Noah Skirata

di Dmitrij Zajcev
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Personaggi ***
Capitolo 2: *** 3964 BBY: Tatooine. Briefing ***
Capitolo 3: *** Tatooine parte II: Partenza ***
Capitolo 4: *** Tatooine parte III: Attacco ***
Capitolo 5: *** Duello fraterno ***
Capitolo 6: *** Confessioni ***
Capitolo 7: *** Assedio a Taris ***
Capitolo 8: *** Fuori tempo ***
Capitolo 9: *** Ricordi e Minacce ***



Capitolo 1
*** Personaggi ***


Personaggi Principali

Mandaloriani
  • Noah Skirata: Mandaloriano ventiquattrenne. Comandante della Squadra Rossa (Ge'tal Tsad) Noto come Ge'tal'alor" Capo Rosso.
  • Kaye Fett: Mandaloriana Diciasettenne. Esploratrice della squadra. Nota come "Ge'tal t'ad" Rosso due.
  • Azrael Sornell: Mandaloriano dicianovenne. Cecchino della squadra. Noto come "Ge'tal ehn" Rosso tre.
  • Rey Vevut: Mandaloriana sedicienne. Informatrice tattica e hacker della squadra. Nota come "Ge'tal Cuir" Rosso quattro.
  • Voca Skirata: Mandaloriano ventenne. l'esperto d'esplosivi e demolizioni della squadra. Noto come "Ge'tal Rayshe'a" Rosso Cinque.
  • Saro Ordo: Mandaloriana trentenne. Medico della squadra. Note come "Ge'tal Cuir" o "Mando'baar'ur" Medico di Mandalore.
  • Cassus Fett: Comandante in seconda di Mand'alor. Umano
  • Mandalore: Noto sia come Mand'alor che come Mandalor il definitivo (Te Ani'la Mand'alor) è il comandante supremo e signore dei mandaloriani. Taung
  • Demagol: Noto anche come il medico pazzo. Zeltron.
Sith/impero
  • Jlugh'enozu'aurune detto Ghenozua. Agente imperiale (cecchino) Chiss. Maschio.
  • Sic'haen'liqoi detta Chaenli. Agente imperiale (operativa) Chiss. Femmina
  • Darth Estus. Rattataki. Predatore Sith.
  • Lord Zaraj. Sith Lord miraluka, appartenente al DSI e capo dell'Inquisizione.
  • Lady Wound. Sith Lady Zabrak, capo dei Predatori Sith.
  • Darth Onslaught. Sith di razza sconosciuta. Secondo in comando dei Predatori Sith sul campo di battaglia.
Jedi/repubblica (esclusi i personaggi della Ribellione)
  • Caled Marr. Maestro Jedi in incognito
  • Aska Nyrluks. Togruta venticinquenne. Guardiana Jedi
  • Yacuo Riskomi. Mirialan quindicenne. Padawan di Aska
  • Darralec Hamdom. Umano cinquantasettenne. Commando repubblicano.
  • Yes'mesa. Twi'lek Ventiduenne. Canaglia contrabbandiere al soldo della Repubblica.
  • Revan. Umano. Comandante dei Revanchisti.
  • Malak. Umano. Amico di Revan, secondo in comando dei Revanchisti.

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Capitolo 2
*** 3964 BBY: Tatooine. Briefing ***


3964 BBY (3964 anni prima della battaglia di Yavin), Orbita del pianeta Tatooine. 

Luci rosse, rumori di passi veloci, voci concitate, odore di ozono e la sgradevole sensazione post- salto iperspaziale. Questo è ciò che vedo, sento, odoro e provo, mentre mi alzo lentamente dalla branda. Mezzo addormentato, mi avvicino al lavandino del mio alloggio sulla Auretiic Naast, la "Foreign destroyer". Lentamente, mi sciacquo il viso, osservandomi allo specchio come se fosse la prima volta. Ventiquattro anni. Sono un Taung di ventiquattro anni, e ne dimostro almeno dieci di più. Solo i miei occhi smeraldini dimostrano la mia vera età, pieni di forza e desiderosi di entrare in battaglia, come un bambino alla sua aka d'iniziazione, desideroso di eliminare gli Auretiic della Repubblica, quegli sciocchi non mandaloriani. Alzo lo sguardo sul soffitto, mentre sento gli altoparlanti avvisare che siamo arrivati sull'orbita di Tatooine. Luci rosse. Non dobbiamo partire ancora. Vuol dire che il comandante Cassus Fett non ci ha ancora dato i briefing e i compiti necessari. Accarezzandomi i lunghi capelli neri tenuti in trecce dread, neri come lo spazio profondo, mi avvicino all'armadio dell'alloggio e digito il codice di sblocco della serratura magnetica. L'armadio, aprendosi, sembra che mi voglia abbracciare, con la mia beskar'gam e le mie besbe'trayce rispettivamente al centro e sulle ante interne dell'armadio: placche verde, il dovere di ogni mando'a ad obbedire a Mand'alor e a seguirlo, su veste nere, a significare la giustizia dei Mando'ade. Anche il simbolo dei mandaloriani, il teschio di mitosauro, è color nero. L'elmo, nero con i bordi verdi, è l'ultima cosa che devo indossare. Non voglio attivare subito il mio visore elettronico. Lentamente, come se non dovessi entrare in battaglia, come se mi stessi vestendo solo per andare in giro per la nave, durante il salto iperspaziale, indosso la mia seconda pelle. Solo allora, mi sento veramente me. Senza la mia armatura, come penso tutti i mandaloriani, non sarei nemmeno nudo… non avrei nemmeno una pelle. È vero ciò che dicono sempre gli anziani… "Verd ori'shya beskar'gam." Un guerriero è più che la sua armatura, ma la vera pelle di noi mandaloriani è questa. Questa armatura in beskar, in ferro mandaloriano. Lo stesso nome lo dice: Beskar'gam: pelle di ferro. Sorridendo, osservo le cicatrici e le bruciature che porto con onore sull'armatura. Ogni cicatrice è una singola battaglia che ho combattuto e vinto. Dopo aver osservato e accarezzato la mia "pelle" come un bambino, prendo le armi che mi serviranno: Il jet-pack, che indosso come zaino è la prima cosa. La seconda sono le armi da mischia: un paio di vibrocoltelli, e due beskad, le spade a lama curva, tipiche di noi mandaloriani. Sulle due fondine che porto ai fianchi, infodero i miei squartatori mandaloriani: pistole blaster con caricatori a tamburo: ogni caricatore è da undici colpi, ognuno con una potenza di fuoco tale da aprire un buco di 5 cm di raggio nel punto d'impatto e di oltrepassare gli scudi personali, disattivandoli quel tanto che basta per sorpassarli. Ora mi mancano solo i due fucili, uno d'assalto e uno da cecchino, e i generatori shockwave. I primi li infodero su fondine apposite, presenti dietro il jet-pack in modo che siano incrociate. Gli shockwave, le ultime armi che prendo, li metto alla cintura in apposite "tasche". La loro potenza esplosiva è spaventosa: essere colpita dalle onde soniche rilasciate da queste granate strappa in due il corpo del pover'uomo o donna che ne è stato investito. 

Prima di uscire, prendo il mio Buy'ce e lo indosso. Sorrido, vedendo l'ormai familiare console che mi tiene collegato con la mappa del pianeta o della nave, con i miei compagni di squadra, la Ge'tal Tsad, e tutte le altre funzioni essenziali per svolgere le missioni. Il tutto controllabile con la retina e la voce. Quando esco dal mio alloggio, dirigendomi verso l'hangar, sento una voce femminile, familiare, che mi chiama. 

«Tal'vod! Aspettami!»

Rey Vevut. La mia sorella di sangue e adottiva, di otto anni più giovane di me. Per essere così giovane, Rey ha una grande abilità nel computer e con gli strumenti informatici. Come suo solito, mentre mi sta parlando, tiene in mano il suo datapad con cui cerca informazioni o si collega a console e sistemi informatici vicini per scaricarne informazioni e hackerarli. 

«Cosa succede Rey, sorella mia?»

«Guarda qui, Noah. Agenti imperiali. Ho saputo che verranno a darci supporto tattico.»

Si collega alla console del mio elmo, trasmettendomi una olo-comunicazione di poche ore fa, dove un chiss, esseri dalla pelle blu e dagli occhi rossi - a malapena riconoscibile a causa della luce blu dell'oloproiettore, avvisa con il suo accento sibilante l'arrivo di otto agenti imperiali, che verranno "agganciati" a ogni task force, due per ognuna. Scuoto la testa, scocciato. Li odio quei bastardi. Sia loro che i Sith, quei dar'jetii dannati. Non sanno combattere con onore! Sempre a lasciare il lavoro sporco agli altri! Sempre a usare inganni e sotterfugi per combattere!

«Haar'chak! Non mi piace affatto! Rey, ora andiamo all'Hangar. Mentre Cassus ci fornisce le informazioni di cui abbiamo bisogno, tu collegati al computer di bordo della Shadow Flame. Appena avremo le informazioni necessarie e ci sarà dato l'ordine di partire, andiamo. Con o senza agenti imperiali. Non mi importa niente di quei dannati.»

Furioso, mi dirigo verso il luogo della riunione, mentre mando un audio messaggio al comlink incorporato negli elmi al resto della squadra:

«Tenetevi vicini alla nave. Appena ci verrano dati gli obbiettivi della missione, Partiamo.»

Pochi minuti standard dopo, io e Rey arriviamo all'Hangar. Su una passerella, leggermente rialzata, vedo il nostro comandante nella sua classica armatura gialla con la cappa a coprirgli il braccio: Cassus Fett. Accanto a lui, quattro da una parte e quattro dall'altra, gli otto agenti imperiali. Non vedo l'ora che la riunione per il briefing di missione finisca, così possiamo andarcene immediatamente sulla Prudii Tracinya. Mi avvicino al resto della squadra, davanti alla nave, e osservo il nostro comandante, mentre ci dà gli ordini.
 
Glossario
Auretiic Naast: distruttrice dei forestieri (più generale non-mandaloriani).
Aka: missione
Beskar'gam: Armatura
Besbe'trayce: Armi
Mand'alor: Mandalore (signore dei mandaloriani)
Mando'ade: Mandaloriani (figli di Mandalore - inteso come pianeta -)
Verd ori'shya beskar'gam: un guerriero è più che la sua armatura.
Beskar: ferro mandaloriano
Beskad: spade a lama curva
Buy'ce: elmo
Ge'tal Tsad: Squadra Rossa
Tal'Vod: Fratello/sorella di sangue
Dar'jetii: Sith (arcaico)
Haar'chak: dannazione
Prudii Tracinya: Shadow Flame

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Capitolo 3
*** Tatooine parte II: Partenza ***


«Mando'ade, preparate le vostre armi ed affilate le vostre lame!»

La voce di Cassus, il luogotenente di Mandalore viene udita da tutti noi, sia coloro che la sentono - come me - dal comlink incorporato nell'elmo che indossano, sia da quelli che l'elmo lo stanno tenendo sotto braccio. 

«Quest'oggi, Tatooine sarà nostro!»

Un urlo unanime ruggisce tra le paratie dell'astronave, mentre Cassus spiega la strategia di conquista: come al solito, la mia squadra, la Ge'tal Tsad, sarà in prima linea per eliminare i nemici più pericolosi. Alcuni ci chiamano i fantasmi dei Dha Werda Verda, i famigerati guerrieri ombra che miliardi di anni prima combatterono su Coruscant contro un'altra razza. Certo, sono orgoglioso di essere definito tale, ma non mi sento da portare sulle spalle il peso di quei formidabili guerrieri. Mentre ascolto la strategia, noto che Cassus sta indicando due dei chiss, con i loro visi blu e gli occhi rossi come il sangue.
.
«I nostri alleati ci hanno avvisato della presenza di un Jetii e del suo apprendista, all'hangar di Mos Eisley. Noah Skirata: tu e la tua squadra scenderete per primi. Il vostro obiettivo è la jedi Aska Nyrluks e il suo padawan Yacuo Riskomi. Con voi verrano due agenti Imperiali. Pare che siano ansiosi di scendere in battaglia.»

«Sissignore!»

Mi giro verso i compagni di squadra e faccio loro cenno di andare alla nave. Sto per salire, quando i due agenti ci raggiungono, fermandomi. 

«Capo Rosso, ci aspetti!»

«Il mio nome è Noah, Chiss. Trattatemi col dovuto rispetto. Dite il vostro nome e salite sulla nave.»

«Io sono Ghenozua.»

«E io Chaenli»

«Bene, salite.»

Mi giro e senza più badare a loro do' gli ordini al resto della squadra.

«Rey, imposta la rotta. Kaye controlla sull'olomappa le due strade più veloci per raggiungere l'obbiettivo. Voca, Azrael: controllate le munizioni. Saro, controlla le scorte di Bacta e prepara sei pistole mediche.»

«Subito, Tal'vod.»

«Va bene, Ge'tal alor.»

«Andiamo subito, Ge'tal alor»

«Non ci vorrà molto.»

Seguo Kaye nella cabina di pilotaggio, dopo aver dato gli ordini a tutti, scuotendo il capo. 

«Kaye, baatir te auretyc.»

«Tal'vod, nayc baatir. Ni ven narir.»

«Ori'jate. Se c'è bisogno, sono nella sala comunicazioni.»

ciò detto, mi alzo, dirigendomi verso la sala comunicazioni, una piccola stanzetta, cinque metri per due, con una parete piena di schermi e una console davanti ad essa. Mi siedo e attivo la console e gli schermi, per osservare le varie parti della nave. Attraverso le telecamere osservo Azrael e Voca sfidarsi a pazaak, un classico gioco di carte, in cui bisogna raggiungere il valore di 20, senza superarlo, grazie a delle carte il cui valore andava da -6 a +6. 
Azrael, con l'armatura nera ( a significare Giustizia, la giustizia mandaloriana) sta vincendo contro Voca, che indossa un armatura rossa e verde (il dovere nel seguire le mie orme e quelle di nostro padre, morto durante le guerre sith). 
Il primo ha gli occhi castani e capelli neri, pettinati a spazzola. Mio fratello invece ha i capelli corti, tipici di chi si è rasato da poco, dato che teneva la sua chioma come quella di nostro padre, in suo onore. i suoi occhi azzurri guardano sconsolati i crediti che vanno dalla sua tasca al tavolo e dal tavolo alla tasca di Azrael. Alle volte penso che Azra bari, ma non posso dirlo sicuramente.
Scuoto la testa, sorridendo, mentre cambio la telecamera da visualizzare.
Saro Ordo è in infermeria, a riempire le pistole mediche di Bacta, il liquido curativo conosciuto e venduto in tutta la galassia. Ha il viso olivastro, con capelli castani lunghi fino alle spalle, e gli occhi neri. La sua armatura è bianca, simbolo della purezza, o come dice lei: simbolo dei medici. Sorrido e premo un altro tasto, osservando Kaye. 

La ragazza, coi suoi capeli rossi acconciati in trecce che ne percorrono il cranio fino alla nuca, sta controllando diversi percorsi possibili per raggiungere gli hangar dove è presente la nostra preda. Gli occhi smeraldo di Kaye si muovono costantemente dal suo datapad, un palmare interattivo che funziona come diario di bordo, briefing e mappa, all'olo-mappa di Mos Eisley. Un ultimo controllo è nella stanza dove hanno preso alloggio i due imperiali, per il momento.
Entrambi indossano una veste nera, da ufficiale con tanto di piastrine, fornita di una fondina per blaster sul lato sinistro della cinta. A parte il viso dei due, uno più gentile e dolce nei lineamenti rispetto all'altro, è quasi impossibile distinguerli. Stessa capigliatura,stessa espressione. Probabilmente la ragazza ha una fascia di pelle a schiacciarle i seni per farla sembrare un maschio. Sto per chiudere il collegamento, quando li sento parlare nella loro lingua d'origine, in Chiss stretto. Maledicendoli mentalmente, metto la videocamera in modalità di registrazione, da quando incominciano a parlare in poi. Quei due bastardi non me la contano giusta. Finito il giro di controllo, mi alzo dalla sedia sulla quale mi ero seduto precedentemente e ritorno nella cabina di pilotaggio, buttandomi sul sedile del co-pilota.

«Sono preoccupato, Kaye. Quei due Chiss non me la contano giusta.»

«Perché? meg baatir'gar?»

«Basta sentire le registrazioni. Meg Auretiic parlano in chiss stretto, dannazione.»

«Udesii. Siamo quasi arrivati. Ci penseremo dopo, va bene?»

«Va bene, Kaye.»

Attivo il comunicatore interno della nave, avvisando il resto della squadra e i due imperiali.

«Stiamo per atterrare. Preparatevi a scendere a terra, ragazzi. Ci divideremo in due squadre da quattro membri ciascuna.»

 
Mando'ade: Mandaloriani
Jetii:Jedi
Ge'tal Alor: Capo Rosso
Kaye, baatir te auretyc: Kaye, stai attenta ai non-mandaloriani
Nayc baatir: non preoccuparti
Ni ven narir: lo farò io
Ori'jate: molto bene
Meg baatir'gar?: cosa ti preoccupa?
Udesii: stai calmo

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Capitolo 4
*** Tatooine parte III: Attacco ***


Una volta scesi, tocco la spalla di Saro Ordo e le faccio ceno di seguirmi, mentre gli altri quattro membri della squadra si allontanano e tiro a me i due Chiss.

 

«Voi due dovete starmi attaccati al culo. Saro: Hukaat’Kama

 

«Ni’ven Cuyir gar Prudii»

 

Mi risponde lei, prima di mettersi l’elmo sulla testa. Con un sorriso, indosso l’elmo e mi dirigo verso Mos Eisley insieme a Saro e ai due Chiss.

 

Rey Vevut e la sua squadra si sarebbero spostati sul lato orientale di Mos Eisley e da là avrebbero raggiunto per via aerea l’hangar grazie ai loro Jet-Pack. Io, Saro Ordo, Ghenozua e Chaenli -invece -ci saremo diretti all’hangar 5 dal lato meridionale, per via terra.

Dopo esserci divisi, la mia squadra si sposta dal lato sud est a quello sud il più velocemente possibile. A giudicare dalle info ricevute, il lato sudorientale era pieno di soldati, ed era meglio evitare di allertare i Jedi.

Tra il nascondersi e il muoversi con attenzione, la strada presa ci fa impiegare quasi mezz’ora, prima di arrivare al lato sud, e dunque iniziare finalmente la missione.

 

«Saro, dietro di me. Voi due: Ai lati.»

 

Una volta posizionatisi in questa posizione, con Saro a guardarmi le spalle sia dai nemici che dai due imperiali, ci avviciniamo all’Hangar 5.

Nessuna guardia. Non va bene. Solitamente i generali repubblicani, soprattutto questi… Revanchisti, sono protetti da soldati pronti a crepare per loro. Sono preoccupato. Temo che sia una trappola. E non da parte dei Repubblicani.

Una volta raggiunta l’entrata, sento nel comlink la voce di Kaye, che conferma i miei dubbi.

 

«Tal’vod, siamo in posizione. Utel'a

 

«Meg

 

«NON C’È NESSUNO! L’hangar 5 è vuoto!»

 

«Collegati al visore del mio elmo e a quello di Saro e registra tutto.»

 

Le dico, insonorizzando l’elmo per non farmi sentire dai Chiss, per poi sfondare la porta con un calcio, entrando col fucile spianato, seguito dai due agenti imperiali e da Saro.

Kaye ha ragione. L’hangar è vuoto. Non c’è nessuno. Era solo una trappola.

Abbasso il fucile, sospirando, mentre sento il rumore di due blaster che si attivano, puntandosi alla mia nuca.

 

«Haar’chak. Bic ru’cuyir Jehaatir

 

«Chiamalo come vuoi. I nostri padroni pensano che tu sia fin troppo ingrombrante. Come tuo padre. L’Imperatore non potrebbe eseguire il suo piano se riesci a convincere il vostro… “re”. Abbiamo convinto Cassus a mandarti qui per poterti eliminare. Forza. Levati quell’elmo, avanti.»

 

«An serim

 

Lentamente, prendendomi tutto il tempo necessario, mi tolgo l’elmo, posandolo a terra, puntato verso i due chiss e mi giro di colpo, sospirando per la loro stupidità.

Accade tutto al rallentatore… o almeno io lo vedo così: Sento le pistole dei due Chiss fare fuoco, mentre mi sto girando, estraendo dalle fondine i due squartatori mandaloriani. Il primo colpo mi evita, il secondo mi colpisce al viso, facendomi sentire una fitta tremenda, come se mi versassero sull’occhio destro del fuoco liquido. Non pensando al dolore, non avendo tempo per ciò, faccio fuoco con le mie armi, colpendo alla spalla i due chiss e facendoli urlare di dolore. Dopo tutto i miei blaster aprono dei buchi di 10 cm di diametro, e vedere in ginocchio quei due Auretyc che si tengono il moncherino vale qualsiasi ferita.

In poco tempo il resto della squadra li butta a terra, immobilizzandoli, mentre io porto una mano verso l’occhio destro… ma non vedo nulla.

 

«Dannazione… mi hanno ferito all’occhio destro, non ci vedo più.»

 

«Ora torniamo alla Base. Una volta là, vai subito da Demagol.»

 

«Stai scherzando? Io da quel macellaio non ci vado!»

 

«O ci vai, o ti ci mando io a forza, su.»

 

 

Glossario

Hukaat’Kama: Guardami le spalle.

Ni’ven Cuyir gar prudii: Sarò la tua ombra.

Utel'a: Tutto Libero.

Meg?: Cosa?

Haar’chak. Ric ru’cuyir Jhaatir?: Dannazione. Era una bugia?

An serim: Va bene

 

Angolo Autore

Bene… si riprende in mano questa storia, abbandonata da… più di due anni. Però.

Il motivo per cui è rimasta a fermo tanto a lungo? Non trovavo più i capitoli che avevo scritto a mano, quindi non ho potuto ricopiarli sul computer, quindi non ho potuto metterli sul sito. Inoltre dovrò riprendere a scriverci qualcosa… forse… un giorno. Comunque per ora vedrò di mettere tutti i vecchi capitoli dentro, prima che finisca l’anno. Buona lettura.

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Capitolo 5
*** Duello fraterno ***


Ore dopo, ritorniamo sulla nave madre, io tenendomi una mano sull'occhio ferito, i due agenti imperiali scortati da Voca e Azrael che li spingono avanti.
Scesi dalla nave, Saro -preoccupata e incuriosita -mi si avvicina.

«Noah, come sapevi che era un inganno?»
«Semplice, Saro: ho dubitato di loro.»

Saro rimase a bocca aperta per poi darmi uno schiaffo tanto forte da farmi quasi perdere l'equilibrio, furiosa come non mai.

«Ti rendi conto che così facendo ci farai ammazzare tutti?»
«Meglio morti che sotto di loro»
«Udesii ti ibic gra'tua
«Hush! Piuttosto, portami in Infermeria. Voca: chiudi i chiss nel loro alloggio e fai la guardia. Rey, occupati di tradurre la loro conversazione.»

Dopo aver dato gli ordini, accompagnato dal medico della squadra, raggiungo l'infermeria dove mi distendo sul tavolo operatorio, sospirando leggermente agitato.

«Bene, bene, chi abbiamo qui?»

Una voce vellutata, dolce ma al contempo gelida, proveniente da un'altra sala operatoria, accompagna l'arrivo di Demagol, il capo della sezione medica dell'esercito di Mandalore. Come al solito la sua armatura è coperta in maggior parte da un camice medico. Non so minimamente quanti anni abbia. So solo che quando ero nato, lui era già al servizio di Mand'alor.

«Hai perso un'occhio ragazzo. È stata la Jedi?»
«No, Baar'ur. Sono stati i due Chiss. Traditori come tutti i sith.»

Il medico, fingendo di non ascoltare, si gira per prendere una siringa ipodermica piena di anestetico.

«Non preoccuparti, avrai presto un occhio migliore, più acuto di quello che hai perso.»

Mi dice, posando una mano sul mio capo e costringendomi a guardare in alto. L'ultima cosa che vedo, prima di venir addormentato dall'anestesia, è la siringa che scende verso di me, iniettandomi il liquido giallognolo nel collo.
Quando mi sveglio, ciò che noto per prima cosa è che finalmente ho una visione totale e non parziale del mondo circostante. Girandomi poi verso Saro, noto che -mentre con l'occhio sinistro la vedo normalmente -con l'occhio destro mi sembra di vedere Saro come se fosse dietro un'enorme lente d'ingrandimento.
«Demagol! Meg te haran gar'ganar narir
«Stai calmo. L'occhio bio-meccanico che ti ho innestato ha una potenza di ingrandimento che spazia da un 5x a un 20x. In altre parole l'occhio può farti da mirino senza che tu debba usarne uno.»
«Bene… e come faccio a tornare con la vista normale?»

Gli chiedo. Prima che lui possa rispondermi, l'occhio ritorna a “guardare” normalmente mentre sorrido compiaciuto.

«Oh, interessante: controllo nervoso del cervello all'occhio, giusto?»
«Esattamente, Noah.»

 

Sorridente, ringrazio Demagol e torno verso l'hangar insieme a Saro, mentre contatto gli altri del gruppo.

«Kaye -dico attraverso il comlink -hai tradotto tutto?»
«Si. Pare che siano sotto il diretto controllo di un certo Lord Onslaught. Mi dispiace, Noah. Non so minimamente chi sia. Non abbiamo uno straccio di informazioni su di lui, nel database.»
«Non importa. Porta tutte le informazioni e le registrazioni a Cassus.»
«Subito, vod.»

Chiusa la comunicazione, arrivo nell'hangar davanti alla nave con l'elmo sotto braccio, dove vedo Voca avvicinarsi a me e Saro, furioso come poche volte.

«Voca, che succede, fratello mio?»
«K'atini! Gar'cuyir ori'buyce, kih'kovid!»
«Capaani mirshmure'cye, vod?»

Gli chiedo, rimanendo stupito quando Voca mi colpisce in volto con un pugno, facendomi colare sangue dalle narici.

«Sei impazzito o cosa, shabuir

«Sei sempre te a comandare! E continuando a comportarti in questa maniera non farai altro che portarci verso la morte e a disonorare nostro…»

Con la rabbia che sale dal suo comportamento, prendo in mano l'elmo, scagliandoglielo in faccia, rompendogli il naso.

«Smettila di fare lo stronzo!»

Gli dico, prendendolo per la testa, sollevandolo.

«Se proprio vuoi fare a botte per il comando, sai come è il procedimento, di'kut: sfidami a duello davanti a Cassus e vedrai come ti spacco la faccia, così almeno ti entrerà qualcosa in quella zucca vuota che ti ritrovi!»

Dopo averlo praticamente invitato a sfidarmi, lo butto a terra, tornando sulla nave.
Diverse ore dopo, quando scendo dalla nave, vedo arrivare diversi Mando'ade pronti ad assistere al duello tra me e mio fratello. L'hangar fungerà da arena. Le varie casse di munizioni e viveri presenti in giro per la zona sono state raggruppate in modo da fare da delimitazione del “ring” dove io e Voca combatteremo. Stupito, noto che insieme a Cassus si è anche presentato il nostro Mand'alor, Te Ani'la Mand'alor, e Canderous Ordo. A quanto pare la notizia del duello per il comando della Ge'tal Tsad è rimbalzata peggio di un colpo di blaster in una stanza anti-blaster, se ha attirato l'attenzione di Mandalore e di Canderous.

«Noah Skirata: sei stato sfidato a duello dal tuo fratello minore Voca. In palio c'è il comando della vostra unità di combattimento. Accetti la sfida?»

Mi chiede Cassus, retoricamente. Un Mando'ad non rifiuterebbe mai una sfida, ma è una prassi chiedere se si vuole accettare o no.

«Elek. Accetto il duello. Essendo lo sfidato, impongo l'uso come armi delle Beskad e rispettivi foderi, oltre che il combattimento a mani nude. Inoltre, è vietato l'uso delle Beskar'gam dalla cintola in su.»

Mio fratello fa un cenno di assenso per poi entrare nel ring insieme a me, iniziando a togliersi i pezzi dell'armatura, dandoli ai nostro compagni oltre al ring insieme alle bandoliere e alle fondine, tenendo attaccati alla cintura solamente il fodero della nostra spada.

«Il primo che sarà troppo stanco per combattere, o che rimarrà a terra per più di 10 secondi sarà considerato sconfitto. Chi scapperà dal ring o userà trucchi sarà considerato sconfitto e il suo grado declassato. Potete usare solo le armi rese disponibili dallo sfidato e combattere in corpo a corpo. Gar'jurkadi

È Mand'alor a darci le regole e il segnale di inizio, facendo iniziare la sfida.

Voca è il primo ad estrarre la spada, lanciandosi a testa bassa contro di me nel tentativo di colpirmi con un fendente. A quell'attacco mi difendo alzando la spada ancora nel fodero e paro il suo attacco, facendo forza per farlo indietreggiare. L'intento è semplice: giocare con lui e farlo infuriare, in modo da aprire la guardia. Voca ha infatti una guardia quasi impenetrabile, ma è facile all'ira. Ciò vuol dire che stuzzicandolo mi è possibile sconfiggerlo.

«Forza, Voca. O preferisci continuare a fare l'ik'aad

Dico, dandogli del neonato. Ed è proprio il risultato che speravo, quello che è causato dal mio insulto: Voca mi attacca con un secondo fendente e io, grazie all'occhio cibernetico, capisco dove mirare, al fianco sinistro. Agilmente, blocco l'attacco con la spada, estraendola, mentre lo colpisco al fianco col Dalab in beskar e cuoio, prendendolo tra le costole e facendogli perdere l'equilibrio a causa della botta. L'occasione perfetta per il contrattacco. Alzando di colpo la spada, gli apro completamente la difesa e lo colpisco al volto con il pomolo della spada, facendolo cadere indietro e imprecare. Mentre mi avvicino a lui per tenere alta la tensione su di lui, si alza di colpo dandomi un calcio alla spada e al fodero, facendoli volare a mezzo metro da me.

«Sei disarmato, Noah! Dinui'laam

Mi dice, attaccandomi con diversi fendenti che non posso che evitare mentre indietreggio, non avendo dei bracciali addosso per pararli, ma nonostante i tentativi almeno un paio di volte lo sento ferirmi al petto.

«Hai smesso di comandarmi, vod

Un ultimo fendente, accompagnato da un affondo, mi dà l'opportunità di eliminare il suo vantaggio. Con l'ultimo attacco infatti mi piego ad evitarlo, arrivando al fodero e usandolo per bloccare la sua spada, disarmandolo e lanciando l'arma lontano da noi, mentre lo colpisco con una testata, facendolo indietreggiare.

«Se tu sfruttassi il tempo che passi a parlare a controllare l'ambiente, mi avresti già sconfitto, idiota. E ora vieni qui. Finiamola una volta per tutte. Ad armi pari.»

Il fratellino prova a colpirmi con un pugno che evito facilmente e cerco al contempo di colpirlo all'orecchio per destabilizzarlo, senza però accorgermi dell'altro suo pugno in arrivo, almeno fino a quando non sento le costole incrinarsi.

«Haar'chak

impreco, mentre cado in ginocchio dando l'opportunità a Voca di colpirmi al viso con una ginocchiata, buttandomi indietro col viso sanguinante e il naso sicuramente rotto.

«ah… merda…»

gemo dolorante, mentre sento Voca colpirmi al petto con un calcio, mentre sento le costole incrinate rompersi totalmente e farmi vomitare sangue. Voca mi prende per i capelli sollevandomi e cercando di colpirmi con un'altra ginocchiata, ma lo anticipo colpendolo con un pugno all'inguine e ribaltando la posizione: lui in ginocchio e io in piedi. Mi scrocchio le dita ansimando con fatica a causa delle ferite e mi preparo per l'offensiva.

Gli prendo il capo tra le mani, colpendolo più volte con delle ginocchiate, per poi buttarmi sopra di lui, iniziandolo a tempestare di pugni, fino a quando non si arrende, portando le mani davanti al viso. Ho vinto. Cado affianco a lui, vomitando sangue, tumefatto come lui a causa del duello, mentre Saro e Kaye si avvicinano, sollevandoci.

«olaror'bat. Jii gar t'ad ven'slanar at Demagol.»
 

 

Glossario
Udesii ti ibic Gra'tua
: Smettila con questa vendetta.

Hush: Zitta/o; silenzio

Baar'ur: medico
Meg te haran gar'ganar narir?: Cosa diavolo mi hai fatto?

K'atini! Gar Cuyir ori'buyce, kih'kovid: Zitto! Sei tutto elmo e niente testa (troppo autoritario)
Capaani Mirshamure'cye, vod?: Vuoi un pugno in faccia, fratello?
Shabuir: Insulto molto pesante
Di'kut: stupido/stronzo
Mand'alor: Mandalore (comandante dei Mandaloriani)
Te Ani'la Mand'alor: Mandalore l'indomabile
Elek: Si
Gar'Jurkadi: Combattete/Iniziate

Ik'aad: Bambino
Dalaab: foder

Dinui'laam: Arrenditi

Olaror'bat. Jii gar t'ad ven'slanar at Demagol: Forza. Voi due andrete da Demagol ora.

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Capitolo 6
*** Confessioni ***


Tre ore dopo, tra una visita da Demagol e un bagno di bacta – la sostanza medica in grado di curare quasi tutte le ferite – io e Voca ci ridirigiamo nel refettorio, dove decidiamo di prendere qualcosa.

«Dar'akaan, vod
«Elek

Siamo entrambi pesti, ma almeno i lividi iniziano a sparire grazie al bacta.

«Mi vuoi spiegare che diavolo ti è saltato in mente? Eri stato tu, alla morte di nostro padre a propormi come Ge'tal Alor

«È successo mentre ero a guardia dei due chiss. Li stavo sentendo parlare con un certo lord Onslaught.»
«Non mi piace questa cosa… vai avanti.»

Gli dico, anche se sospetto di sapere benissimo che cosa sia successo. Ma voglio che sia lui a dirmelo. In quel momento uno degli addetti al refettorio si avvicina a noi, chiedendoci se vogliamo qualcosa.


«T'ad ne'tra gal
«Bal t'ad tihaar

«Arrivano subito ragazzi.»


Quando arrivano le due birre e le altre due bevande alcooliche, faccio segno a Voca di andare avanti col racconto.

«Sono entrato per fermarli e chiudere l'olo-comunicazione… ma quel… quel lord Onslaught mi ha ingannato. Quel di'kut auretii mi ha convinto a sfidarti per ucciderti. A quanto pare non sei molto amato.»
«Haar'chak. Val copanii ni bah ramaana sa be cuun buir.»

 

Mi alzo, scuotendo il capo, per poi guardare Voca.

«Finisci pure anche i miei drink. Quei shabuir mi hanno tolto l'appetito.»

 

Dico, ridendo poi nel vedere mio fratello guardarmi stupito e scolarsi i quattro alcoolici. Non ci crede proprio a potersi ubriacare, una volta tanto. Per quanto ami bere, Voca non sa proprio reggere l'alcool.

«Gar'cuyir haryc b'aalyc

Gli dico, prendendolo in spalla, mentre lui, sbronzo marcio, inizia a biascicare.

«Vod… chome è morto noshtro padreh?»
«Morì durante le guerre Sith. I nostri… “alleati” avevano capito che Drox Skirata, nostro padre, stava cercando di convincere Mandalore l'Indomabile a non unirsi ai Sith. Lo uccisero mentre io e lui eravamo a caccia. Non mi notarono per pura fortuna ma io li vidi ucciderlo, e fecero credere che fosse morto a causa di una bestia selvaggia. Non mi credette nessuno…»
«E… e adeshsho i Shith voglhiono eliminarthi…?»
«esatto, vod
«oh… mi… mi dishpiasce averti attacchato, frathelhlo»

Biascica lui, mentre lo riporto alla nave completamente sbronzo.
Arrivati all'hangar vedo Cassus parlare con Rey e noto i i due Chiss in ginocchio, con le mani legate dietro la schiena.

«Cassus, che succede?»

Gli chiedo, avvicinandomi e lasciando Voca su una cassa di rifornimenti che biascica i versi della canzone sui Dha Werda Verda.

«Volevo proprio te, Noah. Rey mi ha mostrato tutte le registrazioni. A quanto pare volevano farti fuori di nascosto. Cosa vuoi fare con questi due Auretyc

Non gli rispondo. Estraggo semplicemente lo squartatore mandaloriano dalla fondina e premo due volte il grilletto, uccidendo i due prigionieri, sotto gli occhi attoniti di Rey, mentre Cassus porta una mano all'elmo.

«Goora be'chaaj te kyr'ade
«Ibic ven'nariti gar lo dush taap

Dice il comandante, mentre si allontana. Rey rimane lì a guardarmi senza parole.

«Ehi, mi hai sentito, no? Buttiamoli via.»


 

Glossario
Dar'akaan: Niente guerra. Tregua/Pace

t'ad ne'tra gal: due birre nere

bal t'ad tihaar: e due tihaar (bevanda alcolica)
Haar'chak. Val copanii ni bah ramaana sa be cuun buir: Dannazione. Vogliono uccidermi come nostro padre.
Gar'cuyir haryc b'alyc: sei stanco ed emotivo (ubriaco)
Dha werda Verda: Canzone Mandaloriana. Significa “I guerrieri nell'ombra”.
Auretyc: non Mandaloriani
Goora be'chaaj te kyr'ade: buttate i corpi.
Ibic ven'nariti gar lo dush taap: questo [gesto] ti metterà in una brutta situazione 

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Capitolo 7
*** Assedio a Taris ***


3963 BBY, Orbita di Taris, Orlo Esterno.

Dopo la facile vittoria conseguita a Janquo, la nave ammiraglia di Cassus Fett si è recata a Taris e la mia squadra si è unita ai combattimenti.
Atterrati alla Città Media di Taris, io e i miei compagni ci siamo fatti strada tra criminali e soldati repubblicani senza troppi problemi. Una volta ricongiunti con la forza d'invasione principale, alla Città Alta, io e la mia squadra ci siamo diretti insieme ad altri due mando'ade verso il Tempio Jedi.
A quanto dicevano le informazioni, erano rimasti in pochi i Jedi presenti al Tempio, rendendo più facile la conquista del loro prezioso tempio.
Con l'aiuto di Voca, l'esperto in esplosivi, ci siamo aperti un varco so ognuno uno dei livelli, per poter compiere la conquista velocemente. Dalle informazioni di Rey il Tempio di Taris si compone di circa nove livelli. Man mano che conquisteremo un piano, ci raggrupperemo. A me è toccato il penultimo piano in alto, forse quello più difficile tra tutti.
Appena entrato nel jetii'yaim estraggo la mia spada e la pistola, preparandomi a combattere contro tutti i Jedi che avrei affrontato. Attraverso ogni corridoio, esploro ogni stanza, eliminando tutti coloro che trovo. Quei rari jedi che trovo a dormire nonostante il frastuono proveniente da fuori, li sveglio per avere un duello onorevole con loro e sconfiggerli, per poi entrare in una camera di meditazione.
Qui trovo due jedi ad aspettarmi, con le spade laser accese dalle lame smeraldine: una Togruta e una Mirialan. Entrambe vestite con un'armatura da combattimento sotto la lunga tonaca Jedi. La maestra non ha le caratteristiche corna della sua razza, a causa di una ferita di tanto tempo fa, a giudicare dalle cicatrici che le vedo sul capo mentre ci studiamo a vicenda. La padawan è fin troppo gracile e giovane per essere pronta al combattimento. E quasi mi dispiace per lei, per essersi ritrovata in una situazione del genere.

«Mandaloriano, sei forse venuto a morire?»
«ne gotal'u ni nuhuna Jetii. Gar t'ad ven ash'amu.»

Dico, prima di rinfoderare lo squartatore mandaloriano e posizionarmi in guardia, osservando le due con attenzione. La Padawan, senza pensarci, inizia a corrermi contro urlando, furiosa. Paro il colpo che stava cercando di fare dall'alto in basso, lasciando scoperta la guardia e la colpisco al viso con un pugno, facendola indietreggiare di qualche passo mentre la maestra mi attacca ai fianchi, costringendomi a rotolare di lato per non essere colpito. Come mi rialzo, la vedo stendere un braccio verso di me e il mio corpo vola di qualche metro indietro, sbattendo contro il muro e facendomi crollare a terra dolorante. Dannazione ai Jedi e alla loro Forza. Mi rialzo in tempo per bloccare il secondo attacco della Padawan e le prendo i polsi, proiettandola verso la parete dietro di me e colpendola al collo con un calcio, tanto forte da sentire distintamente lo spezzarsi della colonna vertebrale sotto lo stivale di metallo.

«Yacuo! -urla la maestra, per poi prendere con la Forza la spada laser, attaccandomi con entrambe -morirai dannato bastardo!»

E pensare che l'ira è una cosa dei sith, mi dico tra me e me mentre corro contro la jedi, evitando di un soffio un'altra spinta della Forza spostandomi di lato. Il rumore della Beskad contro la spada laser della donna riempie completamente le mie orecchie, da non accorgermi della seconda spada laser che mi colpisce a un'apertura dell'armatura per permettermi di muovermi, facendomi piegare in ginocchio dal dolore. Evito per un colpo di fortuna la lama di lei e la colpisco al ventre con la spada, estraendola e colpendola di nuovo al ventre mentre sento il rumore del sangue di lei che dalla bocca cola sull'armatura, gocciolando lentamente. Il terzo colpo, invece è diretto verso la gola, spingendo con entrambe le mani. Una sull'elsa e una sul pomolo.
Una volta uccisa la Jedi, mi appoggio a una delle poltroncine e da uno dei contenitori che tengo in vita estraggo una piccola siringa di bacta che mi inietto poco sopra la ferita, per sigillarla, stringendo i denti dal dolore. Finito di medicarmi, mi tolgo l'elmo, posandolo a terra per un attimo, prima di sentire il mio nome.

«Noah Skirata. Ci si incontra finalmente.»

Dicono due uomini incappucciati provenienti dalla stessa stanza dalla quale sono entrato. Un maschio e una femmina. L'uomo ha indosso un'armatura di metallo che mi rende impossibile capire chi egli sia in realtà. La donna è una zabrak, riconoscibile dalla corona di corna e i tatuaggi rossi e neri tipici di tutti i sith di quella razza. Appena mi alzo, la Zabrak mi corre incontro talmente veloce da prendermi di sorpresa, senza che potessi prendere l'elmo o la spada, tranciandomi il braccio sinistro sotto l'ascella, facendomi cadere in ginocchio mentre urlo dal dolore. 'È così che morirò?' penso, mentre mi tengo la ferita ancora calda e sento l'odore della carne bruciata aggredirmi il naso. 'ucciso da due sith, facendo credere che sono stati i Jedi?' furioso, non volendo che mio fratello o gli altri della mia squadra siano ingannati di nuovo dai sith, prendo la prima arma vicino a me, la spada laser della togruta e la accendo, scagliandomi verso la Zabrak, che però riesce a parare il colpo e mi spinge indietro con un calcio. L'altro sith, approfittandone, prova a colpirmi alla schiena, ma riesco a evitare il colpo, spingendo via la sua spada e colpendolo al petto con la spada laser, uccidendolo sul posto.

«Solus dircyr. Solus at slana

Mormoro, guardando la Zabrak.

«Oh, sei riuscito a uccidere darth Onslaught. Complimenti. Ma io sono molto più forte di quell'ammasso di carne e metallo.»
«Quindi fu lui a ingannare mio fratello. E tu chi sei?»

La sith fa un inchino sarcastico, puntandomi poi la spada contro, con un ghigno.

«Darth Wound. Capo dei Sith Predatori.»
«Beh, Darth Wound, preparati a raggiungere il tuo compagno all'inferno.»

Le dico, correndole contro con la spada pronta ad attaccarla, ma spostandomi di lato quando mi corre incontro, in modo da evitarla e le salto addosso con una spallata, buttandola a terra. Mi metto sopra di lei per colpirla quando vengo sollevato in aria e colpito da dei fulmini violacei che scaturiscono dalle sue mani, facendomi urlare di dolore, mentre sento più di 10.000 volt iniziare a turbinare e ballare dentro di me.

«Ora morirai, Mandaloriano. E nessuno saprà mai che sono stata…»

Cado a terra, sbattendo contro una poltrona e rotolando a terra dolorante, mentre vedo la donna finire in ginocchio con un buco in pancia. Dietro di lei, mio fratello con la pistola ancora fumante.

«Noah!»
«Vodhibii'ni at Demagol…»

gli mormoro, prima di svenire per le ferite, risvegliandomi sul tavolo operatorio, quasi cinque ore dopo, con un braccio meccanico addosso.

«jate… ni'cuyi beskar'ad'agol…»

Mormoro, guardandomelo sospirando. I miei fratelli mi raccontano che mi hanno trovato che venivo torturato dalla zabrak e che Voca mi aveva salvato. Ora Taris è nostra. Per le azioni compiute, Cassus ha fornito ognuno di noi della Ge'tal tsad di un besui'ilik, un droide da guerra Basilisk. E che la nostra prossima missione sarà a Jebble. Sospirando, mi metto di nuovo sul lettino, col braccio meccanico sul volto nel tentativo di riposare un altro poco, prima di partire verso quel pianeta ghiacciato…
 

Glossario
Jetii'yaim
: Tempio Jedi (letteralmente: casa dei Jedi)

Ne gotal'u ni nuhuna, Jetii. Gar t'ad ven ash'amu: non farmi ridere Jedi. Voi morirete.
Solus dircyr. Solus at slana: uno morto. Uno vivo (in inglese è “One down. One to go”)

Vod… hibii'ni at Demagol: Fratello… portami da Demagol
Jate… ni'cuyi beskar'ad'agol: bene… sono un cyborg (letteralmente Beskar'ad'gol si tradurrebbe con “droide di carne”).
Besui'ilik: Droide da Guerra Basilisk.

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Capitolo 8
*** Fuori tempo ***


Pianeta di Jebble, settore di Ojoster, Orlo Esterno.

Mi sento cadere, mentre la porta della cella criogenica si apre, facendomi finire tra le braccia di due mando'ade.

«Tion vaii ni cuyi
«Sei a Jebble, Mandaloriano. Come ti chiami?»

Mi dice uno dei due, dall'armatura diversa dai suoi compagni, come forma, comprendo che è il capo.

«Tion meg simir bic cuyi
«Secondo anno della guerra dei cloni.»
«Tion Arasuumi'adate b'akaan
«Da dove provieni, Mando'ad? Da quale settore?»
«Teh Taris… ni ru'akaani sha Taris.»

I mandaloriani si guardarono tra loro bisbigliando qualcosa per poi guardarmi… mi gira la testa da morire.

«Come ti chiami, Mandaloriano?»
«Noah…Noah Skirata. Tion'ad cuyi'gar

«Il mio nome è Pre Vizsla. Sono a capo della Death Watch. »
«Ni ne baati meg gar alor be. Tion vaii'val ner buire


Dico guardando verso il capo di quel gruppo.

«I tuoi parenti? Noah… sono passati più di duemila anni dalle guerre Mandaloriane!»

Scoppio a ridere, nervosamente.

«Gar sirbu nuhun! Ni n'urmankala gar

Urlo, guardandolo furioso.

«Tion vaii'kaysh Voca?»


Il capo fa un cenno a uno di loro, che mi consegna un datapad dopo aver aperto un archivio. Tutti i soldati morti durante le guerre Mandaloriane.
Scorro con paura di trovare i nomi dei miei compagni finché…
“Voca Skirata. KIA. Malachor V. 2960 anni prima della Battaglia di Ruusan.”
“Kaye Fett. KIA. Malachor V. 2960 anni prima della Battaglia di Ruusan.”
“Azrael Sornell. KIA. Malachor V. 2960 anni prima della Battaglia di Ruusan.”
“Rey Vevut. KIA. Malachor V. 2960 anni prima della Battaglia di Ruusan.”
“Saro Ordo. KIA. Malachor V. 2960 anni prima della Battaglia di Ruusan.”
“Noah Skirata. MIA. Jebble. 2963 anni prima della Battaglia di Ruusan.”

 

Senza parole, lascio cadere il Datapad, cadendo in ginocchio e tremando come un adiik. No… non è possibile. È solo un sogno. Sto ancora dormendo nella cella criogenica.

«Erano loro i tuoi parenti? Sei stato considerato scomparso in azione per quasi tremila anni.»

Non gli rispondo. Sono ancora in ginocchio senza credere a quello che mi è successo.

«Voca -sussurro -Ni su'cuyi, gar kyr'adyc, ni partayli, gar darasuum

Non guardo gli altri mandaloriani, ma so che hanno chinato il capo e posato una mano sul petto. Lo sento dal rumore del guanto contro il pettorale di beskar.

«Tion Bal jii… meg ni'lise ven'nari
«Puoi unirti a noi, alla Death Watch. Ci saresti utile. Mandalore è in una guerra civile.»
«Tion neverd'akaan?Tion Me'bana
«Per favore, parla in Basic. Il Mando'a non lo parla quasi più nessuno e faccio fatica a comprenderti. Quanto a quello che è successo a Mandalore… sappi che si è instaurato un governo di pacifisti.»

Lo guardo, stupito, tirandomi su debolmente. Non sono ancora nel pieno delle forze… e sapere che i miei compagni sono morti da quasi tremila anni mi hanno reso ancora più debole.

«Pacifisti? Stai scherzando, Viszla. Mandalore pacifista… mi dirai anche che abbiamo perso la guerra contro i Jedi nella quale combattevo.»
«È così, Noah. La repubblica ci sconfisse a Malachor V, dove i tuoi fratelli sono morti. E ora a guidare Mandalore c'è una donna, Satine Kryze. E questa donna ha deciso di abbandonare le vecchie vie di Mandalore in cambio di una vita da pacifisti.»

Stringo i pugni, furioso. È un affronto. A me, ai miei fratelli, a coloro che sono morti nel rispetto delle tradizioni.

«Che ci facevi lì dentro, comunque? Sei l'unico mandaloriano che abbiamo trovato. Tutte le creature restanti erano rakghoul.»
«Ero stato ferito da uno di loro… mi sono fatto ibernizzare per evitare di diventare uno di loro. A quanto pare l'infezione si è congelata.»

Mormoro, notando subito che alcuni di loro si sono subito agitati e hanno portato le mani verso i loro blaster.
Facendomi spazio tra loro, vado verso uno dei vecchi hangar, seguito dai membri della Death Watch. C'è ancora un Basilisk. A quanto pare Voca lo lasciò qui come regalo d'addio… chissà come se la cavò senza di me. Nell'hangar vicino a quello del Basilisk c'è un'altra sorpresa: la mia nave… la Prudii Tracinya. Ma penso che la chiamerò Wherda Tracinya.

«Aiutatemi a caricare sulla nave il Basilisk e andiamocene da qui. Voglio vedere la base della vostra… Kyr'tsad

Dico, salendo sulla nave e aprendo il portellone della stiva per caricare il droide da guerra.

«Noah, posso chiederti una cosa?»

Mi dice Pre Viszla, avvicinandosi a me prima che mi diriga verso i comandi.

«Si,chiedi pure.»
«Posso sapere che cosa c'è sotto il tuo elmo? Chi sei veramente?»
 

Con un cenno d'assenso tolgo l'elmo mostrandogli il mio volto. La sua reazione stupita mi da conferma di un'altra pugnalata al cuore. Sono l'ultimo Taung dell'intera galassia. Sono l'ultimo della mia razza. Con la mia morte gli antichi Mando'ade saranno estinti.
Lentamente mi rimetto l'elmo sul capo e mi dirigo con passi pesanti verso la cabina di pilotaggio della mia nave e, con qualche difficoltà dati i lunghi anni senza utilizzo, riesco a far ripartire la nave, saltando nell'iperspazio insieme al resto della Death Watch. Verso Una nuova vita, verso una nuova guerra… da solo.
Impostate le coordinate seguendo le navi della Death Watch, mi avvio verso il mio alloggio, notando però delle luci provenire dalla sala comunicazioni. Messaggi. Strano.
Mi avvicino, andando a vedere le date: Sono quasi più di cento messaggi, tutti nel periodo compreso tra il secondo anno del Conflitto vero e proprio, dunque dopo la mia ibernazione, e l'ultimo anno di guerra, prima della Battaglia di Malachor V. E sono tutti di Voca.


 

Glossario [Tion è un prefisso per le domande]

Tion vaii ni cuyi?: Dove sono?
Tion meg simir bic cuyi?: Che anno è?
Tion Arasuumi'adate b'akaan?: Guerra dei cloni? [Letteralmente: Guerra delle stesse persone]
Teh Taris… ni ru'akaani sha Taris: Da Taris… ho combattuto a Taris.
Tion'ad cuyi'gar?: Chi sei?
Ni ne baat meg gar alor be. Tion vaii'val ner buire?: Non mi importa di chi sei il capo. Dove sono i miei fratelli [Parenti]?
Gar sirbu Nuhun! Ni n'urmankala gar!: Stai scherzando! Non ti credo!
Tion vaii'kaysh Voca?: Dove è Voca?
Adiik: Bambino dai 3 ai 13 anni
Ni su'cuyi, gar kyr'adyc, ni partayli, gar darasuum: ricordo funebre. [Io sono ancora vivo, ma tu sei morto. Io ti ricordo, dunque sei eterno.]
Tion Bal jii… meg ni'lise ven'nari?: E ora… che cosa farò?
Tion neverd'akaan? Tion me'bana?: Guerra civile? Che è successo?
Wherda Tracinya: Shadow Flame (Ha sostituito il termine Prudii con quello più antico Wherda per indicare la sua provenienza dal passato).
Kyr'tsad: Death Watch. Letteralmente: Società della Morte.

 

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Capitolo 9
*** Ricordi e Minacce ***


«Quattordicesimo anno della Guerra contro la Repubblica. Settore di Duro.»

A parlare è Voca. È cresciuto, dall'ultima volta che l'ho incontrato, a Jebbles… più di duemila e novecento anni prima della re-sincronizzazione di Ruusan. Siamo in viaggio da Jebble a Concordia, la luna di Manda'yaim. Mi chiedo come sia ridotta ormai la capitale. Il capo della Death Watch, un umano di nome Pre Viszla, ha detto che l'attuale governo mandaloriano è alleato con la Repubblica, e che predica il pacifismo. Ma ora… ora che sono solo, su una nave troppo grande per me, con troppi ricordi per poterli soffocare, non mi importa di questi evaar'la Mando'ade… è da quando sono partito da Jebble che sto guardando in loop l'olo-diario che Voca, Rey, Kaye ed Azrael hanno scritto per me in tutti questi anni…

«Ori'vod… vorrei che fossi qui. Abbiamo raggiunto il settore di Duro e l'abbiamo conquistato. Siamo a pochi parsec da Coruscant, dal cuore della Repubblica. Potremmo distruggerla, conquistare la Repubblica e finire questa guerra. In quest'anno in cui non ci sei stato… sono successe tante… troppe cose. I Jedi si sono organizzati, guidati da un guerriero noto come Revan. Demagol… è morto. Abbiamo saputo che è stato ucciso nel suo pianeta natale, ma non sappiamo minimamente quale esso fosse. Kaye è diventato il nuovo capo della Squadra Rossa, e m'ha incaricato di mandarti ogni volta che è possibile un rapporto… avremo tanto da raccontarti quando ti sveglierai…»

Vedo mio fratello sfocato… non riesco a vederlo bene. Sto piangendo… senza accorgermene, mi sono buttato in ginocchio, piangendo come un bambino… l'ultima registrazione è interrotta a metà… l'ho già vista… e man mano si sta avvicinando. E sapere che cosa fosse successo a lui… a tutti i miei vode… fa male… più di ogni colpo di blaster. Sono l'ultimo dei Taung. Sono l'ultimo della mia razza e della mia famiglia… e mi sento come morire ancora una volta a ogni parola di uno di coloro che furono la mia famiglia. Ogni parola è una cicatrice. A ogni parola posso solo immaginare le loro sofferenze nell'attimo della morte. E ogni volta il dolore si rinnova ancora. E ancora. E ancora. Fino a sopraffarmi. Non ascolto nemmeno più la voce di Voca… almeno fino a quando… fino a quando non sento sette. Maledette. Parole.

«Sedicesimo anno di Guerra. Sistema di Malachor…»

No…non posso vederlo di nuovo… non posso…  ma nonostante io non voglia… alzo la testa. Voca è ferito, è senza un'occhio… ha una benda sul volto. Vedo per un attimo Azrael, che corre verso le torrette.

«La situazione è veramente shu'shuk. Revan ha attirato l'intera flotta Mandaloriana intorno a Malachor V… siamo sotto fuoco intenso. Non so quanto la comunicazione… resi…rà… Noah…»

La trasmissione è confusa… ma dopo pochi minuti ritorna funzionante. Con le notizie peggiori con sé. È Kaye a parlare, stavolta. Sta piangendo.

«Noah! Mand'alor… kaysh'bui kyrayc…Revan… Revan l'ha ucciso!»

Poco dopo, vedo la figura di Kaye tremare. Il generatore di Massa Oscura creata da Revan è stato messo in funzione.

«Noah… la… stia… preci…NOAH! Aiu…»

La comunicazione si chiude di colpo, mentre la nave di Kaye e Voca… precipita, schiantandosi sul pianeta come quasi tutta la flotta mandaloriana e quella repubblicana. Con loro muore anche l'intera razza dei Taung, tranne me.

«Noah… mi senti? Sono Hunn Wruhl. Siamo arrivati a Concordia. Preparati a uscire dall'Iperspazio.»
«Vor'e, Hunn. Vi sono in coda.»

Dico, alzandomi e rispondendo al comlink, per poi dirigermi alla cabina di pilotaggio.

«Ni su'cuyi, gar kyr'adyce, ni partayli, gar darasuum, vode.»

Mormoro, mentre dentro di me qualcosa inizia a crescere. Un desiderio di morte… un desiderio di distruzione. Inizio in quel momento a desiderare di morire in guerra, di morire in battaglia e raggiungere dunque i miei fratelli e le mie sorelle.

Una volta sceso, Pre Viszla mi si avvicina, togliendosi l'elmo e dandomi ufficialmente il benvenuto nella Death Watch.

«Dimmi, Pre… chi sono i nostri Tomade
«La Confederazione dei Sistemi Indipendenti, guidata dal Conte Dooku. Loro ci aiuteranno a liberarci di Satine Kryze.»
«Abbiamo solo Concordia, come base?»
«No. Anche su Concord Dawn e sulla luna di Dxun.»
«Dunque la vecchia base mandaloriana è stata mantenuta sulla Luna dei Demoni. Mi recherò là dopo aver finito di riparare la nave e il Basilisk. Ma prima voglio che Satine abbia un messaggio da parte mia. Un messaggio da mostrare a tutta Mandalore.»

Dico, per poi risalire sulla nave, rimettendomi l'elmo e registrando un messaggio che avrei fatto mandare a Keldabe, la capitale.


Quattro giorni dopo, con l'aiuto di alcuni membri della Death Watch, sono riuscito a mandare il messaggio su tutta l'Holonet di Mandalore e io -incappucciato in modo da non essere riconosciuto, osservo da un vicolo tutta la scena.

«Evaar'la Mando'ade. Io sono Noah del clan Skirata. Appartengo alla Death Watch e non temo di affrontare voi e la Repubblica. Gar'bui digur mando'ade an meg r'akaanir jetiise! Voi state sputando sui nomi di coloro che morirono per ciò che credevano. -Dice la mia registrazione, per poi mostrare gli ologrammi di Cassus, dei membri della Ge'tal Tsad, di Canderous Ordo, di Te Ani'la Mand'alor -Gar n'ijaat gar kyrayce. Gar n'ijaat gar buire meg ash'amu ti ijaat o'r kyrbej. Colui che vi parla, lo sa eccome, di cosa sta parlando. Io sono l'ultimo della mia razza. -Continua la registrazione, tornando a mostrarmi mentre mi tolgo l'elmo, mostrando il volto dell'ultimo Taung esistente della galassia -Io sono l'ultimo Taung e ultimo Mando'a che ha combattuto contro i Jedi durante le guerre Mandaloriane. Siete così sicuri di essere nel giusto, nell'ascoltare una Auretii che parla di pace, mentre Mandalore è sempre stata simbolo di guerra e battaglia?»

Infine, lascio un simbolo a chiudere la registrazione. Un cerchio fornito di punte, il simbolo dei Crociati Mandaloriani, con sopra il simbolo della Death Watch.


 

Glossario
Manda'yaim
: Mandalore (il pianeta)

Evaar'la Mando'ade: Nuovi Mandaloriani
Ori'vod: Fratellone, fratello Maggiore.

Vode: Fratelli.

Shu'shuk: un disastro, una catastrofe.

Mand'alor…kaysh'bui kyrayc: Mandalore… è morto…

Vor'e: grazie.

Ni su'cuyi, gar kyr'adyce, ni partayli, gar darasuum, vode: Io sono vivo, ma voi siete morti. Io vi ricordo, dunque siete eterni, fratelli.

Gar'bui digur mando'ade an meg r'akaanir jetiise: Avete dimenticato i Mandaloriani che combatterono contro i Jedi.

Gar n'ijaat gar Kyrayce. Gar n'ijaat gar buire meg ash'amu ti ijaat o'r kyrbej: State disonorando i vostri morti. State disonorando i vostri padri che sono morti in Battaglia.

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