Remember me

di _muffin
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** -CAP. 1 Primo Gennaio ***
Capitolo 2: *** -CAP. 2 Lui ***
Capitolo 3: *** -CAP. 3 Sorrido, spero non a causa tua. ***
Capitolo 4: *** -CAP. 4 Abbracciami, ancora e ancora. ***
Capitolo 5: *** -CAP. 5 Sotto un cielo stellato ***
Capitolo 6: *** -CAP. 6 Non chiedermi nulla ***
Capitolo 7: *** -Cap. 7 Vivi quando puoi ***
Capitolo 8: *** -CAP. 8 Non posso non pensare ***
Capitolo 9: *** -CAP. 9 Mi fa male ***
Capitolo 10: *** -CAP. 10 Verità o felicità? ***
Capitolo 11: *** -CAP.11 Basta essere sinceri ***
Capitolo 12: *** -CAP.12 Ricordami così ***
Capitolo 13: *** -CAP. 13 Per sempre ***
Capitolo 14: *** -CAP. 14 Al mio miglior amico ***
Capitolo 15: *** Epilogo - Ricordami ***



Capitolo 1
*** -CAP. 1 Primo Gennaio ***


-CAP.1 Primo Gennaio.

Lunedì primo Gennaio 1996.
Era questa la data che segnava l'inizio di una nuova settimana, l'inizio di un nuovo mese e in fine l'inizio di un nuovo anno. La data tanto attesa da ogni studente di Hogwarts e devo ammettere, attesa anche da me.
Girava voce che il primo giorno del 1996 avrebbe segnato tutti i successivi giorni dell'anno e io, come una stupida, volevo sperarci. D'altronde, avevo una specie di appuntamento con Theodore Nott, o meglio, con il mio migliore amico, perciò non era niente male come inizio anno. Ci eravamo messi d'accordo di vederci in biblioteca, alla fine delle lezioni. Disse che doveva mostrarmi un libro di persona, speravo almeno che non fosse uno dei pochi libri che avevo già letto. Non amavo molto leggere, ma mi lasciavo sempre consigliare qualcosa, mi dava tanto l'aria di "ragazza intelligente".
Sì, lo so. Era infantile e stupido da parte mia pensare a ciò che sarebbe successo durante la giornata invece di cercare un modo per alzarmi da quel maledetto letto. Volevo solo nascondermi dietro ad una vita normale e almeno sognare doveva essermi concesso. Fosse stato diversamente sarei morta prima per lo stress che a causa di ciò che mi faceva restare a letto. Era una malattia la causa, una malattia davvero bastarda. A volte mi lasciava tranquilla e mi regalava giorni sereni, altre volte invece mi faceva disperare a tal punto da farmi superare ogni limite e portarmi a tentare il suicidio diverse volte. Con il tempo ero riuscita a farla diventare una parte di me, le davo ascolto e quando voleva tenermi a letto non mi sottraevo con la forza però lei non mi ascoltava mai perché se così fosse stato, mi avrebbe lasciata libera almeno per il primo giorno dell'anno. Feci un lungo respiro per calmarmi e non lasciai cadere le lacrime che sentii arrivare. Troppe ne avevo versate e ormai non ne valeva più la pena. Ero destinata ad essere controllata da una parte di me che mi sarei portata nella tomba. Io senza di lei non avevo più il permesso di vivere e lei con me non sarebbe vissuta a lungo.
Affondai la faccia nel cuscino e cominciai a piangere per l'ennesima volta anche se ciò significava dare la piena soddisfazione a quella bastarda. Mi aveva distrutta completamente con il tempo, aveva fatto arrivare il mio orgoglio sotto i piedi, non mi sentivo più Leila, no, la vera Leila non esisteva più. Ciò che ne era rimasto non era altro che l'aspetto, anch'esso ormai sciupato. Piansi interrottamente per molto tempo fin quando non sentii una voce gridare il mio nome.
«Leila. Leila, dove sei?» Era Nott.  Mi stava cercando, ma preferivo non farmi  vedere in quello stato da lui.
«Non puoi entrare! Leila non vuole!» Era la voce della Pansy, la mia compagna di stanza. Una ragazza non proprio simpatica ma almeno sembrava mi desse ascolto.
«E tu che ne sai?» Il mio migliore amico era davvero testardo, quella volta però aveva trovato una valida avversaria.
«Quando non si alza dal letto significa che sta male e che di conseguenza non vuole nessuno tra i piedi!»
Effettivamente non mi stava ad ascoltare nemmeno lei. Le avevo chiesto di dire semplicemente che non volevo ricevere ospiti, ma mai il reale motivo per cui non mi alzavo.
«Levati Pansy, non ho tempo da perdere con te.» Poi sentii il rumore dei suoi passi avvicinarsi e diventare sempre più forte. Theodore aveva un modo di fare che adoravo alla follia ed era proprio quello uno dei motivi per cui avevo deciso di dargli una possibilità e lasciarlo diventare il mio migliore amico.
«Come stai?» Era già arrivato accanto al mio letto, ma prima di sentirlo parlare non mi ero accorta dalla sua presenza, eppure era strano, il suo profumo ormai si sentiva bene già da un pezzo nella stanza.
«Sdraiata!» Risposi divertita, Theo però non sembrava esserlo affatto. Aveva una faccia minacciosa che faceva seriamente paura.
«Andiamo Leila! Dico sul serio.» Che  faceva sul serio si era capito, io però non avevo alcuna voglia di fare la seria.
«Non ti incazzare. Vorrei tanto venire con te ma il lettino poi si sentirebbe solo.» La sua espressione seria lasciò il posto ad un leggero sorriso inquietante.
«Mmh. Quindi se non puoi rinunciare alla tua serata di sesso selvaggio con il letto, presumo che dovrò restare qui e rovinarti tutti i piani per stasera!» Mi prese alla sprovvista. Speravo che prendendolo in giro lo avrei fatto incazzare e poi sarebbe andato via, purtroppo però successe il contrario: lui si mise seduto sul letto e con il suo sorriso inquietante cominciò a fissarmi.
«Theo, stai scherzando vero?»
«Niente affatto. Resterò qui fin quando non ti deciderai a dirmi cosa cazzo ti succede Leila.» Non l'avevo mai sentito usare quel tono con me. Di certo però non mi metteva paura e non avevo alcuna voglia di fargli sapere una qualsiasi cosa in quel momento.
«Facciamo che ti spiego tutto domani, quando starò meglio. Promesso!»
«Sarà meglio per te che domani tu mi dia tutti i dettagli. - si alzò dal letto e mi sorrise sincero - Ciao tesoro!» Mi salutò e se ne andò via.
Avevo promesso di raccontargli tutto ed ero seriamente intenzionata a farlo ma i miei piani cambiarono senza avvertirmi.
Quella stessa sera mi portarono in infermeria priva di conoscenza. Era stata Pansy ad avvertire gli insegnanti che stavo male, forse perché era preoccupata o forse solo perché aveva trovato la giusta occasione per gridare a tutta Hogwarts che Leila Andersen stava male già da tempo.

Al mio risveglio, non sapevo ancora le mie condizioni e per quanto tempo avevo dormito.
«Mmmh.» Mormorai involontariamente quando cercai di muovere un braccio, era un dolore nuovo e insopportabile.
«Leila Andersen, ben svegliata. Dormito bene in questi giorni?» Madama Chips mi parlò con una dolcezza unica, decisamente strano.
«Scusi, ha detto giorni? Quanto ho dormito?» Più che parole le mie, sembravano suoni leggeri ed incomprensibili.
«Oggi è il 13 gennaio, signorina. – andò a cercare qualche pozione o non so cosa e poco dopo ritornò - Prendi questa, ti aiuterà a parlare meglio.» Era una pozione per niente invitante dal colore rossiccio, ma Madama Chips mi aveva consigliato di prenderla ed era meglio ascoltarla in quelle condizioni.
«Ora sei in grado di sostenere una conversazione perciò ti chiedo gentilmente di spiegarmi la tua situazione. Voglio sapere ogni cosa dall'inizio, altrimenti non posso aiutarti.» Era più decisa di Theodore a sapere la verità e forse era arrivato il momento di raccontarne almeno un po'.
«Non è nulla di speciale Madame Chips. Semplicemente ho una malattia particolare di cui nemmeno io so molto e spero che lei possa dirmi di più. L'unica cosa importante da sapere è che probabilmente non ho più molto tempo da trascorrere nel mondo dei vivi.» La voce era già molto più chiara e non rivelava nessuna emozione in più di quelle che volevo trasmettere.
«Leila, non stai certo per morire, tranquilla. Almeno non succederà molto presto. Sei molto malata e avrai bisogno di un lungo periodo di cura per stare meglio, ma non posso comunque garantirti la totale guarigione perché purtroppo la malattia è ad uno stato molto avanzato. I sintomi che hai avuto fino ad ora sono stati leggeri in confronto a quelli che avrai in futuro. Sicura di essere pronta?» No, non ero pronta, ero delusa. L'idea di continuare a soffrire così a lungo non era proprio piacevole, tuttavia annuii .
«Quando potrò tornare alla mia vita normale?» Normale non lo era da un pezzo, ma la preferivo al passare le mie giornate in infermeria.
«Molto presto. È questione di giorni la tua presenza qui. Hogwarts ha pensato ad una soluzione per la tua prolungata cura senza dare nell'occhio.»
«Che soluzione?» Chiesi sorpresa e allo stesso tempo leggermente spaventata.
«Saprai tutto quando sarà il momento»


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Spazio autrice:
Salve, prima di tutto grazie per aver letto, secondo fatemi sapere cosa ne pensate e terzo spero vi sia piaciuto questo primo capitolo, è una mia vecchia fanfic riscritta da zero XD Ora vi saluto e sappiate (ancora) che mi farebbe davvero piacere sapere se vi piace o meno, altrimenti pace e alla prossima U.U

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Capitolo 2
*** -CAP. 2 Lui ***


-CAP 2. Lui
 
Il giorno dopo mi sentivo già meglio. Avrei anche potuto alzarmi per fare una bella passeggiata di cui avevo proprio il bisogno. Volevo sentire il vento invernale sulla mia pelle ed assaporare l'aria fredda, invece mi ritrovavo costretta a stare a letto in attesa di una guarigione lontana.
«Buongiorno Madama Chips, le spiace dirmi la soluzione di cui mi ha accennato ieri?» Madama Chips era appena arrivata e notai che si era portata dietro un uomo, quest'ultimo aveva un'aria rigida e severa.
«Ma certamente! Prima però voglio presentarti il signor Bob!» Scoppiai a ridere, aveva il nome di un cane! Sarebbe stato ancora più divertente scoprire che aveva una sorella di nome Cat.
«ahaha meow! -non riuscivo a smettere di ridere -Per caso ha una sorella? ahaha immagino che andiate d'accordo come cane e gatto! » Feci delle battute pessime, ma ne ridevo con gusto, era una bellissima sensazione poter ridere in quel modo così naturale e spontaneo.
«Non sono venuto qui per farmi prendere in giro da una ragazzina! -si girò verso la porta pronto per andare via - » La sua voce mi fece ridere ancora di più, era forte come quella di un cane di dimensioni medie che abbaiava.
«Aspetti signor Bob, solitamente Leila Andersen non è così maleducata! È sicuramente un effetto causato dalla malattia. -poi si girò verso di me- Leila chiedi subito scusa al signor Bob -lo disse come se stesse parlando ad una bambina di tre anni- , vuole solo aiutarti!» Mi alzai in piedi pienamente cosciente delle mie azioni, andai fino alla porta e un attimo prima di uscire guardai Bob.
«Mi spiace, ma non sono qui per essere tratta come una bambina. Sono cresciuta da un pezzo!» Poi, senza essere fermata andai a fare la mia passeggiata invernale.
Non avevo mai provato un piacere tanto grande a stare all'aria aperta. Sentire il vento sulla pelle, essere circondata dalla neve mi faceva sentire libera, libera da qualsiasi preoccupazione, libera dai pensieri, dai ricordi. Volevo restare lì per sempre, immobile ad assaporare il freddo e la bellissima sensazione di purezza che provavo in quel momento. Poi, all'improvviso, nel modo più crudele che si possa immaginare il mio stato di assoluto benessere lasciò il posto ad emozioni di rabbia ed irritazione. Tutto ciò a causa della SUA voce.
«Ma ciao!» Era Lui, il mio incubo peggiore.
«Sto forse sognando?!»
«No cara, so di fare quest’ effetto ma tu sei molto più fortunata: puoi avermi in carne ed ossa. Comunque piccola, ho saputo che stavi male e ho pensato di aiutarti in qualche modo. Devo dire però che.. sapevo di non trovarti in splendida forma ma addirittura così, in questo stato così poco elegante.»
«Smettila. Sai solo ferire le persone e non fai altro che nasconderti dietro quest'aria da sbruffone, ma in realtà sei poco o niente mio caro Draco Malfoy.» Avrei voluto urlare, disperarmi e piangere, non capivo nemmeno da dove veniva quel finto autocontrollo. Non potevo crederci. Era davvero lì, davanti a me, che sorrideva soddisfatto.
«Non è stato facile, vero? Eppure Ali hai sempre sostenuto di essere forte. Dov'è la tua forza in questo momento? Pensi di essere forte solo perché riesci a trattenere le lacrime e le urla? Ti sbagli di grosso e lo sai.»
«Non chiamarmi mai più in quel modo. Non ne hai alcun diritto. E puoi stare tranquillo che sono molto più forte di quanto pensi.» Stavo mentendo e alla grande direi. In quel momento ero arrabbiata, delusa e terribilmente debole. Avevo sempre immaginato il suo ritorno ma in un modo molto meno doloroso e forse... irreale.
«Invece ho tutti i diritti di chiamarti Ali e lo sai bene. Sai che sono stato io a pensare a un soprannome che prendesse le ultime tre lettere del tuo nome lette al contrario.» 
«Cosa vuoi Draco? Perché sei qui?» Chiesi con un tono dolorante.
«Mi avevano detto che ti avrebbero spiegato tutto loro, invece devo farlo io. Bella fregatura! -prese una pausa- Allora, in breve... io e te diventeremo -ci pensò su - una coppia.» rispose lui tranquillo come se fosse la cosa più normale del mondo.
«Ma sei scemo? No, perché quello che stai dicendo è del tutto senza senso.» urlai incredula. Era una cosa assurda, lui non poteva farmi una cosa del genere.
«Senti, sta calma! E che ne dici di andare in un posto più tranquillo e caldo?» Sottolineò l'ultima parola, caldo.
«NO. Spiegami ora e qui cosa sta succedendo!» Lì, circondata dal freddo mi sentivo al sicuro, mi sentivo forte, non volevo andare al caldo.
«Allora. Ho saputo che stai molto male e voglio starti vicino, o meglio devo starti vicino. Potresti svenire da un momento all'altro mentre stai in classe o mentre fai colazione o ancora, in mezzo al corridoio. Ti immagini lo scandalo? Le voci che potrebberò nascere? -si fermò ed aspettò una mia risposta, io annuii semplicemente- La nostra scuola vuole evitare tutto ciò per il tuo bene e per quello degli altri. E quale soluzione è meglio di un finto fidanzamento? Potrei sempre starti accanto e controllare che tu stia continuamente bene senza dare nell'occhio. Questa storia non richiederà alcun bacio o contatto troppo intimo, almeno che tu non lo voglia -sorrise malizioso per poi ritornare serio- Dovrai solo passare molto del tuo tempo con me.» Ci pensai un momento su. Non era una cattiva idea ma avevo paura di passare troppo tempo con lui. Non avevo del tutto superato le emozioni provate una volta . Draco, invece sembra non solo aversi lasciato tutto alle spalle ma addirittura aver dimenticato qualsiasi emozione provata per me.
«Davvero non ci sarà niente tra noi oltre che passare tanto tempo insieme? Perché siamo realisti Draco, chi potrebbe crederci?» Forse cercavo solo una scusa per avvicinarmi a lui e forse volevo che lui lo capisse.
«Vuoi essere baciata?» mi guardò negli occhi avvicinandosi con il viso talmente tanto che riuscii a sentire il suo respiro come fosse il mio. Poi, quello che successe dopo accadde in un modo tanto veloce che non mi resi conto di ciò stavo facendo. Un attimo prima le nostre labbra erano ad un centimetro di distanza e poco dopo la distanza era sparita. Mi aveva baciata, anzi, ero stata io a prendere l'iniziativa, l'avevo baciato.
All'improvviso cercai di spostarmi bruscamente, ma nel frattempo lui mi aveva circondata la vite e mi aveva avvicinata a lui tenendomi stretta. Staccai le labbra e sussurrai.
«Perché?»
«Dovrei chiedertelo io. Sei stata tu a baciare me.» Mi lasciò andare e io mi allontanai un po' da lui.
«Sono stata solo un passatempo per te?» abbassai la testa delusa ancor prima di ricevere una risposta ma poi arrivò il suo forte "No." Era forse vero?
«Sei stata importante così come lo sono ora io ancora per te. Ti chiedi se adesso lo sei ancora? È cambiato tutto Ali però io sono qui per te, per farti un favore che può andare oltre ad una stupida finta relazione. Mi vuoi? Fammi tuo. Sono qui.» Non usò alcuna emozione nel suo tono.
«Non posso.»
«Ascoltami Ali! Per una volta vuoi smetterla di pensare alle conseguenze?» Urlò e per la prima volta diede una vera espressione alla sua voce.
«No se è una cosa che mi porterà solo sofferenza!» cercai di trattenere la rabbia, era facile per lui parlare.
«Non posso prometterti che non sarà così.» Ritornò alla sua voce normale e al suo sorriso.
«Allora riportami in infermeria. Sono scappata!»
«Ma sei matta? Andiamo subito.» Mi prese per un braccio e mi trascinò per un po', poi si ricordò che dovevamo sembrare una coppia e mi strinse a sé conducendomi verso l'infermeria. Io ero assente con la mente, ero paralizzata da ciò che mi aveva detto quel giorno, rimasi immobile e mi lasciai portare dovunque volesse.

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Spazio autrice:
Hei, eccomi qui con il secondo capitolo U.U Puntuale come un orologio svizzero, sì, ma solo perchè i primi capitoli li avevo già pronti *shhh, ma che fai, riveli così i tuoi segreti?!* -Eh?! Shh a te coscienza-
Bene dopo questa discussione interiore, torniamo a noi. Che ne dite di queste numerose parole? XD

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Capitolo 3
*** -CAP. 3 Sorrido, spero non a causa tua. ***


-CAP.3 Sorrido, spero non a causa tua.
 
In infermeria Madama Chips stava tranquillamente parlando con Bob.
«Oh, grazie al cielo Draco sei qui e per fortuna non da solo. E' scappata di corsa senza voler ascoltare una parola, le hai spiegato tu qualcosa?» Per tutto il tempo la donna non mi degnò di uno sguardo. Mi sentivo un peso, un oggetto che doveva essere affidato a qualcuno, non avevo diritto di parola in quella storia che poi riguardava solo me principalmente.
«Sìsì, sa tutto ed è anche d'accordo!»
«Ma che bravo ragazzo che sei Draco. Vuoi già portarla via o ... » Non la lasciai finire.
«No, scusate, ma vi ricordo che ci sono anch'io. -mi girai a guardare Malfoy-  Non voglio stare con te Draco. Va bene un'amicizia tra me e te, ma niente di più. Volete prendere in considerazione anche me? Perché avete scelto proprio Draco? Theo non andava bene?» mi guardarono in modo schifato, loro pensavano di fare tutto per il mio bene, ma io non ero minimamente felice.
«Stia tranquilla, è in piena forma. Non si direbbe nemmeno che sta male. La riporto in dormitorio e ci parlo per strada.» Mi aveva ignorata. Aveva fatto finta di non avermi sentita. In tutta la mia vita quella fu la prima volta che Draco non diede peso alle mie parole. Dolore, rabbia, tristezza furono i sentimenti che la sua indifferenza mi procurò.
«Grazie per la tua disponibilità Draco. –poi si girò verso l’uomo che stamattina avevo tratto malissimo- Bob, vuole aggiungere qualcosa prima che vadano?»
Bob si avvicinò a me. Quel gesto mi fece che capire che quindi non ero invisibile.
«Sia chiaro, lei non può parlare con nessuno della sua finta relazione, della sua malattia e di qualsiasi cosa riguardante la sua vita da oggi. Se ha bisogno di sfogarsi può farlo con lo studente Draco Malfoy, ovviamente, se lui sarà d'accordo. Non si allontani mai troppo da lui, in particolare in questi giorni. Sarà lui a decidere la maggior parte delle cose e starà a lei seguire le sue decisioni in quanto farà tutto per il suo bene. -si girò verso Draco e poco dopo posò nuovamente lo sguardo su di me- Cercate di farla sembrare una storia vera ragazzi. Prendetevi tutto lo spazio che volete e  dove preferite, purché nessuno sospetti qualcosa. In quanto a Theodore Nott signorina, cerchi di stargli il più lontano possibile.» Fece un discorso davvero troppo lungo di cui Draco non aveva sentito nemmeno la metà, io invece, avevo fatto attenzione ad ogni singola parola per trovare una possibile via d'uscita, ma era stato fin troppo chiaro e non aveva tralasciato il minimo dettaglio.
Solo dopo un po' di tempo mi accorsi che Draco mi aveva portata via dall'infermeria.
«Non sei contenta? Finalmente potremmo stare insieme per tuuutto il tempo che vuoi. Direi che sono quasi emozionato, e tu?»
«Oooh, come sei dolce -dissi con tono ironico, poi continuai seria- Non riesco proprio a capire cosa ci guadagni con questa storia.» Lui intanto mi teneva per mano e gli occhi di tutti gli studenti erano fissi su di noi, o meglio, su di lui.
«Forte tanto, forse niente. -Eravamo quasi arrivati in Sala Grande- Sorridi.» Sorrisi, era un sorriso finto di cui però nessuno notò la finzione. Da quel giorno continuai a sorridere ogni volta che qualcuno guardava me o Draco, la cosa sorprendente però era che tutti quei sorrisi stavano cominciando a diventare veri, forse era a causa di Draco, fatto sta che mi sentivo bene.
«Ahahah. Solo tu puoi cadere dal letto. Ahaha» Era Draco, mi stava prendendo in giro perché gli avevo raccontato di essere caduta dal letto quella notte. Era stata colpa di un incubo, non ci potevo fare nulla se la paura mi faceva muovere in modo scoordinato per poi farmi cadere dal letto.
«Ahah, smettila di ridere. E' imbarazzante!» Gli sussurrai.
«Ma se stai ridendo anche tu.» Non riusciva a smettere di ridere e nemmeno io. Tutti ci stavano fissando come al solito. Draco aveva detto che con il tempo avrebbero smesso di farlo, era passato un mese e non era cambiato nulla, fatto sta che ci avevo fatto l'abitudine, almeno un po’.
«Senti, basta! Mi da fastidio la tua risata.» Quasi gli ordinai di smettere, era davvero imbarazzante avere tutti quegli occhi puntati sempre addosso e con la sua risata ne aveva attirati il doppio.
«C'è un solo modo per farmi smettere.»
«Qualsiasi cosa.» Gli sussurrai disperata.
«Baciami.» Lo guardai stupita, dal bacio in giardino tra noi non c'era più stato contatto fisico, lui ci aveva provato diverse volte ma altre tante volte l'avevo respinto, sempre con più fatica.
«Cosa?»
«Hai capito bene, se non mi baci alzo il volume della mia risata.» Ero sicura che non l'avrebbe fatto, non era da Malfoy ridere, figuriamoci rumorosamente.
«Non lo faresti.» Dissi convinta, lui come risposta cominciò a ridere più forte. L'aveva fatto, la sua risata si sentiva ovunque e non aveva intenzione di smettere. Appoggiai delicatamente le mani sul suo viso avvicinandolo al mio. Successivamente posai le mie labbra sulle sue e finalmente ci fu il silenzio di cui necessitavo. Fu un leggerissimo bacio a stampo, che durò meno di due secondi.
«Che bel silenzio» Dissi soddisfatta mentre Draco stranamente sembrava imbambolato.
«Ti posso parlare?» Theodore Nott, dopo quasi un mese era venuto a cercarmi interrompendo il mio romantico, si fa per dire, bacio con il mio fidanzato. Negli altri giorni si era limitato a fissarmi come tutti gli altri. Mi allontanai da Draco senza ascoltare gli insulti che mi aveva rivolto  per essermene andata.
«Dimmi Theo.»
«Cos'è questa storia Leili? Prima sono in camera tua per sapere cos'hai, poi scopro che ti hanno portata in infermeria e ora sei fidanzata con Draco. E' successo qualcosa? -mi guardò in cerca di una risposta, io me ne stavo in silenzio. Continuò- Ti hanno costretta?» Lui riusciva a capirmi anche quando me ne stavo in silenzio. Era continuamente dentro la mia mente.
«Non è nulla Theo, non è successo niente. Se sei geloso perché sto con Draco sono problemi tuoi, ma non cercare scuse che non esistono e cosa più importante, non venirmele a dire dopo un mese perché dopo un maledettissimo mese la gente si aspetta una scusa migliore.» L’avevo trattato malissimo ma era l’unico modo per riuscire a resistere alla tentazione di lasciarmi avvolgere dalle sue braccia e raccontagli ogni dettaglio della verità.  Non potevo dirgli che stavo morendo, perché anche se Madame Chips sosteneva il contrario era così. Non potevo dirgli che il fidanzamento con Draco era finito. Non potevo dirgli niente di niente. Ero costretta a trattarlo a male e a non guardarlo negli occhi per non tradire le mie bugie. Quella malattia mi stava facendo perdere persino il mio migliore amico, l’unico che era riuscito a starmi accanto dopo tutte le volte che l’avevo trattato male anche in passato.
«Non importa cosa dirai o farai per farmi allontanare da te. Non importa quanto male mi tratterai , hai bisogno di me ed io ho bisogno di te, se non fosse stato così non saresti venuta fin qui a parlarmi» Cercò di abbracciarmi, ma mi allontanai da lui prima che lo facesse.
«Fa un po’ come vuoi. Ti dico solo che non sto cercando di allontanarti perché non ti ho mai lasciato avvicinare ed ora mi sono semplicemente stancata di fingere un’amicizia che non c’è. Tutto qui.»  Dissi, lasciandolo lì, fuori dalla Sala Grande, a bocca aperta, pugni stretti e se gli avessi visto la faccia, avrei potuto dire di sicuro molto incazzato.



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Spazio autrice:
Eccomi qui, con qualche giorno di ritardo. Colpa dei 3 giorni (19-20-21) passati in gita con la scuola, poi ho trovato il tempo di pubblicare solo ora. Grazie per aver letto e spero vi sia piaciuto. Mi interessa, come sempre, sapere cosa ne pensate.
Volevo anche dirvi che non so se questi ultimi mesi (giorni direi XD) di scuola, riuscirò a pubblicare in tempo, devo cercare di migliorare nelle ultime materie e devo studiare parecchio, quindi non trovo mai il tempo per scrivere.


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Capitolo 4
*** -CAP. 4 Abbracciami, ancora e ancora. ***


-CAP. 4 Abbracciami, ancora e ancora.
 
«Cosa voleva Theo?» Draco, sdraiato sul mio letto ad occhi chiusi aveva trovato il coraggio di chiedermi ciò che voleva sapere da un po'.
«Dopo ben due giorni finalmente me lo chiedi?!» Gli risposi distogliendo lo sguardo dal libro che stavo leggendo. Era diventato interessante leggere, avevo scoperto un sacco di cose che non avrei mai immaginato.
«Dai. Non fare così e dimmi cosa voleva.» Non avevo voglia di discutere con lui, così, quasi senza rendermene davvero conto gli risposi in modo pacifico.
«Mi ha chiesto se andava tutto bene. Sai, credo che stia male per la fine della nostra amicizia. Ci vogliamo un sacco di bene.» Gli risposi con un sorriso stampato in faccia pensando a Theo.
«Ma smettila. E’ solo geloso di noi e tu sei troppo stupida per ammetterlo. E’ sempre stato così.»
«A cosa ti riferisci? Non capisco di cosa stai parlando.» Gli chiesi o meglio, gli urlai. Lui se ne andò e come risposta mi mandò a quel paese. "Meglio per me, potrò leggere in pace" pensai.
«Disturbo?» Addio libro, era impossibile leggere in quel posto.
«Veramente sì.» Theo non prestò attenzione alle mie parole.
«Dammi almeno una possibilità. Oggi, io e te, ai “Tre manici di scopa”. Parliamo un po’ e mi dici cosa c’è che non va.»
«Tu non hai ancora capito che la cosa che non va sei tu. Non ti voglio più vedere, non mi interessi. Lasciami stare, davvero Nott. Stai solo perdendo tempo in questo modo e prima te ne farai una ragione, meglio sarà. » Io stessa ero sorpresa dalla mia freddezza, ero sorpresa da quel autocontrollo che non avevo mai avuto prima. Avrei voluto davvero uscire con Theo e raccontargli tutto. Avrei voluto sentirmi dire da lui che tutto sarebbe andato per il verso giusto, ma non potevo e probabilmente la rabbia che usavo nei suoi confronti derivava da quel motivo. Lui mi guardò deluso e mi fece sentire uno schifo. Non volevo farlo soffrire, non volevo deluderlo e proprio mentre i miei occhi si riempirono di lacrime lui aprì quella maledetta porta e andò via lasciandomi sola, in preda alle lacrime.  Mi sentivo debole e mi odiavo per quella debolezza. Poi sentii un’emozione bellissima a contatto con le sue braccia. Era così meraviglioso stare stretta nelle sue braccia e piangere sul suo petto.
«Hai la maglia bagnata.»
«E il cuore spezzato.» disse lui.
«Mi dispiace Theo. Davvero. Non voglio farti stare male, non è giusto. Vorrei che tu mi lasciassi andare e ti accorgessi di quant’è bella la vita senza di me. Quant’ è bella senza un peso da trascinarsi dietro.»
«Sì, hai ragione. Senza di te la mia vita sarebbe perfetta. Voglio dire, sei tu l’unica cosa che rende la mia vita uno schifo. Ma ti immagini che meraviglia senza pensare a te? Senza beccarmi la tua freddezza e i tuoi insulti ogni giorno.» A quelle parole mi sentii svenire e se non fossi stata tra le sue braccia probabilmente avrei abbracciato da un bel po’ il pavimento.
«Visto. Sono c-contenta che tu l’abbia capito» Balbettai e cercai di staccarmi, cercai perché il mio migliore amico non me lo permise.
«Lasciami andare. Prima lo farai e prima comincerai la tua bella vita.»
«Hai ragione.» Mi disse stringendomi più forte.
«Cazzo, lasciami allora.» Urlai perché stavo cominciando a innervosirmi, non capiva che comportandosi in quel modo mi faceva solo soffrire e se davvero voleva dimenticarmi doveva sbrigarsi a farlo per il suo bene e per il mio.
«Adesso posso dire che siamo pari.»
«Come scusa?» Chiesi sorpresa ancora tra le sue braccia e guardandolo negli occhi.
«Tu mi hai mentito facendomi stare male. Mi hai detto che non sono mai stato importante per te e che la nostra amicizia è sempre stata falsa. Eccoti lo stesso trattamento. Ti voglio tantissimo bene, ma non mi faccio mettere i piedi in testa, nemmeno da te tesoro.»  Mi rispose lui con un grosso e sincero sorriso stampato in faccia. Ero arrabbiata con lui, ma pensavo comunque che non sarei riuscita a rispondergli nel modo che si meritava invece.
«Complimenti Theodore Nott. Io l’ho fatto per il tuo bene e non per una stupida vendetta. –Mi staccai da lui e andai verso la porta aprendola e poi guardandolo continuai- Questa è la porta per andare a fanculo, prego per di qua. » Mi sorrise e si avvicino a me divertito.
«Mi piace quando fai così però ora smettila. Andiamo, non voglio passare il resto della mia vita a vendicarmi di te.» Chiuse la porta, mi abbracciò e mi diede un bacio sulla guancia. Io sorrisi semplicemente, annuendo, sapevo che dal mio gesto avrebbe colto il mio perdono.  Risposi all’abbraccio e mentre pensavo di essere molto fortunata ad avere un amico come lui, Draco dovette rovinare tutto.
«Cazzo fai Theodore? Ti ricordo che è la mia ragazza coglione.» Prese la bacchetta e la puntò verso Theo pronto a lanciarli un Cruciatus. Mi misi davanti al mio amico e di conseguenza mi ritrovai la bacchetta di Draco puntata verso di me.
«Spostati.» Mi urlò lui.
«NO. Tu o ti calmi o te ne vai.» risposi decisa.
«Me ne vado io piccola.» Mi disse Theo sorridendo, poi mi diede un bacio sulla guancia e mi salutò. Rimasi sola con Draco. Lui era incazzato nero, io delusa.
«Non hai alcun diritto di comportarti in questo modo.» Cominciai finalmente a parlargli senza però avere il coraggio di guardarlo negli occhi, in quei occhi grigi che mi avevano fatto sognare tante di quelle volte che avevo perso il conto. Improvvisamente mi vennero in mente tanti bei ricordi, ricordi che mi facevano male lasciandomi una traccia di malinconia.
«Tu invece non hai alcun diritto di portarlo qui. Non è che sei caduta ai suoi piedi raccontandogli tutto come una scema, vero?» Mi guardò con freddezza, quanto mi faceva male avere rivolto verso di me quel sguardo. Un tempo era così dolce con me, dolce a modo suo, ma pur sempre dolce. Mi mancava da morire stare con lui, mi mancava tantissimo essere la sua ragazza e non potevo pensare di averlo perso per sempre ormai. Era tutta colpa di quella malattia se lui se ne era andato. Dopo aver scoperto di essere malata a causa del mondo babbano e aver saputo che mi restavano pochi giorni di vita ero diventata insopportabile, persino con lui. Draco non capi il mio cambiamento e pensò che fosse colpa sua, io non feci nulla per fargli cambiare idea e quando se ne andò via era troppo tardi per dirgli la verità, così rimasi sola, fino a quando non diedi una possibilità a Theodore Nott.
«Hei, ci sei ancora nel mondo dei vivi o hai attraversato il confine?» Draco interruppe i miei pensieri e mi riportò alla triste verità.
«Idiota. Ti sembrano queste battute da fare? Cazzo, sto per morire, evita certe cose.» Mi guardò sorpreso.
«Morire? Ma cosa dici?» rispose lui ridendo.
«Proprio così mio caro. Non ti hanno detto che non ho molto tempo vero? –fece di no con la testa al quanto sorpreso, io continuai- Non mi sorprende. Madama Chips sostiene in contrario . Spero per lei che in realtà sappia come stanno davvero le cose e che quindi stia solo cercando di consolarmi.»


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Spazio autrice:
Salve, questo capitolo non mi piace molto, o comunque mi convince poco, ma eccolo lo stesso, sono troppo pigra per riscriverlo XD Spero di riuscire a fare di meglio nel prossimo.
Come sempre mi farebbe piacere sapere cosa ne dite U.U
Ciao ciao *-*

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Capitolo 5
*** -CAP. 5 Sotto un cielo stellato ***


-CAP. 5 Sotto un cielo stellato

Avevo detto a Draco che stavo per morire, pessima mossa. Speravo di farlo sentire in colpa per tutte, o quasi, le volte che mi aveva ferita. Non l’avevo mai fatto prima, non avevo mai usato la malattia per un mio capriccio. Si dice che c’è una prima volta per tutto.  Draco mi ha rubato le mie prime volte in continuazione. E’ sempre stata la sua fissa, proprio da quando ci siamo conosciuti. Inizialmente l’ha fatto senza rendersene conto, con il tempo però ha capito che era una cosa troppo bella che lui doveva assolutamente controllare. Così Draco mi ha rubato il primo bacio, è stato il primo e l’unico per cui ho provato delle emozioni simili all’amore, è stato la mia prima volta. In ogni maledettissima cosa che mi riguardava, lui doveva essere stato il primo a farmela provare o conoscere. C’era però un’unica cosa in cui Draco non era riuscito a essere il primo. Non era stato il primo a essermi stato vicino da quando mi sono ammalata, quel ruolo era di Theo e questo a Draco dava parecchio fastidio.
Un leggero rumore distolse la mia attenzione dai miei pensieri. Era notte fonda e io non riuscivo a dormire anche stando con gli occhi chiusi e al caldo, sotto le coperte.
«Non riesci a dormire, vero?» Era un sussurro leggero che si perse nel vuoto un secondo dopo essere arrivato alle mie orecchie. Era lui, non potevo non riconoscerlo.
«Che ci fai qui? Potresti svegliare le altre.» Risposi io senza muovermi minimamente dalla mia posizione. Lui non rispose, mi costrinse solo ad aprire gli occhi e mi prese per mano tirandomi fuori dal letto e facendomi cenno di non fiatare.
«Draco, non possiamo stare qui, non a quest’ora.» dissi una volta fuori dalla nostra Sala Comune, lui non mi ascoltò, mi guidò solo da qualche parte dove non saremmo dovuti andare.
In poco tempo eravamo fuori dal castello, era buio, ma c’era un bellissimo cielo stellato. Mi aveva portata al lago, ma non sapevo il perché.
«Ti vorrei chiedere una cosa.» Mi disse poi, dopo vari minuti passati a osservare il cielo e ad ascoltare il dolce rumore dell’acqua. Feci solo un leggero “mmh” per incoraggiarlo ad andare avanti e continuai a pensare. Pensavo che era davvero un bella serata, un po’ fredda, ma abbastanza calda per essere solo al mese di marzo. Era così strano il tempo, passava velocemente, troppo per una come me. Volevo godermi di più la vita, ma non avevo mai abbastanza tempo e cosa più importante non potevo mai passare del tempo da sola a pensare tranquillamente. Draco mi stava sempre attaccato e io mi sentivo circondata, chiusa, soprattutto perché sapevo che lui era costretto a starmi vicino, sapevo che odiava farlo, o almeno, così diceva.
Si mise sopra di me stando attento a non schiacciare il mio corpo con il suo, mi costrinse a guardalo negli occhi visto che oramai, al posto delle stelle, c’era il suo viso.
«Domani credo che uscirò con una ragazza. Non te lo sto dicendo per avere il tuo permesso, chiariamoci, non ne ho bisogno, solo vorrei sapere come stai, fisicamente dico. Vorrei so..» Non lo lasciai finire, avevo capito perfettamente. Girai la testa verso la mia sinistra, sentivo l’erba pizzicarmi la guancia e sentivo il respiro di Draco sul mio collo.
«Non c’è problema.» Dissi sopra la sua voce. Poi cercai di spostarmi, non volevo più vederlo. Sarei andata via da Hogwarts a giorni, avevo deciso di vivere la mia vita in quel preciso momento. Dovevo essere felice, volevo esserlo.
«Non andare.» Draco mi stringeva forte mentre io cercavo di liberarmi, poi mi chiese di stare ferma in modo gentile. Perché doveva passare la sua serata con me mentre i suoi pensieri erano dedicati a un’altra ragazza?
«Non è giusto.» Sospirai profondamente e sentii il mio petto toccare per un attimo il suo.
«Né per te, né per me. Lo so Ali, è la solita storia, me lo ripeti sempre e mi dispiace. Sì, mi dispiace per tutto, per averti lasciata da sola, per non essere stato qui quando ne avevi bisogno, per non averti ancora dato una spiegazione a questa buffonata. Ma vuoi sapere sul serio perché me ne sono andato? Credi davvero che sia perché mi trattavi male?» Non risposi, aveva qualche importanza? In quel momento volevo solo andarmene a dormire, avevo sonno e non m’importava di niente e nessuno.
«Vedo che non t’importa. Fa nulla, ma non dire che poi è colpa mia. Vieni dai.»
Sentii libero il mio corpo, poi lo sentii alzarsi dal suolo. Da quando sapevo volare senza una scopa? Ah no, era solo Draco che mi aveva presa in braccio. Mi sentivo tanto una bambina, ma ero troppo debole per sostenere il contrario. Lasciai al sonno il libero controllo.
 
«Posso svegliarti con un bacio, sai?» Era un’idiota. Mi fissava mentre io avevo semplicemente gli occhi chiusi. Ho passato la notte nella sua camera, l’avevo capito da subito che mi avrebbe portata da lui, non avevo detto nulla solo perché non ero contraria ed mi sentivo troppo stanca. Poi, a dire la verità mi era piaciuto sentire il suo profumo per tutta la notte  mentre mi stringeva forte ed io cercavo di addormentarmi.
«Sono sveglia.» Dissi non proprio convinta.
«Che peccato.» Sentii una parte del letto alleggerirsi. Se ne stava andando.
«Ma puoi fare finta che io stia dormendo, in fondo non ho ancora visto la luce del giorno oggi.» Mi sentii stupida a dire quella frase, avevo voglia di baciarlo e lo avevo detto senza pensarci due volte. Speravo in una sua momentanea sordità, lo speravo davvero, ma il contatto con le sue labbra uccise ogni mia minima speranza. Approfondì il bacio, lo lasciai fare. Mi staccai da lui.
«Avevo  voglia di baciarti. Il sapore delle tue labbra resta il migliore.»  Era un complimento? Naah, non era il suo stile. Sicuramente stava pensando a lei, o forse, mentre io pensavo a lei, lui se l’era pure dimenticata.
«Non dai troppo nell’occhio ad avere una stanza tutta per te? Non è mai successo.» Scosse la testa divertito.
«”Non c’è posto per Draco Malfoy nei comuni dormitori, abbiamo trovato una sistemazione provvisoria altrove.” Semplice. Dice tutto, ma in realtà non dice niente.» Sorrisi, era cambiato tanto da quando passavo ogni giorno con lui, da quando eravamo entrambi felici. Forse lui lo era ancora, in modo diverso certo, ma sembrava felice sotto quella sua maschera rigida.
Avrei voluto tagliare il tempo passato lontano da lui e ritrovarmi davanti un Draco che apparentemente ci teneva a me. Me ne andai via da quella stanza, lui aveva un appuntamento ed io sarei uscita con Theo.  Lo trovai subito, era in Sala Grande come la maggior parte degli studenti a quell’ora.
«Chi si vede.» Lo salutai con sorriso e gli porsi un biglietto che diceva:
 

“IO E TE, OGGI, OVUNQUE VUOI.
                                                 
                                                         L. A. “

 
«Non resti?» Mi chiese Theo prima di leggere il biglietto e prima di vedermi andare via.
«Non ne ho voglia.» Invece avevo fame, tanta direi, ma la paura di vedere Draco fare colazione in compagnia di una qualsiasi ragazza bellissima, probabilmente quella con cui doveva uscire, era più grande. Respirai affondo e cercai di convincermi che era la sua vita, che io non ne facevo più parte e che dovevo farmene una ragione.


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Spazio autrice:

Hei, scusate tantissimo per il ritardo, ma sono stata occupatissima con gli esami e con l'ansia che avevo non riuscivo a scrivere XD Spero di essere più presente adesso visto che sono finalmente in vacanza e non ho molti programmi per quest'estate U_U
Grazie mille per le recensioni, spero che vi piaccia questo capitolo e come al solito spero di sapere i vostri pareri ùwù
Alla prossima C:

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Capitolo 6
*** -CAP. 6 Non chiedermi nulla ***


-CAP. 6 Non chiedermi nulla
 
«Le vecchie abitudini non muoiono mai, eh?! »  Odiavo essere interrotta quando decidevo di isolarmi per dare via libera ai miei pensieri. Avevo bisogno di capire ciò che volevo fare e dovevo decidere se era il caso di andare avanti in quel modo o no.
«Esattamente come la tua di seguirmi ovunque. Sono grande Draco, lasciami perdere e va dove devi andare.» Mi stressava, parecchio, e non sopportavo il fatto che non capisse che anch’io avevo bisogno dei miei spazi. Lui voleva divertirsi, vivere la sua vita ed essere, per quanto gli fosse concesso, felice. Io avevo solo bisogno di una speranza per andare avanti e a differenza sua non puntavo minimante alla felicità, l’avevo persa da tanto e l’avevo accettato.
«Sei gelosa, vero?  Chiedimelo e resto con te.» Infieriva troppo e per quanto importante fosse per me quel ragazzo, il suo comportamento stava cominciando a stancarmi.
«Ma per favore. Non ho certo saltato la lezione per sentire la tua fastidiosissima voce.» In effetti, non aveva una voce poi tanto fastidiosa, tutt’altro, ma non potevo lasciare ancora la mia maschera con lui. Ogni volta che lo facevo, ogni volta che ero stata me stessa con lui ne sono uscita ferita e delusa. Ero stanca di tutto questo ed ero stanca di pensare sempre a lui.
«Va bene, nessun problema. In ogni caso non sarei rimasto, lei è fantastica, troppo per meritarsi un appuntamento mancato.» In quel caso poteva anche correre da lei a braccia aperte invece di perdere tempo con me, peccato però che la ragazza non sapesse che probabilmente sarebbe stata ferita, o meglio, prima sarebbe stata usata e poi ferita.
«Salutala almeno da parte mia quando deciderai di sparire improvvisamente dalla sua vita, dille che la capisco. E’ il tuo stile.» Gli urlai contro mentre era già parecchio lontano da me. Bisogna sempre affezionarsi a persone come lui, persone che non ti considerano e per le quali tu non sei importante nemmeno un quarto di quanto lo sono loro per te. Poi ti prometti che prenderai il controllo della tua vita e che smetterai di soffrire per chi non ti merita, ma subito dopo ti accorgi che stai mentendo, che hai messo su una maschera di un orgoglio finto e non vuoi nemmeno ammetterlo.
Mi meritavo un minimo di felicità, non perché fossi una brava persona, ma perché ero distrutta e solo un periodo sereno poteva salvarmi. Le lacrime, quelle non mi servivano, così come non mi serviva l’attacco di panico che le accompagnava.
“Stringi forte i pugni Leila e vai avanti, porca miseria, hai sempre creduto nell’autocontrollo. Ecco, controllati.” Pensiero inutile a dire la verità, ma abbastanza forte da farmi calmare senza l’aiuto di uno stupido biondino.
Era da un po’che riuscivo a controllarmi in quel modo, per quel motivo Draco non mi vedeva più debole, ma lui non sapeva nemmeno che dentro di me c’erano ancora troppe cose che non andavano. Esisteva una cura ad una malattia alimentata in particolar modo dal mondo babbano? Io non la conoscevo e così nemmeno Madama Chips o Draco. Fatto sta che almeno io l’avevo accettato e non avevo troppa paura di morire, loro invece erano in pensiero, non tanto per me, quanto per ciò che sarebbe accaduto dopo di me. Personalmente lo trovavo triste, mettere uno scandalo davanti alla vita di una persona era patetico.
Camminai fino alla mia Sala Comune nella speranza di trovare il mio miglior amico. Dovevo smetterla di sperare, tanto non serviva a nulla. Theo non era lì.
 
Una poltrona comoda? Perfetta per addormentarsi e svegliarsi poi con le urla del tuo miglior amico nelle orecchie.
«Sei un’idiota Leili. Prima mi proponi un appuntamento e poi ti addormenti.»
«Anch’io. Sì, ti voglio tanto bene anch’io.» Non mi ero mica addormentata perché lo volevo, ero stanca.
«Vieni, ti porto in un bellissimo posto e visto che hai saltato così tante volte le lezioni avranno perso il conto.» La gente era ispirata a trascinarmi per il braccio visto che Theo era il secondo che lo faceva e a me dava molto fastidio .
«Smettetela. Ho le gambe e ho un cervello per utilizzarle come voglio. E’ inutile trascinarmi ogni volta per il braccio.» Poteva passare una volta, ma per com’ero fatta una seconda non passava e visto che non era nemmeno Draco, non passava sicuro. Poi non mi sembra di aver scritto in fronte “sono un burattino, usami”.
«Calmati. Oggi sei su di giri, che t’è successo?» Ma perché doveva usare quel tono con me? Perché doveva dirmelo con quel sorrisetto? Lo sapeva che mi innervosiva.
«Non provare a dirmi cosa devo fare e a indovinare come sto. Tu non lo sai, non sai che sto male, non sai che sono stanca e non puoi nemmeno capire cosa si prova a morire giorno per giorno. Tutti a far finta di conoscere Leila, tutti ad aiutarla perché da sola non è capace a fare qualcosa – scoppiai a piangere, una seconda volta nella stessa giornata, ma Theo continuò ad ascoltarmi e a non dire una parola -. Ma vi sbagliate, ho affrontato tutto questo da sola, quando l’ho scoperto e anche dopo, quando me lo sono tenuto per me. Ora voglio solo andarmene via da qui, voglio non sentirmi più addosso del finto interesse nei miei confronti e voglio smetterla di aspettare di morire. Quando potrò cominciare a vivere davvero gli ultimi giorni che mi restano? Non dovrebbe essere così, uno si fa una lista prima di morire e la rispetta, io tra tutti i problemi, Draco e te, mi sono persa, ho perso me stessa e la mia personalità. Non so  più chi sono.» Una volta ogni tanto nella vita le lacrime potevano anche starsene per fatti loro, lontane dalla mie guance e l’alto tono di voce poteva essere più dolce, così come le parole che insieme al resto hanno creato un perfetto “effetto esplosione” che non mi serviva. Non potevo essere esplosa in quel modo, con lui poi che non sapeva nemmeno un terzo di tutta la storia. Avrebbe cominciato a chiedermi spiegazioni su ogni cosa e io avrei dovuto mentirgli senza sapere come farlo, ma non lo fecce, non mi chiese nulla. Mi abbraccio solo e mi tenne stretta tra le sue braccia.
«Ti fa bene sfogarti e odiami pure per averti provocata, ma ne avevi troppo bisogno. Te lo leggevo negli occhi.» Era orribile sfogarsi, soprattutto perché si dicevano troppo cose che dovevano rimanere segrete.
«Io… Mi dispiace. T-t-tu non avresti dovuto.» Non avrebbe dovuto e non ne aveva alcun diritto. Io non volevo ferirlo o metterlo nei guai, ma lui non sapeva stare al posto suo e non era compito mio farcelo restare.
«Non ti chiederò nulla, per quanto mi sia difficile. Volevo solo questo, volevo vederti più libera e aspetterò che tu mi dia una spiegazione quando ti sentirai pronta, ma non ora, se non te la senti.» Rimasi ancora stretta tra le sue braccia, con il viso posato sulla sua spalla e con le lacrime che non cessavano.
«Vorrei poterti dire di più, darti una spiegazione ragionevole, ma non posso Theo, non posso davvero. Vedi… io...»
«No, non dirmi niente.  Preferisco non sapere piuttosto che alimentare la mia curiosità con delle bugie o una verità forzata. » Lui era davvero il miglior amico che si potesse desiderare. Sincero, gentile, comprensivo, buono, ma allo stesso tempo stronzo. Lui mi dava sicurezza e protezione, proprio ciò di cui avevo più bisogno.
«Ti voglio bene Theo.»




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Spazio autrice:

Questa volta aggiorno persino in anticipo, ma non
succederà troppo spesso, tranquilli XD sarà che con la fine della scuola sono più ispirata, strano visto il caldo U_U In ogni caso, questo è il nuovo capitolo e spero vi piaccia, a me non convince moltissimo, speriamo comunque bene U.U
Bene, alla prossima U.U

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Capitolo 7
*** -Cap. 7 Vivi quando puoi ***


-CAP. 7 Vivi quando puoi
 
Theo era fantastico, una persona meravigliosa che meritava il meglio del meglio. Io potevo offrirgli tanta acidità, confusione e risposte fredde, ma lui amava questo di me. Amava avere qualcuno che gli andasse contro, che gli sapesse rispondere per le rime e che lo prendesse per il culo quando lui lo faceva con te. Theo non voleva il meglio, non sapeva cosa farsene, ma io sinceramente speravo che trovasse una ragazza adatta a lui, io non lo ero, non lo ero per nessuno, non perché fossi uno schifo di persona, ma perché non volevo esserlo, né per Theodore, né per Draco. Volevo la mia indipendenza e volevo prendere le mie decisioni, senza farmi influenzare dagli altri.
Un serpeverde che si rispetti, è una serpe fino alla fine e io lo sarei stata. C’era un motivo se mi trovavo in quella casa e non era certo per i miei occhi freddi o per i miei capelli sempre ordinati, non era per il mio aspetto, assolutamente. Avevo un carattere forte e deciso, un’aria strafottente che mi accompagnava ovunque e tanto, tanto orgoglio che non mi avrebbe permesso di versare altre lacrime. Non ci sarebbero più state lacrime o sentimenti assurdi. Non ci sarebbe più stato niente di niente. Dovevo esserci solo io e me stessa. Era la cosa migliore, migliore per me finalmente. Sarei stata forte, ero forte e niente e nessuno sarebbe riuscito ad abbattermi, a buttarmi giù e a calpestarmi. Testa alta e sorriso stampo sul viso, un sorriso freddo e sicuro per me, ma pericoloso per ogni persona che avrebbe osato sfidarmi. 
«Ciao piccola, non ti sei fatta viva oggi.» Grosso errore Theodore Nott, non ero di certo una bambolina tenera che si poteva chiamare "piccola", ero una strega che sapeva usare bene la sua bacchetta e non aveva paura di farlo.
«Dimmi Theo, ti sembro forse piccola? I miei sedici anni e il mio metro e settanta ti portano a pensare ciò? » Gli risposi con aria seccata e lui non riusciva a capire se ero andata fuori di testa o se stavo cominciando ad andarci. 
«Acidità portami via. -Detto ciò si sedette accanto a me in Sala Grande - Che hai? A parte l'ironia sotto il culo» Quel ragazzo non era normale, mi strappò un sorriso con una frase che non era nemmeno divertente, però non potevo dargliela vinta, non solo perché avevo promesso a me stessa di non farmi calpestare, ma anche perché mi dava seriamente fastidio.
«Ma nulla. Lo sai che non mi piace essere chiamata in qualsiasi altro modo diverso da Leila.» La mia indifferenza bruciava molto al mio migliore amica, io invece trovavo divertente quella situazione, ma non sarei scoppiata in una fragorosa risata, non era né il caso, né il luogo più adattato, non era nemmeno da me.
«A parte Ali, tesoro e anche piccola se è Draco a chiamarti così.» Ma era arrabbiato per caso?! Io e Draco eravamo fidanzati, prima della finta, ovvio, quindi era normale che gli permettevo di chiamarmi come voleva, lo amavo e mi faceva piacere ogni sua parola, era tutto nella norma.
«Era il mio fidanzato porca miseria Theo. Fidanzato -scandii bene l'ultima parola, urlando- Tu sei il mio migliore amico, quindi stai al tuo posto e vivi la tua vita senza farla girare intorno a me. Chiaro?! E ora mi hai scassato le palle, cazzo.» Mi alzai dal mio posto e sotto gli sguardi curiosi dei miei compagni me ne andai nella mia Sala Comune. L’ennesima scenata davanti a tutti, l’ennesimo scandalo, non riuscivo proprio a stare lontana dai guai. Ma lui, perché doveva comportarsi così? Mi bastavano i problemi con Draco, mi bastava la mia malattia, non avevo bisogno di complicazioni anche con lui. Stava andando tutto così bene, lui mi stava vicino e io avevo cominciato a capire ciò che volevo dalla mia vita, Draco mi aveva lasciato in pace e non ci sentivamo nemmeno. Niente sintomi della malattia, niente dolori, niente incubi. Potevo quasi dire di stare bene, ma non c’era felicità per me lì, non c’era mai stata e mai ci sarebbe stata. Forse la cosa migliore era andarmene via, sarei andata a trovare mia sorella oppure a viaggiare per il mondo intero, a conoscere luoghi e creature nuove. C'erano così tante cose che non avevo visto, così tante esperienze che mancavano all'appello. Non avevo mai fatto niente di normale, le solite cose che i babbani amavano tanto fare.
Forse non avrei nemmeno mai potuto farle, visto che la mattia peggiorava ogni volta che qualcosa di babbano mi circondava, ma avrei tanto voluto provare.
La malattia poi, io non ci credevo, non credevo nel fatto che dipendesse da qualcosa. Non era né la magia il mio problema, né il mondo babbano. Facevo finta di crederci, cercavo una scusa, ma sapevo di essere io il problema, sapevo di avere qualcosa di sbagliato dentro che dipendeva solo da me e da nessun altro. C'era qualcosa di rotto, marcio, che non funzionava e diventava sempre più grande. Lo sentivo così bene, lo sentivo ogni giorno, anche se ormai faceva parte di me, semplicemente non riuscivo ad ammetterlo, ma era proprio lì, dentro il mio petto, dentro ogni centimetro della mia pelle, dentro ogni cellula del mio corpo. Non piansi ad ammettere la verità a me stessa, non ebbi paura del futuro, non cercai nemmeno di respirare quando i miei polmoni si rifiutarono di farlo. C'è una sola vita, una solo opportunità di viverla e tanti modi per poterlo fare, io non avevo scelto di vivere, mai, ma anche se l'avessi fatto, anche se avessi iniziato a vivere, non sarebbe mai stato al meglio, com'è giusto che sia.



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Spazio autrice:

Scusate moltissimo, questo capitolo è corto e ci ho messo anche tanto ad aggiornare, ma sono in pieno trasloco (domani XD) e non ho avuto tempo, però ci tenevo ad aggiornare oggi, non so nemmeno se avrò subito internet o il pc perciò poi sarebbe passato troppo tempo.
Spero vi piaccia, questo è interamente dedicato a Leila e ai suoi pensieri, lei si sta rendendo conto che vale come persone, vuole valere senza dipendere da qualcuno. Secondo me questo è molto importante.
Comunque, non credo manchi molto alla fine XD Cioè, ci sarebbero ancora parecchie cose da dire, chiarire più che altro, ma non so se lo farò del tutto XD  Per esempio ora è stata nominata la sorella di Leila e della sua famiglia non sappiamo ancora nulla. Vabbhè, ditemi che ne pensate e se magari ci tenete a sapere qualcosa U_U
Io meXD
Buonanotte

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Capitolo 8
*** -CAP. 8 Non posso non pensare ***


-CAP. 8 Non posso non pensare
 
Mal di testa. Avevo un tremendo mal di testa e non riuscivo a vedere bene. Tutte le immagini, sfocate per giunta, giravano e io mi sentivo confusa, terribilmente confusa. Sentivo un leggero senso di nausea e una fitta al petto, ma quello che mi preoccupava era di non riuscire a riconoscere il luogo in cui mi trovavo. Poi una voce, così calda e familiare.
«Ali, come stai?» mi chiese Draco, avrei riconosciuto quella voce e quel modo di chiamarmi "Ali" fra mille, senza nemmeno volerlo.
«Ha importanza?» Gli domandai con estrema difficoltà. Il mal di testa, la nausea e la fitta non mi erano passate.
«Sì. Ha importanza, molta Ali, moltissima. -prese una pausa, si calmò e abbassò il tono di voce- Come stai?» Che fastidio che mi dava e quant'era stupido. Come pensava che stessi se a malapena riuscivo a parlargli?!
«Vai a farti fottere Draco e smettila di chiedermi cose così ovvie.» Mi stressavano: i dolori, lui e qualsiasi altra cosa.
«Non è il caso Draco. - Era la voce di Theo. Lui si avvicinò lentamente a me e mi strinse la mano- Hei, è un po' che dormi, vuoi qualcosa, acqua, cibo, aria fresca?» Quant'era dolce e premuroso quando voleva esserlo. Gli sorrisi e lui mi calmò con il suono della sua voce. Ero in infermeria, calmandomi la vista mi era tornata quasi normale ed ero riuscita a riconoscerla.
«Ciao Theo, come stai?» Gli sussurrai dolcemente senza smettere per un attimo di sorridergli. Ero felice di vederlo e di sentirlo. Avevamo litigato l'ultima volta che ci eravamo visti e avevo avuto paura di andarmene senza salutarlo.
«Io starò bene quando tu mi dirai che stai meglio, perciò, come ti senti?» La sua non era una domanda scontata, non mi dava fastidio e anzi, mi faceva piacere perché era la domanda più giusta che un migliore amico potesse farmi. Da Draco invece, dal mio finto ragazzo, dal mio ex, dalla persona che amavo, mi aspettavo qualcosa di diverso, mi aspettavo qualcosa di più giusto.
«Potrei stare meglio, ma va bene così. Sono ancora viva, giusto?» La buttai sul ridere, ma Theodore sembrava preoccupato.
«Hei, era solo una battuta! Sto bene, tranquillo.» Continuai sorridendogli.
«Sìsì, l'avevo capito -fece finta di essere tranquillo ricambiando il mio sorriso- Vuoi che ti porti qualcosa?»
«Sì. Il mio vecchio miglior amico. Quello che sparava cazzate e mi prendeva in giro continuamente -abbassò lo sguardo- Hei -gli alzai il viso costringendolo a guardami negli occhi- solo perché sto male non devi farmi da schiavo. Ho bisogno del mio miglior amico così com'è.» Lui annui e mi abbracciò forte.
«Ci proverò, ma non mi piace vederti così.» Guardai Draco da sotto le spalle di Theo, era impassibile, non gli importava niente né di me, né del ragazzo con cui un tempo andava tanto d'accordo e che in quel momento mi stava abbracciando. Poteva pure andarsene se non aveva nulla da dire o fare, avrei imparato ad andare avanti senza di lui. Però era bello come sempre. Capelli biondi, occhi di ghiaccio e postura rigida.
Lo guardai meglio, lo guardai dentro e lui mi lasciò entrare. Per la prima volta da quando era ritornato vidi la persona che era davvero, senza maschere e senza corazze inutili. Lui era davanti a me e mi stava mostrando un ragazzo preoccupato, confuso e perso. Aveva avuto paura di perdermi, aveva una costante paura di perdermi, ma non era solo quello. Io non ero la sua unica preoccupazione, c'era qualcosa di più grande che lo tormentava e non era una ragazza o una persona qualsiasi. Draco doveva combattere con se stesso e con le aspettative degli altri,
«Smettila di fissarmi Leila. Sei inquietante.» Rise e se ne andò via. Non voleva lasciarsi conoscere, non voleva essere aiutato e non lasciava avvicinare nessuno a lui, nemmeno me. Rendermi conto di ciò mi feri, perché un tempo con me lui era diverso. Io, per lui, ero diversa. Mi lasciava entrare dentro i suoi pensieri ed eravamo una sola persona. Lui capiva me e io capivo lui, tutto senza nemmeno parlarci. Non eravamo bravi con le parole e avevamo paura che qualcuno potesse sentirci, per questo bastava che ci tenessimo la mano e che ci guardassimo negli occhi per parlare con il cuore. Era una cosa spontanea, veniva naturale a entrambi lasciare la strada libera verso la parte più nascosta di noi ed era bellissimo per me conoscere Draco. Era diverso da come tutti lo inquadravano, nemmeno io avrei mai pensato che fosse così prima di conoscerlo, ma la cosa più bella di lui e di me era quello che c'era tra noi, quel qualcosa che io non avevo mai visto in nessun altro. Forse non era nemmeno niente di speciale per gli altri, ma per me era la cosa più fantastica che mi fosse mai capitata. Era il sentirsi completi con una sola persona e con nessun altro. Ognuno di noi è una metà che completa e viene completato a sua volta da un'altra metà, da un'unica metà. Insieme formano una persona che vivrà e andrà avanti attraverso ogni problema. Una volta unite due metà niente riuscirà a staccarle, né la distanza, né la morte. Si sentiranno sempre vuote senza la loro parte e cercheranno di sostituirla invano. Io ero la metà di Draco e lui era la mia, l’avevo capito da subito, lui invece non se ne rendeva conto anche se  lo sentiva, eccome se lo sentiva.
«Forza Theodore, Leila deve riposare e tu hai lezione.» I miei pensieri furono interrotti da Madama Chips , ma non era un problema, avevo ancora tanto tempo per pensare a qualsiasi cosa.
«Sì Theo, è meglio che vai. Ci vediamo più tardi.» Lui si staccò da me e mi sorrise.
«Vedi di guarire. Ciao Leila.» Mi salutò e andò via. Sperava di vedermi stare meglio, sperava che guarissi ed era normale visto che non sapeva la verità, perciò poteva sperare. Da un certo punto di vista mi faceva tenerezza vederlo sperare quando io o Draco non potevamo farlo. Non mi piaceva tenergli nascosta la verità, certo, ma era meglio che vederlo guardarmi con pietà, era meglio che vederlo sforzarsi per sperare.
«È un bravo ragazzo.» Commentò Madama Chips.
«Il migliore.» Aggiunsi io. Avevo sempre pensato che Theo fosse il migliore, ma solo come miglior amico, non perché ci fosse già Draco nella mia testa,  ma perché lui non era fatto per me e pensandoci bene nemmeno io ero adatta per lui. Chiusi gli occhi e sospirai.
«Ma il nostro cuore non accetta mai le cose migliori, sarebbe troppo facile.» Parlava come se sapesse la situazione, o almeno come se l’avesse già vissuta.
«Più che altro vuole tenersi il meglio vicino senza rischiare di perderlo a ogni abbraccio, a ogni parola o a ogni litigio. L'amore è fragile, l'amicizia è stabile.» Mi sorrise e annui.
«L’amicizia è stabile quando entrambi vogliono solo quello -non mi diede il tempo di risponderle che continuò -  Buon riposo Leila, ne hai bisogno.» Aveva ragione, l’amicizia funzionava quando entrambi volevano solo quello, io lo volevo, ma da un po’ avevo cominciato a sospettare che per Theo non fosse lo stesso, però non volevo pensarci. Eravamo buoni amici e non saremo mai stati qualcosa di più, lo sapevo io e lo sapeva lui.
Forse dovevo solo chiudere la porta ai pensieri e riposarmi. Avrei deciso il mio futuro con calma e soprattutto con la mente lucida.



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Spazio autrice:

Sto cominciando a prenderci la mano con gli aggiornamenti XDD, almeno ci provo, ma non ho i capitoli già scritti quindi aspetto sempre l'ispirazione visto che scrivo già male quando ce l'ho, figuratevi senza LOOL In ogni caso, questo capitolo mi convince e alcune parti me gustano un po' XD Almeno per oggi, dopo una settimana penserò che fanno schifo, ma vabbhè,  aggiorno proprio per non ripensarci e non farlo più XD
Ok, passo e chiudo. Lascio a voi e alle vostre recensioni la linea X
Per ogni problema, sono qui, ovviamente :D


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Capitolo 9
*** -CAP. 9 Mi fa male ***


-CAP. 9 Mi fa male
 
Ormai erano ore che fissavo il soffitto dell'infermeria. Il mio sguardo era vuoto esattamente come lo era anche la mia anima. Non avevo la minima idea di cosa fare, non sapevo a cosa pensare, perché avevo troppi pensieri per la testa, tutti insieme, mischiati, veloci e confusi. Pensavo a tante cose, ma in realtà non pensavo a niente. Avrei dovuto prendere una decisione, la decisione fatale sul mio futuro. Il problema era che più sapevo di doverla prendere, più sentivo di non volerlo fare ed era solo un dannatissimo capriccio, solo quello. Per la prima volta non avevo paura di pensare al mio futuro, semplicemente non volevo farlo. Non perché sapessi che non sarebbe stato un bel futuro, rose e fiori, né perché dovevo tenere continuamene in considerazione una probabile morte. Sospirai e in quel istante il rumore dei miei pensieri si fermò. Un secondo di silenzio prima di sentire un unico e persistente pensiero invadermi la testa: Draco.
Sorrisi appena la sua figura e i bellissimi momenti passati con lui attraversarono la mia mente. Sapevo che dirgli addio sarebbe stata la cosa più difficile, se non impossibile, della mia vita. Nel bene o nel male Draco c'era sempre stato, se non fisicamente, nei miei pensieri, ma non potevo rimandare a lungo, sapevo che più il tempo passava, più la voglia di restare e vivere una vita normale aumentava e per quanto lo volessi, era impossibile. Sospirai al pensiero di me e Draco felici, mano nella mano per i corridoi della scuola e sorrisi. Era un sorriso amaro e triste, perché l'idea di non avere più vicino quel ragazzo biondo, quel ragazzo che era sempre riuscito a capirmi, mi stava distruggendo.
«Pensieri tristi?» Vederlo lì, davanti a me, mi lasciò perplessa e il tono dolce che aveva usato mi fece sorridere involontariamente. Lo vidi sedersi accanto a me e mi era talmente vicino che l'organo vitale più importante del mio corpo scoppiò in una lotta disperata per uscire fuori dal petto. Draco avvertì la mia agitazione e probabilmente senza nemmeno rendersene conto mi strinse in un caloroso abbraccio. In quel istante la sicurezza e le risposte di cui avevo bisogno attraversarono la mia mente per poi lasciare posto a un'espressione di stupore.
Mai in tutta la mia vita avevo ricevuto un abbraccio così caldo, mai da una persona così fredda. Per la prima volta Draco mi stava trasmettendo calore e per l'ennesima volta mi aveva sorpresa, lasciandomi senza parole.
«Non posso vederti triste. Mi fa male Ali.» Era lui tutto ciò di cui avevo bisogno e il ragazzo che avevo davanti in quel istante non era il Draco conosciuto da tutti, no, davanti a me c'era quel Draco reale e senza maschera, quello che si era mostrato a me per un periodo e poi, come un riccio che si ritrae appena si sente minacciato, lui aveva fatto lo stesso. Si era chiuso e aveva messo su la solita maschera anche con la sottoscritta, finalmente però, si stava mostrando per quello che era, di nuovo, e lo stava facendo solo per me. Mi sentivo in qualche modo fiera di tutto ciò che ero per lui. Draco mi stava dando fiducia e non poteva esserci una notizia migliore.
«Ti importa qualcosa di me?» chiesi con tono spaventato. Era una domanda diretta a cui volevo una risposta sincera.
«Sei seria?» feci cenno di 'sì' con la testa mentre in viso avevo un'espressione serissima.
«Mi era difficile ammetterlo e lo è tutt'ora, ma... sì Ali. Mi importa di te e dirtelo con così tanta fatica mi rende un insensibile, lo so così come tu sai che in realtà lo sono. Non ho scritto in faccia che sono il principe azzurro, però quando hai ricambiato il bacio la prima volta sapevi a cosa andavi in contro, non proprio tutto, ma sapevi com'ero fatto.» Ascoltai con attenzione ogni sua parola, anche se dopo il 'sì' il mio cuore era già andato a farsi una passeggiata con quello di Draco. Mi aveva parlato con un tale sforzo da farmi credere di vergognarsi di qualsiasi cosa provasse per me, ma i suoi occhi erano sinceri e nello stesso tempo cercavano di scusarsi per il tono della voce. Gli accarezzai la guancia destra con una mano e piantai il mio sguardo nel suo. La sua pelle era così morbida e liscia, leggermente calda e arrossata a causa del discorso troppo lungo che non gli aveva dato modo di respirare per bene. I suoi occhi per la prima volta non mi ricordarono il ghiaccio, ma il mare. Un mare calmo e silenzioso, che si nascondeva dietro ad un sottile strato di ghiaccio e che per la prima volta, piano piano, si stava mostrando a me. Era sempre stato lì, immobile e nascosto, invisibile all'occhio umano, ma non all'amore e agli occhi innamorati.
«Al diavolo il principe azzurro. Io non voglio un burattino perfetto perché faccia e sia tutto ciò che desidero. Ciò di cui ho bisogno è sentirmi amata e al sicuro anche con una persona che mi prende per il culo e mi contraddice sempre, perché è questo che mi fa sentire viva e vivere mi viene sempre più difficile ultimamente.» Posizionai l'altra mano sulla sua guancia sinistra e mi avvicinai a lui fin quando le nostre fronti non si toccarono e i nostri respiri non si sincronizzarono.
«Non possiamo stare insieme Ali.» La sua frase non mi sorprese, in cuor mio sapevo che sarebbe arrivata, prima o poi. Non sapevo il motivo per cui Draco si ostinava a dire che non potevamo stare insieme, ma sapevo che difficilemente avrebbe cambiato idea e forse era giusto così. Cosa poteva offrirgli una ragazza in punto di morte se non un terribile dolore? Io avevo bisogno di Draco, ma lui non ne aveva di me.
«Lo so.» Sorrisi amareggiata.
«Anche se lo vogliamo entrambi.» Contraccambiò il sorriso.
«Anche se lo vogliamo entrambi.» Sussurrai abbassando lo sguardo. Spostai le mani dal suo viso alle mie gambe e mi allontanai da lui.
«Ci sono cose che non puoi capire Ali, che non posso dirti, ma lo sai che vorr...» Non lo lasciai finire.
«Sono tante le cose che non so, Draco, ma questa è probabilmente quella che so meglio. Il punto è che non lo fai mai, non mi dici mai tutta la verità. -cercò di riavvicinarsi al mio corpo- NO. Non mi toccare.» In fondo non era colpa sua se non potevamo stare insieme, non del tutto almeno, tuttavia non me la sentivo di lasciarmi abbracciare, ero arrabbiata con lui e non se lo meritava, ma dovevo pur scaricare la mia rabbia su qualcuno.
«Non fare così, Ali...» Non me lo stava ordinando, me lo stava chiedendo gentilmente.
«Non posso più andare avanti così, Draco. Non sono abbastanza forte. L'unica volta in cui devo esserlo davvero, non ci riesco e mi fa male. Mi sento così debole. Non avrei voluto questo dalla mia vita, questa malattia mi ha distrutta, completamente. Non so più chi sono.» Abbassai sguardo e capo. Quel gesto mi fece sentire ancora più debole, ma era l'unico modo per trattenere le lacrime che insistevano per poter uscire.
«Ehi,- mi alzò il volto con un pollice posizionato sul mio mento- con me non devi nasconderti.» Occhi che si guardano. Cuori che battono all'unisono. Corpi che si sfiorano. Labbra che si toccano e un pianto isterico che disturba improvvisamente tutta l'armonia.
«Scusa...» sussurrai tra i singhiozzi mentre lui mi stringeva forte contro il petto. Mi sentivo terribilmente infantile. Avevo bisogno di Draco, avevo sempre avuto bisogno di lui.
«Mi sento cos...» Non mi lasciò finire e mentre mi accarezzava dolcemente i capelli e mi stringeva sempre più forte, parlò.
«Siamo io e te, Ali. Siamo sempre stati io e te. Non capisco questo imbarazzo e il tuo ostinarti a reprimere ogni emozione quando sei con me. Non ti fidi più?» Scossi la testa in segno di diniego.
«Ma mi hai abbandonata Draco e mi sono sentita così sola, quando eri l'unico che volevo accanto. -mi staccai per guardarlo negli occhi- Mi sentivo persa. Te ne sei andato senza dire nulla e ho dovuto affrontare la tua perdita insieme alla malattia e, sinceramente, non so cosa sia stato più doloroso, ma mi ha fatto male. Mi fa ancora male.» Sputargli tutta la verità addosso senza fare un enorme sforzo, senza provare troppe emozioni, mi fece sorridere dentro, perché mi sentivo me stessa e sentivo di non dipendere totalmente da lui. Avevo sempre odiato non avere il controllo delle mie azioni, ecco perché Draco mi metteva in qualche modo paura. Io davanti a lui era spoglia di tutto. Mi conosceva sia fuori che dentro. Non ero solo un libro aperto, pronto per essere letto, lui mi scriveva direttamente e sapeva, prima ancora che me rendesi conto io, ogni mia emozione.
«Ho dovuto farlo...» Lo guardai sorpresa.
«Ma questa non è una buona motivazione, lo so. Non avrei dovuto lasciarti sola, non avrei dovuto fare quello che ho fatto e hai tutto il diritto di odiarmi, più di quanto pensi.» Non sarei rimasta sorpresa a sentirlo parlare così un anno fa, ma dopo averlo rivisto e dopo avermi fatto credere di essersi lasciato tutto alle spalle, la nostra conversazione mi lasciava perplessa.
«NON TI ODIO!» Urlai riempendo l'intera infermeria con la mia voce. Lui mi sorrise ed io scoppiai a ridere, senza un motivo preciso. Semplicemente mi sentivo stupida e un'improvvisa ondata di felicità aveva invaso tutto il mio corpo. Ero libera e leggera. Mi sentivo viva e volevo che quella sensazione restasse per sempre. La forte risata piano piano lascio il posto ad un sorriso leggero, perciò sorrisi e guardai Draco, bello come sempre.


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Spazio autrice:

Lo so, lo so, lo so. Avete voglia di uccidermi, tornare indietro e uccidermi ancora mille volte. Sono mortificata, ma purtroppo con l'inizio della scuola il mio tempo libero e l'ispirazione non vanno a braccetto, mille scuse ♥ Tornando a noi, questo è il tanto atteso maancheno capitolo, leggermente più lungo e spero anche interessante per voi. Qui abbiamo Draco e Leila, finalmente un capitolo tutto per loro e direi anche troppo dolce, no? Voi che ne pensate? XD Fatemi sapere, io vado a nanna che è tardi e oggi non è giornata.
Un bacione grosso e un abbraccio pieno di scuse. ♥

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Capitolo 10
*** -CAP. 10 Verità o felicità? ***


-CAP. 10 Verità o felicità?

«Penso che sia già passata mezz'ora da quando stiamo così.»
«E non possiamo lasciare che ne passi un'altra?»
«Devo proprio andare.» Sorrise lui sciogliendo il nostro abbraccio e incamminandosi verso l'uscita, ma prima di scomparire totalmente nell'oscurità dell'infermeria, lo vidi girarsi e le sue parole mi arrivarono come un colpo al cuore.
«Cerca di stare meglio.» Tutto ciò che aveva da dirmi era di stare meglio? Nessun abbraccio, nessun saluto, niente di niente. Mi sentii abbandonata e non era di certo la prima volta che mi faceva sentire così. Un anno prima però era stato diverso, allora aveva un motivo per tornare, doveva darmi della spiegazioni o chiudere totalmente con me. Ed era tornato. Solo in quel momento capii che era tornato per il secondo motivo. Era tornato per chiudere definitivamente con me e l'aveva appena fatto. In fondo mi aveva detto di non poter stare con me. Stupida io ad avere sperato in qualcosa durante il nostro abbraccio. Non era altro che un addio. Draco Malfoy aveva ufficialmente chiuso la nostra storia con un discorso patetico su quello che eravamo e che, secondo lui, non avevamo mai smesso di essere e con un abbraccio, probabilmente il più lungo della sua vita. Ed era finita così, senza che me ne rendesi nemmeno conto, senza poter piangere sulla sua spalla, senza poterlo stringere tanto forte da diventare una cosa sola insieme lui. Ero stata così ingenua. Lui sapeva, sapeva benissimo quello che stava facendo. Sapeva che sarebbe stata la nostra ultima litigata, il nostro ultimo abbraccio, ultimo bacio, gli ultimi sorrisi. Avevo realizzato di aver appesa chiuso il capitolo più importante della mia vita, ma non volevo crederci, non riuscivo nemmeno a versare qualche lacrima, semplicemente perché non era reale. Mi sembrava di vivere un incubo mentre sdraiata in un letto dell'infermeria pensavo a lui, a me, a noi. Mi era impossibile credere che mi avesse lasciata nel momento peggiore, che avesse un motivo davvero valido per abbandonarmi. Chiusi gli occhi e ricordai la prima volta che gli avevo parlato.

«Guarda che non sei l'unico ad avere una bacchetta!»Tirai fuori la mia senza esitare e la puntai verso di lui.
«Però di certo sono uno dei pochi che non ha paura di usarla.»Mi sorrise avvicinandosi.
«Se solo tu lo sapessi fare.» Detto ciò ritirai la mia bacchetta e mi avviai verso la mia classe. Avevo capito da subito che quel ragazzo aveva qualcosa di diverso, l'energia che emanava e il suo modo di fare non potevano di certo passare indifferenti.


Sentii scorrere qualcosa sulle guance, qualcosa di caldo e bagnato: lacrime. Era quello che volevo. Dovevo sfogarmi per trovare il modo di reagire. Dovevo toccare il fondo prima di potermi rialzare. E l'unico modo per poterci arrivare era fare i conti con la realtà, capendola e accentandola.

«Posso ufficialmente dire di aver dato il bacio più casto della mia vita.»Rise.
«Non esistono baci casti.» E non esistevano tra noi, non quando ogni nostro bacio trasmetteva qualcosa di proprio all'altro. Sorrisi mentre ci conoscevamo a vicenda e sospirai vedendo i miei vestiti a terra, era un sospiro di sollievo, lieve e quasi inesistente, un piccolo assaggio di ciò che invece mi divorava dentro. Sentii l'odore della sua pelle nuda. Il profumo che avrebbe segnato per sempre il ricordo di quella notte.


E che mi parve di sentire forte come quel giorno in un'infermeria che diventava sempre più fredda. Tremai mentre quello che precedentemente era un pianto leggero divenne colmo di dolore e di emozioni represse per troppo tempo. Non ero più certa di riuscire a rialzarmi.

«Siamo io e te, Ali. Siamo sempre stati io e te. Non capisco questo imbarazzo e il tuo ostinarti a reprimere ogni emozione quando sei con me. Non ti fidi più?»

Avrei dovuto rispondere che mi fidavo e che avrei continuato a farlo con lui vicino.

«Non avrei dovuto lasciarti sola e hai tutto il diritto di odiarmi.»

Non avrebbe dovuto rilasciarmi sola. Non avrebbe dovuto commettere lo stesso sbaglio una seconda volta, ma non lo odiavo, non avrei mai potuto odiarlo per aver smesso di amarmi come una volta, per aver preso la scelta che considerava migliore. L'unica persona che avrei dovuto odiare era me stessa, per non avergli fatto capire che la scelta migliore ero io, noi, ma non mi odiavo perché non avevo mai smesso di amarlo per un solo secondo e chi ama non è capace di provare odio.
Reagii. Mi alzai dal letto e corsi, corsi con il cuore il gola e la testa che piano piano diventava sempre più pesante mentre le gambe sembravano macigni da dover sollevare ad ogni passo. Arrivai in corridoio e avevo una sola possibilità di trovarlo prima di perderlo per sempre. Le lacrime scorrevano veloci ma non abbastanza per seguire la mia corsa. Il respiro diventava sempre più veloce, ma non sentivo arrivarmi aria nei polmoni. Una chioma color biondo platino brillava fin troppo lontano da me e continuava ad allontanarsi mentre cercavo disperatamente di raggiungerla, ma non avevo più forze e mi sentivo debole come mai prima d'allora. Avevo paura di non vederlo per un'ultima volta, di andarmene con l'immagine della sua figura che si allontanava da me.
«PERCHÉ?» urlai disperata, consumando l'ultima delle mie speranze. Niente. Nessuna reazione. Nessun segno di esitazione nel suo passo. Quando la sua figura sparì del tutto, mi accasciai a terra, senza più forze e senza speranze. Svuotata da tutto. Sul bordo di un precipizio.
«Ali?!»La voce più bella tra tutte. Troppo reale per essere frutto dell'immaginazione, ma allo stesso tempo troppo surreale per non esserlo. Mi girai senza esitare e gli occhi mi si riempirono di lacrime, lacrime di gioia. Sorrisi tra le lacrime e mi sentii di colpo piena, piena di gioia e di speranza.
«Cosa ci fai qui?! Dovresti essere a letto!» Mi aiutò ad alzarmi e mentre mi appoggiavo a lui, trovai le forze per parlare.
«Voglio solo sapere perché?! Perché non posso essere la tua scelta migliore? Perché? Perchè?» Non smisi di piangere mentre guardandolo negli occhi gli consegnavo il mio cuore.
«Ali...»
«No! Non dire Ali. Dimmi perché? Non mi ami più?! Perché posso accettarlo e lo preferisco al morire senza una risposta.» Dovevo sapere. Il quel momento aveva importanza solo quello.
«Ti prego, Ali... » I suoi occhi erano lucidi e le sue mani esitanti ferme sul mio corpo.
«Sono io a pregarti Draco. Dammi una risposta. Me lo devi. È l'unica cosa che ti chiedo!»Non rispose. Ci fu un silenzio straziante ed interminabile.
«Io non posso farti questo. La cosa migliore che ti possa capitare è perdermi. In questo modo almeno so che mi odierai meno di quanto potresti farlo sapendo la verità.»
«Allora non farlo. Non la voglio sapere la verità, ma resta con me, Draco. Resta con me fino alla fine. - avvicinai la sua mano al mio cuore- Puoi fare questo per me? Finché batte ancora?»Sentii delle forti braccia avvolgermi in un abbraccio e mi sentii viva anche quando lacrime salate bagnarono il mio collo. Per la prima volta era lui che si mostrava debole davanti a me ed ero io a proteggerlo. Gli accarezzai i capelli e nello stesso momento mi sentii sollevare da terra. Guardai il suo viso bagnato dalla mia posizione e allungai la mano per asciugargli le lacrime sentendomi al sicuro tra le sue braccia. Solo quando si girò per portarmi in infermeria vidi gli altri studenti guardarci sorpresi. Draco però non si curò di loro e come se niente fosse passò in mezzo alla folla. Mi strinsi più forte a lui e chiusi gli occhi per godermi quel momento.
Mi accorsi di non essere in infermeria solo quando sentii un leggero venticello. Mi aveva portata in cortile.
«Ricordi? È qui che ci siamo conosciuti la prima volta. In realtà ti conoscevo già, ma mi eri indifferente. Nel momento in cui vidi la tua bacchetta puntata verso di me invece scattò qualcosa. Capii che eri diversa, che eri come me.» Lo guardai sorpresa mentre mi metteva giù.
«Adesso invece ho capito che non sei affatto come me. Sei migliore. Più forte. Più sicura. Sei tutto ciò che io non sono, ma che vorrei essere. Il tempo passato con te mi ha permesso di essere migliore, ma ho scoperto che senza di te al mio fianco sono quello che sono sempre stato: nulla.»Non capii perché mi stava dicendo ciò e prima di poter dire qualsiasi cosa mi baciò. Un bacio vero. Voluto da entrambi. Senza inganni o doppi giochi.
«Se è questo quello che vuoi, non ti lascerò. Ma devo essere sicuro che tu non preferisca sapere la verità allo stare con me. -mi guardò con un'espressione serissima- Ho fatto qualcosa che non riuscirò mai a perdonarmi e per la quale mi odieresti.» Ero spaventata dalle sue parole, non sapevo cosa avesse potuto fare, ma non volevo saperlo se significava poterlo perdere.
«Ti perdono perché ti amo Draco Malfoy, ti amo da morire.»
Poggiai le mani sul suo viso e gli sorrisi sincera.
«Tu non sa..» Non lo lasciai finire.
«Non importa. -lui abbassò lo sguardo e mi sentii morire- Ma se pensi di non poter stare con me, se non vuoi stare con me, allora non farlo. Non posso e non voglio costringerti.» Furono le parole più dure da pronunciare, ma era giusto che sapesse di essere libero nelle sue scelte. Lui mi guardò negli occhi.
«Ti amo, Ali.»
Lo baciai e sorrisi mentre mi allontanavo per riprendere fiato.





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Spazio autrice:
Scusate l'enormeee ritardo, ma davvero non avevo l'ispirazione né la voglia di scrivere tra scuola e problemi. Non so se ci sia qualcuno che la segua ancora, ma ci tengo a finirla e spero di non essere rimasta da sola hahaha. Comunque non dovrebbero mancare troppi capitoli c: Ci terrei a sapere chi c'è quindi fatemi sapere, un bacio.
-Muffin

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Capitolo 11
*** -CAP.11 Basta essere sinceri ***


-CAP.11 Basta essere sinceri
 
12 aprile 1996

Quando una persona muore, mago o babbano che sia, lascia un vuoto nel cuore delle persone che l'hanno amata. Un vuoto incolmabile e profondo. Dopo la morte dei miei io non ero più stata la stessa. Continuavo a rimpiangere il fatto di non aver mai avuto un buon rapporto con loro e di non averci nemmeno provato. Non riuscivo nemmeno a ricordare un motivo valido per cui avevo passato un'intera esistenza ad odiarli. La morte spazza via ogni difetto e la loro morte se ne era portati via parecchi. E solo dopo averli persi mi ero accorta che li avrei voluti vicini, così vicini che nemmeno quando eravamo seduti a tavola riuscivano ad essermi e proprio in quel momento li volevo al mio fianco. 
«A cosa pensi?» La voce di Draco mi prese alla sprovvista. Ero sicura che stesse dormendo.
«Buongiorno anche te!» Gli diedi un leggero bacio sulle labbra e lui come risposta mi abbracciò più forte tirandomi sotto le coperte. Mi sistemai tra le sue braccia e ispirai il profumo della sua pelle. Il quel momento desiderai restare in quella posizione per l'eternità.  Era tutto così perfetto, persino i suoi capelli scompigliati a causa di una notte non proprio tranquilla. Aveva ancora gli occhi chiusi. 
«Sei stanco?» Alzai il viso verso di lui e gli sorrisi anche se non poteva vedermi.
«Sono felice.» Si staccò un po' dall'abbraccio per baciare la mia spalla nuda  e poi, aprendo gli occhi, si avvicinò alle mie labbra e azzerò la distanza tra di noi senza pensarci due volte. 
«A cosa pensavi?» Non riuscii a resistere ai suoi occhi fissi su di me e mi sciolsi dicendogli cosa mi stava tormentando.
«Ai miei genitori.» Lo sentii subito diventare rigido e la sua espressione felice di poco tempo prima lasciò il posto a uno sguardo severo e preoccupato.
«Mi dispiace non esserci stato quando è successo. » Poggiai una mano sulla guancia e guardandolo con una dolcezza che non sapevo nemmeno di avere, lo rassicurai.
«L'importante è che ci sei adesso e ci sarai fino alla fine. -abbassai lo sguardo cercando di trattenere le lacrime- Solo... avrei voluto che ci fossero anche loro. L'ultima volta che li ho visti mi hanno cacciata di casa e io ho urlato loro che li odiavo. E la cosa peggiore è che lo sentivo davvero tutto quel'odio nei loro confronti, all'epoca. Adesso vorrei solo  poterli abbracciare per un'ultima volta.» Draco mi avvolse completamente con le sue braccia e io ringraziai tutti i santi per quel calore. Decisi di smetterla di pensare ai miei e di godermi quei momenti con il ragazzo che amavo. Anche se mi sentivo bene moralmente, la sabbia della mia clessidra continuava a scorrere senza sosta, granello dopo granello e il mio fisico era sempre più debole.
«Ti amavano, Ali. Puoi essere sicura di questo. » Mi staccai da lui e mi asciugai le lacrime.
«Non ha più importanza. Loro non ci sono più, tu invece sei qui -avvicinandomi a lui iniziai a baciargli il collo- e sei tutto mio.» Scesi lentamente verso la spalla destra baciando ogni centimetro di pelle e poi assaporai le sue labbra. Erano così morbide. In poco tempo il nostro divenne un bacio più appassionato e Draco mi fece distendere lentamente sul letto dal quale ci eravamo alzati pochi minuti prima per poterci guardare faccia a faccia. Sentii le labbra di Draco sul mio collo e poi le sentii scendere più giù e ancora più giù. Amavo il tocco di quelle di labbra, di quelle mani e amavano persino il segno che quei denti lasciavano sulla mia pelle, ma ero esausta e non sarei riuscita a concedere a Draco il bis di quella notte, non in quelle condizioni. Sfuggii ai suoi baci e lo lasciai solo soletto per andare a cercare i miei vestiti.
«Lo sai che così non vale. Non puoi lasciarmi nel bel mezzo di una partita.» Risi e gli lanciai addosso i suoi vestiti.
«Ho fame. Andiamo a fare colazione!» Non protestò. Forse aveva intuito che non dipendeva da me, io avrei voluto continuare tanto quanto lui, ma in quel momento era già tanto riuscire a stare in piedi. Ero davvero sfinita. 
 
In Sala Grande c'era già tutta la scuola, nessuno però badò troppo a me e Draco, erano abituati a vederci insieme, prima ancora della sua partenza e anche dopo.
«Possiamo sederci vicino a Theo? È da un po' che non lo sento e non avrò molte altre occasioni per poterlo fare.» Le mie parole erano sussurri, non volevo che qualcuno mi sentisse. Draco in tutta risposta mi sorrise e mi prese per mano guidandomi verso i due posti liberi vicino a Theo. Erano quelli i nostri posti un tempo, quando eravamo una specie di trio, quando Draco Malfoy e Theodore Nott erano buoni amici ed io ero la ragazza di uno dei due. Nessuno osava occuparli e anche dopo la partenza di Draco quel posto restava sempre libero, forse avevano paura che potesse spuntare da un momento all'altro e fare a pezzettini chiunque vi fosse seduto. Mi sedetti vicino a Theo e Draco si mise vicino a me, sapevo che lo stava facendo per me, dopo la loro litigata il mio ragazzo non riusciva più a sopportare il mio migliore amico.
«Come ai vecchi tempi.» Disse Theo sarcastico mordendo qualcosa che non sembra per niente commestibile. 
«Attento Draco, questa volta però la tua ragazza è seduta vicino a me. Non vorrei che casualmente una mia mano scivolasse sulla sua coscia.» Una mano pesante atterrò bruscamente sulla mia gamba. Draco si alzò infuriato, pronto a spezzare quella mano a Theo, ma lo guardai dolcemente cercando di fargli capire che avevo tutto sotto controllo e mentre si sedeva diffidente gli mimai un "fidati di me" e lo vidi rilassarsi. Spostai la mano del mio migliore amico e gli sorrisi.
«Bhè?! Non hai notato niente di strano in me?» Ricambiò il sorriso e capii che si era calmato.
«Sì. Sei felice.» C'era un velo di tristezza nella sua voce e compresi il perché,  per la prima volta mi resi conto di cosa provava per me il mio migliore amico.
«Ma sai cosa mi farebbe ancora più felice?»
«Cosa?»
«Avere accanto tutte le persone che amo, incluso te.» Gli strinsi la mano e gli sorrisi. I miei erano gesti amichevoli,  per Theo avrei provato sempre e solo un grande, grandissimo affetto.
«Possiamo parlare un attimo? Da soli?» Volevo essere sincera anche con lui. Volevo sentirmi più leggera. E poi era l'ultima cosa buona che potevo fare.
«Sì.» Draco mi guardò malissimo perciò mi avvicinai al suo orecchio e gli sussurrai un leggero "ti amo" dal significato tutt'altro che leggero. 
Mi allontanai dalla Sala Grande con Theo. Arrivati in corridoio decisi di prendere coraggio e parlare.
«Avrai notato che ultimamente non sto molto bene fisicamente, no?» Lui annuì semplicemente. 
«Ecco... ormai sono quasi due anni che mi è stata diagnosticata una grave malattia.» Lo vidi irrigidirsi e preoccuparsi.
«Quanto grave?»
«Tanto da non poter arrivare ad avere dei nipotini... a dire il vero nemmeno dei figli. Resterò giovane per sempre, Theo. È questo il prezzo dell'eterna bellezza.» Si girò dandomi le spalle e nello stesso istante abbassò la testa.
«Ci sarà una cura.» Sentii dalla voce che si era girato per non farsi vedere da me mentre piangeva. 
«No. È per questo che Draco è qui ed è per questo che ha finto di essere il mio ragazzo appena tornato. La scuola voleva nascondere la mia malattia ed ero troppo debole per affrontare le giornate da sola senza dare nell'occhio. Lui è stata la mia salvezza, anche si mi costa un po' ammetterlo. » Silenzio. Nessuna reazione diversa dalla precedente. 
«Tutte, o quasi, le volte che ti ho trattato male era perchè non riuscivo a sopportare l'idea di mentirti ed ero arrabbiata con me stessa per essere stata così stupida da ammalarmi e per non aver fatto nulla nella mia vita che valga la pena di essere ricordato.» Theo si girò,  aveva gli occhi rossi e le guance rigate dalle lacrime. Era la prima volta che lo vedevo in quello stato. Sembrava un bimbo che aveva smarrito la via di casa. Ero così importante per lui e mi sentii in colpa, soprattutto quando mi strinse in un abbraccio pieno di dolore. Poi si avvicinò sempre di più a me.
«Non voglio perderti.»
«Non succederà mai fin quando continuerai a tenere il mio ricordo dentro il tuo cuore.» Ancora un po' e sarei scoppiata a piangere anch'io. Io, Draco e Theo eravamo tutti delle serpi ma davanti alla morte anche il cuore più duro si scioglie e sarà sempre e comunque il punto debole di ogni essere vivente. Potrai sfuggire a tutto, ma quando l'ultimo granello di sabbia della tua clessidra si unirà agli altri non avrai più alcuna via d'uscita.
«C'è una cosa che voglio fare da tantissimo tempo. Lasciami avere questo ricordo di te.» Lasciai Theo avvicinarsi alle mie labbra e fu solo quello: un bacio innocente. Il nostro primo ed ultimo bacio..





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Spazio autrice:
E siamo proprio vicini alla fine. Non ho molto da dire su questo capitolo solo che spero vi piaccia c: Fatemi sapere se ci siete e cosa ne pensate. Alla prossima.
-Muffin

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Capitolo 12
*** -CAP.12 Ricordami così ***


-CAP.12 Ricordami così
 
«È andata bene?» Percepivo della preoccupazione nella sua voce ma non era causata dalla gelosia bensì dalla paura di vedermi stare male. Sapeva quanto Theo fosse importante per me e quanto ci tenessi ad averlo al mio fianco.
«Decisamente. Non sai quanto ci si senta leggeri ad essere sinceri con le persone che si amano. Ormai stavo sostenendo un peso troppo grande che mi stava opprimendo.» Draco mi sorrise amareggiato. 
«Probabilmente non saprò mai cosa si prova.» Sapevo a cosa si riferiva, ma non ne feci parola lasciandomi cullare dalle sue forti braccia.  Mi sentivo al sicuro e irraggiungibile immersa in quel calore.
«Draco, puoi fare una cosa per me?» Lui annuì semplicemente.
«Dimmi che cercherai mia sorella per dirle che le ho sempre voluto bene e che la perdono?» Mi guardò sorpreso, non parlavo spesso di mia sorella poiché non avevamo mai avuto un buon rapporto, o meglio, non avevamo più avuto alcun rapporto dopo che era scappata nel cuore della notte lasciandomi lì, da sola, con le pressioni e la rabbia che i nostri genitori sfogarono su di me da quel momento. Avevo solo dieci anni, lei invece ne aveva sedici, sarebbe dovuta essere forte e tenermi al sicuro come aveva promesso, ma non potevo biasimarla per aver preferito la sua libertà ad una sorellina rompiscatole, potevo solo rimpiangere il fatto di non averla mai cercata e chiedermi perché nemmeno lei l'avesse mai fatto.
«Lei capirà, capirà tutto ciò che si nasconde dietro a delle semplici parole e capirà ciò che ho provato.» Draco era visibilmente teso, forse perché iniziava a metabolizzare l'idea che io non avrei mai potuto dire di persona a mia sorella ciò che gli avevo chiesto di fare.
«Se è questo quello che vuoi. » Annuii e gli sorrisi mentre mi prendeva per mano trascinandomi con lui.
«Voglio chiederti anch'io di fare qualcosa per me.» Gli feci cenno di sì.
«Permettimi di avere una giornata con te, solo noi due. Voglio portarti in un posto e so che ti sto chiedendo tanto, ma ti prego, non dire di no.» Era così ingenuo e innamorato, ma allo stesso tempo ferito e spaventato. Sapevo il motivo della sua dolcezza e dei suoi lineamenti diventati improvvisamente più morbidi. In quel momento non riuscii a fare a meno di pensare a come l'avrebbe superata, a come sarebbe andato avanti, a quanto avrebbe sofferto e a quanto stavo soffrendo io a lasciarlo senza poter fare qualcosa. Lui mi stava facendo sentire amata nonostante tutto e mi stava donando tutto il suo amore. Realizzai di essere stata l'unica ad aver visto quel lato di Draco, egoisticamente speravo di essere per sempre la sola ed unica, ma non era giusto. Volevo che Draco potesse essere felice e che potesse innamorarsi di nuovo, che tirasse fuori tutta la dolcezza di cui era in possesso e la donasse alla donna della sua vita.
«Non c'è un'altra persona al mondo con cui vorrei passare il mio tempo.» Ci bastarono pochi sguardi per capire che era ciò che desideravamo entrambi.
 
Mi portò nella stanza delle necessità che era diventata uno splendido giardino dove una grossa quercia regnava sovrana. C'era odore di rosa, il mio fiore preferito e lo spazio di quel giardino sembrava immenso, una grande e bellissima macchia verde che probabilmente non aveva una fine. Sapevo perché aveva scelto quel posto. Aveva bisogno di un luogo in cui tornare per sentirmi vicina quando non lo sarei più stata, come se potesse intrappolarmi nella bellezza di quel posto. Cercai di non piangere.
«Ricordi, vero?» Ricordavo eccome, ma non volevo dargliela vinta subito.
«Sì. Mi avevi portata qui per mostrarmi una delle tue più grandi scoperte. Devo dire però che sei riuscito a migliorare parecchio questo luogo.» Mi avvicinai alla quercia e toccai la sua corteccia ruvida e dura. Era cresciuta dall'ultima volta che l'avevo vista, era cresciuta ed invecchiata nello stesso arco di tempo, come se tenere dentro di sé il ricordo di me e Draco l'avesse distrutta. Quella quercia rappresentava Draco per me. La prima volta che mi aveva portata lì era giovane, forte e pieno di speranze anche se non lo dava a vedere, proprio come lo era quell'albero, ora invece erano entrambi al limite delle proprie forze, schiacciati da qualcosa di troppo forte.
«Era solo una scusa. Allora ti avevo portata qui per lo stesso motivo per cui l'ho fatto adesso.» Sentii il cuore esplodere di felicità. Voleva davvero che quel luogo fosse nostro per sempre.
«Il nostro primo bacio.» Draco mi sorrise soddisfatto e mi baciò, dopo si avvicinò a me e si sedette per terra appoggiando la schiena all'albero. Io feci lo stesso sistemandomi tra le sue braccia. Riuscivo a sentire il suo respiro, era regolare e sorrisi nel sapere che fosse così tranquillo nonostante tutto. Il cielo era sereno e sembrava così lontano mentre un'aria leggera e fresca mi faceva avvicinare sempre di più a Draco in cerca di calore. Spostai il mio sguardo su Draco. Sembrava rilassato, non l'avevo mai visto così tranquillo e spensierato. Quel posto lo rendeva di buon umore ed ero contenta di sapere che sarebbe stato quello il ricordo più bello di me. Scrutai ogni centimetro della sua figura per non dimenticarlo mai, per portalo integro nella mia mente, per ricordarlo fin quando mi sarebbe stato concesso. E dopotutto non riuscivo ancora a crederci, prima pensavo di essere riuscita ad accettarlo perché non avevo nulla per cui valesse la pena lottare per restare, invece in quel momento c'era ed era racchiuso tutto in un solo nome, cinque lettere per qui sarei voluta restare.
«Riesco ancora a sentire la tua risata dopo che ti ho baciata quel giorno.»
«E io riesco a vederti ancora sudare freddo per paura di essere respinto.» Cercai di non ridere. Draco si alzò da terra costringendomi ad appoggiarmi al tronco della quercia e si mise seduto davanti a me, faccia a faccia.
«Io non avevo paura.» Si avvicinò per baciarmi, ma scoppiai a ridere.
«Ma ho paura adesso. Paura di perderti, di non averti più così vicina a me, di non poter più fare questo -mi sposto una ciocca di capelli dietro l'orecchio- o questo -mi strinse la mano- o peggio ancora, questo -mi baciò-. » Non volevo che tornare in quel luogo gli facesse ricordare di avermi persa, volevo che ricordasse di avermi sempre accanto e di sorridere. Sorrisi.
«Sai perché quel giorno sono scoppiata a ridere?»
«Perché sei sempre stata un po' pazza?!» Gli diedi un leggero colpetto sul braccio che lo fece ridere.
«Perché ero felice, esattamente come lo sono ora e per sempre con te.» Sparì per un attimo dalla mia vista e ritornò subito dopo con una rosa rossa in mano.
«Da quando sei così sdolcinato?» Presi la rosa e non potei fare a meno di sentire il suo profumo. Ero una ragazza e tutte le ragazze amano i fiori o il loro profumo, almeno su quello mi sentii normale.
«Voglio solo renderti felice.»
«Per quello mi basti solo tu.» Ci guardammo per un po'. I suoi occhi erano un colpo al cuore ogni volta che li vedevo. Potevano sembrare freddi, ma quello che mi trasmettevano era tutt'altro che freddo. Ed ero sicura che anche i miei occhi blu scuro trasmettessero qualcosa a Draco. 
«Vieni con me!» Mi trascinò con sé fino ad arrivare ad un lago enorme dall'acqua quasi cristallina. Tenendo stretta la mano di Draco mi avvicinai al lago e riuscii a specchiarmici dentro. Capelli lunghi neri e disordinati. Occhi blu notte arrossati e visibilmente stanchi. Viso pallido e labbra screpolate. Avevo un aspetto orribile e non ero abituata a vedermi così. Avevo perso parecchio del mio fascino, ero abituata ad essere sempre impeccabile. Non riuscivo a capire come facesse Draco a guardami ancora, non ero certo in ottime condizioni. Istintivamente lasciai la presa sulla sua mano, ma lui non me lo permise.
«Sei bellissima.»
«Non mentirmi, non lo sono così.» Lui mi fece girare per potermi guardare negli occhi.
«Invece sei più bella che mai. Quegli occhi fantastici che conosco bene sono ancora qui, solo un po' più stanchi. Queste labbra sono ancora morbide e rosse come una rosa rossa. E il tuo sorriso non è cambiato di una virgola, è sempre luminoso e ti crea ancora delle adorabili ed enormi fossette sulle guance. Sei ancora tu, Leila. Sei la mia Ali.» Sorrisi e subito dopo pensai alle mie fossette, non erano mai state qualcosa di cui andavo particolarmente fiera, ma in quel momento probabilmente erano l'unica cosa che non era cambiata di me e le trovai bellissime. Abbracciai Draco cercando di aggrapparmi a lui e di non andarmene mai. Mi sentivo così amata che non volevo rinunciare a tutto quello. Ad ogni accenno di debolezza cercavo di tenere ancora più stretto Draco, ma sentivo la mia presa diventare sempre  più debole mentre quella di Draco aumentava. Ero così vicina alla fine della mia felicita e alla sua, ma non potevo fare nulla per impedirlo. Chiusi gli occhi e ogni mia forza abbandonò il mio corpo nello stesso istante.




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Spazio autrice:
Il prossimo capitolo, che ho già scritto, quasi sicuramente sarà l'ultimo, e poi ci sarà una specie di epilogo c: Comunque spero che questo vi soddisfi e per qualsiasi cosa sono qui c:
-Muffin



 

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Capitolo 13
*** -CAP. 13 Per sempre ***


-CAP.13 Per sempre

13 aprile 1996
 
Non mi ero mai sentita tanto debole in vita mia come allora. Persino respirare mi portava un male atroce. Avevo l'impressione di avere parecchie ossa rotte e non riuscivo a muovermi. Quella era una vera e propria tortura. Le palpebre degli occhi erano così pesanti che non riuscivo a sollevarle nemmeno per qualche minuto. Poteva essere un incubo, ma il dolore era troppo reale perché lo fosse davvero. In quel momento avrei preferito davvero morire subito, senza provare prima tutto quel dolore. Non sapevo nemmeno dove fossi. Prima di svenire ero avvolta dal calore di Draco, calore che non sentivo più oramai, al suo posto c'era invece un freddo insopportabile che mi fece sentire sola più che mai. Avrei pianto se solo ne avessi avuto le forze. Non era accanto a me. Non avevo un motivo per lottare in quel momento. Forse non era abbastanza forte come pensavo che fosse. Cercai di smettere di combattere, a quel punto era inutile mandare avanti quell'agonia senza avere un motivo per farlo, ma ritrovai una forza che ormai consideravo persa quando una presa che conoscevo bene fece pressione sulla mia mano destra. 
«Sei sveglia?» Poteva davvero esistere qualcosa di più meraviglioso?
«Pensavo di averti persa per sempre.» Piano piano il dolore cominciava ad affievolirsi.
«Ho avuto paura, Ali.» Desiderai con tutta me stessa poterlo vedete un'ultima volta, ma riuscii ad aprire leggermente gli occhi solo per qualche secondo e la vista era appannata.
«Non sforzarti. Cerca solo di riposare. Sarò qui al tuo risveglio.» Riuscii ad incurvare di poco le labbra quando tentai di sorridere. Sapere che era restato, che dopotutto era ancora lì,  al mio fianco, mi fece dimenticare ogni dolore, così non mi sforzai più ad aprire gli occhi e li lasciai restare chiusi con la certezza che sarebbe rimasto lì,  ad aspettarmi, che al mio risveglio la prima cosa che avrei visto sarebbero stati i suoi occhi color ghiaccio e la prima cosa che avrei sentito sarebbe stata la sua voce. 
«Ti amo, Ali.» Non avrebbe mai smesso di amarmi, perché le persone come Draco, quando concedono il loro cuore ad una persona, non riescono più a riaverlo indietro e Draco mi aveva concesso davvero il suo cuore in quell'istante. Io lo avrei amato per sempre, esattamente come lo amavo in quel momento. Mi lasciai andare, felice e tranquilla, con la consapevolezza che sarei stata per sempre sua. 
 


«È felice.» Era difficile pronunciare qualsiasi cosa, quasi impossibile quando erano parole riferite a lei, e dalla mia bocca quel poco che era uscito in quei giorni non era dedicato altri che a lei.
«Tu la rendevi felice e lo hai fatto fino all'ultimo momento.»
«Anche tu fai parte della sua felicità, Theodore. Sei sempre stato una parte fondamentale per lei.»  Aveva lasciato un vuoto incolmabile dentro di me e non sarei mai riuscito a dirle addio. Avevo aspettato il suo risveglio per ore ed ore, non avevo chiuso occhio, non avevo mai smesso di tenerle la mano o distolto lo sguardo per paura di perdermi un suo qualsiasi movimento, a volte mi parve anche di aver visto i suoi occhi aprirsi, ma era tutto frutto della mia immaginazione, la verità era che non volevo accettare di averla persa nello stesso istante in cui mi era svenuta tra le braccia, forse non aveva nemmeno sentito ciò che le avevo detto in infermeria o capito quanto fosse importante per me quel momento. Per la prima volta in vita mia mi sentivo davvero perso ed ero cosciente del fatto che niente o nessuno sarebbe mai riuscito a ritrovarmi, non per davvero, non come ci era riuscita lei. In un certo senso me ne ero andato con lei.
«Non sono nemmeno riuscito a dirle addio, Draco.»
«Ali non lo avrebbe voluto. Dirle addio sarebbe come rinunciare a lei, dimenticarla, lasciarla da sola e sai quanta paura abbia della solitudine.» 
Mi sembrava di averla ancora accanto e invece erano giá passati venti giorni da quando potevo ancora tenerla tra le mie braccia, sfiorarla o baciarla, e mi mancava da pazzi stringerla al mio petto, ma solo tenendo vivido il ricordo di quelle tenerezze potevo ancora sentire la sua presenza, come se fosse lì. 
«Diamine, ne parli come se fosse ancora qui!» 
«È per questo che è ancora qui. Parlarne al passato sarebbe come accettare che non ci sia più davvero e sarebbe come perderla una seconda volta, smettere di ricordarla invece è il primo passo per dimenticarla e sentirla sempre più lontana.»
«Ma non c'è più, Draco. L'abbiamo persa davvero.»  
«L'hai persa perché è morta o perchè ha scelto a me?! » 
«Non ha mai avuto una scelta da fare. Ha sempre e comunque amato te, io ero solo il suo migliore amico.» Theodore l'aveva sempre amata ed era stato quello il motivo per il quale aveva rinunciato alla nostra amicizia, non voleva dover competere con il suo miglior amico, aveva scelto di combattere per lei all'avere la mia fiducia. Pensavo che sarebbe riuscito a portamela via, soprattutto dopo la mia partenza, ma aveva scelto il modo sbagliato per avvicinarsi a lei e aveva osato troppo poco per paura di perderla anche come amica. In un certo senso ero riuscito a riprendermi Leila una volta tornato solo perché Nott era entrato troppo nel suo ruolo di miglior amico, da un lato gli ero grato, da un lato lo odiavo. Non sopportavo l'idea di dovergli essere in qualche modo grato e lo odiavo ancor di più per essersi innamorato della mia ragazza, per averla sfiorata,  per averla tenuta tra le sue braccia, per aver passato troppo tempo con lei, ma d'altronde non potevo biasimarlo, Leila era una donna che non poteva che conquistarti. 
«Ci hai ma provato con lei?»
«Anche un cieco poteva accorgersi di quanto ti amasse, Draco. Non aveva occhi altri che per te, anche quando cercava di farsi vedere forte. » Nott si girò per andare via, ma prima mi guardò ancora una volta.
«Addio Theodore Nott.» 
«Non così presto, mi vedrai ancora Draco Malfoy.»
 
 

Avevo passato mesi a cercarla e finalmente l'avevo trovata lì,  che lavorava in uno squallidissimo bazar di Londra. Conosciuta come Lara Rose, probabilmente dopo essere scappata aveva iniziato ad utilizzare il cognome da nubile di sua madre. La vita da strada non l'aveva di certo resa molto furba perché restare a Londra era davvero una mossa o tanto stupida o molto disperata. 
Entraii dentro il bazar e fui subito colpito da una voglia improvvisa di andarmene da quel posto, cercaii di farmi forza pensando alla promessa che avevo fatto.
«Posso aiutarla con qualcosa?» Era una donna bionda, slanciata e magra, probabilmente riusciva a mandare avanti quella baracca solo grazie al suo fascino, perché non era assolutamente una brutta donna, tutt'altro. Mi persi subito nei suoi occhi, erano blu e profondi come quelli di Ali, non poteva che essere sua sorella.
«Veramente sì, sto cercando Lara Anderson.» Mi guardaii un po' in giro, non era quello che Leila avrebbe voluto per sua sorella.
«Per quel che ne so, la stirpe degli Anderson è finita con la morte della loro figlia minore.»
«Lara, ho un messaggio per te da parte di Leila.» Mi guardò stupita, osservandola meglio, lei e Ali si somigliavano molto.
«Sta delirando!»  
«Vuole che tu sappia che non ha mai smesso di volerti bene e che ti perdona.» Notai un'espressione di tristezza sul suo volto.
«Vuole? Sapevo che erano tutte menzogne. Dov'è? Sta bene?» C'era speranza nei suoi occhi.
«Scusami, non riuscirò mai a parlane al passato. È successo il 13 aprile. È morta sotto i miei occhi.» Mi sembrava di parlare di una persona qualsiasi solo per quello ero riuscito a restare calmo perché in realtà anche dopo sei mesi era difficile accettare che fosse morta. Lara sembrava non fidarsi di me, o forse anche lei non riusciva ad accettarlo.
«E tu chi sei?»
«Sono il suo ragazzo.» Aveva le lacrime agli occhi, il tempo passato lontano da casa l'aveva portata solo a dimostrare qualche anno in più dei suoi ventidue, ma probabilmente non le aveva mutato l'affetto che provava per la sua sorellina.
«Non sapevo avesse degli ottimi gusti in fatto di ragazzi» Aveva la sguardo fisso sul bancone, cercava di trattenere le lacrime, ma era evidente che sarebbe scoppiata da un momento all'altro. La raggiunsi e istintivamente l'abbracciai. Era più alta di Ali, ma mi sembrò di avere lei tra le braccia, era così fragile e delicata, avevo quasi paura di poterle fare del male stringendola più forte. 
«Lei è così piccola. Perché non è successo a me? Io non avrei niente da perdere. Perché?» Era caduta in un pianto isterico e mi si stringeva il cuore nel sentirla dire quelle cose e vederla in quello stato. Non doveva aver trascorso una bella vita. Avrei voluto alleviare un po' del suo dolore. Avrei voluto rendere felice almeno lei, avrei voluto non pensare a ciò che avevo fatto ai suoi genitori, ai genitori di Leila, avrei voluto essermi tirato indietro, rifiutare di diventare complice di coloro che avevano ucciso i genitori della mia ragazza, ma non l'avevo fatto e da allora il pensiero di aver mentito alla mia ragazza, di averla ingannata non faceva altro che corrodermi l'anima e l'avrebbe fatto per sempre. Mi sentivo così incolpa, sporco e codardo. Avevo avuto troppa paura di perdere Ali, di lasciarla andare con l'odio nel cuore e perciò avevo scelto di rispettare la sua decisione di non farle sapere la verità, perché volevo farla felice e perché non sarei mai riuscito a starle lontano.
«Era felice quel giorno. Avevamo appena passato una giornata meravigliosa' insieme. Sorrideva ed era bellissima. » Cercai di farla stare un po' meglio. Lara alzò lo sguardo e i suoi occhi bagnati mi fecero tanta tenerezza, ma quando sorrise non saprei dire cosa provai. Quelle fossette erano appena appena accennate, come se con il tempo si fossero consumante, quando probabilmente erano sempre state così. Leila viveva più che mai dentro sua sorella.
«Tu la ami ancora?» 
«La amerò per sempre.»




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Spazio autrice:
E siamo arrivati all'ultimo capitolo. Leila è morta e qui invece vediamo le cose dal punto di vista di Draco, dopo la prima parte. Draco ha parlato con Theodore, finalmente senza darsi troppo addosso, ma sono entrambi troppo distrutti per avere la forza di insultarsi, Draco in particolare si sente perso, come se una parte di sé fosse morta con la sua Ali, e non ha tutti i torti. Mi sento persa un po' anch'io, mi ero affezionata a Leila, come se la sua storia fosse la mia e soffrivo con lei, ma non potevo farla restare in vita, aveva in mente questo finale prima ancora di pensare a tutte le vicende di questa fanfic e in fondo Leila è morta felice, con Draco al suo fianco e all'oscuro della verità, perché finalmente si é scoperto il motivo per cui Draco aveva abbandonato Ali e perché dopo essere tornato non poteva stare con lei, se pur palesemente innamorato: ha avuto a che fare con la morte dei suoi. Insomma, non é certo una cosa sulla quale si passa su con facilità e forse non averlo detto a Leila lo farà stare peggio, ma era l'unico modo per non perderla, capiamolo un po', questa ragazza ha sofferto davvero troppo, si meritava un po' di felicità. Sospettavate una cosa del genere o pensavate a un altro motivo per cui Draco non voleva lasciarsi andare? Fatemelo sapere. Poi abbiamo visto anche che ha mantenuto la promessa fatta e ha cercato la sorella di Ali, che come vediamo le somiglia molto e i due hanno già preso molta confidenza. Ci vediamo al epilogo, che ora ho già parlato troppo.
Muffin.

 

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Capitolo 14
*** -CAP. 14 Al mio miglior amico ***


-CAP.14 Al mio miglior amico

"Caro Theodore,
ti sto scrivendo nel cuore della notte per dirti che ti sono grata, per tutto quello che hai fatto per me, per avermi stretto la mano quando mi sentivo persa, quando pensavo che non avessi più nulla da offrire al mondo, mi hai fatto capire che non tutto era perduto, mi hai trasmesso la tua forza, la tua voglia di combattere. Mi hai sostenuta senza nemmeno rendertene conto perché per te è sempre stata una cosa spontanea. Ti ho visto entrare a far parte della mia vita quando le cose non potevano andare peggio, quando avevo perso la persona che amavo e quando avevo fatto la peggiore delle scoperte sulla mia salute. Ti sei lasciato trascinare dentro la mia vita incasinata senza lamentarti mai e soprattutto senza lasciarmi affogare nel mio male. Penso davvero che sarei stata persa senza di te. Sei stato quel miglior amico che ogni persona si meriterebbe, ma che solo io sono riuscita ad avere, io e forse Draco. Sai, ancora non riesco ad abituarmi al fatto di non vedervi più vicini e fedeli l'un l'altro, vorrei tanto potervi vedere affiatati come un tempo, vedervi essere miglior amici, vorrei rivedere il 'fantastico duo', il quale esisteva ancor prima della mia presenza e il quale non avrei mai voluto veder sparire. Ma questi sono fatti vostri, giusto? In fondo il tempo è dalla vosta parte e ne avrete ancora tanto per chiarire senza necessariamente tornare ad essere amici come prima, ma almeno per tornare a parlarvi come due persone civili. Ve lo auguro con tutto il cuore, ma ricordati Theo che il tempo è un gran bastardo, che un giorno ti sembra di avere ancora una vita intera a disposizione e il giorno dopo non sai nemmeno se arriverai al giorno dopo ancora. Il tempo è una di quelle tante cose che diamo per scontate e che invece dovremmo prendere di più in considerazione. Il domani non è così scontato. Normalmente hai il 50% di probabilità che arrivi e il 50% che non arrivi, nel mio caso solo l'1% che arrivi e se stai leggendo questa lettera ha vinto la percentuale più alta. Perciò Theo ti auguro di andare avanti, ti auguro di dimenticarmi perché so che infondo è questo quello di cui hai bisogno, voglio che tu ti senta libero da un peso, libero di lasciarmi andare, di odiarmi, di non pensarmi più, non potrei mai biasimarti per questo. Hai fatto tanto e sofferto molto per me, perciò non voglio chiederti nient'altro, se non di essere felice ed è per questo che ti faccio arrivare questa lettera a pochi giorni dalla mia morte. Perché tu possa sentirti libero di dimenticarmi, di dirmi addio. Io non ti dimenticherò mai, Theodore Nott, qualsiasi cosa succeda. Ti voglio bene per sempre.
Tua Leila!"
4:01 12/04/1996

    
«Non potrei mai dimenticarti, Leila. Una parte di me ti amerà sempre. »




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Spazio autrice:
Sì, lo so che sono passati anni dall'ultima volta che ho aggiornato questa storia, ma infondo era finita, questo e il prossimo aggiornamento saranno semplicemente una sorta di epilogo perché sento di dover concludere questa fanfic che ha abbracciato molto anni della mia vita. Un grande abbraccio a chi è arrivato a leggerla fino a qui.
Muffin.

 

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Capitolo 15
*** Epilogo - Ricordami ***


Epilogo - Ricordami

"Caro Draco,
In questo momento stai dormendo profondamente e io sono sgattaiolata via dalle tue braccia per poterti dire ciò che non avrò mai il coraggio e il tempo di dirti faccia a faccia. E' passato tanto tempo se stai leggendo queste parole. Dieci anni mi sembrano quasi un'eternità ora come ora. Vorrei tanto passarli con te, vorrei che potessimo sposarci in questi dieci anni, avere un figlio o una figlia, addormentarmi la notte tra le tue braccia e svegliarmi la mattina seguente con te al mio fianco, senza paure o preoccupazioni. Vorrei poter fare ancora tante cose con te. Uscire da Hogwarts insieme, viaggiare, assaggiare ogni dolce di Mielandia, anche quelli che non ho mai avuto il coraggio di assaggiare o dei quali rimandavo l'assaggio, vorrei non rimandare più nulla perché il tempo è prezioso... ma non ci sono più, vero?! Non sono riuscita a fare niente di tutto questo, non è così?! Spero con tutto il cuore, Draco, che almeno tu sia riuscito a fare tutto ciò che hai sempre desiderato. Spero che tu sia felice e spero anche che tu abbia una figlia, o un figlio, perché solo loro riusciranno ad amarti quanto ti amo io. Se fosse una femminuccia vorrei sapere come si chiama, vorrei poterle dire che ha il papà più bello del mondo e che è una delle donne più fortunate insieme alla sua mamma. Se è un maschietto invece vorrei potergli dire che sei il papà più in gamba e il più spiritoso, anche se non si direbbe. Dò per scontato che tu abbia una famiglia perché so che sei andato avanti sapendo che è questo quello che voglio, perché l'avermi persa ti ha aiutato a capire il valore della vita, a non dare nulla per scontato e soprattutto a non rimpiangere il passato, ma a guardalo da lontano, con il sorriso. Ed è proprio così che voglio saperti quando mi pensi: sorridente e senza alcun rimpianto per avermi amata con tutto te stesso, perché io non rimpiango nulla di ciò che abbiamo passato, nemmeno la più piccola delle lacrime versate quando mi eri lontano o quando ti credevo indifferente e non rimpiango nemmeno le lacrime che sto versando ora a causa della paura di perderti. Ho tanta paura di perderti Draco. Mi sento così felice ora che non vorrei smettere di esserlo mai, non vorrei mai stare lontana da te, non vorrei mai smettere di amarti e di sentirmi amata da te. Ma non importa quello che voglio, perché la cosa più importante è la tua felicità, cosa che io spero tu abbia trovato in questi dieci anni perché te lo meriti così tanto, Draco. So che forse non amerai nessun'altra donna nel modo in cui ami me perché il tipo d'amore che proviamo l'uno per l'altra è qualcosa che si può provare una sola volta nella vita, ma si può essere ugualmente felici accettando le cose spiacevoli che sono successe nella propria vita e andando avanti. Ci sono tanti tipi di amore e io ti auguro di averne sperimentati un bel po' nella tua vita perché i sentimenti, ma soprattutto l'amore, maturano l'anima, nonostante facciano un male terribile.
Ora torno a letto, tra le tue bellissime braccia perché sento già la mancanza del loro calore e del tuo profumo. Mi manca tutto di te appena mi allontano un po'. Non pensavo si potesse amare così tanto una persona, o almeno, non pensavo che sarebbe mai successo a me. Innamorata di Draco Malfoy poi, è una cosa che non mi era mai nemmeno passata per la mente. E invece ora potrei urlarlo al mondo intero, sia quello magico che non, e dire con fierezza "Amo con tutta me stessa ed oltre Draco Malfoy!" Ti amo, Draco. Non dimenticarmi mai, ricordati di noi.
Ricordami.
                                                                                                                                                                                                           Tua per sempre, Leila!"
4:35 12/04/1996 




13/04/2006

«Si chiama Allison Malfoy. La mia piccola Alli! »
«Papá, vienii? La mammina ci aspetta!»

«Arrivo subito, piccola.» Misi la lettera nel cassetto sorridendo e andai a prendere in braccio la mia bellissima bimba dagli occhioni blu scuro. I capelli biondo platino erano raccolti in un treccia stretta ed aveva un vestitino azzurro che ricordava il cielo. Non appena la presi in braccio si aggrappò al mio collo e mi regalò un sorriso che rendeva visibile la fossetta sulla guancia sinistra. Era impressionante quanto mi ricordasse lei. Uscii dal mio studio e trovai la mia bellissima moglie ad aspettarci. Le sorrisi e poi mi avvicinai per baciarla con Alli ancora tra le braccia. È proprio vero che esistono diversi tipi di amore. Amerò per sempre Ali e non potrò mai dimenticarmi nemmeno il più piccolo dettaglio di lei. Si è portata con sé il mio cuore e sarà suo per sempre.



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Spazio autrice:
Con questo capitolo metto la parola FINE a questa fanfic. Sì, ci ho messo anni, letteralmente, ad aggiornarla, nonostante avessi già tutto in mente dal primo istante in cui ho deciso di scriverla, forse avrei anche potuto lasciarla incompleta perché non penso che qualcuno la stia seguendo o avrà voglia di leggerla, ma non importa perché era una cosa che dovevo fare per me stessa e l'ho fatta. Leila è parte di me. Il finale dolceamaro è il tipico finale che io amo ed odio allo stesso tempo. Draco e Leila non hanno avuto il loro "E vissero felici e contenti", ma hanno avuto il loro piccolo spazio di tempo in cui sono stati davvero felici. Il Draco che ritroviamo ora è un Draco più maturo, sposato (non so se avete compreso con chi, l'ho appositamente lasciato intendere senza specificarlo) e che in dieci anni è riuscito a metabolizzare la morte dell'amore della sua vita ed è andato avanti proprio come Leila desiderava, è andato avanti però ricordandola ogni giorno della sua vita e senza smettere mai di amarla.
Arrivati a questo punto, voglio ringraziare chiunque sia arrivato fin qui o anche solo chi aveva iniziato a leggerla, ma soprattutto voglio ringraziare una persona che ormai non fa più parte della mia vita, ma che quando ho iniziato a scrivere questa fanfic mi ha sostenuta moltissimo e ha creduto in me. Ora sono una persona completamente diversa da quella che ero quando ho iniziato a buttare giù le prime righe. Anch'io come Draco sono maturata, sono diventata più consapevole del mio dolore e sono fiera della persona che sono diventata, anche se ovviamente ho ancora moltissimo da crescere, ma la mia crescita insieme a "Remember me" finisce qui.
Muffin.

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