Finding Tenten di _f r a n c y_ (/viewuser.php?uid=52735)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 1 *** Capitolo 1 ***
So cosa state pensando: una fanfic NejiTen? Ma Neji
è morto, che senso ha?
Per quanto mi riguarda, Neji è ancora vivo. Kishimoto
lo ha eliminato dalla scena senza alcuna considerazione per il suo
geniale personaggio. Lo ha rispolverato dopo centinaia di capitoli di
oblio soltanto per ucciderlo. E, tra parentesi, assegnandogli una morte
abbastanza inutile ai fini della trama.
Neji non è morto. Noi siamo fanwriter:
abbiamo questo magnifico potere di andare oltre la versione ufficiale
dei fatti e creare aperture là dove non sembra più esserci
speranza.
Non arrendetevi! (Da leggere con il theme della Rohirrim Charge di sottondo. Anche se loro urlavano "Morte!", ma va beh.)
La fanfic si colloca tra la fine della prima serie e l'inizio dello
Shippuden. Contiene riferimenti sparsi alla prima storia che ho
pubblicato su questo pairing, Will
things ever change?, ambientata nei giorni
precedenti lo scontro Neji-Naruto alla finale dell'esame
chunin.
E' in gran parte comprensibile anche senza averla letta, comunque :)
Buona lettura! (Spero!)
Finding
Tenten
Il team Gai era il
più
veloce di tutta Konoha. Copriva lunghe percorrenze in
tempi da record, imbattuti da qualsiasi squadra presente e passata. Per questo, quando l'Hokage Tsunade doveva assegnare missioni
classificate con il timbro rosso scarlatto della "massima urgenza", si
rivolgeva soprattutto a loro.
Una squadra efficiente, puntualmente all'altezza
delle aspettative della massima carica di Konoha. Ciononostante,
sembravano possedere una
naturale inclinazione ad attrarre fenomeni improbabili
ed
imprevedibili.
Era una
piacevole mattina di inizio
giugno. L'aria profumava di erba appena tagliata e gelsomino. Il sole
filtrava nell'ufficio dell'Hokage e arricchiva di calore
materno le pareti
color crema. Tsunade e Shizune, la sua fidata assistente, stavano
riesaminando le schede
identificative un'ultima volta, prima di riporle negli
scaffali.
- Forse dovreste sostituire uno dei membri con uno shinobi di
un'altra squadra. - le suggerì Shizune.
- E' fuori discussione. Quei quattro sono bizzarri,
eccentrici e
in perenne conflitto, ma hanno raggiunto un equilibrio tutto loro.
Rimuovere uno
degli elementi condannerebbe al crollo l'intera struttura.
Il dito sottile di Shizune scivolò sul fascicolo dell'unico
componente femminile.
- Anche se sostituisse la ragazza? Ha un'indole mite,
immagino apprezzerebbe una breve vacanza dai compagni.
- Chi? Tenten? E' esattamente l'ultima che toglierei! -
scoppiò a ridere Tsunade, - Non lasciarti ingannare dalle
apparenze. Questa ragazza è il bilancere in
persona.
Due esaltati maniaci del tai-jutsu, costantemente pronti a lanciarsi a
capofitto in imprese al limite dell'umano. Sul fronte opposto, un
autentico genio
dell'arte ninja, partorito dal clan più prestigioso del
Villaggio,
con un temperamento freddo e lapidario. Come accidenti credi che stia
in
piedi il team, date certe premesse?
Shizune rifletté a lungo.
- Avete ragione, Tsunade-sama. E' solo che ultimamente Tenten
sembra molto... Non saprei definirlo. Non esattamente 'stanca' e
neppure
'triste'.
Tsunade ruotò la sedia verso l'assistente.
- Di che cosa stai parlando?
- E' una forma di malinconia, ma più vuota... Demotivata, ecco! Sì, questa è la parola.
Demotivata.
Tsunade la fissò per minuti interi, con quelle iridi di acquamarina che esperte nel creare
soggezione
persino nelle persone a lei più vicine.
Tornò a guardare le schede nominative sparse sulla
scrivania. Un
ninja privo di convinzione era uno dei pericoli peggiori per
il
Villaggio. Un animo debole e malleabile rappresentava una facile preda
per
shinobi nemici in cerca di informazioni. O, persino peggio, per
organizzazioni
segrete e criminali.
- Ormai è tardi. - sospirò,
- Sono partiti un'ora fa.
- Che cosa? Non dovevano lasciare il Villaggio questa sera?
- Ho preferito anticipare, per non perdere ulteriore tempo.
Accarezzò le foto dei tre componenti maschili del team.
- Non temere, Shizune. Tenten ha già
accanto a sé le uniche persone che possano aiutarla.
Come previsto, il team aveva completato brillantemente la missione. Aveva preso in custodia tre rotoli di pergamena, dove svolazzi di inchiostro catturavano i segreti di tecniche
ninja proibite.
A testimonianza del loro magnete per gli imprevisti, poco
prima di guadare il torrente d'Argento i quattro si erano imbattuti
nientemeno che in uno shinobi rinnegato. Il peggior nemico per un
ninja, poiché non combatteva sotto alcuna bandiera,
bensì
soltanto per se stesso.
Per non smentire la propria reputazione, il team incontrò
uno dei più disumani e sadici: Kisame detto lo Squalo,
affiliato
all'associazione criminale Akatsuki. Per quell'energumeno,
combattere il team Gai aveva ormai assunto il gusto di un gioco
perverso.
- Ragazzi, - aveva intimato il sensei, - quei rotoli
devono
arrivare a Konoha, a qualsiasi costo. Non possiamo permettere che
cadano nelle mani di questi loschi individui. Andate avanti:
è
un ordine!
Il trio aveva esitato. Gai avrebbe fatto ricorso alle arti marziali
più estreme pur di arrestare Kisame. Tecniche che avrebbero
compromesso il suo fisico in modo irreversibile e probabilmente
avrebbero trascinato lui stesso nella spirale di morte.
In un istante, lo scontro era cominciato, tanto fulmineo da essere
appena percettibile alla vista. Quando Rock Lee aveva riconosciuto la
spada di Kisame levarsi sopra il capo del maestro, non si era
trattenuto oltre. Si era scagliato contro il nemico come una autentica
furia.
Uno schizzo di sangue aveva tagliato l'aria rossa di tramonto e Tenten
si era sentita strappare l'ossigeno dai polmoni.
- Lee, devi smetterla di perdere il controllo così
facilmente. - lo rimproverò. Tradì una nota di
apprensione.
Inginocchiata al suo fianco, stava tamponando la lunga ferita sul
torace.
Adesso era l'imbrunire. Il team aveva trovato rifugio in una grotta
nei pressi del ruscello. Il combattimento con lo shinobi rinnegato si
era concluso ben prima del previsto. Un maestoso corvo si era
posato sulla spalla di Kisame, mormorandogli ordini misteriosi
all'orecchio. Lo Squalo si era tuffato nella foresta e Neji aveva
impedito a Lee di lanciarsi al suo inseguimento: il maestro aveva
urgente bisogno di cure.
- E' che... - Rock Lee si levò sui gomiti,
tremante per lo sforzo, - quando ho visto il sensei in pericolo...
- Lo so, lo so.
Gli diede una leggera pacca sulla spalla e lo fece sdraiare di nuovo.
In fondo alla caverna, lontano dalla luce delle lanterne, il maestro
Gai riposava
nel sacco a pelo. Aveva una generosa fasciatura intorno al capo, ma
dormiva serenamente.
- Speriamo non torni... - mormorò Tenten.
In piedi all'ingresso della grotta, Neji scrutava il paesaggio
circostante, per un raggio di chilometri e chilometri. Attraverso
alberi,
boschi, praterie e roccia, nulla e nessuno poteva celarsi ai suoi occhi
senza pupilla.
- Siamo al sicuro. Potremo trascorrere la notte qui e
riprendere il cammino domani mattina.
- Ahi!
Lee non riuscì a mascherare il dolore. Le mani di Tenten
vantavano una precisione ed una grazia senza eguali quando scorrevano
lungo le armi del suo arsenale. Appena sfioravano ago e filo, tuttavia,
indossavano una pesantezza ed una goffaggine pericolose.
- Tenten, non preoccuparti... Non è un taglio
tanto profondo. Basterà un bendaggio stretto.
- Ma se non riesci nemmeno a sollevarti!
- Aah, quello è... è... è perché ho
fame! Una
graaan fame, ecco! Neji, portami qualcosa dal mio zaino!
- Non sono il tuo servo.
Lee cercò di intercettare gli occhi di perla per avviare un
silenzioso, urgente dialogo. Invece li strizzò per la
fitta di male puro. Tenten finì la sutura con la stessa
delicatezza di un pescatore intento ad arpionare un enorme
cetaceo.
Al cospetto di una scena tanto scoraggiante, Neji rivalutò
la serietà delle proprie ferite.
- Io ho soltanto qualche
graffio, mi sciacquerò al torrente. In ogni caso, siamo a
meno
di due giorni da Konoha: si occuperà Haruno di tutto il
resto.
Lee gli lanciò un'occhiata di acceso rimprovero, ma Neji non
ne comprese il motivo.
Tenten richiuse la cassetta del pronto soccorso con un rumore secco.
L'atmosfera era tanto tesa da poter tagliare chiunque si fosse mosso con imprudenza.
- Io... Vado a cercare delle erbe. Ho usato quasi tutto il
materiale della cassetta per il sensei e Lee.
Si avviò verso l'entrata con passo stizzoso. Si
fermò sotto il naso di Neji.
- E mi occuperò anche di te. Quando
tornerai a Konoha, non avrai più bisogno di un medico.
Neji la seguì con sguardo perplesso mentre, la
lanterna alta davanti a sé, si addentrava
nella foresta. Sospettò che il messaggio
sottinteso
fosse una minaccia e che Tenten volesse riportarlo a casa in forma di
cadavere.
Lee scosse il capo.
- Il colpo di grazia...
- Ancora ti lamenti? - lo canzonò Neji, - Non eri
un vero guerriero, tu?
- Non hai capito, scemo! Mi riferivo a quello che hai detto a
Tenten!
Strinse i denti e si levò seduto. Si trascinò
fino alla
fredda parete della caverna e, quando la schiena vi aderì,
trasse un sonoro sospiro di piacere.
- L'avrai notato, no? A che ti servono quegli occhi,
altrimenti?
Tenten è sempre nervosa quando si occupa delle nostre ferite.
- Logico, perché non è il suo campo.
Non ha
ricevuto una preparazione in ambito medico, come Haruno e Yamanaka.
Onestamente, non capisco perché si intestardisca tanto. Ad
ogni team
è affidata solamente la responsabilità di prestare un primo
soccorso ai membri feriti. Per i casi gravi, si contatta il Villaggio e
si richiede l'invio di
una squadra medica. E' il disposto dell'articolo 7 della...
Rock Lee roteò gli occhi al cospetto della sua ostentata
saccenza.
- Conosco già la Legge sulle Prestazioni
Mediche nei Team Ninja, non
occorre che me la reciti. Manteniamo l'attenzione su Tenten,
invece di divagare!
Lo Hyuuga rimase impressionato dalla dedizione del compagno. Per anni,
erano stati lui e la kunoichi a ridimensionare gli altri due membri
della
squadra. Studiò le rughe e le ombre sul suo volto.
- Sei seriamente preoccupato per lei...
- Sai bene anche tu quanto abbia sempre ammirato Tsunade. Non
poter diventare la sua pupilla deve essere stato un duro colpo...
- Diversamente da altre ragazze, lei non è il tipo
che si
crogiola nel rimpianto. Lei incassa, si rialza e reagisce.
- Non è solo questo. E' come se un'ombra fosse
scesa su di lei. Le
ha gelato il cuore... Non arde più di passione come prima.
Lee passò una mano tra i capelli nerissimi. Neji non lo
incalzò, ma attese che riuscisse a dar voce al
suo
cupo tormento.
Una brezza frizzante, un ultimo assaggio di primavera, si
insinuò nel piccolo rifugio. Rock Lee rabbrividì.
- La sento più distante... Ho paura... Ho paura
che la perderemo, Neji.
- Non dire assurdità. - sbuffò l'altro,
- L'animo
di Tenten è ben più forte di quanto immagini. -
- Tu non capisci!
La sua esasperazione riecheggiò tra le pareti, in
un
continuo rimbalzo che le fece quasi vibrare. Il maestro Gai
borbottò
versi indecifrabili nel sonno, poi riprese a russare.
- Tu non capisci. - ripeté Lee con calma, - Le mie
sensazioni non mi ingannano mai. Ogni singolo capello, ogni singolo
pelo del mio corpo è rizzato in allarme.
Neji ebbe l'impulso di strofinarsi le orecchie con acqua ragia.
- Meno dettagli, per favore.
- Qualcosa la
turba, la sta corrodendo come un tarlo scava e divora il legno. Io non
me ne
capacito... Per me lei è la migliore kunoichi di tutta
Konoha. -
le sue labbra carnose si allargarono in un sorriso che avrebbe potuto abbracciare tutta la caverna. - Anche
meglio di
Sakura-chan.
- Bugiardo.
Lee scoppiò in una risata sincera e un po' colpevole.
- E' lo stesso commento che aveva fatto Tenten.
- Speravi davvero di curare così il suo "animo
turbato"? Sei un prodigio dell'arte consolatoria tu.
- No, beh, è successo anni fa. Quando lei ed io
stavamo... Aah, nulla, nulla.
Troncò la questione con un gesto della mano, eppure il
sorriso nostalgico ammorbidiva ancora i suoi lineamenti.
Neji corrugò la fronte. Era
determinato
a dissipare quel segreto, ma Lee ricondusse la conversazione all'argomento
originario.
- Qualsiasi frase di incoraggiamento dicessi a Tenten, per
quanto
partorita dal mio cuore, non sarei credibile. - Spostò le iridi notturne sul volto diafano del compagno e lo
scrutò a lungo. Molto a lungo. - Io.
Lo Hyuuga intuì il suo scopo e si irrigidì.
- Non permetterti di darmi ordini su quello che devo o non
devo fare.
- E perché? - lo sfidò l'altro, - Sono convalescente, non puoi toccarmi. Non sarebbe leale.
Neji incurvò le labbra sottili verso l'alto.
- Ma davvero?
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** Capitolo 2 ***
Tenten aveva trovato l'erba che le serviva senza troppe difficoltà. Prima
di partire da Konoha, si era documentata sulle erbe
officinali che avrebbero incontrato lungo il tragitto. Per
precauzione, aveva anche preso in prestito dalla biblioteca
dell'accademia ninja un piccolo opuscolo. Le pagine imbrunite dal tempo e asperse di muffa.
La
Rossa di Notte cresceva in prossimità
dell'acqua dolce, protetta da grossi sassi o arbusti. Al calar della
sera, le sue lunghe foglie si arrotolavano su loro stesse,
svelando il colore bruno-rossastro della faccia inferiore. Con quelle,
Tenten avrebbe preparato un decotto e quindi degli impacchi da
applicare sui graffi di Neji, per lenire l'infiammazione.
Ora sedeva nell'erba alta, i piedi nudi che sfioravano l'acqua fredda,
quasi gelida, del torrente d'Argento. Aveva bisogno di quel contatto per placare il suo spirito: non aveva alcuna intenzione di
dare in escandescenze davanti ai suoi compagni.
Fra tutte le
kunoichi di Konoha, chiunque avrebbe giurato che nessuna si applicasse
quanto lei. Si allenava nel combattimento dal primo raggio di sole
all'ultimo riverbero aranciato nel cielo. Quando il tempo o la salute
le erano avversi, trascorreva ore ed ore china sui libri, per scoprire
i segreti delle armi leggendarie o istruirsi sulla
missione che la attendeva.
Per lei non era una costrizione. Non percepiva un tale stile di vita
come uno sforzo, come una privazione di
qualcos'altro. Non l'avevano mai elettrizzata il dedicarsi al corteggiamento dei compagni di classe o il coltivare la passione per
i gioielli, i nastri o l'abbigliamento raffinato.
Non
che fosse insensibile al fascino maschile...
Si concesse un sorriso,
gli occhi terrigni smarriti nel riflesso della luna sulla superficie
increspata dell'acqua.
La prima volta in cui
aveva incontrato Sasuke Uchiha, aveva dovuto riconoscere che fosse davvero attraente.
Sospirò ed il vento tiepido trasportò la sua
amarezza sull'altra sponda del torrente.
Era
persino innamorata del suo compagno di squadra. Il freddo ed integerrimo Neji Hyuuga. Il che, perciò,
denotava non
soltanto una sensibilità al genere maschile, ma soprattutto
una
discreta propensione ad inseguire chimere.
Tenten
guardò il nutrito mazzetto di Rossa di Notte, posato accanto
alla sua
mano. Il suo sogno più grande, fin da quando era bambina,
era diventare
una kunoichi di fama mondiale. Agire per il bene del proprio Villaggio,
lasciare un segno nella Storia, diventare modello per future guerriere.
Precisamente ciò che, per lei, era sempre stata
Tsunade-sama.
Vi
era solamente una donna all'interno dei team ninja e, nel corso degli
anni, la sua abilità veniva inesorabilmente offuscata dalla
forza bruta
dei componenti maschili. Tsunade, tuttavia, si era appropriata di
conoscenze e tecniche inarrivabili persino dalla quasi
totalità
degli
uomini. Si era fregiata dei titoli di kunoichi più forte mai
esistita e di fondatrice della
professione di ninja-medico. Aveva dimostrato ad ogni cadetta dell'accademia che avrebbe
davvero potuto fare la differenza.
Quando si era sparsa la notizia del suo ritorno a
Konoha, Tenten aveva
impiegato fino all'ultima oncia del proprio essere nel pregare che
facesse di lei una sua allieva. Ben presto, la sua
più grande
ambizione si era infranta come un prezioso calice di cristallo contro
il nudo pavimento. La kunoichi leggendaria avrebbe tramandato il
proprio sapere unicamente ad una persona...
La voce di Tenten graffiò l'aria come un sommesso ringhiare:
- Sakura Haruno.
- E' così che ti appresti ad "occuparti anche di
me"?
Tenten
trasalì. Si raddrizzò ed afferrò la
Rossa di Notte. Contravvenendo a
qualsiasi sua aspettativa, però, Neji non era lì per
incalzarla
sulla via del ritorno. Si portò accanto a lei e si sedette
comodamente,
lo sguardo posato sull'ondeggiare dell'acqua.
Tenten dovette trattenere una risata di puro sconcerto, mentre carpiva
l'unica spiegazione plausibile.
-
So chi ti ha mandato... - scandì, rimettendosi in piedi, -
Ascolta,
perché non ti fai una passeggiata? Dirò a Lee che
mi hai parlato.
- E da quando prendo ordini da quell'insensato? Agisco di mia
volontà.
Tenten ridacchiò disillusa e lo salutò.
- Dopo l'Hokage, Sakura Haruno è il più
dotato ninja medico che abbia mai calpestato le strade di Konoha.
Tenten
si pietrificò. La rabbia prudeva sulle sue mani, percorreva
la sua pelle come decine di formiche frenetiche.
- Lo so. - ammise con una serenità contraffatta. Non sarebbe caduta nella rete del ragno.
Una mano sopra il ginocchio, Neji si alzò.
-
Questo perché ha un talento innato, ma specialmente
perché, tra noi, è
stata la sola a diventare allievo diretto del quinto Hokage.
Se vi
era un tratto comune a tutti i membri del team Gai, esso era la totale
risolutezza a perseverare fino al raggiungimento dell'obiettivo. Neji non sarebbe arretrato di un sol passo. Tantomeno
tollerava che si rifuggisse un problema, piuttosto che affrontarlo di
petto.
Quando scostò i lunghi capelli d'ebano dal
viso,
scoprì Tenten fissarlo senza esitazione.
- Sì, so anche questo. - rise incredula. - Su,
andiamo.
Sembra che le tue ferite siano più gravi di quanto credessi.
Gli andò incontro con disinvoltura e agganciò il suo braccio con il proprio. Era un
colpo
basso e Tenten lo aveva inferto con cognizione di causa. Qualsiasi
forma di
contatto che differisse dal tai-jutsu gettava lo Hyuuga nel disagio.
Per troppi anni era stato privato di un simile calore. Da troppi anni
l'unico essere umano che gliene avesse mai fatto dono era morto.
Generalmente, le ragioni erano queste. Quella sera,
tuttavia, un altro sentimento lo indusse a spezzare quell'unione. La consapevolezza che Tenten lo avesse instaurato
soltanto
per strumentalizzarlo. L'assenza di sincerità affettiva
contaminava la sua bocca come fiele.
Sfilò il braccio con un gesto secco, tanto da farla barcollare.
- Tu non sei minimamente al livello di Haruno.
La mano di lei si levò alta nell'aria, aperta e diretta
verso la
sua guancia. Lo avrebbe schiaffeggiato sul serio: Neji aveva già provato quanto ne fosse capace.
Tenten si bloccò, ma ormai era tardi:
tutta la frustrazione che si era ripromessa di occultare adesso
troneggiava sopra le loro teste.
La bocca di Neji si piegò soddisfatta e Tenten si sentì incendiare.
- D'accordo, hai vinto. Ma adesso
lo
spettacolo delle marionette è finito. Io me
ne
torno da Rock Lee e dal sensei.
- Devi accettarlo, Tenten! - gridò alla sua
schiena, - Ti stai ponendo dei problemi infondati!
- Non te lo permetto!
Si volse di scatto e tornò di fronte a Neji. Ad ogni passo
bramava di poter calpestare lui e non l'erba.
- Non ti permetto di parlarmi così! Tu... Ma che
cosa vuoi
capirne tu?
Sei sempre stato non uno, ma cinque gradini sopra gli
altri. Sei il ninja più brillante che il tuo clan
abbia
mai partorito e, Dio!, non hai nemmeno sedici anni e già
parlano di
sottoporti all'esame per jounin! Cosa ne sai della frustrazione di inseguire un traguardo che nonostante il sangue ed il sudore
non arriva mai?
- Adesso non essere patetica. Non hai mai avuto
interesse per la medicina.
- Tsunade-sama è ben più di un medico.
Lo sapresti
anche tu, se mi avessi mai prestato ascolto all'infuori
degli allenamenti.
- Cosa...? Questo non è vero, - ribatté indignato, - e tu lo sai.
- Ah, sì? Eppure davanti a me non vedo una persona
che
conosco dal primo anno di accademia, ma un estraneo che mi
insulta e sputa fango su tutti i miei sforzi!
Tenten serrò le labbra e respinse il sentimento che
minacciava
di rigarle le guance. Questo significava subire un
tradimento?
Mentre la guardava allontanarsi, Neji si lasciò infilzare dal senso di colpa.
Ancora bambino, aveva appreso e
perfezionato da
sé, senza la guida di nessuno, tecniche di combattimento
ninja
che da secoli venivano tramandate esclusivamente entro la casata
principale
del suo clan. Gli shinobi di livello superiore, prefigurando un suo
imminente avanzamento di grado, lo contendevano come proprio compagno
di squadra. L'Hokage in persona, quando era in cerca di approcci
freschi su una missione, lo convocava nel proprio
ufficio
insieme a Shikamaru Nara, la mente più illuminata di tutto
il
Villaggio.
Ciononostante, le sue capacità comunicative si ostinavano a
rimanere disastrose. Si sentiva tremendamente colpevole.
Colpevole di non riuscire ad
esprimersi come avrebbe voluto, colpevole di non saper aiutare Tenten.
Aveva solo ottenuto di aggravare il suo malessere.
- Tenten... Aspetta... Aspetta, per favore!
Tenten rallentò fino a fermarsi. Udire Neji Hyuuga esclamare
quelle due parole era un dono. Si
voltò e lo
scoprì a massaggiarsi una tempia, in una
faticosa riflessione.
- Dammi... Dammi qualche minuto per organizzarmi. D'accordo?
Sedettero entrambi sulla riva del torrente. Per minuti interi, il dolce
fluire dell'acqua sposato al sussurro delle foglie, solleticate dal
vento, furono gli unici suoni a fluttuare nell'aria.
- Ciò che voglio dire - riprese Neji, -
è che ti
sei fossilizzata su un punto di riferimento inappropriato.
Tenten fece per ribattere, ma lui la anticipò.
- Non hai mai venerato Tsunade-sama in virtù delle
sue
sublimi arti mediche o della sua forza disarmante. L'hai sempre
ammirata per ciò che lei rappresenta: una kunoichi che,
grazie
ai suoi nobili meriti, ha scolpito il suo nome nella Storia. Sbaglio?
Le iridi perlacee si posarono su di lei. Il
bagliore lunare trovava in esse un naturale riflesso.
Tenten scosse il capo e, per un attimo, i suoi occhi cercarono una via
di fuga. Temeva ciò che lui avrebbe dedotto.
- Allora perché credi di dover essere sua
allieva, per diventare una kunoichi altrettanto leggendaria?
- Bisogna... - Tenten si volse verso il ruscello e
si
schiarì la gola, - Bisogna imparare dai migliori, per
divenire i
migliori. No?
- Pensi di non essere in grado di farcela da sola? Hai paura
di
non valere abbastanza, se presa per te stessa. E' così?
Lo guardò.
- Io non ho pau...
- Stai mentendo.
- No! - si infervorò lei, determinata a proteggere
il proprio segreto.
Neji si trattenne dal ripetersi. Tenten possedeva la sua stessa tempra,
nonché la stessa di Rock Lee: avrebbe sputato sangue pur di
non
ammettere che uno spettro la terrorizzava.
- D'accordo. Anche se non hai paura, lascia comunque che
esprima la mia opinione. Nessuna macchia di compassione o di
sentimentalismo: una conclusione a cui sono arrivato in via del tutto
razionale.
Tenten scrollò le spalle, ma era già decisa
a non concedergli alcuna soddisfazione.
- Ciascuno di noi diventerà grande, Tenten. Mai
nel corso
dei secoli, tanti talenti si erano manifestati in un'unica generazione.
Siamo la generazione del cambiamento, della lotta per l'instaurazione
di un nuovo ordine. Non vi sono certezze sull'esito della nostra futura
battaglia ma, indipendentemente da esso, noi entreremo nella Storia.
Ognuno per una vocazione diversa.
Hai mai ipotizzato di avere già trovato la tua?
Sì, il maestro Gai ti ha iniziata alle prime armi, ma il
resto
del lavoro lo hai svolto contando sulle tue sole forze. Hai imparato ad
usare i rotoli per le evocazioni e a destreggiarti con qualsiasi arma a tua disposizione.
Senza neppure rendertene conto, hai accumulato tanta conoscenza in
materia che la biblioteca dell'accademia non ha più nulla da
offrirti.
Dunque, mentre in futuro noi altri saremo eredi di un
sapere, tramandatoci dai rispettivi clan o sensei, tu ne sarai la capostipite. Sarai
la prima Maestra d'armi di Konoha.
A quel punto, lei aveva buttato l'orgoglio nel fiume. Lo ascoltava a bocca aperta, senza pudore.
- Perciò, Tenten, non ostinarti ad essere qualcuno
che non sei.
Tenten osservò i fili d'erba ai propri piedi, poi
tornò su di lui.
L'espressione sopraffatta di chi vede il mare per la prima volta.
L'invisibile armatura che
per settimane aveva appesantito ogni suo passo era scivolata al suolo.
Il suo cuore ne era
talmente alleggerito che ebbe l'impulso di ridere.
- Io...
Si passò una mano tra i capelli, divertita.
- Io... Grazie...
- Non devi ringraziarmi, non è necessario. Non ti
ho confidato il mio pensiero per ottenere una ricompensa.
- Grazie davvero...
- Ti ho soltanto esposto lo scenario di più
probabile realizzazione, seguendo la logica.
Memore di quanto accaduto due anni prima, Tenten troncò la
conversazione e gli gettò le braccia al
collo.
- Perché è sempre così
dannatamente
difficile ringraziarti? - mormorò vicino al suo
orecchio.
Rinsaldò
la presa sulla stoffa bianca del suo kimono e
rilassò il mento
contro la sua spalla.
- Se avesse parlato solo la tua mente, non ti saresti
preoccupato di cercare parole meno affilate. Quindi grazie, Neji.
Lo Hyuuga non poté negare la validità di quella
obiezione. Le concesse un tacito assenso e chiuse gli occhi. I
suoi cinque sensi lo supplicavano di abbandonarsi a quel contatto, a
quello slancio di affetto che non li riscaldava da quasi dieci
anni. La vista poteva finalmente godere di una meritata pausa. L'udito veniva massaggiato dalla morbidezza del silenzio e del respiro delicato dell'acqua, degli alberi, di Tenten. L'olfatto poteva saccheggiare il profumo di lei, quell'aroma
di fiori di campo, impegno e sapone alla passiflora. Il tatto fremeva
nel
ricambiare il gesto, nel circondarle la vita e prolungare
quell'abbraccio fino all'indeterminato. Il gusto, tentatore, gli
sussurrava di non accontentarsi della fragranza, bensì di
osare
il proibito. Di infrangere le restrizioni ninja sui coinvolgimenti
sentimentali.
La mano diafana stava per adagiarsi nella curva della sua schiena,
quando Tenten arretrò.
- La Rossa di Notte! - sventolò il
mazzetto, - Bisogna cuocerla entro un'ora dal raccolto!
- Abbiamo ancora dieci minuti... - farfugliò Neji in protesta.
- Hai detto qualcosa?
Neji sbatté le palpebre più volte. Tenten stava
allacciando i sandali e lo fissava interrogativa. Lo Hyuuga diede
qualche colpo di tosse e si affrettò a
nascondere l'imbarazzo.
- No... No, niente. Sbrighiamoci, Lee ci sta aspettando.
Quando rimisero piede nella grotta, Lee era in stato di
agitazione. Le garze infilate malamente nelle narici, era intento a
parlottare tra sé e sé. Appena scorse Neji,
allungò un indice accusatore.
- Ah, eccolo! Il vile maledetto!
- Ma cosa... Che è successo, Lee? - accorse
Tenten, - Perché ti sanguina il naso?
- E' stato lui! Mi ha colpito! E tutto perché gli
ho detto... gli ho detto... Ecco...
Il resto della frase si congelò sulla sua lingua. Un paio di
occhi era ancorato su di lui, poteva avvertirli distintamente. Ghiaccio ustionante.
- Che cosa? Ma che ti prende adesso? Aah, accidenti. - Tenten
si
rivolse direttamente a Neji, - Che cosa gli
avresti detto? Perché gli hai messo le mani
addosso?
Lo Hyuuga scrollò le spalle e guardò altrove:
- Sta delirando.
- Neji Hyuuga!
- Vuoi la verità, Tenten?
La linea delle labbra di Lee era tutta un tremolio. La kunoichi lo
fissò, in attesa.
- Neji... è... una persona orribile!
Sì, è
così! Con il caratteraccio che ti ritrovi, nessuno
vorrà
mai stare al tuo fianco! Quando ti deciderai ad abbracciare la Via
della Giovinezza e ad addolcire quell'intruglio amarognolo che hai al
posto del cuore?
Gli altri due riascoltarono mentalmente quelle accuse sputacchiate. Il
genio inarcò un sopracciglio, sorpreso e indispettito per la
sgradevole coincidenza. Tenten portò una mano a coprire un ghigno e agganciò il suo sguardo corrucciato.
- Parola per parola, eh? Giuro che io non c'entro.
- Lo trovi divertente? - sibilò lui. Non era affatto un ricordo piacevole.
- Ooh, sì.
Tenten scoppiò a ridere, una mano sul ventre
ed un dito che raccoglieva le lacrime di ilarità.
Dall'altro lato della caverna, Lee esigeva una spiegazione
dall'enigmatico duo. Neji non si fece scappare l'occasione di infliggere
una piacevole vendetta.
- E' successo un paio di anni fa. Una conversazione soltanto
tra me e
lei.
Lee colse la frecciatina e si impettì in segno di sfida. Lo
Hyuuga sorrise vittorioso.
Se solo avessero saputo che quel giorno di due anni prima c'erano
entrambi...
____________________________________________________________________________________________________
Ho ripescato
questa fanfic da un vecchio quaderno. C'erano parecchie
correzioni da apportare, ma alla fine mi sono detta: perché
non provare?
Mi piacerebbe fare lo stesso con una (altrettanto vecchia) bozza
riguardante la promozione di Neji a jounin.
Lo ammetto, metà delle fanfic che avevo scritto su questo
pairing è spazzatura. Qualcuna, invece, potrebbe ancora
valere una pubblicazione. Potrebbe...
Sarete voi a dirmi se la mia idea sia stata buona oppure un suicidio,
ahahahah!
Molti nel web sostengono che
Kishimoto abbia lanciato più segnali LeeTen
che NejiTen, negli ultimi volumi del manga. Io credo che Tenten non
saprebbe reggere le stravaganze di Rock Lee "finché morte
non vi separi". Lui stesso meriterebbe qualcuno o qualcuna in grado di
apprezzarlo specialmente
per il suo Credo della Giovinezza, no?
Il NejiTen non
è morto. Mettiamo mano alle penne ed ai pc e
facciamoci sentire!
Neji è defunto? Anche Sherlock Holmes era stato ucciso dal
suo creatore. Sappiamo tutti quanto straordinario potere abbiano avuto
gli affiatatissimi fan, in quell'occasione.
E dopo questo patetico discorso di epiche pretese, vi ringrazio
infinitamente per essere arrivati fino alla fine di questa breve
fanfic. Spero di poter leggere le vostre opinioni al riguardo, buone o
cattive che siano :)
A presto,
francy
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=3224316
|