Il seguito...

di Cuoredoro
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cosa accadde dopo ***
Capitolo 2: *** Una nuova vita ***
Capitolo 3: *** Premio ***
Capitolo 4: *** Febbre d'amore ***



Capitolo 1
*** Cosa accadde dopo ***


CAPITOLO 1

COSA AVVENNE DOPO


<< Oreki-san? >>

<< ... >>

<< Oreki-san! >>

<< ... >>

<< O-re-ki-san! E' tardi... >>

<< .....mmh? Chitanda?>>

Lentamente immagini prima sfocate poi via via sempre più lucide si fecero strada davanti agli occhi di Hotarou: un banco di legno, le finestre spalancate, una leggera brezza primaverile che fa oscillare le tende, tanta, tanta luce delle più svariate colorazioni giallo e arancio colorano la stanza del club, l'orologio rotondo attaccato al muro e una ragazza dai lunghi capelli neri che lo fissava con quegli occhi violetti pieni di luce e vitalità.

 << Che ore sono? >>

<< Sono le otto e mezza, Oreki-san, hai dormito tutto il tempo al club! >>

Eru, chinata leggermente verso di lui con le mani appoggiate alle ginocchia, lo fissava con gli occhi socchiusi, sorridendo alla vista di Oreki che, ancora mezzo addormentato, si guardava attorno spaesato mentre si rendeva conto che era ormai tramonto e che sia Satoshi che Mayaka erano già tornati a casa e che, soprattutto, Chitanda era rimasta lì ad aspettarlo, nonostante avesse detto d'aver da fare.



INIZIO FLASHBACK

<< Nee Chii-chan, domani ti va di accompagnarmi al centro a fare shopping? Ci sono i saldi e ho trovato una camicetta che ti starebbe benissimo! >> Mayaka era tutta eccitata all'idea che i negozi avessero finalmente messo in saldo la merce fra cui i vestiti, in modo che potesse fare shopping sfrenato con la sua amica.

<< Mmh! sarebbe divertente! >> assentì la fanciulla dai lunghi capelli neri, mentre finiva il suo ultimo biscotto posato nel sacchetto di seta rossa posato sul banco accanto ai suoi tre amici. Mayaka la guardò sorridendo.

<< Evviva! Allora ci vediamo domani dopo le attività del club dei manga, ti aspetto davanti al centro commerciale alle cinque >>

<< Okay! >> confermò Chitanda, sorridendo all'amica a sua volta.

<< Hei voi due, anzichè chiaccherare aiutatemi a mettere a posto l'aula del club. >> una voce apatica e annoiata si introdusse nel discorso, facendo voltare due paia di occhi verso Oreki.

Mayaka gli lanciò un'occhiataccia di traverso. << Senti chi parla, quello che non fa altro che leggere e dormire tutto il giorno! Mi chiedo a volte a cosa serva tu a parte risolvere misteri inutili! >>

Oreki ignorò totalmente la ragazza, sbuffando, per poi reimmergersi nel suo libro.

FINE FLASHBACK

<<"Ah..ora ricordo... Chitanda si era saltata quell'appuntamento con Mayaka solo per aspettarmi... a volte non so cosa passi per la testa a questa ragazza... esiste davvero una persona così sulla Terra? Saltare un pomeriggio per sè e spenderlo stando seduta ad aspettare una persona che dorme.... sicuramente gli sono grato per non avermi svegliato ma ha sprecato il suo tempo, io al suo posto non l'avrei fatto... ma infondo  stiamo parlando di Chitanda, e adesso che ci penso, è ancora qui che mi  fissa...>>

Hotarou, mentre pensava, si era come incantato e continuava a fissare Chitanda con una faccia da pesce lesso e con un lieve rossore sulle guance, che scacciò via non appena se ne accorse.

<< Oreki-san? >> Chitanda, accortasi che Oreki continuava a fissarla da un pò, cercò di attirare la sua attenzione mentre , piegando leggermente la testa, lo squadrava con un'aria un pò preoccupata.

<< Eh?-ah... mmh, scusa se mi hai aspettata tutto questo tempo >> disse il ragazzo distogliendo lo sguardo dal suo il più in fretta possibile.

<< Mh mh >> disse scuotendo la testa. << E' tutto a posto! >> sorridendo, si alzò, prese la cartella e gli rispose: << Andiamo? >>

<< Mh >> annuì.

Oreki, ancora un pò assonnato, ripetè le stesse azioni di Chitanda, poi seguendola uscirono dalla stanza del club e dalla scuola.

<< Oreki-san, vado un attimo a prendere la bici >> detto questo Chitanda si allontanò, lasciando il ragazzo in piedi da solo che l'aspettava, come ogni volta che tornavano a casa da scuola.

<< Okay.. >>

Era poco distante dai magazzini dei bidelli, dove vi tenevano le scope e gli attrezzi vari, e accanto vi erano i parcheggi per le bici e i motorini, dove meno di un paio di mesi prima Oreki aveva svelato il mistero del ladro di oggetti che girava per il festival culturale. Mentre aspettava, da quello stesso luogo si levò una voce.

<< Eh? Eh!? EH!?!? >>

La voce apparteneva a Chitanda.

<< Cosa? >> Oreki, abituato alle esplosioni di carattere della ragazza, non si preoccupò più di tanto e la raggiunse a passo lento.

<< La bici! Era qua, ne sono sicura! >> Chitanda aveva uno sguardo perso mentre gesticolava con le mani indicando uno spazio vuoto fra due biciclette.

<< Ehhh.. forse sei venuta senza stamattina e te ne sei dimenticata >> Addirittura lui stesso non era convinto del suo tono per nulla convincente, ma non aveva le forse e la voglia di impegnarsi. In quel momento voleva solo tornarsene a casa e mettersi a dormire, di nuovo. Tuttavia la tensione continuava a crescere ogni volta che Chitanda lanciava occhiate ansiose, e la cosa era altamente contagiosa.

<<" Hey... inizia a crearsi una strana atmosfera... un'atmosfera che conosco abbastanza bene, e non promette niente di buono" >> pensò.

<< No, casa mia è abbastanza lontana da qui, vengo sempre in bicicletta! Che strano.. >>

Oreki aveva già corrugato la fronte e stava iniziando a sudare.

<< No, non può essere una coincidenza, ne sono sicura... >>

<<" Ahia. Si mette male. Molto male". >> pensò facendo una piccola smorfia mentre distoglieva lo sguardo.

<< Qualcuno deve averla rubata! >>

Bomba a ore dodici fra tre.

<< Ma chi è stato? E perchè lo ha fatto? >>

Due.

<< Quando è successo? Come ha fatto? Chi sarà mai? Perchè? >>

Uno.
<< Oreki-san, watashi kini narimasu!>>

bomba sganciata. La versione "Chitanda curiosa" si era appena attivata e i suoi occhioni violetti malva scintillanti erano, di nuovo, incollati sulla faccia di Hotarou e (purtroppo) c'era solo un modo per staccarli.

<< Ascolta... Chitanda, ora è un pò tardi, che ne dici se ti accompagno a casa e poi vediamo come mai la tua bicicletta è scomparsa? Okay? >>

Mossa di contrattacco.

<< "Tanto cercare di evitare la questione sarebbe molto più faticoso che arrivare ad una condizione plausibile che soddisfi Chitanda, quindi tanto vale darle retta">> .

 Oramai Oreki se n'era fatto una ragione e si era abituato agli sbalzi di curiosità di Chitanda, quindi col tempo non se ne fece un gran problema. E poi, come diceva sua sorella, tanto non aveva niente di meglio da fare...

Erano cambiate alcune cose dal giorno di San Valentino: Satoshi si era arreso ormai all'evidenza che Mayaka fosse la persona per lui più importante sopra qualsiasi altra cosa, e nonostante la sua fissa di non fissarsi con nulla, era riuscito a stabilire un equilibrio tra i suoi ideali e si era dichiarato a Mayaka, dicendole però che non voleva una relazione troppo appiccicosa tipo da coppiette smielate che fanno venire il diabete solo a parlarne. Mayaka ovviamente accettò e da quel momento i due iniziarono a frequentarsi uscendo ogni tanto assieme e scambiandosi frequentemente mail, facendo tuttavia al club sempre le stesse cose: Mayaka urlava a Satoshi e Satoshi raccoglieva informazioni per aggiornare il suo database. Chitanda continuava ad essere curiosa e a chiedere a Hotarou spiegazioni su ogni mistero della scuola, e Hotarou continuava a dare a Chitanda spiegazioni su spiegazioni e a fare ragionamenti su ragionamenti che potessero soddisfare la curiosità della signorina. Nonostante ciò Oreki era diventato più confidenziale con Eru, aiutandola quando serviva e se lei chiamava al telefono di casa sua per chiedergli se poteva venire in un determinato posto lui veniva. Dopo quella sera magica al tramonto, sotto ai ciliegi, Oreki e Chitanda erano diventati qualcosa di più che semplici compagni di scuola, ma Hotarou era troppo concentrato su non spendere energie e Chitanda correva troppo veloce da non vedere quello che le stava accadendo per accorgersene. Gli unici ad avere dei sospetti erano i loro due amici, anche se non si erano mai fermati per farci un pensiero sopra.

Durante il tragitto Chitanda si fermò di scatto, lasciando che Oreki la superasse di qualche passo. Dopodichè iniziò a parlare.

<< Ma sei sicuro di volermi accompagnare? Fra poco farà buio. >>

Oreki ricambiò il suo sguardo, puntando i suoi occhi verdi su quelli scintillanti della ragazza. Poi guardò il cielo. << Mmh.. >> in effetti era abbastanza lontano. << Non fa niente, ti accompagno. Poi se è vero che ti hanno rubato la bici potrebbe voler dire che il ladro è ancora qua da qualche parte, meglio non andare in giro da soli >>

Chitanda si girò spalancando leggermente gli occhi mentre le sue guance si tingevano lievemente di rosso, poi puntò lo sguardo verso Oreki e, sorridendo allegra, rispose:

<< Grazie! Allora andiamo. >>

Oreki la guardò accennando un lieve sorriso, che scomparì subito, e assieme si incamminarono verso casa.

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Capitolo 2
*** Una nuova vita ***


CAPITOLO 2

UNA NUOVA VITA


POV. CHITANDA

<<" Oreki-san si e' offerto di accompagnarmi a casa nonostante l'ora, e la cosa, non so perchè, mi ha resa un pò felice" >> .
 
Non era passato molto da quando avevano lasciato la scuola, entrambi a piedi. Il cielo si stava tingendo delle tonalità dell'oro e dell'arancione del sole all'imbrunire. Mentre camminavano, i due passarono accanto ad un parco giochi poco lontano da casa, dove vi erano rimasti ancora alcuni bambini che giocavano a prendere. Alla loro vista Chitanda si fermò un'attimo per guardarli e rimase come incantata:

<< " Aahh... che teneri.. >> Chitanda, mentre pensava, si era commossa ed era diventato inevitabile per lei sorridere alla vista e all'idea di quelle creature apparentemente così forti e vivaci ma allo stesso tempo così fragili, creature frutto dell'amore di tante coppie che si erano conosciute, si erano innamorate e avevano deciso di creare una famiglia...

<<" La vita è una cosa bellissima: fare tutte queste cose, trovare la persona con cui ogni giorno sarai felice e alzarti la mattina col sorriso in volto, sapendo che ogni ostacolo che si porrà dinanzi a te non sarà mai troppo difficile se affrontato assieme alla persona a te più importante, creando una forza che avrebbe il potere di sovrastare qualsiasi cosa, l'amore, e i bambini sono la prova di tale forza, e loro stessi sono una forza ancora più grande... chissà se anch'io, un giorno, mi sposerò e avrò dei figli con cui andare al parco la sera... >>. Mentre Chitanda si perdeva fra i suoi pensieri, notò che Oreki si era voltato verso di lei, poi verso i bambini. Un lampo di genio le attraversò la mente, veloce e fugace, e mentre lo guardava le venne da sorridere. Oreki notò lo sguardo strano della sua amica, sentendosi, non sapendo bene perchè, imbarazzato e leggermente a disagio

<< Perchè ridi? >> chiese subito dopo.

<< Mhmh, mi sono immaginata come potresti essere se fossi un padre >>

La sua domanda, così diretta e naturale, sconvolse non poco Hotarou, che non se l'aspettava di certo.

<< Eh? Un padre? >> chiese sgranando leggermente gli occhi.

Il sorriso di Chitanda, se possibile, si allargò ancora di più. << Si! >>

<< Emh...no. Non sono molto bravo con i bambini, non mi ci vedo proprio, però... >>

POV. HOTAROU

 L'affermazione che aveva appena fatto mi aveva spiazzato. Io.... un padre? In effetti non ci avevo mai pensato. Sarà che non me la cavavo molto bene coi bambini ( quando andammo alle terme le reazioni delle sorelline di Mayaka ne erano una prova ) ma sposarsi, diventare un padre, vivere una vita... mi piacerebbe davvero tutto questo? La mia vita "grigia" al fine non spendere energie era contraria ai club della scuola, agli sport e soprattutto alle relazioni sentimentali, nonostante ciò avevo sempre la sensazione che la vita "rosea", come quella di Satoshi, avesse quel non so cosa che mancava nella mia. Dopo un pò di tempo il mio motto " se non devo fare una cosa allora non la faccio, se devo proprio farla allora la faccio alla svelta" era lentamente degradato, fino ad essere completamente andato a farsi benedire. Oramai la mia vita "grigia" era diventata qualcosa più simile ad una vita sfumata, già. Ora conducevo una vita sfumata, dove le cose da fare e da evitare erano confuse e alla fine facevo quello che dovevo fare e quello che pensavo di voler fare. Fino a un anno fa non avrei mai minimamente immaginato di entrare in un club, di incontrare Chitanda, di scrivere un'antologia, di risolvere svariati misteri, di viaggiare assieme a 3 amici e di lavorare part-time in una piscina. Per ora conduco questa vita, ma in futuro vorrei davvero diventare qualcosa di più? Pensandoci bene, non credo proprio. Trovare una moglie, avere figli, lavorare per sfamare tutti, guadagnare... no, troppo faticoso.

Perso nei suoi pensieri non si accorse di aver lasciato la frase in sospeso, lasciando Chitanda in attesa di un continuo.

<< Però? >> gli chiese infatti, curiosa.

Oreki scosse la testa scacciando i pensieri che gli erano frullati per quella sua mente brillante e contorta. << Niente, niente, andiamo >>.

Arrivati davanti casa Chitanda si voltò verso Oreki, ringraziandolo di cuore per averla accompagnata. Mentre si allontanava dal portone dell'immensa proprietà, Oreki la vide mentre sventolava la mano salutandolo e dandogli la buonanotte. Accennando un saluto, Oreki ricambiò la buonanotte muovendosi a lenti passi per tornare indietro, verso casa sua.

<< Meglio che mi sbrigo...>>

Ormai era tardi e se non si sbrigava a tornare a casa avrebbe fatto buio, e freddo, e si sarebbe subito una lagna paranoica da parte di sua sorella. Mentre camminava il cielo si fece pian piano scuro, e di stelle o di luna non ce n'era manco l'ombra, tutta colpa dei nuvoloni che imperversavano sul Giappone, probabilmente l'indomani avrebbe piovuto. I lampioni si accesero, segno che era abbastanza tardi, meglio accellerare il passo. Mentre camminava Oreki ripassò davanti al parco. Vuoto.

<<" Che strano pensare che se un giorno avrei messo su famiglia sarei  potuto venire qui con la moglie e magari con un figlio, ma purtroppo davvero non riesco a vedermici nei panni del genitore, è qualcosa che il mio astuto e accurato cervello non riesce ancora a comprendere >>.

Dopo aver sbuffato sonoramente ai pensieri che gli erano tornati in mente riprese a camminare, ma proprio mentre stava per lasciare il parco intravide qualcosa di scuro correre via fra i cespugli che lo fece sobbalzare.

<<" Un gatto? No, era qualcosa di più grande... Una persona?>> la sua mente si illuminò. << Forse, il ladro di bici! ">>

<< Hoy! C'è qualcuno? Esci di lì >> .

Quando vide ciò che gli si presentò davanti agli occhi rimase pietrificato. Dai cespugli che coprivano lo steccato del parco uscì la figura bassa ed esile di una bambina, doveva avere si e no 6 anni. Aveva lunghi capelli neri come la pece e due occhioni scuri che la facevano da padrone, risaltando nel pallido volto dalle guance paffute. Gli si avvicinò timida e tremante , come se avesse appena fatto qualcosa di male e si aspettasse di essere punita.

<< N-non farmi male, kudasai. >>  aveva le lacrime agli occhi e teneva strette le mani al vestitino bianco che aveva addosso, doveva avere piuttosto freddo, visto che tremava.

<< Eh? >> ma chi era? L'unica cosa che gli venne in mente da dire a una bambina sola di notte. << Dove sono i tuoi genitori? >> chiese guardigno, mentre si voltava a destra e a sinistra, alla ricerca di qualcuno, qualsiasi persona. Ma il parco e la strada erano deserti.

<< N-non.. farmi male... kudasai >>

Adesso lo aveva preso alla sprovvista, era stata maltrattata? In queste situazioni ci voleva una presenza femminile, qualcosa che potesse tranquillizzarla. Intanto che ci pensava si tolse la giacca che aveva addosso per porgergliela e si chinò all'altezza della bimba, che gli stava lontano a debita distanza.

<< Hai freddo? >> chiese con la sua classica voce monotona. <<"  accidenti... sembrare più amichevole mi riesce malissimo, anzi non mi riesce proprio">>.

D'altro canto, la bambina continuava a non cambiare espressiome. << N-non farmi male kudasai! >>

Oreki stava iniziando a farsi prendere dal panico. <<"Accipicchia, non ho la più pallida idea di che fare! Non posso mica andarmene via come se non avessi visto nulla! Che cosa faccio? Vediamo...">>

Mentre cercava di pensare a qualcosa per quell'assurda situazione un aiuto dal cielo cadde in suo soccorso, sottoforma di sussurro.

<< S-sì... >>

<< Eh?>>

La bambina continuava a tremare. stretta al suo vestito bianco che la faceva sembrare un fantasma. << Ho..... freddo>>

<< Eh? Ah, si >>.

Oreki si avvicinò alla bimba che indietreggiò subito. Sembrava un cane abbandonato, che ha paura di tutto e di tutti e non si avvicina a nessuno. Allora fece qualcosa che probabilmente non si sarebbe mai sognato di fare o di dire neanche nei suoi sogni più bui. Allungò le braccia con la giacca in modo da avvolgerla, ma senza farlo ancora, sorrise (un sorriso sincero, non forzato) e disse:

<< Non avere paura, non c'è pericolo, sei al sicuro adesso, vieni qua, c'è un bel calduccio. >> Lui stesso si stupì di quel tono caldo. Ma da dove era uscito? Fatto stava che stava funzionando e per questo non si fece domande. La bimba sembrava essersi tranquillizzata, abbassò la testa, come per pensarci su un attimo. Poi si avvicinò, passo per passo, fino ad arrivare davanti a lui lasciandosi avvolgere.

<<" Hoy....e adesso? Ora che ci penso non posso tornarmene a casa, cosa direi ad aneki? e a papà? " Ah, ciao, ecco ho trovato questa bambina al parco e sembra sia stata maltrattata, che ci faccio? " NO. no, no e no. E' una cosa a dir poco inverosimile... No, c'è una persona che conosco abbastanza bene da sapere che saprebbe cosa fare in certe situazioni >>.

Oreki non era abbastanza sicuro su come presentarsi, ma infondo non importava, era sicuro che quella persona avrebbe compreso, e lo avrebbe aiutato.

Bruururu....

<< Ah.... >> la bimba abbassò lo sguardo sul suo stomaco, complice di quel brusio.

<< Eh? Hai fame? >>

<< Mh... si >>

Oreki passò dal confuso allo stupito..stava per chiedere alla bimba se ce la faceva a camminare ( voleva portarla in un bar che conosceva e che rimaneva aperto sempre fino a tardi ) quando si accorse che era scalza. Okay, ora era alquanto... curioso.. di sapere chi fosse veramente quella bimba e cosa le fosse successo, ma ogni cosa aveva il suo tempo. Posò lo sguardo su quello fragile della bambina, abbassandosi alla sua altezza.

<< Ti porto in un posto dove possiamo mangiare un pò, vuoi che ti prenda in braccio? >>

Ebbene si, la situazione di quella bimba aveva spogliato Oreki di ogni suo ideale di "risparmio di energia" e decise di dedicarsi a lei, anche perchè non c'era da scherzare su una situazione del genere. Così si voltò, lasciò che la bimba si potesse mettere sulla sua schiena reggendola dalle gambe in modo che non cadesse e si diresse verso il bar.

Nessuno dei due si era accorto che qualcuno li stava silenziosamente seguendo.

Effetivamente era MOLTO affamata. Arrivati al bar aveva ordinato per la piccola una tazza di latte caldo e una brioche, che apprezzò molto visto che la divorò in un decimo di secondo. Uscirono da bar, con ancora Oreki che la teneva in braccio. Un sussurro che sapeva di latte e marmellata all'albicocca gli sfiorò il collo.

<<..... Ariga..tou >>

Eh? da quando avevano lasciato il bar non aveva fiatato e Oreki pensava d'aver fatto qualcosa che avesse potuto mettere la piccola in difficoltà, invece no. Era sollevato e.... felice. Non aveva mai fatto ringraziare un bambino per qualcosa che aveva fatto, di solito i bambini gli si tenevano alla larga. Sentiva una specie di calore espandergli dentro, e si sentiva bene. Non aveva mai provato nulla del genere, solo una volta, quella in cui disse a Chitanda che si sarebbe occupato lui dei lavori finanziari della sua azienda, ma lei non aveva ben capito, nonostante ciò gli aveva sorriso in un modo così dolce che Oreki non potè far a meno di sorridere a sua volta, e mentre ci pensava, non si era accorto che aveva raggiunto la residenza Chitanda e che nel frattempo la piccina si era addormentata. Suonò il campanello. Ne uscì fuori Chitanda, con una gonna lunga bianca e una maglia a maniche corte azzurrina con addosso un grembiule, si vede che stava preparando la cena. Quando uscì e lo vide, i suoi occhi sgranarono dalla sorpresa.

<< Oreki-san? Che ci fai qui? >>

<< Mi serve una mano >> e si girò per mostrare la bambina.

Chitanda la guardò ancora più sorpresa, e se possibile i suoi occhi sgranarono ancora di più. Volse lo sguardo a Oreki, confusa, in cerca di spiegazioni, e li fece entrare. Prese la bimba in braccio per portarla a letto, nella sua stanza. Poi si spostarono in cucina, dove si fece spiegare cosa era successo, e alla fine del racconto guardò Oreki preoccupata:

<< E se l'avessero abbandonata veramente? >> chiese;

 <<" Non l'ho mai vista così preoccupata>> pensò <<" E' diversa da quella volta dell'episodio del cioccolato di Mayaka...meglio rassicurarla..." >>.

<< Non lo so, ma era impauritissima quando ho provato ad avvicinarla, e poi era scalza, magari è scappata di casa >>

POV HOTAROU

Alla mia ipotesi Chitanda spalancò pian piano gli occhi per poi abbassare lo sguardo a terra. Ci stava pensando seriamente, ad ospitarla.

<< Per adesso posso tenerla qui se vuoi, i miei genitori non torneranno a casa per le prossime due settimane per motivi di lavoro, e inoltre da domani iniziano le vacanze di Pasqua, abbiamo tutto il tempo per scoprire chi è. Però non potrò tenerla per sempre >> .

<< Mh..in effetti... forse dovremmo avvisare la polizia >> in effetti era la cosa più giusta da fare, pensò.

<< NO! >>

Chitanda e Oreki si voltarono di scatto e videro la bimba in piedi, appena davanti alla porta con un cuscino in mano, con le lacrime agli occhi, che li guardava implorante e chiedeva di non chiamare la polizia.

<< La polizia.... non ti piace? >> Chiese Chitanda con tono dolce e comprensivo.

La bambina rispose abbassando lo sguardo << ... no. >>. Aveva gli occhi lucidi.

<< Ok, allora non la chiamiamo. Vuoi un pò di latte? >> le chiese Chitanda, sorridendo

<< Mhh.... si >> fece timida.

<< Allora vieni, te ne scaldo un pò >>

Dopo dieci minuti Oreki le fissava incredulo: c'era Chitanda seduta sulla sedia in cucina che teneva in braccio la bambina che beveva il latte. Oreki era a due passi da loro e poteva ben vedere lo sguardo attento e dolce al tempo stesso di Chitanda, mentre la guardava. Sembrava.... una mamma.

<< Come ti chiami? >> Le chiese Chitanda con fare dolce

<< Yui >> disse a bassa voce

<< Ti va di rimanere qui a dormire, Yui-chan? >>

<< ... si >>

<< Menomale! >> Disse sinceramente felice, e anche Oreki, ora, era decisamente più rilassato. Poi pare che a Chitanda venne un dubbio.

<< Però... come facciamo con le attività del club, Oreki-san? Dobbiamo dirlo anche a Fukube-san e a Mayaka-chan? >>

Oreki impallidì. << No, non necessariamente, e poi... mi ci vedo già Satoshi e Mayaka che dicono qualcosa sul fatto che non si immaginano me che mi prendo cura di un bambino, meglio evitare >> Era davvero, davvero, meglio evitare. Gli sarebbe costato una fatica terribile.

<< Allora che si fa? >>

<< Possiamo fare a turni: chi va al club e chi sta con Yui >> <<" Metodo improbabile, ma almeno non perderemo di vista la situazione scolastica ne quella venutasi a creare" >>. pensò.

<< Mh, ok. >>

<< Ok, allora io vad- >>

Non fece in tempo a finire la frase che Yui lo prese per un lembo della maglia urlandogli.

<< No! >>

<< Eh? >>

<< Qua... >>

<< Eh? >>  Oreki era totalmente confuso.

<< Stai qua... >> disse. La voce si perse in un sussurro. << ..perfavore >>

Chitanda la guardava stupita, poi guardò Oreki che era confusissimo e non sapeva che fare, così Chitanda prese in mano la situazione.

<< Potresti fermarti a dormire qui, Oreki-san, c'è la stanza degli ospiti che è poco lontano dalla mia camera >>

<< Eh? ah... prima devo chiamare a casa >> disse tentando di fuggire a quell'assurda cosa che si era venuta a creare.

<< Okay >>

<<" Meglio uscire un'attimo e allontanarmi da tutta questa situazione... E ora che cavolo dico a Tomoe?? Se le dico che rimango a dormire a casa di una ragazza mi prenderà di mira per i prossimi 20 anni, meglio dirle che sono da Satoshi ">>. Detto questo si sfilò il cellulare dalla tasca, componendo velocemente il numero della sorella.

.......tuuuu....tuuuuu.........

Una voce furente prese a strillare sfondandogli i timpani. Cercando di sovrastare quel fiume di domande sul dov'era a quell'ora e che diavolo stava combinando rispose in fretta.

<<  Calmati onee-san, stò bene, mmh, mi ero addormentato... si, a proposito di questo rimango a dormire a casa di Satoshi per un progetto di scienze, non cucinare per me stasera, mmh, mhh, si..... EH!? Riparti? Dalla mamma? Per quanto? aah... eh? viene anche papà con te? ..Io? Io....( si girò un'attimo a guardare Chitanda e Yui)... no, resto qua, ho le attività del club.. e smettila! Ok, si ho le chiavi di casa... già sta sera? mmh... ok. ciao, ciao, salutamela, mhh, ciao. >>

Dopo un lungo sospiro tornò dentro casa. Seguì Chitanda nella camera degli ospiti e, dopo che lei gli fece il futon, si sedette per parlarle  del fatto che sua sorella gli aveva appena detto che lei e suo padre se ne sarebbero andati per un tempo indeterminato e che, se voleva, poteva ospitare anche lui Yui a casa sua. Anzi, ora che ci pensava era l'unica soluzione ed era capitata proprio a fagiolo. Capitava spesso che la sua famiglia si mettesse a viaggiare, si, ma il tempismo di quell'assurda coincidenza gli fece comunque venire i brividi. Chitanda ne sembrava contenta. Si alzò per andare in camera sua con Yui, che la seguì, e se ne andò lasciandolo solo nella stanza per gli ospiti dove avrebbe dormito quella notte, a sole tre stanze lontana da quella della ragazza.

<<" Accidenti... che situazione..." >>  e, mentre ripensava alla piega incredibile che aveva preso quella searata, si addormentò, in un sonno senza sogni.

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Capitolo 3
*** Premio ***


CAPITOLO 3

PREMIO


La luce del sole primaverile si fece strada tra le tende bianche della camera, raggiunse i pavimenti con fare furtivo, risalì le coperte spiegazzate del futon fino a battere sulla faccia di un ragazzo dai capelli marroni sprizzanti, facendo pian piano aprire due occhi assonnati di un verde erba.

<< Mmh.... >>

Mentre Oreki si stava pian piano svegliando, nella stanza accanto c'era qualcuno che era ormai sveglia già da un pò, e fissava una bimba che, al contrario, sembrava ancora profondamente legata al mondo dei sogni.

POV. CHITANDA

Ieri, quando ho aperto la porta e ho trovato Oreki-san davanti a me ho pensato che magari gli era caduto qualcosa per strada, poi si è girato e l'ho vista. Piccina, accovacciata sulla sua schiena, una bambina dai lunghi capelli neri che le si erano appiccicati alla faccia e sulle spalle che dormiva. Il vestitino, bianco e spiegazzato, la faceva sembrare ancora più piccola. E poi non l'avevo mai visto così... Oreki-san che mi chiede aiuto. Appena entrati ho portato la bimba in camera. Accipicchia...la storia di cos'è accaduto ieri sera a Oreki-san non mi ha fatta dormire...Chi mai avrà avuto il coraggio di abbandonare una creatura? Una bambina? Una vita! Non riesco a capire, non comprendo come possa accadere una cosa del genere, non ci riesco proprio...

Si alzò e se ne andò. Due occhietti scuri come il mare di notte si aprirono di colpo, la piccola Yui si stava guardando attorno spaesata, poi di botto ricordò tutto quanto. Si alzò, spinta da una fame indomabile, guidata dal dolce odore dei pancakes appena fatti, arrivò in cucina dove trovò la ragazza che la sera prima l'aveva fatta sentire, per la prima volta, veramente amata e anche il ragazzo che l'aveva salvata e non che, come spesso le era capitato, l'aveva semplicemente schinata come se fosse spazzatura. Strofinò gli occhi con la mano, un pò per il sonno e un pò per l'inverosimilità della scena che le si presentava davanti.

<< Oh, ohayo Yui-chan! >> disse sorridente Chitanda

<< Ohayo gozaimasu >> Disse Oreki guardandola.

<< Ohayo... >> rispose Yui.

<< Vieni, la colazione è pronta, vuoi mettere tu lo sciroppo d'acero sui pancakes? >> disse, sempre sorridendo, la ragazza.

Yui fece cenno di sì con la testa e si sedette a tavola assieme ai due.

<< Oh...wooooow...>> Dinanzi a lei si presentò una tavola imbandita di pancakes, sciroppo d'acero, blocchettini di burro, latte, tovaglioli colorati, tutto su una bella tovaglia azzurra a quadretti bianchi, la tavola imbandita sembrava servire la colazione per dieci persone. Tutto emanava un odore caldo e dolce, era un sogno. Le due persone che l'avevano accolta erano ora seduti a tavola, intenti nel dare il via all'assalto di quelle delizie. Yui non li fece aspettare e si sedette a sua volta fra i due, sbaffandosi la colazione. D'istinto a Yui venne da sorridere, si sentiva felicissima, più che mai, e un enorme sorriso a trentadue denti le si fece strada sul viso, tanto che sia Oreki che Chitanda la guardarono stupiti e... contenti. Sembravano un'allegra famigliola americana che faceva colazione la domenica mattina. Già, una famiglia. Per Yui fu un impulso dirlo.

<< Arigatou! mamma, papà, sono felice! >>

Lo disse con così tanta vitalità e felicità che il modo in cui lo aveva detto la faceva sembrare spenta il giorno prima e tutto a un tratto accesa al massimo oggi. Oreki e Chitanda erano talmente distratti da tutto quello che stava succedendo quella mattina che ci misero un pò a rielaborare quello che aveva appena detto la piccola. I due congelarono sul posto, voltandosi con lentezza snervante.

<< Mamma? >>

<< Papà? >>

Eh? aspetta un attimo, mamma e papà? Entrambi arrossirono di botto all'idea che Yui li avesse chiamati in quel modo. Chitanda si mise una mano di fronte alla bocca e distolse lo sguardo dal ragazzo che l'aveva raggiunta pochi minuti prima, che adesso era intento a fissare il pavimento come se lo avesse visto per la prima volta in vita sua. Forse... dato che non si erano presentati il giorno prima, Yui aveva sostituito i loro nomi con quelli. Oreki non ci pensò un attimo.

<< No, io mi chiamo Hotarou, Oreki Hotarou. >>

<< E io sono Chitanda Eru, piacere di conoscerti >>

Yui li guardò confusa, poi sorrise, mostrando un sorrisino da bimba semplicemente tenerissimo.

<< Mamma e Papà! >> 

Oreki aveva aggrottato la fronte e si era girato dall'altra parte per nascondere il rossore insistente che gli inondava le guance mentre Chitanda faceva lo stesso, girandosi ogni tanto verso Oreki per poi rigirarsi subito. Era una situazione un pò imbarazzante: due liceali che facevano da genitori a una bambina. Decisamente imbarazzante. Non doveva saperlo nessuno.

POV. HOTAROU

<<" Hoy hoy...... non va bene.. mamma e.. papà? Stiamo scherzando?... ma chi è questa bambina... oh, a proposito...">>

A un certo punto, dopo aver finito di mangiare, mentre Chitanda e Yui sparecchiavano, Oreki chiese:

<< Piuttosto, Yui, hai una casa dove tornare? >>

<< Eh? >> Yui si voltò verso colui che chiamava papà e abbassò lo sguardo, con evidente difficoltà a trovare una risposta.

<< Mh mh, non mi ricordo >>

Oreki scambiò uno sguardo complice assieme a Chitanda, poi volse l'attenzione verso Yui:

<<" Avrà perso la memoria?" Mah, chissà..." >> di sicuro era un bel mistero, ma decise che gli intricati ragionamenti da fare sul caso li avrebbe rimandati a più tardi.

La giornata passò veloce e tra risate, giochi a nascondino per la casa e riposini pomeridiani dopo una sana merenda, per i due "genitori sostituti" era giunta ora di andare al club.

<< Oreki-san, se vuoi vado io oggi al club, così mi scuso con Mayaka per aver saltato l'appuntamento >>

<< Mmh, ok, dì agli altri che ho preso un raffreddore >>

<< Emh... ok, ma... sarà davvero il caso di nasconderglielo? >>

<<" Aiah. Bisogna distrarre Chitanda, o altrimenti la mia vita tranquilla (più o meno) andrebbe a farsi benedire da Satoshi. Se lo venisse a sapere non mi lascerebbe più stare per il resto della vita.">> guardò Chitanda e le rispose col tono più convincente che riuscì a fare.

<< Se ci pensi sarebbe meglio: se girasse voce a scuola che la figlia dei Chitanda stà "crescendo" una bambina trovata per la strada si penserebbe subito male >>

<<"Ti chiedo scusa Chitanda, ma stà sicura che è meglio così">>.

La ragazza sembrò pensarci un pò su, e unfine gli concesse la vittoria. << Mh, hai ragione >> Fiuu... pericolo scampato, pensò Oreki con un sospiro di sollievo.

Chitanda prese la cartella e si avviò verso la scuola. << Allora io vado! >> disse salutandolo con uno dei suoi classici sorrisi.

<< Mamma! >> Con voce angosciante Yui chiamò la ragazza. Lei le si avvicinò, si chinò alla sua altezza e le sussurrò queste parole:

<< Non ti preoccupare, Yui, la mamma torna sta sera per preparare la cena tutti insieme! Che ne dici? >>. Con una faccina imbronciata Yui gonfiò le guance e distolse lo sguardo, poi si girò verso Oreki, guardò "la mamma" e disse, abbassando lo sguardo, poco convinta: << Ok.. >>

<< Mmh! A sta sera allora!>> Chitanda le diede una carezza sulla testa, le schioccò un bacio sulla guancia, rivolse lo sguardo al ragazzo che aveva di fronte, sorrise e se ne andò. Oreki la guardò allontanarsi, accennando un sorriso appena percettibile (abbastanza per Yui, visto che prese a fissarlo con la bocca leggermente socchiusa) e si girò per tornare a casa, assieme a Yui, che lo prende per mano. Nel frattempo, dietro l'angolo che svoltava verso il liceo, una macchina nera se n'è andò.

POV HOTAROU.
Poco dopo che Chitanda uscì di casa, Oreki ricevette un messaggio a caratteri cubitali e grossi quanto una casa che gli ordinavano assolutamente di ricordarsi di annaffiare tutti i giorni i fiori in balcone. Sua sorella andava su tutte le furie se, tornata a casa dopo i suoi viaggi, trovava le piante appassite, e Oreki aveva imparato quella lezione col tempo. Così decise che sarebbe tornato a casa, dove ad attenderlo ci sarebbe stato il totale silenzio e la più completa tranquillità ma, questa volta, accompagnati da una misteriosa bambina con le guance paffute. Mentre si incamminavano a casa sua mano nella mano, Yui non spiccicò parola ma la curiosità la si poteva leggere nello sguardo luccicante. Arrivati di fronte alla casetta bianca Oreki tirò fuori le chiavi e aprì la porta di casa, permettendo a entrambi di entrare nel salone.

<< Waaaa!!! Dove siamo? >> chiese Yui, affascinata e con la curiosità che le si poteva leggere in volto.

Oreki non si voltò a guardarla che la bambina prese a curiosare in giro come un cagnolino. << A casa mia, adesso io vado a fare una doccia, se vuoi puoi andare in camera, vieni ti ci accompagno >> . Detto questo Oreki la portò nella sua stanza, che appena la vide fece un gridolino di gioia mettendosi a saltare sul letto. Oreki non disse nulla anche se nel profondo si stava pentendo di averla fatta entrare nella sua stanza, il suo luogo sacri di pace e serenità, adesso tutto in disordine. << Intanto vado sotto la doccia >>.


Una volta entrato nella doccia Oreki fece scorrere l'acqua fresca su di sè, lasciandosi travolgere dal getto con un sospiro carico di tensione. Non era abituato a stare con i bambini, men che meno quelli sbucati dal nulla e di cui sei costretto a prendertene cura. Mentre i pensieri scivolavano via dalla sua mente, come lavati via dall'acqua, uno in particolare gli rimase fisso in testa. << Curiosa e vivace, come la madre >> dopo aver pensato questa frase Oreki si fermò un attimo a riflettere su ciò che aveva appena detto.
<<" Aspeetta un attimo... che ho detto?! Come la madre!? Oreki sveglia! Chitanda non è la sua vera mamma, non siete una vera famiglia, dovrete consegnarla pur a qualcuno prima o poi questa bambina! Non si tratta di un gattino o di un pulcino trovato per strada! E' una persona, là fuori da qualche parte ci sono i suoi veri genitori, non siamo noi che ci dobbiamo prendere cura di lei! Dannazione.." >> terminato il monologo interiore su quanto quell'idea fosse assurda e su quanto fosse stupido in quel momento, Oreki finì di lavarsi i capelli, sospirando fra sè e sè. Ma quando fu lì lì per uscire ecco che sentì una voce. E non era quella di Yui.

<< Hotarou, sei tu? Dai sbrigati ad uscire, devo prendere le mie cose! >>

<< Si, si Tomo- ... EEEEEEEH!?!? T-TOMOE? che ci fai qui? non eri partita ieri sera? >>

<< Ah.. si, ma poi mi sono accorta che avevo dimenticato un pò di cose e sono tornata indietro, hai finito? >>

<< Eh? ah si, esco. >> "Dannazione! Si mette male!!" Oreki uscì di fretta dal bagno con solo un asciugamano addosso e corse in camera. Tomoe nel frattempo era entrata in bagno a prendere le sue cose. Entrato in camera chiuse subito la porta e, senza neanche voltarsi, prese alla svelta i vestiti e uscì per cambiarsi in corridoio finchè sua sorella non era nei paraggi.

<< Yui? Yui! Dove sei? >> Si vestì alla svelta, preso dal panico, tanto da non accorgersi che Yui non era più in camera. Quando se ne accorse lo travolse il panico.

<< Yui? Dove sei Yui? >> bisbigliò.

<< Hai detto qualcosa Hotarou? >> la voce di Tomoe rimbombò per il corridoio, segno che si stava avvicinando.

<< No niente! >> Doveva trovarla alla svelta. Sua sorella non doveva assolutamente scoprirla altrimenti...

<< Yui? Yuuuiiii? >> Scese di corsa le scale e, con enorme sollievo e con lo sconforto per aver quasi preso un infarto, la trovò seduta a tavola, mentre guardava un libro che avrà trovato in camera sua.

<< Yui! Dov'eri? >> Yui si girò e lo vide preoccupato, con uno sguardo un pò duro, ma tipico di lui.

<< Eh?..papà sei... arrabbiato? >> aveva gli occhi lucidi e stava iniziando a singhiozzare.

<< Oreki? Tutto bene? Cos'è stò rumore, ora scendo a vedere.>>

<< Accidenti! Yu- >> Neanche finire di parlare che Yui non c'era più. Dove cavolo era finita? Intanto Tomoe era scesa e stava proprio dietro Oreki.

Nel frattempo al club...

<< Ah, non fa niente Chii-chan, comunque potevi chiamarmi.. >> Disse Mayaka con finta faccia imbronciata, per poi regalare un bel sorriso alla sua amica, che si era preoccupata tutta la mattina per niente.

<< E così Hotarou ha il raffreddore? >> chiede Satoshi, non completamente convinto.

<< Eh già, eheheh... Aveva una voce irriconoscibile al telefono! >> Chitanda provava a mentire come meglio poteva, ma in fondo sapeva di non riuscirci.

<< Mmmmh, secondo me le vacanze hanno vinto la sua pigrizia e adesso se ne stà a casa a dormire tutto il giorno! >> Disse Satoshi con un sorrisino furbetto sul volto.

Hotarou stava correndo come un matto per tutta la casa a cercare Yui. Dopo essersi trovato Tomoe dietro aveva cominciato a sudare freddo ma riuscì ad allontanarla con la scusa che non sarebbe sopravvissuta senza una tavoletta di cioccolato durante il viaggio, così, facendo leva sul punto debole della sorella, era riuscitro a farla uscire di casa per almeno 10 minuti, giusto il tempo di andarne a comprare una e tornare. In quel breve lasso di tempo stava cercando Yui, che trovò poco dopo nascosta al secondo piano, nello sgabuzzino, che piangeva.

<< Sigh, sigh... Yui non voleva far arrabbiare papà, non vuole essere sgridata!.... papà, scusa... >>

<<"Accidenti... e ora che faccio? Non sono molto bravo in queste cose, qui ci vuole Chitanda...uff... questo mi costerà uno sforzo enorme..">> Oreki sapeva che l'unico modo per fare pace era fare come faceva sempre Chitanda. Così, con tutta la forza di volontà che gli era rimasta, si chinò e disse, accennando un mezzo sorriso:
<< Non ti preoccupare, dai stai tranquilla... non sono arrabbiato, ma papà non ti trovava più e si era preoccupato. Dai, esci e andiamo da mamma, ok? >>

<< Papà, non sei più arrabbiato? >> chiese Yui, che si strofinava le piccole manine sulla faccia.

Oreki la guardò, accennando un lieve rossore alle guance, intenerito.<< No, non sono arrabbiato>>

<< Evvai, menomale! >> disse Yui allegra donandogli un enorme sorriso.

<<"E questa è fatta" >> pensò sollevato..

<< HOTAROOOUU!! >>

Per un secondo Houtarou fu di nuovo inondato da un'ondata di panico ma, questa volta, non si fece travolgere. <<" Accidenti! E' aneki, che razza di tempismo...">> Possò lo sguardo sulla bambina contenta che aveva di fronte e, di colpo, gli venne in mente un'idea.

<< Yui, facciamo un gioco! >>

<< Un gioco? Quale ? >> chiese, curiosa.

<< Nascondino >> disse con fare complice.

<< Ok! Cerchi tu papà? >>

<< No, questa volta è diverso, dobbiamo uscire di casa senza che Tomoe ci veda. Se vinci, Yui, ti compro qualcosa >> A Yui brillarono gli occhi, sembravano diamanti neri.

<< MMh!! Okay, ci stò! >>

Per un attimo anche quelli di Oreki brillarono, preso da un fremito di divertimento che non si era aspettato di provare. << Pronti, via! >>

<< Hotarou! Con chi stai parlando?>>

<< Nessuno, ero al telefono! >> Oreki era davanti alle scale che portavano in cucina, di sotto, dove c'era Tomoe. Si era leggermente chinato per vedere che faceva sua sorella: si stava preparando una spremuta. Yui era dietro di lui. Quando vide che Tomoe si era girata dall'altra parte, la bambina corse silenziosamente le scale per andare subito sotto il tavolo, a pochi passi dalla donna.

Ad Oreki mancò un battito. <<" Ma che diavolo fa?! >> pensò. << Così si farà scoprire!!!">>. Intanto Yui, schiacciata fra le gambe delle sedie la sotto, era scomoda, così per farsi un pò di spazio si spostò un pochino, facendo emettere uno scricchiolio.
<< Ma che cosa? >>
Tomoe si era girata e si stava chinando a terra per dare un'occhiata...quando un forte rumore rimbombò per tutta la casa facendola sussultare dallo spavento. Alzò gli occhi di fronte a sè, dimenticandosi completamente del tavolo e sgranò gli occhi. Pezzi di metallo. Sul pavimento. Sparsi ovunque. Anche di vetro. Una cover rossa spaccata. Uno strap volato chissà dove.

<<" Addio cellulare" >> pensò Oreki, che lo aveva letteralmente buttato giù dalle scale.

<< Oh mamma! Hotarou! Ti ci vorranno mesi per ricomprarne uno, lo sai? Dai, spostati, pulisco io. >> La giovane donna nel frattempo si era chinata per raccogliere i resti del defunto telefono, allontanandosi dalla cucina. << Ma tu oggi non avevi le attività al club? >> chiese con un'espressione che lasciava intendere: te ne sei stato a casa a girarti i pollici tutto il giorno. Mentre parlava, dietro Tomoe la piccola Yui era sgattaiolata fuori e Oreki sfruttò l'occasione per depistare la sorella con qualche scusa farfugliata, uscendo di casa e seguire la piccola.

<< Fiuuu, c'è mancato un pelo >> sospirò esausto. << Finalmente posso respirare, questo mi è costato troppa energia per oggi, ahhh... >>

<< Evvivaa!!!!! Ho vinto!! Andiamo, papà, il premio! >> Yui era contentissima, alzava le braccine in alto come se avesse appena vinto la partita più importante del mondo, come se fosse la prima volta che riceveva un premio e la preoccupazione che potesse essere scoperta in quella frazione di secondo non la sfiorasse nemmeno.

<< Si, si. >> Assentì il ragazzo, chiedendosi i che razza di guaio si era andato a cacciare. Tuttavia una promessa era una promessa, così entrambi andarono a mangiarsi un bel gelato con cacao e chili di panna sopra, la specialità più gustosa dell'intero quartiere.
Nel frattempo Chitanda aveva appena finito le ore al club, aveva salutato Satoshi e Mayaka, che erano tornati a casa insieme, e si era diretta verso l'uscita. Mentre camminava passò davanti allo spazio apposito per le biciclette.

<<" Me ne ero completamente dimenticata! Chissà che fine ha fatto la mia bici... chiederò a Oreki-san di pensarci un pò su" >> pensò, e si diresse a casa. Arrivata davanti al portone di casa sua aprì, entrò e disse ad alta voce: << Sono a casa! >> ... nessuna risposta. Camminò fino al salotto dove, sul divano, c'erano Oreki sdraiato con un braccio dietro la nuca e una mano appoggiata sulla testa di Yui, che gli dormiva beatamente abbracciata sul petto . Erano adorabili! Chitanda non potè fare a meno di sorridere alla vista di quelli che, a primo sguardo, parevano padre e figlia ( senza contare l'età). Andò in camera e prese una coperta in modo da coprire i due, si avvicinò loro e disse:

<< Vi siete divertiti tanto oggi, eh? >> Si voltò verso il tavolo per appoggiare la cartella, quando si accorse che sopra c'era qualcosa. << Eh? e questo cos'è? Waaaaaw.. >> si avvicinò e notò con curiosità che sopra vi erano un piatto pieno di pasticcini colorati, di tutti i tipi! Alla frutta, con la panna, al cioccolato, quelli al Wishky ( che le piacevano tanto ) e altri. Accanto vi era un disegno di una bambina che sorrideva e che teneva per mano una persona simile a lei, con i capelli lunghi e neri e dall'altra un ragazzo coi capelli corti e marroni. Vicino c'era scritto: la mia famiglia, scritto da Yui e sui pasticcini c'era un biglietto pieno di disegnini e con su scritto: bentornata mamma, con la scrittura del ragazzo che ora dormiva sul divano. Il cuore prese a batterle così forte che pensò addirittura che la potessero sentire, mentre un calore piacevole le imporporò le guance. Chitanda non poteva far altro che sentirsi felice a tal punto che gli occhi presero a pizzicarle. Si avvicinò alla sua piccola bimba e le accarezzò una guancia, Yui sorrideva. Poi si avvicinò a Oreki, lo guardò, e con coraggio e un pò di esitazione, gli diede un veloce bacio sulla guancia. Imbarazzzata e col rossore che le bruciava le orecchie, si allontanò lanciando un'ultima occhiata ai due addormentati sul divano. Sorridente e travolta da una strana sensazione di ansia e pace contemporaneamente, si voltò verso la cucina, si mangiò un pasticcino e andò a dormire. Anche Oreki sorrideva.

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Capitolo 4
*** Febbre d'amore ***


CAPITOLO 4

FEBBRE D'AMORE

<< Aiah... che mal di testa... ma che..? >>

Oreki si era appena svegliato. Si trovava in una posizione a dir poco scomodissima e davanti alla faccia si era ritrovato una schiena. Yui gli si era letteralmente rovesciata addosso e aveva testa e braccia che penzolavano dal divano.

<< Ma dove so- >> Non fece in tempo a finire che s'accorse della situazione << Aspetta... mi sono addormentato sul divano di Chitanda? Ohii... >>

Nel frattempo Chitanda si era svegliata e, raggiunto il salotto dove riposavano i due, non fece in tempo a trattenere una risatina alla vista di Oreki che si stava schiacciando sotto il peso della piccola che pareva una scimmietta. Poi ritrasse lo sguardo e lo posò sul pavimento, sentiva le guance calde.

POV CHITANDA

<< "Non riesco a dormire.. ma che ho fatto? Perchè l'ho fatto?">>

Chitanda continuava a pensare al bacio che aveva dato a Oreki e non riusciva a darsi una spiegazione del fatto che, ogni volta che ci ripensava, avvampava e si agitava.

<<" Mh-mh, si è preso cura di Yui, è per questo" >>.

Così si addormentò con questa convinzione. Il giorno dopo si alzò e vide Oreki che si trovava in difficoltà con Yui addosso, erano troppo divertenti! Poi quando Oreki si girò verso di lei si era improvvisamente sentita come quando hai la febbre: sentiva caldo e freddo assieme e si sentiva le gambe molli, così abbbassò lo sguardo.

<< Hoy, tutto bene? Chitanda? >> chiese Oreki, appena vide che stava arrossendo.

<< E-eh? aaah si, si tutto a posto! >> rispose in fretta e affannosamente. Era un pò strana.

Nel frattempo Yui s'era svegliata e, saltando giù dallo stomaco di Oreki, ( che nel frattempo si stava crogiolando nel dolore a causa del tonfo dei piedi della piccola) corse ad abbracciare la mamma. << Mamma!! >>

Chitanda l'avvolse tra le sue braccia, sorridendo caldamente. << Buongiorno Yui! Come stai? >>

<< Mmhmmh, benissimo! Ieri papà ha giocato con me! >> disse tutta sorridente.

<< Ah, davvero? >> Chitanda alzò lo sguardo violetto e luccicante su Oreki, il rossore le dipingeva lievemente le guance pallide. Sinceramente non se lo aspettava proprio da Oreki, che intanto si era alzato e li stava raggiungendo.

<< Ah, si... abbiamo passato una giornata.. stancante >> ammise sospirando. Chitanda gli sorrise.
Quando poi si misero tutti e tre a tavola a fare colazione, Chitanda iniziò a comportarsi stranamente...

<< Mamma? >> Yui guardava Chitanda preoccupata che stava con gli occhi mezzi socchiusi e respirava affannosamente. Tutto a un tratto cadde dalla sedia con un tonfo che fece scoppiare a piangere Yui. << Mamma!!! >>

<< Chitanda! >> Oreki si era alzato di scatto e aveva fatto appena in tempo a prenderle la testa. Così le mise una mano sulla fronte: << " Scotta! ">>, non sapendo assolutamente come comportarsi di fronte a quella situazione la prima cosa che gli venne in mente di fare fu di prenderla in braccio. Si mise a vagare con un lieve strato di panico addosso per cinque minuti, alla ricerca di una stanza. Quando la trovò mise Chitanda sul letto, la coprì e andò in cucina, si guardò attorno spaesato, poi trovò un panno e lo mise sotto l'acqua, quando tornò c'era anche Yui che singhiozzava tenendole la mano. Oreki le rivolse uno sguardo, incerto sul da farsi. Poi le parlò. << Yui non piangere, mamma sta bene, ha solo un pò di febbre, ma se piangi non guarirà e sarà triste >> La bambina dai lunghi capelli corvini lo guardò smarrita, ma smise di piangere e aiutò Oreki a metterle il panno bagnato sulla fronte. Quando finirono andarono entrambi vicino a Chitanda: era rossa sul volto, aveva la fronte imperlata di sudore e respirava affannosamente.
<< Yui... >> disse con un soffio di voce.

<< Mamma... >> Yui stava per rimettersi a piangere.

<< Chitanda... >>...

POV HOTAROU
"Aveva la febbre alta. Quando è caduta di scatto dalla sedia ho sudato freddo, ma poi sono riuscito ad orientarmi a casa sua e a trovare il necessario per "curarla"... Adesso siamo qui, io e Yui, che la fissiamo senza far niente.. aaahhh.... non so che fare... però... mi sono spaventato... "

La giornata passò in fretta. Dal momento che in casa non c'era nessuno e così sarebbe stato per i prossimi giorni, Oreki saltò la scuola per prendersi cura dell'amica. Fra cambi di panni imbevuti d'acqua e Chitanda che diceva qualche parola ogni tanto a Yui per tranquillizzarla arrivò l'ora di andare al club, ma ovviamente Oreki non ci andò.

<< Sei sicuro, Oreki-san? >> gli chiese Chitanda mentre sorseggiava un te caldo che gli aveva appositamente preparato, seduta a letto.

<< Va bene... tanto mi sono dato per malato. >> le rispose con voce atona, mentre posava lo sguardo sulla bambina accucciata sul letto accanto a Chitanda, che nel frattempo le accarezzava i capelli distrattamente. << "Anche se non credo che Satoshi ci creda fino in fondo"... >> aggiunse, anche se Chitanda questo non potè sentirlo..

<< Ascolta, Oreki-san.. >>

<< Cosa? >>

<< Yui adesso è molto più confidenziale con noi, prima non ti si avvicinava nemmeno e adesso ci chiama come i suoi genitori... >>

<< Si.. dove vuoi arrivare? >> chiese, nonostante avesse già intuito tutto.

<< Non credo che, per quanto vorrei starle accanto, potremo tenerla ancora per molto... in fondo ci sarà qualcuno che la starà cercando... è qui da quasi tre giorni e non sappiano ancora nulla di lei tranne il suo nome...qualcuno sarà molto preoccupato... >>

<< Ha detto che non si ricorda... in questi giorni ho provato a farle delle domande ma mi dà sempre la stessa medesima risposta, senza contare il fatto che appena nominiamo polizia o carabinieri si mette a strillare e a piangere. >>. Chitanda gli rivolse uno sguardo stanco.

<< ...Oreki-san, cosa facciamo? >>

<< Non lo so, per ora posso provare a domandare in giro se qualcuno ha disperso una bambina; è il massimo che possiamo fare. Tu ora dormi, dovresti riposare se vuoi stare meglio. >> disse alzandosi.

<< Si, hai ragione. >>

E con le stesse preoccupazioni che assillano la mente sua e di Hotarou, si addormentò.

Il giorno dopo Chitanda si svegliò con accanto Oreki che dormiva su una sedia vicino al letto e Yui, che invece dormiva con la testa appoggiata accanto alla sua e il corpo per terra. Si sentiva leggera, fresca, e si accorse che si erano presi prorpio ben cura di lei.
<<" Ehh.. sarò stata un peso... devo ringraziarli in qualche modo!" >> .
Dopo essersi alzata si fece una doccia, attenta a non svegliare i due, e una volta preparata scrisse un biglietto per dire che usciva, che stava bene e che sarebbe tornata sul tardi pomeriggio. Le era venuta un'idea.
<< Oggi è domenica, quindi ho abbastanza tempo. >> disse sorridente e uscì.



<< Ma cosa diamine...? >>

Oreki, alla vista del biglietto, non sapeva cosa dire, non sapeva se essere infastidito o arrabbiato o semplicemente sollevato. Forse provava un pò tutto insieme. Invece Yui lo guardava indecisa e poi gli chiese: << Mamma? >>
Oreki, che era ancora rimasto nel mondo dei sogni, non aveva sentito la voce della piccola, che gli ripetè la domanda una seconda volta. A quel punto tornò con l'attenzione verso di lei. << Ah... niente... è solo che, visto che è guarita, voleva respirare un pò d'aria fresca ed è uscita, ma presto tornerà. >> le rispose, poco convinto, <<"Spero">>.



Chitanda era al centrocommerciale, aveva chiamato Mayaka e adesso la stava aspettando. Come se le avesse appena letto i pensieri, Mayaka spuntò dal nulla, agitando una mano per farsi riconoscere fra la gente.
<< Chiii-chaaan!! >> eccola lì, in camicetta rosa e pantaloncini corti.

Chitanda ricambiò il saluto, agitando una mano a sua volta. << Ah, Maya-chan! >>

La ragazza la raggiunse. << Ho letto il messaggio che mi hai mandato poco fa, ma come mai volevi vedermi? Non che non voglia ma.. >>

Chitanda la interruppe farneticando di fretta. << Ecco.... è una cosa importantissima, mi serve il tuo aiuto... >>

<< Sarebbe? >> le chiese la ragazza incuriosita con un sorriso accogliente.

<< Ecco... il problema è questo... devo ringraziare una persona a cui sono molto grata... ma non ho la più pallida idea di che fare, eh-eh.. >> Non sapeva nemmeno lei perchè aveva omesso che la persona in questione era Oreki-san, ma non perse tempo a pensarci.
Mayaka la guardò ammiccando, con un sorriso che fece venire i brividi all'amica. Poi la prese per un braccio, trascinandola per i negozi sorridendo.




<< Papà... >> La bambina camminava sorridente, saltellando ogni tanto.

<< Si? >> camminava anche lui, ma non sorrideva

<< Dove stiamo andando? >> erano in un parco.

<< Al parco. >>

<< Ah... >> Yui sorrise, era comunque felice.

Era da mezz'ora che camminavano per i vialetti di un parco-giochi. Non lo stesso parco vicino casa, era un parco un pò più lontano. Era più grande e pieno d'erba e alberi e cosparso di vialetti che portavano in giro per tutta l'area. Al suo interno vi era una specie di riserva, vi erano il laghetto coi cigni e le papere e il laghetto delle tartarughe.

POV HOTAROU

" L'avevo portata in un parco dove c'era anche l'area bimbi. Le stavo lanciando delle occhiate mentre camminavamo per i vialetti stretti per mano. Sicuramente agli occhi dei passanti sembravamo fratello e sorella. Yui saltellava e sorrideva e ogni tanto canticchiava una canzoncina che probabilmente avrà sentito da Chitanda. Piuttosto, Chitanda dove diavolo era finita? Era tutto il giorno che provavo a mandarle delle mail ma non ha mai risposto."

<< Senti Yui, ti va se andiamo al bar a mangiare qualcosa? >> le chiesi, giusto per far qualcosa oltre a camminare senza meta, mi dissi, ma sapevo che l'unico motivo era perchè non volevo spendere ulteriori energie. La bambina invece sembrava tutto il contrario. Per Yui fare qualsiasi cosa andava bene e ne era entusiasta, a patto che quel "qualsiasi cosa" non fosse stare fermi.

E infatti il suo viso si illuminò. << Si!! >>

Entrambi erano andati assieme in un bar: più che altro si trattava un chioschetto con tavolini e sedie all'aria aperta. Poco dopo c'era un'area attrezzata per i bambini, con accanto il laghetto delle tartarughe. Yui moriva dalla voglia di andarci.
Hotarou lasciò andare un lungo sospiro mentre architettava un piano per tornarsene a casa il prima possibile ma facendo in modo che la bambina si fosse divertita abbastanza. << "Piuttosto... vorrei tanto sapere cos'è venuto in mente a Chitanda: andarsene così dopo che ha avuto la febbre..." >>

I due erano seduti in un tavolino all'aperto, l'uno di fianco all'altro mentre si godevano il sole tiepido di quel pomeriggio. O, meglio, Yui se lo godeva mentre Oreki cercava di sfuggire dal caldo sorseggiando una bibita fresca.

<< Papà! >> si sentì chiamare.

<< Si? >>

<< A cosa pensi? >>

Colto in fragante, Oreki fece una smorfia chiedendosi come diavolo facesse quella bambina a intercettare i pensieri altrui. <<"Sembra che abbia un qualche sesto senso... ">> pensò infatti.

Mentì. << Non penso a niente >>

<<" Scusa, Yui " >>

<< Dov'è la mamma? >>

<<" Eh.. a saperlo..." >>

<< Non lo so. >>

Le scure pupille della bambina si riflettevano nello sguardo verde del ragazzo. << Ti manca? >>

Pfffff!!!!!! In quel momento Oreki fece quasi per sputare tutto il caffè freddo che aveva in bocca. Ma che razza di domanda era? Certo... avendoli presi per i suoi genitori...era abbastanza sveglia per avere sei anni.

<< Ecco.... Chitanda è solo uscita un attimo..>>

<< "Meglio cambiare discorso...">> pensò, di nuovo preso in contropiede da un'altra situazione insolita. Negli ultimi giorni ne stavano capitando parecchie, di cose insolite.

 << Piuttosto tu, Yui, davvero non ti ricordi niente? se hai una casa? Una famiglia? I tuoi genitori?...>> tentò Oreki, ricevendo solo silenzio.

<< ... >>

Yui si era rabbuiata. Aveva lo sguardo perso, come se stesse cadendo sotto shock, era come se le stessero riaprendo una ferita.

<< Ecco... >> Per una bambina non sarebbe stato facile dirlo, lo si vedeva lontano un miglio, ed Oreki se n'era accorto.

<< No, non fa niente, non devi per forza dirmelo adesso, ma se ti venisse in mente qualcosa, dillo. >> Oreki cercò di aggiustare la conversazione in modo da non ferire più Yui, che però sembrava come incerta.

Ciò che si lasciò sfuggire Yui dalle labbra era niente più che un sussurro. << Tu e mamma non mi volete più? >>. Adesso i loro occhi si stavano riflettendo l'uno nell'altro, e Oreki rimase interdetto. Yui era strana. Non aveva più quello sguardo indifeso, anzi, era come se una strana luce avesse avvolto quei grandi occhi, sembrava pienamente cosciente e sicura di ciò che diceva, non si addiceva per niente a una bambina di sei anni. Oreki, che non si lasciava sfuggire niente, si era come incupito... nel senso che non si sarebbe mai aspettato di affrontare un discorso del genere con una bambina così.... piccola. Era inverosimile ciò che gli stava accadendo. Così, facendosi un'esame di coscienza e analizzando accuratamente la situazione, le diede una risposta.

<< Certo che ti vogliamo, Yui, ma sai che non siamo i tuoi veri genitori. Tuttavia hai visto tu stessa quanto ci siamo divertiti insieme io e te, e quanto bene ti vuole Chitanda. Tu lo sai, non è vero? >>

POV HOTAROU.

Non ne ero sicuro, ma avevo delle ipotesi su cosa stava succedendo. La prima impressione era stata sicuramente quella di una bambina scappata di casa, ma dovevo ricredermi. Da come parlava, da come stava affrontato questo argomento, anche le sue espressioni.... era ovvio che era stata abbandonata o peggio... era scappata da un orfanotrofio. Ero riuscito a capire, dai suoi atteggiamenti, che non era la prima volta che affrontava un discorso del genere, e questo mi porta a pensare sempre di più all'ipotesi dell'orfanotrofio. Il fatto che possa aver partecipato a diverse riunioni per essere adottata le ha fatto crescere in sè un atteggiamento quasi adulto, ma non credo per niente che vada bene a una bambina, sarà stata sicuramente adottata da una famiglia che non è riuscita a crescerla nel modo giusto, magari avrà avuto norme severe, ed è scappata. Per ora è solo un'ipotesi, ma se è giusta, e spero vivamente che non lo sia, allora credo veramente che sia meglio tenerla ancora un pò, almeno il tempo necessario per capire cosa le sia successo veramente, senza ferire nessuno...

<<" Accipicchia, avrai avuto un passato incasinato, Yui...">> mentre pensava al ragionamento appena fatto rivolse uno sguardo veloce alla piccola, ancora seduta con lo sguardo più buio della notte, ricoperta di briciole della merendina appena consumata. Hotarou, in un muto avviso, le annunciò cosa avrebbe fatto da lì in poi.

<< Puoi rimanere qui con me e Chitanda tutto il tempo che vuoi, tanto non hai fretta di andar via, no? >> L'ultima cosa che le aveva detto le pronunciò con tono complice, cercando un qualche tipo di reazione da parte della bambina che potesse aiutarlo a confermare le sue ipotesi.

Tutta via non ottene ciò che pensava. Yui, che fino a un attimo prima pensava che la volesse abbandonare, si ricredette e, sorpresa e felice, si lanciò letteralmente addosso ad Hotarou che per poco non si fece, di nuovo, cadere la tazza di caffè (che non aveva ancora finito) urlando contenta.

<< Grazie!! Papà!! Ti voglio bene!! >> era felicissima mentre lo strozzava con le braccia avvolte attorno al collo, ma a parte quel dettaglio lo sguardo stupito di Hotarou si trasformò in un'espressione rilassata e felice. Così assieme tornarono a casa.

..... UN'ORA DOPO .....

Yui: << MAAMMAA!!!! >>

Chitanda: << Yui-chan!! >>

Oreki: << Chitanda... >>

Oreki e Yui erano appena tornati a casa che videro Chitanda, con gran sopresa di Hotarou, in cucina che farfugliava qualcosa da sola con in mano una scatoletta rossa. Poi si girò e, accortasi di chi aveva dietro, corse ad abbracciare la bambina.

<< Yui-chan!!! Bentornati! Ti sei divertita oggi con Oreki-san? >> chiese sorridendo prima a lei e poi al ragazzo, che si sentì lievemente a disagio e imbarazzato.
La mini copia di Chitanda saltellò allungando le braccia verso la ragazza. << Si!!! >>

Hotarou era perso nella confusione. L'ultima volta che aveva visto la ragazza, la sera prima, era grondante di sudore con la febbre alta, poi da quella mattina si era volatilizzata nel nulla e, adesso che ce l'aveva davanti, non sapeva esattamente cosa dire. << Eh... Chitanda.. >>

Chitanda spostò la sua attenzione da Yui al ragazzo che aveva di fronte, improvvisamente in imbarazzo. << Ti chiedo scusa, Oreki-san! >> disse affannata piegandosi in avanti, in segno di scuse. << Non vi ho avvisato stamattina che sarei uscita presto. >>

Se possibile Oreki iniziò ad agitarsi di più, chiedendo alla ragazza di alzarsi. << Ah, no...non fa niente >> le disse a tono basso. <<" Almeno sei tornata a casa.">> pensò in un sussurro che a malapena percepì lui stesso.

Yui, che stava passando in rassegna lo sguardo dall'uno all'altro, si aprì in un sorriso sornione. << Papà era preoccupato per te, mamma! >>

La ragzza si voltò a guardare la bambina. << Eh? >>

Oreki rischiò un infarto. << Eh? O-oih! ... >>

<<" Ma che..!?">>

Chitanda, a quell'affermazione, aveva abbassato la testa arrossendo, anche se ogni tanto si lasciava scappare un sorriso appena accennato, mentre Oreki, anche lui un pò rosso, balbettava e dimenava le mani cercando di smentire ciò che aveva detto la piccola, ma le parole gli morivano in gola. Poi tutto a un tratto Chitanda si "risvegliò".
<< AH! A proposito, Oreki-san... >>

<< Eh? >> Oreki aveva smesso di balbettare e aveva puntato l'attenzione su Chitanda, che continuava a tenere tra le mani una scatoletta rossa.

La ragazza gli si avvicinò, un pò titubante. << Ecco..... in questi giorni ti sei preso cura di Yui-chan, e a un certo punto... anche di me >>. Intanto era leggermente arrossita.

i sentiva terribilmente a disagio. << Eh... aah... mmh, non fa niente >> le disse senza guardarla. << Non sei stata un peso. >>

<< Però!. ..>>

Oreki era stato preso alla sprovvista. << Volevo ringraziarti..... ecco! >>

Chitanda, abbassando la testa e allungando le braccia, diede la scatola a Oreki. Era una scatoletta di cuoio rosso, con un nastro blu che lo ricopriva. Non era molto grande, abbastanza da contenere una penna o un oggetto di piccole dimesioni.

Oreki la fissava sorpreso. << E' per me? >>

Chitanda gli rivolse un sorriso sincero. << ...si! >>

POV HOTAROU

Stavo prendendo la scatoletta dalle mani di Chitanda, che stava spostando leggermente lo sguardo verso di me. Poi, piano piano ho aperto la scatoletta: al suo interno c'era un bracciale di cuoio intrecciato con un piccolo pendente a forma di segno della pace.

<< Ho sentito dire che se lo indossi ti sentirai più tranquillo e più riposato. Ti sentirai in pace, visto che cerchi sempre di non spendere energie e che in questi giorni non hai fatto altro che occuparti di Yui-chan....>> mi disse allontanandosi di un passo, in attesa evidente di una mia reazione

La guardai, sinceramente sorpreso e..... felice. Non mi ero mai sentito così prima d'ora... Chitanda.. un regalo... non spendere energie... in quel preciso momento, non so perchè, mi era venuta una strana voglia di avvicinarmi a lei.

Oreki stava per dire qualcosa, ma non disse niente. Al suo posto, fece un passo avanti verso Chitanda.

<< Ti piace? >> La sua compagna di club lo risvegliò dal suo stato di trance, bloccandolo sul posto.

<< Eh? Ah! ....mh..si, grazie mille, Chitanda. >> le farfugliò, sperando che non notasse il rossore sulle sue guance. <<"Hoy, cosa diamine stavo per fare?!...">>

Chitanda lo guardò sollevata, regalandogli un altro sorriso. << Menomale! Sono contenta che ti piaccia! >>

A un certo punto, Yui, che continuava a passare lo sguardo dall'uno all'altro, s'intromise con fare lamentoso. << Maammaa!!! Paapàà!! E' tanto che vi fissate! Andiamo a mangiare? Abbiammo camminato tanto con papà oggi! >>

I due si voltarono, guardando la bambina imbronciata, entrambi divertiti. Oreki si rigirò la scatola in mano, poi se la mise in tasca. Il buon umore lo pervase, come gli accadeva raramente. Chitanda si voltò per andare in cucina. << Si, si! >> seguita da Yui che, con i pugni levati all'aria, reclamava cibo. Oreki le guardò, accennando un sorriso che lo sorprese.

E così i tre andarono a mangiare, e lui dormì di nuovo a casa loro. >>




SPAZIO ME: Ciaooooooo!!! Sono felice che abbiate letto fino a qui, mi stò impegnando davvero molto per questi capitoli e anche se non sono bravissima a scrivere spero di migliorare e che il testo vi piaccia! Dico giusto due informazioni: il parco in cui Oreki e Yui camminano esiste veramente e si trova a Torino, ci andavo con la mia famiglia da piccola! ^^ Eee....non ho la più pallida idea se vi piaccia o se sto andando malissimo, fatto stà che ho appena finito di revisionare i capitoli dopo due anni che non li toccavo e mi sono accorta, con orrore, che due anni fa non sapevo l'italiano. Il che non è cambiato molto maaa... si insomma stò migliorando tutto dal punto di vista ortografico, compresi i dialoghi. Per chi aveva già letto la fanfiction, spero che apprezzi i cambiamenti (molto leggeri) ma se ci sono problemi o cose da segnalare ditemelo pure! Farò in modo di rimediare! Grazie mille per aver scelto la mia fanfiction!


La vostra fedele Cuoredoro.

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