lui.
E se fosse stata davvero lei sua figlia?
Avevano così tante cose in comune e la loro magia era molto simile, sopratutto durante la lotta, l'aveva percepito chiaramente, per non parlare del suo carattere.
Scosse la testa a quei pensieri. Era cambiata, ora si fidava delle persone e Gabriel era suo figlio.
Annabelle aveva ucciso Granny e aveva cercato di fare lo stesso con lei.
No, non poteva essere sua figlia.
E se invece lo fosse stata?

 

*

 

Stava camminando in corridoio quando il suo sguardo venne attirato da una strano luccichio del pavimento, in una delle tante stanze della casa.
Che cos'era?
Si chinò, scoprendo che si trattava di un ciondolo e probabilmente era caduto a sua madre, ma non glielo aveva mai visto indosso << D-dammelo >> sentì alle sue spalle e rimase stupito nello scoprire che era Annabelle << Che cosa?! >> esclamò indietreggiando di qualche passo << Ridammelo, non ti appartiene >> ordinò l'altra zoppicando un po' cercando di diminuire lo spazio che li divideva << No >> fece Henry pavoneggiando una sicurezza che non aveva << Deve essere importante per te se sei tornata fin qui per riaverlo >> continuò il ragazzo notando il volto pallido di lei << Per favore... >> sussurrò barcollando un poco << Stai bene? >> chiese lui sorreggendola << Henry? >> sentirono la voce di Regina dal salotto, la ragazza imprecò prima di scomparire << Henry? >> chiamò ancora la donna apparendo sulla porta << Che cosa ci fai qui? >> chiese sorridente << I-io ecco... >> fece il ragazzo notando solo allora la piccola incisione nel pendente << Devo andare >> aggiunse dirigendosi all'ingresso.

Si era diretto al mausoleo, ma non l'aveva trovata, ricordandosi solo dopo che la madre aveva lanciato un incantesimo sull'edificio, che non permetteva a nessun intruso di entrarvi.
Allora dove si nascondeva?
A volte si pentiva davvero di non aver mai imparato l'utilizzo della magia, ma riusciva a pareggiare con l'intelletto e con gli insegnamenti di David sul seguire le tracce, che lo avevano portato fino alla casa dello Stregone, ora inabitata.
<< Non dovresti essere qui >> fece lei minacciandolo con una spada nel vederlo entrare << Non mi fai paura >> ribatté Henry avvicinandosi senza alcun timore << E sappiamo entrambi che non mi farai del male >> aggiunse mostrandole il ciondolo << Te l'ho regalato io, non è vero? >> la ragazza abbassò l'arma << Non so di cosa tu stia parlando >> rispose prendendo il gioiello dalle mani del Vero Credente, distogliendo lo sguardo << Ecco perché Gabriel non mi piaceva >> commentò lui sedendosi in una delle poltrone disposte nel salotto che fronteggiava l'ingresso, sotto gli occhi sorpresi della ragazza << Lo sapevo che mentiva! >> esclamò tornando a guardare Annabelle << Perché non glielo dici e basta? >> chiese << Dire cosa? >> << Vuoi continuare con questa farsa ancora per molto? Ho letto la frase dietro il ciondolo >> fece mostrandone uno identico, reso però un braccialetto << Tutti gli eroi non ci credono all'inizio >> citò lui la scritta incisa su entrambi i pendenti, facendola sorridere << Me l'hai regalata prima che attraversassi il portale di Zelena >> spiegò lei sedendosi di fronte a lui, toccando il gioiello con le dita e con gli occhi umidi << Ero terrorizzata, continuavo a dire di non esserne capace, che dovevi andare te, ma poi mi hai raccontato come hai trovato Emma e di come non riuscisse a credere di essere la Salvatrice. Avevi cieca fiducia nelle mie capacità e io invece...ci sto provando, lo giuro, ma... >> copiose lacrime cominciarono a bagnarle il viso e Henry non riuscì a trattenersi dall'abbracciarla.
Non gli sembrò strano stringere a sé un'estranea, perché sapeva che lei era sua sorella, percepiva un legame, lo sentiva, così come aveva avvertito qualcosa di strano nel stringere la mano di Gabriel << Diciamolo >> dichiarò guardandola in volto, ma la ragazza scosse la testa << No, sarebbe un disastro, potremmo rischiare di cambiare il futuro, già il fatto che tu lo sappia... >> vide vera preoccupazione nei suoi occhi << Ma non possiamo continuare a far loro credere che lui sia...mio fratello >> odiava Gabriel e adesso più che mai nel vedere il volto sofferente della sorella << Che cosa è successo prima? >> chiese ricordandosi solo allora il suo zoppicare nella stanza e lei in risposta si scoprì il ginocchio, mostrando delle venature stendersi per quasi metà gamba << Che cos'è? >> << Gabriel. Credo mi abbia avvelenata quando mi ha ferito, ma non riesco a guarirla >> informò coprendo nuovamente la ferita e alzandosi, trattenendo un piccolo gemito << Dove pensi di andare? >> esclamò Henry trattenendola per un braccio << Devo fermarlo e non mi resta ancora molto tempo >> << Non andrai da nessuna parte conciata in quel modo! Posso aiutarti >> << Nessuno deve sapere che sono qui >> << Tranquilla il tuo segreto è al sicuro con me >> rassicurò il giovane << Ho bisogno di un campione, hai qualche benda sporca o qualcosa che posso mostrare? >> chiese e Annabelle materializzò una piccola boccetta contenente del liquido blu << Questo è il veleno, ma non credo che qualcuno possa conoscerne l'antidoto >> << Non qualcuno di semplice. Andrò dall'unica persona in città che saprà sicuramente come crearlo >> fece uscendo dalla casa dopo aver costretto la sorella ad assoluto riposo, almeno fino al suo ritorno.

Non era stato facile ingannare Tremotino o forse non era riuscito a farlo e il Signore Oscuro lo aveva semplicemente accontentato.
Sì, era molto più probabile la seconda ipotesi.
Aveva percorso tutto il vialetto di corsa e si stupì nel trovare il portone della casa aperto << Ti stavamo aspettando Henry >> Gabriel era in piedi di fronte a lui mentre Annabelle giaceva priva di sensi sul pavimento << Che cosa le hai fatto?! >> gli gridò contro << Che cosa vuoi fare?Non sei niente in questa epoca >> fece l'altro materializzando nelle sue mani la boccetta che Henry teneva tra le sue << E' stato un piacere >> aggiunse scomparendo insieme alla ragazza.

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Capitolo 9

 

Corse fino a casa senza fermarsi nemmeno per riprendere fiato << Mamma! >> gridò più volte finché la donna non lo raggiunse preoccupata vedendo il figlio in preda al panico << Che cosa succede?! >> << Annabelle, dobbiamo salvarla >> rispose cercando di riprendere fiato << Gabriel non è chi dice di essere, l'ha presa e la ucciderà se non la salviamo >> aggiunse cadendo inginocchio sul pavimento  << La ucciderà >> ripeté temendo per la vita della sorella << Che succede? >> Henry si voltò di scatto nel sentire la voce del ragazzo e non esitò un istante a prenderlo per il bavero sbattendolo contro il muro << Henry! >> esclamò la donna << Dov'è?! >> << Non so di che cosa tu stia parlando >> rispose l'altro << Henry lascialo andare! Non so cosa sta succedendo, ma Gabriel è rimasto quasi tutto il giorno qui >> fece Regina cercando di calmare il figlio << Henry! >> chiamò nuovamente arrabbiata adesso << Lascialo >> ordinò e passarono alcuni secondi prima che le obbedisse << Gabriel ti dispiacerebbe... >> << Certo non è un problema >> concluse l'altro superando la donna per uscire << Che cosa stai facendo? >> << Come puoi credergli?! Ha preso Annabelle e... >> gridò il Vero Credente sedendosi sui gradini delle scale << Lo so >> sussurrò la donna sedendosi accanto a lui mentre la guardava perplesso << Ci ha ingannati e adesso ha mia figlia, da qualche parte chissà dove >> aggiunse abbassando lo sguardo << Q-quando? >> << Io e Robin abbiamo cominciato ad avere dei dubbi dopo la cena. Molte erano le cose che non ci tornavano, così abbiamo cominciato a pedinarlo o meglio gli uomini di Robin hanno cominciato a farlo e qualche giorno fa abbiamo scoperto che entrava di nascosto nei miei uffici e nel mausoleo. Crediamo stia cercando qualcosa, ma non sappiamo cosa >> Henry rimase sconvolto di quella rivelazione << Credete...? >> Regina annuì << Anche Emma ci sta dando una mano con le indagini >> il ragazzo si alzò in piedi << Dobbiamo trovare Annabelle o la ucciderà >> << Perché mai dovrebbe farlo? Ha bisogno che lei resti viva, almeno finché... >> fece portandosi una mano al grembo << Deve uccidere lei o me, perché la profezia non si realizzi >> aggiunse inumidendosi le labbra << La profezia? >> << Sì, io e Emma abbiamo trovato il suo continuo in uno dei libri di Tremotino. Pare che alla fine vinca Annabelle riportando la pace tra i due mondi, il nostro e il loro >> spiegò la donna alzandosi << Quindi lui è tornato indietro per fermare la sua nascita >> vide la madre annuire << Ma non abbiamo molto tempo lo stesso, se non la ucciderà lui, sarà il veleno a farlo >> << Veleno? >> Henry le spiegò cosa aveva scoperto << D'accordo >> digitò il numero di Tremotino << Non uscire dalla casa, sono stata chiara? >> intimò prima di varcare la soglia e creare un incantesimo che impedisse a Gabriel di entrare.

 

*

 

Che cosa aveva fatto?
Ricordava ancora la sensazione del suo cuore nelle sue mani che si strinsero a pugno << Regina? >> << Sto bene, Swan. Vedete di aprire quella porta >> si trovavano nell'albergo di Granny's che ora era di Ruby e quest'ultima stava aprendo la stanza di Gabriel per loro << Grazie >> fece la Salvatrice entrando nella camera seguita da Regina e Tremotino << Cerca qualcosa che possa aiutarci a rintracciarlo >> informò la Strega dirigendosi all'armadio che però era vuoto << Questo può andare? >> chiese Emma tornando dal bagno con in mano uno spazzolino << E' perfetto >> rispose l'altro con un sorriso prendendolo dalle mani della Salvatrice e versandoci sopra l'incantesimo, che si illuminò cominciando a volteggiare per aria << Seguiamolo >> ordinò Regina.

 

*

 

La vista annebbiata dal dolore della gamba le impediva di riconoscere il luogo in cui l'aveva imprigionata, impedendole persino di trovare una fuga, ma riusciva a intravedere delle pareti di pietra, quindi probabilmente erano in una grotta.
Si morse un labbro nel notare il braccialetto anti-magia del futuro al proprio polso, conoscendo molto bene gli effetti che provocava alla magia, a differenza del precedente non si limitava a bloccarla, ma l'assorbiva rendendola maligna per il corpo << Ben svegliata sorellina >> sentì mentre il suo sguardo si spostava sulla sua direzione, trovandolo seduto su una sedia << Dove si trova? >> aggiunse avvicinandosi minaccioso << Non abbiamo molto tempo e il tuo silenzio è inutile >> non glielo avrebbe detto.
Era venuta fin lì per proteggere sua madre e non poteva arrendersi adesso, non dopo tutto quello che era successo << Non vuoi rispondere?! >> la colpì con un manrovescio che la intontì per qualche secondo << Non ho tempo da perdere Annabelle! Dov'é?! >> sentiva il sapore del sangue riempirle la bocca, ma sua madre le aveva insegnato a non arrendersi << Non lo so >> rispose tornando a guardarlo e Gabriel scoppiò a ridere << Chi pensi di prendere in giro?! >> materializzò una daga e si chinò per poterla fronteggiare << Nessuno verrà a salvarti, nessuno crede in te, nessuno >> si inumidì le labbra prima di tornare a parlare << Neanche tua madre >> le sussurrò puntandole l'arma alla gola << Per loro non sei nient'altro che la Strega Cattiva >> aggiunse << Tu non sai niente Gabriel, niente e hai cominciato una battaglia che sai di non poter vincere >> provocò senza distogliere lo sguardo pur sentendo la lama ferirle la carne << Da dove proviene tanta sicurezza? Non dirmi che credi davvero a quella profezia >> fece allontanandosi di poco dandole le spalle << Perché tu invece? No, certo che no, sei venuto fin qui per una vacanza >> si alzò in piedi anche se malamente << Sto cominciando a perdere la pazienza Annabelle >> avvisò voltandosi lentamente << Non riuscirai a salvarla >> continuò e la ragazza strinse le mani a pugno per reprimere la rabbia che le ribolliva dentro << Stavolta ci riuscirò Gabriel >> intimò << Rispondi solo a questa domanda: Com'è stato vederla morire e non poter fare nulla? Aspetta qual'è stata la sua ultima frase? Era qualcosa sulla vendetta e l'oscurità.. >> << Non farti divorare dall'odio e dalla vendetta >> citò l'altra avanzando di un passo << Non far vincere l'oscurità che è dentro di te >> continuò senza fermare il suo cammino, ignorando le fitte che provenivano dalla gamba << Sappiamo entrambi che manterrai quella promessa >> fece avvicinandosi anche lui << Allontanati! >> ordinò Regina seguita da Emma e quell'altro a risposta si parò dietro la ragazza puntandole il pugnale alla gola << Sembra che la mammina mi abbia scoperto >> << Allontanati da lei o giuro... >> l'altro rise irritando la Strega << O cosa?Annabelle non pare anche a te un Deja-vù? >> un brivido percorse la schiena della giovane ragazza << Lasciami! >> gridò cercando di liberarsi dalla sua presa al braccio << Dissolvi l'incantesimo e tua figlia sarà libera >> fece percependo l'incantesimo di clausura mentre circondava la struttura, impedendoli la smaterializzazione << Non andrai da nessuna parte! >> << Ne sei sicura? >> la ragazza sentì chiaramente la lama penetrarle un fianco e a stento trattene un gemito di dolore << Annabelle! >> urlò Regina pentendosi delle sue parole << D'accordo >> << N-no... >> si rimise dritta ignorando le fitte e il sangue che le bagnava la camicia.
Il ricordo di sua madre tra le sue braccia era ancora vivo nella sua mente, così come il dolore che le colmava il cuore << Non otterrai ciò che desideri, Gabriel >> sapeva di poter resistere, ma lo stesso non parve alla Strega che con un gesto della mano dissolse l'incantesimo all'uscita << No! >> gridò Annabelle cercando di liberarsi invano << Consegnamela e sarai libero di andare >> fece Regina ignorando la ragazza << Ottima scelta >> esclamò trascinando la giovane per poi gettarla a terra non appena riuscì a smaterializzarsi.
Emma si affrettò a iniettarle l'antidoto datole da Tremotino mentre Regina le curava la ferita alla schiena, facendole perdere i sensi << Dobbiamo portarla al sicuro >> disse prima di smaterializzare tutti nella propria casa.

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Capitolo 10

 

Stava nevicando ormai da giorni e tutta Storybrooke era ammantata di bianco, le luci natalizie abbellivano la città rendendo quel luogo ancora più magico.
Henry stava percorrendo Maine Street quando venne raggiunto dalla sorella che lo prese sotto braccio << Dove andiamo di bello? >> chiese sorridente come al suo solito << Non dovresti essere a scuola? >> << Disse quello che la saltava sempre >> il ragazzo la fulminò con lo sguardo << Non ti racconto le storie del sortilegio per usarmele contro >> << Non hai risposto alla mia domanda >> ignorò l'altra notando gli abiti formali del fratello << Stai andando da Grace, non è vero? >> continuò sentendosi soddisfatta nel notare il sorriso sul volto del giovane << Se la mamma scopre che hai saltato di nuovo la scuola ti ucciderà >> fece l'altro cercando di distogliere l'attenzione della sorella << No, perché papà mi coprirà anche stavolta >> << Cosa ti insegnerà oggi? Come aprire una serratura? >> Annabelle sorrise << Non essere sciocco, quello l'ho già imparato. Oggi imparerò a tirare con l'arco >> rispose imitando il gesto dell'arma << Mamma lo ucciderà sicuramente >> << Solo se ci scoprirà >> Henry rise a quel commento della sorella << Sei stupida se credi che non lo sappia già. Ti permette di farlo solo perché sa che ti piace e poi ti impegni altrettanto anche con la magia >> la sorella rimase quasi sconvolta a quella rivelazione << Davvero? Quindi tutto il mio cercare di nascondermi e di fingermi malata, non è servito a nulla? >> il fratello si strinse nelle spalle << Era proprio la Regina Cattiva >> risero entrambi a quel commento, uno ricordandosi come era la madre e l'altra cercando di immaginarla su una scopa volante << Beh, ora devo andare e te non dovresti incontrare Grace a mani vuote >> fece materializzando un mazzo di fiori e porgendogli al fratello << Cerca di non mettere nei guai papà >> avvisò l'altro prima di vederla scomparire sotto i propri occhi.

Sogno.
Aveva voglia di piangere per essersi illusa di poter tornare a quei momenti.
Spostò le coltri del letto nello scendere, massaggiandosi gli occhi stanchi, notando solo allora di essere completamente guarita.
Sapeva di essere a casa e non erano state le pareti bianche o le foto appese al muro a farglielo capire, ma la magia della madre che impregnava ogni cosa, dalle lenzuola che la coprivano fino alla porta adesso socchiusa.
Guardando fuori dalla finestra notò che si era fatta notte e stava per uscire dalla stanza o meglio per andarsene quando entrò Regina << Non dovresti stare in piedi >> la ammonì, ma non fece in tempo a finire la frase che la ragazza le si avventò contro, stringendola in un abbraccio, come nemmeno Henry aveva mai fatto.
La Strega esitò alcuni istanti prima di ricambiare il gesto, non essendosi ancora abituata, ma immaginando quanto invece ne avesse bisogno la giovane.
Aveva temuto di non poterlo più fare e per quello si era fatta trasportare dall'istinto, eppure anche se per lei era ancora un estranea non l'aveva allontanata << Ti voglio bene >> si lasciò sfuggire pentendosene poco dopo e allontanandosi per l'imbarazzo << Va tutto bene >> tranquillizzò la donna nel vederla turbata, cercando di nascondere invano la sorpresa causata da quelle parole << Scusami, non volevo, è solo che... >> fece sedendosi nel letto imitata dalla madre << Non preoccuparti, non mi dispiacciono un po' di abbracci >> Annabelle sorrise a quella battuta << Immagino che tu abbia fame. Henry ha ordinato delle pizze se vuoi unirti a noi >> la invitò alzandosi in piedi seguita dalla figlia.
Non sarebbe bastato qualche abbraccio o sorriso per farle dimenticare che cosa le aveva fatto e questo Regina lo sapeva bene, ma comunque era un buon inizio << Spero non ti dispiaccia un po' di confusione, all'ultimo minuto si sono aggiunti anche Marymargaret e David insieme ad Emma >> la ragazza scosse la testa troppo curiosa di conoscergli quando erano ancora più giovani << Mamma? >> chiamò Roland che corse verso di lei e la Strega si chinò per poterlo guardare in volto << Roland, ti presento la tua sorellina >> fece indicandogli la ragazza << Ciao >> salutò senza distogliere gli occhi dal videogioco che teneva tra le mani << Papà dice che è pronto >> continuò prendendo la mano della matrigna e cominciando a tirarla verso la sala da pranzo costringendo così entrambe ad aumentare il passo << Roland! >> lo sgridò Robin nel vederlo strattonare la moglie, ma l'altro ignorò il padre prendendo posto sulla sua sedia che di solito era vicino a quella di Regina << Non è sempre così >> fece il Ladro avvicinandosi all'amata << In realtà sì >> corresse la ragazza mostrando di conoscere molto delle maniere del fratellastro << Immagino che non migliorerà in futuro >>  Annabelle rise scuotendo la testa alle parole esasperate della madre << L'unica differenza è che non si limiterà più a strattonare, ma a prendere direttamente le persone di peso >> commentò non riconoscendo in quel piccoletto il fratello muscoloso che conosceva  << Annabelle! >> sentì alle sue spalle prima che Henry le si parasse davanti << Sono arrivati >> informò e poco dopo apparvero gli altri invitati << Meglio se ce la filiamo di qui >> avvisò il Vero Credente allontanando la sorella prima che cominciassero a farle un sacco di domande.

 

*

 

Anche se i suoi occhi non si posavano su di lei, non riusciva a smettere di guardarla.
Come poteva essere stata così cieca?
L'aveva abbracciata non appena vista e Regina aveva sperato che potesse dimenticare, ma anche se fosse avvenuto, lei non avrebbe mai potuto.
Le aveva strappato il cuore dal petto, braccandola e ferendola come un animale.
Si portò una mano al ventre nel sentirla ridere.
Si era ripromessa di proteggerla e invece...
L'avrebbe fatta pagare a quell'insulso impostore << Regina, hai sentito? >> fece la Salvatrice attirando la sua attenzione << Pare che sarai sindaco a vita >> continuò << Mi pare ovvio, nessuno è più bravo di me in questo ruolo >> << E io invece? >> chiese Henry curioso, portandola a sorridere nel vedere gli occhi di Annabelle che lo fissavano, mostravano quanta stima avesse di lui, di un Henry che solo lei conosceva << Sei uno scrittore o meglio l'Autore, a differenza dell'ultimo ti limiti solo a riportare gli avvenimenti, giorno per giorno e sei diventato una specie di saggio a Storybrooke >> << Saggio? >> la ragazza annuì << Poiché sei l'unico che è a conoscenza di tutti gli avvenimenti passati e presenti >> << E io? >> si intromise Roland alzando per la prima volta gli occhi dal videogioco << Beh, tu sei...tu >> sapeva di non essersi spiegata per niente << Ecco...come dire, sei molto più alto e forzuto >> << E poi? >> sembrava deluso da quella descrizione << Sei a capo di una banda tutta tua, composta da ragazzi della tua età che insieme a te pattugliano la città di notte mentre di giorno lavorano come Guardiani insieme a te >> non poteva dirgli tutto, come quanto fosse severo con lei e che finivano sempre a scontrarsi in un duello, che fosse per l'ultima fetta di pizza o per l'arco migliore << Guardiani? >> chiese Robin ciò che tutti volevano sapere << Giusto, ecco i Guardiani sono coloro che sorvegliano i lieto fine, avvisando l'Autore di ogni possibile o avvenuto cambiamento. Ce ne sono molti nella Storybrooke del futuro >> << Com'è esattamente la tua Storybrooke? >> domandò Regina cominciando a distribuire il dessert nei vari piatti << Non è molto diversa da questa ad essere sinceri. Ci sono solo più persone con la magia, sopratutto dopo l'arrivo di Lily e la nascita di me e Gabriel, siete stati costretti ad aprire una scuola che insegnasse alle persone dotate come noi >> << Una scuola come quella di Harry Potter! >> esclamò Emma sorridente << Lo citate molto anche durante le lezioni >> << Lezioni? >> << Sì, sei una delle insegnanti insieme alla fata turchina e ha mia madre >> << Diventerò un insegnate >> commentò la Salvatrice cominciando a ridere e ben presto quell'euforia finì per contagiare tutti i presenti << E noi? >> chiesero i Charmings curiosi anche loro del proprio futuro << Ecco voi... >> si passò una mano tra i capelli << Siete eroi e per molti un esempio, per questo su Maine Street, in mezzo alla piazza, verrà eretto un monumento in vostro onore e insieme a papà cercate le persone delle favole disperse in tutto il mondo per riportarle tra noi >> << Altre persone come noi? >> << Sì, grazie ad August abbiamo scoperto che sono in molti quelli che sono stati assorbiti da qualche portale e sono finiti qui prima del sortilegio o dopo, così abbiamo cominciato a rintracciarli grazie ad una mappa fornitaci da Tremotino >> spiegò prendendo un boccone dalla Cheese-cake alla fragola e cioccolato << Sembra una Storybrooke molto più divertente >> commentò Henry << Certo, però ci sono anche molti più nemici e alcuni... >> un'ombra passò nei suoi occhi, nel guardare la madre.
Che cosa stava nascondendo?
La vide smettere di mangiare e alzarsi in piedi << Forse è meglio se vado, Gabriel starà escogitando qualcosa e io devo trovarlo assolutamente >> << Non andrai da nessuna parte >> intimò Regina incrociando le mani sul tavolo << Non posso rimanere qui >> << Non te lo sto chiedendo >> nessuno osò intromettersi, nemmeno Robin << Io...Gabriel potrebbe.. >> << Non mi interessa di Gabriel o della profezia, al momento la mia unica preoccupazione sei tu e non uscirai da questa casa, perché è l'unico posto che ti tiene lontana da lui >> spiegò alzandosi in piedi bruscamente << Se non lo fermerò riuscirà a trovare... >> << Questo? >> la fermò materializzando la pergamena del sortilegio << C-come? >> << Non sono stupida Annabelle, non dopo Peter Pan. Io e Marymargaret ci siamo messi d'accordo che lo tenessi io e nessuno può trovarlo se non siamo noi a volerlo >> informò smaterializzando il rotolo al suo posto << Gabriel non riuscirà mai ad averlo >> continuò affiancandola << Ho bisogno che voi lo distruggiate >> << Cosa? >> fece sconvolta Regina reprimendo un brivido di freddo nel ricordare cosa accadde l'ultima volta << E' l'unico modo perché lui non distrugga tutto... >> << Annabelle, il bene vince sempre, anche se avvolte non riusciamo più a crederci >> disse Biancaneve avvicinandosi anche lei alla ragazza << Non si tratta di crederci o meno, Gabriel è molto potente e non riusciremo mai a fermarlo >> continuò rinunciando all'idea di andarsene, visto quanto decisa era la madre << Non mi è apparso potente come dici >> la ragazza rise alla madre << Non vi ha mostrato niente di quello che è capace di fare. E' un prodigio sia con le armi che con la magia >> << Gabriel dice che anche tu lo sia >> commentò Robin parlando per la prima volta << Non abbastanza...o almeno non quanto avrei voluto >> la mano di Regina toccò la sua riportandola indietro da quel ricordo ancora doloroso in lei << Non distruggeremo il Sortilegio, ma ti aiuteremo a sconfiggerlo. Nessuno minaccia la mia famiglia e ne esce impunito >> rassicurò, vedendola per la prima volta per la ragazza sedicenne che era << Non ci riuscirete >> sussurrò abbassando lo sguardo, nascondendo gli occhi umidi << Abbi fiducia in noi, non siamo male sai? >> Emma riuscì a strapparle un sorriso << Hai dalla tua parte la Salvatrice e lei è già metà vittoria >> commentò scherzoso Henry cercando di smuovere la situazione, riuscendo a contagiare anche gli altri.
Annabelle aveva un segreto, qualcosa che la stava divorando dall'interno e in qualche modo c'entrava Gabriel.
Regina non sapeva che cosa fosse anche se in realtà qualcosa aveva intuito.

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Capitolo 11
 

<< Annabelle, concentrati! >>  << Ci sto provando! >>  gridò la ragazza guardando la madre << Permettimi di dissentire >>  con un gesto della mano creò un cerchio di fiamme che circondarono immediatamente la giovane << Mamma! >>  esclamò l'altra imprecando poco dopo vedendo la spaccatura sotto i suoi piedi << Concentrati o verrai divorata >>  Roland trattene una risata beffandosi di lei << Lo trovi divertente? >>  fece lanciandoli un occhiata di sfuggita << Non badare a lui o... >>  Regina non riuscì a concludere la frase che le fiamme avvolsero la ragazza che sprofondò nel terreno << ...Fallirai >>  continuò aiutandola a liberarsi << La prossima volta non userò del fuoco fatuo >>  avvisò ripulendola dalla sabbia con un gesto della mano << Non è colpa mia è Roland che continua a distrarmi >>  il ragazzo divenne serio immediatamente quando la matrigna guardò la sorellastra << Cosa? >>  << E' la verità! Perché deve presenziare ad ogni mio allenamento? >>  Regina si inumidì le labbra dando tempo alla figlia di realizzare cosa le avesse appena detto, ma invano << Pensi che durante una battaglia non ci saranno distrazioni? Roland presenzia ad ogni tuo allenamento perché sa bene come farti irritare, ma tu devi ignorarlo >>  le spiegò ancora un po' adirata << Devi imparare a focalizzare il problema e dimenticare tutto ciò che ti circonda altrimenti finirai >>  << Ricoperta di sabbia e cenere >>  concluse il fratello e lei di risposta gli sferrò un pugno che lui deviò senza alcuna fatica << Annabelle! >>  chiamò la madre immobilizzando entrambi << Roland puoi pure andare >>  fece abbracciandolo prima di vederlo incamminarsi verso i suoi compagni << Non puoi continuare a cedere alle sue provocazioni, ormai sei abbastanza grande per capire che lo fa di proposito >>   continuò avvicinandosi alla figlia che scalciava il terreno per la frustrazione << Allora perché non lo fai smettere?A te da sempre retta >>  << Non posso impedirgli di essere tuo fratello >>  spiegò incamminandosi insieme a lei verso la macchina << Qual'è il tuo trucco? Come fai a non distrarti? >>  chiese dopo un lungo silenzio parandosi davanti alla madre, ma continuando a camminare << Finirai per inciampare se non guardi la strada, Annabelle >>  avvisò Regina nel guardare la figlia << Rispondimi! >>  << Non c'è nessun trucco, solo concentrazione >>  rispose sorridendo all'ingenuità della ragazza << Non ci credo, non puoi essere sempre concentrata! >>  la madre alzò gli occhi al cielo, prima di distruggere con una palla di fuoco il piccolo folletto di legno alle sue spalle << Se ti impegnassi così tanto anche con le lezioni, non perderemmo tutto questo tempo >>  fece nel guardare il volto sconvolto della figlia sorpassandola << Non è possibile! Come hai fatto ha vederlo? >>  chiese affiancando la madre nuovamente << Non l'ho visto, l'ho sentito, Annabelle >>  << Non c'è stato nessun rumore >>  Regina rise nuovamente << Non con l'udito >>  le diede un buffetto alle orecchie prima di prenderle le mani << La magia scorre ovunque e se ti concentri abbastanza la puoi percepire in ogni cosa, dagli alberi alle foglie che stiamo calpestando adesso. Ora la senti, non è vero? >>  delle forte vibrazioni partirono dai guanti della madre per raggiungere le mani della figlia, che venne avvolta da un forte calore che la portò a sorridere dalla sorpresa << Un giorno non avrai bisogno di me per sentirla >>  continuò togliendogli una foglia incastrata trai capelli << Devo solo concentrarmi per sentire questo? >>  << Per te sembra essere un grosso problema >>  canzonò estraendo dalla tasca le chiavi della Mercedes << La prossima volta ci riuscirò, vedrai >>  era riuscita a motivarla, anzi la magia era riuscita a farlo << Ma ricordati la magia >>  << Ha sempre un prezzo >>  concluse Annabelle distrattamente, prima di montare in auto imitata dalla madre.

 

*

 

Si svegliò di soprassalto, dirigendosi in bagno frettolosamente.
Le nausee stavano divenendo sempre più frequenti e i mal di testa non avevano intenzione di scomparire, causati probabilmente dalla sempre più continua crescita della magia dentro di lei, che diveniva incontrollabile ogni giorno di più.
Con la testa ancora pulsante si appoggiò alla vasca, cercando di riprendere il controllo del proprio corpo.
Aveva promesso ad Annabelle di aiutarla, ma in quello stato non ci sarebbe riuscita.
Si passò una mano tra i capelli, sospirando anche per il mancato sonno, ormai erano giorni che non riusciva a dormire come si deve.
<< Regina? >>  sentì la voce di Robin prima che aprisse la porta << Tesoro va tutto bene? >>  chiese preoccupato nel vederla rannicchiata a terra mentre si affrettava a raggiungerla << No... >>  mormorò portandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio << Volete che chiami il dottor Wahle? >>  la donna scosse la testa mentre appoggiava la fronte contro il petto del marito << Sono solo stanca tutto qui >>  fece abbandonandosi completamente a lui << Non deve essere facile >>  << Biancaneve sembrava portata >>  commentò un poco irritata ricordandosi come la  gravidanza non le avesse causato alcun problema, ma quei pensieri vennero sconvolti da un altro conato.
Regina fece appena in tempo a scostare Robin perché non si sporcasse e quest'ultimo invece si affrettò a tenerle la fronte, cercando in qualche modo di aiutarla.
Alla fine di quella notte si sentiva esausta, come svuotata, e priva di ogni forza si era completamente appoggiata a Robin, che con delicatezza le tamponava la fronte con un asciugamano bagnato << Tesoro state tremando >>  le fece notare lui che la sollevò dal pavimento, dirigendosi in camera per poi adagiarla sul letto, aiutandola con le coperte e i cuscini << Dovete riposare >>  la ammonì sedendosi sul bordo del letto, ma Robin sapeva che se la moglie avesse potuto non se lo sarebbe fatto ripetere due volte.
La vide chiudere gli occhi mentre cercava di reprimere un altro brivido di freddo << Provo a ravvivare il fuoco >>  informò dirigendosi al camino nella speranza di portarle conforto.
Si sentiva così impotente.
La sua Regina era sempre parsa così forte, indistruttibile eppure adesso...
Che cosa poteva fare?
<< Robin? >>  si massaggiò gli occhi prima di tornare a guardarla << Sì, avete bisogno di qualcosa? >>  notò che finalmente aveva smesso di tremare e poté tirare un sospirò di sollievo << Dovresti dormire >>  fece lei tornando a sdraiarsi << Dormirò quando voi dormirete >>  la sentì ridere e le si avvicinò vedendo il sorriso impresso sul suo volto, ora pallido << Non preoccuparti >>  rassicurò riaprendo gli occhi per poter vedere il volto dell'amato << Come posso non esserlo? >>  Regina tese una mano fino a toccare le guance rosse di lui per poi sorridere << Penso di amarti >>  comunicò e l'uomo quasi scoppiò a ridere a quelle parole << Ti faccio ridere? >>  sembrava arrabbiata, adorava quando si arrabbiava << No, solo non pensate sia un po' tardi per scoprirlo? >>  risero insieme stavolta << Secondo te perché l'abbiamo chiamata Annabelle? >>  chiese la Strega mentre lo vedeva tornare a stendersi affianco a lei << Mia nonna si chiamava così >>  le disse lui mentre lei posava la testa sul suo petto << Tua nonna? Se abbiamo dato il suo nome ha questa piccoletta deve essere davvero speciale >>  sorrise nel portarsi una mano al ventre imitata poco dopo da Robin << Praticamente è stata lei ad allevarmi dopo la morte di mia madre >>  spiegò depositando un piccolo bacio sull'addome della moglie << Ti amo >>  si ripeté Regina accarezzandone i capelli  e stupendo nuovamente l'uomo << Oggi siete in vena di coccole >>  fece scherzoso per poi avvicinare il proprio volto a quello di lei, per poterla baciare.
Niente a che vedere con i soliti baci che si concedevano, questa volta fu un bacio quasi casto, delicato, come se l'uno temesse lo spezzarsi dell'altro.
Solo quando poterono guardarsi nuovamente e condividere la stessa aria che lei si accorse degli occhi lucidi di lui << Non smettere di amarmi >>  intimò prendendole le mani e portandole alle labbra per depositarvi dei piccoli baci << Non scomparire fino a che non mi sarò saziato completamente di te >>  aggiunse con la voce un poco tremante, ma Regina sapeva che si rivolgeva così a lei solo quando era troppo emozionato o aveva paura << Robin non smetterò di amarti e non scomparirò, te lo prometto >>  gli ultimi avvenimenti l'avevano terrorizzato.
Ma come biasimarlo?
Lei stessa cominciava a temere per se stessa, sopratutto perché in quello stato non era pienamente convinta di riuscire a difendersi.
L'ombra e la preoccupazione non scomparvero dai suoi occhi e Regina se ne rammaricò, poiché tra i due era lui quello con pensieri positivi.
Prese il volto dell'amato tra le mani e Robin non osò respingerla, si lasciò cullare del suo profumo, delle labbra morbide di lei che sfioravano le sue, delle ciocche di capelli che gli accarezzavano le guance e in un attimo capì che non poteva mostrarsi debole, non doveva esserlo.
L'avrebbe protetta da chiunque, anche se quel qualcuno aveva la magia o era più potente di lui e in quel momento non gli importava del dolore che avrebbe potuto sentire o del timore di spezzarsi perché il terrore di non poter più vedere quegli occhi lo paralizzava << Supereremo insieme anche questo >>  fece sorridendo allo sguardo di lui privo di incertezze adesso << Ti amo Regina >>  ci fu un ultimo bacio prima che le luci dell'alba cominciassero ad entrare nella stanza, annunciando l'inizio di una nuova giornata.

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Capitolo 12
 

Ancora non capiva perché dovesse farlo.
Fingere di volerle bene, quando in realtà era lei la causa di tutto << Ne vuoi ancora Gabriel? >>  chiese la donna << No, grazie >>  la verità è che tutti fingevano in quella stanza.
L'unica che si salvava in quella famiglia era sua sorella Annabelle, a lei voleva bene davvero l'unico legame sincero di cui si poteva vantare.
Anche ora mentre gli raccontava di come avevano trascorso la giornata a scuola, non tralasciava alcun dettaglio << Gabriel raccontagli dello scherzo alla Fata Turchina! >>  fece lei richiamandolo dai suoi pensieri << Non credo sia furbo parlarne davanti al Preside in persona >>  suppose indicando Regina a capo tavola mentre si puliva con il tovagliolo << Almeno uno dei due è intelligente >>  commentò lei alzando un sopracciglio nel guardare la figlia << Ma mamma! Ora non stai lavorando! >>  esclamò la figlia alzando le mani al cielo << Davvero? Perché io e il collegio degli insegnanti stiamo ancora cercando il colpevole. Voi per caso ne sapete niente? >>  i due ragazzi si scambiarono alcune occhiate d'intesa prima di tornare a guardare la donna << No >>  esclamarono all'unisono scuotendo al testa << Meglio >>  fece sorridendo e guardandoli ancora con sospetto prima di rivolgere il suo sguardo a Roland << Te invece che hai fatto oggi? >>  chiese prendendo un sorso di vino rosso dal proprio bicchiere, dando così il tempo al figliastro di riordinare le idee << Niente di particolare, abbiamo solo beccato qualcuno a scassinare la porta del Banco dei pegni  >>  rispose sogghignando alla ragazza che rimase a bocca aperta, come ferita nel profondo << Maledetto! Avevi promesso di tenere la bocca chiusa! >>  lo colpì ad una spalla, ma il giovane non si diede nemmeno la pena di schivarlo, sapendo bene che la propria corporatura avrebbe attutito il colpo e ferito la sorella << Annabelle! >>  esclamò la Strega indignata sbattendo le mani sul tavolo << Mamma! >>  fece lei imitando la madre e la donna rimase un attimo stordita, così come tutti i presenti, tranne Robin che quasi scoppiò a ridere nel vedere la scena, ormai troppo abituato ai litigi tra le due << Cosa avresti fatto se ti avesse scoperto Tremotino? >>  la ragazza finse di pensarci un attimo << Semplice: gli avrei ricordato come tu gli hai salvato la vita molto tempo fa >>  rispose con un alzata di spalle e la donna rimase sconvolta di quella rivelazione << Henry! >>  esclamò  attirando l'attenzione del figlio  in cerca di spiegazioni, così che potesse farle comprendere il perché sua figlia sapesse eventi del passato che doveva conoscere solo l'Autore << E-ecco, sì? >>  fece atteggiandosi da persona ignara << Davvero ragazzi? >>  l'avrebbero portata ad un esaurimento nervoso, ne era certa.
Tirò un lungo sospiro prima di tornare a sedersi << Siete in punizione per una settimana >>  informò e Roland scoppiò a ridere << Anche tu >>  aggiunse e stavolta toccò agli altri due ridere  << Visto? Il lieto fine c'è sempre >>  commentò Annabelle dando pacche sulla spalla al fratello << E te invece Gabriel? Ti prego dimmi che non sei un delinquente >>  fece Regina guardando il ragazzo con sguardo speranzoso.
Fingeva.
In realtà non gli importava niente né di lui né della sua giornata, doveva solo fare bella figura davanti al marito adorato << Niente di particolare, ho passato solo la giornata in biblioteca a leggere insieme a Belle >>  mentiva.
In realtà era andato da sua madre, ma nessuno badava al piccolo figlio di Zelena e questo giocava a suo favore << Bene, almeno uno che sa come passare il tempo senza finire nei guai >>  criticò la Strega guardando la figlia con tanto d'occhi.
Gli odiava, la odiava.
 

 

Sorrise allo specchio nel non riconoscersi.
L'incantesimo di trasmutazione lo sbalordiva ogni volta, ma cominciava a stancarsi di quel corpo mingherlino e privo di forza, però doveva ammettere che era una perfetta copertura, nessuno avrebbe mai sospettato di lui, del gentile dottor Hopper.
Sospirò nell'indossare il soprabito prima di guardarsi un'ultima volta allo specchio.
Non era stato facile sbarazzarsi del corpo, se l'avesse nascosto, prima o poi l'avrebbero scoperto, ma distruggendolo aveva risolto il problema una volta per tutte, nessuno si sarebbe accorto della sua morte, figurarsi della sostituzione.
Aveva scelto il Grillo per un motivo ben preciso, oltre a Regina e Robin, era l'unica altra persona che poteva far visita a lei senza suscitare alcun sospetto.
Aprì l'ombrello quando fu finalmente fuori da quella minuscola casa e si diresse all'ospedale, salutando le persone di passaggio, molte delle quali frequentavano assiduamente l'ufficio del dottor Hopper.
Era sconvolto di quanti segreti oscuri sapevano nascondere quelle facce sorridenti.
Con passo deciso si incamminò nel sotterraneo dell'edificio, con un sorriso docile salutò la guardiana di quel posto senza tempo e infine dritto verso la cella << Mi sono concesso il permesso di portarti del caffè >>  disse non appena fu al suo interno << Non ho bisogno del caffè >>  fece l'altra alzando le mani al cielo << Ma di uscire da qui >>  continuò strattonandosi il polsino di cuoio << Se è quello che vuoi, lo farò, ma devi pazientare ancora un po' >>   spiegò il Grillo chiudendo la porta alle sue spalle << Per quanto tempo ancora? >>  << Il tempo sufficiente per sistemarli una volta per tutte >>  lei fece un lungo sospiro prima di abbracciarlo << Ti farò uscire di qui te lo prometto mamma >> .

 

 

*

 

I suoi genitori erano usciti molto presto quella mattina e poco dopo anche Henry e Roland, così alla fine era rimasta sola a casa.
Regina le aveva severamente vietato di uscire e Annabelle non aveva alcuna intenzione di disobbedirle, non voleva farla arrabbiare, sopratutto non dopo aver visto lo stato in cui era.
Si sentiva in parte in colpa per quello che le stava accadendo e non sapeva come portarle sollievo.
Quando le aveva raccontato della sua gravidanza aveva riso e scherzato, però mai l'aveva sentita parlare di quanto fosse stato difficile per lei.
Non avere controllo sulla propria magia doveva essere doloroso e Annabelle rabbrividiva solo al pensiero.
Posò il libro che stava leggendo, lasciandosi sfuggire un sorriso nel vedere le mele rosse che ornavano il tavolo da cucina mentre ne prelevava una, ricordandosi le miriadi di volte in cui aveva fatto lo stesso gesto, ma con meno coscienza di quanto fosse importante.
Nel dare un morso alla frutta sentì la porta principale aprirsi << Annabelle sei qui? >>  la voce di Marymargaret risuonò nell'atrio della casa mentre la ragazza si dirigeva da lei << Tutto bene? >>  chiese a sua volta preoccupata << Sì, sì va tutto bene. Regina mi ha chiesto di rimanere qui fino al suo ritorno. Sai con Gabriel a piede libero non è l'ideale lasciarti sola >>  << Certo >>  fece facendola accomodare nel salotto insieme al piccolo Neal << Com'è piccolo >>  commentò nel vedere il neonato in fasce << Immagino che è la prima volta che lo vedi così >>  la ragazza annuì freneticamente << Almeno dal vivo, l'ho visto solo in alcune sue foto >>  spiegò sedendosi vicino alla donna per poter vedere meglio il piccolo ancora dormiente << Davvero, e com'è? >>  la ragazza si portò una ciocca di capelli dietro l'orecchio completamente persa nel vedere il bambino << Di aspetto? Molto simile al padre, ma ha i tuoi occhi, limpidi e chiari. E' una persona buona e come non esserlo con dei genitori come voi? Ama la compagnia e molto spesso a scuola è circondato di persone, ma a lui non dispiace. E' sempre disposto ad aiutare il prossimo anche se molte delle volte si ritrova nei guai >>  sorrise ripensando ad un aneddoto << Sembra che tu lo conosca molto bene >>  commentò Biancaneve meravigliandosi di come i loro figli avessero preso molto da loro eppure così poco << Sì, esce sempre con noi >>  << Con noi? >>  Annabelle annuì << Con me, Darell, Phillip e Alexandra >>  rispose distrattamente accarezzando delicatamente la testa di Neal << Conosco Phillip e Alexandra, ma Darell? >>  la giovane si morse un labbro lasciando trasparire di aver parlato più di quanto dovuto << Sapete mantenere un segreto? >>  << Ti posso assicurare che non ne è capace >>  la voce di Regina arrivò alle orecchie della figlia che si voltò all'istante, seguita dallo sguardo sconcertato di Marymargaret << Credo che Emma voglia parlarti >>  comunicò la Strega togliendosi i guanti mentre Robin entrava con alcune buste della spesa << Allora vi saluto. Annabelle spero che potremmo continuare un altro giorno >>  fece sorridendo alla ragazza e salutando i coniugi prima di uscire << Allora di quale segreto parlavi? >>  chiese sedendosi dove prima vi era Biancaneve << Niente di importante >>  la donna alzò un sopracciglio prima di sorriderle << Ti è più facile parlarne con Marymargaret? >>  doveva ammetterlo le dava fastidio che potesse avere più confidenza con lei << Ho solo parlato troppo >>  disse Annabelle alzandosi in piedi << In realtà non so se posso parlarne >>  continuò alzando le mani al cielo << Che intendi? >>  sembrava turbata << Se parlandone ne cambio il futuro? >>  la Strega si alzò per poter vedere meglio la figlia << Non puoi cambiare qualcosa che è già scritto, puoi provarci certo, niente ti impedisce di farlo, ma difficilmente è possibile >>  Robin tornò in salotto dopo aver sistemato la spesa << L'unica cosa che puoi fare è modificare leggermente gli avvenimenti, come un porta gioie invece di un sasso. Guarda me e tuo padre, quel giorno alla taverna ero fuggita, mi sono allontanata dal mio destino, ma quando mi sono voltata l'ho trovato proprio dietro di me >>  l'uomo sorrise per niente imbarazzato dalle parole della moglie << Quindi secondo te, non mi è possibile cambiare il futuro? >>  << Forse alcune cose, come cerca del resto di fare Gabriel, ma non potrete mai cambiarlo del tutto >>  la ragazza sembrò riflettere sulle parole della madre << Che ne dici se mentre ci pensi, mi aiuti a cucinare qualcosa? >>  fece dirigendosi in cucina << Io vado a prendere Henry e Roland >>  informò Robin mentre la vedeva incamminarsi << Apriti con lei Annabelle, non aver timore di rivelarle i tuoi segreti anche quelli più oscuri, perché sarà forse l'unica a non giudicarti, te lo posso assicurare >>  le sussurrò il padre prima di lasciarla andare.
Lo sapeva, almeno nel futuro era sempre pronta a confidarsi con lei e molto spesso finivano col litigare, ma aveva il terrore di cambiare le cose.
Anche la Salvatrice gli aveva detto le stesse parole e lei aveva viaggiato indietro nel tempo << Che cosa ti va per pranzo? >>  Annabelle rimase a fissarla cercando di memorizzare il più possibile di quell'immagine << Non ho preferenze >>  fece poi sedendosi in una delle sedie dell'isola << D'accordo >>  prese degli ingredienti dal frigorifero e dalle credenze, per poi sistemarli sul piano << Che cosa credi che stia facendo Gabriel adesso? >>  << Non lo so, probabilmente starà ideando un nuovo piano, se non l'ha già fatto >>  la vide pulirsi le mani bagnate sul grembiule prima di prendere delle patate e cominciare a pelarle << Pensi che vincerà? >>  la donna rise a quella domanda << No >>  anche se le stava dando le spalle sapeva che non c'era alcuna incertezza nei suoi occhi << Perché ne sei così convinta? >>  << Perché so che il bene vince sempre e grazie al cielo tu sei il bene per il momento >>  << Sembra un discorso più di Biancaneve che tuo >>  la Strega si voltò a guardarla divertita << Forse perché l'ho sentito troppe volte nella mia vita per poterlo dimenticare >>  << E com'era essere cattiva? >>  quella domanda gliela aveva già fatta in passato, ma non le aveva risposto << Gratificante >>  commentò appoggiandosi con i gomiti sul ripiano di marmo per poter vedere la figlia negli occhi << Era questa la risposta che volevi? >>  aveva intuito e Annabelle distorse lo sguardo un po' imbarazzata << Alle volte, ma per la maggior parte del tempo era devastante >>  << Devastante? >>  la donna annuì prima di tornare a cucinare << Certo, alla fine la mia vendetta non si era trasformata in nient'altro che un modo per essere amata. Cercavo di riempire quel vuoto lasciatomi da Daniel e da mia madre, ma non è facile quando tutto ciò che ti circonda non ha più senso per te, tutto ti sembra privo di vita quando perdi la persona che ami più di te stessa >>  la vide infornare il pollo e togliersi il grembiule << Ed è stato grazie a papà che tu... >>  la donna scosse la testa << No, non solo grazie a lui, ma ad Henry, Emma e la stessa Biancaneve. Sono stati dei piccoli gesti, forse insignificanti per alcuni, ma preziosi per me >>  << Quindi per superare l'odio c'è bisogno ancora di più amore? >>  che domanda strana pensò Regina mentre prendeva posto affianco a lei << Questo non te lo so dire, di certo l'amore è un fattore importante, ma mai quanto il perdono, solo se sei in grado di concedere quest'ultimo, ti sarà possibile continuare >>  spiegò nel modo migliore in cui le era possibile << Annabelle te odi Gabriel? >>  la ragazza sussultò un attimo prima di guardare la madre << Non lo so, probabilmente >>  i suoi occhi si incupirono al ricordo del sangue tra le mani << Che cosa ti ha fatto? >>  fece la madre riportandola al presente << Io... >>  delle lacrime copiose cominciarono a bagnarle le guance e Regina non riuscì a rimanere immobile di fronte a quella scena: l'attirò a sé cullandola in quel tenero abbraccio, cercando in qualche modo di consolarla.
La sentì singhiozzare contro il suo petto e chiedere scusa più volte, sembrava che cercasse perdono, voleva essere perdonata per qualcosa che aveva commesso, ma cosa poteva mai aver fatto di così grave da divorarla così?

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Capitolo 13

 

<< Non sarà facile Phillip >> commentò Alexandra mentre prendeva un cucchiaio dal proprio yogurt << Se Annabelle collabora sarà facilissimo >> << E cosa ti fa credere che ci aiuterà? >> il ragazzo alzò le spalle << Perché sicuramente anche lei vorrà farlo >> rispose il giovane con certezza assoluta << E infatti Phillip ha ragione >> la voce di Annabelle giunse alle loro orecchie poco prima che apparisse di fronte alla scalinata della torre << Allora qual'è il piano? >> << Semplice tu hai pieno accesso al municipio, no? Basterà che disattivi l'allarme così da poter entrare indisturbati> la ragazza si passò una mano tra i capelli << Sembra un piano perfetto se conoscessi il codice di mia madre >> commentò sorridendo ai giovani << Cosa?! Come puoi non conoscerlo? >> la ragazza fece un alzata di spalle << Semplice lei non si fida di me, io sono la figlia di Robin Hood >> ancora rideva al solo pensiero del volto di Emma quando aveva trovato tutta la centrale dello sceriffo sotto sopra << Ecco ben fatto Annabelle hai appena distrutto lo scherzo mensile >> la ragazza rimase sconcertata di tale accusa << Ehi, non è colpa mia se l'ultima volta ci siamo fatti beccare, qualcuno non è riuscito a tenere la bocca chiusa >> << Ah, ora la colpa è mia? >> fece Alexandra subito sulla difensiva << Ok,ok diamoci una calmata. Ci sarà pure un altro modo per entrare dentro, no? >> Annabelle sembrò pensarci intensamente << Forse uno c'è >> un sorriso apparve sul volto della giovane mentre Gabriel si materializzava di fianco a lei << Ah sì e quale? >> chiese Phillip salutando l'amico << Attraverso il suo mausoleo. C'è un accesso dietro le pareti dell'ufficio >> la giovane strega diede un bacio sulla guancia al fratellastro << Ecco perché è il mio fratello preferito! >> esclamò portando tutti a ridere << Non state dimenticando qualcosa? >> sentirono una voce a loro ignota provenire dalla cima della torre << Chi va là? >> chiese Phillip mentre cominciavano a dirigersi verso la persona che aveva parlato << Ecco fatto, ci mancava che Darell ci sentisse >> commentò Annabelle arrivando prima degli altri << Darell?! >> fecero tutti delusi non appena lo videro << E tu che cosa ci fai qui? >> domandò Alexandra, ma il ragazzo si limitò ad alzarsi e a richiudere il libro che teneva tra le mani << Il vostro piano non funzionerà >> commentò togliendosi gli occhiali da lettura << Certo e perché mai Genio? >> lo schernì Phillip e il ragazzo rise a quel nomignolo << L'incantesimo della magia del sangue >> un velo di delusione coprì i giovani che si imbronciarono subito << E adesso? >> l'intruso sbuffò << Che c'è? Immagino che tu abbia una soluzione >> la voce di Annabelle risuonò minacciosa, ma il giovane non sembrò esserne intimorito << Ovvio, ma perché mai dovrei condividerla con voi? >> Darell sorpassò il gruppetto di teppisti per dirigersi all'uscita << Immagino che quello che non appartenga alla biblioteca pubblica, non è vero? >> commentò la ragazza avvicinandosi al giovane << Non so di che cosa tu stia parlando >> << Perché mai devi venire fin quassù per leggere? Perché non a casa o nella biblioteca della mamma? >> con un gesto della mano prese il libro che il giovane nascondeva tra le braccia e si lasciò sfuggire un sorriso << Al nostro Genio piacciono i libri impegnativi >> Annabelle venne immediatamente spalleggiata dai suoi compagni che capirono le sue intenzioni << Chissà che cosa dirà zia Belle quando scoprirà che il suo adorato figlio ama leggere i libri delle ombre del paparino >> il ragazzo spostò il peso da un piede all'altro << Che cosa vuoi Annabelle? >> fece frustrato più per essere stato scoperto che per il ricatto << Ci aiuterai ad entrare e non dirai a nessuno quello che vogliamo fare >> << Ti vanti di essere la figlia di Robin Hood, ma non hai idea di quanto in questo momento tu assomiglia a tua madre >> la ragazze si finse colpita << Allora che farai? >> << Vi aiuterò solo questa volta. Poi le nostre strade si divideranno >> la giovane strega gli porse il libro << Lo sai che rovini la reputazione di tuo padre, buonista >> lo schernì lei, ma il ragazzo non sembrò minimamente colpito << Tu non devi preoccuparti invece, stai facendo davvero un ottimo lavoro >> criticò riprendendosi il libro prima di smaterializzarsi.
Tutti i presenti si congratularono con lei, però Annabelle non riusciva a smettere di pensare a quello che aveva appena fatto.
Non perché si sentisse in colpa, ma non riusciva a comprendere il perché si sforzasse tanto.
Qualunque cosa avesse fatto sarebbe comunque restato il figlio di Tremotino.


*

 

Nel frattempo nel futuro.

Un ultimo bacio.
Era l'ultima cosa che ricordava di lei prima che scomparisse dalla sua vista.
Gli aveva promesso di tornare, ma il timore di non rivederla lo terrorizzava << Darell abbiamo bisogno che tu vada insieme ad Alexandra a perlustrare i boschi >> << Altre scomparse? >> chiese a Roland voltando le spalle ai vari medici << Sì, pensiamo si tratti sempre dei seguaci di Gabriel >> spiegò incamminandosi verso l'uscita dell'ospedale affiancato immediatamente dal ragazzo << Alexandra ti aspetta a Toll Bridge lei ti spiegherà tutto, io devo andare a risolvere un altro problema >> informò salutando con un gesto della mano Darell, prima di allontanarsi velocemente verso la macchina per dirigersi alla barriera.
Come aveva potuto Gabriel fare tutto quello?
Si smaterializzò e Alexandra era proprio dove gli aveva detto Roland, indossava un'armatura di cuoio per l'occasione che le copriva tutto il busto e la spalla sinistra.
Ancora ricordava quando se l'era fatta fare su misura e di proposito aveva lasciato scoperta la spalla destra così da essere più veloce sia con la spada che con l'arco << Contro cosa dobbiamo combattere stavolta? >> domandò sapendo bene che quando era bardata così, non era mai un buon segno<< Credo sia un Troll o comunque qualcosa di molto grosso >> << Chi ha rapito? >> la vide massaggiarsi il collo prima di tornare a guardarlo << Penso si tratti di Leroy, anche se non riesco a capire che cosa mai possano volere da un vecchio nano ubriacone >> commentò aprendo un pacchetto di chewin-gum << Vuoi? >> Darell scosse la testa stupendosi di quel comportamento << Devi assumere zuccheri prima di uno scontro sai? >> continuò e sembrò molto un rimproverò << Come puoi essere così calma? >> lei sorrise riponendo il pacchetto in tasca dopo averne presa una << Calma? Ti posso assicurare che non sono per niente calma >> disse sistemandosi meglio la faretra e incominciando ad inoltrarsi per il bosco << Phillip come sta? >> nell'ultima battaglia si erano scontrati contro un un branco di lupi e il ragazzo era rimasto gravemente ferito << E' forte e non vede l'ora di tornare in battaglia >> con un gesto della mano indicò un impronta seguita da altre, che disintegrò immediatamente la teoria del troll << E' un orco >> imprecò Alexandra che pur essendo brava con le armi e probabilmente le erano superiori solo Gabriel e Annabelle, detestava combattere contro quegli esseri << Ma come può essere? >> la ragazza si strinse nelle spalle << Non sappiamo chi o cosa di preciso Gabriel abbia portato in questo mondo attraverso i portali >> << Va bene l'importante è non dividerci >> Alexandra lo guardò un po' scettica << Non sarebbe meglio chiamare Roland? >> lo Stregone scosse la testa << E' uno solo e ce la possiamo fare >> << Se lo dici tu >> di solito era Darell ha ideare le strategie di battaglia quando non c'era Annabelle, il che portava Alexandra ad avere piena fiducia nel giovane << Il piano? >> chiese continuando a seguire le tracce lasciate dall'energumeno << Io lo attirò mentre tu rimani nascosta fino al mio segnale. Entrambi sappiamo che il loro punto debole è l'occhio quindi vedi di non sbagliare >> intimò Darell e lo sguardo che ricevette lo fece temere per la propria vita.
Come faceva Annabelle?
Non faticarono molto a trovare l'accampamento dell'orco e per loro sfortuna non stava dormendo << Sicuro che non ci conviene chiamare Roland? >> sussurrò lei nel vederne le dimensioni << Sicuro, coprimi mi raccomando >> lui si incamminò con cautela verso il mostro il più furtivamente possibile, pentendosi di non aver seguito al meglio le lezioni di Annabelle << Ehi! >> esclamò attirando immediatamente l'attenzione dell'orco impegnato a cucinarsi il brodo dove molto probabilmente sarebbe finito Leroy, che invece per il momento era ancora in gabbia << Che cosa vuoi? >> domandò irritato e alzandosi immediatamente << Non dovresti mangiare i nani >> rimproverò gesticolando con il dito << Perché? >> il suo unico vantaggio era la loro stupidità e doveva sfruttarla al meglio << Sono piccoli, puzzolenti e poi di certo non ti sazierai con un ubriacone come quello >> continuò e vide l'orco spostare il suo sguardo più volte verso Leroy << Cosa puoi saperne tu? >> si alzò e il solo suo passo fece tremare il terreno che stavano calpestando << Io mi voglio offrire al posto del nano >> l'orco rise << Mangerò anche te >> gridò prima di lanciarsi verso Darell che iniziò a correre verso Alexandra che nel frattempo aveva già incoccato la freccia << Ora! >> gridò smaterializzandosi dietro di lui, sentendo chiaramente il suono della freccia che si conficcava nell'occhio dell'orco poco prima che si afflosciasse sul terreno << Visto non c'era bisogno di Roland >> commentò dirigendosi da Leroy per liberarlo dalle corde che lo legavano << E' stata solo fortuna >> << Con un ottimo piano >> interrompé Gabriel smaterializzando tutti alla centrale dello sceriffo.
Stranamente era in confusione molto più del solito e Emma era intenta a parlare con un gruppo di persone, delle facce nuove visto che non gli aveva mai visti << Tutto bene? >> chiese Marymargaret vedendoli rientrare << Che cosa succede? >> la donna gesticolò con le mani come a dire che non era importante << Credo che ti stia cercando Robin >> informò allontanandosi un poco dalla folla, così da poter parlare liberamente << Robin? >> la donna annuì distrattamente nel firmare alcuni documenti portategli da Ruby << Sì, però non so di cosa voglia parlarti di preciso, non me la voluto dire. Mi ha solo chiesto di mandarti da lui se ti avessi visto. Lo potrai trovare al solito posto >> disse prima di vedere il giovane scomparire.
L'uomo non aveva ancora superato la morte di Regina e come biasimarlo?
Dopotutto aveva perso l'amore della sua vita e sua figlia in poche settimane.
In realtà sapeva anche che in parte si attribuiva la colpa di tutto quello che era successo, visto che Gabriel era suo figlio.
Con cautela Darell si avvicinò al mausoleo la cui porta era aperta sorprendendo Robin intento a pregare.
L'uomo era dimagrito molto, sopratutto dopo la partenza della figlia e delle profonde occhiaie gli segnavano il volto pallido << Non dovresti fissare le persone >> lo rimproverò senza però voltarsi a guardarlo << Marymargaret mi ha detto che mi cercavi >> si affrettò a spiegare allontanando l'imbarazzo << Avvicinati Darell >> la sua voce risuonò tra le mura di pietra << Quanto tempo è passato ormai? Immagino che ti manchi >> continuò passandosi una mano sul volto << Non quanto a lei, signore >> sorrise della formalità con cui si rivolgeva a lui << Sai, a Regina non sei mai piaciuto >> << Me ne sono accorto, signore >> per la prima volta gli occhi verde-marino si posarono su di lui << Però sapeva che eri perfetto per Annabelle. Le tenevi testa e molto spesso la rimettevi sulla buona strada e non poteva che essertene grata >> si massaggiò gli occhi rivelando di essere più stanco di quanto volesse ammettere << Ed è per questo che ho bisogno di chiederti un favore >> continuò tornando a guardarlo << Voglio che tu raggiunga Annabelle >> << Intendete nel passato? >> domandò sconvolto Darell di quella strana richiesta << Sì, Annabelle ha bisogno di un volto amico, di qualcuno che sappia, ma sopratutto non posso permettere che affronti tutto questo da sola. So che quello che ti sto chiedendo è molto e probabilmente i tuoi genitori non ne saranno contenti, ma di te Regina si fidava e non avrebbe mai voluto Annabelle da sola, sopratutto non in un momento come questo e... >> << Lo farò, signore >> l'uomo rimase sorpreso della risposta del ragazzo << Se riponete in me tale fiducia non posso fare a meno di esserne grato e sinceramente i miei genitori non sono un problema, loro capiranno la mia decisione >> continuò sempre più sicuro della scelta fatta.
Robin non resistette e si alzò, lo abbracciò come faceva solo con i propri figli e all'orecchio gli sussurrò parole di gratitudine prima di tornare a guardarlo << Riportala da me Darell, riportala da me >>.

 

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


Capitolo 14
 
 

Lo aveva visto entrare, ma non uscire.
Che fosse andato a trovarla?
Dopotutto era sua madre che male c'era se andava a farle visita?
Doveva aspettarlo.
No, non l'avrebbe aspettato, sarebbe andata lì e l'avrebbe rimproverato.
Con sicurezza entrò nell'edificio e sempre con la stessa determinazione di affrontarlo si diresse ai sotterranei, dove era nascosto il manicomio, o un modo più dolce per chiamare le segrete di Storybrooke.
<< Non manca molto, mamma >> sentì chiaramente la sua voce provenire dalla stanza di quella che doveva essere sua zia << Non manca molto?! Dimmi la verità, per caso ti sei innamorato di lei? >> << Cosa?!NO! >> sembrava molto scosso dalle parole della madre << Davvero? >> << Perché mai dovrei farlo? >> le gridò contro e Annabelle riuscì a intravedere lo schiaffò che ricevette Gabriel prima ancora che il suono le raggiungesse le orecchie << Perché ha distrutto la tua famiglia! >> gridò lei e la giovane strega vide il ragazzo portarsi una mano alla guancia, ora rossa << Ma...lei
è la mia famiglia >> lo sguardo di Zelena si fece più dolce adesso mentre si avvicinava al giovane << Lo so, lo so caro, ma devono pagare. Lei deve pagare. Ti hanno allontanato da me, dalla tua mamma e questo mi ha fatto soffrire molto, lo capisci vero? >> << No, non lo capisco. Devi abbandonare l'idea di vendicarti e cerca di farti perdonare invece. Sono brave persone, mamma >> il ragazzo si passò una mano tra i capelli prima di tornare a guardare la madre << Hai ragione caro, dopotutto ti hanno cresciuto. Mi dispiace, non volevo colpirti, lascia perdere tutto quello che ti ho detto. Sei mio figlio e ora posso vederti. Questo mi è sufficiente >> lo abbracciò stavolta e Annabelle rimase sconvolta tanto da smaterializzarsi il più lontano possibile da loro, abbandonando ogni pensiero di affrontarlo.
Che cosa doveva fare?
Si passò una mano tra i capelli agitata e per la prima volta nella sua vita non sapeva che cosa dovesse fare.
Non poteva dirlo né alla mamma né al papà, l'avrebbero sicuramente punito.
Gabriel aveva davvero intenzione di ascoltarla?
No, certo che no, sapeva di che cosa era capace quella rana, anche lui aveva ascoltato e letto le sue storie da Henry.
Si appoggiò al tronco di un albero per poi sedersi sul terreno << Annabelle, va tutto bene? >> Robin apparve da dietro un cespuglio con in mano la sua balestra e si affrettò a raggiungere la figlia preoccupato << Tesoro? >> doveva mentirgli, questo lo sapeva, ma che cosa avrebbe fatto poi con Gabriel? << Sì, sì, sto bene papà >> fece alzandosi dal terreno e ringraziò la genetica perché di certo aveva imparato dalla madre a raccontare bugie << Tua madre mi ha detto che hai litigato con Darell >> lei gli sorrise prima di abbracciarlo, visto che era da poco tornato da uno dei suoi viaggi, ma dentro di lei nel frattempo, sperava che il costo di quel segreto non fosse alto.


*


Quella donna era maledettamente furba.
Doveva escogitare qualcosa al più presto, dopotutto non glielo avrebbe mai consegnato di sua spontanea volontà.
Si grattò la nuca mentre ammirava il bosco, durante una delle passeggiate con Pongo.
Doveva ammettere che l'olfatto di quel cane era formidabile, ma niente che un incantesimo non potesse occultare.
Che cosa poteva fare?
Di certo la soluzione non gli sarebbe cascata dal cielo.
Sospirò profondamente, massaggiandosi gli occhi stanchi sotto gli occhiali e quando tornò a guardare il sentiero quasi scoppiò a ridere nel vedere un volto amico.
Con leggerezza ritornò nella propria forma, ricordandosi quanto gli fosse mancata << Darell Bealfire Gold >> lo chiamò portandolo a voltarsi, ma smaterializzandosi poi alle sue spalle << Questa è davvero un'inaspettata sorpresa >> continuò colpendolo alla testa prima che potesse reagire.
Un sorriso colorò il suo volto mentre il giovane ragazzo perdeva i sensi.

*


Sua madre era particolarmente silenziosa e questo la infastidiva, non che nel futuro parlasse molto, ma era il perché lo fosse.
Si umettò le labbra con lingua nel togliersi le cuffie, incamminandosi su per le scale e superando le infinite stanze di quella casa a cui i suoi occhi avrebbero dovuto essere abituati, eppure riusciva a scorgere così tante differenze che tutto le appariva come nuovo.
Bussò prima di aprire con il timore di disturbare qualsiasi cosa stesse facendo da ore lì dentro e rimase sorpresa di scoprire che cosa quella camera celasse: centinaia di rotoli di pergamena erano ben riposti su altrettanti scaffali di forme e altezze diversi, alle pareti c'erano foto, ritratti e dipinti di quelli che potevano sembrare volti o paesaggi ignoti, ma occhi esperti avrebbero riconosciuto il suo castello, suo padre << Sono le persone e i luoghi che ho conosciuto e visitato personalmente >> la voce di sua madre la prese alla sprovvista e ritirò immediatamente la mano che stava toccando quello che probabilmente era un ritratto di sua nonna Cora << Che cosa ci fai qui dentro? >> chiese palesemente un poco arrabbiata, ma Annabelle non si fece intimidire << Che cosa c'è nell'altra stanza? >> la donna sospirò della curiosità della figlia e chiuse alle sue spalle la porta << Non dovresti essere qui, non permetto a nessuno di entrare >> spiegò costringendo la ragazza a seguirla fuori dalla stanza << Perché? >> << Perché no >> sembrava particolarmente irritata che Annabelle avesse scoperto quel posto << Scusami, non volevo >> la donna la guardò un poco scettica << Non è vero, sei dannatamente curiosa, ma non è una cosa che mi dispiace >> sospirò prima di guardarla nuovamente << Allora perché mi cercavi? >> sapeva perché glielo aveva chiesto e sapeva anche che non avrebbe mai accettato una mezza verità, ma la loro conversazione venne interrotta dall'arrivo di qualcuno di poco desiderato << Che cosa ci fa lui qui? >> lo sentirono bussare al portone di ingresso << Non fatemelo buttare giù >> disse probabilmente percependo la loro magia.
Regina smaterializzò la ragazza nella sua camera chiudendola all'interno prima di dirigersi al piano inferiore << Che cosa vuoi? >> fece senza nascondere l'odio che provava nei suoi confronti << Dov'è la mia sorellina? >> chiese con un tono beffardo che non fece altro che peggiorare l'umore della donna << Che cosa vuoi Gabriel? >> il ragazzo attese ancora qualche secondo prima di rivolgerle uno sguardo pieno di disgusto << Dammi il sortilegio o giuro che te ne farò pentire >> << E come pensi di fare? >> intimò Regina avvicinando il proprio volto a quello di lui senza però varcare la soglia di casa << Beh vedi, io ho qualcosa di molto prezioso o meglio qualcuno di molto prezioso. Qualcuno che tiene davvero molto a tua figlia e spero con tutto il cuore di non dovergli fare alcun male anche se ogni parte del mio corpo lo desidera >> la donna si accigliò a quella minaccia non riuscendo a capire di chi stesse parlando << Sta mentendo! >> sentì alle sue spalle << Ciao sorellina >> << Stai mentendo! >> ripeté lei falciando i passi che gli divideva, ma fermata dal braccio della madre perché non varcasse il confine dell'incantesimo di protezione che circondava la casa << Non lo sto facendo sorellina, sai che a te non mentirei mai >> fece sempre con tono scherzoso alzando le mani in segno di resa << Chi?! Chi stai minacciando? >> un sorriso crudele apparve sul suo volto che accapponò la pelle alla ragazza << Darell >> sussurrò divertito.
Gli occhi di Regina si spostarono sulla figlia che era divenuta bianca come un cencio << N-non è possibile >> << Certo invece, davvero pensavi che non ti avrebbe seguita? Lui ti ama Annabelle e l'amore non è forse tutto? >> il tono di lui si fece più serio sulle ultime parole, come a volerle sottolineare qualcosa << Non è vero! >> gridò lei ancora sconvolta << Sta a te credermi o meno, la vita di Darell è sulle tue mani. Portatemi il sortilegio entro l'alba o giuro che di lui non resterà che un amaro ricordo >> fece prima di scomparire davanti ai loro occhi.
Regina la vide cadere in ginocchio mentre lacrime copiose le bagnavano le guance << No..ti prego...ti prego... >> continuava a ripetere mentre un dolore allucinante le attanagliava il cuore << Annabelle... >> la chiamò chinandosi di fronte a lei << Guardami Annabelle, ho bisogno che tu mi parli >> continuò invano << Perdonami per questo >> disse la madre prima di farla sprofondare in un lungo sonno.

*


Quando si svegliò lo sguardo che le rivolse non era per niente cordiale << Ho dovuto farlo Annabelle >> << Davvero? E' così che ti comporti con i tuoi figli? >> era arrabbiata, ma Regina sapeva che non era lei la causa di tutta quella rabbia << Chi è Darell? >> chiese porgendole un bicchiere d'acqua e dandole tutto il tempo necessario perché rispondere << Un amico a cui tengo molto >> << E' solo questo? >> la ragazza si passò una mano tra i capelli irritata << E se non fosse solo questo? Mi aiuteresti comunque? >> fece irata alzando le mani al cielo << A questa domanda non serve una risposta Annabelle >> Regina si alzò dal divano massaggiandosi il collo << Davvero? Perché sono certa che tu non voglia dargli il sortilegio >> la madre fece un lungo respiro profondo prima di tornare a guardare la figlia << E hai ragione, non ho alcuna intenzione di farlo, ma troveremo un modo per salvare Darell >> << E hai intenzione di salvarlo quando sarà già morto? Perché per salvarlo si presuppone che lui resti in vita >> le gridò contro nuovamente << Annabelle devi calmarti, così non stai facendo che il gioco di Gabriel. Sei più intelligente di così >> << No, la verità è che tu lo sottovaluti! Non hai la minima idea di quello che lui è in grado di fare >> fece Annabelle, adesso a un solo passo da Regina << Continui a dirmi cosa sia giusto fare e cosa non lo sia, continui a dirmi di avere fede, di credere nel prossimo, quando non hai la minima idea di chi tu stia combattendo >> << Smettila Annabelle >> disse la Strega senza gridare ma guardandola dritta negli occhi senza distogliere lo sguardo nemmeno un instante << No, non ti ascolterò di nuovo. Non lascerò che Gabriel uccida di nuovo qualcun altro, dammi il sortilegio >> la donna scosse la testa e la rabbia della ragazza non fece che aumentare << Così non cambierai niente, se lui ottiene il sortilegio hai perso >> << Non mi importa >> << Davvero? Perché a me sembra che invece non sia così, se davvero non ti fosse importato nulla, non saresti tornata indietro nel tempo per cambiare le cose. Molte persone hanno riposto la loro fiducia in te, non puoi deluderle così, non puoi deludermi così >> Regina la guardò con severità adesso << Non farti sopraffare dall'emozioni Annabelle >> rimproverò prima di abbracciarla << Io ho fiducia in te, nelle tue capacità e sono certa che riuscirai a battere Gabriel >> le sussurrò prima di tornare a guardarla << Ora ho bisogno che tu mi dica chi è Darell, così da poterlo rintracciare >> << E come? >> chiese Annabelle asciugandosi il volto << Tramite i suoi genitori, sono certa che riusciremo a creare un incantesimo che sarà in grado di trovarlo >> spiegò la donna vedendo la figlia riacquistare un poco di autocontrollo << Qualche problema? >> la ragazza scosse la testa allontanando ogni incertezza << Tremotino e Belle, sono loro i genitori >> Regina rimase sorpresa di quella rivelazione << Me lo immaginavo che prima o poi il mio sangue si sarebbe mischiato con quello del Signore Oscuro >> commentò indossando la giacca e porgendone una alla figlia << Almeno sarà meno restio ad aiutarci stavolta >> continuò uscendo dalla casa e dirigendosi alla macchina, ma sì sentì afferrare da un braccio << Riusciremo a salvarlo vero? >> le sorrise prima di abbracciarla nuovamente << Lo salveremo Annabelle te lo prometto >>.

 

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


Capitolo 15
 

<< Non voglio entrare! >> esclamò Annabelle indietreggiando << Annabelle non ci resta ancora molto tempo, se non entriamo non potremmo salvare Darell >> la ragazza scosse la testa più volte << Che cosa le prende? >> chiese Belle che le aveva seguite a differenza del marito che invece non era per niente impaziente di rivelare i propri desideri << Annabelle non ti costringerei a farlo se non costretta, ma se vuoi salvare il tuo amico devi entrare con me >> << Ma...se io entro dovrò rivelare il mio segreto più oscuro e... >> la ragazza adesso guardò la madre negli occhi << Non posso >> continuò scuotendo la testa e indietreggiando ancora << Il segreto riguarda me? >> Annabelle sussultò sul posto nel sentire la voce della madre << Non importa, quando usciremo da lì non sarà cambiato niente, te lo prometto >> rassicurò Regina << Cambierà tutto invece >> << Non ti guarderò con occhi diversi >> << Non ho paura di come mi guarderai, ma.... >> un gridò maschile lacerò il silenzio della notte << Annabelle ti prego >> fece Belle sentendo il ragazzo gemere di dolore << Devi scegliere tesoro e non posso costringerti a fare nessuna delle due cose, ma sono certa che se non entrerai te ne pentirai per il resto della tua vita >> fece la Strega prima di varcare la porta dell'edificio, ma Annabelle esitò ancora qualche secondo prima di seguire la madre all'interno.

La luna era alta in quella notte d'estate e illuminava talmente tanto Maine Street che i lampioni cominciavano a divenire superflui.
Gli guardava gioire della morte di lei mentre il suo corpo era ancora caldo all'obitorio.
Come si potevano definire buoni?
Gabriel strinse le mani a pugno talmente forte che le unghie lo ferirono leggermente << Gabriel >> lo chiamò Annabelle, ma lui non smise di fissare la folla all'interno di Granny's e solo quando lei lo toccò sembrò notarla << Che cosa ci fai qui? >> chiese brusco allontanandosi dal suo tocco come scottato << Ero preoccupata >> spiegò sorprendendosi di quell'atteggiamento visto quanto erano legati << Sto bene >> fece voltandole le spalle ed incamminandosi verso il bosco, ma lei non esitò un attimo a seguirlo.
Perché lo faceva?
Dopotutto sua madre non aveva che causato danni alla sorella << Perché Regina non è con loro a festeggiare? >> chiese ad un tratto quando ormai il sentiero cominciava ad apparire davanti ai loro occhi << Perché non c'è niente da festeggiare e dopotutto era pur sempre sua sorella >> lo spiegò con una voce talmente ovvia che il ragazzo si irritò ancora di più << Davvero? Perché non mi sembra che l'abbia aiutata in qualche modo! >> gridò infastidito da lei e dalla sua arroganza << Gabriel calmati >> fece lei non riconoscendo in quel ragazzo il suo fratellastro << Calmarmi >> ripeté lui passandosi sulle labbra secche << Vuoi che io mi calmi?! >> continuò frustrato << Come posso calmarmi quando la causa della morte di mia madre non è niente meno che la tua >> le urlò contro dando parola ai propri pensieri << Di che cosa stai parlando? >> cominciava a perdere la pazienza anche lei << Tu vuoi sapere di che cosa sto parlando? Chi è che la rinchiusa lì dentro? Chi è che l'ha allontanata da suo figlio? >> << Non dire idiozie, non puoi accusare mia madre di averla imprigionata quando è stata Zelena a minacciarla più volte, anche dopo averle dato più di un'occasione per riscattarsi >> lui scoppiò a ridere a quelle parole come se avesse detto una qualche battuta solo a lui comprensibile << Lo sapevi che voleva andarsene via? Allontanarsi da tutto questo ed andare ad Oz con me? >> fece puntandole un dito per indicarla << Allontanarsi da voi? >> continuò guardandola con occhi pieni di odio adesso << Parleremo quando ti sarai calmato >> disse Annabelle e fece per allontanarsi, ma Gabriel l'afferrò per un braccio << No, tu non andrai da nessuna parte! >> si smaterializzò con lei per poi riapparire in quello che sembrava uno strano sotterraneo, molto simile a un rifugio per tornado, però Annabelle sapeva che a Storybrooke non ce n'erano << Dove siamo? >> chiese arrabbiata perdendo completamente la pazienza << Tu lo sapevi non è vero? Sapevi quello che mia madre voleva che facessi >> << Non so di che cosa stai parlando >> mentì anche se però l'aveva presa alla sprovvista << Certo come no >> con gesto veloce le mise il braccialetto anti-magia << Che cosa stai facendo?! >> gli gridò contro iniziando ad avere paura << Quello che avrei dovuto fare molto tempo fa >> disse prima di smaterializzarsi da Regina che era ancora nel suo ufficio << Gabriel... >> fece alzandosi per abbracciarlo, ma si stupì della sua freddezza << Va tutto bene? >> chiese diffidente e un po' scettica << Sì o meglio no... >> nel passarsi una mano sul volto il ragazzo cominciò a ridere e un brivido percorse la schiena della donna << Gabriel che cosa succede? >> Regina aveva uno strano presentimento << Vendetta >> fece lui e approfittò della sorpresa della donna per smaterializzarla dalla figlia << Annabelle! >> gridò lei cercando di liberarsi dalla presa del giovane che nel frattempo materializzò un altro braccialetto che le mise immediatamente al polso, prima di gettarla sul pavimento.
Lo vide prendere Annabelle e appenderla al muro << Che cosa vuoi Gabriel?! >> gli ringhiò contro la donna cercando di liberarsi dall'incanto con cui l'aveva immobilizzata << Che cosa voglio? Mi sembra di avertelo già detto >> legò un fazzoletto intorno alla bocca della ragazza impedendole così di parlare << Vendetta >> concluse materializzando un pugnale nella propria mano << Vendetta? >> Regina non riusciva a capire che cosa potesse volere da loro << Sì per quello che le hai fatto >> lo vide puntare l'arma all'addome della sorella adesso spaventata << Gabriel non lo vuoi fare >> la Strega aveva sempre dubitato dell'amore che lui riponeva in lei, ma mai di quello che provava verso la sorellastra << Che cosa vuoi saperne tu di cosa voglio o non voglio?! >> le gridò contro puntando adesso la daga contro di lei << E' tua sorella e so che le vuoi bene >> non c'era incertezza negli occhi castani di lei a differenza di quelli freddi di lui << Hai ragione >> cominciò a giocare con l'arma nelle sue mani<< Ed è proprio per questo che devo farlo >> con mano esperta la lama penetrò la gamba sinistra di Annabelle che trattenne un gemito di dolore << NO! >> gridò Regina dimenandosi nell'incanto nel vedere il sangue della figlia riversarsi copioso sul cemento del pavimento << L'amore non è forse una debolezza? >> sussurrò lui come divertito chinandosi sui talloni per potere vedere negli occhi la donna che l'aveva cresciuto << Sei un mostro! >> gli inveì contro lei adesso rivolgendoli uno sguardo pieno di rabbia e odio << Forse >> commentò lui alzandosi e riavvicinandosi nuovamente alla sorellastra << Stai lontano da lei o giuro che... >> Gabriel le rivolse un sorriso prima di affondare nuovamente la lama nella carne della ragazza che stavolta boccheggiò e vere lacrime di paura cominciarono a bagnarle le guance << Andrà tutto bene Annabelle te lo prometto >> cercò di rassicurare la madre << Non fare promesse che non puoi mantenere >> rimproverò lui estraendo il pugnale per poi pulirlo sulla camicia della ragazza << Smettila Gabriel! Che cosa vuoi che faccia? farò qualsiasi cosa, ma smettila >> gridò stavolta nel vederlo puntare l'arma di nuovo verso la figlia << Qualsiasi cosa >> sembrò assaporare quelle parole come un buon gustaio assapora un vino pregiato << Ma è questo quello che io voglio >> affermò guardandola con quel sorriso che da sempre lo caratterizzava e con occhi che un tempo anche lei aveva posseduto << Vedi tu mi hai tolto tutto >> occhi pieni di odio << Mi hai tolto a mia madre quando ero ancora in fasce >> di rancore << E poi me l'hai tolta quando finalmente ci eravamo ritrovati >> e senza alcuna pietà << Io ti odio Regina >> adesso erano talmente vicini che l'uno poteva respirare l'aria dell'altra << Ed è per questo che voglio farlo, perché voglio toglierti tutto, voglio che tu non abbia più niente, voglio che tu soffra come ho sofferto io >> nel dirlo le strappò il cuore dal petto rimanendo poi ad ammirarlo, come un bambino ammira un giocattolo nuovo << Ma prima voglio sapere la verità >> continuò portando il magico oggetto alla bocca << Mi hai mai voluto bene? >> chiese quasi in un sussurrò come se temesse la risposta della Strega << Sempre >> << Menti, stai mentendo! >> gridò alzandosi in piedi adesso << Non è vero e sai che sto dicendo la verità. Non posso mentirti se hai in mano il mio cuore >> fece indicando con la testa il cuore pulsante nella mani del ragazzo << Allora perché tenermi allo scuro della profezia? Se davvero dici di volermi bene perché non me ne hai mai parlato >> << Di quale profezia stai parlando?! >> << Lei aveva detto che avresti mentito >> la donna lo guardò sorpresa di tutto quell'odio domandandosi il perché non l'avesse notato per tutto quel tempo << Io non sto mentendo Gabriel, se è stata Zelena a parlatene non puoi fidarti delle sue parole >> il ragazzo rise senza freno anche dopo aver rimesso al suo “posto” il cuore della donna << Se anche così fosse non sto facendo altro che il mio ruolo nella storia >> fece stringendosi nelle spalle e dirigendosi con passo deciso verso Annabelle che lo guardò negli occhi senza più paura adesso << Allontanati da lei! >> gridò Regina spezzando le catene magiche e scaraventando il ragazzo contro una parete << Andrà tutto bene tesoro >> rassicurò avvicinandosi alla figlia e togliendole la benda dalla bocca << P-perdonami mamma è tutta colpa mia >> la donna si sorprese di quelle parole mentre la liberava e l'adagiava sul terreno << Di che cosa stai parlando? >> una risata maschile tornò a riempire il rifugio << Lei sapeva Regina, sapeva tutto >> i suoi occhi vennero attirati dal braccialetto della Strega che adesso giaceva sul pavimento << Ma come hai fatto? >> chiese sorpreso che si fosse liberata << Ci sono già passata >> informò lei materializzando una palla di fuoco che non esitò un istante a sferrare contro il ragazzo che però si lanciò a terra per schivarla << Annulla l'incantesimo di clausura! >> ordinò Regina cercando di smaterializzarsi invano, temendo per la figlia visto che nessun incantesimo di guarigione sembrava fare effetto sulle ferite << Gabriel la ucciderai! >> gridò non vedendolo più << M-mamma >> la chiamò Annabelle attirando la sua attenzione << Non parlare >> ordinò la Strega rallentando il sanguinamento con un incanto e circondandola di piccole fiammelle << Dille la verità Annabelle prima che sia troppo tardi! Dille come hai tenuto nascosto il nostro piccolo segreto >> << Di che cosa sta parlando? >> la ragazza trattene un fremito di dolore << N-non volevo.. io volevo solo proteggerlo mamma, non... >> uno spasimo la zittì portandola a stringere la mano della madre convulsamente << Gabriel ti prego... >> supplicò Regina nel vedere la figlia iniziare poco a poco a perdere i sensi << Io non ti devo alcun favore Regina >> la donna nel sentire la sua voce nuovamente, riuscì a trovare il luogo in cui si nascondeva e si smaterializzò da lui.
Non appena gli fu davanti lo schiaffeggiò talmente forte da farlo ricadere sul pavimento << Non lascerò che tu la uccida Gabriel >> con un gesto della mano la magia lo sollevò per lei << Annulla l'incantesimo ora >> continuò guardandolo con gli occhi che riservava solo ai suoi nemici << Vai al diavolo >> sillabò lui spuntando poi il sangue del labbro spaccato sul terreno << Noi forse non potremmo andarcene ma niente impedisce a te di farlo >> << E perché mai dovrei farlo? >> intimò lui adesso distanti solo un passo l'uno dall'altra << Perché vuoi che tuo padre ti voglia ancora bene e sopratutto perché non vuoi morire >> non c'era incertezza in ciò che diceva, ma sapeva per certo che anche se lui se ne fosse andato sua figlia sarebbe sopravvissuta solo in un modo e di certo Robin non l'avrebbe mai perdonato << E come pensi di salvarla restandotene qui?Anche se me ne vado ci vorrà un po' prima che l'incantesimo di clausura si dissolva >> chiese lui cominciando ad agitarsi per la sicurezza della donna, riusciva ad intravedere l'ombra di quello che era stata, della Regina Cattiva e cominciò a provare paura per se stesso << Questo non è un problema tuo >> la sua voce era pacata e Gabriel si rese conto che adesso era lei a comandare il gioco e non più lui, così non esitò un attimo a smaterializzarsi il più lontano possibile dalla donna temendo per la sua incolumità.
La Strega si diresse immediatamente dalla figlia che giaceva ormai inerme sul pavimento e prese la sua mano tra le sue << Annabelle devi ascoltarmi >> fece e la ragazza con lentezza riaprì gli occhi << Non odiarlo >> sussurrò mentre i suoi occhi cominciarono ad inumidirsi << Non farti divorare dall'odio e dalla vendetta, non divenire come lui, non far vincere mai l'oscurità latente che è in te, mai! Mi hai sentito?! >> le lacrime le solcavano il viso adesso bagnando le guance e Regina si fece forza prima di tornare a guardare la figlia, sorridendo stavolta << Io ti voglio bene Annabelle e te ne vorrò sempre >> si tolse la fede che aveva al dito e la mise all'indice della ragazza << Sei tu il mio lieto fine >> sussurrò depositandole un piccolo bacio sulla fronte e la ragazza poté sentire chiaramente la vita riempirle di nuovo le vene e l'aria scorrerle nuovamente attraverso i polmoni << M-mamma? >> solo allora si rese conto di che cosa stesse facendo la Strega: le ferite che prima laceravano il suo corpo stavano scomparendo una ad una per poi ricomparire sul corpo di lei, mozzandole il respiro e se Annabelle percepiva la forza rientrare nel suo corpo, Regina avvertiva la vita abbandonarla nella medesima frequenza << No!Ti prego...ti prego >> lacrime incontrollate bagnavano il suo volto e adesso era lei in piedi, di fianco alla madre e stringeva la sua mano nella sua << NO! Perché? Perché l'hai fatto? >> Regina sapeva il perché, non sarebbe mai riuscita a sopravvivere a quel dolore non avrebbe mai voluto sopravviverle << Vai da papà, non abbandonarlo mai. Devi dirlo te ad Henry e a Roland, non devono venirlo a sapere da nessun altro... >> sussultarono entrambe nel sentire il respiro di lei mozzarsi << Trova la tua felicità Annabelle, non permettere...che lui te la porti via >> le sorrise un sorriso amaro, provava vero dolore nel sapere di non poterle stare vicino per il resto della sua vita << Non dire così mamma >> Annabelle cominciò a guardarsi intorno disperata cercando un modo per andarsene, ma l'incantesimo stava malapena cominciando ad annullarsi << A-annabelle >> la chiamò nuovamente in un mezzo respiro, ma non riuscì a dire altro prima che il suo cuore smettesse di battere e l'oscurità l'attirasse a sé.
Annabelle gridò nel vedere gli occhi della madre chiudersi per sempre, strinse a sé il suo corpo ancora caldo e pianse, pianse come non si permetteva mai di fare.
Pianse perché solo quella mattina aveva potuto parlare con lei e adesso non ci sarebbe più stato nessuno con cui farlo.
Pianse perché voleva che le gridasse contro, che litigasse con lei che la mettesse in punizione ma non sarebbe più accaduto.
Non ci sarebbero più stati insegnamenti nel bosco né rimproveri, lei non ci sarebbe più stata...


<< Ho ucciso mia madre >> l'ultima catena che immobilizzava Darell al muro si sgretolò facendo ricadere il giovane inerme sul pavimento.
Annabelle le lanciò uno sguardo di sfuggita prima di soccorrere il ragazzo privo di sensi che giaceva sul terreno << D-dobbiamo portalo fuori >> disse Regina cercando di riacquistare il proprio autocontrollo e con un gesto della mano smaterializzò tutti all'ospedale, compresa Belle che era ancora fuori ad attendere il loro ritorno.
Annabelle continuò a seguire il ragazzo anche mentre lo visitavano i medici di turno.
Lo amava e questo lo poteva notare chiunque, anche per chi non la conoscesse affatto.
Si strinse nel cappotto nel reprimere un brivido di freddo ricordando ciò che aveva detto: Ho ucciso mia madre.
Regina si passò una mano trai capelli nell'alzarsi cercando di scaricare la frustrazione << Regina non credo sia così grave >> fece Belle e la donna quasi scoppiò a riderle in faccia << Certo, sono sicura che lui starà bene >> commentò prima di dirigersi verso la caffetteria, completamente vuota a quell'ora della notte.
Gabriel lo sapeva ecco perché aveva rapito Darell e messo su tutto quel teatrino, voleva che lei lo dicesse.
Prese la tazza di caffè fumante e stava per tornare in sala d'attesa quando vide comparire Annabelle sulla porta << Non avrei dovuto dirlo >> fece non appena la vide e Regina si strinse nelle spalle << Non credo che sarebbe cambiato qualcosa se non l'avessi fatto >> le porse il bicchiere che aveva preso per lei << Vuoi parlarne? >> le chiese guardandola adesso e notando che aveva le guance arrossate, probabilmente aveva corso << Io... >> << No, certo che no. Darell sta bene? >> la Strega cercò di cambiare discorso più per la figlia che per se stessa << Dovrebbe riprendere i sensi a breve >> << Dovresti essere al suo fianco quando si sveglierà, per lui sei l'unico volto famigliare >> fece incamminandosi e percependo con facilità l'irrigidirsi di lei quando le passò accanto << Mi dispiace >> disse in un sussurro a malapena udibile << Vorrei sapere per cosa Annabelle >> Regina alzò le mani al cielo stanca di quei segreti << Non sei stata tu ad uccidermi e lo so per certo, ma per qualche dannatissima ragione te ne dai la colpa, vorrei almeno sapere il perché! >> solo allora si rese conto di ciò che aveva detto << Uccidermi >> ripeté a se stessa, come se quelle parole l'avessero reso in qualche modo più reale.
Annabelle la vide sedersi su una delle sedie della caffetteria e prendersi il volto tra le mani.
Rimasero così per qualche minuto, la madre in silenzio e la figlia immobile che non osava alzare gli occhi su di lei pentendosi di aver parlato << Chi? >> chiese guardandola e la ragazza sussultò sul posto nel sentirla parlare di nuovo << Chi è stato? >> Annabelle non alzò lo sguardo su di lei << G-gabriel >> la sentì sbuffare e poteva sentire anche il sorriso che le appariva sul volto << Lui mi ha ucciso ma tu te ne dai una colpa, perché? >> Regina sapeva di pigiare un tasto dolente chiedendoglielo, ma doveva sapere, voleva capire << Io...l'ho protetto quando non avrei dovuto e... >> sembrò riacquistare un po' di coraggio tanto da guardarla adesso << E tu sei stata al mio prezzo. Se solo avessi detto...quello che... >> Annabelle si lasciò cadere sul terreno << Tu saresti ancora viva se io.... >> le braccia della Strega la circondarono e la ragazza ne rimase sorpresa << Non puoi darti la colpa per le sue azioni >> la sentì stringersi a lei come se fosse stata la sua ancora di salvezza << Però posso darti la colpa di essere una vera peste >> commentò facendola sorridere adesso e Regina fu grata che ne fosse ancora capace << Andiamo sono certa che Darell voglia proprio vederti >> le depositò un piccolo bacio sulla testa prima di alzarsi con lei e solo allora dopo tutto il tempo che avevano passato insieme notò l'anello che portava al dito.
Si lasciò sfuggire un sorriso nel vederlo << Che c'è? >> chiese Annabelle asciugandosi il volto con il palmo della mano << Niente >> fece incamminandosi per prima verso il ragazzo.

 

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


Volevo scusarmi per l'enorme ritardo con la pubblicazione, colpa dei numerosi esami.
Spero davvero che mi perdoniate e che vi piacciano i due nuovi capitolo.

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Capitolo 16
 

Robin stava tenendo una lezione di arco insieme a Roland quando involontariamente si portò una mano al petto << Papà? >> lo chiamò il figlio preoccupato nel vederlo appoggiarsi ad un albero << Continua tu >> fece porgendoli l'arma ed inoltrandosi nel bosco facendoli segno di non seguirlo e solo quando fu abbastanza lontano da occhi indiscreti si abbandonò contro un tronco.
Non era possibile.
Percepì il freddo pervaderlo così come ora stava facendo con lei.
Sentì la debolezza circondarla così come la paura cominciava a regnare in lui.
Non sapeva cosa stesse succedendo, ma qualunque cosa fosse sapeva che non avrebbe più rivisto il suo sorriso.
Strinse il tessuto della camicia tra le mani cercando di portare sollievo al suo cuore straziato.
La sua mente poteva continuare a negarlo, ma lui sapeva.
O mio dio se sapeva...
<< Papà! >> sentì poco lontano da lui e non poté non alzarsi quando lo raggiunse: i suoi abiti erano macchiati di sangue e il suo volto era colmo di lacrime << G-gabriel... >> fece incamminandosi verso di lui << M-mi dispiace papà >> Robin lo abbracciò cercando di tranquillizzarlo << Va tutto bene >> disse portandoli conforto << Non volevo...Io...ma lei...lei... >> il padre scostò il figlio bruscamente guardandolo negli occhi adesso << Di che cosa stai parlando Gabriel? >> Robin riuscì a vederlo appena poiché Gabriel venne scagliato contro un albero << Come hai osato? >> Robin vide Annabelle gettarsi sul fratellastro inerme e colpirlo senza alcuna esitazione e sempre con più forza << Perché?! >> la sentì dire in lacrime mentre sferrava un altro pugno sul volto di Gabriel fino a farlo sanguinare << A-annabelle... >> la chiamò Robin cercando di placare la rabbia della figlia, cercando di capire che cosa stesse succedendo, ma lo sguardo che lei gli rivolse era straziante: in Annabelle continuava a ripetersi la stessa scena più e più volte, anche adesso che i suoi occhi erano rivolti al padre la sua vista era rivolta al corpo freddo della madre.
Fu Darell ad afferrarla di peso per allontanarla dal fratellastro ormai privo di sensi << Calmati Annabelle >> le ordinò lui invano, cercando in lei qualche ferita esterna, ma non trovò nulla se non le nocche sanguinanti a cui rimediò con un incantesimo << Annabelle... >> la chiamò nuovamente il padre << La mamma te l'aveva detto papà! Te l'aveva detto più e più di una volta di allontanare Zelena dalla sua vita, ma tu... >> si allontanò improvvisamente dal ragazzo avvicinandosi al padre con passo minaccioso << No! Voi...tu dovevi lasciare che sua madre le fosse vicino non è vero?! Dovevi essere così dannatamente onorevole! Che cosa te ne fai dell'onore senza una donna da amare?! >> Darell cercò di fermare la sua ira, sapendo quanto se ne sarebbe pentita di quelle parole, ma lei non glielo permise scaraventandolo lontano con un cenno della mano << Tu sei la causa della sua morte! Tu...papà tu e la tua incapacità di amarla completamente! >> Robin non seppe che dire a quelle parole e il suo sguardo si spostava quasi con frenesia dalla figlia al figlio disteso poco lontano da loro << Lui... >> lei sorrise, un sorriso che non aveva mai visto sul suo volto, un sorriso folle e macabro accentuato sempre di più dalle lacrime senza sosta che le bagnavano il volto << Sì, lui ha ucciso la mamma, tuo figlio ha ucciso la mamma... >> a quelle parole Annabelle si lasciò cadere sul terreno ancora bagnato dalla pioggia della sera prima e pianse.
Robin si avvicinò con cautela alla figlia abbracciandola, cercando di darle conforto, ma come poteva quando anche lui sentiva il suo cuore spezzarsi per sempre?
Ricordava ancora il dolore che aveva provato per la morte di Marian eppure stavolta non sarebbe riuscito a superarla di nuovo.
Aveva amato Marian, ma mai quanto amava lei.
Ricordava ancora la sua risata della notte prima e il calore di lei su di lui.
Aveva promesso di proteggerla sempre e per sempre e invece non ci era riuscito.
Annabelle aveva ragione, la colpa era sua, lui l'aveva uccisa il giorno che avevano scoperto di Zelena.
Avrebbe dovuto allontanarla, ma come poteva farlo?
Lui stesso sapeva quanto poteva essere dura per un figlio crescere senza madre, non poteva farlo a Gabriel.
E adesso pagava il prezzo della sua codardia.
Sentì Annabelle abbandonarsi contro di lui e gridare.
Un grido pieno di dolore e sofferenza, ma non poteva lasciarla in quello stato così fece cenno a Darell di avvicinarsi e non servì che parlasse perché lui capisse.
Il ragazzo l'addormentò con un cenno della mano e lei si abbandonò completamente contro il petto del padre << Portala a casa e resta con lei fino al mio ritorno >> ordinò alzandosi in piedi << E porta lui nella prigione di sua madre >> continuò con voce neutra << Dove state andando? >> chiese Darell vedendolo incamminarsi << Dobbiamo dirlo a Roland e a Henry >> si soffermò su quest'ultimo sapendo quanto profondo fosse il legame con la madre << Non voglio che lo sappiamo da altri >> fece prima di scomparire dietro gli alberi.

*

Non gli assomigliava come aveva sperato né tanto meno sembravano andare d'accordo.
Suo figlio lo odiava questo voleva dire che aveva davvero fatto un ottimo lavoro nel futuro.
Con un gesto della mano smaterializzò nuovi abiti sostituendoli a quelli ormai rovinati con cui era venuto.
Annabelle era seduta su una delle poltrone vicino alla finestra che dava sul corridoio dell'ospedale inattesa che lui si svegliasse nuovamente e Tremotino non poteva fare a meno di darne una colpa se suo figlio era in quello stato, anche se ormai sospettava da tempo che prima o poi il suo sangue avrebbe finito per mescolarsi con quello di Regina.
La sera prima lei e sua madre non erano rimaste molto, così gli aveva detto Belle, ma non si aspettava di certo che quella ragazza sarebbe rimasta al fianco del figlio dal mattino << Allora raccontami >> fece lui giocando con il bastone senza guardarla però << Raccontare cosa? >> non sembrava avere né timore di lui né del Signore Oscuro << Di mio figlio, com'è lui? >> la ragazza accavallò le gambe e si fece avanti con il busto << L'esatto opposto di lei >> disse quasi con disprezzo, ma sapeva che non era ciò che provava << Intendi dire che è un ragazzo per bene? >> << Esattamente quello >> Tremotino la guardò adesso e lei sostenne il suo sguardo << Tu sai chi sono io, vero? >> Annabelle rise a quella domanda come se lui si stesse prendendo gioco di lei << Certo che so chi è lei, Mr Gold >> il Signore Oscuro rise senza distoglierle lo sguardo << Immagino che Belle allora debba averlo cresciuto molto bene >> stavolta toccò alla ragazza ridere e l'uomo non capì << Non è stata Belle, cioè voglio dire non che non fosse presente per Darell, ma siete stato voi a crescerlo >> stavolta guardava Darell mentre gli parlava << E di questo le sono veramente grata o meglio lo sono a lei del futuro. Questa versione di lei non mi piace molto >> fece gesticolando con le mani come ad indicarlo e Tremotino non poté che rimanere sconvolto della sincerità di quella ragazza << Non dovresti parlare con lui >> Tremotino sobbalzò nel sentire la sua voce << Darell! >> esclamò lei invece abbracciandolo con trasporto e il Signore Oscuro uscì dalla stanza lasciando così, intimità alla coppia, ma Darell finse di non accorgersene, così come finse di non vedere gli abiti nuovi e la runa di protezione disegnata sulla porta << Perché sei venuto qui? >> chiese nel frattempo Annabelle e il ragazzo tornò a guardarla mettendosi a sedere << Pensavo ti servisse una mano >> lei sorrise baciandolo ed entrambi si sentirono il petto riempirsi quasi a voler traboccare << Mi sei mancato >> << Anche tu >> si dissero ancora abbastanza vicini da sentire uno il cuore dell'altro sotto il palmo della propria mano << Papà come sta? >> fece lei strofinando le mani nei jeans scostandosi, cercando di calmare il desiderio che provava di toccarlo << Bene...in verità è stato lui a mandarmi ad aiutarti >> confessò lui incamminandosi verso gli abiti e dirigendosi in bagno ringraziando il cielo che fossero una camicia e un paio di jeans << Quindi sta bene, non è che me lo stai dicendo per farmi sentire meglio, vero? >> lo sentì aprire il getto d'acqua e passarono alcuni secondi << No, Annabelle lui sta bene o almeno per quanto possa esserlo >> sentì e si distese sul divano in cui poco prima era seduto Tremotino << Non avrei dovuto lasciarlo solo >> fece coprendosi il volto con le mani << Hai fatto la scelta giusta, Annabelle. Eri l'unica speranza che avevamo di fermare Gabriel >> sentì la sua voce sempre più vicina e lui le scostò le mani, costringendola a guardarlo << E ora alzati che ho davvero una grande voglia di conoscere la Regina di questo tempo >> disse alzandola cercando di farla sorridere << Ma l'hai vista ieri >> il ragazzo sembrò un poco in imbarazzo << In realtà ad essere sincero non è che ricordi molto di ieri sera >> << Non vuoi vedere prima Belle o non lo so magari parlare con tuo padre visto... >> << Annabelle voglio conoscere tua madre, per la mia ho tutta una vita davanti a me >> sapevano entrambi che in realtà non voleva andare a casa o al negozio col timore di trovare anche lui, così Annabelle lo assecondò con la promessa però di portarlo poi alla madre << Però devo dirti una cosa... >> disse lei abbassando lo sguardo e torturandosi le mani << Che cosa hai fatto? >> fece lui conoscendo molto bene il suo comportamento e capendo che stava per rivelargli qualcosa che aveva fatto << Lo sa.... >> << Che cosa?! >> il ragazzo si passò una mano tra i capelli facendo alcuni passi innervosito, capendo che si stava riferendo a Regina << Come puoi averglielo detto? >> << Era l'unico modo per salvarti! Gabriel ci ha incastrato nella grotta dei tormenti, non potevo non dirlo! >> Darell si avvicinò prendendole il volto tra le mani << Non ho detto nient'altro, lo giuro >> sussurrò lei e il ragazzo la guardò per alcuni istanti ancora, dopodiché la baciò per poi stringerla a sé << Andrà tutto bene, te lo prometto >> le sussurra ad un orecchio.

*

<< Regina che cosa sta succedendo? >> fece Robin alle sue spalle, circondandola con un abbraccio << Di che cosa stai parlando? >> fece la donna sorridendo, toccando le mani dell'uomo sulla sua vita << Da quando siete tornata, vi comportate diversamente. Che cosa è successo con Annabelle? >> la donna si voltò lentamente, senza interrompere il contatto con l'uomo << Niente di cui tu debba preoccuparti >> mentì scostandosi adesso e dirigendosi verso il frigorifero per depositarvi il succo d'arancia << Di che cosa si tratta? >> la donna sentì il respiro dell'uomo alle sue spalle e capì che non avrebbe lasciato stare questa volta << Annabelle mi ha rivelato che cosa accadrà nel futuro >> Regina fece un lungo respiro prima di voltarsi e guardare l'uomo che amava negli occhi << Che cosa vi ha detto? >> << Te lo dirò solo perché ho giurato che non ti avrei mai più nascosto niente, Robin e non è detto che accada per forza. Il futuro di Annabelle può essere cambiato.... >> << Regina di che cosa si tratta? >> la donna prese le mani dell'uomo << Gabriel mi ucciderà >> lo sguardo del marito si spense davanti agli occhi di lei che lo vide indietreggiare fino ad appoggiarsi all'isola della cucina << Robin andrà tutto bene >> fece lei prendendo il volto del marito tra le mani << Andrà tutto bene >> ripeté lentamente appoggiando la propria fronte a quella di lui << E se non dovesse andare tutto bene? >> domandò lui sconvolto allontanandosi dalla moglie << E se dovessi perderti? >> domandò ancora cominciando a marciare interrottamente e agitandosi << Robin andrà tutto...devo...devo sapere che andrà tutto bene >> fece lei quasi in un sussurro e solo in quel momento Robin si rese conto di quanto in realtà fosse spaventata << Ho bisogno che tu mi dica che andrà tutto bene >> continuò alzando il volto adesso e lui poté vedere i suoi occhi lucidi << Perché se perderai la speranza anche tu...io...io >> l'uomo si affrettò ad abbracciarla << Perdonatemi, sono stato uno sciocco, ma questo è l'effetto che fate ad un umile ladro, vostra altezza >> la fece sorridere, dopodiché la sua attenzione si rivolse alle sue labbra, baciandola con passione, fino a farla indietreggiare contro la parete << Vi amo Regina >> disse baciandola ancora, per poi sollevarla e trasportarla in camera da letto.

 

 

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


Capitolo 17

Qualche mese prima nel futuro.
 

Una figura nera scivolava nella notte di Storybrooke, oscurando le luci dei lampioni che illuminavano le strade della città, fino a fermarsi davanti al Hole, il Bar o meglio la topaia che nemmeno il Signore Oscuro aveva voluto annoverare tra le sue proprietà.
<< Perché hai voluto che ci vedessimo qui? >> domandò Gabriel spuntando dal vicolo dietro il locale << Vuoi il mio aiuto sì o no? >> anche la sua voce sembrava provenire da un altro mondo, oscura anche essa come tutto il suo aspetto << Tu riesci a capire i desideri delle persone non è vero? >> la donna rise alzando lo sguardo alla notte << Posso sentirli certo, ma padroneggio meglio gli incubi e tu questo lo sai >> disse sempre con tono divertito abbassando il cappuccio che le copriva il volto, rivelando una bellissima chioma nera che le ricadeva fino alla vita. Gli occhi erano del medesimo colore, ma spenti come se in essi non si riflettesse alcuna luce così che la carnagione chiara appariva in netto contrasto con entrambi, quel pallore che potevano vantarsi di avere solo quelle persone che non hanno mai sentito la luce del sole riscaldarli la pelle << Allora sai cosa voglio Obscuria >> << Quello che chiedi Gabriel è tanto >> il ragazzo si avvicinò alla donna con passo deciso << Pagherò qualsiasi prezzo >> la donna scoppiò a ridere nuovamente << Sappiamo entrambi che non puoi permetterti niente di quello che posso offrirti >> << Non saresti qui se non volessi qualcosa da me >> la ragazza si voltò a guardarlo senza però celare il suo divertimento << Sei una persona intelligente Gabriel >> pronunciò il suo nome più lentamente, assaporandolo quasi << Ebbene io voglio i tuoi incubi, le tue paure o timori. Voglio tutto ciò che ti fa vacillare o esitare, voglio poter calpestare i tuoi stessi passi e non potrai mandarmi mai via, nemmeno se la follia minacciasse la tua mente >> il ragazzo non sembrò riflettere molto sulle parole della donna << Va bene >> Obscuria fece un passo minaccioso verso Gabriel << E cosa più importante, non sono vincolata a te in alcun modo. Io non ti devo niente Gabriel e potrò fare tutto ciò che mi aggrada >> << Va bene! >> fece esasperato il ragazzo porgendo la mano alla donna che sorrise guardando il braccio teso del ragazzo << Sono all'antica Gabriel e stipulo i patti alla vecchia maniera >> fece colpendo la mano per allontanarla, avvicinandosi poi per prendere il volto del ragazzo tra le mani e baciarlo con passione, Gabriel sentì una scossa percorrergli la spina dorsale, fino a divenire un tenue calore che scomparve non appena Obscuria si scostò da lui << Sai come trovarmi >> disse prima di dissolversi in mezzo alla notte.

Presente


Regina fece un lungo respiro prima di bussare alla porta del dottor Hopper, passarono alcuni istanti prima che venisse ad aprire.
Aveva la cravatta leggermente storta, i capelli scompigliati e Regina non riusciva a ricordarsi l'ultima volta che l'aveva visto così trasandato <> il Grillo scosse la testa ripetutamente << No, entra pure >> fece facendole segno di accomodarsi mentre si dirigeva all'archivio che conteneva il suo fascicolo.
Ormai era diventata un abitudine, da quando Henry l'aveva costretta la prima volta non aveva smesso di frequentare lo studio del dottor Hopper, avendo messo ben in chiaro che non dovesse rivelare niente a nessuno << Di cosa vuoi parlare oggi? >> chiese assestandosi gli occhiali sul viso roseo e aprendo il fascicolo che teneva tra le mani mentre la donna si portava una mano sul pancione, che cominciava a risaltare ormai, eppure non le dispiaceva affatto << Immagino siate preoccupata per il bambino...o meglio bambina >> si corresse in un sorriso facendo sorridere anche lei che annuì, tutti e due sapevano quanto fosse difficile per la donna esprimere i propri sentimenti, così il Grillo aveva imparato a leggere il suo comportamento che rendeva le cose più facili per entrambi << E cosa ti turba? >> Regina ripensò alla discussione che aveva avuto con lui quando aveva avuto paura per Henry e le sembrò di rivivere quel momento << Il timore di non essere abbastanza >> l'uomo rise facendo irrigidire la donna << Nessuna brava madre crede di essere abbastanza per il proprio figlio >> la donna spostò lo sguardo su Pongo che dormiva beatamente e quasi invidiò il cane << Regina pensate a come avete cresciuto Henry e sopratutto a come vi prendete cura di Roland sono certo che non avrete problemi con Annabelle >> continuò il dottor Hopper e Regina tornò a guardarlo << Non è di quello che ho paura >> l'uomo si accigliò << Non so se sarò in grado di proteggerla, non solo da Gabriel, ma... >> << Avete paura che qualcuno le possa fare del male >> al Sindaco sembrò di notare un tono diverso, come se provasse una sorta di malsana gelosia, ma non era possibile << Sì, sopratutto adesso che l'ho vista e ho potuto vedere il dolore che l'affligge >> la donna si alzò in piedi dirigendosi alla finestra che dava sulla piazza dell'orologio << Qualche giorno fa l'ho trovata che piangeva in camera da letto e... >> la donna abbassò lo sguardo nascondendo il volto tra i capelli e il Grillo si alzò per affiancarla << Regina ci sarà sempre qualcuno che minaccerà le persone che amate, questa volta è Gabriel, ma la prossima potrei essere persino io. Sta a voi decidere se vivere nell'ansia o meno >> << Ma come potrei vivere tranquilla se qualcuno sta minacciando mia figlia ancora prima che venga al mondo? >> fece irritata, tornando a sedersi sul divano << Avete così tanto timore di Gabriel? >> la donna guardò il Grillo ancora per qualche secondo prima di sospirare e passarsi le mani prima sul volto e poi tra i capelli << Non ho paura di lui, ma di me e dei miei poteri. Potrei rischiare di perdere il controllo e anche solo mantenerlo mi esaurisce. Ho promesso di proteggerla, ma non so se ne sono capace >> l'uomo annuì lentamente << Forse non dovete contare solo sulle vostre forze, dopotutto anche Robin è il padre e sono più che certo che sia disposto ad aiutarvi >> Regina venne attirata dall'ombrello abbandonato su un lato della stanza << Questo lo so, ma Gabriel è pur sempre suo figlio >> il Grillo avanzò con il busto << Ma questo non gli impedirà di fare la cosa giusta. Ricordatevi cosa accadde quando trovaste la pagina ventitré >> la donna si lasciò sfuggire un sorriso al ricordo << Avevate di nuovo speranza. E per quanto oscuro possa sembrarvi questo momento sappiate che finirà e ci sarà un bellissimo lieto fine ad attendervi. Regina quello che sto cercando di dirvi è di avere fede e di non contare solo su voi stessa >> Regina sembrò riacquistare lentamente la propria sicurezza << Grazie dottor Hopper >> fece lei notando che stava calando il sole e che la sua ora era finita << Ci vediamo alla prossima seduta Regina >> disse il Grillo vedendola uscire.

*

<< Ci vediamo alla prossima seduta Regina >> disse nel vederla uscire, dopodiché con un gesto della mano chiuse il chiavistello e con un altro tornò a vestire i propri panni << Mi hai quasi commosso, Gabriel >> sentì nella sua mente e conosceva fin troppo bene quella voce, all'inizio gli era sembrato strano, ma ormai aveva cominciato a farci l'abitudine << Dove si sta dirigendo? >> domandò e chiunque avrebbe potuto prenderlo per un folle, ma in realtà stava comunicando con lei << Al suo ufficio, credo che il tuo piano abbia funzionato >> il ragazzo sorrise, smaterializzandosi e nascondendosi dietro gli alberi << Sei stato molto furbo a ricordarle della pagina >> il ragazzo si chinò sui talloni nel vedere arrivare la Mercedes << Sappiamo entrambi che non è stato solo merito della mia furbizia, ma anche del tuo potere Obscuria >> sussurrò lui e dopo poco la sentì ridere << Ovvio che è merito mio, ci vuole ben altro che un semplice aneddoto per portare qualcuno a fare ciò che desideri >> << Che cosa hai fatto di preciso? >> << Le ho fatto nascere il seme del dubbio, prima cominci a domandarti quando l'hai vista l'ultima volta, poi dove e infine hai il timore di averla persa. E' solo un piccolo trucchetto che ho imparato molti secoli fa >> quanti anni aveva? << Molti Gabriel, troppi persino per il Signore Oscuro >>.
Videro le luci dell'ufficio accendersi e Regina dirigersi alla scrivania per prendere la pagina che teneva ben custodita nel cassetto, ma non appena la prese tra le mani quella prese fuoco per poi spargersi per tutta la stanza, come sotto un incantesimo << Ora! >> sentì Gabriel che con mano veloce eresse un incantesimo di clausura impedendo alla donna di sfuggire alle fiamme << E adesso? >> la voce di Obscuria giungeva sempre più ovattata e Gabriel capiva che stava per andarsene << E adesso lei brucia >> sussurrò scomparendo solo dopo aver visto l'intero ufficio completamente in fiamme.

*

Le fiamme si propagavano velocemente e non sembravano volersi spegnere.
Questo fece capire a Regina che non era niente meno che un incantesimo.
Gabriel.
Il Sindaco tossì bruscamente quando ispirò altro fumo e si lasciò scivolare contro la parete, quando l'ennesima finestra non si disintegrò sotto la sua magia.
Il respiro si faceva sempre più corto mentre il fumo si propagava velocemente.
Si alzò nuovamente e a stentò riuscì a raggiungere la porta segreta che portava al mausoleo, ma trovò anche quella sigillata dall'incantesimo.
Era sempre un passo davanti a lei, un passo davanti a tutti e questo la fece infuriare, ma una lingua di fuoco le sfiorò un braccio costringendola ad indietreggiare scottata fino a raggiungere il centro dell'ufficio.
Tossì nuovamente mentre analizzava la ferita al braccio, ma la vista le si appannava e a malapena riuscì a vederla.
Regina si sentì le ginocchia cedere e il petto bruciare.
Doveva uscire da lì, ma come?
Cominciava a sentirsi stanca e la lingua impastata << Regina! >> sentì << Regina! >> tossì convulsamente, ma riuscì comunque a distinguere Darell alla porta, lo vide fare un passo in avanti, ma poi Regina udì una risata femminile riempire la stanza e la sagoma di Darell arretrare fino ad uscire.
Che cosa stava facendo?
Una mela non cade mai troppo lontana dall'albero, pensò Regina prima che l'oscurità l'avvolgesse.

 

 

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***


Capitolo 18

 

Qualche mese prima nel futuro.

Era seduto sul cornicione interno dell'orologio, ammirando la luna piena che illuminava Maine Street << Sei in ritardo >> disse senza voltarsi e la risata di Obscuria giunse prima alla sua mente che alle sue orecchie, ma Gabriel represse l'ennesimo brivido che gli percorreva la schiena << Che cosa hai fatto oggi? >> chiese lei toccandogli i capelli castani e giocando con alcune ciocche << Ho dovuto sopportarmi l'ennesima cena con lei >> rispose lasciandola fare senza scansarsi dal suo tocco << Perché continui a farmi domande di cui conosci la risposta? >> << Per fare conversazione >> rispose lei come fosse ovvio sedendosi di fronte a lui e Gabriel poté ammirare come la luce scompariva quando si avvicinava alla sua figura << Chi è Darell? >> domandò lui appoggiandosi alla parete << Come sei sciocco >> commentò lei riconoscendo in lui l'invidia << Sai perfettamente chi è Darell, il fidanzato della tua sorellina >> il ragazzo materializzò un pugnale cercando di intimidirla, ma entrambi sapevano che non era possibile << Di che cosa ha paura? >> domandò ancora e Obscuria rise dell'ingenuità del ragazzo << Vuoi cominciare davvero con lui? >> Gabriel annuì << Credevo che il tuo obbiettivo fosse la tua matrigna >> lo Stregone la fissò dritta negli occhi << Questo non è un problema tuo >> disse senza distogliere lo sguardo anche quando la sclera di lei divenne completamente nera << Sono poche le cose di cui Darell a paura, ma ce ne è una che si distingue tra le altre >> << Quale? >> << Teme l'oscurità >> disse tornando a guardarlo << L'oscurità? Suo padre è il Signore Oscuro, come può aver timore dell'oscurità? >> lei si strinse nelle spalle alzandosi in piedi imitata poco dopo dal ragazzo << Non puoi non saperlo! >> esclamò Gabriel afferrandola per un braccio << Non sono costretta a rivelartelo >> fece scomparendo e riapparendo alle spalle del giovane << Fallo di nuovo e di te non resterà altro che una larva >> gli sussurrò all'orecchio svanendo prima che Gabriel potesse dire alcunché.


Henry le stava pettinando i capelli mentre Annabelle sfogliava il libro delle favole, sorprendendosi di quanto fosse ancora spoglio << Ti va bene una coda? >> chiese lui con le forcine ancora tra le labbra e la ragazza annuì mentre toccava con le dita l'immagine della madre al matrimonio dei Charmings << Ecco fatto >> esclamò il fratellastro quando ebbe finito ammirando la perfetta coda di cavallo e la piccola treccia che la ornava, ma la ragazza non sembrò accorgersene << Annabelle? >> la chiamò lui sedendosi affianco a lei sull'enorme letto << Annabelle? >> fece Roland posando una piccola mano sul libro impedendole così di continuare la lettura << Sì? >> era un poco imbarazzata di essersi messa a leggere, ma era troppo curiosa di conoscerne il contenuto, senza contare che nel futuro le era impedito farlo << Che te ne pare? >> chiese Henry indicando l'acconciatura mentre Roland tornava ad esplorare la stanza della sorellastra o meglio il suo armadio, anche se Annabelle non ne capiva la ragione << E' bellissima! >> disse Annabelle alzandosi e osservandosi allo specchio << Bene, allora andiamo ad ordinare da mangiare. Roland vedi di non fare troppi disastri >> fece Henry alzandosi in piedi e guardando il fratello di sottecchi, che cominciava a tirare fuori dall'armadio cose che molto probabilmente nemmeno Annabelle sapeva di avere << Che cosa ti va di mangiare? >> le chiese mentre scendevano le scale insieme << Non lo so, pizza? >> si guardarono con occhi di intesa prima di confermare all'unisono, ma quando raggiunsero la seconda rampa di scale Annabelle si fermò portandosi una mano al petto << Annabelle? >> fece preoccupato Henry voltandosi nel notare che non lo affiancava più.
Annabelle si sentiva svuotare sempre più velocemente e non riusciva a percepire né la mano che stringeva il cornicione né quella di Henry che la toccava << Sta succedendo qualcosa alla bambina >> disse cercando la magia della madre, percependola a stento << Chiama papà! >> ordinò Annabelle dirigendosi di corsa al Municipio seguita da Henry che estraeva il cellulare.
Quando arrivarono trovarono l'edificio completamente avvolto dalle fiamme e quando cercò di entrare l'incantesimo di clausura glielo impedì, facendola indietreggiare << Che sta succedendo Annabelle? >> fece Robin raggiungendoli << La mamma! La mamma è lì dentro papà >> spiegò colpendo la barriera << Annabelle calmati! >> fece il Ladro afferrandola << Sei sicura che sia lì dentro? >> Annabelle annuì riacquistando lentamente il controllo << Non c'è nessun altra entrata? >> << Entrare dal mausoleo? >> chiese Henry e Annabelle smaterializzò tutti, ma quando arrivarono di fronte alla porta trovarono anche quella sigillata.
Annabelle pensa, pensa.
Si disse tra sé e sé, rivisitando nella mente tutti gli incantesimi che la madre le aveva insegnato fino a trovare quello della sostituzione: avrebbe permesso a Regina di comparire davanti a loro, sostituendola con un oggetto appartenutogli, ma prezioso per Annabelle.
Che cosa poteva essere?
Strinse le mani a pugno e nel farlo si ricordò della fede che le aveva donato la madre prima di morire.
Cominciava a sentirsi svanire e capì di non avere ancora molto tempo, così fece un lungo respiro << Spostatevi >> ordinò per essere subito obbedita e si concentrò, individuando la madre in mezzo alla stanza e alle macerie.
Dopo poco Regina apparve tra le sue braccia mentre l'anello scompariva dal suo dito.
<< Mamma! >> esclamò Henry mentre Annabelle ricadeva sul pavimento insieme alla madre << Bisogna portarla all'ospedale >> fece Robin sollevando la moglie priva di sensi dalla figlia << Henry aiuta tua sorella >> continuò vedendo il volto pallido di Annabelle mentre si dirigeva all'uscita con in braccio la moglie << Annabelle? >> la chiamò Henry preoccupato << S-sto bene >> rispose lei sorreggendosi in piedi con l'aiuto di lui << Sicura? >> lei annuì mentre raggiungevano il padre che stava adagiando la moglie sui sedili posteriori << Posso smaterializzarvi >> Robin si voltò di scatto verso la figlia << La prossima volta che vuoi usare un incantesimo di quella potenza, vedi di avvertirmi e ora salite in macchina, tutti e due >> era arrabbiato con lei?

Annabelle vide il dottore Wahle e altri infermieri scomparire insieme alla madre << Che cosa ti è saltato in mente? >> le disse lui non appena si fosse accertato che la moglie avesse la piena attenzione dei medici << Di che cosa stai parlando? >> fece a sua volta Annabelle che si era abbandonata su una delle sedie d'attesa troppo stanca per stare in piedi << Fare un incantesimo di sostituzione? Davvero pensavi che non mi sarei arrabbiato? >> ancora non capiva come suo padre potesse conoscerli, ma anche nel futuro sapeva molto più di quanto mostrasse << Ho salvato la mamma >> l'uomo si passò una mano tra i capelli marciando nervosamente in avanti e indietro << E ti sei sfiancata per farlo, se non vogliamo contare l'oggetto da cui ti sei dovuta separare >> << Non era di così tanto valore >> sussurrò trattenendo a stento le lacrime << Ma chi pensi di prendere in giro? >> disse il padre prima di allontanarsi e Annabelle guardò Henry che era rimasto in silenzio per tutto il tempo << Che cosa ho fatto di sbagliato? >> chiese un po' in imbarazzo per quella sfuriata << Niente >> rispose lui spostandosi dalla sedia di fronte per sedersi a quella affianco a lei << Non hai fatto niente di sbagliato, ma non avresti dovuto farlo da sola. Avremmo potuto chiamare Tremotino o Malefica >> << Ma non c'era più tempo >> Henry la guardò per alcuni istanti prima di tornare a parlare << Questo non lo potevi sapere, ma comunque potevi chiedere aiuto a noi. Annabelle, Robin è arrabbiato perché hai fatto un incantesimo al di sopra del tuo potenziale, infatti adesso sei in un pessimo stato e se Gabriel ti attaccasse ora? >> Annabelle non ci aveva pensato << La prossima volta che vuoi usare un incantesimo così potente avvertici, ok? >> la ragazza annuì appoggiandosi sulla spalla del fratellastro << Che cosa hai sacrificato? >> chiese lui accostando la testa al muro << Soltanto un anello, niente di importante >> Henry sapeva che mentiva, ma non chiese altro lasciando che riposasse.

 

 

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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


Capitolo 19

 

<< Che cosa stai facendo? >> le domandò lui inginocchiandosi vicino a lei << Non è bellissimo Gabriel? >> lui annuì ammirando il fiore e tendendo una mano verso di esso per toccarlo << No! Sei impazzito? >> lo ammonì Annabelle colpendoli la mano << E' velenoso per chi usa la magia >> spiegò << Davvero? >> chiese il ragazzo ritirando la mano << Sì, Gabriel davvero >> fece lei facendoli capire che non stava scherzando mentre si alzava << Dovremmo tornare >> disse portandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio e aggiustandosi meglio la faretra << Dovremmo già, ma sembra che tu non voglia >> Annabelle abbassò lo sguardo e si appoggio ad un albero << Stasera abbiamo i Gold a cena da noi >> il ragazzo annuì<< Hai litigato con Darell? >> chiese capendo tutto dal suo comportamento << Non riesco a capire che cosa lì prende. Prima mi da appuntamento e poi non si presenta? Posso perdonarti una volta, forse due, ma poi... >> fece giocando con la corda dell'arco << E poi quando gli chiedo perché non si è presentato non riesce mai a darmi una risposta convincente! >> era arrabbiata, ma a Gabriel piaceva anche così, anche quando gesticolava e frantumava le cose << Dovresti essere più comprensiva con lui, del resto è il figlio del Signore Oscuro >> Annabelle si accigliò voltandosi a guardare il fratellastro << E forse tu dovresti stare dalla mia parte >> il ragazzo rise a quel commento << Annabelle io ti appoggerò sempre qualunque sia la tua scelta, ma è evidente che questa situazione ti ferisce. Quindi perché non fai un favore a tutti e vi chiarite prima di stasera? >> la ragazza colpì Gabriel ad una spalla << Quindi vuoi dire che vi do fastidio quando sono arrabbiata? >> Gabriel indicò l'arco e le frecce << Quando sei arrabbiata tendi a rompere le cose, ti devo ricordare cosa hai fatto al mio telefono l'ultima volta? >> la ragazza si finse ferita << Hai ragione...intendo sulla parte in cui dovrei chiarire con Darell, ovviamente >> si avvicinò a Gabriel sempre sorridente e lo abbracciò per poi depositarli un piccolo bacio sulla guancia << Ci pensi te ad avvisare la mamma? >> chiese Annabelle consegnandoli le proprie armi << Ho altra scelta? >> ribatté a sua volta Gabriel sbuffando per poi vederla scomparire in mezzo agli alberi.
“Che cosa stai facendo?” la voce di Obscuria nella sua mente lo fece sobbalzare sul posto “Niente che io non voglia che accada” “Prima gli fai litigare e poi riappacificare?” “Obscuria conosco mia sorella e non si sarebbe arresa con Darell” parlò sempre nella propria mente senza bisogno di emettere alcun suono, così che nessuno potesse ascoltarlo “Mentre così avrà l'opportunità di conoscere la sua vera natura, e lui capirà di non meritare l'amore di Annabelle” sentì la risata della donna come se fosse proprio al suo fianco “E chi lo meriterebbe, te?” la percepì scomparire prima che potesse dire alcunché.


Robin continuava a guardare la moglie distesa sul letto d'ospedale, ancora priva di sensi << Come le stavo dicendo, la Signora Locksley ha riportato una leggera lesione al polmone destro che cureremo non appena avrà partorito la bambina >> >> E perché non adesso? >> chiese Robin distogliendo per la prima volta il volto dall'amata << La magia di Regina è già instabile a causa della gravidanza, se dovessimo usarla per guarirla non so quali potrebbero essere le conseguenze. Comunque non dovrebbe crearle alcun disagio, l'importante è che non si affatichi troppo >> >> La bambina, sta bene? >> Wahle annuì sorridendo << Siete arrivati giusto in tempo, ma faremo comunque ulteriori controlli. Per stanotte rimarranno entrambe sotto osservazione >> Robin ringraziò il dottore prima di avvicinarsi finalmente alla moglie.
Strinse a sé la sua mano mentre portava l'altra sul ventre di Regina << Non dovete andare da nessuna parte, capito? >> sussurrò guardandola, portandosi poi la mano di lei alle labbra, per depositarvi un piccolo bacio e solo allora Robin si rese conto di quanto aveva avuto paura di perderle.
Stava ancora tremando, anche adesso che le era affianco non riusciva a tranquillizzarsi, per farlo avrebbe dovuto vederla sveglia, non gli bastava che fosse il dottore Wahle a dirgli che stava bene, doveva sentirlo dalla sua bocca << Si è svegliata? >> >> Non ancora >> disse voltandosi verso i due figli che stavano entrando nella stanza, chiudendo la porta alle loro spalle << Ho chiamato Scarlett, Roland è con lui adesso >> informò Henry imitando la sorella e sedendosi sulla poltrona vicino alla finestra << Come è potuto succedere? >> chiese il Vero Credente facendosi avanti con il busto << Non lo so >> rispose la sorella stringendosi nelle spalle << Non appena i pompieri avranno spento l'incendio, tornerò sul posto e vedo se riesco a scoprire qualcosa >> continuò rivolgendo lo sguardo alla madre adesso e ringraziò il cielo di vederla respira, ma si impressionò comunque nel notare i numerosi apparecchi che le erano stati attaccati, senza considerare l'ago della flebo << No, ci penserà Emma >> intimò il padre e Annabelle cominciava ad irritarsi di quel comportamento, sopratutto perché non litigava mai con il suo papà<< Ma Emma non saprà cosa cercare e... >> >> E allora con lei ci sarà anche Tremotino. Tu te ne starai a casa con la mamma >> Annabelle si morse un labbro nervosamente << Non puoi tenermi rinchiusa in casa >> disse pentendosene immediatamente nel vedere il viso di Robin<< Annabelle, ascolta tuo padre... >> quando sentirono la sua voce tutti fecero un sospiro di sollievo << Mamma! >> esclamarono all'unisono i figli gettandosi su di lei e Regina quasi si pentì di aver parlato.
Lasciò che la cullassero in quell'abbracciò, rispondendo alle loro domande su come stesse mentre i suoi occhi guardavano quelli del marito che era rimasto seduto senza togliere la mano da quella di lei.
<< E comunque non ci sarà bisogno né di Emma né di Tremotino, so perfettamente cosa è successo >> riuscì a dire non appena Annabelle e Henry si scostarono da lei << Gabriel è riuscito ad entrare nel mio ufficio in qualche modo e ha incantato la pagina ventitré con un incantesimo di fuoco >> continuò mettendosi a sedere aiutata da Robin che mise abbondanti cuscini contro lo schienale, così che ci si potesse appoggiare << Ma allora com'è possibile che tu non sia riuscita a spegnerlo? Il fuoco non è la tua specialità? >> chiese Henry rimanendo in piedi vicino al letto << Sì, se non viene alterato con un altro incantesimo >> spiegò Annabelle facendo sfuggire un sorriso alla madre << Molto probabilmente l'incantesimo che ha lanciato era di un incanto di proprietà e solo coloro che lo lanciano possono fermarlo o in questo caso spegnerlo >> continuò Regina passandosi una mano tra i capelli e sentendo tra di essi odore di fumo.
Represse un brivido nel ricordare il fuoco che la circondava e di istinto il suo sguardo si posò sulla benda che proteggeva la bruciatura, ma mentre la osservava si ricordò di Darell e di come fosse fuggito via.
Scacciò quel pensiero, non volendo affrontarlo ora e tornò al presente dove trovò nuovamente Annabelle a litigare con il padre, perché le aveva di detto di tornare a casa << Ma si può sapere che cosa sta succedendo tra voi due? >> esclamò Regina stanca << Nostra figlia è un irresponsabile! >> fece infuriato Robin e quelle parole fecero imporporare di collera Annabelle, che si diresse alla porta << Pensa quello che vuoi! >> disse prima di uscire, sbattendo la porta alle sue spalle << Henry... >> sussurrò la madre e quello annuì, seguendo la sorella.
La donna fece passare alcuni minuti di silenzio prima di guardare il marito nuovamente << Cosa stai facendo? >> chiese senza rimprovero << Se continuerà ad essere una testa calda, finirà per farsi ammazzare o per farvi ammazzare >> << Sappiamo entrambi che lei non c'entra niente con tutto questo, quindi che ne dici di dirmi qual'è il vero problema? >> Robin rimase a guardarla qualche istante ancora << Stasera ti ho quasi persa Regina... >> l'uomo si passò le mani sul volto alzandosi in piedi << E stavo per perdere anche lei... >> il Ladro cominciò a tremare di nuovo << Stavo per perdervi entrambe e non l'avrei sopportato...Non dopo averla vista ridere, piangere e lottare >> sussurrò avvicinandosi di nuovo alla moglie e toccandole il pancione << Non avrei sopportato vederla scomparire, non dopo averla vista così forte... >> sorrise con gli occhi lucidi << Rinchiuderla in casa o starle addosso non la proteggerà Robin >> << E cosa devo fare? Avevi ragione e io torto. Gabriel è ovunque e oggi stava per vincere, stava per avervi entrambe >> la donna si ricordò di quando aveva discusso con lui, perché insinuava che fosse fin troppo protettiva con la figlia e che invece avrebbe dovuto lasciarla scegliere, ma adesso, sembrava che i ruoli si fossero invertit i << Sappiamo entrambi che invece è perfetta così com'è. Perché se lei non fosse una testa calda, in questo momento sarei ancora sotto le macerie... >> Regina si inumidì le labbra nel posare la sua mano sopra quella del marito che stava ancora toccando la sua pancia << Non puoi allontanarla solo perché hai paura di perderla >> sussurrò tornando a sdraiarsi << Ma... >> << Lascia che faccia io la parte della cattiva che a me riesce meglio >> lo interrompé lei sorridendogli.
L'uomo la vide chiudere gli occhi e abbandonarsi sul letto mentre lui le accarezzava dolcemente la testa, finché non si addormentò.

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Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***


Capitolo 20

 

Qualche mese prima nel futuro

Era stata Belle ad aprirle la porta e l'aveva accompagnata dal figlio che stava leggendo in biblioteca << La vuoi smettere di leggere topo di biblioteca? >> il ragazzo rimase sorpreso nel vederla sulla porta e fece cenno alla madre di lasciarli soli << Che cosa ci fai qui? >> Annabelle alzò le mani al cielo avvicinandosi << E che dovrei fare? Tra meno di due ore sarai a cena da noi e... >> << Avevo intenzione di non venire >> la ragazza si accigliò a quella rivelazione << Che cosa? >> << Annabelle credevo tu non volessi vedermi...e..e non volevo causare ulteriore disagio, già tua madre e mio padre si sopportano a stento, figurati se... >> Annabelle lo fermò baciandolo delicatamente << Come puoi pensare che non voglia vederti? >> sussurrò toccando la propria fronte con quella di lui << Come puoi averlo pensato... >> l'aveva ferita, lo sentiva dalla sua voce, l'aveva ferita tutte le volte in cui l'aveva lasciata ad attenderlo invano, in cui l'aveva dimenticata << Perdonami Annabelle >> fece lui accarezzandole le mani che toccavano il suo viso << Che cosa sta succedendo Darell? >> chiese ancora scostandosi così da poterlo vedere meglio in volto << Di che cosa stai parlando? >> Annabelle si tolse il cappotto e lo appoggiò ad una delle numerose sedie in legno per poi tornare a guardare Darell << Sai a cosa mi riferisco, che cosa ti sta succedendo? >> << Non riesco a capirti >> Annabelle si passò le mani tra i capelli per poi stringersi nelle spalle << E' evidente che mi stai nascondendo qualcosa, altrimenti non ci sarebbero scuse per il tuo cambiamento >> << Cambiamento? >> sembrava arrabbiato << Sì, Darell il tuo cambiamento: perché non ti presenti ai nostri appuntamenti? Perché ti allontani da me con scuse infantili che persino un bambino capirebbe le tue menzogne >> << Le mie menzogne? >> << Sì, Darell, sì le tue menzogne! >> la corrente nella stanza saltò per alcuni istanti e Annabelle sapeva di esserne stata lei la causa, ma non le importava << Smettila di mentire, ti prego... >> sussurrò abbassando lo sguardo adesso << Lo sai che non sopporto le bugie, sai che non sopporto i segreti...quindi ti prego Darell dimmi che cosa c'è che non va... >> continuò tornando a guardarlo, ma lui rimase in silenzio << Come vuoi... >> Annabelle riprese la propria giacca e si diresse alla porta << Non lo so... >> sentì alle proprie spalle << Annabelle io non lo so >> la ragazza si voltò e vide il giovane seduto sulla sedia con le testa tra le mani << Ho dei vuoti di memoria Annabelle e non so perché >> la ragazza si accigliò avvicinandosi nuovamente a lui << Di che cosa stai parlando? >> << E' proprio questo il punto, non lo so. So solo che non mi ricordo di averti dato buca, non mi ricordo di essermi allontanato da te e per amor del cielo non so nemmeno perché continuo a svegliarmi in mezzo al bosco >> fece scaraventando dei libri sul terreno prima di alzarsi << Che cosa potrei mai fare di notte in mezzo al bosco? >> continuò tornando a guardarla << Perché non me ne hai parlato prima? >> chiese lei avvicinandosi e prendendo le mani di lui tra le sue << Perché...ho paura >> << E di cosa? >> il ragazzo abbassò lo sguardo << Se te lo dico ti arrabbierai di nuovo >> confessò e la ragazza si accigliò, prima di fare un lungo sospiro capendo a cosa si stava riferendo << Ancora con questa storia? Mia madre era la Regina Cattiva e io sono la combina guai della città, sul serio ancora pensi che possa temere le tue origini? >> lo costrinse a guardarla << Davvero pensi che possa giudicarti per il passato di tuo padre? Darell anche se tu venisse da me e mi dicessi di aver ucciso qualcuno, io non esiterei un istante ad aiutarti a coprire le tue tracce. Certo dopo ti picchierei, ma prima ti salverei >> Darell le sorrise prima di baciarla facendola indietreggiare fino al tavolo della biblioteca << Dovresti parlarne con tuo padre >> suggerì lei riprendendo fiato << Sai che non lo farò >> rispose lui baciandola ancora e lei non lo respinse nemmeno stavolta << Sarai tu ad aiutarmi, prometti di non parlarne con nessuno >> << Darell... >> << Promettimelo >> la interrompé lui << Te lo prometto >> disse anche se non era certa che fosse la cosa giusta da fare, ma i suoi pensieri vennero distolti dall'ennesimo bacio del giovane.


Regina era tornata a casa la mattina presto, del tutto decisa a non voler rimanere all'ospedale, così Robin l'aveva aiutata a lavarsi e insieme ad Henry, l'avevano fatta distendere nel letto obbligandola a rimanervi, persino Roland la minacciava con la sua pistola giocattolo se osava alzarsi se non per andare in bagno, ma alla fine si era addormentato e il padre l'aveva portato nella sua camera.
Non aveva visto Annabelle per tutto il pomeriggio e si chiese dov'era quando la vide sbucare dalla porta << Stai approfittando dell'assenza delle guardie? >> fece sarcastica vedendola seduta su una delle poltroncine della stanza << Sono stanca del letto >> confessò la madre mordendosi un labbro mentre la figlia si sedeva di fronte a lei << Dove sei stata? >> chiese posando il libro che stava leggendo << Con Darell >> rivelò accomodandosi meglio sul divano << Davvero? Allora riesco ad immaginare la vostra lunga conversazione >> << Mamma! >> fece sorpresa lei strappandole un sorriso << Ti fidi di lui? >> Annabelle si accigliò a quella strana domanda << Certo, più di chiunque altro, perché? >> Regina aveva ancora vivido nella propria mente il ricordo della sera prima << Niente, solo stai attenta >> << Non c'è verso che ti stia simpatico, vero? >> la madre rise, ma Annabelle percepiva che c'era dell'altro, qualcosa che non voleva dirle e un po' le dispiacque << Comunque abbiamo parlato molto più di quanto pensi, anzi in realtà siamo andati anche nel tuo ufficio >> Regina alzò gli occhi al cielo, ricordandosi chiaramente come Robin le avesse proibito di farlo e di come la figlia non si poneva alcun problema a rivelarle di aver disobbedito << E che cosa hai scoperto? >> << Io? Niente, lo sceriffo Swan molto >> la madre si accigliò << C'era qualcun altro con te nella stanza >> continuò << Che cosa? >> si finse sorpresa e la ragazza sorrise << Abbiamo trovato un impronta, allora io ho cercato di capire se era magica e di certo è di qualcuno con poteri, ma non sono riuscita ad identificare il proprietario >> << Ma com'è possibile? >> << Non lo so è strana, persino Darell non è riuscito a capire di chi si trattasse. Più che altro sembrava che fosse mescolata con qualcos'altro o qualcun altro anche se non saprei cosa o chi >> Regina rimase sempre più dubbiosa da quella rivelazione << Dove l'avete trovata? >> << Vicino alla porta, ha importanza? >> ma com'era possibile?
Non era Darell la persona che aveva visto?
<< Mamma c'è qualcosa che ti turba? >> la donna guardò la figlia intensamente soppesando l'idea di parlargliene o meno << No, niente ho solo una gran fame >> mentì nascondendosi dietro un sorriso << Va bene allora vado a prenderti qualcosa da mangiare >> fece Annabelle alzandosi e dirigendosi al piano inferiore.
Regina continuò ad osservare la porta da cui era uscita la figlia e temette molto per la sua incolumità, insomma se lei aveva davvero visto Darell, voleva dire che Annabelle era in pericolo al suo fianco, ma se così non fosse stato avrebbe rischiato di incrinare il loro rapporto e non se lo sarebbe mai perdonata.
La donna si alzò in piedi, ma un forte capogiro la costrinse a risedersi.
Detestava sentirsi così debole e detestava doversene stare in panchina.
In realtà cominciava ad odiare Gabriel anche se non avrebbe voluto, cominciava ad odiarlo per tutto quello che aveva fatto e che stava facendo.
Eppure continuava a domandarsi perché la odiasse così tanto e sopratutto perché odiasse così tanto Annabelle.

*

Gabriel fingeva di sfogliare il “Mirror” mentre camminava per le vie di Storybrooke e osservava loro, tutti loro nella loro normale e patetica vita.
Si chiedeva come fosse riuscita a far si che si fidassero di lei, del resto per loro non era più la Regina Cattiva?
Non la vedevano ancora come tale?, o era bastata la parola di Biancaneve per far si che accadesse il miracolo.
No, era certo che fra loro ci fosse ancora qualcuno che odiasse profondamente Regina, ma chi?
Con un incantesimo pronunciato a fior di labbra, cominciò ad esaminare i loro cuori, ad ispezionare le loro anime e i loro desideri più oscuri.
Stava per arrendersi esasperato dalla mediocre bontà di quelle persone, quando venne attirato dal cuore di una ragazza seduta da Granny's intenta a sorseggiare una tazza di caffé.
Chi era?
Non l'aveva mai vista né ne aveva sentito parlare nel futuro e questo lo incuriosì talmente tanto che si diresse verso il locale, quando però venne afferrato per un braccio << Grazie al cielo che è qui Dottor Hopper, ho bisogno di parlarle >> era Cenerentola e si domandò cosa mai volesse da lui in un momento come quello, visto che non era orario di visita << Vieni da me per le quindici >> la donna scosse la testa nervosamente << Ho bisogno di parlarle adesso >> fece lei ormai in lacrime e il Grillo diede in un lungo sospiro, mostrando un sorriso non voluto << Certo, andiamo nel mio ufficio >> si arrese alla fine Gabriel dovendo mantenere quella copertura, dirigendosi così al suo noiosissimo lavoro da ascoltatore.

Era l'ora di pranzo quando Cenerentola uscì dal suo ufficio e Gabriel sperò che quella strana ragazza fosse ancora da Granny's, ma non la trovo, in realtà non la trovò da nessuna parte e si chiese come fosse possibile.
Continuò a cercarla anche quando ormai si fece sera e smise solo quando vide Annabelle passeggiare insieme a Darell.
Gabriel sapeva di non aver bisogno di nascondersi, sapeva che loro avrebbero visto solo il Grillo, ma si intrufolò comunque in uno dei vicoli, osservandoli di soppiatto.
Lo vide avvicinarsi al volto di lei e sussurrarle qualcosa ad un orecchio che la fece ridere, Gabriel lo invidiò, lo invidiò con tutto se stesso, perché Darell poteva ancora farla sorridere.
Strinse le mani a pugno quando lo vide baciarla e stringerla a sé << Dovresti andartene da qui >> l'uomo scattò sul posto spaventando dalla voce femminile alle sue spalle << C-chi sei? >> chiese non avendo percepito la sua presenza << Devi andartene ora >> continuò lei cercando di spingerlo fuori dal vicolo << Senti non mi piacciono i guardoni >> commentò un uomo che era appoggiato alla parete prima di andarsene e la donna soffiò frustrata indossando il soprabito per coprirsi, visto che portava solo un vestito rosso che non lasciava spazio alla fantasia, contro il freddo inverno << Grazie mille >> commentò palesemente arrabbiata dirigendosi fuori dal viottolo, osservando quasi disgustata la coppietta intenta a scambiarsi effusioni.
Gabriel la seguì a ruota riconoscendo quei capelli castani che svolazzavano in aria raccolti da una semplice coda << Sei tu! >> esclamò prendendola per un braccio e quella si girò a scatto colpendolo all'addome o cercando di farlo perché il Grillo riuscì a fermare il pugno prima che lo raggiungesse << C-come? >> fece sconvolta lei e Gabriel si lasciò sfuggire un sorriso << Non sono chi sembro >> disse trascinandola dentro la torre di Storybrooke << Che cosa stai facendo?! >> gridò quella cercando di liberarsi invano dalla presa dell'uomo << Non ho intenzione di farti alcun male >> rassicurò lui per poi tornare alla propria forma originaria << Tu...tu... >> il ragazzo annuì appoggiandosi alla scalinata e incrociando le braccia al petto << Perché? >> << Perché condividiamo gli stessi pensieri >> la donna scosse la testa bruscamente << No, io non ho niente da spartire con te >> fece lei indietreggiando << Né con la magia >> continuò voltandogli le spalle << Preferisci tornare alla tua vita? >> chiese lui accennando un gesto con il capo riferendosi all'uomo e al vicolo << Non è affar tuo! >> inveì lei voltandosi minacciosa, ma senza far alcun effetto sul ragazzo << So che la odi, sento che la odi, perché non vuoi vendetta? >> << Perché...non è giusto >> fece lei abbassando lo sguardo, ma ritornando subito a riguardare il ragazzo quando sentì la sua risata riempirli le orecchie << Non è giusto? Questa è l'unica cosa che ti ferma dalla vendetta? La GIUSTIZIA? >> Gabriel si coprì il volto senza smettere di ridere << Che c'è di strano? >> chiese lei confusa << Niente se fosse la verità >> rispose lui tornando a guardarla << Pensi che io menta? >> << So che stai mentendo >> stavolta toccò alla donna sorridere << Sei un folle >> commentò appoggiandosi alla parete per poterlo vedere meglio e il ragazzo rimase ipnotizzato dal colore dei suoi occhi: erano grigi come spenti e questo gli fece capire che era magica o almeno lo era stata << Eri...una fata >> si ritrovò a dire meravigliato e la donna a risposta abbassò la frangetta per nascondersi << Hai ragione, la odio e vorrei vendetta più di chiunque altro, ma... >> Gabriel si accigliò e fece un passo nella sua direzione << Ma non ho il potere! >> gridò frustrata stringendo le mani ha pugno << Farei appena in tempo ad avvicinarmi a lei che sarei morta, sempre che riesca a superare la sua “famiglia” >> continuò mimando le virgolette con le dita << Lei ha tutto, ha tutto pur avendo compiuto scempi e stermini, mentre io...io...ho perso tutto a causa sua, tutto! >> gridò e il ragazzo si sentì sopraffatto da quell'odio covato per così allungo, un odio che non aveva mai percepito in nessuno.
Che cosa poteva mai aver compiuto Regina per aver distrutto una così bella creatura?
<< Come ti chiami? >> domandò prendendole il volto rigato dalle lacrime tra le mani << Rachel >> rispose allontanandosi dal tocco del ragazzo << Io posso aiutarti, insieme potremmo fare grandi cose >> Rachel rise come a prenderlo in giro << Non mi sembra che il tuo piano di dar fuoco al suo ufficio abbia funzionato >> commentò lei asciugandosi il volto << Allora aiutami >> << E perché mai dovrei? >> Gabriel le si avvicinò fino a poter sentire il suo respiro << Perché posso ridarti i tuoi poteri >> rivelò nel suo orecchio e quando tornò a guardarla a ricambiarlo fu uno sguardo pieno di stupore << C-come? >> a risposta si smaterializzarono nel bosco << Che cosa ci facciamo qui? >> domandò ancora insicura di ciò che stava facendo << Qui è dove crescono le fate e muoiono i nani >> rivelò lui << Nella foresta incantata, non qui ha Storybrooke >> << Storybrooke non è nientemeno che la foresta incantata in un mondo che non creda possa esistere >> spiegò lui qualcosa che loro non avrebbero scoperto che da lì a qualche anno << Mettiti al centro >> continuò dirigendosi ad una delle pietre lì poste e rivelando che vi erano disegnate delle rune << Perché me? >> chiese lei obbedendo << Perché il tuo odio è vero e profondo, non ti aspettare altro da me >> la donna rise << Non mi aspetto più molto dagli altri >> commentò lei osservando attentamente i movimenti di Gabriel << Se i miei studi non mi tradiscono dovresti essere una Fata di Guerra >> << Non sapevo avessi studiato le fate >> fece lei annuendo << Nel mio mondo è una materia d'obbligo >> confessò disegnando la runa del fuoco e dell'aria per poi dirigersi all'albero posto al centro del cerchio che cominciava ad apparire sotto ai loro piedi, che Rachel guardava meravigliata << Ho bisogno che ti tagli un palmo >> la ragazza non esitò un istante e prese il pugnale che gli lanciò Gabriel << Quando hai fatto posizionarlo sul terreno >> continuò il giovane per essere subito obbedito.
Gabriel vide la magia concentrarsi intorno a lei, venir risucchiata e riaccendere le sue ali rosse spente da chissà quanto.
Quella era magia pericolosa, una magia a cui solo le fate e i nani potevano sopravvivere e anche il suo costo era alto, ma a Gabriel non importava, perché del resto cos'altro poteva portarli via la magia che già non avesse preso?
Quando il cerchio venne a concludersi, Gabriel poté ammirare la bellissima creatura rossa che era davanti ai suoi occhi.

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Capitolo 21
*** Capitolo 21 ***


Capitolo 21

 

Qualche giorno prima del sortilegio di Regina

<< Ridya sei in ritardo >> l'ammonì sua madre mentre l'aiutava a togliersi l'armatura d'acciaio << Mamma dovevo scortare la polvere di fata >> si giustificò lei mentre posava la spada e l'arco sul bancone << Domani è il tuo matrimonio e ancora non abbiamo finito con l'abito >> sentì la voce della sorella provenire dalle scale che portavano alle loro stanze << Ora sono qui, no? Perché stiamo perdendo tempo? >> fece sarcastica togliendosi l'elmo che la proteggeva in battaglia, liberando così la folta chioma castana che ricadde come un manto lungo la sua schiena fino al bacino << Forza salì qui >> fece la madre dopo averle fatto indossare l'abito arancione scuro, tempestato da foglie d'autunno e pietruzze da miriadi di sfumature di marrone << Non manca così tanto >> commentò Ridya guardandosi allo specchio posto davanti a lei mentre sua sorella le raccoglieva i capelli in un chignon sulla nuca << Solo perché a te sembra già apposto così >> la punzecchiò sotto lo sguardo della madre che scosse nervosamente la testa << Ma perché non possiamo usare la magia?Insomma non sarebbe più semplice così? >> sentì un colpetto provenire dalla sua gamba << Mamma! >> << Non dire cosa di cui potresti pentire! Noi fate non usiamo i poteri per scopi propri... >> << Ma solo per aiutare gli altri >> fecero all'unisono le sorelle portando la madre quasi all'esasperazione.
Bevve un altro bicchiere di idromele cercando di allontanare la paura e la tensione.
Era una fata di Guerra, aveva combattuto innumerevoli battaglie, come poteva temere quella?
Andrà tutto bene, andrà tutto bene.
Continuava a ripetersi fino a che la marcia nuziale non giunse alle sue orecchie e vide la porta davanti a lei aprirsi.
Rydia non si ricorda cosa accadde dopo, i suoi ricordi si riaccesero quando fu nella carrozza insieme al neo-marito << Va tutto bene Ridya? Non hai parlato per tutto il viaggio >> fece lui preoccupato e la donna sbatté gli occhi più volte riacquistando coscienza di sé per poi scoppiare a ridere << Ti amo >> si ritrovò a dire abbracciando l'uomo e baciandolo << Ti amo più di chiunque altro >> ripeté baciandolo ancora e facilmente ricambiata da lui << Dove stiamo andando? >> domandò curiosa ancora seduta sulle gambe di lui << Ho preso per qualche giorno una piccola fattoria poco distante dal nostro villaggio tutta per noi, così che tu possa essere sempre a disposizione per le tue sorelle di guerra, conoscendo quanto sono importanti per te >> rivelò lui ricevendo un altro bacio stavolta pieno di passione << Ti amo >> sussurrò appoggiando la testa tra la clavicola e il collo dell'uomo << Ridya ti amo anch'io >> rispose lui accarezzandoli le braccia nude.
Ridya si risvegliò tra le coltri di seta d'oro, ma non vi trovò Marv sdraiato al suo fianco come le mattine precedenti e udì la sua voce fuori dalla finestra così vi si diresse, coperta solo dal lenzuolo e vide una carrozza completamente nera parcheggiata nel giardino della fattoria da cui scese una donna con uno strano capello piumato e un abito scuro come le sue guardie << Salve >> fece Marv con aria cupa e Ridya si chiese perché, ma intuì che la donna non fosse la benvenuta così si vestì velocemente raggiungendo l'uomo il prima possibile << Siete così difficili da trovare voi fate >> sentì Ridya mentre si allacciava la spada ai pantaloni nel scendere le scale << E lo sono ancora di più le fate di Guerra >> << Qui non ve ne è nessuna >> la interrompé Marv e la donna ne sembrò irritata << Vede prima ho incontrato una piccola coppia di contadini felici per del denaro donatoli da una coppia di fate in luna di miele e mi hanno raccontato che una di voi aveva gli occhi rossi >> l'uomo si morse un labbro e per Ridya non fu difficile intuire i suoi pensieri poco adeguati verso gli uomini << Perché mai desiderate una fata di Guerra? >> domandò lui percependo Ridya ben nascosta dietro la porta << Quindi ammettete che ce ne sia una, per quale ragione non uscite mai dal vostro regno? >> fece la donna alzando le mani al cielo esasperata e al contempo soddisfatta << Non usciamo per gente come voi >> fece Ridya avvicinandosi al marito con la spada tesa << Prendetela >> ordinò la donna alle guardie, ma Ridya non faticò granché a renderle inoffensive.
Non fece in tempo a voltarsi verso il marito che vide la mano di lei nel petto di lui << Che cosa gli stai facendo? Lascialo andare è un semplice Osservatore non può farti alcun male! >> esclamò la fata avvicinandosi al marito ma fermata dall'indice della donna che faceva segno di no << Vedi io vi ho studiato molto bene piccole fate e non posso permetterti di avvicinarti più di così >> nel dirlo strinse di più la mano intorno al cuore di Marv che gridò dal dolore << Ho bisogno che tu faccia una cosa per me >> << Qualunque cosa >> fece arrendevole Ridya e facendo sorridere la donna << Rinuncia alle tue ali >> ordinò e Ridya rimase sconvolta di una tale richiesta.
Rinunciare alle proprie ali voleva dire rinunciare al proprio popolo, voleva dire non vedere mai più la sua famiglia né le sue sorelle.
Rinunciare alle proprie ali voleva dire rinunciare alla propria magia per sempre, rinunciare ad un parte di sé.
Rinunciare alle proprie ali voleva dire non essere più fata << Va bene >> si ritrovò a dire nel vedere il volto pallido di Marv, che scuoteva la testa combattendo il dolore per dare coraggio all'amata << Non lo fare >> riuscì a dire a labbra strette e la donna aumentò la morsa sul suo cuore.
Ridya ormai in lacrime diresse la propria spada alle proprie ali e il dolore allucinante che ne provenne dopo la fece ripiegare in due mentre i suoi occhi si prosciugavano divenendo incolore, ma non smise di guardare l'uomo << L-lascialo....andare >> riuscì a dire a stento ricadendo sul terreno, ma la donna rise estraendo dal petto il cuore dell'uomo per poi disintegrarlo di fronte alla ex-fata, che gridò più per il dolore che sentì il suo cuore che per la ali abbandonate al suo fianco << L'amore è una debolezza mia cara >> le sussurrò la Regina Cattiva raccogliendo le sue ali prima che Ridya perdesse i sensi.

*

La terra smise di tremare sotto ai loro piedi e furono degli occhi fiammanti a ricambiarlo adesso, occhi rossi come il fuoco più caldo.
Gabriel era ancora circondato dalla barriera che l'aveva protetto e rimase ammagliato dalla bellezza della donna: Rachel era rimasta nuda, gli abiti che indossava avevano preso fuoco come tutto intorno a loro e enormi ali rosso oro la circondavano.
Rachel si alzò piedi e poté tornare ad ammirare la sua magia, i suoi poteri e le sue ali.
Non poté non ridere, ricordandosi quanto le erano mancate, ricordandosi quanto le era mancato tutto quello << Ho bisogno della mia spada >> disse materializzando degli abiti e richiamando le sue ali, resistendo all'impulso di volare << E dove si trova? >> la donna scosse la testa << Non lo so, ma la percepisco è qui vicino, insieme alla mia armatura. Non sarà difficile trovarla >> il ragazzo annuì assecondandola ancora ammaliato da tutta quella bellezza.
Sapeva che era glamour e sapeva che doveva contrastarlo, ma non voleva.
<< Dobbiamo andarcene >> annunciò lei disintegrando ogni traccia per poi scomparire in mezzo ai boschi seguita da Gabriel.
Anche se non riusciva a vederla in volto Gabriel sapeva che stava sorridendo, poteva sentirlo sulla propria pelle e per la prima volta dopo anni, anche lui si sentiva in qualche modo felice.
Felice di aver reso qualcuno felice.
Solo quando raggiunsero il cimitero di Storybrooke fecero una piccola sosta << Dove stiamo andando? >> chiese lui riprendendo fiato << Mi pare ovvio, no? Andiamo a riprendere le mie cose >> comunicò lei guardandosi intorno come un segugio riprendendo poi la corsa e Gabriel non riusciva ad associare la fata che gli era di fronte, con la donna che aveva conosciuto poco prima.
La vide dirigersi verso il Mausoleo e Gabriel riuscì a fermarla poco prima che lo toccasse << Che cosa vuoi fare? Non puoi entrare >> la ragazza rise << E perché mai? Per un incantesimo? >> << Non farai in tempo ad uscire che saranno tutti qui >> << Vogliamo scommettere? >> Gabriel non riuscì a fermarla prima che varcasse la soglia.
Non avrebbe perso tutto a causa di una fata, per quanto potesse essere potente.
Gabriel si smaterializzò lontano da lei, lontano da quel posto.

*


Regina venne svegliata in piena notte quando percepì il suo incanto spezzarsi.
Si alzò dal letto lentamente portandosi una mano alla tempia mentre tendeva la propria magia verso Annabelle che raggiunse la madre che nel frattempo aveva svegliato il marito << Il mausoleo >> fece e i due non ebbero bisogno di altre spiegazioni: Annebelle prese la mano del padre e lo smaterializzò insieme ad arco e frecce.
Ispezionarono il Mausoleo da capo a piedi, ma non vi trovarono nessuno, anche se ogni cosa era sottosopra e Annabelle fu grata che sua madre non fosse lì in quel momento << Riesci a capire cosa hanno preso? >> domandò il padre mentre cercava di rimettere un poco in ordine gli oggetti della moglie << No, ma forse sarebbe il caso di portare qui la mamma, di certo lei lo capirebbe >> l'uomo non poté che dare ragione alla figlia << Va bene, sigilla tutto, torniamo questa mattina presto >> fece lui uscendo insieme ad Annabelle e lasciandole il tempo per restaurare l'incanto prima di tornare a casa.

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Capitolo 22
*** Capitolo 22 ***


Capitolo 22

 

Molti anni prima nel futuro

Gabriel fece le rampe di scale tutte ad un fiato, ignorando le grida della matrigna che gli dicevano di non correre in casa.
Raggiunse la stanza della sorellastra e si gettò letteralmente sul suo letto << Svegliati! >> era da un po' che Annabelle non andava a scuola a causa della febbre e Gabriel era stanco di dover prendere l'autobus senza la sua compagna di giochi << Mmmmh... >> fece lei da sotto le coperte che lui strattonò fino a vedere il suo volto << Come stai? >> chiese stendendosi al suo fianco << Vai via Gabriel... >> Annabelle diede le spalle al fratellastro << Va bene, allora non ti dico cosa ha fatto oggi Philip >> qualcosa sembrò accendersi sul volto della malata che scattò a sedere << Allora? >> Gabriel si dispiacque per il viso arrossato e sudaticcio di lei << Ecco...ha messo una rana nella borsa della fata turchina e dovevi vedere come è scattata in piedi quando l'ha aperta >> Gabriel cominciò a ridere, ma Annabelle invece sembrò rattristata << Tutto qui? >> il bambino alzò gli occhi al cielo << Sei solo arrabbiata perché non c'eri >> << Non è vero, è solo che senza di me i vostri scherzi fanno schifo >> si giustificò tornando a stendersi sotto le coperte << Davvero? Quindi non ti interessa vederlo? >> << No... >> Annabelle incrociò le braccia sul petto << Tanto non puoi... >> aggiunse e un sorriso furbo apparve sul volto del fratellastro, che si tese verso il proprio zaino di supereroi, scomparendo sotto il letto, per poi ricomparire con in mano uno scaccia sogni << Dove l'hai preso? >> chiese meravigliata la bambina nel vederlo << L'ho preso dalla Salvatrice, tanto lei ne ha tanti >> spiegò rimettendosi a sedere affianco alla malata << Ma sai fare l'incantesimo? >> domandò un po' civettuola Annabelle, come a prenderlo in giro << Sì, so farlo >> rispose lui mostrando la lingua.
Si concentrò prima di passare il mistico oggetto sulla propria testa, per poi consegnarlo alla sorella.
Solo allora Annabelle poté vedere la Fata Turchina tendersi verso la propria borsa, squadrando gli studenti, per poi scattare in piedi, cominciando a gridare mentre la rana le saliva sul petto e sulla testa.
Le risate dei due bambini raggiunsero la cucina, dove Regina intenta a preparare la merenda si lasciò sfuggire un piccolo sorriso.


Gabriel era appena uscito dalla doccia e indossava solo i pantaloni del pigiama quando sentì bussare, e ebbe bisogno di qualche istante per capire che si trattava della finestra e non della porta.
Rachel indossava un armatura d'acciaio rossa, con uno strano stemma disegnato sul petto e al suo fianco sinistro vi era una spada saldamente legata in vita << E' così che tratti i tuoi alleati? >> chiese palesemente irritata entrando nella stanza e facendo scomparire le ali << Non potevo rischiare di farmi scoprire >> si giustificò lui frizionandosi i capelli con l'asciugamano che aveva intorno al collo << Non potevo rischiare di farmi scoprire >> gli fece eco lei civettuola << Hai paura >> aggiunse poi sedendosi o meglio sdraiandosi sul divano dopo essersi liberata dalla spada e averla appoggiata al suo fianco << Come scusa? >> << Mi hai restituito i miei poteri Gabriel, ora riesco a percepirlo. Sei un codardo >> rimarcò lei mettendosi a sedere adesso << Oppure non vuoi andare fino in fondo o ancora speri che loro trovino un modo per sconfiggerti e quindi esiti >> << Non dire idiozie >> disse lui prendendo una birra << Allora perché ti nascondi dietro questi infiniti piani o dietro un volto non tuo? >> Gabriel si sedette di fronte a lei stendendo i piedi sul tavolino fra loro due << Perché loro hanno qualcosa che io voglio >> << Parli del sortilegio non è vero? >> il ragazzo annuì << Che cosa stupida >> commentò Rachel << Dici così perché non ne conosci gli effetti >> la donna rise talmente forte da riempire la stanza << Ne conosco gli effetti e come, ma il tuo piano è zoppo sin dall'inizio, Gabriel >> Rachel si alzò in piedi dirigendosi nuovamente alla finestra, ma solo per ammirare la luce della luna che colpiva la piazza dell'orologio << Per far sì che il Sortilegio abbia effetto devi sacrificare la persona che più ami... >> aggiunse lei > continuò voltandosi adesso a guardare Gabriel ancora seduto al suo posto << Proprio non ti rendi conto, non è vero? Stai facendo tutto questo per avere un lieto fine con lei, ma come puoi averla tutta per te se è lei il costo per lanciare il tuo Sortilegio? >> il ragazzo si accigliò << Non dire idiozie! >> esclamò lui alzandosi in piedi e dandole le spalle << E' inutile che lo neghi a te stesso Gabriel, perché non posso credere che uno stregone potente come te, che riesce a nascondersi sotto il naso del Signore Oscuro e ingannare la Regina Cattiva, scappa dai propri sentimenti, come un adolescente qualunque >> << Smettila >> sussurrò << Tutto il tuo fantomatico piano ha un enorme falla >> << Smettila >> << Ammettilo Gabriel, ammettilo che l'ami >> << Smettila! >> gridò lui adesso scaraventando la fata contro la parete << Sì, è vero! Sì, la amo, ma cosa posso farci?! >> si coprì il volto con le mani << Per anni sono scappato da questo sentimento, per anni lo represso come si fa con qualcosa che si ripugna, ma è rimasto lì, non è mai scomparso >> continuò cadendo inginocchio di fronte alla fata che si stava rimettendo in piedi << E che intenzioni hai? >> il ragazzo scosse la testa bruscamente << Io...non lo so...Quello che hai detto è vero e io me ne rendo conto solo adesso, ma perché non volevo vederlo...A me non importa niente del sortilegio, così come non mi importa niente di tutte queste persone, ma....? >> si chiedeva perché lo stesse raccontando a lei << Io non so più cosa fare, Rachel...non so più quale sia il mio obiettivo o chi odiare. Sono venuto qui con l'intenzione di distruggere tutto...ma non ho la più pallida idea di come fare >> la ragazza lo fissò per un lungo momento << Comincia con l'alzarti in piedi e col chiamarmi col nome donatomi da mia madre e non con quello datomi da quella Strega >> la fata si avvicinò a lui porgendoli una mano << Invece per quanto riguarda il tuo problema, troveremo una soluzione che lasci invita la ragazza> aggiunse mentre Gabriel si issava in piedi << E chi sarebbe questa qui? >> Ridya richiamò la propria spada che diresse contro l'oscura figura << Una nostra alleata Obscuria >> rispose Gabriel asciugandosi il volto e posando la mano sulla lama della donna << Un altro giocattolo con cui divertirci? >> << Non sono il giocattolo di nessuno >> fece aspra Ridya tornando a sedere, ma rimanendo comunque in allerta nei confronti della nuova arrivata << Perché sei qui? >> domandò Gabriel avvicinandosi alla Signora della notte che si strinse nelle spalle << Per noia suppongo >> rispose lei prendendo la bibita in mano al giovane e annusandone il contenuto << O per portarti questo >> continuò porgendoli un anello bruciacchiato e rovinato << Ottimo >> commentò facendolo riflettere contro la luce della stanza << A che ti serve? >> chiese Ridya massaggiandosi gli occhi stanchi << Questo? A niente >> Gabriel si sedette vicino alla fata << Ma la magia al suo interno, ci permetterà di richiamare alcuni miei vecchi amici >> spiegò sorridendo alle due donne.

*
 

Quando Darell riaprì gli occhi c'erano quelli di Tremotino a ricambiarlo.
Si sentiva accaldato e sudaticcio, così si sollevò bruscamente dal lato opposto del letto dando le spalle al padre << Che cosa ci fai qui? >> domandò aspramente senza voltarsi nemmeno a guardarlo, ma tenendosi la testa tra le mani << Ti ho sentito gridare e sono accorso >> lo sentì alzarsi dal letto << Sto bene, puoi anche andartene >> << E' stato un incubo o altro? >> chiese invece quello arrivando di fronte al figlio << Nessuno dei due >> Darell si alzò dirigendosi in bagno e chiudendo la porta alle sue spalle.
Darell si lavò il viso con molta lentezza, sperando di uscire e non trovare suo padre, ma i suoi desideri non vennero esauditi, poiché Tremotino era ancora seduto sul letto con le gambe elegantemente accavallate << Dobbiamo parlare >> il ragazzo si passò una mano tra i capelli nervosamente << Non ho niente di cui parlare e non sono venuto qui per farlo >> disse aprendo l'armadio e prendendo una maglietta e un paio di jeans che sua madre gli aveva comprato << Bene allora ascolterai >> fece l'altro alzandosi fronteggiando il figlio << E' ovvio che non scorre buon sangue tra noi due >> il ragazzo trattenne una risata cominciando a spogliarsi << Ma voglio comunque aiutarti del resto sei mio figlio >> Darell annuì bruscamente << Fai pure come ti pare >> fece il figlio indossando la t-shirt e incamminandosi verso la porta << Dove pensi di andare stiamo parlando? >> << No, tu stai parlando >> Darell scosse la testa come divertito prima di uscire e dirigersi all'esterno della casa << Va tutto bene? >> chiese Belle al marito apparendo sulla soglia della porta << Certo, cara >> Belle finse di non vedere lo sguardo triste del marito perché sapeva che non voleva essere visto così.
Doveva assolutamente parlare con Darell.

*
 

Annabelle mise le mani in tasca mentre camminava in giardino.
Era uscita per prendersi una boccata d'aria, ma non si era resa conto che facesse così freddo, però non aveva neanche molta voglia di rientrare.
Non aveva le forze per sopportare l'aria speranzosa dei Charmings, figurarsi i loro discorsi.
Raccolse la foglia di un albero e cominciò a giocarvi, appoggiandosi poi al melo dietro la casa.
Gli mancava la sua casa, certo quella era molto simile e le faceva piacere avere vicino sua madre di nuovo, ma le mancavano i suoi amici Philip, Alexandra e Neal...
Le mancava la sua famiglia o almeno quello che ne rimaneva...
Scosse la testa facendo ricadere i capelli sul volto, nascondendo le lacrime da occhi indiscreti e nel farlo si trovò a guardare l'anulare...
Una morsa le si formò allo stomaco nel ripensare all'anello della madre.
Certo sapeva di averlo dato per salvarla, ma era l'ultimo ricordo della sua mamma, l'ultimo che le era rimasto.
Non aveva più molto tempo, tra meno di cinque mesi sarebbe nata e tutto sarebbe finito, doveva sbrigarsi a trovare un modo per finire Gabriel, ma come?
Darell era venuto per darle una mano, ma nemmeno lui sapeva che cosa dovessero fare.
Che cosa c'entrava quella profezia con loro?
Perchè doveva parlare di lei e del suo fratellastro?
Annabelle fece un lungo respiro scivolando lungo il tronco e sedendosi sul terreno << Che cosa ci fai qui tutta sola? >> era la voce di Henry che si sedette vicino a lei << Niente >> si affrettò a dire scacciando il nodo che le si era formato in gola << Stai scappando dai Charmings, non è vero? >> fece lui dandole un buffetto sulla spalla facendole sfuggire un sorriso << Fammi indovinare nel futuro non vengono così spesso a casa eh? >> << Infatti, sono sconvolta di quanta gente veniva a casa nostra! >> Henry scoppiò a ridere e la ragazza rimase sorpresa << Che cosa ho detto di male? >> il fratellastro scosse la testa << Niente, solo non capisco come tu riesca ad orientarti, tra passato e futuro >> la ragazza si strinse nelle spalle << Come mai sei già a casa? >> << Oggi abbiamo finito prima a scuola e non mi vedevo con Grace, quindi... >> Annabelle appoggiò la testa sulla spalla di Henry << Allora quando mi farai conoscere Darell? >> << Penso mai... >> Henry la vide chiudere gli occhi << Cosa? >> << Tu e lui non andate molto d'accordo, dici sempre che non è degno di me e blablabla >> << Magari il me del futuro ha torto o ...ragione? >> Annabelle sorrise << Ne dubito >> commentò rilassandosi << Non hai dormito nemmeno stanotte? >> la ragazza scosse la testa << No, continuo a fare lo stesso incubo >> << Ti va di raccontarmelo? >> << No >> rispose alzandosi poi in piedi << Che ne dici torniamo dentro? >> Henry guardò la sorella per un lungo momento << Certo >> fece poi facendosi prendere a braccetto mentre si incamminavano verso casa.

Henry stava osservando Annabelle mentre parlava con Marymargaret e come in giardino non faticò a trovare le profonde occhiaie che le segnavano gli occhi.
Certo, sapeva che era da giorni che non dormiva bene, ma a vederla in quello stato si chiese se non fosse più di un semplice incubo, ma sopratutto quanto poteva influire con la sua magia?
Sentirono suonare alla porta e gli occhi di Annabelle si accesero quando si diresse ad aprire << Probabilmente è arrivato Darell >> gli sussurrò Robin che era seduto vicino a lui << Probabilmente? >> fece Henry alzandosi in piedi e incamminandosi verso l'atrio, facendo in tempo a beccarli in atteggiamenti poco consueti.
Non appena Darell notò la sua presenza si distaccò da Annabelle, cercando di ricomporsi il più possibile << Buongiorno >> salutò Darell porgendo la mano << E' sera >> commentò Henry ricambiando il saluto con un sorriso << Stai tranquillo non ho intenzione di puntarti un fucile e chiederti che intenzioni hai con mia sorella, quello credo aspetti a Robin >> aggiunse cercando di tranquillizzare il giovane che sembrò enormemente sollevato << Mi aiuti ad apparecchiare? >> chiese Henry alla sorella che sembrò un attimo sorpresa << Ma è già app.. >> << Andiamo? >> la interrompé lui prendendola per una mano << Torno subito >> fece in tempo a dire lei a Darell, prima di scomparire in cucina << Si può sapere che stai facendo? >> il ragazzo non le rispose portando una mano sulla sua fronte e poi sulla sua guancia << Che stai facendo Henry? >> << Ormai è passata quasi una settimana da quando Gabriel si è fatto vivo l'ultima volta >> << E con questo? >> << Te ti senti bene? >> continuò lui ignorando la sorellastra << Cosa? Certo che sto bene, perché? >> Henry la guardò scettico << Oh e dai, sto bene, davvero! Certo è da un po' che non dormo decentemente, ma non è colpa di Gabriel... >> fece lei incrociando le braccia al petto e appoggiandosi all'isola della cucina << Allora che cosa c'è che non va? >> Annabelle fece un lungo sospiro << Non lo so....Ho come questo perenne nodo allo stomaco, come se fosse successo qualcosa, ma... >> spiegò portandosi una mano al petto << E' una sensazione fastidiosa e poi ci sono quegli incubi che non mi aiutano... >> continuò passandosi nervosamente una mano tra i capelli << Raccontami >> la ragazza alzò un sopracciglio << No... >> Annabelle fece per andarsene, ma Henry l'afferrò per un braccio << Perché no? >> << Perché ho detto di no! >> si liberò dalla presa e uscì dalla cucina.
Avevano appena litigato?

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Capitolo 23
*** Capitolo 23 ***


Capitolo 23


 

Nel frattempo nel futuro.

<< Quest'oggi abbiamo perso un caro amico, ma continueremo a combattere per far sì che questo sia l'ultimo giorno, in cui seppelliamo un altro fratello >> disse un uomo alto e robusto alzando un calice di birra seguito dalle poche persone che riempivano Granny's.

Presente


Annabelle si svegliò di soprassalto, con le mani tese e istintivamente disintegrò il vaso riposto sopra il mobile di fronte al letto.
Ancora con i nervi tesi abbassò le braccia, cercando di riprendere il controllo, accorgendosi di essere al sicuro, nella sua camera da letto.
<< Va tutto bene >> sussurrò tra sé e sé accendendo l'abat-jour vicino al letto, continuando a ripeterlo anche mentre riacquistava lucidità.
Spostò le calde coperte, mettendo i piedi fuori dal materasso e represse un brivido nel sentire il freddo pavimento.
Stavano dormendo tutti a quell'ora e era lieta di non averli svegliati, anche se sin da piccola aveva paura della notte e si diede della sciocca per quell'infantile emozione.
Come poteva continuare ad aver paura di una cosa così stupida, sopratutto dopo tutto quello che aveva passato?
Si alzò in piedi, sempre cautamente, temendo di svegliare qualcuno e prese la vestaglia, prima di dirigersi al corridoio della casa.
Darell era rimasto a dormire da loro e anche se l'avesse svegliato, sapeva che non gli sarebbe dispiaciuto o almeno non a lei disturbare il suo sonno, ma quando raggiunse la stanza degli ospiti lui non c'era.
Annabelle si diresse verso il bagno e poi in salotto, ma di Darell non vi era traccia.
Che fosse tornato a casa?
No, non era possibile, aveva litigato con il padre, non sarebbe mai tornato a casa.
Annabelle era seduta sul divano che rifletteva sul da farsi, quando Darell entrò dalla porta-finestra e ignorandola completamente si diresse verso la sua stanza.
La ragazza ovviamente lo seguì e rimase sorpresa di come lui si sdraiò sul proprio letto e dormì.
Soffriva di sonnambulismo?
Annabelle si avvicinò al giovane e un brivido le percorse la schiena, aumentando la morsa gelida che da giorni le si era formata sullo stomaco.
Senza pensarci due volte, materializzò uno scaccia-sogni e lo passò sulla testa di Darell completamente ignaro.
Non sapeva che cosa stava facendo né perché lo stesse facendo, ma non poté fare a meno di seguire il suo istinto e si concentrò, cercando di riordinare i ricordi del giovane.

Darell era nell'ufficio del dottor Hopper, ma non era solo, qualcuno stava parlando con lui << Questo ci permetterà di raggiungere i nostri obbiettivi? >> disse una voce femminile, ma gli occhi di Darell rimasero fermi su Pongo intento a dormire << Quello che tieni tra le mani non è un semplice anello, contiene la magia del nostro tempo, una magia molto più simile a quella che una volta regnava nella foresta incantata non come quella stantia che è in questa Storybrooke del passato >> gli occhi di Darell si spostarono su di lui, su Gabriel.

Annabelle si voltò verso Darell del tutto ignaro di ciò che la ragazza aveva scoperto.
Come aveva potuto?
Lei si fidava di lui!
Lei lo amava!
Annabelle scacciò via le lacrime che minacciavano di versarsi e rinsaldò la presa sullo scaccia-sogni.

Stavolta stava camminando per la via che lo portava all'ufficio del Sindaco, che in questo momento era in fiamme.
Lo vide correre, probabilmente per soccorrere la madre, ma quando vi fu dentro, Darell non fece niente, rimase ad osservare l'ufficio in fiamme e Regina in mezzo ad esse, prima di uscire dal Municipio.


Le mani di Annabelle tremavano di rabbia e paura, paura di ciò che avrebbe potuto farli.
Adesso le lacrime scendevano incessabili sulle sue guance, ma non lo svegliò, anzi si alzò e si diresse nella propria stanza.
Lui l'aveva usata e aveva messo e stava mettendo in pericolo le persone a lei più care.
Annabelle si diede della sciocca per essersi innamorata del figlio del Signore Oscuro e per averli dato così tanta fiducia.
L'avrebbe pagata, ma non ora.
Lui l'aveva usata e adesso era ora di ricambiare il favore.

Annabelle stava accompagnando Darell a casa, ma lui capì che vi era qualcosa di strano nella ragazza che non parlò per tutto il tragitto << Sei sicura che vada tutto bene? >> Annabelle annuì aumentando il passo per venirli di fronte, senza smettere di camminare << Perché non dovrebbe essere tutto ok? >> fece sorridendogli anche se avrebbe voluto picchiarlo e gridarli contro << Non lo so, è da quando siamo usciti da casa tua che ti comporti in modo strano? E vieni sotto l'ombrello che finirai per bagnarti! >> Darell si fermò di scatto e i suoi occhi continuavano a guardare oltre Annabelle << Darell? >> lo chiamò lei voltandosi per vedere l'abitazione di Darell in fiamme << Mamma! >> lo sentì gridare mentre correva verso la porta per catapultarsi all'interno.
Annabelle rimase ferma alcuni istanti prima di smaterializzarsi all'interno seguendo il calore del giovane che adesso era seduto sul terreno con in grembo il corpo inanime della madre << A-annabelle....lei...lei è.. >> lacrime copiose bagnavano il volto di Darell che si chinò su Belle per baciarle la fronte << Non puoi essere morta >> continuava a dire tra un singhiozzo e l'altro mentre Annabelle rimaneva in piedi ad osservare la scena << Fa male non è vero? >> domandò appoggiandosi al muro in fiamme << Annabelle! >> gridò lui dirigendosi verso di lei, ma prima che potesse fare alcunché con un gesto della mano la Strega fece scomparire tutto e Darell si ritrovò in mezzo alla foresta circondato da alberi e radure << Che cosa è successo? >> domandò disorientato mentre Annabelle scoppiava a ridere << S-sei stata tu? >> aggiunse accigliandosi nell'indicarla << Certo che sono stata io, chi altri conosci che possa organizzare uno scherzo del genere? >> << Uno scherzo?! Chi diavolo penserebbe di fare una cosa simile? >> gridò lui frustrato, ma lo sguardo di Annabelle non smise di essere divertito << Non lo so, dimmelo tu >> nel dirlo materializzò lo scaccia-sogni della sera prima e glielo lanciò << Che cos'è? >> << La prova del tuo tradimento >> Darell corrugò la fronte stranito << Il mio cosa? Io non ho tradito....! >> << Smettila di mentire! >> lo interruppe Annabelle allontanandosi dall'albero in cui si era appoggiata per avvicinarsi minacciosamente a lui << Smettila di mentire >> ripeté quasi in un sussurro fermandosi e Darell spostò lo sguardo sullo scaccia-sogni, attivandolo.
Annabelle guardò il volto di lui e sembrava esserci sorpresa.
Certo, sorpresa di averlo scoperto << Annabelle chi ti ha dato questo scaccia-sogni? E' tutto finto io non ho mai fatto una cosa del genere! >> la giovane scoppiò a ridere << Nessuno me l'ha dato Gabriel! E perché continui a mentire? Cerchi di salvare la tua copertura? >> << Mentire? Io non sto mentendo, non so niente di tutto questo! >> Annabelle si inumidì le labbra mentre serrava i pugni.
Un vento gelido scaraventò Darell contro un albero, facendolo ricadere malamente << A-annabel... >> un calcio all'addome gli mozzò il fiato << Io mi fidavo di te! >> gridò lei sferrandogli un pugno sul volto << Mia madre si fidava di te! >> colpendolo ancora, ma stavolta con una sfera di energia << Mio padre! >> aggiunse indietreggiando con il viso pieno di lacrime << A-annabelle non è come pensi... >> gemette Darell cercando di rialzarsi << Credevo fossi diverso e invece...Sei tale e uguale a tuo padre >> Annabelle poté vedere lo sguardo di lui spegnersi nel sentirla pronunciare quelle parole << Perché? Dimmi solo il perché... >> Darell sentì il suo cuore straziarsi nel vederla in quello stato << Annabelle....io non c'entro niente con tutto questo >> con un gesto della mano Annabelle disintegrò lo scaccia-sogni << Menzogne! Se solo non l'avessi visto con i miei occhi! >> gridò mentre la pioggia continuava incessantemente ad battersi su di loro << Sono stato mandato da tuo padre, perché mai avrei dovuto tradirti? >> fece frustrato Darell appoggiandosi ad un albero e pronunciando un incanto per curarsi le ferite << E chi me lo dice?! Da quando sei tornato non fai altro che deviare le domande su di lui e su i nostri compagni. Forse perché hai tradito anche loro? >> << Davvero è così poca la fiducia che riponi in me?! >> << No e me ne pento! Perché se avessi dato retta alla Storia non mi sarei mai avvicinata a te! >> stavolta fu Annabelle ad essere scaraventata contro un albero << Se davvero è questo quello che pensi di me, se davvero vuoi gettare all'aria tutto per qualcosa che credi di aver visto, allora non posso che aiutarti nel compito >> nel dirlo Darell scomparve lasciando Annabelle ancora distesa per terra.
Annabelle si alzò senza alcun danno, lui aveva ammortizzato il colpo così da non farle male, ma Annabelle non se ne accorse.

Si smaterializzò nella propria stanza con ancora la rabbia ad incendiarle gli occhi e la magia senza controllo a circondarla disintegrando ogni cosa che era nella stanza.
Gridò cercando di liberarsi da tutta quella rabbia mentre sentiva il cuore spezzarsi.
Come aveva potuto?!
Come...?
Qualcuno bussò alla porta bloccata, ma Annabelle la ignorò cominciando a sentire la propria magia rivoltarsi contro di lei, facendole perdere i sensi sul terreno nello stesso momento in cui Robin entrava insieme a Regina.

Darell si smaterializzò nel negozio del padre e ignorando l'uomo che era dietro il bancone indaffarato con un cliente si diresse dietro il retrobottega e alzando la mano, abbassò la rampa di scale che portava alla soffitta del negozio, che Tremotino usava come magazzino.
Nel futuro sarebbe stato il posto preferito del ragazzo, dopo la torre dell'orologio.
Come poteva pensare una cosa del genere?
E perché c'erano quei ricordi in lui?
Prese uno dei numerosi libri che aveva materializzato e si sedette cominciando a sfogliarlo, cercando di distrarsi.
Sei tale e uguale a tuo padre
Quella frase riecheggiò nella sua stessa più e più volte e il libro che teneva tra le mani finì scaraventando dall'altra parte della stanza.
Non era giusto!
Perché doveva essere accomunato a lui?
Le sue azioni continuavano a perseguitarlo!
Ripensò allo sguardo triste di Annabelle e all'odio che le aveva rivolto, odio che le aveva visto provare solo verso Gabriel e questo lo feriva più di qualsiasi frase non detta.
Cominciava a sentire la magia ribollirli dentro, ma non voleva sfogarsi, non voleva mostrare la sua rabbia non voleva essere come lui, suo padre.
Darell si strinse le ginocchia al petto, cercando di controllarla, ma sapendo che era inutile.
Non gridò, non ruppe niente, lasciò che la rabbia e la sua magia lo divorassero, che lo lacerassero.
Si meritava tutto quello.
Pensò prima di perdere completamente i sensi dal dolore.

 

 

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