La mia grande e felice famiglia RPG

di Le Cicche
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ciao, io sono Elson ***
Capitolo 2: *** Quella strana e maledetta galleria ***
Capitolo 3: *** Welcome to my world ***
Capitolo 4: *** una via d'uscita ***
Capitolo 5: *** Matrimonio al Mogeko castle ***
Capitolo 6: *** Un buon modo per infrangere le speranze ***
Capitolo 7: *** Una normale giornata in casa Drevis ***
Capitolo 8: *** Cerchi rissa, bro? ***
Capitolo 9: *** Maledizione alla maledizione ***
Capitolo 10: *** Sacrificio ***
Capitolo 11: *** Un momento imbarazzante ***
Capitolo 12: *** Ma questa non doveva essere una festa di compleanno? ***



Capitolo 1
*** Ciao, io sono Elson ***


La mia grande e felice famiglia RPG

 

Ciao a tutti, il mio nome è Elson. Ho 19 anni e vivo in una sperduta regione della Germania, in un posto in cui non sembra passare mai nessuno se non dei poveri sfigati che…no! Procediamo con calma! Rincominciamo…dicevo…mi chiamo Elson Drevis, vivo in Germania assieme alla mia famiglia, una particolarissima famiglia. Io? No io sono un ragazzo normalissimo, forse solo un po’ distaccato dal mondo, ma vi renderete conto che vivendo con una famiglia così o ci si estranea da tutto, oppure si arriva alla pazzia.
Mia madre è morta l’anno scorso…nessuno sa come. Comunque ora il suo fantasma gira per la villa riportando in vita tutti
I CADAVERI che vi si trovavano. “Cadaveri in una villa?” vi starete chiedendo “ma quanti vuoi che ce ne siano?” eeeeeh molti credetemi! Mio padre è una specie di scienziato pazzo che fa esperimenti su vagabondi che raccoglie per strada. Bello vero? E vi chiedete perché io sono associale? Chi vorrebbe mai essere mio amico! Ah dimenticavo, ho anche una sorellina di 11 anni, si chiama Aya, è carinissima, ha capelli lunghi e neri e occhi blu…ha solo un piccolo difetto…vuole seguire le orme di papà.
OOOK! La storia della maledizione di mamma si è risolta nel giro di una notte e ora siamo tornati a essere una famiglia
FELICE anche con mamma che non se ne vuole andare perché deve proteggermi. Lo trovo molto carino…ma detto tra noi, da cosa dovrebbe proteggermi?...anche se papà l’altro giorno si è messo a farmi un discorso sul quanto sarebbe bello se la mia bellezza durasse in eterno, se i miei capelli biondi potessero essere sempre così, come anche i miei occhi azzurri e il mio bel visino, e il fatto che l’unico modo per farlo sarebbe stato trasformarmi in una bambola…ma sono sicuro scherzasse AHAHAHAH VERO?
Beh ora avete un’idea generale della mia famiglia, vi presenterò anche i miei cugini e zii appena sarà necessario, ma come detto prima procediamo con calma, ho molte storie da raccontarvi; quindi sedetevi comodi, mettete la luminosità dello schermo come meglio preferite, procuratevi delle patatine e spero che le avventure della mia famiglia possano piacervi!

 
By Elson Drevis

 

14 LUGLIO 2014
Sono appena le sette e mezza, visto che siamo in piena estate non dovrei pensare nemmeno ad alzarmi, ma qualcuno bussa alla mia porta con troppa insistenza. –Chi è?- biascico con un tono da bimbo a cui hanno strappato le caramelle. –padroncino Elson, vostro padre vuole parlarvi con urgenza!- Io non rispondo e ficco la testa sotto il cuscino, sento bussare di nuovo –padroncino! Avete sentito? Posso entrare?-
-
NO!-
Sbattendosene altamente della mia risposta Maria, la nostra cameriera e aiutante di papà, entra in camera mia spalancando le finestre e canticchiando la sua solita canzoncina –
ESAUDISCO TUTTO Ciò CHE VUOLE, FACCIO QUESTO SOLO PER LEI DOTTORE- Quella canzone ha il potere di mettermi in soggezione. Tiro fuori la testa da sotto il cuscino e mi siedo sul letto fissando Maria mezzo addormentato; lei mi guarda e scoppia a ridere coprendosi compostamente la bocca con la mano. –Sembrate un galletto con i capelli sparati in aria! In ogni caso…è meglio che vi muoviate, vostro padre richiede la vostra presenza alla svelta, ha già tirato fuori la motosega!-
Quando papà tira fuori la motosega bisogna correre…
Mi getto giù dal letto passandomi una mano nei capelli scompigliati per dargli almeno una forma decente; comincio a sfilarmi i pantaloni del pigiama per cambiarmi e scendere da mio padre, quando faccio caso a quel
PICCOLO PARTICOLARE. Mi volto con la testa verso Maria e le lancio uno sguardo di rimprovero.
-Ti dispiace?-
-No affatto…-
Alzo un sopracciglio senza staccare le mani dall’elastico dei miei pantaloni. Maria continua a fissarmi con le mani allacciate davanti alla gonna. –Maria!-
-Si?-
-Mi dovrei cambiare-
-Oh si certo! Vuole una mano?-
-
NO, SICCOME NON SONO UNO SPOGLIARELLISTA MI PIACEREBBE POTERMI CAMBIARE DA SOLO SENZA NESSUNO CHE MI FISSI!-
-Oh certo! Mi perdoni!-
Appena Maria esce dalla stanza mi spoglio e mi rivesto a tempo record; esco di camera correndo e andando quasi a sbattere contro la parete di fronte; tutto questo mentre mi infilavo con una mano la camicia nei pantaloni.
Arrivo nella sala da pranzo al piano terra e li trovo tutta la mia
ADORABILE famiglia. Mia madre svolazza a qualche centimetro sopra una sedia mentre osserva mio padre giocare con la sua colazione. Aya sta inzuppando i biscotti al cacao nel latte con lo sguardo perso. Maria deve avermi preceduto e ora sta servendo il caffè a mio padre, accanto a lei c’è Dio (lui è uno di quei cadaveri che vi dicevo sono stati riportati in vita da mia madre, visto che sia lei che Aya si sono affezionati tantissimo a lui ora fa da cameriere assieme a Maria)…bravo ragazzo, basta non fissare troppo la sua parte destra della faccia.
Mio padre si è accorto di me ed è saltato in piedi tagliando un pezzo di tavolo con la motosega. –Elson, eccoti qui! Ho una notizia importante da darti! Mi è appena stata recapitata una lettere che dice che siamo invitati tutti quanti all’inaugurazione della galleria d’arte di Guertena…te lo ricordi lo zio Guertena?-
-Vagamente, ricordo bene i figli però.-
E chi se li dimentica? I mei cugini di terzo grado, i figli dello zio Guertena, si chiamano Garry e Mary, sono entrambi due talenti artistici incompresi…e posso capire il perché. Di loro ricordo soprattutto le rose blu e gialle, caramelle al limone, spatole da pittore e manichini…
TANTI MANICHINI.
-Quindi dobbiamo andarci per forza?-
-Certo- Mi risponde mio padre euforico. –Sarà un’occasione per rivedere tutta la famiglia!-

NO! VI PREGO NO! NON TUTTA LA MIA FAMIGLIA! È UNA COSA CHE VA OLTRE LA MIA SOPPORTAZIONE MENTALE.
-Ma padre…-
-Sssssh niente “ma”, ci andiamo e basta! Poi qui ci sono due notizie, una bella e una brutta. La brutta è che sfortunatamente quel buono a nulla del postino ci ha recapitato la lettera in ritardo, così ora abbiamo poco tempo per prepararci visto che la mostra è tra due giorni! La bella notizia è che ora quel postino non causerà più danni visto che è steso sul lettino giù nel mio laboratorio!-
Aya scoppia a ridere euforica –papà posso trasformarlo in una bambola?-
-Certo amore mio, tutto quello che vuoi!-
Mi lasciò cadere su una sedia e Dio mi serve la colazione in silenzio tombale…ahahah no sul serio, stiamo seri.
Mentre salgo le scale per tornare in camera a fare le valigie Aya mi raggiunge e mi salta sulle spalle allacciandomi le sue piccole braccia al collo –Hey fratellone sei felice di andare a trovare gli zii?-
-Si molto- Ok, ho mentito.
-Anche io! Rivedrò tutti i nostri cuginetti! Non vedo l’ora di poter giocare di nuovo con loro!-
-Sono sicuro che anche loro saranno molto felici di giocare con te!-
-Lo pensi davvero?-
-Perché non dovrei?-
-perché io voglio fare il lavoro di papà e tu non lo accetti.-
Mi schiarisco la voce e faccio scendere Aya dalle mie spalle per farla sedere sul suo letto, visto che siamo arrivati in camera sua. –Ascolta tesoro mio, papà fa del male alle persone, so che magari il suo lavoro può sembrare affascinante ma non è eticamente corretto seguire le sue orme, non è così che ti costruirai un futuro. Ok?-
Lei mi sorride radiosa –Non ha capito niente di quello che hai detto.-
Devo avere la troll face, non vedo altre possibilità.
-fratellone…-
-Dimmi-
-Hai degli occhi bellissimi! Me li presti per la bambola che sto facendo?-
-
NO. Fai le valigie Aya, ci vediamo dopo, ok?-
-Ok- Mi risponde lei offesa. Brava bimba!
Terminate le valigie tutti quanti le portiamo in cortile, pronti per partire, Mentre papà e Maria controllano di aver preso tutto, e mamma saluta i suoi zombie, io, Aya e Dio aspettiamo all’entrata. Qualcuno si avvicina alla nostra villa. Chi sono quelle due pazze che si stanno avvicinando a Villa Drevis di loro spontanea volontà? Probabilmente non sanno che qui ci abita mio padre…
Una delle due ragazze sventola una mano per attirare la mia attenzione. –Elson! Siamo arrivate!-
Non ci posso credere…
-Viola?-
-CIAOOOOO!-
Viola e Ellen sono le nostre cugine di primo grado, orfane…si come la metà delle persone nella mia famiglia, e che vivono sole in una villa mega galattica ma ancora più inquietante della nostra…con un gatto nero di nome Yo. Viola è solare e allegra, Ellen…l’esatto opposto, in più è pure una strega. Vi state iniziando a chiedere che razza di gente conosco vero?
AHAHAHAH ME LO CHIEDO ANCHE IO.
Ellen accelera il passo e corre ad abbracciarmi –Cuginetto!- Wooo fermi tutti! Vi ho appena detto che Ellen non è affatto amichevole e questa viene qui ad abbracciarmi e a farmi passare per cretino? –Ellen…come simo…solari!-
Lei mi lascia e assume un’espressione turbata. –Scusa a dire il vero io sono Viola.-
Ok…ora sono confuso sul serio.
-Che vuoi dire?-
Viola ( o almeno quella con le sue sembianze) mi si avvicina gongolando.
-Non mente sai? Io sono Ellen! Ho fatto un incantesimo per scambiare i nostri corpi…fino a domani. È solo un esperimento.- Poi se ne va ridendo diabolicamente.
Viola, la vera intendo, mi guarda dubbiosa –Dimmi che non solo io ho il sospetto che non rivedrò mai più il mio corpo!-
-Ahi!-
-già…-
Mio padre esce in cortile con una valigia enorme da cui cola una sostanza rossa…non voglio sapere cos’è.
-Viola, Ellen, ben arrivate! Siete pronte a partire?-
-Certo zio!-
-Benissimo! In macchina! Guida Maria e io mi siedo di fianco! L’ultimo che sale è un Mad father!-
Sarà una luuuuunga
RIUNIONE DI FAMIGLIA!
 

 

 

 

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Capitolo 2
*** Quella strana e maledetta galleria ***


Quella strana e maledetta galleria

 

Hey, ciao a tutti! Siete tornati a leggere? Meno male! Almeno con voi avrò qualcuno di normale con cui sfogarmi…mi piace parlare con voi, sapete?
In questo momento sono seduto sull’aereo diretto in quel luogo sconosciuto (non so davvero dove stiamo andando) in cui lo zio Guertena ha fatto costruire la sua galleria d’arte. Nel momento in cui ve ne siete andati noi stavamo per partire in macchina, ma papà si è accorto che non ci stavamo tutti, così siamo stati costretti a fare due giri e alla fine abbiamo pure perso l’aereo. Ci è toccato prendere il secondo. Il fatto che la valigia di papà è stata fermata alla dogana ha rallentato ancora il tutto…materiale
SOSPETTO era stato definito il suo contenuto…AHAHAH IMMAGINO.
Beh ora sono qui però, seduto in questi TATTICI posti a tre, esattamente nel mezzo tra Viola e Ellen. Aya è seduta dietro di me, tra papà e Dio…mamma non conta come passeggera, è un fantasma. Maria? A casa, qualcuno deve pure tenere in riga tutti gli zombie.
Le mie cugine sono zitte zitte, nessuna sembra avere intenzione di parlarmi, ne tanto meno di parlare tra loro, Viola è ancora arrabbiata perché rivuole il suo corpo. Annoiato appoggio il viso alla mano e un ciuffetto biondo mi cade sugli occhi; infastidito lo soffio via – è ora che ti tagli!-. Mai lo avessi detto! Una motosega mi passa a due millimetri dal naso, senza tagliarmi i capelli, ma facendomi venire un mezzo infarto. –PAPÀ-
-Dimmi Elson! Ho sentito che dovevi tagliare i capelli.-
-
SI MA NON IN QUESTO MODO!-

 
Scendiamo dall’aereo (non chiedetemi come mai nessuno ci ha fermato dopo l’improvvisazione di papà a barbiere) e troviamo ad aspettarci un ragazzo alto all’incirca un metro e novanta, occhi azzurri e capelli lilla con dei ciuffi viola scuro; sono quasi sicuro che sia…-Garry!- esclama mio padre accelerando il passo. –Ciao zio!- risponde questo.
Ci avevo visto giusto, il ragazzo in questione è Garry, mio cugino e figlio dello zio Guertena.
-è bello rivedervi!- dice Garry stringendo la mano a papà e eseguendo un lieve inchino con la testa a mamma, poi si accorge di noi “piccoli”. –Toh! Ma guarda un po’! da quanto tempo! Elson, sei cresciuto tantissimo!-
-Ciao Garry, anche tu vedo!-
-Si è vero, mi sono alzato di ben venti centimetri dall’ultima volta! E tu? Fatti guardare un po’…che hai di diverso?-
Aah non so lo…forse il fatto che essendo otto anni che non ci vedevamo io ero entrato nella pubertà…e anche uscito. –No…lo so! Come ho fatto a non notarlo!- Esclama Garry – Hai tinto i capelli?-
Silenzio.
-
NO. probabilmente è la barbetta incolta del mattino.-
-Si forse è quello!-
Garry va a salutare Aya, Ellen e Viola. –Dio mio! Che imbecille!- sussurro.
-Mi ha chiamato signorino Elson?- Una scossa di terrore mi attraversa la schiena, mi volto e vedo Dio a meno di cinque centimetri da me –No Dio…la mia era un imprecazione…vah beh, lascia perdere…non ti ho chiamato comunque!-
-ok-
Povero, a volte mi fa davvero pena, è solo un ragazzino a cui mio padre ha tolto la
POSSIBILITÀ DI CREARSI UN FUTURO, indipendente da noi se non altro.
-Aihaaaaa! No ferma che fai?- Mi volto e vedo Aya che tira Garry per il bavero del giubbotto –Belli! I tuoi occhi sono perfetti per la mia bambola!-
Sbuffo infastidito e con la calma che da sempre mi ha contraddistinto afferro mia sorella per i fianchi, staccandola da Garry e caricandomela in spalla. –Elson, lasciami!-
-Solo quando avrai imparato il detto “Guardare ma non toccare, è una cosa da imparare”. Allora Garry…dove ci porti?-

 
La galleria d’arte dello zio Guertena è immensa…si può sapere dove lo ha trovato il tempo di dipingere tutti questi quadri? Garry, super entusiasto, mi porta a fare un giro mostrandomi anche il padiglione dedicato alle opere dipinte da lui. –Wow Garry…hai un padiglione tutto per te?-
-Certo! E anche Mary, te lo mostrerà lei appena tornerà.-
Alle mie spalle compare Viola (sempre nel corpo di Ellen), facendo scappare a Garry un gridolino –Eeekh! Cosa sei tu?-
Viola sbatté due volte le ciglia sugli occhi dorati. –Vorrai dire
CHI sono io? Comunque sono Viola, tua cugina. Sai…mi hai salutato anche prima…-
-sono quasi del tutto sicuro che Viola non avesse i capelli viola.-
Prima che la situazione degenerasse decisi di cambiare argomento, o presto ci saremmo ritrovati ad ascoltare una lezione amatoriale di Viola sulla magia occulta di Ellen.
-Come mai Mary non è qui? Papà ci teneva tanto a vedere anche lui.-
-Arriverà presto, è andata a prendere una sua amica per portarla a vedere la mostra. Si chiama Ib!-
-Chi?- chiese Viola.
-L’amica di Mary. È un angelo castano con due meravigliosi occhi rossi…-
Cosa?
ROSSI? Oh santo cielo! MA TUTTE A ME CAPITANO?
-…è la mia musa ispiratrice!-
Garry si bloccò di colpo colpendo Viola al centro della fronte con una sberla.
-Aih, ma sei impazzito?-
-Scusa ma mi ero dimenticato di farvi vedere la mia opera migliore, e di solito quando ci si ricorda di qualcosa ci si colpisce in fronte con una mano.-
-Si Garry- dico io –ma si colpisce sé stessi.-
-Fa lo stesso, almeno ora hai un po’ di colorito in faccia, Viola. Sembravi una strega quasi morta.-
Garry si volta per condurci a vedere il quadro; Viola carica verso di lui e sono costretto a bloccarla, non si sa mai che con il corpo ha acquisito anche i poteri di Ellen.
-Ammirate!- dice Garry euforico. –L’ho intitolato “Io ho 20 anni e me ne sbatto le palle dei mali del mondo!”-
Una tela lunga due metri e alta uno ci osserva appesa alla parete; rappresenta un ragazzo la cui testa è tagliata fuori dalla tela e attorno è circondato da rose blu, bianche e oro. In lontananza si scorgono due figure irriconoscibili, ma si capisce che sono persone; il tutto ambientato in un corridoio buio e tappezzato di ritratti di donne dagli abiti colorati.
-Eeeeh che ne dite?- chiede Garry molleggiando sulle lunghe gambe asciutte. –Vi piace?-
-S….ss…ii? è particolare, sono certo che c’è dietro un significato simbolico, come il fatto della testa mancate…-
-Sono d’accordo- mi fa seguito Viola –Potrebbe rappresentare l’estraniazione del protagonista dal mondo popolato da soprusi…
E DA SORELLE CHE TI RUBANO IL CORPO.-
Garry alza le spalle sorridendo –In realtà la testa manca perché avevo finito la tela. Ma detta così suona meglio. Posso utilizzare le vostre parole come descrizione dell’opera?-
Gli avrei tirato un ceffone…o forse l’avrebbe fatto Viola, se la luce non si fosse spenta di botto.
-Che succede?- chiedo preoccupato. –oh no…non di nuovo.-
-Cosa Garry?-
-em…cuginetti cari…quanto vi preoccupereste se vi dicessi che ora siamo bloccati in una galleria d’arte parallela piena di sculture e quadri pronti ad ucciderci ad ogni nostro passo?-
Una risata nervosa mi ha colto…ops…-ihihihihihihihihihihihih molto….ma tanto stai scherzando…
VERO?- Mi sono appena accorto di aver detto l’ultima parola in tono psicopatico e allo stesso tempo minaccioso…da serial killer insomma.
-No no. È così! È già successo un paio di mesi fa, mentre stavo aiutando papà a mettere le opere in una galleria a Mosca. Però quella volta incontrai Ib e Mary solo dopo essere quasi morto…oooh Ib mi salvò, amore mio…eeemmhh…dicevo, se siete con me dall’inizio sarà più facile uscire.-
Voglio morire. Questo succede quando nasci normale in una famiglia come la mia. Penso di essere caduto in uno stato di paralisi dovuta allo shock, perché Viola mi sventola una mano davanti alzando poi le spalle a Garry. –Quindi ora che facciamo?- Domanda mia cugina.
-Semplice! Cerchiamo l’opera “abisso del profondo” e ci tuffiamo dentro!-
-Intendevo con Elson, povero, lui non è come noi, non è abituato a pensare in stile rpg.-
-Lo porto in spalla io!-
 

Non so cosa sia successo nel frattempo però ho ripreso conoscenza davanti ad un vaso con dentro tre rose: una blu, una bianca e una oro.
-Ben svegliato!- Viola mi sorride stringendomi la mano –Ad un certo punto abbiamo pensato di perderti, la tua rosa ha iniziato a perdere petali senza che nessuno la toccasse, per fortuna Garry ha trovato questo vaso d’acqua.-
-Ma che sta succedendo?-
Garry mi compare davanti sventolandomi la rosa bianca sotto il naso. –Elson! Proteggi questa rosa a costo della tua vita…anzi meglio…questa rosa
È la tua vita, se appassisce tu muori. Chiaro?-
-No-
-Fantastico andiamo!-
Viola mi aiuta ad alzarmi –Stai bene?-
-Si tutto sommato.-
-Meno male. Proteggi davvero la tua rosa. Ho capito che se perde petali tu ti indebolisci fino a morire. La tua rosa è molto bella, è bianca, la mia è dorata…non credevo esistessero.-
-In questo momento l’esistenza di una rosa oro è l’ultima delle mie preoccupazioni.-
Sono intrappolato in un mondo parallelo con mio cugino Garry (Viola posso sopportarla, ma Garry no) e a quando pare la mia vita è attaccata ad un fiorellino che senza acqua (a rigor di logica) non piò sopravvivere più di un paio d’ore…bella merda.

 TUTTO SOMMATO LA VILLA PIENA DI CADAVERI NON MI DIPIACE PIÙ TANTO.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
NOTE DELL’AUTRICE

Hei hei hei! Ciao a tutti! La mia infinita sbadataggine ha fatto si che nello scorso capitolo io dimenticassi le note dell’autrice…un applauso a me. -.-“ Ma eccomi qua a rimediare!
Il protagonista, Elson, è sempre lui! Se avete letto nostre altre storie lo riconoscerete, ma questa volta lo abbiamo privato di tutti i suoi poteri per renderlo una pecora bianca in un mare di pecore nere, poverino! In questo capitolo è apparso Garry finalmente! (ci ho provato più di una volta a fare Garry serio, ma mi risulta impossibile!) Nel prossimo incontreremo anche Mary e Ib. Per incontrare gli altri personaggi dovremo aspettare ancora un po’, ho intenzione di far rivivere ad Elson tutte le vicende dei videogiochi che hanno per protagonisti chi lo accompagna, cominciando da quelle di “Ib”. Spero davvero di avervi incuriosito, almeno un po’. ;)  Ricordo che sul canale di youtube CammiSmile troverete il video di presentazione per questa FF, il video ha lo stesso nome della storia "la mia grande e felice famiglia rpg"

Ringrazio magicadark007 e  mary1112 per aver inserito la storia tra le seguite e ThosoWairudo e Anown  per avermi fatto sapere il loro parere!
Ciao Ciao
Camilla

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Capitolo 3
*** Welcome to my world ***


WELCOME TO MY WORLD

 

Rassegnato all’evidenza che ormai non potevo scappare (ci avevo provato, credetemi!) decisi di seguire Garry per l’interminabile reticolo di corridoi della galleria. Viola sembrava molto tranquilla, camminava spensierata e di tanto in tanto annusava la sua rosa sorridendo dolce.
-Come fai a essere così tranquilla?- domandai io.
-Non lo sono, ma dopo aver vissuto in una casa come la mia non mi spaventa di certo una galleria che di inquietante ha solo le luci spente.- brava la mia cuginetta…io me la stavo facendo sotto invece. Mi sembravano ore che camminavamo, per arrivare
DOVE? Da nessuna parte! Ormai stravolto e abbastanza IRRITATO affiancai Garry per farlo rallentare. –Fermo! Si può sapere dove ci stai portando?-
-Fidati di me Cugy! Dobbiamo andare di qui se vogliamo uscire.-
Sospirai rassegnato, con Garry non si poteva avere una conversazione in cui il tuo parere valeva qualcosa.
Aprimmo l’ennesima porta colorata usando l’ennesima chiave dello stesso colore (tutte accuratamente nascoste e sorvegliate da quadri che appena ti voltavi aprivano gli occhi) e ci trovammo davanti il…volto di un gatto? Cosa? –Garry…ma che?-
-Uuuuh si!- esclamò lui –Per passare dobbiamo inserire la chiave a pesce in quella fessura.-
Mi sembrava inutile chiederlo ma…-Dov’è?-
-Boh!-
Viola mi prese un braccio stringendolo a sé. –ci sono due stanze, possiamo guardare di lì!-
Io annuii e silenziosamente noi due entrammo nella stanza a sinistra lasciando Garry davanti all’apertura per la chiava, tutto sorridente e a parlare da solo.
-Vedi un pesce?- chiesi guardandomi attorno. –sssiiii?-
-Non volevo una domanda, ma un affermazione!-
-Scusa, solo che un pesce lo vedo…ma è un quadro!-
Io scoppiai a ridere e Viola mi imitò –Qui non c’è niente, usciamo!-
Mentre ci dirigevamo all’uscita sulla parete apparve una scritta con la vernice gialla, apparve all’improvviso facendomi fare un salto di mezzo metro. –Waaah! Che…cosa?-
Viola lesse ad alta voce
VUOI GIOCARE A NASCONDINO? SE VINCI TI DARÒ UN PREMIO…ELSON
-Cosa? Ma come sanno il mio nome?-
-Io non mi preoccuperei di quello!-
Viola parlò indicandomi l’omino stilizzato nero sopra la scritta, questo si mosse e alle sua spalle apparve un'altra scritta “
NATURALMENTE HAI POCO TEMPO PER TROVARMI” una tendina rossa lo coprì e un orologio iniziò a ticchettare insistentemente. ANSIA.
-Elson, che facciamo?-
-Non lo so…cerchiamolo!-
Io e Viola ci separammo e iniziammo ad aprire tutte le tendine rosse che coprivano gli altri quadri. Per cominciare bene ne trovai uno con una donna nuda…si…ha gridato e tirato uno schiaffo facendomi perdere un petalo della rosa. NO! Ma non potevo perdermi d’animo, continuai la ricerca e mentre correvo le luci si spensero. –Ah!-
-Scusa Elson, colpa mia!- mi gridò Viola. Senza fermarmi passai al secondo quadro e aprendo la tenda rimasi pietrificato…ritraeva…me. Ero seduto su una poltrona rossa, vestito elegante, le mani appoggiate sulle gambe e intrecciate; ma la cosa che più mi inquietò fu il mio sguardo completamente assente, perso, inumano. –Vi…i…o…- cercai di gridare, ma mi uscì solo un sussurro smorzato. Continuavo a fissare quel quadro, inorridito eppure allo stesso tempo attratto da lui. Tutto attorno a me scomparve. Il “me elegante” si alzò dal quadro e mi tese una mano –
ELSON, VIENI CON ME!- Io scossi la testa. –CORAGGIO, SO CHE È QUELLO CHE VUOI…IO SONO  UN’OPERA D’ARTE, IO SONO ETERNO! NON VORRESTI ESSERE COME ME?-
-no…non lo voglio…mio padre lo desidera, ma non io!-
-
TU MENTI A TE STESSO.- mi rispose allungando sempre di più la mano fino a farla uscire dalla tela; era davanti a me, reale. Con tono ammaliante il ritratto continuò – LA TUA BELLEZZA ETERNA, COSÌ COME LA TUA GIOVINEZZA, NESSUNO NON LO VORREBBE.- ero ammaliato da lui, tentai in tutti i modi di oppormi, ma al fine allungai la mano sfiorando le sue dita.
-No, fermo!- Una forza mi tirò all’indietro e mi fece picchiare la testa al muro. Il dolore fu talmente forte che non mi sorpresi affatto di vedere un altro bel petalo candido della mia rosa farmi “ciao ciao”. –Elson, stai bene?- Riaprii gli occhi e vidi Viola davanti a me che mi spronava ad alzarmi –veloce, muoviti! Ho trovato il pesce andiamocene!- In mi alzai reggendomi la testa e gettando uno sguardo al quadro vidi “me stesso” uscire dalla cornice, era riuscito a liberare tutta la parte fino al bacino e allungava un braccio verso d noi
VIOLA, PERCHÉ LO FAI? VUOI UNIRTI ANCHE TU AL NOSTRO SPLENDIDO QUADRO?-
-Neanche se mi trascinassi qui mia sorella per le trecce!-
-
MOLTO BENE, ALLORA MUORI!- Con un ultimo strappo riuscì a liberarsi del tutto dalla tela e atterrò perfettamente in piedi davanti a noi. Io neanche a mettermici d’impegno ci sarei riuscito…eppure lui era me…
-
NON SPAVERNTARTI ELSON, HO BUONE INTENZIONI, VOGLIO STAR CON TE PER DMENTICARE TUTTO- Sarebbe stato anche carino e rassicurante se mentre lo diceva i suoi occhi non fossero spariti e non avessero iniziato a grondare sangue. –Elson, scappiamo!-
-Si, ottima idea!- Io e Viola ci mettemmo a correre verso l’uscita inseguiti dal “me senza occhi” che non la smetteva di dire frasi inquietanti. Mi voltai per vedere quanto fosse lontano e mi accorsi che anche il suo corpo aveva iniziato a disfarsi in sangue. Meno male che avevo deciso di non mangiare niente al rinfresco dell’inaugurazione, altrimenti ora avrei riversato tutto sul pavimento. Raggiungemmo la porta e la spalancammo mentre il “me sciolto in sangue” ci gridò –
NON CREDIATE DI POTER SCAPPARE, QUESTO È SOLO L’INIZIO. WELCOME TO MY WORLD!-
Uscimmo e ci chiudemmo la porta alle spalle ansimando. Non feci nemmeno in tempo a riprendermi del tutto che Garry si avvicinò e con sguardo offeso ci disse –Bravi! Io sono qui a pensare a come salvarci e voi ve ne andate in giro a divertirvi!- Cosa? Avevo sentito bene? Tutto il mio lato Dravis si stava risvegliando…per fortuna di Garry Viola gli saltò addosso mordendogli l’orecchio e mormorando –divertirci? Ti faccio vedere io come ci siamo divertiti!-
I miei cugini continuarono per diversi minuti quella ridicola scenetta dandomi il tempo di riprendermi dallo spavento. Ad un tratto un petalo blu si staccò dalla rosa di Garry finendo a terra; mio cugino dopo averlo visto si gettò sul pavimento piangendo a dirotto e sbraitando –Viola! Maledetta! Mi hai quasi ucciso! Che la maledizione delle bamboline blu ricada su di te!-
Io alzai un sopracciglio confuso –Che cosa sono le bambole blu?-
-Bambole con la pelle blu- mi rispose Garry tra le lacrime –Le troveremo presto…anche se spero di no.- Intanto Viola continuava a grattare con un unghia la testa di Garry.

 

 
Dopo aver capito che quei due non l’avrebbero piantata ancora per molto, decisi di cercare l’altra parte della chiave (Viola aveva trovato solo la coda del pesce). La trovai dopo aver fatto a botte con una scultura e averla fatta sfracellare al suolo…povera testa di pietra. Ritornato nella sala centrale infilai la chiave, ignorando Viola ancora appollaiata sulla testa di Garry. Tra vari miagolii striduli si aprì un passaggio che ci condusse in un nuovo corridoio. Ma…immaginate la nostra sorpresa quando scoprimmo di non essere soli.
-Garry!- gridò la ragazza bionda davanti a noi.
-Ib!- rispose invece Garry. –no fratellone…sono Mary!-
-Lo so… dicevo a le infatti!-
Di fianco a mia cugina Mary c’era una ragazza dai capelli castani, vestita da scolaretta con una gonna rossa. –ah…è lei Ib?- chiesi a mio cugino. Lui annuì da ebete e si gettò i piedi della ragazza chiedendole se voleva sposarlo. Lei rise dolcemente e disse –Lo sai…non ti direi mai…di si-
-Ma perché?-
-Mi fai paura!-
-E Mary no?-
-si…abbastanza…ma lei è mia amica, non la persona con cui dovrò passare tutta la vita…e condividere un letto.-
Il suo ragionamento non faceva una piega. Quando si accorse di me e Viola sbiancò. –Mary…loro sono i tuoi cugini?-
Mary annuì chiudendo gli occhi azzurri. –Si! Sono quelli di cui ti parlavo. Lui è Elson e lei è…Viola…si Viola, la sorella di Ellen…quella che ci è passata davanti prima sguainando un machete e gridando che doveva uccidere tutti i manichini-
-Ellen è qui?- chiese allarmata Viola.
-Già!- ripose Ib –quindi tu devi essere la sorella buona…nel corpo della cattiva!-
-Esatto!-
Ok…ma io sono l’unico che se avesse sentito queste cose per la prima volta non ci avrebbe capito una bega?
Ib posò il suo sguardo cremisi su di me e poi arrossendo disse a Mary –Sai quando ti avevo detto che non volevo avere nulla a che fare con i tuoi parenti maschi, perché avevo paura fossero tutti come Garry?-
-si ricordo!- rispose Mary.
-Bene!
DIMENTICALO! Tuo cugino è un pezzo di carne altamente scopabile.-
Io? Davvero? Sapevo di essere carino, ma addirittura “altamente scopabile”?
-emmm…non so se ringraziarti o essere a disagio…-
Garry mi balzò sulle spalle atterrandomi –Tu,
TRADITORE! Io mi fidavo di te! Perché? Perché mi rubi la donna?-
-Io non ho fatto nulla! Garry pesi!-
-
TRADITORE, TRADITORE, TRADITORE, TRADITORE…- Mentre gridava mi prendeva a pugni in testa come farebbe un bambino che vuole le caramelle. Mary e Viola cercarono di scollarmelo di dosso, ma ottenendo solo di essere shakerate da Garry.
A salvare la mia povera testa fu una risata che si diffuse in tutta la stanza. Garry si bloccò e balzò in braccio a Ib nascondendo la testa nei capelli della ragazza. –l’avete sentita?...sono
LORO!-
-Loro chi?- chiese Viola precedendomi. Mary ci guardò sorridendo a disagio –Le bambole blu.-
Aaah le famose bamboline blu. Chissà perché spaventavano tanto Garry…?
Ebbi la mia risposta da lì a poco. Una mare di bambole blu con occhi rossi e la bocca cucita si riversò nella stanza cominciando ad inseguirci. Erano piccole ma sapevano farti tremare, e in ogni caso dovevano essere amiche del “me quadro” perché ripetevano farsi come le sue.

-WELCOME TO MY WORLD-
-GIOCHIAMO?-
-PORTAMI CON TE!-
-CONOSCO UN SACCO DI AMICI, TE LI PRESENTERÒ-

Quando finalmente credevamo di essere salvi una bambola blu enorme ci si piazzò davanti allungando le sue mani artigliate verso di noi. Non avevamo via di scampo. Cominciammo a gridare, soprattutto Garry, che sembrava lo stessero strozzando…ma non temete era ancora in braccio a Ib sano e salvo.
La bambola mi aveva quasi afferrato quando un ascia le tagliò il braccio riversando sul pavimento una matassa di lanuggine. Mi voltai nella direzione verso cui era arrivata l’arma e…
SORPRESA! Vidi Dio in posizione da figo con un’altra ascia in mano, poggiata sulla spalla. –Non osare toccare il mio padroncino! Aya, tocca a te!-
-Aya?- Gridai io. Si udii un rumore di motosega e una risata troppo famigliare, dopo di che la bambola fu tranciata in due. Mia sorella era in piedi davanti ai suoi resti e si divertiva a ridurla a brandelli con la sua mini motosega. –Bzz, bzz…taglia tutto si!-
Scioccato…ero scioccato.

ANCHE DIO E AYA ERANO INTRAPPOLATI NELLA GALLERIA!...AH GIÀ E ANCHE ELLEN!

NOTE DELL'AUTRICE

Ciao a tutti! Ecco il capitolo nuovo tutto per voi. Ci sono delle piccole precisazoni che vorrei fare, altrimenti posso comprendere bene il vostro disorientamento. 
Si, ho cambiato il tempo della narrazione, all'inizio era al presente, ma mi sono resa conto che non aveva senso farlo così, in più era molto difficile non cambiare il tempo verbale durante il racconto, per cui ora racconterò tutto al passato narrativo per essere più comoda e sperando che anche per voi lettori la lettura (?) risulti più fluida. 
Seconda cosa...in questa storia Ib e Mary hanno 16 anni...più avanti lo dirò, ma mi sembrava giusto avvertirvi visto che sentire una bambina di nove anni dire "altamente scopabile" sarebbe davvero strano ahahahah...anche se...con i tempi che corrono...
Basta direi! Fatemi sapere cosa ne pensate! Vi è piaciuto l'intermezzo più horror, o devo rasseganrmi e rimanese solo sul comico?  (se ci sono errori di battitura ditemelo, nei miei limiti cercherò di correggermi) 
Ringrazio
magicadark007 per aver inserito la storia tra le seguite!
Ciao ciao
Camilla

 

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Capitolo 4
*** una via d'uscita ***


UNA VIA D’USCITA

 

-Aya! Cosa ci fai qui? È pericoloso, ci sono quadri indemoniati e bambole che ti vogliono catturare per loschi fini!- Dissi alla mia sorellina agitando le braccia davanti a me come uno con seri problemi. Lei si limitò ad osservarmi e a sorridermi per tutto il tempo; ormai calmo riabbassai le braccia e le poggia le mani sulle spalle, inginocchiandomi davanti a lei. –Come stai?-
-Io bene, Elson! Dio è stato con me tutto il tempo, non ho mai rischiato neanche una volta. Tu, piuttosto, mi sembri parecchio scosso.-
Chi? Io? Ma va! In fin dei conti ero solo stato catapultato in una galleria fantasma, una mia versione ad acrilico aveva tentato di catturarmi ed ero stato attaccato da un’orda di bambole blu.
Garry scese dalle braccia di Ib e si mise davanti ad Aya, osservandola dall’alto in basso, prima di puntare un dito verso di lei e domandarle –Scusa, ma tu da dove sbuchi?-
-Dal corridoio!-
-si ovvio, ma come hai fatto ad entrare nella galleria? Pensavo che solo io potessi aprire un passaggio!- Il solito egocentrico, Garry era proprio il tipico ragazzo “io, me, mio!”
-Garry?- gli chiesi tirandogli quel suo vecchio e logoro cappotto –Dimmi caro!-
-Ti ricordo che anche Mary e Ib sono entrate senza di te, e pure Ellen, che a quanto pare se ne sta andando in giro a decapitare manichini.-
Garry scoppiò a ridere e poi mi colpì in mezzo alla fronte con una cinquina –Stupidotto! I manichini sono già senza testa!- Mi stava prendendo in giro? La sua preoccupazione più grande era davvero farmi notare che i manichini erano già decapitati? Non pensare che sua cugina stava vagando tutta sola e indifesa per una galleria pericolosissima? Ok, forse Ellen non era indifesa, ma dovevamo comunque trovarla e riportarla indietro. –Non è questo il punto Garry!-
-Si lo so, il punto è che tu ti vesti i modo strano, porti davvero sempre le camice?- Ok, scusatemi ma a quel punto non potevo più trattenermi.
-…
BAMBOLA BLU!- Dopo un grido degno di una cantante lirica, Garry balzò di nuovo in braccio a Ib e prese a tremare. Ecco, ben gli stava, nessuno insultava le miei camice, e poi avrebbe dovuto guardare lui come era vestito.
In ogni caso, preso dall’euforia del momento, estrassi il mio cellulare (rigorosamente senza campo) e scattai una foto a Garry e Ib. Carina vero?

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Mary scoppiò a ridere quasi rotolandosi a terra; con una manica si asciugò le lacrime e poi infilandosi la sua rosa gialla nei capelli disse –Ascoltate me invece dello spilungone che sono costretta a rispettare perché possiede i miei stessi geni. Se vogliamo uscire dobbiamo trovare il quadro che ha dato origine a  tutto questo casino e oltrepassarlo, tutto chiaro? Domande?- Viola alzò la mano timidamente. –Dimmi cuginetta che non ho ancora capito se sei tu o l’altra!-
Viola alzò gli occhi al cielo prima di rispondere –Come facciamo ad oltrepassare un quadro?-
Mary alzò un dito per rispondere, ma rimase a pensarci più del dovuto –Domande sensate?-
Ok, era chiaro che anche Mary non era del tutto a posto, ma d’altronde era sorella di Garry, o no? Si portò in testa al gruppo e poggiando un piede sulla bambola blu distrutta in precedenza da Aya  alzò un braccio al cielo. –Miei prodi! Cerchiamo la tipa con le trecce e usciamo da qui!-
Mary iniziò a correre, senza badare al fatto che nessuno la stava seguendo. Sospirando Ib iniziò ad andarle dietro, trascinando i piedi per lo sforzo del sorreggere Garry; Viola alzò le spalle sorridendomi e sistemandosi la rosa sull’orecchio andò ad aiutare la poveretta. Io presi per mano Aya, prima di ricordarmi che teneva stretta la sua mini motosega. –questa la lasciamo qui, ok?-
-No!- mi rispose lei nascondendola tra la gonna del vestito blu –se ci attaccano ancora potrebbe servirmi!- Sospirai rassegnato, in fondo aveva ragione. –Ok va bene, ma si usa solo in caso si estrema necessità, promesso? Altrimenti te la sequestro e lo dico a papà- Può sembrare strano ma a mio padre non piace che Aya giochi con la motosega, ha paura che si faccia male.
-Si, si, promesso, promesso!-
Io sorrisi e lei fece altrettanto riprendendomi la mano e trascinandomi dietro agli altri. –Dio, muoviti!-
-Mi scusi signorino, ma non dovremmo andare a cercare un quadro?-
-Si, così ha detto Mary.-
-allora dovremmo tornare alla galleria, non scendere verso lo scantinato!-
Oh…si, aveva ragione.
-MAAAAARYYYYY!- gridai –i quadri sono dalla parte opposta!-
Lei mi sfrecciò davanti come un razzo –Lo sapevo eh!-
Aya scoppiò a ridere e riprendendo a camminare insieme a me si mise a cantare la sua canzone preferita.
-
BRUM BRUM, CHE DOLCE RUMORE È, TAGLIA TUTTO CIÒ CHE È D’INTRALCIO A ME. MIO PADRE DICE PERÒ DI NO, QUESTO GIOCO IO MAI PIÙ FARÒ!-

 
Pensavo di essere quasi salvo, e invece niente! Dopo essere tornati nella galleria, delle donne uscite da dei quadri si misero ad inseguirci. Dio lanciò la sua ascia colpendone una e lasciandola inerme a terra sanguinante. –Signorino! Iniziano a diventare troppe!-
-troppe? Anche solo una è troppo per me! Attento alla tua destra!-
Il biondo si spostò il peso su una gamba e tirò alla donna vestita di verde un calcio che la fece rovesciare all’indietro. Aya alzò le braccia verso il cielo –Bravo Dio! Posso provarci anche io?-
-No Aya, tu corri!-
Per fortuna Dio mi aiutava a tenerla buona; se dipendesse tutto da papà, mia sorella sarebbe una serial killer con alle spalle almeno tre anni di servizio.
-Elson! Siamo qui!- Mi gridò Viola dal fondo del corridoio. Noi la raggiungemmo ancora con il fiatone per la corsa. –Avete trovato il quadro?-
-Si- rispose lei –ma prima di andarcene dovremmo ritrovare Ellen…e il mio corpo!-
Giustamente. Guardai il quadro che avremmo dovuto oltrepassare e mi resi conto che era lo stesso che Garry ci aveva mostrato prima di ritrovarci intrappolati. Come si intitolava? Boh…qualcosa con il “sbattersi le palle dei mali del mondo” comunque. Aya mi saltellò di fianco –Allora cerchiamo Ellen? Dai, dia, dai, voglio esplorare questo posto…e portarmi a casa una testa di manichino da sezionare!-
-
NO- le grido sorridendole subito dopo –hai già tanti giocattoli a casa da sezionare! E poi Maria non ne può più di riordinare il macello che fai, ha anche quello di papà da ripulire.-
-uffi-
Solo ora mi accorsi che Ib e Garry non erano con noi. –Dove sono finiti quei due?- domandai più annoiato che preoccupato. Mary alzò le spalle –boh, vatti a fidare della famiglia!- non potei che darle ragione, specie se la famiglia era come la mia. –magari sono in bagno- propose Dio.
-Si ha ragione!- rispose Aya facendo frusciare la gonna –aspettiamoli un attimo!-
In effetti tornarono dopo qualche minuto; Ib trascinava Garry per il bavero del giubbotto e dietro di loro camminava svogliatamente Ellen. –Ecco dove eravate!- sbottai saltando in piedi –Ora muoviamoci ad uscire da qui…e…cos’è successo a Garry? Mi sembra sofferente.-
Ib annuì osservandomi come un cioccolatino –Ci eravamo persi e per cercarvi siamo finiti nella “scatola dei giocattoli”, solo che cadendo la rosa di Garry ha perso tutti i petali, tranne uno, vedete?- ci mostrò la rosa blu con attaccato solo un piccolo petalo. –Quindi ora è agonizzante. Però mentre eravamo laggiù abbiamo ritrovato la ragazza che cercavamo!-
Ellen ci salutò sorridendoci maligna, poi si affiancò a Viola stringendole un braccio attorno alla vita –Hey sorellina! Come vanno le cose nel mio corpo?-
-andranno meglio quando domani mi ridarai il mio.-
-
STAREMO A VEDERE-
-Cosa?-
-Niente! Ho detto “certamente!”-
Nel frattempo Garry biascicò un –Soffro-, che quasi nessuno comprese, se non un –fofo-
A questo punto niente poteva impedirci di tornare nel mondo reale. Io e Dio afferrammo Garry per le braccia e le gambe, e facendolo ondeggiare lo gettammo oltre il quadro. Mio cugino lo attraversò sparendo alla nostra vista, ma il rumore di qualcosa che si sfracellava al suolo ci fece capire che era atterrato. –Molto bene, Viola, Ellen, tocca a voi!-
Tutti oltrepassarono il quadro e per ultimo toccò a me. Appoggiai le mani alla tela, pronto ad andarmene, quando una voce risuonò nel corridoio. La riconobbi all’istante, era quella del “me quadro”.
-
ELSON, POI ANCHE FUGGIRE DALLA GALLERIA, MA NON PUOI FUGGIRE DA ME, TI RITROVERÒ E QUESTA VOLTA STAREMO INSIEME PER SEMPRE!-
Cacciando giù la saliva mi lasciai cadere nel quadro, atterrando comodamente su qualcosa di morbido, che subito dopo scoprii essere Garry, ancora sdraiato a terra. –Ops, scusa.-
-…la…s…chie…na!-
Lo aiutai ad alzarsi. Intorno a noi c’erano anche tutti gli altri, quindi eravamo tornati tutti sani e salvi, per fortuna. Mentre ci dirigevamo tutti verso la sala centrale dell’esposizione, ci vennero in contro papà, lo zio Guertena e…NON CI POTEVO CREDERE!
Corsi incontro alla donna e la abbracciai forte. Erano passati tre anni dall’ultima volta che l’avevo vista, ormai ero perfino più alto di lei. –Zia Yonaka!-
-Ciao caro! Come stai?-
Sorvolerei su questo…
-Ah….tu?-
-io benissimo!-
Mio padre si interpose tra noi. –certo che sta bene, anzi! Ci ha appena invitato al suo matrimonio!-
Shock! –Ti sposi zia?-
-Si, tra un paio di mesi- Aya, Mary, Viola e Ellen corsero da lei sbattendomi a terra.
-DAVVERO? CHE BELLLLLLOOOOOOO!-
Mi rialzai grattandomi la testa e sorridendo al pensiero della zia Yonaka sposata. Lei mi era sempre piaciuta molto, era
NORMALE, questo significava che aveva trovato un fidanzato normale e che, sperando, avrei avuto dei cugini normali! IL MIO PARADISO.
Aya, tutta contenta, cominciò a piroettare su se stessa. –è meraviglioso zia! Devo già scegliere il vestitino da mettere allora! A anche quello per Dio! Perché lo scelgo io, sai?-
La zia annuì sorridente –sono certa che lo sceglierai benissimo, tesoro!-
-e non solo! Devo sceglierlo anche per la mia nuova amica!- A quel punto tirò fuori da sotto la gonna una bambolina blu e la sventolò in aria. –Bella vero?-
COSA? Stavo per gridare, ma Garry mi anticipò
-
WAAAAAAAAA! BAMBOLA BLU! SI SALVI CHI PUÒ!-
Dicendolo scappò via lungo il corridoio e passando davanti ad un quadro intitolato “Matto da legare”…queste si che sono coincidenze!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

NOTE DELL’AUTRICE
CIAOOO! È passato molto tempo, ma finalmente sono riuscita ad andare avanti. Finalmente sono usciti dalla galleria, ma cosa voleva quel quadro da Elson? Eeeeh dovete leggere per scoprirlo!
Ha fatto la sua apparizione Yonaka, la protagonista di Mogeko castle, ma sulla trentina! Ahahah. Chi sarà il suo futuro marito? Se conoscete il gioco azzardate pure delle risposte, tanto non ci vuole un genio per arrivarci ;) 
Ringrazio hope_destiny98 e Mikan_Sakura per aver inserito la storia tra le preferite. (se ho dimenticato quelcuno ditemelo)
Ah e poi mi sembrava doveroso dirvi che tutte le canzoni degli rpg (come quella che canta Aya e quella di Maria nel primo capitolo) io le riprendo da una youtuber bravissima, lei si chiama Remyfive05. Se riesco vi inserisco i link delle canzoni.

Aya: https://www.youtube.com/watch?v=sy25gbdAr-Y Maria: https://www.youtube.com/watch?v=7BnbzyJJwCg


Ci sentiamo alla prossima, ciao, ciao
Camilla

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Capitolo 5
*** Matrimonio al Mogeko castle ***


MATRIMONIO AL MOGEKO CASTLE

 

-Siamo arrivati?- Mi chiese Aya tirandomi il lembo della giacca. –Non ancora, ci vorranno altri dieci minuti.- Mia sorella tornò a sedersi composta sul sedile dell’auto, guardando fuori dal finestrino. Come al solito eravamo in troppi per starci tutti in una macchina, così io avevo preso la mia auto e stavo andando al matrimonio della zia Yonaka accompagnando Aya, Viola, Dio ed Ellen. Mamma, papà e Maria ci precedevano di qualche metro. Doveva esserci papà alla guida, lo capii dall’andamento a zig zag dell’auto.
In macchina nessuno parlava, erano tutti a disagio, dipendeva dal fatto che Ellen non aveva ancora restituito a Viola il suo corpo, Aya si annoiava e Dio era imbarazzato a stare seduto tra due donne; quindi cercai di rompere io il ghiaccio –Allora, chi vuole piazzare scommesse su come sarà il marito della zia?-
-Io, io!- disse Aya sventolando in aria la mano e saltando in piedi sul sedile.
-
CHE FAI? SIEDITI SUBITO!- Gridai io perdendo il controllo dell’auto e sbandando a destra e sinistra . –Scusa Elson… comunque secondo me sarà un giovane bellissimo, biondo, con gli occhi color caramello, la postura fiera, pronto a salvarla ogni volta che sarà in pericolo, anche a costo della sua vita e beccandosi dei coltelli nello stomaco…-
Mmh…solo io avevo notato una somiglianza con Dio? Vah beh! –è un idea Aya, qualche altra pensata?-
Viola si sporse in avanti appoggiando il mento al mio sedile –per me invece sarà castano con gli occhi verde chiaro, dolce, premuroso, che impedirà a chiunque di rubare il corpo della zia per occuparlo con la propria anima…vero Ellen?-
-Stiamo parlando della zia Yonaka, non di te!- rispose stizzita Ellen –e comunque secondo me lo sposo è lo zio Shinya!-
Io inchiodai di botto, beccandomi le suonate di clacson di tutti gli automobilisti dietro di me –Ellen! Ti sembrano cose da dire? Lo zio Shinya sarà anche un serial killer (ha imparato tutto da papà) ma ha rinunciato ai suoi istinti incestuosi da tempo ormai!-
-Pensala come vuoi mr. “io qui sono il più grande”! Secondo te come sarà?-
-Per me?- domandai –Non saprei, per me basta che sia normale! Nel vero senso della parola!-
Tutti scoppiarono a ridere, tranne Dio, non l’avevo mai visto ridere se non con Aya, Ellen si asciugò le lacrime e mi sputò in faccia quella che per lei era la verità –
CHE NOIA! Non c’è divertimento nella “normalità”. Ti ricordo che noi siamo una famiglia RPG, la nostra natura è “non essere normali”, a parte tu…ma tu sei un caso anomalo.-
Io? Anomalo? Questa era bella! Volevo risponderle per le rime e minacciarla di abbandonarla per strada, ma Aya cacciò un gridolino spiaccicando la punta del dito sul finestrino –Siamo arrivati!- Dio si allungò per osservare fuori –Come fai a dirlo?-
-Vedo la macchina viola dello zio Guertena, con Garry mezzo penzolante fuori dal finestrino che saluta, e la moto degli zii Bernd ed Ange.-
Fantastico! Ok, per chi non lo sapesse gli zii Bernd ed Ange sono due…emh…vampiri. Già, perennemente giovani, golosi di popcorn al gusto di sangue e seguiti da un fantasma di una loro vecchia amica…Cynthia, se non ricordo male. In ogni caso Aya aveva ragione, poco dopo entrammo in un parcheggio e papà parcheggiò spingendo via un’auto tamponandola più e più volte, fino a prenderne il posto. Io? Aah io parcheggiai normalmente, d’altro canto c’era un intero parcheggio vuoto, ma papà aveva preferito spostare a furia di tamponamenti una delle uniche altre due macchine parcheggiate. Perché? Ma perché era papà! Scendemmo tutti dall’auto e Dio aiutò Viola e scendere e restare in piedi con i tacchi sul ciottolato. Ellen invece scese tranquillamente a piedi nudi, tenendo in mano le decolté e facendole penzolare su una spalla –Si può sapere che fai?- le domandò la sorella –siamo ad un matrimonio, cerca di essere elegante almeno qui!-
-Per te è facile, hai il mio corpo super-extra-urka-iper-sexy-elegante-aggraziato, io invece ho il tuo, che a malapena può definirsi attraente.-
-È colpa tua! Se non ci avessi scambiat…-
-Taci! Non incominciare di nuovo, a me piace il tuo corpo, è più maneggevole e meno difficile da gestire…-
Quelle due andarono avanti ancora per molto a discutere, ma io mi persi la conversazione perché la mia attenzione fu attirata dal castello che sorgeva alle spalle del parcheggio. Era enorme, tutto giallo e con una testa di gatto sulla sommità. Era lì che si sarebbero tenute le nozze? Ricordai le parole di zia Yonaka “Celebreremo le nozze nel castello in cui il mio ragazzo vive con i suoi fratelli! È bellissimo, vi piacerà di certo!”…mah…il suo fidanzato viveva lì? Perché le miei speranze che fosse un giovane normale stavano via via svanendo?
-Dannato parcheggiatore invadente!- gridò mio padre mentre mi si avvicinava, riportando la mia attenzione al parcheggio e a quello che stava accadendo –Se lo becco in giro me lo porto a casa e ci faccio su degli esperimenti, va bene Maria?-
-Tutto per lei dottore- Rispose Maria aggiustandosi l’abito verde; mia madre le tirò un’occhiataccia tagliente prima di sorridere a me e agli altri ragazzi –Coraggio bimbi miei, andiamo a salutare la zia prima di andare al ricevimento.-

 
Dovevo riconoscere che in fondo il castello all’interno non era affatto male; era elegante e raffinato, anche se in alcuni punti mi era parso di vedere delle
MACCHIE DI SANGUE pulite alla ben in meglio…ma probabilmente era solo la mia immaginazione, dopo tanti anni passati a sopportare il “lavoro” di papà…
Le nozze si sarebbero tenute nel cortile interno, un meraviglioso giardino dove crescevano fiori di ogni tipo. Gettai un’occhiata a tutti gli invitati: la mia
MERAVIGLIOSA famiglia da una parte, mentre nella navata dello sposo…ecco…è difficile da spiegare, ma ci proverò. Le due sedie dei testimoni erano occupate da un ragazzo dai capelli e gli occhi rossi, vestito con uno smoking…rosso (almeno che non fosse comunista aveva qualcosa di starno) e da un altro giovane biondo, con due ali da angelo sulla schiena e un’aureola luccicante in testa. Dietro di loro erano seduti altre cinque persone, due ragazze e tre ragazzi. Mia madre mi informò che erano tutti fratelli dello sposo. Bene! I loro genitori si dovevano proprio annoiare il sabato sera.
La cosa davvero strana era però la massa seduta alle loro spalle, erano una marea, e tutti
UGUALI. Letteralmente! Tutti biondi, con le guanciotte rosee  e gli occhi chiusi in un’ espressione sorridente e allo stesso tempo inquietante.
Scossi la testa per distogliere quell’immagine dagli occhi, così posai lo sguardo sul futuro marito della zia; mi ritrovai a tirare un sospiro di sollievo, nonostante la sua famiglia, lui sembrava a posto, l’unica pecca erano i capelli di uno strano colorito tendente al verde pistacchio, acconcianti in modo da sembrare due orecchie; ma d’altronde non è che pretendessi di passare dagli RPG al “Padre di famiglia-affettuoso-senza strane perversioni-che va tutte le domeniche a messa” mi accontentavo della normalità psicologica…per ora.
L’organo iniziò a suonare e la zia Yonaka attraversò il tappeto rosso per arrivare all’altare. Era davvero bellissima e a dimostrarlo c’erano anche i commenti delle mie cugine e di mia sorella. –oddio che vestito meraviglioso!- disse Viola congiungendo le mani al petto.
-Io amo i suoi orecchini- disse invece Mary.
-A me piace suo marito!- Ridacchiò Ellen.
-Datemi i suoi occhi per la mia bambola!- Gridò Aya, ma prontamente Dio le tappò la bocca con entrambe le mani.
-È tutto così artistico! Mi sento ispirato! Elson tu non ti senti ispirato?- mi domandò Garry cacciandomi un dito nell’orecchio.
CALMO ELSON, CALMO non volevo essere io a rovinare il matrimonio alla zia, tanto qualcuno lo avrebbe fatto, era solo questione di tempo.
-Vuoi tu, Nega Mogeko, prendere Yonaka come tua legittima sposa?-
Cosa? Nega Mogeko? Ma che nome era? Vah beh!
-Certo che lo voglio, Lord Prosciutto!-
Lord Prosciutto? NONONONO ma dove ero finito?
-Io vi dichiaro marito e moglie!-
La zia attirò a sé il nuovo marito e lo baciò tra gli applausi di tutti.
CHE CARINI!
Solamente lo zio Shinya se ne stava seduto con il broncio…e il coltello da bistecca stretto in mano…povera zia Yonaka, la capisco, avere un fratello che vuole seguire le orme di uno scienziato pazzo non è proprio una bella cosa.

 

Arrivai al banchetto di nozze con una fame da leone, fame che aumentò nel momento in cui vidi le leccornie disposte sulle lunghe tavolate dalle tovaglie bianche e azzurre.
Mi servii da solo, seguito da Viola e dallo zio Bernd, che non perse occasione per farmi domande su tutto ciò che riguardava la mia vita, consigliandomi in fine di fuggire di casa e recarmi in una foresta con la ragazza che più volevo proteggere.
-Io ho fatto così e guarda che uomo sono diventato!- già…un vampiro! NO GRAZIE!
Durante il pranzo due miei cugini alla lontana dedicarono alla zia e al “nuovo zio” una serenata al pianoforte e violino. Si chiamavano Michel e Pierre, due posati biondini, che erano venuti al matrimonio con una loro amichetta dai capelli viola. (nessun genitore. Perché? ORFANI! Tanto per cambiare)
Quando terminarono scesero dal palchetto e  al loro posto salirono…oh no! Mary e Garry.
-Ziiiii! Io e Mary vi abbiamo dedicato una canzone, ascoltate!-
Si misero a cantare la loro versione di “ Eh Ah Sou” prendendosi a schiaffi nel momento in cui Garry pretendeva di cantare pur toccando a Mary. Stavo ridendo come un pazzo (Non come un RPG, sia chiaro!), ma per una questione di buona abitudine cercai di darmi contegno…ma d’altronde anche Nega Mogeko e i suoi fratelli sembravano divertirsi molto.
Il mio cellulare vibrò all’arrivo di un messaggio; controllai chi fosse e vidi la notifica di un messaggio di Akemi.
Akemi era la mia migliore amica…anzi l’unica a dire il vero; eravamo amici da molti anni, lei sembrava capirmi, nonostante tutto.
“Ciao Elson!”
“Come sta andando il matrimonio?”
“Sono normali o i parenti dello sposo sono delle specie di mostri con le branchie e gli occhi cavi?”  

“Ahahah, spiritosa!”
“Si va tutto bene”
“Lo sposo sembra essere a posto…per ora, e i suoi parenti sembrano tutti dei cloni”
“sul serio”

“Ahahah, bellissimo!”
“Aya fa la brava?”

“Ma si! Sembra essere tranquilla”
“Lei e Dio stanno impilando i pasticcini”

“Amori! <3”
“starete lì per un paio di giorni?”

“più o meno!”
“Passiamo qui la notte e ripartiamo domani pomeriggio!”

“Fantastico! Così giovedì mi accompagni a prendere il regalo di compleanno per  Shimoko!

“Certo!”
“Akemi, vado!”
“Mio padre sta dicendo a uno dei fratelli dello sposo che i suoi capelli starebbero benissimo sul corpo di un cadavere che ha in cantina…”

“Oh cielo! Vai Elson! Salva il mondo e la tua reputazione!”
“Ci sentiamo dopo! *Smile che manda bacio*”

 

Misi via il telefono e accorsi da mio padre –Papà! Che fai?-
-Converso di lavoro con questo giovanotto!-
Il fratello di Nega Mogeko era alto e biondo (come quasi tutti) e teneva in testa una corona elaborata.
-Piacere, io sono Elson- gli dissi titubante.
-Piacere mio…io sono King Mogeko. Tuo padre mi stava parlando del suo lavoro…è…affascinante.-
-Davvero lo pensa? Anche lei lo farebbe?- domandai quasi disgustato. Lui rise in maniera quasi ammaliante –No non lo farei mai, io ho…altri gusti…-

NON VOLEVO SAPERE!
King Mogeko continuava a fissarmi con occhi troppo penetranti, per mia fortuna un grido riempì l’aria facendo voltare tutti verso il palchetto.
Garry e Mary erano abbracciati e inginocchiati, mentre sul muro, sopra le loro teste, era conficcato un coltello. Davanti a loro lo zio Shinya si mise le mani in tasca con fare sollevato. –Così la piantate di rompere i timpani a tutti con le vostre voci stridule! Ragazzini devianti!-

PARLAVA LUI!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

NOTE DELL’AUTRICE
Ciaooooo! Vi prego ditemi che sono stata brava! Questa volta ho pubblicato piuttosto in fretta (rispetto al mio solito).
Allora! Oggi abbiamo a che fare con il matrimonio di Yonaka e Nega Mogeko (Tratti da Mogeko Castle, come tutti i fratelli e lo “zio” Shinya). Vi aspettavate il caro “Mogeko difettoso” come marito o avevate davvero pensato tutti a Shinya? Fatemi sapere e spero di non avervi deluso.
In questo capitolo fanno anche la comparso Michel, Pierre e Chloé, tratti da Chloé’s requiem; e Akemi, tratta da Akemi tan.
Ovviamente il matrimonio non termina mica qui, anche il prossimo capitolo sarà ambientato durante la festa e ne succederanno delle belle! Dico solo “POVERO ELSON”. In tutto questo…nessuno si è chiesto che fine ha fatto Ellen? Io me lo chiederei *se ve lo dico non è a caso*
Prima di congedarmi vi lascio il link per andare a vedere il video di “Eh ah Sou” di Garry e Mary…e si…perché esiste davvero, anche se non si prendono a schiaffi!
https://www.youtube.com/watch?v=p269QArJpeA
Con questo ho concluso e non mi resta che ringraziare: ale_anna, MaryMariaMary, Moge_k0_02 e Mugiwara_no_Tales per aver inserito la storia tra le preferite.
Nuovamente  Moge_k0_02 per averla inserita ance tra le seguite.
peppe fanfictor per avermi fatto sapere il suo parere
OH MIO DIO (non il Dio senza occhio) ma siete aumentati tantissimo dall’ultima volta, cosa posso dire se non GRAZIE MILLE *.*
Ciao Ciao
Cammi

 

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Capitolo 6
*** Un buon modo per infrangere le speranze ***


UN BUON MODO PER INFRANGERE LE SPERANZE

 

Erano solo le nove e mezza di sera e io volevo già andare a dormire. Non che non mi stessi divertendo al matrimonio, ma mi ero svegliato alle 5:15 di mattina per arrivare fino a qui, e ancora non avevo avuto un solo secondo per riposare. Seduto su una delle sedie ricoperte di stoffa bianca osservavo tutti gli invitati chiacchierare tra loro. Mamma e Maria tenevano d’occhio papà, anche se dovevo ammettere che era piuttosto calmo, probabilmente aveva capito che non gli conveniva far sparire nessuno degli invitati, se non voleva avere problemi (anche se rimango dell’opinione che il camice macchiato di sangue sopra allo smoking non sia propriamente elegante).
La sedia di fianco a me si spostò e Viola vi si accomodò poggiando la testa sul tavolo con fare stravolto. –Voglio subito un altro cocktail!
ORA!-
-Sei ubriaca Viola?-
-Solo un pochino…-
Alzò la testa dal tavolo mostrandomi le guance arrossate e gli occhi spenti, i capelli erano sfuggiti dall’elegante acconciatura di questa mattina e ora le ricadevano lisci sulle spalle.-
-Viola, l’alcolismo non è mai la strada giusta per risolvere i problemi!-
-Lo soooo! Ma quel drink era delizioso! È stato uno dei fratelli di Nega-Mogeko ad insistere a farmelo provare.-
-Ma tu hai continuato!-
Lei mi puntò un dito sulla fronte i iniziò a darmi dei piccoli colpetti –Io con te non ci parlo più! Mi sgridi, non mi piace quando mi sgridano, io sono quella brava, è Ellen la cattiva!-
Aah per la cronaca e per una tua maggiore informazione, mio caro ascoltatore, ho scoperto chi sono tutti gli altri fratelli del mio nuovo zietto. Si chiamano:
Strana specie di Mogeko (Non oso immaginare il suo codice fiscale)
Fata del prosciutto  (Si…lo avevo capito dalle ali da farfalla sulla schiena)
Spirito del sangue (Il comunista! Quindi il rosso era per il sangue, non per l’orientamento politico?)
Hasu (quello con le ali da pollo e l’aureola sbarluccicosa)
Moffuru (Oddio! È tutto bianco! Deve essere albino)
Mocucko (sono del parere che non ci si deve fidare di un tipo che va in giro con un cappello a forma di testa di pollo)
King Mogeko (quello che mi aveva guardato strano mentre lo salvavo da papà. Ingrato!)
Moge-Ko (una tizia strana…o meglio, d’aspetto normale, anche lei con i capelli lunghi biondi acconciati ad orecchie di gatto…ma i suoi occhi cambiavano colore a seconda dello stato d’animo)
Bene, e con questo torniamo al racconto del matrimonio!
Capii che se non avessi portato Viola nella sua stanza quella serata sarebbe finita male; presi mia cugina sotto braccio e la condussi fino all’entrata del castello, lì ci raggiunse correndo Hasu –Aspettate! Volete entrare?-
-Si!- gli risposi io –Volevo portare lei nella sua stanza, non si sente molto bene!-
Il ragazzo annuì sorridendo –ok, allora lasciala pure a me, l’accompagno io, se la portassi da solo ti perderesti di certo all’interno del castello, i corridoi sono un labirinto!-
-Oh, ok! Grazie mille!-
Scostai il braccio di Viola dal mio collo a quello di Hasu, cercando in tutti i modi di non farla cadere a terra. –Ok Viola, adesso lui ti porta in camera, tu mettiti a letto.-
-A letto con lui?- mi chiese mia cugina con voce infantile.
-
ASSOLUTAMENTE NO!- le risposi gridando –da sola, in pigiama, a dormire!- poi lanciai ad Hasu uno sguardo traverso, come per dirgli “e guai a te se ci provi”; lui scosse la testa con sguardo imbarazzato –Non ti preoccupare, non sono né King Mogeko né Moge-Ko. La porto in camera e torno al matrimonio, tra poco tagliano la torta.-
Uuh torta! Contegno Elson! –Ok!-
Lui si incamminò dentro il palazzo, con Viola che continuava a parlare a raffica –No! Anche io voglio la torta! Lo sai che questo non è il mio corpo? In vero anche io sono bionda come te! È una storia lunga. Posso rubarti l’aureola?-
-
VIOLA, NON TOCCARE L’AUREOLA!- detto ciò tornai nel giardino. Ma si potrà mai stare tranquilli? QUESTO MAI! Vidi Aya correre verso una ragazza “clone” gridando –dammi le tue braccia!- d’istinto mi voltai verso Dio e portandomi le mani a coppa alla bocca gli gridai –Placcala!-…e Dio lo fece. Fiuu! Piano killer scongiurato, per ora.
Tornai a sedermi soddisfatto e tirai fuori il cellulare per controllare se c’erano novità da Akemi, ma niente. In compenso avevo un messaggio di Garry “Ciao! Voltati!”, io lo feci e vidi Garry salutarmi con una mano…patetico.
Lord Prosciutto (ho scoperto che qui è una specie di divinità) richiamò tutti al silenzio –Miei cari, oggi come sapete siamo qui per festeggiare l’unione di Nega Mogeko e di Yonaka! E come possiamo farlo al meglio senza una sontuosa torta?-
Si alzarono urla di approvazione, ma d’altronde chi non amava le torte nuziali?
-Ma prima…- Noooo! Voglio subito la torta! -…danziamo assieme questa canzone!-
La musica partì, era “My heart will go on” di Celine Dion, vecchia ma sempre romantica. Tutte le coppie si portarono sulla pista, attorno alla zia Yonaka e a suo marito (teneri come sempre), quindi io decisi di rimanere seduto tranquillo e finire lo champagne.
 Una mano mi afferrò il polso e mi strattonò in avanti; io mi alzai dalla sedia facendo cadere a terra il calice. Mi ritrovai a quattr’occhi con la famosa Moge-ko, che mi fissava come fossi un pasticcino –Ciao!-
-mmh…salve…-
-Io sono Moge-Ko, la sorella di Nega-Mogeko, tu sei Elson vero? Il nipote di Yonaka.-
Oddio sapeva chi ero…avevo una brutta sensazione.
-Si, piacere!-
-Ma il piacere è mio! Non vedevo l’ora di conoscerti, Yonaka ci ha parlato così tano di te che era impossibile non essere curiosi di sapere come fossi! E devo dire che non sei niente male!-
-Scusi?-
Lei mi interruppe –Balli con me? Si dai!-
Mi trascinò sulla pista e facendo ondeggiare la gonna dell’abito rosso e nero mi appoggiò le mani sulle spalle per ballare. Aveva un viso spaventoso, non perché fosse brutta, anzi, ma mi metteva soggezione.
-Allora, dimmi un po’ di te Elson- che dovevo dirle? Che ero un asociale? Che odiavo la mia famiglia? Che avrei voluto che la smettesse di fissarmi languidamente? Che mi faceva
PAURA? –Non c’è niente d’interessante da dire su di me, sono solo un normale ragazzo di diciannove anni. (normale? Si diciamo così!) –
-Sono sicura che invece non è così! Chissà quali segreti nascondi dietro questi occhioni azzurri?- Mi costrinse ad alzare il mento con un dito e puntò i suoi occhi nei miei…aiuto…
-Oddio! Questo è il pezzo della canzone che preferisco!- sbottò Moge-Ko poggiandomi di nuovo le mani sulle spalle. Io presi una grandissima boccata d’aria, infatti mi resi conto di aver trattenuto il respiro per tutto il tempo. Mi guardai attorno per vedere se c’era qualcuno a cui chiedere aiuto.
La zia Yonaka e Nega-Mogeko ballavano abbracciati, scambiandosi di tanto in tanto qualche bacio…non me la sentivo proprio di disturbarli. Poco più lontano Lo zio Bernd e la zia Ange discutevano mentre ballavano –Ber, ci sposiamo di nuovo?-
-Non ci penso nemmeno!-
-Perché?-
-Perché non ho voglia di spendere soldi per niente!-
-Che insensibile! Ci dovremmo come minimo risposare ogni cento anni!-
Evviva l’immortalità dei vampiri!(un altro matrimonio voleva dire altre torte). Alla loro destra Aya ballava con Dio e mentre il ragazzo non poteva vederla, lei cercava di allungare la mano per agguantare una coppia che piroettava vicino a loro. Michel e Pierre strattonavano la loro amica Chloé per convincerla a ballare con l’uno invece che con l’altro. Mary e Garry invece che ballare si pestavano apposta i piedi a vicenda, mentre mamma guardava male, insieme all’amica fantasma di zia Ange, Chintya, papà che ballava con Maria. Infine in fondo alla pista Ellen ballava stretta stretta con King Mogeko…e stava sorridendo? Non malignamente?
COSA STAVA SUCCEDENDO? Boh, fatto stava che non c’era assolutamente nessuno che potesse aiutarmi.
-Di me invece ci sono tante cose da dire!- Mi riportò all’attenzione Moge-Ko.
-Ora ti racconto!- Ma io le avevo forse chiesto qualcosa? NO!
-Devo ammettere che sono stata parecchio gelosa di Nega-Mogeko quando ha annunciato che si sposava con Yonaka, lei è così bella! Avrei voluto esserci io sull’altare al posto di mio fratello!-
Cosa? –Ma non importa, ho trovato qualcuno molto valido con cui sostituire Yonaka, che ne dici Elson? Ti va di giocare con me?-
No no no no no! Non mi doveva toccare, io ero solo un innocente ragazzo che a diciannove anni guardava ancora i “My little pony” alla tv! Non poteva propormi certe cose sozze!
Mi sottrassi alle sue mani e iniziai ad arretrare. –Oh è tardi! Magari devo andare a vedere come sta Viola! Magari è stata male davvero.-
Moge –Ko però continuava ad avanzare verso di me…io arretravo e lei avanzava. Andai a sbattere contro una sedia e lei mi spinse facendomi sedere. –Coraggio giovanotto!  Ci divertiamo!-

MA ANCHE NO!
Quando cercai di alzarmi per scappare via (e possibilmente andare a frignare da mamma), Moge-Ko mi immobilizzò alla sedia facendo sporgere la gamba dallo spacco del vestito e inchiodandomi con il tacco della scarpa. –Coraggio! Gioca con me!- i suoi occhi erano diventati rossi.
-NOOOOO!-
-Moge-Ko, che fai?- alle spalle della ragazza era apparso Nega-Mogeko, con a braccetto la zia, lei si mise le mani ai fianchi e rimproverò la bionda –Lascia subito andare il mio adorato nipotino, ne deve già sopportare tante!-
-Uffa! Non mi posso mai divertire con nessuno! Di questo passo perderò la mia reputazione!-
Nel frattempo arrivarono anche Ellen e King Mogeko, stava diventando una faccenda popolare…
King Mogeko scoppiò a ridere e poi allungò una mano a Moge-Ko -Coraggio sorellina lascia in pace il ragazzo!-
-NO-
Nega-Mogeko puntò un dito a terra davanti a sé –Qui Moge-Ko, subito!-
-NO!- Il suo tono stava diventando infantile.
I due fratelli maschi si lanciarono uno sguardo e insieme afferrarono la sorella sotto braccio sollevandola da terra. Lei gridò –No, lasciatemi!-
Ellen, che era stata stranamente troppo calma, decise di far vedere la sua presenza –Ad un tratto ho voglia di combinare qualche macello!-
Io e la zia Yonaka ci lanciammo contro di lei per fermarla, ma troppo tardi. Ellen schioccò le dita e i tre fratelli “Mogeko” furono circondati da del fumo giallo. Un attimo dopo al porto dei tre ragazzi c’erano tre strane creaturine simili a gatti: Uno verdino senza un orecchio, uno giallo con una corona e un altro giallino con un panciotto e una gonnellina rossa.
-Cos’è successo?- chiesi a Ellen.
-Niente, ho solo fatto prendere a quei tre l’altro loro aspetto!-
-Che cosa?-
La zia Yonaka prese in braccio il “gatto” verde e facendogli i grattini in testa si allontanò –Non preoccuparti Nega-Mogeko, tra un paio di minuti tornerai umano!-
-Lo spero amore! Però tua nipote non sa cosa sia l’educazione!-
Nega-Mogeko? Quindi erano davvero i tre fratelli?  
ADDIO AD OGNI MIA MINIMA SPERANZA DI NORMALITÀ. Osservai i due che mi erano rimasti davanti: King Mogeko si sistemò la corona e tirando il lembo del vestito di Ellen le disse –Non è stato divertente-
-Ma perché?- chiese lei inginocchiandosi –Sei così carino e pelosino! Mi ricordi il mio gattino Yo!- afferrò King Mogeko e iniziò a strapazzarlo di coccole.
Moge-Ko invece continuava a fissarmi…ma così faceva decisamente meno paura. Io allora ne approfittai per andarmene. Lei però cercò di afferrarmi invano al volo.
-Ehi tu! Dove pensi di andare!
SEI MIO TUTTO DANNATAMENTE MIO!-

 

 

Dal diario di Akemi

 Caro diario, Elson non tornerà a casa fino a domani pomeriggio e io da sola mi annoio. Papà “lucetta azzurra” è andato a controllare uno dei tanti villaggi di cui è custode e mi ha lasciato a casa da sola…
A volte mi sento in colpa per non aver mai detto ad Elson, in 13 anni che ci conosciamo, che io sono uno spirito guardiano che protegge il mio villaggio, ma se glielo dicessi lui mi vedrebbe come una dei membri della sua famiglia, una pazza con la mentalità RPG, quindi non mi parlerebbe più….NO NO NO NO NON POSSO SOPPORTARLO!
 

<3 <3 <3 <3 <3 <3 ELSON <3 <3 <3 <3 <3 <3

 

Per ammazzare la noia ho deciso di fare un giro, ma è servito a poco. Ebiko ha deciso di farsi un’altra bella trasformatina in mostro, così l’ho fatta tornare umana prima che Shimoko la vedesse e decidesse di prenderla DI NUOVO a martellate a morte.
Uffi! La noia è proprio una brutta bestia! Altro che i cani zombie della mia ex tata.
Mi stavo pettinando i capelli rossi quando papà è tornato a casa, ero felice perché così avrei avuto qualcosa da fare, invece mi beccai una romanzina sul fatto che uno “Spirito guardiano” non dovrebbe fangirlizzare…doveva aver trovato la foto mia e di Elson con la macchia di lucidalabbra sulla testa del mio amico. OPS.
Così per farmi perdonare ho cucinato io la cena, in quello sono parecchio brava!
Visto Elson? Sono una moglie perfetta, SPOSAMI!
Sto facendo il conto alla rovescia per vedere tra quanto tornerà Elson, mancano ancora 18 ore, 13 minuti e 34 secondi…33…32…31…30…ok basta!

Ciao ciao caro diario

Akemi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

NOTE DELL’AUTRICE

Ciao! Ed ecco la conclusione del matrimonio dell’anno. Tutto il mondo pazzo per Elson ahahah, no scherzi a parte, vi giuro che non ci sarà nessun’altro ad andargli dietro, solo Ib, Akemi e Moge-Ko.
Da questo capitolo introduciamo i Diari di Akemi, saranno fondamentali per capire la storia più avanti.
Ringrazio luna antica per aver inserito la storia tra le preferite e Rolythebest per avermi fatto sapere il suo parere!
Vi lascio un link per andare a vedere il nuovo video della storia che ho pubblicato

https://www.youtube.com/watch?v=zMmNdf7qb2w
So che è difficile usare i link da Efp, ma vi basta fare copia e poi incolla su youtube, oppure scrivere direttamente su youtube “la mia grande e felice famiglia rpg (frasi cardine)”, oppure scrivere “CammiSmile” e il primo video dell’elenco è lui!
In quel video potrete vedere quasi tutti (quelli che compaiono una sola volta e per poche righe non li ho messi, mi sembrava inutile) i personaggi che appariranno nella FF con le loro frasi più celebri. Spero vi piaccia e fatemi sapere cosa ne pensate! ;)
Ciao Ciao
Cammi

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Capitolo 7
*** Una normale giornata in casa Drevis ***


UNA NORMALE GIORNATA IN CASA DREVIS

 

Akemi mi tirava per un braccio, trascinandomi quasi inerme per i corridoi formati dagli scaffali ricolmi di magliette, felpe e canotte colorate. Per poco non pestai un piede ad una ragazzina, ma non pretendete troppo da me, ero in un negozio d’abbigliamento le cui luci erano “solo un pochino” soffuse, così poco che non vedevo dove mettevo i piedi; come se non bastasse c’era nell’aria un profumo impregnante, che per essere così forte dovevano averlo spruzzato su ogni singolo indumento esposto.
-Akemi, possiamo fare in fretta ed andarcene?- la mia amica mi guardò sorridendomi e annuì –Certo! Se devi tornare a casa presto cercherò di fare veloce!- disse mentre faceva scorrere gli ometti con appesi dei vestiti.
-No, non è questo il punto. Sai bene che più tempo passo lontano da casa meglio è per me…ma inizia a girarmi la testa qui dentro.-
Akemi si voltò di nuovo verso di me mostrandomi due vestiti appesi a delle grucce; uno lilla con il bordino giallo e uno a righe bianche e nere.
-Quale è meglio secondo te per Shimoko? Quello viola o quello a bande?-
Ops…scusate erano bande non righe, le donne mi perdonino.
-Emh…non saprei…quello a bande? Non lo so Akemi! Sei tu l’amica di Shimoko, tu la conosci, non io!-
-Si hai ragione, ma sono proprio indecisa…- Fissò gli abiti e poi li riappese entrambi.
-Nessuno sei due direi…proviamo con una maglietta!-
Sospirai mentre Akemi mi riafferrava il braccio e mi trascinava dall’altra parte del negozio. Questa volta tirai un calcio ad uno scaffale.
 Dopo venti minuti di ricerche diedi forfè, così mentre Akemi continuava a correre su e giù per il negozio, io mi sedetti su una poltrona di fronte alle casse a fissare incantato degli schermi che mostravano in diretta dall’America dei surfisti. –Elson! Ci sono quasi! Tranquillo, sento di essere vicina alla soluzione!-
-Certo Akemi! Come un quarto d’ora fa?- -Esatto!-
Ooh ero messo bene allora! Nel frattempo un uomo grassoccio, sulla cinquantina, seduto accanto a me cercò di attaccare bottone. Inizialmente ero titubante, ma alla fine ascoltai quello che aveva da dire. Era lì per accompagnare la figlia a fare shopping, ma stanco e intossicato dal profumo si era seduto ad aspettare (come me insomma!). Mentre parlava provai invidia per sua figlia, lei aveva un papà che passava tutto il giorno seduto davanti ad un computer a fare un lavoro alienante che reprimeva la personalità, e che rischiava tutti i giorni di essere licenziato e sostituito da un giovane “nativo digitale”…il mio invece le giornate le passava chiuso in cantina a fare a pezzi cadaveri e persone vive.
VOGLIO ANCHE IO UNA VITA ALIENANTE!
-Elsooooon!- Akemi corse mettendosi esattamente tra me e il mio interlocutore alienato da sé stesso, dal mondo e dal lavoro. –Quale prendo per Shimoko?- Questa volta mi mostrò di nuovo il vestito lilla e uno giallo a balze. –Allora?-
La fissai appoggiando il gomito sul bracciolo della poltrona, e il mento sulla mano. –Di nuovo? Non lo so! Ma non volevi prenderle una maglietta e dei calzini?-
Akemi si appoggiò i vestiti su un braccio e con la mano libera mi spiaccicò in faccia un paio di calzettini azzurri. –Si! I calzini li ho scelti! Le prendo questi con le noci di cocco! Ma poi ho optato per il vestito. Dunque…lilla o giallo?-
Mi alzai dalla poltrona e osservai i vestiti improvvisandomi stilista esperto. –Secondo me…mmmh…bah…lilla? Il giallo starebbe meglio a te!- Akemi si mise il vestito davanti osservandosi. –Dici?-
-Si molto!-
-Grazie! Sai che ti dico? Prendo i calzini col cocco e il vestito lilla a Shimoko, e quello giallo per me!-
-Ok!-
FINALMENTE si era decisa! Ci avviammo alle casse per pagare; dietro di noi in fila c’era l’uomo grassoccio con la figlia. Quando Akemi ebbe pagato li salutammo prima di andarcene. –Ooh che fortunata quella ragazza, papà! Anche io voglio un fidanzato che mi porti a fare shopping!-
-Si anche io! Così si sorbisce lui l’odoraccio di questo posto!-
Cosa? Fidanzato? No, dovevano aver capito male…molto male. Anche Akemi doveva aver sentito, perché non appena usciti dal negozio (ariaaaaaaa!) afferrò il sacchetto con entrambe le mani e a passo di robottino se ne andò senza neanche aspettarmi.
-Akemi, non lasciami da solo, aspetta!-
La raggiunsi prendendole il sacchetto dalle mani –Cosa ti succede?-
-A me? Niente! Devo solo andare in bagno, di corsa…-
Non le credevo affatto…le facevo davvero così schifo? In ogni caso cercai di starle dietro –Ok, penso che i bagni del centro commerciale siano nella zona dei bar, se vuoi ci andiamo così intanto prendiamo anche da bere!-
-Si è un’ottima idea!-
Appena arrivammo Akemi schizzò in bagno e io mi sedetti ad un tavolino di un bar ordinando per entrambi il frappè fragola e vaniglia. Il cameriere mi chiese se volevamo anche la mela, ma rifiutai. Per qualche strana ragione Akemi aveva una repulsione verso le mele, soprattutto se verdi.
La mia amica ritornò ben venti  minuti dopo sbuffando come una locomotiva. –Ti sembra possibile che in un bagno ci possa essere tanta fila? Mi chiedevo come mai ci fosse così poca gente nei negozi, ora ho svelato il mistero, erano tutti in bagno!-
Scoppiai a ridere e per fortuna non sputai il frappè in faccia ad Akemi. Però era vero, chissà perché nei bagni delle donne c’era sempre tanta fila?
Stavamo bevendo tranquilli il frappè e chiacchieravamo su cosa avremmo fatto la settimana prossima (di certo l’ avrei passata a studiare per l’esame di francese…quanto odiavo il francese…e non centra niente lo stereotipo del tedesco e del francese che si odiano, sia chiaro!) quando due ragazze si avvicinarono al nostro tavolino. –Akemi! Ciaooooo!-
La rossa si voltò e veloce come un fulmine buttò la borsa del regalo sotto il tavolo. –Ciao Shimoko, ciao Ebiko! Come state?-
-Bene!- rispose la ragazza più alta e dai capelli verdi (ah ah ah), ovvero Shimoko.
-Possiamo unirci a voi?- chiese invece Ebiko. Akemi mi guardò sorridendomi –Possono?-
-Ma certo!-
Le amiche di Akemi si sedettero al tavolino, poi incominciammo a chiacchierare. Conoscevo già Shimoko e Ebiko, ma non ci avevo mai parlato davvero, al massimo un “Ciao” o un “cosa stai”; la conversazione più lunga era stata con Ebiko un annetto fa “Scusa Ebiko, hai un ragno nei capelli”, “Oddio che schifezza, toglimelo, toglimelo, toglimelo, toglimelo!” basta.
Ad un tratto Shimoko abbassò lo sguardo a terra. –Ops…ho dato un calcio ad una borsa. È vostra?- chiese alzandola. Akemi si pietrificò e iniziò a darmi segnali di SOS con gli occhi. –Si!- sbottai io di getto –è un regalo per mia sorella, compie gli anni tra poco…(il che era vero) ihihihih!- Mio Dio che risatina nevrotica mi era uscita?
-Oh che cosa carina? Fai i regali alla tua sorellina?- chiese Shimoko sorridendo –E ti fai aiutare da Akemi!- Disse invece Ebiko in tono provocatorio.
NO RAGAZZA CON LA FACCIA CHE SEMBRA UNO SCARABOCCHIO, IO AIUTO AKEMI A COMPRARE UN REGALO PER LA TUA AMICA CON I CAPELLI COLOR “VERDE VESTITO DI MARY”!
-Già…non sapevo proprio cosa prenderle, ormai compie 12 anni, non è più una bambina!- mi limitai a dire sorridendole il più gentilmente possibile (SOS istinto Drevis all’attacco)
-Che brutto- Ebiko strinse i pugni davanti al petto, i dodici e i tredici anni sono stati i peggiori della mia vita, vi ricordate ragazze? Ho cominciato a 12 anni a trasformarmi in quel mostro con la pelle gialla e gli occhi cavi e neri…poi vi ho inseguite per uccidervi e…AIHA!-
Cosa? Che stava dicendo? Ebiko si era interrotta portando la caviglia sulla sedia e massaggiandosela. Nel frattempo Akemi e Shimoko ridevano quasi in tono falso –ah ah ah ah, Ebiko, che fantasia! Sei sempre la solita!- Ridacchiò Akemi. Shimoko si voltò verso di lei annuendo. –Già! A proposito! Akemi stasera vuoi venire con me e Ebiko a vedere “Sukutte” al cinema?-
-Vuoi dire il nuovo film horror?-
-Yessssss!-
-Certo, volentieri!-
Shimoko annuì soddisfatta e poi si rivolse a me –Ovviamente sei invitato anche tu se vuoi!-
-Oh, vi ringrazio, ma stasera ho un impegno importante, sarà per un’altra volta!-
-Certo!-
Eh già! Oggi era giovedì e il giovedì era il giorno in cui gli zombie davano il loro festino notturno, da soli Maria e Dio non bastavano per tenere sott’occhio la situazione, così io, Aya e mamma li aiutavamo, nei limiti del possibile. Avete mai visto uno zombie sbronzo? È intrattabile!
Un cameriere si avvicinò e chiese l’ordinazione alle altre due ragazze. –Signorine, ci volete dentro anche la mela. A rispondere a quel poveretto furono tutte e tre in coro –
NO, NIENTE MELE QUI-

 

 
Finito il giro del centro commerciale, Akemi insistette per guidare lei tornando a casa…ero titubante, ma alla fine accettai, e devo dire che non è andata tanto male, sono ancora vivo!...lo stesso non può dire quella pantegana…
Arrivati a villa Drevis parcheggiò in cortile.
-Sei sicura che non vuoi che ti accompagni a casa in macchina?- le chiesi mentre lei applaudiva soddisfatta della sua guida. –Si, certo! Faccio due passi!-
-Ok come preferisci.- scendemmo dalla macchina chiudendo le portiere, Akemi ci mise troppa forza.
-
COSA FAI?-
-Chiudo la portiera…-
-Non così forte Akemi! È delicata!-
-Elson…guidi un fuoristrada, come fa ed essere delicato?-
Ok…forse non lo era, ma ci tenevo! Fissai Akemi con espressione offesa e lei mi sorrise come si fa ai bambini. –Coraggio! Sorridi!-
Oh dimenticavo di dirvi che mentre “litigavo” (si fa per dire) con Akemi mi sentivo come osservato. È importante che lo sappiate, presto capirete.
-No!-
-Dai Elson, sorridi! Non costringermi a venire lì e farti il solletico.-
Odiavo il solletico! –Non osare!-
Lei mi si avvicinò con un sorrisetto malefico e muovendo le ditina davanti a sé –Da dove inizio? Collo, piedi, ascelle o pancino?- Nessuno dei quattro!
-Akemi stammi lontano o…o…o chiamo Coron!-
Akemi rimase spiazzata per un secondo, poi riprese il sorrisetto inquietante –Vuoi dire la piccola zombie cleptomane?-
-Si lei!-
Akemi corse verso di me e iniziò a farmi il solletico allo stomaco facendomi piegare in due.
-No! Ahahah, lasciami ahahahahahahah
AKEMI MALEDETTA! Ahahahahah!-
-Coraggio Elson coraggio! Ridi!-
Non potevo farcela, dovevo reagire. Allungai le mani afferrando i polsi di Akemi e la sollevai da terra facendola penzolare davanti a me. –Abbiamo finito signorina?-
-Vorrei poterti dire di no, ma se mi tieni così non posso di certo continuare!-
-Ecco brava!-
Scoppiammo entrambi a ridere, così feci riappoggiare a terra i piedi della mia amica, per poi abbracciarla.
-
NOOOOOOO FERMI!- l’urlo uscì da dietro un cespuglio di pungitopo del giardino, che poi iniziò a muoversi. –Ma che cosa…?- Mi avvicinai al cespuglio e all’improvviso da esso sputò fuori nientepopodimeno che Ib. Dallo spavento mi lanciai a terra all’indietro e indietreggiai a quattro zampe fino a nascondermi dietro le gambe di Akemi. La ragazza dagli occhi rossi uscì del tutto dal cespuglio e iniziò a massaggiarsi le braccia. –Dio mio che male! Ma in questo cortile avete solo cespugli di rose e pungitopo? Qualche arbusto senza spine o foglie che pungono no?-
In teoria servono a tenere lontani i visitatori per non farli cadere tra le grinfie di papà…
-Ib? Cosa ci fai qui?- le grido rialzandomi in piedi.
-Sono venuta a spiart…emh…trovarti!-
Akemi le puntò contro un dito –Ma che carina!-
-
TU TACI!! Devi stare lontano da Elson!-
La mia amica la guardò sgranando gli occhi –Come scusa?-
-Hai capito benissimo! Stai lontana da Elson! Sono gelosa! Tu, i tuoi capelli rossi, le tue gambe chilometriche e la tua quarta di reggiseno andate pure a farvi un giro molto, molto lontano da qui!-
-A dire il vero ho appena una seconda di regis….-
-
VIA!!-
Ib spinse Akemi fuori dal cortile continuando a prenderla ad insulti…ne approfittai per sgusciare in casa senza farmi vedere dalla “rosa rossa impazzita”.
Dalla finestra osservai Ib guardarsi intorno persa –Elson? Dove sei finito? Devo parlarti…ELSOOOOOOOOON!-
Si, si, come no che uscivo!
Tornai in camera mia e aprii il libro di francese per studiare…il prof all’università avrebbe avuto da parte mia un compito da 30, poteva starne certo! Prendi questo francese!

 
Scesi di sotto solo per l’ora di cena. Mangiammo di fretta visto che da lì a poco sarebbe iniziato il festino degli zombie.
Questi festini, se avvenuti in centro città, sarebbero stati eventi al top tra i giovani. C’era di tutto, da quantità industriali di cibo, all’alcol che scorreva a fiumi, fino allo zombie spacciatore…non scherzo, c’era davvero; Maria ha dovuto immedesimarsi nel carabiniere di turno e rinchiuderlo nelle celle della villa (si abbiamo anche le prigioni private).
Aya si era messa a ballare con gli zombie, so che avrei dovuto fermarla, ma si stava divertendo, finché non avrebbero tentato di mangiarla l’avrei lasciata lì.
Ad un tratto una manina mi tirò i pantaloni. –Elson, hai visto la mia mamma?- una piccola zombie con il caschetto biondo mi fissava con occhi spenti –Oh, ciao Collina! Si, tua mamma è al tavolo del rinfresco con quel ragazzino che ha sempre fame!-
-Ok, grazie Elson.-
Fece per andarsene ma io la bloccai –Aspetta!- Le appoggiai un fazzoletto al naso –Soffia! Hai il naso che cola.- lei ubbidì e soffiò facendo rumore con le labbra, più che col naso. –Grazie Elson!-
-Ma ti pare!-
La festa continuò fino a notte tarda. Successero un sacco di cose, ma penso che quella che valga la pena ricordare sia quando mio padre entrò nella sala del festino e tutti gli zombie lo accerchiarono e lo legarono ad un palo per arrostirlo.
-Eih guardatemi! Mi vogliono abbrustolire! Che divertente
AHAHAHAHAHAHAHAHAH-
Ovviamente Maria intervenne per salvarlo, anche se lui sembrava divertirsi molto.
Volevano davvero mangiarsi papà arrostito!
AHAHAHAHAH QUANTO AMO I MIEI PICCOLI ZOMBIE!

 

 

 

 
Dal diario di Akemi

 
Caro diario
Oggi è stata una giornata meravigliosa, ho passato tutta la mattina con Elson! Abbiamo comprato il regalo di compleanno per Shimoko, un adorabile vestitino lilla bordato di giallo e un paio di calzini azzurri con su le noci di cocco…ero tentata di comprargli quelle con i martelli…ma alla fine mi sono detta “NO!”
Mentre uscivamo dal negozio una ragazzina ci ha scambiato per due fidanzati………………..
STAVO PER DIVENTARE BORDEAUX, ho dovuto accelerare il passo per non farmi guardare in faccia da Elson, e quando lui mi ha raggiunto ho dovuto usare come scusa il fatto che dovevo andare in bagno.
Così alla fine mi è toccato andarci davvero e dopo un’interminabile fila mi sono chiusa nel bagno prendendo a tastate la porta. Doloroso. Molto doloroso. Però…mi ha aiutato ad eliminare dalla mente l’immagine di Elson che si limonava il mio collo……………ODDIO ODDIO ODDIO ODDIO ODDIO ODDIO FANGIRL FANGIRL FANGIRL FANGIRL!
Mentre parlavamo sono arrivate Shimoko ed Ebiko…già…che tempismo…e così ho praticamente costretto Elson a spacciare per suo il regalo…per fortuna Shimoko non si è accorta di niente.
Ebiko è sempre la solita chiacchierona, stava per far capire ad Elson che non era normale…di conseguenza che non lo ero io, ma per fortuna Shimoko ha dei buoni riflessi e forza nelle gambe.
Ho accompagnato a casa Elson e da dietro un cespuglio è saltata fuori una ragazza di nome Ib…che…a…quanto…pare…è…innamorata…di…Elson…DEL MIO ELSON!
NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO non deve osare!
Ora ti lascio caro diario, perché sono al cinema a vedere un film horror e ti sto scrivendo tra un urlo AAAAAAH e un altro.

Ciao e a domani caro diario
Akemi

 

 

 

 

 

NOTE DELL’AUTRICE

Ciao, ciao, ciao, ciao! A grande richiesta sono tornata assieme al caro Elson e a tutti gli altri.
Vi presento la giornata tipo di Elson, voi riuscireste a sopportare un’intera vita così? Penso che la mia risposta si capisca benissimo dai commenti di Elson!
Già dal prossimo capitolo torneranno i personaggi degli altri Rpg…che saranno quelli di Chloé’s requiem, Mogeko castle e poi le MITICHE Ellen e Viola (o viceversa).
Volevo inoltre ringraziare chi mi ha scritto in chat privata per chiedermi chiarimenti o invitarmi a proseguire la storia, mi fa davvero un sacco di piacere, vuol dire che ci tenete e io ne sono onorata!
Prima di passare ai ringraziamenti veri e propri volevo fare una domanda a tutti voi che mi seguite. L’altro giorno parlavo con le mie amiche e ricordavamo la prima storia che avevamo scritto su EFP e in quella avevamo chiesto ai lettori quali erano le coppie che preferivano nella storia. Ora ribalto anche a voi la domanda. Quali sono le vostre coppie preferite di questa FF, o chi shippate con chi? Sono mooooolto curiosa di saperlo, aspetto le vostre risposte.
Ora voglio ringraziare peppe fanfictor per aver inserito la storia tra le preferite e addirittura me tra gli autori preferiti *.*, poi ringrazio Rolythebest per aver inserito la storia tra le preferite, seguite e ricordate, e infine Sammy12 per averla inserita tra le seguite!
Ebbene carissimi miei, sono orgogliosa di riferirvi che “La mia grande e felice famiglia Rpg” ha raggiunto i 10 inserimenti nelle PREFERITE! A molti sembrerà un traguardo misero, ma per me è un grandissimo risultato! GRAZIE 100000000! <3
Ciao ciao
Cammi

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Capitolo 8
*** Cerchi rissa, bro? ***


CERCHI RISSA, BRO?

Domenica mattina, ore 6.35, tempo soleggiato…e io stavo dormendo beatamente nel mio lettuccio, facendo un sogno meraviglioso…ma poi…no, vah beh, lasciatemi raccontare il sogno e capirete.
Io e la mia famiglia vivevamo in una villa in città; mio padre era un chirurgo di fama internazionale e salvava vite ogni giorno; mia mamma preparava tutti i giorni i biscotti alla cannella, e Aya frequentavamo una normalissima scuola in centro città, con tanti amici; io studiavo psicologia junghiana all’università di Berlino e avevo una media del 29. L’unica pecca era che c’era smog, ma per la normalità avrei respirato anche tutti i fumi tossici prodotti da una multinazionale che se ne sbatte dell’ambiente.
Quella mattina dovevo dare un esame e quindi ero in università tutto agitato, per fortuna a darmi man forte c’erano Garry (con capelli castani, comportamento civile e capacità intellettiva nella media di un homo sapiens sapiens) e Akemi. Appena prima di entrare in aula per l’esame Garry mi diede una pacca su una spalla. –Vai cuginetto, fatti valere!-
-Grazie, ma sono paralizzato dal terrore!-
Akemi a qual punto mi prese le mani e mi fece un lunghissimo discorso su quanto lei credesse nelle mie capacità, e che visto che l’avevo snobbata per due settimane per studiare per quell’esame, se prendevo meno di 30 mi avrebbe lapidato con le mele. Io infervorato dal discorso mi ero lasciato prendere e avevo fatto una cosa che perfino io trovai trooooooooooppo strana. Mi inginocchiai davanti ad Akemi e baciandole una mano le dissi: -Se io prendo 30 in questo esame, tu mi sposerai?-
-Lo farei anche se non prendessi 30!-
A qual punto lei mi abbracciò e mi baciò la guancia…e…io…mi svegliai!
Spalancai gli occhi con i sudori freddi e sentii qualcosa di umidiccio sulla guancia che Akemi aveva baciato, mi alzai per controllare e in breve svelai il mistero. –Snowball? Cosa caspita ci fai qui?-.
Il coniglietto di mia sorella doveva essere entrato di nascosto dalla porta socchiusa e si era arrampicato fin sul letto per annusarmi con il nasino umido la guancia. Lo presi in braccio per portarlo in camera di Aya, ma quando aprii la porta lei non c’era. –Ma…come?- Mi osservai intorno nel corridoio per vedere se fosse nei dintorni, ma niente. Lasciai scendere Snowball in camera e chiusi la porta per non farlo scappare. A quel punto sarebbe stato stupido tornare a dormire, così decisi di scendere a fare colazione.
Nella sala da pranzo c’erano solo Maria e la mamma che discutevano su chi cucinasse meglio gli hamburger (Maria! Di sicuro, ma non ditelo a mamma!). non appena mi videro mi sorrisero entrambe a trentadue denti. –Ben svegliato tesoro. Dormito bene?-
-Si, grazie mamma!-
-Cosa vuole per colazione signorino? Tè? Caffè? Cialde? Brioche? Fette biscottate e marmellata?-
-Caffè e basta, grazie!-
Maria partì spedita verso la cucina gridando –certo signorino, tutto per lei signorino, in fondo è il figlio del dottore signorino!-
Doveva per forza ricordarmelo?
-Mamma, hai visto Aya?-
-Penso sia con papà nel laboratorio!-
COOOOOOOOOOSA? Mi alzai di scatto e corsi giù fino al laboratorio. Da dietro la porta si sentiva una motosega funzionare e la risata isterica di mio padre. Accelerai la corsa e afferrando la maniglia spalancai la porta gridando –MOSTRO! Non ti lascerò trasformare mia sorella in una bambola!-
…silenzio…figura di merda!
Aya era seduta con le gambe a penzoloni su uno dei lettini e osservava divertita papà che con la motosega stava tagliando…boh non vedevo cosa.
-Ciao fratellone! Vieni a vedere, papà mi sta insegando a sezionare le lucertole!- MA CHE SCHIFO!  Papà si voltò e prendendo in mano la lucertola me la lanciò –Al volo Elson!- Fu così che mi ritrovai con in mano una lucertola aperta in due con ancora gli spasmi muscolari nelle zampette.
SCHIFOOOOOO BLEAAAAAAA AIUTOOOOOO SANGUEEEEE SVENGOOOOO.
E così successe, perché rinvenni su uno dei lettini del laboratorio, con papà che prendeva le misure…delle mie gambe.
-Papà!-
Lui trasalì
-Che fai?-
-Niente! Ahahahahah! Ascolta figliolo, ieri sera mi ha chiamato tuo cugino Michel, c’è una cosa che ha a casa e che devo prendere. Tuttavia io sono occupatissimo, ti va di andare tu?-
-A casa di Michele e Pierre, scherzi? Lo sai che vivono in una villa…-
-Maledetta, lo so, ma mi serve davvero quella cosa! Fallo per papà!-
-Uffa…va bene-
-Bravo bimbo, se vuoi chiedi ad Akemi di accompagnarti.-
Quella era un’ottima idea, da solo non ci andavo di certo.


Ed eccomi in macchina che guidavo verso la casetta allegra dei cuginetti musicisti.
-Non sono mai stata a casa dei biondi ossigenati!-
-Neanche io-
Lanciai una veloce occhiata a Viola ed Ellen per poi concentrarmi di nuovo sulla strada.
-Io si invece, credetemi, non vi perdete molto, è solo una enorme villa spoglia e piena di pianoforti.-
-Che non vanno suonati!-
Il tono di voce di Viola era macabro.
-Come scusa?-
-Il pianoforte non va mai suonato! Ricordatelo sempre Elson!-
-…ooook…ELLEN GIÙ I PIEDI DAL SEDILE, cosa sei? Un animaletto?-
-Che palle che sei! Siamo arrivati?-
-SI! Dannazione, perché Akemi non poteva venire! Sarebbe stata una compagnia migliore di te!-
Viola si slacciò la cintura ridendo –a proposito, perché non è venuta?-
-Boh, al telefono ha risposto suo padre dicendo che Akemi non poteva uscire perché era in punizione…non ho capito il motivo, solo una cosa riguardo “da grandi poteri derivano grandi responsabilità”.-
Scendemmo tutti e tre dalla macchina e sul cancello della villa vittoriana trovammo Pierre ad aspettarci.
Momentino “Albero genealogico” con Elson: ;)
 Michel e Pierre sono gemelli, entrambi biondi con occhi azzurri. Entrambi sono stati indirizzati dal padre verso la musica, il primo come violinista, il secondo come pianista. Fortuna volle che Michel fosse un bimbo prodigio e Pierre un po’ imbranato…beh alla fine non suonano più dal vivo se non una volta al mese, giusto il necessario per dimostrare ai fan che non sono morti. Da pochi mesi hanno ospitato in casa (visto che sono orfani e possono fare quel che vogliono) una ragazza di nome Chloé, bassina, capelli e occhi lilla. Sembrano tutti e due invaghiti di lei …di chi si innamorerà?

Fine momento “albero genealogico” grazie per l’ascolto u.u
Pierre ci si avvicinò con espressione assente e le mani infilate nelle tasche dei pinocchietto marroni.
-Ciao, benvenuti. Michele e Chloè ci aspettano dentro perché evidentemente mio fratello è troppo pigro per alzare il cul…il fondoschiena dal divano e le braccia da piovra da attorno la  MIA Chloé.-
Solo io avevo notato che il suo tono di voce era passato da “ho voglia di tagliarmi le vene” a infervorato e perfino lievemente crudele? No, anche Viola doveva essersene accorta a giudicare dalla sua espressione.
-Ciao Pierre!- dissi io cercando di riportare una situazione normale (per quanto possa esserlo in presenza della mia famiglia).
-Come va?-
-Non male, potrebbe andare peggio!-
Evviva la positività!
-Seguitemi ora, prima prendete quella cassapanca e prima ve ne andate senza rompere il cogl…le scatole.-
Se il mio istinto Drevis si stava risvegliando, non immaginavo quello di Ellen…mia cugina schioccò le dite e Pierre si ritrovò a gambe all’aria, fluttuando sulla porta d’ingresso della villa, metà nel cortile e metà in casa.
-AAAAAAAAAAAAAAAAAh ma che succede?-
-Te lo do io il rompere i cogli…-
-ELLEN!- le gridò Viola attirando l’attenzione della sorella.
-Mettilo giù!-
-Ma hai sentito che ha detto?-
-Certo, ma sono d’accordo, prima prendiamo la cosa che serve allo zio, prima torniamo a casa a dare da mangiare a Yo. Giusto Elson?-
-Oh…scusate non stavo ascoltando!-
Non era vero, ma non volevo essere coinvolto nei loro litigi tra sorelle che si rubano i corpi a vicenda. Ellen posò a terra Pierre e lui accelerò il passo per distanziarci il più possibile. Forse lo avevamo spaventato…ma giusto un po’.
-Michel è di sopra all’ultimo piano, salite le scale fino a che non ce ne sono più, non potete sbagliarvi! Io preparo il tè nel frattempo.-
Pierre sparì dietro una porta al piano terra e io e le mie cugine iniziammo a salire le scale ricoperte da un lungo tappeto rosso di lana.
-Mmmh, niente male come casa, ma la nostra è meglio, vero Viola?-
-Si, di certo! Scommetto che qui non hanno fiori parlanti che ti ammazzano.-
-Già lo penso anche io!-
Io più che pensarlo lo speravo! Raggiungemmo il secondo piano, pronti a salire al successivo, quando dal piano superiore scesero correndo due ragazzi che per poco non investirono Ellen.
-Signorina si tolga! Anzi! Scappi e basta, senza voltarsi indietro!- gridò quello con i capelli bianchi e gli occhi rossi. Ellen di tutta risposta lo afferrò e lo abbatté a terra.
-Wooo fermo qui! Chi sei? Cosa ci fai  qui? E come ti permetti di darmi ordini?-
-E cosa ci fai in una casa di proprietà privata?- aggiunsi io convinto, ricevendo in cambio solo una risata generale…cioè volete davvero farmi credere che nessuno a pensato al reato di violazione di proprietà privata? No? Ma andiamo! Se due sconosciuti vi piombano in casa voi li salutate e li lasciate fare? Bah…
Il ragazzo dai capelli bianchi si rialzò sistemandosi i vestiti, che dopo averli osservati bene mi resi conto essere un’uniforme militare blu. –Il mio nome è Prussia e il mio compagno è Giappone! Non è che per caso avete visto mio fratello Germania e il suo amichetto Italia?-
CHI? Doveva essere uno di quei fissati di anime giapponesi, oppure uno di quelli che fanno giochi di ruolo in costume, a quanto pareva “Risico”.
-Vuoi dire che ci sono altri estranei in casa? Ma Michel e Pierre lo sanno?- domandò Viola saltellando allarmata sul posto. Il giovane dai capelli neri, Giappone a quanto pareva, annuì piano con la testa prima di parlare –Siamo in dieci, ma abbiamo perso i nostri amici quando quel mostro ci ha inseguiti. Accidenti a questa mansione abbandonata!-
A dire il vero non era abbandonata…
-Non importa!- sbottò Prussia –L’importante ora è trovare il mio fratellino West e tutti gli altri per poi uscire da qui! Anche voi se foste furbi lo fareste ora ADDIO!-
Entrambi fecero il saluto militare e scomparvero correndo giù dalle scale.
-Che tipi strani!- disse Ellen.
-Chissà come sono arrivati qui?- Continuò Viola.
-Hanno detto che c’è un mostro?- Chiesi invece io, in tono piatto, come fosse una cosa normale.
Tutti e tre alzammo le spalle e salimmo fino all’ultimo piano, dove, come annunciato da Pierre, trovammo Michel seduto sul divano, abbracciato a Chloè. Non appena ci vide scattò in piedi e ci puntò un dito contro –Chi di voi ha ucciso il Violoncello?-
-Cosa?- ops…tono isterico.
Ellen spalancò gli occhi e la bocca –Come? È morto qualcuno e io non centro niente? NO NO NO! Non è affatto giusto!-
Michel abbassò il braccio ridendo –No, nessuno è morto, volevo vedere la vostra reazione! Allora mia amata? Sono stati coraggiosi?-
Chloè si alzò dal divanetto rosso avvicinandosi a noi –Cholè pensa che siano stati sorpresi ma che abbiano reagito bene!-
La ragazza sorrise arricciandosi una cicca di capelli lavanda sul dito e poi allargò e braccia in aria. –Chloè è molto felice di conoscere i cugini di Michel e Pierre! Chloè vi aveva visto al matrimonio ma non aveva avuto il tempo di presentarsi!-
Viola mi tirò un braccio  e mi bisbigliò all’orecchio –Scusa, secondo te perché parla in…-
-Perché parli in terza persona?- la frase fu conclusa da Ellen in tono particolarmente scortese.
-Chloè non parla in terza persona.-
-Oh si stordita, Chloè lo fa!-
Non feci in tempo a rimproverare Ellen per il suo poco tatto che Michel le aveva già puntato al collo una spada, facendo prendere a tutti un infarto megagalattico…a me di sicuro.
-NON OSARE MAI PIÙ PARLARE MALE ALLA MIA AMATA-
-Wooo buono Romeo in biondo, non lo faccio più!-
Michel socchiuse gli occhi e alzando la gonna di Chloè fece sparire la spada sotto il tulle.
-Il tè è pronto!- Pierre comparve dalle scale reggendo un vassoio con su sei tazze da tè, mentre dietro di lui tre fiammelle colorate trasportavano il teiera, la zuccheriera e un piatto di biscotti e pasticcini.
-Che succede qui? Avete delle facce…non mi dite che…Michel, non avrai mica tirato di nuovo furi l’archetto del violino per minacciare la gente!-
Il biondo scosse la testa offeso -ma come puoi accusarmi di questo, fratellino? Ti avevo promesso che non l’avrei fatto mai più…-
Pierre parve calmarsi e si avviò verso il tavolo per appoggiare il vassoio.
-…ho usato la spada!-
-COSA HAI USATO?- Pierre lasciò cadere le tazze, che si sarebbero frantumate a terra se le fiammelle non le avessero afferrate al volo. –Ma sei tremendo! Poi ti lamenti che non hai amici!-
Come se lui fosse simpaticissimo…
-Non puoi metterti a minacciare la gente, a estrarre oggetti acuminati da ogni dove  E A FREGARE LE RAGAZZE ALTRUI-
-Wo wo wo wo! Cerchi rissa, bro?-
-Si bro, cerco rissa! Ora non ti sopporto più!-
Ecco, da lì in poi partì una serie di insulti che non vi ripeto perché altrimenti dovrei alzare il rating del mio racconto a rosso. Comunque continuarono a pestarsi (senza che nessuno intervenisse, neanche io, in effetti era divertente da vedere) a sangue fino a che Chloè, avvolta da grazia celestiale, non si avvicinò e li prese entrambi per le orecchie. –Chloè vuole che la smettete e che invitate i vostri cugini a sedersi per bere il tè.-
I due gemelli ubbidirono come cagnolini bastonati e ci fecero accomodare al tavolo da pranzo, mentre le fiammelle colorate (che scoprii essere le cameriere) ci servirono il tè.
Approfittai del momento di calma per riordinarmi le idee e mentre lo facevo mi tornò alla mente il sogno di quella mattina. Però, che brutti scherzi mi tirava il mio inconscio! Avrei dovuto raccontarlo ad Akemi, di sicuro si sarebbe messa a ridere come una matta. Estrassi il telefono e le scrissi un messaggio con il contenuto del sogno, aggiungendo alla fine un bel “Ahahahahahah, che sogno utopico!”
Appena lo inviai mi accorsi di un messaggio da parte di Aya. Lo lessi prima a mente e poi ad alta voce –Ascoltate un secondo cosa scrive Aya: “Fratellone, la zia Yonaka è venuta a trovarci, ma lo zio Nega-Mogeko si annoiava e quindi sta venendo da voi con suo fratello. Saluta i due cretini biondi…-
Tutti mi fissarono sbigottiti -…cuginetti biondi…deve essere il T9 che le corregge le parole ah ah ah!-
Si certo!
Conclusa la cerimonia del tè (come la chiamava Chloè) Michel ci consegnò una cassapanca di medie dimensioni che più che sollevare, facemmo rotolare sulle scale per scendere, tanto era pesante. 
Al secondo piano ci fermammo a prendere aria gettandoci tutti sulla cassapanca stravolti.
-Si può…sapere…che c’è …qui dentro?...un morto?- domandai tra un affanno e un altro.
Nessuno mi rispose, erano tutti occupati a fissare la portafinestra del balcone che si apriva da sola. Che stava succedendo? Da dietro il vetro coperto dalla tenda fecero capolino la testa di Nega-Mogeko e quella di Hasu.
-Hey ragazzi! Lo zio è qui! E ha portato anche il suo fratellino!- dicendolo prese sotto braccio Hasu e lo mollò all’improvviso facendogli picchiare il viso a terra. Si udii solo un sommesso “ahi”.
-Su Hasu! Non vorrai mica dare ragione a King Mogeko e Moge-Ko, dimostra che non è vero che sei il fratello sfigato!-
-Ma io lo sono…-
Wow, avevo appena trovato qualcuno con l’autostima più bassa della mia.
-Volete una mano con quella cassa? Sembra pesante.-
-Lo è- ammisi. Così lo zio ci aiutò a portarla di sotto…facendo tutto da solo…sollevandola e caricandosela in spalla…roba da matti…o da Mogeko.
-Bene, abbiamo finito! È stato bello rivedervi ragazzi!- dissi avvicinandomi alla porta –ma sfortunatamente dobbiamo tornare a casa!- le mie cugine annuirono e lo zio e Hasu fecero altrettanto. Appoggiai la mano alla maniglia e l’abbassai, ma………..la porta………non si aprì.
Riprovai una seconda e una terza volta, ma ottenni solo cigolii fastidiosi. Stavo dando vita ad una scena moooolto imbarazzante.
-Non si apre!-
-No, ovvio!- Disse Chloè portandosi un dito alle labbra  -La villa è maledetta, se non romprete la maledizione non potete uscire!-
ADESSO ME LO DICEVANO!
Dovevo essere caduto a terra paralizzato, perché dubito che tutti di botto si fossero sdraiati orizzontalmente in aria.
Pierre gettò uno sguardo dubbioso a Michel –Dovevamo dirlo prima?-
MA VEDI TU!









Dal diario di Akemi
Caro diario, oggi sono in castigo perché ho balzato il giro di ronda per controllare se tutto nel villaggio fosse tranquillo. Lo so che ho sbagliato, ma papà esagera!
Unico punto favorevole di oggi: Elson mi ha inviato un messaggio in cui mi ha raccontato il sogno che ha fatto stanotte. Tutto di poco conto, se non fosse che alla fine del sogno mi chiedeva di sposarlo!
ODDDDDIIIIIIOOOOOOO SIIIIIIIIIIII! ELSON TI SPOSEREI ANCHE ORA, ANCHE SE STESSE CROLLANDO LA TERRA, ANCHE SE EBIKO SI TRAMUTASSE IN MOSTRO DURANTE LA CERIMONIA E TENTASSE DI UCCIDERCI. Calma Akemi, calma.
In fondo mi ha scritto “che sogno utopico”…ma anche no! Perché deve essere utopico? Farò di tutto perché l’utopia diventi realtà! Già mi immagino svegliarmi il mattino e trovarmi Elson che dorme a dorso nudo di fianco a me, con i suoi MERAVIGLIOSI capelli biondi sul cuscino, le labbra dischiuse….NO BASTA! MI FACCIO DEL MALE DA SOLA!
#FANGIRLPOWERINME
Ciao ciao diario
Akemi















NOTE DELL'AUTRICE
Ciao a tutti! Come va?
Sono riuscita oggi a ritagliarmi un po' di tempo libero tra tutti gli impegni, e visto che da settimana prossima inizio le simulazioni degli esami di maturità e non avrò praticamente più tempo per scrivere, ho deciso di scrivere il capitolo, però mi tocca avvisarvi che sfortunatamente da ora per un bel po' non riuscirò a pubblicare :'(
Comunque spero che questo capitolo possa piacervi lo stesso! E in attesa del prossimo fatemi sapere cosa ne pensate! ;)

ps: ho scritto molto in fretta perchè tra esattamente venti minuti ho danza e sono ancora in casa O.o...quindi se trovate errori SEGNALATE!
Ciao ciao
Cammi

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Capitolo 9
*** Maledizione alla maledizione ***


MALEDIZIONE ALLA MALEDIZIONE


-Sicuro di non volere qualcosa da bere per calmarti?- Mi chiese Michel ficcandomi sotto il naso l’ennesima tazza di tè alla lavanda.
-No grazie, me ne avete già fatti bere cinque!-
-Come preferisci.-
Michel si allontanò bevendo al mio posto un sorso di tè e versandone il restante in testa a Pierre, che ragionevolmente, e civilmente aggiungere, gli si gettò contro con un placcaggio degno di un giocatore di rugby americano. Scossi la testa rassegnato e alzando lo sguardo trovai Chloé davanti a me, che mi fissava sorridente.
-Ti senti meglio? Chloé si è preoccupata quando ha visto Elson cadere a terra.-
-Si grazie, sto bene, ho solo avuto un piccolo attacco di panico!- Chiamalo “piccolo”, ero rinchiuso in una villa maledetta con un branco di svitati che si menava a vicenda…perché ho dimenticato di dirvi che anche Ellen e Viola si stavano prendendo a schiaffi; perché l’una accusava all’altra di non aver lasciato da mangiare a Yo. Oooh povero gatto, sono certo che se per un giorno non mangiasse per lui sarebbe la fine! Come fosse la prima volta che quelle due si dimenticassero di nutrirlo, una volta restò per una settimana senza cibo, tanto che (pensate che gatto intelligente) venne fino a casa nostra a cercare da mangiare…
-L’importante è che stai bene! Se hai bisogno chiedi pure a Chloè!-
-Certo Chloè, grazie!-
Se non altro lei era gentile, non come i due cuginetti…
Mi alzai dal divano e mi avvicinai allo zio Nega-Mogeko mezzo stravaccato su una sedia.
-em…zio…-
-Zio? Lo hai detto a me? Quindi mi accetti come tale, riconosci la mia autorità e inizi a volermi bene?- Mi disse tutto senza prendere aria e con gli occhi sbarluccicanti. Risposi a tutte le sue domande.
-Si, zio. Si, dicevo a te. Ti accetto come zio, anche perché, purtroppo, non tocca a me scegliermi le parentele. No, non riconosco la tua autorità. Se non riconosco neanche la tua autorità ci vorrà moooolto tempo prima che ti voglia bene!- Sfoderai un sorrisone e alzai due dita a V. Non so descrivervi la faccia di Nega-Mogeko, sembrava un misto di incomprensione e delusione…ma…alla fine mi abbracciò scompigliandomi i capelli. –Ti piaccio, è solo questione di tempo e diventeremo grandi amici, si, si!-
No, sul serio, inizio a credere che la gente non mi ascolti quando parlo.
-ADESSO BASTA! Mi sono stufata di stare chiusa qui dentro! Fatevi da parte, ci proverò io ad annullare questa fantomatica maledizione che tiene le porte chiuse!-
Ellen si stiracchiò le braccia avvicinandosi alla finestra della stanza, si spostò una treccia bionda dietro la schiena e ghignò –A noi due maledizione! Hai a che fare con una strega di altissimo livello!-
Allungò le mani davanti a sé e ne seguirono diversi minuti di fulmini, saette, lingue di fuoco, teste di bambole, occhi, fiori bianchi, rossi e gialli, un orsetto senza zampe che camminava arrabbiato…e un Hasu molto impaurito attaccato alla mia maglietta.
Quando tutto terminò Elle spavaldamente allungò una mano per mostrarci la finestra –Tah dah! Ora la maledizione è annullata, provate ad aprire la finestra e vedrete che potremo uscire!-
Viola sollevò gli occhi al cielo e fece come aveva detto la sorella, ritrovandosi a ridere. –Beh Ellen, a me non sembra che la finestra si apra.-
-Sei tu che sei interdetta e non ci riesci, spostati, ci penso io!...ooooissa! Avanti! Coraggio! Apriti dannata! Come non si apre?-
Io avevo un paio di ipotesi…
-Maledizione alla maledizione! Non è svanita! COME OSI! Ti prendi gioco di me? La grande Ellen la strega!-
Ne seguirono una marea di insulti in tutte le lingue, perfino in quelle antiche (ha un ottima padronanza del latino e del mandarino antico) mentre tentava in tutti i modi di fare leva sulla finestra per aprirla…o romperla.
-Ok Ellen basta così!- La presi da sotto le braccia e l’allontanai dalla finestra trascinandola giù dalle scale, mentre gli altri ci seguivano sghignazzando.
-NO NO NO! Riuscirò ad aprirla o non mi chiamo più Margarete!-
-Tu non ti chiami Margarete- disse Viola infastidita.
-No, lo so, ma metti che non riesco ad annullare la maledizione, non ho voglia di cambiare il nome Ellen, mi piace!-
Un discorso che non faceva una grinza. Al piano terra tutti quanti ci mettemmo a cercare nelle stanze qualcosa che ci aiutasse ad annullare la maledizione, anche se dovevamo ammettere che era una ricerca vana, visto che neppure Michel, Pierre e Cholé sapevano con certezza di cosa si trattasse e chi l’avesse invocata (in particolare questa informazione la voleva Ellen, per maledire chi avesse maledetto la casa…che gioco di parole).
Dopo due ore di “corri di lì, corri di là”, sposta oggetti, inserisci codici, annerisci un personaggio su un quadro e fai sorridere la statua, un rumore di cigolio ci fece girare tutti verso la porta d’ingresso, la quale si stava aprendo da sola.
-che sta succedendo?- Chiese Pierre inquieto.
-Qualsiasi cosa sia la sconfiggeremo!- Gridò Michel estraendo di nuovo la spada da sotto la gonna di Cholé (questa cosa me la dovevano ancora spiegare).
Invece da dietro la porta entrò zampettando felice…Yo. OOOOOOOOK COSA STAVA SUCCEDENDO?
-Yo!- gridarono in coro Ellen e Viola correndo a prendere in braccio il gatto. –Oooh piccolo amorino mio, hai sentito che la tua mamma aveva bisogno di te e sei venuto!- disse Ellen strofinandosi la testa di Yo sulla guancia –Oppure aveva fame!- La corresse Viola.
-Che gatto intelligente, è da lodare, non credi Hasu?-
-Si Nega-Mogeko, hai proprio ragione, per di più sembra molto devoto alle sue padrone.-
Cosa? Stavano davvero discutendo sulla fedeltà di un gatto? A me l’unico pensiero che sorgeva spontaneo era “Come caspita ha fatto ad arrivare fin qui da casa sua? Sono almeno due ore di macchina”, davvero, nessuno se lo stava domandando? Almeno tu mio caro lettore, dimmi che te lo eri chiesto!
-Amooooore gatto!-
Tutti ci voltammo verso Chloé che aveva pronunciato quelle parole con una vocina stridente e disturbante (come le bamboline blu di Garry). Michel strappò di mano il gatto ad Ellen e lo diede a Cholé inginocchiandosi –Per te mia adorata! Un gatto come pegno per la tua bellezza!-
-Grazie mille Michel! Come si chiama?-
-Chloé! Lo chiamerò Chloé! Che ne dici mia amata?-
-Si a Cholé piace il nome Cholé! Chloé pensa che sia proprio un bel nome il nome Chloé! Si, si!-
Non ero sicuro di aver compreso bene la situazione, per cui optai per non fare niente e sedermi sul divano per vedere l’evolvere della situazione e visto che anche lo zio ed Hasu lo fecero capii di aver fatto la cosa giusta.
Pierre face un salto sul posto e strappò il povero gatto nero dalle mani del gemello –Il gatto si chiama già Yo, non potete cambiargli nome…Cosa c’è che non va in voi? E non lo dico solo perché sono ESTREMAMENTE geloso!-
Oh secondo me lo diceva esattamente per quello, ma infondo chi ero io per giudicare, non mi intendevo certo d’amore, ero molto più interessato alla psiche, ai suoi lati nascosti e al suo malfunz…Funzionamento, si esatto FUNZIONAMENTO, perché è quello di cui si occupano gli psicanalisti…e io studiavo per diventarlo…
-FERMI TUTTI! Il gatto è nostro! Non vedete che lo spaventate!-
Yo fu per l’ennesima volta strattonato e tornò in mano ad Ellen –Calmo piccolo, calmo, la mamma è qui…come? Cosa dici? La maledizione? Si, ce ne siamo accorti!-
Ed eccola che rincominciava a parlare al gatto.
-Colpa tua? Un gatto bianco ti ha lanciato una maledizione perché era geloso del tuo manto lucido e profumato?  Lo sapevo!- Ellen gettò a Viola uno sguardo truce –è tutta colpa tua! Lo hai lavato troppo!-
-Colpa mia?- rispose la bionda arrabbiata –Se fosse per te Yo sarebbe un ammasso di pulci e sporcizia…-
-Meglio sporco e pulcioso che maledetto!-
Di nuovo fulmini e saette che volteggiavano in aria, questa volta però non feci in tempo ad avvicinarmi alle mie cugine per calmarle che entrambe smisero di ringhiarsi contro per…ascoltare…Yo…Ok…
-Cosa piccolo? Uccidere il gatto bianco? E così la maledizione si annullerà?-
-Molto bene!- disse Viola ricomponendosi –cerchiamo il gatto bianco e uccidiamolo!-
-con un campanello!- aggiunse Ellen –con un campanello!- le fece eco Viola.
Volevo ridere, davvero.
-NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO! Non vi lascerò uccidere il mio gatto!-
Gridò Chloé con tutto il fiato che aveva in gola, il suo schizzo fece perfino svegliare lo zio che si era appisolato sul divano. Ero un grande amante degli animali, ma se uccidere quel gatto serviva ad uscire da lì allora…dovevo trovare un modo per distrarre la signorina dai capelli viola.
-Mmmh..chissà…-
-Chissà cosa?- Mi chiese Michel guardandomi storto.
-Oh no niente!- Dissi con il mio tono più disilluso. –stavo solo pensando: chissà di che colore porta le mutande Chloé?-
Bastò un secondo. I due gemelli si lanciarono uno sguardo di sfida e si gettarono entrambi addosso alla poveretta. –Controllo io!-
-No io!-
Mi dispiace Chloé! –Andiamo a cercare quel gatto, veloci!-

Finalmente eravamo usciti da quella casa inquietante! Arrivammo a casa la sera tarda e lo zio mi aiutò a scaricare la cassapanca dal bagagliaio. Papà si fiondò in giardino per guardarla –Finalmente! Non vedevo l’ora di metterci su le mani!-
-si, è davvero una bella cassapanca- Disse lo zio annuendo.
-Non me ne può fregare di meno! Il bello è quello che ci sta dentro!-
-E sarebbe?- chiesi titubante.
-Entrate e ve lo mostro.-
In casa ci sistemammo tutti attorno alla cassapanca, io, Aya, lo zio Nega-Mogeko e la zia Yonaka, Hasu, mamma, Maria e Dio. Papà fece scattare le serrature della cassa e la spalancò mostrandoci al suo interno….OH MIO DIO…davvero un cadavere!
-Papà! Ma come…cosa…perché…chi?-
-Elson parla chiaro, non ho speso i soldi per farti studiare e poi parlare così!-
-CHI È?-
-Il padre di Chloé, lo hanno ammazzato perché non voleva che lei frequentasse i tuoi cugini e visto che dovevano far sparire il corpo ho deciso di prenderlo io!-
Ero senza parole, queste cose solo nella mia famiglia accadevano!
-è orribile, non credo che lo trasformerò in una bambola, ma sarà perfetto per quegli esperimenti di cui ti parlavo Maria!-
-Certo dottore!-
Volevo solo sparire in camera mia, ma mi sembrava maleducato con ospiti in casa…beh in tutto questo mi arrivò perfino un messaggio da Pierre:
“Chloé ha le mutande azzurre…e l’ho scoperto io! Thié!”


Dal diario di Akemi
Caro diario, come sempre i pomeriggi la noia mi assale e in attesa che Elson torni dalla sua gita a casa dei cugini io ne approfitto per fare un giro di ronda nel villaggio che proteggo. Papà mi ha raccomandato di andare a controllare se mi hanno lasciato la mia offerta giornaliera di mele verdi (Ormai le odio proprio le mele), io non ho problemi ad andarci, ma le mele saranno lì come sempre, dopo quella volta in cui Ebiko ha praticamente ucciso mezzo villaggio non si dimenticano mai di lasciare l’offerta…ahahahahah!
……………………………cazzo…………………………….non ci sono le mele….
















NOTE DELL’AUTRICE
Ciao a tutti! Vi sono mancata? Vi chiedo scusa se è da tanto che non ci si sente, ma come sapete la scuola è finita ed io il 17 inizio gli scritti. Però vi avevo promesso che a 100 visualizzazioni del precedente capitolo avrei iniziato a scrivere questo…e così ho fatto, vi giuro, solo che avendo poco tempo scrivevo un pezzettino di…tipo…tre righe per volta O.o”
Però ora sono qui! E vi presento il capitolo nuovo. Tra l’altro non so quando avrò l’orale, ma al massimo il 7 di luglio avrò finito tutto, quindi riuscirò a pubblicare più regolarmente, fino ad allora vale sempre la regola delle 100 visualizzazioni. Una vola che questo capitolo le avrà raggiunte io inizierò a scrivere il prossimo. So che è brutto così, anche a me da fastidio quando dicono “se volete il prossimo capitolo voglio almeno 30 recensioni”, ma io non chiedo tanto, 100 visualizzazioni solitamente si prendono in una, massimo due settimane…e lo faccio per ritagliarmi del tempo, vi chiedo ancora perdonano, ma la maturità non è un gioco e mi piacerebbe puntare altro. Quindi spero che mi capiate e spero di sentirvi presto! ;)
Ringrazio Hillarity per aver inserito la storia tra le seguite.
Ciao Ciao
Cammi

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Capitolo 10
*** Sacrificio ***


SACRIFICIO

Ci sono quei giorni in cui ti svegli e subito capisci che qualcosa non va, di sicuro oggi era uno di quei giorni.
Mi ero alzato di mia spontanea volontà, senza Maria che quasi buttasse giù la porta a pugni, avevo fatto una colazione tranquilla con cappuccino dalla morbida schiumina bianca e cacao, avevo chiacchierato con mia madre su cosa avrei fatto finita l’università (anche se avevo appena iniziato) e nessuno aveva tirato in ballo cadaveri e squartamenti…QUINDI ERA OVVIO CHE SAREBBE STATA UNA GIORNATA STRANA!
Avevo perfino ipotizzato che papà avesse per sbaglio investito Snowball e che il coniglio per sostituirlo non fosse ancora disponibile per la spedizione via corriere, ma MAI mi sarei aspettato quello che seguì da lì a poco.
Presi il cellulare e controllai la sfilza di messaggi che mi erano arrivati da ieri sera, una marea, ma tutti di Garry e di Pierre che si insultavano sul gruppo “I cuginetti maschi siiiiiiii *pugno*”, gruppo che avevo adeguatamente silenziato. Ancora niente di Akemi,  che strano. Ero preoccupato, erano due giorni che non si faceva sentire e non rispondeva alle mie chiamate. Sospirando rinfilai il telefono in tasca.
-Elson! Oggi giochi con me?- Alzai gli occhi su una Aya tutta solare.
-Non cred…-
-Non dire che devi studiare, perché so che non è vero! Maria mi ha detto che l’università è chiusa fino a ottobre! Era più bello quando studiavi in casa e potevi giocare con me quando volevo!-
Già…in realtà studiavo in casa con inseganti privati perché il primo giorno di scuola alle elementari tutti mi presero in giro perché ero figlio del Dottor Drevis…la sua fama mi precedeva sempre! Una sola persona mi parlò amichevolmente quel giorno, la persona che divenne la mia migliore amica e che veniva a trovarmi tutti i pomeriggi a casa, la stessa persona per cui ora pregavo non le fosse successo niente…Akemi, dove caspiterina eri finita?
-Va bene Aya, giocherò con te, cosa vuoi fare?-
-Siiiiiiiiiiii! Allora, giochiamo al dottore e il paziente, tu sei il paziente, io il dottore e devo esportarti il cuore, va bene?-
-Esportarmi che? Scherzi?-
-No sul serio, poi le regalo a papà, ha detto che gliene serve uno!-
Tic nervoso all’occhio modalità: On.
-NO!-
-UFFA PERÒ NON TI FAI MAI ESPORTARE NIENTE!-
-Mi pare il minimo!-
Non temete, alla fine non abbiamo neanche litigato, ci siamo accordati per un più normale “torello” insieme a Dio.
 Era il turno di Aya di stare in mezzo, quando lungo il sentiero che portava al giardino sul retro arrivarono correndo Shimoko ed Ebiko.
-Elson! Devi venire con noi!- Disse Shimoko ancora con il fiatone.
-Certo, per forza, devi farle capire che sta facendo una stupidata!- la assecondò l’amica.
Io però non ci stavo capendo niente. –Calma! Chi sta facendo cosa?-
Le due ragazze si lanciarono uno sguardo di comprensione e mettendomi le mani sulle spalle mi spinsero fino alla panchina del giardino facendomi sedere. –è meglio se stai seduto, conoscendo la tua attitudine allo svenire spesso!-
-Io non svengo spesso!-
-Akemi non è dello stesso parere!-
Akemi…a proposito, quello mi fece tornare in mente che ancora non l’avevo sentita, sommando il fatto che le sue due migliori amiche erano a casa mia tutte preoccupate…ok…era vero, forse ero propenso allo svenimento…un poco…
-è per Akemi? Sta bene?-
-Beh…si…per ora…- Ebiko prese un grosso respiro e poi raccontò tutto a raffica senza fermarsi –Akemi è andata a controllare le offerte ma le mele non c’erano e allora la sua ex tata ne ha approfittato ed è tornata tutta arrabbiata per vendicarsi e ha iniziata ad ammazzare gente al villaggio e Akemi per proteggere tutti vuole sacrificarsi!-
Era un discorso confuso, solamente due parole compresi, ma mi bastarono.
-Akemi, sacrificarsi? COME?-
Shimoko si asciugò le lacrime e mi prese le mani –Il villaggio vuole offrire un sacrificio per placare la maledizione della “dama bianca”, ed Akemi in quanto spirito protettore del villaggio si vuole offrire come vittima! Elson, ti prego, vieni con noi e convincila a desistere, è una follia quella che vuole fare!-
-Akemi è cosa? No non importa! Me lo farò spiegare con calma da lei!- QUALE CALMA????? –Ora dobbiamo impedirle di mettersi a fare una cazzata!(scusate il termine volgare ma ero davvero molto agitato) –
Strinsi più forte una delle mani di Shimoko e con l’altra afferrai quella di Ebiko. –Muoviamoci!-
-Grazie!- Esultarono le due ragazze dai capelli verdi.
Arrivammo alla mia macchina e ordinai loro di salire, io mi sedetti al posto di giuda e chiusi la portiera pronto a partire.
-Elson aspetta!- lo sportello del passeggero si aprì e Aya si sedette sul sedile di fianco a me.
-Che fai? Scendi subito Aya, sono di fretta!-
- Io e Dio veniamo con te!-
Accidenti, ci mancava solo questa!
-Aya, ascoltami per favore, la mia migliore amica sta per morire, praticamente suicida, e ancora non ho capito il perché. Ora, per quanto io ti voglia bene, non porto una bambina e uno zombie in una missione così pericolosa!...senza offesa Dio!-
-Si figuri Signorino!- disse il biondo accostato alla portiera.
Aya strinse i pugni ai fianchi –E invece noi veniamo, proprio perché ti vogliamo bene! Vogliamo aiutarti, e poi anche se sarà pericoloso io ho Dio che mi protegge…oltre a questa!- estrasse la motosega e la fece cantare, ridendo diabolicamente.
-La prego Signorino, ci lasci aiutare!-
Aya annuì sorridendo –Vogliamo salvare Akemi, così posso dimostrare alla zombie dalle treccine bionde che tu preferisci Akemi ad Ib!-
Sorrisi anche io abbassando lo sguardo sul volante –Va bene, potete venire…e farò finta di non aver sentito la parte in cui scommetti sulla mia vita sentimentale, Aya!-
-yeee!-.
Feci salire anche Dio sui sedili posteriori con Shimoko ed Ebiko e poi partii a 100 km all’ora verso il villaggio. In confronto a me i piloti di “Fast and furious” sembravano bambini sui tricicli.
-AAAAH rallenta!- Mi gridò Ebiko in un orecchio –Rallenterò quando saremo arrivati!-
Entrammo nel villaggio e frenai con una sgommata che probabilmente udirono per un chilometro.
-Arrivati! Ora prima di scendere fatemi capire perché gli abitanti del villaggio vogliono un sacrificio!-
-Per placare l’ira della “dama bianca” alias ex tata di Akemi, visto che qualcuno ha mangiato le mele  che dovevano fungere da offerte…e questa volta non sono stata io!- balbettò Ebiko.
Scendemmo tutti dall’auto e iniziammo a correre verso la piazza principale –Non c’è nessuno in giro- ci fece notare Dio –Già, speriamo non sia troppo tardi!- disse Shimoko ancora in lacrime.
Non poteva essere troppo tardi, non lo avrei mai accettato!
Tutti gli abitanti del piccolo villaggio erano radunati nella piazza e gridavano “più forte!”, “Uccidetela”, “ è tutta colpa sua”.  Mi feci strada tra la massa, procedendo quasi per inezia e con il cuore che accelerava ad ogni passo; esplose definitivamente quando sdraiata a terra vidi Akemi che cercava di proteggersi, rannicchiandosi, dai colpi di bastone che le erano inferti da degli uomini.
-Maledetta! Hai mangiato l’offerta per lo spirito guardiano e ora per colpa tua siamo maledetti, muori!- Le gridò un vecchio appostato al margine del gruppo degli aguzzini. Sentii l’ira ammontarmi dentro come un uragano.
Mi staccai dalla folla e corsi verso Akemi –FERMI!- mi gettai in ginocchio stringendo a me il corpo della mia amica e beccandomi sulla schiena il colpo che, se non fossi intervenuto, l’avrebbe presa in pieno viso. Mi aveva fatto parecchio male, ma cercai di non pensarci. –Akemi, mi senti, stai bene?- lei aprì leggermente gli occhi per guardarmi e sorridere –El…son…sei venuto…per me…- disse mentre mi sfiorò la guancia con una mano, dopo di che perse i sensi tra le mie braccia.
-Ragazzo, togliti subito da lì! Quella giovane ha mangiato l’offerta destinata al nostro spirito protettore e per colpa sua ora è furioso!-
Avrei voluto rispondere, ma mi fermai sentendo quella vocina nella mia testa…erano anni che non la sentivo, pensavo di averla messa a tacere, eppure ora eri lì che mi sussurrava –SE LO VUOI PUOI ANNIENTARLI TUTTI QUANTI- lo volevo? Non ne ero del tutto certo.
-Lei non ha mangiato l’offerta! Lo sapete benissimo!- Gridò Shimoko correndo verso di me con Ebiko. –Volete solo un capro espiatorio per credere che la maledizione si spezzerà, ma se non uccidete il vero colpevole non vi servirà a niente!-
Misi a tacere la vocina e bisbigliai sottovoce –Rpg- Solamente Ebiko parve sentirmi –Come, cosa hai detto?-
-Rpg, è ovvio, siete tutti Rpg! Avrei dovuto capirlo da un pezzo!- alzai la testa da Akemi ai rappresentanti del villaggio –Solo qualcuno con la mentalità malata di un Rpg può pensare come unica soluzione ad un sacrificio!-
Il vecchio di poco fa mi si avvicinò ridendo –Mio caro, ma è ovvio! Tuttavia non credo che tu abbia molto da ribattere, sbaglio o sei Elson Drevis? Il figlio di…-
-SI- Pure qui lo conoscevano? –Sono io…e con ciò? Sappiamo tutti cosa fa mio padre, ma questo non vuol dire che io lo condivida!-
-wohoh non è così semplice! Se nasci Rpg non puoi cambiare la tua natura, che tu sia il buono o il cattivo sei comunque legato indissolubilmente al tuo destino. Sei un Rpg Drevis, e devi accettarlo!-
Lo so che avrei dovuto mettermi a fare uno dei miei discorsi su come io non fossi mio padre e come il mio destino lo scegliessi da me…ma…in quel momento tutto quello che riuscii a fare fu…RIDERE.
-e va bene…andrò contro ogni regola, contro ogni logica, mi adatterò perfino a voi pazzi con la mentalità Rpg…ma salverò Akemi, costi quel che costi!-
Wow, sarebbe stato figo ed ad effetto dire questa frase come nei film, con quel tono eroico, invece mi accorsi di averla detta tra una risata e l’altra, con un tono  inquietante e psicotico.
-Come vuoi tu Drevis, allora il prezzo sarà la tua vita. Uccideteli tutti e quattro.-
Shimoko si paralizzò all’istante –Aspettate! Tutti e quattro? Quindi anche me ed Ebiko? NOOOOOOOO Ebiko fa qualcosa! Trasformati in mostro dai dai dai dai!-
Afferrò l’amica ed iniziò a scuoterla –Scimoko ferma! Non è che se lo chiami il mostro viene!-
Molto bene, volevano ucciderci? Che venissero pure, il vecchio aveva ragione infondo, io ero un Rpg…non potevo cambiarlo, per cui…perché non ascoltare la MIA VOCINA?
-Bzzz bzz taglia tutto si! –
Aya e Dio si pararono tra noi e gli abitanti adirati del villaggio –Nessuno tocca il mio fratellone! Se vi avvicinate vi tagliuzzo…o vi lancio contro Dio!-
Una mano mi si posò  lievemente sull’avambraccio, abbassai lo sguardo e vidi la mano di Akemi stringermi nel sonno.
Wooooo…cos’era successo? Ho avuto un vuoto improvviso. La voce di Aya mi richiamò.
-Elson, che devo fare con loro? Li vuoi morti?-
-Emh…- fino ad un secondo fa l’avrei voluto…ma perché? –No Aya…non si fa! Non abbassarti al loro livello di inciviltà!-
Mia sorella mi guardò leggermente delusa –ok, qualsiasi sarà la tua scelta fratellone, io l’accetterò…ma almeno permettimi di usare i loro pezzi per farne delle bambole!-
-Aya ti ho dett…- però forse sarebbe stato utile per fuggire… -Certo Aya, puoi farci delle splendide bamboline, con CHIUNQUE RIUSCIRAI A PRENDERE!-
Bastarono queste parole e il sorriso enorme di mia sorella a far dileguare tra le grida tutto il villaggio. –La figlia dello scienziato pazzo ci vuole uccidere!- però! Chi l’avrebbe mai detto che la fama di papà ci sarebbe tornata utile? Mi alzai sollevando in braccio Akemi e mi incamminai verso la macchina.
-Ebiko, Shimoko, voi non venite?-
-Meglio di no, gli abitanti del villaggio non se la prenderanno con noi…se non vogliono subire l’ira del mostro dormiente in Ebiko. Noi staremo bene, tu porta Akemi al sicuro e chiama suo padre, sarà felice di sapere che sua figlia è viva dopotutto.-
Sorrisi a Shimoko e salutai le due ragazze richiamando da me Dio e una delusissima Aya.
-Ero a tanto così dal prendere quella donna, dannazione!-
-Sarà per la prossima volta, Aya.-
-Puoi scommetterci, Dio!-


Quella sera andai a controllare come stesse Akemi, per fortuna a parte qualche piccola ammaccatura sembrava a posto, niente di grave.
-Ho parlato con tuo padre, gli ho spiegato la situazione e siamo d’accordo che tu rimarrai a vivere da noi fino a che le acque non si saranno calmate.-
-Ma, potrebbe volerci un sacco! Non voglio disturbare.-
-Ma ti pare Akemi! Non disturbi affatto! Mi fa piacere che tu resti qui! E farà molto piacere anche ad Aya!-
Akemi mi sorrise abbassando lo sguardo. –Ok, per stanotte dormi pure qui, le camere degli ospiti non sono ancora pronte.-
-E tu?- mi chiese preoccupa – In una delle camere degli ospiti…non ancora pronte ahahahahah mi basta un letto, per una notte non mi da di certo fastidio!-
Mi alzai e aprii la porta –Domani mattina Maria ti verrà a svegliare per la colazione!-
-Grazie infinite ancora Elson, sei troppo buono…con tutto quello che ho fatto!-
-Dormi e non pensarci mai più!-
Richiusi la porta sorridendo. Ripensandoci però non ero io quello troppo buono, il mio sorriso scomparve –Akemi, sei tu quella troppo buona, non avresti dovuto sacrificarti per quegli ingrati, IO LI AVREI LASCIATI MORIRE TUTTI QUANTI.-




Dal diario di Akemi
Caro diario IO STO MORENDO *:* o meglio, oggi stavo per morire ma poi è successo un miracolo! Ok Ok ora ti racconto tutto con calma, lascia che mi passi l’ormone impazzito.
Dovevo aver perso i sensi perché l’ultima cosa che ricordavo era Elson che si beccava una bastonata per salvarmi, mentre quando mi svegliai ero in una stanza dalle pareti color nocciola e il soffitto bianco.
Non realizzai subito dove mi trovassi, fino a che non misi a fuoco la vista e riconobbi la stanza di Elson. Mi drizzai come un fuso e mi sedetti di scatto. Ero sul suo letto! ODDIO ODDIO ODDIO ODDIO! Mi sdraiai di nuovo ficcando in naso nella stoffa del cuscino e WOOOOOOW aveva il suo profumo. Me lo sarei portato dietro camminando per tutta la testa in stile fangirl con il sangue al naso, ma…mi faceva male ogni osso!
In quel momento ricordai quello che era accaduto quella mattina, la storia della maledizione e del sacrificio. Come spirito guardiano non potevo permettere che uno dei miei protetti, anche se colpevole, venisse sacrificato, dovevo propormi io! Poi sembra che tutti abbiano accettato di buon grado l’idea di avere qualcuno che confessasse qualcosa che non aveva fatto, era un problema in meno a cui pensare per loro.
Però mai mi sarei aspettata che Elson venisse a salvarmi, oooooooooh gli mancava solo il cavallo bianco e sarebbe stato un ottimo principe azzurro, si, si. Però ora c’era un problema…lui sapeva che ero un Rpg…NOOOOO come avrei potuto affrontarlo ora? Avrei dovuto raccontargli tutto e prostrarmi per chiedergli scusa…in tredici anni non gli ho detto niente…e non è che siano pochi…
Sentii qualcuno salire le scale e svelta mi sdraiai di nuovo per far finta di dormire. La porta si aprii e sentii parlare
-Signorino, se serve qualcosa chiami.-
-Cero, grazie mille Maria.-
Un tonfo mi fece capire che la porta si era richiusa. Elson mi si avvicinò sedendosi sul bordo del letto.
-Akemi, ti sei svegliata?- io non risposi –Lo prendo per un no!-
Mi accarezzò i capelli sul cuscino emettendo una risatina nasale…quanto amavo la sua risatina nasale!*.*
Sentii il materasso sotto di me alzarsi di nuovo, segno che Elson si era alzato…ok…ora o mai più. Feci finta di svegliarmi massaggiandomi gli occhi. –Elson…sei tu?-
-Akemi! Ben svegliata!- si sedette di nuovo di fianco a me –Dobbiamo parlare, se te la senti-
-Di cosa?- avevo paura della risposta
-Del fatto che in tredici anni che ci conosciamo non mi hai mai detto di essere una Rpg.- Ecco, lo sapevo!
-Ecco…io….-
-Ti prego, dimmi la verità. Perché mi hai sempre mentito?-
Quelle parole furono come uno schiaffo, il brutto fu che me le disse con le lacrime agli occhi…non so tu caro diario, ma io ho un debole per i ragazzi che piangono. Però ora necessitavo di una risposta…beh optai per la verità.
-Lo so…avrei dovuto dirtelo…ma…avevo paura che tu non mi accettassi più…io…io…ti vedevo felice ad avere qualcuno di normale…e se tu sei felice lo sono anche io…-
Ero pronta per la sclerata tra tre, due, uno…
Elson mi strinse le braccia ai fianchi e mi abbraccio stringendomi forte forte a sé. Dovevo avere le guance dello stesso colore dei miei capelli.
-Akemi, lo sai che dovrei odiarti?-
-Si- sul serio? Non ero riuscita a dire altro?
-Allora spiegami perché non ci riesco?-
-Non lo so…- la banalità…
Mi premette le labbra sulla fronte e mi lasciò un tenerissimo bacio…beh guarda mio caro, se il bacio me lo avessi dato un po’ più giù, magari in quella zona tra il naso e il mento, a me non sarebbe dispiaciuto.
-Dovrei lasciarti riposare, è meglio che vada!-
NOOO come te ne vai di già! Cioè sono qui, sdraiata sul tuo letto, con uno sguardo da “fai di me ciò che vuoi” e tu vuoi lasciarmi riposare? Che fine ha fatto l’”uomo medio” dentro di te?
- Ho parlato con tuo padre, gli ho spiegato la situazione e siamo d’accordo che tu rimarrai a vivere da noi fino a che le acque non si saranno calmate.-
Si va bene…bla bla bla bla.
No come? Avrei vissuto con Elson? MA SPERIAMO LE ACQUE NON SI CALMINO PER UN BEL PO’!
Però…non ci credo che non mi odio per quello che ho fatto!
-Grazie infinite ancora Elson, sei troppo buono…con tutto quello che ho fatto!-
-Dormi e non pensarci mai più!-
Uscì dalla stanza con queste parole…Elson…spiegami come faccio ad non amarti.

Saluti caro diario, Akemi









NOTE DELL’AUTRICE
È FINITA SIIIIIIIIII! Signore e signori la qui presente è ufficialmente maturata! A questo punto non mi interessa neanche tanto con quanto uscirò, mi basta USCIRE!
Beh torniamo ad Elson ed amicizie che è meglio! Eccovi il capitolo nuovo, come avrete notato non è comico come tutti gli altri, questo perché avevo bisogno di un capitolo per introdurre un po’ di temi ed argomenti che più avanti verranno trattati, come ad esempio la personalità di Elson…non aggiungo altro.
Volevo ringraziare  m a f u r i n per aver inserito la storia tra le seguite!
Ora vi lascio e vi chiedo un favore piccolo piccolo. Come potrete immaginare ho l’adrenalina a mille in questo momento e non riesco a stare seduta per più di due minuti, per cui figuratevi rileggere tutta la storia, ma vi avevo promesso che oggi avrei pubblicato, e ci tengo a mantenere le promesse! Se trovate degli errori segnalate che correggerò il prima possibile!
Ciao ciao
Cammi

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Capitolo 11
*** Un momento imbarazzante ***


UN MOMENTO IMBARAZZANTE

Questa volta il mio sonno fu interrotto da un grido di terrore proveniente dal fondo del corridoio, strastufo di questi risvegli bruschi decisi di andare a controllare, giusto per dirne un paio a chi aveva osato gridare.
Immaginate la mia sorpresa quando inginocchiata per terra in corridoio trovai Akemi.
-Che cosa è successo?- Le chiesi correndole incontro; lei mi saltò in braccio, poi con un dito tremante mi indicò la porta.
-Ero in bagno a sciacquarmi la faccia, quando un…QUALCOSA…è saltato fiori dalla vasca! Che schiiiiiiifooooooo!-
-Va tutto bene Akemi, ora controlliamo cos’è.-
Feci scendere la mia amica e aprii lentamente la porta del bagno. Il pavimento era ricoperto di sangue, così come la vasca da bagno.
-Bua tagashasha-
Uno zombie strisciò fuori dal bagno lasciando dietro di sé una scia di sangue. Akemi gridò e lo lasciò passare avvinghiandosi alla tenda della finestra del corridoio…io invece rimasi a fissarlo senza parole per qualche istante, poi scoppiai  –Ancora tu? Lo hai fatto di nuovo? Guarda che schifo! Ora chi la sente Maria?-
Ecco appunto…Maria arrivò correndo con in mano uno spazzolone e lo diede in testa allo zombie –Cattivo! Lo sai che ora mi tocca pulire di nuovo, stasera a letto senza latte e biscotti! FILA!-
Lo zombie strisciò via tristissimo e Maria si avvicinò a me ed ad Akemi.
-Chiedo scusa Signorino, il bagno sarà agibile tra cinque minuti!- Aprì la porta e poi la richiuse –Facciamo dieci! Vi conviene andare a fare colazione, tornate dopo!-
-…Ok…-
Detto ciò Maria prese un grande respiro ed entrò nel bagno, mentre io ed Akemi scendemmo a mangiare.
A tavola era seduta tutta la mia famiglia e potete immaginare la faccia di Aya quando mi vide scendere con Akemi…era un misto tra “ah ah, io lo sapevo”, “ma tu guarda che coincidenza”, “vi ammazzerò tutti”, “ho fame, voglio i biscotti alle gocce di cioccolato”.
Papà era seduto a capotavola e Dio gli stava servendo le mini brioche alla crema –Ancora ragazzo!-
Dio gliene poggiò un’altra sul piatto –Ancora una- lui ubbidì –Fai un’altra-  a quel punto Dio protestò –Ma signore, poi non ce ne saranno più per gli altri-
Papà tirò fuori la motosega guardandolo da assatanato –TU DAMMI UN’ALTRA BRIOCHE O TI CAVO ANCHE L’ALTRO OCCHIO, CHIARO BIONDINO?- Beh dopo quella minaccia chi volete non avrebbe ubbidito?
Mamma invece si limitò a salutarci e a riempire Akemi di domande su come stesse.
-Piuttosto bene, mi fa male ancora qualche botta, ma passerà in fretta spero, grazie per l’interessa Monika!-
A qual punto alle sue spalle balzò fuori papà –Sai, se ti trasformassi in una bambola non sentiresti più niente!-
La risposta di Akemi fu una specie di incantesimo che fece risedere all’istante mio padre sulla sua sedia…infondo potevo anche abituarmici in fretta ai poteri della mia amica!
-Uffi quante storie- protestò mio padre –tanto prima o poi trasformerò in bambole anche Elson ed Aya!-
Mia madre balzò in piedi e un’aura violacea l’avvolse –NON OSERAI!-
-e perché no?-
-perché? Perché sono i tuoi figli! Non puoi farlo! MARITO DEGENERE!-
Oh si! Appoggio la mamma in tutto e per tutto.
-Uffa! In ogni caso- continuò papà – La zia Yonaka ci ha inviato questo invito!-

Carissima famiglia
Siete tutti calorosamente invitati a festeggiare il compleanno di Shinya.
Io non li voglio!
Zitto Shinya! Dicevo…La festa si terrà al Mogeko Castle il 30 di Agosto.
Vi aspettiamo a braccia aperte!
Elson anche a gambe aperte
Moge-Ko non osare mai più dire cose del genere, ora vattene o ti tiro contro Hasu!
Nooooo! Io ho paura!
No Hasu tranquillo, sai che io e Nega-Mogeko non permetteremo più a nessuno di farti del male.


Papà richiuse la lettera tossendo sulla mano –Beh…da qui si perde l’invito, per cui non ha senso leggere oltre.-
Concordavo con papà per questa volta, non si sa mai che Moge-Ko avesse espresso altri pareri su di me.
-Naturalmente sei invitata anche tu Akemi!-
Lei arrossì e riappoggiò la sua tazza sul tavolo. –Emh…grazie!-
-Molto bene!- esclamò papà alzandosi dal tavolo e strofinandosi avido le mani –è meglio che vada! Ho un sacco di lavoro da fare oggi. Ci sono i cadaveri dei due gemelli che devo mutilare e quello del cane da incrociare con lo scoiattolo! A dopo cari miei!-
Non avevo parole…
Tornato in camera decisi di andare a farmi la doccia, tanto avevo visto Maria rincorrere Collina per farle soffiare il naso, il che voleva dire che aveva già finito di pulire il bagno. Mi tolsi la maglietta (ma tenni i pantaloni, non giravo per casa nudo con tutta la gente che c’era) e presi il mio bagnoschiuma dirigendomi in bagno.
Adesso vi starete chiedendo come mai tengo il bagnoschiuma in camera anziché in bagno…ebbene…lo facciamo tutti in casa. Un tempo lo lasciavamo nella doccia, ma poi gli zombie decisero di usarlo per i loro fini:
1)    Uno di loro se lo bevve.
2)    Una piccola zombie presa dal senso di vendetta lo aveva sparso fuori dalla camera di papà sperando lui ci scivolasse sopra (e lo fece wahahahahah)
3)    Uno zombie lo aveva usato come lubrificante per la bici di Aya.
4)    Allo zombie fattone era venuta la splendida idea di usarlo per fare la schiuma ed organizzare lo schiuma party nello scantinato.
Bene, ora sapete perché teniamo il bagnoschiuma sotto stretta sorveglianza!
Arrivai in bagno e richiusi la porta alle mie spalle, finalmente un po’ di tempo per…OH CAZZO!
IMBARAZZO!
Akemi era davanti a me, evidentemente appena uscita dalla vasca, ed indossava solo un asciugamano che copriva giusto l’essenziale; mi fissava con due occhi da pesce palla, quasi fossi una specie di alieno.
-eeeeeeemmmmmh…ciao…-
-C…i….ao-
MA COSA STAVO FACENDO! Dovevo uscire di lì! Dove erano finite le mie buone maniere?
-Scusa Akemi, non credevo ci fosse qualcuno! A…a…adesso me ne vado!-
Mi voltai e afferrai la maniglia della porta con le guance in fiamme.
AKEMI ERA MEZZA NUDA DAVANTI A ME…NO NO NO NO! NON ANDAVA BENE!
-No scusami tu Elson, so che avrei dovuto chiudere a chiave, ma non l’ho trovata da nessuna parte…-
-Tranquilla, tanto ora me ne vado!-
DOV’È LA MIA MAGLIETTA? RIVOGLIO LA MIA MAGLIETTA!
…è?...No…Nononononono…perché la porta non si apriva?
-MALEDETTE PORTE RPG! SEMPRE CHIUSE QUANDO SERVE CHE SIANO APERTE E APERTE QUANDO DEVONO ESSERE CHIUSE!-
Mi voltai e bianco come un cencio parlai ad Akemi –Mi sa che siamo bloccati qui…-
-Cosa? No, non può essere! Oddio…che vergogna!-
Lei aveva vergogna? Non era lei quella che era piombata nel bagno della sua migliore amica con indosso solo i pantaloni del pigiama; sembrando così un maniaco!
Diedi un altro colpo alla porta –Maledetta!-
-perché?-
Quella voce…
-Aya, sei tu?-
-certo fratellone!-
-Aya, per caso lì fuori c’è la chiave? Qualcuno con un pessimo senso dell’umorismo ha chiuso dentro me e Akemi!-
-Certo! Sono stata io! Ho una scommessa da vincere, ricordi?-
-Cosa? No Aya, apri subito, non fare la cattiva!-
-No, prima vi baciate e poi apro.-
Sbuffai rassegnato –l’ho baciata ora apri!-
-No, non è vero! Torno tra dieci minuti! Buon divertimento!-
-TU BRUTTO DEMONIETTO RPG DAGLI OCCHIONI BLU!-
Sento le scarpette di Aya allontanarsi e mi affloscio sulla porta.
-Akemi, mi sa che non usciremo di qui per un bel po’-
Lei si sedette sul bordo della vasca stringendosi ancora di più nell’asciugamano, mentre io continuavo a camminare vanti e indietro per il bagno, maledicendo in tutte e tre le lingue che conoscevo Aya e la sua discendenza Drevis.
-Adesso basta! Quella mocciosa mi sente!-
Accenno ad un lieve passo di corsa, ma mai lo avessi fatto! Appoggiai il piede sopra una pozza d’acqua e scivolai finendo lungo e tirato dentro la vasca ancora piena d’acqua, picchiando una culata secolare.
-Aihaaaaaa!-
Akemi scatta in piedi portandosi le mani alla bocca –Oh mamma! Elson stai bene? Sei ferito?-
Solo nell’orgoglio. Aya: 1 Elson: 0
-Aspetta ti aiuto ad uscire!-
Akemi mi porge le mani e io le afferro, ma ad un tratto dietro di lei compare una sorta di fantasma; era un ragazzo all’incirca della mia età…ero sicuro di averlo già visto. Aaaah siiii! Quello era il tipo che Maria aveva aiutato! Mi era simpatico, ma appariva di rado.
Il ragazzo sogghignò e spinse Akemi facendola cascare anche a lei nella vasca; dopo di che sparì.
BRUTTO DELINQUENTE, E IO CHE HO DETTO AI MIEI AMATI ASCOLTATORI CHE ERI SIMPATICO!
Ora io e Akemi siamo entrambi nella vasca immersi nell’acqua.
-Mi dispiace Elson!- disse Akemi cercando inutilmente di alzarsi, ad ogni suo movimento l’asciugamano minacciava di cadere impedendole di muoversi.
-Ma perché capitano tutte a me?- bisbigliò tra sé e sé, come se io non potessi sentirla.
-Mi dispiace, è solo che adesso Aya si è messa in testa quella scommessa e tutti gli zombie, a quanto pare, la appoggiano.-
-Si, solo che io non voglio esserti di peso.-
-Tu di peso? Sei l’unica persona che per me non è mai stata un peso…-
Akemi arrossì ancora più di prima e abbassò lo sguardo…sui miei addominali…ora ero io imbarazzato.
Però…non mi ero mai accorto di quanto in effetti fosse carina Akemi, con le guance arrossate, la pelle candida e le labbra sottili e rosee. Ok, non era carina era decisamente bella…ma tutte queste non erano cose che io avrei dovuto pensare! Sono suo amico, e non voglio essere di più…forse…perché in quel momento l’unica cosa che volevo fare era infilarle una mano nei suoi capelli e attirarla a me per baciarla.
Aya: 2 Elson: 0…(dovevo recuperare in qualche modo!)
Mi alzai sui gomiti e avvicinai le labbra ad Akemi, lei non si ritrasse e non so dirvi se questo mi rese felice o mi abbia messo timore…MA POCO IMPORTA! PERCHÉ?
Perché mia madre apparve dallo specchio del bagno interrompendoci.
-Elson, Akemi, state bene? Ho trovato Aya che saltellava per il corridoio con la chiave del bagno e mi ha raccontato tutto, non avete avuto paur…oh…non volevo interrompere niente!-
Akemi saltò in piedi e fuori dalla vasca, senza far cadere l’asciugamano (i poteri dell’antisgamo)
-No, no, Monika, niente paura, anche se un fantasma ha pensato di affogarci nella vasca!-
-Oh di nuovo lui! Elson tu stai bene zuccherino mio?-
Io scivolai ancora di più nella vasca sventolando una mano per segnalare la mia presenza…e che stavo (più o meno) bene.
-Meno male! Ooh ma Aya questa volta non la passa liscia- disse mia madre con un tono furioso –Si prenderà una bella punizione in stile Monika!-
Wohohohoh! A questo punto direi Aya: 2 Elson: 100000, perché questo è il valore minimo che si può dare ad una punizione di mamma!
PRENDI QUESTO AYA!









NOTE DELL’AUTRICE:
Tadà! Rieccomi qui per tutti voi!
A dire il vero questo capitolo non doveva finire così (per questo manca il diario di Akemi) ma sarebbe uscito troppo lungo, per me da scrivere ma soprattutto per voi da leggere, così l’ho spezzato in due e vedremo il ritorno al Mogeko Castle nel prossimo capitolo! ;)
Quindi amanti dei piccoli mogeko e delle due sorelle streghe ESULTATE! (Voglio che fate una ola davanti al computer!)
Dio che imbarazzo a scrivere la scena di Akemi ed Elson, spero che almeno vi sia piaciuta!
Naturalmente, come sempre aspetto le vostre recensioni…anche perché a questo punto voglio sapere voi per chi tifate! Per Aya e Akemi o per la zombie dalle treccine bionde (vagamente somigliante a Viola) ed Ib? Sono curiosa!!!!
Ringrazio Manuel 2000 per aver inserito la storia tra le seguite e le preferite, HeartRain per averla inserita tra le seguite, Anown per averla inserita anche tra le preferite e babyi per avermi fatto sapere cosa ne pensava! State aumentando ancora, nonostante ormai la storia sia pubblicata da molto, voi non sapete la mia gioia!!! <3 GRAZIE MILLE!
Ciao ciao
Cammi

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Capitolo 12
*** Ma questa non doveva essere una festa di compleanno? ***


MA QUESTA NON DOVEVA ESSERE UNA FESTA DI COMPLEANNO?


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Finalmente riuscimmo a partire per raggiungere il Mogeko castle e festeggiare il compleanno dello zio Shinia. Dovevo pure ammettere che il viaggio in macchina non fu nemmeno tanto male, rispetto al solito. Come sempre Papà prese la sua auto insieme a Maria e mamma, questa volta si è portato dietro anche Coron (l’ultima volta che siamo andati via tutti lei aveva pensato bene di fare un giretto per le camere e il risultato erano state quattro paia di calzini scomparsi! Per cui per evitare questa volta…) che ha voluto stare per forza con Maria. Io invece ho preso la mia macchina e ho accompagnato Aya, Dio e Akemi.
Ripeto, il viaggio fu molto calmo: Dio e Akemi seduti di dietro non spiaccicarono parola, mentre Aya seduta di fianco a me era triste perché come punizione la mamma le aveva sequestrato la motosega per due settimane. WHAHAHAHA…emh…povera…
Arrivati a destinazione ci trovammo di nuovo nel grande parcheggio sempre vuoto, questa volta però non c’era nemmeno una macchina, così papà fu costretto a parcheggiare senza tamponare nessuno…o almeno questo era quello che credevo! Non feci in tempo a fare il mio perfetto parcheggio a L che un grido si levò dallo spiazzo. Tutti  e quattro scendemmo di corsa dall’auto e davanti al muso della vettura di papà vedemmo sdraiata una persona.
-Oddio. PAPÀ CHE HAI FATTO?-
-Eh era in mezzo!-
-Ma cosa vuol dire? Se attraversa una persona a piedi tu ti fermi! Mi piacerebbe sapere chi è quel pazzo che ti ha dato la patente!-
Mio padre sogghignò diabolico –nessuno…-
Volevo ignorarlo ma le sue parole mi colpirono come un sasso in testa –Nessuno?-
-Si esatto, non avevo passato il test, ma me ne sono sempre fregato e ho sempre guidato lo stesso!-
La mia reazione cattiva sarebbe partita tra tre…due…un…eh!
-Ohi ohi che male!-
La persona che papà aveva investito si rialzò piano piano, e solo allora mi resi conto di chi fosse.
-Zio Ber?-
-Eh…oh Elson! Ciao! Ma ci siete tutti, che bello, siete stati invitati anche voi?-
Mia madre si precipitò da lui –Oddio Bernd, stai bene spero! Alfred non lo ha fatto apposta.-
-Si invece…-
Lo sguardo furente di mamma unito all’alone di oscurità che la circondava fece desistere mio padre dal vantarsi delle sue azioni -…che non ho fatto apposta…-
-Oh tranquilla, sono un vampiro, mi riprendo in fretta!-
-Grazie al cielo- sospirò mia madre portandosi una mano al petto –Ange e Cynthia  sono già dentro?-
-Si, noi siamo arrivati stanotte, sai per noi è più semplice!-
Si si, lo sapevamo, vampiri, oscurità, pop-corn al sangue…e Cynthia…che in realtà era un fantasma e non centrava nulla, ma lei e la zia Ange erano troppo legate…e poi detto tra noi, la zia le permetteva di seguirli ovunque perché aveva i sensi di colpa per averla uccisa lei, anche se accidentalmente.
Ci avviammo verso il castello tutti insieme, nel frattempo Akemi mi si affiancò –Ma Viola ed Ellen non sono venute?-
Io scossi la testa sorridendole –Loro sono già qui da due giorni, Ellen aveva insistito tanto per arrivare qualche giorno prima.-
-come mai?-
-Boh, valla a capire Ellen.-
Stavamo sempre camminando quando alzando la testa verso l’alto notai qualcosa di molto strano. Mi bloccai all’istante cercando di trattenere un conato di vomito.
Alla torre del castello erano appesi dei corpi senza testa, il cui sangue colava ancora lungo il collo e le pietre dell’edificio.
Maledizione…MA QUESTA NON DOVEVA ESSERE UNA FESTA DI COMPLEANNO?
Akemi mi poggiò una mano sulla spalla, guardando schifata e scioccata la scena –ma…ma…ma..-
-non ne ho idea…- risposi io.
-Wow!- fu invece la reazione di Aya –Avete visto che precisione chirurgica c’è stata nell’amputare la testa? Voglio conoscere il genio che l’ha fatto!-
…senza parole…davvero, ero senza parole.
Per fortuna (forse) quella scena imbarazzante e macabra fu interrotta dalla zia Yonaka che corse verso di noi con in viso una maschera di shock.
-Cosa ci fate qui? Dovete andare via!-
Andare via? Ma dai! Sbaglio o era stata lei ad invitarci?
-Ma che cazzo! Ci hai invitato tu!- rispose mio padre dando, più o meno, voce ai miei pensieri.
-Lo so, ma quando vi ho inviato la lettera non era ancora successo niente!-
Sai zia, per questo hanno inventato il telefono, per avvertire in tempo reale se succede qualcosa, ma d’altronde qui sono tutti RPG, pensare logicamente non è compreso nel loro DNA.
La zia Yonaka stava ancora correndo verso di noi quando un luccichio dalla torre mi fece distogliere lo sguardo da lei. Mi bastarono poche frazioni di secondo per capire cosa fosse. UN COLTELLO!
Allungai una mano verso mia zia per avvertirla –ZIA ATTENTA!-
Akemi allungò anche lei una mano e una luce magica gliela avvolse, ma non fu necessario per lei usare l’incantesimo perché, prima che l’arma potesse colpire la zia, Nega Mogeko le era apparso alle spalle e placcandola era riuscito a salvarla, facendo conficcare il coltello a pochi centimetri dalle loro teste. Wow che cosa eroica! Io se ci avessi provato probabilmente avrei fatto di tutto tranne che salvare qualcuno:
1)    Sarei inciampato e mi sarei rotto il naso.
2)    Mi sarei beccato il coltello nella schiena.
3)    Avrei preso male le distanze per saltare e non sarei arrivato fino alla zia.
Volete che continui o vi bastano le mie figure di me…cacca?
In ogni caso…la zia si rialzò aiutata dal marito, il quale con portentosa forza di riflessi rilanciò indietro il coltello, evidentemente colpendo qualcuno perché si sentii –Mogegegegege, che male!-
-TUTTI DENTRO!- gridò infine con un tono autoritario che non gli avrei mai attribuito.
-Tsh!- fu la risposta di mio padre –Se ho voglia di stare fuori io sto fuori!- volarono alti coltelli che si conficcarono attorno a mio padre facendogli la sagoma -..eh va bene! Entriamo!-
Forse era bastato a convincerlo!
Con una corsa frenetica riuscimmo ad entrare nel castello senza farci infilzare dai coltelli volanti; per fortuna nessuno si era fatto del male.
-Che cosa è successo?- chiesi agli zii. Nega Mogenko si voltò verso di me allacciandosi alla cintura una katana giapponese dal fodero verde. –Emh…insurrezione!-
-Proprio nel giorno del compleanno dello zio Shinia?-
-Perché secondo te chi l’ha provocata?-
Ecco! Me lo immaginavo lo zio Shinia che andava in giro in stile Assassin’s Creed a gridare “INSORGI”.
Mi battei una manata in fronte e facendo vagare poi lo sguardo incrociai quello di Coron che mi fissava con fare soddisfatto. –Coron…-
-Si?-
-Che hai dietro la schiena?-
-Niente!-
-Non è vero, cosa nascondi?-
La zombie cleptomane tirò fuori uno dei coltelli che ci avevano appena tirato contro.
-è bello vero? Però è mio! L’ho visto per prima, nessuno lo avrà, è mio, mio, mio, nessuno lo tocchi, nessuno lo guardi! MIO!-
Poteva tranquillamente tenerselo a mio avviso!
Nel frattempo vidi avvicinarsi tutti i fratelli di Nega Mogeko, che si accertarono delle condizione di salute di tutti noi. Mi accorsi che Dio stava bisbigliando qualcosa ad Aya.
-Ehi voi due!- li ripresi –Che farfugliate?- Dio arrossì e abbassò lo sguardo prima di parlare.
-Scusi signorino, solo che avevamo notato che mancano King Mogeko, Hasu e Moge-Ko.-
Miseriaccia, era vero!
-Certo che mancano!- ringhiò Nega Mogeko –Quei traditori hanno appoggiato Shinia.-
Ero confuso…ok potevo capire King“ti fisso in modo strano”Mogeko e Moge “Maniaca sessuale”-Ko, ma Hasu mi pareva tanto una brava persona. –Anche Hasu?- domandai quindi.
Nega Mogeko scosse la testa sorridendo rassegnato –No, lui lo hanno fatto prigioniero…
Ah ecco! –…insieme a vostra cugina!-
COOOOOOME?
-Nostra cugina?- Domandai, ma nessuno mi cagò di striscio.
-Ellen?- domandò invece Aya.
-Ma ti pare!- disse una voce alle nostre spalle. Ci voltammo e vedemmo Ellen (sempre nel corpo di Viola) con le braccia conserte e un’ espressione offesa –Io sono troppo furba per farmi catturare, è ovvio che hanno preso Viola!-
Passarono alti interminabili minuti in cui Nega Mogeko ci raccontò esattamente cos’era successo, non sto a riportarvelo tutto o ci metterei un eternità, vi basta sapere questo piccolo riassunto:
1)    Shinia si sveglia e capendo che sta invecchiando vuole fare qualcosa che lo faccia sentire giovanile.
2)    Pensa.
3)    Trova l’idea. Conquistare il Mogeko Castle e uccidere tutti gli oppositori.
4)    Illustra la sua idea a colazione.
5)    Tutti ridono della sua idea.
6)    Lui dice che così avrà molto potere. (insieme a strane perversioni sessuali)
7)    King Mogeko si unisce alla sua causa.
8)    Gli altri ridono ancora.
9)    Shinia dice che farà scorrere molto sangue. (oltre alle strane perversioni sessuali)
10)    Moge-Ko si unisce alla sua causa.
11)    Cercano un individuo fragile che possa fare da primo prigioniero.
12)    Rapiscono Hasu.
13)    Viola si oppone dicendo che non bisogna bulleggiare i più deboli.
14)    Viola viene rapita.
15)    Ellen preferisce non intervenire per non essere catturata e ne approfitta per fissare la maglietta tesa sugli addominali di King Mogeko che ride diabolicamente.
16)    Scoppia la guerra civile del Mogeko Castle.
Si lo so, patetica come cosa, ma ora siamo qui!
-Ora dobbiamo riprenderci nostro fratello!- Gridò Nega Mogeko –Fratelli, Amore mio, siete tutti armati?- I fratelli dello zio tirarono fuori delle armi degne degli Avengers e sogghignarono; la zia Yonaka estrasse invece un coltello dal manico nero –Armata, tesoro! Con questo ucciderò ogni singolo Mogeko con un solo colpo!-
Strana specie di Mogeko prese un fazzoletto e si asciugò le lacrime –Oddio Yonaka, ricordo ancora quando te lo regalai la prima volta, quanti ricordi!-
-già è stato il giorno in cui conobbi Nega Mogeko-
-e quello in cui tu mi salvasti, Yonaka!-
Sii misero ad fissarsi teneramente negli occhi –No, tu hai salvato me!-
-No, tu me.-
-no, tu me.-
-No, tu me!-
Si baciarono sotto gli sguardi di tutti noi.
Fata del prosciutto si tossì sulla mano –Scusate se vi interrompiamo, ma…Hasu…-
-Giusto, giusto!- Si ricompose Nega Mogeko prima di rivolgersi a noi –Voi, famiglia Drevis, siete tutti armati e pronti?-
Ellen e Akemi fecero brillare le loro mani –Pronta! Nessuno può mettersi contro la magia di una strega!-
-O quella di uno spirito guardiano!- continuò Akemi.
Mamma fu avvolta dal suo alone spettrale –Pronta!-
Maria estrasse i suoi coltelli balistici dalla cintura ed annuì; papà fece cantare la motosega ridendo, Dio prese in mano le sue asce…che ancora dovevo capire dove tenesse nascoste. Infine Coron saltellò contenta –Io ho un coltello, ED È MIO!-
Si certo, era suo, ma in tutto questo gli unici disarmati rimanevamo io ed Ay... –Aaaaaaaaah!-
Aya tirò fuori dalla gonna la sua mini motosega e la accese a pochi centimetri dalla mia faccia. –AYA, MA SEI IMPAZZITA? E poi, la mamma non te l’aveva sequestrata?-
-Si- rispose solare mia sorella –Ma pensa se non avessi disubbidito! Ora saremmo ancora di più nei guai!-
 QUANTO – ODIAVO- LA- FOTTUTISSIMA- E – DANNATAMENTE – VALIDA – LOGICA – DI- AYA!
-Bene!- gridò Nega Mogeko –Allora siamo pronti! Andiamo!-
Titti gridarono un –SI!-
Ma tra l’entusiasmo (non mio) si udii un –Emh…scusate!-
Ci voltammo tutti verso lo zio Ber. Ah già quasi mi ero dimenticato ci fosse anche lui!
-Ma Ange e Cynthia che finne hanno fatto?-
FANTASTICO, ORA DOVEVAMO SALVARE HASU, VIOLA, LA ZIA ANGE E CYNTHIA, BENE!



Dal diario di Akemi    

Caro diario, sto provando una marea di sentimenti contrastanti!
Stamattina avevo deciso di farmi un bagno ma proprio mentre stavo per uscire è entrato Elson in bagno…IMBARAZZO! Fortuna che mi ero almeno fatta su nell’asciugamano. Comunque la cosa sarebbe finita lì se Aya non ci avesse chiusi dentro a chiave. Adoro quella ragazzina, non fraintendermi, adoro anche il fatto che voglia che io e suo fratello stessimo insieme, ma questa volta ha davvero esagerato. IO ERO NUDA!!!! MI CAPISCI??? DONNE DI TUTTO IL MONDO CAPITEMI!
Ma pensavi fosse finita, caro diario? No! Perché un fantasma mi ha spinto nella vasca insieme ad Elson ed uscire senza mostrare tutte le grazie la vento era impossibile! Ero talmente presa dall’imbarazzo che non mi ero neanche accorta che Elson aveva avvicinato le sue labbra a me…moooolto vicine. Pensavo fosse la volta buona, pensavo ci scappasse il bacio! Già nella mia mente mi vedevo io e lui stretti in un abbraccio passionale (nell’acqua della vasca) mentre le nostre labbra si divoravano a vicenda. Le dita di lui avvolte nei miei capelli, le mie mani che gli percorrevano i contorni degli addominali (sangue al naso) e poi…BASTA! Primo perché, caro diario, non ti verrei di certo a scrivere certe sozzerie, secondo perché, prima che Elson potesse davvero avvicinarsi ancora, entrò Monika, facendolo arretrare ed interrompendo le mie seghe mentali. MA UFFA!
Ora invece sono qui al Mogeko castle, dove, in teoria, doveva esserci una festa, invece ci siamo ritrovati nella rivolta di Panem. Dobbiamo andare a salvare Viola e un tizio pappamolle che non ho mai visto prima. Però devo ammettere che la determinazione non ci manca.
OOOOOOH AMORI YONAKA E NEGA MOGEKO! Spero che quando io ed Elson saremo sposati ci ameremo altrettanto!
Ora vado, caro diario, devo proteggere Elson!
Ciao ciao
Akemi














ANGOLO DELL’AUTRICE
Hola Hola Hola! Ne è passato di tempo! Vi chiedo scusa ma mi sto godendo le vacanze al massimo, ed essendo via due settimane si e tre giorni no faccio fatica a scrivere più velocemente, vi chiedo scusa! Torniamo però alla storia: Che ne pensate? Vi piace? Spero di si, anche perché ora entriamo nel vivo di questa vicenda!
Cosa accadrà adesso ad Elson e amicizie? Riusciranno a salvare Hasu? O se non altro almeno Viola? (ricordandoci che mancano anche Ange e Cynthia). Si accettano scommesse su cosa potrebbe accadere, fatemelo sapere in una recensione e vi dirò quanto vi sarete avvicinati! ;)
Ora volevo ringraziare GiulsM_96 per avermi aiutato a realizzare ad MMD l’immagine che avete visto ad inizio capitolo, e per averla poi modificata a Photoshop! Entrambe ci scusiamo se per Elson e Akemi abbiamo usato Len e Luka dei Vocalid, ma ovviamente non poteva esistere un model di Elson, ed essendo Akemi Tan un gioco poco conosciuto non esiste neanche quello di Akemi, quindi ci siamo dovute arrangiare! Speriamo comunque che vi piaccia!
Ciao ciao
Cammi

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