Candele e wrong and.

di Anown
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Qualcuno ha guardato indietro al posto tuo ***
Capitolo 2: *** a spasso con qualcuno più squilibrato di te... ***
Capitolo 3: *** Signor Taguchi, si comporti da adulto... ***
Capitolo 4: *** Amico? ***
Capitolo 5: *** Benvenuto in famiglia! ***
Capitolo 6: *** Nel frattempo Mitsuki e Fukuroi... ***
Capitolo 7: *** Cena improbabile... ***
Capitolo 8: *** Rotola... rotola... ***
Capitolo 9: *** Due teste sono meglio di una? ***
Capitolo 10: *** La fine di Kizami? ***
Capitolo 11: *** Sotto il velo sta la sposa. ***
Capitolo 12: *** Routine... è un finale felice? ***



Capitolo 1
*** Qualcuno ha guardato indietro al posto tuo ***


Qualcuno ha guardato indietro al posto tuo…

 

Aveva intenzione di ritrovare la sua amichetta, cancellare le foto compromettenti dal suo cellulare e uscire di qui, ma probabilmente morirà a breve di fame, di sete, o di tutte e due. È già svenuto, chissà se manca ancora molto perché smetta completamente di respirare... Certo che però è davvero un peccato, la prima volta si è suicidato dopo la chiamata della fidanzatina che diceva di non voler essere guardata, ora invece che quella vuole essere guardata, muore di fame e sete perché deve rimanere a guardarla invece di pensare a uscire di qui. Insomma vorrei che morisse in modo più violento, non per mano propria e magari a causa mia, non della ragazzina con la vocetta stridula.

Sachiko si avvicinò al ragazzo e gli sollevò la testa prendendolo per i capelli.

-Vorrei divertirmi ancora un po’, ti va di giocare Shige-nii?- gli mosse la testa come se stesse rispondendo di sì e resettò il tempo per andare al punto che le interessava.

Il ragazzo si trovava davanti le scale con la candela come previsto, lei gli si avvicinò alle spalle e gli toccò la schiena facendolo girare di scatto prima che potesse leggere il messaggio sulla candela.

-Ormai ti sei voltato per guardare indietro.- canticchiò lo spettro ridendo, il ragazzo cercando di ignorarla andò verso la candela e vide che effettivamente il messaggio diceva di non guardare indietro.

-Mi hai fatto voltare a posta, ora cosa mi dovrebbe succedere?- chiese infastidito Morishige.

-Se avessi potuto scegliere cosa fare, cosa avresti deciso fra queste tre cose: avresti preferito che qualcuno si voltasse al posto tuo, avresti fatto una foto dietro di te oppure avresti guardato tu stesso per cercare di scorgere qualcosa nell’oscurità?- il ragazzo la fissò confuso poi si voltò e cercò di andare avanti.

-Ehi, Shige nii! Vorresti rifiutare così il mio aiuto?- disse beffardo lo spettro, sentendosi chiamare in quel Morishige si voltò.

-Perché mi hai chiamato in quel modo!? Sai dove si trova Mayu?- chiese quasi supplicando.

-Diciamo che scegliere la risposta giusta potrebbe aiutarti a trovare quello che cerchi.- disse la ragazza con un ghigno sinistro e compiaciuto stampato sul volto.

-E se sbagliassi risposta? Cosa mi accadrebbe?- chiese il ragazzo dubbioso, Sachiko a quel punto gli sorrise gentilmente.

-Semplicemente morirai.- rispose mantenendo quel sorriso gentile che avrebbe fatto sperare in una risposta diversa.

-E perché dovrei fidarmi?- chiese inacidito Morishige.

-Semplice, non hai altra scelta, a parte girare a vuoto sperando di trovarla, ovviamente.  Te la immagini quella povera piccolina tutta sola e spaventata in questo luogo tetro e pericoloso che a te invece piace tanto…- Morishige andò verso di lei le tappò la bocca, funzionò nonostante si trattasse di uno spettro.

-Va bene, va bene! Ho capito! Quali erano le scelte?- tolta la mano di Morishige, Sachiko cominciò a ridere come una pazza isterica.

-Facciamo così, se sbagli la prima volta ti darò una seconda possibilità. Voglio divertirmi il più a lungo possibile. Comunque le scelte erano, fai guardare indietro qualcuno al posto tuo, usi il cellulare per scattare una foto dietro di te o ti volti tu per guardare l’oscurità sperando di scorgere qualcosa?- Morishige ci pensò per qualche secondo.

-Non c’è nessuno qui con me, chi dovrebbe guardare al mio posto?- domandò.

-Non devi pensare a questo, è solo un indovinello, non devi fare realmente le cose che ti dico, ma rispondere e basta, ok?- spiegò pazientemente lo spettro.

-Allora penso che farei guardare qualcuno al posto mio...- disse inespressivo mentre un sorrisetto sadico comparse sul volto di Sachiko.

-È esattamente quello che speravo. Tu preferisci cercare quel che ti interessa da solo e lasciare tutti gli altri in disparte però se gli altri ti servono sei disposto a sacrificarli, eh? Buona fortuna allora.- e così la ragazzina in rosso si dissolse lasciando proseguire Morishige.

Un rumore di passi svelti e singhiozzi disperati risuonava per il corridoio, i passi e i singhiozzi di una diciasettenne che era riuscita da poco a seminare il suo aggressore e che non si sentiva ancora al sicuro, ma sarebbe stata costretta dalla stanchezza a  fermarsi.

Non morirò qua dentro, non ne ho alcuna intenzione, devo resistere ed andare avanti.

Non posso credere a quello che ho visto, non posso fidarmi di nessuno, nemmeno dei miei compagni di classe, Fukuroi era l’unico su cui potessi fare affidamento... Perché? Se era sopravvissuto a quella  creatura perché Kizami gli ha dato il colpo di grazia? Perché ha cercato di uccidere anche me? Perché non mi sono mai accorta che c’era qualcosa di strano in lui e perché ho lasciato Fukuroi solo con quello zombie? A scuola cercavo di sembrare una ragazza forte, reagivo anche con le mani a volte per richiamare i ragazzi, invece nel momento in cui serviva davvero qualcuno di forte non sono stata di alcun aiuto. Forse è perché sono una ragazza, se fossi stato un ragazzo avrei avuto la forza per salvarlo e per impedire a Kizami di disarmarmi, invece mi sono sentita così impotente e inutile…

 La ragazza suo malgrado si fermò davanti ad una scala, sopra un gradino c’era una candela con una nota.

“Qualunque cosa tu faccia, non guardare dietro di te.” P-perché? Chi c’è dietro di me?

Si voltò, dietro di lei c’era una figura, la ragazza indietreggiò spaventata.

-Yamamoto?- chiese la figura. Non era la voce di Kizami, ma quella di Morishige però la ragazza non era meno atterrita, in una mano il ragazzo  teneva un tagliacarte. Mitsuki cercò di scappare, ma Morishige le afferrò un braccio -Aspetta.- le disse, Mitsuki gli diede una manata per liberarsi, ma perse l’equilibrio e cadde a terra. 

-Allontanati! Non avvicinarti con quel tagliacarte!- urlò disperata poi si tappò la bocca agitatissima, temeva che quelle urla potessero attirare l’attenzione del suo inseguitore. Morishige prese il tagliacarte dalla parte della lama e glielo porse.

-Se ti spaventa questo puoi tenerlo tu se vuoi, però aiutami a cercare la mia amica. Ti prego, non riesco a trovarla…- era una proposta strana, perlomeno da parte sua. Quando l’aveva incontrato per la prima volta non era particolarmente interessato alla compagnia, ansi alla prima occasione si era separato da lei e Fukuroi. Sembrava disperato, alla fine per quanto fosse inquietante il suo modo di non reagire davanti i cadaveri era pur sempre un ragazzo, forse non ce la faceva più a continuare da solo. Mitsuki accettò il tagliacarte e il ragazzo la aiutò ad alzarsi.

-Ok… allora cercheremo quella ragazza insieme.- gli disse cercando di calmarsi, in fondo essere in due in un luogo simile poteva essere un vantaggio e lei aveva il taglia carte dalla parte del manico per ogni evenienza.

-Tranquilla, se faccio qualcosa di strano puoi sempre usare il tagliacarte.- le disse sorridendo. Era assurdo, non l’aveva mai visto sorride e che senso aveva farlo in quella situazione? La ragazza decise comunque di andare con lui cercando di non abbassare la guardia e non togliendo le mani dal tagliacarte neanche per un istante. -Dov’è Fukuroi?- chiese Morishige.

-P-per colpa mia non è più qui, da nessuna parte…- rispose Mitsuki cercando di asciugare inutilmente le lacrime che continuavano a scendere -Mi ha detto di scappare e io sono scappata mentre lui è morto!-

-Oh… mi dispiace… però penso che in fondo si sia sacrificato volentieri per la persona a cui teneva di più.- disse Morishige.

-Eh?!- esclamò confusa la ragazza.

-La mia amica è molto importante per me, è un po’ come una sorella minore e penso che potrei sacrificarmi volentieri per lei.- cominciò a dire il ragazzo.

-M-ma per Fukuroi non ero come una sorella minore!- Sono io a dare ordini nel consiglio studentesco e mi comporto in modo molto aggressivo a volte, non penso che qualcuno potrebbe mai considerarmi come una sorella minore.

-Beh… se per lui non eri come una sorella minore forse gli piacevi più di quanto pensassi…- in una situazione di pericolo si può dare il peggio o il meglio di sé, se uno si sacrifica per un’altra persona non significa per forza che ne sia innamorato, giusto? Però in effetti Fukuroi è sempre stato molto gentile e disponibile con me… -In effetti non credo che ti si possa considerare come sorella minore, sarebbe più facile considerarti come sorella maggiore, beh… sai io sono figlio unico e non mi dispiacerebbe averne una…- a quel punto per Mitsuki c’era qualcosa di chiaro come il sole. Questa è la peggiore messa in scena che abbia mai visto…

-Tu non sei il ragazzo che ho incontrato prima!- disse Mitsuki puntandogli contro il tagliacarte mentre Morishige la guardava sorpreso -Il ragazzo di prima non mi avrebbe supplicato di accompagnarlo, non era socievole, non mi avrebbe detto spontaneamente cosa rappresentava la sua amica per lui e soprattutto non mi avrebbe detto che sembravo una sorella maggiore e di volerne una. Io e Fukuroi ci siamo dovuti impegnare per farlo parlare tranquillamente e rompere il ghiaccio, chi sei tu in realtà?- dichiarò la ragazza con mano tremante e Morishige le sorrise in modo maligno.

-Brava, a differenza di Morishige l’hai capito velocemente. Ops peccato, non ero ancora arrivata alla parte in cui mi cadevi di sopra…- lei lo guardò perplessa, il ragazzo si stese a terra e la fece cadere sopra di lui -Ecco, così va meglio.- disse il ragazzo e dopo un primo momento di confusione, Mitsuki  cominciò ad agitarsi e cercare di colpirlo con il tagliacarte, ma lui le teneva fermo il braccio.

-Mollami! Mollami!- urlò Mitsuki agitatissima, così il ragazzo prese la forma dello spettro di una bambina vestita di rosso con i capelli lunghi e neri.

-Ti senti più a tuo agio col mio vero corpo?- disse Sachiko sorridendo maliziosamente.

In che modo secondo quella bambina dovrei trovare Mayu? Ah… non mi resta che proseguire e sperare di trovare qualcosa…

-AAAAAHHH!- il ragazzo saltò in aria sentendo quell’urlo.

…Ma io questa voce l’ho già sentita?

-Brutta gerontofila, lesbica e pervertita! Alla tua età dovresti giocare con le bambole non provarci con le diciassettenni!- urlò la stessa voce. M-ma che cosa sto ascoltando?

-Alla mia età? Guarda che in realtà sono qui da moolto prima che tu nascessi e ho sempre l’aspetto di una bambina, è normale che sia frustrata ah ah ah!- rispose un'altra voce. Una ragazza si diresse correndo verso Morishige e ci si scontrò.

-Y-Yamamoto? Dov’è Fukuroi?- domandò il ragazzo riconoscendo Mitsuki.

-No! Non di nuovo! Stavolta non ti seguo nemmeno se mi dai una pistola!- gli urlò contro la ragazza, Morishige tentò di prenderle una mano per evitare che andasse via.

-Calmati, sembri impazzita. Mi vuoi spiegare cosa è successo?- chiese Morishige, ma lei gli graffiò il collo con il taglia carte poi si rese conto di ciò che aveva fatto e indietreggiò spaventata.

-S-scusa, ma non posso fidarmi di qualcuno che si dimostra così calmo nei confronti di un cadavere, hai anche le mani sporche di sangue. Cosa ci hai fatto con quelle mani, eh? Quanti corpi hai setacciato?!- la ragazza si voltò e scappò velocemente. Morishige si portò una mano al collo, fortunatamente sembrava solo una ferita superficiale.

Che diamine?! Ma va all’inferno Yamamoto! Questa scuola è un posto pericoloso, pieno di voragini e scale, correndo in questo modo finirai per cadere e romperti l’osso del collo, ah ah, spero ti succeda proprio questo. Mi piacerebbe molto esserci quando ti accadrà… 

Il ragazzo prese il cellulare in mano e corse dietro a Mitsuki, lei lo notò e cercò di correre più veloce, lui fece lo stesso.

-Smettila di seguirmi!- urlò la ragazza, ma il ragazzo continuò imperterrito.

Aspetta un secondo… Inseguendola potrei morire! Se continuo ad accelerare e perdo l’equilibrio potrei essere io a rompermi l’osso del collo… lo spettro ha detto che facendo la scelta sbagliata sarei potuto morire… e se la scelta sbagliata fosse inseguire Yamamoto? Meglio fermarsi, non posso morire ora e lasciare sola Mayu.

 Morishige si fermò, ma Mitsuki non facendoci caso gli corse incontro e lo stese con un calcio sullo stomaco.

-Come ti salta in mente di inseguirmi?! Io ho un tagliacarte e tu invece cos’hai? Un innocuo cellulare?- disse la ragazza continuando a pestarlo  mentre Morishige si copriva il viso con braccia e mani e stava zitto. -Perché continui a coprirti la faccia? Hai paura che ti rompa gli occhiali? Sei stato tu a volere tutto questo quando hai deciso di seguirmi! Ma io non morirò così facilmente!- Mitsuki scoprì con la forza il viso di Morishige, lui stava piangendo, ma tentò freneticamente di asciugarsi una volta scoperto. -C-che, che cosa sto facendo? Sto davvero picchiando un ragazzo disarmato…?- disse Mitsuki, venne da piangere anche a lei, abbracciò Morishige, ma continuò a puntargli contro il tagliacarte, così per sicurezza… -S-scusa, anche se sto continuando a minacciarti, non volevo farti veramente farti del male! F-forse ho esagerato!- singhiozzando il ragazzo ricambiò l’abbraccio poi si staccarono e cercarono di ricomporsi. Morishige non avrebbe mai voluto farsi vedere in quel modo, da piccolo gli era capitato di essere colpito e di mettersi a piangere e già si vergognava al tempo, ma aveva sedici anni ormai, non doveva più farsi pestare e piangere, soprattutto da una ragazza. Era arrossato in viso e come se non fosse abbastanza imbarazzante era anche dolorante in tutto il resto del corpo, in particolare l’addome e le braccia che la ragazza lo aveva ripetutamente colpito. Mitsuki cercò di asciugargli le lacrime, ma lui la respinse bruscamente e si asciugò da solo.

-Ora che hai finito di percuotermi ti comporti come la studentessa matura che fa parte del consiglio studentesco!?- le chiese lui infastidito.

-S-scusa, credo sia colpa di questo posto, normalmente non mi comporterei mai così. Insomma a volte mi è capitato di mollare qualche sberla, soprattutto quando ero più piccola... ma non avevo mai ridotto qualcuno in questo modo.- Io scatto foto ai cadaveri solo per mantenere la sanità mentale in questo posto, ma lei picchia le persone anche fuori di qui a quanto pare…  -Perché ho tirato fuori questa forza solo ora invece di farlo prima?! Ero io che a scuola faceva la parte di quella sicura e indistruttibile… Forse sono brava a prendermela solo con le persone deboli mentre nel momento del bisogno, quando dovrei veramente aiutare qualcuno i-io scappo!- Persone deboli…?

-Sei scappata lasciando che Fukuroi venisse ucciso da qualcuno?- domandò Morishige e tremando Mitsuki annuì -Mi dispiace, lui si era comportato in modo molto gentile con me... comunque se Fukuroi è stato aggredito e ucciso non credo che avresti potuto fare molto per salvarlo, non devi sentirti in colpa…- disse Morishige sinceramente dispiaciuto, ma anche spaventato. Se qualcuno aveva veramente ucciso Fukuroi chi gli avrebbe impedito di fare lo stesso con Mayu?

-Forse mi ha fatto scappare perchè era innamorato di me… è davvero meschino sfruttare il debole che una persona ha per te per salvarsi la pelle, eh?- disse Mitsuki con lo sguardo perso nel vuoto.

-Forse era innamorato di te? E come fai a dirlo? Mi sembra che tu stia solo cercando scuse per incolparti.- è davvero la tua coscienza che ti spinge a darti la colpa e sfogarti con me di questo o vuoi solamente che io riesca a convincerti che non è colpa tua? Ah ah, quanto possono essere ipocrite le persone… io stesso apparentemente cerco di essere gentile mentre in realtà penso queste cose e prima volevo addirittura che tu facessi una brutta fine…

-Mi ha messo questo dubbio lo spettro di una bambina che aveva preso le tue sembianze e ci ha provato con me prima.- disse Mitsuki mentre Morishige si era distratto un secondo.

-Cosa?!- esclamò perplesso.

-Mi ha messo il dubbio che Fukuroi si fosse innamorato di me una bambina che…- cominciò a dire Mitsuki per poi essere interrotta.

-Non è questo il punto. Anche se lui si fosse innamorato di te e se ti avesse detto di scappare per questo, ormai è morto e tu sei viva, penso che dovresti fare tutto il necessario per restalo in caso contrario lui ti avrebbe lasciato scappare inutilmente...- la ragazza sembrò rasserenarsi un po’.

-Vorresti che lei continuasse a vivere serenamente se una cosa simile accadesse a te e alla tua fidanzata?- chiese Mitsuki al ragazzo che arrossì.

-F-fidanzata?! Ti riferisci a Suzumoto? Lei non è la mia fidanzata… è più come una specie di sorellina… comunque credo di sì.- Voglio trovare Mayu e sono molto preoccupato per lei, ma nei fatti non so cosa sarei disposto a fare se si trovasse in pericolo. Sarei davvero d’aiuto? Non sono né un tipo impavido né particolarmente di buon cuore in fondo…

Mitsuki cominciò ad osservarlo dubbiosa, anche la ragazzina in rosso le aveva detto che Suzumoto era per lui come una sorella minore, come faceva a saperlo? E se Morishige fosse ancora il fantasma in rosso? No, non poteva essere, quando aveva rincontrato il ragazzo aveva chiaramente visto lo spettro alle sue spalle, ma… le regole della logica non valgono mica col soprannaturale e comunque il ragazzo poteva essere un complice. Ah! Mi scoppia la testa cercando di pensare in questo posto, lasciamo perdere! Andrà come deve andare. Pensò continuando a stringere quel tagliacarte insicura della situazione. Comunque Mitsuki era un po’ incuriosita da questo pensare a Suzumoto come ad una sorellina, forse avevano qualcosa in comune ed anche a lui piaceva preoccuparsi per gli altri ed attegiarsi in modo maturo con loro…

-In che senso per te è come una sorellina? La aiuti spesso? Lei si comporta in modo infantile e tu devi farci attenzione? Fa delle cose stupide e la devi correggere o cose così?- Morishige la guardò un po’ irritato.

-Hey, n-non… ehm… non sono proprio affari tuoi!- poi si zittì e si girò dall’altro lato.

-Sono sola ormai e fin quando non troverai Suzumoto lo sarai anche tu. Parlare un po’ potrebbe essere un buon modo per rimanere sani di mente…- sospirò malinconica Mitsuki. Parlare? Io ho altri metodi per mantenere la calma, ma non credo che ti piacerebbero… pensò il ragazzo guardando il cellulare però si avvicinò a Mitsuki.

-Ecco… lei è molto ingenua, troppo gentile e si spaventa facilmente quindi non me la sento di lasciarla da sola e comunque anche se cercassi di ignorarla mi verrebbe dietro…- Ma così la faccio sembrare un peso…   -Ma lei non è un peso per me! Io di solito non mi sento a mio agio con gli altri compagni di classe, ma mi piace stare con lei. Mi fa sentire allegro… Non nel senso che è stupida ed è divertente quello che dice... e nemmeno nel senso che mi fa sentire intelligente perché dice cose stupide, lei non è stupida! È solamente serena indipendentemente da quello che le accade e fa sentire molto sereno anche me.- A me sembra che gli piaccia… o è un caso di complesso della sorella mancato? No, vabbè… sarà la prima alternativa. Perché devo pensare male per forza…

-In fondo è una ragazza piccola di statura, ma che illumina la stanza con la sua personalità.- disse la ragazza riferendosi al modo in cui lui aveva descritto Suzumoto quando si erano scontrati… incontrati la prima volta... -A proposito… che modo di descrivere una persona sarebbe questo? Se tu non avessi avuto la sua foto da mostrarmi, come avrei dovuto sapere come era fatta e in caso riconoscerla se l’avevo già vista?- Morishige sembrava un po’ offeso inizialmente. Bene, a quanto pare si è ripresa… In realtà però ha ragione, la descrizione non va bene. Lei in questo momento non può essere sorridente come al solito. Dove può essersi cacciata? L’ho praticamente cercata da per tutto! Si sarà nascosta sotto qualche banco terrorizzata? Starà continuando a spostarsi? Mayu, ti prego resta ferma in un posto in cui ti senti più al sicuro e aspettami, non possiamo continuare in questo modo, di questo passo non ti troverò mai… ah, ah… che sto facendo? Cerco di mandarle un messaggio telepatico? Sto perdendo completamente la testa… Poi il ragazzo notò una cosa rosa che gli era passata più volte davanti al volto. Mitsuki gli gesticolava davanti agli occhi con la mano, come se stesse cercando di svegliarlo da una specie di trans.

-Va tutto bene, mi sono solo distratto.- rispose allontanando la mano della ragazza. -Di cosa stavamo parlando?- chiese.   

-Uhm… del fatto che non sai fare gli identikit  e del perché ti piace Suzumoto. Comunque non credo che potrei mai sentirmi serena con una persona ingenua, troppo gentile e che si spaventa facilmente, potrebbe anche farmi sentire in ansia però... nonostante questo mi sono sempre interessata volentieri ai problemi dei miei compagni più fifoni o ingenui. Chissà come staranno tutti? …Forse li dovrei cercare?- Perché guardi me, cosa vuoi che ti dica? Se è vero che ti interessi volentieri ai problemi degli altri perché non li vai a cercare? Cos’è accaduto quando tu e Fukuroi avete inseguito la tua amica? Lei sembrava impazzita quando l’avete trovata, ha forse fatto qualcosa che ti fa avere paura delle condizioni in cui potresti trovare gli altri? Potrebbe avere a che fare con la morte di Fukuroi, ma non sono sicuro che una ragazzina terrorizzata sia capace di uccidere un ragazzo a mani nude… Ah, forse dovrei chiedere queste cose direttamente a Yamamoto, ma temo che possa impazzire di nuovo, vorrei evitare sinceramente… -Forse loro potrebbero cavarsela anche senza di me e potremmo trovare un modo per scappare di qui separatamente, ma… c-ci sarà veramente un modo per scappare di qui?!- Singhiozza, in questo posto le persone sono molto più fragili, se continua così potrebbe…

 -Calmati, non siamo finiti qui accidentalmente in seguito ad un rito andato male. A parte alcuni membri della mia classe e altri della tua ho incontrato due ragazzine di una scuola media. Quante probabilità ci sono che tre gruppi di persone compiano un rituale e tutte e tre falliscano? Credo che chiunque abbia messo questo rito su internet l’abbia provato e sia riuscito a tornare, non si posso prevedere gli effetti di un rito sul piano teorico, non si tratta di scienza quindi non ci sono calcoli che si possano fare per capire che parole dire e in che quantità e anche se chi ha messo il rito non l’ha provato direttamente, ma ne ha solo sentito parlare. Deve averlo provato comunque qualcuno che è riuscito a tornare, altrimenti chi avrebbe sparso la voce? Ci deve essere qualcosa da fare per tornare indietro, forse c’è un punto della scuola da cui è possibile tornare nel mondo esterno o forse qualcosa da poter fare con i pezzi di carta. La mia capo classe che è venuta qui è ossessionata dall’occulto, potrebbe avere qualche idea su come risolvere la situazione.- Non sembra essersi  calmata, forse impazzirà di nuovo…

 -E se servissero tutti i pezzi di carta per tornare a casa? Cosa dovrei fare? Tornare indietro e cercare i frammenti di Fukuroi e Emi?! Immagino che frugherai tu sui loro cadaveri!-  disse la ragazza con tono minaccioso.

-Prima di preoccuparsi dei frammenti dobbiamo essere certi che siano questi a poterci far tornare a casa, inoltre non sappiamo se servono tutti, potrebbero bastarne anche due. È inutile preoccuparsi prima del tempo e comunque in caso ok, sarò io a controllare i loro cadaveri, basta che la smetti di urlare e ti calmi, va bene?- Comunque avevo ragione, è successo qualcosa alla sua amica.

-H-hai ragione, mi dispiace, non volevo insultarti, sul serio è che…- Riesce a riflettere normalmente nonostante la situazione… è veramente incredibile, forse mi inquieta tanto solo a causa delle cose che sono successe, se ci fossimo incontrati a scuola mi avrebbe colpito in modo molto positivo. Forse farei meglio a fidarmi e a spiegargli anche il motivo per cui l’ho aggredito…

-Ehm… perché mi stai sorridendo?- domandò Morishige sentendosi a disagio.

-Nessun motivo in particolare, tranquillo. Comunque scusa se ti ho graffiato col tagliacarte prima, ma non volevo fidarmi di nessuno perché Fukuroi è stato ucciso da un mio compagno di classe di cui mi fidavo molto, lui ha cercato di uccidere anche me e mi ha inseguita per un po’. Sai, tu sei un ragazzo molto sospetto con la tua tendenza a stare da solo e la tua calma nei confronti dei cadaveri, però in fondo non sei pericoloso e puoi essere anche simpatico. Però prima quando mi hai inseguita eri davvero molto strano… ma volevi solamente capire cosa avevo, vero?- Morishige annuì evitando il suo sguardo. Nonostante scatti foto ai cadaveri non significa che io sia una persona pericolosa, dopo tutto mi sono sentito triste scoprendo che un ragazzo che si era comportato in modo gentile con me è morto e inizialmente quando ho visto Yamamoto da sola mi sono preoccupato sul serio... Significa che sono un normale essere umano, no? Una volta tornato a casa con Mayu dovrei potermi comportarmi normalmente...

 -Non ti eri mai accorta che quel tipo fosse capace di uccidere? Forse si è comportato così semplicemente influenzato da questo posto, per esempio prima anche tu stavi cercando di uccidermi…- chiese Morishige, Mitsuki si sentì raggelare solo ripensando a Kizami e a tutto quello che le era accaduto.

-No, lui non è impazzito, era perfettamente lucido! Lui è veramente un sadico senza scrupoli! Si fingeva gentile e ci riusciva anche molto bene, ha ingannato tutti quanti!- disse con un tono estremamente acido. Questo fece tornare in mente al ragazzo il piccolo e ingenuo Mochida, lo aveva visto col telefono davanti a un cadavere, probabilmente lo aveva anche sentito scattare la foto, ma non sembrava comunque sospettare di nulla. Non serve essere maestri della finzione per ingannare certi individui… Comunque, un altro assassino oltre allo zombie di cui parlava Mitsuki, e Mayu tutta sola chissà dove. Non va bene, non va per niente bene!

-Ehi, stai bene?- chiese Mitsuki  toccandogli la spalla, Morishige la allontanò.

-Yamamoto, io ora dovrei andare a cercare Mayu, scusami.- disse Morishige.

-No, scusami tu. Devi essere molto preoccupato…- però la ragazza era spaventata all’idea di rimanere nuovamente da sola armata di un misero tagliacarte ed era anche preoccupata per Morishige, se non era riuscito a difendersi da lei, quanto sarebbe potuto durare con Kizami e una specie di zombie? -A-aspetta! - disse la ragazza afferrandolo per la manica. -Ti aiuterò a cercarla, anche se ti piace fare le cose per conto tuo, in due avremo molte più possibilità.- Vuoi accompagnarmi solo per recitare la parte che avevi a scuola, la ragazza forte e sicura, vero? Solo perché sei un membro del consiglio studentesco credi di poterti comportare atteggiare a persona matura nei miei confronti… Ti sentirai più sicura credendo di doverti occupare di me? In ogni caso se ti senti meglio comportandoti  in questo modo credo che te lo lascerò fare… In fondo era abbastanza contento che Mitsuki si fosse ripresa.

-Va bene, andiamo…- disse Morishige ma si sentirono dei passi e la ragazza sbiancò.

-Pensavi di avermi seminato Mitsuki? Sei in compagnia vedo, non ci presenti?- dalla reazione di Mitsuki Morishige capì abbastanza in fretta chi fosse quel ragazzo.

-Corri!- urlò Mitsuki tirandolo per il braccio e Kizami cominciò a inseguirli.

Cosa dovrei fare? Quel ragazzo vuole Yamamoto non me! Forse se la spingessi verso di lui… No, non posso! Non sono un assassino e Mayu non mi perdonerebbe mai qualcosa di simile, non potrei più guardarla negli occhi se lo facessi… E poi Yamamoto è una specie… un’amica? Mi ha picchiato e tagliato il collo, ma è comunque una specie di amica… credo…

Arrivarono in un corridoio più largo con due uscite sui lati opposti, Kizami inciampò così i due riuscirono ad allontanarsi un po’.

-Va da quella parte, io andrò dall’altra. Tranquillo, Kizami inseguirà sicuramente me!- disse la ragazza per poi dirigersi dalla parte opposta rispetto a Morishige, non voleva sentirsi in colpa per la morte di qualcuno stavolta. La ragazza arrivò in un vicolo ceco.

Calma, questo è il momento di dimostrare la tua  forza, Mitsuki. Appena sarà qui io lo colpirò al collo col tagliacarte poi andrò a cercare Morishige, troveremo Tohko, Suzumoto, gli altri e usciremo di qui…

P-perché non arriva? Io non sento rumore di passi… Oh no! L-lui non ha inseguito me, ha inseguito… No! Non di nuovo, ti prego!

Dopo diversi minuti Kizami arrivò, si diresse verso Mitsuki e le mostrò un cellulare che non era il suo, Mitsuki inizialmente non capì poi vide che conteneva molte foto di cadaveri mutilati e scorrendo la galleria trovò anche quello di Morishige…

-Aveva collezionato molte foto di cadaveri, ma alla fine nella galleria ci è finito anche lui, divertente, non pensi?- disse divertito Kizami. Mitsuki si scagliò contro di lui e lo colpì all’occhio col tagliacarte, non lo bucò, ma rimase incastrato nell’orbita, il ragazzo le diete una manata sul petto per togliersela di dosso, faceva male, ma lei non si mosse e fece leva con la sua arma impropria fino a togliere il bulbo. Kizami indietreggiò dolorante e lei gli tagliò la gola con tutta la forza che aveva.

-Ah ah.- rise lei quando il ragazzo cadde a terra morto -Avevo ragione! Non posso fidarmi di nessuno! Morite tutti quanti, ma io andrò avanti da sola e vivrò!- ma improvvisamente la ragazza cominciò a sputare sangue. -N-no…- si toccò il petto e ci trovò un pugnale conficcato, quella di Kizami era una coltellata, non una manata… -N-no… non può essere… io devo… devo sopravvivere…- e crollò a terra col sangue che gli usciva dal petto e dalla bocca e le lacrime dagli occhi.

 

Morishige si svegliò dolorante e in preda al panico con una fastidiosa e stridula risata nelle orecchie, si voltò e scoprì che a ridere era la ragazzina in rosso della domanda inziale.

-S-s-sei… ah ah ah… stato picchiato da una ragazza ah ah ah.-

 

Note:

-credo che il cadavere da cui è ossessionato Morishige in book of shadows sia quello di Mayu, date le condizioni, ma è una teoria.

-nonostante Mayu muoia in modo diverso in book of shadows nel primo capitolo si vede il suo cadavere come era in blood covered… problemi temporali legati alla scuola credo. Comunque è davanti al cadavere che Morishige incontra Satoshi e Yuka nel primo gioco.

-Fukuroi in book of shadows non viene ucciso da Yoshikazu(e forse nemmeno in blood covered…)

-ad un certo punto del gioco Morishige si trova davanti ad una candela con una nota e deve scegliere se girarsi o no, se si gira gli accade qualcosa di analogo a ciò che ho fatto accadere all’inizio della storia a Mitsuki solo con Sachiko nei panni di Mitsuki.

-per prendere le sembianze di Mitsuki nel gioco Sachiko deve prendere il corpo della ragazza.

-Morishige per descrivere Mayu dice cose del tipo: è piccola di statura e la sua personalità può illuminare una stanza o che è generalmente allegra… non è esattamente la descrizione ideale per un identik... ma va beh...

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Capitolo 2
*** a spasso con qualcuno più squilibrato di te... ***


A spasso con qualcuno più squilibrato di te… o forse no…

Il ragazzo osservò attentamente il proprio corpo, non vi era alcun taglio eppure fino a pochi secondi prima sentiva di essere stato tagliato da una lama più e più volte. Pensava anche di avere dei lividi, sulle braccia per lo meno, ma non ne trovò nessuno. Si toccò il collo cercando un taglio, ma niente nemmeno lì. Nonostante non trovasse nulla si sentiva ancora abbastanza indolenzito anche se meno di prima, ma non ne capiva il motivo. Il fantasma in rosso diceva ridendo che era stato picchiato da una ragazza, ma l’ultima cosa che lui ricordava era di aver risposto alla sua domanda per il resto era il vuoto più assoluto.

-Bene, le alternative rimaste sono quella di fare una foto dietro di te e quella di girarti a guardare, cosa scegli?- chiese tutta pimpante la piccola.

-Aspetta un secondo, cos’è accaduto prima?- chiese perplesso Morishige.

-Hai dato la tua risposta, hai fatto il tuo percorso di conseguenza, hai tirato le cuoia e cosa più importante ti sei fatto picchiare da una ragazza, ma come ti ho già detto, ho intenzione di divertirmi il più a lungo possibile. Quindi fa attenzione, questa è l’ultima opportunità che ti do.- spiegò allegramente lo spettro.

-Ma perché non ricordo nulla di quello che mi è accaduto?- domandò con fare sospettoso il ragazzo.

-Perché è più divertente sapere di essere stato picchiato, ma non sapere chi è stato.- rispose semplicemente lei.

-Ed è anche più divertente sapere di essere stato ucciso, ma non sapere chi è il colpevole, così in caso incontri la persona che ti ha ucciso non sai che è stata lei e non puoi agire di conseguenza?- chiese il ragazzo e lo spettro sorridendo serenamente annuì.

-Ma io non ho mai detto che sei stato ucciso, potresti anche essere morto a causa di una distrazione, per esempio potresti essere inciampato o cose così.- precisò la ragazzina.

-Già…- disse continuando a toccarsi il collo. Però se la ragazza si è veramente limitata solo a picchiarmi qualcun altro deve avermi pugnalato…

-Alloora… cosa scegli?- chiese curiosa la bimba. Il ragazzo rifletté un po’, poi si arrese. Posso riflettere quanto voglio, ma dubito che ci sia un modo logico di scegliere… Pensò sospirando.

-Scatto una foto dietro di me.- rispose rassegnato.

-Ottimo… ehm… no, aspetta!- disse agitata Sachiko. Se quella è ancora viva come farà lui a fotografare il suo cadavere, spaventare e inseguire la finta bambina ed incontrare l’altro psicolabile? Si chiese allarmata.

-Aspetta cosa?- chiese il ragazzo dubbioso. Ci deve essere un altro modo… Continuò a riflettere lei. -Ehm, ehm…- Morishige cercò di farle notare la sua presenza.

-Ho trovato! Rimani fermo qua per mezzora!- disse soddisfatta.

-Come? Perché dovrei?!- chiese irritato. Vuole farmi perdere tempo in modo da far accadere qualcosa di brutto a Mayu nel frattempo?

-Se non lo fai ti ucciderò!- affermò minacciosa. -Ma guarda un po’ che ingrato, cerco di aiutarlo e lui invece di lodarmi per la mia generosità mi risponde male…- disse con tono da vittima. Non le ho risposto male… -Forza, sta’ fermo lì, seduto per trenta minuti!-

Nel frattempo in un altro luogo, ma sempre nella stessa scuola…

È come se una voce nella mia testa continuasse a ripetermi che se vado da questa parte morirò… Perché mi sembra di aver già vissuto questa esperienza!? Si chiese la ragazza dal respiro affannato. Meglio seguire l’istinto… Così prese un’altra via, ma si ritrovò davanti a una voragine. No… no perché? È un vicolo ceco, adesso cosa faccio?! La ragazza si guardò in torno nervosa, poi all’improvviso…

-Hey! Mitsuki!- la chiamò una maschile voce dall’altra parte del corridoio spezzato.

-K-Kurosaki?- inizialmente la ragazza si sentì sollevata nel sentire quella voce familiare poi si sentì prendere dal panico. N-no! Ma che sono, cretina?! Non ho proprio imparato niente… -N-Non ti avvicinare!- disse esasperata.

-M-Mitsuki?- sussurrò il ragazzo perplesso e preoccupato.

-Del resto come puoi non essere d’accordo con lui?- chiese singhiozzando. -S-Siete a-amici di infanzia, no!?-

-Ma di cosa stai parlando? Cos’è successo?- Kurosaki cominciò ad avvicinarsi al bordo dell’apertura nel terreno. Mitsuki indietreggiò terrorizzata nonostante lui non potesse fare un salto abbastanza lungo per raggiungerla.

-Eeek! No, non t-ti avvicinare… ti prego…- strillò. -C-che devo fare? Che devo fare!? Se torno indietro c’è Kizami, ma avanti ci sono K-Kur… il complice di Kizami e una voragine. Che faccio…?- si chiese a voce alta. Kurosaki osservò la voragine attentamente e cercò di fare dei calcoli mentali… no, era molto improbabile che potesse superarla con un salto però…

-Mitsuki, aspetta lì che cerco di raggiungerti…- disse senza troppa fiducia cominciando a prendere la rincorsa. Spero che non scappi. Sì, è spaventata da me in questo momento, ma devo comunque cercare di tranquillizzarla. Non posso lasciarla in quelle condizioni da sola.

-Sei sordo? Ti ho detto di non avvicinarti!- cercò di smetterla di singhiozzare per risultare più minacciosa, ma non poteva fare a meno di essere preoccupata, il ragazzo nel frattempo aveva cominciato a correre. -No! Non ce la farai mai! Non fare sciocchezze!!- cercò di avvisarlo allarmata. Kurosaki fece il salto, sembrava poter arrivare dall’altro lato, ma in realtà cadde poco più lontano, riuscì comunque ad aggrapparsi al bordo più vicino a Mitsuki.

-M-Mitsuki?!- esclamò spaventato. -Ti prego, aiutami!- continuò. La ragazza si avvicinò istintivamente poi si immobilizzò. Potrebbe essere una trap… No, ma che cosa ho in testa?! Voglio forse lasciare che un altro dei miei amici muoia senza che io faccia niente per impedirlo?! Pensò dandosi uno schiaffo mentale mentre gli tornavano in mente le immagini di Emi con il cranio spaccato e Fukuroi a terra agonizzante che le diceva di mettersi in salvo. Si diresse verso il ragazzo, lo afferrò per le braccia e cercò di sollevarlo. Non può essere, non sono abbastanza forte… No, non deve morire anche lui! Poi il corridoio cominciò a tremare come se ci fosse un terremoto.

-Cerca di reggerti, non mollarmi, ti prego!- gli ordinò la ragazza.

-T-tu piuttosto cerca di non cadere insieme a me… eh?- Kurosaki osservò il volto di Mitsuki, sembrava sconcertata, il ragazzo si voltò e capì il motivo. I due bordi… sembravano avvicinarsi come per riunirsi. Non è possibile…? Pensò lui. C-così finirà tranciato in due! La ragazza pensò subito al peggio, così di scatto diede un strattone e riuscì a tirarlo fuori, ma l’aveva tirato un po’ troppo forte così le cadde addosso.

-Per un attimo ho davvero pensato che mi avresti lasciato morire…- sospirò il ragazzo, finalmente il suo cuore aveva ripreso a battere normalmente, poi osservò Mitsuki che lo fissava infuriata… distesa sul pavimento… sotto di lui…

-SPO-STA-TI…- disse lentamente scandendo ogni sillaba.

-Eh...?- poi Kurosaki ricevette uno spintone, anche questa volta ci aveva messo troppo forza così la ragazza si alzò di scatto e lo afferrò prima che potesse cadere all’indietro.

-Volevi farmi di nuovo finire in quella voragine?!- esclamò arrabbiato, ma Mitsuki stava osservando un punto dietro di lui… a quanto pare il pavimento si era veramente ricucito… -Che razza di terremoto era?- si chiese pensieroso poi Mitsuki lo abbracciò.

-M-mi dispiace…- disse riprendendo a singhiozzare. -Io mi sono comporta in quel modo, ma…-

-Hey... E chi se lo aspettava di ritrovarsi in una situazione simile con la fredda segretaria del consiglio studentesco…- disse scherzando, convinto di ricevere uno spintone o di essere sgridato, ma la ragazza rimase a piangere appoggiata al suo petto. Preoccupante… -Cosa ti è successo? Racconta…- Mitsuki gli raccontò della morte di Emi, di ciò che era accaduto a Fukuroi e di Kizami che a quanto pare gli aveva dato il colpo di grazia e aveva intenzione di ucciderli tutti.

-Non ci posso credere… Deve essere colpa di questo posto! Dobbiamo parlargli!-

-No! No! Nemmeno per sogno!- Mitsuki sembrava sul punto di impazzire di nuovo, ma cercò di calmarsi fin da subito e utilizzare invece un tono autoritario. -Se proprio vuoi andare da lui vacci da solo! Mi dispiace, lo so che sei in suo migliore amico, ma… ma a maggior ragione dovresti conoscerlo meglio di tutti noi! Come puoi non esserti mai accorto di come è in realtà…?- Kurosaki abbassò lo sguardo pensoso. -In realtà tu lo sai, vero!? Sai bene di cosa è capace, non è così!?- Mitsuki cominciò ad accusarlo.

-No, però… Siamo amici da quando eravamo bambini e non posso riuscire a credere a quello che mi stai raccontando! Io… non posso credere che non ti stia sbagliando, che non ci sia… un'altra spiegazione o qualcosa del genere…- rispose il ragazzo tenendo lo sguardo basso.

-M-mi dispiace, ma…- cominciò a dire Mitsuki.

-Sta’ tranquilla… per ora lasciamo perdere Kizami e cerchiamo gli altri, ok?- propose Kurosaki. Quel ‘per ora’ non poteva farla stare tranquilla… e non poteva credere che con ‘cerchiamo glia altri’ non si potesse più riferire a Fukuroi ed Emi, non poteva credere che fossero morti sul serio… tornata nella stanza del consiglio studentesco si sarebbe sentita decisamente sola…

 

Morishige aveva pure perso la cognizione del tempo, non sapeva se i trenta minuti erano passati però Sachiko non era rimasta ad osservarlo, forse era diventata invisibile o comunque sarebbe spuntata appena lui avrebbe tentato di disobbedirle. Però si tratta semplicemente di una bambina fastidiosa infondo, si sarà stancata di osservarmi… Se mi alzo forse non se ne accorge… Cercò di alzarsi, ma aveva le gambe addormentate così ci mise un po’.

-Fermo li!- ordinò una voce infantile, ma autoritaria -Non fare il furbo e ringrazia il fatto che i trenta minuti siano passati, in caso contrario… sai, io ti avrei ucciso.- disse allegra Sachiko. -Hey, aspetta! Non hai scattato la foto.- gli fece notare mentre lui cercava di andarsene.

-Ma la prima volta che mi hai fatto scegliere non mi hai detto che non avrei dovuto fare sul serio ciò che avevo scelto?- ribattè.

-Sì, sì. È vero, ma ho cambiato idea.- rispose, il ragazzo la fissò con sospetto. -Dai girati verso le scale, prendi il cellulare, portalo dietro la schiena e cerca di scattare una foto.- Morishige fece ciò che gli era stato richiesto, ma posizionando il braccio dietro la schiena cominciò a sentirlo scricchiolare…

-Ahi!- urlò suo malgrado, mentre Sachiko scoppiò a ridere… per l’ennesima volta da quando l’aveva incontrata… -Mi hai chiesto di scattare veramente la foto per farmi storcere il braccio?!- chiese il ragazzo trattenendo la rabbia e massaggiandosi l’arto indolenzito.

-Sei proprio messo male, eh? Ah ah… Comunque in realtà non te l’ho chiesto per approfittare della tua situazione o meglio… non solo per quello… ah ah… A parte lo scherzo, in realtà, anche se non te l’ho detto, anche la prima volta che te l’ho chiesto alla fine qualcuno si è veramente girato al posto tuo e… ne ha decisamente pagato le conseguenze… ma prima l’ha fatta pagare cara a te ah ah ahhaaah.- e riprese a ridere. Sta di nuovo parlando della ragazza che mi ha picchiato o di quello che mi ha ucciso? O quella…

 Sachiko lo lasciò andare e lui cominciò a salire le scale, prese il cellulare e guardò la fotografia. Niente di strano, inutile spreco di memoria… Ne approfittò per dare un’occhiata anche alle altre foto, poi si rese improvvisamente conto che man mano che saliva le scale diventavano molto scivolose, si allarmò e provò a tornare indietro, ma… cadde e si ritrovò disteso supino sulle scale con la testa rivolta poco più avanti dei primi scalini.

-A-ahi!- disse dolorante. Sarei potuto morire per qualcosa di così stupido!? Forse esagero, ma mi sarei potuto rompere qualcosa… non posso permettermelo, devo fare molta più attenzione… raccolse lo strano liquido che lo aveva fatto cadere, era molto denso, sembrava olio. Sentì dei passi e un respiro affannato poi i passi si fermarono. Cercò di stare fermo sperando che col buio chiunque stava passando da quella parte non lo notasse.

-Tu... stai bene?- chiese una voce dopo diversi secondi, per essere uno che voleva stare da solo Morishige aveva incontrato molte persone da quando era finito in quel posto…

-Sì, s-sto bene…- disse e cercò di guardare il suo interlocutore, un ragazzo alto con capelli scuri che indossava una camicia bianca e portava sulla spalla una giacca forse violacea, forse rossiccia… era difficile da capire al buio. Il ragazzo sembrava avere i capelli bagnati da un liquido scuro… forse sangue. Stranamente Morishige si sentì nel panico… quel ragazzo non sembrava particolarmente minaccioso o mal intenzionato però si sentiva più a disaggio con lui che con lo spettro dal vestito rosso. Il ragazzo andò verso Morishige, ma camminando si accorse di stare per calpestare un oggetto, lo prese e lo fissò. Morishige si accorse con orrore che si trattava del suo cellulare così scattò in avanti cercando di levarglielo.

-Tranquillo, non sembra essersi rotto.- disse il ragazzo.

-O-ok… grazie.- rispose Morishige riprendendo il telefonino e cercò di andarsene sperando che lo sconosciuto non avesse avuto il tempo di guardare le foto nella galleria rimasta aperta. Perché me ne preoccupo… se pensa che io sia un invasato e cerca di evitarmi, è meglio. Ho una brutta sensazione… Morishige cominciò a camminare per il corridoio abbandonando l’idea di salire le scale. Avrebbe dovuto avvertire l’altro ragazzo dell’olio sulle scale? Forse… ma sentì dei passi dietro di lui, si voltò e vide di nuovo quel ragazzo, lo stava seguendo? No… forse sono solo paranoico, siamo in un corridoio, probabilmente andiamo nella stessa direzione. Se provo a prenderne un’altra dovrei togliermelo di torno… Così fece retro front, ma non sentì i passi allontanarsi, sembravano sempre alla stessa distanza. Si voltò di nuovo e lui era ancora dietro.

-Comunque riguardo alla foto… è opera tua?- disse lievemente incuriosito l’altro.

-Non capisco di cosa tu stia parlando.- disse Morishige cercando di risultare il più calmo e rilassato possibile.

-Sai, penso che potremmo essere fatti della stessa pasta.- ribattè lo sconosciuto sorridendo tranquillamente.

-Ripeto, non capisco di cosa tu stia parlando!- Anche lui scatta foto ai cadaveri? O fa anche altro…? In ogni caso devo seminarlo. Se non fosse stato tanto a disagio gli sarebbe venuto quasi da ridere riguardo alla propria ipocrisia. Quel tizio poteva non essere tanto diverso da lui, si stava comportando come le ragazzine delle medie che aveva precedentemente incontrato che lo avevano scambiato per un pervertito. A proposito, si era ricordato di essere stato molto divertito dalla reazione di quelle due… se voleva seminare il suo inseguitore era meglio limitarsi ad accelerare il passo senza mettersi a correre, lui l’avrebbe probabilmente scambiato per un invito a inseguirlo.

-Mi chiamo Kizami e sono uno studente della Byakudan…- disse Kizami, Morishige non si voltò e continuò a camminare. Non glielo avevo chiesto… mi sta proprio seguendo. Se lo ignoro dovrebbe stancarsi, giusto? Il ragazzino cercò di mantenere la calma, ma continuò ad accelerare cominciando a respirare rumorosamente anche per lo stress. -Sembri stanco, respiri in modo affannato.- osservò divertito Kizami. Forse devo sembrare più tranquillo e naturale… Così Morishige cercò di camminare e respirare normalmente… Però così mi cammina direttamente a fianco! Sembrava sempre più agitato. Quando la smette? Si chiese preoccupato. -Senti, hai forse una sorellina?- chiese curioso Kizami, Morishige pensò di non rispondergli poi però si chiese: Non è che se continuo ad ignorarlo si arrabbia? C’è sempre la possibilità che sia stato lui ad uccidermi, non dovrei farlo arrabbiare… Però, non voglio dargli troppa confidenza. Alla fine si limitò a fare di no con la testa. -Capisco… quindi suo fratello non sei tu…- Il fratello di chi? Sentendo quella risposta a Morishige vennero in mente Mochida e sua sorella, forse Satoshi si era distratto, la sorellina si era persa e Kizami l’aveva trovata?

-Hai per caso trovato una ragazzina vestita di blu, con un cerchietto in testa ed i capelli castani e corti?- domandò.

-Sì, aveva proprio questo aspetto, conosci suo fratello?- Il tono di Kizami non sembrava particolarmente apprensivo, Morishige annuì. -Mi sono separato da lei poco fa, se vuoi possiamo andare dove l’ho vista l’ultima volta.- rispose Kizami.

-Io in realtà avrei qualcun altro da cercare...- rispose lui. Ho davvero intenzione di lasciare la sorellina di un mio amico con uno sconosciuto poco rassicurante? Sempre che sia ancora viva… Forse è meglio accertarsene, se fosse morta Mochida non se lo perdonerebbe mai, comunque credo che sia meglio riportargli il cadavere. Forse mi sto agitando troppo, magari questo ragazzo non ha nulla di strano ed a Yuka non è successo niente. Sì, però lui sembra interessato ai cadaveri… ma lo sono anche io… dovrei dargli… il beneficio del dubbio? Alcuni sono convinti che sia spontaneo andare d’accordo con persone potenzialmente simili… beh a quanto pare non funziona! Kizami nel frattempo lo osservava perplesso, quel ragazzino occhialuto se ne stava zitto da un po’, sembrava avere la testa da qualche altra parte. -Ripensandoci, ok… andiamo dove l’hai vista l’ultima volta.- così Morishige cominciò a seguirlo. Perché lo sto seguendo? lo volevo evitare a qualunque costo…

-Chi stai cercando?- domandò Kizami dopo diversi minuti di silenzio imbarazzante.

-I miei compagni di classe.- rispose schivo Morishige. Non voglio parlargli di Mayu e spero proprio che lei non l’abbia incontrato.

-Ah… un gruppo di stupidi che non si rende conto delle tue vere intenzioni, dei tuoi veri interessi e del fatto che stai solo facendo finta di interessarti ai loro problemi…- in realtà non sembrava una risposta, era quasi un sussurro, sembrava più che altro che volesse parlare fra sé e sé. Forse non dovrei giudicarlo male per questa frase, potrebbe semplicemente sentirsi frustrato. Purtroppo non si può mai conoscere sul serio una persona, neanche Mayu mi conosce sul serio, o perlomeno non per come sono ora… -Sto cercando anche la mia sorellina, in realtà l’avevo trovata poi l’ho ripersa. È stata molto disubbidiente, tutto questo non sarebbe successo se si fosse comportata come si deve.- …Poverino? Non sembra preoccupato in realtà, sembra indifferente… forse addirittura arrabbiato…

-Forse dovresti andare a cercarla, ci penserò io a Yuka.- Sembra un ottimo escamotage per liberarsene…

-No, è la mia sorellina ed è mio dovere occuparmene.- Si riferiva a Yuka? No, non ho sentito male… -Forse sarei dovuto essere più paziente, le avrei dovuto dare più tempo per abituarsi a me invece di chiederle subito se saremmo andati a vivere insieme. Beh, non sarebbe successo nulla se lei non avesse cercato di andarsene, però potrei proprio aver esagerato, del resto quando da piccolo desideravo avere una sorellina il mio scopo primario non era ucciderla... Ah eccoci arrivati.- il ragazzo aveva parlato a ruota libera, quasi come volesse suscitare una reazione nell’ascoltatore, come se cercasse di conoscerlo meglio. Erano arrivati di fronte a una stanza. Ecco cosa succede quando decidi di dare il beneficio a qualcuno di sospetto… se voglio trovare Mayu senza farle correre ulteriori rischi non posso assolutamente permettermi di portarmelo dietro. Devo trovare un modo per scappare, ma quale? ...potrei entrare in quella stanza, tenermi vicino più vicino possibile alla porta e sperare che lui si allontani più dentro la stanza per poi andarmene chiudendo la porta per fargli perdere tempo e non fargli vedere dove vado?... non suona bene come piano… ma non ho tempo per pensarci e l’idea di rimanere solo con lui dentro una stanza non mi piace affatto. I due entrarono, Kizami si allontanò.

-No, a quanto pare non è venuta a vedere se ero ancora svenuto… Eh eh… Che stupido a pensarlo, non capisco cosa mi sia saltato in mente…- cominciò a dire adirato il ragazzo. Morishige invece fece come pianificato. Dentro la stanza aveva notato delle corde, ma non voleva sapere se le aveva portate Kizami e a cosa gli erano servite o servivano. Meglio entrare temporaneamente in una classe e nascondersi, se cerco di scappare attraverso il corridoio non avrò abbastanza tempo per seminarlo. Pensò dirigendosi dentro una classe, una volta entrato si diresse verso i banchi infondo all’aula. Vicino ad uno di questi c’era il corpo di una ragazzina, era diviso in due… Morishige per un attimo sentì l’impulso di tirare fuori il cellulare. Sakutaro, ma che fai?! La tua priorità in questo momento è nasconderti! Si ordinò mentalmente. Decise di nascondersi sotto uno dei banchi più vicino al muro che si affacciava verso il corridoio e si coprì con il cadavere della ragazza in caso Kizami fosse passato a controllarlo. Il suo piano era nascondersi e sperare di poter sentire i passi di Kizami che si allontanava abbastanza da sperare di non essere seguito una volta uscito dal suo nascondiglio. In quella scuola quasi non c’era un’anima viva e stando molto attenti si potevano sentire senza difficoltà i passi nei corridoi. Kizami entrò, probabilmente aveva sentito Morishige chiudere la porta di quella classe. Morishige cercò di stare immobile, era terrorizzato dall’idea che lo uccidesse, ma cercò di tranquillizzarsi distraendosi con il cattivo odore del cadavere. Dopo aver dato una veloce occhiata alla classe ed essere passato tra i banchi sbattendo la mano con forza su alcuni di questi, Kizami se ne andò in fretta lasciando la porta socchiusa. Morishige lo sentì aprire un’altra porta, probabilmente voleva controllare anche la classe accanto.

-La ringrazio signorina, è stato un piacere fare la sua conoscenza.- sussurrò il ragazzo alzandosi riferendosi al cadavere. Poi sentì di nuovo l’impulso di fotografarla. No! No! E poi no! Sei riuscito a ottenere un’occasione per scappare, non puoi perdere tempo in questo modo! E così al malincuore il ragazzo se ne andò cercando di non fare rumore.

Morishige era convinto di averlo finalmente seminato, così si mise seduto a terra e cercò di riprendere fiato, ma fu incuriosito da dei rumori provenienti dalla parte più oscura del corridoio e strisciando si avvicinò per controllare.

-Ora tu ti potrai finalmente riposare, tu potrai raggiungere il tuo amichetto e nessuno di voi due potrà più scocciarmi… HAAHAA- disse una voce femminile con tono isterico e affannato, anche da là, Morishige non riusciva a vedere molto se non tre sagome, due spalmate contro il pavimento di cui una più piccola ed una in piedi. -Diciamoci la verità, chi mai potrà sentire la mancanza di una bambina viziata e di un rompiscatole che non distingue un cadavere da una persona viva? Nessuno! Siete due persone inutili! Inutili e incapaci, non sapete fare nulla a parte scocciare gli altri!- Morishige si strinse più che poteva al muro sperando di non essere visto, non voleva tornare indietro rischiando di rincontrare Kizami, ma nonostante la figura in piedi sembrasse di piccola statura di certo non era in buono stato mentale e c’erano buone possibilità che fosse stata lei a sbarazzarsi delle altre due sagome distese quindi era meglio non cercare lo scontro. -N-nnn-nnnaa…- singhiozzò la ragazza avvicinandosi alla figura più piccola. -Naana, Naana, Naana perdonami! Perdonami, io non volevo ucciderla!- si chinò piangendo sulla piccola. -È  che lei era già insopportabile per conto suo, poi è arrivato anche questo idiota che voleva che salvassimo il suo amico morto! Io non li ho retti più così… c-così… maledetta! Maledetta!- disse calciando il piccolo corpo e gesticolando con qualcosa in mano, poi si avvicinò all’altro corpo. -HAAHAAA! Ma la colpa è anche tua, forse anche tutta! Cretino! Se una persona perde troppo sangue, poi non si muove più, non gli senti più né il cuore né respiro e diventa pallida e fredda, fidati, è morta! Morta, morta, morta! Non è ancora viva! Idiota! Se non fosse stato per te Chihaya non avrebbe cominciato a piangere alla vista del cadavere, io non sarei impazzita e non l’avrei ammazzata! I suoi orribili strilli… li ho ancora in testa… Naana… tu saresti stata più paziente, non è vero? Perché non eri con me…? Perché Naana?!- sembrò portarsi le mani alla testa e cominciò a sussurrare:- P-perdonami… Chihaya mi perdoni?- il ragazzo era in agitazione, più fissava quelle sagome inermi più sentiva il bisogno di avvicinarsi, ormai sentiva sempre meno di poter controllare il suo corpo. Poi, la ragazza sentendolo strisciare in avanti voltò la testa verso lui che si rassegnò all’idea che l’avesse visto. -C-che c’è la?- urlò e prese il telefono illuminando il ragazzo che si alzò con calma. -Il maniaco a cui facevano ridere quei filmini macabri?- disse lentamente la ragazza, anche il ragazzo l’aveva riconosciuta.

-Hai ancora il coraggio di crederti migliore di me quindi?- Ipocrita… come me, come tutti gli altri del resto. L’oggetto con cui gesticolava la ragazza era un tagliacarte, Morishige non ne era particolarmente spaventato più che altro non capiva come quella ragazzina avesse potuto uccidere due persone tra cui un ragazzo del liceo con quello…

-Bene… un altro essere inutile di cui nessuno sentirà la mancanza…- disse lei puntando il taglia carte nella sua direzione. -E stavolta non farò nulla di male… è legittima difesa… si…- forse al ragazzo conveniva evitare lo scontro, ma non riusciva a riflettere… quei due corpi lo attiravano a loro come la luce attira una falena o, sarebbe meglio dire in questo caso, come dei cadaveri attirano le mosche…

La ragazza gli si scagliò contro e cominciò a colpirlo col tagliacarte, era vero… non era molto pericolosa come arma, ma tagliava provocando molto dolore, se fosse riuscita a tagliargli qualche vena o qualche arteria superficiale come quelle che si trovano nei polsi sarebbe stato un bel problema. Morishige non riusciva proprio a togliersela di dosso, prima provò a spingerla via, ma lei gli fece togliere le mani graffiandole con la sua arma e gli morse il braccio. Non gli aveva fatto male, ma lo aveva fatto spazientire. Dopo diversi tentativi riuscì a prenderle l’arma e con essa la colpì al gola… la ragazzina cadde lentamente a terra… era stato come quando si sente una mosca ronzare e si cerca inizialmente di ignorarla poi non se ne può più e la zittisce per sempre uccidendola… o forse no? Era una scena così irreale… l’aveva sul serio uccisa? Il ragazzo le prese l’id e lesse il suo nome: -Nari Amatoya… Nari… Nari?- disse inizialmente con tono monocorde mentre scuoteva il corpicino. -N-nari! Nari svegliati!- la sua voce prese una piega isterica, ma dopo poco si fermò. È inutile… le hai tagliato la gola... Come potrebbe mai svegliarsi? Rimase fermo a fissarla incredulo per un po’…

-B-beh… è semplicemente l-legittima difesa, lei avrebbe fatto lo stesso. Del resto era un’assassina e… e ha avuto proprio ciò che si meritava.- disse balbettando con voce rotta e tirò fuori il cellulare per scattare foto come al suo solito e fingere che fosse tutto a posto, ma non si sentiva tranquillo e qualcuno lo stava osservando o perlomeno la sua impressione era questa.

“Lasciala in pace, poverina…” disse una voce femminile e familiare di cui non si capiva la provenienza. Morishige cominciò a sudare freddo e a guardarsi in torno nervosamente, qualunque cosa avesse sentito sperava di essersi sbagliato, avrebbe dato qualunque cosa per essersi sbagliato...

“Poverina, non dovevi farlo. Lei era solo spaventata da te e da ciò che aveva fatto prima che arrivassi” singhiozzò la voce.

-Mayu?- sussurrò nel panico il ragazzo.

“Mettila accanto alla sua amica, sarà più felice, d’accordo? Metti anche lui vicino al suo amico, è nell’angolo a destra, sono sicura che ti sarà grato…” il ragazzo dopo un primo momento di paralisi cominciò a correre avanti e indietro per il corridoio illuminando ogni angolo con il cellulare sperando di, o forse temendo di trovarla.

-Mayu! Mayu! Dove sei?! Non è come pensi, non avevo altra scelta. M-mi dispiace, ma non avevo altra scelta! Lei mi avrebbe ucciso! Ti prego esci fuori!- singhiozzò istericamente, lei non era da nessuna parte, non riusciva a trovarla. Sperava di essersi sbagliato e che quelle voci che aveva sentito fossero solo un’illusione, l’ultima cosa che avrebbe mai voluto era che proprio Mayu l’avesse visto uccidere una ragazzina, non avrebbe saputo come affrontarla. Devo stare calmo… non ho sentito dei passi, no? Se lei fosse davvero stata qui l’avrei sentita andarsene via o l’avrei trovata. Era solo un monito della mia mente. Se lei mi vedesse uccidere qualcuno o anche solo fotografarne il cadavere cosa accadrebbe? Sarebbe un disastro… scapperebbe via, non si fiderebbe più… Devo smetterla! Il ragazzo prese dei respiri profondi cercando di calmarsi. Doveva per forza essersi trattato di uno scherzo della sua mente… che altre spiegazioni c’erano? Era forse morta e quello che aveva sentito era il suo spirito? Non può essere morta, non può essere morta, non può essere morta. Cominciò a ripetere nella sua testa come un mantra. Si alzò e passo oltre i tre cadaveri. Indietro da Kizami non ci voleva tornare e dopo tutto il rumore che aveva fatto sperava vivamente che lui non l’avesse sentito. Vide un altro cadavere dietro l’angolo ma evitò di fissarlo, in realtà non era affatto sicuro di riuscire a non scattare altre foto, ma voleva farcela per più tempo che poteva. Si girò un attimo verso il corpo Nari. Ormai quel che fatto è fatto… e comunque… non avevo altra scelta, niente di personale, sul serio… Si girò e continuò per la sua strada, ma sentì dei passi proprio davanti a lui. No! Basta persone! Ricordò una porta nelle vicinanze del corpo di Nari così tornò indietro sperando di potersi nascondere dentro quella stanza per un po’.

-Uhm… Quindi volevi uccidere qualcuno senza di me?- chiese Kizami messo lì ad aspettarlo a braccia conserte. -Due bambine e un ragazzo… Uhm? Ohkawa… in realtà lui lo volevo uccidere io…- E cosa hai intenzione di fare ora? Uccidermi perché ti ho rubato la preda?!

 

Note: (i tagliacarte sono armi di distruzione di massa!!)

-questo capitolo è diviso in due parti e questa e la prima.

 Riferimenti al gioco

-alcuni dialoghi iniziali tra Morishige e Kizami sono ripresi dal loro breve incontro(senza pedinamenti) del secondo capitolo extra di blood covered.

-Sachiko costringe Morishige ad aspettare dei minuti perché non potendo fare in modo che incontri Kizami come in blood covered dopo l’inseguimento ai danni di Yuka che scappa spaventata perché ha visto Morishige fotografare il cadavere di Mitsuki(che qui invece è rimasta in vita) vuole fare in modo che i due si scontrino in un altro modo e per questo deve aspettare un po’ prima che Kizami passi di li.

In book of shadows ci sono diversi resoconti di vittime che impazziscono e uccidono gli amici, ma questo nei fatti non è mai successo ai personaggi che vengono visti in vita. No, Kizami è pazzo di suo, quindi non vale... Quando in book of shadows ho visto comparire Nari e Chihaya e ho visto come non andavano d’accordo, ho pensato che Nari avrebbe ucciso Chihaya… no, non è successo e a dire la verità mi è piaciuto come è andata a finire, ma mi è rimasta in mente questa cosa… e Ohkawa ci è andato di mezzo perché… perché sì.

Comunque quando ho iniziato questa storia pensavo di aggiornare normalmente ma, prima c’è stata una pausa, poi essendo d’esami ho avuto un anno infernale e pochissimo tempo libero (ne sono uscita stanca morta), poi il wifi e il computer hanno deciso di suicidarsi e infine ci sono stati i malori estivi(anche mentre studiavo per gli esami), seriamente chi ha detto che se nasci d’estate tolleri meglio il caldo? Comunque mi scuso (anche se francamente non penso che possa fregare a qualcuno) spero di poter aggiornare normalmente. Se volete recensire mi fa molto piacere. Visto che c’ero ho ricontrollato il primo capitolo, ma mi sono limitata a correggere e cambiare qualche dialogo.(a chi importa?)     

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Capitolo 3
*** Signor Taguchi, si comporti da adulto... ***


Signor Taguchi, si comporti da adulto…

Quel giorno dopo essere uscito da scuola mi stavo lentamente avviando verso casa, per quanto lentamente in realtà la mia casa era molto vicina, così dopo qualche minuto cominciai a vedere il vicinato e un mio vicino di casa che sembrava aspettare qualcuno. Mentre mi avvicinavo cominciò a guardare nella mia direzione e mi fece un cenno con la mano, a quanto pare stava aspettando me e credevo di poter indovinare cosa voleva. Si chiamava Kou Kibiki e aveva finito la scuola da qualche anno. Era un ragazzo strano e portava dei vestiti alquanto… antiquati… Sembrava una brava persona, ma era di poche parole, di solito entravamo in contatto solo quando aveva difficoltà a far funzionare qualche “complicato aggeggio tecnologico” o quando ne rompeva uno. Anche da questo punto di vista era antiquato, ma lo trovavo simpatico in un certo senso.

-Buongiorno Taguchi…- mi salutò, notai subito che, proprio come avevo immaginato, teneva una telecamera in mano. -Allora, a scuola com’è andata?- mi chiese, penso che sentisse il bisogno di scambiare due chiacchiere prima di arrivare al dunque, probabilmente si sentiva in colpa per tutte le volte che mi aveva chiesto di aggiustare qualcosa, non ero certo un esperto, ma tutto sommato me la cavavo… sicuramente più di lui.

-Ne hai rotta un’altra?- gli chiesi sorridendo.

-Beh, sì… O meglio, credo che me l’abbiano venduta già rotta. L’ho comprata da poco, ma non riesco a farla funzionare…- cercò di spiegarmi.

-Si, può essere…- in realtà ero abbastanza sicuro che fosse lui a non capire come usarla, ma preferì tenermi questi pensieri per me. -Per curiosità, a cosa ti serve?- gli chiesi curioso. Sembrava una telecamera professionale, cosa voleva farci?

-Per il mio lavoro, o comunque, futuro lavoro. Voglio riprendere fenomeni paranormali, indagarci sopra e scrivere dei libri a riguardo.- sembrava parecchio entusiasta per suo progetto.

-Wow.- esclamai interessato.

-Si, ma… Ah, se continua così dovrò cercare qualcuno che faccia le riprese al posto mio.- non provai a dissimulare il mio entusiasmo, mi sembrava una grande occasione dato che da adulto avrei voluto fare il cameraman. Sì, con ogni probabilità non sarei stato retribuito per il momento, ma mi fidavo delle capacità di Kibiki, era stato capace di convincere anche mia madre dell’esistenza dei fenomeni paranormali.

-Beh, potrei farti io da cameraman.- gli proposi.

-Mi faresti veramente un gran favore.- sembrava stare per accettare… inizialmente. -Ma… aspetta, se non sbaglio tua madre mi ha detto che hai il terrore dei fantasmi, dei cimiteri e in generale di molte altre cose…- mi disse. -Oh scusa… non voglio offenderti, ovviamente, ma sei veramente sicuro di voler fare qualcosa di simile?-

-Si!- dissi con determinazione. -Ammetto che da piccolo mi spaventavo facilmente, ma ora è tutto diverso.- dissi dall’alto dei miei quattordici anni… ah… al tempo ero così ingenuo e spensierato…

-Ok, allora.-

-Ottimo, tanto i fantasmi non ti possono fare nulla.- guardai Kibiki e notai che aveva un’espressione poco rassicurante. -Giusto?- chiesi conferma un po’ inquieto.

-Sì, più o meno…- deglutì -In realtà, anche se fondamentalmente tutti gli spiriti desiderano trovare la pace a volte sono pieni di risentimento e cercano di nuocere ai vivi.- deglutì di nuovo.

-Ma perché? Così rendono solo il lavoro più complicato a chi cerca di aiutarli! E se incontrassimo uno spirito maligno e prima che cominci ad attaccarci gli dicessimo “potremmo anche riuscire ad esorcizzarti quindi non ucciderci, per favore?” o qualcosa di simile? Allora pensi che funzionerebbe? Si convincerebbe?- Kibiki si mise a ridere.

-Non penso che funzionerebbe, ma tranquillo, non credo ci sia bisogno di essere così drastici. È raro che uno spirito cerchi di ucciderti. Però… se hai paura è meglio evitare…-

-No, non mi spavento! Se dovessi avere bisogno di me per delle riprese sai dove trovarmi.-

-Ne sei sicuro?- mi chiese preoccupato.

-Certo.- cercai di rassicurarlo.

Considerando com'è andata a finire forse avrei fatto meglio a non accettare… Kibiki… Dove ti sei cacciato?! Voglio uscire di qui...

 

Mentre Taguchi cominciava a riprendere conoscenza, non poteva fare a meno di rivivere quel pomeriggio di quindici anni prima, in cui aveva deciso di lavorare per Kibiki. L’uomo si mise seduto e si guardò intorno. Cosa è successo? Il ragazzo guardò dall’altro lato della voragine accanto a cui era svenuto e andò nel panico. Oh no! Come c’è finita li?! Dall’altro lato c’era la sua telecamera e l’apertura sul pavimento era troppo ampia per poterla riprendere. E ora? Cosa dovrei fare? Quella cosa che aveva detto a Morishige quando si erano incontrati, riguardo al fatto che riusciva a guardare con distacco i cadaveri solo attraverso la telecamera, non era falsa. Ansi, quando era appena arrivato, telecamera o no, non era proprio stato in grado di guardare i corpi senza urlare... Mi sa che al momento non posso recuperarla. Pensò con sconforto. Devo trovare Kibiki e uscire da qui! Uhm… dovevo anche incontrarmi con quel ragazzino! Sarà meglio affrettarsi, non so quanto tempo sia passato e quel tipo mi è sembrato piuttosto suscettibile… Anche se è niente in confronto a Naho. Pensò cercando di sdrammatizzare e si incamminò per l’entrata dove si sarebbe dovuto incontrare con Morishige circa un’ora dopo il loro primo incontro. In un angolo del corridoio si trovava una candela… cominciò a muoversi e a fluttuare, Taguchi la guardò atterrito.

-Quando si avvicina per controllare la candela lo uccidiamo, ok?- bisbigliò lo spirito di una bambina che teneva la candela, agli ad altri due. I due spiriti più piccoli risero pianissimo. Tutti e tre si erano resi invisibili per tendere un agguato al povero cameraman. Taguchi indietreggiò, per un attimo si bloccò e poi…

-Nooooo!- scappò urlando…

-M-ma m-ma, perché?!- disse la bambina fantasma.

-P-pecchè ha eaghito hoscì?- cercò di dire il piccolo senza lingua molto deluso.

Dopo aver corso un po’, Taguchi si fermò a riprendere fiato. Era a pochi passi dall’entrata quando sentì dei rumori. È già qua? Si avvicinò ulteriormente, ma vide un ragazzino con una divisa sul viola rossiccio e una ragazzina che indietreggiava spaventata posta dietro di lui.

-Ciao…- cercò di salutarli amichevolmente.

-Umh… ciao.- solo il ragazzo rispose.

-Siete, per caso, venuti qui con ragazzi di altre scuole?- domandò incuriosito.

-No, perché?- era sempre il ragazzo a rispondere. Quindi non hanno compiuto il rito con Morishige e il suo gruppo. Ma perché così tanti gruppi di studenti stanno compiendo quel rito?! Si chiese allarmato.

-Niente, niente… avete per caso visto un ragazzo di un’altra scuola nei paraggi? Porta una divisa…- il ragazzino lo interruppe interessato.

-Era molto alto? Se portava una camicia bianca in parte sbottonata forse si tratta di un mio compagno!- disse.

-Non credo proprio.- Perché quella ragazza mi sta guardando malissimo?! Ah no… sta guardando male il suo amico… sembra essere piuttosto agitata… -Il ragazzo indossava una divisa scura, aveva i capelli neri e portava gli occhiali. Avevamo deciso di incontrarci qui.- la ragazza ebbe una reazione, sembrava pensare a qualcosa, ma non disse niente.

-No, mi spiace. Non penso di averlo visto.- rispose il ragazzo.

-Uhm, capisco. Invece avete visto il mio capo? Porta uno yukata blu scuro, dovrebbe essere facile da notare.- chiese speranzoso.

-No...- questa volta risposero tutti e due.

-Ah, ok...- sospirò piuttosto deluso. -Scusate se non mi sono presentato prima, io sono Shogo Taguchi.-

-Kensuke Kurosaki del liceo Byakudan, piacere di conoscerti.- rispose cordialmente il ragazzo.

-Mitsuki Yamomoto... piacere...- disse brevemente la ragazza per nulla amichevole.

-Se vi va bene potremmo cercare il mio capo e il vostro compagno di classe insieme.- tentò di proporre Taguchi. Mitsuki indietreggiò di scatto e finì con le spalle sul portone d'accesso.

-Beh, in realtà… la faccenda è un po' più complicata di così, ma...- Kurosaki fissò Mitsuki e rifletté.  Forse se ci mettessimo a camminare in gruppo sarebbe più tranquilla e si sentirebbe più al sicuro... -Immagino che in tre sarà meno pericoloso.- concluse felice all'idea di aver trovato un modo per far stare meglio la compagna e le sorrise, ma lei ricambiò lo sguardo perplessa... C-cosa?! Pensa di farmi un favore? ...Facendomi accompagnare da un completo sconosciuto... Kurosaki, sei sicuramente un bravissimo ragazzo, ma a volte sei un po' tardo! A questo punto non mi stupisce che non abbia mai visto nulla di strano in Kizami pur conoscendolo da tanto tempo... la ragazza seguì i due uomini nonostante tutto. Lungo il tragitto Taguchi cercò di rompere il ghiaccio e di ottenere informazioni riguardo ai compagni che i due cercavano, per lo più era Kurosaki a dargliele, Mitsuki era molto diffidente e interveniva raramente. Dopo aver essersi fatto raccontare i trascorsi dei ragazzi nella scuola cominciò a capirne un po’ meglio il comportamento. Mitsuki si sentiva un po’ osservata. Sembrano tipo… preoccupati? Sono diventata completamente paranoica o questi due mi fissano sul serio? Che impressione penosa devo fargli, eh? Fa un sospiro e tieni la testa alta! Essere deboli ora non serve a niente quindi... semplicemente... cerca di apparire sicura! Cercò di farsi coraggio e prese un profondo respiro.

 

Morishige era guardingo e aspettava che Kizami lo attaccasse, ma per sua fortuna il ragazzo era molto più concentrato sul cadavere del compagno. Davvero un peccato... mi ha accusato di essere un assassino quando ancora non avevo fatto nulla, è stato lui a darmi l'idea di utilizzare al meglio il tempo che mi rimane qui ammazzandoli dal primo all'ultimo. Il minimo che potevo fare per ringraziarlo era dimostrargli che aveva ragione uccidendolo... Comunque è molto più sopportabile morto che vivo, forse non sarebbe stato interessante, tra tutti era il più patetico... O forse era Katayama? O Shimada? O Kurosaki? Umh, ho l'imbarazzo della scelta, non è una grande perdita che i primi due siano morti senza il mio aiuto. Almeno Shimada mi ha praticamente regalato un coltello... Devo ancora trovare Yamamoto più che altro. L'ho promesso a Fukuroi, no? Poverina... sembrava parecchio sconvolta. Sono proprio curioso di sapere che reazioni mi regalerà! Aspetta... Ma non l'ho già uccisa? N-no, non l'ho fatto… Allora perché mi sembra di averla già uccisa? Cominciò a fargli male la testa. Sarà colpa del colpo in testa? Kizami aveva cominciato ad osservare Ohkawa minuziosamente quasi come se volesse esaminarlo, in un primo momento a Morishige era sembrato deluso quando aveva scoperto l'identità del morto ora però sembrava piuttosto contento di giocare con i suoi arti. Sembra quasi un bambino che gioca con una bambola…. o che punzecchia il corpicino di un animaletto morto... Si, come paragone è decisamente più adatto… è così spensierato e allegro. Pensò il ragazzo incuriosito. Ora che lo guardo meglio... la divisa del ragazzo morto non è la stessa che indossava Fukuroi? Quindi Kizami è un loro compagno di classe, l'avranno già incontrato?  Se è così chissà che fine avranno fatto quei due... Forse è lui l'autore dell'omicidio in infermeria, non mi viene in mente nessun'altro che potrebbe essersi sbizzarrito in quel modo con un corpo. Se non riesco a liberarmene neanche questa volta è meglio rinunciare a trovarla, non voglio proprio pensare alla possibile reazione di questo tipo nei suoi confronti. Rifletté angosciato. Ma come dovrei sbarazzarmene?! D-dovrei... ucciderlo? Ha una stazza superiore alla mia ed ha pure un coltello! Sono a mala pena riuscito a tenere testa ad una ragazzina delle medie... La fissò un attimo e rabbrividì, era ancora scombussola da quello che era accaduto e dalla voce di Mayu. Spero che Kizami non si sia accorto della mia reazione... tornando a osservare il ragazzo si accorse che lo stava effettivamente fissando, Morishige cercò di fingersi indifferente e di non incontrare il suo sguardo. Kizami si spostò dal corpo di Ohkawa a quello di Nari, la fissò molto dubbioso e le prese il polso.

  ancora viva.- si rivolse a Morishige.

-C-cosa?!- esclamò, ma non appena Morishige cercò di guardarli sentì un "crac"... La scarpa di Kizami si trovava sopra la gola della piccola, l'aveva pestata spezzandole il collo. A quel suono Morishige sentì una specie di nausea e un urlo femminile nelle orecchie, non proveniva dal corpo della ragazza, sembrava sentirlo solo lui. Qualunque possibilità di redimermi avessi sembra che se ne sia andata sotto il piede di Kizami... Deglutì...

-Hai tagliato la gola troppo in superfice, era solo svenuta per lo spavento, probabilmente.- disse Kizami sorridendo e cominciò a pensare. Non è un assassino, chiunque abbia ucciso Ohkawa e l’altra bambina era davvero arrabbiato con loro e si è accanito sui loro corpi, avranno minimo una cinquantina di ferite a testa... sono morti dissanguati mentre questa ragazzina aveva solo un taglietto sulla gola. Fissò il ragazzo con gli occhiali che era visibilmente a disagio per quanto cercasse di nasconderlo. A giudicare invece da tutti i tagli che si ritrova lui invece direi... legittima difesa? Tornò ad osservare Nari con un sorriso sadico e le afferrò il volto. Quindi sei tu la vera assassina, piccolina? Lui è abbastanza perverso, ma a quanto pare gli servirebbe un ulteriore spinta. Non ha mai neanche provato a uccidere un animaletto nel suo mondo con ogni probabilità... A proposito...

-Come ti chiami? Non ti sei ancora presentato, o sbaglio?- domandò non distogliendo lo sguardo da Nari.

-Ehm... già. Mi chiamo Sakutaro Morishige e sono della Kisaragi...- rispose con tono neutrale. Kizami alzò gli occhi verso di lui e si accorse che si era un po' allontanato da quando aveva guardato l'ultima volta, cercò di non ridere... Sembra abbastanza spaventato da me, a quanto non si è ancora rassegnato ad essere ucciso. Vuole scappare? Sembra molto divertente...

Per ora è troppo concentrato su Nari per accorgersi di me... è la mia occasione. Non posso rinunciare a trovarla e lasciare che a proteggerla siano gli altri, Kishinuma, la capoclasse o peggio Mochida che ha già perso la sorella! Probabilmente non sono più veloce di Kizami, però forse e più interessato a quei tre corpi che a me e non mi seguirà...

Morishige cominciò la fuga. S-sono già stanco! Da quando è cominciata questa storia non mi sembra di aver fatto altro che camminare e correre... aspetta, ma cosa...? Mentre correva voltò un attimo il capo. No! Dannazione! Kizami lo stava già raggiungendo. Ma non era distratto dai cadaveri?! In realtà aveva finto di non guardare e non appena l'aveva sentito muoversi era scattato per inseguirlo. Ormai fra i due ci sarà stato meno di un metro di distanza. Non guardare indietro, continua solo a correre... Dannazione, non può finire così! Devo ritrovare Mayu... Il corridoio cominciò improvvisamente a tremare, Kizami perse l'equilibrio mentre Morishige cercò di continuare la corsa, ma nel punto in cui si trovava si formò una crepa che cominciò ad allargarsi, alla fine non poté fare a meno di finirci dentro. Passò qualche istante ed il ragazzo si accorse di non essere ancora caduto, il suo corpo penzolava verso il basso, ma Kizami, disteso sulla parte integra del pavimento, lo teneva per il polso. Rimasero in quella posizione finché non finì il terremoto, a quel punto Kizami cercò di sollevarlo.

-Dovresti ringraziarmi.- gli disse il ragazzo con un ghigno poco rassicurante sul volto. Morishige cominciò a dimenarsi. Nonostante ci fosse il rischio di morire o, sperava lui, semplicemente di rompersi qualcosa, cadere sembrava più allettante di essere torturato e ucciso da Kizami.

-Lasciami andare!- cominciò a ordinargli. L'altro ragazzo però non allentava la presa e continuava a tirarlo così Morishige provò a graffiargli il braccio con la mano libera, ma la ritirò appena si accorse che Kizami cecava di afferrargli anche quella, a quel punto cercò di dimenarsi ancora di più.

-Ah! Basta, non ne vale la pena!- disse spazientito e lo mollò, per fortuna era stata una caduta breve e, contro ogni pronostico, non sembrava essersi rotto qualcosa, ma preferì stendersi e rimanere immobile facendo del proprio meglio per trattenere il fiato e non sbattere le palpebre, sperando che Kizami, che lo guardava dall'alto, non si accorgesse che era ancora vivo. Forse non era così necessario dato che erano distanti e la luce era poca, ma era decisamente troppo spaventato per farci caso.  Alla fine, dopo alcuni istanti che sembravano interminabili, passati ad ascoltare il proprio battito cardiaco, Kizami gli sputò in faccia e dopo averlo guardato con sdegno se ne andò. Morishige rimase fermò finché non fu sicuro che era veramente andato via, poi si mise seduto e si asciugò il viso. Che schifo! Cominciò a guardarsi intorno e si accorse che per quanto fosse assurdo l'ambientazione non era cambiata, non si trattava di un sotterraneo eppure quello in cui si trovava prima era il primo piano. Sono stufo di domandarmi cosa sta succedendo, tanto qui è tutto così assurdo... Di nuovo quel rumore! Restando seduto si voltò, c'era di nuovo un rumore di passi, ma questa volta era più forte. Di chi si trattava?

-Ah... Quindi Kizami non l'hai ancora incontrato...- disse Morishige rivolto a una delle persone che erano arrivate. La ragazza rimase come paralizzata da quel tono così stanco e freddo, qualche istante dopo aver pronunciato quelle parole, il ragazzo svenne esausto. Taguchi, Kurosaki e Mitsuki si avvicinarono al corpo.

-Morishige…? Ma... cosa gli sarà successo?- disse Taguchi osservandolo. -Lo conoscevi?- chiese voltandosi verso Mitsuki.

-Ah, quindi era lui il ragazzo che cercavi?- finse di essere sorpresa. -In realtà... l'ho conosciuto qua.- ammise la ragazza, mentre Kurosaki guardava il corpo incredulo.

-K-Kizami... ha fatto questo?- chiese continuando a fissarlo.

-Già...- rispose Mitsuki. Perdonami Kurosaki, al momento non ho altra scelta. In realtà non poteva essere stato Kizami e Mitsuki lo sapeva bene. Morishige era ferito, aveva diversi tagli sulla pelle e i vestiti, ma non sembravano profondi. Kizami aveva un coltello, perché mai si sarebbe dovuto limitare ferirlo per poi lasciarlo in vita? Doveva essere stato qualcun'altro, ma l'avrebbe chiesto a Morishige una volta sveglio. Nel frattempo avrebbe sfruttato il dubbio di Kurosaki a suo vantaggio, le serviva qualcosa per difendersi e a questo punto il ragazzo non l’avrebbe contradetta.

-Dovremmo portarlo con noi, ma come?- rifletté Taguchi a voce alta.

-Semplice. Qualcuno dovrebbe trasportarlo.- disse Mitsuki fissandolo, anche Kurosaki lo fissava. Taguchi si indicò dubbioso, i due compagni annuirono. Alla fine Taguchi era la scelta più logica, Mitsuki era da escludere per ragioni pratiche, era certamente più leggera ed era circa venti centimetri in meno del ragazzo svenuto invece Kurosaki sarà stato una decina di centimetri in meno e molto probabilmente era anche lui più leggero. Mi sembra giusto, dopo tutto sono l'adulto del gruppo... Lo sollevò e caricò sulle spalle. È certamente più scomodo da trasportare di una telecamera...

-Dovremmo portarlo in infermeria, magari lì potremmo anche trovare qualcosa per difenderci, tipo... delle forbici forse?- cominciò a chiedere Mitsuki, Kurosaki sospirò.

 

Morishige cominciò ad aprire gli occhi lentamente, in qualche secondo si accorse di non riuscire a vedere quasi nulla, c’erano solo un insieme di macchie scure e sfocate, non aveva più gli occhiali, l’unica cosa che riusciva a capire era di trovarsi disteso su una superfice morbida. Era tutto un sogno ed ora mi trovo nella mia stanza? Sperò senza troppa convinzione in un primo momento, ma c’era del rumore intorno a lui. Si girò verso la fonte di tutto quel chiasso cercando di rimanere silenzioso per sicurezza. C’era una macchia parzialmente biancastra, si muoveva in lungo e in largo chinandosi qualche volta, ma ad un certo punto si bloccò.

-Ah?! Oh… sei solo tu…- disse una voce femminile che aveva già sentito in qualche occasione. -Certo che potevi avvertirmi di essere sveglio.- disse in tono leggermente irritato.

-Scusa… Yamamoto...?- cercò di indovinare. -Ah… non ci vedo proprio.- questa volta era lui a sembrare irritato.

-Tranquillo, gli occhiali sono alla tua destra.- cominciò a toccare il materasso, poi li trovò e li mise. Sembrava trovarsi su un lettino di un’infermeria, sul letto vicino si trovava un ragazzo, che non  ricordava di aver già visto da qualche parte. Addormentato in un angolo invece c’era Taguchi. Quindi alla fine era vivo... Mitsuki si muoveva lì intorno alla disperata ricerca di qualcosa.

-Scusa, ma non abbiamo trovato nulla per disinfettarti. L’unica cosa utile che sono riuscita a recuperare è questa.- disse la ragazza mostrandogli un rotolo di garza. -Ma non sembri in condizioni tanto gravi da dover essere bendato… non ho trovato nient’altro eppure… sarà la quinta volta che ricontrollo!- sospirò nervosamente, alla fine smise di cercare, ma continuò a muoversi avanti e indietro in preda al nervosismo. Sembrava che le sue gambe non le permettessero di fermarsi nemmeno per un secondo. La sua camminata finì per svegliare gli altri due.

-Oh! Scusa Yamamoto, dovevo rimanere sveglio con te e invece…- disse imbarazzato Taguchi.

-Kensuke Kurosaki, piacere di conoscerti.- si presentò amichevolmente lo sconosciuto compagno di Mitsuki.

-Sakutaro Morishige, piacere.- si presentò anche lui, Kurosaki lo fissò un po’ stranito.

-Saku… Sakutaro?- Morishige cercò di trattenere una smorfia di fastidio, ma Kurosaki sembrò non farci troppo caso.

-Bene, dato che siamo tutti svegli direi di proseguire le ricerche.- propose Mitsuki, sembrava incapace di reggere a lungo chiusa in quell’infermeria.

-Ok.- esclamò Kurosaki. Proseguire… tutti insieme? Se si avvicinasse Kizami camminando in un gruppo non lo sentirei di certo… Pensò preoccupato Morishige. Tutti… Ma Fukuroi e l’altra ragazza? Dove sono?

-Scusa, Morishige…- lo chiamò Taguchi. -Mi spiace, di Suzumoto nessuna traccia… Per quanto riguarda il mio capo invece? Hai scoperto qualcosa?- chiese speranzoso, ma il ragazzo scosse il capo e il povero cameraman sospirò. -Ah… dovrei anche cercare un modo di riavere la telecamera… Non puoi capire cosa significhi per me guardare ad occhio nudo tutti quei cadaveri!- pensò ad alta voce avvilito. Mitsuki cominciò a fissarlo incuriosita.

-Telecamera?- chiese la ragazza.

-Giusto, non ve lo avevo detto. Avevo una telecamera con me solo che…- Mitsuki lo interruppe.

-Aspetta! P-perché avevi una telecamera?- disse deglutendo.

-Semplice, faccio il cameraman e sono qui per lavoro.- sorrise e cercò di continuare il discorso ma…

-Quindi, sei venuto qui volontariamente?- chiese sempre più interessata.

-Certo, ma in che sen…-

-Quindi, sai anche come uscire di qui?-

-Ovviamente.- disse allegro. Kurosaki sembrò molto sollevato, ma gli altri due non sembravano tanto felici... -Me lo ha detto Kibiki poco prima di separarci quando…- ennesima interruzione di Mitsuki:

-Quindi, perché non hai pensato di dircelo?!- domandò infuriata, il cameraman cascò dalle nuvole.

-Aspetta, siete finiti qui per sbaglio?!- esclamò stupito.

-Sì! Non ti sei insospettito nemmeno per un secondo?!- disse minacciosa.

-B-beh…- Questo chiacchierone… di tutte le cose importanti che poteva dirmi non ne ha detta neanche una… Pensò infastidito Morishige, poi si accorse che lo sguardo minaccioso di Mitsuki si era spostato da Taguchi a lui.

-Tu invece… Sapevi che era un cameraman e che era qui per lavoro, giusto?- Morishige annuì ed indietreggiò, non ne capiva in motivo, ma in quel momento Mitsuki gli faceva quasi... paura… -Ma se sapevi che era qui volontariamente perché non gli hai chiesto come uscire?- gli domandò con tono isterico.

-Beh… in realtà…- In quel momento per me trovare la via d’uscita non era proprio una priorità… la verità è che non ci ho proprio fatto caso. Non poté fare a meno di bloccarsi pur non capendone la ragione.

-Non è che tu sapevi già come uscire?- chiese sospettosa e un po’ angosciata.

-Cosa?- domandò perplesso il ragazzo.

-Adesso puoi anche terminare questa specie di interrogatorio. L’importante è sapere come uscire, no?- si intromise Kurosaki. Sapendolo potremmo anche riuscire a convincere Kizami a tornare in sé e venire a casa con noi. Pensò il ragazzo speranzoso, ma fortunatamente il suo buon senso gli impedì di parlarne in quel momento. Mitsuki si era fermata, ma continuò a guardare sospettosa Morishige. Il ragazzo cercò di non pensarci troppo, anche lui si era calmato un po’, ma continuava a chiedersi perché Mitsuki fosse riuscita a spaventarlo in quel modo. -Allora… cosa si deve fare per uscire di qua?- chiese impaziente Kurosaki.

-Dovreste semplicemente compiere il rito al contrario e riunire i pezzi della bambola di carta.-

-R-riunire i pezzi? Tutti i pezzi?!- esclamò dubbiosa la ragazza.

-Non servono tutti!- si affrettò a tranquillizzarla Taguchi. -Basta che ripetiate la formula una volta per ogni partecipante al rito.- Quindi una volta trovata Mayu posso direttamente farla uscire di qua… accetterà? Non sarà affatto facile convincerla a lasciare gli altri… ma devo farlo, è per il suo bene. Comunque possono cavarsela da soli, se lasciassi scritto da qualche parte come tornare gli altri potrebbero trovarlo e sarebbe tutto a posto, giusto?

-Comunque… com’è che avete fatto a finire qui per sbaglio?- domandò confuso il cameraman.

-Il rito era su internet, doveva trattarsi di un rituale per rimanere amici per sempre.- spiegò Kurosaki rabbrividendo.

-Già, la rappresentante della mia classe l’ha trovato in un blog sul paranormale se non sbaglio.- confermò Morishige.

-Un blog… sul paranormale…?- disse insicuro Taguchi.

-Ce lo avete messo voi su internet?- chiese dura la ragazza.

-No, ovviamente!- replicò secco il cameraman. -Stavo solo pensando che…-

-Lo avete spiegato a qualcun'altro?!- accusò Mitsuki con voce tremolante.

-No! O meglio… A parte me e Kibiki lo sa solo un’altra persona… ma è affidabilissima!-

-Yamamoto, penso che sia meglio finirla qua.- disse Morishige il più calmo ed educato possibile.

-M-ma… Tutto questo potrebbe essere successo solo a causa di uno stupido scherzo! Te ne rendi conto?! La persona che ha fatto tutto questo è…- Morishige cercò di interromperla.

-Ok, lo capisco. Ma pensare al colpevole qui serve a qualcosa?- la ragazza non rispose. -Poi, quando saremo usciti ne parleremo con la polizia.- Dire alla polizia che per colpa di qualcuno siamo finiti in una dimensione a parte piena di cadaveri dove degli spiriti di bambini e un liceale psicolabile mietono vittime… La polizia si occuperebbe mai di un caso simile? Non ne sono sicuro… affatto! Spero solo che si calmi…

-Se non troviamo la mia telecamera non avremo un bel niente da mostrare alla polizia…- si lamentò Taguchi e Morishige lo fulminò… metaforicamente e con lo sguardo ma se avesse potuto fulminarlo sul serio, probabilmente lo avrebbe fatto.

-Senti…- cominciò a chiedere Mitsuki. -Ma chi è stato a conciarti in quel modo?- disse a Morishige attirando immediatamente l’attenzione di Kurosaki. -Prima hai parlato di Kizami, ma non può essere stato lui, aveva un coltello, se ti avesse colpito avrebbe certamente fatto più danni.- sembrava abbastanza sospettosa.

-Ho incontrato Kizami, ma in effetti lui non c’entra. C’era una ragazzina delle medie con un tagliacarte, per quanto possa sembrare assurdo con quello era già riuscita a uccidere un’altra ragazzina e… uno del liceo…- guardando il modo in cui era vestito Kurosaki gli tornò in mente qualcosa. Vero… me ne ero dimenticato… -Per caso il vostro gruppo era formato da più di sette persone?- domandò il ragazzo.

-P-perché.- chiese Kurosaki.

-Se Fukuroi e la ragazza che lui e Yamamoto stavano cercando non sono qui perché hanno fatto una brutta fine…- cominciò a dire osservando attentamente le reazioni di Mitsuki. -Fareste meglio compiere il rituale subito ed andarvene.- fissò attentamente i volti dei due ragazzi, era abbastanza sicuro di aver indovinato…

-Cosa intendi dire?!- domandò scioccato Kurosaki.

-Mi dispiace… Il ragazzo ucciso portava la tua stesse divisa e la ragazzina lo aveva ucciso perché non faceva altro che chiedere di aiutarlo a salvare un suo amico che però era già morto, quindi dato che dubito che vogliate recuperare Kizami non credo che abbiate altre persone da trovare…- A quanto pare potrò proseguire da solo… molto meglio così…

-Ci sono ancora Tohko e Shimada!- disse finalmente Mitsuki.

-Capisco…- ma Morishige non era comunque intenzionato a rinunciare al suo progetto. -Buona fortuna allora.- si voltò, uscì dall’infermeria e cominciò ad andarsene.

-C-cosa? Hey!- lo chiamò Taguchi. Anche gli altri decisero di uscire dall’infermeria.

-Sei proprio un asociale.- sentenziò Mitsuki con le braccia conserte.

-No, non mi risulta… ho accettato di percorrere parte della strada con te e Fukuroi, no?- disse Morishige girandosi verso di lei con tono gelido.

-Ma ci hai mollato alla prima occasione!- lo accusò.

-Erano affari vostri e non mi sembra che mi abbiate chiesto di aiutarvi a inseguire la vostra amica.- ribatté freddamente.

-No, ma se fossimo stati in tre… Beh sì! Emi sarebbe morta comunque, ma forse per Fukuroi… avresti potuto aiutarmi a fare qualcosa!-

-Forse… o forse in preda al panico sarei fuggito.- Non mi piace pensare di poter avere una reazione simile, ma… Beh, cerchiamo di essere onesti. Dopotutto ho ucci… fatto uccidere una ragazzina da Kizami… Pensò amaramente il ragazzo. -In ogni caso ormai è morto, non provare a incolparmi.- Mitsuki inferocita fece uno scatto in avanti, ma venne fermata da Kurosaki.

-Ok… MItsuki… per favore non fare in questo modo!- disse il poveretto mentre cercava di trattenerla. Morishige non riuscì a non fissarla spaventato.

-Come puoi avere un’elaborazione del lutto simile! Emi e Fukuroi… Loro sono morti! Non li rivedrò mai più! Indipendentemente dal fatto che riesca o no ad uscire da questo inferno!- urlò in preda all’isteria. -Ma reagiresti così anche se a morire fosse Suz…- si bloccò prima di finire il nome… al solo sentire la prima sillaba l’espressione di Morishige era passata da spaventata a truce. Kurosaki la mollò e stavolta fu Mitsuki a indietreggiare. Stava per dire Suzumoto? Meglio che stia attento e pronto ad intervenire, l’ultima volta mi è sembrato molto suscettibile su questo argomento… pensò Taguchi, poi si accorse che Morishige avanzava minaccioso. Ok, meglio intervenire ora! Lo bloccò immediatamente.

-Ok… cerchiamo di calmarci tutti quanti…- disse il cameraman con una risatina nervosa, ora il ragazzo con gli occhiali era perfettamente immobile, ma cominciò a stringere un polso dell’uomo piantandoci le unghie. -Ahi!- esclamò.

-Cos’è che stavi per dire, Yamamoto?- disse il ragazzo in tono neutro, ma tremolante… -Forza… Dimmelo… No! Ora me lo devi dire!- il tono era diventato furibondo.

-Ahia!- ripeté Taguchi mentre la presa del ragazzo diventava più forte.

-I-io… d-dicevo solo…- cominciò a balbettare la ragazza. -Se a morire fosse uno dei tuoi amici reagiresti così velocemente al lutto?!- chiese in fine, tutto d’un fiato. Il ragazzo si calmò improvvisamente.

-Ahi!- Taguchi lo ripeté una terza volta sperando che smettesse di stringere, ma il ragazzo sembrava non farci caso.

-Beh… ecco… Mi dispiacerebbe ovviamente. Ma se uno è morto, è morto, il mio dispiacere non lo riporterà certo in vita e comunque… anche se ne ritrovassi il cadavere, si tratterebbe solo di un oggetto inanimato. Non sarebbe più quella persona…- Lei è viva… lei viva, lo so che è viva. Deve esserlo!

-Ho detto ahia!-

-Ah, raccapricciante…- commentò la ragazza a bassa voce e denti stretti.

-Aiuto! Qualcuno mi aiuti! Mollami!- urlò Taguchi e finalmente Morishige lo lasciò.

-Vedi cosa può succedere… In questo posto la mente delle persone è più fragile del normale. È meglio stare in gruppo il meno possibile o si finisce solo per danneggiarsi avvicenda.- spiegò il ragazzo tornato tranquillo.

-Va bene, ok… Ma… se trovo Tohko e nel frattempo sono impazzita chi è che mi impedirà di danneggiarla?- domandò la ragazza, stavolta era piuttosto calma… o semplicemente stanca morta. -Se impazzisco, ma nel frattempo sono in gruppo c’è chi se ne accorgerà ed eviterà che io faccia del male agli altri, ma se sono da sola e trovo Tohko c’è il rischio che l’ammazzi! Oltre a questo, guarda che non tutti riescono a stare da soli…- la ragazza andò dalla parte opposta rispetto a quella in cui stava andando Morishige precedentemente, Kurosaki la seguì. -Beh, che dire… buona fortuna…- salutò acidamente. Morishige rimase immobile guardando verso il basso. Poteva essere pericoloso per Mayu? Per quanto se lo domandasse non riusciva a pensare di poterlo essere. Ma… per sicurezza forse dovrei…

-Tutto bene?- domandò con tono basso Taguchi che era rimasto lì ad osservarlo.

-Ehm…- Quanto tempo ancora riuscirò a rimanere lontano dai cadaveri? Se Mayu mi vedesse comportarmi in un certo modo non c’è dubbio, scapperebbe… Forse, volente o nolente con più persone nei paraggi sarei costretto a fare più attenzione. -Ehm…- si alzò, guardò per qualche istante nella direzione di Mitsuki e Kurosaki e cercò di raggiungerli, Taguchi lo seguì. Kurosaki li osservava po’ insicuro mentre Mitsuki guardò Morishige abbastanza inquieta.

-Posso?- chiese Morishige. Kurosaki non sapeva se acconsentire e si voltò verso Mitsuki.

-O-ok…- rispose lei. Beh, prima mi sono arrabbiata perché non voleva venire con noi quindi non dovrei essere contenta di avergli fatto cambiare idea? Lo sarei se non riuscisse ad essere così sospetto…  Sì, non mi sono comportata meglio di lui però... Ah... proprio non ne sono sicura... Il gruppetto si incamminò di nuovo. Taguchi guardava Morishige in modo insistente, il ragazzo si sentiva veramente infastidito.

-Che c’è?- domandò sotto voce.

-Niente… ma non pensi che dovresti scusarti?- domandò sempre sotto voce Taguchi, Morishige gli fissò il polso.

-Giusto… mi dispiace per il polso.- sussurrò.

-Oh, grazie… aspetta non intendevo per quello!- l’uomo fissò Mitsuki, Il ragazzo sospirò.

-Mi dispiace, per quello che è successo prima.- disse a voce alta.

-Non fa niente.- rispose in fretta lei. -Penso che anche io dovrei scusarmi, in effetti.- ammise un po’ titubante.

-In realtà dovresti scusarti anche di averla lasciata sola...- Morishige lo guardò minaccioso... Ma perché dovrei scusarmi per una cosa simile?! Forse stava tirando un po' troppo la corda. Il cameraman sospirò. “Impicciarti in queste liti fra ragazzini e cercare di farli andare d’accordo ti fa forse sentire più adulto? Congratulazioni, sei proprio un idiota Taguchi.” Sì, penso che Naho mi direbbe qualcosa di simile… Non ci perdonerà mai per averla lasciata a casa, ma in fin dei conti è molto meglio per lei che sia andata così…

Il gruppetto arrivò davanti delle scale però c’erano un mucchio di banchi e sedie accatastati a bloccarle.

-Direi di metterci a lavoro e spostarli.- disse Mitsuki sollevando uno dei banchi. -Forza, aiutatemi.- chiese al resto del gruppo. Taguchi e Kurosaki si unirono a lei, Morishige rimase fermo a fissarli per un po’ con le braccia conserte.

-Hey!- lo richiamò la ragazza. -Forza, datti da fare anche tu!- gli ordinò un po’ brusca. Morishige sospirò e si avvicinò ai banchi. Li fissò un po’ cercando di capire che banco prendere e come prenderlo, nel frattempo lo sguardo confuso di Mitsuki lo infastidiva. Cercando spostarne uno dal mucchio sopra, che però si era incastrato con uno dietro, rischiò di farne cadere altri. -No! Attento!- Mitsuki corse tempestivamente a reggere parte dei banchi pericolanti appoggiandocisi contro mentre Morishige cercava di estrarre quello che aveva afferrato. Terminata l’operazione la ragazza si accorse che già trasportare un banco per lui sembrava essere un grande sforzo o comunque una grande seccatura, non sembrava nemmeno capire come prenderlo. -No, non c’è bisogno che lo trasporti con la schiena così incurvata all’indietro, così non riesci a vedere dove vai.- abbassò un po’ il banco tenendo la schiena un po’ più dritta. -Attento, là c’è il muro!- lo scontro tra il banco e il muro provocò un gran rumore e fece cadere qualche piccolo pezzo di intonaco sulla testa del ragazzo. Kurosaki non riuscì a trattenere una risata, Mitsuki invece cercò di darsi un po’ di contegno. -Non… non hai proprio senso pratico, eh?- disse provando a trattenersi, ma alla fine una risatina scappò anche a lei.

-Se sono davvero tanto inutile è meglio che non faccia niente.- sbuffò infastidito e si sedette a terra.

-No, non scherzare! Rimettiti a lavoro.- Mitsuki continuò a ridacchiare un po’ mentre cercava di farlo alzare tirandolo per un braccio. -Beh, alla fine è meglio che tu non sia venuto con me e Fukuroi. Ragazzo o no, non mi saresti stato di alcun aiuto.- sospirò la ragazza una volta riuscita a farlo alzare.

-Ragazzo o no?- ripeté confuso.

-Il ragazzo che era con Yamamoto è stato attaccato da uno zombie o qualcosa di simile e le ha detto di scappare.- cominciò a spiegare Taguchi, Mitsuki si fece scura in viso -Pensavi che se ci fosse stato un altro ragazzo avreste potuto fare qualcosa, giusto?- stavolta si rivolse alla ragazza.

-Ehm… Taguchi, credo che…- cercò di dirgli Kurosaki.

-In pratica, quando le hai detto di non incolparti, lei si è sentita come se le stessi dando la colpa.- Morishige fissò dubbioso Yamamoto pensando che stesse per avere un altro attacco d’ira, ma lei sorrise… anche se in modo un po’ maligno... Kurosaki la guardò preoccupato.

-Eh?! Taguchi!- esclamò il ragazzo.

-Che c’è?- chiese tranquillo l’uomo non rendendosi conto della ragazza.

-Signor Taguchi…- cominciò a dire lei, sollevando una sedia e minacciando di tirargliela.

-Si…? Eh?!- esclamò accortosi del pericolo.

-Le dispiacerebbe comportarsi da adulto e non parlare di cose che non la riguardano?- chiese in tono tranquillo.

-S-scusa!- la ragazza abbassò la sedia e sospirò. Per qualche strano motivo, nonostante il gesto, sembra abbastanza stabile… era molto diversa dalle altre volte in cui aveva perso le staffe.

-K-Kurosaki…- lo chiamò la ragazza. -Mi dispiace per come mi sono comportata fino ad ora… Mentre per quanto riguarda voi due… Beh, vi assicuro che di solito non sono così agitata! Sapete, è solo… solo che…-  Non voglio essere lasciata da sola e che gli altri credano che non ho alcun bisogno d’aiuto... e non è mai stato particolarmente importante per me sembrare forte, mi comportavo in quel modo così senza pensarci, non lo facevo di proposito. Però… apparire così debole ed essere un peso per gli altri decisamente non mi piace!

-Guarda che non hai alcun bisogno di giustificarti.- sospirò Morishige. -Ti sono morti la maggior parte degli amici, uno di loro è impazzito e altri due sono ancora da trovare. Poi considera la pericolosità della situazione e tutti i cadaveri che hai visto nelle ultime ore… sentirsi destabilizzati è normale, non dovresti preoccupartene tanto…- Inoltre che utilità ha giustificarti con noi? Taguchi è troppo grande per essere un tuo compagno di classe ed io sono di un’altra scuola. Usciti di qui non ci vedremo mai più. -Neanche noi siamo tranquilli. Kurosaki non fa altro che tremolare e guardarsi intorno mentre Taguchi per non fissare i cadaveri non guarda dove mette i piedi e rischia di inciampare, probabilmente chiacchiera anche meno di quanto farebbe nel mondo esterno.- Per fortuna. -Tu semplicemente dimostri in modo più evidente di sentirti a disagio.-

-Già… forse sto diventando troppo melodrammatica…- disse cercando di riderci su, ma dimostrando un po’ d’imbarazzo. Vuole scusarsi anche per essersi scusata?

-Non mi aspettavo che potessi essere tanto sensibile in effetti.- sorrise Kurosaki mettendo una  mano sulla spalla della ragazza. -Comunque smettila con questa storia, non hai nulla da invidiare ad un ragazzo, nemmeno in quanto a forza. Semplicemente in certe situazioni chiunque sarebbe impotente.- la fece sentire un po’ più in imbarazzo invece di tranquillizzarla. Hanno intenzione di rimanere a discutere ancora per molto? Non avevano anche loro delle persone da trovare? Morishige cominciò a spazientirsi.

-Ehm… Hey!- li chiamò Taguchi che ne frattempo era l’unico ad aver ripreso a spostare banchi. Tornarono a cercare di spostare il passaggio… in realtà Morishige cercò di nuovo di starsene in disparte, ma dopo qualche occhiataccia di Mitsuki cercò di spostare qualcosa anche lui… comunque ci provò…

Dopo aver ripreso la ricerca Taguchi cominciò a rallentare. Continuava a ripensare al modo in cui gli studenti era finiti in quella scuola… uno stupido scherzo su un blog sul paranormale… Anche Naho ne aveva uno… Sì, ma Naho non farebbe mai qualcosa di simile. In effetti non avrebbe avuto alcun motivo, ma l’uomo non riusciva a non pensarci. Perché dovrebbe farlo poi? Si sarà preoccupata per Kibiki una volta scoperto che eravamo andati senza di lei… forse anche per me? Ma che senso avrebbe mettere il rito su internet per far arrivare qui altra gente? Al massimo potrebbe cercare di venire qui anche lei… ma da sola non può e non coinvolgerebbe mai Ooue in qualcosa di simile, credo… Beh perchè mi preoccupo? Le sparizioni degli studenti sono cominciate prima che pianificassimo di venire qui, quindi Naho non c'entra. Per un attimo ebbe l’impressione che accanto a lui, ma nella direzione opposta fosse passata una ragazza molto simile a Naho… Si girò  verso la direzione in cui l’aveva vista andare, per un attimo gli sembrò di rivederla poi scomparve di nuovo. No… non può essere!

Morishige sentì il rumore prodotto dai passi di Taguchi diventare sempre più flebile, infine svanì del tutto. Il ragazzo si fermò un attimo per controllare e non lo vide più. Mitsuki e Kurosaki si insospettirono non sentendo più rumore dietro di loro così si fermarono anche loro…

-Ehm… Taguchi dov’è?- chiese preoccupata la ragazza.

 

Note:

-In realtà non so come Taguchi sia finito a fare da cameraman a Kibiki.

-Nel punto in cui ho fatto rinvenire Taguchi, nel gioco dovrebbe essere morto probabilmente, anche se a me in realtà è sembrato solamente svenuto.

-La frase del bambino senza lingua è “perché ha reagito così?” spero si capisca, ma per precauzione l’ho scritto.

-In corpse party blood covered Kibiki non riesce a dire a Taguchi il metodo per uscire o comunque sembra non riuscirci...

-Sempre in blood covered Taguchi dice che sono scomparsi degli studenti e pensa che sia a causa della scuola, ma in teoria se fosse davvero così nessuno si dovrebbe ricordare di loro e sapere che sono scomparsi o forse quello è un dettaglio che aggiungono solo in seguito?

-Morishige a volte veniva preso in giro per via del nome, Sakutaro come nome dovrebbe essere abbastanza insolito o comunque vecchiotto… tipo Addolorata o Crocifissa suppongo…

-Nel secondo capitolo di book of shadows, quando Mayu si ritrova davanti una scala bloccata da un mucchio di banchi, pensa che Shige-nii non le sarebbe stato di grande aiuto in quella situazione, non sembra molto portato per il lavoro manuale. L’ho trovata una cosa abbastanza buffa così mi è venuta in mente la scenetta.

In teoria questa parte doveva finire con questo capitolo… in teoria… Alla fine questa fanfiction somiglia abbastanza poco ad una raccolta… Spero solo che sia un capitolo decente, grazie dell’attenzione.

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Capitolo 4
*** Amico? ***


Amico?

-Allora… dov’è Taguchi?- ripeté deglutendo la ragazza.

-Non so… pensavo fosse dietro di me, fino a pochi istanti fa…- rispose con tono disinteressato il ragazzo, Mitsuki reagì sbuffando. -Vuoi andare a cercarlo? È un uomo adulto e su questo luogo dovrebbe saperne più di noi.- continuò il ragazzo senza lasciar trasparire alcuna preoccupazione. Mitsuki cominciò a pensarci.

-In realtà non mi sembrava molto più a suo agio di noi...- fece notare Kurosaki. -In fondo che ci costa tornare a controllare dove si è cacciato?- propose il ragazzo. Mitsuki sembrava un po' titubante mentre Morishige inizialmente sospirò, poi assunse un'aria allarmata, gli altri due inizialmente non capivano cosa stesse osservando, poi il ragazzo indico un punto alle loro spalle e i due si girarono... C'era una silhouette molto alta in fondo al corridoio che inizialmente li osservava immobile poi fece un passo verso di loro.

-Yamamoto?- domandò la figura. -Ah, finalmente ti ho trovata...- ridacchiò soddisfatta. Kurosaki fece un passo in avanti.

-K-Kizami... è bello rivederti! Ora mancano solo Tohko e Shimada  e... e potremo tornare a casa!- disse il ragazzo cercando di assumere un tono allegro e amichevole che però risultava piuttosto insicuro... Tentò di fare qualche altro passo verso l'amico, ma venne tirato all'indietro per il polso da Mitsuki.

-Kurosaki... ci sei anche tu quindi...- disse Kizami con tono annoiato. -Per Shimada non preoccuparti, è già morto. Per quanto riguarda Kirisaki, sarà rintanata da qualche parte... Ma c'è un'altra persona con voi?- Kizami avanzò ulteriormente per vedere meglio chi accompagnava i suoi compagni di scuola. Sorrise osservando Morishige. -Penso che dovresti scappare anche da Yamamoto oltre che da me. Potrebbe sembrarti piuttosto indifesa e spaventata in questo momento, ma sai... se lei scoprisse cosa hai fatto a quella ragazzina potrebbe rivelarsi molto più manesca e pericolosa di me...- suggerì il ragazzo mantenendosi a una certa distanza.

-Di cosa sta parlando?- chiese arrabbiata la ragazza.

-È tutto un malinteso.- rispose secco Morishige nonostante non riuscisse a fermare il proprio tremore.

-Beh, a giudicare dalla tua reazione, una parte di te sa già di cosa è capace quella stronza... Immagino che i lividi dell'altra volta te li avesse causati lei.- Mitsuki smise di minacciare Morishige e si rivolse a Kizami.

-Ma di cosa diavolo stai parlando?! Lividi?! Non l'ho toccato neanche come un dito!- disse la ragazza confusa. Kurosaki cercando di capire cosa stesse succedendo osservò Morishige, ma anche lui sembrava terribilmente confuso.  Ah! Non ci sto capendo più niente! Cosa sta dicendo Kizami? Non sembra più lui. In effetti quello era molto diverso dal Kizami che aveva conosciuto, o più che altro era molto diverso dal Kizami che aveva conosciuto negli ultimi anni. Somigliava molto più invece al Kizami bambino, sgarbato, dalla lingua lunga, capriccioso e aggressivo a cui aveva finito per affezionarsi quando erano piccoli.

-Non mi stupisce che non ricordi niente ancora... Comunque credimi, non sono pazzo e quel ragazzo accanto a te, forse non più di una mezzoretta fa, ha tagliato la gola ad una ragazzina.- disse sghignazzando. Forse non gli era mai capitato di vedere Mitsuki così furibonda. Anche se sono armato, loro sono comunque in tre. È meglio essere prudenti e osservare cosa succede... per il momento.

-L'ha uccisa lui! Io... Io mi stavo semplicemente difendendo, poi ho... poi lei è svenuta! È che l'ho spaventata... E lui ne ha approfittato per spezzarle il collo.- Morishige provò a difendersi, in quel momento sperava solo di trovare un modo per uscire da quella situazione.

-Ah, sì?- domandò lei ridendo amaramente. -Si tratta della stessa ragazzina, armata di tagliacarte che avrebbe ucciso Ohkawa e una compagna? Una ragazzina delle medie! Immagino che problema difendersi da una tredicenne, dodicenne o quello che era, armata di tagliacarte! Ma disarmarla e basta? Cosa hai fatto? L'hai minacciata di tagliarle la gola o altro?!- cominciò a urlargli contro.

-In realtà gliel'ha proprio tagliata, ma si è trattato più che altro di un taglietto, non è riuscito a sgozzarla sul serio.- rispose soddisfatto Kizami. Sarei quasi tentato di lanciarle il coltello e vedere cosa succede. Pensò mentre giocherellava con la lama fantasticando sui possibili scenari. Peccato che sia l’unica arma che ho...Avrei dovuto portarmi dietro il tagliacarte della bambina, anche con quello Yamamoto potrebbe farci un bel lavoro, e già... Era un pensiero quasi doloroso, il ragazzo si toccò l'occhio infastidito. Me la pagherai... Anche se ho riavuto il mio occhio sta pur certa che mi prenderò pure il tuo, Yamamoto. -Hai mai visto la galleria del suo cellulare? Il ragazzo ha talento. O almeno credo, di arte non ne so niente, ma mi piacciono molto i suoi soggetti. Ci sono quasi tutti i cadaveri che ho visto fino ad ora in questa struttura.- aggiunse soddisfatto. Mitsuki ringhiò contro il ragazzo con gli occhiali ormai con le spalle al muro. Sulle ultime informazioni di Kizami non aveva praticamente dubbi. L'idea che quel ragazzo fosse in qualche modo, effettivamente attratto dai cadaveri non gli risultava strana dopo averlo visto interagire con alcuni di essi in qualche occasione. Si trattava semplicemente della conferma ad alcuni dubbi che alla ragazza erano venuti in mente non troppo tempo prima.

-Puoi anche non credermi, tanto poco importa...- Morishige iniziò ridacchiando sommessamente. -Non sono un perverso, cercavo semplicemente qualcosa per alleviare lo stress! Non ho altra scelta se voglio riuscire a rivedere Mayu! In una situazione simile si deve mettere da parte il disgusto se serve... Te l'avevo detto, no? In questo posto siamo tutti messi sotto tensione, lo sono io quanto lo sei tu! E purtroppo in situazioni simili, a volte, vengono fuori lati di noi che non vorremmo mai conoscere...- concluse amaramente.

-Oh… Povera vittima degli eventi... immagino che tu sia stato costretto a cercare di uccidere una bambina indifesa!- rispose aspramente Mitsuki.

-Non l'ho uccisa! Non sono un assassino... Non ho fatto nulla di anti etico, ho solo fotografato oggetti inanimati!- la sua voce era piuttosto vacillante.

-Beh, lo so, per il momento non sei un assassino... Ma umiliare dei cadaveri non è come uccidere l'anima che dimorava a in quei corpi fino a poco prima...?- sorrise maligno Kizami, non credeva neanche lui in quello che diceva però era un vero piacere vederlo arrampicarsi sugli specchi. Umiliare... qualcosa che non respira più...? Gli esseri umani a volte hanno preconcetti così vuoti e privi di senso... La vita di un uomo non vale poi molto, perché dovrei preoccuparmi del suo corpo? Uhm, sembra che lei non abbia abboccato alla mia ultima frase… Da come mi guarda credo che le sia chiaro quanto poco credo in ciò che ho detto. Peccato, suppongo che non otterrò molto, non sono fatto per il dialogo dopotutto. -Comunque... Mayu? Chi sarebbe?- chiese con una curiosità quasi infantile e il ragazzo gli ringhiò contro incuriosendolo ancora di più. Anche se lei cercasse di aggredirmi mi basterebbe scappare dalle parti in cui abbiamo perso Taguchi, tanto Kizami si fermerà per ucciderla e forse perderà tempo anche con Kurosaki... Cercò di tranquillizzarsi. Uhm... cos'è...? Senso di colpa per questi due? Uhm? A proposito… Dov'è finito l'altro...?

-Ora basta Kizami!- disse deciso Kurosaki che nel frattempo si era avvicinato molto all’amico.

-Kurosaki! Allontanati, presto!- gli urlò disperata la ragazza.

-Ha-hai sbattuto la testa? Se vuoi c'è un'infermeria... Ti possiamo accompagnare...- era titubante, ma cercava di essere cordiale. Kizami lo osservava indifferente mentre attraversava il corridoio.

-Cos'è che stai facendo... esattamente?- chiese Kizami confuso.

-Eh? In che senso... Siamo amici, no? Sto cercando di aiutarti. Penso di comprendere quanto possa essere difficile per te affrontare questa situazione. Sembri un tipo così freddo, ma in realtà sei solo molto chiuso e probabilmente hai difficolta a mostrare ciò che provi veramente, quindi nessuno sa cosa ti passa per la testa... nemmeno ad essere sincero... Capisco che deve essere fastidioso. Ma sai, se hai bisogno di parlarmi, io sono qui.- disse sorridendo il ragazzo.

-No, non riesco proprio a capire... Non capisco quello che stai dicendo e non capisco neanche un'altra cosa... Ho mai fatto qualcosa che possa averti fatto pensare che noi due siamo amici?- chiese atono il ragazzo.

-Cosa? Beh, siamo amici fin da quando eravamo bambini... come? Non ricordi?- disse il ragazzo preoccupato.

-No, ricordo che ci conosciamo da molto tempo, quello sì... ma a giudicare dal tuo comportamento sembra proprio che tra tutti qui tu sia proprio quello che mi conosce meno.- rise divertito. -Non ti ho mai trovato interessante e non mi risulta nemmeno di averti mai chiamato amico.- spiegò tornato annoiato.

-Cosa stai dicendo?! Io… Io ero l'unico con cui parlavi, ti invitavo a casa mia qualche volta, sono anche venuto a casa tua, tornavamo a casa insieme e andavamo in giro insieme!- disse gesticolando nervosamente.

-No, tu eri l'unico a parlare, a causa del tuo atteggiamento i miei fratelli mi costringevano a mangiare da te e a stare a casa tua, mi seguivi fino a casa e un po' ovunque e a volte ci entravi pure dentro casa... L'unico tuo pregio era fare quello che ti dicevo, ma lo facevi raramente, eri sempre dalla parte dei miei fratelli.- disse con odio. -Ma in realtà non ti odio, mi sei completamente indifferente. La vita di voi tutti vale come quella di un animaletto ai miei occhi, ma tu... non avevo nemmeno intenzione di cercarti per ucciderti. Yamamoto mi interessa più di te, ma in pratica tutti mi interessano più di te. Anche inseguire uno sconosciuto, che non era neanche un mio compagno, mi interessa più che inseguire te.- disse voltandosi verso Morishige che reagì con un’occhiataccia. Perché sono ancora qua? Potrei lasciarli stare e andare in cerca di Mayu per conto mio... Yamamoto si lascia troppo prendere dalle emozioni, invece potrebbe andarsene anche lei… Perché rimane ad assistere come se fosse in posizione per scattare verso Kizami al minimo segnale di allarme? Kurosaki se la sta cercando in fin dei conti! Ma è scemo?! Se a Kizami non interessa ucciderlo dovrebbe approfittarne per fuggire invece di fare l’offeso! Uhm? Kizami non sembra aver fatto qualcosa di minaccioso, ma Yamamoto sta comunque correndo verso di Kurosaki...

-Non parlare di uccidere le persone come se fosse l'equivalente di semplice interesse nei loro confronti! E poi, come potevo essere sempre dalla tua parte?! Da bambino a volte sembravi una specie di sadico... poi col tempo sei maturato e...- Mitsuki afferrò il ragazzo da dietro e cercò di trascinarlo il più lontano possibile da Kizami. Anche Morishige cominciò ad aiutarla a trascinarlo indietro, anche se Mitsuki inizialmente gli lanciò un’occhiata disgustata. 

-Grazie...- sussurrò sospirando alla fine.

-Voglio solo sbloccare questa situazione ed andarmene, col mio aiuto dovremmo fare più in fretta...- rispose. Ringrazia il fatto che se voglio uscire di qui con la mente intatta mi conviene non commettere altre azioni che possano farmi sentire in colpa... Tanto, finché siamo in tre, Kizami sembra voler evitare di attaccarci... Dannazione, ho sbagliato! Kizami afferrò Kurosaki e spinse via Mitsuki.

-Quindi, se ho capito bene, non hai intenzione di reagire e attaccarmi, giusto? Vuoi solo parlare?- gli chiese afferrandolo per la camicia tenendolo sollevato qualche centimetro da terra. Poi osservò anche il ragazzo rimasto in piedi e immobile, sembrò riflettere un po', poi posò un attimo Kurosaki e diede un calcio nello stomaco all'altro ragazzo facendolo cadere vicino a Mitsuki.

-Ti tengo per dopo...- rise e riprese Kurosaki. Mayu ha detto... chi è? Se si tratta di qualcuno a cui tiene potrebbe essere interessante trovarla e torturarli l’una di fronte all'altro... Sarebbe divertente se legati o no, uno dei due mi pregasse di uccidere l'altro e di essere risparmiato, di certo la vittima si sentirebbe tradita. Sì, sarebbe davvero interessante da guardare... A volte ho sentito dire che alcune persone soffrono di più nell'essere costretti a vedere torturata una persona a cui tengono piuttosto che ad essere torturati. Mi sembra molto improbabile, ma se potesse succedere non mi dispiacerebbe assistere ad una scena del genere... Potrei fare qualcosa di simile con Yamamoto? Lei sembra molto attaccata ai compagni di scuola. Chissà se lo è veramente e fino a che punto? Osservò per qualche attimo il ragazzo che teneva bloccato, ma fece un sopirò annoiato. No... di farlo soffrire non ne ho voglia, non riesce proprio a catturare il mio interesse... Meglio sbarazzarsene e basta.

-K-Kizami, fermati, guarda che se ci uccidi non potrai più tornare a casa.- disse serio il ragazzo con un’espressione cupa. Non so cosa gli sia successo, se si sia solo vantato di aver ucciso Fukuroi davanti a Mitsuki o se l'abbia fatto sul serio, ma non voglio lasciarlo qui a morire. Gli afferrò la mano che impugnava il coltello per tenerla ferma, Kizami cominciò a muoverla comunque sforzandosi poco dimostrandogli che era inutile. -Ma non ti interessa tornare a casa?!- esclamò Kurosaki innervosendosi.

-Beh, anche se fossi certo che non si trattasse di un bluff non potrei tornare comunque. Ho ucciso delle persone, non posso più redimermi per questo e in ogni caso tornare a quella realtà noiosa non mi interessa.- Kurosaki lo guardava con un'espressione scettica. -Non mi credi? Ho ucciso sul serio, sono sempre stato capace di uccidere e quella che tu hai scambiato per maturazione dovuta alla crescita era solo un lungo periodo in cui mi sono trattenuto... Non ricordi proprio di tutte le volte in cui mi hai trovato a sotterrare, bruciare o aprire animaletti morti? - spiegò perplesso..

-E allora? Molti bambini punzecchiano le meduse e i pesci morti trovati sulla spiaggia.- rispose dubbioso Kurosaki. Kizami cominciò a ridere.

-Dici sul serio? Kurosaki, io quegli animaletti li uccidevo! Non mi limitavo ad infierire sui cadaveri! Non puoi essere veramente così ottuso... Non ricordi di quando ho quasi ucciso un criceto davanti a te?- Perché mi sento come un bambino che cerca di dimostrare qualcosa? Cazzo, quanto è frustrante?! Mi sembra di essere tornato a quei tempi! Pensò con rabbia mentre digrignava i denti.

-Anche se fosse vero, uccidere un essere umano è diverso da uccidere degli animali quindi finiscila con questa storia!- rispose secco il ragazzo.

-Uffa. No, non c'è niente di diverso! Cosa devo fare per convincerti?- un sorriso si formò sulle sue labbra, avvicinò il coltello all'occhio di Kurosaki, mentre lui lo fissava con un’espressione fra l'incredulità e il terrore, poi lo allontanò prendendo la rincorsa con il braccio e...

-Fermo!- Mitsuki gli corse incontro un po' barcollando tentando di fermarlo, ma Kizami se ne liberò facilmente con un altro calcio.

-Dopo vengo da te, sta' tranquilla.- rispose con calma, Kurosaki gli diede un calcio sulla gamba e cercò di bloccargli le braccia.

-Finiscila! Forse non ti conosco così bene nonostante tutto, ma siamo stati a contatto per tanto tempo e non hai mai provato a torcermi un capello! Qualunque cosa stia succedendo è chiaro che la colpa è di questo posto! P-perché... Perché non possiamo tornare a casa tutti insieme?!- urlò il ragazzo facendolo ridere.

-Stai cercando di impietosirmi? Tra poco ti metterai anche a piangere? Se non funzionava quando eravamo piccoli perché dovrebbe funzionare ora?- il ragazzo smise di ridere e cominciò a tenersi la testa infastidito. -Solo una persona è riuscita a farmi provare pietà fino ad ora... Si tratta della mia sorellina, una bambina che ho conosciuto qui, qualche oretta fa...- cominciò a spiegare.

-Qual… qualche oretta fa?!- ripeté allibito il ragazzo.

-Già... un’estranea è riuscita ad impietosirmi mentre tu, che mi conosci da anni, non mi smuovi neanche un po'... Sai, per un attimo ho creduto di potermi redimere... di poter vivere serenamente con lei nel mondo esterno. Se l'avessi incontrata prima... se lei fosse stata veramente la mia sorellina, forse...- nel suo tono calmo cominciava ad emergere una leggera nota di dispiacere.

-Una sorellina?! Dopo tutte le schifezze che dici di aver fatto o che hai fatto?! Ti basterebbe qualcosa di simile per redimerti?! Potevi considerare me come un fratellino a questo punto! Io del resto ti consideravo come tale... Se ti contradicevo era solo per il tuo bene! Facevi cose assurde, non potevo darti corda, ma è questo quello che avrebbe cercato di fare un vero fratello!- gli disse aspramente facendogli assumere una strana smorfia di disgusto.

-Mi stai facendo rimpiangere proprio quel coglione del mio vero fratello!- rispose inferocito.

-Che idiota... dato che con le sue chiacchiere riesce a distrarlo perché non ne approfitta per scappare invece di cercare di provocarlo in tutti i modi...?- sussurrò Morishige.

-P-perché non te ne vai tu?- rispose con fatica Mitsuki, distesa pochi centimetri più avanti.

-N-non riesco a muovermi.- disse il ragazzo, anche lui disteso, mentre cercava di indirizzare la testa verso di lei. Sentì Mitsuki ridacchiare e singhiozzare contemporaneamente.

-N-non solo è un assassino... no, non solo... è anche una specie pedofilo con una specie di complesso della sorella.- singhiozzò infastidita. -Com'è possibile? Abbiamo avuto un soggetto simile come amico e nessuno di noi se n'è accorto?!- si distese su un fianco e cercò di guardare Morishige con un’espressione arrabbiata.

-Guarda che io ero una persona normalissima fuori di qua.- ribatté il ragazzo senza troppa convinzione mentre lei sembrava piuttosto scettica. -Comunque, se può consolarti, anche se mi fossi comportato in modo strano neanche i miei compagni se ne sarebbero accorti. Spesso non si comprendono veramente le persone che consideriamo nostre amiche…- la ragazza ora guardava dritta davanti a se con lo sguardo vuoto, respirando lentamente. No, non ti è stato d'aiuto a quanto pare... -A non avere giustificazioni più che altro è Kurosaki... Insomma, dopo vari animali morti e un tentato omicidio a danno di un criceto...- rifletté ad alta voce infastidito.

-Bugiardo... mi aveva detto di non aver notato mai nulla di strano in Kizami... B-bugiardo…- sussurrò stanca.

-C-ch-che fff-fai...?- cercò di dire Kurosaki, Kizami gli stava stringendo la gola tentando di soffocarlo.

-No! fermo!- Mitsuki cercò di alzarsi, ma perse l'equilibrio e cadde di nuovo. Le mie gambe?! Che siano veramente rotte? La ragazza cercò di farci dei piccoli movimenti. Kizami sopirò annoiato, lo mollò e gli perforò sbrigativamente l’addome col coltello, poi buttò a terra il corpo.

-N-n... no... Nooo!- Morishige sembrava sentire due urli, uno era di Mitsuki, ma l'altro sembrava provenire da dentro le sue orecchie. No! Cosa posso fare? Cosa faccio?! S-se, se solo potessi avere un corpo solido! Se potessi assumere una forma solida come quella di Sachiko, forse potrei intervenire! Morishige si afferrò delle ciocche di capelli e cominciò a tirarle. Ma... cosa c'è che non va nella mia testa?! Gli veniva quasi da sghignazzare esasperato... Kizami stava andando verso Mitsuki, ma Kurosaki gli afferrò le gambe e lo bloccò.

-Ti p-prego... non farlo... se ci tieni tanto possiamo cercare la tua sorellina e portarla con noi, basta che non uccidi Mitsuki, per andartene di qua hai bisogno di noi...- mormorò a fatica Kurosaki.

-Lei mi ha abbandonato... e comunque, non lo hai ancora capito?- il ragazzo sorrise, si toccò la ferita sulla testa e scuotendo la mano sporca fece cadere il proprio sangue su Kurosaki, poi ricominciò a toccarsi la testa. -Fuori di qua non sopravvivrò a lungo, mi muovo ancora, ma non so per quanto potrò farlo.- scavò nella ferita e cominciò a tastarne l'interno. -Sto toccando qualcosa di molliccio, oltre le ossa del cranio... secondo te cos'è...?- sorrise, poi cominciò a pestare il corpo del ragazzo.

-Non mi importa se diventerai o no come Kizami, se mi aiuti a sbarazzarmi di lui prometto che troverò la tua amica.- disse seria Mitsuki tenendo la voce bassa.

-E come dovremmo fermarlo, scusa?- mormorò dubbioso il ragazzo.

-Io gli blocco il braccio destro e cerco di prendergli il coltello mentre tu cerchi di bloccargli il lato sinistro del corpo... o viceversa se preferisci.- spiegò la ragazza. Morishige non smise di avere dubbi.

-Scusa, ma considerando quanto è stretto il corridoio... cosa gli impedisce di sbattere o il lato destro o il lato sinistro del corpo contro una parete schiacciando anche la persona che cerca di tenerglielo sbloccato finché non molla la presa, per poi finire la persona rimanente col coltello? O più semplicemente, anche se tieni bloccato il braccio con il coltello, lui dimenandosi potrebbe comunque riuscire a ferirti.- spiegò il ragazzo, lei sbuffò. -Inoltre né tu né io in questo momento riusciamo a stare in piedi.-

-Non importa quanto le mie gambe facciano male, non morirò in questo modo! Inoltre Kurosaki potrebbe ancora sopravvivere. Fra poco l'adrenalina potrebbe entrare in circolo e aiutarmi a muovermi, dopo tutto chi lo sa?- disse decisa e cominciò a muoversi facendo dei tentativi per mettersi in piedi. -Lo attaccherò anche da sola se servirà...- riuscì ad alzarsi e cercò di fare qualche passo, poi si bloccò improvvisamente sentendosi toccare la caviglia.

-Aspetta...- disse arrendevole Morishige mentre le teneva una gamba. Tanto fra un po' mi ucciderà comunque... Ti prego Mayu, almeno tu... cerca di sopravvivere... Pensò il ragazzo ignorando lo strillo familiare nella sua testa, ormai era certo di essere impazzito.

-Ma sei pazzo?! Dopo tutta la fatica fatta per alzarmi volevi farmi cadere?!- gli disse arrabbiata.

-Cosa?! Aiutami ad alzarmi piuttosto!-

-Ma... si può sapere cosa state confabulando?- chiese incuriosito Kizami osservandoli con le braccia conserte... Da quanto tempo li stava ascoltando? Con molta facilità buttò a terra Mitsuki, poi afferrò il ragazzo per il polso e lo trascinò qualche metro più indietro mentre si lamentava per il dolore. -Te l'ho già detto, mi servi dopo. Ora pensiamo a te, Yamamoto.- si chinò sul corpo della ragazza. Lei cercava di guardarlo negli occhi con disprezzo. -Non guardarmi così... Sono altre le reazioni che voglio!- disse con rabbia. -Non ti ho ancora perdonato per esserti trattenuta l'ultima volta che ti ho uccisa...- lei ridacchiò.

-Sei impazzito sul serio, allora.- disse aspramente. -In ogni caso, se mi hai già uccisa una volta e la mia reazione ti ha deluso, non sperare di ottenere di meglio adesso!- la ragazza cercò di urlare con tutta la voce rimasta. Il ragazzo le diede un calcio in testa, poi le avvicinò il coltello all'occhiò e si preparò a scavare. Devo fare qualcosa! M-ma... senza un corpo come faccio?!

-Ti prego, smettila di urlare...- supplicò stanco Morishige tenendosi le orecchie. Che?! Scusa non mi ero resa conto che potessi sentirmi! Si scusò la vocina tremolante. Tranquillo, ora ti salvo io! Il piano di sopra cominciò a tremare, poi una specie di fiammella azzurra spinse Kizami all'indietro prima che arrivasse a toccare l'occhio di Mitsuki, Morishige sentì solo il rumore del corpo che cadeva, poi era caduto qualcos'altro, ma a giudicare dal rumore le dimensioni dovevano essere maggiori. Si sollevò una densa nuvola di polvere e Mitsuki emise un urlo acuto.

-Y-Yamamoto...? Cos'è successo?!- il ragazzo cercò di alzarsi, c'era un grosso buco nel soffitto e un pezzo di pavimento del piano superiore era sopra il corpo di Kizami... e alle gambe di Mitsuki. Il ragazzo si avvicinò per controllare. Sul viso della ragazza si era formata una smorfia di dolore, ma per lo meno era ancora viva... -Stai bene...?- chiese, anche se non era affatto sicuro dell'utilità di quella frase di circostanza in quel momento...

-Kurosaki... credi che Kurosaki… che sia ancora vivo...?- domandò la ragazza con un filo di voce, poi continuò a lamentarsi e singhiozzare per il dolore nonostante cercasse di trattenersi. Dovrei cercare di tirarla fuori... Il soffitto non aveva smesso di tremare e un altro pezzo venne giù... proprio addosso a Morishige e Mitsuki...

-Ma, ma… cos’ho fatto?!- l’urlo proveniva da una fiammella azzurra posata sopra le macerie. -Scusa, scusa, scusa!- la fiammella tremava ed emetteva dei suoni acuti simili a singhiozzi.

-Bella domanda… Cos’hai combinato?- domandò ridacchiando una figura bassa dai lunghi capelli neri che si era avvicinata. -Dimmi la verità, eri seccata perché Shige-nii non tornava a farti compagnia perciò ti sei arrabbiata e lo hai ucciso.- disse annuendo soddisfatta.

-Cosa?! Non è vero! Io… non potrei mai fargli una cosa simile!- singhiozzò ulteriormente la fiammella.

-Ah si? Nemmeno dopo che ha tentato di uccidere una ragazzina indifesa?- le domandò con un sorriso sadico.

-Ho detto di no!- protestò con decisione. -Nemmeno dopo qualcosa di simile potrei fargli del male…-continuò imbarazzata.

-Bene… Allora chi sarebbe stato, piccolina?- il suo tono si era fatto gentile… La prese fra le mani, la fiammella si fece più piccola e tremò ancora di più, mentre lei la accarezzava.

-N-non lo so… volevo solo far cadere qualcosa addosso a quel Kizami per fermarlo! Non so se effettivamente è caduto il soffitto perché lo volevo, ma di certo non volevo che cadesse sulle gambe di quella ragazza! E-e nemmeno che ne cadesse un secondo pezzo!- rispose angosciata.

-Sì, è caduto perché lo volevi, ma non montarti la testa… in questa dimensione il potere spirituale dei defunti è molto, ma molto più forte di quanto potrebbe essere normalmente. Comunque, anche il secondo pezzo è caduto perché qualcuno lo voleva… Quindi ammettilo. Volevi che morisse!- Sachiko sorrise e con una mano cominciò a solleticare la fiammella.

-No dai, smettila!- protestò non riuscendo a non ridere.

-Mitsuki!- urlò una voce maschile, un'altra fiammella si era formata al posto di Mayu. -M-Mitsuki… Kensuke… Perdonatemi, vi prego!- anche questa aveva un tono patetico.

-Sei stato tu a far cadere questo su Shige-nii?- domandò la fiammella in braccio alla bambina.

-Volevo solo fermare Kizami! Ho pensato che se gli cadeva qualcosa in testa forse… E comunque chi è Shige-nii?!- rispose agitato lo spirito.

-Ma anch’io volevo solo fargli cadere qualcosa in testa! Solo che l’unica cosa che poteva cadere così dal nulla era il tetto…- ribatté agitata.

-Aspettate un attimo… quindi entrambi volevate che il soffitto schiacciasse Kizami…- le fiammelle annuirono. -Per curiosità, chi l’ha spinto all’indietro per allontanarlo da Mitsuki?-

-Io.- dissero entrambe.

-Ah, che sincronia.- ridacchiò Sachiko.

-Q-quindi… agendo contemporaneamente abbiamo fatto cadere due porzioni di pavimento del piano di sopra anziché una!- realizzò angosciato lo spirito. -P-per… per colpa nostra…-

-Incredibile, non credevo che due persone noiose e inutili come voi potessero fare qualcosa del genere!- disse Sachiko con tanta soddisfazione.

-L’hai fatto a posta vero…- disse la voce maschile.. -Sei una specie di divinità in questo luogo, perché permettere che i poteri spirituali degli altri morti siano potenziati e lasciargli controllare i terremoti? Speravi che accadessero cose simili?- chiese infuriato.

-Beh… i miei piani erano altri, in realtà… Comunque, divinità hai detto? Molto lusingata!- sorrise mostrando i denti. La fiamma ormai furiosa si ingrandì e divenne rossa, ma lei la afferrò. -Non fare tanto lo spavaldo… mi basterebbe soffiare per spegnerti o forse potrei mangiarti… perché no?- asprì la bocca e lo avvicinò.

-Che?!- esclamò spaventato e tornò piccolo.

-No! Poveretto!- urlò spaventata la fiammella azzurra. Sachiko cominciò a ridere.

-Ok, Fukuroi, sarà meglio che tu vada… Quando gli spiriti di Kizami e Mitsuki si sveglieranno potrebbero non prenderla tanto bene... Mayu, suppongo che tu saresti abbastanza imbarazzata invece all’idea di spiegare a Morishige cos’hai combinato. Chissà magari vi odieranno…- i due spiriti rimasero comunque ad aspettare i loro amici. -Va beh, fate come volete…- Uffa… speravo che Kizami potesse influenzarlo positivamente, invece… Uhm… ora cosa dovrei fare? Sospirò grattandosi il capo.

 

Taguchi si ritrovò davanti ai piedi un cadavere disteso a terra. In un primo momento distolse lo sguardo agitato, poi si rese conto di averlo già visto prima da qualche parte, così tornò a guardarlo cercando di capire a chi appartenesse e sperando di essersi sbagliato. L’uomo indietreggiò, le gambe cominciarono a tremargli e cadde a terra…

-K-Kibiki…- balbettò con voce rotta. -Non è possibile! No, no…- si avvicinò al corpo e cominciò a piangere. I singhiozzi aumentarono quando allo sconforto, già così grande, di aver trovato l’amico e datore di lavoro in quelle condizioni, si aggiunse una triste consapevolezza. -N-non usciremo mai di qui… M-morirò anche io!-

-Patetico…- sussurrò una voce al suo orecchio.

-Naho?!- urlò voltandosi. La ragazza con una forza che in vita non gli apparteneva lo sollevò da terra tenendogli il collo con una mano e cominciò a strozzarlo mentre il malcapitato urlava e si dimenava.

-Un uomo adulto che piange…? Sei proprio un essere patetico!- esclamò la seconda parte con rabbia e lo uccise buttandolo brutalmente contro il muro…

 

Un gruppetto di bambini fra i sei e i dieci anni si stava incamminando, canticchiando, per la via che conduceva al boschetto. All’improvviso uno dei bimbi si fermò e si sedette a terra, anche tutti gli altri si fermarono per chiedergli il motivo… tutti tranne uno fra i sette e gli otto anni che si voltò verso di loro un attimo, poi proseguì.

-Aspetta!- lo chiamò il bambino più grande del gruppo. -Akito ha fame, ed anche altri bambini vorrebbero mangiare quindi potremmo continuare l’escursione un altro giorno, ok?- gli spiegò sorridendo. Il piccolo con gli occhiali e i capelli scuri scosse la testa piuttosto contrariato.

-No, voglio andare nel bosco.- si voltò. -Ciao.- fece un cenno con la mano e riprese a camminare.

-Cosa?! Dai, torna qui!- il bambino continuò a chiamarlo, ma l’altro non volle sentire ragioni. Questa sarà la quarta o la quinta volta quest’autunno che cerchiamo di fare una passeggiata nel bosco? Posso capire che i miei non vogliano farmi andare da solo e mi costringano ad andare con gli altri bambini del vicinato, ma fino ad ora non siamo mai arrivati a destinazione! C’era sempre qualcuno che era stanco, o uno che doveva andare in bagno, uno che doveva bere e adesso uno che ha fame! Le cose non sono divertenti se non le condividi e non le fai in compagnia…? Chi ha inventato un simile bugia?! Se sei con altre persone non puoi fare quello che vuoi quando vuoi, devi adattarti ai bisogni degli altri che fanno di tutto per farti perdere tempo! Ma ho deciso che oggi sarei andato nel bosco e lo farò! Non mi importa di andarci da solo… Buffo inizialmente non mi interessava minimamente andarci, è mia madre che voleva che facessi qualcosa con gli altri bambini per socializzare… Il bambino cominciò a vedere i primi alberi. Ad un certo punto una folata di vento portò con sé uno strano odore… in un primo momento il bambino cercò di annusarlo, poi disgustato si coprì in naso. È terribile!... Uhm, però… chissà di cosa si tratta… Incuriosito cercò di scoprirsi il naso, poi se ne pentì, cominciò a coprirselo anche con la sciarpa e si addentrò ulteriormente in mezzo agli alberi.

Note:

-Ovviamente un uomo può piangere a qualunque età e sfogarsi se ne ha bisogno… Ma Naho, già normalmente, non è esattamente un pezzo di pane, in particolare col povero cameraman…

-La ferita sulla testa di Kizami, a cui mi riferisco più volte, è quella procurata da Yoshikazu quando lo colpisce nel capitolo “Mire” in book of shadows. In quel punto del gioco, Kizami ci lascia le penne, ma io ho preferito tenerlo in vita(più o meno…) in questa fanfiction…

Bene, con questo capitolo chiudo questa parte. Questa volta i personaggi ci hanno messo un po’ a morire. Spero che il capitolo sia venuto bene, che non sia troppo pesante e che possa piacere, spero… Comunque se siete riusciti a leggerlo mi fa molto piacere, spero che in qualche modo vi sia piaciuto.

P.S:

E già, Kira-chan, sulla fine di Taguchi avevi ragione.

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Capitolo 5
*** Benvenuto in famiglia! ***


Benvenuto in famiglia!

-Ah, finalmente! Ben svegliata, bella addormentata.- disse una voce infantile ormai familiare.

-Di nuovo…- sussurrò rassegnato Morishige. Si trovava disteso alla base delle scale, Sachiko si trovava poco distante mentre lo osservava canticchiando.

-Riesci già a muoverti?- chiese curiosa la bambina. Il ragazzo si sentiva come se tutto il suo corpo fosse stato compresso e i suoi organi interni distrutti. Non riusciva a fare neanche un minimo movimento e i suoi arti sembravano terribilmente pesanti. Improvvisamente da che sentiva freddo cominciò a sentirsi terribilmente accaldato per poi avvertire un formicolio fortissimo e insopportabile in tutto il corpo. Ci mise diversi minuti per riuscire ad alzarsi.

-Uhm… essere schiacciati è doloroso?- domandò Sachiko -Hey!- esclamò irritata quando capì che il ragazzo non era intenzionato a rispondere. -Che maleducato!- si mise a braccia conserte e lo guardò con un’espressione severa. Morishige si accovacciò e chiuse gli occhi.

-Ok…- sussurrò sospirando. -Sono pronto, ma fa in fretta! No… va beh… Fallo anche lentamente se proprio vuoi. Basta che mi uccidi e la facciamo finita una volta per tutte.- disse con calma il ragazzo.

-Ah?!- esclamò irritata la bambina. -Ma come? Mayu non la vuoi più rivedere?- ridacchiò.

-Possiedi un grande potere, vero? Se hai deciso che devo morire accadrà sicuramente… Fin dall’inizio non credevo che ci fossero tante probabilità che mi facessi ritrovare Mayu e mi avevi detto che mi davi solo due possibilità su tre, ma eccomi qui, morto di nuovo senza sapere le circostanze, la cosa è diventata anche meno credibile… Basta, sono stanco morto! Non so nemmeno come faccio a reggermi ancora a reggermi in piedi! Quindi, mi dispiace, dovrai trovarti un altro passatempo.- Inoltre, a questo punto, Mayu ha più probabilità di salvarsi da sola o con l’aiuto di qualcun’altro piuttosto che con me con questa alle calcagna. Mentre aspettava, il ragazzo avverti un tremolio, ma riuscì a fermarlo quasi subito. Tanto sto solo temporeggiando… mi ucciderà comunque, quindi meglio il prima possibile… Si ripeté cercando di convincersi. Richiuse gli occhi e fece dei respiri affannati aspettando una risposta da Sachiko.

-Se proprio vuoi morire partecipa ancora al mio gioco… tanto devi semplicemente guardare indietro e cercare di scorgere qualcosa nel buio, è l’ultima azione che ti rimane da fare. Quindi stai pure nella posizione in cui sei messo…- le volte precedenti la voce di Sachiko era sempre molto divertita, era quasi rassicurante, nonostante risultassero palesi le sue cattive intenzioni era capace di mettere a proprio agio le vittime quando voleva giocare con loro… ora invece risultava più annoiata, infastidita, quasi delusa. Mah, com’è che si dice? Il gioco è bello quando dura poco… Mi sa che l’ho tirata un po’ troppo per le lunghe. Rifletté la bambina. -Aspetta qui e sta pur certo che la tua fine arriverà…- gli sussurrò chinandosi vicino all’orecchio. Il ragazzo gli lanciò una veloce occhiata poi tornò a guardare dritto davanti a sé completamente rassegnato. Sachico apparentemente sparì lasciandolo solo. Cosa avrà in mente? Forse dovrei cercare di addormentarmi, morire nel sonno sarebbe meno dolorosoSono davvero egoista, eh? Vorrei ancora ritrovare Mayu… So bene che con Sachico a vegliare su di me farebbe una brutta fine se la ritrovassi, ma vorrei rivederla lo stesso... Sta tranquilla, non lo farò… io… io ti… Ti voglio veramente molto bene ed egoista o no, non farò mai qualcosa che possa metterti in pericolo. Nella mente del ragazzo cominciò a risuonare un pensiero scomodo e insistente, era molto doloroso e portava con sé un forte mal di testa. No, non è affatto così! Si disse insistentemente. È inutile anche solo pensarci, sicuramente non è così! Quella non era la prima volta che sentiva risuonare nella sua testa quelle quattro parole, ma questa volta sembravano molto più forti. Lei è già morta… Sciocchezze! Se proprio devo preoccuparmi di qualcosa è solo che non si dispiaccia troppo per la mia perdita. Beh, probabilmente senza di me se la caverà anche meglio… è una ragazzina socievole… troverà facilmente qualcuno che stia attento a lei… Per lei sono come una specie di fratello, ma non sono veramente suo fratello… sono solo… solo un compagno di classe, nient’altro… Gli scappò una sorta di singhiozzo isterico e cominciò a respirare affannosamente, poi si mise le mani fra i capelli e cominciò a tirarli con forza, ma senza staccarli. No… è già deciso che io debba morire, non c’è alcuna possibilità che io esca vivo di qui! Rassegnati e sta fermo… se proprio vuoi soffrire meno addormentati… Si ordinò. Sono destinato a morire perché Sachiko mi tiene d’occhio e ha deciso di “giocare” con me… ma l’ho annoiata… Se cominciasse a lasciarmi perdere potrei trovare un modo per uscire? Mi sto praticamente arrampicando sugli specchi… ma se mi metto a cercare una via d’uscita senza cercare anche Mayu non la metto in pericolo in alcun modo e se riuscissi ad uscire veramente di qui e ci riuscisse pure Mayu potrei rincontrarla. Ho qualcosa da perdere? Si chiese il ragazzo e si alzò in piedi. All’improvviso sentì come se le ossa delle sue gambe si stessero spezzando in vari punti e cadde urlando in preda a dei dolori lancinanti. Si guardò le mani e vide che erano diventate violacee e la pelle sembrava sul punto di staccarsi, anche le braccia sembravano nelle stesse condizioni. Mentre si contorceva a terra e cominciava a sputare sangue sentì una voce.

-Ti avevo detto di rimane fermo! È davvero un compito così complicato?- domandò irritata. Il dolore cominciò a svanire e le urla del ragazzo cessarono lasciando il posto ad un respiro frenetico… Diede un’occhiata alle mani e notò con sollievo che le ferite si erano rimarginate e il colore era tornato normale. -Bravo, se mi ubbidisci e rimani fermo vedrai che le cose potranno solo andare per il meglio.- disse divertita Sachiko. P-perché mi sono tranquillizzato? Ho deciso di morire, no? T-tanto… tanto vale… Per un attimo pensò di disubbidire nuovamente a Sachiko e cercò di trovare il coraggio di alzarsi. N-no! Non ce la posso fare! Pensò singhiozzando, il dolore che aveva provato era stato troppo forte, non poteva accettare di riprovarci. Devo morire lo so, ma non in quel modo! E si rimise ad attendere sperando di addormentarsi presto.

 

-Chihaya! Non restare indietro!- urlò una ragazzina tornando verso la compagna più piccola, le afferrò il braccio e corse trascinandola.

-No! Nari!- urlò la bambina. -N-no… Io non ci riesco! Non riesco a tenere il tuo passo, se mi tiri così mi fai male!- piagnucolò. La compagna si fermò e la guardò con rabbia.

-E cosa dovrei fare? Portarti in bracciò?!- urlò la ragazza.

-N-no… ma… ma…!-

-Ma cosa?!C’è uno zombie che ci insegue, lo vuoi capire! Se ci fermiamo è finita!- Ma se ti lascio indietro lo zombie sarà occupato ad ammazzarti e mi lascerà il tempo di nascondermi… No, aspetta? Cosa sto pensando?! Io non… non posso lasciarla morire… e fastidiosa ma… Nari cominciò a guardarsi intorno e vide due corridoi.

-Dividiamoci…- disse seria.

-C-come?!- esclamò sempre più spaventata Chihaya.

-Tu prendi il corridoio destro e io quello sinistro… non potrà seguire tutte e due…- spiegò freddamente, Chihaya si rimise a piangere disperata, Nari le mise le mani sulle spalle e la guardò dritta negli occhi… anche negli occhi di Nari si stava formando qualche lacrima… -Cerca di essere forte per una volta in vita tua! Dai! Non c’è nessun altro modo!- Non costringermi a lasciarti indietro… fammi credere che anche da sola farai qualcosa per metterti in salvo, che nonostante tutto te la caverai, che lo zombie perderà le nostre tracce, che ritroveremo Nana ed usciremo di qua! Chihaya annui tremando e cominciò ad andare nella direzione che Nari le aveva suggerito. Nari si voltò per andarsene, ma sentì alle sue spalle l’urlo agghiacciante dell’amica e un rumore molto forte. Si girò e vide il loro inseguitore che solleva il martello dal corpo della ragazzina. Nari non volle guardare ciò che rimaneva di Chihaya, indietreggiò lentamente senza troppe speranze mentre l’energumeno si avvicinava. Quando fu poco distante da lei la afferrò, la sbatté contro il muro e diede un colpo secco…

-Essere un burattino in morte come lo era stato nell’ultimo periodo della sua vita in fondo non era così terribile… Lui non era un uomo cattivo… Il suo corpo era cattivo, le azioni che compieva erano cattive, ma la sua mente era distrutta, non funzionava più, era come se non ci fosse. Era molto meglio così, lui non avrebbe mai potuto compiere certe azioni se fosse stato cosciente, ne avrebbe sofferto troppo. In caso, probabilmente, si sarebbe ucciso per mettere fine a quella tragedia, peccato che era già morto, qualunque tentativo di suicidio non lo avrebbe certo strappato a quell’inferno… Qualche volta, aveva qualche leggerissimo momento di lucidità, ma nulla di significativo. Tutto ciò che poteva provare in quei momenti era disperazione, nient’altro…

Vuoi sentirla la sua storia? Tanto il tempo c’è, no? Chi tace acconsente. Benissimo, incominciamo.

Lui era un giovane insegnante, il figlio di un preside molto amato… No, non era diventato di ruolo per nepotismo… Era proprio un bravo insegnante e lavorava bene con i bambini. Non era un bell’uomo ed era piuttosto robusto, ma era un uomo mite e una cosa che sapeva fare molto bene era ascoltare. Quel giorno pioveva molto, lui tirò un sospiro di sollievo quando vide di non essersi scordato l’ombrello, lo afferrò e uscì dalla scuola per tornare nella sua casa, ma mentre si incamminava qualcosa attirò la sua attenzione… C’era ancora una bambina nel cortile, la piccola era seduta su una vecchia panchina di legno, non aveva un ombrello e si stava bagnando tutta. L’insegnante decise di avvicinarsi per controllare la situazione. L’uomo si sedette vicino a lei e fece in modo di ripararla con l’ombrello. La bambina aveva dei lunghi capelli neri che in parte le ricoprivano anche il viso. Yoshikazu, questo era il nome dell’uomo, la osservò. Sembrava una bambina fra i sette e gli otto anni, ma non gli sembrava di averla mai vista prima a scuola, ciò nonostante il suo aspetto era molto familiare, ma decisamente non gli ricordava qualcuno che aveva visto di recente… Per un attimo guardandola gli tornò in mente un’insegnante che aveva avuto lui quando andava in quella scuola. Non era un ricordo felice, la donna era morta tragicamente quando lui andava all’ultimo anno di elementari cadendo dalle scale. Ma a quanto ricordava aveva una figlia… Era molto improbabile, ma per un attimo si chiese se quella non potesse essere la nipote della sua vecchia maestra, per un attimo quell’idea lo fece un po’ sorridere… “Come ti chiami? Stai aspettando i tuoi genitori? Forse è meglio che aspetti dentro, non pensi?” chiese gentilmente e aspettò una risposta che non arrivò mai. Lei si limitò a voltarsi leggermente verso di lui guardandolo con un’espressione annoiata, poi tornò a guardare avanti. L’uomo cominciò a preoccuparsi, osservandola più attentamente si accorse che la bambina era veramente molto pallida, quasi cadaverica e il suo vestito rosso era piuttosto rovinato… “Ce l’hai un posto in cui tornare?” domandò cercando di essere il più delicato possibile. Si alzò dalla panchina e prese la mano della bambina. “Dai andiamo dentro…” le disse mentre agitato si chiedeva che cosa poteva fare e se quella bambina che si trovava davanti era una vagabonda senza casa… Non gli era mai capitato nulla di simile, non aveva la minima idea di come comportarsi. La bambina ritirò il braccio che l’uomo non aveva stretto tanto forte e rimase seduta immobile. Il povero Yoshikazu dandogli un'altra occhiata ancora più attenta si accorse che sull’esile e pallido collo della piccola si trovava uno strano segno bluastro, sembrava un livido da strangolamento… “S-sei scappata di casa?” chiese sempre più preoccupato. A quel punto cercò di prendere in braccio la bambina. “N-non avere paura… Voglio portarti nella stazione di polizia più vicina…” disse per tranquillizzarla. Lei all’improvviso fece un ampio sorriso mostrando tutta la dentatura con fare minaccioso, in uno scatto strinse fra i denti il braccio del malcapitato e fuggì velocemente come se fosse un’animale selvatico. L’uomo provò un dolore allucinante al braccio, quasi gli venne la nausea e si dovette appoggiare alla panchina per non cadere a terra. I denti di quella bambina avevano stracciato la manica pesante, dalla ferita non sembrava uscire molto sangue anche se la pelle era stata lacerata, ma il braccio sembrava molto gonfio e scoprendosi la ferita da quello che restava della stoffa della manica della giacca Yoshikazu notò che era rimasta l’impronta dei denti, rossa e molto profonda… Com’era possibile che non sanguinasse? L’uomo spaventato tornò a casa e mise del ghiaccio sulla ferita, poi la fasciò. Il giorno seguente la ferita era visibile come il giorno prima, ma era passata dal rosso al nero. Yoshikazu era terrorizzato, ma la disinfettò e continuò ad andare a scuola. Col passare dei giorni cominciò a sentirsi sempre più strano, aveva difficoltà a parlare, a volte anche difficoltà a ragionare e si sentiva sempre più stanco, sempre più solo, sempre più incapace di farsi comprendere… Mentre inizialmente aveva continuato ad andare a scuola di sua spontanea volontà, un po’ per continuare a fare il suo dovere, un po’ perché non voleva restare nel suo appartamento da solo, alla fine continuò ad andarci costretto da una forza misteriosa che continuamente lo attraeva nell’edificio… Era colpa del morso? Chissà…? Chissà…? Ma credimi quando ti dico che con l’aiuto del suo corpo vennero perpetrati crimini orribili…- Morishige osservò Sachiko perplesso… all’improvviso lo spirito si era materializzato accanto a lui e aveva cominciato a parlargli a ruota libera. Lei ricambiò lo sguardo con un ghigno che mostrava tutti i dentini affilati della bimba.

-Quindi…? Non capisco dove vuoi andare a parare… Vuoi dirmi che sei capace di materializzarti anche all’esterno di questo luogo? Hai morso e fatto impazzire quest’insegnante di nome Yoshikazu?- domandò infastidito. Volevi una scusa per tenermi sveglio?

-No, semplicemente volevo introdurti il mio servo, guarda!- la bambina indicò il fondo del corridoio, in realtà era troppo buio perché Morishige riuscisse a vedere qualcosa, ma pian piano notò una grossa sagoma che si avvicinava minacciosa. -Finalmente! Perché hai fatto tanto tardi? Ti sei fermato a procurarmi altre vittime per la sala delle torture?- domandò pimpante la piccola. -Morishige, ti presento Yoshikazu, Yoshikazu, ti presentò Morishige.- Il ragazzo si alzò in piedi e indietreggiò visibilmente turbato. -Bene Yoshikazu… fa come ti ho spiegato!- Yoshikazu andò lentamente verso il ragazzo. Perché mi allontano…? Dovrei semplicemente stendermi a terra e aspettare che mi colpisca… devo morire, no? Continua a domandarsi il ragazzo sempre più confuso sul da farsi. Yoshikazu alzò il martello e provò a colpirlo, Morishige schivò il colpo. Stare fermi per farsi schiacciare da un martello non è così semplice! Non voglio morire! Il ragazzo cercò di scappare, ma il pavimento gli crollò davanti agli occhi.

-Non insistevi sul voler morire?- lo canzonò Sachico. -Ti avverto subito: puoi anche provare a scappare, ma trasformerò qualunque direzione in cui vorrai correre in un vicolo ceco… volevo semplicemente avvertirti…- Yoshikazu sferrò altri colpi, ma Morishige finì per schivare anche quelli.

-A volte ha addirittura difficoltà nell’ammazzare, soprattutto quando si tratta di bambini, ma lo vedo quasi motivato nel cercare di ucciderti…- la piccola fece un sorriso sinistro -Non sarà perché gli sembri una cattiva persona?- suggerì soddisfatta -Non sei una brava persona, insomma, ti metti a dare fastidio ai morti…- Già, come no… e lui come farebbe a saperlo? Da che pulpito poi! E comunque, si può sapere cosa c’è di male nel fotografare e rivolgersi male ad un cadavere?!

-Non ai morti, ai loro cadaveri! Non sono persone! Forse lo erano in precedenza, ma una volta morti diventano solo oggetti! C’è chi li seppellisce, chi li incenerisce e li tiene in un’urna o li semina chissà dove e c’è chi decide di fare qualcosa di utile e dona il proprio corpo alla scienza. Io penso che abbiano un valore artistico, tutto qui!- insisté esasperato. -E poi perché qualcuno che va in giro ad uccidere le persone schiacciandole con un martello dovrebbe prendersela per qualcosa del genere?!-

-Lui è costretto ad agire in un certo modo, potendo non farebbe male a una mosca… Ahi, ahi, non hai proprio ascoltato la mia storia, eh? Comunque… tu invece? Valore artistico? Solo quello? Non trovi rilassante importi e molestare qualcuno che non può reagire? Non pensi che comportarti come un sadico con un “oggetto” antropomorfo ti aiuti ad alleviare lo stress, eh?- chiese cantilenando, poi scoppiò a ridere. -Sei davvero un ragazzo divertente, ma decisamente poco sincero…-

-Bene, immagino che una come te trovi sbagliato il mio comportamento, allora, illuminami… dimmi cos’è che faccio di male?- disse sfidandola.

-No, trovo il tuo modo di fare assolutamente fantastico!- spiegò sorridendo genuinamente. Distraendosi, il ragazzo perse l’equilibrio per schivare un colpo e cadde a terra. -Ma se trovo il tuo comportamento interessante, credimi, significa che c’è qualcosa di davvero storto in te!- il ragazzo si rialzò.

Forse sono io ad avere qualcosa che non va, ma in questa circostanza ho finito per chiedermi se ci sia veramente un motivo per trattare delle carcasse come fossero ancora vive o se si tratta solo di una specie di dogma! Capisco, a livello teorico che dovrei provare… una specie di empatia, forse? Ma ultimamente mi sembra solo una scusa di Sachiko e Kizami per tormentarmi e di Yamamoto per prendersela con me! Aspetta… Kizami chi diavolo è?! E cosa c’entra Yamamoto?!

Il bambino si addentrò in mezzo agli alberi dalle foglie rossastre. Il vento gli tolse la sciarpa dal volto e fu costretto a risentire più chiaramente l’odore, un po’ era familiare… Tipo… una polpetta cruda e marcia? In effetti fra le foglie cadute a terra scorse uno strano oggetto tondeggiante e rossastro ricoperto da mosche. La polpetta?! Però è un po’ strana… perché ha tutti quei buchi? Sembra quasi cava… E quello? Cosa dovrebbe essere? La polpetta sembrava fuoriuscire da un involucro bianco, sembrava tipo il guscio di un uovo, solo che non era rigido. Il bambino cominciò a sentire un po’ di nausea a causa della puzza così indietreggiò e si appoggiò ad un albero. Si sedette sul terreno, ma vide qualcosa di strano che sembrava sbucare dal terreno proprio accanto alla sua gamba… forse qualcosa voleva afferrarlo?

-Eh?!- esclamò allontanandosi di scatto. Una mano?! Sembravano esserci tre dita annerite e leggermente contratte ai piedi dell’albero… lui si avvicinò un po’ e toccò le dita col piede… tolto il piede vide che due dita si erano spezzate. Ma non le ho toccate così forte e non ho sentito nessun rumore di osso spezzato. Uhm… prese uno dei tre oggetti in mano, non sembrava della consistenza della carne e la parte spezzata all’interno era completamente bianca, non c’erano ossa o pezzi di carne. Ma cosa sono? Si domandò infastidito. C’erano degli oggetti simili nelle vicinanze dell’albero, ma non sembravano dita, erano molto più scure e grassocce. A quanto pare se le spezzo sono come quelle altre… forse sono funghi… magari anche quella specie di polpetta è un fungo, mi hanno detto che nascono da delle specie di uova molli… e poi quella cosa non sembrava lucida come una polpetta cruda. Il bambino raccolse la pallina rossastra ed in effetti non era viscida. Strano… forse è meglio portarlo a casa, magari porto anche gli altri. Così raccolse tutti quegli strani funghi. Però, probabilmente non si possono mangiare… s-soprattutto questo! Pensò osservando il fungo tondeggiante. Non era una polpetta marcia, ma aveva un odore abbastanza simile, perlomeno si era un po’ abituato e non gli veniva più da vomitare. Probabilmente c’è n’erano altre in giro che non aveva visto, quell’odore era piuttosto forte. Altri funghi a forma di dita! Si avvicinò per raccoglierli, erano piuttosto rigidi e freddi. Sembrava avere abbastanza difficoltà a staccarli dal terreno. Alla fine riuscì a tirarli fuori, ma erano attaccati a qualcosa… È… è… un braccio…? Era abbastanza spaventato inizialmente, aveva tirato fuori dal terreno un arto pallido, freddo e sporco di terra che sembrava essere attaccato ancora a qualcosa… probabilmente c’era un corpo sotto tutte quelle foglie secche. Ma dopo un primo momento di spavento il bimbetto spinto dalla curiosità tolse tutte le foglie nell’area circostante al braccio e come aveva previsto, sotto c’era nascosto malamente un cadavere. Il corpo apparteneva ad una donna piuttosto giovane, forse una ragazzina. Non era particolarmente alta, i capelli erano castani e le arrivavano alla nuca, ma qualche ciocca a lato della fronte era rossa a causa del sangue che era sgorgato da una ferita sulla testa, c’era qualcosa che si muoveva su quella ferita, dei piccoli vermetti bianchi. Che schifo! Pensò osservando quegli animaletti. Poi si soffermò sull’osservare il viso della ragazza. C-carina… Le si inginocchiò vicino e toccò il naso, era molto freddo. Poi le toccò le labbra, anche quelle erano molto fredde e violacee, piuttosto sottili. Il bambino ritirò la mano velocemente e se la sfregò sulla giacca per pulirla. Era arrossito e sembrava un po’ a disagio. È molto fredda e il suo colorito è malsanamente pallido… quando mi ammalo anche il mio corpo sembra così? Uhm… no, decisamente. Se mi ammalo la mia temperatura sale anche se ho molto freddo. Sembra così tranquilla… quasi come se stesse dormento. -Tu però non ti muoverai più, giusto?- domandò osservandola attentamente.

-Sakutaro! Sakutaro!- gridava la voce di un uomo. È quasi tramontato il sole! Dove potrà mai essersi cacciato?! In mezzo agli alberi vide un bambino chino ad osservare qualcosa. -Meno male… Come ti è saltato in mente di venire qui da solo? E perché non sei tornato? E quasi notte! Come hai fatto a non accorgertene!- lo sgridò l’uomo, il bambino si voltò impassibile.

-C’è una signora morta qui.- disse indicando l’oggetto del suo interesse. -Se non stavo a sorvegliarla potevano portarla via, papà…- si giustificò.

-Bisogna chiamare la polizia!- disse l’uomo preoccupato appoggiando una mano sopra la spalla del bambino.

Arrivata la polizia, Sakutaro dovette allontanarsi dal corpo, assisteva nervoso alla scena di tutti quei tizzi a torno al corpo della ragazza. Un agente si avvicinò a lui e a sua padre.

-Beh… grazie di averci chiamati.- disse incerto, poi si abbassò a livello del bambino. -Non devi preoccuparti, ok? Andrà tutto bene…- ironicamente era il suo tono che sembrava molto preoccupato. Non sembrano molto contenti di averla trovata… ma hanno ringraziato, quindi è una cosa buona… credo…

Tornando a casa il bambino tirò fuori una cosa dalla tasca e la mostrò al padre.

-Guarda.- disse, l’uomo non sembrava capire di cosa si trattasse. -Funghi.- spiegò, l’uomo glieli prese e li buttò a terra, il bambino lo guardò spaesato.

-Erano velenosi.- disse freddo.

-Lo so, non sono scemo! Volevo solo conservarli…- disse irritato mettendosi a braccia conserte. Questa è decisamente l’ultima volta che ti mostro qualcosa…

Il giorno seguente il bambino andò dal nonno, anche lui sembrava comportarsi in modo strano...

-Senti, per quanto riguarda ieri...- cominciò preoccupato l'anziano signore. -Va tutto bene, vero? Sai se vuoi parlare di qualcosa...- chiese apprensivo. il bambino lo guardò incerto.

-Eh? Sì, certo... Ma perché mi fate tutti domande strane e imprecise di questo tipo ultimamente?- domandò sospettoso. -Mi sembra che aver trovato quella tizia sia una buona cosa, no? I suoi parenti la rivolevano, giusto?-

-Beh, sì... ma non dovevi essere tu a ritrovarla...-

-Perché? Non ho fatto un buon lavoro forse?- domandò con le braccia conserte.

-Certo... Lascia perdere…- è un bambino… è normale che non abbia una chiara concezione della morte… -Non c’è problema se non capisci perché siamo preoccupati, sei ancora piccolo dopotutto.- disse ridacchiando e accarezzando la testa del nipote offeso, poi tossì. -Pensavo semplicemente che quello che hai visto potesse spaventarti.-

È così strano che non mi sia spaventato, quindi? Si chiese, poi osservò il nonno con preoccupazione. -Tu… morirai presto?- domandò a bassa voce.

-Cosa?-

-Non esci quasi più di casa, nemmeno per venire a trovarmi… sei quasi sempre seduto o letto e non fai altro che tossire…- spiegò tenendo il visino rivolto verso il basso -Anche tu morirai come quella tizia?-

-Ma no! Ti terrò compagnia ancora per molti anni, chissà magari vivrò abbastanza a lungo per conoscere i tuoi figli!- cercò di tranquillizzarlo, ma il bambino continuava a sembrare molto triste. -Devi capire che le stagioni fredde non sono l’ideale per la gente di una certa età…-

-Nemmeno quelle calde! D’estate i telegiornali dicono sempre di stare attenti ai bambini e agli anziani… Solo la primavera va bene per i vecchi?- domandò. -Ops… gli anziani?- ricordava che dire vecchi era un po’ da maleducati.

-Diciamo di sì… Tranquillo, è vero, un giorno non ci sarò più, ma non sarà per sempre. Ci sarà un momento in cui ci rivedremo.- il bambino sembrava incuriosito.

-Dove?- domandò.

-Nell’aldilà.-

-Diventeremo fantasmi?-

-Sì.- gli rispose sorridendo. Il bambino era decisamente molto allarmato.

-Ma se anche tutte le persone già morte saranno fantasmi pure, l’aldilà sarà davvero molto sovraffollato! Sono morte davvero tante persone fino ad ora… Come farò a ritrovarti in mezzo a quella confusione?!- domandò agitato.

-Eh? Ecco… beh… Tranquillo, le persone morte da tantissimo tempo si reincarnano…- Temo di aver peggiorato la situazione! Era meglio non parlargli di queste cose…

-Si reincarnano? Ma allora tornano in vita senza ricordare nulla della vita passata! E se incontrano un’altra che già conoscevano in una vita precedente non la riconosceranno! È davvero orribile! S-succederà anche a me e te dopo tantissimo tempo che saremo morti?!-

-Ehm… ma no! In realtà… non c’è nessuna reincarnazione! L’aldilà si espande ogni volta che muore una persona nuova quindi non c’è il rischio di stare stretti…- il nipote lo fulminò con lo sguardo. Credo che le mie spiegazioni stiano diventando poco credibili…

-O-ok… Ma mettendo che io muoia da vecchio tu come farai a riconoscermi? O da morti si diventa tipo delle fiammelle o delle sfere luminose? Ma in quel modo sarà ancora più difficile riconoscerci!- aveva un tono davvero molto preoccupato.

-Penso che… Probabilmente la forma dello spirito ritorna ad uno stato di giovinezza… Così non sarà difficile riconoscerti.- gli occhi del piccolo si spalancarono confusi. Temo di aver fatto un altro errore, già…

-Nonno… ma io non ho la minima idea di com’eri fatto da giovane! Aspetta… Hai qualche foto da mostrarmi?!- chiese impaziente.

-Senti, quando arriverà il momento mi riconoscerai… gli spiriti non hanno alcun bisogno di basarsi sull’aspetto fisico per riconoscere qualcuno.- disse mettendo le mani sulle spalle del bambino, il piccolo non sembrava così convinto però. -Comunque non credi che sia un po’ troppo presto per preoccuparti di queste cose?- Sakutaro credeva che la sua testa avrebbe finito per scoppiare a causa di tutte quelle strane informazioni che gli erano state date, alla fine cercò di accettare l’ultima rassicurazione che il nonno gli aveva dato e smise di pensare a quelle strane cose.

-Sì, hai ragione…- il nonno sorrise. Mi dispiace, ti ho solo portato molta confusione… -Ma non è che potresti mostrarmi comunque una tua foto da giovane…? Così per sicurezza…-

Alla fine morì agli inizi di febbraio… lasciandomi completamente solo…

Sono proprio stupido, da quando sono così bravo a schivare? Se questo mostro fosse davvero così lento non avrei trovato tanti cadaveri finiti da un martello. Sta di nuovo giocando con me… Cos’è che vuole ottenere di preciso…? Sachiko sbadigliò poi sbuffò.

-Basta giocare, ormai uccidilo e basta… Mi sto un po’ annoiando.- Yoshikazu afferrò il ragazzo per il braccio e lo tenne fermo contro il muro preparandosi a colpirlo… per l’ultima volta… U-un… un colpo e basta… se muoio al primo colpo non soffrirò così tanto… In fondo è stato bello conoscerti e non rimanere da solo per un po’. Mi mancherai Mayu, spero solo di rivederti un giorno… si ok, ma in che modo?!

 

Quel giorno a scuola uno studente che non conoscevo mi fermò in mezzo al corridoio.

-Hey Mori… Morishi… qualcosa? Ehm… hey!- non ero offeso dal fatto che non ricordasse tutto il mio nome, del resto io non avevo idea nemmeno di quale fosse la sua iniziale… -Sei un amico stretto di Suzumoto, giusto?-

-Sì… perché?- gli risposi annoiato.

-Mi chiedevo, perché si è messa a piangere nel cortile.-

-Cosa? Non saprei…- dovetti ammettere.

-Ah, capisco… è che…-

-Scusa, ma dovrei andare.- cercai di sbarazzarmene velocemente.

-Va bene…- rispose confuso. Non ero stato particolarmente cortese forse. Camminai velocemente verso il cortile, lei stava accovacciata in un angolo mentre singhiozzava col viso coperto dalle mani. Fortunatamente erano quasi tutti in classe, spesso quando qualcuno si mette a piangere molti sconosciuti curiosi gli si accalcano attorno per vedere cosa succede… forse non se ne rendono conto e alcuni magari sono anche in buona fede, ma con questo atteggiamento non sono di alcun aiuto.

-Cosa ti è successo?- le domandai preoccupato accarezzandole la spalla. Lei alzò il viso arrossato verso di me.

-È-è, è morta!-

-Cosa?! Chi è m…- si alzò improvvisamente e stringendomi cominciò a piangermi sul petto… rischiai di cadere all’indietro per un attimo…

-Foglia è morta.- disse singhiozzando. Provai a consolarla e cercai di capire chi era Foglia… -S-stamattina sono andata a darle da mangiare e… e lei… e lei… non si muoveva più!- provò a riprendere fiato e ad asciugarsi il volto, ma non sembrava riuscirci.

-Vuoi che ti accompagni in infermeria?- proposi, là sarebbe stata sicuramente più tranquilla…

-No, no! Sto bene, mi serve solo un minuto per calmarmi…- mi disse fra i singhiozzi. -O-o f-forse anche due…- non mi sembrava affatto sul punto di calmarsi.

-Sicura?- feci un altro tentativo.

-S-sì certo! N-non posso saltare una lezione per questo!- insistette agitata.

-Va bene, ma se finisci per piangere durante la lezione finirai solo per interromperla.- qualunque animale fosse Foglia, lei sembra veramente triste e sconvolta, ero abbastanza preoccupato all’idea di accompagnarla in classe in quelle condizioni…

-U-uffa! Non lo farò! N-non c’è bisogno che ti preoccupi!- mi disse allontanandosi un po’ -Lo so sembra una cosa infantile! Ma sai, lei mi teneva sempre tanta compagnia!-

-Tranquilla, in realtà molti piangono per i propri animali domestici.-

-La colpa è stata tutta mia! I-ieri avevo visto che sembrava un po’ strana anche se era vivace del solito, ma invece di portarla subito dal veterinario ho rimandato!-

-Beh, forse cercava di essere vivace proprio per non farti preoccupare…- provai suggerirle, volevo farla sentire anche solo un po’ meglio…

-D-dici?- io annuì -Era molto intelligente, ma Foglia era comunque una tartarughina quindi, non so…-

-Una tartaruga?- ripetei un po’ stupito.

-Uhm, sì… ti sembra un po’ stupido piangere per un animale che non è un cane o un gatto, vero?- mi disse abbozzando una specie di sorriso, anche se molto triste.

-Beh, no…-

-Non fa niente, grazie comunque per esserti preoccupato per me… e per aver cercato di tirarmi su di morale…- Sospirai.

-Non ho affatto detto che è stupido. Ecco… semplicemente non ho animali, quindi non ho idea di cosa si provi…- sorrise, stavolta serenamente e cominciò a calmarsi.

-G-grazie…- poi giunse le mani e chiuse gli occhi. -Mia piccola, cara, tartarughina… mi dispiace di non aver capito che stavi male veramente… un giorno ti raggiungerò e staremo ancora insieme.- chiuse il discorso, aprì quei lucidi e arrosati occhi verdi e separò le mani… rimasi abbastanza perplesso. Io mi ero fatto davvero tantissimi problemi la prima volta che mi avevano parlato di aldilà e cose del genere… perché lei era così sicura che si sarebbero riviste, che animali e umani condividessero lo stesso aldilà, ammesso che esista qualcosa di simile, e che lei fra tante tartarughine avrebbe ritrovato proprio la sua? E come faceva ad essere così dispiaciuta per una tartaruga?! Mi è sempre apparsa ingenua per certi versi… Ciò nonostante… anche io dopotutto avrei voluto poter essere sicuro di rincontrarla anche dopo la morte e di poter continuare a starle vicino in realtà… essere più fiducioso sarebbe piaciuto anche a me.

-Forza, torniamo in classe.- mi disse prendendomi la mano.

-Ok, ma forse prima dovresti andare a sciacquarti la faccia, sei tutta rossa.- le suggerì, lei arrossì ancora di più e si portò le mani al viso.

-Oh, no! S-sono inguardabile…- disse coprendosi imbarazzata e corse via in bagno. Era molto insicura nonostante tutto, ma forse è anche per questo che aveva bisogno di stare con me. Forse oltre ad aver bisogno di qualcuno a cui appoggiarsi aveva anche bisogno di qualcuno a cui potersi mostrare vulnerabile, ma in realtà anche io avevo bisogno di lei… ho bisogno di lei…

Mayu… se io muoio adesso e la mia anima rimane intrappolata qui, come dovrei fare a rivederti?!

-A-aspetta! Sachiko!- supplicò disperato. Non posso morire adesso, non voglio!

-Ah?- esclamò con una strana smorfia. -No, troppo tardi! Anche se in realtà non è troppo tardi solo per te…- disse con un largo sorriso.

-Cosa vorresti insinuare?- domandò, tanto non c’era qualcosa che potesse peggiorare la sua situazione… o forse sì?

-Proprio nulla! Certo, a parte… No, non fa niente. Tanto qualunque cosa ti dica non mi crederai!- ci stava girando in torno, ma aveva un evidente voglia di parlarne e soprattutto di vedere quel ragazzo sbriciolarsi davanti ai suoi occhi.

-Forza, a questo punto dimmi cosa c’è che ti fa tanto ridere…- gli occhi della piccola si illuminano.

-Sai, ti pentirai di avermelo chiesto!- disse con una risatina. -Ciò per cui ti sei impegnato tanto a ritrovarla, ma ormai, non è nient’altro che un ammasso di carne morta!-

-Finiscila!- esclamò con sdegno, avrebbe voluto che quella fosse solo un ipotesi che non stava né in cielo né in terra.

-L’avevo detto che non mi avresti creduto! Ma, cerca di essere sincero… questa idea è venuta in mente più volte anche a te solo che non hai fatto altro che censurarla. Ma spiegami, cosa c’è di assurdo? Tu sei stato praticamente trattato con i guanti, prima che cominciasse questo gioco. Non sei mai stato messo in situazioni particolarmente pericolose, non hai mai neanche incontrato i fantasmi prima me e non sei mai stato inseguito da Yoshikazu, l’unica cosa che qui ha rappresentato un pericolo per te sei tu… Ma, per gli altri decisamente non è andata così, l’hai potuto constatare da solo, no? Non fraintendermi, non sto ipotizzando che sia morta, la tua piccola preziosa Mayu è certamente morta! Accettare la morte di qualunque altro tuo amico sarebbe stato molto più facile, eh? O sei ancora sicuro che lei sia viva? Vuoi vedere il suo corpo?- osservò soddisfatta il ragazzo, non si era nemmeno accorto che Yoshikazu aveva smesso di tenerlo fermo, ma comunque tremava troppo per riuscire a muoversi. Dopotutto si era meritata di riuscire a spezzarlo, si era impegnata al massimo per fare un discorso con tono serio e drammatico senza ridere di quella situazione tanto buffa e ridicola. -Ma, che hai?- cercò di simulare preoccupazione. -Non riesci più a parlare? Forse la vista del suo cadavere potrebbe consolarti in qualche modo? Potresti finalmente rassegnarti o magari trovarla anche più carina così, chissà?- disse con leggera malizia. Gli occhi del ragazzo ebbero degli strani scatti, si guardava intorno quasi come se fosse in cerca di qualcosa, sembra particolarmente interessato alle finestre… Aprì la bocca e cercò di dire qualcosa, ma tossì, qualcosa lo soffocava. Sputò del… sangue? Per quanta poca luce ci fosse quel liquido era troppo scuro per essere sangue.

-Finalmente!- Sachiko fece un sospiro di sollievo mentre il Morishige cadde a terra in preda alle convulsioni. Non stava vomitando quel liquido, non sentiva alcuna contrazione e non faceva alcuno sforzo a farlo uscire. Semplicemente scorreva fuori dalla sua bocca ininterrottamente, forse stava cominciando a fuoriuscire anche dall’orecchio…

-Sai avere dei tirapiedi come Yoshikazu e Yuki, è davvero fastidioso! Sono troppo buoni e se tornano in loro è un guaio, cercano di aiutare le mie prede! Ho pensato: magari Shige-nii sarà più collaborativo. In effetti, tu sei proprio predisposto per questo ruolo, però ci voleva una piccola spinta… insomma, anche per il quasi omicidio di Nari ti sei fatto un po’ troppi problemi... Allora, non è una cosa fantastica l’inscurimento?- domandò, in realtà lui era praticamente paralizzato sul pavimento, ma tanto non voleva veramente una risposta. -Tranquillo, non ti ucciderà! Mi servi vivo… per il momento. Certo che sottoporti all’inscurimento senza ucciderti, ma trovare comunque il modo di osservare qualcosa di interessante nel frattempo è stato complicato...- si sfogò allegramente. Il ragazzo alla fine perse del tutto conoscenza. La bambina si chinò e cominciò a dargli delle leggere pacche sulla testa. -In realtà non è una cosa che ho pensato fin dal primo momento, ma osservandoti ho pensato che non fosse una cattiva idea. Beh, Shige-nii, benvenuto in famiglia!- gli prese una gamba, se la portò sulla spalla e cominciò a trascinarlo. Yoshikazu fece uno strano verso, tipo delle congratulazioni della riuscita del piano?

-Grazie! Finalmente sono riuscita a prendere un cane! Anche se… chissà per quanto tempo riuscirò a tenerlo in vita?- rise spensieratamente e i due, tre considerando Morishige incosciente trascinato da Sachiko, si avviarono nella stanza delle torture.

 

Note (chilometriche purtroppo…):

-effettivamente, c’è un wrong and in cui Morishige cade vittima del darkening/inscurimento(non saprei come altro tradurlo…)

-I flashback(in realtà uno è più un “Sachiko racconta”) non hanno nulla a che fare col gioco. In particolare Yoshikazu finisce per essere manovrato a causa di una maledizione, non di un morso in stile zombie, ma mi piaceva abbastanza come idea quindi l’ho inserita… (anche se in realtà non amo molto i film sugli zombie…)

-il Clathrus ruber(la polpetta) è un fungo che effettivamente puzza di cadavere, anche se meno di altri funghi, e non è commestibile… comunque perché qualcuno dovrebbe mangiarlo?

-l’altro fungo l’ho visto da piccola in un documentario ed ho, ingenuamente, pensato che nascondere un corpo in mezzo a dei funghi a forma di mano fosse una buona idea… comunque l’ho cercato su internet e dovrebbe essere un xylaria polymorpha detto dita di morto. Alcune delle immagini che ho visto assomigliano a quelle che ricordavo, altre meno… neanche questo si mangia.

-Non so se questi funghi posso crescere insieme, ho semplicemente controllato che entrambi potessero cresce in Giappone… non sono una biologa…

-In realtà le tartarughe possono essere animali affettuosi. Nel senso, anche se gli hai già messo da mangiare se esci in giardino(se le tieni lì) loro escono e si avvicinano e se le vuoi accarezzare sulla testa te lo lasciano fare e non la rientrano. Poi dipende dal carattere dell’animale… una mia parente ne aveva una che se le avvicinavi il piede ti inseguiva(che paura…) per morderlo… Comunque possono essere di compagnia e può dispiacerti molto quando muoiono…

Mi scuso, questo capitolo è lungo come al solito e, temo, più confusionario del solito (già di solito lo sono abbastanza…) Comunque, nonostante questo capitolo non c’entri assolutamente nulla, buon natale, buon anno nuovo e buone vacanze a chiunque capitasse di qui in questo periodo… Spero di non aver combinato un disastro…

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Capitolo 6
*** Nel frattempo Mitsuki e Fukuroi... ***


Nel frattempo Mitsuki e Fukuroi…

 

Sono in anticipo... Pensò Kizami dopo aver sentito l'urlo di un suo compagno poco distante. Non so perché questa voce dovrebbe darmi una certezza del genere... Ho già vissuto questo momento solo che dovevo arrivare qui tra poco anziché ora? Sinceramente non mi va di rifletterci! Se qualcuno sta urlando in quel modo è probabile che qualcuno lo stiano aggredendo... del resto a giudicare dalle condizioni di certi cadaveri sarebbe stupido credere che io sia l'unico a divertirsi. Il ragazzo si avvicinò con cautela alla fonte del rumore.

Sì, avvicinarsi ad un altro killer è pericoloso, ma se non mi faccio vedere dovrebbe andare tutto bene, poi anche se cercasse di uccidermi e non fossi in grado di difendermi... beh, tanto qui ci morirò comunque, perché preoccuparsi? Si nascose in un angolo e rimase ad osservare. Il killer era un uomo largo quanto un armadio, armato di martello, che sembrava tutto meno che un umano vivo a giudicare dalla pelle… Le vittime erano vecchie conoscenze di Kizami, Mitsuki e Fukuroi...

Il ragazzo era a terra inerme, la ragazza era in piedi ad osservarlo apparentemente paralizzata.  P-perché di nuovo questa scena? Qualcuno mi sta dando una seconda possibilità per comportarmi come si deve e cercare di salvare la vita ad un mio compagno? O forse... m-magari vuole solo farmi riassistere alla scena impotente!

-Che stai facendo?! Ti ho detto di scappare!- le urlò il ragazzo.

-Non c'è nulla che potrei fare in ogni caso!- si sfogò ad alta voce Mitsuki. Ma qualunque cosa accada non scapperò di nuovo! Si buttò contro Yoshikazu e cercò di allontanarlo dal ragazzo, ma ci volle poco più di un attimo perché si trovasse buttata a terra, con le spalle al muro e tutta l'attenzione di Yoshikazu per sé.

Fukuroi cercò di tenere bloccate le gambe del mostro e di impedirgli di avvicinarsi a Mitsuki.

-Ehy! La volete finire di fare questo casino!? Sapete... qui c'è anche gente che vorrebbe riposare...- disse una voce femminile, si trattava di una ragazza suppergiù della loro età. Portava una divisa rosso-violacea, i capelli lunghi fino alla nuca, scuri con un fermaglio rosso a forma di pentacolo, e un paio di occhiali anche questi rossi.

-Aiutaci, ti prego!- la supplicò il ragazzo, lei lo osservò con quegli occhi spenti e sbuffò infastidita. Il mostro si liberò dalla presa di Fukuroi e cercò di colpire Mitsuki che gettò un urlo, il ragazzo disperato fece lo stesso.

-Ma basta!- ringhiò la ragazza e tirò fuori una bambolina vestita di rosso, Yoshikazu cominciò a fissarla attentamente, per quanto possibile. -La vuoi?- sussurrò lei. -Bene, valla a recuperare!- così la gettò in fondo al corridoio e lui lentamente andò cercarla, era così concentrato sulla bambola da non notare Kizami appostato dietro l'angolo che nonostante il rischio non sembrò scomporsi più di tanto...

Mitsuki e Fukuroi osservarono insicuri la ragazza, non erano in grado di stabilire se si trattasse di un essere umano o meno… Cercarono di alzarsi. Il ragazzo era particolarmente in difficoltà, durante la colluttazione era stato colpito alla gamba, ad un certo punto dovette farsi aiutare dalla compagna e una volta alzato rimase comunque appoggiato a lei.

-G-Grazie...- mormorò spaventata Mitsuki. La misteriosa ragazza li guardò senza una particolare espressione, poi si girandosi per controllare a che punto era Yoshikazu notò il ragazzo che osservava la scena di nascosto e il suo viso si fece improvvisamente sorpreso.

-K-Kibiki?!- esclamò e fluttuando si diresse velocemente verso ciò aveva attirato la sua attenzione.

-Ma... ma che…? Non era umana…- cominciò a dire Fukuroi, poi venne interrotto da un urlo maschile proveniente dalla direzione in cui era andato lo spettro. -Mitsuki, questa voce… non ti sembra di riconoscerla?- domandò timoroso, la compagna non rispose... -Mitsuki?-  lei teneva la testa fra le mani e  tremava.

-No!- strillò, togliendosi di dosso il ragazzo e scappando.

-Ferma!- cercò di inseguirla, ma inciampò dopo pochi passi. Sentendolo Mitsuki tornò immediatamente indietro e cercò di sollevarlo.

-Cosa pensi di fare?!- domandò confuso.

-Noi dobbiamo andare veloci, ti porterò sulle spalle! Presto, prima che lui ci raggiunga!- farfugliò respirando a fatica.

-Calmati! Non riuscirai a portarmi, cadremo entrambi e poi questo lui chi sarebbe?!-

-Lui, lui! Quello che ha urlato! È lui!- la ragazza era riuscita a prenderlo e stava provando a correre.

-No, mettimi giù! Puoi semplicemente farmi appoggiare, non c’è alcun bisogno di portarmi così!-

-Ahi!- la ragazza dopo essere caduta, com’era prevedibile, cominciò a singhiozzare. -Diamine! I-io... vorrei solo portarvi tutti fuori di qua... Chiedo davvero troppo?!- si sedette e cominciò a strofinarsi il viso con le mani.

-Mitsuki...- mormorò cercando di avvicinarsi a lei, poi si fermò a osservare la propria gamba, aveva molta, molta paura di controllare il danno effettivo, in ogni caso appariva innaturalmente appiattita e non se la sentiva più. Potrò davvero uscire da qui in queste condizioni? Sempre che un modo di uscire esista. Dopo tutta la strada che abbiamo fatto se ci fosse un'uscita avremmo già dovuto incontrarla… In fin dei conti questo posto non ha assolutamente nulla di naturale, non siamo nemmeno sicuri della modalità con cui siamo stati trasportati qui. È davvero positivo che io non sia stato ucciso? Non penso di avere via di scampo, in ogni caso... Trascinando la gamba si accovacciò vicino la compagna affranta. Visto che sono vivo, intanto è meglio fare qualcosa di utile...

-Senti, Mitsuki...- la ragazza si voltò con espressione decisa e cercò nuovamente di sollevarlo. -No!- oppose resistenza lui. -Fammi semplicemente da appoggio!- disse con tono quasi autoritario, lei sbuffò e cercò di accontentarlo.

-Riuscirò a portarvi fuori di qui...-

-Ehm... sì, certo...-

-Che stupida... mettersi a piagnucolare proprio ora!- ridacchiò nervosamente. -S-sarai pure tu il presidente del consiglio studentesco, ma sono io quella da cui si aspettano di più in una situazione del genere! Ci si aspetta che possa cavarmela da sola ed essere d'aiuto per qualcun'altro pure... Ma hai visto prima? Se non fosse intervenuta quella strana ragazza saremmo morti tutti e due! Sono del tutto impotente...- disse prendendo dei respiri profondi.

-Mitsuki, nessuno si aspetta che tu faccia miracoli! Non mi aspettavo che potessi salvarmi! Infatti... volevo che tu fuggissi... Ma ti assicuro che non sei impotente come pensi... E credo che se non fosse stato per la morte di Urabe saresti rimasta la solita affidabile Mitsuki.-

-Guarda che se ero la solita era solo perché ero con te! Non mi trovavo da sola! S-se lo fossi stata sarei andata sicuramente nel panico!- rispose la ragazza, Fukuroi arrossì un attimo. Perchè? Non ho motivo di essere imbarazzato, non ha detto niente di strano in fondo... e poi non è proprio il momento di pensare a queste cose! -E in realtà non ero nemmeno la solita! Congratulazioni! Proprio un ottimo spirito di osservazione...- aggiunse piuttosto incavolata. -Imbecille...-

-Eh?-

-Volevi che scappassi e mi ritrovassi da sola! Poi magari morivi e io mi sarei sentita pure in colpa!- disse offesa e gli diede un leggero calcio sulla gamba... poi si rese conto che era la gamba fuori uso. -Scusa!-

-Tranquilla, non sento più nulla...- ammise pacatamente tenendo lo sguardo basso.

-Non è una buona cosa...- mormorò triste -Ah, fosse l'ultima cosa che faccio porterò te e gli altri in salvo, lo prometto!-

-Ok, sono sicuro che ci riuscirai.- No, non devi dirmelo con questo tono tranquillo! Non ti devi affidare così a me! Non sono affidabile in qualunque tipo di situazione! Non dovresti aspettarti troppo per poi rimanere deluso... mortalmente deluso... La ragazza tentò di nuovo di caricarselo in spalla.

-No! Senti... è... è una questione di orgoglio... non voglio essere portato da te, ok...- spiegò il ragazzo cercando di essere convincente.

-Va bene...- Sei un pessimo bugiardo! I due cominciarono a sentire delle risatine infantili.

-Cerchiamo di nasconderci in quella classe...- sussurrò atterrito il ragazzo.

-Era proprio quello che cercavo di fare!- disse la ragazza un po' seccata e velocemente lo strascinò. Rimasero nascosti dietro la porta semichiusa osservando il corridoio, le voci erano troppo vicine per potersi permettere di fare rumore chiudendo la porta o trascinando Fukuroi cercando di spostarsi in fondo all'aula...

-Dove vi siete nascosti?- Canticchiò una figura piccola e luminosa seguita da altre due simili, ma più basse.

-Fohsse qui?- domandò con una strana pronuncia una delle due piccole figure aprendo una porta.

-Oh fohsse qui?- domandò l'altra aprendo un'altra porta, poi risero tutte tre. La più alta si voltò verso la porta di Mitsuki e Fukuroi sorridendo e facendo rabbrividire i due.

-O forse...- cominciò a canticchiare mentre si avvicinava...

-Fermiiii!- urlò una voce femminile, sempre un po' acuta, ma più adulta delle altre. Una strana sferetta azzurra fluttuante attraversò il corridoio, sbatté contro un muro, poi lentamente tornò indietro, si avvicinò ai tre spiriti e dopo aver tremato per qualche secondo prese una forma umana.

-Oh, c'è l'ho fatta!- esclamò felice e stremata dandosi un'occhiata. Si trattava di una ragazzina dai capelli corti fino alla nuca con una ciocca raccolta da un fermacapelli formato da due sferette, sarà stata in età da scuola media o superiore. Prendere una forma umana è molto faticoso... sospirò... -Ehm... sentite... p-perché non andiamo a... a... a giocare a nascondino da un'altra parte!- Propose lo spettro. Dando un'occhiata ai tre notò che non sembravano particolarmente entusiasti... -Potreste essere voi a nascondervi e io a cercarvi... sarebbe una cosa nuova, no?- lo spettro del bambino sorrise e l'altro piccolo... no, non aveva la parte superiore della testa quindi capire se stava sorridendo o no, non era fattibile... però a giudicare da come saltellava sembra felice. Lo spettro un po' più grande aveva un'espressione neutra, ma alla fine accettarono la proposta tutti e tre e cominciarono ad incamminarsi. L'ultima arrivata rimase indietro e si fermò ad osservare quella porta, sospirò quando sembrò vedere Fukuroi e Mitsuki e sorrise leggermente, poi andò anche lei.

Andati i fantasmi, i due fecero un sospiro di sollievo e si appoggiarono l'uno all'altro...

-Ho temuto che fosse davvero finita! Di nuovo...- sussurrò la ragazza in preda all'angoscia.

-Già... Io però... la voce di quella ragazza, l'ho già sentita...- disse pensiero il ragazzo. Mitsuki lo guardò perplessa, poi si alzò e diede una sbirciata al corridoio da dietro la porta.

-Bene, io vado a cercare da mangiare, tu rimani qui!- Già... come dovrebbe spostarsi?!

-Come a cercare da mangiare?- domandò allarmato il ragazzo.

-Con te in queste condizioni forse dovremo restare qui per un po'. Sarà meglio procurarci qualcosa di commestibile prima che tornino i fantasmi o quel mostro! So già cosa cercare... mi è venuta un idea... anche se non so quanto potrebbe piacerti...- spiegò la ragazza, Fukuroi non era molto sicuro e cercò trattenerla.

-Aspetta!- disse afferrandole la mano. -Sei sicura che sia necessario? Sarebbe meglio che tu cercassi un’uscita...- suggerì. -Poi se ci riesci torna a prendermi.- disse sforzandosi di sorridere. Mitsuki sembrava abbastanza infastidita.

-Io so come uscire di qua... o meglio... è complicato!  Sono sicura che qualcuno me lo abbia spiegato e qualcosa mi sembra di ricordarla, ma non tutto!- disse frustrata. -Me lo ricorderò sicuramente e riuscirò a tirarci fuori da questa situazione! Non è per tranquillizzarti, sul serio, so che c'è un modo per uscire ed è da qualche parte nella mia testa. Comunque, sono davvero molto affamata! E chissà... magari se mangio mi tornerà in mente.- spiegò sorridendo. Il ragazzo non era convinto, ma la lasciò andare.

-Va bene, mi fid...-

-Non dire che ti fidi, per favore.- rispose sbuffando.

-Non pensavo che le aspettative ti mettessero ansia... Allora a dopo...-

-Neanche io... A dopo...-

 

-Fukuroi! Fukuroi, svegliati!- Fukuroi si sentì chiamare  da una voce spaventata. Riaprì gli occhi con un po’ di fatica… Mitsuki sospirò. -Meno male...- poi lo osservò più attentamente. -S-sei molto pallido...- mormorò preoccupata. -Comunque, ho trovato da mangiare.- indicò un angolo della stanza, Fukuroi ci mise un po' a capire cosa gli stava indicando poi sperò di sbagliarsi e aver visto male...

-Sul serio!?-

-Già... tranquillo, dopo essere stati arrostiti saranno buoni, credo... comunque commestibili...-

 

Appunto:

Questo è un mini capitolo! Lo spettro della parte iniziale è Naho in caso non si fosse capito e… sì, è una cosa stupidissima e come evento è molto casuale…, comunque… solo a me sembra che Kizami e Kibiki come aspetto si somiglino?!   

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Capitolo 7
*** Cena improbabile... ***


Cena improbabile…

-Trovati!- esclamò lo spetro della ragazzina una volta trovati i due più piccoli. I tre stavano giocando apparentemente spensierati, poi Yuki decise di avvicinarsi.

-Senti onee-san, per quanto riguarda quello che è successo prima…- cominciò con tono grave.

-Eh?! E cosa sarebbe successo?- si voltò la ragazzina con una risatina nervosa che tradiva la sua ansia.

-Quei due umani… quelli che hai deciso di non farci prendere…- continuò rassegnata Yuki.

-Umani… quali? Ah, quindi prima volevate prendere degli umani… m-mi spiace non me ne ero proprio accorta!- balbettò in risposta fingendo di essere caduta dal pero. L’espressione di Yuki rimase immutata, ma il suo tono assunse una nota aspra e minacciosa.

-Potrò anche sembrarti una bambina, ma nei fatti è da prima che tu nascessi che vago tra queste mura. Volevi che lasciassimo stare quegli umani, per questo ci hai chiesto di giocare con te a nascondino, no? Non siamo così ingenui, ce ne siamo accorti…- poi si accorse della faccia confusa di Ryou.

-Ahhorti dis hosa?- domandò curioso.

-Ok, io me ne sono accorta…- a quel punto si corresse.

-Mi dispiace… non volevo crearvi problemi… Ma proprio non posso lasciarvi uccidere degli umani!- rispose con decisione. -Voi avete sofferto davvero moltissimo, come nessun bambino dovrebbe mai soffrire... Proprio per questo non dovreste essere riluttanti anche solo all’idea di far provare agli altri certe sofferenze?- chiese insicura, non ci credeva fino in fondo neanche lei, ma sperava in un modo o nell’altro di smuovere qualcosa.

-Mayu, mai sentito parlare di persone che vengono violentate da piccole e una volta adulte o a volte anche prima finiscono per uccidere e o violentare persone a casaccio? A volte anche bambini?- rispose fredda mentre l’interlocutrice deglutì per il disagio. -Beh… a Sachiko queste storie sembrano piacere abbastanza… comunque, anche lasciando perdere questo dettaglio… A me uccidere non piace, a quei due in realtà non so…- disse indicando i bambini. -Del resto quando sono stati uccisi erano troppo piccoli per poter possedere una vera e propria morale, ma anche in caso una volta diventati fantasmi gran parte della morale e dell’empatia che puoi provare nei confronti delle altre persone si affievolisce drasticamente. Come ti ho già detto, a me uccidere non piace… in teoria, ma appartengo a questa scuola… sono stata uccisa qui, sono sotto l’influenza negativa di questa struttura e a volte non posso davvero fare a meno di giocare con le vite fragili degli umani che mi capitano sotto tiro. Non faccio veramente qualcosa di male in fondo, un essere umano una volta finito qui è semplicemente spacciato…- spiegò con una certa tristezza nel tono. -Per ora come fantasma sei molto giovane, ma presto perderai la tua moralità anche tu… Ti conviene abituarti sin da subito alla situazione e smettere di opporre resistenze o fare cose strane. Sei letteralmente stata uccisa da queste mura e da noi… tu ci appartieni…- disse abbozzando un sorriso e allungando la mano fino ad accarezzarle il viso. Mayu si ritrasse…

-E andare avanti così da qui fino all’eternità? C-che razza di esistenza sarebbe?!- mormorò sconfortata.

 

Torturare i nuovi compagni di giochi era sempre stata un’attività divertente anche se solitaria in un certo senso… Yoshikazu era un assistente terribilmente passivo e incredibilmente lento come se non bastasse. A volte sembrava addirittura bloccarsi… proprio frustrante come assistente anche se fra quelli che all’interno della scuola poteva considerare alleati non era proprio il peggiore e quello che faceva più danni… C’era quel piccolo spettro di nome Yuki, mostrava perlopiù un carattere freddo, ma in realtà se si inteneriva era un vero problema… c’era il rischio che aprisse varchi per il mondo reale facendo scappare qualche prigioniero…

Alla fine, l’idea di coinvolgere un complice attivo nelle torture si era rivelata vincente… forse la cosa funzionava così bene perché il complice in questione era ancora umano? In linea di massima gli esseri umani, in vita, avevano una vivacità e una creatività che con la morte, in parte, perdevano. Forse perché come spettri perdevano ciò che più li spaventava, la morte incombente, ma con questa anche la volontà di rimanere in vita? In ogni caso avere a che fare con degli esseri umani vivi era sempre così interessante e divertente. In particolare per Sachiko a cui per qualche strana ragione la morte aveva dato una vivacità che durante la sua breve vita non sembrava possedere. Fondamentalmente il motivo per cui Sachiko aveva deciso di tenere basso l’inscurimento una volta che Morishige aveva ricevuto da esso la “spinta” sufficiente dal per cominciare a partecipare alle torture, era questo. Un essere umano disposto a diventare complice di uno spettro maligno era qualcosa di abbastanza inusuale e prezioso, quindi preferiva che fosse il più autonomo e spontaneo possibile.

Tuttavia l’essere in vita era uno stadio temporaneo e fragile, in teoria difficile da mantenere in un posto come quello… Ma Sachiko era abbastanza sicura di poter mantenere in vita Morishige per abbastanza tempo o perlomeno per il tempo necessario a farlo abituare a quella vita e fare in modo che non cambiasse così tanto carattere e modi di fare una volta soggiunta la morta. In questo modo avrebbe davvero potuto assicurarsi un complice efficiente finalmente… o in ogni caso, molto più decente rispetto agli altri…

In fondo non poteva essere così complicato, c’erano topi, scarafaggi e vermi ovunque in quel posto, quindi doveva trattarsi di un luogo vivibile tutto sommato, no? L’acqua per non farlo morire disidrato c’era, tanto lì non faceva altro che piovere… e per quanto riguardava il cibo… Beh, c’è n’è in abbondanza! Del resto la carne più digeribile per gli esseri umani è quella dei propri simili, no?

Già, non sembrava più un’impresa così impossibile pensandoci bene… Ma c’era un fattore che incuriosiva Sachiko particolarmente… Morishige quanti anni ha? Sedici? Diciassette? Lo vedrò crescere almeno un po’? Potrebbe diventare più alto? In qualche i suoi lineamenti potrebbero cambiare? Gli esseri umani cambiano fisicamente durante la loro vita se non sbaglio… Ricordo male? In particolare se li conosci da piccoli o da ragazzini gli vedi fare diversi cambiamenti… Riuscirò a mantenerlo in vita per abbastanza tempo da vedergli fare quali e quanti cambiamenti? Pensava che si sarebbe trattato di qualcosa di abbastanza interessante da guardare… Le sue sembianze erano rimaste invariate da davvero moltissimo tempo ed anche la sua mente non era maturata, sebbene il tempo le avesse portato molte esperienze per quanto monotone data la situazione. Non aveva provato sulla sua pelle diverse cose, come la crescita durante l’adolescenza, la scuola media e superiore… Non sembra così allettante in realtà…  La maternità… Nemmeno questa mi sembra una grande esperienza da provare e per quanto ci pensi e non riesco nemmeno ad immaginarmela… La vita matrimoniale…  Forse dovevo pensare a questo prima della maternità… in ogni caso mi sembra anche meno allettante di quest’ultima, anche se… La vita lavorativa…. Mi sarei potuta ritrovare datori di lavoro davvero molesti per non dire altro… a mia madre non è andata così bene… La crescita dei propri figli, i nipotini e la pensione…  Orrore! La morte dei propri genitori. Già fatto! Quasi quasi sto meglio così… Però queste esperienze… poco allettanti o no, dolorose o no, sono mancanti… mi incuriosiscono un po’, una in particolare mi sembra fattibile al momento… Potrei fare qualcosa in merito…? Una cosa è certa, per quanto riguarda la maternità non posso davvero fare nulla. Ridacchiò. Non è che mi dispiaccia così tanto!

 

Morishige si risvegliò con un po’ di fatica, non sapeva quanto tempo fosse passato dal suo arrivo in quella scuola e l’orologio del suo telefono sembrava aver smesso di funzionare, ma aveva sonno e sentiva il bisogno di riposarsi così era andato nell’unica stanza di quella struttura in cui si sentiva abbastanza a proprio agio da riuscire ad addormentarsi. Il ragazzo si stiracchiò e cominciò ad alzarsi. Di solito non si sarebbe mai addormentato così facilmente in una stanza in cui c’era un’altra persona, ma in lei c’era qualcosa di particolare, era una compagnia molto piacevole anche se silenziosa, ansi forse gli piaceva proprio per questo… Le fece un cenno con la mano per salutarla.

-Arrivederci… anche se in realtà non so se ci rivedremo ancora. Beh, penso che se mi resterà ancora tempo mi rivedrai…- ormai aveva smesso di chiedersi perché avesse cominciato ad avere tanta confidenza nei confronti del cadavere di una sfortunata creatura che nemmeno aveva conosciuto. Chissà se anche lo spettro della ragazza stava con lui in quella stanza ad osservarlo. Credeva di sentire una presenza oltre la sua, ma non ne era sicuro. In caso, chissà cosa lei pensava della sua compagnia… lo trovava fastidioso e invadente, forse pure inquietante? Oppure anche lei trovava apprezzabile la sua compagnia?  Era sempre stato abbastanza gentile nei suoi confronti…

Aperta la stanza delle torture trovò un ragazzo ancora vivo e tremante. Né Sachiko, né Yoshikazu si trovavano nella stanza al momento così decise di non fare nulla ed aspettarli là. Morishige era abbastanza incuriosito dal ragazzo, sembra agitato, ma anche assonnato, i suoi occhi erano arrosati e stava con la testa appoggiata al cadavere che aveva accanto. Era strano, anche se il cadavere si trovava nella stanza era sicuro che non fosse tra le vittime con cui lui e Sachiko avevano giocato, inoltre a parte una gamba mozzata non c’erano altri segni sul suo corpo… Ma perché portare in questa stanza qualcuno già morto? Quei due portavano la stessa divisa, una divisa che Morishige conosceva. Forse quei due in vita erano amici? Morishige si avvicino alla porta e l’aprì, era curioso di sapere che reazione avrebbe avuto quel ragazzo…

Che volesse uscire da quella stanza era del tutto prevedibile, ma il ragazzo fece qualcosa che sorprese sinceramente Morishige e che lo fece ridere. Il ragazzo invece di scappare appena gli si era presentata l’occasione aveva afferrato il cadavere dell’amico e stava cercando di portarlo con sé.

-Invece di ridere aiutaci ad uscire di qui! Sempre che tu non abbia intenzioni ostili…- sbotto il ragazzetto.

-Ma… si p-può sapere cosa stai cercando di fare?- cercò di chiedere senza ridere. -Aiutarci, hai detto?-

-Vogliamo andarcene! P-poi… lui deve andare in ospedale!- spiegò preda della disperazione.

-Ospedale? Obitorio vorrai dire! Non ricordavo che in ospedale resuscitassero i morti.- lo schernì sghignazzando.

-Non è morto! Ma non sta molto bene… S-se non faccio subito qualcosa l-lui…- il ragazzo si mise quasi a piagnucolare. Morishige era passato dall’essere divertito al sentirsi inspiegabilmente furibondo. Non è morto, eh? Il modo in cui quel ragazzo ignorava l’evidenza lo irritava… Si sentì improvvisamente accaldato e una volta calmato il tremore alla mano prese un macete e si avvicinò freddo al ragazzino.

-Se gli stacco la testa, tu crederai alla sua morte?- sospirò senza alcuna inflessione particolare nella voce.

-Non farlo!- esclamò il ragazzo cercando di riparare il compagno.

-Fermo!- tuonò una voce femminile. Improvvisamente una ragazza era entrata nella stanza.

Morishige sentì un forte imbarazzo in un primo momento, un ragazzo ed una ragazza che aveva conosciuto e che erano stati gentili con lui lo stavano guardando nella stanza delle torture mentre era pronto a tagliare la testa al cadavere di un loro amico… ma la sensazione di accaldamento durò poco...

-Interrompi una persona con un macete mentre sei disarmata e con un ragazzo che sembra non reggersi se non usandoti come appoggio, Yamamoto?- sospirò. -Se lo rivolete portatevelo pure…-  I tre della Byakudan rimasero sgomentati. In un modo o nell’altro era come se sentisse il bisogno di ricambiare la loro cortesia passata... Inoltre quel ragazzo in quei pochissimi momenti passati insieme gli era risultato insopportabile! Non riusciva a immaginare di rimanere altro tempo con lui mentre aspettava Sachiko. Mitsuki continuava ad osservarlo con uno sguardo accusatorio.

-Grazie…- disse a denti stretti. -Non so quanto possa davvero interessarti, ma abbiamo incontrato la ragazza, o meglio… lo spettro della ragazza che cercavi…- raccontò quasi contro voglia, il ragazzo sbiancò. Mitsuki rimase un po’ sbigottita a quella reazione...

-Che intenzioni hai?- domandò serio Fukuroi -Sembri effettivamente un ragazzo umano… vivo intendo… Perché ti sei alleato con quegli spettri? Pensi che facendolo otterrai qualcosa? Che ti faranno uscire da questa situazione o comunque ti manterranno in vita?- domandò lasciando trasparire un po’ di confusione.

-No…- rispose recuperando una certa calma. -Non ho alcuna speranza ormai… Ma i motivi che mi spingono a comportarmi in un certo modo non sono qualcosa che vi riguarda.- concluse gelido.

-Cosa sarai disposto a fare per sopravvivere…? Diventerai un necrofago? O magari probabilmente lo sei già, eh?- chiese la ragazza con aggressività, il ragazzo si limitò a sospirare poi parlò con tono annoiato.

-Sopravvivere non mi interessa, ma continuano a non essere affari vostri. Cosa ci fate qua? E come fate a sapere che mi sono alleato con qualcuno e che invece non sto… lavorando da solo?-

-Stiamo indagando per trovare un modo per uscire e per ritrovare gli altri ed in queste ultime… ore probabilmente… abbiamo assistito a diverse cose strane…- spiegò Mitsuki.

-E giri con un ragazzo che non può reggersi in piedi con il rischio di doverlo lasciare indietro al primo pericolo? Non sarebbe meglio trovare un luogo in cui nasconderlo?- la ragazza stava per rispondergli per le rime, ma venne interrotta dal compagno.

-Rischierei molto anche venendo scaricato da qualche parte ad aspettare… è Mitsuki a correre più rischi portandomi in giro come un peso morto.- Morishige non riuscì a trattenersi dal ridacchiare un po'.

-S-scusate, è che... praticamente…- si calmò. -Ora che avete trovato questo vostro amichetto avrete anche un altro peso morto, in questo caso letteralmente…- disse infine indicandogli il ragazzo che stringeva il corpo senza vita dell’amico e li osservava smarrito. Sotto lo sguardo divertito di Morishige, Mitsuki fece diversi tentativi per separarlo dalla carcassa, ma si rivelarono tutti abbastanza inutili… Alla fine la ragazza spazientita colpì con forza la testa del ragazzo facendolo svenire.

-Fatto!- disse esausta, ma quasi soddisfatta e trascinò entrambi i suoi compagni fuori di lì. A Morishige tornò in mente una cosa, anche se inutile. Ah… ecco chi era la ragazza che mi ha picchiato di cui parlava Sachiko… Non si pentì di averle fatto un favore in ogni caso. Tanto sarebbero morti comunque tutti e tre e non gliene fregava molto… Non gliene fregava molto nemmeno della sua morte e non sperava di rimane in vita per più di qualche giorno… Come avrebbe dovuto fare senza cibo in effetti? Non si poneva tanti problemi soprattutto di origine morale su quella sua scelta di aiutar Sachiko, anche se piuttosto condizionata dall’esaurimento psicologico e l’inscurimento. Aveva deciso di non trattenere più quella parte che aveva scoperto di possedere poco dopo il suo arrivo in quel luogo, essendo destinato a morire tanto valeva trascorrere bene il proprio tempo, anche se si trattava di dover torture persone, erano destinate a morire a breve comunque… Una sola cosa lo turbava in quella situazione… Una cosa detta da Mitsuki lo aveva molto scombussolato. Lo spettro di Mayu… lei lo aveva visto! S-sarà nei paraggi…? Si domandò atterrito. Non voleva assolutamente essere visto da lei, avrebbe fatto qualunque cosa per evitarla e con ogni probabilità, una volta morto avrebbe passato l’eternità a fuggire da lei… Era doloroso… molto doloroso, ma non voleva che lei lo odiasse, sarebbe stato molto più terribile di non rivederla mai più… era una cosa che ormai non poteva evitare. Lei non poteva capire le sue motivazioni, ne era certo…  Non mi avrebbe accettato nemmeno quando mi limitavo a fotografare carcasse e sfogare la mia rabbia e il mio nervosismo su di loro per tenere la tensione sotto controllo quindi figuriamoci adesso…

-Heeeeey…- esclamò una vocetta che aveva imparato a conoscere piuttosto bene. Si voltò verso di lei…

-Ben tornat…?- Sachiko sorrideva e sembrava più allegra del solito… ma c’era qualcosa di molto strano nel suo aspetto… dopo averci riflettuto un po’ decise di ignorare la cosa.

-Non hai proprio nulla da domandarmi?- chiese pimpante mentre si indicava la testa.

-Hai una o forse più tende in testa… arrotolate…- rispose inquieto.

-Ok… e cosa significa?- continuò sorridendo.

-Dovrebbero simulare… un turbante…?- fece un tentativo piuttosto insicuro.

-Cosa?!- esclamò -Uhm… forse così non si capisce. Aspetta…- srotolò la tenda, e se la rimise in testa a mo’ di velo. Morishige deglutì, gli era venuta in mente un’ipotesi spaventosa… -Indizio, non è un cosplay di madonna. Sarebbe anche piuttosto inadeguato, non pensi?- suggerì scherzando. Il ragazzo riacquisto la calma, era un po' consolato dal suggerimento ridicolo. Sì... ma al massimo della madonna... non penso nemmeno possa conoscerla Madonna... Comunque ci deve essere un'altra spiegazione, lei è davvero molto strana quindi la risposta non è quella più ovvia probabilmente...

-Ok, se sul serio non hai capito ti darò un altro indizio…- e si mise a canticchiare una marcia decisamente impossibile da non riconoscere… quella nuziale!

-C-con… con… congratulazioni…- disse tenendo gli occhi fisse sulla porta.

-Grazie! Anche a te!- era decisamente il segnale per cominciare la fuga… il ragazzo se la diede a gambe… Sachiko rise giuliva.

-Diamogli un po’ di tempo per scappare e nascondersi poi andremo a cercarlo, ok?- disse a Yoshikazu nonostante fosse appena entrato e non sapesse niente della situazione, ma tanto non avrebbe avuto alcuna reazione comunque. In questa reazione ci speravo… sarebbe stato una vera noia altrimenti…

E… le entità femminili da evitare per l’eternità erano passate da una a due… Forse aveva frainteso ciò che Sachiko voleva dire e magari la spiegazione al velo improvvisato e alla marcia nuziale era un’altra… Che altra spiegazione ci potrebbe essere?!  Forse mi conviene nascondermi aspettando che questa idea le passi… è una bambina e potrebbe stancarsene presto, giusto?

 Si guardò intorno alla ricerca di un luogo in cui potersi nascondere, cercò di aprire una porta, ma era come sigillata, ne provò un'altra, ma anche questa sembrava bloccata. Però sembra muoversi… Continuò a tirare e si accorse che più che essere chiusa a chiave sembrava tenuta bloccata dall’interno. Da qualcosa o da qualcuno? Aspettò un po’, poi diede uno strattone e riuscì a intravedere una mano che la richiudeva, era in tutto e per tutto una mano umana…

-Aprite, per favore!-

-Scordatelo! Siamo di più di te e siamo anche armati di bastoni!- rispose una voce che tentava di essere minacciosa.

-Yamamoto? Cerca di ragionare…-

-Così possiamo diventare anche noi carne da macello per te e quel piccolo demonio? Va al diavolo!- lo interruppe la ragazza.

-Sono inseguito dal piccolo demonio, se perdo tempo a rimanere davanti la porta lei mi troverà qui e verrete trovati anche voi, non avete molta scelta se non aprirmi!- comunicò il ragazzo, ci fu silenzio per qualche attimo... Poi due mani lo trascinarono tempestivamente all’interno della stanza facendolo cadere sgraziatamente sul pavimento e richiusero la porta.

-Allora, cosa vuoi e a che gioco stai giocando? Sappi che se questa deve essere la mia fine, prima di morire ti ucciderò!- disse Mitsuki puntandogli contro quella che probabilmente era stata la gamba di una sedia. Già, almeno prima di morire potrò spaccarti il cranio…

-Non ho intenzione di consegnarvi proprio a nessuno. Sto cercando di scappare anch’io in questo momento!- il ragazzo ricevette due colpi in testa, bruschi e veloci, cercò di ripararsi con le mani e sentì del liquido che gli scendeva dalla tempia…

-S-stronza…- mormorò, ma si accorse che non stava più cercando di colpirlo, stava indietreggiando respirando affannosamente.

-Staresti scappando anche tu, eh? E come dovrei sapere che non stai solo aiutando quella mostruosa ragazzina a trovarci?!- urlò spaventata.

Non è veramente capace di uccidere? Per un attimo aveva avuto l'impressione che fosse spaventata all'idea di cercare veramente di ucciderlo e che l'averlo fatto sanguinare le mettesse agitazione o che fosse tesa per non essere riuscita a continuare a colpirlo. Ma a cosa sto pensando... Probabilmente tutta la sua agitazione e la sua insicurezza deriva esclusivamente dalla paura di essere trovata da Sachiko…

-Senti, se lei mi stesse utilizzando per trovarvi sarebbe già qu...-

-Non è detto! Forse vuole proprio temporeggiare! Come se... come se...? Come se fosse una specie di gioco!- lo interruppe bruscamente.

-Se è veramente come dici tu vi ha già trovati! Basta, siete semplicemente spacciati... e comunque non è urlando che le impedirai di trovarvi…- Mitsuki sbiancò ed emise una sorta di singhiozzo. Mentre la ragazza rifletteva su come agire, Morishige cominciò a guardarsi in torno. Disteso vicino al muro c'era il ragazzino che era stato da poco recuperato dalla stanza delle torture e poco più in là c'era Fukuroi. In un primo momento a Morishige erano sembrati cadaveri, ma osservandoli meglio notò che sembravano respirare. Fukuroi cominciò ad aprire gli occhi ed in un primo momento sembrava piuttosto stranito di vederlo, si fece subito guardingo e sembrò alla ricerca di qualcosa di utile per difendersi. Mitsuki cercò di spiegargli la situazione come meglio poteva.

-Quindi... Penso che l'unica cosa che possiamo fare per ora sia farlo stare qui, tenerlo d'occhio e comunque non seguirlo se cerca di farci andare da qualche parte e non seguire i suoi suggerimenti...- suggerì insicuro e confuso il ragazzo.

-Già, purtroppo non mi vengono altre idee...- ammise Mitsuki.

-Comunque, perché all'improvviso avresti deciso di scappare?- domandò dubbioso Fukuroi. Morishige cercò di riflettere su cosa dire, ma alla fine optò per la verità… anche se non era tanto semplice.

-Beh, Sachiko... è una bambina dopo tutto, a volte è normale che una bambina abbia idee strane… comunque, credo si sia messa in testa di sposarsi... temo con me... Quindi, mi nascondo finché non le passa...- Suona così… assurdo e stupido! Perché?!

-B-bene... oltre che necrofago, pure necrofilo e pedofilo!- ridacchiò nervosamente Mitsuki. Sta pure cercando di prenderci per il culo?!

-Ah... va bene...- Sul serio non capisco! Pensò invece Fukuroi.

-Non sono un necrofago e perché sarei io il necrofilo e il pedofilo della situazione?- sospirò. -Dico sul serio, non pensate che celebrare un matrimonio, un rituale più o meno sacro, anche per scherzare, in un luogo simile potrebbe rappresentare un problema?-

-Beh... suppongo che rischieresti di essere legato a lei per l'eternità?- ipotizzò Fukuroi. -Ma sei già il suo... assistente... potrebbe comunque costringerti a lavorare con lei per l'eternità...- rifletté, ma Morishige non si mostrava meno a disagio. Riuscendo a portarlo dalla nostra parte potrebbe smettere di rappresentare un pericolo per noi...

-Mitsuki sa come uscire di qui.- disse lanciando un occhiata alla ragazza, nel tentativo di comunicarle qualcosa. -Potremmo far uscire anche te se la smetti di collaborare con Sachiko.- Se ha delle cattive intenzioni nei nostri confronti in questo modo potrebbe rinunciarci... giusto? Non era proprio entusiasta all’idea di portarsi dietro un ragazzo come quello, ma sembrava una soluzione pacifica e non troppo rischiosa, inoltre quello non era proprio né il momento, né il luogo per lasciarsi prendere da rabbia e risentimenti. Ma Morishige non sembrò reagire alla notizia in nessun modo, era come se non l'avesse sentito.

Mitsuki si spostò un po’ più in là, prese un'anta proveniente da qualche armadietto e la posizionò a terra. Morishige si avvicinò con cautela incuriosito da quello strano comportamento… Poi la ragazza prese alcuni pezzi di sedia, glieli posizionò sopra e li usò come combustibile accendendo il fuoco con un fiammifero. Fuoco dentro una stanza chiusa? Ma che sta combinando?! Prese un'altra lastra metallica più sottile proveniente da chissà cosa e la posizionò sopra il fuoco. In fine raccolse una specie di ammasso peloso vicino a lei e cominciò ad inciderlo con un tagliacarte, dopo un’occhiata più attenta Morishige capì di cosa si trattava, era un ratto… morto fortunatamente. Accanto a Mitsuki c’è n’erano almeno altri cinque di cui due già scuoiati che mise sulla lastra ormai incandescente insieme a quello che aveva appena finito di lavorare. Sembrò riflettere un attimo. Spero proprio di non dovermi pentire di questa gentilezza… Sospirò poi ne prese un altro e cominciò a lavorare anche quello. Normalmente si sarebbe sentita male solo guardando qualcuno che spellava un animale, ma aveva davvero molta fame e non doveva occuparsi solo di se stessa in quel momento. Aveva l'impressione che stare in quella scuola la stesse lentamente rendendo insensibile a diverse situazione, probabilmente da una parte era colpa di quell'influenza negativa emanata dalla struttura, ma dall'altra si trattava di un meccanismo di difesa della sua mente. Eppure sono quasi... contenta... fiera di me stessa per essere diventata capace di fare certe cose... Rifletté stranita.  Accorgendosi che Morishige la stava osservando gli gettò un’occhiataccia, probabilmente credeva che vedere un animaletto scuoiato in un modo o nell'altro gli piacesse.

Un sospetto legittimo immagino... Pensò il ragazzo.

Poi l'espressione della ragazza si addolci leggermente e disse ad alta voce:

-Hanno un buon odore… O forse è solo colpa della fame.- ridacchiò con un tono quasi allegro.  Sembra che l’idea di mangiare la metta di buon umore… -Forse qualunque carne è buona una volta cotta. Soprattutto in una situazione del genere…- a differenza sua Fukuroi non sembrava molto entusiasta e guardava da lontano la futura cena piuttosto nauseato. Morishige cercò di immaginarsi come aveva fatto Mitsuki a trovare e catturare tutti quei ratti, era una cosa davvero incredibile… non riusciva proprio a visualizzare Mitsuki che correva dietro ai ratti e li uccideva con chissà cosa… ma del resto non riusciva ad immaginare nemmeno come fosse stata in grado di staccare due ante in metallo e rompere diverse sedie o aveva trovato tutto già in quel modo? Era veramente una ragazza strana… Finì di spellare anche l'ultimo animaletto e mentre smuoveva con attenzione le piccole carcasse utilizzando un tagliacarte annusava… era evidentemente molto appagata dall’odore.

Il ragazzo si stancò di osservarla decise di spostarsi nuovamente di fronte a Fukuroi. Dopo un po’ si avvicinò anche la ragazza portando i quattro ratti. Ne diede uno a Fukuroi, il ragazzo sembrò accettarlo contro voglia e prima di provare a mangiarlo rimase ad osservarlo per un po’. Mitsuki invece mangiava con voracità…

-Già, qualunque carne cotta diventa commestibile e buona.- mormorò spensierata. L’accusato di necrofagia ero io… ma questa secondo me si mangerebbe anche una persona se questa venisse cotta! La ragazza prese un altro ratto…

-Tieni, non fare lo schizzinoso.- disse porgendolo a Morishige, il ragazzo era allibito.

-G-grazie…- la ragazza accennò un sorriso. Perché questo cambiamento? Prima non cercavi di uccidermi…?

-Fukuroi, guarda che quando hai finito c’è l’altro.- disse con voce ferma anche se un po’ preoccupata.

-M-ma sì, certo…- rispose titubante. Lei sospirò.

È un ingenuo tentativo di farlo rimettere in fretta? Si chiese Morishige soffermando il suo sguardo sulla gamba del ragazzo. Quando nella stanza delle torture e si era ritrovato davanti il ragazzo appoggiato a Mitsuki aveva visto il suo arto assumere posizioni davvero strane e nonostante tutto lui non sembrava accorgersene o lamentarsi per il dolore. Si chiedeva in che condizioni fosse, ma con la gamba interamente coperta dai pantaloni non poteva capirlo... tutto ciò che poteva vedere erano delle macchie di sangue più o meno estese in diversi punti... eppure non c'erano tagli e scuciture... Qualcosa potrebbe avergli spezzato le ossa, magari si tratta di fratture esposte, questo spiegherebbe il sangue... Uhm… in realtà le fratture potrebbero anche non essere esposte, in questo posto sporcarsi di sangue non è certo difficile, probabilmente sono troppo frettoloso... Mi chiedo come facciano ad essere ancora qui con uno dei due in quelle condizioni... Se si tratta veramente di fratture esposte considerando anche le condizioni igieniche potrebbe venirgli un’infezione e in seguito la febbre, rischia di non durare a lungo. Il ragazzo si sforzò di finire il pasto e di prendere il ratto rimasto, Mitsuki sembrò tranquillizzarsi un po' e sperare che l'appetito fosse un buon segno. Cerca di farle credere di stare bene? Morishige sospirò. Non credo sia veramente così ingenuo per quel che riguarda le sue possibilità…

-Quel sangue è tuo?- domandò indicandogli la gamba. Mitsuki in un primo momento lo guardò con diffidenza poi osservò l'arto dell'amico allarmata.

-Ah, si...- rispose, poi si accorse del modo in cui Mitsuki lo osservava. -Tranquilla, in un modo o nell'altro ho fermato il sangue...- le spiegò sollevando leggermente l’estremità dei pantaloni lasciando intravedere dei pezzi di stoffa inizialmente bianchi ora macchiati di rosso che gli fasciavano la gamba. Lei non sembrava tranquillizzarsi, ma tentò di concentrarsi su altro.

è stata con lui tutto il tempo, come ha fatto a non accorgersene? Mah... forse si è fatto portare in bagno e li ha cercato di sistemarsi da solo evitando di farla preoccupare o forse semplicemente non sono rimasti insieme tutto il tempo...

-Ehm... guarda che non è avvelenato, sul serio!- lo interruppe Mitsuki con fare scontroso vedendo il suo ratto intatto. Il ragazzo cercò di accontentarla. La carne era troppo cotta e un po' bruciata, in alcuni punti non era neanche spellata bene. Terribile! Come pensavo... Almeno non dovrebbe essere infetta, Forse l'ha cotta così tanto proprio per paura di eventuali parassiti. Eppure a Yamamoto sembra piacere, questa è la prima volta che la vedo così felice… Nonostante tutto, dopo il primo morso non poté evitare di mangiare tutto e velocemente, aveva troppa fame.

-Dato che abbiamo condiviso la nostra cena con te, tu in cambio potresti anche darci delle informazioni utili... qualunque cosa ti venga in mente...- suggerì la ragazza provando ad assumere un’intonazione più gentile.

-Guarda che anche se di tanto in tanto do una mano a Sachiko non ho alcuna informazione particolarmente utile.- Mitsuki sospirò con stanchezza. Il ragazzo osservò i due sfiniti compagni e il ragazzo ancora svenuto... alla fine il suo non era stato un favore molto utile nei loro confronti, loro erano già messi male e quel ragazzo che aveva lasciato andare sarebbe stato solo una palla al piede. -Beh... credo di aver sentito da alcuni spettri bambini che al secondo piano c'è un ragazzo bassino, dalla descrizione della divisa credo si tratti di un vostro compagno.- Mitsuki e Fukuroi si scambiarono un'occhiata incerta. Sei stata tu a chiedermi informazioni... se poi non ti fidi, che me le hai chieste a fare?

-Potrebbe trattarsi di Kensuke...- rifletté ad alta voce Fukuroi e cercò di sorridergli. -Grazie.-

-Hey... riguardo ad una ragazza con una divisa come la mia… s-sai nulla...?- chiese Mitsuki sembrava quasi avere un groppo alla gola... Morishige scosse il capo e la ragazza abbassò lo sguardo. I suoi compagni che fine avevano fatto? Erano riusciti ad andare via e lo avevano lasciato là...? Anche in caso non gliene faceva una colpa, era probabile che per un motivo o per un altro lo potessero credere morto e comunque non aveva più motivi per andarsene...

-Fukuroi ha detto che sai come scappare... è per questo che siete ancora qui? Volete prima trovare i vostri amici quindi?- la ragazza ci mise un po' prima di dare una risposta affermativa... quelle domande le avevano fatto correre un brivido su per la schiena. Il ragazzo sospettava che mentisse? O se invece le credeva come faceva ad essere sicura che non fosse uno svantaggio per loro? Essendo in rapporti amichevoli con Sachiko sarebbe stato spinto a impedire loro di scappare con ogni mezzo?

Fukuroi... F-forse ci hai messi nei guai... Pensò cercando di incontrare gli occhi dell'amico, a giudicare dalla espressione del ragazzo i suoi timori non dovevano essere così differenti da quelli di Mitsuki... In teoria aveva pianificato di riposarsi, ma con quel ragazzo con loro non era sicura né di riuscire a chiudere occhio né di quanto farlo fosse conveniente...

Beh, dovrei essere anche io preoccupato della mia vita, in teoria, se me ne importasse qualcosa... Anche se due su tre non sono in condizioni ottimali sono comunque in tre contro uno e Yamamoto in fondo è sempre Yamamoto... è molto, molto più pericolosa di quello che mi era sembrato a una prima impressione...

Note:

-Kira-chan si era aspettata uno sviluppo molto più catastrofico per quanto riguarda la cena… spero proprio non sia una delusione (e che non lo sia nemmeno il mio inserire situazioni più o meno stupide e che gli errori eventuali non siano troppo pesanti…) ma non era nelle mie intenzioni fin dall’inizio nonostante in un wrong and di book of shadows Mitsuki mi ha effettivamente dato l’impressione di non trovare così sgradevoli i suoi simili da quel punto di vista… perlomeno per quel che riguarda l’odore…

-La carne umana è effettivamente la più digeribile per gli esseri umani.

-Il cadavere nel posto in cui Morishige schiaccia un pisolino è quello da cui è più ossessionato in book of shadows.

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Capitolo 8
*** Rotola... rotola... ***


Rotola… rotola…

Mayu sospirò… era da un po’ che rimaneva sola in quella stanza.

-Non è ancora arrivato, eh?- disse una vocina alle sue spalle.

-Già…- rispose distrattamente, poi si irrigidì. -Chi è?!- esclamò atterrita e si voltò di scatto. -Ah… scusa Yuki… non ti avevo sentita arrivare…-

-È normale, siamo spettri…- sospirò. Dato che Mayu aveva assunto una forma corporea e non era spaventosa come la ragazza con gli occhiali, Yuki aveva pensato che non sarebbe stato male farla unire agli altri bambini spettro, era anche entrata in confidenza con loro prima di tirare le cuoia in un certo senso. Ma stava cominciando a pentirsene, badare ad una novellina era davvero scocciante e come se non bastasse quella ragazzina sembrava completamente inadatta al ruolo.

-Non sarebbe più conveniente ucciderlo?-

-C-cosa?!- esclamò con angoscia la ragazzina.

-Vuoi aspettare che lo uccida Sachiko o che muoia naturalmente?- domandò un po’ incuriosita.

-No, no! Ma perché pensi che debba morire per forza?! Finché è vivo può sempre andarsene in un modo o nell’altro, no?- Yuki cercò di trattenersi dal ridere poi tornò seria.

-Mah… la speranza, per te, sarà l’ultima a morire suppongo. Ma non capisco… perché dovresti volere che si salvi? Questo significherebbe non rivederlo mai più, no?-

-C-come puoi non capire? Non posso pretendere che un mio amico muoia solo perché non voglio rimane sola! Sarebbe assurdo…-

-E perché? Lui mi sembra tutt'altro che motivato ad andarsene. E poi passate la maggior parte del tempo a fissarvi ogni volta che c'è ne è l'occasione, non voglio giudicare il vostro modo di passare il tempo, ma se lui morisse potreste rimanere insieme a fare cose noiose come fissarvi per il resto dell'eternità, sicura di non volerlo?- la ragazza scosse la testa con forza poi distolse lo sguardo dalla bambina. Quell'unico occhio a disposizione di Yuki concentrato su di lei le creava un forte disagio. -Guarda che non ti biasimerebbe nessuno…-

-Non è una questione di essere biasimati. Non posso fargli una cosa simile! È ovvio che mi piacerebbe se rimanesse qua, ma non sarebbe la cosa migliore per lui! È ancora vivo e anche se è molto sfiduciato e al momento non gli importa di uscire di qui una volta fuori si sentirà meglio, pian piano si scorderà la brutta esperienza e riprenderà la sua vita normalmente. Non posso privarlo della possibilità di vivere la sua vita solo perché sono morta io... E poi non sarò completamente sola.- disse con un sorriso forzato, Yuki era piuttosto scettica a riguardo. -Beh... ci sei tu, gli altri bambini fantasma... e poi la signorina Yui e Seiko sono pure loro morte, no? Posso mettermi a cercarle... visto, non sono affatto sola! Non c'è bisogno che rimanga qui anche Shige-nii.- Yuki cominciò a ridacchiare divertita, Mayu nonostante il tono tranquillo era piuttosto scoraggiata, ma continuò il discorso. -Potrei cercare anche Nana... era molto simpatica però... mi chiedo s-se mi perdonerà per averla lasciata morire...-

-Beh, continua a ripeterti queste cose e magari riuscirai a non essere tentata di ammazzarlo!- disse sarcastica una volta finito di ridere, poi provò con un'altra strada... Ci deve essere un modo per farle commettere un omicidio, allora è inutile averla presa con me... -Non hai pensato nemmeno per un attimo che per lui sarebbe la giusta punizione morire? Insomma, non sei delusa dal suo comportamento? Visto che gli altri morti ti fanno tanto pena dovresti essere schifata dalla sua totale mancanza di rispetto...- E dai Mayu... Voglio qualcuno con cui parlare! Che sappia scandire le parole magari, e che non sia fuori di testa come Sachiko! Le persone che finisco qui fanno pena anche a me, ma ammettilo, lui giusto un po' una brutta fine la merita...

-Sono solo semplici crisi di nervi! Sì… è piuttosto inquietante… Ma vuole solo sfogarsi su qualcosa! Non capisce che i proprietari dei corpi sono nelle vicinanze e possono sentire tutto ciò che dice e tutto ciò che fa!- Questa ragazza è... senza speranze!

-…A me sembra è sempre sembrato piuttosto sicuro di conversare con qualcuno… è inutile, è indifendibile.-

-Non importa…- ribatté inizialmente con poca convinzione poi la frustrazione le fece recuperare dei brutti ricordi e con loro la fiducia nella sua scelta. -Poteva accadere di peggio! Hai idea di cosa ho trovato nei resoconti delle persone finite qui? Hai idea delle azioni che è stata in grado di compiere la gente qui in preda alla disperazione?! Nessuna di queste persone è giudicabile! Nessuna di queste persone si sarebbe sporcata di sangue se non fosse finita qui! Con che coraggio potrei dire di amare qualcuno se fossi disposta a tenerlo in un posto simile dove le sue condizioni mentali potrebbero solo peggiorare?!-

-Ah... che testa dura...- sospirò sfinita la bambina. Ma non sei a conoscenza di diverse cose Mayu… pensò sorridendo…  -Pensa quello che vuoi, ma finire lavorare per Sachiko senza essere morti o nelle condizioni di Yoshikazu non è da tutti…-

-Che?!-

-Mi sa che non sei proprio adatta per fare parte di questo gioco, se nemmeno così sei invogliata ad un uccidere, come dovresti fare?- fingendo disinteresse Yuki girò le spalle e si fermò davanti la porta.

-Aspetta! Cosa intendevi per “lavorare per Sachiko”?-

-Tranquilla, forse potrai startene per i fatti tuoi senza nuocere a nessuno come quello strano fantasma gentiluomo con tanto di tuba.-

-Perché non mi rispondi?!- si lamentò, avere la sensazione di parlare a un muro era qualcosa di veramente insopportabile anche ignorando l’importanza della domanda in sé. Yuki si voltò verso di lei con un leggero sorrisetto malevolo poi scomparve.

-Ah! Un'ultima cosa!- riapparve per un attimo, Mayu annuì seria e pronta ad ascoltare. -Sei veramente una brutta persona! Lo difendi a spada tratta solo perché è una persona a cui tieni, cretina!- disse velocemente, era piuttosto offesa…

 Mi dispiace Mayu… ma mi hai davvero stancata! Un piccolo dispetto era d’obbligo.

 

Beh… credevo che fossero piuttosto guardinghi nei miei confronti… Invece il duo della Byakudan si era tranquillamente addormentato. Hanno idea di ciò che sarebbe successo se i loro sospetti fossero stati fondati? Morishige sospirò, erano degli strani ragazzi… Ma ancora più strano era il terzo componente di quella scuola che si trovava nella stanza… Morishige si accorse che lo osservava. Era sveglio, ma ancora visibilmente sotto shock. Non lo perdeva di vista un attimo con quegli occhi arrosati e spalancati. Pensava che fosse abbastanza innocuo, ma per sicurezza decise di non abbassare la guardia, dopo aver visto il modo di fare di Mitsuki non si fidava più molto di come apparissero gli studenti della Byakudan… Non dovrebbe avere nulla in contrario se me ne vado … Il ragazzo si alzò e indietreggiò lentamente verso la porta cercando di non dare le spalle e tenere d’occhio Ohkawa, ma arrivato a toccare la maniglia cominciò a tentennare. Restare qui potrebbe significare essere alla mercé di una possibile perdita di controllo di Yamamoto, ma dove dovrei andare?  Non è solo Sachiko con le sue stupide trovate che voglio evitare, non mi sento più tranquillo nella camera delle torture sapendo che il fantasma di Mayu è in giro e potrebbe vedermi. Stupido! Era ovvio che una cosa simile sarebbe potuta succedere! A questo punto devo decidere se anticipare o no la mia morte... è inevitabile e in ogni caso rimarrei bloccato qui comunque, pero... non so, in fondo che vantaggio potrei trarre alla mia morte? Il ragazzo cercò di riflettere sul da farsi... Forse senza un corpo sarebbe più facile per me nascondermi, perché rimandare oltre? A questo punto, forse dovrei farmi ammazzare da Yamamoto… Il ragazzo ad un tratto scoppiò a ridere mentre Ohkawa lo guardava visibilmente sconcertato… Non so se potrei andare volontariamente incontro ad una morte così dolorosa. Lasciando perdere il fatto che probabilmente non sarebbe capace di terminare il lavoro, morire per le percosse non è proprio l’ideale per un suicidio, no, i suicidi dovrebbero essere veloci… Fissò per un po’ la finestra poi scosse il capo. A parte che quelle finestre sembrerebbero proprio congelate e non saprei come sfondarle, a parte che in generale non sono affatto sicuro di disporre della forza necessaria per sfondare anche una finestra normale, perché comincio a vedere il suicidio come una soluzione? Tanto non impedirebbe a Sachiko di trovarmi… o peggio a Mayu… Il ragazzo prese un profondo respiro e tornò a sedersi sul pavimento. Questa è veramente una situazione senza via d'uscita... Deglutì rumorosamente mettendo il capo tra le mani. Se potessi impazzire definitivamente, senza più pensare a niente, senza essere in grado di intendere e di volere... Alzando un po’ lo sguardo notò che Ohkawa si era avvicinato a lui di circa un metro per osservalo meglio. Morishige si tolse una scarpa…

-Smettila di guardarmi!- scandì infastidito e minacciò di tirargliela, ma alla fine fu a lui che arrivò una scarpata da una direzione inaspettata.

-E tu finiscila di essere aggressivo!- disse Mitsuki severamente. Chiunque sia già di partenza un po’ nervoso diventerebbe aggressivo con un ragazzo fastidioso che lo fissa in quel modo! Ma quando si è svegliata? Tuttavia decise di evitare una lite inutile e poco prevedibile.

Dopo la vociata di Mitsuki il silenzio tombale ricominciò… più o meno… Stando zitti, i tre ragazzi si resero conto che la porta stava producendo uno strano e flebile rumore… era come se qualcosa di piccolo stesse sbattendo contro il legno della porta, come se qualcuno stesse timidamente tamburellando con un dito dall’esterno, il rumore non sembrava più finire. I tre si scambiarono un’occhiata confusa, poi guardarono la porta. Mitsuki trattenne il respiro sentendosi improvvisamente tirare la manica, fortunatamente si trattava solo di Ohkawa che gesticolando agitato l’avvisò che Fukuroi si stava svegliando.

Aperti gli occhi, il ragazzo si ritrovò i compagni che gli facevano strani segnali.

-Ehm… ragaz…?!- venne interrotto da ben tre mani che gli tapparono la bocca con ben poca grazia, si ritrovò anche le narici tappate. Giustamente, il ragazzo cominciò ad agitarsi in seguito allo strano comportamento. Allontanò le mani di tutti e tre e riprese fiato affannosamente.

-Cosa diamine vi è preso?!- esclamò agitato. Gli altri dopo averlo guardato con odio fissarono la porta come se si aspettassero che stesse per entrare qualcuno, ma passarono i secondi e poterono tirare un sospiro di sollievo. -Adesso spiegatemi cosa sta succedendo?!- pretese il poveretto.

-Ah, s-scusa… è che abbiamo pensato che qualcuno stesse bussando così…- balbettò scosso Ohkawa. Poi si strofinò addosso la mano. -Che schifo! Me l’hai leccata!- si lamentò il ragazzo agitando e mostrandogli la mano.

-Sei tu che me l’hai praticamente ficcata in bocca!- protestò Fukuroi -Ma vi costava tanto farmi il segnale di silenzio invece di gesticolare a caso? Mi avete spaventato! All’improvviso mi siete saltati addosso e avete cercato di soffocarmi!-

-Non l’abbiamo fatto a posta!-

-Silenzio, maledizione!- disse Mitsuki con l’orecchio appoggiato alla porta. Poi si decise ad aprirla e diede una rapida occhiata all’esterno. -Nient…!- rientrando fece uno strano movimento con la gamba e cadde rovinosamente per terra senza un apparente ragione causando ai ragazzi nella stanza una risata trattenuta. -Smettetela di ridere!- I ragazzi tornarono immediatamente seri.

-S-scusa! Ti sei fatta male?- si scusò Fukuroi. Mitsuki raccolse da terra un oggetto piccolo e sferico che dopo averla fatta inciampare era scivolato via contro la parete e ribalzato indietro.

-Era a terra, davanti la porta…- la ragazza lo prese e cominciò a farlo rimbalzare contro la porta ripetutamente. -Credete che possa essere stata questa pallina a fare il rumore di prima?- chiese dubbiosa la ragazza dopo aver studiato la sferetta.

-Ma… non avevate detto che sembrava che qualcuno stesse bussando? Come potrebbe quella pallina simulare qualcosa di simile?- rifletté Fukuroi poco convinto.

-Assolutamente impossibile. L’intervallo tra un battito e l’altro era troppo breve per essere prodotto da un rimbalzo e poi qualcuno avrebbe dovuto tirarla più volte contro la porta. Che senso avrebbe? Non c’è alcun motivo per ricollegare il suono di prima ad un oggetto che hai trovato a terra per caso.- spiegò il ragazzo non vedendo alcun collegamento.

-Va bene, Morishige! Lasciate perdere, ho detto una cosa stupidissima e non ci ho pensato, ok?- la ragazza arrossì imbarazzata, poi abbassò lo sguardo. -Non saprei come spiegarlo, ma la verità è che mi ha dato una strana impressione quando l’ho toccata…- Fukuroi si spinse un po' verso Mitsuki e le avvicinò la mano, la ragazza si abbassò e gli porse l'oggetto.

-Uhm… io non provo nulla di strano.- il ragazzo se la lasciò sfuggire e la pallina si avvicinò al piede di Morishige. Era una semplice sferetta di plastica.

-Credo sia una di quelle perline da collana di plastica.- concluse Ohkawa

-Mi sembra troppo grande e opaca in realtà.- rispose Morishige non particolarmente interessato alla faccenda.

-Quindi nessuno di voi sente niente toccandola o avvicinandosi?- domandò Mitsuki, la guardarono tutti un po’ perplessi, ma nessuno rispose veramente… -S-scusate. Devo essermi preoccupata per nulla.- sdrammatizzò con un leggero sorriso la ragazza.

Il gruppo si incamminò alla ricerca dei membri rimasti probabilmente vivi, Kurosaki, quello avvistato più di recente e Tohko… Mitsuki spiegò a Ohkawa che aveva un piano per andarsene approfittando che il ragazzo stranamente sembrava essere tornato tranquillo, ma evitò di dirgli che al momento non ricordava come fare, da una parte perché non voleva parlarne davanti a Morishige, ma dall'altra aveva paura di far agitare nuovamente il compagno. Morishige, alla prima occasione, decise di allontanarsi ed entrò nella biblioteca della scuola convinto di poter stare un po' da solo, ma appena entrato rischiò di inciampare... c'erano un mucchio di tende ammassate davanti la porta che il ragazzo non aveva notato. Ad un certo punto cominciarono a muoversi... come se ci fosse qualcuno sotto. Morishige apparve sorpreso solo per un istante, poi capì di aver commesso un errore.

-Ah! Alla fine sei venuto tu da me.- ridacchiò Sachiko mentre la sua testa sbucava timida da sotto le tende, poi le sollevò, se le tolse di dosso e si mise seduta incrociando le gambe. -Allora, dovremmo organizzare la cerimonia, deve essere una cosa fatta come si deve. Se gli esseri umani si comportano come se fosse una cosa così importante un motivo ci sarà, no? Credo che sia una cosa divertente o emozionante da fare! Beh, in caso non lo fosse... sarà solo una conferma del fatto che non mi sono persa nulla nell'essere già morta!- concluse soddisfatta, tutta quella faccenda la rendeva estremamente solare...

-S-senti…- In fin dei conti il matrimonio è l'ultimo dei miei problemi... Il ragazzo cominciò a guardarsi intorno poi gli venne un’idea. -Se vuoi fare una cerimonia come si deve.- cominciò a dire prendendo diversi libri. Non sembrano affatto libri adatti ai bambini e non so chi diavolo possa averli portati in una scuola elementare, però in questo momento mi tornano molto utili! -Studia tutti questi libri.-

-…Cheee?!- esclamò dopo un attimo di confusione la bambina. -Ehm, no... questa non era la reazione che mi aspettavo...- disse abbastanza stranita guardando il ragazzo e la pila di libri che trasportava.

-Devi conoscere i miei interessi, no? Non puoi sposare una persona di cui non sai nulla, inoltre studiare gli interessi dell’altro per poi dare una dimostrazione pratica poco prima dell’inizio della celebrazione vera e propria è parte integrante del rito matrimoniale.- si inventò sul momento risultando comunque convinto. -Io sono una persona complicata, non mi interesso solo di fotografia e cadaveri, ma anche di recitazione, quindi studia storia del teatro da questo libro.- spiegò mettendole davanti uno dei libri raccolti poi gliene avvicinò altri tre, piuttosto voluminosi. -Questi invece sono di storia dell’arte. Cerca tutti gli approfondimenti riguardanti la fotografia che poi ti interrogo... poteva andarti peggio, potevo procurarmi un copione da farti imparare a memoria e poi fartelo recitare come monologo! Oppure insegnarti a scattare foto decenti, anche da un cellulare, ai tuoi lavori cogliendone il lato artistico dato che solitamente ti limiti a maciullare e spargere interiora in giro senza un senso!-  In realtà devo ammettere che la tua spontaneità è davvero apprezzabile da un punto di vista artistico… molto affascinante in un certo senso… Ma con le idee infantili hai cominciato tu, quindi giochiamo in due, va bene? Ormai il mio obbiettivo non è più sopravvivere... Devo solo temporeggiare sperando che mi venga un’idea per togliermi dai guai... Non sarà granché come prospettiva, ma al momento è senz’altro la migliore!

-No! Sono sicura di non aver mai sentito parlare di nulla del genere!- si lamentò sospettosa la piccola.

-Infatti è un usanza nuova… credevo volessi fare le cose per bene, no?- Devo mostrarmi serio e deciso altrimenti la messa in scena non reggerà...

-Allora non dovresti fare una cosa del genere anche tu?- tentò di prenderlo in contropiede…

-No, guarda che io i tuoi interessi li conosco già… ci lavoro con te e mi sembra di aver seguito le tue istruzioni piuttosto bene, oltre ad averti dato anche delle buone idee.-

-… Ti direi di non tirare troppo la corda perché potrei anche ucciderti… ma in questo momento mi sembri troppo disperato di tuo per avere paura delle mie minacce di morte… starò al tuo gioco…- dichiarò positiva, poi lesse la prima pagina. Che noia! Sai essere proprio un ragazzo noioso! Forse devo riconsiderare l’idea del matrimonio… -…Questa non è la parte in cui dovresti scappare di nascosto?- suggerì visto Morishige era rimasto fermo fissando il vuoto. -Ah! Certo che però sei così lento.- constatò divertita. -Perfino quel passerotto è riuscito a raggiungerti, è lì, può osservarti...- sorrise puntandogli il dito conto.

-P-passerotto, hai detto?- sorrise nervosamente grattandosi la nuca. Tutto inutile? Lei mi tiene già sottocchio?

-Già! Prima o poi ringraziarmi per miei gentili suggerimenti invece di fare il maleducato.- disse Sachiko salutandolo.

Morishige uscì dalla biblioteca in stato catatonico. Vagando per i corridoi senza una meta avvertì un leggero fastidio intorno la parte esterna coscia e toccandosi notò un rigonfiamento... aveva qualcosa in tasca...

-Di nuovo questa pallina...- sospirò innervosito tirandola fuori. -Me l'ha infilata in tasca Yamamoto? Cosa aveva in mente quella?!- avvertì una fitta alle dita e spaventato scaraventò la pallina in fondo al corridoio.

-Ahia!- disse una vocetta, Morishige per la sorpresa perse quasi l'equilibrio... a parte lui non ci sarebbe dovuto essere nessuno li... Perché un pezzo di plastica dovrebbe lamentarsi? Non facciamo scherzi! Lo so che sei li! O-ormai non vuoi più mostrarti a me, eh? Un po' timoroso si avvicinò all'oggetto e lo sentì... singhiozzare?

-Ahia... perché mi hai tirato in quel modo... Mi hai fatto male!- si lamentò, poi cominciò e muoversi in circolo e dalla pallina spuntò lo spettro di una ragazzina... -C-ciao...- gli disse intimidita e imbarazzata...

-C... ciao... Mayu...- rispose indietreggiando un po' il ragazzo, cercando in tutti i modi di non guardarla... avrebbe voluto scappare, ma le sue gambe si rifiutavano di muoversi...

-Io... io volevo parlarti di una cosa...- cominciò a spiegare titubante. -Ho cominciato a bussare poi però ho sentito che c'erano altre persone così mi sono ritirata! Non volevo far inciampare quella ragazza, né seguirti in quel modo… Ma per me tenere una forma fisica è difficile così ho dovuto nascondermi nel mio fermaglio... o meglio, in ciò che rimaneva del mio fermaglio per riposarmi...-

-C-capisco...- riuscì a dire dopo un po' il ragazzo. Cosa hai visto? Cosa hai potuto capire di me finora? Si domandava ossessivamente. -Yamamoto mi ha giocato proprio un brutto tiro...- sussurrò.

-Eh? No... credo che sia colpa mia... Avevo notato facilmente che sembravi a disagio e che volevi staccarti dal gruppo... Così penso di averla spinta inconsciamente a mettermi nella tua tasca per poterti seguire.- rise sommessamente, era molto nervosa. P-perché devo sentirmi così male mentre ti parlo? Volevo che rimanessimo amici... credevo che saremmo rimasti vicini, ci saremmo sostenuti a vicenda, e avremmo potuto parlare liberamente indipendentemente da ciò che poteva succederci... -S-scusami... non avrei dovuto...-

Le mie gambe non ne vogliono sapere di muoversi... Forza! Facciamola finita qui! Dimmi tutto ciò che hai capito di me e ammazzami visto che ci sei! Era molto scosso, almeno internamente…

-Quindi... di cosa volevi parlarmi?- sussurrò senza un’inflessione particolare.

-E-ecco!- C-come può sudare freddo un fantasma! Sono già morta, non dovrei stare così! -Non mi importa di come hai deciso di passare il tuo tempo qui... Non mi importa se ti piace fotografare i cadaveri...- cominciò farfugliare la ragazza. C-codarda senza speranza! In realtà ci sono delle domande che vorrei farti... Che significa lavorare per Sachiko? Shige-nii?! Lasciamo perdere, forse prima è meglio rassicurarlo... Sembra gridare "Voglio scappare via" praticamente da tutti i pori! Dopo averci pensato, un po' titubante cercò di riprendere il discorso... -Non mi importa se ti piace scavare nella loro carne fino ad arrivare all'osso e conversare con loro in modo strano, quasi come se li stessi molestando, e nemmeno se sembri eccitato nel frattempo!- Yuki ha ragione! Se riesco ad accettare tranquillamente queste cose perché a farle è una persona a cui tengo faccio davvero schifo! Urlò internamente. E... sono anche una di quelle ragazze ingenue che finiscono in relazioni problematiche destinate alla cronaca nera? Ehm no... O almeno credo! Ora che ci penso, se sono morta non me ne dovrebbe importare qualcosa... -I-io non pensavo che potessi fare certe cose, credevo di conoscerti, ma... Non mi importa! Voglio continuare a stare con te! Non potrei mai odiarti perché so che né tu, né tutti gli altri avrebbero fatto certe cose se non fossero finiti qui! Voglio che nonostante tutto le cose tra noi restino normali perché lo so che infondo non sei del tutto una cattiva persona!- D-del tutto?! Perché cavolo ho detto del tutto?! Me lo sarei potuta risparmiare! Però è vero! Io ti conosco e so che non sei la cattiva persona che sembri, quindi io... Ah?! Perché trema come una foglia?! Col mio discorso credevo di farlo stare meglio, perché invece sembra come se gli avessi detto di andare a suicidarsi?! -M-ma... anche io ho capito diverse cose di me stando qui...- Così dovrebbe andare meglio, forza! -In realtà anche io non sono la brava persona che credevo... H-ho lasciato morire una ragazza che pensavo di dover proteggere...- Nana! Mi dispiace! -E in realtà... sono stata davvero felice quando sei venuto a fotografare il mio corpo... Ero felice che tu fossi lì a tenermi compagnia e parlarmi come se fossi ancora in vita...- Ero contenta che tu mi vedessi come carina nonostante lo stato in cui fosse ridotto il mio corpo, mi piaceva essere il soggetto delle tue foto e essere guardata da te in quel modo mi rendeva davvero felice! Eh?!No, non posso dirglielo! S-sembra qualcosa di un po' perverso forse... Ah...? S-sono una persona perversa in un certo senso?! Beh... però c'è una cosa che devo dirgli! A-avanti... se ho avuto il coraggio di dirti queste cose devo avere il coraggio di dirti anche questo! Perché mi sento accaldata?! Non dovrei sentirmi così... Tanto non posso più avere paura... Tu sei ancora vivo, te ne andrai da qui, quindi ti ho già perso in partenza! -S-S... Shige-nii... in realtà io ti a...-

-Il tuo corpo?! Di cosa stai parlando... io n-non l'ho mai trovato...- la interruppe Morishige parlando a fatica e cercando di fare mente locale. -Oppure... Il corpo mutilato...?- Lei... Mi sentiva mentre parlavo da solo… ha visto le foto! Mi ha visto mentre le scattavo!

Già giusto, lui non sapeva che il corpo era il mio… Per tutto quel tempo ha guardato, parlato e fotografato una sconosciuta… Cominciò a pensare stordita. Non mi ha mai prestato attenzione in quel modo mentre ero viva, mi guardava con affetto sicuramente, ma non mi ha mai dato l’impressione di guardarmi come si guarda qualcosa di estremamente bello e piacevole e sinceramente non so cosa pensare a riguardo, tutto questo mi fa sentire così confusa… Ah! Non è proprio questo il momento di pensare a queste cose, Non è questo il punto! Mayu provò a recuperare coraggio e fece un altro tentativo.

-Io ti…-

-Non guardarmi...- mormorò il ragazzo interrompendola mentre teneva lo sguardo basso.

-...Eh?-

-Ti ho detto di non guardarmi!- Urlò spaventato il ragazzo. -Mi dispiace di non essere riuscito a salvarti e… e di tutto il resto! Lo so di meritare il tuo odio, ma ti prego, smettila di seguirmi! Smettila di parlarmi, smettila di guardarmi! Fa finta che io non esista e non seguirmi più!- disse singhiozzando.

-C-cosa...?- Ma... ma tu...?  Alla fine si ruppe violentemente come un elastico sottoposto ad una tensione eccessiva -Odiarti?! Ma tu hai ascoltato almeno una parola di ciò che ho detto?! Ti interessa ciò che penso o ti interessa solo ciò che credi che io debba pensare?! Perché non mi ascolti?!- finita la sfuriata si dissolse e tornò nella sua sfera che rotolò via con gran velocità.

C-cosa ho fatto...? L'ho mandata via... Perché l'ho fatto? Avrei dovuto prendermi le responsabilità delle mie azioni invece... Lei si è arrampicata sugli specchi pur di giustificarmi in qualche modo, ma ho solo reso inutili i suoi sforzi. Tutto ciò a cui ho pensato è stata l'opinione che poteva aver nascosto dietro le parole che ha detto... ma nonostante ciò che potrebbe veramente pensare di me ha cercato di essere gentile... e avrei dovuto proteggerla? Io? Sei migliore di me sotto qualunque punto di vista, Mayu! Inoltre anche se non nel senso più tradizionale del termine... l'ho praticamente molestata...? All'improvviso realizzò. Io... ho praticamente molestato... quella che ho sempre considerato la mia migliore amica e che ho sempre pensato di dover proteggere?! Bene... vado ad ammazzarmi!

Come... come ho potuto rotolare via in quel modo?! Mi ammazzerei se non fossi già morta!

 

Mitsuki trascinava Fukuroi più velocemente del solito...

-Dannazione! Su tre ne ho persi di vista due! Com'è potuto succedere?!- si chiese infuriata.

-Più che perso di vista... Ohkawa è praticamente fuggito, scusa... non l'hai potuto inseguire a causa mia.- il ragazzo era molto abbattuto... Mitsuki ripensò frustrata all'accaduto...

"-C-Certo che questo è il sogno più assurdo che abbia mai fatto...- aveva detto Ohkawa ad un certo punto. I suoi compagni si erano sentiti turbati, ma non sapevano come intervenire in quel momento... -Tutti gli altri sono morti... che razza di incubo è questo? Mi dispiace ma... Non mi va di trascorrere con voi quel che resta di questo incubo... Addio!- e senza dare spiegazioni era fuggito via senza che Mitsuki potesse raggiungerlo e riprenderlo." Provi a fare quello che puoi per badare a loro e tenerli lontano dai guai... ma alla fine si mettono in pericolo da soli! Quanto è frustrante tutto ciò!

-Pensi che Ohkawa creda davvero in ciò che ha detto?- domandò inquieto il ragazzo.

-Ah... non so... quale delle opzioni ti sembra la più pericolosa? Che credendo che sia tutto un sogno sottovaluti la situazione e si metta in pericolo o che instabile com'è in questo momento non sapendo come affrontare la situazione finisca per fare qualcosa di stupido?- calmando la sua andatura Mitsuki sentì che qualcosa li stava seguendo.

-Mitsuki cosa pensi che sia?- sussurrò il ragazzo, lei girò velocemente la testa poi cercò di sollevare un po' il ragazzo da terra e si mise a correre come poteva.

-Non, fare domande, sarebbe difficile da spiegare.- rispose a denti stretti la ragazza. Qualunque cosa sia non può sfuggirgli se continua a portarmi. Se mi lasciasse indietro potrebbe temporeggiare oltre che correre molto più velocemente. Fukuroi pensò a staccarsi dalla ragazza per farsi cadere, ma non aveva idea di come farlo senza rallentare o far cadere la ragazza inoltre c'era una parte di lui, per quanto potesse vergognarsene, non riusciva ad accettare l'idea di sacrificarsi in quel modo. Scusa... credo che dovrai essere tu a buttarmi tra le braccia dell'inseguitore... mi auguro che non sia un peso troppo grande...

-D... dovresti...- si rese conto di avere difficoltà a far uscire la voce.

-Tornerò a riprenderti dopo essermi sbarazzata di lui.- disse la ragazza per poi posarlo in una stanza aperta e chiudere la porta. Il ragazzo provò a riaprirla, ma era tenuta sbloccata.

-Fammi uscire! Non scherziamo!- disse nel panico.

-Chiudi il becco!- gli rispose con rabbia la ragazza. -Io non starò male per la morte di nessun'altro e in particolare non voglio che qualcuno muoia al posto mio, chiaro! T-tu non puoi sapere come mi sono sentita quando abbiamo trovato il corpo di Emi… q-quando sono scappata e ti ho lasciato morire… quando Kizami ha cercato di uccidermi…- spiegò non senza degli sforzi.

-Ma di cosa parli?! Io sono ancora qui!- disse preoccupato il ragazzo mentre si appendeva alla maniglia e cercava di spingere. -Ora fammi uscire! Di qualunque cosa si tratti non puoi affrontarla da sola!-

-NO!- urlò senza volerlo scossa da violenti singulti. -Per te tutto ciò di cui ho parlato non è mai successo! Sono solo scossa e ho vissuto i peggiori scenari convincendomi che fossero veri, giusto?! Ma io ti voglio bene! Io vi voglio bene! È per questo che abbiamo fatto insieme quello stupido rituale, non ho alcuna intenzione di lasciare morire nessun'altro di voi, quindi ora stai zitto e fidati, tanto non c'è nulla che tu possa fare! Hai completamente perso l'uso delle gambe e qualunque cosa tu dica non potrai metterla in pratica!- dopo un po’ Fukuroi rassegnato mollò la presa e si lasciò cadere a terra. I passi di Mitsuki si allontanavano nella direzione opposta rispetto a quella in cui stava scappando. G-gli sta andando incontro... Pensò sconsolato il ragazzo.

 

O metti subito fine alla tua vita, o ti ritroverai a commettere altri atti che ti faranno venire ancora più voglia di mettere fine alla tua esistenza una volta per tutte!

-Ah, Fukuroi... eri davvero un bravo ragazzo, mi dispiace... anche se il tuo corpo non è in condizioni particolari meriti di essere conservato nella mia galleria.- disse Morishige estraendo il cellulare e preparandosi per inquadrare il corpo. In fin dei conti non è neanche una cattiveria... Sì, sto solo fotografando un conoscente, potrei anche rendere un servizio alla sua famiglia portandogli una foto che potrebbero mettere sulla sua tomba... Ah, ma di qui non uscirò mai quindi non sto facendo niente di male, ma nemmeno qualcosa di utile... E poi figurati se non hanno altre foto da mettere? Non mi pare che qualcuno utilizzi la foto del defunto già morto, si usa sempre una foto di quando era in vita...

-Ciao Morishige...- il cadavere... aprì gli occhi e lo fissò confuso.

-Ehm... io... stavo per accendere la torcia del cellulare per guardarti meglio…- dichiarò Morishige accendendo la torchia e puntandola sul viso del ragazzo.

-Ok, va bene... Va bene ti credo! Ma così mi accechi!- esclamò coprendosi gli occhi.

-Già scusa...- Fukuroi gli aveva afferrato con forza il braccio... La sua mano trema... mi sta facendo vibrare tutto il braccio... -Vuoi chiedermi qualcosa?- domandò rassegnato.

-Devi aiutarmi a salvare Mitsuki!- disse deciso. -Secondo Mitsuki eri strano quando nella stanza delle torture lei ha nominato quella ragazza... ha detto che sembravi molto agitato e forse ti vergognavi all'idea di rivederla... Ne hai tutte le ragioni dopo ciò che hai fatto in quella camera, ma se mi aiuti a salvare Mitsuki la tua coscienza diventerà molto più leggera e...-

-Ti aiuterò se la finisci di farmi questi discorsi!- rispose sbrigativamente Morishige, Fukuroi allentò la presa.  Quanto sarebbe meschino da parte mia lasciarti in questo momento approfittando delle tue pietose condizioni? Sorrise divertito, poi sospirò. Ah… per tua fortuna scherzavo… -Immagino che avrai un piano, ovviamente?- Ovviamente no, non hai uno straccio di piano! Vuoi solo fare qualcosa per salvare una persona che non sai nemmeno se è ancora in vita... Ehm… Da che pulpito...?

-Non ho un piano, ma non abbiamo niente da perdere.- Abbiamo? Io che c'entro...? -Se Mitsuki muore non avrai nessuna via di fuga da questo posto quindi morirai.- dichiarò cercando di avere fiducia nelle sue argomentazioni. Potrebbe funzionare se fossi intenzionato ad uscire da qui e se credessi che Mitsuki sappia sul serio come fare... -In due riusciremo ad inventarci qualcosa.- No Fukuroi, se Mitsuki non è tutta intera dovrò fare tutto io perché tu non hai nemmeno il controllo della parte inferiore del tuo corpo... Tra l'altro...

-Non mi hai nemmeno detto da chi o da cosa dobbiamo salvarla? Suppongo che sia stata presa da qualcuno, ma non mi hai spiegato proprio niente, per quanto ne so potrebbe anche essere caduta da qualche parte. Allora, vuoi spiegarmi in cosa dovrei aiutarti esattamente?!-

 

…Come ci sono finito in questa situazione? Perché mi sono fatto coinvolgere da quei due? Dopo che Fukuroi gli spiegò approssimativamente ciò che era successo i due si incamminano… molto lentamente... Yamamoto ti ha scaricato perché non potevi essergli utile, ma tu hai comunque deciso di seguirmi per essere sicuro che l'avrei aiutata... Ansi più che seguirmi direi... farti trasportare! Il ragazzo cercava di avanzare nel corridoio con Fukuroi sulle spalle. Probabilmente pensavi che essendo un ragazzo a differenza di Yamamoto sarei stato capace di portarti ma... diamine!

-Scusa... fammi scendere...- mormorò il ragazzo rendendosi conto della fatica con cui respirava Morishige. -P-promettimi solo che l'aiuterai... in fondo ha senso che tu lo faccia, no? È l-l'unico modo che hai per salvarti, no?- provò ad autoconvincersi. Morishige lo depositò... si accorsero di aver percorso poca strada... molto meno di quanto credeva Morishige comunque... -Beh, credo che anche io non avrei potuto fare di meglio...- Fukuroi tentò di tranquillizzarlo. Non ho bisogno della tua pietà...

-Per lei non potrò fare granché, ora lo vedi!- E avrei dovuto proteggere Mayu? Cosa avevo in testa?! -Riproviamo...- Mantieni la calma, forse lo hai solo preso male e il respiro affannato non ha aiutato. Morishige provò a riportarlo sulle spalle, purtroppo non poteva semplicemente fargli da stampella, le gambe di Fukuroi sembravano essere peggiorate e anche se fosse stato nelle condizioni in cui era prima sarebbero risultati comunque troppo lenti. Tanto di fatica non si può morire... giusto?

 

Note:

-Invece Morishige di sfondare una finestra ne è stato capace…

-In giapponese passero è suzume, Sachiko si riferisce a Mayu chiamandola in quel modo in un wrong end di Book of Shadow, anche Seiko all'inizio di Blood covered la chiama così, credo sia per via della somiglianza tra suzume e Suzumoto…

-Nel secondo capitolo di Book of Shadow, Demise, Nana incontra Yoshiki e Mayu, le due ragazze sembrano farsi abbastanza simpatia...

-Come ho già detto nelle note del primo capitolo, ho teorizzato che il corpo che appare all'inizio e la fine del capitolo Shangri-la(il corpo mutilato, quello da cui Morishige è particolarmente ossessionato) appartenga a Mayu. Il motivo è che in Blood coverd Mayu è disturbata dal fatto che Morishige l'abbia guardata e fotografata così gli fa la telefonata e... si sa come va a finire... Ma in Book of shadow non viene vista la fine di Morishige, lui semplicemente alla fine di Shangri-la rimane in quella stanza a scattare fotografie al corpo di cui ho già parlato e Mayu morendo pensa che vuole che Shige-nii trovi il suo corpo e vuole che la consideri carina (qualche problemino c'è l'ha anche questa ragazza secondo me...) così, niente... semplicemente mi piace particolarmente collegare le due cose...

Sono sempre nervosissima quando pubblico qualcosa… ansi sempre meno di quanto lo ero all’inizio! Spero che possa essere considerato… decente? Leggibile? Ehm, purtroppo le mie capacità sono quelle che sono… In ogni caso grazie dell’attenzione! Per me negli ultimi tempi è molto difficile scrivere soprattutto per un motivo più o meno assurdo… non riesco letteralmente a mettermi seduta a scrivere! Sento il bisogno di muovermi e camminare tutto il tempo! Se solo potessi farlo mentre scrivo…

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Capitolo 9
*** Due teste sono meglio di una? ***


Due teste sono meglio di una?

 

Dietro di lui c’era solo il muro e davanti a lui c’era lo spettro di una ragazza, era uno spettro piuttosto particolare… apparentemente più tangibile degli altri, avrebbe anche potuto scambiarlo per un essere umano inizialmente. Il braccio che lei gli aveva afferrato prima che riuscisse temporaneamente a scappare era segnato da un vistoso livido circolare… era uno spirito molto forte e quella non era una buona situazione… perlomeno in teoria…

-Finalmente…- sussurrò la ragazza, il suo viso era arrossato e stava sorridendo rilassata. -Ti ho trovato. Non dovresti andartene in giro da solo, lo sai? Lo sai?- continuò a dirgli cantilenando con un tono quasi assonnato. Il ragazzo sospirò annoiato e si appoggiò alla parete, era abbastanza calmo nonostante tutto.

-Hai fatto un bel lavoro.- sorrise avanzando e poggiò dolcemente la mano sulla testa della ragazza, lei ebbe un sussulto e arrossì, sembrava un po’ sorpresa. -Ma ho ancora delle cose da fare qua… va bene se ci rincontrami dopo, nello stesso posto?- la ragazza improvvisamente si infuriò.

-Te l’ho già detto! È troppo pericoloso! L’unica cosa che possiamo fare è stare insieme… quindi, qualunque cosa ti resti da fare mi avrai al tuo fianco.-

-Ok, allora immagino che l’avrai portata.- la interruppe il ragazzo lasciandola perplessa. Meno male. -Come? Te ne sei davvero scordata? Come faccio senza? Andresti a recuperarla visto che non voglio essere venuto qui inutilmente?- la ragazza era totalmente nel panico, si guardò intorno confusa.

-Ah! Si certo, vado.- velocemente sparì dalla sua vista.

 Vive o morte sono comunque tutte stupide, soprattutto quando si innamorano, che fortuna! Anche se non è che gli uomini siano tanto meglio. Rise l’uomo. Ma a causa di quella stupida ho perso di vista Yamamoto… devo trovarla al più presto… a distruggerla devo essere io! Poi chiusi i conti con lei spero di riuscire a fare visita pure a Yuka..

Dopo diversi giri nei corridoi il ragazzo si era quasi spazientito, poi sentì i lamenti inconfondibili e fastidiosi di Ohkawa e seguendoli riuscì a rintracciare Mitsuki.

Perché è con Fukuroi? Lui dovrebbe già essere morto… si domandò il ragazzo e per un po’ continuò a seguirli ad una certa distanza aspettando il momento migliore per fare la sua mossa, poi Mitsuki accelerò il passo, riuscì a sfuggire alla sua vista per qualche istante e quando la rivide c’era qualcosa di strano… era sola… La ragazza si girò verso di lui, sorrise e gli corse in contro.

-Kizami! Non sai che sollievo rivederti!- gli disse entusiasta. -Sono ore che giro tutta sola per questi corridoi… avevo paura di essere finita qui da sola.- disse abbattuta mentre abbassando un po’ il capo.

-…Già…- Kizami col passare degli anni era diventato un bravo attore… ma per un attimo lasciò trasparire tutta la sua confusione e quella fu l’unica parola che riuscì a dire. Così non va bene…  -Sono davvero felice di vedere che stai bene, ti ho cercata da per tutto.- disse pacatamente il ragazzo. -Davvero non hai incontrato nessun altro?- la ragazza scosse il capo.

-No… credi che anche gli altri si trovino qui?- domandò preoccupata.

-Si…- prima che Kizami potesse aggiunge altro Mitsuki ricominciò a parlare.

-Dovremmo andare a cercarli, prima che si facciano male… o peggio...- si cominciò ad allontanare, poi si voltò verso di lui. -Se pensi che sia meglio separarci per cercarli va bene, ma…- cominciò un po’ titubante. -Ho davvero paura a girare da sola… Non potresti venire con me? Per favore…- sembrava veramente molto spaventata, Kizami acconsentì e i due cominciarono a perlustrare il luogo.

Forse se non l’avessi vista con Fukuroi poco fa non ci troverei nulla di strano in tutto questo, perché si sta comportando così? Forse ha mantenuto pure lei dei ricordi dei salti temporali… Contavo sull’effetto sorpresa, ci vorrà più tempo del previsto se voglio davvero causarle uno shock. Purtroppo non saprei come infliggerle maggiore dolore fisico, quello della scorsa volta sarebbe dovuto essere più che sufficiente. Dovrò prima convincerla che quei ricordi sono tutto frutto della sua immaginazione e solo dopo, una volta che avrà abbassato la guardia e sarà costretta ad affidarsi a me potrò torturarla e ucciderla… Yamamoto è proprio uno strano soggetto, a scuola era insopportabile, faceva la spavalda e non perdeva un’occasione per atteggiarsi, soprattutto davanti le ragazze. Faceva di tutto per impedirmi di capire la sua vera natura… lei più degli altri. Com’era prevedibile, quando l’ho rivista qui mi era sembrato molto facile piegarla, era così sconvolta e spaventata, però… Ripensò infastidito il ragazzo. Quando ho finalmente cominciato a colpirla ha smesso di reagire… è riuscita a chiudersi e trattenersi… Non me ne faccio niente della sua morte, se non reagisce, se non si mostra per quello che è, sarà di nuovo un omicidio insoddisfacente. No, stavolta devo colpirla in maniera tale da impedirle di chiudersi e trattenersi nuovamente. Mentre camminavano si voltò per osservarla, era visibilmente nervosa. Quando si accorse di essere guardata lui distolse lo sguardo. Se continuo a stare con lei normalmente, senza fare niente che possa spaventarla, lei dovrebbe cominciare a credere di essere impazzita e di essersi immaginata tutto. L’ideale sarebbe che arrivi a confidarsi con me delle sue paure e la finisca spontaneamente con questa recita mostrandosi a me per quello che è. Chi l’avrebbe mai detto che avrei dovuto faticare così tanto? Ma oramai fallire sarebbe una grossa delusione. In ogni caso, se mi ha mentito così perché ha conservato qualche ricordo di me, perché si è messa in una situazione simile? Davvero non arrivo a capirla, non va bene… voglio che sia lei stessa a confessarmi la ragione!

Ora dovremmo essere abbastanza lontani dal posto in cui ho lasciato Fukuroi. Mitsuki continuava a toccarsi nervosamente l’estremità della gonna, fece scorrere la mano verso l’alto fino a incontrare una tasca. Devo trovare il momento più adatto, avrò solo una possibilità, se fallisco diventerò nuovamente il suo giocattolo, poi quando si sarà stancato mi lascerà morire… Si ripeté stringendo con forza il contenuto della tasca, poi si accorse di avere addosso lo sguardo incuriosito di Kizami.

-Cosa fai?- domandò il ragazzo mettendosi davanti a Mitsuki, lei istintivamente fece un passo indietro. -Che cos’hai in tasca? Fammi vedere.- il tono di Kizami era piuttosto gentile e rilassato, il ragazzo le si avvicinò cauto con la mano, lei fece altri passi indietro.

Addio effetto sorpresa… Si disse deglutendo.

-Non capisco, perché ti comporti così? Sai, mi stai facendo preoccupare…- Kizami abbozzò un sorriso divertito e cominciò a tirarle il braccio cercando di farle tirare fuori la mano dalla tasca, dato che la ragazza cominciò a dibattersi le afferrò anche l’altro braccio per tenerla ferma meglio, però cercava di evitare di stringere troppo, non aveva ancora rinunciato al suo piano originale.

-L-lasciami, lasciami, lasciami!- disse la ragazza, inizialmente spaventata e titubante, poi con tono più prepotente. Kizami cominciò a spazientirsi, tenerla ferma senza farle male era più complicato del previsto. Per un attimo Mitsuki riuscì a liberarsi, ma Kizami riuscì subito a recuperarla e la strinse contro il proprio corpo.

-Ora vedi di calmarti.- disse alterandosi leggermente. Cominciò ad accarezzarle la testa e la parte superiore della schiena, lei tremava come una foglio. Allora non è così apatica, perlomeno per il momento… Il ragazzo sorrise soddisfatto. E’ una reazione piacevole, ma non basta. Devo cercare un modo per tranquillizzarla… Mitsuki si rimise la mano in tasca e ne afferrò il contenuto, lo toccò un po’ per accertarsi che fosse nella posizione giusta, lo estrasse lentamente e…

-Uhm… volevi colpirmi con delle forbici rotte?- domandò un po’ perplesso Kizami. Prima che lei potesse fare qualunque movimento il ragazzo le aveva fermato la mano e ora la teneva ferma. -Le hai già trovate così o hai preso delle forbici, hai usato un cacciavite per separarne le lame e ne hai conservata una?- domandò divertito.

-Zitto.- disse a denti stretti la ragazza, non lo guardava neanche, teneva il capo basso.

-Beh, sicuramente ti sei impegnata.- scherzò cercando di strapparle la lama dalla mano. La ragazza oppose tutta la resistenza che poteva. -Dalla a me, nelle tue mani è pericolosa.- sbuffò continuando. Le mani di Mitsuki era diventate talmente sudate che dopo vari tentavi il ragazzo riuscì a portarle via quella sua unica difesa, ma lei gli afferrò la mano e la tenne bloccata.

-Mi dispiace ragazzi, ma sono stanca di tutta questa storia!- disse esaurita mentre Kizami tentava di tirare indietro la mano. -Non voglio passarci di nuovo! Se deve proprio finire così è meglio concluderla subito!- con forza spinse il ventre verso la lama, ma si immobilizzò giusto un secondo prima. Kizami sentì una specie di scossa e la mollò, era come se per un attimo si fosse trasformata in un conduttore elettrico. La ragazza cadde sulle ginocchia, poi alzò la testa e aprì la bocca.

-Fermaaa!- urlò a squarcia gola, una volta finito sbattè le palpebre confusa… si guardò intorno, poi guardò verso il basso e cominciò a toccarsi agitata. Queste mani le sto muovendo io senza dubbio, ma non le sento… niente senso del tatto? Che strano… m-ma come ci sono finita qui?!  Infine guardò Kizami, spaventata e rimanendo inginocchio fece un saltello all’indietro. -C-cos’è successo? P-perché sono in questo corpo?- balbettò agitata. -Volevo semplicemente che si fermasse, perché è successo questo? Ora che faccio?!-

-Hey!- la richiamò Kizami, lei si voltò allarmata. -Esci di lì, mi serve Yamamoto, hai capito?- disse spazientito. Buttò a terra la lama che gli era rimasta in mano ed estrasse un coltello. -Altrimenti, ti convincerò io ad uscire di li.- sorrise sadicamente. La ragazza si alzò e scappò, c’era qualcosa di innaturale nella sua corsa… era troppo veloce e non sentiva veramente come se stesse correndo, era come manovrare il personaggio di un videogioco tranne per il fatto che non lo vedeva dall’esterno.  Ho sempre fatto schifo a correre e col mio corpo a quest’ora mi sarei già stancata… è così strano… Ah, non è il momento di pensare a queste cose! Devo metterla in salvo, ma devo anche trovare un modo per uscire dal suo corpo… Come faccio?! Non so neanche come ci sono entrata! Almeno tenendo questo ritmo non dovrebbe potermi raggiungere… Pensò consolandosi, poi ci rifletté meglio. Ma… anche se io non soffro per lo sforzo fisico che sto facendo questo corpo lo subisce comunque… N-non è così rischio di distruggerlo?! Però se rallento quel tizio mi prenderà… Aiuto, che devo fare? Istintivamente stava per chiamare aiuto poi si trattenne e scosse la testa. No, devo cavarmela da sola! Già, io devo… io… devo… Si voltò per un secondo… quel Kizami era veramente molto veloce e per sua sfortuna sembrava anche abbastanza resistente. Non c’è la farò mai! Si disse agitata e cominciò a gridare.

-Shige-niiii! Yukiiii! Qualcuno mi aiuti, vi prego!-

 

-Ehm… Morishige, tutto a posto? Perché ci siamo fermati all’improvviso?- domandò Fukuroi nervoso.

-N… niente… è che mi è sembrato di sentire… No, non è niente…- rispose a bassa voce. E niente… devo proprio essere impazzito…

-Senti… Perché hai ucciso quelle persone?- gli domandò Fukuroi pur non sentendosi particolarmente a suo agio. Morishige non ebbe alcuna reazione, semplicemente continuò a camminare. -Sai, ci sono molti spiriti ostili in questo posto e non penso che appartenessero tutti a persone cattive quindi mi domandavo se non potesse essere questo posto a… come dire? Avvelenare le menti… mi chiedevo se anche tu non ti fossi ritrovato nella camera delle torture per questo. Potrebbe avere questo effetto anche sui vivi?- chiese preoccupato.

-Ti sembra una buona idea dare fastidio a qualcuno che potrebbe essere ostile nei tuoi confronti?- sospirò Morishige, ma non sembrava aggressivo, semplicemente poco in vena di chiacchiere.

-Per il momento non posso fare altro che affidarmi a te, è più che normale voler sapere perché hai fatto certe cose. Inoltre capire certe cose mi servirebbe anche per motivi personali…- nonostante la situazione, Fukuroi rispose con voce ferma e seria.

-Forse mi prenderai per pazzo, ma da quando sono qui mi sento come se ci fosse qualcun altro a prendere il controllo della mia mente… e anche del mio corpo…-

-Qualcun altro? Soffri di qualche forma di psicosi? Senti delle voci o qualcosa del genere?- domandò allarmato il ragazzo.

-No, non intendevo proprio questo… Beh, diciamo che le persone in situazioni di forte stress possono agire in modo deludente e decidere di scaricare il loro nervosismo in modo non proprio… non proprio accettabile da un punto di vista sociale… Quindi inizialmente pensavo che la sensazione che ci fosse qualcosa a prendere il sopravvento su di me fosse solo un tentativo di giustificarsi e forse lo è veramente… ma a spingermi a fare altro è stata una forza strana…-

-Senti, non sto più capendo!-

-Parlare di me con uno sconosciuto non è proprio una delle mie attività preferite… Tutto ciò che posso dirti per farla breve è che già una situazione simile mette a dura prova un essere umano, ma hai ragione… C’è qualcosa in questa scuola che a lungo andare avvelena viventi e non. Credo che ci voglia qualcosa per innescarla… uno stato d’animo particolarmente fragile o comunque negativo…- spiegò il ragazzo.

-Quindi… se per “spingerti a fare altro” intendevi gli omicidi, se ora non sei sotto l’influenza di questa forza non rappresenti alcun pericolo per noi…- concluse leggermente sollevato Fukuroi.

-E cosa ti suggerisce che non sono sotto l’influenza di questa forza…?- il sangue di Fukuroi sembrò gelarsi. Non c’era niente nel tono di Morishige che suggerisse che lo stava prendendo in giro. -Ma se lo fossi credi che ti porterei a spasso sulle spalle?- gli disse dopo una pausa Morishige, quel ragazzo era disarmante…

-Dobbiamo trovare Mitsuki e uscire di qui al più presto…- fu tutto ciò che Fukuroi riuscì a dire a quel punto. Stato d’animo fragile…  Ripensò Fukuroi. Normalmente non assocerei qualcosa di simile a Mitsuki però… Dobbiamo sbrigarci! Ultimamente mi sembrava davvero strana, inoltre questo bisogno di fare tutto da sola non mi piace per niente!

-Shige-niiii!- Morishige ebbe un sussulto e per poco Fukuroi rischiava di finire a terra. Non può essere… M-ma che sta combinando…?

-M-ma, è la voce di Mitsuki!- esclamò Fukuroi agitandosi. -Cosa le sta succedendo? Chi sta chiamando?! Morishige dobbiamo sbrigarci! Dai!- il ragazzo cominciò a muoversi rendendo l’equilibrio di quello che lo portava sempre più instabile.

-Smettila di muoverti così! L’unica cosa che otterrai è farci cadere entrambi!- sbottò il ragazzo cercando di non finire a terra.

-Dobbiamo sbrigarci!-

-Ma sta’ fermo almeno!-

-G-già… scusa…- Fukuroi si calmò e Morishige fu costretto ad aumentare il passo per evitare che il ragazzo ricominciasse ad agitarsi. Andando nella direzione da cui avevano sentito provenire la voce, sentirono un frenetico rumore di passi, talmente frenetico da risultare innaturale.

-Shige-nii!- esclamò sorpresa la fonte di tutto il frastuono mentre avanzava in rotta di collisione con i due ragazzi, fortunatamente si fermò poco prima di investirli.

-Mitsuki! Stai bene? Cosa ti è successo? Chi chiamavi prima?- superato lo spavento per il rischio di collisione, Fukuroi, preoccupato, cominciò a tempestarla di domande. Mitsuki era visibilmente confusa, puntò gli occhi verso Morishige come per chiedergli aiuto, ma lui fece il possibile per evitare il contatto visivo, lei abbassò lo guardo intristita.

Chi è questo ragazzo? Perché Shige-nii lo sta portando sulle spalle?! Che sia infortunato? Forse era uno di quei ragazzi nella stanza… non ricordo molto di quello che è successo nell’intervallo di tempo in cui sono stata raccolta da questa ragazza e messa nella tasca di Shige-nii. Ora come me la cavo? Non so nemmeno come si chiama questo ragazzo! Forse farei meglio a dire tutta la verità? Stava per dire qualcosa, ma provando di nuovo a guardare Morishige si sentì molto nervosa. N-non credo che per il momento sia una buona idea rivelarmi, eh? Devo trovare un modo per uscire da questo corpo al più presto! All’improvviso le gambe della ragazza cedettero e finì a terra.

-Mitsuki?!- Fukuroi si mosse rischiando di far perdere l’equilibrio a Morishige che a quel punto preferì mettersi in ginocchio di proposito per far scendere l’altro ragazzo. Riuscì a controllare un po’ l’atterraggio, ma fu comunque meno morbido del previsto.

Avevo ragione, ho sfruttato troppo questo corpo! Pensò preoccupata la ragazza. Poteva percepire che il battito cardiaco era troppo accelerato e tutto il corpo che la ospitava sembrava pulsare in modo tutt’altro che rassicurante. La ragazza cercò di prendere dei respiri profondi sperando di aiutare quel corpo in qualche modo. Inizialmente Fukuroi ebbe l’impulso di avvicinarsi il più possibile poi si fermò.

-Credo sia meglio lasciarle abbastanza spazio tranquillizzarsi mentre aspettiamo che il suo respiro si regolarizzi.-  rifletté preoccupato ad alta voce.

-Già…- sospirò Morishige. Ora che avevano ritrovato Mitsuki non c’era più tanta fretta, i due si scordarono degli altri pericoli presenti nella scuola e rimasero a sorvegliare la ragazza.

-G-grazie.- sussurrò lei. Era abbastanza sollevata dal fatto che anche Morishige sembrasse preoccuparsi di lei. Mi sento abbastanza in colpa ad aver dubitato di lui… è proprio una brava persona, anche se la resistenza non è proprio la sua dote migliore ha comunque trasportato questo ragazzo. Pensò un po’ divertita. In fondo sai essere anche tu di buona volontà se si tratta di aiutare gli altri, eh? Ne sono davvero felice…

-Mitsuki è una ragazza molto atletica.- disse Fukuroi interrompendo il silenzio.

-Si, l’ho notato.- deve esserlo per forza a giudicare dal fatto che riuscita a reggerti per delle ore probabilmente…

-Deve essersi spinta troppo oltre per ridursi in questo modo, hai visto come correva? Chissà chi o cosa stava affrontando?-

-In effetti non ho mai visto un essere umano correre in quel modo…- disse pensieroso Morishige.

-S-spero proprio che si riprenda…-

-Lo sta già facendo, guarda.- lo avvertì Morishige indicandogli la ragazza che si metteva seduta.

-Grazie al cielo!- esclamò sollevato e tentò di trascinarsi più vicino alla ragazza. -Ti sei ripresa? Ora respiri come si deve?!- le domandò allarmato.

-S-si… puoi stare tranquillo…- rispose la ragazza titubante.

-Hai idea dei rischi che hai corso? Ti sei spinta troppo oltre correndo in quel modo, non devi mai più fare una cosa del genere! Del resto non sembra che ce ne fosse ragione, a inseguirti non c’era nessuno!-

-O-ok, mi dispiace!- esclamò spaventata la ragazza. Praticamente l’ho quasi ammazzata! Scusami!

-Beh, almeno stai bene…- da una parte il ragazzo era sollevato, ma dall’altra non poteva non sentirsi un po’ a disagio. La mimica facciale della compagna e il modo di parlare non sembravano più i suoi.

-Comunque, tu saresti?- domandò lei perplessa.

-C-cosa…?- pronunciò a fatica Fukuroi mentre Morishige appariva sempre più sospettoso.

-Mi dispiace, ma proprio non ricordo nulla!- spiegò agitata.

Nelle storie di fantasmi la possessione è una cosa comune, inoltre ho sentito dire che le persone possedute possono dare prova di possedere una forza sovraumani… infondo ipotizzare che Mayu possa aver preso il suo posto non è così assurdo, non capisco perché dovrebbe essersi messa a chiamarmi in quel modo altrimenti. Ma perché? Si chiese angosciato e abbastanza controvoglia si voltò a guardarla. Lei lo fissava intensamente senza alcuna discrezione, sembrava molto concentrata. C’è l’avrà a morte con me? Si chiese interrompendo definitivamente il contatto visivo, ma anche il solo sapere che lo stava osservando gli faceva sentire un grosso peso sulla testa pronto a schiacciarlo… Certo che però potrebbe cercare di essere più discreta, si farà scoprire subito… Non è proprio adatta a spiare le persone…

Perché mi sta evitando, mi avrà riconosciuta? Non mi piace per niente questa situazione!

“Finiscila! È imbarazzante!”  Mayu si girò intorno cercando di capire la provenienza della voce.

M-ma… proveniva da dentro la mia testa? Anche se fino a quel momento non aveva mai provato dolore cominciò a sentire una pressione fortissima, come se improvvisamente si trovasse in uno spazio ristretto.

“È la mia testa, non la tua!” Si sentì rispondere dopo un po’.

“Eh?! Ah, sei tu?”

“Già e finché sei nel mio corpo piantala di osservare Morishige in quel modo! Potrebbe fraintendere! E non per criticare i tuoi gusti, ma… potresti anche evitare di pensarlo? Mi fai sentire in modo strano, come se piacesse a me! È una pessima sensazione, evita ti prego!”

“M-mi dispiace ora cerco di uscire…” Improvvisamente uscire da quel corpo sembrava molto facile, era come se la pressione la stessa spingendo via. Credo che un corpo non sia fatto per ospitare due coscienze attive. Ma qualcosa la vincolò nuovamente impedendole di andarsene.

“No! Ferma dove sei!”

“Cosa?”

“Prova a pizzicarmi…” Suggerì seria. Mayu si pizzicò il braccio mentre Fukuroi la guardava preoccupato.

-A-aspetta un attimo, dammi qualche minuto per riprendermi, ne parliamo dopo…- gli disse Mayu cercando di temporeggiare. Lui annuì incerto.

“Come pensavo. Forza, andiamo da Kizami!” La voce della ragazza era piuttosto decisa.

“Come scusa?!”

“Puoi usare il mio corpo per affrontare KIzami, in queste condizioni ce la possiamo fare. E come se tu mi facessi da cuscinetto, non sento dolore.”

“Ma ti rendi conto delle condizioni in cui ti ho ridotta prima? Sei impazzita?! E poi non credo di poter restare tanto a lungo nel tuo corpo se sei cosciente…”

“Fa un piccolo sforzo! E poi ti assicuro che mi sono riposata abbastanza… Questa è l’unica possibilità che ho di liberarmi di lui, te ne rendi conto? Fallo, me lo devi! Non ti preoccupare, di ucciderlo me ne occuperò io personalmente…”

“Aspetta! N-non pensi di doverne parlare con gli altri?”

“Sono un paraplegico e un ragazzo totalmente inaffidabile nemmeno tanto forte! Non sarebbero di alcuna utilità.”

“Ehi! Guarda che Shige-nii si è portato dietro quel ragazzo tutto il tempo! Dovresti rivalutarlo almeno un po’, non pensi?”

“Ne parleremo dopo! In ogni caso quei due non hanno possibilità e se voglio proteggere i miei compagni dobbiamo farlo, ti prego… se non lo facciamo ora quello potrà ucciderci tutti più tardi…” Di solito si dice che a spaventare è ciò che non si conosce, ma in quel caso Mitsuki era spaventata proprio perché sapeva cosa avrebbe provato se altri suoi compagni fossero morti e stando nello stesso corpo Mayu finì per essere contagiata dall’angoscia che opprimeva la sua ospite… deglutì e ci pensò un po’, ma alla fine si alzò.

-C-cosa stai...?- balbettò Fukuroi.

-Ehm… ci vediamo dopo, scusate!- e la ragazza tentò di scappare, ma si sentì afferrare il polso.

-Ferma! Che intenzioni hai?- le chiese una voce seria e composta… sorprendentemente si trattava Morishige.

Perché sei tanto sorpresa? Fukuroi non può stare in piedi da solo, chi altro doveva essere? Dai andiamo!” Mayu spinse all’indietro il ragazzo e corse via.

-Scusami! Ti prometto che dopo ti spiegherò tutto!- gridò velocemente la ragazza mentre si allontanava. “Ehm… non ti avevo detto di spingerlo, ma… ok…”

“Non sapevo che altro fare!”

“Oh no… stai ricominciando a pensarlo… Per favore almeno in questo momento tieni la mente sgombra!”

 

Forse non era nel corpo di Yamamoto per spiarmi o altro… credo che si fosse semplicemente cacciata nei guai… Rifletté il ragazzo. Avrei dovuto capirlo prima… devo recuperarla prima che finisca in altre situazioni spiacevoli!

-Morishige, sbrigati a raggiungerla o…- disse Fukuroi prima di accorgersi che il ragazzo le stava già correndo dietro… Comunque dovrebbe potersi rendere più utile di me… o almeno spero…

Ora che c’era completamente silenzio Fukuroi riuscì a sentire il rumore di dei passi in lontananza. Il ragazzo si mise in allarme inizialmente, poi si avvicinò di più al muro e si distese a pancia sotto sperando che chiunque fosse scambiandolo per uno dei tanti cadaveri che c’erano in quel luogo lo avrebbe ignorato. Ma quando lo sconosciuto arrivò nel corridoio finì per fermarsi proprio accanto a lui… Fukuroi continuò a rimanere fermo con la testa girata verso il muro. La persona vicino a lui respirava in modo strano, a giudicare dal suono sembrava aspirare molto forte col naso e a volte emetteva dei sibili acuti. Lo sconosciuto sembrò tornare indietro di qualche passo. Inizialmente Fukuroi si sentì più tranquillo, ma improvvisamente il suo corpo cominciò ad essere strascinato seguendo i passi di quella persona.

Mi starà tirando per i piedi! Ora cosa devo fare?!

Spaventato il ragazzo si girò leggermente in direzione della persona che lo strascinava, ma si accorse di essere stato molto più fortunato del previsto.

-Ohkawa?!- la figura ebbe un sussulto e si voltò di scatto verso di lui con le lacrime agli occhi… e un bel po’ di moccio al naso…

-Fukuroi! Allora sei vivo!- esclamò mollandogli le gambe. -Sono tornato a cercarvi, ma voi non c’eravate più! E-ero così spaventato e quando ti ho visto li contro il muro pensavo, p-pensavo che fossi morto anche tu! Io spero che sia tutto un incubo… ma mettendo che questo non sia un incubo noi dovremmo stare tutti insieme per sicurezza, non è vero? Non è vero?!- Fukuroi annuì sperando che il compagno si calmasse -Oh… sono felice di averti ritrovato tutto intero… Dov’è Mitsuki?! N-non, non mi dire che… che…- il ragazzo riprese velocemente a singhiozzare.

-No, no, è tutto a posto!- Forse… per ora!

-D-davvero? Allora dov’è?- chiese un po’ più speranzoso.

-Beh… è andata da quella parte…- risposte indicando la direzione.

-Oh… capisco…- disse piuttosto confuso.

-So di chiederti un grosso favore… ma mi potresti portare da lei? Ti prometto che se dovesse esserci qualcosa di pericoloso potrai lasciarmi lì.- Ohkawa annuì poi si grattò nervosamente la nuca.

-Scusa, ma come dovrei trasportarti fino a li?- domandò confuso.

-Purtroppo dovrai portarmi sulle spalle…- rispose rassegnato Fukuroi. Una volta uscito di qui dovrò sdebitarmi in un modo o nell’altro per tutte le seccature procurate…

Ohkawa se lo caricò senza troppi problemi e i due si incamminarono all’inseguimento di Mitsuki.

 

Morishige ormai ne era abbastanza sicuro… quella era minimo la terza volta che faceva quel corridoio!

Di nuovo… come ho potuto farmela sfuggire di nuovo!

Pensò dando una pedata al muro. Come se non bastasse, man mano che andava avanti sentiva la sua schiena farsi sempre più pesante.

Eppure non sto più trasportando Fukuroi…

Sentì qualcosa grattargli la testa, come delle piccole dita… poi una manina cominciò a pendolargli sulla fronte. Il ragazzo fece quasi un saltello per lo spavento.

-Allora, dove andiamo di bello?- domandò una voce allegra dietro di lui.

-Sachiko? Che ci fai sulla mia schiena?- Domandò trattenendo l’irritazione.

-Quei libri che mi hai dato sono così noiosi… così ho pensato di fare una pausa e venire a trovarti!- ridacchiò. -Mi spieghi cosa c’è che non va nella tua testaccia? Perché la stai seguendo? Mi era sembrato che la volessi evitare.- domandò con molta curiosità. Il ragazzo rimase in silenzio per un po’, Sachiko non capiva bene se ci stesse pensando o se proprio non avesse intenzione di risponderle…

-Non importa in questo momento, se si è cacciata nei guai e voglio intervenire, tutto qua…- le rispose il ragazzo, sentì la schiena che si faceva più pesante.

-Ma lei è già morta? Che problemi pensi possa avere? Perché dovresti accorrere in suo soccorso?!- Sachiko risultava un po’ perplessa, un po’ infastidita. Il ragazzo si appoggiò al muro per il troppo peso.

-…Da quando sei così pesante?- domandò esausto.

-Beh, sarà a causa del fastidio che mi procuri. Diventi proprio noioso quando c’è quella ragazzina in mezzo ai piedi.-

-Non mi risulta che tu abbia questa caratteristica.- rispose sospetto.

-No infatti. Ma quando ero in biblioteca ho letto un libro su alcune leggende.- sentendo Morishige sbuffare si fermò un attimo. -Se non vuoi che mi distragga, la prossima volta dammi dei libri più interessanti!- rise la piccola. -Comunque c’era una leggenda interessante su una donna, che in realtà è una nure-onna, ma gli sprovveduti che passano non lo sanno, che porta un fagotto in cui in teoria dovrebbe trovarsi un bambino, se qualcuno si offre di portarlo non succede nulla, ma se la persona che lo porta cerca di scoprirlo il fagotto diventa sempre più pesante, la vittima non riesce più a muoversi e viene ammazzata.-

-…E che c’entra? Non mi risulta di averti portato spontaneamente…- E tu non sei un fagotto…

-Già, ma mi piaceva l’idea di diventare più pesante e impedire alle persone di muoversi così ho pensato che sarebbe stato piuttosto facile da fare accumulando sensazioni negative, sai com’è… quando si parla di appesantire l’animo ecc? Beh, in questo caso è letterale!- ridacchiò aspettandosi dal ragazzo una risposta irritata, ma… -Scusa, perché non mi parli più?- domandò, alla fine a infastidirla era stato lui.

-Non ce la faccio… anche l’aria sembra essersi fatta più pesante… Dimmi la verità, stai di nuovo cercando di uccidermi?- disse sforzandosi.

-No… perché sono una persona paziente…-rispose sovrappensiero.

-Che c’entra?-

-Lasciamo perdere…-la bambina si intristì improvvisamente. Le tornarono in mente cose molto spiacevoli… -Però la tattica di questi mostri è efficace se ci pensi… chi mai farebbe male ad una madre con un bambino? in teoria nessuno… in teoria…- la voce della bambina si fece più grave e a Morishige l’aria cominciò a mancare del tutto. -Devo farti incontrare mia madre… Ricordo che quando ci si sposa si devono conoscere i rispettivi genitori, giusto?- il ragazzo perse i sensi… ansi, era durato più del previsto -Ah? Ti ho spaventato così tanto da provocarti uno svenimento?- sorrise divertita anche se non era così ingenua da pensare che il motivo dello svenimento fosse davvero quello. -Visto che devi rimanere qui, vado a chiamare mia madre. A dopo.-

 

 

Nota:

-la nure-onna è uno yokai dal viso di donna, ma col corpo di un enorme serpente. Solitamente sta immersa nelle pozze d’acqua e finge di annegare uccidendo il malcapitato che va in suo soccorso, ma in alcune varianti(in realtà ce ne sono anche altre…) si aggira portando con sé quello che sembra un bimbo in fasce e accade ciò che è spiegato da Sachiko. In alcuni racconti ha comportamenti simili anche la yuki-onna(donna delle nevi), solo che le braccia del soccorritore rimangono congelate appena questo tocca il bambino.

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Capitolo 10
*** La fine di Kizami? ***


La fine di Kizami?

 

“Feeeerma!” Ordinò Mitsuki frenando di colpo la corsa di Mayu. “Ricorda che dobbiamo scontrarci con Kizami, sprecare le energie in questo modo non ha senso. Soprattutto se il mio corpo rischia di rimetterci… all’incirca sappiamo dove si trova, no? A-andiamogli incontro con più calma.” spiegò la ragazza piuttosto tesa.

“Guarda che non so per quanto tempo ancora riuscirò a stare in questo corpo… però… ah, non ho idee migliori in effetti, sforzando troppo il tuo corpo ora, rischiamo di non poter far nulla contro Kizami e di ucciderti…” Mayu rallentò cercando di correre ad un ritmo normale. “S-senti…” disse pensierosa. “Sei davvero sicura che dobbiamo ucciderlo? Non potremmo semplicemente ignorarlo e sperare che non ci disturbi?” le suggerì speranzosa. Mitsuki non fece sentire alcuna parola per diversi secondi, ma Mayu poteva ugualmente avvertire il suo panico e la sua frustrazione.

“Non c’è altra scelta, dobbiamo sbarazzarcene ora che possiamo…” nonostante il tono aspro sembrava come se lo dicesse a malincuore… “Cerca di capire… non possiamo correre rischi…”

Li stai correndo anche così…

“Ti sento perfettamente…”

“Eh, g-giusto…” dopo aver corso per un po’ Mitsuki si mise in allarme sentendo dei rumori.

“Cerca di camminare il più vicino al muro che puoi e fai meno rumore possibile.” Le disse piano nonostante lei fosse l’unica a poterla sentire. Dopo qualche passo riuscirono a scorgere Kizami, il ragazzo si guardava in torno, poi si fermò quando sembrò averle viste e cominciò ad avvicinarsi.

-Beh, sei di nuovo tu o stavolta è veramente Yamamoto?- domandò senza troppo entusiasmo.

“Y-Yamamoto, che devo fare, che devo fare, che devo fare?!” cominciò a ripetere un’infinità di volte la ragazza, ma nessuna risposta arrivava. In quel momento nonostante la vicinanza non riusciva a capire cosa passasse per la testa di Mitsuki… Non sembrava spaventata o se lo era, sicuramente meno di lei nonostante il suo svantaggio.

-Non importa… tanto mi è venuta una buona idea.- dichiarò divertito Kizami. Mitsuki si mosse rapida verso di lui e cercò ripetutamente di colpirlo. Sfruttando l’iniziale incredulità del ragazzo riuscì a far andare tre colpi di seguito a buon fine. Kizami non riusciva ad afferrarla e tenerla ferma per più di qualche istante, quella che si avventava con furia su di lui non sembrava più una persona, ma un demone. Tuttavia, nonostante la difficoltà iniziale il ragazzo cominciò a prendere un suo ritmo e a tenerle testa, anche se nei fatti sembrava inutile… in qualunque modo la colpisse la ragazza sembrava non sentire nulla…

“Y-Yamamoto, m-ma ch…” provò a dire Mayu con voce strozzata. Non va bene… che sta succedendo?! Fa malissimo! In realtà Mitsuki si stava muovendo da sola anche se Mayu era ancora costretta nel suo corpo e lo spazio a sua disposizione sembrava sempre meno… Mayu cominciava veramente a temere di scomparire o essere assorbita. “S-se non hai b-bisogno di me lasciami… andar…”

“Resisti, finché mi fai da cuscinetto riesco a controllare il mio corpo senza sentire nè il peso dei colpi ricevuti, né quello della stanchezza!”

Non c’è la faccio più! Ho paura… qualcuno… mi faccia uscire, per favore… Sh…

Mitsuki tornò in sé e sentì che le mancava l’aria… Kizami approfittò di quella specie di attacco d’asma e del tremore della ragazza per ribaltare la situazione e sovrastarla.

-E finalmente sei tornata normale!- sbuffò stanco il ragazzo tenendola ferma con la schiena sul pavimento mentre l’ampio petto della ragazza si alzava e abbassava freneticamente… l’ultima cosa che ricordava di aver visto era il ghigno soddisfatto di Kizami.

 

Morishige si stava lentamente svegliando, sentiva la voce di qualcuno che gli stava parlando, ma era una voce maschile che non riusciva proprio a riconoscere, una parte di lui credeva di averla già sentita, ma non era comunque in grado di ricollegarla a nessuna persona reale.

-…E quindi alla fine cosa dovrei farci con te?- la voce si fece più chiara, ma Morishige preferì fingersi ancora addormentato sperando che quell’individuo, chiunque fosse, si stancasse e lo abbandonasse là. All’improvviso sentì delle dita che spostavano più in basso gli occhiali e toccavano la palpebra, il ragazzo era molto sorpreso, ma non avendo la minima idea di come reagire rimase al suo posto… finché la palpebra non gli venne stretta e tirata su con ben poca grazie, a quel punto, spaventato aprì anche l’altro occhio e si tirò indietro facendosi graffiare la palpebra e cadere gli occhiali. Morishige si portò la mano all’occhio lamentandosi mentre l’incomodo sghignazzava divertito. Naturalmente, non avendo a disposizione gli occhiali, non riusciva a mettere a fuoco lo sconosciuto, per lui in quel momento si trattava solo di un busto sfocato piuttosto imponente con intenzioni poco chiare che dopo averlo messo in una situazione di svantaggio rideva pure. Il ragazzo lo tirò per il polso facendolo alzare e continuò a tirarlo cercando di portarselo dietro.

-Lasciami andare! Chi sei?!- gli urlò contro Morishige tirando dalla parte opposta.

-Mantieni la calma, Morishige. Voglio solo farti vedere una cosa, potrebbe anche interessarti, sai?- il ragazzo aveva assunto una tonalità quasi allegra alla fine della frase.

-P-perché sai il mio nome?- domandò turbato Morishige. -Mollami, con te non ci vengo!-

-Andiamo, è solo un piccolo esperimento! Dopo questo avrò finito le cose da fare qui e tu potresti tornarmi davvero molto utile.-

-Ma sei sordo?! Ti ho detto di lasciarmi.- a quel punto il ragazzo, davvero furioso cominciò a scalciare contro la gamba l’aggressore da cui inizialmente sentì un lamento sommesso, poi non si sentì più tenere il polso, ma in compenso lo sconosciuto gli afferrò la caviglia approfittando dei calci poco rapidi che cercava di dargli… tirandola Morishige finì con la schiena per terra e la gamba all’aria.

-Andiamo…- sospirò e cominciò a trascinare lo sfortunato, per la gamba, che strisciando, strisciando finì anche per ritrovarsi qualche scheggia sulla schiena.

-Ahi!- in teoria doveva essere spaventato, ma nonostante la paura iniziale in quel momento la rabbia superava tutto il resto così il ragazzo ancora più irritato dalle schegge sollevò la gamba libera e cominciò ad agitarla colpendo il ragazzo nella speranza di fargli mollare la presa… e anche di fargli molto male…

-Sai, dopo tutto il fastidio che mi stai dando non posso davvero fartela passare liscia.- disse lo sconosciuto con fastidio, tenendogli fermo anche l’altro piede glielo storse con forza.

-Cazzo…- biascicò dolorante Morishige.

-Magari se ti comportavi in modo più educato avrei anche potuto accettare il tuo rifiuto, Morishige.- scherzò l’altro ricominciando a tirarlo.

-Eh?! Ma da che pulpito! E smettila di utilizzare il mio nome! Chi sei?- protestò il ragazzo tenendosi al pavimento con le mani, ma l’unica cosa che ottenne furono altre schegge e un’altra risata da quella specie di sequestratore.

-Ah… tranquillo, siamo quasi arrivati Sakutaro Morishige della Kisaragi- sospirò.

-P-perché hai queste informazioni su di me.- balbettò un po’ più rassegnato di prima. Il ragazzo lo prese e lo legò anche se con qualche difficoltà… aveva pure poca corda a disposizione così si ritrovò a fare un lavoro piuttosto approssimativo.

-Mi stupisce che nonostante tutta la confusione che hai fatto non si sia svegliato nessuno…- osservando il volto perplesso dell’ostaggio si ricordò di un piccolo dettaglio. -Vero… ecco qua…- e gli mise gli occhiali. Ora poteva vedere chiaramente il suo sequestratore… ma niente, era una faccia da schiaffi… ma una faccia da schiaffi che era quasi del tutto sicuro di non conoscere… quasi… per quanto si sforzasse non riusciva a ricordare così si stancò di provarci e si guardò intorno. Era stato messo su degli scalini e appoggiati alla parete adiacente, poco lontani si trovavano Mitsuki, Fukuroi e Ohkawa, anche loro legati e… a giudicare da ciò che aveva detto quel tizio stavano dormendo…

-Ah, basta… non ho più niente da fare aspettando che si sveglino, quindi…- sospirò il ragazzo avvicinandosi agli altri ostaggi, per qualche motivo a Morishige era parso un po’ stressato, beh, esserlo in un posto del genere sarebbe dovuto essere più che normale… ma quel ragazzo gli sembrava tutto meno che normale ed era abbastanza sicuro di poter intuire le sue intenzioni, quindi gli venne naturale imputare il suo stress al fatto che le cose non stessero andando come voleva. Lo sconosciuto scosse violentemente i tre ragazzi addormentati… Fukuroi era molto confuso mentre Ohkawa inizialmente paralizzato balbettava qualcosa a voce bassissima.

-Kizami? Cosa sta succedendo?- domandò Fukuroi con voce ferma mentre Mitsuki con i nervi a fior di pelle cerca di evitare lo sguardo di tutti i presenti.

-Dato che Yamamoto è un tipo difficile ho pensato che il metodo migliore per farla aprire un po’ fosse torturarle qualcuno che conosce davanti.- spiegò Kizami sbrigativamente.

-Mi dispiace… per tutto quanto… non so perché si sia così fissato con me…- sussurrò la ragazza guardando verso il basso mentre Ohkawa prese ad agitarsi cercando disperatamente di liberarsi. Kizami lo ignorò.

-Allora... Per te da chi incomincio è uguale?- domandò Kizami chinandosi sulla ragazza, lei non fiatò, e cercò di ignorarlo. -Sei più a affezionata ad uno dei due?- ancora silenzio... -Hey...- la richiamò il ragazzo sollevandole il viso verso di lui costringendola ad un contatto, la ragazza gli rivolse una smorfia irritata. -Suppongo che ti sia più affezionata al tuo collega...- concluse, ma guardando verso il ragazzo in questione notò che sembrava più teso per il fatto che stesse toccando Mitsuki che per la situazione nel suo complesso, decise di constatare l'impressione poggiando la mano sopra il seno della ragazza. Prevedibile... In effetti considerando che si è fatto ammazzare pur di darle il tempo di scappare... Mah... di complicarmi così la vita chi me l'ha fatto fare? Gli animali comportano molti meno sforzi, torturando gli umani ho potuto provare che sono più soddisfacenti... ma mi manca la semplicità delle torture fisiche... Torturerò quell'odioso piccoletto che mi ha dato dell'assassino prima che facessi del male a qualcuno, o magari meriterebbe un trattamento di favore per avermi ispirato a smettere di trattenermi? No... Per un attimo gli scappò un leggero sorriso. Dopo aver finito col finocchietto vedrò di divertirmi con questi due, credo che sfruttando Mitsuki riuscirò a tirare fuori il meglio anche da Fukuroi. L’ultima volta ho potuto dargli solo il colpo di grazia, era praticamente già morto, anche se devo dire che solo per il fatto di essere rimasto in vita quella volta deve avere una resistenza notevole… Non so nei fatti come dovrei fare del male a qualcuno senza colpirlo fisicamente, ma ho tutto il tempo per sperimentare... Mitsuki si scosse e gli diede una testata cercando di mantenere un'espressione arrabbiata. Di nuovo... Fai tanto la sbruffona, ma quando ti toccato il seno, prima sei completamente sbiancata, siete tutte inutili... La colpì al volto con forza mentre Fukuroi si contorceva un po', non sembra capace di stare fermo o forse cercava semplicemente di liberarsi.

E poi? Che vorresti fare? Come pensi di renderti utile? Cretino... Pensò aspro Morishige girandosi per evitare di guardarli. Perché fate questa fatica inutile? Ma anche io giusto diverse ore fa mi facevo in quattro inutilmente... volevo salvare una ragazza senza sapere che fosse morta… ero convintissimo che non potesse esserlo, che se l'avessi trovata sarei riuscito a far andare tutto a posto pur non avendo chissà quali capacità ad assicurarmelo... Sentì il ragazzo castano che urlava, ma resisté alla tentazione di girarsi. N-non posso peggiorare la mia situazione morale ulteriormente, no? Non devo guardarli... Sono persone... persone che soffrono... non posso compiacermene... non p-posso proprio... Si disse cercando di trattenersi. Non è una cosa giusta, devo pensare, e se ad avere un coltello ficcato sotto la scapola fossi io? Già... ma non sta venendo fatto male a me... E poi meglio loro che io! Ehm… no, ma che sto pensando?! Però non sono io a fare del male in questo caso... e che guardi o no non cambia assolutamente nulla, quindi perché non dovrei...? C-che mi sta succedendo? Non posso ricascarci... i-io sono una persona normale in realtà, eh? Decisamente avrei dovuto mettere fine alla mia vita prima di ridurmi in questo modo... Probabilmente è tutto perduto ormai... Oltre ai lamenti del ragazzo cominciò a sentirne altri molto più flebili e probabilmente femminili. Inizialmente li associò a Mitsuki e si mise a guardarla, la ragazza era rivolta nella sua direzione, o meglio, lo sguardo era un po' più spostato. Il ragazzo disorientato cercò di capire cosa aveva attirato la sua attenzione, ma non notò niente di strano ad una prima occhiata, ad una seconda notò un punto in cui appariva tutto un po' più sfocato, sembrava esserci una sorta di nebbia concentrata in un angolo che prendeva una forma vagamente umana, la forma di una persona accovacciata. Il ragazzo sbiancò sentendo che i lamenti provenivano proprio da quella figura triste e suo malgrado si ritrovò a riconoscerla. Non posso farmi vedere da lei in certe condizioni... Si disse nervoso ringraziando di non essersi mostrato eccitato davanti al destino dei tre compagni di sventura. La figura cominciò a sussurrare qualcosa, ma il ragazzo non riusciva proprio a capire

"...vo fa... ...o" dopo essersi fermata la figura ripetè qualcosa di simile e Morishige cerò di fare più attenzione "C-cosa devo fare... a-aiuto..." Il ragazzo quasi si pentì di aver ascoltato... preferì convincersi che si trattasse di un'invenzione della sua mente… o comunque tentò di farlo. "A-aiutatemi... aiuto!" muovendosi bruscamente per allontanarsi da quell'immagine le corde che gli tenevano i polsi si slacciarono.

D-deve essere uno scherzo! Pensò quasi adirato, si sentiva osservato e giudicato, come se gli spiriti che aveva turbato si trovassero lì, nonostante l’unico che poteva più o meno vedere fosse quello di della ragazza, magari erano stati proprio loro a slegarlo volendo costringerlo ad agire mettendolo sotto pressione. Suppongo che ora non dovrei avere più scuse per intervenire! Beh, sarebbe così se fossi l'eroe della vicenda, quello che mette la vita degli altri prima della propria anche quando si tratta di un sacrificio inutile, diciamocelo, in un corpo a corpo con quello sono bello che morto! Però... sono quasi un aspirante suicida, quindi perché no?! Si alzò in piedi barcollando, gli veniva quasi da ridere... con la coda dell'occhio vide la sagoma mutare posizione e assumere quasi un aspetto allarmato. Di quello che pensano loro non me ne fraga più di tanto, sono più o meno sicuro che tu sia veramente lì tenendo conto della reazione di Mitsuki, ma non sono affatto sicuro della reale presenza degli altri spiriti che percepisco e probabilmente mi sto solo lasciando trascinare dalle manie di persecuzione. Questo inutile tentativo lo faccio solo per far stare meglio te… Anche se avendo un destino già segnato non ho niente da perdere… in fin dei conti non sto facendo niente di eroico nemmeno adesso. Sospirò il ragazzo mentre lentamente andava verso quello che sarebbe diventato il suo assassino.

 

-Ah... voglio fare tutto questo per te e tu non mi presti nemmeno attenzione?- disse inacidito Kizami tirando la ragazza per una ciocca di capelli in modo che si voltasse. Mitsuki sembrava più sorpresa che altro dal gesto improvviso, si era completamente distratta. -E dire che secondo Kurosaki dovevi essere già fragile e giù di umore a causa della rottura con un tizio...- sospirò il ragazzo. -In effetti non capisco perché qualcosa del genere dovrebbe rendere qualcuno più fragile... niente da fare, Kurosaki è proprio un idiota inutile in ogni situazione!- mentre Kizami parlava, qualcosa lo prese alle spalle e mentre cercava di tirarlo all'indietro gli bloccò le mani. -Ti ci metti anche tu ora?- chiese voltandosi leggermente verso la persona che tentava di tenerlo fermo. Kizami si alzò, Morishige istintivamente spostò un braccio e lo usò per tenersi alle spalle del ragazzo, cercò di non mollare la presa e si ritrovò con i piedi sollevati dal terreno anche se non di tantissimo... la cosa gli fece un po' impressione. Morishige non si era e non era mai stato considerato un ragazzo basso e decisamente rispetto alla media non lo era, ma quel Kizami sembrava davvero un gigante oltre ad avere la stazza dalla sua parte.

In fondo l'avevo previsto... si disse deglutendo, ma si rassegno e cercò di agire con una certa lucidità.

Spostò anche l'altro braccio e tentò di stringere sul collo, ma con entrambe le braccia libere, per Kizami non era tanto complicato evitare che il ragazzo stringesse troppo.

-Ma invece di stare fermi perché non cercate di slegarvi!- si sfogò mostrandosi agitato vedendo che Mitsuki era rimasta a fissarli sbigottita. Kizami cominciò a indietreggiare, Morishige pensò che forse stava riuscendo a fargli perdere l'equilibrio e temeva che gli sarebbe caduto addosso invece Kizami andò a sbattere violentemente la schiena sulla parete cercando di schiacciare contro il muro lui che c'era attaccato. Nonostante si fosse fatto molto male era piuttosto sicuro che se ne sarebbe fatto molto di più se si fosse staccato rendendo libero Kizami di vendicarsi di lui come voleva, così si impegnò a non mollare la presa per nessun motivo al mondo.

-Perché non me ne va bene una?- si chiese Kizami ad alta voce. -Prima Yamamoto, poi i reset e adesso anche tu, e io che volevo solo iniziarti a qualcosa di nuovo...-

-Nuovo? Se fossi arrivato prima forse…- Gli sembra il momento di scherzare? Si domandò Morishige, la cosa lo disturbava in qualche modo.

E nel frattempo Mitsuki li guardava storto come se volesse dirgli "Questo vi sembra il momento giusto per chiacchierare?!"

Si vede che non è affatto preoccupato, devo apparirgli come un semplice contrattempo più che una minaccia vera e propria... Ma aspetta un secondo...!

-R-reset?!- Non gli è stata cancellata la memoria...?

-Già.- disse divertito. -Mi spiace, ma se non hai intenzione di collaborare con me non vedo perché non dovrei ucciderti.- mentre con una mano cercava di trattenergli le sbraccia lontane dal collo con l'altra velocemente estrasse il coltello e lo colpì, ma il ragazzo con un movimento rapido anche se leggero si spostò un po' facendo in modo che il coltello gli colpisse la spalla anziché testa, collo o orbita come aveva inizialmente sperato Kizami, poi riuscì a stingerlo cominciando a fargli mancare l'aria. Kizami deglutì nervosamente, sentiva il battito cardiaco direttamente nelle orecchie. Improvvisamente non era più capace di trattenerlo. Cercò di rimanere lucido nonostante gli mancasse l’aria e decise di pugnalarlo alle braccia, ma il ragazzo non aveva nessuna reazione, nonostante sanguinasse non dimostrava di provare dolore e stringeva sempre di più la presa. La situazione era fastidiosamente familiare, aveva preso anche lui a comportarsi come Mitsuki prima che riuscisse a legarla… Il ragazzo si accasciò a terra cominciando a perdere i sensi.

D-dannata ragazzina, di nuovo tu...

Morishige mollò il ragazzo, si diresse silenziosa mente verso Mitsuki e la slegò. Poi perse i sensi pure lui e dal suo corpo uscì una pallida nebbiolina che si fermò poco lontano. Qualcosa di piccolo e sferico si avvicinò rotolando fermandosi senza preavviso sotto la nebbia che si concentrò e divenne una fiammella prima rossa poi blu.

"Non avrei mai pensato di fare qualcosa del genere..." sussurrò. "Si, alla fine far perdere i sensi a quel ragazzo era il minimo che potessi fare per evitare che uccidesse qualcuno, ma... insomma chi mai si immaginerebbe di soffocare un ragazzo rischiando di ucciderlo? E addirittura di prendere il corpo di qualcun altro senza il suo permesso danneggiandolo per farlo! Non ci si conosce mai abbastanza…" poi sospirò tristemente e si avvicinò al corpo di Morishige. "Scusami... per colpa mia hai corso un grande rischio... ho rischiato la tua vita per salvare altre persone, non credo che potrai mai perdonarmi, ma... mi dispiace! Mi dispiace sul serio!" sembrava veramente sconsolata. Mitsuki buttò un occhio sui suoi due compagni, Ohkawa era svenuto a causa di un colpo di Kizami o forse, se erano fortunati, per lo spavento preso più che per il colpo in sé, mentre Fukuroi dopo aver visto Morishige svenire era rimasto silenzioso e sembrava completamente assorto dai suoi pensieri, in ogni caso non sembra aver sentito nulla di ciò che aveva detto la fiammella. Morishige cominciò a riprendersi barcollando, aveva un’aria molto turbata e si teneva una mano davanti la bocca come se gli venisse da vomitare. Puntò lo sguardo sui propri arti superiori e si allarmò notando che erano ricoperti di sangue... Dopo essersi guardato in torno agitato scappò senza preavviso.

-M-ma cosa...?- balbettò Fukuroi. Poi guardò preoccupato Mitsuki, aveva cominciato a tenersi la testa guardando verso il basso come se si sentisse anche lei male.

"C’erano lei, Kurosaki, Morishige e… un uomo… non aveva la minima idea di chi si trattasse, ma Kurosaki gli fece una domanda:-… cosa si deve fare per uscire di qua?- Cosa ha detto? È successo davvero? Sì, deve essere il momento in cui sono venuta a conoscenza della via di fuga! Forza, dillo! Sbrigati!  -Dovreste semplicemente…- Semplicemente? Semplicemente cosa?! -…i pezzi della bambola di carta.- Fare cosa con i pezzi della bambola di carta? Dillo, ti prego! Ti supplico! Ma la visione si fece sempre meno chiara… fino a svanire completamente…. "

N-no… non può essere! C’ero quasi! La rabbia le fece venire un’altra fitta alla testa ed un'altra visione cominciò… anche nella visione si rivide arrabbiata e frustrata

“-Ma se sapevi che era qui volontariamente perché non gli hai chiesto come uscire?- non si stava rivolgendo all’uomo, ma a Morishige… Quindi lui quell’uomo lo conosceva? - Beh… in realtà…- Come uscire lo sapeva già...? oppure… Diamine che confusione! Il paesaggio cambiò di nuovo. C’erano solo lei e Morishige, di Kurosaki e lo sconosciuto nemmeno l’ombra. Si trovavano in un corridoio ed erano seduti a terra, lei sembrava essere piuttosto instabile in quel momento. -… non siamo finiti qui accidentalmente in seguito ad un rito andato male…- le disse Morishige nel tentativo di calmarla, lei provò a seguire il discorso, ma non riusciva a sentire tutte le parole. -…Quante probabilità ci sono che tre gruppi di persone compiano un rituale e tutte e tre falliscano? Credo che chiunque abbia messo questo rito su internet l’abbia provato e siaCi deve essere qualcosa da fare per tornare indietro, forse c’è un punto della scuola da cui è possibile tornare nel mondo esterno o forse qualcosa da poter fare con i pezzi di carta…- Questo deve essere accaduto prima che incontrassimo quell’uomo… Quindi lui non sapeva davvero come uscire? Ma perché è rimasto così calmo a riguardo? Pur non sapendo come uscire era sicuro che ci fosse un modo che avesse a che fare con le bambole di carta… che non fossimo capitati qui per caso e il rito in qualche modo fosse fatto a posta per mandarci qui mentre io ero troppo confusa per rifletterci su… Anche lui ha assistito alla spiegazione del cameramen quindi deve aver conservato il ricordo da qualche parte nella sua memoria…”

-Mitsuki!-

Concentrandosi potrebbe essere in grado di ricordarselo più facilmente di me, mi serve solo una strategia per essere certa che stia dalla mia parte!

-M-Mitsuki...- Fukuroi la richiamò alla realtà preoccupato. La ragazza si ammorbidì e lo abbracciò lasciandolo confuso.

-Sta' tranquillo... fidati di me ancora per un po'...- gli sussurrò all'orecchio. -Ci sono vicina, sono vicina a ricordarmi come tirarci fuori da questa situazione! Potrò mantenere la mia promessa...- disse felice la ragazza. Fukuroi ricambiò l'abbraccio e la tenne stretta per un po'.

-Giusto, dobbiamo recuperare Morishige.- disse la ragazza, all’improvviso, staccandosi dal compagno. Per il momento è più fattibile recuperare lui piuttosto che Kurosaki… in ogni caso credo proprio che tutti e tre insieme potremmo ricordare più facilmente, perché no? Si disse la ragazza più fiduciosa di prima. Fukuroi era inizialmente confuso poi si riprese.

-In effetti ci ha salvati quindi... suppongo possa tornare utile?- rifletté ad alta voce. -Anche se non riesco proprio a capire cosa gli passi per la testa.- sospirò.

-Hai notato anche tu quella strana figura nebbiosa che gli è comparsa vicino?- chiese seria la ragazza.

-Sì, ma solo perché ne sembravi tanto incuriosita, fenomeni simili sono molto più che la norma in un posto simile.- le spiegò pensando che si stesse facendo  trasportare un po' troppo.

-Certo, ma Morishige ha agito solo dopo averla guardata, penso che si sia mosso per fare qualcosa più per lei che per il fatto che possa fregargliene qualcosa di noi e penso di poter sfruttare la cosa... inoltre mi serve per poter attuare il mio piano, è un po' complicato da spiegare.- poi allungò la mano prendendo la pallina abbandonata e se la mise vicino al viso.

"Mi rendo conto di chiederti troppo, soprattutto dopo ciò che è successo l’ultima volta, ma per favore collabora ancora con me! Ti prometto che in cambio porterò via Shige-nii da questo posto e che finché siamo qui farò in modo che non si metta in pericolo... Ci tieni molto a questa cosa, giusto?" supplicò la ragazza in un tentativo di telepatia, sentì come una vibrazione che interpretò come un "sì"

-Quindi pensi che si trattasse delle spettro della ragazza cercata da Morishige?- domandò cogliendo di sorpresa la ragazza distratta.

-S-si!-

-Ti... ci sei affezionata? È la stessa di prima… mi domando come sia arrivata fin qui…-

-Uhm?- il ragazzo indicò l'oggetto nelle sue mani. Lei annuì. Però devo sembrare un po' stupida... Mise la sfera in tasca. Piccola è pratica come una pokeball... già... forse un po' più che stupida! -Senti... per la faccenda di Morishige... Pensi che io stia diventando un po' manipolatrice?- domandò mostrando una strana insicurezza, Fukuroi si mostrò piuttosto sorpreso dalla domanda, poi fece un’espressione più serena.

-Forza... non preoccuparti Mitsuki, non lo sei più di prima.- e... subito dopo aver pronunciato la frase però si rese conto di ciò che effettivamente aveva detto... -Eh?! I-intendevo...-

-Questa me la segno… per quando saremo usciti da qui, ora non abbia tempo per queste cose… ma me lo ricorderò…- doveva essere un modo per tirarmi su di morale? Non capisco... Mitsuki guardò per un attimo verso Kizami, sembrava respirare ancora, Mayu non si era sbagliata sul non averlo ucciso. F-forse dovrei approfittare per... è come se le forze e la rabbia mi avessero abbandonata. No... non vale la pena di sporcarsi le mani con quello la... Non voglio sentirmi in colpa per aver ammazzato qualcuno... Prese le corde e le usò per legare il ragazzo mentre Fukuroi la guardava ancora un po' stordito. Il cambiamento di Kizami deve essere stato uno shock anche per lui... Ora che è legato mi sento molto sollevata e in fondo ammetto che sono contenta di non aver dovuto ucciderlo... morirà comunque... ma a portare il peso della sua morte non sarò io!  Quando Ohkawa si svegliò, Mitsuki si fece aiutare da lui per portare Fukuroi e insieme andarono a cercare Morishige.

-Quindi, se ho capito bene, per tornare a casa ci serve quel ragazzo?- domandò dubbioso Ohkawa.

-Beh, diciamo che...- poi si interruppe... non sapeva quanto fosse saggio spiegare al ragazzo che lei nei fatti non ricordava il modo per uscire e Morishige le serviva anche per quello. Ohkawa si stava dimostrando collaborativo, ma non era sicura di quanto fosse stabile. -Diciamo che ha una cosa che potrebbe tornarmi utile...-

-Uhm... ok...- rispose poco entusiasta, aveva accettato la risposta passivamente, incurante del fatto che Mitsuki non volesse dirgli tutto.

Uhm... certo che c'è una brutta atmosfera... Si disse Mitsuki. Beh, si è normale... se ripenso a tutto ciò che c'è successo da quando siamo qui. Emi, Katayama... n-non li rivedremo mai più... Ma non posso pensarci ora, potrò farlo solo quando quelli rimasti in vita saranno al sicuro! Non posso rischiare di perdere anche loro... Visto le circostanze non posso aspettarmelo da Ohkawa, ma... spero che anche Fukuroi la pensi come me e penso che sia così. Quando abbiamo trovato il corpo di Emi lui è rimasto piuttosto lucido e ha cercato di consolarmi, forse ha dovuto assumere questo ruolo anche a causa del mio crollo, non potevamo perdere la testa entrambi, forse credeva di dover stare attento a me... Mi sento parecchio in colpa a ripensarci... Ora però sembra completamente perso, sarà colpa della gamba? Aspetta... Non è che si sta sentendo male e non mi ha detto niente?! Idiota, perché non lo dice chiaramente! Potrei far fermare a riposarsi lui e Ohkawa e io andrei da sola a cercare Morishige o... Poi si accorse che il ragazzo la osservava preoccupato.

-T-tutto bene?- le domandò.

-E-Eh? Ma certo... N-no, no aspetta! Tu stai bene invece? Insomma tra me e te quello ridotto peggio sei tu!- Oddio... potevo essere più delicata... Accidenti! -N-non è che vuoi fermarti a riposare?-

-No, possiamo continuare senza problemi... ero solo sovrappensiero...-

-E a cosa pensavi?- cercò di chiedere con gentilezza Mitsuki.

-Una cosa stupida, fidati...- rispose schivo il ragazzo, sembrava sentirsi in colpa per qualcosa.

-Se non è niente di importante, ma ti da tanto fastidio a maggior ragione parlamene... è già una situazione pesante... non c'è bisogno di trattenersi per qualcosa di stupido.- disse seria la ragazza.

-N-non è niente... sul serio!- N-non posso essere così stupido da farmi prendere da pensieri come questi proprio ora! Se basta un qualunque stato d'animo negativo per esporti al rischio di impazzire non ci sarebbe nulla di più tipico del mio sentimento per dare vita ad una tragedia... Quindi devo cancellare tutto, non ci credo, perdere tempo così! Magari è solo colpa di questo posto... mi sento meno in imbarazzo a pensarla così... Nel frattempo Mitsuki era sospettosa anche a causa del rossore del ragazzo.

-Non è che ti senti imbarazzato perché dobbiamo portarti noi?-

-No...- poi riflettendo pensò che era una scusa capitata proprio a proposito e in fondo anche quello non era falso. -In realtà un po'...- la ragazza sospirò.

-Non è colpa tua, lo sai bene. Inoltre sono contenta di poterti essere utile in questo modo... è motivo di orgoglio... o forse non vuoi darmi motivi di essere orgogliosa di me stessa?- stava perlopiù scherzando sperando di far sentire meglio il ragazzo e lui lo sapeva, ma questo modo di fare lo faceva stare meglio veramente. -Quindi era solo questo?-

-Si.-

-Se ci fosse altro dimmelo... o non vuoi proprio appoggiarti a me?-

-Sono già appoggiato...-

Non sembra che stia facendo una battuta... non ha davvero capito a cosa mi riferivo? Eppure non è un ragazzo stupido...

-Tu invece pensi di poter fare affidamento su di me? In una situazione simile è importante pensare di potersi fidare degli altri, sapere di poterci parlare di qualunque cosa... tu pensi... di poter fare così con me?- domandò serio il ragazzo.

-Certo. Sei una persona affidabile e abbiamo lavorato spalla a spalla, so di potermi affidare a te.- E soprattutto in questo posto per me la tua presenza è stata la mia salvezza. -Se non avessi cercato di starmi vicino quando abbiamo trovato Emi non so sul serio dove sarei ora. Quindi non devi davvero preoccuparti per questo... Io posso affidarmi a te, ma anche tu puoi affidarti a me.- concluse pensierosa. -Non è che ti senti così a causa di Kizami?-

-Già...- Non sai quanto hai fatto centro però...

-Lui è un caso a parte... si, pensavamo di poterci fidare di lui e guarda un po' come è andata a finire, ma lui ha nascosto il vero se stesso tutto il tempo, non significa che ora non dobbiamo più fidarci dei nostri compagni o chiederci se loro possono fidarsi di noi. Se facessimo così ci sarebbe solo da impazzire, no?- spiegò un po' malinconica mentre gli scappava una risatina nervosa.

Vorrei pensare che la sua fosse solo pazzia... ma in effetti sembrava completamente lucido e a suo agio... Mostrava semplicemente un po' di frustrazione per il fatto che Mitsuki non reagisse come voleva, ma del resto... In effetti non l'abbiamo mai veramente conosciuto, ripensandoci tutto ciò che mi viene in mente se cerco di ricordare com'era è semplicemente la sua calma davanti a qualunque situazione e il suo modo di aiutare gli altri dicendo e facendo la cosa giusta al momento giusto, ma sembrava che si muovesse più per dovere che per empatia... non siamo mai entrati in confidenza e non ci ha mai detto qualcosa su di sé, su cosa gli piacesse, cosa lo spaventasse... faceva così anche con Kensuke che doveva essere il suo migliore amico. Chissà se Kensuke era preoccupato a riguardo? E perché non me ne ha mai parlato? Noi siamo amici, no? La faccio facile a giudicare il comportamento di Kizami a posteriori... la cronaca nera di persone insospettabili anche dalle persone più vicine a loro ne è veramente piena... Ma mi domando cosa abbia pensato di noi per tutto questo tempo. Ma a giudicare da ciò che voleva fare a Mitsuki posso averne una mezza idea. E io non potevo fare nulla per lei in quel momento... E se Kizami le avesse fatto veramente del male... io...

-Mi dispiace davvero per quello che è successo prima con Kizami e di non esserti stato utile.- sentiva un bisogno quasi fisiologico di dirglielo... -Non ho idea di come ti potessi sentire quando ti ha messo le mani addosso, ma posso solo dire che mi dispiace davvero e...-

-Non potevi farci niente e non mi è successo niente, inoltre lui è asessuale o gay... comunque ti assicuro che non era interessato a stuprarmi e… fine della discussione! Non parliamone più.- nonostante sorridesse la sua sembrava quasi una minaccia.

-...Eh?-

-Pur avendone molte, e dico molte possibilità considerando la popolarità e le capacità recitative non ha mai neanche provato ad avvicinarsi a una ragazza. Ha le sue perversioni come abbiamo visto, ma non legate direttamente al sesso, correre rischi da quel punto di vista era l'ultimo dei miei problemi, mi ha toccato solo per spaventarmi quindi smettila di pensarci, la faccenda è completamente chiusa, perché ti preoccupi più tu che io? Toglitelo dalla testa, ok?- disse il tutto con una velocità spaventosa come se volesse smettere di pensarci anche lei e chiudere il discorso velocemente. Non sapeva quanto ci fosse di vero in ciò che aveva detto, ma sicuramente lei preferiva pensarla così. E io che credevo che la pensassi come me e che fossi d’accordo sul discutere di tutte queste cose una volta finita tutta questa faccenda! Pensò infastidita la ragazza. E-e poi… considerando tutto quello che è successo agli altri non credo di avere il diritto di lamentarmi…  Si disse rabbrividendo completamente invasa da fortissimo senso di colpa. Poi mentalmente si diede uno schiaffo. Intanto concentriamo sul sopravvivere… non chiedo troppo, giusto?

 

Nota:

-In blood covered Kurosaki parlando con Kizami gli dice che Mitsuki aveva lasciato il suo ragazzo un giorno prima, dopo aver scoperto un tradimente.

Il prossimo dovrebbe essere l’ultimo o il penultimo capitolo… non ne sono molto sicura, dipende da quanto sarà lungo. Certo che questa fanfiction è venuta molto più lunga di quanto mi aspettassi, forse sono un tipo prolisso a quanto pare.

Grazie mille dell’attenzione se siete arrivati fin qui, spero tanto che a qualcuno non dispiaccia ciò che scrivo nonostante i tanti difetti. Come al solito, se vi va di lasciarmi un parere mi fa molto piacere.

Alla prossima.

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Capitolo 11
*** Sotto il velo sta la sposa. ***


Sotto il velo sta la sposa.


Kizami stava inseguendo Yuka, la quattordicenne era troppo lenta e lui l’avrebbe sicuramente catturata se…
-Un lolicon… che fastidio. Yoshikazu, uccidilo e fanne un bel manichino, al laboratorio di scienze ne manca uno.- ordinò Sachiko…

Poi quando il tempo venne riavvolto la prima volta…

-Ora sembra addirittura innamorato della ragazzina… il livello lolicon è salito… Yoshikazu, sai cosa fare!-

Poco prima che iniziasse la nostra splendida(citazione necessaria) storia...

-In fin dei conti penso che Morishige sarebbe un buon collaboratore, gli serve solo la spinta giusta. Potrei giocarci un po’…- riflettè ad alta voce Sachiko.
-Ma… Kizami sarebbe più adatto… e non gli servirebbe neanche una spinta…- fece notare Yuki. -Come mai sembri avere una simpatia particolare per quel ragazzino?- domandò perplessa.
-Uhm… simpatia? io sono un tipo imparziale!- rispose infastidita Sachiko. -Per dimostrarlo e non fare favoritismi lascerò a Kizami la memoria quasi intatta, chissà che questo non comporti qualche conseguenza interessante…-
-Ehm… ti dico che non dimostreresti niente…-

Tempo dopo...

-Prima ti lamentavi di Kizami che era un lolicon… e ora vorresti sposare Morishige?- domandò la bambina fantasma quasi inorridita -C’è qualcosa nel tuo ragionamento che non quadra.-
-Infastidire qualcuno a cui non interessi è più divertente.-
-…-

Tempo presente...

-Quindi… Kizami ha rapito il mio fidanzato…- realizzò delusa la bambina dopo essere tornata con sua madre e Yuki nel posto in cui aveva lasciato Morishige. -Ok, non avrei dovuto essere così imparziale e dare a Kizami un trattamento speciale.-
-…Ti rendi conto che imparziale e trattamento speciale cozzano?-
-Yoshikazu, va a recuperare il mio fidanzato e… procuragli anche un testimone di nozze!- Ordinò la piccola tutta giuliva. Yuki aveva perso le speranze, ma del resto perché provava a ragionare con lei?


A causa del forte senso di nausea che sentiva, Morishige fu costretto a stendersi sul pavimento umido e appiccicaticcio.
M-ma che è successo? Un attimo prima cerco inutilmente di trattenere Kizami, perdo conoscenza e l’attimo dopo Kizami è privo di sensi e io sono ridotto in questo stato!
Nonostante normalmente la puzza di decomposizione non gli provocasse alcun fastidio in quella situazione trovarsi steso con resti umani vari a poca distanza non era proprio l’ideale, ma almeno la posizione lo aiutava a calmarsi oltre a farlo sentire un po’ meglio.
 Lasciamo perdere… Alzò le mani verso l’alto e fissò le schegge che emergevano parzialmente dai palmi e i polpastrelli, alcune erano davvero grosse… Cominciò a togliersele una per una, qualcuna era più dolorosa e ostinata a rimanere ferma dov’era delle altre. Tutto a causa di Sachiko e della sua meravigliosa trovata! Se non fosse stato per quella non mi sarei allontanato dalla stanza delle torture e… Ma che vado dicendo? Volevo davvero rimanere in quel posto? Voglio davvero perdere completamente me stesso? Gusti particolari o no non sono un assassino… n-non… non lo ero… C-che cosa ho combinato? Tutti quelli che ho ucciso e tutti quegli spettri che ho ferito mi staranno guardando e condannando ora! …E me lo merito... Quando ho cominciato a uccidere ero decisamente fuori di me… ma quando ho continuato ero rinsanito almeno un po’ e a quel punto perché smettere? Una persona che sarebbe morta comunque in meno, una in più, che differenza faceva? Questo è ciò che ho pensato… non credo di poter dare tutta la colpa a quella bambina in fin dei conti… -M-mi dispiace… p-per tutto…- sussurrò con un filo di voce. -Anche per quelli che era già morti… non deve essere stato bello guardarmi senza poter fare nulla per difendervi… o comunque… difendere ciò che rimaneva di voi. Mi spiace di avervi insultati… aver scavato nella vostra carne per vedere quanto in profondità erano le ossa e di avervi fotografato senza chiedere il permesso... Ma sul serio, almeno per quanto riguarda voi io… io non sapevo che altro fare… non riuscivo a f-fermarmi!- ammise con difficoltà. -Anche se capivo di star distruggendo pure me stesso… sono imperdonabile.- finita l’ammissione il ragazzo si aspettava di sentirsi male, ma… Però, che strano… Il ragazzo sorrise realizzando qualcosa di inaspettato. Fa male, ma non così tanto… In realtà si rese conto che ciò che provava era una sorta di… sollievo? In qualche modo essere giudicati per qualcosa di grave che si sa di aver commesso è molto meno angosciante di essere giudicato in base a qualcosa di cui non hai colpa o a qualcosa che non è grave come sembra… è assurdo… Realizzò con amarezza. Si, ciò che ho fatto è vergognoso… lo è molto, ma almeno l’ho fatto per davvero! Non come quando ipotizzano che hai dei genitori che ti picchiano e che sei destinato a essere un poco di buono anche tu e tutto questo film mentale perché? Semplicemente perché non sei socievole e non riesci a fare amicizia facilmente! Quei maledetti… Non avrò tutto questo grande rapporto con i miei, ma non c’entra, va bene? È il mio carattere e loro erano solo delle persone noiose che mi giudicavano in fretta! Non mi davano neanche la possibilità di farmi conoscere, se non mi aprivo subito cominciavano già a giudicarmi e fare ipotesi campate completamente per aria! Quante volte mi hanno fatto ribollire lo stomaco per la rabbia! ...Ok… forse mi sono lasciato trasportare… ma per certi versi mi sento meglio e... e sono proprio condannato a essere un miserabile. Non riesco a sentire il dolore del senso di  colpa come dovrei. Ma sul serio, prendermi la responsabilità di una colpa commessa realmente è molto meno terribile di subire i film mentali di quei dementi e tutto ciò è paradossale! -Tranquilli… indipendentemente dal fatto che questo non vi appaia come il peso peggiore portato dal mio animo, avrete la vostra vendetta. Sono destinato a marcire qui… proprio come voi, ricordate?- Continuo a non essere sicuro che ci siate veramente, ma considerando che i vostri spiriti debbano essere comunque da qualche parte credo che vi arriverà qualcosa delle mie parole…
Ma in fondo non conoscevo nessuno di voi, forse è per questo che l’idea di  rimanere qui col vostro odio non mi procura particolare disagio...
-In realtà… ripensandoci… Credo che anche se avessi trovato il corpo di un mio conoscente per affrontare la cosa non avrei potuto far altro che convincermi che ormai quello era un involucro vuoto, non più la persona che conoscevo e non potevo farci assolutamente niente… forse però la cosa non  vi consolerà particolarmente.- Beh certo… poi se sarei veramente riuscito ad elaborare il lutto non lo so… di certo non nel suo caso… Il ragazzo si mise seduto sperando che non gli venisse più lo stimolo di vomitare.
In realtà una di voi la conosco molto bene. Si costrinse a ricordare mentre si grattava violentemente la base del collo. Con lei qui che cosa dovrei fare?
…Per quanto riguarda Sachiko invece, alla fine, credo che allontanarmi sia stato un bene… lontano dalla camera delle torture riesco a pensare più lucidamente almeno… ma non abbastanza.

Il ragazzo si alzò in piedi, ma rimase con la schiena appoggiata alla parete. Che cosa dovrei fare? Si domandò nuovamente poco motivato, poi si voltò verso una finestra vicina e la sua attenzione venne attirata da una vecchia tenda bucherellata. Si avvicinò e la prese. Mi domando perché il matrimonio sembri avere questo ascendente particolare sulle ragazze… davvero non capisco. Il ragazzo si mise la tenda in testa e guardò il suo riflesso alla finestra, faceva una strana smorfia sorpresa.
-Perché l’ho fatto? Che cosa stupida...- sospirò dando la colpa del proprio gesto alla stanchezza -Ma tutta la faccenda del matrimonio in se è stupida... Che sia colpa della società e dei residui della società precedente alla nostra? Beh, però Sachiko appartiene a una generazione precedente alla mia, quindi suppongo che risenta di più dell’influsso di certe tradizioni, anche se quando è morta era solo una bambina. Uhm… ma perché sto parlando a voce alta?- si chiese leggermente a disaggio. -E perché porto ancora questo in testa?- si portò una mano al capo per toglierselo, poi tentennò e lo lasciò dove stava. Si avvicinò nuovamente alla finestra e ricominciò a guardare il suo riflesso, sorrise un po’ malinconico. -E già… ci abituano fin da bambine all’idea che dovremo essere madri, ci regalano dei pupazzi dalle sembianze infantili a cui dovremo badare, delle bambole che dovremo abbellire e che dovrebbero ispirarci ad abbellirci, sembrare carine per attirare l’attenzione… carine e fragili… Fragili ci fanno sentire, oppure lo siamo veramente? Ci dicono che non possiamo stare da sole, che dovremo volere figli per forza… non volerne sarebbe innaturale… Siamo troppo fragili e spaurite per stare sole, quindi abbiamo bisogno di un uomo che ci protegga e in cambio noi baderemo alla casa e metteremo al mondo la sua prole.- emise un sospiro quasi acuto, ma dopo qualche istante rise divertito. -Però è rassicurante! Alla fine anche io mi sento una fragile bambina bisognosa di protezione quindi l’idea di vivere alle spalle di qualcuno che si deve prendere economicamente cura di me e che magari prenderà anche le decisioni al posto mio non mi da così fastidio… spero solo che si tratti di una persona abbastanza buona e nient’altro! E poi devo dire che sono anche molto carina così! Il velo mi dona e mi piace il contrasto che ha con i capelli scuri. Si, si. Le cose scure stanno davvero bene con le cose chiare! Credo di capire la piccola Sachiko! L’idea del matrimonio e di crearsi una famiglia è molto enfatizzata. Essendo lei morta molto piccola non ha potuto sperimentare molte cose e le sarà rimasta una forte curiosità.- disse allegramente, poi vide il riflesso di tre persone che si avvicinavano e si girò incuriosito per guardarle. I tre avevano uno sguardo sconcertato…

-M-Morishige… di cosa stai parlando?- balbettò atterrita Mitsuki.

-Ad… ad essere sincero… Mi fa molta più paura così!- squittì Ohkawa.

-A parte lo scherzo, potrebbe essere posseduto… direi di essere cauti, magari è un’entità pericolosa.- suggerì Fukuroi dopo un attimo di completo smarrimento.

-Ciaaao.- cantilenò il ragazzo con voce sottile.

-Fa venire i brividi!- disse Ohkawa a bassa voce. Mitsuki cominciò a ricondurre quell’assurdo comportamento alla tenda che il ragazzo per qualche motivo teneva in testa come un copricapo così si avvicinò lasciando Fukuroi con Ohkawa e provò a toglierglielo.

-E-ehy, ma che fai?- domandò con voce stridula il ragazzo mentre faceva un movimento brusco per allontanarla.

-Potresti darmelo per favore?- domandò la ragazza per quanto le speranze che funzionasse fossero basse, quasi inesistenti.

-No, è mio.- rispose l’altro arrossendo vistosamente. -E poi a te non starebbe bene…- aggiunse sottovoce mostrando la lingua.
La ragazza sospirò, era molto stanca, ma a questo punto doveva prenderglielo con la forza, così gli andò addosso.

-Mitsuki, stai attenta! Ricordi cosa ti ho detto? Potrebbe essere pericoloso!- urlò Fukuroi nervoso. È troppo impulsiva e irruenta, speriamo bene…

-Mitsuki, ma che stai facendo?!- gli chiese Morishige con la sua voce normale. La ragazza lo teneva bloccato contro il muro e cercava di tirargli via la tenda dalla testa mentre il ragazzo cercava di tenersela con una mano.

-Dovrei essere io a chiedertelo! Tutto quel parlare al femminile, di matrimonio, figli ecc…- il ragazzo sembrava molto disorientato.

-…Di che stai parlando? Ti senti bene?-

-Non trattarmi come se fossi io quella pazza! Collabora e dammi la tenda.- ma il ragazzo sospirò utilizzando nuovamente una tonalità acuta.

-P-pensi che io faccia davvero tanto ribrezzo come sposa?- chiese improvvisamente con vocina tremolante poi però la sua espressione mutò di nuovo e arrossendo sorrise.

-Però il tuoi modi bruschi non mi dispiacciono affatto.- Dejavù... Mitsuki si allontanò il più possibile senza dire nulla.

-Vai Ohkawa, occupatene tu.- Credo sia la seconda volta che vengo molestata da una presenza femminile, è lo sport nazionale del posto?!

-Eh?! Ma stai scherzando?-

-No, affatto! Io quello non lo tocco!-

-Q-quello chi?- domandò Morishige apparentemente tornato normale mentre si massaggiava la testa -Ok… Credo ci sia davvero qualcosa che non va…- realizzò preoccupato.

-Ohkawa, per favore...-

-Scordatelo! E-e poi non capisco! Perché non possiamo lasciarlo stare?-

-Ci serve!- nel frattempo il ragazzo si avvicinò incuriosito al trio. Ohkawa si fece indietro mollando Fukuroi che nel tentativo di non cadere si aggrappò a Morishige facendogli cadere la tenda dalla testa. Anche il ragazzo perse l’equilibrio, ma mentre Fukuroi venne afferrato in extremis da Mitsuki, lui cadde semplicemente a terra.

-Era davvero così semplice alla fine?- si sfogò incredulo Fukuroi, Ohkawa rimase indietro, un po’ perché non voleva avvicinarsi troppo a Morishige, un po’ perché temeva che Mitsuki fosse arrabbiata con lui per aver mollato il compagno ferito in quel modo. Morishige rimase a terra fissando verso il basso.

-Ho davvero detto quelle cose?- sussurrò confuso poi guardò gli altri presenti, l’unico ad avere il buon senso di non annuire temendo una reazione negativa del ragazzo fu Fukuroi che guardando l’ingenuità dei due compagni cominciò a sentirsi agitato. -E voi avete guardato tutto il tempo?- stessa reazione di prima, Fukuroi pensava di essere l’unico sano di mente in quel momento.

-Ragazzi, sul serio!- esclamò agitato Fukuroi richiamandoli.

-Almeno siete coscienti che non ero in me in quel momento?- domandò… ci fu una lunga pausa…

-Magari ti sei semplicemente immedesimato troppo nella parte.- rispose soddisfatta, ma senza particolare prepotenza la ragazza. Il ragazzo la fissò malissimo… -È inutile che mi guardi così, Morishige.- rispose semplicemente Mitsuki. -Anche se… mi fa un po’ impressione il fatto che ti mette più in imbarazzo questo rispetto a ciò che hai combinato.- sospirò seria la ragazza. -Comunque tranquillo, era solo per scherzare… non mai sentito parlare di un attore dilettante che si immedesima troppo nel ruolo dando vita ad una performance come questa.- Morishige inizialmente si infastidì un po’, ma si ridimensionò quasi subito. Era uno studente membro di un club, non lo si poteva definire in altro modo se non dilettante. E neanche particolarmente talentuoso... Pensò un po’ frustrato.
Poi Ohkawa ritornò ad aiutare Mitsuki a reggere Fukuroi, sotto gli occhi severi della ragazza. Morishige lo squadrò sorpreso. È illeso? A giudicare dai suoi lamenti ero fermamente convinto che Kizami lo stesse massacrando…
-Passando a cose serie… dovresti unirti a noi per tornare a casa.- gli disse Mitsuki con tutta la calma e la serietà di cui in quel momento disponeva. Morishige reagì come se avesse sentito qualcosa di assurdo.

-Tornare a casa...- mormorò. Pensa davvero che sia possibile o e tutto un bluff? Ma cosa spera di ottenere esattamente? -Mi avete appena conosciuto e non avete davvero alcun motivo per fidarvi di me… ansi. Cosa c’è sotto?- domandò leggermente incuriosito. Diede una veloce occhiata ai tre. Fukuroi e Ohkawa non sembravano molto sicuri di cosa Mitsuki avesse in mente. -Se vuoi sfruttarmi per il mio legame con Sachiko, mi spiace deluderti, ma oltre a non disporre di nulla che potrebbe rivelarsi utile contro di lei, in questo momento evitarla è una delle poche priorità che ho… inoltre sei davvero un’illusa se pensi che possa avere qualche ascendente su quella bambina.- Mitsuki lo ascoltò, ma non si scompose.

-Non voglio sfruttarti, tutto ciò che mi serve è la tua calma.- Mitsuki affidò Fukuroi a Ohkawa e si allontanò con Morishige per parlare. Ohkawa li osservava irrequieto, e un po’ anche Fukuroi lo faceva...

-La mia calma? Ti ricordi cosa sono stato capace di fare, vero?- le ricordò perplesso.

-Sei comunque più capace di riflettere sotto stress di me, inoltre sono fiduciosa che dopo lo shock che hai  subito scoprendo che fra i cadaveri da te fotografati c’era anche l’amica che stavi cercando, saprai trattenerti.- vedendo il ragazzo ragazzo allarmarsi si sbrigò ad aggiungere : -Sono stata posseduta da Mayu Suzumoto, per questo ne sono a conoscenza… ma credo che l’avessi già intuito...- il ragazzo annuii leggermente.

-Su cosa ti serve che io rifletta?- domandò sospettoso. -Non sai veramente come uscire di qui e credi che io possa aiutati?- ipotizzò liberamente, ormai sospettava che il bluff non servisse per costringerlo a collaborare, ma a tenere a bada e rassicurare i suoi compagni, anche a giudicare dal fatto che per parlargli lo aveva fatto allontanare. -Comunque, continuo a non capire cosa ti aspetti da me, una via d’uscita potrebbe anche semplicemente non esistere...- sperò di scoraggiarla e di potersela levare dai piedi...

-Lo sai anche tu che non è così, o comunque avresti già dovuto capirlo… Perchè altrimenti un cameraman verrebbe qui appositamente per filmare? Nessuno verrebbe spontaneamente in un posto del genere se non fosse sicuro che una via d’uscita esiste e non la conoscesse...- lei sperò che Morishige avesse incontrato l’uomo anche in quella linea temporale o che comunque le sue parole gli facessero tornare in mente qualcosa e a giudicare dall’espressione che il volto del ragazzo assunse era proprio così, di fatti le stesse parole della ragazza erano per lui familiari. -Questo fatto lo so perché questa non è la prima linea temporale in cui ci incontriamo...- per la prima volta da quando si erano rivisti il tono di Mitsuki si fece titubante. -Forse potrà sembrarti assurdo… o forse ne sai anche più di me, ma dopo tutte le cose assurde che abbiamo visto accadere in questo posto, credere a ciò che sto per dirti non dovrebbe essere così assurdo. Da quando siamo qui è come se il tempo si fosse resettato, noi ci siamo già incontrati in un altra linea temporale, anzi, forse in più di una! In una in particole Fukuroi era morto, ci trovavamo con Kurosaki e questo cameraman che a quanto pare tu conoscevi già… Lui ci ha spiegato in che modo saremmo dovuti uscire, ma di tutto questo ho ricordi molto frammentati e più mi sforzo più sento che quel poco che potrei riuscire a ricordare mi sfugge inesorabilmente dalle mani… pensavo che magari, con la tua calma avresti potuto avere più successo di me ed essermi d’aiuto.- nonostante il sospiro che fece, il ragazzo sembrava crederle…

-Beh, non sono nemmeno riuscito a capire che il signor Taguchi doveva sapere qualcosa nonostante fosse evidente, ero troppo occupato ad essere scocciato dal suo chiacchierare  parlando di cose che non mi interessavano…- sembrava piuttosto imbarazzato per quell'errore... -Certo, anche lui di tutto quello che poteva dirmi poteva darmi un informazione utile, ma non gli è proprio passato dall’anticamera del cervello…- disse frustrato. -In ogni caso, al posto tuo non farei tanto affidamento su di me a questo punto...- cercò di andarsene, ma la ragazza lo afferrò saldamente per il polso.

-Ti sbagli, sei più che capace di ricordare e arrivarci con l’intuito prima di me! Magari eri troppo occupato a pensare a Suzumoto per capire che era il caso chiedere informazioni a quel tizio, ma anche se probabilmente non lo ricordi, c’è stato un momento in cui nonostante fossi completamente fuori di me, sei riuscito a convincermi che una maniera per uscire da questa situazione c’era e per quel poco che ricordo con una tua intuizione sei anche arrivato vicino al rituale corretto da fare!- disse irremovibile la ragazza.

-Se ti ho suggerito qualcosa riguardante le bambole di carta è solo perché è dannatamente ovvio!- disse aspramente il ragazzo dopo averci pensato un po’ -E se non ci sei arrivata da sola è solo perché eri troppo sconvolta per riflettere, zuccona!- cercò di divincolarsi dalla presa di Mitsuki, ma lei gli diede uno strattone e lo riportò vicino.

-Ti sto solo chiedendo di rimanere con me e dirmi quando ti torna in mente qualcosa.- gli disse autoritaria la ragazza. -Meglio di te non può aiutarmi nessuno, non ho nulla da perdere. Hai notato che la scuola si fa sempre più silenziosa? È come se di vivi fossimo rimasti solo noi e pochissimi altri e considerando la mortalità del luogo è altamente probabile, gli spettri potrebbero farsi più spietati per contendersi le ultime vittime… al posto del cameraman me ne sarei già andata quindi non conto affatto di trovarlo ancora qui a darmi spiegazioni.-

-No, è ancora qua, ma è morto.- ribattè secco Morishige, Mitsuki inizialmente si insospettii della completa mancanza di emozione nella voce del ragazzo però… Nemmeno a me importa veramente qualcosa, divento sempre più insensibile…

-Il punto è che la situazione si farà sempre più pericolosa e avrò più possibilità di ricordare il rituale in breve tempo se oltre a Kurosaki avrò nei paraggi anche te!- Mitsuki riprese fiato e allentò la presa sul polso di Morishige, ma osservandolo con attenzione cominciò a temere che il ragazzo non avesse un un vero motivo per seguirla e darle una mano. Il vantaggio che trarrebbe dovrebbe essere ovvio… ma sarà meglio farglielo presente a questo punto… -Stando con noi  saresti più al sicuro... e dovrebbe risultare più facile anche per te ricordare…- Non sembra ancora interessargli… -Se hai dei dubbi su qualcosa che fai fatica a ricordare potremmo parlarne, potrei darti qualche conferma...- Ancora niente… p-perchè…? -Il t-tuo desiderio di solitudine è davvero così forte?- a causa della frustrazione cominciò addirittura a balbettare. Non puoi rovinare tutto ora che sono così vicina…. -O non te ne frega davvero nulla di tornare a casa?!- Se non ti importa davvero nulla posso anche aspettare millenni, ma non ricorderai mai il rituale e non mi sarai mai d’aiuto!

-Non pensi che “chi cerca trova” sia davvero un proverbio idiota? È più probabile trovare qualcosa quando si smette di cercarla di cercarla o ricordarsi qualcosa quando non ci si sforza troppo… è per questo che posso anche capire perché non riesci a ricordare il rituale e perché sei così convinta di ottenere qualcosa rivolgendoti a me invece… però...- cominciò a dire distrattamente il ragazzo...

-Però non abbiamo tutto questo tempo! Non posso aspettare che smetta di interessarmi sapere in cosa consiste il rituale! Quando mi tornerà in mente spontaneamente saremo già morti! Un minimo sforzo ci deve essere!- lo interruppe bruscamente la ragazza.

-Hai ragione… Ma in realtà stavo per dire che non interessandomi al rituale potrebbe anche tornarmi in mente, ma a quel punto non avrei alcun motivo per comunicartelo, quindi ti sarò del tutto inutile e faresti meglio a lasciarmi andare...- Mitsuki si lasciò scappare una piccola risata a causa del nervosismo, ma la cosa si chiuse quasi immediatamente.

-È questo che intendevo… sono partita con le migliori intenzioni, ma sembro già essere sul crollo di una crisi di nervi.- ammise stressata la ragazza. -Tu invece...-

-Idiota... sono sfinito, rassegnato, più morto che stanco! È per questo che appaio così… non perché stia cercando di mantenere la calma… e non ho nemmeno più motivi per provare a farlo o per sperare in qualcosa.- disse estremamente cupo il ragazzo.

-Mi dispiace...- mormorò la ragazza e per un attimo fu sincera, ma… -Ma vuoi davvero rimanere qui con lo spirito di Suzumoto ancora in giro… potrebbe non prendere bene le tue malefatte...- attirò finalmente la completa attenzione del ragazzo. Non sono solo una manipolatrice… Si disse per non sentirsi incolpa.Uscire di qui farà bene anche a lui ed è quello che vuole Mayu… gliel’ho promesso, no? E comunque ho poco da farmi scrupoli! È una situazione tragica da cui non dipende solo la mia vita...

-N-non...- Morishige sembrava voler dire qualcosa, ma per un attimo si fermò. Poi prese un profondo respiro… -Non pensi che sarebbe meglio che uno come me  rimanesse qui a morire piuttosto che tornare nel mondo esterno? Non pensi che possa provocare danni? Insomma, dopo quello che ho fatto non si torna più indietro… credevo fossi d’accordo...- Anche se un modo per andarsene c’è davvero non posso fuggire… non sono mai stato coraggioso... e credo che sia una qualità largamente sopravvalutata, ma non posso evitare le conseguenze delle mie azioni con Mayu di mezzo. E poi… È meglio che la mia anima rimanga vicino a lei, a costo che ciò che ho fatto debba continuare a pesarmi per l’eternità, piuttosto che morire fra anni liberando la mia anima in un piano esistenziale troppo diverso perché possa rincontrarla… Ma se in realtà per Mayu fosse meglio che sparissi dalla sua vit… esistenza? Se desiderasse non rivedermi mai più e rimanendo qui per non perderla commettessi comunque un grande atto di egoismo? Il pensiero cominciava ad angosciarlo sul serio, nonostante la tentazione di seguire gli altri e tornare nel proprio mondo fosse forte non si trattava veramente di quello… Non posso accettare l’idea di non vederla più pur non riuscendo a sopportare l’idea di confrontarmi nuovamente con lei, ma non posso nemmeno accettare di rimanere temendo che la mia presenza  possa infastidirla, che situazione assurda! Si disse torturandosi le mani alla ricerca di qualche scheggia residua da tirare via. Le uniche certezze sono che la fuori non c’è più niente per me e che farei solo danno... Comunque sapevo che non sarei stato recuperabile se mi fossi spinto troppo oltre, sapevo che in quel caso avrei fatto meglio a non uscire più da questo posto… quindi…

-Una volta tornato a casa avrai la possibilità di redimerti e in caso non ci riuscissi e avessi l’impressione di poter diventare dannoso per le altre persone… Prometto che sarò io ad ucciderti...- promise solennemente senza il minimo di esitazione… la ragazza sentì una fitta improvvisa partita da sotto la tasca in cui aveva depositato la sfera di Mayu, ma non fece una piega.

-D-dovremmo veramente fidarci lui?- Mitsuki si girò, la voce tremolante ad aver parlato era quella di Ohkawa... mentre erano occupati nella conversazione Ohkawa e di conseguenza anche Fukuroi si erano lentamente avvicinati probabilmente per volontà del primo…

-Ohkawa...- sussurrò la ragazza, non poteva sapere fino a dove avevano sentito ed aveva paura che tutti quei discorsi potessero rimettere in agitazione il ragazzo.

-Dopo ciò che ha minacciato di fare a Ryosuke?! Dopo ciò che ha fatto nella stanza delle torture ad altri malcapitati come lui e come noi? Potrebbe anche essere tutto un gioco di quella bambina sadica!- Mitsuki non poteva rispondergli… e non perché non gli si potesse dare che ragione, ma perché era troppo occupata a cercare di non cadere a terra e di non farsi scivolare la gonna… la piccola sfera che teneva in tasca spingeva prepotentemente verso il basso… Non ora! Per favore! La sfera cadde a terra bucando la tasca e cominciò a muoversi vorticosamente sul pavimento sotto gli occhi angosciati di Mitsuki. Nel frattempo Ohkawa continuava a parlare... -Non possiamo fidarci di qualcuno che si è messo a torturare e uccidere...-

-T-torturare e uccidere?! Ok, potevo capire quando ti limitavi a infastidire persone già morte, anche se puoi essere così idiota da non capire che si, stavi maltrattando dei corpi morti, ma che le loro anime erano perfettamente coscienti! Ma questo è davvero troppo! C-come hai... Come hai potuto fare una cosa simile?!- si sfogò Mayu  uscendo dalla sfera e facendo sbiancare Morishige e Mitsuki. Fukuroi cominciò a balbettare parole confuse, ironicamente quello a non avere particolari reazioni fu proprio Ohkawa, già troppo agitato di suo.

-Infatti!- esclamò Ohkawa pensando forse d’aver trovato manforte -Non mi sorprende che Sachiko abbia deciso di sposarlo.- sentenziò il ragazzo a braccia conserte.

-Già... Eh? S-s... Spo... sposarl...- continuò a ripetere diversi "spo" come un disco rotto. Qualunque cosa stesse per dire prima non aveva alcuna importanza, dopo aver sentito quella parola non riusciva più a preoccuparsi di quello che aveva fatto Morishige… nel frattempo, nonostante quest’ultimo il ragazzo sembrasse in preda al panico, non rispose... forse non aveva nemmeno veramente ascoltato Mayu, era semplicemente rimasto troppo atterrito dal vedersela comparire proprio in quel momento, non era minimamente preparato a tutto ciò. Ora Mitsuki era abbastanza sicura che fosse tutto andato… anche se da una parte sperava che il fatto che  il ragazzo non avesse già tagliato la corda fosse un buon segno...

-Ma andiamo!- si sfogò deluso Ohkawa. -Yamamoto, ci ho provato a fidarmi di te, ma io un altro Kizami nel gruppo non lo voglio!- il ragazzo finì anche per piangere, ma invece di Mitsuki che, data l’assurda confusione che si era venuta a creare, sembrò non notarlo, a sentirlo fu Morishige che ormai, pur ammettendo di meritarselo si era un po’ stufato di essere trattato come un manico... Il ragazzo non capiva se doveva andarsene e lasciarli soli a marcire o se fare ciò che si era ripromesso di fare fin dall’inizio e cercare di essere finalmente utile a Mayu. Peccato che non avesse idea né di come aiutarla né del perché all’improvviso avesse reagito in quel modo. Invidiava davvero lo svenimento facile di Dante… sveniva ogni volta che la situazione si faceva difficile da descrivere e al suo risveglio era tutto a posto. Nel frattempo Ohkawa cercò di scappare, ma Fukuroi tentò di fare peso e impedirglielo.

-O... Ohkawa… Morishige non è forte e pericoloso come Kizami inoltre non abbiamo molta scelta...- mormorò Fukuroi preoccupato per il ragazzo.

-Non sopravvivremo comunque! Questo rito per tornare a casa forse nemmeno esiste! O comunque non lo ricorderanno mai in tempo… In voi c’è qualcosa che non va… come potete accettare la morte di delle persone a voi care che vi hanno lasciato solo qualche ora fa? Lo fate per sopravvivere, ma come fate invece a non cercare di convincervi che sia tutto un sogno? O-oppure sono io ad avere dei problemi a non riuscirci?- il ragazzo lo osservava spaventato e pieno di domande, ma Fukuroi non sapeva proprio cosa dirgli.

-Ognuno ha il suo modo di reagire...- fu tutto quello che riuscì a rispondere… -Ma per favore… rimani qui con noi e cerchiamo di tornare a casa tutti insieme… ti prego...- lo supplicò il compagno.

-Ah... Ok, ho capito...- sussurrò Mayu fissando il vuoto, dopo che Morishige e Mitsuki riuscirono finalmente a farla riprendere… più o meno... -Mi fa piacere che tu e Sachiko siate così in sintonia! S-siete una bella coppia e... e vi piacciono le stesse cose... torturare... sangue... i cadaveri... Avete così tanto in comune! A differenza d-di noi! Noi non abbiamo un bel niente in comune! Non so nemmeno perché siamo diventati amici! N-non fraintendere, queste lacrime... sono solo... Sono solo felice per te! Tutto qua! Tranquillo non ti starò più in mezzo ai piedi!- la ragazza rotolò via lontano da tutti… Morishige, dopo aver guardato Mitsuki pieno di risentimento per aver nascosto nella sua tasca proprio la persona che non era preparato a vedere, cominciò ad andare via nella direzione opposta più rassegnato e certo di non poter fare nulla di prima… -Fermo Shhhi… Sakutaro Morishige, fermati ho detto!- Devo aver passato troppo tempo con Mayu in testa! Si disse Mitsuki dopo essersi accorta di come lo stava per chiamare. Ma il tempo di aver finito di dire il nome e il ragazzo si era già allontanato troppo… Perchè non l’ho seguito?! Senza né lui, né Kurosaki come riuscirò ad uscire da questa situazione?! Si chiese nervosa. Beh, inseguendolo avrei rischiato di perdere… D-dove sono finiti Fukuroi e Ohkawa?! Si guardò intorno terrorizzata, ma fortunatamente i due cominciarono a riavvicinarsi. Ohkawa aveva gli occhi molto arrossati e sembrava anche più distrutto di prima, ma almeno era ancora con loro…
Ma gli occhi della ragazza si riempirono di terrore quando vide alle spalle dei due Yoshikazu… Prima che lei potesse avvertirli o fare una qualunque cosa, il mostro colpì Ohkawa, prese Fukuroi e si diresse verso di lei. -No, Mitsuki non ci provare! Non fare nulla, scappa!- le urlò Fukuroi mentre la ragazza si avvicinava. Lei non lo ascoltò e saltò addosso a Yoshikazu nel tentativo di liberare l’amico, ma il mostro la respinse e continuò per la sua strada lasciandola a terra dolorante. Mitsuki cercò di rimettersi in piedi… non aveva idea di cosa avrebbe dovuto e potuto fare. Sentiva il bisogno di seguire Yoshikazu, ma sapeva che non avrebbe potuto fare nulla e che sarebbe stato tutto inutile. Si accasciò a terra distrutta. È tutto veramente finito allora? Si voltò un attimo a guardare verso il corpo di Ohkawa… Era bastato un attimo perché perdesse tutto… delle persone che avrebbe voluto proteggere, una era stata appena freddata sotto i suoi occhi senza che lei potesse fare nulla e l’altra era stata rapita da un mostro… Si avvicinò un po’ strisciando… forse era uno scherzo della sua mente, ma le sembro di vedere un piccolo oggetto muoversi vicino al ragazzo… A quel punto la ragazza si diede una spinta in avanti e corse verso il corpo. Con sollievo si accorse di non aver visto male.
-Respira ancora…- mormorò con voce flebile, Mayu, da dentro la sferetta… ma Ohkawa doveva aver subito un brutto colpo alla testa e stava perdendo sangue.

-Non resta più tempo.- dichiarò cupa e prese Mayu. -Devi entrare nel mio corpo e farmi di nuovo da cuscinetto.- le ordinò.

-Ma il tuo corpo non reggerà, inoltre...-

-Tanto se non mi sbrigo saremo tutti spacciati!-

-Inoltre io non riesco più ad uscire!-

-C-cosa…?-

-Devo essermi sforzata troppo prima ed ora non riesco più a proiettarmi fuori da questa pallina di plastica! Non riesco ad allontanarmene ed entrare nella tua testa… mi spiace...- le spiegò molto rammaricata. Mitsuki la osservava intensamente. -Mi dispiace, è tutta colpa mia… se fossi rimasta ferma nella tua tasca...-

-E se il tuo contenitore fosse direttamente dentro di me?- aveva una strana luce negli occhi…

-Eh…?- Mitsuki si mise l’oggetto in bocca e lo ingoiò. Avvertì quell’inconfondibile quanto fastidiosa sensazione di tenere un anima estranea dentro il proprio corpo oltre a un retrogusto un po’ acido, un po’ amaro, ma soprattutto metallico… del resto quella pallina aveva rotolato attraversando diverse pozze di sangue e altri liquidi. Dopo aver velocemente promesso all’amico privo di sensi di tornare a recuperarlo, corse nella direzione presa da Yoshikazu.

“Cosa ti è saltato in mente?! E ora come dovrei uscire dal tuo corpo?! Non resisteremo per molto in queste condizioni!” cominciò a dirle agitata.

Q-questo in effetti potrebbe essere un grosso problema...“Si che reggeremo! Inoltre quando saremo nuovamente nel nostro mondo avrò tutto il tempo di... espellerti! “ pensò imbarazzata “Naturalmente l’avevo già pianificato, è un modo per far uscire da qui anche te… o perlomeno il tuo spirito sarà libero, no?”

“Ah… grazie...” Probabilmente non ricorda che riesco a leggere anche i pensieri non indirizzati direttamente a me…

“Ora me lo ricordo invece… e ti ricordo anche che la cosa funziona in entrambi i sensi!”

“Ah, giusto!”
Mitsuki vide una piccola fonte luminosa bluastra in lontananza che sembrava man mano ingrandirsi… o forse avvicinarsi…
“Mitsuki! Schiva!” urlò Mayu, Mitsuki si appoggiò al muro e vide la sagoma luminosa sfrecciargli a fianco. “Scappiamo, scappiamo!” continuò a ripetere, Mitsuki non se lo fece ripetere due volte , non si voltò nemmeno per controllare da cosa stessero fuggendo…

-Ridammela! È l’unico spettro sano di mente disposto a conversare che c’è in questa scuola a cui sono riuscita ad avvicinarmi! Non ho alcuna intenzione di passare l’eternità tra i deliri di quella schizzata di Sachiko e i versi di Yoshikazu e dei bambini!- disse una voce fredda e femminile  alle sue spalle.



Morishige si appoggiò con le spalle al muro. Aveva un emicrania terribile... vide Yoshikazu avvicinarsi, anche se il primo impulso fu scappare, rimase dov’era, si era stancato di tutta quella situazione. L’uomo portava con se il corpo di un ragazzo svenuto, era piuttosto insolito… guardando meglio, Morishige, si accorse che si trattava di Fukuroi. Yoshikazu gli si avvicinò e cercò di portare anche lui, ma Morishige indietreggiò.
-Se vuoi portarmi da Sachiko ti seguirò spontaneamente, non c’è alcun bisogno di trasportarmi come un sacco di patate….- gli spiegò. Yoshikazu sembrò d’accordo e cominciò a fargli strada.  Morishige continuò a massaggiarsi la testa per distrarsi dal senso di nausea che finì per prenderlo completamente, ma non vomitò… accadde qualcosa di decisamente più strano… Si rivide con Mitsuki, il signor Taguchi e un altro ragazzo della Byakudan… Mitsuki aveva ragione, Taguchi aveva parlato con loro del rito, ora lui lo ricordava… e si sentì sollevato nel capire di non avere alcuna scelta. Gli erano stati mostrati i corpi di Seiko e la signorina Yui, ma non c’era traccia di nessun altro dei suoi compagni, quindi non aveva alcun modo di fare il rito, punto, sarebbe rimasto lì. Non li biasimava per essersene andati, probabilmente lo credevano pure morto… anche se una piccola parte di lui era frustrata dall’essere stato lasciato indietro... Ora doveva solo vedersela con Sachiko e cercare di convincerla ad evitare quello sciocco rito matrimoniale…

Note:

Mi scuso per il ritardo, ma ho avuto molto da studiare… se lo avete notato, fatta eccezione per il primo capitolo, ho sempre cercato di aggiornare una volta al mese.
-(citazione necessaria) è una citazione(necessaria) di nonciclopedia.
-tutta la faccenda di Morishige che comincia a comportarsi in modo strano dopo aver messo un “velo” in testa è ispirata al fatto che in uno spin off demenziale di corpse party Morishige è costretto a portare un costume da cameriera (l’ho detto che era uno spin off demenziale)e comincia inspiegabilmente a comportarsi come  tale, a parte questo la scene non hanno altro in comune.
-Le idee espresse sul matrimonio non sono condivise dall’autrice così come diverse idee espresse dai personaggi nel corso della fanfiction ovviamente… detto questo scrivere le parti riguardanti la possessione di Morishige e la parte precedente è stato piuttosto rilassante, quasi divertente… E di persone dal film mentale facile ne ho incontrate abbastanza... con cui per esempio non riuscivo ad andare d’accordo, ma che invece di farsene una ragione(è normale, non si può piacere a tutti, l’importante è essere educati e cortesi nel momento del bisogno anche con chi non ci piace, no?) pensarono che l’unica spiegazione logica al fatto che non morissi dalla voglia di passare del tempo con loro fosse che avevo dei gravi traumi infantili e maltrattamenti in famiglia e che stessi disperatamente chiedendo il loro aiuto silenziosamente…
Bene, questo è veramente il penultimo capitolo, ho provato a farne uno solo, ma come lunghezza risultava il doppio quindi, ho preferito dividerlo.
Beh, ringrazio le persone che a quanto pare stanno continuando a leggere, suppongo che considerando la lunghezza, la probabile pesantezza e lo stile che lascia abbastanza a desiderare di ogni capitolo ci sia qualcosa che vi piaccia o vi incuriosisca o comunque vi porti a finire il capitolo senza maledirmi… o almeno lo spero, sul serio… spero che chiunque stia leggendo decida di leggere anche l’ultimo capitolo, grazie a chi è arrivato fin qui, mi scuso per eventuali errori di ogni genere. Se qualcuno avesse intenzione di lasciarmi un parere mi fa piacere.
Ciao, ciao.

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Capitolo 12
*** Routine... è un finale felice? ***


Kizami, riaprendo lentamente gli occhi, vide davanti a sé una figura difficile da distinguere… ci mise un po’ per metterla a fuoco… stava rafforzando i nodi di una corda che gli avvolgeva il corpo… Kizami era sorprendentemente disinteressato nonostante la situazione, alla fine aveva perso, non c’era molto altro da dire… era molto più attento al sangue che quella persona perdeva… lo trovava quasi divertente...

-Kizami... sono stato davvero un pessimo migliore amico, se non ti avessi lasciato fare tutte quelle cazzate senza fiatare forse...- disse tristemente Kurosaki mentre il suo sangue gocciolava sul corpo dell'amico. -Ecco, così non dovresti più essere in grado di nuocere a nessuno!- rise tristemente a lavoro finito.

-Non ti resta molto tempo, morirai dissanguato...- constatò Kizami incuriosito.

-Già...- gli rispose Kurosaki, un po' triste… anche se, in realtà appariva quasi sereno...

-Quindi passerai i tuoi ultimi momenti con me?- gli domandò sarcastico Kizami.

-E sì! Dovrai sopportarmi ancora per un po'.- rise lasciandosi sfuggire dalle labbra qualche fuoriuscita di sangue.

-Sai io... non ti capirò mai...-


Yoshikazu lo condusse sul tetto della scuola, l’aria era fredda e umida mentre il cielo sopra le loro teste era oscuro... ma non pioveva… probabilmente Sachiko voleva evitare che la pioggia rovinasse la sua cerimonia all’aperto… in qualche modo era disturbante che Sachiko si fosse messa d’impegno per andare fino in fondo…
La bambina aveva posizionato diverse sedie in modo da simulare  la posizione delle panche di una tipica chiesa cristiana… le uniche presenze sulle sedie erano una manciata di fiammelle azzurre e rosse sparse un po’ a caso, nei posti più vicino al banco disseminato da fiori e foglie marce  che doveva fungere altare c’erano due dei tre spettri bambini. Sachiko si era procurata anche uno spettro adulto dalla forma ben definita che fungesse da cerimoniere. Sembrava completamente fuori contesto… era vestito elegante, ma con abiti piuttosto datati, sembrava a dir poco a disagio in quella situazione e guardava spaventato tutti gli altri spettri presenti…
E quello? Da dove l’ha pescato Sachiko? Sembra più uno spettro bloccato qui per caso che lo spirito di una vittima di questa scuola… magari è anche il più vecchio tra i fantasmi presenti nonostante si trovi completamente alla loro mercè… Riflettè Morishige.  Durante la strada notò che Fukuroi stava cominciando ad aprire gli occhi, lo guardò piuttosto confuso, ma non disse nulla… Yoshikazu si allontanò trascinando il ragazzo biondiccio con sé...
Sachiko stava davanti all’altare ricoperta da vecchie tende logore e sporche, sorrise divertita quando notò Morishige, non era il suo solito ghigno… sembrava semplicemente che si stesse divertendo molto. Morishige rimase bloccato alle prime file di sedie, non aveva la forza di andarle incontro. La bambina si voltò un attimo a parlare con la donna dai capelli corti accanto a lei, aveva il collo orribilmente spezzato e un espressione sorridente, ma disturbante sulla testa semi-penzolante… doveva essere sua madre. Successivamente Sachiko non perse tempo ad aspettare che lui si avvicinasse e gli andò incontro. Il ragazzo prese un bel respiro e si preparò mentalmente a ciò che stava per accadere.

-Di solito è la sposa che si fa attendere… ma va bene anche così, guarda qua!- Sachiko roteò su se stessa facendo svolazzare disordinatamente gli strascichi biancastri da cui era ricoperta. Sì, sembrava decisamente di ottimo umore. -Bene, ora andiamo!- piantò le piccole unghie affilate nella mano di Morishige e ghignando cercò di condurlo all’altare… ma il ragazzo rimase fermo dov’era con i piedi ben piantati a terra.

-Ti ricordo che per sposarmi devi avere il mio consenso, non hai più alcun modo di convincermi e comunque… ti assicuro che la cosa non conviene neanche a te…- in un primo momento Sachiko si lasciò sfuggire una smorfia contrariata.

-Perchè non dovresti sposarmi? Tanto che il tuo destino è marcire fra queste mura e lo sai già... Ti va bene la convivenza, ma la parola matrimonio te la fa fare sotto? Guarda che si tratta praticamente della stessa cosa!- gli disse ridacchiando.

-Una cosa è rimanere nello stesso edificio, un'altra è rischiare che le nostre anime rimangano legate insieme per l’eternità! Forse  per te si tratta solo di un gioco per passare il tempo e non te ne rendi proprio conto, ma è questo che rischiamo! Vuoi davvero essere costretta a passare l’eternità con me vicino? La cosa potrebbe durare anche se questo posto venisse distrutto e se ci reincarnassimo. In un modo nell’altro saremmo comunque costretti a riunirci!- spiegò con tono aspro.

-Non vedo dove sarebbe il problema.- ribattè serio lo spirito. -È proprio questo che voglio, un collaboratore affidabile che rimanga sempre con me a farmi compagnia e a darmi una mano nei misfatti. Male che vada sarai sempre meglio degli altri che ho… per quanto riguarda il matrimonio… beh, è una cosa che i vivi fanno e volevo provare tanto per non farmi mancare nulla e devo dire che i preparativi sono stati piuttosto divertenti, un buon modo per rompere la routine! Se poi avrà l’effetto collaterale di assicurarmi che dovrai starmi sempre vicino in nome di un legame spirituale, ben venga! Il matrimonio dovrebbe avere a che fare con l’amore o qualcosa del genere… beh, non mi interessa innamorarmi di te, penso che sia solo una cosa stupida e imbarazzante...- disse tirando fuori la lingua in segno di disgusto. -Ma andiamo d’accordo e mi sembra sufficiente!- a quel punto sembrò aver ritrovato tutto il buon umore iniziale e si mise anche a ridacchiare. -Non dovremo nemmeno avere figli quindi tranquillo, non morirai di parto come mio padre!- rideva come se avesse detto qualcosa di molto divertente, per quanto insensata, ma a giudicare dall’espressione tesa di Morishige non era così. -Forza, andiamo da mia madre!-

-Non ho alcuna intenzione di continuare a stare nella stanza delle torture e dato che da oggi fino all’eternità, dovrò rimanere qui voglio restare il più lontano possibile da te!- ribattè duramente. -Noi non potremo mai essere in sintonia, io non sono così.-

-Allora non fingere di non volermi sposare anche per il mio bene! Ti vergogni di ciò che sei e scarichi la tutta  colpa su di me?- Morishige si sorprese un po’, Sachiko sembrava genuinamente offesa...

-Non ho mai cercato di farti pensare questo. Fra i mie difetti non c’è l’ipocrisia.- Sachiko, scettica, sollevò un sopracciglio. Morishige si dimostrò leggermente infastidito, ma continuò. -Ho semplicemente cercato di farti capire che la cosa è sconveniente anche per te, non volevo certo fingere di farlo per il tuo bene… E non voglio nemmeno scaricare su di te le mie colpe. Sì, se questo posto è così è a causa tua, ma andando a ritroso in realtà è a causa di chiunque ti abbia ucciso e causato tanto dolore da renderti ciò che sei. Ma ciò che ho fatto è colpa del mio modo di perdere il controllo… Buffo… Più o meno recentemente, secondo gli altri sono una persona capace di mantenere il controllo in ogni situazione… che fosse incredibilmente sbagliato l’ho sempre saputo, ma certe cose non me le sarei mai aspettate… In ogni caso, voglio riprendere il controllo di me stesso, mi vergogno molto di ciò che ho fatto e non voglio mai più fare niente del genere, quindi devo starti lontano.-

-Ma che c’è da vergognarsi?! Tu sei solo uno strumento nelle mani della scuola! A decretare la morte di quelle persone sono solo io! E anche lì che problema c’è? Era giusto che venissi strangolata? Che mi fosse strappata la lingua? Che quel maniaco cercasse di violentare mia madre, che lei cadesse dalle scale cercando di fuggire e il suo collo si spezzasse?! No? Eppure è andata così! Quindi perché chiunque sia abbastanza demente da capitare qui non dovrebbe fare una brutta fine?!- Morishige si sentì molto strano… in quel momento per quanto digrignasse i denti e la sua voce risultasse piuttosto bassa rispetto al solito la bambina gli fece molta... pena?

-Non posso giudicare ciò che fai dal punto di vista morale...- Sachiko sgranò gli occhi perplessa… -Pensandoci a mente fredda non hai scelta… sei morta nel dolore e nell’ira una trentina d’anni fa, non hai conosciuto altro al di fuori di questi sentimenti per tutto questo tempo e alla fine è come se tutta questa energia negativa avesse finito per prendere vita propria e  continuato ad avvelenarti… sei stata molto più alterata tu da questa scuola di quanto lo sia stato io… ormai predare gli esseri umani è la tua natura...-

-Ho fatto tutto questo per amore… la mia mamma si sentiva tanto sola...- mormorò melanconica. -Ma in realtà la cosa ha finito per divertirmi!- ma prese a ridere senza preavviso. -Avvelenata? Oh… poverina… Ma non sparare cagate! Io non sono una vittima! Io sono felice di potermi scatenare! E dovresti essere felice di poter liberare la tua natura e la tua creatività anche tu!-

-Questa non è la mia vera natura!- le ripetè arrabbiato.

-Bravo… continua a negare…- la ragazzina sorrise compiaciuta. Morishige cercò di tornare calmo capendo che altrimenti non avrebbe ottenuto nulla.

-Io... non mi sento affatto libero lasciandomi andare a certi impulsi...-

-Perchè continui a mentirmi? Ti ho osservato tanto… tu sei fatto per stare qui!- gli disse infastidita. -Il vero motivo è quella fastidiosa Suzume, non è così? Non si sono mai visti avvoltoi come noi nascondersi  e vergognarsi di ciò che sono a causa di un fragile passerotto! Diventi così noioso quando lei ti svolazza attorno! Devi smetterla di trattenerti solo per piacerle, è patetico! Sto cominciando a vergognarmi per te!-

-Noi non siamo avvoltoi… né altri rapaci o animali di alcun genere! Ormai questa è la tua natura, non puoi sfuggirgli quindi se ti convinci di essere libera e felice così è solo meglio per te, ma io non riesco a stare bene così! E anche quando ho smesso di essere vittima dell’inscurimento e ho cominciato a collaborare con te, non ho mai pensato che lo avrei fatto per sempre, era solo un modo per passare il tempo impedendomi di pensare nell’attesa che giungesse la morte e finisse tutto!- Sachiko si incupì è fra i due cadde il silenzio… perlomeno per qualche secondo...

-Li riconosci questi spiriti…?- gli domandò subdolamente.

-Naturalmente no, ai miei occhi non sono altro che fiammelle.- disse incrociando le braccia.

-Mi hai aiutato ad uccidere diversi di loro… di altri conosci più che altro le spoglie… hanno paura di me, non ti faranno niente… se mi sposerai e ti metterai sotto la mia protezione… in caso contrario niente ti salverà dal  linciaggio.- il suo sorriso gli fece accapponare la pelle, ma sapeva già dall’inizio che sarebbe finita male… decise di  non mostrarsi spaventato.

-...Che cosa aspetti a sguinzagliarli, allora?- mormorò lentamente con la gola completamente asciutta... Sachiko non si mostrò felice… non era affatto soddisfatta di come erano andate le cose… gli spiriti erano stati attorno a loro ad osservarli tutto il tempo, incuriositi e ansiosi dello sviluppo… le fiamme rosse sembrarono ravvivarsi appena la piccola aprì la bocca per dire qualcosa.

-Fermati! Dannata ladra!- urlò una voce femminile attirando l’attenzione di tutti.

-Mitsuki?!- esclamò Fukuroi che si era ripreso, osservando la compagna fuggire da una bambina azzurra che l’accusava di furto… La ragazza si fermò vedendo Sachiko… c’era d’aspettarselo, ma quella era davvero la tana del lupo e lei anche con l’aiuto di Mayu a renderla insensibile al dolore e alla stanchezza non sapeva davvero come e se se la sarebbe cavata. Non poteva nemmeno riprendersi Fukuroi con quello spettro alle calcagna. Continuò a correre girando attorno alle sedie… il prete improvvisato approfittò della confusione per tagliare la corda e qualche spirito azzurro sembrò mettersi in mezzo fra Mitsuki e la bambina, probabilmente per aiutare la prima, ma la seconda era inarrestabile.

-Yuuuukiiiiii! Se le fai del male puoi anche scordartelo che continui a rivolgerti la parola!- strillò apparentemente Mitsuki. Morishige si sgranò gli occhi per lo stupore, poi sembrò preoccupato.

-Se salvassi Mitsuki evitando al passerotto ulteriore dolore tu mi sposeresti?- tentò sospirando Sachiko.

-Si.- rispose di getto il ragazzo, Sachiko rimase molto stupita, ma lo stesso Morishige  era sorpreso.

-Eh?- esclamò Sachiko. -Lei avrà tantissime altre cose per cui soffrire e tu vorresti sacrificare la tua amata libertà per risparmiargliene una? Anche se sarà tutto inutile e Mitsuki morirà comunque? Il tuo cervello smette davvero di funzionare quando c’è quella di mezzo!-

-...Lo so.- ammise a denti stretti il ragazzo. Potrei comunque dire a Yamamoto del rituale dopo e cercare di tenere Mayu lontano dai chiunque capiti qui sperando di non soffra troppo stando in un posto del genere, no? E come dovrei fare se nel frattempo sarò costretto a servire Sachiko?  Sarò ancora abbastanza in me da farlo?È stata una scelta azzardata! Una pessima idea!

-Va bene allora…- Sachiko sorrise e si preparò a parlare con Yuki, ma la bambina raggiunse Mitsuki colpendola con forza all’addome e facendole sputare qualcosa… Yuki lo afferrò al volo.

-Contenta? Non l’ho uccisa.- disse Yuki annoiata, Mayu riuscì finalmente a uscire dal suo contenitore, ringraziò  la bambina e andò a controllare Mitsuki che si contorceva per terra a causa del dolore… poi si guardò in torno e si rese conto della situazione… Morishige tirò un sospiro di sollievo e le sorrise per la prima volta da quando aveva smesso di fotografare il suo cadavere. Sachiko invece sembrava a dir poco irritata…

-Shige-nii!- lo chiamò la ragazza. -Prima ti ho dato la mia benedizione per matrimonio solo perché ero sconvolta, ma non puoi sposarla! So che non sono affari miei, ma non mi piace per niente l’influenza che ha su di te! E comunque sono certa che ti stia solo usando!- disse decisa avvicinandosi agli sposi… ci fu qualche secondo di silenzio… Mayu si sentì in imbarazzo era come se tutti la stessero osservando in modo strano, anche Morishige e Sachiko sembravano molto perplessi, dopo un po’ Sachiko scoppiò anche a ridere istericamente. -Che c’è?! Guarda che dicevo sul serio!  - disse la ragazza confusa, poi cercò di guardarla male in un tentativo inutile di intimidirla… -E... e poi s-sei anche troppo piccola per il matrimonio e-e vi conoscete da troppo poco e… e...- peccato che finì per balbettare tutto il tempo. P-perchè ho l’impressione di aver detto qualcosa di stupido? D-devo convincerli ad evitare il matrimonio, no?

-Mayu… lui non vuole sposarla… è stato costretto fin dall’inizio…-  la informò  Mitsuki ancora incapace di alzarsi. -E comunque non credo che a uno spettro possa fregargliene qualcosa dell’età…-

-Eh?! E perché non l’hai detto prima?!- Ci sarei dovuta arrivare subito, dannazione! -Come facevo a saperlo?! Dopo quello che mi è stato raccontato su ciò che ha fatto poteva benissimo essere rimasto affascinato da Sachiko e aver accettato di sposarla!-

-Eh? Affascinato… dovrebbe essere un lolicon e sinceramente questo tipo di maniaci non mi piace proprio…- sospirò Sachiko. Morishige capendo l’andazzo della situazione si era allontanato e messo ad arrampicarsi sulla ringhiera…

-Fermo! Non fare nulla d’avventato!- urlò Mayu.

-Ascolta il passerotto e non fare idiozie!- disse Sachiko capendo che non c’era molto altro da fare… se il ragazzo metteva fine alla sua vita senza sposarla, sarebbe stato ancora più difficile stargli dietro per costringerlo, inoltre non sapeva quanto senso avrebbe avuto un matrimonio senza che almeno una delle due parti fosse in vita…

-E che alternative avrei, Mayu?-

-Devi tornare a casa ovviamente! Salutare i nostri amici anche da parte mia! Ci sono tantissime cose che potresti fare la fuori... Potrai diplomarti... trovare un lavoro... e… e… e mettere su famiglia...- disse con molta difficoltà. -Lo so, che si tratta di cose scontate, ma... d… devi farle anche per me…-

-Senza di te non ho grandi speranze… Nostri amici… sei tu che mi hai spinto a stare in quel gruppo, se non fosse stato per te non mi sarei mai avvicinato a nessuno di loro.-

-Non puoi determinare che la tua vita sarà un inferno solo perché come adolescente hai difficoltà a relazionarti! Non fare lo stupido, non puoi saperlo! E in qualche modo le cose cambieranno crescendo come sono cambiate per tante altre persone prima di te! - gli disse quasi con rabbia. -E poi loro ti volevano tutti bene… -

-Lo so… ma questo non cambia che non c’è modo che io esca vivo di qua.- si sedette sulla ringhiera e si sporse un po’ all’indietro. Mayu gli si avvicinò e lui le disse qualcosa, ma Sachiko non riuscì a sentirli, Mayu sembrava sconvolta.

-N-non è comunque detto!-

-Lo è invece, dillo anche a Yamamoto...- disse guardando la ragazza in questione tra la folla di presenze che cercava di alzarsi e andare a recuperare Fukuroi. Incontrò il suo sguardo per un attimo, ma era troppo lontano per capire in che modo lo stesse guardando e quanto fosse angosciata all’idea che quello che secondo lei poteva essere più d’aiuto per farli fuggire li avrebbe lasciati così al loro destino… era veramente furiosa…
Ti sto già dando una mano distraendo tutti, no? E poi , con o senza la possessione di Mayu, come pensavi di cavartela seguendo Yoshikazu finendo dritta, dritta fra le spire di Sachiko? Cretina...

-Come puoi decidere di toglierti la vita in questo modo? Non hai paura?!- singhiozzò Mayu rendendosi conto che presto sarebbe dovuta tornare nella sfera e non avrebbe avuto più abbastanza energie per trattenerlo. Morishige si lasciò sfuggire un respiro affannoso -Ovviamente sono spaventato, ma le alternative sono molto più dolose…- rise per un attimo… -Mi hai visto fare cose orribili e hai sentito cose orribili… ma almeno non mi hai visto posseduto da uno spirito femminile…- sospirò. Mayu stava perdendo consistenza, ma prima lo guardò malevola per un attimo… -In realtà ti ho visto mentre portavi il velo e parlavi in modo strano…- gli disse come per prendersi una piccola vendetta non potendo fare più nulla per fermarlo. Morishige la guardò imbarazzato e nervoso per un attimo, poi lei dovette rientrare e lui si buttò… la sfera di Mayu diventò una fiammella azzurra e andò a poggiarsi sul corpo del ragazzo una volta che questo fu atterrato… Sachiko si affacciò a guardare. La fiammella tremava e singhiozzava…

-Non capirò mai…- sospirò. -Ma in fondo non voglio nemmeno farlo, l’amore mi sembra un sentimento così stupido! Perché lei è triste? Ora che è morto dovrà rimanere qui con lei per forza e non potrà lasciarla sola! Perché insisteva per farlo andare via?! Mah… è completamente pazza, contenta di non essere vissuta abbastanza allungo perché il mio cervello marcisse così!- sbuffò… -Voi che ne pensate?-  si rivolse a Mitsuki che aveva caricato sulle spalle l’amico e stava per andare… I due sembrarono paralizzarsi dallo spavento… -Non sono un T-rex… vi vedo comunque anche se non vi muovete...- sospirò la bambina tornando a fissare Mayu, Mitsuki e Fukuroi ne approfittarono per tagliare la corda… -Tanto le persone da uccidere stanno per finire, sarà bello giocare ancora un po’ con loro… - sorrise la piccola.


Il matrimonio era saltato e la pioggia ricominciò. Una piccola fiammella azzurra, finito il suo ultimo affare in sospeso dentro la scuola, uscì e approfitto di essere uno spettro per volare sopra il tetto e adagiarsi li a osservare la pioggia che finiva per passarle attraverso. Era una sensazione strana… faceva solletico... ma in fin dei conti, data la sua nuova natura doveva ringraziare di poterne ancora provare… Fu piuttosto delusa dalla vista… era solo macabra… e triste… il cielo era opaco, privo sia di nuvole che di stelle e la scuola era circondata da una fitta foresta da cui provenivano strani suoni simili a sibili… ma magari si trattava solo del vento… Peccato… ho sempre voluto arrampicarmi su un tetto e guardare le stelle… il mio corpo non era abbastanza atletico per farlo, ma adesso… ah, quanto lo rimpiango…
La fiamma prese la forma di una ragazza dallo sguardo triste seduta in posizione fetale, appariva piuttosto piccola e sconsolata in quella posizione. Dalla sua mano si materializzò una sfera rosa che cominciò a passarsi da una mano all’altra giocherellando… Poi sembrò avvertire qualcosa e si girò. Un'altra fiammella stava levitando vicino il tetto, si posò poco distante dalla ragazza e prendendo anch’essa una forma umana si voltò a guardarla. La ragazza si imbronciò un po’ e tornò a guardare dritto.

-Sei ancora arrabbiata per la faccenda del suicidio? - domandò cauto il ragazzo, la ragazza non rispose… né si voltò per guardarlo -Se non vuoi vedermi devi solo dirlo...- sospirò tristemente -Vuoi che vada? - ma la ragazza scosse la testa energicamente -Non c’era possibilità che uscissi di qui… il rituale poteva essere fatto al contrario solo con un’altra persona viva con cui si aveva fatto il primo rituale e che possedeva ancora il pezzo della bambola di carta. E l’alternativa era morire di inedia o essere linciato dagli altri spiriti se non da Sachiko stessa.- sospirò… finalmente la ragazza si girò.

-Non mi hai nemmeno dato il tempo di trovare un metodo alternativo...- mormorò -Dimmi la verità… il vero motivo del suicidio è stato l’imbarazzo provocato dal fatto che ti avessi guardato mentre facevi quelle vocette strane e portavi un velo in testa. - disse con una smorfia sul volto. L’altro spettro sembrava parecchio imbarazzato…

-Non parliamone più, non è certo colpa mia se sono stato posseduto... -

-Spero che si trattasse davvero di possessione, perché io non sono una persona capace di offrirti protezione e di prendere le decisioni al posto tuo...-

-Eh? Andiamo… è ovvio che non ero davvero io a dire quelle cose!- disse agitato. -...Mayu.- inizialmente credeva che la ragazza stesse cercando di canzonarlo, ma per qualche motivo sembrava veramente a disagio…

-Pensi che se scappassimo in quella foresta riusciremmo a stare lontano dagli orrori e gli effetti nefasti di questa scuola? - domandò con lo sguardo perso nella fitta e oscura distesa di alberi che avevano davanti agli occhi. -Ho paura… ma siamo già morti, quindi che potrebbe capitarci?-

-Sarebbe troppo rischioso, ci sarà un buon motivo perché nessuno si avventura lì, no? La nostra essenza spirituale potrebbe anche non continuare a resistere troppo lontano da quest’edificio e dai nostri resti e noi potremmo svanire nel nulla. Mi risulta che i fantasmi rimangano nei luoghi infestati, non che se ne vadano a spasso… e credo che ci sia qualche buon motivo dietro... - il ragazzo le appoggiò la mano sul capo come per accarezzarglielo. -Non c’è quasi più alcun essere umano qui e non credo ne capiteranno altri così presto… sta tranquilla… - Morishige decise di cambiare discorso… -Con Yamamoto com’è andata? L’hai avvertita? - la ragazza sembrò riprendersi e annuì.

-Sì, l’ho avvertita! Ma temo anche di averla spaventata a morte… lei e Fukuroi si sono nascosti dentro un armadio appena mi hanno sentita arrivare e sembravano davvero terrorizzati quando mi sono materializzata davanti a loro… ci hanno messo un po’ per realizzare chi fossi...- raccontò preoccupata. Dopo tutta la fatica per rimanere in vita sarebbe stato davvero paradossale se fossero morti per lo spavento proprio a causa di Mayu… non voglio neanche pensare come ci sarebbe rimasta… -Inoltre l’armadio era stretto e il mio corpo li attraversava parzialmente, è stato imbarazzante… e credo che il mio contatto stesse anche per far sentire male Mitsuki… Comunque erano davvero felici oltre che increduli quando gli ho spiegato come andarsene... ma mi hanno detto che prima di farlo volevano trovare due loro compagni di classe… s-spero proprio che ce la facciano…- disse preoccupata.

-Non preoccuparti… sono sicuro che prima che le cose si mettano male, Yamamoto sarà abbastanza saggia da usare il rituale indipendentemente dal fatto che abbiano con loro Kurosaki e l’altra compagna.- Mayu sorrise leggermente apprezzando il tentativo di tranquillizzarla, ma la cosa non la rassicurava molto… e per Mitsuki andarsene senza i suoi compagni sarebbe stato terribile.

-Mi ha detto di ringraziarti… - gli disse sorridendo -Ha detto che non sei terribile e irresponsabile come  pensava… Anche se sembrava veramente infuriata con te… era molto frustrata all’idea che ti fossi tolto di mezzo lasciandola con l’acqua al collo.-

-Come se fosse stato mio dovere salvarla.- sentenziò il ragazzo, Mayu rise.

-Tutto sommato sembravano molto dispiaciuti per me… E penso davvero che tu e quei ragazzi, magari in un altra situazione sareste andati molto d’accordo… e senza il mio aiuto! Visto, non hai alcun bisogno di appoggiarti a me per farti degli amici!- sembrava quasi orgogliosa nel dirlo.

-Penso che tu abbia frainteso… non è che abbia avuto una relazione molto serena con loro… soprattutto con Yamamoto!-

-Comunque… pensavo... il tuo modo di intendere la nostra relazione è davvero strano, non ci avevo fatto caso e non me lo sarei mai aspettata…- disse sembrando un po’ a disaggio. -Non credevo che in qualche modo ti sentissi dipendente da me dal punto di vista sociale…-

-A dire la verità l’ho pienamente realizzato solo da poco anche io... Ma non si tratta di una questione sociale, non sono dipendente da te perché avendo difficoltà a relazionarmi devi farmi da tramite, darmi una spinta, tenermi compagnia semplicemente perchè mi serve una persona generica che non mi lasci da solo… è che… è che io… - Sono spaventosamente dipendente dalla tua presenza… quanto suona male? Piuttosto disturbante. Nel frattempo la ragazza lo fissava con curiosità… Dovrei avere il coraggio di dirti la verità...-Dal mio punto di vista è il tuo modo di vedere la nostra relazione ad essere strano… beh, in realtà anch’io all’inizio ero convinto di essere quello che doveva prendersi cura di te e di starti vicino, ma la verità è che sei l’unica persona persona con cui sia mai stato capace di avere un rapporto così e non riuscirei a sopravvivere se questo rapporto venisse meno… non mi serve una persona a caso con cui stare, mi serve stare con te… tu invece sei un tipo molto socievole, non hai difficoltà a stringere rapporti con gli altri in realtà  ...Ma se tu mi odiassi non cercherei mai di costringere a stare con me comunque…- il ragazzo distolse lo sguardo… stava diventando impossibile da sostenere… sentì dei singhiozzi.

-Io non potrei mai odiarti!- la ragazza cercò di abbracciarlo, ma gli passò solo attraverso… fu una sensazione strana, fastidiosa e imbarazzante… una volta ricomposti il ragazzo cercò di rendersi più consistenti e i due poterono abbracciarsi. La ragazza emise di nuovo qualche singhiozzo… -Se ti sentivi così a disagio perché non me ne hai mai parlato prima! - sembrava leggermente arrabbiata… ma sopratutto preoccupata.

-Te l'ho già detto... non è che sia così stato così facile da realizzare… - sospirò lui. - Ho fatto tutto un discorso a Sachiko sul fatto che fosse un errore rischiare che la propria anima rimanga legata a quella di qualcun altro per l’eternità e poi sono io quello ad essere dipendente dalla presenza di un’altra persona… forse un po’ ipocrita lo sono… - sarebbe dovuto risultare ironico, ma sembrava semplicemente cupo… -Ma tu… se proprio sentivi il bisogno di affidarti a qualcuno perché hai scelto proprio me?- sospirò… i due si sciolsero finalmente dall’abbraccio, Mayu si grattava nervosamente il collo, per un attimo perse consistenza e le dita le trapassarono la gola… tossì... -Ti saresti potuta avvicinare a chiunque… perché a una persona come me? - le domandò serio.

-Non si scelgono i familiari… e tu sei come un fratello per me… Shige-nii.- disse con una risatina flebile e tremolante, quasi nervosa.

-Beh, i parenti non si scelgono… ma gli amici sì… o forse intendevi che alla fine i rapporti nascono per caso?- la ragazza non fece nulla si limitò a guardare verso il basso. -...Mayu?-

-E... non si sceglie nemmeno di chi innamorarsi...- l’aria li attorno sembrò congelarsi… -Ma in realtà non capisco proprio perché non dovrei essere innamorata di te! Non sei una persona che non sopporto di cui per qualche oscura ragione sono innamorata o attratta! Sai essere una bella persona… ci si può trovare molto bene con te anche se all’inizio tendi ad essere diffidente! Non mi è servito innamorarmi di te per volerti stare vicina! Anche io mi sentirei morire se non ti avessi vicino, ero già distrutta quando ho saputo del trasloco, mentre tu non mi sei sembrato altrettanto in crisi! E una parte di me voleva che tu morissi qui perché non volevo che mi lasciassi…-

-...Questo è normale. Semplicemente non volevi rimane qui senza nessuno che conoscessi.-

-Qua ci sono sia Seiko che la professoressa! Inoltre ho fatto amicizia con Yuki ed un altra ragazza! Il problema non era rimanere qui senza nessuno che conoscessi, ma rimanere qui senza di te! Quasi quasi avrei preferito che rimanessi per sempre in infermeria col mio cadavere piuttosto che non averti nei paraggi! - ammise assumendo una colorazione rossastra -...Visto? Mi sembra che  siamo pari… Sembra malsano, ma la perdita di umanità e questo posto amplificano questo tipo di sentimenti quindi non devi preoccuparti  così tanto di quello che dovrei pensare della tua dipendenza nei miei confronti, sopratutto se è una cosa di cui ti sei accorto solo ora…-

-...Perchè non mi hai mai detto prima di esserti innamorata di me?- mormorò ancora piuttosto incredulo...

-Beh… non ne ho mai avuto il coraggio… hai sempre tenuto un comportamento più da fratello che da altro… Ma finendo in questa scuola ho deciso che una volta ritrovato te lo avrei detto… quindi…-

-Ma la concezione che hai di me è cambiata… -

-No, non è cambiato proprio niente!- gli disse con decisione. -Lasciare morire qualcuno davanti ai tuoi occhi, qualcuno che chiama disperatamente il tuo nome implorando aiuto, qualcuno che è tuo dovere proteggere in quanto più giovane di te, ti rende una cattiva persona? Bene, allora io sono una cattiva persona!- dichiarò energicamente. -Quanto può una persona in una situazione di vita o di morte, influenzata da una forza negativa che ne amplifica qualunque stato d’animo dannoso essere considerata responsabile delle sue azioni? Al massimo posso in parte considerarti colpevole del maltrattamento dei cadaveri dato che da quel punto di vista, secondo Yuki, sei un caso davvero particolare, ma per il resto, non avresti mai fatto certe cose se non fossi capitato qui e se Sachiko non si fosse fissata che  dovevi diventare il suo assistente. Questione chiusa!- dichiarò irremovibile. Morishige abbozzò un sorriso… l’importante era che almeno lei la pensasse in quel modo… -Comunque… l-la tua risposta?-

-Ormai siamo morti quindi non credo abbia molta importanza…-

-...Eh?-

-Dovremmo comunque passare l’eternità insieme… possiamo continuare a frequentarci come abbiamo sempre fatto, tanto non cambia niente, no?-

-Quindi per te il fatto che ti abbia rivelato i miei sentimenti non cambia niente?- disse tristemente confusa.

-Cambia… sono felice, ma… non ci ho veramente mai pensato, quindi… non so… certamente tu non sei meno importante per me di quanto io lo sia per te e suppongo che per un altra persona quello che ti ho detto riguardo all’aver bisogno della tua presenza e non quella di qualcun altro dovrebbe significare essere innamorati quindi, credo di amarti nello stesso modo in cui mi ami tu. Ti amo e spero che mi perdonerai per non averti salvata e per tutto quelle che ti ho fatto passare.- era piuttosto strana come dichiarazione, anche deludente in qualche modo, le sembrava più che altro che avesse risposto in un certo modo per accontentarla. Mayu era abbastanza titubante sul modo in cui doveva reagire. Il ragazzo sospirò e le avvicinò un dito al braccio, il dito le passò attraverso.

-...Che stai facendo?- Domandò un po’ curiosa.

-Riesci a riprendere consistenza?- le domandò. La ragazza annuì. Morishige ripetè l’esperimento col dito e stavolta riuscì a toccarle il braccio normalmente, si avvicinò molto al viso della ragazza, ma i due rimasero a fissarsi per qualche secondo senza sapere cosa fare… poi poggiò leggermente le proprie labbra su quelle della ragazza. Era stato un esperimento strano e lo era anche la sensazione… anche se era stato un contatto minimo un po’ bruciava, un po’ faceva solletico… Non aveva mai pensato di avere quel genere di contatto con Mayu ed era vero, per quanto lei fosse spaventosamente più importante di una normale amica e di tutte le persone che conosceva, non l’aveva mai vista, perlomeno coscientemente, come una potenziale partner eppure… non poteva dire di non essere felice della dichiarazione e dell’esperimento… la ragazza riprovò una seconda volta, poi si separarono e riscese un silenzio tombale… i due non si guardare per un po’… poi la ragazza si appoggiò leggermente al ragazzo, Morishige sorrise leggermente.


Sachiko si girò sentendo la porta aprirsi, si aspettava Yoshikazu, ma si ritrovò un visitatore inaspettato.
-Ma guarda un po’… il mio ex che torna strisciando.- disse divertita -Qual buon vento? La tua fidanzatina non si arrabbia se sa che sei tornato nella stanza delle torture? Fai le cose di nascosto?-

-Che ci sarebbe da nascondere? Tanto ormai le prede sono finite, no?- constatò guardandosi intorno.

-Fatto sta che il tuo istinto ti ha portato qui… magari nella speranza di trovare qualcosa con cui giocare…-

-Ero semplicemente venuto a trovarti.- rispose vago.

-Ma che carino! Non sei venuto invece per avere informazioni quindi? Su quel gruppetto di disgraziati che quel dannato passero ha fatto scappare via magari? Volevo tenerli per dopo e  giocarci ancora un po’ dato il drastico calo di popolazione all’interno della scuola…- sospirò indispettita. -Mi devi qualcosa in cambio, sai? Ma… sono sicura che quando torneranno persone verrai ad aiutarmi… finché sei qui non avrai possibilità di sfuggire al tuo lato oscuro… e rimarrai qui per moolto tempo! Alla fine fai comunque parte della famiglia!- gli sorrise in modo abbastanza… caloroso?

-...Sei molto più inquietante così. - commentò freddo.

-Beh, sono solo speranzosa per quanto riguarda la tua permanenza qui. - lo informò insistente. -Sai, quando le cose cominciano a farsi noiose e i dementi a diminuire non resta che affidarsi alla speranza… -

-Quindi, a te sta bene continuare all’infinito con questa routine? - mormorò il ragazzo.

-Eh? -

-...Niente, lascia perdere. - sospirò incurante.

-Come idea fa molta meno paura rispetto all’essere esorcizzati e… e cosa? Sparire nell’oblio? Reincarnarsi e non vedere mai più le persone care senza esserne consapevoli? Non mi va… e tu puoi capirmi bene da questo punto di vista… no? - il ragazzo sembrava molto pensieroso a riguardo, provò a dire qualcosa, ma alla fine si zittì. -Hanno già provato ad esorcizzarmi, ma sono ritornata dopo poco tempo... probabilmente  potrebbe farcela sul serio solo un esorcista molto potente. - disse ridacchiando leggermente -O forse non è possibile se non sono veramente convinta di potermene andare, sì, questo mi rassicura un po’. - disse allegra sedendosi sul tavolo e muovendo le gambe come se si trovasse su un’altalena.



-Mi chiedo cosa sia meglio fare per Mitsuki... - riflettè Fukuroi a voce alta, rompendo il silenzio che regava in quella camera d’ospedale….
Quelli che avevano subito meno danni erano stati Kurosaki nonostante l'emorragia, che si trovava in stanza con lui, e Mitsuki… Tohko era in stato di shock, convincerla a venire via con loro non era stato per niente facile mentre le condizioni degli arti inferiori di Fukuroi… beh, non erano perfettamente chiare…
Ci sarebbe voluto un po’ perché le condizioni dei ragazzi tornassero buone… e diverse ferite, sia fisiche che mentali non sarebbero mai guarite del tutto, con ogni probabilità...
Kurosaki  cominciò a fissarlo interrogativo. -Forse … dato il trauma, per lei sarebbe meglio cambiare scuola e non rivederci più. In questo modo potrebbe scordarsi meglio dell'accaduto. Se rimanessimo insieme dopo tutto quello che è successo, finirebbe per sentirsi in colpa per quelli che invece non ce l'hanno fatta, potrebbe chiedersi "Che diritto abbiamo noi di rimanere amici per sempre dopo la fine che hanno fatto gli altri nostri amici?” o… qualcosa del genere comunque...- mormorò il ragazzo tirandosi insistentemente una pellicina sull’anulare… a un certo punto venne via e il dito cominciò a bruciare. Il ragazzo fece una smorfia di dolore e si portò il dito alla bocca.

-Hey Masato... ma stai parlando di Mitsuki o di te?- gli chiese l'amico. -Non è così fragile, ce la farà... Sono sicuro che si sentirebbe più incolpa se gli impedissi di aiutarti soprattutto ora che rischi di diventare paraplegico... Potevi fare questo discorso se io fossi morto, magari in quel caso avresti potuto pensare "ah, dopo la morte di Kensuke non me la sento più di stare al fianco della sua Mitsuki... non posso diventare intimo con lei, mi sentirei come se avessi approfittato della sua morte per fregargliela, se fosse sopravvissuto l'avrebbe sicuramente sposata e avrebbero anche avuto dei bei bambini..." In realtà io ti avrei dato la mia benedizione dall'alto, ma beh, tu non lo avresti mai saputo...- sghignazzò il ragazzo.

-C-che diavolo dici? Ti sembra qualcosa di cui parlare in questo momento?!- balbettò turbato Fukuroi.

-S-scusa... volevo solo sdrammatizzare, so che sembra impossibile... sto male anche io, ma... hai ragione sono stato inopportuno...- deglutì il ragazzo…

-In… in effetti… scusami… - nonostante non lo mostrasse, per Kurosaki era stato veramente difficile abbandonare Kizami… e in parte si sentiva piuttosto colpevole di ciò che il suo amico d’infanzia aveva fatto...
-Potrà sembrare strano, ma… invidio un po’ Ohkawa… perdere la memoria è la cosa migliore che gli potesse capitare… non saprei davvero come avrebbe dovuto fare ad affrontare questa situazione altrimenti… - mormorò dopo qualche di silenzio. -Kensuke...-

-Si, Masato?- rispose un po’ curioso l’altro.

-Non sarai mai più inopportuno di me... io sono stato... davvero geloso di te... anche in quella situazione di vita o di morte...-

-...Eh? -

-Mentre eravamo bloccati in quella scuola… ho scoperto che Mitsuki si era lasciato col suo ragazzo… e che ne aveva parlato con te mentre io non ne sapevo proprio niente! - disse diventando completamente rosso. Kurosaki era incredulo. -Lo so! Sono un’idiota! Ma… non riuscivo davvero a non pensarci! Ho temuto di impazzire… è che… forse sono una persona con cui lei non riesce proprio a confidarsi… c-capisci? - Kurosaki, sporgendosi dal suo letto, gli diede una pacca sulla spalla con sguardo serissimo.

-Quindi... anche tu puoi pensare alle cose sbagliate nel momento più sbagliato possibile… - concluse sorpreso -Non mi sarei mai aspettato qualcosa di simile da te… -

-L-lasciamo perdere! - balbettò paonazzo.

-Masato...- sussurrò il ragazzo con colorito quasi spettrale...

-Si, Kensuke?-

-C'è Mitsuki incazzata che ci sta fissando...- bisbigliò facendo voltare lentamente l’amico.

-Eh?! D-da quanto s-sei qui?!-

-Da quanto basta...- scandì tutta arrossata, un po' per la rabbia un po' per nervosismo. -Per la cronaca...-

-Si, Mitsuki?- dissero all'unisono.

-Non ho intenzione di avere dei bei bambini con nessuno di voi due!- se ne andò sbattendo la porta… poi ritornò e afferrò l’orecchio di Fukuroi. -Ma certo che penso di potermi confidare con te! Semplicemente inizialmente non avevo voglia di parlarne con nessuno, poi non c’è stata l’occasione. - chiarì brusca, poi abbandonò sul serio la stanza.

Angolo dell’autrice.
Buon… Halloween, festa dei morti… qualunque cosa sia per voi e indipendentemente dal fatto che festeggiate o meno qualcosa…
E come non rovinare tutto pubblicando il disgraziatamente lungo capitolo conclusivo che tra l’altro non significa nemmeno che me ne andrò da questo fandom? Va beh, potete non leggerlo oggi… non leggerlo tutto in una volta( e chi ci riesce?) non leggerlo affatto(ma spero vivamente che non finisca così… sul serio…)
Comunque… mi scuso per le mie scarse capacità di scrittura, per i capitoli troppo lunghi e pesanti, il ritmo altalenante e discontinuo e per ogni probabile errore. Ma spero proprio che in qualche modo la storia e il capitolo vi sia potuto piacere, che non vi sia dispiaciuto il finale ecc… Grazie per essere arrivati fin qui… dico sul serio. Se vi va di lasciarmi un parere ne sono davvero molto contenta soprattutto perchè questa è la mia prima long...
-Come vedete, gli spettri sono molto più liberi  in un certo senso rispetto a quelli del gioco.
-Credo fosse ovvio fin dall’inizio che Morishige avrebbe fatto una brutta fine, ad un certo punto mi sono dispiaciuta e ho pensato che magari potevo farlo salvare in qualche modo, ma ci ho pensato solo per un attimo…
-Che dovesse salvarsi qualcuno della Byakudan l’avevo deciso fin dall’inizio dato che nel gioco solo il gruppo della Kisaragi la scampa. Anche se... se ne sono salvati più del previsto… anche Ohkawa, mi sembrava brutto farlo comparire per poco, malandato per di più e farlo morire...

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