Kiss me hard before you go

di LoveSmile
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo uno ***
Capitolo 3: *** Capitolo due ***
Capitolo 4: *** Capitolo tre ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Noi ragazze siamo cosí. Entriamo in contatto con tanti maschi nella nostra vita. Il primo è nostro padre, tenero uomo che ci vuole un mondo di bene e per il quale siamo eterne bambine. Poi arrivano gli amichetti dell'asilo, delle elementari. I primi fidanzatini che diventano tali rispondendo si o no alla richiesta su un foglietto 'vuoi essere il mio ragazzo?'. Tutti bravi e innocenti compagni di gioco. Arrivano le medie e quelli che erano bambini cominciano a diventare ragazzi, a interessarsi davvero al sesso opposto. Le superiori e, se si ha la fortuna di frequentare un liceo misto, di ragazzi ce ne sono a bizzeffe e sempre piú carini. Si, nella vita di una ragazza si succedono diversi ragazzi. Tutte noi (anche tu che stai leggendo, non negarlo) ci innamoriamo peró degli stronzi. Di tutti i possibili maschi carini, disponibili e che tengono a noi, tendiamo irrimediabilmente a scegliere quell'uno che non ci calcola e rincorre la figa di turno. Chissà perché peró, in tutte le altre storie finisce bene, lo stronzo cambia e decide di diventare un ragazzo serio e di mettersi con la protagonista della storia. Beh, in questo caso non è affatto cosí. Il mio stronzo non è cambiato per me, ne per nessun altro. E non è neanche stronzo perché ha vissuto chissà quale trauma infantile, orfano di genitori o altro. È stronzo perché ha un carattere orribile e gli piace usare le ragazze per i suoi scopi carnali. Sono Holland Rosen, e questa è la mia storia senza lieto fine.

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Capitolo 2
*** Capitolo uno ***


Anche oggi sono in ritardo.
Corro verso l'entrata, guadagnandomi uno sguardo di disapprovazione da parte del bidello, e mi fiondo dentro.
"Signorina Roden. Vedo che per lei le lezioni cominciano alle 8.10 come sempre."
Arrossisco. "Mi scusi"
La prof di biologia è in assoluto quella che detesto di piú. Il sentimento è assolutamente reciproco, infatti non perde tempo per umiliarmi.
"Pss"
Un foglietto cade sul mio banco.
"Lascia perdere quella vecchia strega. È tutto apposto?" 
Mi giro con gratitudine verso la mia migliore amica, ma non ho il tempo di risponderle perché vengo richiamata all'ordine.
"Signorina Roden, se ha voglia di parlare può venire qui alla cattedra e spiegarci i processi di riproduzione cellulare."
A malincuore mi alzo e vado verso la lavagna, dove spiego a grandi linee i processi di mitosi e meiosi, accompagnandoli a un goffo disegno.
Cerco di ricordare ciò che ha spiegato l'ultima volta a lezione, tuttavia la spiegazione che do è molto approssimativa, e dopo 10 minuti di balbettamenti vengo ricacciata a posto.
Il resto della lezione lo passo in silenzio, in imbarazzo.
All'intervallo Lucy cerca di tirarmi su il morale.
"Dai scommetto che non ti ha messo il voto, ti ha chiamato solo per il ritardo ma non era un'interrogazione.."
"Lo spero. Non posso abbassarmi ulteriormente la media, arrivo a malapena alla sufficienza."
"Ma si, non preoccuparti. E poi ti ricordo che stasera andiamo a divertirci, non pensare a quella befana!"
Sorrido. Finalmente dopo una lunga ed estenuante settimana è arrivato sabato. Andremo in discoteca a ballare, cosa che non facciamo molto spesso ma che ci piace un sacco.
"Hai ragione. Anche se sarò in imbarazzo con Tyler."
"Ma figurati, perché?"
"Perché non lo conosco bene, sei tu sua amica e poi l'ultima volta mi aveva chiesto di uscire e gli ho dato buca"
"Lo so, infatti vuole vederti. Ma non ti preoccupare, ci prova sempre con tutte lui! Stasera c'é anche Ashley, di sicuro si avventerà su di lei."
"Ah già, Ashley. Che fortuna"
"Dai, ora vi state pure simpatiche! Mi ha chiesto lei se venivi anche tu."
"Sarà, peró continua ad odiarmi. Pensa che io ti abbia rubato a lei."
"Sbaglia, è lei il mio unico amore" ride facendomi la linguaccia.
La campanella che segna la fine del l'intervallo suona e siamo costrette a rientrare in classe, a malincuore.

Piú tardi, quel giorno
"Cosa metti tu?" digito.
"Un vestitino, ma non so quale perché sono tutti orrendi."
"Dici sempre cosí e poi sei sempre figa. Io piuttosto non so davvero cosa mettere."
"Mandami qualche foto che ti consiglio"
"Okay"
E comincio a fare foto a ogni capo del mio armadio, per poi inviarglielo.
"Mi piace la gonna nera. Hai una maglietta carina da abbinarci?"
"Ce l'ho da una vita, ho paura che sia diventata troppo corta e non mi copra a sufficienza."
La provo e noto che, anche se corta, non mette in mostra nulla di troppo e quindi la approvo.
Ci abbino una maglietta rosa smanicata e le mie immancabili all star.
Lucy invece ha deciso per un vestito blu, aderente sulla vita e poi piú largo e degli stivaletti.
Abbastanza soddisfatta salgo in auto e la raggiungo. 
Arriviamo davanti alla discoteca con evidente anticipo, sono solo le 11, cosí decidiamo di andare in un barettino li di fronte, dove poco dopo ci raggiungono gli altri.
Ashley è splendida nel suo vestito lungo color pesca.
Mentre siamo seduti al tavolo, Tyler mi mostra il nuovo tatuaggio che ha fatto sulla spalla: la testa di un leone.
Fingo entusiasmo per quel disegno che non mi piace affatto e cerco di parlare con Lucy.
Tyler non mi dà tregua e cerca di attirare la mia attenzione, tuttavia poco dopo arriva un suo amico e viene distratto da lui.
All'inizio ne io ne Lucy ci accorgiamo della sua presenza, dopodiché lo notiamo che parla con Ashley.
A dire il vero, sono tutti intorno a lei, è evidentemente la star della serata e io e Lucy rimaniamo in disparte, a osservare la scena.
Non scopro il nome del ragazzo, il maleducato non si è manco presentato, ma da ciò che sento non è nemmeno simpatico.
Continua a fare delle battute che nessuno capisce, e nonostante ciò sentiamo Ashley ridere sguaiatamente.
Io e Lucy ci guardiamo in modo interrogativo.
Mentre osservo la scena dei ragazzi adoranti attorno a lei, mi concentro sui loro visi e lo studio un po'.
Uno, che era già con noi da prima e si chiama Justin, è biondo con gli occhi scuri. Il suo viso non mi entusiasma particolarmente, quindi decido di spostare altrove lo sguardo.
L'altro amico, il maleducato, ha i capelli e gli occhi castani.
Il suo viso è piú particolare e mi ci soffermo. Il naso è all'insù e la bocca non particolarmente carnosa (cosa che non mi piace in un ragazzo), ma gli occhi sono davvero magnetici.
I tipici occhi da cerbiatto, con ciglia scure e folte.
Sentendosi osservato si volta verso di me e, appena incrocia il mio sguardo, abbasso gli occhi imbarazzata.
Lucy, che non si è accorta di nulla, continua ad ascoltare gli stupidi discorsi che stanno facendo e finge di sorridere.
Anche lei, come me, non ci trova nulla di divertente.
Ordino un cappuccino, lei un caffè e tutti gli altri ovviamente prendono dei drink.
Mi sento stupida, e sento i loro sguardi fissarmi mentre si chiedono se abbia 18 anni o 12, ma non mi importa piú di tanto.
Tyler ridacchia della mia scelta e mi prende un po' in giro.
Appena finiamo tutti di bere, andiamo finalmente in discoteca.
È già piena e per passare sgomitiamo tra la gente.
Troviamo un posto non troppo affollato e stiamo lì a chiacchierare.
La maggior parte delle cose che dice Tyler non le capisco, c'é troppa musica e non sento niente.
Mi sento rigida come un palo e in imbarazzo, cosí decido di prendermi un drink per sciogliermi un po'.
Non lo faccio spesso, anzi, ho bevuto praticamente solo una volta nella mia vita, però ho bisogno di sciogliere un po' di tensione, ovviamente senza esagerare.
Anche Lucy decide di prenderne uno e, appena torniamo dai nostri 'amici' veniamo accolte da sguardi di sorpresa per i drink nelle nostre mani.
Non appena il liquido inebriante del mio bicchiere raggiunge lo stomaco, comincio a sentirmi piú leggera e piú sicura.
Vado a danzare con Lucy, ci scateniamo insieme per un po' di tempo.
Mi giro per cercare gli altri e, a distanza, noto lo sguardo del maleducato che punta dritto verso di me.
Mi giro di scatto, come una stupida, e torno a ballare.
Quando torniamo da loro sono evidentemente tutti ubriachi.
Tyler continua a cercare di saltarmi addosso, mi abbraccia languidamente e io non oppongo tanta resistenza.
Quando cerca di baciarmi peró, mi defilo con grazia.
Il maleducato è sparito.
Lo cerco un po' in mezzo ai corpi danzanti e solo dopo un po' mi accorgo che è dietro a una colonna, incollato a un'attraente morettina.
"Dev'essere la sua ragazza" penso.
Nel frattempo Tyler ha cambiato preda e cerca di baciare Ashley.
Guardo il telefono e noto con dispiacere che sono già le 4. 
A malincuore usciamo, lasciando Tyler e il maleducato alle loro conquiste.
Appena arriviamo in macchina commentiamo la serata, che a tutte e due è piaciuta.
"Tyler non smette di provarci con te, fino a quando non ci starai ti perseguiterà"
"Lo so, peró di sicuro troverà un'altra ragazza nel frattempo. Quante ne ha già cambiate nell'ultimo mese?"
"Due." 
"Immagino che sia stato profondamente innamorato di entrambe"
"Altroché! Avresti dovuto vedere le sue risposte su ask, era innamoratissimo"
Mentre guida comincio a leggere alcune risposte che troviamo sul suo profilo e ridacchiamo, divertite.
"Possibile che i ragazzi siano cosí puttanieri?"
"A quanto pare. Quello che mi sconvolge peró è che si fingano dei ragazzi seri." rispondo, indignata.
Proprio come Jason, quello stupido del mio ex.
Evito di nominarlo e guardo fuori dal finestrino, pensierosa.
Perché gli stronzi non possono semplicemente mostrarsi per quello che sono? 
È facile, se vuoi solo scopare ti cerchi una che te la da facilmente, il mondo ne è pieno.
Perché illudere una brava ragazza? 
Idioti.
Arriviamo a casa e, stravolte, ci buttiamo subito a letto.
Prima di addormentarmi controllo il telefono per scrivere a mia madre che sono sana e salva e noto una notifica di Facebook.
La curiosità vince sulla stanchezza, cosí lo apro.
Dylan O'Brien ti ha inviato una richiesta di amicizia.

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Capitolo 3
*** Capitolo due ***


Cerco di aprire gli occhi ma sento le ciglia incollate. Provo a strofinarli con le dita e la seconda volta riesco ad aprirli.
Ai piedi del letto c'è una finestra con le griglie mezze aperte. Si intravede uno spiraglio di luce, che guarda caso è sulla traiettoria dei miei occhi (ed è il motivo per la quale mi sono svegliata), e intuisco che è già mattina.
Mi sembra di aver dormito due ore al massimo, ho le gambe indolenzite e i piedi che rispondono a malapena ai miei comandi.
Controllo il telefono e appuro che effettivamente sono passate poche ore da quando siamo andate a dormire, sono le 7.
Sento lo stimolo della pipì, così mi alzo e quatta quatta raggiungo il bagno. 
Quando torno noto che Lucy non si è mossa di una virgola, non si è neanche accorta che mi sono alzata. Dorme placidamente sul fianco destro. Beata lei che riesce a dormire con questa luce!
Mi ri infilo nel letto e penso alla serata precedente. 
Dylan O' Brien ti ha inviato una richiesta d'amicizia.
Curioso che me l'abbia chiesta, non ci siamo rivolti la parola tutta sera, dubitavo che sapesse il mio nome.
Inoltre è fidanzato, che senso avrebbe? Forse mi sto facendo delle domande inutili, dopotutto ci siamo conosciuti (insomma) e voleva essere gentile. Sì certo, infatti si è visto dalla sua disponibilità al dialogo.
Ripenso ai suoi magnetici occhi da cerbiatto e al suo sguardo mentre ballavo...
Improvvisamente me lo ritrovo davanti.
Siamo in discoteca, nell'angolo prima della sala fumatori. Mi guardo attorno e cerco Lucy, ma stranamente non riesco a trovarla.
Torno a guardare lui, che mi sta sussurrando qualcosa nell'orecchio. Ma che mi sta dicendo?
La musica è troppo alta, ho le orecchie ovattate. Gesticolo cercando di fargli capire che non lo sento, allora mi afferra la mano e mi trascina via.
Sento un caldo formicolio nel punto in cui mi ha afferrato e, senza dire una parola, seguo la sua agile figura che si fa largo tra la massa di persone danzanti.
Arriviamo all'uscita, ci facciamo timbrare la mano per poter rientrare e poi andiamo nel parcheggio.
"Non ne potevo più di tutto quel casino." esordisce. La sua voce è meno bassa di quel che ricordavo, penso a un aggettivo che possa descriverla, e l'unica cosa che mi viene in mente è melodiosa.
"Neanche io" rispondo, non sapendo bene cosa dire. Ora che siamo soli, con tutto questo rimbombante silenzio attorno a noi, mi sento in imbarazzo. Cosa ci faccio qui con lui? è uno sconosciuto dopotutto.
Non faccio in tempo a finire il pensiero. Mi afferra prepotentemente il viso e mi bacia.
Ma che fa? Sento una forte confusione, c'è qualcosa che non funziona.
Una voce nella mia testa mi domanda dove sia la mora con cui era a inizio serata. Questo basta a farmi ridestare, e con forza lo allontano. Guardo i suoi occhi marroni, mi appaiono sfumati e non riesco a distinguerli bene.
Cerco di mettere a fuoco, ma in quel momento qualcuno afferra il mio braccio e mi fa girare.
Jason? 
Mi osserva con rabbia, i suoi occhi sono tempestati di fulmini. "Che ci fai qui?" provo a chiedere.
Lui non mi da risposta. Mi giro verso Dylan e scopro che è sparito.
"Dylan!" provo a urlare.
"Holli?" sento una voce rispondere.
Mi guardo attorno, ma c'è solo Jason che mi fissa in modo inquietante senza dire una parola.
Un rumore mi fa sobbalzare, chiudo gli occhi di scatto e quando li riapro vedo di nuovo la stanza di Lucy. Lei mi sta fissando con un sorrisino sornione. 
Devo essermi addormentata! Spero di non aver detto il suo nome ad alta voce, anche se a giudicare dall'espressione di Lucy, la risposta è abbastanza chiara.
"Ti sei già innamorata di lui?" ridacchia.
"Ma cosa dici!"
"Lo hai chiamato nel sonno"
"Non Dylan lui, non so neanche chi sia, ti pare? Avendo letto il suo nome prima di andare a dormire è normale che abbia sognato un suo omonimo."
Non risponde, ma dal suo sguardo capisco che la risposta non la convince affatto.
"Vabbè, scendiamo a far colazione dormigliona? Sono le 10, tutte le brioches saranno finite"
Con riluttanza mi alzo dal letto e mi vesto.
"Ah a proposito, indovina chi mi ha chiesto l'amicizia!"
Non Dylan, non Dylan, non Dylan.
"Dylan O'Brien! L'ha inviata a entrambe" continua, ignara del mio disappunto.
Ha aggiunto anche lei. Che gentile.

 

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Capitolo 4
*** Capitolo tre ***


Il giorno della partenza è arrivato. Sono da Lucy, in attesa trepidante che Tyler passi a prenderci con la sua auto.
Ho un borsone rosso, enorme, e una più piccola con telefono, portafoglio e burrocacao.
Lucy invece ha preso una valigia, più moderata rispetto a quanto mi aspettavo, e una pochette.
Il suono del clacson annuncia il loro arrivo e, dopo aver salutato i genitori, ci precipitiamo da loro.
Appena entriamo in macchina veniamo accolte dal saluto di Tyler, che però è inaspettatamente solo.
Mettiamo le valigie in baule, già pieno, e andiamo a prendere Dylan, che scopriamo abitare nelle zone vicine.
Arriviamo sotto casa sua e la mia solita curiosità mi spinge a immaginarne l'interno.
Mi figuro la sua camera che immagino sia in concomitanza con la sua personalità, spoglia e misteriosa.
Lo sportello si apre, distogliendomi dai pensieri, e compare Dylan, che indossa una maglietta verde con scritto "Keep calm it's almost friday".
Saluta con un insolito sorriso e carica anche la sua valigia. 
La vettura è piccola, e anche il portabagagli, infatti fa fatica a chiudere il baule, ma dopo svariati tentativi e varie imprecazioni ci riesce.
Raggiungiamo l'altro ragazzo, che ha ovviamente deciso di prendere la sua macchina, e poi partiamo tutti insieme.
Inaspettatamente non è solo, ha deciso di portare un'amica, così saremo 3 maschi e 3 femmine. A coppie insomma.
Lei è molto carina, di bassa statura, con dei lunghi capelli che le arrivano alla vita e occhi scuri, contornati da ciglia altrettanto scure.
Capisco all'istante che sarà lei il polo che attrarrà l'attenzione di Dylan, e questa scoperta mi indispettisce. Cerco di non farci caso e torno alla realtà.
La musica è molto alta, anche se non molto il mio genere. Per lo più mettono canzoni di Fedez, che conosco poco, e J-ax.
Parlottano tra di loro e non riesco a percepire cosa dicano. 
Mi volto verso Lucy e vedo la mia amica impegnata a guardare fuori dal finestrino, pensierosa.
"Tutto ok?"
"Si... Non so se sia stata una buona idea venire con loro."
"Lo so, ci pensavo pure io." sussurro cercando di non farmi sentire.
Poco dopo ci fermiamo.
Come facciamo ad essere già arrivati? 
Scopro invece che si sono fermati in un autogrill, per fare una pausa. 
Mentre loro chiacchierano amabilmente io e Lucy ci guardiamo, in disparte, e pentite per la nostra scelta.
Finalmente ripartiamo e arriviamo al lago un'oretta dopo.
Il posto è magnifico, lo devo ammettere, anche se l'alloggio un po' meno. È una piccolissima casetta che possiede solo 3 stanze più il bagno.
La stanza che io e Lucy provvediamo subito ad accaparrarci ha un letto matrimoniale e un piccolo armadio.
Quella principale, che dovrebbe essere la cucina, ha un tavolo che si trasforma inspiegabilmente in un letto matrimoniale e l'altra due letti singoli.
Portiamo dentro le valigie e, tutti e 6, iniziamo a sistemare le cose nelle rispettive camere. 
Dylan e Tyler dormono nel tavolo-letto, mentre gli altri due dormono nei letti singoli.
Non so ancora i loro nomi, ma non tardo a scoprirli.
Ci sediamo attorno al tavolo, mentre Tyler e Dylan, barman improvvisati, ci versano ciò che loro chiamano "l'aperitivo" e che scopro essere Spritz.
Il sapore non è troppo malvagio e, con la mia leggendaria lentezza, riesco a berlo in circa un'ora, a piccoli sorsi. 
Lucy non è dello stesso parere e lo lascia interamente, mentre gli altri se ne scolano uno dopo l'altro.
La loro allegria alcolica è contagiosa, si sono tutti sciolti e risultano più simpatici, perfino lo scontroso Dylan.
Chiacchieriamo di cose senza senso, fino a quando Tyler comincia un giro di domande alquanto imbarazzante.
"Quanti anni aveva il ragazzo più vecchio con la quale sei uscita?" domanda a Lucy.
Percepisco la tensione della mia migliore amica, la quale non ha mai avuto ragazzi, e non so come soccorrerla.
"21" risponde, prima che elabori una strategia adatta alla situazione.
"E tu invece?" mi domanda.
"Anche io 21" rispondo, pensando a Michael.
"La nostra età insomma" sorride, indicando se stesso e l'altro ragazzo, quello senza nome.
Mi domando cosa ci faccia Dylan con loro, essendo più piccolo di due anni, ma non commento.
"Tu quanti anni hai?" domando alla ragazza che è seduta in parte a Silvia.
"23".
Anche questa volta mi trovo a chiedermi cosa ci faccia qui con noi, così grande, ma sorvolo.
Presa dalla confidenza che la mia domanda ha generato, comincia a raccontarmi delle sue pene d'amore con un ragazzo che provvede a mostrarmi su Facebook. 
Ha degli enormi occhi castani che mi ricordano quelli di un lemure così, incapace come al solito di frenare la lingua, lo dico ad alta voce, provocando una sua sonora risata. 
Lucy nel frattempo sta rigirando il contenuto del suo bicchiere, forse annoiata, senza proferire parola.
Cerco di coinvolgerla nella conversazione ma, come al solito, non è minimamente interessata all'argomento.
Lucy è così, se non è interessata da una persona non le importa cosa questa abbia da dire e si annoia subito. Fortunatamente rientro nella lista di quelle poche persone che le piacciono e che ascolta.
I 3 ragazzi intanto, sempre più brilli, ridono sguaiatamente mentre guardano un video sul cellulare.
Cerco di capire quale sia la fonte di questa ilarità, e scopro uno stupido video su una nutria che corre per strada, inseguita da un vecchio con una pala. Non mi suscita affatto le risate e l'unica cosa che riesco a commentare è "povera nutria", frase che mi fa guadagnare sguardi di disapprovazione dai maschi nella stanza. 
Il pomeriggio trascorre così, tra risate alcoliche, chiacchiere futili sulle pene d'amore di Lexa, così si chiama la ragazza, e programmi idioti alla tv.
La serata giunge velocemente e, affamati, lasciamo che sia Ian (l'altro ragazzo) a prendere il comando dei fornelli.
Mezz'ora dopo siamo tutti di fronte a una piadina fumante e squisita. La mia è semplice, come al solito, con mozzarella e prosciutto cotto. Lucy ha scelto il crudo, ma anche la sua è piuttosto magra.
Gli altri hanno invece optato per una piadina farcita, ripiena di funghi, insalata e pomodori.
Bleah.
Finita la cena decidiamo di trasformare il tavolo in un letto, (anche vedendolo non mi spiego come sia stato possibile) e ci sdraiamo tutti quanti, eccetto Ian e Lexa, che spariscono nella doccia.
"Sono dentro insieme?" domando un po' perplessa a Lucy, la quale mi risponde con un'alzata di spalle.
"Si" mi risponde Tyler con un sorriso.
"Ma stanno insieme?" 
"Certo che no."
La sua risposta mi lascia accigliata e questo lo fa sorridere ancora di più. 
Mentre siamo sdraiati si avvicina a me e mi appoggio al suo petto con la testa.
Sulla tv scorrono numerosi programmi, tra i quali due partite di pallavolo, e io rimango così, assopita tra le sue braccia e con la testa che mi scoppia.
Lucy è in parte a noi, quasi appoggiata a Dylan, e nessuno di noi fiata.
Il mal di testa diventa così martellante da costringermi ad alzarmi, così vado al lavandino e bevo un bicchiere d'acqua.
"Tutto ok?" mi domanda Tyler, mentre Lucy mi guarda, interessata alla risposta.
"Insomma, non mi passa."
In quel momento Lexa, dopo essersi rivestita, fa la sua entrata trionfale e mi offre un antidolorifico.
"Sei sicura?" domando.
"È un po' forte, ma se mangi qualcosa non è un problema."
Decido così di mangiare dei grissini per evitare che il medicinale abbia una brutta reazione a stomaco vuoto. Non ne ho mai preso uno, sono abituata a far passare il mal di testa con una sana e rigenerante dormita.
Visto il luogo però, preferisco prenderlo e godermi la serata.
Lo bevo tutto d'un sorso, unito a un bicchiere d'acqua, e il gusto amarognolo mi provoca non poche smorfie.
Nel momento in cui lo ingioio, sento lo stomaco bruciare terribilmente e capisco all'istante, dopo 9 anni, di dover vomitare.
Sì perché, non si sa come, sono rimasta anni senza vomitare, nemmeno durante l'influenza.
Cerco di ignorare lo stimolo, ma dopo 2 secondi sento la necessità di correre al bagno, dove rimetto tutta la medicina e anche i grissini che avevo ingerito poco prima.
Ne riemergo 5 minuti dopo, senza più dolori allo stomaco, ma con la persistente cefalea.
"Stai bene?" mi chiede Lucy e, con imbarazzo, le comunico di aver vomitato.
Ciò provoca le risate della maggior parte dei presenti nella stanza, tranne Dylan, che mi fissa con uno sguardo a metà tra lo schifato e l'indignato.
Mi sdraio nuovamente e torno a concentrarmi sulla tv, affranta dal mal di testa e dallo sguardo di fuoco che mi è stato riservato.

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