The reason is you

di Prinspirit
(/viewuser.php?uid=603792)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 - Un inizio tranquillo ***
Capitolo 2: *** 2 - Un’incrinatura nella quotidiana tranquillità ***
Capitolo 3: *** 3 - Un piccolo errore ***
Capitolo 4: *** 4 - La tempesta arriva quando meno te lo aspetti ***
Capitolo 5: *** 5 - Uno spicchio di verità ***
Capitolo 6: *** 6 - Ci sono anch’io ***



Capitolo 1
*** 1 - Un inizio tranquillo ***


La sveglia suonò. Un nuovo giorno stava per iniziare per Kim Sunggyu, un giovane di 18 anni, fin troppo sveglio per la sua età, dote che però non mostrava apertamente. Il giovane si alzò, di mala voglia, fece colazione e uscì. Come tutte le mattine, passò a prendere il suo migliore amico, Lee Howon, per andare a scuola insieme.
"Ciao Hoya" era questo il nome con cui era solito chiamare l’amico.
"Ehi Gyu, ancora addormentato?" disse Hoya, scherzosamente.
Hoya era più basso di Sunggyu, nonostante avessero la stessa età. I due si erano conosciuti all’inizio delle superiori, essendo nella stessa classe, e divennero subito grandi amici, avendo diverse passioni in comune, tra cui la musica e la pallacanestro. Entrambi facevano parte della squadra di basket della scuola e del laboratorio musicale. Non solo, avevano i voti più alti della classe ed erano tra i primi 10 nella graduatoria dell’istituto. Per completare il tutto, erano anche piuttosto apprezzati dalle ragazze. Una coppia vincente sotto tutti i punti di vista.
Sunggyu era fidanzato con una ragazza più piccola di anno, Hyerim, mentre Hoya era ancora single.
Ogni giorno Hyerim aspettava all’entrata che i due arrivassero. Quella mattina non fece eccezione.
"Buongiorno oppa" disse la ragazza, rivolta a Sunggyu, dandogli un leggero bacio sulle labbra.
"Ciao Hyerim-ah" rispose Sunggyu con un dolce sorriso sulle labbra.
"Ehi, ehi, tutte le mattine la stessa storia…" fece notare Hoya, un poco infastidito.
"Ahahah, scusa Hoya oppa. Potresti trovarti anche tu una ragazza, così risolveremmo il problema".
Alle parole di Hyerim Hoya arrossì leggermente, e guardò per una frazione di secondo Sunggyu, per poi riportare lo sguardo su Hyerim.
"Si si, lo so, prima o poi troverò la persona giusta per me. O forse l’ho già trovata, ma lei non si è accorta di me."
Cadde un silenzio imbarazzante tra i tre. Fu Sunggyu a intervenire.
"Ok, direi che è ora di andare. Ci vediamo per l’ora di pranzo Hyerim-ah. Buona lezione."
"Va bene oppa, a dopo."
Fu così che si separarono: Hyerim si diresse verso la sua aula al piano terra, mentre i due ragazzi salirono le scale per raggiungere la propria.
 
Le ore mattutine volarono in fretta. Come d’accordo, Sunggyu e Hyerim si ritrovarono all’ora di pranzo per mangiare insieme. Hoya era sempre con loro. Poteva sembrare il terzo incomodo, ma ormai era normale per tutti e tre la sua presenza e comunque Sunggyu non lo avrebbe mai lasciato solo. Passava quasi più tempo con Hoya che non con la sua ragazza e questo fatto fu oggetto di frequenti litigi tra Hyerim e Sunggyu.
Finito di mangiare, la coppia si dovette separare nuovamente, per via delle diverse attività pomeridiane. Hyerim, infatti, faceva parte del laboratorio teatrale, mentre i due ragazzi quel giorno erano impegnati con la pallacanestro.
"Allora buon allenamento, ci sentiamo stasera" disse Hyerim.
"Certo, ti chiamo prima di cena".
Le loro giornate erano una continua routine, niente sembrava intervenire in questa tranquillità. O almeno così pensavano tutti.

-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Salve a tutti. Ho finalmente deciso di iniziare a pubblicare questa fanfiction, che sarà una long ff, nonostante ne abbia un'altra già in corso da quasi due anni e che non aggiorno quasi mai. Però su questa potete stare tranquilli, ci saranno aggiornamenti costanti, perché ho già scritto 8 capitoli. Spero vi piaccia ^^
Prinspirit

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** 2 - Un’incrinatura nella quotidiana tranquillità ***


Una settimana più tardi, una volta davanti a scuola, i due ragazzi si stupirono nel non vedere Hyerim da nessuna parte. Non solo, sembrava esserci qualcosa di strano, dato il comportamento generale, come se fosse successo qualcosa. A un certo punto Hyerim arrivò, ansimante per via della corsa.
“Ehi Hyerim, tutto bene?” chiese Sunggyu preoccupato.
“Oppa, ho una grande notizia. Pare che da oggi avrai, cioè, avrete, un nuovo compagno di classe. Da quello che si dice in giro pare che sia un gran bel ragazzo, tutte le mie compagne sono in agitazione”.
I due giovani la guardarono stupiti, non aspettandosi niente del genere.
“E si sa qualcos’altro su questo nuovo arrivato?” chiese Hoya.
Hyerim si limitò a fare cenno di no con la testa con aria dispiaciuta.
Sunggyu si sentiva un po’ nervoso, senza una ragione ben precisa, ma aveva come una brutta sensazione. Hoya si accorse subito della strana reazione dell’amico, lo conosceva troppo bene, ma preferì aspettare prima di chiedergli cosa non andasse. Quando Hyerim si fu allontanata, Hoya si fece avanti.
“Ehi Gyu, che c’è che non va? E non dire niente, te lo si legge in faccia”.
Sunggyu guardò l’amico con gli occhi spalancati, non pensando che si fosse accorto. La sua espressione cambiò in un lampo e un sorriso rassegnato si fece strada sul suo viso.
“Mi conosci troppo bene Howon-ah”  sospirò. “Se devo essere sincero non so bene nemmeno io cosa mi preoccupi. Potremmo dire che il mio sesto senso non è tranquillo, tutto qui.”
Hoya assentì con la testa, soddisfatto della risposta.
“Allora andiamo in classe a scoprire chi è questo nuovo arrivato, così forse il tuo sesto senso si placherà” disse ridendo Hoya.

 
Prima dell’inizio della lezione, la professoressa chiese un attimo di attenzione, poiché doveva dare una notizia importante.
“Immagino che molti di voi sappiano già di cosa si tratta. Ad ogni modo, da oggi avrete un nuovo compagno di classe”
Sunggyu sembrava un po’ nervoso. Hoya se ne accorse e gli strinse forte la mano. Sunggyu guardò l’amico, che gli stava rivolgendo un sorriso. Il cuore di Sunggyu sembrò calmarsi e ringraziò l’amico con un gesto del capo.
“Avanti Nam Woohyun, presentati alla classe.”
A quelle parole l’espressione di Sunggyu cambiò drasticamente. Sul suo volto si dipinse qualcosa di molto simile al terrore. Hoya si sorprese del cambiamento repentino sul viso dell’amico e una nota di preoccupazione si impossessò di lui.
“Gyu, che succede?”
Ma Sunggyu sembrava in un’altra dimensione e non sentì la voce dell’amico. Si girò lentamente in direzione della cattedra, dove nel frattempo era giunto il nuovo compagno di classe, Nam Woohyun. Nel vedere il nuovo ragazzo, l’espressione di Sunggyu peggiorò: gli occhi si spalancarono, le pupille si dilatarono e sulla fronte iniziò a formarsi del sudore freddo.
N-non è possibile. Non può essere lui. Pensò Sunggyu. Proprio in quel momento il suo sguardo incontrò quello del nuovo arrivato. Questi, accortosi della sua espressione terrorizzata, sogghignò. Sunggyu deglutì faticosamente e, come se non fosse più padrone del suo corpo, scattò in piedi.
L’intera classe si voltò verso di lui, sorpresi. La professoressa gli chiese quale fosse il problema, ma proprio come prima con Hoya, non sentì la domanda.
Hoya, accortosi della strana situazione strattonò l’amico per farlo riprendere. Vedendo che ciò non funzionava, lo prese per un braccio e lo costrinse a riprendere posto. Sunggyu si risedette, come un corpo senza vita. La professoressa intanto indicò a Woohyun il suo posto, che era proprio vicino a Sunggyu, i loro banchi erano separati solo da un paio di metri di distanza, che servivano per far passare le persone tra una fila di banchi e l’altra. Woohyun si diresse verso il proprio banco, ma si fermò di fianco a Sunggyu.
“Mi fa piacere rivederti, vecchio amico” disse Woohyun, guardando dritto avanti a sé, ma l’interessato aveva capito che era riferito a lui. Dopodiché Woohyun si sedette al proprio banco.

 
Durante le lezioni di quella mattina Sunggyu continuò ad essere inquieto, come se qualcosa lo turbasse. Hoya non riuscì a seguire una singola parola, essendo troppo preoccupato per l’amico. Ogni tanto aveva cercato di fargli delle domande per capirne di più, ma ogni volta Sunggyu evitava il discorso dicendo che andava tutto bene e che non doveva preoccuparsi per lui.
All’una suonò l’ultima campanella della giornata. Tutti uscirono dalla classe alla velocità della luce. In classe rimasero solo Hoya, Sunggyu e Woohyun. Sunggyu chiese ad Hoya di anticiparlo, poiché doveva occuparsi di una cosa, lo avrebbe raggiunto più tardi in mensa. Anche se poco convinto, Hoya decise di fare come gli era stato chiesto e precedette Sunggyu, lasciandolo solo con Woohyun. I due rimasero fermi ai loro posti in silenzio per diverso tempo. Sunggyu non sapeva cosa dire, ma voleva dire qualcosa, voleva sapere cosa ci facesse qui, dopo tutti quegli anni. Il primo a parlare, però, fu Woohyun.
“Cos’è, ti sei già dimenticato di me forse? Non hai niente da dire a un amico che non vedi da quattro anni?”
Sunggyu rimase sorpreso dalle parole di Woohyun, ma non ebbe il coraggio di voltarsi verso di lui. Cercò di pensare a una risposta adeguata, ma la sua mente era nella confusione più totale. Woohyun, spazientito, decise di alzarsi e di dirigersi verso la porta per uscire, ma fu fermato dalla voce di Sunggyu.
“Mi sei mancato” e inconsapevolmente una lacrima giunse sulle sue labbra, accompagnando quelle parole.
Dopo un attimo di esitazione, Woohyun aprì la porta e se ne andò, lasciando che il silenzio di quella classe deserta fosse riempito solo dai singhiozzi del vecchio amico.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** 3 - Un piccolo errore ***


Hyerim e Hoya avevano quasi finito di mangiare e Sunggyu ancora non si era fatto vivo. Hoya era sul punto di andarlo a cercare, quando finalmente lo vide avvicinarsi con un sorriso talmente abbagliante da sembrare quasi finto. Hoya gli fece cenno con un braccio, per farsi notare. Sunggyu lo vide subito e andò dall’amico. Nonostante Hyerim gli avesse preparato un pranzetto delizioso con le sue mani, Sunggyu disse di non avere molto appetito, il che era strano da parte sua, e si limitò ad assaggiare qualcosa, giusto per non offendere la sua ragazza. Questa fu comprensiva e non se la prese. Una volta finito di mangiare, Hyerim fu la prima ad andare, lasciando i due ragazzi da soli. Sunggyu aveva avuto un’aria preoccupata per tutto il tempo e tirò un sospiro di sollievo quando Hyerim se ne andò.
“Grazie” disse quasi subito Sunggyu, tenendo lo sguardo fisso sul tavolo.
Hoya lo guardò. “Avevo intuito che volessi tenerle nascosta qualsiasi cosa tu stia nascondendo anche a me.”
A quel punto Sunggyu si voltò verso l’amico, con aria colpevole. “Hai da fare sta sera? Ti va di restare da me?”
Hoya capì che forse non gli avrebbe detto nulla, ma anche che aveva bisogno di qualcuno vicino. Non poté far altro che acconsentire.
 
Dopo gli allenamenti di basket i due tornarono a casa insieme e andarono a casa di Sunggyu.
“Scusami, è la prima volta che non ti dico qualcosa, vero?” disse Sunggyu prima di aprire la porta di casa.
Hoya fissò la schiena dell’amico. Sunggyu, non sentendo risposta, decise di girare la chiave nella fessura, ma si bloccò quando sentì delle forti braccia intorno alla sua vita.
“Non importa cosa è successo in passato, e nemmeno con chi. Ciò che conta è il presente, con me. Sono il tuo migliore amico, sai di poter contare sempre su di me e, se mai volessi sfogarti, sai che sarò sempre pronto ad ascoltarti. Se invece decidi di non dirmi niente ne prenderò atto e non ti chiederò nulla. Però non chiedermi di far finta di niente e di non partecipare al tuo dolore, perché quello non sarei mai in grado di farlo.”
Sunggyu rimase del tutto colpito, anche se sapeva perfettamente che Hoya provava queste cose, sentirselo dire rendeva tutto diverso. La sua mano scivolò via dalla chiave e si andò a posare su quelle dell’amico che erano legate attorno al suo corpo.
“Grazie. Non lo farò. E scusa.” Queste furono le uniche parole pronunciate da Sunggyu prima di aprire finalmente la porta di casa.
 
Dentro era tutto buio. Sunggyu viveva da solo, i suoi genitori abitavano in campagna. Lui si era trasferito in città per continuare gli studi. Per questo la casa era deserta, vuota. Sunggyu accese la luce e fece accomodare Hoya in salotto. Passarono le ore prima di cena a giocare ai videogiochi, come sempre. Ordinarono una mega pizza e qualche birra. Quella sera, però, bevvero un po’ più del solito.
“Ahahah. Ti giuro, è andata così” disse Sunggyu, completamente ubriaco.
Hoya aveva bevuto, ma reggeva l’alcol meglio dell’amico, quindi capiva ancora qualcosa. Nonostante tutto dava corda a Sunggyu.
“Non ci credo, davvero? Sei incorreggibile.”
Erano tutti e due a terra, seduti davanti al divano. Hoya si fermò un attimo ad osservare i lineamenti di Sunggyu. Era un bel ragazzo, indubbiamente. Ma era un ragazzo. Eppure persino Hoya non poteva resistere al fascino dell’amico. O forse quella sera i suoi sentimenti si stavano rafforzando a causa dell’alcol. Fatto sta che il vedere Sunggyu inerme, con la testa reclinata sul divano e con quell’aria sexy che solo l’alcol faceva trasparire, fece eccitare Hoya in un maniera spropositata. Tutti questi elementi e il fatto che Hoya non stesse ragionando del tutto con la sua testa, lo portarono ad avvicinare il volto sempre di più a quello di Sunggyu. Questi sembrò non accorgersi di nulla e rimase fermo. A quel punto Hoya non indugiò più e baciò dolcemente Sunggyu sulle labbra. Dopo qualche secondo Sunggyu russò, facendo scattare Hoya. Questi, accortosi di cosa aveva appena fatto, portò una mano alla bocca, maledicendosi. Per fortuna Sunggyu si era addormentato e probabilmente non si era accorto di nulla, ma questa volta Hoya aveva rischiato grosso. Stava sempre molto attento a non far trasparire i suoi sentimenti per Sunggyu, ma ogni tanto aveva dei momenti di debolezza. Quando Hoya si rese conto di essere salvo, sul suo volto comparve un sorriso. Finalmente l’aveva baciato.

-----------------------------------------------------------------

Scusatemi, non era mia intenzione aspettare così tanto per pubblicare il nuovo capitolo, ma ho una memoria che fa schifo e mi sono dimenticata di aggiornare la fan fiction, spero non me ne vogliate per questo ç.ç
Le cose si fanno interessanti, vero?? Eppure sono certa che in futuro mi potreste odiare per i grandi cambiamenti che avverranno...
Promettete di non odiarmi >.<

Prinspirit

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** 4 - La tempesta arriva quando meno te lo aspetti ***


Il giorno dopo era domenica, quindi non c’era scuola. I due ragazzi avevano deciso di andare a fare shopping insieme per prendere alcune cose utili per la gita della prossima settimana. Avrebbero passato tre giorni e due notti in montagna con tutta la classe: questo implicava anche la presenza di Woohyun. Sunggyu decise di non pensarci e di godersi quella giornata di acquisti con Hoya. I due girarono diversi negozi, comprarono alcuni vestiti nuovi e altri oggetti, come cappelli, occhiali da sole e varie creme, per evitare di scottarsi. Mangiarono fuori, andarono alla sala giochi. Fu una giornata perfetta. Verso l’ora di cena tornarono a casa, ma questa volta ognuno andò alla propria. Una sorpresa aspettava Sunggyu davanti a casa: Woohyun. Sunggyu si fermò a pochi passi dal cancello, sorpreso nel vedere il vecchio amico davanti a casa sua.
“Come sapevi che vivo qui?” chiese Sunggyu.
“Non è stato difficile scoprirlo, a quanto pare sei piuttosto famoso tra le ragazze a scuola” rispose Woohyun con un ghigno sul viso.
“Perché sei qui?”
“Mi odi così tanto da non volermi vedere?”
“Non sono io quello che non vuole stare con te, non sono io quello che-“ le parole gli morirono in bocca.
Woohyun capì il finale della frase senza che Sunggyu lo pronunciasse. Si staccò dal muro cui era stato appoggiato fino ad allora e andò incontro a Sunggyu. Gli si avvicinò e si fermò a pochi centimetri di distanza da lui. Lo guardò fisso negli occhi e disse
“Che se n’è andato? Che mi ha lasciato solo?”
Gli occhi di Sunggyu stavano iniziando a gonfiarsi di lacrime nel sentire quelle parole e nel ricordare, di nuovo, il passato. Abbassò lo sguardò a terra, non riuscendo a guardare Woohyun negli occhi.
“Perché sei tornato? Ero quasi riuscito a dimenticarmi di te”
“Sei un bugiardo”
Sunggyu alzò gli occhi e fissò Woohyun.
“Bugiardo?”
“Tu non potresti mai dimenticarti di me”
“Egocentrico che non sei altro”
“No, realista”
“Va’ al diavolo” disse Sunggyu dando uno spintone a Woohyun, per farlo indietreggiare. Woohyun però non si mosse di molto, afferrò le spalle di Sunggyu e gli fece sbattere la schiena contro il muro. Avvicinò la sua bocca all’orecchio sinistro di Sunggyu per sussurrargli qualcosa.
“Se ci andassi tu mi seguiresti, non è così? Una volta mi seguivi ovunque, ricordi?”
“Sono passati tanti anni, non sono più un ragazzino”
“No, ma questo non cambia ciò che provi per me, o sbaglio?”
Il cuore di Sunggyu batteva all’impazzata, nonostante il suo cervello gli intimasse di non farlo. In fondo sapeva che le parole di Woohyun erano vere, ma non lo avrebbe mai ammesso.
Woohyun si staccò da Sunggyu.
“Ci vediamo domani, sarà una gita fantastica” disse Woohyun prima di andarsene.
Sunggyu era furioso. Furioso con Woohyun, per ciò che gli aveva detto, furioso con se stesso, per come aveva reagito. Ed era rabbia anche quella che stava sfruttando per nascondere qualsiasi altra emozione stesse provando in quel momento.

-----------------------------------------------------------

Capitolo cortissimo, lo so, ma vi assicuro che andando avanti sto cercando di fare capitoli molto più lunghi, quindi non disperate XD
Spero abbiate passato felicemente le feste di fine anno. Questo aggiornamento è per augurare un buon anno a tutti voi che state leggendo questa storia. Non riesco davvero a spiegarmi il perché qualcuno sia interessato a tutto ciò, ma mi rende felice ^^
BUON ANNO A TUTTI e in particolare al mio amato fandom, le Inspirits <3

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** 5 - Uno spicchio di verità ***


L’indomani la classe di Sunggyu era pronta davanti a scuola per prendere il pullman diretto al campeggio dove sarebbero stati per tre giorni. Nonostante fosse mattina presto, erano tutti svegli e attivi, l’esatto opposto dei normali giorni scolastici. Il viaggio fu tranquillo. I ragazzi si divertirono a cantare a squarcia gola le solite canzoni per questo genere di occasioni, a dormire un po’ e a raccontarsi qualche news interessante. Una volta arrivati a destinazione, tutti scesero ordinatamente e presero i propri bagagli, in attesa che i professori indicassero loro quale fosse la stanza per ogni gruppo. I gruppi venivano fatti dai professori, anche se ormai conoscevano bene i ragazzi e cercavano di raggrupparli secondo le loro amicizie. Sunggyu e Hoya erano sempre stati messi insieme, ma quest’anno non c’erano camere doppie, quindi qualcun altro sarebbe dovuto stare con loro. Sunggyu pregò con tutto il cuore che quella persona non fosse Woohyun, ma si sa, più desideri una cosa e più accade il contrario. Sunggyu non reagì bene alla notizia, ma la pacca di Hoya lo tirò su di morale: per lo meno il suo amico sarebbe stato lì al suo fianco.
I tre ragazzi si diressero verso la propria stanza. C’erano tre letti, due piuttosto vicini, quasi a formare un matrimoniale, sulla destra della stanza. Il terzo letto era sulla sinistra. Ovviamente Hoya e Sunggyu si erano appropriati dei due a destra.
I professori diedero qualche ora di libertà agli studenti, fino all’ora di pranzo, per organizzare le proprie stanze e fare un giro nei dintorni del campeggio. Hoya e Sunggyu scapparono subito fuori, avendo notato un campo da pallacanestro prima ancora di scendere dal pullman. Anche Woohyun non rimase nella camera, ma andò invece a vedere alcuni ragazzi che stavano già giocando a calcio sull’apposito campo.
“Ehi Hoya, Sunggyu, perché non venite a giocare con noi a calcio invece di stare lì da soli?” propose un loro compagno di classe.
“Anche tu Woohyun, così ci divertiamo tutti insieme” aggiunse un altro ragazzo.
Woohyun non se lo fece ripetere due volte e entrò nel campo.
Hoya si mise a correre in direzione degli altri, ma si fermò dopo qualche passo.
“Che stupido, mi stavo dimenticando” sussurrò tra sé e sé. “Ragazzi mi spiace, ma noi rimaniamo qui”.
Woohyun si voltò di scatto a guardare Sunggyu, stupito. Trovò il ragazzo immobile, in mezzo al campo da basket a fissare il terreno, quasi imbarazzato.
“Scusate, è solo che Sunggyu non è capace, quindi non gli piace giocare a calcio” disse infine Hoya.
Woohyun sgranò gli occhi prima di scoppiare in una risata talmente squillante da attirare l’attenzione di tutti i presenti. Sunggyu strinse forte i pugni e strizzò gli occhi, come per difendersi da quella risata.
Quando ebbe finito di ridere, Woohyun prese il pallone dalle mani di un ragazzo e si diresse verso il campo da basket.
“GYU!!” urlò Woohyun, prima di lanciare la palla con tutta la potenza che aveva verso il petto di Sunggyu. Questi aprì di scatto gli occhi e come se fosse la cosa più naturale del mondo fece uno stop di petto e la palla ricadde ai suoi piedi. Sunggyu fissò il pallone con orrore prima di guardare in faccia Woohyun.
“Non sei cambiato per niente, vecchio mio. È inutile che fingi, non con me” disse Woohyun, con lo sguardo fisso su Sunggyu.
Tutti guardarono la scena stupiti. Il più stupito di tutti era di certo Hoya.
“Sunggyu, tu…” iniziò Hoya, ma non riuscì a continuare la frase perché Sunggyu se ne andò via di corsa.
 
Si riunirono tutti poco più tardi nella sala da pranzo. Le ragazze avevano il compito di cucinare e lavare i piatti, mentre i ragazzi si sarebbero occupati delle pulizie e di apparecchiare e sparecchiare i tavoli.
Tutti mangiarono in abbondanza. I ragazzi si misero subito al lavoro, mentre le ragazze andarono in cucina per lavare i piatti. Finito il tutto, andarono nelle proprie stanze per riposare un paio di ore e per prepararsi all’attività pomeridiana: caccia al tesoro. Ovviamente non era una caccia al tesoro qualsiasi, era organizzata dai professori ed era composta di sole domande inerenti allo studio. In questo modo univano l’utile al dilettevole.
Hoya e Sunggyu non si erano ancora parlati da quando era successo quell’evento la mattina. Una volta in camera, approfittarono dell’assenza di Woohyun per darsi delle spiegazioni.
“Ehi, Gyu” iniziò Hoya, un po’ tentennante “prima, sul campo. Sai quando hai fermato la palla? Ecco, quella non è di certo una cosa che saprebbe fare uno che non sa giocare, anzi” e si fermò, non sapendo come continuare. O forse voleva solo che Sunggyu desse subito una spiegazione a quel fatto.
“Hoya, ci sono tante cose del mio passato che non ti ho detto, alcune delle quali mi vergogno di aver fatto. Comunque sia non è vero che non so giocare a calcio, come avrai certamente capito. È solo che non voglio mai più calciare un pallone con questi piedi.” E nel dire ciò, Sunggyu guardò verso il basso, fissando le sue gambe e portandosi una mano sulla fronte.
Hoya gli si avvicinò e lo strinse forte fra le sue braccia. “Stupido, lo sai che puoi dirmi qualsiasi cosa, starei al tuo fianco sempre e comunque. Credimi.”
“Lo so. Ma non voglio che tu sappia chi ero. Non voglio nemmeno ricordarlo io stesso.”
“Come vuoi, non voglio costringerti a pensare a qualcosa che non vuoi ricordare.”
Hoya allentò l’abbraccio e guardò Sunggyu negli occhi, mostrandogli uno dei suoi migliori sorrisi. Sunggyu era così riconoscente a Hoya per essere sempre lì al suo fianco nel momento del bisogno.
“Dai, andiamo, dobbiamo vincere anche quest’anno” disse Hoya, mettendo un braccio sulle spalle di Sunggyu e trascinandolo con sé verso il campo dove avrebbe avuto luogo l’inizio della caccia al tesoro.

----------------------------------------------------

Ahahah.......mi state odiando, vero? ;.; Scusate è che ero bloccata e non sapevo come continuare la storia, quindi avevo fermato la pubblicazione. Tra l'altro ho avuto dei problemi personali e quindi non riuscivo più a scrivere questa ff. Non sono andata avanti comunque, ma ho pensato di darvi almeno un nuovo capitolo, visto che è da mesi che non aggiorno. Cercherò di continuare a scrivere, promesso. Scusate.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** 6 - Ci sono anch’io ***


Quando arrivarono, i professori stavano già spiegando le regole. Poco importa, se le sarebbero fatte dire più tardi dagli altri, anche se saranno sempre le stesse. Si unirono al gruppo cercando di non far notare il fatto che fossero in ritardo. Quando il professore ebbe finito di dare tutte le istruzioni, i ragazzi vennero divisi in quattro squadre, ognuna contrassegnata da un colore. Vennero divisi secondo l’ordine alfabetico, prima a metà e ogni metà venne divisa in pari e dispari. Forse la dea bendata non era con Sunggyu quel giorno, dato che Hoya finì nella squadra dei verdi, mentre Sunggyu e Woohyun nei rossi. Insieme. Di nuovo. Hoya fissò Sunggyu con aria preoccupata, ma in fondo era solo un gioco, cosa sarebbe potuto succedere?
Le squadre ricevettero il primo indizio e si mossero subito alla ricerca del secondo. Sunggyu decise di impegnarsi nel gioco per non pensare a Woohyun e anche perché voleva battere la squadra di Hoya. Gli venne un’idea, così si stacco dal gruppo per verificare se effettivamente il secondo indizio si trovava dove aveva pensato. Qualcuno lo seguì, ma lui non si accorse. Entrò nel piccolo bosco che si trovava intorno all’area campeggio e cerco un fiume, un laghetto. Insomma, dell’acqua! Era convinto che il primo indizio si riferisse a qualcosa di simile “È blu, o forse trasparente, o forse verde. Si trova in alto, ma anche in basso. In questo fantastico mondo che chiamiamo Terra, si trova in tutti gli stati. Trova questa cosa e troverai il secondo indizio”. I suoi compagni hanno interpretato quello “stati” come stati geografici. Lui invece credeva che si riferisse ai tre stati fisici solido, liquido e aeriforme. Dopo aver camminato per alcune decine di metri, sentì un fruscio d’acqua nelle vicinanze. Cercò di capire da dove proveniva quel rumore e di raggiungerlo. Non gli ci volle molto per giungere davanti a una bellissima cascata. Sunggyu rimase senza fiato a quella vista, ma dei palloncini colorati legati a dei sassi a terra attirarono quasi subito la sua attenzione. Si avvicinò a quello rosso. Alzò il sasso e trovò una busta con scritto 2. Aveva ragione. Si mise a correre per tornare dai suoi compagni, ma la fretta, si sa, non è buona consigliera. Senza nemmeno accorgersene si ritrovò steso a terra. Era  inciampato in una radice che sbucava dal terreno ed era caduto. Cercò di rialzarsi, ma la caviglia sinistra gli faceva troppo male, doveva aver preso una brutta storta. Cercò un ramo alto e grosso intorno a lui, da poter usare come bastone. Ne avvistò uno non molto lontano da lui. Provò a raggiungerlo strisciando e portandosi avanti con le braccia. Quando gli fu vicino, lo prese e cercò di rimettersi in piedi. Questa volta ci riuscì e iniziò ad avanzare lentamente. Qualcuno aveva osservato l’intera scena. Aveva seguito Sunggyu fino alla cascata e ora lo stava seguendo sulla via del ritorno. Quando lo vide cadere fu sul punto di uscire dal suo nascondiglio ed andare ad aiutarlo, ma si bloccò di colpo. Continuò a seguirlo, da lontano. Sunggyu cadde di nuovo, la gamba destra non reggeva tutto il suo peso e la sinistra non poteva proprio usarla, gli faceva  troppo male il piede. Si ricordò di avere il cellulare in tasca, ma non c’era campo. All’improvviso sentì qualcosa avvicinarsi dietro di lui. Pensando che potesse essere qualche animale, afferrò il bastone e si girò lentamente, pronto a colpire qualsiasi cosa. Quando si fu completamente voltato vide una faccia nota, fin troppo. Era Woohyun.
“E tu che ci fai qui?”
“Ti ho seguito”  affermò Woohyun senza troppi giri di parole. “Vuoi una mano?”
“Me la daresti?”
Woohyun si avvicinò a Sunggyu. Quando gli fu davanti si girò e si abbassò.
“Dai, aggrappati.”
Sunggyu lasciò il bastone, si mise in ginocchio dietro Woohyun e mise le sue braccia intorno al collo dell’altro. Woohyun afferrò le gambe di Sunggyu e lo prese in spalletta. Grazie all’aiuto di Woohyun ora Sunggyu sarebbe tornato all’area campeggio e avrebbe potuto ricevere delle cure per il suo piede.
Sunggyu nascose il viso tra la schiena di Woohyun e si lasciò scappare un “grazie”. Woohyun non rispose. Rimasero in silenzio lungo tutto il tragitto. Quado finalmente uscirono dal bosco, alcuni loro compagi gli si avvicinarono chiedendo cosa fosse successo. Woohyun disse a Sunggyu di consegnare la busta agli altri e si diresse verso la camera dei professori, senza dare alcuna spiegazione ai compagni. Quando la professoressa Baek li vide si mise a correre preoccupata verso di loro.
“Cosa è successo?” chiese la professoressa.
“Niente di grave credo, è caduto e si è fatto male al piede. Potrebbe dargli un’occhiata?”
Woohyun portò Sunggyu nella stanza della prof e lo fece sedere sul letto. La prof prese il kit di pronto soccorso e fasciò il piede di Sunggyu.
“Sarebbe meglio andare in ospedale per farti visitare, adesso sento i miei colleghi e vediamo cosa fare”
I due rimasero di nuovo da soli.
“Sei uno stupido. Cosa accadrebbe se ti facessi male anche tu?”
“NON DIRLO!” urlò Sunggyu, sul punto di piangere.
Nella stanza tornò il silenzio.
“Non vuoi proprio parlare di quello che è successo? Non vuoi…” Woohyun sospirò, non sapendo come formulare la frase.
Sunggyu lo guardò.
“Va bene, parliamo.”

------------------------------------------------------------------------

Ok, al prossimo giro saprete qualcosa sul loro passato u.u

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3225423