Only Hope

di yu90
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Non sei da sola Ragazzina ***
Capitolo 2: *** Rabbia ***
Capitolo 3: *** Affrontare la realtà ***
Capitolo 4: *** Confronti ***
Capitolo 5: *** Ti voglio bene ***



Capitolo 1
*** Non sei da sola Ragazzina ***


Due anni erano passati dalla guerra con Profondo Blu, due anni dove tutto era cambiato, dove lei era cambiata.
Prima entusiasta e sorridente per partire insieme a lui, poi il suo ritorno… La sua Strawberry era apparsa davanti al caffè pochi giorni dopo la partenza.
Non aveva rivelato il motivo del suo ripensamento, ma non era stata più la stessa.
Questa cosa però fu chiara solo a due occhi color del mare… Solo Ryan si era accorto del suo cambiamento e l’aveva osservata per tutto il tempo….
Cosa fosse successo in realtà alla sua micetta gli era sconosciuto. Forse la rottura con Mark l’aveva scossa, ma ogni volta che le ragazze nominavano l’ex fidanzato scattava come una molla e un velo di rabbia le copriva gli occhi color cioccolato.
Lui e Kyle erano rimasti in Giappone, ormai avevano ricominciato con la loro vita e il locale andava bene, il tutore aveva realizzato il sogno di aprire una pasticceria e Ryan aveva accettato di buon grado la decisione, soprattutto dopo il ritorno della Rossa.
 
Solo lui aveva colto il cambiamento, solo lui aveva capito che qualcosa era cambiato, ma gli sfuggiva il cosa, fino a quel pomeriggio, fino a quella maledetta chiusura del locale.
Strawberry si era trattenuta di più al locale perché aveva fatto tardi anche quel giorno, su questo non era cambiata, ma notava qualcosa di diverso adesso nei suoi occhi. Improvvisamente il suo cellulare prese a squillare e lei fisso quel piccolo oggetto con occhi pieni di terrore… Attese ancora, poi con titubanza aveva risposto e le sentì solo dire «Papà...» poi Ryan aveva visto i suoi occhi sbarrarsi e poi il cellulare caderle tra le mani.
Subito le era stato davanti, le lacrime le rigavano le guance, poi con il dorso della mano se le asciugò e gli sorrise.
Recuperò il piccolo cellulare e senza guardarlo gli chiese: «Posso andare via prima?! Recupererò domani te lo prometto»
«Cosa succede? Perché stai piangendo… Strawberry» le bloccò il polso.
«Non sta succedendo niente» disse lei staccandosi di malo modo dalla sua presa…
Kyle li aveva sentiti ed era uscito dalla cucina ed era rimasto fermo a guardarli.
«Smettila di raccontarmi storie… Strawberry non ti lascio andare via in queste condizioni… Dimmi la verità e ti lascio andare…»
Strawberry gli fece un sorriso che non aveva allegria…
Cosa le stava succedendo? Poteva dirlo a Ryan? Perché dirglielo adesso? Perché non continuare come aveva fatto in questi due anni?
Ripensò alla frase di suo padre «Ha smesso di rispondere ai trattamenti piccola… adesso dobbiamo solo aspettare» il cellulare le era caduto di mano a quelle parole, non poteva essersi rassegnato… Doveva fare qualcosa… Cosa?
Guardò gli occhi azzurri del biondo e le venne l’idea, lui era un genio, lui poteva aiutarla.
«Ryan tu sei un genio? Tu forse puoi aiutarmi»
Ryan la guardò, alzò il sopracciglio destro «Se posso aiutarti lo farò, ma spiegami…» incrociò le braccia al petto, adesso si stava seriamente preoccupando.
«Puoi modificare il DNA ancora una volta? In questo caso dovresti togliere invece di aggiungere geni…»
Ryan non capiva, Kyle si era avvicinando notando che le spalle della ragazza stavano iniziando a tremare, ma il biondo gli fece capire di non intromettersi, doveva capire cosa stava succedendo.
«Strawberry non è una cosa semplice, spiegami per favore, non puoi chiedermi di modificare un DNA togliendo frammenti e non spiegarmi niente…»
Strawberry pareva non ascoltarlo e così riprese con il suo discorso delirante secondo il biondo: «Sarebbe possibile?»
Ryan la fissò per un istante poi scosse la testa «No Strawberry non si può togliere materiale genetico… »
Strawberry restò in silenzio, poi le lacrime iniziarono a rigarle il volto, dicendo cose apparentemente senza senso.
«Allora lui ha ragione dobbiamo aspettare… Ryan io non posso farcela… io non posso aspettare senza fare niente, ho salvato il pianeta e non posso fare niente per un solo essere umano? Perché?»
Ryan le bloccò le spalle e addolcì lo sguardo, doveva capire che cosa la stava devastando fino a quel punto.
«Dimmi cosa ti succede, ti starò accanto io non me ne vado…»
Strawberry si staccò da lui iniziando a camminare nervosamente per la stanza «No, te ne andrai anche tu come Mark io devo affrontare questa cosa da sola…»
Kyle a quel punto decise di intervenire «Strawberry fidati di noi… Non ce ne andremo…»
La rossa lo fisso e abbassando gli occhi disse: « Non risponde più alle cure…»
Ryan non ci stava capendo più niente e allora le sollevò il mento con due dita e con una dolcezza che lui stesso non riconobbe le chiese «Chi non risponde più alle cure? Spiegami, ti giuro che io non me ne vado… Lo hai visto, quando sei tornata da Londra io ero esattamente dove ti avrei detto che mi avresti trovato»
La ragazza si perse in quel cielo limpido quali i suoi occhi e in un filo di voce disse quello che per due anni si stava tenendo dentro «Mia madre…»
Kyle e Ryan si scambiarono uno sguardo d’intesa, poi il biondo la strinse in un dolce abbraccio.
Il pasticciere prese la parola: «Andiamo in cucina, una cioccolata calda ci aiuterà a chiarirci su quello che adesso dobbiamo fare»
Strawberry si sentì come risvegliata, sempre restando attaccata al braccio di Ryan li seguì e poi si mise a sedere vicino al bancone dove Kyle creava le sue deliziose torte.
Il biondo non le aveva staccato gli occhi di dosso nemmeno per un secondo.
Aveva capito che sua madre stava male, ma ancora non aveva spiegato niente.
Kyle le porse la tazza con il liquido caldo, lei se la rimirò tra le mani, assorbendo quel calore.
Senza che nessuno dei due le disse niente iniziò a parlare…
«Il motivo per cui sono tornata da Londra è perché hanno trovato la leucemia a mia madre, quando lo dissi a Mark lui mi fece capire che il problema era mio, che non potevo impedirgli di inseguire il suo sogno, anzi mi disse che io non avrei potuto fare niente, che dovevo restare con lui… Ma io non potevo, provai a spiegargli che volevo stare con mia madre e che per me era importante e lui senza molti problemi mi disse di andarmene e di non cercarlo mai più, questa cosa non doveva interferire con i suoi progetti e che già per colpa mia aveva dovuto aspettare, alludendo così all’episodio con Profondo Blu….»
Ryan restò fermo ad ascoltare la ragazza, non le fece domande, non disse niente. Lo stesso fece Kyle
I loro occhi si incontrarono e lei riprese a parlare, contenta di potersi togliere quel peso dallo stomaco.
«Quando rientrai mia madre sembrava sempre la stessa, i medici erano speranzosi e io decisi di non dirvi niente perché avevo paura… Paura di trovarmi nella stessa situazione con Mark. Non mi pento di averlo lasciato, anzi mi sono sentita libera di essere me stessa e così ho fatto finta di niente, poi però le cose hanno iniziato a cambiare, mia madre ha iniziato ad entrare e uscire dall’ospedale e io non potevo fare niente, avevo dato la vita per un ragazzo che non era niente alla fine e sono inutile per mia madre…»
«Non è colpa tua… non dipende da te la sua malattia…» Ryan la stava guardando fisso nei suoi occhi.
«Non posso fare niente per lei se non stare a casa ad aspettare… Mio padre si sta rassegnando all’idea che prima o poi lei non ci sarà più e adesso che ha smesso di rispondere alle cure…» non riuscì a continuare.
Silenziose lacrime le scesero sul viso.
Kyle le sorrise dolce e le disse con il suo tono paterno: «Non sei da sola, non lo sarai mai, perché noi saremo sempre con te, non lo affrontare da sola, permettici di starti vicino…» Strawberry fissava il moro senza riuscire a parlare.
«Kyle ha ragione, non lo affronterai da solo… Te lo avevo detto io per te ci sarei sempre stato»
Strawberry guardò prima il moro e poi il biondo. Ryan era l’ultima persona che si sarebbe aspettata di avere al suo fianco in quel momento.
Si alzò in piedi e li guardò entrambi, poi riuscì solo a dire «Grazie» i singhiozzi iniziarono a percorrerle il corpo.
Ryan le fu accanto e la strinse a se.
Sapeva l’angoscia che stava provando, la sua paura, le avvertiva, le percepiva e avrebbe tanto voluto cancellarle, ma purtroppo nonostante il fatto di essere un genio non poteva curare il cancro, non poteva fare niente per la sua piccola micetta.
Lei lasciò che le lacrime uscissero e una volta che si fu calmata, Ryan sciolse l’abbraccio e le sorrise accarezzando con il dorso della mano le lacrime che le erano rimaste attaccate alle ciglia.
«Ryan… non dirlo alle ragazze» disse lei flebile abbassando lo sguardo.
«Quando vorrai sarai tu a dirglielo…»
Strawberry si sentì improvvisamente leggera e sorrise al biondo. Ryan riconobbe il suo sorriso dopo tanto tempo, quello era il sorriso che voleva vedergli sempre e lui avrebbe fatto di tutto per ridarglielo.
La rossa guardò l’orologio alla parete erano le nove di sera, suo padre non era ancora rientrato altrimenti il suo cellulare avrebbe preso a suonare senza sosta.
Il biondo intercettò il suo sguardo e le disse «Ti accompagno io, vatti a cambiare»
La ragazza sorrise di gratitudine e poi corse nello spogliatoio.
Kyle fissò Ryan per qualche istante: «Stalle vicino Ryan, sei l’unico a cui lo permette…»
Il biondo non disse niente, si passò una mano tra i capelli appena stizzito.
«E’ un bel casino Kyle… abbiamo salvato il pianeta intero e non riesco a salvare una sola persona… Non riesco a fare niente per lei»
Il moro capì la sua frustrazione «Falle conoscere il vero Ryan, quello che è da sempre innamorato di lei»
«Non le servono altre preoccupazioni» poi si zittirono, lei era ritornata. La divisa era stata sostituita da un paio di jeans che le fasciavano le gambe lunghe e snelle, una maglietta a mezze maniche e un paio di stivaletti che arrivavano alle caviglie. In mano aveva un giacchino di pelle.
Ryan si rese conto di quanto fosse cresciuta in fretta quella ragazzina.
«Sono pronta » disse legando i lunghi capelli rossi in una bassa coda laterale.
«Prendo la moto» disse il biondo facendole segno di seguirlo fuori.
 
Ryan estrasse la sua moto rossa dal garage, l’accese per far scaldare il motore e poi le porse un casco.
Strawberry gli sorrise e indossò l’oggetto. Ryan l’attirò a se per controllare che lo avesse allacciato bene e poi sorridendole con il suo solito modo di fare le disse «Brava ragazzina»
Lei in risposta gli diede un colpo sulla spalla, non per fargli male ovvio, ma per abitudine, lo facevano sempre quando lui la punzecchiava.
Ryan infilò in casco e salì anche lui in sella. Strawberry si strinse a lui come se quello fosse il posto per le sue braccia e il ragazzo partì alla volta della sua casa.
Arrivarono in dieci minuti e notò che era tutto spento.
Strawberry scese dalla sella e si sfilò il casco «Papà non è ancora tornato» disse più a se stessa che a qualcuno in particolare.
Ryan notò il suo sguardo ombrarsi e così scese dalla moto, la sistemò sul cavalletto e poi la chiuse con la catena.
La rossa lo aveva osservato senza capire cosa avesse intenzione di fare.
Il biondo sorrise « ho detto che non me ne sarei andato, non ti lascio da sola, poi tu devi ancora cenare e anche io… andiamo a mangiare qualcosa da qualche parte?» le sorrise dolce.
La ragazza restò piacevolmente sorpresa, poi però ripensò a suo padre e al fatto di non volergli dare preoccupazioni così azzardò la sua idea «Ti va di restare a casa e magari ordiniamo una pizza,  non vorrei far preoccupare papà »
«Ok » fu la sua risposta e insieme entrarono in casa.
Strawberry accese la luce e solo in quel momento si accorse di quanto era stata sola…
Si tolse le scarpe imitata dal biondo, poi si mise alla ricerca del numero della pizzeria.
Ryan si guardava intorno, non era mai stato a casa della rossa, c’erano tante fotografie che la ritraevano insieme a sua madre, erano molto legate, su quello non c’erano dubbi, poi altre foto che ritraevano le ragazze, i suoi genitori insieme e le ragazze, in qualche scatto c’erano anche lui e Kyle.
«Trovato… Come la vuoi la pizza?» chiese lei sorridendogli e facendogli segno di seguirla in cucina
Ordinarono e poi iniziarono ad apparecchiare.
Ryan osservava la ragazza correre da un pensile all’altro, poi la vide alzarsi sulle punte per prendere la caraffa di vetro.
«Ti aiuto» disse lui sorridendole «Ti avevo dato i geni del gatto non della scimmia» la prese in giro bonariamente.
«Peccato non avere più gli artigli o avrei graffiato il tuo bel faccino» mise un finto broncio, poi scoppiarono a ridere.
Dopo poco arrivarono le pizze e si misero a mangiare sempre continuando a chiacchierare di tutto, dei loro hobby di quello che piaceva a lei, con sua grande sorpresa Ryan scoprì che aveva una grande passione per la fotografia che le era stata trasmessa da Sakura sua madre. Tutte le foto che aveva visto prima le aveva scattate lei. Doveva ammettere che era brava.
Ryan l’ascoltava parlare, poi la vide alzarsi e prendere la macchina fotografica.
«Cosa vuoi fare ragazzina?» lei gli sorrise senza rispondere, poi scattò una foto.
Ryan non se l’aspettava.
«Me ne mancava una tua… è difficile catturare la tua vera essenza, ma ci riuscirò prima o poi» Ryan scoppiò a ridere e le disse «accetto la tua sfida ragazzina».
Finirono di cenare, sparecchiarono e poi si misero comodamente sul divano a guardare un film.
Strawberry si sentì meglio quella sera, non era da sola e lo sapeva, ma per quanto poteva appoggiarsi a Ryan?
L’americano parve intercettare i suoi pensieri e le disse: «Non sei da sola… quindi adesso prova a rilassarti un po’»
La ragazza sorrise e si mise comoda sul divano.
Senza rendersene conto Ryan le mise una mano intorno alla spalla e lei si lasciò abbracciare.
Strawberry appoggiò la testa sulla sua spalla e stese le gambe. Poco dopo si addormentò.
Ryan se ne accorse e chiuse gli occhi anche lui poggiando le labbra sulla sua testa, dandole un leggero bacio.
Quando Shintaro rientrò li trovò addormentati dolcemente sul divano. Non che gli piacesse vedere la sua bambina abbracciata ad un ragazzo, ma si rese conto che la sua piccola stava sorridendo e in quel sorriso rivide Sakura, l’amore della sua vita che non era ancora disposto a perdere.






Buona sera, è la prima volta che scrivo in quedto fandoom, ma la storia mi è venuta in mente ieri sera e come per esorcizzare una paiura incoscia ho deciso di scrivere... spero vi piaccia e di leggere qualche vostro commento... un bacione

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Capitolo 2
*** Rabbia ***


Il primo a svegliarsi fu Ryan, aveva il collo indolenzito. La ragazza continuava a dormire nella stessa posizione della sera prima. Notò un leggero rumore dietro di se e notò il padre della ragazza che si stava preparando il caffè.
Shintaro lo guardò «Buon giorno… Caffè?» chiese al ragazzo che era ancora mezzo assonnato.
Solo in quel momento connesse chi realmente aveva davanti…
«Buon giorno Signor Momoya… Si una tazza la prendo volentieri grazie» poi facendo attenzione a non svegliare la ragazza si alzò dal divano e si spostò i capelli dagli occhi.
«Bhe vedo con piacere che almeno ieri sera Strawberry ha cenato» Shintaro osservò i cartoni della pizza vuoti e sorrise.
Il biondo non disse niente, aveva paura di mettere la ragazza nei guai, già il fatto che suo padre lo avesse sorpreso sul divano con la figlia era motivo di tensione.
Shintaro gli porse la tazza di caffè, poi guardò il biondo e chiese: «Mi spiace se alle volte Strawberry fa tardi al caffè, ma ci sono alcune mattine dove con Sakura è difficile…».
Ryan fissò l’uomo e poi disse: «Non ci sono problemi, se posso fare qualcosa non esiti a chiedere» poi si voltò verso Strawberry che ancora dormiva sul divano.
«Grazie Ryan, ma adesso possiamo solo aspettare e abituarci all’idea…» Shintaro abbassò lo sguardo.
Il biondo capì che l’uomo non era ancora disposto a far lasciare andare via quello che era il suo grande amore. Indugiò i suoi occhi sulla figura della ragazza addormentata, avrebbe voluto fare tanto qualcosa, ma era tutto inutile, questo lo faceva innervosire. Strinse forte la tazza che si stava portando alle labbra.
«Anzi una cosa posso chiedertela?» disse Shintaro poggiando la tazza di caffe e fissandolo nei suoi occhi azzurri per niente intimidito.
Ryan gli fece cenno con il capo e Shintaro proseguì «Stai vicino a Strawberry, ieri sera l’ho vista serena per questo non vi ho svegliato… ha dormito serena dopo tanto, sembra che tu le faccia bene… restale accanto… Mi rendo conto di non essere molto presente… Per favore…»
Il ragazzo annui, poi parlò «Lo farò, ma lei non la tagli fuori dalla sua vita… Questa cosa coinvolge entrambi…» il tono era stato diretto come una lama.
Shintaro non rispose, poi guardò l’orologio e disse: «Adesso io devo andare in ufficio, assicurati che faccia colazione per favore»
Ryan annui all’uomo e poi lo vide andare via.
Strawberry nel sentire il rumore della porta si svegliò e si rese conto di essere sola sul divano.
Il biondo la stava guardando senza che lei se ne accorgesse, i capelli scompigliati e gli occhi ancora gonfi di sonno.
«Se ne è andato» disse lei notando che Ryan non era accanto a lei.
«Buon giorno» le disse lui sorseggiando ancora il suo caffè che ormai era diventato freddo.
«Non te ne sei andato? » chiese un po’ perplessa.
«Quello che è uscito era tuo padre» disse lui abbozzando un sorriso malizioso.
Strawberry si alzò di scatto «Mio padre… oddio sarà su tutte le furie… oddio oddio oddio » iniziò a correre senza un punto preciso per la casa.
«Strawberry calmati, abbiamo preso un caffè e mi ha chiesto di farti fare colazione… era tranquillo» la ragazza si fermò sorpresa.
«Davvero?»
«Davvero, il caffè me lo ha offerto lui… tranquilla»
Strawberry parve tranquillizzarsi poi lo osservò e scoppiò a ridere.
«Adesso perché ridi?» chiese lui sorridendole a sua volta
«Hai i capelli tutti spettinati… sei buffo» poi si avvicinò per iniziare a preparare la colazione.
Ryan si ravvivò i capelli poi le disse: «Vatti a preparare ti porto a fare colazione impiastro»
La ragazza lo guardò e sorrise.
Corse al piano di sopra e decise di farsi una doccia.
Aprì il getto caldo e sentì le spalle rilassarsi.
Non poteva fare niente, ma con Ryan accanto si sentiva meglio… non capiva come la sua sola presenza la tranquillizzasse e la facesse sentire più forte.
Chiuse l’acqua e si avvolse un asciugamano intorno al corpo ed andò in camera sua.
Si asciugò i capelli e poi si vestì, dato il tempo decise di indossare un vestitino bianco con leggere sfumature di rosa e una cintura in vita sottile color sabbia e ci mise gli stessi stivaletti del giorno prima. Le piacevano, erano comodi e poi le aveva scelte con sua madre tempo prima.
Scese di sotto e trovò li Ryan seduto sul divano che fissava una foto che c era sul tavolino.
«Allora dove andiamo?» chiese sorridendogli
«Kyle non vede l’ora di sfamarci e io ho bisogno di una doccia»
Sorrisero e poi si avviarono insieme al caffè.
Kyle quando li vide arrivare tirò un sospiro di sollievo.
«Ryan ma dove eri. Mi sono preoccupato…. Sei rientrato adesso…» poi li vide insieme
«Scusa Kyle, ci siamo addormentati sul divano guardando un film….  Adesso scappo a fare la doccia»
Kyle era sorpreso, Ryan non era mai di buon umore la mattina… Sorrise pensando a cosa avrebbero detto i suoi genitori.
«Scusa Kyle è stata colpa mia, mi ha fatto compagnia perché mio padre non era a casa…»
Kyle le sorrise e le fece segno di seguirla in cucina «Va tutto bene, tu come ti senti? » chiese iniziando a trafficare con pentolini e biscotti.
«Non lo so Kyle… ma con Ryan accanto mi sento un pochino meglio, mi sento un po’ più forte…» il biondo stava scendendo le scale, ma si fermò sentendoli parlare.
«Cosa c’è Strawberry?» la incitò Kyle
«Ho paura di appoggiarmi troppo a lui e di obbligarlo a starmi accanto…» disse scostandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
«Non si può imporre niente a Ryan, lui fa quello che si sente… Tranquilla principessa».
Ryan decise di entrare, aveva indossato un paio di jeans ed una maglietta con lo scollo a v.
«Allora che programmi avete per oggi?» chiese il moro osservando il loro sguardo complice.
«Strawberry qualche idea?» chiese il biondo addentando un biscotto.
«E’ domenica il caffè è chiuso… non lo so… » la richiesta del biondo l’aveva sorpresa, ma poi azzardò un idea.
«Andiamo al mare, vorrei fare qualche foto…» sorrise arrossendo.
Ryan ci pensò su «Va bene allora e giornata al mare sia» poi si volse a guardare l’amico e ricominciò a parlare «Dobbiamo anche decidere quando chiudere il caffè, tra poco inizieranno le vacanze, potremmo fare una settimana al mare tutti insieme nella villa, cosa te ne pare?»  Kyle ci pensò e non gli parve un idea malvagia.
La ragazza sembrò perplessa, allontanarsi una settimana da casa.
Ryan parve cogliere la sua ansia «Siamo a dieci minuti di macchina dalla città, se dovesse succedere qualcosa abbiamo la macchina…»
«Devo chiedere a mio padre» azzardò lei
«Ok chiamalo e io avverto le ragazze» disse Kyle entusiasta di passare un po’ di tempo lontano da tutti.
«Ryan davvero mi accompagnerai se ci fossero dei problemi?» lo disse in un sussurro non appena Kyle andò a telefonare alle ragazze.
«Starò anche li con te lo giuro» poi senza pensare le accarezzò dolcemente la guancia e le lasciò un bacio sulla guancia che fece battere il cuore ad entrambi.
 
Ryan e Strawberry lasciarono il caffè con la macchina del ragazzo per recarsi al mare.
Arrivati l’odore della spiaggia invase le loro narici e scoppiarono a ridere non appena si guardarono.
Il biondo aprì il baule della macchina e le porse la borsa che conteneva la sua macchina fotografica reflex digitale.
Si sistemarono sulla spiaggia, Ryan aveva preso due teli grandi e si misero a sedere uno accanto all’altro, osservando quella distesa azzurra, senza pensarci ancora su scattò una foto. Osservò sul piccolo schermo come era venuta e sorrise per quello che vide.
«Cosa farai tu adesso?» chiese la ragazza voltandosi verso di lui sorridendo.
Il biondo restò un attimo senza parlare, poi si riscosse e disse «Io ragazzina mi leggerò il mio libro…» Strawberry notò il grosso libro che Ryan aveva accanto «Il trono di spade?! Non credevo ti piacesse quel genere…» tratteneva a stento una risata.
Il biondo mise il broncio e punzecchiandola disse: «Ragazzina non sei l’unica ad avere degli hobby e si mi interessa molto questa storia… adesso fai le tue foto…» poi le fece una piccola linguaccia e si immerse nella sua lettura.
La ragazza non disse niente, ma si limitò a muovere la testa e sorridere, dopo iniziò a fotografare il paesaggio che aveva intorno.
Si rilassava quando guardava la sua vita attraverso l’obbiettivo della sua macchina. Tutti i problemi sembravano più piccoli rispetto a come apparivano al suo occhio.
Guardava l’orizzonte, poi il cielo con uno stormo di gabbiani che si librava alto nel cielo, poi la spiaggia e la foresta che questa aveva vicino. Incrociò nell’obbiettivo la figura di Ryan e ripensò alla conversazione che avevano avuto il giorno prima… Fotografare la sua vera essenza…
Senza che lui se ne accorgesse, mise a fuoco l’immagine e scattò una sequenza di foto, poi osservò i suoi scatti e si rese conto che Ryan era bello… non come lo definivano molte ragazze, ma era semplicemente bello…
Arrossì nel guardare quelle foto, il suo volto era rilassato…
Sollevò gli occhi dalla macchina fotografare per guardare che lui non si fosse accorto di nulla e sorrise tra se e se… Continuava a leggere sereno.
Ryan si sentì osservato solo per un istante, sollevò gli occhi dal suo romanzo, vide la ragazza ancora intenta a fotografare la spiaggia e il paesaggio intorno a se.
Tornò alla sua lettura, ma non riusciva a concentrarsi, aveva letto per due ore la stessa pagina, la mente si perdeva e vagava a lei, non poteva ancora credere che lei per due anni avesse tenuto un segreto così grande, non poteva reggerlo da sola, ma nonostante tutto lei aveva ancora la forza di sorridere…
Se solo fosse stato in suo potere avrebbe fatto cambio con sua madre per ridargli la sua spensieratezza. Questo purtroppo era impossibile, il destino aveva scelto diversamente.
Si passò una mano tra i capelli, cercando di nascondere la sua frustrazione. Lei aveva salvato il mondo, il genere umano e il destino la ringraziava portandosi via sua madre… Questo era proprio ingiusto.
«Ryan… mi sentì?» una voce lo riscosse dai suoi pensieri
«Cosa? Hai detto qualcosa?» chiese ridestandosi dai suoi pensieri e chiudendo il libro.
«Forse ci conviene rientrare, mi sa che tra poco scoppi un temporale…» la ragazza gli indicò l’orizzonte.
Si addensavano grosse nubi piene di acqua, poi un tuono squarciò l’aria.
La ragazza fece un salto e si nascose tra le braccia del biondo. Odiava i tuoni, detestava i temporali, le facevano paura.
Ryan arrossì appena, poi scoppiò a ridere e non perse occasione per prenderla in giro «Non ti sembra di essere grande per avere paura dei tuoni?!» poi scoppiò a ridere pizzicandole appena il naso.
«No non sono grande per avere paura dei tuoni brutto antipatico…» lei gonfiò le guance come un criceto… adorava quel suo modo di giocare con lui.
«Dai ragazzina andiamo, a meno che tu non voglia fare una doccia» poi si alzarono e corsero verso la macchina del ragazzo. Chiusero le portiere quando grosse gocce d’acqua iniziarono a picchiettare sul metallo dell’abitacolo.
Si guardarono, poi scoppiarono a ridere.
Tornarono al caffè, Kyle era in cucina che preparava come suo solito qualche dolce.
«Vi siete divertiti? Tutto bene » chiese appena li vide entrare sorridenti.
«Si a parte una fifona per i tuoni, tutto bene» Ryan si tolse la giacca nell’ingresso facendo gocciolare l’acqua presa uscito dalla macchina per arrivare al caffè sul tappeto, poi prese quella di Strawberry e le appese ad asciugare.
«Allora principessa, hai fatto qualche foto?» chiese il moro sorridendole.
Lei si mise a sedere di fronte al bancone ed estrasse la sua macchina fotografica «Si, guarda…»
Kyle si avvicinò e iniziò a guardare i suoi scatti, era davvero brava nonostante l’età, riusciva a catturare la vera essenza dei suoi soggetti, da quegli scatti era possibile vedere anche la sua anima.
Restò stupito quando vide che aveva fotografato Ryan e la fissò senza dire niente «Sai Kyle, guardando bene le foto, sembra quasi che Ryan abbia una maschera, non sembra faccia vedere il suo vero io…»
Il pasticciere la guardò senza parlare… Era brava a rendersi conto delle cose attraverso le sue foto.
 
Ryan era tornato nella cucina e aveva notato che i due stavano guardando qualcosa.
«Posso vederle anche io le tue foto?» chiese incrociando le braccia al petto e appoggiandosi alla parete con un sorrisetto furbo dipinto sul volto.
Strawberry guardò la foto del piccolo schermo, poi arrossì e spense l’oggetto «no mi vergogno…» nascose l’oggetto dietro la schiena.
Kyle sorrise tra se nel notare quella reazione. Presto lo avrebbe capito anche lei, era solo questione di tempo.
«Bene io ti accompagno e lui gode dei benefici di vedere il tuo duro lavoro…» si finse offeso.
«Mi dispiace Ryan, ma non posso mi vergogno… prima le devo stampare, poi prometto che te le farò vedere»
Ryan alzò il sopracciglio destro facendo finta di dubitare di lei. Improvvisamente squillò il telefono della ragazza.
Guardò il nome sul dispaly, suo padre.
«Pronto papà dimmi» disse lei provando a nascondere l’ansia.
Suo padre parlò, Ryan non le staccava gli occhi di dosso. Strawberry prima di chiudere la conversazione gli disse solo «Va bene vedrò di venire domani…»
I due ragazzi la osservarono per alcuni istanti, ma lei non diceva niente.
Si comportava come se quella conversazione non ci fosse stata.
Kyle decise di uscire dalla stanza con un pretesto, aveva capito che Ryan voleva vederci chiaro.
 
«Strawberry cosa succede?» chiese il ragazzo senza staccare da lei i suoi occhi di ghiaccio.
«Niente» disse lei con il tono un po’ stizzita.
Ryan fece finta di non sentire la sua risposta e tornò a porgli la domanda. A quel punto lei abbassò lo sguardo «Mio padre ha detto che mia mamma mi vuole vedere…Domani» nascose gli occhi sotto la frangia rossa.
«Qual è il problema?» chiese lui dolcemente
«Io non voglio andarci… non ce la faccio a vederla, ho paura di piangere davanti a lei… Non posso…» una lacrima le cadde sulla guancia.
«Non devi affrontarlo da sola…Se vuoi posso accompagnarti io…» azzardò lui sperando che lei non lo rifiutasse.
«Verresti con me?» chiese lei sorpresa.
Alzò lo sguardo e i loro occhi s’incontrarono.
Ryan le sorrise e accarezzandole la testa disse «Te l’ho detto, non devi affrontare tutto da sola… »
Strawberry senza pensare a ciò che stava per fare si avvicinò al ragazzo e lo abbracciò forte.
«Ti prego Ryan non lasciarmi sola…» poi strinse forte la sua maglietta tra le mani.
«Non ti lascerò mai…» nella sua mente Ryan si ritrovò a pensare che mai avrebbe lasciato sola la donna che amava… mai…
 
Il giorno seguente Ryan la passò a prendere a casa e insieme andarono all’ospedale.
Una volta nell’ingresso principale, il ragazzo si accorse di quanto lei fosse tesa.
«Stai tranquilla, io sono qui» lei senza accorgersi di niente gli strinse forte la mano.
Non chiesero informazioni, lei sapeva esattamente dove doveva andare.
Presero l’ascensore e salirono al terzo piano… il reparto di oncologia…
Non aveva mai lasciato la sua mano e lui l’aveva stretta tutto il tempo. Poco prima di uscire dall’ascensore, Strawberry prese un bel respiro profondo e s’incamminò insieme a Ryan verso la stanza della madre.
La porta era aperta, ma lei bussò lo stesso.
Dall’interno sentì la flebile voce di Sakura che diceva avanti.
Entrarono e Ryan sentì la sua tensione come una presenza fisica. Sakura era seduta nel suo lettino, i capelli raccolti con qualche cicca che le andava ad incorniciare il volto pallido e magro, molto magro.
Sorrideva felice di vedere sua figlia, poi sollevò le braccia invitandola in un dolce abbraccio. Solo in quel istante la ragazza lasciò la mano di Ryan per andare a stringere la madre.
Aveva paura di romperla o fargli male, Strawberry sentiva tutta la magrezza della donna, in quell’abbraccio sentiva l’esile torace, poteva percepire le costole della madre… Non doveva piangere.
Sakura l’allontanò appena da se per vedere il suo volto.
«Strawberry, hai dei cerchietti sotto gli occhi… non dormi abbastanza?» chiese preoccupata la madre accarezzandole il volto.
Strawberry si sforzò di sorriderle «Tranquilla mamma, mangio e dormo abbastanza… non ti preoccupare… Tu come ti senti?» chiese lei mettendosi a sedere sulla sedia accanto al letto.  «Io sto bene piccola mia»
Ryan era rimasto un po’ più distante, pareva un cavaliere che vegliava la sua principessa da lontano.
Fu Sakura ad accorgersi anche della sua presenza e gli sorrise dolcemente «Ryan… che bello vederti…» poi alzò un braccio facendogli segno di avvicinarsi al letto. Il ragazzo si avvicinò sorridendole e restò piacevolmente stupito quando lei lo abbracciò forte, poi senza farsi sentire da Strawberry e gli disse in un sussurrò « Grazie per prenderti cura di lei…» il biondo abbozzò un sorriso.
Shintaro aveva raccontato tutto alla moglie molto probabilmente.
 
Sakura rideva e chiacchierava con i due ragazzi, ogni tanto i due si punzecchiavano facendo ridere di gusto la donna. Era bello vedere la sua bambina ridere grazie a quel ragazzo.
Il biondo aveva notato l’assenza di Shintaro, ma molto probabilmente era ancora in ufficio.
Troppo presto per Strawberry giunse l’orario di fine visita. Un infermiera un po’ grassottella passò per pregarli di lasciare la stanza e Sakura un po’ triste nel vedere i due andare via chiese «Strawberry, Ryan passate a trovarmi spesso, mi sono divertita oggi, Shintaro resta sempre poco perché deve correre in ufficio e io sto da sola…»
Strawberry fissò Ryan e lui si voltò a guardare Sakura« La riporterò presto… » poi lasciarono la stanza con Sakura che guardava quel ragazzo prender per mano la sua bambina…
 
Una volta fuori dall’ospedale, si recarono alla macchina, prima di salire Strawberry si bloccò e silenziose lacrime le caddero sul volto.
Ryan lo notò e si avvicinò a lei, facendola appoggiare sulla sua spalla. Una volta che ebbe finito di sfogarsi lei non disse niente. Salì in macchina silenziosamente.
Arrivarono davanti al caffè, lui la fece scendere ed andò a parcheggiare.
Entrò nel locale e si ritrovò una Mina su tutte le furie «Adesso hai proprio esagerato Strawberry, per colpa tua mi è toccato sgobbare come un mulo, non puoi presentarti adesso che dobbiamo chiudere… Ryan è troppo buono con te»
Strawberry a quell’attacco non riuscì a tacere «Un po’ di lavoro non ti uccide principessina » era arrabbiata voleva prendersela con qualcuno.
«Scusa non ho capito…» disse la ragazza dai capelli corvini incrociando le braccia al petto.
Kyle e le altre nel sentire quel trambusto corsero a vedere.
Mina e Strawberry l’una di fronte all’altra che litigavano furiosamente.
La corvina le urlò contro «Sei un irresponsabile non si può più andare vanati così, cresci, sei una bambina….»
Strawberry sorrise, ma non di gioia… lei era un irresponsabile, se solo la sua amica avesse saputo.
«Che cosa hai da sorridere?» Mina era stizzita.
«Tu mi fai ridere, non sai nemmeno di cosa parli e mi dai dell’irresponsabile »
In quell’istante entrò Ryan che nel sentire le loro urla disse «Cosa diamine sta succedendo qui? »
Mina parlò, iniziando ad urlare contro al biondo di quanto fosse immatura e stanca del comportamento dell’amica…
«Mina se sei stanca, puoi anche andartene e non tornare» disse glaciale il biondo.
«Tu la giustifichi sempre, è appena arrivati, ma la perdoni perché tu sei sempre stato innamorato di lei»
Ryan puntò i suoi occhi di ghiaccio in quelli della corvina «Non dire altro Mina e adesso vattene…» Strawberry era rimasta stupita da quelle parole.
«No io non vado da nessuna parte, voglio sapere perché mi sono fatta venire le vesciche ai piedi… Io ho un saggio di danza molto importante domani…»
La rossa notò che il biondo stava perdendo la pazienza e prima che lui potesse dire qualsiasi cosa lei disse: «Povera piccola Mina, vuoi sapere perché mancavo dal lavoro oggi… ero all’ospedale a trovare mia madre che sta morendo… scusa se ti ho fatto venire le vesciche ai piedi…» poi uscì sbattendo la porta.
Fuori la pioggia era incessante, iniziò a correre, voleva urlare.
 
All’interno del caffè le ragazze rimasero senza parole, Mina non disse nulla, guardò Ryan che uscì per cercare Strawberry.
Lei non poteva sapere, non poteva immaginare.
Kyle prese in mano la situazione «Ragazze venite in cucina, avrete di certo molte domande…»
Lo seguirono in silenzio, tutte tranne Mina… la sua migliore amica che le aveva taciuto una cosa così importante, perché?
Si chinò sulle ginocchia e iniziò a piangere silenziosamente…












Ecco un nuovo capitolo appena sfornato... grazie a tutti, soprattutto a chi ha recensito, sono contenta che la storia vi sia piaciuta... presto ci sarà un nuovo capitolo, spero che questo vi piaccia come il primo un abbraccio
 

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Capitolo 3
*** Affrontare la realtà ***


Ryan stava correndo da diverso tempo sotto la pioggia, ma non la trovava da nessuna parte, non era andata a casa, non era nella scuola che frequentava, Strawberry sembrava essersi volatilizzata.
«Dove diavolo sei…» si fermò stringendo il pugno.
L’acqua continuava a scendere incessantemente, i vestiti gli si erano incollati al corpo e i capelli alla fronte, con un gesto della mano li spostò all’indietro.
Riprese la sua corsa, c’era ancora un posto dove non aveva controllato, restava la sua ultima possibilità.
 
Al caffè intanto Kyle restava accanto al telefono sperando in una chiamata di Ryan, era preoccupato, Strawberry era sconvolta, Mina aveva esagerato, ma non incolpava la corvina, dopotutto lei non poteva sapere.
«Ci sono novità?» chiese Pam entrando in cucina ed interrompendo i pensieri del moro.
«No non ha ancora chiamato, ragazze voi andate a casa è tardi, vi avverto quando Ryan la trova…» sorrise, ma la ragazza si accorse del fatto che si stava sforzando.
Mina entrò nella stanza aveva sentito le parole di Kyle «No io resto qui… ho bisogno di parlare con lei…» a stento faticava a trattenere le lacrime.
Kyle addolcì lo sguardo e le parlò con tono paterno «Mina non è stata colpa tua… tu non potevi saperlo, anche noi lo abbiamo scoperto da poco, ma adesso Strawberry ha bisogno di calmarsi e di riposare e anche tu. Appena sarete entrambe tranquille parlerete e tornerete come prima, ma adesso Strawberry ha tante cose a cui pensare» le sorrise senza smettere di guardarla negli occhi.
«Dovrò anche scusarmi con Ryan… l’ho smascherato senza pensare a suoi sentimenti…» Mina abbassò gli occhi.
Aveva fatto un bel guaio e sarebbe stato difficile chiarire con il biondo. Durante la loro litigata non aveva mai abbassato gli occhi. Anzi le aveva regalato delle vere e proprie occhiate di ghiaccio e forse anche un po’ di odio.
«Mina avrete modo di parlarvi e chiarire… non ti preoccupare…»
La corvina non era per nulla convinta, ma alla fine grazie anche all’incitamento della modella decise di seguire il consiglio del pasticciere e tornarono a casa, con la promessa però da parte del moro di telefonare appena ci fossero state novità.
 
Ryan era giunto all’ingresso del parco Inohara… Quella era la sua unica possibilità, l’aveva cercata dappertutto…
Si rese conto in quel momento di essersi messo a pregare silenziosamente che lei fosse li…
«Ti prego… ti prego… devi essere qui…» entrò con il cuore che aveva iniziato a battergli forte nel petto.
Camminava lento, cercandola con lo sguardo.
Iniziava ad avere male agli occhi e iniziava a sentire freddo, ma continuava a proseguire, fino a quando non si trovò sotto all’albero che era stato testimone del loro primo incontro… La vide, seduta con le gambe abbracciate dalle sue braccia.
Il volto nascosto tra loro.
Le corse incontro fino a trovarsi davanti a lei «Strawberry…» disse lui restando in piedi davanti a lei.
Aveva paura di incontrare i suoi occhi, Mina le aveva detto tutto e lui non sapeva cosa aspettarsi.
La ragazza sollevò lentamente lo sguardo «Ryan?! Cosa fai qui?» era sorpresa di trovarselo davanti.
«Stupida… ti ho cercato dappertutto…» s’inginocchio davanti a lei per guardarla negli occhi.
Strawberry restò sorpresa… Ryan l’aveva cercata sotto l’acquazzone…
«Torniamo al caffè? Altrimenti ci becchiamo un brutto raffreddore…» poi senza che riuscisse a trattenerlo gliene scappò uno.
«Appunto… dai Strawberry…» poi si alzò in piedi davanti a lei e le porse la mano.
Senza farsi supplicare ancora la ragazza gliela strinse forte, ma non accennava a camminare.
Ripensò alle parole di Mina… Ryan innamorato di lei…
«Cosa c’è Strawberry?» anche se sapeva cosa turbasse la ragazza. Sperava di evitare quel momento… ma Mina lo aveva smascherato e adesso lui non sapeva che cosa fare…
«Ryan tu…» arrossì abbassando gli occhi.
Il ragazzo restava in silenzio, i suoi occhi azzurri puntati in quelli marroni della ragazza. Conflitto tra cielo e terra…
Ryan restava in attesa e si rese conto di stare trattenendo il respiro. Ormai non aveva scampo… Doveva buttare giù la maschera…. Avrebbe dovuto confessare… Cosa sarebbe successo tra loro?
«Si Strawberry… io sono innamorato di te… lo sono sempre stato, da quando stavi con Mark…»
Strawberry sgranò i suoi grandi occhi, sorpresa. Ryan era innamorato di lei.
«Adesso andiamo al caffè… ci prenderemo una polmonite se restiamo qui sotto» abbassò lo sguardo e le porse la mano.
 
Iniziarono a camminare verso il locale… Ryan si sentiva a pezzi, Strawberry confusa.
Improvvisamente la rossa si bloccò «Ryan» disse con le guance rosse.
Il biondo si fermò e senza voltarsi le chiese «Dimmi…» non voleva guardarla, non voleva nemmeno ascoltare, sentiva solo che il suo cuore stava andando in pezzi.
«Io non lo so… io sto bene con te, ma è tutto così confuso è tutto così strano… non lo so…»
In quell’istante si voltò verso di lei non capiva cosa lei volesse dirle…
«Io Ryan non so se è amore, ma sono perfettamente consapevole che quando sono con te so che non può succedermi niente, sono protetta… Io ti chiedo di darmi un po’ di tempo per capire… Ti prego però resta qui con me…» iniziò a piangere.
Ryan si avvicinò a lei e la strinse forte in un abbraccio «Te l’ho detto ragazzina… Non vado da nessuna parte»
Si strinse in quell’abbraccio respirando il profumo di Ryan… non sapeva ancora se era amore, ma stava bene in quelle braccia, sapeva di appartenergli. Il ragazzo si scostò appena e la guardò con i suoi occhi azzurri, poi le diede un dolce bacio sulla fronte «Non cambiare…» poi le prese la mano e iniziarono a correre verso il caffè.
 
Giunsero al locale che ormai era molto tardi, Shintaro aveva chiamato per chiedere di Strawberry e Kyle aveva mentito dicendo che si era addormentata.
Aveva fornito una copertura alla ragazza, sperava solo che Ryan l’avesse trovata.
L’orologio segnava le undici di sera passate, sospirò preoccupato. Improvvisamente sentì il rumore della porta sul retro che veniva aperta.
Si alzò per andare a vedere e si ritrovò i due ragazzi completamente bagnati «Grazie a Dio l’hai trovata…» sorrise felice poi corse a prendere degli asciugami.
«Strawberry, ha chiamato tuo padre, gli ho detto che ti eri addormentata sul divano… mi ha detto di non svegliarti… ti preparerò la stanza degli ospiti per questa notte».
Kyle solo in quel momento si accorse che le loro mani erano ancora strette l’una nell’altra.
Non indagò, ma Ryan doveva dargli delle spiegazioni e lo avrebbe torchiato poco ma sicuro.
Sparì al piano di sopra per preparare il letto alla ragazza, lasciandoli soli.
«Stai meglio?» chiese il ragazzo lasciandosi cadere l’asciugamano sulle spalle.
«Un po’… mi dispiace avervi dato tutto questo disturbo…ma Mina mi aveva fatto infuriare…» disse vergognandosi subito di quell’ammissione.
Il ragazzo le si avvicinò ed iniziò a frizionarle dolcemente i capelli con l’asciugamano.
«Non devi vergognarti di quello che hai provato oggi… non è stata una giornata facile per te… Non pensarci adesso, avrete modo di parlarne quando ti sarai calmata e soprattutto dopo che avrai mangiato e dormito ragazzina…» poi le diede un leggero buffetto sul naso e le sorrise.
Strawberry si rese conto di quanto si stava rivelando dolce Ryan in quei giorni, era tutto premure e coccole… Sorrise e lo abbracciò «Grazie Ryan…»
 
Kyle era rimasto nascosto per non disturbare… Lei doveva solo capirlo… presto, molto presto… Sorrise poi tornò da loro.
«Ryan andatevi a fare una doccia e io intanto preparo qualcosa da mangiare» poi li spinse bonariamente al piano di sopra.
Strawberry guardava la figura di Ryan davanti a lei, lui era l’ultima persona che si sarebbe aspettata di trovare accanto a lei in quella situazione. Dopotutto però non doveva essere così sorprese, Ryan a modo suo le era sempre stato vicino, in ogni situazione, sempre… Vegliava su di lei da quando era una Mew mew, prima come Art e adesso semplicemente come Ryan… non le servivano cavalieri blu o alieni di altri pianeti che andavano in giro dichiarando amore e facendole poi la guerra.
Persa nei suoi pensieri si rese conto che si trovava davanti alla porta della stanza di Ryan, il ragazzo restò Ferma ad osservarla per un’istante.
Era imbarazzata all’idea di trovarsi nel suo regno, anche se vi era entrata tante volte senza bussare, creando situazioni imbarazzanti per entrambi, ma scosse la testa per allontanare quei pensieri.
«Prego va prima tu, se Kyle scopre che ti ho lasciata fare la doccia per ultima mi uccide» scoppiarono a ridere, poi lui le porse alcuni suoi abiti, certo le sarebbero stati enormi, ma non poteva fare diversamente.
«Ti saranno un po’ grandi, ma purtroppo non ho altro» alzò le spalle, poi si mise davanti al computer a controllare alcuni dati.
Strawberry entrò nel bagno si tolse gli abiti bagnati e iniziò a fare la doccia. Il getto d’acqua calda pareva volesse alleviare le sue sofferenze.
Aprì il bagnoschiuma e sirese conto che quello era il profumo di Ryan, sorrise…
 
Una volta terminata la doccia, legò i lunghi capelli in una coda bassa, si guardò allo specchio, la maglietta che le aveva dato Ryan le stava enorme, ma le arrivava appena sopra le ginocchia.
Quel ragazzo era proprio alto.
Uscì dal bagno lasciando il posto a Ryan, una volta che entrambi furono pronti scesero al pian di sotto.
Kyle aveva preparato una cena veloce e leggera.
Mangiarono tutti e tre, nessuno diceva niente… ogni tanto Ryan e Strawberry si lanciavano qualche occhiata e sorridevano tra loro.
Kyle li salutò per andare a dormire, avrebbe indagato l’indomani.
 
Strawberry e Ryan riordinarono in cucina, nessuno dei due aveva molto sonno così il biondo propose «Ti va di guardare un film oppure sei troppo stanca?» chiese riponendo i piatti nella lavastoviglie.
«Si… c’è il tempo perfetto per un horror» azzardò lei sorridendogli.
«Dopo non ti lamentare se hai paura ragazzina» si avviarono insieme al piano di sotto, dove una volta c’era il laboratorio dei due ragazzi. Ryan dopo la fine della guerra lo aveva convertito in una sala dove guardare film, c’erano due divani posizionati ad L, un grande televisore e un lettore DVD con l’Home theater.
«L’hai sistemato proprio bene il laboratorio» lo punzecchio sorridendogli.
«Come ti ho detto anche io ho degli hobby ragazzina» poi prese un film dalla sua videoteca privata e preparò il tutto.
Si posizionò sul divano che stava direttamente davanti alla tv, lasciando l’altro per Strawberry.
La ragazza fissò il comodo divano, poi però si avvicinò al biondo, sdraiandosi accanto a lui.
Ryan le sorrise e non disse niente, si limitò a prendere la coperta che c’era sullo schienale e coprì entrambi.
Restarono così, uno accanto all’altro, il ragazzo che aveva fatto passare un braccio sotto la sua testa, e l’altro lo aveva appoggiato sul suo fianco.
Strawberry si sentiva bene stretta a lui, si sentiva al sicuro e pronta ad affrontare la realtà che la circondava… Aveva paura, ma sapeva di non essere sola e così senza nemmeno rendersene conto si volse a guardare il ragazzo che era concentrato a guardare il film.
Ryan sentì di essere osservato. Abbassò gli occhi e incontrò quelli della ragazza.
Si osservarono per istanti che parevano essere infiniti, poi entrambi si avvicinarono, fino ad annullare completamente quella distanza.
Un bacio dolce, leggero, ma pieno di emozione…










Eccovi un vuovo e intenso capitolo, ammetto di averlo intrecciato un po' su Ryane Strawberry, ma la rivelazione che aveva fatto Mina meritava di essere svbiluppata degnamente... aspero vi piacci a anche questo come i capitoli precedenti... ringrazio tutti per le bellissime recensioni... grazie mille, davvero non vi dico la gioia che mi accompagna quando leggo i vostri commenti.

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Capitolo 4
*** Confronti ***


Ryan aprì gli occhi, un rumore aveva disturbato il suo riposo. Non capiva cosa potesse essere, si mise in ascolto…lo sentì ancora, era un suono ritmico ma breve… Qualcuno stava bussando alla porta…
Si alzò di malavoglia dal suo giaciglio, facendo attenzione a non svegliare la ragazza che dormiva accanto a se.
Dopo quel bacio si erano rimessi a guardare il film, non avevano detto niente. Si erano limitati a restare abbracciati su quel divano decisamente non adatto a due persone.
Stirandosi Ryan si avviò verso la porta, sorpreso di ricevere visite a quell’ora.
Aprì il portone e restò sorpreso, davanti a se…Shintaro Momoya…
«Buon giorno… tutto bene?» chiese Ryan iniziando a preoccuparsi, decisamente non era normale ricevere delle visite alle sei e mezza del mattino, non era normale che il padre della ragazza con sui si era addormentato la sera prima fosse davanti alla porta di casa sua… Decisamente tutta quella situazione era assurda, poi un pensiero terribile iniziò a farsi strada nella sua mente… Sakura…
Come ad aver intuito i suoi pensieri Shintaro gli sorrise bonariamente «Scusami per l’ora, ma Strawberry non aveva un cambio di abiti questa mattina e mi aveva accennato che doveva lavorare oggi… Purtroppo non ricordavo il turno ed ho pensato di passare prima di andare in ufficio…» come a giustificarsi gli fece vedere la borsa di carta bianca che reggeva nella mano destra.
Ryan si rilassò visibilmente «Strawberry sta ancora dormendo… Vuole entrare per un caffè?» chiese il ragazzo facendogli segno di entrare.
Shintaro parve riflettere un istante, ma poi scosse il capo «Mi dispiace non potermi trattenere, ma questa mattina ho una teleconferenza molto importante quindi devo andare…»
Ryan notò che aveva fretta, era come se non vedesse l’ora di allontanarsi da tutto e da tutti… «Signor Momoya, so di non essere nessuno per dirle una cosa del genere, ma non è scappando che affronterà il problema…»
L’uomo s’irrigidì sulla soglia del caffè. Come era possibile che un ragazzo lo avesse smascherato, era così palese?
«Non so a che cosa tu ti riferisca» disse fingendo sorpreso l’uomo.
Il biondo gli sorrise appena, un sorriso furbo di chi ha fatto centro.
«Sto solo dicendo che ho visto Sakura… ho accompagnato Strawberry l’altro giorno… Non è scappando da sua moglie e sua figlia che metterà a posto le cose… Lo so perché anche io ci ho provato quando sono morti i miei genitori…»
Shintaro restò sorpreso da quell’affermazione, non era a conoscenza della situazione del ragazzo. Ecco perché era riuscito a smascherarlo senza problemi.
L’uomo lo guardò negli occhi e sorridendogli disse: «Lo so… ma non posso lasciare andare la donna che amo da tutta una vita… Non voglio lasciarla andare…» poi gli porse la borsa e senza aggiungere altro tornò alla sua auto.
 
Ryan sospirò e si passò una mano tra i capelli. Poco dopo sentì dei passi provenire dal piano di sopra e subito dopo apparve Kyle, ancora un po’ assonnato.
«Buon giorno» gli disse il biondo appoggiando la borsa che gli aveva dato Shintaro nel guardaroba che si trovava all’ingresso.
«Siamo mattinieri questa mattina» sorrise Kyle notando che aveva ancora l’aria assonnata. Di solito il ragazzo si svegliava sempre molto presto, quindi era piacevolmente sorpreso di vedere che si era alzato a poco.
«E’ passato il papà di Strawberry a lasciarle un cambio di abiti…» poi gli scappò uno sbadiglio.
Kyle sorrise nel vederlo comportarsi come un ragazzo della sua età «Allora Ryan devi dirmi qualcosa?» iniziò a trafficare con i vari attrezzi della cucina per mettersi a preparare la colazione per loro tre.
Ryan fece finta di non capire a che cosa si riferisse e fece spallucce.
Il moro sorrise, il ragazzo era arrossito, quindi qualcosa si stava muovendo.
«Non lo so Kyle… adesso lei deve pensare ad altro… non voglio darle ulteriori pensieri, per adesso va bene così… vedremo quello che succede».
Ryan non aveva rivelato niente, ma Kyle con quella semplice frase capì che qualcosa stava cambiando e così decise di non mettergli pressione. La situazione era già troppo delicata.
«Tra poco dovremmo andare a svegliare Strawberry, dobbiamo aprire il locale e presto arriveranno anche le ragazze» disse grattandosi il mento pensieroso.
«Hai ragione, vado a svegliare quella dormigliona» disse Ryan dirigendosi verso l’ex laboratorio.
Kyle restò sorpreso e non poté fare a meno di chiedere «Perché stai andando di sotto se la stanza degli ospiti è al piano superiore?» era davvero confuso.
Ryan si grattò la nuca imbarazzato «Ieri sera ci siamo messi a guardare un film poco dopo che sei andato a letto e ci siamo addormentati sul divano»
«Ah capisco… non voglio sapere altro, va a svegliare Strawberry io preparo la colazione »
Il biondo gli sorrise e sparì nel seminterrato.
Si avvicinò cauto alla ragazza, la osservò mentre dormiva, il respiro lento e regolare, la bocca appena dischiusa. I lunghi capelli rossi sparsi sul cuscino del divano.
Senza rendersene conto si portò la mano alle labbra e ripensò al bacio che si erano scambiati la sera prima. Era stata come una carezza appena percettibile, ma devastante al punto da fargli sobbalzare il cuore nel petto… La cosa che lo lasciava più sconcertato era il fatto che era stata lei a baciare lui e non il contrario.
Si gli era piaciuto e non era nemmeno il loro primo bacio… quello che lui aveva dato a lei era più uno scherzo… Questa volta invece era stato completamente diverso. Era stato intenso.
«Strawberry… svegliati è ora di colazione» le accarezzò il viso e lei poco dopo aprì gli occhi.
Non era più la dormigliona di una volta, adesso con niente sobbalzava.
«Ciao Ryan» disse con gli occhi socchiusi e la voce impastata di sonno.
Il ragazzo sorrise, era davvero dolce appena sveglia.
Strawberry aprì completamente gli occhi e restò a guardare il soffitto per qualche istante.
«E’ passato tuo padre, mi ha lasciato il tuo cambio di vestiti… una fortuna dal momento che ieri ci siamo dimenticati di metterli ad asciugare» sorrise porgendole la borsa.
Strawberry si mise a sedere sul divano, poi prese la borsa dalle mani del ragazzo e arrossì non appena incontrò i suoi occhi.
Con la mente tornò al bacio che lei gli aveva dato la sera prima… Cosa sarebbe successo adesso? Lei era a conoscenza di quello che lui provava, ma ancora non capiva cosa provasse lei… Dopo Mark non si era più nemmeno preoccupata dei ragazzi, non aveva tempo e soprattutto aveva paura che non appena avessero scoperto di sua madre sarebbero scappati.
 
«Strawberry ci sei?» le chiese Ryan guardandola con attenzione.
«Si scusa, grazie mille… » disse alzandosi di scatto e correndo al piano di sopra per cambiarsi.
Ryan restò sconcertato dalla sua reazione… Certo se lo era immaginato, ma vederlo accadere gli aveva fatto male e non poco…
 
La colazione passò velocemente e poco dopo la ragazza corse negli spogliatoi per prepararsi al suo turno di lavoro.
Ryan la osservava da lontano, c’era qualcosa nei suoi occhi che non riusciva a decifrare, ma non le avrebbe chiesto niente, non aveva bisogno di altre cose di cui preoccuparsi, poi presto sarebbero arrivate le ragazze e questo bastava già a renderla nervoso.
 
Andò ad aprire il locale e poco dopo arrivarono le altre ragazze.
Fu Mina la prima a parlare «Lei dov’è?» chiese con il suo solito tono sbrigativo.
Ryan sollevò il sopracciglio destro, i loro occhi fissi uno nello sguardo dell’altro «Si sta cambiando» il tono era glaciale.
Mina scese di sotto seguita dalle altre che provavano a calmarla, Ryan percepì distintamente Lory dire «Così non risolvi niente Mina calmati».
Il biondo girò il cartello nuovamente da aperto a chiuso, prima era meglio mettere a posto questa situazione.
Kyle lo guardò perplesso e lo seguì negli spogliatoi.
Arrivarono davanti alla porta chiusa e sentirono le ragazze litigare furiosamente.
Bussarono, Pam aprì la porta e fece segno loro di entrare «Datemi una mano a farle ragionare, Mina ha attaccato Strawberry e questo è il risultato»
Ryan per la prima volta urlò «ADESSO BASTA»
Silenzio…
Nessuno in quella stanza aveva il coraggio di parlare.
«La volete finire, credete di risolvere qualcosa litigando in questo modo?» il biondo aveva abbassato il tono, aveva attirato la loro attenzione.
Lory e Paddy guardavano fissi il pavimento, Mina incontrò gli occhi del biondo e iniziò a parlare «Perché tu dovresti essere arrabbiato con lei, dopotutto tu sapevi tutto… Noi siamo state tenuto all’oscuro per anni, poi aveva il coraggio di dire che eravamo le sue migliore amiche?»
Ryan si stizzì «Se fossi presa meno da te stessa, avresti chiesto queste cose a Strawberry senza attaccarla…»  Mina sgranò gli occhi.
Ryan aveva ragione, era così presa dal fatto di essere stata tagliata fuori da non averle chiesto il motivo di quella decisione.
«Sai Mina, sarebbe bastato osservarla da quando era tornata da Londra, le avete mai chiesto il perché di quella decisione o cosa fosse successo con Mark? No eri troppo presa dalla tua vita per rendertene conto… Tu hai il coraggio di dire che è la tua migliore amica, ma non ti sei accorta di nulla»
Il biondo abbassò lo sguardo non appena la rossa lo fissò, Strawberry era sorpresa, Ryan la stava difendendo.
«Tu te ne sei accorto?» chiese facendo la saputella Mina.
«Io si… da non l’ho mai attaccata» i due sembravano due leoni pronti a sbranarsi.
Kyle aveva capito il vero problema, la ragazza era ferita, Ryan arrabbiato e nessuno riusciva a comunicare.
Prese la parola «Ragazzi calmatevi… Ascoltate le motivazioni di Strawberry prima di attaccarla, capisco che siate ferite, ma non ha bisogno di perdere altre persone adesso… So che vi volete bene, ma il modo è sbagliato…» riuscì a placare gli animi.
Fu Lory a porre la domanda «Perché ci hai tenuto nascosto una cosa così per due anni Strawberry?» il tono ferito, gli occhi bassi.
Strawberry sapeva di avere sbagliato, poi le tornò alla mente la lite furiosa che aveva avuto con Mark.
Prese un respiro profondo «Sono tornata da Londra perché non sopportavo la presenza di Mark… quando gli avevo detto di mia madre… bhè mi ha lasciato affrontare tutto da sola… Avevo paura che voi avreste fatto lo stesso» iniziò a piangere.
Mina prese la parola non trattenendo nemmeno lei le lacrime «Sei una stupida, siamo rimaste con te quando abbiamo scoperto che Mark era profondo Blu, siam rimaste sempre al tuo fianco, abbiamo combattuto con te dandoti la nostra forza perché ci fidavamo di te… Tu non ti sei fidata di noi»
Tutti i presenti restarono a guardare le due ragazze che piangevano al centro dello spogliatoio.
«Avete ragione… Ma dirlo ad alta voce, voleva dire accettare la realtà… Io non voglio accettarla… Io…» non riuscì a terminare la frase, i singhiozzi cominciarono a farla sussultare.
Mina si avvicinò e la strinse forte «Io ci sarò sempre per te, non devi affrontare tutto da sola… Stupida» poi si abbracciarono e piansero strette.
Lory, Pam e Paddy si unirono all’abbraccio.
Kyle in quel momento si rese conto che non c’erano persone migliori per il progetto che lui e Ryan avevano messo in piedi anni prima.
Il biondo uscì lasciando la stanza… Si sentiva inerme nel vederla, lui non poteva fare niente… poi un’idea gli balzò alla mente e senza che gli altri se ne accorgessero uscì dal locale.
 
Con la moto sfrecciava velocemente per le strade di Tokyo, sapeva esattamente dove stava andando, aveva bisogno di risposte e le avrebbe ottenute.
Giunse dinanzi ad un grattacielo, dentro avrebbe trovato il suo obiettivo…
Una giovane segretaria lo accolse «posso aiutarla» disse giocando con una ciocca dei lunghi capelli castani.
«Shintaro Momoya» disse secco.
Doveva parlare con il padre della ragazza, doveva capire…
La donna davanti a lui lo fissò perplessa, poi gli chiese cortesemente chi dovesse annunciare.
Ryan si sentì sollevato quando Shintaro lo ricevette.
Salì nel suo ufficio, trovò l’uomo seduto alla sua scrivania.
Appena lo vide entrare Shintaro si alzò dalla sua postazione e si avvicinò al ragazzo «Cosa posso fare per te?» chiese cordiale.
«Non vorrei sembrarle invadente, ma devo sapere la situazione di Sakura…» era stato diretto come una lama.
«Immaginavo che prima o poi io e te avremmo avuto questa discussione» disse con un sorriso amaro sul volto.
«Mi scusi Signor Momoya, ma se vuole che stia vicino a Strawberry devo sapere che cosa devo aspettarmi… a cosa vado incontro…» nessuno dei due aveva smesso un istante di guardare negli occhi l’altro.
«Mettiti seduto, ti racconterò tutto» disse Shintaro sospirando, poi gli fece segno di sedersi di fronte alla sua scrivania.
Ryan guardò la scrivania di Shintaro e notò che aveva solo un portafoto dalla forma strana, dentro ad esso tre fotografie, uno dove raffigurava lui insieme alla sua famiglia, con una Strawberry piccola, quella accanto mostrava sua moglie e sua figlia e l’ultima ritraeva solo la madre della ragazza.
Shintaro notò che le stava fissando e mettendosi a sedere disse «Si somigliano molto lei e sua madre, non solo nell’aspetto, anche nel carattere…» incrociò le mani davanti al viso.
«Allora ragazzo cosa vuoi sapere?» disse serio l’uomo.
Ryan non si lasciò intimorire, mettendosi comodo sulla poltrona di fronte a Shintaro chiese «La situazione di Sakura… è così irreversibile?»
L’uomo aveva capito già da tempo che quel ragazzo sapeva il fatto suo, sorrise appena, poi gli disse: «Purtroppo ha smesso di rispondere alle terapie, non sanno più cosa fare, l’unica cosa è tenerla in ospedale per assisterla… non possiamo nemmeno sperare in un trapianto di midollo, purtroppo la situazione è compromessa a tal punto che un intervento potrebbe ucciderla e se anche non morisse durante l’intervento, la percentuale di riuscita è bassa… Sakura è sempre stata cagionevole di salute» abbassò lo sguardo sulle foto.
«Scusi l’invadenza, ma non sarebbe più facile sia per lei che per Strawberry avere Sakura a casa e darle assistenza li?» Ryan conosceva bene quel tipo di malattia, dopotutto aveva una laurea in ingegneria genetica, ma perché non farle passare a casa quello che le restava da vivere?
«Il problema Ryan è che io da solo non posso permettermi quel tipo di terapie a casa, ecco perché sto lavorando tanto… vorrei poter riportare la madre di mia figli a casa… Lo vorrei tanto…»
Adesso si spiegava il continuo lavorare di Shintaro, rinunciava a del tempo prezioso con la donna che amava per regalare il tempo che le restava con la figlia.
«Capisco… Scusi» Ryan non sapeva bene come comportarsi, di solito era lui a far sentire le persone in quel modo.
«Non preoccuparti Ryan, Sakura è stata felice di averti li con Strawberry, ha detto che le fai tornare il sorriso… quello vero…»
Ryan non ce la faceva più, doveva lasciare quel posto, doveva pensare ad una soluzione, avrebbe fatto di tutto per la sua gattina.
«Adesso la lascio al suo lavoro, mi scusi ancora per averla disturbata» poi si alzò e se ne andò.
Shintaro restò perplesso da quella strana reazione, ma dopotutto aveva capito da tempo che quel ragazzo sarebbe stato importante per la figlia, nonostante fosse geloso della sua bambina, sentiva di poter accettare quel ragazzo, lui avrebbe dato la vita per lei.
 
Al caffè le ragazze chiarirono tutto, aprirono il caffè e tornarono alla loro routine. Strawberry aveva notato l’assenza di Ryan per tutto il giorno, aveva chiesto a Kyle, ma lui ne sapeva quanto lei.
La giornata di lavoro terminò ma del biondo nemmeno l’ombra.
«Noi andiamo» dissero in coro le ragazze.
Kyle le salutò cordialmente, ma si rese conto che Strawberry non era con loro «Strawberry?» chiese alle ragazze prima che lasciassero il caffè.
Fu Pam a rispondere «Dice che vuole aspettare Ryan…» poi se ne andò con il cellulare alla mano.
Kyle sorrise alla modella, poi raggiunse la ragazza nel salone «Strawberry…» chiamò calmo.
«Sono qui Kyle» disse lei.
Si era rannicchiata sul divano nel sotterraneo dove aveva dormito la sera prima.
«Non so a che ora sarà di ritorno Ryan… ti accompagno a casa?» le disse restando fermo nella sua posizione.
Poco dopo si aprì la porta sul retro, Ryan era tornato.
Strawberry e Kyle gli andarono incontro.
«Ehi cosa fai ancora qui?» chiese il biondo vedendosela davanti.
«Io avevo bisogno di ringraziarti per oggi…» abbassò lo sguardo arrossendo, si era ricordato del bacio.
«Tranquilla, dai andiamo ti porto a casa…» poi riprese le chiavi della moto e un secondo casco e uscirono sotto lo sguardo bonario di Kyle.
 
Arrivarono davanti casa della ragazza, dentro c’era la luce accesa, sicuramente Shintaro era a casa.
Ryan si ritrovò a sorridere, avrebbe fatto tutto per quella ragazza…
«Vuoi entrare?» chiese la ragazza scendendo dalla moto e porgendogli il casco.
«Passa un po’ di tempo con tuo padre… io sarei il terzo in comodo…» disse abbozzano un sorriso.
La rossa si spinse verso di lui e gli diede un bacio sulla guancia.
«Grazie» disse poi guardandolo negli occhi.
Lui non disse niente, si limitò a darle un leggero buffetto sul naso, poi ripartì alla volta di casa sua.
 
Strawberry entrò in casa e restò senza parole, davanti a se ritrovò le sue migliori amiche, suo padre e lei, sua madre.
 Era a casa… Sakura era in piedi nel corridoio che la fissava sorridente
«Mamma» disse correndole incontro…





Colpo di scena.... come mai Sakura è a casa... spero che questo capitolo vi sia piaciuto

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Capitolo 5
*** Ti voglio bene ***


Strawberry era rimasta impalata davanti alla porta «Mamma…» poi le corse incontro abbracciandola forte.
«Piccola mia» Sakura le carezzava dolcemente i capelli.
Mina e le altre ragazze restarono ferme ad osservare quel momento, Pam prese la macchina fotografica della ragazza e scattò una foto di loro due come a voler congelare quell’istante per sempre.
«Quando sei tornata? Perché non sono stata informata?» chiese lei scostandosi appena dalla donna per guardarla negli occhi.
«Bhè le tue amiche mi sono venute a prendere insieme ad un bel giovanotto, il tutore di Ryan…» Sakura sorrise felice alle ragazze dietro di lei.
«Siete andate all’ospedale con Kyle… Quando?» chiese sconcertata
Pam sorrise divertita «Mentre aspettavi Ryan… poco dopo che sei andata via con lui Kyle ci ha raggiunto ed eccoci qua»
Strawberry era piacevolmente sorpresa, Kyle e Ryan insieme alle ragazze le avevano riportato a casa sua madre.
La rossa fissò il padre che sorridendo scosse la testa «Tesoro io sono rincasato poco prima di te… sono una simpatica vittima anche io» poi scoppiò a ridere facendo passare il braccio attorno alle esili spalle della moglie.
Mina e Lory poterono scorgere tanto amore in quello sguardo e iniziarono a capire un po’ la loro amica. Nemmeno loro potevano pensare di dover dire addio a tutto quello.
«Per quanto tempo resterai qui mamma?» chiese lei sperando di non doverla più vedere in un letto d’ospedale.
Sakura sorrise «Non devo più tornare all’ospedale, posso fare le terapie a casa…»
Shintaro restò interdetto… possibile che…
«Mamma è bello riaverti qui» poi la strinse di nuovo.
Sakura le sorrise, poi si volse a guardare il marito, poi ricominciò a parlare «Bene bene, siamo molte donne, che ne dite di un pigiama party… Amore mio… stasera prenditela per te… vai a guardare la partita… insomma fa quello che fai di solito…» poi Sakura gli diede affettuosamente un bacio sulla guancia mettendolo alla porta «Approfitto di tante belle ragazze per farmi rimettere un po’ in sesto » scoppiarono a ridere e Mina disse sorridendo «Signora Momoya non abbiamo allora molto da lavorare su di lei, ma su Strawberry si» scoppiarono tutti a ridere.
Shintaro sospirò «Ho capito ragazze, mi tolgo dai piedi… ma domani rivoglio mia moglie… » scoppiò a ridere, poi prese la giacca e le lasciò sole.
 
Shintaro sapeva bene dove sarebbe andato quella sera, doveva vederci chiaro…
 
«Allora ragazze da dove cominciamo?» disse Sakura richiudendo il portone d’ingresso.
Fu Pam a prendere in mano la situazione «Iniziamo a mettere il pigiama… poi Strawberry e Mina preparate i pop corn, mentre noi sistemiamo il salotto… Il mio autista ha lasciato quella borsa… dentro c’è tutto ciò che ci serve…»
Si misero i pigiami e iniziarono a farsi le maschere di bellezza, a mettersi lo smalto, a mangiare dolcetti e a fare quello che Sakura più adorava… spettegolare insieme alla figlia.
Solo che Strawberry fu il bersaglio della madre per quanto riguarda i pettegolezzi «Allora Berry… Sputa il rospo… Ryan…» disse la donna con una maschera di colore verde sul volto e i capelli tirati indietro da delle mollette colorate.
«Già Strawberry… è da un po’ che non assistiamo a una lite tra voi due… Sputa il rospo…» la piccola del gruppo si mise a dare mano forte alla donna.
Strawberry si sentiva le guance andare in fiamme, ma per fortuna loro non potevano vedere grazie alla maschera di bellezza che aveva sul volto.
«Non c’è niente da dire su me e Ryan…» disse lei muovendo le mani freneticamente davanti a lei, ma nessuno pareva crederle.
«E no…» disse Mina avvicinandosi minacciosa all’amica «Io ho letteralmente smascherato Shirogane e non so ancora quanto tempo mi resti da vivere… possibile che voi due non abbiate parlato… Morirò per niente» disse lei con finto tono melodrammatico incrociando le braccia al petto.
Strawberry si voleva nascondere, Lory si divertiva a fotografare quella serata assurda… ma restò anche lei come le altre in attesa di una risposta di Strawberry.
La ragazza mandò giù il nodo che le si era formato in gola e poi disse «Non abbiamo parlato molto… Dobbiamo ancora chiarirci…» disse giocando nervosamente con una ciocca di capelli che era sfuggita dal mollettone che usava per tenerli raccolti.
Sakura prese la parola «Da quello che ho visto di Ryan, lui morirebbe per te… devi solo capire tu bambina mia cosa provi…» aveva capito che la sua ormai non più bambina le stava nascondendo qualcosa, ma non voleva fare pressioni, aveva avuto troppe cose per la testa e doveva vivere i suoi sentimenti come ogni ragazza della sua età.
Si rendeva conto che ormai Strawberry stava diventando una donna e lei era consapevole di non poterla vedere crescere ancora… Doveva fare tesoro di ogni istante con sua figlia, avrebbe dovuto guidarla, almeno per il tempo che le restava…
 
Shintaro si ritrovò nuovamente davanti al caffè, prese un respiro profondo e bussò nuovamente.
Con sua grande sorpresa ad aprirgli era stato il tutore del ragazzo.
«Buona sera signor Momoya… tutto bene?» chiese sorridendo bonariamente.
«Si grazie… Posso vedere Ryan?» Shintaro non sapeva bene come comportarsi, era grato a Ryan, ma non riusciva a capire il perché, dopotutto era il datore di lavoro di sua figlia.
Ryan stava tornando dal ex laboratorio e restò sorpreso di trovarsi davanti Shintaro Momoya. Lui doveva essere a casa con sua moglie e sua figlia.
«Cosa fa qui?» chiese sorpreso il biondo.
Shintaro sorrise «A casa nostra c’è un pigiama party per il ritorno di Sakura a casa… ho pensato di lasciare sole le ragazze…» poi lo guardò negli occhi.
Non c’era stupore negli occhi del biondo.
«Deduco tu fossi a conoscenza del ritorno a casa di Sakura…» incrociò le braccia al petto.
Ryan abbassò lo sguardo poi si limitò a dire «Vuole un caffè?»
Il padre di Strawberry lo seguì in cucina, accompagnato da Kyle. Si misero a sedere attorno al bancone dove Kyle solitamente lavorava, mentre il pasticciere iniziò a preparare il caffè, poi tirò fuori dal frigo qualche dolcetto.
«Cosa vuole sapere?» chiese il biondo sapendo di essere stato smascherato.
«Sei stato tu?» chiese solo, non era arrabbiato, voleva solo sapere come stavano le cose.
«Fa qualche differenza?» chiese Ryan.
«Per me si… Perché?» chiese Shintaro sostenendo lo sguardo del ragazzo.
Kyle era tranquillo, ascoltava la conversazione dei due. Il caffè fu pronto e lo servì ad entrambi.
Lo ringraziarono con un gesto del capo, poi tornarono a studiarsi.
Ryan era stanco di mentire o di nascondersi, decise di dire la pura e genuina verità «Volevo vedere Strawberry ridere di nuovo» si concentrò a guardare il contenuto della sua tazza.
«Perché?» disse solo l’uomo girando il cucchiaino nella tazza.
«Sono innamorato di Strawberry… Credo sia normale… volere vedere la donna che si ama felice…» quella confessione a Ryan era costata tanto, ma ormai la diretta interessata era a conoscenza dei suoi sentimenti e poi era stanco.
«Capisco… Grazie» disse poi l’uomo porgendogli la mano «Ti ridarò ogni singolo centesimo che spenderai Ryan… grazie per quello che hai fatto»
Il ragazzo gli strinse la mano «Non voglio niente… lo sto facendo per lei… per Strawberry… non si preoccupi e si goda il tempo che ha con la sua famiglia»
 
Shintaro si congedò e tornò a casa, entrò dal retro così non avrebbe disturbato il loro pigiama party… Sentire le risate di Sakura per casa gli riempiva il cuore di gioia… ma era come un bacio prima di morire…
Più lui combatteva e più la perdeva, forse il ragazzo aveva ragione e doveva abbandonarsi e vivere quello che gli restava.
Ma come poteva farlo… Lui e Sakura si conoscevano da ragazzi, a ripensarci, si erano conosciuti quando Sakura aveva l’età di Strawberry… e non aveva mai smesso di amarla.
Scosse il capo… no lui doveva combattere l’angelo che voleva portare via il suo unico amore…
Iniziò a ridere silenziosamente… faceva dei pensieri assurdi, ma dopotutto nessuno può accettare senza remore la scomparsa della persona amata.
 
Le ragazze si erano addormentate in salotto. Strawberry era l’unica che non era ancora riuscita a prendere sonno… ad affollare la sua mente c’erano due occhi azzurri che non le davano pace.
Ripensava alla notte prima…  al bacio che gli aveva dato… leggero come un battito di ali…
Si alzò da uno dei materassi che avevano sistemato in salotto e si preparò una tisana. Si mise seduta sulle scale che davano sul giardino a pensare.
Sakura aveva sentito una porta socchiudersi e si era alzata anche lei, aveva notato la mancanza della figlia.
Uscì e le si sedette accanto «Cosa ti turba bambina?» chiese la donna sorridendole.
Strawberry sobbalzò, non si aspettava nessuno sveglio.
«Mamma,  tutto bene, avevo solo voglia di una tisana…» provò a nascondere lei.
«Con questo caldo?!» chiese la donna fingendosi contrariata, poi rise di gusto.
«Lo so che sei preoccupata per qualcosa… e credo di aver capito anche il problema… due grandi e bellissimi occhi azzurri» disse la donna appoggiandosi alla ringhiera che aveva alle spalle.
La rossa si voltò a fissarla con la bocca spalancata, arrossì fino alla punta delle orecchie.
«non c’è niente di male Strawberry» Sakura le sorrise dolcemente
«E’ complicato… vedi, lui mi ha dichiarato i suoi sentimenti, ma io non so se quello che provo per lui sia amore… gli voglio molto bene…»
La donna ascoltava la figlia e sorrise tra se, lei era già pazza di lui ma ancora non lo sapeva… lo avrebbe capito… presto lo avrebbe capito.
«Mamma… io l’ho baciato… un bacio leggero, appena accennato, ma comunque bellissimo… come hai capito tu di amare papà?» chiese guardandola con i suoi grandi occhi colo cioccolato.
Sakura scoppio a ridere « io e tuo padre non facevamo che litigare… poi mi sono accorta di amarlo e a muso duro ho confessato tutto…»
«Davvero? Io credevo che…» Sakura le mise un dito sulle labbra.
«Il punto è che a volte bisogna smettere di pensare, perché la soluzione è davanti ai nostri occhi bambina mia… non ‘è sempre bisogno di parole… a volte basta un gesto…» poi abbracciò la sua bambina.
«Smetti di crucciarti e vivi il momento… ma su adesso rientriamo, altrimenti ci addormentiamo in giardino»
 
Si addormentò stretta alle braccia di sua madre, avrebbe dovuto parlare con Ryan… ma adesso non aveva più paura.
 
Il mattino seguente con sorpresa di tutti fu la prima a svegliarsi, preparò la colazione per tutti, Sakura e le altre si svegliarono perché sentirono un profumino provenire dalla cucina.
«Oddio è la fine del mondo» esclamò la madre sorridendo insieme a Mina.
Strawberry gonfiò le guance come un criceto, suscitando l’ilarità dei presenti.
Poco dopo scese dal piano di sopra Shintaro ancora in pigiama ed assonnato «Cosa succede qui sotto?» disse stropicciandosi gli occhi per scacciare via il sonno che ancora gli restava attaccato addosso.
«Nostra figlia è sveglia e cucina… Cucina cibo vero…» Sakura si portò le mani al viso fingendo di asciugare una lacrima.
«Molto divertente, per punizione a voi niente colazione» poi gli fece una linguaccia e tutti scoppiarono a ridere.
Consumarono il pasto continuando a giocare e scherzare tra loro, Shintaro era sereno, vedere sua moglie e sua figlia giocare a quel modo lo faceva sentire vivo.
Non voleva andare a lavoro quel giorno… così decise che si sarebbe preso un giorno di ferie… voleva godere anche lui della presenza della donna.
«Papà non vai in ufficio oggi?» chiese la ragazza osservando il padre mangiare con calma e ridendo del loro modo buffo di giocare.
«Oggi no… vorrei poter stare anche io un po’ con tua madre, ieri mi avete cacciato in malo modo…» finse di essere offeso.
Strawberry si mise a sedere sulle ginocchia del padre «Hai ragione ti ho monopolizzato la mamma… allora resti tu con lei oggi, io devo fare una commissione…» poi gli schioccò un bacio sulla guancia.
Le ragazze erano felici di vedere la loro amica felice, ma sapevano anche che quella era la calma prima della tempesta…
 
Le ragazze si prepararono per tornare ognuna a casa loro, Strawberry salì in camera sua per prepararsi anche lei ed uscire… doveva farlo adesso, altrimenti avrebbe perso il coraggio.
Quel giorno c’era davvero caldo e così dopo una doccia veloce indossò un abitino bianco con un paio di sandali e salutando i genitori con un bacio affettuoso corse fuori.
Aveva corso per tutto il tempo, fino a quando si ritrovò davanti alla costruzione familiare del caffè.
Aprì la porta sul retro, Kyle molto probabilmente era sveglio. Entrò chiamandolo «Kyle…sei in cucina?» la rossa si fermò sull’ingresso «Principessa sono qui giù…» vide la mano del moro sventolare, poi lo vide a figura intera. Aveva appena infornato una torta.
«Come è andata la serata?» chiese il cuoco mescolando della crema pasticcera che aveva sul fuoco.
«Benissimo, grazie davvero… è bello riavere mia madre a casa… anche se non so come sia potuto succedere, mio padre diceva che era impossibile, ma a quanto pare si era sbagliato»
Kyle le sorrise teneramente, poi si limitò a dire «Bhè Ryan è pieno di sorprese… è di sopra… ha organizzato tutto lui, noi ci siamo limitati a seguire i suoi ordini… Ma adesso lui…» non riuscì a terminare la frase… 
Strawberry corse al piano di sopra.
Giunse davanti alla porta della camera del ragazzo ed entrò senza bussare.
La stanza era avvolta dall’oscurità… Ryan stava ancora dormendo…  Questa era un’altra stranezza della giornata, lei si era alzata all’alba e lui dormiva ancora della grossa.
Per la rossa quella era una novità, di solito si alzava sempre prestissimo, ma forse anche lui era stanco.
Lo osservò dormire, sembrava davvero indifeso, si sedette accanto a lui e gli carezzò i capelli biondi.
 
 
Ryan sentì una mano accarezzagli la testa, aprì piano gli occhi e se la trovò davanti. Strawberry era li accanto a lui che sorrideva «Buon giorno Ryan…» poi si chinò su di lui e lo baciò…
Il ragazzo spalancò gli occhi, era sorpreso, questa volta il bacio non era appena percettibile… era più intenso, profondo… era vero…
La rossa si staccò guardandolo imbarazzata «Grazie… per tutto quello che stai facendo per me…»
Ryan non sapeva cosa dire, si limitò ad arrossire e distogliere gli occhi dai suoi.
«La mamma è a casa, ma credo tu lo sappia già… Avevi ragione, non è scappando che si evitano i problemi…»
«Te l’ho detto un sacco di volte… io sono qui per te…» Ryan si alzò dal letto e andò alla finestra, tirò la tenda permettendo alla luce di entrare.
Per un attimo restò abbagliato socchiudendoli, quando poi i suoi occhi si abituarono li riaprì e Strawberry era ancora ferma in piedi davanti a lui.
«Cosa c’è Strawberry?» disse guardandola.
La ragazza sorrise «Ti voglio bene»





Oggi capitolo doppio... ma visto che mi hanno dato la noitizia dal begozio che oggi ero a casa di risposo ho pensato di approfittarne e dimentico del moroso in ferie e del coinquilino eccomi attaccata al pc a scrivere... spero di aver corretto tutti gli errori ringrazio tantissimo Ryanforever che mi evidenzia gli sbagli... i tuoi consigli sono davveropreziosi, spero xche questo capitolo ti piaccia un bacione a tutti

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