L'AMORE CHE NON MI ASPETTAVO

di Eleanor Jane
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** CAPITOLO 2 ***
Capitolo 3: *** CAPITOLO 3 ***
Capitolo 4: *** CAPITOLO 4 ***
Capitolo 5: *** CAPITOLO 5 ***
Capitolo 6: *** CAPITOLO 6 ***
Capitolo 7: *** CAPITOLO 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** CAPITOLO 9 ***
Capitolo 10: *** CAPITOLO 10 ***
Capitolo 11: *** CAPITOLO 11 ***
Capitolo 12: *** CAPITOLO 12 ***
Capitolo 13: *** CAPITOLO 13 ***
Capitolo 14: *** CAPITOLO 14 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Una scia di luce proveniente dalla finestra, mi costringe ad aprire gli occhi ancora piuttosto assonnati. Non sapevo nemmeno che ore fossero ma a giudicare da quanto il sole fosse alto, doveva essere tardissimo. Chiudo per gli occhi ancora per qualche secondo, che ancora bruciavano un pochino per via di quel bagliore, che segnalava l’ennesima giornata fin troppo calda di quell’estate. Intanto sollevo una mano cominciando a tastarla sul comodino, in cerca del cellulare, giusto per controllare che orario si fosse fatto. Lo prendo così in mano sbloccando lo schermo notando poi subito qualcosa come sei chiamate perse da parte da parte di Barbara. Spalanco così gli occhi, schiacciando immediatamente la cornetta verde per richiamarla, dimenticandosi di guardare che ora fosse, consapevole che di li a poco si sarebbe dovuto sorbire una grandissima scenata.
-Pronto, Harry?-, sento la sua voce rispondermi dall’altro capo del telefono. Così a occhio e croce pareva più sollevata nel sentirmi, che arrabbiata.
-Ehi Barbs, scusami era silenzioso e non ho sentito che squillava-, mormoro cercando di non dare a vedere che mi fossi appena svegliato. Non che avessi un orario preciso per svegliarmi, ma quel giorno saremmo dovuti partire per una crocera e se avesse saputo che, anziché prepararmi per il viaggio stavo ancora dormendo probabilmente avrebbe dato di matto.
-Non importa, mi basta che tu sia pronto... hai finito di preparare la roba vero?-
Sento la sua domanda, stringendo così forte gli occhi, per poi voltarmi in direzione della valigia, che ancora aperta, ma soprattutto vuota, giaceva ai piedi del mio letto. Mi prendo così il labbro inferiore tra i denti, cominciando a mordicchiarlo con prepotenza, preparandomi a raccontare la seconda bugia di quella giornata. Detestavo mentirle, ma Barbara per quanto fosse una ragazza fantastica, aveva il brutto difetto di arrabbiarsi fin troppo facilmente, per questa ragione non potevo certo dirle che ancora dovevo cominciare. –Mmh ma certo amore, stai tranquilla, devo solo chiuderla... senti devo andare, mia madre mi sta chiamando dalla cucina, probabilmente vorrà farmi l’ennesima raccomandazione, meglio che vada subito, sennò non finisce più di parlare-, mento passandomi nervosamente una mano tra i ricci, piuttosto disordinati per via della dormita.
La sento ridacchiare, sospirando così sollevato dal fatto che l’avesse bevuta. –Va bene Harry, allora ci vediamo tra poco. Ho già parlato anche con Niall, dovrebbe essere li da te tra poco, così insieme venite a prendere me e Lucy-
Annuisco, accennando intanto come lei, una piccola risata. –Oh ma bravi, organizzate tutto senza di me-, scherzo, fingendomi offeso, consapevole che a questo non avrebbe creduto nemmeno un attimo. Non sono mai stato uno di quei ragazzi che si offendono tanto facilmente, infatti sapevo di per certo che era stato proprio questo il motivo principale per cui Barbara si era innamorata di me, un paio d’anni prima, quando ancora frequentavo il terzo anno di liceo.
Ancora riuscivo a ricordare benissimo il giorno del nostro primo incontro. Era un caldo pomeriggio èrimaverile, uno di quelli in cui già cominciavi a sentire l’aria dell’estate scivolarti con grazia sulla pelle. Me ne stavo seduto su un muretto all’uscita della scuola insieme a Niall, tutto preso da una conversazione telefonica su non mi ricordo cosa, con Lucy, che allora era la sua ragazza. Quanddo a un certo punto vedo una bellissima ragazza dai capelli lunghi del colore del grano, avvicinarsi a me, con tanto di sorriso stampato sulle labbra. Non l’avevo mai vista prima d’ora. O meglio l’avevo vista, ma non sapevo nemmeno il suo nome, cosa strana visto che è sempre stata una tra le ragazze più gettonate del liceo.
“Ehi, ti serve qualcosa?”, le avevo domandato, senza mancare di ricambiarle il sorriso. Lei in tutta risposta aveva annuito, senza smettere di mostrarmi quel meraviglioso sorriso, che sfoderava una perfetta fila di denti bianchi. “Questa sera do una festa in piscina a casa mia, volevo chiederti se ti piacerebbe venire”, aveva poi detto, prendendo intanto una ciocca dei suoi lunghi capelli tra le dita, cominciando graziesamente ad attorcigliarsela intorno all’indice. “Volentieri, grazie mille per l’invito. Posso portare il mio amico? Credo verrebbe con la sua ragazza”, avevo accettato entusiasta dell’idea, perché le feste in piscina mi avevano sempre attirato molto, indicando intanto Niall, che nel frattempo aveva riagganciato. Vedo così Barbara annuire, acconsentendo alla mia richiesta per poi estrarre un pennarello dalla sua borsa, segnandomi così numero e indirizzo sul braccio, mentre le sue guance si stavano leggermente colorando di rosso. Quando poi andò via, Niall passò qualcosa come tutte le due ore successive a chiedermi se mi fossi reso conto di chi mi aveva appena invitato alla sua festa. Avevo ribattuto che in effetti no, non avevo la minima idea di chi fosse quella ragazza. “Harry scherzi? Quella è Barbara Palvin, il sogno di ogni ragazzo di questa scuola. A meno che tu non sia gay, non puoi non aver pensato almeno una volta a quanto bello sarebbe, svegliarti una mattina accorgendoti di aver passato la notte insieme a lei”. Avevo così alzata gli occhi al cielo. In effetti era una ragazza molto carina, eppure non avevo pensato nemmeno per un attimo a una cosa del genere, non in quel momento almeno. Ovviamente non sono gay, voglio dire se proprio devo essere onesto, una volta mi era capitato di finire a letto con un ragazzo, ma ero ubriaco fradicio non credo contasse molto, nemmeno ricordavo chi fosse il ragazzo in questione. Comunque era un particolare che non avevo mai raccontato a nessuno, non perché me ne vergognassi, ma seplicemente non aveva interferito tanto nella mia vita. Era capitato e basta, sapevo bene cosa volevo.  “Niall tu sei fidanzato, non dovresti nemmeno pensare alle altre ragazze. Ora sarà meglio che vada, ci vediamo questa sera, puntuale per le nove mi raccomando”, avevo quindi detto infine, per poi tornare a casa mia iniziando a prepararmi per la festa, ripensando per un istante al discorso di Niall sull’essere gay, scacciando subito via questo pensiero dalla testa.
-Che vuoi? Tu non rispondevi al telefono. Ora vai, prima che mi arrivi in ritardo, ci vemdiamo tra poco amore-, mormora lei, continuando a ridacchiare, riattaccando intanto la telefonota. Lancio così piano il telefono sopra il letto per poi cominciare a riempire la valigia con i primi vestiti che mi capitavano a tiro dall’armadio. Non avevo tempo per mettermi a sceglierli, ma poco importava, tanto sarei stato per la maggior parte del tempo in costume. Entro poi in bagno, dandomi una rinfrescata veloce, di cui avevo un estremo bisogno, considerato quanto il caldo mi stesse uccidendo.
Quando torno in camera, mi viene quasi un colpo nel vedere Niall seduto sopra il mio letto ad aspettarmi.
-Niall, che diamine, mi fai prendere un infarto, potevi avvertirmi di essere arrivato-, mormoro scacciando un sospiro dalle labbra giusto per riprendermi dal piccolo colpo.
-Scusami, ma è stata tua madre a dirmi che potevo anche salire di sopra-, si giustifica lui per poi osservarmi qualche secondo, scoppiando subito a ridere come uno stupido.
Sollevo quindi il sopracciglio, non capendo cosa ci fosse di tanto divertente, avevo forse qualcosa di strano sul viso? Vado subito dinnanzi allo specchio, constatando che tutto fosse al proprio posto.
-Ni, perché stai ridendo?-, domando infatti, piuttosto confuso.
-Oh nulla Haz, solo dovresti vedere le tue occhiaie, hai fatto le ore piccole eh? Scommetto che tu e Barbara ieri sera ci avete dato dentro-, dice lui continuando a sghignazzare, tenendosi intanto lo stomaco per il troppo ridere.
Emetto un piccolo sbuffo, girandomi verso di lui scuotendo intanto la testa. –Sei proprio uno stupido quando fai così lo sai?-, mormoro con fare scherzoso, anche se un tocco di serietà nelle mie parole c’era eccome. –Non ho fatto nulla con Barbara ieri sera, abbiamo solo guardato un film, poi è tornata a casa sua. Se ho queste occhiaie è solo perché questa notte non ho dormito molto bene-, affermo, lasciandomi sfuggiro un respiro un pochino più pesante del normale, perché in effetti era un po’ di tempo che la notte non riuscivo a dormire, tutto perché appena prendevo sonno, cominciavo a fare brutti sogni, che per altro al mio risveglio nemmeno riuscivo a ricordare. Non ricordo nemmeno come il tutto fosse cominciato, so solo che da li le mie dormite avevano cominciato a essere piuttosto tormentate e forse era anche quello il motivo per cui la mattina mi svegliato tutto fuorché riposato ed era probabilmente per questo che ultimente con Barbara non riuscivo più a combinare nulla. Ero troppo stanco per fare qualsiasi cosa, speravo solo che quella vacanza mi sarebbe servita a qualcosa.
-Ancora incubi?-, mormora Niall, facendosi ora più serio anche lui, guardandomi piuttosto preoccupato, essendo perfettamente a conoscenza di tutto quello che  mi stava capitando.
Annuisco lentamente, sedendomi poi accanto a lui sul letto. –Già...-
-Credevo fossero finiti-, mormora posandomi una mano sulla spalla, per poi lasciare sopra di essa una piccola carezza. Niall poteva anche essere il ragazzo più spiritoso del mondo, ma una cosa che mai gli era mancata era la dolcezza, soprattutto se sapeva che qualcosa nella mia vita non andava.
-Purtroppo no, ma forse mi è solo rimasto addosso lo stress della maturità. Devo riposare tutto qui-, dico, non molto convinto delle mie parole, ma provando comunque a essere positivo.
-Può essere, infondo la maturità è stata alquanto tosta, ma è per questo che poi ci sono le vacanze e poi ci sarò io con te in cabina, quindi penserò io a farti dormire come si deve-, ridacchia infilandomi una mano tra i ricci, dando loro una leggera arruffata.
-Sul serio? E come farai, sei un mago forse?-, chiedo, scacciando una piccolo risata in seguito alla sua.
-Bé in effetti no, anche se in questo momento ci farebbe molto comodo, credo siamo troppo in ritardo, adesso chi le sente quelle due?-, osserva Niall, guardando l’orologio sul display del suo cellulare.
-Oh non preoccuparti, userò la scusa di mia madre che ci ha tenuti a parlare e poi non credo che Lucy potrebbe mai dirti qualcosa, è troppo innamorata di te per farlo-, gli ricordo cominciando ad alzarmi dal letto, afferrando in seguto la valigia, infilanmdomi subito dopo le scarpe pronto per andare.
-No, ma che dici? Con Lucy è finita, Harry-, replica lui, convinto del fatto che quella ragazza non provasse più nulla per lui.
-Si, magari per te è finita, lei credo sia ancora cotta di te e seriamente sto cominciando a chiedermi se per caso sei cieco, perché in effetti ce ne vuole per non accorgersi di come ti guarda. Inoltre sono pure certo che anche tu lo sappia, o di non avresti avuto alcun problema a condividere la cabina con lei-, osservo guardandolo dritto negli occhi, più che convinto di non sbagliarmi, aspettando intanto che pure lui si alzasse.
-Bé ad ogni modo, ormai non conta Harry. Mi dispiace se prova ancora qualcosa per me, giuro che l’ultima cosa che voglio è che lei soffra, ma non posso farci nulla, io per lei non provo più niente e se le dessi ancora qualche speranza la illuderei solamente. Lo sai anche tu che al cuore non si comanda. Io purtroppo è un’altra ragazza che voglio, anche se sono sempre più convinto che per il bene di tutti dovrei solo togliermela dalla testa-, esclama per poi sollevarsi anche lui dal letto, iniziando a incamminarsi fuori dalla mia stanza.
-Oh già dimenticavo di questa ragazza misteriosa, prima o poi me lo dirai chi è vero?-, gli domando cominciando a sentirmi leggermente offeso al riguardo. Ero il suo migliore amico, meritavo di saperne qualcosa no?
Lo sento sospirare. –Non lo so Harry, non è che non mi fidi di te, anzi in realtà sei l’unica persona di cui mi fido al mondo, è solo che se ne parlo sarà molto peggio. Te l’ho detto, la devo dimentacare o molta gente ne rimarrebbe ferita, cosa che sarei ben lieto di evitare-
Ascolto il suo discorso, annuendo più perché ero rassegnato che per altro. Aveva lasciato Lucy da ormai tre mesi ed erano sempre tre mesi che diceva di essersi innamorato di un’altra ragazza, ma non aveva mai voluto dire chi fosse per qualche strana ragione. La cosa che più mi lasciava perplesso era il perché questa sua cotta avrebbe dovuto far soffrire qualcuno. Cioé a parte Lucy, chi avrebbe potuto ferire?
-Hazza ci sei?-, mi richiama Niall, schioccandomi le dita dinnanzi agli occhi come per risvegliarmi.
Sollevo così il caso, annuendo lentamente, tornando intanto con i piedi per terra. –Certo, ci sono, dai andiamo-, mormoro senza aggiungere altro, dirigendomi fuori casa, verso la macchina, seguito da Niall, che a giudicare dall’espressione si stava sicuramente domandando a cosa stessi pensando.
Appena giunti alla macchina, carichiamo la nostra roba, mettendoci poi seduti sui sedili anteriori. Inizio così a guidare mmsercando di mantenere la mia attenmzione sulla strada, arrivando in dieci minuti davanti casa di Barbara, che visibilmente ansiosa, stava fumando la sua sigaretta in compagnia di Lucy.
-Ragazze?-, le chiamo dal parcheggio di fronte, scendendo intanto dalla mia auto, inmsieme a Niall, recandoci in direzione loro per aiutarle a portare i bagagli.
-Amore finalmente-, borbotta Barbara un pochino seccata per l’attesa, ma senza riuscire a evitare un piccolo sorriso.
-Scusateci, mia madre non ci lasciava più andare via-, mento di nuovo per poi avvicinarmi alla mia ragazza, lasciandole un piccolo bacio sulle labbra, un pochino morbide e appiccicose, per via del lucidalabbra che immancabilmente metteva ogni qualvolta dovesse uscire. Non le avrei detto nulla riguardo i miei incubi, si sarebbe preoccupata e non ne valeva affatto la pena.
-Oh non importa Har, nel frattempo abbiamo fatto qualche programma per la vacanza. Questa sera pretendo che si vada a ballare-, afferma in un tono abbastanza estasiato.
Sgrano così gli occhi, incredulo che già la prima sera avesse tutta quella voglia di scatenarsi. D’accordo era una vacanza, il divertimento era senz’altro incluso, ma almeno la prima sera, credevo l’avremmo dedicata solo al riposo. –Ballare? Amore ti ricordo che ci spetta un viaggio da fare, in più dovremmo si stemarem la nostra roba, non sarebbe meglio se per questa sera ce ne stessimo un po’ tranquilli? Che ne so, magari potremmo andare sul ponte a guardare le stelle-, propongo, sperando che la mia proposta sarebbe stata accolta.
La vedo sollevare il sopracciglio, bruciando perciò ogni mia piccola speranza. –Guardare le stelle?-, ripete come se avessi detto la cosa più assurda di questo mondo. Barbara era una ragazza bravissima, ma non era mai stata tra le più romantiche. Era più il tipo da festa, quello che avrebbe condotto volentieri una vita notturna, che prevedeva solo tanto divertimento e la giornata seguente a dormire sotto le coperte.
Faccio per ribattere qualcosa, ma subito vengo interrotto da Niall, che cominciava ad avere una certa fretta di partire. In effetti si stava facendo molto più tardi del previsto. –Ragazzi cosa ne dite se ne discutiamo mentre siamo in macchina?-, propone, corrugando un pochino la fronte, come per farci notare che così rischiavamo di rimanere giù dalla nave.
Annuiamo quindi in risposta, recandoci poi tutti e quattro verso la mia macchina, traspordando intanto io la valigia di Barbara, mentre Niall quella di Lucy, sicuramente molto più leggera.

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Capitolo 2
*** CAPITOLO 2 ***


Il viaggio per arrivare all’imbarco, era stato piuttosto duro e pesante. Tra Barbara che continuava a insistere perché la sera andassimo a ballare, alla quale infine ho risposto di si più per sfinimento che per altro. Niall che continuava a lamentarsi di avere fame, Lucy che per fare bella figura con lui continuava a chiedere di fermarci così che il biondo potesse comprarsi qualcosa. Penso che quella situazione fosse alquanto ridicola, Lucy era una ragazza bellissima, non credo le servisse accontentare ogni piccola richiesta di Niall, perché lui si accorgesse ancora di lei. Niall era innamorato di un’altra ragazza ormai e quando è così, fare i carini serve a ben poco. A mio parere doveva voltare pagina, ma alla fine dei conti non era affari, perciò non sarei stato a preoccuparmene più di tanto, avevo ben altri pensieri al momento per la testa. Ma se c’era qualcosa di ancora più impossibile da sopportare, quelle erano state senza dubbio le due ore, passate in fila prima dell’imbarco, dove era pieno di persone che urlavano, famiglie spazientite, bambini che non stavano un attimo fermi. Non fraintendete, amo i bambini, ma in certe occasione serve davvero molta pazienza, cosa che di certo non è una mia qualità, non dopo tutte le notti tormentate dagli incubi che continuavo a passare. Quando finalmente era arrivato il nostro turno di salire sulla nave, credo di aver tirato un grosso sospiro di sollievo. Andiamo così tutti insieme alla reception, dove ci distribuiscono mi nostri mazzi di chiavi delle rispettive cabine. Quella di Barbara e Lucy era la numero D36 sul corridoio di destra, mentre quella mia e di Niall la D37, sul corridoio di sinistra. Saliamo così sull’ascensore,m schiacciando il numero 3, ovvero il ponte in cui le nostre cambine erano situate, dopodiché giungiamo dinnanzi a esse, trovando per fortuna tutti i nostri bagagli ad attenderci. Infilo così le chiavi nella serratura, scoprendo che con grande gioia di Niall, la nostra stanza era munita di Oblò. Mi giro poi verso uno dei due lettini singoli, trovando così un opuscolo, con scritto tutto il programma della prima giornata, in cui era inclusa una noiosissima lezione di salvataggio obbligatoria a tutti i passeggeri. -Dobbiamo proprio andarci?-, mugugna Niall, roteando gli occhi, annoiato solo all’idea. -A quanto pare si, comunque abbiamo ancora mezzora-, osservo guardando l’ora dal mio cellulare. -Mi è venuta, se ci andassi tu e poi quando torni mi spieghi tutto velocemente?-, propone il biondo, sapendo già che la mia risposta sarebbe stata negativa. -Puoi scordartelo!-, esclamo infatti, accennando poi una piccola risata. -Sei ingiusto-, borbotta incrociando le braccia al petto, fingendosi offeso. -La vita lo è! Ora zitto e disfa i bagagli-, ridacchio, estrando una maglietta a mezze maniche dalla valigia, lanciandogliela sul viso. -Cretino!-, afferma ridendo anche lui, togliendosi la maglietta dalla faccia per poi lanciarmela di nuovo sul letto. La afferro continuando a ridere, piegando intanto la maglietta e cominciando a spostare tutti i miei vestiti dentro l’armadio, facendo attenzione a lasciarea abbastanza spazio, anche per quelli di Niall. Mezzora dopo ci incamminiamo verso la sala dell’incontro, insieme a Barbara e Lucy, che come noi avrebbero evitato volentieri quella pappardella assolutamente noiosa. Prendo così la mia ragazza per mano, facendo intanto finta di essere interessato alla “lezione” in modo da non sembrare un maleducato. Quando finalmente tutto finisce, ci rechiamo insieme sul ponte, attendendo la partenza che ormai aspettavamo tutti con ansia, parlando nel frattempo tra di noi del più e del meno. -Ho trovato un vestito perfetto per questa sera-, dice Barbara stringendosi di più a me, ignorando il troppo caldo per cui continuavo a credere che da un momento all’altro mi sarei sentito male, mentre io le avvolgo un braccio intorno alla vita. -Wow, voi ragazze siete incredibile, qualsiasi cosa dobbiate fare, sapete già come conciarvi ore prima-, dice Niall lasciandosi sfuggire una piccola risata, al quale mi unisco assolutamente d’accordo con lui. -Oh ma zitti, siete solo invidiosi del fatto che per ogni occasione riusciamo sempre a essere perfette, non è vero Lucy?-, scherza Barbara, giusto per stare al gioco, coinvolgendo anche Lucy che finora era stata di poche parole. -Concordo in pieno-, afferma Lucy, per poi mettersi a ridacchiare, osservando intanto Niall con la coda dell’occhio. Non c’era che dire, ne era troppo ossessionata. In un certo senso ero anche dispiaciuto che si fossero lasciati, infondo eramno una mmcoppia molto carina, anche se piuttosto monotona. Forse era proprio che aveva fatto stancare Niall, lui era un ragazzo molto vivace, sempre in cerca di divertimento. In questo era molto simile a Barbara. Se non fosse che è la mia ragazza, li avrei visto abbastanza bene come coppia. -Certo sono gelosissimo, magari la prossima mi presti uno dei tuoi vestitini Barbs-, mormora Niall scoppiando poi in una grossa risata, seguito subito da me che nel frattempo avevo cominciato ad immaginare la scena. -Guarda io te lo presterei anche, ma non penso tu abbia le forme giuste per metterlo-, ribatte Barbara facendomi così scoppiare a ridere un’altra volta. Infondo adoravo il suo carattere, sempre così determinata in tutte le decisioni che prendeva, sempre pronta a ribattere. Continuiamo così a parlare e ridere per altri dieci minuti, di ogni minima stupidaggine che ci passava per la testa, anche se in realtà per la mia di testa passavano ancora le solite preoccupazioni. Non mi piaceva stessare gli altri con i miei problemi, soprattutto se questi erano abbastanza stupidi. Perché infondo non aveva senso dare tanto peso a degli incubi, per quanto potessero andare avanti da tempo. -Daysi, Daysi ti prego fermati subito-, sento una voce maschile gridare forte alle mie spalle, poco più lontano da noi. Mi giro così di scatto notando una bambina piuttosto piccola, biondina, correre per il ponte della nave. Non mi ci vuole molto per dedurre, che doveva trattarsi proprio della bambina in questione. Così non ci penso due volte, mi allontano dai miei amici correndo, fino a raggiungere la bambina e fermarla. -Ehi dove scappi?-, rido, alzando poi lo sguardo, notando un ragazzo poco più lontano da me, dall’aria evidentemente sollevata. Doveva essere proprio lui il ragazzo che cercava di fermare la bambina, visto come subito dopo si avvicina a noi, con sguardo più tranquillo, rivolgendomi un sorriso riconoscente. A giudicare da molti aspetti, doveva essere un suo parente, visti anche i tratti praticamente identici, in particolare i bellissimi occhi, di un azzurro talmente intenso da fare invidia al cielo. -Daisy, ma sei impazzita? Mi hai fatto prendere uno spavento, non farlo mai più-, mormora quel ragazzo di cui riconosco immediatamente la voce di poco prima prendendo così la bambina per mano. Non era arrabbiato, ma si vedeva quanto la piccola poco prima lo avesse fatto preoccupare. –Non so proprio come ringraziarti, ti sarò debitore a vita, non so che avrei fatto se l’avessi persa-, mormora poi rivolgendosi a me, piegando le sue labbra sottili in un sorriso. -Oh figurati, non c’è problema, i bambini sono adorabili, ma non si può negare che sia indomabili-, ribatto, accennando poi una piccola risata giusto per metterla sul ridere. Non sapevo nulla di quel ragazzo, eppure già mi ispirava molta fiducia, si vedeva quanto fosse buono e gentile, oltre che senza ombra di dubbio molto solare e simpatico. -Già, ne so qualcosa, sai faccio l’animatore proprio su questa nave, me ne capitano di ogni, ma infondo come si fa a non amarli?-, ridacchia in risposta, senza perdere intanto Daisy di vista. -Sei l’animatore? Wow, è un lavoro molto carino-, dichiaro, in modo sincero. –Quindi lei è una delle bambine che ti hanno affidato?- -No, in realtà questa peste è mia sorella, ma si unisce sempre nelle attività, per fare amicizia sai-, mi spiega, lasciandosi sfuggire un’altra risatina, passandosi intanto la mano libera tra i folti capelli castani. Era piuttosto elegante nei modi di fare. -Ohw, in effetti notavo tra di voi una certa somiglianza-, affermo ciò che stavo pensando fino a qualche minuto prima. –Comunque mi chiamo Harry, sono salito a bordo giusto oggi, insieme ai miei amici e alla mia ragazza-, dico indicando gli altri tre con il braccio, trovando ormai giusto presentarsi, visto che avevamo cominciato a chiacchierare, sfiderando intanto le mie labbra in un sorriso. -Oh giusto, non ci eravamo ancora presentati, mi chiamo Louis, ma se vuoi puoi chiamarmi Lou, di solito gli amici mi chiamano così-, mormora porgendomi intanto la mano, che in un baleno vado a stringere. -Già mi consideri tuo amico? Ne sono onorato-, dico, quasi divertito, anche se le mie parole erano del tutto sincere. -Bè si, perché no? Infondo posso giù affermare che sei un ragazzo simpatico e anche se ti conosco da pochi minuti la confidenza di certo non manca. Comunque spero che vi troverete bene su questa nave, mio padre è il proprietario e posso assicurarti che faremo il possibile per farvi avere la vacanza perfetta- -Sul serio tuo padre è il proprietario?-, ripeto, piuttosto sbalordito, spalancando leggermente gli occhi. Ridacchia. –Pare proprio di si, questa è una cosa piuttoto famigliare in realtà. Ci lavorano anche mio zio, mio cugino, il mio migliore amico e la mia migliore amica. Anche l’altra mia sorella sta cominciando a sbrigare qualche mansione, ma per ora nulla di ufficiale, è ancora piccola perciò si limita a dare una mano in cucina, insieme al mio amico, Liam-, mi racconta senza abbandonare quel bellissimo sorriso, che sono più che certo, qualunque ragazza se ne sarebbe potuta innamorare. -Ho capito, devo farvi i complimenti allora, questa nave è perfetta-, esclamo, ricambiando a pieno il suo sorriso. -Oh ma grazie, Harry... ti chiami Harry, vero? Non ho appena fatto una figuraccia?-, chiede, un pochino incerto, impaurito di avermi chiamato nel modo sbagliato. -No no, tranquillo Lou, Harry è giusto. In realtà mi chiamo Harold, ma a parte mia madre quando è arrabbiata nera, mi chiamano tutti Harry o al massimo Har e in qualche raro caso, la mia ragazza Harreh, più che altro se deve farmi le moine per ottenere qualcosa-, gli spiego, non potendo fare a meno di ridere un’altra volta. Ero sempre stato un tipo piuttosto allegro, ma in effetti non avevo mai riso così di continuo come in quel momento con Louis. Evidentemente stava avendo una buona influenza su di me, che infatti mi sentivo stranamente rilassato. -Lo immagino, le ragazze potranno essere fantastiche, ma sono delle rufiane pazzesche-, scherza, scuotendo un pochino la testa, sempre con modi perfettamente agraziati, da farmi quasi invidia. -Non posso darti torto-, concordo, scoppiando in una piccola risata. –Hai una ragazza anche tu?-, mi azzardo a domandare, sperando di non essere stato troppo invadente. Lo vedo arrossire un pochino, ma non ci faccio troppo caso, forse l’argomento lo imbarazzava. –No, no nessuna ragazza-, mormora, abbozzando un lieve sorriso, girando poi lo sguardo verso il mare. –Ohw guarda la nave è partita, non ci avevo nemmeno fatto caso-, ammette per poi riportare lo sguardo verso di me, che come lui non mi ero accorto minimamente di nulla. Era strano da parte mia, visto che solitamente non mi lasciavo mai sfuggire niente, neanche la cosa più insignificante. Sollevo infatti il sopracciglio, stupito da me stesso, distogliendo per qualche attimo gli occhi da lui, posandoli poi indirezione del mare, rimanendo incantato dal paesaggio intorno che la nave mi stava permettendo di giarare. -Nemmeno io me ne ero accorto, è bellissimo comunque. Per me è la prima crocera-, lo informo, tornando poi a guardare lui, che aveva lo sguardo incantato quasi quanto il mio. Forse per quanto fosse abituato, un certo effetto vedere certe meraviglie, glielo faceva sempre. -Già, è fantastico... Harry, scusa ma ora devo scappare, ho dei bambini da guardare e ho lasciato la mia amica sola con loro-, mormora, mostrandomi un altro dei suoi bei sorrisi. –Spero di rivederti, insomma se ti fa piacere appena ho un attimo di pausa potremmo vederci, magari prendere qualcosa, puoi anche portare i tuoi amici-, propone, prendendosi intanto il labbro inferiore tra i denti, cominciando a mordicchiarlo un pochino. Sembrava quasi nervoso, ma forse era solo un vizio che aveva. -Certo, mi piacerebbe moltissimo-, dico sorridente, tirando intanto fuori il mio cellulare. –Potresti lasciarmi il tuo numero? Così possiamo metterci d’accordo un po’ meglio, dicono che in certi punti prende- -Sicuro-, mormora, mettendo in evidenza una certa contentezza, dovevo avergli fatto una mbuonissima impressione e questo non poteva che farmi compiacere. Mi faccio così dettare il numero di telefono, per poi dargli il mio subito dopo. Quindi ci salutiamo, promettendoci di rivederci il prima possibile. Lo guarda andare via con un’espressione allegra dipinta in volto, dopodiché ritorno dai miei amici, che a quanto pare mi stavano osservando da un po’, chiedendosi con chi stessi parlando. -Finalmente Harry, stavo quasi per venirti a chiamare, ti sei allontanato almeno mezzora fa-, mugugna Barbara, visibilmente seccata che non ero stato con le durante la partenza della nave. –Ma chi era quello?-, chiede poi, corrugando leggermente la fronte, abbastanza confusa come se si stesse chiedendo se si fosse persa qualcosa. -È l’animatore della nave, si chiama Louis. La sua sorellina stava scappando e io l’ho aiutato a riprenderla, così ci siamo ritrovati a fare due chiacchiere, è un ragazzo simpatico sai?-, mi limito a raccontare, sperando che ora non incominciasse a farmi mille storie, per il fatto che mi fossi allontanato dal gruppo praticamente senza avvisare. -Già ho notato ti stessi divertendo a parlarci-, borbotta con un tono di voce strano, che mi fa rimanere un pochino perplesso. -Non dirmi che adesso sei gelosa di un ragazzo-, mormoro, lasciandomi sfuggire una risata,m per ‘assurdità di quella situazione. Potevo capire se si fosse trattato di qualche bella ragazza, ma era un maschio, non aveva senso ingelosirsi. Anche se, non potevo negare che in quei pochi minuti con Louis avevo riso più di quanto avessi mai fatto con lei. -No Harry, figuti se provo invidia verso un ragazzo, non è questo il punto, solo è la mia prima crocera e mi avrebbe fatto piacere guardare la partenza insieme a te, tutto qui-, dice, scacciando un piccolo sbuffo dalle labbra, facendomi notare tutto il suo fastidio. Sospiro. –Lo so Barbara, mi dispiace, non mi ero neanche accorto che la nave fosse partita. Dai non arrabbiarti, questa è anche la prima vacanza che facciamo noi quattro insieme, non roviniamola litigando- -Mmh-, si limita a mugugnare facendo ancora l’offesa, ma la conosevo abbastanza da notare che già gli fosse passata. Accenno così un sorriso, mostrando appena le mie fossette per poi circondarle la vita con le braccia, abbracciandola da dietro e sporgendo di poco la testa in avanti. –Amore dai. Me lo dai un bacio?-, mormoro dolcemente, avvicinando di più le labbra al suo viso. La guardo tentare di rimanere seria, ma poi non riesce più a trattenersi, ridacchianmdo quindi un pochino. –Fottiti-, mormora voltandosi completamente verso di me, in modo da puntare i suoi occhi grandi nei mie verdi, posando in seguito le labbra sulle mie. Faccio così pressione sulla sua bocca, sorrisendo un pochino su di essa, cominciando poi a muovere la mia con movimenti lenti e dolci. Sento le sue mani insinuarsi tra i miei ricci, mentre io la stringo più forte a me, spingendo leggermente con la lingua, cercando un accesso tra le sue labbra, che ovviamente non mi viene negato. Faccio quinmdi intrecciare le nostre lingue, mettendo sempre più foga in quel bacio. Una cosa dovevo ametterla, i suoi baci erano perfetti ma non mi davano alcuna scarica di adrenalina. Però questo non mi preoccupava, erano pur sempre due anni che ormai stavamo insieme, dopo un po’ l’effetto finisce no?

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Capitolo 3
*** CAPITOLO 3 ***


-Dici che una camicia abbinata a una giacca elegante andrà bene per questa cena?-, chiedo a Niall, estraendo alcuni vestiti dall’armadio, cercandone qualcuno che potesse essere adatto a una serata di gala, come era scritto nel programma, che durante il ritorno in cabina, ci avevano fatto trovare sul letto. -È una serata di gala Harry, non un invito a corte, non c’è bisogno di preoccuparsi tanto-, borbotta il mio amico al quale non era mai importato granché fare una bella figura nel vestirsi, tanto più quella sera che lo trovavo piuttosto strano, il che mi faceva abbastanza preoccupare. -Lo so, ma ci tengo a presentarmi in un certo modo sai come sono fatto-, gli ricordo, dando poi una leggera scrollatina alle spalle. -Sarai sempre e comunque perfetto Harry, non devi preoccuparti-, sbuffa, facendo roteare un pochino gli occhi. Lascio così perdere per qualche istante i vestiti, guardandolo negli occhi, con un sopracciglio sollevato. –Bé?- -Bè, cosa?-, ripete lui, facendo finta di non aver capito. -Bè, cosa ti prende-, specifico, senza accennare a distogliere l’attenzione da lui. -Non mi prende nulla Harry, cosa dovrebbe prendermi?-, nega tutto Niall, crecando di mostrarsi naturale nel dirlo, ma notavo benissimo che stesse mentendo, lo conoscevo abbastanza da capire che aveva qualcosa. –Sul serio, non ho nulla, è solo la stanchezza del viaggio-, dice poi, cercando di convincermi che fosse così. -Mmh, se lo dici tu, ma sappi che non mi convinci affatto Ni. Ti conosco troppo bene, so quando qualcosa non va-, puntualizzo. -Pensala come ti pare Haz, ma io sto benissimo. Ad ogni modo, chi era il ragazzo con cui parlavi prima sul ponte?-, chiede poi, cercando ovviamente di deviare il discorso, piegando poi le labbra in un piccolo sorriso. -Si chiama Louis, suo padre è il proprietario di questa nave, mentre lui lavora come animatore, un ragazzo davvero simpatico-, affermo, mentre un sorriso si dipinge sulle mie labbra. Da quando ci avevo parlato, mi aveva lasciato il buon umore addosso, speravo davvero di poterlo rivedere, mi sarebbe piaciuta una serata in sua compagnia. Lo so, lo conoscevo da pochissimo e non è che ci avessi parlato poi molto, eppure più passavano i minuti più non vedevo l’ora di poterlo rivedere. -Spero tanto di conoscerlo allora, magari finché siamo qui, può unirsi a noi nel tempo libero. Se poi ce lo facciamo amico, forse suo padre può farci un piccolo sconto per questa vacanza-, scherza Niall. -Bè, in effetti ci avevamo pensato anche noi di uscire tutti insieme, infatti mi ha lasciato il suo numero, magari dopo potrei scrivergli- Niall annuisce. –Ottima idea, più gente conosciamo meglio è. Ora però dovremmo andare a mangiare, credo che Lucy e Barbara ci staranno aspettando e come ben sai, è meglio non farle aspettare troppo, lo dico soprattutto per il tuo bene-, afferma, lasciandosi poi sfuggire una risata, seguita subito dalla mia, perché effettivamente aveva ragione. Mi vesto così velocemente, mettendomi addosso camicia e giacca nera, elegante, come già stabilito, infine mi do una rapida sistemata ai ricci, come al solito un po’ disordinati sulla fronte, aspettando intanto Niall che come me, cercava di mettere un po’ d’ordine ai suoi capelli biondi. Dopodiché insieme andiamo a recuperare le ragazze, che già pronte, stavano aspettando il nostro arrivo sedute sul letto, vestite nei loro abiti eleganti. Stranamente non ci fanno troppe storie per il ritardo. Prendo così la mano di Barbara, facendo intrecciare le nostre dita, mentre sento Lucy fare i complimenti a Niall su quanto fosse carino e lui in tutta risposta le rivolge un gentile sorriso, ringraziandola per poi dirle che anche lei non era niente male. Ormai avevo capito che Niall per lei non provasse più nulla, ma di una cosa ero assolutamente certo, le voleva molto bene e questo non sarebbe affatto cambiato. Ci rechiamo quindi tutti e quattro insieme al ristorante, cercando il tavolo che Barbara aveva fatto riservare a mio nome. Non era affatto male come postazione, anzi tutt’altro. Eravamo stati messi proprio al lato estremo della sala, vicino al ponte, la vista era a dire poco meravigliosa. -La sedia vicino al vetro è prenotata-, ridacchia Niall, buttandosi a capofitto, in modo che nessuno potesse rubargliela. Scoppio così a ridere, trovando la scena alquanto divertente, per poi sedermi al suo fianco. -Ehi, non è affatto giusto, volevo sedermi io vicino al vetro, ma non posso farlo perché voglio stare anche di fronte a Harry-, si lamenta Barbara. Niall alza le spalle. –La vita è ingiusta-, si limita a dire, mettendosi di nuovo a ridere. Vedo Barbara tentare di ribattere qualcosa, ma è costretta a fermarsi per via dell’arrivo di una cameriera. Una ragazza visibilmente più piccola di noi, dai lunghi capelli biondi e due grandi occhi azzurri, identici a quelli di Louis. Non mi ci vuole molto per capire che si trattasse della sorella. Effettivamente aveva accennato che ogni tanto dava una mano sia in cucina che in sala. Era una ragazza molto bella, dai lineamenti dolci oltre che piuttosto fini. Assomigliava tanto a Louis, soprattutto la bellezza era qualcosa di esemplare proprio come quella del fratello. Non che mi interessassero i ragazzi, ma non potevo negare che in tutta la mia vita non mi era mai capitato di incontrare un ragazzo tanto bello quanto Louis. Scuoto poi la testa, cercando di tornare alla realtà, accorgendomi solo poi che nel frattempo i miei amici avevano già ordinato. -Ehm... Harry, tocca a te-, dice Lucy, mentre sia Niall che Barbara mi guardavano leggermente confusi, probabilmente accortisi di quel momento di distrazione. Mi giro così verso la sorella di Louis, della quale il nome era ancora un mistero, notando che mi stesse fissando, per poi spalancare un pochino gli occhi, non appena la mia amica mi aveva richiamato. Sollevo così il sopracciglio, chiedendomi intanto per quale motivo mi stesse guardando in quel modo. -Aspetta, tu sei Harry?-, mormora, continuando a scrutarmi, facendomi quasi sentire in imbarazzo. -Bé si, si sono Harry, perché?-, domando sempre più stranito, perché dal suo tono di voce sembrava quasi che avesse sentito già parlare di me. Forse Louis gli aveva accennato qualcosa a proposito del nostro incontro? Ma no, impossibile, perché avrebbe dovuto farlo? Soprattutto perché la cosa mi interessava tanto? -Oh, no no nulla, chiedevo così, insomma non sapevo se avevo capito bene il nome-, mormora, accennando una risatina che avrei giurato fosse piuttosto nervosa, ma decido di non farci troppo caso. Forse era solo una mia impressione. –Bé comunque cosa prendi?-, domanda gentilmente, sfoderando poi un sorriso, anch’esso identico a quello perfetto di Louis. -Ehm...-, mugolo un pochino in difficoltà, visto che mi ero completamente scordato di guardare il menù. –Spaghetti con vongole?-, butto li il primo piatto che mi viene in mente, sperando solo di averci azzeccato. Eravamo sempre sul mare, dovevano cucinarlo per forza un piatto del genere. Con mio grande sollievo la vedo annuire, segnando sul blocchetto ciò che le avevo richiesto. –Perfetto, arriverà tutto tra poco, poi tornerò per i secondi-, ci informa, guardandomi ancora per un attimo, per poi girare i tacchi, sparendo dalla nostra vista. -Haz, come mai quella cameriera ti squadrava come se avesse visto la Madonna, ma soprattutto perché sembrava conoscerti?-, chiede Barbara con la fronte corrugata, un tantino confusa, confermando però le mie teorie sul fatto che la ragazza avesse già sentito parlare di me. -Ohw, non ne ho idea amore, me lo stavo domandando pure io, forse Louis gli ha accennato qualcosa sul nostro incontro-, affermo, avendo come l’impressione che infondo speravo fosse proprio così. Non sapevo il perché, ma sarei stato contento di sapere che a Lou avevo fatto una tale bella impressione, da mettersi persino a parlare di me, con le persone a lui più vicine. -Louis?-, ripete Barbara un pochino confusa. -Si, il ragazzo con cui ho parlato prima sul ponte-, le ricordo. -Okay, ma cosa centra lei?-, domanda ancora, continuando a non capire. -Credo sia la sorella, o almeno da come si somigliano e da ciò che mi ha raccontato, sembrerebbe sia così- -Ohw, okay... devi avere fatto davvero una bella impressione a questo ragazzo, se arriva addirittura al punto di parlare di te a sua sorella, dopo che avete parlato solo per mezzora-, commenta la mia ragazza. Sorrido a quel pensiero. Probabilmente aveva ragione, non parli di una persona appena conusciuta, se non ti ha lasciato addosso un certo segno. Non sapevo il perché ciò mi rendesse tanto contento, ma una cosa era certa, sapere di essere simpatico a Louis lo trovavo qualcosa di molto gratificante. -Sei contento?-, mormora Lucy. -Bè si, insomma è sempre bello sapere che qualcuno prova simpatia nei propri confronti-, dichiaro visibilmente onorato dalla cosa. –Inoltre Louis, così a prima vista, è un ragazzo davvero stupendo-, aggiungo poi, facendo notare quanto quel ragazzo mi avesse colpito. -Bé se è così, dovresti farcelo conoscere, a questo punto siamo curiosi-, dice Barbara sfoderando un piccolo sorriso, guardandomi negli occhi. -Ma certo, in realtà speravo proprio me lo chiedessi, mi ha lasciato il numero, magari più tardi gli mando un messaggio e organizziamo un’uscita-, propongo raggiante. -Perfetto!-, esclama la mia ragazza, guardando poi la cameriera di poco prima, giungere al nostro tavolo, cominciando a servire i piatti appena ordinati. Erano stati piuttosto veloci nel prepararli e potevo affermare fossero davvero buoni. Il cugino di Louis doveva essere un ottimo cuoco. Mangiamo così la cena tutti insieme, consumando subito dopo i secondi piatti, chiudendo poi in bellezza con dessert a dire poco squisiti. Una volta finito Barbara ci costringe ad alzarci in fretta dal tavolo, pare fosse molto in ansia per poter andare in discoteca. Torniamo così ognuno nella propria stanza, preparandoci a quella serata a cui francamente non avevo nemmeno tanta voglia di partecipare. Più il tempo andava avanti più mi rendevo conto di una cosa, per una ragione o per un’altra Barbara finiva sempre per averle tutte vinte. Forse era la sua capacità nel saper convincere le persone o forse semplicemente ero io, che malgrado tutto non riuscivo mai dire di no. -Harry, credo dovresti cominciare a vestirti, sai se facciamo in ritardo questa volta non possiamo usare la scusa di tua madre-, mormora Niall, sbuffando una piccola risata dalle labbra, infilandosi intanto la sua camicia a mezze maniche nera, che si era portato apposta per andare a ballare. Annuisco lentamente, tirando le labbra in un sorriso, cominciando intanto a rovistare tra la mia roba, piuttosto svogliato. –Certo, scusa ero un po’ sovrappensiero-, mormoro, sforzandomi di mantenere un tono che potesse non essere troppo tragico, non volevo si accorgesse che ero troppo stanco e che non avevo nessuna voglia di partecipare, conoscendolo si sarebbe sentito in colpa per avermi “trascinato” in questa cosa, quando in realtà non stavano affatto in quel modo le cose. Se ci andavo era solo perché altrimenti la mia ragazza mi avrebbe tenuto il muso, cosa di cui non avevo affatto voglia. -Ancora per gli incubi?-, chiede, cessando un attimo di vestirsi, in modo da riporre tutte le attenzioni su di me. -No no, non è per quello, non è nulla di importante Niall, davvero tranquillo-, affermo giusto per tranquillizzarlo. La verità è che aldilà di tutto, qualcosa continuava a tormentarmi nello stomaco, ma non avevo idea di cosa fosse, perciò questo non faceva che peggiorare ulteriormente le cose. Vedo Niall alzare gli occhi al cielo. –Harry, vuoi smetterla di dire che non è nulla, quando è più che evidente che sia qualcosa?-, domanda in modo retorico, per poi posare i suoi occhi azzurri nei miei, come per cercare di leggerne qualche indizio. Sapevo non l’avrebbe bevuta. Per quanto stupido potesse sembrare, in realtà Niall era un ragazzo piuttosto sveglio. Sospiro. –È che... sono un po’ stanco ecco tutto, insomma il viaggio, le notti insonni, ma è tutto okay Ni, magari appena comincio a ballare mi passa-, dico, pur sapendo che non sarebbe stato affatto così, ma non volevo che il biondo passasse tutta la serata a preoccuparsi per me, era pur sempre in vacanza pure lui. -Di la verità, non hai nessuna voglia di venire con noi, non è vero?-, mormora, iclinando leggermente la testa di lato. Ecco appunto, è fin troppo intelligente questo ragazzo, mai una volta che riuscissi a nascondergli qualcosa. Mi prendo così la faccia tra le mani per poi voltarmi nella sua direzione, scoprendomi il viso in modo da poterlo guardare in volto. –Non è per voi Niall, è che la discoteca questa sera non mi attira per niente. A parte la stanchezza, mi sento anche strano- Lo guardo sollevare il sopracciglio. –Strano?- , ripete ora più confuso. -Si, ma non so il motivo e ho una specie di sensazione allo stomaco, hai presente quando ti senti che sta per succedere qualcosa, qualcosa che ti sconvolga la vita, ma non sai cosa possa essere?-, provo a spiegare questi miei pensieri alqualto contorti. -Bé, si ce l’ho presente-, annuisce, per poi mostrarmi un mezzo sorriso amichevole, che avevo come l’impressione fosse più un incoraggiamento che altro. –Harry senti, perché questa sera non rimani qua tranquillo? Ci parlo io con Barbara, le dico che non ti sei sentito bene-, mi propone gentilmente, dandomi una piccola pacca sulla spalla. -Oh no, Ni davvero è meglio di no, Barbara si innervosirebbe comunque-, dissento immediatamente, sapendo già che la mia ragazza avrebbe fatto storie. –Senti davvero, non mi costa nulla fare questo sforzo, al massimo se proprio vedo che non ce la faccio più vengo via- Niall scuote la testa. –Come vuoi Haz, allora ti conviene vestirti, credo che tra pochi minuti le ragazze saranno qui- Faccio si con la testa. –Lo so, ora lo faccio-, esclamo, alzandomi dal letto, cominciando a vestirmi con qualcosa che fosse adatto all’ambiente. -Magari potrebbe venire anche Louis, non credo che a quest’ora debba ancora far divertire i bambini-, aggiunge poi Niall, facendomi corrugare la fronte abbastanza confuso sul perché avesse detto questa cosa. Certo ci avevo legato molto con Lou, bé si fa per dire dal momento che ci ho parlato solo qualche minuto, ma ora cosa centrava il ragazzo? -Ehm... non lo so, può darsi, perché me lo stai dicendo?-, chiedo infatti voltandomi ancora verso di lui. -Bè so che ci hai fatto praticamente amicizia e insomma oggi quando ti ho visto parlare con lui sembravi rilassato, deduco vi siate trovati bene. Ha persino già parlato di te a sua sorella, perciò pensavo ti facesse piacere vederlo-, dice, sollevando poi le spalle. Annuisco di nuovo, sfoderando un piccolo sorriso dalle labbra. In effetti non potevo dargli torto, quei pochi minuti in cui ero stato in compagnia di Louis, mi ero sentito stranamente tranquillo.

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Capitolo 4
*** CAPITOLO 4 ***


-Harry eddai, non vieni a ballare?-, insiste Barbara, che da due ore a quella parte non ha fatto altro che tormentarmi, perché non mi decidevo ad allontanarmi dal tavolino all’angolo più estremo della discoteca. Scaccio un piccolo sospiro dalle labbra, roteando un pochino gli occhi, facendo attenzione che non se ne accorgesse, o conoscendola si sarebbe infastidita anche troppo. –Amore, non mi va molto, te l’ho detto, tu vai davvero, non mi dispiace-, ribatto, sperando questa volta di averla convinta. -Harry, mi dici cosa ti prende? Insomma ogni volta che andiamo a ballare, sei sempre quasi il primo a scatenarti in mezzo alla pista. Certo all’inizio sei un po’ titubante, ma poi quasi non ti si può fermare-, afferma, incrociando le braccia al petto, guardandomi dritto negli occhi, come a volermi impedire di inventarmi qualsiasi scusa. -Barbara, non è nulla davvero, sono semplicemente stanco, abbiamo pur sempre fatto un viaggio in cui tra l’altro ho guidato io, ho bisogno di riposo tutto qui-, rispondo quasi sfinito, perché per quanto potesse essere fantastica, quella ragazza sapeva essere davvero pesante. –Senti, vado a prendere una boccata d’aria, questo caos non mi aiuta molto, sarò di ritorno subito, promesso amore-, dico alzandomi dal divanetto, lasciandogli un rapido bacio sulle labbra, per poi sguizzare via dopo averle sentito pronunciare un “va bene” tutt’altro che convinto. Esco così dalla discoteca, sentendo le orecchie fischiare ancora per la musica assordante, girando un pochino a vanvera per la nave, senza una destinazione ben precisa. Percorro quindi qualche corridoio, finendo in sale alquanto lussuose, tutte praticamente vuote, fino ad arrivare a una piccola porta, che dava dritto sul ponte. Decido di aprirla, non mi sarebbe affatto dispiaciuto un giro sul ponte di sera. Il mare con la nave illuminata, aveva tutta un’altra atmosfera rispetto a quella che si poteva ammirare durante le ore diurne. Mi dirigo così verso l’estremità, in modo da avere una visuale piena sull’oceano, che dovevo ammettere, mettesse un po’ di brividi, ma era anche molto piacevole, soprattutto perché finalmente potevo avere un po’ di silenzio. Chiudo per un attimo gli occhi, respirando a pieno quella brezza marina, per il quale avevo sempre avuto un debole, lasciandomi trasportare da quell’aria mischiata al melodioso suono delle onde. -È rilassante vero?-, sento una voce mormorare alle mie spalle, che di riflesso mi fa sobbalzare. Mi giro così scatto, cercando di mettere bene a fuoco l’immagine, riconoscendo immediatamente un paio d’occhi azzurri come l’oceano che fino a pochi secondi prima stavo ammirando, di giorno. –Louis!-, esclamo, sfoderando un piccolo sorriso dalle labbra. –Non mi aspettavo di trovarti qui-, affermo, alquanto sopreso, ma comunque felice di vederlo, passandomi intanto una mano tra i ricci, un poco scompigliati per il leggero venticello. -Bé, in realtà vengo qui tutte le sere, è confortante dopo aver passato una giornata intera con dei bambini che gridano e corrono come pazzi-, dice, ridacchiando un pochino, avanzando intanto verso di me. -Ohw, bé si lo capisco, quindi immagino di essere io qui l’intruso-, scherzo, accennando una risatina, posando lo sguardo nelle sue iridi, che viste da vicino erano ancora più belli di quanto già lo fossero di loro. Non era solo un fatto di colore, c’era qualcosa di speciale in quegli occhi, forse lo sguardo così dolce o il loro taglio impeccabile, perfettamente proporzionato al resto del suo viso angelico. Potrà anche essere un maschio, ma degli occhi tanto belli in una ragazza non li avevo ancora trovati. Sarà per quel motivo che mi facevano quell’effetto strano? -Oh no, insomma non mi dispiace dividere questo piccolo spazio con te, anzi mi fa piacere-, replica mostrandomi ancora quel sorriso, che dovevo ammettere fosse davvero contagioso. Ricambio quindi a pieno il sorriso, riportando lo sguardo verso il mare, provando di nuovo dentro quel senso di tranquillità, lo stesso da cui ero stato avvolto quel pomeriggio, mentre parlavo con lui. Penso intanto a qualche argomento interessante di cui parlare insieme a Louis per rompere un po’ il ghiaccio, infondo sapevo ancora ben poco di ciò che lo riguardava. –Era tua sorella, la ragazza bionda che prima serviva ai tavoli?-, chiedo la prima stupidaggine che mi viene in mente potesse essere datta ad aprire una conversazione. Lo vedo annuire. –Si, si chiama Charlotte, ma se capita chiamala Lottie, credo potrebbe dare di matto se qualcuno la chiamasse con il suo nome per intero-, dice ridendo appena. -Ohw, okay registrato-, mormoro, ridendo in seguito a lui. –Sai, sembrava conoscermi quasi, quando la mia amica ha pronunciato il mio nome, ha chiesto se quindi Harry fossi io, come a chiederne una specie di conferma-, racconto, senza sapere il motivo preciso per cui lo stessi facendo, forse cercavo la conferma che gli avesse parlato di me. Sarà pure un po’ strano, ma la cosa mi importava. Noto le sue guance colorarsi appena di rosso, o forse era solo una mia impressione, per quale motivo avrebbe dovuto arrossire? –Bè, io in effetti le ho parlato di te, si sai...- -Louis?-, una voce femminile, interrompe la sua frase facendo voltare entrambi dalla direzione da cui quella voce proveniva. –Eccoti finalmente, ti ho cercato ovunque-, gridacchia sempre quella voce, mentre la sua figura si avvicinava sempre più a noi, mettendo in mostra una bellissima ragazza, con lunghi capelli biondi, occhi azzurri, con tanto di fisico perfetto. Forse era la ragazza di Louis? Strano, ero sicuro di ricordare che avesse detto di non avere una ragazza. Magari aveva mentito, ma perché avrebbe dovuto? -Aspen, che fai tu qui, hai bisogno?-, chiede Louis, sollevando un po’ il sopracciglio. Guardo la ragazza che sembrava stesse per rispondere, finché non porta lo sguardo su di me, fermandosi così di colpo, per poi spalancare gli occhi, come se finora non si fosse accorta della mia presenza. –Oh aspetta, ora capisco perché sei sparito, non sapevo avessi compagnia-, mormora in un tono come se la sapesse lunga, lasciandomi piuttosto confuso. –Allora, sarà meglio che mi dilegui, non vorrei rovinare i tuoi piani-, dice la ragazza, che ancora dovevo capire chi fosse, mentre mi squadrava da capo a piedi, mettendomi quasi in imbarazzo. -Oh, ma falla finita Aspen-, esclama Louis, che sembrava essere un tantino a disagio. –Harry, non fare caso a lei, è fuori almeno quanto questo ponte-, mormora, scuotendo un pochino la testa, mentre potevo notare di nuovo quel rossore a colorare le sue guance. Accenno così una piccola risata. –Figurati, anzi è simpatica... state insieme?-, mi azzardo a domandare, sperando solo di non essere stato troppo invadente. Li guardo restare per qualche secondo in silenzio, per poi sentire entrambi cominciare a ridere. -Noi due stare insieme?-, ripete la ragazza. –Ma se Louis è più gay di Kurt Hummel, di Glee?-, ribatte la ragazza, facendomi rimanere abbastanza sorpreso. Non mi aspettavo affatto che a Louis piacessero i ragazzi, okay è un pochino effeminato nella voce e nelle movenze, ma comunque la cosa mi aveva fatto rimanere un po’ colpito. Non che avessi qualcosa contro, anzi tutt’altro, non era il primo ragazzio gay che incontravo e sinceramente non trovavo ci fosse nulla di male nell’esserlo. -Aspen?-, la riprende subito Lou, che ora potevo confermare, fosse rosso almeno quanto un pomodoro. -Che vuoi? È la verità-, obietta lei, alzando poi le spalle. –Bè io comunque vi lascio, credo sia meglio se torno da Josh, buon proseguimento e Harry, è stato un piacere-, mormora, strizzandomi l’occhio, sparendo poi subito dalla nostra vista. Scuoto così la testa un pochino divertito. In effetti un po’ pazza sembrava, però era anche divertente come ragazza. -Ehm... Harry, scusami... si, insomma...-, lo sento balbettare, facendomi intuire si sentisse abbastanza mortificato. Forse aveva paura che avessi qualcosa contro i ragazzi gay, ma non doveva nemmeno pensarlo, tutto si poteva dire di me, meno che fossi un omofobo. -Ehi Lou, sta tranquillo, non ho ancora imparato a mangiare le persone-, scherzo, tentando di metterlo un po’ più a suo agio. Lo vedo infatti ridere. –Già, scusami è solo che...- Scuoto leggermente la testa, portando poi lo sguardo nei suoi occhi così limpidi, al momento leggermente imbarazzati. –Lou, non devi sentirti a disagio con me, okay? È tutto a posto, ti piacciono i ragazzi? Bene, non ci trovo nulla di male-, lo rassicuro con un tono di voce dolce, posandogli una mano sulla spalla, dandogli poi una piccola pacchetta amichevole. Lo sento sospirare sollevato, ricambiando subito il mio sorriso. –Ti ringrazio Harry, sai in passato ho avuto qualche problema a farmi accettare. Non che mi sia mai fatto mettere i piedi in testa, ma ho dovuto fare i conti con un po’ di gente, che non la pensava esattamente come te-, mi racconta, con un filo di maliconia, mostrandomi uno sguardo leggermente più triste, che mi fa capire, doveva aver avuto qualche problema di bullismo durante gli scorsi anni. -Già, lo immagino, in giro c’è parecchia gente ignorante. Mi dispiace Louis, insomma non meritavi di essere maltrattato-, dichiaro, mentre mi viene spontaneo lasciargli una carezza tra i morbidi capelli castani, che come quel pomeriggio portava pettinati in un ciuffo, ora un po’ più scompigliato. -Grazie Harry, sei un ragazzo davvero dolce, sai? È molto fortunata la tua ragazza-, afferma, tornando ad assumere la sua solita espressione così allegra, che francamente adoravo, mi metteva di buon umore. -Mmh, non ne sarei poi tanto sicuro, Louis-, ribatto, ridacchiando ora un po’ più amaramente, pensando a quanto poco mi sentissi soddisfatto della mia relazione in questi ultimi tempi. Non che andasse poi tanto male, ma avevo la sensazione mancasse qualcosa al nostro rapporto, forse quella certa complicità che in una coppia dovrebbe sempre esserci. Lo gurado corrugare un pochino la fronte. –Come mai dici ciò? Se posso chiedere ovvio- Alzo di poco le spalle. –Nulla di che in verità, solo spesso ci troviamo in disaccordo su parecchie cose. Ho da qualche tempo l’impressione di non essere esattamente il ragazzo che cerca. Insomma lei è una a cui piace fare baldoria, mentre io... io sono qua sul ponte, quando potrei essere con lei a ballare in discoteca-, gli spiego, facendogli più o meno il resoconto di quella che fosse la mia situazione attuale. -Capisco, ma io non ci vedo nulla di strano nell’essere ragazzi un po’ più tranquilli. Non piace nemmeno a me la discoteca se è per questo-, dichiara, per poi toccarmi dolcemente la punta del naso. Arriccio così il naso all’insù, ridacchiando un po’ per il solletico. –E cosa ti piace fare? Sentiamo-, chiedo curioso, guardandolo ancora una volta in quegli occhi che in un modo o nell’altro, riuscivano ad attirare sempre la mia attenzione. Lo vedo pensarci un po’ su. –Bé, non saprei, un sacco di cose, per esempio leggere, scrivere, andare al mare, guardare un film... okay, lo so cosa starai pensando, che devo essere un tipo noioso-, dice, mantenendo un tono di voce scherzoso. -No affatto, anzi a dirla tutta sono esattamente le cose che piacciono a me-, obietto, mettendolo al corrente del fatto che tutte le cose appena elencate da lui, in realtà, erano il riassunto di come mi piaceva passare le giornate. -Ma dai, non ci credo, dillo che lo dici solo per fare colpo su di me-, scherza, scoppiando poi a ridere, seguito a ruota da me. -Oh si Louis, mi hai beccato, cercavo di strappare un appuntamento, spero me lo concederai lo stesso, anche se mi hai scoperto così-, ridacchio, mostrandogli la linguaccia. -Ah quindi ci ho visto giusto, vorresti uscire con me. Bè guarda, giusto perché sono generoso accetterò il tuo invito-, dice scoppiando a ridere ancora più forte di prima, insieme a me che, per la prima volta dopo tanto tempo, potevo affermare di starmi divertendo per davvero. -A parte gli scherzi Louis, mi farebbe piacerebbe se qualche volta facessi un giro nella mia cabina a guardarti un film con me, insomma quando non devi lavorare. Sai, mi trovo molto bene con te, mi sento libero, cosa che ultimamente non mi succede più tanto spesso-, confesso, sperando di non risultare troppo melodrammatico. Lo vedo sfoderare l’ennesimo sorriso, facendogli mostrare quelle piccole rughette sotto gli occhi, che trovavo anch’esse adorabili. –Bè si, mi piacerebbe molto, ora che ci penso domani ho il giorno libero, quindi se vuoi, sono tutto tuo- Ricambio a pieno il sorriso, facendo si con la testa. –Certo, allora ti scrivo domattina, per confermare- -D’accordo, perfetto... bé ora dovrei andare a dormire, sai si sta facendo un po’ tardi e questa sera sono piuttosto stanco, ho lavorato molto-, dichiara, lasciandosi infatti sfuggire uno sbadiglio, portandosi educatamente una mano dinnanzi alla bocca. –Appunto!-, esclama solare, nonostante il suo comprensibile sonno. -Ohw tranquillo, sai credo proprio di dover andare anche io, ho detto alla mia ragazza che tornavo subito, quindi probabilmente mi aspetta una bella ramanzina delle sue-, dico, alzando gli occhi al cielo, incerto se avessi davvero voglia di subirmela. -Oh mi dispiace Harry, io non ne avevo idea, non volevo trattenerti-, afferma, sentendosi visibilemente colpevole. -Ma no Lou, che dici? Non mi hai trattenuto tu, sono io che mi sono voluto trattenere qui, insomma mi sono trovato talmente bene che il tempo è passato prima che potessi accorgermene-, Lo rassicuro subito, dicendogli quella che era in effetti la verità. Non ero mai stato tanto bene con qualcuno in vita mia, mi sentivo così rilassato, cosa che non mi era mai successa prima di incontrare Louis. Sorride. –Ti ringrazio Harry, sono contento di questa cosa, sono stato molto bene anche io-, dichiara raggiante, passandosi la lingua tra le labbra, rendendole così un pochino più umide. –Allora, ci vediamo domani-, dice, allungando una mano verso la mia guancia, pizzicandomela poi dolcemente, facendomi sentire un po’ di solletico. -A domani-, ripeto, mostrandogli uno dei miei migliori sorrisi tutto fossette, dandogli un’amichevole scompigliata ai capelli, per poi vederlo girare i tacchi, rientrando dentro la nave. Rimango fermo a osservarlo andare via per qualche secondo, non potendo evitare di sorridere di nuovo. Vedere Louis quella sera, mi aveva fatto davvero bene, non avevo mentito, il tempo era praticamente passato in un nano secondo e se proprio dovevo essere onesto, fino a quano Louis aveva detto di dover tornare dentro, neppure mi ero ricordato di Barbara che mi aspettava. Forse non era esattamente la cosa più carina da dire sulla propria ragazza, ma non avevo sentito molto la sua mancanza. Questa era una delle tante cose che cominciavano a preoccuparmi. E ora che Louis non era più li con me, non potevo negarlo, sentivo molto più la sua assenza che quella della mia ragazza. Forse mi stavo già affezionando a lui più di quanto credessi, ma infondo era anche normale, era un ragazzo allegro, simpatico e si, gli volevo già bene. Lentamente, mi dirigo verso l’entrata della nave, aprendo piano la porta, per poi entrare dentro avvertendo sulla pelle il grande sbalzo di temperatura che quasi mi fa sussultare. Scuoto velocemente la testa, come per cercare di riprendermi, dopodiché mi incammino verso la discoteca, cercando con lo sguardo se gli altri si trovassero ancora li, ma non riesco a vedere nessuno dei tre. Faccio per andarmene, finché non sento la voce di Niall, urlare il mio nome, per sovrastare la musica ancora altissima. Mi volto perciò verso di lui, vedendolo boccheggiare qualcosa di incomprensibile. Gli faccio segno di uscire un attimo fuori, con quella musica non si riusciva proprio a parlare. Esco quindi di nuovo da quella grande sala, mentre Niall mi raggiunge pochissimi istanti dopo, mostrandomi un’espressione alquanto preoccupata, che automaticamente fa venire ansia pure a me. -Nialler è successo qualcosa?-, chiedo, sperando solo non mi dicesse quello che stavo pensando, cioè che Barbara fosse arrabbiata nera. -Dove ti eri cacciato, Harry? Barbara stava quasi diventando pazza-, borbotta, bruciando ogni mia speranza che non si fosse alterata per la mia “scomparsa”. -Niall, scusami non pensavo di stare in giro così tanto. Ero solo andato a prendere una boccata d’aria sul ponte, ma poi ho incostrato Louis e ci siamo messi a chiacchierare-, gli spiego, sperando bastasse come giustificazione. Con mio grande sollievo, lo vedo infatti cambiare espressione sul viso, mantenendo questa volta uno sguardo più rilassato. –Ohw, okay capisco, solo la prossima volta avverti la tua ragazza, perché credo di averla vista abbastanza scossa, insomma sai come è fatta no?-, mormora, mantenendo un tono scherzoso, anche se di scherzoso aveva ben poco. -Si, hai ragione, mi dispiace di avervi fatti stare in pensiero Niall, davvero. Solo, non mi sono accorto di come il tempo stava passando così abbiamo finito per tirare fino a quest’ora-, racconto in breve come fossero andate le cose. -Harry, non importa davvero, sono contento che tu abbia passato una bella serata tranquilla, come avevi bisogno-, dice amichevolmente, piegando le labbra in un sorriso. Niall era un migliore amico fantastico, non potevo proprio negarlo. Qualsiasi cosa succedesse, il suo unico pensiero era che io stessi bene. -Ti ringrazio, effettivamente sono stato bene-, dichiaro, per la prima volta convinto di affermare una cosa del genere. –Bè ora credo di dover parlare con Barbara, sai per caso dove sia?- -In realtà no, cioè mi ha detto che sarebbe venuta a cercarti, quindi potrebbe trovarsi ovunque-, mi spiega, riprendendo quella faccia un pochino preoccupata. Mi prendo la faccia tra le mani. –Fantastico, ora mi uccide-, esclamo, rendendomi conto di essere nei guai fino al collo con lei. Non che avessi fatto qualcosa di tanto grave, ma se addirittura eravamo arrivati al punto che mi fosse venuta a cercare, voleva dire che la sua ansia nel non vedermi tornare era stata più forte del previsto. –Senti Ni, io vado a cercarla, prega per me-, mormoro cercando di sdrammatizzare, partendo spedito sperando di trovarla in fretta.

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Capitolo 5
*** CAPITOLO 5 ***


-Mmh n-no... ti ho detto che non è vero! No, ti supplico... ti prego lasciami stare, LASCIAMIII!-, grido a squarciagola, in maniera piuttosto disperata, contro quella figura per me non identificabile, che mi aveva afferrato per il colletto della maglietta, stringendo con forza quasi fino a strozzarmi. -Harry?-, sento qualcuno urlare dalla parte opposta. Era una voce famigliare, anche se ancora l’immagine non potevo guardarla, dal momento che sempre la stessa figura di prima, non accennava a lasciarmi andare. -AIUTO-, grido, con la speranza che la persona alle mie spalle potesse far qualcosa per salvarmi. -Harry, calmati è tutto okay-, mormora quella voce, che apparentemente suonava amichevole. Forse cercava di tranquillizzarmi, nonostante la criticità della situazione. Faccio per rispondere che calmarmi era appunto un po’ dura, quando sento la stretta sul collo farsi sempre più salda, quasi fino a togliermi il respiro. Sento gli occhi inumidirsi. Non ero mai arrivato al punto di mettermi a piangere, ma cominciavo davvero a sentire la paura di non farcela a liberarmi. –Ti imploro, smettila-, dico infatti, con un tono che cominciava a essere più debole e tremolante. -Haz-, sussurra la voce amichevole, sentendomi improvvisamente avvolgere in un abbraccio caloroso. Che fosse riuscito a liberarmi? Può essere, fatto sta che ora cominciavo a sentirmi molto più rilassato. Appoggio quindi la testa al suo petto, rilassandomi a quelle carezze, mentre avvertivo la figura oscura svanire sempre più nel nulla. Apro di colpo gli occhi, accorgendomi solo poi di essere accoccolato tra le braccia di Niall, realizzando così di aver appena avuto un altro dei miei terribili incubi. –Mm-, mugolo appena, ancora piuttosto frastornato, mentre il biondo continuava a “cullarmi”. Dovevo aver avuto una reazione peggiore di ciò che credessi. -Harry, finalmente ti sei svegliato, stai bene?-, chiede infatti, visibilmente preoccupato, senza sciogliere l’abbraccio. -Niall... si, credo-, ribatto poco convinto portandomi le mani a stropicciare gli occhi, notando fossero leggermente bagnati. -Cosa hai sognato questa volta?-, domanda, guardandomi attentamente negli occhi, in modo abbastanza apprensivo. -Io non ricordo bene Ni, c’era una persona che mi teneva per il colletto della maglia, ma non sono riuscito a capire chi fosse, magari era solo una figura astratta-, affermo, sollevando poi le spalle come a cercare di fargli credere che la cosa non mi preoccupasse più di tanto. Vedo Niall annuire alquanto incerto. –Senti Harry, so di avertelo già detto, ma dovresti parlarne con qualcuno, ormai questa storia degli incubi va avanti da troppo tempo, non è normale-, ribadisce ciò che già fin troppe volte aveva cercato di inculcarmi. Ma sapeva perfettamente che la mia risposta sarebbe sempre stata negativa. -Niall, sai già come la penso. Non voglio coinvolgere nessun altro in questa storia. Okay, ho questi incumbi da tanto tempo, ma può capitare, prima o poi passeranno, non è una tragedia-, mormoro infatti, sciogliendo intanto l’abbraccio. –Ora ti prego cambiamo argomento, questo è ufficialmente il mio primo giorno di relax, me lo voglio godere al meglio-, affermo, dirigendomi intanto verso il bagno, pronto a darmi una piccola rinfrescata, prima che andassimo a fare la colazione, insieme alle ragazze. Quel pensiero mi fa poi ricordare che passare una giornata tranquilla, sarebbe stato abbastanza impossibile, considerato che ancora dovevo finire di fare i conti con Barbara. La sera prima non era andata molto bene con lei, cosa che comunque mi aspettavo. Ci avevo messo circa una ventina di minuti a trovarla, per scoprire che lei mi stava già cercando da almeno tre quarti d’ora. Quando gli avevo spiegato che ero solo sul ponte a chiacchierare, si era innervosita ancora di più, così da liquidarmi dicendomi di essere stanca e che sarebbe stato meglio parlarne il giorno dopo, ovvero quel giorno. Niente male come inizio vacanza devo dire, menomale che ero partito con l’idea di rilassarmi, lasciando la maggior parte dei problemi da parte. Scuoto velocemente la testa, cercando di liberarmi la mente da questi pensieri per almeno i prossimi dieci minuti. Mi infilo quindi sotto la doccia, lasciando che l’acqua calda scivolasse lungo il mio corpo in modo che potesse sciogliermi ogni piccola tensione muscolare. Dopodiché esco dal box, avvolgendomi nel mio accappatoio bianco, asciugandomi bene prima di poter cominciare a vestirmi. -Harry, sei pronto?-, sento Niall chiamarmi dalla camera. Alzo di poco gli occhi al cielo. Mi domando perché ogni qualvolta dovessimo incontrare le ragazze, doveva avere tutta questa fretta. –Si Ni, sto arrivando, lasciami finire di vestirmi-, grido in risposta, in maniera tale che potesse sentirmi, infilandomi velocemente il costume da bagno, immaginando che dopo colazione ci saremmo subito recati alla piscina. Chissà se per caso avessi incontrato anche Louis, del resto quello era il suo giorno libero. Certo la nave era piena di ponti muniti di piscina, perciò le possibilità di vederlo non erano poi molte, ma poco importava, tanto lo avrei visto nel pomeriggio. Il pensiero mi fa sorridere. Ero così felice del fatto che stessimo legando così facilmente. Lui era una di quelle poche persone di cui sentivo di potermi fidare, essere me stesso e non so per quale ragione, ma il fatto di aver scoperto fosse gay mi rendeva contento. Non che provassi un qualche interesse per lui, insomma come già ho ribadito più volte, sono interessato alle ragazze, ma c’era qualcosa in questa scoperta che mi dava un senso di contentezza. Velocemente esco dal bano, raggiungendo così il mio amico, che sembrava fremere dalla voglia di andare. -Finalmente, ce ne hai messo di tempo- esclama infatti, con un tono di voce che quasi pareva sollevato. Mi lascio perciò sfuggire un piccolo sbuffo dalle labbra. –Niall, non ci ho messo così tanto, sarò stato la dentro a malapena un quarto d’ora. Si può sapere a cosa è dovuta tanta fretta?-, domando curioso, sollevando il sopracciglio. -Haz che domande, sembra che non mi conosci-, ribatte il biondo, ridacchiando appena. –Ho solo molta fame, quindi non vedo l’ora di buttarmi sul buffet-, mi ricorda, ciò che effettivamente fosse una cosa scontata. Mi do infatti una piccola pacca in fronte. –Giusto, avevo quasi dimenticato la tua grande passione per il cibo-, replico scacciando una piccola risata, prima di incamminarmi verso la porta, uscendo dalla cabina, seguito subito da Niall. -Perché, c’è forse qualcosa che ricordi?-, obietta lui, con fare scherzoso, dandomi la solita scompigliata ai ricci, che sembrava ormai essere come un rito per lui. -Ehi, io ricordo tante cose-, protesto fingendomi offeso. -Si, certo riccio, ti chiederei di farmi un esempio, ma sicuramente te li sarai scordati tutti-, dice Niall, continuando a prendermi in giro. Faccio per rispondere qualcosa, ma mi accorgo di due figure femminili dinnanzi a noi, che avevano l’aria di essere già pronte da un pezzo. Ma come diamine riuscivano quelle due a esseres empre pronte prima di noi? -Ciao ragazze-, saluta allegramente Niall, andando subito loro incontro, visto che a differenza mia, non doveva aspettarsi nessuna sfuriata da parte di una delle due. -Ni, buongiorno-, ribatte immediatamente Lucy, che come ogni altra volta che vede il biondo, le si dipinge sulle labbra un sorriso a trentadue denti. -Ehi, Nialler-, esclama anche Barbara, che invece sembrava voler ingnorare completamente me. Roteo così gli occhi, abbastanza scocciato. D’accordo non ero stato una cima con lei la sera precedente, ma non c’era bisogno di fare tante scene. Ero sparito per più tempo di quanto le avessi detto, ma infondo non avevo fatto nulla di male. Stavo semplicemente chiacchierando con un ragazzo, con cui stavo pian piano stringendo amicizia. Un ragazzo che per altro, trovavo adorabile, oltre che molto simpatico. Ero stato tanto bene con lui e non trovavo affatto giusto che la mia ragazza mi facesse tante scene per questo. Non l’avevo mica lasciata sola per andarmene con un’altra ragazza. -Allora, avete dormito bene questa notte?-, chiede Lucy, che sicuramente era a conoscienza della situazione tra me e Barbara. Non che ci volesse un genio a notare quanta tensione ci fosse momentaneamente tra noi. -Mmh... bè si, si abbastanza-, mento, guardando intanto Barbara con la coda dell’occhio, che continuava testardamente a cercare di evitare il mio sguardo. -Sicuro?-, insiste la mia amica, che sembrava aver intravisto qualche traccia di insicurezza nel mio tono di voce. -Si, davvero, insomma ho fatto un po’ fatica all’inizio, ma è normale la prima sera in un letto nuovo-, continuo a mentire, alzando poi le spalle e cercando di risultare un po’ più credibile. Arriviamo nella grande sala per la colazione, notando come il buffet fosse già stato spazzato via per metà. Mi chiedo a che ora si siano alzati gli altri passeggeri, per trovare la maggior parte del cibo già andato via, così tanto presto. Lo sanno di essere in vacanza? Sento infatti Niall lamentarsi subito, dicendo che il mangiare rimasto era troppo poco per soddisfare il suo stomaco. -Niall, ci sono ancora un’infinità di vassoio pieni, come possono non essere abbastanza?-, obietta Barbara, corrugando la fronte quasi divertita. -Ci sono altre persone che devono ancora fare colazione, quindi non ne rimane molto per me-, replica Niall, come se questa cosa fosse assolutamente normale. Mi lascio quindi sfuggire una risata, andando intanto a rimediare subito un cornetto, prima che il biondo potesse appropriarsi di tutta la roba, per poi dirigermi al tavolo, uno dei pochi ancora liberi, seguito dagli altri tre. -Allora, come vogliamo passare questa giornata?-, mormora Barbara, ancora senza guardarmi del tutto in faccia. Stava cominciando a innervosirmi. -Bé non saprei, ho saputo che questo pomeriggio sul presto la nave si fermerà, potremmo andare a fare un giro per il paese, comprare qualche souvenir del posto-, propone Lucy, che aveva sempre avuto una certa passione per lo shopping. -Si, l’idea è carina-, accetta Niall, sollevando appena le spalle. Faccio per dire che anche a me non dispiacerebbe, ma poi mi ricordo che per quel pomeriggio avevo già preso un impegno. Speravo solo che la mia ragazza non se la sarebbe presa anche per questo. –Ohw... mi dispiace ragazzi, verrei volentieri, ma questo pomeriggio sarò impegnato-, inizio sentendomi improvvisamente un po’ agitato. Forse perché già prevedevo che Barbara avrebbe cominciato a fare ancora più l’offesa di come già stesse facendo e francamente già così era fin troppo irritante. Non sapevo per quale motivo, ma il fatto che se la prendesse sempre per tutto iniziava a darmi sui nervi. Non poteva pretendere che facessi sempre come diceva lei, era la mia ragazza, non mia madre che diamine. -Oh ma che novità e sentiamo, sarai impegnato a fare cosa esattamente?-, borbotta subito lei, visibilmente infastidita. La stava facendo davvero troppo pesante. Avevo sempre fatto tutto con lei, ogni tanto era giusto che anche io prendessi i miei spazi. Tiro su un respiro profondo, giusto per non perdere la calma, prima di cominciare a parlare. –Bè ieri sera parlando con Louis è venuto fuori che oggi è il suo giorno libero, così abbiamo deciso di guardare un film insieme-, racconto ciò che solo Niall sapeva già, visto che la sera precedente, tornato in cabina, non gli avevo praticamente parlato di altro. Mi sono mostrato talmente felice, che ha persino sostenuto che se pure io fossi stato gay, avrebbe giurato avessi una cotta per Louis. Vedo Barbara alzare gli occhi al cielo, come a farmi intendere che di questo ragazzo cominciava ad averne abbastanza. Altra cosa assurda, nemmeno lo conosceva, non poteva esserne stanca solo perché ci avevo scambiato quattro chiacchiere. Sarà che non sono mai stato uno che esce così spesso, ma non mi ero mai reso conto di quanto Barbara potesse essere morbosa. -Aspetta, Louis è il ragazzo di ieri, quello con cui stavi parlando sul ponte, alla partenza della nave?-, domanda Lucy, come per chiederne una conferma. Annuisco, piegando le labbra in un piccolo sorriso. –Si, è lui. Ieri sera l’ho incontrato un’altra volta, perciò ci siamo messi a chiacchierare e abbiamo pensato sarebbe stato carino fare qualcosa insieme, visto che abbiamo scoperto avere molte cose in comune, tipo appunto il cinema-, le spiego bene, perché qualcosa mi aveva fatto intuire, che non fosse a conoscenza proprio di tutto. Sento Barbara sbuffare. Ora stava davvero esagerando, il suo era un comportamento infantile. Per quanto potessi amarla, in quel momento stavo provando una certa irritazione mai sentita prima d’ora nella mia vita. -Oh bè è un’idea carina-, commenta Lucy, guardando intanto la mia ragazza con la coda dell’occhio, assumendo poi una certa espressione di difficoltà. Doveva sentirsi come la maestra all’asilo, in mezzo a un litigio tra due bambini. –Magari potremmo fare qualcosa tutti insieme questa sera, tipo berci una cosa nel pub su questo ponte-, opta, come a cercare di salvare la situazione. Subito dopo infatti, mi guarda in un modo abbastanza disperato, come a pregarmi di non rifiutare. Scaccio quindi un piccolo sospiro dalle labbra, per poi fare si con la testa senza stare a esitare troppo. –Si, sarebbe bello, una serata solo tra noi-, acconsento sfoderando un piccolo sorriso, pregando ogni santo che almeno ora Barbara la smettesse con certi atteggiamenti. La sento sospirare ancora, ma osservandola potevo già intravedere un tanto atteso mezzo sorriso, spuntare sulla sua bocca. –Okay, a me ste bene-, mormora infatti, alleggerendo finalmente anche lo sguardo. -Perfetto, allora è andata. Ma non esageriamo con il bere, che non ho nessuna voglia di caricarvi in spalla e riportarvi fino in cabina, mentre voi non riuscite nemmeno a ricordare chi siete-, puntualizzo, più per scherzare che per altro, ora un poco più tranquillo, visto che a quanto pare la situazione si stesse risolvendo. Sento infatti Barbara ridacchiare, seguita subito da Niall che invece rideva quasi di gusto, sentendosi un tantino tirato in causa. -Stai tranquillo Harry, ci controlleremo-, afferma il biondo, appena calmatosi un po’ dalle risate. -Se me lo dici tu allora sto tranquillo-, ribatto sarcastico, scuotendo la testa piuttosto divertito. Finiamo così la nostra colazione, continuando a ridere e scherzare ora liberi da quella tensione, che fino a poco prima ci aveva imprigionati, almeno come quella figura oscura nel mio incubo stava facendo con me. Una volta svuotati i piatti, ci alziamo subito dal tavolo, liberando i nostri vassoi dagli scarti, riponendoli poi al loro posto, nella fila insieme a tutti gli altri vassoi sporchi. -Bene, ora direi che potremmo andare in piscina-, dice Barbara, guardandomi adesso dritto negli occhi, con un sorriso più accennato di prima dipinto sul viso. Si notava come quella rabbiatura infondata le stesse piano piano passando. Annuisco in risposta, ricambiando a pieno quel sorriso. –Certo, solo prima dovrei andare un sttimo in bagno, ma voi cominciate pure ad avviarvi, ci metterò poco-, assicuro a tutti, che rispondono subito di si, iniziando a incamminarsi verso la piscina, mentre io giro dalla parte opposta per andare al bagno. Okay, devo ammetterlo, il fatto del bagno era solo scusa. La verità è che dovevo cercare un posto in cui ci fosse un po’ di linea, in maniera tale da poter mandare un sms a Louis, per confermare per quel pomeriggio come stabilito la sera precedente. Non che ci fosse nulla di male in tutto ciò, ma non volevo dare a Barbara ulteriori motivi per fare l’offesa. Ormai lo avevo capito che Louis così a pelle, non le andasse molto a genio, anche se continuavo a non capirne la ragione, io lo trovavo un ragazzo magnifico. Ad ogni modo ho ritenuto migliore utilizzare quella banale scusa per allontanarmi qualche minuto, senza il rischio che potesse impazzire di nuovo. Mi dirigo così alla toilette, che a differenza di tutte quelle pubbliche, dovevo ammettere fosse tenuta molto bene. Come tutta la nave, del resto. Estraggo quindi il cellulare dalla tasca, girando un pochino a vuoto li dentro, finché finalmente non noto una piccola tacca comparire sul display. Tiro su un respiro di sollievo, cominciando a digitare il testo, pensando però prima bene alle parole da scrivere. Infondo era pur sempre il primo messaggio che gli mandavo e la cosa per qualche motivo strano mi rendeva quasi nervoso. A Loulou Ehi Lou, sono Harry, tutto bene? Allora è confermato per oggi? Fammi sapere presto, a dopo. Xx Invio il messaggio, rileggendolo un paio di volte e pentendomi subito dopo, per avergli scritto di farmi sapere presto. Ora di sicuro stava pensando che mi fossi già appiccicato a lui, il che probabilmente era anche vero, ma non volevo lo notasse, insomma non era certo mia intenzione mostrarmi morboso. Aspetto qualche minuto, attendendo con ansia una sua risposta, sperando che il messaggio gli fosse arrivato e che non tardasse troppo a rispondere. Non sapevo davvero cosa mi stesse succedendo, nemmeno con Barbara ero mai stato tanto trepido di ricevere un sms. Ma con Louis sembravo essere tutta un’altra persona. Ora capivo il perché Niall sostenesse che se pure io fossi stato gay, avrebbe sicuramente pensato che avessi una cotta per quel ragazzo. Circa dieci minuti dopo, vedo il display illuminarsi, segnalandomi l’arrivo di un messaggino, che non esito nemmeno per un attimo ad aprire. Da Loulou Harry ciao. Si tutto a posto, finalmente mi sono un po’ riposato. Spero stia bene anche tu e che questa notte ti sia trovato bene per il letto. Comunque ovvio che è confermato, non aspettavo altro, ci vediamo alla tua cabina per le 3. A dopo riccio. Xx Leggo il testo, mentre un sorriso mi cresce particolarmente aperto sulle labbra, fino a mostrare entrambe le fossette. Quindi anche lui non aspettava altro che vedermi? Con aria solare ripongo il telefono in tasca, avvertendo una certa sensazione di gioia sulla pelle. Non ero mai stato più felice del mio rapporto con una persona.

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Capitolo 6
*** CAPITOLO 6 ***


-Dite che questo olio solare, sarà abbastanza protettivo per non scottarmi?-, sento la voce di Barbara in lontananza, mentre li sto raggiungendo, dopo essere uscito da quel bagno. Avevo aspettato circa un’altra decina di minuti, prima di uscire da la dentro. Forse perché non volevo farmi vedere tanto elettrizzato dagli altri, per cose che poi non avrei saputo nemmeno come spiegare. Perché in effetti era difficile spiegare come un semplice messaggio da parte di un nuovo amico, potesse rendermi raggiante a tal punto da esserne quasi emozionato. Avevo così aspettato un pochino per ricompormi, decidendo poi fosse meglio andare, prima che cominciassero a insospettirsi sul perché ci avessi messo così tanto. Che poi a dirla tutta, non avevo nulla da nascondere, ma sentivo che fosse comunque meglio non prolungare troppo i tempi. -Ragazzi, eccomi qui-, annuncio, una volta raggiunti andando subito a prendere posto accanto a Barbara, che per la prima volta quella mattina, mi prende il viso tra le mani, lasciandomi sulle labbra un casto bacio, il quale ovviamente non manco di ricambiare. -Amore-, mormora poi, una volta staccata dalla mia bocca, mostrandomi poi un bel sorriso. Sorrido quindi anche io, prendendole poi le mani, facendo in seguito intrecciare le nostre dita. –Ehi piccola, allora abbiamo fatto pace?-, chiedo con un tono di volte alquanto dolce, sollevando di poco il sopracciglio. La sento ridacchiare. –Questo credevo fosse ovvio-, esclama, scuotendo leggermente la testa, facendomi finire qualche lunga ciocca di capelli sulla faccia. –Ma ti prego Har, promettimi che non sparirai più così, mi hai fatto prendere uno spavento enorme-, dice con fare un po’ rimproverevole, ma visibilmente calma. -Ma amore, non sono mica scappato, ero solo andato a fare un giro e francamente avevo davvero intenzione di tornare indietro subito. Poi ho incrociato Louis e ci siamo messi un po’ a chiacchierare. Senti io l’ho capito che il mio nuovo amico non ti convince più di tanto, ma ti assicuro che su questo ti sbagli. È un ragazzo magnifico e a dirla tutta si è pure sentito in colpa quando gli ho detto che probabilmente eri preoccupata, visto che ero sparito da un po’-, le dico, sperando di convincerla una volta per tutte su quanta bravura si celasse dentro Louis. La vedo abbassare di poco lo sguardo, assumendo un’espressione leggermente contrariata. –Sarà Harry, ma oggi è già terza volta che dovrai dare buca a me per stare con lui e ho come l’impressione che quel ragazzo stia togliendo del tempo a noi due-, mi spiega, mordicchiandosi un pochino il labbro, facendomi intuire che il ragazzo le stesse più stretto di quanto credessi. Prendo così un respiro profondo, stringendole intanto la mano e guardandola dritto nei suoi grandi occhi, un po’ abbaliati dalla luce del sole. –Amore, Louis non sta togliendo del tempo a noi due okay? Siamo solo all’inizio di questa vacanza e si, ammetto di essermi perso la partenza della nave e che ieri sera ho passato un po’ di tempo con lui, come farò anche questo pomeriggio. Ma a parte l’incontro programmato oggi, per il resto è sempre stato un caso il fatto di averlo incontrato. Non nego di esserne contento, perché Dio se solo lo conoscessi, capiresti il perché ne sono tanto colpito. Lui è un amico fantastico, so di conoscerlo da poco, ma è così simile a me in tante cose, mi fa ridere. Insomma è l’unica persona, oltre Niall, con cui mi sento di poter creare un forte legame d’amicizia. Ma questo non vuol dire che passerò meno tempo con te. Starò con te ugualmente Barbs, solo magari potrei coinvolgere anche lui ogni tanto. A lui non dispiacerebbe conoscervi e devi fidarti amore, starebbe simpatico pure a te, anche se non avete poi molte cose in comune-, mormoro infine, sperando ora di essere riuscito a placargli certe paranoie, assolutamente senza senso. La vedo fortunatamente annuire, provocandomi un certo senso di sollievo. –Va bene Harry- -Va bene?-, ripeto, quasi per essere certo che avesse davvero risposto così. -Si, va bene, se per te è così importante, accetterò di conoscerlo. Chissà, magari potremmo fargli fare una conoscienza un pochino più approfondita con Lucy, che almeno si toglierà una volta per tutte Niall dalla testa-, propone poi, facendomi ricordare improvvisamente che ancora non sapesse nulla riguardo i gusti sessuali di Louis, domandandomi se fosse il caso di dirglielo. Infondo, a quanto avevo capito, Louis aveva già fatto coming out da un pezzo, anche se la cosa continuava lo stesso a imbarazzarlo un pochino. -Ehm... amore, non credo che a Louis possa interessare Lucy-, obietto infatti, abbassando un po’ il tono della voce, perché trovavo comunque inopportuno farlo sapere a tutti passeggeri a bordo della nave. La vedo corrugare la fronte confusa. –Perché no? Lucy è una bella ragazza amore, puoi dirlo, non mi offendo-, ribatte, lasciandosi sfuggire una piccola risata, convinta che le avessi detto una cosa del genere, solo perché temessi di offenderla se avessi detto pure io che Lucy è una ragazza molto carina. -Si, certo lo so che è bella, ma non è questo il punto-, replico infatti, ridacchiando un po’ anche io, per poi tornare subito serio. –Il fatto è che Louis ha altre preferenze-, le spiego, sperando che le bastasse a capire ciò che intendessi. Non mi andava di pronunciare la frase in modo esplicito, sempre per una questione di privacy nel caso qualcuno stesse origliando. Noto gli occhi di Barbara ingrandirsi leggermente per lo stupore, facendomi intuire che avesse capito perfettamente cosa volessi intendere. –Louis è gay?-, domanda infatti, chiedendone una conferma. -Bè si è così, ma insomma non c’è nulla di male-, esclamo subito, sollevando poi le spalle. -No amore, certo che no. Sai anche tu che non sono certo omofoba, ho conosciuto dei ragazzi gay ed erano tutti fantastici-, afferma lei in risposta. Le credevo ovvio, se c’era una cosa su cui fossi più che sicuro, era il fatto che Barbara fosse una brava ragazza senza alcun pregiudizio, ma qualcosa nel suo tono di voce non mi convinceva. L’avevo sentita fin troppo incerta, nel pronunciare quella frase. -Allora qual’è il problema?-, chiedo infatti, inarcando il sopracciglio. -Ma nulla amore, davvero è tutto okay-, nega lei, che ovviamente mentiva. -Amore?-, insisto, inclinando la testa di lato, facendole comprendere che avrei insistito finché non mi avesse detto tutta la verità. -Har, ma non è nulla di che, davvero una stupidaggine- -Bene, allora dimmi una stupidaggine-, esclamo sperando si sbrigasse a parlare, perché detestavo quando le persone si facevano pregare. Poi improvvisamente mi viene un piccolo dubbio. Non sarà che... –Amore, non dirmi che hai paura che possa piacergli io-, dico, guardandola di sottecchi, mentre lei in silenzio abbassa subito lo sguardo, facendomi quindi capire di averci azzeccato in pieno. Non ci potevo credere, era assurdo pensare che Louis potesse provare qualcosa per me. Okay, gli piacciono i ragazzi, ma non per questo dovevo necessariamente interessargli io. C’erano tanti ragazzi al mondo e a me aveva appena conosciuto, inoltre era perfettamente a conoscenza del fatto che fossi fidanzato con una ragazza, non credo proprio che le sue intenzione fossere quelle di provarci con me. –Barbara, senti-, mormoro, lasciandomi sfuggire subito dopo un piccolo sospiro. –Okay, Louis è gay e credo che in questo momento tra noi stia nascendo un certo legame, ma ragiona un momento. Lui sa che a me piacciono le ragazze e sa anche che sto insieme a te. Inoltre ti assicuro che non ha mai fatto nulla per farmi capire che volesse provarci. Anzi, ti dirò la verità, se non fosse stato che la sua migliore amica me l’ha detto esplicitamente, nemmeno lo avrei capito che è gay. E poi anche mettendo caso che, per assurdità, a lui piacessi io, non cambierebbe nulla. Sto con te amore e lui è un amico, devi fidarti di me-, esclamo, incredulo che mi stessi davvero ritrovando a fare un discorso del genere. Era parecchio gelosa di me, al contrario di quello che aveva sempre voluto dimostrare. -Lo so amore, mi fido di te, ma...- -Nessun ma-, la interrompo. –Smettila di farti queste paranoie, non hanno senso davvero. Ora, perché invece di sparare certe sciocchezze, non andiamo a farci un bagno?-, propongo porgendole la mano, ripensando solo per qualche secondo, sul perché fosse così convinta che Louis provasse qualcosa per me, ma scaccio via subito questi pensieri. La vedo afferrare la mia mano, per poi annuire, mostrandomi un piccolo sorriso. Ci immergiamo così insieme dentro la piscina per poi essere raggiunti da Lucy e Niall subito dopo. L’acqua era abbastanza calda, perciò galleggiare per un po’ li dentro era davvero piacevole. Era piuttosto piena di persone, quindi era fuori discussione sperare di nuotare, ma anche solo restarci dentro insieme agli altri, ridendo, scherzando e schizzandoci ogni tanto, si stava rivelando divertente. Dopo circa un’oretta esco dall’acqua, andandomi subito a distendere sul lettino, in modo da potermi asciugare al sole. La mia pelle era ancora alquanto pallida, ma infondo era il primo giorno, non potevo certo peretendere di essere abbronzato già a inizio vacanza. Una volta asciutto controllo poi l’orologio sulla parete, giusto per tenere d’occhio l’ora, in modo che non si facesse troppo tardi. Bé a dire la verità, era un po’ di tempo che continuavo a tirare occhiate all’orologio, ero così ansioso che arrivassero le tre del pomeriggio per vedere Louis. Sarà perché era ufficialmente la nostra prima uscita, visto che i nostri primi due incontri, non fossero affatto programmati. Ad ogni modo ci tenevo a fare bella figura, non volevo farmi trovare non ancora pronto, cosicché potesse pensare fossi uno di quelle persone menefreghiste e ritardatarie. Volevo che continuassi a fargli quella buona impressione, che aveva avuto di me fin dall’inizio. -Lo sai che se guardi l’orologio il tempo non passa più veloce?-, mormora Niall, sbucando improvvisamente alle mie spalle, facendomi quasi sobbalzare. -Niall, sul serio, dovresti smetterla di comparire così all’improvviso, mi farai venire un infarto un giorno o l’altro-, borbotto, mettendomi poi seduto, in modo da poterlo guardare dritto in faccia. -Scusami-, ridacchia subito lui, per poi guardarmi con la fronte leggermente corrugata. -Che c’è?-, chiedo confuso, non capendo per quale ragione mi stesse guardando in quel modo. -Nulla, solo ti vedo molto agitato, insomma è la prima volta che sei tanto in ansia di vedere qualcuno-, osserva, sicuro di ciò che stava dicendo. In effetti non potevo dargli torto, ma il punto è che nemmeno io sapevo il perché mi stessi agitando tanto. Dovevo solo vedere un amico, eppure qualcosa mi stava letteralmente mandando in tilt il sistema nervoso. –È solo che mi sono affezionato a lui e capita che mi viene un po’ di paura che lui possa cambiare idea su di me, cioè che possa rimanere deluso-, mormoro, quelle che credevo fossero le mie insicurezze. Vedo Niall sorridere. –Ehi, rilassati, non cambierà opinione, ti adora anche lui, ne sono certo. Ora perché non ti calmi un po’?-, sussurra dolcemente posandomi con il suo solito fare così gentile, una mano sulla spalla. Annuisco lentamente, ricambiando a pieno il sorriso. –Ci provo-, esclamo, in verità tutt’altro che rilassato. -Ehi, voi due, quando avete finito con il confessionale, è quasi ora di pranzo, vi conviene iniziare a prepararvi-, ci urla Barbara, dal bordo piscina, avvolgendo il proprio corpo intorno all’asciugamano. Giusto, il pranzo! Ero talmente occupato a pensare all’incontro con Louis, che quasi mi stavo scordando di dover mangiare. Non che avessi fame, anzi a dire il vero sentivo lo stomaco ancora pieno della colazione. Mi domando come sia possibile che non mi sia sentito male durante il bagno. –Mmh... bé amore, non prendertela, ma non ho molta fame, credo di non aver digerito bene la colazione, ti dispiace se non vengo? Solo pensare al cibo mi fa venire la nausa-, le spiego, sperando non mi facesse un’altra scenata, che in quel momento non avrei sopportato. -Ohw mi dispiace amore... ma no figurati, vai pure in cabina, vuoi che resto con te?-, si offre le gentilmente, stranamente senza fare storie. -Ma no non c’è bisogno, vai pure a mangiare, io mi riprenderò tranquilla-, rispondo, perché a essere sincero in quel momento avere intorno qualcuno avrebbe solo contribuito a mandarmi ancora di più in agitazione. Avevo bisogno di silenzio. Lascio così un bacio veloce sulle labbra di Barbara, dopodiché saluto gli altri due, girando subito i tacchi e correndo rapidamente verso la mia cabina. Non sapevo cosa fosse a rendermi tanto nervoso, forse era la convinzione improvvisa di non essere all’altezza di Louis, ma era strana come cosa considerato che uno dei tanti motivi per cui amavo tanto la sua compagnia, era il fatto di poter essere me stesso, senza dovermi preoccupare di nulla. Sia come sia, Niall aveva pienamente ragione, dovevo darmi una calmata o sarei finito per scoppiare. Arrivato dinnanzi alla porta della mia stanza, estraggo dalla tasca del costume la mia tessera magnetica, così da poterla aprire. Entro quindi all’interno della camera, posando tutte le robe da mare sul letto, recandomi subito in bagno per fare la doccia, in maniera tale da ripulirmi dell’acqua della piscina, dandomi anche una sistemata ai ricci e scegliere qualche vestito un po’ decente da mettere. Dovevo pur fare bella figura. Quando ho finito di prepararmi, manca ancora circa mezzoretta all’arrivo di Louis. Mi stendo perciò sul letto, magari chiudendo un pochino gli occhi l’attesa sarebbe passata più in fretta, ma l’ansia ancora una volta prende la meglio su di me. Non sapevo bene descrivere come mi sentissi in quel momento. Ero strafelice di vedere Louis, ma al tempo stesso ansioso per qualcosa come se... Il rumore di un ticchettio sulla porta, interrompe i miei pensieri. Alzo così gli occhi al cielo, immaginando fosse Niall che aveva perso la sua tessera magnetica. Mi alzo perciò dal letto, dirigendomi subito verso la porta. –Niall, è mai possibile che riesci sempre a perdere o dimentacare tutto? Poi sono io quello con la memoria ridotta-, grido, da dietro la porta, mantenendo però un tono abbastanza divertito, per poi aprire l’uscio spalancando insieme anche gli occhi, con le guance che lentamente andavano in fiamme, non appena scopro che gli occhi azzurri che ora mi stavano guardando solari, non appartenevano affatto al biondo. –Ehm... Louis, oddio devi scusarmi, ero convinto fossi il mio amico, sai lui perde sempre le chiavi e... bé accomodati-, balbetto, sempre più imbarazzato per quella figuraccia. Non avevo davvero idea che potesse essere lui, sarebbe dovuto arrivare solo tra venti minuti. -Ciao Harry-, mi saluta lui, ridacchiando un pochino, avanzando intanto all’interno della cabina, con i suoi soliti passi colmi di eleganza. -Mmh stai tranquillo, in effetti non potevi sapere fossi io, sono arrivato un po’ in anticipo-, mormora, quasi come se ora fosse lui a chiedere scusa a me. -Ohw... no, non c’è problema, anzi hai fatto bene-, affermo, perché effettivamente mi aveva evitato altri infernali minuti di attesa. –Sono contento che tu abbia accettato di venire- -E io sono contento che tu mi abbia invitato-, ribatte lui, continuando a tenere quell’espressione così raggiante, che non si poteva negare avrebbe illuminato un intero palazzo di notte. –Allora quale film avrò l’onore di guardare con te?-, chiede Louis con fare scherzoso, guardandomi intanto con quegli occhi azzurri cielo, che mai ne avevo visti di così limpidi, facendomi ricordare improvvisamente che tra tutta la felicità e l’ansia provata, mi ero completamente scordato di scegliere il film da guardare. -Oddio!-, esclamo infatti dandomi una piccola pacca in fronte. –Louis, mi dispiace mi sono completamente dimenticato di guardare-, dico prendendomi la faccia tra le mani, consapevole di star facendo una pessima figura dietro l’altra. -Ehi Harry tranquillo, lo decidiamo adesso insieme, non c’è problema-, replica Louis, lasciandosi sfuggire una risatina dalle sue labbra sottili. –A proposito, Aspen mi ha stressato perché ti salutassi. Quella ragazza la adoro, ma sa essere davvero logorroica, ieri sera non ha fatto altro che riempirmi di domande su di te, credevo non la smettesse più. Fortunatamente si è addormentata, sai io e lei condividiamo la cabina-, mi racconta, facendo poi roteare gli occhi, notando poi come le sue guance si fossero un pochino arrossite, molto probabilmente ricordando l’episodio con lei, durante la sera precedente. Piego quindi le labbra in un piccolo sorriso, per poi ridacchiare un po’, scuotendo lentamente la testa. –Bé salutamela e... mmh posso sapere cosa ti ha chiesto di me?-, domando abbastanza curioso, aspettandomi qualche domanda abbastanza fuori dal normale, visto un po’ come fosse il carattere della ragazza. Lo vedo improvvisamente arrossire di nuovo, questa volta molto più violentemente di prima, passandosi le mani tra i capelli nervosamente, facendomi intuire che doveva avergli chiesto qualcosa di più ambiguo di ciò che credessi. –Mi ha chiesto se sei il mio nuovo ragazzo-, mormora appena accennando una risata, mentre la faccia era ormai più rossa di un pomodoro. -Oh wow, è diretta la ragazza-, osservo, scoppiando poi a ridere, come a fargli capire che su certe cose con me non doveva sentirsi a disagio. –E sentiamo, tu cosa le hai risposto?-, chiedo, come se non fosse ovvio che la risposta era stata “no”. Non ero il suo ragazzo, perché avrebbe dovuto rispondere diversamente? Lo sento ridere anche lui. –Bé che domande Harry, le ho detto di no, ma che mi piacerebbe-, scherza Louis, per poi scoppiare a ridere ancora più forte. –Avanti, scegliamo il film-, esclama, facendomi poi l’occhiolino. -Certo-, rispondo, cominciando a tirare fuori il computer, con il sorriso ancora stampato sulle labbra. Sul serio le aveva dato quella risposta? Oh ma certo che no, era evidente che scherzasse, sennò perché lo avrebbe detto ridendo in quel modo? E poi, anche se fosse, perché per me era tanto importante saperlo?

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Capitolo 7
*** CAPITOLO 7 ***


-Sai, dovevo immaginarlo che a un tipo come te doveva piacere “Titanic”-, ridacchia Louis, girando poi lo sguardo verso il mio volto, puntandomi con i suoi occhi azzurri. Corrugo appena la fronte. –Davvero e come mai?-, mormoro curioso, incrociando intanto le braccia al petto. -Perché dai l’idea di essere un ragazzo particolarmente romantico-, ribatte, facendo spallucce, aprendo intanto le labbra in un piccolo sorriso, fin troppo contagioso per non essere ricambiato. Avverto le mie guance riscaldarsi appena. Non sapevo il perché, ma sentirmi dire una cosa del genere da Louis, un pochino mi imbarazzava, anche se dovevo ammettere era un piacere il fatto che pensasse questo di me. Effettivamente ero sempre stato un ragazzo piuttosto sognatore, amante delle romanticherie. Certo, con Barbara non lo ero mai stato più di tanto, ma questo perché sapevo che lei a differenza mia non fosse fatta così. Non che odiasse le coccole o i momenti sdolcinati, ma sapevo di per certo che a una serata passata a farci le coccole sul divano, avrebbe di gran lunga preferito passare la notte fuori in qualche locale o centro affollato. -Devo prenderlo come un complimento?-, scherzo, accennando una risatina, scuotendo la testa, lasciando che un piccolo riccio mi ricadesse davanti agli occhi. -Bé, l’intenzione era quella, poi dipende da come la vedi tu-, ride, allungando intanto una mano verso la mia fronte, scostandomi quel riccio ribelle che mi stava coprendo parte della visuale, ritrovandomi ad arrossire di nuovo. Era possibile che con lui diventassi rosso così spesso? Sapevo di essere un tipo che si imbarazzava facilmente, ma non avrei mai immaginato lo fossi a tal punto da cambiare colore, solo perché un amico mi facesse alcuni complimenti o mi scostasse i capelli dal viso, erano normali gesti che tra amici si facevano no? -Mmh ti ringrazio e grazie anche per il complimento allora-, dico piano, passandomi una mano tra i ricci, allungandola in seguito verso il suo viso e toccandogli la punta del naso. Lo vedo quindi arricciare teneramente il naso, continuando ancora a ridere e potevo giurarlo, adoravo la sua risata. –Ehi ma ho solo detto la verità, piuttosto ringraziami di averti fatto guardare questo film e di averti lasciato accoccolare tra le mie braccia per tutto il tempo-, replica, mantenendo sempre il suo tono scherzoso, quello che riusciva a dargli quella sua aria solare. -Ma zitto, non fare finta che guardarlo non ti sia piaciuto e dovresti ritenerti onorato che ti ho permesso di coccolarmi-, ribatto, ovviamente scherzando, cacciando appena la lingua di fuori, accorgendomi solo in quel momento di essere ancora avvinghiato al suo corpo, che dovevo ammettere fosse davvero accogliente. -Può darsi!-, esclama senza essere molto chiaro se questa sua affermazione fosse riferita al film o al fatto delle coccole. Per un attimo ho anche pensato di chiederglielo, ma poi ho deciso di lasciar perdere, infondo non avrebbe dovuto avere molta importanza la cosa. –Ma la prossima volta guardiamo “Grease”-, aggiunge poi, facendo comparire sul mio viso un sorriso immediato. Non tanto per il fatto che avesse scelto proprio quel film, che comunque adoravo. Ciò che mi rendeva felice era il fatto che questo significava ci sarebbe stata una prossima volta ed era quello che speravo. Cominciavo a provare una certa adorazione nei confronti di quel ragazzo, lo conoscevo da così poco eppure era un amico con il quale sentivo di poter già condividere diverse cose. -Affare fatto!-, acconsento, sollevandomi lentamente in modo da mettermi seduto un po’ più composto di come lo fossi poco prima. Lo vedo sorridere. –Ah, un’altra cosa, voglio anche ricevere la mia dose di coccole-, dichiara, posizionandosi meglio sul materasso anche lui. –Non ne ricevo da tanto tempo-, ammette, facendo di nuovo spallucce, come se cercasse di mostrare una certa indifferenza al riguardo, eppure sapevo che in realtà questa era qualcosa di cui sentiva molto la mancanza. Mi viene da chiedermi da quanto tempo non era più fidanzato. Sapevo fosse single, ma a parte questo non conoscevo nulla sulla sua vita sentimentale. Non sapevo se la sua ultima storia fosse finita male o se mai ne avesse avuta una. Probabilmente si, insomma è un ragazzo fantastico, quale ragazzo gay non vorrebbe stare insieme a lui? –Ehi, a cosa stai pensando?-, ridacchia Louis, schioccandomi le dita dinnanzi agli occhi, facendomi ritornare con la testa sul pianeta terra, notando non arrivasse alcuna risposta da parte mia. -Owh... ma nulla, ero solo un po’ distratto-, rispondo appena, guardandolo dritto sul volto, indeciso se domandargli o no quella cosa che ormai ero piuttosto curioso di sapere. Lo vedo sollevare di poco il sopracciglio, per poi farsi sfuggire una piccola risata. –Devi chiedermi qualcosa riccio?-, chiede, inclinando la testa di lato. Era incredibile come riuscisse a leggermi tanto facilmente, non avevo mai conosciuto nessuno che riuscisse a capirmi con quella facilità. -Be’ si, in realtà c’è una cosa che sarei curioso di sapere, ma non sei costretto a rispondere se non vuoi-, specifico subito, impaurito che l’avrei messo un pochino a disagio. -Harry, fammi questa domanda e basta-, mormora un po’ divertito da questa mia paura che potesse non sentirsi a suo agio. Annuisco lentamente, passandomi ancora una mano sui ricci, spostando solo per qualche secondo lo sguardo dai suoi occhi, al materasso. –Nulla di che, mi chiedevo solo se avessi mai avuto un ragazzo, o comunque se fossi mai stato innamorato di qualcuno-, farfuglio, sentendo intanto la mia faccia avvampare per l’ennesima volta. Louis corruga la fronte. –E tu avresti fatto tutte queste storie solo per farmi questa domanda?-, obietta quasi incredulo, scuotendo il capo subito dopo. In effetti non aveva tutti i torti, era una domanda normalissima, ma qualche ragione strana mi aveva spinto ad essere un po’ titubante nel porgliela. –Comunque si, ho avuto un paio di storie, ma nulla di importante, insomma credo di dover ancora trovare quello che sarà il probabile ragazzo della mia vita e non so se si possa definire amore, ma fino a qualche anno fa avevo una cotta tremenda per mio cugino Zayn-, mormora, scoppiando a ridere subito dopo, non potendo fare a meno di far ridere pure me. -Ma dai Lou fai sul serio? Tuo cugino?-, rido se possibile ancora più forte, ritrovandomi costretto a poggiare una mano sopra il mio stomaco. -Ehi, guarda che è un gran bel ragazzo, anzi un giorno di questi te lo farò conoscere-, ribatte anche lui senza cessare di ridere, tirandomi una piccola pacca sul braccio. -Oh, ma questo era scontato, se è riuscito a farti invaghire così tanto, pretendo almeno di sapere che faccia abbia-, dichiaro, cercando intanto di immaginare il volto ancora a me sconosciuto di questo ragazzo, che a quanto sostiene Louis, doveva essere molto attraente. –E lui era a conoscenza di questa tua cotta?- -Direi di si, gliel’ho praticamente gridato in faccia la prima volta che ho provato a ubriacarmi. Sai è stato molto imbarazzante. Non sono uno di quei ragazzi che beve ogni sabato sera in compagnia degli amici, perciò non serve dire che reggo davvero poco. Fatto sta che quella sera lui mi aveva invitato fuori insieme a un altro paio di persone e per qualche motivo ho voluto darmi alla pazza gioia. Bé alla fin della fiera, gli ho urlato di essere pazzo di lui. Per fortuna ho omesso il piccolo particolare che a tredici ho scritto il suo nome su tutte le pagine del mio diario-, mi racconta, mentre un lieve strato di rossore comincia a farsi largo sul suo viso, rendendolo ancora più grazioso del solito. Spalanco così gli occhi per la sorpresa, non credevo che Louis fosse il tipo da scrivere il nome della propria cotta sulle pagine del diario, almeno per quel poco che lo conoscessi. Certo ogni persona nasconde sempre qualche sorpresa o segreto dentro se. Anche se, considerata la sua ultima confessione forse eravamo già arrivati al punto in cui tra noi di segreti non ce ne fossero. Evidentemente stavamo legando molto più di quanto me ne fossi reso conto. –Oh e lui di tutto ciò cosa ne pensava?-, domando, ormai curioso di conoscere anche il resto della storia. -Nulla di particolare, la cosa non lo aveva sconvolto più di tanto, pare lo sospettasse già da tempo, ma lui è pur sempre etero, oltre al fatto che rimane mio cugino, quindi non credo sarebbe legale. Ad ogni modo, ormai la cotta mi è passata, sai credo sia stata solo una fase, non ne ero innamorato, semplicemente sapevo di non poterlo avere, forse era questo il motivo della mia ossessione per lui-, dice con un tono di voce quasi indifferente, posandomi subito dopo una mano sul braccio, ritirandola poi immediatamente. Forse credeva mi desse fastidio essere toccato da lui? -Già, probabilmente è così. Sai su questo argomento non sono molto esperto, non ho mai avuto una vera cotta per qualcuna. Un po’ di ragazze mi hanno chiesto di uscire in passato e io ho semplicemente accettato-, affermo, quel che in effetti era la realtà dei fatti. Non mi era mai capitato di innamorarmi di qualche ragazza, a tal punto da passare giornate intere a pensare a lei. Nemmeno con Barbara mi era mai successo, sarà che forse non sono quel tipo di ragazzo. -Però dalla tua ragazza sei preso, insomma almeno credo, da quel che ho capito è già un po’ di tempo che state insieme-, replica Louis, accennando appena un sorriso sulle labbra sottili. -Si, sono poco più di due anni-, confermo, rendendomi poi conto che la mia voce era risultata molto meno entusiasta del dovuto. Era come se, senza che me ne accorgessi, mi stavo pian piano stancando della mia relazione con lei. Ma doveva essere solo una mia impressione, a parte qualche disguido, con lei ero certo andasse tutto bene, forse stavo solo passano un momento un po’ strano. Già, un altro “forse” da aggiungere alla lunga lista. Louis annuisce senza dire nulla, doveva essersi accorto pure lui del momento delicato che stavo passando. Sperando fosse appunto solo un momento, non volevo certo arrivare al punto di far soffrire la mia ragazza. –Harry, mi piacerebbe intrattenermi ancora qui, ma purtroppo temo di dover andare. Sai, è il mio giorno libero, ma non per gli altri, perciò tra non molto dovremo mangiare, così chi deve lavorare, più tardi avrà tutto il tempo di compiere il proprio dovere-, mi spiega, cominciando ad alzarsi dal mio letto, mentre nel mio cuore si faceva largo una certa traccia di delusione. Non volevo se ne andasse già via, era stato così bello quel pomeriggio in sua compagnia. -Owh, quindi già te ne vai?-, chiedo, alzandomi in piedi anche io, nonostante la risposta a quella domanda fosse già scontata. Lo vedo fare si con la testa, mentre nel suo sguardo mi sembra di covare un certo dispiacere. –Devo Harry, ma la mia giornata di riposo comunque non è finita, possiamo sempre vederci ancora questa sera-, propone, ora allargando la bocca in un raggiante sorriso. E se per un attimo mi ritrovo a esultare dentro me, pochi secondi dopo tutta quella energia posivita sparisce così come era comparsa. Ero felicissimo della sua proposta ovviamente, ma con molta malavoglia sapevo di dover rifiutare. Avevo già preso un impegno con Barbara, le avevo promesso che ci sarei stato, non potevo darle buca un’altra volta, non me lo avrebbe di certo perdonato. -Lou mi piacerebbe tantissimo, ma ho promesso alla mia ragazza che questa serata l’avrei passata con lei-, dico dispiaciuto, lasciandomi sfuggire un lieve sospiro dalle labbra. -Ehi Harry va bene, stai tranquillo, sarà per un’altra volta okay? Non so magari, potremmo fare domani sera. Non finisco di lavorare tardi, perciò dopo il lavoro potrei raggiungerti, anche con i tuoi amici, non è un problema, così finalmente me li farai conoscere-, mormora, mostrandomi di nuovo quel sorriso che ancora una volta riesce a sollevarmi da quel dispiacere, di essere stato costretto a reclinare il suo invito. -Si, l’idea non è affatto male, anzi mi piace molto. Questa mattina ho proposto a Barbara di conoscerti, lei ha accettato, così come gli altri, quindi credo vada bene anche per loro-, accetto con entusiasmo, felice dell’idea che il giorno seguente lo avrei visto di nuovo. -Perfetto, allora siamo d’accordo, ti scriverò per chiederti dove sei, così potrò raggiungerti senza dover fare il giro della nave-, scherza, allungando intanto una mano verso i miei capelli, dandomi la solita scompigliata ai ricci, gesto che non trovavo per nulla fastidioso. -Si, credo sia più conveniente-, concordo, ridacchiando un pochino. –Comunque Louis grazie di tutto, si insomma di aver passato con me il pomeriggio, sai amo stare in tua compagnia, sei così dolce e divertente, era tanto tempo ormai che non mi sentivo più così-, ammetto, sollevando lo sguardo nei suoi occhi, rivelando tutta la gratitudine che provavo nei suoi confronti. Lo vedo ancora una volta sorridere. Quanto adoravo quel sorriso. Si lo so l’ho giù ribadito più volte, il fatto è che fosse talmente caloroso, che probabilmente lo avrei ripetuto ancora altre cento volte. –Non devi ringraziarmi riccio, lo faccio con piacere, mi piace passare il tempo con te, non avrei potuto passare un giorno di riposo migliore. Sul serio Harry, sei un ragazzo speciale, non vedo l’ora che sia domani sera-, dice, quasi timidamente, mentre quella strana sensazione che per me era sempre meno chiara, aveva ripreso a farsi largo dentro il mio corpo. Lentamente mi avvicino a lui, allargando le braccia, per poi avvolgerlo dentro un caloroso abbraccio, che con mio grande sollievo non manca di ricambiare. Altra cosa che dovevo ammettere era quanto i suoi abbracci fossero accoglienti. Mi facevano sentire protetto. Ero sempre stato un amante degli abbracci, ma i suoi sentivo di amarli ancora di più, come amavo quel lieve strato di calore, che ora mi stava avvolgendo il cuore. Se dovevo descrivere al meglio ciò che in quel momento si celava sopra il mio corpo racchiuso tra le sue braccia, la metafora più giusta era una cioccolata calda, consumata in una giornata gelida d’inverno.

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Rimanere tra le braccia di Louis era stato ancora più accogliente di quanto fossi mai arrivato a immaginare. Era uno di quegli abbracci che seppur caldi, non avrebbero dato fastidio nemmeno in quella giornata tanto afosa e personalmente lo avevo adorato. Lo avevo adorato perché c’era qualcosa in quell’abbraccio che non si riduceva a un gesto semplice o istintivo giusto per salutarci. Avevo trovato molto affetto in esso, ma di quello vero, quello di cui ogni persona sente di avere bisogno. O almeno per me era stato così, ne avevo bisogno, forse era quella la ragione per cui se non fosse arrivato Niall in stanza dieci minuti più tardi, credo che a quest’ora me ne starei ancora beato a farmi avvolgere dalle sua calorose braccia. -Perché ho come l’impressione che tu ce l’abbia con me per aver interrotto la vostra manifestazione d’affetto?-, mormora Niall, con fare abbastanza scherzoso, corrugando appena la fronte. Alzo quindi gli occhi al cielo, non capivo perché fosse tanto fissato all’idea che ce l’avessi con lui, era ovvio che le cose non stessero come pensava, per quale motivo avrei dovuto essere arrabbiato? –Niall, smettila di dire fesserie, non ce l’ho con te, da come lo dici sembra quasi che lui fosse il mio ragazzo e che ci stessimo baciando. Era solo un abbraccio, tutto qui-, ridacchio appena dando una leggera scrollata alle spalle. Certo, dovevo ammettere che separarmi da lui era stato un dispiacere, ma non avrei fatto un caso di stato. Era solo un semplice gesto d’amicizia. -Sarà, però ho come l’impressione di aver interrotto un bel momento. Ad ogni modo, come è andata? A giudicare dal tuo sorriso, immagino tu ti sia divertito molto-, osserva, guardandomi intanto con i suoi occhi del colore dell’oceano, pieni di contentezza nei miei confronti. Dovevo indossare un’espressione più felice di quanto immaginassi. -Bé si, effettivamente è stato un pomeriggio carino, abbiamo guardato “Titanic”, abbiamo riso, scherzato, mi ha persino coccolato. Poi abbiamo chiacchierato un po’, giusto per conoscerci meglio, mi ha fatto un sacco di confidenze sai? È stato fantastico, non c’è che dire, mi sembra incredibile che in così poco tempo siamo riusciti a diventare tanto amici-, gli racconto, mentre riesco ad avvertire un certo luccichio, farsi largo nei mie occhi, perché si, questo legame che si stava creando, mi piaceva molto più di quanto io stesso mi sarei potuto immaginare. Voglio dire, non ero il solito ad avvicinarmi a qualcuno tanto facilmente, ma con Louis era tutta un’altra cosa. -Aspetta, in che senso ti ha coccolato?-, chiede Niall, sollevando poi appena il sopracciglio, gesto che devo ammettere di non capirlo, cosa c’era di tanto strano? -Ni, ce n'è uno di senso. Il film è cominciato e io mi sono accasciato sopra di lui, è stato rilassante, è così strano?-, ribatto confuso, inclinando di poco la testa di lato. Lo vedo scuotere velocemente il capo, per poi mostrarmi di nuovo quel piccolo sorriso, che fino a pochi attimi prima aveva indossato. –Ohw no, no affatto, figurati solo sono sorpreso, voglio dire con Barbara ti coccoli poco e niente-, afferma alquanto titubante, forse impaurito che questa sua frase avesse potuto in qualche modo infastidirmi. Tipico atteggiamento da Niall. Lui era quel ragazzo che prima di dire qualcosa ci pensava minimo dieci volte. Spesso addirittura finiva per non dirla affatto. Non che non fosse sincero, solo temeva di ferire o deludere le persone. Certo con me non ce n’era affatto bisogno, sapeva benissimo che non ero il tipico ragazzo permaloso, che se la prendeva tanto per una frase detta in modo sbagliato, soprattutto non se detta dall’amico di una vita, che mi aveva tanto aiutato, standomi vicino nei miei momenti più complicati. -Biondo, puoi stare tranquillo, non ti sbranerò per questa tua constatazione, anche perché non è che tu abbia poi tutti i torti. Il punto è che Barbara non è mai stata una ragazza tanto affettuosa e questo puoi benissimo dirlo pure tu, voglio dire ormai la conosci no? Perciò non ci vedi mai scambiarci alcun tipo di effusioni, io sono uno che tendenzialmente si adatta alle persone. Con Louis mi è solo venuto spontaneo farlo, sai le sue braccia sono molto accoglienti, quanto si troverà un ragazzo, quello dovrà ritenersi fortunato, riceverà le coccole più belle che si possano desiderare-, Ridacchio, annuendo intanto con la testa, in segno di convinzione su ciò che stavo dicendo. –Comunque, visto che tutti ci tenete tanto a conoscerlo, se a voi sta bene, abbiamo organizzato di uscire tutti insieme domani sera-, gli riferisco, ciò che io e Lou, avevamo accordato insieme quel pomeriggio, sperando con tutto me stesso avessero tutti accettato. Primo perché ci tenevo che anche i miei amici lo conoscessero, secondo perché dovevo ammettere di avere una grandissima voglia di rivederlo. -Bé si perché no? Effettivamente con tutto questo parlare solo di lui, una certa curiosità di conoscerlo ce l’ho eccome-, dice Niall, che avevo come l’impressione, mi stesse un pochino prendendo in giro. Ma poco importava, aveva accettato e già questo bastava a farmi sorridere felice un’altra volta, perché un po’ dava per certo il fatto che la serata seguente avrei rivisto Louis. -Ehi, io non parlo solo di lui, smettila di far sembrare che abbia una cotta per lui-, ridacchio, roteando appena gli occhi, per poi afferrare un cuscino, gettandoglielo subito dopo in pieno viso. -Ahi-, lo sento mugugnare, guardandolo subito dopo, prendere il cuscino, rigettandomelo addosso, giusto per ricambiare il favore. –Io non ho mai detto questo riccio, sei tu che hai la coda di paglia riccio-, replica accennando poi una risata, decisamente più forte della mia, mentre per qualche ragione a me sconosciuta, sento le mie guance colorarsi leggermente di rosso. Coda di paglia? Perché mai ha insinuato una cosa del genere? Non avevo una cotta per Louis, era assurdo che potesse anche solo pensarlo. -Harry, stavo scherzando, lo so che quel ragazzo non ti piace, insomma sei etero e poi stai con Barbara-, mormora immediatamente, probabilmente accortosi della strana espressione che il mio viso aveva assunto. -Ohw... ehm si, lo so-, farfuglio, dandomi mentalmente dell’idiota da solo. Era ovvio che stesse solo scherzando, cosa mi stava passando per la testa, da credere che fosse serio? –Comunque, credo dovremmo prepararci, tra poco arriveranno le ragazze per andare al pub-, mormoro, alzandomi subito dal letto, per poi dirigermi velocemente verso l’armadio, in cerca di qualcosa di adatto da indossare. Sento Niall scoppiare a ridere alle mie spalle. Mi giro così di scatto, corrugando appena la fronte, abbastanza confuso sul perché ora stesse ridendo così. –Harry direi che è un po’ presto per il pub, considerato che ancora dobbiamo cenare-, mi ricorda, rispondendo automaticamente alla mia domanda. Spalanco infatti di poco gli occhi, dandomi subito dopo una leggera pacca sulla fronte. Mi ero proprio scordato che ancora dovessimo andare a cena, ma quel che era peggio è il fatto che pur non avendo mangiato neanche a pranzo, sentivo che se solo avessi mandato giù un boccone, il mio stomaco si sarebbe probabilmente ribaltato. Ero uno a cui di solito mangiare piaceva, certo non ero ai livelli di Niall che se avesse potuto avrebbe ingurgitato un ippopotamo intero, ma di sicuro non mi sarebbe mai sfiorata l’idea di saltare anche solo un pasto. Quel giorno però sembravo avere lo stomaco già completamente pieno, quasi a esplodere. Forse era lo strano nervoso che sentivo già dentro da quella mattina, quello che solo per le poche ore passate in compagnia di Louis si era stranamente placato. –Niall, hai ragione, me ne ero quasi dimenticato, il fatto è che al momento non ho molta fame-, mormoro quasi in un bisbiglio per poi alzare appena un pochino le spalle. Lo guardo inclinare leggermente la testa di lato, come se si stesse impegnando a studiare, quale espressione aleggiava ora nei miei occhi. –Harry, ti senti bene? Non hai mandato giù nulla nemmeno a pranzo- -Massi Ni, sto bene, non preoccuparti, ho solamente poco appetito-, ribatto, avvertendo però nel cuore, la sensazione che non si trattasse solo di questo. -Okay, se lo dici tu. A questo punto scommetto che anche questa volta, mi toccherà mangiare solo con le ragazze-, sdrammatizza Niall, intuendo alla perfezione, le mie intenzioni di assentarmi durante l’ora di cena, standomene rintanato da solo in cabina. –Tranquillo, lo dirò io a Barbara-, si offre gentilmente, rivolgendomi subito dopo, un piccolo sorriso amichevole. -Ti ringrazio Nialler, magari ne approfitto per riposare un po’, così stasera riuscirò a essere un pochino più sveglio-, ridacchio appena, passandomi intanto la mano tra i morbidi ricci, che avevo l’impressione profumassero un pochino di Louis. “Aspettate, Profumare di Louis? Ma che razza di pensieri sono questi? Okay Harry, rilassati e torna in te!”, dico a me stesso, scuotendo poi velocemente la testa, cercando subito di scacciare certi pensieri assurdi dalla mente. -Si, forse è meglio, credo ti serva sai? Bè, ci vediamo dopo allora, io inizio ad avviarmi, così intanto spiego con calma a Barbara la situazione-, mi informa, alzandosi intanto dal letto, dirigendosi verso la porta. Lo vedo fare per aprire, bloccandosi poi di colpo e girandosi un’altra volta nella mia direzione, come se volesse dirmi qualcosa. Sollevo così appena il sopracciglio, aspettando intanto che il biondo parlasse, curioso di sapere cosa avesse da aggiungere ora. –Harry, tu sei proprio sicuro di non provare assolutamente nulla per... Louis?-, domanda ancora più titubante, di quanto lo fosse stato nel pormi la domanda di poco fa, facendomi spalancare ancora una volta gli occhi, facendomeli uscire quasi del tutto dalle orbite. -N-Niall ma che stai dicendo, sei impazzito?-, replico subito, alzando di qualche decibel il tono della voce, non perché fossi arrabbiato, ma per lo sgomento nel sentirmi fare una domanda del genere, che a dirla tutta ritenevo priva di fondamenta. Insomma, il fatto che fossi tanto legato a Louis non voleva dire assolutamente nulla no? Avevamo un bel rapporto tutto qui, ma non significava affatto che provassi qualcosa per lui o almeno credo. Come “credi” Harry? Non è così e basta, cosa prende pure a te? Vedo il mio amico arrossire di colpo, probabilmente un po’ a disagio per avermi posto una domanda del genere. –Dio scusami Harry, hai ragione, non so proprio cosa mi sia saltato in mente, mi dispiace questa domanda è stata del tutto fuori luogo- risponde infatti, cominciando a gesticolare visibilmente agitato. -Ehi Niall non fa nulla, non sono arrabbiato, solo non me l’aspettavo-, dico, piegando le labbra in un lieve sorriso, giusto per rassicurarlo. Sorriso che ovviamente il biondo, non manca di ricambiare, visibilmente più rilassato. -Bene, allora vado, ci vediamo riccio-, mi saluta poi, aprendo questa volta la porta e sparendo dalla mia visuale, solo dopo aver sentito il mio saluto in risposta, lasciandomi da solo ora con mille pensieri a occuparmi la mente. Abbastanza da sentire il mio cervello andare in totale subbuglio. Forse facevo davvero bene, a farmi una piccola dormita. Mi giro appunto verso il letto, coricandomici di nuovo sopra, per poi chiudere lentamente gli occhi, cercando di lasciarmi cullare tra le braccia di Morfeo, almeno da zittire il mio cervello per le due ore successive. -Har?-, sento una voce sussurrarmi all’orecchio, mentre i miei occhi ancora non si era aperti dal sonno. Era una voce tiepida e abbastanza famigliare. Anche se a causa del sonno, ancora parzialmente in corso, non riuscivo a identificarla bene. Forse si trattava di Louis? “O forse è quello che speri”, sento mormorare dal mio io interiore, che prontamente ignoro, vista l’assurdità di ciò che aveva appena detto. –Harry ci sei?-, sento ancora quella voce famigliare, sussurrare questa volta un po’ più forte, come per assicurarsi che potessi sentirla. E ora ne ero più che certo, non apparteneva a Louis. Louis aveva una voce più calda, più delicata, nulla a che vedere con quella che da qualche minuto era tutta presa a menzionare il mio nome. “Perché non provi ad aprire gli occhi e scoprirlo da te?”, mi suggerisce il mio io interiore, a cui per questa volta decido di dare retta. Apro infatti gli occhi, schiudendoli poi appena per abituarli alla luce, alla quale erano di nuovo sottoposti, cercando di mettere a fuoco la figura dinnanzi a me. Quella che ora potevo riconoscere benissimo. -Barbara?-, biascico appena in uno sbadiglio, chiedendomi per quanto tempo avessi dormito. La vedo corrugare la fronte. –Bé certo che sono io, chi ti aspettavi che fosse?-, ridacchia appena, prendendo intanto posto, accanto a me, nel letto. –Come stai?-, chiede infine, sollevando lo sguardo nei miei occhi, ancora un pochino impigriti, posandomi una mano sulla guancia, lasciando su di essa una piccola carezza. -Mmh, un po’ meglio-, affermo solo, porgendole intanto un lieve sorriso. -Menomale, sai mi sono un po’ preoccupata, non hai mangiato nulla tutto il giorno-, osserva, utilizzando un tono abbastanza strano, al quale non avrei saputo affibbiare un giusto aggettivo. -Amore davvero sto bene... che ora sono?-, chiedo, sperando di deviare subito il discorso, onde evitare che si creassero altri inconvenienti o situazioni imbarazzanti come prima con Niall. La vedo estrarre il cellulare dalla tasca, in modo da poter leggere l’ora che il display stava segnando. –Sono le nove e mezza, tra poco arriveranno anche Niall e Lucy, per andare insieme al pub. Ho chiesto loro di lasciarci un pochino soli, sai giusto per parlare un pochino-, dice prendendosi intanto il labbro inferiore tra i denti, cominciando a mordicchiarselo, segno che fosse piuttosto nervosa. -Parlare?-, ripeto abbastanza confuso. Era chiaro non fosse nulla di buono solo non capivo ora cosa fosse successo. Speravo solo non si trattasse di un’altra scenata, non avrei avuto la forza di sopportarla. -Si... insomma Harry, c’è qualcosa che non va tra noi?-, chiede infatti, guardandomi seria negli occhi, facendomi restare un tantino di sbieco. Certo, non potevo negare che ultimamente mi stavo mostrando piuttosto distaccato, ma non mi ero reso conto di quanto la situazione fosse preoccupante. -Bé, no... non credo, almeno a me sembra sia tutto a posto-, ribatto, avendo come l’impressione che stessi un po’ mentendo persino a me stesso. -Ne sei sicuro? Perché Har in questo periodo, ti vedo molto lontano, ho l’impressione che qualcosa non combaci più. Stiamo insieme da due anni ormai, ma ho sempre fatto l’impossibile perché la nostra storia non diventi affatto monotona. Solo mi sembra che io nonostante ciò, ti stia pian piano perdendo e non voglio che questo possa accadere capisci? So che spesso ci troviamo a discutere, po che a volte posso risultare un po’ opprimente, ho un carattere complicato, lo so anche da me, ma ti amo e...-, si blocca di colpo, mentre noto i suoi occhi inumidirsi leggermente. Era strano per me trovarla in quello stato, non era una di quelle ragazze che piangeva spesso, per questa ragione ora potevo affermare di sentirmi davvero in colpa. Lentamente allargo le braccia, prendendola poi tra di esse e stringendola forte, iniziando a lasciarle piccole carezze sulla schiena. -Amore è tutto okay davvero... sto solo passando un periodo un po’ strano, ma non ha nulla a che vedere con te e... mmh ti amo anche io-, dico in un bisbiglio, continuando a tenerla tra le braccia, per poi stringere forte gli occhi, prendendomi il labbro inferiore tra i denti. Ero sicuro di amarla, eppure continuavo ad avere l’impressione di mentire. Il pub era molto carino. Con ripiani tutti lucidi, quasi da potersi specchiare, sul colore blu notte, chiunque l’avesse arredato bisognava ammettere avesse un certo buon gusto per questo genere di cose. Trovare quella sala era anche stato abbastanza facile, fortunatamente, per quanto la nave fosse di dimensioni enormi, possedeva segnali di indicazione perfetti, con i quali era impossibile anche solo pensare di sbagliare strada. Appena arrivati al suo interno, subito ci eravamo recati al bancone, dove un ragazzo, che ancora non potevo vedere bene, visto come fosse girato, era tutto indaffarato a preparare dei cocktail. A giudicare da quel poco che potevo osservare, era un bel ragazzo, perfettamente vestito e curato, con una pelle leggermente mulatta e capelli neri, pettinati in un ciuffo. Chissà se anche lui conosceva Louis? Bé si mi pare ovvio che lo conoscesse, è un dipendente di suo padre. -Tu cosa prendi, Har?-, chiede Barbara, interrompendo i miei pensieri, mettendomi intanto un braccio intorno alle spalle. -Ehm non saprei...-, non faccio in tempo a terminare la frase, che vedo il ragazzo del bar voltarsi di scatto nella mia direzione, cominciando a squadrarmi dalla testa ai piedi, quasi mettendomi soggezione. Mi chiedo per quale motivo tutti continuassero a fissarmi su quella nave, avevo forse addosso qualcosa a cui tutti erano allergici? -Tu sei Harry, cioè intendo quel Harry, vero?-, mi chiede infine il ragazzo, dopo almeno cinque minuti pieni passati a farmi la radiografia, facendomi rimanere un tantino confuso. –Il nuovo amico di Louis-, specifica poi ridacchiando, notando il mio evidente stato di confusione. -Owh, bé temo proprio di si-, mormoro in risposta, scacciando un piccolo risolino dalle labbra, mentre le mie teorie sul fatto che conoscesse Louis si erano confermate. -Bene, è un piacere conoscerti di persona, sai Louis non smette un attimo di parlare di te, all’inizio credevo quasi mi stesse mentendo, quando diceva che siete solo amici. Non dirgli che te l’ho detto, altrimenti potrebbe strozzarmi-, dichiara, continuando a ridacchiare, mentre le mie guance avevano cominciato a riprendere quel colorito rosso. Quindi Louis aveva parlato anche a questo ragazzo di me? Bé la cosa non poteva che essere gratificante. -Oh no, tranquillo non dirò nulla. Ma comunque mi fa piacere, anche io parlo molto di lui-, lo informo, sentendo quasi paura a voltarmi verso Barbara, che sicuramente non doveva indossare in viso la sua espressione migliore, viste le sue assurde preoccupazioni, che mi aveva confidato quella mattina in piscina. Vedo il ragazzo dai capelli neri, dinnanzi a me, piegare le labbra in un piccolo sorriso. Avevo la netta impressione che fosse particolarmente legato a Louis, anche se ancora non conoscevo bene quale ruolo avesse nella sua vita. Quel che era certo, è il fatto che non fosse il suo ragazzo, primo perché Louis aveva esplicitamente detto di essere single, secondo a giudicare dalle sue parole, mettevo in dubbio che tra loro ci fosse qualcosa. “Questo ti rincuora molto, non è vero?”, sento di nuovo il mio io interiore dirmi l’ennesima fesseria, che prontamente ignoro. –Ad ogni modo, temo di dovermi ancora presentare, quindi piacere Harry, io sono Zayn, il cugino di Louis-, mormora questa frase, allungandomi successivamente la mano, mentre il mio cuore, al pronunciare di quel nome che conoscevo fin troppo bene, ottiene un piccolo sbalzo. E così era lui il ragazzo che fino a pochissimi anni fa, piaceva tanto a Louis? Bé c’era da ammettere che fosse molto bello come ragazzo, inoltre aveva un’aria decisamente simpatica. “Qualcosa ti sta forse turbando?”, sussurra ancora il mio io, in modo decisamente fastidioso, cominciavo ad averne le tasche piene. Lentamente sollevo la mano, allungandola fino a stringere quella di Zayn, ricambiando appena il sorriso che mi stava rivolgendo. -Piacere-, esclamo solo, non sapendo bene se dirgli o no che in effetti pure io avevo sentito parlare di lui. Certo ormai a Louis la cotta era passata, ma temevo comunque si sarebbe sentito a disagio, se Zayn avesse saputo che lui mi avesse accennato al fatto. -Va tutte bene, Harry?-, chiede poi Zayn, sembrando abbastanza preoccupato, probabilmente notando del lieve pallore sul mio viso, come mi succedeva ogni qualvolta mi trovassi in determinate situazioni, anche se non mi era del tutto chiaro quale tipo di situazione fosse esattamente quella. -Mmh si, si certo, stavo solo pensando, non farci caso, sono un ragazzo abbastanza distratto-, farfuglio così in risposta, passandomi nervosamente una mano tra i ricci, maledicendomi subito dopo per la scarsità della mia fantasia, nell’inventare scuse sensate. Cosa centrava l’essere pensieroso, con il fatto di essere un pochino impallidito? Per fortuna, il ragazzo, non sembra voler obiettare. -Va bene... comunque se volete ordinare, offro io-, mormora gentilmente Zayn, girando per un istante lo sguardo verso i miei amici, per poi tornare subito a riportarlo su di me. –Harry, ti dispiace se prima parlassimo un attimo in privato? Intanto i drink li preparerà Josh-, domanda poi, mantenendo quel tono di voce gentile, indicando un ragazzo che se non ricordavo male, doveva essere il ragazzo di Aspen, il quale annuisce in segno di assenso. -Certo-, rispondo, alquanto curioso di sentire cosa avesse da dirmi, informando velocemente Barbara che sarei tornato subito. A quanto pare quel giorno tutti erano in vena di dirmi qualcosa. -Perfetto, seguimi-, dice in tono alquanto amichevole, facendomi cenno di seguirlo sul ponte, così da poter avere una certa tranquillità. Ci incamminiamo così sul ponte, dove potevo inebriarmi di quel profumo di brezza marina, del quale ero sempre stato innamorato, appoggiandoci poi su un muretto, che permetteva una perfetta visuale sul mare. -Harry senti...-, comincia Zayn, fermandosi solo per un attimo, giusto per portarsi una sigaretta che nemmeno gli avevo visto prendere in mano, alle labbra, aspirandone poi del fumo. –Mi fa molto piacere del legame così forte che è nato tra e Louis, non lo vedevo tanto felice da tempo-, continua poi piegando un’altra volta le labbra in un piccolo sorriso, subito ricambiato da me, che potevo giurare di aver appena ricevuto la notizia più bella. Sapere di rendere felice Louis era qualcosa che mi faceva stare davvero bene con me stesso. -Bé mi fa davvero piacere Zayn, insomma con Louis mi trovo molto bene, credo di essermene affezionato molto-, confesso, aprendo le labbra in un sorriso ancora più ampio, notando però a discapito di come mi aspettavo, una certa preoccupazione farsi largo dentro gli occhi del ragazzo. -Lo so Harry, lo immagino e non credo serva dirti, sia lo stesso pure per lui. È proprio questo il punto...-, mormora, aspirando un altro tiro dalla sigaretta, emettendo poi un piccolo sospiro, che mi stava lasciando sempre più confuso. –Louis non è il tipo da dare confidenza a chiunque, ma quando lo fa si affeziona davvero tanto alle persone. A me fa molto piacere che vi siate trovati, solo sono un po’ preoccupato. Non metto in dubbio che tu sia un bravo ragazzo Harry e sono sicuro non hai alcuna intenzione di abbandonarlo da un momento all’altro, o almeno è ciò che spero. Louis ha già sofferto in passato e credo tu lo sappia che in parte è anche causa mia. Visto come siete legati, te lo avrà sicuramente raccontato-, dice, ritrovandomi perciò ad annuire in risposta, ma senza dire alcuna parola, ero curioso di capire dove volesse andare a parare. –Ecco, ora sembra essersi ripreso bene, anche perché ormai fa tutto parte del passato, ma non vorrei ricapitasse tutto di nuovo, non so se mi spiego- No, in effetti non si spiegava. Cosa centrava ora il fatto che Louis in passato avesse provato dei sentimenti nei suoi confronti, con me? –Non proprio!-, ammetto infatti, inclinando la testa di lato, perché capisse che necessitavo di una spiegazione un po’ più specifica. -Harry, è molto semplice, ciò che cerco di dirti è di non fargli mai intendere cose, che poi non vuoi davvero-, dice infine, aspirando l’ultimo tiro e gettando via la sigaretta, nel posacenere li vicino a noi. Quindi era questo? Ha paura che a Louis possa cominciare a piacere io e che io possa illuderlo? –Aspetta, ora ho capito ciò che cerchi di dirmi, ma Zayn devi stare tranquillo, insomma non credo che Louis potrebbe mai provare qualcosa per me e anche se fosse non lo illuderei mai, io non sono fatto così. Aggiungo anche che non ho alcuna intenzione di abbandonarlo, lo conosco da poco, ma posso giurare che la sua presenza nella mia vita è già diventato fondamentale, credo che io per primo non sopporterei una distanza tra me e lui... lui è un ragazzo davvero incredibile-, mormoro, sentendo ancora una volta, per qualche strana ragione, le mie guance arrossire appena. Vedo Zayn sorridermi di nuovo, cosa che in effetti un pochino mi fa rilassare. –Ne sono certo Harry, si vede che gli vuoi molto bene, solo temo ci siano cose riguardo a Louis che ancora non ti ha detto. Intendiamoci, non sono cose brutte anzi, ma in ogni caso, mi sembrava giusto metterti in guardia, come suo cugino mi sento in dovere di proteggerlo, non so se mi spiego. Comunque, io ho finito, quindi se vuoi possiamo anche tornare dentro- -Oh no, cioè tu va pure, io mi fermo ancora un attimo qui, vorrei prendere un po’ d’aria-, lo informo, per poi guardarlo annuire, rientrando all’interno della nave subito dopo, lasciandomi così solo immerso nei miei pensieri. Il discorso che Zayn mi aveva appena fatto mi aveva reso ancora più curioso di quanto già lo fossi, prima che cominciasse a parlarmi. Insomma, non che mi aspettassi che in così poco tempo, Louis mi avesse già raccontato tutto ciò che c’era da sapere sulla sua vita, ma cosa c’era di fondamentale su di lui che ancora non sapevo? A interrompere i miei pensieri è l’arrivo di un sms. Velocemente lo estraggo dalla tasca, controllando subito chi fossi stato a scrivermi, per poi farmi crescere un raggiante sorriso sulle labbra nel leggere il nome del mittente. Da Loulou  Ehi riccio, sono sul ponte e sono pronto a scommettere che in questo momento ci sarai pure tu, anche se non sul mio stesso piano. Bé comunque ti ho scritto per confermarti, almeno per quanto mi riguarda l’uscita di domani sera. Spero sia confermato anche per te, oggi sono stato davvero bene. Ad ogni modo, ora ti lascio guardare il mare tranquillo, buona contemplazione e buonanotte. Xx. Lou. Leggo il testo del messaggio, avvertendo dentro il corpo crescermi un senso di innata felicità, perché dovevo ammetterlo, avevo davvero sperato mi scrivesse. A Loulou  Ehi Lou... si hai indovinato, in effetti sto guardando il mare, ma non è lo stesso senza di te. Comunque confermo pure io, buonanotte scemotto. Xx. Harry. Invio velocemente la risposta, riponendo subito dopo il cellulare in tasca, tornando così a guardare il mare, mentre dovevo ammetterlo, stavo sperando fosse già domani.

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Capitolo 9
*** CAPITOLO 9 ***


-Quindi non mi dirai mai di cosa avete parlato tu e il cugino di Louis ieri sera, vero?-, insiste Niall, con fare abbastanza lamentoso, facendomi sbuffare per l’ennesima volta nel giro di venti minuti. Da quando la sera, precedente avevo fatto il mio rientro all'interno della nave, Niall non aveva fatto altro che tartassarmi di domande. Voleva sapere a tutti i costi cosa Zayn mi avesse riferito. Nonché avessi qualche problema a dirglielo, solitamente glielo avrei raccontato senza che nemmeno me lo chiedesse, ma questa volta le cose erano ben diverse. Nonché il ragazzo mi avesse detto chissà che cosa, infondo le sue non erano state altro che delle semplici raccomandazioni, ma faceva lo stesso. Non mi andava di raccontare della nostra conversazione, sentivo che infondo nascondesse dentro troppi segreti o confidenze che al di fuori di me e Zayn, nessuno avrebbe dovuto esserne al corrente. E non mi riferivo solo al fatto della famosa cotta che Louis in passato aveva avuto nei confronti del cugino, c’era ben di più. -Niall, ti adoro, ma a volte sei pesante. Non ti dirò cosa mi detto Zayn, puoi anche smettere di riprovarci-, dichiaro, con quanta più fermezza mi riuscisse, per poi afferrare la borsa da mare, pronto a raggiungere le ragazze, che questa volta avevano detto di aspettarci direttamente nella sala apposita alla colazione. Sento Niall sospirare pesantemente, deluso dalla mia risposta, che ancora una volta pareva proprio essere negativa. –Almeno me lo dici il motivo per cui hai sorriso come un ebete per il resto della serata? Ti prego, sono troppo curioso, non puoi negarmi anche questa risposta, Harry Styles-, mi implora piagnucolando, puntandomi subito dopo il dito contro, in modo quasi minaccioso, facendomi quasi piegare in due dalla risate. -Ehi, io non “sorridevo come un ebete”-, ribatto, ridacchiando ancora, mimando le virgolette, come a imitare ciò che aveva appena affermato lui. Anche se in effetti, sapevo bene di mentire. Il messaggino del tutto inaspettato, ricevuto da Louis, una decina di minuti prima che mi decidessi a rientrare, era stato qualcosa che, dovevo ammettere, mi avesse fatto molto piacere. Era stato un messaggio semplice, composto da parole che si notava benissimo, fossero del tutto spontanee, forse era proprio quello a rendere il testo ancora più speciale di quanto già lo fosse in se. Ero talmente felice che quella sera lo avrei rivisto. Non lo vedevo da meno di ventiquattro ore, eppure nel cuore sentivo la voglia di incontrarlo al più presto. E si, mi mancava. Mi mancavano i suoi abbracci caldi. Era una cosa abbastanza strana per quanto mi riguarda. Mi ero legato a molte persone in passato. Con alcune, Niall per esempio, lo ero tuttora. Ma lo potevo avvertire sulla pelle, il legame che avevo con Louis, era qualcosa di ben diverso. Non sapevo definirlo, non trovavo il nome esatto da affibbiargli, solo sentivo fosse speciale. -Oh si invece, lo facevi e lo stai facendo anche adesso a dirla tutta-, osserva Niall, indicandomi le labbra, che senza rendermene conto avevo appena piegato di nuovo in un ampio sorriso. Sento infatti le mie guance, colorarsi appena di un’accesa tonalità di rosso. Non avevo idea del perché ogni volta che si parlava di Lou, arrossivo così tanto, forse per il dubbio sui miei sentimenti nei suoi confronti, che Niall mi aveva posto la sera prima. –Te lo dirò, ma non farti strane idee-, puntualizzo fin da subito, onde evitare che venisse fuori un’altra situazione, fin troppo imbarazzante. Vedo Niall annuire piano, con uno strano sorrisetto stampato sulle labbra. Deduco avesse già capito del nome che le mie labbra, di li a pochi secondi, avrebbero pronunciato. -Okay... bé nulla di che, insomma Louis mi ha scritto un messaggio ieri sera, in cui per altro confermava l’uscita di stasera, quindi la cosa mi ha fatto piacere, tutto qui-, mormoro con un tono di voce, piuttosto sottile, alzando le spalle, come a cercare di sembrarne indifferente, cosa ovviamente non vera. -Oh bè, dici che non è niente di eclatante, ma il tuo sguardo sembra esattamente quello di una ragazzo che si sente al settimo cielo-, mi fa notare Niall, guardandomi di sottecchi, come se lui la sapesse lunga. Che poi, in realtà, non c’era nulla da sapere, infondo era la verità quella che gli avevo appena riferito e per quanto ammetta che ne ero rimasto molto felice, non c’era scritto nulla in quel messaggio che potesse considerarsi così sconvolgente. Alzo infatti gli occhi al cielo, decidendo di ignorare i suoi atteggiamenti furbeschi, come se io davvero stessi nascondendo qualcosa. –Niall, io credo che dovremmo andare a fare colazione. Non mi sono alzato dal letto con una mezzora d’anticipo rispetto al dovuto, perché tu potessi fare il pettegolo su cose che neppure esistono. Mi sono svegliato presto, per evitare di arrivare come al solito in ritardo, quindi se non ti dispiace vorrei raggiungere subito le ragazze-, dico infatti, ovviamente stando ben lontano dall'usare un tono che potesse davvero risultare offensivo. Niall quindi annuisce, stranamente senza fare alcun tipo di obiezione. Forse si riteneva finalmente soddisfatto di aver avuto la risposta che cercava. –Si, va bene, ma non pensare che sia finita qui, più tardi continueremo il discorso-, afferma, prendendo anche lui la sua borsa, bruciando così tutte le mie vane speranze che il discorso si fosse appunto chiuso. Che in realtà, se proprio dobbiamo dirla tutta, non mi era ben chiaro a quale discorso si riferisse. Sia come sia, usciamo finalmente dalla cabina, dirigendoci poi alla sala colazione con passo piuttosto lento, dovuto al sonno che ancora non ci aveva del tutto abbandonati. Una volta raggiunta la sala, nonostante la confusione che già regnava al suo interno, fortunatamente raggiungiamo subito le ragazze, sedute al tavolo ad aspettare che anche noi arrivassimo, con i vassoi colmi di cibo. -Eccoci!-, annuncio, appena abbastanza vicini al tavolo perché potessero sentirci, prendendo immediatamente posto accanto a Barbara, la quale come ogni mattina, non perde tempo a posarmi un casto bacio sulle labbra. -Buongiorno Har-, mormora poi, aprendo le proprie labbra, ricoperte di gloss alla fragola, una volta separate dalla mia bocca. –Tutto bene?-, chiede allegramente, afferrando intanto il suo croissent alla crema, addentandone giusto un pezzettino, senza abbandonare la sua solita compostezza, che per quanto fosse educata, a volte potevo dire lo fosse un po’ troppo. Insomma, non eravamo al palazzo reale, non serviva tutto quel bon ton. “Harry, smettila di andarle a cercare ogni piccolo difetto, lei è una ragazza sublime, sei tu che non sai quale scusa inventarti, perché ti stai evidentemente stancando di lei”, sento la vocina nella mia testa, tornare a rimproverarmi. Già, mi sembravo troppo bello che quella mattina, ancora non si fosse fatta sentire. Faccio per rispondere che va tutto bene, ma la risata fin troppo rumorosa di Niall mi costringe a interrompermi, girandomi verso di lui con il sopracciglio sollevato e un’aria abbastanza divertita. –Ni, si può sapere ora cosa sarebbe successo di così tanto divertente?-, domando, piuttosto confuso, lasciandomi sfuggire qualche risolino, perché non si poteva negare che il biondo fosse piuttosto contagioso. -Harry h-hai... hai t-tutto il lucidalabbra-, balbetta per le troppe risate, indicandomi intanto la bocca, la quale, senza che me ne rendessi conto, era tutta imbrattata del gloss che la mia ragazza aveva spalmato quella mattina sulle proprie labbra, regalandomene un sottile strato, durante il nostro piccolo bacio. Sento così le mie guance andare completamente a fuoco, mi chiedevo il perché Barbara non mi avesse avvertito di nulla. Mi alzo quindi dalla sedia su cui ero seduto, con uno scatto veloce, coprendomi poi le labbra con la mano, onde evitare altre figuracce. –Perdonatemi, credo che andrò un attimo in bagno, devo urgentemente pulirmi le labbra-, bofonchio, senza accennare a togliere la mano, correndo subito in direzione dei bagni, mentre ancora potevo sentire benissimo, Niall ridere di gusto. Spero solo che nessuno a parte i miei amici mi avesse visto, non era certo nei miei piani diventare “quello con il rossetto sulle labbra”. Dovevo dire che i bagni erano situati più lontani dai tavoli di quanto mi aspettassi o forse ero semplicemente io che non vedevo l’ora di liberarmi da quello strato lucido e appiccicoso, che in effetti era anche parecchio fastidioso. Mi domando come le ragazze facciano a metterselo ogni giorno. Scuoto velocemente la testa cercando di non perdermi in pensieri inutili, quando accidentalmente mi accorgo di essere finito contro qualcuno, facendogli versare addosso tutto il cappuccino, che era evidente tenesse in mano. “Accidenti a me, sono proprio un disastro”, penso sperando solo che la persona a cui fossi appena finito addosso, che ancora dovevo vedere in viso, non fosse una di quelle scorbutiche si alterano appena le sfiori per sbaglio. -Oddio, mi dispiace, non so proprio dove ho la testa-, farfuglio, avvertendo le guance colorirsi leggermente di rosso, sollevando intanto la testa e provando un piccolo sussulto, non appena mi accorgo che la persona con cui mi fossi accidentalmente scontrato non fosse altro che Louis. E sarà stata la sorpresa, ma potevo giurare che se prima ero un pochino arrossito ora le mie guance stavano letteralmente andando a fuoco. Se non altro ora potevo avere la certezza che nessuno mi avrebbe menato, Louis non sembrava proprio il tipo da prendersela per questo genere di cose. Lo sento infatti ridacchiare un pochino, per poi notare come stesse scuotendo la testa divertito, lasciando che delle piccole ciocche di cappelli, gli ricadessero dinnanzi agli occhi, dandogli un’aria leggermente più sbarazzina del solito. –Ehi tranquillo, non ha importanza, non mi piaceva poi tanto questa maglietta-, mormora allegramente indicando quella macchia enorme di cappuccino impiastrata sulla sua t-shirt bianca, tanto da rendere il disastro ancora più visibile. -Ohw bé in ogni caso mi dispiace, davvero, non so proprio dove ho la testa-, balbetto sempre più imbarazzato, imprecando mentalmente di essere così distratto. -Harry è tutto okay, può succedere, ora dovrò solo fare una corsa fino alla mia cabina al ponte di sopra a cambiarmi, ma non è un problema, il mio turno comincia tra mezzora quindi ho tutto il tempo-, mi rassicura, col suo carattere come al solito gentile, rivolgendomi uno dei suoi sorrisi, per cui qualunque persona sarebbe potuta benissimo crollare ai suoi piedi. “Qualunque persona, te compreso, vero Harry?”, sussurra beffardo il mio io interiore, che cominciavo a desiderare disperatamente si zittisse una volta per tutte. -Mmh se vuoi posso sempre prestartene una mia, insomma ho la cabina su questo ponte, almeno sei più sicuro sul tempo, visto che si trova più vicina-, propongo pensando bene che dopo il disastro combinatogli, almeno un piccolo favore glielo dovevo. “Oppure è solo una patetica scusa per passare del tempo in più con lui, magari guardandolo anche a petto nudo”. Okay, giuro che se quella stupida vocetta, non fosse solo frutto del mio cervello, ora l’avrei già disintegrata. -Haz, ma no, non c’è bisogno, basta che accelero un po’ il passo e farò in tempo-, ribatte, lasciandosi scappare una risatina, probabilmente divertito dal mio totale imbarazzo per quel piccolo incidente. -Louis, davvero insisto, non hai tutto questo tempo, rischi di arrivare in ritardo. Dico sul serio, non ho alcun problema a prestarti una delle mie magliette. Magari ti starà un po’ larga, ma infondo si tratta solo di qualche ora, poi potrai cambiarti di nuovo-, riprovo, forse anche per alleviare quel senso di colpa che un pochino in effetti provavo, passandomi intanto una mano tra i ricci, piuttosto disordinati sulla fronte, ritrovandomi a guardare i suoi occhi che quel giorno avevo l’impressione brillassero ancora più del solito. -Eh va bene, accetterò questa tua offerta, però davvero Harry, non voglio che ti preoccupi per...-, si ferma all'improvviso, notando a un certo punto mi stesso scrutando il viso, con il sopracciglio leggermente sollevato e l’aria di chi cercasse di trattenere una risata. Corrugo così la fronte confuso, forse avevo qualcosa in viso di strano e non me ne ero accorto? -Ehm... Harry, hai messo per caso del lucidalabbra?-, lo sento mormorare, sempre cercando di trattenere quella risata, che per ogni attimo che passava, minacciava sempre più di uscirgli dalle labbra, facendomi di punto in bianco ricordare, il motivo per cui inizialmente mi ero allontanato dai miei amici. Sento quindi il mio viso, avvampare per l’ennesima volta e potevo giurarlo, se prima ero imbarazzato, ora stavo solo desiderando poter sprofondare da un momento all'altro. -Mmh bé io...-, farfuglio infatti sempre più paonazzo, cominciando a frugare nelle tasche sperando quantomeno un fazzoletto che potesse salvarmi da quella situazione. -Ehi non preoccuparti, non sei poi tanto male, in effetti dona più a te che a ogni altra ragazza su cui l’ho visto, sai mette molto in risalto la tua carnagione-, mi prende in giro amichevolmente, questa volta senza nemmeno sforzarsi di non ridere. E forse era la sua risata, così delicata e contagiosa, ma in pochi secondi mi ritrovo a piegarmi in due pure io. -Sei un cretino-, esclamo, ridacchiando ancora, portandomi intanto una mano dinnanzi alle labbra, pregando perché a parte lui, nessuno si fosse accorto di nulla. -Dai sto solo scherzando, vieni qui-, mormora dolcemente, facendomi cenno di avanzare verso di lui, tirando fuori un fazzoletto dalla tasca, cominciando poi a strofinarmelo delicatamente sulle labbra, in modo da asportare qualsiasi traccia di trucco, ancora sopra di esse presente. Mi ritrovo infatti accidentalmente a pochi centimetri di stanza da lui, tanto da riuscire quasi a sentire il suo respiro caldo posarsi sopra il mio viso. Sarà che la mia pelle in genere aveva una temperatura piuttosto bassa, ma il contrasto con il suo calore, stava facendo sentire al mio corpo brividi strani. Una cosa c’era da ammetterla, visto a quella di stanza, il viso di Louis riusciva a sembrare addirittura più angelico di quanto già di suo lo fosse. Per non parlare dei suoi occhi, o la perfezione con cui quelle labbra sottili erano state disegnate sopra il suo volto. “Così ora ti metti pure a fissargli le labbra?”, sento ancora la solita voce rimbombare nella mia testa, che a furia sentirla, si poteva dire stesse quasi per scoppiare. Sento improvvisamente Louis schiarirsi appena la voce, come a farmi notare che avesse finito ripulirmi le labbra ormai da un pezzo. A quanto pare dovevo essermi distratto di nuovo. Sento infatti il mio viso andare di nuovo in fiamme, indietreggiando un pochino, in modo da potermi allontanare dal suo corpo, quel poco che bastava a non sentire più il suo respiro caldo velarmi la faccia. –Mmh si scusa, mi ero distratto a pensare... bé immagino dobbiamo andare, altrimenti farai davvero tardi-, ridacchio appena, cercando di sembrare naturale, in modo da non dare a vedere quanto fossi imbarazzato. Non mi ero mai distratto in quel modo, solo per osservare il viso di qualcuno, certo questo immagino non volesse dire nulla, ma tutta quella situazione stava cominciando a diventare anche troppo strana. -Già, credo proprio di si, bé la cabina è tua, perciò ti seguo-, mormora allegramente, facendomi intuire toccasse a me fargli strada, sebbene ero più che certo conoscesse esattamente il percorso per arrivare alla mia cabina, dato che solo il giorno prima era riuscito a raggiungerla senza problemi. Inizio infatti a camminare, in direzione della porta della stanza, che condividevo insieme a Niall, girandomi di in tanto, giusto per assicurarmi che Louis mi stesse seguendo. Mi sentivo così agitato, ma continuavo a non capirne la ragione. D’altra parte già più volte avevo constato che con lui potevo essere tranquillo, oltre che libero di essere me stesso. Eppure qualcosa mi bloccava, o per meglio dire, stava nuocendo alla mia tranquillità. Due minuti più tardi, mi accorgo di essere arrivato dinnanzi la cabina. Tiro quindi fuori la chiave, infilandola piano nella serratura in modo che la porta si aprisse, guardando nel frattempo Louis, che a differenza mia sembrava proprio indossare la sua solita espressione rilassata. Mi faccio quindi da parte, in modo che il ragazzo dagli occhi del colore del cielo, potesse entrare all'interno della stanza, seguito subito da me che in un baleno mi chiudo la porta alle spalle. Mi reco infine verso il mio armadio, aprendo l’anta a me più vicina, facendo intanto cenno a Louis di servirsi pure. –Vieni pure, puoi scegliere quella che vuoi-, dico gentilmente, indicandogli la pila di magliette, piegate ancora ordinate dentro l’armadio, aprendo infine le labbra in un ampio sorriso, che Lou come al solito non manca di ricambiare. Era forse il ragazzo più sorridente che in vita mia avessi mai incontrato e francamente adoravo questa parte di lui. -Grazie ancora Harry, sei stato davvero generoso-, afferma poi, infilando la testa dentro l’armadio e cominciando a rovistare, immagino scegliendo la maglietta che avrebbe dovuto indossare durante quelle poche ore di lavoro. -Bé era il minimo che potessi fare, ti ho praticamente rovinato la maglietta, sono così sbadato certe volte-, dichiaro, accennando una risatina, notando intanto come si stesse sfilando la maglietta di dosso, rivelando così il suo petto ora nudo, che non si poteva negare fosse assolutamente perfetto. Era incredibile quel ragazzo, potevi stare a guardarlo le ore e non gli avresti trovato nemmeno un difetto. Scuoto così la testa, passandomi nervosamente una mano tra i capelli leggermente scompigliati, evitando di chiedermi per quale ragione ora stessi fissando il suo corpo. Infondo era anche normale, non c’era nessuno con me in quella stanza a parte lui, quindi non c’era nulla di strano se di punto in bianco mi ero ritrovato a osservare il suo fisico così impeccabile. –Sai, ieri sera al pub ho incontrato tuo cugino, Zayn. È un ragazzo davvero simpatico e devo dire anche molto bello, insomma devo ammettere che i tuoi gusti non sono affatto malvagi-, ridacchio appena, in modo da potermi togliere di dosso quel senso di infondato imbarazzo di cui in effetti cominciavo ad averne le tasche piuttosto piene. Osservo le guance di Louis arrossire appena, era chiaro che l’argomento un pochino lo imbarazzasse, anche se con me non doveva certo farsi di questi problemi. Non mi dava fastidio parlare di certe cose, anzi come già avevo ribadito più volte, la cosa mi faceva addirittura intenerire. –Ohw grazie, si lui me lo ha detto, di averti visto intendo e di ce lo stesso di te. Si, insomma che sei un bel ragazzo e che sei anche molto simpatico oltre che divertente-, lo sento dire, ritirando infine una maglietta dal mio armadio, infilandosela poi addosso, notando che come mi aspettavo gli stesse abbastanza larga, anche se questo non toglieva il fatto che gli stesse magnificamente, come del resto ogni cosa che indossava. -Ne sono contento e sai quel ragazzo ti vuole molto bene, l’ho notato da diverse cose-, commento, senza ovviamente andare nei dettagli. Non gli avrei certo raccontato di tutto il discorso che suo cugino mi aveva fatto in disparte, lo avrei solo messo a disagio, anche se in effetti non mi aveva detto nulla di poi tanto speciale, ma qualcosa mi diceva comunque fosse meglio tenermelo per me. -Si, siamo molto legati effettivamente. Ci raccontiamo sempre tutto, credo sia una delle poche persone a conoscere ogni minimo dettaglio riguardo la mia vita, soprattutto da quando la cotta mi è passata. Prima si tratteneva sempre, lui non lo diceva, ma era evidente avesse paura di ferirmi. Ora è tutto diverso, o almeno credo. Ad ogni modo, dovresti conoscerlo più a fondo Haz, sai qualcosa mi dice che andreste molto d’accordo, è un bravo ragazzo anche se a volte col fatto di proteggermi, riesce a diventare un gran rompiscatole-, mormora poi, facendomi scoppiare in una fragorosa risata. Trovavo il loro rapporto qualcosa di meraviglioso, nonostante un pochino sentivo di esserne geloso. Forse perché mi ero affezionato così tanto a Louis, che pur conoscendolo da poco, mi sarebbe piaciuto pensare ad un rapporto simile con lui. Ed ecco un altro dei tanti “forse”, da aggiungere alla lista già di per se fin troppo lunga. -Può sempre venire con noi questa sera-, propongo allora, anche se dentro me non mi sentivo poi così sicuro di questa idea. Mi sarebbe piaciuto avere Louis tutto per me quella sera, d’altra parte anche se la vacanza era appena cominciata, rimaneva pur sempre una vacanza e non sarebbe durata in eterno, per questo finché ero li, avrei voluto godermi il più tempo possibile da passare insieme a lui, che poi non sapevo nemmeno se avrei mai potuto rivedere. Ma infondo il fatto che Zayn fosse presente non significava che Louis non mi avrebbe calcolato. Inoltre in ogni caso non saremmo stati soli quindi se dovevamo uscire in cinque, tanto valeva farlo addirittura in sei. “Sicuro sia solo quello il motivo per cui preferivi che Zayn non ci fosse?”. Eh certo, non poteva mancare quella stupida voce a sparare l’ennesima fesseria, ma tanto come le altre volte l’avrei ignorata. Era solo insinuazioni prive di logica e di certo l’ultima cosa che avrei fatto sarebbe stata darle retta. -Dici sul serio?-, chiede Louis, sfoderando un piccolo sorriso su quelle labbra sottili e perfettamente delineate. -Si, insomma a me non dispiace, anzi più siamo meglio è no?-, osservo, abbastanza convinto della mia affermazione. -Perfetto, allora più tardi glielo farò sapere, ma non credo proprio rifiuterà, d’altra parte ha detto lui stesso che gli sarebbe piaciuto fare un’uscita tutti insieme con te e i tuoi amici. Inoltre credo abbia messo gli occhi sulla tua amica, sai quella mora, bassina-, ridacchia appena, scuotendo un pochino la testa, mentre delle ciocche castane vanno a posarsi dinnanzi i suoi occhi. Dovevo dedurre che si fossero parlati più di quanto avessi mai immaginato ieri sera? Mi chiedo solo, cosa avessero detto di me. “O più che altro ti chiedi cosa Louis abbia detto di te”, afferma il mio io interiore al quale questa volta non posso certo dare torto. D’altra parte era pur normale che mi interessasse il parere di Louis riguardo alla mia persona, mi ero pur sempre affezionato tanto a lui. Anche se, a quanto tutti mi avevano fatto capire, non faceva che parlare bene di me, cosa che mi rincuorava molto. -Sul serio? E brava Lucy, bé allora direi che è ottimo, chissà magari si conoscono e le fa finalmente togliere Niall dalla testa, cosa molto utile sia a le, che alla nostra povera pazienza-, ribatto ridendo, ovviamente mantenendo il mio tono scherzoso, non volevo certo parlare male di Lucy, anche perché non la trovavo affatto pesante, solo ritenevo dovesse una volta per tutte voltare pagina. -Io no ti ho detto nulla comunque-, aggiunge poi Louis, che nel frattempo si era messo a ridere insieme a me, anche se non mi era ben chiara la ragione per la quale stessimo ridendo. Ma era proprio questo il bello con Louis, per una ragione o per l’altra la risata non mancava mai. Era la cosiddetta medicina giusta ogni qualvolta ti sentissi un pochino triste. -Stai tranquillo, non serve nemmeno che lo specifichi, ormai dovresti sapere che qualsiasi cosa tu mi dica, rimarrà sempre tra le mura di questa cabina-, lo rassicuro, non potendo evitare di rivolgergli un sorriso dolce, ritrovandomi intanto a guardarlo negli occhi che riuscivo a notare ogni secondo di più brillassero anche più del sole che splendeva alto nel cielo di quella meravigliosa giornata. -Ti ringrazio Harry, sai fin dal primo attimo che ti ho incontrato, da quando mi hai aiutato a recuperare mia sorella, ho subito capito che su di te avrei sempre potuto contare-, mormora affettuosamente e potevo giurare fosse la frase più bella che in vita mia mi avessero mai detto. –Bé ora si è fatto davvero tardi Harry, credo di dover scappare e credo proprio dovresti pure tu, prima che la tua ragazza comincia a chiedersi dove sei sparito di nuovo-, ridacchia poi, facendomi improvvisamente ricordare che in effetti ero di nuovo sparito senza dire nulla, cosa che già sapevo avrebbe portato a delle conseguenze, ma a essere onesto in quel momento nemmeno mi importava. Ero così felice di ciò che Louis continuava a pensare bene di me, che tutto il resto arrivava addirittura a non avere un minimo di importanza. -Si, in effetti hai ragione, ma infondo non sono sparito per così tanti minuti, credo di essere ancora salvo... se ti va comunque credo di avere ancora del tempo per accompagnarti al lavoro, tanto penso ci vorranno solo un paio di minuti-, propongo, perché l’idea di doverlo salutare non mi esaltava affatto. Amavo così tanto stare in suo compagnia, che con lui avrei speso fino al mio ultimo minuto. Lo vedo sorridere, avvertendo così uno strato di accogliente calore avvolgermi completamente il cuore. –Harry, sei molto gentile e mi piacerebbe, ma sul serio dovresti andare dalla tua ragazza, vi ho già procurato fin troppo litigi e non serve che lo neghi. Le poche volte che l’ho incrociata, i suoi sguardi assassini dicevano tutto. Perciò, sul serio raggiungila, io e te avremo tutto il tempo di stare insieme questa sera-, reclina così la mia proposta, che confesso mi aveva fatto restare un pochino male, per quanto sapessi avesse pienamente ragione, oltre al fatto che sapevo di per certo lo avesse fatto per evitarmi altri problemi. Mi ritrovo quindi ad annuire, piegando le mie labbra in un debole sorriso, per poi salutarlo dandogli una piccola pacca sulla spalla, guardandolo infine sparire dalla mia visuale. Ed è stato in quel momento che una vaga sensazione di vuoto, stava divagando all'interno del mio stomaco. Era tutto così strano, sapevo che lo avrei rivisto quella sera eppure già mi mancava da morire. Cosa che, ad essere sinceri, con Barbara non mi era mai capitato. Come del resto in quel momento non era certo di lei che ne stavo risentendo l’assenza fino a ritrovarmi a sospirare, perché guardando l’orologio avevo constatato che le ore che ci separavano fossero ancora troppe.

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Capitolo 10
*** CAPITOLO 10 ***


Erano passati dieci minuti buoni, da che avevo salutato Louis, decidendo di tornare dai miei amici, onde evitare capitasse l’ennesimo putiferio con Barbara. Ad essere sinceri non aveva tutta questa voglia di raggiungere di nuovo gli altri, mi era venuto un mal di testa così forte che cominciavo a temere, mi sarebbe scoppiata il cranio da un momento all'altro. Tuttavia non era il caso che rimanessi un’altra volta rinchiuso dentro quella stanza, non se non ci tenevo a destare altre preoccupazioni da parte dei miei amici. Cammino quindi fuori dalla cabina, percorrendo il lungo corridoio, che mi riportava dritto alla sala colazione, dove come già mi aspettavo, gli altri tre non c’erano più. Probabilmente si erano recati in piscina. Scaccio così un piccolo sospiro dalle labbra, forse ero stato via un po’ troppo, anche se, fosse dipeso da me, sarei rimasto ancora con Louis. La compagnia di quel ragazzo, era la cosa più preziosa che mi fosse capitata su quella nave, amavo ridere e scherzare con lui, ci avrei speso volentieri tutto il mio tempo, anche a costo di non godermi nemmeno un po’ tutto il resto. Iniziavo a pensare che per lui tutto valesse la pena. Mi dirigo quindi nella parte esterna del ponte, notando per fortuna i miei amici, a pochi metri di distanza da me. Se non altro non avevo dovuto fare il giro per ritrovarli. -Sei arrivato finalmente, cominciavo a chiedermi se non dovessi mandare qualcuno a cercarti, iniziavo a darti per disperso sai?-, mormora Barbara, non appena mi vede arrivare, con un tono di voce che si poteva notare benissimo, si stesse sforzando di essere ironico, anche se con scarsi risultati. Infondo ero stato via per diversi minuti, molto più di quelli che ci sarebbero in realtà voluti, per levarmi uno strato di gloss rimasto sulle mie labbra. Forse avrei dovuto semplicemente dirle la verità, che avevo incontrato Louis, lo avevo accidentalmente sporcato con il suo cappuccino, per poi scortarlo nella mia cabina per prestargli una maglietta. Ma qualcosa mi diceva che era meglio tenessi il tutto per me, visto come già fosse infastidita dal fatto che, da quando eravamo a bordo di quella nave, avevo passato buona parte del mio tempo con Louis. –Lo so amore, ho fatto tardi, mi dispiace ma quella roba appiccicosa non veniva più via-, mento, sperando non si accorgesse che fosse una solo una piccola bugia, infondo non ero mai stato bravo a mentire. -Owh d’accordo Har, non preoccuparti-, mormora, scrollando appena le spalle, per poi guardarmi attentamente negli occhi, come per studiare se stessi effettivamente mentendo. –Vieni con me alla piscina? Pucciamo un pochino i piedi, il tempo di aspettare per poter fare il bagno-, propone poi, mostrandomi un piccolo sorriso, cingendomi intanto i fianchi con il braccio, in modo da attirarmi di più verso di lei. Gesto che, a essere onesto, in quel momento mi dava solo l’idea di soffocare. -Mmh non lo so Barbara, a dire il vero preferivo stendermi a prendere un po’ di sole, sai ho ancora la pelle bianca, mi sento quasi fuori posto. Però tu vai pure, non c’è problema, io ti aspetto qui-, rispondo, sperando non se la prendesse. Stavo praticamene rifiutando ogni sua proposta, ma non lo facevo di proposito, solo non le trovavo molto entusiasmanti, non in quel momento almeno. “O forse non hai la minima voglia di passare il tempo insieme a lei. Se te l’avesse proposto Louis, ci saresti andato di corsa”. Ormai mi ci stavo quasi abituando a quella vocina fastidiosa nel mio cervello. -Amore... okay va bene, vorrà dire che andrò da sola-, ribatte Barbara, forzando un sorriso visibilmente debole. Forse con tutta quella sfilza di no, stavo cominciando un pochino a ferirla, cosa che non potevo negare, mi facesse sentire uno schifo. -Bé non devi andarci sola, Lucy può venire con te. In effetti dovrei parlare in privato con Harry, devo raccontargli una cosa, quindi a voi due non dispiace lasciarci un po’ soli?-, interviene infine Niall, facendomi subito intuire che quello che mi aspettava non fosse altro che l’ennesimo terzo grado o qualcosa di simile. Ad ogni modo preferivo non protestare, almeno avevo una scusa in più per restarmene li dove ero e non andare alla piscina insieme alla mia ragazza. Perché dovevo ammetterlo, in quel momento sentivo di preferirlo. -Wow, pure tu devi dirgli qualcosa. Harry in questi giorni per caso hai aperto una specie di confessionale senza dirmi nulla?-, ironizza Barbara, roteando appena i suoi occhi azzurri, per poi fortunatamente scacciare una risatina leggera. –Comunque va bene, tra l’altro, ora che ci penso, ho bisogno di parlare con Lucy quindi, a più tardi-, mormora Barbara, lasciandomi un rapido bacio sulle labbra, per fortuna questa volta senza lasciare alcuna traccia lucida sulle mie, girando infine i tacchi, recandosi verso la piscina, subito seguita da Lucy. Resto immobile qualche istante a guardarle andare via, solo per assicurarmi che non sentissero nulla di quello che Niall stava per dirmi, perché ero più che certo si trattasse di qualcosa, di cui ne Barbara ne Lucy dovevano essere a conoscenza. Certo, dovevo dire che in quel momento il mio sguardo pareva molto più perso nel vuoto, che indirizzato a loro. Probabilmente mi trovavo già sul punto di perdermi un’altra volta tra i miei pensieri. Sento infatti Niall schiarirsi la voce, facendomi subito voltare nella sua direzione, aspettando che, come richiesto da lui stesso, cominciasse a parlare. -Bé?-, dice poi solo, facendomi infatti sollevare il sopracciglio abbastanza confuso. -“Bé” cosa Niall?-, domando, mantenendo il sopracciglio sollevato, notando dopo come mi guardasse di sottecchi, cosa che in effetti mi stava solo confondendo di più. -Bé, non devi dirmi nulla?-, specifica quindi il biondo, mentre io onestamente continuavo a non capire. Non era lui ad avermi chiesto di parlare in privato? -Niall, sei stato tu a dire che dovevi parlarmi-, mormoro infatti, inclinando appena la testa di lato. Quel ragazzo ogni tanto mi preoccupava, sembrava quasi scordarsi le cose appena dopo averle dette. -Si, infatti-, replica, mettendo nel mio cervello, ancora più confusione di quanto già di suo ne regnasse. -Ni, continuo a non capire, insomma se mi vuoi parlare, non sei tu a dovermi dire qualcosa?-, chiedo, guardandolo intanto nei suoi occhi azzurri, che più passavano i minuti, più fissavano i miei con uno sguardo piuttosto indagatore, cosa che in effetti un pochino mi metteva soggezione. Lo sento poi sospirare pesantemente, quasi come il suo discorso fosse qualcosa di ovvio. –Harry, sarò molto chiaro, non ci credo che in tutto questo tempo, ciò che hai fatto è levarti del lucidalabbra dalla bocca. Ammetto che quel robo è appiccicoso e di certo non è poi tanto facile da togliere, ma non richiede poi tutto questo tempo. Cosa credi? È successo pure a me quando ancora stavo con Lucy, mi ci sono voluti appena cinque minuti e me ne ha lasciato il doppio di quanto Barbara ne ha lasciato a te. Quindi, si può sapere che hai fatto durante questa mezzora della tua assenza, del quale per altro la tua ragazza si stava spazientendo, oltre che preoccupando, molto più di quanto avesse dato a vedere?-, dice infine, finalmente spiegando cosa esattamente volesse sapere da me. Effettivamente mi era sembrato strano che non avesse alcuna domanda da farmi, visto la mia assenza piuttosto prolungata. Essere un pochino ficcanaso era sempre stato uno dei peggiori difetti di Niall, anche se questo non mi proibiva certo di volergli bene. Ora la domanda che invece ponevo a me stesso, era se fosse il caso di dirgli la verità. Non che avessi fatto nulla di male o di eclatante, a parte quei pensieri strani riguardo al corpo e le labbra di Louis, che senza dubbio erano stati solo causa di una momentanea distrazione. In fin dei conti era il mio migliore amico, non aveva alcun senso tenergli nascosto qualcosa. -Allora?-, mi incita il biondo, che nel frattempo aveva notato il mio silenzio, incrociando in seguito le braccia al petto, facendomi scappare un risolino. Quell'atteggiamento tanto autorevole, di certo non si addiceva a quella faccia da cucciolo che si ritrovava. -Eh va bene, ti dirò la verità, anche se non c’è molto da dire-, sentenzio, come se in qualche modo lo stessi avvertendo di non mettersi in testa idee strane come al suo solito. Non avevo certo dimenticato la sua strana domanda, fatta durante il giorno precedente, a proposito di cosa provassi nei confronti di Louis. –Ad ogni modo, come già sai sono andato in bagno a ripulirmi dal gloss, che Barbara mi ha gentilmente regalato, ma nel mentre sono accidentalmente finito contro Louis, che non mi ero reso conto di avere esattamente davanti al mio naso e gli ho versato tutto il suo cappuccino addosso. Così avendogli sporcato tutta la maglia, gli ho offerto di mettersene una mia pulita, perché la sua cabina era troppo lontana per poter fare in tempo ad andare a cambiarsi. Quindi l’ho scortato fino alla nostra stanza e l’ho fatto cambiare, tutto qui-, gli racconto, alzando appena le spalle, ritrovandomi ancora una volta a nascondere quanto rivederlo mi avesse fatto felice, soprattutto quanto ora che non stava li con noi, mi mancasse. Vedo Niall annuire, con un’espressione che pareva piuttosto pensierosa e, sebbene una parte di me fosse molto curiosa di sapere cosa stesse passando ora per la testa del biondo, l’altra parte mi diceva fosse meglio non fare domande. –Owh, capisco, però ora c’è un altro particolare che mi sfugge-, dice poi Niall, rivolgendomi uno sguardo dubbioso, che per qualche ragione non trovavo per nulla rassicurante. –Per quale motivo hai voluto tenere nascosto tutto questo a Barbara?-, chiede, ritornando a guardarmi di sottecchi, quasi sicuro che stessi nascondendo qualcos'altro. Cosa che, questa volta, non fosse affatto vera. Gli avevo detto già tutto sul fatto di essermi assentato per più tempo del dovuto, perché avevo accidentalmente sporcato la maglietta di Louis. Non c’era altro da dire, o almeno non qualcosa di cui io mi rendessi conto. Certo, non potevo negare che il fatto di nascondere alla propria ragazza, di aver passato del tempo con un amico, fosse alquanto strano. Ma nel mio caso, non lo era poi così tanto, considerato quante storie facesse Barbara ogni qualvolta veniva a sapere che avevo trascorso qualche minuto con Louis, cosa per cui ancora non riuscivo a comprenderne il motivo. Ciò che mi sorprendeva più di tutto, era il fatto che Niall ancora si chiedeva per quale motivo avessi dovuto mentire alla mia ragazza, sul fatto di aver visto Louis, sembrava non sapesse come lei l’avesse presa tutte le altre volte in cui era successo. -Niall, devo ricordarti delle scenate di gelosia che mi fa ogni volta che le dico di aver incontrato Louis e di averci trascorso qualche minuto insieme?-, obietto, corrugando infatti la fronte per lo stupore. -Bé si, effettivamente è vero-, ammette, annuendo in segno di essere d’accordo su ciò che avevo appena sostenuto. –Però, non lo so Harry, non vorrei essere pesante, ma a me non sembra si tratti solo di questo. Sei troppo strano con lei in questi giorni-, aggiunge poi, piuttosto sicuro delle sue parole. -Strano?-, ripeto, rabbrividendo un pochino, come colto in fallo, perché infondo sapevo avesse ragione. Non ero mai stato tanto distante da lei come in quel periodo, questo non potevo certo negarlo. -Si Haz, insomma non prendertela per quello che sto per dirti, ma sembri abbastanza distaccato, come se cercassi in tutti i modi di evitarla. E non puoi biasimarla se è così tanto gelosa di Louis, perché devi ammettere che quando quel ragazzo ti propone qualcosa non esiti un attimo ad accettare, mentre con lei non fai altro che reclinare ogni sua proposta-, mi fa notare il mio amico, a cui ancora una volta, mi ritrovo a dover dare ragione. –Senti se qualcosa non va con lei, a me puoi dirlo, sono il tuo migliore amico e come ben sai starò sempre dalla tua parte-, mormora ora con un tono di voce più affettuoso, avvicinandosi di poco a me, posandomi infine, amichevolmente, una mano sulla spalla, come se aspettasse che io parlassi. Era incredibile come quel ragazzo mi capisse al volo, forse era il mio migliore amico proprio per questo motivo. Lo guardo quindi negli occhi, rivolgendogli un lieve sorriso, per poi annuire piano, scacciando un piccolo sospiro dalle labbra. Avevo bisogno di parlarne con qualcuno in effetti, o sarei finito sicuramente per scoppiare e forse Niall era l’unico a cui potevo parlare della mia momentanea confusione di cosa provassi nei confronti della mia ragazza, dalla quale cominciavo appunto ad avere dubbi sul fatto di essere ancora così interessato. –Nialler, il punto è che nemmeno io lo so, si insomma sono confuso-, dico infine, avvertendo dentro lo stomaco una sensazione strana, perché pensandoci, era la prima volta che parlavo di ciò a voce alta. Niall annuisce comprensivo, facendomi intuire che la cosa non lo sorprendesse poi più di tanto, forse questo mio stato confusionale, era più evidente di quanto io stesso potessi rendermene conto. –Non sei più così convinto che lei sia la ragazza per te, vero?-, indovina Niall, che come già spesso era accaduto, aveva esattamente centrato il punto. A volte potevo quasi dire mi leggesse nel pensiero. -Bé esattamente-, esclamo infatti, sospirando ora più pesantemente di prima, lasciando trasparire tutta la mia disperazione al riguardo. Non avevo la minima idea di cosa fare con quella situazione. Stavo insieme a Barbara ormai da molto tempo, non me la sentivo di lasciarla per un momento di confusione, ma era anche vero che non potevo mentirle riguardo una cosa del genere. Lei era senza dubbio una ragazza dal carattere difficile, ma se c’era una cosa su cui non avevo alcun dubbio, era il fatto che mi amasse e l’ultima delle mie intenzioni era quella di ferirla, perché forse da parte mia quell'amore non c’era. –Non so cosa fare Niall, con la mia storia con lei intendo. Non voglio farle del male, ma nemmeno continuare a mentirle- -Harry, se le menti, automaticamente le fai del male. L’unico mezzo con il quale farle del bene, è dirle la verità e sai cosa? Credo dovresti cominciare a raccontare anche la verità a te stesso-, afferma Niall, con una sicurezza che oltre a confondermi, dato che non sapevo a cosa si riferisse, mi metteva decisamente paura. –Sarò franco Harry, io credo che ti serva del tempo per pensare, perché se ci rifletti un attimo di più, puoi capirlo benissimo da solo cosa vuoi e forse finalmente riuscirai a trovare le risposte che cerchi, su cosa vorresti fare della tua vita-, dice infine Niall, facendomi ancora una volta restare a bocca aperta, per questa “saggezza” che finora non avevo minimamente idea possedesse. -E se una volta ottenute queste risposte, scoprissi che non sono quelle che le persone si aspettano da me?-, chiedo poi, avendo come il presentimento che, una volta schiariti i miei dubbi, avrei finito con il deludere qualcuno. -Hazza, nessuno deve aspettarsi nulla da te, se una persona ti vuole bene ti accetta, anche se non sei ciò che loro pensavano. Ma tralasciando questo, la cosa più importante è che sia tu il primo ad accettarti, una volta scoperto come sei e soprattutto cosa ti rende felice-, ribatte subito Niall, che pareva quasi sapesse già cose di me, che nemmeno io conoscevo. –Prova a rispondere a questo, per esempio: cosa pensi ti renderebbe felice ora?-, domanda, guardandomi attentamente negli occhi, dandomi sempre più l’impressione, che lui già sapesse la soluzione a quell'enigma tutt'altro che semplice. Ed era anche una bella domanda la sua, se non fosse per il fatto che francamente non avevo la minima idea di come rispondere. Cosa mi avrebbe reso felice in quel momento? Già, difficile... “Forse vedere di nuovo Louis, magari passandoci dell’altro tempo insieme?”, mi suggerisce la solita vocina, che dopo questa avrei voluto zittire a suon di sberle. Ma se invece avesse ragione? In effetti se pensavo a dove in quel momento avrei voluto essere, l’unica risposta che mi veniva in mente era “insieme a Louis”. Questo ovviamente non voleva dire nulla, non c’era niente di strano infondo, visto quanto avessimo legato. O almeno questo è ciò che credevo. Mi passo quindi nervosamente una mano tra i ricci, mentre la voglia di essere altrove, non faceva che aumentare ogni attimo in più che passava. Sapevo perfettamente che facendo quello che mi stava passando per la testa, avrei solo ottenuto altri problemi, ma li avrei sopportati tutti, pur di vedere Louis per un altro po’. Non avrei aspettato che fosse arrivata quella sera. Non mi era chiaro il perché, ma sentivo il bisogno di vederlo e almeno per questa volta non mi sarei trattenuto a pensare alle conseguenze. –Niall, senti io...-, faccio per dire, ma vengo subito interrotto da lui, che confermando le mie teorie, sul fatto che sapesse ogni cosa che in quel momento mi passava per la testa, mi fa segno con la mano di andare, mostrandomi un sorriso complice, che solo un vero amico avrebbe potuto rivolgermi. -Harry, non dirlo neanche, pensi non abbia capito dove stai per andare? Ci penso io a coprirti con Barbara, solo promettimi che intanto farai tesoro delle parole che ti ho detto e soprattutto ti fermerai a pensare-, mormora, porgendomi uno sguardo ora abbastanza serio, anche se pur sempre gentile, al quale annuisco, senza accenni a obiettare. -Promesso!-, esclamo, rivolgendogli un ampio sorriso, aprendo poi le braccia, dandogli un abbraccio veloce in segno di riconoscenza per tutto ciò che stava facendo, il quale ovviamente non si astiene dal ricambiare. Sciolgo poi l’abbraccio, ringraziandolo un’altra volta, girando infine i tacchi, correndo nell'unica direzione dal quale ora il mio cuore mi stava portando. Non sapevo esattamente dove fosse il punto in cui Louis lavorasse, ma non era poi tanto difficile intuirlo, dato il caos di bambini urlanti, proveniente dalla parte opposta del ponte, dove fino a pochi secondi prima mi trovavo. Seguo così il suono di quelle vocette affollate, riuscendo infine ad avvistare una figura famigliare, ovvero la stessa figura che stavo cercando. Sento infatti un sorriso crescere ampio sulle mie labbra, cominciando quindi a correre verso di lui, quasi avessi molta foga di raggiungerlo. -Theo, non importa cosa ti ha suggerito il tuo amico immaginario, non si usano i pennarelli per dipingere la faccia alle persone. Avanti, chiedi scusa alla tua amica e fate la pace-, lo sento dire a un bambino, di più o meno quattro anni, con un tono di voce che seppur di rimprovero, pareva sempre troppo dolce perché potesse ferire qualcuno. Un risolino mi esce infatti automatico dalle labbra, pensando a quanto fosse tanta la tenerezza di quel ragazzo, che se c’era una cosa di cui ero assolutamente certo, era il fatto che non potesse far male a una mosca. -Wow, devo dire che ci sai fare con i bambini, se mai ne avrò qualcuno, saprò già chi assumere come baby sitter-, mormoro, ridacchiando ancora, una volta arrivato alle sue spalle. Lo vedo infatti sobbalzare, probabilmente colto dalla sorpresa di sentire una voce appartenente a qualcuno, che era sicuro fino a poco prima non si trovasse li. Si gira infine di scatto, sfoderando un bellissimo sorriso, una volta constatato che quella voce appartenesse a me. –Harry, cosa ci fai qui, non eri con la tua ragazza?-, chiede, ancora abbastanza stranito, passandosi intanto una mano tra le sue morbide ciocche castane, leggermente scompigliate sulla fronte. -Bé si, ma avevo voglia di passare a trovarti, sempre che non sia un problema, insomma se sei impegnato, passo tranquillamente più tardi-, puntualizzo, sperando comunque che non mi chiedesse di andare via. Non mi andava di tornare dagli altri, non perché non avessi voglia di stare con loro, ma in quel momento sentivo che l’unico posto in cui volevo essere, era li insieme a lui. Era assurdo in effetti, lo conoscevo da solo un paio di giorni, ma per qualche motivo mi ero già affezionato e tutto ciò che volevo era passare dell’altro tempo con lui, anche prima che quella serata sarebbe arrivata. Noto subito il suo sorriso, farsi leggermente più ampio, ma prima che potessi ritenermi felice della sua reazione, lo vedo scomparire dalle sue labbra, così come era spuntato. Gesto che, sicuramente, non potevo considerare buono. –Harry, sono contento che tu sia venuto a trovarmi, ma te l’ho detto, non voglio causarti problemi. Se Barbara scopre che sei qui con me, di sicuro non ne sarebbe felice. Non mi va che per colpa mia, litigate un’altra volta-, ripete quello che già mi aveva riferito in camera mia, poco tempo prima. Era evidente che la mia situazione lo preoccupasse abbastanza e forse aveva ragione da vendere, ma non mi importava, non in quel momento. Avevo sempre cercato di assecondare o accontentare Barbara in tutte le sue scelte, questa volta avrei fatto di testa mia. Non potevo sempre lasciare che mi comandasse a bacchetta, era giusto che anche io avessi i miei spazi e se in quel momento mi andava di stare con Louis, lo avrei fatto senza stare a farmi troppi problemi. -Lou-, lo richiamo infatti, mantenendo un tono di voce affettuoso, prima che potesse aggiungere altro. –Barbara è la mia ragazza, non mia madre. Mi dispiace che prenda così male il fatto che io ami stare in tua compagnia, ma come io la lascio libera di avere delle amiche, lei dovrebbe fare lo stesso con me. Lo so che lei è gelosa di te e francamente non ne capisco il motivo-, affermo, dando una leggera scrollata alle spalle, come se volessi intendere che ne ero del tutto ignaro. “Lo sai benissimo perché è gelosa di Louis, sii sincero con te stesso Harry”, mormora il mio io interiore, che come prima torno a ignorare, procedendo subito con il discorso. –Ad ogni modo, ora non mi importa, voglio stare qua con te Louis, quindi se per te non è un problema, mi unirò al tuo simpaticissimo gruppetto. Vedo che state disegnando, qualche piccola ripetizione non mi farebbe male, sono una frana a disegnare-, scherzo infine, facendogli capire che nulla avrebbe potuto farmi cambiare idea. Lo sento così sospirare, questa volta però scoppiando a ridere subito dopo, il che era senza ombra di dubbio un bel sollievo. –Sei cocciuto sai Harry?-, continua a ridere, scuotendo appena la testa, mentre vedo i suoi occhi solari illuminarsi, come ogni altra volta in cui un sorriso aleggiava sopra il suo viso. -Più che cocciuto, ho semplicemente dato ascolto al mio cuore-, obietto subito, come a correggerlo e come sempre, senza conoscerne la ragione, mi ritrovo ad arrossire. Certo dovevo ammettere che come frase poteva essere abbastanza fraintendibile, forse per questo mi sentivo un pochino in imbarazzo. “O forse, senza rendertene conto, hai fatto capire la verità su ciò che provi per lui”, mi cantilena quella vocetta nel cervello, che nonostante l’avesse di nuovo sparata grossa, fa aumentare il mio rossore in maniera abbastanza spropositata. -Addirittura il cuore?-, ripete Louis, mettendola sul ridere, facendomi così intuire che, come al solito, mi ero fatto mille problemi per nulla. Louis era solo un amico per me e lui lo sapeva, perché avrebbe dovuto capire male? “Perché sei tu il primo a non saperlo più, riccio e smettila di ignorarmi, ti ricordo che sono sempre frutto del tuo cervello. Se provassi ad ascoltarmi, chiariresti molti dei tuoi ‘forse’”. -Ad ogni modo Haz, per me puoi restare, anzi ne sono felice, almeno mi aiuti a tenere a bada questi bambini. Sono bellissimi, ma mi fanno disperare-, scherza, dando intanto una sistemata ai suoi capelli, che il vento aveva un’altra volta scompigliato, cosa che a dirla tutta, gli dava un aspetto ancora più bello e raggiante, di quanto già lo fosse di per se. Sembrava più libero, rilassato. Una sensazione ammirevole, che un pochino mi trasmetteva sempre. E se il mio io interiore avesse ragione? Se anche Niall avesse intuito bene l’altro giorno? Se davvero per Louis provassi qualcosa di più che una semplice amicizia? Velocemente scuoto la testa, non potevo seriamente pensare quelle cose, forse stavo svalvolando. Si, doveva essere così sicuramente. Come ero sicuro, che i brividi che avevo provato, nel momento in cui la sua mano aveva sfiorato il mio braccio, scortandomi intanto dove i bambini era tutti concentrati nei loro disegni, fossero provocati da quel leggero venticello che tirava a causa del movimento della nave. Si, era per quello, non dovevo nemmeno pensare che se avevo la pelle d’oca, era solo per la bellezza del suo tocco delicato, mischiata insieme a quella dei suoi occhi più profondi e limpidi dell’oceano, sul quale stavamo galleggiando.

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Capitolo 11
*** CAPITOLO 11 ***


Osceno. Questa era la parola perfetta per descrivere il disegno che avevo appena riprodotto, mentre ancora mi trovavo insieme a Louis e il gruppetto di bambini che doveva tenere a bada, durante le ore lavorative. Ma del resto la cosa non mi importava più di tanto, avevo tanti talenti e qualità, ma ero perfettamente consapevole che disegnare non era certo tra queste, per questo motivo quando Louis aveva osservato il mio “capolavoro”, sollevando il sopracciglio, cercando in tutti i modi di trattenersi dal ridere, per non ferire i miei sentimenti, mi ero ritrovato a ridere io stesso di gusto. Infondo era sempre stato un bene saper ridere di se stessi e questa era una regola di vita che avevo imparato da diversi anni. La cosa che mi aveva stupito ora, era vedere come Lou avesse afferrato il foglio, piegandolo con cura e infilandolo nella tasca dei propri pantaloni, insistendo per tenerlo con se. Mi era uscito tanto male, che più che disegno avrei potuto benissimo definirlo uno scarabocchio, perciò non concepivo il perché ci tenesse tanto ad averlo, per quanto mi riguarda ero convinto sarebbe finito dritto nel cestino della spazzatura. Persino i bambini avevano fatto un lavoro migliore del mio. Ad ogni modo se ci teneva tanto, non sarei stato certo io a proibirgli di conservarlo, del resto ero anche piuttosto felice del fatto che quel ragazzo dalle splendide iridi azzurre, avesse con se qualcosa di mio. -Credo che lo appenderò-, aveva persino avuto il coraggio di dire, con il suo tono di voce tanto solare, guadagnandosi una piccola smorfia da parte mia, che cominciavo seriamente a chiedermi, se non avesse bisogno di un paio di occhiali. -Stai scherzando?-, mormoro infatti corrugando appena la fronte. –Scommetto che è il disegno più pessimo ce tu abbia mai visto! Sai apprezzo che tu cerchi di farmi credere sia bello e so che sei abituato ad avere a che fare con dei bambini, ma io non lo sono Louis, puoi dirmelo che è orribile, giuro che non la minima intenzione di prendermela o fartela pagare più tardi, quando usciremo tutti insieme-, affermo divertito, rilassando intanto i muscoli del viso, mentre ancora una volta mi ero ritrovato a perdermi nel fissare il suo sorriso, che potevo giurare di aver amato fin dal prima istante. Era possibile che il semplice sorriso di un ragazzo, potesse arrivare a farmi provare tutto questo? Ero etero, diamine, non potevo davvero riuscire ogni volta a perdermi a fissare delle labbra appartenenti a qualcuno del mio stesso sesso, anche se non potevo negare quel sorriso fosse maledettamente contagioso. -Pensala come ti pare, riccio, ma per quanto mi riguarda amo questo disegno e che ti piaccia o no lo appenderò proprio di fronte al mio letto-, ribatte Louis, con un tono di voce che era un perfetto miscuglio di dolcezza e allegria, mostrandomi subito dopo la lingua. -Wow Lou, non credevo ci tenessi tanto ad avere gli incubi-, ridacchio allora, portandomi una mano dinnanzi alle labbra, per poi lasciarla scivolare via, ricambiando quella piccola smorfia, con un leggero pizzicotto sulla guancia. Lo vedo così scuotere la testa, scompigliandosi ancora una volta quelle ribelli ciocche castane, che a pennello li ricadevano sulla fronte, dandogli un aspetto tremendamente angelico, cosa che contribuiva a creare in me una certa confusione. Ormai passavo buona parte del mio tempo a pensare a quanto l’aspetto di Louis fosse perfetto e la cosa mi spaventava. Forse si trattava solo di una piccola debolezza, anzi sicuramente le cose stavano così, ma tutto ciò mi scombussolava, non avevo mai passato tanto tempo a pensare a qualcuno o perdermi a fissarlo, tanto meno se la persona in questione fosse un ragazzo. –Lo vedi riccio? Avevo ragione prima, sei cocciuto-, ridacchia ancora una volta, fissandomi per un attimo negli occhi, orinando a me stesso di non chiedermi il perché ancora una volta, nel guardare quegli oceani così grandi e profondi, un brivido stava percorrendo la mia schiena. -Mmh bé io più che essere cocciuti lo chiamerei essere realisti Loulou-, puntualizzo, senza ovviamente abbandonare il mio tono scherzoso, come del resto lo era la piega che ormai aveva preso la nostra conversazione. –Sia come sia, se ci tieni tanto, il disegno è tuo almeno sarò con te anche quando non ci sarò-, mormoro appena, lasciando che una risatina mi fuoriuscisse dalle labbra e pur non vedendo il mio riflesso allo specchio, ero certo di essere per l’ennesima volta arrossito. Potevo dedurlo dall'eccesso improvviso di calore che aveva appena riempito le mie guance, già troppe calde per via del sole. O almeno credevo fosse il sole a farmele sembrare perennemente bollenti. –Sia come sia Louis, io credo di dover andare via ora. Sono stato qui per molto tempo, sono certo che Niall mi abbia coperto le spalle, ma se non mi sbrigo a tornare rischio di farmi scoprire, mettendo nei guai sia me che lui-, gli spiego, pensando intanto a quanto fosse ridicolo, dover fare un tale caos solo per riuscire a vedere un amico. “Sei costretto a vederlo di nascosto, perché sai molto bene anche tu, che lui per te, non è solo un amico”, mi fa eco la voce dentro me, la quale notavo più andassimo avanti, più non mancava di farsi sentire. La cosa peggiore è che sembrava fin troppo convinta di ciò che sosteneva, ma io in un modo o nell'altro l’avrei zittita. Vedo Louis annuire lentamente, sfoderando un lieve sorriso sulle labbra, che pareva essere piuttosto greve, come se non fosse molto contento del fatto che fosse già arrivata per me, l’ora di andare via. E confesso che, se davvero per lui fosse stato un dispiacere il fatto che io me ne stessi andando di nuovo, un pochino mi avrebbe reso felice. –Owh capisco Harry, tranquillo, insomma sai bene anche tu che non voglio causarti alcun problema, soprattutto con la tua ragazza. A ogni modo, ci tenevo a dirti che sei stato davvero carino a venire qui a farmi compagnia, insomma mi ha fatto piacere, spero che riuscirai a rifarlo. Amo il mio lavoro, stare con i bambini è tra le cose che più adoro fare, ma è stato molto più divertente insieme a te-, dichiara Louis, nel quale tono mi sembrava di cogliere un leggero oltre che adorabile imbarazzo. Sorrido. –Sono felice che pensi questo, spero si possa rifare presto, tu mi fai sentire bene Louis-, dico sinceramente, ritrovandomi a diventare paonazzo un’altra volta, nel dichiarare questa realtà che forse era la prima volta ammettessi con lui. –Allora ci vediamo stasera, Lou-, aggiungo poi passandomi nervosamente una mano tra i ricci, avvicinandomi intanto al ragazzo, posandogli un lieve bacio sulla guancia e pur non vedendolo in viso, potevo giurare stesse sorridendo. Come anche io del resto. Giro quindi rapidamente i tacchi, correndo verso la cabina, dove sicuramente i miei amici, insieme alla mia ragazza erano già tornati, mentre i miei pensieri ora erano divisi, tra il pensare a Louis e a quanti fossi stato bene con lui e Barbara, della quale avevo una lieve paura fosse di nuovo arrabbiata. Speravo solo che qualunque idea su come coprirmi le spalle, fosse sorta a Niall, sarebbe funzionata. Arrivo nel frattempo dinnanzi la mia stanza, esitando un pochino prima di aprire la porta, temendo che Barbara si trovasse li, ma per fortuna, una volta dentro, rimango sollevato nel constatare che l’unico a occupare quel post era Niall, insieme a un panino di dimensioni enormi, sicuramente appena comprato nel bar sul nostro ponte. Idea non eccezionale, considerato che di li a poco sarebbe stata ora di cena. -Non ti sembra un tantino fuori luogo mangiarti quel coso enorme, neanche mezzora prima dell’ora di cena?-, commento infatti, chiudendomi la porta alle spalle, mentre un miscuglio di odori sicuramente provenienti da quella “merenda”, mi stavano riempendo i fori nasali fino a farmi arricciare il naso. Vedo Niall sobbalzare. Probabilmente era talmente concentrato a ingurgitare cibo, da non accorgersi nemmeno che fossi rientrato. –Harry, ho perso dieci anni di vita-, esclama infatti, mettendosi una mano sul petto, sollevando intanto lo sguardo, che non appena incotra il mio, torna a essere dolce e amichevole come al solito. –Comunque, non hai nulla da raccontarmi?-, chiede poi, inclinando appena la testa, mostrandomi uno sguardo piuttosto furbo, neanche fossi reduce di una fuga amoroso. Anche se dovevo ammettere che tornando a pensare a quel pomeriggio, non avevo potuto evitare di sorridere raggiante un’altra volta. Mi sentivo come se avessi appena raggiunto la mia felicità, pur essendo che avevo semplicenete passato il pomeriggio insieme a un amico. “Un amico speciale, vuoi dire”, mi ricorda la vocina, facendomi immediatamente scuotere la testa, come a volerla scacciare via all’istante. -Bé...-, comincio, abbassando appena gli occhi verso il pavimento, con un sorrisetto a metà tra il felice e per qualche strana ragione, l’imbarazzato. –Si, insomma sono stato molto bene. Abbiamo riso, scherzato, persino disegnato-, mormoro, lasciando che tutta la mia felicità trasparisse dalle mie parole, che racchiudevano dentro esse, molto più benessere di quanto avessi mai potuto provare o dimostrare. Niall mi guarda sorpreso. –Cosa? Tu che disegni? Okay, questo ragazzo deve piacerti sul serio per a verti convinto a fare una cosa simile-, afferma Niall, scacciando dalle labbra una lieve risata, essendo a conoscenza del mio scarso talento, in quel tipo di attività. –Intendo, piacerti come amico, ovvio-, precisa poi, come a sottolineare che non avrebbe più fatto insinuazioni al riguardo, considerata la reazione avuta in precedenza, quando si era spinto a domandarmi se per caso i miei sentimenti verso Louis andassero oltre l’amicizia. -Niall, stai tranquillo, avevo capito e si, hai ragione, Louis è fantastico, pensa che vuole appendere il mio disegno in camera, cosa che mi riesco molto difficile capire, dal momento che ho fatto pena-, ridacchio, ripensando a quando il ragazzo si era messo il mio foglio in tasca, dicendo di volerlo conservare. Certo, dovevo ammettere che mi sentivo onorato di questa sua scelta. Vedo Niall rivolgermi un’espressione piuttosto strana, con la quale si poteva dedurre tutto e niente. –Wow, è un pensiero carino... mmh-, dice solo, passandosi le mani, tra le proprie ciocche bionde, con un che di pensieroso negli occhi. Sollevo infatti il sopracciglio, abbastanza stranito da ci che cercasse in realtà di farmi intendere. Non ero mai stato bravissimo a interpretare gli sguardi, soprattutto quelli di Niall, che ultimamente sembrava tutto un enigma unico. –Bé si, è stato gentile, anche se continuo a non comprendere la sua scelta, visto che è stato probabilmente il peggior disegno mai fatto. Ad ogni modo, non fa nulla, insomma sono contento che lo voglia tenere con se-, ammetto, dando una piccola scrollata alle spalle, fingendo la solita indifferenza, che in realtà non provavo affatto. Nemmeno sapevo il perché mi ritrovassi a fare ciò con Niall, infondo lui sapeva che nonostante conoscessi Louis da pochi giorni, nel mio piccolo cuore aveva già ottenuto il suo posto. Sembrava come se cercassi di nascondergli qualcosa, o forse cercavo di nascondere qualcosa a me stesso? Do una leggera scossa al capo, scacciando via in fretta, un altro della serie di pensieri per cui cominciavo a sentirmi la mente fin troppo affollata. –Ad ogni modo, come è andata con Barbara? Sei riuscito a coprirmi?-, chiedo infine, più per deviare l’argomento che per reale interesse. Lo sento ridacchiare. –Harry, in tutta sincerità, dimmi: ti ho mai deluso?-, mormora guardandomi di sottecchi, come a voler farmi intendere che si, il suo piano aveva funzionato alla grande, qualunque esso fosse. –Forza, ti conviene sbrigarti, di qui a pochi minuti passeranno le ragazze per la cena-, mi informa, alzando subito il sedere dal letto, correndo poi verso l’armadio a cercare vestiti decenti per una cena normale, come era scritto sul programma. E ancora una volta mi ritrovo a domandarmi, come può avere fame dopo essersi divorato un panino di quelle dimensioni. La cena era stata alquanto noiosa. Barbara non aveva fatto altro che farmi domande tutto il tempo, pareva quasi un interrogatorio. Alla fine Niall le aveva raccontato che mia madre mi aveva telefonato dicendomi che mia sorella si era sentita male e per questo motivo avevo dovuto restare tutto tempo in uno dei pochi punti sulla nave in cui il telefono prendeva, in modo che per qualsiasi evenienza sarei stato reperibile, almeno per comunicarmi se ci fossero stati miglioramenti. Una scusa decisamente banale, alla quale mi chiedo come la mia ragazza potesse aver creduto, ma francamente non mi importava. Se l’era bevuta e questo era tutto ciò che contava, anche se in effetti mi sentivo una specie di verme a mentirle in questo modo. Finito il dessert, mi sentivo quasi sollevato a poter scappare di nuovo dentro la mia cabina, il tempo che bastava a prepararsi prima della grande uscita. Ci tenevo molto a fare una certa figura ed era anche inutile negare che il motivo era dovuto al fatto che fosse presente anche Louis. Sarà che lui in ogni occasione riusciva a essere sempre così perfetto. “Oppure sarà che ti sei innamorato”. Ma vuoi stare zitta? Avrei tanto voluto gridare a quella voce, che ogni volta, con puntualità, irrompeva nel mio cervello. Alla fine opto di mettermi, un paio di jeans neri attillati e una camicia abbastanza semplice, ma con un accenno di eleganza. Non volevo che si notasse troppo il fatto che mi fossi messo di impegno a cercare qualcosa da mettere, ma nemmeno volevo far sembrare che fossi uno a cui non importava nulla i curare un pochino la propria immagine. Quella pareva una perfetta via di mezzo. -Sei pronto, Haz? Non vorrei metterti fretta, ma abbiamo solo un quarto d’ora per ritrovarci tutti insieme al pub-, mi aveva chiesto Niall, circa una trentina di minuti più tardi, mentre lui era già a posto da un pezzo. Alla fine mi ero accordato io quel pomeriggio insieme a Louis, stabilendo di ritrovarci alle dieci e mezza, al pub doveva lavoravano Zayn, insieme a Josh, in modo che tutti avessimo il nostro tempo per mangiare tranquilli e poi prepararci. Ovviamente non serve sottolineare che avevo mangiato ben poco del cibo che mi era stato messo nei piatti. Il fatto è che qualcosa mi stava rendendo più nervoso del dovuto e di certo Barbara con la sua quantità infinita di domande non mi era d’aiuto. -Si, si sono pronto Ni...-, rispondo, abbastanza insicuro, dandomi un’ultima occhiata allo specchio, giusto per controllare un’ultima volta, mentre quel senso di nervoso aveva ricominciato a salirmi, tanto che potevo sentire il mio stomaco scoppiare. -Harry, stai benissimo, a Louis piacerà sicuramente, ora andiamo-, ribatte subito Niall, facendomi diventare di colpo tutto rosso, chiedendomi il perché avesse detto una frase del genere. “Magari perché si è accorto che il tuo nuovo amico ti piace da morire”, mi suggerisce quella voce per la quale questa volta, non mi va neanche di stare a protestare, visto che avevo ben altro per la testa. Mi giro quindi velocemente verso il biondo, precipitandomi insieme a lui, fuori dalla nostra stanza, dirigendoci infine velocemente verso il pub, mentre il cuore aveva ora preso a battermi nel petto all'impazzata. -Ehi Harry, finalmente, ci chiedevamo tutti dove fossi finito-, gridacchia una voce femminile, che pur avendo sentito solo una volta, ci metto bene poco a riconoscere. Anche se in effetti non capivo cosa ci facesse li, non ricordavo dovesse venire anche lei. Non che la cosa mi disturbasse, infondo mi stava simpatica, per quanto fosse un pochino pazzerella. -Aspen-, esclamo, ridacchiando appena, mentre il mio sguardo viaggiava già altrove, per cercare di captare dove Louis si trovasse. -Lui arriverà a momenti, stava finendo di prepararsi-, dice la ragazza, alzando appena le spalle, come se avesse capito chi i miei occhi stessero cercando. Non che fosse poi tanto difficile comprenderlo, ma in effetti mi faceva sentire in leggero imbarazzo, cosa che a lei di certo non sarebbe passata inosservata. Speravo solo si sarebbe astenuta dal fare qualsiasi commento, soprattutto in presenza di Barbara, che per altro ancora non vedevo tra i presenti. Altra cosa strana, considerato che di solito era sempre così puntuale, anzi spesso addirittura si presentava con largo anticipo. -Eccomi qui, scusate il ritardo, stavo sistemando la mia cabina, non sapete il caos che regnava li dentro-, sento mormorare alle mie spalle, da una voce che ormai potevo dire di conoscere molto bene, per la quale improvvisamente mi ritrovo a rabbrividire. Mi giro infatti di colpo, ritrovandomi a guardare il più bel paio di occhi azzurri, che pur avendo già incontrato diverse volte, ogni volta mi facevano sentire certe scosse come se prima d’ora non li avessi mai visti. Quella sera poi in particolare, emanavo un certo bagliore, forse ancora più luminoso di quello di cui avevano brillato durante il giorno. O forse era solo una mia impressione, fatto sta che potevo giurare di trovarli più belli e profondi del solito. E non erano solo i suoi occhi a colpirmi particolarmente quella sera. Tutto di lui. Il suo vestiario, i suoi capelli leggermente scompigliati sulla fronte, le sue labbra, che con quell'accenno di riflesso lunare che si infiltrava dalla finestra, sembravano più rosee e fini del solito. Lo sapevo. Sapevo che lo stavo fissando un po’ troppo più del dovuto, ma proprio ora non mi andava di distogliere lo sguardo, cosa che più tardi avrebbe senza dubbio destato in me, una certa preoccupazione. -Ehi riccio è tutto okay? Aspen ti ha già sconvolto con alcune delle sue domande assurde?-, ridacchia Louis, avvicinandosi poi a me con passo svelto, posandomi infine un piccolo bacio sulla guancia, facendomi temere per un attimo che il mio cuore si fosse fermato. Ma cosa mi stava succedendo? Da quando un ragazzo mi faceva un effetto tanto forte? No, non andava bene! Non andava affatto bene, dovevo riprendermi! Non potevo seriamente la sciare che un ragazzo mi facesse rabbrividire a tal punto. Ero etero e fidanzato con una ragazza bellissima, non aveva senso tutto questo. Mi stavo comportando come un ragazzino con una cotta per il suo amico, ma non era così, non mi piaceva Louis, non in quel senso. “Se non hai una cotta per lui, allora perché le mani ti stanno sudando?”, mi fa notare la vocina, la quale in effetti aveva ragione. In batter d’occhio mi ero ritrovato con le mani completamente sudate. Si, ma comunque non contava, il fatto che avessi le mani sudate non voleva dire che provassi qualcosa per Louis. -Io... ehm si certo tutto a posto, ci stavamo solo salutando-, ridacchio nervosamente, sfregandomi di nascosto la mano sui pantaloni, sperando che quello strato di sudore si togliesse dalla mia pelle. -Ohw, quindi non ti ha ancora presentato agli altri ragazzi?-, domanda Lou, mostrandomi il suo sorriso, che in quel momento avrei volentieri ricoperto con un bacio. MA CHE STO DICENDO? RICOPRIRE IL SUO SORRISO CON UN BACIO? DIO, HARRY RITORNA IN TE. Scuoto velocemente la testa, proibendo a me stesso di fare altri pensieri del genere, per poi corrugare appena la fronte, non capendo a quali altri ragazzi si stesse riferendo Louis. –Altri ragazzi?-, ripeto infatti, lasciando trasparire tutta la mia confusione. -Si... cioè in effetti solo Liam, perché li altri già li conosci-, ridacchia, allungando poi un braccio oltre il mio corpo, indicandomi poi con un dito un gruppetto di ragazzi, le quali facce già avevo conosciuto. A parte un volto, che in effetti mi era nuovo. Un ragazzo alto, di corporatura massiccia e muscolosa, con capelli castani, corti sui lati e tirati su in un folto ciuffo e occhi color nocciola. Immaginavo fosse Liam, il ragazzo che Louis aveva appena nominato. Come avevo fatto a non accorgermi della loro presenza? Eppure erano proprio davanti al mio naso. “Credo che i tuoi occhi e la tua mente fossero concentrati sul altro”, mi fa notare quella voce, che cominciavo a temere di odiare, solo perché sapevo che infondo aveva ragione. Che cosa? No, non aveva ragione, tu non sei attratto da Louis ricordi? Sei etero e stai con una ragazza che ami, o comunque che ti piace molto. Mi avvicino quindi insieme a Louis vicino a quel gruppetto, dove subito riconosco la sorella di Lou, Lottie se non sbaglio, Josh e infine Zayn, che subito mi fa un piccolo cenno con il capo, sfoderando un piccolo sorriso appena amichevole, come a volermi far intendere “mi sei simpatico, ma continuerò a tenerti d’occhio”. Infine mi concentro su Liam, quello a cui ancora dovevo presentarmi. Sollevo quindi la mano, allungandola verso di lui, sfoderando dalle labbra un sorriso, che lui non manca di ricambiare. -Sono Harry-, mormoro, non appena le nostre mani vanno a stringersi. Così a prima vista sembrava un ragazzo simpatico, anche se in effetti mi chiedevo come mai fosse li con noi pure lui. Avevo capito ci sarebbero stati solo Louis e Zayn. Ad ogni modo poco importava, mi bastava il fatto che Louis ci fosse, poi per quanto mi riguardava, poteva partecipare alla serata, anche l’intera nave. -Piacere Harry, io sono Liam, il migliore amico di quel pazzo di Louis-, ridacchia, facendo subito dopo ridere anche me, che ancora una volta non aveva potuto fare a meno di girarmi a guardare Louis. Ci stava sorridendo, probabilmente contento che fossi partito con il piede giusto con tutti i suoi amici. Naturale, anche io ci tenevo andasse d’accordo con i miei di amici. Infondo era così quando due persone si stavano simpatiche. -Ehi guarda che io ti ho sentito, Payno-, ribatte Louis, ridendo a sua volta, avvicinandosi meglio a lui, facendogli poi la linguaccia. Dovevano avere un rapporto molto bello, sembravano proprio me e Niall quando per scherzare ci stuzzicavamo a vicenda. -Per me ha ragione a dire che sei un po’ pazzo-, intervengo io, continuando a ridere, dimenticandomi completamente che probabilmente i miei amici stavano aspettando che anche loro venissero presentati a Louis e agli amici che ancora non conoscevano. Sempre che Barbara e Lucy fossero arrivate, in effetti non mi ero più curato di controllare. –Bene, ora che mi hai fatto conoscere tutti i tuoi amici, forse è il caso che ti presenti ufficialmente ai miei-, affermo, come se quello che stavo per fare, fosse presentare non un semplice amico mai il mio ragazzo. “Ti piacerebbe, verro?”, mi cantilena quella voce, alla quale avevo cominciato ad avere una certa paura di credere. -Certo, finalmente, temevo di non conoscerli più-, scherza Louis, allungando una mano verso i miei ricci, arruffandoli appena, mentre le sue labbra era piegate in quel sorriso che ogni volta mi sembrava più dolce. Ricambio così a pieno per poi voltarmi dalla parte opposta, seguito subito da Louis e probabilmente tutta la sua compagnia, fino a raggiungere Niall, coinvolto in una conversazione con le ragazze, il quale argomento mi era del tutto sconosciuto, ma sarei stato a preoccuparmene, ora avevo ben altro per la testa. Richiamo quindi la loro attenzione, che non esitano certo a darmi, per poi indicare loro Louis, insieme a tutti gli amici suoi, lasciando che anche loro si presentassero, come avevo fatto poco prima io con Liam. Per fortuna andò tutto abbastanza bene, anche se mi sembrava di cogliere uno sguardo leggermente fulmineo, non appena Barbara si era ritrovata a stringere la mano di Louis. Pregavo solo non sarebbe successo niente di male, ci tenevo a passare bene quella serata, non l’avrei rovinata per nulla al mondo. -Okay, ora che tutti ci siamo presentati cosa ne dite di fare qualcosa di divertente tutti insieme?-, propone allegramente Aspen, facendo salire in me una certa nota di preoccupazione, visti i racconti di Louis, riguardo a quella ragazza, che per quanto simpatica fosse davvero troppo pazza. -Aspen, non eravamo d’accordo che saremmo andati a bere qualcosa?-, gli ricorda Louis, che sembrava preoccupato esattamente quanto me, se non addirittura di più. A quanto pare non ero l’unico. Vedo Aspen roteare gli occhi. –Dio non fare il noioso, abbiamo tutto il tempo per bere qualcosa, ti ricordo che non sono neanche le undici, perciò prima di buttarci sui drink, io proporrei di fare qualcosa, tipo... non so, obbligo o verità?-, opta, sfoderando un sorriso malizioso, che a essere sinceri non mi prometteva nulla di buono. -Oh no, scordatelo, ti conosco Aspen, le tue domande sono troppo imbarazzanti, poi i tuoi obblighi non ne parliamo-, replica immediatamente Louis, che sembrava quasi essere spaventato dalle intenzioni della migliore amica. Di certo non potevo biasimarlo, avevo paura persino io che ci avevo parlato insieme solo mezza volta. -Bé mi dispiace dirtelo Lou, ma non sei presente solo tu a questa serata, quindi io proporrei di metterla ai voti. Dunque, in quanto vogliono giocare a obbligo o verità?-, chiede la ragazza, guardando poi tutto il gruppo, che malgrado sperassi, fosse d’accordo con me e Louis, scopro voler tutti appoggiare la sua proposta. E già sapevo che tutto ciò sarebbe finito in un disastro totale. In una decina di minuti, ci ritroviamo tutti seduti in cerchio, in quanto la sala, per quella sera, pareva essere libera, perché da quanto avevo capito si stava tenendo una festa proprio in quella accanto. Avrei voluto sedermi vicino a Louis, ma sebbene stesse per farlo, Barbara aveva avuto la brillante idea di precederlo, sedendosi alla mia destra e avevo la certezza che avesse pregato Lucy di sedersi alla mia sinistra, visto che dopo una sua rapida occhiata, avevo visto la mia amica, poggiare il sedere al mio fianco. Avrei voluto dirle che il suo comportamento non aveva senso, ma non mi andava di rovinare la serata, quindi mi limito a tenermi tutto, aspettando intanto che anche gli atri si sedessero così da poter cominciare a giocare. Noto Louis sedersi, con mia grande gioia, di fronte a me. Se non altro, avrei potuto guardarlo tutto il tempo che volevo. Okay, ora basta per davvero, non mi sarei concesso altri pensieri del genere! -Molto bene, ora che siamo tutti pronti si può cominciare-, esclama Aspen, che pareva proprio non vedesse l’ora. –Dunque iniziamo con... Louis-, dice, dopo aver fatto finta di doverci pensare su, mentre noto Louis divenire leggermente pallido. -Okay... -, mormora lui, senza troppa convinzione, rivolgendole uno sguardo un po’ torvo, che avevo l’impressione significasse “mettimi in imbarazzo e ti strangolo” Aspen rimane impassibile, continuando a mantenere sulle labbra quel sorrisetto colmo di malizia, prima di pronunciare la fatidica domanda. –Perfetto, scegli: obbligo o verità?- Vedo Louis indossare un’espressione pensierosa, di chi sapeva bene che in entrambi i casi sarebbe rimasto fottuto. –Mmh d’accordo ci ho pensato, verità-, dice, piuttosto incerto, aspettando di conoscere quale sarebbe stata la sua pena da scontare. -Molto bene!-, afferma Aspen, con un brillio negli occhi, che iniziava seriamente a inquietare. –La domanda è: hai mai fatto sogni erotici su qualcuno dei ragazzi qui presenti?-, domanda, scoppiando poi in una risatina, mentre il suo sguardo si faceva più malizioso ogni secondo e le guance di Louis parevano essere andate completamente a fuoco. In effetti era alquanto imbarazzante come domanda, al posto suo l’avrei strozzata. -Ehm... bé si è successo-, farfuglia Louis, dopo aver esitato qualche secondo, con la faccia ora più rossa di un pomodoro maturo. -Oh ma davvero? E sentiamo, di chi si tratta?-, domanda immediatamente Aspen con gli occhi che sprizzavano curiosità da ogni poro. -Si può fare una sola domanda-, obietta subito Louis, bruciando ogni speranza della ragazza di venire a conoscenza, del soggetto dei suoi sogni “proibiti”. Effettivamente anche io avevo una certa curiosità di sapere chi fosse. Probabilmente era Zayn, visto che in passato aveva provato qualcosa per lui. E per qualche strana ragione, questo pensiero mi aveva provocato una sensazione nello stomaco che non avrei saputo definire. “Si chiama gelosia”, precisa la vocetta, che a quanto pare non aveva alcuna intenzione di farmi sfuggire nulla. Che poi non era affatto vero, non ero geloso di Zayn, non ne avevo alcun motivo. -Okay, non ti scaldare, passiamo oltre-, annuncia, mentre il suo sguardo va a ricadere su Zayn, facendo intuire a tutti, che il ragazzo sarebbe stata la sua prossima vittima. –Zayzay, obbligo o verità?-, mormora, tornando a utilizzare quel tono malizioso e preoccupante, che ero sicuro accese paura persino a Zayn, per quanto si mostrasse del tutto tranquillo. -Scelgo anche io verità, scusa tesoro ma non mi fido dei tuoi obblighi, l’ultima volta mi hai costretto a ballare sul bancone in mutande, bagnandomi completamente con l’acqua, dinnanzi a tutta la discoteca-, afferma, facendomi quasi strozzare con la saliva, immaginando poi la scena che doveva essere senza dubbio stata fin troppo imbarazzante. Mi chiedo con quale coraggio Zayn lo avesse fatto. -Già me lo ricordo, è stata divertente come scena. Ad ogni modo, va bene allora la domanda è: quale delle ragazze qui presenti, porteresti a cena fuori, magari chissà, invitandola poi a dormire da te?-, domanda Aspen, sollevando di poco il sopracciglio, mentre come mi aspettavo, lo sguardo di Zayn a subito a posarsi sulla mia amica, seduta accanto a me. -Porterei Lucy-, dice tranquillamente, porgendole un piccolo sorriso, causa del quale potevo giurare di averla vista arrossire appena. Mi faceva tenerezza, oltre che ero sinceramente contento. A questo punto speravo che tra loro sarebbe nato qualcosa, era anche ora che Lucy andasse avanti, togliendosi una volta per tutte Niall dalla testa. -Ottimo e ora... Harry?-, mi richiama Aspen, facendomi per un attimo sussultare. A quanto pare era arrivato il mio momento e a essere proprio sinceri, avevo ancora più paura di prima. -Scelgo... mmh...-, esito per qualche instante. Non sapevo davvero cosa poter scegliere, da una parte avevo paura dei suoi obblighi, ma se avessi scelto verità, non sarebbe stato meno pericoloso. Dovevo ammettere che in quel momento, erano tante le cose che stavo nascondendo e non potevo rischiare che tutto saltasse a galla proprio ora. -Quindi?-, mi incalza Aspen, notando la mia difficoltà nel scegliere. -E va bene, scelgo obbligo-, esclamo e avevo il presentimento che di certo me ne sarei pentito, ma era sempre meglio che dover rispondere a qualche domanda imbarazzante, che ero pronto a scommettere, avrebbe causato un altro bruttissimo litigio tra Barbara e me, rovinando quindi tutta la serata. -Oh molto bene, finalmente qualcuno con un po’ di palle-, commenta Aspen ridacchiando, mentre la mia ansia non faceva che aumentare di secondo in secondo, aspettando che mi dicesse quale sorte mi sarebbe spettata. –Comunque Harry, visto che sei il primo che sceglie obbligo, non ci andrò giù molto pesante-, mi informa, anche se nonostante ciò, la mia paura non era certo diminuita. –Bene, non devi fare altro che prendere la persona qui presente che più di tutte vorresti baciare e poi... bé mi sembra ovvio, dovrai baciarla- Ed è proprio in quel momento, al pronunciare di quelle parole che sento il mio cuore smettere improvvisamente di battere. Non sapevo il perché mi stesse succedendo questo, infondo era facile, dovevo solo baciare Barbara no? Era Barbara la persona che avrei più desiderato baciare, ovvio era la mia ragazza. “Harry, sii sincero con te stesso, sul serio la persona che vorresti baciare ora è Barbara?” Perché stavo cominciando a dubitare di questo? Non dovevo dubitare, non dovevo pensare di voler baciare nessun altro. Eppure più gli attimi passavano, più cominciavo a realizzare che la persona che volevo baciare non era affatto Barbara e la mia paura è che se pensavo a un volto che in quel momento avrei voluto vicino al mio, lasciando che poi ogni distanza si azzerasse, l’immagine che mi compariva davanti, aveva altri occhi azzurri. Occhi del colore del cielo che con quelli di Barbara non centravano proprio nulla e no, non potevo lasciare che accadesse questo, non poteva pensare di voler baciare... Velocemente mi alzo dal posto sul quale ero seduto, sussurrando un rapido “scusate”, per poi voltarmi, cominciando a correre più veloce che potessi, ignorando gli sguardi sorpresi e confusi di tutti gli altri, che ora mi sentivo perforare la schiena. Ma cosa mi stava succedendo? Era tutto così sbagliato, io mi sentivo sbagliato. Tutto ciò non aveva alcun senso, io non ero gay, allora perché stavo provando questo per Louis? Tra un pensiero e l’altro, arrivo in fondo al ponte, nemmeno mi ero accorto di essere uscito fuori. Mi accascio quindi alla ringhiera, sentendo intanto la gola seccarsi del tutto e la testa scoppiare. Ero così confuso, volevo solo capire. Sul serio quella voce nella mia testa aveva ragione? Mi ero preso una cotta per Louis? “Si Harry, diamine, smettila di mentire a te stesso, hai una grandissima cotta per Louis, cosa ti costa ammetterlo?” -Harry?-, sento un’altra voce, questa volta reale, provenire dalle mie spalle, che in men che non si dica, mi fa sobbalzare. E sapevo bene a chi quella voce appartenesse, ma il fatto che adesso si trovasse li con me, non andava affatto bene, non ora che avevo la consapevolezza di provare qualcosa di molto forte per lui. –Harry, ti prego guardami, cosa ti è successo? Perché sei scappato via? Ti prego, non ignorarmi, sono davvero preoccupato. Senti mi dispiace, lo so che Aspen è brava solo a mettere in imbarazzo le persone, non capisce che non tutti sono fatti come lei che non si farebbe alcun problema nemmeno se le chiedessero di fare un qualche servizio a Josh in pubblico. Probabilmente per te, anche solo dare un bacio alla tuia ragazza...- -Non capisci!-, lo interrompo subito, prima che potesse aggiungere qualsiasi altra cosa, dal momento che fosse completamente fuori strada. Anche se non si poteva certo biasimarlo, visto che fino a pochi secondi prima, nemmeno io ci stavo capendo nulla. –Non è come credi tu Louis-, mormoro con il filo di voce che mi era rimasto in gola senza voler accennare a girarmi, perché ora guardarlo mi avrebbe imbarazzato troppo, anche se sicuramente lui non aveva idea di cosa mi stesse passando per la testa, o almeno lo speravo. –Non era Barbara che volevo baciare poco fa-, ammetto, mentre potevo sentire la gola seccarsi sempre di più e il cuore nel petto aveva ripreso a battere, forse un po’ troppo forte rispetto al dovuto. -Ohw... bé, allora chi avresti voluto...-, prova a chiedere quello che già sospettavo volesse sapere, ma prima che potesse farlo, mi ritrovo a girarmi lentamente verso di lui, afferrandogli il viso tra le mani, mentre di secondo in secondo, avvicinavo il mio sempre di più, fino a poter sentire il suo respiro caldo, posarsi delicato sulle mie labbra. Lo vedo infatti bloccarsi di colpo, mentre nei suoi occhi aleggiava quella nota di confusione, come se da una parte sapesse cosa stava per succedere, ma dall'altra faticava a crederci. In effetti, faticavo pure io. –Harry, c-cosa stai f-acendo?-, balbetta in un soffio, puntandomi negli occhi le sue iridi, così azzurre e limpide che ora potevo ammetterlo, mi stavano facendo impazzire. -Non hai sentito Aspen? Mi ha chiesto di baciare la persona che desidero di più e bé... quello che sto per fare-, sussurro appena, con voce leggermente tremola per l’agitazione, per poi avvicinare ancora il mio viso al suo, fino a che non sento le mie labbra poggiarsi sulle sue, azzerando ogni distanza, che ancora ci separava. E potevo giurarlo, mai in vita mia avevo sentito un brivido più forte di quello che avvertivo ora sulla pelle, nel momento in cui le mie labbra avevano cominciato a muoversi sulle sue, che con mia grande sorpresa non si erano minimamente opposte. Lo sento infatti schiudere la propria bocca, dandomi così la possibilità di accedere con la lingua, ritrovandomi ad accarezzare la sua, lasciando che entrambe si fondessero fino a creare una cosa unica e i nostri respiri caldi a mischiarsi. E non mi importava dei guai che avrei avuto, di tutto ciò che sarebbe successo o di quello che sarebbe cambiato. Non mi importava nulla. Ormai era inutile negarlo, per Louis provavo sentimenti molto forti ed era la motivazione che bastava per lasciarmi trascinare da quel bacio, così profondo, così complice, il primo che nella vita avessi davvero desiderato dare.

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Capitolo 12
*** CAPITOLO 12 ***


Il bacio con Louis era stato qualcosa di magnifico. Non era durato poi così tanto, anzi a dire il vero, era durato solo un paio di minuti, dopodiché mi ero staccato balbettando un veloce “scusami, devo andare”, per poi scappare nella mia cabina, momentaneamente ancora vuota. Ero sollevato di non aver trovato Niall ad aspettarmi, mi avrebbe riempito di domande e non che le mie intenzioni fossero quelle di non dirgli nulla, ma al momento ero troppo confuso e spaventato per poterne già parlare liberamente a qualcuno. Certo, prima o poi lo avrei fatto, anche perché altrimenti, sarei senza dubbio scoppiato. Ovviamente quella notte non sono riuscito a chiudere occhio un solo istante, avevo la mente tempestata di pensieri che oscillavano tra quel bacio, i miei sentimenti verso Louis e non potevano mancare i sensi di colpa verso Barbara. Le cose tra noi si erano messe male già da un pezzo, questo era vero, ma ciò non giustificava il gesto che avevo fatto. Avevo baciato un’altra persona, l’avevo tradita e per quanto ormai fossi sicuro che per lei non provavo più certe cose, sempre che le avessi mai provate, mi sentivo brutalmente in colpa. Soprattutto perché in tutto ciò, non c’era stato un solo attimo in cui potevo dire di essermi pentito di quel bacio. Anzi più i minuti passavano, più mi ritrovavo a riviverlo mentalmente come la più bella cosa che in tutta la mia vita mi fosse mai successa. Era stato tutto così magico, così incredibile. Le nostre labbra, poggiate le une sulle altre, a volersi, desiderarsi, bramarsi. Ricordavo tutto perfettamente. Il modo in cui le nostre lingue si accarezzavano, poi si intrecciavano fino a fondersi tra loro. Il miscuglio dei nostri respiri caldi, le sue dita tra i miei ricci, le mie mani a stringerlo forte sui fianchi, attirandolo a me appena di più, fino a scontrare i nostri bacini. La sua risatina imbarazzata sulle mie labbra, la mia un po’ nervosa sulle sue. L’elettricità, il desiderio di continuare ancora, i brividi. Sembrava incredibile che in soli due minuti fossi riuscito a provare tutto questo, che in diciotto anni e mezzo non avevo mai sentito neanche lontanamente. E ora la domanda che mi trapanava il cervello era un’altra: che cosa ero? Fino ad ora ero stato solo con le ragazze, se non contiamo quella sera di qualche anno fa, ma quello di certo non conta, visto che ero assolutamente ubriaco fradicio. Il punto è che con nessun altro ragazzo mi era mai capitato di provare qualcosa, ma a dirla tutta nemmeno con le ragazze avevo mai provato sentimenti così forti, come quelli che stavo provando ora per Louis. I baci con Barbara non so dire come fossero esattamente per me, non è che mi facessero schifo, ma non mi completavano. Non mi davano quella scarica di emozioni, quella voglia di averne altri, come invece mi era successo con Lou. Ma la cosa che più di tutte mi stava preoccupando era come adesso l’avrei affrontata. Non me la sentivo di dirle la verità, non potevo certo andare da lei e dirle: “Ehi, devo dirti una cosa, mi sono preso una cotta per Louis e ieri sera sul ponte l’ho baciato. Credo che tra noi debba finire qui, se vuoi però possiamo essere amici”. La verità è che non ero pronto a farle sapere la verità, soprattutto perché a dirla tutta, nemmeno io sapevo quale fosse. Che mi piaceva Louis, questo ormai lo avevo capito, ma avevo bisogno assolutamente di capire se questo mi accadeva solo con lui o se mi piacevano i ragazzi in generale. Altra cosa che mi torturava il cervello, era sapere cosa Louis avesse pensato di quel bacio. A giudicare da come aveva ricambiato, non sembrava gli fosse dispiaciuto, ma non potevo dirlo con certezza. Come non potevo sapere cosa Louis pensasse ora di me. Sicuramente lo avevo confuso, mi aveva sempre creduto etero, quindi quel bacio lo aveva senza ombra di dubbio lasciato di sasso. E se non gli fosse davvero piaciuto? Se si fosse lasciato baciare solo perché era l’obbligo che Aspen aveva scelto per me? O forse perché aveva paura che respingendomi mi avrebbe ferito? Okay tutto questo era davvero troppo per una persona sola da sopportare, tutti questi dubbi, queste paure, sarei sicuramente scoppiato. -Harry, ci sei?-, sento la voce di Niall risuonarmi all'orecchio, nel bel mezzo della colazione, risvegliandomi così da quei pensieri troppo rumorosi per essere ignorati. -Mmh... si si, ci sono, scusatemi stavo pensando... ehm, quindi, stavate dicendo qualcosa?-, farfuglio queste parole, passandomi nervosamente le mani tra i ricci, cercando di evitare di guardare gli altri negli occhi, i quali ora potevo scommettere mi stavano guardando confusi. Ero visibilmente distratto e questo certo non mi avrebbe aiutato a non farmi scoprire. Dovevo sforzarmi di mostrarmi naturale, anche se era abbastanza difficile, considerato il tormento del quale era vittima ora la mia testa. -Ti senti bene?-, chiede infatti Barbara, sollevando un pochino il sopracciglio. Sapevo che quella domanda racchiudesse molto più di quello che in realtà stava a significare. Conoscevo abbastanza Barbara da sapere che sicuramente si stava domandando, cosa mi fosse preso la sera precedente, per essere scappato in quel modo. Era ovvio, dal suo punto di vista avrei solo dovuto dare un bacio a lei e il mio obbligo era fatto. Non aveva idea del fatto che se ero scappato, era perché in realtà non è lei la persona che desideravo baciare. Sapevo anche che molto presto me lo avrebbe chiesto in modo esplicito e io francamente non avevo idea di cosa le avrei risposto, non potevo dirle la verità, l’avrei delusa e ferita troppo. Non ero innamorato di lei, ma le volevo pur sempre bene. -Si, certo sto bene, ho solo dormito poco-, mento, anche se in effetti era la verità, non avevo dormito mezzo secondo e sicuramente sarebbe stato così anche per le notti successive. -Ohw, ho capito e ieri sera?-, domanda in seguito, come mi aspettavo, facendomi così impallidire di colpo. Cazzo! E ora cosa mi sarei inventato? Cosa le avrei detto? -Ieri sera cosa?-, chiedo, facendo finta di non aver inteso a cosa esattamente si riferisse. Certo, era abbastanza inutile come strategia, ma almeno avrei avuto qualche secondo in più per pensare a una scusa sufficientemente valida. -Ieri sera perché sei scappato?-, mormora, alquanto spazientita, probabilmente consapevole che in realtà avessi intuito perfettamente dove volesse andare a parare. -Non mi sono sentito bene-, replico, in risposta, dopo aver deglutito rumorosamente per il nervoso. -Mmh e dove sei andato?-, chiede poi, con un certo tono di chi non si era bevuto nemmeno una parola. E se prima ero semplicemente impallidito, ora potevo dire di essere completamente diventato bianco. –Bé io sono andato sul ponte... a prendere un po’ d’aria-, dico, sperando che almeno a questo avesse creduto. A dirla tutta, era vero che ero andato sul ponte, ma senza dubbio, quello che avevo fatto, non era stato certo prendere un po’ d’aria. Anzi, se c’era una cosa che mi era mancata, quella era sicuramente l’aria, ma le ragioni erano state più che valide e positive. -Ah certo e Louis?-, ribatte ancora, corrugando la fronte e cercando il più possibile di captare il mio sguardo, mentre il suo tono si stava sempre più facendo di sfida. Al pronunciare di quel nome, avverto il mio cuore fermarsi per l’ennesima volta. Oh no! Perché mi stava facendo quella domanda? Perché mi stava chiedendo proprio di lui? Che avesse capito tutto? Forse si era accorta che provavo qualcosa per lui? Ma si era ovvio che se ne fosse accorta, infondo tutti lo sospettavano. Bé in realtà solo Niall, togliendo la vocina nel mio cervello, che comunque era sempre parte di me. Ma forse se ne stava accorgendo pure Barbara. O magari, peggio ancora, ci aveva visti. Oddio! No, no, no. Non potevo essere stato tanto stupido da farmi beccare mentre baciavo Louis. Cavolo, ero spacciato! -Louis cosa?-, domando allora, cercando di restare vago, soprattutto di nascondere il mio stato completo di shock, insieme alla mia paura di essere stato colto con le mani nella marmellata, mentre già temevo il peggio. Vedo Barbara sollevare ancora di più il sopracciglio. Sembrava un misto tra lo spazientito, il nervoso e l’arrabbiato. Francamente, trattandosi di lei, non sapevo quale dei tre lati fosse il più pericoloso. –Se né andato subito dopo di te ed è venuto nella tua stessa direzione, sono più che certa che le sue intenzioni fossero quelle di seguirti per vedere come stavi. Deduco tu lo abbia incontrato no?-, obietta la ragazza, subito dopo aver rilasciato dalle labbra un sospiro pesante. Sembrava sul punto di farmi una scenata, ma se non altro ero leggermente più rilassato, visto che forse, a meno che la sua domanda non fosse una specie di tranello, non aveva visto nulla del bacio che avevo dato a Louis. Ora dovevo solo trovare un modo di deviare l’argomento, in modo che quanto meno non avrei destato il minimo sospetto. -Barbara non so di cosa stai parlando, non ho visto Louis, probabilmente era solo uscito anche lui a prendere un po’ d’aria o se mi stava cercando come hai detto tu, non mi ha trovato. Poi francamente non vedo cosa ci sia di male se un amico si preoccupa per me, devi smetterla di accanirti sempre contro di lui, non so cosa ti abbia fatto, davvero-, sbotto, avvertendo un certo nervoso crescermi dentro lo stomaco, che somigliava molto più a un senso di colpa, perché in cuor mio sapevo avesse pienamente ragione, come sapevo che le stavo mentendo spudoratamente, anche se Louis di certo non aveva colpa di nulla. Guardo Barbara sgranare gli occhi, sicuramente sorpresa di come avessi improvvisamente alzato il tono della voce. Effettivamente non mi era mai successo di farlo con lei. –Che cosa mi ha fatto, mi chiedi? Bé non lo so Harold, partiamo dal fatto che da quando lo hai conosciuto non sembri più tu. Non fai altro che respingere ogni mia proposta, passi con me la metà del tempo che passi insieme a lui, se non ancora meno, ti inventi sempre qualche scusa per startene per i fatti tuoi, insomma mi vuoi dire cosa ti succede?-, grida anche lei, riuscendo a catturare l’attenzione della maggior parte dei presenti al ristorante. Ma stranamente, non sembrava molto curarsi degli sguardi con cui ora la gente ci addossava, cosa per cui di solito avrebbe dato di matto. Dovevo averla fatta arrabbiare più di quanto avessi mai immaginato. Sento infatti le mie guance avvampare e non sapevo dire se era più causa la gente che ci stava fissando, oppure l’ennesima domanda che mi stava facendo Barbara, alla quale ancora una volta avrei dovuto mentire. –Non mi sta succedendo proprio nulla e sai una cosa Barbara? Sono stanco di dover stare ai tuoi ordini, sarò anche il tuo ragazzo, ma qualche volta ho anche io il diritto di respirare e non sono costretto a passare tutto il mio tempo con te. Mettiti in testa che non sei mia madre, ne tanto meno la mia padrona. Sei una ragazza come tante altre e se non la pianti di dirmi che cosa devo o non devo fare, sarò costretto a mandarti a quel paese-, urlo, alzandomi infine dalla sedia e correndo via, catapultandomi subito nella mia cabina. Avevo esagerato, era vero e mi stavo comportando da codardo. Le avevo urlato contro un sacco di cose poco carine, solo perché non avevo avuto le palle di ammettere che lei aveva ragione, che mi stava capitando qualcosa e che quel qualcosa aveva a che vedere con Louis. Ma del resto, come potevo dirle la verità? Come potevo dirle che non ero più innamorato di lei? O che probabilmente non lo ero mai stato? Come avrei fatto a dirle che il mio strano comportamento era dovuto al fatto che probabilmente mi stavo innamorando di un’altra persona e che quella persona era proprio Louis? Louis ovvero un ragazzo. L’avrei sconvolta e conoscendola, avrebbe sofferto tanto. Forse l’unica soluzione sarebbe stata fare finta di nulla, cercando di togliermi il prima possibile Louis dalla testa. Ma come potevo farlo, se ormai quel ragazzo era diventato il mio pensiero costante. Inoltre non si trattava solo di questo. Louis o no, c’era la possibilità che io fossi gay, quindi anche se per assurdo mi fossi dimenticato di lui, di certo non mi sarei potuto innamorare di Barbara. Mi ero cacciato in una situazione tremenda. Ero confuso, intrappolato da me stesso e dai miei sentimenti. E avevo paura. Paura di ferire Barbara, paura che se Louis avesse scoperto tutto si sarebbe allontanato. Paura di deludere tutti. Lentamente mi accascio sul letto, prendendomi il viso tra le mani, tentando in qualche modo di mantenere la calma. Impresa piuttosto complicata, considerato che poi, in mezzo a tutto questo casino ero ancora li, a pensare a Louis, alle sue labbra, al suo respiro. Quel bacio. Quanto era stato bello, caldo, pieno di emozioni. Era incredibile, quel ragazzo mi aveva fottuto completamente il cervello ed era così sbagliato. Dovevo uscire da quella situazione, ma come avrei fatto se nemmeno riuscivo a rendermi conto di come ci fossi entrato? Improvvisamente sento la porta spalancarsi. Sollevo così di scatto la testa, restando poi sollevato del fatto che si trattasse di Niall. In realtà avrei preferito restarmene solo, ma era sempre meglio che fosse stato lui a raggiungermi, piuttosto che Barbara con un’altra serie delle sue domande. -Ehi-, mormora appena, mostrandomi un debole sorriso, perfettamente a conoscenza di trovarmi in un momento delicato, visto che anche lui, come il resto della nave, aveva assistito alla litigata tra me e Barbara. Anzi lui l’aveva assistita molto più da vicino, essendo seduto al nostro stesso tavolo. -Ehi-, rispondo io in un sussurro, ancora abbastanza scosso, non tanto per la litigata, quanto per tutti i pensieri riguardo Louis che continuavano ad affollarmi la testa, tirando intanto le labbra in un sorriso che somigliava molto più a una smorfia, mentre Niall aveva già preso posto accanto a me nel letto. -Harry-, mi richiama lui sospirando, voltando il viso nella mia direzione, rivolgendomi uno sguardo piuttosto preoccupato. Sicuramente doveva aver notato pure lui quanto fossi strano, a quanto pare era molto più evidente di quello che credessi. –Cosa ti sta succedendo? E non dirmi che non è nulla, perché lo so che non è così. Lo vedo che sei strano e non lo dico per la scenata con Barbara, che era visibilmente frutto di chi avesse tanto da nascondere. Sei strano da ieri sera, te ne sei andato via così, senza dare spiegazioni a nessuno. Ci hai fatti preoccupare. Se non fosse venuto Louis a cercarti, che sono più che sicuro tu abbia visto, sarei venuto io. Insomma Harry, non ti ho mai visto così, volevo già parlarti ieri sera, ma quando sono rientrato già eri a letto e anche se dubito che dormissi davvero, ho pensato fosse meglio rimandare. Ma ciò non toglie che sono preoccupato per te-, mormora infine, mettendomi un braccio intorno alle spalle, mentre nei suoi occhi azzurri aleggiava sempre più una certa premura. Si vedeva quanto quel ragazzo mi volesse così bene e sarà stato il suo tono colmo di affetto e apprensione, ma non mi andava di rispondere male anche a lui, come avevo fatto poco prima con Barbara. Infondo non c’era alcun motivo di tenere le cose nascoste a Niall. Lui aveva già dimostrato più volte, che qualunque cosa fosse successa, sarebbe stato dalla mia parte ed ero anche certo che in fin dei conti mi avrebbe capito. Ma era comunque difficile spiegare cosa stesse accadendo nella mia testa, soprattutto perché in buona parte, nemmeno a me era del tutto chiaro. L’unica cosa che sapevo con certezza, erano i sentimenti molto forti che provavo per il bellissimo ragazzo dagli occhi del colore del cielo, ma sapevo che dicendogli ciò l’avrei in qualche modo shockato e un pochino la paura che Niall cominciasse a guardarmi con occhi diversi, l’avevo eccome. Mi ritrovo così a sospirare, scuotendo velocemente la testa, abbassando ancora una volta lo sguardo, troppo a disagio per riuscire a reggere il suo. –Niall, davvero lascia perdere, non è niente di grave-, provo a dire, restando con lo sguardo basso, mentre un certo nodo, mi si stava formando alla gola. -Eddai Harry, non mentirmi, lo so che è così, avanti sai che a me puoi dire tutto-, tenta di nuovo, mentre senza che me ne accorgessi i miei occhi si erano leggermente inumiditi. Non ero uno di quei ragazzi che piangevano spesso, ma in quel momento ero così teso e sarà stata la consapevolezza che di li a poco avrei finito con il dire tutto a Niall e sfogarmi, ma una lacrima non aveva potuto fare a meno di scivolarmi lungo la guancia. -Oh no, Harry-, sento infatti Niall esclamare, avvolgendomi forte tra le sue braccia, per poi cominciare a lasciarmi carezze lungo la schiena, mentre altre lacrime avevano iniziato incessanti a scorrere lungo il mio viso, come se parte di tutta quella tensione avesse deciso di sciogliersi o sfogarsi proprio ora. –Harry ti prego, mi stai facendo spaventare. Senti, io sono il tuo migliore amico e voglio aiutarti, ma se non mi dici cosa ti è successo non posso farlo-, dice ancora Niall, stringendo ancora la stretta, mentre altri singhiozzi avevano cominciato a fuoriuscire dalle mie labbra. Non so da dove provenisse tutta quell'angoscia. Forse per la confusione che stavo provando, o per le bugie che continuavo a raccontare a Barbara e che sicuramente avrei continuato a raccontare. La mia paura di ferirla. E ancora la mia paura di come mi sarei dovuto comportare con Louis, la prima volta che ci saremmo rivisti. Sicuramente anche lui avrebbe voluto delle spiegazioni, ma cosa gli avrei detto? Come facevo a parlargli della mia cotta che improvvisamente mi ero ritrovato a provare nei suoi confronti? -N-Niall io non so c-come dirlo, ho un casino i-in testa e ho paura, rimarresti deluso da me-, singhiozzo ancora, mantenendo la testa affondata dentro il suo petto, bagnando leggermente la sua maglietta con le mie lacrime, cosa che però al momento non sembrava importargli minimamente. Comprensibile come cosa, considerata la mia evidente disperazione per qualcosa a lui ancora ignota. -Harry, no ma che dici? Come potresti deludermi? Senti, io non ho idea di cosa ti stia capitando, ma qualsiasi cosa sia, ti vorrò sempre bene e ti capirò. Non tenerti tutto dentro Harry, hai bisogno di parlarne ti conosco, coraggio calmati e dimmi tutto, non sono un tuo nemico lo sai, non dirò niente a nessuno, ma vorrei davvero aiutarti-, dice Niall, cullandomi ancora tra le sue braccia, mentre i miei singhiozzi, stavano leggermente andando a calmarsi. Allenta infatti un pochino la stretta, togliendo poi le braccia dal mio corpo in modo da prendermi il viso tra le mani, guardandomi con quegli occhi azzurri, che nonostante il colore così simile agli occhi di Lou, mai avrebbero potuto farmi lo stesso effetto così forte. –Coraggio Harry, tira su un respiro e dimmi tutto-, mormora dolcemente, cercando in tutti i modi di farmi sentire a mio agio, lasciandomi lievi carezze sulla guancia, che dovevo ammettere, fossero piuttosto calmanti. Tiro così un respiro profondo. In effetti aveva ragione, avevo bisogno di parlarne e Niall era sicuramente l’unico a cui poter dire tutto liberamente. –Ricordi quando ieri sera Aspen mi ha detto che per obbligo dovevo prendere la persona li presente che più desideravo baciare e poi baciarla?-, ripeto le parole che la ragazza aveva detto a me, la sera precedente, durante obbligo o verità. Niall annuisce. –Si si, lo ricordo, ma perché poi sei scappato?-, chiede, abbastanza confuso, probabilmente senza avere la minima idea di quello che stavo per confessargli. Speravo solo l’avesse presa bene. -Ecco, io sono scappato, perché mi sono reso conto che se pensavo a qualcuno che in quel momento avrei davvero desiderato baciare... bé quel qualcuno non era affatto Barbara-, gli spiego, sentendo intanto il cuore martellarmi nel petto, al pensiero che stavo veramente per pronunciare quelle parole, che fino ad ora avevo a malapena detto nella mia testa. Figuriamoci dirle a qualcun altro a voce alta. -Ah no? E allora chi avresti voluto... Ohw-, mormora Niall, che se prima aveva un’espressione confusa, ora sembrava come se improvvisamente tutto gli fosse chiaro. –Louis vero?-, indovina, inclinando appena la testa di lato, mentre io annuivo questa volta senza tentare di negare nulla. -Niall, io mi sono reso conto di provare qualcosa per Louis e sono sempre più convinto che se continuo di questo passo, potrei innamorarmi di lui... e ieri, quando lui mi ha raggiunto sul ponte io, bé l’ho baciato ed è stato il bacio più bello che in tutta la mia vita io abbia mai dato. E ora ho così paura, sono spaventato, anzi terrorizzato. Sono confuso da morire, non so più cosa sono, chi sono io. Non so cosa dire a Barbara, non voglio ferirla, ma non voglio neanche prenderla in giro. Non so cosa dire a Louis e... io mi vergogno-, ammetto infine, ricominciando a sentire alcune lacrime scivolarmi dagli occhi, avvertendo poi subito dopo la mano di Niall posarsi sopra il mio viso, asciugandomi la guancia da tutte le lacrime che in modo copioso me la stavano rigando. -Vergognarti? E di cosa, Harry? Non ce nè motivo, non c’è niente di male se ti piace un ragazzo. Queste sono cose che succedono, non lo hai deciso tu, è successo e basta. E forse Barbara rimarrà delusa, oltre che ferita, ma è normale considerato che è la tua ragazza. Ma per quanto mi riguarda, perché dovresti deludermi? Non hai ucciso nessuno Haz e poi a essere onesti un pochino lo sospettavo. Dai si vede che provi qualcosa per lui, il modo in cui ne parli, o come lo hai guardato per tutta ieri sera. Non gli hai scollato per un solo attimo gli occhi di dosso, sembravi quasi folgorato, non era difficile immaginarlo. Certo, non nego che ora che lo so con certezza ne sono un pochino sorpreso, ma dovresti saperlo che non potrei mai guardarti con occhi diversi per questo-, mi rassicura con la sua dolcezza infinita, sfoderando un piccolo sorriso dalle labbra, che oltre che tranquillizzarmi, un pochino mi fa sentire idiota. Avrei dovuto immaginarlo che per lui, il fatto che provassi attrazione verso un ragazzo, non sarebbe mai stato un problema. Niall sapeva essere un ragazzo fantastico, anche se a volte con la sua curiosità o i suoi modi da zabetta, mi faceva un po’ disperare, ma era il migliore amico che potessi desiderare, per nulla al mondo me lo sarei lasciato scappare. -Quindi ora non ti faccio ribrezzo, vero? Voglio dire, non ti importa che il tuo migliore amico potrebbe essere gay, mi vuoi bene lo stesso?-, chiedo, ancora una volta, giusto per togliermi ogni dubbio, anche se già sapevo che Niall, non mi avrebbe mai fatto nulla del genere. Era un bravo ragazzo e senza ombra di dubbio non era omofobo. Alza infatti un pochino gli occhi al cielo, per poi rivolgermi però, uno sguardo di nuovo colmo di affetto. –Harry, se ti sento un’altra volta dire una cosa del genere, ti tiro un pugno sul naso. Lo sai benissimo che non potrei mai non volerti bene ed è ovvio che non mi fai affatto ribrezzo. Sei il mio migliore amico, anzi sei molto di più, sei un fratello. Sul serio credi che siccome c’è la possibilità che ti piacciano i ragazzi, potrei allontanarmi da te? Sembra che non mi conosci affatto-, mi rimporvera lui, senza abbandonare il suo tono amichevole, con il quale, ancora una volta, era riuscito a farmi sentire più calmo. -Hai ragione Niall, scusami è solo che... non lo so, ho molta paura, non ho idea di come affrontare la situazione-, ammetto, lasciandomi sfuggire dalle labbra un lieve sospiro, sentendo intanto le mani di Niall, insinuarsi tra i miei ricci, lasciando tra di essi tenere carezze. -Harry, so che non ti piacerà sentirtelo dire, ma devi solo essere sincero e raccontare tutta la verità. Sia Barbara che Louis, hanno il diritto di sapere cosa ti sta passando per la testa. Barbara lo vede che qualcosa non va più tra voi ed è disperata, perché non riesce a capire dove sia il problema. Quanto a Louis, bé non posso saperlo esattamente, ma dal momento che l’hai baciato immagino che ora l’avrai confuso per bene, si starà chiedendo il perché di quel bacio, dato che fino a due minuti prima ti credeva etero. Sicuramente vorrà anche sapere cosa è significato per te. Devi dare a entrambi la possibilità di vederci chiaro, non so se mi spiego. E credo anche che Barbara, debba avere la possibilità di andare avanti. Lei è davvero innamorata di te, se tu non lo sei devi tirare fuori le metaforiche palle e dirle tutto-, dice Niall, al quale non potevo dare torto, ma non era facile. Non volevo ferire i suoi sentimenti e sarebbe stato inevitabile se le avessi detto che provo dei sentimenti verso un ragazzo, per altro appena conosciuto. -Ni, tu hai ragione, ma non voglio farle del male, capisci? Come faccio a dirle che mi piace Louis? La conosco, si sentirebbe ferita nel profondo-, ribatto, mordicchiandomi nervosamente il labbro, al solo pensiero di come avrebbe potuto reagire, nello scoprire che mi ero preso una cotta per un ragazzo. -Haz, te l’ho già detto l’altro giorno, la peggiore ferita che puoi procurarle, è senza ombra di dubbio continuare a mentirle. Ora hai le idee leggermente più chiare, certo devi ancora capire se Louis è solo un caso oppure se sei effettivamente gay, ma in ogni caso sai di per certo che senti qualcosa di molto forte per Louis, come sai anche che non sei innamorato di lei, non puoi continuare a tenerle nascosta una cosa del genere. Prima saprà la verità, meglio sarà. Sia per lei, sia per te, che almeno in parte ti sarai tolto un peso-, insiste Niall, al quale, ancora una volta, non potevo negare la ragione, ma non mi sentivo comunque pronto. Prima o poi avrei dovuto raccontare la verità e su questo non ci pioveva, ma farlo ora mi sembrava impossibile. Non ero spaventato, ero terrorizzato. Non si trattava solo di dire a Barbara che non provavo i suoi stessi sentimenti. Si trattava di ammettere con lei che mi piaceva un ragazzo, l’avrei sconvolta, sarebbe stato troppo difficile e no, non potevo farcela, non ora. -Niall... okay senti, le parlerò, davvero lo prometto, solo ho bisogno di tempo. Non chiedo chissà quanto, magari solo qualche giorno. So che non dovrei aspettare, ma cerca di capirmi, ho capito che mi piace Louis solo ieri sera, sto già facendo fatica a crederci io stesso, non mi sento ancora pronto per raccontarlo a qualcun altro-, ci riprovo, sperando con tutto me stesso che avesse capito. Non volevo discutere con lui, soprattutto in quel momento era l’unico sul quale sapevo di poter contare, l’unico che avrei realmente voluto vicino, non potevo permettermi di litigarci. Lo sento sospirare, probabilmente rassegnato all'idea che per il momento non avrei accennato ad aprire bocca ne con Barbara, ne tanto meno con Louis, il quale non avevo proprio idea di come affrontare, anche perché ero terribilmente imbarazzato. D’accordo, aveva ricambiato il bacio, ma non potevo sapere che provasse le stesse cose che provavo io. Anche se, ripensando al discorso che Zayn mi aveva fatto due giorni prima, c’era la possibilità che Louis gli avesse parlato di me. E se gliene avesse parlato in quel modo? Okay, no non dovevo farmi viaggi mentali. Non era quello il momento di illudersi, probabilmente Zayn mi stava solo mettendo in guardia, perché visto il nostro rapporto così stretto, temeva che Louis potesse finire per provare qualcosa per me. Ma questo non potevo saperlo e poi Louis non aveva mai dimostrato di volerci provare con me, perciò era inutile illudersi per nulla. “Riccio, devo ricordarti che lui ti credeva etero? Ovvio che non ci avrebbe mai provato, era praticamente sicuro l’avresti respinto”. E ovviamente non poteva mancare quell'odiosa vocina, che come al solito doveva dire la sua. Mi sembrava strano che ancora oggi non si fosse fatta sentire. -D’accordo, ma non aspettare troppo, appena ti senti pronto corri a dirle tutto e lo stesso con Louis-, mi raccomanda con un fare quasi materno, che prima d’ora non gli avevo mai visto. Dovevo sembrare più incasinato di quello che credessi. –Te lo hanno mai detto che sei cocciuto?-, aggiunge poi, facendomi immancabilmente ridacchiare, perché era esattamente la stessa cosa che Louis mi aveva detto durante il pomeriggio precedente. Ed ecco di nuovo Louis a occuparmi la testa. Proprio non c’era verso che la smettessi di pensare costantemente a lui. -Bé si, in effetti qualcuno me lo ha detto. Louis, proprio ieri pomeriggio-, ribatto ridacchiando nel ricordare la scena, avvertendo le guance arrossire appena. Possibile che il solo parlare di lui, mi facesse arrossire peggio di una ragazzina? -Oh, ora capisco perché sei più rosso di un pomodoro-, mi prende in giro Niall, mentre le mie guance stavano letteralmente andando a fuoco. –Sei proprio cotto, eh?-, continua ridacchiando, facendomi un pochino sbuffare, anche se effettivamente ridevo ancora più di lui. Infondo era bello poterne parlare liberamente con qualcuno. -Eddai, stai zitto, non sei divertente. E poi non è colpa mia se quel ragazzo è così bello. Dio, ma hai visto i suoi occhi? Sono meravigliosi, per non parlare delle sue labbra e il suo profumo-. Okay, stavo diventando patetico, ma non mi importava, con Niall ero libero di essere me stesso, quello che avrei fatto. Inoltre con qualcuno dovevo pur sfogarmi, o sarei senza dubbio scoppiato. Sento Niall scoppiare a ridere, notando poi come mi stesse guardando a metà tra l’intenerito e il divertito. -Aaw Harry! E poi ero io quello che vedeva cose che non esistevano, dunque avevo ragione di pensare che quel ragazzo ti aveva fatto prendere una sbandata tremenda. Guardati, non sembri nemmeno tu, anche se devo dire che mi fai tenerezza-, dichiara, facendomi avvampare un’altra volta, mentre il suo sguardo si faceva sempre più divertito. –Ora avanti, è ora di pranzo e non ho alcuna intenzione di perdermelo. Tranquillo staremo soli, mi inventerò qualche scusa da scrivere a Barbara, anche se non penso ce ne sia bisogno, dopo la vostra litigata è palese che non mangerete insieme-, sentenzia il biondo, al quale mi rendevo sempre più conto di dovere molto. Non so proprio cosa avrei fatto, se non fosse stato per lui. -Ti ringrazio Niall, davvero. Per tutto intendo, per coprirmi le spalle, per essere così affettuoso, dolce, per ascoltarmi, per esserci sempre e comunque, sul serio, non so come ringraziarti per tutto quello che fai-, mormoro dolcemente, allargando poi le braccia e stringendomelo forte al petto, in un abbraccio, che ovviamente non manca di ricambiare. -Harry, non devi ringraziarmi di nulla, sei il mio migliore amico, se non sono io ad ascoltarti o darti buoni consigli, chi dovrebbe farlo?-. mormora dolcemente, lasciando sulla mia schiena una lunga serie di piccole carezze incoraggianti. Scioglie poi l’abbraccio, prendendomi infine sotto braccio e insieme ci dirigiamo al ristorante. Appena entro nella sala, noto un certo numero di persone fissarmi, bisbigliando poi qualcosa tra di loro. Probabilmente erano gli stessi che avevano assistito al brutto litigio con Barbara, avvenuto quella mattina. Speravo solo la smettessero in fretta, non mi piaceva essere al centro dell’attenzione, ne tantomeno essere osservato. Scuoto quindi velocemente la testa, impegnandomi a non farci caso, provando poi a concentrare maggiore attenzione sul bancone del self-service, sebbene non avessi poi questa gran fame. Ma non appena sollevo di nuovo lo sguardo, i miei occhi vengono completamente catturati da una figura dinnanzi a essi, la quale in pochi secondi mi fa quasi mancare il fiato. Lui era li, davanti a me, con i suoi occhi del colore del cielo, con tanto di quel bagliore per il quale il mio cuore aveva già preso a battere all'impazzata. -Ehi Harry-, mi saluta, con la sua voce dolce, leggermente acuta, che pareva quasi quella di un angelo, facendomi rabbrividire tutto il corpo con una prepotenza che prima d’ora non avevo mai sentito, vedendolo poi aprire le labbra in quel delizioso sorriso, che in un batter d’occhio mi fa girare la testa -L-Louis-, balbetto leggermente nervoso. Quella era la prima volta che lo vedevo dopo averlo baciato e in tutta onestà non avevo la minima idea di come affrontarlo. E se mi avesse fatto delle domande? Se mi avesse chiesto il perché di quel bacio? Non me la sentivo ancora di dirgli cosa provavo realmente. Lo so, ero solo un codardo, ma avevo troppa paura, non volevo affrontare quell'argomento, perché come avevo detto a Niall, mi sarebbe servito del tempo ed era assolutamente fuori discussione che ora ammettessi di essere completamente cotto di lui, soprattutto non con lui.

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Capitolo 13
*** CAPITOLO 13 ***


Rimango ancora fermo, impalato dinnanzi a lui, senza più riuscire a spiccicare mezza parola. Inutile specificare quanto il mio imbarazzo fosse grande in quel momento. Sapevo che prima o poi sarebbe successo di ritrovarmelo dinnanzi agli occhi, infondo lavorava sullo stesso ponte in cui alloggiavo io. Ma come già precisato più volte, ancora non avevo la più pallida idea di come poter affrontare un incontro tanto ravvicinato. Mi chiedevo come facesse lui a essere tanto rilassato, da sorridermi come nulla fosse successo. Bé, era abbastanza ovvio, considerato che quel bacio, per quanto fosse stato abbastanza significativo per me, in effetti non era stato che l’obbligo di un gioco. Louis sicuramente non gli aveva attribuito alcuna importanza e non avrei dovuto dargliene nemmeno io, se non fosse che ero completamente cotto di quel ragazzo. Certo, avrei dato qualsiasi cosa per sapere cosa ne pensava lui di tutto ciò, ma non avrei di sicuro tirato fuori l’argomento. Farlo sarebbe stato del tutto fuori luogo, anche perché stando ai fatti, ero ancora fidanzato con Barbara. E, per quanto la mia relazione con lei, fosse assolutamente priva di futuro, era essenziale che prima di tutto sistemassi le cose con lei. Mi passo quindi nervosamente le dita tra i ricci, che improvvisamente avevano ripreso il loro compito di antistress, cercando in tutti i modi di evitare quegli occhi, che il solo guardare mi faceva sciogliere come un cioccolatino su un termosifone acceso. –Mmh... bé ecco io... è stato un piacere incontrarti Louis, ma ora devo andare, ho promesso a Niall che a pranzo sarei stato con lui, quindi ci si vede-, farfuglio tutto d’un fiato, dileguandomi prima che una conversazione potesse anche solo avere la possibilità di nascere. Non era certo un comportamento per la quale il mio, ma avevo deciso che fino a quando non avrei risolto al meglio quella faccenda, avrei evitato di parlare con lui. Ora farlo sarebbe stato troppo rischioso, non volevo saltasse fuori l’argomento “bacio”, ancora meno volevo si accorgesse di cosa provassi per lui e se gli fossi stato ancora vicino, senz'altro si sarebbe accorto di tutto. Torno infatti da Niall a testa bassa, consapevole che di certo non si era fatto sfuggire nemmeno un attimo di quella scena. Ecco perché non mi aveva sorpreso affatto, vederlo scrutarmi con un sopracciglio sollevato, stranito dal fatto che avessi liquidato Louis tanto in fretta, quando di solito andava usata la forza, per trascinarmi via da lui. -Harry, ho visto male, o hai appena cercato di evitare Louis?-, domanda poi, una volta seduti al tavolo, guardandomi ancora con quell'espressione confusa di poco prima. Mi lascio sfuggire un piccolo sospiro, sollevando per la prima volta lo sguardo da terra, visto che ormai ero certo gli occhi azzurri che mi sarei ritrovato a guardare non appartenevano al ragazzo per cui avevo improvvisamente cominciato a provare qualcosa. –Hai visto bene-, mormoro appena, dando una scrollata alle spalle, sperando che la questione si troncasse li, perché ora meno che mai mi andava di discuterne. Ma già sapevo che quella speranza fosse vana. Conoscevo Niall fin troppo bene e di certo non avevo scampo a un’altra delle sue “ramanzine”, sul fatto che evitare la cosa, fosse alquanto sbagliato. -E da quando in qua, cerchi di evitarlo?-, chiede appunto, quasi non si ricordasse di ciò che gli avevo appena confessato in cabina. Credevo che la ragione fosse più che evidente. -Da quando l’ho baciato, praticamente dichiarando quanto desiderassi farlo, per rendermi poi conto di essere attratto da lui-, ribatto quindi, alzando di poco gli occhi al cielo. Ovviamente sapevo già che quella risposta non sarebbe servita a chiudere il discorso, anzi probabilmente ne avrebbe acceso un altro che avrebbe occupato minimo tutta l’ora successiva, se non addirittura l’intero pomeriggio. Sento anche lui sospirare. Cattivo segno azzarderei, di solito è un sospiro a dare inizio alle sue prediche da amico che cerca di indirizzarti sulla giusta via. –Harry, evitare Louis, non risolverà nulla, anzi sicuramente non farai che sollevare un polverone molto più grande di quello che già si sta divagando nell'aria-, afferma Niall, prima di addentare un grosso pezzo di pizza, che in men che non si dica, ingurgita per poi riprendere da dove pochi secondi prima si era interrotto. –Pensaci bene, hai sempre fatto i salti mortali per riuscire a passare del tempo con lui, spesso litigando con Barbara, fin dal principio insoddisfatta della vostro amicizia. Poi tutto d’un tratto cominci a evitarlo, diventando parecchio strano sia con lui che con lei, con la quale senza dubbio comincerai a litigare il doppio di prima, perché certamente non mancherà di dire come al suo solito, cose ben poco gradevoli nei confronti di quel ragazzo-, mi fa notare Niall, qualcosa che dovevo ammettere non fosse poi così improbabile. Non avevo mai tollerato il giudizio negativo che Barbara si ostinava ad attribuire a Louis e di certo, ora che avevo la consapevolezza di essermi invaghito di lui, l’avrei sopportato ancora meno. Ma se lo avessi difeso e al tempo stesso evitato, diventando strano non appena il suo nome veniva menzionato, avrei di sicuro destato sospetti. E no, non volevo accadesse ciò, per quanto fossi ancora ben lontano dal volerlo fare, ci tenevo che sia Louis che Barbara venissero a sapere tutto da me, senza che ci fosse il bisogno che prima fossero loro stessi a intuire che qualcosa in me era cambiato. -Ni, tu hai ragione, ma cosa dovrei fare? Non posso mettermi a parlare con Louis, come se nulla fosse, dopo quello che è successo. Mi sentirei troppo a disagio, sotto pressione. Dovrei affrontare l’argomento, lo so, ma non me la sento ancora e tu lo sai-, dico, cominciando a giochicchiare nervosamente con le dita della mia mano. Se avessi continuato, avrei finito per staccarle. -Bé si lo so, di certo non è una situazione facile Haz-, ammette Niall, rivolgendomi uno sguardo questa volta un po’ più apprensivo, che prontamente fa addolcire entrambi. Sapevo che Niall tutte quelle ramanzine me le faceva solo perché mi voleva molto bene, perciò era terrorizzato dall'idea che facessi la cosa sbagliata. –Ehi Haz senti, cosa ne dici se per il momento non ci pensassimo? Ho scritto prima a Barbara che avremmo passato il pomeriggio noi due tra maschi, perciò approfittiamo per distrarci un po’. Hai bisogno di rilassarti, al resto penseremo più tardi-, propone generosamente, rivolgendomi un sorriso tenero, che subito ricambio, notando anche il suo uso del plurale, come a farmi notare che non mi avrebbe mai lasciato solo. -Forse hai ragione, vorrei godermi almeno un pochino di questa vacanza-, concordo in pieno, scacciando in seguito una lieve risata, che suonava più come un tentativo di essere almeno per qualche istante spensierato. –Allora, cosa ti va di fare?-, chiedo, afferrando intanto una patatina dal piatto, che Niall mi aveva gentilmente riempito, sapendo già che se fosse stato per me, avrei saltato il pranzo per l’ennesima volta. Vedo il mio amico pensarci su, notando poi il suo volto illuminarsi, segnalando che gli fosse venuta in mente un’idea geniale. O almeno lo speravo. Rimango comunque in silenzio, in attesa che il biondo esponesse la sua proposta. –Ho trovato!-, esclama infatti, con un entusiasmo che fa salire ancora la mia curiosità, giù piuttosto elevata. -Ho sentito che su questo ponte, c’è un negozio dove noleggiano costumi-, mi spiega, quasi elettrizzato, creando in me un certo sconcerto. Tutto quell'entusiasmo per dirmi di un negozio di costumi, che per altro, essendo in crociera, mi ero portato dietro più quelli che i vestiti? -Ehm... Niall, ne ho già a bizzeffe di costumi da bagno, non credo mi serva noleggiarne uno e sono sicuro che vale lo stesso anche per te-, gli faccio notare, continuando a chiedermi, quale fosse il gran divertimento che trovava in una cosa del genere. Vedo gli occhi di Niall roteare dentro le palpebre, come se quello strano a non vederci nulla di tanto eccitante, in un negozio di costumi da bagno su una nave da crociera, fossi io. –Harry, io non parlavo di costumi da bagno, intendevo un negozio di maschere, travestimenti-, prova a spiegarmi meglio e in effetti ora mi era più chiaro. Ciò che continuavo a non capire, era il perché avrei dovuto aver bisogno di noleggiare una maschera. Cosa si aspettava, che mi presentassi a cena travestito? Lo sento sbuffare un’altra volta, probabilmente accortosi che ancora non ero riuscito a comprendere quali fossero le sue intenzioni. –Harry, ma tu lo hai mai letto il programma che ci hanno lasciato sul letto in cabina, quando l’altro giorno siamo saliti a bordo?-, ridacchia, facendomi intuire che non fosse davvero spazientito, o per lo meno non era propenso a farmelo pesare. E di certo la domanda che mi aveva appena posto, era retorica al cento per cento. Non aveva alcun dubbio sul fatto che di quel programma non mi fossi prestato di leggere nemmeno una riga. –No ovviamente, cosa te lo chiedo a fare?-, farfuglia fra se e se, divertito, in attesa che anche io potessi avere la mia spiegazione. –Comunque, su quel programma, c’è scritto che domani sera si terrà un ballo in maschera. In effetti mi stavo chiedendo quando saremmo riusciti a noleggiare un costume. Ad ogni modo, visto che abbiamo il pomeriggio tutto per noi, potremmo approfittarne per dare un’occhiata. So che le ragazze ci andranno domani mattina, me lo hanno annunciato ieri, mentre tu eri sgattaiolato in compagnia del tuo Loulou-, mi spiega Niall, facendomi immediatamente arrossire nel sentire come avesse definito Louis. Dovevo lavorare su questo mio avvampare continuo, non potevo permettermi i prendere le sembianze di un pomodoro, ogni qualvolta qualcuno pronunciasse il suo nome. Sento infatti Niall scoppiare in una fragorosa risata, che se possibile mi fa diventare paonazzo ancora più di quanto già lo fossi. Gli lancio un’occhiataccia, leggermente imbarazzato, che al contrario di quello che era il mio scopo, lo fa ridere ancora di più. Mi chiedevo se avrebbe reagito così ogni volta che qualcuno avesse fatto il nome di Louis in mia presenza, perché sarebbe stato senza dubbio un bel problema. –Se non la smetti di prendermi in giro, ti rubo la pizza e la faccio finire nella spazzatura-, lo minaccio, lanciandogli un’altra occhiata, sapendo di aver colpito il suo probabile, unico punto di debolezza. Il ragazzo cessa infatti di ridere all'istante, portando le mani sul pezzo di pizza che ancora doveva introdurre nel suo stomaco, come a volerla proteggere. –Ehi, non ti azzardare a toccare la mia pizza-, obietta infatti, difendendo quello che sembrava essere il suo unico amore. Bé, non proprio unico, considerato che, a quanto sapevo, c’era già una ragazza a riempirgli la testa, fino a fargliela girare, proprio come accadeva a me con Louis. Anche se ancora si ostinava a non dirmi chi fosse. Cosa che ora più che mai non comprendevo. Avrebbe dovuto saperlo che non avrei mai detto nulla a nessuno, soprattutto non ora che sapeva di me un segreto molto grande. Ne tanto meno lo avrei giudicato, non ero certo nella posizione di farlo. –Comunque, cosa ne pensi, ti piace la mia proposta?-, chiede infine Niall, risvegliandomi così dai miei pensieri, mentre con una velocità incredibile, aveva già spazzato via tutto il cibo che fino a poco prima gli era rimasto nel piatto. Forse aveva davvero paura che glielo potessi gettare nell'immondizia. Quel pensiero non può fare a meno di strapparmi un risolino. -E va bene, vada per la scelta del costume. Effettivamente non manca tanto all'evento, di conseguenza sarà meglio che mi sbrighi a trovarne uno, prima che i migliori verranno spazzati tutti via-, sentenzio, domandandomi seriamente se questo non fosse già accaduto. Speravo di no, infondo avevo sempre adorato i balli in maschera, anche per questo ci tenevo ad essere impeccabile. -Perfetto!-, esclama Niall soddisfatto che la sua idea fosse stata accolta, alzandosi velocemente dal tavolo, già pronto per la ricerca del costume più bello. Il negozio non si trovava molto distante dalla sala da pranzo. Quando arriviamo dinnanzi alla porta di ingresso, non posso fare a meno di notare quanto sia piuttosto ordinato. Forse avrò guardato troppi film, ma i negozi di maschere me li sono sempre immaginati alquanto disordinati, con costumi sparsi ovunque. Infondo è pur sempre un negozio frequentato principalmente da bambini, che di certo non prestano molto attenzione a quando o come spostano la roba. D’altra parte questa nave offre un servizio a dire poco eccellente, quindi in fin dei conti avrei anche dovuto aspettarmelo. -Entriamo?-, mi incalza Niall, che sembrava parecchio elettrizzato all'idea di questa festa. Non credevo gli piacessero tanto i balli in maschera. Anche se, obiettivamente, a chi non piacciono? Sono probabilmente gli unici eventi in cui ognuno di noi ha la possibilità di dare libero sfogo alla propria fantasia, senza la paura che qualcuno possa giudicarlo. -Certo-, annuisco, dando un’ultima occhiata alla vetrine, per poi avanzare all'interno del negozio, pronto per scegliere cosa indossare. -Hai già qualche idea?-, chiede Niall, guardandosi intorno, cercando con lo sguardo quale scaffale lo attirasse di più. -A dire il vero non ne ho la minima idea, ti ricordo che fino a dieci minuti fa, nemmeno sapevo di questo ballo-, sentenzio, rendendomi conto di quanto Louis in questi giorni fosse riuscito a distrarmi. -Hai ragione Haz, dimenticavo che sei stato troppo impegnato a pensare a un bel paio di occhi azzurri-, mi prende in giro Niall, facendomi arrossire fin sopra i capelli. Gli lancio infatti uno sguardo torvo, che lui prontamente ignora, scuotendo appena la testa e cercando visibilmente di trattenere una risata. Se avesse continuato così, mi avrebbe sicuramente fatto pentire di avergli confessato il mio segreto, molto presto. –Meglio se comincio a cercare-, ribatto, scacciando dalle labbra un lieve sbuffo, buttandomi in seguito sul primo scaffale, dove erano impilati una serie di costumi, dal più buffo, al più spaventoso. -Eddai non prendertela, lo sai che scherzo-, dice Niall, intuendo la mia frustrazione. –Se vuoi posso darti una mano a cercare, non dovrebbe essere molto difficile trovarne uno che fa al caso tuo. Se ti può aiutare comunque, credo che Barbara voglia vestirsi da Giulietta, quindi visto che dovrai fare coppia con lei, forse sarebbe carino se ti vestissi da Romeo-, butta li il biondo, dando una leggera scrollata di spalle. E sarebbe stata una proposta sensata, se non fosse che non ero del tutto sicuro sarebbe stato una buona idea imitare la più bella storia d’amore mai scritta prima, con la ragazza al quale di li a poco avrei dovuto spezzare il cuore. Sempre che già non lo avessi fatto. Sospiro a quel pensiero, cercando di scrollarmelo subito dalla testa. Infondo lo scopo di quel pomeriggio, da passare con il mio migliore amico, era proprio quello di lasciare almeno per un attimo da parte i problemi di cuore. –Non mi ci vedo molto nei panni di Romeo, a dire il vero. Comunque non dovresti pensare a cercarne uno anche per te?-, mormoro, ricordandogli che nemmeno lui ne aveva ancora scelto uno. -Oh, non preoccuparti, ho già in mente che costume scegliere-, mi informa, con aria piuttosto soddisfatta, che non può che mettermi addosso una certa curiosità. -Davvero? E da cosa ti vestirai?-, domando infatti, continuando a rovistare tra i costumi, che per quanto fossero impeccabili, ancora non avevo trovato quello che facesse per me. -Ehi, quanto sei curioso, non avrai intenzione di rubarmi l’idea?-, scherza il biondo, cominciando a guardare anche lui, nello scaffale accanto al mio, per darmi una mano, facendomi sfuggire una risata. –Ad ogni modo, mi vestirò da cappellaio-, risponde, mostrando una certa fierezza per la sua scelta. Spalanco così gli occhi un pochino sorpreso. Non che l’idea fosse cattiva, anzi la trovavo una scelta originale, ma non me lo aspettavo da uno come Niall. O forse si, effettivamente un po’ lo era, quindi era perfettamente compatibile con il personaggio. –Bé devo dire che ti si addice molto-, ridacchio, scuotendo la testa divertita, mentre sul viso del mio amico si stava già formando un finto broncio. -Sai, sarei tentato di chiederti che cosa intendi dire con questo, ma sarà meglio che lasci perdere e che salti subito a una parte più fondamentale-, replica Niall, fingendo ancora un tono offeso, che mi metteva addosso una certa tenerezza. Quasi mi viene voglia di abbracciarlo nel bel mezzo del negozio. -Ovvero?-, chiedo in seguito, girandomi quindi nella sua direzione. -Credo di aver trovato il costume adatto a te-, mi informa Niall, sostituendo subito il finto broncio, con un sorriso estasiato. –Cosa ne dici di vestirti da Edward Cullen?-, propone, mettendomi dinnanzi al naso un costume da vampiro sexy, con il quale avrei potuto assumere le sembianze del vampiro più gettonato dei nostri tempi. Non era affatto una proposta malvagia, anzi mi piaceva molto. Niall mi stava davvero sorprendendo in questi giorni. Annuisco quini in risposta, andando subito nei camerini a provarlo, constatando che addosso mi stava piuttosto bene. Nel frattempo anche Niall aveva fatto lo stesso con il suo, che una volta richiesto a commesso del negozio, un uomo sulla quarantina, dall'aria allegra, spirito giusto per un impiego del genere, gli aveva trovato in un baleno. Una volta provati i costumi, andiamo subito alla cassa a pagare, per poi uscire dal negozio soddisfatti. Avevamo passato li dentro una buona oretta, ma restava ancora molto tempo prima dell’ora cena. Ora in cui avrei dovuto affrontare Barbara, cosa che più i minuti passavano, più mi terrorizzava. Avevamo già litigato molte altre volte, ma in quei casi era stato diverso. Perché allora non avevo altro da fare che andare da lei, cercare di chiarire il malinteso e dopo qualche parole dolce o qualche bacio, tutto era sistemato. Questa volta invece non sarebbe stato tanto semplice, non tanto perché il litigio era stato piuttosto brutto, ma soprattutto per il vero motivo per il quale esso aveva avuto inizio. Non potevo andare da Barbara, fingere che tutto andava bene e continuare a comportarmi da fidanzato perfetto, soprattutto perché sarebbe significato illuderla che le cose tra noi potevano in qualche modo sistemarsi. E non volevo, non potevo illuderla, le volevo bene e meritava la verità. Non la stavo trattando nel migliore dei modi in quegli ultimi giorni e non era giusto lasciarle credere che la cosa dipendesse da lei. Oltre al fatto che purtroppo Niall aveva ragione, dovevo affrettarmi a dire tutta la verità, perché più tempo ci avrei messo a dirglielo, più sarebbero state alte le possibilità di farle del male. Dio mio, ma come avevo fatto in così poco tempo, a cacciarmi in una situazione tanto disastrosa? -Ehi, a che pensi?-, chiede Niall, guardandomi piuttosto preoccupato, probabilmente notando la mia aria un pochino spaesata. -Mm... a nulla, Ni è tutto okay-, mento, piegando le labbra in un sorriso evidentemente forzato, al quale Niall non avrebbe creduto neanche mezzo secondo. -Certo e io non ho mai fame-, ribatte infatti sarcastico, inclinando la testa di lato, guardandomi poi con quegli occhioni azzurri, pieni di apprensione, che probabilmente erano riusciti a leggere i miei con la massima perfezione. -Okay... qualcosa c’è. Sono preoccupato per questa situazione, dal quale sono sempre più convinto che non esista una via d’uscita. Vorrei sistemare le cose con Barbara, ma senza illuderla che tra noi vada tutto bene. Dovrei dirle la verità, ma ancora non mi sento affatto pronto, solo che di certo non posso fare finta di nulla. Poi vorrei tanto sapere cosa ne pensa Louis del nostro bacio, insomma oggi sembrava così tranquillo, a differenza mia che invece quando l’ho visto, mi si è praticamente fermato il cuore. Probabilmente ciò che dovrei fare, è parlarne con lui, ma credo di non poterlo fare finché non ho detto a Barbara la verità. Nel frattempo infatti sto cercano di mantenere le distanze, ma non so se riesco a reggere ancora molto, perché non lo vedo da ieri sera e gi mi manca da morire. Ma se lo incontro di nuovo, ho paura che potrebbe crearsi una situazione imbarazzante, soprattutto perché non potrei fare a meno di fissare le sue labbra, delle quali ho una voglia indescrivibile, così come ho voglia di perdermi in quei pezzi di cielo che si ritrova al posto degli occhi. Dio mio Niall, ma li hai visti che belli? Sono così magnetici, non riesco a fissarglieli senza sentire il mio cuore sciogliersi nel petto. Ho così paura che per lui non sia lo stesso, non lo sopporterei. E al contrario se anche lui provasse i miei stessi sentimenti, allora sarebbe la volta di affrontare la mia ragazza, dicendole tutta la verità, ma qui si torna al fatto che non ho idea di come fare e... oddio sono un disastro-, dico quasi disperato, prendendomi il viso tra le mani, mentre senza accorgermene, eravamo già giunti alla nostra cabina. Sento subito dopo le calde braccia del mio amico, avvolgermi in caloroso abbraccio, tutto colmo di apprensione, nel quale mi lascio sprofondare, avendone un assoluto bisogno. -Harry-, mi sussurra poi dolcemente all'orecchio, lasciandomi piccole carezze sulla schiena. –Smettila di dire che sei un disastro, okay? Sei un essere umano, certe cose succedono, non potevi prevederle. Non che tu non abbia sbagliato a baciarlo, in effetti hai pur sempre tradito la tua ragazza. Ma infondo tutti sbagliamo e anche se non l’avessi baciato, ormai è chiaro che quel ragazzo ti ha colpito dritto al cuore, non puoi farci nulla, devi solo accettare che questa è la realtà, che non fai nulla di male. Lo so che hai paura di ferire Barbara, ma tutti prima o poi riceviamo delle delusioni. In principio fanno male, ma poi la vita continua. Barbara è una ragazza bellissima, divertente, piena di vitae quando vuole molto dolce, non avrà problemi a trovare il ragazzo giusto, ma tu devi dargliene la possibilità. Se continui a farle credere che tra voi va tutto bene, lei non poter andare avanti, capisci cosa intendo?-, mormora saggiamente, senza abbandonare il suo tono affettuoso, continuando a cullarmi come se fossi un cucciolo bisognoso e impaurito. Annuisco lentamente, ritrovandomi ancora una volta a dovergli dare ragione. Mi chiedevo quando fosse diventato tanto sveglio. –Si, ho capito, ma è complicato, insomma sono confuso, non so nemmeno se sono gay o se Louis è solo un’eccezione-, mugugno, con la testa ancora affondata dentro il suo petto, che ora più che mai pareva essere un luogo molto accogliente. Lo sento sospirare e, pur non vedendolo bene, sono più che certo stia scuotendo la testa. –Harry, andiamo smettila con questa storia. Io non credo proprio si tratti di un’eccezione, lo hai detto tu stesso che lui ti attrae molto e lo si vede da come dici di volerlo baciare. Non si tratta solo della sua persona, si vede lontano chilometri che il suo corpo ti fa impazzire. E se un corpo maschile ti fa questo effetto, la risposta può essere una sola. Lo so che è la prima volta che ti succede con un ragazzo, ma se ci pensi non è mai successo neanche con una ragazza. Lo hai detto tu stesso che per quanto Barbara possa essere brava, il sesso con lei non ti ha mai fatto un grande effetto. Soprattutto ultimamente che a quanto ho capito, non riuscite più a combinare nulla. E ora non usare la scusa della stanchezza, perché sappiamo entrambi che non si tratta di questo. Sono più che certo che se ora entrassimo in stanza, trovando Louis tutto nudo, sotto le coperte che ti aspetta, questa “stanchezza” ti passerebbe in un nano secondo-, obietta Niall, facendomi ancora un volta arrossire. Era così strano parlare con lui, di questa folle attrazione che continuavo a provare nei confronti di Louis. –Non è ora che cominci ad ammetterlo a te stesso?-, aggiunge poi abbastanza serio, ma pur sempre colmo di affetto. Si vedeva quanto ci tenesse ad aiutarmi, cosa che stavo apprezzando davvero, perché se non fosse stato per lui, sarei scoppiato da un momento all'altro. In ogni caso, non potevo certo dargli torto, forse dovevo cominciare a realizzare l’ipotesi, o meglio la certezza, che potessi trovare interesse verso i ragazzi. Ma il problema reale non era certo ammetterlo con me stesso. Non mi creava problemi poter essere gay, mi sarei accettato e con il tempo avrei fatto in modo che anche gli altri mi accettassero. Dovevano farlo, se avvero mi volevano bene. Il problema era come spiegarlo a Barbara. Non sarebbe stato semplice dopo due anni di relazione, dirle che mi ero scoperto gay. -Niall, non appena troverò il modo, giuro che parlerò sia con Barbara che con Louis, solo nel frattempo ti prego di non dirlo a nessuno, devono sapere la verità da me, okay?-, ripeto, più o meno la stessa cosa che già gli avevo ribadito quella stessa mattina, sapendo comunque che lui fosse una persona affidabile. Non avevo alcun dubbio, che anche non dicendolo, avrebbe tenuto la bocca chiusa. -Harry, non devi neanche dirmelo, è una confidenza che tu mi hai fatto, come puoi pensare che lo dica a qualcuno? Non mi passerebbe neanche per l’anticamera del cervello, è chiaro?-, replica infatti, allentando un pochino la stretta dell’abbraccio, fino a scioglierlo del tutto, in modo da potermi guardare negli occhi. -Va bene Niall... e grazie ancora. Credo di doverti non so più quanti favori!-, affermo, ripensando a quanto in quei giorni stesse facendo per me. -Ehi, ma quali favori? Sei il mio migliore amico ti ricordo, mi fa solo piacere starti vicino. Avanti, ora entriamo in cabina, stiamo bloccando il corridoio, non vorrei beccarmi gli insulti di qualche passeggero che vorrebbe passare di qui proprio ora, ma noi glielo stiamo impedendo-, mormora, aprendo poi la porta, ricordandomi che in effetti eravamo in mezzo al corridoio. Entro così nella cabina, andando subito a riporre il costume, appena noleggiato, nell'armadio, dandogli un’ultima occhiata compiaciuta. Più lo guardavo, più mi ritrovavo a pensare che Niall, aveva avuto una splendida idea. Mi giro poi verso Niall, che nel frattempo si era sistemato sul letto, chinandosi poi ai piedi, rovistando nella valigia, in cerca di qualcosa a me del tutto ignaro. Decido così che quella sarebbe stato il momento adatto per provare ancora una volta, a scoprire qualcosa su chi fosse questa misteriosa ragazza che gli aveva rubato il cuore. Ora gli avevo praticamente confessato il mio segreto più grande, ciò significava che la nostra confidenza era se possibile ancora di più aumentata. Non avrebbe avuto motivo per tenermelo ancora nascosto. -Ehm... Niall?-, lo richiamo infatti, attirando subito la sua attenzione. Vedo infatti il biondo girarsi, rivolgendomi ancora quel sorriso pieno di affetto e gentilezza, che per poco non mi fa venire la voglia di andare ad abbracciarlo di nuovo. -Si, Harry?-, chiede infine, aspettando che io parlassi. -Ohw, non è nulla di che, solo... noi ci diciamo tutto giusto?-, domando, passandomi le dita tra i ricci, cercando di utilizzare le giuste parole, con le quali avrei potuto convincerlo a parlare. -Credo proprio di si, insomma soprattutto dopo questi giorni, non penso che i segreti tra noi esistano ancora. Ma perché me lo chiedi?-, mormora piuttosto confuso ritrovandosi a non capire dove esattamente volessi andare a parare. -Te lo chiedo perché questa cosa non è del tutto esatta. Sappiamo quasi tutto l’uno dell’altro, questo è vero, ma non proprio tutto, poiché se così fosse, saprei anche chi è questa misteriosa ragazza che ti piace tanto-, farfuglio, incrociando in seguito le braccia al petto, non molto convinto che fosse proprio questo il testo giusto da utilizzare, ma pazienza ormai era fatta. Non volevo metterlo a disagio, ma ora che lui sapeva del mio segreto, ci tenevo che anche lui dicesse a me il suo. Noto il biondo diventare improvvisamente nervoso, quasi come l’avessi sorpreso a frugare tra la mia roba senza il consenso da parte del sottoscritto. –Mm Haz, senti, non è che io non mi fidi di te, ma per il momento preferisco non dire nulla. Non prendertela, non sei tu il problema, lo so che non lo diresti, ma davvero non è il caso, non ora-, ribatte, bruciando tutte le mie speranze di riuscire finalmente a svelare il mistero. -Niall, no non me la prendo, solo non capisco il motivo. Hai detto anche tu che di me ti puoi fidare che ci diciamo tutto. Andiamo, chiunque lei sia, non ti tradirò, non andrò certo a sbandierarlo a qualcuno, soprattutto non ti giudicherei, anzi ti potrei aiutare...- -No-, mi interrompe subito lui, con una fermezza che mi fa quasi sobbalzare. –No Harry, credimi non mi puoi aiutare, inoltre è già impegnata. Cioè, non so se si può definire effettivamente impegnata ancora, ma in ogni caso non potrei comunque anche provarci con lei. Sono certo che farei del male a persone che non vorrei mai ferire. So che quello che ti sto dicendo ti sembrerà piuttosto incoerente con il discorso che ho fatto poco fa a te, ma credimi è molto diverso. La situazione è diversa. Non posso parlartene, ma in ogni caso non ce né bisogno, perché me la farò passare. Ci sono tante ragazze al mondo e anche se al momento sono convinto che nessuno sia come lei, sono più che convinto che presto cambierò idea, devo solo mettermi in testa che non è roba per me-, termina il discorso, facendomi capire che non sarebbe mai ceduto e dal mio canto, per quanto fossi tentato di insistere ancora, mi limito ad annuire rassegnato, prima che potessi farlo arrabbiare. Ci mancavo solo che litigassi con lui. -D’accordo Ni, ricevuto-, esclamo insegno di resa, mostrandogli un lieve sorriso, che speravo avrebbe ricambiato. Non vorrei averlo irritato troppo con la mia domanda. –Mi dispiace, non volevo essere invadente-, aggiungo poi, come una specie di precauzione nel caso si fosse infastidito. -Tranquillo Hazza, è tutto okay, capisco che tu voglia sapere tutto di me, come del resto io so tutto di te. Vorrei dirtelo, davvero, ma nemmeno la mia situazione è così semplice, anzi è forse più complicata della tua. Il tuo problema è quello di poter deludere Barbara, mentre nel mio caso c’è in ballo molto di più-, mormora in un tono di voce quasi afflitto, mentre qualche traccia di paura comincia a riempirgli i suoi occhi azzurri, facendomi quasi sentire in colpa per aver tirato fuori quel discorso. Cammino quindi verso di lui, chinandomi poi davanti e prendendogli il viso tra le mani, intuendo che questa volta fosse il mio turno di consolare l’altro. –Niall, va tutto bene okay? Ti prometto che non insisterò più con questa storia. Mi dispiace molto che ti procuri tutto questo disagio, ad ogni modo, se mai un giorno lo vorrai, sarò qui pronto ad ascoltarti, intesi?-, sussurro dolcemente, toccandogli poi la punta del naso, riuscendo a strappargli una piccola risata. -Intesi-, ripete, tornando a rivolgermi quel sorriso amichevole, il quale riesce subito a scaldarmi il cuore, oltre che procurarmi un senso di sollievo per il fatto che non fosse davvero arrabbiato con me. Certo, una cosa dovevo ammetterla, ora che mi aveva fatto tutto quel discorso, la curiosità mi era se possibile, aumentata ancora di più. Soprattutto continuavo a chiedermi, chi a parte Lucy, avrebbe dovuto restarne ferito deluso. Chi era questa misteriosa ragazza, per cui i sentimenti di Niall, avrebbero potuto procurare tanto dolore a qualcuno?

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Capitolo 14
*** CAPITOLO 14 ***


Quella sera a cena stava stranamente filando tutto liscio. Il comportamento di Barbara, in particolare, mi aveva stupito alquanto. Ero convinto che avremmo passato tutta la durata del pasto a litigare, proprio come quella mattina, invece sembrava persino essersi dimenticata di quella brutta discussione. Non me lo aspettavo certo da parte sua, considerato che di solito, prima che le passasse la rabbiatura dopo un litigio, dovevo come minimo presentarmi con un mazzo di cinquanta rose e un bigliettino in cui le chiedevo perdono. Certo, bisognava ammettere che a parte il disguido avvenuto a colazione, Barbara in quei giorni si mostrava piuttosto tollerante nei miei confronti. Era come se volesse in tutti i modi evitare complicazioni al nostro rapporto. Che si fosse accorta del mio improvviso allontanamento? Forse stava alleggerendo il proprio comportamento, perché persino lei aveva notato quanto fossi distaccato. Fatto sta che quella sera, sembrava essere addirittura dolce, cosa che, permettetemi di dirlo, era avvenuta piuttosto di rado. Non serve poi dire, che questo suo improvviso attacco di tenerezza, faceva accrescere ancor più i miei sensi di colpa. Se già prima trovavo difficoltoso dirle tutta la verità, ora che con me si stava comportando così bene, confessarle che provavo sentimenti molto forti nei confronti di Louis, risultava ancora più complicato. -Così alla fine, avete deciso di utilizzare il vostro pomeriggio tra uomini, per dare un’occhiata al negozio di costumi-, mormora Barbara, dopo aver ingurgitato il suo ultimo boccone di torta alla crema. -Mmh... si, è carino come posto, inoltre hanno maschere di qualsiasi genere, posso dire di essere pronto per la festa di domani sera-, afferma Niall, mentre io annuivo, come per concordare la sua risposta. -Ah si? E voi due da cosa avete deciso di vestirvi?-, chiede Lucy, abbastanza incuriosita, rivolgendoci un certo sorriso, che mi portava a pensare che qualcosa di bello nella sua vita stesse accadendo. Non che di solito non sorridesse mai, ma quel giorno la vedevo diversa e giurerei che non fossi l’unico a pensarla così, visto che anche Niall stava studiando quel suo sorriso, come fosse certo che non ce la stava raccontando giusta. -Io mi vestirò da Edward Cullen-, rispondo, buttando subito l’occhio verso Barbara, aspettandomi subito una certa disapprovazione, in quanto probabilmente si aspettava avessi optato per un costume da Romeo, visto che appunto, la sua scelta era già ricaduta sul vestirsi da Giulietta. -Ohw, sul serio? Io credevo... mmh no nulla, lascia perdere, hai fatto bene amore, credo starai benissimo, ti ci vedo nei panni del vampiro-, commenta, accennando una leggera risata, che se non l’avessi conosciuta fin troppo bene, sarebbe riuscita alla perfezione a nascondere quel suo disappunto o comunque delusione. -Bé, ti ringrazio, ma credo che qui la scelta migliore l’abbia fatta Niall, visto che si metterà nei panni di un personaggio che a mio parere, lo rispecchia molto-, prendo in giro il mio amico, che di rimando mi lancia una scherzosa occhiataccia, fingendo un’altra volta di essersi offeso. Anche se, sapevo bene non fosse così. Niall sapeva stare agli scherzi, difficilmente se la prendeva sul serio per qualcosa, altro motivo per cui riusciva ad andarmi così tanto a genio. Ero così rilassato quando stavo con lui, non solo mi sentivo libero di parlargli di tutto, ma in un certo senso potevo essere me stesso. Un po’ come con Louis in effetti, ma in quel caso la faccenda era diversa. Certo, perché per Niall non avevo una cotta, non mi batteva il cuore appena i mie occhi incontravano le sue iridi azzurre, o appena la mia mano sfiorava la sua pelle liscia, oppure non sentivo le gambe tremarmi al pensiero di sfiorare le sue labbra. -Ehi, è già la seconda volta che mi fai questa battuta, che per altro neanche fa ridere, se lo fai di nuovo ti fregherò il resto del dolce che hai ancora nel piatto-, mi avverte lanciando un’occhiata alla mia torta, che a parte un paio di bocconi, era ancora praticamente intatta. Alzo gli occhi al cielo divertito, era piuttosto semplice capire dove il biondo volesse arrivare. –Ni, è un modo non troppo diretto, per dirmi che vorresti finire il mio dessert?-, domando, guardandolo di sottecchi, senza trattenere una risata. -Oh bé, visto che insisti-, dice infatti come mi aspettavo, portandomi subito via il piatto da sotto il naso, per poi fiondarcisi sopra, come se non mangiasse da settimane, sotto lo sguardo delle ragazze un po’ confuse, visto che ancora non avevamo accennato a dire, di quale travestimento si trattasse. -Si vestirà da cappellaio-, chiarisco infatti, continuando a ridacchiare divertito, per la velocità con cui Niall stava spazzando via i miei avanzi di torta. -Ah, ora è chiaro e mi sa proprio che Harry ha ragione-, scherza Lucy, portandosi una mano dinnanzi alla bocca, mentre Niall, dopo aver ingoiato uno dei tanti bocconi, tira fuori la lingua mostrandola alla nostra amica, scatenando una risata questa volta collettiva. -Bene ragazzi, se Niall ha finito di divorare la torta di Harry, direi che possiamo andarcene, magari questa sera riusciremo finalmente a fare qualcosa noi quattro insieme-, propone Barbara, sistemandosi dietro l’orecchio, con la sua solita eleganza, una ciocca di capelli, cadutale dinnanzi agli occhi, spostando soprattutto lo sguardo verso di me. E riuscivo a vederlo bene, vedevo bene quella goccia di speranza nelle sue iridi, che questa volta avrei accettato e in seguito passato la serata insieme a lei, senza stranirmi, o scappare prima con una banale scusa. Il punto è che quella sera, di scuse non ce ne sarebbero affatto state. Non avevo programmato nulla con nessuno e non potevo inventarmi un’altra volta di non sentirmi bene. Dentro me avrei voluto reclinare la sua proposta, non solo perché non mi andava molto di passare la serata con lei, bensì perché, come già specificato, tutti i sensi di colpa stavano avendo la meglio su di me. Oltre al fatto che, ovviamente, non era con lei che avrei voluto passare la mia serata, ma questo dovevo comunque tenerlo per me. Avrei dovuto accettare per forza, per questo alla fine mi ero ritrovato ad annuire, senza troppo entusiasmo, cercando di non pensare a tutta la falsa che avrei dovuto mettere su quella sera, come tante altre, perché da codardo avevo troppa paura a dirle la verità. -Bene finalmente!-, aveva esultato Barbara, quasi gettandomi le braccia al collo per l’entusiasmo. –Allora ci troviamo qui tra mezzora? Vorrei andare un attimo in cabina a darmi una sistemata, tranquillo arriverò puntuale, poi decidiamo cosa fare-, mormora, avvicinando poi il viso al mio, posandomi un bacio sulle labbra, che quasi trovavo fastidioso. I suoi baci non mi avevano mai fatto un grande effetto, ma dovevo ammettere che da quando avevo baciato Louis la sera precedente, avere le labbra di Barbara, o comunque di qualsiasi altra persona che non fosse Lou, appoggiate alle mie, mi dava una sensazione di disgusto. Forse perché, sapendo che probabilmente quel bacio non glielo avrei mai più potuto dare, volevo gustarmi fino in fondo il sapore di quelle labbra sottili, ancora inciso sulle mie, senza che il sapore di altre labbra potesse intralciarlo. -Certo, ti aspetto qui allora-, dico fingendo un sorriso, mentre lei insieme a Lucy, si stavano pian piano allontanando, fino a sparire dalla vista mia e di Niall. -Ehm... Harry-, mi richiama il mio amico, rimasto insieme a me in quella grande sala ormai praticamente vuota, facendomi subito voltare verso di lui. –Tu sei proprio sicuro di voler passare questa serata tra noi quattro, in cui Barbara a un certo punto, farà sicuramente di tutto per rimanere sola con te?- -Bé in effetti no, credimi farei di tutto pur di evitarlo, ma non credo di avere molta scelta-, sospiro in modo quasi rassegnato. -Vorresti solo essere con lui in questo momento, vero?-, domanda Niall, certo di aver indovinato, abbassando il tono della voce, cosicché nessun altro sentisse. -Si...-, ammetto, passandomi nervosamente una mano tra i ricci, cominciando a mordicchiarmi il labbro, in un modo che sembrava quasi colpevole. –Lo so, devo stargli lontano, per il bene di tutti dovrei farlo, è solo che non riesco a smettere di pensare a lui. Passano i minuti e io non ce né uno in cui non mi chieda cosa starà facendo, dove sarà, con chi sarà e... Dio, sembro così patetico. Nemmeno una ragazzina con una cotta si comporterebbe così-, dichiaro rendendomi conto di quanto quella situazione fosse fottutamente ridicola. -Haz, non sei ridicolo, sei un essere umano-, ribatte Niall, rivolgendomi un sorriso incoraggiante. -Può darsi, solo ho così tanta confusione in testa-, mormoro, portando gli occhi in un punto non ben definito. -Ancora? Credevo che ormai avessi capito che i tuoi sentimenti verso Louis non sono solo un caso eccezionale. Voglio dire, so che è l’unico ragazzo che ti sia mai piaciuto, ma sempre un ragazzo è, perciò...- -Non confuso in quel senso-, lo interrompo prima che potesse aggiungere qualsiasi altra cosa, già ribadita più volte, durante quel pomeriggio. –Insomma, ho capito che sicuramente mi piacciono i ragazzi, il mio stato confusionale dipende da altro- -Ovvero?-, chiede allora confuso, inclinando appena la testa di lato, cercano di catturare il mio sguardo un po’ evasivo, visto che per quanto ormai parlarne con Niall mi sembrava quasi naturale, sentivo sempre quel lieve senso di disagio a esporre così i miei sentimenti ancora del tutto nuovi. -Il fatto è che vorrei riuscire a stare lontano da Louis, ma al tempo stesso non desidero altro che stare tutto il tempo al suo fianco. Se lo facessi però, dovrei fingere che per me lui sia solo un amico e non è facile, anche perché l’idea di mentirgli su qualcosa di tanto importante, mi fa sentire un verme. Del resto bé, lo sai, non voglio dirgli la verità, quindi non ho altra scelta che stargli alla larga, ma nonostante non lo veda solo da ieri sera, mi manca tanto che credo di impazzire-, esclamo, sentendomi le guance arrossire. –Mi sento come in un tunnel, ma senza che ci sia una via d’uscita. O meglio, la via d’uscita c’è, ma è molto pericolosa-, mi correggo, visto che in effetti per uscire da quella situazione, sarebbe bastato essere sincero, ma mi sembrava evidente che per il momento avrei escluso quell’opzione. -Sai Harry, penso che nella vita dovresti cominciare a correre qualche rischio. Non puoi trattenere sempre i tuoi desideri, per paura di deludere o essere giudicato-, obietta Niall, alzando leggermente le spalle, per poi incrociare le braccia al petto, sembrando quasi un maestro saggio, rendendo quella situazione quasi ironica. -Bé lo so, ma non è facile-, ribatto quella che più che una risposta, suona quasi come una specie di scusa, la stessa che ormai usavo da tempo. -Se fosse facile non sarebbe un rischio-, ridacchia, come a voler sdrammatizzare. –Senti, manca ancora un quarto d’ora prima che le ragazze tornino qui, perciò credo andrò un attimo al bagno, prenditi questi minuti per rifletterci un po’ su-, mormora, dandomi qualche pacca amichevole sulla spalla, per poi voltarsi iniziando a correre in direzione della sua cabina. Rimango quindi solo in quella sala, mentre pian piano cominciavo ad ammettere con me stesso, che effettivamente Niall aveva ragione. Anche se questo non cambiava le cose. Avrei voluto seguire il suo consiglio e correre il rischio. Dire tutta la verità sia a Barbara che a Louis, confessare che non provavo niente per lei, mentre invece mi stavo innamorando di lui. Perché si, nonostante lo conoscessi da pochi giorni, era inutile negare la realtà, mi stavo innamorando. Per la prima volta in tutta la mia vita, qualcuno stava riuscendo a portarmi via il cuore. Tra un sospiro e l’altro, decido di impiegare quei minuti da trascorrere tutto solo, sul ponte della nave, luogo in cui penso si fosse capito, adoravo stare. Soprattutto quella serata, in cui il cielo era particolarmente pieno di stelle. Ero sempre stato un amante delle stelle. Ricordo che fino a qualche anno fa, mi sdraiavo sul prato di fronte a casa mia e insieme a Niall, ci divertivamo a cercare tutte le costellazioni. Quella sera però, avrei evitato di prendere quella decisione, se mi fossi accorto prima, che non ero l’unico ad aver avuto quell’idea. -Harry?-, sento infatti quella voce, ormai famigliare, così melodica e cristallina, che il solo suono, causava una forte vampata di brividi, lungo tutta la mia schiena. -Harry, sono qui-, mormora ancora Louis, notando la mia titubanza nel voltarmi. Forse pensava che fosse dovuto al fatto, che non mi fosse molto chiaro da dove la sua voce provenisse. Mi volto quindi lentamente verso di lui, ritrovandomi così a perdermi nei suoi occhi azzurri, così limpidi e profondi, grazie ai quali potevo sentire i battiti del mio cuore, andare quasi senza controllo. –L-Louis... ehi, non ti avevo visto-, mormoro, cercando intanto di regolare il mio respiro, che più lui si avvicinava, più andava a mancarmi. Era incredibile l’effetto che il solo averlo un po’ più vicino, riusciva a farmi. -Oh tranquillo, sono piuttosto silenzioso, credo che nessuno si sarebbe accorto della mia presenza-, ridacchia piano, mostrandomi quel sorriso che avrei solo desiderato poter ricoprire di tiepidi e morbidi baci. Okay, dovevo calmarmi! -Già... comunque mi dispiace probabilmente volevi stare qui tranquillo, da solo, a gustarti questo bel panorama e come al solito, sono piombato io a disturbare-, mormoro, sperando che non fosse realmente così, anche se questo in effetti sarebbe stato un buon pretesto per allontanarmi prima di fare qualsiasi cavolata, che mi avrebbe di certo tradito. -Ma dai Harry, non dirlo neanche, lo sai benissimo che tu non disturbi mai-, mi rimprovera Louis, dandomi poi un piccolo buffetto sulla guancia, per il quale un altro brivido non può fare a meno di farsi sentire prepotente lungo tutto il corpo, facendomi quasi sussultare. -Si, ma io comunque ora devo andare, gli altri arriveranno a momenti e... bé nulla, non posso farli aspettare-, farfuglio nervosamente, maledicendo me stesso per essere improvvisamente diventato tanto fragile, da non riuscire nemmeno a reggere una semplice chiacchierata con Louis, senza sentire quelle scosse così forti, da mandarmi fuori di testa. -Aspetta Harry-, esclama lui, afferrandomi il braccio di scatto, come a volermi impedire di andarmene via. –Senti... è solo una mia impressione, o cerchi in tutti i modi di evitarmi?-, domanda, avendo sicuramente notato, quanto i miei atteggiamenti nei suoi confronti, fossero strani rispetto al solito. Mi ritrovo così ad avvampare bruscamente, ringraziando il cielo che fosse buio, in modo che Louis potesse non notare questo mio rossore, per essere stato colto in fallo. Prima di rispondere, mi viene automatico lanciare un piccolo sguardo alla sua mano, che nonostante stringesse abbastanza forte il mio braccio, non potevo che sentire la delicatezza della sua presa, oltre che la piccola scossa che quel contatto mi aveva provocato. –Io? No, non ti sto evitando-, mento, sperando di uscire da quella situazione al più presto. Non potevo dirgli che in effetti era così, avrebbe voluto sapere il perché e li rispondere sarebbe stato un bel problema. Ma Louis sembrava non credere minimamente alle mie parole. –Harry, andiamo lo so che è così, ogni volta che provo ad avvicinarmi e parlarti, cerchi sempre di scappare con una scusa-, osserva lui, sollevando appena il sopracciglio, mentre io avevo cominciato a maledire me stesso, per essere tanto pessimo a fingere. –E credo anche di sapere per quale motivo lo fai: il bacio, vero?-, indovina poi, facendo diventare le mie guance ancora più paonazze. Ecco, lo sapevo! Aveva capito tutto, sapeva che avevo una cotta per lui! Dannazione che stupido che ero! Era ovvio che l’avesse capito. E ora che avrei fatto? Come mi sarei comportato? -Harry guarda che puoi stare tranquillo-, mormora lui, notando il mio disagio nell’essere stato scoperto così facilmente. Tranquillo? Come potevo stare tranquillo, ora che sapeva tutta la verità? In quel momento avrei solo voluto sprofondare per l’imbarazzo. -Non devi farti problemi, non ha significato nulla nemmeno per me-, aggiunge infine, facendo poi spallucce, aggiungendo una piccola risata alla frase, credo giusto per ironizzare. Aspetta cosa? Quindi lui era convinto che il motivo del mio comportamento strano, fosse che in realtà quel bacio per me non aveva significato niente? Okay, forse da un parte ne ero anche sollevato, almeno ora avevo la certezza che per il momento, Louis era ancora ben lontano dallo scoprire la verità. Ma non posso negarlo, il fatto che lui mi avesse appena confermato che quel bacio era stato privo di significato, mi aveva ferito più di quanto potessi immaginare. Certo da una parte me lo aspettavo, ma infondo quel briciolo di speranza che anche io potessi piacergli almeno un pochino lo avevo. Bé fino ad ora almeno. Sapevo che Louis non lo aveva fatto con cattiveria, d’altra parte nemmeno sapeva cosa provassi per lui, anzi a quanto pare era convinto di essermi del tutto indifferente, visto ciò che le sue labbra avevano appena pronunciato. Però questo non proibiva al mio cuore di avvertire un certo dolore, dolore che per il mio mancato coraggio, mi ero imposto di nascondere come meglio potessi. Non potevo permettere che il ragazzo dagli occhi del colore del cielo, notasse la delusione che ora aleggiava nei miei occhi. Mi avrebbe chiesto delle spiegazioni e a quel punto mi sarei ancora una volta trovato in difficoltà su cosa rispondere. Ormai ne ero certo, lui per me non provava nulla, ragione per cui non gli avrei mai confessato che mi stavo innamorando di lui. -Harry, senti-, continua Louis, con voce del tutto serafica, interrompendo il mio flusso di pensieri. –Lo so come stanno le cose e lo capisco. A te piacciono le ragazze e probabilmente il fatto che io sia gay in quel momento deve averti incuriosito, così hai voluto provare a baciarmi. Insomma, succede a tanti ragazzi etero con almeno un amico gay, di avere qualche attimo di curiosità a baciare qualcuno dello stesso sesso. Probabilmente una volta finito il momento ti sarai sentito un po’ in colpo, perché hai creduto che potessi aver frainteso il tuo gesto e magari ora potessi avere una cotta per te, ma non è così. Non sei il primo amico che bacio, mi è successo già altre volte di baciare ragazzi con cui poi alla fine non ho concluso nulla, solo perché magari al momento ci andava così. So che per te potrà essere difficile da capire, visto che non sei abituato a baciare un ragazzo, soprattutto non un ragazzo gay che potrebbe benissimo innamorarsi di te, ma non devi preoccuparti perché non mi è successo. Noi due siamo amici, solo questo ed è esattamente questo che voglio da te okay?-, chiede una volta terminato il suo lungo discorso, che se possibile mi butta giù più di quanto le parole di prima avessero già fatto. Mi limito quindi ad annuire, cercando di nascondere tutto il dolore che stavo provando, nel constatare che il ragazzo che con un solo bacio era stato in grado di sconvolgermi la vita, non avrebbe mai provato un briciolo dei miei stessi sentimenti. –O-okay, si hai ragione, insomma non che credessi di averti fatto innamorare, ma in effetti ora che è tutto chiarito sono più tranquillo-, mento, abbassando di poco lo sguardo, pregando con tutto il cuore che il buio nascondesse i miei occhi, che pian piano si stavano inumidendo. -Bene, sono contento allora, sai per un attimo ho avuto paura che a causa di quello, ti saresti allontanato e francamente non l’avrei sopportato. Ci conosciamo da pochi giorni, ma sei uno dei migliori amici che io abbia mai avuto. In passato ho perso molti amici perché non hanno mai accettato il fatto che mi piacessero i ragazzi, tu sei stato quasi l’unico ad accettarmi subito Haz, ci tengo davvero tanto a te e non voglio perderti-, mormora, mentre sono più che sicuro di aver sentito la sua voce leggermente incrinata, nel pronunciare quelle ultime parole. Solo in quell’istante ero riuscito a capire quanto fosse importante per lui la nostra amicizia. Cioè, sapevo già quanto lui tenesse a me, ormai non facevo altro che sentirmelo ripetere da chiunque conoscesse il ragazzo, ma non immaginavo avesse bisogno di me fino a quel punto. Sia come sia, se c’era qualcosa che mai mi sarei permesso di fare, era farlo soffrire. Di conseguenza, non importava se standogli vicino pur sapendo di non poterlo mai avere, mi avrebbe causato del dolore, non lo avrei mai lasciato solo. Lentamente sollevo lo sguardo verso i suoi occhi, facendo incastrare alla perfezione il mio verde speranza con il suo azzurro, per poi alzare una mano e posargliela delicata sulla guancia. –Ehi Lou, tu non mi perderai mai okay? Non ho pensato nemmeno per un attimo di abbandonarti e so che il mio comportamento assunto oggi, potrebbe avertelo dato a pensare, ma non è così. Sei fondamentale per me, non ti lascerei scappare. Purtroppo, per me questa è solo una vacanza e quando sarà finita dovrò scendere da questa nave e salutarti, ma ti prometto che farò di tutto perché continuiamo a sentirci, fino ad allora comunque di qualsiasi cosa tu abbia bisogno, non devi fare altro che venire a bussare alla mia cabina-, gli sussurro dolcemente, cercando di ignorare il più possibile quanto poca fosse la distanza che ora separava i nostri corpi, piegando poi lei labbra in un lieve sorriso, che prontamente vedo Louis ricambiare. -Ti ringrazio Harry, sei il ragazzo migliore che io abbia mai conosciuto, sei sempre così dolce e sincero, capisco perché la tua ragazza sia tanto innamorata di te-, dichiara Louis, allargando poi le braccia, fino a stringermi in un caloroso abbraccio. E Dio, sarei rimasto dentro esso per tutta la vita. Era così caldo, così dolce, non so neanche con quale coraggio sono riuscito a scioglierlo dopo qualche minuto. -Ora dovrei andare, sai gli altri mi stanno aspettando-, farfuglio, passandomi le dita tra i capelli, dopo essermi schiarito la voce, giusto il tempo di riprendermi dalla batticuore che le sue braccia accoglienti, mi avevano provocato. -Owh certo, vai pure, prima che la tua ragazza possa notare il tuo ritardo, per poi venirti a cercare e trovarti qui con me. Credo possa essere la volta buona che mi uccide-, ridacchia, dandomi un leggero pizzicotto sulla guancia, facendomi un pochino arrossire. –E a proposito di lei, non devi preoccuparti, non le racconterò nulla riguardo ieri sera, sarà il nostro piccolo segreto-, mi rassicura Lou, facendomi poi un adorabile occhiolino, che non può evitare di farmi sciogliere. Mi stavo trasformando davvero in una ragazzina innamorata. -Grazie Lou, allora ci vediamo domani-, ribatto io, lasciandogli un piccolo bacio sulla guancia, per poi voltarmi, correndo di nuovo verso la sala, dove gli altri mi stavano ovviamente aspettando. Noto infatti Barbara, venirmi subito incontro e per quanto potevo leggerle negli occhi, la sua curiosità di sapere dove fossi sparito di nuovo, ancora una volta la vedo trattenersi dal fare qualsiasi domanda, cosa che non può che procurarmi un certo senso di sollievo. Non era il caso di dirle che avevo passato quei pochi minuti con Louis, soprattutto visto l’argomento principale della nostra conversazione. Mi limito quindi a sorriderle quanto meglio mi riusciva, prendendole poi la mano, pronto a fingere per l’ennesima volta la parte del fidanzato perfetto, che ovviamente non ero neanche lontanamente. Soprattutto, pronto a nascondere tutto il disagio che la falsità di quella situazione mi stava provocando e ancora a sopprimere tutto il dolore, che inevitabilmente provavo ancora, nel ricordare le parole che Louis mi aveva detto poco prima, affermando che quel bacio, che per me era stato il più bello della mia vita, per lui non era stato nulla. Avrei voluto piangere in pace, sfogarmi, ma mi sarei trattenuto. -Amore, qualcosa non va?-, chiede Barbara, che forse si era accorta dei miei occhi leggermente umidi. Ma non dico nulla. Scuoto semplicemente la testa, raccontando la prima bugia che mi fosse saltata in mente. –Non è nulla Barbs, mi è entrata solo un po’ di aria negli occhi-, mento perciò, tirando infine un altro sorriso, che per quanto Barbara stesse ricambiando, ero certo non avesse creduto alle mie parole, così come nemmeno Niall, che senza perdere tempo mi fa segno, che più tardi in camera avremmo parlato. Annuisco di nascosto al mio amico, sul quale ancora una volta mi ero ritrovato a poter contare, nonostante una parte di me, non aveva molta voglia di ripetere quelle parole, che minuto per minuto continuavano a bruciare.

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