You are my girl

di Cherie__
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap. 01 - Prologo ***
Capitolo 2: *** Cap. 02 ***
Capitolo 3: *** Cap. 03 ***
Capitolo 4: *** Cap. 04 ***
Capitolo 5: *** Cap. 05 ***
Capitolo 6: *** Cap. 06 ***
Capitolo 7: *** Cap. 07 ***
Capitolo 8: *** Cap. 08 ***
Capitolo 9: *** Cap. 09 ***
Capitolo 10: *** Cap. 10 ***
Capitolo 11: *** Cap. 11 ***
Capitolo 12: *** Cap. 12 ***
Capitolo 13: *** Cap. 13 ***
Capitolo 14: *** Nota dell'autrice!! ***



Capitolo 1
*** Cap. 01 - Prologo ***


Prologo

Il cielo era terso, il sole splendeva imponente in quel manto limpido.
Erano passate settimane, in cui la pioggia scendeva copiosa su una grigia Seoul, senza che uno spiraglio di luce si facesse mai strada nelle vie coreane.
Sembrava che finalmente la stagione estiva fosse iniziata: si era cominciato a sentire anche il fievole canto degli uccellini.
La giovane Shin passeggiava disinvolta tra la folla che si era precipitata fuori dalle proprie case per approfittare del bel tempo, pronta per una giornata di sano shopping. I raggi del sole le baciavano timidamente il viso, mettendo ancora più in risalto il colore perlaceo della sua pelle, mentre una lieve brezza estiva le scompigliava i lunghi capelli castani.
Appena mise piede nel grande centro commerciale, sfilò gli occhiali da sole, mostrando i grandi occhi a mandorla neri, che cominciarono a vagare, trepidanti, sulle vetrine dei vari negozi.
Aah... Caro e vecchio shopping! Non c'era niente di meglio che passare una giornata in piena tranquillità immersa nel fantastico mondo della moda.
- Vediamo...- sussurrò lentamente, entrando a passo veloce nel primo negozio vicino l'entrata.
Nonostante avesse un armadio straripante di abiti, non poteva fare a meno di quell'hobby che accomunava tutte le ragazze del mondo: vestiti, gonne, t-shirt e pantaloncini erano la sua droga.
Uscì dal centro solo a pomeriggio inoltrato, carica di buste e abiti. Ok, forse quella volta aveva proprio superato il limite. Doveva necessariamente darsi una calmata per il suo bene (e per quello della sua carta di credito).
Si incamminò verso il bar più vicino, ultima tappa prima del suo rientro a casa.
- Buonasera! - trillò Shin, facendosi strada fino al bancone - Il solito, grazie -
- Guarda chi si rivede! La mia piccola Shin che viene a trovarmi, e in dolce compagnia per di più - affermò il barista, indicando divertito le buste piene.
- Ehi Bae, sono in mostruoso ritardo, potresti muoverti e servire la cliente? -
- Si, si... A quanto pare ti sei portata dietro anche la tua acidità - affermò poi, posando un cappuccino fumante davanti la giovane.
- Quella non manca mai - Un sorriso le illuminò il volto mentre portava la tazzina alle labbra, soffiando silenziosamente
- Allora, la situazione amorosa della nostra Shin come va? -
Uno strano bagliore le attraversò lo sguardo: Bae sapeva sempre coglierla sul vivo. Il fatto che non avesse mai avuto in ragazzo, non significava che sarebbe diventata una zitella! Insomma, aveva solo ventun’ anni, era nel pieno della giovinezza ma, nonostante queste convinzione che si era imposta, parlare di ragazzi le provocava sempre una fitta allo stomaco.
Mandò giù l'ultimo sorso e, dopo aver regalato al ragazzo uno sguardo carico d'odio, afferrò le sue buste e fece per andarsene.
- Ehi Shin, non starai dimenticando qualcosa? -
- Offre la casa, vero? - rispose, per poi chiudersi la porta alle spalle.
Dannato Bae. Dannato bar. Dannato Amore!
Perché cavolo doveva essere così sfortunata in campo sentimentale? Perché?!
Ok, forse era una ragazza un tantino "pretenziosa" in fatto di ragazzi ma, in fondo, chi non lo era... Quando si parlava di moda appariva sempre raggiante e sicura di sé, ma appena si nominava, anche solo per sbaglio, la parola "Amore", Shin diventava una fragile ed inesperta ragazzina. Non aveva mai provato quelle sensazioni strane e, per lei, ancora misteriose, che leggeva in continuazione tra le pagine dei libri. Era affascinata dalle storie d'amore rappresentate nei film, quelle ricche di colpi di scena che ti lasciano con il fiato sospeso fino all'ultimo minuto. Ma, la cosa che l'attraeva di più era solo una parola che, anche se apparentemente priva di chissà quali significati, la lasciava sempre con l'amaro in bocca: “Destino”. Aveva perso il conto di tutte le volte che aveva letto o sentito di storie d'amore iniziate perché "volute dal destino", oppure di quegli incontri che questo "Destino" aveva riservato a solo pochi prescelti.
E ce l'aveva a morte con questo, forse perché non le aveva dato la possibilità di incontrare il ragazzo che le era destinato. Era sicura di meritare anche lei una tale possibilità, no? Anche lei meritava di vivere una storia d'amore con i fiocchi, degna di quelle lette nei suoi amati libri. Passeggiare mano nella mano, scambiarsi timidi baci e quelle romantiche parole che le scioglievano il cuore. Era una ragazza semplice in fondo, all'interno del suo cuore celava uno dei desideri più comuni tra le donne. Ce l'avrebbe fatta anche lei, vero?
Dopo aver formulato quest'ultimo pensiero, fu un attimo, il tempo di distrarsi un secondo che si ritrovò sdraiata a terra con le gambe all'aria.
- Ma cos... - riaprì gli occhi, cercando di alzarsi e risistemarsi i capelli tutti arruffati, ma fu bloccata a terra da qualcosa di pesante.... O da qualcuno?
Si raddrizzò un poco, osservando un ragazzo steso a peso morto sulle sue gambe. Si mosse solo dopo qualche secondo, alzando lentamente il capo fino ad incrociare lo sguardo adirato di Shin. Indossava degli occhiali da sole neri ed un cappellino che gli copriva i capelli castani. Erano così vicini che la ragazza sentiva chiaramente il respiro accelerato del giovane, riusciva a percepire persino il suo inebriante profumo.
Il ragazzo si tirò subito su, aggiustandosi per bene il cappellino sul capo, senza proferire parola. Le regalò solo una fuggevole e breve occhiata, prima di scappare via in fretta e furia.
- Maleducato... - mormorò Shin, raccogliendo le tante buste volate via a causa di quell'idiota.
- Ehi tu! - una voce sconosciuta giunse alle orecchie della ragazza, del tutto presa dagli abiti impolverati e, solo quando si sentì una mano sulla spalla prese la briga di voltarsi.
- Devi essere la ragazza di Junhyung, vero?! - affermò una donna in preda all'entusiasmo più sfrenato. Le avvicinò un enorme microfono alla bocca, mentre un cameramen era tutto concentrato a fare un primo piano della sua faccia. Shin fece un passo indietro, spaventata di quella folla che l'aveva a poco a poco circondata. Era pronta a gettarsi in ginocchio giurando di non essere colpevole di nessun omicidio, forse pregando sarebbe riuscita a svignarsela....
- Allora, sei la sua dolce metà, vero? Vi abbiamo appena ripreso in atteggiamenti sospetti, non puoi mentire! -
" Ok, cercherò anche di piangere, potrei sembrare più credibile...". Aspetta, aspetta, aspetta. Quali atteggiamenti sospetti? Quali DANNATISSIMI atteggiamenti sospetti?! E poi chi era questo Junqualcosa? Sarà forse stato l'idiota che l'aveva assalita poco prima?
- I-io... - cercò di dire, ma non fece altro che attirare anche di più l'attenzione della pazza che aveva davanti. Sembrava essere in preda agli spasmi, come se si trovasse davanti a chissà chi.
- Non abbiamo tutto il giorno, insomma! - disse con un'espressione dura stampata in viso - Hai presente Junhyung, membro dei B2st? Ebbene, abbiamo motivo di pensare che tu sia la sua nuova fiamma - parlava scandendo attentamente le parole, come se si stesse rivolgendo ad un bambino. Be’, in quel caso la ragazza stava sfoggiando una perfetta espressione confusa, - quella più adatta alla situazione, comunque - ma dopotutto non riusciva davvero a capire a cosa si stesse riferendo. Ricapitolando, era stata scambiata per la fidanzata di un famoso idol coreano, - non poi tanto famoso, dato che non è aveva mai sentito parlare- solo perché questo Junhyung le era rovinosamente piombato addosso. E, adesso, si ritrovava immersa fino al collo in quella situazione spiacevole, priva di qualsiasi via d'uscita.
- E- ecco io... non siamo proprio fidanzati, in realtà noi.. -
- Ok, taglia! - urlò la donna, sorridendo soddisfatta - Avete fatto un ottimo lavoro! E tu.... - disse posando il suo sguardo luccicante sulla ragazza - Benvenuta nel mondo delle celebrità! Ma stai attenta piccola, non sono del tutto certa che tu possa farcela... Potrebbero mangiarti in un sol boccone -
Dopo queste ultime e macabre parole, Shin fu lasciata sola nella folla che era tornata a fluire come se niente fosse accaduto. La sua vita sarebbe stata davvero rivoluzionata? Da un ragazzo a lei sconosciuto, per di più. La verità era che aveva paura, una paura che l'attanagliava dentro, nel profondo.
Stringendo le buste si avviò a passo veloce verso casa e, forse, anche verso una nuova vita.
In che guaio si era andata a cacciare?

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Capitolo 2
*** Cap. 02 ***


Cap. 02

Un sospiro, un altro e un altro ancora. Non faceva che sospirare da quando aveva rimesso piede in casa.
"Jun... Jun... Junqualcosa..."
La sua vita quasi perfetta le era stata rovinata da un perfetto sconosciuto. E, per di più, non riusciva a ricordare nemmeno il suo nome!
Con passo ansante si alzò dal letto, spostando distrattamente i capelli dagli occhi e sedendosi davanti allo schermo del computer.
Il vecchio aggeggio faticava a funzionare ma, era pur sempre un ricordo del padre, una figura del tutto assente nella sua vita.
Internet, motore di ricerca: "Beast".
Scrisse quella parola velocemente, cercando di distaccarsi il più possibile da lei e da quel mondo che, forse, la stava già risucchiando al suo interno. Nel giro di pochi secondi sullo schermo figurarono delle immagini. Le sue immagini. In tutte erano presenti sei ragazzi, ma chi era questo Jun? Guardava accuratamente tutti i visi, li scrutava con attenzione, per cogliere ogni minimo particolare. Era forse quello con i tratti occidentali? Quello con un sorriso d'angelo? O forse il ragazzo con un viso da bambino?
Era impossibile capire di chi si trattava. Anche se avesse passato un intero pomeriggio a cercare di capirlo, non ne sarebbe mai venuta a capo.
Spense il computer indispettita, ancora più nervosa dopo l'ennesimo buco nell'acqua. Corse in cucina cercando qualcosa di dissetante da bere, accese distrattamente la televisione, mettendo su un canale a caso. Guardare la tv era l'ultima cosa che le interessava in quel momento. Nonostante questo, il suo sguardo fu immediatamente catturato da un immagine: era lei. Lei era apparsa in tv! Per un istante rievocò il suo viso, il viso del ragazzo che le era caduto addosso. La donna in preda agli spasmi adesso stava parlando di lei e dell'idol.
<< Il famoso Junhyung, l'idolo delle ragazzine, è stato colto in atteggiamenti sospetti con una giovane fanciulla. Sarà la sua ennesima conquista? >>
Per poco la bevanda non le andò di traverso.
- Oh. Mio. Dio. Cosa diavolo...? -
La testa cominciò a girarle, i pensieri si fecero sempre più confusi. Conquista? Che conquista? Non potevano considerarla la conquista di nessuno!
La sua faccia scioccata era su tutti i canali coreani, tutti. Un incubo! Ecco cos'era! E non vedeva l'ora di svegliarsi da quel sogno fin troppo lungo. Avrebbe voluto svegliarsi nel suo letto caldo, con una tazza di caffè pronta a confortarla e, invece, eccola lì, con l'enorme faccione confuso che veniva sfoggiato dappertutto.
Un suono ovattato le giunse alle sue orecchie, riportandola con i piedi per terra.
- Chi è? - gridò dall'altro capo della stanza, ma non ricevette nessuna risposta. Corse verso la porta, e quando l'aprì, per poco non le venne un infarto.
Il ragazzo di quel pomeriggio stava immobile sulla porta, con il cappello ben piazzato sulla testa che non lasciava intravedere altro che delle labbra piene e rosee
- Posso entrare, Shin? - mormorò, una voce calda e roca.
- E-ecco... -
Non le diede il tempo di rispondere che si era già intrufolato dentro casa. Shin si chiuse la porta alle spalle, percorrendo a passo malfermo il piccolo salotto. Lo trovò lì, comodamente seduto sulla poltrona. Non indossava più il copricapo, e la ragazza riuscì finalmente ad incontrare il suo sguardo, uno sguardo castano, carico di preoccupazione e sconforto. Aveva le mani incrociate in grembo e la guardava come non era mai stata guardata prima. Sembrava perforarle persino l'anima con quello sguardo indagatore. Le fece segno di sedersi accanto a lui e, in un batter d'occhio, si trovò a pochi centimetri dal suo viso.
- Allora... Io sono Junhyung, ma questo lo sai già -
- No, non lo so -
- Come scusa? -
- Hai capito bene: non so chi sei, non so cosa fai, non so niente di te. E, tanto per chiarire, non mi interessa. E poi, come fai a sapere dove abito e come mi chiamo? Come fai a sapere chi sono? -
- Questi sono i vantaggi di essere famosi - rispose prontamente lui, neanche lontanamente scosso dalle parole di Shin.
- Me ne infischio dei vostri dannati vantaggi! E, tanto per sapere, cos'è questa storia che io sono la tua ragazza? -
- Ecco, questo è il motivo per cui sono qui. C'è un piccolo problema riguardo lo "scontro" di questo pomeriggio... Credono che noi.... Be’ che noi... -
- Non vogliono mangiarmi, vero? - chiese preoccupata, puntando i suoi grandi occhioni scuri su Jun. Aveva del tutto perso il suo spirito battagliero. Dal canto suo, il ragazzo la guardò un poco divertito, non capendo del tutto a cosa stesse facendo riferimento Shin.
Sorrise piano, uno di quei sorrisi dolci da morire, ma altrettanto falsi. Uguali a quelli dei film, perfetti in ogni sfaccettatura. Ma cosa si nascondeva dietro quelle false espressioni era un mistero: gioia, rabbia, tristezza? Nessuno l'avrebbe mai saputo. Nessuno.
Non sarebbe stata in grado di dire se si trattasse di un vero sorriso o di uno di quelli sfoggiati durante gli incontri con le fans, ma la riempiva comunque di timore. Shin si ritrasse lentamente, come se non fosse del tutto sicura di volersi allontanare; ma suoi occhi si incatenarono saldamente a quelli del ragazzo: sembrava che una calamita la costringesse a fissarli. Jun schiuse lentamente le labbra, ma non ne fuoriuscì alcun suono. Faticava a parlare, non gli era mai capitata una situazione del genere in tutta la sua carriera. E ne aveva avute di gatte da pelare.
Le strinse il braccio con forza, deciso a non aumentare la distanza tra di loro.
- Ascolta bene - disse con calma - Tu d'ora in poi, sei la mia ragazza. -
Quelle parole, dette con una disarmante fermezza, la spiazzarono. Non poté fare altro che rimanere davanti al giovane a bocca aperta, incapace di muoversi o pronunciare frasi di senso compiuto.
Okay, ricapitolando: un idol coreano, a lei del tutto sconosciuto, l'aveva appena nominata sua fidanzata. Lei, Shin, ragazza di un cantante, di un cantante mai visto prima. E sembrava non avere molta scelta sul da farsi. Una vocina dentro la sua testa le intimava di correre verso la finestra più vicina.
- I-io.... - bofonchiò imbarazzata, cercando di correre ai ripari.
- Non hai possibilità di scelta, sarai la mia ragazza -

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Capitolo 3
*** Cap. 03 ***


Cap. 03

L'assordante rombo dell'auto sovrastava i già contorti pensieri di Shin: alla fine, si era lasciata convincere da quel diavolo dagli occhi dolci, fin troppo dolci. E adesso era lì, con la fronte corrucciata e le braccia incrociate sul petto in segno di protesta. Da quando erano usciti di casa non aveva proferito parola, ma Jun sembrava non accorgersene. Con lo sguardo perso nel vuoto, le sedeva accanto con di nuovo indosso il cappellino.
Cosa avrebbe dovuto fare la povera Shin, quando lui si era presentato sotto casa con un'immensa limousine, con tanto di autista? Dannato esibizionismo. Perché, in realtà, fremeva dalla voglia di sfrecciare tra le strade di Seoul come una celebrità. Be’, in fondo adesso lo era... Vero? Era stato gridato ai quattro venti che Junhyung aveva una nuova fiamma e, guarda caso, la sfortuna aveva scelto proprio lei.
Chissà cosa avrebbe detto il suo adorato barista! Già se lo immaginava a strozzarsi con un cappuccino, davanti alla faccia dell'amica su tutti i canali televisivi.
- Alla faccia tua, Bae - mormorò soddisfatta, con un sorrisino compiaciuto stampato in viso.
- Che hai detto? - Jun aveva finalmente perso la sua posa statuaria e osservava curioso la giovane.
- Oh, niente, parlavo tra me e me -
- Questo Bae, è per caso il tuo ragazzo? -
Shin arrossì violentemente e abbassò immediatamente gli occhi per sfuggire al suo sguardo indagatore. Lei e....
- Nel caso, mi dispiace per lui -
- Cosa? -
Con la mano prese delicatamente il mento di Shin, avvicinandola al suo viso. Oddio, Oddio, Oddio. Adesso non aveva via di scampo, non poteva in nessun modo scappare e il finestrino era troppo stretto per buttarsi fuori. Stettero così per qualche secondo che le parve una vita, riusciva persino a sentire il suo respiro tranquillo, del tutto contrastante con quello affannato di Shin: era proprio una bambina alle prime armi.
- Se tu non l'avessi capito, - cominciò avvicinandosi ancora di più, qualche millimetro e avrebbe raggiunto le sue labbra - Tu adesso sei mia. -
Dette queste parole, si allontanò come se niente fosse accaduto. Neanche l'autista sembrava essersene accorto, tutto concentrato a guidare. Ma il suo cuore se ne era accorto, accidenti. Le martellava nell petto, pronto ad uscire e ad andare a fare un giro. Doveva calmarsi, per il suo bene e per quello della sua reputazione.
Si attaccò alla portiera, stringendo forte tra le mani un lembo della camicetta a quadri che indossava. Come se non bastasse, prima di uscire, Jun l'aveva costretta a cambiarsi: c'era forse qualcosa che non andava nel suo modo di vestire?
- Non ti preoccupare, non ti sfiorerò neanche con un dito, tranne quando saremo alle prese con interviste o cose del genere, in quel caso dovremo almeno darci un bacino. - terminò la frase con un filo di malizia, che fece imbarazzare la ragazza ancora di più. Si portò una mano alla bocca istintivamente. Il suo primo bacio, avrebbe dato il suo primo bacio ad uno sconosciuto e in diretta tv. Non poteva assolutamente accettare una cosa del genere.
- Senti, su alcuni punti non è che io sia molto d'accordo... -
L'auto frenò all'improvviso e delle grida disumane si alzarono alte.
- Cosa diavolo...? -
- Pronta? Mi raccomando, ricordati di sorridere. - suonò tanto come un avvertimento, ma si lasciò comunque afferrare la mano e trascinare fuori dall'auto.
Quello che vide, le parve un mondo a parte. C'erano ragazzine urlanti dappertutto, stringevano tra le mani cartelloni colorati, gigantografie della faccia di Jun e chi più ne ha, più ne metta. Riusciva anche a vedere delle lacrime scendere dai loro visi. Impossibile, tutto questo era impossibile. A partire dal fatto che la mano di un idol stringeva la sua.
La trascinava da un capo e l'altro della strada, mentre sorrideva soddisfatto. Eccolo di nuovo, quel dannato sorriso. Era impossibile sottrarsi all'onda di calore che l'avvolgeva.
Si avvicinava alle fans inferocite, firmando autografi a caso; dal canto suo Shin si limitava a sorridere come una perfetta bambolina, pronta a scattare a qualsiasi cenno del compagno.
Possibile che ogni volta che doveva recarsi in agenzia, le ragazze erano appostate davanti l'entrata? Non le sembrava vero.
Finalmente Jun, dopo aver regalato un ultimo sorriso mozzafiato alla folla, se la tirò dentro l'enorme edificio. Non era certa di sapere cosa si aspettasse in realtà da un'agenzia che sfornava idol ogni mese ma, di certo, quello che le si presentò davanti la sorprese. Un grande atrio biancheggiante, contornato da uno stile sobrio ed elegante. Al centro vi era una poltrona circolare, rigorosamente color panna, accanto alla quale si ergeva maestosa una statua in marmo raffigurante un uomo, forse il fondatore dell'agenzia. Contro la parete di fondo, una donna, vestita di tutto punto, sfoggiava un sorriso smagliante, mentre seduta al bancone smanettava al computer.
Jun la salutò con un cenno del capo e si diresse a passo veloce verso l'ascensore.
- Fino ad ora sei andata egregiamente, - affermò, osservandola da capo a piedi - Ma adesso viene la parte difficile. -
- Che parte?! Io già mi sono stufata di questa pagliacciata! - urlò Shin, in preda ad un attacco isterico. Venne zittita dalla mano del ragazzo sulla bocca, mentre la spingeva dentro l'ascensore. Fu liberata solo quando le porte dell'ascensore si chiusero.
- Neanche a me piace questa situazione, ma ci sono dentro tanto quanto te. - la tranquillità con cui parlava le faceva venire i nervi, sembrava stesse parlando dell'ultima partita di calcio vista allo stadio - Perciò, se collabori, ti prometto che finirà presto. -
- Promesso? - sospirò lei, sconfitta.
- Promesso. Adesso farai la conoscenza della mia manager. Un tipo tranquillo, ma anche molto furbo. Se riusciamo a convincere lei, il gioco è fatto. -
- Ma non puoi semplicemente dirle che è tutto un equivoco? -
- Non mi crederebbe mai, mi conosce troppo bene e un altro errore segnerebbe la fine della mia carriera. -
Era serio adesso e, vederlo così giù di corda la intristiva un poco. Non avrebbe mai voluto vederlo in quello stato, nonostante tutto era un bravo ragazzo, no?
- Ok, ti aiuterò ma... -
- Niente ma, stai più dritta con la schiena e sorridi di più - aveva all'improvviso riacquistato tutta il suo brio. Non è che aveva nuovamente usato le sue doti di attore per intenerirla?
Le ravvivò i capelli, portandoglieli dietro la schiena e aggiustando alcuni ciuffi che le ricadevano insistentemente sugli occhi.
- Non puoi tagliare un po’ i capelli? - chiese spazientito.
- Solo se ti tagli quella lingua lunga! -
Furono fermati dal tintinnio dell'ascensore, segno che erano arrivati a destinazione. Un respiro profondo e la prese per mano, riacquistando il falso sorriso di sempre. Salutava gente a destra e a manca, costringendo lei a fare altrettanto. Il fatto che non conoscesse neanche la metà di quelle persone era solo un inutile dettaglio.
Si fermarono davanti ad un piccolo ufficio vetrato e, dopo essersi scambiati una fugace occhiata, entrarono. Vennero accolti da una donnicciola sui cinquant'anni, con i capelli stretti in un severo chignon e degli occhietti piccoli e vispi. - Oh, Junhyung! Accomodatevi prego, e tu devi essere... -
- Shin, piacere di conoscerla! - trillò la ragazza, lasciandosi andare ad un tenero sorriso. Che signora carina!
- Se per me è un piacere, lo vedremo solo dopo che questa bella chiacchierata sarà finita – Oddio! Era pazza, sicuramente. Dov'era finita la gentilezza di poco prima? Forse Jun si era dimenticato di dirle qualcos'altro sulla donna in questione. Si sedette rigida come una statua accanto al ragazzo, che non aveva perso il sorriso e continuava a stringerle la mano.
- Allora.... Cosa avete da dire in proposito di questa... unione? – chiese, indicando le nostre dita intrecciate. Aveva un tono di atroce superiorità, sembrava farlo apposta.
- Be’... Stiamo insieme da circa un mese, e ci siamo conosciuti a... -
- Alt! - tuonò la donna, per poco Shin non ebbe un infarto - Signorina Shin, dove avete conosciuto il qui presente Junhyung? - Ma cos'era, un interrogazione a sorpresa?
- Ecco... L'ho visto per la prima volta ad... ehm... in un bar! -
Incrociando le dita sottili, guardò la pallida ragazza che abbozzò un lieve sorriso. Non era mai stata brava con le bugie. E quella donna era un mostro!
Con la mano libera cominciò a torturarsi la maglietta, mentre Jun sorrideva compiaciuto delle abili gesta della sua neo-fidanzata. Se solo avesse potuto l'avrebbe preso a schiaffi. Come poteva ridere in un momento del genere??
- Bene - ricominciò il conte Dracula - Ne ho già abbastanza di te, Jun. Quindi vedi di calmarti un po’ per quanto riguarda il campo fidanzate -
- Ci proverò -
Cominciò a massaggiarsi le tempie, socchiudendo gli occhi.
- Andate adesso! -
Il ragazzo si alzò velocemente, strattonando Shin per il braccio. Quando si trovarono alla porta, la donna si alzò di scatto.
- Un ultima cosa! Domani sera è stata organizzata una cena per l'anteprima nazionale del film di Jong. Devi assolutamente esserci, compresa la tua.... Nuova fiamma -
Oh be’, ci mancava solo questa. Cosa le avrebbero ordinato di fare adesso? Prendere parte ad uno spettacolo al circo?
Dopo un profondo cenno del capo, si chiusero la porta dell'ufficio alle spalle.

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Capitolo 4
*** Cap. 04 ***


Cap. 04

- Allora, tutto chiaro? -
- Si, si... E' la ventesima volta che me lo ripeti. -
Jun la guardò accigliato. Erano quasi due ore che si trovavano nel bar accanto l'agenzia e Shin sembrava essere ormai al limite della sopportazione.
- Voglio che tutto sia perfetto - disse squadrandola, - Tu devi essere perfetta. -
- E lo sarò - mormorò lei, sorseggiando tranquillamente un frappè alla fragola - Sorriderò sempre e farò la carina con la tua manager. Andrà tutto per il verso giusto, tranquillo. -
- Non è cosi facile come sembra, la signora Yang... -
- Chi, la pazza isterica della tua manager? -
- Cosa? - chiese Jun confuso, avvicinando il viso a quello della ragazza dall'altra parte del tavolino.
- Preferisci conte Dracula? -
Scoppiò in una fragorosa risata, lasciando Shin spiazzata. Certo che era ancora più bello così... Ma non doveva lasciarsi andare a pensieri del genere!
Vennero bloccati da una gracile cameriera, che tutta imbarazzata si avvicinò al loro tavolo.
- Ehm... Lei è Junhyung, dei B2st? - chiese piano, stringendo tra le mani una macchinetta fotografica.
- Si, sono io. Vuoi una foto? -
- Sarebbe stupendo! - rispose tutta contenta, saltellando da una parte all'altra come un coniglio.
Jun sorrise dolcemente, allungando la macchinetta a Shin.
- Puoi scattarci una foto, amore? -
- Si, cer... - cosa, cosa, cosa?! Amore? Ma chi si credeva di essere, quel finto Don Giovanni? Non proferì parola, limitandosi a scattare una foto - Ecco fatto! -
- Grazie mille! - contenta, la ragazza si allontanò.
- Che cavolo ti è preso? - sbottò Shin, guardandolo con uno sguardo truce - Non hai nessun diritto a chiamarmi amore! -
- Tra fidanzati è normale, angelo mio! - rispose divertito, addentando delle patatine imbevute di ketchup - Dovresti farlo anche tu! -
- Non voglio! -
- Perché no? -
Shin arrossì, pensando a come avrebbe potuto chiamare Jun. Proprio non ce l'avrebbe fatta, era troppo imbarazzante!
- Perché... Perché no e basta! - Jun sorrise, dandole un buffetto sulla guancia - Sei carina tutta rossa, sai? -
- Cosa? -
- No, niente - disse alzandosi, prendendo la ragazza per mano - Andiamo a fare un po’ di shopping! -
Oh, no. No, no, no, no. Non poteva andare a fare spese con lui. Lo guardò di sottecchi, curiosa di sapere a cosa stesse pensando.
- Be’, che c'è? Tranquilla, ho buon gusto nel vestire! - Fosse stato quello il problema...
Camminarono per dieci minuti buoni, quando si trovarono davanti un negozietto pieno di vestiti d'alta moda.
- E-ecco io... Non credo di potermi permettere un vestito... -
- Offro io, tranquilla. E adesso entriamo, ti serve l'abito giusto per la cena di domani -
La spinse dentro e, se solo avesse potuto sarebbe caduta a terra svenuta. Svaligiare quel negozio non era una cattiva idea! Una donna sui quarant'anni si avvicinò correndo, dall'alto dei suoi tacchi a spillo. Aveva un sorriso stampato in faccia, come se avesse degli aghi a bloccarle le labbra.
- Jun! Che piacere rivederti! Come posso servirti? - ok, il fatto che non l'avesse degnata di uno sguardo la diceva lunga sulla buona educazione della donna. Shin le avrebbe anche felicemente offerto un secchio per raccogliere la bava. Insomma, avrebbe potuto essere sua madre!
- Stiamo cercando un vestito per lei - disse Jun, indicando la ragazza - E' per una cena importante che si terrà domani sera -
I vestiti che le presentò davanti erano a dir poco imbarazzanti. Ma quello più scioccante, che le toccò indossare, era un vestito lungo fino alle caviglie, a balze rosa. Poteva essere tranquillamente scambiata per una torta gigante.
- Non resisto più, ti prego scegli un vestito e andiamo via! - lo implorò distrutta - Ho messo le radici in questo camerino! -
- Ok, ok, calmati! Questo è l'ultimo! - le allungò un abito lungo blu notte, piuttosto semplice, ma comunque stupendo - Ti aspetto qui, fai presto - Si sedette su di una poltrona cremisi, proprio davanti il suo camerino.
Si chiuse la tendina alle spalle, guardando con occhi sognanti il vestito. Aveva finalmente trovato l'aspetto positivo di tutta quella faccenda!
Indossò il vestito con attenzione, cercando di non rovinarlo. Quando se lo indossò si accorse di quanto le stesse bene. Lungo al punto giusto, le metteva in risalto le curve, facendola sembrare una modella. Con un sorriso soddisfatto, uscì dal camerino.
- Era ora, ci hai messo una... - si bloccò a metà frase, nell'esatto istante in cui poggiò gli occhi su di lei - Sei... Sei... Ecco... -
- Si? - disse Shin, divertita dalla faccia paonazza di Jun - Mi sta bene? -
- Si, si... Muoviti a toglierlo che si sta facendo tardi -
Dieci minuti dopo si ritrovarono a passeggiare tra le strade affollate di Seoul. Jun non aveva più proferito parola, mentre Shin si limitava a passeggiare al suo fianco stringendo la busta gelosamente.
- Dove andiamo adesso? - chiese Shin, con gli occhi puntati sulla strada.
- Adesso ti accompagno a casa, devi essere stanca. -
Fino ad allora non si era accorta di quanto le sue gambe implorassero pietà, e le palpebre le si facevano sempre più pesanti.
- Ehi, voi! - una voce acuta li chiamò. Il tempo necessario per voltarsi, che si ritrovarono travolti da telecamere. E poi la vide: l'intervistatrice isterica, la pazza che l'aveva messa in quella folle situazione era adesso di fronte a loro, pronta ad un nuovo scoop. Un pugno ben assestato le avrebbe tolto la voglia si rompere ancora le scatole.
Shin strinse con forza il braccio del ragazzo, nascondendosi in parte dietro di lui. Jun, invece, si era limitato a voltarsi e sorridere sornione.
- Mi dica.-
- Allora la vostra storia d'amore era vera! - gridò soddisfatta - Posso farvi qualche domanda? -
- Certo! - rispose Jun, spingendo la povera Shin davanti a lui - Prego -
- Dove vi siete conosciuti? -
"All'inferno", pensò la ragazza, incrociando le braccia sul petto.
- In un bar, è stato amore a prima vista! - la tranquillità con cui Jun rispondeva era disarmante. Sembrava stesse dicendo davvero la verità. Anima innocente!
- Certo! E la signorina che dice? -
"Di andare al diavolo!"
- Si, mi sono innamorata di lui al primo sguardo! - la giornalista sembrava piacevolmente sorpresa da quell'unione. Brutta scema, era tutta colpa sua se adesso stavano insieme!
- Sarete presenti all'anteprima del film del signor Jong? -
- Certamente. E' un mio intimo conoscente, saremo in prima linea - disse sorridente - Io e Shin, vero tesoro? -
- Ehm... Si, certo... Amore - rispose in fretta, stringendosi a Jun. Dovevano proprio sembrare la coppia perfetta. Si, la coppia più disordinatamente perfetta.
- Allora ci incontreremo! -
" Ooooh, non vedo l'ora! "
Non poteva farci niente, quella donna non le andava giù. Avrebbe fatto di tutto per trovare una falla nel loro rapporto. E se solo avesse scavato più a fondo, ne avrebbe trovate a migliaia. La loro intera relazione era una falla. Nata dalla finzione e, sarebbe anche finita nella finzione più totale. E probabilmente, nessuno se ne sarebbe mai accorto.
- Sarei molto contento di rivederla! Anche la mia Shin lo sarebbe! - mormorò pieno di brio, ormai era sulla cresta dell'onda. La pazza sembrava pendere sulle sue labbra. Se le avesse detto di aver adottato un pinguino, ci avrebbe creduto senza battere ciglio. Dannata popolarità.
- Potrei chiedervi un favore? - chiese la donna, avvicinando il microfono ai loro visi.
- Di cosa si tratta? -
- Potreste darvi un bacio per i fans? Sapete, ci sono arrivate molte richieste! -
Un coltello, aveva bisogno di un coltello. Qualsiasi cosa di appuntito andava più che bene. Bastarda, dannata strega! Doveva morire, quell'isterica.
Con le guance in fiamme e il cuore in gola, si voltò verso Jun, che continuava a guardare la telecamera tranquillamente.
" Di no, di no, di no... "
- Non c'è problema - Shin sgranò gli occhi terrorizzata, pronta a mettergli le mani alla gola. Il suo primo bacio non poteva essere così.
Restò lì, immobile, a bocca aperta, gli occhi persi nel vuoto.
Si riprese solo quando Jun, nel modo più delicato possibile, la prese per la vita, avvicinando il suo viso a quello della ragazza.
I suoi occhi nero pece ormai erano vicinissimi, tanto da potercisi perdere dentro. I suoi capelli castani le sfioravano timidamente la fronte.
Per non parlare delle sue labbra. Oddio, le sue labbra. Così tremendamente invitanti e sexy.
Le teneva leggermente schiuse, pronto a quell'intimo contatto. Il problema era che lei non era pronta. Ogni fibra del suo corpo era attratta, vogliosa di quell'approccio, ma Shin rimaneva rigida e immobile, non sapeva cosa fare, come muoversi.
"Dio, ti prego, fa che non usi la lingua. La lingua no, ti prego"
Sussultava ogni qual volta sentiva il flebile respiro di Jun sul viso, era completamente imbarazzata. Molto probabilmente la sua faccia si era trasformata in un pomodoro. E, come se non bastasse, la pazza si faceva sempre più impaziente; roteava in continuazione gli occhi e giocherellava col microfono, pronta a riprendere il mio primo bacio. Le avrebbe fatto volentieri ingoiare quel dannato microfono.
Jun la strinse ancora di più a sé, segno che il fatidico momento era arrivato. La fissava con una strana luce negli occhi, sembrava non vedesse l'ora di baciarla.
Chiuse gli occhi e io feci altrettanto; riuscivo a sentire la donna che intimava al cameramen di avvicinarsi di più. Voleva baciare lui Jun al posto mio??
Qualche millimetro e le sue labbra avrebbero toccato quelle di Shin.
Un attimo e...

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Capitolo 5
*** Cap. 05 ***


Cap. 05

... E poggiò le sue labbra su quelle di Shin. Un bacio all'inizio leggero, come quelli che si danno i bambini, casto e timido. Sopportabile come primo bacio.
La ragazza iniziò a preoccuparsi quando sentì premere le labbra di Jun contro le sue con sempre più foga, sembrava non volesse staccarsi da lei.
Iniziò a dischiudere la bocca, lentamente, come se stesse andando a rallentatore.
Shin iniziò a tremare, le guance in fiamme, mentre sentiva le sue labbra aprirsi da sole, pronte all'ignoto. La strinse ancora di più, portando le mani sul viso della ragazza, dischiudendole.
Un uragano di sensazione contrastanti l'avvolse. Non riusciva a comprendere cosa stesse accadendo dentro di lei, ma era qualcosa di.... Di piacevole.
Sentire il suo calore non le dispiaceva affatto anzi, le dava una sensazione di protezione, come se in quello stesso istante fossero stati trasportati in un mondo parallelo e non davanti ad una telecamera.
Cominciò a sciogliersi, la posa rigida di poco prima scomparve, lasciando il posto ad un corpo desideroso di quel bacio, desideroso anche di stringersi il più possibile a Jun.
Ma chi non l'avrebbe voluto in quel momento?
Le stringeva teneramente il viso tra le mani, le sentiva ben salde sulle sue guance rosse; i suoi capelli si muovevano impercettibilmente, sfiorandole la fronte imperlata di un lieve velo di sudore. Sembrava stesse cacciando via da dentro di sé ogni brutto pensiero, ogni turbamento che in quella situazione stonavano completamente. Iniziava a sentirsi leggera, tremendamente bene con quelle morbide labbra sulle sue.
Nonostante sembrasse tranquilla, dentro di sé, Shin scoppiava di imbarazzo, il cuore le martellava insistentemente il petto, con uno strano quanto misterioso ardore. Avrebbe potuto perdersi in quella bocca che le toglieva il respiro, in quegli occhi che sentiva estremamente vicini ai suoi, persino nel suo respiro.
Con le mani tremanti raggiunse la camicia di Jun, stringendola con decisione e tirandolo a sé. Ok, era solo per rendere più credibile quella situazione... Vero?
- Ok, perfetto! - tuonò contenta la giornalista - E' stato davvero... Emozionante - e con un gesto teatrale si asciugò lacrime invisibili.
Jun lasciò finalmente la ragazza, che non riusciva reggersi in piedi. Si attaccò con forza al suo braccio, tanto per essere sicura di non finire a terra in diretta nazionale.
- Se adesso ci permettete - mormorò lui con un strano tono di voce, - Avremmo altro da fare. Arrivederci -
La prese per mano trascinandosela dietro, senza una meta apparente.
Un silenzio moooolto imbarazzante li avvolgeva, e Shin non era intenzionata a romperlo. Le dava pace e, riusciva finalmente a riflettere, non certo con lucidità, ma era già qualcosa.
- Mi dispiace. -
- P-perché dovrebbe dispiacerti? -
- Perché so che non sei abituata a questo mondo, al mio mondo. E catapultarsi, in questo modo, in una così nuova realtà non è molto piacevole -
" Prontoooo!! Stavo morendo durante quel bacio, al diavolo la nuova realtà! "
- Non ti preoccupare, è tutto okay.-
- Sicura? - Jun si voltò verso di lei, gli occhi da cucciolo bisognoso d'affetto la scrutavano con insistenza.
- Si, certo - stava imparando davvero a dire bugie, non che fosse una gran cosa.
- Per fortuna... Allora, ti è piaciuto? -
- Cosa? - dannazione, non era ancora tanto brava nel ruolo di gnorri. Un campo che doveva per forza maneggiare con sicurezza, dato che sfuggire a quel diavolo era quasi impossibile.
- Oh, dai! Il mio bacio da professionista! - le avvicinò le labbra piene al viso, sorridendo piacevolmente. Adesso ditemi, come non si può arrossire e imbarazzarsi in situazioni del genere?!
- E' stato un bacio come un altro. -
Dalla sua espressione sembrò offendersi, ma subito riacquistò il suo brio. Perché non dare fuoco a quella vivacità snervante che lo contraddistingue? Sembrava farlo davvero apposta.
- Io invece credo che ti sia piaciuto - sentenziò un secondo dopo, accelerando il passo - E anche tanto -
Tantissimissimissimo. Ma non l'avrebbe mai ammesso. Mai.
- E' stato un bacio come tanti... Però un po’ ci sai fare, dai - rispose dandogli una pacca sulla spalla, come se stesse incoraggiandolo ad usarla come cavia.
- Io continuo a credere che ti sia piaciuto! -
- Ne ho ricevuti di migliori a dire la verità - oh, che grandissima cavolata. Già che c'era avrebbe potuto dire di essere sposata, con tre figli. O forse due, per non esagerare.
- E chi è stato lo sfortunato? - dal suo tono di voce l'aveva sicuramente colto sul vivo. Ah, l'orgoglio maschile!
- E- ecco - un barista, tanto per rimanere in tema!
- Fammi indovinare, il ragazzo che hai nominato in macchina.. Bae, giusto? -
- A dire la verità... -
- Mi piacerebbe conoscerlo, questo fantomatico fidanzato - parlava con calma, il suo viso leggermente corrucciato. Però, nonostante quell'apparente indifferenza, strinse i pugni, facendo diventare le dita di Shin bianche.
- Non è una buona idea. E poi, tanto per chiarire, non è il mio ragazzo. -
Jun si fermò di colpo, voltandosi verso la ragazza
- Come no? -
- E' solo un caro amico, nient'altro... – mammina, sembrava la stesse sottoponendo ad un interrogatorio.
- Meglio così... Non avrai problemi di gelosia o altro -
- Certo che no, non sopporto la gelosia - affermò Shin, riprendendo a camminare - E' un sentimento che rappresenta una mancata fiducia nel proprio compagno -
- Non è così - controbatté pronto, prendendola nuovamente per mano - Penso che la gelosia sia l'ennesima prova di quanto l'uomo possa amare -
- Si deduce che tu sia un tipo molto geloso, eh? -
Indugiò un attimo, riflettendo su cosa rispondere. Era davvero carino tutto concentrato e lo sguardo castano perso nel vuoto. Almeno non poteva confonderla.
- Si, lo sono. Sono geloso, molto geloso. Geloso di ciò che è mio e di ciò che... - fece una piccola pausa, volgendo gli occhi su di lei - Vorrei fosse mio. -
Ossigeno. Le venne a mancare l'aria, gli occhi sgranati dalla sorpresa. Non si stava riferendo a lei, vero? Ma era sembrato davvero... Che stupidaggine, stava facendo troppi giri mentali.
- Se tu fossi davvero la mia ragazza, per esempio, non sopporterei di vedere tutti quegli occhi puntati su di te - continuò imperterrito, sembrava non essersi accorto del mancamento di ossigeno di Shin - Anche quando non te ne accorgi, c'è qualcuno che studia ogni tua mossa. I ragazzi sanno essere molto... insofferenti all'imbarazzo che provocano le loro attente osservazioni. Credimi, se solo potessero, la maggior parte delle persone di sesso maschile, che si trovano qui adesso, vorrebbero anche solo parlarti un attimo, giusto per essere al centro della tua attenzione -
- I-io non ci ho mai fatto caso... - bofonchiò lei, confusa da quella marea di parole. Jun rise piano, una di quelle risate che si lasciava sfuggire raramente, e che era in grado di toglierle il respiro.
- Le ragazze come te non ci fanno mai caso, ma ci sono prontamente i ragazzi ad aprire loro gli occhi - sorrise, stritolandole la mano - Dopo questo monologo, posso dire fieramente di essere geloso... Anche di te - detto questo, le diede un buffetto sulla guancia.
Bastardo. Perché riusciva a farle girare la testa in quel modo? Con uno sguardo, una carezza, una parola. Era il così detto charme degli idols?
Chissà se c'erano dei veri e proprio insegnanti della materia "idol's charme". E cavolo se erano bravi!
Faceva venire il sospetto che sapessero conquistare le ragazze già da quando erano nel carrozzino, con il ciuccio in bocca.
- Ma domani sera conoscerò gli altri membri dei B2st? - chiese, non tanto per curiosità, ma più che altro per cambiare argomento.
- Si, certo. Penso che ti piaceranno... Sono molto... Espansivi – oh, bene, le sarebbero saltati addosso per caso?
- Ho visto qualche vostra foto... Sembrano bravi ragazzi -
- Fantastici. Loro sono la mia seconda famiglia, sto troppo bene con loro - gli occhi pieni di una luce nuova, il tono di voce dolce. Era davvero emozionato e vederlo così le riempiva il cuore di gioia. In quel momento era vero, stava esprimendo i suoi reali sentimenti, e non quelli che gli imponevano di mostrare.
- Perché non sei sempre così? -
- Così come? - chiese confuso.
- Così... Reale. Davanti alle telecamere sei completamente diverso -
Jun sorrise amaramente, non era tanto un sorriso, ma più che altro una smorfia di dolore.
- Be’ questi sono... Dei particolari della vita di un idol che non sono il meglio del meglio, ecco -
- Ho sentito spesso dire che gli idols non vengono trattati molto bene… però... -
- Sono dei sacrifici a cui dobbiamo sottoporci... Purtroppo è così -
- Ah, ok... - non sapeva proprio cosa rispondere. Cacciarsi in situazione imbarazzanti era da lei, il problema era uscirne, che si estraniava dalle sue possibilità.
- Quasi dimenticavo! Ti avverto che c'è un soggetto della band che.. ecco... Tende ad "attaccarsi" molto, soprattutto alle nuove conoscenze. Però è un bravo ragazzo, quindi puoi stare tranquilla -
- Come si chiama? -
- Yoseob -
Quel nome le era del tutto indifferente, come lo era stato quello di Jun dopotutto. E adesso eccola mano nella mano con un ragazzo inizialmente sconosciuto ai suoi occhi. Molto probabilmente le ragazzine sarebbero scoppiate a urlare, emozionate alla sua sola pronuncia. Già le vedeva lì, con gli occhioni pieni di lacrime e magari i loro CD in mano, come se stessero stringendo un trofeo. E poi, quelle vocine insopportabili e acute, facevano sorgere il dubbio che si allenassero a casa a provare quelle urla "gallinesche".
Le era capitato spesso di sentire ragazzine dire contente "Io sposerò X, perché sarà pazzamente innamorato di me!".
Ok, si, i sogni sono permessi certo, ma perché ammorbare con queste stupide osservazioni? Shin proprio non riusciva ad arrivarci, probabilmente non ci sarebbe mai riuscita.
Ma questa, adesso, era l'ultima delle sue preoccupazioni.
"Dio ti prego, dimmi che questo Yoseob sia almeno normale... Almeno quello!"

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Capitolo 6
*** Cap. 06 ***


Cap. 06

Le dita scorrevano veloci sulla tastiera del povero computer, sembravano volersi sfogare su quei vecchi tasti.
Shin aveva passato ore e ore a digitare il nome di Yoseob, ormai era diventata una vera e propria ossessione sapere tutto di lui.
Biondo, occhi da cucciolo, ( un parente di Jun? ), e un grande e luminoso sorriso. Be’, aveva proprio le sembianze di un cucciolo da coccolare, piccolo e dolce.
E poi che voce! Quando sentì per la prima volta la sua voce percepì un brivido percorrerle il corpo, persino attraverso quelle casse scassate era riuscito a colpirla, come un fulmine a ciel sereno.
Aveva bloccato il video su un unico fotogramma, apparentemente banale e simile a tutti gli altri, ma che rappresentava in un certo senso tutta la sua bravura. E forse sarebbe potuto sembrare stupido che un'unica immagine fosse in grado di conquistarla.
Capelli imperlati di sudore, viso contratto per la concentrazione e occhi socchiusi, come se cercasse di immergersi completamente nelle note della sua voce, fino a diventarne un tutt'uno. Stringeva con forza il microfono, appoggiato sulle labbra dischiuse, pronto a trasmettere la potenza e la passione di quella canzone. Giubbotto di pelle nera e camicia bianco latte avrebbero potuto conferirgli una figura da "duro", ma erano del tutto in contrasto con l'espressività del suo viso.
Shin sospirò soddisfatta spegnendo il computer. Ok, poteva dirsi un ragazzo normale e con una grande voce. Di sicuro Jun le aveva fatto un altro scherzo dei suoi, era ormai diventato un hobby metterla in difficoltà.
Ma questa volta l'aveva battuto sul tempo, non gliel’ avrebbe data vinta.
Si alzò dalla sua postazione con calma, sbadigliando a causa dell'ora. Quella mattina si era svegliata fin troppo presto, aveva addirittura preceduto i raggi che ogni giorno la svegliavano.
Una tazza di caffè in mano e il telecomando nell'altra. Accese la tv, non prima di sbadigliare per l'ennesima volta.
Non era nel suo DNA svegliarsi a quell'ora, ogni fibra del suo corpo rigettava l'idea di svegliarsi così presto.
Appena sullo schermo apparvero le prime immagini, una voce soave cominciò a farsi strada tra i pensieri di Shin. Possibile che... ?
Quando vide quella faccia curiosa, quegli occhi splendenti ed espressivi e quella chioma biondo platino, per poco non cadde dalla poltrona.
- Oggi il famoso Yoseob ci regalerà un'intervista speciale, tutta per i nostri speciali telespettatori! -
Si, era proprio lui! E le parole della presentatrice non fecero altro che confermarlo. Che strana coincidenza, sembrava quasi che qualcuno si stesse divertendo alle sue spalle.
Quando fu inquadrato per la prima volta, un grande boato si alzò nella sala, seguito dall' immancabile applauso.
Sorridente come sempre, guardava contento il pubblico che gli aveva regalato un tale applauso. Abiti casual e capelli con gel, ecco come si era presentato davanti la telecamera. Be’, non stava per niente male.
Con gli occhi vispi si guardava intorno e, solo quando la presentatrice lo chiamò, smise di agitarsi e tornò a guardarla. Non si poteva non ridere guardandolo, sprizzava simpatia e dolcezza da tutti i pori.
- Allora - cominciò la donna - Siamo molto contenti di averti qui con noi! -
- Anch'io lo sono, non vedevo l'ora di essere qui! - esclamò contento, sembrava essere davvero a suo agio davanti tutte quelle fans.
- Bene! Possiamo cominciare con l'intervista -
- Si, certo! -
- Perfetto... Questa sera ci sarà la prima del film di Jong, sarai presente? -
- Oh, si! Insieme agli altri membri dei B2st -
- A proposito di un membro dei B2st... -
Cavolo! Eh, certo, non poteva mancare di certo una domanda sulla "nuova fiamma" di Junhyung. Immancabile domanda. Dannata domanda.
- Sta parlando di Junhyung, vero? -
Shin sgranò gli occhi sorpresa, non era che Jun aveva parlato agli altri di lei?
- Esatto! Più precisamente, vorrei chiederle qualcosa della sua nuova ragazza -
Be’, se non altro non l'aveva chiamata nuova fiamma. In fondo, a guardarla bene, non sembrava essere pazza o isterica come l'altra sua collega.
- A dire la verità non ho ancora avuto il piacere di conoscerla, ma ne approfitterò senz'altro questa sera -
- Ma cosa ne pensa di lei, così a prima vista? -
Prooooonto! Ha detto di non conoscere Shin! Perché non passare alla domanda sul suo piatto preferito o roba del genere?!
- Mmm... A prima vista sembra una brava ragazza, inoltre è molto bella -
Scarica! Aumentate l'intensità o la perderemo! Scarica!! Niente da fare, l'abbiamo persa...
Era appena stata definita da Yoseob molto bella! Lei, una comune ragazza coreana, molto bella. Le era venuto un colpo, e il caffè per poco non l'aveva strozzata.
Cosa gli era passato per la testa? Neanche si conoscevano!
- Oh, una confessione in diretta televisiva? - disse la donna divertita.
Da strozzare! Quella scema era da strozzare! Da prendere e attaccare al muro, come un trofeo. Perché facevano tutte queste stupide domande?
Il ragazzo non batté ciglio, ma si limitò a ridere di gusto.
- No, meglio di no! O Junhyung me la farà pagare! -
- E' un tipo geloso? -
- Si, molto. Mi ha confessato che di lei lo è ancora di più. -
Il cellulare prese a squillare. Si drizzò di scatto, alla forsennata ricerca del telefono.
- Pronto? - rispose col fiatone, sedendosi.
- Sono Jun. Sarò sotto casa tua tra poco, per gli ultimi preparativi. Fatti trovare pronta! -
- Ma... -
Tu, tu, tu. Aveva riattaccato. Senza dirle dove sarebbero andati o quando sarebbe arrivato. Niente di niente. Idiota!

Dieci minuti dopo era sotto casa sua, a bordo di una fiammeggiante auto sportiva. Occhiali da sole indosso e capelli al vento, sembrava uno di quei modelli da calendario.
A bocca aperta Shin salì, stringendo tra le mani la borsa. Wow. Sembravano un quadretto perfetto: lui, lei e la macchina rosso scarlatto.
Un vero e proprio sogno!
- Buongiorno! - disse Jun, facendo marcia indietro.
- Buongiorno... A cosa devo quest'entrata trionfale? -
- Avevo voglia di fare un giro... E poi faremo prima così - rispose tranquillo, cominciando a guidare tra le strade deserte della città.
- Dove dobbiamo andare? -
- Dobbiamo andare dalla truccatrice e dal parrucchiere, non vorrai presentarti così stasera! -
- Cosa vorresti dire? - disse Shin indispettita, incrociando le braccia al petto.
- Dai stavo scherzando! - rispose accarezzandole la guancia di sfuggita - Dobbiamo metterci d'accordo per l'ora in cui dovrai essere pronta -
- Ok... -
- Eccoci qua, non ci abbiamo messo molto visto? -
Scese dall'auto, correndo ad aprire la portiera di Shin. Allora dentro di lui era sopravvissuta un po’ di galanteria!
Stringendole la mano la condusse davanti ad un piccolo negozietto rosa pallido, dentro il quale li aspettavano due donne in un completo giallo acceso. Che fantasia di colori!
- Benvenuti! Vi stavamo aspettando! - rispose sorridendo la prima ragazza.
- Spero di non avervi fatto aspettare troppo -
- Certo che no! - si intromise l'altra - Lei dev'essere la fortunata -
Shin le allungò timidamente la mano, avvicinandosi sorridente.
- Piacere di conoscervi, io sono Shin -
- Oooh, che pelle vellutata! - affermò la donna che le strinse la mano - Davvero splendida! -
Studiava le sue mani con attenzione, ogni minimo dettaglio sembrava essere di massima importanza.
- Complimenti davvero! - continuò lei, passando ad osservarle il viso - Farò sicuramente un ottimo lavoro! -
- Perfetto. Per che ora pensate sia pronta? -
- Dovete portarla qui alle due e per le sei sarà una principessa -
- Grazie mille, ci vediamo questo pomeriggio, allora -
- Arrivederci! -
Quando varcarono la porta, che si chiuse alle loro spalle, Jun entrò immediatamente in macchina.
- Dai sali, andiamo a mangiare qualcosa e poi ti riporto qui -
Salita, Jun mise in moto.
- Abbiamo fatto subito - constatò Shin, legando comodamente i capelli in una coda di cavallo.
- Te l'avevo detto, no? -
- Si, ma se sapevi che avessimo fatto così presto, perché sei venuto a prendermi così in anticipo? -
- Sono passato alle undici! Non è così presto! -
- Per me si! E poi, perché devo andare già dalle due lì?
- Ci vorrà tempo per fare tutto: trucco, capelli, manicure, pulizia del viso ecc. -
- Ma è troppo tempo! -
- Chi bella vuole apparire... -
- Uffa... Comunque, dove andiamo a mangiare? -
- In uno dei miei ristoranti preferiti... Ci vado molto spesso -
Si fermò davanti ad un locale a dir poco enorme, con tanto di camerieri in smoking all'entrata. Be’, un ristorante molto.... Sobrio. Appena scesero, un ragazzo, vestito anche lui di tutto punto, offrì il braccio alla ragazza.
- Prego, l'accompagno al suo tavolo - disse con un sorriso smagliante: i capelli corti e biondi erano diligentemente pettinati all'indietro.
- Ecco, io... - bofonchiò Shin imbarazzata. Da quando in qua un cameriere ti scorta al tavolo? Era davvero così poco informata riguardo i ristoranti lussuosi?
- A dire il vero, la signorina è con me, quindi giù le mani - con un eleganza mai vista, prese il braccio di Shin con delicatezza, tirandola a sé - Può scortarci al nostro tavolo, gentilmente? -
Il cameriere non proferì parola, ma si limitò ad abbassare lo sguardo.
In un silenzio tombale entrarono nel ristorante, lussuosamente arredato con mobili d'alta classe. L'ampio atrio sfoggiava una poltrona rosso acceso, attorniata da tende attentamente decorate con petali di rosa.
Non appena si sedettero, il giovane ragazzo scomparve.
- Potevi anche essere meno scorbutico con lui - disse Shin, osservandolo con sguardo accusatore.
- Voleva portarti via da me -
- Voleva solo accompagnarmi al tavolo! -
- Non mi importa. Sei venuta con me, entri e pranzi con me - sentenziò infine, posando gli occhi sul menù.
Facendo il conto le sarebbe toccato trascorrere con lui altre due ore prima di dover andare a prepararsi. Praticamente impossibile!
Nonostante tutto, il pranzo trascorse tranquillo. Nessun litigio, nessun punzecchiamento, niente di niente.
- Come sono gli spaghetti? - le domandò Jun, indicando con la forchetta il suo piatto.
- Buoni, devo... -
Non finì la frase che il ragazzo aveva già addentato una forchettata dei suoi spaghetti.
- Ehi! - si lamentò Shin, mettendo le mani sul piatto a mo' di scudo - Pensa al tuo, di piatto! -
- Si, hai ragione, proprio buono -
- Ti diverte così tanto prendermi in giro? -
Jun la guardò per un attimo pensieroso, per poi perdersi in un sorriso.
- Direi proprio di si! -

Uscirono dal ristorante esattamente all’una e mezza e, all'orario predisposto, si ritrovarono davanti al negozio.
- Eccoci! - trillò Shin, perdendo per un attimo la sua tradizionale timidezza.
Le due donne sorrisero in risposta, scortando la ragazza davanti ad un ampio specchio.
- Bene, cominceremo con la pulizia del viso, per poi continuare con la manicure! - disse una delle due, preparando tutto il necessario - Piacere di conoscerti comunque, io sono Tae, mentre la ragazza che si occuperà dei tuoi capelli è Chan. -
- Piacere mio! -
Jun si avvicinò a Shin, guardandola dallo specchio.
- Io vado a prendere il tuo vestito - disse quando le fu accanto - Mi dai le chiavi di casa? -
Leggermente titubante la ragazza allungò le chiavi al giovane, che si allontanò a passo veloce.
- Sei proprio fortunata ad avere un fidanzato così premuroso! - disse Tae sognante; le mancavano gli occhi a cuoricino e l'opera sarebbe stata completa.
- Si? - chiese lei indifferente, guardandola attraverso lo specchio.
Tae si avvicinò al suo viso con i prodotti alla mano, sorridendo amabilmente.
- Certo! E' proprio il ragazzo perfetto, il genere che tutte vorrebbero accanto! Dolce, simpatico... - cominciò, contando sulle dita tutte qualità che le venivano in mente - E molto innamorato. -
Shin alzò lo sguardo sorpresa, cercando di contenere l'emozione.
- Può ripetere? - chiese a mezza voce.
- Hai capito bene! - rispose con un risolino, rimettendosi all'opera - Mi ha parlato di te al telefono per tutto il tempo, assicurandosi che fossi nelle mani giuste. Un ragazzo d'oro! -
- Ehm, si... Davvero speciale - il cuore ebbe un sussulto: il solo pensiero che Jun potesse parlare di lei a terzi la rendeva stranamente felice.
- E parliamoci chiaro, - mormorò Tae, chinandosi all'altezza del suo viso - Fossi in te, starei molto attenta a tenermelo stretto -
Shin non disse niente, le labbra si incollarono ermeticamente; non riusciva più a proferire parola. Jun accanto ad un'altra... No, era impossibile.
Dopotutto lui stava con lei, non poteva avere due storie parallele, non dopo quello che era accaduto. Nonostante cercasse di rassicurarsi da sola, una strana paura l'attanagliava dal profondo, come una morsa invalicabile.
Cosa le prendeva? Non poteva davvero innamorarsi di una persona del genere... O forse si?

- Ok, qui abbiamo finito! - esclamò emozionata Chan, quando diede l'ultimo tocco alla sua capigliatura.
Guardandosi allo specchio quasi non si riconosceva, talmente cambiata com'era.
Trucco impeccabile ma non esagerato, un lucidalabbra brillante le colorava le labbra piene, mentre i grandi occhi castani risaltavano ancora di più decorati da quel ombretto blu notte.
I capelli, be’, quelli erano davvero perfetti. Lunghi al punto giusto, le cadevano morbidamente sulle spalle in dolci onde.
Perfetta, davvero perfetta. Proprio come Jun voleva.
- Io... Non so davvero come ringraziarvi - disse commossa Shin, ammirando la sua figura riflessa.
- Magari indossando il tuo vestito! - rispose Tae, allungandole l'abito - Ricorda, Jun si è nuovamente assicurato che tu fossi pronta in orario, quando è tornato. -
- Avrebbe potuto rimanere con me però, invece di sparire di nuovo - brontolò Shin, afferrando il vestito per cambiarsi - Dove si sarà andato a cacciare? -
- Sarà qui a momenti, tranquilla! Dopotutto è sempre la principessa a far aspettare il principe azzurro -
- In questo caso penso sia il contrario! - rispose la ragazza da dietro la tendina, concentrata ad alzarsi la cerniera del vestito.
- Ti sbagli, invece. -
Oh, cavolo. La sua inconfondibile voce proveniva dall'entrata, possibile che era lì?
- Jun, sei...? -
Quando uscì, Shin rimase a bocca aperta. Jun, in un impeccabile smoking nero, capelli perfetti, non un ciuffo fuori posto. Sorriso smagliante come sempre. Era davvero... Wow.
Ma il fattore chiave, che le fece esplodere il cuore definitivamente, era il mazzo di rose cerulee che lo sovrastava. Tenute insieme da un elegante nastro turchese, esprimevano tutta la loro imponenza. Erano davvero splendide.
Lui era splendido. Le stringeva tra le mani dolcemente, mentre si avvicinava a passo deciso alla ragazza.
Ok, adesso poteva morire felice. Sicuramente.
- Pronta per il grande ballo, principessa? - chiese sorridendo, porgendole il mazzo di rose - La carrozza l'attende -
Shin afferrò i fiori con mani tremanti, mentre gli occhi le si riempivano di lacrime. Non doveva piangere. No, no. Per l'amor del cielo, non doveva piangere!
- Grazie di tutto - si limitò a dire, posandogli un bacio sulla guancia - Davvero -
- Non c'è di che, e adesso andiamo -
La prese per mano, portandola fuori dal locale. Fece giusto in tempo a salutare le due ragazze, che quasi ebbe un infarto sull'entrata.
- Finalmente ci conosciamo! - una voce squillante la prese di sorpresa, seguita da una chioma platinata e un sorriso splendente.
Oddio. Il fantomatico Yoseob le era davanti e lei rischiava un infarto.
- Shin, questo è Yoseob, il ragazzo di cui ti ho parlato l'altra volta - disse Jun, poggiando una mano sulla sua spalla - Ha insistito per venire a prenderti con me -
- Ehm... Piacere, sono Shin - bofonchiò imbarazzata.
Il biondo le strinse la mano sorridendo e, solo allora, si accorse che sfoggiava anche lui uno smoking nero.
- Non vedevo l'ora di conoscerti! - esclamò all'apice della felicità, stringendole ancora di più la mano - Sei davvero bella, molto più che in foto -
- Grazie, anche tu sei molto... Carino… -
- Ci divertiremo un mondo insieme, puoi contarci! -

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Capitolo 7
*** Cap. 07 ***


Cap. 07

Il viaggio procedeva tranquillo, il rombo dell'auto faceva da sfondo ad un piacevole silenzio. Shin era come chiusa tra due fuochi, che la circondavano trasmettendole uno strano calore. Alla sua destra, Yoseob continuava a sorridere tranquillo, mentre dalla parte opposta Jun guardava le luci indistinte che si alternavano fuori dal finestrino.
Sfrecciavano per le strade di Seoul così velocemente che trasmetteva la sensazione di essere solo un miscuglio di luci colorate. Dal canto suo, Shin fissava davanti a sè, con lo sguardo fisso oltre il tremendo traffico che li avvolgeva, oltre i rumori sommessi che percepiva. Guardava nei suoi ricordi, si era praticamente tuffata dentro quella marea bluastra. Galleggiava in quelle tiepide acque, guardandosi intorno ad occhi sgranati. Le nuotavano intorno quei ricordi, come scene apparentemente inutili ma impregnate della sua vita e del suo passato. Si avviciniva a quelli più sopportabili e piacevoli, facendo bene attenzione agli incubi feroci che avevano popolato i suoi teneri sogni di bambina. Erano sempre stati come una spina nel fianco, il motivo per cui dormire la notte era un vero e proprio trauma.
Quandò si trovò a pochi passi dalla Shin bambina, ebbe un breve ma intenso sussulto. Vedere di nuovo il suo dolce visino perlaceo le faceva uno strano effetto, come se in realtà quella bimba riflessa nei suoi ricordi non fosse lei ma solo una brutta copia: in molte occasioni aveva veramente sperato che le orecchie che sentivano cose tremende non fossero le sue, che gli occhi che vedevano brutte azioni non fossero mai stati i suoi, che le piccole mani che stringevano il vestitino scarlatto in preda ad un convulso tremore non fossero mai state le sue. Mai. Ogni volta che ripensava a tutto quello che aveva subito da piccola sentiva il cuore fremere dalla rabbia.

- Sorridi alla mamma, dai Shin - L'esortò per l'ennesima volta la donna, stringendo tra le dita sottili una macchina fotografica - Per l'amor del cielo, guardami un secondo! -
La piccola si bloccò di scatto, puntando finalmente i grandi occhi a mandorla sulla figura esausta davanti a lei.
Ormai erano ore che la pregava di regalarle almeno uno sguardo, ma niente. Era totalmente assorta nella sua attività.
Stringeva con sicurezza il microfono tra le mani, gli occhi chiusi mentre una voce angelica si espandeva in tutta la stanza.
Amava cantare, l'emozione che le donava era unica, per una ragazzina della sua età cantare era l'ultima delle preoccupazioni; ma lei, beh, lei era diversa.
- Finalmente! - Esclamò la donna contenta, guardando il risultato nel piccolo display - Guarda che carina! -
Shin si avvicinò a passo felpato, lasciando di malavoglia la sua posizione. Posò gli occhi castani su quella che era la sua minuta figura, intenta a fissarla con il suo medesimo sguardo.
Raccontava tanto di lei, quella foto, racchiudeva l'essenza del suo essere. Perchè il canto la riempiva, la faceva sentire importante.
La bambina della fotografia non sfoggiava alcun sorriso, ma il suo visino serio le rendeva comunque giustizia. I capelli legati in due piccole codine non facevano che mettere in risalto la pelle bianco latte.
- Posso andare adesso? - Chiese cupa, indicando il microfono abbandonato sul divano
- Si, certo - Disse la madre, pensierosa - Ma ricorda che tra poco torna tuo padre -
Ecco, quello che non avrebbe mai voluto sentire. Anche il solo pensiero che il padre la trovasse a cantare la faceva rabbrividire.
Il fatto che non accettasse la sua vocazione per il canto non l'aveva mai mandato giù del tutto, in fondo era un hobby come gli altri.
Non rispose, ma si limitò ad annuire triste.
Prima o poi avrebbe dovuto smettere di cantare, ma non era certa di essere pronta a rinunciarci.
Immersa in quei contorti pensieri, cominciò ad intonare le note della sua ninna nanna preferita.

- Shin? -  La voce preoccupata di Jun la fece tornare alla realtà
- Ehm... Si, scusa - Mormorò piano, spostando lo sguardo sul ragazzo
- Yoseob chiedeva se stasera gli regalerai un ballo - Disse lui indifferente, tornando a guardare fuori
- Oh, certo! Mi farebbe molto piacere - Escamò sorridente, mentre il biondino le dedicava uno dei suoi splendidi sorrisi
- Siamo arrivati - Disse poi l'autista, bloccandosi davanti ad un imponente edificio
- Wow - Fu l'unica parola che le uscì di bocca, ammirando quel ristorante
A dir poco enorme, si ergeva maestoso in quel prato verdeggiante. Possibile che non aveva mai notato quello splendore?
Jun scese dall'auto, allungando elegantemente la mano a Shin. Questa l'afferrò saldamente, scendendo e trovandosi immediatamente catapultata in un altro mondo.
Le luci dei numerosi flash l'accecavano, mentre un giornalista da una parte all'altra reclamava la sua attenzione. C'erano forse un centinaio di giornalisti e cameramen a circondare il lungo tappeto scarlatto.
Subito dopo venne affiancata da Yoseob che si guardava intorno vivace, pronto ad esaudire tutte le richieste dei fotografi.
Mentre era ancora rapita da quell'improvvisa celebrità, si sentì stringere la vita e tirare. Ed era certa che non si trattasse di Jun, proprio no.
Guardò prima la mano che la cingeva, poi il viso di Yoseob che le indicava un fotografo davanti a lui.
Fece giusto in tempo a fare un piccolo sorriso, che il flash della macchina fotografica l'acceccò nuovamente. Ok, perchè diavolo doveva fare foto? Non era mai stata fotogentica
Prima che potesse ribattere, Yoseob le schioccò un bacio sulla guancia e guarda il caso, un fotografo era pronto a immortalarli.
Era il centro del gossip quel tappeto rosso, non l'entrata di un ristorante.
- Shin, da questa parte - La chiamò Jun, facendole segno di avvicinarsi. Questa le andò in contro titubante, tirandosi dietro il biondo
- Un sorriso per la stampa? - Flash. Iniziava a piacerle quella situazione, pensandoci non era affatto male e la faceva sentire importante
- Ok, adesso basta. Andiamo - Jun la prese per mano seguito dall'altro a ruota, come un cagnolino fedele. E che cagnolino!
Quando entrarono un cameriere le corse incontro, pronto a servirli
- Prego, voi siete del tavolo "B2st", giusto? - Chiese timidamente, stringendo tra le mani dei menù
- Esatto - Rispose Yoseob
- Di qua -
Cominiciarono a camminare per un ampio e luminoso corridoio, adornato di rose e piante varie. Sembrava la casa della principessa Sissy, non aveva proprio niente da invidiarle
Si ritrovarono poco dopo in un ampio salone, già gremito di gente. Possibile che fossero arrivati in ritardo?
- Ecco qui - Disse il ragazzo indicando un tavolo - Accomodatevi -
Jun scostandole la sedia, la invitò a sedersi. Shin si mise al suo posto impacciata, cercando di non rovinare il vestito.
Ok, era sempre stata un pò distratta, un pò tanto forse. Ma non aveva davvero notato le quattro paia di occhi che le si erano puntate addosso, ed erano seduti proprio davanti a lei
- Ehm... Ecco... - Bofonchiò imbarazzata, cercando in qualche modo di non dare l'impressione di essere una pazza
- Lei è Shin - Si intromise Jun, iniziando a fare le presentazioni. Sia santificato Santo Jun - Loro invece sono Yoon Doo Joon, Jang Hyun Seung, Lee Gi Kwang e Son Dong Woon -
- Piacere di conoscerti! - Esordirono all'unisono, sorridendo tranquillamente. Aveva subito riconosciuto il ragazzo dai tratti occidentali e quello dal sorriso d'angelo, doveva solo esercitarsi nel riconoscere tutti
- Sei davvero carina - Cominciò quello che doveva essere Hyun Seung - Come ha fatto Jun a conquistarti? -
- Cosa vorresti dire?! - Sbottò lui ridendo - Il mio charme ha fatto tutto! -
Oh certo, proprio il suo charme. Non la sua mancanza di equilibrio
- Beh, tienitela stretta perchè abbiamo già sentito dire che vogliono rubartela! - Si intromise Doo Joon drizzandosi sulla sedia. Il solito viso da bello e dannato. E bello. Ma l'aveva già detto, giusto?
- Cosa? - Sbottò Jun mettendosi sull'attenti - E chi l'avrebbe detto? -
- Calmo, calmo! - Disse Gi kwang sorridendo - Sono solo voci di corridoio, niente di eccezionale -
Jun sembrò tranquillizarsi un attimo, lasciandosi cadere sulla sedia. Lo sguardo preoccupato perso nel vuoto, e le mani affusolate che giocherellavano indifferenti con un tovagliolo color avorio. Shin lo guardava di sottecchi, facendo finta che tutto quello che dicevano su di lei non le interessasse poi tanto. E invece era presa da quelle parole, ogni singola sillaba che si riferiva anche lontanamente a lei l'incuriosiva. Ma d'altronde era più che lecito, no? Pian piano il ristorante cominciava a riempirsi, e ogni sedia vuota veniva occupata da qualche Idol. E quando finalmente tutti presero posto, le luci si spensero, lasciandoli completamente al buio.
Oh, perfetto! Ci mancava solo un blackout per completare l'opera. Ma avere paura del buio era normale, vero? Sentire una stretta al cuore ogni qual volta le tenebre l'avvolgevano era normale, giusto?
Con la mano tremante cercava quella di Jun, che non dava segno di muoversi. Sembrava essere rimasta lì da sola, con il buio.
D'un tratto sentì afferrarsi il polso saldamente, che le tolse il fiato per un attimo.
- Tutto ok? - Mormorò Jun, avvicinando le labbra all'orecchio della ragazza - Non avere paura. Dopotutto è nel buio che si celano i sogni più belli -
Il tempo di rendersi conto del significato di quelle parole che una luce soffusa illuminò il palco ben posizionato nella sala. Un uomo sulla quarantina, con un sorriso stamapato in faccia teneva il microfono in mano
- Benvenuti! - Esordì allegro, posando lo sguardo di tavolo in tavolo - E grazie della vostra presenza, ve ne sono davvero grato. E adesso, prima che la cena abbia inizio godetevi il mio film! -
Okay, il suo stomaco stava brontolando da più di mezz'ora e avrebbe dovuto sorbirsi un film di due ore prima di poter addentare qualcosa di sostanzioso? Di tutta risposta, lo stomaco le brontolò ancora più forte. Dopotutto erano solo le sei e mezza, sarebbe riuscita a sopravvivere... Si, ce l'avrebbe fatta!
Calò di nuovo il buio sulla sala, e un lieve brusio si diffuse tra i tavoli. Che tutti si stessero lamentando per la fame?
Lo schermo si accese, e le prime scene cominciarono a susseguirsi lente... Molto lente. Sembravano andare a rallentatore, come se lo stessero facendo apposta.
Ma lei era più forte di uno stupido e lungo film. Guardò Jun, che illuminato dalla luce fioca dello schermo sembrava essere completamente assorto in quelle immagini. Possibile che solo lei non era interessata alla biografia di uno scrittore in pensione?
Sospirò silenziosamente, iniziando a torturarsi una ciocca di capelli. Si bloccò di colpo, notando lo sguardo indifferente di Dong Woon su di lei. Si appoggiò lentamente allo schienale della sedia, facendo finta di non averlo notato. Anche se era quasi impossibile dato che gli occhi della giovane non aspettavano altro che poggiarsi nuovamente sulla sua figura. Sembravano fare a botte con il suo cervello che si rifiutava di guardarlo anche solo di sfuggita, era il suo orgoglio ad impedirglielo.
Yoseob e gli altri guardavano il film, mentre lei e Dong Woon erano impergnati in un gioco di sguardi. Se solo avesse potuto sarebbe balzata in piedi per intimarlo di smettere di fissarla. Insomma, la stava letterlamente studiando, come una cavia di laboratorio.
- Uffa... Ho fame... - Bofonchiò affamata, dopo un ora e mezza di tortura. Non restisteva davvero più!
Di tutta risposta ricevette una gomitata da Jun, che aveva finalmente spostato lo sguardo dallo schermo. E adesso guardava lei contrariato, chissà che aveva detto!
- Che vuoi? Ho fame! - Ripetè convinta, restituendogli l'occhiata
- Devi aspettare, dopo il film ci sarà il ballo e poi potremo mangiare -
- Cosa?! - Sbottò Shin al culmine della sopportazione - Non riesco ad aspettare così tanto! -
- E invece si! Adesso sta zitta che mi perdo la scena più importante -
Mannaggia a te e la tua scena. Davvero non ce la faceva più e lui di tutta risposta non faceva che distruggere le sue speranze, Diavolo da strapazzo!
- Ehi... Shin - L'angelica voce di Yoseob la chiamò piano, invitandola a voltarsi
- Si? - Chiese lei curiosa, guardandolo
Di tutta risposta il ragazzo le porse una merendina al cioccolato (o antidieta, non fa differenza) sorridente.
- Capita spesso anche a me di avere fame in queste occasioni e mi arraggio come posso -
Shin afferrò la fonte di benessere incredula, ringraziando Yoseob. Non appena addentò quella delizia si sentì quasi sciogliere dal piacere, socchiudendo gli occhi lentamente.
Le luci si riaccesero all'improvviso, lasciandola di stucco dalla sorpresa. Oddio, era finalmente finita!
- Spero abbiate gradito il film - La stessa persona riapparve sul palco - Adesso possiamo dare il via alle danze -
Con queste parole, le persone coninciarono ad alzarsi rumorosamente, pronte a dare il via all'ennesima tortura. Shin rimase immobile al suo posto, limitandosi ad osservare la scena
- Posso chiederti questo ballo? -
Shin si voltò di scatto, trovandosi davanti Dong Woon con la mano protratta verso di lei. Cosa avrebbe dovuto rispondere adesso?

 

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Capitolo 8
*** Cap. 08 ***



Cap. 08


La guardava in silenzio, gli occhi nero pece che la scrutavano attenti. Rimaneva fermo lì, davanti a lei, limitandosi a porgerle la mano.
Shin invece lo fissava a bocca aperta, per fortuna che aveva ingoiato l'ultimo pezzo della merendina. Sembrava che all'improvviso tutto si forse fermato, che tutti stessero attendendo la reazione di Shin-mangia merendine a tradimento. Jun non si era mosso, aveva lo sguardo fisso sul tavolo, come a cercare di estraniarsi da quella situazione. E questo non faceva che innervosirla, non poteva essere così indifferente. Non poteva.
Abbattuta, fece per allungare la mano a Dong Woon che l'afferrò prontamente.
Shin si alzò piano, come se stesse segretamente sperando in una minima reazione di Jun, ma lui niente. Vide il sorriso di Dong Woon accendersi mentre la tirava a sé, stringendola al petto.
Lei sorrise in risposta, portando le mani intorno al suo collo. Le luci si abbassarono nuovamente, dando una soffusa atmosfera alla scena. Come in una fiaba, danzavano stretti l'una all'altro, girando su loro stessi e regalandosi delle eleganti piroette.
Ok, in fondo non era poi tanto male. Di certo non erano i migliori ballerini nella sala, che iniziava a riempirsi di coppie, ma si divertivano a modo loro. E il ragazzo era davvero divertente e tenero, stava facendo del suo meglio, nonostante non fosse una cima in quel campo.
- Sei molto più brava di me. - le mormorò in un orecchio tra una piroetta e l'altra - Io sono una frana. -
- Invece sei bravo! - rispose lei ridendo - E poi, almeno tu, balli con me. -
- Jun è così, purtroppo. Proprio per questo qualcun'altro potrebbe conquistarti, per esempio io. -
- Cos... -
La musica si fermò e Dong Woon era già tornato al suo posto. Shin rimase imbambolata in mezzo al pista, mentre le luci cominciavano a rialzarsi. Cosa stava succedendo? Cosa significavano quelle parole che non facevano altro che confonderla? Le cominciava a far male la testa.
- Ehi, Shin! - Yoseob la chiamava dal tavolo, sventolando la mano per attirare la sua attenzione - Vieni! -
La ragazza si avvicinò, ancora scossa, non aveva nemmeno il coraggio di guardare Dong Woon che chiacchierava tranquillamente.
- Ti ricordi la promessa che mi hai fatto prima, giusto? -
- Si, certo. -
Per tutta risposta Yoseob le prese la mano trascinandola nuovamente in pista. E non faceva che ridere e ridere, mentre la costringeva a girare su se stessa più e più volte.
- Sei davvero carina quando fai le piroette, principessa Shin - diceva sorridendo, mentre continuava a stringerle le mani.
L'attirò a sé, portando i loro visi vicinissimi. Quei sorrisi angelici la spiazzavano completamente, come poteva un ragazzo avere un viso così dolce?
- Principessa Shin, posso essere il suo principe per questo ballo? -
- E-ecco... Ok... - bofonchiò imbarazzata, sperando che le sue guance rosse non si notassero al buio.
- Anche se Jun non sarà molto d'accordo, ma può essere il nostro piccolo segreto, vero? - chiese malizioso. Dov'era andato a finire l'angelico e innocuo Yoseob?
- Ehm... Ok... -
Intervennero in suo aiuto le luci che, pian piano, avevano cominciato a rialzarsi. A passo malfermo Shin tornò al suo posto, sedendosi affannata.
- Ti sei divertita? -
- Cosa? -
- Ho chiesto se ti è piaciuto ballare con loro - ripetè Jun, questa volta più scocciato .
- Certo. Almeno loro mi hanno chiesto di ballare. -
- Cosa vuoi dire? -
- Proprio niente. -
Il ragazzo si alzò di scatto guardando Shin furente. Cosa aveva detto questa volta di male? Era vero che era bravo solo a infastidirla.
- Andiamo - mormorò prendendola per mano.
- Dove? - chiese lei acida, forse fin troppo, ma se lo meritava!
- A ballare, dove se no? -
La portò al centro della pista, proprio quando l'atmosfera da fiaba era tornata a fare da sfondo a quella dolce sinfonia che li avvolgeva.
Prese le sue mani e se le portò al collo, per poi cingerle dolcemente la vita.
- Io non... - cercò di dire Shin con il cuore in gola. Sembrava volesse congiungersi direttamente a quello di Jun.
- Shhh... - la zittì lui, poggiando la fronte sulla sua e socchiudendo lentamente gli occhi.
Ok, erano pericolosamente vicini. Fin troppo vicini. Riusciva persino a sentire il respiro regolare mischiarsi al suo, lento e affannato. E il suo profumo, oddio quella fragranza le riempiva la mente e il corpo di lui. Lo sentiva davvero, mentre la teneva stretta a sé e sfiorava la sua fronte.
Le labbra dischiuse sembravano invocare le sue, anche in quel tenue buio le sentiva vicino, come se sarebbero bastati pochi millimetri per averle.
Ma non doveva pensarci, non doveva pensare al pulsante desiderio che le bruciava dentro, come mille fiamme ardenti che solo quella bocca poteva spegnere.
La faceva volteggiare su se stessa, accompagnandola sinuosamente. Ballava benissimo, come un angelo in smoking che spadroneggiava su tutti coloro che gli ballavano intorno.
Quando si riavvicinarono, Jun riaprì gli occhi guardandola silenzioso.
- Come fai? - gli chiese strabiliata a pochi passi da quegli occhi.
- Non chiedermelo. So solo che non mi piace per niente ballare - ecco di nuovo quel tono brusco e diffidente che lo caratterizzava.
- Ti odio quando fai così. -
- Che hai detto? - le chiese sorpreso, discostando il viso dal suo.
- Ho detto che non ti sopporto quando fai così. Sembri avercela con il mondo, ma te la prendi solo con me!- Si sfogò lei, ormai al limite della sopportazione.
- Non posso prendermela con gli altri, ma solo con me stesso. Lo capisci come mi sento davanti a tutte quelle telecamere che vogliono sapere tutto di me ma in realtà vogliono solo sentirsi dire: "Va tutto bene, non c'è nessun problema!", dal grande e duro Joker? Io non sono così, non posso stare sempre bene, non è umanamente possibile! Ci sono quelle volte in cui vorrei spaccare tutto ciò che mi trovo davant,i ma posso solo sorridere; quelle volte che sento il bisogno di piangere, ma devo far finta di essere la persona più felice del mondo; quelle volte che mi vien voglia di mandare tutti a quel paese, ma non posso. Sono arrivato davvero al limite. -
Shin lo ascoltò rapita, pendeva letteralmente dalle sue labbra. Ogni parola, ogni sguardo che le regalava, era un coltellata dritta al petto. Possibile che non si fosse mai accorta di quello che provava, in realtà?
Non sapeva che dire, lo fissava a occhi sgranati cercando di riconnettere il cervello.
- Davvero.. Io... -
- Non te l'aspettavi, eh? D'altronde nessuno è interessato a sapere come sto veramente. -
Fece per andarsene, allontanandosi dal suo viso. No, non doveva lasciarlo andare. Non così.
Gli tirò il braccio, cercando di non aumentare la distanza tra di loro, mentre Jun la guardava stranito. Lei si limitò ad alzarsi sulle punte e mettergli le braccia a collo, abbracciandolo dolcemente.
Il ragazzo rimaneva immobile al suo posto, rigido come una statua. E dai, Jun, riprenditi!
- A me interessa sapere come stai. - si limitò a dire con la voce spezzata dall'imbarazzo.
Finalmente si sentì stringere, le sue braccia la stavano avvolgendo di nuovo. Shin aveva il viso nell'incavo del suo collo, respirava a pieni polmoni il suo profumo, cercando di imprimerlo per bene nei suoi ricordi.
- Grazie - le mormorò Jun, accarezzandole delicatamente i capelli, come se stesse stringendo una bambina. Che il vero Jun fosse uscito per un attimo? Anche solo quel secondo le era bastato per capire cosa si celava dietro il suo tono burbero.
Il ragazzo si allontanò nuovamente, facendole segno di tornare al tavolo. Si sedettero nell'istante esatto in cui il palco s'illumino, e il buio tornò fare da padrone nella sala.
No, vi prego. Vi prego, riaccendete queste maledette luci!
Non riusciva a scorgere neanche i visi di Yoseob e Jun, era impossibile vedere anche la forma delle sue mani tremanti. Sembrava essere rimasta sola, neanche un piccolo rumore si faceva strada nel silenzio che l'aveva risucchiata. Solo per un attimo le era parso di sentire le sedie intorno al suo tavolo fremere, e poi più niente. Non aveva neanche il coraggio di allungare la mano per cercare quella di Jun.
Il suono di amplificatori accesi attirò il suo sguardo sul palco, nel medesimo istante in cui comparvero le figure di Jun, Yoseob e gli altri.
Non si era neanche accorta che si erano alzati dalle loro sedie ed ora li guardava ad occhi sgranati su quella piccola piattaforma, mentre stringevano i microfoni.
- Questa sera - esordì Doo Joon facendo un passo avanti - Vorremo approfittare per presentare il nostro nuovo album, Fiction and Fact! -
Un enorme boato si alzò nel salone, oscurando persino le voci dei B2st che le giungevano flebili. Non si era neanche resa conto che avessero pubblicato il loro primo album.
Complimenti Shin, proprio furba.
- Questa sera però canteremo solo qualche canzone - si intromise Yoseob, osservando per bene la ragazza - Non vogliamo farvi morire di fame! -
Sembrava stesse per scoppiare a ridere, ma che colpa ne aveva se la sua soglia di sopportazione rasentava lo zero?
Gli sorrise di risposta, guardandolo dolcemente. Almeno lui si era preoccupato di non farla morire di fame!
Subito dopo la musica cominciò a diffondersi, raggiungendola, come una brezza che timidamente ti accarezza il viso.
Cantavano, ballavano, si muovevano insieme, sembravano essere burattini guidati da due esperti mani.
La cosa che probabilmente le rimarrà in mente per sempre, forse saranno proprio le parole accompagnate da quella melodia. Sembravano parlare di lei, di lui, di loro.

Tutto dev'essere per forza una bugia...

La paralizzarono alla sedia, muovere anche solo un muscolo era diventato impossibile. Come se stesse cercando di sollevare un macigno.

Non è la realtà...

Sembrava ripetere quelle parole all'infinito, come per colpirla il più possibile al petto, per sentire il suo cuore fremere sotto ogni colpo ben piantato. Ogni colpo, ogni ferita inflitta, le mozzava il fiato.
Ogni sillaba, ogni parola, voleva inculcarle la realtà, facendole vedere come stavano davvero le cose. Ma lei non voleva vederle, no?

E' un fatto, la mia mente lo sa, ma il mio cuore dice di non poterlo accettare.

Ed ecco Jun, gli occhi socchiusi come fosse rapito da quelle parole, come se appartenessero a lui più di chiunque altro.
Le prime gocce di sudore cominciarono ad imperlargli la fronte, mentre si muoveva seguendo il ritmo degli altri cinque.
Che avesse scritto lui quella canzone, nascondendoci anche il pensiero più recondito?
Sembrava essere impregnata della loro intensa, seppur breve storia, quella canzone.

L'istinto di proteggerti arriva senza che lo sappia, come il mio attaccamento a te.

Basta, basta, basta! Shin serrò gli occhi, cercando di fermare le lacrime che pungevano, pronte a rigarle il viso.
Non voleva sentire neanche una parola di più, neanche una.

La situazione che mi è capitata per caso non riesco più a gestirla.

Quella strana sensazione, quella sensazione che le ricordava la loro storia, il loro incontro, che le ricordava semplicemente loro, l'avvolgeva come un mantello caldo che sembrava volerla proteggere.
A pensarci è una cosa stupida, perché una canzone resta pur sempre tale. Ma era vero, l'aveva messa davanti la realtà. Una semplice canzone le aveva aperto gli occhi.
Era tutta una bugia, un’enorme bugia. E questo non la faceva che soffrire. Perché poi? Per un ragazzo che non era minimamente interessato a lei?
Stupida.
- Questa era l'intro all'album - la voce di Jun la chiamò a sé - Adesso presenteremo 'Fiction' , dopodiché, vi lasceremo cenare! -
Eccola di nuovo. Più potente che mai, incombeva su di lei, come un’onda che non trasporta altro che la realtà. La dura e cruda realtà.
E Shin non poteva fare altro che stare ferma lì, ad ascoltare la verità su di loro, senza poter controbattere.
Ricominciarono a cantare, le loro voci le giungevano ovattate, voleva evitare di subire quella tortura.
Ma finalmente scesero da quel dannato palco, permettendole di lasciare fluire i pensieri liberamente.
- Stai bene, Shin? - le chiese Gi Kwang preoccupato - Le nostre canzoni ti fanno quest'effetto? -
Jun che era tornato a sedersi, si voltò verso di lei con uno sguardo carico di apprensione.
- C'è qualcosa che non va? - le chiese piano, posando una mano sulla sua fronte - Non è che hai la febbre? Stai sudando a freddo. -
- E'... T-tutto okay. -
Respira Shin, respira. Non puoi soffrire per una persona a cui non interessi, giusto?
Non piangere, nascondi quelle calde lacrime che vogliono uscire insieme alla tua voglia di urlare.
Non piangere, cela dentro di te i ricordi che ti legano a lui, nascondili.
Non piangere, nascondigli il tuo ingiusto cuore che inizia a battere per lui, fermalo in tempo.
Non innamorarti di lui, no.


A little comment

Allora, prima di tutto buon anno nuovo! Anche se in ritardo, ma vabbè x°
Volevo aggiugere solo una piccola nota, e cioè che le frasi di "Fiction" che cantano
, sono proprio quelle e non inventate xD
Infatti ho deciso di aggiungerle proprio perché calzano a pennello con la mia storia~

 

 

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Capitolo 9
*** Cap. 09 ***


Cap. 09

Le portate cominciarono ad arrivare poco a poco, numerosi piatti le erano stati presentati davanti e, come erano arrivati, così erano tornati indietro: intatti.

Non aveva toccato cibo, si limitava a regalare un piccolo sorriso ai camerieri e a scostare il piatto.

- Shin, perché non hai toccato cibo? - le chiese Jun tra un boccone e l'altro. 

- Non ho fame. - mormorò lei con il capo basso, non voleva neanche guardarlo negli occhi.

- Ma se fino a poco fa morivi di fame! -

- Adesso non mi va più. -

- Fa un po’ come ti pare. - detto questo, tornò a concentrarsi sul suo piatto.

- Ehi, principessa, c'è qualcosa che non va? - domandò Yoseob, prendendole il viso tra le mani. - Sei pallidissima. -

A quel contatto Shin arrossì, non era abituata a quella vicinanza. 

Jun alzò improvvisamente il capo, guardando apparentemente indifferente la scena.

- Ah, ecco un po’ di colore! - disse Yo ridendo. - Sei tutta rossa. -

Shin si allontanò di scatto, più imbarazzata che mai. 

- E-ecco... Io... - il biondo le diede un buffetto sulla guancia, per poi regalarle una breve carezza.

- Sei carina così! -

- Ma non vedi che la stai facendo vergognare? - si intromise Dong Woon, che li osservava dall'altra parte del tavolo.

- Chi, io? - fece Yoseob ingenuamente, nascondendo un sorriso malizioso.

- E poi, il signorino qui accanto si sta ingelosendo - esclamò Hyun Seung, indicando divertito Jun.

Shin lo guardò curiosa, trovandolo a fissare il vuoto imbarazzato. La visione di Jun tutto rosso era sconcertante, non si sarebbe mai sognata di vederlo così.

- Non è assolutamente vero! Non sono un tipo geloso! -

Tutti scoppiarono a ridere, tutti, tranne Shin, che era rimasta a occhi sgranati a guardare le sue guance completamente rosse.

- Sei geloso? - gli mormorò lei piano, cercando di non farsi sentire dagli altri.

Lui si voltò verso Shin con uno sguardo sornione, pronto a dire qualcosa per poi ricacciarla indietro.

- Allora? - insistette lei, come se quella risposta fosse di vitale importanza per l'esistenza dell'intero pianeta.

- Io... - sospirò, come per dare suspance alla scena. - Non sono geloso, semplicemente tengo alle persone che mi sono vicine. -

- E quindi...tu tieni a me? - chiese Shin speranzosa, avvicinandosi ancora di più.

- ...Si… - 

Quella parola mormorata, seppur piccola e priva di senso, la rese estremamente felice. Allora ci teneva almeno un po’ a lei, anche se solo un pochino.

La ragazza sorrise smagliante, pensando che forse non gli era del tutto indifferente.

- Ti sei ripresa allora?! - disse Gikwang divertito. - Mi fa piacere. - 

Shin gli sorrise di rimando, tornando a concentrarsi sul suo piatto...vuoto.

- Ehi, ma ho fame! - protestò lei contrariata.

L'unica risposta che ricevette furono le fragorose risate dei sei che la guardavano con le lacrime agli occhi.

Possibile che fosse così divertente?

 

Driiin. Driiin. Driiiiiiiin!

- Mhh -

Un suono ovattato le giungeva alle orecchie, ma in quel momento era tutto fuorché interessata a quel rumore incessante. Si rigirò più e più volte nel letto nascondendo il viso sotto il cuscino.

Eppure quell'aggeggio, qualunque esso fosse, continuava a tormentarla. Alla fine si arrese, drizzandosi sul letto con gli occhi ancora semichiusi. 

Non appena si accorse che la fonte di disturbo era niente meno che il suo cellulare, si tuffò per afferrarlo e rispondere.

- Si? - disse con la voce ancora impastata dal sonno.

- Era ora che rispondessi a questo maledetto telefono! - la voce furente e scocciata di Jun le giunse dall'altro capo del telefono.

- Ma che vuoi? Sono solo le... - si guardò intorno alla ricerca della sveglia e, quando i suoi occhi la trovarono, per poco non svenne. - Le 11.00! Come ho fatto a dormire così tanto?! -

- Me lo chiedo anch'io! Senti, devo parlarti di una cosa importante, perciò fatti trovare pronta tra dieci minuti. - 

- Asp... – Tu…tu…tu….

Le aveva chiuso il telefono in faccia! Dannato!

Si alzò di corsa, schizzando in bagno e piantandosi davanti allo specchio. Era in condizioni pietose, per fortuna che aveva trovato la forza di struccarsi la sera precedente. 

Cominciò a pettinarsi alla meno peggio, districando tutti i nodi che si trovava davanti. Quando finì e i suoi capelli avevano quasi riacquistato la loro forma normale, si occupò della sua faccia da defunta.

Pensandoci, non aveva senso truccarsi per quell'idiota ma ormai le mani si muovevano da sole, come mosse da una forza estranea.

Lucidalabbra, ombretto e fondotinta. Poteva bastare, per un Diavolo del genere.

Quando uscì dal bagno, il clacson dell'auto di Jun arrivò prepotente. Shin si affacciò alla finestra, trovandosi davanti un Junhyung riposato e perfetto, come sempre d'altronde!

- Devo ancora vestirmi! - gli urlò indispettita, attirando il suo sguardo.

- Per quanto mi riguarda puoi venire anche in pigiama, basta che ti muovi! -

Shin chiuse la finestra scocciata, avvicinandosi all'armadio lentamente. Molto lentamente. 

Afferrò il primo pantaloncino di jeans che si trovò davanti, abbinato alla prima t-shirt che ci andava bene. Aveva perso qualsiasi voglia di prepararsi per lui.

Quando fu finalmente pronta, uscì di casa e salì sulla decappottabile rossa fiammante. 

Jun la guardò un momento per poi fare retromarcia e schizzare sulla strada.

- Dove hai intenzione di portarmi? - gli chiese, con lo sguardo perso nel vuoto.

- A casa mia. - rispose semplicemente e, concentrato com'era sulla guida, non si accorse nemmeno del cambiamento di espressione di Shin.

Era letteralmente terrorizzata dal mettere piede a casa di un ragazzo, chiunque fosse. Fin da piccola considerava i ragazzi come degli approfittatori senza cuore e questo pensiero, seppur affievolito dal tempo, l'accompagnava ancora.

- P-perchè? - 

- Perché dobbiamo fare delle fotografie. -

- Fotografie?? - sbottò Shin ormai al limite della sopportazione. - Che fotografie?! -

- Calmati. L'agenzia mi ha detto che dobbiamo farci fotografare per un giornale Coreano, come due perfetti fidanzatini. -

- E perché proprio a casa tua? -

Prima di rispondere Jun fece un piccolo respiro, pronto a sganciare la bomba.

- Perché...tutti pensano che conviviamo. -

La ragazza per poco si mise a urlare. Vivere con un ragazzo? Con lui per di più?!

- Mi rifiuto. - esordì lei, incrociando le braccia al petto. - Non farò quelle foto e tanto meno vivrò con te. -

- Ne va della nostra copertura! -

- E allora? Finché si trattava di farci vedere insieme andava bene, ma non ho nessuna intenzione di vivere con te! -

Shin sembrava aver negato la sua proposta categoricamente, rifiutandosi di rivolgergli ancora la parola.

- Sarà per poco tempo, te lo prometto! E poi non mi farò più vedere, ti lascerò libera per sempre. -

La ragazza posò lo sguardo su di lui per un attimo, colpita da quelle parole. L'avrebbe davvero lasciata andare come se niente fosse? L'avrebbe dimenticata per sempre?

- Io...Non lo so - fu l'unica frase che riuscì a dire per non scoppiare in lacrime. Non voleva separarsi da lui e da tutti gli altri.

- Pensaci allora. Farai almeno le foto? - le chiese speranzoso, mentre parcheggiava vicino ad un imponente palazzo.

- Ok... - rispose arrendevole, mentre scendeva dall'auto e seguiva Jun all'interno dell'edificio.

Era immenso; Il tipico posto dove non si sarebbe mai sognata di vivere. 

Fecero le scale perché, a detta di Jun, lo teneva in allenamento. Certo, prendere le scale per raggiungere il sesto piano era un'idea grandiosa. 

Shin arrancava al seguito del ragazzo, che le saliva tranquillamente, come se stesse facendo una passeggiata. Mentre per lei, che non era per niente abituata a quella scarpinate, rappresentava una tortura vera e propria.

L'idea di accasciarsi morente sulle scale, alla mercé di uccelli cannibali, (anche se in un palazzo era quasi impossibile trovarli) , non era male.

- Siamo arrivati. - 

Il rumore della chiave che girava nella toppa la fece gioire. La porta si spalancò, dando spazio a un appartamento immenso, altro che la sua misera casetta.

- Permesso… - disse entrando.

- Entra pure, fa come se fossi a casa tua. - dette queste parole, si addentrò in un piccolo corridoio strapieno di porte. 

Shin rimase immobile davanti all'entrata, guardandosi intorno curiosa. Un appartamento...moderno. Divani e poltrone bianco latte messe a cerchio, in mezzo ai quali appariva un tavolino in vetro. E la tv, be’, non c'erano parole per descriverla. Era enorme, simile allo schermo del cinema di Seoul. Al salotto era annessa la cucina, costruita completamente in acciaio laccato, legno e vetro che messi insieme facevano la loro bella figura.

- Che ci fai ancora lì immobile? - Jun, riapparso dal labirinto, la prese per il braccio trascinandola vicino al divano.

Il ragazzo si gettò sul quel manto bianco, invitandola a fare lo stesso. La giovane si sedette all'angolo, stretta il più possibile allo schienale.

- Che stai facendo? - chiese Jun confuso, guardandola stranito - Dai, vieni qui. - 

La tirò per il braccio, costringendola a sdraiarsi accanto a lui. 

- Ma che diavolo.... - 

In quella posizione i visi si sfioravano e, persa com'era nei suoi occhi, non riusciva a dire neanche una parola. 

Il cuore le cominciò a martellare nel petto, mentre il solito rossore cominciava a farsi strada sulle sue guance. 

- Stai ferma, perché tremi così? -

Non fece in tempo a ribattere che le labbra di Jun si posarono sulle sue. 

Oddio, oddio, oddio. Cosa diavolo stava facendo? Un turbinio di pensieri ed emozioni contrastanti l'avvolsero, sembravano fare a botte tra di loro.¬

Il suono di una macchina fotografica la fece tornare sulla terra. Jun allontanò il viso, voltandosi verso un uomo biondo che era impegnato a scrutare il piccolo display.

Non poteva crederci, l'aveva baciata per scattare una stupida fotografia!

E l'improvvisa apparizione di quel signore la sorprese a dir poco. Quando questi alzò lo sguardo su Shin, un sorriso gli si dipinse sul volto.

- Scusate l'intrusione, ma la porta era aperta! - disse allungando la mano verso di lei. - Io sono Jin e mi occuperò di scattare le fotografie per il giornale. -

I due si alzarono immediatamente e Shin gli strinse la mano sorridente.

- Piacere di conoscerla. – muori, tu e quel farabutto di Jun. Sfruttarla per delle stupide foto!

- Jun, è sempre un piacere incontrarti! - disse dandogli una pacca sulla spalla.

- Anche per me. -

Fatte le dovute presentazioni, i tre si sedettero davanti ad una fumante tazza di caffè. 

- Allora facciamo queste foto ma, mi raccomando, dovete essere il più naturali possibile, come una perfetta coppia! - dava le direttive come un professionista, serio e concentrato sul lavoro.

- Si, certo. Da che stanza vogliamo iniziare? - chiese Jun, finendo di bere.

- Direi dalla camera da letto, se non per voi va bene. -

- Va benissimo. Vero, Shin? - 

La ragazza, che era rimasta imbambolata per tutto il tempo, sembrò riprendere improvvisamente vita.

- Si, si. -

Mentre i due si recavano chiacchierando verso la camera, Shin li seguiva a ruota silenziosa. La voglia di prenderlo a schiaffi era immensa tanto quanto il suo appartamento.

- Eccoci qua. - disse aprendo la porta a Jin, invitandolo ad entrare.

La camera era enorme, quasi quanto la sala. Un letto matrimoniale sovrastava il muro davanti la porta, che era di un elegante azzurro.

Ispirava pace e tranquillità, quella stanza. Aveva persino un bagno al suo interno! Due comodini erano posizionati ai lati del letto, su ognuno dei quali stanziavano delle lampade, anch'esse blu notte.

¬- E' stupenda, perfetta per gli scatti! - esclamò Jin, correndo da una parte all'altra della camera. - Allungatevi pure sul letto. - 

Jun prese per mano la ragazza che, riluttante, si accomodò accanto a lui.

- Bene, abbracciatevi e guardatevi negli occhi. -

Il ragazzo la prese tra le braccia, stringendola a sé. Shin alzò lo sguardo su di lui, cercando di mantenersi lucida. 

- Fermi, mi raccomando! - il rumore dei Flash era l'unico a spezzare quel silenzio di tomba. - Ancora una e.... Finito! -

Shin si allontanò immediatamente, alzandosi dal letto e correndo alla porta. Jun la guardò contrariato, dirigendosi invece verso il fotografo che guardava estasiato le foto.

- Ragazza mia, sei proprio fotogenica! - disse contento, con gli occhi che luccicavano come diamanti.

- Ehm... Grazie. -

- Bene, passiamo alla cucina! – e, senza che Jun l'accompagnasse, corse verso la nuova meta.

Shin fece per andare, ma venne fermata da Jun, che l'afferrò per un braccio.

- Si può sapere che ti prende? - le disse scrutandola. - Ti sei di colpo rabbuiata! -

- Vuoi sapere che mi prende?! Mi prende che sono stata baciata solo per una stupida fotografia! Mi hai scambiato per una bambolina?! -

A quelle parole Jun sembrò capire. 

- Non è come... -

Non gli permise di rispondere, ma scappò via incurante del ragazzo.

- Dai, scattiamo le ultime foto qui, che si sta facendo tardi - disse guardando preoccupato l'orologio. - Fate finta di pulire o cucinare. - 

Si misero in posizione, mentre Jin si preparava a scattare. Shin si impose di sorridere a Jun, che fece lo stesso.

- Fermi.... Fatto! - disse infine, cominciando a mettere a posto. - Potrete vedere le foto sul giornale di dopodomani. Avrei tanto voluto continuare con due soggetti del genere! Ma il dovere mi chiama. -

I due lo accompagnarono alla porta e, prima di andare, Jin diede un biglietto da visita alla ragazza.

- Mi piacerebbe fotografarti ancora! Fatti sentire, se ti va. -

- Si, certo! - 

Chiusa la porta all'uomo, Shin si lasciò cadere sulla poltrona. La sua voce era fin troppo squillante e vivace. Troppo.

- Stanca? - le chiese Jun, accendendo la tv. - Abbiamo fatto prima del previsto, ma meglio così. -

- Si, meglio. - 

Socchiuse gli occhi, sprofondando in quella morbidezza. Ma il suo riposo ebbe vita breve. Un telefono prese a squillare, il suo telefono per l'esattezza.

- Pronto? -

- Shin! Sono io, Bae. - la sua inconfondibile voce la sorprese. 

Si drizzò, contenta di sentirlo.

. Oh, Bae! Mi sei mancato! Come stai? - 

- Potrebbe andare meglio…ma dove sei finita? Ti ho visto in tv! -

Non si sentivano da tanto quei due. E solo ora si era accorta di quanto le era mancato quel pazzo di un cameriere.

- Eh, si, sono successe un po’ di cose dall'ultima volta che ci siamo visti. -

- E non ti vergogni?! Ti impongo di correre subito al mio bar, immediatamente! -

- Ma... -

- Niente "ma"! -

Shin guardò Jun, che curioso assisteva alla telefonata.

- Ok, ok...arrivo. -

- Ehi, piccola... -

- Si? - 

- Mi sei mancata tantissimo. -

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Capitolo 10
*** Cap. 10 ***


Cap. 10

- No .-
- Ma perché no?! -
- Non ho nessuna intenzione di accompagnarti da quello là. -
- Quello là ha un nome, si chiama Bae! - precisò Shin arrabbiata.
- Non mi importa del suo nome, non ti ci porto - rispose categorico lui, tornando a concentrarsi sulla televisione.
- Uffa! Sei solo un bambino capriccioso! -
Jun la guardò scocciato e, dopo averle regalato una linguaccia, si voltò. Shin affondò nella poltrona, riflettendo su come torturare il ragazzo nel più fastidioso dei modi.
- Sapevo che era lì. - disse poi, evitando lo sguardo confuso della ragazza - Quando ti ho baciata, sapevo che Jin ci avrebbe fotografato. -
Shin lo guardò sconcertata, ma non di certo sorpresa. Ormai si sarebbe aspettata di tutto da quel diavolo.
Non gli rispose, persa com'era in quei contorti pensieri.
- Accompagnami da Bae, per favore. -
Jun spense il megaschermo, per poi avvicinarsi alla giovane.
- Ti porto da lui ad una condizione. - dichiarò deciso, accomodandosi accanto a lei.
- Cioè? – 
Aveva paura di quale fosse stata la sua risposta, ma quello che la rendeva ancora più timorosa era il fatto di dover accettare per forza. Solo per Bae!
- Devi venire a vivere da me. -
 
Non poteva crederci.
Mentre il vento le colpiva prepotente il viso, continuava a rimuginare su quanto era accaduto poco prima.
Sospirò sconfitta, osservando con la coda dell'occhio la figura di Jun intenta a guidare.
Come poteva tanta stronzaggine stare in un corpo solo?
- La smetti di fissarmi, per favore? - più che una domanda era un'affermazione. Odioso.
- Non ti sto fissando. Preferisco guardare gli alberi piuttosto che fissare te. -
- Meglio così. - concluse acido, chiudendo una volta e per tutte la conversazione.
- Ecco, siamo arrivati. Parcheggia qua. -
Non aspettò nemmeno che Jun parcheggiasse, che già era schizzata dentro il piccolo locale.
Lo trovò dietro il bancone come sempre, intento a lavare dei bicchieri. Possibile che gli si fossero allungati così tanto i capelli?
- Bae! - urlò lei emozionata, incontrando lo sguardo del ragazzo, un misto tra l'incredulo e il contento.
- Shin! - gridò lui, correndole incontro e abbracciandola - Mi sei mancata tantissimo! -
- Anche tu! - rispose stringendolo.
- E' permesso? - la voce di Jun si intromise tra i due, costringendoli ad allontanarsi, anche se di malavoglia.
La ragazza divenne completamente rossa, abbassando lo sguardo, incapace di proferire parola.
- Io sono Junhyung, il ragazzo di Shin - disse deciso, allungando la mano al cameriere.
Aveva marcato fin troppo la parola "ragazzo" per i suoi gusti, che l'avesse fatto di proposito?
- Bae, migliore amico di Shin - continuò lui, sembrava essere una sfida senza fine - Piacere di conoscerti. -
- Si, finalmente ci conosciamo. -
- Ti ha parlato di me? - chiese Bae curioso, stringendogli la mano.
Jun sembro pensarci un attimo, per poi scuotere energicamente il capo.
- No, non mi pare. -
Shin sbarrò gli occhi sorpresa, gli aveva parlato di lui forse mille volte. Bastardo!
Bae la guardo deluso, come se gli avesse tirato una coltellata. E lei non potè fare altro che chiedergli perdono con gli occhi.
- Ehm... Posso offrirvi qualcosa? - disse andando dietro al bancone - Un caffè, un succo o altro? -
- Per me un cappuccino! - esclamò allegra.
Un telefono prese a squillare, e "Fiction" cominciò a diffondersi in tutto il bar.
- Pronto? - disse Jun, cominciando a girarsi le chiavi tra le mani.
- Si, sono con Shin. Al bar in piazza, no no.. Aspe.. - scosta il cellulare dall'orecchio, notando scocciato che gli era stato chiuso il telefono in faccia.
- Chi era? - chiese la ragazza indifferente, gustando il suo amato cappuccino.
- Yoseob - sospirò lui sconfitto, ricacciando il telefono in tasca - Tra poco sarà qui. -
Per poco non le andò di traverso il sorso che stava bevendo: Yo sarebbe stato lì a momenti. Lui, lì. Quella tempesta umana!
- Chi è questo Yoseob? - si intromise Bae, pulendo il bancone con uno straccio bagnato.
- E' un idol, come Jun... Molto vivace… - si limitò a rispondere, non voleva di certo allarmarlo per quell'adorabile ragazzo - Quando arriva di preciso? -
- Non lo so, non sono un indovino! -
- Principessa!! -
Si sentì stringere all'improvviso, accortasi troppo tardi di quei capelli biondi che le accarezzavano il viso.
- Oh, Yoseob! - lo salutò lei sorridendo, per poi accorgersi del ragazzo con il cappuccio e gli occhiali scuri entrare al seguito di Yo.
- DongWoon? - chiese lei insicura, per evitare di fare una delle sue solite figure.
Per tutta risposta il ragazzo si tolse gli occhiali, regalandole un dolce sorriso.
- Jun.. - disse, voltandosi a posare un piccolo bacio sulla guancia della ragazza - Ecco un premio per avermi riconosciuto. -
Shin sorrise di risposta, sfiorando con la mano la guancia baciata, come a voler toccare con mano quelle morbide labbra.
Perché Jun non poteva rivolgerle quelle piccole ma fondamentali attenzioni?
Si morse la bocca nervosa, aveva di nuovo ricominciato a pensare a lui. Dannazione, possibile che le riusciva così difficile non considerarlo?
- Prego, accomodatevi pure ad un tavolo! - esclamò Bae, indicando un tavolo qualsiasi del locale semivuoto.
I quattro si accomodarono in fondo alla sala, guidati da un silenzio tombale, con Yoseob che saltellava da una parte all'altra.
Jun sembrava avere la testa tra le nuvole, solo uno sguardo assente lo caratterizzava.
 
 
Mentre faceva su e giù per le scale, il pensiero le andava costantemente a quel pomeriggio.
Tutto sommato era contenta di aver rivisto il suo amico ma l'aria indifferente e distaccata di Jun le faceva male.
Afferrò uno scatolone pieno di creme e trucchi, i suoi amori senza i quali non poteva vivere.
Scrisse svogliatamente il nome degli oggetti contenuti sul pacco marrone, per poi lanciarlo letteralmente in mano al ragazzo.
Pian piano che l'auto si riempiva, era diventato sempre più silenzioso. Si limitava solo a lamentarsi di tutta quella roba che si sarebbe trascinata dietro.
A quanto pare, Shin aveva trovato un ottimo modo per fargliela pagare. Riempirgli la casa di "aggeggi da femmine", come li aveva chiamati lui.
Quando l'ultimo scatolone fu chiuso, il suo piccolo appartamento le parve dannatamente vuoto.
C'era lei in quella casa, c'era la sua storia. Ogni angolo le ricordava qualcosa di lei e abbandonarla le dava la sensazione di voltare le spalle al suo passato.
Ma in realtà non era così, giusto? Sarebbe sicuramente tornata a farle visita, non l'avrebbe mai lasciata sola.
E poi apparteneva a tutti gli effetti ai suoi averi, quindi non rischiava di scorgere altre persone affacciarsi alla sua finestra.
Una piccola lacrima, più coraggiosa delle altre, le solcò il viso, andandosi a posare sul pavimento.
Okay, era ora. Jun continuava a suonare il clacson scocciato.
- Arrivederci, casa dolce casa. - mormorò triste, asciugando anche l'ultima lacrima.
Salì in macchina senza degnarlo nemmeno di uno sguardo, limitandosi a stringere la borsa tra le mani.
La stritolava, quella poveraccia. Ma, o lei o Jun.
E andare in prigione per il diavolo non le pareva per niente proficuo.
Arrivati, riprese a portare i pacchi nell'ascensore. Aveva deciso di adottare la modalità muso lungo.
Jun non pareva notarla, continuava a portare tutta la sua roba docilmente, come un cagnolino ammaestrato. Un cagnolino mostruosamente bastardo, ormai lo sapeva benissimo!
- Abbiamo finito, questo era l'ultimo. - disse Shin crollando sulla poltrona stanca morta – Finalmente! -
Il ragazzo si chiuse la porta alle spalle, andando poi a rovistare in cucina.
- Cosa ti piacerebbe mangiare? - le chiese piano, aprendo l'acqua corrente.
- Mmm... Voglio del riso. - rispose dopo un'attenta riflessione. Le sembrò quasi di sentire una risata sommessa provenire dalla cucina.
- Ecco qua. - lo rivide rispuntare poco dopo, con due ciotole di riso in mano. Aveva i capelli tutti arruffati, e una buffa vestaglia gli copriva il corpo.
La ragazza non poté evitare di scoppiare a ridere davanti quella visione: era decisamente carino.
Jun la guardò confuso e solo quando poggiò i piatti sul tavolino si accorse del motivo. Se la tolse immediatamente, per poi allontanarla in malo modo con un calcio.
- Buon appetito! - bofonchiò imbarazzato, le guance gli andavano a fuoco - E tu, non hai visto niente! -
- Oh, no di certo! La prossima volta provvederò a scattare una foto, però. - disse trattenendo un sorriso e cominciando a mangiare.
- Com'è? -
- ... Buono.- si limitò a rispondere, gustando segretamente quella delizia. Non le sembrava opportuno fargli dei complimenti per del semplice riso.
- Solo? - pareva deluso, la fissava con quegli occhioni dolci e speranzosi. Ci mancava solo il labbretto e sarebbe caduta ai suoi piedi
- Ok, sei bravo... E' molto buono. -
Jun sorrise orgoglioso, continuando a mangiare contento.
- Be’, d'altronde non c'è niente che io non sappia fare! -
Voilà! Il Bastardo, il ritorno. Come poteva farsi fregare così facilmente? Avrebbe felicemente dato testate alla porta in sua assenza. Stupida, stupida!
- Guarda che anch'io so cucinare, anche molto meglio di te! – Be’, se la cavava a fare il riso e riscaldare piatti già pronti, quindi in parte stava dicendo la verità.
- Ah si? - Perché era così poco convinto? Non aveva di certo scritto in fronte "sto dicendo una cavolata"!
- Be’, non mi credi? -
- Certo, certo. -
Lasciò cadere così il discorso, concentrandosi appena, dopo cena, su una partita trasmessa in tv.
Maschi, tutti uguali. Chi più bastardo, chi meno.
Dal canto suo Shin si accoccolò in un angolo della poltrona, crollando qualche minuto dopo. Stava morendo di sonno.
Nonostante Morfeo l'invitasse ad addormentarsi tra le sue braccia, rimaneva in uno stato di dormiveglia.
Non riusciva a rendersi perfettamente conto della linea di confine tra sogno e realtà, ma il rumore della televisione le giungeva tenue, come se le voci dei telecronisti sostituissero rozzamente una ninna nanna.
Che cavolo però, la sua mente non ne voleva sentire di spegnersi quella notte.
Pensandoci, stava morendo di freddo nonostante l'estate alle porte. Strano.
Sentiva perfettamente il suo corpo tremare e non riusciva neanche a smettere.
All'improvviso qualcosa di caldo e confortevole si posò su di lei, regalandole del calore. Un piccolo sorriso di ringraziamento le si dipinse sul volto.
Ok, lo sentiva. Stava per sprofondare nel sonno più totale. Ci stava riuscendo.
Delle morbide labbra si posarono delicate sulla sua fronte, come se una rosa la stesse sfiorando impercettibilmente.
E le piaceva quel contatto, poteva dire di adorarlo.
Quello che venne dopo la prese alla sprovvista: quei petali delicati lambivano la sua bocca, sembravano quasi indugiare su di essa.
Possibile che quella sensazione appartenesse solo alla sua fervida immaginazione?
Eppure sentiva il sapore di quel dolce bacio, ne percepiva persino il candido profumo.
Era così…reale. E avrebbe dato tutto pur di aprire gli occhi per capire se i suoi sogni le stessero tirando un brutto scherzo.
Ci provò, ma ogni sforzo era vano.
Strinse i pugni e, a quell'azione, il fiore si ritrasse immediatamente, come spaventato da quel movimento avventato.
Shin protestò silenziosa, bramava ancora sentire il suo calore.
Si addormentò così, tra fantasia e realtà.
Che dietro quella rosa si nascondesse qualcosa di più di un soave sogno?
In fondo lei sperava di sì, il suo tenero cuore scalpitava ancora, lui aveva visto tutto, vero?
Ed era l'unico a sapere che quei petali erano delle labbra che la bramavano in segreto, si, lui lo sapeva.
Ed era suo compito metterla a conoscenza di tale segreto.
Ci sarebbe riuscito?

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Capitolo 11
*** Cap. 11 ***


Cap. 11

Quella mattina si svegliò di soprassalto, con il Sole che si era timidamente fatto strada dalla finestra.
Si guardò intorno confusa, non riconoscendo quella stanza arredata con i suoi preziosi oggetti.
Sul comodino di legno pregiato stanziavano addirittura la sua sveglia azzurra e la foto dei suoi genitori.
Si drizzò sul letto, per poi poggiare i piedi su un caldo tappeto color panna. Esattamente a pochi centimetri c'erano le sue ciabatte di Doraemon preferite.
Si, sembrava essere davvero a casa sua, in un certo senso.
Aprì lentamente la porta, trovandosi nel labirinto di porte del giorno precedente.
Bastarono quelle immagini per riportarla alla realtà.
Corse in cucina per poi arrivare scivolando in sala; di certo non avrebbe potuto essere un'equilibrista in un prossimo futuro.
Con grande disappunto le trovò entrambe vuote, le tapparelle completamente abbassate e tutte le luci spente.
Che Jun non si fosse ancora svegliato?
A passo felpato si diresse nella sua camera da letto, quella che poco tempo prima era stata il set delle loro foto.
La porta era semichiusa, giusto il necessario per scrutare dentro.
Era buio pesto, e dopo un pò di esitazione entrò nella stanza. La percorreva a tentoni, incapace di ricordarsi la posizione di un qualsiasi mobile.
Quando atterrò sul morbido letto fu certa di dove fosse situato. Aveva sbattuto violentemente ad esso col piede, e ora si contorceva sofferente.
Non si azzardò nemmeno a respirare, timorosa di poter svegliare Jun. Si limitava a singhiozzare tra una lacrima di dolore e l'altra.
Quando i suoi occhi si abituarono al buio, riuscì a distinguere per bene la figura del ragazzo accanto a lei: un'espressione rilassata e tranquilla gli caratterizzava il dolce viso, i capelli tutti arruffati.
Aveva le labbra leggermente dischiuse, come a chiamare quelle di Shin.
Un improvvisa ondata di imbarazzo la travolse, si portò istintivamente le mani alla bocca, gli occhi sbarrati dall'imminente ricordo.
Possibile che Jun l'avesse baciata la sera prima?
Scosse energicamente il capo, come a voler a scacciare quel futile pensiero. Non poteva essere, anche se....
Quando il ragazzo si mosse tra le coperte ebbe un sussulto, accucciandosi in un angolino.
Cosa avrebbe pensato se l'avesse vista lì?
Iniziò a drizzarsi, poggiando piano un piede sul pavimento, e ce l'avrebbe fatta se una mano non l'avesse tirata per il braccio.
Paralizzata dalla sorpresa si lasciò stringere al petto da quello che era un Jun addormentato. Perchè dormiva, vero?!
- Cosa ci fai qui? - La sua voce fin troppo rilassata le solleticò l'orecchio, dandole un leggero brivido
Oddio. Che gran figura!
- I-io... Ecco... - Cominciò a dire confusa, alla ricerca di una scusa almeno lontanamente accettabile
- Shh... -
- Ehm... Ok... - Bofonchiò, cercando di aggrapparsi alla tastiera del letto. Doveva fuggire!
- Dove pensi di andare? - L'ammonì Jun stringendola ancora di più - Adesso resti qua con me -
- Veramente io... Dovrei uscire, ecco -
Gran bella scusa Shin, complimenti!
La risposta le giunse solo dopo un profondo sbadiglio
- E con chi ti vedrai? -
Con la regina Elisabetta.
- Con... Bae -
- Mmm... No - Disse contrariato, affondando la testa nei capelli corvini della ragazza - Non puoi uscire con lui -
- Perchè non posso?! - Sbottò lei, voltandosi verso di Jun.
Wow, erano piuttosto vicini. Ma... Aveva gli occhi chiusi?? Che stesse dormendo davvero?
- Perchè... Perchè sei mia -
Che rimase shockata era davvero poco. Rimase a fissare quegli occhi chiusi a bocca aperta, aspettando che da un momento all'altro le dicesse di scherzare.
Ma non lo fece. Era fermo lì, a qualche centimetro dal suo viso, in un silenzio tombale.
Probabilmente si era riaddormentato, ma tentar non nuoce!
- Tua? -
Jun le rispose con un cenno del capo, tenendo gli occhi costantemente chiusi
- Sei la mia fidanzata e non puoi uscire con gli altri ragazzi -
- Ah si? - Chiese curiosa, questa situazione cominciava a piacerle.
Si sistemò per bene sul letto, poggiando la guancia sul morbido cuscino. L'aveva letteralmente nelle sue mani.
- Si... E sai una cosa? - Continuò imperterrito - Mi fa male vederti con lui. Quando ti parla, quando ti sorride, quando ti abbraccia. Non ce la faccio più a vedervi così vicini -
Da quelle parole capì che stava sicuramente dormendo, o meglio non era completamente lucido.
Perchè il vero Jun, quello di ghiaccio, non avrebbe mai ammesso una cosa del genere.
Il cuore le batteva all'impazzata, non poteva a credere alle sue orecchie.
Lui era davvero innamorato di lei? O in realtà soltanto delirando?
- Io... Mi dispiace - Mormorò piano, avvicinando il viso a quello di Jun - Non avrei mai pensato che tu... -
Non la fece finire di parlare che le poggiò un delicato bacio sulla fronte, sospirando lentamente.
- Ho perso così tante persone a cui tenevo che... Non resisterei ad un'altra perdita, sarebbe davvero troppo. Non voglio innamorarmi di te, ti prego aiutami a non farlo -
La stava davvero implorando di evitare che lui si innamorasse di lei? Di aiutarlo a non farlo, per giunta.
Questo era davvero troppo.
Si alzò di scatto, con le lacrime che cominciavano a pungerle gli occhi. Bastardo.
Il braccio di Jun cadde a peso morto sul letto, dove fino a pochi secondi prima era comodamente allungata.
Si appoggiò al muro cercando di sorreggersi sulle gambe tremanti, per poi scrivolare a terra sconvolta.
- Come ti viene in mente a chiedermi una cosa del genere? - Gli chiese con la voce spezzata dal pianto - Sei davvero senza cuore -
Jun non si mosse, si limitava a sospirare incessantemente.
- Non piangere, ti prego - Le disse stringendo i pugni fino a far diventare le nocche bianche - Mi vien voglia di abbracciarti -
Shin si alzò e corse fuori dalla camera, lontano da lui.
Quel corridoio le sembrava totalmente estraneo, non faceva altro che vorticarle intorno, come se fosse ubriaca.
Raggiunse a stento la porta della sua stanza, riuscì a stento a stringere la maniglia per poi chiudersi a chiave.
Si abbandonò sul pavimento freddo appoggiandosi al muro accanto alla porta.
Portò le mani al viso, cercando di fermare le lacrime di rabbia che le scendevano copiose sulle guance.
Era riuscito a ferirla di nuovo, ma non sarebbe dovuta esserne così sorpresa. In fondo era solo un Idol bramoso di successo.
Doveva dimenticarsi di lui, di quella casa, di quello che era successo da quando si erano incontrati.
Non era mai stata la sua ragazza, e mai lo sarebbe stata.
L'aveva accompagnato durante quel tortuoso percorso come un bella statuina.
Smise di singhiozzare solo quando Morfeo la prese tra le sue braccia, cullandola.
Era stremata da quella rivelazione. Jun si rifiutava di innamorarsi di lei, una comune ragazza Coreana.
E come dargli torto.
Dormiva Shin, sdraiata per terra, ma non le importava.
In quei sogni che l'intrattenevano c'era il silenzio e non c'era lui, c'era la pace e non c'era lui, c'era il freddo e mancava lui a riscaldarla.
Perchè aveva così maledettamente bisogno di quel ragazzo che le aveva irrimediabilmente spezzato il cuore?
All'improvviso sentì la sua voce che la colpiva come una lama in pieno petto.
Si drizzò stroppiciandosi gli occhi, le doleva la schiena.
- Shin! Ti prego rispondi, Shin! -
Era Jun, che prendeva la porta a pugni. Sembrava davvero disperato.
Shin si scostò silenziosa dal muro, piazzandosi davanti alla porta.
Allungò la mano per aprirla, ma si trattenne.
- Dio, Shin! Ti chiedo scusa per quello che ti ho detto, apri! -
Non doveva piangere ancora, non meritava il suo dolore. Nessuno meritava le lacrime che versava. Non avrebbe aperto per nessun motivo al mondo.
- Dannazione, apri! - Urlò lui
E chissà come, la sua mano si mosse da sola, facendo girare la chiave nella toppa.
Quando questa si aprì, Shin ebbe davanti un altro ragazzo. Non era Jun quello che le stava rivolgendo uno sguardo disperato, con i pugni a mezz'aria.
Il giovane non disse niente, si limitò a prenderla tra le braccia e stringerla forte.
Shin non si mosse, shockata da quell'azione fin troppo avventata. Cosa le era passato per la testa?
- Sono ore che busso, stavo per buttarla giù questa dannata porta! - Cominciò a dire confuso. Le frasi erano sconnesse, sembrava facesse fatica a parlare - Mi sono preoccupato da morire -
- Perchè? - Gli domandò secca, allontanandolo da sè - Pensi che tutto si risolva con un semplice "Scusa" ? -
- Io... Non so neanche cosa ti ho detto di preciso! -
Allora era come sospettava, stava dormendo davvero
- Meglio così, mentre dormi sai essere molto più sincero -
Jun sembò non capire cosa intendesse, ma in fondo non era importante. Aveva saputo quello che le interessava più di tutto.
- Ho deciso - Disse Shin decisa, guardandolo negli occhi
- Cosa? -
- Ti aiuterò -

Nonostante il pomeriggio inoltrato, Shin si preparò un bel panino ripieno di cioccolata.
Ne aveva bisogno, dopo una mattinata del genere.
Jun era spaparanzato sul divano dall'altra parte della sala, intento a guardare una partita di basket.
L'aveva lasciato di sasso davanti la porta della sua camera, superandolo con stizza.
O l'indifferenza o i pugni. Anche se la seconda opzione sarebbe stata molto più soddisfacente.
Jun rimase immobile là davanti a bocca aperta e occhi sgranati, sembrava davvero ignaro delle sue precedenti parole.
Quindi era riuscito a ucciderla senza nemmeno rendersene conto. Complimenti Jun, meriti proprio un premio, come miglior stronzaggine.
Era corsa in cucina a curiosare nel frigo, decisa a mettere qualcosa sotto i denti.
Alla fine si era accomodata anche lei sulla poltrona, fissando distrattamente il grande schermo. Ragazzi che correvano da una parte all'altra di una palestra.
Erano completamente sudati e stanchi morti, ma nonostante ciò mantenevano il loro fascino. Davvero attraenti i giocatori di basket.
E che fisici!

- E' mia, E' mia! - Una ragazzina corre su è giù con una palla in mano, si distingue lo scalpiccio nelle scarpette da tennis sull'asfalto
- Vai, Shin! - Le urla un altro, incitandola a raggiungere il canestro.
La piccola, di tredici anni circa, raggiunge scattante la meta, per poi mettere a segno un altro punto.
- Si! Brava Shin! - La madre urla gioiosa, sbracciandosi per farsi notare - Una foto, una foto! -
Bae le corre incontro felice, prendendola in braccio
- Sei fantastica, Shin! - Le sussurra nell'orecchio
La giovane sorride contenta, guardando intorno le persone che la circondano.
E' davvero felice lì, tra le braccia di Bae e sotto gli occhi di quegli spettatori attenti.
Nonostante fosse per lei un semplice hobby, non di certo come il canto che era una vera e propria passione, la riempiva di gioia.
Ed era anche brava nel basket. La sua voglia di giocare andò scemando con il tempo, a causa del padre che lo riteneva uno sport per ragazzi.
Ma d'altronde non se ne preoccupò poi tanto, era abituata a lasciar perdere ciò che il genitore non riteneva giusto per lei.
Era rimasta solo una semplice foto di un album dimenticato, di un tempo ormai fin troppo lontano.

- Ehi, Jun - Disse Shin raggiante, avvicinandosi al ragazzo - Come te la cavi con il basket? -
Lui la guardò stranito, erano ore che non gli rivolgeva la parola.
- Me la cavicchio, perchè? -
- Beh... Voglio sfidarti! -
Jun strabuzzò gli occhi, girandosi verso di lei completamente
- Sei impazzita o cosa? - Rispose seccato - Non ho tempo per queste stupidaggini! -
La ragazza si accomodò accanto a lui, afferando il telecomando per alzare il volume
- Ho capito, hai paura di perdere -
Il giovane le tolse di mano l'oggetto e spense immediatamente la Tv, fissandola con uno sguardo infuocato
- Accetto. Dimmi solo l'orario e il posto -

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Capitolo 12
*** Cap. 12 ***


 

Cap. 12

Seduta su quel campo asfaltato, osservava il paesaggio circostante.
Eri lì da ormai un'ora, e stava cominciando già a sudare. Nonostante i capelli stretti in una coda di cavallo e i pantaloncini corti, il Sole non le dava pace.
Sarebbe potuta sciogliersi come un ghiacciolo da un momento all'altro, e da quell'istante il suo fantasma avrebbe cominciato a tormentare Jun per tutta la sua vita.
Shin sorrise divertita da quel pensiero, giocherellando con la palla da basket.
- Ma quanto tempo ci mette? - Sussurrò piano, un timido venticello le accarezzava il viso.
- Eccomi -
Jun comparse alle sue spalle all'improvviso, lanciandole addosso un piccolo asciugamano. La ragazza si voltò di scatto, trovandosi davanti un giocatore provetto.
Pantaloncini e T-shirt rosso fuoco, con tanto di numero sulla maglia. Sulla schiena spuntava il suo nome, a caratteri cubitali.
Esibizionista.
Stava indossando una fascia sulla fronte, polsini in tinta con la tuta. Parlare delle scarpe sarebbe inutile, vero?
- Ooh, un vero e proprio professionista! - Esclamò la giovane alzandosi - Sarà solo un'impressione? -
Jun le si avvicinò calmo, puntando lo sguardo sornione su di lei
- Beh, staremo a vedere! - Un sorrisetto gli spuntò sul volto, giusto il tempo per distrarla e toglierle la palla di mano.
Dannazione! Non poteva lasciarsi fregare come una bambina!
Jun si posizionò esattamente al centro del campo, per poi prendere la mira e tirare a canestro.
Dentro. Shin lo guarda senza fiato, sorpresa della bravura del Diavolo. Ma lei avrebbe vinto sicuramente, non doveva perdere!
- Ammetto che te la cavi, ma... - Cominciò, sottraendogli di nuovo la palla - Niente a confronto con me! -
La lanciò, mettendola a canestro.
- Anche tu sei brava, ragazzina - Ammise lui, rimanendo immobile al suo posto
- Ragazzina a chi?! - Gli urlò, lanciandogli il pallone - Vincerò! -
Jun scoppiò a ridere divertito, le lacrime agli occhi. Era impazzito o cosa?
- Scommettiamo, allora - Disse tornando serio - Se vinco io, sarai la mia assistente personale per una settimana; mentre se vinci tu... -
- ...Sarai il mio! - Affermò decisa, pregustando già la vittoria
- Ok, perfetto -
Le allungò la mano per suggellare l'accordo
- Anzi, sarò buono. Se vinco, ti porterò anche al Luna Park! -
Shin rimase impietrita, con la mano stretta in quella di Jun. Pregò vivamente che non ci fosse la casa delle Streghe, o sarebbe morta d'infarto. Una morte improvvisa e dolorosa.
La giovane deglutì a fatica, limitandosi a fare un breve cenno del capo
- Amerai la casa delle Streghe! -
Quasi non scoppiò a piangere. Che sapesse leggere anche nel pensiero adesso?
Con le gambe molli raggiunse il centro del campo, il cuore a mille. O la vittoria, o l'infarto.
- Ok, sono pronta! -
Jun lanciò il pallone in aria, e con uno slancio Shin riuscì ad afferrarlo. Cominciò a correre verso il canestro, iniziando a mirare.
Ok, uno, due, tre
- Canestro! - Urlò in preda alla gioia. Iniziò a saltellare per il campo contenta, lo sguardo fisso sullo strano sorriso che Jun aveva sul viso
- Posso iniziare a giocare sul serio adesso? - Disse sorridente, correndo verso la giovane
- Cos... -
Le tolse la palla di mano con una facilità assurda, non lasciandole nemmeno il tempo di finire di parlare
- Pari -
La giovane si voltò scoraggiata, guardando il ragazzo giocherellare con il pallone. Sembrava un bambino intento a divertirsi innocentemente, ma bastava guardarlo negli occhi per vedere spuntare il Diavolo che era in lui.
- Non tirartela più di tanto, hai fatto solo un punto!-
- Il primo di una lunga serie! -
Continuarono a giocare per ore, il sudore che imperlava i loro visi. Erano davvero stanchi. Da un momento all'altro Shin sarebbe stramazzata terra per poi non alzarsi più.
Correvano da una parte all'altra del campo, con il sole che sbatteva sui loro corpi scattanti. Sembravano giocare a rincorrersi, in una infinita corsa per la vittoria.
Facevano punti su punti, il canestro sembrava essere anch'esso sfinito. Jun, con i capelli completamente bagnati e le goccioline che gli rigavano il viso, non esultava neache più.
- E-ecco... Chi fa questo punto, vince - La voce spezzata dalla stanchezza le giunse lieve - Dai, vieni -
Shin quasi non trisciò su quell'asfalto rovente, raggiungendo il centro del campo. Se le sue gambe avrebbero potuto parlate, chissà quante gliene avrebbe dette.
Uno difronte all'altro, la palla che prontamente divideva quelle figure accaldate. Shin respirava a fatica, neanche Jun riusciva a controllarsi.
La ragazza si mise in posizione, la tensione sfarzava l'aria come una spada tagliente.
Jun invece rimase immobile, il pallone stretto tra le mani e un piccolo sorriso mal celato sul viso.
- Che diav... - Cominciò, preoccupata dalla sua espressione
Jun non rispose, si limitò solo a scostare leggermente l'oggetto che separava i loro corpi. Poi, quando i loro visi furono abbastanza vicini da potersi sfiorare, le poggiò un delicato bacio sulla guancia, a pochi centimentri dalla bocca.
Shin rimase paralizzata, il cuore che le andava a mille. Le gambe cedettero improvvisamente, facendola atterrare sul terreno.
Il ragazzo invece camminò tranquillamente verso il canestro, per poi lanciare e segnare il punto della vittoria.
Una passeggiata verso la vittoria.
- Ho vinto! - Disse lui contento, inginocchiandosi dietro la giovane rossa come un peperone - Capito? -
- I-io... - Bofonchiò imbarazzata, portandosi le mani al viso - Così non vale! Tu... Tu.. Tu mi hai... -
Jun la prese dalle spalle e la tirò con forza, facendola allungare completamente, con la testa sulle sue gambe
- Io cosa? - Le chiese malizioso, incontrando lo sguardo interdetto della perdente
- Lo sai benissimo cosa hai fatto! -
- Mmm... - Disse, facendo finta di ricordare - Rinfrescami la memoria -
- Tu... Mi hai dato un bacio -
- E dove? - Continuava imperterrito con quel tono, sicuro di averla ormai in pugno. E aveva proprio ragione.
Shin si indicò l'angolo delle labbra con il dito tremante. A sua volta il ragazzo scoppiò a ridere, scostando la sua mano.
- Qui dici? - Domandò, sfiorandole il punto esatto - Cavolo. Ho sbagliato di qualche millimetro -
La giovane ebbe un sussulto, gli occhi sgranati dalla sorpresa di vedere e sentire un Jun così.. Audace. Non che non lo fosse mai stato, era certa di quel lato del suo carattere. Quello che la sorprendeva era il fatto che stesse durando così a lungo.
- Fammi alzare, dai - Mormorò piano, cercando inutilmente di drizzarsi
- No no. Non vai da nessuna parte, anche perchè devo rimediare al mio piccolo errore -
- Non credo sia una buona idea, ecco io... -
Quando le sue labbra stavano pericolosamente avvinandosi, Shin si portò timidamente le mani sulla bocca.
Il giovane si boccò di scatto, visibilmente scocciato da quell'azione.
- Ok, non farò niente - L'assicurò arrendevole
- Davvero? -
Jun annuì piano, e la povera "vittima" scostò le dita. Grande passo falso.
Prontamente le afferrò i polsi, tenendoli saldamente a terra. Era davvero in trappola adesso.
Si era lasciata fregare così facilmente!
Un sorriso sornione gli inscrespò le labbra, fiero del suo operato.
- Ecco, adesso posso rimediare... - Le sussurrò, incontrando la bocca di Shin. Un brivido le percorse la schiena, nell'esatto istante in cui le loro labbra si fusero.
Nonostante fosse in quella scomoda posizione, la sensanzione piacevole che l'avvolgeva la riempiva completamente.
Persino i capelli umidi di sudore di Jun sugli occhi le davano piacere. Molto probabilmente qualsiasi cosa che lo rigaurdava l'attirava come una calamita.
Sentì i polsi liberarsi da quella morsa, ma restarano immobili, come incantati.
La ragazza sollevò impercettibilmente il collo per non perdere il contatto. Voleva averne ancora e ancora.
Ma cosa le prendeva, tutto d'un tratto? Quella sensazione bruciante in gola, il caldo che fino a poco prima la colpiva non c'era più. Era sparito tutto, tutto ciò che non riguardava quella figura chinata su di lei.
Quando si staccarono, potestò silenziosamente, avrebbe passato intere giornate in quella posizione.
Neanche l'ardente asfalto era poi così scomodo.
Jun esitò un secondo sulle sue labbra, rimanendo immobile con le labbra leggermente dischiuse.
Le serrò improvvisamente, alzando il capo. Fece un lungo sospiro, per poi posare lo sguardo sulla ragazza ancora a bocca aperta.
- Chiudi la bocca o ci entreranno le mosche - Le consigliò, alzandole la testa dalle sue gambe.
- Cos'era? - Chiese lei senza fiato, guardandosi intorno spaesata
- Non lo so neanch'io - Rispose semplicemente, stiracchiandosi pigramente - Facciamo finta che non sia successo niente -
Shin si alzò di scatto, voltandosi verso di lui
- Come puoi chiedermi una cosa così? Non è neanche la prima volta che mi baci, ben tre! - Gli urlò in preda all'ira, non lo sopportava più
- Tre? -
La giovane si bloccò, ricordando il bacio a fior di labbra che le sembrava di aver ricevuto.
- Più o meno... - Cercò di recuperare, le pareva stupido accusarlo di una cosa di cui non aveva prove
- Non ricordo nessuna terza volta, forse ti stai sbagliando con qualcun altro -
Non seppe più cosa risponedere, limitandosi a chiudere l'argomento con un silenzio tombale.
- Io devo andare - Disse cominciando a racattare le sue cose - Ho un'intervista e sono anche in ritardo -
- Ma.. Io che faccio? -
- Che ne so.. Vai a trovare Bae, se ti va -
- Bae? -
- Si, ha presente il tuo barista? -
- Ah, si! Oggi è il suo giorno libero, potrei chiedergli di uscire -
Jun le fermò il braccio d'improvviso, impedendole di prendere il telefono
- Forse è meglio se vieni con me, non vorrei disturbare il povero Bae -
- Non credo lo disturberò, sarà molto contento invece -
- No! Ormai è deciso, verrai con me -
 
Arrivarono a destinazione alle due pomeriggio, ma nonostante l'ora le nuvole avevano già cominciato a coprire quel cielo dapprima limpido.
Dopo aver parcheggiato entrarono in un edificio vetrato, gremito di persone che correvano da una parte all'altra.
Jun si affrettò verso un ascensore, pigiando il pulsante per il quinto piano.
Il suono tintinnante fece scattare le porte, e il ragazzo non perse tempo ad attraversarle con una Shin ansimante al seguito.
- Junhyung! Da questa parte! -
In due minuti si ritrovarono accerchiati da una mandria imbufalita di truccatori e parrucchieri.
Forse erano un tantino in ritardo.
- Insomma, sono brava ma non so ancora fare i miracoli! - Gli urlò una donna armata di matita e fondotinta - Siediti... E questa chi è? -
- Lei è la mia ragazza - Disse accomodandosi - Nonchè la mia assistente personale -
Cavolo. Allora non si era dimenticato della scommessa. Ma la cosa più preoccupante era l'uscita al Luna Park. Uffa.
Shin si mise accanto al giovane, che docile si lasciava preparare.
Era così carino!
- Jun, ma io mi annio a non fare niente... Non me ne posso andare? -
- In quanto mia assistente, devi stare con me 24 ore su 24 -
- Ma non sto facendo niente! Sono imbambolata a guardarti truccare! -
Jun la guardò di sottecchi, mentre una ragazza gli piastrava silenziosamente i capelli
- Vuoi qualcosa da fare? - Le chiese piano, allungandogli la mano - Stringi la mia mano -
- Cosa? - Sbottò stranita da quella richiesta
- Beh, devi essere sicura che non mi manchi niente, comprese un pò di coccole -
La ragazza le afferrò indispettita la mano, stringendola piano. Sfruttamento, ecco cos'era. La cosa più insopportabile erano le occhiate sognanti delle ragazze che lo fissavano.
A quella vista, gliela strinse ancora di più, senza neanche accorgersene.
- Ecco fatto, puoi andare in studio -
Jun si alzò, liberando le dita dalle sue. Si avviò verso le telecamere, con Shin che lo seguiva come un cagnolino obbediente.
Quando stava per mettere piede dentro la sala, si voltò verso la giovane. Le diede un piccolo bacio sulla fronte, per poi tornare sui suoi passi.
- Io starei attenta, fossi in te - Una voce fin troppo bassa la fece tornare con i piedi per terra. Era quella di una ragazza bionda sui vent'anni, con degli occhietti vispi e vivaci
- Cosa intendi? -
- C'è una ragazza dello staff che ha messo gli occhi su di Jun e beh... Credo proprio che il suo interesse sia ricambiato -
 

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Capitolo 13
*** Cap. 13 ***


Capitolo 13

- Svegliaaaaaaa! -
Shin scattò immediatamente, drizzandosi spaventata sul letto. Si guardò intorno, notando la figura di Jun che avanzava imperterrita all'interno della stanza.
- Tu! Come... - Gli urlò furiosa, colpendolo con il cuscino - Mi hai spaventata a morte! -
- Chiedo perdono, ma c'è la carrozza che l'aspetta - Le rispose divertito, allungandole un depliant sospetto
La giovane lo scrutò silenziosamente, per poi sussultare alla vista di un enorme ruota panoramica.
- Non dirmi che... -
- Si! Oggi si va al Luna Park! -
- Ma sono solo le undici! Fammi dormire almeno un altro pò... - Disse, cadendo a peso morto sul comodo letto
Non fece in tempo a chiudere occhio che si sentì tirare per un braccio
- Muoviti! A quest'ora c'è poca gente e lo sai benissimo che non posso andare in giro come mi pare! -
- Uffa... Esci da qui, tra dieci minuti sono pronta... -
 
Dopo esattamente dieci minuti la porta della camera sussultò sotto la strana quanto rara vivacità del ragazzo.
E dopo mezz'ora le porte di quell'inferno dei divertimenti si aprirono davanti ai suoi occhi.
Un piccolo brivido le percorse la schiena, alla vista di quella che era la tanto odiata casa delle streghe.
- Dai, andiamo! - Le disse Jun, trascinandola all'interno del parco - Vediamo... Che ne dici di provare le Montagne Russe? -
La giovane si drizzò all'improvviso, sgranando gli occhi terrorizzata.
- Io preferirei qualcosa di più tranquillo, come... - Sussurrò piano, indicando la prima giostra circondata da bambini - ... Il Bruco-Mela! -
Jun la guardò contrariato, sperando in una qualsivoglia reazione che potesse smentire quelle parole
- Mi rifiuto! - Rispose categorico lui, cominciando a camminare verso la fila delle Montagne Russe
- Ma perchè? Quella giostra è fantastica! Non capisci proprio niente... -
- Certo, fantastica per i bambini dai dieci anni in giù! -
- Non è vero! Non ti permetto di offendere la mia giostra preferita! -
- Guarda, la fila scorre velocemente. Saliremo già al prossimo giro -
Shin deglutì a fatica non appena delle inferriate di metallo si calarono su di loro. Nonostante riuscisse ancora a toccare terra con le punte, moriva di paura.
Stritolava la mano di Jun, gli occhi fissi sul punto più alto di quel mostro di ferro.
- Vedrai, ti piacerà a stare a testa in giù! -
- Cosa?! - Urlò, per poi proferire parolacce su parolacce coperte dal rumore della giostra - Ti odio! -
Il giovane scoppiò a ridere, mentre l'aria cominciava a scontrarsi col suo viso.
Il simmetrico ciuffo di Jun sembrava aver preso vita, muovendosi qua e là all'impazzata. In quel momento sembrava rappresentare il cuore di Shin.
In meno di due secondi si trovarono a sfrecciare da un parte all'altra di quella pista dell'inferno, pareva che quel coso prendesse il volo da un momento all'altro.
Afferrò saldamente la mano del ragazzo che sembrava divertirsi da morire, quasi non si accorse delle dita della giovane insinuarsi tra le sue.
Quando rallentarono, Shin riprese a respirare. Dire che era stato un giro in apnea non era per niente un'esagerazione.
- Giuro che ti ammazzo! - Bofonchiò a mezza voce, e per un attimo sembrò perdere l'equilibrio
- Ma Principessa, cosa mi combini? -
Quella voce. L'avrebbe riconosciuta tra mille.
Alzò piano il viso, trovandosi faccia a faccia con l'angelo biondo. La teneva ben stretta per la vita, così da non farla cadere rovinosamente a terra.
- I-io... -
- Lasciala stare, riesce a stare in piedi anche senza il tuo aiuto! - Sbottò Jun nervoso, afferrandola bruscamente per il braccio
- Allora perchè mi è letteralmente caduta tra le braccia? -
- Ma che ci fai qui? - Si intromise Shin, ripresasi dalla giostra
- Sono venuto in compagnia... Anzi, credo proprio di essermela persa - Disse ansioso, guardandosi attorno come un bimbo spaurito
- Chi è questa ragazza? La tua nuova fidanzata? -
Yoseob scoppiò a ridere davanti le facce curiose dei due ragazzi
- Macchè! E' mia cugina, è venuta in vacanza e resta da noi per un pò.. La mamma mi ha costretto a portarla in giro -
- Yo!! Dov'eri finito?? - Quando i suoi occhi incontrarono quelli di Shin tutti pezzi del puzzle tornarono al loro posto
- Myo Rin, cavolo! E' un'ora che ti cerco! -
Era lei. Era la stessa ragazza che aveva incontrato negli studi. La biondina dagli occhi furbi era la cugina di Yoseob.
- Volevo andare nella casa stregata - Disse mettendo il muso, sembrava una bambina
- Che coincidenza! Stiamo andando anche noi, venite? - Propose Jun raggiante, afferrando la ragazza paralizzata per il polso
- Certo! - Rispose contenta l'altra, stringendogli il braccio. Ma chi si credeva di essere quell'oca?
- Andiamo Yoseob! - Lo chiamò Shin, sorridendo nervosa
 
- Allora, questo è un percorso a piedi.. I facilmente impressionabili o i deboli di cuore farebbero bene a non entrare - Disse tranquillo l'uomo all'entrata.
Shin fece immediatamente un passo indietro, pronta a ricoprire la parte della "povera ragazza debole di cuore". Jun invece la spinse avanti a sè, ricoprendo invece il ruolo di "ragazzo che legge nel pensiero, e ti vieterà ti scappare".
- Quattro biglietti, grazie! -
- Ecco, quella è l'entrata -
Shin venne trascinata all'interno, dove tutto ma proprio tutto era immerso nel buio più totale. Cominciò a tremare convulsamente, spaventata e preoccupata allo stesso tempo.
Non riusciva a vedere a un palmo dal suo naso, e questo la terrorizzava. Camminava a passo incerto per un ampio corridoio, a tentoni cercava di afferrare la mano di Jun o di chiunque altro
- Jun? - Chiamò piano, immobilizandosi all'improvviso
Si sentì afferrare la mano saldamente, sussultando al contatto
- Ehi Jun, sei tu? -
Nessuna risposta. Quella mano cominciò a trascinarla lentamente, percorrendo il percorso a passo fermo
- Buh! -
- Aaaaaaaah! - Urlò Shin cadendo a terra per la paura.
Delle dita cominciarono a tracciare il profilo del suo viso. Non aveva neanche il coraggio di respirare, se qualcuno non l'avesse portata fuori sarebbe rimasta lì per sempre
- C-chi sei? - Mormorò in preda all'ansia, sentendo ancora quel contatto.
Un sospiro, niente di più. E un sospiro poteva avere mille significati.
Finalmente quel tocco sfuggevole si trasformò in uno concreto e deciso, da togliere il fiato. Delle mani si posarono sul suo viso. E delle labbra sfiorarono le sue.
Erano dolci, morbide, bramose. Ma a chi appartenevano? Yoseob o... Jun?
Shin lo spinse via da se, riacquistando per un attimo la forza. Si alzò immediatamente, gli occhi fissi sulla figura protetta dal buio
- Chi diavolo sei? - Chiese ancora, alzando ancora di più la voce
- Colui che ti ama - Si sentì sussurare nell'orecchio, un mormorio debole e privo di sostanza. Così debole da non avere neanche un proprietario. Che ti trattasse davvero di Jun o addirittura di Yoseob?
- Voglio sapere il tuo nome! - Sbottò nervosa, stringendo i pugni fino a far sbiancare le nocche
Niente di niente. Quella casa delle streghe stava prendendo tutt'altra piega.
Iniziò a camminare lentamente, con le mani tastava il muro per avere un qualsivoglia appoggio.
Tutte le volte che delle urla o delle risa terrorizzanti si perdevano nell'aria, il cuore sembrava prenderle fuoco.
- Col cavolo che mettero piede qua dentro di nuovo -
Quasi non scoppiò a piangere quando vide la scritta fosforescente posizionata sull'uscita. Corse verso di essa immediatamente, trovandosi all'aria aperta.
Prese una boccata d'aria riempiendosi i polmoni, per poi accorgersi della presenza di Yoseob e Myo Rin
- Ehi, Shin! - Esclamò Yo prendendola dalle spalle e strattonandola - Pensavamo ti fossi persa! Jun è corso dentro a cercarti! -
- C-cosa? -
- Si! Ha cominciato a dire cosa senza senso... Come "Ha paura del buio", "E' colpa mia" o "Non avrei dovuto lasciarla sola".. E poi è rientrato -
Troppe informazioni messe insieme. Jun era tornato indietro a cercarla?
- I-io devo... - Mormorò voltandosi
- No ferma qui! E' meglio aspettare lui all'uscita -
- E' tutta colpa tua! - Affermò Myo Rin sprezzante, le braccia strette al petto - Possibile che tu non sia nemmeno in grado di trovare l'uscita?? -
Odiosa. Come poteva essere parente a un ragazzo così perfetto?
- Povero Jun! - Continuò, portandosi una mano al petto - Come fa a stare con una ragazza del genere! Così stupida e... -
- Non ti permetto di parlarle in quel modo - Disse con un filo di voce, tagliente come una lama
- Junhyung, io... Io non... - Sembrava davvero mortificata di essere stata presa con le mani nel sacco.
Il ragazzo le si avvicinò saccente, trovandosi a un palmo dal suo viso
- Vedi di trattenere la lingua, mocciosa - L'avverti con lo stesso tono di voce, voltandosi poi verso il biondo - E tu. Insegnale l'educazione piuttosto che portarla in giro -
Yoseob lanciò un occhiata furiosa alla cugina che era rimasta senza parole. Non aveva mai visto Jun così. Era a dir poco fuori di sè.
- Shin, andiamo - Disse, tirandola delicatamente a sè - Non sono venuto qui per fare la baby sitter -
La giovane si lasciò trascinare, sorpresa dalla sua reazione
- Cosa ti è preso? - Gli chiese, guardandolo di sottecchi
- Non sopporto le persone che giudicano le persone che mi appartengono -
- E da quand'è che ti appartengo? -
Il ragazzo si bloccò di scatto, piazzandosi a qualche centimetro dal suo viso
- Beh.. Quando ti ho baciato, ho segnato il mio territorio - Rispose calmo, sorridendo divertito dalla sua espressione
- Ma non vale! Sono baci dati senza permesso! -
- E allora? E poi mi sembra ti siano piaciuti -
Shin arrossì immediatamente, abbassando lo sguardo goffa. Jun si mise a ridere di gusto, conscio di aver colpito nel segno.
- M-ma non significa niente! Non puoi baciarmi ogni volta che ti passa per la testa! -
- Sicura che non posso? -
Lei annuì sicura, le guance ancora rosse. Il giovane si sporse pericolosamente verso la sua bocca, fino a baciarla a fior di labbra.
Un bacio lieve e delicato, adatto per accrescere il desiderio.
- Allora? Sei ancora sicura? -
- Sei cattivo, Jun! -
- Ma cosa mi dici mai? - Disse imitando la vocina di Topo Gigio. Era davvero esilarante.
- Finiscila, che ci guardano tutti! - Gli intimò Shin, tra una risata e l'altra
Ma era vero, tutte le persone che li circondavano si erano voltati a guardarli. E ahimè, erano stati riconosciuti.
- Oh mio Dio, Junhyung! Junhyung dei B2st! -
- Cavolo. Mi sa che sia meglio evaporare -
Le urla emozionate delle ragazzine li seguivano insistenti, come delle ombre. Neanche quando i due cominciarono a correre si arresero.
- Dove hai parcheggiato l'auto? - Chiese Shin ansimante, cercando di mantenere il passo
- Qui, all'angolo -
- Tutta colpa tua della tua stupida vocina! -
Appena Shin avvistò la sua amata auto ci si gettò dentro, cercando di riprendere fiato.
- Andiamo, dai! - Lo pregò lei, mettendo la cintura.
Quando Jun mise in moto, la ragazza si lasciò cadere sul sedile, contenta di essere riuscita a scappare da quella folla inferocita.
- Non ne posso più di questa ressa quotidiana -
- E io che dovrei dire? E' me che volevano assalire! -
- Sei tu che hai voluto diventare un Idol, quindi devi sopportare in silenzio "l'affetto" delle tue fans -
- C'è solo una persona da cui voglio affetto, ed è l'unica che non è disposta a darmelo -
Shin lo guardò curiosa
- E chi sarebbe? -
Un piccolo sorriso gli increspò le labbra
- Questa persona nemmeno lo sa, è questo il problema -
- E perchè non glielo chiedi? -
- Non è cosi semplice. Lei sembra così... Distante. E poi ha già dei ragazzi alle calcagna, e io a dire la verità vorrei cercare di non... Espormi troppo, ecco -
- Esporti? -
- Si... Tutto quello che faccio è cercare di capire quanto riesca a resistere al bisogno di averla, di possederla -
- E fino ad ora qual'è il responso? -
- Che non riesco a starle lontano neanche per un secondo -

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Capitolo 14
*** Nota dell'autrice!! ***


Buonsoir, popolo di EFP!

Ebbene sì, se vi stavate chiedendo che fine avesse fatto la scrittrice di You Are My Girl e compagnia bella, la risposta è questa: mi ero persa nella selva oscura della vita sociale e solamente in questa adorabile giornatina uggiosa sono tornata sulla retta via ( davvero, un po' di frescura in questi giorni ci voleva proprio )
Comunque, sono qui per fare un annuncio a tutte le "fans" della mia fanfiction, ammesso che ancora che ne siano considerato che l'ultimo aggiornamento risale al 2012 ( svergognata !! ndr tutti ) 
In primo luogo, però, mi sento in dovere di scusarmi con chi ha aspettato inutilmente ( fino ad ora, almeno ) di vedermi aggiornare questa ff, che nonostante il tempo passato resta ancora la più amata della categoria BEAST. E mi viene anche da chiedere perché visto che ai tempi scrivevo con i piedi, ma ssh.
Arrivo al punto, ora. In sintesi mi è tornato il pallino di continuare la storia, anche se prima di tutto vorrei riprenderla come Dio comanda e di conseguenza riscrivere gran parte dei capitoli perché il mio stile è ovviamente cambiato, maturato per così dire, e quindi procedere direttamente con i capitoli successivi farebbe diventare l'intera fiction un vero pastrocchio illegibile. 
Ma prima di iniziare a buttare giù le nuove fantasmagoriche vicende di Jun e Shin ( la smetto, sì ) vorrei ascoltare i vostri pareri che leggerò diligentemente nei commenti a questo """capitolo""" per sapere se, nel caso, a qualcuna di voi farebbe piacere riprendere la lettura. anche perché altrimenti eviterò di cimentarmi nell'impresa e mi butterò su altro.
Grazie per l'attenzione a chiunque abbia avuto il coraggio di leggere tutto per intero ( ammesso che qualcuno ci sia ) e fatevi sentire. Anche per prendermi a parolacce per l'attesa, si intende.

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