Sguardi dolorosi

di emmamosby
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'ennesima discussione ***
Capitolo 2: *** La verità ***



Capitolo 1
*** L'ennesima discussione ***


Gli sguardi che si lanciavano erano come pugnali nei loro petti. Non era a causa delle loro ideologie che si guardavano così ogni volta che si incrociavano in un corridoio o erano seduti intorno al tavolo del consiglio. Quegli sguardi erano sguardi di dolore; rivolti ad un passato che avevano perso.

 

Abby stava andando ad una riunione del consiglio. Camminava lungo i corridoi affollati muovendosi velocemente tra la gente. Era furiosa e il suo passo pesante era un chiaro sintomo di rabbia. Arrivò alla sala, gli altri consiglieri e il cancelliere erano già seduti e, nell'attesa di cominciare, si scambiavano qualche frase di convenienza. Abby se ne fregò di qualunque convenevole e sbatté sul tavolo un volantino, attirando l'attenzione di tutti

-Vorrei sapere chi è stato a farlo- Disse con aria minacciosa

Tutti gli diedero uno sguardo sorpresi. Il cancelliere roteò gli occhi al cielo. L'unico che non lo guardò, che aveva capito subito di cosa stava parlando, era Marcus Kane che, a braccia incrociate, disse

-Sono stati dei membri del mio movimento, perché? -

-“Noi vi stiamo proteggendo. Fidarsi è l'unica via possibile”- Lesse direttamente dal volantino

-Non capisco dove sia il problema-

-Nell'ultimo consiglio si era parlato di dire loro la verità, di smetterla di mentire. Era stato deciso che sarebbe stata discussa anche la mia proposta. Con questo volantino mi hai cancellato la possibilità di farlo- Gli urlò contro, fuori di sé -Vorrei che tu dicessi davanti a tutti in base a quale autorità ti sei permesso di fare una cosa del genere-

-E' la cosa più giusta- Le rispose Kane - Abbiamo la possibilità di salvare delle vite senza scatenare il panico. Se dicessimo loro la verità, sarebbe il caos-

-Non puoi saperlo e non avevi alcun diritto di fare una cosa del genere. Hai scavalcato la mia posizione, hai scavalcato l'autorità del consiglio -

-Non possiamo rischiare!- Urlò all'improvviso, quasi stremato dall'ennesima discussione, Jaha -Ha diffuso questo volantino in base alla mia autorità-

Abigail lo guardò improvvisamente disarmata. Non si sarebbe mai aspettata che la situazione avrebbe preso quella piega -Io e Kane avevamo due visione diverse e mi avevi dato la possibilità di esporre anche il mio progetto in modo che potessimo arrivare ad un accordo-

-Non abbiamo più tempo. Bisognava prendere una decisione rapida. Mi sono trovato obbligato a scavalcare l'autorità del consiglio per motivi gravissimi. Non so come tu abbia avuto questo volantino, non dovevano cominciare ad essere distribuiti prima di domani. Oggi avrei voluto esporvi con calma le mie decisioni, i miei pensieri e accogliere i vostri pareri. Quindi, siediti e cominciamo questa riunione in una maniera un po' più civile-

 

Alla fine della riunione, Abigail si era ritrovata a dover accettare che aveva perso, che il suo progetto non sarebbe mai stato attuato, neanche in minima parte.

Mentre se ne andava dalla riunione, senza salutare nessuno, Kane la seguì per parlarle. Abigail andava così veloce che si trovò costretto a fare due o tre passi di corsa e afferrarle il braccio per fermarla. Quando lei si voltò e lo riconobbe, si liberò dalla presa con aria sprezzante

-Lasciami stare-

-No, Abby, volevo dirti che mi dispiaceva-

-Perché dovrebbe dispiacerti? Non sei convinto che la tua proposta sia la cosa più giusta per salvare l'Arca?-

-Si, ne sono convinto e penso che tu debba-

-Basta, Marcus- Disse fermandosi -Sai qual'è la cosa che più mi dispiace? Che tu non ti sia minimamente posto il problema di consultarmi. Lo sappiamo benissimo che io e te abbiamo idee diverse su come raggiungere uno stesso fine, solo pensavo che il rispetto per le idee dell'altro fosse l'unica cosa che ancora ci accomunasse, ma mi sbagliavo-

Abby se ne andò con le lacrime che le stavano per arrivarle agli occhi. Marcus finse di restare impassibile. Si schiarì la voce e si diresse verso la sala dei controlli con aria ancora più severa, fingendo che quelle parole non gli avessero fatto alcun effetto.

In realtà l'aveva inseguita con uno scopo ben preciso. La conosceva, anche se ormai erano anni che entrambi fingevano il contrario, la conosceva bene e sapeva quanto Abby credesse nelle sue idee e quanto potesse essere arrabbiata con se stessa per non essere riuscita ad ottenere ciò che lei riteneva il meglio per l'Arca. Avrebbe voluto dirle che non aveva potuto fare altrimenti, che con Jaha avevano preso la decisione in pochissimo tempo, ma lei non glielo aveva permesso. Era arrabbiata, ovviamente. Abigail era arrabbiata con lui da quasi vent'anni e negli ultimi dieci, all'interno de consiglio, si erano massacrati. Era impossibile per entrambi, dopo ogni loro litigata, non ripensare a quello che avevano avuto, a quello che avevano perso.

Si erano conosciuti a diciotto anni e si erano innamorati. Parlavano e discutevano di politica tutto il giorno tutti i giorni. Non sempre andavano d'accordo, ma il confronto li arricchiva straordinariamente. Volevano passare tutta la vita insieme, avevano dei progetti e dei piani che però vennero distrutti. Il loro impegno politico, il loro raggiungimento dei piani di potere sempre più alti che controllavano l'Arca li obbligò a dover affrontare un problema pesante che non si sarebbero mai aspettati. La vita sull'Arca stava per finire, bisognava cercare un modo per sopravvivere nella speranza di riuscire a mandare delle navicelle sulla terra per scoprire se era abitabile di nuovo. Sia Kane che Abby iniziarono ad impegnarsi politicamente per riuscire a contribuire nella ricerca di una soluzione. Più riuscivano a far carriera, più le loro mentalità si allontanavano, diventando sempre più estreme e sempre più diverse. Non si riconoscevano quasi più. Litigavano sempre, si odiavano, ognuno vedeva l'altro come intralcio e perciò si lasciarono. Dopo qualche anno si ritrovarono entrambi consiglieri e costretti a collaborare. Appartenevano a due partiti diversi, ma Jahah, il cancelliere sostenuto durante le lezioni da Abby, aveva voluto gente anche dal partito che era arrivato secondo alle elezioni e tra quelli scelse Marcus. Erano arrivati ad un punto della loro storia in cui le divisioni ideologiche non avevano più senso, bisognava unirsi e trovare la soluzione migliore tutti insieme, ma per quanto sia Kane che Abby condividessero questa visione, per loro non era facile trovarsi faccia a faccia tutti i giorni.

 

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** La verità ***


Dalla finestra entrava la luce bianca dei neon dei corridoi. Le prime luci dell'Arca si stavano accendendo e una nuova giornata iniziava. Abby se n'era accorta e cominciò a lamentarsi sotto le lenzuola. Marcus la sentì e si rigirò nel letto avvicinandosi a lei mettendole un braccio intorno alla pancia. Le diede una bacio sul collo. I loro corpi nudi si sfiorarono ed entrambi ne provarono piacere. Abby si lasciò sfuggire un sorriso e gli strinse la mano. Marcus socchiuse gli occhi e si lasciò inondare dal profumo dei suoi capelli. Quella sensazione di pace e di serenità. Quella sensazione di essere sospesi lontano da tutto e da tutti. Era come una droga. Non potevano fare a meno di avere quei dieci minuti a letto insieme semplicemente stringendosi, prima di dover affrontare il mondo. Si amavano. Si amavano in modo sdolcinato, serio, intelligente, stupido... Si amavano con ogni fibra del loro corpo.

 

Abby era in mensa che mangiava. Era circondata da persone che stringevano nelle loro mani il volantino che Kane aveva fatto distribuire. Tutta quella gente che si stava affidando a loro senza sapere che non si stavano affidando a nulla, senza sapere che probabilmente le persone che per prime incitavano all'affidarsi pacificamente alle mani del consiglio che avrebbe fatto la cosa migliore per tutti sarebbero potute essere le prime a morire. Abigail era furiosa. Lo sentiva dentro di se che quello che stavano facendo era la cosa sbagliata, che non avrebbe aiutato nessuno. Lo sapeva e non poteva farci nulla. Dentro al consiglio aveva perso ogni tipo di autorità e questo la demoralizzava molto. Ma quello che più la faceva imbestialire era che invece Marcus stava avendo successo con la sua folle idea, che si sentisse fiero di se e di quello che aveva costruito. Doveva parlare con Jaha e doveva trovare una soluzione, con il suo aiuto o senza.

 

Entrò nell'appartamento del Cancelliere con il viso avvolto da una nube nera

-Abby, sono sorpreso di vederti-

-Cosa posso dire, anche se tu mi hai pugnalato alle spalle, io continuo a voler discutere con te sulle mie scelte-

-Non fare la drammatica, per favore-

-Io avevo lo stesso diritto di Kane di proporre la mia idea- Gli urlò sfinita

-La tua idea era molto semplice e poco efficace: dire a tutti che rischiavano la morte nel giro di pochi mesi e sperare che non impazzissero o non nascesse una rivolta-

-Era un'idea giusta! Era corretta nei loro confronti, nei confronti della gente che ci ha votato e che crede in noi-

Jaha scosse la testa

-Avremmo potuto chiedere aiuto a tutti per lavorare al piano B- Spiegò Abby

-Il piano B, se un miracolo ci permettesse di attuarlo, salverebbe solo un decimo di tutta quella gente che crede in noi. Pensi che una volta saputo anche questo, la gente avrebbe continuato ad essere così altruista? Sei un'illusa Abby. Io avevo bisogno di gente che sostenesse l'idea di non dire nulla a nessuno perché è la cosa migliore e quindi ti ho tagliata fuori-

Quelle ultime parole furono un colpo al cuore per lei -Ma certo- Disse arresa -La storia di proporre le idee, i volantini... Sei stato tu a farmelo trovare, vero?- Lui abbassò lo sguardo -Volevi solo umiliarmi davanti al consiglio, far capire che ero sola. Avevi paura che potessi intaccare la tua scelta, che potessi convincere qualcuno, giusto?-

-A volte bisogna prendere delle scelte drastiche per perseguire la scelta giusta-

-Non puoi sapere che la tua scelta sia quella giusta-

-E tu non puoi sapere che quella giusta sia la tua!- Le urlò in faccia

Kane entrò attirato dalle urla, Jaha lo vide e continuò -Ma siamo noi a comandare- Disse indicandolo. Abby lo vide -E quindi la nostra decisione diventa quella giusta automaticamente-

Abby lo guardò con aria schifata -Una volta condividevamo dei valori. Una volta eravamo amici-

-Una volta voi due progettavate di passare la vita insieme- Le disse alludendo a Kane -Sai meglio di me che le cose cambiano-

Abby uscì dalla stanza, ma sulla porta Kane la fermò -Ha ragione Jaha-

-Vaffanculo, Kane- Gli disse e se ne andò.

Era rimasta sola, esclusa. Ma Abby aveva bisogno di credere nelle sue idee più di quanto avesse bisogno di respirare. Decise di abbandonare il consiglio e non si presentò più a nessuna riunione. Decise di riprendere il contatto con vecchi amici che non sentiva da un po', forse loro avrebbero potuto aiutarla. 

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