Eric's sister: Erika

di Vallinz_00
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Benvenuta a bordo sorellina ***
Capitolo 2: *** Un'accoglienza piuttosto amara ***
Capitolo 3: *** Non azzardarti mai più ***
Capitolo 4: *** Febbre, passato e Divergenti. ***
Capitolo 5: *** Esperienza 'inedita' pt.1 ***
Capitolo 6: *** Esperienza 'inedita' pt.2 ***
Capitolo 7: *** Problemi pt.1 ***
Capitolo 8: *** Problemi pt.2 ***
Capitolo 9: *** Gli stessi maledetti minuti ***
Capitolo 10: *** Sono davvero in pericolo ***
Capitolo 11: *** Notte insonne ***
Capitolo 12: *** Sensi di colpa ***
Capitolo 13: *** Segreti ***



Capitolo 1
*** Benvenuta a bordo sorellina ***


PROLOGO
 
L'acqua del lago è gelida. Non riesco a vedere bene il fondale. Sembra ci siano solo fango e alghe. 
Sento mancarmi il fiato. 'È una stupida simulazione Erika, continua...' Mi ripeto. 
 
Mi sveglio di soprassalto sulla poltroncina della sala simulazioni. 
-Alzati- mi incita Tori. 
-Qual è il risultato?- chiedo impaziente.
Lei mi guarda pensierosa, alla fine cede e mi annuncia la verità.
-Inconcludente.- Ha un tono preoccupato.
-Eruditi, Intrepidi, Abneganti, Pacifici e Candidi- Aggiunge.
-Che significa?- chiedo.
-È molto raro come risultato. Sei una Divergente.- 
I Divergenti. Tutti considerano i Divergenti un pericolo per la società. 'Devono essere eliminati.'
Mi riecheggiano in testa le parole della nostra capofazione Jeanine. 
-E ora?- chiedo con le lacrime agli occhi.
-Vai a casa. Il tuo risultato è stato Eruditi. D'accordo? Fai la tua scelta Erika. Sentiti libera di fare ciò che vuoi.Ti do un consiglio però. Non parlarne con nessuno.- conclude lei. Poi mi abbraccia. 
-Buona fortuna- Mi sussurra. 
Esco dalla sala simulazioni e mi dirigo verso casa. 
Mi chiudo la porta alle spalle con un movimento brusco. 
-Tesoro. Com'è andato il test?- Mia madre sta cucinando. L'odore forte di cipolla mi pizzica il naso. 
-Mamma. È andato Tutto, tutto meravigliosamente bene.- Rispondo sorridendo. È un sorriso falso perché in realtà sono preoccupatissima. Vorrei confrontarmi e parlare con Eric, mio fratello. Potrebbe essere rischioso però come diceva Tori. Troverò una soluzione.
 
 
È il fatidico Giorno Della Scelta. Sono seduta sulla terza scalinata degli Eruditi. Intravedo mio fratello nella grande folla degli Intrepidi. Gli corro incontro.
-Ma guarda guarda. Eriketta. È il grande giorno oggi. Come ti senti? Il test è andato bene?- Si passa una mano tra i capelli. 
-Fratellino. Felice di rivederti. Tutto bene- Deglutisco. 
-Fai bene la tua scelta. Non si può più tornare indietro sorellina cara.- dice lui prendendomi il mento. 
 
 
È il mio turno. Faccio scivolare la lama del coltello sul palmo della mano destra. Oscillo tra l'acqua degli Eruditi e il fuoco degli Intrepidi. Alla fine faccio scivolare il mio sangue nel fuoco degli Intrepidi. Sfrigola all'impatto. 
-Intrepidi!- Annuncia il capo fazione degli Abneganti.
Si alza un boato enorme. Intanto mi dirigo verso la mia nuova fazione. L'occhio però mi cade sui miei genitori. Mia madre è triste, si vede benissimo. Però mi sorride lo stesso e io ricambio.
-Benvenuta a bordo sorellina.- Mi sussurra mio fratello Eric. Rabbrividisco.
 
 
*Angolo dell'autrice* 
Bene. Questa sarà una storia ricca di colpi di scena e di sorprese. Sarà molto particolare. Spero che questo piccolo prologo vi sia piaciuto. Ovviamente gli altri capitoli saranno più lunghi. Avanti, che aspettate a dire la vostra con una recensione? So che in questo prologo non succede nulla di così taanto emozionante. Però tutte le storie devono avere un'introduzione anche un po' noiosetta no? Ahaha. Perdonatemi anche per la fantasia del nome della sorella di Eric. Erika! Beh, a questo punto spero di non avervi fatto addormentare sul computer. A prestissimo Divergenti.
Vallinz_00 
 

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Capitolo 2
*** Un'accoglienza piuttosto amara ***


CAPITOLO 1

 
Stiamo correndo verso la vecchia ferrovia. Sento in lontananza il fischio del treno merci che passerà tra poco sulle rotaie arrugginite di fianco a noi. Appena il treno passa tutti gli Intrepidi ricominciano a correre. Alcuni afferrano i maniglioni delle porte e con un movimento brusco e veloce le aprono per salire a bordo. Raggiungo gli iniziati, poi con un movimento deciso e veloce riesco a salire anche io. 
-Questi Intrepidi sono avventurosi eh. Anche troppo!- Esclamo ridendo. 
-Hai ragione- Mi risponde sorridendo una ragazza dai capelli lisci e neri. È una ex candida. Posso intuirlo dai vestiti che indossa. Una gonna nera e una camicia bianca, sembra simpatica.
-Mi chiamo Christina- Mi porge la mano sorridendo.
-Io sono Erika. - Le stringo la mano sorridendo e lei ricambia. 
Vicino a lei c'è un'altra ragazza. Una ex abnegante. È vestita di grigio. Una lunga tunica grigia. Ha lunghi capelli biondi raccolti in uno chignon oramai quasi sciolto. 
-Io mi chiamo Beatrice- Sorride lei
-Erika. Piacere di conoscerti.- Rispondo sorridendo.
-Ne vedremo delle belle con un'erudita, una rigida e una candida. Vi vedo già come escluse.- annuncia ridendo un ragazzo moro, alto. Un ex candido. 
-Ne vedremo delle belle con uno stupido come te. Anche tu sei candido poi.- Rispondo difendendo Christina. 
Improvvisamente il ragazzo ex candido salta fuori dal treno. Vedo mio fratello che mi fa cenno di saltare. 'Siamo matti?' Penso. Poi Christina mi prende la mano e contemporaneamente prende anche quella di Beatrice e successivamente saltiamo insieme giù dal treno. 
Appena atterrate scoppiamo a ridere tutte e tre. 
-Okay, venite tutti qui. - Eric raduna tutti noi iniziati davanti a lui. È in piedi su un muretto. 
Scommetto che qui nessuno sa che io sono la sorella del Capo fazione. Per ora non voglio rivelare chi sono davvero. Spero mio fratello sia bravo come capo fazione, ma con gli Intrepidi non si può mai sapere. La violenza per loro è l'ordine del giorno. 
-Bene. Io mi chiamo Eric e sono il capo fazione degli Intrepidi. Se volete entrare a far parte della nostra grande famiglia dovete prima riuscire ad entrare nel nostro mondo. Questa è la porta.- Dice lui, poi aggiunge una risatina maliziosa. Scende dal muretto e mostra l'entrata per il covo. È una specie di buco, ecco. Un buco nero. 
-Dovete saltare- Aggiunge mio fratello.
- Chi vuole essere il primo o la prima a rompere il ghiaccio?- Chiede guardandomi. 
Non esito un secondo prima di dare risposta.
-Io. Sarò la prima- Dico con voce ferma e decisa. 
Ho gli occhi di tutti puntati su di me. 
-Facciamo così. Il secondo sarà il candido. Visto che fa il saputello.- Dico indicando l'ex candido che prima ha deriso me, Chris e Beatrice sul treno. Ho scoperto che si chiama Peter.
Subito dopo salto. Trattengo il fiato, il battito cardiaco accelera. Grazie a dio atterro su una rete. Credevo di andare in contro alla morte. 
-Ciao- Un ragazzo alto e bello è immobile in piedi di fianco a me. 
-Ciao- Rispondo sorridendo.
-Mi chiamo Quattro e sono il capo fazione. Come ti chiami?- 
- Erika. - Rispondo intontita.
- Erika è la prima a saltare!- Annuncia sorridendo. Si alza un boato dalla folla degli Intrepidi. 
 
Eric ci guida verso il dormitorio. Il covo è così freddo, così lugubre, spoglio.
-Qui dormirete per dieci settimane.- comincia lui.
Provo ribrezzo. 
-Se qualcuno vuole darsi una rinfrescata questo è il bagno.- Ci indica i gabinetti e i lavandini mezzi rotti e tutti sporchi.
-Conoscete la parola pulizia Eric?- Dico spontaneamente.
Lui mi fulmina con lo sguardo. 
-Vuoi morire prima del dovuto?- mi chiede Chris.
Vorrei dirle che lui è mio fratello e che correggerlo oppure litigare con lui è cosa da tutti i giorni. O almeno era. Abbozzo un sorriso. 
-Bene, ora. Per diventare dei veri Intrepidi dovrete superare due moduli di addestramento. Il primo sarà fisico e il secondo mentale. Vi allenerete separatamente dai figli degli Intrepidi ma verrete valutati insieme. Voi avete scelto noi e ora noi scegliamo voi.- Conclude freddamente. Poi senza dire altro se ne va.
Ho la tentazione di seguirlo ma cerco di trattenermi. Alla fine cedo.
-Eric- si gira di scatto verso di me.
-Cosa vuoi?- mi chiede guardando in giro.
- Ricordati che non siamo più fratello e sorella. Ora tu stai per diventare un'intrepida, sempre se passerai i moduli, e io sono il tuo capo fazione. Portami rispetto iniziata. - aggiunge lui spietato.
Queste parole mi fanno gelare il sangue. 
-Tu. Non puoi dire questo. Sei e rimarrai per sempre mio fratello.- Inizialmente lo dico con cattiveria, poi improvvisamente la mia ira si scoglie in lacrime amare che cominciano copiose a solcare le mie guance. 
-Fatti una doccia e cambiati. Tra un'ora ad allenarti.- mi dice girandosi.
-Sei cambiato. Gli Intrepidi ti hanno cambiato in peggio Eric- Concludo. Lui non mi risponde. Se ne va indifferente. 
 
 
La sala per l'addestramento è un enorme e vecchio magazzino cupo e spoglio. Mi sono fatta una doccia e ho indossato fin da subito i nuovi abiti. Una canottiera nera e dei pantaloncini corti neri. Si vede quasi il sedere. La cosa non mi piace molto, ma non posso farci nulla. Ho bruciato i miei abiti da Erudita. Sono stata costretta a farlo, l'ho fatto a malincuore e con le lacrime agli occhi. Mi sono fatta una treccia, una spina di pesce. Vedo arrivare tutti gli iniziati vicino ad Eric e a Quattro. Quando siamo tutti ben allineati Eric comincia a parlarci. La sua voce è fredda e distaccata. 
-Ora ragazzi, la cosa più importante per un Intrepido è sapersi difendere. La lotta corpo a corpo è fondamentale. Qualche volontario? Anzi, volontari?- chiede Eric togliendosi la giacca. 
Io e Chris ci scambiamo un'occhiata. 
-Nessun volontario?- Aggiunge lui a voce bassa.
-Non ti azzardare Erika- mi sussurra Christina.
-Combatterò contro di te Eric. Ci stai?- Chiedo a voce alta e decisa. Chris si mette una mano sulla fronte. Tutti gli altri indietreggiano per lasciare il posto a me e ad Eric sul ring. Non ho paura, specialmente di mio fratello. 
 
*Angolo dell'autrice* 
Ecco il primo capitolo! Sembra che Eric sia spietato pure con sua sorella minore. Erika riuscirà ad ambientarsi negli Intrepidi? Beene vi lascio con questo dubbio haha. Al prossimo capitolo Divergenti! 
P.s. Ringrazio chi ha recensito la storia o chi l'ha letta soltanto ^.^
Vallinz_00
 

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Capitolo 3
*** Non azzardarti mai più ***


Eric è lì, immobile sul ring. Mi tolgo le scarpe e poi mi posiziono anche io. 
-Non hai possibilità erudita!- Urla Peter. Quanto lo odio. Stringo i denti per la rabbia, poi sferro per prima un pugno dritto nello stomaco di Eric. Lui indietreggia tossendo. Cerco di sferrargli un altro pugno sul naso ma questa volta lui è più furbo e più veloce di me,così lo schiva. Da a me un pugno sul naso a denti stretti. Cado a terra stremata. Sto per perdere i sensi. Il mio naso sanguina. Sento le risate degli altri rivolte a me. Mio fratello che ancora mi tira calci. Sputo sangue. Comincio a vedere tutto sfocato. 
-Erika, Erika- Sento qualcuno chiamare il mio nome. Non voglio darla vinta a quel verme presuntuoso di mio fratello. Così mi alzo e gli vado incontro. Gli do un calcio nelle parti basse ma lui schiva anche quello. Alla fine Quattro stoppa tutto. 
-Alt! Eric. Ne ha abbastanza la ragazza.- Dice con voce ferma. Mi aiuta ad alzarmi. 
-Non è una vera intrepida allora. -Risponde Eric sorseggiando dell'acqua. 
-Diamogli la lezione che merita.- Aggiunge mio fratello a voce alta. 
Mi prende in braccio e poi seguito dagli altri iniziati, incluso Quattro, ci porta al 'Pozzo'. Uno strapiombo nero e in bilico. Mi rimetto in piedi e a testa alta continuo a camminare davanti a tutti. Improvvisamente però Eric mi spinge e io per un pelo non finisco nello strapiombo. Fortunatamente riesco ad aggrapparmi alla grata. 
- Non devi metterti mai più contro di me. Hai capito?- mi sussurra lui. 
-E c'era bisogno di portarmi qui? Di correre il rischio di uccidermi?- Ribatto a voce alta.
-Sei un verme Eric. - Comincio a piangere. 
Mi tornano in mente tutti i momenti più belli passati a giocare con lui nel giardinetto di casa. Quando mi diceva 'ti voglio bene'. Era uno di quei fratelli perfetti. Io ci sono sempre stata per lui e viceversa. Quando ha scelto gli intrepidi due anni fa io sapevo che sarebbe cambiato tutto in peggio. Infatti è così. Gli Intrepidi ti educano con la violenza. Probabilmente non ho fatto la scelta giusta ma sono una Divergente, dovevo pur fare qualcosa per salvare la mia reputazione. Per passare inosservata e per salvare me stessa.
-Questo è ciò che succede a chi si arrende- Eric mi indica e intanto guarda gli altri iniziati. Nel mentre io cerco di arrampicarmi per salvarmi. 
-Quindi vedete di impegnarvi. E vedete di non lamentarvi. Se volete farlo fatelo in silenzio.- continua lui. Sono riuscita a risalire e a mettermi in salvo. Eric è di spalle e non si è accorto di nulla. 
-Anche tu Eric. Cerca di non fare troppo il bastardo con noi.- lui si gira di scatto. Chris mi sorride, così anche a Tris. Mi pulisco il sangue sul naso con il palmo della mano destra. 
-Via, tornate tutti ad allenarvi.- Ci invita Quattro battendo le mani per farci muovere.  Mi volto per cercare mio fratello. I nostri sguardi si incrociano per qualche secondo, poi sparisce seguito da Quattro nella direzione opposta alla mia. Tris mi tira per un braccio.
-Andiamo Erika.- 
-Sei stata grande.- aggiunge Will. 
-Hai dato una bella lezione a quello.- Ridacchia Al.
Chris mi sorride.
-Allora è vero che vuoi morire prima del dovuto-. 
Scoppiamo tutti e cinque a ridere. 
-Quando ci vuole ,ci vuole ragazzi.- Dico tirando su con il naso.
-Non piangere. Il peggio è passato- Mi consola Chris accarezzandomi la schiena. 
 
 
È sera ormai. A cena ho parlato più del solito. Ho chiacchierato con Will. Abbiamo parlato di cose noiose, cose scientifiche. Cose da soli Eruditi.
Forse ho esagerato con l'alcool. Abbiamo festeggiato la prima sera da Intrepidi. Non sono del tutto ubriaca, sono ancora molto lucida, però ho la testa pesante e la nausea. Domani mattina uscirà la classifica per il primo giorno d'allenamento. Ho davanti ancora una settimana per allenarmi. Posso farcela, posso diventare una vera intrepida se lo desidero davvero. 
Sono tornata al dormitorio perché sto male. Mi dirigo verso i gabinetti. Non posso trattenermi ancora, così inizio a vomitare. Piango, sudo e vomito nello stesso momento. Mi sento uno schifo. Improvvisamente sento dei passi proprio dietro di me. Mi giro di scatto. È Peter, l'ex candido, il ragazzo più arrogante e presuntuoso che abbia mai conosciuto. Fa a gara con mio fratello.
-Che cosa vuoi?- La mia voce è ferma ma abbastanza cattiva da fargli capire che non è il momento di fare a botte o di incazzarsi.
-Ubriacona. Cosa posso fare per te tesorino?- si avvicina a me.
-Tesorino? Non azzardarti a chiamarmi così.- Ripeto. 
Vomito un'altra volta, lui mi alza i capelli. 
-Posso rendermi utile?- Chiede lui.
-Senti, sto male. Non ho voglia di scherzare. Vuoi renderti utile? Vattene.- dico sdraiandomi sul pavimento.
-Hai bisogno di aiuto. Comunque come vuoi, me ne vado.- Si alza e se ne va senza dire altro. 
Rimango immobile sul pavimento freddo e sporco degli Intrepidi. Piagnucolo pensando ad Eric. Per lui ora non sono più nulla. 
Sono sola nel dormitorio, così mi alzo e a fatica approfitto per farmi una doccia e sistemarmi. Poi vado subito a letto. È presto, non sono neanche le undici ma non me la sento di tornare in mensa.
 
-Erika! - Sento qualcuno chiamare il mio nome. Urlo e poi mio fratello mi sorride e spara. 
'I divergenti devono essere eliminati'. Ancora quella frase. Tutti la ripetono. Will, Al, Chris, Eric e gli altri Intrepidi. È un coro inquietante, fastidioso. Solo Tris e Quattro non lo fanno. Che significa? Penso tra me e me. Poi urlo. 
 
Mi sveglio di scatto. Sono completamente sudata. È notte fonda e i miei compagni sono tornati. Ci sono tutti. Il letto è scomodo.Non mi riaddormento facilmente. Penso e ripenso a quel sogno. Cosa potrebbe significare? Un brivido mi percorre la schiena e una lacrima solca il mio viso. Forse ho capito. Sono in trappola. 
 
 
*Angolo dell'autrice*
Ta tann! Ed ecco il secondo capitoloo. Pieno di emozioni e punti interrogativi haha. Povera Erika, il fratello la tratta come uno straccio, anzi peggio. Poi Peter, vuole essere utile a Erika. Qui  qualcosa non quadra. Spero che il capitolo vi sia piaciuto. Aspetto tante recensioncinee. A prestissimo a Divergenti!
Vallinz_00 ^.^ 

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Capitolo 4
*** Febbre, passato e Divergenti. ***


-Sembri una stufetta umana Erika. Hai di sicuro la febbre- 
Questa mattina mi sono svegliata prestissimo. Mi sentivo molto strana ma non ho dato troppo peso alla mia salute. Il post-sbronza è qualcosa di orribile. Allo specchio non sembravo io. Non mi riconoscevo. I capelli tutti arruffati e pieni di nodi. Due occhiaie grigiastre, sul nero, assomigliavano a quei borsoni orribili che usano gli Abneganti per custodire le cose più vecchie. Le labbra screpolate, la cute completamente bianca. Sembravo fatta di cera. Le gambe mi tremavano e mi sentivo debole. Sul mio viso erano dipinte due guanciotte rosso fuoco. Sono svenuta in bagno senza neanche accorgermene. Stavo per lavarmi il viso quando tac mi ritrovo sul pavimento. Il primo a trovarmi è stato Will che ha svegliato subito tutto il dormitorio degli iniziati. Ed ora mi sono svegliata da poco. Attorno a me Christina, Tris, Al e Will hanno delle facce preoccupatissime.
-Sto bene ragazzi, ora ho fame, perché non andiamo a fare colazione?- chiedo impaziente.
-Oh no, non devi assolutamente muoverti da qui.- Mi dice Chris ad alta voce.
-Che succede?- Mio fratello Eric varca la porta seguito da Quattro e Max, quest'ultimo rimane sulla soglia e fa cenno agli altri di uscire.
-Andatevene. Andate a fare colazione e poi correte ad allenarvi, qui ci pensiamo noi. Che aspettate? Volete ammalarvi anche voi?- Aggiunge mio fratello alzando la voce. I miei amici se ne vanno sussurrando tra di loro, Max li segue. Con me sono rimasti Quattro ed Eric.
-Che lagne ti passano per la mente stamani?- La voce di Eric è così fredda.
-Senti, sto male, lasciami morire in pace. Grazie.- Mi stendo sul letto e mi giro sul fianco opposto a quello di Eric e Quattro. 
-Erika, possiamo misurarti la temperatura?- Mi sussurra Quattro nell'orecchio. Mi accarezza la schiena. Sa che sto piangendo, intanto Eric alza gli occhi al cielo. 
Alla fine accetto di misurarmi la febbre. Trentotto e sette. 
-Ti va grassa sorellina cara. Per oggi niente allenamento. Più tardi ti mostreremo la classifica. Avrai qualche punteggio in più, una specie di bonus per questo giorno saltato. Beh sei malata, che possiamo farci.- Mi dice mio fratello. Giocherella con il termometro. 
-Puoi andare Quattro, bado io a mia sorella. - Eric si toglie la giacca e la appoggia sul letto di Chris, affianco al mio. Quattro mi saluta con una carezza sul capo e poi senza dire altro se ne va.
Chiudo gli occhi e cerco di addormentarmi. 
-Così Quattro sa che sono tua sorella- la mia voce è ferma ma molto debole.
-Già. Tutti dicono che siamo due gocce d'acqua.- ribatte lui grattandosi la nuca. 
Una lacrima improvvisa solca il mio viso. 
-Eric. Mi manchi. Mi manchi come fratello. Ieri, quando mi hai picchiato e quando mi hai risposto male, ho bevuto per quello. La mia vita è uno schifo e non scherzo. Non torneremo mai come una volta. Sappi che io ti voglio tanto bene. Tu lo sai già. - Affondo la testa nel cuscino ormai bagnato di lacrime amare. 
-Dio Erika sei una scema. L'ho fatto per proteggerti. Devi passare inosservata. Hai capito?- Alza un po' la voce.
-Che cosa può succedere se tutti vengono a sapere che io sono tua sorella. Spiegamelo una volta per tutte. Mi uccidono? Eh?- Alzo anche io un po' la voce. Però fatico molto a parlare. 
Lui mi guarda e poi con lo sguardo fisso sul pavimento mi risponde. 
-Non ti uccideranno, però è come se lo facessero.- 
-Spiegati meglio- Mi metto a sedere e incrocio le gambe.
-Prima di tutto mi licenziano dal ruolo di Capo Fazione, e poi mandano me e te ( che sei mia sorella) negli Esclusi. Una svolta esagerata nella tua vita.- Per la prima volta dopo anni vedo mio fratello quasi intimorito.
-Nessuno saprà che sono tua sorella. Te lo prometto.- Dico, sedendomi vicino a lui. Appoggio la testa sulla sua spalla. 
Lui alza gli occhi al cielo. 
- Eric, ricordi quando siamo scappati di casa come forma di protesta? Avevamo definito la nostra vita una vera noia.- rido. 
Mio fratello abbozza un sorriso. Improvvisamente mi passano per la mente alcuni flash orribili che riguardano il sogno, anzi meglio definirlo incubo, di stanotte. 
-Eric. Posso chiederti una curiosità?- la mia voce trema un po'. Spero non si noti. Ritorno sul mio letto. 
-Di che si tratta?- 
- Sai, in questo ultimo periodo ho sentito parlare di, di Divergenti. Dimmi di più su questa gente.- Deglutisco a fatica. Mi stendo per la troppa stanchezza. 
Eric assume un'espressione strana, cattiva. Corruga la fronte. 
-Sono gente sbagliata. Bisogna eliminarli, ucciderli. Compromettono solo la nostra società. I Divergenti devono essere eliminati.- Ora è ritornato in se. Freddo e distaccato. 
-Perché mi fai questa domanda Erika?- mi chiede insospettito. 
-Ehm. Così, te l'ho detto, per curiosità.- Balbetto. Lui alza un sopracciglio. 
Avevo ragione a pensare che sono in trappola. Perché lo sono sul serio. 
 
 
L'indomani sono fresca e tosta. La febbre mi è scesa nella notte grazie a dei farmaci che mi hanno consigliato e dato Eric e Quattro. Stamattina mi sono svegliata presto, mi sono fatta una bella doccia rigenerante. Stasera ho deciso di andare a fare un bel tatuaggio, da vera Intrepida. Ho condiviso l'idea con gli altri che hanno accettato vivamente. Nella classifica d'allenamento sono appena sotto la riga. Non mi perdo d'animo perché voglio e devo diventare una vera intrepida. Lavorerò sodo. Sono persino andata a tingermi i capelli per essere diversa. Voglio cominciare questa nuova vita alla grande. Però sono sempre più terrorizzata dalle parole di Eric. Se scoprisse che io sono una Divergente? Mi ucciderebbe davanti a tutti senza pietà? Non voglio pensarci. Questo è sicuro. Però ho paura che lo scopra. E devo rassegnarmi all'idea che prima o poi lo scoprirà. 
 
 
 
*Angolo dell'autrice* 
Ed ecco a voi il terzo capitolo! Spero vi piaccia. Che dire, Eric ed Erika hanno chiarito. Erika è pronta a cominciare una vera vita da Intrepida senza che nessuno sappia che lei è la sorella di Eric. Però è molto terrorizzata riguardo al fatto di essere una Divergente. Soprattutto dopo le parole di Eric rivolte ai Divergenti. Che succederà? Al prossimo capitolo!
Vallinz_00

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Capitolo 5
*** Esperienza 'inedita' pt.1 ***


-Così ti sei tatuata la scritta BRAVE sulle dita?- Mi chiede Chris sorseggiando del caffè. 
Siamo in mensa e stiamo facendo colazione tutti insieme. Il posto è stracolmo di gente. Tris è alla mia destra e Al alla mia sinistra. Dall'altra parte del tavolo ci sono Chris e Will. Ieri sera siamo andati a fare un tatuaggio nello studio di Tori. Non abbiamo parlato di Divergenti. Non ho osato toccare quell'argomento. Chris non c'era perché non stava molto bene. Si è addormentata molto presto rispetto al solito. 
-Già. Come vi sembra l'idea?- chiedo ispezionandomi la mano destra. 
-Originale- Mi sorride Tris. Ricambio il sorriso e poi comincio a mangiare un muffin al cioccolato. Il mio sguardo cade sulla piccola ferita dell'orecchio di Tris. Ieri ci siamo allenati sul lancio dei coltelli. Lei si è sacrificata per Will. Fortunatamente Quattro non le ha fatto del male. Mio fratello è proprio stupido. Gli avrei tirato un bel pugno sul viso se Chris non mi avesse fermato.
-E questa roba metà biondo e metà celeste?- Riconosco benissimo la voce dietro di me. È quella di Peter. Mi sta accarezzando i capelli in modo, in modo, in modo... Mio dio mi fa ribrezzo dirlo... piacevole. 
Mi alzo di scatto. Peter è più alto di me almeno di una quindicina di centimetri.
-Peter?- Dico sorpresa.
-Ti stanno bene i capelli così tesoro.- mi fa l'occhiolino.
-Prima cosa non chiamarmi tesoro, seconda cosa lo so.- La mia voce è ferma. Si avvicina di più a me. Deglutisco. 
-Si intonano con i tuoi occhi blu mare.- mi sussurra da dietro. Arrossisco ma prego che non si noti il rossore sulle mie guance. Perché mi sta addosso in questo modo? 
Improvvisamente Eric sale sul suo tavolo e richiama l'attenzione di tutta la mensa che si zittisce all'istante. Peter corre al suo posto. Beh, perlomeno mio fratello mi ha tirata fuori da questa situazione piuttosto imbarazzante. 
-Buongiorno a tutti. Mi riferisco agli iniziati. Dovete sapere che il primo modulo di allenamento per diventare dei veri intrepidi sta terminando. Oggi faremo una cosa del tutto inedita- 
'Inedita'. Questa parola mi riecheggia nella mente. 
-Questa cosa riguarderà tutti gli intrepidi. Ci accamperemo fuori città, vicino ai Pacifici. Ci saranno tante sorprese. Non azzardatevi a chiedermi con chi volete condividere la tenda, perché è tutto organizzato. Dormirete in sei. Ah, un'ultima cosa. A voi iniziati, questa esperienza porterà dei punti, quindi vedete di viverlo e di farlo bene. - Mio fratello ci regala uno dei suoi sorrisi strafottenti. 
Rabbrividisco senza volerlo. Will mi lancia un'occhiata preoccupata. 
Ci dirigiamo verso l'uscita per raggiungere la ferrovia. 
-Mio dio. Preghiamo che ci abbiano messo insieme. -  Tris incrocia le dita, il suo sguardo è rivolto verso l'alto. 
Con Eric non si può mai sapere nulla. Dio. Chi potrebbe essere il sesto? Fa che non sia Peter. Ammetto che provo qualcosa di strano quando lo vedo. 
- Odio Eric in maniera incredibile.- Annuncia Christina. 
In lontananza si sente il fischio assordante del treno merci in arrivo. 
-Via!- Urla qualcuno tra la folla. 
In un batter d'occhio ci ritroviamo all'interno dell'ultimo vagone del treno. Osserviamo il paesaggio davanti a noi. Ci sediamo per terra incrociando le gambe. 
Il silenzio regna sovrano. Strano. Io personalmente sono un po' spaventata. Preoccupata più che altro. Non voglio pensarci. 
Passiamo davanti al covo degli Esclusi. Alcuni di essi salgono sul treno. 
-Intrepidi.- 
-Esclusi- Ribatte a bassa voce Eric. 
Il capo fazione degli esclusi sferra un pugno dritto dritto sul viso di Quattro. Quest'ultimo indietreggia e assume un'espressione strana. Corruga la fronte e poi restituisce il pugno al ragazzo. All'istante si scatena il caos. Chi urla, chi piange, chi cade dal treno. Un vero incubo. Non vedo più i miei amici. Recupero un coltello da un escluso steso a terra, il corpo esanime. Cerco di cavarmela in qualche modo, così mi dirigo nel penultimo vagone dove trovo una ragazza e un ragazzo esclusi. 
-Anche io l'anno scorso ero intrepida. Poi quello stupido del capo fazione biondo mi ha letteralmente buttata fuori. Spero che soffra, così spero che soffri la sua famiglia.- mi dice lei, puntandomi il dito contro. Le do uno schiaffone sulla guancia, poi il ragazzo di fianco a lei mi prende il coltello dalle mani, cerca di colpirmi, lo schivo. Cado, cerco di rialzarmi all'istante ma la ragazza mi precede e mi blocca le braccia. Urlo e mi dimeno ma invano. Il ragazzo mi colpisce appena sopra il petto. Urlo. Il dolore è così forte, lacerante. Mi scappa una lacrima. Alla fine, sanguinante, mi alzo. Sferro un pugno al ragazzo, ma lui è più veloce e lo schiva. La ragazza è scappata dal vagone. Il ragazzo mi accoltella un'altra volta, questa volta sul fianco. Mi inginocchio a corto di energie e di respiro. La mia vista è sfocata, le mie orecchie ovattate. 
Poi, ciliegina sulla torta, cerca di soffocarmi. Quindi è così che morirò? Soffocata da uno stupido escluso. Improvvisamente il ragazzo cade a terra colpito da un proiettile. Vedo Eric davanti a me. È solo. 
-Erika. Erika ti prego.- mi schiaffeggia appena le guance. Non riesco a dire nulla. Le parole non escono di bocca. 
-Dio è ferita.Merda. È ferita...Erika! - Urla lui prendendomi in braccio. Mi stringe a se. 
 
 
Mi sveglio di soprassalto. Non sono più sul treno. Delicatamente mi tocco il petto. Hanno coperto accuratamente la ferita con una benda. Il fianco. Mi hanno circondato i fianchi di bende. Mi guardo attorno e capisco che sono in una tenda. Ci sono sei sacchi a pelo incluso il mio. Mi alzo, mi sistemo, mi vesto e poi esco. Siamo in un bosco. Letteralmente accampati. All'incirca ci saranno un centinaio di tende. Mi muovo a fatica. Un po' per la folla e un po' per i dolori causati dalle coltellate. Se non fosse per Eric io ora sarei morta. Attorno a me ci sono Intrepidi che bevono, intrepidi che mangiano, altri che ballano.  Mi sento un po' disorientata, chissà dove sono finiti Tris e gli altri, non li vedo da stamattina. È pomeriggio inoltrato, infatti i raggi del sole cominciano a perdere luminosità sempre di più. 
-Erika!- Esclama Chris da dietro. 
-Mio dio come stai?- mi chiede.
-Meglio. Se non fosse per Eric ora sarei già morta.- Mi gratto la nuca. La musica è così alta che dobbiamo quasi urlare per parlare. 
-Già. Ne vuoi?- mi porge una bottiglia. 
-Ehm. Non so.- Dichiaro. Lei insiste, alla fine cedo e prendo la bottiglia. 
Non dovrei bere dopo quello che è successo l'altra sera. 
-Sai gli altri dove sono?- Chiedo sorseggiando dell'alcool. 
-Lì. Tra poco si mangia- Mi indica uno spiazzo non poco lontano da noi. Annuisco e sorseggio altro alcool. Brucia in gola. 
-Siamo vicino ai Pacifici giusto?- chiedo. Lei annuisce. 
-Erika!- Mio fratello mi viene incontro. Ci allontaniamo da Chris. 
-Eric. - Lo abbraccio appena senza fregarmene della gente attorno. Ci dirigiamo verso la tenda dei capofazione. È più grande rispetto alle altre. Eppure sono solo in tre, non è giusto. Eric osserva il mio tatuaggio sulle dita. 
-Come stai? Io...- 
-Eric. Non so davvero che dire. Ti ringrazierò fino alla fine dei miei giorni. Sono seria.- Lacrime copiose rigano il mio viso. Eric mi abbraccia. Questa volta mi stringe e poi mi da un bacio sulla fronte. Provo quasi vergogna a piangere davanti a lui, nonostante fosse mio fratello. 
Mi asciuga una lacrima. 
-Non avrei mai sopportato la tua morte Erika. Sono bastardo e quant'altro ma non potevo lasciarti morire. Stai bene ora e questo è l'importante. Ti piace qui?- mi chiede lui rubandomi la bottiglia dalle mani. 
-Oh, certo. Qual'e lo scopo? Che sorprese vi passano per la mente?- Gli chiedo, riprendendo la bottiglia. Bevo un altro sorso a fatica. 
- Non te lo dirò mai.- Mi sussurra. 
- Sempre sveglia sorellina cara.- Aggiunge. Si avvia verso l'uscita della tenda. 
-Eric, aspetta. Con chi condividerò la tenda? Dimmi la verità.- Dico sorseggiando dalla bottiglia oramai quasi vuota. 
- Tu, Christina, Tris, Will, Albert e Peter- Lo dice con tranquillità, quasi non gli importa che io sono nella stessa tenda di Peter Hayes. Beh, in realtà non gliene importa nulla. Sbarro gli occhi. 
-Ah. Bello- Balbetto. 
-Andiamo a festeggiare sorellina su- Mi incoraggia lui. Usciamo dalla tenda e all'istante veniamo risucchiati dalla folla. Raggiungo i miei amici, sollevati per la mia salute. 
-Per quanto tempo resteremo qui?- chiedo. La musica è ancora alta. 
-Dormiremo solo stasera. Probabilmente ci sarà un'esercitazione solo per noi iniziati nel cuore della notte. Staremo a vedere. - mi risponde Tris sorridendo. 
Incontro Peter che mi porge un'altra bottiglia. La prendo. ' Sei una stupida Erika' Penso. 
-Che ti ha detto Eric?- mi chiede Al. 
-Nulla, mi ha chiesto come stavo. - Rispondo tranquillamente. 
Spero seriamente che questa esperienza 'inedita' finisca al meglio. Incrociamo le dita su tutto quanto. Alzo gli occhi al cielo. 
 
 
*Angolo dell'autrice* 
Ehilà! Ecco il quarto capitolo! Questa esperienza sarà divisa in due parti. Spero che questa idea vi piaccia. È del tutto nuova. Gli intrepidi poi sono per questo tipo di cose! Beh, ho dedicato una parte dolciosa anche ai due fratellini Eric ed Erika ^.^ Poi pensate ad Erika e Peter nella stessa tenda! Bene, ora vi lascio. Al prossimo capitolo! 
P.s. Ringrazio vivamente chi ha recensito i capitoli scorsi, e a chi segue la storia! Aspetto altre recensioni! Vi amo😘⭐️
Vallinz_00❤️
 
 
 
 
 

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Capitolo 6
*** Esperienza 'inedita' pt.2 ***


-Dai prendine ancora Erika- Christina è ubriaca fradicia, così come Tris. Will e Al sono ancora lucidi, almeno per adesso. Io non sono del tutto andata, ancora sono lucida. Però se bevo anche questa bottiglia sono finita. Finora ne ho bevute due, ho il voltastomaco. Sono bottigline, però sono già troppo per i miei gusti.
-Basta Christina. Dammi la bottiglia- Le rubo l'ultima bottiglia d'alcool dalle mani e poi la lancio con rabbia contro l'albero davanti a noi. Essendo fatta di vetro si sfracella in mille pezzettini. 
-Sei stupida? Sei stupida Erika! Stupida.- Mi urla Lei. Mi da uno schiaffo sulla guancia, poi mi tira i capelli. 
-Ahia. Aiuto. Smettila Christina! Smettila- Mi allontano da lei. 
-Stai bene?- Ecco che compare Peter. Sembra si sia materializzato davanti a me per come è veloce. Accorre subito in mio aiuto. Da una parte mi fa piacere, ma dall'altra mi infastidisce un po'. 
-Sto bene, grazie.- Mi tocco delicatamente le tempie con due dita. Mi pulsano, ho un mal di testa tremendo. 
-Non sembra. Hai bevuto vero?- mi chiede lui. 
-Non ti interessa. - rispondo freddamente. È tardi, perciò decido di andare a dormire, nonostante quasi tutti gli intrepidi siano svegli. Intravedo mio fratello che beve e si diverte al tavolo con Quattro e Max. Al e Will che aiutano Chris e Tris. 
-Buonanotte- Mi giro. Sto per andare quando lui mi afferra per un braccio e mi gira dinnanzi a se. 
-Siamo nella stessa tenda carina. Non ti libererai di me facilmente.- mi guarda dritto negli occhi. Inquietante.
-Che cosa vuoi da me?- Dico nervosamente. Riesco a liberare il mio braccio dalla sua stretta. Sono stanca, quasi ubriaca, ci si mette anche Peter ora a rompere le scatole. 
Lui rimane immobile nella penombra. 
-Voglio solo te Erika. Solo te- La sua voce si affievolisce. Quella frase suona così dolce. In men che non si dica mi ritrovo le sue labbra che premono delicatamente sulle mie. Un brivido mi attraversa tutto il corpo. Lo bacio con più foga. Mi prende per il braccio e mi porta in tenda. Tira su la zip lentamente, poi di nuovo mi bacia. Baci sul collo, sul viso, sulle labbra, con la lingua. Mi sfila la canottiera, poi lui si toglie la maglia. Dio mio che sto facendo? Questo sarà di sicuro l'effetto dell'alcool,  sono innamorata di lui? Diciamo la verità. Sono confusa. Amo e odio questo ragazzo allo stesso tempo. Nessuno si è mai comportato così con me. Tutti i ragazzi mi definivano acida, peggio dei limoni non maturi. Mi evitavano. Non nego che io e mio fratello abbiamo un carattere diverso, però in alcuni casi io sono come lui. Fredda come una lastra di ghiaccio.
-Dovevo farlo- mi accarezza la schiena.
-Peter. Perdonami ma ho bisogno di tempo.- Gli accarezzo la guancia delicatamente. Mi infilo la canotta e mi sistemo i capelli, poi mi ficco dentro il sacco a pelo. Sono molto stanca. Peter avvicina il suo e poi dopo essersi infilato mi cinge il collo con un braccio. Mi giro davanti a lui.
-Prenditi tutto il tempo del mondo. Io ti aspetterò perché ti amo.- Mi sorride e poi mi bacia la fronte delicatamente. Ricambio il sorriso. 
Chiudo gli occhi cercando di prendere sonno e so benissimo che non sarà difficile. 
 
 
È un rumore molesto quello che mi fa aprire di colpo gli occhi. Sobbalzo. È notte fonda, tutti sono nelle proprie tende, o meglio erano, perché quel rumoraccio ha svegliato tutti gli intrepidi. Peter è sveglio, così come gli altri. Chris e Tris sembrano due zombie. Non sono più sotto l'effetto dell'alcool però si vede che hanno bevuto. Dio, ho dormito tutto il tempo vicino a Peter! Chissà cosa avranno pensato i miei amici. Che vergogna. Beh, perlomeno le ragazze erano ubriache, di conseguenza non si ricorderanno nulla. Altrimenti mi avrebbero preso in giro a vita. 
Usciti dalla tenda, tutti e sei recuperiamo delle torce da alcuni vicini. Il rumore cessa quando noto un foglio appiccicato proprio sulla tenda, precisamente sul lato sinistro.
-Ehi. Guardate qui.- cerco di richiamare l'attenzione dei miei amici. 
-Che roba è?- Chiede Chris illuminando il foglio. 
-Sono squadre. Questa è quella di Eric e questa di Quattro. C'è scritto.- Ci informa Will. 
-Io,Chris e Al siamo con Quattro. Tu, Erika e Peter con Eric. Ma che sta succedendo?- Tris sembra confusa.
-È un'esercitazione. Presto dividiamoci- Finisco a malapena la frase correndo verso un tavolo illuminato dove noto delle armi. Non sembrano nocive, potrebbero essere delle armi simulate. Peter e Will mi raggiungono all'istante. 
-E ora?- Will recupera un'arma. 
-Dobbiamo cercare Eric- Risponde Peter. 
- Seguitemi- Ribatto a voce bassa. 
Dopo pochi minuti ecco che Intravediamo Eric in piedi su una roccia al chiaro di luna. Sotto di lui un gruppetto di intrepidi che fremono. Ieri pomeriggio mio fratello se ne stava seduto qui tutto solo a  non far nulla. Trovavo strano il fatto. Poi ho capito qual'era il suo messaggio. Non molto chiaro all'inizio. Sapevo che non sarebbe mancata una bella esercitazione in piena notte. 
-Bene ragazzi. Dovete raggiungere il fiume e battere la squadra di Quattro. È una specie di ruba bandiera. Fate del vostro meglio. Vi verrà dato un punteggio quindi impegnatevi.- Eric scende dalla roccia e si aggiunge a noi recuperando un'arma. 
-Ah, dimenticavo. Queste armi sono finte. Simulano una ferita da arma da fuoco, ma solo per due minuti circa. Ora scattate.- 
La nostra squadra comincia a dirigersi verso il fiume. Io e mio fratello ora siamo ultimi. 
Peter e Will sono passati avanti senza accorgersene.
-Alzataccia eh?- mi chiede trattenendo una risatina fastidiosa.
-Certo come no. Io me l'aspettavo -Rispondo annoiata. 
-Ti sei ubriacata? No perché ti puzza l'alito d'alcool- Ride. 
Mi fermo e decido di sparagli dritto dietro la gamba sinistra. Lui si accascia gemendo. Rido. 
-Così la smetti di parlare a vanvera fratellino- Aggiungo. 
Lui mi spara dietro la schiena. Fa male, molto male. Mi tolgo il finto proiettile gemendo. 
- Smettiamola o finiremo per terminare i proiettili.- Mi aiuta ad alzarmi. Mi scompiglia i capelli in modo fastidioso. Vuole apparire carino, ma rimane pur sempre uno scemo. 
-Ricordo ora quando mi facevi piangere e disperare perché uccidevi le mie bambole. Staccavi loro la testa a morsi.-  mi arrampico su una roccia. 
-Erano bei tempi- Aggiunge mio fratello dietro di me. Ci affrettiamo a raggiungere gli altri. Ho perso di vista tutti,  compresi Peter e Will. Al chiaro di luna la fronte di Eric è sudata, sembra che stia per collassare. Raggiungiamo finalmente gli altri, quando all'improvviso ecco che appaiono due ragazzi iniziati figli di intrepidi appartenenti alla squadra di Quattro. Un ragazzo spara e il finto proiettile si conficca sul braccio sinistro di Will. Questa volta vado io. Sparo e il ragazzo davanti a me si accascia dolorante. Cerco di raggiungere Peter. Intravedo il fiume e lo indico a lui. 
-Forza seguimi- Mi incoraggia. Vicino a noi si è scatenato il caos. Ci lasciamo alle spalle gli altri della squadra. 
-Erika!- Peter mi butta a terra e un proiettile gli si conficca sulla spalla destra. 
-Grazie- Sussurro. Alzo gli occhi e capisco che chi ha sparato è una ragazza. Tris. 
-Ciao rigida- Peter spara e lei cade a terra. 
-Quanto ti odio Peter- Geme lei per il dolore.
-Mi dispiace Tris- Dico, ma le mie parole non trovano altra risposta. Questa è solo una stupidissima esercitazione notturna. Tris fa solo finta, non mi odia. 
Abbiamo superato tutti, almeno per ora. Il fiume è poco lontano da noi. Rallentiamo il passo. 
-Erika posso farti una domanda?-  mi chiede Peter quasi sussurrando. Amo la sua voce, è cosi sexy, lo devo ammettere. 
-Dimmi pure- Mi asciugo il sudore sulla fronte. 
- Conoscevi Eric prima di scegliere gli intrepidi? Vedo che sei spesso con lui.- 
Deglutisco. Comincio a tremare.
- Ehm. No, cioè. L'ho conosciuto quest'anno. Lui mi sta addosso, io non faccio nulla. Tranquillo, non essere geloso.- Balbetto. Alla fine lo bacio e poi gli sorrido. Spero si sia convinto. 
Dopo pochi minuti arriviamo al fiume. Sembra deserto. Abbiamo la vittoria in pugno. Stiamo per alzare la bandiera quando appare Molly davanti a noi. I proiettili sono terminati. Rimane solo una cosa da fare. Combattere corpo a corpo. Sferro a Molly un pugno dritto alla gola, poi uno sul naso. Mi meraviglio di me stessa. Lei sembra essere debole stasera, infatti cade tossendo e finalmente io e Peter alziamo la luminosa bandiera gialla sopra di noi. La squadra di Eric trionfa! 
Si alza un boato dalla folla sotto di noi. Peter mi bacia e poi mi prende in braccio divertito. 
Eric mi rivolge un sorriso e una strizzata d'occhio. Io ricambio i due gesti. 
 
 
-Congratulazioni- Chris mi abbraccia. 
-Mi dispiace di aver colpito il tuo ragazzo Erika- Tris mi abbraccia ridendo. Cavolo, hanno scoperto che sto con Peter. Fantastico. 
Torniamo tutti insieme in tenda. Nessuno di noi vuole dormire, ormai sta per sorgere il sole. Chiacchieriamo aspettando l'alba e aspettando di tornare nella Residenza. 
 
 
*Angolo dell'autrice* 
Eccoci arrivati al quinto capitolo! Spero come sempre che sia di vostro gradimento. Come potete notare, in men che non si dica tutti hanno saputo di Peter ed Erika. Peter comincia a sospettare di Erika ed Eric. Spero vi sia piaciuta anche l'esercitazione. Bene. Ringrazio come sempre chi recensisce e chi segue la storia. 
Al prossimo capitolo belli😘 
Vallinz_00❤️⭐️ 

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Capitolo 7
*** Problemi pt.1 ***


Oggi è il giorno delle visite. È passata una settimana dal Giorno Della Scelta. Una settimana da quando ho scelto di passare il resto della mia vita negli Intrepidi.  Una settimana da quando ho lasciato i miei genitori. Ogni giorno sento sempre di più la loro mancanza. Non vedo l'ora di incontrarli. Per l'occasione indosso un top nero e dei pantaloni lunghi neri aderenti. Ho sciolto i capelli pettinandoli con cura. Di solito non mi trucco e non metto smalti, ma questa volta mi sono lasciata andare del tutto. Noto che la matita nera intorno agli occhi li risalta. Dopo essermi truccata scruto la mia immagine riflessa allo specchio. Vedo Eric. Solo Eric. La gente ha ragione, sono identica a lui. Trattengo delle lacrime improvvise. Non voglio piangere. Non ora. 
Noto che nel dormitorio siamo rimasti solo io, Peter e Will, gli altri sono già con i loro parenti. Appena esco dal bagno attiro subito l'attenzione dei due. Alzano contemporaneamente lo sguardo di scatto. Sono vestiti nello stesso modo. Camicia nera e pantaloni neri con tanto di cintura. I capelli un po' ingellati. 
-Sei bellissima.- Peter si avvicina a me sorridendo. Will sembra impacciato nel rispondere.
-Ho una ragazza perfetta in tutto e per tutto. Vero Will?- Si gira verso l'ex erudito. Will sembra sul punto di esplodere, se ne va indifferente e con lo sguardo rivolto verso il basso. 
Corrugo la fronte con aria interrogativa.
-Peter.- 
-Che c'è?- 
-Perché fa così?- Chiedo pensierosa. Io e Will nell'ultimo periodo siamo diventati molto amici, ma nulla di più. Forse non lo conosco a fondo, non conosco a fondo i suoi sentimenti verso di me. Forse Will è innamorato di me. Forse lo è da sempre. 
-Non lo so.- Risponde lui. 
-Devo andare. Stanno per arrivare i miei. A dopo.- Gli do un bacio a stampo sulle labbra e poi mi dirigo verso il Pozzo. 
Mia madre è già li. Si guarda intorno spaesata. 
-Mamma- Urlo da lontano. Quasi metà dei presenti si gira. 
Ho le lacrime agli occhi. 
-Erika- Corro ad abbracciarla. Oh mio dio, sto piangendo come una bambina! 
-Papà?- Chiedo 
-Non è potuto venire. Mi dispiace.- Mi accarezza i capelli, come quand'ero piccola. 
-Vieni mamma. Ho una cosa per te- Le dico sorridendo.
Ci dirigiamo al dormitorio. È vuoto. 
-È qui che dormite?- Chiede mia madre guardandosi intorno. 
-Si. Dobbiamo dormire qui per altre nove settimane. Non chiedermi come farò. - Rispondo ridendo.
-Eccola finalmente. Questa è la famosissima torta al cioccolato degli Intrepidi. Tutta per te e papà- Aggiungo sorridendo. 
-Erika. Sei così forte, così bella. Sono fiera di te. Ti ringrazio tesoro.- Prende la torta e la annusa. 
-Sembra squisita.- 
-Lo è mamma. Contaci- Sorrido.
-Mamma?- Io e mia madre ci voltiamo contemporaneamente verso la porta. Sulla soglia c'è Eric, immobile. 
-Eric- Mia madre corre da Eric e lo abbraccia forte. Mi scende una lacrima. 
-Figlio mio. Non avevo tue notizie da un anno.- 
-Ora è tutto cambiato. Mi dispiace.- mio fratello si toglie la giacca e la posa sul letto di Edward. 
-Hai trovato bene Erika?- Aggiunge con un sorrisetto. 
-Certamente. Vi siete ritrovati?- Chiede lei.
-Cioè?- Rispondo con aria interrogativa.
-Come fratelli. È passato un anno dall'ultima volta che vi siete visti.- 
-Hai ragione. Comunque qui nessuno sa che siamo fratelli. - Rispondo.
-Nessuno deve sapere che siamo fratelli.- Ribatte Eric.
-E perché mai?- Mia madre alza un po' la voce.
-Perché potrebbe essere rischioso per la nostra reputazione.- Dico a bassa voce.
-Mi licenzierebbero come capo fazione, e come ciliegina sulla torta ci manderebbero dritti dritti dagli Esclusi. Equivale a dire vita rovinata.- Conclude mio fratello con voce fredda. 
-Dobbiamo essere indifferenti. Come se non ci fossimo mai visti prima d'ora. È difficile anche per me. Ma lo faccio per lei e per me. Perché le voglio bene e tengo alle nostre vite.- Aggiunge guardandomi. Mia madre ci abbraccia contemporaneamente. Io appoggio la testa sul petto di mio fratello. Un'altra stupida lacrima riga il mio viso, seguita da tante altre. Fosse solo questo il problema...Io e mio fratello teniamo nascosto un segreto bello grosso, ma il mio segreto è qualcosa che nessuno si aspetterebbe: sono una Divergente. La mia vita è in pericolo. 
 
 
Mia madre se n'è andata da poco. Rimango seduta per pochi minuti sul mio letto, immersa nei miei pensieri più profondi, fino a quando Peter varca la soglia della porta. Sembra preoccupato. 
-Ehi- Cerco di richiamare la sua attenzione. 
-Ehi.- Appoggia un pacchetto sul suo letto poi si avvicina a me sorridendo. 
-Come sono andate le visite?- Gli accarezzo dolcemente una guancia. 
-È di questo che vorrei parlarti- Mi sposta una ciocca di capelli di lato. 
-Che succede?- Chiedo preoccupata. 
-Devi dirmi la verità. Come farebbe un vero candido.- Risponde sedendosi. 
-Siediti- 
-Peter, io non sono una candida.- Balbetto. Dove vuole arrivare?
-Appena ho finito la vista con mia madre, che non è durata tanto, sono tornato al Dormitorio. Però non sono entrato, mi sono fermato appena dietro alla porta.- Comincia. 
Corrugo la fronte. Deglutisco. Comincio ad avere la tachicardia. Io ne soffro. 
-E perché non sei entrato?- Chiedo. Cerco di apparire più tranquilla possibile, però non ci riesco, ho un brutto presentimento. 
-Avanti Peter arriva al sodo.- Alzo un po' la voce. Lui si guarda intorno, poi quando è sicuro di essere solo con me, continua.
-Perché ho sentito delle voci. La tua voce, quella di una donna più grande, immagino fosse tua madre e poi ho riconosciuto la voce di Eric.- Si ferma, vuole una spiegazione. Io sbianco. Cerco di regolarizzare il respiro.
-Erika, guardami. Che cosa sta succedendo?- Mi prende il viso tra le mani. Sono costretta a guardarlo negli occhi. I suoi occhi desiderano sapere. Non ho più scelta. Devo dirglielo. 
-Io, io ed Eric siamo, siamo...- 
-Cosa siete?- Alza la voce 
-Siamo fratelli- Lo dico tutto d'un fiato. Poi affondo il capo nel mio cuscino, proprio dietro di me. Peter mi accarezza la schiena. Comincio a piangere come una disperata.
-Non doveva saperlo nessuno, è come se io fossi una favorita. Se qualcun'altro lo scopre io e mio fratello siamo spacciati. Lui verrebbe licenziato dal ruolo di Capo fazione e insieme ci manderebbero dritti dagli Esclusi. - Aggiungo tra i singhiozzi. 
-Non disperarti, sarò muto come un pesce. Lo sai che io ti amo. Farei di tutto per proteggerti.- Sorride e poi mi asciuga una lacrima. Mi da un bacio sulla fronte. 
-Quindi Eric è mio cognato? Tuo fratello? Fa un po' ribrezzo, però la cosa mi diverte anche.- Riesce a strapparmi un sorriso. Come ho potuto dubitare di Peter? Io lo amo. Ancora non siamo ufficialmente fidanzati, però il mio amore per lui cresce ogni giorno di più. 
-Con me i segreti sono al sicuro. Qualunque cosa accada.- mi sussurra.
-Mi fido.- Sorrido.
 
-Arrivano i piccioncini- Siamo appena arrivati  in mensa per cenare. Chris mi saluta gioiosamente con una mano.
-Chris la vuoi finire? Io e Peter non stiamo insieme- Dico ridendo. Mi siedo tra Chris e Tris. 
-Per ora- Aggiunge lei. Peter si siede vicino a Will. Quest'ultimo ha uno sguardo timido e ha gli occhi arrossati, ha pianto. Decido di cambiare discorso.
-Allora? Come sono andate le visite?- Infilzo un hamburger. 
-Diciamo bene. Mio padre non ha fatto altro che insultarmi per la mia scelta. E da te?- mi chiede Chris con la bocca piena. 
Il mio sguardo incrocia quello di Peter.
-Meravigliosamente- Rispondo abbassando lo sguardo. 
La cena prosegue in silenzio tra di noi, con tanto di brusii della gente attorno e di musica in sottofondo. 
-Comunque quando vi metterete insieme? Avanti Erika siete così belli. Anche se in qualche modo odio Peter, però con te sembra diverso.- La candida che Christina era vive ancora in lei. Tutto ciò che pensa o che le passa per la mente lei lo deve dire. Perché ancora questo discorso? Dio. Sto per rispondere a Chris, quando Will si pulisce le labbra con il tovagliolo vicino a se, si alza e se ne va con aria arrabbiata, buttando il tovagliolo a caso sul tavolo. 
-Ho detto qualcosa di male?- Aggiunge Chris. 
-Devo capire che succede a Will. Torno subito- Dico a bassa voce. 
Mi dirigo verso il pozzo, Will può essere andato li. Quando arrivo non lo vedo. Provo ad andare al Dormitorio, ma nulla, è vuoto e silenzioso. L'ultimo posto che rimane è lo strapiombo nero e lugubre. Isolato e silenzioso, vicino al nostro Dormitorio. 
Will è lì, seduto con la schiena contro il muro di roccia. Ha il viso tra le mani e sta singhiozzando. Mi avvicino a lui e mi siedo. Il pavimento è gelido. L'acqua sotto di noi scorre regolarmente, quasi mi invoglia ad andare in bagno. Odio i torrenti.  Rimaniamo per diversi minuti in silenzio. Poi lui inizia a parlare così, dal nulla. 
-Forse ho sbagliato a comportarmi così a cena. Mi dispiace Erika- Tira su col naso. 
-Di cosa sei dispiaciuto?- Ribatto guardandolo. 
-Non è facile da dire. Non è facile da tenere nascosto.- Alza gli occhi al cielo. 
-Se posso sapere, che cosa?- Chiedo. Deglutisco. 
-Tu sei innamorata persa di Peter, non ha più senso parlare.- si alza, sta per andare via, io lo fermo. 
-Will, aspetta. Parliamone- La mia voce rimbomba per tutto lo strapiombo. Lui si gira di scatto, poi si avvicina a me. 
-Voglio dirti solo questo. Anzi voglio dirtelo con questo- Sussurra. Mi mette una mano dietro la nuca e poi, poi mi bacia. Ecco, di nuovo quella stupida tachicardia. Le gambe mi tremano, sembrano due budini. Un bacio che dura pochi secondi perché sono io la prima a staccarmi. 
Lui si mette le mani tra i capelli. 
-Dovevo farlo Erika. Perché so che tu non sarai mai mia. Voglio dirti che ti amo nonostante tutto.- La sua voce si affievolisce e si fa più dolce. Non riesco a dire nulla, le parole si bloccano appena arrivate alla lingua, si dissolvono. Una lacrima riga la mia guancia destra, Will mi fa così tenerezza.  
Mi volto per caso e nello stesso momento in cui lo vedo sbianco. Sembra essere sul punto di esplodere e di piangere. Peter è immobile a qualche metro da noi. Si avvicina a Will guardandolo negli occhi. Ecco nato l'ennesimo  problema. 
 
*Angolo dell'autrice*
Ta Dann
Ecco a voi il sesto capitolo. Peter ha scoperto che Erika è la sorella di Eric. In più Will ha letteralmente dichiarato il suo amore segreto per Erika! Beh, da tempo Will stava sempre con lei, parlava con lei, in squadra con lei nell'esercitazione. Il problema sta nel fatto che 
Erika lo friendzona! 😂 È troppo innamorata e troppo legata a Peter. Stanno arrivando problemi  su problemi per la nostra povera protagonista. Ne vedremo delle belle nel prossimo capitolo. Siamo più o meno a metà della storia che sta entrando nel vivo! Ringrazio di cuore chi recensisce sempre e ringrazio anche i lettori silenziosi! 
Al prossimo capitolo Divergenti!
Vallinz_00❤️

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Capitolo 8
*** Problemi pt.2 ***


Peter e Will sono a pochi centimetri di distanza, uno difronte all'altro. Peter sembra sul punto di esplodere, di piangere. Will appare impaurito, la fronte imperlata di sudore. Improvvisamente Peter si scaglia contro Will, gli sferra un pugno sul naso. Will fa altrettanto, ma Peter è più veloce e lo schiva. 
-Basta, smettetela- Urlo con le lacrime agli occhi. 
Mi avvicino ai due ma Peter mi scaraventa contro il muro senza accorgersene. I due ragazzi sono troppo vicini al bordo dello strapiombo, cadranno.
-Basta. Basta. Aiutatemi, aiutatemi.- Urlo a gran voce tra i singhiozzi che sono diventati più forti. Cerco di mettermi in mezzo tra loro due, ma invano. 
Improvvisamente Eric e Quattro si materializzano a pochi metri da me. Con un movimento brusco, mio fratello allontana Peter da Will che inciampa e cade all'indietro. 
-Stai bene Erika?- Mi chiede Quattro alla mia destra. Annuisco senza dire nulla. Mi siedo per terra e mi asciugo le lacrime con il palmo della mano. Tremo. 
-Qualunque cosa sia successa non voglio saperla. Che non succeda più. Invece di combattere qui sarà meglio impegnarvi sul ring. Che ne dite? Ora dritti al dormitorio.- Eric non mi rivolge la parola, mi rivolge solo un'occhiataccia prima di andarsene. Quattro ci accompagna al dormitorio, mi rivolge un sorriso e poi se ne va, sparisce nel buio del corridoio. 
 
 
È notte fonda. Tutti sono tornati al dormitorio poco dopo di noi. Non riesco a chiudere occhio, riesco solo a singhiozzare senza mai fermarmi. È un pianto silenzioso il mio. Mi alzo e vado in bagno. Mi appoggio alla parete fredda del muro di roccia e cemento. Provo a guardarmi allo specchio, la ragazza riflessa non assomiglia per niente a me. Occhi rossi e gonfi per le lacrime, capelli stopposi e gonfi. Ho perso l'amicizia di Will e ho anche perso Peter. Stento ancora a crederci. Peter non mi parla più, è convinto che io l'abbia preso in giro. Io non volevo baciare Will, è stato lui a baciare me. Io sono stata la prima a staccarmi. Io sono innamorata di Peter, cazzo. Lo amo con tutto il mio cuore. Il ragazzo più presuntuoso che abbia mai conosciuto, si proprio lui. Come faccio a parlargli e a chiarire le cose se lui appena mi vede cambia strada? Io so che lui ancora tiene a me, devo dare tempo al tempo. È la cosa più giusta da fare. Io voglio avere un futuro con Peter. Non m'importa se sono una maledettissima Divergente. Io amo quel ragazzo. 
Improvvisamente Christina entra in bagno senza che io me ne accorga. 
-Ehi- Mi sussurra strofinandosi gli occhi. 
-Perché non dormi?- Aggiunge accarezzandomi la schiena.
-Non posso, non ci riesco- Dico trattenendo le lacrime e con la voce tremante. Alzo gli occhi al cielo. 
-Erika, mi dispiace tanto, in parte è colpa mia.- Mi abbraccia e mi stringe a se. 
-Non è colpa tua Chris, tranquilla. La colpa è solo mia. Sistemerò tutto, lo prometto.- Le rivolgo un falso sorriso e poi torno a dormire, almeno cercherò di prendere sonno. Passo davanti al letto di Peter. È a pancia sotto, così gli accarezzo delicatamente la schiena. Lui non se accorge. Una lacrima riga il mio viso. Devo assolutamente risolvere questa situazione, costi quel che costi.
 
L'indomani è Christina a svegliarmi.
-Ehi. L'allenamento comincia tra mezz'ora. Su muoviti Erika- 
Mi metto a sedere di scatto, mi stropiccio gli occhi e poi mi alzo.
 Mi lavo e mi vesto più veloce della luce. Fortunatamente il dormitorio è vuoto, altrimenti tutti avrebbero visto la mia caduta appena uscita dalla doccia. Beh, ero di fretta e sono scivolata per sbaglio.
Oggi è l'ultimo giorno del primo modulo. Oggi verrà esposta la classifica finale. Sono un po' preoccupata, tesa più che altro. 
Sono in super ritardo, infatti quando finalmente varco la porta della palestra tutti si girano a guardarmi. Io ho lo sguardo fisso sul pavimento.
-Alla buon ora- Eric mi rivolge un sorriso strafottente che mi fa saltare i nervi. 
Sospiro e cerco di calmarmi. Cerco Chris e Tris e quando le trovo mi posiziono vicino a loro. 
-Allora ragazzi. Oggi è l'ultimo giorno di addestramento per il primo modulo. Tra qualche ora verrà esposta la classifica finale. Ora posizionatevi davanti...- 
-No. Quattro, lascia fare a me.- Eric da una pacca sulla spalla al ragazzo, poi si fa spazio tra la folla di iniziati. 
-Ci sarà un solo combattimento prima della classifica. E sarà l'ultimo.- Aggiunge mio fratello a voce bassa.
-Che cosa?- Sbotta Christina. 
Si alza un mormorio dal gruppo.
-Peter e Will al centro dell'arena, grazie. Gli altri si posizionano al lati.- La voce di Eric rimbomba per tutto il magazzino abbandonato. Un brivido mi attraversa la colonna vertebrale. Christina mi afferra un braccio, la sua stretta è forte e decisa. Deglutisco a fatica. Ora Peter farà a pezzi Will. Mio dio mi sento così in colpa. 
-Erika smettila. Andrà tutto bene- Mi sussurra Chris
-Mi prendi in giro? Quei due si sbranano.- Le rispondo.
-Non essere stupida. Peter e Will sanno ciò che fanno- 
Sta mentendo, lo leggo nei suoi occhi. Una candida non può mentire, cascasse il mondo. Sta solo cercando di tranquillizzarmi. 
Intanto Peter e Will si posizionano al centro del ring. Peter, tanto per cominciare in bellezza, sferra un pugno alla gola a Will che cade a terra tossendo. Poi ancora calci, pugni, schiaffi. Fisso il pavimento vuoto e freddo della palestra. Non riesco a guardare il combattimento. Will grida di dolore. Quando alzo gli occhi, Will è a terra, supino, il sangue che cola dal naso e dal suo sopracciglio destro. 
-Bastardo. Nessuno se ne fotte dei tuoi sentimenti. - Urla Peter in piedi sopra di lui mentre gli sferra un altro calcio sulle costole. Will geme. Stringo i denti. Quando finirà questa tortura? Trattengo le lacrime. Ricordati come si respira Erika. Espira, inspira, espira, inspira. 
-Basta così, ne ha abbastanza. Facciamo una pausa.- Quattro prende Peter per la maglia e lo trascina fuori dalla palestra. I nostri sguardi si incrociano per qualche secondo, non di più. 
Osservo due uomini che portano Will in infermeria. È messo molto male. Mi passo una mano tra i capelli e contemporaneamente mi mordo il labbro. 
-Dopo pranzo verrà esposta la classifica. Siate puntuali- E lo sguardo di Eric si posa su di me. Io lo distolgo all'istante. La situazione sta seriamente degenerando. 
 
 
Sono appena uscita dallo studio del tatuatore. Mi sono fatta tatuare dietro la spalla destra il simbolo degli Intrepidi, un cerchio contenente una fiamma. La pelle tatuata mi prude e mi brucia, è normale, passerà presto. Sono appoggiata alla ringhiera dello strapiombo. L'acqua si scaglia violentemente sulle rocce. Dopo l'allenamento sono ritornata al dormitorio, era vuoto, erano tutti a cena. Invece di cenare sono andata a farmi un tatuaggio. Ho avvisato Chris e Tris che volevo stare sola. Ho passato il primo modulo per un pelo. Dovrei essere felice e lo sono. Sono sopra la riga, così come Tris, Chris, Will, Peter ed Al. Però sono turbata da tante altre cose. Vorrei passare la notte diversamente, infatti stasera mi fermerò a dormire  nell'appartamento di mio fratello. Ho bisogno di parlare con lui. 
 
 
È la decima volta che busso e ancora nessuno mi apre. Eric è vivo? Finalmente ecco che la porta davanti a me si spalanca. Entro senza esitare. 
-Che cosa vuoi?- Ringhia 
- Stanotte dormo qui. Non farmi domande. Ho bisogno di parlarti e poi dopo tutto quello che è successo non ho intenzione di tornare al dormitorio.- Rispondo schietta.
- Ti rendi conto di chi ti sei innamorata? Peter Hayes. Te lo devo ripetere?- Chiude la porta con un movimento brusco. 
- Perché l'hai fatto?- Lo guardo negli occhi
- Fare cosa?- 
- Il combattimento. Hai solo peggiorato le cose. Io so che sei stato tu, non puoi assolutamente negarlo Eric.- Ringhio
Lui ride con il naso. 
- Era quello che si meritavano.- Mi risponde. 
-Ora come ora Erika dovresti concentrarti di più sul secondo modulo. Domani è il primo giorno. Sarà dura. Dovrai imparare a vincere le tue paure se loro non vinceranno te- mi sussurra stirandosi. 
Questa frase mi fa gelare il sangue. 
-Dimmi di più sul secondo modulo.- 
-Non mi è permesso. Ora basta domande. Io dormirò sul divano, tu appoggiati sul mio letto. Tieni, metti questa- Annuisco, dopodiché mi lancia una maxi maglia nera. Di sicuro mi arriverà alle ginocchia. C'è impresso il suo odore. 
Dopo essermi cambiata Eric mi da un bacio sulla fronte e mi incoraggia ad andare a letto.
La sua camera è proprio strana. Tutta in disordine, piena di scartoffie e di oggettini inutili. Non riesco a dormire, così mi metto a curiosare nei suoi cassetti. In uno di questi trovo una grande sorpresa. Il piccolo orsacchiotto che avevo regalato ad Eric il giorno del suo quattordicesimo compleanno. Io avevo appena dodici anni. L'orsacchiotto si chiama Thom. Avevo dato io quel nome. È passato tanto tempo. Abbozzo un sorriso mentre un fiume di lacrime rigano il mio viso. Mi mordo il labbro. Mi metto sotto le coperte abbracciando l'orsacchiotto regalo. Mi da sicurezza in questo momento. Sembro una bambina, ma non importa. Voglio solo riuscire a stare bene con me stessa, nient'altro. E tra i ricordi del passato scivolo finalmente nel sonno.
 
 
 
*Angolo dell'autrice* 
Eccoci al settimo capitolo, spero vi piaccia come sempre e che non vi abbia deluso. Come potete vedere Erika e Peter ancora non hanno fatto pace. Il primo modulo è finito, ma tutto deve ancora cominciare perché i problemi arriveranno nel secondo modulo. Come se la caverà Erika con le simulazioni visto che è una Divergente? Lo scopriremo nella prossima puntata, anzi nel prossimo capitolo. A presto belli
Vallinz_00❤️
P.s. Come sempre ringrazio chi recensisce, quindi Alex_001 e BeDauntless. Ringrazio anche tutti i lettori silenziosi, so che ci siete anche voi 😉. 

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Capitolo 9
*** Gli stessi maledetti minuti ***


L'indomani è un rumore metallico piuttosto molesto che mi sveglia di colpo.

Quando apro gli occhi, Eric è immobile davanti a me. Ha in mano un padellino di metallo e un cucchiaio.

-Che bel risveglio- dico ironicamente.

-Originale, no?- Mio fratello ride con il naso e poi si allontana.

Sbircio l'orario dalla sveglietta sul comodino alla mia sinistra. Le sette e cinque. Devo sbrigarmi, alle otto comincia l'addestramento per il secondo modulo.

Mi alzo e mi vesto velocemente. Mi lego i capelli in una semplice cosa di cavallo. Sbaglio o fa caldo stamattina?Troppo per i miei gusti.

-Io vado. Grazie dell'ospitalità Eric, ci becchiamo in giro.- Sto per raggiungere la porta, quando Eric ci si piazza davanti impedendomi di uscire.

-Aspetta. Ho una cosa per te- Tira fuori l'orsacchiotto e me lo porge.

-No Eric. E' tuo, è un mio regalo. Tienilo- Gli sorrido, poi lo abbraccio.

-Come vuoi tu...- Mi risponde.

-Comunque bei tatuaggi, soprattutto quello dietro la schiena- Aggiunge con una strizzata d'occhio. Io ricambio l'occhiolino poi esco e mi dirigo al dormitorio.
Stanno ancora dormendo. Infatti la sveglia per gli iniziati è alle sette e mezza. Sono ancora le sette e venti.

Mi trucco un po' per ammazzare il tempo.

Ed ecco che improvvisamente Quattro si materializza sulla soglia della porta del dormitorio.

-Sveglia ragazzi. Il sole è alto. Tra mezz'ora vi voglio tutti davanti alla sala simulazioni. Guai a chi fa ritardo- Accende la luce e poi posa lo sguardo su di me.

Mi avvicino a lui.

-Perchè sei già sveglia Erika?- Mi chiede.

-Mi sono svegliata una mezz'oretta fa- dico.

-Bene- Lui abbozza un sorriso e poi se ne va senza dire altro.

-Ehi- Chris e Tris mi salutano all'unisono. Peter è dietro di loro, i nostri sguardi si incontrano per qualche secondo.

-Pronte ad affrontare le vostre paure più brutte?- Chiedo alle mie amiche per distrarmi dall'immagine di Peter dietro di loro.

-Io sono abbastanza tesa, mi sudano le mani. Non è una cosa che mi succede spesso, solo quando sono nervosa - Mi risponde Christina ridendo.

-Diciamo che sono curiosa riguardo il secondo modulo di addestramento.- Aggiunge Tris legandosi i capelli.

-Curiosa?- Sbotta Chris.

-Io si- Ribatte Tris. Scoppiamo a ridere tutte e tre.

-Vado in bagno per recuperare i trucchi. Aspettatemi prima di andare.- le mie amiche annuiscono.

Quando entro in bagno però, i miei trucchi non sono sulla mensolina sotto lo specchio dove gli avevo appoggiati, sono in mano ad una ragazza. Quell'odiosa di Molly. Trasfazione candida.

-Hai delle cose davvero interessanti qui dentro, Erika .- Sbotta a voce alta, poi scoppia a ridere, seguita da altre due oche dietro di lei.

Io so che cosa vuole. Peter. Christina mi ha raccontato che era il suo migliore amico da piccola e ora lei lo desidera come ragazzo.

-Dammeli.- Le strappo il beauty-case dalle mani con un movimento brusco.

-Levati di torno. Stai lontana da me e dalle mie cose.- dico con voce piatta.

-Perchè, se non lo faccio cosa fai? Vai a piangere da Peter, ovvio. Ops dimenticavo, lui non è più il tuo ragazzo.- Mi sussurra.

-Erika lasciala perdere- Mi dice Tris.

Sferro a Molly un bel pugno sul naso, lei indietreggia a denti stretti. Sembra voglia ricambiare il gesto.

-Ehi, ehi,ehi. Piantatela okay?- Peter ci separa, poi senza degnarmi di uno sguardo si allontana.

-Andiamo, o faremo ritardo- Chris mi afferra per un braccio trascinandomi fuori dal dormitorio.

 

 

-Entrerete uno alla volta, vi inietterò il siero che darà vita alla simulazione e poi comincerete ad affrontare le vostre paure, se loro non vinceranno voi. Lynn, vieni. Sarai tu la prima- Poi senza dire altro, Quattro sparisce nella sala simulazioni seguito dalla ragazza che ha appena chiamato. E' un' iniziata interna.

Siamo in una piccola saletta d'attesa. Tutti gli iniziati riuniti: quelli interni e i trasfazione. Tutto quello che dobbiamo fare in realtà è aspettare di essere chiamati per affrontare la prova. Io sono seduta vicino a Christina che è alla mia sinistra. Alla mia destra è seduta una ragazza, figlia di intrepidi. La conosco a malapena, si chiama Marlene.

Davanti a me è seduto Al, vicino a lui Uriah e alla destra di Uriah è seduto Peter che ha lo sguardo rivolto verso il pavimento. Qualche sedia più in là è seduta Molly che tiene in mano una borsa con del ghiaccio all'interno. Il suo naso è gonfio, di un colore bluastro, tende al viola. L'unico iniziato assente è Will.

-Chris, Will è ancora in infermeria?- le sussurro.

-Si. Domani mattina inizierà l'addestramento per il secondo modulo.- mi dice.

-Io,Tris ed Al siamo andati a trovarlo proprio ieri sera prima di andare a dormire. Ha chiesto di te, era mortificato per tutto quello che è successo.- Aggiunge passandosi una mano tra i capelli.

-Non deve preoccuparsi di nulla. Dopo cena andrò a trovarlo.- Ribatto sorridendo.

-Sarà felice di vederti.- Mi dice Christina.

 

 

-Erika, vieni tocca a te.- Quattro mi fa cenno di alzarmi.

Ora la saletta d'attesa è vuota. Io sono l'ultima. Entro nella sala simulazioni. Sembra identica alla sala del test attitudinale.

Al centro della stanza è posizionata una poltroncina reclinabile. Sopra di essa si trova una lampada neon che emana una luce arancione per tutta la stanza.

-Non avere paura, siediti.- Mi incoraggia il ragazzo.

Mi siedo velocemente sulla poltroncina. Successivamente Quattro mi inietta un liquido arancione nel collo. Sobbalzo appena.

-Che cos'è?- Chiedo

-E' un siero che stimola l'amigdala, la parte del cervello responsabile soprattutto della paura.- Risponde lui all'istante.

-Bene- Sussurro. E' tutto ciò che riesco a dire prima di chiudere gli occhi e di scivolare nel mondo delle mie paure.

 

 

Quando mi risveglio non sono più nella sala simulazioni. Mi trovo in un luogo ignoto, completamente buio. Non riesco a vedere nulla. Provo a gridare, ma il mio urlo si strozza in gola. Il mio battito cardiaco accellera , se continuo di questo passo mi verrà un infarto. Cerco di stare calma. Una delle mie paure più grandi è il buio. Fin da piccolina questa paura mi tormenta. Comincio a piangere, comincio a sudare, sento freddo. Corro, corro senza avere una meta precisa, devo assolutamente trovare una via d'uscita. Mi sembra di vedere in lontananza una luce, comincio a calmarmi. Mi asciugo il sudore della fronte con il palmo della mano destra.

Improvvisamente sento uno strano formicolio lungo le braccia. Deglutisco a fatica. Non è più buio, ora mi trovo nella palude oltre la recinzione. E con tanto disgusto capisco la causa del formicolio: ragni. Ragni che camminano sul mio corpo. Mio dio, mio, mio dio, mi verrà un infarto, lo sento. Gli aracnidi sul mio corpo si moltiplicano a vista d'occhio.

Crollo a terra esausta, senza forze. I ragni ormai si sono impossessati del mio corpo. Cerco di calmarmi, di regolarizzare il respiro e di rallentare i battiti cardiaci. E' solo una stupida simulazione, non devo perdere il controllo di me stessa. Tutto questo Non è reale. Chiudo gli occhi e cerco di rilassarmi facendo dei bei respiri profondi.

 

 

Mi sveglio di soprassalto. Ho il cuore in gola. Mi tasto i capelli e la faccia. Sono ansiosa di sapere il mio risultato. Alzo lo sguardo verso la figura di Quattro affianco a me. Ha la bocca spalancata e gli occhi sbarrati. Cosa gli è successo? Decido di rompere il silenzio.

-Che succede?- Chiedo. Lui si gira verso di me.

-Alzati- Risponde severamente.

-Quattro, che succede? Come sono andata?- Mi asciugo le mani sudate sui pantaloni aspettando una risposta.

-Quanto pensi sia durata la simulazione?- Mi chiede

-Non, non lo so.- Balbetto. -Forse mezz'ora?- Rispondo.

-Tre minuti Erika. Tre fottutissimi minuti- Esclama.

-Che cosa? Non è possibile- Sbotto.

-Sei stata quattro volte più veloce della media. Hai ottenuto lo stesso risultato di...- Esita un po' prima di finire la frase.

-Di chi?- Chiedo a voce più alta.

-Di Tris-

-Cosa? Mio dio. Che cosa sta succedendo?- Esclamo. Sono piuttosto confusa.

-Posso farti una domanda Erika?-

-Dimmi pure.-

-Che risultato hai ottenuto al test attitudinale?- Ha lo sguardo fisso su di me.

-Eruditi, che domande.- Balbetto.

-Non farmi ridere.- Sbotta lui. - Dimmi la verità- mi stuzzica.

Tori mi ha detto esplicitamente che non posso parlare con nessuno della mia Divergenza, quindi non mi azzarderò a farlo.

-Eruditi Quattro.- Cerco di sembrare più tranquilla possibile.

Senza dire altro me ne vado, assicurandomi di aver chiuso bene la porta alle mie spalle.

 

 

-Erika! Sei stata grande!- Esclama Christina.

-Come hai fatto?- Chiede Al intontito.

-Hai ottenuto un tempo record, come quello di Tris. Se continui di questo passo sarai prima- Chris sembra così entusiasta. Sorrido a malapena.

-A voi come è andata?- Chiedo con un fil di voce.

-Diciamo bene per essere la prima volta.- Dichiara Chris.

-Uno schifo- Esclama Al.

Ho bisogno di parlare con Tris. Ora. Dov'è finita?

-Complimenti Erika. Bel risultato- la voce di Peter è piena di tristezza, di dolore. Una lacrima amara riga la mia guancia sinistra.

-Grazie- sussurro con un filo di voce prima di scoppiare in un pianto disperato.

-Ho bisogno di stare sola, perdonatemi. Ci vediamo dopo- Dico ai miei amici, poi esco dalla camerata. Vago piangendo e senza una meta ben precisa nei corridoi della Residenza.

Che cosa sono esattamente?

Improvvisamente urto qualcosa. Un corpo. Alzo lo sguardo e mi accorgo di aver appena urtato Tris.

-Tris- Sussurro tra le lacrime.

-Ho bisogno di parlarti urgentemente- aggiungo.

-Erika, ehi, calmati. Va tutto bene- Mi abbraccia e mi accarezza i capelli.

-Che succede?- Mi chiede.

-Sai vero che abbiamo ottenuto lo stesso tempo, gli stessi maledetti minuti nella simulazione?- Dico con voce piatta. Ho smesso di piangere.

Tris annuisce e abbassa lo sguardo.

-Tris...- Vorrei rivelarle e vorrei dirle che io sono una Divergente, ma non so se posso fidarmi.

-C'è una cosa che ci accomuna. Forse. Hai capito cosa intendo?- Chiedo. Lei alza lo sguardo. Forse anche lei vuole dirmi qualcosa, forse anche lei è una Divergente proprio come me. Sinceramente io e Tris non siamo molto legate, però ci vogliamo bene e possiamo contare l'una sull'altra.

-Non possiamo permettere che ci scoprano o ci uccideranno.- Mi dice lei a bassa voce.

-Così anche tu sei una...-

-Shh, non pronunciare quella parola- Aggiunge sussurrando.

-Siamo sulla stessa barca Tris- le dico.

-Puoi contare su di me tutte le volte che vuoi.- Conclude sorridendo.

-La stessa cosa per me- Ricambio il sorriso.

Diventerò una vera intrepida, sposerò Peter, avrò dei figli. Non posso rinunciare a tutto questo a causa della mia Divergenza. Avrò la vita che desidero da tanto. Costi quel che costi.

 

 

Appena varco la porta del dormitorio un profumo di detersivo e citronella mi penetra nelle narici. Quell'odore è familiare, è di Peter. Abbozzo un sorriso. La camerata è vuota, sono tutti a cena. Non avevo molta fame, così ho mangiato solo una fetta di torta al cioccolato di sfuggita, poi sono andata in infermeria a trovare Will. Lui era così contento di vedermi. Era così mortificato per tutto. Grazie a dio sta bene e domani affronterà per la prima volta le sue paure come abbiamo fatto noi oggi stesso. Se la caverà.

Appoggio la mia giacca di pelle nera lucida sul mio letto, poi vado in bagno. Appena entro mi si forma un nodo in gola. Peter sta piangendo in silenzio e ha lo sguardo rivolto verso il basso. Forse non si è ancora accorto della mia presenza. Comincio a singhiozzare anche io. Non possiamo andare avanti così, io lo amo. Non posso fare finta di nulla ancora per molto. Lui finalmente alza lo sguardo, io gli corro incontro e gli getto le braccia al collo. Lui mi stringe talmente forte da togliermi il fiato, ma non m'importa, non m'importa minimamente.

Respiro il suo odore: citronella e detersivo alla vaniglia. Lui mi accarezza la schiena, poi mi bacia le guance, la fronte e infine posa le sue labbra sulle mie. Baci violenti, passionali. Lui indugia sotto la mia maglia. Il contatto delle sue mani fredde con la mia pelle calda mi fa rabbrividire.

-Ehi, non ora. Andiamoci piano- Sussurro. Poi scoppio a ridere.

-Scusami- Mi sorride e mi bacia di nuovo. Stavolta un bacio semplice e delicato.

-Tu sei tutto per me. Perdonami, perdonami su tutto- Gli accarezzo gli zigomi con i pollici.

-Non devi chiedere scusa. Mi dispiace per Will- Mi dice.

Appoggio la mia fronte contro la sua.

-Lui sta bene.- Gli accarezzo i capelli.

-Ti amo Erika- Mi sussurra all'orecchio.

Ora sono sicura e posso dirlo anche io.

-Anche io ti amo Peter-

Ci baciamo di nuovo e poi scoppiamo a ridere. Una di quelle risate genuine e vere. Non ridevo così da tanto tempo.

 

 

*Angolo dell'autrice*

Beeene

Ecco a voi l'ottavo capitolo!

Erika e Peter sono tornati insieme, hanno fatto pace ed ora sono più uniti che mai * coriandoli e cuoricini riempiono la pagina*

Erika ha affrontato le sue paure ed ha ottenuto gli stessi minuti di Tris. Ora, anche se non si è capito esplicitamente, Quattro sa che Erika e Tris sono due Divergenti e farà di tutto per proteggerle. Soprattutto proteggerà Erika da Eric, che non deve assolutamente sapere che sua sorella è una Divergente. Come si evolverà la storia?

Al prossimo capitolo Divergenti

Vallinz_00 <3 P.s. Nei prossimi giorni non sarò a casa, quindi la storia non verrà aggiornata prima di Sabato prossimo. <3

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 10
*** Sono davvero in pericolo ***


-Ehi Buongiorno bellezza- 
Riconoscerei quella voce ovunque. Peter. 
Abbiamo dormito abbracciati tutta la notte. Ho fatto cambio con Edward per il letto e poi l'ho unito a quello di Peter. Abbiamo creato un vero e proprio letto matrimoniale, un po' scassato e malmesso, però è lo stesso. 
Mi accarezza i fianchi. Apro gli occhi lentamente, poi gli do un bacio delicato sulle labbra. 
-Ehi.- Dico accarezzandogli una guancia. 
Mi alzo di scatto e mi dirigo in bagno. 
Stasera ci sarà una festa di benvenuto per noi iniziati. Un po' in ritardo però. 
Abbiamo la giornata libera. Niente allenamento, niente simulazioni. 
Riprenderemo tutto domani. 
Dedicherò questa giornata a me stessa. Andrò assieme a Chris e a Tris al negozio di abbigliamento al Pozzo. Sarò uno schianto per la festa. 
 
 
-Oh perbacco Erika, sei seriamente uno schianto. Peter esploderà stasera- Ridacchia Chris. 
-Non esageriamo!- Ribatto ridendo. 
-Attirerai l'attenzione di tutti.- Aggiunge Tris 
-Potresti cantare ! Cavolo sei bravissima. Avanti!- Esclama Chris saltellando. 
-Non so, se mi va posso farlo.- dico con voce piatta. 
-Faresti un figurone- Ribatté Chris
-Dai, ora paghiamo, o faremo tardi- Concludo sorridendo. 
 
 
 
Mi guardo allo specchio. Quasi non mi riconosco con tutto quel trucco e quei vestiti addosso. Indosso un top nero che mi lascia scoperta la pancia, pantaloncini a vita alta neri, zeppe nere. Trucco rigorosamente nero. Eye-liner, mascara e rossetto, nero anche quello naturalmente. Ho deciso di indossare anche una giacca di pelle nera. Capelli sciolti, con l'aggiunta di una piccola treccina a cerchietto. Mia madre me la faceva sempre da piccola. 
Conciata in questo modo sembro una dark girl. 
Quando esco dal bagno trovo Peter ed Eric che stanno parlando tranquillamente seduti sul letto mio e di Peter. La cosa mi fa un po' paura. 
-Non è un po' troppo così?- Chiede Eric con voce cupa. 
-Sei uno schianto Erika- Gli occhi di Peter brillano. 
Eric si avvicina a me. 
-Devo dirti una cosa molto importante Erika. Non ti piacerà- Mi sussurra mio fratello. 
Il 'non ti piacerà' mi fa rabbrividire. 
Ha forse scoperto che sono una Divergente? 
Deglutisco.
-Dimmi- Rispondo con voce tremante. 
-Peter perché non ti incammini per la festa?- Chiede Eric 
-Ma... Erika- Balbetta lui
- Ti raggiungo tra poco. Te lo prometto- Rispondo. Mi avvicino a lui, poi lo bacio. 
Lui si allontana senza dire altro. 
-Bene. Ora dimmi tutto.- Sono abbastanza preoccupata.
-Siediti- Anche Eric sembra abbastanza scosso. La tensione sale.
- Stamattina ho saputo che...- Si ferma e fa un respiro profondo. 
-Che cosa Eric? Cosa?- Ho le lacrime agli occhi. 
-I nostri genitori sono...- Si mette una mano sulla faccia. Cosa diavolo è successo a mamma e papà? 
-... Morti. Sono stati uccisi- 
Per la prima volta dopo sedici anni vedo mio fratello piangere. È come se qualcuno mi avesse pugnalata alle spalle e poi rigirasse in continuazione la lama nella piaga. 
Un dolore atroce. Inizio a piangere senza sosta. 
Getto le braccia al collo di mio fratello, lui mi stringe, mi stringe tanto. 
-Non può essere. Nonono. Eric, no- Balbetto tra le lacrime. 
-Perché?- Aggiungo asciugandomi le lacrime.
-Non ne ho la più pallida idea Erika. Ecco perché domani sera andremo dagli Eruditi, a casa.- dice lui con voce piatta.
-Che cosa? Non possiamo Eric. Non abbiamo il permesso- ribatto
-Si. Abbiamo il permesso. Domani notte alle tre al Pozzo. Sii puntuale, ci conto. Voglio andare in fondo a questa storia.- Conclude lui. Mi abbraccia di nuovo, mi bacia la fronte e poi se ne va. 
Rimango sola nella camerata. Non ho le forze per alzarmi. Vorrei esplodere, urlare, prendere a pugni qualcuno, ma mi sento debole ed insignificante. 
Mi sdraio sul letto e mi rinchiudo in me stessa. Peter. Dov'e' Peter? Ho bisogno di lui. 
E se i miei genitori fossero morti per colpa mia perché io sono una Divergente? Il pensiero mi fa andare in frantumi. Io sono fatta così. Estremamente sensibile, estremamente forte. 
Sento dei passi. Qualcuno è entrato nel dormitorio. 
-Peter- Gli getto le braccia al collo. 
-Erika, mi dispiace tanto. Me l'ha detto Eric. Vuoi stare sola?- Mi chiede sussurrando. 
-No assolutamente no- Rispondo con la voce smorzata dalle lacrime. 
Lui mi bacia e io faccio lo stesso. 
Appoggio la testa nell'incavo del suo collo. Lui mi accarezza la schiena. 
-Ti ho rovinato la festa Peter- Dico. 
-A me non importa della festa. A me importa di te. Guardami Erika- mi alza il viso con due dita e mi costringe a guardarlo negli occhi. 
-Io ci sarò con te fino alla fine dei miei giorni. Combatterò con te. Io ti amo.- mi asciuga le lacrime nere di mascara. 
Abbozzo un sorriso poi sospiro. 
 
 
 
 
Mi sveglio nel cuore della notte. Sono sudaticcia. L'ennesimo incubo.
Ieri sera non ho messo piede alla festa e mi sono vestita per nulla. Ho tolto tutto. Trucco, vestiti, scarpe e mi sono messa comoda per dormire. Peter è stato così dolce, non mi ha mai abbandonato per nessuna ragione al mondo. Chris,Tris,Will,Al e gli altri mi hanno fatto le condoglianze. Solo a me. Eric ha fatto finta di nulla anche se si vedeva che era molto scosso. Stanco. Almeno io l'ho notato molto. Ho scoperto che una nostra zia, parente lontano, che vive negli Eruditi, ha avvisato mio fratello della morte di mamma e papà. Se ci ripenso. Mi si accappona la pelle. 
Tutti nella camerata dormono beati. Tutti tranne me. Faccio solo incubi. 
Mi alzo e silenziosamente mi dirigo alla fontanella dello strapiombo. Mi è venuta una gran sete. 
I corridoi sono vuoti, lugubri, silenziosi e freddi nonostante fossimo in estate. 
Ho guardato poco fa l'orologio di sfuggita. Sono le quattro e mezza del mattino. Non dovrei girare sola nel cuore della notte nella lugubre residenza sotterranea degli Intrepidi. 
Quando arrivo alla fontanella noto una figura femminile che si sta sporgendo per bere.
Quando si gira per imboccare la strada per il Dormitorio la riconosco, è Tris. 
-Erika, che ci fai qui?- Mi chiede
-Ho sete, poi non riesco a dormire sogni tranquilli.- abbasso lo sguardo. Rimaniamo qualche secondo in silenzio.
-Erika, mi dispiace tanto.- Tris mi abbraccia.
-E se i miei fossero morti per colpa mia? Perché sanno che io sono...- Non finisco la frase. Non voglio dire quella parola.
Tris si stacca dall'abbraccio e mi guarda perplessa. 
-Ma i tuoi cosa c'entrano? Questa si chiama ingiustizia- 
Annuisco. Mi sporgo per bere. L'acqua è così fresca, pulita, rigenera l'organismo. 
-Com'è andata la festa ieri sera? - Dico con un mezzo sorriso.
-Bene- Risponde Tris sorridendo. 
-Comunque nulla di che. Abbiamo mangiato e ballato. Più della metà dei presenti era ubriaca ancor prima di cena- Ridacchia. 
-A volte le persone non sanno divertirsi in modo giusto.- concludo. Tris annuisce. 
Improvvisamente spuntano dal nulla tre persone, o meglio, tre aggressori incappucciati. 
Ci colpiscono alle spalle. Uno mi da un pugno sul naso, mi spinge verso lo strapiombo. Vedo Tris che si dimena disperatamente. 
L'aggressore mi stringe i polsi fino a farli diventare di un colore violaceo. Stringo i denti.
-Aiuto, Tris, urla, urla, ci devono sentire- urlo a gran voce più volte. 
Comincio a piangere, il sangue che mi cola dal naso e dal sopracciglio destro.
Comincio a calciare l'aggressore nelle parti basse. Sono sul ciglio dello strapiombo, di nuovo, di nuovo sono tra la vita e la morte. Quella volta sul treno, non me la scorderò mai. Inspiro, espiro, inspiro, espiro. Ho le orecchie ovattate, la testa pesante. Morirò, anzi moriremo. Tris mi chiama. 
Raccolgo tutte le forze che ho e sfilo il cappuccio all aggressore davanti a me. Molly. Urlo. Mi giro verso Tris, l'altro aggressore è Al. Al. Mi si forma un nodo in gola che mi impedisce di deglutire e a tratti di respirare. Vorrei piangere ma non ho più lacrime. Sono esaurite. 
Poi qualcuno scaraventa Molly a terra. Cado, senza forze. Riconosco i nostri salvatori. Quattro e Peter. Dio io ti ringrazio. 
-Portiamole in infermeria Peter. Muoviamoci.- Sussurra Quattro. Gli aggressori sono a terra, hanno perso conoscenza. 
Sono davvero in pericolo. Sarà una battaglia dura. 
 
 
 
 
*Angolo dell'autrice* 
Eccoci arrivati al nono capitolo! Bel traguardo. 
La storia si sta facendo piuttosto complicata!
Ringrazio come sempre chi recensisce (Alex_001 e BeDauntless) e ringrazio anche i lettori silenziosi 😚 
Al prossimo capitolo Divergenti!
Vallinz_00 ❤️
 
 

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Capitolo 11
*** Notte insonne ***


*Tataaan. Dopo ben dieci o forse undici mesi di sospensione della storia sono tornataaaaa. Con la scuola e altro ho sospeso tutto e per questo mi dispiace tantissimo, soprattutto per il ritardo che porto. Proprio ieri ho riguardato per la milionesima volta 'DIVERGENT' e nulla, mi e' tornata l'ispirazione e la voglia di scrivere, di finire una volta per tutte questo racconto. Non mi dilungo più di tanto, vi lascio al capitolo, ci rivediamo all'angolo dell'autrice in fondo!* 



Ho la testa pesante, mi sento svenire. Vedo Peter che sferra un altro calcio a uno degli aggressori, ma non riesco a capire a quale. Riesco ad intravedere Tris e Quattro che se ne vanno facendoci un cenno nella direzione opposta alla nostra. Poi le mie gambe cedono e prima che possa aprire bocca per chiedere aiuto, svengo. 


Quando riapro gli occhi sobbalzo alla vista di Peter ed Eric ad un palmo dal mio viso. Riconosco il luogo in cui sono. L'appartamento di mio fratello. 
-Che ore sono?- Balbetto.
-Le cinque del mattino.- Risponde mio fratello mettendomi del ghiaccio sul labbro. 
Peter mi stringe la mano. 
-Come ti senti?- Mi chiede quest'ultimo.  
-Ma soprattutto, perché siete state aggredite?- Aggiunge mio fratello.
 Stringo i denti, mi viene da piangere, forse Jeanine ha davvero scoperto che sono una Divergente. 
Affondo la testa nel cuscino. 
-Meglio se stanotte rimani a dormire da me.- Ribatte mio fratello con voce fredda. 
-Se resto anche io? Ti dà fastidio Eric?- Chiede Peter. 
-Resta. Ma tra un paio d'ore vi voglio in piedi. Gli altri non possono venire a sapere che siete stati qui.- Finisce mio fratello
-No, io non dormo. Me ne vado. Grazie dell'ospitalità Eric, ci vediamo domani mattina.- Mi alzo titubante dal letto e mi dirigo verso la porta. 
-Vengo con te.- Peter si alza di scatto dal bordo del letto dov'era e mi raggiunge. 
-Come volete,dovreste riposare ma se non ci riuscite...comunque sappiate che vi tengo d'occhio. Soprattutto a te, Peter. E a te Erika, domani mattina parleremo meglio.- E dopo aver detto questo mio fratello ci abbozza un sorrisetto e si butta di nuovo sul letto.



-Vieni, ti porto in un posto.- Prendo Peter per mano e insieme ci dirigiamo nella parte più alta dell'edificio in cui vivono e viviamo noi intrepidi. 
-Wow, è davvero alto qui. Come lo conoscevi?- Mi chiede lui guardandomi. 
-Mio fratello, me l'ha mostrato qualche giorno fa di nascosto perché io gli avevo chiesto cos'era- 
L'aria è calda e un po' afosa. La notte sta svanendo per lasciare posto ad un'altra giornata di sole. Il cielo è di un blu chiaro con sfumature violacee, rosse e rosa.
L'alba. 
Mi volto verso Peter. Appoggio delicatamente la mia fronte sulla sua. Lui mi bacia e poi mi stringe a se. 
-Perché vi hanno aggredito Erika?- Mi chiede Peter sottovoce. 
-Non lo so, non lo so Peter- Rispondo assorta nei miei pensieri. 
Invece lo so, forse è perché io e Tris siamo divergenti. E forse i miei genitori sono stati uccisi per questo, perché nascondevano una divergente tra gli Eruditi. Ma loro non sapevano cos'ero. E poi Al, Al che era tra gli aggressori. Perché? Ho la testa che mi scoppia. Per allentare la tensione mi fiondo sulle labbra di Peter. Le uniche persone care che mi sono rimaste sono Peter ed Eric. Le uniche per cui mi tengo in vita e per cui combatto. Altrimenti potevo essere già morta. 
Le sue labbra sono così morbide, calde. Lui mi bacia il collo risalendo fino alle labbra, poi mi accarezza la schiena e la guancia. Intanto si sta facendo giorno, un giorno che mi fa paura. Oggi io ed Eric andremo di nascosto dagli Eruditi per sapere di più sulla morte dei nostri genitori. Dagli Eruditi. Coloro che sanno la verità. Una verità che se rivelata per me e per Tris, potrebbe essere letale. 


*Angolo dell'autrice pazza* 
Ed eccoci arrivati al decimo capitolo. Wow. È un po' corto ed è un capitolo di passaggio, però spero vi piaccia lo stesso. Il prossimo capitolo sarà più attivo e più lungo. Nulla, sono viva e mi è ritornata l'ispirazione per continuare e finire questa storia. Aggiornerò presto, promesso. Fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo e del mio ritorno con una recensioncina * coriandoli *. A prestissimo con il prossimo capitolo!
Vallinz_00 

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Capitolo 12
*** Sensi di colpa ***


Dopo aver visto l'alba, io e Peter ci incamminiamo a passo svelto verso il dormitorio. Camminiamo uno di fianco all'altra senza dire nulla. Sinceramente sono un po' preoccupata. Gli altri non devono sapere che non abbiamo passato la notte in dormitorio, ma soprattutto non devono sapere nulla dell'aggressione.

Quando varchiamo la soglia della camerata, come previsto, non troviamo nessuno sveglio. Tutti dormono beati. Persino Tris è ritornata. Probabilmente sta solo facendo finta di dormire perchè non vuole essere scoperta. Solo un letto è vuoto: quello di Al. Rabbrividisco. Perchè anche lui era coinvolto nell'assalto? E ora, dove sarà? A piangere le sue colpe? Io e Tris non lo perdoneremo facilmente, quello che ha fatto è stato cercare di ucciderci. Per ottenere cosa? Un posto più alto nelle classifiche? Bell'amico. Scuoto il capo come per cancellare il suo nome e tutte queste domande che mi stanno assillando.

Peter mi da un bacio sulla guancia e prima di rimettersi a letto mi sorride. Io ricambio il sorriso e poi mi siedo sul mio letto. Sono appena le sei, tra un'ora e mezza ci sarà la sveglia, meglio recuperare qualche ora di sonno prima del crollo definitivo.

 

 

 

-In piedi iniziati- Tuona mio fratello sulla soglia della porta, poi sparisce nel buio dei corridoi.

Mi alzo di scatto. Non posso crederci, mi sono addormentata, ho dormito pure bene. Mi dirigo in bagno, mi sistemo i capelli e mi metto un filo di matita nera. Mi cambio e dopo neanche cinque minuti sono pronta. Fresca e tosta per affrontare questo nuovo giorno.

Uscendo dal bagno incrocio lo sguardo di Molly per qualche secondo. Sembra non provare alcuna emozione. Quanto la odio.

Poco dopo Tris mi rivolge un debole sorriso.

-Tutto bene?- Le chiedo sottovoce.

-Si- Mi risponde lei.

-Dove sei stata dopo... insomma... dopo l'inconveniente?-

Lei mi guarda, esita un po' prima di rispondere e poi arrossisce. Ora capisco. E' stata da Quattro. Sorrido.

-Sei stata nel suo appartamento?- Le chiedo con un sorrisetto malizioso.

-S-si.- balbetta imbarazzata.

-Ma non ti fare strane idee. Mi ha solo medicata, abbiamo parlato un po', poi sono tornata di mia spontanea volontà al dormitorio. Tu, piuttosto. Dove sei stata?-

-Ero con Peter in infermeria.- Dico, con voce ferma. Non deve e non può sapere che ero nell'appartamento di Eric.

Ah, bene.- Conclude lei con un sorriso.

 

Stiamo per uscire dalla camerata, quando sulla soglia della porta appare Al.

Ha gli occhi puntati a terra, come se avesse paura di guardarci. Fa bene ad essere impaurito. Io e Tris ci giriamo di scatto l'una verso l'altra. Non sappiamo cosa fare, ne cosa dire.

Quando Al alza lo sguardo e lo punta su di noi noto all'istante il suo aspetto trasandato. I vestiti mezzi strappati, il colore violaceo della sua pelle provocato forse dai lividi dell'aggressione, due tagli, uno sul sopracciglio e uno sul labbro e il suo sguardo da cucciolo ferito. Viene verso di noi.

Quando anche gli altri notano la sua presenza cominciano ad osservarlo increduli per il suo aspetto.

-Ehi amico, che ti è successo?- Chiede Will avvicinandosi a lui.

Al non risponde, si limita a fissare il suo amico con gli occhi lucidi.

Peter sembra voler intervenire, o almeno dire qualcosa. Incrocio il suo sguardo e faccio no con il capo lentamente.

-Tris...- la voce di Al è debole.

Lui cerca di prenderle il braccio ma lei si dimena e si allontana.

-Non toccarmi, lasciami in pace- Urla lei in preda al panico.

Io faccio finta di essere calma, anche se vorrei piangere.

-Sei un codardo.- Tris inizia a singhiozzare, gettandosi tra le mie braccia. La stringo forte e poi incenerisco l'ex candido con lo sguardo. Funziona, perchè comincia a fare dei passi indietro.

Gli sguardi degli altri sono un misto di perplessità, paura e confusione.

-Io...mi dispiace- Lui trema, non so se dalla paura o per qualcos'altro.

-Vattene, codardo che non sei altro.- Tuona Tris ancora abbracciata a me.

Al sembra voler piangere.

E' piombato il silenzio assoluto nel dormitorio. Riesco a sentire bene i respiri affannati degli altri iniziati vicino a me.

-Tris, ti prego... Erika...- L'ex candido si avvicina di nuovo a noi in modo supplichevole.

-Se ti ha detto di andartene, vattene e lasciaci in pace. Verme.- Ora sono io che grido. Spero di essere stata chiara. Le mie ultime parole rimbombano nei corridoi della residenza.

Improvvisamente sulla soglia della camerata appare Eric. Grazie buon Dio di aver mandato rinforzi.

 

-Che ci fate lì impalati? Forza, filate in mensa. Non voglio sentire volare una mosca, altrimenti vi userò come mio prossimo bersaglio nel lancio dei coltelli. Forza- Incita mio fratello battendo le mani.

Tutti cominciano ad uscire dalla stanza. Al per primo, seguito da tutti gli altri. Noto che Eric bisbiglia due parole a Peter e poi anche quest'ultimo sparisce.

 

Nella camerata ora ci siamo solo io e mio fratello. Lui incrocia le braccia e divarica le gambe, come se volesse delle spiegazioni.

Io corrugo la fronte.

-Al era uno degli aggressori. Non potevamo fargliela passare liscia Eric.-

-Capisco. Anche facendo così all'ottanta percento diventerà un escluso. Perderà dei punti per aver fatto questo. E non pochi punti- Eric incomincia a girovagare per la stanza senza meta.

-Secondo te l'ha fatto per questo?- Chiedo sedendomi su un letto.

-Non c'è altra spiegazione se non questa, Erika.- Ribatte lui con voce ferma.

 

Beh, un'altra spiegazione ci sarebbe: il fatto che io e Tris siamo Divergenti. Ma per ora voglio lasciar credere a mio fratello che lui ha ragione.

 

-Però non è di questo che sono venuto a parlarti. Vedi, oggi avete il giorno libero. Niente simulazioni e robe varie.-

Sorrido mentalmente, finalmente un giorno di pausa da tutte queste torture.

-Oggi pomeriggio subito dopo pranzo fatti trovare al pozzo. Andremo a casa, devo controllare alcuni documenti per sapere di più sulla morte di mamma e papà. E' necessario controllare soprattutto un documento.- continua lui guardandomi negli occhi.

-E se ci vedono Eric?- Chiedo preoccupata.

-Stai tranquilla, con me sei al sicuro sorellina.- Mi rivolge un sorriso e io ricambio.

Mi fido di lui. Speriamo vada tutto bene.

 

A passo svelto ci incamminiamo verso la mensa, quando un urlo ci fa accapponare la pelle. Ci fermiamo di scatto.

-Proveniva dallo strapiombo.- Borbotta mio fratello.

Incominciamo a correre verso il luogo sopracitato. Quando arriviamo notiamo un gruppetto di intrepidi poco più grandi di me che fissano increduli il fondo dello strapiombo come se là sotto abitasse il mostro dei mostri.

Scorgo le figure di Quattro, Tris, Peter e degli altri nella parte opposta alla nostra.

 

-Allontanatevi immediatamente dallo strapiombo. C'è qualcosa sul fondo, dobbiamo recuperarlo.- Grida Quattro.

All'istante arrivano alcuni intrepidi muniti di un'attrezzatura strana che permetterà loro di recuperare quello che c'è sul fondo.

 

Dopo pochi minuti il gruppo di intrepidi riporta alla luce un corpo.

Un corpo senza vita.

Sento mancarmi il fiato quando mi accorgo che è quello di Al.

Non posso crederci, si è buttato nello strapiombo. Si è ucciso.

Comincio a piangere in preda al panico. E' tutta colpa nostra. Mi faccio schifo da sola. Eric mi osserva, è a pochi metri da me, come se volesse tranquillizzarmi e dirmi che va tutto bene, che sarebbe diventato un escluso comunque perchè era in fondo alla classifica e non sarebbe riuscito a superare il test finale. Ma non mi importa.

Dopo pochi secondi Peter mi raggiunge e mi stringe. Mi da un bacio sulla fronte.

-Non è colpa tua o di Tris, è colpa sua. Lui ha sbagliato ad aggredirvi solo perchè era in basso nella classifica.- Mi bisbiglia, accarezzandomi i capelli.

Probabilmente, visto che lui era in fondo alla classifica l'hanno ricattato: uccidi queste due divergenti così potrai essere primo. Non lo so, non lo so, so solo che la paura e i sensi di colpa mi stanno divorando. Vorrei spifferare a Peter e ad Eric chi sono veramente e togliermi questo peso, probabilmente però se lo facessi mi ucciderebbero, non so come reagirebbe mio fratello che non può sopportare i Divergenti.

 

-Erika, dobbiamo andare. Anticipiamo la nostra gita. Ora è il momento più adatto.- Eric mi prende per il polso e mi strappa via dall'abbraccio di Peter.

-Non c'è tempo da perdere, Peter coprici.-

Peter annuisce e poi ritorna dagli altri intrepidi, ancora spaventati e confusi per quell'orrendo suicidio.

 

 

 

 

Io ed Eric sfrecciamo lungo la ferrovia arrugginita, in attesa dell'arrivo del treno merci che ci porterà dagli Eruditi, nostra fazione natale.

Appena il treno ci passa affianco, Eric riprende velocità e io faccio lo stesso.

Successivamente lui afferra la maniglia dell'ultimo vagone e facendola scorrere di lato apre la porta, subito dopo mi tende una mano per aiutarmi a salire. Io la afferro all'istante senza esitare.

Anche questa è andata. Penso tra me e me.

 

Nonostante tutto sono ancora scossa dalla morte di Al, accaduta pochi minuti fa. Non mi aspettavo un gesto del genere da parte sua. Per distrarmi guardo fuori.

Siamo quasi arrivati dagli Eruditi. Non so esattamente perchè mio fratello mi abbia chiesto di accompagnarlo; avrebbe potuto benissimo andarci da solo, avrebbero sospettato di meno. Il Capofazione più temuto degli intrepidi che se ne va via con un'iniziata trasfazione. Spero che nessuno ci abbia visto, potrebbero addirittura riempire di domande Peter, mio complice a metà, nonché mio ragazzo.

 

-Che cosa cerchi esattamente Eric?- Chiedo osservando il paesaggio di fuori.

-Una cosa, un documento che forse chiarirà tutti i nostri dubbi- Risponde lui alzando gli occhi al cielo.

-Di che documento si tratta, si può sapere? E' da quando ci siamo svegliati che lo nomini- Ora lo guardo negli occhi. Occhi che sembrano fatti di ghiaccio. In un certo senso quelle iridi rispettano completamente il carattere di Eric. Freddo con la maggior parte delle persone che conosce, alcune volte anche con me, soprattutto il primo giorno che ho varcato la residenza degli intrepidi. Sembra passata un'eternità, in verità sono passati più o meno dieci giorni se non di meno.

 

Lui sta per aprire bocca quando nota che siamo arrivati nella fazione degli eruditi.

-Non c'è tempo da perdere sorellina!-

Dopo questo, fa un salto dal treno, poi con una capriola atterra saldamente sulle piante dei piedi. Io faccio lo stesso, però devo dire che il salto di Eric era decisamente meglio del mio.

-Brava sorellina, stai diventando agile come un vero intrepido- Mi dice lui con un sorrisetto.

Io gli faccio la linguaccia e poi lo seguo.

 

Gli Eruditi non cambieranno mai, sempre noiosi e sempre monotoni nei modi.

Quando arriviamo davanti casa nostra mi si forma un nodo in gola.

Eric capisce che c'è qualcosa che non va, così mi prende e mi stringe a sé.

-Coraggio, ci sono io con te.- Mi sorride, questa volta un sorriso sincero.

-Ti voglio bene Erika, più di quanto tu immagini. D'altronde sei la mia sorellina.- Ricaccio le lacrime e rido. Era da tanto tempo, forse anni, che non mi diceva un 'Ti voglio bene'. Ma lui è fatto così.

-Anche io ti voglio tanto bene Eric. Il mio fratellone- Gli do un bacio sulla guancia in punta di piedi e poi uno di fianco all'altra cerchiamo di entrare in casa.

-Come entriamo?- Chiedo io.

-Togli quella molletta dalla testa, proviamo ad aprire la serratura.-

-Pessima idea, ma se vuoi, tentar non nuoce- Mi sfilo la molletta dai capelli color grano e la porgo a mio fratello.

 

Dopo vari tentativi e insulti verso la serratura da parte di Eric, lui riesce ad aprire la porta. L'appartamento è buio, ci sono almeno una trentina di scatoloni sparsi per la casa. Mi fermo ad osservare la foto di famiglia appesa al muro del salotto.

Mamma e papà sprigionavano gioia da tutti i pori. Io e mio fratello avevamo un sorriso che andava da un orecchio all'altro. Quanto mi mancano quei momenti.

Inizio a singhiozzare in silenzio. Appena Eric si accorge del motivo per cui piango si avvicina a me e di nuovo mi imprigiona nelle sue braccia possenti.

-Erika, ti prego, so che è difficile, lo è anche per me. Stai concentrata, ricorda il motivo per cui siamo venuti qui.- Mi bisbiglia lui.

-Per avere giustizia- Ribatto.

 

Lascio il suo abbraccio dirigendomi in cucina.

-Tu guarda al piano di sotto, io vado di sopra. Spero di trovare qualcosa di utile- Mi dice mio fratello.

 

Pochi minuti dopo scende di corsa le scale e noto che ha in mano un fascio di fogli.

-Erika! Ho trovato quello di cui ti parlavo prima sul treno.-

Aggrotto le sopracciglia e leggo il titolo scritto sopra quel quadernone con un pennarello indelebile nero.

RISULTATI TEST ATTITUDINALI

 

Cazzo.

No, non può essere.

NO

-Cos'è?- Balbetto

-Qui ci sono tutte le informazioni sul test attitudinale. Era nello studio di papà, sulla sua scrivania.- I suoi occhi luccicano, come se avesse trovato il tesoro che gli cambierà la vita.

-Qui ci sono tutte le risposte-

 

Eric apre lentamente il quadernone.

La prima scheda è quella di papà. Noto che nella voce 'test attitudinale' c'è scritto: inconcludente. Eric si ferma di botto e indietreggia, come se avesse visto la morte in faccia.

-Non può essere- Sbotta lui.

Successivamente gira un'altra pagina, la scheda di mamma. Lo stesso identico risultato di papà. Pazzesco.

-No! Loro erano...non può essere-

-Erano Divergenti, ecco perchè sono stati uccisi- Esclamo io in preda al panico. Comincio di nuovo

a piangere.

Eric sta per girare un'altra pagina del quadernone ma io lo fermo. Lì c'è di sicuro la mia verità, non posso permettere che lo scopra cosi.

-Eric- Lo chiamo e lui si gira di scatto verso di me. E' ancora scioccato per la verità sui nostri genitori.

-Devo dirti una cosa, una cosa molto importante...-

 

 

 

Angolo dell'autrice

 

Ehilà! Ed ecco a voi l'undicesimo capitolo. Come promesso è più lungo e movimentato rispetto al precedente. Le cose cominciano a farsi interessanti, rimanete sintonizzati e non cambiate canale perchè niente è come sembra.

Sono soddisfatta, spero vi piaccia, fatemi sapere i vostri pareri con una recensioncina. Bene, grazie in anticipo e a presto con il prossimo capitolo :)

Vallinz_00

 

 

 

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Capitolo 13
*** Segreti ***


*Buonasera a tutti! Dopo quasi un anno di sospensione della storia sono tornata! Nulla, l'altro giorno ho rivisto Divergent (per la miliardesima volta) e mi è tornata l'ispirazione per scrivere. Come succede da due anni a questa parte d'altronde. Mi scuso tantissimo per il ritardo che porto ma purtroppo d'inverno sono molto impegnata con la scuola e altre cose quindi non ho tanto tempo per scrivere ed aprire Efp. Riuscirò mai a finire questa storia? Spero al più presto di si. Beh, alla più brutta la continuerò l'estate prossima! Bene, ora basta chiacchiere, vi lascio con il nuovo capitolo, spero vi possa piacere (se si, lasciate una recensioncina) e niente ci si "rivede" la settimana prossima (credo proprio di sì perché in questo periodo sono molto ispirata) con un nuovo aggiornamento. 
Un bacione* 







-Eric- Lo chiamo e lui si gira di scatto verso di me. Sembra sconvolto e preoccupato. 
-Devo dirti una cosa, una cosa molto importante...-
Sto tremando e improvvisamente è come se mi sentissi svenire. 
Glielo dico o non glielo dico? Se non confessassi ora Eric lo scoprirebbe da solo prima o poi e a mio parere sarebbe peggio. Mi ucciderebbe? Ucciderebbe sua sorella solo perché è una Divergente? 
-Erika, che succede? Cosa devi dirmi di così importante?- La voce profonda di mio fratello mi riporta alla realtà. Faccio un respiro profondo e poi poso lo sguardo sui suoi occhi ghiacciati. Sto per aprire bocca quando una voce urlante fuori dalla casa mi impedisce di farlo. 
-Ehi, chi va là?- 
Sembra molto arrabbiato e sembra anche venire verso di noi. 
-Corri- Mi sussurra Eric. 
In un attimo ci ritroviamo alla ferrovia in attesa di un treno merci che possa riportarci alla residenza degli intrepidi. 

Quando salgo sul treno riprendo fiato e guardo fuori per distrarmi. 
-Chi era quello?- Chiedo a mio fratello col fiatone. 
-Probabilmente una guardia erudita che setacciava la zona- Mi risponde lui con voce ferma. 
-Perlomeno siamo riusciti a scoprire il motivo della morte di mamma e papà- Aggiunge fissando il vuoto. 
Deglutisco e poi incrocio il suo sguardo.
-È un'ingiustizia non credi?- Ora sono proprio curiosa di sentire la sua risposta. 
-Non saprei, i Divergent...- 
Mi alzo di scatto scioccata. 
-Eric ti rendi conto? Stai difendendo chi ha ucciso i nostri genitori! È grave come cosa. Anche se erano Divergenti erano pur sempre i nostri genitori. E poi perché la Divergenza dovrebbe essere un problema, perché?- Urlo disperata e con le lacrime agli occhi. 
Mio fratello si limita a guardarmi e poi a riabbassare lo sguardo; quanto lo odio quando fa così, proprio non lo capisco. 

-Comunque prima che cosa mi volevi dire di importante? Sembravi molto preoccupata- Cerca di cambiare discorso. 
Questo non è certo il momento giusto per dirgli che io sono una Divergente quindi faccio finta di non ricordare. 
-Prima? Non ricordo. Quando mi verrà in mente te lo dirò- Rispondo facendo finta di essere calma e tranquilla ma non lo sono, non lo sono per niente. 

                      



-Grazie di essere venuta, ci vediamo in giro- Eric mi abbraccia, mi da un bacio sulla fronte e poi se ne va lasciandomi sola. 

Poco dopo m'incammino anche io verso il dormitorio. Stranamente in giro c'è poca gente e mi viene da pensare che la morte di Al abbia fatto scalpore e che abbia scioccato la maggior parte degli intrepidi. Se ci ripenso mi viene la pelle d'oca. 
Mi accorgo che è l'ora di pranzo e capisco la poca gente vista in giro. Non ho molta fame così decido di non andare a mensa anche perché ho voglia di stare sola, non mi sento dell'umore giusto per incontrare gli altri. 

Mi faccio una doccia, mi cambio e poi approfitto della pausa pranzo per appoggiarmi qualche minuto sul letto visto che questo pomeriggio dovrò affrontare nuovamente le mie paure. Il silenzio della camerata vuota lotta con il casino tremendo che si è annidato nella mia mente. 
Nonostante tutto riesco però ad addormentarmi per una decina di minuti che a me sembrano ore.
                   
                      


-Erika, Erika svegliati!- 
Mi sveglio di soprassalto e di fianco al mio letto trovo Chris che sembra essere molto preoccupata. 
-Dove sei stata stamattina?- Mi chiede lei incuriosita. 
-Ehm, sul tetto, volevo stare sola così sono andata a prendere un po' d'aria sul tetto della residenza. Mi sono persa qualcosa?- Rispondo con voce ferma. Chris e gli altri non possono sapere che sono tornata con mio fratello alla residenza degli Eruditi, mi riempirebbero di domande. 
-Beh in realtà non abbiamo fatto nulla di eccezionale. Hanno rimandato l'allenamento del secondo modulo a questo pomeriggio anche perché un'ora dopo la morte di Al abbiamo saputo che Peter era finito in infermeria...- 
Mi si gela il sangue. Peter? In infermeria? E perché mai?
-Cosa? Peter? Cosa gli è successo?- Mi alzo di scatto e mi dirigo verso la porta. 
-Non lo sappiamo di preciso, non ci hanno permesso di andarlo a trovare.- Mi risponde Chris con voce tremante. 
-Ci andrò io poi vi dirò, tu intanto vai dagli altri- 
-Erika se ti vedono sei nei guai, poi non puoi assolutamente tardare alle simulazioni che iniziano tra poco- 
Guardo l'orologio: quasi le tre. 
-Tranquilla arriverò in tempo- Abbraccio la mia amica e poi mi dirigo a passo svelto verso l'infermeria. Sono molto preoccupata. Cosa è successo a Peter? Dev'essere accaduto qualcosa mentre ero via. 



Quando varco la porta dell'infermeria subito individuo il letto di Peter. Non c'è nessuno oltre a lui. Mi avvicino e noto all'istante che ha un occhio nero, un taglio sulla fronte che si sta rimarginando e una flebo attaccata al braccio. 
Sta dormendo, così mi avvicino a lui e delicatamente gli accarezzo la guancia destra senza cercare di svegliarlo. 

-Amore mio, che cosa ti hanno fatto?- Sussurro e mi scappa anche una lacrima. 
Come non detto lui apre gli occhi e mi sorride. 
-Ehi- Mi sussurra con voce spezzata. 
-Ehi- Gli do un bacio. 
-Com'è andato il rientro a casa?- Mi chiede con voce debole.
-Così e così poi ti racconto- 
-A te piuttosto cos'è successo?- Gli chiedo con il battito accelerato.
Lui esita un po' prima di rispondere e mi prende la mano. 
-Mi hanno aggredito poco dopo che tu sei andata via.- Lo dice con le lacrime agli occhi.
-Ho cercato di dimenarmi e ho resistito per un po' ma alla fine loro erano più forti e mi hanno atterrato in pochi minuti. Mi sono risvegliato in infermeria, Quattro mi ha trovato e mi ha portato qui.- Aggiunge. 
-E perché sei stato aggredito? E poi, chi erano gli aggressori?- Corrugo la fronte. 
-Non sono riuscito a scoprirli. E comunque mi hanno aggredito per te- 
Quella frase riecheggia nella mia mente. 
Per me? Perché? 
-Per me?- Domando quasi senza voce.
-Erika- Ora Peter ha il suo sguardo puntato su di me. 
-So che sei Divergente. Perché non me l'hai detto prima? Non ti fidi di me?- Sembra molto deluso. 
-Peter io...- 
Sono senza parole, non so che dire.
-Mi dispiace, non potevo mettere a repentaglio anche la tua vita. Io ti amo più di qualsiasi altra cosa al mondo. Non volevo, non avrei mai pensato che avrebbero potuto prenderti di mira. Perdonami ti prego, è tutta colpa mia- Dico tutto d'un fiato con i lacrimoni agli occhi e tutto ad un tratto è come se mi fossi scordata come si respira. 
-Erika, puoi calmarti? Non volevo... Perdonami, lo sai che anche io tengo a te, io ti amo. Starò bene, vedrai e non preoccuparti il tuo segreto con me è al sicuro.- 
Gli sorrido e poi gli do un altro bacio. Spero davvero che si rimetta presto. 
-Che ci fai qui Erika? Non dovresti essere ad allenarti per il test finale del secondo modulo?- 
Ecco che dal nulla sbuca Quattro. Lui sarà uno dei prossimi che scoprirà la mia divergenza. A meno che non l'abbia già scoperta. 
                        

                       


Mi risveglio di soprassalto e Quattro mi blocca con il braccio destro prima che io possa cadere dalla poltroncina della sala simulazioni. 
Cerco di regolarizzare il respiro e contemporaneamente anche il mio battito cardiaco. Queste simulazioni mi sconvolgono ogni volta sempre di più. 
-Erika, tu, mio dio- 
Quattro fissa lo schermo del computer e noto che il suo sguardo si fa più severo. 
-Che succede?- Chiedo ingenuamente. 
-Tu, come hai fatto a...-
-A fare cosa?- 
-Ad uscire da quel tunnel così in fretta?- 
-Beh io ho semplicemente chiuso gli occhi e nulla poi mi sono risvegliata- Rispondo con tono fermo. 
-E lo dici così tranquillamente? Come se niente fosse? Erika, devi sapere che un intrepido non avrebbe fatto ciò.- Mi dice fissandomi negli occhi. 
-Sei impressionante- Aggiunge. 
Io mi limito solo a guardarlo e poi senza dire nulla me ne vado da quella stanza infernale. 


Soprappensiero cammino per i corridoi bui e freddi della residenza e quasi mi viene da piangere ripensando alla mia divergenza. È come se mi sentissi sbagliata, diversa. 
Improvvisamente urto qualcosa e quando alzo gli occhi sorrido per la contentezza: è Peter. 

-Ehi, sei uscito? Come stai?- Lo abbraccio fortissimo. 
-Bene, niente di rotto, solo qualche acciacco. Fortunatamente mi hanno fatto uscire quasi subito. Beh in realtà ho insistito per andarmene e me l'hanno lasciato fare visto che sto bene.- 
-Tu piuttosto, come stai?- Mi cinge la vita. 
-Bene, più o meno- Rispondo un po' titubante. 
-Avevo voglia di vederti, di stare con te- 
-E le simulazioni? Come sono andate?- Aggiunge. 
-Ti racconterò domani- E detto questo mi fiondo sulle sue labbra. 
Lui mi stringe più forte e mi bacia dappertutto. 
-Senti Erika, ci frequentiamo da un po' e ancora non... insomma- 
Peter che non riesce a finire una frase? 
-Io ti amo Erika. E beh, vorresti essere la mia ragazza?- Sorride mentre lo dice tutto d'un fiato e automaticamente poi lo faccio anche io. 
Me l'ha chiesto in modo semplice senza tanti giri di parole ma sono contenta così. Infondo a me interessa poter stare con lui. 
E a pensare che all'inizio lo odiavo e lui odiava me, almeno credo. Oppure eravamo troppo orgogliosi per dirci che provavamo interesse l'uno per l'altra. Si, quest'ultima spiegazione è decisamente più plausibile della prima.
Senza esitare gli rispondo.
-Certo che si- E subito dopo mi fiondo di nuovo sulle sue labbra calde e morbide. 
Ora Peter è l'unica persona che conosce tutto di me. Conosce la mia divergenza e anche la mia parentela stretta con Eric. Spero davvero con tutto il mio cuore che possa rimanere a me fedele perché come lui si fida di me io mi fido di lui. 
Ciecamente. 
 

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