Nex -Il destino di due mondi-

di Naoya
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Messaggio dall'ignoto ***
Capitolo 2: *** L'arrivo ***
Capitolo 3: *** New Hope ***
Capitolo 4: *** Operazione: Inversione del mondo ***
Capitolo 5: *** Lexiax ***
Capitolo 6: *** Il fuoco di Shira ***
Capitolo 7: *** Inizio del programma: Life with Nex ***
Capitolo 8: *** Il primo Halloween dei Nex ***
Capitolo 9: *** Riflessioni ***
Capitolo 10: *** Helios: L'angelo vendicatore dei Nex ***
Capitolo 11: *** Il natale con i Nex ***
Capitolo 12: *** Il cuore e la spada ***
Capitolo 13: *** Verità ***
Capitolo 14: *** Io: l'anima oscura dei Nex ***
Capitolo 15: *** Invasione ***
Capitolo 16: *** Conflitto impetuoso ***
Capitolo 17: *** La battaglia di Shira ***



Capitolo 1
*** Messaggio dall'ignoto ***



Anno 20XX

La crisi economica aveva portato all’esasperazione l’intero pianeta, la legge marziale fu imposta in quasi in tutti i stati del mondo, i potenti si erano nascosti e avevano costretto i soldati a combattere contro i loro stessi coetanei.
Oramai l’umanità era sull’orlo del baratro, ma poi… arrivò un messaggio… indecifrabile, apparve ovunque ci fosse un monitor che esso sia stato un computer, un televisore o un telefonino; si espanse come una sorta di virus in tutto il globo ma nessuno sapeva cosa conteneva ne tanto meno la provenienza. In molti pensarono che era un attacco informatico da parte di cyber terroristi, altri invece pensavano che si trattava di un tentativo mal riuscito di riportare l’ordine; così un gruppo di hacker decise di decifrare il messaggio mandato da ignoti, ma ciò che scoprirono li lasciò a bocca aperta, una parte del messaggio, la più semplice da decifrare diceva: “Stiamo arrivando”.
Il gruppo era sconcertato dinanzi a quelle parole e Phil, che era un membro del gruppo, chiese a una sua amica «Hey Anies, secondo te cosa vuol dire?»
«Non lo so P. però sono sicura che se continuiamo salterà fuori qualcosa».
Il gruppo continuò la decifrazione del messaggio ma l’unica cosa che furono in grado di leggere erano delle coordinate, tutto il resto era un insieme di lettere e numeri privi di senso, Phil guardò il monitor e disse «Cosa vuol dire? Le uniche parti comprensibili sono “Stiamo arrivando” e queste coordinate».
Anies si avvicinò a Phil e disse «I nostri vicini di casa a quanto pare hanno una meta».
«A. che vuoi dire?»
«Semplice, potrà sembrare assurdo ma è possibile che una qualche forma di intelligenza aliena stia arrivando qui a farci visita, certo se fosse veramente così hanno scelto un momento a “d’oc” per fare i turisti vista la situazione che stiamo vivendo».
«A.. certo che tu sei fissata con gli alieni…»
«Anche se fosse? Io credo che l’opzione aliena non sia da scartare, insomma quale persona sana di mente farebbe una cosa simile? Insomma, abbiamo dovuto usare tutti i sistemi di  decriptazione possibili ed inimmaginabili e cosa abbiamo ottenuto? Un fallimento dopo l’altro. L’unico che ci ha fornito qualche dato concreto è stato il codice binario e senza particolari conoscenze e programmi adatti a questo scopo… dubito che una persona sarebbe in grado di fare questo».
«Ipotizziamo che quello che dici sia corretto, sorgerebbero automaticamente delle domande. Primo: per quale motivo hanno mandato questo messaggio così complesso? Secondo: cosa vogliono da noi? E terzo: da dove provengono?»
«Bhè P. alla prima domanda posso dirti che la complessità del messaggio è data dalla capacità di chi lo legge di decifrarlo, in poche parole ci hanno messo alla prova per vedere se fossimo stati in grado di trovare ciò che volevano dirci in mezzo a una marea di dati spazzatura. Alla seconda domanda posso dirti che di certo non sono qui per fare i turisti; credo abbiano un obbiettivo ma non so quale sia, ci hanno dato queste coordinate, forse sono il punto in cui atterreranno».
Phil calcolò le coordinate e le sovrappose con una mappa del globo e guardando  lo schermo disse «In mezzo all’Oceano Pacifico? Hanno veramente intenzione di atterrare in una distesa d’acqua?»
«Forse P. può essere che siano esseri marini. Non sappiamo che forma abbiano o dove vivono questi alieni, l’unica cosa che so per certo è che se l’ipotesi aliena sia corretta, presto avremo compagnia e ci sarà da divertirsi… più di quanto non facciamo già».
Dall’arrivo del primo messaggio passarono dei giorni e molti all’interno del gruppo pensavano che quel qualcuno o qualcosa avrebbe mandato un nuovo messaggio, tuttavia non fu così. Sembrava tutto uno scherzo, una bufala… se così vogliamo dire, tuttavia qualcosa non tornava. Anies aveva la sensazione che quel messaggio avrebbe portato con se qualcosa che l’umanità difficilmente immaginava.

ANGOLO AUTORE:
Salve! Questa è la mia seconda storia. Mi sono voluto cimentare nel genere Fantascientifico. Spero vi piaccia e mi farebbe piacere una vostra recensione :)

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Capitolo 2
*** L'arrivo ***



Passarono circa 25 giorni dall’arrivo del messaggio, molti lo avevano dimenticato, altri invece speravano ancora che quel messaggio potesse portare ad un cambiamento mentre altri invece, continuavano a temerlo. Messaggio o non messaggio la guerriglia continuava su quasi tutto il pianeta, le persone combattevano contro coloro che avrebbero dovuto proteggerle, il tutto per portare un pezzo di pane a casa o per poter vedere i propri cari dall’altra parte della città… sembrava una giornata come tutte le altre ormai, le grida delle persone, gli spari, i feriti a terra… ormai era una routine vedere questo ed altro nelle strade di tutto il mondo… ma qualcosa quel giorno cambiò. Un nuovo messaggio apparve su tutti monitor, questa volta però non c’erano codici, né lettere, né numeri ma ben sì un video che mostrava colui che aveva guidato il suo popolo sulla terra, era seduto sul suo trono ed era vestito con un abito bianco e rosso, portava una specie di copricapo simile a quello degli antichi faraoni ma sembrava molto più tecnologico visto le striature luminose che cambiavano colore, il suo volto non era molto diverso da quello di un essere umano se non per una voglia sulla fronte a forma di triangolo, le immagini non erano molto nitide ma era stato possibile scorgere questi dettagli. L’essere parlò ma il suo linguaggio risultava incomprensibile poi batté le mani e l’inquadratura si spostò in una zona in cui la guerriglia era nel vivo dell’azione, li si riuscì a scorgere altri di questi esseri distruggere gli armamenti dei soldati con facilità senza però uccidere nessuno, soccorrevano i feriti ed aiutavano le persone in difficoltà, sembrava come se le preghiere di molte persone fossero state finalmente ascoltate. Il video durò poco e anche se le parole di colui che aveva parlato risultavano incomprensibili, ciò che aveva voluto dire era stato chiaro per tutti… l’incubo stava per finire. Anies era entusiasta e dedicò tutta se stessa nella comprensione delle sue parole, sviluppò un algoritmo e grazie all’aiuto di Phil fu in grado di comprendere per quanto gli era possibile ciò che disse: “Salve a voi fratelli, noi (siamo) i (Nex), veniamo (torniamo) da molto lontano e guideremo il (vostro) popolo verso la salvezza, qualcuno riuscirà a capire (comprendere) il nostro messaggio, come (gia) successo in passato. Se pensate che (questo) sia uno scherzo allora guardate…” l’essere batté le mani e durante le immagini dei Nex che salvarono le persone in difficoltà disse: “Come vedete stiamo (neutralizzando) tutte le forze armate sul vostro pianeta, stiamo salvando (le) persone in difficoltà fornendo (loro) beni di prima necessità inoltre stiamo soccorrendo i feriti che (verranno) presto trasferiti sulle (nelle) nostre strutture per sottoporli a trattamenti (medici) in grado di salvargli la (vita). Noi siamo (qui) con voi, saremo le (vostre) guide se (lo) volete.”
Anies si alzò in piedi dall’entusiasmo ed esclamò «Visto P. te lo avevo detto, gli alieni esistono e sono venuti sulla terra!»
Phil guardò sconcertato il monitor «Stento ancora a crederci, pensavo fosse tutta una fantasia la storia aliena ed invece è tutto vero… incredibile».
«Bene P. preparati».
«Per cosa?»
«Andiamo a fare visita ai nostri amici!»
«E come ci arriviamo li?»
«Semplice P. prendiamo “in prestito” il jet privato di mio padre».
«Che cosa? A. hai veramente intenzione di rubare il jet privato di tuo padre? Ma sei impazzita?»
«No… sono soltanto curiosa».
«E devi per forza coinvolgermi in ogni modo possibile?»
«Si, ho bisogno di uomo che mi difenda nel caso le cose si facessero pericolose». Anies fece un occhiolino a Phil, sapeva benissimo che il ragazzo aveva un debole per lei.
«E va bene ti seguo, almeno sai come si pilota un jet?»
«Certo che domande, il pilota di mio padre era solito darmi lezioni di volo, quindi so perfettamente come far volare quell’attrezzo».
I due ragazzi decisero di intraprendere questa avventura, ormai più decisi che mai a scoprire chi veramente fossero i loro vicini, presero il volo e solcarono i cieli fino alle coordinate registrate nel primo messaggio.

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Capitolo 3
*** New Hope ***


Dopo molte ore di volo Phil e Anies giunsero finalmente nell’oceano pacifico, sorvolando la zona notarono che il loro jet non rispondeva correttamente ai comandi «A. cosa diavolo sta succedendo? Non mi piacciono questi scossoni e non credo ci siano turbolenze visto il cielo sereno».

«Non lo so P. l’unica cosa che so è che l’aereo non risponde più ai comandi, sembra quasi che qualcuno lo stia pilotando a distanza».

«Vuoi dire che qualche hacker si è intrufolato nei sistemi del velivolo e lo controlla a distanza?»

«Così sembra, tutta via non credo si tratti di hacker, sembra quasi… che l’aereo sia vivo e che si stia dirigendo in una direzione precisa»

Passarono trenta lunghissimi secondi prima che si intravide in lontananza la piccola sagoma di un isola, Phil indicò l’isola e disse «Guarda A. sembra che l’aereo si stia dirigendo su quel isola! Che strano però, sembra che qualcuno ci abbia costruito… una sorta di grattacielo altissimo!»

«Gia, così sembra. Fammi un favore, puoi controllare di che isola si tratta? Chiunque ci sia su quel isola sembra essere un essere intelligente».

«Ok, controllo immediatamente».

Phil controllò il diario di bordo in cui aveva annotato tutti i posti sorvolati e le relative tappe, confrontò le coordinate gps e le mise a confronto con una cartina che teneva nello zaino e disse «Non capisco, quel isola non è segnata sulla mappa, e la cartina che ho in mano è recente. Come è possibile?»

«Non lo so P. l’unica cosa che posso dirti è che l’aereo ha avviato la procedura di atterraggio»

«Cosa? No, non ci credo».

«Mi è appena venuta un’illuminazione, presto controlla le coordinate che ci hanno fornito gli alieni».

Phil controllò le coordinate «No, è uno scherzo vero? Le coordinate… coincidono».

«Lo sospettavo, a quanto pare gli alieni hanno capito che li stiamo cercando e hanno pensato bene di guidarci da loro».

L’aereo continuò la manovra di atterraggio fino al suo completamento, i due ragazzi scesero dal velivolo, videro tre Nex ad aspettarli; l’alieno al centro si avvicinò a loro, era una ragazza molto carina i suoi capelli erano biondi e gli occhi azzurri come il cielo, era vestita come una specie di receptionist, con una sorta di camicia, una gonna ed un paio di tacchi, inoltre tutti e tre gli alieni avevano delle strane sfere luminose su mani, bacino e piedi. Nonostante le loro fattezze umane era chiaro che questi esseri venivano da un altro pianeta.

«Benvenuti» Disse la ragazza sorridendo «Io mi chiamo Ariel e sono lieta di accogliervi nella nostra piccola isola, i miei colleghi si prenderanno cura del vostro velivolo, state tranquilli è in buone mani».

I due ragazzi erano sconcertati nel sentire che l’aliena parlava bene la loro lingua, cosi Anies gli chiese «Come fai a parlare bene la nostra lingua? Insomma… voi venite dallo spazio giusto?»

«Hey A. dovresti almeno presentarti prima non credi?» Disse Phil sussurrandogli nell’orecchio.

«Ah giusto. Io mi chiamo Anies, lui è il mio amico Phil».

L’aliena guardò i due ragazzi e con la massima cordialità rispose «Vi chiedo scusa per non aver dato le dovute spiegazioni, il motivo per cui sappiamo parlare bene la vostra lingua è uno soltanto: abbiamo semplicemente studiato».

Anies stentava a crederci «C-cosa? Tutto qua?»

L’aliena sorrise e disse «Certamente, non vorrei peccare di superbia ma le nostre facoltà intellettive sono molto al disopra di quelle umane, per questo in pochi giorni tutti noi siamo stati in grado di apprendere quasi tutto ciò che c’è da sapere riguardo questo pianeta. Ora per favore seguitemi, Master Zero, il nostro leader, sarebbe lieto di fare la vostra conoscenza».

I ragazzi seguirono Ariel, presero un ascensore e si diressero verso i piani più alti della torre. Durante il tragitto Phil notò la strana tecnologia che indossava l’aliena sulle mani, sul bacino e sulle scarpe e chiese curioso «Posso chiederti una cosa».

Ariel si voltò e disse «Certamente, chiedi pure»

«Posso sapere a cosa servono quei strani congegni che porti sulle mani e non solo? Sono decorativi o hanno qualche funzione particolare?»

Ariel guardò il dispositivo che portava sul dorso della mano destra e disse «Questi sono generatori di gravità, funzionano come una sorta di peso extra per noi. Devi sapere che sul nostro pianeta d’origine la gravità era molto più forte rispetto che qui, così per non atrofizzare i nostri muscoli siamo costretti a portare questi pesi, senza di essi non riusciremmo a controllare la nostra forza su pianeti come il vostro, fino a quando non arriveremmo al punto in cui i nostri tessuti perdono consistenza in quanto mancano del nostro allenamento naturale. In poche parole è come quando voi umani andate nello spazio, i vostri muscoli perdono massa fino a quasi atrofizzarsi del tutto, per questo quando tornate avete bisogno di un periodo di riabilitazione».

Phil capì subito che la ragazza aliena sapeva il fatto suo, tuttavia qualcosa lo lasciava perplesso, voleva fargli un’ultima domanda ma non fece in tempo, l’ascensore si fermò e Ariel disse «Siamo arrivati».

Le porte dell’ascensore si aprirono, Anies e Phil seguirono Ariel fino ad una maestosissima porta, la Nex l’aprì senza troppa difficoltà, entrò e disse «Master Zero, i nostri ospiti sono arrivati».

I due ragazzi sentirono una voce calda e profonda provenire da quella stanza dire «Bene, falli entrare per favore».

Ariel aprì la porta e disse «Venite, entrate pure, prego non fate complimenti».

I due ragazzi entrarono guardandosi intorno, entrambi provavano una marea di emozioni, nella loro mente si frantumavano certezze e sorgevano dubbi, tuttavia non potevano fermarsi.

«Benvenuti, fratelli» I due ragazzi diressero il loro sguardo verso dove proveniva la voce poi lo videro, li seduto sul suo trono, abiti bianchi e rossi, lo strano copricapo, una sorta di mantello che era difficile distinguere nel video e… come tutti i Nex… la strana voglia sulla fronte a forma di triangolo, inoltre anche lui portava gli stessi congegni tecnologici. Vicino a lui c’erano quattro Nex vestiti con una tunica, il loro volto era nascosto dal cappuccio che indossavano, uno di loro si avvicinò al loro leader e disse bisbigliando nell’orecchio «Master Zero è necessario che li accogliamo ora? Dopo tutto stiamo organizzando l’operazione».

Master Zero si volto e gli fece un cenno con la mano, il Nex misterioso si allontanò e disse «Come desidera».

Tutti e quattro si allontanarono dal loro leader per poi uscire dalla stanza.

«Fratelli, per favore non fate caso a ciò che è appena successo ora, loro sono i miei guardiani, non temeteli non vi faranno del male. Ditemi, a cosa devo la vostra piacevole visita».

Anies era spaventata nel vedere il leader dei Nex, un essere dall’aspetto apparentemente uguale a quello di un qualsiasi ragazzo ma che, tuttavia, possedeva una strana energia. La ragazza si fece coraggio e disse «S-salve i-io sono Anies e l-lui è il mio amico P-phil».

Master Zero si alzò dal trono ed in un battito di ciglia si ritrovò a pochi passi da Anies, nonostante la gigantesca sala in cui si trovavano lui riuscì a percorrerla più della metà in meno di un secondo; si avvicinò alla ragazza, sollevò il suo volto dal mento con un gesto delicato, la guardò negli occhi e gli disse «È questo ciò che gli umani chiamano paura? Non devi temere ne me, ne tanto il mio popolo. Noi non siamo qui per farvi la guerra».

Anies era rimasta terrorizzata, si sentiva paralizzata ed in quel momento lei, non era in grado di fare niente. Phil così per distrarre l’alieno disse «Cosa volete allora? Non credo la storia del “vogliamo salvarvi” sia la sola unica ragione per cui siete venuti qui dico bene?»

L’alieno lasciò il volto della ragazza, sorrise e disse «Sei perspicace ragazzo, dimmi voi due avete tradotto i nostri messaggi, dico bene?»

«Non hai risposto alla mia domanda!»

«Sento ostilità nei miei confronti, per favore rilassati, come ho già detto non voglio farvi del male, ne a te, ne alla tua amica, ne tanto meno al vostro pianeta. So per certo che voi avete tradotto i miei messaggi altrimenti ora non sareste qui. Scommetto che il motivo del vostro lungo viaggio sia per scoprire qualcosa in più su di noi».

Master Zero si allontanò e si sedette sul suo trono, batté le mani e due Nex giunsero dal nulla con in mano due sedie.

«Prego, accomodatevi, ora vi voglio raccontare la nostra storia. Ascoltandola comprenderete meglio le nostre ragioni per le quali vogliamo salvare la vostra civiltà dall’autodistruzione».

I due ragazzi si sedettero e il leader dei Nex cominciò il suo racconto.

«Tempo fa, il nostro popolo viveva su un pianeta simile al vostro, vivevamo in armonia fino a quando… una minaccia arrivò dallo spazio profondo. Si facevano chiamare Yom ed il loro leader era uno scienziato bandito dal nostro pianeta perché conduceva esperimenti che andavano contro l’etica di noi Nex. Quando ci attaccò le sue macchine cominciarono a fare una carneficina dopo l’altra, fummo costretti a fuggire dal nostro pianeta ormai in rovina. Esplorammo l’universo ed aiutammo le civiltà in difficoltà che incontravamo nel nostro cammino proprio come stiamo facendo con il vostro, stringemmo alleanze potenti che garantirono al nostro popolo potere e tecnologie, grazie alle quali speriamo di debellare questa minaccia, non solo per noi ma anche per tutto l’universo. Abbiamo monitorato i suoi spostamenti fino ad oggi e continueremo a farlo fino a quando non saremo pronti per il contro-attacco».

Phil incuriosito dalla storia chiese «Quindi voi siete venuti qui per poter stringere un’alleanza con noi? Non siamo tecnologicamente sviluppati ciò nonostante volete il nostro aiuto?»

Master Zero guardò Phil e disse sorridendo «So che il vostro livello tecnologico è ancora agli albori se così vogliamo dire, tuttavia voi umani siete interessanti per la nostra specie. Voi avete un qualcosa che a noi manca in maniera sostanziale».

«Di cosa si tratta?» Chiese Anies.

«Semplice. Si tratta della facoltà di comprendere e di usare le emozioni come se fossero una forza inarrestabile. Noi Nex proviamo emozioni proprio come voi, ma non abbiamo la facoltà di comprenderle ne tanto meno di usarle a nostro vantaggio. Abbiamo tecnologie che rispondono ai nostri stati d’animo ma… se solo riuscissimo a provarle con la stessa intensità di come fate voi, allora questa tecnologia potrà svilupparsi in una maniera così straordinaria, che ci garantirebbe la vittoria assoluta su quel essere spregevole».

I ragazzi erano alquanto sorpresi; com’è possibile che esseri cosi straordinari non riuscissero a comprendere cose così naturali quali le emozioni?

Anies chiese presa dalla curiosità «Quindi è questo che volete da noi?»

«Ciò che vogliamo da voi è una cosa che non abbiamo mai chiesto agli altri popoli. Ciò di cui noi abbiamo bisogno è che voi ci accettiate».

«In poche parole, una convivenza dico bene?» Disse Phil

«Esatto, il nostro progetto parte da questa isola artificiale che abbiamo costruito noi stessi. Qui accoglieremo persone da tutto il vostro mondo, che siano esse famiglie, studenti o persone bisognose e sempre da qui, daremo il via ai primi programmi di integrazione che poi si estenderanno a tutto il globo. Noi colmeremo le vostre lacune in ambito tecnologico, sociale, scientifico e molto altro; in cambio voi ci insegnerete come rendere più comprensibili le emozioni».

I due ragazzi non sapevano se l’umanità era in grado di fare una cosa simile, ma visto la situazione tragica che affliggeva l’umanità non ebbero altra scelta se non quella di accettare, Anies e Phil strinsero la mano a Master Zero il quale sorrise e disse «Vi ringrazio della fiducia che riponete in noi, in cambio vi offriremo la nostra ospitalità. Ariel per favore prepara le stanze per i nostri ospiti».

«Certamente Master Zero». Disse Ariel sorridendo.

«Ora, l’unica cosa che manca è quella di dare un nome a questa bellissima isola, mi è venuta in mente l’idea di chiamarla “New Hope” ma avrei preferito ascoltare il parere di qualche abitante di questo pianeta prima di battezzarla così. Voi cosa ne pensate?».

Phil guardò Anies, sorrise e tirò fuori la mappa dallo zaino, l’aprì e disse «New Hope? Penso sia un nome perfetto, vista la situazione che stanno vivendo i nostri popoli, credo sia il nome più azzeccato».

Disegnò sulla cartina l’isola e ci scrisse a fianco il nome “New Hope”. Ariel entrò nella stanza dicendo «Signori le vostre stanze sono pronte, vi prego di seguirmi».

«Andate fratelli miei, il viaggio che avete fatto è stato stancante e meritate di riposarvi». Disse Master Zero sorridendo.

I due ragazzi ringraziarono e salutarono il leader dei Nex per poi seguire Ariel, presero l’ascensore e si diressero nella zona di soggiorno degli ospiti; mentre attraversavano il corridoio i ragazzi guardarono fuori dalla finestra e videro una gigantesca nave effettuare una manovra di atterraggio, Phil e Anis erano meravigliati nel vedere un bestione del genere muoversi con così tanta destrezza, Ariel si avvicinò a loro e disse «Siete meravigliati? Quella che state vedendo è una delle nostre navi cargo, lì trasportiamo tutto l’occorrente per la struttura: da beni di prima necessità fino alle attrezzature mediche per i feriti che portiamo qui. Forse non lo sapete ma voi non siete gli unici esseri umani qui dentro»

«Non siamo l’unici?» Chiese Phil.

Ar.: «No, non molto lontano dalla struttura principale sorge un ospedale, là sono ricoverati diversi sopravvissuti alla guerriglia che sta affliggendo il vostro pianeta. Voi non avete visto la struttura ospedaliera perché siete entrati dal lato opposto da dove è stato costruita».

P: «Capisco, mi sento dispiaciuto per tutto ciò che sta accadendo al nostro pianeta, se solo avessi potuto fare qualcosa per evitare tutto questo ora non staremo qui a farci la guerra».

An.: «Non darti la colpa P. anche se saresti intervenuto non avresti risolto le cose, conosciamo bene gli eventi e anche se una sola persona si fosse comportata diversamente non penso sarebbe cambiato nulla».

Ar.: «Comprendo il vostro dolore, una situazione così è drammatica per un popolo, specialmente se diviso come il vostro. Come ha detto Master Zero, ora noi Nex ci impegneremo affinché il vostro pianeta possa ritrovare la pace… e la speranza di un futuro migliore».

Phil si commosse a quelle parole, specialmente se erano dette da una creatura così gentile e pura come Ariel, la sua voce era così calda, dolce e cordiale che sarebbe stata in grado di sciogliere anche il più freddo dei cuori; Ariel notò le sue lacrime, prese un fazzoletto e glie le asciugò, in quel momento lei sentì un profondo senso di speranza provenire dal cuore di Phil, era come se ci fosse stata una connessione tra i loro cuori, Ariel non capiva l’emozione che stava provando, era forte ma non gli importava, in qualche modo sapeva che ciò che stava succedendo era frutto dell’animo umano, che aveva reso più intense le sue emozioni.

«Grazie…» Disse Phil singhiozzando.

Ar.: «No… sono io che devo ringraziarti…»

P: «Per cosa?»

Ar.: «Non so cosa sia successo… ma ho sentito le mie emozioni reagire alle tue… è come se… tu le avessi rese più intense, forse è questo a ciò che si riferiva Master Zero».

An.: «Complimenti P. non siamo neanche qui da un giorno e gia fai miracoli, a volte mi chiedo come tu ci riesca».

P: «C-come se lo sapessi».

Phil ed Ariel si ripresero, poi la Nex disse «Bene signori, per favore seguitemi siamo quasi arrivati alle vostre stanze».

I tre ripresero a camminare e poco dopo giunsero alle loro stanze, Ariel aprì loro le porte e disse «Queste sono le vostre stanze, se avete bisogno di qualcosa potete chiamare uno dei nostri colleghi che vi darà tutto ciò di cui avete bisogno».

I due ragazzi entrarono nelle loro stanze e rimasero stupefatti, di fatti erano delle vere e proprie suite in piena regola, Ariel vedendo il loro stupore disse «Tutti gli alloggi di questa struttura sono così, alcuni sono anche più grandi in quanto è necessario più spazio per le famiglie con i bambini; è possibile personalizzare il proprio alloggio a seconda delle proprie preferenze tramite quel piccolo congegno sul tavolo, esso vi permetterà di modificare il colore delle pareti, lo stile dell’arredamento, l’illuminazione e molto altro ancora. Spero che il vostro soggiorno sia piacevole e che vi troviate a vostro agio qua. Io ho delle cose da sbrigare per cui devo salutarvi. Arrivederci».

Ariel se ne andò lasciando i ragazzi a godersi le rispettive stanze.

Anies era entusiasta di essere qui, un po’ spaventata dal fatto di essere lontano da casa ma l’entusiasmo era di gran lunga maggiore della paura; Phil era pensieroso, non si rendeva conto dell’esperienza che aveva vissuto con Ariel; di fatti era qualcosa che neanche lei si sarebbe aspettata di vivere.

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Capitolo 4
*** Operazione: Inversione del mondo ***


7° Giorno dall’arrivo dei Nex

Master Zero convocò i suoi guardiani, i quali poco dopo entrarono nella sala operazioni della struttura, i quattro Nex si sedettero al tavolo per poi fare un piccolo appello. 
«Guardiano del vento, Helios, presente».
«Guardiana del fuoco, Shira, presente».
«Guardiana dell’acqua, Lexiax, presente».
«… Guardiano dell’ombra, Io, presente».
M. Z.: «Bene signori, credo sia giunto il momento di ultimare i preparativi per l’operazione di domani».
H: «Ricevuto Master Zero».
I: «La nostra intelligence è riuscita a scovare il covo dei “criminali” siamo pronti a colpire in qualsiasi momento».
M. Z.: «Mi fa piacere vederti entusiasta Io, ma abbiamo bisogno di un piano per poter colpire. I nostri bersagli si trovano sotto terra, purtroppo non possiamo colpirli dall’alto, rischieremo di colpire degli innocenti».
L: «Furbi… hanno costruito un bunker sotto una città praticamente con lo sguardo di tutti addosso».
H: «Come si dice su questo pianeta “quando voi fare qualcosa di nascosto, fallo sotto gli occhi di tutti”. Non avevo mai afferrato il senso di questo detto, fino a quando non ho saputo di dove si trovasse questa struttura»
S: «Master, possiamo attaccarli dal basso? Visto che un attacco aereo è escluso, potremmo colpirli da sottoterra».
M. Z.: «Proposta interessante, ma non credo sia la soluzione migliore».
S: «Perché?»
I: «… Potremmo far sprofondare l’intera città, sarebbe da incoscienti attaccare in questa maniera».
L: «In effetti non hai tutti i torti. Comunque avrei un’idea».
M. Z.: «Sentiamo, di che si tratta?».
L: «Possiamo rubare un convoglio, andare da loro sotto-copertura e poi fare il nostro sporco lavoro».
H: «Ma certo, hai intenzione di usare la linea metropolitana per accedere al loro covo, interessante».
M. Z.: «Sappiamo quali sono i convogli che portano beni di prima necessità all’interno della struttura, basterà prenderne uno per poi agire».
I: «… Penserò io a far fuori le guardie, voi limitatevi ad aspettare il mio segnale».
H: «Bene, ah un'altra cosa. Sappiamo che il personale di quei convogli veste in una certa maniera, avremmo bisogno di un travestimento?»
S: «Fosse per me piazzerei una bomba e farei saltare in aria tutto, che senso ha essere furtivi se tanto poi finiamo comunque alle armi?»
M. Z.: «Calmati, se facciamo come dici tu rischiamo di far saltare in aria l’intera città, uccidendo così persone innocenti».
S: «Tsk, fate come volete allora, basta che non siamo troppo lenti, lo sapete che odio aspettare!»
H: «Dovresti calmare i tuoi bollenti spiriti, penso dovresti provare a fare qualcosa che qui chiamano “yoga”».
S: «Yoga? Cos’è? Si mangia?»
I: «… Stupida».
S: «C-che hai detto?»
M. Z.: «Basta così! Discuterete dopo. Ora dobbiamo finire di elaborare questo piano».
S: «Tsk! Si va bene, ho capito».
L: «Non credo che avremmo bisogno di travestimenti, non se andiamo noi quattro».
H: «A mio parere sarebbe meglio portarsi una piccola unità, la struttura è grande e anche se ci dividiamo non saremmo in grado di ispezionarla tutta».
L: «Qualcuno così potrebbe fuggire. Condivido l’idea che se abbiamo più membri possiamo coprire un’area più grande in un tempo ridotto».
M. Z.: «Bene è deciso ognuno si porterà dietro 4 membri per un totale di 16 unità sul campo, non saremo molti ma i nostri mezzi e le nostre abilità sono di gran lunga superiori a quelle umane, dubito che qualcuno possa fuggire!»
I: «… La mia unità sarà divisa da due membri della squadra hacker in grado di controllare le telecamere a circuito chiuso e tutte le porte di accesso, e due membri della squadra assassini».
H: «Degno di te Io, così sapremo se qualcuno fuggirà».
I: «…»
«M. Z.: «Bene, credo che siamo pronti, scegliete le vostre truppe migliori e ricordate: il fallimento non è opzione!»
Tutti i quattro guardiani si alzarono e dissero in coro «Si, Master Zero!»
A quel punto il loro leader sciolse l’assemblea, i quattro guardiani radunarono i loro agenti migliori e gli diedero le istruzioni necessarie per il giorno seguente.
Il giorno dopo tutte le unità si diressero nella stazione, grazie ai sistemi di combattimento di Io tutti furono nascosti da una tecnologia stealth avanzata; il convoglio arrivò in orario e come da programma le guardie giunsero sul posto equipaggiate di armamenti pesanti come mitragliatrici leggere M249 Saw ed indossavano giubbotti antiproiettili adatti a proteggerli da armi di grosso calibro.
«Sarà dura». Disse Shira.
I: «No, sarà una passeggiata. Unità assassini, si entra in azione… ora».
I tre Nex si fondarono sulle guardie, le colpirono quanto basta per farle svenire, quelle persone si chiedevano cosa stesse succedendo, ma l’azione degli assassini fu così veloce che nessuno riuscì a capirlo finché non si trovarono tutti al suolo privi di sensi.
H: «Un lavoro ben fatto Io, complimenti».
I: «…»
L: «Sempre di poche parole eh?»
I: «… Non mi piace parlare, se non necessario».
S: «Bla bla bla, che dite di travestire i nostri uomini con le divise di questi tizi?»
H: «Come sei impaziente».
S: «Lo sai che odio temporeggiare, quindi diamoci una mossa!»
I: «… Muoviamoci».
L: «Roger».
H: «Uomini, sapete già quello che dovete fare».
Le unità dei guardiani presero “in prestito” gli indumenti delle guardie, tutti salirono sul convoglio per poi dirigersi verso il bunker governativo; la erano nascosti tutti i potenti, coloro che avevano portato questo pianeta alla rovina. Oggi si sarebbero presi la responsabilità delle loro azioni, una volta per tutte.
Il convoglio giunse a destinazione e delle guardie erano li ad aspettare il carico di merce, le unità si infiltrarono nella struttura senza destare sospetti e quando furono dentro le unità hacker di Io manomisero le telecamere a circuito chiuso che riprendevano la zona della stazione, a quel punto i guardiani, con una velocità fulminea misero al tappeto tutte le guardie. I quattro Nex entrarono nella struttura mentre le unità di Io sabotavano tutti i sistemi computerizzati della base, fatto ciò i potenti erano alla merce dei loro futuri carnefici.
L’operazione durò una ventina di minuti e come desiderato da Master Zero, tutti i colpevoli furono eliminati, nessun superstite fu trovato e nessuno fu abbastanza abile da fuggire dalla propria tomba.
«Qui Helios, Master Zero mi ricevete?»
«Si, ti ricevo forte e chiaro»
«Tutti gli obiettivi sono stati abbattuti, ripeto, tutti gli obiettivi sono stati abbattuti. Missione compiuta, passo».
«Ottimo lavoro squadra, non avete più motivo di restare li, tornate alla base, passo».
«Ricevuto, passo e chiudo»
Il gruppo di alieni tornò al punto di partenza, poi una navetta di estrazione prelevò tutti Nex che avevano partecipato all’operazione.
I potenti erano caduti ed ormai il tempo dell’odio stava giungendo al termine. Ogni guardiano pensava a come sarebbe stato il futuro d’ora in poi, l’umanità avrebbe rigettato i Nex? O sarebbero stati accettati? L’unico che sapeva la risposta a questa domanda era il tempo.

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Capitolo 5
*** Lexiax ***


4° Giorno dall’arrivo dei Nex


La guerra civile stava prendendo una piega favorevole alle persone in cerca della fine del conflitto. Lexiax una dei 4 guardiani si trovava sul campo di battaglia quel giorno. Lei era la responsabile delle unità di soccorso sparse su tutto il pianeta, sarebbe dovuta rimanere in un luogo sicuro da cui poter dirigere le operazioni ma nel suo cuore, sentiva che non poteva rimanere ferma dentro un ufficio a rispondere alle chiamate dei suoi uomini, così decise di scendere sul campo insieme a loro portandosi con se una specie di radio con la quale poteva rispondere ed impartire ordini. Durante il conflitto salvò molte persone che furono portate in salvo da lei e da i suoi uomini della squadra medica, in particolar modo un ragazzo, era ferito gravemente ed era in bilico tra la vita e la morte, Lexiax intervenne portandolo in salvo, una squadra medica giunse sul posto in batter d’occhio facendo quanto era possibile sul posto prima di trasferirlo nell’isola New Hope.
Una squadra di medici, supervisionata dalla guardiana lavorò senza sosta nel tentativo di salvarlo e grazie alle conoscenze e agli strumenti dei Nex il ragazzo ebbe salva la vita; si svegliò dopo quattro giorni di sonno profondo causato da un farmaco degli alieni, una sorta di coma farmacologico se così si può definire. Aveva un bendaggio sull’occhio ed altre medicazioni fatte sul torace, sulle gambe e sulle braccia.
Quando aprì gli occhi vide una Nex vicino al suo letto che vegliava su di lui; era bellissima, aveva i capelli lunghi, mossi di un insolito colore azzurro, i suoi occhi ricordavano l’oceano per via del suo colore che si intonava con i suoi capelli «Ti sei svegliato, sono felice». Disse l’aliena sorridendo.
«Chi sei tu?» Rispose il ragazzo se pur con un filo di voce.
«Mi chiamo Lexiax, io e la mia squadra abbiamo fatto il possibile per salvarti la vita e a quanto pare ci siamo riusciti».
«Vi ringrazio... tu sei una Nex dico bene? In giro non si fa altro che parlare di voi».
«Già, però ti prego di non sforzarti troppo, non ti sei ripreso ancora del tutto».
«Si... lo so... mi sento debole».
«Non preoccuparti, è soltanto l’effetto del farmaco che ti abbiamo somministrato che ti causa il senso di debolezza, dovrebbe sparire tra un paio d’ore ma dovresti sentire l’attenuarsi di questo effetto già nella prima mezz’ora».
«Capisco... io mi chiamo Rin... spero di non avervi causato troppi problemi».
«No affatto, ora riposa, mi racconterai la tua storia quando ti sentirai meglio, ok?»
«Ok… come vuoi».
Il ragazzo tornò a dormire preso dal senso di debolezza causato dal farmaco, Lexiax vegliò su di lui tutto il tempo, in qualche modo si sentiva attratta da quella persona, non sapeva cosa stava provando quei giorni e per lei erano sensazioni nuove che non aveva mai provato in vita sua.
Rin si svegliò qualche ora dopo e come prima trovò di nuovo quell’aliena vicino al suo letto a vegliare su di lui così gli chiese «Sei qui? Perché?»
«Non volevo lasciarti solo, l’intervento è andato bene ma… non vorrei che ti sentissi male e non ci fosse nessuno a soccorrerti. Hai fame? Se vuoi ti faccio preparare qualcosa».
«A dire il vero… si, comincio ad avere un certo appetito».
«Bene stacco la flebo… fatto. Ora vado a farti preparare qualcosa, tornerò presto». Disse sorridendo.
Lexiax uscì dalla stanza, dopo aver mentito di proposito, essendo lei capitano delle unità mediche non che supervisore del centro ospedaliero, sapeva bene che dopo l’intervento non ci sarebbero state ulteriori complicazioni; la verità è che lei non sapeva cosa rispondere a quella domanda; di fatti l’unica cosa che la fermava in quella stanza era quello strano desiderio di stare con lui anche se per poco tempo.
L’aliena rientrò nella stanza con un pasto sostanzioso per Rin dicendo «Eccomi qua, ti ho portato da mangiare, spero ti piaccia».
«Grazie».
Il ragazzo cominciò a mangiare e disse «È buonissimo, accidenti, è la cosa più buona che abbia mai mangiato e pensare che di solito il cibo negli ospedali non è un gran che».
«Ahahahaha qui non hai di che preoccuparti, i nostri chef sanno come rendere il cibo un opera d’arte, anche se hanno ricette ed ingredienti di un altro pianeta».
«Incredibile».
«Sono contenta che ti piaccia».
Lexiax provò un profondo senso di felicità nel vedere il suo paziente mangiare con gusto il cibo che gli aveva portato, già perché di fatti quel pasto era stato preparato dalla guardiana in persona. Finito di mangiare Rin vide delle infermiere passare davanti alla porta e disse «Lexiax, posso chiederti una cosa?»
«Certo, dimmi pure».
«Per quale motivo tu non sei vestita da infermiera?».
«Ah… bè ecco…»
«Dimmi la verità, tu non sei un’infermiera… dico bene?»
«Uhm… ecco vedi… a dire il vero io… sono la responsabile di questa struttura e di tutte le unità mediche sul campo». Disse imbarazzata.
«Se sei la responsabile, allora perché ti stai prendendo cura di me? Non hai delle mansioni da svolgere?» Disse il ragazzo incuriosito.
«Bhè… si… ma… ecco vedi… non so il motivo ma… ci tenevo a farti compagnia, è strano ma ho come il desiderio di stare qui ed accertarmi che non ti succede nulla di male».
«Sei gentile e ti ringrazio, cerca solo di non trascurare i tuoi doveri, non vorrei che per colpa mia qualcuno ti considerasse un’irresponsabile».
«Puoi stare tranquillo, per il momento posso stare ancora un po’ qui… insieme a te».
«Capisco».
«Ti va di parlarmi di te? Vorrei sapere come hai fatto a ridurti così».
«Sono stato massacrato da dei rivoltosi, mi hanno picchiato e poi mi hanno anche sparato sugli arti sperando di farmi morire dissanguato, il tutto perché ho cercato di difendere una ragazza, lei è riuscita a fuggire io invece me la sono vista brutta. La verità è che sono sempre stato un tipo chiuso in me stesso e quindi venivo sempre ignorato dagli altri, sono stato sempre solo e pensavo che la mia vita fosse vuota e priva di senso così come questa guerra, poi quando vidi quella ragazza in preda al terrore decisi di agire, la mia azione sarebbe finita nel dimenticatoio come al solito ma anche se fossi morto avrei avuto la soddisfazione di aver salvato qualcuno».
«Capisco... mi dispiace… che tu abbia dovuto soffrire così, ora però non sei più solo, ci siamo noi… ci sono io qui con te».
«Grazie infinite, più tosto ti va di raccontarmi di te?».
«Certo cosa vuoi sapere?»
«Raccontami la tua storia»
«Con molto piacere. Prima che il nostro viaggio ebbe inizio noi Nex vivevamo in un pianeta simile al vostro; era rigoglioso e pieno di vita con enormi distese d'acqua simili ai vostri oceani soltanto molto più grandi. Ma poi... il nostro pianeta fu attaccato».
«Da chi?»
«Da un traditore, quell'essere conduceva esperimenti che andavano contro la nostra etica e fu bandito. La notizia si sparse in poco tempo in tutto il pianeta visto che lui era uno scienziato di fama mondiale dove vivevamo noi, comunque continuò i suoi esperimenti al di fuori del nostro pianeta, in segreto, fuori dalla nostra giurisdizione; finché un giorno decise di attaccarci. Le sue macchine fecero una carneficina ed io mi ritrovai sola, fuggii dopo aver visto i miei genitori macellati da quei robot e come se non bastasse persi anche le tracce del mio fratello minore. Mi ritrovai sul ciglio di una scogliera circondata da loro con le armi puntate addosso, non avevo via di fuga così... decisi che se proprio dovevo morire, non sarebbe stato per mano di quel pazzo. Saltai per poi finire in acqua, vidi la superficie allontanarsi lentamente, alzai la mano come se volessi toccarla ma poi sprofondai negli abissi, sentivo le mie forze affievolirsi cosi come la mia coscienza, tutta via mi sembrava come se l'oceano mi tenesse in vita. Quando ripresi conoscenza mi ritrovai in una stanza, era piena di decorazioni marine simili a quelle che avevo in camera mia, pensando che fosse stato tutto un sogno mi affacciai alla finestra per controllare la situazione ma... quando guardai fuori vidi che eravamo già nello spazio aperto ed allora realizzai che non era stato un semplice sogno. Sentii la porta aprirsi ed in quel momento, per la prima volta nella mia vita fui faccia a faccia con il nostro leader, si avvicinò a me e sorridendo disse “Benvenuta, guardiana”. Ero confusa ma poi lui mi spiegò tutta la situazione...»
«Mi dispiace... credo di averti riportato alla luce bruti ricordi».
«Figurati, in fondo... mi ha fatto piacere aprirmi con qualcuno. Ti posso chiedere una cosa?».
«Dimmi pure».
«Ti andrebbe di partecipare al programma di integrazione?».
«Di che si tratta?»
«È un programma che ha organizzato il nostro leader per far si che umani e Nex possano andare d’accordo, creando così un futuro migliore per entrambi. Sarà come andare a scuola noi e i nostri collaboratori vi insegneremo ciò che non sapete in ambito tecnologico, spaziale e molto altro in cambio voi ci insegnerete il significato delle emozioni, come renderle più intense e come poterle usare come fonte di energia».
«Non sarà facile… le emozioni non si possono spiegare a parole, neanche volendolo».
«Lo so benissimo, per questo motivo abbiamo organizzato questa cosa e poi da come ho capito sembra che una Nex che lavora nella struttura affianco sia entrata in contatto con un essere umano il quale ha reso le sue emozioni più intense dando la prova che questo progetto potrà essere un successo».
«Quindi voi cercate una convivenza per rendere più intense le vostre emozioni, è questo quello che veramente cercate dico bene?»
«Già, scusa se prima non mi sono espressa bene».
«Non importa, stando a quello che mi hai detto credo aver capito la situazione».
«Quindi? Parteciperai?»
«… Si, sarà anche un modo per sdebitarmi per avermi salvato la vita».
«Bene, sono contenta che entrerai nell’accademia New Hope».
«New Hope?»
«Già è il nome dell’isola su cui ci troviamo, il nostro leader ha costruito qui un’accademia dandogli lo stesso nome».
«Capito, New Hope eh? Interessante come nome».
«Già, sarà questo il nostro punto di partenza».
«Speriamo allora di arrivare tutti sani e salvi al traguardo».
«Se ci impegniamo tutti, niente sarà impossibile».
Rin sorrise, ritrovando così quella piccola speranza che aveva smarrito, sapeva che grazie a lei sarebbe riuscito a cambiare… anzi no, a migliorare se stesso ed il mondo in cui viveva e mosso da questo pensiero la sua determinazione si fece sempre più forte, guardò l’aliena la quale sentì i suoi sentimenti e proprio come era successo ad Ariel. Ora, anche lei sentiva quel legame che collegava i loro cuori. Quel giorno la vita di Rin non giunse al termine e grazie ai Nex, ebbe un’altra possibilità; una possibilità che non avrebbe sprecato di certo.

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Capitolo 6
*** Il fuoco di Shira ***


12° Giorno dall'arrivo dei Nex



Erano passate quasi due settimane dall'arrivo dei Nex e Phil che ormai era li dai primi giorni del loro arrivo, aveva deciso di studiare le strutture sull'isola partendo dall'edificio principale; era enorme ed il povero ragazzo si perdeva costantemente li dentro ma per fortuna c'era sempre qualche alieno che lo aiutava volentieri a ritrovare la strada per la sua stanza. Un giorno decise di recarsi alla reception e quando giunse lì vide Ariel sistemare dei documenti, il ragazzo si avvicinò e gli disse «Buongiorno Ariel, come va?»
L'aliena si girò e sorridendo rispose «Buongiorno a te Phil, va tutto bene anche se qui c'è sempre un bel po' di lavoro da fare. Ho sentito che di recente non hai fatto altro che perderti qui dentro».
«C-chi te l'ha detto?»
«Ahahahaha ormai sei diventato famoso e noi Nex non facciamo altro che parlare di te, abbiamo deciso di usare le nostre telecamere per seguire i tuoi spostamenti all'interno della struttura così quando vediamo che ti sei perso mandiamo qualcuno in tuo soccorso».
«C-capisco, siete gentili anche se l'idea che voi seguitate ogni mio spostamento mi sa una cosa bhè... »
«Puoi stare tranquillo usiamo le telecamere esclusivamente nei corridoi, nella hall e in varie stanze ma nessuna telecamera è stata piazzata dove risiedono gli ospiti».
«Capito, comunque sono passato qui perché avrei un favore da chiederti se non sono di disturbo».
«Nessun disturbo, chiedimi pure».
«Avresti per caso una piantina della struttura?»
«Sapevo che me lo avresti chiesto, dopo tutte le volte che ti sei perso era prevedibile, comunque si ho ricevuto da qualche ora le prime piantine che andranno appese nelle bacheche di questo edificio così da rendere più facile l'orientamento nei giorni a venire. Tieni... questa è un regalo da parte mia, fanne buon uso mi raccomando».
Phil prese la mappa e disse «Grazie mille, spero di non perdermi più».
«Se ti perdi, ti verremo a recuperare come al solito». Disse l'aliena sorridendo. 
I due si salutarono e Phil riprese il suo giro di ricognizione, era intenzionato a scoprire il più possibile riguardo queste creature perché nonostante la loro gentilezza sentiva come l'istinto di non fidarsi di loro.
Durante il suo giretto scoprì molte aule con all'interno attrezzature con  tecnologie mai viste prima, c'erano aule di informatica, di lingua e laboratori di tutti i generi. 
Ad un certo punto della sua esplorazione sentì nel corridoio i versi di qualcuno, sembrava sforzarsi fisicamente e controllando la cartina vide che si trovava vicino ad una palestra e decise così di dare un'occhiata. Quando entrò nella palestra vide una ragazza Nex picchiare un sacco da boxe con dei guantoni sulle mani, vestiva in modo sportivo con un top e calzoncini corti aderenti; era molto carina anche se non sembrava curare molto il suo aspetto per via dei suoi lunghi e selvaggi capelli rossi, quando lei si voltò Phil riuscì a guardarla negli occhi che erano di un marrone molto tendente al rosso, aveva uno sguardo penetrante tipico di qualcuno che ha sofferto molto in passato come se volesse dire “stammi alla larga”. Il ragazzo rimase a fissarla fin quando lei non si avvicinò con fare minaccioso dicendo «Si può sapere cosa cavolo stai guardando, eh quattrocchi?»
«A-ah io... niente... dico davvero». Phil rimase allibito da tanta irruenza, sapeva che i Nex erano creature gentili ma trovandosi davanti lei si trovò letteralmente spiazzato.
La ragazza continuò ad avvicinarsi dicendo «Questa è una palestra e se sei venuto ad allenarti dovresti come minimo devi cambiarti».
«No... veramente io...»
«Bla bla bla... falla finita di farneticare cose senza senso, più tosto... in guardia mi sto annoiando qui da sola e voglio un avversario con cui battermi, sembri un po' gracile quindi tranquillo, ci andrò piano con te».
«A-aspetta...» L'aliena cercò di colpire il ragazzo con un calcio ma lui indietreggiando finì per cadere ed accidentalmente colpì la gamba destra della Nex che in quel momento era il suo unico punto di appoggio; lei cadde sopra il ragazzo il quale aveva chiuso gli occhi dallo spavento e quando li riaprì si ritrovò la rossa a pochi centimetri dal suo viso, erano così vicini che ci mancava poco che si baciassero. Lei sorrise e disse «Niente male ragazzo, ci sai fare e mi hai sorpreso con quella mossa, lo ammetto tu sei il primo che ci riesce... però ora mi chiedo cosa farai».
La ragazza sollevò il busto e chiuse la mano a pugno, era pronta a colpire e poco prima di sferrare quel colpo disse «Sei finito!»
Il ragazzo impaurito sì coprì il volto con le braccia ma quando ebbe le mani sopra il suo volto sentì qualcosa di morbido, cercò di capire cos'era tastando meglio ed in quel momento sentì la ragazza urlare «Aaaaah! S-si può sapere d-dove stai toccando quattrocchi?»
Phil aprì gli occhi e vide che la sua mano destra toccava uno dei seni della ragazza, il ragazzo tolse la mano dal suo petto e disse «A-ah s-scusa... n-non volevo!»
I due si rialzarono e la Nex con il volto pieno di rossore disse «N-non fa niente, p-per questa volta ti perdono... visto che sono stata io ad esagerare... m-ma la prossima volta ti ficco una granata in bocca e ti faccio saltare per aria. Chiaro?»
«O-ok, signor si signora!» Rispose Phil impaurito.
«Allora quattrocchi, dimmi come ti chiami!».
«M-mi chiamo Phil e tu?»
«Shira».
«Piacere di conoscerti».
«Già dopo quello che hai toccato per te è per forza un piacere, vero?»
«Ah... ecco io...»
«Aspetta...» Shira si avvicinò a Phil e lo guardò meglio da vicino dicendo «Hai una faccia familiare... ma si tu sei quel ragazzo che si perde sempre... ora ti ho riconosciuto».
«Ahaha... Ariel aveva ragione nel dire che sono famoso...»
«Normale, se ti perdi 4 volte in un'ora».
«Urgh... non me lo ricordare».
«Toglimi una curiosità... ma tu eri con un altro umano qualche giorno fa dico bene?»
«Si, io e una mia amica abbiamo incontrato Master Zero ma era in compagnia di quattro guardiani, se non ricordo bene è così che li ha chiamati. Ma tu come lo sai?».
«Semplice... io sono una dei suoi guardiani».
«Capisco... mi chiedo a cosa è dovuto questo titolo».
«Aaah... ti dispiace... se te lo dico dopo? Vorrei farmi una doccia».
«C-certo nessun problema»
«Bene aspettami qui, altrimenti ti do la caccia!»
Shira si diresse verso gli spogliatoi femminili ma poco prima di entrare si girò verso Phil e disse «Prova a spiarmi... e di te resterà soltanto un cumulo di cenere!»
«T-tranquilla... non sono così stupido...»
Shira andò a fare la doccia e Phil ne approfittò per osservare e testare le attrezzature che si trovavano nella palestra; la forma dei macchinari era molto simile a quelle presenti in una qualsiasi altra palestra terrestre tutta via molti di questi apparecchi erano dotati di una tecnologia molto avanzata, come ad esempio i manubri non erano altro che delle semplici aste con all'estremità un tasto che se premuto avrebbe fatto apparire uno schermo olografico dal quale era possibile aumentare o diminuire il peso; di certo quella era una tecnologia fuori dal mondo.
Una ventina di minuti dopo Shira uscì dagli spogliatoi e vide Phil armeggiare con le attrezzature, si avvicinò a lui e gli disse «Che fai quattrocchi?»
«Cercavo di capire come funzionano i macchinari per allenarsi, sembrano uguali a quelli nostri ma sono totalmente diversi sotto l'aspetto tecnologico».
«Già, se vuoi ti mostro come funzionano».
«Ok!»
Shira mostrò al ragazzo terrestre il funzionamento delle macchine facendogliele provare direttamente e nonostante la loro complessità, il loro utilizzo risultava molto semplice ed intuitivo; dopo qualche ora passata a comprendere il loro funzionamento Phil disse «Se non sbaglio... prima stavamo parlando dei guardiani e mi chiedevo a cosa era dovuto questo titolo».
«Il titolo di “guardiano” è dovuto dall'affinità che si viene a creare con un determinato elemento, ce ne sono 4 e sono: fuoco, acqua, vento ed  ombra. Chi possiede il titolo è in grado di usare a suo piacimento l'elemento con cui ha affinità, per esempio io sono la guardiana del fuoco il mio corpo ha una forte relazione con le fiamme e con il calore in generale, posso resistere ad altissime temperature senza risentirne minimamente, se attivassi la mia armatura da combattimento il mio potenziale aumenta a dismisura. Vuoi vedere?».
«Certo, sono curioso»
Shira toccò la sfera sul dorso della sua mano destra e disse «Efferra Flammis!»
Poi diede un pugno nel pavimento e un tornado di fuoco circondò il suo corpo, roteava impetuoso dentro quella stanza ma il calore era appena percettibile, quasi come se lei stesse cercando di mantenere la temperatura bassa di proposito. Quando le fiamme si diradarono Phil fu in grado di vedere Shira con la sua armatura da combattimento, era di un color rosso fuoco tendente all'arancione, sulle braccia l'armatura era squadrata mentre sulle gambe seguiva la forma degli arti così come sul torace, inoltre all'altezza delle clavicole c'erano un paio di punte per spalla di color oro che andavano all'indietro, indossava un casco e su di esso cerano delle specie di corna anch'esse di color oro dal quale usciva del fuoco. Il ragazzo era rimasto senza parole nel vederla trasformasi in quella maniera, Shira guardò il ragazzo e gli disse «Visto? Questo è il potere di un guardiano. Scommetto che ora hai paura di me».
Phil al contrario era diventato ancora più curioso e gli disse «Incredibile, come hai fatto? Da dove salta fuori questa armatura? È puramente difensiva, ho possiedi anche delle armi?»
Shira era sorpresa nel vedere la curiosità del ragazzo, di solito chiunque la vedesse così non sarebbe sopravvissuto per più di qualche minuto e non capiva a cosa era dovuta tanta curiosità così creò una specie di cannone grande quanto il suo avambraccio glie lo puntò addosso e disse «Perché... perché tu non hai paura di me?»
«Aaaaah! N-non puntarmi addosso quell'affare potrebbe essere pericoloso dannazione!»
La Nex abbassò l'arma e disse «Certo che tu... sei un tipo strano...»
«S-senti chi parla! Tu che mi punti un arma grande quanto il mio torace vieni a dirmi che io sono un tipo strano! S-si può sapere chi ti ha eletto guardiana?»
«Nessuno! Lo sono diventata da sola».
«Eh? No... non ci credo...»
«Per diventare uno dei quattro guardiani non bisogna dare mica un'esame o chissà cosa!»
Il corpo di Shira brillo di una luce bianca quasi come un flash e sparita quella luce la sua armatura scomparve «Mettiti comodo quattrocchi, ora ti racconto qualcosa di me!»
I due si sedettero e la Nex cominciò il suo racconto «Tempo fa... prima che il nostro pianeta fu attaccato, io ero una così detta teppista; commettevo furti, pestavo chi mi era antipatico insomma ero una poco di buono. Quel giorno era uno dei tanti che stavo trascorrendo con i miei compagni, niente di diverso dal solito, fin quando non fummo attaccati. Io ed i miei amici decidemmo di darcela a gambe e di far perdere le nostre tracce, ci eravamo dati appuntamento al nostro punto di ritrovo segreto ma quando arrivai li... vidi tutti i miei amici privi di vita con affianco i loro assassini ancora sporchi di sangue. Strinsi i pugni e distrussi tutti quei robot a mani nude, in quel momento ero così accecata dalla rabbia che sentii la mia forza aumentare a dismisura e pugno dopo pugno, calcio dopo calcio di loro non rimase nulla se non un cumulo di ferraglia. Uno dei miei amici il più giovane del gruppo era ancora vivo quando ridussi quei robot in rottami, mi avvicinai a lui e mi disse “S-sei magnifica... ti ammiro moltissimo capo... so che quello che facevamo era sbagliato... ho sempre voluto dirtelo... ma avevo paura che mi avresti cacciato se non peggio... ho sempre voluto stare al tuo fianco... perché... sei una persona forte... e... devo ammetterlo... tu mi sei sempre piaciuta... ti prego... da oggi in poi... non fare più del male a nessuno... usa questa forza... per proteggere... e non per fare del male... te lo chiedo... come mia ultima volontà...” In quel momento la sua mano scivolo via dal mio volto come una carezza priva di vita, lasciando sulla mia guancia una macchia del suo sangue ma non ebbi il tempo per contemplare la loro morte, avrei voluto farlo ma sentii la voce di una bimba chiamare sua madre e visto che quei robot erano dappertutto non potevo lasciarla sola. Andai da lei per poi trovarla con uno di quelli puntare un arma su quella piccola creatura indifesa, gli diedi un calcio così potente che decapitai quella stupida macchina poi presi la bambina e la portai in salvo. Qualche ora dopo vidi una gigantesca nave che stava imbarcando quanti più Nex possibili per l'evacuazione e decisi di fare una corsa disperata nel tentativo di raggiungere la nave e mettere la piccola in salvo, però mentre salivamo a bordo alla bimba gli cadde il suo peluche, andò a riprenderlo ma un altro di quei schifosi Yom la raggiunse, stava per fare fuoco quando io gli ho fatto da scudo con il mio corpo, dissi alla bimba di andare e lei non perse tempo, fuggi nell'astronave io mi voltai e diedi un pugno a quel robot all'altezza del torace passandogli da parte a parte, dopodiché salii se pur malconcia sulla nave che ci avrebbe tratto in salvo. Qualche giorno dopo Master Zero venne da me e mi raccontò la storia dei guardiani, io la conoscevo già ma la sua versione era molto più dettagliata della mia e in poche parole mi disse che io ero divenuta una guardiana per via della mia naturale affinità che avevo con il fuoco».
«Capisco... e della piccola, cosa ne è stato?»
«Nella nave che ci ha portato in salvo ha ritrovato sua madre. Quando portai quella bimba in salvo... sentivo che il mio destino non era quello di recare del male agli altri ma... quello di proteggere chi non può difendersi da solo».
Phil finalmente aprì gli occhi di fronte ai Nex e dopo un racconto del genere i suoi dubbi riguardo le intenzioni di queste creature furono dissipati del tutto, si alzò e si avvicinò a Shira poi gli accarezzò la testa dicendo «Ho capito... mi dispiace se ti ho portato alla luce dei brutti ricordi, comunque... visto che io sono un tipo gracile, ti andrebbe di proteggermi?»
Shira abbassò lo sguardo dall'imbarazzo e arrossendo disse «S-se proprio devo...»
«Bene, allora conto su di te».
In quel momento uno strano calore invase il corpo della Nex, un calore che non aveva mai provato in vita sua; lei era solita scaldarsi per via della sua incontrollabile ira nel campo di battaglia ma... quella volta... il calore scaldò il suo cuore facendogli provare qualcosa che la scosse dal profondo. Shira capì che se fosse rimasta vicino a questo umano sarebbe diventata molto più forte, più di quanto non lo fosse mai stata fino ad oggi.

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Capitolo 7
*** Inizio del programma: Life with Nex ***


182° Giorno dall’arrivo dei Nex

Erano passati sei mesi esatti dall’arrivo dei Nex e la vita sulla terra sembrava scorrere serena e tranquilla come non succedeva ormai da tempo, tutti i rivoltosi furono neutralizzati e le guerre cessarono. I Nex avevano cominciato a convivere con gli umani e tutto sembrava filare liscio come l’olio.
Quel giorno era una calda mattinata di settembre e sull’isola New Hope era tutto pronto per dare il via al primo programma di integrazione, la classe era composta sia da alieni che da umani, l’atmosfera era come quella di una scuola qualsiasi anche se con la presenza di questi alieni alcuni esseri umani avevano un po’ paura ad entrare in classe.
Poco prima che cominciassero le lezioni una ragazza vagava da sola nei corridoi, era una vera e propria bellezza mediterranea se così vogliamo considerarla; spensierata e vivace portava allegria dovunque andasse ma… aveva un piccolo difetto: perdeva sempre il senso dell’orientamento, così quando si accorse di essersi persa non seppe più cosa fare «O mio dio! Ed ora? Che faccio? Mi sono persa… di nuovo». 
Disse la ragazza guardandosi intorno per poi riprendere a camminare in cerca della sua classe; percorse il corridoio fino a quando arrivò ad un vicolo cieco in cui era presente una porta di un grigio scuro tendente al nero, la ragazza esclamò «Qui c’è solo questa strana porta, deve essere questa la mia classe ne sono convinta!»
Aprì lentamente la porta ed entrò dicendo «C’è nessuno? È tutto buio qui».
In quel momento sentì come qualcosa che, a gran velocità, gli sfiorò la testa poi vide una strana sfera luminosa di colore rosso e quando si accesero le luci lei si voltò dove sentì quello strano oggetto che l’aveva appena sfiorata e vide tre kunai piantati nel muro. Si spaventò, sapeva bene che se fossero stati lanciati pochi centimetri più a destra per lei non ci sarebbe stato nulla da fare; udì una voce provenire dal centro della stanza dire «Chi sei? Cosa sei venuta a fare qui?»
Lei si voltò e vide dove prima c'era quella strana luce, un ragazzo, aveva i capelli che gli coprivano l'occhio destro ed erano neri come la pece così come i suoi occhi, era chiaramente un Nex per via della caratteristica voglia a forma di triangolo sulla fronte, visibile parzialmente a causa dei suoi capelli, inoltre indossava una lunga sciarpa rossa la quale aveva dei fori alle estremità. La ragazza impaurita disse «I-io sono una studentessa dell’accademia New Hope e… purtroppo mi sono persa».
«… Dovresti stare attenta a quello che fai! Saresti potuta morire prima, lo sai?»
«Ehm… si… ho notato…»
«… Come ti chiami?»
«Mi chiamo Elisa e frequento la classe 1°AB. E tu come ti chiami?».
«… Vuoi veramente sapere il nome di un assassino?»
«Eeeeeeh?»
«... Mi chiamo Io... se proprio ci tieni a saperlo»
«Io? Che strano nome».
«I nomi di noi Nex sono difficili da pronunciare e da capire per voi umani, per questo abbiamo deciso di identificarci con delle parti dei nostri nomi completi che fossero stati facilmente ricordabili e pronunciabili».
«Capisco».
«Hai detto che sei nel 1°AB dico bene?»
«Si».
«Livello: 1, Corridoio A, Porta B. Ricordatelo la prossima volta che cerchi la tua classe!»
«Urgh… io gia mi sono persa con quello che hai appena detto».
«… Lascia stare, ti accompagno, tanto frequentiamo la stessa classe».
I due ragazzi si incamminarono per andare nella loro classe. 
Poco dopo, in un’altra parte della struttura, Anies che viveva ormai da 6 mesi insieme ai Nex, conosceva perfettamente quella struttura ed anche lei si stava dirigendo nella classe 1°AB, portava in braccio dei libri e mentre camminava, in un momento di distrazione causato da una nave cargo andò a finire addosso a qualcuno; lei cadde a terra così come i libri che portava con se, così disse dolorante «Ah scusami, mi sono distratta e ti sono venuta addosso».
Quando aprì completamente gli occhi vide un ragazzo, un Nex, aveva capelli color argento ed i suoi occhi erano di un color verde smeraldo, iniziò a raccogliere i libri e disse «Ah, non importa, capita a tutti di distrarsi di tanto in tanto».
Il Nex guradò la ragazza nel volto e tendendogli la mano gli disse «Tu sei Anies dico bene?»
«Si, come fai a sapere il mio nome? Non credo ci siamo mai visti».
«In realtà, noi ci siamo visti la prima volta che voi siete venuti con il vostro aereo ma… a causa di come ero vestito non sei riuscita a vedermi in faccia».
«Ah, ma certo, Master Zero ha detto che i quattro individui incappucciati erano i suoi guardiani!»
«Esatto, mi chiamo Helios e sono il guardiano del vento, piacere di conoscerti».
«Piacere mio!» Disse Anies sorridendo
I due si fermarono a parlare del più e del meno per qualche minuto per poi scoprire che entrambi erano nel 1°AB, così decisero di andare in classe insieme. Dal corridoio riuscirono a vedere all'interno della loro classe e si resero conto che le uniche persone assenti erano loro, inoltre videro umani e Nex andare d’accordo, parlavano, ridevano e scherzavano come se provenissero tutti dallo stesso pianeta, tutti indossavano le divise scolastiche che consistevano in una camicia, un pantalone o una gonna per le ragazze. Anies non si sapeva spiegare se questa coesistenza era possibile per via del fatto che umani e Nex erano esteticamente simili tra di loro o se era per via del fatto che quest’ultimi avevano salvato il genere umano grazie alle loro prodezze ma in entrambi i casi in quell’ambiente si respirava un aria di felicità e di spensieratezza che gli umani non assaporavano da tempo. Quando Anies ed Helios entrarono nella classe, una ragazza aliena disse loro «Ehi, Helios ce l’hai fatta ad arrivare, un altro po’ e le lezioni sarebbero cominciate senza di te!»
Era Shira che sedeva su uno dei banchi a parlare con Lexiax, Phil e Rin, i quattro ragazzi sembravano aver stretto una bella amicizia in tutto questo tempo. Helios non era stato così fortunato, a causa dei suoi doveri sia familiari che come quelli da guardiano non aveva molto tempo libero a disposizione e quel poco che aveva lo passava immerso nella lettura. Mentre il gruppo il gruppo di Shira faceva la nuova conoscenza di Anies, dall'altro lato della stanza c'era Elisa che osservava Rin con molto interesse, quest'ultimo si accorse che qualcuno o qualcosa lo stava osservando ma decise di ignorare, dietro di lei sedeva Io da solo e nel puro silenzio continuava a guardare fuori dalla finestra immerso nei suoi pensieri; in teoria la classe era disposta per formare delle coppie ma lui preferiva rimanere per i fatti suoi. Qualche istante dopo suonò la prima campanella della giornata e dalla porta entrò una Nex, era alta con dei capelli biondo platino ed occhi verde acqua, si mise dietro la cattedra e disse «Buongiorno a tutti! Sono la professoressa Lilac. Come potete vedere sono una Nex ma se tutti voi pensiate che ci saranno dei favoritismi vi sbagliate di grosso. Tratterò  tutti alla stessa maniera, non saranno fatti sconti ne favori quindi preparatevi a studiare e ad impegnarvi sul serio. Chiaro?»
Tutti i studenti dissero in coro «Si professoressa!» Fatta ad eccezione di Io che era rimasto ad osservare fuori dalla finestra tutto il tempo, Liliac si accorse di lui e gli disse «Tu! Che guardi fuori dalla finestra, perché sei da solo?»
Io la ignorò completamente così la prof. gli lanciò un gessetto con così tanta forza da sembrare un proiettile gridando «Mi stai ascoltando?»
Il ragazzo mosse appena la testa ed il gessetto lo mancò dopodiché rispose con un tono freddo «... Ti ho sentito... se sono da solo è perché non voglio nessuno tra i piedi».
Liliac riprese il suo studente dicendo «Che tu lo voglia o no, devi stare vicino ad un essere umano dopotutto il programma di integrazione serve proprio a questo, prima ti ho visto mentre entravi con quella ragazza, ehm... com'è che ti chiami?»
La ragazza si alzò e disse «Mi chiamo Elisa».
«Bene Elisa, puoi metterti vicino ad Io? Tu che sei solo prendi il posto della tua compagna».
Dopo lo scambio i due ragazzi furono costretti a stare vicini, Elisa era una ragazza molto vivace, Io invece era un tipo chiuso in se stesso, lei cercava di coinvolgere il suo compagno parlandogli, invitandolo a fare ricreazione insieme o addirittura a fargli dei piccoli scherzi quale era solita fare per far divertire tutti ma ciò nonostante Io rimaneva impassibile quasi come se nulla lo toccasse.
Qualche settimana dopo i due non avevano fatto progressi nel loro rapporto, così Elisa decise che era giunto il momento di ricorrere al piano B, ossia chiedere in giro qualche informazione utile riguardo a lui ma senza successo dato che nessuno dentro la sua classe sapeva di lui, fino a quando non decise di chiedere a Lexiax. Lei nel gruppetto in cui faceva parte era la più vicina a Rin e quindi avrebbe anche avuto la possibilità di avvicinarsi a quest'ultimo così durante la ricreazione di quel giorno Elisa si avvicinò al gruppo in cui c'era la Nex e gli disse «C-ciao a tutti... ecco tu sei Lexiax dico bene?»
«In carne ed ossa. Dimmi, dimmi, sei per caso una mia ammiratrice?»
«Uhm... ecco in verità... vorrei chiederti qualcosa in più riguardo Io».
A quel punto intervenne Shira che disse «Uh, certo che a te ti è andata veramente male novellina».
Elisa diresse lo sguardo verso di lei e disse «Perché?»
La rossa si avvicinò a lei e gli diede una pacca sulla spalla dicendogli «Vedi... Io è soltanto uno stronzetto asociale a cui non piace parlare, preferisce rimanere immerso nei suoi pensieri ignorando tutto e tutti, poi, all'improvviso si sveglia ed approfitta della situazione per vantarsi e fare lo snob...»
A quelle parole Helios intervenne e con un tono alquanto adirato disse «Basta così! Ti sembra questo il modo di parlare di un tuo compagno? Perché se è così, dovresti soltanto vergognarti!»
Shira ebbe uno scatto d'ira, diede un calcio ad una sedia distruggendola e disse «Bastardo! Bada a come parli o non ci penso due volte a prenderti a calci in culo, chiaro?»
C'era un bel po' di tensione in quel momento ma Phil si avvicinò ai due e mise una mano sulle spalle ad entrambi e disse «Su, su, basta litigare altrimenti rovineremmo l'atmosfera di armonia che abbiamo creato con tanto impegno».
Quando il ragazzo toccò Shira lei arrossì, si voltò e disse «E-e va bene... se ci tieni tanto... cercherò di stare tranquilla».
Helios fece un respiro profondo e disse «Perdonatemi, non era mia intenzione... tuttavia non posso rimanere impassibile quando qualcuno parla in questa maniera di un mio amico».
I due si chiarirono e fecero la pace, dopotutto i guardiani erano abituati a questo tipo di legame di amore/odio. Dopo essersi calmati Helios cominciò a raccontare qualcosa sul conto di Io «Da dove possiamo cominciare? Onestamente non so molto di lui, diciamo che è un tipo a cui non piace parlare molto, forse per via del fatto che prima di diventare un guardiano era un assassino, quindi quando ti avvicini a lui cerca di fare attenzione visto che potrebbe avere qualche arma nascosta»
Elisa rimase scioccata e disse «V-veramente?»
«Conoscendolo è possibile».
«Veramente era un assassino?» Elisa si stava eccitando a questa idea visto che aveva considerato le parole del loro primo incontro come uno scherzo, quindi voleva saperne di più.
«Ehm... certo, so che lavorava per un settore militare e faceva parte delle unità assassini, quando il nostro pianeta fu attaccato credo che abbia usato le sue abilità per sopravvivere e fuggire, almeno credo. Scusa oltre a questo non so altro, mi dispiace».
«Non importa, grazie mille se non altro ora ho una base su cui partire».
La giornata trascorse tranquillamente ed Elisa durante le lezioni elaborò mentalmente l'approccio migliore per potersi avvicinare ad Io. Il giorno seguente Elisa decise di attuare il piano escogitato il giorno precedente  ma all'inizio della ricreazione il suo compagno si alzò dal suo posto ed uscì dalla classe così la ragazza decise di seguirlo ma non passò molto tempo prima che si perse, impaurita cercò una soluzione prendendo strade a caso peggiorando di conseguenza la situazione «Ed ora... che faccio? Non ci credo avevo soltanto un compito... ed ho fallito miseramente... come se non bastasse ora devo andare anche in bagno».
La ragazza continuò a correre senza incontrare anima viva, fin quando non finì addosso a qualcuno, la ragazza indietreggiò senza cadere e quando aprì gli occhi vide Rin che cercava di capire chi fosse e quando la riconobbe disse «Elisa, stai bene?»
La ragazza rispose affannosamente «No... aiutami ti prego...»
«Dimmi, cosa posso fare?»
«Bagno... ho bisogno di un bagno... per favore...»
Il ragazzo prese per mano Elisa e la portò nei bagni più vicini e poco dopo la ragazza uscì da li mentre si asciugava le mani con un pezzo di carta dicendogli «Grazie mille, questa è la seconda volta che mi salvi».
Il ragazzo era confuso e gli chiese «La seconda? Che vuoi dire?»
«... Ricordi? Quando c'era ancora la guerriglia? Tu... ti sei precipitato a salvare una ragazza da dei rivoltosi ricordi?»
«Oh, si ricordo perfettamente... se non fosse stato per Lexiax sarei morto quella volta... aspetta tu come fai a saperlo?»
«... Quella ragazza che hai protetto... ero io... avrei voluto aiutarti ma... quando sono tornata tu già eri scomparso... mi dispiace che non sia stata in grado di fare nulla quel giorno e ci tenevo a dirti grazie e a scusarmi».
Rin sorrise ed accarezzò la testa della ragazza dicendo «Quindi eri tu che mi fissavi... comunque non devi sentirti in colpa per quello che mi è successo, in fin dei conti un po' me la sono cercata».
I due si misero a ridere ripensando all'accaduto anche se, sulla pelle di Rin, i segni di quel fatidico giorno rimarranno indelebili sulla sua pelle sotto forma di cicatrici; poco distante da loro Io aveva spiato tutta la scena per poi andarsene senza dire nulla. Poco prima delle fine della ricreazione Elisa si sedette al suo posto ed il suo compagno di banco arrivò poco dopo e quando si sedette lei cominciò a parlargli «Si può sapere dove eri finito? È da un pezzo che ti cerco e quando ti devo parlare tu sparisci».
«... Sapevo che avevi in mente qualcosa, quindi ho preferito sparire più tosto che sopportarti!»
La ragazza si alzò di scatto dalla sedia e disse con tono alterato «Ma insomma qual'è il tuo problema? Sto cercando di fare amicizia con te in ogni modo possibile ma tu non fai altro che evitarmi e a comportarti in questa maniera!»
Il Nex rispose in modo tranquillo «... Si può sapere perché ti scaldi tanto? L'avevo detto il primo giorno che non volevo avere nessuno tra i piedi, se sei sorda non è certo un problema mio».
A quel punto si sentì bussare alla porta anche se era aperta, da lì entrò Master Zero che sorridendo disse «Cosa succede qui?»
Quando i Nex lo videro si azzittirono tutti e chinarono il capo in segno di rispetto dicendo «Buongiorno Master Zero».
Lui alzò delicatamente le mani dicendo «Non c'è bisogno di tutta questa formalità, metteremmo a disaggio i nostri fratelli umani».
A quel punto gli alieni tornarono ad avere una postura più naturale se pur rimanendo in silenzio, il loro leader con la sua lunga tunica bianca si avvicinò ad Io e gli disse «Vieni da me dopo le lezioni... devo parlarti».
Il guardiano chiuse gli occhi e disse «... Come desidera».
Nel corridoio si senti la voce di qualcuno chiamare il loro leader «Master Zero, dove siete finito? Mi risponda per favore». 
Poi dalla classe si riuscì a vedere un Nex anziano che cercava in lungo e in largo il suo leader così quest'ultimo si congedò dicendo a tutti di andare d'accordo.
Dopo le lezioni Io si diresse nella stanza di Master Zero, quest'ultimo lo accolse mentre Ariel gli serviva da bere una tazza di tè «Siediti pure Io, devo parlarti riguardo la tua condotta».
Il guardiano si sedette rimanendo in silenzio e fissò il suo leader sorseggiare il suo tè, poi quest'ultimo parlò «Io, so che per te è difficile entrare in contatto con qualcuno specialmente se proviene da una civiltà diversa dalla nostra, conosco il tuo passato ma con il tuo comportamento stai compromettendo il nostro piano di salvezza. Ti consiglio di essere più socievole con i tuoi compagni».
Io chiuse gli occhi e disse «Mi rifiuto...»
Master Zero sorrise e gli disse «Bene, sappi che quello che ti ho appena detto non è più un consiglio, ma un ordine!»
Il guardiano se pur riluttante disse «... Come desidera... ma non gli prometto nulla».
Dopo di che Io si alzò ed usci dalla stanza senza dire nient'altro, poco dopo incontrò Elisa e lui subito si voltò cercando di cambiare direzione ma lei lo fermò dicendo «Fermo... devo parlarti».
Il Nex si voltò e disse «... Parla, non ho tempo da perdere».
«Tu sei un assassino, dico bene?»
«... Si e con questo?»
La ragazza fece un respiro profondo poi gli disse guardandolo negli occhi «Allenami, voglio diventare più forte!»
Io fece una smorfia quasi divertita e disse «... Vuoi che ti addestri? Lo sai che uccidere non è come andare in giro in bicicletta? Molti non sanno neanche lontanamente cosa vuol dire realmente togliere la vita a qualcuno mentre lo si guarda negli occhi».
«So benissimo che uccidere qualcuno è inconcepibile per molti ed anche per me, tutta via, anche se non sarò mai in grado di fare una cosa simile, con i tuoi addestramenti diventerò sicuramente più forte».
Io mormorò tra se e se «Addestrare un assassino senza che impari ad uccidere eh...» Poi alzò lo sguardo e disse «Va bene... accetto la tua sfida».
Il Nex si avvicinò e gli porse la mano dicendo «... Sia chiaro, con me si fa sul serio, niente pianti e niente lamentele. Se cadi ti rialzi, se non riesci a rialzarti allora arrenditi e tornatene a casa prima che sia troppo tardi».
La ragazza determinata strinse la mano ad Io e gli disse «Non sono una pappamolle, ho forza di volontà da vendere!»
In quel momento il Nex sentì la determinazione di Elisa e qualcosa, nel profondo, gli diceva che in un modo o nell'altro avrebbe portato a termine il suo addestramento. 
Io,  stava sperimentando in maniera leggermente diversa ciò che avevano provato altri Nex prima di lui e inconsciamente pensò che una ragazza così solare sarebbe stata in grado un giorno... di portare un po' di luce nella nella sua vita... e nel suo cuore...

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Capitolo 8
*** Il primo Halloween dei Nex ***


212° Giorno dall'arrivo dei Nex.

Era ottobre e visto il costante aumento della densità di popolazione su New Hope, fu approvato il progetto dell'espansione dell'isola e Anies assisteva con curiosità alle operazioni tramite le grandi vetrate presenti nella torre principale, vedeva delle navi che gettavano nell'oceano una polvere simile alla sabbia e dopo qualche minuto apparve da sott'acqua la terra, le spiagge che delimitavano i contorni dell'isola sparirono e la terra ferma prese il suo posto espandendo così l'isola. Le operazioni durarono qualche giorno ed Anies nel tempo libero ammirava quelle macchine che ampliavano a poco a poco il territorio. Phil faceva lo stesso ma da una postazione diversa, per lui era routine girare nella struttura a curiosare sulle abitudini dei Nex parlando con Ariel la receptionist che lavorava nella hall oppure parlando con Shira. Rin non badò alle navi che stavano ampliando l'isola, pensava ai fatti suoi e al modo in cui avrebbe potuto migliorare il suo atteggiamento da solitario che ha sempre avuto fino a poco prima del suo ricovero ma dopo aver fatto mente locale della situazione attuale capì che la sua vita stava lentamente migliorando, non era più solo e di fatti aveva molte persone che si prendevano cura di lui, inoltre la sua vita non era più vuota come un tempo. Elisa non aveva tempo di ammirare le navi, gli allenamenti con Io erano intensi e gli portavano via una bella fetta di tempo libero e quel poco che aveva lo dedicava un po' a se stessa ed ai suoi amici, in particolar modo a Rin. Un giorno tutti i ragazzi si diedero appuntamento nel giardino centrale, un'immensa struttura situata al centro della torre in cui era presente una sorta di riserva naturale artificiale, metà della struttura era allestita allo svago ed al tempo libero, quindi era normale vedere bambini che giocavano sulle altalene o sugli scivoli inoltre erano presenti dei bar che servivano cose di ogni genere: dai gelati agli snack fino a dei speciali biglietti che consentivano a chi lo desiderava di lasciare l'isola per andare a trovare i propri parenti ed amici. L'altra metà della riserve era dedicata per una parte all'agricoltura mentre l'altra era una zona selvaggia e di fatti sul confine di quest'ultima c'erano sempre delle guardie per evitare che qualche bambino troppo curioso si avvicinasse troppo ed entrasse. I ragazzi stavano discutendo del più e del meno fin quando Rin accennò alla festa di halloween, così Lexiax curiosa gli chiese «Halloween? Cos'è?»
R: «È una festa in cui ci si maschera in modo spaventoso, di solito i bambini durante la festa non perdono l'occasione di andare in giro a chiedere “dolcetto o scherzetto?” mentre i ragazzi come noi di solito organizzano qualcosa per stare tutti insieme anche se travestiti».
L: «Sembra divertente!»
I: «... Sembra una perdita di tempo».
E: «Dai Io, non fare così e cerca di essere più allegro qualche volta».
S: «Lui allegro? Sarebbe come assistere ad un esplosione di una supernova a meno di un chilometro di distanza e sopravvivere, ovvero impossibile».
H: «Riconosco che Io è un po' diffidente ma questo non vuol dire che dobbiamo parlare così di lui».
I: «... Lascia stare Helios... dopotutto, non mi importa minimamente cosa pensa la gente di me...»
Io se né andò e Lexiax ed Elisa lo seguirono cercando di farlo tornare ma senza riuscirci; nel fra tempo Master Zero stava analizzando alcuni dati insieme ad Ariel. Lei oltre ad essere l'addetta alla hall era anche l'assistente personale di Master Zero il quale richiedeva l'assistenza della Nex se necessario che sia per una tazza di tè oppure per sistemare delle pratiche quando lui non aveva il tempo materiale per farlo. Master Zero, durante l'analisi si accorse che durante ottobre un evento importante per gli umani si sarebbe svolto quel mese, così lo fece notare alla sua assistente dicendogli «Ariel, guarda qui».
La Nex si voltò e disse «Cosa c'è Master Zero, ha scoperto qualcosa?»
«Si, a fine mese gli umani festeggiano una cosa chiamata “halloween”, sembra essere una festa in maschera in cui si deve fare paura alla gente».
«N-non credo sia una cosa divertente, e se poi spaventano me? Chi mi proteggerà?»
Master Zero sorrise e disse «Tranquilla, ti spaventeranno ma non ti faranno del male».
«Si ma se possibile... preferirei evitare di essere spaventata...»
«Mmm... allora che ne dici... di spaventare qualcuno?»
«Spaventare qualcuno? Non credo di esserne in grado».
Master Zero mise indici e pollici a formare un rettangolo con le dita, chiuse un occhio e guardò Ariel dicendo «Ma si che ne sarai in grado, fidati ho già qualche idea e poi questa potrebbe una buona occasione per portare avanti il nostro piano».
«E come?»
«Oltre ad avere radici storiche e religiose molte festività di questo pianeta sembrano essere fondate su dei sentimenti, se riuscissimo a sfruttare questi eventi potremmo fare progressi con i nostri studi e le nostre tecnologie».
Ariel sorrise e disse «Ho capito, se questo potrà essere di aiuto può contare su di me».
I due si misero a buttare giù delle idee per l'evento che avrebbe avuto luogo l'ultimo del mese e tra un progetto e l'altro il tempo volò fino alla fatidica data.
Il 31 ottobre tutta la torre principale fu addobbata dai Nex insieme agli umani per creare un ambiente lugubre e spettrale e l'intera struttura divenne una sorta di gigantesca casa degli orrori, il parco divenne la parte più terrificante in cui fu allestito un percorso dove potevano entrare massimo due persone alla volta. Il gruppo di amici dopo aver fatto una breve ma intensa avventura all'interno della torre si ritrovò nel parco e li videro questo percorso. Phil avvicinandosi disse «Ragazzi guardate qua, non so cosa sia ma deve essere forte!»
Anies gli rispose «P. soltanto tu puoi trovare interessanti queste cose, lasciatelo dire sei un drogato di film e cose horror».
P: «Che vuoi farci A. essere spaventato da qualcosa come fantasmi e lupi mannari pronti a sbranarti non è male, specialmente considerando il fatto che creature del genere neanche esistono».
A: «Oh... ne sei sicuro? Se non sbaglio dicevi così anche degli alieni».
P: «Ahahahaha... già hai ragione, ma ora è diverso... credo...»
Lexiax si avvicinò a loro e disse «Scusate la domanda però è da un bel pezzo che me lo chiedo; ma perché voi due vi chiamate con le vostre iniziali senza pronunciare il nome? Cos'è, per caso provate imbarazzo a chiamarvi per nome?»
A: «No, diciamo che questo è il nostro solito modo di parlare, siamo hacker dopo tutto e non vogliamo che qualcuno ci scopra e ci arresti».
P: «Vista la situazione in cui siamo non credo che a qualcuno importi più se siamo hacker, figuriamoci di mandarci in prigione per aver frugato in qualche archivio top secret o robe simili».
Intervenne Io incuriosito e disse «E se vi dicessi che a qualcuno potreste interessare?»
Anies si spaventò e disse «Aaaah! Non apparire di soppiatto così, vuoi farmi morire di paura?»
I: «... Sono un assassino, agire di soppiatto è la mia specialità e poi siamo in tema quindi a nessuno importa se muori di paura».
A: «Detto da te poi... fa alquanto impressione come cosa...»
P: «Ahahaha.... Cosa volevi dire con ciò che hai detto poco fa?»
I: «Niente... ve ne parlerò un'altra volta».
Helios si avvicinò e lesse il messaggio, poi disse «Qui c'è scritto che possiamo entrare due per volta».
Phil era entusiasta e non vedeva l'ora di entrare, si guardò intorno per vedere chi sarebbe stato il partner ideale per questa sfida e decise che Anies sarebbe stata perfetta così si avvicinò a lei ma poco prima di aprire bocca si sentì tirare la maglietta, si voltò e vide Shira che gli disse «Dove pensi di andare quattrocchi?»
«Andavo a chiedere ad Anies se voleva venire con me, perché?»
«Guarda e non fare domande».
Helios si avvicinò alla ragazza e gli chiese se voleva andare con lui, Anies sorridendo disse di “si” senza pensarci due volte così Phil pensò che i due andassero molto d'accordo più di quanto non volevano far sembrare, Shira tirò di nuovo la maglia dicendo «Se ti va... ci possiamo andare... i-insieme...»
Phil sorridendo gli disse «Certo, se ci sei tu posso stare tranquillo, dico bene?»
Shira arrossì e disse «O-ovvio, se qualcosa ti attacca... ti proteggerò...»
Poco distante, due ragazze molto rumorose si stavano litigando lo stesso “osso”; il povero Rin era finito senza volerlo una piccola disputa tra Elisa e Lexiax e le due continuarono a litigare fin quando Io non intervenne prendendo Rin in braccio dicendo «... Se vi porto via lui, la finirete di litigare».
Mentre Io teneva in braccio Rin come una principessa quest'ultimo si girò e gli disse «Grazie, mio eroe».
Il Nex lo gettò a terra dicendogli «... Mi dispiace, ma hai scelto il principe sbagliato».
«Ahahaha... credo tu abbia ragione».
A quel punto Helios chiamò tutti a raccolta e decise di fare un piccolo gioco per scegliere chi sarebbe entrato per primo così il Nex dai capelli argentati prese dei pezzi di carta ci segno sopra dei numeri e li mescolò nelle sue mani poi le coppie formate presero un numero ciascuno e le prime ad andare furono le povere ragazze che prima bisticciavano tanto.
Lexiax guardò Elisa e gli disse «S-sei pronta?»
«Certo!»
«S-sicura?»
«Certo!»
«Hai paura?»
«Cert... che diamine! Andiamo invece di fare tante domande!»
Elisa prese per mano la Nex e la trascinò dentro, quest'ultima cercando di dimenarsi disse «No aspetta, non sono pronta... ho pauraaaa!»
E fu così che le ragazze sparirono nel buio e pochi istanti dopo si cominciarono a sentire le prime urla «Aaah o mio dio! Cos'è quella cosa?»
«Non lo so Lexiax, ma non mi piace... Ah una mummia, corri»
«Ma perché mi caccio sempre in guai come questo?»
«Zitta e corri!»
«Ho pauraaa...»
Le due procedettero tra urla e spaventi fino alla fine del percorso poi toccò ad Anies e Helios, quest'ultimo si voltò verso di lei, la prese per mano e disse «Andiamo? Tranquilla ci sono io qui con te».
La ragazza arrossì e cominciò a spingerlo dicendo «F-finiscila di dire cose sdolcinate e muoviamoci!»
I due entrarono e sparirono nell'ombra, nel frattempo le due povere martiri tornarono dal proprio calvario sostenendoci a vicenda, Elisa con un filo di voce disse «S-siamo tornate...»
I ragazzi rimasti si avvicinarono e Phil gli chiese «Allora com'è stato?»
Lexiax ancora terrorizzata disse «Vi dico solo una cosa: lasciate ogni speranza o voi che entrate».
Phil fece un sorriso quasi di consolazione e disse  «C-credo che così sia un po' troppo melodrammatico».
I ragazzi continuarono a chiacchierare fin quando non uscirono Helios ed Anies, quest'ultima era visibilmente scossa ed impaurita mentre il Nex era alquanto sorridente e tranquillo come non avesse avuto paura di niente. Dopo di loro fu il turno di Io e Rin i due entrarono per poi scomparire come i loro compagni ma a differenza di loro non ci fu nessun grido di terrore provenire dai due, sembrava quasi che fossero finiti in un'altra dimensione o che qualcuno li avesse imbavagliati e rapiti, ipotesi  che erano andate tutte in fumo quando i due uscirono dal percorso, tutti quanti si avvicinarono ed Helios gli chiese «Cos'è successo? Nessuno di voi ha avuto paura?»
Rin rispose grattandosi leggermente la testa «No... a dire il vero... non è stato tutto questo gran che... per lo meno con lui».
Io sospirò e disse «... Il mio occhio destro... riesce... bha, lasciamo stare tanto non capireste».
Il Nex si mise seduto e cominciò a guardare il cielo stellato dalle enormi vetrate, nel frattempo Phil e Shira entrarono insieme nel sentiero degli orrori, il ragazzo era alquanto rilassato mentre la Nex era leggermente nervosa. Mentre camminavano nell'oscuro percorso Shira si strinse sempre più al ragazzo il quale camminava tranquillamente fin quando l'aliena non vide qualcosa che la spaventò dicendo «Ah... che diavolo è quella cosa pelosa?»
Il ragazzo si voltò e disse «Cosa pelosa?»
«Si, quella!»
Il ragazzo toccò la strana cosa dicendo «Ah... è soltanto una tarantola finta, non devi aver paura».
«L-lo sapevo che era finta... volevo metterti alla prova!»
All'improvviso apparvero una mummia e un gorilla che urlavano ed agitavano le braccia mentre si avvicinavano ai giovani, il ragazzo prese la mano di Shira e disse «Muoviti, seguimi!»
I due fuggirono seminando le creature che togliendosi le maschere non erano altro che Master Zero ed Ariel e quest'ultima disse «Ah... non è giusto, anche io vorrei che mi prendesse la mano e mi portasse con se».
«Cos'è? Per caso ti sei innamorata di lui?»
«Eh... assolutamente no... o per lo meno... non penso...»
«Lascia che ti dia un consiglio come tuo amico d'infanzia, dovresti essere più onesta con te stessa».
«Uhm... forse hai ragione».
Nel frattempo Phil e Shira si erano allontanati dai “mostri” per poi finire all'esterno del sentiero, il ragazzo vide degli apparecchi e pensando che fossero generatori sì avvicinò alla Nex dicendogli «Siamo fuori... non credo abbiamo completato il percorso, questi strani aggeggi sembrano essere dei generatori elettrici, forse alimentano i macchinari che fanno scattare le trappole e le macchine del fumo».
La Nex si teneva il braccio mentre guardava il suolo rispose «... Si, credo tu abbia ragione...»
Phil vedendola in quel modo si preoccupò «Cos'hai? Non stai bene?»
«No... non sto bene per niente... dovevo proteggerti ed invece tutto quello che ho fatto è stato... paralizzarmi dalla paura».
Il ragazzo accarezzò la testa della Nex dicendogli «Dai non fare così, delle volte può capitare di bloccarsi dalla paura e poi pensaci un secondo, non siamo mai stati in pericolo quindi non sentirti in colpa, ok?»
Shira a quel punto prese per il cravattino il ragazzo e lo sbatté su un lampione poco distante dicendogli «Perché... perché divento così quando sono con te? Perché non riesco ad essere la classica me stessa quando ci sei tu? Perché...»
Phil vedendola in lacrime decise di abbracciarla, in un primo momento non disse niente lasciando la sua amica a sfogarsi e quando lei si calmò gli disse «Sai... ci sono volte in cui una persona pensa di conoscersi alla perfezione ma nella maggior parte dei casi non è così, quando si conosce qualcuno, specialmente una persona nuova, si scopre sempre qualcosa in più su se stessi. Non aver paura di te stessa perché... a mio parere... bhè... sei carina così come sei...»
«Davvero? Davvero pensi che io sia... carina?»
«Si... certo».
La Nex sorrise ed abbracciò il ragazzo dicendogli «Anche tu sei carino... quattrocchi... se non ti dispiace... vorrei provare a fare un piccolo esperimento ma... non sono brava con queste cose quindi non so quale sarà il risultato...»
«Uhm? Che esperimento?»
«Chiudi gli occhi e lo scoprirai».
Phil chiuse gli occhi e la Nex cominciò lentamente ad avvicinarsi a lui. 
Attimo dopo attimo la distanza che se parava le loro labbra si riduceva lentamente ma in modo costante, finché... non si baciarono. In un secondo, un brivido corse sulla schiena di entrambi ed in quel momento nel cuore di Shira ci fu un tumulto di emozioni che diventavano via via sempre più forti, sempre più intense. Quando il bacio finì l'aliena si allontanò dal ragazzo e con il volto pieno di rossore disse «Lo sapevo... ora ne ho la conferma... tu... mi piaci...».
«Who... questa si che è una vera sorpresa...» Disse il ragazzo sentendosi spiazzato dall'accaduto.
«Ed io? Si... insomma... t-ti piaccio?»
«Bhè... non posso dire certo di “no” ad un viso così carino».
I due rimasero ad abbracciarsi ancora per qualche minuto per poi tornare dai loro amici.

Nel frattempo, in una gigantesca nave situata nelle profondità dello spazio, un ragazzo camminava nel corridoio che portava alla sala di controllo dell'astronave, lì incontrò un Nex anziano vestito di nero, si avvicinò a lui dicendogli «Allora dottore, quale sarà la nostra prossima destinazione?»
«La nostra prossima destinazione sarà un piccolo pianeta situato ai confini della Via Lattea, il suo nome è... Terra».
«Che bello, questo significa che tra un po'...»
«Potrai rivedere la tua amata sorellona».
Il ragazzo sorrise e il dispositivo circolare che portava sull'occhio sinistro si accese di una luce rossa, poi disse «Sto arrivando... mia cara Lexiax...»

Angolo autore
Ciao a tutti, visto che Halloween è vicino ho deciso di aggiungerlo al capitolo così da rendere le cose più divertenti (e sorprendenti). Come vi sembra la storia? Vi piace? Non siate timidi e lasciate pure una vostra opinione :D

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Capitolo 9
*** Riflessioni ***


Passarono alcuni giorni dal evento di halloween e la vita su New Hope era tranquilla come al solito finché un giorno una nave molto appariscente atterrò sull'isola, tutti cercarono di capire cosa stava succedendo e dalla nave uscirono alcuni soldati che si disposero su due file una difronte all'altra. Successivamente dalla navicella uscirono due figure la prima era alta e slanciata, la sua carnagione era grigiastra ed aveva la testa allungata, occhi a mandorla completamente neri e labbra sottili. La seconda figura invece era chiaramente femminile ed era poco più bassa della prima,  il suo volto ricordava quello di un gatto, e le sue orecchie erano a punta e posizionate sopra la testa proprio come quelle di un felino, i suoi occhi erano di un color oro e le sue pupille erano verticali, aveva anche una coda ed inoltre una sottile peluria ricopriva il suo corpo che era di un colore simile al manto dei leoni e lo stesso colore avevano i suoi capelli. Erano entrambi vestiti con delle divise azzurre con decorazioni dorate sulla parte superiore. Scendendo i due esseri furono accolti da Ariel, la quale sembrava sapere del loro arrivo «Benvenuti sulla Terra, io sono Ariel. Prego seguitemi, vi porterò personalmente da Master Zero».
I tre entrarono nella torre principale ma quando le porte si aprirono Anies e Phil presi dalla curiosità furono sorpresi ad osservare i strani visitatori. L'alieno slanciato disse mormorando alla sua collega «Mi chiedo, che cosa potrà mai avere di eccezionale un pianeta popolato da scimmie troppo evolute...»
L'aliena che lo accompagnava gli rispose mormorando «Dai ora non fare l'egocentrico e poi sembrano creature simpatiche».
I due continuarono a bisbigliare finché non raggiunsero l'ascensore che li portò nella sala di Master Zero, giunti là, il leader dei Nex li aspettava mentre sedeva sul suo trono «Benvenuti signori, a quale onore devo la vostra piacevole visita?»
«Siamo qui per avvisarla che Yomkar si sta spostando, probabilmente si sta dirigendo verso questo pianeta. Non sappiamo con esattezza la data di arrivo ma sicuramente l'anno prossimo questo posto verrà preso d'assedio». Rispose l'alieno dagli occhi neri.
«Capisco, sapevo di poter contare sulla Federazione. Speriamo soltanto che per allora saremo pronti».
A quel punto l'aliena felina si fece avanti «Perdoni la mia intrusione ma gli abitanti di questo pianeta erano molto sorpresi e curiosi di vederci, per caso non hanno ancora studiato le varie razze aliene presenti nello spazio?»
«Ora che me lo fai notare, hai ragione. Eravamo presi dalle nostre ricerche che ci siamo dimenticati di insegnare agli umani cose basilari come queste».
L'aliena cominciò a scodinzolare e disse tutta eccitata «Perfetto! Io, Nerina, mi offro come insegnante per quanto riguarda le materie: cultura e civiltà aliene. Se possibile ovviamente».
Master Zero era perplesso della sua decisione «Siete sicuri che vada bene? Non vorrei causare disagi».
La creatura slanciata gli rispose «Non si preoccupi, siamo in un periodo di pace e quindi se Nerina si assenta per qualche tempo non credo ci saranno problemi».
I tre continuarono a parlare del attuale stato dell'universo fin quando non decisero di congedarsi, all'uscita della stanza l'alieno dagli occhi neri incontrò Helios e guardandolo gli disse «Capelli argentati ed occhi smeraldi, non ci sono dubbi tu provieni dal Casato di Szél, dico bene?»
«Si, mi chiamo Felasike Helios Szél». Disse chinando la testa
«Capisco. Ho saputo di cosa è successo a tuo padre quel giorno. Mi dispiace... era un essere forte, colto e sorprendentemente coraggioso. È un vero peccato che uno come lui se ne sia andato».
«Lei conosceva mio padre?»
«Certo, non potrei mai dimenticare il suo volto ed il suo portamento,  guardandoti ho rivisto lui in te. Ci vediamo, ultimo erede dei Szél».
«Arrivederci, conte Dakabre».
Helios riconobbe l'essere con cui aveva parlato grazie ai racconti di suo padre che parlava spesso di lui e di ciò che succedeva nella Federazione Galattica, vederlo di persona gli ha fatto ricordare quanto affetto provava verso il suo defunto suo padre.
Dopo essersi imbattuto nel conte ed aver parlato con Master Zero, Helios tornò in classe e poco dopo entrò la professoressa Lilac «Buongiorno studenti, da oggi ci sarà una nuova insegnante che mi assisterà nelle lezioni. Prego, entra pure».
Dalla porta entrò l'aliena felina vestita in modo elegante, quando era vicino alla cattedra diresse il suo sguardo verso gli studenti e sì presentò «Ciao a tutti! Io sono Nerina, l'insegnante felina e mi occuperò di farvi conoscere tutte le razze presenti nell'universo e tutte le loro caratteristiche. Spero che diventiamo amici al più presto!»
La sua vivacità piaceva molto ai studenti i quali sembravano entusiasti di averla come insegnante.
I giorni trascorsero tranquillamente fin quando un giorno Ariel entrò in classe dicendo di avere una comunicazione da Master Zero «Buongiorno ragazzi, mi chiamo Ariel ma penso che ormai sappiate tutti il mio nome. Master Zero mi ha incaricato di dirvi che a breve si terrà una gita. Abbiamo bisogno di aggiornare i nostri impianti scolastici e quindi la struttura dedicata allo studio sarà fuori uso per un po' di tempo così abbiamo deciso di approfittare dell'occasione per fare questa uscita. A breve saprete il programma quindi non preoccupatevi di nulla se non di fare i bagagli. Per ora è tutto, buona giornata».
Ariel se ne andò e la giornata cominciò come sempre, a fine delle lezioni arrivò un messaggio sulla lavagna olografica che mostrava il programma creato dal leader dei Nex per tale occasione, sembrava un giro intorno al mondo a bordo di una nave da trasporto passeggeri. La nave fungeva anche da struttura ricettiva con tanto di stanze e completa di servizi quindi non c'era bisogno di un albergo che ospitasse i studenti e gli insegnanti ogni giorno. Gli umani erano perplessi, non sapevano se era sicuro lasciare l'isola ma ad ogni modo non avevano nulla di cui preoccuparsi visto che i loro compagni li avrebbero protetti.
Nel giorno della partenza c'era molto fermento tra gli studenti e tutti non vedevano l'ora di partire e di scoprire le meraviglie del mondo, specialmente nel gruppo dei guardiani in cui sembrava esserci un buon affiatamento. Poco prima della partenza Ariel chiamò a raccolta i studenti dando alcune dritte su come affrontare al meglio il viaggio, inoltre disse che le stanze all'interno della nave erano doppie e che ciascuno doveva condividere la propria stanza con il suo compagno di banco, molti umani rimasero spiazzati visto che il proprio compagno era del sesso opposto e quindi non sapevano che pesci prendere in quel momento, alcuni Nex erano sorpresi di questa decisione mentre alcuni come Shira e Lexiax erano molto contenti di questa notizia, quest'ultima abbracciò Rin e gli disse «Aaaah! Che bello! Staremo in camera insieme, dimmi, non sei curioso di scoprire qualcosa in più sui nostri corpi? Se vuoi posso insegnarti tutto quello che vuo-»
Shira interruppe la sua amica colpendola leggermente sulla testa «Piantala di dire cose assurde e soprattutto calma i tuoi bollenti spiriti, non sei mica un animale in calore!»
Lexiax sospirò e disse mormorando «Guasta feste!»
Dopo essersi imbarcati ed aver fatto un check-in l'areo-nave partì per la sua prima destinazione. Passata qualche ora i ragazzi sbarcarono nelle isole Hawaii, tutti furono meravigliati nel vedere le isole così da vicino, la loro conformazione geologica, la fauna ed il paesaggio stesso erano mozzafiato per entrambe le razze. Tutti passarono la giornata esplorando la cultura e i cibi locali mentre altri preferivano studiare la biodiversità del posto, poi calò la notte e tutti rientrarono nell'areo-nave per la cena e dopo aver mangiato il gruppo di amici si divise; Phil, Anies, Elisa ed  Rin stavano tutti nella stanza di quest'ultimo e i quattro ragazzi cominciarono a giocare a carte e a parlare dei Nex e di cosa ne pensavano, Rin vedendo che la discussione stava cominciando ad appassionare intervenne «Ragazzi, io credo che i Nex sono delle creature eccezionali. Si... insomma... se non fosse stato per loro noi non ci saremmo mai incontrati e chi sa... magari qualcuno di noi ora non sarebbe più vivo a causa delle guerriglie».
A: «Già, hai ragione. Senza contare che ora io e Phil possiamo andare in giro senza preoccuparci di essere arrestati o chissà cosa».
P: «Sarebbe una brutta situazione se un gruppo di poliziotti cercherebbe di arrestarci nel bel mezzo di quest'uscita».
E: «Ok, ok. Basta parlare di cose depresse, più tosto,  ho una domanda scottante per tutti. A voi piace qualcuno? Premetto: non importa che sia umano o Nex».
Tutti dentro la stanza cominciarono a fischiettare e a fare i vaghi e a quella reazione la ragazza mediterranea non resistette e decise di rompere il ghiaccio «E va bene, se fate i difficili vuol dire che inizio io. A me piace Rin». Disse abbracciando il ragazzo.
P: «Come se non l'avessimo capito, tu e Lexiax fate a gara per accaparrarvi quel povero ragazzo».
R: «Diciamo... che sono... in una situazione... potenzialmente letale».
P: «Non ti biasimo, visto che hai due forze della natura che ti fanno la corte».
A: «E tu invece? Commenti tanto ma non sapevo che ti piacessero le ragazze muscolose, vero... quattrocchi?»
P: «S-shira non è muscolosa, ha soltanto la corporatura ben delineata e poi senti chi parla, non sapevo che ti piacessero i damerini!»
A: «H-helios non è un damerino, è un sangue blu, un nobile. Ma un plebeo come te non potrebbe mai capire cosa vuol dire essere potente».
P: «Si vede che ti piacciono le persone benestanti eh?»
I due continuarono a litigare, per loro era normale visto che erano amici d'infanzia e non davano peso alla cosa anzi visto che si erano distaccati un po' ultimamente i due ci trovarono gusto a discutere ed a scambiarsi insulti a vicenda, così durante la loro scenata Elisa approfittò del momento per avvicinarsi a Rin e gli chiese «Hey... ecco... scusa la domanda ma... potrei sapere a te, chi ti piace?»
«Chi mi piace? Non credo di essere innamorato di qualcuno in questo momento, preferisco godermi le amicizie che ho stretto visto che un rapporto amoroso rischierebbe di rovinare questo dolce equilibrio che si è creato».
«Capisco...»
Elisa sì rattristì nel sapere che il ragazzo non sembrava provare interesse verso di lei, tuttavia questo fatto la spingeva e la motivava; se veramente non provava niente per nessuna ragazza forse aveva  ancora una possibilità di conquistarlo.
Nel frattempo nella stanza di Helios i quattro Nex avevano fatto una piccola rimpatriata e mentre passavano il tempo facendo giochi di carte insegnati dai loro compagni umani, cominciarono a parlare di quest'ulimi e Lexiax come suo solito cominciò la discussione con la sua vivacità «Hey, allora ragazzi cosa ne pensate degli umani? Sono simpatici vero?»
I: «... Considerando che si stavano auto-distruggendo... credo di si....»
H: «Molti popoli che abbiamo aiutato erano sull'orlo dell'autodistruzione, non credo che loro siano molto diversi non credete?»
S: «Sì, credo hai ragione. Anche se c'è una cosa che non mi convince...»
L: «Cosa? Cosa?»
S: «Non so se ci avete fatto caso ma... non sembra anche a voi che questi umani siano strettamente collegati con noi? Nel senso, vi è mai capitato di essere in loro presenza e di sentirvi... completi».
L: «A me è successo.... la prima volta che ho parlato con Rin, mi sono sentita in una maniera molto simile, come se qualcosa che mi mancasse fosse finalmente giunta al suo posto come un tassello di un puzzle».
H: «È possibile che questo sia uno dei motivi per cui Master Zero ci ha portati qui. In tutti gli aspetti la cultura degli umani non ha niente da offrirci se non rendere più intense le nostre emozioni rendendoci così...»
I: «Completi... tutto torna alla fine dei conti... se siamo qui è per un solo motivo... evolverci».
Un gelido silenzio pervase la stanza, i guardiani stavano lentamente comprendo la ragione della loro permanenza sul pianeta Terra e tutti si chiesero quale era la vera destinazione del loro viaggio tra le stelle: sconfiggere Yomkar? Creatore degli Yom, oppure, l'evoluzione dei Nex? Le loro prestazioni fisiche erano invidiabili tra molte razze, il loro intelletto era molto al disopra della media interplanetaria se pur non fosse all'apice, l'unica cosa che rendeva vulnerabili i Nex era la debolezza delle loro emozioni e soltanto una razza aveva questo fattore sviluppato ai massimi livelli: gli umani. Lexiax decise di rompere il silenzio chiedendo «Allora, visto che si parla di umani ditemi: c'è qualcuno che vi è particolarmente simpatico tra loro o che addirittura vi piaccia?»
Tutti i presenti rimasero in silenzio così la Nex birichina decise di stuzzicare i suoi compagni «Hey, Helios... ti vedo molto interessato ad Anies, per caso ti piace? E tu Io, come vanno le cose con Elisa? Oh Shira, quasi mi dimenticavo... è successo qualcosa tra te e Phil, non fate altro che scambiarvi occhiatine dolci ultimamente...»
Shira arrossì «F-falla finita idiota... o giuro che ti faccio saltare per aria!»
L: «Ah! Sei tutta rossa, ma come sei carina».
Lexiax abbracciò la sua amica e cominciò a dire «Coccole, coccole, coccole, coccole!»
S: «L-levati, scema che non sei altro... »
I Nex continuarono a chiacchierare e a giocare finché non rientrarono nelle loro stanze, la notte passò tra imbarazzo e palpitazioni causate dalla nottata in compagnia dei loro vicini spaziali. 
Le due razze trascorsero giorni felici e spensierati in giro per il mondo e tutti gli alieni, cosi come i guardiani quella sera, cominciavano a chiedersi quale era il vero motivo della loro permanenza sulla Terra, molti di loro sembravano aver risvegliato se pur in parte le loro emozioni ed un effetto domino stava prendendo lentamente largo tra le coscienze di questa razza.
Un giorno durante una gita nel Grand Canyon, i ragazzi stavano ammirando il panorama con un magnifico tramonto, Anies era ammaliata da quella vista così spettacolare e si avvicinò inconsciamente ai bordi del canyon poi fu abbagliata dalla luce del sole, sì coprì gli occhi con la mano destra ma spostandosi mise il piede su una pietra friabile che non riuscì a sostenere il suo peso, così la ragazza cominciò a cadere nel vuoto gridando. Tutti erano scioccati della cosa tranne Helios il quale si gettò nel canyon cercando di salvarla, i due stavano precipitando ed il Nex decise di attivare la sua modalità di combattimento «Elevabit Ventosum!»
Un turbine d'aria circondò il suo corpo fino a farlo sparire, sembrava un tornado in picchiata che a causa della velocità aveva assunto una forma ovale, quando la trasformazione fu completata il ragazzo riapparve con la sua armatura che era di un colore verde smeraldo proprio come i suoi occhi, aveva una chiara forma aereo dinamica sul torace e sulle braccia, inoltre sulla schiena aveva due enormi ali-propulsori che erano presenti anche sul casco ma di dimensioni notevolmente più piccole, c'erano anche delle rifiniture di color oro sui polsi, sulle caviglie, sul collo, sui giunti delle ali presenti sulla schiena e sulla parte inferiore di quelle presenti sulla testa. Helios aprì le sue quattro ali che dopo essersi aperte diedero una notevole spinta propulsiva al ragazzo che raggiunse la ragazza pronunciando il suo nome «Anies!».
I due tesero le loro mani, si  sfiorarono leggermente per poi riuscire ad aggrapparsi l'uno all'altro ed una volta che le loro mani si strinsero il Nex sollevò la ragazza per poi abbracciarla stretta a se, ruotò le sue ali ed attivò gli aereo-freni che rallentarono delicatamente la caduta fino a quando il piede destro di Helios toccò una roccia molto sporgente dalla quale si diede una spinta per risalire il canyon, pochi secondi ed Anies avrebbe colpito quella pietra e per lei non ci sarebbe stato più scampo. Qualche momento dopo i due ragazzi raggiunsero la cima del canyon dal quale erano precipitati e tutti si avvicinarono per congratularsi con Helios ma quest'ultimo vide che la ragazza era scioccata e decise di chiedere aiuto «Lexiax, devo chiederti un favore. Anies è visibilmente scossa, tu ed il tuo team potete occuparvene?»
La Nex sorridendo con la sua solita spensieratezza disse «E c'è bisogno di chiedere? Farei questo ed altro per degli amici!» 
Attivò la sua radiolina ed organizzò gli uomini all'interno dell'areo-nave, pochi secondi dopo una piccola scialuppa arrivò sul posto caricando la ragazza, Helios e Lexiax decisero di andare con lei per assicurasi che nulla andasse storto; dopo di che la gita riprese senza altri intoppi. Quella notte Helios rimase tutto il tempo a vegliare sulla ragazza ed il mattino seguente Anies si svegliò, la prima persona che vide fu proprio il Nex il quale aveva passato la notte in bianco per vegliare su di lei «Hey, ti sei svegliata! Sono veramente felice ora, ero preoccupato per te e non sono riuscito a chiudere occhio».
«Già... lo vedo dalle occhiaie che hai sotto gli occhi. Devo dire... che non ti si addicono molto».
«Fai la spiritosa anche quando ti trovi in un letto d'ospedale... lasciatelo dire... sei la migliore».
«No... sono soltanto una tipa troppo curiosa... e come si dice su questo pianeta... avvolte la curiosità uccide...».
Helios prese la mano della ragazza e gli disse «Vorrà dire che io ti salverò ogni volta».
Anies sorrise delicatamente e gli rispose «Grazie... vorrà dire che cercherò di non farti rischiare la vita troppe volte per salvarmi».
Le giornate trascorsero tranquille ed Anies si era ripresa dallo shock, la gita si svolse nei migliori dei modi e una volta tornati sull'isola i ragazzi erano contenti ma anche nostalgici dei posti che avevano appena visitato, durante lo sbarco Helios teneva la mano di Anies quasi come se fosse la sua principessa ed una volta aver toccato il suolo si sentì una voce «Ah! Helios, tesoro. Sei tornato finalmente».
I due guardarono da dove proveniva la voce e videro una donna bellissima, i suoi capelli erano lunghi, lisci con un effetto seta e di un color argento mentre i suoi occhi erano verde smeraldo, indossava un abito bianco ed una collana con una pietra simile all'ambra, quando il Nex guardò meglio la donna gli rispose «Madre! Cosa ci fate qui?»
«Visto che i rapporti con le altre razze di alieni stanno procedendo bene ho deciso di concedermi un piccolo viaggio di riposo per venirti a trovare, tu sei Anies giusto? Mio figlio parla sempre di te quando facciamo le nostre video-chiamate, lasciatevelo dire siete proprio carini insieme».
Il ragazzo arrossendo gli rispose «M-madre smettila, mi metti in imbarazzo...»
La madre di Helios sorrise «Ah scusami, non volevo farti arrossire così. Comunque questo pianeta è veramente molto bello, ricorda molto la nostra casa, ricordi?»
«Uhm... si... madre, io e Anies andiamo a disfare i nostri bagagli, se vuoi puoi aspettarci alla reception».
«Certo tesoro».
I due se ne andarono e la donna vedendoli dirigersi nella torre di New Hope, mormorò «Helios... sei cambiato molto in così poco tempo. Figlio mio, possibile che quell'umana sia così tanto importante per te?»

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Capitolo 10
*** Helios: L'angelo vendicatore dei Nex ***




Dopo aver disfatto le valigie Helios ed Anies si diressero nella reception dove ad aspettarli c'era la madre del ragazzo «Ah, siete arrivati finalmente. Mi chiedevo se vi eravate dimenticati di me».
«Come se potessimo madre. Andiamo in caffetteria, staremo in un luogo più tranquillo dove parlare».
I tre giunsero in caffetteria e dopo aver preso qualcosa da bere cominciarono a parlare di ciò che era successo sul pianeta Terra dal primo giorno dell'arrivo dei Nex finché la donna non cominciò a rimuginare il passato «È passato così tanto tempo da quando abbiamo lasciato la nostra casa che guardando questo pianeta così vivo mi sento nostalgica. Helios, tu ti ricordi il nostro pianeta?»
«Come potrei mai dimenticarlo? Un pianeta rigoglioso con oceani stupendi ed un cielo sereno, un vero paradiso se non fosse stato per lui».
Anies era presa dalla conversazione e disse «Per “lui” intendete lo scienziato cattivo che era stato bandito?»
La donna guardò la ragazza «Esatto».
Ad Helios tornarono in mente brutti ricordi e stringendo i pugni disse «Yomkar... pagherà per quello che ha fatto!»
La madre del ragazzo sfiorò la mano di quest'ultimo e gli disse «Non è necessario agitarsi prima del tempo. Indubbiamente affronteremo Yomkar presto o tardi ma per il momento è meglio rimanere tranquilli».
Il ragazzo fece un respiro profondo e sì calmò poi la donna guardando suo figlio gli disse «Certo che sei cambiato, sei diventato un tipo più... sereno da quando sei qui. Sono felice, ricordo che eri diventato un tipo quasi asociale, parlavi poco e guardavi tutti con uno sguardo di ghiaccio e gli unici che ti ricordavano chi eri realmente erano gli altri guardiani, ma da quando sei qui sembri aver ritrovato quella piccola luce negli occhi che ti era stata portata via».
Helios a quelle parole, guardò quasi come per istinto Anies nei suoi occhi azzurri e proprio guardando la ragazza decise di raccontare il suo piccolo segreto personale «La verità... è che da quando sono diventato guardiano i miei occhi non sono più gli stessi, quando guardo qualcosa che sia esso un essere vivente oppure un oggetto riesco inevitabilmente a scorgere il suo punto debole, fisico o psicologico che sia. Avevo paura di nuocere gli altri e per questo ero sempre così distaccato ma il popolo di questo pianeta sembra avere qualcosa di particolare. Non so come spiegarlo ma ciò che si avvicina di più a ciò che penso può essere sintetizzato nella seguente citazione: “Gli umani nella loro imperfezione sono perfetti”».
La madre di Helios era incuriosita «Quindi, nonostante riesci a vedere i punti deboli degli umani non senti la paura di fargli del male?»
Il Nex annuì «Si, ma credo che sotto ci sia dell'altro che ancora non posso comprendere ancora del tutto».
Anies vedendo il suo amico turbato gli disse «Sono sicura che un giorno capiremo qual'è il significato del legame che c'è tra Nex ed umani e se siete venuti qui non è stato certo un caso, in fondo mi piace credere che tutto succede per un motivo ben preciso».
I tre continuarono a parlare finché non si fece tardi e quando uscirono dalla caffetteria videro che il sole stava tramontando, decisero così di tornare nei propri alloggi. Poco prima di entrare nella sua stanza Helios sentì una presenza alle sue spalle e senza voltarsi disse «Io, che ci fai qui?»
Il Nex apparve alle spalle del ragazzo, era appoggiato al muro e con il suo classico tono privo di sentimento disse «Master Zero vuole vederti».
Così come apparve, Io sparì ed il guardiano del vento sì recò nella stanza del suo leader. Giunto la vide Master Zero seduto sul suo trono ad ammirare il tramonto «Master Zero, sono qui come desiderava».
«Ah, Helios. Volevo aggiornarti su delle cose che sono successe di recente, i tuoi compagni già lo sanno ma tu eri con tua madre e considerando che non la vedi da molto tempo avevo deciso di non disturbarti. Comunque sia, Yomkar si sta avvicinando a questo pianeta, abbiamo usato come scusa la gita scolastica per preparare al meglio la torre principale di New Hope. Dovrebbe arrivare all'incirca tra un anno secondo i calcoli, il prossimo novembre se non saremo pronti saremo costretti a fuggire di nuovo. Non voglio che accada, ho intenzione di combattere qui su questo pianeta».
Helios era spiazzato a tale rivelazione «E gli umani? Chi li proteggerà? Se quel pazzoide attaccherà questo pianeta gli umani non-».
«Proteggeremo gli umani a qualsiasi costo, voglio concludere questa storia una volta per tutte».
«Se è questa la sua volontà non posso fermarla, però mi dica; saremo pronti per allora?»
«Come ben sai stiamo lavorando a dei progetti che consentiranno a noi Nex di usare le nostre emozioni come armi in particolar modo gli equipaggiamenti dei guardiani che saranno potenziati grazie a questa tecnologia, abbiamo già sviluppato dei schemi per Io, Shira e Lexiax. Manchi soltanto tu, per questo motivo, voglio che domani vieni nel simulatore a combattere contro gli ologrammi, forse non riusciremo a costruire uno schema ma se non altro ci faremo delle idee su cosa fare».
«Come desidera, Master Zero».
Il giorno dopo Helios si diresse nel simulatore dove attivò la sua armatura pronto a combattere contro gli ologrammi dei Yom sotto l'occhio vigile di Master Zero, le figure apparivano ad ondate ed il guardiano le eliminava senza troppi problemi grazie alle sue spade laser, ne impugnava una per mano ma ne aveva altre nascoste che le usava in caso di emergenza, con l'oscillazione delle sue lame era in grado di creare correnti d'aria che sollevavano in aria i nemici e grazie alla sua abilità nel volo poteva facilmente i colpire i loro punti deboli a mezz'aria. Il leader dei Nex vedendo la destrezza del suo migliore guardiano decise di aumentare il livello della sfida raddoppiando i nemici ed in quel momento Helios giocò la sua carta migliore «Sonic stab: Mach 3!»
Con una velocità tre volte superiore a quella del suono, il Nex eliminò tutti i nemici con un singolo attacco tagliandoli a metà, Master Zero vedendo il suo guardiano con le sue ali-propulsori aperte dalle quali uscivano fiammate di colore rosso, mormorò «Sembra quasi ciò che qui chiamano “angelo”, ma certo ci sono!»
Il leader dei Nex chiamò Helios il quale si recò da lui «Master Zero, qualcosa non va nelle prestazioni?»
«No, prestazioni eccellenti come al solito. Ho soltanto avuto un'idea su come sviluppare uno schema, speriamo che sia fattibile».
«È pur sempre meglio di niente».
«Hai ragione, ora vai a riposarti. Domani hai scuola e non voglio che ci vai mentre sei affaticato».
«Uhm... ok credo che seguirò il suo consiglio. Arrivederci».
Master Zero salutò sorridendo con la mano il guardiano per poi tornare nella sala del trono, una volta seduto chiamò i suoi migliori scienziati e dopo avergli dato le dritte quest'ulimi si misero al lavoro per realizzare uno schema. Passarono dei giorni e Master Zero decise di controllare di persona i progressi del suo team «Allora come procede?»
Uno dei scienziati si avvicinò a lui e gli rispose «Bene, abbiamo appena ultimato lo schema anche se è instabile».
«Per quale motivo?»
«Sappiamo che i schemi sono una specie di “stampo” con cui far combaciare il potenziale del armatura dei guardiani ma nel caso di Helios non abbiamo trovato uno nulla che potesse coincidere alla perfezione».
«Quindi è uno schema incompleto?»
«Diciamo che abbiamo risolto metà dello schema grazie alla sua idea ma per l'altra metà non sappiamo cosa fare».
«È un guaio. Se non saremo pronti per il tempo stabilito, saremo nei guai e purtroppo lo saranno anche gli umani».
«Credo che alla fine dei conti, l'intero universo sarebbe nei pasticci».
«Indubbiamente, ma la sua preda principale saremo noi, poi a seguire tutte le altre razze. Continuate a lavorare e tenetemi aggiornato. Il nostro angelo vendicatore deve essere pronto prima che Yomkar si faccia vivo!»

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Capitolo 11
*** Il natale con i Nex ***


Passarono alcuni giorni e da lì a poco si fece dicembre, la vita sulla Terra era pacifica e sull'isola di New Hope c'era molto fermento per via di una festività in arrivo. Master Zero insieme all'aiuto dei suoi collaboratori organizzò un grande evento nel parco della struttura, fu addobbato un gigantesco albero di natale e grazie a dei speciali cannoni la zona fu ricoperta da una sostanza simile alla neve, non era fredda ma aveva la sua stessa consistenza ed inoltre non si scioglieva al sole. Il gruppo di umani e Nex decise di farsi i regali ed ad uno a uno i ragazzi organizzarono delle sorprese per i propri amici, nonostante il fermento e la magia nell'aria un individuo non sembrava minimamente toccato dalla festività in arrivo, si trattava di Io il quale cercava di alienarsi. Due settimane prima dell'evento principale Elisa si stava allenando insieme al suo mentore e sotto l'occhio vigile di quest'ultimo la ragazza riceveva incitazioni dal Nex «Bene, continua a muoverti senza far scattare gli allarmi. Ci sei quasi».
Ma a pochi passi dal traguardo la ragazza cadde a terra «… Come non detto».
Mormorò Io dopo averla vista cadere «Rialzati, non hai completato il percorso!» 
Ma la ragazza con non sembrava reagire, preoccupato Io controllò la sua allieva e vedendo che ansimava si allarmò «… Cosa sta succedendo?» 
Mormorò il ragazzo per poi mettergli una mano sulla fronte «Accidenti! Scotti come una stella, ti sei presa la febbre. Sciocca se non stavi bene potevi anche dirmelo invece che sovraccaricarti!» Io caricò Elisa sulle sue spalle e con una velocità fulminea uscì dalla stanza, si recò in fretta e furia nello studio di Lexiax la quale era in pausa e si stava godendo un dolce al cioccolato «Lexiax!» 
Gridò il Nex aprendo la porta con irruenza, la poveretta si sobbalzò dallo spavento ed aggiustandosi gli occhiali rispose «I-io stai per caso testando un nuovo modo per assassinare facendo morire di paura gli altri? Insomma potresti bussare per diamine!»
«Non ho tempo per certi dettagli, più tosto… Elisa ha la febbre. Puoi fare qualcosa?»
«Ma capitano tutte nel mio momento di pausa? Sistemala sul lettino, ora gli do un occhiata».
Lexiax si avvicinò alla ragazza e gli fece un rapido check-up «Non è in gravi condizioni, probabilmente è soltanto un'influenza passeggera, ora gli preparo qualcosa per fargli abbassare la febbre».
Le Nex andò nel suo laboratorio ed Io rimase solo con Elisa, guardò la ragazza sofferente e per uno strano motivo si sentì in colpa, pensava ai momenti passati con lei e alla sua costante allegria che rendeva colorate le sue grige giornate “Non volevo farti del male” continuava a ripetersi dentro di se ma poi i suoi pensieri furono interrotti dalla sua collega la quale rientrò con la medicina «Eccomi qua, facciamogli bere questo e la febbre dovrebbe scendere».
I due diedero il composto alla ragazza la quale si tranquillizzò «Bene lasciamola riposare».
Io caricò la Elisa sulle spalle e disse «La porto nella sua stanza, se non altro dormirà nel suo letto».
«Ok, fa attenzione a non sollecitarla troppo. Intesi?»
«… Si, si… come vuoi tu».
Il Nex portò la sua amica nella sua camera e la mise delicatamente sul letto, prese una sedia e cominciò a vegliare su di lei; durante la notte Io si sentì afflitto dai sensi di colpa per aver sovraccaricato la ragazza, anche se Lexiax aveva rassicurato il suo amico lui rimase in pensiero per lei. Il mattino seguente Elisa trovò Io che si era addormentato sulla sedia, non capiva cosa succedeva così facendo mente locale di cosa era successo il giorno prima sì ricordò che il suo fisico non aveva retto finendo così con il perdere i sensi, in quell'istante il ragazzo si svegliò e trovando la ragazza che lo fissava gli disse «Sei già sveglia? Pensavo che ti avrei anticipato… come ti senti?»
«Molto bene».
«… Capisco… m-mi dispiace...»
«Eh?»
«N-non farmelo ripetere… è già abbastanza imbarazzante dirtelo una volta!»
«Non devi scusarti, anzi, ti ringrazio per esserti preso cura di me. Pensavo di esserti un peso eppure tu hai continuato ad allenarmi».
«Non era un tuo desiderio… diventare più forte?»
«Si… e lo sono diventata. Sai… credo di non aver più bisogno di allenarmi o come minimo ho bisogno di una pausa, in entrambi i casi sento di essere diventata forte, ho scoperto i miei limiti ed ora non credo che mi rimane molto da fare».
«I limiti sono fatti per essere superati».
Elisa sorrise gentilmente e rispose «Siamo umani, non possiamo andare così tanto oltre».
In quell'istante, vedendo il volto della ragazza Io comprese una cosa che ignorava del tutto; lui addestrato per anni nelle unità assassini scoprì quanto potesse essere fragile la vita cominciando così a chiedersi il motivo per il quale era un guardiano e qual'era la vera natura dei suoi poteri.
Trascorsero i giorni ed arrivò la vigilia di natale ed i ragazzi avevano organizzato una piccola festa nell'appartamento di Phil il quale perdendo una scommessa fu costretto da Anies a concedere il suo spazio ed i primi ad arrivare furono Rin e Lexiax, quest'ultima indossava un abitino di natale sexy per incendiare gli animi «Hey, ciao a tutti… eh? Non dirmi che siamo i primi ad arrivare!»
«Ehehehe… a quanto pare sembra proprio di si». Rispose Rin.
Dopo qualche minuto arrivarono Anies ed Helios anche loro con abiti natalizi «Buona sera».
«Helios… smettila di essere cosi formale, siamo tra amici non siamo mica politici intergalattici».
«Scusami Anies, è... soltanto la forza dell'abitudine».
Poco dopo arrivarono Elisa ed Io ma quest'ultimo non ne voleva sapere di indossare dei vestiti a suo parere “strani”così si presentò con una camicia, calzoni eleganti e mocassini, quando Lexiax lo vide vestito in quella maniera si fiondò su di lui «Oh cavolo Io, sei fighissimo. Se vai in giro così conquisteresti tutte le ragazze che incontri, una bomba sessuale vivente. Però ti manca un piccolo dettaglio». La Nex slacciò i primi due bottoni mostrando così una parte del petto del ragazzo «Opplà, ora si che sei in grado di rendere schiava ogni ragazza che incontri».
Io distolse lo sguardo ed imbarazzato rispose «N-non credo che certe cose mi interessino».
I ragazzi si sedettero intorno al tavolo ed alzando i bicchieri gridarono tutti «Auguri!» Poi Phil si guardò intorno e disse «Aspettate… non ci stiamo dimenticando di qualcuno?»
I ragazzi si guardarono attorno e Lexiax esclamò «Shira! Ehm… qualcuno l'ha vista?»
Io rispose «Ho visto un tipo sospetto aggirarsi da queste parti… probabilmente era lei».
«Vado a cercarla». Rispose Lexiax alzandosi dalla sedia.
Pochi minuti dopo la ragazza rientrò insieme ad un individuo vestito con una tunica nera che lo copriva dalla testa ai a piedi e spingendolo a forza Lexiax disse «Per caso Io era questo l'individuo sospetto?»
Il Nex lo guardò e rispose facendo un cenno con la testa e la sua amica rispose «Bene, signori e signori è con immenso onore che vi presento l'anima della festa, ciò che riscalderà i nostri animi ed i nostri corpi ufufu». Prese la tunica dell'individuo e glie la tolse dicendo «Tadà!»
I ragazzi in particolar modo i maschi rimasero stupiti nel vedere Shira che indossava abiti succinti simili a quelli della sua amica, si era tagliata i capelli ed ora li portava corti, tutti notarono che si era curata il suo aspetto esteriore più di quanto non facesse normalmente ma la cosa che stupì più di tutti era il suo atteggiamento timido «L-lexiax te lo avevo detto che questi abiti erano troppo… insomma mi fissano tutti».
«Ahahahaha dai non preoccuparti, sta sera accenderemo gli animi di tutti i maschi». Lexiax si avvicinò all'orecchio di Shira e gli disse «E poi guarda come ti guarda Phil, lasciatelo dire hai fatto bingo sta sera».
Shira vide Phil che lo fissava ed arrossì per poi mettersi timidamente seduta vicino a lui. La festa procedette in modo sereno finché il gruppo decise di andare nel parco per l'evento principale della serata e dopo un breve discorso di Master Zero, Nex ed umani si scambiarono i regali. Io non era particolarmente interessato e nel momento più magico della serata decise di andarsene ma poco prima di uscire dal parco sentì la voce di Elisa chiamarlo «Fermati Io».
Il ragazzo si voltò e rispose «Credo di averti addestrata anche troppo bene visto che sei riuscita a trovarmi ad un passo dall'uscita. Comunque dimmi, qualcosa non va?»
«Uhm.. no… niente di che… ti ho fatto un regalo e speravo di dartelo prima che sparissi».
«Un regalo? Per me?»
«Si… tieni».
Io prese il piccolo pacco, lo aprì e al suo interno trovò una sciarpa «Indossi sempre quella sciarpa logora così ho deciso di fartene una nuova».
«Questa sciarpa che indosso è impregnata del sangue dei miei compagni ed è diventato il simbolo di una promessa, no… di una vendetta verso gli Yom. Non puoi lontanamente capire il dolore che porto ogni giorno».
«So che è il tuo passato ed a malapena riesco ad immaginare il dolore che porti ma non credo che tutto questo ti possa far bene, inoltre... è davvero questo quello che i tuoi compagni  vorrebbero? Vedere un amico che si fa carico di tutto sulle proprie spalle? Per quanto asociale tu sia sappiamo entrambi che non sei cattivo come vuoi far sembrare, quindi… penso che dovresti aprirti di più e lasciare il tuo passato alle spalle come stiamo cercando di fare noi umani. Non ti sto chiedendo di dimenticare ma… semplicemente di voltare pagina».
Io cercò di ribattere ma non trovò le parole, la ragazza aveva ragione e ascoltandola realizzò che per quanto potesse essere forte, lui, era quello più bisognoso d'aiuto. Lentamente afferrò la sciarpa logora che portava al collo, se la tolse lasciandola cadere a terra e vedendo l'indumento giacere vicino al suo piede Io capì che grazie all'aiuto di Elisa era stato in grado di lasciare andare il suo passato e di aver trovato la forza e la volontà di guardare avanti. Spiegò la sciarpa nuova e cercò di mettersela al collo ma la ragazza si avvicinò e disse «Aspetta ti aiuto».
Dopo aver messo la sciarpa al ragazzo quest'ultimo imbarazzato disse «T-ti ringrazio… anche se io non ti ho fatto niente».
«Ah non preoccuparti, anzi.. se vuoi puoi farmelo ora un bel regalo».
«Uh? E cosa potrei fare sentiamo».
«Uhm… Sorridi. Da quando ci conosciamo non ti ho mai visto sorridere, sempre imbronciato e serio serio, ora un tuo sorriso mi renderebbe felice».
Vedendo l'allegria della ragazza per la prima volta dopo molti anni Io chiuse gli occhi e sorrise, in quel momento il Nex sentì quella sensazione che molti altri suoi simili avevano provato prima di lui, un sentimento che lo colpì nel profondo e sentiva come se tutte le sue emozioni irradiassero il suo corpo con una nuova energia; il ragazzo prese Elisa e la strinse tra le sue braccia e sussurrandogli nell'orecchio gli disse «… Grazie».

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Capitolo 12
*** Il cuore e la spada ***


  

Dopo la festa di natale umani e Nex festeggiarono insieme il nuovo anno facendo una grande festa e passato il periodo dei festeggiamenti la vita tornò alla normalità… o quasi. In una tiepida mattina di gennaio Master Zero stava camminando tranquillamente per i corridoi della struttura principale quando udì il piangere di una bimba  «Mamma…Mamma dove sei? Ho paura qui… tutta sola...»
Master Zero si avvicinò e vide una bambina dai capelli neri e gli occhi verdi che cercava sua madre ma senza trovarla, si avvicinò a lei e sorridendo gli disse «Hai perso la mamma?»
La bimba si girò e lo vide, alto occhi azzurri come il cielo ed i capelli color argento con addosso una tunica bianca e rossa, era spaventata ma vedendo la voglia triangolare sulla fronte si tranquillizzò visto che sua madre gli aveva insegnato che i Nex erano esseri di cui potersi fidare, si avvicinò ed annuì, «Io sono Zero e tu come ti chiami?»
«Sally». Disse la piccola asciugandosi una piccola lacrimuccia sull'occhio sinistro poi afferrò la mano del Nex dicendo «Mi aiuti a cercare la mamma?»
«Ma certo». Rispose Master Zero prendendo in collo la piccola. I due si diressero nella hall dove Ariel che con il suo solito dolce sorriso accolse i due «Buongiorno Master Zero».
«Buongiorno Ariel, mi aiuteresti con una piccola faccenda? La piccola qua ha perso sua madre e non riesce a trovarla. Puoi fare uno dei tuoi miracoli?»
«Vedo che posso fare».
Dopo aver fatto delle domande alla piccola Sally ed aver fatto un controllo delle telecamere di sicurezza l'aliena fu in grado di trovare sua madre, spedì così un Nex ad avvisare la donna e poco dopo lei si presentò nella hall, la piccola corse verso sua madre gridando dalla felicità «Mamma, mamma».
La donna abbracciò sua figlia e ringraziò gli alieni per la loro pazienza e la loro gentilezza per poi andarsene.
Il giorno seguente Master Zero fu chiamato da Ariel nella hall, il leader dei Nex trovo la piccola Sally ad aspettarlo con un foglio in mano ed appena lo vide corse da lui «Zero, Zero, ti ho fatto un disegnino, grazie ancora per aver trovato la mamma ieri». Disse la bambina con uno sguardo dolce e felice, il Nex prese il foglio e vide che era un disegno che raffigurava lui e Sally stilizzati che si tenevano per mano nella hall, Master Zero sorrise si sentiva stranamente felice alla vista di quel disegno poi sentì tirarsi la tunica e voltandosi vide la piccola Sally sorridente che gli disse «Zero giochiamo insieme?»
«Eh? Giocare?»
Vista la perplessità Ariel gli disse «Master Zero, ultimamente sta lavorando molto ed una piccola pausa credo che le farebbe solo che bene».
«Una pausa eh?» Disse per poi guardare il volto dolce della piccola «Ok, credo si possa fare. Allora Sally a cosa ti piacerebbe giocare?»
La bimba si mise l'indice vicino alla bocca e guardando il suolo in modo perplesso rispose «Uhm… nascondino».
«Ok, perché no. Forza vai a nasconderti io vengo a cercarti».
«Va bene».
I due giocarono per tutta la mattina fin quando Sally non cominciò ad avere fame, così i due si fermarono e si misero a pranzare e dopo aver mangiato i due tornarono a giocare insieme, prima si misero a fare dei disegni insieme poi giocarono con le costruzioni.
Sally era felice ma voleva uscire e giocare all'aperto così chiese «Zero, giochiamo fuori?»
«All'aperto eh? Il clima non dovrebbe essere troppo freddo, anzi credo sia mite… ma si perché no».
I due uscirono dalla struttura principale e si diressero verso la spiaggia, era una tiepida giornata non adatta per fare il bagno ma una camminata sulla sabbia non era una cattiva idea, Sally e Zero giocarono a rincorrersi fino a quando non si fece il tramonto e vedendo l'ora il Nex decise di rincasare così caricò la piccola Sally sulle spalle e si incamminò verso la struttura principale di New Hope, mentre camminava sentiva la bimba abbracciarlo per poi udire la sua voce «Zero… ti voglio bene...»
Master Zero sentì l'affetto della bambina ed una sensazione lo riscaldò dal profondo quasi come se un legame misterioso ed antico con gli umani stesse lentamente riaffiorando da un passato ormai dimenticato; una volta arrivato alla base il Nex vide la madre della piccola ad aspettarli nella hall, la donna si avvicinò e disse «Bentornato, mi dispiace che mia figlia vi abbia fatto correre e perdere tempo, gli avevo anche detto di starsene buona ma quando sono arrivata nella hall questa mattina era già andata a giocare con lei».
«Si figuri, è stato divertente e poi avevo proprio bisogno di una pausa quindi non si preoccupi. Piuttosto la piccola si è addormentata ma credo sia normale visto quanto ha giocato».
«Già è una tipa molto vivace e piena di energie. La ringrazio per quello che ha fatto per me e mia figlia».
«Non mi ringrazi, è stato un piacere».
Dopo una breve chiacchierata la donna e sua figlia se ne andarono lasciando Master Zero da solo con Ariel la quale disse «Allora, come è andata?»
«Meglio di quanto immaginassi, dimmi Ariel... "lei" è ancora qui?»
«Intende la duchessa? Si, è ancora qui in visita al figlio».
«Bene, la mandi nella sala del trono il prima possibile. Ho bisogno di parlargli».
Con queste ultime parole Zero prese l'ascensore che lo conduceva agli ultimi piani della struttura principale, qualche minuto dopo sull'uscio della sua porta vide una figura dai lunghi e fluenti capelli argentei entrare nella sua stanza, il Nex si alzò e disse «Ah, benvenuta duchessa Szél. È un onore averla qua».
«L'onore è tutto mio Master Zero, dimmi a cosa devo questa sua convocazione?»
«Niente formalità per favore, è vero che il nostro rango sociale è diverso ma questa è una faccenda confidenziale quindi evitiamo di darci del lei, mi sento a disaggio dover parlare formalmente a qualcuno che conosco da quando ho memoria. Comunque ti ho convocata perché ho un favore da chiederti»
«Di che si tratta?»
«Exaled… ti dice nulla?»
«La spada leggendaria tramandata nel casato dei Szél di generazione in generazione, a cosa ti serve?»
«Non serve a me, ma a tuo figlio Helios».
«È troppo giovane ed inesperto per padroneggiare un simile potere».
«Vero… ma se combinassimo l'Exaled con i poteri di guardiano la cosa sarebbe alquanto diversa, non credi anche tu?»
«Si, ma non so se il suo fisico riesca a reggere una simile pressione. Perfino io ho difficoltà a padroneggiare quella spada».
«È davvero così? Dimostralo».
«Ne è convinto? Potrebbe farsi male».
«Fallo!»
La donna toccò la sfera che portava sul polso e da lì usci una spada nel fodero, prese l'impugnatura e disse «Una volta tolti i sigilli sarà difficile per me controllarla».
«So quello che faccio, ora estrai la spada e colpiscimi».
Lei estrasse la spada dal fodero e la lama, bianca come la neve si mostrò ai loro occhi, qualche secondo dopo cominciò a brillare di luce propria ed entrambi capirono che stava assorbendo l'energia dell'universo, ciò la rendeva instabile tanto che la donna faceva fatica a tenere la spada nelle mani che cominciavano a tremargli a causa della pressione a cui era sottoposta il suo corpo «Uhg… così intenso… Zero, preparati».
La donna agitò la spada ed un'onda di energia a forma di mezza luna si diresse verso Zero, il quale con la mano tesa creò uno scudo difronte a se e nullificò il colpo ma in quell'istante lei si scagliò verso il Nex e cercò di colpirlo direttamente con la spada dicendo «Mi dispiace….».
Si sentì un forte rumore metallico seguito da una poderosa onda d'urto che fece tremare i vetri della stanza, la donna temendo il peggio aveva tenuto gli occhi chiusi per non guardare ma quando li riaprì vide il suo leader tenere la lama della spada nella sua mano destra «Visto? Si è stabilizzata».
«Che vuoi dire?» Disse la donna scossa.
«Guarda, l'energia è sotto controllo. Ora la pressione sul tuo corpo deve essere ridotta».
La duchessa guardò l'arma e vide che delle linee sinuose composte di energia avvolgevano la spada luminosa dalla sua impugnatura fino alla punta della lama, notò che la sua mano non stava tremando e che il suo corpo si sentiva molto più rilassato «Che cosa significa tutto questo….» Mormorò la donna.
«La spada reagisce al cuore di chi la impugna, cose come paura, ansia, tormento… odio finisco inevitabilmente a compromettere le prestazioni e la stabilità della spada stessa. Un cuore forte che darebbe la vita pur di proteggere ciò che ama è la chiave che consente di poter usare al meglio questo potere, proprio come fece tuo marito quel giorno. Ho intenzione di usare questa spada come chiave di volta per Helios, grazie ad essa sarà in grado di usare al meglio le sue emozioni rendendolo così un salvatore».
La donna rimise la spada nel fodero e preoccupata rispose «Tutto questo potere… non è che finirà per corromperlo?»
Zero rassicurandola rispose «Se Helios ha soltanto un decimo del coraggio e la determinazione di suo padre, allora non hai niente da temere».
La duchessa fece un respiro profondo e rispose «Va bene, ti concederò l'Exaled ma ad una condizione, sarò io a dare la spada a mio figlio quando sarà il momento giusto ed ovviamente lui non deve sapere nulla di ciò. Per lui questa spada è molto più di una semplice reliquia».
«Affare fatto, sarai tu a dargli la spada e non saprà nulla di tutto ciò. Hai la mia parola».

Angolo Autore: Di capitolo in capitolo metterò i vari personaggi (in versione chibi) spero vi piacciano :)

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Capitolo 13
*** Verità ***




Dopo aver consegnato la spada, i ricercatori si misero a studiarla e visto che si trattata di un oggetto  unico e particolare in pochi avevano avuto l'occasione di maneggiare.
Durante un esperimento nei laboratori entrò la professoressa Lilac che si avvicinò al suo leader con una cartellina in mano dicendo «Master Zero, ho qui il rapporto riguardo il comportamento ed il progresso dei guardiani».
«Eccellente, allora come stanno procedendo?»
Master Zero prese la cartellina e cominciò a sfogliarla e la professoressa rispose «Stanno facendo tutti dei progressi, l'unica che sembra essere rimasta indietro sembrerebbe essere Lexiax».
«Capisco… e tuo fratello?»
«Io è rimasto il solito inespressivo di sempre, anche se da quando è passato quell'evento… come si chiamava? Natale se non sbaglio, comunque, sembra essere cambiato in qualche modo».
«Che intendi dire?»
«Sembra più... sereno»
«Meglio così. Trovo straordinario come il fatto che tu ed Io siete fratelli, siete così diversi eppure...»
«Non siamo fratelli, non di sangue per lo meno».
«Ma ciò non toglie che gli vuoi bene, proprio come una sorella. Vero?»
La Nex abbassò lo sguardo rimanendo in silenzio, Master Zero fu raggiunto da uno scienziato che disse «Signore, è tutto pronto».
«Bene, diamo il via al test».
«Ricevuto».
Lo scienziato si allontanò e diede l'ordine di iniziare l'esperimento, Lilac incuriosita chiese «Cosa intende fare con l'Exaled?»
«La stiamo analizzando, ho idea che Helios possa padroneggiare questa spada meglio di chiunque altro».
«Se ben ricordo il padre del ragazzo non ce l'ha fatta proprio a causa di quella spada».
«Vero, ma è altrettanto vero che suo padre è stato l'unico in grado di tenerla sotto controllo. E credo di aver scoperto il motivo».
«Davvero?»
«Si, il duca ha cercato di proteggere la sua famiglia ed i suoi servitori. Ci era riuscito portandoli in salvo in una navicella ma fatto ciò l'unica cosa che gli rimaneva da proteggere era se stesso, cosa che gli risultò impossibile visto che la rabbia e l'odio invasero il suo cuore rendendo instabile la spada».
«Proteggere qualcuno per amore rende la spada stabile, è questo il segreto?»
«La risposta che hai dato è inesatta. Sappiamo per certo che la spada assorbe l'energia dell'universo ma reagisce ai sentimenti di chi la impugna, quindi... la chiave di tutto credo sia l'amore indiscusso, un'emozione così forte che possa unire popoli e culture indipendente dalla loro origine. Ho toccato la lama di quella spada a mani nude sentendo dentro di me questo sentimento ed il risultato è stato eccezionale: la spada si era stabilizzata quasi completamente».
«Hmmm, questo si che è un risultato interessante. Mi chiedo perché non la usa lei più tosto che affidarla ad Helios».
«Per quanti permessi hai, queste sono informazioni riservate. Quindi, per il bene di entrambi sarebbe meglio se evitassi di fare domande simili».
«Ho capito, ho capito. Ora la smetta di fare così, mi sta mettendo inquietudine».
Master Zero sorrise, poi si udì il rumore dei macchinari e l'esperimento ebbe finalmente inizio.

Nel frattempo, nella struttura principale di New Hope, Lexiax si trovava davanti alla porta della stanza di Rin; aveva i capelli sciolti ed indossava una maglia bianca con sopra una felpa celeste, jeans blu scuro, un paio scarpe da ginnastica e piccoli orecchini a forma di stella marina. Senza pensarci troppo suonò il campanello, il ragazzo aprì e vedendo la Nex le disse «Hey, Ciao Lexy. Sono le 7 di mattina, che ci fai qua?».
«Ciao Rin, volevo chiederti se avevi da fare oggi».
«No, perché?»
«Ti va di uscire ora?»
«Eh, adesso?»
«Non hai voglia?» Disse l'aliena con un'espressione triste.
«Ah, no non è questo. Ero solo sorpreso, tutto qua. Dammi momento che mi preparo».
«Ok, fatti bello mi raccomando!»
Poco dopo Rin uscì dalla stanza indossando una felpa arancione e grigia a collo alto, un paio di pantaloni verde scuro e le sue sneakers preferite, la Nex lo guardò e disse «Hmm, non male. Promosso!»
«Di che parli?»
«Ah non preoccuparti, andiamo ora!»
Lexiax prese la mano destra del ragazzo ed i due si incamminarono, raggiunsero una piccola navicella ed una volta saliti a bordo Rin chiese incuriosito «Dove stiamo andando?»
«In un posto che abbiamo ricostruito da poco».
«Ci sono tante cose che avete ricostruito, dammi un indizio almeno».
«È un luogo pieno di creature marine. Ti basta come indizio?
«Hmm, si tratta di un acquario?»
«Bingo!»
«L'idea non mi dispiace visto che vado matto per gli acquari».
«Bene, allora si parte!»
Dopo qualche minuto di viaggio i due giunsero a Valencia e una volta scesi si avviarono verso il parco oceanografico, Rin era un po' frastornato per via del jet-lag ma ormai ci aveva fatto l'abitudine visto che era diventata una routine viaggiare in questa maniera. Lexiax si avvicinò al ragazzo dicendo «Lo abbiamo finito di ricostruire qualche ora fa, abbiamo inserito i pesci ed è tutto pronto per l'inaugurazione che avverrà domani».
«E perché mi ci hai portato oggi?»
«Perché oggi voglio mostrarti una cosa speciale».
«Cosa?»
«Basta domande, altrimenti rovini la sorpresa!»
I due entrarono nell'acquario e rimasero entrambi stupefatti dalla biodiversità presente all'interno delle vasche, attraversarono il tunnel sottomarino ed il ragazzo meravigliato disse «Wow, sembra quasi di essere sott'acqua».
«Già… vieni ti mostro la sorpresa».
«Ok».
Il ragazzo seguì l'aliena fino ad una gigantesca vasca, la più grande di tutta la struttura, si potevano vedere squali, tartarughe ed altre creature marine, poi lei disse «Aspetta qui, non ti muovere mi raccomando».
Lexiax entrò in una stanza la quale, sulla sua porta, era appeso il cartello “vietato l'accesso” e poco dopo si sentì un forte tonfo, quasi come se qualcosa fosse caduto in acqua. Rin non capiva cosa stesse succedendo fino a quando non vide l'aliena che si era immersa indossando soltanto un bikini azzurro, i suoi capelli fluttuavano nell'acqua e a causa del loro colore le punte si confondevano con l'azzurro dell'acquario. I pesci e le altre creature marine sembravano giocare con lei quasi come se tra gli animali e l'aliena ci fosse una sorta di telepatia e Rin rimase incredulo da tutto ciò che lei era in grado di fare.
Poco dopo uscì dalla vasca e dopo essersi asciugata tornò dal ragazzo dicendogli «Allora, ti è piaciuto il mio spettacolo?»
«È stato magnifico, sei stata straordinaria».
L'aliena arrossì e con imbarazzo disse «G-grazie… sono felice che pensi questo».
«Hey, so che voi guardiani potete trasformarvi. Mi piacerebbe vederti anche quando fai questa magia».
«Eh? Ne sei sicuro?»
«Certo, voglio vedere la tua trasformazione».
L'aliena sorrise e disse sferzante di gioia «Ok, se è questo quello che desideri, ti darò un piccolo assaggio».
Lexiax si portò la mano destra sul petto e la chiuse a pugno per poi dire «Aqua Munda!»
Cominciò a sgorgare acqua dal pavimento che poi esplose proprio come un geyser, il corpo dell'aliena sparì in quella montagna d'acqua che assunse ben presto la forma di una crisalide per poi congelarsi, quando fu completamente congelata tra i riflessi del ghiaccio si videro due occhi luminosi che si aprirono e la scultura che si era creata si frantumò in mille pezzi quasi come se fosse neve. Rin vide l'aliena con la sua armatura di colore azzurro: era idrodinamica e dalle linee molto sensuali, sulla vita aveva due idro-propulsori che arrivavano a metà dello stinco, sui polsi e sulle caviglie erano presenti delle pinne mentre il suo casco ricordava una pettinatura a caschetto, dove dalla nuca scendeva una sorta di timone.
Rin era stupefatto, sapeva che i Nex avevano un alto livello tecnologico ma questo, sfuggiva da ogni sua comprensione. Lexiax vedendo lo stupore del ragazzo gli disse «Che ti prende? Il gatto ti ha mangiato la lingua?»
«Eh?! Ah… no ecco… sono solo stupito».
«Lo avevo capito sai?! Comunque, cosa ne pensi?».
«Fantastico, è stato pazzesco tutto quello che ho visto oggi».
«Ti ringrazio».
Lexiax si voltò guardandosi la schiena «Certo che questa armatura mi fa il sedere grosso, non trovi anche tu?» Disse mettendosi in una posa provocante facendo l'occhiolino.
«S-smettila di stuzzicarmi così». Disse il ragazzo arrossendo.
«Quanto sei carino quando fai il timido».
Rin sospirò e vedendo la Nex con il sorriso sulle labbra decise di perdonarla, l'aliena si tolse l'armatura e nel momento in cui la disattivò tutte le sue componenti scivolarono via come l'acqua, ricordando al ragazzo il ghiaccio che si scioglie «Bene, che dici di tornare? Da dove veniamo sarà ora di pranzo». Disse Lexiax guardando l'ora.
«Ok, andiamo».
I due si diressero sulla navicella e tornarono a New Hope. 
Una volta arrivati andarono a mettere qualcosa sotto i denti per poi passare insieme il resto della giornata girando per i negozi e per le attrazioni che si erano create con il passare del tempo su tutta l'isola, ormai, divenuta una vera e propria città in continua espansione.
Al tramonto l'aliena accompagnò Rin alla porta della sua stanza, lei si avvicinò e disse «Mi sono divertita oggi».
«Io lo stesso. E-ecco... eri davvero bella mentre eri immersa con tutti quei pesci che giocavano con te».
«Davvero?»
«Si...»
L'aliena sorrise timidamente ed i due rimasero per qualche secondo in silenzio, poi, il ragazzo disse aprendo la porta «Meglio che vada, ho alcune faccende da sbrigare prima di cena».
«Aspetta!»
Lei lo tirò dalla manica della sua felpa ed il ragazzo si fermò, l'aliena accorciò ulteriormente le distanze per poi abbracciarlo, stringendolo tra le sue braccia. Lui pensando che gli fosse successo qualcosa l'abbracciò rimanendo in silenzio ma lei gli sussurrò qualcosa che il ragazzo non fu in grado di capire, lei si allontanò con il volto pieno di rossore e Rin le disse «Hai usato la lingua del tuo pianeta per dirmi qualcosa?»
Lei annuì timidamente e disse «S-se vuoi capire cosa ho detto… cerca nel vocabolario». Per poi fuggire via. 
«A-aspetta».
Disse il ragazzo ma ormai lei era già andata via, Rin entrò nella sua stanza e prese il device che conteneva al suo interno tutti i strumenti per lo studio, inserì ciò che era riuscito a capire ma i risultati erano tutti privi di senso, poi notò una voce che gli sembrava ricordare ciò che disse l'aliena, controllò e sul traduttore gli apparve la scritta... “Ti amo”
L'emozione fece sussultare il ragazzo quasi come se per un momento gli mancasse il respiro, ed insicuro, decise di ascoltare la pronuncia nella lingua originale scoprendo che ciò che aveva detto l'aliena e la pronuncia del traduttore coincidevano alla perfezione. Spense il device ed uscì dalla stanza in fretta e furia cercandola ma senza riuscirci, andò perfino nella sua stanza ma di lei nessuna traccia. Arrivati a questo punto l'unico posto che gli mancava da controllare era il loro posto un cui erano soliti incontrarsi, chiamò l'ascensore premendo ripetutamente più volte il tasto ma vedendo che non arrivava decise di prendere scale ed una volta arrivato vide l'aliena immersa nei suoi pensieri «Ti ho trovata... finalmente...».
«Sei stato lento… pensavo che ci mettevi dimeno...»
«Scherzi? Mi sono fatto cinque piani di scale... solo per venire da te… e questo è tutto quello che hai da dire?»
Lei rimase in silenzio per qualche secondo poi disse «Non stavo scherzando… quello che ho detto prima… ciò che provo per te… è tutto vero…» guardò il suolo nascondendo il suo volto per poi sussurare «Ti amo...»
Si voltò verso il ragazzo e con le lacrime agli occhi lo abbracciò, dicendogli ad alta voce «Fai sempre il finto tonto, non vuoi capire ciò che provo per te e questo mi far star male… smettila di fare così...»
«Lexy...»
«Quando ti vidi per la prima volta provai subito interesse nei tuoi confronti, ero incuriosita dal fatto che eri riuscito a sopravvivere a tutte quelle ferite che ti erano state fatte, ma conoscendoti meglio scoprii che quell'interesse si era trasformato in amore e soltanto amandoti capii che le ferite che ti porti dentro stanno ancora “sanguinando”. Voglio starti vicino, forse non potrò guarirti ma se posso alleviarti almeno un po di dolore io...»
Rin abbracciò l'aliena e le disse «Non ce n'è bisogno, quando sto con te… il dolore che porto se ne va… e mi sento libero. Mi dispiace di averti fatto soffrire, non volevo, è solo che nel gruppo si è creato un rapporto così equilibrato e non me la sentivo di rovinarlo per questioni amorose… per la verità, sono stato male anche io perché reprimevo i miei sentimenti e… quante volte avrei voluto dirtelo ma... non ci riuscivo...»
«Dirmi cosa?»
«Ti amo Lexy… da quando sono qui ti sei sempre presa cura di me, mi sei stata vicino e ti trovavo carina, divertente, affettuosa, gentile e delle volte anche un po' provocante e lo ammetto, tu mi sei piaciuta sin dalla prima volta che ti ho visto».
«D-davvero?»
«Se non lo fosse ora non farei questo».
Il ragazzo guardò Lexiax nei suoi occhi color azzurro marino, gli mise una mano sulla guancia e la fece scivolare facendogli una carezza fino a toccargli l'orecchio, si avvicinò a lei finché le loro labbra non si sfiorarono facendo sospirare leggermente l'aliena e a quella piccola reazione Rin decise di baciarla seguendo ciò che gli sussurrava il suo cuore. Entrambi sentirono un brivido correre lungo le loro schiene e l'aliena fu invasa da un oceano di emozioni che sembrava risvegliare in lei un'energia sopita da tempo.
Quando il bacio si concluse Rin notò la presenza di una persona dietro a Lexiax e guardando si accorse che si trattava di Elisa che corse via piangendo subito dopo, lui sapeva che stava soffrendo per causa sua ma sapeva anche che ormai ciò che era stato fatto non poteva essere cambiato.
Elisa corse più veloce che poteva finché non andò a sbattere contro qualcuno, cadde a terra e cercò di capire chi era riconoscendo una sagoma famigliare ma la sua vista era troppo sfocata dalle lacrime per capire chi fosse realmente, così, senza dire niente abbracciò l'individuo «Rin… Rin...»
Continuava a ripetere, il ragazzo misterioso abbracciò la ragazza e disse con un tono malinconico «Mi spiace… sono soltanto io...»
Sentendo la voce di Io lei strinse ancora più forte il ragazzo alieno, quest'ultimo abbracciò Elisa pur sentendo dentro di se una sensazione di vuoto e tristezza che fecero capire al Nex quanto realmente può essere fragile il cuore di un individuo: umano o Nex che sia.

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Capitolo 14
*** Io: l'anima oscura dei Nex ***




Passarono alcune settimane ed Elisa riprese ad allenarsi insieme ad Io cercando di dimenticare la sua esperienza, durante una sessione di addestramento i due stavano simulando una lotta corpo a corpo disarmati. La ragazza si avventò sul Nex cercando di colpirlo ma l'alieno riuscì a parare ed evitare i suoi colpi come se nulla fosse e, nell'istante in cui i loro occhi si incrociarono, Io prese il braccio della ragazza dopo che aveva sferrato un pugno per poi buttarla a terra dicendole «Combatti con rabbia e risentimento… se continui così, finirai in rovina...»
Lei si calmò e dopo essersi seduta cominciò a bere dell'acqua dalla sua bottiglietta fissando con un aria triste il pavimento, Io vedendola in quello stato si sedette vicino a lei ed Elisa gli disse «Credevo di essere diventata forte… mi sbagliavo, mi sbagliavo di grosso».
«Per quanto si possa essere forti, tutti possono avere momenti di debolezza».
La ragazza sospirò e continuò a fissare il pavimento per poi rispondergli «Vorrei essere come te».
Il Nex scherzosamente rispose «Non è facile essere me, specie perché devo costantemente badare una chiacchierona».
I due si guardarono negli occhi e la ragazza sorpresa rispose «Da quando in qua hai cominciato a fare battute?»
Io distolse lo sguardo e con imbarazzo rispose «D-da quando… ecco, si insomma...»
«Se devi dire qualcosa dillo! Non è da te esitare così».
L'alieno nascose il suo viso nella sciarpa dall'imbarazzo e la ragazza vedendo quella reazione cominciò a stuzzicarlo spingendolo e tirandolo a se «E dai, non fare il timido ora».
Elisa, presa dal momento di euforia, finì per spingere troppo forte il ragazzo ed entrambi caddero al suolo finendo l'uno sopra l'altro. La ragazza guardò Io e notò che tra i suoi capelli riusciva a vedere il suo occhio destro tenuto sempre nascosto tra i suoi capelli, avvicinò la mano e gli fece una carezza sul viso per poi sfiorargli i capelli, il Nex vedendo quel gesto disse alla ragazza «Non farlo… potresti pentirtene».
«Di cosa? Di aver visto il tuo occhio destro?»
Io distolse lo sguardo ed annui per poi dirle «Se ci tieni vederlo, fallo. Ma a tuo rischio e pericolo».
La ragazza non esitò e tolse i capelli ma il ragazzo chiuse il suo occhio, vide una cicatrice sulla sua palpebra che partiva dalla fronte fino ad arrivare quasi all'altezza della punta del naso «Apri l'occhio, non ti mangio mica».
«… Sicura?»
«Sicurissima». Rispose dolcemente la ragazza.
Io la guardò per poi aprire lentamente la sua palpebra mostrando così il suo occhio: aveva un intenso colore rosso con alcune linee nere nere che davano un senso di movimento alla sua iride. Elisa rimase meravigliata ed esclamò «È... è bellissimo!»
«Non hai paura?»
«No, perché dovrei?»
L'alieno allungò la sua mano sul volto della ragazza e le disse «Sono diventato così... da quando ho cominciato a stare con te».
Due lacrime scesero dagli occhi di Io: quella nell'occhio sinistro era fatta di acqua, mentre quella che scese dall'occhio destro era fatta di sangue; singhiozzando il ragazzo continuò «Tu mi hai reso ciò che sono ora, mi hai reso forte… molto di più di quanto lo ero in passato».
Vedendo il dolore nei suoi occhi, Elisa seguì il suo istinto e strinse tra le sue braccia il ragazzo il quale, sfogò tutto ciò che aveva dentro. Dopo un po' i due si sedettero nuovamente vicini, la ragazza guardò il Nex per poi dirgli «Toglimi una curiosità, perché sei il guardiano dell'ombra? Insomma ci sono altri elementi come la terra o il fulmine».
Dopo qualche istante di silenzio il ragazzo rispose «Sono chiamato così, perché sono privo di elemento. Non ho nessuna affinità, non sono speciale come gli altri. Tutto ciò che possiedo sono le mie abilità che ho acquisito durante gli addestramenti. Quando fummo attaccati io non ero altro che un semplice soldato, per quanto i miei compagni anche di grado superiore erano abili, furono tutti brutalmente uccisi da quelle macchine. Fui portato in salvo da una mia superiore che per quanto fosse severa aveva anche un cuore d'oro, si sacrificò pur di salvarmi la vita e quella sciarpa che portavo fino a poco tempo fa era il suo ultimo ricordo, la sua ultima volontà. La mantellina che portava bianca come la neve si era intrisa del suo sangue e poco prima di lasciarmi la strappò e me la diede dicendomi che avrei dovuto mettere fine a questa follia. Corsi via più veloce che potessi ma quei robot furono in grado di raggiungermi e ferirmi gravemente, mi ritrovai a terra privo di forze con due di quelle bestie che mi guardavano con il loro unico occhio rosso. Pensai di essere spacciato, quindi accettai il mio destino, ma proprio quando persi le speranze qualcosa distrusse quelle macchine per poi caricarmi sulle sue spalle. Quando mi risvegliai ero su un'astronave, accanto a me c'era la mia sorellastra Lilac con al suo fianco Master Zero, quest'ultimo mi rivelò che ero diventato un guardiano».
«Non ricordi chi possa essere questa misteriosa persona che ti ha salvato?»
«Ho sempre pensato che fosse Master Zero ma non ho mai avuto una prova concreta che confermasse la mia ipotesi. L'unica cosa che sapevo per certo era che dopo quel giorno il mio occhio destro non era più lo stesso, acquisii l'abilità di vedere nel buio più profondo, di percepire i pericoli e le emozioni negative altrui, questo forgiò la mia personalità negli anni che seguirono. Ma… da quando ho conosciuto te... sento di essere tornato, almeno in parte, come ero un tempo».
Elisa rimase in silenzio ascoltando quella storia e qualche istante dopo il Nex aggiunse «Tu sei l'unica che abbia visto il mio occhio e che abbia ascoltato la mia storia. Se l'ho fatto è perché…»
«Perché?»
«Perché...» Io esitava a finire la frase ma si fece coraggio e sussurrò «… Perché ti amo».
La ragazza arrossì a quella rivelazione e balbettando rispose «T-tu… mi ami?»
Il Nex annuì nascondendo il volto nella sciarpa per poi dirle «È strano… quando sono con te sento di dimenticarmi di tutte le mie ansie e preoccupazioni. Vederti così triste quel giorno ha fatto soffrire anche me».
Elisa capì quanto era stato male il ragazzo per lei; era come se stesse provando quella stessa sensazione di vuoto ed abbandono che aveva provato il Nex quella volta e, mossa dal sentimento, lo abbracciò «Mi dispiace... mi dispiace che tu abbia dovuto soffrire così per causa mia».
«Non sono arrabbiato… sono solo stanco...» Rispose il Nex con un tono malinconico.
I due rimasero ad abbracciarsi per qualche minuto, poi quando si separarono, Io colse di sorpresa la ragazza baciandola sulle sue labbra. Elisa rimase immobile, era spiazzata, non tanto per il gesto in se quanto per le emozioni che stava provando in quel momento; il suo cuore batteva molto forte mentre le calde labbra del ragazzo toccavano le sue, ed in quel momento, capì i suoi veri sentimenti.

Nel frattempo nella fascia di Kuiper, la gigantesca astronave stava facendo rotta verso la Terra. Il ragazzo presente sul velivolo si avvicinò al Nex anziano e gli disse con un tono sarcastico «Dottor. Yomkar, non crede che siamo stati sleali? Siamo molto in anticipo sulla tabella di marcia».
«In guerra non esistono regole e se possiamo anticipare i nostri avversari tanto vale farlo».
«Piuttosto la nostra cimice come se la sta cavando?»
«Egregiamente, grazie al suo contributo abbiamo sviluppato nuovi prototipi, siamo stati in grado di fare un upgrade ai tuoi sistemi ed ho colto l'occasione per costruire due robot dalle doti eccezionali».
«Eccellente, sono proprio entusiasta all'idea di mettere piede sulla Terra».
«Comprendo il tuo entusiasmo ma cerca di aspettare. Manca poco al nostro arrivo».

Angolo autore: Ciao a tutti, fin'ora la storia è stata piena di emozioni e momenti toccanti tra i nostri protagonisti umani ed alieni ma dal prossimo capitolo in poi ci sarà azione a non finire. Rimanete sintonizzati se non volete perdervi il meglio :) bye bye

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Capitolo 15
*** Invasione ***


Era passato un mese da quando Io ed Elisa chiarirono i loro sentimenti e durante i primi di febbraio, in un giorno di pioggia battente, Master Zero che si era affacciato dalle vetrate dell'ultimo piano, disse mormorando «Ho un brutto presentimento… spero di sbagliarmi».
In quel momento entrò Ariel con un vassoio in cui vi era una teiera ed una tazza vuota «Master Zero, vi ho portato il tè come avete chiesto».
«Grazie mille Ariel».
«La vedo pensieroso, qualcosa non va?»
«Soltanto una brutta sensazione. Tutto qua».
«Capisco, non si stressi troppo con questi pensieri. Le ricordo che ha delle responsabilità sulle sue spalle e preoccuparsi di una sensazione non rende facile le cose».
Il Nex sorrise per poi risponderle «Hai sempre le parole giuste al momento giusto. Quasi invidio questo lato di te».
«Ah, cosi mi lusinga».
Master Zero sorrise dolcemente per poi bere il suo tè.
Nel frattempo nella palestra, Shira si stava allenando prendendo a pugni un sacco d'allenamento con display olografici che segnavano la forza di ogni colpo. I suoi colpi erano veloci e molto forti, tanto da segnare picchi di 6.500kg sullo schermo, ma il suo allenamento fu interrotto dalla sua amica curiosa dai capelli azzurri «Heila Shira. Sempre ad allenarti? Ci facciamo una passeggiata?»
«Lexy, piove a dirotto si può sapere dove vuoi andare?»
«Andiamo non ho detto mica che dobbiamo andare fuori».
Shira abbassò lo sguardo e malinconica rispose «Mi spiace… oggi non mi va...»
«È da qualche giorno che ti vedo così giù di corda, posso sapere cos'hai? 6.500kg non è da te! Di solito i tuoi pugni sono molto più forti e violenti di così».
La ragazza distolse lo sguardo e diede un piccolo pugno che segnò 300kg sul display, Lexiax si avvicinò a lei e gli mise le mani sulle spalle sussurrandogli «Ti manca non è vero?»
«Eh? Si può sapere di cosa parli?» Disse la Nex con il volto pieno di rossore.
«Lo so, il tuo amato quattrocchi è andato a fare un'escursione di ricerca lasciandoti sola soletta vero?»
«Uhm… non ti si può nascondere nulla eh?»
«Sei facile da capire, inoltre sei mia amica. Se non ti capissi non sarei degna di essere considerata come tale, no?»
«Grazie mille...» Rispose Shira sorridendo dolcemente per poi riprendere a dare i pugni sul sacco d'allenamento segnando colpi gradualmente sempre più forti, Lexiax si avvicinò con fare birichino e le sussurrò «Lo avete fatto vero?»
L'aliena diede un pugno così potente da distruggere il sacco facendo segnare sul display 15t  «Eh?! S-si può sapere di cosa stai parlando?»
«Sto parlando di quella cosa che fanno due individui che si voglio taaanto bene. Le nostre razze sono fisicamente uguali fatta ed eccezione di qualche piccola differenza quali forza ed intelletto, quindi è facile dedurre che i nostri DNA sono abbastanza compatibili da poter avere degli ibridi. Hai capito ora... o devo farti un disegnino?»
Il volto di Shira si riempì di rossore e balbuziente rispose «V-v-vado a farmi la doccia». Per poi correre via dall'imbarazzo.
Lexiax sospirò e disse tra se e se «Un classico caso patologico di timidezza, neanche con la tecnologia più avanzata riuscirei a guarirla. Bhè, comunque non ho bisogno di una sua risposta diretta. La sua reazione mi ha fatto capire lo stesso molte cose».
Il resto della giornata trascorse molto tranquillamente, ma in tarda notte, degli allarmi silenziosi avvisarono i guardiani di un meeting urgente nella sala del trono di Master Zero. Dopo aver raggiunto in fretta e furia la sala, il loro leader li aggiornò sulla situazione «Signori, ci sono pessime notizie. Yomkar si trova nel sistema solare esterno. Ha appena passato Plutone e Nettuno, se continua a questa velocità sarà qui in meno di 24 ore».
Helios incuriosito rispose «È stata mia madre ad informarvi?»
«Esatto, abbiamo ricevuto la sua comunicazione circa un'ora fa. Il tempo di verificare la veridicità della notizia e vi abbiamo chiamato, le nostre sentinelle hanno rivelato la sua nave in rotta di avvicinamento».
A quel punto Io si insospettì «Trovo anomalo il fatto che sia stato così veloce e trovo ancora più strano il fatto che le nostre sentinelle non ci abbiano avvisato prima della notizia da parte della Federazione. Qualcosa non torna, non trova anche lei?»
Zero a quella domanda si soffermò a pensare per qualche istante per poi rispondere «Certo, non hai tutti i torti. Immagino che stai pensando ad un sabotaggio da parte di qualcuno, vero?»
Io chiuse i suoi occhi e con il suo classico tono freddo disse «È un'opzione da prendere in considerazione. Siamo in guerra dopotutto».
Ci fu qualche istante di silenzio che fu rotto da Lexiax che con fermezza disse «Master Zero, metterò personalmente in sicurezza le sezioni ospedaliere e movimenterò le mie squadre sul campo affinché si preparino ad assistere e salvare eventuali feriti. Anche se spero che nessuno rimanga coinvolto in una battaglia che non gli riguarda».
S: «Organizzerò le forze militari affinché si preparino per la battaglia, nessuno Yom deve rimanere in piedi!»
H: «Io mi occuperò delle forze aree, cercheremo di abbattere la nave di Yomkar con i nostri incrociatori».
I: «Io penserò all'intelligence. Se le mie unità scoprono qualcosa di utile ve lo farò sapere».
Master Zero si alzò e rispose «Bene! Ariel e le altre si occuperanno di viveri e risorse di prima necessità, i dipendenti della struttura principale dovranno proteggere gli umani ed i Nex indifesi nelle loro stanze nel caso venissimo attaccati anche qua. Per quanto riguarda me… questa volta entrerò anche io nel campo di battaglia».
Helios si avvicinò con fare preoccupato e rispose «Ne è davvero sicuro? Se la perdessimo noi...»
In un battito di ciglia il loro leader sparì dalla loro vista, tutti si voltarono vedendo con stupore, che si trovava dietro le spalle del ragazzo «Pensi davvero che sia così debole?»
Le gambe di Helios cominciarono a tremare e scosso dal terrore rispose «N-no signore...»
«Sono stato io a salvarvi quel giorno, ho combattuto da solo contro un orgia di Yom uscendone vivo. Cerca di pensare due volta prima di insinuare cose del genere, chiaro?!»
«S-si signore…»
Master Zero se ne andò dalla stanza lasciando dietro di se un silenzio dalle mille parole; i preparativi durarono tutta la notte e all'alba del giorno seguente la tensione era così palpabile che si poteva tagliare con la lama di un coltello. Durante le prime ore giorno, arrivò un video messaggio da parte di Yomkar «Salve a tutti piccoli codardi! Avete finito di fuggire inutilmente? Bene, se è così gradirei darvi una dimostrazione del mio lavoro... sterminandovi tutti dal primo all'ultimo! Questa volta non lascerò superstiti come l'ultima volta, quindi preparatevi a venire massacrati come carne da macello». Il vecchio scienziato pazzo era in procinto di chiudere la comunicazione quando si fermò per poi aggiungere, con un tono molto sarcastico «Oh, quasi dimenticavo. Buona giornata».
Qualche istante dopo nello HQ di New Hope situato nelle zone sotterranee della torre, cominciarono a suonare gli allarmi, una Nex dai capelli castani ed occhi azzurri disse al microfono «Rilevata nave non identificata nei pressi della Luna. Si sta avvicinando molto rapidamente!»
Un Nex con i capelli brizzolati, occhi grigiastri e dal portamento composto e deciso, si avvicinò a lei dicendole «Quanto manca al contatto?»
«Secondo le stime la nave dovrebbe solcare i cieli del continente americano tra 120 secondi, sembra utilizzare una propulsione a curvatura spaziale. Tale velocità è inspiegabile altrimenti».
«È un tipo di propulsione molto efficace specie nelle lunghe distanze, ma richiede un dispendio enorme di energia. L'unica fonte in grado di sostenere il fabbisogno di un colosso del genere è soltanto una».
La Nex si voltò e perplessa rispose «Sta parlando dell'antimateria?»
«Già… dopo aver scoperto l'esistenza del Vuoto, abbiamo abbandonato quel tipo di risorsa in quanto estremamente pericolosa per l'esistenza. Quel pazzo… con i soli reattori della sua astronave potrebbe annullare tre quarti di universo facendolo letteralmente sparire».
«Comandate, cosa facciamo?»
«Semplice, l'unica cosa in grado di annichilire l'antimateria senza gravi conseguenza è l'isotopo Omega».
«Avviso Master Zero di preparare la bomba?»
«Si, non credo ci siano ulteriori alternative».
«Ricevuto».
L'aliena mandò la comunicazione d'emergenza al leader e dopo aver inviato il messaggio sui monitor, in cui vi era la mappatura della Terra, cominciarono ad apparire i primi segnali rossi segnalando che l'invasione degli Yom era appena iniziata.

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Capitolo 16
*** Conflitto impetuoso ***


Erano passate alcune ore dall'inizio dell'invasione. I Nex stavano lottando con tutta la loro forza per respingere la minaccia degli Yom. Intere flotte di robot di tutti i tipi e modelli scendevano dal cielo come se fosse pioggia ed erano tutti accomunati dalla stessa sete di sangue.
I Nex cercavano di respingerli con tutto quello che avevano, ma come ne veniva abbattuto uno ne apparivano altri a non finire e per quanto critica, la situazione sembrava, all'apparenza, restare sotto controllo.
Gli scout di Helios cercavano di capire come abbattere la nave ma durante le analisi di quest'ultima scoprirono che uno scudo di energia al plasma circondava l'astronave nemica.
Nel frattempo Helios, che si trovava nella torre principale, stava guardando il panorama dalle vetrate in uno dei corridoi.  Mormorò tra se e se «Questo pianeta è un luogo meraviglioso: l'aria, l'acqua, la natura… ricordano moltissimo il luogo da cui provengo... Nexia. Non lascerò che la storia si ripeta!»
In quell'istante il ragazzo udì una voce femminile provenire poco distante «Helios!»
«Anies?! Che ci fai qui?»
La ragazza abbracciò il Nex, il quale ricambiò il gesto mettendo una mano sulla schiena e l'altra dietro la testa dicendole «Dovresti essere nella tua stanza, non sei al sicuro qui».
«Lo so però… ci tenevo a vederti».
«Mi fa piacere saperlo ma devo andare, la mia squadra ha bisogno di me».
«Aspetta!» Disse Anies stringendo più forte per poi continuare «Devo dirti una cosa molto importante».
Helios sorrise dolcemente e chiese «Cosa?»
«Ti amo! Ti amo da impazzire!»
Il ragazzo guardandola negli occhi rispose «Lo so, ti amo anche io piccola». Per poi baciarla sulle labbra.
Finito il bacio la ragazza con il volto pieno di rossore disse «E-ecco… in verità... non era questa la cosa importante che dovevo dirti…»
«E allora cos'era?» Disse perplesso il ragazzo.
Anies chiuse gli occhi e prese un respiro profondo, dopo essersi calmata disse con un tono serio «Ho un ritardo».
«Eh? Aspetta intendi...»
«Sono incinta… credo… non ne sono pienamente sicura perché sta ritardando di una settimana, sarei andata da Lexiax a parlarne ma quando ci sono andata questa mattina nello studio non c'era e dei Nex mi hanno detto di rientrare per via di una situazione d'emergenza».
«Quindi… le voci sulla possibilità di avere ibridi erano vere dopotutto».
«Uhm… forse è così...»
I due rimasero in silenzio per qualche istante poi Anies disse «Sono felice… di portare in grembo nostro figlio, è una gioia che mi riempie il cuore. Però, voglio che mi prometti una cosa: torna a casa vivo». La ragazza si toccò il ventre per poi continuare «Sarebbe un dolore troppo grande perderti, sia per me… che per lui».
Helios toccò il vetro con un gesto delicato ed esso si dissolse reagendo alla tecnologia sul suo polso, si voltò verso di lei e sorridendo dolcemente le rispose «Tornerò… te lo prometto». Per poi buttarsi dalla finestra.
«Helios!»
La ragazza si avvicinò al cornicione della finestra senza sporgersi troppo, per poi ritrovarsi il Nex davanti a se con la sua armatura e se sue ali propulsori aperte. I due si avvicinarono ed Helios cingendogli un braccio intorno la vita l'avvicinò ancora di più a se per poi baciarla intensamente.
Dopo essersi baciati la ragazza tornò dentro la torre e dopo aver fatto qualche passo indietro il vetro riapparì, il Nex fece l'occhiolino alla ragazza per poi sfrecciare via nel cielo, lasciando dietro di se, un rumoroso ed intenso boato sonico.
Nello stesso momento, ma in un altro luogo, Shira stava sfrecciando a tutta velocità con una navetta diretta verso il continente americano. Voleva tornare da Phil e portarlo in salvo ma a suo malgrado sapeva anche di aver perso tempo prezioso con le formalità in quanto responsabile delle unità militari «Dannazione, dannazione. Devo darmi una mossa!»
Raggiunto il continente attivò il suo scanner che localizzò il ragazzo, in quanto portava una speciale collana donatagli da Shira in persona. La Nex atterrò ed uscì dalla navetta con una moto a levitazione magnetica, si fiondò direttamente sul segnale rosso indicato sul radar, finché non giunse una chiamata da parte di un'operatrice «Guardiana, annulli la sua operazione personale abbiamo un'emergenza!»
«Non mi importa, devo salvare Phil!»
«Guardiana, se non mi ascolta l'intero pianeta rischia di essere distrutto… e non ci sarà più nessun Phil da salvare».
La Nex si fermò e disse alterata «Sbrigati dimmi cosa vuoi!»
«È stata rilevata una forte attività di robot Yom nel continente americano...»
Shira interruppe bruscamente l'operatrice dicendole «Ma dai! Dimmi qualcosa che non so?! Visto e considerando che qui appaiono fottutissimi robot in tutte le direzioni!»
L'operatrice sospirò per poi continuare «Stavo dicendo che sul suolo americano sono state rilevate intense attività Yom in particolar modo nel Parco di Yellowstone, la peculiarità di questo posto è che si tratta di un supervulcano».
«Super... che?»
«Supervulcano, secondo i nostri calcoli tale vulcano ha una camera magmatica che si estende per oltre 90 Km nel sottosuolo con una capacità che varia tra i 200 ed 600 chilometri cubici di roccia fusa. Una cosa di questa portata sul nostro pianeta natale sarebbe un non nulla ma su un pianeta così piccolo è tutta un'altra storia».
«Se eruttasse, quanti danni ci sarebbero?»
«I danni non sarebbero quantificabili visto che l'intero pianeta avrebbe gravi conseguenze. Se tale vulcano venisse attivato artificialmente non ci sarebbe più scampo per nessuno».
«Ho capito, ho capito. Ora mi dirigo là e sistemo le cose, passo e chiudo». Shira si rimise in marcia a tutta velocità mormorando «Stupido quattrocchi, possibile che finisci sempre in guai più grandi di te? E poi, che cavolo ci stai facendo al Parco di Yellowstone?!»
Arrivata all'ingresso del parco, Shira si ritrovò davanti a se un'orda di Yom. La Nex attivò lo scudo di protoni della sua moto ed accelerando ulteriormente disse «Levatevi dai piedi schifosi pezzi di latta!»
I Yom che si trovavano davanti a lei furono investiti e scaraventati in aria grazie alla forza dello scudo e i robot che si trovavano poco distanti aprirono il fuoco senza esitazione, ma i loro colpi vennero inevitabilmente deviati dalla barriera.
Shira si diresse verso il segale che indicava la posizione di Phil incurante di aver investito o meno qualche Yom durante il suo tragitto. Qualche minuto dopo giunse a destinazione e trovando per terra la collana del ragazzo, scese dalla moto e la raccolse «Phil…» Si guardò attorno trovando a poca distanza il ragazzo che giaceva al suolo privo di sensi. Si avvicinò a lui e lo girò: i suoi vestiti erano sporchi e bruciacchiati mentre sul suo copro erano presenti varie escoriazioni. Cominciò a scuoterlo leggermente dicendo «Phil… Phil… no… non può essere vero… non puoi lasciarmi così… non tu… Phil rispondi… ti prego… di qualcosa Phil…» Ma da lui non arrivò nessun segno.
Lacrime di disperazione cominciarono a scendere lungo il volto della ragazza finendo così sul viso del ragazzo. Singhiozzò per qualche istante poi la sua rabbia esplose in una gigantesca esplosione di fuoco incontrollato preceduta dal suo grido rabbioso. Si alzò con addosso la sua armatura mentre la foresta in cui si trovava era in fiamme. Accecata dalla rabbia e con le lacrime agli occhi disse «Vi ammazzo! Vi ammazzo tutti!»
Dalle sue spalle si alzarono due alettoni che nascondevano armi lanciarazzi e cominciò a sparare missili a ricerca, i quali cercavano e colpivano i Yom che venivano individuati dai sensori.
Ma i robot non erano stupidi ed una volta individuata la posizione della Nex si mobilitarono per attaccarla, facendo così ritrovare la rossa contro un intero plotone nemico.
Shira non aveva paura di morire; era un osso duro ed avrebbe lottato fino alla fine. Creò, grazie all'armatura un cannone di artiglieria sopra la spalla destra, afferrò la leva che scendeva dalla canna e senza esitazione la tirò a se sparando un colpo che, grazie ad una violenta esplosione, distrusse le forze nemiche. Dal fumo che si stava lentamente diradando uscì all'improvviso un piccolo Yom che si avventò sulla Nex, Lei mise le mani davanti al suo volto per proteggersi ma il piccolo robot afferrò le sue braccia con i suoi piedi molto simili a quelli di una scimmia mentre con le mani cercava di afferrare il collo della rossa.
La Nex mentre si difendeva lo guardò. Guardò il suo occhio rosso che riportò alla luce gli oscuri e violenti ricordi di quando il suo pianeta ed i suoi compagni furono brutalmente attaccati. Ciò fece aumentare nuovamente la sua ira, tanto che dalle corna presenti sul casco le fiamme cominciarono ad uscire impetuose più che mai; diede così una testata al robot che perse la presa e Shira ne approfittò per dargli un pugno devastante, distruggendolo in mille pezzi. La testa del piccolo Yom rotolò e dopo aver emesso dei suoni acuti esplose violentemente.
Shira aveva il fiatone ma la sua pausa durò poco in quanto un gruppo di robot volanti la raggiunse «Ancora? Non importa, più vi ammazzo e meno danni recherete!» Usando la tecnologia della tuta la Nex creò una minigun a sei canne e cominciò a fare fuoco abbattendo uno ad uno i Yom volanti.
Dopo averli annientati, un silenzio assordante pervase il campo di battaglia, finché, la Nex non udì una voce agghiacciante «Così forte, eppure così debole».
Si voltò ritrovandosi un robot alto circa due metri completamente nero, con due occhi brillanti di colore rosso e una tonfa tagliente per mano. Lo Yom fece altri tre passi, per poi fermarsi e lei gli disse «Chi sei? Sei diverso da tutti quei pezzi di latta che ho fatto fuori prima».
«Già… loro non altro che delle formiche operaie prive di volontà».
«Stai dicendo di essere più intelligente di loro?»
«Sono molto più intelligente e forte di quanto tu pensi».
«Voglio proprio vedere. Fatti avanti, stronzo!»
Shira cominciò a sparare con la minigun, ma i colpi venivano deviati dalla sua armatura e sotto la pioggia di proiettili il robot le disse incurante «Se pensi di potermi distruggere con quel giocattolo, sei più stupida di quanto i miei calcoli rivelano. Sono stato costruito con lo scopo di distruggerti, tutte le tue armi sono inutili contro di me».
La Nex cessò il fuoco e dissolse la minigun per poi puntare, con il pugno chiuso, il braccio verso il robot dicendo «Sta zitto!» Dal suo avambraccio si alzò una specie di alettone dal quale uscì una granata, che, a pochi centimetri dal volto dello Yom fu tagliata in due da una delle sue tonfe esplodendo violentemente. Quando il fumo si diradò Shira trovò il robot in piedi senza neanche un graffio e spolverandosi la spalla le disse «Debole, proprio come dicevano i parametri. Tornando a noi, vuoi veramente sapere chi sono? Modello Y-1415133, ma per abbreviare puoi chiamarmi semplicemente 'Anat».
Shira strinse i suoi pugni, sapendo che la battaglia era inevitabile.

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Capitolo 17
*** La battaglia di Shira ***


I due si guardavano intensamente senza dire o fare niente mentre la foresta alle spalle di Shira bruciava intensamente irradiando un intenso calore. Un ramo che stava bruciando cadde da un albero rompendo il silenzio e in quell'istante, la Nex, grazie alla sua armatura creò un blaster sonico che sembrò sostituirle l'avambraccio. Sparò tre volte ma 'Anat respinse i colpi con le sue armi «Arrenditi, non puoi sconfiggermi. La mia armatura e le mie armi sono state designate per deviare e contrastare i tuoi colpi, tutto ciò che sparerai dalle tue armi non avrà effetto su di me, quindi perché prolungare la propria sofferenza struggendosi inutilmente?»
Shira sputò in terra per poi rispondere «”Mai arrendersi”, è questo il mio motto, è questo quello che ho imparato dagli esseri umani… è questo quello che ho imparato da lui». La Nex chiuse gli occhi e facendo un respiro profondo disse«A quanto pare non ho scelta eh?» Riaprì i suoi occhi e guardando Anat disse «Se le mie armi da fuoco non hanno effetto, vuol dire che dovrò colpirti con qualcos'altro per distruggerti». A quel punto la sua armatura cominciò a ribollire quasi come fosse lava e la Nex un filo di voce disse «Eternal Link: Ignis Rugiens».
Il corpo di Shira si trasformò in una palla di fuoco e dopo qualche istante di combustione si avvicinò facendo diradare le fiamme. La sua armatura aveva linee molto più sinuose ed eleganti rispetto a prima pur mantenendo la stessa colorazione, anche il suo casco era diverso: molto più semplice e privo di corna con una colorazione rosso-arancio con dettagli di colore bianco. La rossa guardò il robot e gli disse «Rispondi alla mia domanda: ti hanno progettato per sentire dolore?»
«Domanda futile. Inoltre hai ridotto la tua stessa difesa di tre quarti. Non è questo un suicidio?»
«Forse». La Nex chiuse ed aprì la mano destra a pugno velocemente per due volte, facendo così sprizzare lingue di fuoco e continuò dicendo «Ma sai… quello che ho perso in difesa, l'ho guadagnato in velocità ed attacco».
«Ti sei dimenticata che le tue-»
Shira si scagliò su di lui ad una velocità fulminea e 'Anat non fu in grado di finire la frase che la rossa cercò di colpirlo con un pugno, lo Yom schivò il colpo per pochi centimetri e dopo essersi allontanato di qualche metro udì la voce della Nex «Visto che le mie armi da fuoco non hanno effetto, tanto vale provare con la classica forza bruta!»
'Anat si mise in guardia e le rispose «Quando una bestia si trova alle strette combatte ferocemente con denti ed artigli, è questo quello che qui chiamano “istinto di sopravvivenza”?»
Shira sorrise e con sguardo truce disse «Rimarrai sorpreso di quanto un istinto possa essere forte e giusto!»
Il robot si scagliò sulla Nex e cercò di colpirla con le sue tonfe ma senza riuscirci, lei era troppo agile e veloce tanto che dopo svariati tentativi Shira prese una delle sue armi riuscendo a romperla con la sola forza della mano destra. Successivamente gli diede un poderoso calcio facendolo volare all'indietro e dopo aver volato per qualche metro 'Anat toccò terra scivolando per alcuni istanti. Si controllò l'arma spezzata e grazie alla sua tecnologia la lama si rigenerò muovendosi quasi come fosse viva, dopodiché cercò di individuare Shira ma senza trovarla da nessuna parte finché la sua voce, proveniente dall'alto, non attirò la sua attenzione «Si può sapere dove stai guardando!»
La Nex percosse violentemente il terreno con un pugno devastante mentre 'Anat saltava per evitare il colpo, il robot indietreggiò di alcuni metri per poi caricare di energia le sue armi. Una volte cariche fece dei fendenti che lanciarono onde di energia, Shira cominciò a correre verso di lui evitando i colpi finché due onde di energia parallele non si diressero verso di lei, la rossa saltò e con un'incredibile agilità riuscì a passare illesa tra le due onde. Poggiò la mano a terra e spingendosi fece un piccolo balzo per tornare in piedi, continuò a correre evitando i colpi del robot finché non si ritrovarono faccia a faccia.
I due cominciarono ad azzuffarsi sferrandosi pugni e calci a vicenda, fin quando 'Anat attaccò con le sue tonfe incrociate. Shira afferrò le sue armi per poi spezzargliele e cogliendo il robot spiazzato afferrò l'armatura sul torace e glie la strappò via, facendo così sferzare scintille elettriche in tutte le direzioni «A quanto pare il tuo equipaggiamento è inutile contro calci e pugni, vero?»
«Errore… Errore...»
La Nex diede un pugno al torace del robot dicendogli «Non hai nient'altro da dire? Eh stronzo!»
'Anat volò via cominciando a rotolare e rimbalzare sul suolo, mentre Shira cominciò a correre per poi, grazie alla sua armatura, creare una mazza a propulsione jet.
Mentre lo Yom si rialzava Shira scivolò ed attivò il propulsore che gli fece fare un giro completo e a metà del secondo, la testa della mazza colpì il torace mal messo di 'Anat spedendolo in aria. La Nex fece passare la mazza dietro la schiena dividendola in due: una parte si trasformò in un arco mentre l'altra, sulla mano sinistra, in una freccia. Tese la corda puntando lo Yom che stava precipitando gridò «Crepa schifoso Yom!» Per poi scoccare la freccia che si conficcò nel petto del robot, esplodendo in aria qualche istante dopo. Lo Yom si frantumò in mille pezzi e la sua testa rotolò, fermandosi a pochi centimetri da Shira, la quale, la schiacciò con il suo piede destro senza nessuna esitazione.
Shira tornò normale e cominciò a dirigersi verso la moto. Durante il tragitto ripensò, trattenendo a stento le lacrime, a tutti i momenti trascorsi con Phil: al loro primo incontro, alle loro giornate in palestra, il loro primo bacio e tutti quelli che seguirono dopo, la cena di natale ed il giorno più bello della sua vita, quando la persona che amava l'aveva accettata come mai nessuno aveva fatto fino ad ora. Per Shira non era solo amore, sentiva che tra lei ed il ragazzo si era creato un legame che collegava i loro cuori e le loro anime, un qualcosa che le semplice parole non avrebbero potuto descrivere, ma ormai era tutto finito o perlomeno questo era quello che pensava. 
Una volta arrivata, ad attenderla c'era una meravigliosa ed inaspettata sorpresa: Phil seduto con la schiena poggiata sul lato sinistro della moto, era ansimante ma cosciente. La Nex si immobilizzò e le lacrime cominciarono ad uscire copiosamente dai suoi occhi marroni «È vivo… lui è ancora vivo…» Disse tra se e se sforzandosi di non piangere, per poi correre da lui.
Una volta raggiunto lo abbracciò e non fu in grado di contenere le sue emozioni «Phil… Phil… tesoro, sono così felice di vederti vivo… pensavo di averti perso per sempre».
«Ahi… Ahi… piano, se mi stringi così forte rischio davvero di lasciarci le penne».
«Ah… scusami… non volevo...»
Il ragazzo sorrise ed aggiustandosi gli occhiali le disse «Sei stata fantastica, sapevo che eri forte ma quello che ho visto prima è stato… wow… una forza della natura, un vero e proprio leone… o meglio leonessa».
«Scemo… perché non hai reagito quando sono venuta da te? Mi hai fatto preoccupare… ho pensato… ho pensato davvero che tu...»
«Mi dispiace, ma ho ripreso conoscenza solo quando tu stavi sparando con la minigun a quel colosso e per non farmi coinvolgere ho giocato a fare il morto. Da come mi sembra di capire quei robot sparano a tutto ciò che mostra segni di vita quindi se ci si finge morti si dovrebbe sopravvivere… o forse sono stato molto fortunato chissà. In entrambi i casi la collana che mi hai regalato mi ha protetto, non sapevo che un qualcosa di così piccolo potesse creare uno scudo, grazie per avermi salvato».
Shira si asciugò le lacrime dal volto per poi dirgli «Come stai?»
«Fatta ad eccezione del braccio rotto e qualche graffio qua e la abbastanza bene».
«Braccio rotto? E me lo dici solo ora?»
La Nex aprì uno scompartimento nella moto e prese un dispositivo cilindrico che mise in terra per poi attivarlo, cominciò ad accendersi ad intermittenza una piccola luce azzurra. Il cielo cominciò a distorcersi sopra le loro teste fin quando non apparì una nave dalla quale scesero, con una scialuppa, dei Nex infermieri. Phil riconobbe subito che si trattavano delle unità di Lexiax in quanto indossavano divise e camici di colore bianco ed azzurro. Uno di loro scese e disse «Abbiamo ricevuto la segnalazione, siete ferita?»
«No, il ferito è lui». Rispose Shira guardando Phil, il medico si avvicinò e disse «Ragazzo non sei messo bene, hai un bel po di escoriazioni e sicuramente sotto quei vestiti bruciacchiati ci saranno delle ustioni. Sei messo maluccio ma te la caverai, c'è qualcosa che dovrei sapere prima di caricarti sulla barella?»
«Soltanto una cosa: fate attenzione al braccio destro, credo sia rotto».
Il Nex tirò fuori dalla borsa un dispositivo che si aprì attivando un monitor olografico dicendo «Ora darò un'occhiata se non ti dispiace». Qualche istante dopo il medico disse la sua diagnosi «Si… hai il braccio rotto e mi dispiace dirlo ma hai anche due costole rotte. A parte questo, tutte buone notizie».
«Ho vinto alla lotteria e sono diventato l'uomo più ricco dell'universo?»
«Ti piacerebbe vero? No, le buone notizie sono altre: primo non hai danni agli organi interni e secondo sei in buone mani. Forza uomini, caricate l'essere umano sulla barella e mi raccomando massima delicatezza, è ferito e debilitato; ha due costole ed il braccio destro rotti!»
Due Nex caricarono Phil sulla barella e lo trasportarono sulla scialuppa, il Nex che ha assistito Phil si avvicino a Shira e le disse «Guardiana viene con noi?»
«Si, posso caricare la moto?»
«Certamente, la teletrasporteremo nell'hangar delle scialuppe quando saremo a bordo».
«Ci sarebbe anche la mia navetta ma ho attivato la modalità di camuffamento quindi penso sia apposto così, per il momento».
Shira salì sulla scialuppa li trasportò fino alla nave e una volta nell'hangar Phil fu trasportato nell'ospedale interno dell'astronave. Durante il tragitto sentì alcuni Nex che parlavano delle sue condizioni mentre la sua coscienza lentamente scivolava via a causa dell'anestetico che gli veniva iniettato «Polso e pressione sono regolari, ha il braccio destro rotto e due costole rotte sulla parte sinistra».
N. B. «Nessun danno agli organi interni anche se la respirazione è leggermente irregolare a causa delle costole rotte».
N. C. «C'è il rischio che le costole possano perforare il polmone?»
N. A. «Negativo, anche se sono preoccupata per il trauma cranico che ha ricevuto».
N. B. «Nulla di serio secondo lo scanner, in teoria non ci dovrebbero esserci danni a livello cerebrale ma un controllo credo sia opportuno».
N. C. «Ok, siamo arrivati».
Dopo un paio di ore Lexiax uscì dalla sala operatoria e si diresse verso Shira dicendole «Il tuo amato Phil sta bene, le ossa sono state sistemate ed il trauma cranico non ha causato danni anche se lo teniamo comunque in osservazione per qualsiasi evenienza».
Shira pianse di gioia e l'abbracciò dicendole «Grazie… non so cosa farei senza di te… mi hai aiutato così tanto in così tante occasioni».
«Hey, anche tu mi hai aiutato molte volte. Siamo amiche, proveniamo dalla stessa terra ed abbiamo lo stesso destino davanti a noi. Ti ricordi quando eravamo braccate da quei vermoni del pianeta X-0215? Erano disgustosi e se non fosse stato per te io e gli altri saremo diventate il loro pranzo quella volta».
«Lo so… ma sai non mi riferivo a quel tipo di aiuto...»
«A no?»
Shira si asciugò le lacrime e con un lieve sorriso le disse «Da quando siamo qui mi hai insegnato a come essere più femminile e seducente possibile nonostante il mio carattere e il mio fisico alquanto… come dire… atletico. Ho fatto tutto questo per lui ed ora tu gli hai salvato la vita, io non so davvero come ringraziarti».
«Bhè… Phil non era in pericolo di vita e poi si vedeva lontano un anno luce che vi piacevate entrambi, io ti ho semplicemente aiutato a rompere il ghiaccio ammorbidendoti un po il carattere e facendoti curare l'aspetto. Se non lo avessi fatto credo che Phil ci avrebbe preso l'abbonamento nella mia clinica».
«Ehyyy non sono così selvaggia, per lo meno non quando sono con lui».
Le due sorrisero divertite finché non arrivò un messaggio, Lexiax aprì la chiamata dal dispositivo sul suo polso udendo così la voce di Ariel «Guardiana, Master Zero vorrebbe parlare con lei».
«Certo Ariel, ora sono libera di accettare la sua chiamata».
«Ricevuto».
Dopo un attimo di silenzio si udì la voce di Master Zero «Lexiax abbiamo un'emergenza, stando alla intelligence di Io abbiamo scoperto che le forze di Yomkar hanno istallato delle bombe su una zona chiamata “Faglia di Sant'Andrea”, stando alle analisi questa zona è una delle più delicate del pianeta. Se quelle bombe esplodessero ci sarebbe una reazione a catena che porterebbe a terremoti, eruzioni e tsunami su tutto il globo, dobbiamo fermarli! Ti invio le coordinate in cui sono state rivelate attività di Yom sottomarini, ciò che devi fare è usare il tuo sonar per individuare le bombe e disinnescarle».
«Disinnescarle? Lo sa benissimo che questo lavoro non è di mia competenza, io curo i feriti non disinnesco bombe!»
«Lo so, per questo motivo Io rimarrà in contatto radio fornendoti di istruzioni e strumenti tramite i tuoi olob».
«E va bene… ma l'avverto che ho un brutto presentimento riguardo a questa storia».
«Speriamo che rimanga tale, buona fortuna Lexiax. Passo e chiudo».
Lexiax sospirò e guardò l'oceano dalla finestra dell'areo nave sapendo che la vita di un pianeta dipendeva dalla riuscita della sua prossima missione.

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