The Kid's Romance

di Niky_94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Fuga verso il tramonto ***
Capitolo 2: *** La radura ***
Capitolo 3: *** Occhio per occhio... ***



Capitolo 1
*** Fuga verso il tramonto ***


Fanfiction basata sulla serie animata: “Le Nuove Avventure di Lucky Luke”.

 

Ho iniziato a scrivere i primi tre capitoli -in Inglese- circa due anni fa, ma ho iniziato a lavorare davvero a questa storia soltanto adesso. Dopo averla riletta e molto rivisitata, ho deciso di iniziare a postare i primi capitoli.

Se voleste farmi sapere cosa ne pensate, mi fareste molto felice ^^

Buona lettura! - Niky <3

 

 

 

 

 

Era appena passato mezzogiorno, ed il sole cocente splendeva alto nel cielo. L'aria era calda e secca, e nella città di Hole Gulch non vi era alcun rumore; i cittadini si erano rintanati nelle case, per sfuggire alla calura soffocante. Ad un tratto, uno scalpiccio di zoccoli ruppe il silenzio che avvolgeva la città. Cinque cavalli fecero il loro ingresso in città, procedendo lentamente sulla strada deserta, sollevando piccole nuvole di polvere al loro passaggio. I cavalieri sbuffarono per il caldo, asciugandosi il sudore dalla fronte e dal collo.

<< Siamo arrivati, Joe? >> domandò William, stremato dal lungo viaggio << Non ce la faccio più >>

<< Nemmeno io, Joe >> si lamentò Jack, il suo gemello << Ho tanta sete… >>

<< E io ho tanta fame, Joe… >> piagnucolò Averell.

<< Si, siamo arrivati, >> borbottò Joe, il fratello maggiore, con aria seccata << smettetela di lamentarvi! >> Si voltò indietro, e si sporse per vedere dietro ad Averell << Ehi, pulce, tutto bene? >> domandò.

<< Si, sto bene, Joe, >> rispose una voce in fondo alla fila << ma anche io sono tanto stanca… >>

Joe annuì. << Non preoccuparti, siamo arrivati al saloon >> Quella era la prima volta che attraversavano il deserto insieme alla sorella, e Joe temeva che il viaggio potesse essere stato troppo faticoso per lei. Ma, del resto, i cinque non avevano avuto scelta: Lucky Luke si era messo sulle loro tracce nel momento in cui erano evasi, e i quattro banditi erano ansiosi di mettere quanta più strada possibile tra loro ed il cowboy solitario.

Una volta raggiunto il saloon, i cinque tirarono le redini, e i quattro fratelli smontarono da cavallo.

Jack si avvicinò alla ragazza, e tese le braccia << Vieni, pulce, ti aiuto a scendere >>

Lei sorrise << Grazie, Jack >> Spostò entrambe le gambe da un lato, e si lasciò scivolare tra le braccia del fratello, che la posò a terra con delicatezza.

<< Bene, ora entriamo al saloon, beviamo qualcosa, ci riempiamo lo stomaco e prendiamo una stanza >> annunciò Joe, e varcò la soglia, imitato dai fratelli.

I cinque si avvicinarono al bancone, e Joe si alzò in punta di piedi, per poter vedere il barista. << Cinque limonate >> disse, fissando l'uomo dritto negli occhi.

<< E cinque porzioni di stufato! >> esclamò Averell. Poi si voltò verso i fratelli << E voi, cosa prendete? >>

La sorella si sforzò di trattenere una risata, mentre Joe si limitò a borbottare: << Imbecille… >>

<< S-subito, s-signori Da-Dalton >> balbettò il barista, e si mise al lavoro.

I cinque si sedettero al tavolo, e si tolsero il cappello.

<< Uff, finalmente siamo arrivati, >> sbuffò Jack, sventolandosi con il cappello nel tentativo di rinfrescarsi << il viaggio sembrava non finire più! >>

<< Se non altro, Lucky Luke dovrà faticare parecchio, se vorrà ritrovare le nostre tracce >> sogghignò Joe.

<< E-ecco qua, signori D-Dalton… >> annunciò il barman con un filo di voce, posando un vassoio sul tavolo. Mise un bicchiere di limonata ed un piatto di stufato di fronte a ciascuno, badando bene che il tremore delle sue mani non gli facesse versare nulla.

<< Grazie… >> sussurrò la ragazza educatamente, ignorando le occhiate di disapprovazione dei fratelli. Sapeva che loro ritenevano che un fuorilegge dovesse essere cattivo in ogni cosa che faceva, ma lei non aveva mai sopportato la maleducazione. E, suo malgrado, era fin troppo gentile.

<< Vorremmo anche una camera, prego, >> disse Joe, dopo aver vuotato il bicchiere con una sola sorsata << con una vasca da bagno, abbiamo bisogno di darci una rinfrescata >>

Il barista deglutì << P-putroppo non abbiamo stanze libere, signor Dalton, >> disse con voce flebile << te-temo di non potervi accontentare… >>

Joe sogghignò, ed estrasse la pistola << Ho avuto una giornata piuttosto faticosa, >> disse in tono calmo, puntando il revolver contro l'uomo << e sono certo che lei non voglia scontentare cinque potenziali clienti, non è così? >>

<< O-oh, n-no, signor Dalton…! >> balbettò il barista, bianco come un cencio, alzando le mani.

<< Joe… >> mormorò la ragazza; non le piaceva quando il fratello minacciava qualcuno.

Joe la ignorò, e seguitò a fissare il barista, sorridendo malignamente << Allora sono certo che potremo giungere ad un accordo… >> disse, togliendo la sicura alla pistola e carezzando il grilletto con aria vezzosa.

<< C-certamente, signor Dalton. Come ho detto, tutte le camere sono occupate, ma… Potete prendere la mia! È molto confortevole! >> esclamò. Si infilò la mano nel taschino della divisa, e ne estrasse una chiave, che consegnò a Joe << E' al primo piano, la prima porta a sinistra >>

<< Ecco, visto? >> sogghignò il bandito, rimettendo la sicura alla pistola e riponendola nella fondina << Una soluzione si trova sempre >>

William, Jack e Averell risero sguaiatamente e si avviarono al piano di sopra al seguito di Joe. La sorella si affrettò a seguirli per non rimanere indietro, non prima di aver lanciato un'occhiata colpevole ad indirizzo del barista.

 

*** *** *** ***

 

<< Ah, ora sì che si ragiona! >> disse William in tono sognante, sdraiandosi sul grande letto che occupava il centro della stanza e sprofondando la testa in uno dei morbidi cuscini.

<< Finalmente potremo riposarci un po'! >> si accodò Jack, sorridendo soddisfatto.

Joe annuì, e si voltò verso la sorella << Forza, pulce, è l'ora del bagno >>

Lei annuì << Certo, ma voi cosa farete, intanto? >> domandò.

L'uomo la guardò, sorpreso << Come hai detto? >>

La ragazza scosse la testa << Non vorrete restare qui, vero? >>

Joe arrossì: certe volte dimenticava quanto la sua sorellina fosse cresciuta << Ehm, no, certo… >> Si voltò verso i suoi fratelli, e si calcò il cappello sulla testa << Forza, ragazzi, andiamo a dare un'occhiata in giro >>

William, Jack e Averell annuirono, e seguirono Joe fuori dalla stanza, chiudendosi la porta alle spalle.

La ragazza si spogliò alla svelta, felice di potersi finalmente dare una ripulita. Le piaceva molto viaggiare, ma dopo aver cavalcato per giorni non vedeva l'ora di concedersi un buon bagno ed una bella dormita. Entrò nella vasca da bagno; il contatto con l'acqua le fece correre un brivido lungo la schiena, ma ben presto ci si abituò, e si sentì pervadere da una sensazione di piacere. L'acqua calda le lambiva il corpo con delicatezza, come se volesse abbracciarla. La ragazza chiuse gli occhi, godendosi il tepore, e sorrise tra sé.

 

*** *** *** ***

 

Un'ora più tardi, i quattro fratelli tornarono al saloon, e bussarono alla porta della stanza.

<< Avanti >> rispose la ragazza dall'interno, ed i quattro uomini entrarono. La sorella era seduta sul letto, intenta a spazzolarsi i lunghi capelli castani. Si era già rivestita, e al posto della camicia e dei pantaloni che aveva indossato durante il viaggio, portava un lungo vestito verde.

<< Molto bene, ora tocca a noi darci una bella ripulita >> disse Joe, contemplando le grosse macchie sulla giacca della propria uniforme da carcerato. I colori giallo e nero delle strisce erano quasi irriconoscibili, coperti com'erano di terra e polvere.

La ragazza annuì, e fece per lasciare la stanza.

<< Fai attenzione, pulce >> la ammonì il fratello maggiore.

Lei annuì << Posso dare un'occhiata in giro, Joe? >>

<< Certo >> rispose questi, annuendo a sua volta << Ma non allontanarti troppo >>

<< Non preoccuparti, farò attenzione >> promise la sorella con un sorriso, e sparì nel corridoio, chiudendo la porta dietro di sé.

 

*** *** *** ***

 

La ragazza scese in strada, e si guardò attorno: nonostante il sole non si trovasse più nel punto più alto, la calura non aveva ancora abbandonato la città, e le strade erano ancora deserte; era come trovarsi in una città fantasma.

La giovane Dalton si avvicinò alla vetrina dell'armeria e sbirciò all'interno, le mani a coppa vicino agli occhi nel tentativo di combattere il riflesso della luce, che ostacolava la sua visuale.

Un rumore improvviso alle sue spalle la fece sobbalzare, e lei si voltò di scatto: un gatto era appena saltato sopra ad un cumulo di casse di legno, rovesciandole.

<< Ehi, micio, mi hai spaventata >> sorrise lei, avvicinandosi.

Il gatto aveva il pelo corto, di colore grigio chiaro con quale striatura marrone chiaro. Le lunghe vibrisse bianche vibravano, assecondando i movimenti del nasino rosa, che fiutava l'aria con aria curiosa, mentre gli occhi azzurrissimi scrutavano la ragazza, attenti.

<< Vieni qui, micino… Oh, scusa, micina >> si corresse lei, dopo aver osservato l'animale più da vicino. Mosse qualche passo verso la gatta grigia, protendendo la mano per chiamarla a sé.

Ma ottenne l'effetto opposto: l'animale, spaventato, si dette alla fuga, rifugiandosi in un vicolo stretto dove lei non avrebbe potuto raggiungerlo.

<< Oh, che peccato… >> mormorò la ragazza dispiaciuta. Decise allora di andare a controllare i cavalli. Entrò nella stalla situata sul retro del saloon, e si avvicinò agli animali.

Stracciatella, il suo cavallo, nitrì come a volerla salutare, e si avvicinò.

Lei sorrise, e posò una mano sul muso bianco della giumenta. Le era molto affezionata; l'aveva trovata nella stalla una mattina, in occasione del suo compleanno. Era il regalo più bello che avesse mai ricevuto. Aveva deciso di darle quel nome per via del suo manto bianco come il latte, decorato con tante macchie color cioccolato.

La ragazza passò una mano tra la criniera folta e morbida, dello stesso tono di marrone delle macchie e della lunga coda.

La cavalla nitrì nuovamente, e strofinò il muso contro la guancia della padroncina.

Lei carezzò anche i cavalli dei fratelli, e si accertò che tutti e cinque avessero acqua e cibo a sufficienza.

Stracciatella sbuffò, richiamando nuovamente la sua attenzione, e la ragazza ridacchiò, posandole la mano sul naso coperto di soffice peluria << Lo so, è stato un viaggio faticoso, piccola... >> disse dolcemente << Riposatevi un po', ragazzi, ve lo siete meritati >>

<< Ma guarda un po': una ragazza che sussurra ai cavalli >> disse una voce alle sue spalle, facendola sobbalzare << Non è qualcosa che si vede tutti i giorni… >>

Lei si voltò di scatto, e vide un ragazzo, in piedi davanti alla porta della stalla. Indossava un paio di stivali da cowboy, dei pantaloni blu leggermente impolverati, una camicia rossa; la giacca marrone chiaro aveva delle lunghe frange sotto le braccia e sotto le costole. Sulla testa portava un cappello nero, dal quale spuntava un folto ciuffo di capelli color carota.

<< Oh… >> Fece la ragazza, sorpresa << Non ti avevo visto… >>

<< Ma io ho visto te >> ribatté lo sconosciuto con un ghigno, scoprendo un paio di incisivi alquanto pronunciati. Si avvicinò, e la ragazza vide che le sue guance erano coperte di piccole lentiggini. << Eri insieme ai Dalton, non è così? >> domandò.

La ragazza annuì << Si, sono… i miei fratelli… >> ripose, in tono incerto.

<< Come ti chiami? >> domandò ancora lui, avvicinandosi di più.

Stracciatella batté uno zoccolo a terra, irrequieta. Sembrava essere l'unica ad essersi accorta della pistola che il ragazzo portava al cinturone.

<< Mi chiamo Niky >> disse lei << Niky Dalton. E tu sei…? >>

<< Niky? >> chiamò ad un tratto qualcuno, facendoli sobbalzare entrambi.

La ragazza si voltò << Sono qui >> rispose, riconoscendo la voce di Jack.

Lui entrò nella stalla, e si mise le mani sui fianchi. Si era liberato dell'uniforme a righe, ed ora indossava un paio di pantaloni neri, una camicia verde ed un cappello grigio. Legato al collo portava un fazzoletto rosso, e ai piedi calzava un paio di stivali da cowboy consumati. << Dov'eri finita, ti ho cercata dappertutto! >>

Niky si avvicinò << Scusa, non ti ho sentito. Stavo parlando con - >> Si voltò per mostrare al fratello il suo interlocutore, ma il ragazzo era sparito. << Con… nessuno, direi… >> commentò lei, confusa, domandandosi dove potesse essere finito.

L'uomo scosse la testa << Forza, andiamo, Joe e gli altri ci stanno aspettando >> E si avviò, seguito dalla sorella.

 

*** *** *** ***

 

Joe si calò il cappello sulla fronte e sfoderò la pistola. << Siete pronti, ragazzi? >> domandò con un ghigno.

Lui ed i suoi fratelli erano in piedi sulla strada sterrata, di fronte alla banca; indossavano tutti lo stesso completo di Jack, molto più pratico e comodo delle consumate ed impolverate uniformi carcerarie che indossavano la maggior parte del tempo.

William, Jack e Averell sollevarono a loro volta le colt. Le canne delle pistole luccicarono al sole, emettendo un bagliore sinistro. << Pronti, Joe >> dissero all'unisono.

<< Anche io sono pronta, Joe! >> esclamò una voce alle loro spalle.

I quattro sobbalzarono, e si voltarono: Niky era comparsa dietro di loro. I fratelli riposero le armi nelle fondine, e la guardarono, allibiti.

<< Dove credi di andare, signorina? >> domandò Joe, mettendosi le mani sui fianchi << Credevo di averti detto di aspettarci vicino ai cavalli… >>

<< Voglio venire insieme a voi! >> esclamò lei con un sorriso. Una volta ripresa dalle fatiche del viaggio, aveva riacquistato tutta la sua vitalità.

L'uomo scosse la testa, ed il ciuffo di capelli neri sulla sua fronte oscillò a destra e a sinistra, accompagnando il movimento del capo e dei lunghi baffetti appuntiti << Niente da fare, scordatelo! >> disse, categorico.

<< Joe ha ragione, Niky, sarebbe troppo pericoloso per te! >> intervenne William.

<< Non hai alcuna esperienza in fatto di rapine, se qualcosa andasse storto potrebbe succederti qualcosa! >> aggiunse Jack.

Niky alzò le spalle << Prima di tutto, è pericoloso anche per voi. E poi come potrò mai imparare, se non mi portate mai con voi? >>

<< Non ha tutti i torti, Joe… >> si fece avanti Averell.

<< STA' ZITTO, AVERELL! >> lo rimbeccò lui, seccato; l'ultima cosa di cui aveva bisogno era l'ennesima intromissione del fratello.

William scosse la testa << Andiamo, pulce, sai che cerchiamo solo di proteggerti… >>

<< Non avrò bisogno di protezione, se ci sarete voi! >> disse la ragazza con decisione.

<< Ma se succedesse qualcosa a noi? >> si intromise Averell, che sembrava aver finalmente afferrato la situazione << Come faremmo ad aiutarti? >>

<< E chi dice che io non possa cavarmela anche da sola? >> obbiettò lei con veemenza << Magari potrei essere proprio io a tirare voi fuori dai guai! >>

Joe soffocò una risata << Tu che salvi noi? >> domandò con un ghigno << Oh, andiamo, non sai nemmeno sparare! >>

<< Nemmeno tu… >> borbottò Niky, offesa << Non ho mai visto qualcuno con una mira peggiore della tua. E poi io so sparare, guarda! >> Estrasse una colt dal cinturone, e la sollevò in alto.

<< Dove hai preso quella pistola?! >> domandò Joe, paonazzo dalla rabbia; la sorella sapeva benissimo che non voleva che si avvicinasse a nessun tipo di arma.

<< Nella tua bisaccia >> rispose lei, semplicemente; il fratello sapeva benissimo che quell'ordine le era sempre stato stretto. Impugnò l'arma con mano sicura, decisa a dimostrare di aver ragione. << E ora sta' a vedere! >> Tolse la sicura e fece fuoco, mirando ad un grosso albero poco distante. Il proiettile rimbalzò sul tronco e tornò indietro, rimbalzando qua e là.

I quattro banditi iniziarono a saltellare scompostamente per evitare di essere colpiti dalla pallottola vagante, muovendosi in una sorta di strano balletto, che agli occhi di uno spettatore esterno sarebbe di certo risultato molto divertente.

<< Ehi, fa' attenzione, pulce! >> esclamò William, ansimante per lo spavento.

<< Quella cosa non è un giocattolo! >> esclamò Jack con lo stesso tono, posandosi una mano sul cuore come a volergli imporre di rallentare i battiti.

Joe emise un basso ringhio; raggiunse la ragazza in due salti, e le strappò bruscamente la pistola dalle mani. << Da' qua! >>

Niky si fece piccola piccola << Ma Joe… >>

<< Niente “ma”! >> sbraitò lui. << Ho detto che non verrai con noi! E ora va' ad aspettarci vicino ai cavalli! >>

La ragazza batté un piede a terra << Questo non è giusto! >> strepitò.

<< Giusto o no, è quello che farai! >> affermò Joe, categorico.

<< Non è giusto! >> ripeté lei, arrabbiata << Sei un testone, cocciuto e testardo! >>

Le guance dell'uomo si colorarono di rosso per la rabbia << Non un'altra parola, o ti ci porterò per un orecchio! >> strepitò, battendo un piede a terra per sottolineare il concetto.

Niky si arrese. Sapeva fin troppo bene che quando il fratello si impuntava in quel modo era impossibile smuoverlo. Così girò sui tacchi e si allontanò, i pugni serrati che oscillavano lungo i fianchi.

<< Quella mocciosa insolente…! >> borbottò Joe a senti stretti, fumante di rabbia. Seguì la sorella con lo sguardo per accertarsi che raggiungesse i cavalli come le aveva ordinato.

Lei si sedette sul bordo dell'abbeveratoio, si prese il viso tra le mani e appoggiò i gomiti alle ginocchia con aria imbronciata.

Joe ignorò l'occhiataccia che gli aveva lanciato, e si voltò verso i fratelli << Forza, andiamo! >> ringhiò.

William, Jack e Averell annuirono, dopo essersi scambiati un'occhiata preoccupata.

Il fratello maggiore sfoderò nuovamente la pistola e spalancò la porta della banca con un calcio, annunciando a gran voce: << MANI IN ALTO, QUESTA E' UNA RAPINA! >>

 

*** *** *** ***

 

Joe, William, Jack e Averell uscirono dalla banca ridendo sguaiatamente. Ognuno di loro portava in spalla un grosso sacco rigonfio di banconote.

<< E ora, filiamocela! >> esclamò il fratello maggiore.

I quattro raggiunsero di corsa il luogo dove avevano lasciato i cavalli; sapevano bene che nessuno in città avrebbe osato fermarli, ma Lucky Luke era sulle loro tracce, ed era meglio non correre il rischio di attardarsi durante la fuga, finendo per incrociare il suo cammino.

Una volta arrivati al luogo convenuto però, sobbalzarono: Niky e la sua cavalla erano sparite.

<<< Aaaah, dove si è cacciata, adesso?! >> strepitò Joe << Dobbiamo filare, e alla svelta! >>

Jack mise una mano a coppa vicino alla bocca, ed iniziò a chiamare la ragazza << Niky? Dove sei, è ora di andare! >>

<< Non è il momento di giocare, dobbiamo scappare! >> aggiunse William.

Averell prese a guardarsi intorno nel tentativo di individuare la sorella. << Ehi, Joe, guarda! >> esclamò ad un tratto.

<< CHE COSA C'E', ADESSO? >> sbottò lui, scocciato. Si voltò nella direzione indicatagli dal fratello, e… rimase senza fiato.

Niky era in sella a Stracciatella, come suo solito; ma le sue mani erano state legate dietro la schiena, ed una corda robusta le era stata avvolta attorno ai fianchi e alle spalle, impedendole ogni movimento. Un bavaglio legato strettamente dietro la testa le impediva di parlare.

<< Niky! >> boccheggiarono i quattro, guardando la ragazza con gli occhi spalancati.

Lei sgranò gli occhi ed iniziò ad agitarsi, come a volerli avvertire di un pericolo. A causa del bavaglio, però, le era impossibile formulare una sola parola, ed i quattro non capirono il suo messaggio.

Fecero per avvicinarsi, ma si arrestarono di colpo, quando un proiettile colpì il terreno di fronte a loro, impedendo loro di proseguire. I quattro fratelli alzarono lo sguardo: una figura a cavallo avanzava verso di loro; alla sua sella era assicurata una fune che la legava alle redini del cavallo di Niky.

Il cowboy si fece avanti, la pistola stretta in pugno, la tesa del cappello nero che gli copriva parzialmente il volto << Bene, bene, bene, guarda un po' chi abbiamo qui: lo Gnomo e Compagnia… E' da molto che non ci si rivede… >> Sogghignò, e con un indice sollevò la tesa del cappello, rivelando la propria identità.

Joe, William, Jack e Averell impallidirono << BILLY THE KID! >>

 

Il giovane bandito ridacchiò malignamente, le spalle che si muovevano su e giù come se fosse stato in preda ad un attacco di tosse.

Joe divenne rosso dalla rabbia. Con un gesto fulmineo, sfoderò la pistola e la puntò contro il ragazzo << Lascia immediatamente andare mia sorella, delinquente dei miei stivali! >>

William, Jack e Averell rimasero in silenzio, ma affiancarono il fratello maggiore ed estrassero a loro volta le armi, fissando il bandito con odio, le mascelle serrate ed i pugni chiusi; ogni loro muscolo era teso, ed il dito sul grilletto era pronto a fare fuoco.

Billy afferrò le redini e sogghignò << Se proprio la rivuoi, perché non vieni a prendertela, nano? >> Con queste parole, voltò il cavallo e si diede al galoppo, trascinando dietro di sé la giumenta e il suo passeggero.

Niky riuscì finalmente a liberarsi del bavaglio, e guardò i fratelli disperatamente << JOE! >> strillò, terrorizzata << JOE, AIUTAMI, TI PREGO! >>

L'uomo si precipitò verso i cavalli, e balzò in sella. Ma, un istante dopo, scivolò sul fianco dell'animale e cadde sul selciato polveroso.

In un secondo, i fratelli gli furono accanto.

<< Stai bene, Joe? >> domandò William, aiutandolo a rialzarsi.

<< Le cinghie delle selle… >> biascicò Joe, sconvolto << Ha tagliato le cinghie delle selle! >> Si rialzò in un secondo, ed iniziò a correre. Corse, corse e corse, ma il cavallo del bandito era troppo veloce perché potesse raggiungerlo.

<< Niky! >> gridò Joe, tendendo le braccia come se potesse afferrarla da lontano. Ad un ratto, inciampò, e cadde a terra, nella polvere. Con un gemito di dolore sollevò il capo, guardando l'orizzonte, ed allungò nuovamente il braccio. << Niky… >> invocò in un sussurro.

William, Jack e Averell gli si avvicinarono e lo aiutarono a rimettersi in piedi.

I fratelli Dalton volsero lo sguardo all'orizzonte; non potevano fare altro se non osservare impotenti Billy the Kid darsi alla fuga trascinando Niky dietro di sé, due sagome scure contro il sole morente.

----- IMPORTANTE: Ringrazio moltissimo la mia fantastica amica Greta per i preziosissimi consigli che mi ha dato!! ^^ Ne approfitto per farle un po' di pubblicità: ho letto qualche capitolo e devo dire che scrive in modo fantastico! :D Se volete dare uno sguardo alle sue storie, vi lascio il link della sua pagina: http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=766993 :D

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Capitolo 2
*** La radura ***


Joe batté un pugno a terra con quanta forza aveva in corpo. Quando la sua mano colpì il terreno, una piccola quantità di terra venne spinta verso l'alto e gli imbrattò parte del viso. << Dobbiamo andargli dietro! >> esclamò, balzando in piedi. I pantaloni e la camicia erano impolverati a causa della caduta, ed una fitta al ginocchio gli fece pensare di essersi procurato una piccola ferita, ma il bandito non vi fece caso: sua sorella era nelle mani di Billy the Kid e niente al mondo avrebbe potuto distoglierlo da quell'orribile pensiero.

<< Ma come facciamo, Joe, Billy ha tagliato le cinghie delle selle, non possiamo prendere i cavalli! >> gli fece notare Jack, indicando gli animali legati nei pressi della banca con un cenno del capo; le selle erano abbandonate nella polvere ai loro piedi.

<< Vorrà dire che cavalcheremo senza sella! >> rispose lui di rimando. Corse verso il proprio cavallo, vi montò con un balzo ed afferrò le redini. << MUOVETEVI, RAZZA DI IDIOTI! >> abbaiò, incitando i fratelli a darsi una mossa. Ma perché non si sbrigavano? Possibile che non si rendessero conto del pericolo in cui Niky si trovava?

William, Jack e Averell montarono a loro volta a cavallo, cercando di non scivolare a causa della mancanza delle staffe.

<< Coraggio, seguitemi! >> disse il maggiore, e i quattro fratelli si lanciarono in un disperato inseguimento, cavalcando a tutta velocità verso il tramonto.

 

*** *** *** ***

 

<< FERMATI SUBITO, LASCIAMI ANDARE! >> strepitò Niky, dimenandosi a più non posso nel tentativo di sciogliere i legacci che la imprigionavano.

Perfino Stracciatella, la sua fidata cavalla, si stava ribellando contro le corde che la legavano al cavallo del bandito.

<< Ah, fa' silenzio! >> sbottò Billy in tono seccato << Non ho alcuna voglia di sentirti frignare tutta strada! >>

<< Se non mi avessi legata in questo modo, non avresti di questi problemi! >> ringhiò lei di rimando, continuando imperterrita la sua lotta contro quei nodi apparentemente indistricabili.

Una luce pericolosa si accese negli occhi del giovane bandito; fermò il cavallo, estrasse la pistola e la puntò contro la ragazza << Sto perdendo la pazienza, fa' silenzio, ho detto! >> ordinò.

Lei impallidì, ed ammutolì all'istante, fissando gli occhi sul metallo lucente dell'arma. In quel momento, notò che il ragazzo impugnava la pistola con la mano sinistra.

“Ma certo,” si disse, “questo è proprio il momento ideale per notare che è mancino!”

Sbatté le palpebre per allontanare quei pensieri, e lanciò un'occhiata preoccupata alla Colt.

Billy sogghignò << Ecco, così va meglio… >> Si avvicinò di più alla ragazza << D'ora in avanti farai meglio ad ascoltarmi, caramellina, >> le disse, in un tono che sapeva di minaccia << o le conseguenze potrebbero essere… spiacevoli… >> Per essere certo che avesse afferrato il messaggio, premette la canna della pistola contro il collo di lei.

Niky annuì, incapace di staccare gli occhi da quelli del suo rapitore. Maledizione, se era difficile cercare di essere coraggiosi, con un revolver puntato contro!

Billy le rivolse un ghigno, e avvicinò il cavallo a quello di lei. << Ora sta' ferma, caramellina, devo bendarti >>

<< B-bendarmi? >> ripeté la ragazza, che sembrava aver finalmente ritrovato la sua voce. Quando lui avvicinò una mano al suo viso, però, si ritrasse, spaventata.

<< Certo, >> rispose lui, estraendo un grande fazzoletto di stoffa dalla tasca dei pantaloni blu << non posso rischiare che tu scopra la strada per arrivare al mio nascondiglio… >> Con uno scatto, avvolse il fazzoletto attorno agli occhi della ragazza, e lo legò strettamente dietro il capo di lei. Le agitò una mano davanti al viso, per accertarsi che non riuscisse a vedere nulla; nessuna reazione. Il giovane fuorilegge sogghignò soddisfatto, scoprendo in parte gli incisivi pronunciati. << Molto bene, >> disse << si riparte >> Colpì con due leggeri calcetti i fianchi del cavallo, e l'animale riprese a trottare, accelerando progressivamente il ritmo della sua andatura, fino a trasformarla nuovamente in un galoppo.

Avvertendo l'aumento di velocità, Niky si lasciò sfuggire un urletto: con le mani dietro la schiena, non poteva in alcun modo tenere le redini, e rischiava di cadere da cavallo. Cercò di infilare i piedi nelle staffe; una volta che ci fu riuscita, strinse più che poté le gambe attorno ai fianchi di Stracciatella, e si abbassò il più possibile, per evitare che un'improvvisa sferzata di vento potesse farle perdere il già precario equilibrio. Strinse i denti, e cercò di adeguare il più possibile la propria posizione a quella della cavallo, e chiuse gli occhi. La paura di ciò che le sarebbe potuto accadere una volta arrivati a destinazione, la possibilità di non rivedere più i suoi fratelli, la consapevolezza di essere stata presa in ostaggio da uno dei banditi più ricercati di tutti gli Stati Uniti, le sembravano remoti ricordi. Non riusciva a pensare ad altro che alla terribile cavalcata che l'aspettava; strinse i denti, e pregò che quella tortura giungesse presto al termine.

 

*** *** *** ***

 

Niky non era in grado di stabilire quanto tempo fosse trascorso da quando Billy the Kid le aveva bendato gli occhi. Tutto ciò che era in grado di avvertire era il frenetico scalpiccio degli zoccoli dei loro cavalli ed il vento che le sferzava il volto, facendo svolazzare i suoi lunghi capelli castani.

Dopo quella che parve un'eternità, Stracciatella sussultò all'improvviso, fermandosi subito dopo. Evidentemente, quella folle fuga era finalmente giunta al termine.

La ragazza sobbalzò, udendo gli zoccoli del cavallo di Billy: il bandito le si stava avvicinando.

Ancora incapace di vedere, Niky prese a dimenarsi, cercando disperatamente di liberarsi delle corde; ora che non correva più il rischio di essere sbalzata dalla sella, tutta la sua attenzione era nuovamente rivolta alla fuga, e avrebbe lottato con quanta forza aveva in corpo, pur di riguadagnare la libertà.

<< Ehi, ehi, ehi! >> esclamò il ragazzo, sorpreso da quell'agitazione improvvisa << Datti una calmata, bellezza! >> Si sporse verso di lei e, con un gesto rapido, le tolse la benda dagli occhi.

Lei sussultò, colta di sorpresa, e sbatté ripetutamente le palpebre; anche se il sole era ormai quasi completamente scomparso dietro l'orizzonte, i suoi occhi faticavano ad abituarsi alla luce improvvisa. Ammiccando più volte, Niky prese a guardarsi intorno, nel tentativo di capire dove l'avesse portata il suo rapitore.

Al posto della vasta pianura che si estendeva nei dintorni di Hole Gulch, vi era un territorio montuoso. Il terreno non era secco e polveroso, ma cosparso di erba e sterpaglie. Davanti a lei si estendeva una grande foresta, i cui alberi ombrosi erano cresciuti fin sopra alle basse montagne che la circondavano, ricoprendo di verde i fianchi scoscesi e rocciosi. Alle spalle della macchia di vegetazione vi erano altre montagne, alcune delle quali si trovavano ad una tale distanza da aver ormai acquisito il colore del cielo; i loro contorni si perdevano, rendendo i monti difficili da individuare.

Niky si voltò: alle sue spalle, il sole stava ormai tramontando; la sfera incandescente splendeva con una luce arancione, infuocando il cielo. Le nuvole vaporose avevano assunto diverse sfumature, aggiungendo intense note di giallo, viola ed arancione a quel paesaggio mozzafiato.

In quel momento, una brezza leggera iniziò a soffiare; avvolse la ragazza, giocherellando con le ciocche scure dei suoi capelli e portandole l'intenso profumo di resina dei pini silvestri.

Niky inspirò profondamente e chiuse gli occhi; si sentiva come se la natura che la circondava volesse renderla parte di sé.

Andrà tutto bene, sembrava sussurrarle all'orecchio, non sei sola.

Billy rimase in silenzio; non riusciva a staccare gli occhi dal suo ostaggio. I capelli scuri della ragazza si muovevano insieme alla brezza della sera, come avvinti in una danza della quale solo lei era in grado di udire la melodia. Il viso ovale era rilassato e, dietro agli occhiali dalla grossa montatura, gli occhi erano chiusi. Le labbra rosee erano leggermente schiuse e per un attimo, solo per un attimo, il giovane bandito ebbe il desiderio di sfiorarle con le dita, certo che avrebbero avuto la stessa morbidezza di un petalo di rosa.

La ragazza inspirò profondamente ed aprì gli occhi. Abbassò lo sguardo, rendendosi conto che Billy la stava fissando.

Il giovane bandito incrociò il suo sguardo, e si calcò il cappello sugli occhi, imbarazzato. << Forza, >> borbottò, smontando da cavallo << scendi da lì. Ci fermiamo qui, per stanotte >>

Lei spostò le gambe di lato, e dopo aver ponderato accuratamente la distanza, si lasciò scivolare a terra. Per sua sfortuna, il suo equilibrio -già normalmente alquanto precario- non giovò del fatto che le sue mani fossero legate dietro la schiena.

<< Aaah! >> esclamò, barcollando pericolosamente. Stava per finire lunga e distesa a terra, quando Billy si tuffò in avanti, prendendola al volo.

<< Ehi, fa attenzione! >> la redarguì, seccato << Sono un fuorilegge, non una baby-sitter! >> e la rimise in piedi con un gesto brusco. Afferrò le redini del proprio cavallo, e con l'altra mano prese l'estremità della corda che imprigionava la ragazza. << Forza, andiamo >> disse, strattonandoli entrambi.

 

**** **** **** ****

 

Niky si lasciò cadere sull'erba, nel punto che il bandito le aveva indicato.

<< Ecco, qui ci sono delle bacche >> annunciò Billy, indicando un cespuglio davanti a loro << Spero ti piacciano, perché non abbiamo altro, per cena >>

<< Certo che mi piacciono, >> ribatté la ragazza, con aria scocciata << ma come pensi che possa mangiare, con e mani legate dietro la schiena? >>

<< Oh, insomma, devo pensare a tutto io? >> sbottò il giovane fuorilegge. Colse una bacca, e si avvicinò alla ragazza << Apri la bocca >>

Lei avvampò << C-Cosa? >>

<< Andiamo, non ho tutta la notte! >> borbottò Billy, seccato.

Niky chiuse gli occhi, e si avvicinò, dischiudendo le labbra.

Il ragazzo si avvicinò ancora; quando le sue dita sfiorarono le labbra morbide di lei, lasciò cadere il mirtillo nella sua bocca e si ritrasse di scatto. << No, >> borbottò, scuotendo la testa imbarazzato << così non può funzionare >>

La ragazza masticò la bacca, deglutì e sollevò lo sguardo su di lui << Se avessi la mani legate di fronte a me e non dietro la schiena, potrei mangiare da sola >> gli fece notare.

Billy alzò un sopracciglio con aria sospettosa, ma scivolò dietro di lei e iniziò ad armeggiare con le corde. In poco tempo sciolse i nodi, le fece spostare le braccia di fronte a sé e le legò nuovamente. << Ecco fatto, >> disse infine << ora mangia >>

Niky non se lo fece ripetere due volte: gli avvenimenti delle ultime ore l'avevano alquanto scossa, ma ora la fame iniziava davvero a farsi sentire. I due cenarono, senza dire una parola. Ad un tratto, però, il giovane ruppe il silenzio.

<< Direi che abbiamo mangiato abbastanza >> disse, alzandosi << In piedi, forza >>

La ragazza obbedì, e lui la condusse ad una piccola radura; gli alti arbusti fornivano un ottimo riparo, rendendo il piccolo spiazzo difficile da individuare.

Billy si avvicinò ad un albero, e legò saldamente la ragazza all'alto tronco marrone. << Solo una piccola assicurazione, nel caso ti venga in mente di sgattaiolare via mentre dormo… >> le spiegò con un ghigno.

Lei strattonò la corda, per saggiarne la robustezza; piccoli frammenti di corteccia caddero sull'erba ai suoi piedi, ma il nodo non si sciolse. Non vi era via di scampo.

Il bandito si sedette a terra poco distante; appoggiò la schiena ad un tronco caduto, e si abbassò il cappello sugli occhi. << Buona notte >>

 

**** **** **** ****

 

Niky aprì gli occhi e si guardò intorno, cercando di vedere nonostante il buio della notte. Il suo rapitore si era ormai addormentato profondamente, la testa reclinata all'indietro; il suo respiro era lento e regolare, e stava russando leggermente.

Una rapida occhiata alla radura: la luna splendeva nel cielo sereno, rischiarando con la sua luce argentea la prateria. Qualche animale solitario -forse uno scoiattolo- si muoveva tra le fronde degli alberi, facendo scricchiolare i ramoscelli più sottili. I cavalli riposavano in piedi, legati al tronco sottile di un albero.

La ragazza si tirò a sedere, in silenzio “E' il momento”. Avvicinò a sé la gamba destra, e la sollevò il più possibile. Qualcosa di piccolo uscì dallo stivale di cuoio, e cadde nell'erba con un tonfo leggero. Un coltellino milleusi. Era stata costretta ad aspettare fino a tarda notte un momento propizio per fuggire, ed ora che il bandito si era addormentato, era finalmente giunto il momento di agire. La ragazza afferrò il coltellino e ne estrasse la lama, per poi appoggiarla contro le corde che la tenevano legata all'albero; mosse le mani avanti ed indietro più volte finché, finalmente, le corde cedettero, cadendo sul tappeto erboso ai suoi piedi. Finalmente libera.

Billy borbottò qualcosa nel sonno, e lei sobbalzò, temendo di averlo svegliato. Rimase immobile e trattenne il fiato, in attesa della prossima mossa del bandito. Ma questi si voltò su un fianco, e riprese a dormire profondamente.

Niky si abbandonò ad un flebile sospiro di sollievo, e si affrettò a raggiungere i cavalli.

Sentendo i suoi passi, Stracciatella aprì gli occhi e batté gli zoccoli sull'erba, irrequieta.

<< Shh, bella, sono io! >> bisbigliò la ragazza, accarezzandole piano il muso liscio e morbido.

A cavalla si tranquillizzò, e la guardò con i grandi occhi scuri, nitrendo sommessamente come per esprimere il suo sollievo.

<< Vieni con me, ce ne andiamo! >> sussurrò Niky; sciolse il nodo che assicurava le redini al tronco dell'albero, e la tirò piano verso la boscaglia. Montò in sella, e afferrò le redini, incitando la cavalla a iniziare a marciare. << Piano, piano… >> mormorò.

Stracciatella iniziò a muoversi con cautela, allontanandosi piano dal bandito addormentato. Avevano quasi raggiunto il bosco, quando…

CRACK!

Niky sobbalzò: la cavalla aveva posato lo zoccolo su un grosso pezzo di legno secco, che si era spezzato sotto il suo peso. Con orrore, la ragazza vide Billy sollevare la testa, e guardare nella loro direzione.

<< EHI! >> esclamò il giovane fuorilegge, cercando di rimettersi in piedi in fretta e furia << Dove credi di andare? >>

<< Via! >> gridò lei, afferrando le redini e colpendo piano i fianchi di Stracciatella.

La giumenta impennò sulle zampe posteriori e partì al galoppo, sfrecciando nell'oscurità della notte.

<< FERMA! >> berciò Billy; si liberò in fretta della coperta, sciolse il laccio che legava il suo cavallo, montò in sella e si lanciò all'inseguimento, il ciuffo arancione piegato all'indietro dal vento.

Niky si voltò indietro, e con orrore si rese conto che il suo rapitore stava guadagnando terreno. << Più veloce, più veloce! >> strillò, incitando la cavalla a galoppare più in fretta. Diresse Stracciatella verso il bosco e, quando gli alberi si fecero più fitti, smontò per procedere a piedi. Afferrò le redini, e prese a tirare la giumenta, conducendola attraverso la fitta vegetazione. I rami bassi le sferzavano il viso e le braccia, e l'oscurità della notte le impediva di vedere chiaramente dove si stesse dirigendo; qualche animale si mosse nel buio, facendo frusciare rumorosamente le foglie secche cadute sul tappeto erboso. Ma alla ragazza non importava; il suo unico interesse era fuggire il più lontano possibile da quella radura e dal suo rapitore. Improvvisamente, scorse qualcosa. Una sagoma scura ed imponente, che si stagliava di fronte a lei; guardando con più attenzione, Niky si rese conto che si trattava del fianco roccioso di una bassa collina. << Da questa parte! >> bisbigliò, strattonando le redini per guidare la giumenta. Una volta raggiunta la collina, la ragazza si accorse di uno squarcio presente nella roccia, un'apertura nascosta da un fitto groviglio di rami ed arbusti, abbastanza larga perché sia lei che Stracciatella potessero entrarvi. Niky guidò la cavalla verso l'ingresso della caverna, e si arrampicò lungo il fianco scosceso per raggiungere l'apertura nella roccia. Stava per entrare nella caverna quando, all'improvviso, Stracciatella si bloccò. Batté ripetutamente gli zoccoli sul terreno roccioso, annusando l'aria irrequieta, le grandi narici che si dilatavano piano.

<< Ehi, ma che ti prende? >> domandò la ragazza, confusa. Afferrò le redini, e tirò l'animale verso di sé. << Forza, vieni, dobbiamo nasconderci! >>

Ma la giumenta non dette segno di volerla seguire. Al contrario, piantò saldamente gli zoccoli a terra, e prese a strattonare la padroncina, per allontanarla dall'apertura della grotta.

<< Stracciatella, questo non è il momento di mettersi a giocare! >> la rimproverò la ragazza, tirandola con più forza << Coraggio, ti ho detto di - >>

Niky non riuscì a terminare la frase. Qualcosa, alle sue spalle, si stava muovendo. Qualcosa di grosso.

<< M-ma cosa…? >> mormorò la ragazza, voltandosi di scatto.

Stracciatella nitrì, spaventata, e batté forte gli zoccoli sul terreno, indietreggiando.

Dal fondo della caverna provenne un suono basso e cupo, che Niky identificò con orrore come un ringhio e, subito dopo, il rumore di un corpo che si alzava, avvicinandosi all'apertura della grotta. Il cuore della ragazza sembrò stringersi in una morsa, man mano che i passi pesanti si facevano più vicini, rimbombando sul suolo con un rumore sordo. Niky dovette fare appello a tutte le sue forze per non urlare, quando un'enorme testa ricoperta di folto pelo bruno uscì dall'ombra.

La ragazza indietreggiò incespicando, incapace di staccare gli occhi dalla gigantesca creatura che era appena emersa dal fondo della caverna.

L'animale piantò i piccoli occhi malvagi sulla giovane; la lingua rossastra spuntò fra le labbra e passò veloce sopra le lunghe zanne affilate, mentre la bestia pregustava il suo prossimo pasto.

Stracciatella impennò sulle zampe posteriori, nitrendo ed agitandosi come impazzita.

L'aria della notte sembrò tremare, quando l'orso spalancò le gigantesche fauci in un assordante ruggito.

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Capitolo 3
*** Occhio per occhio... ***


Niky fece un passo indietro. Aprì la bocca per gridare, ma dalla sua gola non uscì nulla più che un gemito strozzato.

Stracciatella, alle sue spalle, si agitava come impazzita, battendo gli zoccoli contro il fianco roccioso della collina.

La ragazza prese ad indietreggiare, senza staccare gli occhi dall'enorme testa pelosa, che si avvicinava sempre di più. Il grosso naso umido fiutava l'aria con insistenza, ed i piccoli occhi scuri si spostavano veloci dalla giumenta alla ragazza, come se l'orso fosse indeciso sul da farsi o, per meglio dire, su quale preda avrebbe sbranato per prima.

Niky rabbrividì, e non poté fare a meno di pensare a quanto poco l'animale che aveva di fronte somigliasse all'orsetto di pezza che Jack le aveva regalato quando era bambina. Il pelo del pupazzo era morbido e vaporoso, mentre quello dell'orso era lungo ed ispido, e nella folta pelliccia erano aggrovigliati rametti, foglie secche e terra. Il piccolo naso a forma di cuore era invece un grosso tartufo nero, umido ed incrostato di fango rappreso. Le piccole zampette avevano quasi le stesse dimensioni del viso della ragazza, ed erano munite di lunghi artigli ricurvi, in grado di dilaniare la carne delle prede senza alcuna fatica, e gli occhietti vivaci erano invece buchi neri ed oscuri, nei quali si sarebbe potuti sprofondare per sempre.

Niky rimase in piedi, impietrita dalla paura. Non riusciva a muoversi. Non era in grado di pensare. Non riusciva a distogliere lo sguardo dall'orso, come ipnotizzata da quegli occhi iniettati di sangue, che la scrutavano famelici.

Stracciatella, alle sue spalle, non smetteva di battere gli zoccoli a terra. Il suo istinto le ordinava di fuggire, ma mai e poi mai avrebbe abbandonato la sua padroncina. Nitrì irrequieta, cercando di risvegliare la ragazza dalla trance in cui sembrava essere caduta.

Ma per Niky, i suoi nitriti ed il fracasso prodotto dagli zoccoli della giumenta non erano altro che echi lontani. Ogni cosa sembrava essere scomparsa. Era come se le sue orecchie si fossero riempite del cupo ringhio dell'orso, la cui intensità sembrava aumentare sempre di più, impedendole di udire qualsiasi altro suono.

L'animale arricciò le labbra nerastre, e le lunghe zanne affilate risplendettero alla luce della luna.

Terrorizzata, Stracciatella emise un nitrito più forte degli altri, che sovrastò perfino il ringhiare dell'orso.

Niky spalancò gli occhi e sbatté e palpebre ripetutamente. Il nitrito della giumenta era riuscita a riportarla alla realtà.

Il gigantesco orso sollevò una delle enormi zampe munite di artigli e sferrò un violento colpo in direzione della ragazza.

Niky balzò indietro, e gli artigli affilati mancarono di pochi centimetri il suo viso, mandando il colpo a vuoto. La ragazza fece un passo indietro, tentando di allontanarsi dall'animale, ma posò il piede su un cumulo di foglie bagnate. Scivolò, e cadde all'indietro. << AAAAH! >>

Stracciatella emise un nitrito d'allarme, e corse dietro alla padroncina, mentre la ragazza rotolava lungo il fianco ripido e roccioso della collina.

 

*** *** *** ***

 

<< Maledizione, non riesco a vedere niente! >> Billy the Kid si guardò attorno, strizzando gli occhi più che poteva, cercando di vedere qualcosa nell'oscurità. Ma le fronde degli alberi erano fitte, e non lasciavano quasi passare la luce della luna, rendendo impossibile una chiara visione del paesaggio. Strinse le redini, e spinse il cavallo più in profondità nella boscaglia. << Niky Daaalton...? Lo so, che sei qui, vieni fuooori…! >> cantilenò, una mano a coppa vicino alla bocca per amplificare la propria voce. Si guardò attorno nuovamente, tendendo le orecchie, alla ricerca di un qualsiasi segno della sua presenza, senza successo. << Ti troverò, caramellina, stanne certa >> asserì, in un tono più duro e sicuro << E quando lo farò saranno grossi guai, per te… D'altro canto, >> aggiunse, voltandosi indietro per controllare nuovamente quella direzione << …se tornerai subito qui da me, ti prometto che la tua punizione non sarà troppo severa… >> Ancora nessuna risposta. Billy perse la pazienza. Estrasse la Colt dalla fondina, e lo sollevò, tenendolo vicino al viso << Conterò fino a tre… Uno… >> Posò il pollice sulla sicura, facendola scattare, pronto a fare fuoco << … Due… >>

<< AAAAH! >>

Billy sobbalzò, ed il suo cavallo, spaventato, si imbizzarrì, impennandosi sulle zampe posteriori ed iniziando a scalciare.

Il giovane bandito afferrò saldamente le redini, e tentò di riportare l'animale sotto il suo controllo << Ehi, ehi, datti una calmata! >> ordinò << Dobbiamo andare a vedere che succede, svelto! >> Con queste parole, spinse il cavallo tra gli alberi, diretto verso le colline rocciose dalle quali sembrava essere provenuto quel grido di terrore.

 

*** *** *** ***

 

Dopo alcuni interminabili istanti, la caduta di Niky finalmente finì. La ragazza si prese la testa tra le mani con un gemito, e chiuse gli occhi. La testa le girava terribilmente ed era molto indolenzita, ma non sembrava aver riportato alcuna ferita. Sentì un rumore di zoccoli che si avvicinavano ed un nitrito sommesso, e quando aprì gli occhi, si accorse della presenza di Stracciatella. La giumenta abbassò la testa bianca e marrone, e strofinò il muso sul viso della ragazza, spronandola perché si alzasse.

<< Tranquilla, va tutto bene >> disse Niky. Afferrò le redini della cavalla e le usò come leva per rimettersi in piedi. << Ora siamo al sicuro… >> Stava per carezzare il muso della giumenta, quando entrambe sobbalzarono, spaventate. Alle loro orecchie era giunto un inconfondibile ruggito, che fece gelare il sangue alla ragazza. Niky si voltò, e con orrore vide che l'orso era sceso lungo il fianco della collina, apparentemente deciso a non lasciarsi sfuggire le sue prede.

Con un ruggito che sembrò scuotere la terra, l'animale caricò, lanciandosi a tutta velocità verso di loro.

<< CORRI! >> Gridò Niky e, afferrate le redini, si precipitò verso il bosco, tirandosi dietro Stracciatella. La ragazza e la giumenta si infilarono tra gli alberi, sperando di riuscire a seminare l'orso. Ma il feroce animale, abituato a muoversi nella foresta, guadagnava sempre maggior terreno, avvicinandosi sempre di più alle sfortunate prede, tanto che a Niky parve di sentire il respiro caldo e ansante del predatore sul collo. La ragazza si voltò indietro, terrorizzata, e con orrore constatò che l'orso era a pochi metri da lei. Continuò a correre, senza staccare gli occhi dall'enorme cacciatore, che si faceva sempre più vicino. All'improvviso, la ragazza cadde a terra. Il colpo fu tale che i suoi polmoni si svuotarono completamente dell'aria, all'impatto con il suolo freddo ed umido del bosco. Si voltò di scatto, e si rese conto di essersi imbattuta in un albero caduto; la corteccia era nera e ruvida, ed emanava un forte odore di marcio. Niky tentò di rimettersi in piedi, ma non ci riuscì: durante la caduta, la sua caviglia era rimasta impigliata in uno dei rami dell'albero caduto, incastrandosi. Era in trappola.

Notando che la ragazza era a terra, l'orso arrestò la sua corsa. Si avvicinò a lei con un grugnito, il respiro pesante e le narici dilatate. Spalancò le enormi fauci, ed un rivolo di saliva biancastra colò sui lunghi canini affilati, e si riversò sul suolo erboso. Il predatore si avvicinò ancora ed ancora, i passi tanto pesanti da far tremare il terreno.

Niky emise un verso strozzato e prese a strattonare la propria gamba con forza, nel tentativo di liberarsi, ma la caviglia rimase bloccata nella sua prigione di rami aggrovigliati. Terrorizzata, la ragazza afferrò uno dei rami caduti vicino a lei e prese ad agitarlo di fronte a sé, tentando di respingere l'animale.

Ma l'orso, per nulla intimorito, sferrò alla ragazza una zampata tanto poderosa, che il ramo le sfuggì dalle mani, atterrando a diversi metri di distanza. Dopo aver piantato i piccoli occhi neri sulla giovane, l'animale riprese ad avanzare, spalancando le fauci.

Prima che potesse attaccarla, però, si udì un nitrito carico di forza, e Stracciatella si parò davanti a Niky, frapponendosi tra lei e l'orso. Si impennò sulle zampe posteriori con aria minacciosa, e calciò l'aria di fronte a sé, cercando di intimorire il suo avversario.

L'orso ruggì e si sollevò a sua volta sulle zampe posteriori, ergendosi in tutta la sua statura, chiaramente deciso a combattere.

La giumenta, spaventata, incespicò e cadde di lato, atterrando su un fianco. Subito prese a contorcersi nel disperato tentativo di rimettersi in piedi, ma gli zoccoli lisci non riuscivano a fare presa sul terreno scivoloso e coperto di foglie.

L'orso si avvicinò alla cavalla atterrata, chiaramente deciso ad approfittare di quel momento di debolezza per attaccarla.

<< Sta' lontano da lei! >> gridò Niky, in tono concitato. Si afferrò la caviglia con entrambe le mani e prese a tirare con quanta forza aveva in corpo. Doveva liberarsi. Doveva salvare Stracciatella!

L'orso, attratto dal movimento convulso della ragazza, voltò la grande testa nella sua direzione, e si avvicinò nuovamente a lei.

Niky impallidì, e fissò i grandi occhi scuri in quelli iniettati di sangue dell'animale. << N-no, no! >>

L'orso si erse nuovamente sulle zampe posteriori, sovrastando la ragazza con la sua imponente statura, e spalancò le fauci in un ruggito terrificante.

Niky si lasciò sfuggire uno strillo, quando la bestia sollevò una delle enormi zampe, pronta a sferrare l'attacco finale.

In quel momento, però, qualcosa si abbatté contro il petto dell'orso, che fece un passo indietro, colto di sorpresa. Un istante più tardi, un altro oggetto, poco più grande del precedente, centrò una delle grosse spalle pelose, e l'orso si abbassò nuovamente su quattro zampe. Niky si voltò nella direzione dalla quale quegli strani oggetti sembravano piovere, e scorse una figura esile, non molto alta, a qualche metro da lei. Quando la figura si fece avanti, la ragazza si rese conto, con enorme sorpresa, che si trattava di Billy.

Il giovane bandito raccolse un altro sasso dal terreno, e lo lanciò in direzione dell'orso, che ruggì minacciosamente, ma indietreggiò ancora, sparendo dietro ai cespugli. Il ragazzo si avvicinò accanto a Niky, e afferrò la gamba di lei con entrambe le mani << Forza, >> disse << tira >>

Lei obbedì, stringendo i denti per lo sforzo, ma la sua caviglia non si mosse. << Non ci riesco, è bloccata! >>

I due cavalli batterono forte gli zoccoli a terra, impazienti ed irrequieti.

<< Devi riuscirci! >> berciò Billy, di rimando << Quell'orso potrebbe tornare da un momento all'altro, e- >>

In quel preciso istante, una gigantesca testa pelosa spuntò da dietro l'albero caduto, ed abbatté una zampa verso i due ragazzi.

<< AH! >> gemette il fuorilegge, quando gli artigli affilati lacerarono la stoffa della sua giacca, aprendo una ferita sul suo braccio destro.

Niky si tuffò di lato, agguantò la pistola di Billy e la sfilò rapidamente dalla fondina. Impugnandola con entrambe le mani, la ragazza tolse la sicura e sparò un colpo, mancando volontariamente la testa dell'orso per pochi centimetri.

L'animale, spaventato, si ritrasse bruscamente, ed indietreggiò rapidamente.

La ragazza sparò nuovamente, colpendo il terreno a pochi passi dalle zampe dell'orso, che emise un ruggito pieno di paura. Sollevandosi il più possibile, Niky continuò a fare fuoco mirando al terreno fin quando l'animale non si diede alla fuga, scomparendo tra la fitta vegetazione.

Niky rimase seduta a terra, lo sguardo sbarrato e gli occhi fissi sul punto in cui l'orso era sparito tra gli alberi. Il suo respiro era corto ed affannoso, ed il suo cuore non cessava di batterle all'impazzata nel petto. I suoi vestiti erano strappati e sporchi di terra e fango, i suoi capelli scompigliati e pieni di foglie. Abbassò la pistola e deglutì, scossa da un violento tremore. Mai, da quando era stata rapita, aveva desiderato così ardentemente che Joe fosse insieme a lei, per potersi gettare tra le sue braccia, e lasciare che il suo fratellone la rassicurasse, dopo quella brutta avventura. Ma ora, Niky era sola. Non aveva nessuno accanto che potesse consolarla, che la proteggesse, che la facesse sentire al sicuro. Poteva contare solo sulle proprie forze, per uscire da quel guaio.

Nel frattempo, Billy non riusciva a distogliere lo sguardo dal suo ostaggio: per qualche ragione che non riusciva a spiegarsi, vedere la ragazza impugnare la sua pistola e sparare ad un orso inferocito mettendolo in fuga, gli era parso lo spettacolo più meraviglioso a cui avesse mai assistito. << Wow… Accidenti, non sapevo che sapessi sparare! >> esclamò, non riuscendo a mascherare del tutto l'ammirazione nella sua voce.

Niky, riportata alla realtà dalle sue parole, si voltò verso di lui e gli rivolse un sorriso imbarazzato. Poi, ricordandosi di essere ancora incastrata, abbassò lo sguardo sulla propria caviglia, si inginocchiò a terra, e tirò un'ultima volta. Il piede scivolò fuori dal groviglio di rami contorti senza alcuna fatica. << Tzk, tipico… >> borbottò mestamente.

Il giovane bandito deglutì. Per un attimo, ebbe la tentazione di allungare la mano, e liberare i lunghi capelli castani di lei dalle foglie che vi erano rimaste impigliate. Stava per avvicinarsi a lei, quando improvvisamente tornò in sé, ricordando il motivo per cui la ragazza era insieme a lui: era il suo ostaggio, il mezzo con attraverso il quale avrebbe potuto vendicarsi dei Fratelli Dalton, mettendo finalmente fine al loro scontro. Sbatté le palpebre ripetutamente, come per cacciare la nube di pensieri che gli affollavano la mente.

Stracciatella si avvicinò alla padroncina, ed allungò il muso in direzione della caviglia di lei, come per controllare che la ragazza non fosse ferita.

<< Tranquilla, piccola >> sorrise Niky << Sto bene. Grazie per l'aiuto >> Sorrise dolcemente e le carezzò il muso, godendosi la sensazione della peluria sottile sotto il palmo della mano.

Billy approfittò di quel momento di distrazione della ragazza, le le tolse la Colt dalle mani. << Bella prova, >> disse, tenendo sollevata l'arma << ma non provare più a prendere la mia pistola >>

Lei annuì << Grazie, per… >> disse piano, indicando la direzione nella quale l'orso era fuggito con un cenno del capo.

Il giovane fuorilegge gonfiò il petto, orgoglioso << Figurati, che vuoi che sia… Nessuno può rivaleggiare con Billy the Kid! >> Quando si alzò in piedi, però, si lasciò sfuggire un gemito di dolore, e si strinse forte il braccio destro al petto.

<< Ma… tu sei ferito! >> esclamò Niky, notando il sangue che imbrattava la manica della giacca di lui.

Il bandito scosse la testa << Non è niente. Forza, prendi quella specie di ronzino e torniamocene alla radura >>

Stracciatella sbuffò con aria offesa, ma la ragazza le posò una mano sul naso, e scosse la testa. << Coraggio, bella, andiamo… >> E, prese le redini, si avviò in silenzio al fianco di Billy the Kid.

 

*** *** *** ***

 

Era ormai l'alba, quando il gruppetto emerse dalla fitta boscaglia. Il sole del mattino iniziava a fare capolino dietro le vette delle basse montagne, rischiarando il cielo con una pallida luce. Le grandi nuvole avevano assunto un'intensa colorazione rosa e arancione, ed il cielo era di colore azzurro intenso. Una fresca brezza mattutina accolse i due ragazzi, quando raggiunsero la radura dove avevano passato la notte; il venticello leggero scompigliò loro i capelli, per poi giocherellare con la folta criniera dei due cavalli, che li seguivano con passo lento.

Niky aveva camminato per tutto il tempo accanto al suo rapitore, lanciandogli di tanto in tanto qualche occhiata sospetta attraverso le spesse lenti degli occhiali. Perché Billy the Kid, uno dei più famigerati banditi di tutto il selvaggio West, aveva deciso di intervenire in suo soccorso? L'aveva rapita, strappandola ai suoi fratelli per ragioni di cui era completamente all'oscuro, e quando lei aveva cercato di scappare, lui le aveva salvato la vita. Non riusciva davvero ad immaginare che cosa il giovane fuorilegge avesse in mente, e questo non faceva che aumentare sempre di più il senso di angoscia che cresceva nel petto della ragazza.

<< Non possiamo restare qui >> annunciò Billy ad un tratto, interrompendo il corso dei suoi pensieri << Di giorno saremmo troppo esposti, in questa radura. Dobbiamo cercare un altro posto, se non vogliamo essere trovati >>

Niky si avvicinò al giovane bandito, incuriosita << Non capisco, se mi hai rapita perché i miei fratelli ti inseguissero, perché non dovresti lasciare che ci trovino? >>

Lui scosse la testa << Non è dai tuoi fratelli che dobbiamo nasconderci, >> spiegò, mentre raccoglieva una grossa bisaccia e la legava alla sella del proprio cavallo con una corda << ...ma da Lucky Luke >>

<< Lucky Luke? >> ripeté la ragazza, sgranando gli occhi << Sta inseguendo anche te? >>

Billy annuì, continuando ad armeggiare con la fune << Immagino che ormai avrà saputo della mia evasione. Non sfugge nulla, a quel cowboy >>

Lei abbassò lo sguardo per un momento, colta da un pensiero improvviso. Se Lucky Luke avesse trovato Billy, lo averebbe certamente arrestato, e lei, non essendo ricercata, avrebbe potuto tornare dai suoi fratelli, una volta riuscita a mettere sufficiente distanza tra lei ed il cowboy solitario. Tutto quello che doveva fare era stare al gioco ed assecondare il suo rapitore, almeno fino a quando Luke non fosse stato abbastanza vicino.

Il giovane bandito sollevò lo sguardo sulla ragazza, e notò a sua espressione pensierosa << Ehi, ti sei incantata? >>

Niky sollevò il capo di scatto, e scosse la testa << No, no… Scusa… >>

<< Meglio così >> rispose il ragazzo con un'alzata di spalle. << Forza, in marcia. E non provare a scappare un'altra volta, >> la ammonì, lanciandole un'occhiata severa << ...o sarà peggio per te… >> Così dicendo, sollevò la Colt all'altezza del proprio viso.

La ragazza posò lo sguardo sulla lunga canna della pistola che riluceva sotto il pallido sole del mattino, emanando un bagliore sinistro, ed annuì nervosamente << Non scapperò >>

<< Ottimo >> commentò Billy con un ghigno, ed i due si rimisero in marcia.

 

*** *** *** ***

 

In quello stesso istante, qualche miglio più a sud, quattro uomini a cavallo stavano per fare il loro ingresso in una piccola città di pionieri. Il rumore degli zoccoli riecheggiava sordo per le strade quasi deserte, l'unico rumore a turbare la quiete del paesino ancora addormentato. Da una delle finestre provenne il forte russare di un uomo, ed in lontananza, un galletto solitario lanciò il suo richiamo stridulo al sole nascente.

<< Niky! >> chiamò Joe, guardandosi attorno << NIKY, DOVE SEI? >>

William lanciò un'occhiata alle stradine deserte, e si abbandonò ad un profondo sospiro. << È tutto inutile, Joe… >> disse, sconsolato << È da ieri mattina che cerchiamo Niky, e non c'è nessuna traccia di lei da nessuna parte! Sembra scomparsa nel nulla! >>

Jack annuì tristemente << William ha ragione, Joe. Penso che avremmo fatto meglio a rimanere a Trick Gulch e ad aspettare notizie di Billy, come una richiesta di riscatto… Non troveremo mai Niky, continuando a spostarci senza una meta da una città all'altra… >>

<< Ma allora non avete capito, razza di idioti! >> sbottò il fratello maggiore, lanciando loro un'occhiata di fuoco << Quel punk ci ha sfidati apertamente a seguirlo, è per questo che ha rapito Niky! Siamo noi, quelli che vuole… >>

<< Secondo te che cos'ha in mente, Joe? >> domandò William, preoccupato.

<< Credi voglia tenderci un'imboscata? >> chiese Jack, che come sempre condivideva i pensieri del gemello.

Joe scosse la tesa << Non ne ho idea, ragazzi >> ammise, abbassando lo sguardo sulle redini che stringeva in mano << Ma una cosa è certa: se si azzarderà a torcere un solo capello a nostra sorella, lo farò a pezzi! >>

William scosse la testa << Prima, però, dobbiamo trovarlo… E di questo passo, ho idea che ci vorrà un miracolo… >>

<< Non troveremo mai la nostra sorellina! >> piagnucolò Averell, portando entrambe le mani al viso.

<< NON DIRLO NEMMENO PER SOGNO! >> ringhiò Joe, paonazzo dalla rabbia << Riusciremo a trovare Niky, e la riporteremo a casa sana e salva! SONO STATO CHIARO?! >>

William, Jack e Averell si affrettarono ad annuire << Si, Joe… >>

<< Così va meglio! Continueremo a cercare Niky fino a quando non l'avremo ritrovata! E quando succederà… >> la sua espressione si rabbuiò mentre stringeva le redini con più forza, e nei suoi occhi scuri si accese una luce pericolosa << …niente e nessuno mi impedirà di riempire di piombo quello scarafaggio dai capelli rossi! >>

 

*** *** *** ***

 

Era quasi mezzogiorno, quando Billy the Kid annunciò di aver trovato un buon posto per accamparsi. Si trattava di un piccolo spiazzo erboso, situato tra il fianco scosceso di una montagna, ed un lungo ruscello. Le acque cristalline rilucevano sotto la luce del sole, e nel fianco della montagna, a livello del terreno, vi era una concavità abbastanza profonda da offrire riparo sia ai due giovani, che ai loro destrieri. << Si, ci fermeremo qui >> Il ragazzo si guardò intorno con aria convinta, ed annuì tra sé, come per confermare ciò che aveva appena detto.

Niky si abbandonò ad un sospiro di sollievo. Dopo ore di marcia, una sosta era esattamente quello che ci voleva. Inoltre, il sole era ormai alto nel cielo, e la temperatura si era alzata notevolmente, rispetto a quella mattina.

<< Lega i cavalli a quell'albero >> ordinò il bandito, porgendo alla ragazza le redini dei due cavalli.

Lei annuì, ed assicurò le lunghe cinghie di cuoio al tronco sottile di un albero sulla riva del ruscello.

Stracciatella nitrì, felice, ed affondò il muso nelle acque cristalline, bevendo avidamente, imitata dal cavallo di Billy.

Il giovane bandito si sedette sull'erba, ed appoggiò la schiena ad un grosso sasso, situato alle sue spalle. Quando la stoffa della giacca sfregò contro la ferita sul suo braccio, però, il ragazzo si lasciò sfuggire un gemito di dolore. << AHIA! >> Si strinse il braccio al petto e chiuse gli occhi, tentando di scacciare quella sensazione, ma invano.

Niky si voltò verso il suo rapitore, preoccupata. Notando la sua espressione, camminò verso di lui, e si inginocchiò a terra, lanciandogli un'occhiata preoccupata.

Sentendo i suoi passi, il ragazzo aprì gli occhi, e si ritrasse di scatto. << Ehi, che hai da guardare? >> berciò, rivolgendole un'occhiataccia.

<< Il tuo braccio… >> rispose lei, indicandolo con un cenno del capo << Ha l'aria di fare molto male… Potrei darci un'occhiata, se tu lo volessi… >>

Il bandito socchiuse gli occhi con aria sospettosa << Tu? >>

Niky annuì << Beh, sai, quando vivi in una famiglia come la mia, finisci con l'imparare qualcosa, di pronto soccorso… >> spiegò, rivolgendogli un sorriso imbarazzato << E poi credimi, è meglio non trascurare una ferita come quella. Potrebbe infettarsi, se non facciamo subito qualcosa… >>

Billy osservò la ragazza per qualche istante, come per capire se gli stesse mentendo. In fondo, lui l'aveva rapita; perché mai avrebbe dovuto aiutarlo? D'altro canto, per quanto si sforzasse di tenerlo nascosto, il dolore provocatogli dalla ferita lo stava davvero facendo impazzire. << D'accordo, suppongo che tu possa medicare la mia ferita, se ci tieni tanto… >> accondiscese, con un'alzata di spalle << Ma non provare a fare scherzi, altrimenti… >> si affrettò ad aggiungere, e sollevò nuovamente la pistola.

La ragazza annuì. << Devi togliere la giacca… >> lo informò timidamente.

<< Nessuno dice a Billy the Kid quello che deve fare! >> brontolò lui, ma fece come gli era stato detto, ed in pochi secondi la giacca di pelle marrone giaceva accanto a lui sul tappeto erboso.

Niky si avvicinò con cautela al bandito, e sollevò delicatamente la manica della camicia rossa che indossava, scoprendo il braccio di lui. Quando finalmente riuscì a vedere la ferita, la ragazza si morse istintivamente il labbro inferiore; il braccio di Billy era molto arrossato, e la pelle, nel punto in cui era stata colpita dagli artigli dell'orso, presentava due squarci lunghi diversi centimetri, ed incrostati di sangue rappreso.

<< Allora? >> domandò Billy, leggendo l'agitazione sul volto di lei << È molto grave? >>

La ragazza deglutì << Non sembra molto profonda, ma sarà meglio che tu la faccia vedere da un dottore. La situazione potrebbe peggiorare, se non facciamo qualcosa >>

Il bandito fece roteò gli occhi << Ora si, che mi sento meglio… >>

Niky scosse la testa << Dobbiamo trovare qualcosa per disinfettare la ferita >> disse gravemente << Immagino che tu non abbia dell'alcool, nella tua bisaccia… >>

Il ragazzo aprì la bocca per replicare, quando i due udirono un suono decisamente familiare: uno scalpiccio di cavalli al galoppo, seguito dal rumore delle ruote di una carrozza. Billy sogghignò: una diligenza. Si voltò verso la ragazza, e sorrise << Ecco la tua occasione per farti perdonare per avermi messo in questa situazione >> dichiarò, sedendosi dritto << Svaligia la diligenza, e procurati l'occorrente per curare la mia ferita >>

Niky spalancò gli occhi, sconvolta << Che cosa?! >>

<< Mi hai sentito >> rispose lui, serio << Ferma la diligenza, e fatti consegnare tutto quello che hanno. Ci sarà pure, in mezzo al bottino, qualcosa che possa fare al caso nostro! >>

<< M-ma… Io non ho mai rapinato una diligenza, prima… >> obbiettò la ragazza, la voce tremante per l'emozione.

Billy sbatté le palpebre, perplesso << Beh, allora direi che è arrivata la tua occasione… >> Stringendo i denti per lo sforzo, si alzò in piedi, e raggiunse il proprio cavallo. Infilò una mano nella bisaccia legata alla sella, e recuperò un vecchio revolver. Ne estrasse i proiettili, e lo porse al suo ostaggio << Ecco, prendi questa. E non dimenticarti di farti consegnare tutto ciò che trasportano >>

La ragazza prese la pistola tre le mani, riluttante, e scoprì che era piuttosto pesante. Lanciò un'ultima occhiata nervosa al giovane bandito, poi annuì. Si voltò verso la direzione dalla quale proveniva il rumore della diligenza in arrivo, e si avviò.

<< Un'ultima cosa… >> la chiamò Billy all'improvviso.

Lei si voltò, e vide che le sue labbra erano aperte nel solito sorriso sornione.

<< La tua pistola sarà anche scarica, ma la mia non lo é. Resterò nascosto tra i cespugli e ti terrò d'occhio. Se farai un solo passo falso… >> Non finì la frase. Non ce n'era bisogno.

Niky annuì nuovamente, e riprese a camminare, facendo del suo meglio per cercare di controllare il tremore che scuoteva ogni fibra del suo corpo. Aveva percorso solo qualche decina di metri, che la sagoma di una carrozza trainata da quattro cavalli apparve da dietro una delle colline.

“Ci siamo” si disse Niky, emozionata. Si legò un fazzoletto attorno alla testa, in modo da nascondere il proprio viso, ed aumentò la presa sul calcio della pistola, temendo che potesse scivolarle via dalle mani. Poi, con uno scatto, raggiunse il sentiero battuto dalle diligenze. Si fermò in mezzo alla strada, e levò alta la pistola, il cuore che batteva nel petto con un'intensità mai provata prima. << FERMI! >> gridò, con quanto fiato aveva in gola << QUESTA È UNA RAPINA! >>

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