La mia grande e felice famiglia RPG di Le Cicche (/viewuser.php?uid=740074)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ciao, io sono Elson ***
Capitolo 2: *** Quella strana e maledetta galleria ***
Capitolo 3: *** Welcome to my world ***
Capitolo 4: *** una via d'uscita ***
Capitolo 5: *** Matrimonio al Mogeko castle ***
Capitolo 6: *** Un buon modo per infrangere le speranze ***
Capitolo 7: *** Una normale giornata in casa Drevis ***
Capitolo 8: *** Cerchi rissa, bro? ***
Capitolo 9: *** Maledizione alla maledizione ***
Capitolo 10: *** Sacrificio ***
Capitolo 11: *** Un momento imbarazzante ***
Capitolo 12: *** Ma questa non doveva essere una festa di compleanno? ***
Capitolo 1 *** Ciao, io sono Elson ***
La mia
grande e felice famiglia RPG
Ciao
a tutti, il mio nome è Elson. Ho 19 anni e vivo in una
sperduta regione della
Germania, in un posto in cui non sembra passare mai nessuno se non dei
poveri
sfigati che…no! Procediamo con calma!
Rincominciamo…dicevo…mi chiamo Elson
Drevis, vivo in Germania assieme alla mia famiglia, una
particolarissima
famiglia. Io? No io sono un ragazzo normalissimo, forse solo un
po’ distaccato
dal mondo, ma vi renderete conto che vivendo con una famiglia
così o ci si
estranea da tutto, oppure si arriva alla pazzia.
Mia
madre è morta l’anno scorso…nessuno sa
come. Comunque ora il suo fantasma gira
per la villa riportando in vita tutti
I
CADAVERI
che
vi si trovavano. “Cadaveri in una villa?” vi
starete chiedendo “ma quanti vuoi
che ce ne siano?” eeeeeh molti credetemi! Mio padre
è una specie di scienziato
pazzo che fa esperimenti su vagabondi che raccoglie per strada. Bello
vero? E
vi chiedete perché io sono associale? Chi vorrebbe mai
essere mio amico! Ah
dimenticavo, ho anche una sorellina di 11 anni, si chiama Aya,
è carinissima,
ha capelli lunghi e neri e occhi blu…ha solo un piccolo
difetto…vuole seguire
le orme di papà.
OOOK!
La storia della maledizione di mamma si è risolta nel giro
di una notte e ora
siamo tornati a essere una famiglia FELICE anche
con mamma che non se ne vuole andare perché deve
proteggermi. Lo trovo molto
carino…ma detto tra noi, da cosa dovrebbe
proteggermi?...anche se papà l’altro
giorno si è messo a farmi un discorso sul quanto sarebbe
bello se la mia
bellezza durasse in eterno, se i miei capelli biondi potessero essere
sempre
così, come anche i miei occhi azzurri e il mio bel visino, e
il fatto che
l’unico modo per farlo sarebbe stato trasformarmi in una
bambola…ma sono sicuro
scherzasse AHAHAHAH
VERO?
Beh
ora avete un’idea generale della mia famiglia, vi
presenterò anche i miei
cugini e zii appena sarà necessario, ma come detto prima
procediamo con calma,
ho molte storie da raccontarvi; quindi sedetevi comodi, mettete la
luminosità
dello schermo come meglio preferite, procuratevi delle patatine e spero
che le
avventure della mia famiglia possano piacervi!
By Elson Drevis
14
LUGLIO
2014
Sono
appena le sette e mezza, visto che siamo in piena estate non dovrei
pensare
nemmeno ad alzarmi, ma qualcuno bussa alla mia porta con troppa
insistenza.
–Chi è?- biascico con un tono da bimbo a cui hanno
strappato le caramelle.
–padroncino Elson, vostro padre vuole parlarvi con urgenza!-
Io non rispondo e
ficco la testa sotto il cuscino, sento bussare di nuovo
–padroncino! Avete
sentito? Posso entrare?-
-NO!-
Sbattendosene
altamente della mia risposta Maria, la nostra cameriera e aiutante di
papà,
entra in camera mia spalancando le finestre e canticchiando la sua
solita
canzoncina –ESAUDISCO
TUTTO Ciò CHE
VUOLE, FACCIO QUESTO SOLO PER LEI DOTTORE-
Quella canzone ha il potere di
mettermi in soggezione. Tiro fuori la testa da sotto il cuscino e mi
siedo sul
letto fissando Maria mezzo addormentato; lei mi guarda e scoppia a
ridere
coprendosi compostamente la bocca con la mano. –Sembrate un
galletto con i
capelli sparati in aria! In ogni caso…è meglio
che vi muoviate, vostro padre
richiede la vostra presenza alla svelta, ha già tirato fuori
la motosega!-
Quando
papà tira fuori la motosega bisogna correre…
Mi
getto giù dal letto passandomi una mano nei capelli
scompigliati per dargli
almeno una forma decente; comincio a sfilarmi i pantaloni del pigiama
per
cambiarmi e scendere da mio padre, quando faccio caso a quel PICCOLO
PARTICOLARE. Mi
volto con la
testa verso Maria e le lancio uno sguardo di rimprovero.
-Ti
dispiace?-
-No
affatto…-
Alzo
un sopracciglio senza staccare le mani dall’elastico dei miei
pantaloni. Maria
continua a fissarmi con le mani allacciate davanti alla gonna.
–Maria!-
-Si?-
-Mi
dovrei cambiare-
-Oh
si certo! Vuole una mano?-
-NO,
SICCOME NON SONO UNO SPOGLIARELLISTA MI PIACEREBBE POTERMI
CAMBIARE DA SOLO SENZA NESSUNO CHE MI FISSI!-
-Oh certo! Mi perdoni!-
Appena Maria esce dalla stanza mi spoglio e
mi rivesto a tempo record; esco di camera correndo e andando quasi a
sbattere
contro la parete di fronte; tutto questo mentre mi infilavo con una
mano la
camicia nei pantaloni.
Arrivo nella sala da pranzo al piano terra e
li trovo tutta la mia ADORABILE
famiglia. Mia
madre svolazza a qualche centimetro sopra una sedia mentre osserva mio
padre
giocare con la sua colazione. Aya sta inzuppando i biscotti al cacao
nel latte
con lo sguardo perso. Maria deve avermi preceduto e ora sta servendo il
caffè a
mio padre, accanto a lei c’è Dio (lui è
uno di quei cadaveri che vi dicevo sono
stati riportati in vita da mia madre, visto che sia lei che Aya si sono
affezionati tantissimo a lui ora fa da cameriere assieme a
Maria)…bravo
ragazzo, basta non fissare troppo la sua parte destra della faccia.
Mio
padre si è accorto di me ed è saltato in piedi
tagliando un pezzo di tavolo con
la motosega. –Elson, eccoti qui! Ho una notizia importante da
darti! Mi è
appena stata recapitata una lettere che dice che siamo invitati tutti
quanti
all’inaugurazione della galleria d’arte di
Guertena…te lo ricordi lo zio
Guertena?-
-Vagamente,
ricordo bene i figli però.-
E
chi se li dimentica? I mei cugini di terzo grado, i figli dello zio
Guertena,
si chiamano Garry e Mary, sono entrambi due talenti artistici
incompresi…e
posso capire il perché. Di loro ricordo soprattutto le rose
blu e gialle,
caramelle al limone, spatole da pittore e manichini…TANTI
MANICHINI.
-Quindi
dobbiamo andarci per forza?-
-Certo-
Mi risponde mio padre euforico. –Sarà
un’occasione per rivedere tutta la
famiglia!-
NO!
VI PREGO NO! NON TUTTA LA
MIA FAMIGLIA! È UNA COSA CHE VA OLTRE LA MIA SOPPORTAZIONE
MENTALE.
-Ma
padre…-
-Sssssh
niente “ma”, ci andiamo e basta! Poi qui ci sono
due notizie, una bella e una
brutta. La brutta è che sfortunatamente quel buono a nulla
del postino ci ha
recapitato la lettera in ritardo, così ora abbiamo poco
tempo per prepararci
visto che la mostra è tra due giorni! La bella notizia
è che ora quel postino
non causerà più danni visto che è
steso sul lettino giù nel mio laboratorio!-
Aya
scoppia a ridere euforica –papà posso trasformarlo
in una bambola?-
-Certo
amore mio, tutto quello che vuoi!-
Mi
lasciò cadere su una sedia e Dio mi serve la colazione in
silenzio tombale…ahahah
no sul serio, stiamo seri.
Mentre
salgo le scale per tornare in camera a fare le valigie Aya mi raggiunge
e mi
salta sulle spalle allacciandomi le sue piccole braccia al collo
–Hey
fratellone sei felice di andare a trovare gli zii?-
-Si
molto- Ok, ho mentito.
-Anche
io! Rivedrò tutti i nostri cuginetti! Non vedo
l’ora di poter giocare di nuovo
con loro!-
-Sono
sicuro che anche loro saranno molto felici di giocare con te!-
-Lo
pensi davvero?-
-Perché
non dovrei?-
-perché
io voglio fare il lavoro di papà e tu non lo accetti.-
Mi
schiarisco la voce e faccio scendere Aya dalle mie spalle per farla
sedere sul
suo letto, visto che siamo arrivati in camera sua. –Ascolta
tesoro mio, papà fa
del male alle persone, so che magari il suo lavoro può
sembrare affascinante ma
non è eticamente corretto seguire le sue orme, non
è così che ti costruirai un
futuro. Ok?-
Lei
mi sorride radiosa –Non ha capito niente di quello che hai
detto.-
Devo
avere la troll face, non vedo altre possibilità.
-fratellone…-
-Dimmi-
-Hai
degli occhi bellissimi! Me li presti per la bambola che sto facendo?-
-NO.
Fai le valigie Aya, ci vediamo dopo, ok?-
-Ok-
Mi risponde lei offesa. Brava bimba!
Terminate
le valigie tutti quanti le portiamo in cortile, pronti per partire,
Mentre papà
e Maria controllano di aver preso tutto, e mamma saluta i suoi zombie,
io, Aya
e Dio aspettiamo all’entrata. Qualcuno si avvicina alla
nostra villa. Chi sono
quelle due pazze che si stanno avvicinando a Villa Drevis di loro
spontanea
volontà? Probabilmente non sanno che qui ci abita mio
padre…
Una
delle due ragazze sventola una mano per attirare la mia attenzione.
–Elson!
Siamo arrivate!-
Non
ci posso credere…
-Viola?-
-CIAOOOOO!-
Viola
e Ellen sono le nostre cugine di primo grado, orfane…si come
la metà delle
persone nella mia famiglia, e che vivono sole in una villa mega
galattica ma
ancora più inquietante della nostra…con un gatto
nero di nome Yo. Viola è
solare e allegra, Ellen…l’esatto opposto, in
più è pure una strega. Vi state
iniziando a chiedere che razza di gente conosco vero? AHAHAHAH
ME LO CHIEDO ANCHE IO.
Ellen
accelera il passo e corre ad abbracciarmi –Cuginetto!- Wooo
fermi tutti! Vi ho
appena detto che Ellen non è affatto amichevole e questa
viene qui ad
abbracciarmi e a farmi passare per cretino?
–Ellen…come simo…solari!-
Lei
mi lascia e assume un’espressione turbata. –Scusa a
dire il vero io sono
Viola.-
Ok…ora
sono confuso sul serio.
-Che
vuoi dire?-
Viola
( o almeno quella con le sue sembianze) mi si avvicina gongolando.
-Non
mente sai? Io sono Ellen! Ho fatto un incantesimo per scambiare i
nostri
corpi…fino a domani. È solo un esperimento.- Poi
se ne va ridendo
diabolicamente.
Viola,
la vera intendo, mi guarda dubbiosa –Dimmi che non solo io ho
il sospetto che
non rivedrò mai più il mio corpo!-
-Ahi!-
-già…-
Mio
padre esce in cortile con una valigia enorme da cui cola una sostanza
rossa…non
voglio sapere cos’è.
-Viola,
Ellen, ben arrivate! Siete pronte a partire?-
-Certo
zio!-
-Benissimo!
In macchina! Guida Maria e io mi siedo di fianco! L’ultimo
che sale è un Mad
father!-
Sarà
una luuuuunga RIUNIONE
DI FAMIGLIA!
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Capitolo 2 *** Quella strana e maledetta galleria ***
Quella strana e maledetta
galleria
Hey,
ciao a tutti! Siete tornati a leggere? Meno male! Almeno con voi
avrò qualcuno
di normale con cui sfogarmi…mi piace parlare con voi,
sapete?
In
questo momento sono seduto sull’aereo diretto in quel luogo
sconosciuto (non so
davvero dove stiamo andando) in cui lo zio Guertena ha fatto costruire
la sua
galleria d’arte. Nel momento in cui ve ne siete andati noi
stavamo per partire
in macchina, ma papà si è accorto che non ci
stavamo tutti, così siamo stati
costretti a fare due giri e alla fine abbiamo pure perso
l’aereo. Ci è toccato
prendere il secondo. Il fatto che la valigia di papà
è stata fermata alla
dogana ha rallentato ancora il tutto…materiale SOSPETTO
era stato
definito il suo contenuto…AHAHAH
IMMAGINO.
Beh
ora sono qui però, seduto in questi TATTICI posti a tre,
esattamente nel mezzo tra Viola e Ellen. Aya è seduta dietro
di me, tra papà e
Dio…mamma non conta come passeggera, è un
fantasma. Maria? A casa, qualcuno
deve pure tenere in riga tutti gli zombie.
Le
mie cugine sono zitte zitte, nessuna sembra avere intenzione di
parlarmi, ne
tanto meno di parlare tra loro, Viola è ancora arrabbiata
perché rivuole il suo
corpo. Annoiato appoggio il viso alla mano e un ciuffetto biondo mi
cade sugli
occhi; infastidito lo soffio via – è ora che ti
tagli!-. Mai lo avessi detto!
Una motosega mi passa a due millimetri dal naso, senza tagliarmi i
capelli, ma
facendomi venire un mezzo infarto. –PAPÀ-
-Dimmi
Elson! Ho sentito che dovevi tagliare i capelli.-
-SI
MA NON IN QUESTO MODO!-
Scendiamo
dall’aereo (non chiedetemi come mai nessuno ci ha fermato
dopo
l’improvvisazione di papà a barbiere) e troviamo
ad aspettarci un ragazzo alto
all’incirca un metro e novanta, occhi azzurri e capelli lilla
con dei ciuffi
viola scuro; sono quasi sicuro che sia…-Garry!- esclama mio
padre accelerando
il passo. –Ciao zio!- risponde questo.
Ci
avevo visto giusto, il ragazzo in questione è Garry, mio
cugino e figlio dello zio
Guertena.
-è
bello rivedervi!- dice Garry stringendo la mano a papà e
eseguendo un lieve
inchino con la testa a mamma, poi si accorge di noi
“piccoli”. –Toh! Ma guarda
un po’! da quanto tempo! Elson, sei cresciuto tantissimo!-
-Ciao
Garry, anche tu vedo!-
-Si
è vero, mi sono alzato di ben venti centimetri
dall’ultima volta! E tu? Fatti
guardare un po’…che hai di diverso?-
Aah
non so lo…forse il fatto che essendo otto anni che non ci
vedevamo io ero
entrato nella pubertà…e anche uscito.
–No…lo so! Come ho fatto a non notarlo!-
Esclama Garry – Hai tinto i capelli?-
Silenzio.
-NO. probabilmente
è la barbetta incolta del mattino.-
-Si
forse è quello!-
Garry
va a salutare Aya, Ellen e Viola. –Dio mio! Che imbecille!-
sussurro.
-Mi
ha chiamato signorino Elson?- Una scossa di terrore mi attraversa la
schiena,
mi volto e vedo Dio a meno di cinque centimetri da me –No
Dio…la mia era un
imprecazione…vah beh, lascia perdere…non ti ho
chiamato comunque!-
-ok-
Povero,
a volte mi fa davvero pena, è solo un ragazzino a cui mio
padre ha tolto la
POSSIBILITÀ
DI CREARSI UN FUTURO, indipendente da noi
se non altro.
-Aihaaaaa!
No ferma che fai?- Mi volto e vedo Aya che tira Garry per il bavero del
giubbotto –Belli! I tuoi occhi sono perfetti per la mia
bambola!-
Sbuffo
infastidito e con la calma che da sempre mi ha contraddistinto afferro
mia
sorella per i fianchi, staccandola da Garry e caricandomela in spalla.
–Elson,
lasciami!-
-Solo
quando avrai imparato il detto “Guardare ma non toccare,
è una cosa da
imparare”. Allora Garry…dove ci porti?-
La
galleria d’arte dello zio Guertena è
immensa…si può sapere dove lo ha trovato
il tempo di dipingere tutti questi quadri? Garry, super entusiasto, mi
porta a
fare un giro mostrandomi anche il padiglione dedicato alle opere
dipinte da
lui. –Wow Garry…hai un padiglione tutto per te?-
-Certo!
E anche Mary, te lo mostrerà lei appena tornerà.-
Alle
mie spalle compare Viola (sempre nel corpo di Ellen), facendo scappare
a Garry
un gridolino –Eeekh! Cosa sei tu?-
Viola
sbatté due volte le ciglia sugli occhi dorati.
–Vorrai dire CHI
sono io?
Comunque sono Viola, tua cugina. Sai…mi hai salutato anche
prima…-
-sono
quasi del tutto sicuro che Viola non avesse i capelli viola.-
Prima
che la situazione degenerasse decisi di cambiare argomento, o presto ci
saremmo
ritrovati ad ascoltare una lezione amatoriale di Viola sulla magia
occulta di
Ellen.
-Come
mai Mary non è qui? Papà ci teneva tanto a vedere
anche lui.-
-Arriverà
presto, è andata a prendere una sua amica per portarla a
vedere la mostra. Si
chiama Ib!-
-Chi?-
chiese Viola.
-L’amica
di Mary. È un angelo castano con due meravigliosi occhi
rossi…-
Cosa?
ROSSI?
Oh santo cielo! MA
TUTTE A ME CAPITANO?
-…è
la mia musa ispiratrice!-
Garry
si bloccò di colpo colpendo Viola al centro della fronte con
una sberla.
-Aih,
ma sei impazzito?-
-Scusa
ma mi ero dimenticato di farvi vedere la mia opera migliore, e di
solito quando
ci si ricorda di qualcosa ci si colpisce in fronte con una mano.-
-Si
Garry- dico io –ma si colpisce sé stessi.-
-Fa
lo stesso, almeno ora hai un po’ di colorito in faccia,
Viola. Sembravi una
strega quasi morta.-
Garry
si volta per condurci a vedere il quadro; Viola carica verso di lui e
sono
costretto a bloccarla, non si sa mai che con il corpo ha acquisito
anche i
poteri di Ellen.
-Ammirate!-
dice Garry euforico. –L’ho intitolato “Io
ho 20 anni e me ne sbatto le palle
dei mali del mondo!”-
Una
tela lunga due metri e alta uno ci osserva appesa alla parete;
rappresenta un
ragazzo la cui testa è tagliata fuori dalla tela e attorno
è circondato da rose
blu, bianche e oro. In lontananza si scorgono due figure
irriconoscibili, ma si
capisce che sono persone; il tutto ambientato in un corridoio buio e
tappezzato
di ritratti di donne dagli abiti colorati.
-Eeeeh
che ne dite?- chiede Garry molleggiando sulle lunghe gambe asciutte.
–Vi
piace?-
-S….ss…ii?
è particolare, sono certo che c’è
dietro un significato simbolico, come il
fatto della testa mancate…-
-Sono
d’accordo- mi fa seguito Viola –Potrebbe
rappresentare l’estraniazione del
protagonista dal mondo popolato da soprusi…E
DA
SORELLE CHE TI RUBANO IL CORPO.-
Garry
alza le spalle sorridendo –In realtà la testa
manca perché avevo finito la
tela. Ma detta così suona meglio. Posso utilizzare le vostre
parole come
descrizione dell’opera?-
Gli
avrei tirato un ceffone…o forse l’avrebbe fatto
Viola, se la luce non si fosse
spenta di botto.
-Che
succede?- chiedo preoccupato. –oh no…non di nuovo.-
-Cosa
Garry?-
-em…cuginetti
cari…quanto vi preoccupereste se vi dicessi che ora siamo
bloccati in una galleria
d’arte parallela piena di sculture e quadri pronti ad
ucciderci ad ogni nostro
passo?-
Una
risata nervosa mi ha
colto…ops…-ihihihihihihihihihihihih
molto….ma tanto stai
scherzando…VERO?- Mi
sono appena accorto di aver detto
l’ultima parola in tono psicopatico e allo stesso tempo
minaccioso…da serial
killer insomma.
-No
no. È così! È già successo
un paio di mesi fa, mentre stavo aiutando papà a
mettere le opere in una galleria a Mosca. Però quella volta
incontrai Ib e Mary
solo dopo essere quasi morto…oooh Ib mi salvò,
amore mio…eeemmhh…dicevo, se
siete con me dall’inizio sarà più
facile uscire.-
Voglio
morire. Questo succede quando nasci normale in una famiglia come la
mia. Penso
di essere caduto in uno stato di paralisi dovuta allo shock,
perché Viola mi
sventola una mano davanti alzando poi le spalle a Garry.
–Quindi ora che
facciamo?- Domanda mia cugina.
-Semplice!
Cerchiamo l’opera “abisso del profondo” e
ci tuffiamo dentro!-
-Intendevo
con Elson, povero, lui non è come noi, non è
abituato a pensare in stile rpg.-
-Lo
porto in spalla io!-
Non
so cosa sia successo nel frattempo però ho ripreso
conoscenza davanti ad un
vaso con dentro tre rose: una blu, una bianca e una oro.
-Ben
svegliato!- Viola mi sorride stringendomi la mano –Ad un
certo punto abbiamo
pensato di perderti, la tua rosa ha iniziato a perdere petali senza che
nessuno
la toccasse, per fortuna Garry ha trovato questo vaso
d’acqua.-
-Ma
che sta succedendo?-
Garry
mi compare davanti sventolandomi la rosa bianca sotto il naso.
–Elson! Proteggi
questa rosa a costo della tua vita…anzi
meglio…questa rosa
È la
tua vita, se appassisce tu muori. Chiaro?-
-No-
-Fantastico
andiamo!-
Viola
mi aiuta ad alzarmi –Stai bene?-
-Si
tutto sommato.-
-Meno
male. Proteggi davvero la tua rosa. Ho capito che se perde petali tu ti
indebolisci fino a morire. La tua rosa è molto bella,
è bianca, la mia è
dorata…non credevo esistessero.-
-In
questo momento l’esistenza di una rosa oro è
l’ultima delle mie
preoccupazioni.-
Sono
intrappolato in un mondo parallelo con mio cugino Garry (Viola posso
sopportarla, ma Garry no) e a quando pare la mia vita è
attaccata ad un
fiorellino che senza acqua (a rigor di logica) non piò
sopravvivere più di un
paio d’ore…bella merda.
TUTTO SOMMATO LA VILLA PIENA
DI CADAVERI NON MI DIPIACE PIÙ
TANTO.
NOTE
DELL’AUTRICE
Hei
hei hei! Ciao a tutti! La mia infinita sbadataggine ha fatto si che
nello
scorso capitolo io dimenticassi le note
dell’autrice…un applauso a me. -.-“ Ma
eccomi qua a rimediare!
Il
protagonista, Elson, è sempre lui! Se avete letto nostre
altre storie lo
riconoscerete, ma questa volta lo abbiamo privato di tutti i suoi
poteri per
renderlo una pecora bianca in un mare di pecore nere, poverino! In
questo
capitolo è apparso Garry finalmente! (ci ho provato
più di una volta a fare
Garry serio, ma mi risulta impossibile!) Nel prossimo incontreremo
anche Mary e
Ib. Per incontrare gli altri personaggi dovremo aspettare ancora un
po’, ho
intenzione di far rivivere ad Elson tutte le vicende dei videogiochi
che hanno
per protagonisti chi lo accompagna, cominciando da quelle di
“Ib”. Spero
davvero di avervi incuriosito, almeno un po’. ;)
Ricordo che sul canale di youtube CammiSmile troverete il
video di presentazione per questa FF, il video ha lo stesso nome della
storia "la mia grande e felice famiglia rpg"
Ringrazio
magicadark007
e mary1112
per aver inserito la storia tra le seguite e ThosoWairudo
e Anown
per
avermi fatto sapere il loro
parere!
Ciao
Ciao
Camilla
|
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Capitolo 3 *** Welcome to my world ***
WELCOME TO MY WORLD
Rassegnato
all’evidenza che ormai non potevo scappare
(ci avevo provato, credetemi!) decisi di seguire Garry per
l’interminabile
reticolo di corridoi della galleria. Viola sembrava molto tranquilla,
camminava
spensierata e di tanto in tanto annusava la sua rosa sorridendo dolce.
-Come fai a essere così tranquilla?- domandai io.
-Non lo sono, ma dopo aver vissuto in una casa come la
mia non mi spaventa di certo una galleria che di inquietante ha solo le
luci
spente.- brava la mia cuginetta…io me la stavo facendo sotto
invece. Mi
sembravano ore che camminavamo, per arrivare DOVE?
Da nessuna parte! Ormai
stravolto e abbastanza IRRITATO
affiancai Garry per
farlo rallentare. –Fermo! Si può
sapere dove ci stai portando?-
-Fidati di me
Cugy! Dobbiamo andare di qui se vogliamo
uscire.-
Sospirai
rassegnato, con Garry non si poteva avere una
conversazione in cui il tuo parere valeva qualcosa.
Aprimmo
l’ennesima porta colorata usando l’ennesima
chiave dello stesso colore (tutte accuratamente nascoste e sorvegliate
da
quadri che appena ti voltavi aprivano gli occhi) e ci trovammo davanti
il…volto
di un gatto? Cosa? –Garry…ma che?-
-Uuuuh si!-
esclamò lui –Per passare dobbiamo inserire
la chiave a pesce in quella fessura.-
Mi sembrava
inutile chiederlo ma…-Dov’è?-
-Boh!-
Viola mi prese
un braccio stringendolo a sé. –ci sono
due stanze, possiamo guardare di lì!-
Io annuii e
silenziosamente noi due entrammo nella
stanza a sinistra lasciando Garry davanti all’apertura per la
chiava, tutto
sorridente e a parlare da solo.
-Vedi un
pesce?- chiesi guardandomi attorno. –sssiiii?-
-Non volevo
una domanda, ma un affermazione!-
-Scusa, solo
che un pesce lo vedo…ma è un quadro!-
Io scoppiai a
ridere e Viola mi imitò –Qui non
c’è
niente, usciamo!-
Mentre ci
dirigevamo all’uscita sulla parete apparve
una scritta con la vernice gialla, apparve all’improvviso
facendomi fare un
salto di mezzo metro. –Waaah! Che…cosa?-
Viola lesse ad
alta voce “VUOI
GIOCARE A NASCONDINO? SE VINCI TI DARÒ
UN PREMIO…ELSON”
-Cosa? Ma come
sanno il mio nome?-
-Io non mi
preoccuperei di quello!-
Viola
parlò indicandomi l’omino stilizzato nero sopra
la scritta, questo si mosse e alle sua spalle apparve un'altra scritta
“NATURALMENTE
HAI POCO TEMPO PER TROVARMI”
una tendina rossa lo coprì e un orologio iniziò a
ticchettare
insistentemente. ANSIA.
-Elson, che facciamo?-
-Non lo so…cerchiamolo!-
Io e Viola ci separammo e iniziammo ad aprire tutte le
tendine rosse che coprivano gli altri quadri. Per cominciare bene ne
trovai uno
con una donna nuda…si…ha gridato e tirato uno
schiaffo facendomi perdere un
petalo della rosa. NO! Ma non potevo perdermi d’animo,
continuai la ricerca e
mentre correvo le luci si spensero. –Ah!-
-Scusa Elson, colpa mia!- mi gridò Viola. Senza
fermarmi passai al secondo quadro e aprendo la tenda rimasi
pietrificato…ritraeva…me. Ero seduto su una
poltrona rossa, vestito elegante,
le mani appoggiate sulle gambe e intrecciate; ma la cosa che
più mi inquietò fu
il mio sguardo completamente assente, perso, inumano.
–Vi…i…o…- cercai di
gridare, ma mi uscì solo un sussurro smorzato. Continuavo a
fissare quel
quadro, inorridito eppure allo stesso tempo attratto da lui. Tutto
attorno a me
scomparve. Il “me elegante” si alzò dal
quadro e mi tese una mano –ELSON,
VIENI CON ME!- Io
scossi la testa. –CORAGGIO,
SO CHE È QUELLO CHE VUOI…IO SONO
UN’OPERA D’ARTE, IO SONO ETERNO! NON
VORRESTI ESSERE COME ME?-
-no…non
lo voglio…mio padre lo desidera, ma non io!-
-TU
MENTI A TE STESSO.- mi rispose allungando
sempre di più la mano fino a
farla uscire dalla tela; era davanti a me, reale. Con tono ammaliante
il
ritratto continuò – LA
TUA BELLEZZA ETERNA, COSÌ COME LA TUA GIOVINEZZA, NESSUNO
NON LO VORREBBE.- ero ammaliato da
lui, tentai in tutti i modi di oppormi, ma al fine
allungai la mano sfiorando le sue dita.
-No, fermo!-
Una forza mi tirò all’indietro e mi fece
picchiare la testa al muro. Il dolore fu talmente forte che non mi
sorpresi
affatto di vedere un altro bel petalo candido della mia rosa farmi
“ciao ciao”.
–Elson, stai bene?- Riaprii gli occhi e vidi Viola davanti a
me che mi spronava
ad alzarmi –veloce, muoviti! Ho trovato il pesce
andiamocene!- In mi alzai
reggendomi la testa e gettando uno sguardo al quadro vidi “me
stesso” uscire
dalla cornice, era riuscito a liberare tutta la parte fino al bacino e
allungava un braccio verso d noi –VIOLA,
PERCHÉ LO FAI? VUOI UNIRTI ANCHE TU AL NOSTRO
SPLENDIDO QUADRO?-
-Neanche se mi
trascinassi qui mia sorella per le
trecce!-
-MOLTO
BENE, ALLORA MUORI!- Con un ultimo
strappo
riuscì a liberarsi del tutto dalla tela e atterrò
perfettamente in piedi
davanti a noi. Io neanche a mettermici d’impegno ci sarei
riuscito…eppure lui
era me…
-
NON SPAVERNTARTI ELSON, HO BUONE INTENZIONI, VOGLIO STAR CON TE PER
DMENTICARE TUTTO-
Sarebbe stato anche carino e rassicurante se mentre
lo diceva i suoi occhi non fossero spariti e non avessero iniziato a
grondare
sangue. –Elson, scappiamo!-
-Si,
ottima idea!- Io e Viola ci mettemmo a correre
verso l’uscita inseguiti dal “me senza
occhi” che non la smetteva di dire frasi
inquietanti. Mi voltai per vedere quanto fosse lontano e mi accorsi che
anche
il suo corpo aveva iniziato a disfarsi in sangue. Meno male che avevo
deciso di
non mangiare niente al rinfresco dell’inaugurazione,
altrimenti ora avrei
riversato tutto sul pavimento. Raggiungemmo la porta e la spalancammo
mentre il
“me sciolto in sangue” ci gridò
– NON CREDIATE DI POTER
SCAPPARE, QUESTO È SOLO
L’INIZIO. WELCOME TO MY WORLD!-
Uscimmo e ci
chiudemmo la porta alle spalle ansimando.
Non feci nemmeno in tempo a riprendermi del tutto che Garry si
avvicinò e con
sguardo offeso ci disse –Bravi! Io sono qui a pensare a come
salvarci e voi ve
ne andate in giro a divertirvi!- Cosa? Avevo sentito bene? Tutto il mio
lato
Dravis si stava risvegliando…per fortuna di Garry Viola gli
saltò addosso
mordendogli l’orecchio e mormorando –divertirci? Ti
faccio vedere io come ci
siamo divertiti!-
I miei cugini
continuarono per diversi minuti quella
ridicola scenetta dandomi il tempo di riprendermi dallo spavento. Ad un
tratto
un petalo blu si staccò dalla rosa di Garry finendo a terra;
mio cugino dopo
averlo visto si gettò sul pavimento piangendo a dirotto e
sbraitando –Viola!
Maledetta! Mi hai quasi ucciso! Che la maledizione delle bamboline blu
ricada
su di te!-
Io alzai un
sopracciglio confuso –Che cosa sono le
bambole blu?-
-Bambole con
la pelle blu- mi rispose Garry tra le
lacrime –Le troveremo presto…anche se spero di
no.- Intanto Viola continuava a
grattare con un unghia la testa di Garry.
Dopo aver
capito che quei due non l’avrebbero piantata
ancora per molto, decisi di cercare l’altra parte della
chiave (Viola aveva
trovato solo la coda del pesce). La trovai dopo aver fatto a botte con
una
scultura e averla fatta sfracellare al suolo…povera testa di
pietra. Ritornato
nella sala centrale infilai la chiave, ignorando Viola ancora
appollaiata sulla
testa di Garry. Tra vari miagolii striduli si aprì un
passaggio che ci condusse
in un nuovo corridoio. Ma…immaginate la nostra sorpresa
quando scoprimmo di non
essere soli.
-Garry!-
gridò la ragazza bionda davanti a noi.
-Ib!- rispose
invece Garry. –no fratellone…sono Mary!-
-Lo
so… dicevo a le infatti!-
Di fianco a
mia cugina Mary c’era una ragazza dai
capelli castani, vestita da scolaretta con una gonna rossa.
–ah…è lei Ib?-
chiesi a mio cugino. Lui annuì da ebete e si
gettò i piedi della ragazza
chiedendole se voleva sposarlo. Lei rise dolcemente e disse
–Lo sai…non ti
direi mai…di si-
-Ma
perché?-
-Mi fai paura!-
-E Mary no?-
-si…abbastanza…ma
lei è mia amica, non la persona con
cui dovrò passare tutta la vita…e condividere un
letto.-
Il suo
ragionamento non faceva una piega. Quando si
accorse di me e Viola sbiancò.
–Mary…loro sono i tuoi cugini?-
Mary
annuì chiudendo gli occhi azzurri. –Si! Sono
quelli di cui ti parlavo. Lui è Elson e lei
è…Viola…si Viola, la sorella di
Ellen…quella che ci è passata davanti prima
sguainando un machete e gridando
che doveva uccidere tutti i manichini-
-Ellen
è qui?- chiese allarmata Viola.
-Già!-
ripose Ib –quindi tu devi essere la sorella
buona…nel corpo della cattiva!-
-Esatto!-
Ok…ma
io sono l’unico che se avesse sentito queste
cose per la prima volta non ci avrebbe capito una bega?
Ib
posò il suo sguardo cremisi su di me e poi
arrossendo disse a Mary –Sai quando ti avevo detto che non
volevo avere nulla a
che fare con i tuoi parenti maschi, perché avevo paura
fossero tutti come
Garry?-
-si ricordo!-
rispose Mary.
-Bene! DIMENTICALO! Tuo cugino
è un
pezzo di carne altamente scopabile.-
Io? Davvero?
Sapevo di essere carino, ma addirittura
“altamente scopabile”?
-emmm…non
so se ringraziarti o essere a disagio…-
Garry mi
balzò sulle spalle atterrandomi –Tu, TRADITORE! Io mi fidavo
di te! Perché? Perché mi rubi la donna?-
-Io non ho
fatto nulla! Garry pesi!-
-TRADITORE,
TRADITORE, TRADITORE, TRADITORE…-
Mentre
gridava mi prendeva a pugni in testa come farebbe un bambino che vuole
le
caramelle. Mary e Viola cercarono di scollarmelo di dosso, ma ottenendo
solo di
essere shakerate da Garry.
A salvare la mia povera testa fu una risata che si
diffuse in tutta la stanza. Garry si bloccò e
balzò in braccio a Ib nascondendo
la testa nei capelli della ragazza. –l’avete
sentita?...sono LORO!-
-Loro chi?-
chiese Viola precedendomi. Mary ci guardò
sorridendo a disagio –Le bambole blu.-
Aaah le famose
bamboline blu. Chissà perché
spaventavano tanto Garry…?
Ebbi la mia
risposta da lì a poco. Una mare di bambole
blu con occhi rossi e la bocca cucita si riversò nella
stanza cominciando ad
inseguirci. Erano piccole ma sapevano farti tremare, e in ogni caso
dovevano
essere amiche del “me quadro” perché
ripetevano farsi come le sue.
-WELCOME TO MY WORLD-
-GIOCHIAMO?-
-PORTAMI
CON TE!-
-CONOSCO
UN SACCO DI AMICI, TE LI PRESENTERÒ-
Quando
finalmente credevamo di essere salvi una
bambola blu enorme ci si piazzò davanti allungando le sue
mani artigliate verso
di noi. Non avevamo via di scampo. Cominciammo a gridare, soprattutto
Garry,
che sembrava lo stessero strozzando…ma non temete era ancora
in braccio a Ib
sano e salvo.
La bambola mi aveva quasi afferrato quando un ascia le
tagliò il braccio riversando sul pavimento una matassa di
lanuggine. Mi voltai
nella direzione verso cui era arrivata l’arma e…SORPRESA!
Vidi Dio in
posizione da figo con un’altra ascia in mano, poggiata sulla
spalla. –Non osare
toccare il mio padroncino! Aya, tocca a te!-
-Aya?- Gridai
io. Si udii un rumore di motosega e una
risata troppo famigliare, dopo di che la bambola fu tranciata in due.
Mia
sorella era in piedi davanti ai suoi resti e si divertiva a ridurla a
brandelli
con la sua mini motosega. –Bzz, bzz…taglia tutto
si!-
Scioccato…ero
scioccato.
ANCHE
DIO E AYA ERANO INTRAPPOLATI NELLA GALLERIA!...AH GIÀ E
ANCHE ELLEN!
NOTE DELL'AUTRICE
Ciao a tutti! Ecco il capitolo
nuovo tutto per voi. Ci sono delle piccole precisazoni che vorrei fare,
altrimenti posso comprendere bene il vostro disorientamento.
Si, ho cambiato il tempo della narrazione, all'inizio era al presente,
ma mi sono resa conto che non aveva senso farlo così, in
più era molto difficile non cambiare il tempo verbale
durante il racconto, per cui ora racconterò tutto al passato
narrativo per essere più comoda e sperando che anche per voi
lettori la lettura (?) risulti più fluida.
Seconda cosa...in questa storia Ib e Mary hanno 16
anni...più avanti lo dirò, ma mi sembrava giusto
avvertirvi visto che sentire una bambina di nove anni dire "altamente
scopabile" sarebbe davvero strano ahahahah...anche se...con i tempi che
corrono...
Basta direi! Fatemi sapere cosa ne pensate! Vi è piaciuto
l'intermezzo più horror, o devo rasseganrmi e rimanese solo
sul comico? (se ci sono errori di battitura ditemelo, nei
miei limiti cercherò di correggermi)
Ringrazio magicadark007 per aver inserito la storia
tra le seguite!
Ciao ciao
Camilla
|
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Capitolo 4 *** una via d'uscita ***
UNA VIA D’USCITA
-Aya! Cosa ci fai qui?
È pericoloso, ci sono quadri
indemoniati e bambole che ti vogliono catturare per loschi fini!- Dissi
alla
mia sorellina agitando le braccia davanti a me come uno con seri
problemi. Lei
si limitò ad osservarmi e a sorridermi per tutto il tempo;
ormai calmo
riabbassai le braccia e le poggia le mani sulle spalle,
inginocchiandomi
davanti a lei. –Come stai?-
-Io bene,
Elson! Dio è stato con me tutto il tempo,
non ho mai rischiato neanche una volta. Tu, piuttosto, mi sembri
parecchio
scosso.-
Chi? Io? Ma
va! In fin dei conti ero solo stato
catapultato in una galleria fantasma, una mia versione ad acrilico
aveva
tentato di catturarmi ed ero stato attaccato da un’orda di
bambole blu.
Garry scese
dalle braccia di Ib e si mise davanti ad
Aya, osservandola dall’alto in basso, prima di puntare un
dito verso di lei e
domandarle –Scusa, ma tu da dove sbuchi?-
-Dal
corridoio!-
-si ovvio, ma
come hai fatto ad entrare nella
galleria? Pensavo che solo io potessi aprire un passaggio!- Il solito
egocentrico, Garry era proprio il tipico ragazzo “io, me,
mio!”
-Garry?- gli
chiesi tirandogli quel suo vecchio e
logoro cappotto –Dimmi caro!-
-Ti ricordo
che anche Mary e Ib sono entrate senza di
te, e pure Ellen, che a quanto pare se ne sta andando in giro a
decapitare
manichini.-
Garry
scoppiò a ridere e poi mi colpì in mezzo alla
fronte con una cinquina –Stupidotto! I manichini sono
già senza testa!- Mi
stava prendendo in giro? La sua preoccupazione più grande
era davvero farmi
notare che i manichini erano già decapitati? Non pensare che
sua cugina stava
vagando tutta sola e indifesa per una galleria pericolosissima? Ok,
forse Ellen
non era indifesa, ma dovevamo comunque trovarla e riportarla indietro.
–Non è
questo il punto Garry!-
-Si lo so, il
punto è che tu ti vesti i modo strano,
porti davvero sempre le camice?- Ok, scusatemi ma a quel punto non
potevo più
trattenermi.
-…BAMBOLA
BLU!-
Dopo un grido degno di una cantante lirica, Garry
balzò di nuovo in braccio a Ib e prese a tremare. Ecco, ben
gli stava, nessuno
insultava le miei camice, e poi avrebbe dovuto guardare lui come era
vestito.
In ogni caso, preso dall’euforia del momento, estrassi
il mio cellulare (rigorosamente senza campo) e scattai una foto a Garry
e Ib. Carina
vero?
Mary
scoppiò a ridere quasi rotolandosi a terra; con
una manica si asciugò le lacrime e poi infilandosi la sua
rosa gialla nei
capelli disse –Ascoltate me invece dello spilungone che sono
costretta a
rispettare perché possiede i miei stessi geni. Se vogliamo
uscire dobbiamo
trovare il quadro che ha dato origine a
tutto questo casino e oltrepassarlo, tutto chiaro? Domande?- Viola
alzò
la mano timidamente. –Dimmi cuginetta che non ho ancora
capito se sei tu o
l’altra!-
Viola
alzò gli occhi al cielo prima di rispondere
–Come facciamo ad oltrepassare un quadro?-
Mary
alzò un dito per rispondere, ma rimase a pensarci
più del dovuto –Domande sensate?-
Ok, era chiaro
che anche Mary non era del tutto a
posto, ma d’altronde era sorella di Garry, o no? Si
portò in testa al gruppo e
poggiando un piede sulla bambola blu distrutta in precedenza da Aya
alzò un braccio al cielo. –Miei prodi!
Cerchiamo la tipa con le trecce e usciamo da qui!-
Mary
iniziò a correre, senza badare al fatto che
nessuno la stava seguendo. Sospirando Ib iniziò ad andarle
dietro, trascinando
i piedi per lo sforzo del sorreggere Garry; Viola alzò le
spalle sorridendomi e
sistemandosi la rosa sull’orecchio andò ad aiutare
la poveretta. Io presi per
mano Aya, prima di ricordarmi che teneva stretta la sua mini motosega.
–questa
la lasciamo qui, ok?-
-No!- mi
rispose lei nascondendola tra la gonna del
vestito blu –se ci attaccano ancora potrebbe servirmi!-
Sospirai rassegnato, in
fondo aveva ragione. –Ok va bene, ma si usa solo in caso si
estrema necessità,
promesso? Altrimenti te la sequestro e lo dico a papà-
Può sembrare strano ma a
mio padre non piace che Aya giochi con la motosega, ha paura che si
faccia
male.
-Si, si,
promesso, promesso!-
Io sorrisi e
lei fece altrettanto riprendendomi la
mano e trascinandomi dietro agli altri. –Dio, muoviti!-
-Mi scusi
signorino, ma non dovremmo andare a cercare
un quadro?-
-Si,
così ha detto Mary.-
-allora
dovremmo tornare alla galleria, non scendere
verso lo scantinato!-
Oh…si,
aveva ragione.
-MAAAAARYYYYY!-
gridai –i quadri sono dalla parte
opposta!-
Lei mi
sfrecciò davanti come un razzo –Lo sapevo eh!-
Aya
scoppiò a ridere e riprendendo a camminare insieme
a me si mise a cantare la sua canzone preferita.
-BRUM
BRUM, CHE DOLCE RUMORE È, TAGLIA TUTTO CIÒ CHE
È D’INTRALCIO A ME. MIO
PADRE DICE PERÒ DI NO, QUESTO GIOCO IO MAI PIÙ
FARÒ!-
Pensavo di
essere quasi salvo, e invece niente! Dopo
essere tornati nella galleria, delle donne uscite da dei quadri si
misero ad
inseguirci. Dio lanciò la sua ascia colpendone una e
lasciandola inerme a terra
sanguinante. –Signorino! Iniziano a diventare troppe!-
-troppe? Anche
solo una è troppo per me! Attento alla
tua destra!-
Il biondo si
spostò il peso su una gamba e tirò alla
donna vestita di verde un calcio che la fece rovesciare
all’indietro. Aya alzò
le braccia verso il cielo –Bravo Dio! Posso provarci anche
io?-
-No Aya, tu
corri!-
Per fortuna
Dio mi aiutava a tenerla buona; se
dipendesse tutto da papà, mia sorella sarebbe una serial
killer con alle spalle
almeno tre anni di servizio.
-Elson! Siamo
qui!- Mi gridò Viola dal fondo del
corridoio. Noi la raggiungemmo ancora con il fiatone per la corsa.
–Avete trovato
il quadro?-
-Si- rispose
lei –ma prima di andarcene dovremmo
ritrovare Ellen…e il mio corpo!-
Giustamente.
Guardai il quadro che avremmo dovuto
oltrepassare e mi resi conto che era lo stesso che Garry ci aveva
mostrato
prima di ritrovarci intrappolati. Come si intitolava?
Boh…qualcosa con il “sbattersi
le palle dei mali del mondo” comunque. Aya mi
saltellò di fianco –Allora cerchiamo
Ellen? Dai, dia, dai, voglio esplorare questo posto…e
portarmi a casa una testa
di manichino da sezionare!-
-NO- le grido sorridendole
subito dopo –hai già tanti
giocattoli a casa da sezionare! E poi Maria non ne può
più di riordinare il
macello che fai, ha anche quello di papà da ripulire.-
-uffi-
Solo ora mi
accorsi che Ib e Garry non erano con noi. –Dove
sono finiti quei due?- domandai più annoiato che
preoccupato. Mary alzò le
spalle –boh, vatti a fidare della famiglia!- non potei che
darle ragione,
specie se la famiglia era come la mia. –magari sono in bagno-
propose Dio.
-Si ha
ragione!- rispose Aya facendo frusciare la
gonna –aspettiamoli un attimo!-
In effetti
tornarono dopo qualche minuto; Ib
trascinava Garry per il bavero del giubbotto e dietro di loro camminava
svogliatamente Ellen. –Ecco dove eravate!- sbottai saltando
in piedi –Ora muoviamoci
ad uscire da qui…e…cos’è
successo a Garry? Mi sembra sofferente.-
Ib
annuì osservandomi come un cioccolatino –Ci
eravamo
persi e per cercarvi siamo finiti nella “scatola dei
giocattoli”, solo che
cadendo la rosa di Garry ha perso tutti i petali, tranne uno, vedete?-
ci
mostrò la rosa blu con attaccato solo un piccolo petalo.
–Quindi ora è
agonizzante. Però mentre eravamo laggiù abbiamo
ritrovato la ragazza che
cercavamo!-
Ellen ci
salutò sorridendoci maligna, poi si affiancò
a Viola stringendole un braccio attorno alla vita –Hey
sorellina! Come vanno le
cose nel mio corpo?-
-andranno
meglio quando domani mi ridarai il mio.-
-STAREMO
A VEDERE-
-Cosa?-
-Niente! Ho
detto “certamente!”-
Nel frattempo
Garry biascicò un –Soffro-, che quasi
nessuno comprese, se non un –fofo-
A questo punto
niente poteva impedirci di tornare nel
mondo reale. Io e Dio afferrammo Garry per le braccia e le gambe, e
facendolo
ondeggiare lo gettammo oltre il quadro. Mio cugino lo
attraversò sparendo alla
nostra vista, ma il rumore di qualcosa che si sfracellava al suolo ci
fece
capire che era atterrato. –Molto bene, Viola, Ellen, tocca a
voi!-
Tutti
oltrepassarono il quadro e per ultimo toccò a
me. Appoggiai le mani alla tela, pronto ad andarmene, quando una voce
risuonò
nel corridoio. La riconobbi all’istante, era quella del
“me quadro”.
-ELSON,
POI ANCHE FUGGIRE DALLA GALLERIA, MA NON PUOI FUGGIRE DA ME, TI
RITROVERÒ E QUESTA VOLTA STAREMO INSIEME PER SEMPRE!-
Cacciando
giù la saliva mi lasciai cadere nel quadro,
atterrando comodamente su qualcosa di morbido, che subito dopo scoprii
essere
Garry, ancora sdraiato a terra. –Ops, scusa.-
-…la…s…chie…na!-
Lo aiutai ad
alzarsi. Intorno a noi c’erano anche
tutti gli altri, quindi eravamo tornati tutti sani e salvi, per
fortuna. Mentre
ci dirigevamo tutti verso la sala centrale dell’esposizione,
ci vennero in
contro papà, lo zio Guertena e…NON CI POTEVO
CREDERE!
Corsi incontro
alla donna e la abbracciai forte. Erano
passati tre anni dall’ultima volta che l’avevo
vista, ormai ero perfino più
alto di lei. –Zia Yonaka!-
-Ciao caro!
Come stai?-
Sorvolerei su
questo…
-Ah….tu?-
-io benissimo!-
Mio padre si
interpose tra noi. –certo che sta bene,
anzi! Ci ha appena invitato al suo matrimonio!-
Shock!
–Ti sposi zia?-
-Si, tra un
paio di mesi- Aya, Mary, Viola e Ellen
corsero da lei sbattendomi a terra.
-DAVVERO? CHE
BELLLLLLOOOOOOO!-
Mi rialzai
grattandomi la testa e sorridendo al
pensiero della zia Yonaka sposata. Lei mi era sempre piaciuta molto,
era NORMALE, questo
significava che aveva trovato un fidanzato normale e che, sperando,
avrei avuto
dei cugini normali! IL
MIO PARADISO.
Aya, tutta contenta,
cominciò a piroettare su se
stessa. –è meraviglioso zia! Devo già
scegliere il vestitino da mettere allora!
A anche quello per Dio! Perché lo scelgo io, sai?-
La zia
annuì sorridente –sono certa che lo sceglierai
benissimo, tesoro!-
-e non solo!
Devo sceglierlo anche per la mia nuova
amica!- A quel punto tirò fuori da sotto la gonna una
bambolina blu e la
sventolò in aria. –Bella vero?-
COSA? Stavo
per gridare, ma Garry mi anticipò
-WAAAAAAAAA!
BAMBOLA BLU! SI SALVI CHI PUÒ!-
Dicendolo
scappò via lungo il corridoio e passando
davanti ad un quadro intitolato “Matto da
legare”…queste si che sono
coincidenze!
NOTE
DELL’AUTRICE
CIAOOO!
È passato molto tempo, ma finalmente sono
riuscita ad andare avanti. Finalmente sono usciti dalla galleria, ma
cosa
voleva quel quadro da Elson? Eeeeh dovete leggere per scoprirlo!
Ha fatto la sua apparizione Yonaka, la protagonista di
Mogeko castle, ma sulla trentina! Ahahah. Chi sarà il suo
futuro marito? Se conoscete
il gioco azzardate pure delle risposte, tanto non ci vuole un genio per
arrivarci ;)
Ringrazio hope_destiny98
e Mikan_Sakura
per aver inserito la storia tra le preferite. (se ho dimenticato
quelcuno ditemelo)
Ah e poi mi sembrava doveroso dirvi che tutte le canzoni
degli rpg (come quella che canta Aya e quella di Maria nel primo
capitolo) io le riprendo da una youtuber bravissima, lei si chiama
Remyfive05. Se riesco vi inserisco i link delle canzoni.
Aya: https://www.youtube.com/watch?v=sy25gbdAr-Y
Maria: https://www.youtube.com/watch?v=7BnbzyJJwCg
Ci sentiamo
alla prossima, ciao, ciao
Camilla
|
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Capitolo 5 *** Matrimonio al Mogeko castle ***
MATRIMONIO AL MOGEKO CASTLE
-Siamo arrivati?- Mi
chiese Aya tirandomi il lembo
della giacca. –Non ancora, ci vorranno altri dieci minuti.-
Mia sorella tornò a
sedersi composta sul sedile dell’auto, guardando fuori dal
finestrino. Come al
solito eravamo in troppi per starci tutti in una macchina,
così io avevo preso
la mia auto e stavo andando al matrimonio della zia Yonaka
accompagnando Aya,
Viola, Dio ed Ellen. Mamma, papà e Maria ci precedevano di
qualche metro.
Doveva esserci papà alla guida, lo capii
dall’andamento a zig zag dell’auto.
In macchina
nessuno parlava, erano tutti a disagio,
dipendeva dal fatto che Ellen non aveva ancora restituito a Viola il
suo corpo,
Aya si annoiava e Dio era imbarazzato a stare seduto tra due donne;
quindi
cercai di rompere io il ghiaccio –Allora, chi vuole piazzare
scommesse su come
sarà il marito della zia?-
-Io, io!-
disse Aya sventolando in aria la mano e
saltando in piedi sul sedile.
-CHE
FAI? SIEDITI SUBITO!-
Gridai io perdendo il
controllo dell’auto e sbandando a destra e sinistra .
–Scusa Elson… comunque
secondo me sarà un giovane bellissimo, biondo, con gli occhi
color caramello,
la postura fiera, pronto a salvarla ogni volta che sarà in
pericolo, anche a
costo della sua vita e beccandosi dei coltelli nello
stomaco…-
Mmh…solo io avevo notato una somiglianza con Dio? Vah beh!
–è un idea Aya, qualche altra pensata?-
Viola si sporse in avanti appoggiando il mento al mio
sedile –per me invece sarà castano con gli occhi
verde chiaro, dolce,
premuroso, che impedirà a chiunque di rubare il corpo della
zia per occuparlo
con la propria anima…vero Ellen?-
-Stiamo parlando della zia Yonaka, non di te!- rispose
stizzita Ellen –e comunque secondo me lo sposo è
lo zio Shinya!-
Io inchiodai di botto, beccandomi le suonate di
clacson di tutti gli automobilisti dietro di me –Ellen! Ti
sembrano cose da
dire? Lo zio Shinya sarà anche un serial killer (ha imparato
tutto da papà) ma
ha rinunciato ai suoi istinti incestuosi da tempo ormai!-
-Pensala come vuoi mr. “io qui sono il più
grande”!
Secondo te come sarà?-
-Per me?- domandai –Non saprei, per me basta che sia
normale! Nel vero senso della parola!-
Tutti scoppiarono a ridere, tranne Dio, non l’avevo
mai visto ridere se non con Aya, Ellen si asciugò le lacrime
e mi sputò in
faccia quella che per lei era la verità –CHE
NOIA! Non
c’è
divertimento nella “normalità”. Ti
ricordo che noi siamo una famiglia RPG, la
nostra natura è “non essere normali”, a
parte tu…ma tu sei un caso anomalo.-
Io? Anomalo? Questa era bella! Volevo risponderle per
le rime e minacciarla di abbandonarla per strada, ma Aya
cacciò un gridolino
spiaccicando la punta del dito sul finestrino –Siamo
arrivati!- Dio si allungò
per osservare fuori –Come fai a dirlo?-
-Vedo la macchina viola dello zio Guertena, con Garry
mezzo penzolante fuori dal finestrino che saluta, e la moto degli zii
Bernd ed
Ange.-
Fantastico! Ok, per chi non lo sapesse gli zii Bernd
ed Ange sono due…emh…vampiri. Già,
perennemente giovani, golosi di popcorn al
gusto di sangue e seguiti da un fantasma di una loro vecchia
amica…Cynthia, se
non ricordo male. In ogni caso Aya aveva ragione, poco dopo entrammo in
un
parcheggio e papà parcheggiò spingendo via
un’auto tamponandola più e più
volte, fino a prenderne il posto. Io? Aah io parcheggiai normalmente,
d’altro
canto c’era un intero parcheggio vuoto, ma papà
aveva preferito spostare a
furia di tamponamenti una delle uniche altre due macchine parcheggiate.
Perché?
Ma perché era papà! Scendemmo tutti
dall’auto e Dio aiutò Viola e scendere e
restare in piedi con i tacchi sul ciottolato. Ellen invece scese
tranquillamente a piedi nudi, tenendo in mano le decolté e
facendole penzolare
su una spalla –Si può sapere che fai?- le
domandò la sorella –siamo ad un
matrimonio, cerca di essere elegante almeno qui!-
-Per te è facile, hai il mio corpo
super-extra-urka-iper-sexy-elegante-aggraziato, io invece ho il tuo,
che a
malapena può definirsi attraente.-
-È colpa tua! Se non ci avessi scambiat…-
-Taci! Non incominciare di nuovo, a me piace il tuo
corpo, è più maneggevole e meno difficile da
gestire…-
Quelle due andarono avanti ancora per molto a
discutere, ma io mi persi la conversazione perché la mia
attenzione fu attirata
dal castello che sorgeva alle spalle del parcheggio. Era enorme, tutto
giallo e
con una testa di gatto sulla sommità. Era lì che
si sarebbero tenute le nozze?
Ricordai le parole di zia Yonaka “Celebreremo le nozze nel
castello in cui il
mio ragazzo vive con i suoi fratelli! È bellissimo, vi
piacerà di
certo!”…mah…il suo fidanzato viveva
lì? Perché le miei speranze che fosse un
giovane normale stavano via via svanendo?
-Dannato parcheggiatore invadente!- gridò mio padre
mentre mi si avvicinava, riportando la mia attenzione al parcheggio e a
quello
che stava accadendo –Se lo becco in giro me lo porto a casa e
ci faccio su
degli esperimenti, va bene Maria?-
-Tutto per lei dottore- Rispose Maria aggiustandosi
l’abito verde; mia madre le tirò
un’occhiataccia tagliente prima di sorridere a
me e agli altri ragazzi –Coraggio bimbi miei, andiamo a
salutare la zia prima
di andare al ricevimento.-
Dovevo
riconoscere che in fondo il castello
all’interno non era affatto male; era elegante e raffinato,
anche se in alcuni
punti mi era parso di vedere delle MACCHIE
DI SANGUE
pulite alla ben in meglio…ma probabilmente era solo
la mia immaginazione, dopo tanti anni passati a sopportare il
“lavoro” di papà…
Le nozze si
sarebbero tenute nel cortile interno, un
meraviglioso giardino dove crescevano fiori di ogni tipo. Gettai
un’occhiata a
tutti gli invitati: la mia MERAVIGLIOSA
famiglia da una parte,
mentre nella navata dello
sposo…ecco…è difficile da spiegare, ma
ci proverò. Le due sedie dei testimoni
erano occupate da un ragazzo dai capelli e gli occhi rossi, vestito con
uno
smoking…rosso (almeno che non fosse comunista aveva qualcosa
di starno) e da un
altro giovane biondo, con due ali da angelo sulla schiena e
un’aureola
luccicante in testa. Dietro di loro erano seduti altre cinque persone,
due
ragazze e tre ragazzi. Mia madre mi informò che erano tutti
fratelli dello
sposo. Bene! I loro genitori si dovevano proprio annoiare il sabato
sera.
La cosa
davvero strana era però la massa seduta alle
loro spalle, erano una marea, e tutti UGUALI.
Letteralmente!
Tutti biondi, con le guanciotte rosee e
gli occhi chiusi in un’ espressione sorridente e allo stesso
tempo inquietante.
Scossi la
testa per distogliere quell’immagine dagli
occhi, così posai lo sguardo sul futuro marito della zia; mi
ritrovai a tirare
un sospiro di sollievo, nonostante la sua famiglia, lui sembrava a
posto,
l’unica pecca erano i capelli di uno strano colorito tendente
al verde
pistacchio, acconcianti in modo da sembrare due orecchie; ma
d’altronde non è
che pretendessi di passare dagli RPG al “Padre di
famiglia-affettuoso-senza
strane perversioni-che va tutte le domeniche a messa” mi
accontentavo della
normalità psicologica…per ora.
L’organo
iniziò a suonare e la zia Yonaka attraversò
il tappeto rosso per arrivare all’altare. Era davvero
bellissima e a
dimostrarlo c’erano anche i commenti delle mie cugine e di
mia sorella. –oddio
che vestito meraviglioso!- disse Viola congiungendo le mani al petto.
-Io amo i suoi
orecchini- disse invece Mary.
-A me piace
suo marito!- Ridacchiò Ellen.
-Datemi i suoi
occhi per la mia bambola!- Gridò Aya,
ma prontamente Dio le tappò la bocca con entrambe le mani.
-È
tutto così artistico! Mi sento ispirato! Elson tu
non ti senti ispirato?- mi domandò Garry cacciandomi un dito
nell’orecchio. CALMO
ELSON, CALMO
non volevo essere io a
rovinare il matrimonio alla zia, tanto qualcuno lo avrebbe fatto, era
solo
questione di tempo.
-Vuoi tu, Nega
Mogeko, prendere Yonaka come tua
legittima sposa?-
Cosa? Nega
Mogeko? Ma che nome era? Vah beh!
-Certo che lo
voglio, Lord Prosciutto!-
Lord
Prosciutto? NONONONO ma dove ero finito?
-Io vi
dichiaro marito e moglie!-
La zia
attirò a sé il nuovo marito e lo baciò
tra gli
applausi di tutti. CHE
CARINI!
Solamente lo zio
Shinya se ne stava seduto con il broncio…e
il coltello da bistecca stretto in mano…povera zia Yonaka,
la capisco, avere un
fratello che vuole seguire le orme di uno scienziato pazzo non
è proprio una
bella cosa.
Arrivai
al banchetto di nozze con una fame da leone,
fame che aumentò nel momento in cui vidi le leccornie
disposte sulle lunghe
tavolate dalle tovaglie bianche e azzurre.
Mi
servii da solo, seguito da Viola e dallo zio Bernd,
che non perse occasione per farmi domande su tutto ciò che
riguardava la mia
vita, consigliandomi in fine di fuggire di casa e recarmi in una
foresta con la
ragazza che più volevo proteggere.
-Io ho fatto
così e guarda che uomo sono diventato!-
già…un vampiro! NO
GRAZIE!
Durante
il pranzo due miei cugini alla lontana
dedicarono alla zia e al “nuovo zio” una serenata
al pianoforte e violino. Si
chiamavano Michel e Pierre, due posati biondini, che erano venuti al
matrimonio
con una loro amichetta dai capelli viola. (nessun genitore.
Perché? ORFANI!
Tanto per cambiare)
Quando
terminarono scesero dal palchetto e al
loro posto salirono…oh no! Mary e Garry.
-Ziiiii!
Io e Mary vi abbiamo dedicato una canzone,
ascoltate!-
Si
misero a cantare la loro versione di “ Eh Ah Sou”
prendendosi a schiaffi nel momento in cui Garry pretendeva di cantare
pur
toccando a Mary. Stavo ridendo come un pazzo (Non come un RPG, sia
chiaro!), ma
per una questione di buona abitudine cercai di darmi
contegno…ma d’altronde
anche Nega Mogeko e i suoi fratelli sembravano divertirsi molto.
Il
mio cellulare vibrò all’arrivo di un messaggio;
controllai
chi fosse e vidi la notifica di un messaggio di Akemi.
Akemi
era la mia migliore amica…anzi l’unica a dire il
vero; eravamo amici da molti anni, lei sembrava capirmi, nonostante
tutto.
“Ciao
Elson!”
“Come
sta andando il matrimonio?”
“Sono
normali o i parenti dello sposo
sono delle specie di mostri con le branchie e gli occhi cavi?”
“Ahahah,
spiritosa!”
“Si va
tutto bene”
“Lo sposo
sembra essere a posto…per ora, e i suoi
parenti sembrano tutti dei cloni”
“sul
serio”
“Ahahah,
bellissimo!”
“Aya fa
la brava?”
“Ma si! Sembra
essere tranquilla”
“Lei e Dio
stanno impilando i pasticcini”
“Amori!
<3”
“starete lì per un paio di giorni?”
“più o
meno!”
“Passiamo
qui la notte e ripartiamo domani
pomeriggio!”
“Fantastico!
Così giovedì mi accompagni
a prendere il regalo di compleanno per Shimoko!”
“Certo!”
“Akemi,
vado!”
“Mio padre
sta dicendo a uno dei fratelli dello sposo
che i suoi capelli starebbero benissimo sul corpo di un cadavere che ha
in
cantina…”
“Oh
cielo! Vai Elson! Salva il mondo e
la tua reputazione!”
“Ci sentiamo dopo! *Smile che manda
bacio*”
Misi via il telefono e
accorsi da mio padre –Papà! Che
fai?-
-Converso di
lavoro con questo giovanotto!-
Il fratello di
Nega Mogeko era alto e biondo (come
quasi tutti) e teneva in testa una corona elaborata.
-Piacere, io
sono Elson- gli dissi titubante.
-Piacere
mio…io sono King Mogeko. Tuo padre mi stava
parlando del suo
lavoro…è…affascinante.-
-Davvero lo
pensa? Anche lei lo farebbe?- domandai
quasi disgustato. Lui rise in maniera quasi ammaliante –No
non lo farei mai, io
ho…altri gusti…-
NON
VOLEVO SAPERE!
King Mogeko continuava
a fissarmi con occhi troppo
penetranti, per mia fortuna un grido riempì l’aria
facendo voltare tutti verso
il palchetto.
Garry e Mary
erano abbracciati e inginocchiati, mentre
sul muro, sopra le loro teste, era conficcato un coltello. Davanti a
loro lo
zio Shinya si mise le mani in tasca con fare sollevato.
–Così la piantate di
rompere i timpani a tutti con le vostre voci stridule! Ragazzini
devianti!-
PARLAVA
LUI!
NOTE
DELL’AUTRICE
Ciaooooo!
Vi prego ditemi che sono stata brava! Questa
volta ho pubblicato piuttosto in fretta (rispetto al mio solito).
Allora! Oggi abbiamo a che fare con il matrimonio di
Yonaka e Nega Mogeko (Tratti da Mogeko Castle, come tutti i fratelli e
lo “zio”
Shinya). Vi aspettavate il caro “Mogeko difettoso”
come marito o avevate
davvero pensato tutti a Shinya? Fatemi sapere e spero di non avervi
deluso.
In questo capitolo fanno anche la comparso Michel,
Pierre e Chloé, tratti da Chloé’s
requiem; e Akemi, tratta da Akemi tan.
Ovviamente il matrimonio non termina mica qui, anche
il prossimo capitolo sarà ambientato durante la festa e ne
succederanno delle
belle! Dico solo “POVERO ELSON”. In tutto
questo…nessuno si è chiesto che fine
ha fatto Ellen? Io me lo chiederei *se ve lo dico non è a
caso*
Prima di congedarmi vi lascio il link per andare a
vedere il video di “Eh ah Sou” di Garry e
Mary…e si…perché esiste davvero,
anche se non si prendono a schiaffi!
https://www.youtube.com/watch?v=p269QArJpeA
Con questo ho concluso e non mi resta che ringraziare:
ale_anna,
MaryMariaMary, Moge_k0_02 e Mugiwara_no_Tales per aver
inserito la
storia tra le preferite.
Nuovamente Moge_k0_02
per averla inserita ance tra le seguite.
peppe fanfictor
per avermi fatto sapere il suo parere
OH MIO DIO (non il Dio senza
occhio) ma siete aumentati tantissimo dall’ultima volta, cosa
posso dire se non
GRAZIE MILLE *.*
Ciao Ciao
Cammi
|
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Capitolo 6 *** Un buon modo per infrangere le speranze ***
UN BUON MODO PER INFRANGERE LE
SPERANZE
Erano solo le nove e
mezza di sera e io volevo già
andare a dormire. Non che non mi stessi divertendo al matrimonio, ma mi
ero
svegliato alle 5:15 di mattina per arrivare fino a qui, e ancora non
avevo
avuto un solo secondo per riposare. Seduto su una delle sedie ricoperte
di
stoffa bianca osservavo tutti gli invitati chiacchierare tra loro.
Mamma e
Maria tenevano d’occhio papà, anche se dovevo
ammettere che era piuttosto
calmo, probabilmente aveva capito che non gli conveniva far sparire
nessuno
degli invitati, se non voleva avere problemi (anche se rimango
dell’opinione
che il camice macchiato di sangue sopra allo smoking non sia
propriamente
elegante).
La sedia di
fianco a me si spostò e Viola vi si
accomodò poggiando la testa sul tavolo con fare stravolto.
–Voglio subito un
altro cocktail! ORA!-
-Sei ubriaca
Viola?-
-Solo un
pochino…-
Alzò
la testa dal tavolo mostrandomi le guance
arrossate e gli occhi spenti, i capelli erano sfuggiti
dall’elegante
acconciatura di questa mattina e ora le ricadevano lisci sulle spalle.-
-Viola,
l’alcolismo non è mai la strada giusta per
risolvere i problemi!-
-Lo soooo! Ma
quel drink era delizioso! È stato uno
dei fratelli di Nega-Mogeko ad insistere a farmelo provare.-
-Ma tu hai
continuato!-
Lei mi
puntò un dito sulla fronte i iniziò a darmi dei
piccoli colpetti –Io con te non ci parlo più! Mi
sgridi, non mi piace quando mi
sgridano, io sono quella brava, è Ellen la cattiva!-
Aah per la
cronaca e per una tua maggiore informazione,
mio caro ascoltatore, ho scoperto chi sono tutti gli altri fratelli del
mio
nuovo zietto. Si chiamano:
Strana specie
di Mogeko (Non oso immaginare il suo
codice fiscale)
Fata del
prosciutto
(Si…lo avevo capito dalle ali da farfalla sulla schiena)
Spirito del
sangue (Il comunista! Quindi il rosso era
per il sangue, non per l’orientamento politico?)
Hasu (quello
con le ali da pollo e l’aureola
sbarluccicosa)
Moffuru
(Oddio! È tutto bianco! Deve essere albino)
Mocucko (sono
del parere che non ci si deve fidare di
un tipo che va in giro con un cappello a forma di testa di pollo)
King Mogeko
(quello che mi aveva guardato strano
mentre lo salvavo da papà. Ingrato!)
Moge-Ko (una
tizia strana…o meglio, d’aspetto normale,
anche lei con i capelli lunghi biondi acconciati ad orecchie di
gatto…ma i suoi
occhi cambiavano colore a seconda dello stato d’animo)
Bene, e con
questo torniamo al racconto del
matrimonio!
Capii che se
non avessi portato Viola nella sua stanza
quella serata sarebbe finita male; presi mia cugina sotto braccio e la
condussi
fino all’entrata del castello, lì ci raggiunse
correndo Hasu –Aspettate! Volete
entrare?-
-Si!- gli
risposi io –Volevo portare lei nella sua
stanza, non si sente molto bene!-
Il ragazzo
annuì sorridendo –ok, allora lasciala pure
a me, l’accompagno io, se la portassi da solo ti perderesti
di certo
all’interno del castello, i corridoi sono un labirinto!-
-Oh, ok!
Grazie mille!-
Scostai il
braccio di Viola dal mio collo a quello di
Hasu, cercando in tutti i modi di non farla cadere a terra.
–Ok Viola, adesso
lui ti porta in camera, tu mettiti a letto.-
-A letto con
lui?- mi chiese mia cugina con voce
infantile.
-ASSOLUTAMENTE
NO!- le risposi gridando
–da sola, in pigiama, a
dormire!- poi lanciai ad Hasu uno sguardo traverso, come per dirgli
“e guai a
te se ci provi”; lui scosse la testa con sguardo imbarazzato
–Non ti
preoccupare, non sono né King Mogeko né Moge-Ko.
La porto in camera e torno al
matrimonio, tra poco tagliano la torta.-
Uuh torta!
Contegno Elson! –Ok!-
Lui si
incamminò dentro il palazzo, con Viola che
continuava a parlare a raffica –No! Anche io voglio la torta!
Lo sai che questo
non è il mio corpo? In vero anche io sono bionda come te!
È una storia lunga.
Posso rubarti l’aureola?-
-VIOLA,
NON TOCCARE L’AUREOLA!-
detto
ciò
tornai nel giardino. Ma si potrà mai stare tranquilli?
QUESTO MAI! Vidi Aya
correre verso una ragazza “clone” gridando
–dammi le tue braccia!- d’istinto mi
voltai verso Dio e portandomi le mani a coppa alla bocca gli gridai
–Placcala!-…e Dio lo fece. Fiuu! Piano killer
scongiurato, per ora.
Tornai a
sedermi soddisfatto e tirai fuori il
cellulare per controllare se c’erano novità da
Akemi, ma niente. In compenso
avevo un messaggio di Garry “Ciao! Voltati!”, io lo
feci e vidi Garry salutarmi
con una mano…patetico.
Lord
Prosciutto (ho scoperto che qui è una specie di
divinità) richiamò tutti al silenzio
–Miei cari, oggi come sapete siamo qui per
festeggiare l’unione di Nega Mogeko e di Yonaka! E come
possiamo farlo al
meglio senza una sontuosa torta?-
Si alzarono
urla di approvazione, ma d’altronde chi
non amava le torte nuziali?
-Ma
prima…- Noooo! Voglio subito la torta! -…danziamo
assieme questa canzone!-
La musica
partì, era “My heart will go on” di
Celine
Dion, vecchia ma sempre romantica. Tutte le coppie si portarono sulla
pista,
attorno alla zia Yonaka e a suo marito (teneri come sempre), quindi io
decisi
di rimanere seduto tranquillo e finire lo champagne.
Una
mano mi
afferrò il polso e mi strattonò in avanti; io mi
alzai dalla sedia facendo
cadere a terra il calice. Mi ritrovai a quattr’occhi con la
famosa Moge-ko, che
mi fissava come fossi un pasticcino –Ciao!-
-mmh…salve…-
-Io sono
Moge-Ko, la sorella di Nega-Mogeko, tu sei
Elson vero? Il nipote di Yonaka.-
Oddio sapeva
chi ero…avevo una brutta sensazione.
-Si, piacere!-
-Ma il piacere
è mio! Non vedevo l’ora di conoscerti,
Yonaka ci ha parlato così tano di te che era impossibile non
essere curiosi di
sapere come fossi! E devo dire che non sei niente male!-
-Scusi?-
Lei mi
interruppe –Balli con me? Si dai!-
Mi
trascinò sulla pista e facendo ondeggiare la gonna
dell’abito rosso e nero mi appoggiò le mani sulle
spalle per ballare. Aveva un
viso spaventoso, non perché fosse brutta, anzi, ma mi
metteva soggezione.
-Allora, dimmi
un po’ di te Elson- che dovevo dirle?
Che ero un asociale? Che odiavo la mia famiglia? Che avrei voluto che
la
smettesse di fissarmi languidamente? Che mi faceva PAURA?
–Non
c’è
niente d’interessante da dire su di me, sono solo un normale
ragazzo di
diciannove anni. (normale? Si diciamo così!) –
-Sono sicura
che invece non è così! Chissà quali
segreti nascondi dietro questi occhioni azzurri?- Mi costrinse ad
alzare il
mento con un dito e puntò i suoi occhi nei
miei…aiuto…
-Oddio! Questo
è il pezzo della canzone che
preferisco!- sbottò Moge-Ko poggiandomi di nuovo le mani
sulle spalle. Io presi
una grandissima boccata d’aria, infatti mi resi conto di aver
trattenuto il
respiro per tutto il tempo. Mi guardai attorno per vedere se
c’era qualcuno a
cui chiedere aiuto.
La zia Yonaka
e Nega-Mogeko ballavano abbracciati,
scambiandosi di tanto in tanto qualche bacio…non me la
sentivo proprio di
disturbarli. Poco più lontano Lo zio Bernd e la zia Ange
discutevano mentre ballavano
–Ber, ci sposiamo di nuovo?-
-Non ci penso
nemmeno!-
-Perché?-
-Perché
non ho voglia di spendere soldi per niente!-
-Che
insensibile! Ci dovremmo come minimo risposare
ogni cento anni!-
Evviva
l’immortalità dei vampiri!(un altro matrimonio
voleva dire altre torte). Alla loro destra Aya ballava con Dio e mentre
il
ragazzo non poteva vederla, lei cercava di allungare la mano per
agguantare una
coppia che piroettava vicino a loro. Michel e Pierre strattonavano la
loro
amica Chloé per convincerla a ballare con l’uno
invece che con l’altro. Mary e
Garry invece che ballare si pestavano apposta i piedi a vicenda, mentre
mamma
guardava male, insieme all’amica fantasma di zia Ange,
Chintya, papà che
ballava con Maria. Infine in fondo alla pista Ellen ballava stretta
stretta con
King Mogeko…e stava sorridendo? Non malignamente?
COSA
STAVA SUCCEDENDO?
Boh, fatto
stava che non c’era assolutamente nessuno che potesse
aiutarmi.
-Di me invece
ci sono tante cose da dire!- Mi riportò
all’attenzione Moge-Ko.
-Ora ti
racconto!- Ma io le avevo forse chiesto
qualcosa? NO!
-Devo
ammettere che sono stata parecchio gelosa di
Nega-Mogeko quando ha annunciato che si sposava con Yonaka, lei
è così bella!
Avrei voluto esserci io sull’altare al posto di mio fratello!-
Cosa?
–Ma non importa, ho trovato qualcuno molto
valido con cui sostituire Yonaka, che ne dici Elson? Ti va di giocare
con me?-
No no no no
no! Non mi doveva toccare, io ero solo un
innocente ragazzo che a diciannove anni guardava ancora i “My
little pony” alla
tv! Non poteva propormi certe cose sozze!
Mi sottrassi
alle sue mani e iniziai ad arretrare. –Oh
è tardi! Magari devo andare a vedere come sta Viola! Magari
è stata male
davvero.-
Moge
–Ko però continuava ad avanzare verso di
me…io
arretravo e lei avanzava. Andai a sbattere contro una sedia e lei mi
spinse
facendomi sedere. –Coraggio giovanotto!
Ci divertiamo!-
MA
ANCHE NO!
Quando cercai di
alzarmi per scappare via (e
possibilmente andare a frignare da mamma), Moge-Ko mi
immobilizzò alla sedia
facendo sporgere la gamba dallo spacco del vestito e inchiodandomi con
il tacco
della scarpa. –Coraggio! Gioca con me!- i suoi occhi erano
diventati rossi.
-NOOOOO!-
-Moge-Ko, che
fai?- alle spalle della ragazza era
apparso Nega-Mogeko, con a braccetto la zia, lei si mise le mani ai
fianchi
e rimproverò la bionda –Lascia subito andare il
mio adorato nipotino, ne deve
già sopportare tante!-
-Uffa! Non mi
posso mai divertire con nessuno! Di
questo passo perderò la mia reputazione!-
Nel frattempo
arrivarono anche Ellen e King Mogeko,
stava diventando una faccenda popolare…
King Mogeko
scoppiò a ridere e poi allungò una mano a
Moge-Ko -Coraggio sorellina lascia in pace il ragazzo!-
-NO-
Nega-Mogeko
puntò un dito a terra davanti a sé –Qui
Moge-Ko, subito!-
-NO!- Il suo
tono stava diventando infantile.
I due fratelli
maschi si lanciarono uno sguardo e
insieme afferrarono la sorella sotto braccio sollevandola da terra. Lei
gridò
–No, lasciatemi!-
Ellen, che era
stata stranamente troppo calma, decise
di far vedere la sua presenza –Ad un tratto ho voglia di
combinare qualche
macello!-
Io e la zia
Yonaka ci lanciammo contro di lei per
fermarla, ma troppo tardi. Ellen schioccò le dita e i tre
fratelli “Mogeko”
furono circondati da del fumo giallo. Un attimo dopo al porto dei tre
ragazzi
c’erano tre strane creaturine simili a gatti: Uno verdino
senza un orecchio,
uno giallo con una corona e un altro giallino con un panciotto e una
gonnellina
rossa.
-Cos’è
successo?- chiesi a Ellen.
-Niente, ho
solo fatto prendere a quei tre l’altro loro aspetto!-
-Che cosa?-
La zia Yonaka
prese in braccio il “gatto” verde e
facendogli i grattini in testa si allontanò –Non
preoccuparti Nega-Mogeko, tra
un paio di minuti tornerai umano!-
-Lo spero
amore! Però tua nipote non sa cosa sia
l’educazione!-
Nega-Mogeko?
Quindi erano davvero i tre fratelli? ADDIO
AD OGNI MIA MINIMA SPERANZA DI NORMALITÀ.
Osservai i due
che mi erano rimasti davanti: King Mogeko si sistemò la
corona e tirando il lembo del vestito di Ellen le disse –Non
è stato divertente-
-Ma
perché?- chiese lei inginocchiandosi –Sei
così
carino e pelosino! Mi ricordi il mio gattino Yo!- afferrò
King Mogeko e iniziò
a strapazzarlo di coccole.
Moge-Ko invece
continuava a fissarmi…ma così faceva
decisamente meno paura. Io allora ne approfittai per andarmene. Lei
però cercò
di afferrarmi invano al volo.
-Ehi tu! Dove
pensi di andare! SEI
MIO TUTTO DANNATAMENTE MIO!-
Dal
diario di Akemi
Caro diario,
Elson non tornerà a casa fino a domani pomeriggio e io da
sola mi annoio. Papà
“lucetta azzurra” è andato a controllare
uno dei tanti villaggi di cui è
custode e mi ha lasciato a casa da sola…
A volte mi
sento in colpa per non aver mai detto ad Elson, in 13 anni che ci
conosciamo,
che io sono uno spirito guardiano che protegge il mio villaggio, ma se
glielo
dicessi lui mi vedrebbe come una dei membri della sua famiglia, una
pazza con
la mentalità RPG, quindi non mi parlerebbe
più….NO NO NO NO NON POSSO
SOPPORTARLO!
<3 <3 <3
<3 <3 <3
ELSON <3 <3 <3 <3 <3 <3
Per ammazzare
la noia ho deciso di fare un giro, ma è servito a poco.
Ebiko ha deciso di
farsi un’altra bella trasformatina in mostro, così
l’ho fatta tornare umana
prima che Shimoko la vedesse e decidesse di prenderla DI NUOVO a
martellate a
morte.
Uffi! La noia è
proprio una brutta bestia! Altro che i cani zombie della mia ex tata.
Mi stavo
pettinando i capelli rossi quando papà è tornato
a casa, ero felice perché così
avrei avuto qualcosa da fare, invece mi beccai una romanzina sul fatto
che uno
“Spirito guardiano” non dovrebbe
fangirlizzare…doveva aver trovato la foto mia
e di Elson con la macchia di lucidalabbra sulla testa del mio amico.
OPS.
Così per farmi
perdonare ho cucinato io la cena, in quello sono parecchio brava!
Visto Elson?
Sono una moglie perfetta, SPOSAMI!
Sto facendo il
conto alla rovescia per vedere tra quanto tornerà Elson,
mancano ancora 18 ore,
13 minuti e 34
secondi…33…32…31…30…ok
basta!
Ciao
ciao caro diario
Akemi
NOTE
DELL’AUTRICE
Ciao!
Ed ecco la conclusione del matrimonio dell’anno.
Tutto il mondo pazzo per Elson ahahah, no scherzi a parte, vi giuro che
non ci
sarà nessun’altro ad andargli dietro, solo Ib,
Akemi e Moge-Ko.
Da questo capitolo introduciamo i Diari di Akemi,
saranno fondamentali per capire la storia più avanti.
Ringrazio luna
antica
per aver inserito la storia tra le preferite e Rolythebest
per avermi fatto sapere il suo parere!
Vi lascio un link per andare a vedere il nuovo video
della storia che ho pubblicato
https://www.youtube.com/watch?v=zMmNdf7qb2w
So che
è difficile usare i link da Efp, ma vi
basta fare copia e poi incolla su youtube, oppure scrivere direttamente
su
youtube “la mia grande e felice famiglia rpg (frasi
cardine)”, oppure scrivere “CammiSmile”
e il primo video dell’elenco è lui!
In quel video
potrete vedere quasi tutti (quelli che
compaiono una sola volta e per poche righe non li ho messi, mi sembrava
inutile) i personaggi che appariranno nella FF con le loro frasi
più celebri.
Spero vi piaccia e fatemi sapere cosa ne pensate! ;)
Ciao Ciao
Cammi
|
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Capitolo 7 *** Una normale giornata in casa Drevis ***
UNA NORMALE GIORNATA IN CASA
DREVIS
Akemi mi tirava per un
braccio, trascinandomi quasi
inerme per i corridoi formati dagli scaffali ricolmi di magliette,
felpe e
canotte colorate. Per poco non pestai un piede ad una ragazzina, ma non
pretendete troppo da me, ero in un negozio d’abbigliamento le
cui luci erano
“solo un pochino” soffuse, così poco che
non vedevo dove mettevo i piedi; come
se non bastasse c’era nell’aria un profumo
impregnante, che per essere così
forte dovevano averlo spruzzato su ogni singolo indumento esposto.
-Akemi,
possiamo fare in fretta ed andarcene?- la mia
amica mi guardò sorridendomi e annuì
–Certo! Se devi tornare a casa presto
cercherò di fare veloce!- disse mentre faceva scorrere gli
ometti con appesi
dei vestiti.
-No, non
è questo il punto. Sai bene che più tempo passo
lontano da casa meglio è per me…ma inizia a
girarmi la testa qui dentro.-
Akemi si
voltò di nuovo verso di me mostrandomi due
vestiti appesi a delle grucce; uno lilla con il bordino giallo e uno a
righe
bianche e nere.
-Quale
è meglio secondo te per Shimoko? Quello viola o
quello a bande?-
Ops…scusate
erano bande non righe, le donne mi
perdonino.
-Emh…non
saprei…quello a bande? Non lo so Akemi! Sei
tu l’amica di Shimoko, tu la conosci, non io!-
-Si hai
ragione, ma sono proprio indecisa…- Fissò gli
abiti e poi li riappese entrambi.
-Nessuno sei
due direi…proviamo con una maglietta!-
Sospirai
mentre Akemi mi riafferrava il braccio e mi
trascinava dall’altra parte del negozio. Questa volta tirai
un calcio ad uno
scaffale.
Dopo
venti
minuti di ricerche diedi forfè, così mentre Akemi
continuava a correre su e giù
per il negozio, io mi sedetti su una poltrona di fronte alle casse a
fissare
incantato degli schermi che mostravano in diretta
dall’America dei surfisti.
–Elson! Ci sono quasi! Tranquillo, sento di essere vicina
alla soluzione!-
-Certo Akemi!
Come un quarto d’ora fa?- -Esatto!-
Ooh ero messo
bene allora! Nel frattempo un uomo
grassoccio, sulla cinquantina, seduto accanto a me cercò di
attaccare bottone.
Inizialmente ero titubante, ma alla fine ascoltai quello che aveva da
dire. Era
lì per accompagnare la figlia a fare shopping, ma stanco e
intossicato dal
profumo si era seduto ad aspettare (come me insomma!). Mentre parlava
provai
invidia per sua figlia, lei aveva un papà che passava tutto
il giorno seduto davanti
ad un computer a fare un lavoro alienante che reprimeva la
personalità, e che
rischiava tutti i giorni di essere licenziato e sostituito da un
giovane
“nativo digitale”…il mio invece le
giornate le passava chiuso in cantina a fare
a pezzi cadaveri e persone vive. VOGLIO ANCHE IO UNA VITA
ALIENANTE!
-Elsooooon!- Akemi
corse mettendosi esattamente tra me
e il mio interlocutore alienato da sé stesso, dal mondo e
dal lavoro. –Quale
prendo per Shimoko?- Questa volta mi mostrò di nuovo il
vestito lilla e uno giallo
a balze. –Allora?-
La fissai
appoggiando il gomito sul bracciolo della
poltrona, e il mento sulla mano. –Di nuovo? Non lo so! Ma non
volevi prenderle
una maglietta e dei calzini?-
Akemi si
appoggiò i vestiti su un braccio e con la
mano libera mi spiaccicò in faccia un paio di calzettini
azzurri. –Si! I
calzini li ho scelti! Le prendo questi con le noci di cocco! Ma poi ho
optato
per il vestito. Dunque…lilla o giallo?-
Mi alzai dalla
poltrona e osservai i vestiti
improvvisandomi stilista esperto. –Secondo
me…mmmh…bah…lilla? Il giallo
starebbe meglio a te!- Akemi si mise il vestito davanti osservandosi.
–Dici?-
-Si molto!-
-Grazie! Sai
che ti dico? Prendo i calzini col cocco e
il vestito lilla a Shimoko, e quello giallo per me!-
-Ok!-
FINALMENTE si era decisa! Ci
avviammo alle casse per pagare; dietro di noi in fila
c’era l’uomo grassoccio con la figlia. Quando Akemi
ebbe pagato li salutammo
prima di andarcene. –Ooh che fortunata quella ragazza,
papà! Anche io voglio un
fidanzato che mi porti a fare shopping!-
-Si anche io!
Così si sorbisce lui l’odoraccio di
questo posto!-
Cosa?
Fidanzato? No, dovevano aver capito male…molto
male. Anche Akemi doveva aver sentito, perché non appena
usciti dal negozio
(ariaaaaaaa!) afferrò il sacchetto con entrambe le mani e a
passo di robottino
se ne andò senza neanche aspettarmi.
-Akemi, non
lasciami da solo, aspetta!-
La raggiunsi
prendendole il sacchetto dalle mani –Cosa
ti succede?-
-A me? Niente!
Devo solo andare in bagno, di corsa…-
Non le credevo
affatto…le facevo davvero così schifo?
In ogni caso cercai di starle dietro –Ok, penso che i bagni
del centro
commerciale siano nella zona dei bar, se vuoi ci andiamo
così intanto prendiamo
anche da bere!-
-Si
è un’ottima idea!-
Appena
arrivammo Akemi schizzò in bagno e io mi
sedetti ad un tavolino di un bar ordinando per entrambi il
frappè fragola e
vaniglia. Il cameriere mi chiese se volevamo anche la mela, ma
rifiutai. Per
qualche strana ragione Akemi aveva una repulsione verso le mele,
soprattutto se
verdi.
La mia amica
ritornò ben venti minuti dopo sbuffando come una
locomotiva.
–Ti sembra possibile che in un bagno ci possa essere tanta
fila? Mi chiedevo
come mai ci fosse così poca gente nei negozi, ora ho svelato
il mistero, erano
tutti in bagno!-
Scoppiai a
ridere e per fortuna non sputai il frappè
in faccia ad Akemi. Però era vero, chissà
perché nei bagni delle donne c’era
sempre tanta fila?
Stavamo
bevendo tranquilli il frappè e chiacchieravamo
su cosa avremmo fatto la settimana prossima (di certo l’
avrei passata a
studiare per l’esame di francese…quanto odiavo il
francese…e non centra niente
lo stereotipo del tedesco e del francese che si odiano, sia chiaro!)
quando due
ragazze si avvicinarono al nostro tavolino. –Akemi! Ciaooooo!-
La rossa si
voltò e veloce come un fulmine buttò la
borsa del regalo sotto il tavolo. –Ciao Shimoko, ciao Ebiko!
Come state?-
-Bene!-
rispose la ragazza più alta e dai capelli
verdi (ah ah ah), ovvero Shimoko.
-Possiamo
unirci a voi?- chiese invece Ebiko. Akemi mi
guardò sorridendomi –Possono?-
-Ma certo!-
Le amiche di
Akemi si sedettero al tavolino, poi
incominciammo a chiacchierare. Conoscevo già Shimoko e
Ebiko, ma non ci avevo
mai parlato davvero, al massimo un “Ciao” o un
“cosa stai”; la conversazione
più lunga era stata con Ebiko un annetto fa “Scusa
Ebiko, hai un ragno nei
capelli”, “Oddio che schifezza, toglimelo,
toglimelo, toglimelo, toglimelo!”
basta.
Ad un tratto
Shimoko abbassò lo sguardo a terra.
–Ops…ho dato un calcio ad una borsa. È
vostra?- chiese alzandola. Akemi si
pietrificò e iniziò a darmi segnali di SOS con
gli occhi. –Si!- sbottai io di
getto –è un regalo per mia sorella, compie gli
anni tra poco…(il che era vero)
ihihihih!- Mio Dio che risatina nevrotica mi era uscita?
-Oh che cosa
carina? Fai i regali alla tua sorellina?-
chiese Shimoko sorridendo –E ti fai aiutare da Akemi!- Disse
invece Ebiko in
tono provocatorio. NO
RAGAZZA CON LA FACCIA CHE SEMBRA UNO SCARABOCCHIO, IO AIUTO AKEMI A
COMPRARE UN
REGALO PER LA TUA AMICA CON I CAPELLI COLOR “VERDE VESTITO DI
MARY”!
-Già…non
sapevo proprio cosa prenderle, ormai compie
12 anni, non è più una bambina!- mi limitai a
dire sorridendole il più
gentilmente possibile (SOS istinto Drevis all’attacco)
-Che brutto- Ebiko strinse i pugni davanti al petto, i
dodici e i tredici anni sono stati i peggiori della mia vita, vi
ricordate
ragazze? Ho cominciato a 12 anni a trasformarmi in quel mostro con la
pelle
gialla e gli occhi cavi e neri…poi vi ho inseguite per
uccidervi e…AIHA!-
Cosa? Che stava dicendo? Ebiko si era interrotta
portando la caviglia sulla sedia e massaggiandosela. Nel frattempo
Akemi e
Shimoko ridevano quasi in tono falso –ah ah ah ah, Ebiko, che
fantasia! Sei
sempre la solita!- Ridacchiò Akemi. Shimoko si
voltò verso di lei annuendo.
–Già! A proposito! Akemi stasera vuoi venire con
me e Ebiko a vedere “Sukutte”
al cinema?-
-Vuoi dire il nuovo film horror?-
-Yessssss!-
-Certo, volentieri!-
Shimoko annuì soddisfatta e poi si rivolse a me
–Ovviamente sei invitato anche tu se vuoi!-
-Oh, vi ringrazio, ma stasera ho un impegno
importante, sarà per un’altra volta!-
-Certo!-
Eh già! Oggi era giovedì e il giovedì
era il giorno in
cui gli zombie davano il loro festino notturno, da soli Maria e Dio non
bastavano per tenere sott’occhio la situazione,
così io, Aya e mamma li
aiutavamo, nei limiti del possibile. Avete mai visto uno zombie
sbronzo? È
intrattabile!
Un cameriere si avvicinò e chiese l’ordinazione
alle
altre due ragazze. –Signorine, ci volete dentro anche la
mela. A rispondere a
quel poveretto furono tutte e tre in coro –NO,
NIENTE MELE QUI-
Finito il giro
del centro commerciale, Akemi
insistette per guidare lei tornando a casa…ero titubante, ma
alla fine
accettai, e devo dire che non è andata tanto male, sono
ancora vivo!...lo
stesso non può dire quella pantegana…
Arrivati a
villa Drevis parcheggiò in cortile.
-Sei sicura
che non vuoi che ti accompagni a casa in
macchina?- le chiesi mentre lei applaudiva soddisfatta della sua guida.
–Si,
certo! Faccio due passi!-
-Ok come
preferisci.- scendemmo dalla macchina
chiudendo le portiere, Akemi ci mise troppa forza.
-COSA
FAI?-
-Chiudo la portiera…-
-Non così forte Akemi! È delicata!-
-Elson…guidi un fuoristrada, come fa ed essere
delicato?-
Ok…forse non lo era, ma ci tenevo! Fissai Akemi con
espressione offesa e lei mi sorrise come si fa ai bambini.
–Coraggio! Sorridi!-
Oh dimenticavo di dirvi che mentre “litigavo” (si
fa
per dire) con Akemi mi sentivo come osservato. È importante
che lo sappiate,
presto capirete.
-No!-
-Dai Elson, sorridi! Non costringermi a venire lì e
farti il solletico.-
Odiavo il solletico! –Non osare!-
Lei mi si avvicinò con un sorrisetto malefico e
muovendo le ditina davanti a sé –Da dove inizio?
Collo, piedi, ascelle o
pancino?- Nessuno dei quattro!
-Akemi stammi lontano o…o…o chiamo Coron!-
Akemi rimase spiazzata per un secondo, poi riprese il
sorrisetto inquietante –Vuoi dire la piccola zombie
cleptomane?-
-Si lei!-
Akemi corse verso di me e iniziò a farmi il solletico
allo stomaco facendomi piegare in due.
-No! Ahahah, lasciami ahahahahahahah AKEMI
MALEDETTA!
Ahahahahah!-
-Coraggio Elson coraggio! Ridi!-
Non potevo farcela, dovevo reagire. Allungai le mani
afferrando i polsi di Akemi e la sollevai da terra facendola penzolare
davanti
a me. –Abbiamo finito signorina?-
-Vorrei poterti dire di no, ma se mi tieni così non
posso di certo continuare!-
-Ecco brava!-
Scoppiammo entrambi a ridere, così feci riappoggiare a
terra i piedi della mia amica, per poi abbracciarla.
-NOOOOOOO
FERMI!-
l’urlo uscì da dietro un cespuglio di pungitopo
del
giardino, che poi iniziò a muoversi. –Ma che
cosa…?- Mi avvicinai al cespuglio
e all’improvviso da esso sputò fuori
nientepopodimeno che Ib. Dallo spavento mi
lanciai a terra all’indietro e indietreggiai a quattro zampe
fino a nascondermi
dietro le gambe di Akemi. La ragazza dagli occhi rossi uscì
del tutto dal
cespuglio e iniziò a massaggiarsi le braccia. –Dio
mio che male! Ma in questo
cortile avete solo cespugli di rose e pungitopo? Qualche arbusto senza
spine o
foglie che pungono no?-
In teoria servono a tenere lontani i visitatori per
non farli cadere tra le grinfie di papà…
-Ib? Cosa ci fai qui?- le grido rialzandomi in piedi.
-Sono venuta a spiart…emh…trovarti!-
Akemi le puntò contro un dito –Ma che carina!-
-TU
TACI!! Devi
stare lontano da Elson!-
La mia amica la guardò sgranando gli occhi –Come
scusa?-
-Hai capito benissimo! Stai lontana da Elson! Sono
gelosa! Tu, i tuoi capelli rossi, le tue gambe chilometriche e la tua
quarta di
reggiseno andate pure a farvi un giro molto, molto lontano da qui!-
-A dire il vero ho appena una seconda di regis….-
-VIA!!-
Ib spinse Akemi fuori dal cortile continuando a
prenderla ad insulti…ne approfittai per sgusciare in casa
senza farmi vedere
dalla “rosa rossa impazzita”.
Dalla finestra osservai Ib guardarsi intorno persa
–Elson? Dove sei finito? Devo
parlarti…ELSOOOOOOOOON!-
Si, si, come no che uscivo!
Tornai in camera mia e aprii il libro di francese per
studiare…il prof all’università avrebbe
avuto da parte mia un compito da 30,
poteva starne certo! Prendi questo francese!
Scesi di sotto solo per l’ora di cena. Mangiammo di
fretta visto che da lì a poco sarebbe iniziato il festino
degli zombie.
Questi festini, se avvenuti in centro città, sarebbero
stati eventi al top tra i giovani. C’era di tutto, da
quantità industriali di
cibo, all’alcol che scorreva a fiumi, fino allo zombie
spacciatore…non scherzo,
c’era davvero; Maria ha dovuto immedesimarsi nel carabiniere
di turno e
rinchiuderlo nelle celle della villa (si abbiamo anche le prigioni
private).
Aya si era messa a ballare con gli zombie, so che
avrei dovuto fermarla, ma si stava divertendo, finché non
avrebbero tentato di
mangiarla l’avrei lasciata lì.
Ad un tratto una manina mi tirò i pantaloni.
–Elson,
hai visto la mia mamma?- una piccola zombie con il caschetto biondo mi
fissava
con occhi spenti –Oh, ciao Collina! Si, tua mamma
è al tavolo del rinfresco con
quel ragazzino che ha sempre fame!-
-Ok, grazie Elson.-
Fece per andarsene ma io la bloccai –Aspetta!- Le
appoggiai un fazzoletto al naso –Soffia! Hai il naso che
cola.- lei ubbidì e
soffiò facendo rumore con le labbra, più che col
naso. –Grazie Elson!-
-Ma ti pare!-
La festa continuò fino a notte tarda. Successero un
sacco di cose, ma penso che quella che valga la pena ricordare sia
quando mio
padre entrò nella sala del festino e tutti gli zombie lo
accerchiarono e lo
legarono ad un palo per arrostirlo.
-Eih guardatemi! Mi vogliono abbrustolire! Che
divertente AHAHAHAHAHAHAHAHAH-
Ovviamente Maria intervenne per salvarlo, anche se lui
sembrava divertirsi molto.
Volevano davvero mangiarsi papà arrostito! AHAHAHAHAH
QUANTO AMO I MIEI PICCOLI ZOMBIE!
Dal
diario di Akemi
Caro diario
Oggi è stata
una giornata meravigliosa, ho passato tutta la mattina con Elson!
Abbiamo
comprato il regalo di compleanno per Shimoko, un adorabile vestitino
lilla
bordato di giallo e un paio di calzini azzurri con su le noci di
cocco…ero
tentata di comprargli quelle con i martelli…ma alla fine mi
sono detta “NO!”
Mentre uscivamo
dal negozio una ragazzina ci ha scambiato per due
fidanzati………………..
STAVO PER
DIVENTARE BORDEAUX, ho dovuto accelerare il passo per non farmi
guardare in
faccia da Elson, e quando lui mi ha raggiunto ho dovuto usare come
scusa il
fatto che dovevo andare in bagno.
Così alla fine
mi è toccato andarci davvero e dopo
un’interminabile fila mi sono chiusa nel
bagno prendendo a tastate la porta. Doloroso. Molto doloroso.
Però…mi ha
aiutato ad eliminare dalla mente l’immagine di Elson che si
limonava il mio
collo……………ODDIO
ODDIO ODDIO ODDIO ODDIO ODDIO FANGIRL FANGIRL FANGIRL FANGIRL!
Mentre
parlavamo sono arrivate Shimoko ed
Ebiko…già…che tempismo…e
così ho
praticamente costretto Elson a spacciare per suo il
regalo…per fortuna Shimoko
non si è accorta di niente.
Ebiko è sempre
la solita chiacchierona, stava per far capire ad Elson che non era
normale…di
conseguenza che non lo ero io, ma per fortuna Shimoko ha dei buoni
riflessi e
forza nelle gambe.
Ho accompagnato
a casa Elson e da dietro un cespuglio è saltata fuori una
ragazza di nome
Ib…che…a…quanto…pare…è…innamorata…di…Elson…DEL
MIO ELSON!
NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO
non deve osare!
Ora ti lascio
caro diario, perché sono al cinema a vedere un film horror e
ti sto scrivendo
tra un urlo AAAAAAH e un altro.
Ciao
e a domani caro diario
Akemi
NOTE DELL’AUTRICE
Ciao,
ciao, ciao, ciao! A grande richiesta sono tornata assieme al caro Elson
e a
tutti gli altri.
Vi
presento la giornata tipo di Elson, voi riuscireste a sopportare
un’intera vita
così? Penso che la mia risposta si capisca benissimo dai
commenti di Elson!
Già
dal prossimo capitolo torneranno i personaggi degli altri
Rpg…che saranno
quelli di Chloé’s requiem, Mogeko castle e poi le
MITICHE Ellen e Viola (o
viceversa).
Volevo
inoltre ringraziare chi mi ha scritto in chat privata per chiedermi
chiarimenti
o invitarmi a proseguire la storia, mi fa davvero un sacco di piacere,
vuol
dire che ci tenete e io ne sono onorata!
Prima
di passare ai ringraziamenti veri e propri volevo fare una domanda a
tutti voi
che mi seguite. L’altro giorno parlavo con le mie amiche e
ricordavamo la prima
storia che avevamo scritto su EFP e in quella avevamo chiesto ai
lettori quali
erano le coppie che preferivano nella storia. Ora ribalto anche a voi
la
domanda. Quali sono le vostre coppie preferite di questa FF, o chi
shippate con
chi? Sono mooooolto curiosa di saperlo, aspetto le vostre risposte.
Ora
voglio ringraziare peppe
fanfictor per
aver
inserito la storia tra le preferite e addirittura me tra gli autori
preferiti
*.*, poi ringrazio Rolythebest per aver inserito
la storia tra le preferite, seguite e ricordate, e infine Sammy12 per averla inserita
tra le seguite!
Ebbene
carissimi miei, sono orgogliosa di riferirvi che “La mia
grande e felice
famiglia Rpg” ha raggiunto i 10 inserimenti nelle PREFERITE!
A molti sembrerà
un traguardo misero, ma per me è un grandissimo risultato!
GRAZIE 100000000!
<3
Ciao
ciao
Cammi
|
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Capitolo 8 *** Cerchi rissa, bro? ***
CERCHI
RISSA, BRO?
Domenica
mattina, ore 6.35, tempo soleggiato…e io stavo dormendo
beatamente nel mio lettuccio, facendo un sogno
meraviglioso…ma poi…no, vah beh, lasciatemi
raccontare il sogno e capirete.
Io e la mia
famiglia vivevamo in una villa in città; mio padre era un
chirurgo di fama internazionale e salvava vite ogni giorno; mia mamma
preparava tutti i giorni i biscotti alla cannella, e Aya frequentavamo
una normalissima scuola in centro città, con tanti amici; io
studiavo psicologia junghiana all’università di
Berlino e avevo una media del 29. L’unica pecca era che
c’era smog, ma per la normalità avrei respirato
anche tutti i fumi tossici prodotti da una multinazionale che se ne
sbatte dell’ambiente.
Quella mattina
dovevo dare un esame e quindi ero in università tutto
agitato, per fortuna a darmi man forte c’erano Garry (con
capelli castani, comportamento civile e capacità
intellettiva nella media di un homo sapiens sapiens) e Akemi. Appena
prima di entrare in aula per l’esame Garry mi diede una pacca
su una spalla. –Vai cuginetto, fatti valere!-
-Grazie, ma
sono paralizzato dal terrore!-
Akemi a qual
punto mi prese le mani e mi fece un lunghissimo discorso su quanto lei
credesse nelle mie capacità, e che visto che
l’avevo snobbata per due settimane per studiare per
quell’esame, se prendevo meno di 30 mi avrebbe lapidato con
le mele. Io infervorato dal discorso mi ero lasciato prendere e avevo
fatto una cosa che perfino io trovai trooooooooooppo strana. Mi
inginocchiai davanti ad Akemi e baciandole una mano le dissi: -Se io
prendo 30 in questo esame, tu mi sposerai?-
-Lo farei
anche se non prendessi 30!-
A qual punto
lei mi abbracciò e mi baciò la
guancia…e…io…mi svegliai!
Spalancai gli
occhi con i sudori freddi e sentii qualcosa di umidiccio sulla guancia
che Akemi aveva baciato, mi alzai per controllare e in breve svelai il
mistero. –Snowball? Cosa caspita ci fai qui?-.
Il coniglietto
di mia sorella doveva essere entrato di nascosto dalla porta socchiusa
e si era arrampicato fin sul letto per annusarmi con il nasino umido la
guancia. Lo presi in braccio per portarlo in camera di Aya, ma quando
aprii la porta lei non c’era. –Ma…come?-
Mi osservai intorno nel corridoio per vedere se fosse nei dintorni, ma
niente. Lasciai scendere Snowball in camera e chiusi la porta per non
farlo scappare. A quel punto sarebbe stato stupido tornare a dormire,
così decisi di scendere a fare colazione.
Nella sala da
pranzo c’erano solo Maria e la mamma che discutevano su chi
cucinasse meglio gli hamburger (Maria! Di sicuro, ma non ditelo a
mamma!). non appena mi videro mi sorrisero entrambe a trentadue denti.
–Ben svegliato tesoro. Dormito bene?-
-Si, grazie
mamma!-
-Cosa vuole
per colazione signorino? Tè? Caffè? Cialde?
Brioche? Fette biscottate e marmellata?-
-Caffè
e basta, grazie!-
Maria
partì spedita verso la cucina gridando –certo
signorino, tutto per lei signorino, in fondo è il figlio del
dottore signorino!-
Doveva per
forza ricordarmelo?
-Mamma, hai
visto Aya?-
-Penso sia con
papà nel laboratorio!-
COOOOOOOOOOSA?
Mi alzai di scatto e corsi giù fino al laboratorio. Da
dietro la porta si sentiva una motosega funzionare e la risata isterica
di mio padre. Accelerai la corsa e afferrando la maniglia spalancai la
porta gridando –MOSTRO!
Non ti lascerò trasformare mia sorella in una bambola!-
…silenzio…figura
di merda!
Aya era seduta
con le gambe a penzoloni su uno dei lettini e osservava divertita
papà che con la motosega stava tagliando…boh non
vedevo cosa.
-Ciao
fratellone! Vieni a vedere, papà mi sta insegando a
sezionare le lucertole!- MA CHE
SCHIFO! Papà si voltò e
prendendo in mano la lucertola me la lanciò –Al
volo Elson!- Fu così che mi ritrovai con in mano una
lucertola aperta in due con ancora gli spasmi muscolari nelle zampette.
SCHIFOOOOOO
BLEAAAAAAA AIUTOOOOOO SANGUEEEEE SVENGOOOOO.
E
così successe, perché rinvenni su uno dei lettini
del laboratorio, con papà che prendeva le
misure…delle mie gambe.
-Papà!-
Lui
trasalì
-Che fai?-
-Niente!
Ahahahahah! Ascolta figliolo, ieri sera mi ha chiamato tuo cugino
Michel, c’è una cosa che ha a casa e che devo
prendere. Tuttavia io sono occupatissimo, ti va di andare tu?-
-A casa di
Michele e Pierre, scherzi? Lo sai che vivono in una villa…-
-Maledetta, lo
so, ma mi serve davvero quella cosa! Fallo per papà!-
-Uffa…va
bene-
-Bravo bimbo,
se vuoi chiedi ad Akemi di accompagnarti.-
Quella era
un’ottima idea, da solo non ci andavo di certo.
Ed eccomi in
macchina che guidavo verso la casetta allegra dei cuginetti musicisti.
-Non sono mai
stata a casa dei biondi ossigenati!-
-Neanche io-
Lanciai una
veloce occhiata a Viola ed Ellen per poi concentrarmi di nuovo sulla
strada.
-Io si invece,
credetemi, non vi perdete molto, è solo una enorme villa
spoglia e piena di pianoforti.-
-Che non vanno
suonati!-
Il tono di
voce di Viola era macabro.
-Come scusa?-
-Il pianoforte
non va mai suonato! Ricordatelo sempre Elson!-
-…ooook…ELLEN
GIÙ I PIEDI DAL SEDILE, cosa sei? Un
animaletto?-
-Che palle che
sei! Siamo arrivati?-
-SI!
Dannazione, perché Akemi non poteva venire! Sarebbe stata
una compagnia migliore di te!-
Viola si
slacciò la cintura ridendo –a proposito,
perché non è venuta?-
-Boh, al
telefono ha risposto suo padre dicendo che Akemi non poteva uscire
perché era in punizione…non ho capito il motivo,
solo una cosa riguardo “da grandi poteri derivano grandi
responsabilità”.-
Scendemmo
tutti e tre dalla macchina e sul cancello della villa vittoriana
trovammo Pierre ad aspettarci.
Momentino
“Albero genealogico” con Elson: ;)
Michel e Pierre sono gemelli, entrambi biondi con occhi
azzurri. Entrambi sono stati indirizzati dal padre verso la musica, il
primo come violinista, il secondo come pianista. Fortuna volle che
Michel fosse un bimbo prodigio e Pierre un po’
imbranato…beh alla fine non suonano più dal vivo
se non una volta al mese, giusto il necessario per dimostrare ai fan
che non sono morti. Da pochi mesi hanno ospitato in casa (visto che
sono orfani e possono fare quel che vogliono) una ragazza di nome
Chloé, bassina, capelli e occhi lilla. Sembrano tutti e due
invaghiti di lei …di chi si innamorerà?
Fine momento
“albero genealogico” grazie per l’ascolto
u.u
Pierre ci si
avvicinò con espressione assente e le mani infilate nelle
tasche dei pinocchietto marroni.
-Ciao,
benvenuti. Michele e Chloè ci aspettano dentro
perché evidentemente mio fratello è troppo pigro
per alzare il cul…il fondoschiena dal divano e le braccia da
piovra da attorno la MIA
Chloé.-
Solo io avevo
notato che il suo tono di voce era passato da “ho voglia di
tagliarmi le vene” a infervorato e perfino lievemente
crudele? No, anche Viola doveva essersene accorta a giudicare dalla sua
espressione.
-Ciao Pierre!-
dissi io cercando di riportare una situazione normale (per quanto possa
esserlo in presenza della mia famiglia).
-Come va?-
-Non male,
potrebbe andare peggio!-
Evviva la
positività!
-Seguitemi
ora, prima prendete quella cassapanca e prima ve ne andate senza
rompere il cogl…le scatole.-
Se il mio
istinto Drevis si stava risvegliando, non immaginavo quello di
Ellen…mia cugina schioccò le dite e Pierre si
ritrovò a gambe all’aria, fluttuando sulla porta
d’ingresso della villa, metà nel cortile e
metà in casa.
-AAAAAAAAAAAAAAAAAh
ma che succede?-
-Te lo do io
il rompere i cogli…-
-ELLEN!-
le gridò Viola attirando l’attenzione della
sorella.
-Mettilo
giù!-
-Ma hai
sentito che ha detto?-
-Certo, ma
sono d’accordo, prima prendiamo la cosa che serve allo zio,
prima torniamo a casa a dare da mangiare a Yo. Giusto Elson?-
-Oh…scusate
non stavo ascoltando!-
Non era vero,
ma non volevo essere coinvolto nei loro litigi tra sorelle che si
rubano i corpi a vicenda. Ellen posò a terra Pierre e lui
accelerò il passo per distanziarci il più
possibile. Forse lo avevamo spaventato…ma giusto un
po’.
-Michel
è di sopra all’ultimo piano, salite le scale fino a
che non ce ne sono più, non potete sbagliarvi! Io preparo il
tè nel frattempo.-
Pierre
sparì dietro una porta al piano terra e io e le mie cugine
iniziammo a salire le scale ricoperte da un lungo tappeto rosso di
lana.
-Mmmh, niente
male come casa, ma la nostra è meglio, vero Viola?-
-Si, di certo!
Scommetto che qui non hanno fiori parlanti che ti ammazzano.-
-Già
lo penso anche io!-
Io
più che pensarlo lo speravo! Raggiungemmo il secondo piano,
pronti a salire al successivo, quando dal piano superiore scesero
correndo due ragazzi che per poco non investirono Ellen.
-Signorina si
tolga! Anzi! Scappi e basta, senza voltarsi indietro!- gridò
quello con i capelli bianchi e gli occhi rossi. Ellen di tutta risposta
lo afferrò e lo abbatté a terra.
-Wooo fermo
qui! Chi sei? Cosa ci fai qui? E come ti permetti di darmi
ordini?-
-E cosa ci fai
in una casa di proprietà privata?- aggiunsi io convinto,
ricevendo in cambio solo una risata generale…cioè
volete davvero farmi credere che nessuno a pensato al reato di
violazione di proprietà privata? No? Ma andiamo! Se due
sconosciuti vi piombano in casa voi li salutate e li lasciate fare?
Bah…
Il ragazzo dai
capelli bianchi si rialzò sistemandosi i vestiti, che dopo
averli osservati bene mi resi conto essere un’uniforme
militare blu. –Il mio nome è Prussia e il mio
compagno è Giappone! Non è che per caso avete
visto mio fratello Germania e il suo amichetto Italia?-
CHI?
Doveva essere uno di quei fissati di anime giapponesi, oppure uno di
quelli che fanno giochi di ruolo in costume, a quanto pareva
“Risico”.
-Vuoi dire che
ci sono altri estranei in casa? Ma Michel e Pierre lo sanno?-
domandò Viola saltellando allarmata sul posto. Il giovane
dai capelli neri, Giappone a quanto pareva, annuì piano con
la testa prima di parlare –Siamo in dieci, ma abbiamo perso i
nostri amici quando quel mostro ci ha inseguiti. Accidenti a questa
mansione abbandonata!-
A dire il vero
non era abbandonata…
-Non importa!-
sbottò Prussia –L’importante ora
è trovare il mio fratellino West e tutti gli altri per poi
uscire da qui! Anche voi se foste furbi lo fareste ora ADDIO!-
Entrambi
fecero il saluto militare e scomparvero correndo giù dalle
scale.
-Che tipi
strani!- disse Ellen.
-Chissà
come sono arrivati qui?- Continuò Viola.
-Hanno detto
che c’è un mostro?- Chiesi invece io, in tono
piatto, come fosse una cosa normale.
Tutti e tre
alzammo le spalle e salimmo fino all’ultimo piano, dove, come
annunciato da Pierre, trovammo Michel seduto sul divano, abbracciato a
Chloè. Non appena ci vide scattò in piedi e ci
puntò un dito contro –Chi di voi ha ucciso il
Violoncello?-
-Cosa?-
ops…tono isterico.
Ellen
spalancò gli occhi e la bocca –Come? È
morto qualcuno e io non centro niente? NO NO
NO! Non è affatto giusto!-
Michel
abbassò il braccio ridendo –No, nessuno
è morto, volevo vedere la vostra reazione! Allora mia amata?
Sono stati coraggiosi?-
Chloè
si alzò dal divanetto rosso avvicinandosi a noi
–Cholè pensa che siano stati sorpresi ma che
abbiano reagito bene!-
La ragazza
sorrise arricciandosi una cicca di capelli lavanda sul dito e poi
allargò e braccia in aria. –Chloè
è molto felice di conoscere i cugini di Michel e Pierre!
Chloè vi aveva visto al matrimonio ma non aveva avuto il
tempo di presentarsi!-
Viola mi
tirò un braccio e mi bisbigliò
all’orecchio –Scusa, secondo te perché
parla in…-
-Perché
parli in terza persona?- la frase fu conclusa da Ellen in tono
particolarmente scortese.
-Chloè
non parla in terza persona.-
-Oh si
stordita, Chloè lo fa!-
Non feci in
tempo a rimproverare Ellen per il suo poco tatto che Michel le aveva
già puntato al collo una spada, facendo prendere a tutti un
infarto megagalattico…a me di sicuro.
-NON
OSARE MAI PIÙ PARLARE MALE ALLA MIA AMATA-
-Wooo buono
Romeo in biondo, non lo faccio più!-
Michel
socchiuse gli occhi e alzando la gonna di Chloè fece sparire
la spada sotto il tulle.
-Il
tè è pronto!- Pierre comparve dalle scale
reggendo un vassoio con su sei tazze da tè, mentre dietro di
lui tre fiammelle colorate trasportavano il teiera, la zuccheriera e un
piatto di biscotti e pasticcini.
-Che succede
qui? Avete delle facce…non mi dite che…Michel,
non avrai mica tirato di nuovo furi l’archetto del violino
per minacciare la gente!-
Il biondo
scosse la testa offeso -ma come puoi accusarmi di questo, fratellino?
Ti avevo promesso che non l’avrei fatto mai
più…-
Pierre parve
calmarsi e si avviò verso il tavolo per appoggiare il
vassoio.
-…ho
usato la spada!-
-COSA
HAI USATO?- Pierre lasciò cadere le tazze, che
si sarebbero frantumate a terra se le fiammelle non le avessero
afferrate al volo. –Ma sei tremendo! Poi ti lamenti che non
hai amici!-
Come se lui
fosse simpaticissimo…
-Non puoi
metterti a minacciare la gente, a estrarre oggetti acuminati da ogni
dove E A
FREGARE LE RAGAZZE ALTRUI-
-Wo wo wo wo!
Cerchi rissa, bro?-
-Si bro, cerco
rissa! Ora non ti sopporto più!-
Ecco, da
lì in poi partì una serie di insulti che non vi
ripeto perché altrimenti dovrei alzare il rating del mio
racconto a rosso. Comunque continuarono a pestarsi (senza che nessuno
intervenisse, neanche io, in effetti era divertente da vedere) a sangue
fino a che Chloè, avvolta da grazia celestiale, non si
avvicinò e li prese entrambi per le orecchie.
–Chloè vuole che la smettete e che invitate i
vostri cugini a sedersi per bere il tè.-
I due gemelli
ubbidirono come cagnolini bastonati e ci fecero accomodare al tavolo da
pranzo, mentre le fiammelle colorate (che scoprii essere le cameriere)
ci servirono il tè.
Approfittai
del momento di calma per riordinarmi le idee e mentre lo facevo mi
tornò alla mente il sogno di quella mattina.
Però, che brutti scherzi mi tirava il mio inconscio! Avrei
dovuto raccontarlo ad Akemi, di sicuro si sarebbe messa a ridere come
una matta. Estrassi il telefono e le scrissi un messaggio con il
contenuto del sogno, aggiungendo alla fine un bel
“Ahahahahahah, che sogno utopico!”
Appena lo
inviai mi accorsi di un messaggio da parte di Aya. Lo lessi prima a
mente e poi ad alta voce –Ascoltate un secondo cosa scrive
Aya: “Fratellone, la zia Yonaka è venuta a
trovarci, ma lo zio Nega-Mogeko si annoiava e quindi sta venendo da voi
con suo fratello. Saluta i due cretini biondi…-
Tutti mi
fissarono sbigottiti -…cuginetti biondi…deve
essere il T9 che le corregge le parole ah ah ah!-
Si certo!
Conclusa la
cerimonia del tè (come la chiamava Chloè) Michel
ci consegnò una cassapanca di medie dimensioni che
più che sollevare, facemmo rotolare sulle scale per
scendere, tanto era pesante.
Al secondo
piano ci fermammo a prendere aria gettandoci tutti sulla cassapanca
stravolti.
-Si
può…sapere…che
c’è …qui dentro?...un morto?- domandai
tra un affanno e un altro.
Nessuno mi
rispose, erano tutti occupati a fissare la portafinestra del balcone
che si apriva da sola. Che stava succedendo? Da dietro il vetro coperto
dalla tenda fecero capolino la testa di Nega-Mogeko e quella di Hasu.
-Hey ragazzi!
Lo zio è qui! E ha portato anche il suo fratellino!-
dicendolo prese sotto braccio Hasu e lo mollò
all’improvviso facendogli picchiare il viso a terra. Si udii
solo un sommesso “ahi”.
-Su Hasu! Non
vorrai mica dare ragione a King Mogeko e Moge-Ko, dimostra che non
è vero che sei il fratello sfigato!-
-Ma io lo
sono…-
Wow, avevo
appena trovato qualcuno con l’autostima più bassa
della mia.
-Volete una
mano con quella cassa? Sembra pesante.-
-Lo
è- ammisi. Così lo zio ci aiutò a
portarla di sotto…facendo tutto da
solo…sollevandola e caricandosela in spalla…roba
da matti…o da Mogeko.
-Bene, abbiamo
finito! È stato bello rivedervi ragazzi!- dissi
avvicinandomi alla porta –ma sfortunatamente dobbiamo tornare
a casa!- le mie cugine annuirono e lo zio e Hasu fecero altrettanto.
Appoggiai la mano alla maniglia e l’abbassai,
ma………..la
porta………non si aprì.
Riprovai una
seconda e una terza volta, ma ottenni solo cigolii fastidiosi. Stavo
dando vita ad una scena moooolto imbarazzante.
-Non si apre!-
-No, ovvio!-
Disse Chloè portandosi un dito alle labbra -La
villa è maledetta, se non romprete la maledizione non potete
uscire!-
ADESSO
ME LO DICEVANO!
Dovevo essere
caduto a terra paralizzato, perché dubito che tutti di botto
si fossero sdraiati orizzontalmente in aria.
Pierre
gettò uno sguardo dubbioso a Michel –Dovevamo
dirlo prima?-
MA
VEDI TU!
Dal
diario di Akemi
Caro diario,
oggi sono in castigo perché ho balzato il giro di ronda per
controllare se tutto nel villaggio fosse tranquillo. Lo so che ho
sbagliato, ma papà esagera!
Unico punto
favorevole di oggi: Elson mi ha inviato un messaggio in cui mi ha
raccontato il sogno che ha fatto stanotte. Tutto di poco conto, se non
fosse che alla fine del sogno mi chiedeva di sposarlo!
ODDDDDIIIIIIOOOOOOO
SIIIIIIIIIIII! ELSON TI SPOSEREI ANCHE ORA, ANCHE SE STESSE CROLLANDO
LA TERRA, ANCHE SE EBIKO SI TRAMUTASSE IN MOSTRO DURANTE LA CERIMONIA E
TENTASSE DI UCCIDERCI. Calma Akemi, calma.
In fondo mi
ha scritto “che sogno utopico”…ma anche
no! Perché deve essere utopico? Farò di tutto
perché l’utopia diventi realtà!
Già mi immagino svegliarmi il mattino e trovarmi Elson che
dorme a dorso nudo di fianco a me, con i suoi MERAVIGLIOSI capelli
biondi sul cuscino, le labbra dischiuse….NO BASTA! MI FACCIO
DEL MALE DA SOLA!
#FANGIRLPOWERINME
Ciao ciao diario
Akemi
NOTE DELL'AUTRICE
Ciao a tutti! Come va?
Sono riuscita oggi a ritagliarmi un po' di tempo libero tra tutti gli
impegni, e visto che da settimana prossima inizio le simulazioni degli
esami di maturità e non avrò praticamente
più tempo per scrivere, ho deciso di scrivere il capitolo,
però mi tocca avvisarvi che sfortunatamente da ora per un
bel po' non riuscirò a pubblicare :'(
Comunque spero che questo capitolo possa piacervi lo stesso! E in
attesa del prossimo fatemi sapere cosa ne pensate! ;)
ps: ho scritto molto in fretta perchè tra esattamente venti
minuti ho danza e sono ancora in casa O.o...quindi se trovate errori
SEGNALATE!
Ciao ciao
Cammi
|
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Capitolo 9 *** Maledizione alla maledizione ***
MALEDIZIONE
ALLA MALEDIZIONE
-Sicuro di non
volere qualcosa da bere per calmarti?- Mi chiese Michel ficcandomi
sotto il naso l’ennesima tazza di tè alla lavanda.
-No grazie, me
ne avete già fatti bere cinque!-
-Come
preferisci.-
Michel si
allontanò bevendo al mio posto un sorso di tè e
versandone il restante in testa a Pierre, che ragionevolmente, e
civilmente aggiungere, gli si gettò contro con un placcaggio
degno di un giocatore di rugby americano. Scossi la testa rassegnato e
alzando lo sguardo trovai Chloé davanti a me, che mi fissava
sorridente.
-Ti senti
meglio? Chloé si è preoccupata quando ha visto
Elson cadere a terra.-
-Si grazie,
sto bene, ho solo avuto un piccolo attacco di panico!- Chiamalo
“piccolo”, ero rinchiuso in una villa maledetta con
un branco di svitati che si menava a
vicenda…perché ho dimenticato di dirvi che anche
Ellen e Viola si stavano prendendo a schiaffi; perché
l’una accusava all’altra di non aver lasciato da
mangiare a Yo. Oooh povero gatto, sono certo che se per un giorno non
mangiasse per lui sarebbe la fine! Come fosse la prima volta che quelle
due si dimenticassero di nutrirlo, una volta restò per una
settimana senza cibo, tanto che (pensate che gatto intelligente) venne
fino a casa nostra a cercare da mangiare…
-L’importante
è che stai bene! Se hai bisogno chiedi pure a
Chloè!-
-Certo
Chloè, grazie!-
Se non altro
lei era gentile, non come i due cuginetti…
Mi alzai dal
divano e mi avvicinai allo zio Nega-Mogeko mezzo stravaccato su una
sedia.
-em…zio…-
-Zio? Lo hai
detto a me? Quindi mi accetti come tale, riconosci la mia
autorità e inizi a volermi bene?- Mi disse tutto senza
prendere aria e con gli occhi sbarluccicanti. Risposi a tutte le sue
domande.
-Si, zio. Si,
dicevo a te. Ti accetto come zio, anche perché, purtroppo,
non tocca a me scegliermi le parentele. No, non riconosco la tua
autorità. Se non riconosco neanche la tua
autorità ci vorrà moooolto tempo prima che ti
voglia bene!- Sfoderai un sorrisone e alzai due dita a V. Non so
descrivervi la faccia di Nega-Mogeko, sembrava un misto di
incomprensione e delusione…ma…alla fine mi
abbracciò scompigliandomi i capelli. –Ti piaccio,
è solo questione di tempo e diventeremo grandi amici, si,
si!-
No, sul serio,
inizio a credere che la gente non mi ascolti quando parlo.
-ADESSO
BASTA! Mi sono stufata di stare chiusa qui dentro! Fatevi
da parte, ci proverò io ad annullare questa fantomatica
maledizione che tiene le porte chiuse!-
Ellen si
stiracchiò le braccia avvicinandosi alla finestra della
stanza, si spostò una treccia bionda dietro la schiena e
ghignò –A noi due maledizione! Hai a che fare con
una strega di altissimo livello!-
Allungò
le mani davanti a sé e ne seguirono diversi minuti di
fulmini, saette, lingue di fuoco, teste di bambole, occhi, fiori
bianchi, rossi e gialli, un orsetto senza zampe che camminava
arrabbiato…e un Hasu molto impaurito attaccato alla mia
maglietta.
Quando tutto
terminò Elle spavaldamente allungò una mano per
mostrarci la finestra –Tah dah! Ora la maledizione
è annullata, provate ad aprire la finestra e vedrete che
potremo uscire!-
Viola
sollevò gli occhi al cielo e fece come aveva detto la
sorella, ritrovandosi a ridere. –Beh Ellen, a me non sembra
che la finestra si apra.-
-Sei tu che
sei interdetta e non ci riesci, spostati, ci penso io!...ooooissa!
Avanti! Coraggio! Apriti dannata! Come non si apre?-
Io avevo un
paio di ipotesi…
-Maledizione
alla maledizione! Non è svanita! COME
OSI! Ti prendi gioco di me? La grande Ellen la strega!-
Ne seguirono
una marea di insulti in tutte le lingue, perfino in quelle antiche (ha
un ottima padronanza del latino e del mandarino antico) mentre tentava
in tutti i modi di fare leva sulla finestra per aprirla…o
romperla.
-Ok Ellen
basta così!- La presi da sotto le braccia e
l’allontanai dalla finestra trascinandola giù
dalle scale, mentre gli altri ci seguivano sghignazzando.
-NO NO NO!
Riuscirò ad aprirla o non mi chiamo più
Margarete!-
-Tu non ti
chiami Margarete- disse Viola infastidita.
-No, lo so, ma
metti che non riesco ad annullare la maledizione, non ho voglia di
cambiare il nome Ellen, mi piace!-
Un discorso
che non faceva una grinza. Al piano terra tutti quanti ci mettemmo a
cercare nelle stanze qualcosa che ci aiutasse ad annullare la
maledizione, anche se dovevamo ammettere che era una ricerca vana,
visto che neppure Michel, Pierre e Cholé sapevano con
certezza di cosa si trattasse e chi l’avesse invocata (in
particolare questa informazione la voleva Ellen, per maledire chi
avesse maledetto la casa…che gioco di parole).
Dopo due ore
di “corri di lì, corri di
là”, sposta oggetti, inserisci codici, annerisci
un personaggio su un quadro e fai sorridere la statua, un rumore di
cigolio ci fece girare tutti verso la porta d’ingresso, la
quale si stava aprendo da sola.
-che sta
succedendo?- Chiese Pierre inquieto.
-Qualsiasi
cosa sia la sconfiggeremo!- Gridò Michel estraendo di nuovo
la spada da sotto la gonna di Cholé (questa cosa me la
dovevano ancora spiegare).
Invece da
dietro la porta entrò zampettando felice…Yo. OOOOOOOOK
COSA STAVA SUCCEDENDO?
-Yo!-
gridarono in coro Ellen e Viola correndo a prendere in braccio il
gatto. –Oooh piccolo amorino mio, hai sentito che la tua
mamma aveva bisogno di te e sei venuto!- disse Ellen strofinandosi la
testa di Yo sulla guancia –Oppure aveva fame!- La corresse
Viola.
-Che gatto
intelligente, è da lodare, non credi Hasu?-
-Si
Nega-Mogeko, hai proprio ragione, per di più sembra molto
devoto alle sue padrone.-
Cosa? Stavano
davvero discutendo sulla fedeltà di un gatto? A me
l’unico pensiero che sorgeva spontaneo era “Come
caspita ha fatto ad arrivare fin qui da casa sua? Sono almeno due ore
di macchina”, davvero, nessuno se lo stava domandando? Almeno
tu mio caro lettore, dimmi che te lo eri chiesto!
-Amooooore
gatto!-
Tutti ci
voltammo verso Chloé che aveva pronunciato quelle parole con
una vocina stridente e disturbante (come le bamboline blu di Garry).
Michel strappò di mano il gatto ad Ellen e lo diede a
Cholé inginocchiandosi –Per te mia adorata! Un
gatto come pegno per la tua bellezza!-
-Grazie mille
Michel! Come si chiama?-
-Chloé!
Lo chiamerò Chloé! Che ne dici mia amata?-
-Si a
Cholé piace il nome Cholé! Chloé pensa
che sia proprio un bel nome il nome Chloé! Si, si!-
Non ero sicuro
di aver compreso bene la situazione, per cui optai per non fare niente
e sedermi sul divano per vedere l’evolvere della situazione e
visto che anche lo zio ed Hasu lo fecero capii di aver fatto la cosa
giusta.
Pierre face un
salto sul posto e strappò il povero gatto nero dalle mani
del gemello –Il gatto si chiama già Yo, non potete
cambiargli nome…Cosa c’è che non va in
voi? E non lo dico solo perché sono ESTREMAMENTE
geloso!-
Oh secondo me
lo diceva esattamente per quello, ma infondo chi ero io per giudicare,
non mi intendevo certo d’amore, ero molto più
interessato alla psiche, ai suoi lati nascosti e al suo
malfunz…Funzionamento, si esatto FUNZIONAMENTO,
perché è quello di cui si occupano gli
psicanalisti…e io studiavo per diventarlo…
-FERMI
TUTTI! Il gatto è nostro! Non vedete che lo
spaventate!-
Yo fu per
l’ennesima volta strattonato e tornò in mano ad
Ellen –Calmo piccolo, calmo, la mamma è
qui…come? Cosa dici? La maledizione? Si, ce ne siamo
accorti!-
Ed eccola che
rincominciava a parlare al gatto.
-Colpa tua? Un
gatto bianco ti ha lanciato una maledizione perché era
geloso del tuo manto lucido e profumato? Lo sapevo!- Ellen
gettò a Viola uno sguardo truce –è
tutta colpa tua! Lo hai lavato troppo!-
-Colpa mia?-
rispose la bionda arrabbiata –Se fosse per te Yo sarebbe un
ammasso di pulci e sporcizia…-
-Meglio sporco
e pulcioso che maledetto!-
Di nuovo
fulmini e saette che volteggiavano in aria, questa volta
però non feci in tempo ad avvicinarmi alle mie cugine per
calmarle che entrambe smisero di ringhiarsi contro
per…ascoltare…Yo…Ok…
-Cosa piccolo?
Uccidere il gatto bianco? E così la maledizione si
annullerà?-
-Molto bene!-
disse Viola ricomponendosi –cerchiamo il gatto bianco e
uccidiamolo!-
-con un
campanello!- aggiunse Ellen –con un campanello!- le fece eco
Viola.
Volevo ridere,
davvero.
-NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!
Non vi lascerò uccidere il mio gatto!-
Gridò
Chloé con tutto il fiato che aveva in gola, il suo schizzo
fece perfino svegliare lo zio che si era appisolato sul divano. Ero un
grande amante degli animali, ma se uccidere quel gatto serviva ad
uscire da lì allora…dovevo trovare un modo per
distrarre la signorina dai capelli viola.
-Mmmh..chissà…-
-Chissà
cosa?- Mi chiese Michel guardandomi storto.
-Oh no
niente!- Dissi con il mio tono più disilluso.
–stavo solo pensando: chissà di che colore porta
le mutande Chloé?-
Bastò
un secondo. I due gemelli si lanciarono uno sguardo di sfida e si
gettarono entrambi addosso alla poveretta. –Controllo io!-
-No io!-
Mi dispiace
Chloé! –Andiamo a cercare quel gatto, veloci!-
Finalmente
eravamo usciti da quella casa inquietante! Arrivammo a casa la sera
tarda e lo zio mi aiutò a scaricare la cassapanca dal
bagagliaio. Papà si fiondò in giardino per
guardarla –Finalmente! Non vedevo l’ora di metterci
su le mani!-
-si,
è davvero una bella cassapanca- Disse lo zio annuendo.
-Non me ne
può fregare di meno! Il bello è quello che ci sta
dentro!-
-E sarebbe?-
chiesi titubante.
-Entrate e ve
lo mostro.-
In casa ci
sistemammo tutti attorno alla cassapanca, io, Aya, lo zio Nega-Mogeko e
la zia Yonaka, Hasu, mamma, Maria e Dio. Papà fece scattare
le serrature della cassa e la spalancò mostrandoci al suo
interno….OH MIO
DIO…davvero un cadavere!
-Papà!
Ma come…cosa…perché…chi?-
-Elson parla
chiaro, non ho speso i soldi per farti studiare e poi parlare
così!-
-CHI
È?-
-Il padre di
Chloé, lo hanno ammazzato perché non voleva che
lei frequentasse i tuoi cugini e visto che dovevano far sparire il
corpo ho deciso di prenderlo io!-
Ero senza
parole, queste cose solo nella mia famiglia accadevano!
-è
orribile, non credo che lo trasformerò in una bambola, ma
sarà perfetto per quegli esperimenti di cui ti parlavo
Maria!-
-Certo
dottore!-
Volevo solo
sparire in camera mia, ma mi sembrava maleducato con ospiti in
casa…beh in tutto questo mi arrivò perfino un
messaggio da Pierre:
“Chloé
ha le mutande azzurre…e l’ho scoperto io!
Thié!”
Dal
diario di Akemi
Caro diario,
come sempre i pomeriggi la noia mi assale e in attesa che Elson torni
dalla sua gita a casa dei cugini io ne approfitto per fare un giro di
ronda nel villaggio che proteggo. Papà mi ha raccomandato di
andare a controllare se mi hanno lasciato la mia offerta giornaliera di
mele verdi (Ormai le odio proprio le mele), io non ho problemi ad
andarci, ma le mele saranno lì come sempre, dopo quella
volta in cui Ebiko ha praticamente ucciso mezzo villaggio non si
dimenticano mai di lasciare l’offerta…ahahahahah!
……………………………cazzo…………………………….non
ci sono le mele….
NOTE
DELL’AUTRICE
Ciao a tutti!
Vi sono mancata? Vi chiedo scusa se è da tanto che non ci si
sente, ma come sapete la scuola è finita ed io il 17 inizio
gli scritti. Però vi avevo promesso che a 100
visualizzazioni del precedente capitolo avrei iniziato a scrivere
questo…e così ho fatto, vi giuro, solo che avendo
poco tempo scrivevo un pezzettino di…tipo…tre
righe per volta O.o”
Però
ora sono qui! E vi presento il capitolo nuovo. Tra l’altro
non so quando avrò l’orale, ma al massimo il 7 di
luglio avrò finito tutto, quindi riuscirò a
pubblicare più regolarmente, fino ad allora vale sempre la
regola delle 100 visualizzazioni. Una vola che questo capitolo le
avrà raggiunte io inizierò a scrivere il
prossimo. So che è brutto così, anche a me da
fastidio quando dicono “se volete il prossimo capitolo voglio
almeno 30 recensioni”, ma io non chiedo tanto, 100
visualizzazioni solitamente si prendono in una, massimo due
settimane…e lo faccio per ritagliarmi del tempo, vi chiedo
ancora perdonano, ma la maturità non è un gioco e
mi piacerebbe puntare altro. Quindi spero che mi capiate e spero di
sentirvi presto! ;)
Ringrazio Hillarity per
aver inserito la storia tra le seguite.
Ciao Ciao
Cammi
|
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Capitolo 10 *** Sacrificio ***
SACRIFICIO
Ci
sono quei giorni in cui ti svegli e subito capisci che qualcosa non va,
di sicuro oggi era uno di quei giorni.
Mi ero alzato
di mia spontanea volontà, senza Maria che quasi buttasse
giù la porta a pugni, avevo fatto una colazione tranquilla
con cappuccino dalla morbida schiumina bianca e cacao, avevo
chiacchierato con mia madre su cosa avrei fatto finita
l’università (anche se avevo appena iniziato) e
nessuno aveva tirato in ballo cadaveri e squartamenti…QUINDI
ERA OVVIO CHE SAREBBE STATA UNA GIORNATA STRANA!
Avevo perfino
ipotizzato che papà avesse per sbaglio investito Snowball e
che il coniglio per sostituirlo non fosse ancora disponibile per la
spedizione via corriere, ma MAI
mi sarei aspettato quello che seguì da lì a poco.
Presi il
cellulare e controllai la sfilza di messaggi che mi erano arrivati da
ieri sera, una marea, ma tutti di Garry e di Pierre che si insultavano
sul gruppo “I cuginetti maschi siiiiiiii *pugno*”,
gruppo che avevo adeguatamente silenziato. Ancora niente di
Akemi, che strano. Ero preoccupato, erano due giorni che non
si faceva sentire e non rispondeva alle mie chiamate. Sospirando
rinfilai il telefono in tasca.
-Elson! Oggi
giochi con me?- Alzai gli occhi su una Aya tutta solare.
-Non
cred…-
-Non dire che
devi studiare, perché so che non è vero! Maria mi
ha detto che l’università è chiusa fino
a ottobre! Era più bello quando studiavi in casa e potevi
giocare con me quando volevo!-
Già…in
realtà studiavo in casa con inseganti privati
perché il primo giorno di scuola alle elementari tutti mi
presero in giro perché ero figlio del Dottor
Drevis…la sua fama mi precedeva sempre! Una sola persona mi
parlò amichevolmente quel giorno, la persona che divenne la
mia migliore amica e che veniva a trovarmi tutti i pomeriggi a casa, la
stessa persona per cui ora pregavo non le fosse successo
niente…Akemi, dove caspiterina eri finita?
-Va bene Aya,
giocherò con te, cosa vuoi fare?-
-Siiiiiiiiiiii!
Allora, giochiamo al dottore e il paziente, tu sei il paziente, io il
dottore e devo esportarti il cuore, va bene?-
-Esportarmi
che? Scherzi?-
-No sul serio,
poi le regalo a papà, ha detto che gliene serve uno!-
Tic nervoso
all’occhio modalità: On.
-NO!-
-UFFA
PERÒ NON TI FAI MAI ESPORTARE NIENTE!-
-Mi pare il
minimo!-
Non temete,
alla fine non abbiamo neanche litigato, ci siamo accordati per un
più normale “torello” insieme a Dio.
Era
il turno di Aya di stare in mezzo, quando lungo il sentiero che portava
al giardino sul retro arrivarono correndo Shimoko ed Ebiko.
-Elson! Devi
venire con noi!- Disse Shimoko ancora con il fiatone.
-Certo, per
forza, devi farle capire che sta facendo una stupidata!- la
assecondò l’amica.
Io
però non ci stavo capendo niente. –Calma! Chi sta
facendo cosa?-
Le due ragazze
si lanciarono uno sguardo di comprensione e mettendomi le mani sulle
spalle mi spinsero fino alla panchina del giardino facendomi sedere.
–è meglio se stai seduto, conoscendo la tua
attitudine allo svenire spesso!-
-Io non svengo
spesso!-
-Akemi non
è dello stesso parere!-
Akemi…a
proposito, quello mi fece tornare in mente che ancora non
l’avevo sentita, sommando il fatto che le sue due migliori
amiche erano a casa mia tutte preoccupate…ok…era
vero, forse ero propenso allo svenimento…un poco…
-è
per Akemi? Sta bene?-
-Beh…si…per
ora…- Ebiko prese un grosso respiro e poi
raccontò tutto a raffica senza fermarsi –Akemi
è andata a controllare le offerte ma le mele non
c’erano e allora la sua ex tata ne ha approfittato ed
è tornata tutta arrabbiata per vendicarsi e ha iniziata ad
ammazzare gente al villaggio e Akemi per proteggere tutti vuole
sacrificarsi!-
Era un
discorso confuso, solamente due parole compresi, ma mi bastarono.
-Akemi,
sacrificarsi? COME?-
Shimoko si
asciugò le lacrime e mi prese le mani –Il
villaggio vuole offrire un sacrificio per placare la maledizione della
“dama bianca”, ed Akemi in quanto spirito
protettore del villaggio si vuole offrire come vittima! Elson, ti
prego, vieni con noi e convincila a desistere, è una follia
quella che vuole fare!-
-Akemi
è cosa? No non importa! Me lo farò spiegare con
calma da lei!- QUALE
CALMA????? –Ora dobbiamo impedirle di mettersi a
fare una cazzata!(scusate il termine volgare ma ero davvero molto
agitato) –
Strinsi
più forte una delle mani di Shimoko e con l’altra
afferrai quella di Ebiko. –Muoviamoci!-
-Grazie!-
Esultarono le due ragazze dai capelli verdi.
Arrivammo alla
mia macchina e ordinai loro di salire, io mi sedetti al posto di giuda
e chiusi la portiera pronto a partire.
-Elson
aspetta!- lo sportello del passeggero si aprì e Aya si
sedette sul sedile di fianco a me.
-Che fai?
Scendi subito Aya, sono di fretta!-
- Io e Dio
veniamo con te!-
Accidenti, ci
mancava solo questa!
-Aya,
ascoltami per favore, la mia migliore amica sta per morire,
praticamente suicida, e ancora non ho capito il perché. Ora,
per quanto io ti voglia bene, non porto una bambina e uno zombie in una
missione così pericolosa!...senza offesa Dio!-
-Si figuri
Signorino!- disse il biondo accostato alla portiera.
Aya strinse i
pugni ai fianchi –E invece noi veniamo, proprio
perché ti vogliamo bene! Vogliamo aiutarti, e poi anche se
sarà pericoloso io ho Dio che mi protegge…oltre a
questa!- estrasse la motosega e la fece cantare, ridendo
diabolicamente.
-La prego
Signorino, ci lasci aiutare!-
Aya
annuì sorridendo –Vogliamo salvare Akemi,
così posso dimostrare alla zombie dalle treccine bionde che
tu preferisci Akemi ad Ib!-
Sorrisi anche
io abbassando lo sguardo sul volante –Va bene, potete
venire…e farò finta di non aver sentito la parte
in cui scommetti sulla mia vita sentimentale, Aya!-
-yeee!-.
Feci salire
anche Dio sui sedili posteriori con Shimoko ed Ebiko e poi partii a 100
km all’ora verso il villaggio. In confronto a me i piloti di
“Fast and furious” sembravano bambini sui tricicli.
-AAAAH
rallenta!- Mi gridò Ebiko in un orecchio
–Rallenterò quando saremo arrivati!-
Entrammo nel
villaggio e frenai con una sgommata che probabilmente udirono per un
chilometro.
-Arrivati! Ora
prima di scendere fatemi capire perché gli abitanti del
villaggio vogliono un sacrificio!-
-Per placare
l’ira della “dama bianca” alias ex tata
di Akemi, visto che qualcuno ha mangiato le mele che dovevano
fungere da offerte…e questa volta non sono stata io!-
balbettò Ebiko.
Scendemmo
tutti dall’auto e iniziammo a correre verso la piazza
principale –Non c’è nessuno in giro- ci
fece notare Dio –Già, speriamo non sia troppo
tardi!- disse Shimoko ancora in lacrime.
Non poteva
essere troppo tardi, non lo avrei mai accettato!
Tutti gli
abitanti del piccolo villaggio erano radunati nella piazza e gridavano
“più forte!”,
“Uccidetela”, “ è tutta colpa
sua”. Mi feci strada tra la massa, procedendo quasi
per inezia e con il cuore che accelerava ad ogni passo; esplose
definitivamente quando sdraiata a terra vidi Akemi che cercava di
proteggersi, rannicchiandosi, dai colpi di bastone che le erano inferti
da degli uomini.
-Maledetta!
Hai mangiato l’offerta per lo spirito guardiano e ora per
colpa tua siamo maledetti, muori!- Le gridò un vecchio
appostato al margine del gruppo degli aguzzini. Sentii l’ira
ammontarmi dentro come un uragano.
Mi staccai
dalla folla e corsi verso Akemi –FERMI!- mi gettai in
ginocchio stringendo a me il corpo della mia amica e beccandomi sulla
schiena il colpo che, se non fossi intervenuto, l’avrebbe
presa in pieno viso. Mi aveva fatto parecchio male, ma cercai di non
pensarci. –Akemi, mi senti, stai bene?- lei aprì
leggermente gli occhi per guardarmi e sorridere
–El…son…sei venuto…per
me…- disse mentre mi sfiorò la guancia con una
mano, dopo di che perse i sensi tra le mie braccia.
-Ragazzo,
togliti subito da lì! Quella giovane ha mangiato
l’offerta destinata al nostro spirito protettore e per colpa
sua ora è furioso!-
Avrei voluto
rispondere, ma mi fermai sentendo quella vocina nella mia
testa…erano anni che non la sentivo, pensavo di averla messa
a tacere, eppure ora eri lì che mi sussurrava –SE LO
VUOI PUOI ANNIENTARLI TUTTI QUANTI- lo volevo? Non ne ero
del tutto certo.
-Lei non ha
mangiato l’offerta! Lo sapete benissimo!- Gridò
Shimoko correndo verso di me con Ebiko. –Volete solo un capro
espiatorio per credere che la maledizione si spezzerà, ma se
non uccidete il vero colpevole non vi servirà a niente!-
Misi a tacere
la vocina e bisbigliai sottovoce –Rpg- Solamente Ebiko parve
sentirmi –Come, cosa hai detto?-
-Rpg,
è ovvio, siete tutti Rpg! Avrei dovuto capirlo da un pezzo!-
alzai la testa da Akemi ai rappresentanti del villaggio –Solo
qualcuno con la mentalità malata di un Rpg può
pensare come unica soluzione ad un sacrificio!-
Il vecchio di
poco fa mi si avvicinò ridendo –Mio caro, ma
è ovvio! Tuttavia non credo che tu abbia molto da ribattere,
sbaglio o sei Elson Drevis? Il figlio di…-
-SI- Pure qui
lo conoscevano? –Sono io…e con ciò?
Sappiamo tutti cosa fa mio padre, ma questo non vuol dire che io lo
condivida!-
-wohoh non
è così semplice! Se nasci Rpg non puoi cambiare
la tua natura, che tu sia il buono o il cattivo sei comunque legato
indissolubilmente al tuo destino. Sei un Rpg Drevis, e devi accettarlo!-
Lo so che
avrei dovuto mettermi a fare uno dei miei discorsi su come io non fossi
mio padre e come il mio destino lo scegliessi da
me…ma…in quel momento tutto quello che riuscii a
fare fu…RIDERE.
-e va
bene…andrò contro ogni regola, contro ogni
logica, mi adatterò perfino a voi pazzi con la
mentalità Rpg…ma salverò Akemi, costi
quel che costi!-
Wow, sarebbe
stato figo ed ad effetto dire questa frase come nei film, con quel tono
eroico, invece mi accorsi di averla detta tra una risata e
l’altra, con un tono inquietante e psicotico.
-Come vuoi tu
Drevis, allora il prezzo sarà la tua vita. Uccideteli tutti
e quattro.-
Shimoko si
paralizzò all’istante –Aspettate! Tutti
e quattro? Quindi anche me ed Ebiko? NOOOOOOOO Ebiko fa qualcosa!
Trasformati in mostro dai dai dai dai!-
Afferrò
l’amica ed iniziò a scuoterla –Scimoko
ferma! Non è che se lo chiami il mostro viene!-
Molto bene,
volevano ucciderci? Che venissero pure, il vecchio aveva ragione
infondo, io ero un Rpg…non potevo cambiarlo, per
cui…perché non ascoltare la MIA
VOCINA?
-Bzzz bzz
taglia tutto si! –
Aya e Dio si
pararono tra noi e gli abitanti adirati del villaggio
–Nessuno tocca il mio fratellone! Se vi avvicinate vi
tagliuzzo…o vi lancio contro Dio!-
Una mano mi si
posò lievemente sull’avambraccio,
abbassai lo sguardo e vidi la mano di Akemi stringermi nel sonno.
Wooooo…cos’era
successo? Ho avuto un vuoto improvviso. La voce di Aya mi
richiamò.
-Elson, che
devo fare con loro? Li vuoi morti?-
-Emh…-
fino ad un secondo fa l’avrei voluto…ma
perché? –No Aya…non si fa! Non
abbassarti al loro livello di inciviltà!-
Mia sorella mi
guardò leggermente delusa –ok, qualsiasi
sarà la tua scelta fratellone, io
l’accetterò…ma almeno permettimi di
usare i loro pezzi per farne delle bambole!-
-Aya ti ho
dett…- però forse sarebbe stato utile per
fuggire… -Certo Aya, puoi farci delle splendide bamboline,
con CHIUNQUE
RIUSCIRAI A PRENDERE!-
Bastarono
queste parole e il sorriso enorme di mia sorella a far dileguare tra le
grida tutto il villaggio. –La figlia dello scienziato pazzo
ci vuole uccidere!- però! Chi l’avrebbe mai detto
che la fama di papà ci sarebbe tornata utile? Mi alzai
sollevando in braccio Akemi e mi incamminai verso la macchina.
-Ebiko,
Shimoko, voi non venite?-
-Meglio di no,
gli abitanti del villaggio non se la prenderanno con noi…se
non vogliono subire l’ira del mostro dormiente in Ebiko. Noi
staremo bene, tu porta Akemi al sicuro e chiama suo padre,
sarà felice di sapere che sua figlia è viva
dopotutto.-
Sorrisi a
Shimoko e salutai le due ragazze richiamando da me Dio e una
delusissima Aya.
-Ero a tanto
così dal prendere quella donna, dannazione!-
-Sarà
per la prossima volta, Aya.-
-Puoi
scommetterci, Dio!-
Quella sera
andai a controllare come stesse Akemi, per fortuna a parte qualche
piccola ammaccatura sembrava a posto, niente di grave.
-Ho parlato
con tuo padre, gli ho spiegato la situazione e siamo
d’accordo che tu rimarrai a vivere da noi fino a che le acque
non si saranno calmate.-
-Ma, potrebbe
volerci un sacco! Non voglio disturbare.-
-Ma ti pare
Akemi! Non disturbi affatto! Mi fa piacere che tu resti qui! E
farà molto piacere anche ad Aya!-
Akemi mi
sorrise abbassando lo sguardo. –Ok, per stanotte dormi pure
qui, le camere degli ospiti non sono ancora pronte.-
-E tu?- mi
chiese preoccupa – In una delle camere degli
ospiti…non ancora pronte ahahahahah mi basta un letto, per
una notte non mi da di certo fastidio!-
Mi alzai e
aprii la porta –Domani mattina Maria ti verrà a
svegliare per la colazione!-
-Grazie
infinite ancora Elson, sei troppo buono…con tutto quello che
ho fatto!-
-Dormi e non
pensarci mai più!-
Richiusi la
porta sorridendo. Ripensandoci però non ero io quello troppo
buono, il mio sorriso scomparve –Akemi, sei tu quella troppo
buona, non avresti dovuto sacrificarti per quegli ingrati, IO LI
AVREI LASCIATI MORIRE TUTTI QUANTI.-
Dal
diario di Akemi
Caro diario
IO STO MORENDO *:* o meglio, oggi stavo per morire ma poi è
successo un miracolo! Ok Ok ora ti racconto tutto con calma, lascia che
mi passi l’ormone impazzito.
Dovevo aver
perso i sensi perché l’ultima cosa che ricordavo
era Elson che si beccava una bastonata per salvarmi, mentre quando mi
svegliai ero in una stanza dalle pareti color nocciola e il soffitto
bianco.
Non realizzai
subito dove mi trovassi, fino a che non misi a fuoco la vista e
riconobbi la stanza di Elson. Mi drizzai come un fuso e mi sedetti di
scatto. Ero sul suo letto! ODDIO ODDIO ODDIO ODDIO! Mi sdraiai di nuovo
ficcando in naso nella stoffa del cuscino e WOOOOOOW aveva il suo
profumo. Me lo sarei portato dietro camminando per tutta la testa in
stile fangirl con il sangue al naso, ma…mi faceva male ogni
osso!
In quel
momento ricordai quello che era accaduto quella mattina, la storia
della maledizione e del sacrificio. Come spirito guardiano non potevo
permettere che uno dei miei protetti, anche se colpevole, venisse
sacrificato, dovevo propormi io! Poi sembra che tutti abbiano accettato
di buon grado l’idea di avere qualcuno che confessasse
qualcosa che non aveva fatto, era un problema in meno a cui pensare per
loro.
Però
mai mi sarei aspettata che Elson venisse a salvarmi, oooooooooh gli
mancava solo il cavallo bianco e sarebbe stato un ottimo principe
azzurro, si, si. Però ora c’era un
problema…lui sapeva che ero un Rpg…NOOOOO come
avrei potuto affrontarlo ora? Avrei dovuto raccontargli tutto e
prostrarmi per chiedergli scusa…in tredici anni non gli ho
detto niente…e non è che siano pochi…
Sentii
qualcuno salire le scale e svelta mi sdraiai di nuovo per far finta di
dormire. La porta si aprii e sentii parlare
-Signorino,
se serve qualcosa chiami.-
-Cero, grazie
mille Maria.-
Un tonfo mi
fece capire che la porta si era richiusa. Elson mi si
avvicinò sedendosi sul bordo del letto.
-Akemi, ti
sei svegliata?- io non risposi –Lo prendo per un no!-
Mi
accarezzò i capelli sul cuscino emettendo una risatina
nasale…quanto amavo la sua risatina nasale!*.*
Sentii il
materasso sotto di me alzarsi di nuovo, segno che Elson si era
alzato…ok…ora o mai più. Feci finta di
svegliarmi massaggiandomi gli occhi. –Elson…sei
tu?-
-Akemi! Ben
svegliata!- si sedette di nuovo di fianco a me –Dobbiamo
parlare, se te la senti-
-Di cosa?-
avevo paura della risposta
-Del fatto
che in tredici anni che ci conosciamo non mi hai mai detto di essere
una Rpg.- Ecco, lo sapevo!
-Ecco…io….-
-Ti prego,
dimmi la verità. Perché mi hai sempre mentito?-
Quelle parole
furono come uno schiaffo, il brutto fu che me le disse con le lacrime
agli occhi…non so tu caro diario, ma io ho un debole per i
ragazzi che piangono. Però ora necessitavo di una
risposta…beh optai per la verità.
-Lo
so…avrei dovuto dirtelo…ma…avevo paura
che tu non mi accettassi
più…io…io…ti vedevo felice
ad avere qualcuno di normale…e se tu sei felice lo sono
anche io…-
Ero pronta
per la sclerata tra tre, due, uno…
Elson mi
strinse le braccia ai fianchi e mi abbraccio stringendomi forte forte a
sé. Dovevo avere le guance dello stesso colore dei miei
capelli.
-Akemi, lo
sai che dovrei odiarti?-
-Si- sul
serio? Non ero riuscita a dire altro?
-Allora
spiegami perché non ci riesco?-
-Non lo
so…- la banalità…
Mi premette
le labbra sulla fronte e mi lasciò un tenerissimo
bacio…beh guarda mio caro, se il bacio me lo avessi dato un
po’ più giù, magari in quella zona tra
il naso e il mento, a me non sarebbe dispiaciuto.
-Dovrei
lasciarti riposare, è meglio che vada!-
NOOO come te
ne vai di già! Cioè sono qui, sdraiata sul tuo
letto, con uno sguardo da “fai di me ciò che
vuoi” e tu vuoi lasciarmi riposare? Che fine ha fatto
l’”uomo medio” dentro di te?
- Ho parlato
con tuo padre, gli ho spiegato la situazione e siamo
d’accordo che tu rimarrai a vivere da noi fino a che le acque
non si saranno calmate.-
Si va
bene…bla bla bla bla.
No come?
Avrei vissuto con Elson? MA SPERIAMO LE ACQUE NON SI CALMINO PER UN BEL
PO’!
Però…non
ci credo che non mi odio per quello che ho fatto!
-Grazie
infinite ancora Elson, sei troppo buono…con tutto quello che
ho fatto!-
-Dormi e non
pensarci mai più!-
Uscì
dalla stanza con queste parole…Elson…spiegami
come faccio ad non amarti.
Saluti caro diario,
Akemi
NOTE
DELL’AUTRICE
È
FINITA SIIIIIIIIII! Signore e signori la qui presente è
ufficialmente maturata! A questo punto non mi interessa neanche tanto
con quanto uscirò, mi basta USCIRE!
Beh torniamo
ad Elson ed amicizie che è meglio! Eccovi il capitolo nuovo,
come avrete notato non è comico come tutti gli altri, questo
perché avevo bisogno di un capitolo per introdurre un
po’ di temi ed argomenti che più avanti verranno
trattati, come ad esempio la personalità di
Elson…non aggiungo altro.
Volevo
ringraziare m
a f u r i n per aver inserito la storia tra le seguite!
Ora vi lascio
e vi chiedo un favore piccolo piccolo. Come potrete immaginare ho
l’adrenalina a mille in questo momento e non riesco a stare
seduta per più di due minuti, per cui figuratevi rileggere
tutta la storia, ma vi avevo promesso che oggi avrei pubblicato, e ci
tengo a mantenere le promesse! Se trovate degli errori segnalate che
correggerò il prima possibile!
Ciao ciao
Cammi
|
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Capitolo 11 *** Un momento imbarazzante ***
UN
MOMENTO IMBARAZZANTE
Questa
volta il mio sonno fu interrotto da un grido di terrore proveniente dal
fondo del corridoio, strastufo di questi risvegli bruschi decisi di
andare a controllare, giusto per dirne un paio a chi aveva osato
gridare.
Immaginate la
mia sorpresa quando inginocchiata per terra in corridoio trovai Akemi.
-Che cosa
è successo?- Le chiesi correndole incontro; lei mi
saltò in braccio, poi con un dito tremante mi
indicò la porta.
-Ero in bagno
a sciacquarmi la faccia, quando un…QUALCOSA…è
saltato fiori dalla vasca! Che schiiiiiiifooooooo!-
-Va tutto bene
Akemi, ora controlliamo cos’è.-
Feci scendere
la mia amica e aprii lentamente la porta del bagno. Il pavimento era
ricoperto di sangue, così come la vasca da bagno.
-Bua
tagashasha-
Uno zombie
strisciò fuori dal bagno lasciando dietro di sé
una scia di sangue. Akemi gridò e lo lasciò
passare avvinghiandosi alla tenda della finestra del
corridoio…io invece rimasi a fissarlo senza parole per
qualche istante, poi scoppiai –Ancora tu? Lo hai
fatto di nuovo? Guarda che schifo! Ora chi la sente Maria?-
Ecco
appunto…Maria arrivò correndo con in mano uno
spazzolone e lo diede in testa allo zombie –Cattivo! Lo sai
che ora mi tocca pulire di nuovo, stasera a letto senza latte e
biscotti! FILA!-
Lo zombie
strisciò via tristissimo e Maria si avvicinò a me
ed ad Akemi.
-Chiedo scusa
Signorino, il bagno sarà agibile tra cinque minuti!-
Aprì la porta e poi la richiuse –Facciamo dieci!
Vi conviene andare a fare colazione, tornate dopo!-
-…Ok…-
Detto
ciò Maria prese un grande respiro ed entrò nel
bagno, mentre io ed Akemi scendemmo a mangiare.
A tavola era
seduta tutta la mia famiglia e potete immaginare la faccia di Aya
quando mi vide scendere con Akemi…era un misto tra
“ah ah, io lo sapevo”, “ma tu guarda che
coincidenza”, “vi ammazzerò
tutti”, “ho fame, voglio i biscotti alle gocce di
cioccolato”.
Papà
era seduto a capotavola e Dio gli stava servendo le mini brioche alla
crema –Ancora ragazzo!-
Dio gliene
poggiò un’altra sul piatto –Ancora una-
lui ubbidì –Fai un’altra- a
quel punto Dio protestò –Ma signore, poi non ce ne
saranno più per gli altri-
Papà
tirò fuori la motosega guardandolo da assatanato –TU
DAMMI UN’ALTRA BRIOCHE O TI CAVO ANCHE L’ALTRO
OCCHIO, CHIARO BIONDINO?- Beh dopo quella minaccia chi
volete non avrebbe ubbidito?
Mamma invece
si limitò a salutarci e a riempire Akemi di domande su come
stesse.
-Piuttosto
bene, mi fa male ancora qualche botta, ma passerà in fretta
spero, grazie per l’interessa Monika!-
A qual punto
alle sue spalle balzò fuori papà –Sai,
se ti trasformassi in una bambola non sentiresti più niente!-
La risposta di
Akemi fu una specie di incantesimo che fece risedere
all’istante mio padre sulla sua sedia…infondo
potevo anche abituarmici in fretta ai poteri della mia amica!
-Uffi quante
storie- protestò mio padre –tanto prima o poi
trasformerò in bambole anche Elson ed Aya!-
Mia madre
balzò in piedi e un’aura violacea
l’avvolse –NON
OSERAI!-
-e
perché no?-
-perché?
Perché sono i tuoi figli! Non puoi farlo! MARITO
DEGENERE!-
Oh si!
Appoggio la mamma in tutto e per tutto.
-Uffa! In ogni
caso- continuò papà – La zia Yonaka ci
ha inviato questo invito!-
Carissima famiglia
Siete tutti
calorosamente invitati a festeggiare il compleanno di Shinya.
Io
non li voglio!
Zitto Shinya!
Dicevo…La festa si terrà al Mogeko Castle il 30
di Agosto.
Vi aspettiamo a
braccia aperte!
Elson
anche a gambe aperte
Moge-Ko non
osare mai più dire cose del genere, ora vattene o ti tiro
contro Hasu!
Nooooo!
Io ho paura!
No Hasu
tranquillo, sai che io e Nega-Mogeko non permetteremo più a
nessuno di farti del male.
Papà
richiuse la lettera tossendo sulla mano –Beh…da
qui si perde l’invito, per cui non ha senso leggere oltre.-
Concordavo con
papà per questa volta, non si sa mai che Moge-Ko avesse
espresso altri pareri su di me.
-Naturalmente
sei invitata anche tu Akemi!-
Lei
arrossì e riappoggiò la sua tazza sul tavolo.
–Emh…grazie!-
-Molto bene!-
esclamò papà alzandosi dal tavolo e strofinandosi
avido le mani –è meglio che vada! Ho un sacco di
lavoro da fare oggi. Ci sono i cadaveri dei due gemelli che devo
mutilare e quello del cane da incrociare con lo scoiattolo! A dopo cari
miei!-
Non avevo
parole…
Tornato in
camera decisi di andare a farmi la doccia, tanto avevo visto Maria
rincorrere Collina per farle soffiare il naso, il che voleva dire che
aveva già finito di pulire il bagno. Mi tolsi la maglietta
(ma tenni i pantaloni, non giravo per casa nudo con tutta la gente che
c’era) e presi il mio bagnoschiuma dirigendomi in bagno.
Adesso vi
starete chiedendo come mai tengo il bagnoschiuma in camera
anziché in bagno…ebbene…lo facciamo
tutti in casa. Un tempo lo lasciavamo nella doccia, ma poi gli zombie
decisero di usarlo per i loro fini:
1)
Uno di loro se lo bevve.
2)
Una piccola zombie presa dal senso di vendetta lo aveva
sparso fuori dalla camera di papà sperando lui ci scivolasse
sopra (e lo fece wahahahahah)
3)
Uno zombie lo aveva usato come lubrificante per la bici di
Aya.
4)
Allo zombie fattone era venuta la splendida idea di usarlo
per fare la schiuma ed organizzare lo schiuma party nello scantinato.
Bene, ora
sapete perché teniamo il bagnoschiuma sotto stretta
sorveglianza!
Arrivai in
bagno e richiusi la porta alle mie spalle, finalmente un po’
di tempo per…OH
CAZZO!
IMBARAZZO!
Akemi era
davanti a me, evidentemente appena uscita dalla vasca, ed indossava
solo un asciugamano che copriva giusto l’essenziale; mi
fissava con due occhi da pesce palla, quasi fossi una specie di alieno.
-eeeeeeemmmmmh…ciao…-
-C…i….ao-
MA COSA
STAVO FACENDO! Dovevo uscire di lì! Dove erano
finite le mie buone maniere?
-Scusa Akemi,
non credevo ci fosse qualcuno! A…a…adesso me ne
vado!-
Mi voltai e
afferrai la maniglia della porta con le guance in fiamme.
AKEMI
ERA MEZZA NUDA DAVANTI A ME…NO NO NO NO! NON ANDAVA BENE!
-No scusami tu
Elson, so che avrei dovuto chiudere a chiave, ma non l’ho
trovata da nessuna parte…-
-Tranquilla,
tanto ora me ne vado!-
DOV’È
LA MIA MAGLIETTA? RIVOGLIO LA MIA MAGLIETTA!
…è?...No…Nononononono…perché
la porta non si apriva?
-MALEDETTE
PORTE RPG! SEMPRE CHIUSE QUANDO SERVE CHE SIANO APERTE E APERTE QUANDO
DEVONO ESSERE CHIUSE!-
Mi voltai e
bianco come un cencio parlai ad Akemi –Mi sa che siamo
bloccati qui…-
-Cosa? No, non
può essere! Oddio…che vergogna!-
Lei aveva
vergogna? Non era lei quella che era piombata nel bagno della sua
migliore amica con indosso solo i pantaloni del pigiama; sembrando
così un maniaco!
Diedi un altro
colpo alla porta –Maledetta!-
-perché?-
Quella
voce…
-Aya, sei tu?-
-certo
fratellone!-
-Aya, per caso
lì fuori c’è la chiave? Qualcuno con un
pessimo senso dell’umorismo ha chiuso dentro me e Akemi!-
-Certo! Sono
stata io! Ho una scommessa da vincere, ricordi?-
-Cosa? No Aya,
apri subito, non fare la cattiva!-
-No, prima vi
baciate e poi apro.-
Sbuffai
rassegnato –l’ho baciata ora apri!-
-No, non
è vero! Torno tra dieci minuti! Buon divertimento!-
-TU
BRUTTO DEMONIETTO RPG DAGLI OCCHIONI BLU!-
Sento le
scarpette di Aya allontanarsi e mi affloscio sulla porta.
-Akemi, mi sa
che non usciremo di qui per un bel po’-
Lei si sedette
sul bordo della vasca stringendosi ancora di più
nell’asciugamano, mentre io continuavo a camminare vanti e
indietro per il bagno, maledicendo in tutte e tre le lingue che
conoscevo Aya e la sua discendenza Drevis.
-Adesso basta!
Quella mocciosa mi sente!-
Accenno ad un
lieve passo di corsa, ma mai lo avessi fatto! Appoggiai il piede sopra
una pozza d’acqua e scivolai finendo lungo e tirato dentro la
vasca ancora piena d’acqua, picchiando una culata secolare.
-Aihaaaaaa!-
Akemi scatta
in piedi portandosi le mani alla bocca –Oh mamma! Elson stai
bene? Sei ferito?-
Solo
nell’orgoglio. Aya: 1 Elson: 0
-Aspetta ti
aiuto ad uscire!-
Akemi mi porge
le mani e io le afferro, ma ad un tratto dietro di lei compare una
sorta di fantasma; era un ragazzo all’incirca della mia
età…ero sicuro di averlo già visto.
Aaaah siiii! Quello era il tipo che Maria aveva aiutato! Mi era
simpatico, ma appariva di rado.
Il ragazzo
sogghignò e spinse Akemi facendola cascare anche a lei nella
vasca; dopo di che sparì.
BRUTTO
DELINQUENTE, E IO CHE HO DETTO AI MIEI AMATI ASCOLTATORI CHE ERI
SIMPATICO!
Ora io e Akemi
siamo entrambi nella vasca immersi nell’acqua.
-Mi dispiace
Elson!- disse Akemi cercando inutilmente di alzarsi, ad ogni suo
movimento l’asciugamano minacciava di cadere impedendole di
muoversi.
-Ma
perché capitano tutte a me?- bisbigliò tra
sé e sé, come se io non potessi sentirla.
-Mi dispiace,
è solo che adesso Aya si è messa in testa quella
scommessa e tutti gli zombie, a quanto pare, la appoggiano.-
-Si, solo che
io non voglio esserti di peso.-
-Tu di peso?
Sei l’unica persona che per me non è mai stata un
peso…-
Akemi
arrossì ancora più di prima e abbassò
lo sguardo…sui miei addominali…ora ero io
imbarazzato.
Però…non
mi ero mai accorto di quanto in effetti fosse carina Akemi, con le
guance arrossate, la pelle candida e le labbra sottili e rosee. Ok, non
era carina era decisamente bella…ma tutte queste non erano
cose che io avrei dovuto pensare! Sono suo amico, e non voglio essere
di più…forse…perché in quel
momento l’unica cosa che volevo fare era infilarle una mano
nei suoi capelli e attirarla a me per baciarla.
Aya: 2 Elson:
0…(dovevo recuperare in qualche modo!)
Mi alzai sui
gomiti e avvicinai le labbra ad Akemi, lei non si ritrasse e non so
dirvi se questo mi rese felice o mi abbia messo timore…MA POCO
IMPORTA! PERCHÉ?
Perché
mia madre apparve dallo specchio del bagno interrompendoci.
-Elson, Akemi,
state bene? Ho trovato Aya che saltellava per il corridoio con la
chiave del bagno e mi ha raccontato tutto, non avete avuto
paur…oh…non volevo interrompere niente!-
Akemi
saltò in piedi e fuori dalla vasca, senza far cadere
l’asciugamano (i poteri dell’antisgamo)
-No, no,
Monika, niente paura, anche se un fantasma ha pensato di affogarci
nella vasca!-
-Oh di nuovo
lui! Elson tu stai bene zuccherino mio?-
Io scivolai
ancora di più nella vasca sventolando una mano per segnalare
la mia presenza…e che stavo (più o meno) bene.
-Meno male!
Ooh ma Aya questa volta non la passa liscia- disse mia madre con un
tono furioso –Si prenderà una bella punizione in
stile Monika!-
Wohohohoh! A
questo punto direi Aya: 2 Elson: 100000, perché questo
è il valore minimo che si può dare ad una
punizione di mamma!
PRENDI
QUESTO AYA!
NOTE
DELL’AUTRICE:
Tadà!
Rieccomi qui per tutti voi!
A dire il vero
questo capitolo non doveva finire così (per questo manca il
diario di Akemi) ma sarebbe uscito troppo lungo, per me da scrivere ma
soprattutto per voi da leggere, così l’ho spezzato
in due e vedremo il ritorno al Mogeko Castle nel prossimo capitolo! ;)
Quindi amanti
dei piccoli mogeko e delle due sorelle streghe ESULTATE! (Voglio che
fate una ola davanti al computer!)
Dio che
imbarazzo a scrivere la scena di Akemi ed Elson, spero che almeno vi
sia piaciuta!
Naturalmente,
come sempre aspetto le vostre recensioni…anche
perché a questo punto voglio sapere voi per chi tifate! Per
Aya e Akemi o per la zombie dalle treccine bionde (vagamente
somigliante a Viola) ed Ib? Sono curiosa!!!!
Ringrazio Manuel 2000
per aver inserito la storia tra le seguite e le preferite, HeartRain
per averla inserita tra le seguite, Anown per
averla inserita anche tra le preferite e babyi per
avermi fatto sapere cosa ne pensava! State aumentando ancora,
nonostante ormai la storia sia pubblicata da molto, voi non sapete la
mia gioia!!! <3 GRAZIE MILLE!
Ciao ciao
Cammi
|
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Capitolo 12 *** Ma questa non doveva essere una festa di compleanno? ***
MA
QUESTA NON DOVEVA ESSERE UNA FESTA DI COMPLEANNO?
Finalmente riuscimmo a partire per raggiungere il Mogeko castle e
festeggiare il compleanno dello zio Shinia. Dovevo pure ammettere che
il viaggio in macchina non fu nemmeno tanto male, rispetto al solito.
Come sempre Papà prese la sua auto insieme a Maria e mamma,
questa volta si è portato dietro anche Coron
(l’ultima volta che siamo andati via tutti lei aveva pensato
bene di fare un giretto per le camere e il risultato erano state
quattro paia di calzini scomparsi! Per cui per evitare questa
volta…) che ha voluto stare per forza con Maria. Io invece
ho preso la mia macchina e ho accompagnato Aya, Dio e Akemi.
Ripeto, il viaggio fu molto calmo: Dio e Akemi seduti di dietro non
spiaccicarono parola, mentre Aya seduta di fianco a me era triste
perché come punizione la mamma le aveva sequestrato la
motosega per due settimane. WHAHAHAHA…emh…povera…
Arrivati a destinazione ci trovammo di nuovo nel grande parcheggio
sempre vuoto, questa volta però non c’era nemmeno
una macchina, così papà fu costretto a
parcheggiare senza tamponare nessuno…o almeno questo era
quello che credevo! Non feci in tempo a fare il mio perfetto parcheggio
a L che un grido si levò dallo spiazzo. Tutti e
quattro scendemmo di corsa dall’auto e davanti al muso della
vettura di papà vedemmo sdraiata una persona.
-Oddio. PAPÀ
CHE HAI FATTO?-
-Eh era in mezzo!-
-Ma cosa vuol dire? Se attraversa una persona a piedi tu ti fermi! Mi
piacerebbe sapere chi è quel pazzo che ti ha dato la
patente!-
Mio padre sogghignò diabolico –nessuno…-
Volevo ignorarlo ma le sue parole mi colpirono come un sasso in testa
–Nessuno?-
-Si esatto, non avevo passato il test, ma me ne sono sempre fregato e
ho sempre guidato lo stesso!-
La mia reazione cattiva sarebbe partita tra
tre…due…un…eh!
-Ohi ohi che male!-
La persona che papà aveva investito si rialzò
piano piano, e solo allora mi resi conto di chi fosse.
-Zio Ber?-
-Eh…oh Elson! Ciao! Ma ci siete tutti, che bello, siete
stati invitati anche voi?-
Mia madre si precipitò da lui –Oddio Bernd, stai
bene spero! Alfred non lo ha fatto apposta.-
-Si invece…-
Lo sguardo furente di mamma unito all’alone di
oscurità che la circondava fece desistere mio padre dal
vantarsi delle sue azioni -…che non ho fatto
apposta…-
-Oh tranquilla, sono un vampiro, mi riprendo in fretta!-
-Grazie al cielo- sospirò mia madre portandosi una mano al
petto –Ange e Cynthia sono già dentro?-
-Si, noi siamo arrivati stanotte, sai per noi è
più semplice!-
Si si, lo sapevamo, vampiri, oscurità, pop-corn al
sangue…e Cynthia…che in realtà era un
fantasma e non centrava nulla, ma lei e la zia Ange erano troppo
legate…e poi detto tra noi, la zia le permetteva di seguirli
ovunque perché aveva i sensi di colpa per averla uccisa lei,
anche se accidentalmente.
Ci avviammo verso il castello tutti insieme, nel frattempo Akemi mi si
affiancò –Ma Viola ed Ellen non sono venute?-
Io scossi la testa sorridendole –Loro sono già qui
da due giorni, Ellen aveva insistito tanto per arrivare qualche giorno
prima.-
-come mai?-
-Boh, valla a capire Ellen.-
Stavamo sempre camminando quando alzando la testa verso
l’alto notai qualcosa di molto strano. Mi bloccai
all’istante cercando di trattenere un conato di vomito.
Alla torre del castello erano appesi dei corpi senza testa, il cui
sangue colava ancora lungo il collo e le pietre
dell’edificio.
Maledizione…MA
QUESTA NON DOVEVA ESSERE UNA FESTA DI COMPLEANNO?
Akemi mi poggiò una mano sulla spalla, guardando schifata e
scioccata la scena –ma…ma…ma..-
-non ne ho idea…- risposi io.
-Wow!- fu invece la reazione di Aya –Avete visto che
precisione chirurgica c’è stata
nell’amputare la testa? Voglio conoscere il genio che
l’ha fatto!-
…senza parole…davvero, ero senza parole.
Per fortuna (forse) quella scena imbarazzante e macabra fu interrotta
dalla zia Yonaka che corse verso di noi con in viso una maschera di
shock.
-Cosa ci fate qui? Dovete andare via!-
Andare via? Ma dai! Sbaglio o era stata lei ad invitarci?
-Ma che cazzo! Ci hai invitato tu!- rispose mio padre dando,
più o meno, voce ai miei pensieri.
-Lo so, ma quando vi ho inviato la lettera non era ancora successo
niente!-
Sai zia, per questo hanno inventato il telefono, per avvertire in tempo
reale se succede qualcosa, ma d’altronde qui sono tutti RPG,
pensare logicamente non è compreso nel loro DNA.
La zia Yonaka stava ancora correndo verso di noi quando un luccichio
dalla torre mi fece distogliere lo sguardo da lei. Mi bastarono poche
frazioni di secondo per capire cosa fosse. UN
COLTELLO!
Allungai una mano verso mia zia per avvertirla –ZIA
ATTENTA!-
Akemi allungò anche lei una mano e una luce magica gliela
avvolse, ma non fu necessario per lei usare l’incantesimo
perché, prima che l’arma potesse colpire la zia,
Nega Mogeko le era apparso alle spalle e placcandola era riuscito a
salvarla, facendo conficcare il coltello a pochi centimetri dalle loro
teste. Wow che cosa eroica! Io se ci avessi provato probabilmente avrei
fatto di tutto tranne che salvare qualcuno:
1) Sarei inciampato e mi sarei rotto il
naso.
2) Mi sarei beccato il coltello nella
schiena.
3) Avrei preso male le distanze per
saltare e non sarei arrivato fino alla zia.
Volete che continui o vi bastano le mie figure di me…cacca?
In ogni caso…la zia si rialzò aiutata dal marito,
il quale con portentosa forza di riflessi rilanciò indietro
il coltello, evidentemente colpendo qualcuno perché si
sentii –Mogegegegege, che male!-
-TUTTI
DENTRO!- gridò infine con un tono autoritario
che non gli avrei mai attribuito.
-Tsh!- fu la risposta di mio padre –Se ho voglia di stare
fuori io sto fuori!- volarono alti coltelli che si conficcarono attorno
a mio padre facendogli la sagoma -..eh va bene! Entriamo!-
Forse era bastato a convincerlo!
Con una corsa frenetica riuscimmo ad entrare nel castello senza farci
infilzare dai coltelli volanti; per fortuna nessuno si era fatto del
male.
-Che cosa è successo?- chiesi agli zii. Nega Mogenko si
voltò verso di me allacciandosi alla cintura una katana
giapponese dal fodero verde. –Emh…insurrezione!-
-Proprio nel giorno del compleanno dello zio Shinia?-
-Perché secondo te chi l’ha provocata?-
Ecco! Me lo immaginavo lo zio Shinia che andava in giro in stile
Assassin’s Creed a gridare “INSORGI”.
Mi battei una manata in fronte e facendo vagare poi lo sguardo
incrociai quello di Coron che mi fissava con fare soddisfatto.
–Coron…-
-Si?-
-Che hai dietro la schiena?-
-Niente!-
-Non è vero, cosa nascondi?-
La zombie cleptomane tirò fuori uno dei coltelli che ci
avevano appena tirato contro.
-è bello vero? Però è mio!
L’ho visto per prima, nessuno lo avrà,
è mio, mio, mio, nessuno lo tocchi, nessuno lo guardi! MIO!-
Poteva tranquillamente tenerselo a mio avviso!
Nel frattempo vidi avvicinarsi tutti i fratelli di Nega Mogeko, che si
accertarono delle condizione di salute di tutti noi. Mi accorsi che Dio
stava bisbigliando qualcosa ad Aya.
-Ehi voi due!- li ripresi –Che farfugliate?- Dio
arrossì e abbassò lo sguardo prima di parlare.
-Scusi signorino, solo che avevamo notato che mancano King Mogeko, Hasu
e Moge-Ko.-
Miseriaccia, era vero!
-Certo che mancano!- ringhiò Nega Mogeko –Quei
traditori hanno appoggiato Shinia.-
Ero confuso…ok potevo capire King“ti fisso in modo
strano”Mogeko e Moge “Maniaca
sessuale”-Ko, ma Hasu mi pareva tanto una brava persona.
–Anche Hasu?- domandai quindi.
Nega Mogeko scosse la testa sorridendo rassegnato –No, lui lo
hanno fatto prigioniero…
Ah ecco! –…insieme a vostra cugina!-
COOOOOOME?
-Nostra cugina?- Domandai, ma nessuno mi cagò di striscio.
-Ellen?- domandò invece Aya.
-Ma ti pare!- disse una voce alle nostre spalle. Ci voltammo e vedemmo
Ellen (sempre nel corpo di Viola) con le braccia conserte e
un’ espressione offesa –Io sono troppo furba per
farmi catturare, è ovvio che hanno preso Viola!-
Passarono alti interminabili minuti in cui Nega Mogeko ci
raccontò esattamente cos’era successo, non sto a
riportarvelo tutto o ci metterei un eternità, vi basta
sapere questo piccolo riassunto:
1) Shinia si sveglia e capendo che sta
invecchiando vuole fare qualcosa che lo faccia sentire giovanile.
2) Pensa.
3) Trova l’idea. Conquistare il
Mogeko Castle e uccidere tutti gli oppositori.
4) Illustra la sua idea a colazione.
5) Tutti ridono della sua idea.
6) Lui dice che così
avrà molto potere. (insieme a strane perversioni sessuali)
7) King Mogeko si unisce alla sua causa.
8) Gli altri ridono ancora.
9) Shinia dice che farà
scorrere molto sangue. (oltre alle strane perversioni sessuali)
10) Moge-Ko si unisce alla sua causa.
11) Cercano un individuo fragile che
possa fare da primo prigioniero.
12) Rapiscono Hasu.
13) Viola si oppone dicendo che non
bisogna bulleggiare i più deboli.
14) Viola viene rapita.
15) Ellen preferisce non intervenire per
non essere catturata e ne approfitta per fissare la maglietta tesa
sugli addominali di King Mogeko che ride diabolicamente.
16) Scoppia la guerra civile del Mogeko
Castle.
Si lo so, patetica come cosa, ma ora siamo qui!
-Ora dobbiamo riprenderci nostro fratello!- Gridò Nega
Mogeko –Fratelli, Amore mio, siete tutti armati?- I fratelli
dello zio tirarono fuori delle armi degne degli Avengers e
sogghignarono; la zia Yonaka estrasse invece un coltello dal manico
nero –Armata, tesoro! Con questo ucciderò ogni
singolo Mogeko con un solo colpo!-
Strana specie di Mogeko prese un fazzoletto e si asciugò le
lacrime –Oddio Yonaka, ricordo ancora quando te lo regalai la
prima volta, quanti ricordi!-
-già è stato il giorno in cui conobbi Nega Mogeko-
-e quello in cui tu mi salvasti, Yonaka!-
Sii misero ad fissarsi teneramente negli occhi –No, tu hai
salvato me!-
-No, tu me.-
-no, tu me.-
-No, tu me!-
Si baciarono sotto gli sguardi di tutti noi.
Fata del prosciutto si tossì sulla mano –Scusate
se vi interrompiamo, ma…Hasu…-
-Giusto, giusto!- Si ricompose Nega Mogeko prima di rivolgersi a noi
–Voi, famiglia Drevis, siete tutti armati e pronti?-
Ellen e Akemi fecero brillare le loro mani –Pronta! Nessuno
può mettersi contro la magia di una strega!-
-O quella di uno spirito guardiano!- continuò Akemi.
Mamma fu avvolta dal suo alone spettrale –Pronta!-
Maria estrasse i suoi coltelli balistici dalla cintura ed
annuì; papà fece cantare la motosega ridendo, Dio
prese in mano le sue asce…che ancora dovevo capire dove
tenesse nascoste. Infine Coron saltellò contenta
–Io ho un coltello, ED
È MIO!-
Si certo, era suo, ma in tutto questo gli unici disarmati rimanevamo io
ed Ay... –Aaaaaaaaah!-
Aya tirò fuori dalla gonna la sua mini motosega e la accese
a pochi centimetri dalla mia faccia. –AYA, MA
SEI IMPAZZITA? E poi, la mamma non te l’aveva
sequestrata?-
-Si- rispose solare mia sorella –Ma pensa se non avessi
disubbidito! Ora saremmo ancora di più nei guai!-
QUANTO
– ODIAVO- LA- FOTTUTISSIMA- E – DANNATAMENTE
– VALIDA – LOGICA – DI- AYA!
-Bene!- gridò Nega Mogeko –Allora siamo pronti!
Andiamo!-
Titti gridarono un –SI!-
Ma tra l’entusiasmo (non mio) si udii un
–Emh…scusate!-
Ci voltammo tutti verso lo zio Ber. Ah già quasi mi ero
dimenticato ci fosse anche lui!
-Ma Ange e Cynthia che finne hanno fatto?-
FANTASTICO,
ORA DOVEVAMO SALVARE HASU, VIOLA, LA ZIA ANGE E CYNTHIA, BENE!
Dal
diario di Akemi
Caro diario,
sto provando una marea di sentimenti contrastanti!
Stamattina
avevo deciso di farmi un bagno ma proprio mentre stavo per uscire
è entrato Elson in bagno…IMBARAZZO! Fortuna che
mi ero almeno fatta su nell’asciugamano. Comunque la cosa
sarebbe finita lì se Aya non ci avesse chiusi dentro a
chiave. Adoro quella ragazzina, non fraintendermi, adoro anche il fatto
che voglia che io e suo fratello stessimo insieme, ma questa volta ha
davvero esagerato. IO ERO NUDA!!!! MI CAPISCI??? DONNE DI TUTTO IL
MONDO CAPITEMI!
Ma pensavi
fosse finita, caro diario? No! Perché un fantasma mi ha
spinto nella vasca insieme ad Elson ed uscire senza mostrare tutte le
grazie la vento era impossibile! Ero talmente presa
dall’imbarazzo che non mi ero neanche accorta che Elson aveva
avvicinato le sue labbra a me…moooolto vicine. Pensavo fosse
la volta buona, pensavo ci scappasse il bacio! Già nella mia
mente mi vedevo io e lui stretti in un abbraccio passionale
(nell’acqua della vasca) mentre le nostre labbra si
divoravano a vicenda. Le dita di lui avvolte nei miei capelli, le mie
mani che gli percorrevano i contorni degli addominali (sangue al naso)
e poi…BASTA! Primo perché, caro diario, non ti
verrei di certo a scrivere certe sozzerie, secondo perché,
prima che Elson potesse davvero avvicinarsi ancora, entrò
Monika, facendolo arretrare ed interrompendo le mie seghe mentali. MA
UFFA!
Ora invece
sono qui al Mogeko castle, dove, in teoria, doveva esserci una festa,
invece ci siamo ritrovati nella rivolta di Panem. Dobbiamo andare a
salvare Viola e un tizio pappamolle che non ho mai visto prima.
Però devo ammettere che la determinazione non ci manca.
OOOOOOH AMORI
YONAKA E NEGA MOGEKO! Spero che quando io ed Elson saremo sposati ci
ameremo altrettanto!
Ora vado,
caro diario, devo proteggere Elson!
Ciao
ciao
Akemi
ANGOLO
DELL’AUTRICE
Hola Hola Hola! Ne è passato di tempo! Vi chiedo scusa ma mi
sto godendo le vacanze al massimo, ed essendo via due settimane si e
tre giorni no faccio fatica a scrivere più velocemente, vi
chiedo scusa! Torniamo però alla storia: Che ne pensate? Vi
piace? Spero di si, anche perché ora entriamo nel vivo di
questa vicenda!
Cosa accadrà adesso ad Elson e amicizie? Riusciranno a
salvare Hasu? O se non altro almeno Viola? (ricordandoci che mancano
anche Ange e Cynthia). Si accettano scommesse su cosa potrebbe
accadere, fatemelo sapere in una recensione e vi dirò quanto
vi sarete avvicinati! ;)
Ora volevo ringraziare GiulsM_96 per avermi aiutato a realizzare ad MMD
l’immagine che avete visto ad inizio capitolo, e per averla
poi modificata a Photoshop! Entrambe ci scusiamo se per Elson e Akemi
abbiamo usato Len e Luka dei Vocalid, ma ovviamente non poteva esistere
un model di Elson, ed essendo Akemi Tan un gioco poco conosciuto non
esiste neanche quello di Akemi, quindi ci siamo dovute arrangiare!
Speriamo comunque che vi piaccia!
Ciao ciao
Cammi
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