Everlasting Love

di Ali3ce
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** I ***
Capitolo 3: *** II ***
Capitolo 4: *** III ***
Capitolo 5: *** IV ***
Capitolo 6: *** V ***
Capitolo 7: *** VI ***
Capitolo 8: *** VII ***
Capitolo 9: *** VIII ***
Capitolo 10: *** IX ***
Capitolo 11: *** X ***
Capitolo 12: *** XI ***
Capitolo 13: *** XII ***
Capitolo 14: *** XIII ***
Capitolo 15: *** XIV ***
Capitolo 16: *** XV ***
Capitolo 17: *** XVI ***
Capitolo 18: *** XVII ***
Capitolo 19: *** XVII ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo

Sentivo che le forze mi abbandonavano, che ogni briciolo della mia forza vitale stava svanendo .

Sentivo le urla disperate dei miei amici, sentivo le sue urla; le più strazianti ,l'unica cosa a cui avevo il coraggio di aggrapparmi . Se non fosse stato per la sua voce sarei già sparita dalla terra ma le sue parole sussurrate con dolcezza all'orecchio mi dicevano che ne sarebbe valsa la pena di provare a lottare per lui , per noi .

L'ultima cosa che sentii fu la sua voce che mi diceva cose bellissime- tieni duro angelo mio,non lasciarmi - poi buio.

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Capitolo 2
*** I ***


Sapevo che sarei arrivata tardi , la sveglia suonava già da più di mezz'ora ma io non mi ero ancora decisa ad alzarmi perché ero troppo assorta nei miei pensieri. Nuova scuola, nuovi amici e nuovi professori . Avrei dovuto ricominciare tutto da capo , almeno mi sarei potuta fare una nuova identità , mi sarei fatta gli affari miei , avrei partecipato ma senza strafare e sarei stata molto normale. Quell'anno mia madre si era trasferita a Londra per seguire il suo nuovo fidanzato , Carl,dal quale ,per di più,aspettava un bambino . Papà non aveva detto nulla , visto che la mamma lo aveva sorpreso con la segretaria . La sera che i miei mi comunicarono che avevano chiesto il divorzio non dissi nulla, ero troppo scioccata dallo scoprire che la famiglia perfetta che si era formata nella mia mente era solo un utopia e che da li a breve mi sarei trovata a vivere con la mia sorellina Alessia di due anni a Londra con il nuovo fidanzato di mia madre e i suoi figli :Sebastian e Cecily Decisi che era ora di alzarsi dopo l'ennesimo richiamo di mia madre. Entrai in bagno mi feci una doccia veloce e tornai in camera davanti all'armadio. Non sapendo cosa mettere optai per un paio di jeans a sigaretta una canottiera rossa e una felpa blu , la mia preferita , misi le converse rosse e scesi per colazione. Mamma da quando ci eravamo trasferite non faceva altro che lavorare e non aveva mai tempo per noi. - puoi farla tu la spesa oggi pomeriggio? Eccoti i soldi . Dovresti anche badare a Ale lo sai che io ho da fare -mi disse con tono autoritario. Poi mi guardò con uno dei suoi sguardo della serie"tanto non hai altra scelta" Io annuii , finii la colazione e mi diressi in bagno per lavarmi i denti . Dopo che ebbi finito di mettermi un po' di trucco mi guardai allo specchio . Non c'era persona più banale di me . Avevo dei lunghi capelli biondo oro e degli occhi celesti per il resto ero piuttosto bassa e in carne di certo non ero una di quelle super attrici della televisione o di quelle ragazze perfette dei libri . Ero semplicemente e banalmente io .

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Capitolo 3
*** II ***


Feci appena in tempo a prendere la navetta che mi avrebbe accompagnata a scuola . Avevo scelto il linguistico perché nella mia vecchia città , Roma, frequentavo quello. Mi mancava la mia vecchia città ma quella nuova mi allietava di più. Arrivai in tempo a scuola ed entrai nel giardino . Era uno dei più belli che avevo mai visto; era pieno di fiori . rose rosse ,rosse bianche , lavanda. Al centro del giardino c'era una statua di un angelo che brandiva una spada e questa statua era avvolta nelle rose rosse. Accanto vi era un panchina , mi ci sedetti e tirai fuori il mio libro dalla borsa. In quel periodo mi ero fissata con i classici e stavo leggendo Jane Eyre. Mentre sorseggiavo il cappuccino di Starbucks che mi ero fermata a prendere appena scesa dalla navetta , mi immersi nella lettura visto che mancava una buona ora al suono della campanella. Poco dopo una risata mi strappo dalla mia lettura. Erano i miei due nuovi famigliari: mio fratello e mia sorella . Da quando avevo messo piede a Londra non si erano fatti vedere , avevano deciso di vivere dalla madre fino all'udienza secondo la quale sarebbero stato affidato al padre o alla madre. Mi fissarono ,perché evidentemente si erano accorsi di non essere soli , scoppiarono a ridere e se ne andarono . Inserirsi in un quarto sarebbe stato molto difficile soprattutto perché le amicizie si erano già formate e sarebbe stato difficile farsi accettare da qualche gruppo. Rimisi il libro in borsa e finii il mio cappuccino . Mi dispiaceva lasciare quel posto ma mi ero ripromessa di andarci a ricreazione . La mia prima lezione era letteratura inglese. Mi avviai verso la classe e mi sedetti all'ultimo banco. Posai l borsa sul banco sicura che nessuno si sarebbe seduto vicino a quella nuova e mi misi a sfogliare il libro di letteratura . Mi pareva strano che stavano più indietro di me , infatti io il programma di quell'anno lo avevo fatto l'anno precedente con la mia professoressa che amava in modo incondizionato Shakespeare tanto da abbandonare la grammatica e tutte le origini . Appena entrò il professore ebbi subito l'idea che fosse come la mia professoressa "patito per Shakespeare". Indossava un paio di pantaloni marroni una camicia bianca e un gilè beige . Portava un farfallino marrone e degli occhiali la cui montatura era vecchia quanto Shakespeare stesso. Sotto braccio aveva quello che mi sembrava un registro e poi aveva una copia di Romeo e Giulietta. Scrisse alla lavagna le opere che avremmo affrontato quell'anno , tutte tranne Richard III , che lui odiava. Avremmo cominciato da Romeo e Giulietta. Ci consegno una copia del libro a ciascuno e iniziammo a leggere. L'ora passo veloce e appena suonata la campanella mi recai verso la mia prossima lezione.

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Capitolo 4
*** III ***


Avevo scelto scrittura creativa come materia extra perché ne arte ne tanto meno musica mi attiravano. Entro una professoressa giovane . Aveva dei capelli neri e corti ,era alta e abbastanza bella per essere una donna sui 50. Portava un gonna blu abbinata alla giacca e una camicia bianca. Era molto formale ma l'istinto mi diceva che era molto meno severa di quanto appariva. -Questo semestre impareremo a esprimere le vostre emozioni , dividere .catalogarle e dargli un senso attraverso la scrittura,potete cominciare a descrivere come vi sentirete adesso per esempio-detto ciò ci sedette e non parlò più fino alla fina dell'ora. Ci assegno i compiti per l'indomani e se ne andò. La giornata continuò con monotonia ; appena suonò la campanella presi la navetta e mi fermai al supermercato . Passai a prendere mia sorella al nido e mi recai a casa. Misi nel seggiolone Alessia e accesi il fuoco per la pasta . Mentre cucinavo arrivò una telefonata . -pronto ... si sono tornata... Si alessia è qui con me . Anche la cena? Ma Sebastian e Cecily? ... Alla festa e voi? ah mi pare giusto ok.. -attaccai il telefono arrabbiata e finii di preparare il pranzo. Subito dopo mi misi sul divano con Alessia in braccio e provai a farla addormentare . Dopo due secondi dormiva beata e decisi di portarla in camera . Mi misi per terra nella sua stanza . Era rosa piena di stelle e di peluche sparsi per terra . Decisi di mettermi a leggere e il tempo volò in un attimo .

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Capitolo 5
*** IV ***


Fui svegliata dal pianto di mia sorella ma quando la presi in braccio si calmo subito . Diedi un'occhiata all'orologio e vidi che era quasi ora di cena. Ordinai una pizza e misi a scaldare il latte per mia sorella. Più la guardavo e più mi accorgevo di quanto potessero essere belli e innocenti i bambini piccoli. Mentre le davo il latte suonò la porta e mi consegnarono la pizza. Accesi la televisione e vidi un film mentre Alessia giocava. Ad una certa ora misi Ale a letto e andai a dormire anche io . Il mattino seguente fui svegliata da un raggio di sole che mi illuminava il viso . Erano le 5 ,era troppo presto ma visto che non riuscivo a prendere sonno mi alzai e decisi di uscire prima ci casa. Mi recai alla libreria che stava vicino a scuola . Londra dormiva ancora ,le strade erano pressapoco deserte c'erano solo qualche turista che andava in giro presto . Fortunatamente la libreria era aperta. Non era molto grande ma era carina . Era tutta di legno e dentro profumava di lavanda e di carta nuova. Aveva poche copie dei libri in italiano ma sicuramente mi sarebbero bastate. Appena entrata mi diressi allo scaffale di lingua e mi accorsi che c'era un ragazzo che stava guardando i libri. Era carino. Era molo carino. Doveva avere più o meno la mia età ;aveva i capelli corti castani e da dietro aveva delle spalle grandi,tipo da rugbista , e i muscoli gli facevano aderire la camicia e la giacca. Mi avvicinai per scegliere un libro e le nostre mani si sfiorarono . Quando alzammo lo sguardo e i nostri occhi si incrociarono fui travolta dalla dolcezza di quei occhi. Erano bellissimi ,ci sarei potuta annegare dentro. Erano di un celeste venato di blu ma erano talmente intesi che mi avevano lasciato senza parole. -Scusa-mi disse- anche tu leggi libri in italiano?- - Si anche io, pensavo di essere l'unica.-gli risposi sorridendo . Io sono Jay e tu?-mi stringeva ancora la mano perché quando se ne accorse abbasso lo sguardo. - Io mi chiamo Catherine. - Come mai sei qui così presto , non che io voglia farmi gli affari tuoi.- -Nono non ti preoccupare , non riuscivo a dormire e mi andava di passare qui. Tu invece?- -Io mi ero alzato con l'intento di andare a fare colazione poi ho viso la libreria aperta e mi è venuta voglia di entrare.- In quel istante mi deve aver brontolato la pancia perché Jay mi guardo con un gran sorriso- ti va se andiamo a fare colazione assieme?- -certo perché no -risposi . Ero contenta non capita tutti i giorni di incontrare un ragazzo carino, che va in libreria alle 6 di mattina e parla la tua lingua. Dopo aver girato per un po' optammo per Starbucks e ci sedemmo sui tavolini fuori. -dove vai a scuola? Io qui dietro al liceo privato-cercava di fare conversazione con me. Quando capii che andava allo Shakespeare mi illuminai di gioia , lo avrei rivisto.- io vado al liceo accanto alla tua scuola.- -davvero ? Che coincidenza allora ci conviene affrettaci che tra poco suona-ci dirigemmo a piedi verso la scuola e una volta arrivati davanti al cancello della mia sì fermo.-Allora magari ci si vede in giro ?-mi disse guardandomi negli occhi. Io annui immersa nel suo sguardo. Poi la campanella suonò ed io mi avviai verso un'altro giorno di scuola ancora con la testa tra le nuvole , o meglio , tra le profondità del mare.

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Capitolo 6
*** V ***


La giornata passo tranquillamente gia fremevano i preparativi per il ballo di inizio anno che si sarebbe fatto insieme al liceo privato accanto visto che i fondi della nostra scuola non bastavano. Il tema lo avevano scelto i rappresentati delle due scuole, che guarda caso erano Sebastian e Jay. Quest’anno il tema era il mistero e ognuno avrebbe dovuto portare una maschera e scegliere il proprio accompagnatore una volta arrivati alla festa. Sarai dovuta andarci da sola poiché la mia amica , Summer ci sarebbe andata con il suo ragazzo. Summer era una ragazza molto simpatica ; era stata la sola ad essermi stata vicino durante i miei primi mesi a Londra . Lei era la mia vicina di casa ed era proprio un miracolo averla incontrata. Il primo giorno che la avevo vista avvolta da un vestitino rosa i lunghi capelli neri e la sua figura slanciata avevo avuto l’idea che fosse del tutto uguale a le altre oche che si vedevano in giro . Mi ero dovuta ricredere quando mi offri un vassoi di biscotti e fece battute sui miei fratelli in particolare Cecily , da quel pomeriggio cominciammo a vederci quasi tutti i giorni che lei non passava con , il suo ragazzo. Quel pomeriggi mia madre era tornata a casa presto e aveva preparato il pranzo e preso Alessia. Appena fui entarta in casa squillo il mio cellulare e risposi. -pronto Cat sei libera questo pomeriggio?- era Summer. - Si dovrei perché?- no sai volevo andare a vedere il vestito per la festa- Va bene allora ci vediamo tra un ora , ciao-riagganciai e mi diressi da mia madre. Mamma oggi vado a comprarmi il vestito per il ballo-annunciai mentre entravo in cucina. - Ok amore prendi la carta di credito e compra tutto ciò che vuoi-disse senza neanche guardarmi. Verso le tre e mezza suonò la porta e mia avviai con Summer verso il centro commerciale che avrebbe ospitato il nostro pazzo pomeriggio di shopping. Entrammo in un negozio che aveva vestiti stupendi e io non sapevo davvero da dove cominciare. Summer aveva gli occhi a cuore per quanto quel posto le piaceva cosi iniziammo a fare un giro e fui attratta da un vestito blu. Aveva un corpetto a cuore con sopra ricamati dei motivi floreali con dei cristalli Swarovski , si stringeva sulla vita e poi si riapriva con un ampia gonna. Mi ricordava molto una maschera che avevo in camera che avevo comprato una volta che ero stata a venezia con i miei. Provai il vestito che mi stava davvero bene. Comprai anche una specie di mantello e delle scarpe blu con un po di tacco perché , a dir la verita , non sapevo camminarci. Summer aveva scelto un colore rosso che le metteva in luce il volto e capelli . il vesito era sul modello a sirena con un grande scollo dietro la schiena ,per di piu aveva scelto delle scarpe veramente alte . Una volta finito il giro ci dedicammo un po di riposo e andammo da Starbucks a prendere qualcosa. Mentre tornavamo a casa vidi una bancarella e mi ci fermai vendeva cose stupende e tutte sembravano rare non vi erano due cose ugali sul quel tavolo. La mia attenzione fu colta da una collana a foma di ali spiegate piena di brillantini, chiesi informazioni alla signora a cui apparteneva la bancarella e guardandomi negli occhi, come se sapesse qualcosa su di me mi disse di tenerla , che un giorno mi sarebbe servita. Io non capii quello che intendeva ma , anche se leggermene turbata decisi di omprarla visto che poteva anche aver inventato tutto per poterla vendere. Arrivati sotto casa salutai Sum e entrai a casa che come al solito era vuota. Sali le scale ed esausta mi sdrai sul letto e mi addormentai.

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Capitolo 7
*** VI ***


Il giorno del abllo arrivò e la scuola era chiusa per permettere agli studenti di preparasi. Non avevo piu visto Jay da quel giorno in librerua ma speravo di vederlo questa sera. Appena mi svegliai decisi di andare dal mio parrucchiere preferito. Ero li da poco ma gia avevo capito che loro erano i migliorie qundo entrai a Randy,il parrucchiere, venne un sorriso da trentatre denti. -quale bella occasione ti porata qui Cat?- - sai ho un ballo in maschera e vorrei sistemare questo nidodi uccelli che ho in teta- Lui mi sorrise e io lo lasciai fare mi fidavo di lui. I miei capelli rano piu lucenti del solito e cadevano in boccoli dietro la schiena .Mi regaló quello e la manicure, la feci blu come il vestito . Dovetti ringraziare più e più volte Randy perché mi aveva regalato queste cose.Uscita dal parrucchiere mi diressi verso casa e mi cambiai,mi misi un po di trucco il punto forte era il rossetto rosso e andai a cercare la maschera per tutta casa. La trovai in un vecchio scatolone insieme ad un paio di orecchini pendenti con i diamant. Misi tutti e due e poi mi ricordai dela collana , la tirai fuori e la misi e per un istante mi sebro che avesse emessouna picola luce. Credendo di stare davero per impazzire presi il mantello e i diressi verso la scuola. Si sentiva la musica gia da mezzo isolato e pian piano che ti avvicinavi diventava sempre piu forte. All’ingresso vidi Summer e Cam. - Ehi Cat sei bellissima. -Disse Summer - Grazie anche tu, io entro ragazzi che ho freddo- Mimarono un ok ed entrai. La sala era stupenda , non era un palestra come mi aspettavo ma una vera e propia sala da ballo tipo quelle dei film , aveva tanti specchi alle pareti e mi ricordava vagamente il salone degli specchi di Versailles solo che questo era molto piu grande. C’erano moltissimi lampadari antichi e luci su ogni specchio, brillava tutto. Ancora ammaliata dalle luci non mi accorsi che ero andata a sbattere contro un armadio. No dico sul serio quel ragazzo era cosi alto e muscoloso che per poco non caddi . poi all’improvviso la sua mano mi prese per la vita e mi evito una brutta caduta. -Vuoi ballare-disse il cavaliere misterioso- Io annuii quando lui alzò lo sguardo per incrociare il mio , il mio cuore perse un battito , averei riconosciuto quegli occhi ovunque anche in mezzo ad un uragano. - Jay-dissi con toppa felicità - Come hai fatto ad indovinare?- Io arrossi e lui mi strinse più forte- Cat come hai fatto ad indovinare, dimmelo? - I tuoi occhi-mi fermai un attimo – non potrei mai scambiarli per qualcualtro-ammisi con voce bassa. Lui sorrise , poi mi venne in mente una cosa- ehi tu come fai a sapere che sono io? - Io so sempre dove sei- mi guardò con serietà ma allo stesso tempo con dolcezza - No io dico sul serio- - Anch’io – continuammo a ballare fino a quando non uscimmo per fare una passeggita in giardino. Parlammo del più e del meno e quando ci fermammo sotto la luce di un lampione mi guardo scioccato- Cat, dove hai preso qulla collana-sembrava sull’orlo di una crisi. - Su una bancarella , la tizia era molto strana mi ha detto cose sensa senso.- tipo?- tipo che presto mi sarebbe servita ma sicuramente lo ha fatto per venderla- - E tu l’hai comprata per questo? - No solo perché mi piaceva . Mi sono sempre piaciuti gli angeli- Potei giurare di averlo visto sorridere. Ad un tratto si alzo un vento fortissimo e vidi qualcuno muoversi. Jay si irrigidi accanto a me scrutava il vuoto. -sarebbe meglio rientrare- poi mi mise la sua giacca sulle mie spalle. - non voglio tornare dentro penso che andrò a casa- - allora lascia che ti accompagni- disse con gentilezza Arrivati davanti casa lo ringraziai. Salendo l’ultimo gradino mi sentii chiamare e mi girai . lo trovai a pochi centimetri da me le nostre bocche quasi si toccavano-si- dissi in un sussurro mi si avvicino all’orecchio- Buona notte e sogni d’oro-poi mi diede un bacio sulla guancia. Entrai e mi misi sul letto pensando all’effeto che mi faceva quel ragazzo e pensando ai suoi occhi mi addormentai.

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Capitolo 8
*** VII ***


Appena mi svegliai mi accorsi del freddo che faceva . Mi misi una felpa e scesi per fare colazione e scopri con mia grande sorpresa che tutti stavamo seduti al tavolo. Di solito il sabato non c'era nessuno a casa ma quella mattina era successo qualcosa di diverso. Buongiorno Cat - disse mia madre- volevamo solo avvisarti che io e Carl dobbiamo andare subito in Italia perché c'è stato un problema. Voi rimarrete qui ma Alessia verrà con noi . Sarà solo per una settimana. Per di più oggi ha nevicato e quindi le scuole saranno chiuse fino a quando noi non torneremo così noi saremo poi tranquilli. Cecily e Sebastian non sembravano sorpresi ma alla fine neanche io lo era visto che da quando mia madre si era messa con Carl era sempre più assente non so se era per stare davvero con lui o per il bisogno di allontanare qualunque cosa le ricordasse il suo exmarito. Così sarà anche un modo per conoscervi meglio-disse Carl. Annuimmo all'unisono e poco dopo salutammo i nostri genitori. Appena chiusi la porta e tornai in sala vidi che sia Cecily che Sebastian avevano una borsa come se si dovessero trasferire. Noi andiamo a stare dai nostri amici , io da Jennifer e Sebastian da John se ti azzardi a dire qualcosa a mamma o papà sei morta saremo di ritorno per il loro arrivo. Non mi importava di restare da sola ne tantomeno avevo paura così li lasciai fare non avevo intenzione di stare una settimana segregata in casa con loro . Mi sentivo stranamente sola e appena se ne andarono chiamai Summer. Ehy che fai di bello straniera?- Summer era sempre divertente e riusciva sempre a farmi tornare il sorriso. - mah niente sto a casa da sola ti va di venire a dormire da me.- Arrivo-non feci neanche in tempo a rispondere che aveva già attaccato il telefono. Ordinai delle pizze e mentre aspettavo mi misi a fare un dolce. Mi era sempre piaciuto cucinare soprattutto i dolci e così quella sera mi destreggiai con una ricetta che mi aveva insegnato mia nonna prima di morire. Un torta chiamata " pane degli angeli". Era una torta allo yogurt e al limone con una spolverata di zucchero a velo. Mia nonna diceva sempre che il suo ingrediente segreto era l'amore che ci metteva è così feci quella sera. Appena lo finii suonó il campanello. Andai ad aprire e feci entarare Summer . Ci sedemmo davanti al camino e tra una chiacchiera e l'altra ci addormentammo. Il mattino seguente fui svegliata da un sms. Era di Jay. Il mio cuore perse un battito . Mi chiedeva se poteva venire insieme a Cam a fare colazione. Gli risposi subito senza pensare e poco dopo suonarono il campanello. Quando lo vidi rimasi senza parole non mi ero mai accorta di quanto fosse veramente bello. Oggi soprattutto. Aveva dei fiocchi di neve tra i capelli e suoi occhi brillavano di più del solito. Ci spostammo tutti in cucina e misi sul il caffè . In quel momento mi accorsi di avere ancora il pigiama e mi vergognai così tanto che diventai tutta rossa . Evidentemente Jay se ne accorse perché mi sorrise. Dio quanto era bello . Appena il caffè fu venuto su presia mia torta e ci sedemmo a tavola. Jay e Cam avevano portato delle brioche e tra una chiacchiera e l'altra si fecero le 10. Sentite vi va di andare a fare una piccola gita- disse Cam rivolto a me e Summer. Noi ci guadammo e Summer non mi diede neanche il tempo di riposondere . Certo, ma dove andiamo ? - Questo è una sorpresa. Ok andiamo a cambiarci e scendiamo subito . Certo Summer non mi aveva dato il tempo di rispondere ma che avrei detto? Di no ? Certo che no per Jay avrei detto si a tutto

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Capitolo 9
*** VIII ***


In macchina regnava il silenzi l'unico rumore proveniva dalla radio che era sintonizzata su una radio che mandava musica classica anche perché era l'unica che si sentiva. Attorno a noi c'era una distesa immensa di campi ricoperti dalla neve . Summer e Cam stavano seduti dietro ed io ero seduta davanti. Jay guidava non perché fosse l'unico ad avere la patente, anche Cam la aveva, ma Summer aveva insistito per stare dietro con Cam e a Jay non dispiaceva guidare . Quindi eccoci in macchina verso una direzione che non conoscevo. Durante tutto il viaggio sentivo Summer e Cam che si parlavano all'orecchio e ad un certo punto , per quanto mi stessero simpatici, avrei voluto buttarli fuori dalla macchina. Sembró che Jay se ne accorse perché mi sorrise e per la prima volta da quando eravamo saliti in macchina mi parlò. -Non ti preoccupare siamo quasi arrivati- Appena svoltammo l'angolo vidi una cosa che mai mi ero aspettata . Davanti ai miei occhi sopra un immensa distesa di bianco c'era una casetta sembrava una baita. Era tutta di legno e usciva il fumo del camino . Vi presento la mia casa- disse Jay- o almeno quella fuori Londra. Ogni tanto mi fa piacere allontanarmi dal chiasso della città e qui è sempre bello . D'inverno c'è la neve e invece d'estate è pieno di fiori. Vidi Cam e Summer iniziare a tirarsi le palle di neve e quando mi colpirono mi buttai nella mischia con loro . Dopo mentre io e Summer facevano un pupazzo di neve Cam e Jay andarono dentro a fare delle cioccolate calde. Appena furono pronte entrammo in casa e mia avvolse un calore sensazionale. Il camino era accesso e l'odore di legna si confondeva con quello del legno e della cioccolata in un mix perfetto di sensazioni .

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Capitolo 10
*** IX ***


La serata passó tranquilla e verso mezzanotte andammo a dormire. Cam e Summer dormivano nella camera degli ospiti e Jay mi aveva ceduto la sua camera e nonostante avessi insistito era irremovibile. Lui si era ridotto a dormire sul divano di camera sua. Quella notte non riuscivo a dormire non so se era perché stavo nella stessa stanza di Jay o se era il tempo ma verso le due mi alzai e andai in cucina mentre aspettavo che il cioccolato si scaldasse guardai fuori dalla finestra e potei giurare di aver visto qualcuno ma non appena riuscivo a vedere qualcosa l'immagine spariva . Lasciai stare a mi dedicai alla mia cioccolata presi della panna e mi sedetti davanti al camino sulla poltrona. Presi in libro dalla stupenda libreria che Jay aveva e mi misi a leggere . Poco dopo mi lasciai trasportare dal calore del camino e crollai. Il mattino seguente fui svegliata da un odore di menta fresca e di neve. Mi diede un bacio in fronte- Buongiorno piccola lettrice, se avessi saputo che bastava un libro e qualcosa di caldo per farti prendere sonno avrei rimediaiato prima- -mi spiace che non sei riuscito a dormire per colpa mia- ero ancora sorpresa dal calore del suo bacio che persisteva sulla mia fronte. - non ti preoccupare, la colazione è quasi pronta vai a vestirsi che dopo andiamo fuori . Cam e Summer ci aspettano . Dopo colazione ci dirigemmo verso il retro della casa che aveva un tavolino che delle panchine di legno e due altalene. C'era anche un piccolo portico pieno di neve dove il tetto era fatto di vetro . Mi misi li sotto per ammirare la vista che si aveva . Quando all'improvviso vidi l'orrore e la preoccupazione sul viso dei miei amici e sentii la voce di Jay che urlava il mio nome. Sentii freddo e poi non c'era più nulla. Mi svegliai in una nuvola di di vapore . Ci misi un po a capire che ero immersa in una vasca piena di acqua bollente e di schiuma che profumava di lavanda. Davanti a me c'era Summer con gli occhi in lacrime che appena vide che mi ero svegliata mi abbracciò noncurante del fatto che si stava bagnando. - Ci hai fatto prendere un colpo . Jay era sbiancato ci abbiamo messo quasi mezz'ora a tirati via da sotto la neve. Per fortuna il vetro è stato fermato dalla neve. Era bianca e fredda. Jay continuava a urlare che dovevi essere riscaldata e voleva per forza assicurarsi che facevo le cose per bene ma io non l'ho fatto entrare . Sono stata qui con te per oltre un'ora. Passava ogni 5 minuti per controllare come stavi. All'inizio pensavo fosse solo il senso di colpa ma poi ho collegato tutto. Quel ragazzo è follemente innamorato di te e credo che anche tu lo sia solo che ancora non te ne rendi conto . Jay innamorato? Di me ? Devo ammettere che era veramente folle come idea. Uno così non avrebbe mai potuto essere innamorato di una come me. Quando uscì dalla vasca mi asciugai e mi vestii purtroppo i miei vestiti erano bagnati quindi mi misi una maglietta di Jay che era enorme, mi arrivava alle cosce e poi i Leggins che avevo di scorta. Quando uscii non ebbi neanche il tempo di scendere le scale che fui travolta da Jay che mi abbracciò così forte da togliermi il respiro. - Scusami scusami tanto se non fossimo venuti qui non sarebbe mai successo- sembrava devastato come se avesse ammazzato una persona. - non ti preoccupare non è nulla sarebbe potuto capitare anche a Londra - volevo alleviare il suo dolore . Non sopportavo di vederlo cosi - ma saresti potuta morire e io non me lo sarei mai perdonato- -si sarei potuta morire ma adesso sono qui solo questo importa- questa volta lo guardai negli occhi e vidi un sentimento così forte che mi spine ad abbracciarlo ancora più forte. Jay mi guardó ,si avvicinò ,prese il mio viso tra le sue mani e mi baciò. Fu un bacio dolce, appassionato e bellissimo. Non avevo mai pensato che il mio primo bacio potesse essere più perfetto.

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Capitolo 11
*** X ***


Durante il viaggio di ritorno io e Summer ci sedemmo dietro , e una appoggiata all'altra ci addormentammo. Arrivati a destinazione fui svegliata da Jay che mi aiutó a portare le valigie. Quando aprii casa vidi il caos. Tutto era messo a soqquadro e c'erano bicchiere vuoti ovunque. Stavo per chiamare Cecily quando vidi un biglietto. "Grazie per averci lasciato la casa libera, sei proprio una stupida, sono sicura che ti divertirai a sistemare il nostro casino . Come sempre d'altronde. Divertiti, Sebastian e Cecily " -Grazie per tutto Jay , ma ora devo sistemare il casino dei miei fratelli e tu avrai altro da fare- esitai un attimo- pero se vuoi possiamo vederci un giorno? Cioè possiamo fare qualcosa insieme? Gli occhi di Jay si illuminarono- Certo, ma non penserai che ti lascio da sola a sistemare questo casino?- e mentre lo diceva sorrideva. - Grazie.- Iniziammo a sistemare la casa e verso le otto finimmo . Sfiniti ci sedemmo sul divano e ci mettemmo a vedere un film. - Cat ? Hai fame? Vuoi che ordiniamo una pizza? - certo vado a chiamare. Quando suonammo alla porta e ci portarono la pizza Jay si alzò e anche quando tornó rimanemmo seduti vicini a mangiare. Poco dopo , mi appoggiai a lui e mi addormentai. La mattina seguente quando mi svegliai mi ritrovai nel mio letto. All'inizio ero sorpresa poi riaffiorò la memoria e mi passó davanti l'immagine della sera prima. Jay che mi portava a letto e poi se ne andava. Nell'aria c'era odore di dolce e per quanto si stava bene nel letto decisi di andare a controllare. Quando scesi lo scenario che mi si presentò era idilliaco . Jay stava tirando fuori qualcosa dal forno e quando mi vide mi venne incontro e mi abbracciò. Premetti la testa contro il suo petto e rimasi ad ascoltare il battito del suo cuore. - Buongiorno principessa- -sei rimasto con me- -certo non ti lasciavo mica da sola a casa, vieni ti ho preparato la colazione. Ho fatto i pancake, i cookies non saranno buoni come i tuoi dolci ma ho dato il meglio di me. - Mentre diceva questo mi verso del cappuccino nella mia tazza di topolino , l'unico ricordo del viaggio con il mio "vecchio" papà e mi servi dei cookies con goccie di cioccolato e dei pancake con dello sciroppo sopra-". Facemmo colazione insieme e quando finimmo Jay lavò tutto.Nel frattempo andai a cambiarmi e quando scesi lo vidi con il giacchetto in mano . - Ti va di uscire?- -certo andiamo . Mentre stavamo per uscire suonó il telefono è successe qualcosa che non avevo mai pensato.

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Capitolo 12
*** XI ***


Appena fui fuori casa partì in quarta verso l'aeroporto. Jay mi seguiva preoccupato. Stavo per salire in macchina quando Jay mi si parò davanti. -Cat che cosa è successo ? Non mi andava di litigare con lui non dopo tutto quello che era successo-spostati fammi salire in macchina ti prego ti prego lasciami andare- -No finché non mi dici che ti succede non ci penso minimamente- Mi stingeva ancora forte e io cominciai a prenderlo a pugni sul petto per poi scoppiare in lacrime e trovare rifugio nelle sue braccia. - Ehi, ehi qualunque cosa sia successa la sistemeremo insieme. Raccontami tutto - Entrammo in casa e ci sedemmo sul divano , Jay era andato a prendermi un bicchiere d'acqua perché non avevo smesso di piangere neanche un minuto. Quando sono rimasta in casa per rispondere al telefono era mia madre. Mentre lei sistemava le ultime pratiche per il divorzio Carl aveva portato Ale al parco ma mentre attraversavano la strada un'auto pirata li ha investiti e adesso Ale è ricoverata con codice rosso all'ospedale. Devo subito andare dalla mia piccola scimmietta . Non mi importa ciò che pensi . Non mi fermerai. Jay aveva ascoltato tutto e esitava per scegliere bene le parole- vai a fare la valigia nel frattempo io prenoto due biglietti per Roma , ti accompagno io . Mi misi a piangere e lo abbracciai - sei la persona migliore del mondo non so che avrei fatto in questo momento se tu non fossi stato qui con me- - Io per te ci sarò sempre, sempre- Due ore dopo stavamo a Roma e all'aeroporto c'era venuta a prendere mia madre. - Cat mi dispiace che tu sia dovuta venire fino a qui- - non preoccuparti mamma per Ale questo e altro. Arrivati all'ospedale entrai nella stanza della mia piccola sorellina. Durante il viaggio fino qui le avevo preso un regalo , quello che lei voleva tanto. Mi sedetti accanto a lei sul letto e cominciai a parlarle. Mi avevano detto che se parli a una personali ti può sentire e troverà un motivo in più per lottare. - ciao piccola scimmietta, come stai? È buio li ? Ti prego ti prego non lasciarmi non so come farei senza di te sei la cosa più pura della mia vita , la cosa più certa. Anche se adesso oltre a te ho Jay . O dovresti vederlo , sai quando ti sveglierai potremmo andare a prendere un gelato tutti assieme . Lui ti piacerebbe ma non potrai mai conoscerlo se non ti svegli . - ormai le mie lacrime scendonevano da sole e no riuscivo più a controllarle.- facciamo un patto tu ti svegli e io ti farò tutto ciò che vuoi? Ok , cucciola.ti prego .- Le diedi un bacio sulla fronte e mentre stringevo la sua mano mi addormentai . Fui svegliata da una piccola pressione sulle mie dita e da una voce d'angelo che pronunciava il mio nome. Aprii lentamente gli occhi e lo spettacolo che mi si presentò fu una cosa meravigliosa. La mia piccola aveva gli occhi aperti e sorrideva potevo vedere l'azzurro puro di quello sguardo. Il mio angelo era vivo e io non avevo una ragione più importante per essere felice.

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Capitolo 13
*** XII ***


La prima cosa che Alessia fece quando fu dimessa dall’ospedale fu conoscere Jay. Mamma , anche se ancora con i sensi di colpa, doveva finire quelle pratiche tanto importanti per cui era partita e io non me la sentivo di affidare il mio angelo a Carl, quindi rimase con noi. Jay non era mai stato a Roma e anche Alessia era troppo piccola per ricordarsela quindi visitammo ogni piccolo posto. Mi ricordavo Roma ma non pensavo mi sarebbe mancata tanto dopo quasi un anno che non la vivi scopri veramente la sua bellezza. Riuscì a riscoprire mille colori di Roma che non penavo le appartenessero,un po’ perché mi era mancata, un po’ perché Jay rendeva tutto più magico e sensazionale. Anche Jay sembrava affascinato, da Roma e , soprattutto, dalla piccola Alessia che saltava a destra e sinistra come se stesse in uno dei suoi cartoni preferiti. Portai il mio angelo ad un negozio di giocattoli e le regalai quello che voleva, d'altronde glielo avevo promesso. Sul tardi tornammo a casa , la mia vecchia casa, e poco prima di entrare Jay ricevette una chiamata. Non avevo mai pensato veramente a cosa provavo per lui. Adesso che lo guardavo dalla finestra mentre rispondeva alla chiamata riuscì a cogliere milioni di sfumature di quella persona. E io le avevo conosciute tutte. Dolce,gentile, premuroso, duro con gli altri ma appena mi guardava in faccia il suo sguardo si addolciva . Avevo capito di amarlo e ormai non potevo farci nulla. Era stato tutto per me: un amico,un fratello e anche qualcosa di più. Ultimamente stavo vedendo la mia felicità mano a mano distrutta da una forza invincibile che stava sgretolando il castello che mi ero costruita, prima la mia famiglia, poi la mia Alessia e adesso non avrei lasciato che nulla, neanche la morte , mi dividesse da Jay.

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Capitolo 14
*** XIII ***


Appena tornata a scuola dovetti mettermi in pari con il programma ma grazie a Summer non fu difficile come credevo, diedi un paio di esami e tutto tornò alla normalità. Si stava avvicinando la primavera e gi si cominciavano a vedere dei piccoli boccioli di fiore sugli alberi, la speranza che sarebbe stato un periodo più mite e che con il suo arrivo sparissero i problemi come trascinati via dall’aria gaia e felice che si respirava in quel periodo dell’anno. Con la primavera si avvicinava anche il mio compleanno e quest’anno sarei diventata maggiorenne. Non avevo in programma grandi feste, non mi erano mai piaciute, piuttosto avrei fatto qualcosa con Summer e forse avrei invitato anche Jay e Cam. A casa ormai era tutto cambiato, mamma a causa dell’assenza prolungata aveva perso il lavoro e adesso passava più tempo a casa. Devo ammettere che iniziavo a sopportarla sempre di meno. Sia per la gravidanza che ormai aveva quasi portato a termine sia per il fatto che essendoci solo io , qualunque cosa accadeva era colpa mia. Cercavo di non dare molto peso alle sue parole e cercavo di aiutarla come potevo. Mia madre era sempre stata una persona forte ma adesso mi stava mostrando un lato di lei così fragile che non pensavo potesse avere. Speravo che l’arrivo del suo terzo figlio le avrebbe rallegrato la sua vita perché di certo avrebbe incasinato la mia. Nuovo bimbo , nuova persona a cui badare , nuove responsabilità. Ero sicura che appena avesse avuto l’occasione mamma sarebbe andata in giro a trovare un nuovo lavoro, Sebastian e Cecily mi avrebbero abbandonato anche se era parente loro e Carl stava sempre a lavoro. Decisi comunque di fare finta di nulla e appena entrai in casa sfoggiai un dei miei sorrisi migliori. -Cat , tesoro, sei tu?-annuii cosi che lei continuasse- ti andrebbe di accompagnarmi all’ospedale ho deciso che voglio sapere il sesso del bimbo cosi che adesso che sto a casa posso preparare la sua stanza.-Certo molto volentieri , mangio qualcosa e andiamo.- Un’ora dopo stavamo sedute in sala d’attesa aspettando che ci chiamassero e dopo un’ora sentimmo il nostro cognome all’altoparlante segno che era giunto il momento di avviarci nello studio. Mi fece strano sentire il mio nuovo cognome , lo stesso di mia madre Hawk, era per questo che era tornata a Roma per farmi avere il suo cognome e tagliare qualsiasi collegamento con il suo ex-marito. Mentre attraversavamo il corridoio vidi i pazienti prima di noi , la donna aveva le mani appoggiate in modo amorevole sul suo enorme pancione,il ragazzo accanto a lui aveva un braccio intorno alla sua vita e con la mano libera stingeva quella del dottore sorridendo. Una scena stupenda e molto dolce ma c’era qualcosa che non quadrava, forse per la straordinaria bellezza della coppia forse perche il ragazzo mi pareva di conoscerlo,ma poi pensai che stavo soltanto sognando perché speravo anche io in una situazione del genere un giorno. Poi il ragazzo si girò, come se avesse sentito il peso del mio sguardo su di lui e quando i miei occhi incontrarono un abisso blu mi cadde il mondo addosso.

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Capitolo 15
*** XIV ***


Passai davanti a Jay senza guardarlo , o almeno ci stavo provando . Sentivo il peso del suo sguardo su di me, sapevo che voleva dirmi qualcosa, che voleva spiegarmi ma non me la sentivo. Mi chiamava ma non mi giravo, mia madre mi guardò cercando una risposta nel mio sguardo e io le diedi la conferma a ciò che pensava. Il mio cuore si era irreparabilmente spaccato a metà, provocava un dolore atroce, uno di quelli da cui non guarisci più , uno di quelli che ti porterai dentro sempre. Mi sorprendeva come mia madre anche se molto assente riuscisse a comprendermi con uno sguardo e capire di cosa avevo bisogno senza che io dicessi una parola. -Cat? Tesoro preferisci andare a casa, sai qui posso pensarci da sola-mi disse con un tono amorevole. Non potevo lasciare da sola mia madre , non adesso almeno che aveva bisogno di me, anche se infondo al cuore non me ne andavo perché ero io ad avere bisogno di lei, ero io che volevo sentirla vicina per sentirmi almeno per un istante al sicuro. La visita andò bene sia mamma che il bambino, era un maschietto, stavano in salute e la gravidanza procedeva senza problemi. Uscite dall’ospedale andammo a fare spesa per cena e sembrava che mamma fosse tornata la stessa di sempre , come se non fosse mai successo nulla. Io però non riuscivo a togliermi dalla testa l’immagine di Jay che abbracciava un’altra ragazza, una ragazza che stava in cinta. Era vero che non gli avevo dato il tempo di spiegarsi ma non volevo sentire bugie, non volevo che le cose andassero peggio , anche se peggio di cosi non credo potessero andare. Adesso più che mai avevo bisogno di mia madre ma non volevo rovinarle la felicità di questo momento e così decisi di inventarmi una scusa per allontanarmi. - Mamma mi sono appena ricordata che devo andare da una parte, sai per una cosa di scuola.- guardavo in basso, sapevo che se l’avessi guardata in faccia avrebbe capito che era un bugia- ci vediamo a casa. C‘era un solo posto dove potevo andare , un solo posto dove mi sentivo apparentemente in sicuro, il giardino della mia scuola. Mi ero creata uno spazio tutto mio che nessuno aveva mai trovato , era una parte del giardino che avevo scoperto un giorno che scuola era chiusa , mi ero avventurata troppo in la e avevo trovato un gazebo circondato da rose rosse e bianche . Ne ero rimasta cosi affascinata che lo avevo fatto diventare il mio giardino segreto, anche perché tranne me non lo conosceva nessuno. Mi sedetti sotto il gazebo e il profumo delle rose mi diede un apparente senso di calma. Tirai fuori il cellulare e trovai un numero sconsiderato di chiamate da parte di Jay. Non sapevo cosa fare se chiamarlo per dargli la possibilità spiegare ciò che avevo visto o lasciare che le cose si sistemassero da sole; anche se sapevo che era impossibile. Lui mi aveva spezzato il cuore e io non mi potevo mettere in mezzo ad una famiglia , non avrei mai privato un bambino di suo padre solo perché io lo amavo. Forse il problema era questo: mi ero accorta troppo tardi di amarlo e il mio amore mi era scivolato via dalle mani. Non avevo saputo tenerlo stretto e il vento lo aveva portato via procurandomi un dolore che mai sarebbe stato cancellato. Aveva iniziato a piovere e insieme al cielo piangevo anche io . Decisi di restare in quel magico giardino dove il tempo sembrava fermarsi , dove potevo dare sfogo ai miei sentimenti senza ferire nessuno. Ma la calma che persisteva in quel giardino fu interrotta da un lampo che fu accompagnato dalla figura di una persona. Non mi serviva vederla un faccia, lo avrei riconosciuto ovunque anche in mezzo ad un mare in tempesta. Perché lui era la mia ancora , il mio porto sicuro ma questa cosa doveva cambiare o l'ameno dovevo provarci. - Cat ascoltami non è come sembra-mentre si avvicina con passo lento vidi i suoi occhi che mi supplicavano di ascoltare. Decisi si uscire da sotto il gazebo e mi avvicinai a passo lento. - No tu ascolta me. Non importa ciò che è successo. Non voglio rovinare il futuro di quel bambino e della vostra famiglia. Lui ha bisogno di te. Lei ha bisogno di te. Quello che c'è stato tra di noi è stata un bellissima favola che custodirò per sempre. Ma le favole finiscono , i libri si chiudono e bisogna tornare nella vita reale per quanto questo possa farci male. - Le lacrime mi rigavano il volto ma riuscì a tenere la voce ferma , ero grata alla pioggia perché fosse il in quel momento così che le mie lacrime si potessero confrondere con essa. - Per quanto questo possa farmi male. Non ti preoccupare per me, io starò bene. O almeno ci proverò ma ti prego ti prego non abbandonarli, non lasciare che quello che c'è tra di noi ti allontani da loro perché se per colpa mia li dovessi perdere mi odierò di più di quanto possa fare adesso. - riuscì ad intravedere le lacrime che gli rigavano il volto. Aveva gli occhi più chiari quando piangeva. - per quello che conta sei stata la più bella favola che abbia mai vissuto. Addio. - Cominciai a correre così veloce che per poco non cadevo. Arrivai a casa e mi chiusi in camere. Cominciai a piangere , e piansi così tanto che non pensavo neanche fosse possibile. Il dolore era troppo forte e piano piano mi stava trascinando in fondo ad un buco nero da cui non sarei mai uscita.

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Capitolo 16
*** XV ***


Quanti giorni erano passati? Mi sembrava un eternità ma sapevo che se volevo provare ad andare avanti dovevo almeno provarci. Mi alzai e come sempre portai avanti la mia routine mattutina anche se con difficoltà. Quella mattina il cielo era grigio come la mia anima è la voglia di andare a scuola era scomparsa. Mi feci forza e dopo essermi vestita uscii di casa. L'aria era fredda e pungente e non c'era neanche uno spiraglio di luce. Decisi di andare dritta a scuola senza fermarmi perché non mi andava di incontrare nessuno è proprio quando stavo quasi sulla soglia di scuola lo vidi. Gli passi davanti senza guardarlo , con gli occhi bassi , e mi diressi verso Summer e Cam. - Ehi straniera che cosa succede?- Summer era molto brava a capire le persone. Le bastava guardarle in faccia per capire che qualcosa non andava. - Perché non sei con Jay? Pensavo andasse tutto bene tra di voi. Finalmente alzai lo sguardo per affrontare il suo , quello della mia migliore amica,sperando che senza parlare potesse capire la tempesta che infuriava dentro di me e lei la vide. - Ehi Cam , ci vediamo all'uscita ok? Devo parlare con Cat - si guardavano negli occhi come se si parlassero nel pensiero, come se con uno sguardo si capissero. - ma certo amore , ci vediamo dopo- detto ciò si allontanò e ci lasciò da sole. - Sputa il rospo , raccontami ciò che è successo- Summer sapeva essere molto convincete. Se da una parte era in grado di capirti con uno sguardo dall'altra era curiosa come tutte le ragazze lo sono. - Non so da dove iniziare...- era vero , non sapevo da dove iniziare a raccontare quella girandola di emozioni che mi aveva travolta negli ultimi mesi. - be direi dall'inizio. Dalla parte che non conosco. Cosa è successo dopo che siamo tornati? - Allora inizia a raccontarle del viaggio in Italia per andare da Alessia che stava male, di quanto c'eravamo divertiti in giro per la città e di come era cambiato dopo la telefonata che aveva ricevuto, di come si era allontanato e di quando lo avevo visto all'ospedale, di quando si era accorto di me , del dolore che mi a aveva procurato e di come avevo deciso di allontanarmi da lui. Mentre raccontavo tutto ciò le lacrime scendevano e mi rigavano il volto e Summer mi abbracciò . - Io ci sarò sempre per te. Supereremo questa cosa assieme - Restammo così fino a quando la campanella non suonò. Alla fine della giornata fui grata a Summer che mi raccontò della sua relazione con Cam e delle ragazze che ci provavano con lui perché mi face ridere e non pensare al mio dolore. Dopo scuola Summer doveva andare a pranzo fuori con Cat ma furono così gentili da portarmi con loro , non volevo essere il terzo incomodo ma Summer non mi voleva proprio lasciare da sola e per Cam non c'era problemi soprattutto perché teneva sia alla sua ragazza che a me e voleva capire che cosa era passato per la testa a Jay tutto quel tempo. Fui molto grata a loro per avermi portato a pranzo fuori casa, non avevo voglia di restare da sola ma mi sentivo anche in colpa perché avevo rovinato il loro pranzo perciò dissi che mia madre aveva bisogno di me e me ne andai. Non era del tutto una bugia , mamma con la gravidanza quasi al termine aveva davvero bisogno di me, ma di certo in quel momento non era a casa che stavo andando. Non avevo una meta precisa camminavo e basta mi faceva sentire bene , mi faceva pensare e ragionare. Sapevo che dovevo andare avanti che dovevo dimenticare Jay e il modo migliore era innamorarmi di un'altra persona o uscire con qualcuno almeno potevo dire di averci provato e se non avesse funzionato lo avrei fatto funzionare lo stesso. Volevo trovare una persona che non mi conosceva , una persona che non potesse giudicarmi per come ero e per ciò che mi era successo e forse per un volta il mondo girava a mio favore. A scuola era arrivato un nuovo ragazzo, Vincent , veniva dalla Francia e si era trasferito a casa della nonna perché si diceva che i suoi genitori era morti, e era nella mia stessa classe di letteratura e naturalmente tutta la classe si era già innamorata di lui , tranne me e Summer. La svolta avvenne un giorno che io Summer stavamo parlando troppo e il professore decise di dividerci e caso strano Vincent capitò vicino a me. -Ciao io sono Vincnet-disse sorridendomi - tu sei Cat vero? Annuii e gli sorrisi. Non potevo negare che fosse bello ma niente in confronto a Jay. Ma che pensavo dovevo dimenticarlo. Dopo avermi salutata continuò a scrivere il saggio su Romeo e Giulietta che il prof ci aveva assegnato due giorni prima e che andava consegnato oggi. Mentre scriveva lo osservai. Aveva dei capelli castani che gli ricadevano sopra le spalle e gli occhi neri come il carbone. Mi sorprese a fissarlo e io abbassai lo sguardo rossa per l'imbarazzo. Rise. Aveva una bella risata- senti non è come mi daresti una mano con questo saggio? Ti giuro che poi mi sdebiterò- mi chiese guardandomi negli occhi. Annuii e lo aiutai a finire il saggio. Quando uscimmo dal classe mi prese per mano e mi ringrazio. - Sai senza di te avrei rischiato di dover studiare i drammi di Romeo e Giulietta quest'estate. Ti sarò immensamente grato - mente diceva questa cose rideva e mi scappò una risata anche a me- ora visto che mi devo sdebitare come ti avevo promesso, ti porto a cena se per te non ci sono problemi. - mi guardò ma questa volta non stava ridendo era serio. Pensavo che il fatto dello sdebitarsi fosse uno scherzo però non mi sarebbe dispiaciuto almeno avrei provato a dimenticare Jay. - certo non ci sono problemi- ammisi - allora passo a prenderti alle 7, a dopo- mi diede un bacio sulla guancia e se ne andò. Lo vidi allontanarsi e sperai che questa volta andasse tutto bene, che magari provare a iniziare questa nuova storia mi avrebbe fatto dimenticare la precedente. Sperai che questa nuova storia avesse un finale diverso, un finale felice

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Capitolo 17
*** XVI ***


Passai il pomeriggio a decidere cosa indossare. Non volevo sembrare scialba ma neanche far pensare che ci tenevo troppo. L'intero armadio era svuotato sul mio letto e sembrava che fosse passato un uragano. Alla fine optai per un paio di skinny jeans neri e una maglietta di pizzo bianca che avevo comprato in viaggio con i miei. Misi le mie amate converse e aspettai il suo arrivo. Ero pronta con mezz'ora di anticipo e mi stava salendo una tale ansia perché speravo andasse tutto bene. Alle 7 precise suonò il campanello e andai ad aprire trovandomi Vincent davanti. Mi sorrise e io feci lo stesso. - Sei bellissima, vogliamo andare?-annuii e ci incamminammo a piedi. Mi aveva promesso che il ristorante era vicino e avevamo preferito andare a piedi. Per tutto il tragitto non riuscì a proferire parola anche per un poco di imbarazzo, stavi sempre uscendo con una persona che avevo appena conosciuto, non so come mi era venuto in mente. La Cat di prima non lo avrebbe mai fatto, non sarebbe mai uscita con una persona che conosceva da poco. Ma quella persona non c'era più oppure se c'era se ne stava nascosta in un angolo per non essere ferita un'altra volta. Ad un certo punto ci fermammo e impiegai una manciata di secondi per capire che eravamo arrivati. Il locale di chiamava Guardian Angel e all'intero era tutto bianco. Il nome mi piaceva molto. - Per te ho prenotato un tavolo speciale- mi sussurrò all'orecchio Vincent appena entrati. Un cameriere si avvicinò e prese il suo cognome per accompagnarci al tavolo. Ci accompagnarono su una terrazza coperta di luci bianche , tipo quelle di Natale. Era stupendo e ancora di più perché tutto intorno vi erano rose rosse. - Grazie Vincent è stupendo ma non dovevi. - ero veramente stupita non pensavo che sarebbe stato così. - invece si- mi sorrise e mi aiutò a sedermi. Il signore che vi aveva accompagnato al tavolo se ne andò ma prima ci avviso c'è il cameriere sarebbe arrivato presto. E poi il mio umore cambio tutto d'un tratto; il mio cuore cominciò a battere sempre più forte e le mani combinarono a sudare e quanto sentii la sua voce tutto ebbe un senso. Ma che ci faceva Jay li? - Salve signori che cosa vi...?- lasciò la frase a metà quando si fermò a guardami. Nei suoi occhi vedevo tante domande , domande a cui non mi andava di rispondere ma anche in quello stato fi confusione i suoi occhi riuscivano a rapirmi e a portarmi in un mondo tutto nostro. Spezzai subito quella connessione guardano in basso e rimanendo senza parole. - Ciao Cat ti dispiace se parliamo un attimo?- mi chiese con dolcezza. Come potevo dirglielo no, quando mi parlava con quella voce, ma d'altronde non potevo lasciare Vincent così dopo tutto quello che aveva fatto . Evidentemente Vincent si accorse che ero combattuta - Puoi andare se vuoi io non vado da nessuna parte- mi sorrise. - Torno subito giuro- mi alzai e seguii Jay. - Cosa ci fai con quello? - la dolcezza nella sua voce era sparita e aveva lasciato il posto ad un mix di sentimenti che non riuscivo a capire. Rabbia?Preoccupazione ? Ma soprattutto gelosia? - primo non sono affari tuoi e secondo potrei farti la stessa domanda- mi sentivo attaccata e decisi di stare sulla difensiva. - - si sono affari miei perché ti sei affare mio e secondo io qui ci lavoro. - - io non sono più affare tuo hai altri due problemi di cui preoccuparti - non ci riuscì e gli sputai in faccia il mio dolore, la mia delusione per quello che avevo visto . - due problemi? Di che stai parlando- sembrava sorpreso e stupito. - sai , ti ricordi quella ragazza che era in cinta ? Di quella. Pensa a lei e a tuo figlio invece di preoccuparti per me per quanto mi possa fare piacere. - opta errore enorme non potevo fargli capire che ancora era scritto in modo indelebile sul mio cuore- ora vado prima di dire cose di cui potrei pentirmi. Mi dileguai e tornai da Vincent. Quando mi sedetti il suo sguardo indugiò su di me e dopo avergli confermato che andava tutto bene la serata continuò. Il cameriere cambiò e non vidi più Jay fino a quando non dovremmo uscire perché stava davanti alla porta. Quando gli passai davanti mi si avvicinò e Vincent si mise in mezzo. - Direi che sono stato troppo permissivo , adesso lei non sta con te e non devi darle più fastidio. - Vincent sembrava veramente arrabbiato. Vidi la razionalità abbandonare lo sguardo di Jay che passò da me a Vincent. Capii subito quello che stava per succedere e non volevo che nessuno dei due avesse problemi per me. Lasciai la mano di Vincent e ansia ad abbracciare Jay. Quando fui abbastanza vicino al suo orecchio gli sussurrai , in modo che Vincent non potesse sentire che non ne valeva la pena e che sarebbe stato da ragazzini reagire. Senti i suoi muscolare rilassarsi e mi allontanai. - ci si vede in giro , ciao- lo saluti,uscii e raggiunsi Vincent. Mi accompagnò a casa e mi promise che nel week e f mi avrebbe scritto. A casa decisi di farmi un bagno per pensare. Riempi la vasca e ci versai il sapone alle rose. Una via dentro cominciai a pensare a quanta fortuna potessi avere. Quante possibilità c'erano che Jay lavorasse nello stesso locale dove mi avrebbe portato Vincent. E quanto possibilità avevo io di capire che lo amavo ancora guardandolo negli occhi. Vincent era carino si , mi ero trovata bene con lui ma era Jay che accendeva il mio cuore e illuminava le mie giornate. Forse avrò sbagliato a non dare la possibilità a Jay di spiegarsi forse dovevo sentire quello che aveva da dire. Ci avrei pensato ma domani ,ero troppo stanca

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Capitolo 18
*** XVII ***


La mattina seguente mi svegliai nel mio letto. Non ricordavo come c'ero arrivata ma forse ero solo stanca e lo avevo fatto senza pensare. Prima di alzarmi analizzai mentalmente i piani per la giornata e mi accorsi che dovevo badare ad Alessia e facendomi forza mi alzai dal letto. Mi recai nella sua stanza e la trovai a dormire beata tra i suoi peluche. Mi sdraiai accanto a lei e le accarezzai i capelli. - non avere mai fretta di crescere pulcino, ci sono troppi problemi e la vita diventa troppo incasinata. Mi dispiace ammetterlo ma sono d'accordo con Peter Pan. Lui ha fatto la cosa migliore.- le diedi un bacio e mi andai a cambiare. Alessia mi raggiunse in bagno e con la sua copertina rosa in mano si stropicciava gli occhi. - come mai Peter Pan a ragione ?- - niente cucciola non ti preoccupare stavo dicendo cose senza senso. Andiamo a fare colazione. - Mente le preparavo la colazione mi accorsi che sarebbe stato necessario fare la spesa. Forse sarei uscita nel pomeriggio. - Cat? Posso farti una domanda?- Alessia mi fissava dritto negli occhi. -certo dimmi tutto !- -come mai Jay non viene più? - - ci sono stati dei problemi. Sai le persone a volte si allontanano - - ed è per questo che il tuo cuore ti fa male - non pensavo che mia sorella fosse così intelligente; per la sua età lo era. - in un certo senso si- Mi fisso un attimo , poi parlò. Non sembrava neanche lei. - sai sorellona io penso che se una persona ti lascia e a te fa male il cuore vuol dire che devi tornare da lei. Ne a mamma ne a papà faceva male il cuore per questo non sono tornati insieme. - mi sorella mi aveva stupito. Aveva capito molte più cose lei piccolina che io così grande. Chiami Summer per farmi compagnia r lei arrivo subito. Le raccontai di Vincent che ti uscita con Vincent. - aspetta un attimo. Quel Vincent? Il tenebroso principe della Francia? Lo sai che girano brutte voci sul suo conto?. - sembra un mix tra preoccupata sorpresa. - Ma che brutte voci , sono solo le persone che si divertono a dare fastidio ai nuovi. Se tu avessi creduto alle voci che giravano su di me non saremmo mai diventate amiche, e sono felice che tu non l'abbia fatto. Quindi non voglio credere a queste voci. E poi di grazia cosa si direbbe su di lui?- - Le " voci " dicono che il vero motivo del suo trasferimento è che è ricercato dalla polizia francese perché tutte le ragazze che sono uscite con lui poi sono morte. - Scoppiai a ridere- non posso credere che ti pensi davvero sia vero- non riuscivo a smettere di ridere. Summer mi tirò un cuscino - ok ok la smetto- Nel frattempo era arrivata mi madre , e propio mentre stava sulla porta cacciò un urlo. Presi un braccio Alessia e io e Summer vorremmo da lei. - mamma , che cosa è successo!- silenzio- mamma !!!- - amore puoi accompagnarmi all'ospedale ? Mi sono rotte le acque. - Corsi di sotto presi le chiavi della macchina e mi girai verso Summer. - tu vai la controllo io - la ringraziai con lo sguardo e ci incamminano. Sfrecciavo sulla strada e quando arrivammo la portarono subito dentro . Mezz'ora dopo era tutto finito. Parto era stato veloce e io andai a trovare mamma nella sua stanza. Mi fermai un attimo ad osservare mamma. Non mi ero mai accorta di quanta forza aveva. Dopo tutto quello che aveva passato aveva ancora le forze per occuparsi di un'altro bambino. L'ammiravo davvero tanto. Ad un certo punto entrò l'infermiera con il mio fratellino in braccio. Era davvero bellissimo. L'infermiera mi permise di tenerlo in braccio e io stavo contemplando il mio amato fratellino. - Ciao Toby, benvenuto nella tua famiglia. Sarà un po' incasinata e a volte la odierai ma sarà sempre lì per te quando ne hai bisogno. Lo so che i tuoi fratelli non si prenderanno sempre cura di te ma per qualsiasi cosa, per qualsiasi problema ci sarò sempre io.- gli diedi un bacio sulla fronte. Aveva il tipico odore dei bambini era dolcissimo. A quel punto di aprì la porta ed entrò Jay. Come faceva sempre a sapere tutto. - Scusa , non volevo intromettermi, ma avevo chiamato a casa tua e Summer mia ha detto che ....- - entra non ti preoccupare. -si sedette accanto a me e teneva lo sguardo fisso sul piccolo fagotto che avevo in braccio. - come si chiama ? - - Toby- sussurrai - vuoi tenerlo un po' in braccio? Sembrava sorpreso- davvero vuoi che lo tengo - - sai dovrai abituarti presto ne avrai uno tutto tuo- dissi mentre gli passavo Toby. - si riguardo a quel giorno. Lei non è la mia ragazza e non è in cinta di me- - ti ho detto che non impo... Come ? - ero scioccata. - tu non mi hai dato tempo di spiegare e io pensavo che sarebbe stato più difficile riavvicinarmi a te se pensavi che ti stavo raccontando una bugia. Così ti ho lascito fare ma quando ti ho visto con quel ...verme mi è andato in tilt il cervello e mi scuso per il mio comportamento di quella sera. Ma le tue parole mi hanno fatto pensare. Pensare a te e a quanto tu sia importante per me. Io ti amo e anche tu sei la più bella favola che io abbia mai vissuto. Si sei perché non ho intenzione di rinunciare a te , non ho intenzione di lasciarti fuggire della mie braccia perché io ti amo Cat e ti amerò per sempre. - le lacrimo ormai mi rigavano il volto e mi avvicinai per baciarlo quando mia madre si svegliò. - Dove si trova il mio piccolo scricciolo ? Il mio Toby? Ma che sta succedendo qui? - -Niente mamy , Toby è qui e Jay era passato per un saluto. - mi alzai e portai Toby in braccio a mamma. - noi andiamo , ti lasciamo da sola con lui- Jay mi prese per mano e uscimmo dalla stanza. Mi accompagnò a casa sempre tenendomi stretta la mano anche mentre guidava. Parcheggiò davanti casa e li trovammo Vincent. O mio dio mi ero con dimenticata del suo messaggio. Mi aveva chiesto di uscire e io gli avevo detto di si ma poi erano successe così tante cose che mi ero dimenticata. Quando ci vide arrivare mano nella mano si alzò e corse verso noi. Carico e mollo un pugno in faccia a Jay che indietreggiò. - ti avevo detto di lasciarla stare- Sembrava che volesse ricomporlo e mi frapposi tra loro due. Quando vide che il punto era diretto verso di me si fermò. - Vincent ascoltami lui non ha fatto nulla. Non mi ha dato fastidio e io non ti permetterò di toccarlo un'altra volta - - ma io pensavo che eravamo stati bene insieme- - non fraintendermi sono stata molto bene con te ma io amo lui. Non posso farci niente. Pensavo che fossi stato tu ad aiutarmi a uscire da quel buco nero in cui ero precipitata ma è stato lui. - mi girai e lo guardai negli occhi. In quegli occhi che mi rubavano l'anima- e per quanto io lo neghi e lui che voglio. Questo non vuol dire che non possiamo essere amici. - io non voglio essere amico tuo. Vi maledico. Te per esser falsa e lui per averti portata via da me. Ricordatevi queste parole. Se non posso averti io non ti avrà nessuno. - Fui percossa da un brivido e ero quasi convinto che stesse scherzando se non fosse stato per un piccola parte di me che penava ne fosse capace. Jay si mise davanti a me e mi fece scudo con il suo corpo. - adesso vattene prima che perda la pazienza. - con un braccio mi dava la mano le assicurarsi che stavo ancora lì con lui. Ci fu uno scontro di sguardi e alla fine Vincent abbasso il suo e se ne andò. Jay si girò e mi abbracciò. - ti ha fatto male? - scrutavo ogni centimetro del suo volto per accettami che stava bene. Mi prese una mano e se la portò alla guancia. - l'importante è che tu stai bene ! Non ascoltare quello che ha detto non gli permetterò di fari del male. - Lo baciai e capì che mi avrebbe protetta sempre. Che non ci sermone più divisi e rimanemmo così fino a che non fece notte. Lo invitai ad entrare, salutammo Summer e mettemmo a dormire Alessia. Jay restò tutta la notte. La passammo abbracciarti sul divano e di addormentammo così. Innamorati uno nelle braccia dell'altro.

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Capitolo 19
*** XVII ***


Il mattino seguente quando mi svegliai ero felicissima per gli eventi del giorno prima, mi rigirai nel mio letto e dopo un po’ decisi di alzarmi. Andai a farmi una doccia veloce e per non scendere in pigiama mi vestii, misi un paio di jeans e una camicia e raccolsi i capelli in uno chignon. Passai per la camera di Alessia per vedere se dormiva, ma stranamente non c'era. Allora scesi le scale e vidi un'immagine stupenda; c'erano Jay e Alessia insieme, lui stava preparando la colazione mentre la teneva in braccio. -Oh ma guarda chi si è svegliato!- si avvicinò e mi diede un bacio sulla fronte-buongiorno amore. Questa piccola non voleva saperne di mettersi seduta al suo posto. -disse sorridendo ad Alessia. -Grazie di esserti preso cura di lei, ora la prendo io. - Detto ciò mi avvicinai al tavolo, feci sedere Alessia e aspettai che Jay finisse. - Cat, può accompagnarmi anche Jay a scuola?-ci guardò sorridendo e Jay non mi diede neanche il tempo di rispondere. - Ma certo piccola principessa-disse sorridendo- vatti a cambiare e poi andiamo tutti insieme. Alessia sfrecciò via alla velocità della luce e mi fece scappare un sorriso. Jay mi si avvicinò e mi cinse il corpo con le sue braccia. Profumava di buono, sapeva di menta e di fresco. Mi girai per guardarlo e incrociai quegli occhi che mi avevano rubato l’anima e vidi riflesso con chiarezza il mo futuro. Era con lui, ovunque ma con lui. Lo baciai e pronunciai le fatidiche parole, parole che pensavo così giovane di non dire a nessuno-Ti amo- Jay mi guardò per quello che sembrò un secolo e mi diede un bacio sulla fronte Anch’io ti amo, piccola mia. - Proprio in quel momento scese Alessia con la sua divisa blu e lo zainetto sulle spalle. Aveva cercato di farsi i codini ma erano venuti un po’ male. Mi scappò una risata- Su Ale andiamo a farci meglio questi codini- ci dirigemmo in bagno e dieci minuti dopo eravamo sulla via di scuola. Mamma ne aveva scelta una vicina così la mattina non avrebbe impiegato tanto tempo a portarla. Poco prima di arrivare davanti al cancello si fermò e strinse la mano di Jay. Lui si abbassò e sorridendo ad Ale le chiese che c’era che non andava; lei non rispose e in quel momento passò un gruppo di ragazzi , maschi e femmine che doveva avere la sua stessa età,e cominciarono a rivolgersi ad Ale. - Ti fai accompagnare da tua sorella perché tu non hai un padre vero-parlò il capo del gruppo seguito dalle risate degli altri. - Si c’è l’ho il papà ed è migliore del vostro. Eccolo lui è il mio papà- Alessia tirò in avanti la mano di Jay che non aveva mai lasciato e si girò a guardarlo implorante. Jay la prese in braccio e si rivolse a quei pestiferi ragazzini- Io sono Jay, non sono il papà di Ale ma sono amico dei vostri fratelli, e se non volete che gli racconti come trattate le ragazze, vi conviene comportarvi bene con Ale. Lei è come una sorella per me e se la prenderete ancora in giro parlerò con i vostri genitori intensi?- Jay aveva fatto la voce da duro ma io sapevo che non lo era. I bambini annuirono spaventati e scapparono. Alessia si girò verso il suo salvatore e gli schioccò un bacio sulla guancia. Jay la mise a terra e lei corse verso la sua amichetta. Dopo aver aspettato il suono della campanella, ci allontanammo mano nella mano. Jay mi accompagnò fin davanti al cancello della mia scuola e si diresse verso la sua. C’eravamo dati appuntamento per il pomeriggio per andare al centro visto che ad Alessia ci avrebbe pensato George, perché adesso voleva recuperare il tempo perso e provare a comportarsi da padre. Appena entrata in classe fui assalita da una strana sensazione che mi mise in allerta, come una molla sentivo scattare i miei sensi all’attenti. In classe non c’era nessuno; veramente neanche per i corridoi ma pensavo dipendesse solo dal fatto che ero arrivata tardi. Provai a chiamare Summer al telefono ma non c’era rete; trovavo tutto questo un po’ ridicolo, fuori inizia a piovere, la scuola è deserta e non c’è rete, sembra quasi l’inizio di un film horror. Scossi la testa e feci per andarmene quando vidi una persona entrare dalla porta e chiuderla dietro di se. Non era il caso di farsi prendere dal panico ma era proprio quello che stava succedendo. Stavo da sola in una stanza con un tizio vestito di nero e il fatto che in lui c’era qualcosa di familiare in lui, il modo in cui si muoveva, rendeva questa situazione ancora più paurosa. Il tizio incappucciato avanzava lentamente e per ogni passo che lui faceva in avanti, io ne facevo un indietro fino a quando non senti qualcosa di duro e freddo dietro di me; la stanza era finita ma lui continuava ad avanzare . quando si accorse che ero ferma al muro scoppiò in una rumorosa risata e allora lo riconobbi. Se Vincent stava tentando di spaventarmi, ci stava riuscendo benissimo. Presi il coraggio a due mani e decisi di parlargli, se non potevo avere spiegazioni, almeno avrei cercato di guadagnare tempo. - Vincent che ci fai qui? Come mai sei vestito in quel modo? Mi hai fatto paura-la mia voce tremava ma sperai che non se ne accorgesse. - Ti ho spaventata? Non era mia intenzione, mi spiace - disse ridendo. –Volevo soltanto parlarti sai dobbiamo finire un discorso che aveva iniziato quando c’era anche quello Jay. Non capivo a cosa si riferisse, non riuscivo proprio a capire che cosa gli avessi fatto per portarlo a questo comportamento. - Non ti ricordi vero- sembra aver letto la confusione sul mio viso- ti ricordi qualche giorno fa quando mi hai dato buca per stare con lui-sembra arrabbiato, anzi era furioso e quasi urlava. - No tu non hai capito, non ti ho dato buca per stare con lui ma...- - BASTA – urlò- basta, niente più bugie, io tenevo veramente a te ma tu hai preferito giocare con i miei sentimenti e ora è il mio turno. Ora tocca a me giocare con te e credimi non sarà divertente; perlomeno per te. Il mio cuore ormai batteva cosi forte che pensavo sarebbe uscito dal mio petto. Decisi di provare a scappare. Con tutta la forza che avevo in corpo, mi scaraventai sopra di lui, Vincent colto alla sprovvista cadde a terra ed io corsi via dalla stanza. - Scappa, corri via, non c’è modo di uscire da qui, credimi mi sono occupato di tutto. Scappa, nasconditi ma non sperare che non verrò a cercarti è la mia parte preferita, sempre.

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