try to escape

di Moka95
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** benvenuto all'inferno ***
Capitolo 2: *** la prigione dei ribelli ***
Capitolo 3: *** inizia il lavoro ***



Capitolo 1
*** benvenuto all'inferno ***


TRY TO ESCAPE
CAPITOLO 1: benvenuto all'inferno

"vieni" dice Jonson, il mio nuovo collega di colore, molto robusto, capelli rasati, occhi neri come la pece e sguardo amichevole
"questo è il carcere dei ribelli, basta che consegni il mandato alle guardie e fai strisciare la tessera magnetica per entrare, ma non è così facile riceverli"
"cos'è il carcere dei ribelli?" chiedo curioso
"è uno dei carceri peggiori al mondo, solo due persone ne sono uscite vive"
"perchè è così impossibile?"
"torture" dice abbassando la voce "fisiche e mentali, ogni giorno" continua con voce cupa
"chi ci lavora la dentro?"
"non io ragazzo, e nemmeno tu, li ci lavorano le persone che stanno in questa prigione da almeno due anni, non è così facile, ci sono dei requisiti da passare"
"quali sono?"chiedo sempre più coinvolto nell'argomento
"sei troppo curioso Ross, meno sai, e più dormirai la notte" dice ridendo
"dimmi solo una cosa: tu hai la carta?"
"no, ma purtroppo la otterrò tra due settimane" dice grattandosi la testa "ora devo andare in pausa, continuerà Mike a farti da guida"

detto questo, Jonson scompare dentro uno stanzino, le domande iniziano a nascere nella mia testa -chi sono i ribelli?, cosa succede in quella prigione?, che tipo di torture applicano?-

Mentre affogo nei miei pensieri, un ragazzo alto come me, magro, dai capelli rossi mi si avvicina, è molto giovane, probabilmente avrà la mia età
"Mike Clark" dice allungando la mano
"Ross Worthy" dico stringendogliela
"che ci fa' uno come te qui?" chiede infilando dei guanti grigi
"uno come me?" chiedo confuso, "che ho che non va?" 
"biondo, occhi e capelli perfetti, muscoloso, giovane, denti bianchissimi, potresti fare innamorare mia madre" dice ridendo
"non ho nessuno, mi rimane solo mio fratello di 12 anni da mantenere, e visto che nessuno mi voleva assumere per la cattiva reputazione dei miei genitori, l'unico modo per guadagnare qualcosa da mangiare era qui" prendo il respiro e continuo, "gli ho promesso che ogni giorno gli avrei mandato qualcosa da mangiare, e dei soldi una volta alla settimana per comprare il pane"
"che facevano i tuoi genitori?" chiede curioso
"loro erano ribelli" dico sottovoce, lui sgrana gli occhi e si appoggia al freddo muro del corridoio "anche se non so cosa vuol dire, non li ho mai conosciuti, io e mio fratello vivevamo con mio zio, lui non voleva mai parlare di loro"
"tu sei figlio dei ribelli" dice ridendo
"che c'è da ridere?" chiedo arrabbiato
"sei figlio di due ribelli e hai il coraggio di venire a lavorare in prigione, wow amico, sei proprio folle" dice mantenendo sempre il suo sorrisetto sulle labbra
"chi erano?" chiede curioso "non abbiamo Worthy in prigione"
"il mio cognome in realtà è Lynch" dico abbassando ancora di più la voce
"I LYNCH" urla sgranando gli occhi ancora di più per quanto possibile
"zitto" dico tappandogli la bocca con la mano, mi guardo intorno "voglio sapere come sono morti" continuo io
"non ne ho idea, ho solo sentito nominare quel cognome, ma se vuoi, ti spiego un po' come funziona la dentro, ma non adesso, è severamente vietato parlarne" dice sottovoce 
"e tu? parlami un po' di te" chiedo cambiando completamente argomento
"avevo 6 anni quando sono arrivato qui, sono riuscito a sfuggire alla guerra grazie al capo, che mi ha tenuto come un figlio, così ho dei privilegi, io non ho la corporatura adatta per lavorare qui, ma invece eccomi qua" non sembra tanto riconoscente, anzi, nel suo tono c'è una punta di rabbia
"dev'essere stata dura per un bambino di 6 anni vivere accanto ai carcerati in un posto come questo" dico pensando alla tristezza che ha provato
"si, la cosa peggiore è che spesso, durante la notte si sentivano delle urla, e io sapevo benissimo come facevano tacere le persone, ma l'ho superato" dice sospirando "ma ora devo andare a lavorare Ross, questa è la tua divisa, la tua stanza è la 106" dice consegnandomi chiavi e vestiti, poi mi abbraccia "ci vediamo alla fontana alle 20.00, sii puntuale" mi sussurra all'orecchio per poi andarsene.

Passo davanti all'ingresso della prigione dei ribelli, lì ci sono i due enormi uomini di guardia che mi guardano molto male, così, aumento il passo e continuo a camminare fino alla mia stanza -chissà come fanno a zittire le persone? chi c'è in quel posto?-
"104, 105, ecco la 106" la targa che indica il numero ,è arrugginita, come la maniglia, giro le chiavi nella serratura ed entro.
Un tanfo orribile arriva al mio naso, cerco l'interruttore e accendo la luce che va ad intermittenza, probabilmente la lampadina avrà 20 anni.
La camera è piccola e abbastanza buia, all'interno c'è solo un letto, un armadio, uno scrittoio, un gabinetto sporco e scrostato, e un lavandino nelle stesse condizione della tazza. Quando sono venuto qui non mi hanno fatto portare oggetti, solo i miei indumenti, il mio orologio da polso e la mia collana hawaiana che mi ha regalato mio fratello, chissà come sta, mi manca tanto -gli scriverò una lettera- penso sedendomi allo scrittoio
"Caro Jeremy, in questo posto mi trovo molto bene, ho incontrato tante persone gentili e gli ho parlato di te, di mamma e papà non so ancora nulla, ma non importa, tu resta con lo zio, ti voglio tanto bene, mi manchi ma so che tu mi sei vicino, quando mi sento solo stringo la collana che porto al collo, ti ricordi? quella che mi hai fatto tu, questo mi fa sentire molto vicino a te, provaci anche tu con la tua e vedrai che funzionerà, ci sentiamo presto, salutami lo zio
baci
     -Ross"
La maggior parte delle cose che ho detto non sono vere, ma non voglio peggiorare la situazione raccontandogli cosa succede qui, prendo la lettera e la metto sotto il mio cuscino. Vado davanti all'armadio pieno di ragnatele, mi cambio, e ci ripongo i miei vestiti. La divisa consiste in un pantalone nero, scarpe antinfortunistiche nere e maglietta grigia con una targhetta su cui il mio nome è scritto a penna, nascondo la collana sotto la maglia e cerco uno specchio che non trovo. Il mio orologio segna le 19.00 circa, così esco dalla stanza, chiudo a chiave e la ripongo nella tasca dei pantaloni. Mi guardo intorno e trovo una specie di cartello scritto a mano che indica "mensa, fontana, ufficio, pr"
non capisco l'ultima indicazione: pr, mi dirigo verso la mensa e cammino per una decina di minuti quando arrivo davanti ad un portone spalancato, all'interno ci sono dei piccoli tavoli dove mangiano tutte le persone che lavorano in prigione.
 Vedo Mike in lontananza e mi avvicino  a lui che mi sorride felice, mi sieda sulla scomoda sedia e osservo il piatto pieno di minestra, affianco ci sono anche due fette di formaggio e una pagnotta
"hey amico" dice abbracciandomi
"hey" dico ricambiando l'abbraccio "ci sono dei controlli all'uscita" chiedo sottovoce
"no perchè?" risponde stranito "è inutile portarsi la roba in stanza, il cibo è talmente poco che lo finisci subito" contnua ridendo
"mio fratello" dico mettendo in tasca il pane e il formaggio
"cosa mangiamo?" chiedo guardando la minestra
"qualcosa di verde, con i peli e all'interno qualcosa di molliccio" dice ridendo rumorosamente
"è commestibile?" dico affondando il cucchiaio 
"la mangio fin da quando sono bambino e guardami come sono sano" dice ironicamente mostrando i muscoli inesistenti
"come fai ad essere così allegro in un posto come questo?" chiedo mettendo in bocca la sbobba che ha lo stesso sapore che avrebbe il gabinetto in camera se lo leccassi
"non bisogna deprimersi o non lo affronti" dice divorando il panino" vivi un giorno alla volta, questa è la mia filosofia" continua con la bocca piena
La sala inizia a svuotarsi, le persone hanno già mangiato la loro porzione di cibo mentre io non sono neanche a metà piatto, è ammirevole come Mike sia sopravvissuto senza impazzire, come fà una frase a tirarti su di morale?
"Tieni, dalla a tuo fratello" dice passandomi una fetta di formaggio
"grazie" la prendo e la infilo in tasca
"a proposito, non mi hai detto come si chiama"
"Jeremy" annuisce lentamente, come per percepire a fondo quel nome
"cos'è la fontana?" chiedo curioso cambiando discorso, pensare a Jeremy mi rattrista parecchio
"il posto dove si lavano i panni a quell'ora è sempre vuota" dice facendo l'occhiolino. 
La cena prosegue con dialoghi sul cibo e battute, alla fine torno nella mia camera, frugo nel cassetto dello scrittoio in cerca di forbici e le trovo, taglio un pezzo di lenzuolo, ci infilo il cibo e la lettera e lo ripongo in tasca. Do uno sguardo veloce all'orologio -19.40, decido di andare prima all'appuntamento segreto con Mike, così chiudo la porta a chiave e mi incammino verso la fontana.



Spazio di una PAZZA autrice
hello everybody 
Eccomi qui con una nuova (e alquanto strana) storia. Non ci crederete mai come mi è venuta l'ispirazione XD. Scusate gli eventuali errori, io l'ho riletta 100 volte ma di sicuro qualcosa mi è sfuggito (come sempre) .In questo primo capitolo sono stata molto vaga sulla prigione dei ribelli, ma vi assicuro che nel prossimo capirete tutto, anche la storia di Ross verrà approfondita più avanti. Inoltre ci sono molti dialoghi e nel prossimo saranno il doppio. Lo so che dovevo continuare "you're like a meteor in my life" ma non potevo non scrivere questa storia che mi ronzava in testa e tra poco (non è vero, ci metterò tantissimo) pubblicherò un altra storia che ho scritto mentre ero in vacanza, già, mi sono portata il mio portatile e ho scritto tantissimo. allora ditemi cosa ne pensate, vi piace l'idea? curiosi per il prossimo capitolo? perchè sto facendo tutte queste domande? bho, così tanto per...
ci sentiamo fra un po' 
bye bye




























































 

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Capitolo 2
*** la prigione dei ribelli ***


TRY TO ESCAPE
Do uno sguardo veloce all'orologio -19.40, decido di andare prima all'appuntamento segreto con Mike, così chiudo la porta a chiave e mi incammino verso la fontana.
CAPITOLO 2: la prigione dei ribelli

La fontana è un posto buio, con 10 lavandini giganti per lavare i vestiti, posti al c'entro della stanza, aspetto seduto sul freddo pavimento mentre nella mia testa ronzano un sacco di dubbi e di pensieri riguardo questo posto, Mike che alle 20:00 in punto si presenta sulla porta mi saluta raggiante.
"allora biondino, chiedi pure" mi dice appoggiandosi al grigio muro
"sei mai stato nella prigione dei-"
"ribelli? si" dice concludendo la frase
Taccio per qualche secondo, incerto se continuare, ma la curiosità mi divora dentro, così decido di saperne più a fondo
"com'è?" so che questa cosa potrebbe traumatizzarmi parecchio 
"è abbastanza buia, piena di guardie, c'è tensione nell'aria, una puzza di sangue e rassegnazione"
"tu conosci le persone all'interno?"
"sono 14 prigionieri, ognuno ha una guardia e ci sono all'incirca altre 6 guardie all'interno, perciò in tutto sono 20 guardie"
"che requisiti servono per entrare a lavorare lì, sai per non trovarmi mai in quel posto?" dico sdrammatizzando
"devi essere alto, muscoloso, saper uccidere, non avere pietà, e anche se hai tutte le caratteristiche devi superare un test"
"che genere di test?" ormai le parole escono dalla mia bocca senza che io riesca a controllarle
"ti portano in una stanza vuota, all'interno ci sono solo un coltello, una pistola, una corda, benzina e fiammiferi, un manganello, una frusta e un uomo"
"perchè c'è un uomo?" è una domanda stupida, so benissimo perchè è lì, e so benissimo che non vorrei mai essere quel uomo
"è un prigioniero di guerra destinato a morire, per testare il tuo coraggio devi ucciderlo scegliendo un' arma altrimenti, loro uccideranno te." dice tranquillo
"tu, che arma hai scelto?" chiedo inorridito e un po' incerto
"no, io no, te l'ho detto, sono privilegiato" ora capisco perchè Jonson non voleva entrare in quel posto, è troppo gentile per uccidere una persona, ma se mettono in gioco la tua vita non sai cosa potrebbe succedere, dopotutto sei tu, o uno sconoscuito, so che è un pensiero egoista ma, probabilmente, saprei cosa fare
"conosci i nomi dei prigionieri?"
"Kathrine Mellison, Aurora Millet, Sabrina Teens, Rosalie Rodriguez, Raini Rodriguez, Josh Willosnow, Jason Matthew, Logan Fishet, Drake Millar, e Anthony Breaker"
"ma hai detto che sono 14?"
"si, ma poi ci sono i più pericolosi" dice con un sorrisetto sulle labbra
"chi sono?" chiedo curioso
"Cashmere Jolie, Peeta Ester, Laura Marano"
"Laura Marano, è italiana?" il nome è decisamente italiano
"si, ma non sottovalutarla, ha ucciso 7 guardie" dice ridendo
"quanti anni ha?" chiedo sbalordito
"18, è arrivata qui a 10 anni" rimango letteralmente a bocca aperta, io ho la sua stessa età e non riuscirei a uccidere una mosca mentre lei ha fatto fuori mezza prigione
"e io" continua Mike tranquillo. Mi ci vuole un attimo per capire quel che mi ha detto
"tu?!" urlo sconcertato
"lo so, in pubblico non potevo dirti la mia vera storia perciò te la dico ora, ah Ross, io mi fido di te, tutto ciò che dico lo sai solo tu, e così deve essere" annuisco con la testa
"io sono il figlio del capo, ma non sono mai stato adatto a lavorare qui, così sono scappato ma visto che mio padre è un uomo potente e senza scrupoli, ha il controllo dell'intera città, perciò è stato facile ritrovarmi, come punizione mi ha chiuso in quella cella per tre mesi insieme a mia sorella che mi aveva seguito, lei era più grande di 2 anni, ci ha tirati fuori dopo quei tre interminabili mesi ed ora eccomi qua ubbidiente come un cagnolino, le due persone di cui ti parlava Jonson che sono uscite vive siamo noi due, solo che lei si è impiccata una settimana dopo, quel posto ti traumatizza, lei era tutto ciò che avevo, e quel bastardo è riuscito a portarmela via" si interrompe e fissa un punto indefinito sulla parete
"wow, se per te è difficile parlarne non sei obbligato-"
"assolutamente no" mi interrompe velocemente " mio padre ha censurato la mia storia con quella del bambino salvato dal lui, in realtà è solo un verme schifoso"
"allora... se non sembro indiscreto... com'è?" chiedo un po' spaventato dalla risposta che potrà darmi, se sua sorella si è suicidata vuol dire che la dentro è successo qualcosa di grave
"sei sicuro di volerlo sapere? tanto non ti cambierà niente sapere come vive quella gente"
"te l'ho detto, mi interessa dei miei genitori, loro sono stati li' dentro"
"d'accordo, allora sarò sincero" continua
 " la giornata tipica è che alle 6 del mattino suona la sveglia, ti alzi, se tardi anche solo di 1 minuto ci penserà l'elettroshock installato nel letto a svegliarti, la colazione  non c'è-"
"com'è l'interno della cella?" mi servirà per immaginarmi meglio la scena
"c'è un durissimo letto poggiato per terra, tre pareti sono grigie e in quella mancante c'è un vetro che permette alle persone fuori di vedere te, ma tu non puoi vedere l'esterno, a meno che la tua guardia non lo disattiva e infine un touchscreen con due opzioni scritte
-dormi
-muori

Se vuoi dormire da un orario che non è compreso tra le 23.00 e le 6.00 premi dormi, la stanza diventerà buia per tre ore, se ti svegli prima resti al buio. Mentre se premi muori significa che non sopporti più quella vita, perciò la tua guarda ti ucciderà nel modo che preferisce. Dalle 12.00 alle 12.10 apparirà sul touchscreen l'opzione mangia, allora attraverso uno sportello sigillato ti passeranno un pezzo di pane secco, stessa cosa per la cena, se tardi ,l'opzione scompare e non mangi. Di notte puoi restare sveglio fino alle 23.00, se non vai a letto entro quell'ora inizieranno le torture per tutta la notte, ti sarà vietato addormentarti e l'opzione dormi scompare."
 si ferma e respira, deglutisco molto rumorosamente e fisso il pavimento, non riuscendo a guardarlo in faccia sapendo che tutte queste cose le ha vissute, e parlarne gli provoca brutti ricordi
"ma sai qual'è la cosa peggiore?" chiede arrabbiato, dopo un tempo che mi pare interminabile
scuoto la testa visto che le parole non vogliono uscire dalla mia bocca
"la cosa peggiore è che queste regole non te le spiega nessuno" dice ridendo come un folle "All'inizio senti un ticchettio che segna tutti i secondi, e se vuoi sapere che ore sono devi contare tutti i secondi e visto che è quasi impossibile subirai tutte queste cose finchè non capirai come funziona" continua tornando serio
Nonostante la sua dettagliata spiegazione non capisco ancora in che modo ti torturano e anche se sono sconvolto, voglio sapere tutto fino in fondo
"le... torture in cosa...consistono" dopo un altra lunga pausa risponde
"le sceglie la tua guardia che ti osserva tutto il tempo, certe volte, di notte senti le voci dei tuoi famigliari, amici e persone care che ti urlano cose orribili per ore e ore, fin quando inizi a credere agli insulti che ti senti ripetere ogni giorno per demoralizzarti e premi quel dannato pulsante." si ferma, respira
"Non puoi piangere" dice spostando il suo sguardo dal muro a me, ha gli occhi velatamente lucidi
"se lo fai, verrai punito fisicamente, pugni, calci, frustate, possono addirittura spaccarti dita di mani, piedi, costole, polsi, ma la cosa più brutta è che quei bastardi ti danno un martello e ti obbligano a farlo da solo, a romperti una a una parti del tuo corpo ad autoinfliggerti un dolore enorme e insopportabile, senza mai piangere o le torture continueranno." ormai dai suoi occhi scendono calde lacrime"
"ora devo andare" dice staccandosi dal muro
"no, ti prego resta, ho ancora poche domande"
"....va bene" dice sbuffando
"cosa ti porti di tuo lì dentro?"
"5 oggetti che ritieni importanti, ma ogni 2 settimane te ne viene sottratto uno mentre dormi, così da farti sentire ancora più solo e abbandonato di quanto sei" 
"quelle persone in questo momento sono la dentro" sussurro tra me e me,
"hai imparato la lezione?" dice Mike ridendo
"cosa?" non capisco questo suo improvviso cambio di umore
"è la frase che ripetono quando finiscono di torturarti, quell' ironia nel pronunciarlo ti toglie quel poco di dignità che ti rimane"
"Come ha fatto Laura a uccidere tutte quelle guardie?"
"Per andare in bagno ti fai accompagnare dalla tua guardia, puoi andare una volta a settimana, devi essere ammanettato e ti mettono un collare con un localizzatore e delle scariche di scossa controllate dalla guardia, arrivi in una stanza di medie dimensioni in cui al centro c'è un buco, ti metti lì fai quel che devi fare e la guardia non ti toglie gli occhi di dosso, e c'erte guardie ne... approfittano con le prigioniere femmine, la sua guardia la stava... importunando... e lei ha preso una molletta e gliela conficcatta nell'occhio cavandoglielo, ma una scossa potentissima la fatta svenire, poi l'hanno sedata, e torturata nella sua cella per giorni interi"
"e lei-"
"per oggi basta" do uno sguardo veloce al mio orologio 21:23, si è fatto tardi
"dobbiamo andare , alle 22:00 bisogna essere nella propria stanza, passa il controllo
"un ultima cosa, come posso spedire questa lettera e il pacchetto?"
"dalla a me, la passo a Simon, le spedisce clandestinamente
"grazie amico" dico abbracciandolo
"ci vediamo domani, devi andare dal capo e chiedergli le tua mansioni" mi dice prendendo la busta
"ok ciao" dico uscendo, ora che so cosa nasconde quasto posto, tutto ha un aspetto ancora più inquietante, il corridoio deserto, umido e con le pareti grige scrostate non metto certo allegria
Arrivo davanti alla porta della mia stanza e ci entro, mi butto sul letto e fisso il soffitto, chissà come sta mio fratello, penso sospirando, mi manca così tanto. visto che non so come passare il tempo mi alzo e comincio a camminare in modo rettilineo per la stanza, nel tentativo di scaldarmi, ma le domande mi bombardano la testa, e mi angosciano sempre di più -e se dovessi finire a lavorare lì? riuscirei a vedere la sofferenza quotidianamente negli occhi di quelle persone? riuscirei ad infliggere delle pene ad innocenti?-. 
a distogliermi dai miei penseri è la mangiglia della porta che si abbassa, ma la porta che avevo precedentemente chiuso a chiave non si apre
"apri subito" urla un uomo dall'esterno, prendo le chiavi dalla tasca ed le giro nella serratura
"non lo sai che è vietato chiudersi a chiave prime del controllo idiota?" mi dice sbraitando, l'impulso di tirargli un pugno per la sua sfrontatezza è forte, ma non voglio finire nei guai il primo giorno, così mi limito a scuotere la testa
"scusa sono nuovo" un sorriso si dipinge sul suo volto, "allora bastava dirlo prima, benvenuto nella tua nuova casa, io sono Bred" dice porgendomi la mano, che stringo diffidente
"i controlli sono ogni giorno?" chiedo mentre Bred inizia a perlustare ogni angolo della stanza in cerca di qualcosa di vietato
"tutti i giorni tranne la domenica, a proposito, ti manca il calendario, passa domani dal mio ufficio e provvederò a fartene avere uno"
dopo aver dato un ultimo sguardo in giro, mi porge di nuovo la mano soddisfatto, e si congeda. 
chiuda definitivamente la porta a chiave nell'intento di provare a dormire, pezzo di legno permettendo, mi porto il leggero lenzuolo bianco fino al naso, ma la mia mente è assillata da dubbi e pensieri, ma il mio ultimo pensiero prima di cadere in un sonno agitato, ricade su quella ragazza italina, chissà quanto deve essere forte per riuscire a resistere per 8 lunghi anni in qulla prigione, e chissà come ci è finita.







SPAZIO AUTRICE (RESUSCIATATA)
chiedo pietà
lo so, non sono morta, ma possiamo dire che l'inizio della scuola mi ha ucciso, e non voglio cercare scuse ma quando finalmnte avevo finito questo capitolo il mio portatile si è spento, e tutto è andato perso, e sappiate che non è assolutamente bello dover riscrivere d'accapo un capitolo, perciò arrivo a dicembre ad aggiornare. spero che la storia vi abbia intrigato, e che alcune delle vostre domande riguardo la prigione, come quelle di Ross sono state risposte. avevo avvertito che sarebbe stato un capitolo piuttosto parlato, perchè di fatto non  succede nulla di eclatante. finalmente è comparsa Laura, ebbene si, lei è una prigioniera. ringrazio in anticipo le persone che non hanno abbandonato la storia e sono qui a leggere anche questo capitolo, chi recensirà o anche chi si limiterà a leggere
ps: buon natale in anticipo
pps: l'altra storia devo aggiornarla, e mi scuso per il ritardo enorme
Bye Bye

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Capitolo 3
*** inizia il lavoro ***


TRY TO ESCAPE
il mio ultimo pensiero prima di cadere in un sonno agitato, ricade su quella ragazza italiana, chissà quanto deve essere forte per riuscire a resistere per 8 lunghi anni in qulla prigione, e chissà come ci è finita.

CAPITOLO 3: inizia il lavoro

Un forte rumore di campane mi sveglia come quando a scuola finiva l'intervallo e ti toccava ritornare in classe, mentre qui mi tocca alzarmi e lavorare, mi metto seduto sul letto e noto che sono molto sudato, avrò fatto qualche incubo, penso alzandomi dal letto per essere stata la prima notte è stata tranquilla, ma non riesco ad immaginarmi qui per ancora chissà quanti anni.
mi do una sistemata ai capelli con le mani, poi giro la chiave nella serratura ed esco, richiudo la porta e cerco di andare nella dirigenza, dove il capo mi darà le mie mansioni, cammino un po' nei corridoi stretti e deserti senza sapere bene dove andare finchè non mi imbatto in una donna
"che fai qui cadetto" urla appena nota la mia presenza
"sto cercendo la dirigenza per ricevere le mie mansioni" la donna davanti a me ride di gusto
"tu lavori qui?" chiede sorpresa
"certo" dico confuso, perchè tutti sono sorpresi
"non sembri il tipo, bene arriva in fondo a questo corridoio, poi svolta a destra, ancora a destra ed infine a sinistra" 
"grazie" dico allontanandomi
"ah, e buona fortuna ragazzo" dice voltandosi
continuo a camminare finchè non mi ritrovo davanti una massiccia porta grigia socchiusa con un cartellino con scritto dirigenza mezzo staccato, sto per bussare quando sento delle voci dall'interno
"non me ne importa nulla se 6 stolti si sono fatti uccidere" urla un uomo con la voce bassa e roca
"ma signore non c'è più nessuno che è qui da 2 anni" dice l'altro uomo disperato
sono quasi sicuro che stanno parlando delle guardie della prigione dei ribelli
"non importa, reclutate chiunque ritenete all'altezza, raddioppierete le guardie e le torture, non posso perdere tutti i miei soldati solo per 14 ragazzini scatenati, fategli capire chi comanda, fategli perdere tutte le speranze che li tengono in vita" grida l'uomo che pare essere il comandante
"certo signore" dice l'altro uomo dirigendosi verso la porta, io faccio un balzo indietro e fingo di guardare l'orologio tranquillamente
"e tu che stai facendo qui" mi chiede severamente l'uomo appena uscito dall'ufficio
"lavoro qui signore, devo ricevere le mie mansioni signore" urlo cercando di fare l'aria da duro
"buon per te" dice quasi soddisfatto della mia risposta, aspetto che si allontana per poi bussare tre volte con decisione alla porta
"entra" dice l'uomo che prima gridava
apro la porta raccogliendo tutta la sicurezza che ho per non sembrare un ragazzino spaventato e mi siedo sulla poltrona davanti alla scrivania. L'uomo che mi si presenta davanti non assomiglia per niente a Mike, sembra avere una cinquantina di anni, una folta barba nera, muscoloso quanto basta, un po' in carne e con capelli neri rasati
"parla ragazzo" mi dice spazientito
"sono nuovo qui e devo ricevere e mie mansioni" dico con voce forte "signore" aggiungo dopo
"ho in mente una mansione ben pagata per te, ma prima devi guadagnare la mia fiducia, per ora farai il controllo serale"
"significa che devo controllare le stanze di chi sta qui?"
"no, dalle 22:00 alle 2:00 girerai per i corridoi per controllare che nessuno esca dalla sua stanza"
"perfetto e di giorno?" 
"di giorno dovrai tenere d'occhio una prigioniera"
"che tipo di prigioniera?" chiedo spaventato, non voglio andare nella prigione dei ribelli ed essere una guardia di quelli
lui mi guarda insospettito e mi maledico per aver fatto quella domanda visto che non dovrei sapere niente di quel reparto segreto
"perchè quanti tipi di prigionieri ci sono?" mi chiede ironico, ma senza accennare ad un sorriso
"intendevo come si chiama?" dico provando a giustificarmi inutilmente
"Sabrina Carpenter" non mi ricordo che mike abbbia accennato a questo nome
"lei è speciale" prosegue l'uomo
"se i suoi comportamenti dovessero peggiorare la porteremo in un posto speciale, non so se mi spiego" dice accennando alla prigione dei ribelli, visto che ormai ha capito che so dell'esistenza di quel luogo
"e se dovesse migliorare?" chiedo positivamente
"se migliora non avrà più bisogno di una guardia solo per lei" dice il capo come se fosse logico
"perfetto, accetto dico allungando la mano per prendere il cartellino con scritte le mie mansioni
"non era una richiesta" dice senza battere ciglio, mi alzo imbarazzato e sto per uscire quando mi ferma
"prigione ala ovest sezione D" detto questo si alza e mi congeda
Ora che ho le mie mansioni devo andare nell'ufficio di Bred, quello che ieri sera mi ha controllato la stanza, per ritirare degli oggetti che tutti devono avere.
Cammino senza meta finchè non trovo finalmente l'ufficio, la porta è spalancata così entro senza bussare
"Ciao Bred" dico avvicinandomi alla scrivania
"ci conosciamo?" chiede diffidente
"certo sono Ross della stanza 106" la sua espressione perplessa non cambia, certo, ieri non gli ho detto il mio nome
"quello nuovo di ieri"
"ah certo! Ross" dice dandomi una pacca amichevole sulla spalla
"tieni" dice porgendomi una scatola di medie dimensioni
"grazie" la prendo e mi avvio alla porta, ma anche questa volta vengo fermato
"ehi, buona fortuna Ross" non so perchè ma oggi è la seconda volta che me lo dicono, non rispondo ma mi limito a sorridere, poi torno nella mia camera e sistemo le cose, appendo il calendario e l'orologio sugli appositi chiodi già posizionati in precedenza, appoggio sul letto le lenzuola di ricambio e la salvietta inoltre c'è un portachiavi con il numero della mia stanza, questo mi fa pensare che per ogni stanza di questo posto ci sia una scatola con gli accesori incorporati, e infine una mappa del posto.
Esco dalla stanza e grazie alla mappa riesco a trovare l'ala ovest del carcere, mi fanno subito entrare appena mostro il cartellino. Appena varcata la soglia vedo un corridoio lunghissimo pieno di celle contenenti persone vestite di arancione, cammino fino alla cella D che per mia fortuna non è troppo lontana, ad aspettarmi seduta sul lettino c' è una ragazza che dimostra meno di 18 anni, bassa, minuta, con dei lunghi riccioli biondi, che toccano le sfumature del dorato che le ricadono morbidi sulle spalle e due enormi occhi azzurri, pieni di sfumature blu, e a questo punto mi chiedo come può una ragazza così giovane e bella trovarsi in questo luogo lugubre , sembra quasi fuori posto, come una macchia d'inchiostro su un bianco e candido foglio. La tenuta arancione e le scarpe le stanno molto larghe, infatti quando si alza e si avvicina alle sbarre sembra stia per inciampare ad ogni passo
"sei tu la mia guardia del corpo" dice ironicamente, la sua voce sembra una profonda melodia accogliente che mi lascia incantato per un tempo indefinito
"ehi, ci sei?" dice spazientita
"si scusa, sono Ross, Ross L-Worthy" dico allungandogli la mano attraverso le sbarre
"Sabrina" dice stringendomela diffidente, è davvero bella, ma non quella bellezza che vorresti fosse solo per te, ma una bellezza innocente, che potresti ammirare per ore
"mi farai uscire da qui?" 
"no, non mi hanno consegnato le  chiavi della tua cella, non si fidano ancora di me, sono nuovo qui"
"si capisce sai" dice sorridendo
"perchè?" chiedo curioso
"qui nessuno si mette a parlare con i prigionieri" dice sempre con quel sorriso angelico "certo che però le guardie non sono mai così carine" dice accarezzandomi la guancia, il suo tocco mi provoca scintille, la sua mano è morbida e accogliente, la sua chiarissima pelle è liscia, poi questo bel momento viene rovinato
"se pensi che sarò gentile con te solo perchè sei carino ti sbagli di grosso" dice trasformando quel sorriso angelico in un ghigno
mi prende per il colletto della maglietta attraverso le sbarre e mi avvicina al suo viso
"dove nascondi le chiavi bastardo?" sussurra sulle mie labbra
"io non c'è le ho" balbetto sorpreso dal cambiamento del suo atteggiamento e dalla vicinanza dei nostri visi
"e pensi davvero che ti credo" grida tirandomi ancora di più contro le sbarre facendomi picchiare la testa, rimango tramortito dal colpo e cado a terra, vedo una figura sfuocata correre verso di me, e poi, tutto nero...
Apro gli occhi ma li richiudo subito per la troppa luce che mi acceca, li strofino e noto una benda sulla mia fronte
"hai preso una bella botta è biondino?" mi dice una voce che non riconosco, riprovo ad aprire gli occhi e la vedo, una ragazza molto giovane che indossa quella che sembra essere una divisa da infermiera, bruna alta e magra si siede sul lettino dove sono sdraiato
"che mi è successo?" chiedo confuso 
"Sabrina ti a colpito provocandoti un forte trauma cranico, sei svenuto e ti hanno portato qui, ma tranquillo, ti riprenderai presto. io sono Rowan" dice allungandomi la mano, la sua voce ispira tranquillità e sicurezza, come se ripetesse quelle parole tutti i giorni
"Ross" dico stringendola e provando a mettermi seduto "dove sono?" dico non riconoscendo il posto
"in infermeria, spero di non rivederti presto" dice sorridendomi
"già" dico imbarazzato, è molto bella, fresca come un fiore, i suoi occhi scuri come la pece mi scrutano attentamente, ma non è certamente bella come Sabrina o meglio, è una bellezza diversa
"sei giovane" dico per fare conversazione
"già, ho 16 anni" dice incupendosi
"scusa non volevo..." dico rivolgendomi al suo improvviso cambio d'umore
"no è solo che, o questo, o la fame" dice ritornando a sorridere, la capisco, anche io devo stare qui per mio fratello, ma non oso chiederle della sua famiglia
"quando sarò dimesso?" 
"tra qualche ora, ora approfitta della pausa e riposa, quella ragazza ti ha davvero prosciugato" dice mentre si allontana
"aspetta!" urlo attirandola di nuovo vicino a me
"sai perchè è qui dentro?" 
"no, si?" dice  poco convinta
"lo sai o no?" chiedo confuso
"si ma non so se posso dirtelo" dice insicura
"andiamo, io sono la sua guardia, e sono ferito" dico provando a smuoverle compassione
"ok va bene, ma io non ti ho detto nulla" dice facendo gesto di tenere  la bocca chiusa, io annuisco e la spingo a continuare
"Sabrina viveva insieme a suo padre, un uomo vecchio e ubriaco che faceva parte dell'esercito, sua madre morì quando lei aveva 10 anni credo, e da lì suo padre iniziò a peggiorare, era sempre più spesso ubriaco e abusava di lei quando non lavorava per l'esercito. Suo padre la torturava, si dice che stava perfino per ucciderla, ma un giorno lei riuscì a rinchiudersi a chiave in camera per due anni, quando sentiva suo padre uscire poteva rifornirsi di cibo e acqua e poi tornava subito in camera, prigioniera nella sua stessa casa, il giorno del suo tredicesimo compleanno, stanca di quella vita si nascose sotto il letto di suo padre e quando calò la notte, lo uccise con 17 coltellate nel petto, nei giorni segueti il colonnello si accorse che un soldato mancava da settimane, così andarono a casa sua e lo trovarono morto. Sabrina era scappata, ma non ci misero molto a rintracciarla e portarla qui." 
"e da quanto tempo si trova qui?"
"tre anni, e fra due settimane compierà 17 anni"
"e perchè l'hanno portata qui? non ha detto che abusava di lei"
"l'ha fatto, ma se uccidi un soldato sei un traditore di guerra, ed è fortunata che non l'abbiano portata come vittima per..." Rowan si zittisce subito, ma capisco cosa voleva dire
"come vittima per passare la prova ed entrare a lavorare nel carcere dei ribelli" dico concludendo la frase
"e tu come fai a saperlo?" chiede sorpresa
"conosco delle persone" dico rimanendo vago per non mettere Mike nei guai "e tu invece? pensavo fosse una cosa molto riservata"
"lo è, ma io sono qui da molti anni, ho curato molte guardie che uscivano da quella prigione, e la maggior parte non si sono salvate" dice tristemente, come se stesse ricordando qualcosa di molto spiacevole
"ora è meglio che vada, ma tu devi rimanere qui e riposare" dice alzandosi dal mio lettino sulla quale era seduta, e scompare dietro una tenda bianca
Rimango nel lettino per un tempo che mi pare infinito poi quando vedo che sono le 12 decido di alzarmi per andare a pranzare. Non so di preciso dove mi trovo ma con l'aiuto della mappa riesco in qualche modo a raggiungere la mensa dove vedo Mike seduto a mangiare. Dopo essermi fatto la fila e aver preso la mia porzione di minestra vado a sedermi vicino a lui
"allora biondino, che cosa fai?" dice riferendosi alle mansioni che mi hanno affidato
"guardia notturna e di giorno guardia personale di Sabrina Carpenter"
"Sabrina?" dice Jonson che sentendo il nome si unisce alla conversazione "io la conosco, è una tosta e credo finirà dentro" dice accenando alla prigione speciale
"perchè l'hanno affidata proprio a te?" chiede Mike sorpreso
"credo che potrei aver fatto capire al capitano che so dell'esistenza della prigione dei ribelli" dico cauto
"cosaaaaa?!" si mettono ad urlare in coro Jonson e Mike attirando l'attenzione dei tavoli vicini
"non gli avrai mica detto come lo sai?" dice Mike preoccupato
"cosa ti ha detto? ti vuole buttare fuori?" aggiunge Jonson altrattanto preoccupato
"no e no" dico rispondendo a tutti e due "semplicemente mi ha affidato Sabrina"
"sei fregato" dice Mike incrociando le mani e lasciandosi andare sulla sedia
"perchè sono fregato?" chiedo infastidito della loro reazione esagerata
"dici che lo vuole buttare dentro?" chiede Jonson a Mike
"è sicuro, se Sabrina peggiora lo metterà dentro a farle da guardia e se migliora allora lo metterà dentro visto che è riuscito a tenerla a bada" dice come se fosse scontato "sei fottuto" dice poi rivolgendosi a me
"ho sentito dire che scarseggiano di guardie lì dentro, potrebbero metterci tutti e tre" dico arrabbiato
"l'unico modo per me di rientrare lì è dietro le sbarre" dice Mike provocando una risata collettiva
Jonson si alza pensieroso e si allontana "sei stato stronzo biondino" dice Mike ridendo
"perchè che ho detto?" chiedo confuso
"la prossima settimana Jonson dovrà fare il test per entrare in quel postaccio, glielo hanno riferito oggi" guardo nella direzione in cui è andato dispiaciuto, non volevo di certo sbatterglielo in faccia
"cambiando argomento, come è andata con Sabrina? non la conosco bene, ho sentito solo delle voci su di lei" cerco di nascondere l'imbarazzo mentre gli racconto di come mi ha messo ko dopo pochi minuti
"ma tu sei pazzo" dice lui ridendo
"perchè che ho fatto?" chiedo arrabbiato
"prima regola: mai avvicinarsi troppo ad un prigioniero, soprattutto se è femmina e se è talmente pericolosa che gli hanno assegnato una guardia personale" dice come se fosse scontato "seconda regola: non fidarti dei prigionieri, a partire dalla più bella alla più cessa" dice ridendo " e ultima cosa: cosa pensavi di fare scopartela?!" 
"no" urlo subito diventando rosso come un pomodoro "è solamente molto bella e mi ha distratto" dico per giustificarmi
"ok, ti accompagno da lei e le parlo, questa ragazzina va messa in riga" 
così ci alziamo e insieme ci dirigiamo verso l'ala ovest dove dopo aver mostrato i cartellini le guardie ci lasciano passare, camminiamo fino alla cella D dove troviamo un uomo in divisa che con le braccia incrociate e lo sguardo severo mi allunga la mano "Robert il responsabile" dice velocemente "gli abbiamo somministrato un sonnifero per calmarla, si sveglierà a momenti, questa è la chiave della cella e questo un taser" dice consegnandomeli, poi si allontana con altrettanta fretta senza lasciarmi il tempo di fare domande.
la ragazza bionda giace sul pavimento con gli occhi chiusi, sembra così dolce e innocente da fare tenerezza a chiunque, dopo qualche minuto di silenzio nel quale io e Mike la fissiamo finalmente spalanca gli occhi spaventata, come se si fosse appena risvegliata da un incubo, si mette seduta e appena se ne accorge sfila subito la siringa che le è stata conficcata nel polso per sedarla.
"Sabrina" dice Mike per attirare la sua attenzione, che appena ci nota sobbalza indietro
"Sono Mike piacere" dice allungandogli la mano che lei diffidente stringe lentamente
"quindi troietta, ho sentito che hai fatto male al mio amico qui presente" dice lui prendendomi le chiavi dalla mano
"sai questo cosa significa?" dice infilandole nella serratura "RISPONDI" grida Mike facendola sobbalzare 
"no non lo so" risponde con un fil di voce
"vedi io ora ti sto facendo un piacere"  entra nella sua cella e le si avvicina lentamente mentre lei indietreggia 
"Mike basta" provo a prenderlo per il braccio ma continua ad avanzare ignorandomi "se tu fossi la dentro, in quel postaccio dove ti vogliono portare, subiresti ciò che stai per subire ora ripetutamente fino alla morte, quindi ti conviene capire ora di rigare dritto e fare la brava" dice estraendo il suo taser dalla tasca
"fermati Mike ha capito" dico entrando a mia volta
"no non ha capito, se no la smetterebbe di fare la puttanella e mi bacerebbe le scarpe per ringraziarmi del consiglio che le sto dando" accende il taser e le da un primo tiro nello stomaco, provocandole un urlo straziante "una scarica di 50000 volt ti sta contraendo violentemente i muscoli provocandoti un dolore lancinante" dice guardandola mentre si contorce dal dolore "ora non ti sentirai più parte del tuo corpo" dice dandogli un altra scossa, che la fa' cadere a terra "e con quest'ultima potresti anche perdere i sensi" sta per dargli l'ultima scarica quando gli strappo la pistola elettrica dalle mani
"perfavore basta, sta già soffrendo abbastanza" dico mettendomi in mezzo a loro
"sei fortunata che al mio amico qui gli fai pena, perchè a me fai solo schifo piccola bastarda" si abbassa per prenderle il viso con una mano e le strizza le guance, le gira la testa da un lato e dall'altro fissandola in ogni minmo dettaglio, come se fosse una bambola sotto il suo controllo. "ci si vede Sabrina" detto questo si alza, e sogghignando se ne va tranquillo lanciando le chiavi per terra lì vicino a lei
 " prova a prenderle" urla da lontano sapendo che non riesce a muovere nemmeno un dito. Ora non so nemmeno io che fare, se seguire Mike e ignorare Sabrina oppure aiutarla ad alzarsi e lasciare andare il mio amico. Opto per una via di mezzo, quindi raccolgo le chiavi e la richiudo dentro, ma non mi allontano, semplicemente resto a fissarla senza dire una parola
"che hai da guardare?" dice lei cercando di mantenere un tono accusatorio anche se le trema la voce
"devo stare qui a guardarti, è il mio lavoro" dico sorridendole, cosa che le dipinge in viso uno sguardo ancora più disgustato "senti siamo partiti con il piede sbagliato che ne dici di ricominciare da capo" faccio una pausa per vedere una sua reazione che non arriva, quindi continuo il mio discorso "non voglio essere quel genere di guardia che ti ignora completamente come se fossi un oggetto o una pianta, io vorrei poter stabilire un rapporto, professionale ovviamente, mi piacerebbe che tu ti comportassi bene così io potrò fare lo stesso con te" 
"e a quale scopo?!" dice lei che finalmente sembra avere una reazione "dimmi perchè dovrei stare qui ferma da brava bambina a farmi comandare?! tanto da questo posto non uscirò mai, come tutte le persone che ci sono entrate, marcirò qui dentro per scontare il mio" si ferma per cercare una parola appropriata "crimine" dice con sarcasmo
"senti io sono dalla tua parte, e penso che quello che hai fatto sia giusto, ma siamo tutti qui per una ragione diversa, tu non sei l'unica vittima sai? i miei genitori sono morti qui dentro e ora io sono obbligato a stare in questo schifo a far soffrire la gente per mantenere mio fratello" dico buttando fuori tutti i miei sentimenti
"chi sei Ross?" dice guardandomi negli occhi
"sono un Lynch" dico a voce bassa
"e hai il coraggio di venire qui a comandare sui prigionieri, quando anche tu dovresti essere dietro le sbarre?" dice sarcasticamente
"non avevo alternativa, o vedevo mio fratello morire lentamente per la fame, o venivo qui"
"beh vedrai altre persone morire qui" dice con tono severo "ma ovviamente a te non importa degli altri" la guardo, la scelta che avevo intrapreso con tanto coraggio e eroismo ora mi sembra solo una cosa egoista "non ti piacerebbe vivere insieme a tuo fratello in un mondo dove non bisogna sopravvivere? tu avevi la possibilità di opporti ma sei venuti a lavorare qui come un cagnolino obbidiente, ma se ti aspetti che io faccia lo stesso ti sbagli, se ti aspetti che io me ne stia chiusa qui dentro ad abbaiare ti sbagli di grosso, anche se dovessi rischiare la vita io scapperò da questo posto, voglio costruire un mondo migliore, non piegarmi al sistema" si risiede sul lettino e guarda il pavimento 
"mi dispiace, ma non posso permettermi di pensarla in questo modo" dico allontanandomi dalla cella seguendo la direzione del mio amico            


SPAZIO AUTRICE 
E' da praticamente un anno che non aggiorno la storia ma avendo scritto questo luuungo capitolo volevo pubblicarlo e sto già lavorando sul prossimo. se c'è qualcosa che non è chiaro potete chiedere nelle recensioni e sarò lieta di spiegarvelo visto che magari alcune descrizioni non sono troppo chiare.
grazie per aver letto anche questo capitolo
Bye Bye

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