Ricordati di Lei

di DoctoRose91
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1: L’Inizio ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2: La magia ha sempre un prezzo! ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3: Piccoli Sospetti ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4: Invito a Cena ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5: 24 ore ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6: Addii ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7: Cambiamenti ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8: La Passione di un Profumo…la Dolcezza di un Nome ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9: Blackout ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10: Una Lettera d’Amore ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11: I will see you Again! ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1: L’Inizio ***


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Capitolo 1: L’Inizio
 
Era un giorno normale, un giorno come tutti gli altri. Era iniziato con la classica lezione di filosofia e si stava concludendo con la lettura di un libro.
Era distesa sul prato del giardino del suo castello, il padre le aveva proibito di andarci, da quando Avonlea era caduta vittima degli orchi tutto era diventato più difficile. Ogni giorno suo padre le pregava di  trascorre la giornata con serenità e tranquillità come faceva nei bei vecchi tempi nella speranza che quello fosse l’ultimo giorno di guerra.
Purtroppo per loro non fu così, la guerra si protrasse per ben cinque mesi e ormai non si preludevano spiragli di vittoria. Se sua madre non fosse morta avrebbe saputo guidare meglio suo padre nelle scelte da prendere, ed invece ora si trovava solo con i suoi pensieri.
Da quando era tornata dal suo viaggio in quella strana e lontana terra*, aveva consigliato a suo padre di chiedere aiuto ad un essere molto maligno e molto potente. Voleva che quella guerra cessasse all’istante, non riusciva più a sentire morte e distruzione ovunque, voleva che Avonlea ritornasse a risplendere come un tempo e avrebbe fatto di tutto perché ciò accadesse.
Per raggiungere il suo obiettivo doveva fare una semplice cosa… rivolgersi al Dark One.
 
……
 
Erano in quel bosco da soli ad osservare quella nube svanire davanti ai loro occhi. Solo quando quella nuvola di magia scomparve Gold riprese nuovamente pieno possesso dei suoi pensieri. Fino a poco prima era solo concentrato sulla magia e sulla ricerca di Bae, ma adesso che le cose stavano andando per il verso giusto doveva interessarsi della cosa più importante oltre a suo figlio: Belle.
 
-Belle, amore mio, cosa ti è successo?- la fece voltare verso di lui.
 
Nonostante fossero in un fitto bosco quei pochi raggi che lo penetravano non gli risparmiarono la vista di quelle pieghe che solcavano la pelle della sua donna. Gli si strinse il cuore osservando quei segni. Teneva paura di toccare quei lividi che si manifestavano sul suo corpo. Rabbia, sofferenza e dolore invasero i suoi occhi trasformandoli in due lame taglienti.
 
-Sono stata rinchiusa…!-
 
-Da Regina!- concluse interrompendo la risposta della ragazza.
 
Annuì imbarazzata e scontenta.
 
-Mi ha rinchiusa da qualche giorno credo nel manicomio dell’ospedale e sono rimasta lì da allora!- spiegò profondamente stanca ed indebolita.
 
-Per tutto questo tempo tu eri lì?!- cercò di razionalizzare tremendamente adirato e irritato dagli eventi.
 
-E’ per questo che hai voluto la magia…per vendetta?!- cercò di arrivare al dunque.
 
Non voleva che per causa sua lui perdesse il suo fine ultimo: la ricerca di Baelfire.
 
-No,ma potrebbe tornare utile!- mise al corrente soggiogato dalla magia che pian piano prendeva piede in lui.
 
-No…Rumple ti prego…promettimi…promettimi che non ti farai soggiogare dall’odio. Promettimi che non la ucciderai!- subito capì le sue intenzioni e cercò di troncarle sul nascere.
 
Vedeva nel volto di lui tentazione e vendetta, doveva trovare una soluzione, doveva rivolgersi alla sua anima, alla sua parte buona.
 
-Fammi questa promessa e potremmo restare insieme!-
 
 -Belle…amore mio…!-
 
Quelle poche difese crollarono non appena quegli occhi azzurri si riempirono di speranza e di dolcezza. Quanto era bella, nonostante avesse i capelli arruffati e le pieghe su collo e sulle labbra era la donna più bella che i suoi occhi avevano visto.
Con il dorso della mano sfiorò delicatamente la candida guancia di lei.
 
-Te lo prometto!-
 
Quella fu la frase che concluse quel difficile e sofferto discorso.
 
Portò la sua mano dietro il collo avvicinandola alla bocca. Quanto desiderava percepire le labbra di lei contro le sue, succhiare e mordere la sua lingua, assaggiando il suo sapore. Non pensava che quelle labbra gli fossero così tanto mancate; preso dai rimorsi, dalle delusioni e dai vari afflitti non aveva avuto modo di soffermarsi su tale mancanza, ma ora sentirla sua, averla tra le braccia e sulla bocca comprese quanto quei dolci ed intensi momenti gli fossero mancati da quasi levargli il respiro dai polmoni.
 
Si distaccarono a malincuore con ancora gli occhi chiusi cercando di rimanere attaccati a quell’ultimo e romantico barlume di piacere.
 
Fu lui ad aprirli per prima godendosi quella magnifica visione.
Sorrise contento che la sua Belle fosse ritornata sana e salva da lui.
 
-Torniamo a casa ti va?- chiese non appena vide lo sguardo di lei incontrare il suo.
 
Belle annuì felicemente scostandosi e appoggiando la testa sulla sua spalla facendosi condurre nella loro dolce dimora.
 
…….
 
 
Percepiva che qualcosa non andava, quella giornata stranamente era diversa. Respirava aria di cambiamenti.
 
Si precipitò nel salone del padre ricco di soldati. Sul tavolo, da mesi ormai, vi era la planimetria del regno in cui ogni giorno vi erano più spazi vuoti e meno villaggi.
Il suo cuore si intristì parecchio alla vista di tale disastro.
 
-Se egli fosse giunto!- sentì il fidanzato pronunciare tali parole e subito di corsa posò il libro che aveva tra le mani sopra il tavolo e raggiunse il padre vicino al trono.
 
-C’è ancora qualche speranza padre!- cercava di rassicurarlo.
 
-E’ tutto perduto ormai!-
 
Rassegnato e con un peso sul cuore il re di Avonlea stava valutando l’idea di soccombere a quei giganti.
 
Nonostante quelle brutte e strazianti notizie nel cuore della fanciulla c’era speranza e forza di lottare, lottare contro chiunque avesse distrutto la sua famiglia.
 
Un bussare alla porta della sala distolse i presenti dai loro tristi pensieri.
 
-Chi sarà? Aprite!- ordinò il re alzandosi dal trono.
 
Subito incuriosita  gli fu dietro.
 
-Sarà quell’uomo!-
 
 Belle rivolse subito un pensiero su quell’individuo.
 
-Come ha fatto ad entrare?-
 
-Le mura non sono mai state un problema!- li prese alla sprovvista.
 
Quell’essere era seduto sul trono della sala.
 
Belle fu la prima a voltarsi e ad incrociare lo sguardo con il suo.
 
Quegli occhi azzurri e limpidi bruciarono la sua anima come solo una persona aveva fatto prima1.
Non era cambiata di una virgola, bella era e bella era rimasta. Ancora, a distanza di tempo, era sempre più convinto che Belle fosse il nome più adatto a lei… nessun’altro poteva esprimere la sua smisurata bellezza**.  
Oltre ai presenti mancava solo una figura: la regina. La conosceva, sapeva che era la prima a farsi scrupolo dei dolori altrui, come mai non era lì quel giorno al fianco di suo marito come lo fu tempi orsono?
La tristezza e la curiosità della fanciulla che ben notava nel suo volto sostituirono ogni risposta, la regina era morta. Un briciolo di tristezza pulsò nel suo cuore rendendolo sensibile a tale disgrazia. Era assurdo, di solito non si dispiaceva per nessuno, come mai per quella donna sì? Perché sentiva di essergli legato? E perché mai appena venne a conoscenza della disgrazia che stava subendo il regno di Avonlea il suo cuore prese a battere come una furia nel petto, come se stesse ad indicare che non doveva lasciarsi scappare quella situazione?
 
-Ho ricevuto la vostra richiesta simile a: Aiuto! Vi prego! Potete salvarci?-sogghignò ritornando ad essere il Dark One.
 
Le sue orecchie sentivano, ma non ascoltavano il discorso del sovrano, la sua mente era concentrata sul suo ricompenso, un ricompenso che aspettava da tempo di ricevere.
 
-Sì posso salvarvi!- interrupe  rassicurando i presenti.
 
-Ma ho un prezzo!- subito mise ben in chiaro la faccenda.
 
-Vi è stato già promesso dell’oro!- gli ricordò il re mostrando la sua prestanza fisica.
 
Belle in tutto quel parlare era lì ad ascoltare e ad osservare ogni minima espressione di quel folletto. Lo incuriosiva parecchio, sentiva qualcosa di indescrivibile verso quella figura, forse era la curiosità nel vedere una creatura che aveva solo letto nei suoi libri a renderla ricettiva alle sue mosse.
 
-Sapete io fabbrico oro!-
 
Quella frase fu pungente e sarcastica da far imbestialire il re.
 
-Voglio lei o non se ne fa niente!- quanto aveva desiderato pronunciare quelle parole.
 
-Questa fanciulla è già stata promessa a me!- si intromise un giovane e robusto ragazzo.
 
Si allontanò dai presenti ridendo.
 
-Non sono in cerca dell’amore. Quello che mi serve è una governante che si occupi della mia residenza!-
 
Come gli era uscita quella frase: Non sono in cerca dell’amore? Ma cosa c’entrava con il discorso, mica doveva giustificarsi? E di cosa poi? Era solito fare accordi di questo genere, e non si era mai preso la briga di confessare i suoi pensieri. Perché questa volta doveva essere diverso?
 
 
Il rifiuto del re fu una fitta al petto. Perché stava male? Ne poteva avere altre mille come lei e forse anche molto più carine, perché voleva e desiderava ardentemente lei?
Anche se non riusciva a darsi una risposta la sua mente voleva lei e lei soltanto sarebbe stata la sua governante.
 
Se ne stava andando a malincuore, era convinto che la disperazione di quell’uomo l’avrebbe condotto nel gesto più folle e inaspettato ed invece non fu così.
 
-Aspettate!- la voce di quella ragazza uscì fuori.
 
Oh mio Dio quanto era bella. L’aveva sentita per un istante, ma poteva giurarci che era un dolce e soave canto. Nonostante nel suo tono traspariva incertezza e paura fu la cosa più bella che le sue orecchie  avessero mai sentito.
 
-Verrò con voi!- risentirla parlare confermò i suoi pensieri, la sua voce era stupenda.
 
-Mia cara sarà per sempre!-
 
Era importante sottolineare che lui l’avrebbe voluta accanto fino alla fine dei suoi giorni, come una promessa a non lasciarsi mai.
 
-Se verrò con voi la mia famiglia, i miei amici saranno salvi?-
 
-Sì avete la mia parola!-
 
-E voi avete la mia! Verrò con voi, e sarà per sempre!- confermò con decisione cosciente del proprio destino.
 
Rise, o sì rise di gusto. Era fatta. Belle sarebbe stata sua e lo sarebbe stata per sempre.
 
…….
 
La portò in camera da letto. Con calma l’aiutò a togliere gli abiti. Percorreva lentamente con il dorso della mano la schiena di lei mentre abbassava la cerniera dell’abito. Belle rabbrividì al solo semplice tocco. Si addossò a lui abbandonandosi a quel respiro che le solleticava il collo e alle sue mani che accarezzavano il suo piatto ventre.
 
La rinchiuse tra le braccia baciandole l’incavo del collo.
 
-Ti amo Belle! Mi sei mancata! E…e perdonami se puoi per quello che ti è accaduto! Per colpa mia sei nuovamente caduta vittima di un mio nemico!- risentire quelle dolci parole fecero fremere la ragazza.
 
-Hey Rumple, tu non hai nulla di cui scusarti! Ora sono qui e non desidero altro che stare al tuo fianco! Ti amo!-
 
Chi se lo immaginava di vivere con quel folletto con cui aveva stretto un accordo molto tempo fa un’intensa ed entusiasmante, quanto travagliata e sofferta storia d’amore?
 
La mise sotto le coperte baciandola sulla fronte.
 
-Ti vado a prendere qualcosa da mangiare e da bere. Hai fatto il digiuno per troppo tempo!- scherzò lasciandola sola nella loro camera.
 
Belle si distese sul quel soffice e morbido materasso abbracciandosi il cuscino di lui abbandonandosi a quel meraviglioso profumo di muschio selvatico.
 
……
 
Il viaggio al castello fu silenzioso con solo sguardi che animavano e giostravano quella situazione. Era triste, stava male. Aveva perso la sua famiglia, la sua casa, i suoi amici, non aveva avuto neanche il tempo di raccogliere la sua roba. Riuscì solo a prendere la sua cara mantella verde e quel libro che aveva con sé. Rammarico, sofferenza e solitudine invasero quel tenero corpo rinchiuso in quella mantellina. Stringeva tra le mani i bordi di questa ricordando quando sua madre gliela cucì. Era brava nel cucito e nel ricamo, ricordava che gliela regalò nel giorno del suo compleanno. Fu così contenta ed entusiasta di ricevere quel dono, ed ora era l’unica cosa che le ricordava lei e del suo spensierato passato.
 
Vedeva il suo carceriere seduto di fronte a lei in quella nera e oscura carrozza trainata da solo cavalli neri con lo sguardo perso fuori il finestrino. Quei raggi di sole che per un secondo illuminarono i suoi occhi le diedero la possibilità di guardarli meglio, avevano l’aspetto degli occhi da rettile, come del resto anche la sua pelle, squamosa e verdognola, le ricordava quella dei rettili. Come poteva esistere un tale essere nel mondo? Quel era la sua storia? Come si era ridotto così? Era nato con quell’aspetto o ci era diventato? E se sì…perché?
 
Si sentì osservato. Anche se non le rivolgeva lo sguardo sentiva quegli occhi di ghiaccio studiarlo e scrutarlo. Chissà quali pensieri e quali domande si stava ponendo.
Caspita era proprio coraggiosa, o molto disperata per accettare quell’accordo. Non capiva mai come facevano le sue “vittime” ad accettare tragiche richieste per evitare tragici eventi. Fatto stava che era felice che quell’accordo era andato a buon fine. Era sua, avrebbe vissuto con lui sotto le stesso tetto e sarebbe stato per sempre.
 
……
 
La lasciò da sola nel loro letto a riposare.
Se ne era andato a causa di un impegno che non aveva capito bene quale; a causa di quella stanchezza era difficile concentrarsi. Decise di distendere i nervi e di farsi una sana dormita. Ormai aveva mangiato e per ritornare la forte e vigorosa Belle le mancava solo una lunga ed intensa dormita e poi tutto sarebbe ritornato a posto. Con un sorriso sulle labbra e il cuscino di Rumple tra le braccia si fece avvolgere dalla stanchezza  regalandosi un meritato riposo.
 
……
 
Ed eccolo lì quell’enorme ed isolato castello che si ergeva indisturbato nella bianca ed incontaminata vallata. A giudicare dall’esterno era inquietante, figuriamoci come sarebbe stato l’interno.
Ed invece dovette ricredersi. Era davvero raffinato ed elegante, solo una cosa non andava, le finestre erano chiuse con pesanti e scure tende che impedivano alla luce di illuminare l’ambiente; forse per questo si chiamava castello oscuro. Seguiva il proprietario per un lungo corridoio ricco di cianfrusaglie e di scaffali.
 
Un enorme porta si aprì al semplice passare del Dark One. Fu allibita da questa magia. Cercò di diminuire lo spazio che si frapponeva tra lei e lui  impaurita di essere rinchiusa fuori.
 
Lo vide spedito camminare come se in mente avesse una meta, senza mostrarle e spiegarle la sua nuova casa.
Si fece coraggio e cercò di rompere quel ghiaccio che si era formato tra di loro.
 
-Dove mi state portando?- chiese incuriosita.
 
-La definirei la tua stanza!- affermò guardandola dietro di sé.
 
Rimase stupita. La stava portando alla sua nuova stanza, e chi se lo aspettava tale gentilezza e cortesia. Sarebbe stato più logico sbatterle contro uno straccio e ordinarle  di pulire trattandola come una semplice sguattera, ed invece  la stava conducendo nella sua camera. Un leggero sorriso si formò sulla bocca seguendo il suo carceriere per varie rampe di scale e vari corridoi facendo ripiombare quel gelido silenzio che li accompagnò per il resto del tragitto.
 
……
 
A giudicare dal trambusto in città il sortilegio si era spezzato. E brava Emma alla fine ce l’aveva fatta a trovare la soluzione. Era contento che ormai la sua disperata ricerca stava per volgersi al termine, anche se al dire il vero era solo l’inizio di una lunga ed estenuante ricerca all’uomo. Chissà dov’era Baelfire e che cosa stesse facendo.
Entrò nel negozio dirigendosi direttamente nel retro. Aprì l’anta di un armadio e dopo essersi messo dei guanti prese da uno scrigno un medaglione d’oro. L’intascò e di corsa si diresse alla nuova meta.
 
……
 
Quel posto era angusto e terrificante, non rispecchiava la raffinatezza del resto del castello. Avevano sceso una lunga rampa di scale e man mano l’aria si faceva più fredda e gelida. Lo vide con un gesto della mano spalancare una porta, e si affacciò incuriosita.
 
-E questa sarebbe la mia camera?- l’accusò  rendendosi conto che non portava da nessuna parte.
 
-Suona meglio di sotterraneo!- quel ghigno la distolse dai suoi pensieri.
 
-No…no!- volle dibattere.
 
Sentì la sua mano afferrarla per il braccio e spingerla con violenza in quella fredda e oscura prigione. Chiuse immediatamente la porta negandole di uscire.
Si scontrò contro quella porta massiccia e dura sbattendo i pugni su di essa urlando come una forsennata.
Sentì il ghigno del suo carceriere allontanarsi lasciandola sola con tristi ricordi e dolorosi futuri.
 
…..
 
Le voci di Emma, Mary Margaret e David che si allontanavano fecero sbucare Gold dal suo nascondiglio. Quale momento migliore per prendere Regina? Era rinchiusa in quella prigione come un uccello impaurito rinchiuso nella sua gabbietta. La vedeva provare ad aprire la cella con la magia non riuscendo nel suo intento.
 
-Qui la magia, mia cara, non funziona come noi ci aspettiamo!- quell’affermazione le diede la possibilità di individuare il suo futuro carnefice.
 
-Gold è stato lei a far arrivare la magia a Storybrooke. Perché?- chiese la donna allontanandosi dalle sbarre.
 
 Il ghigno di lui fu una sufficiente risposta.
 
-Questo non ti deve interessare!- affermò avvicinandosi.
 
-E’ venuto ad uccidermi? Ormai la mia presenza per lei non è più importante!- sottolineò profondamente arrabbiata per tutto quello che era successo.
 
-Ho promesso a qualcuno di non farlo!- specificò posizionandosi davanti alle sbarre.
 
-Chi ci è riuscito?- chiese incuriosita.
 
Mai nessuno era riuscito a piegare l’animo del Dark One, chi era riuscito in tale impresa?
 
-Belle!-
 
Il nome di quella ragazza era tutto un programma, non servivano frasi per specificare meglio la situazione.
 
-Allora l’hai trovata!- cercò di mascherare la sua sorpresa.
 
Mannaggia sperava di poter usare questo suo asso nella manica, ed invece.
 
-Tu sei una pessima bugiarda!- confermò profondamente arrabbiato e ferito nell’orgoglio.
 
Ma chi credeva che lui fosse? Era il Dark One, cosa che spesso, lei, dimenticava.
 
-Potevo ucciderla, ma non l’ho fatto!- cercò di giustificarsi avvicinandosi al suo interlocutore.
 
-No cara, tu l’hai tenuta in vita per ucciderla nel momento giusto!- vide nei suoi occhi la furia alimentare le fiamme della sua anima.
 
-Per questo voglio darti la stessa pena!-
 
Quella frase la prese alla sprovvista come il gesto che ne seguì.
 
Si sentì afferrare violentemente il braccio. Vide un grande medaglione d’oro con un simbolo inquietante su entrambe le facce. Appena la sua mente metabolizzò il simbolo, terrore e paura invasero il corpo del sindaco.
 
-Ma quello è…!-
 
-Sì cara, al destino non si può sfuggire!- la marchiò come il bestiame sul palmo della mano.
 
Ormai per lei era giunta la fine, prima o poi quello spettro l’avrebbe trovata strappandola dalla vita e dai suoi affetti.
 
Con un soddisfatto ghigno le diede le spalle allontanandosi lentamente dall’ufficio  accompagnato dalle maledizioni di Regina che urlava guidata dal terrore.
 
……
 
Quella cella era fredda, spoglia, priva di ogni confort. Ma del resto cosa si aspettava da una prigione?
Lei era una sua prigioniera e lo sarebbe stata per sempre.
Si guardava intorno cercando di trovare qualcosa di diverso in quelle semplici e uguali pareti. Solo una aveva una piccola fessura da dove proveniva la luce e quel freddo raggelante. Purtroppo non si poteva chiudere, costringeva chiunque a morire di gelo. Si rinchiuse tra le sue braccia iniziando a piangere come una bambina. Non aveva mai pianto in quel modo, solo una volta, nel giorno  della morte di sua madre.
Era disperata,sola e terrorizzata. Sfortunatamente quella sarebbe stata la sua vita, e lo sarebbe stata per sempre.
Si sedette su quel piccolo ciglio di pietra chinandosi su sé stessa facendosi bagnare dalle lacrime che versava. Quell’incubo era reale, era veramente rinchiusa in una cella di un isolato castello che apparteneva ad un essere con un’alta reputazione negativa. Ormai quella era la sua vita e se già adesso era terrificante figuriamoci in futuro, ma purtroppo per lei quello era solo l’inizio.
 
……
 
Erano passate ore. Si svegliò ringiovanita e con un sorriso sulle labbra. Si sentiva bene, aveva recuperato le forze. Le era bastato solo una sana mangiata e una profonda dormita nel suo letto per rimettersi in sesto. Si alzò dirigendosi in bagno per darsi una ripulita e farsi una rinfrescante doccia. Voleva andare da Rumple in negozio,  ma non si poteva presentare in quello stato con gli occhi impastati dal sonno e i capelli sporchi. Prese l’ asciugamano e si avviò alla doccia facendosi accarezzare dalla dolce e calda acqua.
Chiuse gli occhi e si fece trasportare da questo senso di beatitudine. Improvvisamente l’acqua si fece fredda e gelida da costringerla a spostarsi da quel getto. Chiuse immediatamente il miscelatore riaprendolo nuovamente con più cura nella parte dell’acqua calda. A causa di tale episodio la sua mente le fece rinvenire un nascosto ed antico ricordo: la prima volta che sentì un freddo così gelido sul viso. Ciò accadde nella prigione di Rumple quando la rinchiuse la prima volta che mise piede nel castello. Ricordava come quelle amare lacrime erano gelate sul suo viso a causa di quella finestra che faceva trapelare una fredda aria di montagna. Scosse la testa scacciando un passato che voleva ben dimenticare, ora era tutto diverso, lei stava con Rumple, si amavano ed era questo l’importante. D’ora in poi era tutto nuovo, un nuovo inizio.
 
 
Uscì di casa quasi di corsa con il desiderio di abbracciare il suo Rumple; a causa di quel ricordo le sembrava di non vederlo da anni, le mancava terribilmente e non desiderava altro che sentire le sue braccia stringerla a sé.


 
 
-Forse ho bisogno di darle solo un pugno!-
 
Sentì la voce dello sceriffo dal negozio. Lei ,per motivi di praticità, era entrata nel retro.
 
Si accostò al ciglio dell’ingresso nascosta ad ascoltare tale conversazione.
 
-Mi lasci rispondere alle sue domande con le mie. E’ riuscita a salvare il suo adorato bambino Henry?-
 
-Sì!-
 
-E mi dica signorina Swan, ha spezzato il sortilegio? E ha ritrovato i suoi genitori? Credo che invece di un pugno in faccia, io meriti un grazie!-
 
Quel tono sarcastico fece sorridere Belle. Gold aveva un modo tutto suo per spiegare le cose. Scosse la testa immaginandosi la scena che stava avvenendo nell’altra stanza.
Uno scossone scioccò Belle e a sentire dalle voci nell’altra stanza anche a loro. Non c’era solo Emma, ma anche Mary Margaret e David.
 
-Quello è il mio regalo per voi…quello è venuto per occuparsi di Regina!-
 
 Rumple rispose alla domanda che a Belle girava nella testa dal momento dello scossone.
 
-Andiamo Emma!- sentì Mary Margaret chiamare la figlia a sé.
 
-Non abbiamo finito Gold!- precisò la donna.
 
-Infatti, lei mi deve ancora un favore!- gli ricordò  senza batter ciglio.
 
Appena sentì la porta del negozio chiudersi prese coraggio e si addentrò nella camera.
 
Gold era rivolto verso il bancone con una teiera in mano  e una tazzina.
 
-Belle!- la vide spostare la tendina del retrobottega.
 
-Credevo che ora fossi cambiato!- iniziò  aprendo quell’amaro discorso.
 
Sembrava di vedere davanti a sé quel folletto di molto tempo fa.
 
-Ma Belle come ti ho detto: io non ucciderò Regina!- cercava di trovare una spiegazione.
 
-Sei ancora un uomo che fa sempre le scelte sbagliate, credevo che ormai fossi diverso!- si avvicinò.
 
-Belle sai come sono fatto!- gli uscì così naturale che tutta quella sincerità colpì profondamente il cuore di Belle lasciandola senza parole.
 
Si scostò avviandosi alla porta. Ormai con lui non ci poteva essere dialogo.
 
-Belle scusami. Mi dispiace!-
 
Cercò di rimediare con il perdono, con le scuse, ma questo non fermò Belle dall’uscire dal negozio chiudendosi la porta dietro lasciando un Gold con rimpianti e rimorsi.
 
Buttavano folate di vento gelide e fredde. Le foglie volavano a destra e a manca, le luci andavano e venivano dai lampioni e le urla strazianti delle persone resero Belle ancora più partecipe di ciò che stava avvenendo. Una piccola fitta al ventre la costrinse a fermarsi. Si addossò al muro del Rabbit Hole poggiando la testa contro i mattoni della parete. Chiuse gli occhi portandosi le mani al ventre. Credeva che ormai stava bene, che cosa aveva che non andava? L’unica spiegazione logica era che a quel sonnifero che aveva inalato la sera del rapimento lei ne fosse allergica e forse le stava portando tali effetti. Una nuova fitta la fece ripiegare su sé stessa contorcendosi dal dolore.
 
Dopo  due minuti quella fitta svanì completamente senza lasciarle nessun dolore, come se non avesse mai avuto tali sintomi. Non se lo sapeva spiegare, ma in quel momento non aveva tempo per indagare su questa situazione.
Decise di prendersi un po’ di tempo per ragionare su di lei e su di loro cercando di capire il gesto disperato che Rumple aveva fatto, sperando di trovare una logica per perdonarlo, anche se in cuor suo già l’aveva fatto.
 
……
 
 
 
Sentì dei passi provenire dalle scale e a giudicare dall’andamento era quello del suo carceriere. Vide aprirsi la porta della cella con un semplice movimento della mano di lui.
 
-Vieni è ora del tè!-  
 
Fu freddo e distaccato. Le diede le spalle facendole strada.
 
Non riusciva a dire una sola parola, quel suo comportamento, quel suo gelido sguardo le congelarono i pensieri.
 
Arrivarono in una stanza che a giudicare dall’arredo era la cucina. Le indicò un vassoio d’argento con due tazze e una teiera. Di corsa prese il vassoio e lo seguì per un’altra sala. Si sedette a capo tavola mentre lei lo raggiunse posando il vassoio sull’altro capo del tavolo.
 
Quella sala l’aveva vista prima, quando erano passati per raggiungere la cella. Era enorme, aveva un arcolaio, alte finestre, un camino e un lungo e massiccio tavolo.
Pensò a quanto sarebbe stato difficile e stressante vivere con lui condividendo lo stesso tetto.
 
……
 
Quella tempesta era svanita. Durò  giusto il tempo per far riflettere Belle sulla loro situazione. Pensò alla sua vita, a quello che era prima di lui e a chi era diventata con lui e dopo di lui. Arrivò alla conclusione che non poteva vivere senza di lui; desiderava condividere lo stesso tetto,  la stessa stanza e soprattutto lo stesso letto. Lui aveva bisogno di lei, e lei per lui ci sarebbe stata.
 
Si incamminò con un animo più leggero e sereno, lo voleva perdonare, anzi l’aveva già fatto.
 
Entrò nel negozio avviandosi al retro. Scostò la tenda vedendolo all’arcolaio. Ricordò le varie volte che l’osservava nel suo lavoro.
Sorrise ed entrò.
 
-Pensavo che non volessi più vedermi!- ruppe quel straziante silenzio.
 
-Infatti!- rispose addentrandosi nella camera.
 
Le sorrise, era contento di rivederla. Le mancava terribilmente, e quella litigata era stata molto brutta. Non litigava così con Belle da anni ormai.
 
-Cosa è successo?- chiese. Voleva essere informata sugli ultimi eventi.
 
-Lo spettro se ne è andato e beh Regina è ancora viva!-
 
Era dispiaciuto per come erano andate le cose, sperava tanto che lo spettro sarebbe riuscito a prendere l’anima di Regina ed invece non era andata così.
 
-Quindi non hai ottenuto quello che volevi!- sottolineò  con un peso in meno sul cuore.
-Questo è ancora tutto da vedere!-
 
Ancora era rimasto della sua opinione, non poteva cambiare pensiero così velocemente.
 
Belle sorrise, Rumple era così,era un duro, un uomo ferito, ma anche molto tenero e gentile.
 
Vide accanto a lui, posto sopra uno sgabello di legno, una piccola tazzina dal bordo spezzato. Il suo cuore si riempì di gioia.
 
-La tazza col bordo sbeccato!- esclamò appena la prese tra le mani.
 
Era scioccata di vederla al negozio proprio al fianco del suo fidanzato. Gold sorrise di gioia ripensando ai ricordi che legavano entrambi a quel semplice pezzo di ceramica.
 
-Di tutti gli oggetti che ho in questo negozio, questo è l’unico a cui tengo particolarmente!- confidò alzandosi dall’arcolaio.
 
Erano le frasi come quelle che facevano sciogliere il cuore della ragazza.
 
La prese dalle sue mani sorridendole.
 
-Ed ora devi andare via!- concluse rompendo quel dolce momento.
 
-Come scusa?- chiese stranita dalla frase.
 
-Devi andartene, perché Belle dopo tutto quello che speravi io sono ancora un mostro!E ho paura di non poter cambiare e di poterti ferire proprio come è accaduto oggi! E non voglio tesoro mio…non riuscirei a vivere con questo dolore!- specificò amareggiato dal suo comportamento e dal dolore inflitto alla sua amata.
 
Belle sorrise di gioia. Scosse dolcemente la testa poggiando delicatamente le mani sulle spalle.
 
-Ma non lo capisci? È  proprio questo il motivo per cui devo restare! Non ti lascerò Rumple, ti amo e non voglio perderti!- confessò  avvicinandosi.
 
 
Gold rimase scioccato dalla frase di lei. Belle lo stupiva sempre, era una donna imprevedibile e carismatica.
 
Gli prese la tazza dalle mani e la baciò maliziosamente proprio sopra la spaccatura guardando negli occhi l’uomo che rimase scioccato ed eccitato. Lentamente la posò sullo sgabello.
Gold le dava le spalle immaginandosi, attraverso i suoni, cosa stesse succedendo. Percepì le mani di Belle sulla schiena che lentamente scendevano verso i fianchi rinchiudendolo tra le braccia.
Poggiò la testa contro la schiena chiudendo gli occhi facendosi inebriare dal suo afrodisiaco profumo di muschio.
 
La vide alzargli la camicia dai pantaloni immergendo le mani sotto l’indumento sbottonato.
Gold chiuse gli occhi facendosi guidare dai sensi. Quel pezzo di stoffa lasciò poco dopo il suo corpo che fu assalito da baci roventi e morsi fugaci. Percepire la bocca di Belle giocare dietro la sua schiena fu la goccia che fece traboccare il vaso. Si voltò rapidamente, la prese in braccio e la stese sopra alla branda dietro di lui. Le salì sopra sbranando e mordendo il corpo di lei ancora rinchiuso da quegli odiosi abiti.
Belle rideva di gusto e in preda al divertimento.
Prese a liberarla dal vestito scoprendola interamente, lasciandola vestita della propria pelle e della propria bellezza.
Percepì le gambe di lei rinchiuderlo tra di esse abbassandolo più che poteva al suo corpo. Appena i loro sguardi si incrociarono videro una luce diversa, una brillantezza nuova che irradiava le loro iridi, ma non erano i loro occhi a brillare di luce propria, rispecchiavano solo la punta di quella delle loro anime.
 
-Che cosa c’è?- chiese la fanciulla scorgendo nei suoi occhi una vena di riflessione.
 
-Il tuo sguardo… il tuo bellissimo sguardo…!- affermò lui, rendendo la ragazza incuriosita da quella sua espressione.
 
Mosse la testa rendendolo partecipe della sua curiosità.
 
-Nessuno mai mi aveva guardato in questo modo!- confessò stringendo la presa sui fianchi.
 
Belle si commosse da tale frase da non poter trattenere una piccola ed impercettibile lacrima che uscì rigandole il viso.
 
Avvicinò il volto al suo accarezzando la punta del suo naso con il suo sorridendo come due ragazzini.
 
-I love you!- affermò la ragazza con la bocca impastata dall’emozione.
 
Rumple sorrise di gioia scaricando lo stress della giornata. La baciò più forte che poteva impossessandosi della sua bocca, assaporandosi il suo sapore e la sua essenza.
Belle lo strinse a sé approfondendo quel disperato desiderio, invitandolo a restare per l’eternità.
Prese a baciarla così avidamente sul lobo dell’orecchio, dietro di esso, sul collo, sulla spalla, lasciandole piccole scie di succhiotti. Si fermò proprio sopra il suo ventre; lo baciò con delicatezza accarezzandolo con la guancia.
La guardò maliziosamente mentre con la punta della lingua fece visita al suo ombelico procurandole una scia di dolci e teneri dolori costringendola a piccole e secche risate. Fermò quelle tenere torture prendendosi un momento per osservare e assaporare la bellezza del suo ventre piatto e liscio. Le sorrise per poi distendersi nuovamente su di lei continuando il loro adorato incontro.
 
Iniziarono a fare l’amore con passione, desiderio e dolcezza accompagnati da sospiri di piacere, urla di godimento e coccole delicate.
Si dedicarono quel momento tutto per loro, facendosi rinchiudere in un  manto di dolcezza, avvolti dal caldo abbraccio di Amore, ignorando cosa in quel ventre fosse custodito…il loro nuovo inizio.
 

 
 
 
 
*Il viaggio a cui mi riferisco è quello che Belle ha fatto ad Arendelle ;)
 
1. Allo sguardo a cui si sta riferendo Rumple è quello di Belle quando era piccolissima. Il momento dell’incontro con la piccola Belle è quello descritto nel capitolo 15 della precedente long Ricordati di Me ;)
 
** La descrizione di Belle, e il fatto che Rumple già la conoscesse prima di incontrarla avverrà più avanti. Ovviamente i due già si sono incontrati nel cap 15 di Ricordati di Me in cui Belle era piccolissima, ma vedrete che i due si sono nuovamente “incontrati”molto più avanti, quando Belle ormai era cresciuta ;) Vi indicherò questo momento quando arriveremo a quel punto ;)

 
 
 
 
 
Angolo dell’autrice :D
 
Salve cari! Ecco l’inizio (scusate il riferimento al titolo del presente capitolo) di questa nuova long. Sono felicissima di riprendere questa storia che  è piaciuta tanto e ne sono contenta :D Scusatemi per il ritardo, ma ho avuto da fare e non sono riuscita a pubblicare prima.
 
Anche se può sembrarvi che non abbia lavorato molto su questo capitolo, posso dirvi che invece ho cercato di fare in modo di gettare le basi (senza stravolgere la S2) per questo felice avvenimento Rumbelle. Anche perché dal prossimo capitolo in poi ci saranno nuovi avvenimenti e situazioni non solo nel passato, ma soprattutto nel presente, quindi non me la sentivo di iniziare con uno stravolgimento totale, voglio lentamente abituarvi a questi cambiamenti ;)
 Non ho apportato dunque molti cambiamenti a Broken e a Skin Deep, mi sono di più dedicata ai personaggi che alle vicende che li circondavano. Mi sono concentrata soprattutto ad un momento preciso, le fitte di Belle ;) Non so se l’avevate già capito dall’ultimo capitolo di Ricordati di Me, ma sì Belle è incinta!! :D :D *saltella felice*  Ci ho pensato parecchio prima di prendere questa decisione; questo avvenimento è completamente nuovo e rivoluzionario non solo per la serie, ma anche per la nostra Rumbelle. Ma volevo che i due iniziassero a costruirsi una famiglia ignorando di farlo. Ovviamente questo shock per ora lo avete avuto solo voi, vedrete come sarà bello quando lo scoprirà Belle, ma soprattutto come lo scoprirà (dietro a questa vicenda vi è una dolcissima storia che non vedo l’ora che voi la conosciate. Non vi preoccupate avverrà presto ;) ) e come lo saprà Gold. Posso solo annunciarvi che sarà un momento bellissimo e particolare per entrambi ;)
 
Questa volta ho deciso di postare anche il secondo capitolo proprio per entrare nel vivo di questa long, dalla settimana prossima poi ritorneremo ad un capitolo per volta, anche perché questa long è di 11 capitoli (se non ricordo male) ;)
 
Ps: Spero che vi piaccia la nuova copertina di questa long ;) Io l’adoro…anzi l’amo proprio :D ahahah :D
 
Per le anticipazioni del terzo capitolo vi mando all’angolo dell’autrice del capitolo due ;)
 
Grazie a tutti coloro che stanno seguendo la mia storia ed hanno seguito con affetto Ricordati di Me ;)
 
 A dopo :D
DR  

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2: La magia ha sempre un prezzo! ***


Capitolo 2: La magia ha sempre un prezzo!
 
Un gran trambusto svegliò  Belle dal suo sonno pomeridiano. Non le capitava spesso di dormire il pomeriggio, ma ultimamente si sentiva particolarmente stanca. Si affacciò alla finestra del salone principale per dare una occhiata, ma non riuscì a capire bene cosa stesse accadendo. Stranita uscì di casa per osservare meglio. Clacson e urla le fecero capire cosa stesse succedendo, tutti volevano abbandonare la loro prigione. Li capiva. Chi non voleva abbandonare il la casa che li stava soffocando? Chiunque avrebbe scelto la libertà.
Rientrò dentro la villa dirigendosi al bagno per sistemarsi. Si sciacquò il viso e si legò i capelli in una alta coda di cavallo. Si aggiustò il trucco e iniziò a sistemare la casa. Da quando era stata rapita quella villa era stata abbandonata a sé stessa. Da quando Rumple aveva saputo della sua scomparsa aveva lasciato ogni cosa alla mercé della polvere e della sporcizia. Quella casa era uguale al castello oscuro dopo il suo ritorno. Questo non poteva che farle nascere un tenero sorriso mosso dalla pietà verso il suo caro Gold, sempre a mostrare forza e potere agli altri, mentre invece era fragile e sensibile.
Il suono del bollitore distolse il suo vagare tra ricordi facendola precipitare in cucina. Chiuse il fornello e inserì l’acqua nella tazza con l’infuso. Attese che si spargesse e si sedette sullo sgabello della cucina a sorseggiare la deliziosa bevanda riprendendo il filo dei ricordi.
 
…….
 
Una calda e afosa giornata di primavera rese più faticoso e stressante i lavori domestici. Belle era fuori al terrazzo principale a pulirlo ed a sistemarlo. Da quando se ne era andata quel castello era diventato peggio di come l’aveva trovato quando ci mise piede la prima volta.
Rumple non c’era, era impegnato in qualche affare con un principe ed una pozione e anche se le aveva esplicitamente detto di non muovere un dito, lei per ingannare il tempo decise di non ascoltare il suo consiglio. Nonostante la giornata era già di per sé molto pesante decise di affrontare questa nuova sfida. Tra il lava e il pulire passò mezza giornata.
Appena concluse, soddisfatta decise di prepararsi una bella vasca d’acqua calda. Quella vasca era così grande da poter contenere ben quattro persone contemporaneamente. Con Rumple le cose erano solo in grande.
Si spogliò e si immerse in quel benessere lasciandosi invadere dalla serenità abbandonando lo stress accumulato. Chiuse gli occhi facendosi avvolgere dalla candida acqua che ricopriva interamente il suo corpo abbandonandosi ad un rilassante pisolino pomeridiano.
 
….…
 
Finì il tè e decise di andare a trovare la sua cara amica Ruby. Da quando il sortilegio si era spezzato non aveva avuto modo di vederla. Ci teneva a salutarla e a rivedere anche Granny.
Indossò il cappotto ed uscì dalla villa.
 
Gente che correvano da un lato all’altro, gruppi di persone che si schieravano dal restare e andar via, la città completamente distrutta dallo spettro che aveva mandato Gold, rendeva quella giornata particolarmente stressante. Raggiunse il Granny entrando dalla porta principale. Appena vide la nonna di cappuccetto dietro il bancone sorrise felicissima di rivederla.
 
-Ruby presto corri c’è una persona che non vediamo da anni!- urlò dalla gioia la donna avvicinandosi a lei.
 
-Belle come sono contenta di rivederti!- l’abbracciò avvicinandola a sé.
 
-Anch’io signora!- rispose all’abbraccio con le lacrime agli occhi.
 
Ruby uscì dalla cucina con in mano uno straccio, appena vide Belle lo gettò a terra urlando come una matta.
 
-Belle…oh Belle….sei qui! Come stai?- subito si gettò  su di lei stritolandola.
 
-Benissimo Ruby! E tu…e voi?- chiese poi lei slacciandosi dall’abbraccio.
 
-Io bene, ma hai visto la città?- domandò la ragazza volgendo lo sguardo al trambusto che c’era fuori.
 
Lei annuì dispiaciuta.
 
-Senti, mi aiuteresti a tenerli calmi fino a che David, cioè il Principe, non ritorna con una soluzione?- colse l’attimo togliendosi il grembiule dai fianchi.
 
-Ma certo…cosa dobbiamo fare?- subito in prima linea si gettò aiutando l’amica in quell’enorme impresa.
 
Salutò la vedova Lucas ed insieme alla sua amica ritrovata andarono incontro alle persone cercando di calmarle.
 
Quando ormai la situazione sembrava tranquilla le due in attesa del discorso del principe si sedettero su alcune sedie della sala del comune a chiacchierare.
 
-Allora cosa mi racconti?- chiese Cappuccetto.
 
-Niente di che, sono stata rapita nuovamente da Regina, ho perso la memoria e come ben ricordi  ero diventata una sbandata e alcolizzata ragazza che frequentava un odioso ragazzo!- racchiuse in due righe la sua storia.
 
-Belle posso farti una domanda personale?- chiese poi rimasta scioccata dal suo racconto.
 
Belle annuì invitandola a proseguire.
 
-Quando,tempo fa, mi chiedesti le indicazioni per raggiungere la foresta oscura...beh…era perché dovevi andare da Lui…dal Dark One1?- si fece coraggio levandosi quel dubbio.
 
Belle annuì.
 
-Ma cosa gli dovevi?- domandò subito dopo.
 
-Niente!- esclamò secca guardandola negli occhi.
 
-Quindi sei tornata da lui…non sei andata da lui!-  ipotizzò.
 
Ormai sapeva della relazione tra Lacey e Gold, ma pensava che era dovuta al sortilegio, ma ora che Belle aveva ripreso i ricordi non si immaginava che anche lei, la sua cara amica avesse un debole per quell’essere spregevole.
 
-Esattamente! Sono tornata da lui perché lo amo!- rispose facilmente  sorridendole.
 
Vide nel volto della sua interlocutrice choc e incomprensione.
 
-Belle hai capito cosa mi stai dicendo? Tu ami Rumpelstiltskin? Sei sicura che non ti abbia abbindolato con una pozione?- chiese profondamente scioccata dalla sua frase.
 
Belle sorrise serenamente. Era difficile far comprendere alle persone che lei era innamorata di Gold.
 
-Ruby, amica mia, tu hai conosciuto l’amore, sai cosa si prova e cosa si vive, e quindi guardami dritta negli occhi e dimmi se non sono sinceri! Io amo Rumple, e sempre l’amerò!- prese le mani della ragazza invitandola a leggerle l’anima.
 
Rimase scioccata, i suoi occhi dicevano la verità. Belle era profondamente innamorata di quell’essere. Non capiva cosa potesse trovare in lui, ma si fidava dell’amica. Annuì arrendendosi a quella gioia stampata nei suoi occhi, esattamente come fece qualche tempo prima*.
 
-Ho capito, sono tua amica e quindi rispetterò la tua scelta, ma sappi che se quella bestia ti farà del male sai a chi rivolgerti!-
 
-Grazie, ma non ce ne sarà bisogno! E’ proprio con lui che mi sento più al sicuro!-
 
Quella convinzione, quella determinazione spiazzarono la ragazza. Quella sua dolce amica aveva trovato il suo vero amore e per quanto strano le potesse sembrare vedeva in Belle la felicità.
 
Un assordante rumore distrasse tutti dalle loro chiacchiere. Le porte della sala si aprirono con un solo semplice gesto della mano del sindaco.
Entrò nella sala mettendosi proprio al centro. Iniziò a sparare fuoco e fermare le frecce di Granny.
 
-Cosa vuoi Regina?- chiese facendosi avanti Ruby.
 
-Me!- disse il ragazzino uscendo dalla folla.
 
-Bravo Henry!- disse poi Regina sorridendogli.
 
-Se io verrò con te tu mi prometti che non gli farai del male?- mise le sue condizioni .
 
-Ma certo!- assecondò le voglie del figlio.
 
Il bambino annuì e si avvicinò alla donna.
 
-E bravo il mio ometto!- abbracciandolo uscì dalla sala scrutando tutti dall’alto in basso. Il suo sguardo si fermò su Belle che era in piedi proprio davanti a tutti.
 
Passò di fianco guardandola dritta negli occhi per poi allontanarsi con il suo amato figlio.
 
Era una donna incredibile e malvagia. Voleva tutto e tutti e se nessuno le ubbidiva passavano guai.
La folla iniziò a scaldarsi e abbandonarono la sala per avviarsi alle proprie macchine.
 
Cercò di fermare qualcuno, ma nessuno le diede ascolto, compreso lo psicologo che, qualche tempo prima, le fu di tanto aiuto**.
 
Vide Ruby scomparire tra la folla, le corse dietro cercando di raggiungerla.
 
La vide parlare con David, che da poco si era fatto scappare un uomo, e lo convinse a tenere quel discorso tanto atteso.
 
Insieme all’amica e al principe raggiunsero per primi il confine della città. Non capiva il reale motivo di tale fretta. Se uno voleva andarsene era libero di farlo, perché doveva essere costretto a vivere in quella cittadina?
 
Mentre il principe teneva il suo discorso toccando i cuori e gli animi dei presenti, Ruby spiegò cosa i sette nani avevano scoperto. Non si poteva varcare il confine perché chi lo faceva perdeva la propria memoria e si ritornava ad essere coloro che erano nel sortilegio. Terrore e angoscia invasero il corpo della fanciulla profondamente addolorata non solo per le persone, ma soprattutto per Gold che ora non poteva più raggiungere suo figlio.
 
La magia ha sempre un prezzo!” si disse leggendo il nome della città che segnava il confine.
 
Si fece accompagnare al centro decisa a raggiungere Gold al negozio e a confortarlo sulla nuova e pesante notizia ricevuta. Trovò la porta della bottega chiusa e tutto spento.
Capì che quella giornata aveva chiuso in anticipo.
L’aveva saputo e a giudicare dai frammenti di vetro per terra  l’aveva presa proprio male. Doveva raggiungerlo e rassicurarlo.
 
……
 
-Ciao!-
 
La voce di lui portò Belle alla realtà. Aprì gli occhi e focalizzò il volto di lui poco distante. Sorrise contenta.
 
-Ho visto che alla fine mi hai dato ascolto!- ironizzò avvicinandosi.
 
Belle increspò le sopracciglia cercando di capire cosa volesse intendere.
 
-Il terrazzo…l’hai lasciato lindo e pinto!- indicò dietro di lui.
 
Belle sorrise annuendo.
 
-Ti avevo detto che non era il caso di sistemare!- fu premuroso e delicato.
 
Si sedette al bordo vasca ammirando la propria donna coperta dall’acqua.
 
-Sai che a me piacciono le sfide!-  aggiunse ridendo.
 
Lui scosse la testa sorridendo.
 
-Mi passi il sapone per favore!- chiese indicandogli la saponetta vicino a lui.
 
Rumple la prese a si diresse dietro di lei. Si inginocchiò  arrivando all’altezza della ragazza.
 
-Dove vuoi che ti insaponi?- chiese maliziosamente sfiorandole l’orecchio con le labbra.
 
Belle chiuse gli occhi facendosi trasportare dal suo meraviglioso tono.
 
-Ovunque tu voglia!- affermò poi appoggiando il capo sul suo collo.
 
-Ovunque?- chiese conferma guardandola diritta negli occhi.
 
-Ovunque!- confermò  sorridendogli maliziosamente.
 
Prese a massaggiarle la pelle. Il corpo di lei si muoveva seguendo i suoi massaggi e le sue carezze. La sentiva, man mano, rilassarsi al suo tocco, sciogliendo quei nodi di stress che l’avevano invasa.
Si incurvò davanti dandogli libero accesso alla schiena. Iniziò ad insaponarla con delicatezza.
Belle si mordeva il labbro inferiore al solo percepire quelle esperte mani accarezzarle la pelle. Le prese portandole davanti. Sfiorarono il ventre e poi il petto.
Strinse nei suoi palmi quel rigoglioso e morbido seno assaporandosi la sua freschezza e giovinezza.
Belle si addossò contro la parete della vasca appoggiando il capo sul suo petto. Teneva gli occhi chiusi e la lingua che ossessivamente sfiorava il labbro inferiore. Era tutta presa ed eccitata dalle sue carezze. Si voltò di scatto destabilizzandolo. Iniziò dal collo con piccoli morsi ed appassionati baci, per poi scendere sulla spalla una volta liberata da quegli odiosi vestiti. Sentiva le braccia di lui avvolgerla contro il suo petto stringendola a sé.
 
-Ti prego raggiungimi in acqua!- supplicò pervasa da miriadi di sensazioni.
 
-Subito amore mio…subito!-
 
Con velocità levò anche l’ultimo indumento raggiungendo la sua invitante donna nella vasca. Prese ad accarezzarle la gamba sfiorandola delicatamente con le dita procurando in lei estasi e impazienza. Si guardavano dritti negli occhi ridendo come due ragazzini al primo ballo di corte.
 
-Una donna non può essere sfiorata neanche con una rosa, come posso io permettermi di arrivare a così tanto?- le confessò appena arrivò all’interno coscia.
 
 Belle sorrise imbarazzata. Abbassò gli occhi osservando il pollice di lui che delicatamente accarezzava la sua coscia.
Poggiò la mano sulla sua guardandolo dritto negli occhi.
 
-Perché sono io che te lo chiedo…continua amore mio…continua Rumple!-
 
Condusse la mano sul suo fondoschiena sedendosi su di lui a cavalcioni. Sentì le mani di lui sfiorarle la colonna vertebrale e le sue braccia avvolgerla completamente accogliendola sul suo corpo.
 
Si guardavano intensamente negli occhi cercando di imprimersi nelle anime quel romantico e dolce momento. Poggiarono la fronte contro quella dell’altro chiudendo i propri occhi lasciandosi trasportare dalla meravigliosa atmosfera.
 
-Oh mio Dio quanto sei bella. Belle ti amo, ti amo da impazzire! Non riuscirei neanche per un istante ad immaginarmi una vita senza di te. Ti scongiuro non lasciarmi, senza di te sono un uomo perso, avvolto dal dolore, dalla disperazione e dalla  malvagità! Ti prego ancora mia non farmi andare alla deriva!- in un impeto di debolezza Rumple confessò le sue paure più grandi a quella dolce fanciulla che con un sorriso ed un enorme cuore gli aveva rapito l’anima.
 
-Amore mio, il mio dolce e tenero Rumple, non ti abbandonerò mai! Io ci sarò sempre per te!- lo rassicurò sorridendo.
 
Lo sentì più rilassato e fu proprio in quell’istante che si prese la libertà di accoglierlo in lei diventando un unico corpo ed un’unica persona.
Si muoveva su di lui con velocità e bravura. Man mano i movimenti diventavano più intensi ed accurati costringendo i due partecipanti a sospiri di godimento e di apprezzamento.
La vedeva muoversi con maestria incurvandosi all’indietro nei momenti intensi del loro rapporto. Era brava, era troppo brava! Nessuna gli aveva procurato tali sensazioni e tali piaceri. Lei lo annebbiava la mente e la vista, era quella pillola vitale che doveva prendere ogni giorno. Era diventata la sua aria, la sua acqua, non riusciva a rinunciare a lei, alla sua essenza, alla sua vita. La capovolse poggiandola contro la parete della vasca prendendo il comando della situazione. L’acqua calda e schiumosa li avvolgeva in un manto dolce e rilassante aiutandoli nei loro movimenti. Gli affondi diventarono più intensi e decisi da costringere Belle ad addossarsi completamente contro il suo uomo per amplificare quelle sensazioni. Bocche, occhi, capelli, mani, affondi, urla, sospiri, piacere, lussuria, amore popolarono quella camera di vita, di gioia e di felicità, una felicità tutta loro nata grazie ad una semplice saponetta.
 
……
 
Raggiunse il parcheggio dietro il Rabbit Hole dove di solito fermava la macchina speranzosa di trovarlo nelle vicinanze. Con suo gran stupore vide il solito posto vuoto e si rese conto che era diretto in un posto lontano. Decise di incamminarsi verso casa nella speranza di poterlo incontrare. Il tragitto che la distanziava dall’abitazione fu pesante e angosciante. Non sapeva quali parole usare per confortarlo e  per incoraggiarlo, anche lei era rimasta dispiaciuta da tale notizia. Aveva fin da subito sperato in un ricongiungimento con Bae, invece ora sembrava tutto più difficile e troppo lontano dal traguardo.
Arrivò alla villetta scorgendo nel vialetto l’auto di Gold. Prese un enorme respiro ed entrò stringendo nervosamente i manici della borsa.
 
-Rumple…sono a casa!- disse appena chiuse la porta.
 
Si guardò in giro avanzando nell’ingresso in attesa di una sua risposta che non tardò ad arrivare.
 
-Belle sono qui!-
 
Quella frase gelida, triste e ricca di dolore la colpì come una lama affilata nel cuore.
Inghiottì posando la borsa sul tavolino dell’ingresso e lo raggiunse nel salotto. Lo vide seduto sulla poltrona a fissare il camino spento con il bastone appoggiato alla sua sinistra e un bicchiere mezzo pieno di Whisky trattenuto da due dita della mano. Si tolse il cappotto poggiandolo sulla sedia di ciliegio lì vicino e lentamente si posizionò proprio davanti lui nella speranza di incrociare i loro sguardi. Quello che vide fu la cosa più atroce che si fosse mai immaginata: il volto di Gold stremato dal dolore e dalla rabbia. I suoi occhi racchiudevano anni e anni di sofferenza e delusione. Non riuscì a sostenere tale vista. Si avvicinò togliendogli quel bicchiere dalla mano, a quel gesto lui alzò lo sguardo su di lei lasciando la presa sul bicchiere. Lo posò sul piccolo tavolino alla sua destra e ritornò su quella mano stringendola nella sua.
Le sorrise.
Rispose a quel gesto con un sincero sorriso d’affetto e d’amore.
Con l’altra mano le fece segno di sedersi sulle sue gambe e Belle non se lo fece ripetere due volte.
 
-Ti sono vicina amore!- fu l’unica frase che riuscì a dire  per confortarlo da tale situazione.
 
-Belle l’ho perso, lo dovevo sapere che la magia ha sempre un prezzo!-
 
Quella voce straziante accolse la sua attenzione.
 
-Vedrai che una via d’uscita la troveremo. Non darti per vinto, insieme riusciremo a farcela!- cercava di infondere forza e coraggio.
 
-E se non ci riuscissi? E se dovessimo rimanere per sempre rinchiusi in questa cittadina?-  dubbi e incertezze invasero il Dark One.
 
-Hey, hey Rumple…Rumple guardami negli occhi, noi, amore, ce la faremo! Riusciremo a trovarlo e a diventare una famiglia!-  sorrise guardandolo fisso negli occhi.
 
-Oh Belle, amore mio, non riuscirei neanche per un istante ad immaginarmi una vita senza di te, ti scongiuro ancora mia non lasciarmi mai!- fragilità e debolezza colorarono quel disperato bisogno d’affetto.
 
Belle l’accolse sul suo petto stringendolo con dolcezza tra le braccia.
 
-Il mio dolce e tenero Rumple, come ti dissi quella famosa volta al castello, non ti abbandonerò mai! Io ci sarò sempre per te!- sicurezza e certezza cercò di infondergli mentre lo coccolava cercando di alleviargli quel pesante dolore dal cuore.
 
 
Quella giornata fu molto pesante e straziante per tutti. Ogni persona cercava di trovare la forza per andare avanti, per ritornare ad avere una vita normale con problemi normali, compreso due anime distrutte dall’illusione di un lieto fine.
 
La mattina seguente si svegliò a casa da sola senza il suo Rumple.
Talmente era distrutto che non le lasciò neanche la colazione a letto. No che ci aveva fatto l’abitudine, ma sapeva che lui ci teneva in questa piccola gentilezza. Era il suo modo per dimostrarle il suo affetto e per augurarle buongiorno. Accarezzò con il pollice il cuscino freddo e stropicciato di lui. Quanto stava soffrendo. Sapere che sei ad un passo per ritrovare tuo figlio e non poterlo raggiungere a causa del prezzo della magia era difficile da digerire.
Lei lo sapeva bene, la magia ha sempre un prezzo e questa volta era uno pesante da pagare. Aveva sacrificato l’amore, la sua posizione, aveva strappato tutti dalle loro case e alimentato odio e disprezzo ovunque solo per poter riabbracciare il figlio ed ora tutto ciò era andato perduto solo perché aveva usato la magia.


 
Quella mattina prese una decisione, doveva distrarre e rilassare Gold dalle sue delusioni. Una giornata lontano da tutti e da tutto forse lo avrebbe dato una nuova vitalità per affrontare questo nuovo problema.
 
Si vestì rapidamente indossando una corta gonna nera e una camicetta rossa. Sciolse i capelli sulle spalle legando alcune ciocche dietro la nuca. Prese un cestino riempiendolo di panini, lattine  e una copertina. Prese le chiavi e uscì con un sorriso sulle labbra.
Appena raggiunse il negozio lo vide rientrare con in mano una borsa nera. Si stranì avviandosi da lui.
 
Il suono del campanello del negozio che suonò una volta di troppo facendolo voltare.
 
-Ah sei tu, mi domandavo come mai il campanello avesse suonato due volte!- sorrise avvicinandosi al bancone posando la borsa sopra.
 
-Buongiorno!- affermò seguendolo.
 
Poggiò il cestino vicino alla borsa avvicinandosi a lui. Gold si voltò sorridendole tristemente.
 
-Buongiorno Belle!- disse poi rispondendo al suo saluto.
 
Si gettò fra le sue braccia stringendolo sul collo.
 
-Scusami tesoro se questa mattina non ti ho lasciato la colazione a letto!-
 
Scosse la testa sorridendo. Questo animo gentile e altruista di lui l’aveva fatta innamorare. Nonostante avesse altri pensieri per la testa si era scusato per essere stato freddo nei suoi confronti.
 
-Non ti preoccupare!-
 
-E solo che non riesco più a fare nulla ormai!- confessò.
 
-E’ proprio per questo che ho deciso che oggi faremo qualcosa di nuovo!- informò  sorridendogli.
 
Gold la guardava con sospetto. Cosa aveva in mente la sua fidanzata? Cosa dovevano fare in quel giorno triste e senza luce? Ma Belle era famosa per tirarlo su di morale, lo aveva fatto sempre da quando erano al castello oscuro, ha sempre cercato di riempire la sua vita  di luce e di speranza, e decise anche questa volta di seguirla e di darle ascolto.
 
-Dove vuoi andare amore mio?- chiese arrendendosi a quella gioia e a quell’ottimismo.
 
Belle gli sorrise, lo prese per mano, prese il cestino dal bancone e lo portò fuori.
 
Gold seguiva la sua ragazza per le varie vie della città incuriosito e interessato. All’improvviso si trovarono nella foresta. Iniziò a chiedersi dove erano diretti.
Si fermarono poco dopo vicino ad un corso d’acqua. Il posto era molto grande, suggestivo e intimo.
Belle sorrise, poggiò il cestino a terra tirando fuori la copertina.
 
-Ecco dove volevo venire!- disse poi sedendosi a  terra.
 
Gold le sorrise dolcemente e la seguì.
 
-Dimmi se non è un bel posto?!- affermò osservando la zona.
 
Gold annuiva  guardando quel particolare posto. Non sapeva che la foresta di Storybrooke avesse un luogo così carino.
 
-Lo scoprii qualche tempo fa, quando ancora ero Lacey. Vedi proprio lì, sotto quell’albero presi la decisione di confessarti i miei sentimenti***!- indicò  emozionata a rievocare tale ricordi.
 
Gold sorrise lusingato di quel gesto.
 
-Ti amo!- disse di botto costringendo la ragazza a voltarsi verso il suo interlocutore.
 
Incrociarono i loro occhi sorridendosi.
 
-Anch’io!- affermò avvicinandosi alla sua bocca.
 
Si baciarono intensamente stringendosi l’uno all’altro desiderosi di scambiarsi effusioni d’amore. Il cinguettio degli uccelli, il suono del ruscello e i loro sospiri animarono quel momento pieno di emozione.
Lentamente Gold si addossò alla coperta seguito da Belle che si mise al suo fianco.
 
-E’ bellissimo osservare il cielo con te. Il fatto è che tutto è meraviglioso con te!- ammise guardando davanti a sé.
 
Belle sorrise lusingata stringendo il bavero della sua giacca tra le mani.
 
-Così mi fai arrossire!- confessò chinando la testa sul suo petto.
 
-Sei più bella quando arrossisci!- confessò alzando il capo per vederla.
 
Belle gli salì addosso sorridendogli. Chiuse gli occhi poggiando la fronte contro quella di lui.
 
-Mi reputo la donna più fortunata del mondo perché ho incontrato te!- confessò con un velo di dolcezza  colorando l’atmosfera.
 
La baciò, non c’era bisogno di parole, di sorrisi e di frasi. Solo un bacio, la passione e il desiderio potevano esprimere al meglio cosa si provava.
 
….…
 
-Vieni con me!-
 
Tutto di un tratto Rumple distolse Belle dalla sua solita lettura serale. Lo fissò incuriosita chiudendo il libro inserendo un petalo di rosa all’interno. Indossò le scarpe e lo seguì per il castello.
 
Arrivarono proprio fuori a quel terrazzo che lei aveva ripulito durante la mattinata. Appena ci mise piede un’atmosfera elegante e romantica invase i suoi occhi scioccandola. Una grande coperta a quadrettini era distesa per terra, vi erano dei candelabri con candele accese e migliaia di petali di rose rosse sparse sulla coperta su cui sopra vi era una rosa con lo stelo privo di spine. Gioia e meraviglia bloccarono il suo respiro. Si chinò raccogliendo quella rosa rossa dalla coperta alzandosi e annusando il delicato fiore. Un rossore nacque spontaneo sulle sue gote.
 
Le cinse i fianchi da dietro e osservando quella rosa che delicatamente riempiva quelle sue soffici mani la baciò nell’incavo del collo.
 
-Quando arrossisci sei molto più bella!-
 
Quella frase fece divampare la povera Belle che per l’occasione baciò teneramente la rosa.
 
-Mi reputo la donna più fortunata del mondo perché ho incontrato te!-
 
Sentì le sue braccia stringerla di più a sé e la sua bocca dolcemente accarezzarle la pelle.
Lentamente la ragazza si distese sulla coperta portandosi dietro il folletto concentrato in quelle coccole.
Si distesero uno di fianco all’altro abbracciati ad osservare le stelle.
 
-Questa rosa stranamente non ha spine!- ruppe il silenzio alzando il fiore davanti ai loro occhi.
 
-Certamente! Le ho tolte tutte io!- sottolineò come se fosse una cosa ovvia.
 
-Perché?- chiese poi fissandolo.
 
-Nessuna spina deve rovinare le tue soffici e tenere mani. Nessuno neanche una rosa deve permettersi di farti del male!- confessò emozionato.
 
-Grazie tesoro mio, ma la prossima volta regalami una rosa rossa con le spine! Così mi ricorderà che la vita è bella, ma ha con sé miriadi di difficoltà che insieme riusciremo a superare!- 
 
Lui annuì accettando la sua decisione. Oramai doveva accettare che Belle non poteva e non doveva vivere sotto una campana di vetro. Era una donna capace, forte e coraggiosa e sapeva anche da sola affrontare le avversità che incontrava.
 
La strinse a sé baciandola sulla guancia mostrandole il suo affetto e il suo amore.
 
-Grazie d’esistere Belle!- confessò distaccandosi, ammirando le stelle insieme alla sua anima gemella.
 
……
 
Qualche nuvola impedì quella giornata di concludersi bene. Lampi e tuoni annunciarono un’imminente pioggia. Non c’era tempo per poter rientrare.
Belle raccolse tutto e seguì Gold nella foresta.
 
-Dove stiamo andando?- chiese incuriosita.
 
-Fidati di me!-  rispose voltandosi verso di lei sorridendole.
 
Raggiunsero una casetta di legno isolata nella natura. Vide Gold prendere dalla tasca delle chiavi e aprire quella porta di legno scuro. Sull’infisso notò un coccodrillo inchiodato. L’uomo la fece accomodare raccogliendo un po’ di legna che c’era nella casetta. Belle osservava quel posto meravigliata e stupita.
 
-Ma cosa…?- non riusciva neanche a formulare una frase talmente era concentrata a studiare la zona.
 
Appena Gold accese il fuoco del camino e chiuse a chiave la porta si interessò alla ragazza.
 
-Questa è la mia piccola casetta! Non ci vengo mai, di solito la uso come sgabuzzino!-  informò mostrandogliela.
 
Belle osservava a bocca aperta.
 
-Non sapevo nulla di questo posto!- ammise voltandosi verso di lui.
 
-Non ho avuto modo di dirtelo prima!- cercò di giustificarsi.
 
Belle annuì posando su un tavolino la cesta, prese una scopa malandata e iniziò a togliere la polvere dal pavimento.
 
-Ma no Belle! Ci staremo solo per poco, non affaticarti inutilmente! Appena la pioggia sarà finita ce ne andremo!-
 
-Perché dovremmo andarcene subito? A me piace qui, potrebbe essere il nostro nido d’amore!- rispose maliziosamente sorridendogli.
 
-Tesoro mio, ovunque noi siamo è il nostro nido d’amore!- sottolineò lui poggiandosi alla parete della stanza.
 
Ci mise pochissimo ad eliminare la polvere dal pavimento. Prese la copertina e la stese davanti al camino.
 
L’invitò a sedersi e a gustarsi i giochi delle fiamme davanti loro.
 
Un tuono più forte fece saltare la ragazza e ad aggrapparsi al suo uomo.
Gold la strinse a sé coccolandola dolcemente.
All’improvviso una fitta dolorosa colpì la sua gamba malandata costringendolo ad urlare dal dolore.
 
-Rumple cos’hai?- domandò preoccupata.
 
-La gamba, nei giorni di pioggia mi fa più male!- affermò massaggiandosi il punto che gli faceva più male.
 
-Aspetta!- disse inginocchiandosi davanti a lui.
 
Lentamente prese a massaggiargli la gamba con cura e dolcezza. Non appena la ragazza lo sfiorò già il dolore iniziò ad affievolirsi.
 
-Va meglio così?-
 
Lui annuì chiudendo gli occhi beandosi di quelle carezze.
 
Le mani di lei erano meglio di qualsiasi crema mai utilizzata prima. Erano qualcosa di unico e di speciale.
Sentì i muscoli della gamba rilassarsi e distendersi man mano che proseguiva nei suoi massaggi.
Man mano la ragazza si allungò sulla coscia, massaggiandola con cura e delicatezza. Percepì la mano di lui afferrarle il polso fermandola all’istante. La guardò fissa negli occhi portando il palmo della mano sulla sua bocca prendendo a baciarlo con delicatezza. Belle sorrise chiudendo gli occhi assaporandosi quella meravigliosa sensazione.
 
Percepì la mano di lui accarezzarle il braccio e con uno strattone la stese sulla copertina addossandosi su di lei.
 
Lo rinchiuse tra le gambe e le braccia prendendo a massaggiarli la schiena con le unghie creando in lui estasi e desiderio.
 
-Grazie di esistere Belle!- confessò a fior di labbra.
 
La lingua di lei raggiunse per prima le sue labbra dandogli libero accesso alla bocca. Saliva, denti e sospiri prolungarono e resero quel momento unico e indimenticabile.
 
Il movimento delle fiamme creavano piccoli giochi di luce e di ombra sul suo bellissimo viso. Prese a spogliarla desideroso di gustarsi quello spettacolo colorarle il corpo. Era stupenda, meravigliosa. Ridisegnò con il dito quelle ombre che ricoprivano il suo corpo liscio e vellutato costringendo la ragazza a leggeri  sospiri di piacere. Intrecciarono le mani capovolgendosi. L’aiutò a togliersi gli abiti desiderosi di scaldarsi con i propri corpi. Non appena i capelli ramati gli sfiorarono la pelle rabbrividì. Percepire la capigliatura di lei accarezzargli il corpo lo fece ardere dalla bramosia e dal possesso. La capovolse stendendosi su di lei. Fiamme e fuoco padroneggiavano nelle loro iridi. Le bloccò i polsi in alto guardandola fissa negli occhi. Si unì a lei costringendola ad un urlo di piacere. Prese a morderle la bocca, baciarle il collo, prolungare e velocizzare gli affondi da renderla completamente succube dei suoi movimenti. Riusciva sempre a colpire le sue parti più sensibili facendola annegare in un mare di piacere. Sospiri, urla, respiri affannosi resero quel momento unico nel suo genere. Averla fra le braccia, percepire la sua calda e soffice essenza, sentire la sua bocca sfiorargli il collo nei momenti più carichi di enfasi lo resero l’uomo più felice dell’universo. Quella giornata l’aveva aiutato a ritrovare quella forza che l’aveva lasciato, e senza di Belle non ci sarebbe mai riuscito. Quella ragazza era unica in ogni genere. Era bella e affascinante, buona e gentile, coraggiosa e forte, e dolce e sensibile. Lei incarnava tutte le qualità migliori che potevano esistere nel creato. Lei era la perfezione in persona,  e lui l’essere più imperfetto e sbagliato dell’universo che aveva avuto il privilegio di incontrarla e di amarla. Quell’amore di lei lo faceva impazzire, senza ne sarebbe morto.
Intrecciarono le dita aumentando e velocizzando gli affondi che divennero più regolari e ritmici da renderli completamente un unico corpo con uniche sensazioni.
 
-Ra…Ra…Ra…oh my God…RAMPLEEEEEEEEE!- urlò il suo nome non appena entrambi scoppiarono nel loro piacere.
 
Si guardarono negli occhi facendo incontrare le proprie anime gioiose di quel contatto intimo.
 
-Come dicevo prima sei più bella rossa in viso!- affermò nel mentre il suo respiro iniziava a regolarsi.
 
Belle abbassò gli occhi dalla vergogna e dalla lusinga. Non le piaceva stare al centro dell’attenzione, si sentiva un pesce fuor d’acqua, ma esserlo nelle sue era un privilegio assoluto.
 
-I love you Belle!-
 
-I love you Rumple!-  ammise poi  scaricando tutta l’emozione accumulata nel loro dolce incontro.
 
Si baciarono riprendendo da dove avevano lasciato continuando così per ore intere animando e vivacizzando quella giornata di pioggia.
 
……
 
Si era addormentata appoggiata a lui stringendo come una reliquia quella rosa senza spine. Sorrise beandosi di tale visione. Non immaginava che nella vita gli sarebbe capitato di poter posare lo sguardo su una meravigliosa creatura come lei. La strinse a sé facendosi colpire da quella fresca e giovane fragranza di rosa selvatica che sempre aveva addosso. Era bellissima, neanche la stella più brillante poteva competere con la sua Belle, lei era la perfezione in persona, nulla  poteva eguagliarla.
Non poteva che considerarsi fortunato ad averla conosciuta e ad averla amata. L’amore di lei lo faceva impazzire e senza ne sarebbe morto.
 
……
 
La mattina seguente Belle si svegliò da sola.  Erano rientrati tardi dalla loro avventura. Freddo e gelo colpirono quel corpo nudo reduce da una notte passata tra la passione e l’amore. Chiamò Rumple, ma non ebbe risposta. Di scatto si voltò alla sua destra rimanendo sconvolta da ciò che i suoi occhi le mostrarono. Vi era una rosa rossa di lungo stelo con miriadi di spine  poggiata delicatamente sul materasso con affianco un piccolo bigliettino bianco piegato su sé stesso. Prese la rosa e aprì il foglietto incuriosita da ciò che conteneva.
 
“Nella Speranza che Insieme riusciremo a Farcela!
                                                                                          
                                                                                          Ti Amo!
                                                                                          Rumple

PS: La colazione è nel frigo!”
 
 
Un tenero sorriso le nacque sul volto. Portò la rosa al naso per sentire il suo delicato profumo. Chiuse gli occhi ricordandosi quella famosa volta che gli chiese la cortesia di ricevere le rose con tutte le spine. Se ne era ricordato. Quanto era dolce e tenero.
Il rumore del motore della Cadillac la fece ritornare al presente. Si precipitò alla finestra portandosi con sé il lenzuolo e vide la macchina fare retromarcia per uscire dal vialetto.
 
 
 
La vide lì, candida come la luna, in piedi avvolta dal semplice lenzuolo con in mano la sua rosa e un sorriso sul volto. Baciò la rosa proprio come fece tempo fa fuori a quel terrazzo per dimostrargli il suo amore. Sorrise a tale visione.
 
-I love you!- le mimò mettendo la marcia.
 
-I love you too!- rispose dalla finestra  vedendolo andar via.
 
Si voltò verso la stanza stringendo quella rosa tra le mani contenta che Gold aveva ripreso la voglia di combattere e di lottare.
Anche se la magia aveva il suo prezzo loro erano disposti a pagarlo ed insieme sarebbero riusciti a farcela.
Si punse a causa di una di quelle spine creandole una piccola ferita  sul pollice sinistro.
Un brivido le percorse il corpo.
 
Dopotutto ogni rosa ha le sue spine.

 
 
 
 
 
 
 
 
1.Le indicazioni di cui sta parlando Ruby sono quelle che si trovano nel capitolo “Il ciondolo” della precedente long Ricordati di Me
 
*Se vi ricordate Belle ha già fatto un simile discorso con Ruby solo che l’amica ancora non aveva ripreso la memoria  (cap 16 di Ricordati di Me)quindi mi sembrava giusto che le due riaprissero il discorso “Gold” visto che ora Ruby aveva riavuto la sua memoria ;)
 
**  L’aiuto di Archie è quello che compare nel finale del capitolo “Visioni” di Ricordati di Me ;)
 
*** Il momento è quello descritto nel capitolo 14 di Ricordati di Me. Se vi ricordate Lacey dopo aver finito di leggere il romanzo epistolare di Foscolo decide di farsi coraggio e andare da Gold ;)

 
 
 
Angolo dell’autrice :D
 
Ecco anche il secondo capitolo! :D Dalla settimana prossima ritorneremo ad un capitolo per volta ;)


Allora …Belle e Gold hanno scoperto il problema che vi è al confine, chi lo oltrepassa perde la memoria di chi è stato un tempo diventando completamente quella persona che era sotto il sortilegio. Ovviamente non poteva essere che Gold non ci rimanesse scottato da questa situazione, sapere di essere ad un passo più vicino a tuo figlio e non poterlo raggiungere è bruttissimo, ed ovviamente Belle ha dovuto cercare di tirar fuori in lui quella forza e quella determinazione dandogli semplicemente la speranza di poter crede che ce l’avrebbe fatta. Poi…era ora che Gold facesse vedere a Belle il suo rifugio nel bosco! Mi sono chiesta molte volte se questo fosse accaduto e spero che un giorno lo vedremo, intanto mi sono voluta divertire nel scrivere questo dolce momento nel loro “nido d’amore” ;) .Il passato è servito più che altro a sottolineare alcuni concetti che venivano riportati nel presente. Nel prossimo capitolo avremo nuovamente un passato più pregnante ;)
 
Spero che vi siano piaciuti questi momenti hot tra i due , chi mi ha seguito in Ricordati di Me sa che li metto spesso ;)
 
Beh ovviamente tutti voi state aspettando che entrambi scoprono di aspettare un bambino, beh anche io in realtà ahahah lol :P Non vi preoccupate già dal prossimo capitolo faremo una gran bella scoperta ;)
 
Il terzo capitolo arriverà nel week-end della prossima settimana, ora vi do alcune anticipazioni ;) : Nel passato Belle incontra una persona che le confesserà qualcosa di molto importante; nel presente invece Belle e Gold hanno dei problemi di incomprensione e forse qualcuno scoprirà di essere incinta ;)
 
Ringrazio tutti coloro che passeranno a leggere la mia storia!! :D
 
Un saluto speciale va sempre a libellula.s e libellula.a (admin insieme a me di I will see you again Rumbelle; All crazy for Rumbelle)che seguono con affetto ogni ff che scrivo!! Grazie raga siete mitiche <3 <3
 
À bientôt!! :)
DR

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3: Piccoli Sospetti ***


Capitolo 3: Piccoli Sospetti
 
Era agitata, incuriosita, affascinata, e interessata su cosa stava facendo il suo fidanzato dietro al bancone del negozio.


La guarda, ride, poi abbassa lo sguardo sul bancone prendendo tra le mani un cofanetto grande e blu.


Osserva incuriosita con il respiro morto in gola per l’emozione. Lo vede aprire quel cofanetto in cui dentro custodisce una meraviglia per i suoi occhi. Una bellissima collana ricca di diamanti riempiva le mani dell’uomo.
Sorride imbarazzata per quel regalo inaspettato.

 
-E’…è…meravigliosa!-
 
Furono le uniche parole che riuscì a formulare.
Vide Gold avvicinarsi sorridendo soddisfatto che la sua sorpresa avesse funzionato. Con il dito le fa cenno di voltarsi in modo da poterle abbellire il suo splendido collo.

 
La sente fredda, pesante e non può che pensare che è un gioiello importante e di valore. Abbassa lo sguardo osservandola al suo collo. Contenta si volta verso il suo fidanzato baciandolo dolcemente sulle labbra ringraziandolo per quel tenero gesto.
 
A interrompere quel dolce momento è un nano  scorbutico che invade la loro privacy entrando nel negozio urlando di volere il suo piccone.
 Ciò che non avrebbe mai voluto vedere si avverò proprio in quell’istante, Gold scaraventò il nano contro la parete strozzandolo.

 
-Non sei più quello ormai!- cercava di farlo ritornare in sé.
 
-Mi dispiace mia cara, io sono così e sempre lo sarò!-
 
 
Quella terribile frase pronunciata da un Gold con le sembianze del vecchio Dark One fece sobbalzare Belle dal letto. Agitazione e ansia invasero la sua mente e il suo cuore costringendola a fare respiri profondi. Per fortuna era solo un sogno, anzi un terribile incubo. Si voltò alla sua destra nella speranza di potersi rifugiare fra le braccia del suo Gold, ma a fianco a lei vi era solo un posto vuoto e freddo. Vide l’orologio sul comodino segnare le 00:30 e insospettendosi del tale ritardo si alzò dal letto per andare a vedere dove si era trattenuto Rumple.
Alcuni rumori l’attirarono in giardino. Percorreva a piedi nudi quel vialetto fatto di pietre facendosi guidare dal suono dell’arcolaio. Una luce dal seminterrato costrinse la ragazza ad abbassarsi per osservare meglio. Dentro vi era Gold ancora vestito che tagliava un filo d’oro appena creato inserendolo in una pozione.
Paura e sconforto invasero la povera Belle addolorata di vederlo nuovamente tra pozioni e magia.
Decise che quello non era il momento giusto per parlare. Rientrò dentro facendosi una tazza di tè aspettando che rientrasse. Si sedette sulla poltrona della cucina rivolta verso la finestra poggiando la tazza sul tavolino. Appoggiò il capo allo schienale chiudendo gli occhi.
Lentamente il sonno riprese il suo cammino costringendo la ragazza a sognare nuovamente.
 
Quel sogno era confuso, privo di logica e di senso. Sentiva spesso un pianto di un neonato e lei non sapeva dove fosse. Si sentiva male perché voleva raggiungerlo, ma non ci riusciva. Era troppo distante, ma allo stesso tempo vicinissimo.
 
Il rumore della maniglia del balcone svegliò Belle.
 
-Buongiorno!- disse confuso di vederla già sveglia.
 
-Buongiorno!- rispose fredda e distaccata alzandosi dalla poltrona.
 
-Cosa stai facendo?-  arrivò diretta al punto posando la tazza sul bancone davanti.
 
-Preparo la colazione!- rispose dolcemente avvicinandosi al frigo prendendo una brocca col succo d’arancia.
 
-No, intendevo nel seminterrato!- si spiegò meglio.
 
-Niente di cui preoccuparsi!-
 
-Ti ho visto usare la magia! Che cosa stai facendo?-
 
-Solo qualche pozione! Nulla di cui preoccuparsi!-
 
-Allora sii sincero con me, perché hai portato qui  la magia?-
 
Belle osservava il suo uomo indeciso sul come doverle rispondere.
 
-Te l’ho detto…la magia è potere!-
 
-Ma a cosa ti serve?-  insisteva  sperando che fosse sincero.
 
Lo vide nuovamente indeciso su come comportarsi, e quell’atteggiamento fu una fitta al cuore.
 
-Non ti serve il potere Rumple…ti serve il coraggio di farmi avvicinare!-
 
Dispiaciuta e sconsolata lasciò la stanza recandosi in camera da letto. Sperava che lui la fermasse, che le spiegasse ogni cosa, e invece quella volta si era comportato nuovamente come un codardo.
 
Una piccola e salata lacrima scese a rigarle il viso. Ormai, dopo tutto quello che era successo, sperava che erano diventati qualcosa di importante, che fossero una solida e forte coppia che ne aveva affrontate tante e che nonostante ciò non si erano arresi, e invece come sempre erano al punto di partenza.
Si chiuse la porta dietro recandosi all’armadio. Prese un vestito blu e la magliettina che gli aveva regalato Rumple per ripararsi dal freddo. Abbassò lo sguardo su una piccola scatola che  al suo interno custodiva una copertina decorata con un cuore rosso ad un lato. La prese e percorse con il dito quei ricami in oro sorridendo dolcemente. La portò al viso e chiuse gli occhi ricordandosi il momento che la ricevette in dono. La piegò dolcemente e la posò con cura cercando di respingere le lacrime che volevano per forza rigarle il viso.
Decise di uscire dalla finestra, non aveva voglia di farsi vedere da Gold e magari anche farsi fermare. Decise che quella giornata dovevano stare separati, doveva riflettere, anzi lui doveva riflettere sull’errore che aveva commesso.
 
..……
 
Ormai era da tempo che non la trattava più come una prigioniera. Erano diventati una coppia che aveva sopportato e affrontato molti ostacoli.
Quella giornata di primavera Belle era al paese vicino per compiere alcune commissioni. Allegria e gioia coloravano l’atmosfera. Vi erano festoni, profumi di dolci e pane appena sfornato. Tutto il paese era in festa. Curiosità e interesse invasero la mente della ragazza facendola indagare.
 
Si avvicinò ad una vecchina che filava su una tessuto molto prezioso e colorato.
 
-Buongiorno signora!-
 
Con il suo semplice sorriso e i suoi dolci occhi si inchinò per salutare la donna impegnata nel ricamo.
 
-Buongiorno bella fanciulla!- cordialmente rispose alzando lo sguardo su di lei.
 
-Posso fare qualcosa per lei?-  chiese poi  fermando il suo lavoro.
 
-Lo spero, mi chiedevo quale festa state preparando?- domandò volgendo lo sguardo sulla piazza principale.
 
-Ma come non lo sapete? Oggi si sposano Biancaneve e il Principe!- rispose contenta.
 
Belle annuì felice della bella notizia. Sapeva quante sventure e avversità avevano dovuto affrontare, ed era contenta che alla fine erano riusciti a costruirsi il loro lieto fine.
 
Una piccola vena di invidia apparve sul volto incuriosendo la donna davanti.
 
-Cosa c’è bella fanciulla? All’improvviso il tuo bel faccino si è intristito!- affermò  accarezzandole la guancia.
 
-No niente!-
 
-Ma i tuoi occhi lucidi dicono il contrario!- rispose teneramente incurvando la testa per osservarla meglio.
 
-E’ solo che…spero anch’io di poter coronare il mio amore sposandomi e magari…!- si fermò appena la sua mente focalizzò la tenera figura di un bebè.
 
-Magari un figlio!- continuò la donna sorridendole.
 
Lei annuì imbarazzata. Solo l’idea di poter portare nel grembo un bambino di Rumple la fece divampare. Era un sogno troppo bello che per ora, purtroppo, doveva accantonare.
 
-Anche se leggo nei tuoi occhi che ciò che desideri sarà in un lontano futuro, leggo anche che sei profondamente innamorata, e sono sicura che anche lui lo è! Non ti preoccupare anche per te ci sarà il lieto fine. Per ora goditi di raggiungerlo insieme a lui!-  tenera e premurosa fu la donna sorridendole come se fosse una nonna.
 
-La ringrazio per le sue parole!- annuì  più sollevata.
 
-Vedrai che prima o poi questo ventre custodirà il vostro amore!-
 
Delicatamente toccò la pancia della ragazza accarezzandola dolcemente. Uno spasmo della donna la fece impaurire.
 
-Signora sta bene?- si inginocchiò  preoccupata.
 
La donna aprì gli occhi fissando il cielo sopra di lei. Si voltò verso Belle sorridendole dolcemente.
 
-Presto mia cara avrai un bambino!-
 
Quella frase arrivò come una freccia diretta al cuore. Sarebbe diventata madre. Gioia e estasi colpirono la fanciulla.
 
-Davvero?- chiese scioccata alzandosi.
 
La donna annuì sicura.
 
-La ringrazio tanto!- l’abbracciò per la lieta notizia ricevuta.
 
-Oh mia cara così mi stritoli!- rideva felice  di aver rallegrato la fanciulla.
 
Belle sorrise distaccandosi. Una piccola lacrima le invase il volto di gioia e di felicità.
 
-Prima che vai voglio darti questo!-
 
La donna si voltò alla sua sinistra raccogliendo dall’enorme cesta una copertina arancione con ricami in rosso e in dorato. Su un bordo vi era ricamato un cuore rosso con il bordo in oro, era veramente bellissimo.
Belle rimase estasiata dall’inaspettato regalo.
 
-Avvolgi il tuo futuro bambino in questa coperta e vedrai che sarà sempre protetto!-
 
Belle annuì come se stesse prendendo appunti. Era così contenta che ormai qualunque cosa era effimera di fronte a quella dolce e inaspettata notizia.
 
-Ciao mia cara. Ti auguro e vi auguro ogni felicità!-
 
Quel saluto Belle non se lo dimenticò mai. Lo custodiva gelosamente nel suo cuore come se fosse una piccola reliquia.
 
Dopo averla abbracciata si recò alle sue faccende salutandola con la mano.
 
La donna si risedette osservandola andar via felicemente.
 
-Addio dolce Belle, vedrai che la tua futura bambina sarà la tua gioia e quella del tuo Rumple!-
 
……
 
Per fortuna non faceva così freddo come aveva pensato. Si tolse la magliettina ed entrò nel locale di Granny per prendersi qualcosa di fresco da bere.
 
Si sedette ad un tavolino vuoto attendendo la sua amica Ruby.
 
-Hey Belle come va?- sorridente e spensierata l’accolse con in mano una brocca di tè freddo.
 
-Ciao!- malinconica e triste rispose la ragazza.
 
-Ma cos’hai?-
 
Si sedette di fronte a lei preoccupata.
 
Belle scosse la testa abbassando lo sguardo.
 
-E’ finita?- azzardò a chiedere.
 
-Questo è un epilogo vero simile!- riuscì solamente a dire  posando la magliettina al suo fianco.
 
-Che cosa ti ha fatto?- chiese arrabbiandosi.
 
-Più che altro che cosa non ha fatto!- modificò la frase bevendo il tè alla pesca che le aveva offerto Ruby.
 
-Che cosa vuoi intendere?- si stranì  per la frase.
 
 
-E’ solo che a volte ci intendiamo benissimo ed altre volte invece sembra che proveniamo da due mondi diversi!- iniziò a spiegare.
 
Ruby scosse la testa invitandola a proseguire.
 
-Certe volte non abbiamo neanche bisogno di parlarci, ci basta guardarci per capirci, ed altre invece la parola diventa fondamentale! E ahimè queste ultime sono le più frequenti! Cioè Ruby quando sei innamorato,  quando hai iniziato una relazione solida, o che almeno vuole basarsi su fondamenta solide, bisognerebbe parlarsi, confrontarsi, confidarsi  e invece lui che fa? Non mi dice nulla, mi tiene lontana dai suoi pensieri, dalle sue idee come quasi fossi una estranea,  qualcuno di cui non potersi fidare! Ma capisci Ruby? Io!! Io!!! Colei che ha sfidato qualsiasi cosa e ostacolo per stargli vicino e potergli offrire il mio amore incondizionato. Non credo di meritarmi questo! Perché non mi parla e mi tiene lontana? Sta alzando un muro così massiccio e impenetrabile che neanche quando l’ho conosciuto possedeva. Lo sento distante! Ruby rischio, questa volta, di perderlo sul serio!-
 
Quelle incertezze, quelle paure uscirono in un solo botto. L’amica rimase stupita e addolorata da ciò che stava passando. Non sapeva cosa dirle, come poterle alleviare quel dolore, purtroppo lei non aveva avuto una relazione duratura dopo il suo ultimo fidanzato e quindi rischiava di essere la meno adatta a dare consigli sulla vita di coppia, specialmente se si trattava di Gold, un uomo non molto facile da comprendere e conoscere. Si limitò a sorriderle e a prenderle la mano che  aveva sul tavolo.
 
-Vedrai che riuscirete a capirvi, e se è vero che lui tiene a te e al vostro rapporto vedrai che riparerà ai suoi errori! Io nel frattempo cosa posso fare per aiutarti?-
 
-Tu nulla mia cara amica, quello di cui ho bisogno è un lavoro!- confessò la sua voglia di indipendenza.
 
-Cosa ti piace fare?- cercò di indagare.
 
-Amo leggere!-
 
-Benissimo, qui c’è una biblioteca che non si apre da anni. Ci sarebbe bisogno di una bibliotecaria, perché non ti informi, credo proprio che sia il lavoro adatto a te!- pensò soddisfatta.
 
-Grazie, farò come mi dici!- si alzò dal tavolo contenta del suo nuovo scopo.
 
-Ah Belle, se vuoi per me e mia nonna puoi stare qui!- 
 
Le offrì ospitalità come fece tanto tempo fa. Belle sorrise accettando l’invito.
Uscì dal locale intenta a visitare la biblioteca della cittadina. In quella giornata si era presentato un nuovo scopo che a Belle elettrizzava e incuriosiva parecchio.
 
La biblioteca era chiusa con finestre ricoperte da lastre di legno e fogli di giornale. Cercò invano di aprire la porta; si diresse alle finestre speranzosa di poter trovare qualche spiraglio che potesse alleviarle quella sete di curiosità. Per fortuna trovò una finestra con una piccola fessura giusta per far passare un occhio. Tutti quei libri che vedeva le riempirono il cuore. Aveva trovato uno scopo, e non era legato necessariamente a Rumple.
 
-Mi scusi!-
 
Un uomo paffuto con un buffo capello rosso spaventò la povera Belle soprappensiero.
 
-Non volevo spaventarla!- aggiunse poi accorgendosi della sua invadenza.
 
-Non si preoccupi, mi dica!- rispose poi  calmandosi.
 
-Ha qualche spicciolo da darmi?- chiese cordialmente.
 
Belle negò, non portava soldi con sé.
 
-Sta aspettando qualcuno?-
 
Quella domanda fu strana, ma per una Belle che ormai ne aveva vissute tante non lo sembrò più di tanto.
 
-No…nessuno!-
 
Quella frase fu la sua rovina. Quell’uomo paffuto la rapì proprio davanti alla biblioteca, e nonostante lei si dimenasse purtroppo era più forte di lei.
 
Forse era lui quell’uomo misterioso che l’aveva rapita quella famosa sera?1 Non sembrava, aveva le mani più grasse e un odore orribile. Se fosse stato lui se ne sarebbe ricordata.
 
La condusse in un ripostiglio ricco di attrezzi per il giardinaggio. Paura e spavento invasero il povero corpo della ragazza.
 
Appena fu dentro, dalla porta di ingresso entrò una persona che non vedeva da quando era stata Lacey*.
 
-Belle!-
 
-Papà!-
 
Da anni non pronunciava più quella parola.
Si abbracciarono stretti all’altro contenti di essersi ritrovati.
 
-Scusami Belle, ma questo era l’unico modo per poterti portare da me!-
 
Si scusò del modo sgarbato che aveva utilizzato per incontrare sua figlia.
 
-Non hai idea di quanto sia felice di rivederti! Che cosa ti ha fatto quella bestia quando sei ritornata da lui?- affermò poi affranto per il destino che era andata incontro dopo che si erano separati.
 
-Niente papà! Già ti dissi di stare tranquillo, non mi avrebbe fatto nulla di male!**- lo tranquillizzò accarezzandogli il braccio.
 
-Non dirmi che ti sei innamorata di quella bestia?!- domandò impaurito della risposta.
 
-Sì…anche se il nostro rapporto è complicato!- sconforto e delusione trasparì nella voce di Belle.
 
-Belle giurami che non lo rivedrai mai più, promettimi che non lo frequenterai e che lo dimenticherai!- subito al sodo arrivò suo padre mostrandole le sue paure e le sue incertezze.
 
La ragazza si distaccò sentendosi offesa per quelle parole.
 
-Papà stai parlando della mia vita…non sono più una ragazzina!- mise bene in chiaro come stavano le cose.
 
-Se stanno così le cose allora non mi lasci altra scelta!-
 
Guardò il suo aiutante dal cappello rosso dandogli il consenso di prenderla. L’uomo  l’afferrò senza indugio trascinandola fuori.
 
 
-Scusami Belle, ma per farti dimenticare di lui dovrai anche dimenticare me! Addio figlia mia!-
 
Prese la decisione più drastica, negare a sua figlia le sue scelte e la sua vita.
 
……..
 
Rientrò al castello con un enorme sorriso sulle labbra. Sprizzava gioia da tutte le parti.
 
-Rumple!- chiamò appena entrò.
 
Posò il mantello, e con il cestino si diresse nella sala principale.
 
Non c’era nessuno. Vide un piccolo foglio di pergamena posto sull’enorme tavolo. Posò il cestino prendendolo.
 
“Sono da Regina.
Non ti preoccupare mi comporterò bene!
Ci vediamo dopo!”

 
Rise leggendo quelle poche righe. Gettò il bigliettino nel camino acceso e si diresse verso il cestino prendendo quella coperta che le aveva regalato quella simpatica donna.
 
Accarezzò con l’indice destro tutto il bordo di quel cuore ricamato percependo le varie cuciture. Alla sola idea di avere un figlio l’emozionava tantissimo. Non aveva mai pensato di costruirsi una famiglia prima di incontrare Rumple, ma adesso che stava vivendo quell’amore era diventato un suo sogno, un sogno che sperava tanto diventasse realtà.
 
Portò al viso quel pezzo di stoffa sedendosi sul triclinio davanti al camino godendosi quella calda atmosfera.
 
Uno spasmo sotto l’ombelico costrinse la ragazza a ripiegarsi su sé stessa. Era un piccolo dolore, una leggera fitta proprio nel ventre. Durò pochi secondi e poi scomparve. E se…? No, non era possibile! Non adesso comunque! Non era il tempo e il momento adatto per mettere al mondo una nuova creatura.
Gioia, paura, incertezza e incredulità invasero in pochi attimi la mente e il cuore della ragazza confusa da quegli ultimi eventi. Pensandoci bene aveva un ritardo, eppure di una settimana, e se veramente la donna aveva ragione? E se era davvero incinta? Decise che per il momento non era il caso di coinvolgere Rumple. Appena avrebbe risolto i suoi piccoli sospetti poi l’avrebbe reso partecipe della situazione. Non poteva dare farse speranze e nuove preoccupazioni a Rumple, doveva esserne certa.
L’indomani sarebbe nuovamente passata da quella vecchina a chiederle altre informazioni.
 
……
 
Il vento tra i capelli, la paura di perdere la memoria, di abbandonare la sua rabbia, il suo amore, i suoi affetti, le sue incertezze costrinsero Belle a chiedere aiuto. Era ammanettata ad un carrello delle miniere diretta spedita fuori il confine della città. Suo padre era stato davvero crudele.


 
Una forza inversa fece arretrare violentemente il carrello all’indietro. Mentre percorreva quel tragitto provava terrore e confusione.
 
Vide Ruby,Gold, suo padre e David che l’aspettavano.
Gentilmente David  l’aiutò ad uscire dal carrello.
Vide il volto di Gold stremato dalla paura e dal dolore.
 
-Belle tutto bene?- frustrazione e tenerezza leggeva in quella domanda.
 
-Sì credo di sì!- rispose mettendosi una mano tra i capelli.
 
-Ti ricordi chi sono?-
 
Quella domanda risuonò come una preghiera, una supplica a ricordare il loro amore.
 
-Sì mi ricordo, ti chiami Rumpelstiltskin! La memoria è rimasta intatta!- confermò  alleviando gli animi che popolavano quella miniera.
 
Sentì le sue braccia avvolgerla contento che tutto fosse andato per il meglio.
 
Risentire quel profumo di muschio così vicino e il suo corpo stretto al suo la fece crollare, in quel momento voleva abbandonare tutto, cacciare via da lei quella rabbia che lo allontanava da lui, ma le cose non erano semplici, non poteva cadere nella stessa trappola, non poteva far finta che era tutto a posto. Lui ancora non era stato sincero fino in fondo con lei e questo non poteva sopportarlo.
 
Si allontanò da lui riprendendo nuovamente il controllo su di sé.
 
 -Ti ringrazio per avermi salvata, ma resta il fatto che sei un codardo che non riesce ad essere completamente sincero con me!-
 
-Ma Belle…-
 
-Sì Belle vieni con me!- si intromise il padre.
 
-Tu papà non sei meglio di lui. Se davvero ci teneste a me mi ascoltereste! Non voglio rivedervi mai più, mai più!-
 
 
Quella frase risuonò come un addio. Aveva voltato le spalle all’uomo che amava. Lo aveva nuovamente lasciato solo. Dolore e sensi di colpa iniziarono a farsi sentire, ma lei doveva mantenere il punto. Era diventata una questione di principio. Il loro rapporto doveva evolvere e questo purtroppo dipendeva da Rumple.
 
….…
 
Stranamente quella mattina si svegliò con Rumple ancora al suo fianco. Di solito era sempre il primo a svegliarsi e invece quella mattina era al suo fianco che la stringeva sé. Fu il risveglio più bello di tutta la sua vita. Osservò la mano sul suo ventre, una piccola lacrima le solcò il volto. Se era veramente incinta in quel preciso momento Rumple stava accarezzando il loro bambino.
Quanto avrebbe voluto che quei sospetti fosse giusti e che veramente ospitava una dolce creatura.
 
-Buongiorno amore mio!- le  sussurrò all’orecchio appena aprì gli occhi.
 
Lei si voltò incrociando il suo sguardo sorridendogli.
 
-Buongiorno Rumple!-
 
-Che strano…questa mattina mi sono svegliato in ritardo!- constatò osservando le prime luci del sole.
 
-Ci credo! Ieri sei arrivato tardi, e poi abbiamo parlato tutto il tempo di Regina e del matrimonio di Biancaneve, è normale che oggi te la sei presa comoda!- spiegò  alzandosi.
-Forse hai ragione tu!- annuì  sedendosi sul letto.
Belle sorrise accarezzandogli la guancia.
-Che ne pensi se facessimo colazione a letto sta mattina?- le chiese avvicinandosi all’incavo del suo collo.
 
Belle si distaccò prima che quelle invitanti labbra potessero prendere possesso della sua pelle.
 
-Mi dispiace tesoro,ma questa mattina ho una commissione che ieri ho dimenticato di fare! E se non vado ora rischio di non farla!-
 
Era talmente agitata e ansiosa di riparlare con quella donna che era disposta anche a rinunciare ad una calda e invitante colazione con Rumple. Il folletto la guardò stranito, di solito non si ritirava mai, ma decise che era meglio non indagare. Si fidava di Belle, l’amava e quindi se lei diceva che aveva una commissione da fare era così.
 
-Va bene! Se è così importante allora vai! Non ti preoccupare, vuol dire che invece di una passionale colazione insieme faremo un appassionato pranzo!- ideò poi sorridendole.
 
-Ci puoi scommettere!- soffiò sul suo orecchio facendolo divampare.
 
Sorrise contenta della reazione di lui e dolcemente si avviò al bagno per prepararsi.
 
Non poteva rimanere un altro minuto senza sapere la verità. Se era vero che lei aspettava un bambino doveva saperlo.
 
Dopo aver salutato Rumple in biblioteca si catapultò in città speranzosa di ritrovare la donna per poterci parlare.
L’ansia e l’agitazione la stavano uccidendo. Era combattuta tra due fuochi: da un lato desiderava quel bambino con tutte le sue forze; dall’altro vedeva che entrambi non erano pronti per affrontare una situazione del genere. Fatto stava che se era veramente incinta entrambi ci sarebbero riusciti, si sarebbero presi quella responsabilità perché si amavano.
 
Arrivò al villaggio in poco tempo. Si avviò alla capanna della donna intenta a parlarle.
 
La casetta le apparve vuota, la donna non era fuori a ricamare come ieri, e un piccolo sconforto penetrò nella sua mente.
 
-Signora? Sono la ragazza di ieri…quella a cui avete regalato la copertina!- cercò di presentarsi speranzosa che la donna fosse dentro.
 
Sentì la porta aprirsi e una gioia colpì il cuore di Belle che per l’occasione iniziò a battere forte nel petto.
 
Suo malgrado uscì una giovane donna dai capelli biondo cenere lunghi fino ai fianchi con addosso un semplice completino da contadina beige. 
 
-Mi dica!- gentilmente disse la ragazza rivolgendosi a lei.
 
Belle si sentì in imbarazzo, inghiottì vergognosa della sua invadenza.
 
-Aspettate…siete Belle?!- aggiunse poi sorridendole.
 
Belle si stranì,  come faceva a sapere il suo nome? Come aveva capito chi era lei? Fece una faccia stranita costringendo la ragazza a spiegarsi meglio.
 
-La Nonna mi ha parlato di lei! Ma la prego si accomodi!- la fece entrare nella sua umile dimora.
 
-Io mi chiamo Benedicte!- si presentò facendole segno di sedersi sulla sedia.
 
-Piacere!- rispose  imbarazzata.
 
-Potrei sapere dove si trova sua nonna?- chiese poi facendosi coraggio.
 
-Mia nonna?- chiese non capendo.
 
Belle si stranì per quella domanda, temeva di non aver capito bene il discorso precedente, forse era troppo agitata che aveva frainteso quello che le aveva detto la ragazza.
 
La fanciulla poi capì cosa intendeva Belle e sorrise sedendosi di fronte a lei.
 
-Intendete la vecchina che ieri era al villaggio?-
 
Belle annuì sorridendo.
 
 -Lei non è mia nonna… la chiamiamo così perché spesso viene a far visita al nostro villaggio e ormai è diventata la nonna di tutti!- spiegò chiarendo quei dubbi che stavano uccidendo Belle.
 
-Comunque non è qui! Se ne è andata ieri sera appena finita la festa delle nozze di Biancaneve! Non ha una fissa dimora, viaggia parecchio e si ferma ospite di qualcuno che le dà un letto e un pasto!- precisò poi rispondendo alla domanda fattale poco prima.
 
Belle annuì scontenta di non poter parlare con la vecchina.
 
-Mi ha molto parlato di voi sapete? Dice che siete una ragazza coraggiosa, forte e sensibile! Ha molta stima di voi!- si confidò.
 
Belle ci rimase di stucco. Aveva parlato con quella donna per poco tempo, non aveva detto nulla di importante, come faceva ad essere sicura di come lei fosse in realtà?
 
-Mi ha anche detto che sareste ritornata e mi ha raccomandato di dirvi una cosa!-
 
Ruppe quel momento di riflessione. Belle spalancò gli occhi invitando la ragazza a continuare.
 
-Spero di ricordarla tutta perché è molto lunga…la Nonna è fatta così!-
 
Belle sorrise dolcemente cercando di nascondere la curiosità che la stava divorando.
 
-Ciò che desideri arriverà presto,
 
ma non ora,
 
non adesso.
 
In una città che tua non è il sole morirà con te.
 
Crederai che tutto è finito e che il tuo amore abbia fallito.
 
Viole e Camelie son pur belle,
 
ma non saranno le tue predilette.
 
Senti le parole, ma ascolta il suo cuore,
 
è lì che troverai le tue risposte.
 
Orchidee e Lillà faranno allegria,
 
ma non son la tua via.
 
La porta si chiude,
 
il cuore appassisce,
 
l’ addio è vicino,
 
e il Dolore ha vinto.
 
Guarda bene intorno a te,
 
vedrai che qualcosa c’è.
 
Prendi le iniziali e abbandona le finali
 
E adesso dimmi qual è il fiore che è in te?-
 
Quella profezia sconvolse Belle lasciandola interdetta e senza fiato. Gioia e delusione si unirono avvolgendola in un manto di tristezza e di speranza.
 
-Mi ha detto che voi avreste capito!- concluse la ragazza.
Quel messaggio era confuso. Che cosa voleva dire elencando i nomi di alcuni fiori? Come poteva capire quale sarebbe stato il momento propizio? Solo il tempo poteva darle una risposta, per adesso toccava aspettare e sperare.
 
-Grazie tante Benedicte, mi siete stata di grande aiuto!-
 
Abbracciò la ragazza contenta della profezia ricevuta.
 
La condusse alla porta contenta della felicità di Belle.
 
-Posso chiederle solo una cosa Benedicte?!- chiese poi prima di abbandonare quella piccola dimora.
 
La ragazza annuì invitandola a proseguire.
 
-Quella gentile vecchina come si chiama?-
 
-Nessuno sa il suo nome, ma mi ha detto di dirvi qualora mi avreste posto la domanda che il suo nome è legato a qualcuno che voi amate moltissimo!-
 
Belle le sorrise rimanendo ancora più confusa di prima. Quella donna era ricca di mistero e forse era proprio questo il bello di lei.
 
 -Grazie di tutto! Le auguro ogni bene!- disse prima di voltarsi.
 
Si fermò poco dopo e la guardò.
 
-Semmai avrete l’occasione di incontrarla ditele una cosa da parte mia!- disse cogliendo l’attenzione della ragazza che ancora era vicino alla porta.
 
-Ma certo ditemi pure!-
 
-Ditele semplicemente…Grazie!-
 
-Lo farò! Addio Belle!-
 
-Addio Benedicte!- la salutò avviandosi verso casa con un peso diverso nella testa e una certezza in più nel suo cuore.
 
……
 
Quella mattina Belle si svegliò nella sua vecchia camera della pensione di Granny. Grazie all’amica aveva un posto dove dormire e dove rifocillarsi. Scese dopo essersi rinfrescata e vestita a fare colazione nel locale sottostante. Ruby le preparò pancakes con bacon e un bel bicchiere di tè alla pesca.
 
-Qualcuno questa mattina mi ha detto di darti questo!- l’accolse l’amica porgendole un piccolo cofanetto blu.
 
Dallo stupore Belle aprì il cofanetto trovando una cosa che non si sarebbe mai immaginata, la chiave della biblioteca. Un tenero sorriso le nacque sul viso. Era stato Rumple, ne era sicura. Come tanto tempo fa le regalò la biblioteca del castello oscuro, dopo anni si era ripetuto regalandole quella della cittadina. Sapeva benissimo quali erano le sue preferenze, la conosceva così bene, eppure dubitava di lei. Era davvero un uomo enigmatico.


 
Dopo conclusa la colazione decise di farsi avanti e avviarsi alla biblioteca per poter colmare quella sete di curiosità. Aprì con tutta facilità la porta della libreria entrando a piccoli passi godendosi lo splendore del paesaggio e l’odore dei libri. Era un paradiso terrestre.
 
-Quando siamo in biblioteca possiamo essere in ogni angolo della Terra!-
 
Quella tenera e profonda frase proveniente da una calda e intensa voce distolsero Belle dalla contemplazione del luogo.
La sagoma di Gold fuoriuscì da dietro a degli scaffali facendole sussultare il cuore. Quanto era affascinante in quel completo nero.
Era stato così tenero, ma nonostante ciò lei non poteva essere comprata con dei regali, preferiva che lui le confessasse tutto invece di riempirla d’oro.
 
-Sei stato tu non è vero?!-
 
Gli fece vedere la chiave che le aveva lasciato da Granny. Gold annuì contento che la ragazza l’avesse ricevuta.
 
-Se vuoi c’è un appartamento per il bibliotecario!-
 
-Se questo è un modo per avvicinarti a me sappi che…-
 
-No, no, Belle non sono qui per questo! Hai ragione su di me, io sono un codardo. Lo sono sempre stato! Speravo che con la magia potevo nasconderlo ed invece non è stato così. Essa è diventata così fondamentale da non poterne fare a meno anche se questo è costato perdere mio figlio!-
 
-E invece di andarlo a cercare tu hai portato qui la magia!- l’accusò avvicinandosi.
 
-Perché rimango ancora un codardo, e anche se volessi non potrei perché chi passa il confine della città…!-
 
-Perde la memoria e quindi le persone che ami! Se partissi alla ricerca di Baelfire non te lo ricorderesti!-
 
Quella ultima parola fu inclinata di dolore e di tristezza.
 
-La magia ha sempre…un prezzo! Devo spezzare questo nuovo sortilegio per poterlo raggiungere, ecco cosa stavo facendo la notte che mi hai visto in cantina!- continuò a spiegarsi.
 
 Belle sentiva quelle parole, ma in realtà ascoltava il suo cuore. Era sincero, le aveva detto la verità.  Il suo Rumple stava solo cercando di trovare una soluzione con i suoi mezzi per trovare suo figlio.
 
-E adesso che ti perdo di nuovo voglio solo che tu sappia tutta la verità! Addio Belle!- le sfiorò dolcemente la guancia.
 
Fu una emozione grandissima, un brivido le percorse la schiena bloccandole il respiro. Gold sapeva sempre come prenderla e come accarezzarla.
 
Lo vide avviarsi all’uscita accasciandosi al bastone segno che stava soffrendo terribilmente per la loro “separazione”. Per lui era definitiva e quella convinzione era devastante.
Ma come poteva essere finita? Perché cercava sempre di chiudere quella storia? Perché voleva sempre allontanarla da lui?
Appoggiò le mani sulla tavola lì vicino e chinò la testa verso il basso, chiuse gli occhi e si fece bagnare dalle lacrime. Era davvero finita? Aveva veramente fallito? In quel momento si sentì come il sole che muore dietro le colline affogato nell’oceano profondo. Ad ogni passo lontano da lei il cuore smetteva di battere, tra poco sarebbe appassito. Sentì la porta chiudersi e in quel momento spalancò gli occhi. Vide davanti a sé dei libri posati a caso sul tavolo, lesse i titoli e in quel momento si sentì il respiro mancare.
 
Su ogn’uno di loro vi era una parola che attirò la sua attenzione. Prese i libri e leggendo la prima parola di ogn’uno sorrise incredula.
 
“Ciò che desideri arriverà presto,
ma non ora,
non adesso.
In una città che tua non è il sole morirà con te.
Crederai che tutto è finito e che il tuo amore abbia fallito.
Viole e Camelie son pur belle,
ma non saranno le tue predilette.
Senti le parole, ma ascolta il suo cuore,
è lì che troverai le tue risposte.
Orchidee e Lillà faranno allegria,
ma non son la tua via”
 
Si voltò verso la porta sorridendo dolcemente.
 
“La porta si chiude,
il cuore appassisce,
l’ addio è vicino,
e il Dolore ha vinto.
Guarda bene intorno a te,
vedrai che qualcosa c’è.
Prendi le iniziali e abbandona le finali…”
 
Abbassò lo sguardo rileggendo quella parola che veniva ripetuta su ogni libro che aveva in mano. Li posò dolcemente portando una mano sul ventre. Era emozionata, non poteva crederci, forse quegli spasmi non erano dovuti a quella droga bensì a qualcos’altro di magnifico e straordinario.
 
E adesso dimmi qual è il fiore che è in te?
 
Si avvicinò alla porta e posando la mano sulla maniglia prese un enorme respiro.
 
-Iris!-*** disse poi rispondendo alla domanda finale di quella profezia.
 
Una lacrima di gioia le solcò il viso rendendola la donna più felice dell’intero universo. Quella vecchina aveva ragione un giorno avrebbe capito quelle confuse parole che tanto tempo fa le apparvero incomprensibili. Era proprio quello il momento adatto.
 
-Oh mio Dio aspetto un bambino!-  si disse prima di aprire la porta.
 
Uscì di corsa asciugandosi le lacrime con il dorso della mano.
Lo vide vicino al marciapiede aspettando che il semaforo per i pedoni diventasse verde. Aveva la testa abbassata con gli occhi fissi sulle mani poggiate al bastone. Un dolce sorriso  si formò sul viso.
Si avvicinò lentamente.
 
-Rumple!- lo chiamò a sé.
 
Gold si voltò incredulo che  Belle l’avesse raggiunto.
 
-Ti va se uno di questi giorni ci andassimo a mangiare un hamburger? So che Granny li fa ottimi!- l’invitò  ad uscire.
 
Gold sorrise scaricando tutto lo stress del momento; un barlume di felicità e di speranza attraversò i suoi occhi scuri. Annuì subito accettando con tanto piacere quella proposta.
 
-Allora siamo d’accordo!- annuì  confermando la loro prossima uscita.
 
-Ma certo!- fu l’unica frase che riuscì a pronunciare.
 
Era troppo emozionato.
 
Belle si voltò lasciandolo ai suoi impegni e ai suoi affari. Decise che quello non era il momento adatto per annunciargli quella bellissima notizia, meritava un momento intimo e speciale da condividere insieme.
Si chiuse la porta della biblioteca dietro addossandosi all’infisso freddo. Chiuse gli occhi poggiando la testa sulla porta. Portò le mani al ventre sorridendo come una ragazzina.
 
-Presto Rumple diventeremo genitori, e credo che questa volta tu dimostrerai di essere quel meraviglioso padre che non sei riuscito ad essere con il tuo, il nostro, Baelfire!-
 

 
 
 
 
 
 
 
1. La sera a cui si riferisce Belle è quella del rapimento che è presente al finale del cap 18 di Ricordati di Me.
 
*Nella precedente long Ricordati di Me Lacey lavorava per Moe, anche se non l’abbiamo mai visto, a volte veniva menzionato ;)
 
** Belle e Moe si riferiscono ad un momento che incontreremo molto avanti. Vi dico solo che Belle ha rivisto suo padre quando viveva con Rumple al castello oscuro, ma qualcosa è accaduto che ora non posso dirvi. Come sempre vi indicherò questo capitolo quando arriveremo a quel punto ;)
 
***Ho fatto alcune ricerche prima di scegliere il nome del fiore che doveva aiutare Belle a capire che fosse incinta. E ho trovato l’Iris (fiore a mio parere bellissimo) che tra i suoi tanti significati vi è anche quello della lieta novella e della buona notizia, e quindi ho voluto che questo fiore aiutasse Belle a capire che aspetta un bambino ;)

 
 
Angolo dell’autrice :D
 
Hola cari eccomi nuovamente qua! :D
Beh che dire non ho parole, questo capitolo è così carino che quando lo pensai già l’amavo. L’adoro anche perché la figura della vecchina la desideravo troppo, volevo che la gravidanza di Belle fosse predetta come se era nel destino che insieme a Rumple doveva costruirsi una famiglia. Il nome della donna rimane ancora un mistero, ma non vi preoccupate che presto lo scoprirete ;) Voglio motivare il fatto di aver deciso che Gold non  scoprisse della gravidanza di Belle in questo capitolo, ho preso questa decisione perché voglio dare ad ogn’uno di loro un momento adeguato, vedrete che sarà molto carino quando lo scoprirà Gold ;)
 
Il titolo credo che non abbia bisogno di spiegazioni, ovviamente si concentra sui sospetti che Belle ha avuto nel passato e che si sono poi presentati nel presente.
 
Il presente di questo capitolo ha avuto alcuni momento dell’ep 2x04 in cui Belle e Gold hanno avuto un momento…diciamo di incomprensione. Il motivo per cui Belle si sentisse così tanto male quando Gold se ne stava andando dalla biblioteca  è perché lei ha rispecchiato i pensieri di Gold. Quello che ho voluto rappresentare era il dolore e lo sconforto di Gold attraverso Belle. Come ben sapete nella mia storia Belle e Rumple sono legati, legati fortemente l’uno all’altro e questa volta ho voluto dare voce ai pensieri di Gold attraverso Belle che li faceva propri. So che è contorto, ma l’amore è pure questo no?! ;) ahahah lol :P. Vedrete come diventerà forte più avanti.
 
Spero che vi piaccia la contorta quanto lunga profezia della vecchina. Come avrete capito ho cercato di racchiudere in quel lungo monologo il momento finale del capitolo, non avete idea di quanto ci abbia pensato prima di formulare una cosa del genere, spero di esserci riuscita a crearlo complicato e enigmatico. A me piace moltissimo ;)
 
Ebbene sì cari, il figlio di Belle e Rumple sarà una bellissima femminuccia! *batte le mani contentissima* :D Beh credo che sia la scelta più giusta visto che Rumple già ha un figlio maschio. Spero che l’idea vi piaccia. Riguardo al nome della bambina…posso solo dirvi che lo scoprirete presto! ;)
 
Ora passiamo alle anticipazioni del prossimo capitolo, ma prima di questo vorrei dare un avviso: la prossima settimana sarò super impegnata quindi non potrò aggiornare, mi dispiace tanto. Questo vuol dire che il nuovo aggiornamento avverrà dopo la metà di Giugno, ma non preoccupatevi se ci riesco insieme al cap 4 posterò anche il cap 5 (non vuole essere una promessa, ma solo una mia speranza di riuscire a postare entrambi). E adesso una piccola anticipazione del cap 4 ;)
 
Nel passato Belle è molto giù di morale perché ha saputo di non essere incinta e Rumple cerca di tirarle su il morale festeggiando un avvenimento particolare anche se ignora il motivo per cui Belle stia così tanto male. Nel presente invece Belle e Gold cercano di passare serenamente il loro appuntamento, ma purtroppo qualcosa interromperà loro, ma non preoccupatevi rimedieranno con una dolcissima cenetta a casa.
 
Beh ci aspettano grandi cose! ;)
 
Prima di salutarvi ci tenevo a ringraziare chi ha messo la mia storia tra preferiti e seguiti; a chi ha lasciato dei bellissimi commenti; a chi ha messo “Mi Piace”sulla mia pagina facebook I will see you again Rumbelle; ai lettori silenziosi; e ovviamente un grazie speciale va a libellula.s e libellula.a (admin insieme a me di I will see you again Rumbelle; All crazy for Rumbelle)che sono le fans n.1 di questa storia!! <3  Grazie veramente a tutti! <3
 
Beh cari…
 
À bientôt!! :)
DR

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Capitolo 4
*** Capitolo 4: Invito a Cena ***


Capitolo 4: Invito a Cena
 
Erano trascorsi alcuni giorni, Belle aveva preso a vivere nell’appartamento del bibliotecario. Era molto carino e confortevole, ci stava bene anche se la villa di Gold le mancava, ma non poteva andare da lui come se non fosse accaduto nulla, era una persona orgogliosa e nonostante portasse in grembo un figlio suo non doveva essere il motivo del suo riavvicinamento. Voleva che entrambi si prendessero un piccolo periodo da soli per capire bene come stavano le cose, anche se era difficile, troppo difficile. Mantenere le distanze era l’unica cosa che non riusciva a fare, già aveva subito troppe volte la loro separazione ed era tremendamente complicato cercare di mantenere il punto.  In quei giorni spesso passava davanti al negozio per vederlo impegnato con delle scartoffie e con delle pozioni. Era talmente impegnato che non si accorgeva della sua presenza, e a lei questo le andava bene. Sapeva che Gold in quel periodo stava concentrando tutte le sue energie sulla ricerca di Bae ed era giusto che si concentrasse esclusivamente su quella ricerca. A volte pensava che dirgli della gravidanza poteva essere motivo di rallentamento e di distrazione, e lei non voleva che lui non si concentrasse su suo figlio. Era questo il motivo della loro presenza in quella città ed era giusto che lui cercasse il modo di raggiungere il suo amato Baelfire. Ma altre volte pensava che tale pensiero era solo egoistico, che Rumple meritava di sapere la verità e di decidere come condurre la sua vita, non poteva scegliere per entrambi, lui era parte di lei e doveva essere coinvolto in questa bellissima notizia. Doveva dunque trovare il momento giusto, ma prima di allora doveva fare una cosa molto importante, il controllo all’ospedale per vedere se effettivamente aveva interpretato bene quella vecchia profezia.
 
Era molto agitata, era seduta nella sala d’aspetto con le gambe che tremavano e le mani che battevano sulle ginocchia a mo di tamburo. Temeva di aver fatto l’ennesimo errore e di essersi solamente illusa come era accaduto molti anni fa. Ed un’altra illusione non l’avrebbe di certo sopportata.
 
-Belle!-
 
Il medico la chiamò facendola distrarre dai suoi agitati pensieri.
 
Talmente dall’ansia alzò la mano come una scolaretta che risponde all’appello.
Il dottore le sorrise e la fece entrare.
 
-Mi dica signorina!- si sedette dietro la scrivania posando la cartellina su di essa.
 
Belle prese un enorme respiro e facendosi coraggio iniziò a parlare.
 
-E’ da un po’ di tempo che ho delle fitte nel ventre, a volte mi capita che sono così atroci da costringermi a piegare in due, poi scompaiono dopo qualche secondo e mi sento bene! Ultimamente ho avuto nausee, ma solo mattutine, in un primo momento non ci ho fatto molto caso visto che ho inalato alcune sostanze nocive; ma ormai è passato molto tempo eppure questi sintomi continuano ad esserci. Io sospetto che forse possa essere incinta!-
 
Quella ultima frase le costò molto farla uscire dalla bocca. Non era facile ammetterlo, il fatto stesso di dirlo voleva dire che esisteva e temeva che potesse essere solo frutto della sua mente e che il corpo subiva dei cambiamenti a causa di quelle sostanze. Non voleva viaggiare nella fantasia, anche se sperava tanto che ciò diventasse realtà.
 
-Si stenda che lo scopriremo subito!-
 
Il medico gentilmente le indicò il materassino delle visite seguendola.
 
-Mi dica da quando non ha…!-
 
-Credo due settimane e mezzo! Sono accadute un po’ di cose che non ho tenuto il conto preciso!- subito lo interruppe  capendo la domanda.
 
Il medico annuì prendendo una bottiglia con uno strano liquido.
 
Le spalmò sul ventre una specie di gel su cui sopra vi pose un piccolo mouse. Vide l’interno del suo ventre riflesso nello schermo alla sua destra. Aveva gli occhi lucidi dall’emozione.
 
Osservava con molta attenzione ogni movimento e comportamento del suo medico speranzosa di un esito positivo.
 
…….
 
Dopo aver scoperto che  non era incinta aveva pianto per due giorni di seguito. Nonostante avesse saputo che prima o poi lo sarebbe stata l’illusione l’aveva uccisa. Rumple si era accorto che qualcosa non andava, ma lei cercava sempre di sminuire e sorvolare, in alcuni momenti si sentiva proprio come lui quando in passato cercava di sviare alle sue domande, ora capiva come si doveva sentire.
 
Era sera nella Foresta Incantata, una bellissima sera calda e rilassante. Lei era seduta fuori il terrazzo con un libro preso dalla biblioteca ad osservare il bellissimo tramonto. Gli uccelli e il caldo vento decoravano quel magnifico momento. Quanto era bella la natura con la sua perfezione e la sua armonia. Quello era il momento che adorava di più della giornata, essere lì ad osservare il sole morire dietro a quelle montagne sempre innevate.
 
Rumple era uscito dalla mattina e anche se le aveva assicurato che sarebbe rientrato  per la cena non era tranquilla, e per questo cercava di ammazzare il tempo leggendo, spolverando o rassettando qualche stanza.
 
Si sentiva un peso nel petto e non era difficile capire a cosa era dovuto. Era l’unica che conosceva quella profezia, e non sapeva se dirgliela o tenersela per sé e aspettare il momento adatto per confidargliela. A volte si sentiva una egoista poiché quel futuro avvenimento coinvolgeva anche lui e forse doveva esserne al corrente. La paura maggiore era di sapere come avrebbe reagito a tale notizia, e scoprire che forse non era, o sarà, propenso ad avere un nuovo figlio, era la cosa che la stava uccidendo lentamente.
 
-Disturbo la tua lettura?-
 
Rumple si affacciò al terrazzo annunciando che era ritornato.
Belle si alzò dalla sua copertina e gli corse incontro abbracciandolo.
 
-Hey sembra che non ci vediamo da anni! Che cos’hai?- teneramente la strinse a sé rinchiudendola tra le braccia.
 
-Mi sei mancato da morire!-  gli confessò aumentando la presa sul collo.
 
-Anche tu mi manchi… sempre!- le confidò dolcemente all’altezza del suo orecchio.
 
Si distaccarono guardandosi negli occhi.
 
-Rumple vorrei dirti una cosa!- iniziò  a dire abbassando la testa per l’emozione.
 
Il folletto gliela alzò con due dita sorridendole.
 
-Vieni con me!-le disse interrompendola.
 
Belle si stranì ed annuì quasi subito. Rumple la strinse a sé e scomparvero in una nube viola.
 
Apparvero in una casa fatta completamente di legno. Era piccola e graziosa, un vero nido d’amore.
 
-Ma…ma dove…dove siamo?- si domandò guardandosi intorno.
 
Rumple si avvicinò al balcone con ancora le tende chiuse. Si voltò verso di lei portando le mani dietro la schiena per aprire le porte al momento giusto.
 
 
Aprì lentamente le porte non appena Belle lo guardò. Quello che si mostrò dietro la sagoma del folletto fu una cosa spettacolare. Vi era la luna piena bianca e candida illuminare quel cielo blu scuro. Poche e brillanti stelle popolavano quella vasta distesa di cielo. Portò la mano sulla bocca fermando il respiro, era rimasta estasiata dalla bellezza.
 
Rumple le prese la mano conducendola fuori. Ancora non aveva visto tutto. La luna era così incredibilmente grande che se mai avesse allungato il braccio forse l’avrebbe anche sfiorata, ma fu ciò che era sotto a farla scioccare. Vi era un enorme distesa di mare che rispecchiava il blu notte del cielo, le onde calme e ritmiche emettevano una melodia dolce e accogliente. Si affacciò al balcone sporgendosi, e i suoi occhi le mostrarono una cosa che non avrebbe mai immaginato. Erano su un albero che affondava le radici su una collinetta deserta. Era tutto così  meraviglioso da rubarle ogni commento.
 
Rumple sorrideva contento di aver stupito la compagna. Era da giorni che la vedeva triste e priva di quella meravigliosa luce che la rendeva particolare e speciale. Si era domandato per molto tempo cosa poteva fare per farle ritornare il sorriso e la lucentezza, e dopo tanto pensare optò per una bellissima cena romantica con la luna piena e il fruscio del mare. A giudicare dall’espressione sul suo viso aveva pensato bene.
 
-Sono contento che la mia idea ti sia piaciuta! Ci ho lavorato da molto!- confessò  rompendo quel dolce momento.
 
Belle si voltò avvicinandosi lentamente.
 
-Ti amo Rumple…ti amo da impazzire!-
 
In quel momento Belle si sentì meglio, dopo giorni piangeva lacrime di gioia e non poteva essere più contenta di così.
 
Prese la mano di lei portandola sulla propria bocca e baciò con passione inaudita  le sue due dita portandole poi sulla bocca di lei. La fanciulla sorrise ricambiando il gesto. Quello ormai era diventato il loro bacio.
 
-Chiudi gli occhi!- le chiese gentilmente  sorridendole.
 
Belle li chiuse incuriosita. Sentì uno schiocco di dita e una folata di vento. Sorrise immaginandosi cosa stesse succedendo.
 
-Aprili!-  le disse poi dolcemente.
 
Belle seguì il suo consiglio. Appena aprì gli occhi vide davanti a sé un piccolo tavolo con un candelabro con tre candele acceso nel centro, due piatti coperti e due bicchieri con già del vino bianco al loro interno. Era tutto perfetto, magnifico, straordinario. Sentì le braccia di lui stringerla da dietro e la bocca iniziare a prendere possesso del suo collo. Belle chiuse gli occhi mordendosi ossessivamente il labbro inferiore facendosi trasportare dalle abili mani di lui che iniziavano ad accarezzarle il corpo con lentezza e passione.
 
-Auguri Belle!- disse poi ad un soffio dal suo orecchio.
 
La ragazza si incuriosì voltandosi verso di lui, scosse la testa non capendo la sua frase.
 
Lui sorrise, abbassò la testa continuando a mantenere quel sorriso.
 
-So che forse non è il caso anche perché non è da molto che stiamo insieme, ma vedi…ecco Belle oggi sono ben tre mesi che stiamo insieme, ed anche se può sembrare strano voler festeggiare questa data, sappi che non desideravo altro che farlo!  Dal primo momento che ti ho vista correre verso il mio castello non ho fatto altro che ringraziare chiunque mi abbia dato la possibilità di essere felice, di riaverti con me! Quindi amor mio auguri!- spiegò lui emozionatissimo.
 
 
Belle ci rimase. Con tutta quella tristezza non se ne era resa conto che in quei giorni facevano ben tre mesi insieme. In quel momento si sentì come l’essere peggiore del mondo, non solo era stata egoista perché aveva solo pensato a lei e a quel suo desiderio di essere madre, ma non aveva nemmeno fatto un regalo al suo compagno. Come rimediare ora visto il grande errore commesso?
 
-Grazie Rumple…grazie di esserci sempre, grazie per questa serata, per questo stupendo posto, per ogni tua attenzione e per ogni tua premura. Grazie per tutto amore mio! E perdonami se…se non me ne sono accorta di questa ricorrenza!-
 
Con le lacrime che non riuscì a bloccare abbracciò il suo compagno dispiaciuta. Era stato dolce e gentile come sempre e invece lei era stata egoista e sbadata, e questo non poteva perdonarselo.
 
-Non devi chiedermi perdono per nulla tesoro mio! Questo che ho fatto per te è il minimo rispetto a quello che tu fai per me ogni giorno…-
 
-Ma non ti ho fatto nemmeno un regalo!- lo interruppe staccandosi dall’abbraccio.
 
-Il tuo amore è il regalo più grande e non ce ne potrebbe essere altro migliore! Ti amo Belle e grazie…grazie di essere la luce della mia vita!-
 
Poggiarono la fronte una contro l’altra e sorrisero emozionati. Non potevano baciarsi e questo era una frustrazione tremenda. Si osservavano negli occhi sussurrandosi dolci frasi che solo loro potevano ascoltare.
 
Dopo aver confessato il loro amore eterno Rumple la fece accomodare sedendosi al lato opposto. Incominciarono a mangiare sorridendo e scherzando.
 
Nonostante quella serata stava promettendo bene Belle non si sentiva ancora appagata, doveva condividere con Rumple ciò che in quei giorni era accaduto, meritava di sapere.
 
….…
 
Si ricompose sedendosi nuovamente vicino alla scrivania del medico. Il dottore la raggiunse portando con sé alcuni fogli. Si sedette e la guardò.
 
-Le posso dire con tutta gioia che lei diventerà presto madre!- sorridendo le diede quella bellissima notizia.
 
-Davvero dottore aspetto un bambino?!- chiese nuovamente conferma non credendo alle sue orecchie.
 
-Certamente!- confermò l’uomo annuendo felice della reazione della sua paziente.
 
-Oh grazie dottore la ringrazio tanto!- gli prese la mani dalla scrivania stringendole nelle sue mostrandogli gratitudine e felicità.
 
-Di quanto sono?- chiese ancora  curiosa.
 
-Due, tre settimane al massimo!- rispose informandola.
 
Belle non ci poteva credere, era davvero incinta,  quindi quella profezia si era davvero avverata.
 
Per un istante pensò a quella simpatica vecchina, grazie a lei aveva capito che era incinta.
 
Il dottore nel frattempo le stava prescrivendo una dieta e una cura da fare per potersi mantenere e portare senza problemi la gravidanza fino alla fine. Belle ormai sentiva e vedeva uccelli, tramonti e coniglietti da per tutto. Era entrata in quell’universo tutto rosa e di gioia che rendeva tutto magnifico e indescrivibile. Non ci poteva credere, lei e Gold sarebbero divenuti genitori.
 
Firmò la ricetta porgendogliela. Belle sorrise prendendola. Si strinsero la mano e si salutarono.
 
-Ah signorina…!-
 
La fermò prima che uscisse. La ragazza si voltò incuriosita.
 
-Auguri!- le disse poi congratulandosi per quella lieta novella.
 
-La ringrazio dottore! Arrivederci!-
 
-A presto!- la salutò il medico vedendola uscire con un enorme sorriso stampato sul viso.
 
……
 
-Non potevi organizzare una cena migliore di questa!- confessò entusiasta.
 
Erano seduti sulle sedie che avevano rivolto verso quel magnifico panorama.
 
-Ne sono contento! Desideravo che tutto fosse perfetto, perfetto tanto quanto te!-  rispose prendendole la mano baciandola sul dorso.
 
Belle arrossì, era sempre così carino, ed ogni sua attenzione le faceva nascere dolcezza e tenerezza.
 
Pian piano quell’ombra che le copriva il cuore trasparì sul suo volto mostrando a Rumple quel suo stato d’animo.
 
-Che cosa ti affligge Belle? E’ da qualche giorno che vedo questa nuvola scura girarti intorno. Mi vuoi dire di cosa si tratta?- le chiese preoccupato e amareggiato  stringendole la mano.
 
Belle guardava fisso il cielo davanti loro indecisa su come preparare il suo discorso.
 
-Ti ricordi quel servizio che feci qualche giorno fa?- iniziò.
 
Il folletto annuì invitandola a continuare.
 
-Beh…ho incontrato una persona…!-
 
-Regina…Hook?- subito interruppe animandosi.
 
-No, no nulla di tutto questo. Ho incontrato una persona meravigliosa, gentile e altruista!-
 
Rumple si stava preoccupando, Belle aveva conosciuto una persona migliore di lui, forse se ne era innamorata e per questo che in quei giorni stava così, non sapeva come dirglielo.
Si alzò dalla sedia avvicinandosi alla ringhiera di legno fissando la spettacolare luna davanti a sé dandole le spalle.
 
-Se vuoi dirmi che ti sei innamorata e che con me non ti trovi più bene puoi farlo Belle, io ti lascerò andare, non ostacolerò nessuna  tua decisione. Io ti amo non posso nascondertelo ormai, è palese quindi non devi sentirti legata a me! Forse temi che se tu te ne vada io mi rivendicherò sulla tua famiglia perché non hai mantenuto l’accordo, sappi che l’hai mantenuto anche fin troppo e anche oltre il dovuto. Belle io voglio solo il tuo bene e farei qualsiasi cosa per vederti felice, quindi se con me non lo sei più non fingere, ti prego, dimmelo in faccia…io starò bene!- confessò il suo dolore rigando con le unghie il legno della ringhiera sotto di lui.
 
Si voltò incontrando il volto della ragazza che incredula era seduta sulla sedia ad ascoltare.
 
-Sai, immaginavo che non poteva durare a lungo una storia così…era una favola troppo bella ed io, mia cara, non posso permettermela! Quindi grazie Belle per tutto!-
 
Non riusciva a guardarla negli occhi, sarebbe stato troppo atroce sopportare il suo sguardo di verità. L’intravide  con la coda dell’occhio alzarsi dalla sedia e di corsa avvicinarsi a lui. Gli prese la testa tra le mani costringendolo a guardarla.
 
-Ti prego…Bel…!- non riuscì a finire la frase che le labbra della ragazza erano sulle sue costringendolo ad un bacio passionale.
 
La strinse tra le braccia approfondendo quel bacio.  Risentì la sua dolce lingua invadergli la bocca accarezzandogli il palato con cura e delicatezza. Percepire nuovamente quell’adorato gusto di miele che l’ultima volta riuscì solo ad assaggiare fu di una gioia immensa. Quelle sofferte lacrime uscirono fuori salando quel bacio così dolce e tenero. La sentì alzarsi sulle punte approfondendo quell’intenso momento aggrappandosi alle sue spalle per mantenere la posizione. Lo accarezzava, stringeva la sua folta e brizzolata capigliatura tra le dita sfiorando e percependo la sua bellissima consistenza.
Iniziò a sentirsi strano, sentiva il cambiamento invadergli il corpo,la fitta alla gamba  iniziò a ripresentarsi e quello fu l’avviso di essersi spinti troppo oltre. Si distaccarono lentamente con ancora gli occhi chiusi cercando di aggrapparsi a quella bellissima sensazione.
 
Aprì gli occhi vedendo davanti a lui la sua Belle che sorrideva teneramente.
 
-Non è nulla di tutto quello che hai pensato! Io ti amo e nessuno può cambiare questo, sei e sarai l’unico uomo della mia vita quindi levati tutti questi brutti pensieri dalla testa!- confessò dolcemente.
 
-Oh Belle grazie!- la prese tra le braccia sollevandola da terra contento che quel peso sul cuore se ne fosse andato.
 
-Mettimi giù!- rideva stringendosi al suo collo.
 
Lui la poggiò baciandole nell’incavo del collo mostrandole il suo affetto.
 
-Allora dimmi tesoro cosa ti affligge? Vedrai che insieme riusciremo a farcela! Dimmi!- chiese poi  preoccupato su cosa tormentava la sua amata.
 
-Il mio dolce Rumple, tenero amore mio, questa persona di cui ti stavo parlando è una anziana donna molto dolce e carina, cuce bellissime copertine tutte decorate con cura ed amore. Questa donna Rumple mi ha predetto che aspetterò un bambino!- subito schietta fece uscire quella frase.
 
Il folletto ci rimase. Si era bloccato alle parole « aspetterò un bambino » .
 
Lo vide scioccato e senza parole, temeva in un suo brusco comportamento.
 
-Che cosa ti ha detto con precisione?-  questa fu la sua domanda.
 
-Mi ha detto che presto aspetterò un bellissimo bambino!- sorrise.
 
-Allora che cosa ti affligge? Non ti senti pronta per diventare madre?- ipotizzò rimanendo stranamente  freddo ed impassibile.
 
 
-No Rumple è proprio il contrario, io credevo che noi aspettassimo un bambino, ma poi i miei sospetti sono andati a sfumare. Lei mi ha lasciato detto che in un futuro avremo un bambino!-
 
-E allora cosa ti fa stare male?- non riusciva a capire il motivo per cui Belle in quei giorni era stata triste.
 
-E’ solo che…è solo che avrei voluto veramente essere incinta. Aspettare un bambino tutto nostro, diventare genitori, vivere insieme questa bellissima avventura. Fartela vivere a te che non hai potuto goderti la bellezza di una gravidanza, di farti diventare nuovamente padre e di dare a Bealfire un fratellino…!-
 
-O una sorellina!- aggiunse lui sorridendole.
 
-Infatti…o una sorellina! La consapevolezza che tutto questo non avverrà subito  mi ha rattristato in questi giorni!-  concluse confessandogli la sua amarezza.
 
-Vedrai che un giorno saremo genitori. Sicuramente le occasioni per avere un bambino non ci mancheranno!- ironizzò  avvicinandosi.
 
Belle abbassò lo sguardo sentendosi al centro delle sue attenzioni.
 
Sentì le sue braccia avvolgerle i fianchi e con uno strattone violento l’avvicinò al suo petto.
 
-Sarei l’uomo più felice del mondo se tu daresti alla luce un mio,un nostro, bambino! Ti amo Belle e non potrei vedere la mia vita senza di te, Bealfire e un piccolino o piccolina frutto del nostro amore! Tu sei la persona più importante della mia vita e non potrei immaginarmi altro futuro che non sia con te!- confessò teneramente sorridendole emozionato.
 
 
-Grazie Rumple, era questo e solo questo, quello che volevo sentirmi dire!- rispose più  rilassata e contenta stringendo la presa sul suo collo.
 
La bocca di lui iniziò a prendere possesso del suo collo coprendolo di passionali e ardenti baci.
 
-Se vuoi possiamo iniziare fin da subito!- sussurrò una volta raggiunto l’orecchio.
 
Belle sorrise prendendo a baciargli il lobo del suo.
 
-Non vedo l’ora!- ammise maliziosamente.
 
La prese in baraccio in meno di un secondo e subito dopo la distese sul pavimento salendole addosso. Iniziò a spogliarla godendosi ogni parte del suo corpo. Era troppo bella e meravigliosa.
Si prese un secondo per osservare il suo bellissimo petto nudo muoversi ad ogni respiro.
 
-Quanto vorrei essere l’aria che respiri per poter animare il tuo bellissimo corpo!-
 
Prese la mano di lui che aveva sul fianco portandola lentamente sul suo petto.
 
-Sentì? Tu non sei solo la mia aria, tu sei la mia vita!- emozionata e con gli occhi lucidi si dimostrò vulnerabile e sensibile alla sua vista.
 
Poggiò la fronte contro la sua sorridendo emozionato.
 
-I love you! I need you!- con la voce rotta dall’emozione gli confessò i suoi sentimenti.
 
Con lei gli veniva tutto facile anche essere fragile e vulnerabile. Fu in quel momento,in quel preciso istante, che Belle lo accolse seguito da un urlo di apprezzamento. Anche lei aveva bisogno di lui, sentiva la sua mancanza.
 
La bocca di lui era ovunque, anche in posti che lei stessa non conosceva. Sapeva, ormai, tutto di lei soprattutto i suoi punti più sensibili e nascosti.
Animava ogni cosa le stesse intorno. Le stesse stelle che illuminavano sopra di loro erano frivole rispetto a ciò che stavano vivendo. I suoi movimenti erano precisi e curati, nonostante fosse abituata a tali situazioni lui la prendeva sempre alla sprovvista facendole vivere sempre nuove e spettacolari sensazioni.
 
La bocca di lei mordeva delicatamente e baciava passionalmente ogni fibra del suo corpo rendendolo vulnerabile e ricettivo alle sue attenzioni. Percepire le sue unghie graffiarlo superficialmente la pelle rugosa era una sensazione eccezionale, aumentava in lui desiderio ed estasi. Appena sentì i denti di lei mordergli il lobo dell’orecchio aumentò i suoi movimenti con strattoni violenti e secchi da costringere la sua dama ad avvinghiarsi al suo copro urlando di piacere.
Divenne una leonessa intenta a sbranare la sua preda che,in quel caso, non voleva altro che morire tra le sue braccia. Se questo era il Paradiso allora lui l’aveva incontrato, perché lei era il suo Paradiso.
 
Lo avvicinò di più a sé costringendolo a movimenti più profondi ed intensi aumentando  delirio e confusione.  Ormai le menti erano completamente vuote e prive di ogni razionalità, mentre i loro corpi chiedevano sempre di più, vogliosi di mantenere quello stato di beatitudine a lungo.
 
Belle lo capovolse prendendo lei in mano il comando. Si distese completamente su di lui dandogli modo di poterle accarezzare tutta la schiena.
 
Era tutto troppo bello e incantevole, ed erano stati loro ad averlo creato.
Il canto dei gufi li teneva legati alla realtà, ormai i movimenti venivano da soli seguendo le voglie e le inclinazioni dei due partecipanti. Gli affondi di Belle divennero più insistenti e accurati da renderli completamente pazzi. L’ultimo, il più forte e violento, fu il loro apice. Belle si incurvo perfettamente indietro cercando di seguire l’ultima onda  di piacere che da lui passava a lei, mentre
 
Rumple , sotto di lei, si aggrappò al suo corpo cercando di mantenere il più possibile l’ultimo barlume di piacere.
 
Quel mesi-anniversario Belle non se lo sarebbe mai dimenticato, e sicuramente neanche il suo dolce Rumple.
 
….…
 
Quella giornata si dovevano incontrare nel locale di Granny per mangiare quel famoso hamburger insieme. Era combattuta con sé stessa se dirglielo in quella occasione o cercare di crearne una più intima da poter condividere insieme quella bellissima notizia. Si affidò al caso, semmai fosse uscito l’argomento allora il discorso sarebbe arrivato da sé, sennò avrebbe creato lei circostanze migliori. Si cambiò d’abito cercando di apparire al meglio. Raggiunse il locale con il cuore in gola e il respiro morto nei polmoni. Appena entrò lo vide seduto che dava le spalle all’ingresso e tamburellava le mani sul tavolo. Alzava spesso la testa sull’enorme orologio alla parete notando il tempo che passava. Sorrise tenera del suo atteggiamento.
Riprese nuovamente a respirare con regolarità e decise di avvicinarsi.
 
-Belle… sei bellissima!- si alzò galante baciandole il dorso della mano destra.
 
Belle arrossì abbassando la testa.
 
-Prego accomodati!- le indicò il posto davanti a sé con la mano.
 
Aspettò prima che lei si sedesse e poi la seguì. Era un gran gentiluomo.
 
Con un cenno della mano destra chiamò la nonnina per ordinare quei famosi hamburger.
 
-Allora come stai?- fu la domanda che ruppe quel silenzio che dopo l’ordinazione  aveva ripreso a diffondersi.
 
-Sto benissimo!- sorrise  alludendo al suo stato.
 
-Ti vedo più raggiante e splendente!- constatò  annuendo.
 
Belle sorrise contenta di quelle amorevoli attenzioni.
 
-Scusami se te lo dico, so che ho sbagliato e non posso riguadagnarmi la tua fiducia in pochi giorni, non chiederei a te di farlo comunque, ma lasciami dire che sei bellissima amore mio e sono felicissimo che tu mi abbia dato una seconda opportunità!- fu sincero e dolce  mostrandole tutto il suo amore e la sua tenerezza.
 
Belle non sapeva cosa dire, era in queste precise occasioni che i gesti valevano di più delle parole, ed infatti gli prese la mano che aveva sul tavolo accarezzandola dolcemente allentando in lui quello stress.
 
-Con i cetriolini costano di più!-
 
Granny ruppe quel momento intenso posando davanti a loro i piatti.
 
-Ho un trascorso burrascoso con lei, anzi con tutti!-
 
-Anche a me ci è voluto un po’ di tempo per capirti, vedrai che accadrà anche a loro!- lo tranquillizzò  sorridendogli.
 
Quel tenero e intimo pranzo fu interrotto da un ospite indesiderato.
 
-Gold dobbiamo parlare!-
 
-Mi dispiace signori, ma dovrò chiudere in anticipo!-
 
-Non si preoccupi saremo civili!-
 
-Per ora!-
 
Quella frase fece accigliare gli occhi a Belle che l’ammonì sorridendogli.
 
-Belle ti ricordi della donna che ti ha tenuta segregata per ben due volte?!- acida fu la sua domanda.
 
-Ho capito, è meglio che me ne vada!- quella situazione non riusciva a sopportarla.
 
-No, no resta. Qualunque cosa ha da dirmi puoi sentirla, io non ho segreti per te, qualunque cosa voglia non la otterrà!- invitò lui a rimanere.
 
Belle osservò lo sguardo incredulo di Regina che non credeva alle parole di lui.
 
-Questa volta c’è qualcuno che può farci unire le forze!-
 
-E’ chi sarà mai?- fu freddo e pungente.
 
-Cora!-
 
Quella frase colpì Gold come una doccia fredda.
Vide nello sguardo del suo uomo incredulità.
 
-Chi è questa donna?- preoccupata si intromise cercando di capirci meglio.
 
-Una persona che non incontrerai mai!- rispose secco rivolgendosi poi a Regina.
 
-Mi avevi assicurato che era morta!-
 
-Lo credevo anche io, ma a quanto pare è riuscita a farcela! Non costringermi a ricordarti quanto fastidioso e pericoloso sia averla nuovamente intorno!- aggiunse profondamente preoccupata la donna.
 
-Per te, io riesco a gestirla!-
 
-Può darsi, ma questa volta hai un punto debole. Questa volta hai una persona che ami!- colpì nel segno.
 
-Adesso dov’è?-
 
-Con Emma e Mary Margaret!-
 
Lui annuì capendo la pericolosità della situazione.
 
-Scusami Belle, ma io devo andare!-
 
Regina si spostò dandogli la privacy adeguata per parlare. Belle annuì scombussolata dagli eventi.
 
-Va bene!- disse poi congedandolo da lei.
 
 
-Posso invitarti questa sera a cena? Ti prometto che saremo solo io e te!- fu premuroso e sensibile.
Belle sorrise accettando l’invito a cena.
 
-Allora a dopo mia candida rosa!-
 
Le baciò sul dorso della mano  per poi allontanarsi con Regina diretto al suo nuovo impegno.
 
….…
 
Era sveglio disteso sul pavimento della terrazza ad osservare quella candida e bianca luna piena che regnava in quel cielo scuro. Belle gli era accanto che dormiva tranquillamente tra le sue braccia. Lui l’osservò godendosi quel bellissimo spettacolo.
 
-Sai mia vecchia amica luna lei è la cosa più bella che mi sia capitata da quando sono divenuto il Dark One! Mi ha fatto nuovamente credere nell’amore, nella speranza e nella bellezza delle cose. Prima di lei per me era tutto bianco o nero ed io, ovviamente, pendevo per il nero. Quante notti mi hai visto sveglio a filare per dimenticare i miei dolori, alla ricerca di qualcosa che non sapevo bene neanche cosa fosse. E adesso a distanza di secoli l’ho capito, stavo cercando Lei! Questa candida rosa che mi è caduta tra le braccia facendomi sbattere contro alla realtà dei miei sentimenti! Lo so che quella profezia molto probabilmente sarà giusta, ma dopo i trascorsi che ho avuto temo che non sarà come Belle se lo aspetti. Ho paura che qualcosa di pericoloso ci sia intorno. Ma non voglio crederci, mi fiderò di Belle e del suo ottimismo perché ora posso permettermelo!-
 
Quel lungo e sincero monologo di Rumple fatto alla sua cara e vecchia amica luna svegliò Belle.
 
Sorrise contenta di vederlo sveglio.
 
-Sognavi tesoro mio?- chiese visto che mentre dormiva spesso sorrideva.
 
Lei scosse la testa accarezzandogli la guancia.
 
-Sei tu il mio sogno che incomincio nel momento in cui mi sveglio!- confessò  osservandolo intensamente negli occhi.
 
-Ti amo Belle!- fu l’unica frase che riuscì a dire baciandole la mano che aveva sulla guancia.
 
-Anch’io !- sorrise gustandosi quelle tenere carezze.
 
Quelle furono le ultime frasi che riuscirono ad emettere quella sera poiché tutto ciò che ne seguì fu un intenso e passionale incontro di corpi e di carezze che li negarono ogni possibilità di parlare.
 
Nuovamente quella candida luna fu protagonista di qualcosa di unico che legava due anime gemelle, era la testimone del Vero Amore.
 
….…
 
Si fece subito sera, la luna piena regnava nel cielo come una regina. Nella giornata  Gold contattò Belle avvertendola che avrebbe fatto un po’ tardi, ma che per nessun motivo al mondo avrebbe rinunciato ad una serata con lei. Si offrì di andare ad un ristorante, ma la ragazza ne aveva già abbastanza di luoghi affollati, optarono dunque per una intima ed accogliente serata a lume di candela fuori il terrazzino della villa.
 
Belle trascorse il resto della giornata in biblioteca intenta a studiarsi i vari scaffali e i vari generi di libri che contenevano, tanto per farsi un’idea del lavoro che avrebbe poi dovuto affrontare.
 
Uscì dalla biblioteca sorridendo non appena sentì l’ululato della sua amica Ruby cantare nei boschi. Era riuscita a superare la sua natura e a capire che lei era entrambe e che non doveva ne vergognarsi ne nascondersi, lei era quello che era e doveva esserne fiera. Dopo essersi andata a cambiare raccogliendo i capelli in un alto chignon con qualche ciocca che libera cadeva sul volto, si avviò alla villa. Sorrise  notando le luci accese delle stanze, prese un enorme respiro e  si avvicinò all’ingresso.
 
Quel campanello suonare scombussolò Gold che da poco aveva finito di accendere le candele del candelabro sopra la tavola. Di corsa, gamba permettendo, si avviò all’ingresso per accogliere la sua graziosa ospite.
 
-Buonasera!- l’accolse galantemente invitandola ad entrare dentro.
 
Belle sorrise abbassando il capo imbarazzata. Prese il soprabito nero che portava addosso posandolo.
 
-Wow sei… bellissima!- Gold rimase senza fiato, scioccato dall’enorme scollatura che Belle portava dietro la schiena.
 
-Sei uno schianto questa sera Belle…sei meravigliosa!- riprese, con molta fatica, il lume della ragione facendole strada verso il terrazzino.
 
Ciò che si mostrò davanti agli occhi della ragazza fu di una bellezza inaudita. Vi era un piccolo tavolino in legno apparecchiato per due con al centro un candelabro a tre candele. Un enorme fascio di rose rosse poggiato su di esso, accolse la sua più totale attenzione.
 
-Rumple è bellissimo!- aggiunse  avvicinandosi al tavolino.
 
Gold le fu subito dietro.
 
 -Tanti auguri Belle!- quella frase la prese alla sprovvista.
 
Non pensava che lui se ne fosse ricordato, quella mattina non le aveva dato nessun sentore.
 
-Te ne sei ricordato!- ammise accarezzando i petali di quei delicati fiori.
 
-Come avrei potuto dimenticarmi questa data!- sorrise dirigendosi verso il tavolino.
 
Belle lo vide prendere uno scatolino piccolo di velluto rosso. Sorridendo le diede quel dono. La ragazza ci rimase scioccata, sbigottita da quella circostanza, non se lo aspettava.
 
-Spero che accetterai questo mio piccolo regalo come segno del mio profondo pentimento e del mio impegno a diventare quell’uomo che tu da anni cerchi di far uscire in me!-
 
Belle prese quel grazioso scatolino tremando leggermente dall’emozione.
 
Lo aprì lentamente gustandosi il delicato momento. Il cofanetto le mostrò un bellissimo bracciale di diamanti e zaffiri.
 
Lui lo prese e con molta delicatezza lo legò al suo polso. Le stava a pennello.
 
-Ho scelto i diamanti perché è la pietra più dura che ci possa essere in natura, nella speranza che anche il nostro rapporto possa essere così forte esattamente come questa pietra. Lo zaffiro invece mi ricorda i tuoi occhi e la dolcezza che in essi è contenuta. Spero ti piaccia!-
 
Sperava tanto che accettasse quel piccolo dono.
 
Si gettò letteralmente tra le sue braccia, Gold non se l’aspettava un gesto del genere, ma l’accolse con molto entusiasmo stringendola tra le sue braccia.
 
-Grazie Rumple…grazie di tutto!- confessò  appena si distaccarono.
 
-No grazie a te!-romanticamente rispose lui liberandola dalla sua presa.
 
-Ho cercato di richiamare quella bellissima atmosfera che vivemmo nel primo anniversario e anche se non siamo su una casa sull’albero e sopra ad una distesa d’acqua salata, spero che ti piaccia lo stesso!- cercò di giustificarsi avvicinandosi alla ringhiera.
 
-Beh, preferisco che non sia uguale, anzi ti dirò che favorisco questo momento!-
 
Quella frase attirò lo sguardo di Gold che per l’occasione si voltò verso di lei.
 
-Come mai?-chiese poi lui.
 
-Sia ben chiaro non è che non mi sia piaciuto quel anniversario, ma questa volta Rumple c’è una novità!- si avvicinò  sorridendogli.
 
Gold scosse la testa non capendo dove volesse arrivare.
 
-L’altra volta non avevo un regalo per te!-
 
-Ma come ti dissi non ne ho bisogno sei tu il mio regalo!- l’interruppe sorridendole.
Belle accarezzò il bracciale abbassando lo sguardo emozionata.
-Ma questa volta ce l’ho!- disse poi alzando lo sguardo su di lui.
 
-Ti ricordi che ero afflitta per qualcosa che mi era capitato?!- cercò di aiutarlo nei ricordi. Gold ci riflettette un attimo poi annuì capendo cosa volesse dire.
 
-Sì, eri scontenta perché non stavi aspettando un bambino!- confermò lui.
 
-Adesso Rumple sono felice perché ne aspettiamo uno!-
 
Quella frase le uscì così naturale e semplice che si meravigliò prima lei. Gold rimase a bocca aperta scioccato dall’incredibile quanto inaspettata notizia.
 
Belle lo guardava terrorizzata dalla sua futura reazione. Tremava dentro e fuori speranzosa che lui ne fosse felice proprio come accadde molti anni prima.
 
-Belle dici sul serio? Aspettiamo un bambino?!- cercò conferma  spalancando gli occhi non appena la ragazza annuì.
 
Si precipitò letteralmente verso di lei prendendola in braccio contento come non mai. Non se lo aspettava di diventare padre.
 
-Mettimi giù…non fa bene ad una donna incinta!- scherzava aggrappandosi al suo collo.
 
-Non potevi rendermi più felice di quanto lo fossi già. Tu Belle mi hai dato nuovamente la forza per vivere, per andare avanti e godersi le meraviglie della vita!-
 
La posò a terra stringendola a sé.
 
-Oh scusa non volevo stringerti forte. Credi che abbiamo fatto male al bambino?-
 
Premuroso si distaccò rapidamente dalla ragazza timoroso di aver fatto del male al piccolo.
 
-Non credo proprio, e poi qui la madre adora essere abbracciata!- scherzò lei sorridendogli.
 
-Ti amo!-
 
Quella frase fu così spontanea e naturale da arricchire quel già perfetto momento. Si avvicinò lentamente stringendo dolcemente Belle tra le braccia. Inclinò la testa verso di lei chiudendo gli occhi. Lei sorrise alzandosi sulle punte.
Percepivano il loro respiro accarezzare il viso dell’altro.
 
-Non hai idea di quanto desidero baciarti!-
 
Quella frase detta da Gold a fior di labbra fu l’ultima che popolò quel momento. La lingua di lui vagava tranquilla nella bocca di lei alla ricerca di ogni suo più angolo nascosto, desideroso di assaporarsi interamente il suo magnifico sapore di miele. Era bellissimo risentire le sue labbra contro le proprie. Fu un bacio dolcissimo esattamente come fu in passato su quella casetta sull’albero.
 
-A causa di questo momento di pausa che c’eravamo presi stavo impazzendo senza i tuoi baci. Mi sembrava di rivivere quel periodo al castello dove purtroppo non ci era permesso!-
 
Si distaccò di poco solo per poterle confessare i suoi pensieri riprendendo nuovamente il possesso delle sue labbra. Belle continuò quel bacio sorridendo contenta e lusingata di quelle piccole confessioni di lui. Aumentò la presa sul collo avvicinandolo di più a lei. Le mani di Gold vagavano tranquille su quella nuda schiena scoperta percependo quel velluto che gli era mancato tanto.
 
-Ti dispiace se mangiassimo più tardi?-  le chiese avvicinando la bocca al suo orecchio prendendolo dolcemente a torturarlo.
 
-Asso…luta…mente… No!- rispose la fanciulla prendendo subito possesso con dolci morsi il suo invitante collo.
 
Lui sorrise entusiasta che la ragazza aveva i suoi stessi piani. Fece apparire con un semplice gesto della mano un’enorme coperta rosso fuoco, e lentamente distese la fanciulla su di essa.
 
-Dici che faremo male al bambino?- chiese premuroso.
 
Belle gli prese la mano poggiandola sul suo ventre. Lui strinse la presa accarezzandole dolcemente la pelle sottostante.
 
-Il dottore dice che ci farà bene, quindi non credo che faremo del male al bambino!- lo rassicurò teneramente.
 
-Sei la persona più incredibile che io abbia mai incontrato!- le confessò emozionatissimo.
 
-Vieni qui, mi sei mancato!-
 
Con gli occhi lucidi Belle lo invitò a stendersi su di lei. Rumple con molta lentezza cercò di trovare la posizione adatta per non infastidire il loro piccolo dono del cielo, prendendo a baciarla in continuazione ovunque i suoi occhi volevano.
 
La spogliò lentamente, assaporandosi ogni parte del suo corpo dando modo ai suoi sensi di impadronirsi del piacere e del desiderio. La ragazza lo capovolse spogliandolo velocemente desiderosa di un contatto più carnale. Lo guardò fisso negli occhi e stendendosi completamente su di lui l’accolse in lei, facendolo ritornare a casa, nella sua accogliente e calda casa. Quel momento fu unico e emozionante. Tutti i sensi erano amplificati, la ragione man mano lasciava il suo trono  alla passione. Il delirio scorreva più veloce dello stesso sangue e l’adrenalina arricchiva e manovrava ogni singolo movimento dei due partecipanti. Averla nuovamente tra le sue braccia e sulla sua bocca fu di una felicità immensa.
Amava follemente una donna magnifica, stava per diventare padre di nuovo e grazie alle sue pozioni ben presto avrebbe riavuto Bae. Tutto questo era troppo bello per lui, non era possibile che il Dark One, uomo delle tenebre e del dolore, potesse permettersi tanta felicità. La sua esperienza gli ricordava che le favole non esistevano e che quindi forse qualcosa di oscuro si poteva abbattere su di loro. Un gemito straziante della ragazza lo riportò alla realtà, alla dolce realtà che stava vivendo. Prese il controllo della situazione capovolgendola e addossandosi su di lei.


 
Anche quella sera quella stessa luna piena candida e brillante assistette ad effusioni d’amore e di tenerezza.
 
 
 
 
 
 
 
Era sveglia che si contemplava il suo uomo disteso affianco a lei abbracciato al suo corpo. I loro respiri erano in perfetto sincronismo, il vuoto che il suo torace provocava mentre si ritraeva veniva riempito dal petto di lui che si allargava.
-Non vedo l’ora che tu divenga padre e che ti veda giocare e prenderti cura del nostro bambino. Sono sicura che sarai un perfetto padre. Vedrai che questo bambino ti darà la possibilità di poter trovare te stesso. Te lo meriti amore mio!-
 
Lo vedeva sorridere, forse stava sognando. Era raro che sognasse, di solito era sempre preda di terribili incubi che lo tormentavano nel sonno. Forse quella notizia lo aveva rilassato, gli aveva dato una possibilità di rinascita.
 
Aprì gli occhi scorgendo il volto di Belle che l’osservava sorridendo.
 
-Sognavi tesoro mio?- chiese lei incuriosita.
 
-Sei tu il mio sogno che incomincio nel momento in cui mi sveglio!- rispose lui teneramente.
 
Belle lo baciò passionalmente sulla bocca ringraziandolo di quel bellissimo complimento.
 
-Che ne dici se proseguissimo i festeggiamenti qui! Sai non ho troppa fame!- ipotizzò l’uomo sorridendole.
 
Belle si stese su di lui.
 
-Sono d’accordo con te, il cibo può aspettare!- maliziosamente rispose la brunetta che iniziò a prendersi cura del suo collo e del suo petto nudo.
 
Ripresero a fare l’amore popolando quel terrazzo di urla e gemiti di passione lasciando che la notte fosse l’unica testimone del loro Vero Amore.
 

 
 
 
 
 
Angolo dell’autrice
 
E dopo ben una settimana di pausa eccomi  nuovamente qui! Prima di tutto vorrei scusarmi se non sono riuscita a postare anche il capitolo 5, ma come già vi dissi non era sicura se riuscivo a mettere entrambi e ciò  è accaduto! Perdonatemi,  ma non ho avuto proprio il tempo di correggerlo, anzi stavo anche rischiando di saltare anche questa settimana, ma vi avevo promesso il cap 4 e ho voluto almeno mantenere questa promessa. Spero che mi perdoniate ;)
 
Allora eccoci qui ad un capitolo importante, anche Gold ha scoperto di aspettare un bambino da Belle, beh mi sembrava giusto che non trascorresse troppo tempo da quando Belle aveva scoperto questa bellissima notizia. Spero vi sia piaciuto questo momento, ho cercato di renderlo più dolce e normale è possibile. Con Belle e Rumple è sempre tutto all’estremo, questa volta invece ho voluto creare una situazione dolce e romantica, credo che se lo meritano ;)
 
Nel passato invece abbiamo visto come Rumple ha cercato di far salire il morale della sua dolce Belle organizzando il loro mesi-anniversario, mentre nel presente hanno vissuto il loro anniversario. Beh penso che sia giusto che festeggino ricorrenze dolci e intime come queste.
 
La reazione di Rumple e di Gold sono uguali e allo stesso tempo anche diverse. Nel passato Rumple ha avuto un momento di freddezza preoccupato che Belle non volesse un figlio da lui e poi subito dopo è crollato quando la ragazza gli ha confessato che invece lo desiderava con tutta sé stessa. Nel presente invece Gold dopo un secondo di incredulità si è gettato tra le braccia della sua unica fonte di luce. Beh credo sia la reazione migliore che potesse avere…no ?! ;)
 
Volevo motivare il perché ho deciso di inserire un nuovo bacio tra Rumple e Belle nel passato, ovviamente nella precedente long (Ricordati di Me) non ho mai menzionato a questo secondo bacio nel loro passato, ed è stato voluto, volevo che voi eravate convinti che i due si fossero solo baciati una sola volta, ed invece ciò non è accaduto. Credo che questo era il gesto migliore che facesse capire a Rumple che lei lo ama e che è ancora il suo unico vero amore. Con quei dubbi che stavano avvolgendo il fragile cuore di Rumple, Belle poteva solo convincerlo mostrandogli che era ancora innamorata di lui. Ovviamente nella descrizione sembra che sia un bacio lungo ed invece no, ma ho voluto soffermarmi su alcune sensazioni che contemporaneamente stavano vivendo in quel piccolo bacio ;) Spero che questo bacio sia stato inaspettato come volevo che fosse :D
 
Volevo dirvi che il regalo che Gold ha fatto a Belle sarà fondamentale molto, ma molto avanti, ovviamente vi indicherò questo capitolo quando ritornerà questo prezioso oggetto, ma sappiate fin da ora che questo bracciale avrà un potere importante ;) Di più non posso dirvi ;)
 
Ora passiamo alle anticipazioni del prossimo capitolo. Prima di tutto spero tanto di riuscire a postare la prossima settimana il cap 5, questo periodo ho moltissimi impegni che si sono accumulati, quindi non vi assicuro nulla, ma cercherò di fare di tutto per postare, semmai non accadrà mi farò perdonare in futuro non preoccupatevi.
 
Allora iniziamo con le anticipazioni. Beh il prossimo capitolo (uno dei miei preferiti) sarà diverso da tutti quelli che avete letto. Non avremo la parentesi del passato, o per meglio dire la parentesi del passato non riguarderà il periodo della foresta incantata, bensì di Storybrooke. Quindi per essere precisi avremo un presente a Storybrooke e un passato vicinissimo di poche ore a questo presente. Di più non posso dirvi se non che quelle preoccupazioni di Rumple/Gold che avete avuto il sentore in questo capitolo forse si presenteranno distruggendo quella favola ;)  
 
 
Ora passo ai saluti!
Grazie a tutti coloro che hanno messo la mia long tra preferiti-ricordate-seguiti; a chi ha commentato; a chi ha messo “Mi Piace”sotto al post nella mia pagina I will see you again Rumbelle ; grazie ai lettori silenziosi; e un grazie particolare a libellula.s e libellula.a (admin con me di I will see you again Rumbelle; All crazy for Rumbelle) che amano ogni cosa scrivo! Grazie raga <3 <3
 
À bientôt!! :)   
DR!

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Capitolo 5
*** Capitolo 5: 24 ore ***


Capitolo 5: 24 ore
 
Era buio, faceva freddo, la nebbia invadeva e nascondeva ogni cosa ci fosse all’orizzonte, e  poche stelle illuminavano quel cielo scuro.
Un verdetto sarebbe arrivato ed una persona era preoccupata che fosse negativo.
Una macchina elegante e molto raffinata sfrecciava per una lunga  e deserta strada circondata da alberi. Solo una meta era ben stampata nel guidatore, il confine di Storybrooke.


 
Con lentezza quasi maniacale fermò l’auto. Con calma scese dalla macchina guardando fisso quella sottile linea che divideva la città dal resto del mondo. Prese un enorme respiro e con atteggiamento di superiorità scaraventò un uomo dal cappello rosso oltre quella linea speranzoso di raggiungere quel verdetto.
 
-Mi  chiamo Spugna…e lei è il Dark One!-
 
Quel verdetto era arrivato rallegrando il cuore dell’uomo che era dall’altra parte.
 
-Ho delle valigie da preparare!-
 



Gold fissava Spugna correre per la strada dopo che l’aveva lasciato libero. Grazie alla sua ennesima pozione era riuscito a trovare una soluzione per aggirare la sua stessa maledizione. Ora poteva prepararsi a partire alla ricerca di Baelfire. Contento del responso  ritornò in auto raggiungendo la sua dimora e la sua donna che tranquilla, ed ignara di tutto ciò, dormiva nel suo letto.
 
Era da un bel po’ che Belle aveva ripreso l’abitudine di dormire da lui, con tutto quello che era successo e con il nuovo figlio in arrivo avevano ritrovato nuovamente quella serenità di un tempo.
Con lentezza entrò nella stanza scorgendo la sua donna dormire elegantemente su un lato del letto stringendo tra le braccia il suo cuscino.
Non poteva resistere, era troppo bella, non riuscì neanche a togliersi la giacca, doveva assolutamente rimanere fermo ed immobile vicino allo stipite della porta a fissare quella meraviglia che riempiva il suo letto e la sua anima.
Come si poteva amare in quel modo? Come si poteva vivere con la speranza che ogni giorno gli occhi di lei  incontrassero i suoi, che la sua bocca sfiorasse la sua, che il suo sorriso rallegrasse il suo viso? Come era possibile vivere un amore così profondo, sincero e caldo da riempire l’anima e  la mente? Era la donna della sua vita, era l’unica che lo capiva, che lo rassicurava, che lo accudiva soprattutto nei momenti peggiori. Nessuna e nessuno era riuscito così tanto. Solo Belle poteva arrivare al suo cuore, ed ora oltre al suo Baelfire, il suo cuore ospitava già il nuovo arrivato, il bambino che viveva nel corpo di Belle.
La gravidanza la rendeva ancora più bella, il suo fisico sosteneva bene il peso di una gravidanza. I suoi occhi erano ancora più lucidi e pieni di vita, e il suo sorriso era più solare che mai.


 
Si sedette sul bordo del letto ammirandola dormire. L’accarezzò leggermente sulla caviglia che delicatamente era fuori il candido lenzuolo percependo la sua morbidezza. La sua pelle era liscia, giovane, calda e soffice, era un miscuglio di bellezza ed armonia. Il suo candido profumo di rosa selvatica inebriava e colorava i suoi pensieri e le sue fantasie. In quel momento non poté non pensare alla creatura che era custodita in quel ventre.
Desiderava tanto avere una femminuccia, una bellissima bambina uguale alla madre, bella come il sole e candida come la luna. Dagli occhi color del ghiaccio che hanno il potere di bruciare l’anima di chi incontra, e i capelli scuri proprio come lei. Voleva proprio che sarebbe stata come Belle fiera e dolce, caparbia e tenera, forte e affettuosa. Per lui Belle era la perfezione è voleva che anche quel bambino lo sarebbe stato.
 
-Hey che ci fai tutto vestito? Mica è mattina?-
 
Aprì gli occhi leggermente scorgendo la sagoma dell’uomo che sorridendo l’osservava seduto al bordo del letto.
 
-No, no, non preoccuparti è ancora tardi. Riposa!- premuroso rispose lui allungando la mano per afferrarle la sua.
 
-Come mai sei ancora vestito?- chiese  accarezzandogli le dita.
 
-Adesso vengo, vado a spogliarmi, faccio una doccia ed arrivo!-
 
Baciò il dorso della mano allontanandosi al bagno. Belle sorrise dolcemente sistemandosi il cuscino.
 
Sentì la doccia scorrere copiosa, si sedette sul materasso immaginandosi il suo Rumple insaponarsi il corpo. Lentamente scese dal letto avviandosi scalza al bagno. La luce soffusa delle lampadario rendeva più calorosa quella stanza. All’interno del box doccia c’era il suo uomo che fermo, addossato alla parete si faceva accarezzare dalla vellutata e calda acqua. Lentamente la fanciulla si avvicinò sorridendo, ammirandosi il corpo del suo uomo bagnato.
 
Gold si accorse che in quella stanza , lui, non era da solo.
 
-Qualche problema?- chiese premuroso chiudendo l’acqua.
 
Bella annuì sorridendogli.
 
-Cosa c’è non ti senti bene?- preoccupato aprì il box doccia.
 
-No affatto, mi sento benissimo!-

-Allora qual è il problema?-
 
-Sei tu il mio problema!- ammise avvicinandosi.
 
Gold si stranì, non capiva cosa volesse intendere.
 
Belle lentamente si spostò le spalline e magicamente la camicetta raggiunse il pavimento. Gold rimase stupefatto ammirando il candido corpo della ragazza davanti a lui.
 
-Pensi che ci sia posto per un’altra persona?- chiese maliziosamente  accarezzandogli il dorso bagnato.
 
Gold le prese la mano e l’aiutò ad entrare.
 
-C’è posto solo per te!- ammise spingendola delicatamente contro la parete della doccia.

La mano di lei percorreva il suo corpo bagnato assaporandosi quella liscia pelle sotto i suoi polpastrelli. La lingua di lui accarezzava dolcemente il palato di lei gustandosi e solleticandole le parti più sensibili della bocca.
La fluente capigliatura della ragazza sfiorava delicatamente le spalle di lui bagnandosi leggermente.
 


-Ti amo…immensamente!-
 
In un raptus di follia e dolcezza Gold confessò i suoi sentimenti animando quel box di tenerezza e di amore. L’acqua iniziò a scendere copiosa bagnando i corpi dei due partecipanti coprendoli sotto un manto di tenero velluto caldo. Le mani vagavano nel corpo dell’altro cercando di trovare e scoprire gli angoli più nascosti e sensibili, costringendosi a sospiri di piacere e di godimento.
I movimenti erano lenti, piccoli, profondi e carichi. Il tutto era unito da baci, carezze, frasi d’amore che ancora le loro menti riuscivano a formulare. L’acqua armonizzava e nascondeva urla di piacere e sospiri di godimento dei due partecipanti che ormai avevano aperto le danze con affondi decisi, ritmici e veloci. Il desiderio, l’amore, la passione, la bramosia di possesso presero parte a tale incontro tessendo un manto di dolcezza e lussuria.
Si amavano alla follia, di cui la stessa follia se ne sarebbe impaurita. Era un amore profondo, ricco di sentimento con molte incertezze e altrettante sicurezze. Erano i poli opposti di ogni cosa, legati da un sentimento che viveva proprio al centro, un sentimento che rende tutti uguali poveri e ricchi, emarginati e popolari, belli e brutti…anche una bella e una bestia.
Quella sera tra sospiri di piacere, urla di godimento, affondi, sudore, gocce di acqua che accarezzavano delicatamente la loro pelle, Gold comprese come fosse veramente fortunato ad avere una donna che gli riempiva la vita come mai nessuno ci era riuscito.
 
…….
 
                                                                                                        22 ore dopo…
 
Quella luce del neon la illumina rendendola pallida, priva di vitalità ed animo. Quella stanza era inusuale, quella camicia da notte era una offesa alla sua bellezza, quel lenzuolo doveva essere lusingato di avvolgere un corpo così bello e perfetto.
Come poteva essere  tutto vero? Un attimo prima erano a baciarsi ed un attimo dopo…un attimo dopo… .


 
Non ci credeva, non poteva e voleva crederci. Quella non era la realtà, come poteva essere la realtà? Doveva subito rimediare a quell’errore, a quella disgrazia che li aveva colpiti. E pensare che ore prima erano stati coinvolti in un appassionante incontro all’interno di una doccia del loro bagno. Ricordare quella bellissima pelle bagnata sotto i suoi polpastrelli fu un dolore troppo grande.
Lo sapeva che prima o poi sarebbe successo. Non poteva essere tutto rose e fiori, purtroppo si doveva accettare che ogni rosa ha le sue spine, ma non pensava che doveva essere lei a pagarle. Quella diatriba che lui da secoli portava avanti con il suo peggior rivale non doveva minimamente coinvolgere lei, quel candido e dolce angelo che era caduto dal cielo solo per mostrargli cosa significasse vivere nella luce. Ed ora  senza di lei era entrato nuovamente nel buio più totale, in un tunnel che non aveva via di uscita. Era ritornato all’oscurità più atroce che mai nessuno aveva avuto la sfortuna di incontrare. Quella sera Gold si abbandonò al lato oscuro e guai a chi si fosse messo in mezzo al suo cammino.
 
……
 
La mattina seguente Belle si svegliò da sola in camera di Gold con il solito vassoio con la colazione e con, stranamente,una rosa rosa. Era particolare, aveva un lungo stelo verde che si concludeva con una rosa bianca con venature in rosa. Non l’aveva mai vista. Un petalo del fiore accolse la sua attenzione rendendo la ragazza estasiata. Su di esso vi era inciso Ti Amo. Come era possibile che un petalo portasse una scritta? Non era fatta con la penna, era proprio all’interno della rosa. Come poteva essere?
Un piccolo bigliettino color confetto attirò l’attenzione della fanciulla che ancora era scioccata da tale scoperta. Lesse con attenzione il messaggio che il suo Rumple le aveva lasciato:
 
“Buongiorno tesoro della mia vita!
Spero che hai dormito bene! Io questa notte sono stato benissimo grazie a te che come sempre sai addolcire le mie giornate!
Non so se hai avuto modo di leggere sul petalo di questa rosa, ma se lo hai già fatto ti chiedo scusa. Ho usato la magia per creare una rosa particolare, bella tanto quanto te, ma ahimè neanche la mia magia riesce ad eguagliarti!
Ti auguro una buona giornata!
Ti Amo!
                                                                                              Rumpelstiltskin!” 
 
Non sopportava che Gold usasse la magia, ma quella mattina l’aveva perdonato in tronco. Non poteva resistere a tanta dolcezza e a tanto amore. Aveva stampato in viso una gioia immensa, una felicità da sormontare qualsiasi ostacolo e difficoltà. L’amava così tanto.
Si gustò la sua colazione sorridendo come una ragazzina.


 
-Molto presto incontrerai una papà dolce e romantico!-
 
Quella giornata era iniziata molto bene, anzi benissimo, mai nessuno si sarebbe immaginato come tragicamente si sarebbe conclusa, neanche l’anima pessimista del Dark One.
 
……
 
Stava male. Non riusciva a reggersi in piedi e la sua vista gli stava procurando tanto dolore. Non era possibile, non ci poteva credere. Scendeva quelle scale con tale fatica e dolore che non riusciva a ragionare. Nella mente vi era solo quel terribile incidente, quella disgrazia che l’aveva colpito rendendo tutto nero e grigio. Vedeva quegli idioti dei cittadini preoccuparsi di uno sconosciuto che ci stava lasciando le penne.


 
Che muoia! Pensò la sua fredda e gelida mente.
 
-Gold lo aiuti! L’aiuti come ha fatto con il mio braccio!-
 
Il dottor Whale chiese aiuto proprio a lui, al Signore Oscuro.


 
-No!-
 
Quella risposta fu così secca da terrorizzare l’anima dei presenti.
Nella testa aveva solo la sua Belle e Baelfire, non poteva permettersi altre distrazioni.
 
-Per fortuna io non ho nessun debito con voi! Al contrario voi ne avete con me! Quindi è solo NO!- rispose acidamente per poi allontanarsi da quell’inferno di medici, barelle e autoambulanze.   
 
La sua vita non sarebbe più stata la stessa. Doveva porre rimedio se voleva che ritornasse come prima.
 
……
 
La telefonata avuta quella mattina fece correre Belle al negozio dei pegni dopo aver preso parte al funerale di Archie. Belle era rimasta molto scossa da quella perdita, ormai aveva stretto una bella amicizia con lo psicologo della città e pensare che da un giorno all’altro se ne era andato era ancora troppo dura da accettare.
 
-Ciao! Cosa mi volevi dire che a telefono non potevi?-


 
-Ce l’ho fatta, ho trovato la soluzione per oltrepassare il confine!- gioioso le  diede la bella notizia.
 
-Davvero? Sono contenta! Adesso potrai raggiungere Baelfire!-
 
-Grazie a questa pozione che gettata sull’oggetto più caro che ho mi darà la possibilità di passare il confine senza perdere la memoria, e chi sto cercando…!-
 
-Il tuo Bae!- aggiunse sorridendogli.
 
Gold le mostrò uno scialle che Milah aveva cucito a suo figlio molto tempo prima che li abbandonasse. Era l’unica cosa che aveva di lui.
 
-E’ per questo che ieri sera tardi eri ancora vestito!-
 
 Gold annuì sorridendole.
 
-Perché ieri non me l’hai detto?- chiese confusa.
 
-Volevo che fosse una sorpresa!- rispose avvicinandosi.
 
E prima che Belle potesse dire altro prese possesso delle sue labbra coinvolgendola in un bacio passionale. Era così contento che non trovava altro modo di festeggiare se non stare tra le braccia della sua amata.
 
-Quindi non potrò venire con te?- chiese  appena si distaccarono.
 
Gold affranto e con il viso spento dovette annuire.
 
-Mi dispiace Belle, ma la pozione può essere usata su un solo oggetto. E poi credo che nelle tue circostanze dovresti stare a riposo. E sai che questo è un viaggio che devo fare da solo!- cercò di spiegarsi.
 
-Hai ragione, ma vedrai che ci riuscirai, ne sono certa!-
 
Prese benevolmente le sue ragioni, purtroppo era così e lei non poteva farci nulla. Abbracciò il suo Rumple per infondergli sicurezza ed amore facendosi avvolgere dal suo delizioso profumo di muschio.
 
…….
 
Aveva passato ore a riflettere su come riportare la sua amata alla realtà. Dopo anche un interessante e proficuo incontro con Cora  non aveva trovato una soluzione. L’unica speranza che rimaneva era il loro oggetto più caro, il simbolo del loro rapporto.
 
Era seduta su quel lettino misero e semplice ricoperta da uno squallido lenzuolo bianco cadavere. Vedeva nei suoi occhi il vuoto che il ricordo lascia quando scompare nell’oblio.
Lui sapeva solo quanto fossero dolorosi e pesanti i fardelli dei ricordi, non poteva neanche immaginarsi come era quello dell’oblio.
Appoggiandosi al suo fido bastone entrò ingoiando come un ragazzino alla sua prima interrogazione alla lavagna, speranzoso che l’esito fosse positivo.
 
Ed eccola lì che lo guarda con un volto tra lo spaventato e il disgustato. Non sa cosa voleva da lei e del perché gli stava sempre intorno.
 
-Ciao!-
 
 
Fu l’unica frase che riuscì a dire per rompere quell’odioso silenzio fatto di terrore e insicurezze.
 
Lei abbassò il capo in segno di risposta.
 
-Ti chiedo di fare uno sforzo e concentrarti su questo oggetto!-
 
Quella frase gli uscì di getto mostrandole la tazzina. Si rimproverò immediatamente dopo averla pronunciata, non voleva che sembrasse un ordine, ma a giudicare dal volto della ragazza lo era apparso.
 
-Ma è una tazza!- rispose con freddezza osservando l’oggetto di ceramica.
 
-Sì infatti! L’hai rotta nel mio castello, temevi di avermi fatto arrabbiare!-
 
Con un dolce sorriso Gold rivangò uno dei suoi più cari ricordi. La ragazza negò cercando di comprendere il senso di quello che diceva.
 
-E’ rotta!- rispose amaramente riportandolo alla realtà del momento.
 
-Concentrati e vedrai che riuscirai a riavere la memoria! E’ magica!-
 
Se avesse saputo l’atrocità del gesto che ne seguì a tale frase forse Gold avrebbe misurato con più attenzione le parole da scegliere, ed invece…
 
-Ok ora basta vattene!-
 
In uno scatto d’ira la fanciulla terrorizzata e infastidita gettò con furia e rabbia quel piccolo oggetto di ceramica contro il muro rendendolo un misero mucchio di pezzi privi di senso. Quei pezzi rispecchiarono ciò che accadde al cuore di Gold non appena la vide rompersi davanti ai suoi occhi. Il suo volto fu invaso dal dolore e dal rimpianto di aver sempre fatto la scelta sbagliata con Belle, sia prima sia dopo, ed ora stava pagando l’ennesimo sbaglio.
 
-VATTENE VIA!- gli urlò la ragazza spaventata e stanca.


 
L’unica cosa che uscì dalla bocca dell’uomo fu un ripetuto « Sorry! » .
 
….…
 
Era stata dura. Quella giornata era stata molto faticosa, dalla preparazione per l’apertura della biblioteca, Gold che aveva perso lo scialle rubato da Hook, Archie rinchiuso da Cora nella stiva della Jolly Roger, ed infine il mancato omicidio/vendetta di Gold sul suo arcinemico di sempre.
Quella fu una vera prova d’amore di Rumple nei suoi riguardi. Era riuscita a farlo ragionare e a non commettere un grosso errore, e lui l’aveva ascoltata.
 
-C’è ancora del buono in te! Io l’ho  visto già dal primo instante! Mostrami che ho ragione!-
 
Quella frase rimbombava ancora nella sua testa come un tamburo che batteva contro i suoi neuroni.
 
Era felice, anche se sapeva che quella sera Gold sarebbe partito, era comunque felice. Quel viaggio stava arrivando alla sua conclusione, mancava solo trovare Bae e poi tutto sarebbe andato per il meglio.
 
 
 
 
Erano al confine della città, la nebbia stava calando coprendo sotto il suo manto ogni cosa le capitasse d’avanti. Freddo e gelo stavano prendendo posto in una notte buia e nera. E loro erano ancora in auto a chiacchierare e prendere quella forza di affrontare quella nuova sfida.


 
-Dopo tutto quello che hai saputo su di me…dopo tutto quello che ho fatto…perché non mi hai abbandonato?1-
 
Nuovamente gli pose quella domanda che molto tempo prima, la notte che lei aveva ripreso i ricordi, le disse mostrando quel suo lato insicuro.
 
-Ho scoperto molto tempo fa che quando si ha  qualcosa per cui vale la pena combattere non bisogna mollare mai!-
 
E esattamente come allora usò le medesime parole per infondergli quel coraggio e quella dolcezza che solo quella frase poteva. Gold sorrise ricordando la prima volta che glielo disse, ancora aveva i brividi sulla pelle, Belle sapeva sempre come prenderlo e come rassicurarlo.
 
Uscirono dalla Cadillac avviandosi al confine della cittadina. Belle camminava appoggiata a lui ansiosa di cosa avrebbe poi dovuto affrontare da sola senza il suo uomo. Molte domande iniziavano a popolare la sua mente, paure di affrontare quella gravidanza da sola, di scoprire che lui non ce l’aveva fatta, che non aveva trovato il figlio o peggio che era morto. Ma cercò di nascondere tutto e dargli quella serenità adeguata per affrontare quel viaggio, non poteva trasferire in lui quei dilemmi e quelle incertezze l’avrebbe di sicuro abbattuto e questo era l’unica cosa che non voleva.
 
Sorridendogli gli mise lo scialle al collo dopo che lui l’aveva bagnato con la pozione, e scaricando lo stress lo lasciò oltrepassare quella linea speranzosa di un esito positivo.
Paura, sconforto, terrore, ansia, nostalgia, incertezza, panico invasero Belle in quel brevissimo istante.
 
-Belle!-
 
Sentir pronunciare il suo nome da quella bellissima voce fu di una gioia immensa. Gold non aveva perso la memoria.
 
-Oh Belle vorrei tanto che tu venissi con me!-
 
Sconforto e nostalgia si fecero strada in lui, ed era proprio quello che lei non voleva.
 
-Lo so, ma non importa perché tu troverai Bae e quando tornerai mi troverai, anzi ci troverai, ad aspettarti a braccia aperte!-
 
Non ce la faceva, doveva baciarla, doveva sentire il suo dolce sapore per l’ultima volta prima di partire, voleva riabbracciare la sua Belle.
 
Un rumore di sparo rovinò tutto. Fu tutto così veloce che non ebbe il tempo materiale di comprendere e di rimediare. Belle era tra le sue braccia con una ferita grave alla spalla e uno sguardo tra lo spaventato ed il terrorizzato. Solo pochi istanti dopo razionalizzò che erano sul lato opposto del confine.
 
-BELLE…BELLE…BELLE!-
 
Urlava disperatamente il suo nome nella speranza che lei gli rispondesse rassicurandogli che stava bene e che non aveva perso la memoria ed invece…
 
-Chi è Belle?-
 
Quella domanda lo colpì dritto al cuore ferendolo nel profondo.
 
-Non si può rimediare a quello che hai fatto!-
 
Tristezza e paura guidavano le parole di Rumple con ancora Belle stesa davanti a lui terrorizzata.
 
-Adesso saprai come ci si sente senza la persona che ami! Ora coccodrillo non si ricorderà più di te!-
 
La vendetta di Hook era quasi riuscita, ora mancava solo affrontare il suo coccodrillo.
 
-Su fatti avanti coccodrillo!-
 
Ira, rabbia, dolore, furia, collera ed odio invasero il cuore di  Gold. Una palla di fuoco si materializzò nella sua mano con lo stupore di Belle che ancora non aveva perso i sensi. Non riuscì neanche a lanciarla contro il suo nemico che una macchina a tutta velocità interruppe il loro scontro. Ebbe solo il tempo di afferrare la sua donna allontanandosi dal centro della strada per salvarsi da un incidente sicuro. Hook, invece, venne preso in pieno dal guidatore che lo scaraventò dall’altra parte della strada.
 
Non era importante la sua vendetta, ne il freddo e neanche quella macchina fumante con un tizio svenuto dentro, era importante solo la sua Belle ed il piccolo che cresceva dentro di lei.
 
……
 
Era affranto, addolorato e privo di speranza. Dopo quello che era successo non sapeva cosa fare. Si sedette in sala d’aspetto, proprio come qualche ora prima, a cercare di trovare una sanità mentale ed autocontrollo. Si strinse a sé il suo bastone cercando di focalizzare una soluzione, ormai tutte erano andate in fumo compreso il bacio del vero amore, l’unico che poteva rompere qualsiasi sortilegio. Eppure aveva fallito. Perché? Qual era il motivo?
La sua chiusa mente non riuscì a dargli la più ovvia delle risposte. Non aveva funzionato per il semplice motivo che lei non si ricordava chi fosse e quindi non poteva recuperare la memoria senza aver conosciuto l’uomo che amava. Il bacio del vero amore funziona solo qualora i due hanno dei trascorsi insieme invece, per quanto ne avevano avuti, Belle non ricordava nulla e quindi non poteva funzionare. Un altro Rumple, più distaccato dall’emozioni e dalle circostanze ci sarebbe arrivato subito, invece questo Gold affranto, addolorato e coinvolto non riusciva ad arrivarci.
 
……
 
L’arrivo all’ospedale fu atroce e stressante. La sua mente riusciva solo a pensare a Belle ed al loro bambino. Non poteva perderli, non poteva perderla di nuovo. La vide scomparire su una barella circondata da medici ed infermiere, agitazione ed ansia offuscavano il suo pensare.
 
-Voglio parlare con BELLE! DOV’È BELLE! QUALCUNO MI DICA DOVE SI TROVA!- urlava vagando con gli occhi alla ricerca di una risposta.
 
-Gold non si preoccupi è in buone mani!-
 
Il dottor Whale raggiunse l’uomo infuriato  cercando di rassicurarlo.
 
-Io non mi calmerò finché non so se stanno bene!-
 
Il dottore fece una faccia stranita. Perché Gold aveva parlato al plurale?
 
-Belle è incinta?- chiese scioccato.
 
-Già!- acidamente rispose lui.
 
Il dottore spalancò gli occhi precipitandosi dalla ragazza.
 
Perché quello sguardo? Cosa aveva capito? Cosa stava succedendo?
 
Lo sentiva chiamare infermiere, chiedere delle radiografie e dei medicinali dai nomi strani. Quell’agitazione e quella frenesia fecero crollare Gold. Si sedette in sala d’aspetto dopo vari tentativi di intromissione falliti  stringendo tra le mani il suo fido bastone. In quell’ora gli passò davanti tutta la sua vita con Belle, tutto quello che avevano passato, quello che avevano vissuto, le loro gioie e i loro dolori. Ed ora una nuova tragedia si era abbattuta su di loro. Lo sapeva, l’aveva sempre saputo, non poteva essere che dopo quella bellissima notizia non si presentasse nulla di male. Come sempre a lui dovevano capitare disgrazie e dolori, ma non a Belle, non alla donna più dolce e sensibile dell’intero creato, non alla sua candida e pura Belle.
 
Un camice bianco si posizionò davanti ai suoi occhi attirando la sua attenzione.
 
-Stanno bene! Il corpo ne ha risentito un po’ della ferita alla spalla, ma si può dire che sono fuori pericolo!- con gioia il dottore poté rassicurare Gold.
 
L’uomo si sedette nuovamente alla sedia dietro di sé scioccato come un bambino e il suo primo giocattolo. Aveva stampato sul volto agitazione e gioia. Il suo cuore non sapeva cosa provare se amarezza o felicità, era diviso tra due atroci fuochi. L’unica cosa che lo faceva stare bene era il fatto che stavano bene, ora doveva trovare una soluzione per fare in modo che Belle recuperasse la memoria in fretta, e di certo sapere di essere incinta di un uomo che nemmeno ricordava non era un buon inizio.
 
……
 
Si sporse di poco verso la stanza della ragazza, la vide che si era addormentata e sorrise. Quanto era bella quando dormiva. E pensare che solo 24 ore prima era distesa nel suo letto tranquilla e beata, e lui fermo ai margini del materasso ad osservare la sua dea personale, ora invece era tutto cambiato nel giro di una giornata. Entrò silenziosamente speranzoso di poter recuperare i cocci della tazza rotta dalla ragazza. Ad ogni frammento un piccolo ricordo veniva alla luce pompando il cuore di Rumple distrutto e addolorato. Dopo aver raccolto ogni singolo pezzo li intascò con cura nella sua giacca.
Si avvicinò al letto della sua ragazza osservandola meglio.
Sorrise contento che stavano bene.
 
Si chinò lentamente poggiando un piccolo bacio sulla fronte di Belle. Chiuse gli occhi assaporandosi quell’intenso momento proprio come aveva fatto ore prima baciandola sulla bocca speranzoso di riuscire risolvere il problema.
 
-Ti amo Belle! E ti prometto che farò di tutto per farti riavere la memoria! Ci riuscirò nuovamente! Farò di tutto per farti innamorare di nuovo di me! Molto presto ti ricorderai di me e soprattutto ti ricorderai di Lei!-
 
Si fece forza anche se in cuor suo sapeva che la strada era ardua e difficile da percorrere. Molti dubbi e incertezze invasero la sua mente negandogli ogni speranza.
 
-Non ti preoccupare piccola mia vedrai che papà riuscirà a far ritornare la memoria alla mamma…è una promessa!-
 
Chiuse la porta della stanza recandosi all’uscita dell’ospedale. La sua vita si era rotta, il suo cuore ormai si era frantumato in mille pezzi proprio come la loro tazza. Ormai nessuno poteva risanarla, nessuno tranne Belle, e doveva provare di tutto per farla ritornare nuovamente da lui se voleva che quella tazza ed il suo cuore riprendessero a vivere.
 

 
 
 
 
 
1. Il momento a cui mi riferisco è quello che compare nel cap 14 di  Ricordati di Me ;)
 
 
Angolo dell’autrice :D
 
Ed eccomi nuovamente qui, sono felicissima di essere riuscita a postare anche questa settimana, spero che riesca anche nella prossima.
Ad ogni modo torniamo al capitolo, beh che dire io lo adoro…forse perché amo la suspense e l’agitazione…non so, ma fatto sta che lo adoro ;)
 
Come già vi dissi la struttura di questo capitolo è completamente diversa da quelli precedenti, ho voluto concentrarmi su questa tragedia fino alla fine e quindi ho strutturato una parentesi del passato che era vicinissima di poche ore a quella del presente. Il mio scopo era quello di farvi vivere in una costante agitazione, sempre sul filo del rasoio e sul baratro dell’incertezza…almeno così è accaduto a me e a libellula.s e libellula.a ;)
 
Non credo che ci sia molto da dire se non che nel finale abbiamo avuto una gran bella botta…Gold sa che il figlio che Belle ha nel grembo è una bambina. All’inizio del capitolo ho voluto mettere una descrizione di una probabile figlia che Gold voleva da Belle, beh non è stata casuale, ma mi sono voluta mantenere sul vago facendovi credere che quel pensiero era dettato solo dalla voglia di Gold di avere una bambina da Belle, ed invece quella descrizione non era fatta a caso, Gold sa che è una bambina e quindi i suoi desideri non erano rivolti al sesso del nascituro bensì all’aspetto e al carattere della bambina. Volevo che il colpo fosse lasciato esclusivamente nel finale. Ora ovviamente questa situazione fa sorgere un grosso interrogativo…Quando Gold ha scoperto che è una bambina?
Gran bella domanda, ed è per questo che tra il capitolo precedente che si rifà alla 2x08 siamo passati direttamente alla 2x11, ho volutamente deciso di far trascorrere del tempo da un cap ed un altro. Quindi di conseguenza vedrete più avanti come Gold  e Belle hanno scoperto il sesso del nascituro ;)
 
Ma altra cosa importante se non La più importante è che qui viene svelato il titolo dell’intera long. Ovviamente Ricordati di Lei non si riferisce al fatto che Belle deve ricordare sé stessa (o per lo meno questo concetto è una minima parte del significato del titolo), ma Belle deve ricordare qualcuno di più importante che addirittura supera Gold, ovvero sua figlia. Questo capitolo è fondamentale non solo perché ha svelato il significato del titolo della long, ma ha anche riportato il concetto principale della long precedente, ovvero far ritornare la memoria a Belle e questa volta non dovrà solo ricordare Rumple, ma anche sua figlia ;)
 
Ora passiamo alle anticipazioni del capitolo che spero di postare la prossima settimana (scusatemi, ma è un periodo superaffollato di impegni) ;) Allora il cap 6 si concentrerà sulla tragica situazione di Gold in fin di vita. Ebbene sì ho sorvolato il periodo a New York o per meglio dire non lo ho reso centrale. Ciò di cui  mi sono interessata è il triste momento che ha colpito Gold e tutti noi fans. Ma soprattutto vedrete cosa accadrà a Belle priva di memoria che sa dopo la telefonata avuta con Gold che l’uomo sta per morire. Vedrete come quel forte legame di Belle e Rumple che possiedono si intensificherà raggiungendo livelli altissimi. Invece nel passato ritorneremo a quel periodo di separazione che Belle e Rumple hanno vissuto dopo la tragica litigata di Skin Deep. Esploreremo di più i loro pensieri e soprattutto vedrete come anche qui questo legame tra i due sarà forte, anzi fortissimo ;)
 
Bene ora voglio ringraziare tutti coloro che hanno messo la mia storia tra preferiti-seguiti- ricordate; ai lettori silenziosi, chi ha messo Mi Piace sotto il post di I will see you again Rumbelle, e un grazie speciale va sempre a libellula.s e libellula.a che seguono sempre con tanto affetto! Grazie raga <3
 
À bientôt!! :)
DR  

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Capitolo 6
*** Capitolo 6: Addii ***


Avviso: In questo capitolo ad un certo punto troverete ********* vuol dire che non abbiamo cambiato parentesi, bensì solo il personaggio ;)
 
 
Capitolo 6: Addii
 
Quella coperta le stava dando la nausea, quel posto le stava dando la nausea, quelle persone le stavano dando la nausea, qualcosa in lei le stava dando la nausea. A detta dell’infermiera lei era incinta, ma non ci credeva. Come era possibile essere incinti di qualcuno senza sapere di chi. Secondo lei era solo un enorme errore. Rifiutava l’idea di essere incinta, non accettava minimamente la cosa. E poi di chi? Nessuno l’era venuta a trovare, a parte quella ragazza gentile che l’aveva portato un libro da leggere; quella donna misteriosa e  poi quell’uomo con il bastone. Oh mio Dio! Era lui! Lui era il padre del bambino?
No, non ci poteva credere. Come era possibile? Lei stava con quello lì? Il solo pensiero la rabbrividiva.



Il suo cellulare suonò facendola saltare completamente dal letto. Prese e lesse un numero. Premette la cornetta verde e portando l’apparecchio all’orecchio rispose.
 
-Pronto!-
 
-Sono il Signor Gold!-
 
……
 
Filava, era l’unica cosa che riusciva a fare dopo che Belle se ne era andata dal suo castello. Ormai tutto era in disordine, il suo cuore era in disordine, la sua vita era un totale disastro. Stava male senza Belle, ma la doveva allontanare, lo doveva fare per lei, ma soprattutto per sé stesso, non voleva rimanere nuovamente scottato come l’ultima volta, come con Cora.
 
Era sempre stato fiducioso. Nei suoi rapporti ci aveva messo l’anima e il corpo e come sempre era rimasto bruciato. Prima con Milah la donna che credeva essere quella della sua vita, quella che gli aveva dato un figlio, e che l’aveva abbandonato per un pirata squallido e più giovane di lui. Cora che aveva preferito il potere al suo amore, aveva rinunciato ad una vita con lui; gli avrebbe donato il mondo se solo lei l’avesse chiesto e invece della solitudine, emarginazione e amore, aveva preferito lo squallore, il potere e la ricchezza. Aveva preso la sua scelta distruggendo tutto quello che avevano costruito.
E adesso non doveva commettere lo stesso errore, ci era cascato ben due volte, ma ora non sarebbe caduto nelle grinfie di un suo dolce sguardo e di un suo tenero sorriso, ora doveva pensare a lui e alla sua ricerca. Il suo cuore era stato ferito troppe volte, se mai le avesse dato la possibilità lei poi l’avrebbe ferito distruggendo quel poco che gli rimaneva, e non poteva permetterselo. Un giorno anche lei se ne sarebbe fatta una ragione e avrebbe capito che lui non era il suo amore, e avrebbe poi trovato un altro uomo che l’avrebbe resa felice. Ora era libera e poteva fare quello che voleva e sicuramente lui doveva essere l’ultimo dei suoi pensieri.
 
……
 
-Come le ho già detto non mi ricordo di lei signor Gold!- rispose teneramente.
 
Sentiva la voce dell’uomo stanca e affaticata. Non sapeva il reale motivo per cui aveva quel tono.
 
-Tesoro lo so…ma amore mio sto per morire!-
 
Quella frase la fece sussultare. Una leggera fitta al ventre la fece piegare su sé stessa.
 
-Mi…mi dispiace!-
 
Non sapeva neanche lei cosa dire. Cosa si dice ad un uomo sul punto di morte?
 
-Visto che non sai chi sei, voglio dirti io chi veramente tu sei…-
 
Prese in ballo l’occasione e decise di confessargli i suoi sentimenti. Ormai era in fin di vita e non avrebbe mai più potuto parlare con la sua amata.
 
-Sei una eroina che ha salvato il suo popolo, sei una donna bellissima che ha amato un uomo orribile…veramente…veramente mi hai amato! Tu trovi del buono negli altri e quando non c’è lo crei tu. Mi fai venir voglia di tornare indietro…alla versione migliore di me e questo non mi era mai successo! Per questo quando ti guardi allo specchio e non ricordi che sei…ecco…ecco chi sei! Grazie Belle!-
 
Con un fil di voce pronunciò il suo nome, non voleva turbarla, non voleva costringerla a scendere a patti con il suo passato, voleva solo donarle quel che poteva donarle in quel momento…i suoi ricordi.
Chiuse immediatamente la telefonata, non riusciva a sostenere una conversazione con Belle, e non perché aveva una ferita o che lì c’erano Emma e Neal, ma perché non voleva che lei gli potesse dire qualcosa che poi, un giorno, se ne sarebbe pentita. Voleva solo sentire la sua voce prima di perderla per sempre, prima di perdere tutto quello che aveva sempre desiderato…una famiglia.
 
Suo figlio rimase ad ascoltare, anche non volendo sentì ogni singola parola che emise suo padre e lo stesso fu per Emma. Non potevano farci nulla erano rinchiusi nel retro del negozio proteggendosi da Cora che a breve avrebbe fatto una visita e purtroppo non sarebbe stata una di cortesia.


 
Era rimasto scioccato dalle accurate ed emozionanti parole che pronunciò suo padre alla sua fidanzata. Non credeva che potesse essere capace di così tanto amore. Chi era quella donna che gli aveva procurato tale sentimento? E perché non era lì con lui? Chi era mai questa Belle?
L’avrebbe tanto voluta conoscere se mai avrebbe avuto il piacere. Per un brevissimo istante fu anche geloso di lei, suo padre era riuscito a confessare i suoi sentimenti e ad essere sincero con lei cosa che con lui non era mai stato.
 
-Non sapevo che fossi capace di amare!-
 
 
Quella frase uscì spontanea dalla sua bocca, forse la gelosia, forse la mancanza dell’affetto paterno aveva contribuito a tale gesto.
 
-Beh…io sono pieno d’amore! Ho passato tutta la mia vita solo per cercarti e dirti che ti voglio bene! E che mi dispiace per quello che ho fatto…ho preso la scelta sbagliata! Potrai mai perdonarmi?-
 
Ora toccava chiudere con suo figlio. Voleva morire in pace, sapendo che le persone che aveva al cuore sarebbero state bene.
 
……
 
Era appoggiata alla finestra di quella stanza che aveva preso per cambiarsi d’abito. Aveva deciso di diventare quell’eroina che da sempre voleva essere. Grazie a Sognolo era riuscita a sbloccarsi e a trovare la forza di vivere. Ormai aveva perso l’amore della sua vita e doveva andare avanti. Era giovane e aveva tutta la vita davanti a sé, non poteva abbattersi.
In quella sera in cui una candida luna regnava in un  cielo privo di stelle Belle  
pensava a cosa stesse facendo Rumple tutto solo nel suo castello, a cosa la sua mente si stava aggrappando e se mai stesse filando per dimenticarla. Sperava che in fondo gli fosse rimasta nel cuore, l’unico posto dove voleva essere, rinchiusa e custodita nel suo cuore, come lei avrebbe fatto con lui.
Appoggiò la testa alla finestra lasciandosi allo sconforto. Aveva perso molto, aveva semplicemente perso Lui. Aveva perso l’Amore della sua vita ed ora era difficile risanare quella ferita.
Lasciò che le lacrime bagnassero quel nuovo abito indossato per affrontare quel pericolo che incombeva su quei poveri villaggi.
 
-Rumple perché mi hai abbandonato? Perché hai deciso di dimenticare il nostro amore? Perché non vuoi amarmi? Ora sono rimasta da sola!-
 
Quelle domande furono causa di un dolore che da giorni stava reprimendo in sé.
 
Quella sera prese una decisione quel dolore lo doveva trasformare in forza, una forza che le sarebbe stata d’aiuto per distruggere lo Yao Guai.
 
……
 
La linea si era interrotta, ormai dall’altra parte della cornetta non sentiva più nulla, solo il silenzio più totale. Un groppo alla gola la fece sussultare. Lacrime scendevano a mo di cascata sul suo viso bagnandolo di salati e tristi dolori. Aveva lo sguardo fisso sulla parete bianca dell’ospedale con le lacrime che sgorgavano dalle sue iridi. Tolse il cellulare dall’orecchio chiudendolo senza guardarlo. Era pietrificata con gli occhi spalancati e le lacrime che le bagnavano il viso,scendevano incessantemente bagnandole il collo e la camicia da notte.
Lasciò cadere il cellulare sul materasso e si alzò meccanicamente fissando la finestra di fronte, la raggiunse e si fermò contro di essa.
 
-Non so chi sei, non so cosa potevi essere per me, non so neanche se sei il padre di questo bambino che dicono che porto in grembo, non so neppure  chi sia io, ma una cosa la so… ora  sono rimasta sola!-
 
Quella sera decise che di quel dolore, che non sapeva cosa l’avesse scaturito, (forse la telefonata di quell’uomo l’aveva alimentato), doveva farlo diventare una sua forza ed una volta uscita da quell’odioso ospedale si sarebbe ripresa la sua vita, vecchia o nuova che sia.
 
……
 
Fuori al suo terrazzo Rumple osservava la bianca luna che regnava in quel cielo privo di stelle. Focalizzò il volto di Belle in quello splendore. Era bellissima anche nei suoi ricordi, era la donna più affascinante e dolce che avesse mai incontrato dall’animo ed il cuore puro. Si appoggiò alla balaustra perdendo la vista in quella fitta foresta che circondava il suo castello.
 
-Non ti ho mai abbandonata Belle, io ti starò sempre accanto perché tu sei l’amore della mia vita! Mi dispiace per tutto, per tutto quel dolore che ti ho procurato. Se non fossi così egoista e geloso lascerei Gaston libero…libero di raggiungerti e donarti ciò che io non posso darti, una vita degna di una principessa che sei! Tu con me saresti stata costretta all’isolamento, al buio, all’oscurità, all’emarginazione, e questo non è quello che le donne vogliono…e purtroppo lo so a mie spese! Mi dispiace di averti sradicato dal tuo mondo, dalla tua famiglia, dai tuoi affetti, costringendoti a vivere con un mostro…con una bestia. Ma credimi spero che questo mio gesto, seppur doloroso, ti dia la possibilità di vivere una vita migliore di quella che ti avrei offerto io! Ti amo Belle e questo non lo saprai mai!- 
 
Si confessò a quella luna che ormai era diventata la fidata consigliera di tutte quelle anime disperate che cercavano conforto in un amico. Alcune gocce bagnarono la balaustra su cui aveva poggiato le mani. Si stranì, non stava piovendo come era possibile che fosse bagnato? Portò istintivamente la mano al volto e percepì sotto i suoi polpastrelli ciò che non avrebbe mai pensato di avere…le lacrime.
 
……
 
Era rimasto da solo, Neal e Emma erano stati sbattuti chissà dove da Cora. La donna era riuscita ad entrare e per lui era la fine. Stringeva in quelle mani rinchiuse da duri e scuri guanti il suo pugnale, il suo compagno di una intera esistenza. La vide avvicinarsi e solo una cosa gli balenava in testa, se mai lui era stato importante per lei.
 
-Una visione mi ha mostrato tutto questo, ma non mi ha detto quello che volevo sapere!-
 
-Che cosa sarebbe?-
 
Quella fredda voce priva d’amore bloccò il suo parlare.
 
-Mi hai mai amato?-
 
Quell’incertezza e quella paura uscirono da sole senza che lui le controllasse.
 
Quella donna dai capelli scuri e le labbra rosse come il sangue si sedette al suo fianco accarezzandogli il volto con la mano. Era innaturale, privo di calore, era diverso dalle carezze di Belle, era diversa in tutto e per tutto dalla sua Belle.
 
-Perché credi che mi sia dovuta togliere il cuore. Tu eri la mia debolezza, sei stato l’unico uomo che abbia mai amato!-
 
Anche se non aveva un cuore fu molto convincente la sua dichiarazione. Si rilassò anche se quelli erano gli ultimi istanti della sua vita. Era consapevole che Mary Margaret non avrebbe sprecato la vita di uno per un altro,  e nonostante ciò era rilassato. La paura di abbandonare tutti era ben salda in lui, il terrore di non poter costruire un rapporto con il figlio ritrovato, aiutare Belle, crescere e amare quella bambina custodita nel grembo dell’unica donna che abbia mai amato era l’unica cosa a cui si poteva aggrappare in quel momento.
La vide alzarsi caricando il braccio per il colpo finale, si vide passare davanti agli occhi tutta la sua intera esistenza e in quell’istante prima che il pugnale trafiggesse il suo corpo, nella mente balenava solo una frase…
 
-Addio!-
 
……
 
Si girava e rigirava nel letto, era freddo, grande e irritante al tatto; quella notte il suo letto era particolarmente fastidioso, ma forse era la sua mente quella che era fastidiosa. Un leggero fruscio lo fece rannicchiare di più sotto le coperte. A causa del vento la finestra si era aperta, e lui era troppo pigro per alzarsi a chiuderla, preferì nascondersi sotto le lenzuola. La tenda si muoveva armonicamente davanti alla finestra ravvivando quella camera scura e tetra. Anche il fruscio della tenda gli dava fastidio costringendolo a nascondere la testa sotto il cuscino per non essere disturbato.
 
-Sei troppo pigro per alzarti a chiuderla non è vero?-
 
Quella frase lo fece sobbalzare dal materasso. Era una voce che conosceva fin troppo bene, una voce angelica e melodiosa. Si voltò lentamente verso la porta della camera e la vide aperta, spostò lo sguardo verso la finestra ed è lì che la vide bella e splendente come non mai. Indossava il suo candido e azzurro abito, ma stranamente portava i capelli sciolti e fluenti che cadevano sulle spalle senza che fossero fermati da qualche forcina, liberi e corposi poggiati sul suo corpo. Il corpetto dell’abito era aperto e lasciava intravedere la sua invitante biancheria. Era scalza e i pochi raggi di luce che penetravano nella camera sfioravano dolcemente quei meravigliosi piedi colorandoli di un candido bianco latte. Il suo volto era in penombra, ma grazie agli spiragli di luce riuscì a notare le labbra carnose e i suoi gelidi zaffiri che risaltavano sul suo splendido viso. Era semplicemente perfetta.
Gli sorrise dolcemente per poi voltarsi e chiudere la finestra lasciando però la tenda aperta illuminando così l’interno.
 
-Preferisci prenderti un malanno invece che alzarti e chiuderla! Per fortuna che ci sono io a tenerti d’occhio!- commentò ironicamente per poi voltarsi verso di lui.
 
Era ancora scioccato dalla situazione da rimanere a bocca aperta con la schiena contro la testata del letto a fissarla meravigliato.
 
Sorrise portandosi una ciocca dietro alle orecchie e con un passo lento si avvicinò al letto.
 
-Posso?- chiese gentilmente  indicando il bordo del letto. Lui annuì solamente fissandola intensamente.
 
-Che cos’hai? Perché mi fissi in quel modo?- chiese divertita dal suo buffo atteggiamento.
 
-Che ci fai qui? Come sei arrivata? Come hai fatto ad entrare? E perché sei tornata da me?-
 
Quelle domande suonavano come una supplica a rispondergli immediatamente per placare la sua sete di curiosità.
 
Sorrise imbarazzata abbassando il capo verso le mani che aveva intrecciato sulla gonna.
 
-Sono tornata per stare con te! Voglio rimanere per sempre con te!- confessò  alzando nuovamente lo sguardo su  di lui.
 
Rimase scioccato da quella dichiarazione. La vide avvicinarsi salendo a gattoni sul materasso, si inginocchiò proprio davanti a lui fissandolo dolcemente.
 
-Non hai idea di quante notti abbia passato ad immaginarmi stesa in questo letto insieme a te!- confessò timidamente lei accarezzandogli con la punta delle dita la sua guancia.
 
Era immobile fermo con il cuore che pulsava a ritmi indescrivibili e l’adrenalina che scorreva violentemente nel suo corpo. Chiuse gli occhi istintivamente facendosi trasportare dalla situazione e dalla beatitudine.
Sorrise contenta che gli facesse piacere che lei fosse ritornata, aveva affrontato mille pericoli per poterlo raggiungere e ne sarebbe stata dispiaciuta se tutto questo fosse stato invano.
 
-Dimmelo!- imperativamente ordinò lei facendolo aprire gli occhi.
 
-Cosa?- chiese non capendo cosa volesse intendere.
 
-Quello che non riesci a dirmi…dimmelo!- spiegò avvicinandosi sempre di più.
 
-Perdonami per tutto quello che ti ho fatto passare. Scusami se ti ho fatta soffrire, non era mia intenzione. Tu sei tutto quello che io possa desiderare, sei la bellezza e la perfezione fatta persona, sei un angelo che ha travolto la mia esistenza, sei un angelo che non mi merito!- confessò perdendosi in quell’azzurro dei suoi occhi.
 
Lei sorrise inclinando la testa su un lato ammirandolo.
 
-Grazie!-
 
Si avvicinò lentamente poggiando la fronte contro la sua. Il respiro di lei sfiorava il suo volto riscaldandolo di  un calore umano.
 
-Ti prego non posso, non voglio rovinarti la vita. Ti scongiuro lasciami!-
 
Quasi come una supplica suonò quel chiaro sentimento d’amore sofferto.
 
-Fidati di me, lasciati andare!-
 
Le labbra di lei erano sulle sue avvolgendolo in un bacio passionale ed ardente. Cercò di resistere, ma la sua bocca era troppo invitante, troppo desiderata da interrompere bruscamente quel momento. Dischiuse le labbra invitandola ad entrare nella sua bocca ospitando la sua liscia e morbida lingua che da subito prese ad accarezzargli il palato. La bocca di lei era un territorio inesplorato, puro ed invitante. Le sue labbra avevano un dolce gusto di miele che colorava e ravvivava quell’intenso momento.
 
La sentì liberarlo dalle lenzuola, sedendosi su di lui mentre continuavano ad approfondire quell’intenso bacio. Le mani di lei stringevano fortemente il suo corpo intensificando quell’incontro. Prese a sbottonargli la camicia del pigiama denudandogli il petto. Lo accarezzava delicatamente facendolo sussultare ad ogni suo tocco. Sorrideva mentre lo baciava rendendosi conto che lì ,lui, era sensibile. Si sedette completamente su di lui portandosi il suo corpo su il suo spostandolo dalla testata del letto.
 
Pian piano si stava abbandonando a lei, alle sue carezze, al suo profondo bacio. Prese a liberarla dal suo corpetto denudandogli il petto. Lo percepì contro il suo torace rabbrividendo, quella delicata e morbida pelle lo sfiorava dolcemente sul petto ed era una sensazione spettacolare.
Non volevano minimamente riprendere fiato, continuavano ad approfondire quel bacio nella paura che una volta aperti gli occhi tutta quella magia sarebbe svanita in un sogno. Portò le mani sotto la gonna prendendo a sfiorarle delicatamente la sua sensibile e fresca pelle. Belle ad ogni sua carezza sorrideva divertita contro le sue labbra. Era bello sapere che a lei non l’infastidiva e che lo trovava emozionante. Questo lo fece essere più determinato al punto di stringerla a sé scaraventandola contro il materasso salendole addosso. Continuarono ad approfondire quel bacio mordendosi e leccandosi le labbra dell’altro. Le bloccò le mani contro il materasso distaccandosi lentamente dalla sua bocca. Aprì gli occhi speranzoso di vederla sotto di lui, e così fu. Era raggiante, rossa in viso che respirava a fatica. Il suo petto si alzava e si abbassava armonicamente ad ogni suo respiro diventando per lui una meravigliosa melodia. Le tolse la gonna riprendendo posto tra le sue gambe, le bloccò nuovamente i polsi sul materasso e la fissò intensamente negli occhi. Era completamente alla sua mercé, poteva farle di tutto e di più, era il padrone della situazione. Portò un suo dito sul suo zigomo destro accarezzandolo delicatamente, Belle chiuse gli occhi gustandosi le sue attenzioni. Lentamente prese a scendere verso la bocca precorrendo con dolcezza  il suo perimetro. Belle gli leccò l’indice maliziosamente sorridendogli. Continuò il suo viaggio sfiorando la spalla scendendo verso il collo procurando nella ragazza leggeri sorrisi. Arrivò al punto cruciale di tutto il suo viaggio, il suo seno così sinuoso e rigoglioso, lo sfiorò appena costringendo la ragazza a mordersi il labbro inferiore mentre si abbandonava al suo delicato e preciso tocco.
Riempiva perfettamente la sua mano, era come se fosse fatto apposta per lui. Accarezzava i suoi seni con una delicatezza quasi ossessiva, pauroso di poterle dare fastidio o irritarla, cosa che invece fu completamente l’opposto. La vedeva abbandonarsi alle sue mani, incurvando la schiena in avanti per non perdere ogni singola carezza. Aveva gli occhi chiusi e il labbro inferiore tra i denti sospirando leggermente.  Era bellissima, uno schianto di creatura, una dea lì nel suo letto che gli dava il permesso di toccarla e di accarezzarla. Lui …lui, l’essere peggiore del mondo aveva avuto il privilegio di sfiorare quella perfezione e splendore.
Sentì la mano di lei sfiorargli un fianco facendolo rabbrividire, mai nessuna l’aveva toccato in quel modo con eleganza e gentilezza. La gamba di lei gli accarezzava le sue rinchiudendolo saldamente a lei. Fu lì che comprese che non c’era più tempo d’attendere, lei era pronta e lo stava invitando a rendere più significativo quel momento, a renderlo indimenticabile.
La guardò fissa negli occhi specchiandosi in quei meravigliosi cristalli puri.
 
-Lo vuoi davvero? Sei ancora in tempo per lasciarmi e andartene via per la tua strada…io non ti fermerò se è questo quello che vuoi!-  
Fu sincero ed onesto. Non voleva deluderla o costringerla in una relazione tormentata e ricca di ostacoli. Voleva per lei solo il meglio.
 
-L’unica cosa che voglio è che tu mi tenga ben stretta a te e che vivi con me questa bellissima serata!-
 
Lo convinse a continuare  liberandolo da tutti i suoi tormenti e incertezze.
 
Era calda, soffice e morbida. Non aveva mai sentito una sensazione così meravigliosa, era come se fosse la prima volta per lui come per lei. Era come se fosse fatta apposta per avvolgerlo, per proteggerlo. Era una casa sicura e accogliente dove lui poteva rintanarsi e viverci per sempre.
Intrecciarono le mani pronti per iniziare le danze. La musica dei loro respiri scandiva il tempo e rendeva reale ogni cosa.
Iniziò con movimenti piccoli e delicati dandole il tempo di abituarsi alla nuova presenza. La sentiva rilassata e tranquilla ad ogni suo affondo da invitarlo a continuare con movimenti più profondi e carichi costrigendola e costringendosi a sospiri di piacere e di godimento che risuonavano, insieme ai faticosi respiri, in quella camera rischiarata dalla luce lunare.
 
Era troppo bello per essere vero, eppure lui era lì disteso in quel letto sopra la sua donna regalandole e regalandosi preziosi momenti di piacere.
 
La ragazza manteneva saldamente la sua posizione stringendosi a lui in modo tale da non perdere nessuna sensazione. Il sudore, la voglia, il desiderio, la passione manovravano quei corpi ormai ben lontani da un sensato pensiero. Si muovevano in armonia e in una delicata perfezione rendendosi parte di un universo che ancora non avevano esplorato, e che dopo quella esperienza non avrebbero più voluto abbandonare.
 
Il vento aprì violentemente la finestra, chiusa in precedenza dalla ragazza, disturbando i due distesi e avvolti in quel letto. Fu proprio in quel momento che entrambi raggiunsero l’apice del loro piacere facendosi circondare dalla fredda brezza che inondò la camera.
 
-I love YOU!-
 
 
In un sincronismo perfetto entrambi conclusero la frase sulla bocca dell’altro cercando di mantenere il più possibile quella meravigliosa quanto indescrivibile sensazione.
 
Si abbracciarono stretti all’altro coccolandosi come due innamorati persi. Erano felici, troppo felici. Avevano una gioia indescrivibile ben stampata nei loro occhi.
 
-Non lasciarmi mai!-
 
Quella richiesta risuonò in quella camera insieme al rumore del vento.
 
-Ti prometto che non ti lascerò mai andare via…Belle ti amo!- confessò sfiorandole il naso con la punta del suo.
 
Belle sorrise contenta di sentirsi dire quella frase, era riuscita a farsi amare da lui, o per meglio dire era riuscita a fargli ammettere i suoi sentimenti per lei, ed era la cosa più bella che potesse mai ricevere.
 
Il vento pian piano si fece sempre più gelido.
 
-Senti freddo?- le chiese  accarezzandole la spalla.
 
La ragazza annuì chiudendo  gli occhi.
 
Il folletto le sorrise per poi andare a chiudere la finestra.
 
-Hai visto alla fine sono venuto a chiuderla!- commentò  serrando le ante.
 
Non la sentì pronunciare parola, forse si era addormentata. Si voltò e in quel letto candido ricoperto da una raffinata coperta rosso fuoco non c’era più. Girò lo sguardo per la camera cercando di vederla, ma di lei neanche l’ombra. Chiamava invano il suo nome, ma di lei neanche una risposta. A farlo sobbalzare in quell’intenso momento fu nuovamente la finestra spalancarsi sbattendo violentemente le ante contro la parete retrostante. Si voltò infastidito ed irritato, ma per suo stupore la finestra non si era mossa di un millimetro. Spalancò gli occhi non capendo, eppure percepiva un forte e freddo vento raggelargli il viso, come era possibile? Nuovamente quel rumore lo fece saltare. Cosa stava succedendo? E poi dove era finita Belle?
 
Si alzò di soprassalto dal suo letto con il sudore sulla fronte, il corpo gelato e l’affanno. Il suo sguardo fu catturato dalla finestra spalancata che muoveva violentemente le ante colpendo la parete vicina. Si voltò al suo fianco vedendo il lenzuolo perfettamente sistemato a differenza del suo lato disordinato, era segno che si era agitato parecchio durante il sonno. Guardò la porta della sua camera perfettamente chiusa e sigillata allo stipite. Aveva addosso il suo pigiama color porpora decorato alle maniche da un sottile filo dorato. Si alzò e chiuse la finestra  e fu allora che capì. Fissò il letto sedendosi dove si era seduta Belle poco prima e sorrise,un sorriso amaro e ricco di dolore. L’aveva sognata, aveva sognato di passare con lei una romantica serata fatta di passione. I suoi desideri si erano manifestati proprio nel momento in cui lui non ne aveva il controllo, durante il sonno, facendogli vivere un’esperienza bellissima e coinvolgente. Ma come tutti i bei sogni arrivava il tempo di svegliarsi e di affrontare l’amara verità. Strinse fra le dita quella coperta rossa immergendo la mano nel materasso.
Ripensò al sogno e a cosa Belle gli aveva chiesto e a cosa lui gli aveva promesso.
 
-Perdonami Belle, perdonami! Addio amore mio, addio!-
 
Amaramente pronunciò quella frase, ma doveva lasciarla andare, doveva dirle addio.
 
 
***********
 
 
Saltò da quella branda con l’affanno e un groppo in gola. Gocce di sudore le bagnavano il viso. Una piccola fessura posta a quattro metri da terra faceva penetrare un  freddo vento. Si strinse a sé portandosi le gambe al petto. Quel sogno era stato così reale e così bello. Era insieme a Rumple nella sua camera distesa nel suo letto accoccolata a lui dopo aver fatto l’amore. Era stato tutto perfetto e semmai ci fosse riuscita a raggiungerlo forse sarebbe accaduto veramente, ma purtroppo lei era caduta nelle mani di Regina ed era stata fatta prigioniera e conoscendo la sua carceriera lo sarebbe stato per sempre, fino alla fine dei suoi giorni a meno che non l’avesse uccisa prima.
Amarezza e disperazione l’invasero il cuore. Alzò lo sguardo verso quella finestrella  cercando di scorgere un po’ di cielo.
 
-Avrei tanto voluto che tu mantenessi la tua promessa Rumple. Addio amore mio…addio!-  
 
Amaramente pronunciò quella frase. Istintivamente portò la mano verso il suo fianco accarezzando proprio sulla maniglia dell’amore dove aveva quella piccola voglia a forma di cuore cercando di rilassarsi. Chiuse gli occhi dando modo che le lacrime le bagnassero il viso distrutto dal dolore e dalla sofferenza.
 
…….
 
Spalancò gli occhi improvvisamente colpita da un forte dolore al petto e nel ventre. Non riusciva neanche ad emettere una singola sillaba, era come se la voce fosse sparita, inghiottita e ben rinchiusa nella sua gola, mentre nella testa gridava «Aiuto!». Spinse il corpo contro il materasso mantenendosi saldamente alla rete. Aveva gli occhi spalancati che fissavano la forte luce a neon del soffitto. Le mancava il respiro e man mano si sentiva mancare le forze. Una fitta al fianco la fece scostare la testa. Alzò la camicia da notte scoprendo il suo fianco impaurita da cosa stesse succedendo. Vide una piccola luce quasi impercettibile illuminare il perimetro di quella voglia a forma di cuore. Non sapeva di avere una voglia, non sapeva di averne una a forma di cuore. Ancora uno spasmo la costrinse a ritornare contro il cuscino inclinando la testa all’indietro affondandolo al suo interno. Stava male, stava terribilmente male, il suo corpo tremava tutto e faticava a respirare. Se qualcuno l’avesse vista avrebbe creduto ad una crisi epilettica e anche se non le aveva mai avute, o almeno lo sperava, questo era un dolore insopportabile che partendo dal petto si espandeva nel suo ventre colpendolo di atroci fitte.
In quell’istante, in quel preciso istante in cui il suo corpo stava perdendo ogni forza una sola parola risuonava disperata nella sua testa…Addio!
 
 
***********
 
 
In quell’istante sapeva che era finito tutto, che ormai la sua vita lo stava abbandonando e con essa tutti i bei momenti che avrebbe vissuto. Vide quel pugnale luccicare alla luce del lampadario del suo negozio risplendendo contro il viso della donna che aveva davanti. Stava per chiudere gli occhi, non voleva assistere a tale tragedia, voleva rimanere con il ricordo di Belle e del suo Baelfire ben stampato nella mente, non voleva macchiarli con un atroce evento che si sarebbe portato nella tomba.
Con la coda dell’occhio vide entrare una donna, una donna che conosceva troppo bene, una donna che aveva bisogno di famiglia e di affetto, una donna che aveva sofferto troppo esattamente come lui, una donna di nome Regina. Aveva in mano un cuore, il cuore di Cora che in un istante fu rimesso al suo petto sconvolgendo la donna che per l’occasione fece cadere il pugnale dalla mano. In quel preciso momento Gold riprese a vivere e a respirare sentendosi forte e sano. La ferita che aveva al petto era sparita e con esso tutto il dolore e il sangue. La vide voltarsi verso la figlia sorridendole come mai aveva fatto. Era piena d’amore e di gioia. All’improvviso  cadde a terra sorretta dalla figlia scioccata da ciò che stava assistendo, vide la sua ferita trasferirsi al petto di lei. Aveva capito, ed anche lei l’aveva capito.
L’infezione si era trasferita a lei, ed ora la stava divorando velocemente. Capì che quello sarebbe stato l’ultimo momento di vita che le rimaneva. Guardò lui che era in piedi a fissarla con in mano il suo pugnale, guardò la figlia che aveva le lacrime agli occhi non capendo cosa le stesse succedendo. Le accarezzò il viso delicatamente scoprendo quell’amore materno che non aveva mai capito. Sorrise, per la prima volta nella sua vita sorrise di gioia.
 
Lo guardò per l’ultima volta esclamando -Questo mi sarebbe bastato!- poi  si voltò verso la figlia incrociando i loro occhi -Tu mi saresti bastata!-
 
Chiuse gli occhi con una parola morta in gola che non venne mai pronunciata «Addio!»
 
************
 
In quel momento riprese a respirare, la voce le ritornò magicamente. Fu come uscire dall’acqua in cui si era rimasti molto tempo in apnea. Era come se fosse rinata, e nulla le faceva male. Poteva saltare, girare, correre se avesse voluto. Controllò nuovamente quella strana voglia che aveva sul fianco, niente scintillio tutto tranquillo. Non riusciva a spiegarsi quello che era accaduto. Forse aveva avuto una allucinazione.
Si affacciò verso il corridoio per parlare con un infermiere chiunque e invece non c’era nessuno. In effetti si stava anche facendo sera ed il personale iniziava a scarseggiare.  Decise per tanto di ritornare in camera e infilarsi nuovamente sotto le coperte. Si sistemò i capelli all’indietro e prese quel libro che le portò Ruby. Sfogliò sommariamente l’enorme tomo che aveva d’avanti ed improvvisamente vide una cosa uscire dalle pagine, un petalo di rosa bianca con venature in rosa su cui straordinariamente vi era inciso qualcosa, ma non era scritto, sembrava che fosse proprio della rosa stessa. La parola era Ti Amo!1 
Posò il libro sul tavolino di fianco continuando ad osservare il curioso oggetto. Era straordinario, bellissimo, meraviglioso. Le suscitò un senso di benessere e di calma. Lo portò al naso sentendo il suo delicato profumo chiudendo gli occhi e lascandosi cadere contro il materasso rilassandosi. Guardò nuovamente quel particolare quanto unico petalo per poi rinchiuderlo tra le mani. Si girò su di un fianco prendendo finalmente a dormire.
 
***********
 
Vide David e Mary Margaret appoggiati contro lo stipite della porta del suo negozio a fissare Regina che da sola se ne andava per le vie della città dopo che aveva fatto scomparire il corpo della madre con un semplice gesto della mano. Li vide uscire dal suo negozio dopo una occhiata allarmante. Avevano passato una giornata tremenda colpa non solo del comportamento di Mary Margaret, ma anche a causa dei vari sensi di colpa che li stavano distruggendo.
Rientrò nel retrobottega nascondendo il pugnale grazie alla magia, si chiuse i pochi bottoni della camicia e si sistemò.
Chiuse il negozio dando l’ultimo sguardo a quel tappeto che aveva ospitato una persona che per sempre aveva detto addio a tutti.
Prese un enorme respiro cercando di superare tutto quello che aveva vissuto in quella giornata. Chiuse a chiave anche l’ultima serratura e si voltò verso la direzione dell’ospedale.
 
-Non ti preoccupare Belle, come ti promisi una volta non ti lascerò mai e ho intenzione di mantenere la mia promessa. Non temere amore mio tra me e te non ci sarà mai un Addio!-
 
Prese a camminare in direzione della villetta armato solo di un bastone, di forza d’animo e di speranza ben rinchiusa in un cuore che ancora riusciva a battere.

 
 
 
 
 
 
1. Il petalo che Belle ha trovato nel libro è quello che compare nella capitolo 5 di questa long “24 ore” ;)
 
 
 
 
 
Angolo dell’autrice :D
 
Salve a tutti, scusatemi se non sono riuscita ad aggiornare, ma ho avuto molto da fare!  Bene passiamo al capitolo. Non credo ci sia molto da dire ovviamente questo è stato un capitolo di passaggio, ma credo che abbia mostrato quanto forte fosse quel legame che Belle e Rumple/Gold possiedono. Nell’esatto momento che Gold stava per dire addio a tutto e a tutti Belle nell’ospedale ha iniziato a sentirsi male come se percepisse il dolore che Gold stava vivendo negli ultimi istanti della sua vita. Diciamo che anche Belle stava “morendo” con lui.
Mentre nel passato questo legame li ha uniti nel sogno. Erano veramente loro in quel momento nella camera di Rumple, solo che stavano vivendo tutto quello in un sogno. Quel legame li ha messi in contatto nel sogno facendoli condividere le loro paure, le loro incertezze e il loro amore.
Questo capitolo dunque si è incentrato su questo legame che i due possiedono, nulla di più. Volevo che fosse esplorato più attentamente e notare quanto potenziale avesse.
 
Ma oltre a ciò abbiamo scoperto una cosa importantissima, Belle priva di memoria sa che è incinta. Un bel guaio ;) Non vi svelo nulla ma questa situazione sarà molto difficile per i due…soprattutto per Gold che sa la verità ma non sa come dirgliela, anche se abbiamo scoperto che sotto sotto Belle lo sospetta che quel bambino sia di Gold…mah vediamo come andranno le cose :)
 
Ecco le anticipazioni del prossimo capitolo che posterò la prossima settimana, ovviamente se i miei impegni me lo permettono…vi chiedo scusa fin da ora se non riuscirò a postare regolarmente.
 
Allora il presente riguarderà l’incontro tra Belle e Gold che rispecchierà molto l’episodio 2x19, ma ci saranno piccole variazioni. In più questa volta avremo due passati…ebbene sì cari questo capitolo presenterà ben tre parentesi, due del passato e una del presente tutti legati tra di loro dal titolo ;) I due passati quindi si concentreranno uno a Storybrooke nel periodo di felicità tra Belle e Gold, vedremo una giornata spensierata passata nella loro capanna nel bosco. L’altro passato invece sarà del castello oscuro e si concentrerà su quell’esperimento che Rumple disse a Belle di aver fatto per creare la pozione del vero amore con le ciocche dei loro capelli. Ovviamente questo discorso è comparso nell’ultimo capitolo della precedente long Ricordati di Me , quindi se volete un chiaro quadro della situazione fate una capatina in quel capitolo così capirete meglio il tutto ;)
 
Beh credo di avervi dato abbastanza anticipazioni per il prossimo capitolo, spero che sia rimasto qualcosa da leggere….no scherzo ;)
 
Voglio ringraziare tutti coloro che stanno leggendo la mia long; chi la ha messa tra preferiti-seguiti-ricordate; chi ha messo “Mi Piace”sotto al post della long nella mia pagina I will see you again Rumbelle;  chi ha commentato e un grazie speciale a libellula.s e libellula.a (admin insieme a me di I will see you again Rumbelle; All crazy forRumbelle) ;)
 
À bientôt!! :)
DR

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Capitolo 7
*** Capitolo 7: Cambiamenti ***


Avviso: In questo capitolo compariranno ben due passati, uno a Storybrooke tra Belle e Gold , un altro nel castello oscuro. Per rendervi più facile e scorrevole la lettura vi avverto che il capitolo presenterà per prima il passato a Storybrooke, poi al centro del capitolo ci saranno le parentesi del passato al castello oscuro e chiuderemo nuovamente con il passato a Storybrooke.
Buona lettura ;)

 
 
Capitolo 7: Cambiamenti
 
Vedeva il figlio giocare con suo nipote nel giardino della cittadina. Lui era distante, li osservava con discrezione e con un velo di amarezza. La sera precedente aveva avuto un bruttissimo incubo in cui aveva sognato di uccidere Henry per poter vivere. Era brutto desiderare la morte di un parente, soprattutto se questo era anche tuo nipote. Doveva convivere con questa preoccupazione che prima o poi quel bambino,che tanto voleva fare l’eroe, un giorno l’avrebbe ucciso. E pensare che adesso stava per diventare nuovamente padre, e inevitabilmente era destinato a non godersi la crescita della sua bambina. La sua vita era stata un’eterna delusione, solo Baelfire e Belle erano riusciti ad allietare quella pillola dolente.
 
-Perché tuo figlio gioca con il mio?-
 
Regina gli era affianco che guardava i due giocare nel parco.
 
-Ah tu di questa storia non ne sai niente! Lui è il padre di Henry!- sarcasticamente rispose lui prendendosi il piacere di gustarsi la scioccata espressione di Regina.
 
-Ha i miei occhi non ti sembra?- infierì poi.
 
-Non è possibile, hai architettato tutto! Sapevi chi era! Sei stato tu a procurarmi Henry!- lo accusava la donna seguendolo per il vialetto.
 
-Sono rimasto scioccato quanto te quando l’ho saputo!- rispose l’uomo avviandosi.
 
-E adesso vorresti interpretare la figura del bravo genitore? Credimi non ti accetteranno!  L’ho già vissuto Gold!- cercò di destabilizzarlo.
 
-Tu credi?-
 
-Ti conosco bene, tu sceglierai sempre l’oscurità. Se neanche tuo figlio è riuscito a trovare del buono in te chi mai lo farà?-
 
 Lo lasciò con quella frase per poi voltarsi dalla direzione opposta.
 
Aveva ragione, ma solo a metà. C’era qualcuno che ci stava riuscendo e quel qualcuno era la sua amata Belle che ora era rinchiusa in un freddo ospedale, tutta sola e priva di memoria. Doveva raggiungerla e cercare di aiutarla a recuperare la propria memoria, doveva farlo per lui, per lei e per la bambina…doveva farlo per loro.
 
Guardò per l’ultima volta il figlio giocare con il nipote per poi recarsi alla sua auto carico di speranza e di coraggio nell’affrontare una Belle che non si ricordava di lui.
 
…….
 
Quella mattina faceva particolarmente freddo. Gold era steso nel letto con addosso una coperta di lana molto pesante. Quel leggero venticello lo svegliò dal suo sonno costringendolo ad aprire gli occhi. Si voltò alla sua sinistra scorgendo la sagoma della sua amata rannicchiata sotto le coperte e stretta al suo braccio. Lentamente si scostò da lei andando a chiudere la finestra della casetta di legno. Da quando Belle aveva scoperto della sua proprietà nel bosco le piaceva passare del tempo nel loro “nido d’amore”.
Si fermò a fissarla dormire serena sotto le lenzuola. Era troppo bella. Quella pelle liscia e candida risplendeva sotto i  primi raggi dell’aurora. Ritornò a distendersi avvicinandosi a quella meraviglia che gli era accanto.
Belle indossava una camicia da notte che le lasciava molte parti scoperte, alcune che stesso lui adorava e venerava.
Si prese il lusso di guardarla accarezzandola con gli occhi chiedendosi cosa aveva fatto di buono per meritarsi lei ed il suo amore. La vide muoversi verso di lui cercando con la mano di percepire il suo corpo. Si distese completamente avvicinandosi alla fanciulla. La vide stendersi completamente su di lui poggiando la testa sul suo petto e la gamba tra le sue. La strinse tra le braccia arrossendo come un ragazzino. Nonostante avessero un buon feeling ed una certa intimità, per lui era sempre tutto nuovo ed emozionante, ma forse era proprio l’amore che rendeva tutto incredibilmente nuovo.
 
Ogni giorno si sentiva sempre di più cambiato, migliorato, quasi degno di starle a fianco. Era merito di lei e solo di lei se lui stava pian piano diventando l’uomo che sempre credeva che lui fosse.
 
….…
 
Divenne faticoso salire le scale, e non perché aveva una gamba malandata, ma perché doveva vederla. Questa era la prima volta che la rivedeva dopo che l’aveva cacciato dalla sua stanza d’ospedale.
Osservava ossessivamente i numeri delle camere nella speranza di trovare quella giusta.


 
-Stanza numero sette!-  gli aveva detto l’infermiera.
 
Si fermò su quella prestabilita, su quella che avrebbe scritto il suo destino. Chissà come l’avrebbe presa Belle vederlo nuovamente.
Si avvicinò scoprendo che la porta era semiaperta. Scorse la sagoma della sua Belle seduta sul lettino a leggere un libro. Era come se non fosse cambiato nulla, solo la stanza era fuori posto. Sorrise prendendosi ancora alcuni secondi per bearsi della bellezza della sua amata.
Si fece coraggio e lentamente bussò alla porta. La vide alzare la testa verso l’ingresso e sorrise emozionata di vederlo in piedi ed in vita.
 
-Ma…ma tu sei vivo!- esclamò vedendolo entrare nella camera.
 
La vide chiudere il libro posando il famoso petalo rosa che gli aveva regalato al suo interno. Era contento che le vecchie abitudini erano le dure a morire.
 
-Sì lo sono…suppongo che la mia ultima telefonata sia stata poco rassicurante!- sorrise addentrandosi.
 
-Sembrava che fossi su un letto di morte!- specificò contenta di vederlo.
 
-Ma sono contenta che stai bene!- continuò poi.
 
Lui si fermò proprio di fianco a lei guardandola fisso negli occhi. Quella luce  che proveniva dalle finestre alle sue spalle la rendevano ancora più bella.
 
-Volevo solo che sapessi che i miei sentimenti sono sinceri nel caso fossi morto!- disse poi sorridendole.
 
Non smetteva di sorriderle, era più forte di lui, quando la vedeva doveva sorridere, lei gli suscitava tranquillità e serenità con la sola presenza.
 
-Si sentiva che i tuoi sentimenti erano sinceri!-
 
-Davvero?!-
 
-Io leggo nel cuore delle persone, non so come ma lo riesco a fare!-
 
-E pensi che ci conoscessimo già?-
 
Quella domanda fu atroce da formulare, ma doveva sapere.
 
-Io penso che il fatto stesso di aver perso la memoria implica il fatto che ce ne avessi una…e credo che in quel passato ci fossi anche tu!-
Quella risposta fu molto rilassante per lui. Non gli aveva detto che si ricordava di lui, ma aveva ammesso che lui faceva parte della sua vita e già questo era un inizio.
….…
Era seduta sul triclinio della biblioteca immersa nella lettura di un libro Le ultime lettere di Jacopo Ortis , questa era l’ennesima volta che la vedeva sfogliare quel libro. Le piaceva davvero tanto a giudicare dall’assiduità della lettura.
 
Rumple era seduto su una sedia intento a preparare una delle sue pozioni. Da quando ormai vivevano insieme aveva deciso di trasferire il suo laboratorio all’interno della biblioteca per poter passare più tempo con lei.
Gli piaceva fissarla  godendosi quello spettacolo della natura.


 
Piccoli raggi del tramonto coloravano il suo viso rendendolo di un vivido color ambra. I suoi occhi risplendevano sotto a quei raggi brillando di luce propria. Cosa aveva fatto di buono per meritarsi una meraviglia come quella?
 
Si sentì osservata e lentamente alzò lo sguardo verso il compagno. Lo vide fissarla e sorridere teneramente.
 
-Ho qualcosa che non va?- chiese  distogliendolo dai suoi viaggi mentali.
 
-No assolutamente!! È solo…è solo…- si era bloccato. Lei gli faceva sempre lo stesso effetto.
 
-E’ solo?- chiese  invitandolo a continuare.
Quanto le piaceva vederlo impacciato.
 
-E’ solo che la luce ti rende ancora più bella amore mio, ed io mi stavo prendendo il lusso di assistere a tale spettacolo!-  ammise poi imbarazzato.
 
Lei abbassò il capo lusingata del complimento. Chiuse il libro inserendo il petalo di rosa al suo interno come da sua abitudine e si recò da lui.
 
-Grazie!- disse poi avvicinandosi.
 
Lo strinse da dietro poggiando il capo sulla sua spalla sinistra.
 
-Adoro il tuo profumo di muschio selvatico!- ammise la fanciulla annusando il suo profumo.
 
-Davvero?- chiese  lusingato.
 
Annuì stringendolo di più a sé.
 
-Da ora in poi lo metterò sempre!- affermò poi sapendo che alla ragazza gli avrebbe fatto piacere.
 
-Vado a fare del tè, tu non ti muovere!- disse poi  baciandolo passionalmente nell’incavo del collo.
 
Sentire le sue labbra sulla sua pelle era una sensazione unica e indescrivibile.  Portò una mano sul collo di lei accarezzandola dolcemente assaporandosi quelle adorabili coccole.
 
-Così non mi aiuti lo sai?- ammise poi lasciando la presa su di lei.
 
-Chi ti ha detto che voglio aiutarti?!- sorrise la ragazza correndo verso le scale.
 
Si voltò verso di lui sorridendogli nuovamente per poi avviarsi alla preparazione del tè.
 
-E invece lo stai facendo amore mio, sto iniziando a sentirmi un essere migliore! Pian piano sto cambiando e sto diventando l’uomo che sempre credi che io sia!- ammise fissando quelle scale ormai prive della presenza della sua amata metà ignara della sua confessione.
 
…….
 
-E’…è così!- ammise  contento dell’affermazione della fanciulla.
 
-Posso farti una domanda?- chiese gentilmente lei, lui annuì timoroso.
 
-Quella sera …ti sembrerà strano ma io ricordo che tu mi hai guarito!- disse poi. Lui sorrise dolcemente.
 
-Hai avuto una ferita grave…ti hanno dato molti medicinali…-
 
-No, no aspetta…c’è ancora dell’altro!- lo interruppe poi.
 
Lui si fermò invitandola a parlare.
 
-Una infermiera mi ha detto che io aspetto un bambino, anche se non ne sono troppo convinta comunque…ecco volevo sapere se…se…beh…se sapessi chi fosse il padre!-
 
Quella frase lo colpì come una lama al cuore. Non voleva ammettere di essere incinta. Per quale motivo rifiutava  una cosa del genere? Forse perché nel suo inconscio sospettava di lui e quindi rifiutava l’idea di avere una storia d’amore con lui?
Vide negli occhi della sua interlocutrice curiosità ed  interesse.
Sorrise nuovamente scorgendo quel volto così dolce e sensibile.
 
-Quando riavrai la memoria tutto ti sembrerà più chiaro!- ammise poi poggiandosi sul suo bastone.
 
-E tu puoi aiutarmi a ricordare chi sono?- chiese poi  speranzosa che lui le potesse essere d’aiuto.
 
-Solo se tu mi aiuterai a ricordare chi sono io!-
 
Belle rimase con un volto incredulo, non capiva il significato di quella risposta.
 
-Belle tu hai sempre tirato il meglio di me…ed io ho bisogno che tu lo faccia ancora…quindi sì ti aiuterò e lo farò per te e per me!-
 
-Ci aiuteremo avvicenda!- sorrise poggiando la mano sulle sue contenta che quello individuo che credeva di aver perso voleva esserle d’aiuto.
Sorrise di gioia nel sentire nuovamente il tocco della sua amata. Era una sensazione bellissima e indescrivibile.
 
-Vado a farti dimettere, sei stata rinchiusa per troppo tempo ormai!-
 
Si avviò all’uscita contento che le cose stavano andando a posto.
 
Quella scia di profumo era gradevole. Non c’aveva fatto caso le altre volte. Era lui che l’emanava. Era un dolce e bellissimo profumo di muschio selvatico, solo in quel momento capì che ne andava matta.
 
…….
 
E invece l’aveva sentito, aveva sentito ogni singola virgola del suo discorso. Si appoggiò contro il corrimano delle scale sorridendo felice. Era contenta che lo stava aiutando, che stava cambiando, ma più che cambiando stava ritornando l’uomo che lei da sempre vedeva ben nitido nei suoi occhi. Lei leggeva nel cuore delle persone, non sapeva come ma riusciva a farlo ed era gioiosa di essere riuscita a leggere nel suo.
Con una felicità nel cuore si diresse in cucina intenta a preparare la preziosa bevanda che da sempre condividevano alle cinque del pomeriggio.
 
….…
 
Ritornò sorridendo alla camera  contento che l’avevano dimessa.
 
-Belle torniamo a cas…!- la frase gli morì in bocca appena vide la stanza vuota. Belle non c’era più e anche la sua valigia. Infuriato chiamò l’infermiera la quale scioccata non sapeva dove si trovasse la ragazza.
 
-Allora la cerchi!- l’intimò l’uomo adirato.
 
 
Dove era finita Belle? Cose era successo nell’arco di tempo che l’aveva lasciata sola? Forse qualcuno le aveva fatto visita? E chi? Vide un piccolo oggetto di colore rosso  poggiato sul lettino della fanciulla, era un accendi fiammiferi con stampato sul fronte il volto di un coniglio  bianco. Un coniglio che lui ben conosceva e che sperava di non rivedere mai più.
 
Di corsa si recò al bar della città speranzoso di sbagliarsi, mai in vita sua aveva desiderato di essere nel torto.
 
Entrò in quel lurido postaccio vagando con lo sguardo. Tra la folla non vedeva la candida sagoma della fanciulla, decise per tanto di chiedere al barista.
 
-Sto cercando una persona…aveva questo oggetto di questo orribile postaccio!-
 
Il ragazzo si scioccò dal commento dell’uomo, ma non poteva ribadire troppo, del resto era il signor Gold, l’uomo più potente della città.
 
-Me la descriva!- disse poi cercando di essere d’aiuto.
 
-Ha una splendida voce, dei bellissimi occhi azzurri e uno sguardo che non si dimentica… il suo nome…è Belle!-
 
Emozione e agitazione gli suscitò quella descrizione, non aveva mai descritto la sua donna prima d’ora e scoprì che era una sensazione bellissima. Avrebbe continuato per ore a parlare di lei, ma adesso era importante trovarla e riportarla a casa.
 
-Ne è sicuro? Perché mi sembra che lei stia parlando di Lacey!- disse il ragazzo.
 
-Lacey?- domandò d’impatto. Poi si bloccò. Solo in quel momento aveva metabolizzato il nome che il barista gli aveva pronunciato. Quel nome gli suscitò tristi e difficili ricordi.


 
Il ragazzo indicò la fanciulla in questione e quasi terrorizzato si voltò sperando di essersi sbagliato.
 
Ed invece eccola lì nuovamente a giocare a biliardo con un bicchiere di alcol e i suoi scollati abiti. Non poteva essere, Lacey era ritornata. La famosa ed eccentrica Lacey era di nuovo nella sua vita. Cosa ne era di Belle? Chi mai aveva fatto tutto ciò? La sua bloccata mente non riusciva a formulare nessuna risposta al momento, era annebbiata dalla figura della ragazza che rideva divertita.
 
 Si avvicinò alla brunetta speranzoso che tutto questo fosse un terribile equivoco.
 
-Belle!- disse avvicinandosi disturbandola nel suo gioco.
 
-Mi chiamo Lacey non te lo ricordi?- lo riprese  voltandosi.
 
-Ti ricordi di me?- chiese lui tremando.
 
-Ma certo…sei Gold! Ma che hai? Sembra che hai visto un fantasma!- semplicemente  rispose continuando a bere.
 
-E’…è così!- affermò scioccato. 
 
E adesso? Come si doveva comportare? Il cuore batteva forte nel petto, l’agitazione scorreva nelle vene e l’ansia gli stava bloccando il respiro. Belle era sparita ed ora era ritornata nuovamente Lacey con una sola differenza…adesso portava in grembo il loro bambino.
 
…….
 
Avevano da poco finito di bere il tè e Belle scese in cucina per lavare le tazze sporcate. Rumple si alzò dal sul posto di lavoro per osservare quel libro che era poggiato sul triclinio della stanza. Sfiorò il dorso del volume sorridendo. La sua donna era molto semplice, le piacevano le cose piccole e graziose, non era una donna materiale, ma anzi una donna intellettuale. Preferiva la bellezza di una rosa ad un diamante, amava assistere ad un tramonto invece di un vestito nuovo. Era troppo speciale la sua amata Belle e non si capacitava cosa in lui lei notasse, sperava solo che  lei non si stancasse di lui.
 
Un piccolo venticello dalla finestra mosse un capello incastrato tra i fogli. Alla luce del sole sembrava di colore mogano, era di Belle. Raccolse il capello portandolo con sé. Si sedette alla tavola e prese una boccetta nuova, inserì il capello all’interno e se ne strappò uno inserendolo al suo interno. All’improvviso i due capelli si unirono legandosi tra di loro. Volteggiavano velocemente all’interno della boccetta creando vari giochi di colore. Sorrise all’idea di essere riuscito a realizzare la pozione del Vero Amore, era contento di avercela fatta, eppure non era del tutto felice, e non sapeva il perché. La boccetta all’improvviso scoppiò frantumandosi in vari piccoli pezzi di vetro. Dei due capelli neanche l’ombra, erano svaniti, distrutti. Come era possibile una cosa del genere? Come poteva essere che la pozione non avesse funzionato? Cosa era andato storto?
Con un gesto della mano fece svanire il tutto, poggiò la testa sul tavolo sorretta dalle mani a pensare al motivo di tale squilibrio. Ecco! Ecco cosa era successo! Lo squilibrio! Il loro amore era retto su uno squilibrio. Il loro sentimento era troppo forte e allo stesso tempo troppo fragile da creare instabilità. Era per questo che non poteva funzionare, dovevano ancora crescere come coppia e anche se lui, e sicuramente lei, avevano le migliori intensioni di andare avanti avevano ancora parecchia strada da percorrere insieme per raggiungere quell’equilibrio.
 
….…
 
Pensava che ormai avessero percorso parecchia strada insieme, e invece c’erano ancora alcune cose che disturbavano il loro amore. Eppure sperava che adesso le cose potevano andare meglio: Belle recuperava la memoria, insieme si sarebbero goduti la gravidanza e lui pian piano avrebbe ripreso i rapporti con suo figlio; e invece nulla di tutto questo era all’orizzonte, anzi sembrava ben lontano da un lieto fine.
 
La prese in disparte per un secondo per poterle parlare.
 
-Senti Bel…Lacey come stai?- chiese poi  preoccupato per lo stato della ragazza.
 
-Benissimo perché?-chiese  non capendo.
 
-Sai non dovresti bere nello stato in cui sei!- l’indicò la pancia alludendo alla gravidanza.
 
-Ah guarda non mi importa minimamente, anzi ho deciso di abortire!-
 
Quella frase detta con così tanta leggerezza ferì profondamente l’uomo che si vide passare davanti una vita frantumata e distrutta proprio come la loro tazzina. Sapeva quanto Belle ci tenesse ad avere un figlio e sapeva cosa rappresentasse per lei dargliene uno.
 
-Ma…ma…ma non pensi al padre…forse vorrebbe questo bambino!-
 
Cercò di farla tornare sui suoi passi.
 
-No, non mi interessa, sicuramente è uno di quelli con cui ho passato una notte e via, di sicuro non era niente di importante!- continuò senza nessun problema.
 
-Ma forse…lui lo vorrebbe…dargli la possibilità di esprimersi!-
 
Cercava di mantenere i nervi saldi. Vedere che Lacey voleva sprecare la vita di Belle era un dolore troppo forte da sopportare. Era così diversa da lei, preferiva di sicuro un diamante ad una profumata rosa e avrebbe di certo apprezzato un abito nuovo, invece della bellezza di un tramonto.
 
-Che cosa stai cercando di dirmi Gold!- lo spiazzò concentrando lo sguardo su di lui. Si sentì sotto pressione, come le poteva dire che lei e lui…come poteva spiegarle che insieme volevano quel bambino? Come poteva farle capire che lei era quella dolce  donna che aveva conosciuto grazie ad un patto fatto anni prima nel suo castello? Come poteva dirle che loro erano la Bella e la Bestia?
 
….…
 
In quella casetta di legno anche se aveva chiuso la finestra faceva comunque freddo. Sentiva il corpo di Belle freddo al tatto e non voleva minimamente che la ragazza si svegliasse infastidita dalla temperatura gelida. Decise di accendere il camino della camera e riscaldare l’ambiente.
 
-No ti prego non alzarti!- supplicò la tenera voce assonnata.
 
-Oh tesoro…non ho intenzione di alzarmi voglio solo accendere il camino così farà più caldo!- sorrise contento che la fanciulla non volesse staccarsi da lui.
 
-Non metterci troppo!- sbuffò lasciando la presa dal torace.
 
-Farò presto te l’assicuro!- la baciò sulla fronte facendole nascere un tenero sorriso, per poi allontanarsi.
 
Belle si rinchiuse sotto le coperte sperando che quella gelida temperatura diventasse più mite.
 
…….
 
Non era riuscito a parlare, un ragazzo aveva disturbato la loro conversazione offrendo a tutti da bere e come logico Lacey fu la prima ad accettare l’offerta. Gli venne alla mente proprio il loro primo incontro in quella fredda mattina in cui lui l’invitò a bere qualcosa insieme1 , ancora ricordava cosa scelse: vodka e menta, anzi ben due vodka e menta.


 
Camminava affranto per la città senza una meta.  Aveva da poco litigato con Regina minacciandola persino di morte se non avesse riavuto la sua Belle sana e salva. Non sapeva cosa fare con Lacey e come aiutare Belle e la loro bambina.
Era nei pressi del locale di Granny e vide parcheggiato fuori il camioncino di David. Come un lampo gli venne in mente che lui e Biancaneve quando erano sotto sortilegio continuavano ad amarsi alla follia, forse un rimedio poteva esserci anche per loro. Doveva riuscire a trovare una soluzione, gliela aveva promesso alla piccola creatura che Belle portava in grembo, non poteva permettere che una irresponsabile e superficiale Lacey avrebbe distrutto ciò che teneva di più …il loro amore.
 
Entrò spavaldo nel locale inquadrando subito il ragazzo che era intento a pagare del cibo preso dalla nonnina. Seduto di fianco al principe c’era uno dei nani, per la precisione Brontolo, il nano a cui Belle era particolarmente affezionata. Sperava che il principe lo aiutasse anche perché era l’ultima spiaggia.
 
-Va a farti un giro  mentre io chiacchiero con il principe!-
 
…….
 
-Rumpleeeeee!- chiamava sbuffando dal letto. Lo sentiva nella stanza che si occupava della legna e del fuoco, ma ci stava mettendo troppo tempo.
 
-Sono qui tesoro!- rispose ancora intento ad accendere il camino.
 
-Questo letto è troppo vuoto!- continuò lei scostando la testa dal cuscino.
 
Gold si voltò osservando la fanciulla che si agitava nel letto sbuffando infastidita.
 
Rise di gusto.
 
-Cos’hai da ridere?- chiese sentendolo.
 
-Nulla…è solo che sei troppo carina quando sbuffi, sembri un piccolo cucciolo che vuole delle coccole!- rispose continuando a ridere.
Belle si alzò sedendosi sul materasso, fissò intensamente Gold che era inginocchiato per terra con in mano l’attizza fuoco.
 
-E se ti dicessi che sono un cucciolo che ha un bisogno fisico di coccole?- disse spostando i capelli da un lato scoprendo la sua spalla dalla spallina della camicetta.
 
Gold si bloccò all’istante con ancora in mano l’attizza fuoco e lo sguardo fisso sulla spalla  nuda della ragazza.  In quel preciso istante le fiamme del camino divamparono accendendolo. Una luce abbagliante colpì il corpo della ragazza rendendolo ancora più lucente ed invitante. Lanciò meccanicamente l’oggetto per terra non curandosi del fastidioso rumore. Si precipitò sul letto nel mentre Belle si stese completamente sul materasso attendendolo con ansia.
 
-Qui vedo che c’è un’emergenza!- scherzò  mettendosi sotto le coperte.
 
Belle annuì sorridendo.
 
-Allora dobbiamo risolvere!- continuò stendendosi su di lei.
 
Belle gli circondò il collo con le braccia posando le mani sulla schiena accarezzandolo dolcemente.
 
-Sei bellissima amore mio, la gravidanza ti rende ancora più bella!- confessò ammirandosi lo spettacolo sotto di lui.
 
Belle arrossì di gioia. Era sempre così dolce con lei da metterla in imbarazzo. Aveva un cuore d’oro.
 
-Grazie! Sai sempre trovare le parole giuste per farmi felice…vedi che alla fine avevo ragione…stai cambiando! Stai diventando l’uomo che sempre io ho visto ben nitido nei tuoi occhi, bastava solo un po’ di tempo, ma sapevo che prima o poi sarebbe venuto fuori!-
 
-Sei tu che mi stai cambiando con un tuo semplice sorriso con il tuo smisurato amore, ogni giorno mi rendi migliore di quello precedente e questo è solo grazie a te! Quindi grazie Belle di esistere!-
 
Si avvicinò  per poterle toccare quelle bellissime e invitanti labbra che aveva davanti. Era troppo emozionato, era troppo felice. Belle gli dava la gioia di vivere, gli dava la forza per andare avanti, rendeva la vita degna di essere vissuta.
 
La lingua della ragazza vagava libera nella sua bocca arrivando negli angoli più sensibili. Le gambe di lei l’avvolgevano in un tenero abbraccio ed il suo profumo di rosa selvatica inebriava l’intero momento. Prese a baciarle il corpo con frenetici  e morbosi baci. Aveva bisogno di lei, aveva sempre bisogno di lei.
 
-I need you!- confessò appena le tolse la camicetta da dosso.
 
Belle  si affrettò a liberarlo da quel pigiama stampandogli dei bollenti baci sulla sua pelle.
Adrenalina e desiderio popolavano i corpi dei due guidandoli nelle loro tenere mosse. Lo fece distendere nuovamente su di lei percependo i loro corpi sfiorarsi.
 
-Era questo quello che intendevo come calore!- con una flebile voce gli confessò il suo desiderio nascosto.
 
-Vieni qui che ti riscaldo io!- subito colse il desiderio della ragazza facendola sua immediatamente.
 
Un sospiro ricco di passione risuonò in quella casetta nel bosco. Era tutto così reale, dolce e gradevole, sembrava che non ne avessero mai abbastanza, avevano sempre bisogno l’uno dell’altra, avevano semplicemente bisogno di stare insieme.
 
Le carezze di lui la rendevano speciale, il modo in cui la sfiorava era unico, il modo in cui le parlava la rendeva parte di un mondo in cui voleva vivere insieme a lui. La rendeva la donna meravigliosa e splendida che sempre lui vedeva ben nitido nei suoi occhi. L’aveva cambiata trasformandola da una semplice principessa succube delle decisioni del padre, in una donna forte e coraggiosa, l’aveva trasformata in una mamma che ben presto avrebbe avuto il privilegio di poter essere.
 
Intrecciarono le loro dita nell’ultimo istante di passione. Avevano il respiro bloccato in gola pronto ad uscire nel momento più consono. Mantenevano la posizione cercando di rimanere aggrappati a quella splendida sensazione che li rendeva uniti e partecipi di una stessa emozione.
 
La baciò lentamente sulla bocca cercando ancora di prolungare quell’intenso attimo negandole ogni sospiro d’apprezzamento.
 
-Non lasciarmi mai. Ti prego resta con me!-
 
Quella supplica accompagnò la conclusione di quel passionale incontro.
 
-Ricordi…starò con te sempre!-
 
Tutti sudati e con l’affanno continuarono a coccolarsi e ad accarezzarsi beandosi di quella serenità che da sempre avevano agognato.
 
….…
 
Aveva sperato che quella serata fosse andata a finire in un modo diverso da come si era poi conclusa. Aveva fatto la figura dello stupido nella cenetta da Granny. Era così emozionato e agitato che ne aveva combinate di tutti i colori, non era abituato alla tensione del primo appuntamento. Lacey non era la Belle di cui lui era innamorato e quella sera più di altre l’aveva constatato. Era più difficile questa volta, questa volta Belle era sotto un sortilegio ben peggiore, non conosceva l’amore. Regina si era occupata di trasformare Belle in una Lacey completamente diversa da quella della maledizione, era totalmente diversa anche da quella superficiale Lacey che aveva conosciuto un tempo, era letteralmente una donna diversa concentrata solo sul divertimento e alla vita sfrenata, non era più la sua Belle nemmeno la sua Lacey.  Questa volta non sapeva veramente come attirarla a sé.
 
“Io non sono LEI!”
 
Quella frase ancora gli rimbombava nella testa accompagnata da quella straziante scena che aveva visto nel retro del locale. Vedere la sua amata avvinghiata ad un altro uomo fu un colpo al cuore, le cose stavano precipitando vorticosamente e non sapeva veramente come rimediare a quel disastro. Per l’ennesima volta nella sua vita si sentiva impotente.  
 
Aveva il morale a terra, davvero credeva che sarebbe stata con lui per sempre ed invece inevitabilmente non era così. Aveva fatto di tutto per poterla avvicinare, era stato l’uomo gentile e buono che sempre lei diceva di lui, aveva cercato di cambiare per lei, ma forse tutto questo non aveva più senso ormai. L’aveva persa per sempre e aveva perso la loro bambina, poteva solo fare una cosa annegare nella sua oscurità e sfogarsi con il mal capitato di turno.
Colpiva il corpo del giovane sceriffo di Nottingham con una violenza tale  scaricando su di lui tutte le frustrazioni represse. Aveva ragione Regina lui avrebbe scelto sempre l’oscurità, ormai nessuno poteva più cambiarlo.
 
…….
 
-Belle tu hai cambiato la mia vita radicalmente e di questo devo solo ringraziarti!-
 
Stretti nel letto i due si scambiavano effusioni d’amore.
 
-Sono io che ti devo ringraziare per avermi cambiato la vita!-
 
-Allora siamo pari!-  esclamò sorridendole felice.
 
Lei si strinse a lui stampandogli un tenero bacio a timbro sulla bocca.
 
-Sai…mi sono reso conto di questo cambiamento un giorno in biblioteca!- confessò lui appena si distaccarono.
 
-Precisamente… il giorno che tu stavi preparando una pozione mentre io leggevo Le ultime lettere di Jacopo Ortis !- precisò lei sorridendogli.
 
Lui si stranì per quella affermazione. Come poteva sapere qual era l’attimo preciso che lui aveva capito di questo cambiamento?
 
-Ma come lo sai?- chiese poi  interrompendo quella valanga di domande che vagavano nella sua testa.
 
-Perché ti ho sentito quando parlavi da solo!-  ammise fissandolo negli occhi.
 
-Sei proprio una inguaribile curiosa!- scherzò prendendo a farle il solletico.
 
Belle rideva sotto le sue esperte mani chiedendo pietà.
 
-Grazie!-disse poi fermando il solletico.
 
-Per…per cosa?- chiese  riprendendo fiato.
 
-Per averlo fatto!- rispose facendosi serio.
 
Lei scosse la testa non capendo a cosa si riferisse.
 
-Per avermi cambiato! Grazie per averlo fatto!- concluse la conversazione abbracciandola a sé e stringendola forte al suo corpo.
 
Lei era tutto per lui ed oltre a Baelfire e al bambino, era la persona più importante della sua vita.
 
……
 
Sentì dei passi avvicinarsi, non si sarebbe fermato se non fosse stato per quel profumo di rosa selvatico che lo raggiunse. Nonostante non fosse Belle ancora portava addosso l’odore della sua donna, ma che lo voleva o no lei era la sua donna.
 
Si fermò voltandosi verso la ragazza che con un sorriso malizioso non sembrava turbata minimamente di quello che stava accadendo. Se fosse stata Belle si sarebbe gettata contro di lui fermandolo e facendolo ragionare.
 
-Lacey!- interruppe quel momento di silenzio governato dall’ansia.
 
-Non…non sei quello che credevo che fossi …e ne sono felice!-
 
Nuovamente quella frase ritornò nella sua vita, già gliela aveva detta ben due volte in due occasioni diverse e con significati diversi ed ora ricompariva con un nuovo significato. Forse per loro c’era ancora speranza,  forse aveva capito cosa la poteva attirare a lui…la sua oscurità.
 
-Sono molto più oscuro!- affermò  accettando la sfida.
 
Doveva cambiare per Belle, doveva ritornare quel Dark One temuto da tutti. Nuovamente lo stava cambiato, ma era ben felice di farlo se questo l’avrebbe portato nuovamente da lei, se gli avrebbe ridato Belle.
 
Tutto, anche un cambiamento radicale avrebbe accettato se gli avesse restituito la sua dolce ed amata Belle.
 

 
 
 
1. L’incontro a cui mi riferisco è quello che compare nel cap 2 di Ricordati di Me.
 
 
Angolo dell’autrice :D
 
Salve a tutti, eccomi nuovamente qui in ritardo, scusatemi ma per farmi perdonare ho deciso di postare anche il cap 8 ;) Spero ne siate felici.
 
Dunque dedichiamoci a ciò che è comparso in questo capitolo, molto semplice e tranquillo (sotto certi aspetti è ovvio ;) ), mi serviva spendere due parole sul cambiamento che questa coppia sta vivendo. Da una parte Gold sta cambiando per Belle per quell’amore che la ragazza gli sta offrendo e quella fiducia che ha in lui e lo abbiamo notato sia nel passato al castello oscuro sia in quello alla casetta nel bosco di Storybrooke, ora però quel cambiamento non sembra più andare bene nei confronti di quella Lacey che nuovamente è ritornata per distruggere quella felicità che Belle e Gold stavano cercando di costruirsi. Regina addirittura si è interessata a cambiare totalmente non solo Belle ma anche Lacey, visto ciò che è accaduto nella prima long ha preferito prevenire una situazione simile, ha creato una Lacey totalmente diversa e completamente menefreghista ed odiosa, una donna difficile con cui avere a che fare, ed infatti Gold dopo i vari tentativi ha gettato la spugna, non sapeva veramente come prenderla per il semplice motivo che erano in due poli totalmente opposti. Quel cambiamento di Gold non andava bene per quella materialista Lacey, le serviva un uomo come lei, forte e potente letteralmente lontano dal dolce e premuroso Mr. Gold che le si presentava davanti. Questa volta erano completamente incompatibili, ma per fortuna Gold alla fine ha capito cosa poteva interessare a Lacey…la sua oscurità, ed anche se stava facendo di tutto per cercare di reprimere quella parte maligna di sé, per lei l’ha accettata nuovamente nella sua vita, ha volutamente cambiato solo per avere una nuova possibilità di riaverla con sé, ha fatto l’atto più eroico che poteva commettere ha preferito perdere sé stesso per dare la possibilità a Belle di trovare sé stessa e di salvare quel dono del cielo che è custodito nel suo ventre.
 
Ne sono consapevole che è stato un colpo sentire pronunciare da Lacey che voleva abortire, ma volevo rendere una Lacey veramente diversa da quella che abbiamo incontrato sia nella prima long sia nella serie, volevo un cosa disperata che facesse cadere nella disperazione anche Gold. Ma non preoccupatevi non sono così cattiva vedrete cosa accadrà in futuro, la loro strada sarà difficile, ma riusciranno ad arrivare ad un punto ;)
 
Bene noi ci vediamo nell’angolo dell’autrice del prossimo capitolo sia per le anticipazioni sia per i ringraziamenti! ;)
 
A dopo! :D
DR! 

 

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Capitolo 8
*** Capitolo 8: La Passione di un Profumo…la Dolcezza di un Nome ***


 
Avviso: Il passato di questo capitolo riguarderà Storybrooke nel periodo che Belle ancora non aveva perso la memoria.
 
 
Capitolo 8: La Passione di un Profumo…la Dolcezza di un Nome
 
L’aveva accompagnata a casa, addirittura gli aveva chiesto anche di salire da lei, ma lui rifiutò. Non era stata una serata da concludere in quel modo. Belle non era una di quelle donne di una sera e via, era una donna per tutta la vita, era semplice, dolce e sensibile, non poteva approfittarsi di lei in quel modo. Declinò l’invito con molta eleganza sperando che la fanciulla accettasse senza dibattere, cosa che non successe…
 
-Per quale motivo non ti va di salire da me? Ci facciamo solo un bicchierino, niente di che, sicuramente molto meglio di quelli al bar!- rispose  abbastanza brilla.
 
Avevano bevuto troppo al Rabbit Hole, lei aveva bevuto troppo anche se lui cercava di toglierle quanti più bicchieri e possibile davanti.
 
-No grazie Lacey! Credo sia meglio che andiamo a dormire!-
 
Osservava la ragazza dagli occhi lucidi e privi di espressione davanti a sé.
 
-Allora che ne dici se andassimo a dormire nello stesso letto e magari facessimo qualcosa di più che un semplice sonnellino?- alluse  lei avvicinandosi verso di lui.
 
Usò un’intonazione molto maliziosa e incline alla passione. Quella donna gli metteva paura. Non la conosceva affatto era un lato di Belle di cui ignorava l’esistenza. Non credeva che un tale angelo fosse così incline al peccato.
 
-Io credo…credo che sia meglio che ti accompagni sopra, non vorrei che ti perdessi per strada!-
 
Decise di accompagnarla, non voleva che continuasse a bere o a gironzolare per la città in balia di qualche sconosciuto.
 
Lei sorrise contenta che avesse accettato il suo invito. Era stato facile, troppo facile. Beh era innamorato, follemente innamorato di lei.
 
Non riusciva neanche a mettere la chiave nella serratura, barcollava con la mano intorno ad essa senza trovare l’ingesso. Gold le prese la mano bloccandola. Fu il loro primo contatto. Un brivido lungo la schiena percorse il corpo dei due. Lacey era elettrizzata, forse era dato anche dall’alcol, ma sentiva che c’era qualcos’altro, ma non riusciva a capire cosa. Si guardarono dritti negli occhi studiando ogni più piccolo particolare che possedevano. Quel profumo, il suo profumo era eccezionale, la faceva perdere i sensi avvolgendola in miriadi di meravigliose sensazioni che mai aveva provato. Sentì la sua mano muoversi e inserire la chiave all’interno della serratura. Lasciò la chiave bloccando la mano di lui nella sua, intrecciarono le dita in un passionale abbraccio. Si avvicinò a lui ponendosi ad un dito di distanza dalla sua bocca.
Gold era emozionato, con lei era tutto nuovo, sempre nuovo, ma forse quando si incontra il vero amore ogni cosa diventa speciale. Lesse ben chiaro nei suoi occhi la passione e il desiderio. Li conosceva bene, ormai sapeva leggerla nel profondo e anche se non era più la stessa persona gli atteggiamenti, le espressioni erano le stesse.
Portò le labbra sulla guancia di lui sfiorandola con il semplice respiro, sentiva la punta del suo naso percorrere lentamente la sua pelle accarezzandola con maniacale dolcezza.
 
-Il tuo profumo…oh mio Dio…il tuo profumo mi fa impazzire!- confessò raggiungendo il collo.
 
Era immobile con il respiro bloccato in gola e il cuore fermo in un battito. L’agitazione e l’ansia iniziarono ad invadergli il corpo pompando le vene e indebolendo la ragione. Lei gli faceva quell’effetto, sempre, in ogni momento. Quell’istante sembrava fissato nel tempo, bloccato dall’esistenza, immobilizzato nell’eternità.
Diresse la mano di lui sul suo fondoschiena invitandolo ad accarezzarla. Percorreva quella schiena nuda ricoperta solo da semplici nastri intrecciati. Risentì sotto i suoi polpastrelli quella soffice e morbida pelle che lui amava tanto mordere e accarezzare. Sentiva le mani di lei accarezzargli le braccia salendo verso le spalle, la sua bocca gli sfiorava il viso mantenendolo in uno stato di perenne sofferenza. Appena lui le sfiorò la parte più sensibile della sua schiena, la sentì emettere un piccolo sospiro di piacere all’altezza del suo orecchio.
 
-Rimani con me sta sera!- chiese supplichevole.
 
Quella voce calda, soffice, vellutata colorò quell’invito a restare, a rimanere con lei e passare uno dei momenti più belli che avessero mai vissuto. Percepiva la punta della lingua  leccargli l’orecchio assaporandosi il suo sapore. Era in delirio, era sospeso in un continuo supplizio. Morse delicatamente il suo lobo dell’orecchio trattenendolo tra le labbra. In quel momento perse completamente il senno. L’afferrò velocemente spingendola contro la parete, le bloccò le mani contro la superficie osservandola negli occhi. Lacey sorrise meravigliata del suo atteggiamento. Le piaceva, le piaceva quel suo modo prepotente di prendere e afferrare le cose, quella forza di possedere qualsiasi cosa e di far tutto per ottenerla.
 
Quella scena sembrava ripetersi, ma questa volta era con Lacey e non con la sua adorata Belle. Lei lo guardava con uno sguardo che chiedeva di continuare, di farla sua, di farne quello che voleva. In effetti era così, poteva farne qualsiasi cosa egli volesse, era completamente succube della sua forza e della sua determinazione. Si mosse leggermente e lui l’afferrò più violentemente. Si agitava sotto il suo tocco e lui continuava a trattenerla contro la parete negandole ogni via di fuga.
Era forte, era maledettamente forte e le piaceva, caspita se le piaceva. L’aveva capito che a Lacey le piaceva quel lato oscuro e prepotente, cosa che a Belle non era mai andato a genio. La vedeva divertirsi mentre si cercava di liberare inutilmente, non ci metteva neanche tanta forza.  Voleva essere bloccata, ferma contro quella parete rinchiusa nella sua possente presa. Si avvicinò verso di lei  lentamente assaporandosi quel bellissimo profumo di rosa. Per lui era afrodisiaco, lo mandava in estasi abbandonandolo ai piaceri dei sensi.
Percepì la bocca sul suo collo morderle avidamente la pelle trattenendola tra i denti. Era un tornado, un violento tornado che la stava avvolgendo in quel turbine di passione e di desiderio. I polsi erano ancora bloccati dalla sua presa, e la sua bocca era sul suo collo pronta a stuzzicarla. Stava perdendo i sensi, le ginocchia stavano perdendo la forza, era troppo coinvolta, trascinata in quell’intenso istante. Quel profumo di muschio le inebriava i sensi e la mente, era tutto un fuoco pronto a scoppiare nel momento giusto.
Lasciò la presa sui polsi scendendo per le braccia accarezzandola avidamente. Scese sulla sua scollatura assaporandosi l’attimo. Lacey l’avvolse le spalle stringendolo a sé. Sembrava tutto molto familiare, troppo familiare. Percepiva sensazioni che mai con nessuno aveva vissuto e per nessuno intendeva quello sconosciuto che aveva agganciato dietro il locale di Granny.
Con lui era diverso, cosa era che cambiava?
Si bloccò, spostò il raggio della sua attenzione nei suoi occhi. La vide pensierosa, e anche meravigliata. Era uno sguardo troppo intenso per una che della vita non le interessava nulla. Per un istante sembrava Belle, la sua Belle con i vari dilemmi e con le sue incertezze. Era troppo bella, troppo per stargli vicino. Si avvicinò alle sue labbra con l’intenzione di baciarle, forse questa volta avrebbe funzionato come per l’ultima. Aveva bisogno solo che lei lo volesse e per come si comportava sembrava proprio che lo desiderasse. Era troppo emozionato, a breve forse sarebbe ritornata la sua Belle e sarebbero stati di nuovo insieme. La vide chiudere gli occhi, sorrise contento. Un soffio separava i due da un intenso momento.
In quell’istante, in quel preciso istante Lacey svenne cadendo tra le sue braccia.
 
-Belle…Belle…Lacey!-
 
Talmente era agitato che non sapeva quale nome pronunciare. Era tra le sue braccia priva di sensi. Forse quei bicchieri avevano fatto del male alla bambina e adesso ne stava pagando le conseguenze.
Sentì ridere, ridere di gusto. Era lei, Belle non era svenuta, ma aveva solo perso l’equilibrio a causa dei troppi bicchieri che aveva ingurgitato. Non stava male erano solo gli effetti di una sbronza. Non sapeva se esserne felice o preoccupato. Aprì la porta prendendola in braccio. La gamba protestò amaramente, ma lui la doveva portare dentro. La distese sul letto e corse a chiudere la porta raccogliendo il bastone che aveva lasciato rotolare per il corridoio.
La sentiva ridere di gusto  senza un reale motivo, rideva di tutto, della luce, del suono delle lancette dell’orologio, delle macchine che sfrecciavano per le vie. Rideva di tutto e su tutto. Era quasi irritante.
 
-Senti Gold che dici se ti tuffi anche tu nel letto insieme a me?-
 
Tra le risate la ragazza invitò l’uomo a restare. Gold accennò un sorriso di circostanza avvicinandosi alla fanciulla. Le tolse le scarpe e le alzò le coperte coprendole interamente il corpo.
Lacey fermò il suo ridere appena lui si avvicinò al viso sistemandole le lenzuola. Lo fissò negli occhi accarezzandogli  il volto.
 
-Perché mi fai quest’effetto? Non vorrei che sia frutto della mia ubriachezza!- confessò sfiorando tra le dita i suoi capelli brizzolati.
 
-Perché dici così?- chiese non capendo la frase.
 
-Perché desidero che duri sempre anche quando sono sobria! Vorrei sentirmi sempre così con le farfalle nello stomaco e il rossore sulle gote. Mi fai sentire libera…libera da un macigno che ho sul cuore e non so a cosa è dovuto! Vorrei sentirmi desiderata, e non desiderata da quegli uomini inutili, ma come mi desideri tu. Sfiorata e accarezzata come solo tu sai fare. Hai un tocco così delicato da farmi sentire i brividi, ho la pelle d’oca e questo non mi era mai successo!-
 
E dopo quella difficoltosa dichiarazione  Lacey si abbandonò ad un sonno profondo. Gold sorrise di gioia. Allora non era cambiata, era solo rinchiusa in quell’involucro che le aveva creato Regina, ma era sempre la sua Belle. Quella Belle dolce e sensibile di cui lui si era innamorato. Le baciò la fronte dolcemente  ritornando poi sul suo volto osservandola dormire. Era un angelo. Una vena di tristezza gli invase il cuore, purtroppo l’indomani lei non si sarebbe ricordata di nulla, causa degli effetti della sbronza, ma almeno lui  lo sapeva.
 
Chiuse le tendine della camera creandole quella penombra adatta che l’avrebbe accompagnata nella nottata. Si avviò verso l’uscita della camera osservandola per l’ultima volta. Socchiuse poi la porta avviandosi all’ingresso, spense la luce e si tirò dietro la porta poggiandosi contro l’infisso. Era stata una giornata molto pesante e stressante in tutti i sensi. Aveva bisogno di una bella tazza di tè e di una dormita per rimettersi in sesto. Anche il Dark One aveva bisogno di riposare. Sorrise di gioia su come si era andata a concludere la serata avviandosi alla sua Cadillac nella speranza che da domani sarebbe stato tutto rose e fiori.
 
......
 
Si era svegliata prima di lui questa volta. Si voltò alla sua destra notandolo ancora immerso nei sogni. Quanto era carino quando dormiva. Nessuno aveva quel privilegio di osservarlo inerme e tranquillo nel suo letto, solo lei era la fortunata. Sorrise avvicinandosi, gli lasciò un impercettibile bacio sulla fronte e poi sgattaiolò subito in cucina intenta a preparargli la colazione. Mise l’acqua per il tè sul fuoco, prese le uova e il latte. Arricchì il vassoio con teiera, zollette di zucchero, tazze, cucchiaini, miele e due bicchieri pieni di latte. Saltò le frittelle nella pentola posizionandole due a due nei piattini. Prima che l’acqua bollisse uscì nel giardino raccogliendo qualche piccolo fiorellino bianco. Rientrò correndo verso i fornelli versando l’acqua nella teiera. Posizionò per ultimo i fiori freschi sul vassoio e con molta lentezza e attenzione si accinse a salire le scale. Entrò lentamente sperando che ancora dormisse.
Era steso a pancia sotto con il viso immerso nel cuscino. Era adorabile. Posò il vassoio sul comodino di fianco a sé e salì sul materasso sperando di non svegliarlo. Si inginocchiò di fronte a lui sorridendo felice. Si abbassò per sentire quel bellissimo e adorabile profumo di muschio che  da sempre amava. Lentamente immerse la mano nella sua capigliatura accarezzandogli dolcemente la cute. Erano soffici e sottili, apparivano fragili al tocco. Lo sentì muoversi lentamente, sorrise. Si stava svegliando. Lo vide voltare la faccia verso di lei con ancora gli occhi chiusi e un sorriso stampato sulle labbra.
 
-Adoro quando mi accarezzi!- ammise beato.
 
Lei sorrise gioiosa che le coccole gli piacessero.
 
Aprì lentamente gli occhi focalizzando la sagoma davanti a sé che gli sorrideva felice. Quella poca luce mattutina le illuminava il suo perfetto viso.
 
-Svegliarmi e vedere il tuo splendido viso è nettare per la mia anima!- confessò  accarezzandole il volto con un semplice gesto del dorso della mano.
 
Belle sorrise imbarazzata, aveva gli occhi lucidi per quella bellissima affermazione. Era un inguaribile romantico.
 
Prese la sua mano portandola alla bocca baciandogli dolcemente il palmo.
 
Lui sorrise beandosi di quella tenerissima attenzione.
 
-Sento un profumino di tè!-
 
Si accorse dell’aroma che prepotentemente invadeva la stanza. Belle si voltò verso il comodino osservando la colazione.
 
Si girò nuovamente verso di lui alzandogli le lenzuola. Lo vide raggrinzire il volto dalla gelida aria mattutina che gli invase il corpo. Sorrise della sua tenerezza per non aver detto nulla. Si avvicinò e lentamente si posizionò sopra di lui stendendosi  portandosi le coperte su di loro. Prese ad accarezzargli il corpo lentamente e con le labbra sfiorargli il volto.
 
-Ho voluto prepararti la colazione! Di solito lo fai sempre tu, questa volta l’ho voluta fare io!- ammise all’altezza del suo orecchio.
 
Gold divampò dal tono caldo e malizioso della ragazza. Le faceva sempre quell’effetto, ogni volta non cambiava mai, anzi aumentava.
 
Portò le mani dietro di sé cercando di accarezzarle il corpo che sinuoso si muoveva su di lui.
 
-Il tuo profumo…oh mio Dio…mi fa impazzire!- ammise baciandogli dolcemente il collo.
 
Percepiva le sue labbra sfiorargli la guancia e lentamente avvicinarsi alla bocca. Si voltò leggermente per poter incontrare quelle carnose e rosee labbra. Si baciarono passionalmente. Si girò lievemente per poterla afferrare e scaraventare contro il materasso.
Belle rise di gusto.
 
Sfiorò dolcemente il suo ventre guardandolo con tenerezza.
 
-Credi che gli abbia fatto del male?- si rese conto che forse poteva aver infastidito il piccolino.
 
Belle continuava a ridere, portò la mano sulla sua attirando su di lei l’attenzione.
 
-Credo proprio di no!- lo rassicurò sorridendogli.
 
Portò la mano dietro il collo di lei alzandola lievemente dal materasso per incrociare le loro labbra.
 
-Ti amo!- ammise poi prima di negarle la parola.
 
Quel bacio era un miscuglio di dolcezza, amore, romanticismo, passione, desiderio, gioia, meraviglia.
 
Lentamente le salì su corpo adagiandola dolcemente sul materasso.
 
-Se è sempre così quando porti tu la colazione allora credo proprio che tenterò a svegliarmi per ultimo!- confessò  staccandosi dalle sue labbra.
 
-Sappi che sarebbe di peggio se me la portassi tu…non sai quanto te ne sarei grata!- ammise ridendo.
 
Lui era fermo immobile fisso a guardarla sorridere. Era come se si godesse quello spettacolo tutto per sé.
 
Lei sorrise imbarazzata. Sotto quegli occhi color cioccolato si sentiva nuda, spogliata di sé stessa.
 
-E’…è quanto grata?- interruppe poi lui quel momento colmo di enfasi.
 
-Se vuoi ti do una dimostrazione…credo che sia più semplice rispetto ad una spiegazione!- aggiunse  iniziando a far scorrere le mani sotto il pigiama.
 
Lo vide mordersi il labbro inferiore appena lo sfiorò dolcemente. Sentire il suo tocco sulla sua pelle era bellissimo.
 
-Sicuramente sarà più semplice, ma soprattutto più divertente!- ammise  avvicinandosi al volto di lei sorridendole.
 
-E la colazione?-
 
-La colazione può attendere, il nostro momento no! Ti ho aspettata a lungo. Quando ormai pensavo di aver perso tutto, di non poter più amare sei arrivata tu con il tuo dolce sorriso e il tuo amore. Quando seppi che eri morta mi crollò il mondo addosso …avevo nuovamente perso la possibilità di essere felice. Ed ora che ti ho ritrovata ed insieme stiamo costruendo una famiglia credo che la colazione potrà attendere non ti pare?-
 
-Hai ragione…ad una colazione ritardata si può rimediare a noi no, abbiamo sofferto abbastanza ed ora ogni minuto desideriamo passarlo insieme nel vero senso della parola…credo che ce lo meritiamo! Io ho bisogno di te sempre!-
 
Quelle parole suggellarono quel momento carico di emozione. Le loro labbra si unirono scatenando miriadi di fantastiche ed intense sensazioni. Le mani di lui sfioravano il suo corpo liberandola da quegli ostacoli. Era così morbida e vellutata, tenera ed invitante. Il suo corpo chiedeva, supplicava di essere accarezzato, baciato, sfiorato. Appena il suo corpo incontrò quello di lui lo sentì rilassarsi, pronto ad ospitarlo, a diventare un'unica identità.
Le labbra di lei erano ovunque, ovunque potessero arrivare. Baciavano, mordevano, leccavano ogni fibra del suo corpo infiammandolo di passione e di desiderio. Le loro vite erano unite da quell’intenso momento, un momento che sempre erano felici di condividere.
 
Belle prese subito le redini della situazione scaravantandolo giù contro il materasso. Sembrava una pantera assetata d’amore e di passione. Non l’aveva mai vista in quello stato, forse la gravidanza la rendeva più sensibile a quelle emozioni. E gli piaceva, caspita se gli piaceva.
Gli prese le mani bloccandole contro il cuscino, era seduta a cavallo su di lui rinchiudendolo tra le gambe. I capelli erano raccolti da un lato che morbidi gli accarezzavano la pelle. Nei suoi occhi poteva ben eleggere passione, bramosia e desiderio di possesso. Si avvicinò lentamente al suo viso sorridendo maliziosamente.
Le accarezzava la schiena dolcemente sfiorandole la pelle semplicemente con i polpastrelli, la sua bocca era tra il collo e la spalla, il punto più vulnerabile di lei. Appena raggiunse la parte maggiormente sensibile della sua schiena la sentì gemere all’altezza del suo orecchio. Rise di gioia, quello era la prova che la conosceva a fondo e nonostante ciò non voleva smettere di scoprirla. Amarla era ciò che desiderava di più al mondo.
 
……
 
La mattina seguente era già nel suo negozio preso dalle varie faccende. Si era svegliato di buon ora e si era subito recato al banco dei pegni. Era passato anche davanti all’appartamento di Lacey, vicino alla biblioteca, e lo vide con ancora le tende chiuse come le aveva lasciate lui. Era ancora a dormire, quella serata era stata stressante e aveva anche bevuto abbastanza. Belle non era abituata a sopportare troppo alcol figuriamoci ora che era incinta. Per fortuna che ad ogni sua distrazione lui le modificava con la magia la bevanda levandole ogni percentuale di alcol e sostanze nocive per la gravidanza così da non compromettere la crescita della loro piccolina. Non poteva di certo rischiare di perdere la cosa più importante del mondo. Rise dolcemente ricordandosi quando era brilla, nonostante aveva modificato quelle bevande aveva mantenuto l’effetto che dovevano creare anche se questo non avrebbe danneggiato in nessun modo la bambina. Belle era dolcissima anche ubriaca, non l’aveva mai vista in quello stato e nonostante fosse Lacey non poteva trattenere un delicato sorriso sul viso. Belle era dolcissima anche se ancora brancolava nella buia selva dell’oblio.
 
…….
 
Erano distesi nel loro letto che si beavano della ricca colazione preparata dalla ragazza. Era tutto così idilliaco e perfetto. Quelle piccole e chiare luci dell’alba coloravano di un tenero rosato la camera.
Il vassoio era posto davanti alla ragazza  mentre loro erano semidistesi abbracciati all’altro rivolti verso il succulente pasto. Belle lo imboccava dolcemente sorridendo teneramente. Le piaceva coccolarlo in quel modo.
 
-Ci vuoi altro miele?- chiese decorando la sua frittella.
 
Gold le prese da mano il cucchiaino con all’interno il miele e le scostò i capelli dalla nuda spalla. Lo fece colare lentamente poggiandolo delicatamente sulla sua pelle. Belle rabbrividiva alla piacevole sensazione che stava vivendo. Vide posare il cucchiaino sul vassoio per poi percepire la sua mano sfiorarle la gamba. Ingoiò dalla stupenda emozione in cui la stava conducendo. La mano di lui saliva sempre di più accarezzandole con gentilezza l’interno coscia suscitando in lei estasi e delirio. Percepì la sua lingua leccare il miele che colava dalla sua spalla. Le sue labbra si muovevano con tale maestria da farla abbandonare completamente ai sensi. Lentamente si lasciava andare poggiandosi su di lui. Era ormai succube delle sue attenzioni.
La bocca di lui si deliziava di quel dolce sapore della sua pelle  coprendole il collo di ardenti baci. Mordeva con maniacale delicatezza il lobo del suo orecchio costringendo alla ragazza a serrare le labbra e chiudere gli occhi assaporandosi quell’intenso momento.
 
-Di miele ne ho abbastanza!- sussurrò maliziosamente all’altezza del suo orecchio.
 
Belle voltò velocemente la testa verso di lui, incrociarono gli sguardi ardenti di passione. Portò la mano nei suoi capelli costringendolo ad avvicinarsi alla sua bocca. Percepivano il respiro dell’altro sfiorare il proprio viso, la vicinanza era troppa e troppa era la passione che li manteneva in quella magnifica sensazione. Si avvicinò lentamente senza perdere il contatto visivo sfiorarono di poco le labbra per poi ritrarsi. Si riavvicinarono nuovamente con un bacio fugace. Presero a darsi piccoli  e veloci baci che man mano divennero profondi, ardenti e passionali. Lingue che si incrociavano, denti che mordevano, respiri che risuonavano nella stanza, labbra che si sfioravano, mani che accarezzavano, braccia che stringevano, corpi che si avvinghiavano, ormai la passione governava sovrana su di loro e niente potevano contro quella forza così misteriosa e così tanto potente.
 
……
 
Era distesa su un letto, aveva il cuscino tra le braccia e un mal di testa micidiale. Ogni più piccolo rumore l’infastidiva. Quelle lancette dell’orologio diventarono odiose e irritanti, i pochi spiragli di luce le disturbavano il sonno. Era nel dormi veglia, in quella fase in cui non vuoi alzarti, ma ogni cosa ti impedisce di dormire. Si è in un limbo dove sogno e realtà si incontrano e combattono per avere la meglio su di te, ecco dove si trovava Lacey. Non era nella sua camera da letto distesa sul materasso, era altrove in un posto in cui tutto può accadere, sospesa tra la fantasia e l’amara verità.
 
Di miele ne ho abbastanza!
Sono incinta!
Non smetterò mai di combattere per lui!
Siete un codardo ricordate le mie parole!
Mi hai fatto diventare la donna che sono oggi!
1
Rose!”
 
Si svegliò di soprassalto con l’affanno. Era seduta sul suo letto abbracciata al suo cuscino. Aveva i capelli arruffati, la bocca impastata dal sonno e lo stomaco sottosopra. Respirava a fatica nel mentre cercava di mettere a fuoco la stanza e la poca mobilia. Quegli odiosi raggi l’aiutarono a farle rendere conto di dove si trovasse. Abbassò il capo notando che aveva gli abiti della sera precedente. Lanciò il cuscino macchiato di trucco di fianco a sé portandosi la mano nei capelli cercando di ordinare i ricordi. Non ricordava nulla a parte quell’amoreggiare con  Gold sul pianerottolo di casa sua. Oltre ciò non ricordava nulla, neanche il sogno o incubo che stava vivendo poco prima. Eppure le sembrava che fosse importante, aveva la sensazione di aver pronunciato un nome, un nome fondamentale ricco di significati e ricordi. Le sembrava che quel nome la collegasse al suo passato. Era un nome con un suono dolce e melodioso, le dava la sensazione di freschezza e di un delicato profumo.
L’unica cosa di cui poteva esserne certa e che  era un nome ricco di dolcezza.
 
……
 
Era lì che dolcemente le accarezzava il ventre nudo davanti a lui.  Al suo interno vi era un miracolo della natura, una magia che neanche lui poteva permettersi di fare eppure ne era stato un tenero complice.
Lei lo fissava ridendo per il solletico che percepiva.
Era dolce, incredibilmente dolce.
 
-Come lo/la vorresti chiamare?- interruppe lei quell’idillico momento.
 
Lui alzò lo sguardo su di lei scioccato. Non avevano mai parlato del nome del futuro nascituro. Sorrise di gioia. Con Baelfire non aveva avuto modo ne di godersi la gravidanza della moglie, ne di avere il privilegio di decidere il nome insieme alla sua amata. Ed invece ora tutto questo era possibile. Lì distesa sul suo letto c’era la donna più bella che avesse mai visto completamente vestita della sua candida pelle  che gli sorrideva amorevolmente aspettando una risposta con in grembo suo figlio.
Sorrise di felicità.
 
-Non ho mai avuto modo di pensarci. Credevo che oltre Bae non avrei avuto un altro figlio e invece ora sono qui con te  che decidiamo il nome!-
 
 
Belle sorrise dolcemente. Gli strinse la mano che aveva sul ventre accarezzandolo con gli occhi.
 
-E invece tutto questo è possibile! Quindi è meglio che ci pensi al nome perché non voglio sceglierlo da sola!- rispose scherzando.
 
Sorrise scaricando lo stress e l’emozione del momento. Quello era un passo molto importante che insieme dovevano fare.
 
-Se fosse un maschietto mi sarebbe piaciuto Saul!-
 
Belle annuì, era carino e molto bello.
 
-Mi piace! E se invece è una femminuccia?- chiese poi.
 
-Non saprei, ce ne sono così tanti belli e ricchi di significato! Tu a cosa avevi pensato se fosse femmina?-
 
Belle guardò verso l’armadio della stanza perdendo la cognizione del tempo. Gold la fissava intensamente osservando i suoi occhi persi.
 
-Se è una femmina la vorresti chiamare come tua madre?!- chiese poi stringendola di più a sé distogliendola dai suoi pensieri.
 
Belle negò, aveva gli occhi lucidi nel solo sentire quel nome.
 
-Il nome di mia madre riguarda il mio passato…e rimarrà tale. Vorrei che se fosse femmina avesse un nome che abbia una sua storia!-  gli rispose sorridendo.
 
 
Belle quasi ipnotizzata si alzò dal letto indossò la vestaglia avvicinandosi all’armadio e tremante aprì le ante. Gold guardava la scena incuriosito dal suo comportamento, sembrava che la ragazza fosse magicamente attirata dall’armadio. La vide calarsi al suo interno e tirare fuori una copertina arancione ricamata a mano. La vedeva stringerla con tanto amore fissandola come se fosse la cosa più importante del mondo.
 
Belle chiuse l’armadio e ritornò da lui continuando ad accarezzare la copertina.
 
-Questa coperta mi…mi venne regalata da  quella vecchina che mi profetizzò che un giorno noi avremmo avuto un figlio!- disse continuando a fissare il pezzo di stoffa.
 
Gold sorrise prendendo ad accarezzare la copertina dolcemente.
 
-Non mi hai mai detto come si chiamasse!- le chiese poi incuriosito di sapere il nome della veggente.
 
-Non lo so, mi è stato detto che è un nome di una persona a cui io vorrò un bene smisurato, ma oltre al tuo nome e a quello di mia madre non mi viene in mente nulla!- confessò sinceramente.
 
Era profondamente amareggiata, desiderava con tutto il cuore scoprire il nome di quella simpatica donna.
 
Gold annuì scontento, era molto curioso di scoprire il nome soprattutto ora che aveva saputo il motivo per cui Belle non lo conosceva.
Chi era che Belle amava più di ogni altra cosa al mondo?
 
Iniziò a tremare debolmente consapevole che forse lui non era la persona che amava più di ogni altra, visto che ovviamente quella donna non poteva chiamarsi come lui. Chi era quella veggente, e come si chiamava?
 
All’improvviso una luce dorata illuminò il cuore ricamato su quella copertina attirando lo sguardo curioso dei due. Dopo quel bagliore i loro dubbi si dissiparono e nuove gioie entrarono nel loro cuore.
 
Il cuore presentava un nome, un nome che appena Belle lo lesse capì che era quello che avrebbe dato al figlio poiché quella copertina doveva avvolgere il loro bambino. Emozionata portò una mano alla bocca guardando Gold che ancora aveva lo sguardo perso sulla stoffa ricamata. Anche lui era arrivato alla sua conclusione e non poteva veramente crederci, il cuore aveva perso un battito e il respiro si era arrestato nell’istante esatto che aveva letto il nome del loro futuro figlio.
 
-E’…-
 
Belle non riusciva a pronunciare nessuna sillaba talmente emozionata. Tremava tutta e aveva gli occhi lucidi, era così contenta che quella felicità le impediva di parlare.
 
-Belle…è…-
 
-E’ una bambina…Rumple avremo una bambina!-disse prendendo la forza di parlare.
 
Ancora non ci poteva credere, era troppo felice per poter credere a quello che avevano assistito.
 
-La nostra bambina si chiamerà…-
 
-Roslyn!- disse incredula Belle con ancora l’ansia nel petto. Non poteva crederci di aver pronunciato il nome della loro piccolina. Era una cosa meravigliosa.
 
 
-Ha…ha un suono delicato e dolce! E’ perfetto per la nostra piccolina!-commentò l’uomo profondamente emozionato. Ancora non riusciva a pronunciare quel nome era troppo per lui.
 
-Questo nome rispecchia esattamente la nostra storia, Rumple la rosa è sempre stato il simbolo del nostro amore, nessun nome poteva essere degno di essere dato a nostra figlia!-
 
-Hai ragione…la nostra Roslyn porterà con sé il simbolo del nostro amore per il semplice motivo che è lei il simbolo del nostro eterno amore!-
 
-Oltre a te lei è la persona che amo di più al mondo!-ammise emozionata accarezzando tremante il ventre.
 
In quel momento sia Gold sia Belle spalancarono gli occhi increduli della nuova scoperta appena fatta.
 
-Belle quella veggente si chiamava Roslyn!-disse anticipando la ragazza che voleva dire la medesima cosa.
 
-Ecco cosa voleva dire quella profezia, lei si chiama esattamente come si chiamerà nostra figlia!-
 
Ancora non ci potevano credere, erano troppo elettrizzati da quelle scoperte che erano arrivati a toccare il cielo senza nemmeno accorgersene.
 
Gold lentamente accarezzò il ventre della donna beandosi di quel dolce momento.
 
-Che ne dici se le dessimo come diminutivo Rose?-chiese l’uomo fissandola dolcemente negli occhi.
 
-Sono pienamente d’accordo con te…e se per te va bene vorrei aggiungerne un altro che avrei voluto mettere per secondo!- disse poi attirando la sua più totale curiosità.
 
Gold annuì con la testa invitandola a parlare.
 
-Iris!- disse poi emozionatissima.
 
 Lui spalancò gli occhi meravigliato dalla scelta.
 
-Il nome di questo fiore mi ha fatto capire che aspettavo un bambino e avevo pensato che se avessimo avuto una bambina come secondo nome le avrei voluto dare Iris!- spiegò dolcemente stringendo la mano dell’uomo che aveva sul suo ventre.
 
-Roslyn Iris Gold! E’ un nome bellissimo degno della nostra piccolina!-pronunciò finalmente quel nome emozionandosi per ogni lettera che emise. Lo riempiva di vita e di dolcezza.
 
-La nostra piccola Rose sarà la gioia della nostra vita ne sono sicura!-
 
-Lo è già!- confessò l’uomo avvicinandosi alla bocca di Belle, la ragazza sorrise di gioia baciandolo con passione. Erano felici, in quel momento avevano scoperto non solo il sesso del nascituro, ma anche il nome e non poteva essercene uno migliore.
 
……
 
Sentì il campanello della porta suonare. Gold era nel retrobottega a leggere l’inventario per ingannare il tempo. Doveva trovare un attimo per fermarsi a pensare. Quella mattina aveva visto il figlio a braccetto con quella ragazza dai capelli lunghi e neri, Tamara si chiamava, sembrava felice, ma si vedeva che non lo era fino in fondo. Per un istante sembrava lui abbagliato da un finto amore, quell’amore che aveva provato per Milah e per Cora, e non voleva che suo figlio commettesse lo stesso errore sposando la donna sbagliata, mentre aveva quella giusta davanti agli occhi. Conosceva bene Emma e sapeva che era la donna adatta per suo figlio,  era sicuro che la sua dolce metà era quella forte ragazza dai capelli biondi e dall’infinito coraggio.
 
Il profumo di rosa selvatica lo distolse dai suoi pensieri. Non voleva credere ai suoi sensi, Lacey era entrata nel suo negozio. Non sapeva cosa fare, non voleva raggiungere il negozio temeva che la sua mente avesse fatto uno dei suoi più brutti scherzi.
 
-Gold!-
 
Quella voce era inconfondibile esattamente come il suo profumo. Era lei, Lacey era da lui. Prese il bastone e tirò un sospiro profondo avviandosi al negozio.
 
Lo vide uscire poggiato al bastone con indosso un completo molto elegante e altrettanto scuro.
 
Appena la vide morì all’istante, Lacey portava i capelli raccolti in alto, un trucco accattivante sul volto ed un vestito viola intenso esageratamente corto, splendidamente scollato avanti e indietro. Le sue bellissime gambe terminavano con delle decolté nere a tacco dodici. Tratteneva tra le mani un soprabito lungo bordeaux e dei guanti dello stesso colore. Vederla lì in piedi davanti a lui quasi nuda era una sofferenza, le mancava, le mancava così tanto…le mancava tutto di lei.
 
Poggiò il soprabito sopra il bancone sorridendo maliziosamente al proprietario.
 
-Lacey buongiorno!-
 
Erano quasi le cinque del pomeriggio forse sarebbe stato meglio dire buonasera, ma quando c’era di mezzo lei la sua mente si bloccava ed entrava in confusione.
 
Poggiò una mano su un fianco e l’altra sul bancone, incrociò le gambe continuando a mantenere quel sorriso.
 
 -Buongiorno a te!- rispose impostando una voce calda e ammaliante.
 
Ancora in mente aveva la scena che avevano vissuto la sera precedente. Adrenalina e agitazione scorrevano nelle sue vene procurandogli un tenero imbarazzo. Abbassò lo sguardo toccando l’anello che aveva al dito, si spostò dietro il bancone cercando di occupare il tempo, mentre Lacey lo guardava solamente osservando ogni sua mossa.
 
-Ti vedo bene! Suppongo che ti sei ripresa dalla tua sbronza!- interruppe quel momento di soffocante silenzio.
 
Lei annuì poggiando i gomiti sul bancone posizionandosi proprio di fronte a lui.
 
-Ne sono contento!- aggiunse poi.
 
-Ho bisogno del tuo aiuto!- disse la ragazza dirigendosi dietro il bancone.
 
Gold si voltò osservandola avvicinare ingoiando dall’emozione.
 
-Se posso!- rispose arretrando.
 
La schiena toccò lo scaffale retrostante frenandolo.
 
Lacey era vicina, troppo vicina.
 
Portò l’indice sulla sua cravatta accarezzandola dolcemente.
Ansia e agitazione non volevano mollare la presa su Gold.
 
-Ecco volevo sapere se io e te…ieri abbiamo concluso la nostra serata!-
 
Era ad un palmo dalle sue labbra.
 
Gold spalancò gli occhi incredulo di quello che aveva sentito.
 
-Come scusa?- chiese invitandola a spiegarsi meglio.
 
-Non ricordo se abbiamo dormito insieme! Questa mattina mi sono svegliata con l’unico ricordo di io e te sul pianerottolo e poi nulla!- 
 
Iniziò un po’ ad irritarsi. Lacey era una donna di poche parole e di molti fatti, se l’era dimenticato. Non doveva ricommettere lo stesso errore, doveva essere prepotente, forte e misterioso caratteristiche che lei adorava in un uomo. L’afferrò il palmo della sua mano scostandola dalla  cravatta. La spinse lentamente contro il bancone bloccandole la presa su di esso. Lacey sorrideva divertita, le piaceva questa sua prepotenza.
 
-Mi dispiace che tu non ricorda nient’altro!-
 
Ruppe quel momento prendendo ad accarezzarle il collo con la punta del naso. Percepiva il suo respiro riscaldarle la pelle una volta avvenuto il contatto. Nessuno le procurava quell’effetto, neanche quel ragazzo che aveva baciato quella mattina al bar. Anche se non gli piaceva doveva fare una prova, doveva vedere se quelle sensazioni,  di cui aveva un vago ricordo, gliele faceva provare solo lui o tutti gli altri. Ed invece glieli faceva provare solamente lui. Non sapeva il perché, ma Gold aveva un certo ascendente su di lei.
 
Sentì le labbra di lei mordergli dolcemente l’orecchio, mentre la gamba destra accarezzava lentamente la sua.
 
Percepiva  quelle dolci sensazioni solo ed esclusivamente con lui. Era come se lui fosse la sua anima gemella, come se fosse l’unico a conoscerla veramente e probabilmente era così.
 
-Potresti aiutarmi a ricordare?- chiese maliziosamente prendendolo a baciargli l’incavo del collo allentandogli il nodo della cravatta.
 
-Mi piacerebbe, ma sei crollata sul più bello!- rispose  allontanandosi dal suo viso.
 
La vide con gli occhi chiusi e con il labbro inferiore tra i denti, si notava che le piaceva, e lui ne era contento.
 
Alla sua frase spalancò gli occhi incredula che quella serata non avevano concluso nulla. Ne era profondamente dispiaciuta, ma allo stesso tempo felice almeno non aveva dimenticato nulla d’importante.
 
-Bene…ne sono contenta! Allora che ne dici se proseguissimo da dove abbiamo sospeso?-
 
L’invitò  stringendolo per i fianchi. Gold la fissava studiando le sue movenze e i suoi sguardi. Si percepiva che aveva bisogno di lui, e solamente di lui visto che era venuta prettamente per questo. Poteva andare da chiunque, nessuno avrebbe rinunciato a passare un passionale momento con lei, era bella, accattivante, splendida e ammaliante  nessuno sarebbe riuscito a resisterle. Nemmeno lui sapeva come era riuscito a resisterle così tanto quando vivevano al castello.
 
Sorrise. Aveva la situazione in pugno, e questo gli piaceva. Quella sensazione di potere non la sentiva da tempo e gli era mancata. Doveva mantenere la fiamma accesa e il desiderio pronto ad esplodere, doveva attaccarla a lui in qualche modo e ormai aveva capito il suo punto debole …il suo punto debole era lui.
 
La prese per i fianchi strattonandola contro il suo corpo. La strinse forte a sé fissandola negli occhi.
 
-Che ne dici se ci organizzassimo per questa sera! Ti va se facciamo da me?-
 
Rinviò quel passionale momento fissandola maliziosamente in quelle iridi color ghiaccio.
 
Percorse la schiena di lei con la punta delle dita creandole estasi e desiderio. Era contrariata, voleva tutto e subito e invece doveva aspettare, era lui che comandava e a lei questo le piaceva. Si abbandonò al suo tocco delicato ed esperto e al suo afrodisiaco profumo di muschio. Era ormai succube di lui e voleva esserlo per sempre.
 
Raggiunse il punto più sensibile della sua schiena costringendola ad emettere un sospiro di godimento proprio come era accaduto la sera precedente.
Sorrise, la conosceva bene, troppo bene.
 
-Allora a più tardi Lacey!- 
 
Si distaccò lasciandola ancora a quella bellissima sensazione. Sorrise divertito dal suo comportamento. La vide ricomporsi cercando di ritornare in sé. Prese il suo soprabito e l’indossò lentamente. Chiuse i bottoni e allacciò la cinta al fianco.
 
-A dopo Gold!-
 
Pronunciò il suo nome con un tono caldo e soffice. Solo lei aveva quella capacità di colorare e di rendere vivo il suo nome.
 
Lui annuì confermandole l’appuntamento. La vide raggiungere la porta del suo negozio con un passo lento ed elegante. Si godette il suo bel e rigoglioso fondoschiena che si muoveva armonicamente ad ogni suo passo fino a che non si fermò. La vide voltarsi con uno sguardo pensieroso.
 
-Gold sai cosa significa il nome Rose?-
 
Quella domanda lo colpì in pieno petto. Non poteva credere alle proprie orecchie, aveva sentito bene?
 
-Questa mattina mi sono svegliata con questo nome sulle labbra. Forse ieri abbiamo parlato di fiori!- si spiegò lei.
 
Si ricompose cercando di non dare nell’occhio, non voleva insospettirla.
 
-No…per niente! Ma credo che non riguarda la botanica, mi sa che è un nome!- cercò di aiutarla nel suo ricordo.
 
Lacey si stranì voltandosi completamente verso il suo interlocutore.
 
-Un nome? Di chi?-  domandò semplicemente.
 
-Suppongo di qualcuno molto speciale!- aggiunse  rimanendo sul vago, non voleva di certo rivelarle tutto adesso, l’avrebbe preso per matto e lo avrebbe allontanato, cosa che di certo doveva evitare.
 
-Bah sarà! Io non me lo ricordo! Comunque non è importante! A dopo!- salutò lei uscendo dal negozio.
 
Lui riprese a respirare regolarmente, era stato uno shock vero e proprio sentire pronunciare quel nome proprio da Lacey, forse in lei stava cambiando qualcosa, forse la sua Belle stava nuovamente lottando per ritornare da lui. Non poteva non esserne contento.


 
Si avvicinò all’ingresso del suo negozio spostando la tendina. La vide camminare sul  marciapiede opposto dirigendosi verso la biblioteca.
Sorrise di gioia.
 
-Quel nome amore mio è il nome di nostra figlia…quel nome angelo mio è la dolcezza in persona!-
 
Lasciò la tendina poggiando la schiena contro la porta. Chiuse gli occhi cercando di concentrarsi, doveva far smettere al suo cuore di battere così velocemente, doveva rilassarsi e calmarsi. Tutte quelle emozioni erano troppe anche per lui, soprattutto per lui. Emise un sorriso di gioia contento che la sua Belle non l’aveva abbandonato. Era solo questione di tempo e sarebbe ritornata da lui con tutti i suoi ricordi e sicuramente con quello più importante… la loro bambina.

 
 
 
 
1. Questa frase proviene dal capitolo 14 di Ricordati di Me , Lacey confessa a Gold il motivo per cui lei si è innamorata di lui.
 
 
Angolo dell’autrice :D
 
Ed ecco anche il cap 8! :D
 
Allora beh questo mi piace moltissimo, completamente nuovo non vi è nessun riferimento alla serie, volevo creare un momento che fosse totalmente fuori dalla serie ;) Beh un capitolo abbastanza importante, abbiamo visto come Belle e Gold hanno scoperto che il bambino in realtà è una bambina, e non solo, abbiamo scoperto anche come si chiama… Roslyn! ;) Adoro questo nome, e mi piace moltissimo sopratutto per il suo dolce suono, e volevo che la figlia di Rumple e Belle si chiamasse con un nome particolare che rinchiudesse la loro storia. La rosa è il simbolo della bella e la bestia e la loro figlia non poteva non avere un nome che racchiudesse questo significato. Poi ho deciso di aggiungere un secondo nome e credo che Iris sia stato quello più giusto visto il fatto che tale nome ha annunciato a Belle che aspettava un bambino, ma se credete che i nomi della bambina siano finiti qui vi sbagliate…in futuro se ne aggiungerà un altro, l’ultimo che è nato per una serie di eventi che vedrete coinvolgeranno la piccolina e la Rumbelle ;)
 
Altra cosa importante che abbiamo scoperto è stato il nome della veggente, beh sì la donna si chiama proprio Roslyn ;) Ed anche questa seconda profezia si è avverata, Belle ha scoperto il nome della donna :D
 
Invece nel presente abbiamo visto una Lacey molto attratta da Gold, ma è solo curiosa di quest’uomo sicuramente non prova amore nei suoi confronti, e nonostante ciò non capisce il motivo per cui solo lui le procura quelle dolci sensazioni. Gold ovviamente ha capito cosa cerca la ragazza e deve fare in modo di alimentare in lei quella curiosità così da poter fare in modo di svegliarla da questo suo nuovo sortilegio anche se questa volta sarà ben difficile! ;)
 
Il prossimo capitolo che posterò la settimana prossima (spero di riuscirci :D) riguarderà quest’appuntamento che Gold ha organizzato a casa sua con Lacey, non posso dirvi di più perché sarà un capitolo ricco di incognite e di domande vivrete insieme a Gold un gran stato di confusione. Il passato ( questa volta nel castello oscuro) invece aiuterà a comprendere meglio il presente ;)
 
Grazie a tutti coloro che hanno messo la mia storia tra i seguiti-ricordate-preferiti;  ai lettori silenziosi, a chi ha messo “Mi Piace” sotto il link posto nella mia pagina I will see you again Rumbelle e un grazie speciale a libellula.s e libellula.a che seguono con grande affetto la mia long!
 
À bientôt!! :)   
DR!    

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Capitolo 9
*** Capitolo 9: Blackout ***


Capitolo 9: Blackout
 
La luce, i rumori, i dolori svegliarono Gold. Era disteso sul suo letto, indossava solo il pantalone del pigiama e aveva un enorme mal di testa.
Si voltò alla sua sinistra e non vide nessuno, c’erano solo lenzuola stropicciate e percepiva  un forte profumo di rosa selvatica.
Si sedette sul letto portandosi una mano alla tempia cercando di conciliare i ricordi. L’unico che aveva era di lui e Lacey fuori il terrazzo di casa sua a sorseggiare un bicchiere di vino accuratamente modificato con la magia.
Socchiuse gli occhi cercando di andare in là con i ricordi  sperando di poter aggiungere un altro tassello della serata. In quel momento la sua mente focalizzò Lacey con addosso un cortissimo abito nero scollato sulla schiena, portava i capelli raccolti e intrecciati da un lato, e le gambe erano interamente nude niente osava avvolgerle, la sua carne era viva sotto la tenera luce della luna.
Un flash raggiunse il suo ragionare, vide lei appoggiata contro la ringhiera della terrazza e lui dietro di lei a baciarle passionalmente la schiena; ancora gli sembra di sentire le sue risate di godimento rimbombare nella testa.
Nuovamente un ricordo lo colpì, ma più che visivo fu uditivo, un rumore di vetro caduto da una altissima distanza.


Quello sfrecciare delle auto e le chiacchiere dei vicini non l’aiutavano a conciliare i suoi ricordi,  con un gesto della mano chiuse le varie finestre della stanza.
Ancora quel profumo invadeva le narici, era troppo forte, troppo. Era lui, portava addosso il profumo di Belle.
Come poteva essere? Perché la sua mente non l’aiutava a ricordare?
Sembrava di essere in un enorme blackout
 
……
 
Aggiungere una piuma di cigno, radici di pianta selvatica e una lacrima di chimera…
 
Nel suo studio Rumple stava preparando una pozione che da tempo non riusciva a fare, la causa era la sua dolce Belle che gironzolava nel castello.
Era nel momento più delicato possibile in cui doveva aggiungere una lacrima di chimera, era un’operazione molto difficile, se avesse aggiunto una goccia di troppo sarebbe diventata l’opposto, una pozione molto potente, una capace di restituire i ricordi.
-Rumple che stai facendo?-
 
La voce della ragazza lo fece sussultare. Si voltò incrociando lo sguardo della ragazza. Belle era in piedi alle scale con in mano un cesto di rose rosse appena potate.
 
-Oh Belle NON VENIRE così di soppiatto, AVRESTI potuto farmi sbagliare! Per fortuna mi sono FERMATO in tempo!- agitato rispose il folletto contento del mancato disastro.
 
-Scusami non era mia intenzione! Pensavo stessi leggendo una delle tue pozioni, non credevo che ne stessi facendo una!- cercò di dibattere avvicinandosi al suo interlocutore.
 
-E invece…- si bloccò. Nessuna parola usciva più dalla sua bocca, la vicinanza della ragazza l’aveva immobilizzato, anche il pensiero era congelato.
 
Quanto erano belli i suoi occhi azzurro ghiaccio, erano motivo di tanto suo tormento.
 
-E invece…è così!- riuscì a riprendere il lume della ragione. Con lei non riusciva mai a spuntarla, l’aveva sempre vinta, ma questa volta doveva farcela.
 
-Beh che posso dire?- chiese consiglio lei agitandosi.
 
-Lascia perdere, sistema i tuoi fiori!- si voltò leggendo inutilmente il libro di magia.
 
Belle aveva gli occhi accigliati, era nervosa lo percepiva.
 
-I miei fiori? I miei fiori? Beh fino ad ieri ti piacevano i MIEI fiori nel tuo studio, anzi ti piaceva anche che ci fossi io. Se non erro mi avevi anche invitato a leggere qui per farti compagnia! Volevo accettare, ma visto la situazione non vorrei che un mio sospiro o il rumore di una pagina potesse distrarti dalle TUE pozioni! Buon proseguimento!-
 
Lasciò il cesto dei fiori per terra e arrabbiata se ne andò a passo svelto e rumoroso.
Poggiò le mani contro la tavola e abbassò il capo in segno di arresa, dopotutto non aveva fatto niente di male, era solo venuta a fargli visita proprio come lui gli aveva implorato la giornata prima.
 
Abbandonò la pozione sul tavolo avviandosi dalla fanciulla, non riusciva a stare litigato con lei, doveva subito porre rimedio.
 
……
 
Si alzò dal letto tutto dolorante, indossò la giacca da camera e prese il bastone. Si avviò per le scale della villa cercando di aiutare i ricordi. Il muro del corridoio gliene rievocò uno…
 
“Non hai idea di quanto ti desidero!”
 
“E tu non immagini di quanto desideri la tua bocca!”
 
Gold era contro la parete del corridoio con Lacey avvinghiata a lui che si prendeva cura della sua camicia.
 
“E invece lo so…credimi lo so bene!”
 
Scosse la testa. Allora si erano baciati, quindi Belle era ritornata.
 
-Belle, Amore! Belle!- chiamò sorridendo, ma nessuna risposta lo raggiunse.
 
Decise per tanto di avviarsi di sotto, forse la ragazza era fuori in giardino e non l’aveva sentito. Percorreva il più veloce e possibile quelle scale speranzoso di incrociare lo sguardo della sua amata.
Raggiunse la cucina, ma vide solo piatti sporchi e un bicchiere con una goccia di vino rosso sull’isola. Si guardò intorno, ma sembrava che non ci fosse nessuno.
 
La sua mente focalizzò un frammento di quella sera…
 
Lacey era seduta sull’isola che sgambettava le gambe prive di scarpe, aveva un bicchiere di vino rosso nella mano e lui era vicino al lavandino posando i piatti della cena.
 
“Ti dispiace se li lasci a dopo?” maliziosamente interruppe Lacey.
 
Percepì il suo piede dietro la schiena scivolare lentamente verso il basso. Un brivido percorse il suo corpo.
Si voltò afferrando la caviglia nuda e con movimenti circolari accarezzava la sua pelle.
Lacey inclinò il volto all’indietro mordendosi il labbro inferiore. Quelle carezze l’eccitavano.
Sorrise contento di aver colpito il suo punto debole. Saliva lentamente verso la coscia aumentando la presa su di lei. Percepiva il suo corpo tremare, era carico di emozioni e sensazioni, era ricettivo ad ogni suo movimento.

 
“Ti prego più su…più su…più su…oh sì Gold!” la voce sembrava delirante, lei era in delirio.
 
Non desiderava altro che passare al passo successivo, raggiungere la tappa tanto agognata e aspirata.
Lui sorrideva continuando ad accarezzarla. Raggiunse il bordo del suo corto e stretto abito nero. Percorse lentamente tutta l’estremità del vestito alimentandole estasi e desiderio. Sembrava Belle, si comportava proprio come lei, in quelle circostanze erano la medesima persona. Il richiamo della pelle era lo stesso, gli atteggiamenti erano simili ed anche il tono di voce. Questo lo rallegrava, almeno era sempre lei solo con una piccolissima particolarità non ricordava di esserlo.

 
Gli bloccò la mano guardandolo fisso negli occhi. Spostò poi le mani sotto la sua gonna invitandolo a proseguire per quella strada, non voleva perdere tempo, desiderava assecondare le sue voglie, e in quel momento la sua voglia era Gold.
 
Le alzò l’abito sui fianchi intravedendo la sua biancheria di pizzo nero. La vide aprire le gambe bloccandolo tra di esse.
Si stese completamente sull’isola chiudendo gli occhi. Bloccò le proprie mani contro il bordo di marmo immobilizzando così il proprio corpo ai movimenti che sarebbero giunti. Sentì la lingua di lui leccarle l’interno coscia proprio sotto il bordo del suo intimo di pizzo.
La saliva rendeva la sua pelle  ricettiva all’umidità dell’ambiente, e questo la faceva impazzire.

 
Si alzò di più l’abito scoprendo il suo candido ventre.
Lui si fermò osservandolo, lì dentro c’era il frutto del loro amore, lì era custodito il loro futuro. 
Lacey si accorse del suo atteggiamento, alzò il capo incrociando lo sguardo dell’uomo.

 
“Che cosa c’è?”chiese con un enorme fiatone. Gold sorrise scuotendo la testa.
 
“Niente!”rispose accarezzandole il ventre con cura. Da tempo non sfiorava la sua pancia. Fu una bellissima sensazione.
 
“E’ un problema per te?”
 
Quella frase rovinò tutto il romanticismo del momento.
 
“Come scusa?”chiese  fissandola negli occhi.
 
“Dico…il fatto che io sia incinta ti dà fastidio?”si spiegò meglio sedendosi sull’isola.
 
Lui fissò nuovamente il ventre accarezzando intorno all’ombelico con il pollice.
 
“Perché mai dovrei esserlo?”tenerezza traspariva nel suo tono.
 
Come poteva essere un problema la sua gravidanza? Il suo più grande desiderio era quello di diventare padre, e dopo Bae credeva di non poterlo diventare di nuovo e invece Belle gli aveva fatto questo incredibile dono.
 
 
“Non lo so. Sai a qualcuno potrebbe infastidire avere rapporti con una donna gravida!”rispose semplicemente ironizzando.
 
Gli afferrò i polsi stringendoli forte. Alzò lo sguardo su di lei fissandola intensamente.
 
Lacey per un istante si preoccupò.
 
“Io… non sono quel qualcuno Lacey!”secca, precisa fu la sua risposta.
 
La ragazza si rilassò aumentando di più la presa delle gambe su di lui.
 
Si voltò di scatto focalizzando il tragitto che insieme avevano percorso prima di raggiungere il corridoio superiore. Era stato tutto uno sbattere di qua, accarezzare di là, ridere di lì ecc… .
 
Per come stava ricordando era stata una serata molto passionale, ma non riusciva a spiegarsi il perché non se la ricordava?
Ma la domanda non era questa, la vera domanda riguardava Lacey. Che fine aveva fatto la ragazza, e soprattutto era ritornata Belle? E se sì perché non era lì con lui? Cosa era successo quella sera che gli aveva procurato questo blackout? Sperava solo che questa amnesia sarebbe durata poco, ma forse lui poteva porre rimedio. Doveva preparare una sua vecchia pozione, c’era solo un problema, dove poteva procurarsi  lacrime di chimera?
 
……
 
La cercò per tutto il castello, ma di lei neanche l’ombra. Forse se ne era andata. L’aveva lasciato. E aveva ragione, lui era stato davvero brutale con lei, era stato un mostro.
 
-Belle! Belle!- chiamava il suo nome disperato, non poteva vivere senza di lei, l’aveva già passato e non voleva ritrovarsi in quella medesima situazione.
 
Raggiunse il giardino del castello, quel posto era l’ultima spiaggia.
Seduta sotto all’albero di pero su una copertina c’era Belle intenta a leggere un libro. Aveva la testa abbassata, le gambe incrociate, un piccolo cestino di paglia a suo fianco, e muoveva assiduamente il ciondolo della collana al collo.
Il suo cuore poteva cessare di battere così forte, Belle non se ne era andata. Sorrise godendosi la meravigliosa visuale. Si avvicinò lentamente speranzoso che la ragazza non l’avrebbe liquidato.
 
 
Sentì dei passi avvicinarsi e capì che Rumple l’aveva raggiunta. Alzò lo sguardo su di lui chiudendo rumorosamente il libro. Il Dark One quasi sussultò a tale suono. Era segno che era ancora arrabbiata, e come la poteva biasimare.
 
Lo fissava con aria superiore, quasi si aspettasse delle scuse, delle scuse che il folletto aveva tutte le intenzioni di fare.
 
Si inginocchiò davanti a lei avvicinandosi.
Belle continuava a fissarlo.
 
-Scusami…amore mio scusami. La mia reazione è stata troppo eccessiva! Non dovevo comportarmi in quel modo, puoi accettare le mie scuse?- dolce e tenero fu quel discorso.
 
Era un cucciolo, un piccolo cucciolo bisognoso di coccole e d’amore.
 
-Vorrei che rivalutassi il mio invito a leggere nel mio studio!- continuò poi accennando un sorriso.
 
Lasciò la presa sulla collana portando la mano sul suo volto. Rumple chiuse gli occhi assecondando il movimento della sua mano.
 
-Ti perdono! Basta che non ci troviamo più in questa situazione. Odio litigare con te!- rispose sorridendogli.
 
Il Dark One aprì gli occhi annuendo felice di essere stato perdonato.
 
-Per il mio invito?- chiese poi speranzoso che la ragazza l’accettasse.
 
-Ci penserò!- rise  del suo comportamento da cucciolo bastonato.
 
La prese per i fianchi avvicinandola a sé. Incrociarono i loro sguardi  intensi e profondi.
 
-Non immagini quanto desideri la tua bocca!- confessò lui emozionato.
 
-E invece lo so…credimi lo so bene!-  rispose lusingata baciandolo passionalmente sulla guancia.
 
La strinse di più a sé immergendo il capo nell’incavo del suo collo prendendo a baciare avidamente la sua pelle.
 
……
 
Dopo essersi vestito raggiunse la cantina. Cercava disperatamente tra i vari ingredienti quelli che gli sarebbero serviti per preparare il Nontiscordardimé. Riuscì a trovare la piuma di cigno, le radici di pianta selvatica, ma l’ingrediente più importante, quello fondamentale, mancava. Sbatté le mani contro il tavolo abbassando il capo in segno di arresa. Cosa voleva? Lo sapeva che non ce l’aveva. Aveva guardato anche tempo fa per prepararla per Belle. Cosa si aspettava di trovare?
E adesso cosa poteva fare per risolvere quel problema? Come poteva rimediare al suo blackout?
 
Uscì dalla cantina irritato. Percorse la stretta strada di mattoni di pietra del suo giardino. Un luccichio attirò la sua attenzione. Si avvicinò mettendo a fuoco. Per terra vi erano dei frammenti di vetro. Nuovamente ritornò quel ricordo uditivo. Alzò lo sguardo osservando la terrazza…
 
Erano in piedi  fuori in terrazza con in mano un bicchiere di vino rosso. Avevano da poco finito di mangiare ed avevano deciso di prendersi una boccata d’aria fresca e osservare le stelle in cielo. Lacey era bellissima, la sua Belle era sempre bellissima. Qualsiasi cosa indossasse le stava bene perché era lei, il suo corpo ad essere perfetto da rendere ogni cosa  splendida.


 
Si fermarono davanti la ringhiera. La ragazza si poggiò contro alzando lo sguardo verso il cielo. Lui rimase fermo ad osservarla, quelle gambe nude lo chiamavano, gli sussurravano dolci e passionali inviti.
La vide togliersi le scarpe rimanendo a piedi nudi.
La raggiunse fermandosi di fianco a lei.

 
“Hai freddo?”chiese togliendosi la giacca.
 
Lei annuì, prese la giacca e la poggiò contro la ringhiera. Gold la guardò stranito.
 
“Non hai freddo alla schiena?”chiese poi non capendo.
 
“Sicuro!”rispose maliziosamente.
 
Gli prese la mano conducendola dietro la schiena dentro il suo vestito scollato.
 
“Ho bisogno di qualcosa di più caldo!”aggiunse poi  invitandolo ad accarezzarle la schiena.
 
Lui sorrise dirigendosi dietro di lei. Poggiò il suo bicchiere sulla ringhiera  immergendo poi le mani nel suo abito.
Lacey rabbrividì alzando il capo all’indietro.

 
“Perché solo il tuo tocco mi fa rabbrividire…dimmi perché?”
 
Raggiunse il ventre percorrendo lo sterno, sfiorò lentamente la pelle sotto il suo seno. In quell’istante la ragazza spinse il capo in avanti meravigliata da quelle sensazioni. Dalla forte scossa cadde il bicchiere giù schiantandosi contro la stradina del giardino procurando un forte rumore.
 
La ragazza sorrise di gusto scusandosi più e più volte per il suo atteggiamento. Gold  non curandosi dell’accaduto prese a baciarle passionalmente la schiena immobilizzando così la ragazza avvolgendola in quel manto di ardente passione.
Le mordeva, le leccava , le baciava la pelle salendo verso l’incavo del suo collo. Era una belva, desiderava tutto di lei, voleva tutto da lei…desiderava Belle.
La ragazza si addossò completamente contro di lui gettando all’indietro la testa appoggiandola sulla sua spalla. 
Aveva campo libero, poteva vagare indisturbato per il suo corpo. Iniziò a scendere verso il ventre, la ragazza ansimava e respirava a fatica.
Il sangue nelle sue vene scorreva veloce procurandole calore ed estasi.
Percepì sotto il tatto l’intimo della ragazza.
Aprì le gambe invitandolo a proseguire  desiderosa che raggiungesse il centro del suo tormento, del suo dolore, della sua ardente voglia.

 
Un fascio di luce lo condusse al presente. Quei ricordi lo stavano destabilizzando, ma almeno ora sapeva che cosa riguardava quel ricordo sonoro.
 
Con un gesto della mano riunì i pezzi del bicchiere alzandolo da terra.
 
Mentre osservava il bicchiere lo raggiunse una illuminazione.
Si stava focalizzando sul punto sbagliato della situazione. Non avendo la possibilità di poter ricordare, poteva farsi aiutare da qualcuno, qualcuno che sicuramente sapeva come era andata a finire la serata, qualcuno che era lì con lui. E sapeva esattamente a chi chiedere, all’unica persona che poteva aiutarlo, la donna con cui aveva passato la serata, una donna dal nome Lacey.
 
…….
 
Gli aveva materializzato un triclinio nel suo studio per renderle più confortevole la lettura. Belle alla fine aveva accettato l’invito a  leggere lì per farlo compagnia.
 
Rumple riprese la sua pozione calibrando bene le dosi. Era seduto sulla sedia poggiato alla scrivania e scriveva qualcosa su un libro.
 
-Posso disturbarti un secondo?- chiese alzando lo sguardo verso di lui.
 
Rumple posò la piuma imbevuta di inchiostro osservandola. Annuì invitandola a parlare.
 
-Che pozione stai preparando?- domandò poi incuriosita.
 
Lui sorrise, se l’immaginava che prima o poi sarebbe giunta tale domanda.
 
-Il Nontiscordardimé!- disse poi con un leggero sorriso.
 
-Come?- chiese poi lei chiudendo il libro.
 
-La pozione si chiama Nontiscordardimé!- ripeté lui.
 
-No, no, avevo capito! Volevo sapere come mai quel nome?- si spiegò meglio lei.
 
-Si chiama così perché è una pozione che aiuta a dimenticare, ma se si sbagliano le dosi diventa l’opposto!- rispose il folletto prendendo la boccetta.
 
-Ma ha il nome di un fiore!- ribatté lei.


 
Lui annuì.
 
-Infatti! Non tutti sanno che il Nontiscordardimé  è un fiore con proprietà magiche. Il suo profumo vivacizza i ricordi, mentre le sue radici, quelle della pianta si intende, hanno la proprietà di annebbiare i ricordi!- spiegò addossandosi allo schienale.
 
-Quindi si chiama così perché all’interno porta estratti di Nontiscordardimé!- cercò di capirci.
 
Lui negò.
 
-Ha solo il nome, ma non presenta nessuno estratto di questo fiore. Si chiama così solo perché ha gli stessi effetti! Questo è dato dalle lacrime della chimera! Se ne si aggiunge una ti cancella alcuni ricordi, se ne si aggiungono due ha il potere di fissarli!- spiegò alzandosi dalla sedia.
 
-Come mai la stai facendo?- continuò lei posando il libro al suo fianco.
 
-L’ho data ad una ragazza che ne aveva bisogno. Voleva dimenticare il suo Amore, la faceva soffrire troppo!1-rispose lui sedendosi sul triclinio.
 
Belle si intristì. Povera ragazza, aveva deciso di dimenticare l’uomo che amava. La cosa più brutta era dimenticare. Lei non ci sarebbe mai riuscita, ci voleva un atto di profondo coraggio  per abbandonare una parte di sé. Lei non l’avrebbe sopportato, i ricordi creano la persona e senza di quelli si è solo la metà. Lei di certo avrebbe voluto vivere con questo dolore e non dimenticare neanche una singola virgola di quello che c’era stato tra di loro. I ricordi rendono liberi, liberi dalla schiavitù dell’oblio.
 
-Mi dispiace tanto! Io non ci sarei mai riuscita a cancellarmi tutto questo, per quanto sia stato doloroso e sofferto avrei scelto di continuare a ricordare, a continuare ad amarti. Avrei scelto i nostri ricordi, perché sono quelli che mi rendono la donna che sono ora!- ammise lei profondamente addolorata per la storia di quella ragazza.
 
-Perdonami!- quella frase fu secca, decisa e priva di incertezza.
 
-Per cosa?- chiese titubante guardandolo.
 
Aveva il capo chinato e le dita delle mani intrecciate tra di loro.
 
-Per quello che ti ho fatto vivere. Di sicuro non hai solo bei ricordi, ti ho regalato molti tristi e dolorosi! Perdonami amore mio! Ti prometto che non capiterà mai più! Ti prometto che non avrai bisogno di desiderare di dimenticarmi, perché farò di tutto per renderti felice!-
 
In meno di un secondo lei gli era tra le braccia a baciargli il viso con passione e gioia.
Percepiva le lacrime di lei bagnargli il volto. Si era emozionata.
 
-Oh quanto sei sensibile! Tesoro mio ti amo!-
 
Quella frase la fece fermare.
 
-In questo preciso momento vorrei baciarti, mordere le tue labbra, assaporare il tuo gusto e farlo mio. Vorrei morire sopra la tua bocca!- confessò scoppiando in un mare di lacrime.
 
Le alzò la gonna aiutandola  a sedersi meglio su di lui. Prese lentamente ad aprirle il corpetto sciogliendo uno alla volta i vari lacci che lo chiudevano. Appena il suo torso fu libero dalle vesti si fiondò sul suo corpo invadendolo di passionali baci ed ardenti morsi.
 
Belle chinò il capo all’indietro immergendo le mani nella sua folta chioma brizzolata.
 
-Ti amo Rumple e questo non vorrei mai dimenticarlo!-
 
La capovolse stendendola sul triclinio. Si addossò a lei liberando le gambe da quell’ingombrante gonna azzurra. Appoggiò la testa contro la sua fronte fissandola intensamente negli occhi.
 
-Neanche io Belle vorrei dimenticarti!  Preferirei di certo la morte che vivere in un eterno blackout!- confessò emozionatissimo sorridendole teneramente.
 
Lo strinse tra le gambe avvicinandolo a sé. Voleva sentirlo vicino, voleva diventare un tutt’uno con l’uomo che amava, voleva condividere con lui un momento memorabile, fissarlo nella mente e ricordarselo per il resto della sua vita.
 
……
 
Era sul pianerottolo di casa sua. Il cuore gli batteva a mille nel petto, il suono dei battiti rimbombava addirittura  nella sua testa. Si fermò davanti alla porta di rovere grigio prendendo un enorme respiro. Bussò due volte con fermezza e decisione.
 
Sentì avvicinarsi dei passi lenti e leggeri. Il rumore della catenina e lo scatto della serratura annunciarono l’apertura dell’infisso. Lentamente la porta si aprì mostrando una Lacey completamente nuda avvolta da una semitrasparente vestaglia color lilla chiusa con un nodo leggero ai fianchi  maledettamente  scollata sul davanti. Aveva i capelli arruffati e legati in alto da un elastico bianco. I piedi erano avvolti da fitti calzini di lana bianchi. Chi avrebbe mai pensato che indossasse tali calzini.  Se l’era sempre immaginata completamente nuda sotto le lenzuola.
 
-Hey Gold!- lo accolse con stanchezza.
 
Belle non era ritornata, tristezza e malinconia l’invasero il cuore. Davanti a lui c’era ancora Lacey. Cosa, allora, era successo la sera precedente per non aver fatto ritornare Belle?
 
-Buongiorno Lacey, mi scuso per l’orario mattiniero!-
 
Sapeva che alla ragazza le infastidiva svegliarsi presto, era l’esatto contrario della sua mattiniera Belle.
 
-Ah guarda non ho chiuso occhio, e credo che anche tu ne sia il colpevole!- sorrise invitandolo ad entrare.
 
Gli indicò il divano di pelle nera facendolo accomodare. Si sedette sulla poltrona davanti a lui accavallando le gambe. La vestaglia cadeva ai lati mostrando le sue perfette e candide gambe. Inghiottì emozionato. E pensare che la sera precedente lui le aveva accarezzate, baciate e sfiorate, ma purtroppo non ricordava molto.
 
La vide sorridere. Si era accorta che l’oggetto del suo sguardo erano le sue gambe. Che figuraccia aveva fatto.
 
-Mi dispiace per ieri sera!- disse poi lei poggiando i gomiti sui braccioli della poltrona.
 
Lui la guardò stranito. Perché si dispiaceva per la serata? Cosa era successo?
 
-Non fa niente!- cercò di stare a gioco, non poteva di certo confessarle che non ricordava nulla di quello che era accaduto.
 
-Se avessi saputo che ero allergica alle castagne non avrei mangiato il castagnaccio! Per fortuna che avevo preso proprio un morso, se no a quest’ora mi avresti trovato di nuovo all’ospedale attaccata ad una flebo. Per fortuna Whale non mi ha trattenuta, non avrei sopportato di trascorrere un’altra notte in quell’odioso ospedale!-
 
Sorrise di gusto addossando la testa allo schienale. Lui sorrise insieme a lei.
 
-Perdonami se non ti ho chiesto subito come stavi!- cercò di rimediare al suo comportamento.
 
-Ah non ti preoccupare già ti dissi ieri, appena mi lasciasti qui, che bastava una dormita profonda e una bella doccia calda per rimediare!- sminuì lei ritornando a fissarlo negli occhi.
 
Gold notò dietro la ragazza un mazzo di rose rosse e fiori di campo blu e lilla. Lacey si accorse del suo comportamento, si girò cercando di capire cosa lui stesse fissando. Vide il mazzo di fiori poggiato sul tavolo, si alzò di scatto prendendo una bottiglia abbastanza larga di liquore vuota per poter metterci i fiori dentro. La riempì di acqua fresca e l’infilò all’interno.
 
-Non ho avuto tempo ieri di sistemarli!- si giustificò  posandoli sul tavolo.
 
Gold si alzò. Sembrava ipnotizzato da quei fiori.
Lacey lo fissava stranita. Lo vedeva osservare attentamente quel mazzo.
 
-Posso?-disse poi indicando un fiorellino nel mazzo.
 
-Ma certo…sono i tuoi!- rispose semplicemente curiosa del suo strano comportamento.
 
Lo vide afferrare un fiore piccolo e blu. Lo portò al naso annusandolo profondamente. Un attimo dopo spalancò gli occhi sorridendo felice.
 
-Tutto bene Gold?- chiese stranita lei. Lui la fissò sorridendole.
 
-Senti che bel profumo ha questo fiore!- glielo porse. La ragazza scettica lo raccolse annusandolo.
 
-Caspita hai ragione! Ha un profumo bellissimo! Come si chiama?- chiese poi lei meravigliata da quel dolce profumo.
 
- Nontiscordardimé !- rispose lui un po’ rammaricato.
 
Le proprietà magiche del fiore avevano funzionato solo per lui, e non per la sua Belle. Quel sortilegio era troppo potente, lo doveva sapere, ma almeno aveva tentato.
 
-Bel nome anche se preferisco di più un altro profumo!- ammise  posando il fiore sul tavolo.
 
Lui scosse la testa invitandola a proseguire.
 
-Quello di muschio mi fa impazzire!- si avvicinò a lui sorridendogli maliziosamente.
 
Si sciolse il nodo della vestaglia aprendola lentamente.
Vide il suo splendido corpo privo di ogni ostacolo. In un lampo agitazione, estasi e desiderio gli invasero il corpo.
 
-Che ne dici di proseguire da dove avevamo lasciato ieri?- continuò  avvicinandosi.
 
Prese a sciogliergli la cravatta iniziando a sbottonare i primi bottoni della camicia. Infilò le mani sotto la vestaglia accarezzandole la pelle liscia. Con uno strattone la poggiò sul tavolo posizionandosi tra le sue gambe.
Lacey rideva divertita della situazione. Lo avvolse tra le gambe sorridendo maliziosamente.
Si avvicinò a lei desideroso di baciarla, di sfiorare nuovamente le sue labbra. Era distante un dito, la lingua di lei leccava passionalmente le proprie labbra desiderosa di baciarlo.
Un ricordo interruppe il tutto. Man mano arrivavano come delle fitte nella testa a costruire tassello dopo tassello l’intera serata. Gli effetti del Nontiscordardimé stavano iniziando e non sarebbero cessati prima di finire il puzzle.
Lacey non si accorse di nulla era troppo concentrata sulle sue emozioni.
 
L’afferrò per i fianchi strattonandola a lui. Doveva andarsene, ma allo stesso tempo non poteva apparire disinteressato.
Lacey sorrise di gusto.
 
-Non hai idea di quanto desideri condividere con te questo momento! E credimi arriverà! Ma devo andare…mi sono ricordato ora che ho un impegno che non posso rinunciare! Mi puoi perdonare?-
 
Cercava di essere lucido mentre i ricordi inondavano il suo cervello.
Iniziò a sfiorarle il collo con le labbra salendo lentamente per l’orecchio baciando passionalmente il lobo. La ragazza era completamente succube di lui.
 
-Devi per forza? Non potresti posticipare?- supplicava stringendolo di più a sé.
 
Ma i ricordi non gli davano tregua, doveva andarsene.
 
-Buona giornata Lacey!-
 
Se ne andò in un battito di ciglia.
Lei rimase in piedi tutta tremante dall’eccitazione appoggiata al tavolo con ancora la sensazione delle sue labbra sul collo.
 
……
 
Erano distesi sul triclinio stretti in un abbraccio eterno. Si guardavano negli occhi sorridendo felici. Quando stavano insieme erano al settimo cielo.
 
-Quanto sono belli i tuoi occhi, soprattutto quando vengono illuminati dal sole diventano meravigliosi! Proprio come ora!-
 
Belle sorrise lusingata di tale complimento. Poggiò la mano sulla sua guancia sorridendogli.  Lo vide chiudere gli occhi assaporandosi il prezioso momento.
 
-Ti ho allontanato dai tuoi affari…scusami!- interruppe quel momento carico di emozione.
 
 
 
-Non hai nulla di cui essere perdonata! Ho scelto io di voler staccare dal mio impegno e poi tu sei più importante di qualsiasi pozione!- ammise avvicinandola maggiormente a sé.
 
-Ma lo è anche tuo figlio!- aggiunse poggiando la schiena al braccio del triclinio.
 
Lui si stranì.
 
-Certo che è importante anche mio figlio, ma cosa vuoi dire?- chiese spiegazioni.
 
-Ho capito che tutti questi accordi che tu proponi e le pozioni che crei ti servono per raggiungere tuo figlio e io non voglio essere una distrazione. Non voglio allontanarti dal tuo principale obbiettivo. Credo che deciderò di non stabilirmi permanentemente qui! Penso che continuerò a leggere in biblioteca! E saltuariamente verrò a farti visita, quando sarai meno impegnato è ovvio!- fu seria.
 
-Ma…- volle dibattere, ma non ebbe l’occasione.
 
-Nessun Ma! Rumple ho a cuore quanto te la ricerca di tuo figlio! Quindi è deciso!- fu nuovamente ferma e precisa sorridendogli dolcemente.
 
Aveva poggiato l’indice sulla sua bocca negandogli ogni parola.
 
Alzò lo sguardo sull’orologio che segnava l’ora di pranzo. Subito scattò rivestendosi velocemente.
 
-Devo andare…è tardi! Devo ancora cucinare! Vedi non sono solo io la tua distrazione, anche tu sei la mia!-
 
 
Lo baciò correndo giù per le scale. Se ne andò in un battito di ciglia. Lo lasciò lì immobile con ancora la sensazione delle sue labbra sul suo collo.
 
……
 
Raggiunse il vialetto di casa sua, lo percorse a fatica appoggiandosi al bastone. Passò davanti a un cespuglio sorridendo incredulo. L’ultimo ricordo gli aveva chiarito tutto…
 
Erano più o meno le nove di sera e tra le varie faccende si era dimenticato di passare a comprare dei fiori per la sua ospite. Per quanto non sopportasse Moe, doveva ammettere che aveva i fiori più belli di tutta Storybrooke.
Decise per tanto di potarne alcuni dal suo giardino.
Quel giardino sembrava spoglio e privo di vita da quando non c’era più Belle a curarsene.
Riuscì comunque a trovare delle bellissime rose rosse e dei fiori di campo che andavano dal colore blu al lilla.
Nel miscuglio, senza rendersene conto, sfiorò una radice di Nontiscordardimé infilando il fiore all’interno del mazzo.
Si alzò e con un gesto della mano creò la composizione chiudendoli con  un enorme fiocco porpora.
Il campanello della porta suonò attirando la sua attenzione. La sua ospite era arrivata ed ora erano aperte le danze.

 
Ecco come era andata la serata. A causa della radice di Nontiscordardimé aveva cancellato gli ultimi ricordi. Per fortuna che l’aveva sfiorata appena sennò gli avrebbe cancellato ben oltre quelli.
Aveva ragione Belle perdere la memoria significa perdere sé stessi.
Povera Belle, la sua paura peggiore l’aveva colpita di nuovo, aveva nuovamente perso la memoria e man mano anche sé stessa. Stava andando alla deriva, toccava a lui portarla nuovamente a casa tra le sue braccia.
 
……
 
 
 
Bussò alla porta per non irrompere nuovamente nella camera, ma nessuno rispose. Si preoccupò e lentamente aprì la porta entrando silenziosamente. Non vide niente, letteralmente niente. La stanza era vuota, non c’era più nulla.
 
-Rumple!- lo chiamò addentrandosi nell’oscura stanza.
Anche il triclinio era scomparso.


Sentì la porta cigolare, si voltò velocemente.
 
Lo vide in piedi vicino all’infisso di legno sorriderle affettuosamente.
 
-Hai ragione…comparire improvvisamente può dar fastidio!- rise scaricando l’adrenalina del momento.
 
 
-Vieni devo farti vedere una cosa!-
 
-Ma Rumple cosa è successo alla stanza?- indicò  non curandosi del suo invito.
 
-Se vieni con me tutto ti sarà più chiaro!- le porse la mano.
 
Socchiuse gli occhi osservandolo con sospetto. Cosa aveva in mente? Afferrò la mano continuando ad avere quello sguardo su di lui.
 
La condusse per vari corridoi raggiungendo una stanza, la quale lei conosceva benissimo. Era la sua biblioteca.
 
Aprì la porta di rovere grigio mostrando alla ragazza le varie modifiche apportate. La camera era piena di tavoli, pozioni, ed intrugli. Era ritornato il triclinio, ed  addirittura c’era anche l’arcolaio.
 
Portò una mano alla bocca fermando il suo stupore.
 
-Ma…ma cosa hai fatto?- chiese scioccata guardando ovunque.
 
Lui sorrise contento della sorpresa. L’afferrò i fianchi da dietro poggiando la testa  sulla sua spalla.
 
-Ho pensato a quello che mi hai detto e ho capito che non sei tu l’ostacolo, ma sono gli impegni ad essere l’ostacolo tra me, te e Bae! Quindi ho deciso di voler passare ogni singolo istante con te. Vedrai insieme riusciremo a farcela! Riusciremo a trovare Baelfire e a diventare una famiglia! Ma ho bisogno di te! Non mi lasciare!- aumentò la stretta su di lei, il suo tono divenne supplichevole e tremendamente delizioso.
 
Sorrise appoggiando la testa contro la sua.
 
-Questa volta hai vinto tu! Mi sa che dovremmo passare molto più tempo insieme!- rise  accarezzandogli le mani sul suo ventre.
 
-Ti amo Belle!-
 
-Anch’io ti amo Rumple!-
 
Baciò le sue dita portandole sulla sua bocca riportandole poi nuovamente sulla sua.
 
Dovevano stare insieme, non potevano essere separati a lungo. Vivere in due stanze diverse era troppo per loro. Avevano il bisogno fisico di vedersi, di stare insieme, di ridere assieme. Avevano il naturale bisogno di crearsi dei ricordi che avrebbero portato con sé per il resto delle loro vite. Mai nessuno glieli avrebbero cancellati, ne una pozione, ne un semplice fiore potevano permettersi di far annegare quei ricordi  in un eterno blackout.

 
 
 
 
 
 
1. La ragazza di cui Rumple sta parlando è Snow. Rumple nella prima stagione dà a Snow una pozione per dimenticare il suo principe. Beh ecco ho voluto prendere quel momento come collegamento alla serie. ;)
 



Angolo dell’autrice :D
 
Eccomi nuovamente qui, spero vi faccia piacere.
 
Allora come vi dissi questo capitolo era abbastanza confusionario. Abbiamo vissuto insieme a Gold vari flash di ricordi che lo colpivano alla rinfusa confondendo lui e spero anche voi ;) . Le proprietà magiche del fiore ovviamente me le sono inventate, ma mi ha sempre affascinato questo fiore ed il suo nome e non potevo non usarlo nella mia storia. Molto, ma molto più avanti vedrete che ricomparirà, farà una piccola comparsa in un capitolo futuro ;) .
 
Questo capitolo è stato abbastanza se non dire completamente passionale tra Gold e Lacey. Beh Gold ha un certo ascendente su questa Lacey focosa ed era logico per come si erano lasciati nel capitolo precedente che trascorressero una serata su questa scia. Purtroppo però non si sono baciati, e neanche il Non ti scordar di me ha funzionato su di Belle. Ovviamente un fiore, anche se possiede proprietà magiche, non può contrastare una maledizione, ma comunque Gold ha voluto tentare…chi non l’avrebbe fatto a posto suo ;)
 
Per quanto riguarda il passato ci siamo goduti una tranquilla giornata al castello oscuro, anzi non molto tranquilla visto la loro piccola discussione, ma credo che sia normale che ogni tanto abbiano dei piccoli diverbi, questo può far solo crescere la coppia, almeno lo spero ;)
Qui abbiamo visto che Rumple si rende conto di aver bisogno di Belle, di volerla sempre accanto e di non potersene separare, addirittura sposta il suo laboratorio nella biblioteca che ha regalato alla ragazza. Come sicuramente avrete fatto caso nelle puntate di OUAT, a volte quando c’è un flashback in cui si trova Rumple al castello viene ripreso il suo laboratorio che è all’interno della biblioteca, a volte vi è anche l’arcolaio. (Per me) questo è segno che Rumple cerca di non dimenticarsi di Belle, addirittura ha spostato il suo centro di lavoro nella biblioteca, per me questo vuol solo dire che sente la sua mancanza e così facendo si inganna di starle vicina, anche se crede che lei sia morta. È un atto dolcissimo secondo me e ho voluto calcare questa situazione anche nella mia storia. ;)
 
Ma ora basta con queste spiegazioni, passiamo alle anticipazioni del prossimo capitolo, il penultimo di questa long. Ebbene sì cari stiamo raggiungendo la fine, e questa volta sarà una fine che sembrerà quasi una prima parte, ma non preoccupatevi che subito dopo arriverà la terza long che seguirà ovviamente la S3, quindi non dovrete attendere per il seguito ;)
 
Il cap 10 è il mio preferito, quando ho un po’ di tempo oltre a Rivelazioni (Cap 14 di Ricordati di Me) passo sempre a leggerlo, lo adoro soprattutto il passato. Forse vi ho messo la curiosità e spero di sì. Infatti il passato sarà quello più strutturato in questo capitolo e sarà la parentesi pregnante.
Nel passato Belle si trova da sola al castello oscuro perché Rumple è partito per pochi giorni per un viaggio e ovviamente sente la sua mancanza. Per colmare questa distanza entrambi si scambiano Una Lettera d’Amore (questo è il titolo del cap 10). Nel presente invece una Lacey curiosa in attesa che Gold  arrivi al negozio si imbatte in un libro che al suo interno custodisce qualcosa di molto prezioso.
 
Più non posso dirvi anche perché vi racconterei tutto. ;)
 
Ringrazio veramente tutti coloro che seguono, leggono e commentano la mia storia! Grazie di <3
 
 
Un grazie particolare va sempre a libellula.s e libellula.a (admin insieme a me di I will see you again Rumbelle ; All crazy for Rumbelle) che leggono sempre con molto affetto le mie storie. Vi voglio bene raga <3 <3
 
À bientôt!! :)
DR 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 10
*** Capitolo 10: Una Lettera d’Amore ***


Salve cari volevo dirvi che ad un certo punto incontrerete ******* come già saprete non abbiamo cambiato parentesi bensì il personaggio ;)
Vi lascio ad una buona lettura, noi ci vediamo all’Angolo dell’Autrice ;)
 

Capitolo 10: Una Lettera d’Amore
 

Quella giornata era appena cominciata ed era già cominciata male. Per fortuna grazie alla chiacchierata con Lacey avuta all’alba si era nuovamente ricordato quello che aveva dimenticato. Era stato un brutto risveglio.
Dopo aver recuperato completamente la memoria si decise ad avviarsi ad aprire il negozio, aveva bisogno di distrarsi. Camminando per la strada vide quello che non avrebbe mai voluto osservare: c’era Lacey vestita con un abito corto nero, scarpe altissime di color azzurro, ed una giacca di pelle rossa che faceva gli occhi dolci al dottor Whale. Andò su tutte le furie. Scaraventò il povero mal capitato di turno a terra scioccando la ragazza e lo stesso dottore meravigliato del comportamento altamente aggressivo dell’usuraio della città.
 
-Bacia il mio stivale!-
 
Neal dalla finestra di camera sua sentì queste esatte parole e subito riconobbe il tono di voce di suo padre e decise di correre a vedere cosa stesse succedendo e forse anche ad aiutare il povero disgraziato. Sperava solo di arrivare in tempo.
 
Vide suo padre appoggiato al suo solito bastone affiancato da una donna che non era minimamente contrariata per quella situazione, anzi sembrava che le piacesse, mentre per terra c’era un uomo che implorava con fare meravigliato di smetterla con quella commedia. Subito di scatto si precipitò addosso al padre fermandolo.
 
-Baelfire lasciami…questo non ti riguarda!-
 
Gold si rivolse al figlio con un tono  innervosito.
 
-Lo avresti trasformato in lumaca?-
 
Quella domanda sconvolse sia Gold sia la ragazza che gli era affianco.
 
-Lumaca? Cosa stai dicendo?- interruppe quello scontro di sguardi.
 
-Lacey va nel mio negozio io ti raggiungo subito!- cercò di liquidarla prima che incominciasse a capire cosa girava in quella città.
 
La vide andare via con disinvoltura con in mano le chiavi del negozio di suo padre. Gold non lasciava a nessuno qualcosa di suo ben che minimo il suo negozio ricco di particolari oggetti. Si  doveva fidare di quella ragazza, quindi quella era Belle, la famosa Belle della dichiarazione a telefono prima di morire. Strano se l’era immaginata diversa: affabile, tranquilla, dolce, coraggiosa, forte e sicuramente contraria a quel modo di comportarsi di suo padre. Peccato sperava che fosse migliore di quanto si era presentata, anche se però suo padre l’aveva chiamata con un altro nome Lucy…Licy…no Lacey …quello era il nome. Ma come mai aveva usato quello? Forse non era Belle? Quindi suo padre si fidava non solo di lei, ma anche di un’altra donna? Si iniziò a domandare che cosa fosse successo alla vita di suo padre dal momento che si erano separati.
 
…….
 
Era da due giorni che se ne era andato, aveva detto che era un affare importante e che forse avrebbe impiegato due, massimo tre giorni. E a giudicare dalle prime luci del tramonto era un affare molto impegnativo. Sperava solo che non si fosse messo nei guai e che nessuno l’avesse fatto del male, non sarebbe riuscita a vivere con quel dolore.
 
Era affacciata alla finestra della biblioteca ad ingannare il tempo tra un libro ed un altro. Sul tavolo era posto il vassoio d’argento con due tazze e la teiera. Come sempre aveva preparato il tè nella speranza che lui venisse a gustarselo insieme a lei, ed invece neanche quel pomeriggio si era fatto vivo. Non vedeva l’ora che quella giornata finisse per dare posto ad un'altra, a quella successiva, alla terza giornata, quella in cui sarebbe ritornato Rumple.
Lei non poteva far altro che aspettare ed attendere il suo ritorno facendosi mangiare viva dalle preoccupazioni.
 
……
 
Quel negozio l’affascinava, conteneva strani e inusuali oggetti. Non aveva mai avuto il tempo di osservarli, di solito era concentrata sul proprietario e non a quegli oggetti, ma visto che non c’era nessuno e doveva aspettare il suo arrivo decise di ingannare il tempo tra un oggetto e l’altro, speranzosa che non ci avrebbe messo troppo ad arrivare, non le piaceva stare da sola.
 
 
*********
 
 
Aveva da poco finito di litigare con suo figlio. Era stata una brutta litigata finita anche male, ormai Baelfire non voleva saperne più niente di lui e l’aveva proibito non solo di avvicinarsi a lui ma anche a suo nipote, a colui che sarebbe stato la sua rovina. Era arrabbiato, dispiaciuto, affranto e nervoso. Tutto gli stava girando male: Belle che aveva perso la memoria trasformandosi in una eccentrica Lacey; il figlio che aveva ritrovato ormai grande e con un forte rancore nei suoi confronti; ed un nipote che aveva scoperto essere la sua rovina. Ormai tutto stava andando nella direzione sbagliata e lui non poteva porre nessun rimedio, anzi forse uno sì, poteva risolvere la questione di Belle e forse insieme a lei avrebbe poi risolto le altre due. Doveva ritornare da lei, doveva creare l’occasione giusta per baciarla, speranzoso che fossero arrivati ad un punto ormai abbastanza affiatato per poter far scattare il miracoloso bacio del vero amore.
 
……
 
Ormai il manto della notte stava calando ed il freddo della giornata stava invadendo le varie camere del castello coprendo il corpo della giovane ragazza di tristezza e gelo. Nonostante fosse vicina al camino ardente di fiamme vivaci il suo corpo tremava dal freddo e dalla mancanza del suo amato Rumple che da giorni non si faceva sentire. Ogni dì era uguale: si svegliava all’alba, puliva il castello anche dove aveva pulito il giorno precedente, leggeva qualche libro, preparava il tè aspettando Rumple e poi dopo un freddo pasto ed una lettura vicino al camino fino a tarda sera assonnata e stanca si avviava in camera nella speranza che il giorno dopo non fosse come quello precedente.
 
Era alla pagina 324 del suo libro,  l’aveva incominciato quella mattina e fra poche pagine l’avrebbe anche concluso. Il libro si intitolava Cime Tempestose , un’opera di grandiosa bellezza e romanticismo. L’aveva immersa in quel mondo fatto d’amore e sofferenza. Molto spesso si immedesimava nella protagonista vivendo insieme a lei quel tormentato amore.
Appoggiò la testa alla semicolonna in marmo nero del camino fissando con aria triste e malinconica l’enorme finestra della sala. Si stava abbandonando al sonno  e alla stanchezza lasciando la presa sul libro che lentamente cadeva sulla gonna.
 
Un rumore la fece sussultare. Aprì velocemente gli occhi osservando di scatto la stanza. Il rumore persisteva e a giudicare dal suono proveniva proprio dalla finestra davanti a lei. Si alzò frettolosamente e con passo indeciso e spaventato si avviò al finestrone. Spostò la pesante tenda bordeaux osservando davanti a sé. Non vide nulla, eppure quel rumore continuava. Abbassò lo sguardo vedendo una piccola colomba bianca che beccava contro il vetro della finestra. Sorrise rincuorata. Aprì la finestra accogliendo quell’uccellino stanco e raffreddato. Tremava nelle sue mani, e aveva ragione faceva troppo freddo soprattutto lì immersi tra le montagne sempre coperte dalla neve. Era strano che un uccellino così delicato e amante del caldo fosse così lontano da casa. Si avvicinò al camino aiutandolo con le mani a riscaldarsi. Grazie alla luce del fuoco notò un collarino contenente una piccola pergamena arrotolata. Posò la colomba sulle sue gambe avvolgendola nella gonna e iniziò a srotolare quel pezzo di carta curiosa di leggere il suo contenuto.
Le prime parole colsero immediatamente la sua attenzione e tutta la sua concentrazione…
 
“Cara Belle,
 
mio unico e dolce amore, non preoccuparti sono vivo e vegeto.
So che sono passati quasi due giorni da quando sono partito e che non hai ricevuto nessuna mia notizia, scusami per la mia negligenza.  Ho avuto così tanto da fare che non ho avuto il tempo di dedicarmi a te, al mio unico diletto.
Perdonami se con questa mia mancanza sto alimentando in te ansia e preoccupazione. Non è mia intenzione farti soffrire, ben che minimo essere io la causa del tuo dolore ed è per questo che ho voluto scriverti questa lettera per rassicurarti e tranquillizzarti anche se so che poco serve. Dopo letta ricomincerai a stare in ansia finché non mi vedrai. Ma non disperare domani sarò di ritorno. Poche ore ci distanziano amore mio e non vedo l’ora di vederti. Mi manca tutto di te, il tuo splendido sorriso, la tua dolce voce, i tuoi meravigliosi occhi ,il tuoi caldi abbracci e soprattutto il tuo candido e vellutato corpo. Mi manchi da impazzire!

 
A domani angelo mio!
 
                                                                                                        Tuo per sempre
                                                                                                             Rumple!”

 
Una lacrima bagnò la pergamena seguita da altre che copiose scendevano dal suo viso rigandolo di dolci sensazioni. Non si era dimenticato di lei, non l’aveva abbandonata, stava bene e presto sarebbe ritornato da lei.
Piegò in tre parti il foglio inserendolo con cura nel suo libro. Sorrise di gioia immensa, era contentissima di rivedere il suo amato Rumple.
 
Prese una piccola coperta con quadrettini rossi e gialli ed avvolse la piccola creatura che si era magicamente addormentata e corse subito in biblioteca intenta a scrivere una lettera…una lettera d’amore.
 
……
 
Guardava incuriosita lo scaffale di libri che aveva nel retro. Si ricordava di quanti lui ne avesse a casa. Significava che era un uomo che amava leggere. Scorreva con l’indice i vari dorsi dei volumi antichi e ingialliti. Uno colse la sua attenzione, si intitolava Cime Tempestose.  Lo prese con cura sperando di non far cadere a mo di domino tutti gli altri. Era da quando stava all’ospedale che non prendeva in mano un libro, e soprattutto che ne leggesse uno.
Si sedette sulla tavola dietro di sé dando le spalle all’ingresso. Sfogliò frettolosamente il libro in cerca di qualche immagine, tra quei fogli vide un petalo di rosa rosso raggrinzito e vicino un foglio piegato in tre parti molto ingiallito e fragile. Prese la pergamena posando il libro dalla parte del frontespizio sul tavolo.
Aprì il foglio incuriosita di cosa ci fosse scritto.
 
“Amore Mio,
 
ti sembrerà sciocco lo so, ma avevo bisogno di scriverti subito, non potevo aspettare a domani. Ho la necessità di parlarti, di chiacchierare sola con te come spesso facciamo vicino al camino. Mi manchi, mi manchi così tanto. Sembra assurdo visto che non ci sei da soli due giorni, eppure per me sembra passata una vita.
Anch’io amore ho bisogno di te, del tuo affetto, del tuo amore.
Ho lo sfrenato desiderio di abbracciarti ,di stringerti forte a me, di sentire  il tuo splendido profumo, di percepire il tuo meraviglioso tocco sulla mia pelle.
Torna presto amore mio…io sono qui che ti aspetto a braccia aperte!

 
A domani Tesoro!
 
                                                                                                     Eternamente tua
                                                                                                              Belle! ”

 
Fissava stranita e scioccata quella lettera che aveva tra le mani. Era la cosa più bella che avesse mai letto, e probabilmente era anche l’unica che avesse letto visto che non apriva mai un libro. In  quelle parole traspariva sentimento, nostalgia, amore e tristezza tutto rinchiuso in poche righe. Come si poteva trasmettere un sentimento come l’amore così semplicemente all’interno di una lettera? Come poteva alimentare questo senso di dolcezza e tenerezza?
 
Quel nome, quel nome l’aveva colpita… Belle. E se fosse stata quella Belle di cui Gold era così tanto ossessionato a scrivere quella lettera? Questo preludeva che era stata lei a scriverla. Come poteva essere mossa da così tanto affetto e amore per una persona, non ne aveva neanche per lei stessa questi sentimenti.
 
Accarezzava ogni singola parola con il dito medio della mano destra imprimendosi sotto la cute quelle parole facendole diventare sue, eppure le erano così lontane quasi estranee.
 
Riprese il libro incuriosita di trovare la lettera che aveva scaturito un così forte sentimento. Doveva trovarla, doveva leggerla.
 
……
 
Ritornò nel salone principale con in mano la lettera appena scritta. Vide svolazzare felice la colomba che poco prima aveva lasciato riposare avvolta da una copertina vicino al camino. Si notava che aveva il bisogno di uscire, di andare via, di essere libera.
 
-Hey piccola!-
 
La chiamò attirando la sua attenzione. L’uccellino volò verso di lei poggiandosi delicatamente sulla sua mano.
 
Lentamente la ragazza legò la lettera al collarino della colomba avvicinandosi poi verso l’enorme finestra.
 
Le diede un piccolo bacio sulla testolina prima di lanciarla in volo.
 
-Va da Rumple e dagli la mia lettera!-
 
Con un gesto della mano aiutò l’uccellino a spiccare il volo. Rimase ad osservare finché la sua sagoma venisse inghiottita dal buio della notte portandosi con sé quella lettera d’amore.
 
Serrò la finestra chiudendo le tende. Fece un enorme sospiro, spense il camino e con un cuore più leggero e sollevato si avviò in camera da letto desiderosa di un riposo ristoratore.
 
Non vedeva l’ora che fosse domani, non vedeva l’ora d’incontrare Rumple.
 
……
 
Tuo per sempre
     Rumple!

 
L’aveva trovata. Era anch’essa chiusa e piegata tra le pagine di quel libro. Era stata commovente e romantica. Si notava che quelle due persone fossero guidate da un profondo affetto. Quasi l’invidiava. Rimase comunque scioccata e meravigliata, si aspettava di leggere il nome di Gold e no di questo Rumple. E chi era Rumple? Ma soprattutto chi si faceva chiamare così? Che fosse il soprannome di Gold?
 
Ripiegò la lettera come l’aveva trovata riposandola nelle pagine di quel libro.
 
In quell’istante sentì il campanello dell’ingresso suonare. Era entrato qualcuno. Dal passo lento e calmo capì che era Gold accompagnato dal suo fido bastone.
 
Scese dalla tavola e posò il libro nuovamente nello scaffale.
 
 
 
 
 
Spostò la tenda e la vide in piedi davanti allo scaffale dei libri con in mano uno che stava posando. Rimase scioccato alla vista. Si aspettava che fosse distesa sul lettino con in mano un bicchiere pieno di liquore  e non  di vederla curiosare e soprattutto con un libro in mano. Che stesse cambiando?
 
Si avvicinò a lei sorridendole.
 
-Ciao!- disse appena  le fu dietro. La ragazza si voltò sorridendogli.
 
-Hey hai fatto presto! Bene!- commentò felice.
 
Riuscì ad individuare il nome del libro che stava leggendo…Cime Tempestose.
 
Sorrise di gusto. Quel libro conteneva qualcosa d’importante, custodiva una parte del loro amore.
Chissà se aveva trovato le lettere? Decise per tanto di indagare.
 
-Cime Tempestose è così? Beh hai deciso di iniziare a leggere…complimenti hai scelto il libro più pesante e odiosamente meraviglioso che ci sia nel campo della letteratura! Vedo che  vuoi iniziare alla grande!- ironizzò lui cingendole i fianchi.
 
Lacey si sentì in trappola. Come poteva giustificare il suo maleducato frugare nel  negozio.  
 
-Io leggere?! Noooooo! Ero solo attratta dalla copertina tutto qua!- strinse la presa su di lui.
 
-E nient’altro?- continuò Gold persuasivo.
 
-E nient’altro!- confermò sorridendogli.
 
Che forse non avesse trovato le lettere? Che forse l’aveva colta nel momento che lo stava aprendo e nel sentire il campanello suonare l’aveva subito messo a posto? Peccato! Sperava tanto che le avesse lette, forse le potevano aiutare a farla ricordare di lui, di lei, di loro.
 
….…
 
Qualcosa di soffice sfiorava la sua pelle, vagava per il corpo dalle gambe fino ad arrivare sul collo. Era morbido, vellutato  e delicato. Non voleva minimamente aprire gli occhi, desiderava ancora rimanere in quel dormi-veglia cullata da quella meraviglia. Quella soffice sensazione le sfiorò la bocca percorrendo i bordi rosei delle sue labbra, mentre percepiva in basso all’altezza della caviglia una dolce carezza che saliva verso il polpaccio.
Quella morbida sensazione arrivò all’orecchio, mentre quella carezza continuava a salire verso la gamba. Quella incantevole sensazione era troppo bella, sembrava un sogno, un bellissimo sogno che ti fa visita poco prima che ti svegli. Stava entrando in iperventilazione, estasi e delirio la stavano invadendo. Appena quella carezza raggiunse l’interno coscia sfiorando la parte più sensibile di lei, capì. Prima era stata troppo presa da quella spettacolare meraviglia per accorgersi, ma ora la lucidità l’aveva aiutata a comprendere. Era inconfondibile, quella carezza e quel tocco solo una persona riusciva a farla, solo una le procurava quella stupenda sensazione.
 
Aprì gli occhi desiderosa di riempirli dell’unica persona che desiderava vedere.
 
Lì davanti a lei c’era Rumple disteso su di un fianco che l’accarezzava lentamente la gamba, mentre con l’altra mano le sfiorava il viso ed il collo con una delicata rosa rossa appena potata.
 
Sorrise di gioia. Era tornato. Stava bene ed era più bello che mai.


Le sorrideva felice, contento di essere nuovamente a casa ed insieme a lei.
 
Quella carezza raggiunse il ventre trasformandosi in una leggera presa sulla sua pelle. Solo lui riusciva a farla stare bene.
 
-Buongiorno angelo mio!-
 
Quella tenera voce l’aveva sognata. Non vedeva l’ora di sentirla nuovamente rimbombare nelle stanze.
 
 
-Tesoro mio…oh tesoro mio sei ritornato!- gioia e felicità colorarono quel disperato bisogno d’affetto.
 
-Non immagini quanto mi sei mancata!- confessò avvicinandosi con il viso al suo.
 
Quella carezza diventava più possente e man mano si riempiva della sua pelle.
 
-Anche tu mi sei mancato…oh cielo non hai idea di quanto mi sei mancato!- confidò  aumentando man mano il respiro.
 
Era contenta, strafelice di vederlo a casa sano e salvo.
 
-Per te!- sorridendole le alzò la rosa davanti il volto.
 
Il delicato fiore accolse tutta l’attenzione della ragazza. Lo prese dolcemente percependone il meraviglioso profumo.
 
-E’ bellissima grazie!-
 
Aprì gli occhi osservando il suo uomo sorriderle contento del dono.
 
La posò morbidamente sul comodino di fianco al libro che stava leggendo la sera precedente.
 
Quella presa su di lei diventava insistente e ricca di movimenti delicati e ritmici.
 
Appoggiò la fronte contro quella di lei fissandosi negli occhi. Le loro bocche distanziavano di un solo centimetro e i loro respiri sfioravano le loro labbra rendendo più dolorosa e  sofferta quella proibizione.
 
-Se potessi baciarti lo farei…non mi fermerei neanche per un istante  continuerei  a baciarti fino a che i miei polmoni mi implorassero di respirare!-
 
Gli fermò quella carezza sul ventre attirando la sua attenzione. Trascinò la sua mano sul suo corpo fino a raggiungere il petto ricoperto da una sottile camicetta bianca.
 
Sorrise contento di percepire nuovamente quel seno così rigoglioso e fiero sotto il suo  tocco.
 
-Sai che anche per me è lo stesso!-
 
Sorrise felice che anche lei condividesse quei suoi stessi pensieri.
 
Aprì le gambe invitandolo a salirgli addosso. Desiderava percepire il suo corpo sopra il suo e stringerlo in una morsa d’affetto e bramosia.
 
Percepì la presa sul suo petto farsi più insistente e sorrise di gusto. Gli era mancata e lo sentiva, si percepiva benissimo.
Lo avvolse tra le gambe alzandosi lentamente la camicia da notte. Percepì la pelle dei suoi stretti pantaloni sfiorarle le gambe, rabbrividì al semplice tocco.
 
Vederla nuda sotto di lui completamente vestita della propria bellezza era una meraviglia. Mai in vita sua i suoi occhi gli avevano presentato una cosa del genere. Era davvero stupenda.
 
Sfiorò il naso con la punta del suo sorridendo come due innamorati alle prime armi. Erano imbarazzati, un po’ fuori forma. Era da tempo che non stavano insieme, tra i vari impegni e i frequenti viaggi di lui non avevano modo di crearsi un minuto tutto per loro.
 
-Mi sei mancata…e non dico solo in questi giorni. Mi manchi da tempo! Da tanto tempo, mi manca tutto di te!-
 
La sua mano iniziò a salire per il braccio immergendola nella folta chioma scura. Arricciava ogni dito nei suoi splendidi boccoli assaporandosi la loro morbidezza. La sua Belle era un miracolo della natura, la perfezione fatta persona.
 
Percepì le dita di lei scavare sotto la camicia chiusa saldamente al torace. Cercava con eleganza  di liberarlo da quell’ostacolo, anche lei desiderava percepire la sua pelle sotto il suo tocco. Si sollevò leggermente aiutandola. Sorrideva contento delle sue accurate coccole. Era uno splendore vederla concentrata a sbottonargli la camicia completamente nuda sotto di lui. Chiunque altro mosso da passione e desiderio l’avrebbe strappata facendo volare per la stanza tutti i bottoni dorati della camicia. Ma lei no, lei era diversa, era attenta, dolce e sensibile. Anteponeva lui a sé stessa, ai suoi bisogni, alle sue voglie. Era la persona più paziente che lui avesse mai conosciuto, nonostante non ce la facesse più, era comunque  lì con una apparente tranquillità a finire di sbottonargli l’ambrata camicia.
 
Fu lui a prendere iniziativa e a velocizzare la cosa. In questo loro erano diversi. Lui avrebbe sacrificato un semplice pezzo di stoffa per raggiungere l’infinito con lei, era più impulsivo e passionale, mentre lei era una semplice ragazza dal cuore tenero e sensibile che si preoccupava di tutto anche di una tazzina appena scheggiata.
 
Sorrise della sua goffaggine, voleva impiegarci meno tempo eppure ce ne stava mettendo troppo.  Gli prese il mento con due semplici dita portando l’attenzione su di lei. Si inginocchiò proprio come lui posizionandosi d’avanti. Sorrideva, era bellissima, rendeva tutto così semplice e giusto. Lo bloccò con un semplice bacio sul collo. Percepiva la sua lingua che gli accarezzava la pelle e lo fece rabbrividire. Lasciò le mani dal suo pantalone per avvolgerla completamente tra le sue braccia. Le riempì della sua pelle liscia e rigogliosa rabbrividendo entrambi di quell’intimo tocco. Le mani di lei iniziarono a sbottonargli gli ormai odiati pantaloni neri con tale semplicità e tranquillità, disarmante per lui. Fu questione di un attimo e si ritrovò vestito della sola pelle che pulsava di desiderata passione.
 
L’alba ormai stava raggiungendo le vette più alte delle montagne rischiarandole  sulle cime innevate creando così dei piccoli cristalli che illuminavano il paesaggio.
 
Quelle piccole luci vibravano in quella romantica stanza ricca di tanti tristi e felici ricordi, accompagnando i due amanti in una danza dove loro erano gli unici partecipanti guidati e sorretti da un unico desiderio, l’amore.
 
…….
 
Gli chiese da bere. Come il suo solito voleva scolarsi una bottiglia di qualsiasi intruglio esistente. Per fortuna si era già premunito, e con la magia, la sera prima, aveva cambiato le miscele delle bevande del suo negozio, così da non avere problemi se mai la ragazza avesse avuto l’esigenza di bere qualcosa. Doveva preservare la loro bambina e finché non fosse tornata Belle doveva badare lui a loro, a tutte e due. Prese due bicchieri di vetro e una bottiglia di rum. La ragazza si era seduta comoda sul tavolo e sgambettava osservandolo mentre versava la bevanda all’interno dei bicchieri. Le pose il bicchiere e prese il suo. Alzarono i calici al cielo augurandosi ogni bene prima di bere. La vide finire in uno istante tutto il contenuto di quel bicchiere. Anche se ormai la conosceva da un po’ e la frequentava da altrettanto tempo rimaneva sempre sbalordito da tale situazione. Se ne fece versare un altro po’ sorridendo felice.
 
-Allora chi era quel ragazzo di sta mattina?-  interruppe quel silenzioso momento.
 
Alzò lo sguardo su di lei scioccato da tale interesse. Un velo di tristezza gli invase il volto e chiuse in una morsa il suo sofferente cuore. Come poteva spiegarle che quel ragazzo così ostinato e coraggioso fosse suo figlio? Come poteva dirle che era riuscito nel suo intento, trovare Baelfire e portarlo a Storybrooke? Come poteva dirle tutto questo e quali parole sarebbero state giuste per anticipare quell’atteso momento?
 
-Lui è mio figlio! Si chiama Baelfire!-
 
Decise di usare meno tatto e di arrivare dritto al punto. Non era con Belle che stava parlando, ma con Lacey una ragazza che non amava i discorsi complicati.
 
-Tu hai un figlio?- si stupì.
 
Annuì.  Riuscì a fare solo questo, annuire in continuazione continuando a versare l’alcool nel bicchiere.
 
Percepì la gamba di lei avvolgergli i fianchi. Lentamente lo fece posizionare tra di esse sorridendo maliziosamente. Prese il bicchiere appena riempito e con l’altra mano gli accarezzava la giacca.
 
-Hai sempre qualcosa di nuovo Gold! Cosa mi devo ancora aspettare da te?- calda e bruciante fu la sua voce da riscaldagli ogni parte del suo corpo.
 
-Non ne hai idea!- rispose avvicinandosi alla ragazza.
 
 
Prese ad accarezzarle le gambe coperte da un sottile filamento di nailon. La vide mordersi il labbro inferiore, le piaceva come la toccava, come la sfiorava. Si alzò di poco la corta gonna invitandolo a continuare a salire, a continuare a mantenerla in estasi.
L’avvolse il collo con le sue braccia reggendo ancora quel bicchiere di rum tra le mani.
 
Forse era arrivato il momento giusto. La doveva baciare, la voleva baciare. Non resisteva più. Il suo corpo, la sua mente gli imploravano di farsi avanti e varcare quella sottile soglia che separa due persone circondate dalle loro mediocri vite. Doveva raggiungere quell’infinito e solo con lei, e solamente con lei poteva farlo.
 
-Gold abbiamo bisogno del suo aiuto!-
 
Quelle odiose voci interruppero uno dei momenti più importanti di Gold. Li avrebbe uccisi su due colpi se avesse avuto l’occasione, ma c’era Lacey e non poteva permettersi di fare quest’atto di violenza. Cosa avrebbe pensato poi Belle una volta svegliata da quell’incubo?
 
-Abbiamo interrotto una festa?- aggiunse poi la voce del principe azzurro.
 
-Una festa a cui voi non siete invitati!- irritato e scontroso rispose Gold staccandosi dall’infastidita Lacey interrotta da un nuovo imprevisto.
 
-Ma non per noi!- aggiunse poi la voce prepotente del ragazzo.
 
Dopo averlo messo alle strette dovette cedere. Aveva un favore che doveva restituire ed ogni promessa era un debito.
 
-Ti dispiace Lacey…ho un impegno!- le diede la mano aiutandola a scendere dalla tavola.
 
-Farai presto?- rispose scontrosa ed infastidita.
 
Gold annuì sorridendole tranquillo. Sarebbe stata una questione di pochi minuti e poi avrebbero ripreso da dove avevano lasciato, o almeno lo sperava.
 
La vide uscire dal retro bottega e dopo essere sicuro che la ragazza fosse lontana da “discorsi magici” si avviò al mobiletto accompagnato dal suo fido bastone.
 
-Cosa ha spinto la coraggiosa Biancaneve ad aiutare la perfida regina cattiva?-
 
……
 
Si coccolavano romanticamente ridendo e scherzando come due ragazzini. Erano distesi in una meravigliosa nuvola fatta di morbide e soffici lenzuola, Belle aveva i capelli tutti arruffati dal meraviglioso evento, mentre lui con ancora un leggero fiatone cercava di ristabilire il normale  funzionamento respiratorio.
 
Si guardavano negli occhi, solo questo facevano. Si specchiavano nelle iridi dell’altro contemplando la propria immagine riflessa in esse. A volte non c’era bisogno di parole, ma solo di dolci ed intensi sguardi che valevano di più dei  discorsi.
 
Prese il ciondolo che aveva al collo sfiorandolo dolcemente tra le dita. Lo portava sempre al collo, non se ne staccava mai. Lo baciò posandolo nuovamente sul suo petto nudo e rigoglioso.
 
Lei lo guardava solamente accarezzandogli i capelli con maniacale dolcezza.
 
Con un gesto della mano fece comparire una pergamena piegata su sé stessa. Osservò meglio il foglio e comprese, era il suo, era la sua lettera d’amore.
 
-Allora l’hai ricevuta! Lo speravo!-  commentò contenta che Rumple avesse avuto la sua lettera.
 
Lui annuì sorridendole appena. Era emozionato.
 
-Nessuno mai ha fatto questo per me! Anzi per dirla tutta, nessuno ha mai fatto nulla per me! E’ una lettera bellissima. Amore mio sei di una dolcezza ed un’eleganza unica. Ti amo Belle…ti amo!- confessò  guardandola dritto negli occhi.
 
Quella lettera non se l’aspettava. Quando l’aveva ricevuta ci rimase di stucco. In un primo momento aveva pensato che la colomba non avesse trovato la via per il castello e fosse ritornata da lui con la sua lettera, ma poi quando l’aprì e vide tutt’altro scritto il cuore iniziò a battere così forte nel petto da disturbargli anche la lettura. Belle era unica nel suo genere e di una dolcezza straziante. Era di un’infinita bontà.
 
-Ripetilo ti prego!- chiese poi stringendosi di più a lui.
 
Rumple sorrise di gioia. Si avvicinò alla sua bocca poggiando la fronte contro la sua.
 
-Ti…Amo…ti amo…ti amo…ti amo alla follia…ti amo!-esaudì la richiesta dell’amata.
 
Era semplice non doveva fare nessuno sforzo, doveva dirle solo quello che lui provava da sempre e che da un po’ non aveva avuto l’occasione di dirle.
 
Sorrise di felicità. Era contenta che lui l’avesse ricevuta e che gli fosse piaciuta.
 
La prese tra le sue mani guardandola per l’ultima volta. Prese il libro che aveva sul comodino e lo aprì giusto in mezzo. Rumple vide la sua lettera piegata in tre parti custodita in quelle pagine.
 
 
-E questa è la tua! Ieri sera l’ho letta e riletta allo sfinire. Ho imparato quasi a memoria ogni singola parola! È la cosa più bella che avessi mai ricevuto! Grazie amore mio!-
 
L’aprì lentamente stando attenta a non romperla. E davanti a lui la baciò proprio in mezzo, nel cuore del suo discorso.
 
La ripiegò nuovamente su sé stessa per poi poggiarla tra le pagine. Prima che posasse la sua  Rumple la fermò. Portò la pergamena scritta da Belle sulla sua bocca baciandola delicatamente sul dorso del foglio. Belle sorrise di gioia. La posò insieme alla sua e prima di chiudere quel libro che l’aveva accompagnata il giorno precedente prese un petalo di quella vellutata rosa regalatagli quella mattina  e l’inserì tra le lettere. Insieme a Rumple lentamente chiuse quel libro che conteneva una parte del loro amore, forse quello più delicato e fragile. E quale libro sarebbe stato più indicato per custodire un amore eterno se non Cime Tempestose.
 
……
 
Era lì che le mostrava tutte le pozioni che aveva nella sua valigetta nera. L’aveva sentito parlare con Mary Margaret e David e aveva capito tutto. Non era di certo una ragazza stupida. Ormai il danno era fatto e non poteva tirarsi indietro. Quindi decise di confessare, almeno sarebbe stato sincero.
 
Non si aspettò la reazione che fece, pensava che l’avesse deriso e se ne sarebbe andata con una delle sue sfuriate, ed invece era rimasta per tutto il tempo a sentire il suo discorso affascinata ed ammaliata.
 
-Che altro sai fare?- gli chiese poi meravigliata della sua magia.
 
Lui sorrise di gusto e con un gesto della mano fece comparire una collana di diamanti. La vide sbigottita ed affascinata. Si avvicinò a lui dandogli le spalle. Era un gioiello strepitoso comparso dal nulla nelle sue mani.
 
-In questi benefici c’è anche l’immortalità?- quel tono caldo e malizioso colorò la sua domanda.
 
Lui annuì solamente. Era senza parole, Lacey era fra le sue braccia appoggiata al suo petto che lo guardava maliziosamente negli occhi.
 
-Potresti …potresti mantenermi sempre giovane?- continuò.
 
Le loro labbra erano distanti un dito. L’adrenalina si faceva sentire nelle sue vene scorrendo in tutto il corpo.
 
-Sì!-
 
-Quindi così potremmo restare per sempre insieme!- si voltò stringendolo sul collo. Lui l’avvolse i fianchi avvicinandola a sé.
 
Era il momento giusto, si dovevano baciare ora eppure qualcosa l’infastidì. Lacey lo notò, era strano un velo di tristezza trasparì sul suo volto.
 
-Che cosa c’è?- chiese preoccupandosi.
 
Si distaccò. Mai in vita sua avrebbe fatto una cosa del genere, ma era preoccupato, preoccupato per la sua vita e per quella che avrebbe voluto costruirsi.
 
-Essere immortale vuol dire vivere per sempre, ma puoi comunque essere ucciso! C’è una profezia, la quale afferma che una persona sarà la mia rovina!-
 
Glielo doveva dire, dopotutto era sempre Belle, e a qualcuno doveva confidarlo.
 
-Sai chi è?- chiese poi lei vedendolo chiudere la valigetta sul tavolo.
 
Lui annuì nuovamente immaginandosi il volto di suo nipote.
 
-Allora sbarazzatene!-
 
Quella frase fu un colpo al cuore, Belle non gliel’avrebbe mai detto. Anzi avrebbe trovato una soluzione.
 
-Non è così facile!- aggiunse  posando le mani sul tavolo.
 
Era abbattuto e sconfortato.
 
-Credevo che fossi un uomo che non accetta nessun tipo di impedimento!-
 
Quel tono malizioso e superiore lo fece sprofondare nell’abisso più profondo. Belle aveva il potere di fargli fare qualsiasi cosa volesse. 
 
Fu una questione di secondi, l’afferrò il braccio e la strattonò a sé. Lacey sorrise di gusto per quella presa di posizione. La vide mordersi il labbro inferiore, le piaceva quando si comportava così.
 
-E lo sono!-
 
Quella fu l’unica frase che gli uscì.
 
La spinse contro il tavolo posizionandosi tra le sue gambe. Le fermò i polsi sulla superficie del tavolo fissandola negli occhi.
 
Leggeva passione, potere, oscurità nei suoi occhi. Era veramente così oscuro come sembrava. Non voleva minimamente perdere tutto quello che avevano raggiunto. Lui aveva la magia, era potente, tutti avevano il terrore di lui e questo a lei piaceva, l’affascinava molto. Eppure non era solo questo quello che voleva, forse in cuor suo voleva solamente una cosa,  l’amore,  proprio quell’amore che aveva letto in quelle lettere poco prima che lui arrivasse. Quell’amore semplice e puro che guida due persone, e sicuramente era lui quello che gliel’avrebbe potuto dare. Non sapeva come eppure il suo cuore le diceva che era lui, lui l’avrebbe condotta in quell’infinito che da sola avrebbe soltanto potuto immaginare.
 
Si avvicinò a lei fissandola negli occhi e ancora prima di dire una parola le loro labbra si unirono in un bacio coinvolgente e passionale che desideravano scambiarsi da molto tempo. Quelle labbra erano uniche, il loro gusto anche se macchiato dal rum era rimasto lo stesso, dolce e delicato come sempre.
Lacey lo strinse a sé liberando i polsi dalla sua stretta.
Quel bacio conteneva tutto ciò che poteva esserci al mondo, la passione regnava sovrana in ogni gesto e gemito di quel momento e il desiderio guidava le loro mosse facendoli raggiungere quell’infinito che da tempo agognavano sfiorare.
 

 
 
 
 
 
Angolo dell’autrice :D
 
E sì vi ho lasciato con una faccenda in sospeso. Il bacio ha funzionato oppure no? Belle è ritornata o c’è sempre Lacey? Beh questo non posso dirvelo, dovrete attendere il prossimo capitolo che chiude questa seconda long ;)
 
Scusatemi per l’enorme ritardo ,ma ho avuto molti impegni che non mi hanno dato la possibilità di dedicarmi alla storia, spero mi perdoniate.
 
Non credo che ci sia molto da dire su questo capitolo, solo che adoro infinitamente il passato. Ho sempre pensato che Rumple quando Belle era al castello ha viaggiato e forse è stato via anche qualche giorno e ho voluto trasportare questa situazione durante la loro convivenza al castello, e ho immaginato che forse i due si potevano scambiare lettere per rassicurare l’altro di stare bene, ed ecco il mio capitolo. Ho scelto Cime Tempestose come romanzo in cui Belle ha scelto di custodire quelle lettere perché è un romanzo che mi sta molto a cuore. Quell’amore sofferto e soffocato mi sembrava giusto custodisse una parte della relazione tra Belle e Rumple. E stranamente a distanza di anni una certa Lacey sola nel negozio di Gold ha trovato quelle lettere in quel libro e le ha lette. Credo che leggendo quelle dolci parole l’abbia fatta ragionare in un modo diverso anche se ovviamente questa Lacey non conosce affatto l’amore bensì il possesso e il desiderio, ma un piccolo passo è stato fatto ;) Questo capitolo (seppur di passaggio) mi è servito per esplorare la complessità di Lacey e l’ardua strada che Gold deve compiere per far ritornare Belle, peccato che siamo al finale e forse non c’è molto tempo per risolvere la faccenda ;) Ma noi confidiamo in Gold e speriamo che Belle ritorni presto con tutta la sua memoria.
 
Volevo dirvi che la prossima settimana concluderò questa long ma non disperate non è finita qui, c’è il seguito, come è accaduto con Ricordati di Me! La terza long è quella che preferisco, soprattutto i primi capitoli e come avrete già capito seguirà le avventure della S3, e ho inserito maggiormente la coppia Rumbelle e quello che accadrà non potete nemmeno immaginarlo ;) .Ora però  vi do una anticipazione sul capitolo che conclude questa seconda long. Questo è uno dei capitoli che mi sta a cuore soprattutto la parentesi del passato, ma non voglio dilungarmi sul perché lo adoro passo subito con l’anticipazione. Allora nel presente vedremo se il bacio ha funzionato, e soprattutto se è stato un bacio del vero amore come nella prima long; nel passato invece Belle trova un modo per raggiungere Rumple per dirgli addio un’ultima volta.
 
So che questa anticipazione vi ha confuso, anzi lo spero, ma non posso dirvi di più svelerei il capitolo conclusivo ;)
 
Voglio ringraziare tutti coloro che seguono la mia storia. E un grazie speciale a libellula.s e libellula.a che amano ogni cosa scrivo :D Grazie a tutti <3
 
À bientôt!! :)
DR

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Capitolo 11
*** Capitolo 11: I will see you Again! ***


Capitolo 11: I will see you Again!
 
Era nei giardinetti pubblici in piedi dietro ad un’enorme aiuola a fissare il nipote dondolare sull’altalena. Era affranto ed addolorato, la sua dolce Belle non era ritornata, nonostante si fossero baciati più e più volte su quel tavolo del retrobottega. Stringeva la presa sul manico del bastone contorcendosi dal dolore. Lacey era rimasta anche se poteva giurare che prima di baciarla aveva visto nei suoi occhi  una nuova luce, simile a quella che Belle da sempre possedeva. Era veramente convinto che sarebbe riuscito come l’ultima volta a farla ricordare ed invece questa volta c’era qualcosa che li ostacolava  e non capiva che cosa fosse. Stava gettando la spugna, ormai aveva accettato quello che era accaduto, stava iniziando a pensare che la sua vita sarebbe stata al fianco di Lacey senza suo figlio, stava nuovamente cadendo in quel baratro in cui solo Belle era riuscita a salvarlo. E sapeva che se almeno voleva vedere quella piccola creatura che cresceva nel ventre dell’unica donna che avesse mai amato doveva porre fine al suo problema, all’ostacolo che lo separava dal suo lieto fine. Decise di uccidere Henry. Lacey era stata molto convincente, anche se non sapeva di chi si stava parlando l’aveva spinto a fare qualcosa per rimediare alla sua situazione. Era troppo debole e sconfortato per pensare e riflettere su quello che aveva deciso di fare. Forse un Rumple più freddo e razionale avrebbe riflettuto sull’atrocità che stava per commettere, ma un Gold ferito nei sentimenti no.
Con il semplice gesto della mano stava assottigliando quella fune che teneva l’altalena in saldo. Bastava un semplice volo su quella roccia appuntita e tutto sarebbe andato a posto. Nessuno avrebbe collegato la disgrazia a lui, eppure in cuor suo sapeva che stava sbagliando, ma ormai ne aveva commesso così tanti di errori che uno in più non poteva far differenza.
 
-Gold!-
 
In coro Biancaneve e il suo principe lo distolsero dai suoi pensieri.
Un brutto presagio da lì a poco si sarebbe abbattuto su di lui.
 
……
 
Era riuscita a sapere dove l’avevano rinchiuso. Era stato difficile trovarlo, ma alla fine ce l’aveva fatta. Chissà come stava e se mai gli davano da mangiare. Era da un mese e mezzo che non si vedevano e lei ormai non riusciva più a sopportare tale distanza. Lo doveva vedere almeno per l’ultima volta prima che l’oblio si prendesse le loro vite. Sapeva che una volta visto lui l’avrebbe rimproverata di averlo disubbidito, ma aveva bisogno di vederlo ancora.
Grazie all’aiuto di un amico, un certo nano che lei aveva aiutato in una questione d’amore, ebbe la possibilità di combinare quel breve incontro. Anche se in principio si era rifiutato categoricamente accusandola anche di essersi innamorata dell’uomo sbagliato, lei era riuscita a far leva sul suo cuore pieno d’amore e di affetto. Lui aveva conosciuto l’amore e sapeva cosa si provava quando lo si perdeva per sempre. L’aiutò quindi ad incontrarlo, ma sarebbe stata l’unica volta. Era troppo rischioso.
 
Camminava per quel lungo corridoio sotterraneo buio e roccioso. Faceva talmente freddo che dovette stringersi alla sua verde mantella. Camminava a passo lento e leggero, ad ogni passo un battito ed un respiro in meno nel suo corpo. Voltato l’angolo avrebbe visto la prigione e anche chi custodiva al suo interno.  Stringeva ossessivamente la lanterna che Brontolo le aveva dato prima di incamminarsi. Il suo respiro prendeva forma una volta uscito dal suo corpo rendendo tutto molto più cupo e sofferto.
 
Si fermò ad un metro dalla meta, chiuse gli occhi prendendo un enorme respiro.
 
Tra poco avrebbe rivisto Rumple e sperava tanto che anche lui avrebbe avuto piacere di vederla.
 
……
 
Entrò nel negozio sbattendo la porta dietro di sé. Era disperato, addolorato distrutto e arrabbiato. Baelfire era morto ed era stata sua la colpa. La magia aveva sempre un prezzo e questa volta aveva pagato quello più grande.
Da dietro la tenda uscì la sagoma di Lacey allibita da tale furia. Lo vide sconvolto e fuori di sé.
 
Cosa era successo? Non era riuscito a sbarazzarsi del suo problema? Oppure ci era riuscito e i sensi di colpa lo stavano attanagliando? Prese un enorme respiro e decise di affrontarlo.
 
Appena la vide avvicinarsi si gettò tra le sue braccia stringendola forte a sé. Non emise una parola, silenzio e dolore furono padroni di quel momento.
 
……
 
Si affacciò lentamente curiosa di vedere cosa c’era. Pochi passi la distanziava dall’oscura prigione. Inghiottì lentamente per poi percorrere quel poco che ancora le rimaneva. Cercava di focalizzare la sua sagoma, ma il buio le rendeva tutto molto difficile.
Speranza e nostalgia l’invasero il corpo.
Riuscì a focalizzare le sbarre, sembravano delle stalattiti e stalagmiti alternate fra loro. Quale mente umana aveva scaturito un tale orrore?
 
Riuscì a vedere qualcosa, si fermò cercando di focalizzare meglio.
 
-Anche se non dovrebbe essere possibile il mio cuore e la mia mente mi dicono che è vero! Ed il tuo profumo di rosa selvatica mi sta convincendo che è tutto reale e non è uno dei miei sogni! Questa volta spero che non lo sia!-
 
Spalancò gli occhi appena sentì la sua voce. Era cambiata, più fredda e irritante, ma non era per lei; di certo non era rivolto a lei quel tono, sicuramente stare lì per più di un mese e non parlare con nessuno ti cambia e lei lo sapeva bene.
 
Si avvicinò di poco illuminando l’interno della prigione. Lo vide in piedi con le spalle alle sbarre ed il volto verso il muro roccioso.
 
-Non è un sogno se è questo quello che credi! È tutto vero!- lo rassicurò posando per terra la lanterna. Poggiò le mani sulle sbarre percependo la loro freddezza.
 
Si voltò lentamente, aveva le mani congiunte davanti al ventre e gli stessi abiti con cui l’aveva lasciato.
 
Ad un passo lento si avvicinò alla sua visitatrice. La vide sorridere di gioia con gli occhi lucidi dalle lacrime che premevano per uscir fuori.
 
-Lo so amore mio…sono i tuoi occhi a dirmelo!-
 
Di colpo quel tono freddo e raggelante si trasformò nella sua solita e calda voce rassicurante.
 
Una lacrima le solcò il viso contenta di vederlo, di essere lì con lui. Le asciugò il viso da quelle lacrime che rovinavano quel candido splendore. Chiuse gli occhi assaporandosi quella delicata carezza sul suo volto. Gli era mancato così tanto.
 
-Credevo che ti saresti arrabbiato vedendomi qui!- confessò riaprendo gli occhi.
 
-La gioia di vederti ha prevalso su tutto!-
 
Quella frase così dolce e sensibile meritava un bacio carico di passione e di affetto. Un bacio che purtroppo a loro era negato.
 
……
 
Aveva rifiutato di aiutarli. La perdita di suo figlio  e di Belle gli aveva annebbiato la mente. Ormai nulla aveva più importanza ben che minimo la vita di quegli squallidi abitanti. Decise di passare quegli ultimi istanti di vita con Lacey. Aveva gettato la spugna. Dopo averle raccontato del suo lutto, ormai in una pietra si era trasformato il suo cuore e nessuno poteva intaccarlo. Aveva preso la sua decisione e non aveva intenzione di cambiarla.
Il campanello della porta attirò l’attenzione del proprietario. Lasciò Lacey nel retro bottega a finire di scolarsi la sua bottiglia di rum ed andò a vedere cosa stesse succedendo.
 
Vide i nani di Biancaneve frugare tra la sua roba. Emise un leggero ghigno di sdegno.
 
-In queste occasioni gli sciacalli sono i primi a fare razzie!- annunciò la sua presenza distraendo gli altri.
 
Brontolo si voltò rivolgendogli un freddo sguardo.
 
-Non è sciacallaggio se quello che prendi è roba tua!- commentò poi abbassandosi dietro la vetrinetta del bancone.
 
 -Cosa stesse cercando?- chiese incuriosito da così tanto ardore.
 
-La Fata Turchina ha trovato un modo per far ritornare la memoria a chi l’ha perduta! Basta che la persona beva questa pozione all’interno di un oggetto a lui posseduto! Ed il suo boccale è quello che ci vuole!- spiegò il nano prendendo l’oggetto in questione.
 
-La Fata Turchina ha trovato un modo per far tornare la memoria proprio ora che stiamo tutti per morire! Beh begli amici che siete! Lo svegliate per poi dirgli che deve morire!-
 
Ironia e sarcasmo vibravano nella sua voce.
 
-Almeno morirà ricordando chi è e a chi vuole bene!- concluse il nano dando il boccale al suo compagno.
 
Uscirono tutti tranne lui. Si voltò verso Gold guardandolo fisso negli occhi.
 
-Ho chiesto alla Fata Turchina di prepararne una seconda dose! Questa è per te!- gli allungò la boccetta con l’azzurro intruglio.
 
-Per me?-chiese non capendo.
 
-Belle è una persona fantastica. Mi ha aiutato molto e per quanto io l’avessi aiutata quella volta alle segrete mi sento ancora in debito con lei! Se l’ami non farla morire come Lacey!- confidò il nano sinceramente mosso da profonda amicizia. Qualsiasi persona Belle incontrasse la ravvivava di un intenso affetto.
 
Prese la boccetta guardando andar via quel nano scontroso.
 
-Che cosa volevano?-
 
Lacey era uscita dal retrobottega incuriosita da così tanto frugare.
 
-Niente!-
 
Intascò la pozione per poi recarsi nel retro, rimanendo una disorientata Lacey in piedi a domandarsi cosa stesse succedendo.
 
……
 
Le sue mani erano fredde, sembravano due pezzi di ghiaccio. Quel posto era troppo gelido. Gli mancava calore, calore umano.
 
-Oh amore mio mi sei mancato così tanto! Come stai? Come ti trattano? Stai mangiando? Sei così freddo tesoro mio!- iniziava a preoccuparsi per la sua salute. Non poteva sopportare di vederlo stare male.
 
Sorrise teneramente godendosi le preoccupazioni della sua amata.
 
-Belle…Belle!- cercava di frenare quella sua lunga parlantina fatta di domande e di angosce.
 
 
-Sto bene! Soprattutto ora che ti ho vista! Tu migliori ogni cosa!- continuò appena la fanciulla cessò il suo parlare. Sorrise di gioia nel sapere che stava bene.
 
-Perché devi rimanere rinchiuso qui? Io non ci credo che non riesci ad uscire da questa prigione…quindi sii sincero con me, per quale motivo hai preferito essere rinchiuso? Non potevi manovrare la situazione in un altro modo?-
 
Nostalgia traspariva nel suo discorso e anche un leggero egoismo che non si addiceva alla sua amata.
 
-E quest’accenno di egoismo? Si vede che ti sono mancato molto! Eppure credevo che te la saresti goduta senza di me!-scherzò  per sdrammatizzare quel teso discorso.
 
Lo fissò teneramente scuotendo la testa. Era incorreggibile, riusciva a farla ridere anche nei momenti più tragici. Cercava sempre di trovare il lato ironico in tutto.
 
Percepì il braccio di lui avvolgerla i fianchi. Era riuscito ad abbracciarla anche attraverso le sbarre. Risentire il suo affettuoso tocco sul suo corpo fu di una bellezza inaudita. Cercò di far passare le sue minuscole e fragili mani attraverso le sbarre per poterlo stringere a sé, per poterlo abbracciare forte anche se quelle stalagmiti e stalattiti si intromettevano tra di loro.
 
-Mi manchi!- quel fil di voce sottile ed emozionato rimbombò nella prigione colorandola d’affetto e d’amore.
 
Chiuse gli occhi assaporandosi l’ultimo barlume di quella frase stringendo di più la presa sui suoi fianchi.
 
-Anche tu Belle mi manchi da impazzire! Ma dobbiamo essere forti amore mio! Siamo arrivati fin qui e dobbiamo andare avanti, per quanto sarà difficile e sofferto noi ce la faremo! Insieme Belle, insieme!- cercò di infonderle speranza e coraggio, quel coraggio che lei già aveva ben saldo in sé stessa.
 
Annuì comprendendo quello che lui voleva dire. Doveva farcela. Dopo questa nuova avventura sarebbero usciti più forti. Insieme tutto potevano fare.
 
……
 
Ormai il terremoto si fece sentire e le urla della gente confermavano quello che stava arrivando. Questa volta neanche i buoni ci sarebbero riusciti. Vincere era una meta irraggiungibile e lui non ne voleva far parte. Questa volta aveva deciso di restare in panchina, di osservare gli eventi passargli davanti senza porre rimedio. Questa volta semmai fosse stato imprigionato come l’ultima volta, sarebbe uscito senza problemi e si sarebbe goduto gli ultimi istanti della sua vita con la persona che amava, proprio come adesso.
 
Erano in piedi vicino al bancone di legno duro del retrobottega. Volevano sbronzarsi così da non essere lucidi nel momento della catastrofe. Aveva perso la speranza, aveva perso tutto. Non sapeva come aveva fatto Belle, quella volta alla prigione, ad essere così coraggiosa da andarsene senza sapere se ce l’avrebbero fatta, se si sarebbero rivisti e semmai l’avrebbe salvata. In cuor suo cercava quella forza che solo la sua amata Belle poteva infondergli.
 
-Oh scusami!- interruppe il suo pensare.
 
Lacey aveva bagnato di rum l’intera tavola. Era comprensibile vista l’agitazione del momento.
 
-Non ti preoccupare! Non è nulla!-cercava di sdrammatizzare.
 
La vide afferrare un pezzo di stoffa. Il suo cuore cessò di battere, aveva preso la mantellina di Baelfire.
 
-No, no lasciala!- subito si precipitò a salvare l’unico ricordo di suo figlio.
 
-E’ solo uno straccio!- cercò di calmarlo.
 
La sua amnesia non poteva sapere a cosa era legato quel pezzo di straccio.
 
-Apparteneva a qualcuno di importante!- le rispose  piegando la mal capitata mantellina.
 
Si scusò più volte rammaricata dell’errore che aveva commesso.
 
Fu proprio in quell’istante che capì, aveva bisogno di Belle, aveva bisogno di rinascere e questo lo poteva fare solo lei.
 
Posò la mantellina sulla mensola dietro di lui per poi recarsi al mobile delle pozioni. Prese un sacchettino viola con all’interno dei cocci di qualcosa di molto importante. Qualcosa legato al loro passato.
Con un semplice gesto della mano assemblò i pezzi ridandoli nuovamente le sembianze di una tazza.
 
-Ancora quella tazza! Ma cosa significa?-  affermò mentre la vedeva ricomporsi davanti ai suoi occhi.
 
-E’ qualcosa del nostro passato! Scusami, ma non litighiamo!-
 
Sapeva che a Lacey quella tazza non le piaceva, ma non aveva proprio voglia di aprire una discussione proprio l’attimo prima di morire. Non voleva che l’ultimo ricordo di loro fosse una  litigata.
 
Le versò la pozione nella tazza per poi versarne un po’ nel suo bicchiere rendendo così le cose più leggere.
 
Le diede la tazza prendendo il bicchiere e dopo aver innalzato i calici al cielo osservò speranzoso il miracolo di quella pozione. Sperava che quella pozione arrivasse dove lui invece aveva fallito, non si era ancora capacitato del perché il loro bacio non aveva svegliato Belle, l’unica cosa che poteva pensare era il fatto che la ragazza non fosse innamorata di lui come invece era stata nella prima maledizione. Non avevano avuto il tempo materiale di far sbocciare quell’amore come era accaduto in passato.
 
Appena l’ingerì un alone azzurro l’avvolse ridandole così tutti i ricordi, sia tristi sia felici.
 
Si specchiarono negli occhi e fu lì che capì, Belle era ritornata.
 
Si gettò fra le sue braccia senza dargli modo di poter parlare. Solo il suo nome disse prima di  buttarsi sulle sue labbra avvolgendole in un disperato bisogno d’affetto.
 
Risentire la sua morbida e vellutata bocca contro la sua fu di una bellezza inaudita, nonostante si fossero baciati qualche ora prima quel bacio non aveva nulla a che vedere con quello che si stavano scambiando in quel momento.
La sua assenza si era sentita. Le erano mancati i suoi occhi, la sua candida voce, la sua nobiltà d’animo e il suo inconfondibile amore. Belle era unica anche se doveva competere con sé stessa.
 
La stringeva a sé contento di sentirla di nuovo vicino a lui. Anche se la ferita della perdita di suo figlio era ancora fresca, Belle aveva portato un barlume di luce nel suo cuore di pietra.
 
-Perdonami! Ti ho risvegliato proprio ora che stiamo per morire! Ma ho bisogno di te!-
 
Non riusciva a darsi pace per averla svegliata. Era stato un atto egoista il suo, ma aveva un bisogno disperato della sua Belle.
 
Non disse nulla. Aveva gli occhi pieni di lacrime. Gli accarezzò il volto spostandogli una ciocca di capelli dalla tempia. Si avvicinò a lui iniziando a piangere come una ragazzina.
 
-Hai perso tuo figlio! Mi…mi dispiace così tanto!-
 
Lo strinse a sé abbracciandolo con tutta la forza che aveva. Rumple non aveva più suo figlio e lei non sapeva cosa poteva fare per alleviargli quel dolore che gli opprimeva il cuore.
 
……
 
-Hai ragione! Ce la faremo anche questa volta! Sono sicura che riuscirai a trovare tuo figlio, a svegliarmi dal mio oblio e costruirci una nuova vita tutti insieme, ovunque questo sortilegio ci porterà!-
 
Aveva trovato nuovamente quella forza e quella tenacia di sempre. Doveva essere coraggiosa soprattutto per lui.
 
Poggiarono la fronte una contro l’altra guardandosi intensamente negli occhi.
 
La strinse di più a sé stampandosi nella memoria quell’ultimo ed intenso momento insieme.
 
-Devo andare! Brontolo mi ha detto che non posso rimanere a lungo!-
 
A malincuore dovette pronunciare quella dolorosa frase. Lui annuì comprendendo.
 
-Devi andare amore mio!-
 
Con un enorme respiro prese forza accettando l’imminente addio.
 
-Ti amo Belle!- si avvicinò al suo orecchio e con un fil di voce gli confessò i suoi sentimenti.
 
Belle pianse lacrime di disperazione. Lo guardò negli occhi, prese il suo volto tra le mani e con un sorriso forzato, che cercava di nascondere l’evidente dolore di un addio, lo baciò sulla fronte.
 
-Ti amo Rumple…non dimenticarlo mai!- si distaccò lentamente voltandosi per andar via. Si sentì afferrare il polso e si girò meravigliata.
 
-I will see you again!-
 
Si avvicinò a lui stringendogli le mani. Rimasero con gli occhi chiusi e con la fronte appoggiata all’altra.
Con un dolore nel cuore lo lasciò lì correndo per il corridoio facendosi accompagnare da quelle odiose lacrime che lasciavano la scia dietro di lei.
 
La vide andar via piangere come una ragazzina. Rimase ad osservarla finché anche l’ultimo bordo del suo verde mantello non fosse scomparso dietro l’angolo. Belle si era portata con sé una parte di lui e sperava che almeno sarebbe bastata a non farla sentire sola.
 
Chiuse gli occhi lasciando cadere tutte le lacrime che premevano per uscir fuori solcandogli il volto di un disperato dolore.
 
Nonostante avesse riaperto quella ferita nel suo cuore, era felice di averla rivista per l’ultima volta.
 
……
 
-Tesoro mio! Belle mi sei mancata così tanto!-
 
La stringeva a sé più forte che poteva, aveva paura di perderla di nuovo.
 
-Amore mio…sono qui ora e non andrò da nessuna parte!-
 
Cercava di calmarlo, di rassicurarlo come da sempre faceva.
 
Si distaccò guardandola fisso negli occhi. La strinse sui fianchi e la baciò, fece solo questo, aveva bisogno d’amore, aveva bisogno d’affetto, aveva bisogno di Belle.
 
Affondò la sua lingua nella sua bocca desideroso di assaporare ogni suo invitante e  singolo angolo. Fu un bacio profondo, ricco di passione, amore e sofferenza.
 
Si distaccarono fissandosi negli occhi.
 
Portò la mano sul suo ventre accarezzandolo dolcemente.
 
-Mi dai la forza di reagire. Anche se è morto mio figlio per causa mia non posso ucciderne un altro! Non voglio essere la causa della tua e della sua morte! Tesoro mio farò tutto ciò che è in mio potere per salvare questa città! Per salvare te e la nostra amata Rose!-
 
Un’onda d’urto bloccò il tutto. Uscì fuori dal negozio speranzoso del mancato pericolo. Vide le radici e i rami delle piante ritirarsi. Tutto stava ritornando come prima. Belle lo seguì curiosa di sapere cosa stesse succedendo. Si abbracciarono forte l’uno all’altro felici dell’esito della giornata. Emma, Biancaneve e gli altri ce l’avevano fatta.
 
….…
 
La vide correre piangendo. Cercava di mantenere quei fiumi  di lacrime con le mani sul viso, ma era tutto inutile.
 
-Belle che cosa è successo?- chiese sperando di capirci qualcosa.
 
-No niente! Grazie Brontolo! Grazie di tutto!-
 
L’abbracciò cercando di fermare le sue lacrime. Doveva essere forte.
 
La strinse a sé infondendole calore umano.
 
-So come ci si sente a lasciare la persona amata! Ma Belle tu sei forte e vedrai che andrà tutto bene!-
 
Si distaccò asciugandosi le ultime lacrime dal viso, prese un enorme respiro e gli sorrise teneramente.
 
-Hai ragione Brontolo! Come ti dissi molto tempo fa è l’amore a rendere forti! Ed ora a distanza di tempo sei tu che me lo rammenti! Grazie amico mio sono in debito con te!- rispose riprendendo a sorridere.
 
-No Belle sono sempre io ad essere in debito con te! Oggi mi hai mostrato cosa vuol dire essere forti! Ed hai ragione è proprio l’amore a renderci così! Ti auguro ogni bene amica mia! Buona fortuna!-
 
L’aiutò a salire sulla carrozza chiudendole la portiera. La vide imbattersi nella foresta dritta al castello oscuro. Quella donna era di una forza inaudita, non solo perché si era innamorata di un essere crudele come il  Dark One, ma anche ad aver accettato l’imminente maledizione e la possibilità di non riconoscere più il suo amore.
 
……
 
Avevano rapito Henry,  non solo quella Tamara aveva ucciso suo figlio, ma adesso si era anche portato via suo nipote. Non poteva lasciargliela vinta, doveva salvare Henry, lo doveva  fare per  suo figlio.
 
Erano al molo, Hook aveva messo a disposizione la sua nave per andare a riprendere Henry. Tutti erano pronti a partire compresa Belle. Appena salirono tutti Gold fermò la ragazza.
 
-Belle io…io devo partire! Tu devi rimanere!-
 
 A malincuore dovette pronunciare quella amara frase.
 
-Cosa? Io voglio venire…voglio essere d’aiuto!- ribatté lei, non voleva arrendersi.
 
-La città non è al sicuro. Ne verranno altri come Greg e Tamara! Attiva questo incantesimo proteggerà la città rendendola invisibile a chiunque!-
 
-E tu come farai a trovare la strada per tornare da me…da noi?- ingenuamente chiese lei.
 
David era rimasto ad ascoltare preoccupato per la sorte del suo popolo. Capì che quello sarebbe stato un discorso privato e gli lasciò la privacy adeguata per continuare.
 
-Tu…tu non tornerai non è vero?- capì.
 
 
Non era una ragazza stupida, non lo era mai stata. Capiva al volo le persone e lui per lei era un libro aperto.
 
-Henry è la mia rovina, ma è anche mio nipote! Devo salvarlo, lo devo fare per onorare Baelfire. Lui se ne è andato e non ho potuto neanche dirgli addio!-
 
-Lo so…lo so! Ma so anche che il futuro non è mai quello che sembra!- si avvicinò guardandolo fisso negli occhi. Sembrava di rivivere quell’addio nella prigione di ventotto anni fa.
 
-I will see you Again!-
 
Sorrisero ricordando il loro ultimo addio.
 
La strinse a sé come fece ventotto anni fa guardandola fissa negli occhi.
 
Si gettò sulle sue labbra baciandolo con passione e amore, cosa che non poté fare tempo fa. Dovevano di nuovo dirsi addio e questa volta fu più difficile. Non c’erano promesse ne certezze, solo l’ignoto e l’incognita erano all’orizzonte.
 
Non volevano mollare la presa, desideravano rimanere così per sempre, avvolti e guidati dal quel profondo affetto. Appoggiarono la fronte l’una contro l’altra specchiandosi nell’altro. Di nuovo quelle lacrime premevano per uscire fuori. Anche Belle aveva gli occhi lucidi, voleva essere forte e non piangere davanti a lui.
 
A malincuore si distaccarono, ormai era giunto il momento.
 
-Devo andare!- sofferente fu la sua affermazione.
 
-Sì devi! Baelfire sarebbe…sarebbe stato molto fiero di te!- lo vide per l’ultima volta prima di voltarsi ed andarsene.
 
Fu proprio come rivivere il passato. Rimase fermo in piedi ad osservarla andar via fino a che i suoi occhi ricchi di lacrime gli permettevano. La sua sagoma svanì tra le barche e poté lasciarsi andare. Chiuse gli occhi lasciando una lacrima solcargli il viso di un disperato dolore.
 
 
 
 
Vide la nave di Hook inghiottita dal portale. Le lacrime scendevano copiose bagnando il suo viso di atroci dolori. Rumple se ne era andato, era partito e già sentiva la sua mancanza. Ma doveva essere forte. Come le ricordò il suo vecchio amico Brontolo era l’amore a rendere forti.
 
-Non è un addio amore mio! I will see you again!-
 


Fine seconda long

 
 
 
 
 
Angolo dell’autrice :D
 
Ce l’ho fatta sono riuscita ad essere puntuale, mi dispiaceva che rimanevate in sospeso per altro tempo visto che questo era l’ultimo capitolo della seconda long.
 
Questo capitolo lo adorai fin dalle prime parole che scrissi, forse vi sembrerà assurdo visto che è ricco di angst, ma che posso dirvi ho un debole per queste cose tragiche, ma non temete che come già vi dissi questa long è stata più un collegamento tra le prima e la terza che verrà presto ;) Non penso ci sia molto da dire su questo capitolo solo che ho voluto rappresentare questi due addii. Nonostante Belle e Rumple si erano detti addio nel passato (cap 13 di Ricordati di Me), volevo che Belle andasse da Rumple nella prigione di Snow e lo vedesse per l’ultima volta, e quindi ho collegato questo tragico addio a quello al molo a Storybrooke. Il loro sarà sempre un “I will see you again” e volevo molto giocare con questa affermazione che poi caratterizza la storia Rumbelle ;) .
 
Come sempre è un dolore chiudere una long, ogni volta che se ne inizia una non si vede l’ora di postare, ma quando poi sta arrivando la fine c’è sempre quel dispiacere di chiuderla, ma la cosa positiva è che non è veramente finita al più presto arriverà la terza long e questa è quella che ho più a cuore ;)
 
Per quanto riguarda la terza long dovrebbe arrivare per la penultima settimana di Settembre (se tutto va bene è ovvio ;) ) prima di allora posterò una storia Rumbelle in due parti che si intitola Ti innamorerai (sempre se non cambio idea sul titolo ;) )
 
Ora però voglio darvi una piccola anticipazione della long che dovrà arrivare. Prima di tutto si chiamerà Ricordati di Noi, non sto qui  a spiegare il titolo ve lo dirò a tempo debito. In questa long scopriremo come mai Belle non si è svegliata con il bacio nel negozio, beh c’è qualcosa che Belle e Gold hanno sottovalutato e verrà spiegato non vi preoccupate. Tutti ovviamente sapete che le mie long seguono le stagioni di OUAT quindi avrete capito che Ricordati di Noi seguirà la terza serie, e quindi penserete che più o meno sarà come quello che abbiamo visto e che ovviamente non avremo Belle a Neverland ma solo l’ombra di Pan con le sue sembianze e poi Gold imprigionato da Zelena separato da Belle per un anno. Beh è quasi tutto vero, ma ho completamente stravolto la terza serie, per essere più precisa ho tenuto qualcosa perché non volevo completamente estraniarmi dalla serie ma ho fatto Enormi cambiamenti che ho adorato fin dall’inizio. So che vi sto solo confondendo, quindi vi dirò qualcosa di più preciso per farvi capire.
 
 
Abbiamo lasciato Belle a Storybrooke incinta con la preoccupazione che Gold andrà a morire e lei non può fare nulla per salvarlo. Beh questo è quello che crede lei, ma non è così…vedremo quanto sarà importante Belle per Gold, nell’isola di Neverland arriverà una persona che aiuterà Gold con i suoi problemi, una persona che Gold ama così tanto da fidarsi completamente, una persona che però porterà anche degli enormi dubbi allo stesso Gold e non sto parlando dell’ombra di Pan.
Non avremo dunque solo l’ombra di Pan con le sembianze di Belle, ma arriverà anche qualcun altro di molto, ma molto fondamentale per Gold. Ma non solo, oltre a questa persona ne arriverà anche un’altra che rischierà di morire proprio per mano di Gold ;) So che vi ho confuso ancora di più, ma vi ho dato una enorme anticipazione credetemi, tutta la prima parte della terza long si concentrerà su questi personaggi che vi stupiranno, sono sicura che non immaginerete minimamente chi possano essere, forse qualcuno già si sarà fatto una idea, ma credetemi sarà molto interessante ;)

 
Voglio ringraziare tutti coloro che hanno seguito con affetto la mia long, a chi ha commentato, a chi la ha messa tra preferiti-seguite-ricordate. Un grazie a tutti coloro che hanno messo Mi Piace sotto al post nella mia pagina I will see you again Rumbelle, ne sono veramente felice. E un grazie particolare va sempre a libellula.s e libellula.a ( admin insieme a me di I will see you again Rumbelle; All crazy for Rumbelle) che hanno fin da subito amato e seguito con affetto questa mia storia.
 
Spero di trovarvi anche nella prossima long!! :D
 
À bientôt!! :)
DR
 

 

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