Me and you

di Caroline94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Scorrettezze ***
Capitolo 2: *** Ma è mai la cosa giusta? ***
Capitolo 3: *** Disfatta totale ***
Capitolo 4: *** Scambio ***



Capitolo 1
*** Scorrettezze ***


Un fendente. Un altro. Basso. Di giro. Verticale. Colpito... ah, no. Però quasi!
Ma chi voleva prendere in giro, non c'era andata vicino neanche di striscio. Ma era scorretto così, lui era fatto di fumo anche se lo colpiva con la sua spada si limitava ad oltrepassarlo.
"Tashigi! Che fai, dormi?" urlò "Muoviti, non battere la fiacca!"
"Non battere la fiacca" mugugnò lei tra sé con voce particolarmente rauca mentre si rimetteva in piedi "Glielo dovrei far vedere io cosa vuol dire battere la fiacca!" sbottò a bassa voce impugnando la spada.
Un altro pomeriggio, un altro allenamento, un altro fallimento. Così non andava per la miseria!
Si sentiva frustrata, come sempre dopo l'allenamento, la faceva sentire debole e pensare a lui come un demente, meschino, scorretto... dirignò i denti e si impose di non andare avanti.
Si tolse i vestiti e si immerse nella vasca, continuando a pensare a quell'ingiustizia: lui era fatto di fumo, aveva mangiato un Frutto del Diavolo di tipo Rogia e quindi era impossibile colpirlo con un arma da taglio o da fuoco. Ma lui insisteva, voleva che lo colpisse... come cavolo faceva?!
Si immerse nell'acqua piena di schiuma fino al naso, lasciando fuori dagli occhi in su, qualche volta era stata sul punto di urlarglielo in faccia ma non l'aveva mai fatto: Smoker voleva semplicemente metterla alla prova, vedere dove arrivava la sua determinazione e la sua pazienza. E non poteva negare che si divertisse, il bastardo!
Certo, per lui era facile: con il suo jitte si Agalmatolite i Rogia gli facevano un baffo... un momento.
"Ho troblado!" esclamò nell'acqua ma si alzò subito sputacchiando sapone.
La soluzione era sempre stata sotto il suo naso e lei non ci aveva mai neanche pensato! Come aveva fatto ad essere così sprovveduta?
"Tashigi! Sbrigati ad uscire, se ci sei tu lì dentro noi non possiamo fare la doccia!" urlò un marine bussando alla porta.
Ops, forse c'era stata troppo... il Capitano Smoker aveva ordinato che ogni sera lei dovesse essere la prima ad entrare nei bagni, non certo per un trattamento di riguardo nei suoi confronti ma perché era l'unica donna della base e... beh, era più pulita. Gli uomini lasciavano in macello e lei non aveva per nulla intenzione di mettere piede lì dopo che quaranta Marine si erano fatti la doccia ed era fuori questione che se la facesse con loro.
Uscì in fretta dalla vasca, si diede una sciacquata sotto la doccia, s'infilò l'accappatoio e afferrò i propri vestiti uscendo come un razzo.
"Scusate ragazzi" disse spiccia mentre correva verso la sua cabina. Il giorno successivo non avrebbe fallito.

C'era qualcosa di strano in Tashigi e Smoker lo notò subito, fin da quando scesero nella piazzetta per l'allenamento pomeridiano, aveva tra le mani una spada che non era sua e una determinazione fin troppo accentuata. Era troppo sicura.
Non volle indagare, si accese due sigari e prese una doppia boccata: probabilmente la sua era in manutenzione, non era la prima volta che succedeva.
"Forza, cominciamo!" sentenziò.
Lei non se lo fece ripetere due volte e partì all'attacco ma c'era qualcosa che non andava nei suoi movimenti: erano troppo lenti e scoordinati. Non era da lei!
Si muoveva come se avesse un grosso peso tra le mani eppure una spada con la lama d'argento non doveva essere così pesante. Anche se...
Esitò un secondo di troppo su quelle riflessioni e tandò a schivare il fendente che Tashigi gli impremette proprio sul torace nudo, sotto forma di un lungo taglio sanguinante. Rimase allibito tant'é che non provò nemmeno a reggersi quando perse l'equilibrio e cadde seduto sulle mattonelle rosse della piazzetta.
"L'ho colpita..." realizzò.
Smoker non ci credeva ancora, come cavolo aveva potuto colpirli con una semplice spada? A meno che...
Le spiegazioni erano due: o aveva sviluppato un tipo di haki senza che lui se ne accorgesse oppure la lama di quella spada era fatta di Agalamatolite.
La osservò attentamente: era troppo doppia, troppo opaca, troppo dura ed anche pesante... era come pensava: una lama di Agalmatolite.
Vedi un pò la mocciosa!
"Hai usato una lama di Agalmatolite, non è così?" domandò rimettendosi in piedi mentre lei abbandonava l'arma davanti a sé sempre tenendola con due mani.
"Era l'unico modo, no? E poi lei ha detto solo che dovevo colpirla non ha mai specificato con cosa" ricordò.
"Già, è vero. Però ci hai messo troppo ad arrivarci"
"Ci vuole tempo e pazienza per le idee migliori"
"Anche per i risultati" ribatté scrollandosi la polvere dai pantaloni e, prima che lei potease accorgersene, l'afferrò per la gola e la sbatté al suolo "Ma anche se hai mandato a segno un colpo non bisogna mai abbassare la guardia. Non sarà una semplice ferita a mettere fuori gioco il tuo avversario" le ringhiò in faccia, poi le tolse la spada dalle mani e si rimise in piedi "Questa lama e troppo pesante per te, non riesci a coordinare il peso e ad usarla come si deve: in una battaglia saresti morta in meno di cinque minuti.
Non badare all'efficacia dell'arma ma all'abilità di chi la usa" la lasciò cadere ai suoi piedi e si voltò mentre la ragazza si metteva seduta tessendo e massaggiandosi la gola "E comunque è scorretto!" sentenziò.
Tashigi spalancò gli occhi, incredula e offesa, lui parlava di scorrettezze?
"Non mi sembra il più adatto a parlare" sibilò. Se c'era qualcuno di scorretto lì quello era proprio lui.
"E non intendo perché hai usato una lama di Agalmatolite ma perché non ne ero a conoscenza" continuò.
"Bisogna sfruttare l'elemento sorpresa, no? E poi meno il nemico ne sa su di te e meglio è" ribatté lei aspra "O almeno è ciò che mi ha insegnato"
Smoker non rispose ma entrò nella base e si diresse verso la sua stanza dove esaminò la ferita; un sorriso gli si dipinse sul volto.
Eh, si, l'aveva addestrata troppo bene.

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Capitolo 2
*** Ma è mai la cosa giusta? ***


Smoker fumava seduto alla scrivania del suo ufficio, con il sigaro tra i denti scrutava fuori dalla finestra pensieroso. Il cielo di Rogue Town non era mai stato così bello col suo tenue azzurro, le nuvole bianche e il sole perso in chissà quale punto dall'altro lato dell'edificio: dopo i cocenti raggi che aveva sopportato ad Alabasta non poteva che essere sollevato di trovarsi nella frescura della sua città, senza sabbia né dromedari.
Tashigi bussò alla porta qualche minuto più tardi, o meglio, la sfondò a suon di pugni per poi spalancarla con un calcio: eh, si, era proprio sua allieva.
"Cos'é questa storia della promozione?" sbottó non appena l'ebbe localizzato, furente e scioccata.
"Quello che ti ho fatto recapitare nel rapporto, o non sai leggere?" rispose calmo lui.
"Certo che so leggere!" ribatté adirata avvicinandosi a grandi passi e sbattendo il fascicolo col rapporto del Quartier Generale della Marina Militare sulla scrivania "Ma non lo trovo affatto giusto, non stiamo stati noi a sconfiggere Crocodile!" quasi urlò in preda ad un ira cieca.
"Tu, chiudi la porta ed esci!" ordinò Smoker al Marine che aveva inseguito Tashigi per tutto il corridoio nel tentativo di calmarla; lui fece il gesto di saluto e si chiuse la porta alle spalle "Questo lo so benissimo anche io, così come lo sanno loro" la informò piegando il busto in avanti "Stanno cercando di insabbiare la faccenda di Cappello di Paglia dando il merito agli unici membri della Marina presenti lì, non lo capisci?" sputò disgustato "Neanche io lo trovo giusto ma cosa dovrei fare, dare le dimissioni?"
"Beh, io lo farei!" sbottò lei carica d'ira. A quel punto Smoker si alzò in piedi, le afferrò il braccio e se la tirò vicino "Vedi di darti una calmata, non è così che risolveremo i problemi"
Risolveremo. Aveva parlato al plurale e ciò significava che era rimasto dello stesso parere; lei era la sua unica allieva, l'unica persona che poteva considerare una spalla, se l'era trascinata ovunque e l'allenava strenuamente giorno e notte quindi era inevitabile che qualunque scelta avesse fatto uno anche l'altro l'avrebbe seguita. Oramai erano una squadra.
"Siediti" la lasciò andare e lei si abbandonò sulla sedia di fronte, incrociando le braccia "Cappello di Paglia ha sconfitto Crocodile, questo lo sappiamo noi così come lo sa l'intera Alabasta e i piani alti della Marina; il resto sa che siamo stati noi a farlo" cominciò dopo aver ripreso posto "La Marina intende prendersi il merito almeno di questo visto che quel ragazzo e la sua banda è riuscita a svignarsela, altrimenti avrebbero preso due piccioni con una fava. E qual'è il modo migliore di dimostrarlo se non promuovendo i responsabili di questa pioggia di gloria? Ma non è solo questo, credono di poterci corrompere con questa successione di grado per far rimanere la verità sotterrata" terminò accendendosi il secondo sigaro "A proposito, si può sapere cos'è successo davvero laggiù?" chiese poi accigliandosi "Nel rapporto che hai fornito c'era scritto solo che la Ciurma di Cappello di Paglia se l'era data a gambe dopo lo scontro... ma come hanno fatto se voi eravate già lì è loro erano 'stremati dalla battaglia'?"
Tashigi ora si osservava i guanti, con gli occhi bassi e l'espressione colpevole.
"Cos'é successo laggiù, Tashigi?" ripeté, stavolta con più calma mentre rivolgeva lo sguardo alla finestra
"Ecco, io... li ho lasciato andare" mormorò con fatica "Li abbiamo trovati nella piazza di Alubarna privi di coscenza ma... non ho permesso che li catturassero" concluse. Smoker non rispose per un paio di secondi, poi domandò: "La ritieni una cosa giusta?"
"Come?" chiese lei confusa.
"Ti ho chiesto se hai ritenuto fosse la cosa giusta da fare" scandì bene.
"Beh, credo di si..." rispose incerta.
"Allora non vedo dove sia il problema" concluse lui... ma lei non capiva.
"Che cosa intende dire? Non capisco"
"Se tu l'hai ritenuta la cosa giusta da fare allora era la cosa giusta da fare" spiegò con semplicita "E credo anche la più corretta" aggiunse. Tashigi lo osservò perplessa per tutto il tempo in cui stettero in silenzio, infine abbassò lo sguardo sulle proprie ginocchia e mormorò quello che l'aveva tormentata tutta la notte, il pensiero fisso che non l'aveva fatta dormire: "Ma è mai la cosa giusta?"
Smoker si voltò completamente a fronteggiarla, senza alcuna preoccupazione o segno d'impazienza: Tashigi era solo una ragazza, aveva vent'anni e tutto da scoprire; quello non era che il primo passo, in futuro avrebbe dovuto fare scelte ben più pressanti e se sbagliava le sarebbe rimasto il dubbio o il rimorso per tutta la vita.
"Non esistono cose completamente giuste o sbagliate a questo mondo, dipende da chi vede la cosa: se un gruppo di pirati libera un paese dal loro punto di vista è giusto, per la Marina è sbagliato. Tu invece l'hai trovato giusto, ciò vuol dire che hai capito ciò che avevano a fatto e non hai voluto arrestarli perché..."
"...non lo ritenevo giusto" terminò lei cominciando a capire.
"Adesso va a riposarti, è stata una lunga settimana" sospirò, lei annuì e si alzò diretta alla porta ma si fermò sulla soglia e si voltò verso di lui, che ora era girato di tre quarti verso la finestra.
"Signore?"
"Si?" rispose lui, girandosi.
"Per lei... è giusto?" domandò. Smoker la guardò seriamente, poi si rilassò ed annuì.
Questo bastava.

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Capitolo 3
*** Disfatta totale ***


"Perché quell'aria da funerale. Abbiamo vinto, no?"
La Guerra per la Supremazia a Marineford era terminata solo da poche ore con la vittoria dei Marine... ma Tashigi non riusciva a pensarla come tale.
"Come fa a dire una cosa simile... proprio lei" rispose semplicemente senza staccare gli occhi dal soffitto, era crollata su quella sedia con le gambe stese e le braccia abbandonate lungo i fianchi, la testa gettata indietro e sul viso un'espressione di pura stanchezza e tristezza "Questo mondo fa schifo..." sussurrò come in agonia. Persino chi credeva nel giusto si era comportato con meschinità ed egoismo... ma, alla fine, che differenza c'era fra male e bene? Anzi, esistevano queste due fazioni?
No, era solo una questione di 'supremazia', di potere assoluto: i forti vincono e i deboli soccombono "Che tristezza..." mormorò con disprezzo.
Smoker sospirò e si staccò dalla porta per entrare nella stanza: "Non avrei dovuto farti partecipare" sentenziò infine prendendosi il ponte del naso tra l'indice e il pollice con aria stanca. La ragazza voltò solo gli occhi socchiusi nella sua direzione, in quelle quattro ore di libertà non aveva ancora curato le proprie ferite o si era fatta un bagno: era coperta di tagli, lividi, sporco e sangue che non credeva nemmeno suo. Non ne aveva alcuna voglia, non aveva voglia di nulla nemmeno di mangiare, aveva solamente una gran nausea e i muscoli a pezzi così come la sua mente e la sua anima.
Quella guerra dopotutto le era servita, così com'era servita a Smoker: leggeva nei suoi occhi la delusione, la rabbia, l'angoscia e l'amarezza... forse c'era anche del rimorso. Lo conosceva da troppo tempo per non sapere cosa voleva dire quello sguardo che le rivolgeva, lo conosceva troppo bene per non sapere che, anche se stava parlando con lei, la sua mente lavorava frenetica verso chissà quali piani e decisioni per il futuro.
Era il suo maestro e lo conosceva troppo bene perché pensavano allo stesso modo.
"No" sussurrò "ha fatto bene a farmi venire... questa esperienza mi ha fatto capire molte cose, cose che non avrei mai neanche potuto immaginare stando dietro gli schermi... mi ha aperto gli occhi in un certo senso" constatò.
"Quindi parteciperesti di nuovo?" chiese Smoker.
"Sapendo già quello che mi attende? No" sentenziò rivolgendo di nuovo gli occhi al soffitto mezzo distrutto "No, non parteciperei mai a questa guerra in un passato in cui sono a conoscenza di tutto"
Scese il silenzio per qualche istante nessuno fiatò.
"Datti una sistemata, fra un paio d'ore salpiamo. Torniamo a Rogue Town" disse infine lui, prima di voltarsi e avviarsi verso la porta ma la mente della ragazza era in tutt'altro punto, sempre ferma su quel chiodo che si era fissato nel suo inconscio e aveva avuto il sopravvento in quelle ore di solitudine.
"Non è stata una vittoria totale" mormorò sommessamente facendolo arrestare sulla soglia "Ma una disfatta totale" terminò chiudendo gli occhi e spingendo il busto in avanti, piegata sulle ginocchia.
Smoker non rispose e lei non replicò, entrambi sapevano che era vero e questo era sufficiente.

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Capitolo 4
*** Scambio ***


~Tashigi si sentiva stordita, aveva un vago senso di nausea a spossatezza oltre che vertigini e mal di testa. Non ricordava granché di quel che era successo prima ma ciò che aveva le bastava, doveva solo riconnettere tutto.
"Capitano Tashigi, sta bene?"
"Smo-yan! Si riprenda!"
Avrebbe voluto rispondere che si, stava bene, ma non riusciva ad aprire bocca così provò a tirarsi in piedi: le sue mani coperte dai guanti tastarono la fredda e liscia superficie della roccia mentre si poggiava per mettersi seduta.
"Smo-yan, finalmente!" esclamò qualcuno.
Oh, beh almeno non era l'unica ad essersi ripresa.
"Smo-yan, sta bene?" un Marine le poggiò la mano sulla spalla e la scosse.
"Ma sei cieco forse?" chiese aprendo gli occhi brucianti e osservando le persone attorno a lei che la guardavano allibite.
"Smo-yan, si sente bene? Ha una voce strana?"
Ma che cavolo stava succedendo?! Perché la chiamavano col nome del Vice Ammiraglio?
Si portò istintivamente le mani al busto dove, invece del suo prosperoso seno, tastò un petto muscoloso e cicatrizzato... oh, no... oh, no... ditemi che non è vero!
Disperata osservò di fianco a sé dove il proprio corpo giaceva immobile ed inerme, circondato da altri Marine del G-5. Poi spostò lo sguardò in basso per osservare meglio la faccenda e la consapevolezza di ciò che era accaduto le arrivò come una ventata di acqua gelida così come l'agghicciante urlo che emise ma che fuoriuscì dalla bocca di Smoker.


"Tashigi, stai bene?"
"Si, stranamente si..." rispose lei tastando il buco nel petto dove un tempo vi era il cuore del Vice Ammiraglio Smoker e che ora era solo un rettanngolo vuoto.
"Ma se non hai il cuore!"
"Non ne sento particolarmente la mancanza ad essere sincera" confessò.
"E' uno dei poteri di quel Chirurgo" spiegò Smoker analizzando il corpo che lo ospitava "Può impossessarsi dei cuori altrui espellendoli dal corpo e chiudendoli in una specie di involucro. Tuttavia la vittima non muore ma resta sotto il suo controllo, ovviamente se il cuore viene danneggiato anche il corpo della vittima ne risente"
"In poche parole può ucciderla in qualsiasi istante"
"Esattamente" rispose lui tastandosi il petto.
"Signore, ma che fa?!" esclamò lei scandalizzata.
"Si sta stretti qui dentro" decretò infine lui con indifferenza sbottonandosi la camicetta.
"Ci vada piano, è il mio corpo quella sta impunemente usando!" sbraitò lei "E non fumi!"
"Smettila di lamentarti!" ordinò lui accendendosi due sigari e sedendosi su una roccia a gambe e braccia incrociate: il nuovo look di Tashigi non piaceva per nulla alla leggittima proprietaria. Con i capelli sciolti e disordinati, la camicia aperta, il jitte in spalla, i sigari e l'atteggiamento da aitante menefreghista poteva benissimo essere una copia al femminile di Smoker... se non fosse che quello, effettivamente, era Smoker!
"Ora vediamo di trovare quel Chirurgo dastrapazzo e farci ridare i nostri corpi!" sbraitò Smoker.
"Il Capitano incazzato fa anche più paura del Vice Ammiraglio incazzato!" sussurrò un Marine agli altri che annuirono.
"Che avete da mormorare, voi?"
"Nulla, Signora... cioè, Signore..."
"E' inutile, non ci abitueremo mai a questo..."
"Per il momento non possiamo farci nulla" sospirò Tashigi "Proprio nulla"


"E' strano parlare avendo come interlocutore sé stesso, non trova?" domandò Tashigi guardando il proprio corpo camminare accanto a sé "Però, la prego Smoker-san, si abbottoni la camicia!" aggiunse arrossendo.
"Scherzi? Con queste cose che ti ritrovi si sta stretti qui dentro, mi limita i movimenti" rispose lui.
"Almeno la smetta di fumare, le ricordo che i polmoni sono i miei!"
"E tu smettila di arrossire per ogni cosa, è la mia faccia quella che usi!" sbraitò lui.
"Che posso farci, non è colpa mia se lei è privo del senso del pudore! Gli ricordo che ora è nel mio corpo, ovvero quello di una donna!"
"Tsk, uno vale l'altro"
"Ma come fa ad essere così... così... nnnh!" ringhiò e tacque.
Beh, c'era da dire che Trafalgar Law non aveva fatto un favore e nessuno dei due scambiando i loro corpi, e Tashigi si chiedeva per quale motivo: aveva già preso il cuore di Smoker perché non prendere anche il suo invece di fare quello scambio assurdo?
Se sperava di metterli in difficoltà c'era riuscito in pieno.
"Non vedo l'ora di prendere quel chirurgo, lo farò a pezzi!" ringhiò lui.
"Si, ma prima gli faccia rimettere le cose a posto... poi potrà ridurlo in pezzi quanto vuole" raccomandò lei.
"Devo anche riprendermi il mio cuore e non me ne andrò da qui senza sapere cosa diavolo sta succedendo su quest'isola" continuò.
"Smo-yan, non ha freddo a girare così?" domandò un Marine che tremava sotto la neve che fioccava abbondante.
"No, sto benissimo" ringhiò "Tashigi, qualunque cosa accada stammi vicino. Se trovo quel Chirurgo non potrà fare lo scambio dei corpi se non ci siamo entrambi"
"Si, signore"
"Inanzitutto troviamo una nave poi decideremo il da farsi"


"Il tuo cuore non ce l'ho io, Cacciatore" lo informò tranquillamente Law spezzando le catene che legavano Rufy, Robin e Franky "E' nelle mani di Ceaser" continuò, fece un gesto con le dita e Tashigi sentì il proprio corpo alleggerirsi ed appesantirsi subito dopo.
Guardò in basso e capì vagamente di essere tornata nel proprio corpo poiché era impegnata ad osservare i proprio ventre semiscoperto ed in bella vista. Lanciò un urlo e si tirò le gambe al petto cadendo di lato.
"Cos'è quell'urlo da femminuccia!" sbraitò Smoker.
"T-toglimi queste catene..." balbettò rivolta a Law, nascosta dietro la gambe "Farò tutto quello che vuoi!"
"Ma non ti vergogni, accettare l'aiuto di un pirata!" la rimproverò il suo superiore.
"Lei taccia che è tutta colpa sua!" esclamò fronteggiandolo "E poi se non facciamo qualcosa quel Master continuerà ad agire indisturbato e altri bambini ci rimetteranno la vita. E' nostro dovere come Marine tutelare la vita e la salute degli innocenti!"
"A qunto pare la donna ha capito la situazione meglio di te, Cacciatore" commentò Law e con un colpo di nodachi liberò entrambi. Tashigi si affrettò a riabbotonarsi la camicia e lanciò uno sguardo di fuoco a Smoker.
"Questa umiliazione gliela farò pagare" sibilò a denti stretti.
"Beh, avevano ragione... quando ti incazzi fai proprio paura..." commentò lui a mezzavoce.


La nave era in viaggio già da qualche giorno diretta verso il laboratorio di Vega Punk, erano tutti convinti che lui avrebbe potuto aiutare i bambini affetti dalla droga. Nami li aveva lasciati nelle mani di Tashigi prima di andarsene da Punk Hazard, con la garanzia che li avrebbe portati al sicuro.
Smoker stava guarendo velocemente dalle ferite infertegli da Doflamingo e Law gli aveva restituito il cuore confessando di averlo sempre avuto lui e che quello nelle mani di Ceaser era in realtà il cuore di Monet, ciò voleva dire che il malefico scenziato aveva inconsapevolmente ucciso la propria segretaria.
Non una grande perdita comunque, quell'arpia aveva fatto sudare freddo sia lei che Roronoa: sembrava immortale!
Tashigi uscì sul ponte e scrutò attentamente il cielo alla ricerca del Gabbiano News che non tardò ad arrivare portando con sé ottime notizie: Cappello di Paglia aveva sconfitto Doflamingo a Dressrosa.
Dopo aver dato una lettura veloce al giornale corse dentro e si diresse velocemente verso la cabina di Smoker che le strappò letteralmente il giornale di mano quando ebbe saputo tutto.
"Pensare che Fujitora l'ha fatto davvero..." commentò pensieroso.
"Questo mi riporta alla memoria i ricordi dolorosi di Alabasta, due anni fa... sembra quasi che ci abbia vendicato" disse Tashigi.
"Non sarei stato in grado di fare una cosa simile nemmeno se avessi avuto il suo rango... questo è confortante"
"Ah! Ho preparato dei muffin, vorrebbe anche del caffé per accompagnarli?"
"Non parlavo di quel genere di conforto, donna!"
"Sorellona! Abbiamo fame!" un paio di bambini irruppero nella cabina.
Mentre Tashigi l'informava di aver preparato la merenda Smoker osservava assorto il giornale immerso in tutt'altri pensieri.
"Tashigi!" chiamò.
"Si, Smoker-san?" chiese lei fermandosi sulla soglia.
"Riguardo quello che è successo a Punk Hazard... non ce l'hai ancora con me, vero?"
"Oh, ma no. Cosa va a pensare, signore" rispose lei "Le cose si risolveranno presto" aggiunse rivolgendogli un sorriso malefico.
Smoker deglutì mentre veniva sovrastato dalla pelle d'oca: "Tashigi, ripensandoci, non ho molta fame adesso" informò aprendo il giornale davanti a sé. Tashigi aveva dimostrato una certa vendicatività in quel periodo, anche se raramente il suo carattere dolce e gentile era andato a farsi benedire sfociando in un istinto omicida senza eguali, quindi... beh, meglio digiuno che avvelenato, su questo non c'era alcun dubbio.

Angolo della Pazzoide:
Ok, forse questo era un tantino OC verso la fine: nemmeno io m'immagino Tashigi che avvelena Smoker ma doveva esserci il tocco comico quindi... eccolo qui!
Spero sia piaciuta e mi dispiace il tempo infinitamente distante tra un capitolo e l'altro, ho problemi di connessioe ultimamente.
Comunque, questa è la prima long a cui metto la parola "Completa"... beh, long per dire: sono solo quattro capitoli!
Ringrazio tutti colori che l'hanno letta, recensita e messa tra le seguite: mi piange il cuore dalla commozione :')
Kiss,
Caroline94

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