Viaggio nel tempo

di eleCorti
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Dove sono? ***
Capitolo 2: *** Una scoperta terribile ***
Capitolo 3: *** Padre e figlio si conoscono ***
Capitolo 4: *** Una notizia... spiacevole? ***
Capitolo 5: *** La decisione ***



Capitolo 1
*** Dove sono? ***


“Questo cambierà tutto, il destino di Kakaroth, il destino di Vegeta, ma soprattutto il tuo di destino!” urlò il sayan di nome Bardack, mentre si apprestava a lanciare il suo colpo al nemico che stava di fronte a lui.
Il mostro rosa, chiamato Freezer, non si scompose neanche un po’ alla minaccia di Bardack, anzi era impassibile, alzò, però il dito e da esso uscì un’enorme raggio, grande quanto il pianeta che stava dietro il sayan, e sembrava intenzionato a lanciarlo.
Un ghigno si formò sulla sua bocca e scagliò l’enorme sfera verso il ragazzo dalla folta chioma nera che ne fu investito in pieno, senza potersi difendere.
L’attacco colpì anche il pianeta Vegeta, che fu distrutto, insieme a tutti i suoi abitanti, mentre il sayan veniva spazzato via del raggio.
“Kakaroth!” gridò con quanta forza aveva, ma prima di perdere conoscenza vide qualcosa, anzi per la precisione due figure, una era Freezer e l’altra era Kakaroth, suo figlio, che sconfiggeva quell’arrogante mostro e vendicava la sua razza, un sorriso si fece largo nel volto del guerriero.
Poi il buio.
Sentì un rumore, sembrava il cinguettare di un uccellino, cercò di aprire gli occhi, ma ci riuscì con molta fatica, e subito fu abbagliato dalla luce del Sole.
Cercò di alzarsi in piedi, ma era ancora debole, per cui cadde al suolo, si fece forza con i gomiti e si rialzò, anche se barcollava, si guardò in torno per vedere dove fosse, e subito si rese conto che non era su Vegeta e che Freezer era sparito.
Intorno all’uomo, infatti, non vi era altro che boscaglia, quindi si disse che era finito su un altro pianeta, ma quale? Non vi erano pianeti con vegetazione simile vicino al suo.
E Freezer che fine aveva fatto? E il suo pianeta? Era stato distrutto, oppure era riuscito a fermare il colpo di Freezer? Queste erano le domande che giravano nella testa del sayan.
Poi si ricordò di suo figlio Kakaroth e della visione, quindi doveva essere ancora vivo, cercò di ricordarsi il pianeta, dove era stato mandato, un astro che si trovava nel sistema solare, precisamente nella via Lattea, poi gli venne in mente, era la Terra.
Perciò il suo obiettivo era quello di raggiungere questo pianeta, ma come? Non aveva una navicella a disposizione e non sapeva se questo strano pianeta fosse abitato, o se la popolazione fosse così avanzata da saper costruire una navicella in tempi brevi, quindi per il momento era bloccato lì.
Sentì un rumore, era il suo stomaco che brontolava, era affamato, aveva perso molte energie durante lo scontro con i soldati di Freezer, per cui decise di cercarsi del cibo.
Vide degli alberi pieni di frutti, si alzò in volo e ne prese uno per assaggiarlo. Gli piacque molto, così ne prese altri, riempiendo, così, il suo enorme stomaco di sayan.
Dopo si fece un bagno rinfrescante, perché sentiva caldo, dopodiché decise di alzarsi in volo, per esplorare il territorio.
Sotto di lui vi era solo boscaglia, per cui evidentemente il pianeta doveva essere abitato da forme di vita non intelligenti, infatti, vide molti animali, come dinosauri, leoni e così via.
Ma si dovette ricredere, sotto di lui, infatti, vide una figura simile a lui, scese al suolo, per osservarla meglio.
Era un bambino, che doveva avere circa sei anni o più, capelli neri e simili ai suoi, anzi uguali, non c’era dubbio quel bambino era la sua copia, un sorriso si fece largo nel viso del sayan.
“Kakaroth!” esclamò, avvicinandosi al bambino.
“papà, ma che dici, che cos’è questo Kakaroth!” rispose il bambino, scambiando l’uomo per il padre.
“come?  Tu sei, Kakaroth, figlio mio!” continuò il guerriero, avvicinandosi al bambino.
“no io sono Goten, ma tu non sei il mio papà!” disse il piccolo sayan, notando le differenze tra l’uomo che aveva di fronte e il padre.
“Goten!” esclamò una voce, e il bimbo si girò.
“papà!” urlò, difatti, tutto contento.
L’uomo, anche lui uguale a Bardack, si fermò e fissò l’individuo davanti a sé, aveva lo sguardo serio e profondo.
Bardack sussultò. Si ricordò, infatti, della sua visione, e riconobbe nell’uomo che aveva davanti, colui che aveva visto, quello, perciò, era suo figlio.
“Kakaroth” sussurrò.
“in realtà mi chiamo Son Goku, solo Vegeta mi chiama Kakaroth, ma tu come fai a sapere il mio nome? Sei un sayan pure tu?” domandò il moro, mettendosi in posizione di difesa.
“sì, io sono Bardack tuo padre” rispose lui.
Goku sgranò gli occhi.
“mio padre? No, non è possibile, Radish mi aveva detto che i miei veri genitori sono morti quando Freezer ha distrutto il pianeta Vegeta” disse il sayan.
“Radish? È vivo? È qui con te?” chiese il padre.
“no, è morto tanti anni fa, per mano di Piccolo” rispose il figlio, con tranquillità.
“ah, e sai dirmi dove siamo e in che epoca siamo?” domandò ancora il guerriero sayan.
“siamo sulla Terra e ti trovi nel futuro” replicò Goku.
“nel futuro? Ma com’è possibile! Deve essere stato il raggio di Freezer” cercò di dare una valida spiegazione a tutto ciò Bardack.
“quindi lui è tuo figlio?” domandò poi, indicando il bambino.
“sì, lui è Goten, il mio secondogenito” rispose il padre del bambino.
“quindi hai due figli, ma non sono dei sayan giusto?” chiese il moro.
“sì, in realtà sono metà sayan e metà umani” replicò il figlio.
“umani? Ma non avevi il compito di sterminarli?” chiese, stupito il padre.
“è una lunga storia… mi è venuta un'idea, ti porto da Vegeta, così decidiamo cosa fare” propose il terrestre.
“vuoi dire il principe Vegeta?” chiese Bardack.
“sì proprio lui” rispose suo figlio.
“e cosa ci fa sulla Terra?” chiese ancora.
“è una lunga storia anche questa…” replicò il figlio.
E si alzarono tutti e tre in volo, diretti alla città dell’ovest, per risolvere il problema di Bardack.
Goku in cuor suo era contento, finalmente conosceva il suo vero padre, non se lo immaginava così, da sempre Vegeta gli aveva detto che i sayan erano guerrieri spietati e senza pietà, invece lui si era dimostrato tutto il contrario.
Magari ora avrebbe avuto l’occasione per conoscerlo e scoprire così le sue vere origini.    
 

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Capitolo 2
*** Una scoperta terribile ***


Erano appena arrivati alla Capsule Corporation e subito Goku chiese di Vegeta, che non tardò ad arrivare.
“allora Kakaroth, che succede?” chiese, una volta raggiunto il compagno.
“vieni parliamone da un’altra parte” rispose Goku, lasciando suo padre con suo figlio.
Si spostarono poco più in là e il sayan cominciò a parlare.
“vedi quell’uomo laggiù?” domandò, indicando Bardack.
E Vegeta spostò lo sguardo dietro l’amico e vide che insieme a Goten vi era un individuo identico al rivale. Sgranò gli occhi e puntò lo sguardo verso colui che gli stava di fronte.
“chi è quello Kakaroth?” chiese il principe dei sayan, non nascondendo il suo stupore.
“quello è mio padre” rispose il terrestre, cercando di mantenere la calma.
Il moro sussultò, come suo padre? Si chiese, ma non è possibile, si disse, il pianeta Vegeta era stato distrutto anni fa da Freezer e nessuno si era salvato, eccetto lui e pochi altri, quindi non poteva essere un sayan.
Poi lo guardò meglio. Aveva la tipica tuta da combattimento della sua razza e aveva l’elemento che caratterizza i sayan: la coda, perciò era un sayan.
“ma com’è possibile?” domandò.
“secondo me è venuto dal passato, non c’è altra spiegazione” rispose il sayan.
“ma tu sei sicuro che sia tuo padre?” chiese ancora il principe.
“beh credo di sì, perché sa il mio nome da sayan” replicò l’altro.
“che centra anch'io e gli altri sayan che hai incontrato sapevano il tuo nome, ma mica erano tuo padre!” lo rimproverò il rivale.
“beh io mi voglio fidare di lui!” esclamò il moro.
“ci voglio parlare, voglio una spiegazione” disse il principe.
E così si avvicinò a Bardack, che, nel frattempo, era rimasto con il piccolo Goten, e osservava l’ambiente circostante, certo che i terrestri erano proprio buffi, si ritrovò a pensare.
Si sentì chiamare, a un tratto.
“tu sei Bardack giusto?” era Vegeta che, con Goku, si era avvicinato.
“sì, vostra altezza” rispose, prontamente il guerriero, inchinandosi di fronte al suo principe.
“come sei arrivato qua?” domandò il sayan.
“non lo so vostra altezza, io stavo combattendo contro Freezer per impedire la distruzione del pianeta Vegeta, ero stato investito dal suo potente raggio, credevo di essere morto,  invece mi sono risvegliato in un bosco qui sulla Terra” raccontò il suo suddito.
“poi hai incontrato Kakaroth che ti ha portato al mio cospetto giusto?” continuò il principe.
“sì, mi ha detto che mi avresti dato delle spiegazioni” rispose il guerriero d' infimo livello.
Vegeta si avvicinò a Goku.
“credo che tu abbia ragione, è venuto dal passato” gli sussurrò a un orecchio.
“e ora che facciamo?” chiese l’amico, anche lui sussurrando.
“dobbiamo dirgli tutto” esclamò il moro.
“ok, però non so se la prenderà bene” replicò il rivale.
“e poi dobbiamo cercare un modo per rispedirlo nella sua epoca, non può rimanere qua” continuò il sayan.
Goku sgranò gli occhi, a dire la verità, lui avrebbe voluto conoscere suo padre, scoprire com’era, se è veramente spietato come tutti i sayan che ha incontrato fin’ora, oppure se ha la sua stessa indole di pietà, voleva scoprirlo, dopotutto era sempre suo padre.
“cosa c’è? Non dirmi che lo vuoi tenere qua?” domando, stupito, il principe, notando il cambiamento repentino dell’amico.
“beh, non lo so Vegeta, lui è sempre mio padre e vorrei conoscerlo” confessò il moro.
“ok, facciamo così, tu intanto passi del tempo con tuo padre, mentre chiederò a Bulma di costruire la macchina del tempo, così potremmo rispedire Bardack nel passato” propose Vegeta.
“ok” rispose Goku.
Poi Vegeta si rivolse di nuovo al guerriero d' infimo livello.
“bene Bardack, ora ti darò delle spiegazioni su dove ti trovi” esordì il principe.
“ti trovi nel futuro. Non si sa come, ma il raggio di Freezer deve avere creato un contatto con il nostro futuro e tu ci sei finito dentro” spiegò il sayan.
“il pianeta Vegeta che fine ha fatto?” chiese Bardack.
“è stato distrutto da Freezer” rispose il moro.
“e ora dov’è quel mostro?” domandò il guerriero, con rabbia.
“l’ho sconfitto io tanti anni fa” intervenne suo figlio.
“davvero? Bravo Kakaroth hai vendicato la nostra razza!” esclamò il padre.
E Goku sgranò ancora gli occhi, sbalordito.
“quindi rimarrò bloccato qui?” chiese il sayan venuto dal passato.
“beh, chiederò a mia moglie di costruire una macchina del tempo, così sarai rispedito nella tua epoca” rispose il principe.
“capisco, mi sembra la cosa più ovvia” rispose Bardack e volò via.
“aspetta!” gridò Goku, alzandosi pure lui in volo, seguito dal piccolo Goten.
Bardack non era tanto entusiasta di tornare nel passato, perché voleva conoscere suo figlio, il figlio che non aveva potuto vedere crescere a causa di quel mostro di Freezer, ed ora che aveva la possibilità di starci insieme, lui non lo voleva.
Era un vero sayan, si ritrovò a pensare.
“Bardack aspetta!” gridò suo figlio, raggiungendolo.
“che cosa vuoi Kakaroth?” chiese scocciato.
“io vorrei conoscerti” esordì il figlio.
“anch’io” replicò il padre.
“allora vieni con me, ti porto a casa mia, hai bisogno di un posto dove vivere, ci vorrà del tempo, prima che la macchina del tempo sia completata” disse Goku.
“d’accordo” rispose il guerriero.
E così il padre seguì il figlio verso casa sua, felice perché anche il figlio lo voleva conoscere.
 

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Capitolo 3
*** Padre e figlio si conoscono ***


Erano giunti a casa di Goku, che si trovava in cima a una montagna, per tutto il tragitto Bardack era rimasto in silenzio, ed osservava il paesaggio e si ritrovò a pensare che la Terra era davvero un bel pianeta, ideale per viverci a differenza di Vegeta che era molto ostile.
Entrarono in casa e ad attenderli vi erano due figure, una era una donna, sicuramente un' umana, pensò il sayan, e l’altro era un ragazzo, che doveva avere circa sedici anni, quindi l’altro figlio di Kakaroth, rifletté il guerriero.
“Gohan, ChiChi, vorrei presentarvi mio padre”esordì Goku.
Madre e figlio sgranarono gli occhi e la donna svenne.
“ChiChi tutto apposto?” chiese il marito.
Però la moglie non dava segni di vita, così la distese sul divano, mentre Gohan era andato a prendere dell’acqua, che le rovesciò addosso, in modo tale da svegliarla e così avvenne.
“come tuo padre?” chiese la donna, una volta ripresa conoscenza.
“ma non era morto quando il pianeta dei sayan è stato distrutto?” chiese il figlio più grande.
“in teoria sì, ma non si sa come, è stato mandato qui nel futuro, quindi momentaneamente resterà qui, fino a quando Bulma non completerà la macchina del tempo” rispose il padre.
E Chichi, furibonda, si alzò in piedi.
“come qui? Io non lo voglio! I sayan sono tutti malvagi! Potrebbe ucciderci tutti!” urlò, furiosa, contro suo marito.
“e dai cerchiamo di dargli una possibilità” cercò di convincerla Goku.
Nel frattempo Bardack era rimasto a guardare in disparte la scena, quella donna aveva un bel caratterino, pensò, una degna moglie di un sayan, anche se umana, non poté fare a meno di considerare.
Però, una cosa non sopportava di quell’essere, la sua acuta voce, che aveva invaso tutta la stanza, chissà come Kakaroth riuscisse a convivere con quella donna! Pensò.
Se fosse stato al posto del figlio, le avrebbe tirato un bel pugno per farla stare zitta!
“vieni ti mostro la tua stanza” esclamò, all’improvviso, il figlio.
E Bardack lo seguì, in una stanza piccola ma accogliente, che lui riconobbe come la stanza di un bambino, quindi era quella del secondogenito di Kakaroth, chissà lui dove avrebbe dormito? Non poté fare a meno di domandarsi.
Poi gli mostrò il bagno, dove il guerriero d’infimo livello decise di farsi una doccia per rinfrescarsi.
Nel frattempo Goku era ritornato in salone, dove aveva lasciato la moglie e i figli, pronto per l’ennesima sfuriata di Chichi.
“perché lo hai portato qui?” chiese, difatti, adirata.
“perché è mio padre e lo voglio conoscere, non credo che si ripresenterà una possibilità del genere” rispose lui, in un modo così pietoso, da far intenerire chiunque, ma non la sua “adorata” mogliettina.
“e come mai tutto questo interesse improvviso per le tue origini?” domandò ancora più arrabbiata.
E Goku si mise la mano dietro la nuca, grattandosi il capo.
Già, come mai tutto questo interesse verso suo padre? Si chiese, mai aveva manifestato la voglia di conoscere le sue vere origini, di sapere qualcosa di più sulla sua famiglia, su suo padre, ma ora che lo aveva visto, tutta questa curiosità era riemersa.
“beh perché voglio scoprire se anche lui è un guerriero spietato” rispose il sayan, facendosi serio.
Chichi parve convincersi.
“d’accordo può restare, ma sta attento se succede qualcosa, questa è la volta buona che ti sbatto fuori di casa!” replicò, sempre irritata.
E Goku agitò le mani, in segno di non preoccuparsi che non sarebbe successo niente.
Nel frattempo Bardack era uscito dalla doccia e si era rimesso i suoi vestiti e raggiunse gli altri in salone e subito dopo si misero a mangiare e Goku notò che mangiava esattamente come lui e i suoi due figli e già in questo si assomigliavano, pensò.
Il mattino dopo padre e figlio si alzarono presto, all’alba circa, e uscirono per allenarsi, volevano entrambi constatare la forza dell’uno e dell’altro, a loro poi si aggiunsero anche Gohan e Goten.
Goku, non sapendo la vera forza del padre, decise per il momento di non trasformarsi in super sayan.
Il combattimento iniziò. Entrambi erano allo stesso livello, Goku evitava gli attacchi del padre con facilità e viceversa, il tutto sotto gli occhi di Gohan e di Goten.
“bravo Kakaroth te la cavi bene, ma ancora non sei alla mia altezza” esclamò il sayan più anziano.
E Goku sorrise beffardo.
“questo lo dici tu!” rispose.
Si concentrò per raccogliere tutte le forze, aumentando il suo livello di combattimento, cosa che al padre non sfuggì, grazie al suo rilevatore, e subito intorno al ragazzo dalla chioma nera apparve un'aura gialla e i suoi capelli si alzarono ritti in alto e tramutarono colore, da neri, infatti, divennero biondi, lo stesso accadde ai suoi occhi, che diventarono dello stesso colore dei capelli.
Bardack sgranò gli occhi, no, non poteva essere, pensò, quello davanti ai suoi occhi era il leggendario super sayan, che per giunta era suo figlio, fu invaso da un impeto di gioia.
“perché ti stupisci tanto?” chiese il bambino uguale a lui.
“anche io lo so fare! Guarda!” esclamò, trasformandosi pure lui.
E Bardack fu doppiamente sorpreso, cosa? Due super sayan? Si chiese, ma non era possibile la leggenda parla di uno solo, non di due!
“se è per questo, anche mio fratello si sa trasformare ed anche Vegeta e Trunks” continuò il bambino tutto contento.
“com’è possibile Kakaroth?” domandò, finalmente, al figlio.
“io mi sono allenato molto, ed anche Vegeta e Gohan, per riuscirmi a trasformare, invece Goten e Trunks già da subito senza allenarsi si sono trasformati” spiegò il figlio.
“però è strano esiste un solo super sayan leggendario non ne possono esistere altri!” replicò il padre, sempre più stupito.
“non so dirti come sia stato possibile” confessò Goku.
“sai sono fiero di te Kakaroth, ti confessò una cosa, Freezer ci ha eliminato perché aveva paura della nostra forza in gruppo e del super sayan leggendario” disse il guerriero.
“lo so, me l’ha detto Vegeta” rispose il moro.
“ e dimmi hai sconfitto Freezer grazie a questa tua trasformazione?” chiese Bardack curioso.
“sì” rispose il figlio.
E così trascorsero la giornata in questo modo, allenandosi e tra i racconti delle avventure di Goku, dall’incontro con Bulma, avvenuto quando era ancora un bambino, fino alla più recente sconfitta di Majin buu, e Bardack si stupì nel sentire che addirittura esistevano più stadi del super sayan, e suo figlio era arrivato al terzo stadio, il più potente, mentre Vegeta era al secondo stadio, così come Gohan, infine i due bimbi erano ancora al primo stadio.
Quindi Bardack, apprese che il figlio era più forte del suo principe ed era proprio per questo che all’inizio erano rivali, perché Vegeta voleva essere il più forte, in quanto era superiore di rango a lui, poi aveva messo da parte il suo orgoglio ed erano diventati “amici” anche se ancora si allenava senza sosta per potere superare l’amico.
Bardack pensò che, se ci fosse stato il re Vegeta, a quest’ora gli avrebbe condannati a morte, proprio come aveva fatto con Paragas e Broly, che poi si stupì, sentendo il racconto del figlio e dei nipoti, che Broly era sopravvissuto e che era stato sconfitto tre volte.
Insomma suo figlio era diventato, quindi, un vero e proprio eroe, era molto diverso dai sayan, però in fondo era simile a lui, perché anche lui si era sacrificato per proteggere il suo pianeta.
Pensò che quel periodo con suo figlio, dopotutto, non sarebbe stato per niente male da passare, specie se poteva conoscere suo figlio.
Anche Goku, curioso, chiese della vita del padre, il quale, senza esitazioni raccontò.
E così scoprì che Bardack era un guerriero d’infimo livello, come lui del resto, e che aveva passato la sua vita agli ordini di Freezer conquistando vari pianeti e sterminandone la popolazione, poi, però, vedendo i suoi compagni, nonché  amici, uccisi dai suoi stessi alleati, si volle vendicare e fu in quel preciso momento che seppe delle intenzioni di Freezer, grazie a una visione che aveva avuto, sì perché gli era stato conferito il dono della premonizione, per questo sapeva tutto.
Goku non si stupì nel sentire delle gesta del padre, poichè Vegeta gli aveva detto più volte la natura dei sayan, ma si sorprese quando il padre gli raccontò della sua intenzione di proteggere il suo pianeta, allora pure lui aveva un cuore, pensò l’uomo.
Così la sua curiosità aumentò di più, voleva conoscere il padre e scoprire veramente com’era.
Un periodo intenso attendeva entrambi, padre e figlio, che finalmente potevano conoscersi.   
 

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Capitolo 4
*** Una notizia... spiacevole? ***


Erano passati diversi mesi da quando Bardack era approdato nel futuro e aveva incontrato suo figlio, ed entrambi si erano conosciuti meglio, Goku aveva scoperto che in fondo Bardack era buono e non l’uomo spietato che credeva fosse, mentre quest’ultimo scoprì che il figlio, era un vero guerriero sayan: orgoglioso e che ama combattere.
Questi mesi li avevano passati ad allenarsi insieme e Bardack era anche diventato più forte, grazie all’aiuto del figlio, ma purtroppo le cose belle durano poco, e presto i due avrebbero scoperto che il tempo a loro disposizione era, purtroppo, finito.
Infatti, una sera, a casa di Son Goku arrivò una telefonata…
“Pronto?” rispose la moglie del sayan.
“Ciao, Chichi, sono Bulma, posso parlare con Goku?” domandò la scienziata.
“Goku è fuori ad allenarsi ti faccio chiamare quando torna ok?” le rispose la donna.
“Ok, ciao Chichi” disse l’altra.
“Ciao” rispose la mora e riattaccò.
Nel frattempo, come aveva detto Chichi, Goku era nel bosco ad allenarsi con il padre e con i due figli.
Erano lì dalla mattina presto e si erano fermati solo per pranzare, perché, ovviamente, da bravi sayan qual erano, morivano di fame.
“Per oggi può bastare” esclamò Goku, sedendosi a terra e ritornando normale.
“Già, ho una fame!” replicò il padre.
“Pure io papà!” disse il più piccolo fra tutti.
E così i quattro si avviarono verso casa, non sapendo che ad attenderli vi era una notizia spiacevole, specie per due più grandi.
Quando Goku entrò in casa, difatti, Chichi lo chiamò in disparte.
“Goku ha chiamato Bulma prima” esordì la donna.
“Bulma? E che voleva?” chiese, sorpreso, il sayan.
“Non lo so, ma mi ha detto che voleva parlare con te” rispose la moglie.
“Ok ora la chiamo” disse l’uomo dalla folta capigliatura.
E così il guerriero sayan si diresse verso l’apparecchio telefonico per chiamare la sua amica, conoscendo già la notizia che lo attendeva, ma in cuor suo sapeva che, prima o poi, questo giorno sarebbe arrivato, anche se lui sperava che giungesse il più tardi possibile.
“Pronto?” rispose una voce femminile dal telefono.
“Bulma sono Goku” esordì lui.
“Ah Goku, grazie per avermi richiamata, ti avevo cercato per dirti che finalmente ho completato la macchina del tempo, quindi tuo padre può tornare nella sua epoca” disse la donna dai capelli blu.
E Goku sussultò, già sapeva la notizia che avrebbe dovuto ricevere, ma sentirla dire dall’amica, lo scosse parecchio, non rispose, restando immobile, con il telefono all’orecchio, con la donna, che dall’altra parte della linea telefonica, era preoccupata per l’amico.
“Goku, Goku ci sei?” chiese, difatti, agitata.
E il moro parve, per fortuna, riprendersi.
“Sì ci sono Bulma” rispose, però, con un'aria afflitta.
“Qualcosa non va?” domando l’amica, accorgendosi del tono del sayan.
Che cosa dirle? Si chiese Goku, chissà se avrebbe capito… decise, comunque, di tentare.
“Ecco Bulma in questi mesi passati insieme a mio padre, ho imparato a conoscerlo ed ecco io non so se…” s’interruppe, non sapendo se continuare.
“Se lo vuoi rimandare indietro nella sua epoca” finì per lui la donna.
“Esatto, non so che fare” confessò il moro.
“Non ti preoccupare prenditi tutto il tempo che ti serve, poi fammi sapere quello che hai deciso” lo rassicurò l’amica.
“Grazie Bulma sei un’amica” rispose lui, contento.
“Di niente Goku, a presto” disse lei.
“A presto” e riattaccò.
All’improvviso si sentì sollevato, come se si fosse tolto un peso di dosso, o quasi, certo ora aveva più tempo per stare con il padre conoscerlo ancora di più, ma non poteva far aspettare Bulma in eterno, per cui una decisione l’avrebbe dovuta prendere comunque, ma qual’era quella giusta? Non poté fare a meno di chiedersi.
Andò in sala da pranzo, dove si erano riuniti tutti per la cena, e lì incontrò lo sguardo di Bardack, anche lui aveva capito.
Rimasero a fissarsi per qualche minuto intensamente, nessuno dei due staccava gli occhi di dosso dall’altro, nessuno proferiva parola.
Il silenzio fu interrotto.
“Qualcosa non va?” si decise a domandare il padre, voleva sapere.
“No tranquillo è tutto apposto” rispose il figlio, sedendosi a tavola.
“Che cosa voleva Bulma?” s’intromise la moglie.
“Niente” replicò il marito.
“Come niente? Mi aveva detto che aveva bisogno di parlarti!” esclamò stupita.
“Sì ma non era niente d’importante” disse l’uomo.
“Forse riguarda il fatto della macchina del tempo” s’intromise il secondogenito della coppia.
“E così Goku?” domandò Chichi per conferma.
“Sì” rispose lui, abbassando la testa.
“Quindi immagino che per me sia giunta l’ora di tornare nella mia epoca” disse Bardack.
“Beh, in realtà Bulma mi ha dato del tempo per decidere” ammise il figlio.
“Ah!” si limitò a dire suo padre, era stupito, forse più del figlio.
Gli era grato, per questa sua esitazione, perché significava che ci teneva a lui, che in questi mesi avevano istaurato un rapporto padre-figlio, che aveva un posto speciale nel suo cuore; e gli sarebbe piaciuto rimanere qua, perché se fosse tornato nella sua epoca, significava che sarebbe morto per mano di Freezer e non avrebbe potuto conoscere mai suo figlio.
Però, la decisione spettava a Kakaroth, quindi se lui avesse deciso di rispedirlo nel passato, lui non avrebbe sbattuto ciglio e se ne sarebbe andato in silenzio, ma con il cuore spezzato, perché anche i sayan hanno un cuore.
  
 
 

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Capitolo 5
*** La decisione ***


Quella notte Goku non riuscì a dormire, aveva troppi pensieri che gli giravano per la testa, uno dei quali era: che fare con suo padre? Lo avrebbe dovuto rispedire nel passato o farlo restare con lui? Non riusciva a trovare una risposta a queste sue domande, temeva che, se avesse preso una decisione, sarebbe stata quella sbagliata.
Decise di alzarsi e di uscire a farsi una passeggiata per chiarirsi le idee.
Ma non era il solo che, quella notte, non riusciva a dormire.
“Anche tu non riesci a dormire?” chiese un individuo, che non era altro che suo padre.
“Sì, neanche tu?” domandò a sua volta il figlio.
“Sì” rispose, difatti, lui.
“Kakaroth, ti volevo dire che qualsiasi decisione prenderai io sarò dalla tua parte” esclamò Bardack.
E Goku sgranò gli occhi, era grato al padre perché non gli faceva pressione.
Sorrise e decise di rispondergli.
“Grazie papà”.
Stavolta toccò al sayan più anziano sgranare gli occhi. Cosa? Lo aveva appena chiamato “papà”? Fu invaso da un impeto di gioia e delle lacrime inumidirono i suoi occhi, si avvicinò di più al figlio e lo avvolse in un tenero abbraccio, il primo che si davano da quando era approdato del futuro.
Fu allora che il moro capì, lui voleva che il padre restasse, ormai aveva imparato a conoscerlo e non poteva più stare senza di lui, non avrebbe cambiato idea per nessun motivo, neanche se fosse stato Dio a ordinarglielo.
“Io voglio che resti” disse, staccandosi dal padre.
“Anch’io voglio restare, sono contento che tu abbia deciso così” rispose il guerriero d’infimo livello.
E si strinsero in un altro abbraccio.
Il giorno dopo Goku decise di andare di persona a parlare con Bulma e con Vegeta per spiegargli il motivo della sua decisione.
“Chichi io esco vado da Bulma” disse alla moglie.
“Hai deciso quindi?” chiese la donna.
“Sì” rispose lui serio.
“Ebbene?” chiese, avida di sapere.
“Mio padre resterà qui” rispose con un tono che non ammetteva nessuna replica.
E, infatti, per la prima volta, la mora non fece alcuna protesta e lasciò andare il marito.
Durante il tragitto il sayan pensò a come avrebbe preso la notizia l’amica, ma soprattutto il suo rivale, sicuramente si sarebbe arrabbiato e lo avrebbe rimproverato, ma a lui questo non importava.
Una volta giunto a destinazione chiese della scienziata e del marito.
“Ciao Goku” lo saluto la donna dai capelli azzurri, mentre suo marito avanzava senza salutare l’uomo di fronte a lui.
“Ciao Bulma, ciao Vegeta” rispose lui.
“Come mai da queste parti?” domandò la donna.
“Volevo dirti che ho preso la mia decisione” replicò il moro.
“Bravo Kakaroth, questa è la scelta giusta!” esclamò Vegeta.
“Aspetta Vegeta fammi parlare, perché non è come pensi” lo interruppe l’amico, intuendo i pensieri dell’amico.
E difatti il principe dei sayan sgranò gli occhi.
“Ebbene?” lo incalzò Bulma.
“Ho deciso che mio padre resterà qui con me” esclamò il sayan deciso.
“Goku sono contente per te, se questo ti rende felice, io non obbietto” disse la donna, apprensiva.
Ma se Bulma prese bene la notizia che Goku aveva appena riferito, qualcun altro no, infatti Vegeta ne rimase sorpreso e subito un impeto di rabbia lo invase.
“Che cosa? Ma come ti è saltato in mente! Non può rimanere qua!” urlò furioso.
“Ma Vegeta lui vuole rimanere qua ed anch’io lo voglio, in questi mesi ho imparato a conoscerlo e ormai fa parte della mia vita, è mio padre cerca di capire” lo supplicò il rivale.
E Vegeta sbuffò. Poi, però, pensò, se fosse stato lui al posto dell’amico, forse alla fine avrebbe preso la sua stessa decisione, dopotutto anche lui aveva un cuore.
Perciò cedette, ma era ancora arrabbiato.
“D’accordo può restare, ma questa difficilmente te la perdono Kakaroth! Non si gioca col tempo!” gridò, per poi dargli le spalle.
“Eh dai Vegeta non fare così, tanto lo so che alla fine mi perdonerai” rispose sempre con il suo tono supplichevole.
Ma il principe si arrabbiò ancora di più.
“Ti sbagli!” tuonò girandosi verso di lui.
“Va bene hai ragione, ora se volete scusarmi io andrei a casa mia, ciao ragazzi” disse Goku.
“Ciao Goku” rispose sorridente Bulma, mentre il marito non rispose andandosene semplicemente.
E il sayan dalla folta chioma volò via verso casa sua, contento di poter comunicare la buona notizia alla sua famiglia e al padre.
Arrivò che era già l’ora di pranzo, così aspettò che tutti fossero seduti a tavola per riferire la novella.
“Devo dirvi una cosa” esordì l’uomo.
“Cosa papà?” chiese Goten.
“Ho deciso che Bardack resterà qui con noi” disse il sayan.
“Davvero? Sono contento papà!” esclamò il bimbo.
“E come l’ha presa Bulma?” chiese Gohan.
“Bulma bene, Vegeta non tanto, ma ha accettato la cosa” rispose il padre.
E Bardack abbassò la testa.
“Mi dispiace non volevo fare arrabbiare il principe” disse dispiaciuto.
“Non ti preoccupare gli passerà” lo tranquillizzò il figlio.
E Bardack sorrise, era felice, finalmente poteva trascorrere il resto della sua vita con suo figlio, che aveva scoperto essere una persona straordinaria, e poteva finalmente conoscere meglio i suoi due nipoti, era contento di questa magnifica opportunità che il destino gli aveva dato.
Dall’altro lato anche Goku era felice, aveva conosciuto il padre che non aveva avuto e vi aveva instaurato un magnifico rapporto, per cui ora più che mai era convinto che la decisione che aveva preso era quella giusta, il posto di suo padre era accanto a lui e alla sua famiglia, di cui ora faceva parte.
Risero tutti quel giorno, uno dei più belli che avessero mai vissuto, perché segnava l’inizio di una nuova vita. 

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