La verità

di verox
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** il principio dopo un anno ***
Capitolo 2: *** la verità ***
Capitolo 3: *** meglio ora ***
Capitolo 4: *** racconti, brindisi e consolazioni ***
Capitolo 5: *** Chiedere aiuto ***
Capitolo 6: *** come sbarazzarsi di lei ***
Capitolo 7: *** alla fine sempre la verità ***



Capitolo 1
*** il principio dopo un anno ***


LA VERITA’

La verità è che questa fic è venuta di getto e non so se piacerà.
Se vorrete la continuerò fino all’esaurimento nervoso mio e vostro^^
Altrimenti recensite con un bello “S C H I F O” grande come una casa e capirò…
Grazie a tutti.


CAPITOLO PRIMO

IL PRINCIPIO DOPO UN ANNO

Rose Weasley entrò in Sala Grande per colazione molto presto quella mattina del ventidue ottobre del suo settimo ed ultimo anno ad Hogwarts.
Cercava in tutte le maniere di non perdersi nemmeno quindici secondi di ogni pasto, di ogni partita; cercava di non perdersi niente.
Le sarebbe mancato troppo il brusio delle voci insonnolite dei ragazzi appena alzati che tentano invano di svegliarsi con una buona tazza di caffè bollente; gli urli isterici che ragazzine facevano quando entrava un bell’imbusto del settimo anno; i mormorii cantilenanti di quelli che ripassavano prima di un interrogazione cercando di mandare a memoria le frasi del librone rilegato in pelle appoggiato fra la caraffa del succo di zucca e il piatto pieno di bacon.
La colazione era sempre stato il suo momento preferito. Le sarebbe mancato certamente.
Non c’era molta gente, dopotutto mancava ancora mezz’ora alla prima ora di lezione che era seguita solo da quelli dei primi cinque anni; Rose, come tutti gli altri del settimo e del sesto anno, aveva l’ora buca.
Raggiunse senza fretta il tavolo di Grifondoro e si sedette leggera sulla panca davanti a suo fratello che si ingozzava di uova strapazzate.
“Buongiorno” mormorò Rosie apprensiva
“’Giorno” biascicò Hugo con la bocca piena, riempiendosi il bicchiere di limonata
“Dormito bene?” chiese lei prendendo una fetta di pane tostato e cominciando ad imburrarla lentamente.
Hugo annuì, trangugiando il resto delle uova, poi deglutì.
“E tu?”chiese alla sorella passandole il piatto dei biscotti.
“Insomma…” rispose Rose prendendo un frollino al cioccolato “Incubo”
“Tanto per cambiare” commentò sarcastico Hugo “Hai chiesto a Madama Chips se ha una pozione per farti dormire? Non puoi continuare così”
“Prendo tutte le sere quella sbobba alla calendula che mi ha prescritto” disse la ragazza con una smorfia “Ma non serve a niente”
“Allora vai a chiederne un’altra, se questa non funziona” consigliò il ragazzo gustando un pezzo di pancetta.
“Ma è la terza che cambio!” si spazientì Rose
“Ma se non funziona!” ribatté Hugo preoccupato
“Che hai alla prima ora?” cambiò discorso la ragazza sbuffando
“Erbologia, credo” rispose il ragazzo passandosi distrattamente una mano fra gli spettinati capelli rossi, rassegnato.
“Interrogazione?” domandò Rose sorseggiando del tè.
“Già… e non so nulla. Ma proprio zero!” esclamò lui allargando le braccia
“Avresti dovuto studiare” lo biasimò la ragazza con forte disappunto “Dove siete arrivati? Fichi Pigmei?”
“No, siamo ai funghi. Sono ancora al quinto, Rosie” rispose Hugo depresso fiondandosi sulla sua fetta di torta al cioccolato
“Hai ragione scusa, è che sembri più grande” sbuffò Rosie passandogli un tovagliolino di carta per pulirsi la bocca “Se me l'avessi detto prima avrei potuto darti una mano”
“Mi sono dimenticato; poi tu ieri sei sparita” borbottò lui pulendosi la bocca e guardando la sorella con fare sospettoso “Dov’eri?”
“In biblioteca, bastava cercarmi” ribatté innervosita Rose scotendo la testa di ricci scomposti rosso scuro.
Hugo alzò le spalle e si ficcò in bocca un altro pezzo di torta.
“Ti va di fare una partita a Quidditch dopo?” propose Rose addentando un biscotto al miele “Ho bisogno di distrarmi un po’”
“Certo, sorellina” le sorrise grato il ragazzo
“Sicuro che non devi studiare?” domandò lei guardandolo storto
“Finiscila di preoccuparti per me. So quello che faccio” dichiarò Hugo
“Sono tua sorella maggiore!” si giustificò la ragazza “Se non ti stresso io, chi può?” aggiunse sorridendo
“Nessuno, solo tu. Comunque giochiamo io te e…?” domandò Hugo divertito
“Io!” esclamò una voce allegra alle loro spalle
“Ciao, Lily” Rose salutò sua cugina mentre si spostava sulla panca per farle spazio
“Sto morendo di fame… allora? Quando si gioca?” commentò la ragazza sedendosi e afferrando la caraffa del latte, ben attenta che i lunghi capelli lisci e fiammanti non le cadessero nel piatto
“Oggi pomeriggio, dopo le lezioni” le rispose Rose allungandole i cereali
“Oh merda!” esclamò Hugo battendosi una mano sulla fronte “Non posso!”
“Perché no?” gli chiese Rosie sgranando gli occhi “Ti ho appena chiesto se hai da studiare e mi hai detto no”
“Appuntamento…” borbottò lui distogliendo il suo sguardo cioccolato da quello blu intenso della sorella
“Un altro? Con chi?” strillò curiosa Lily, stanca di vedere il cugino uscire con una ragazza diversa ogni tre giorni e allo stesso tempo entusiasmata dal pettegolezzo
“Bonnie Wolf, di Tassorosso, ce l’hai presente?” rispose scocciato Hugo
“Bonnie?” esclamò Rose allibita “Ma ha la mia età!”
“E allora?” domandò con voce strascicata il ragazzo prima di ingoiare un pezzo di crepe farcita.
“Io non capisco cosa ci trovano in te tutte queste ragazze” bofonchiò Lily con disappunto tirando su col naso “Sei così… bambino a volte…”
“E io sarei il bambino? Chi sta facendo tutti questi discorsi da poppante?” sbottò Hugo irritato “Non è una colpa avere una ragazza”
“Hai detto bene, Hugo, UNA” ribadì Lily cocciuta
“Scrivo una lettera a James e gli dico che sei insieme a Canon?” la minacciò il ragazzo alzando la forchetta
“Stai insieme a Luke?” chiese tutta interessata Rose con un gran sorriso
“Si, Rosie” le rispose zuccherosa Lily “Volevo dirtelo dopo, ma questo zuccone ha rovinato tutto” aggiunse alludendo ad Hugo allibito dalla reazione festosa della sorella.
Canon era sempre stato un idiota colossale.
“Come sono felice per te! Raccontami!” ordinò scherzosamente Rose.
Lily cominciò a raccontare per filo e per segno tutta la storia.
Hugo sbuffò e, alzando gli occhi al cielo, si mise a leggere un settimanale di musica sospirando “Donne”.


Quando lui entrò tutti si girarono, come era inevitabile.
Alto, biondissimo e con gli occhi di ghiaccio.
Scorpius Malfoy era il ragazzo più ipocrita ed egocentrico di Hogwarts, ma anche il più bello.
Raggiunse a passo sicuro il tavolo dei Serpeverde, non facendo caso alle tante paia di occhi femminili puntati su di lui e alle varie risatine.
Lanciò un rapido sguardo al tavolo dei Grifondoro e notò che lei non lo stava fissando, anzi, forse non si era nemmeno accorta che era entrato.
Sorrise.
“Buongiorno amore” lo salutò una ragazza dai lunghi capelli biondi e gli occhi molto truccati, stampandogli un bacio sulle labbra.
Sospirò.
“Ciao, Cordelia” le sorrise per farla felice, stavano insieme dopotutto.
Si sedettero l’uno di fianco all’altra, davanti ai suoi due migliori amici: Ephias Nott, fratello di Cordelia, e Nathan Flynn.
“Ehi, Scorpius” lo salutò Nathan “Che fai oggi fino alla seconda ora?”
“Non lo so” mormorò Scorpius prendendosi una fetta di torta alle mele
“Beh, abbiamo scoperto un nuovo passaggio segreto e…” cominciò Ephias tirando fuori una cartina molto dettagliata di Hogwarts
“E’ quello dietro alla Strega Orba?” chiese il biondo guardandolo
“Si” sbuffò Ephias rimettendo a posto la mappa
“Mi dispiace Eph, ma li conosco tutti ormai” sorrise e guardò con apprensione la piantina, così stupida e poco aggiornata rispetto ad un’altra che aveva visto recentemente.
“Io sono occupata” disse Cordelia mostrando le mani “Devo farmi la manicure”
“Non importa” le sorrise Scorpius, fintamente dispiaciuto
“Oh, cazzo!” esclamò Nathan portandosi le mani tra i capelli
“Che c’è?” chiese Ephias con apprensione
“Il tema di pozioni!” sbraitò Nathan cominciando a raccogliere le sue cose “In biblioteca, subito!”
Scorpius rise della distrazione del suo amico che nel frattempo si era alzato e fissava Ephias con insistenza.
“Cosa vuoi da me?” chiese Nott sgranando gli occhi dorati
“Muoviti! Devi prestarmi il tuo tema!” esclamò Nathan impaziente
“Devo?” mugugnò Ephias controvoglia
“Hai O in pozioni!” urlò Nathan prendendolo per un braccio “Devi condividere la tua somma sapienza con me, minorato mentale” aggiunse e se lo trascinò dietro salutando con la mano.
“Beh, vado anche io” sorrise Cordelia avvicinandosi alle labbra di Scorpius “Ci vediamo a lezione”
“Già, ciao” disse Scorpius mettendosi in bocca un pezzo di ciambella.
Contrariata dal bacio mancato, Cordelia se ne andò traballando un po’ sui tacchi.
Scorpius sbuffò.
Lei non avrebbe traballato così tanto.
Poi sorrise.
Lei non avrebbe mai portato i tacchi a scuola.
Sorrise di nuovo e guardò l’ora.
Le otto e ventisei.


Lily interruppe il suo racconto quando Hugo, con un singulto, le fece notale che erano le otto e ventisei e che dovevano arrivare alle serre per le otto e mezza.
“Ciao cugina, finisco dopo ok?” promise Lily scioccando un bacio sulla guancia di Rose che le sorrise
“Ciao, sorellina” borbottò Hugo, la bocca ancora piena di torta. Rose sorrise e li salutò con la mano.
Un’ora di pace.
Si stiracchiò e quando si raddrizzò un biglietto di pergamena ingiallita cadde sul piatto davanti a lei.
Una scritta sopra: Rosie.
La scrittura era obliqua e frettolosa, in inchiostro nero, la riconobbe subito.
Aprì il biglietto e lesse le poche righe scarabocchiate:
“Ora libera e tu?
Ci facciamo un giro? Biblioteca off limits, amici che copiano. ”
Sorrise ed estrasse dall’astuccio una biro blu, molto più pratica di piume e inchiostro per dei messaggi del genere.
Scrisse nella sua solita bella calligrafia tondeggiante:
“Fratello e cugina ad Erbologia, niente parco. Cugino dorme. Stanza delle Necessità?”
Con un colpo di bacchetta rispedì il biglietto al mittente.
Dopo poco quello tornò indietro.
“Tra dieci minuti lì.”
Soddisfatta, Rose ripose il biglietto nel suo diario coloratissimo, prese la borsa e il maglione che non aveva avuto voglia di mettersi e uscì dalla Sala Grande.


Camminava veloce e le sue scarpe ticchettavano sul pavimento di pietra del settimo piano.
Si fermò davanti ad un grande arazzo e lo guardò intensamente.
Ci passò davanti tre volte pensando a ciò che voleva ed entrò.
“Ciao” lui le sorrideva dalla poltrona in pelle nera vicino al camino
“Ciao, si vede che sei entrato prima tu questa volta” commento lei alludendo all’arredamento non nei suoi gusti
“Solo tu puoi desiderare un divano giallo” la derise lui
“Era bellissimo” disse Rose fintamente offesa e accomodandosi sul divano a due posti coordinato alla poltrona
“Anche queste sono bellissime” dichiarò lui passandosi una mano tra i capelli biondi
“Sono fredde” sbuffò Rose posando la borsa e il maglione per terra
“Ti scaldo io?” chiese Scorpius ironico alzandosi e sedendosi di fianco a lei
“Che sbruffone” lo canzonò Rose cominciando ad annodargli la cravatta verde e argento
“Scusa” fece lui beffardo prendendole le mani e guardandola intensamente con il suo sguardo di ghiaccio che si scioglieva solo in quello blu di lei
“Avevi il nodo fatto male” si giustificò Rose tentando di ribellarsi alla presa del ragazzo “Mi dava fastidio”
“Posso baciarti o ti dà fastidio anche questo?” chiese Scorpius con un sorriso malizioso
“Mmm…” fece Rosie meditabonda “No, non mi dà fastidio” aggiunse alla fine con un sorriso.
Lui avvicinò le labbra fredde a quelle rosse e carnose di lei e si bloccò a mezzo centimetro dal suo viso.
“Muoviti, no?” rise Rose annullando le distanze tra loro con un unico fluido movimento.
Scorpius sorrise sulle labbra di lei ed approfondì il bacio lentamente.
Adorava i suoi baci; erano così pieni di calore, così pieni di lei che erano davvero irresistibili.
Quelle labbra, si adattavano perfettamente a qualsiasi cosa toccassero; e quelle labbra sulle sue, erano davvero nel posto più giusto del mondo e ogni volta che la baciava, che arrivava ad avere un pezzettino così piccolo ma con pieno di lei, sperava con tutto il cuore di riuscire a sua volta a mettere così tanto nel bacio che lei stava ricevendo.
La strinse a sé dolcemente ma con passione e nel momento in cui stava per perdere il controllo, lei si staccò.
“Perché?” chiese Scorpius boccheggiando
“Perché cosa?” ribatté lei corrugando la fronte
“Ti stacchi sempre così” si giustificò lui
“Come dovrei staccarmi, scusa?” chiese Rose togliendo le braccia dalle sue spalle large e muscolose
“Non dovresti farlo” sogghignò Scorpius
“E perché mai?” chiese lei con un sorriso malizioso
“Perché mi dà fastidio” rispose lui mettendole un ricciolo ribelle dietro l’orecchio
“Ah, okay. Se è così non ti bacio più” mise il broncio lei, incrociando le braccia al petto, formando una barriera tra il suo corpo e quello di lui
“Ma…” iniziò lui aprendo la bocca esageratamente sorpreso
“Hai detto che ti dà fastidio” spiegò lei cercando di divincolarsi dalla presa di lui
“Che ti stacchi così all’improvviso” sbuffò Scorpius con un mezzo sorriso sciogliendole le braccia incrociate e bloccandole i polsi sul divano
“Dovrei mandarti una mail dove ti spiego che non sono un pesce e che ogni tanto devo respirare?” chiese lei sarcastica dibattendosi
“Mi mandi una cosa?” domandò Scorpius avvicinandosi al suo viso
“Una mail, è un modo di mandarsi informazioni attraverso internet” spiegò Rose mentre lui cominciava a baciarle delicatamente il collo
“E che cos’è questo impernet?” ribatté lui curioso senza smettere di percorrere il collo candido di lei con le labbra
“Te l’ho spiegato la settimana scorsa!” sbuffò lei sorridendo “E si chiama internet non…”
Non fece in tempo a finire la frase perché le labbra fredde di lui si erano di nuovo posate sulle sue e le avevano fatto perdere il controllo del cervello.
“Non farlo mai più” ansimò Rose guardandolo male
“Cosa?” sorrise Scorpius ingenuamente
“Baciarmi così, all’improvviso… Non ero preparata!” esclamò lei
“Devo mandarti una mail con scritto ‘Ehi, Rosie, prendi un bel respiro che devo baciarti’? Assurdo” rise lui a due centimetri dal viso di lei
“Beh, insomma, almeno fammi finire di parlare!” contestò lei poggiando le mani calde sul petto marmoreo di lui “Non porti rispetto per quello che dico, forse nemmeno mi ascolti…”
“Si che ti ascolto” ribatté Scorpius storcendo il naso “Ho capito che si dice internet”
“Tu e la tua memoria” sbuffò Rose fintamente minacciosa
“Rose…” le sussurrò Scorpius all’orecchio
“Che c’è?” chiese dolcemente lei con un brivido
“Sto per baciarti” l’avvertì lui sempre in un soffio
“Che scemo” commentò lei con un sorriso.
Si baciarono ancora e lei, col cervello in panne, cominciò a slacciargli il primo bottone della camicia bianca della divisa.
Con una mossa fulminea Scorpius si girò su un fianco e la portò su di sé, si staccò un attimo e poi ricominciò a baciarla, mentre Rose, lentamente, passava al secondo bottone.
Quando lei ebbe sbottonato tutta la camicia, Scorpius, lentamente, ruotò di nuovo fino a posarsi su di lei, e, facendo attenzione a non schiacciarla, cominciò ad armeggiare con la zip della gonna grigia.
“Ma non si apre?” chiese spazientito staccando le sue labbra da quelle di lei per controllare la cerniera
“Basta chiedere” sussurrò Rose affabilmente alzando leggermente i fianchi per poi abbassare la cerniera con una mano sola “Fatto”
“Devo imparare a farlo da solo” borbottò lui affondando il viso nell’incavo del collo di lei per lasciarvi una scia di baci
“Beh, se dovessimo aspettare te, sarebbe già ora di andare a lezione” mormorò lei con un sospiro
“Esagerata” le sussurrò Scorpius prima di riappropriarsi delle sue labbra.
Fece scivolare lentamente una mano lungo il suo fianco morbido e si insinuò sotto la camicia sorridendo sulle labbra di lei che cominciò ad accarezzargli i capelli biondi con più insistenza.
Poi, ad un tratto, un trillo li interruppe.
“Dimmi che non era la campanella” pregò Rose da sotto di lui
“Ehm…” tossicchiò Scorpius poco convinto
“Merlino!” esclamò lei spostandolo per poi alzarsi in piedi “Abbiamo Trasfigurazione, ora!”
Si richiuse la gonna sul fianco e si infilò le scarpe.
“Dai, Rose” implorò Scorpius ancora seduto sul divano “Non vorrai farmi fare lezione in questo stato” aggiunse allusivo
“Devi, non è che voglio” borbottò lei avvicinandosi e cominciando a riabbottonargli la camicia “Dì ai tuoi ormoni di prendersi una vacanza”
“I miei ormoni, ogni tanto, ti fanno comodo” sbottò Scorpius irritato trascinandola con lui sul divano
“Beh, ora però tienili a freno” ordinò Rose cercando di rialzarsi, ma lui la teneva stretta a sé “Dai, Scorpius, faremo tardi”
“Sarà tardi comunque” bisbigliò lui ricominciando a baciarla
“Non che non mi facciano piacere tutte queste lusinghe” sorrise Rose respingendolo “Ma credo che la tua ragazza potrebbe sospettare qualcosa se mancassimo solo noi a lezione”
Scorpius sbuffò e la lasciò andare “Hai ragione, intuirà qualcosa” disse “Meglio andare”
“Come ti preoccupi per lei” commentò Rose acida
“Come?” chiese lui fingendo di non aver capito
“Povera Cordie, chissà cosa potrà mai sospettare” gli fece il verso lei con voce falsamente preoccupata “Chissà cosa accadrebbe se scoprisse che te la fai con una mezzosangue”
Scorpius s’irrigidì.
“Cosa stai farneticando?” domandò mentre finiva di abbottonarsi il colletto della camicia
“Niente” mormorò lei raccogliendo il maglione e la borsa da terra “E’ esattamente normale come ti comporti”
“Cosa dovrei fare, Roseline? Dire a tutti che sto con te?” chiese amareggiato Scorpius
“No, figuriamoci” esclamò sarcastica Rose “Rovineresti il nome dei Malfoy, che disonore se tuo padre sapesse che stai con una stupida Weasley. Molto meglio sposare la figlia di un Mangiamorte”
“Sei impazzita?” esalò lui allibito avvicinandosi a lei “Cosa vai dicendo?”
“Dico che sei un codardo, Malfoy” sussurrò Rose senza guardarlo negli occhi “Ma dopotutto sono io quella che viene usata e poi buttata, quindi amen, chi se ne frega”
Scorpius la prese per un polso e la fece girare su stessa per trovarsela a pochi centimetri dal viso.
“Io non ti uso” scandì lentamente e con voce bassa
“Però mi butti” ribatté Rose alzando il mento con aria di sfida
“Tu… Tu non sai, non immagini nemmeno” sibilò lui cercando di mantenere la calma “Cosa significa per me mentire ogni secondo della mia vita…”
“A lei!” urlò Rose divincolandosi dalla stretta di lui “Tu soffri perché menti a lei, non perché nascondi me”
“Le due cose sono collegate” disse tranquillo Scorpius
“Non puoi credere che io sia così stupida da pensare che tu non la preferisca!” lo accusò Rose in un sussurro
“Questa conversazione sta degenerando, Roseline” borbottò lui seccato sistemandosi il nodo alla cravatta “Ti rendi conto di quello che dici?”
“Si” dichiarò lei mentre i suoi occhi blu si riempivano di lacrime “E mi fa stare male il fatto che tu sia freddo, completamente insensibile a tutto questo. Soffro perché tu, ogni giorno, ogni notte, stai con lei mentre con me passi le ore buche. Mi sento una criminale, Scorpius. Mi sento sempre osservata; ho paura che la gente ci scopra, che mi additi come la puttana di Malfoy!”
“Ma perché pensi questo?” chiese lui con voce dolce avvicinandosi
“Perché è così” rispose convinta Rose arretrando “Perché, per quanto onesti siano i miei sentimenti nei tuoi confronti, per quanto puri siano i miei pensieri e le mie intenzioni, io rimarrò sempre la tua puttana, e questo è quanto”
Camminò decisa verso la porta, voleva andarsene.
“Rose” lui la chiamò piano ma con voce ferma.
“Si?” lei si voltò appena per riuscire a vedere il viso di lui
“Io ti amo” la guardò, serio e impeccabile.
Non glielo diceva mai, tranne in occasioni davvero importanti.
Lei annuì poco convinta, abbassò la testa ed uscì.
Lo lasciò solo nella stanza, anche se sapeva che lo avrebbe rivisto a lezione meno di un minuto dopo.



Alla prossima, se vorrete.

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Capitolo 2
*** la verità ***


CAPITOLO SECONDO


Okay. Direi che il primo capitolo vi è piaciuto abbastanza.
Dunque continuo.
Spero di non deludervi in nessun modo.
Questo capitolo è dedicato alla mia cara compagna di banco, Giada, che spero lo apprezzi.
Recensite, grazie.


LA VERITA’



Rose stava comodamente accoccolata sulla poltrona di velluto più vicina al fuoco della sala comune di Grifondoro.
Sorseggiava lentamente una tisana da una tazza colorata che teneva con la mano sinistra e con la destra girava ogni tanto le pagine ingiallite del librone dalla copertina di pelle blu che aveva appoggiato sulla gambe.
Era un’opaca mattina di fine ottobre, uno di quei giorni in cui tutti i ragazzi si fiondano ad Hogsmeade per godersi gli ultimi raggi di sole della stagione.
Rose aveva altro da fare.
Guardò distrattamente l’ora sul suo piccolo orologio da polso babbano.
Le dieci e mezza.
Più o meno dovevano essere usciti tutti.
Finì in un sorso il contenuto della tazza che poi appoggiò sul tavolino di legno davanti a lei, chiuse il libro e si alzò sbuffando.
Salì lentamente le scale che la portavano al suo dormitorio e varcò la terza porta a sinistra.
La stanza era ottagonale; le testiere dei quattro grandi letti a baldacchino erano addossate alle pareti, alternate da delle grandi finestre che davano sul lago nero; Rosie raggiunse velocemente il suo baule ai piedi del letto sfatto, lo aprì e cominciò a rovistare al suo interno alla ricerca di qualcosa da mettersi.
Optò per un paio di jeans chiari, una camicia a quadretti di suo fratello e un paio di scarpe da ginnastica distrutte.
“Che look ricercato…” commentò la ragazza lanciando uno sguardo scettico al suo riflesso nel grande specchio appeso alla parete.
Andò alla scrivania e prese dall’ultimo cassetto un astuccio colorato che conteneva tutti i suoi cosmetici; si truccò giusto quel che bastava per coprire le occhiaie che le ultime notti insonni le avevano regalato.
“In culo anche ai rimedi di Madama Chips” biascicò contrariata dando un ultimo tocco di correttore “Oggi scrivo una lettera a nonna Molly e le chiedo se ha qualcosa che funziona per questa cavolo di insonnia”
Sbuffò passandosi una mano tra i disordinati ricci rosso scuro.
Prese la bacchetta e con uno stretto giro di polso rivolto alla sua testa i capelli si divisero in ordinati boccoli; Rosie raccolse subito con un fermaglio i ciuffi ramati che le cadevano davanti agli occhi e si guardò allo specchio.
“Rose, mangia ancora un po’ di più e scoppi” si disse sarcastica la ragazza infilandosi una cintura nei passanti dei jeans per evitare che le cadessero.
Sospirò; si mise una sciarpa leggera intorno al collo, prese la borsa di pelle e uscì sbattendo la porta.

“Noi andiamo allora” disse Ephias appoggiandosi al baldacchino dai drappi di velluto verde e argento “Sicuro che non vuoi venire con noi?”
“Possiamo passare la giornata a spiare i bambinetti del terzo anno che cominciano ad uscire in coppia” propose Nathan sistemandosi la cresta blu elettrico con un tocco di bacchetta “Sarà uno spasso”
“Ancora con quegli scherzi idioti?” bofonchiò Scorpius continuando a leggere disteso sul suo letto appena rifatto “Trovate qualcosa di più divertente da fare”
“Era il tuo preferito” gli ricordò Nathan corrugando la fronte
“Esatto, era” disse Scorpius sottolineando l’imperfetto
“Beh, mia sorella non sarà contenta che te ne stai qui” commentò Ephias “Dice che non vi vedete mai, che non stai mai con lei…”
“Oh, ma che vuole da me?” esclamò Scorpius alzando la voce “Cosa volete tutti da me? Non sto tanto bene, okay? Devo farmi venire il vaiolo di drago solo perché a lei sembra che non stiamo tanto insieme?”
“Ehi, fratello, calmati” ordinò Nathan alzando un sopracciglio “Eph voleva solo farti notare che non esisti solo tu in questo mondo e che dovresti cominciare a toglierti questo egocentrismo di dosso”
“Io egocentrico?” lo guardò Scorpius incredulo “Parli seriamente?”
“Cazzo, Scorp, pensi solo a te stesso!” lo accusò Nathan arrabbiato “Fai sempre quello che ti pare e piace; una volta noi eravamo una squadra”
“Perché ora cosa siamo?” chiese il biondo incrociando le braccia
“Io e Ephias siamo una squadra, ci aiutiamo a vicenda, ci stiamo vicini” spiegò Nathan con una smorfia “Tu fai il prezioso; non esci più con noi, non facciamo più scherzi insieme, dimmi quand’è l’ultima volta che siamo andati al piede di porco a farci una sbronza insieme!”
“Nat forse è un po’ brusco, Scorp” disse Ephias attirando l’attenzione dei suoi due amici “Ma ha ragione. Okay, siamo ragazzi, non siamo così sentimentali da metterci a piangere per te e venirti ad elemosinare cinque minuti di risate, ma ci fai venire la depressione!”
“Cosa dovrei fare?” domandò Scorpius guardandoli negli occhi “E’ un brutto periodo, non lo faccio apposta”
“Potresti parlarcene!” esclamò Nathan amareggiato “Ci siamo sempre detti tutto, non vedo perché dovremmo smettere proprio ora!”
“Ma non lo so il motivo” mentì Scorpius abbassando lo sguardo “Proverò a tirarmi su, okay? Ma oggi davvero non ce la faccio; dite a Cordelia che mi dispiace”
“Che i numi tutti ci proteggano” pregò Nathan tornando a sorridere
“Quella ci tirerà addosso tante di quelle fatture” commentò infastidito Ephias
“Beh, biondo, rimettiti” lo salutò Nathan camminando verso la porta seguito da Ephias “Che sta sera scappiamo e andiamo a farci una burrobirra”
“Ciao” gli sorrise Scorpius
Si richiusero la porta alle spalle.
Guardò l’orologio; perfettamente puntuale.
Si alzò, prese a caso una felpa dal baule, la infilò sopra la maglietta dei Tornados; si mise in tasca il portafogli, le cicche e l’accendino e uscì.

“Ciao” salutò Rosie entrando nella stanza delle necessità un po’ affannata
“Sempre in ritardo, eh” le sorrise Scorpius chiudendo il libro che aveva iniziato a leggere per far passare il tempo
“Scusa, ho trovato gente per strada” ribatté Rose appoggiando la borsa sul tavolino di ferro battuto davanti al camino “Ma basta con questo arredamento così triste!”
Comparvero dei quadri colorati alle pareti, una poltrona gonfiabile di un gustoso verde mela e un tappeto con un disegno astratto magenta e giallo.
“Mamma, Rosie, tutti questi colori accecanti” borbottò il ragazzo contrariato “Era tutto così delicato prima”
“Appunto” sorrise la ragazza lasciandosi cadere sulla poltrona appena comparsa
“Che scusa ti sei inventata oggi?” chiese lui fissandola divertito
“Notte insonne, che non è una scusa” rispose Rose, poi aggiunse ridendo “Causa crampi: balla colossale; tu?”
“Oggi rischio il vaiolo di drago, a quanto pare” le sorrise Scorpius
“Mmm… mi sa che non mi fa tanto bene starti vicino allora” commentò lei alzandosi per raggiungerlo “Però l’ho già avuto il vaiolo di drago, quindi non posso prenderlo”
“Giusta osservazione” disse Scorpius passandole un braccio attorno alle spalle mentre lei si accoccolava sul suo petto “Davvero non hai dormito?”
“Non dormo da un po’” mormorò Rose chiudendo gli occhi
“Ma Madama Chips non ti aveva dato una nuova pozione?” chiese il ragazzo baciandole la fronte
“Non funziona” bofonchiò lei alzando le spalle “Oggi scrivo a mia nonna e chiedo a lei… credo che Madama Chips sia un po’ fusa, ultimamente”
“Da quando è morto Gazza” constatò Scorpius con un mezzo sorriso
“Se è per quello anche Pix non è più lo stesso da allora” disse Rose “Non si diverte più a fare i disastri, il nuovo custode è troppo calmo”
“A essere sincero, gli scherzetti malefici di Pix mi mancano” convenne Scorpius divertito “Mi facilitava le cose con i bambinetti del primo, finché non arrivava una certa sotutto molto irritante”
“Grazie” sorrise Rose sempre con gli occhi chiusi “Ecco come sono ai tuoi occhi”
“Che sciocchina” rise Scorpius giocando con i capelli di lei “Come eri ai miei occhi”
“Bella roba” borbottò contrariata Rosie “Solo perché mi piace studiare”
“Ecco anche in questo momento lo sembri…” rise Scorpius ricevendo un sonoro pugno in pancia dalla ragazza “Ahi!”
“Dillo un’altra volta e giuro che ti spello vivo” lo minacciò Rose alzandosi sulle ginocchia, pronta a colpirlo di nuovo
“Cos’è che vuoi fare?” chiese il ragazzo fingendo di non aver sentito
Rose fece per tirargli un altro pugno, lui le bloccò il polso.
“Ma che manesca, signorina Weasley” la richiamò lui ridendo “Non deve picchiarmi”
“Posso togliere punti a Serpeverde, se lo preferisci” l’avvertì Rose con un sorriso ed iniziò “In quanto Caposcuola tolgo cinquanta punti a…”
Venne interrotta da Scorpius che la baciò improvvisamente e che non si staccò più.

Rose si mise a sedere sul grande letto al centro della stanza delle necessità.
Scorpius dormiva beatamente al suo fianco, coperto solo dal lenzuolo bianco che gli arrivava appena sopra l’ombelico.
La ragazza gli sistemò i capelli biondi un po’ umidi di sudore e sorrise.
Era così bello.
A carponi raggiunse i suoi slip a righe colorate abbandonati ai piedi del letto e se li infilò, poi prese la felpa blu scuro di Scorpius e la indossò sulla pelle nuda, sul tavolino di ferro battuto c’era il libro che il ragazzo stava leggendo quando Rose era entrata, la ragazza corse in punta di piedi a prenderlo e poi tornò a stendersi di fianco a lui che continuava a dormire con respiro leggero e con un sorriso soddisfatto sulle labbra morbide e chiare.
“Sul male. Una ricerca tomista” lesse Rose sulla copertina rossa del grosso volume.
Cominciò a sfogliarlo e sulle sue ginocchia cadde una busta di carta pregiata, chiusa con un sigillo in ceralacca verde, forse usata come segnalibro.
Incuriosita, Rose lanciò una fugace occhiata a Scorpius che dormiva al suo fianco e poi aprì la busta e ne estrasse due fogli scritti con calligrafia allungata in inchiostro nero; in alto portava la data del dicembre dell’anno scolastico passato.

“Caro Scorpius,
ti scrivo perché non ho altro mezzo di farti avere questa notizia.
Come tu ben sai, la nostra è una famiglia nobile, di antica casata, dal sangue puro e tu sei l’unico erede; tutti i componenti della famiglia Malfoy hanno sacrificato qualcosa in nome del loro stendardo.
Dall’antenato rinascimentale Sir Elizar Malfoy che si vendette come servo del re per impedire la scoperta del mondo magico; a Hyperion Malfoy, di cui porti il nome, che donò i risultati delle sue ricerche sulle arti oscure a maghi che non ne erano degni per salvare la sua famiglia; a tuo nonno Lucius, portato ad Azcaban senza un appello; e io, tuo padre, che porto ancora il segno malefico di quel sacrificio sull’avambraccio e me ne vergogno.
Nonostante tutti questi sacrifici, il nostro nome è caduto in basso, con il Signore che siamo stati obbligati di servire e che ci aveva promesso l’idillio ma ci ha portato solo nel fango.
Mi addolora il fatto che tutta la responsabilità debba cadere su di te, figlio mio,che non c’entri nulla; ma la realtà è questa.
La realtà è che tu sei promesso alla figlia dei Nott, Cordelia, da quando sei nato.
Ci serve questo matrimonio, Scorpius; serve alla nostra famiglia, per risollevarsi, per trovare il grande onore perduto.
So che sei un bravo ragazzo e che capirai.
Dopotutto, sono venuto a sapere che siete già insieme; ciò faciliterà le cose.
Cordelia è una brava ragazza, di buona famiglia e sono sicuro che saprete volervi bene nel modo più giusto per una coppia come voi.
Non ti ho mai considerato un Malfoy degno del tuo nome, è vero, a mio gusto hai preso troppa bontà da tua madre, ma sei intelligente, ne sono sempre stato cosciente, perciò sono certo che farai la scelta più giusta; cioè la sposerai.
Non vederlo come un sacrificio o una condanna, Scorpius; ci ho pensato a lungo e sono arrivato al punto di dire con certezza che è lei la ragazza giusta per te.
Questa del matrimonio e’ l’ultima carta che ci possiamo giocare, figlio mio,mi raccomando, giocala bene.
Ti allego l’anello; tu sai la sua lunga storia, quindi fai attenzione.
Io e mamma ti abbracciamo,
fai la cosa giusta,
Papà
Draco Lucius Malfoy”

A Rose tremavano le mani.
Era agghiacciata.
Continuava a rileggere sempre la stessa riga, come un disco rotto.
“La realtà è che tu sei promesso alla figlia dei Nott, Cordelia, da quando sei nato”
Da quando era nato.
“Rose” mugugnò Scorpius girandosi verso di lei con un sorriso “Rose, cosa…?”
Il ragazzo vide la lettera tra le mani della ragazza che si voltò lentamente per guardarlo con i suoi occhi blu oceano.
“Oh, Rose non è come…” iniziò Scorpius mettendosi a sedere
“Non me ne frega niente” lo interruppe lei alzandosi e cominciando a cercare i suoi vestiti sparsi a terra “Non parlare”
“Rose, posso spiegarti…” continuò il ragazzo infilandosi i boxer e cominciando ad inseguirla per la stanza “Non è come sembra, io…”
“Non voglio sentire” urlò Rose trattenendo le lacrime mente si chiudeva la cerniera dei jeans “Brutto stronzo, ipocrita…”
“Mi vuoi ascoltare?” domandò lui bloccandole le mani che stavano chiudendo la camicia a quadretti appena infilata sopra il reggiseno rosa
“No!” gridò lei allontanandolo bruscamente “Mi fai schifo, non toccarmi!”
“Ma Rose…” tentò lui infilandosi i pantaloni in fretta “Tu non capisci…”
“Io non capisco?” lei era livida di rabbia “Tu lo sapevi da dicembre scorso! Ancora prima che io e te cominciassimo a vederci, ti rendi conto? Tu mi hai preso in giro per dieci mesi! Dieci mesi di balle! Ci sto insieme solo per coprirci, non voglio che l’altro Nott si arrabbi con me…” gli vece il verso Rosie “Balle! Tutte balle!”
“Lo sapevo, okay” ammise Scorpius alzando le mani “Ma io non potevo dirtelo, non avrei sopportato perderti così”
“Perché ora cosa sta succedendo?” Rose si girò verso di lui “Sei un egocentrico, Scorpius, pensi solo al bene di te stesso. A me non pensi? Come mi sento io adesso secondo te? Se me l’avessi detto subito forse mi sarebbe passata in fretta e invece no! Hai aspettato che io mi innamorassi di te a puntino, giusto per poi piantarmi con questa scusa…”
“Ma non ti avrei mai piantata!” urlò Scorpius arrabbiato
“Quando avevi intenzione di dirmelo allora?!” gridò più forte la ragazza con le lacrime che ormai correvano libere sulle sue guance.
Silenzio.
“Mai” si rispose da sola Rose annuendo “Bene, bene…”
“Rose…” la chiamò lui vedendola aprire la porta
“Vaffanculo, Scorpius” disse lei prima di chiudersi violentemente la porta alle spalle.



Al prossimo capitolo, se lo vorrete.
Grazie a tutti quelli che hanno recensito al primo capitolo.

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Capitolo 3
*** meglio ora ***


CAPITOLO 3-

Eccomi con il terzo chappy.
Troverete una Rose triste e uno Scorpius molto Serpeverde.
Spero che vi piaccia.
Recensite, grazie.


MEGLIO ORA


Rose se ne stava raggomitolata sul suo letto a baldacchino, tra il piumone rosso e oro e il morbido cuscino di piume.
Immobile.
Non sapeva esattamente da quanto era lì, ma era cosciente del fatto che ormai il sole doveva essere tramontato e che presto tutti sarebbero tornati dalla giornata fuori porta alla quale lei non aveva voluto partecipare.
“Rose” sua cugina Lily entrò in camera mulinando i lunghi capelli rosso fiamma e agitando delle colorate buste di carta contenti gli acquisti di una giornata di shopping da favola che Rose si era persa “Tu non sai cosa è successo oggi ad Hogsmeade…” si bloccò fissandola con gli occhi verde chiaro “Rose, cosa succede?”
Rose, pallida come un fantasma, scosse impercettibilmente la testa chiudendo appena le palpebre ma senza osare pronunciare una parola.
“Ehi, Rose” esclamò Lily allarmata buttando le borse a terra e avvicinandosi velocemente al letto della cugina “Stai male? Vuoi che chiami Madama Chips?”
“No, Lil, grazie” riuscì a biascicare Rose “Lasciami solo in pace”
“Sei riuscita a dormire un po’?” le chiese Lily preoccupata mettendole una mano sulla fronte per sentirle la temperatura
“No, è per quello che sto così” mentì Rose scotendo lentamente la testa di riccioli rosso scuro per poi rigirasi tra i cuscini
“Forse hai bisogno di un po’ di zuccheri per tirarti su…” mormorò distrattamente Lily estraendo dalla tasca della sua giacca a vento gialla una cioccorana ancora da scartare e la porse alla cugina “Ecco, mangia”
Appena la raggiunse l’odore della cioccolata, Rose sentì lo stomaco capovolgersi “No, ti scongiuro, Lils, toglimi quella cosa cioccolatosa da sotto il naso”
Lily buttò la cioccorana sul letto più lontano da quello della cugina.
“Rose, ma che hai?” chiese la ragazza con apprensione sedendosi al suo fianco “Hai tutti gli occhi rossi... hai pianto?”
“Sono quei cavolo di sogni” mentì Rose con una smorfia
“Ma come…?” Lily le rimise la mano sulla fronte “Non hai la febbre…”
“Sono solo stanca” farfugliò Rose con gli occhi appannati e la bocca impastata
“Rimedio subito!” esclamò Lily alzandosi “Adesso ti preparo una tisana con la roba che ti ha dato Madama Chips”
“No, no…” disse Rosie alzandosi barcollando un po’ “Per carità, non quella sbobba senza senso... Basta solo un po’ d’acqua”
“Allora scendo in Sala Grande e ti porto su un po' di cena” propose l'altra sorreggendo la cugina “Che dici?”
“Se riuscissi a mangiare” sospirò Rose rassegnata tirando su col naso “Riuscirei anche a dormire”
“Qual è il tuo problema, Rosie?” le chiese Lily aiutandola a entrare nel bagno e a sedersi sullo sgabello “Cosa sogni?”
“Beh, sono incubi…” spiegò l’altra pratica passandosi la manica della felpa sugli occhi bagnati dalle lacrime “Incubi talmente tremendi che pur di difendersi da loro il mio cervello si rifiuta di prendere sonno” alzò le spalle
“Ma te li ricordi?” domandò Lily sempre più incuriosita riempiendo un bicchiere d'acqua dal rubinetto
“Sogno di essere in un labirinto, sempre lo stesso. Ogni volta cambio strada perché ricordo che la notte precedente avevo incontrato qualcosa di orribile sul mio cammino; solo che su tutte le vie c’è qualcosa di orribile…” Rose rabbrividì
“Ma sono sogni premonitori?” azzardò Lily porgendo il bicchiere alla cugina
“No, Lils” rispose paziente Rose sorseggiando l'acqua “Ho solo troppe cose nel cervello”
“E le pozioni di Madama Chips non funzionano?” domandò la ragazza proccupata
“No” replicò dolcemente Rose “Ora stendiamoci a letto e dimmi cos’è che è successo ad Hogsmeade di così interessante…”
“Ah, giusto…” cominciò Lily allegramente aiutandola a muoversi.
Rose la lasciò parlare fingendo di ascoltarla mentre dentro di lei l’angoscia scavava nello stomaco.


Quando Lily, verso mezzanotte, fece ritorno al suo dormitorio, Rose rimase in camera da sola, ascoltando il lieve respiro delle sue compagne di stanza che poco prima le avevano portato la cena, che lei non aveva minimamente toccato per evitare un altro conato di vomito, e che ora dormivano beatamente.
Dopo essere corsa alla scrivania per prendere della carta e una penna, Rose si rannicchiò sul suo letto e con un incantesimo sigillò tutte le tende del baldacchino.
Lisciò la pergamena pulita su un quaderno dalla copertina rigida appoggiato alle sue gambe e cominciò a mordicchiare furiosamente il tappo della penna.
“Dom, mi manchi così tanto” sussurrò; poi iniziò a scrivere.
Con circa duecento parole ben misurate, scritte con calligrafia ordinata, riuscì a raccontare un po’ come stava, omettendo particolari tristi, e a chiedere a nonna Molly un po’ della sua pozione per il sonno.
Firmò leggera a piè pagina, rilesse la lettera e la ripiegò.
Non era esattamente tutta la verità ma non voleva far preoccupare i nonni.
Passò al secondo foglio con un sospiro.

“Dominique Weasley,
Villa Conchiglia, Costa Sud della Cornovaglia.

Cara Dom,
ho bisogno di te, e sai che se non fossi davvero disperata non lo direi.
Ho davvero dei grossi problemi.
Lo so che sono enigmatica ma non posso scriverti tutto per lettera; se qualcuno che non sei tu la leggesse, ne morirei.
Gli incubi, Dom, sono molto più frequenti, praticamente mi tormentano tutte le notti; non riesco a dormire per paura di averne un altro.
E’ una settimana che non chiudo occhio, sono distrutta.

Non tocco cibo da un po’, e tu sai quanto mi piace mangiare.
Credo sia per tutta quest’ansia.
Penso di aver trovato la causa di tutto, Dom, e devo assolutamente parlartene.
Devo assolutamente parlarti di Lui.
Si, Dom, c’è un Lui; anche se non te l’ho mai detto, anche se te l’ho sempre nascosto, anche se sapevo che sospettavi qualcosa.
Mi dispiace di averti mentito, ma non potevo fare altrimenti.
E’ successo tutto così in fretta, Dom.
Io… io credo di essermi innamorata… ma della persona sbagliata.
Dom, sto soffrendo come un cane, ti scongiuro: il prossimo sabato c’è l’uscita ad Hogsmeade per Halloween, dimmi che puoi venire.
Aiutami.
Mi sento persa.
Tua
Rose”

Non era lunga, ma efficace.
Saoeva che sua cugina sarebbe riuscita a capire.
Rose si accorse di piangere nell’esatto istante in cui staccò la penna dal foglio.
Si asciugò in fretta le lacrime con la manica del pigiama, infilò le due lettere nelle rispettive buste e le ripose sul comodino; vuotò in un sorso l’ampolla di vetro opaco contenente la pozione per dormire, spense la luce e si preparò ad una nuova notte piena di incubi.


“Cos’ha Scorpius?” si lamentò Cordelia guardando il suo splendido riflesso nello specchio del bagno delle ragazze “E’ così strano”
“E’ sempre lui” commentò Justine Yaxley sistemandosi il lucidalabbra
“Non è vero” obbiettò l’altra pettinandosi i lunghi capelli biondo platino “Non era così prima delle vacanze”
“Quali vacanze?” chiese Justine fissandola con i grandi occhi neri sottolineati da una pesante linea di matita dello stesso colore “Quelle estive?”
“Sì” annuì Cordelia arricciando il nasino alla francese “Veramente anche da prima… circa da marzo”
“Cosa intendi per ‘strano’, scusa?” domandò l’altra Serpeverde incuriosita appoggiandosi al lavandino
“E’ più… buono” mormorò Cordelia “Come dire… sai com’è Scorpius fa un po’ il prepotente, è realista, piuttosto scettico… mentre ora… quand’è l’ultima volta che l’hai visto fare lo strafottente con qualche bimbetto del primo anno?”
“Adesso che ci rifletto…” disse Justine pensierosa “E’ un bel po’, hai ragione. Ma non so cosa sia cambiato… lo abbiamo sempre saputo che Scorpius è più buono di quello che si pensa”
“Mah, se lo dici tu” borbottò Cordelia concentrandosi sul rimmel “A me sembra… innamorato…”
“Eh?” esclamò scandalizzata Justine “Scorpius innamorato?”
“Si, ma non di me…” commentò avvilita la bionda “E’ un po’ distratto ultimamente…”
“Distratto?” ripeté l’altra scettica
“Si dimentica spesso libri in biblioteca, sbaglia strada, arriva in ritardo a cena, alle lezioni… non lo so” sbuffò Cordelia
“Ma tra voi è sempre uguale, no?” replicò Justine dubbiosa
“Beh… si” annuì Cordelia con uno dei suoi migliori sorrisi falsi “Però mi piacerebbe fare qualcosa di carino per lui sai, portarlo un po’ fuori”
“Salta Trasfigurazione” propose Justine contenta “Così lo rapisci mentre sta per entrare in aula e io potrò sedermi vicino a Nathan…”
“Tu con Nat non hai speranze” le ricordò la bionda guardandola “Non sei abbastanza alta, né abbastanza mora, né abbastanza perfetta”
“Grazie, molto gentile” le sibilò Justine inasprita
“Lo dico per te” si scusò Cordelia “Non voglio che tu stia male per uno superficiale come Nathan”
“Ti invidio, sai?” commentò la ragazza tristemente “Hai un ragazzo fantastico, di buona famiglia e vi volete bene… mentre io ho un sogno e basta”
“Capiterà anche a te di trovare quello giusto” le sorrise Cordelia “Comunque oggi porto Scorpius in sala comune e ce lo faccio restare”
“Brava” annuì Justine mentre la campanella iniziava a suonare “Io vado, in bocca al lupo”
“Ciao, ciao” miagolò distrattamente Cordelia controllando il suo riflesso nello specchio.
La porta si richiuse dietro Justine.
“Nulla mi assicura che riuscirò a mettere fine a questa astinenza però” commentò la ragazza; un ultimo sguardo alla sua immagine perfetta e poi scappò via mentre le sue scarpe col tacco risuonavano felici sul pavimento di pietra.


Scorpius stava seduto comodamente sul davanzale della sua camera nel dormitorio di Serpeverde e fumava l’ormai settima sigaretta nell’arco di cinque minuti scarsi.
Il vento che si intrufolava dalla finestra aperta per far uscire il fumo gli scompigliava leggermente i capelli biondissimi e i suoi freddi occhi di ghiaccio scrutavano pensierosi la Foresta Proibita, al di là del parco.
Sentì la campanella suonare ma non si mosse.
Non sarebbe andato a Trasfigurazione, non per vederla abbattuta.
Spense la sigaretta sul ballatoio in pietra e la buttò con disinvoltura giù dalla finestra; prese il pacchetto e ne accese un’altra.
“Ma guarda chi c’è qua” esclamò una voce un po’ troppo zuccherosa “Pensavo saresti andato a lezione e invece…”
Scorpius si girò verso Cordelia lentamente; era lei, dopotutto, la causa di tutta la sua infelicità.
“Ciao” riuscì a mormorare con un mezzo sorriso sforzato
“In realtà abbiamo avuto la stessa idea, sai?” miagolò Cordelia raggiungendolo fino al davanzale “Volevo venirti a prendere per potercene stare un po’ da soli”
“Ah davvero?” chiese, per nulla stupito, Scorpius
“Già” ribatté lei con un sorriso malizioso posandogli le braccia intorno al collo con fare sensuale “E’ tanto che non ci coccoliamo un po’”
“Sul serio?” fece contrariato il ragazzo mentre Cordelia gli rubava la cicca dalle mani e gliela gettava fuori dalla finestra.
Lei annuì e poggiò le sue labbra su quelle di Scorpius in quello che doveva essere uno dei baci più accattivanti che riusciva a dare, nel tentativo di scaldare un po’ l’animo del ragazzo di ghiaccio che le stava davanti.
“Non sono di buon umore, oggi” disse Scorpius allontanandola “Facciamo un’altra volta, eh…”
“Ma io ne ho voglia ora!” insistette Cordelia mettendo il broncio
“Dai, non fare la bambina…” la richiamò lui andando a stendersi sul letto.
Lei subito approfittò della sua nuova postazione e andò a stendersi accanto a lui.
“Per favore” supplicò Cordelia facendo gli occhi dolci
“Non oggi” ribadì Scorpius irritato “Non sto tanto bene”
“Non ti sei ancora ripreso da ieri?” chiese la ragazza sistemandogli i capelli
“No” rispose in un sussurro Scorpius prendendo un libro dal comodino per poi aprirlo a caso e nascondervisi dietro.
Cordelia sbuffò; un altro buco nell’acqua.
“Beh, io vado. Non sia mai che arrivi troppo tardi” lo liquidò baciandolo sulla guancia dolcemente “Ciao, ciao”
“Ciao” salutò Scorpius senza degnarla di uno sguardo.
Quando sentì la porta richiudersi con un gemito, abbassò il libro e sospirò.
Per quanto ancora avrebbe dovuto continuare a mentire?


“Ma quanto è stato noioso Barry oggi?” esclamò frustrata Lily contemplando attentamente il cibo disposto sulla tavola
“Non so cosa gli sia preso, non avevo mai assistito ad una lezione di pozioni peggiore… e dire che ce ne sono state” commentò Hugo sedendosi sulla panca e cominciando a servirsi di una bella porzione di melanzane alla parmigiana “Si mangia italiano oggi, che goduria!”
“Con noi ha pure sbagliato due volte gli ingredienti della pozione rilassante che ci ha fatto fare, vero Rose?” aggiunse Lysander avvicinandosi all'amica
“Già…” annuì la ragazza con aria depressa giochicchiando con il cibo
“Sicura di stare bene?” si preoccupò il ragazzo appoggiandole una mano chiara sulla fronte per sentire la temperatura
“Sto benissimo” sorrise Rosie controvoglia “Sono solo stanca”
“Non hai dormito neanche ieri notte” commentò Lily amareggiata
“Non ci riesco, Lil, secondo te lo faccio apposta?” si giustificò Rose sottovoce
“Beh, potresti almeno provarci” sbottò Lily “Andare da Madama Chips”
“Ci sono già andata tre volte e non è servito a nulla, tranne a farmi venire dei gran mal di testa e nausea” spiegò Rose guardando disgustata il fratello che trangugiava le sue melanzane “E Hugo non mi aiuta…”
“Scusa” biascicò il ragazzo sputacchiando pezzetti di cibo ovunque
“E’ nella sua natura” rise Lysander “E anche nella tua, prima che cominciassi a fare lo sciopero della fame”
“Già!” esclamò Lily “Se solo ti impegnassi, Rose!”
“Te l’ho già detto duecento volte, Lils, non ci riesco!” ribatté Rose svuotando il suo piatto intonso in quello ormai vuoto di Hugo
“Secondo me ti sei solo messa in testa qualche strana idea sul tuo aspetto fisico, dopotutto le paranoie sul tuo sedere te le sei sempre fatte” considerò Lily schioccando la lingua “Anche se da quando ti sei mollata con Lorcan l’anno scorso, la situazione è peggiorata…”
“Cosa c’entra Lorcan?” sibilò Rose infastidita dallo strano comportamento della cugina “Perché devi metterlo in mezzo ogni trenta secondi? Ci siamo mollati un’eternità fa!”
“Rose, se ne sono accorti tutti che non sei più tu da quando vi siete lasciati! Non devi nasconderti sempre per paura di non so che cosa. Con noi puoi parlare!”
“Ma se ti racconto sempre tutto!” replicò Rose irritata
“Ma cosa avete tanto da sbraitare?” chiese Albus Severus sedendosi accanto alla sorella
“Rose dice che è sempre la stessa! Guardala!” ordinò Lily scotendo la testa “Non mangia, ha degli sbalzi d’umore orrendi, non parla più tanto come prima! Eri logorroica fino a dicembre scorso ed ora? Forse se ti divertissi un po’ di più troveresti un ragazzo che magari potrebbe farti passare l’aria da emo e riuscirebbe pure a farti mangiare qualcosa…”
“Hai finito?” urlò Rose alzandosi in piedi con le lacrime che le offuscavano gli occhi “Sono stufa di te, Lily, sei un’ipocrita! Non sai nulla di me e pretendi di giudicare! Io ho una vita di merda okay? E non lo dico per fare la vittima. Se sto così c’è un motivo; nessuno ti ha chiesto di preoccuparti per me, nessuno ti ha chiesto di giudicare come mi comporto. Non sono cazzi tuoi. Lorcan non c’entra un tubo! Sono stata io a lasciarlo e avevo i miei buoni motivi! E ora, se hai finito, di grazia, me ne vado; non ho più fame”
Detto questo raccolse la borsa, scavalcò in malo modo la panca e corse via.
“Ma…” fece in tempo a replicare Lily mortificata
“Taci” le intimò Hugo “Hai esagerato”
“Ma io…” iniziò la ragazza per difendersi
“Sei stata orrenda, Lil, sul serio” commentò Lysander “E, per la cronaca, lo sanno tutti che è stata Rose a lasciare mio fratello… Beh, buon appetito” detto questo si girò e andò a sedersi al tavolo dei Corvonero.
Lily guardò speranzosa il fratello alla ricerca di uno sguardo di solidarietà, ma Albus stava mangiando in silenzio e a occhi bassi.
“Vado a scusarmi” mormorò la ragazza alzandosi
“Lasciala stare” la bloccò Hugo “Deve stare un po’ da sola”
“Ma sono stufa di vederla sola!” ribatté Lily tristemente rimettendosi a sedere
“Beh, ora ne ha davvero bisogno” dichiarò suo cugino guardandola con i profondi occhi cioccolato “Conosco Rose, è un po’ come mamma: quando si arrabbia ha bisogno di venti minuti per pensarci su e poi decide se è il caso di rimanere incazzata o meno. Se non lo avrà già fatto lei, le parlerai più tardi in dormitorio”
“Comunque sia chiaro” aggiunse Albus staccando lo sguardo verde chiaro dal piatto per fissare quello identico della sorella “Se ti sento ancora parlare così a qualsiasi altro membro della famiglia che non sia Lucy ti Affatturo la lingua”
“Okay, è che sono seriamente preoccupata per lei…” si scusò Lily arrotolando una fettina di prosciutto attorno alla forchetta
“Lo sappiamo” annuì Hugo pronto per passare alla terza porzione di spezzatino di manzo e patate “Ma questo non ti autorizza a trattarla in quel modo”
“Bisognerà fare qualcosa, comunque” dichiarò Albus posando il calice dorato vicino alla caraffa dell’acqua “Rose ha davvero qualcosa che non va e speriamo di fargliela passare entro Natale se non vogliamo che nonna Molly muoia di infarto appena vedrà che la sua nipotina ha dovuto stringere di due buchi la cintura…”
“Sono d’accordo” annuì Lily posando lo sguardo sul cugino.
Hugo assentì con un lamento: aveva la bocca piena di carne e patate.


La vide correre fuori dalla Sala Grande in lacrime.
“Cazzo” mormorò preoccupato Scorpius appoggiando forchetta e coltello ai lati del piatto
“Che c’è?” chiese incuriosito Nathan cercando di capire cosa stava guardando l’amico “Cos’è successo?”
“Nulla” rispose svelto Scorpius “Ho… dimenticato… il tema…” bofonchiò alzandosi e buttandosi sulla spalla la borsa di pelle
“Tema? Quale tema?” esclamò Ephias fissandolo smarrito
“Ehm… quello di Antiche Rune” mormorò Scorpius cercando in fretta una scusa “L’ho lasciato in biblioteca”
“Vuoi che ti accompagniamo?” domandò Nathan alzandosi
“No, no, grazie… ci vediamo in sala comune” detto questo il ragazzo uscì dalla Sala Grande a passo veloce.
Nathan si risedette con calma.
“Eph, non trovi che Scorp sia… come dire?” disse il ragazzo seguendo il biondo con lo sguardo
“Distratto?” ribatté Ephias servendosi di altro pasticcio
“Già, distratto” concluse Nathan vedendo sparire il suo migliore amico dietro al portone di quercia.
“Già” annuì l’altro passandosi una mano tra i capelli corvini.
“Eph?” chiamò Nathan spostando lo sguardo sull’amico
“Si?” proferì Ephias osservando l’altro
“Siamo andati in biblioteca con lui oggi?” chiese Nathan assorto
“No…” rispose il ragazzo senza capire
“E ieri?” ritentò l’altro
“No…” ribadì Ephias smarrito
“Interessante…” sogghignò Nathan soddisfatto
“Già” annuì l’altro cogliendo finalmente il ragionamento dell’amico “Dovrà darci alcune spiegazioni, in sala comune”
I due si sorrisero un sorriso da Serpeverde.


“Rose!” chiamò a gran voce Scorpius vedendo la ragazza che correva su per le scale “Rose, aspetta!”
Facendo due gradini alla volta la raggiunse e l’abbracciò da dietro.
“Rose che succede?” le sussurrò in un orecchio
“Niente” rispose lei tirando su col naso e asciugandosi le lacrime sulla manica del maglione “Non succede niente”
“Dimmi” le intimò il ragazzo stringendo la presa attorno ai fianchi di lei
“No” esclamò lei liberandosi “Cosa ci fai qui? Dovresti essere a cena!”
“Sono scappato per vedere come stavi” rispose Scorpius serio
“Beh, sto bene. Ora torna dalla tua promessa sposa e dai tuoi amichetti, si preoccuperanno!” sbottò Rose arrabbiata ricominciando a salire le scale lentamente
“Non sarà ancora per la lettera!?” esclamò lui stupefatto
“Ancora? Speravi che me ne dimenticassi? Sono passati solo due giorni, Scorpius, e il fatto che io non abbia nemmeno aperto i tuoi messaggi avrebbe dovuto farti capire che io ci sto male. Sai, ha ragione mia cugina” ribatté amareggiata la ragazza girandosi per guardarlo con gli occhi rossi di pianto “Io non mangio più, non mi diverto più, non dormi più… tutto questo per colpa tua!”
“Colpa mia?” ruggì arrabbiato Scorpius avvicinandosi a lei “La mia unica colpa, Weasley, è di essermi innamorato di te invece che di un’altra più raggiungibile. Avevo tutto, poi sei arrivata tu e ho capito che non avevo nulla. E ancora adesso non posso stare con te quanto vorrei, come vorrei, quando vorrei…” la sua voce sfumò
“Io sto male, Malfoy!” urlò Rose puntandogli un dito al petto “Tutto per te e per tutti quei cavolo di problemi che ti fai! Se tu mi amassi davvero un minimo avresti anche rispetto di me e non mi mentiresti!”
“Io sono obbligato a mentire, Weasley!” gridò lui, più forte “Credi che mi diverta? Credi che mi piaccia sapere che sposerò una donna che non è quella che voglio io? Credi che io stia bene?”
“Sapevo che saremmo arrivati a questo punto” dichiarò Rose con voce malferma “Beh, è chiaro che non ci rendiamo felici a vicenda, siamo solo dei reciproci portatori di sofferenze… io…” prese un bel respiro “Io credo sia meglio finirla qui”
Scorpius la guardò come se fosse impazzita.
“Che cosa?” sillabò sbigottito “Io non voglio”
“Nemmeno io” singhiozzò Rose “Ma voglio pensare un po’ alla mia felicità, e anche alla tua; sono stufa di stare male”
“Troveremo una soluzione, Rosie, per favore…” deglutì Scorpius
“Non la troveremo” sorrise tristemente la ragazza scendendo due scalini per avvicinarsi a lui “Meglio ora, altrimenti finiremo per soffrire più del dovuto”
Abbassò la testa e lo baciò dolcemente mentre lui restava fermo, immobile, freddo.
Quando si staccarono Rose lo guardò con un sorriso mentre una lacrima calda le scendeva lungo la guancia.
“Ciao” mormorò affranta prima di voltarsi
“Ci si vede, Weasley” ribatté lui gelido, consapevole che quella era stata l’ultima volta in cui quelle labbra così perfette avevano incontrato le sue.



Alla prossima.

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Capitolo 4
*** racconti, brindisi e consolazioni ***


CAPITOLO QUARTO-

Questo chappy è un po’ così…
M’è venuto di getto… anche se è ben pensato.
Nathan è il mio mito e si capisce anche il perché...
Spero che vi piaccia.
ADORO LE RECENSIONI^^


RACCONTI, BRINDISI E CONSOLAZIONI

Rientrò in sala comune che non capiva assolutamente nulla.
Era successo tutto troppo in fretta.
E lei, Rose, era l’unica cosa a cui tenesse davvero.
Lei, Rose: l’aveva persa per sempre.
“Ehi, vecchio” lo salutò Ephias tirandogli una pacca sulla schiena
“Guarda un po’ cosa abbiamo trovato di sopra?” esclamò Nathan sventolandogli davanti al naso una pergamena ingiallita “Il tuo tema di Antiche Rune”
“Ah, l’avete trovato…” mormorò Scorpius afferrando la pergamena
“Scommetto che in biblioteca non c’era” sorrise Ephias
“Beh, se era qui…” disse il biondo con sguardo vago
“Non poteva neanche lontanamente essere in biblioteca” ribadì l’altro con un ghigno “Perché l’hai finito due settimane fa ed è anche stato corretto”
“Ci devi spiegare un po’ di cosucce, caro mio” sorrise Nathan passandogli un braccio attorno alle spalle
“Andiamo di sopra che qui c’è troppo casino” annuì Scorpius dirigendosi verso le scale che portavano al dormitorio maschile.
I suoi due migliori amici si guardarono straniti e lo seguirono.
Scorpius si stese sul suo letto, quello più vicino alla finestra, e si mise a contemplare il velluto verde del baldacchino.
“Scorp, che succede?” esordì Nathan sedendosi sul letto di fianco
“E’ una cosa grave?” chiese in fretta Ephias appoggiandosi al baldacchino “Parla pure di quello che vuoi”
“Anche se volessi, non potrei” sorrise amareggiato Scorpius
“Perché? Cos’è che…” iniziò Nathan
“Eph, puoi venire un attimo?” la ragazza di Ephias, Ondine, stava sulla porta ancora in divisa e con i lunghi capelli scuri legati in una coda.
Il ragazzo guardò dispiaciuto Scorpius, che gli fece cenno di andare.
Quando Ephias si richiuse la porta alle spalle calò il silenzio.
“Non potevo dirlo con lui dentro” mormorò Scorpius triste
“Perché no?” chiese Nathan cauto
“Perché la verità è che io non voglio sua sorella” rispose l’altro con un nodo in gola “Anzi, se potessi la mollerei ora”
“E perché non puoi?” domandò stranito Nathan “L’hai già fatto con tante altre”
Scorpius si mise a sedere su letto, aprì il primo cassetto del comodino e ne estrasse una lettera e una scatoletta di mogano.
“Mi addolora il fatto che tutta la responsabilità debba cadere su di te, figlio mio,che non c’entri nulla; ma la realtà è questa… La realtà è che tu sei promesso alla figlia dei Nott, Cordelia, da quando sei nato… ci serve questo matrimonio, Scorpius; serve alla nostra famiglia, per risollevarsi, per trovare il grande onore perduto…so che sei un bravo ragazzo e che capirai…” il biondo lesse alcuni pezzi della lettera con voce potente e seria, che non ammetteva repliche, poi lanciò la scatoletta a Nathan che l’aprì.
“Cazzo…” mormorò il ragazzo dopo aver visto l’anello d’oro bianco con cinque bellissimi smeraldi incastonati sulla parte superiore “Scorpius, io… non so davvero come accettare…”
“Scemo!” rise Scorpius dopo avergli tirato un cuscino “E’ una cosa seria!”
“Giusto” si ricompose Nathan dopo aver riso della sua battuta “Così tuo padre vuole che chiedi a Cordelia di sposarti?”
“Già” mormorò afflitto Scorpius
“Ma tu non vuoi…” disse l’altro richiudendo la scatola e lanciandola all’amico “Qual è il motivo?”
“Vedi, mi ha mandato il tutto sotto Natale scorso, quando io ero più che convinto che lei fosse quella giusta ma…” iniziò Scorpius
“Lei non è quella giusta” concluse Nathan stendendosi sul letto
“Già” annuì il biondo appoggiandosi ai cuscini di velluto
“Lo sapevamo” disse l’altro con un ghigno
“Cosa?” esclamò Scorpius stupito
“Sapevamo che c’era qualcosa che non quadrava tra te e Cordelia, Ephias ne ha parlato anche con lei, ma era nelle stesse nostre condizioni” si girò e guardò il suo migliore amico “Non andate a letto insieme dall’inizo dell’estate!”
“Davvero?” disse Scorpius “Non ci ho nemmeno fatto caso… davvero sono più di… cinque mesi?”
“Adesso la domanda è o se te la sei fatta a mano tutte le sere o chi hai incontrato…” borbottò Nathan pensieroso “Opto per la prima…”
“Bah, non sono mica così disperato!” ribatté l’altro facendo spallucce
“Hai un’altra?” chiese tranquillo Nathan fissando il soffitto
“Avevo…” lo corresse Scorpius
“Da quando a quando?” domandò l’amico guardandolo
“Da… dicembre dell’anno scorso… fino a… circa… mezz’ora fa” sussurrò il ragazzo girandosi per ricambiare lo sguardo dell’amico
“Triste?” Nathan analizzò il suo sguardo di ghiaccio
“Potrei morire” rispose Scorpius curvando le labbra
“Cattivo segno…” il moro schioccò la lingua mettendosi a sedere “Chi è?”
“Chi era?” lo corresse di nuovo l’altro “Rose Weasley”
Un silenzio attonito cadde nella stanza.
“La Weasley?” domandò Nathan sperando di aver capito male
“Già” precisò Scorpius
“Tu… per quasi un anno… con la Weasley?” il ragazzo si alzò e si sedette sul letto del suo migliore amico “E’ uno scherzo? Tu odi Rose Weasley! Dal primo momento in cui l’hai vista… me lo ricordo ancora, il primo settembre del primo anno… sul treno… la detestavi già senza averle mai parlato e…”
“E invece sono sempre stato solo un idiota pieno di pregiudizi” lo interruppe Scorpius “Lei è intelligente, bellissima, simpatica…”
“Cristo santo, Scorp, è una Weasley!” Nathan imprecò ad alta voce “E’ una mezzosangue, una sotuttoio, una Weasley! Ma ti rendi conto…?”
“Che mi sono innamorato di lei?” concluse Scorpius con un sorriso “Si, me ne rendo perfettamente conto”
“Merlino, la cosa è davvero grave…” deglutì Nathan scrutando l’amico con gli occhi dorati “Sei innamorato di lei?”
“Si…” annuì Scorpius
“Davvero o così per dire?” chiese l’altro speranzoso
“Se lo dico a te ti pare che sia ‘così per dire’?” rispose il biondo scocciato
“Tuo padre ti ammazzerà” dichiarò Nathan con una smorfia “Lasciami i tuoi jeans neri e il tuo spioscopio, saprò farne buon uso”
“Mio padre non lo saprà” rise Scorpius amareggiato “E’ finito tutto”
“Che peccato” disse Nathan sconsolato “Mi piace così tanto quello spioscopio… Beh, in fondo meglio così… ora potrai dare l’anello a Cordelia, vi sposerete e sarete felici…”
“E’ proprio qui il problema” lo interruppe Scorpius con un ghigno “Vedi quell’anello è l’anello di fidanzamento dei Malfoy da quando un mio antico antenato, se chiedi a mio nonno si ricorda pure il nome e la data di nascita, se lo fece forgiare dai folletti in modo che i suoi figli non avrebbero mai sposato donne che li avrebbero potuti tradire o abbandonare come era successo a lui… mi capisci?”
“Continua” consigliò l’amico
“Beh, in pratica chi mette questo anello è la donna che tu puoi sposare, l’unica, quella vera. All’inizio si pensava che andasse bene solo alla donna che ti amava davvero ma poi il mio bisbisbisnonno, Hyperion Malfoy, scoprì che anche l’uomo doveva essere innamorato davvero di quella donna… insomma… un amore perfetto e corrisposto”
“Che utopia” commentò Nathan guardando con apprensione la scatoletta di mogano “E tutti i tuoi avi ci sono riusciti?”
“Mio padre ha sbagliato tre volte” sorrise Scorpius “Che figura”
“Ma che succede se lei non è quella giusta?” domandò Nathan
“Non entra l’anello” rispose il biondo
“Ma non si può allargare?” propose l’altro, poi si rispose da solo “No, ovvio. Beh… sei meno nei casini di quanto pensassi. Dì a tuo padre che a Cordelia non va l’anello”
“La fai facile” si rabbuiò Scorpius “Dovrei provarglielo e lei sa di tutta questa storia, ci rimarrà malissimo”
“Ma che ti frega? Ne troverai un’altra…” Nathan sogghignò serafico
“Io non ne voglio un’altra” spiegò Scorpius “Io voglio l’unica a cui potrebbe andare bene quel dannato anello…”
“Ehmbeh?” l’altro lo guardò “Hai tempo, no?”
“Tu non hai capito” Scorpius scosse la testa “Io sto parlando di Rose Weasley”


Rose camminava nervosamente avanti e indietro stringendosi la sciarpa di lana a righe alla gola.
Fissò l’orologio dell’alto campanile in pietra di Hogsmeade.
Sbuffò.
Aveva detto che sarebbe arrivata il più presto possibile e invece, anche dopo l’usuale ritardo di Rose, Dominique ancora non si era fatta vedere.
“Rosie!” una voce cristallina poco dietro di lei la fece voltare.
Dominique Weasley era la fotocopia simpatica della madre.
Alta, capelli biondi come il grano, occhi verdi e fisico flessuoso anche se odiava gli sport, soprattutto il Quidditch.
“Dom!” sillabò Rose abbracciandola “Ci hai messo un’eternità!”
“Scusa ma ho avuto una discussione con Victoire sui miei cartamodelli, che sorella antipatica che ho…” Dominique la strinse, poi l’allontanò e la squadrò da capo a piedi “Oddio… che hai fatto?”
Rose guardò il suo riflesso nella vetrina di Mielandia leggermente sconcertata.
“Nulla perché?” aveva paura che le facesse notare la sua perdita di peso
“Sei intonata!” esclamò sua cugina felice “Davvero, credevo fossi una causa persa e invece mi sorprendi sempre di più”
Rose scoppiò a ridere come non faceva da tanto tempo.
“Beh, allora, vogliamo parlare? Mi hai fatto prendere un colpo con quella lettera angosciante…” disse Dominique sistemandosi il cappello sulla testa.
Rose annuì e la prese per mano e si diressero insieme verso la loro panchina preferita, quella dove, fino all’anno prima, amavano sedersi per studiare e chiacchierare del più e del meno.
Una volta sedute si guardarono.
“Dimmi tutto, Rosie” la incoraggiò Dominique visto che Rose non voleva aprire bocca “Ti ascolto”
“Dom, tu sei mia cugina e anche la mia migliore amica” iniziò Rose incrociando le gambe sulla panchina “Ti ho sempre detto tutto, o meglio, ti ho sempre detto tutto quello che potevo dirti. Bene… io…”
“Hai parlato di un Lui, Rosie” la interruppe Dominique incuriosita “Io ci ho pensato. Lorcan non può essere assolutamente visto a come l’hai mollato” ridacchiò divertita “E per il resto…”
“Mi vuoi far parlare si o no?” esclamò Rose stizzita
“Okay…” borbottò Dominique abbassando gli occhi “Dov’ero?” si domandò Rose pensierosa “Ah, si, beh… Vedi, Dom, io ti nascondo una cosa da un po’ di tempo, da circa un anno…” ignorò la faccia allibita della cugina che aveva aperto la bocca stupita “…ed è una cosa importante, o meglio, lo era. L’ho conosciuto e sono andata fuori di testa completamente; non era mai stato così con nessuno. Mi dispiace di non averti detto tutto sin dall’inizio ma, Dom, lui non è quello che tu, mamma, papà e tutti gli altri vorreste per me…”
“Ma è un essere umano, vero?” chiese in un soffio Dominique preoccupata
“Ma certo che si!” esclamò Rose divertita
“Meno male… credevo ti fossi innamorata di qualche bestia di Hagrid…” sospirò sollevata la bionda “Continua, comunque. Voglio sapere chi è”
“Beh… lui è…” iniziò Rose titubante “Scorpius”
“No” mormorò Dominique alzando lentamente la testa “Tu non puoi… essere… no…” rivolse uno sguardo alla cugina “Malfoy?”
Lo disse lentamente e sottovoce, come se fosse una parola d’ordine segreta.
Rose rimase immobile.
“Rose… vuoi dirmi che ti sei innamorata di Scorpius Hyperion Malfoy?” richiese la bionda sconcertata sillabando le parole
“Detto così sembra una cosa orripilante” sbuffò Rose tristemente.
Silenzio.
Solo le voci in lontananza degli abitanti di Hogsmeade che facevano affari con gli studenti in uscita e il rumore delle foglie secche che si muovevano al vento.
Rose si girò verso la cugina e sia accorse che la stava guardando con i grandi occhi verde dorato, sbigottita.
“Perché non me l’hai detto?” chiese Dominique distogliendo lo sguardo
“Perché non sapevo come avresti reagito” spiegò Rose in un fil di voce
“Posso capirlo” annuì Dominique sconsolata
“Davvero, volevo dirtelo, ma per forza di cose io non ho…” cominciò la rossa
“Da qui penso che partirà il racconto come minimo super dettagliato di tutta la storia” le sorrise l’altra
“Non sei arrabbiata?” Rose la guardò stranita
“Dovrei esserlo?” sbadigliò sua cugina “Muoviti, voglio sapere tutto”
Rose prese un bel respiro ed annuì.
Non sarebbe stato facile far capire a Dominique tutto quello che aveva dentro, ma sperava che sfogarsi l’avrebbe aiutata a smaltire l’angoscia.
Finalmente sarebbe stata sincera.
“L’anno scorso, sotto Halloween, a Pozioni ci hanno diviso in gruppi. Ovviamente io sono capitata con lui, una Tassorosso imbranata e un Corvonero bellissimo, Michael Reeves, hai presente?” sua cugina annuì “Bene. Abbiamo lavorato un po’ assieme e mi sono accorta che non era così male come pensavo; la volta dopo Barry ha assegnato ai vari gruppi un progetto, per fare le cose all’Americana come piacciono a lui, e, per farla breve, all’appuntamento per studiare insieme ci siamo presentati solo io e Scorpius”
“Puoi chiamarlo Malfoy, per favore?” la pregò Dominique “Faccio fatica a seguirti…”
“Okay. Beh, ci siamo trovati io e Malfoy in biblioteca soli alle sette di sera e cosa abbiamo fatto?”
“Cosa avete fatto?” chiese allusiva Dominique
“Abbiamo studiato, ovviamente” sorrise Rose “Abbiamo finito circa all’una di notte; era proprio un bel lavoro, sai, abbiamo preso Eccezionale, infatti…”
“Non dilungarti sui particolari scolastici, grazie”
“Scusa… Così all’una ci siamo salutati e buonanotte. Ci sembrava così strano il fatto che non avessimo litigato, o meglio, a me sembrava strano. Come ti ho già detto, avevamo fatto un buon lavoro e così Barry ha affidato il progetto seguente solo a noi due, visto che Michael e l’altra non avevano fatto nulla. E’ diventata più o meno un’abitudine. Poi, oltre a studiare, abbiamo cominciato a parlare tra noi e… io non so come sia successo, Dom, so solo che un pomeriggio ci siamo baciati”
“Figo, continua” ordinò sua cugina tutta presa “Voglio i particolari”
“Essendoci stato quel bacio, non sapevamo come comportarci e quindi ci evitavamo” Rose alzò gli occhi al cielo “Ma Barry ormai si era fissato col fatto che noi due lavorassimo bene insieme e così ci faceva sempre stare in coppia. Ci siamo trovati a parlare di quel bacio, poi ne abbiamo riso, ci siamo ribaciati e…”
“Aspetta” la bloccò Dominique “Tutto questo senza che io non mi sia mai accorta di nulla? Anche se dormivamo nella stessa camera? Anche se stavo con te l’ottanta per cento del tuo tempo?”
Rose annuì.
“Potreste fare gli agenti segreti” dichiarò l’altra incrociando le braccia “Sono sicura che la CIA pagherebbe una bella somma per avervi… E poi?”
“Sai com’è… un bacio tira l’altro…” Rose alzò le spalle “Ci trovavamo nei corridoi deserti, così, per divertimento, perché ci piaceva stare insieme. Facevamo tutto nella massima segretezza, nessuno si è mai accorto di nulla. E poi una sera…”
“Ci sei andata a letto” concluse Dominique eccitata “Quindi?”
“Quindi cosa?”
“Quindi come è stato?”
“Ma che domanda è?!” la rossa scosse la testa rassegnata
“Tu rispondi!” insistette sua cugina
“E’ stato…” Rose sospirò “Stupendo”
Dominique sorrise.
“E così abbiamo iniziato a vederci regolarmente, sempre di nascosto; ogni tanto facevamo qualche litigata nei corridoi pieni di gente per alimentare le voci sull’odio che ci univa, ma in realtà era ben altro che odio” Rose annuì sconsolata “Era divertente, sai? Gli urlavo dietro quello che mi passava per la mente e dopo due ore eravamo a ridere nella stanza delle necessità… Mi piaceva…”
“Ma… i conti non tornano…” Dominique aggrottò la fronte “Malfoy non stava con quella puttana della Nott?”
“Sta tuttora” la corresse Rose “Per cosa credi che ci nascondessimo?”
Dominique la guardò sbalordita.
“Fammi capire” la bionda si raddrizzò sulla panchina “Lui stava con te mentre stava anche con l’altra?”
Rose annuì.
“Che bastardo!” esclamò Dominique scandalizzata “Ci credo che stai male… ma ti pare?”
“Non è per quello…” sospirò Rose “C’è un motivo per cui non l’ha mai mollata”
“Ah davvero?” Dominique era molto irritata “E sarebbe?”
“Lui è promesso alla Nott”
Silenzio.
“Ah” commentò Dominique impietrita
“Già” annuì Rose rassegnata
“E quando te l’ha detto?” sua cugina la fissò col suo sguardo smeraldino
“Ho trovato la lettera di suo padre una settimana fa, ma lui lo sapeva da dicembre scorso” Rose sospirò
“Ah”
“Già”
“Che bastardo” Dominique era scandalizzata “Ma davvero il più grande bastardo della terra… Dio!” si alzò “Io lo ammazzo”
Cominciò a camminare avanti e indietro sul vialetto in ciottolato del parco.
“Che fai?” le chiese Rose incuriosita
“Sto pensando a un manuale che si chiama ‘cento e uno modi per ammazzare il fidanzato bastardo di tua cugina’” spiegò Dominique concitata
“Ex fidanzato” la corresse Rose
“Ex?” Dominique tornò a sedersi “Ti ha mollato?”
“No, io ho mollato lui” spiegò Rose e le raccontò a grandi linee cos’era successo poche sere prima.
“Hai un talento per certe cose” commentò sua cugina ammirata “Se mai dovrò mollare un ragazzo ti mando una lettera; sei spietata”
Rose sorrise del complimento.
“Ma passiamo a te, sono venuta qui per questo” disse Dominique avvicinandosi a lei “Come stai?”
“Come vuoi che stia?” Rose sorrise amareggiata “Non ho fame, faccio sempre quegli stupidi incubi e quindi non dormo, in più lui… almeno quando gli stavo vicino mi veniva la voglia di vivere”
“Ma tu sei innamorata di Malfoy?” chiese Dominique scettica
“Ascolta” chiarì la rossa “In confronto al sentimento che provo per quell’idiota bastardo ed egocentrico, ciò che provavo per Lorcan era una gelatina tutti i gusti più uno alle caccole”
“Oh Merlino” imprecò la bionda “Allora sei proprio nei guai”
Rose annuì.
“Io non ce la faccio più, Dom. E’ per questo che ti ho chiamato: sono disperata. Lui è la cosa più bella che mi sia mai capitata ma tutto questo amore mi sta rovinando l’esistenza; io non ce la faccio senza di lui. L’ho lasciato e sto da cani, ci sto insieme e ho tregua solo quando gli sono accanto. Non posso dipendere da lui, ho un orgoglio io!”
“Ti capisco… credo” convenne Dominique abbassando lo sguardo
“Io lo amo, Merlino santissimo! Non l’avevo mai detto a nessun’altro e non avrei mai pensato di poterlo dire. Io…”
“Tu devi capire che io ci sono sempre, okay?” disse Dominique abbracciandola “E non devi farti nessun problema a venirmi a dire le cose, capito?”
“Si” promise Rose stringendosi alla cugina
“Vediamo se SuperDom riesce a mettere le cose a posto come una volta”


“Me ne dia un altro” Scorpius alzò il braccio in direzione del cameriere mentre Ephias da dietro il suo Caipiroska alla fragola lo guardava sconcertato.
“Tranquillo” gli sorrise Nathan notando il suo sguardo preoccupato “Ha proprio bisogno di una bella sbronza”
“Uno shottino per tutti vero, ragazzi?” propose Scorpius e, senz’attendere risposta, ordinò tre rum puri.
Facevano così quando qualcuno di loro aveva bisogno di tirarsi su.
Prendevano il passaggio segreto che portava al villaggio babbano più vicino, si infilavano in un locale ben arredato della via principale e bevevano finché Lucas, l’anziano padrone del bar diventato ormai loro amico, li spediva fuori senza tanti complimenti.
Quella sera era Scorpius che doveva farsi passare la brutta giornata.
Ephias non sapeva il perché ed era rimasto un po’ stupito quando, quella sera, Nathan gli aveva lanciato una giacca a vento annunciandogli che sarebbero andati da Luke.
Quei due gli stavano nascondendo qualcosa ed Ephias voleva sapere cos’era.
“Ma Scorp, così ci fai ubriacare tutti quanti!” esclamò Nathan tirando una pacca sulla spalla al biondo “Non sarà divertente domani mattina”
“E chi se ne frega?” ribatté Scorpius guardando il fondo del suo bicchiere dove c’erano ancora dei residui di schiuma della birra bionda che aveva appena bevuto in pochi sorsi “Domani è domenica e possiamo dormire!”
Il cameriere arrivò con i tre bicchierini pieni di rum e una coppetta di patatine sul vassoio che poi appoggiò delicatamente ad uno ad uno davanti ai rispettivi proprietari.
“Brindiamo alla birra!” ululò Ephias con un sorriso
“Alle quaglie e alle loro uova!” Nathan alzò il bicchiere in aria
“Eh?” fece Ephias guardandolo male “Le quaglie?”
“Beh… abbiamo brindato più o meno a tutto… perché a loro no?” si offese Nathan, poi si rivolse a Scorpius “E tu, a cosa brindi?”
“Brindo alla verità” il biondo sorrise “Perché anche se fa male è sempre la soluzione più giusta”
Buttarono giù in un sorso tutto il contenuto dei loro bicchieri.
“Come mai queste perle di saggezza, Scorp?” chiese Ephias interessato
“Perché è così che va la vita” rispose Scorpius fissando il vuoto “O dici la verità o sei fottuto”
“Beh… allora diciamoci la nostra verità” consigliò Ephias “Se ci tieni tanto”
“Magari inizio io, eh?” propose Nathan guardando con apprensione il biondo pronto a rispondere “La mia verità è che… Eph russa”
“Io non russo!” protestò Ephias
“Oh, eccome se russi!” esclamò Nathan facendo l’occhiolino ad una ragazza dalla minigonna troppo corta che era appena passata “Magari tu non te ne rendi conto, ma ci rendi la vita impossibile!”
Scorpius rise forte.
“Okay, forse russo un pochino…” iniziò Ephias, ma vedendo che gli altri due lo guardarono male si corresse “Va bene, russo tanto!”
“Ecco, bravo… Dì la tua verità” gli sorrise Nathan
“La mia verità” mormorò Ephias sorseggiando la sua birra “Ci sono: la mia verità è che sono negato a volare”
“Che cosa?” esclamarono Scorpius e Nathan all’unisono
“La storia del ginocchio era tutta una balla…” spiegò l’altro alzando le spalle “Sono sempre stato impedito con la scopa; a due anni ho fatto una brutta caduta e da quella volta…” le sue parole vennero coperte dalle risate sguaiate dei suoi due amici.
“Tu non sai volare?!” ululò Scorpius in preda alle risa facendo voltare almeno tre babbani a cui pareva una cosa ovvia che quel ragazzo non lo sapesse fare.
“Merlino! Questa bisogna scriverla…” si scompisciò Nathan piegandosi sul tavolo “Davvero… fantastico…”
“Avete finito?” chiese Ephias che non sapeva se ridere anche lui o se offendersi “Comunque Nat non ha detto una verità su di sé… non va bene”
“Sempre verità era” annuì Nathan guardando il suo riflesso nel vetro nero della finestra per sistemarsi la cresta blu
“Ha ragione Eph” disse Scorpius dopo aver bevuto un sorso di birra “Spara!”
Nathan sospirò.
“Okay… la mia verità è che non mi sono mai fatto la Osburne”
“Cosa?!” quasi urlò Ephias scandalizzato “Mi hai distrutto un mito!”
“Ma non è possibile!” farfugliò Scorpius fissandolo “Lei ti stava dietro come un cagnolino…”
“Beh… quella volta non è che sia andato proprio tutto come previsto…” Nathan girò gli occhi allusivo.
Nel giro di tre secondi gli altri due si erano scaraventati a terra dalle risate.
“Tu vuoi dirmi che hai fatto cilecca con la Osburne?” strepitò il biondo tenendosi la pancia “Merlino!”
“Da te proprio non me lo sarei aspettato…” balbettò Ephias rimettendosi a sedere a fatica “Che figura!”
“Oh beh, lei non lo ha mica capito…” spiegò Nathan alzando le spalle “Le ho spiegato che volevo restare vergine fino al matrimonio…”
Si misero a ridere sguaiatamente tutti e tre.
“Okay, ricomponiamoci” ordinò Ephias diventando improvvisamente serio “Scorpius?”
“La mia verità?” chiese retoricamente il biondo ghignando, poi svuotò il boccale in una sorsata.
Nathan lo guardò preoccupato.
Scorpius prese un bel respiro e si girò verso il suo amico. “Io sono innamorato, Eph, ma non di tua sorella”


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E qui finisce questo capitolo.
Al prossimo, se vorrete.

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Capitolo 5
*** Chiedere aiuto ***


CAPITOLO QUINTO-

Oooollà.
Avevo proprio voglia di fare un chappy di passaggio, così l’ho fatto.
Ci sono tanti progetti in questo pezzo di storia.
Nathan rimane il migliore.
I commenti sono graditi.
Spero vi piaccia.
Veve

Revisione del 20 settembre 2010.

CHIEDERE AIUTO

Scorpius aprì lentamente gli occhi.
Aveva sognato qualcosa, ma non si ricordava bene.
Tre ragazzi in un bar, uno shot di troppo, un brindisi alle quaglie… era stato davvero un sogno strano.
“Sarebbe meglio svegliarlo, no?” disse una voce al di là delle tende di velluto verde del baldacchino, qualcuno tossì e seguì il rumore della porta che si chiudeva.
“Sveglia!” urlò Nathan aprendo di scatto le tende del letto “Ubriacone, è ora di svegliarsi!”
“Ma che succ…?” fece in tempo a borbottare Scorpius, accecato dalla luce del sole, prima che il suo migliore amico cominciasse a saltare allegramente sul suo letto.
“Svegliaaa!” ululò ancora più forte Nathan ridendo e con un colpo di bacchetta fece partire le casse con l’ipod che lui aveva modificato con la magia.
“Basta, Nat!” gridò Scorpius seppellendo la testa sotto il cuscino per difendere le sue povere orecchie dalla musica assordante.
“Now I know I'm being used, that's okay man cause I like the abuse! I know she's playing with me, that's okay cause I've got no self esteem!” Nathan cantava a squarciagola la canzone che usciva a palla dalle casse, suonando un’immaginaria chitarra elettrica.
“La tua musica babbana del ca…!” imprecò Scorpius puntandogli contro un dito, senza però togliere la testa da sotto il cuscino “Spegni subito quell’affare!”
“When she's saying that she wants only me, then I wonder why she sleeps with my friends!”
“Basta!”
“When she's saying that I'm like a disease, then I wonder how much more I can spend!”
“Nathan mi sta scoppiando il cervello!” urlò Scorpius mettendosi di scatto a sedere sul letto e guardando truce il suo migliore amico che smise all’istante di intrattenere il suo pubblico invisibile e spense l’ipod.
“Peccato, gli Offspring sono l’ideale per svegliarsi con il sorriso” commentò Nathan alzando le spalle con un sorrisetto “Alzati, su”
“La prossima volta che mi svegli così, giuro che ti spacco la testa!” lo minacciò Scorpius
“Che paura…” ribatté poco convinto l’altro infilandosi una maglietta bianca sopra gli addominali scolpiti dai duri allenamenti di Quidditch.
Scorpius avrebbe voluto ribattere ma uno strano ronzio gli fischiava nelle orecchie.
“Nat, quanto ho bevuto ieri sera?” chiese il ragazzo prendendosi la testa tra le mani
“Parecchio” rise Nathan aprendo la finestra e facendo entrare nella stanza la gelida aria di ottobre “Meglio che prendi due di queste” gli sorrise e gli lanciò una scatola di pillole post-sbornia che Scorpius prese al volo, evitando accuratamente di pensare che quella W viola disegnata stava per Weasley.
Mandò giù due pastiglie in un colpo solo, senz’acqua e cominciò subito a sentirsi meglio.
“Vestiti” ordinò Nathan lanciandogli un paio di jeans e una camicia a quadretti “Abbiamo molte cose da fare dopo quello che è successo ieri…”
“Non mi ricordo nulla” commentò Scorpius alzandosi “Che ho combinato?”
“Nulla” Nathan gli lanciò un’occhiata innocente “A parte dire ad Eph che sei innamorato della Weasley”
Silenzio.
“Merlino…” Scorpius si lasciò scappare una bestemmia “E me lo dici con quella faccia? Non potevi impedirmelo? Dio, che casino ho combinato?”
“Ti spiego se ti vesti” disse l’altro guardandolo.
Scorpius prese a infilarsi in fretta i jeans.
“Beh… uno: te lo dico con questa faccia perché è stato davvero divertente. Due: se avessi potuto impedirtelo lo avrei fatto, ma in fondo era giusto che anche Eph lo sapesse. Tre: eggià, hai combinato un gran bel casino, vecchio mio”
“Sono nella merda fino al collo” imprecò il biondo abbottonandosi la camicia
“Già” annuì felice l’altro ammirando la sua ineccepibile cresta blu nello specchio appeso alla parete
“Si può sapere perché sei così allegro?” Scorpius alzò la voce “Eph mi ucciderà, anzi, sono stato fortunato a svegliarmi questa mattina…”
Nathan prese dall’armadio un gilet nero e se lo infilò sogghignando.
“Ehi?! Sto per essere avadakadavrizzato e tu sghignazzi? Ma che merda di amico sei?” esclamò Scorpius guardandolo male “Mi ucciderà!”
“Non morirai, non oggi” disse Ephias entrando nella stanza, vestito di tutto punto.
Cadde un’aria gelida.
“Eph, io… non volevo che lo sapessi così… cioè…” tentò di spiegarsi Scorpius
“Credi davvero che non avrei approfittato della tua ubriachezza di ieri sera, se fossi stato davvero arrabbiato con te?” Ephias lo guardò scettico “Sono un Serpeverde anche io…”
“Non sei arrabbiato?” Scorpius rimase interdetto “Cordelia è tua sorella e…”
“E una grande rompipalle!” concluse Ephias con un sorriso “Ti pare che manderei a puttane la nostra amicizia per quella scema?”
Scorpius lo fissò pieno di gratitudine.
“Oh, ragazzi” esordì Nathan fintamente commosso “Qui ci vuole un abbraccio di gruppo”
Detto questo si avvicinò agli altri due e li strinse affettuosamente.
“Mi sento come il protagonista di qualche stupido reality show” commentò Scorpius disgustato allontanandosi dagli altri due
“Un che cosa?” chiesero Ephias e Nathan all’unisono
“Oh, niente… roba babbana” il biondo liquidò con un’alzata di spalle la domanda
“Bene” annuì poi Nathan estraendo un pacchetto di sigarette dalla tasca dei pantaloni “Ora possiamo passarci la cicca della pace…”
Andarono nel piccolo terrazzo che dava sulla foresta proibita e Nathan accese la sigaretta, si sedette sul balcone, aspirò profondamente il fumo e poi la passò a Scorpius.
“Bisogna dire che quest’idea della cicca della pace in stile sioux è una figata” commentò il biondo, fissando la nebbia che offuscava le montagne all’orizzonte.
“Già” ammise Ephias prendendo la cicca che Scorpius gli stava allungando “Credo sia stata una delle idee migliori di Nat”
“Modestamente” sorrise il terzo sbadigliando “Litighiamo così spesso che ci voleva proprio un simbolo di riappacificazione. Così ho pensato ad una cosa che abbiamo noi tre in comune… e l’unica cosa è stata…”
“Il fumo” concluse Scorpius con un sorriso
“E anche qualcos’altro, fino a prova contraria” aggiunse Nathan allusivo.
I tre scoppiarono a ridere e, con un altro tiro ciascuno, finirono la sigaretta.
“Ora che abbiamo fatto anche questo rito convenzionale” disse Ephias rientrando in camera e sedendosi alla scrivania “Bisogna escogitare un piano”
“Un piano per cosa?” chiese Scorpius incuriosito “Per risolvere al più presto questa storia del matrimonio” spiegò Nathan sorridendo
“Volete aiutarmi?” il biondo rimase a bocca aperta
“Forse tu non te lo ricordi” mormorò Ephias “Ma ieri sera ci hai fatto una testa così sulla Weasley… bisognerà pensare anche a lei” aggiunse rivolto verso Nathan, che annuì.
“Voi volete aiutarmi sul serio!” esclamò stupito Scorpius sedendosi sul letto
“Ovvio” risposero all’unisono gli altri due
“Voi siete i migliori migliori amici che si possano avere!” li ringraziò il biondo
“Prego, niente smancerie” lo liquidò Nathan agitando la mano “Già la cicca della pace e l’abbraccio hanno intaccato il mio animo di amianto, non ti ci mettere pure con i ringraziamenti sennò sarò proprio da buttare”
“Ha parlato l’Impotente” ghignò Ephias facendo venire in mente a Scorpius un pezzo del gioco delle verità che avevano fatto la sera precedente
“Zitto che altrimenti la buona novella che non sai volare fa il giro del castello in trenta secondi” lo minacciò acido Nathan
“Ehi, abbiamo appena finito una sacrosanta cicca della pace!” protestò Scorpius “E stavate progettando di aiutarmi”
“Si, giusto” annuì Ephias prendendo carta e penna, facendo segno agli altri due di accomodarsi “Per prima cosa dobbiamo sistemare quella palla al piede di mia sorella”
“Ieri sera avevamo detto qualcosa a proposito dell’anello” disse Nathan “Ma non ricordo bene…”
“Io ricordo meno di te” si scusò Scorpius quando l’amico lo guardò con sguardo interrogativo
“Secondo me Scorp potrebbe rischiare e farle la proposta” illustrò Ephias “Così l’anello non entrerebbe e saresti scusato a cercarne un’altra…”
“Ma se le va?” chiese preoccupato Nathan “Qui c’è in ballo una felice festa di addio al celibato, ragazzi, non bisogna rischiare”
“Manco fosse tuo, questo addio al celibato” sbuffò Scorpius “Comunque sono d’accordo con Nat. Anche se sono praticamente certo che non le andrebbe, meglio non rischiare. Anche perché la storia dell’anello dal punto di vista maschile non è ancora stata ben verificata”
“Okay, scartata la prima opzione” mormorò Ephias
“Potremmo far sparire l’anello” propose Nathan sedendosi sul pavimento
“Quasi mi sembra di vedere la tua lampadina delle idee che si fulmina” Scorpius scosse la testa rassegnato “Mio padre mi lincia se perdo l’anello, anche se per finta; comunque me ne procurerebbe un altro, magari non con le stesse proprietà, ma sempre un anello di fidanzamento sarebbe”
“Ma…” iniziò Nathan
“Via la seconda” decretò Ephias prendendo nota sul suo taccuino
“Io avevo pensato di dire tutto a Cordelia” bisbigliò Scorpius
“Tu vuoi morire giovane!” esclamò Ephias allucinato “Quella ti distrugge se lo viene a sapere. Ricordo ancora quella volta che il suo morosetto dell’asilo l’ha lasciata per una sua amica… povero bambino…”
“E la Weasley è una delle sue peggiori rivali in tutto: scuola, fama, soldi… ci manca solo in amore! ” Nathan sbuffò “E poi sono io quello con la lampadina fulminata…”
“Ma la verità…” cominciò Scorpius deciso
“Cazzo, Scorp!” imprecò Nathan alzandosi “La verità va bene quando sei con noi che ti capiamo e che ti conosciamo. Ma Cordelia non sa nulla di te, particolari sconci a parte. Non sa che in realtà non te n’è mai importato un fico secco di rompere le palle agli altri, tantomeno di fare il prepotente con i bambinetti del primo anno; non sa che tu detesti la storia della tua famiglia e che non vai orgoglioso del tuo nome come tutta Hogwarts pensa; non sa che tu non sei cattivo come vuoi far pensare. Tutto questo lei non lo sa. Io e Eph potevamo anche aspettarcela una cosa come la Weasley, anche se, a dirla tutta, è stato un colpo basso per tutti e due, ma l’abbiamo accettato comunque, perché sappiamo come sei; sappiamo che se ci sei rimasto così tanto di culo da venirci a raccontare tutta la storia senza omettere il fatto che ti senti una merda, allora è una cosa seria. E’ per questo che ti aiutiamo, Scorp: perché noi ti capiamo e, per le mutande di Merlino, perché ci vai bene così!”
“Per fortuna che hai l’animo di amianto, Nat” soffiò Ephias ammirato “Se ti avesse sentito il Cappello Parlante… adesso ti spedirebbe a Tassorosso a calci in culo”
Nathan lo fulminò con il suo sguardo di petrolio.
“Ho recepito il messaggio” annuì Scorpius fissando il muro, poi si rivolse ai suoi migliori amici “Qual è la quarta opzione?”
“Scorpius!” Cordelia entrò nella stanza di gran carriera, vestita, truccata e pettinata di tutto punto.
Scorpius si nascose tra i cuscini del letto sperando di non farsi vedere.
“Ciao Cordie…” la salutò Nathan con un cenno
“Che gonna lunga, sorellina adorata” commentò Ephias beccandosi uno scappellotto dalla ragazza per la sua ironia
“Ti ho cercato dappertutto!” esclamò Cordelia piazzandosi davanti a Scorpius e sventolandogli in faccia un volantino rosso e bianco che lui afferrò con riluttanza.
“Kimberly Addams mi ha appena invitato alla sua festa!” quasi urlò lei eccitata sedendosi di fianco al suo ragazzo “Siete i primi a saperlo, visto che Kim mi ha assicurato che l’ha detto solo a me fino adesso! Sarà divertentissimo, vedrete… tutti quelli del nostro anno saranno invitati e…”
“Frena e accosta, Cordelia” ordinò Scorpius tappandole la bocca con la mano “Io non parteciperò a nessuna festa di nessuna Addams”
“Concordo!” annuì Nathan disgustato “Quella è proprio una megera…”
“Tu taci che ci sei andato più di una volta” fece notare Ephias con un ghigno.
Cordelia fece gli occhioni dolci a Scorpius.
“No” ribadì il biondo serio “Lo sai che non mi piacciono le feste fatte tanto per fare…”
Cordelia giunse le mani in preghiera e lo guardo implorante.
“Oh, e va bene” sbuffò Scorpius irritato dandogliela vinta
“Hai ceduto troppo presto, amico” commentò Ephias beccandosi un’occhiataccia dalla sorella
“Grazie!” esclamò Cordelia tornando a guardare il biondo e stampandogli un bacio sulla guancia “Stavo dicendo… ci saranno più o meno tutti, anche gente dell’anno scorso, e bisogna vestirsi un po’ eleganti…”
“Non voglio mettere lo smoking!” brontolò Scorpius incrociando le braccia
“Nemmeno io!” urlò quasi offeso Nathan
“Ma c’è scritto nel biglietto!” la ragazza indicò il foglietto bianco e rosso
“Ma non è certo un ballo di pinguini!” protestò Nathan “Altrimenti andiamo a guardare Happy Feet…”
“Cosa?” fece Cordelia senza capire
“Niente, un film” spiegò Scorpius distrattamente
“Un che?” Cordelia li guardò stranita
“Lascia stare, una cazzata” consigliò Ephias “Ma nemmeno io voglio sembrare un cameriere senza nessun gusto per l’abbigliamento!”
“Va bene, allora, niente smoking” assentì Cordelia un po’ delusa, poi si rivolse a Nathan e a suo fratello “Potete portare delle ragazze, voi due…”
“Che palle…” commentò Ephias sbuffando “Ondine sarà super esaltata per questa cosa…”
“L’hai presa troppo giovane” spiegò Nathan alzando le spalle “Anche se credo che non avrei problemi a trovare una pulzella che voglia venire ad una festa con uno come me, verrò da solo; almeno mi risparmio la fatica di scegliere tra le tante!”
“Che modestia” sorrise Scorpius sarcastico “Come se fossero tutte ai tuoi piedi”
“Potresti invitare Justine” consigliò Cordelia “Le piacerebbe tanto”
“Mi vuoi far morire?” esclamò disgustato Nathan “Ci tengo alla mia reputazione, io”
“Che carino” commentò la ragazza acida “Cos’ha lei che non va?”
“E’ la tua migliore amica” spiegò Nathan “E questo basta e avanza”
Scorpius ed Ephias risero della battuta.
“Davvero mi fai schiantare dalle risate, Nat. Comunque fatevi trovare qui alle quattro del pomeriggio, domani, per i vestiti. Mamma ha insistito per mandare la sarta” disse Cordelia freddamente “Abbiamo deciso che prenderà prima le misure e i modelli che volete voi tre e poi io e Justine passeremo in rassegna tutti i possibili abiti…”
“Basta che si faccia in fretta, io e Nat abbiamo gli allenamenti di Quidditch alle cinque e mezza” sbottò Scorpius mentre Nathan annuiva.
Lei gli posò un bacio sulle labbra.
“Non ti preoccupare, ho calcolato tutto” sorrise Cordelia alzandosi “Vado a consegnare questi alla McGrannit” indicò una grossa pila di libri
“Ciao Cordie…” la salutò Scorpius
“Ciao”
“Ci si vede”
Lei se ne andò facendo ciao con la mano.
“Ci mancava anche la festa” commentò avvilito Scorpius quando fu sicuro che la bionda non potesse sentire
“Già” concordò Ephias.
Entrambi si voltarono a guardare Nathan, che aveva tutta l’aria di uno che ha trovato la tanto sperata quarta opzione.


La mattina del 18 novembre era arrivata, a tutti i ragazzi e le ragazze del settimo anno, una busta contenente l’invito per la festa di Kimberly Addams.
Le ultime quattro parole stampate sulla pregiata carta da lettere bianca erano state quelle che avevano fatto andare su di giri tutti quelli che l’avevano ricevuta: è pregato l’abito formale; questo e il fatto che la festa fosse solamente tre settimane dopo mandò in crisi tutte le ragazze invitate.
“Quando la smetteranno di parlare continuamente di questa benedetta festa?” esclamò pigramente Rose uscendo in giardino affiancata da sua cugina Lily, con la quale aveva fatto pace
“Rose!” la rimproverò stizzita l'altra “E’ un evento! Lo sai benissimo che la Addams è straricca…”
“E’ anche odiosa, se è per questo. Tu credi che dovrei andarci davvero?” chiese Rose stralunata
“Ovviamente!” esclamò Lily “Musica, cibo, vestiti eleganti... Non devi neanche pensare di non andarci!”
Rose sbuffò, sfilò dalla borsa una caramella mou e se la ficcò in bocca.
“Potresti anche trovare un ragazzo con cui andare…” azzardò Lily
“C’è anche Dominique!” protestò Rose “E poi chi dovrei invitare scusa? Le donne non dovrebbero mai fare il primo passo…”
“Come sei all’antica, Rosie” la rimproverò Lily “Se non vuoi andarci esplicitamente con qualcuno, almeno cerca di trovare un ragazzo al bancone del bar”
“C’è qualcuno che potrebbe interessarmi?” fece Rose buttando la carta della caramella nel cestino che fiancheggiava la stradina di ghiaia “Se intendi quell’energumeno di Erik…”
“Sto parlando di Mark, di Roger e di David…” elencò l’altra contando sulle dita man mano che parlava
“Tassorosso! Troppo bamboccioni…” commentò Rose
“Daniel, William, Edward, Lucas, Gerard…” continuò Lily senza ascoltarla
“Ma sei matta? Gerard è insopportabile…” disse l’altra sbuffando
“Rose, non so se ti sei resa conto, ma anche Ewan Carter ti ha chiesto di uscire sabato scorso!” strillò Lily “E tu gli hai detto di no!”
“E allora?” Rose alzò le spalle sedendosi su una panchina “E allora?” Lily rise “E’ il terzo ragazzo più figo di tutta Hogwarts!” “Mi aggiorni il primo e il secondo?” fece Rose estraendo un grosso libro dalla borsa
“Il secondo è Nathan Flynn” sua cugina sospirò “E il primo è Scorpius Malfoy, ovviamente”
Rose deglutì rumorosamente.
“Ovviamente non sto dicendo che devi uscire con quelle due serpi” spiegò Lily interpretando male il viso corrucciato della cugina “Ti sto solo facendo notare che tra i tre ragazzi più belli della scuola, il più intelligente e sensibile ti ha chiesto di uscire”
“Bah” si riprese Rose fingendo di leggere “Ewan è banale…”
Lily si arrese: con sua cugina non si poteva proprio parlare, soprattutto di ragazzi.
“A me dispiace di non poter venire” mormorò sconsolata
“Dai, Lils, sarà una festa come le altre” la consolò Rose senza successo “L’unica cosa che mi fa veramente voglia di andare è l’alcol gratis…”
“Ubriacona” la accusò Lily ridendo “Vado a Difesa, beata te che hai l’ora buca”
“Beata te che hai qualcosa da fare…” la salutò l’altra sorridendo.
Quando Lily sparì dietro la siepe, Rose poté finalmente tirare un sospiro di sollievo; sua cugina sapeva essere davvero stressante quando ci si metteva.
Aveva un’ora buca ed era nella piena intenzione di passarla su quella panchina a leggere, per godersi l’ormai ultimo e opaco raggio di sole prima dell’inverno.
Rose si strinse nel suo giubbino di pelle nera e girò una pagina ingiallita del libro che teneva sulle ginocchia; alla fin fine non era nemmeno tanto male, stare senza fare nulla.
“Indovina chi è?” chiese una voce fin troppo conosciuta mentre due mani dalle dita affusolate le coprivano gli occhi improvvisamente
“Dominique!” quasi urlò Rose girandosi ed abbracciando la cugina “Cosa ci fai qui?”
“SuperDom all’attacco, no?” Dominique le strizzò l’occhiolino e si sedette accanto a lei “Progressi con Malfoy?”
In risposta, Rose scosse la testa sconsolata.
“Certo che siete proprio due stupidi…” commentò sua cugina sistemandosi una ciocca di capelli biondi dietro all’orecchio
“Senti, Dom, io ci ho pensato” disse Rose guardandola negli occhi “Sono stata anche troppo male per lui…”
“Ma, Rosie, tu sei innamorata!” protestò Dominique “Non puoi buttare tutto al cesso!”
“Non butto niente…” mormorò l’altra “Anche perché non ho nulla”
Dominique sbuffò.
“Io devo ricominciare a vivere, non posso starmene qui tutta la vita ad aspettare che quell'animale si accorga che sono un essere umano” s’infiammò Rose “Mi sto riprendendo, con la pozione della nonna e tutto il resto...”
“Ma il vuoto che lui ha lasciato, Rose, si riempirà mai se continui così?” chiese Dominique in un sussurro “Ti bastano poche ore di sonno per farti passare la tristezza del fatto che lui non stia più con te? Non lo senti il buco che ti ha lasciato?”
Rose stette in silenzio.
“Si, lo so” Rose scosse la testa “E’ un vuoto che non se ne va, ma davvero vorrei essere abbastanza forte da cancellare tutto”
“Ascoltami, pensa ai tuoi sogni” le disse Dominique prendendole la mano “Anche se non credi nella Divinazione, ti prego di fare uno sforzo: c'è una forte relazione tra i tuoi sogni e quello che ti sta accadendo, Rosie. Ti senti in trappola, in un labirinto senza via d'uscita...”
“La mia storia con Scorpius?” mormorò incerta l'altra fissando la cugina
“Si!” annuì Dominique accalorata “Sei troppo pessimista in questa relazione, non fai altro che vedere cose brutte da tutte le parti...”
“Perchè? C'è qualcosa di bello nell'essere innamorata di uno che sposerà sicuramente un'altra?” borbottò contrariata Rose
“Si! Il fatto che anche lui è innamorato di te!” s'infervorì la bionda guardandola negli occhi “Non sarebbe stato con te tutto questo tempo se non lo fosse stato... e non dire di no. Devi finirla di girare l'angolo del labirinto. Affronta quello che ti trovi davanti, ce la puoi fare!”
“Tu dici?” Rose alzò gli occhi blu sulla cugina, che annuì “Dici che non dovrei arrendetmi? Che magari dovrei proporgli un ultimatum?”
“Esattamente” Dominique sorrise soddisfatta “Proprio per questo c’è la tua mitica cugina che ha disegnato apposta per te un vestito per la festa della Addams”
Detto questo estrasse dalla sua enorme borsa di pelle una cartellina rigida, l’aprì e scelse due cartamodelli che passò a sua cugina.
“Non vorrai davvero che io metta questo?” domandò Rose sbalordita
“Hai perso almeno cinque chili da settembre, ti starà d’incanto” commentò Dominique umettandosi il labbro inferiore “Non è una meraviglia?”
“Lo è…” balbettò Rose fissando come ipnotizzata i disegni “Ma…”
“Niente ma” l’ammonì sua cugina riprendendosi i fogli e rimettendoli nella cartellina “Domani li porto in sartoria ed entro una settimana e mezza hai il vestito pronto…”
“E tu?”
“Io so già che mettermi” sorrise orgogliosa “Tutto fatto da me”
“Complimenti…” si congratulò Rosie
“Devi essere perfetta” annuì convinta Dominique con un ghigno
“Perché?” chiese Rose guardandola
“Perché anche se vuoi che un ultimatum funzioni con un uomo, per prima cosa bisogna farlo schiattare di gelosia”


“Mi chiedo ancora che cazzo ci siamo venuti a fare qui” borbottò infastidito Ephias allentando il nodo alla cravatta che gli stringeva alla gola “C’è un casino tremendo”
In effetti la festa di Kimberly Addams era davvero un gran successo.
C’erano almeno duecento invitati vestiti di tutto punto che giravano per la grande sala da ballo, chi con un bicchiere in mano, chi alla ricerca di un compagno o una compagna con cui aprire le danze; tutto questo accompagnato da una musica spacca timpani non nei gusti dei tre ragazzi.
“Avanti, Eph!” urlò Nathan eccitato sfregandosi le mani “Buttiamoci nella mischia!”
“La fai facile tu, animale da palcoscenico” brontolò Ephias tracannando il suo bicchiere di birra in un sol sorso “Io odio questi festoni da fighetti”
“Non è poi così male” commentò Scorpius aprendosi il primo bottone della camicia bianca
“Visto?” esclamò Nathan rivolgendosi ad Ephias “Persino Scorpius-mi-strappo-le-mutande-per-la-Weasley si diverte”
Il biondo gli tirò una pacca sulla spalla.
“Mi sa che strapparsele è il minimo …” mormorò Ephias guardando un punto dietro alle spalle dei suoi due amici che subito si voltarono.
“Porca…” cominciò Nathan ma non riuscì a terminare la frase. Scorpius seguì gli sguardi imbambolati dei suoi due amici che fissavano un punto indistinto sopra la scalinata e restò altrettanto di stucco.
Era alta, pelle di porcellana e i capelli rosso scuro raccolti disordinatamente; era fasciata in un vestito di raso blu notte che arrivava appena sopra al ginocchio e ai piedi aveva un paio di sandali dal tacco molto alto.
Sorrise.
Di sicuro non si era vestita da sola.
Rose Weasley scendeva elegantemente le scale, affiancata da sua cugina Dominique, un anno più grande e di una bellezza incredibile, avvolta in un morbido abito color ciliegia che faceva uno splendido contrasto con i capelli biondi raccolti dietro alla nuca.
“Adesso capisco tutto” annuì Ephias distogliendo lo sguardo ancora un po’ shockato “Che schianto”
“Ma è la Weasley?” chiese Nathan inebetito “Non è possibile”
“Già, è proprio lei…” annuì Ephias sorseggiando distrattamente il suo punch
“Bah, non ci posso credere…” Nathan scosse la testa “E’ davvero…”
“Stupenda” disse Scorpius e finì in un solo sorso il bicchiere di whisky incendiario che il cameriere gli aveva appena passato “E dovreste vederla nuda…”
Nathan ed Ephias risero.
“E’ la cosa più bella che io abbia mai visto su questo pianeta” annuì e appoggiò il bicchiere vuoto sul bancone del bar
“E te la lasci scappare come un fesso” annuì Nathan sornione “Quella sta sera se ne trova un altro se non ti muovi…”
“Ho sentito dire che è stata oggetto di attenzioni da parte di un po' di ragazzi” commentò distrattamente Ephias noncurante
“Quali ragazzi?” chiese Scorpius infastidito
“Bah, cinque o sei...” rispose con un'alzata di spalle Ephias “Tra cui Ewan Carter...”
“Quel damerino di Corvonero?” esclamò incredulo Scorpius cercando Rose con lo sguardo senza trovarla “E chi sono questi altri cinque o sei?!”
“Non sarai mica geloso, Scorp...” ghignò Nathan compiaciuto
“Chi? Io?” fece il biondo con finta noncuranza distogliendo lo sguardo grigio dalla folla danzante per portarlo sui suoi amici che lo guardavano scettici “Assolutamente no”
“Okay, beh...” sorrise Nathan prendendo Ephias per le spalle “Facciamo che mentre tu vai a controllare la tua donna noi andiamo al tavolo da pocker”
Scorpius rispose al sorriso, si alzò e si diresse verso la grande portafinestra che dava sul giardino.


Ringrazio chi è arrivato fin qui e chi ha recensito fino ad ora.
Alla prossima.

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Capitolo 6
*** come sbarazzarsi di lei ***


CAPITOLO SESTO-

E qui l’animo Serpeverde torna a farsi sentire.
Povera Cordelia, quasi quasi mi dispiace.
Nathan come al solito torna l’uomo dei miei sogni.
Rose e Scorpius tornano, e basta.
Grazie per essere arrivati fino a qui.

COME SBARAZZARSI DI LEI


Dominique e Rose erano sedute su un divano di pelle nera appoggiato alla parete della grande sala da ballo di casa Addams, entrambe con un bicchiere mezzo pieno in mano: la prima si guardava intorno con naturalezza, sorridendo alle persone che la salutavano, l'altra, invece, fissava con interesse il fondo del suo bicchiere attraverso l'alcolico colorato.
“Ti stai divertendo?” chiese Dominique alla cugina, alzando la voce “E' bello qui!”
“Abbastanza” mentì Rose annuendo vigorosamente per farsi capire sopra la musica spaccatimpani “Ho solo bisogno di un po’ d’aria, vado in terrazzo”
In quel momento un ragazzo sulla ventina, alto e decisamente carino, si avvicinò a Dominique e le fece capire che voleva ballare con lei.
“Ci vediamo allora, io sarò qui in giro” disse a Rose ammiccando, prima di sparire nella sala da ballo per mano allo sconosciuto, tra le luci colorate.
Rose guardò l’orologio; le undici e mezza.
Si alzò sbuffando e si diresse verso la grande portafinestra che dava sul grande terrazzo lastricato con vista sul giardino.
Nelle ultime due ore aveva rifiutato gentilmente quasi una decina di balli e aveva bevuto circa quindici bicchieri tra birra, cocktails e quant’altro.
La musica non era propriamente nei suoi gusti e nemmeno gli invitati.
Per non parlare del buffet: sembrava che Kimberly Addams avesse fatto la lista delle cose a cui lei era allergica e avesse obbligato il suo chef ad utilizzare solo quegli ingredienti.
Niente salmone, dunque e nemmeno il caviale.
Per non parlare del mango.
Sbuffò di nuovo appoggiandosi al balcone di marmo bianco.
All’improvviso le comparve davanti al naso un bicchiere di Mojito ghiacciato.
“L’ho fatto fare apposta per te” le disse una voce fredda dietro di lei “So che non ne hai ancora bevuto uno questa sera”
Lei afferrò il bicchiere e si voltò.
“Mi hai controllato, Malfoy?” sorrise Rose portandosi un ciuffo ribelle di capelli dietro l'orecchio con la mano libera.
“Cosa ti fa pensare che io passi il mio tempo ad analizzare il contenuto dei tuoi drink?” Scorpius sogghignò appoggiandosi alla balaustra di fianco alla ragazza “Cominciamo ad essere un po’ egocentriche, Weasley”
“Ho imparato dal grande maestro che mi sta qui davanti” disse lei fintamente sprezzante distogliendo i cuoi occhi blu dal ragazzo “Cin cin”
Scorpius alzò il suo bicchiere insieme a lei e poi bevvero.
“Comunque sia” aggiunse lui con un mezzo sorriso voltandosi a guardare il giardino immerso nell'oscurità “Non credevo che tu potessi reggere quattro birre, due whisky incendiari, due Caipiroska e ben sette shot”
“Sei shot e un gin” lo corresse lei bevendo un altro sorso dal suo bicchiere “Lo so che il gin fa molto Old West, ma mi ispirava, sul momento”
Lui sorrise ma continuò a stare in silenzio e a fissare distrattamente l'orizzonte.
“Beh, come stai?” lei parlò con voce un po’ malferma dondolandosi sui tacchi alti che portava ai piedi.
“Bene” rispose Scorpius senza guardarla per poi svuotare il suo bicchiere in un sorso solo.
Silenzio.
Rose sospirò.
“Tu?” lui le rigirò la domanda, guardandola improvvisamente negli occhi.
“Benissimo” lo rassicurò lei con uno dei suoi migliori sorrisi falsi “Mai stata meglio”
Scorpius schioccò la lingua, scettico.
Rosie stette in silenzio aspettando che lui ricominciasse a parlare.
“Sono contento per te” concluse lui portando lo sguardo sul cielo stellato, alzò una mano e tracciò dei segni in aria e poi mormorò “Terza decade… La Cooman sarebbe davvero soddisfatta di queste stelle”
“Non mi è mai piaciuta Divinazione” commentò la ragazza con una smorfia, osservando a sua volta il cielo “E’ troppo campata per aria…”
“Sono d’accordo” annuì Scorpius appoggiando il bicchiere sul balconcino “Ma a volte è straordinario come ci azzecca”
Silenzio.
Rose distolse lo sguardo dalle stelle e si accorse che lui la stava fissando.
“Qualcosa non va?” chiese la ragazza intimidita dagli occhi di ghiaccio del ragazzo “Mi sono sporcata da qualche parte come al solito?”
“No” Scorpius scosse la testa con un mezzo sorriso “Sei bellissima”
“Grazie” Rose lo guardò di sbieco “Ma non credere che basti un complimento scialbo per farmi dimenticare quello che...”
“Era una lode per chi ti ha vestita” rimbeccò lui tranquillo squadrandola da capo a piedi “Immagino che se avessi fatto tutto da sola, come minimo avresti un paio di scarpe da ginnastica ai piedi”
“Ti ringrazio” borbottò Rose irritata, lisciando la stoffa blu notte del vestito con la mano “Che gentile”
“Ti stavo prendendo in giro” sorrise Scorpius avvicinandosi a lei di poco “Che buffa che sei”
“L’avevo capito” lo rimbeccò lei arricciando le labbra
“Non dovresti farti così bella però” la riprese lui tornando a guardare il cielo distrattamente “Non mi è piaciuto per nulla sapere che quell'idiota di Carter ti ha chiesto di uscire”
“E questo chi te l'ha detto?” esclamò Rose indignata
“Il mio amico Nott” rispose schietto Scorpius incrociando i suoi occhi con quelli di lei “Perchè? Non è vero?”
“Effettivamente mi ha chiesto di venire alla festa con lui...” mormorò la ragazza con finto disinteresse “Così come altri hanno fatto...”
“E tu?” soffiò Scorpius fissandola insistentemente.
Rose scoppiò a ridere.
“Sei veramente preoccupato del fatto che io possa uscire con Ewan?”
Scorpius stette in silenzio fino a quando lei non smise di ridere.
“Sono geloso, Weasley” disse a mezzavoce ma con timbro secco il ragazzo “Tu sei mia”
“Io non sono di nessuno” ribatté Rose indispettita ma allo stesso tempo compiaciuta, continuando a guardarlo negli occhi “Tantomeno tua”
Silenzio. “Sai, ero praticamente certa che sarei riuscita a mandarti a quel paese con assoluta facilità” mormorò lei divertita, finendo il suo Mojito
“Davvero?” chiese lui sorpreso
“Già” annuì Rose “Adesso sono anche un po’ dispiaciuta perché mi sto rendendo conto che la tua presenza danneggia la mia creatività sadica”
Lui rise di gusto.
“Mandami a quel paese, Rose” ordinò scherzosamente “Non posso sopportare il fatto di creare così tanto scompiglio nella tua dark-side”
“Avrei tanti buoni motivi per farlo” sospirò lei voltandosi a guardarlo “E c’è una sola ragione che me lo impedisce”
“E sarebbe?”
“…”
“Roseline, ci vuole tanto a dire che sei innamorata di me?” lui sorrise soddisfatto avvicinandosi sempre di più
“Ma guarda questo…” esclamò fintamente scandalizzata Rose “Ti stai sopravvalutando”
“Ah, davvero?” Scorpius le si avvicinò del tutto “Mandami a quel paese, allora”
“Vai a quel paese, Malfoy” disse tra i denti lei, lo afferrò per la cravatta e lo baciò.
Fu un bacio veloce ma desiderato.
Scorpius si inebriò di quel profumo, di quelle labbra di nuovo sulle sue, della mano di lei appoggiata sulla sua guancia...
“Oddio” disse Rose mettendosi una mano davanti alla bocca dopo essersi staccata di scatto da lui “Oddio”
“Cosa c’è?” chiese Scorpius guardandosi attorno spaesato
“Ti ho baciato” piagnucolò Rose pentita, chiudendo gli occhi
“Già” disse lui con un sorriso soddisfatto
“No, no, no, no…” ripeté lei pestando i piedi per terra
“Si, si, si, si”
“Cazzo Scorpius, non vedi l’enorme gravità di questa cosa?” chiese lei esasperata “Ti ho baciato, Merlino”
“Questo a dimostrazione che io e te non possiamo non stare insieme”
“Stai ancora con la puttana?” domandò lei senza guardarlo con voce sottile
Scorpius avrebbe tanto voluto dirle di no.
“Si” rispose “Ma ci sto lavorando…”
“Vaffanculo!” esclamò Rose allontanandosi “Quando finalmente trovo la forza e il coraggio di prendere in mano le redini della mia vita e guidarla per la strada che voglio io, ecco che arrivi tu e installi un GPS ultima generazione senza il mio permesso, Merlino!”
“Che metafora…” sorrise Scorpius
“No, non ridere, caro mio” lo attaccò lei fissandolo minacciosa “Tu credi di poter venire da me e sconvolgermi i piani come e quando vuoi! Invece no! Tu non hai nessun diritto di baciarmi…”
“Ma sei tu che hai baciato me!” protestò Scorpius divertito
“Ma sei stato tu che mi hai adescato!” esclamò Rose adirata “Oddio… cosa sto dicendo?”
Scorpius rise.
“Non ridere” ordinò lei “Tu giochi con i miei sentimenti…”
“Ci sono anche i miei sentimenti in ballo, Rosie” disse lui sereno “Solo che a differenza di te io non cerco inutili scuse a tutto questo rendendomi ridicolo”
“Ah, secondo te sono ridicola?”
“Beh, un pochino…”
“Grazie!” esclamò la ragazza “Ora si che sono davvero nel pieno delle mie facoltà mentali! Ho baciato un ragazzo che avevo giurato non avrei mai più guardato, ho bevuto come un’alcolizzata e in più sono anche ridicola!”
“Graziosamente ridicola” la corresse lui sghignazzando
“Graziosamente…” cominciò a ripetere lei, poi si bloccò “Ma che cosa stai dicendo? E la Nott? Dove la mettiamo?”
“Rose, è inutile che continui” Scorpius scosse la testa “Io voglio te”
“Ma…”
“Niente ma, sono disposto a tutto pur di dimostratelo”
Silenzio.
“Bene, caro il mio Serpeverde” disse Rose con un ghigno sulle labbra “Ti do’ due settimane, non di più. Se per allora l’avrai lasciata, potrò prendere in considerazione l’ipotesi di perdonarti”
Detto questo se ne andò, lasciando Scorpius e il suo stupore soli sul terrazzo.


“Bum bum bum!” urlò Nathan esaltato battendo con il fondo del suo bicchiere vuoto sul tavolo da poker “E super Nat vince ancora!” si allungò sul tavolo verde e avvicinò tutte le fiches che aveva vinto.
“Okay, Nat, ora è meglio se la smetti di giocarti il culo” consigliò Ephias ancora piuttosto sobrio anche dopo infiniti bicchieri di vodka “Schiodati di qui e andiamo a ritirare i soldi che hai vinto”
“Ma io voglio giocare ancora” si lagnò Nathan opponendo resistenza alle forti braccia dell’amico che cercavano di metterlo in piedi “Voglio giocare”
“Hai giocato tutta la sera” protestò Ephias “Ci sono un sacco di ragazze carine che vorrebbero ballare con te”
“Uhuh!” urlò Nathan alzandosi velocemente “Io amo le donne!”
“Merlino, aiutami tu” imprecò sottovoce Ephias raccogliendo con un colpo di bacchetta le fiches dell’amico “Nat, prima è meglio se ci andiamo a sedere, no?”
“No!” rispose Nathan con un sorriso ebete stampato in faccia “Guarda, sta tornando Scorpius”
“Scorp, aiutami con questo alcolizzato” pregò Ephias quando il biondo gli si avvicinò “Si è giocato tutto quello che aveva e per sua grande fortuna ha vinto”
“Eph, ho due settimane di tempo” lo avvertì Scorpius prendendo Nathan per la giacca e trascinandolo nella hall seguito dall’altro suo migliore amico
“Due settimane per cosa?” chiese Ephias senza capire appoggiando il sacchetto con le fiches vinte da Nathan su un bancone adibito a reception
“Rose; mi ha dato due settimane per mollare tua sorella” spiegò Scorpius facendo sedere l’amico ubriaco su una poltrona “Nat, fai il bravo qui, okay?”
“Che palle! Io voglio divertirmi” mise il broncio Nathan incrociando le braccia
“Due settimane?” riprese Ephias contando i soldi che aveva appena cambiato con le fiches “Quella lì ha davvero un brutto potere su di te”
“Senti, nel nostro rapporto non c’è un condottiero fisso” spiegò Scorpius prendendo dalla tasca dei pantaloni la scatola di pillole post-sbornia e infilandone una in bocca a Nathan “Ha il comando chi ha ragione e, in questo caso, io ho torto marcio”
“Mi sembra assolutamente comprensibile” ridacchiò Nathan divertito “La verità è che tu hai sempre torto e per questo il comando ce l’ha sempre lei”
“Zitto e ingoia” ordinò Scorpius all’amico passandogli un’altra pastiglia
“Il problema non è chi ha ragione e chi torto” disse Ephias tranquillo sedendosi sulla poltrona di fianco a quella di Nathan “E’ come risolvere tutto per il meglio, il più brevemente possibile”
“Ho solo due settimane!” sibilò Scorpius frustrato “Due fottutissime settimane! E la cosa davvero grave è che è da un mese che ci provo, ma non mi sono ancora sbarazzato di tua sorella!”
“Ehi, con calma…” disse Ephias stiracchiandosi “L’idea del ‘Cordie, mi dispiace’ non ha funzionato, ne troveremo un’altra…”
“Ma nemmeno il ‘Cordelia devo dirti una cosa’ e neanche il ‘Cordelia, sai che ci dobbiamo sposare, non trovi sia una cosa orribile?’” sbuffò Nathan, tornato alla realtà grazie alle pastiglie “Dove sono i soldi che ho vinto?”
“Ce li ha Ephias…” rispose acido Scorpius “Comunque mi pare che non stia funzionando un bel niente”
“Non è nemmeno colpa nostra se Cordelia ti sta attaccata come una cozza!” esclamò Nathan irritato “Come se non sapessimo che il motivo principale per cui sei così irascibile è che la Weasley non mostra neanche un minimo segno di pentimento…”
“Taci” lo zittì Scorpius burbero “Poco fa mi ha baciato”
“Davvero?” chiesero gli altri due all’unisono
“Vi stupite davvero così tanto?” esclamò Scorpius irritato “Comunque mi ha dato un ultimatum…”
“Le due malefiche settimane…” mormorò distratto Nathan
“Già…” ribadì il biondo
“Come si fa?” domandò Ephias in tono amletico
“Qui bisogna escogitare qualcosa” sbottò Scorpius arrabbiato “Ma a quanto pare non ne siamo capaci”
“Dai, Scorp, vedrai che troveremo una soluzione” lo rassicurò Ephias convinto “Davvero, ci riusciremo”
“Che fastidio! Odio tutta questa storia” soffiò il biondo inacidito
“Non è facile mollare mia sorella” esclamò l’altro “Io cerco di trovare un soluzione che la ferisca il meno possibile, ma che sia anche efficace!”
“Ma lei non lo vuole capire!” esclamò Scorpius alzandosi in piedi “Io sto perdendo Rose per colpa sua…”
“Eh, no” Nathan si alzò a sua volta e puntò l’indice contro il biondo “Se stai perdendo la Weasley non è di certo per colpa di Cordelia, ma per colpa tua! Ti dovevi svegliare prima, caro mio, e non fare l’egoista!”
“Vorrei vedere te al mio posto…” sussurrò Scorpius arrabbiato
“Calmiamoci” ordinò Ephias prendendosi la testa fra le mani “La verità è che siamo tutti distrutti perché i nostri piani non stanno funzionando… dobbiamo usare di più il cervello” Silenzio.
“Aspettate…” disse Nathan all’improvviso “Sta arrivando…”
“Cosa?”
“Un’idea!” esclamò felice il ragazzo con un sorriso a trentadue denti “E’ talmente semplice… come abbiamo fatto a non pensarci prima? Dobbiamo fare in modo che sia Cordelia a mollarti!”
Scorpius ed Ephias lo guardarono come se fosse impazzito.
“Cordelia non mi mollerà mai…” disse il biondo afflitto
“Non fare il modesto, Scorp” sorrise Nathan “Abbiamo qui l’esperto delle cose che a Cordelia danno sui nervi!” indicò Ephias che lo guardò senza capire
“Tu stai dicendo che…” provò Scorpius illuminandosi “Ma certo! Sarà un gioco da ragazzi”
Nathan annuì.
“Non ci sto capendo niente” li avvertì Ephias guardandoli storto
“E’ semplice” spiegò Nathan concitato “Tu farai una lista delle cose che tua sorella detesta negli altri: comportamenti, abbigliamento, estetica, carattere… tutto! E Scorpius farà esattamente tutto quello che ci sarà scritto su questa lista”
Ephias sorrise.
“Geniale!” esclamò felice “Questa è una vera e propria idea, Nat, complimenti”
“Sempre quel tono sorpreso…” commentò Nathan con una smorfia mentre si davano il cinque, pieni di nuove speranze.


I tre ragazzi se ne stavano comodamente sdraiati sotto il loro faggio preferito, vicino al lago nero; Ephias era immerso nella lettura della Gazzetta del Profeta che gli era appena arrivata, Nathan fumava la sua sigaretta mattutina con la schiena appoggiata al tronco dell’albero e Scorpius armeggiava divertito con la PSP del suo amico.
“Novità interessanti, Eph?” fece Nathan annoiato
“E’ morto Warhol…”
“Chi?”
“Uno del Ministero…”
“Come è morto?”
“Aveva centodue anni”
“E ti pare interessante?”
Ephias sbuffò.
“Facciamo subito qualcosa di divertente” ordinò Nathan spegnendo la cicca
“Sto già facendo…” borbottò Scorpius con la lingua fra i denti per la concentrazione e lo sguardo fisso sullo schermo “Dai che sta volta batto tutti i record!”
“Ma guardatevi!” esclamò Nathan sbuffando “Ephias che legge i necrologi come un vecchietto e tu che giochi ancora come se avessi dieci anni! Parliamo di cose serie…”
Gli altri due alzarono lo sguardo dai loro interessi, increduli.
“Ci sta davvero proponendo uno scambio di opinioni che non verta su cazzate, Eph?” chiese Scorpius sgranando gli occhi
“Credo che tu gli abbia dato troppe vudoppia post-sbornia” mormorò Ephias
“Ah ah” fece Nathan “Come siete simpatici. A dirla tutta pensavo di mettere in atto il mio geniale piano anti-Cordelia”
“Ci sto” disse Scorpius facendo evanescere la PSP e mettendosi a sedere composto.
Ephias ripiegò il giornale e si mise in ascolto.
“Allora…” iniziò Nathan accendendosi una sigaretta “Eph, qual è la cosa che più fa imbestialire Cordelia?”
“Facile” rispose l’altro tranquillo “Essere presa in giro davanti a tutti”
Scorpius sorrise.
“Dobbiamo renderla ridicola”
“Tu devi renderla ridicola” lo corresse Nathan “Se la deve prendere con te”
Si misero a pensare.
Ad un tratto Nathan scoppiò a ridere.
“Che cazzo ti prende?” esclamò Ephias guardando l’amico che si teneva la pancia con le mani “Hai trovato…?”
Nathan annuì tra le risate.
“Diccelo!” ordinò Scorpius
“Il lago nero!” boccheggiò Nathan prendendo fiato
Gli altri due non capirono.
“La farai accidentalmente cadere nel lago nero” disse Nathan riprendendosi “Vedrai, sarà incazzatissima quando ne uscirà fradicia e con il trucco colato”
“Cordelia non sa nemmeno nuotare…” rise Ephias
“Davvero?” Scorpius lo guardò stralunato “Allora sarà definitivamente uno spasso…”
“Chiederà aiuto e tu non andrai a salvarla” annuì Nathan “Se non ti mollerà dopo questo…”
“Intanto proviamoci”
“Quando?”
“Oggi pomeriggio direi” propose Ephias “Ha messo le scarpe nuove”
Il loro discorso finì in una risata un po’ diabolica.


Riaggiornato, rivisto e riscritto.
Spero in meglio.
Recensioni gradite.

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Capitolo 7
*** alla fine sempre la verità ***


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CAPITOLO 7-

 

 

Eccomi dopo un sacco di tempo.

Chiaro è stato che questa revisione della storia precedente mi è costata un bel duro lavoro, ma ne vale sempre la pena. Buona lettura.

 

ALLA FINE… SEMPRE LA VERITA’

 

 

“Porco di quel Merlino porco!” esclamò Scorpius buttandosi a peso morto sul suo letto “Ma cos’è tutta questa bontà?”

Nathan entrò subito dopo di lui, seguito a ruota da Ephias.

“Avrei giurato che ti avrebbe piantato” dichiarò il primo deluso ed indicò il moro “Tu avevi detto che umiliarla sarebbe stata una botta sicura”

“Ma non immaginavo che avrebbe dato colpa al fango!” si difese Ephias alzando le mani “Non so cosa le sia preso…”

“Era lì, perfettamente bagnata e col trucco colato al punto giusto, eppure ha trovato un modo per scusarti” Nathan scosse la testa “Sarà molto più difficile di quello che pensavo”

“Ma che… arg!” Scorpius ficcò la testa sotto il cuscino e cominciò ad imprecare

“Qui ci vuole un’altra idea geniale…” commentò Ephias massaggiandosi le tempie “Possibilmente una più geniale di questa”

“Vedrò se riesco a fare di meglio…” annuì Nathan

“Meglio che provi io sta volta, no?” Ephias lo guardò scettico “Visto che la tua idea è stata…”

“Un vero buco nell’acqua” concluse Nathan sorridendo “Nel vero senso della parola”

Scorpius ritrasse la testa dal suo nascondiglio e scoppiò a ridere, seguito da Ephias che, come al solito, c’era arrivato dopo.

“E ora che si fa?” chiese il biondo quando finì di ridacchiare “Come faccio a sbarazzarmi di lei?”

Nathan guardò Ephias esplicitamente.

“Cordelia odia i maleducati” rispose immediatamente quello “Scorpius dovrebbe fare qualche schifezza a tavola, tipo sporcarsi completamente col pasticcio o…”

“O sporcare lei” azzardò Nathan con un ghigno sadico

“Sarebbe la fine del mondo”

“Okay ci sto” annuì Scorpius “Però sappiate che non è nella mia natura…”

“Bisognerà insegnare al signorino-mangio-solo-con-posate-d’argento come ci si comporta male a tavola” sorrise Nathan sistemandosi la cresta blu “Non sarà difficile…”

Estrasse la bacchetta dalla tasca dei jeans e fece apparire un tavolo ben apparecchiato con tanto di candele e vaso di fiori, davanti alla sedia dove stava seduto Scorpius.

“Lezione numero uno: il tovagliolo va usato per soffiarsi il naso” disse Nathan con fare esperto “Ovviamente non va fatto visibilmente apposta; puoi, magari, avere un del tutto casuale attacco di raffreddore mentre ti stai pulendo la bocca. Prova”

Scorpius guardò di soppiatto Ephias che si era tranquillamente sdraiato sul letto per godersi lo spettacolo, lo invidiò e fece quello che gli aveva detto Nathan.

“Non male, ma si può sempre migliorare” disse quello con aria saputella “Lezione numero due: lascia più impronte possibili sul bicchiere e sulle posate. Ungiti bene le dita col pollo, si così, e poi leccale, si, e poi bevi. Ecco, bisogna bere sempre tutto, finisci il bicchiere come se avessi appena finito di giocare una partita, è una cosa che le donne non sopportano e…”

 

 

Quella sera i tre amici entrarono nella Sala Grande sicuri che ne sarebbero usciti vittoriosi.

Si sedettero a tavola; Nathan ed Ephias da un lato, Scorpius vicino a Cordelia dall’altro.

“Ciao” lo salutò la ragazza stampandogli un leggero bacio sulla guancia.

Scorpius rispose in fretta al saluto e immediatamente si lanciò selvaggiamente sulla terrina del purè, come aveva detto Nathan.

Si riempì il piatto di tutto, si sporcò la bocca e la camicia, ruttò, tossì, starnutì sul piatto di Cordelia che lo fissava agghiacciata.

“Scorpius che cos’hai sta sera?” chiese la ragazza guardandolo mentre sventrava con i denti due cosce di pollo contemporaneamente.

“Nulla perché?” le rispose Scorpius sputacchiando pollo ovunque

“Stai mangiando in modo pietoso” mormorò lei alzando un sopracciglio “Ti aiuto io”

Scorpius per poco non si soffocò con l’acqua.

Fissò incredulo Cordelia che, con dolcezza, gli passava il tovagliolo intorno alla bocca per pulirlo e subito dopo iniziava ad imboccarlo teneramente con la sua forchetta.

Ephias rimase di sasso e Nathan per poco non cadde dalla panca.

“Fai ahm!” ordinò scherzosamente la ragazza facendo volare la forchetta davanti alla bocca di Scorpius che meccanicamente l’aprì e la richiuse sul cibo.

Guardò allarmato Nathan ed Ephias che scossero la testa rassegnati.

Era una causa persa.

 

 

“Mi resta un’unica carta da giocare” mormorò Scorpius tornati in Sala Comune.

Nathan ed Ephias smisero di giocare a scacchi e lo guardarono, attenti.

“Devo parlare con mio padre”

Cadde il silenzio.
“Hai presente che ti avevo parlato dello Spioscopio, no?” disse Nathan cercando di sdrammatizzare.

Scorpius abbozzò un sorriso.

“Per me, fai bene” dichiarò Ephias guardando l’amico “Gli devi parlare da uomo a uomo, spiegargli che è stata una decisione sofferta, che tu la Weasley la ami davvero e che non riusciresti a vivere con nessun’altra donna”

Scorpius annuì.

“Eph, di chi sei innamorato tu?” chiese Nathan fissando l’amico che diventò di un bel rosso pomodoro

“Di nessuno, perché?” Ephias si guardò attorno con fare nervoso

“La frase era un po’ troppo melensa per non essere vera” decretò Nathan con un ghigno “Ne riparleremo comunque, adesso è Scorpius che ha il problema più grave…”

“Vado subito dalla preside a chiedere il permesso” il biondo si alzò tristemente “Andrò al Ministero domani mattina”

Sorrise bieco ai suoi migliori amici ed uscì.

“E’ brutto vedere Scorpius così, vero?” chiese Nathan muovendo il suo cavallo sulla scacchiera “Non sembra nemmeno lui…”

“Già” annuì Ephias mangiando un pedone del suo avversario “E’ sempre stato il più tranquillo di tutti e tre in fatto di donne, chi avrebbe mai potuto immaginare che si sarebbe andato a ficcare in un casino simile?”

“Secondo me è un bene” rispose asciutto Nathan fissando la scacchiera “Amare è una cosa che non fa per me, ma Scorpius ce lo vedo”

“Perché l’amore non fa per te, Nat?” Ephias alzò lo sguardo sul suo amico

“Questa è una storia lunga, noiosa e triste” disse Nathan, poi fece la sua mossa e disse sorridendo “Scacco Matto”

 

 

Scorpius stava davanti all’ufficio di suo padre, immobile, da più o meno dieci minuti.

Non ce la faceva.

Non ce la poteva fare.

Cosa gli avrebbe detto?

“Papà, amo la figlia del tuo nemico numero uno”, già si vedeva Draco Malfoy che impallidiva, poi ghignava, chiamava il suo notaio di fiducia e lo faceva diseredare.

Non che gli importasse dei soldi.

Ma non voleva deluderlo, non aveva mai voluto farlo.

Sottosotto gli voleva bene.

Respirò a fondo e bussò.

“Avanti” disse la voce strascicata di suo padre dall’altra parte della porta.

Scorpius entrò.

“Buongiorno, padre” mormorò il ragazzo.

Draco Malfoy alzò la testa e sgranò gli occhi grigi alla vista del figlio.

“Scorpius?” chiese “Che ci fai qui?”

“Devo parlarti… hai un po’ di tempo?” rispose titubante l’altro avvicinandosi alla scrivania di vetro “Non ci metterò molto…”

“Tutto il tempo che vuoi, figliolo” disse Draco sfilandosi gli occhiali dalla montatura leggera e trasparente “E’ successo qualcosa di grave? La scuola magari?”

“No, la scuola va alla grande” rispose Scorpius “La McGrannit ha detto che mi ammetteranno hai MAGO con un’ottima media”

“Perfetto” dichiarò suo padre orgoglioso “Allora di cosa si tratta?”

Scorpius stette in silenzio, poi prese un respiro profondo.

“Volevo parlare del matrimonio, papà”

Silenzio.

“Sapevo che prima o poi saresti venuto da me…” disse suo padre con un sospiro leggero “Dimmi, ti ascolto”

“Non è come pensi, io ho capito perfettamente tutto il tuo nobile discorso sull’onore della nostra famiglia eccetera eccetera” mise le mani avanti il ragazzo “Posso capire il motivo di un così informale ordine da parte tua… ma sono sicuro che quest’anello non potrà mai stare sull’anulare di Cordelia Nott” dicendo questo estrasse di tasca la scatoletta di ebano e la poggiò sul piano trasparente della scrivania “Perché io so per certo di non è lei la ragazza giusta”

Suo padre lo guardò sbigottito.

“Gliel’hai provato ma non le va?”

“No, mi risparmio la figura da deficiente, l’anello non andrebbe comunque” disse Scorpius prendendosi la testa con le mani “Sarebbe solo un’inutile perdita di tempo che creerebbe molto imbarazzo”

“Come fai ad esserne così sicuro?” Draco lo fissò gelido

“Perché io non amo Cordelia, papà” sussurrò il ragazzo “Provavo per lei solo dell’interesse fisico ed ora nemmeno quello”

Fece una pausa.

“Io sono qui per chiederti di non costringermi a farle la mia proposta” riprese alzando lo sguardo verso suo padre “Rovinerebbe solo l’amicizia che c’è fra le nostre famiglie”

“Con chi ne hai parlato?” chiese freddamente Draco

“Con Nathan ed Ephias”

“Ephias che ha detto?”

“Che non mi ha mai voluto come cognato”

Draco sorrise.

“E Nathan?”

“Che il matrimonio è la tomba dell’amore e non solo” rispose Scorpius con un mezzo sorriso “E’sempre il solito”

“Mi è sempre piaciuto quel ragazzo” commentò Draco con approvazione, poi tornò serio “Scorpius, tu sei mio figlio, ti conosco. C’è un altro motivo che ti ha portato qui a parlarmi dell’anello, vero? Altrimenti avresti potuto aspettare”

Il ragazzo guardò suo padre negli occhi.

La stessa identica tonalità di grigio.

“Si chiama Rose” mormorò Scorpius intimorito

“Ed è per questa Rose che mandi a monte diciassette anni di progetti?” chiese suo padre alzandosi dietro la scrivania “E’ così importante questa nuova ragazza con cui esci?”

“Si”

“Cos’ha di così speciale?” sbottò Draco “Non può essere che una ragazzina come le altre…”

“Lei è tutto quello che una ragazzina come le altre non è” rispose prontamente Scorpius “Non starò qui a farti l’elenco delle cose che mi piacciono di lei, sarei troppo patetico. E’ più di un anno che la frequento e non mi sono ancora stancato di lei, ti basta?”

 “Saresti patetico, sì” Draco scosse la testa “Risparmiati queste cose per tua madre, che è sempre stata una romantica. Comunque, non vedo dove stia il problema Scorpius”

“Come?” il ragazzo lo fissò sbigottito

“Il fatto che tu abbia tirato fuori il coraggio e che tu sia venuto a dirmi che sei innamorato di una ragazza vuol dire che è una cosa seria” suo padre annuì “Andrò da Theodore il prima possibile e gli dirò che non ci sarà nessun matrimonio, è evidente che non possiamo rischiare che l’anello non vada bene a Cordelia…”

“E’ Rose Weasley” lo interruppe Scorpius guardando suo padre negli occhi “E’ questo il problema”

Silenzio.

Draco sgranò gli occhi.

“Come hai detto?”

“Hai capito bene” riprese il ragazzo alzando il mento non per sfida, ma per affrontare con fierezza lo sguardo del padre “Io, Scorpius Malfoy, mi sono innamorato di Rose Weasley, la figlia di Ronald Weasley. Non è assurdo?”

Suo padre si risedette in silenzio.

“Sai, se me l’avessero detto un anno fa avrei reagito peggio di te adesso” commentò Scorpius con un sorriso sghembo “Ma sai, dopo un po’ ci si abitua all’idea e non fa più così schifo. Sai, me lo sono detto tante volte, che non avrei dovuto farlo, che non sarei dovuto stare con lei, ma è andata così. Non sai quante volte mi sono fatto questo discorso nella testa, misurando le parole, cercando di spiegare come e perché mi sia innamorato di lei. La verità è che non lo so. Ci sono milioni di ragazze belle, intelligenti e simpatiche, ma io sono capitato proprio con Rose Weasley, la ragazza che mi era stato proibito anche solo di guardare. Sa molto da Romeo e Giulietta”

“Shakespeare” mormorò suo padre senza distogliere lo sguardo dal figlio “Un poeta babbano”

“Non continuerò a parlare di me e lei, papà” disse Scorpius, e la voce gli si incrinò leggermente “Io sono qui perché tu capisca che non è un tradimento nei confronti della nostra famiglia, non è una ribellione alla tua potestà genitoriale. E’ capitato. E’ così. Anche Rose è nella mia stessa situazione, anche lei preferirebbe essere innamorata di qualcun altro” prese un respiro profondo “Papà, io farò quello che mi dirai, non mi opporrò. Se per te sarà troppo difficile da accettare, se non riuscirai a dimenticare il passato, io e Rose non ci vedremo più” le ultime parole gli uscirono dalla bocca come acqua gelata, tremò “Ma spero che tu non mi obbligherai a farlo, perché in tal caso perderei l’unica donna a cui potrei infilare l’anello di famiglia”

Draco guardò ancora il figlio, pietrificato in un silenzio sordo.

Dentro di sé Scorpius sapeva in che situazione aveva messo suo padre, e si complimentò con se stesso per le proprie capacità dialettiche; tuttavia non lasciò trapelare alcuna emozione. Aspettava una risposta.

 

 

 

Rose non ci poteva credere.

Era seduta sulla stessa poltrona accanto al camino, nella Sala comune di Grifondoro da un’eternità, o così le sembrava.

Tirò su col naso una volta, poi un’altra.

Rimuginava sulla sua vita ad Hogwarts, dal primo giorno sull’Espresso.

Sembrava passata al massimo una settimana.

Invece erano sette anni.

Quali erano stati i migliori?

“Gli ultimi due, senza dubbio!” esclamò una ragazzina del secondo anno poco distante da lei indicando alla sua amica una pagina di una rivista di moda che teneva aperta sulle ginocchia “Questi ultimi due vestiti sono una favola!”

Rose sospirò.

In effetti gli ultimi due anni erano stati una favola.

“Tutto grazie a lui” disse concitato un ragazzo del quinto ad un amico scendendo a passo pesante le scale del dormitorio “Abbiamo vinto solo grazie a Wilson, che è il Cercatore migliore del mondo!”

Rose alzò un sopracciglio.

Gli ultimi due anni erano stati i migliori perché era entrato lui nella sua vita, indubbiamente.

Eppure era tutto così sbagliato…

“Non c’è nulla di sbagliato!” sbraitò una ragazza un anno più giovane di Rose guardando la pergamena fitta fitta di parole che stava scrivendo da più o meno tre ore.

“Non urlare, Gwen” la rimproverò un tipo con gli occhiali “Dammi qua che correggo io…”

Rose cominciò ad irritarsi.

Effettivamente non c’era niente di così sbagliato nella loro relazione.

“Sei innamorata di lui, accidenti!” sbuffò una biondina rivolgendosi alla sua migliore amica “E’ talmente evidente!”

“Ora basta!” urlò Rose alzandosi in piedi “Avete ragione tutti quanti, va bene? Lo amo e adesso me lo vado a riprendere, costi quel che costi, e se un giorno qualcuno di voi oserà dire maldicenze su di me e su di lui giuro che vi faccio espellere!”

Tacque.

Si guardò intorno imbarazzata.

Almeno venti paia di occhi la fissavano come se fosse pazza.

“Ehm… scusate…” mormorò Rose facendosi lentamente largo tra i compagni in silenzio attonito, poi si voltò e indicò il buco del ritratto “Potete ricominciare… ehm… Io vado, eh…”

La Signora Grassa la fece passare con un sorriso, Rose salutò educatamente e poi cominciò a correre.

 

***

 

Scorpius correva.

Non aveva mai amato particolarmente correre, ma ora lo stava facendo con un gran sorriso dipinto sulle labbra.

Correva come un disperato verso la Sala Comune di Grifondoro.

Arrivò ansimante e sudato davanti al ritratto della Signora Grassa e mormorò la parola d’ordine.

“Tu non sei un Grifondoro” disse quella guardandolo storto, ma lo lasciò passare.

Entrò in fretta nella stanza accogliente e si diede un’occhiata intorno.

Rose non c’era.

“Qualcuno ha visto Rose Weasley?” chiese ai presenti alzando la voce

Tutti si girarono verso di lui.

“Se n’è andata circa un’ora fa, dopo aver blaterato qualcosa a proposito che era innamorata di un tipo e che se ci beccava a farci gli affari suoi ci avrebbe fatto espellere”

Scorpius ringraziò con un cenno del capo e uscì sorridendo.

Riprese a correre.

Raggiunse veloce la biblioteca.

Non era nemmeno lì.

Si sedette su una sedia per riprendere fiato.

Un biglietto ben ripiegato cadde sul tavolo di fronte a lui.

Con le mani che gli tremavano lo prese.

“Stanza delle Necessità. Sono lì.”

Rose.

Ricominciò a correre.

Stanza delle Necessità.

Si fermò davanti al solito arazzo, ci passò davanti tre volte ed entrò.

Era una sala da tè molto accogliente, con i tavolini bassi e le poltrone morbide color carta da zucchero, fuori dalle finestre decorate di merletti si poteva vedere cadere la neve su una strada deserta.

Si richiuse la porta alle spalle.

Rose appoggiò la tazza di tè bollente che stava sorseggiando e si alzò dalla sua poltrona.

“Qui mi sa che finiscono i nostri incontri clandestini, Weasley” mormorò Scorpius avvicinandosi e prendendole le mani

“Che significa?” Rose rimase un po’ sbigottita dall’affermazione

“Significa che mi sposo”

Silenzio.

“Oddio, no, non puoi farmi questo…” la ragazza lo fissò con occhi terrorizzati

“E invece…”

“Tu non mi puoi lasciare… non di nuovo… io ci contavo…”

Scorpius la guardò di sbieco, poi scoppiò a ridere.

“Non ci posso credere… ci sei cascata in pieno!”

Rose lo guardò male.

“E stavi pure per metterti a piangere, oddio!” ululò Scorpius piegato in due dalle risate e, data la faccia della ragazza, aggiunse “Non sposo Cordelia, sciocchina, ci siamo lasciati…”

“Cosa?” Rose sorrise felice “E quando?”

“Poco fa. Sono stato da mio padre oggi…” spiegò Scorpius sedendosi sulla poltrona più vicina “Gli ho parlato di tutto. Di Cordelia, dell’anello, di noi. Non gli è piaciuto per nulla il fatto che io sia innamorato di te. Per nulla. Ma sono stato convincente. Gli ho detto che se non mi avesse dato il permesso di stare con te, non sarei mai stato con nessun’altra. Lui mi ha chiesto di provarglielo…”

“E come?” chiese Rose incredula

“Aspetta” rispose lui facendola sedere accanto a lui e prendendole le mani “Non vuoi sapere di Cordelia?”

La ragazza annuì.

“Dopo essere stato da papà sono tornato qui” sorrise e le diede un bacio sul dorso della mano “E sapevo che se volevo tornare da te lo dovevo fare senza vincoli di alcun genere. Sono andato da Cordelia e le ho detto tutto. Non l’ha presa molto bene, ma dovevo farlo. Altrimenti non avrei potuto fare quello che ho promesso a mio padre.”

“Cioè?” Rose era curiosa “Dimmi cos’è che devi fare per regolarizzare il nostro stare insieme”

“Cosa ti ho detto prima?” le chiese lui con un sorriso radioso

“Che ti spo…?” Rose ammutolì e sgranò gli occhi

Lui era raggiante.

“Vorrai scherzare…” commentò Rose con un mezzo sorriso ironico “Tu non puoi voler sposare…”

“Te?” concluse Scorpius lasciandole le mani e allontanandosi per guardarla meglio.

I suoi occhi grigi scrutarono ogni centimetro quadro di Rose, a partire dagli stivaletti marroni che aveva ai piedi, nei quali erano infilati un paio di jeans chiari a sigaretta, poi salì al busto coperto da un morbido maglione di lana bianco, fino ad arrivare a quegli occhi blu oceano che lo facevano impazzire e alla massa di capelli rosso scuro raccolti in una treccia disordinata.

Sorrise di nuovo.

“Non mi guardare come se avessi un paio di occhiali a raggi x, Merlino santissimo!” sbuffò Rose saltando in piedi “Stiamo parlando di una cosa seria…”

“Il matrimonio non è una cosa seria… è relativamente importante, ma non è serio. Il nostro, poi, sarà molto divertente e modesto, vedrai, la chiesa sarà piccola e semplice, anche se credo che con tutti i tuoi parenti bisognerà ingrandirla un po’ e…”

“Oddio, questo vuole sposarmi sul serio” esclamò Rose battendosi una mano sulla fronte

“Beh, certo che si!” fece lui guardandola male “Perché, tu no?”

“Ma sei serio?” strillò la ragazza prendendolo per un braccio “Scorpius, abbiamo solo diciassette anni, dobbiamo ancora prendere i MAGO, io devo fare il tirocinio al San Mungo, tu devi decidere cosa fare… non abbiamo il tempo di sposarci!”

“Guarda che basta che infili l’anello, dici ‘si, lo voglio’, il prete dirà ‘io vi dichiaro marito e moglie’, puoi baciare la sposa e tananana nananana*…” disse lui improvvisando un valzer sul pavimento di pietra

“Tu sei tutto matto…” sorrise Rose fermandosi e scotendo la testa

“Ascolta Weasley” lui le mise le mani sulle spalle “Non ti sto dicendo fuggiamo e sposiamoci domani, ti sto dicendo che devi accettare questo”

Detto ciò tirò fuori una scatoletta di ebano e la passò alla ragazza.

“Ha una lunga storia e io devo sapere se ti va, perché se ti va” spiegò Scorpius “Significa che non serve a niente aspettare o andare veloci, se i nostri genicìtori saranno d’accordo o non ci vorranno più vedere: significa che noi staremo sempre insieme, punto”

“E’ stregato?” chiese lei atona

“E’ stato fatto dai folletti per un mio trisavolo… ha dei poteri, si” annuì lui

“Ti serve davvero la conferma di un anello magico per sapere se io e te potremo avere un futuro insieme?” lei lo guardò negli occhi.

Lui si bloccò.

“Non te lo sto chiedendo solo per mio padre, Rose” sussurrò lui avvicinandosi al viso di lei “Non rischierei di proportelo senza essere sicuro di noi”

Si guardarono ancora e lei lo abbracciò.

“Sì” gli sussurrò all’orecchio quasi impercettibilmente

“Ah!” esclamò Scorpius felice prendendola in braccio e girando su se stesso “Ma quanto ti amo?”

“Ah non lo so” rise lei baciandolo appena sulle labbra “Di sicuro sempre un po’ di meno di quanto ti amo io”

Si baciarono ancora e quando si staccarono l’anello dei Malfoy scintillava allegro all’anulare sinistro di Rose, sul quale sarebbe rimasto per un bel po’ di tempo…

 

 

-FINE-

 

 

 

*canticchia la marcia nuziale (nda)

 

Sono molto felice di aver terminato questa fan fiction; sapete, quando si lavora duramente per qualcosa è bello poter mettere la parola fine ed essere soddisfatti del proprio operato.

Beh, io sono soddisfatta.

Spero sia piaciuta anche a voi e ringrazio tutti quelli che hanno seguito calorosamente le vicissitudini dei miei personaggi.

E ringrazio coloro senza i quali non potrei scrivere.

Grazie a Nathan ed Ephias, i miei bambini, e grazie a Rose, Scorpius e Dominique, che ho adottato con molto piacere ma che rimarranno sempre e solo della zia Row.

Baci a tutti.

 

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