Morte e Resurrezione

di Alemortalsweet
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tra le pagine di un libro ***
Capitolo 2: *** Una strana realtà ***
Capitolo 3: *** Notte insonne ***
Capitolo 4: *** A faccia a faccia con la morte ***
Capitolo 5: *** Ricordi che riaffiorano ***
Capitolo 6: *** Confessioni ***
Capitolo 7: *** Il momento della verità ***
Capitolo 8: *** All'ultimo sangue ***



Capitolo 1
*** Tra le pagine di un libro ***


~~Dalla finestra della biblioteca entrò una gelida folata di vento invernale, colpì in pieno il libro che avevo tra le mani, molte pagine si misero a girare e per un attimo persi il filo di lettura fin dove ero arrivata.
Quello era un freddo pomeriggio di dicembre, natale era alle porte, e io ero comodamente seduta su una poltrona in velluto rosso nella biblioteca più fornita della città a leggere libri.
Per me non esisteva niente di più bello dei libri, potevo passare anche il giorno intero a leggere, non mi stancavo mai, finivo una saga e ne incominciavo subito una nuova.
In quel momento mi stavo gustando in tutto e per tutto il finale della saga che preferivo di più tra tutte quelle da me conosciute: Morte e Resurrezione.
Narra dell’eterna lotta tra vivi e morti, tra angeli e demoni, tra bene e male…
Ero allo scontro finale tra Alex, il re degli angeli, e Dremon, il sovrano oscuro dei demoni.
Se sconfiggerà il nemico, Alex potrà grazie al suo potere resuscitare i suoi sudditi e i suoi cari andati perduti.
Mentre leggo a volte, la mia mente si popola di pensieri e ricordi, piacevoli, dolorosi, a volte mi viene voglia di possedere veramente il potere di Alex, così che mio fratello Sebastian possa ritornare assieme a me.
Ma è trascorso più di un anno ormai, l’ultima cosa che mi restava da fare era dimenticarlo, e pensare alle sorprese che il futuro aveva riservato per me.

L’angelo reale depose le armi sanguinati al suolo, Dremon giaceva a terra, morto e con un sorriso di vendetta stampato in viso.
Le nubi oscure che imprigionavano il sole si stavano man mano diradando, appena l’astro toccò il corpo del demone, si accese come legna e prese a bruciare, Alex raccolse le sue armi e le buttò dentro, alimentando il fuoco.
La guerra era finita, e per sempre.
Con le mani ancora insanguinate, prese tra le mani il volto della sua amata Elena e le baciò la fronte, un raggio di luce si levò da quel bacio, e i suoi occhi azzurri ripresero a brillare come mai prima d’ora.
Eppure l’angelo non riusciva a vedere l’amata, i suoi occhi lacrimanti gli impedivano di guardarla di nuovo nei suoi occhi.


Con l’ultima frase che mi rimbombava nelle orecchie, mi alzai dalla sedia sulla quale ero seduta e mi diressi dalla bibliotecaria per restituirgli il libro ‘’Embè? Ti è piaciuta la fine?’’ aveva una voce piuttosto gracchiante, come al solito ‘’Bellissima, è la saga che mi è piaciuta di più in assoluto fin ora’’ dissi con il sorriso stampato in volto, e lei rise poi aggiunse ‘’Ancora poco e hai letto un’intera biblioteca! Ma non hai altro da fare che stare seduta a leggere?’’, ‘’No, mi dispiace’’ aggiunsi io con un sorriso ‘’I libri sono il mio mondo’’.
Salutai gentilmente l’anziana donna, che ormai mi conosceva come se fossi sua nipote, e lasciai la biblioteca per dirigermi in piazza.
Per le feste di natale il comune organizzava sempre delle fiere in piazza, o qualche mercatino dove veniva venduta merce già usata, io ci venivo ogni anno, i libri non erano solo la mia ossessione, amavo anche le collane e i bracciali, appena ne vedevo qualcuna, non esitavo ad aggiungerla alla mia collezione.
Dal cielo annuvolato iniziarono a cadere fiocchi di neve, la prima nevicata dell’anno era iniziata.
Ero appena arrivata in piazza coperta dalla testa ai piedi con calde stoffe di lana, quando improvvisamente iniziò a tirare vento, la mia sciarpa prese a sventolare come una bandiera di mille colori e infiniti brividi di freddo attraversarono il mio corpo.
Le bancarelle del mercato erano avvolte in piccoli cicloni di fiocchi di neve danzanti che seguivano lo stesso ritmo, in poco tempo quella nevicata divenne una bufera.
Battevo i denti dal freddo e non riuscivo a muovermi, in quel caso sarei dovuta ritornare a casa, il tempo stava diventando man mano sempre peggio, ma proprio quando mi stavo voltando per tornare, mi accorsi che sotto il portone della torre dell’orologio vi era meno vento.
Raggiunsi la porta con cautela facendo attenzione a non scivolare su quella imminente pista di ghiaccio, dato che la neve stava attecchendo, diedi una veloce occhiata alle bancarelle: molti oggetti si erano messi volteggiare in giro nel mentre qualche proprietario li rincorreva cercando di rimpossessarsene, altri invece avevano smontato tutto ed erano pronti a dileguarsi.
Diciamo che avevano avuto proprio una bella accoglienza per essere il primo giorno che si radunavano qui!
Almeno sotto la trave del portone tirava meno vento, ma ero ancora infreddolita dalla testa ai piedi da non riuscire a muovermi, mi voltai verso la porta e la schiacciai con tutto il mio peso per tenere il viso coperto dal gelo invernale, ma ad un tratto la porta si spalancò emettendo un rumoroso scricchiolio e feci appena in tempo ad allungare le mani prima che la mia testa sbattesse sul pavimento.
Eppure era strano, Il palazzo dei Priori era abbandonato da anni, ed era stato sempre tenuto chiuso da allora, che cosa significava? Guardai davanti a me: se non fosse stato per la piccola finestra in fondo sarebbe stato tutto buio, mi ritrovai a faccia a faccia con un corridoio immenso, l’ambiente era tiepido e la temperatura era completamente diversa dall’esterno, mi sentivo già meglio.
Era deciso, mi sarei messa a curiosare un po’ in giro fino a che il vento fuori non si fosse calmato e allora sarei riuscita.
Senza preoccuparmi di chiudere la porta alle mie spalle, mi diressi sempre più nell’oscurità...

(Stanza di Aro e Sulpicia)

Non appena Aro si presentò sull’orlo della porta, sua moglie gli venne incontro rubandogli un bacio , e afferratolo per la camicia scura lo fece entrare nella stanza senza interrompere il contatto con le sue labbra, lui ricambiò subito e la strinse a se.
La fece piroettare tra le sue braccia , il velo rosso della sua gonna brillava alla luce delle candele piazzate per la stanza, guardò suo marito e sorrise spingendolo sul morbido talamo.
Lo raggiunse e mentre si sbottonava i bottoncini dorati del suo corpetto si coricò su di lui baciandolo, Aro fece scorrere una mano tra i suoi ordinati boccoli scuri, scompigliandoli e aspirando l’odore di rose, quando un altro odore stuzzicò il suo naso…
Si fermò e rimase immobile sniffando in giro ‘’L’ho senti anche tu?’’ domandò lui, ‘’Cosa?’’, ‘’Quest’odore… di sangue umano!’’, ‘’Oh ma di cosa stai parlando?...’’ Mentì lei, in quel momento non le importava se qualche umano si fosse intrufolato a palazzo, era presa dal momento e non aveva voglia di dissetarsi.
‘’Mi dispiace ma devo andare’’ Disse tutto d’un fiato e si si staccò Sulpicia da dosso, ora non era il momento, aveva cose più importanti da fare…
‘’Ma dove vai?! Non avevamo neanche iniziato!’’, ‘’Riprenderemo più tardi..’’
Detto questo uscì a passo veloce dalla sua camera.





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Capitolo 2
*** Una strana realtà ***


~~
I polsi mi stavano andando a fuoco, la presa che i due uomini stavano esercitando sul mio braccio era forte e faceva male, non mi ero nemmeno accorta della loro presenza quando gli fui di fronte, quel posto era così buio che a stento riuscivo a vedere dove mettevo i piedi .
Coloro che mi stavano trascinando nell’inconscio erano incappucciati e totalmente coperti da testa a piedi da una veste color notte, completamente mimetici con quel buio devastante.
Quello alla mia sinistra era alto e slanciato, la sua presa era quella che faceva più male rispetto a colui che stritolava il mio polso destro, era più basso ma non meno forte.
Man mano che proseguivamo in quel labirinto a luci spente mi sentivo sempre più spaesata e confusa, quando imboccammo un corridoio molto diverso rispetto a tutta la strada fatta fin ora: sui muri che chiudevano il passaggio vi erano appese delle candele che si muovevano da sole, come mosse da un vento invisibile, ma almeno illuminavano un po’ quel maledetto ambiente tetro.
Appena percorremmo quel corridoio, alzai lo sguardo verso una delle due sagome e per un momento mi parve di scorgere due luci rosse proprio dove lasciava scoperto il cappuccio, ma durò talmente poco che non mi porsi neanche la domanda di cosa fosse stato.
Ad un certo punto le due figure oscure smisero di camminare e si fermarono, guardai davanti a me e notai ancora del buio, ma mi accorsi subito dopo che uno dei due esseri aveva allungato una mano e toccato quella solida oscurità: era una porta.
Una luce immensa mi colpì in viso e per un po’ la mia vista rimase offuscata tanto mi ero abituata al buio, non appena i miei occhi tornarono a vedere immagini nitide, mi ritrovai davanti cinque persone, tre maschi e due donne, solo a guardarli mi venne la pelle d’oca: di fronte a me ma verso il fondo della sala immensa vi erano due uomini seduti su dei troni di legno, uno di loro era appoggiato alla schienale e mi fissava ma non si muoveva, l’altro dai capelli chiari vicino a lui aveva un’aria minacciosa, non riuscivo a tenere lo sguardo al suo pari tanto era forte la rabbia nelle sue pupille.
Più avanti, a pochi passi da me c’erano due ragazzi, che apparentemente potevano avere due anni in più di me, lei era bionda ma i suoi occhi trasmettevano superiorità e paura, grandi e rosso cremisi.
Anche il giovanotto al suo fianco portava uno sguardo saccente e pericoloso, sempre di quel colore rosso sangue.
Un ‘altro soggetto catturò la mia attenzione: era a pochi metri da me, quella donna completamente avvolta in un aderente vestito rosso che le definiva il corpo, mi guardava con un’espressione in viso paragonabile ad un’oca, aveva un sorriso poco convincente, allo stesso tempo vedevo perfidia nel suo sguardo.
Fin ora era regnato il silenzio assoluto, ma fu proprio quest’ultima ad interromperlo con la sua voce pericolosamente seducente ‘’Guarda guarda cosa ci hanno portato, stavo proprio per uscire a rimediare cibo ma dal momento che è arrivato qui da solo…’’ il suo sorriso velenoso si illuminò ancora di più, fino a che l’uomo che era alla mia destra si tolse il cappuccio e replicò ‘’Sono d’accordo con te Heidi, ma non hai visto come è magra? E poi è ancora una bambina, non riuscirà a dissetare nemmeno uno di noi’’.
Bambina!? Come si era permesso di chiamarmi in quel modo, potevo anche avere tredici anni ma ero abbastanza grande per essere considerata ancora come una bambina.
Mi voltai per guardarlo in viso: non so cosa aveva la sua espressione di strano ma, mi dava leggermente più sicurezza rispetto agli altri, e ad ogni modo, il suo volto mi piaceva, forse erano stati i suoi lineamenti, i suoi occhi sempre di quel rosso infernale ad attirarmi.
L’uomo in fondo alla sala che ancora mi guardava in cagnesco prese parola ‘’è comunque un’infiltrata, non la passerà liscia…’’ Il suo tono di voce fermo ma giovane venne interrotto da una voce differente, che non apparteneva a nessun’altro presente in quella stanza, quando all’improvviso da un corridoio buio che vi era sul retro comparve un uomo.
 ‘’Cosa succede qui?’’ Domandò con voce appena alta mentre si faceva largo nella sala, indossava un vestito nero elegante, i capelli lunghi anche se leggermente scompigliati vicino alle orecchie si confondevano con il colore della camicia che arrivava fin sopra il collo.
Al suo arrivo anche l’altro uomo al mio fianco si tolse il cappuccio scuro, rivelando un volto dall’aria severa e altezzosa, un po’ come tutti gli altri.
Rivolgendosi proprio a lui, l’uomo appena arrivato gli chiese ‘’Dove l’avete trovata?’’, ‘’Stava girovagando per il palazzo, mio signore’’ rispose il colosso a testa alta, facendo intuire il rispetto che aveva nei suoi confronti.
‘’Sei curiosa!’’ Disse avvicinandosi a me, per poi aggiungere ‘’Come mai sei venuta qui? ‘’ La sua voce non era male, ma il suo sguardo non mi lasciava un attimo in pace, e aveva qualcosa di oscuro che non mi piaceva affatto…
‘’Beh, ecco, io… ero infreddolita, odio il freddo, e all’improvviso la porta di questo edificio si è spalancata, e mi sono ritrovata dentro…’’ Non riuscivo bene a esprimermi correttamente con quello sguardo scrutatore puntato su di me, così decisi di non guardarlo ‘’Capisco…’’ Rispose lui con un sussurro che mi fece raggelare il sangue, poi senza che me ne accorgessi mi prese una mano, tentai di divincolarmi ma lui mi disse di stare tranquilla, quelle che seguirono sembrarono attimi infiniti, i nostri sguardi si alternavano e io mi sentivo sempre più agitata, il silenzio regnava sovrano ed io ero davanti a lui, davanti a quell’uomo dall’aria poco raccomandabile, iniziai ad avere paura che avesse intenzione di uccidermi…
Ad un tratto lasciò la mia mano e io finalmente ripresi a respirare normalmente, lasciò libero il mio sguardo e si perse nei suoi pensieri: rimuginava.
Con tono serio e formale mi parlò ‘’Ascoltami bene, Sophia.
Io e i miei compagni avevamo intenzioni ben diverse nei tuoi confronti, ti avremo uccisa se non fosse stato per una cosa…
So tutto, conosco tutto del tuo passato, forse puoi esserci utile…’’ Più che parlare con me iniziava a parlare con se stesso, era turbato ed era evidente che stava ragionando su qualcosa.
‘’Da qui non potrai più andartene, la nostra stirpe è un segreto’’ Mi fece cenno di guardare i suoi occhi, più gli osservavo, più mi ricordavano Dremon.
‘’E hai visto con i tuoi occhi, ma sei ancora giovane per fare parte di noi a tutti gli effetti, ti concederò solo tre anni, poi il destino deciderà per te’’ Si era soffermato molto sulle ultime sillabe, proprio come per preannunciare una condanna a morte.
‘’Tu devi’’ concluse infine, e con un cenno della mano fece avvicinare quell’uomo misterioso che mi aveva tanto stregato ‘’Demetri, porta Sophia in una stanza, e rimani di guardia, non vorrei che mi sfuggisse…’’
Il giovane annuì, mi prese per il braccio e mi condusse in un corridoio.

Ero rimasta muta e impassibile, dopo quel discorso non avevo più la forza di reagire, mi sentivo persa, osservata e impaurita.
Come faceva a sapere tutto su di me? Cosa voleva da me?
In quale razza di guaio mi ero cacciata?
Quanto avrei voluto risvegliarmi da quel dannato incubo, era tutto troppo strano e spaventoso, avrei voluto sbattere la testa da qualche parte e risvegliarmi a casa mia, al calduccio e in compagnia dei miei genitori e dei miei adorati libri.
Si fa presto a sognare quando scopri di essere in un vero e proprio incubo.


Note:  Sophia non aveva mai sentito parlare di vampiri, ne conosce l’esistenza di queste creature.
 

 

 

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Capitolo 3
*** Notte insonne ***


~~Demetri. Quel nome non smetteva di rimbombarmi in testa nemmeno per un attimo, da una finestra ero presa a guardare il cielo che lentamente si stava colorando di arancio e rosa, mentre i tetti pieni di neve delle case sottostanti brillavano agli ultimi raggi di sole.
Quella bufera improvvisa era finita, ora solo alcuni leggeri e lenti fiocchi di neve stavano concludendo la prima nevicata e annunciavano l’arrivo della notte.
Più fissavo il paesaggio fuori dalla finestra e più mi deprimevo, quanto mi sarebbe piaciuto essere a casa mia in quel momento! E i miei genitori? Avevo detto loro che sarei tornata prima del tramonto,  che cose terribili avrebbero potuto pensare non vedendomi arrivare?!
Non potevo fuggire, non adesso, per ora era meglio se rimanevo lì dove ero, ero troppo spaventata per fare qualsiasi cosa.
Smisi di guardare fuori e mi sedetti sul letto a baldacchino, poi notai una faccia familiare ‘’Ma non dovevi solo accompagnarmi?’’, Demetri era all’interno della stanza e non smetteva di fissarmi ‘’Aro mi ha dato ordine di tenerti d’occhio il più possibile’’, ‘’Aro chi? Quell’uomo di prima?’’, alzò il tono di voce ‘’Modera il linguaggio quando ti riferisci a lui, e soprattutto devi dargli del ‘’lei’’, sono stato chiaro?’’ , ‘’Chiarissimo! Ma siete tutti così duri qui?’’.
Non rispose, rimase immobile con le braccia conserte sul petto e iniziò a guardare il suolo, la classica posizione di una persona offesa, anche se non lo era affatto ‘’Ci vuole così poco a offenderti? Stavo solo scherzando…’’ Mi fulminò con un’occhiata e rimase in silenzio, ok non gradiva il senso dell’umorismo.
Feci un salto e mi buttai sul materasso aspettandomi di affondare con tutto il corpo, ma era talmente duro che mi feci male la testa non appena colpì il lenzuolo ‘’Ahi! Eppure credevo fosse morbido, ma di cosa sono fatti questi materassi? ’’, riprese a parlare ‘’Non sono fatti per dormire…’’, ‘’Come? Come fate voi la notte a riposare se sono così scomodi??’’, in quel preciso istante qualcuno bussò alla porta, andò a vedere chi fosse e subito dopo scomparve fuori dalla porta chiudendola alle sue spalle, ero sdraiata su quel letto di pietra e riuscì comunque a sentire il discorso ‘’Allora, come va con lei?’’, ‘’Sei sicuro che ci possa essere utile?, è solo una bambina capricciosa!’’ Sussurravano, ma la sua voce tratteneva una tonalità di fastidio, non appena sentì di nuovo la parola ‘’bambina’’ crollai già dal letto, volevo dirgliene quattro stavolta! Cosa gli costava chiamarmi più semplicemente ‘’Sophia’’ che tra l’altro era di una lettera più corto?!.
Aprì la porta e davanti a lui vi era Aro, non appena mi vide sorrise e il suo sorriso si allargò ancora di più non appena mi rivolsi a Demetri ‘’Ancora? La smetti di chiamarmi con quel nome, non lo sopporto!’’, non si voltò ma strinse i pugni, Aro voltò lo sguardo su di lui ‘’Dai su trattala bene! Sì, vedrai che ci sarà più che utile…’’ E si dileguò, con lo sguardo puntato su di me, poi scomparve nel buio del corridoio alla nostra destra.
Quanto mi metteva a disagio con quello sguardo! Cosa ci trovava di tanto interessante in me?.
Demetri mi afferrò per un braccio e mi ricondusse all’interno della camera, la sua presa era dura, ma non faceva così male come l’ultima volta, aveva eseguito esattamente ciò che gli aveva detto quell’uomo, che si fosse trattato di uno di alto rango?.
Mi sistemai nel letto, le calde coperte di velluto rosso avvolgevano completamente tutto il mio corpo, almeno si stava bene sotto le coperte nonostante quel letto fosse tanto duro, nel frattempo lui era davanti ai piedi del letto e continuava a fissarmi con sguardo serio ‘’Sei inquietante, sai?’’ Mi si avvicinò e con uno strattone tirò le tende del letto, lasciandomi sola all’interno di quella piccola stanzetta che si era creata,  non potevamo vederci ‘’Così va meglio!’’ dissi, poi poggiai la testa sul cuscino di lana morbido e con quel calduccio che sentivo, il sonno non tardò ad arrivare…

Una porta scricchiolante, nel profondo della notte mi fece sobbalzare, poi si udì una voce ‘’Dem! Ti va di venire a caccia assieme a me?’’, ‘’Shhh!! Fai silenzio o si sveglierà! Mi piacerebbe tanto, ma bisogna chiedere ad Aro prima’’ , ‘’Ah! Già fatto, possiamo!!’’ Urlava quasi dalla felicità, ma Demetri dovette sforzarsi di non gridare troppo ‘’Zitto! Ti ho detto che sta dormendo!’’, ‘’Com’è che non vuoi disturbarla? Non ti sarai mica innamorato eh…’’ , ‘’Certo che no! Avrà 10 anni in meno di me, è una bambina! È stato Aro a ordinarmi di trattarla bene’’ Mi veniva voglia di uscire da quelle tende non appena sentì di nuovo quel nomignolo, ma non volevo far vedere che ero sveglia, così ancora nervosa, continuai ad origliare il discorso ‘’Ma secondo me ti potrebbe andare bene lo stesso…’’, ‘’Andiamo, va!’’ concluse con tono seccato e con un forte scricchiolio richiuse la porta dietro di sé.
Nei dieci minuti che seguirono non riuscì più a prendere sonno, avevo tanta voglia di muovermi un po’, di uscire da quella dannata stanza ora che Demetri di guardia non vi era più, potevo approfittarne.
Con cautela scesi dal letto, tirai le tende e mi diressi verso porta.
Cercai di aprirla facendo il minimo rumore possibile, pian piano lo scricchiolio cessò e si aprì del tutto: vi erano due corridoi, quello alla mia sinistra illuminato da fiaccole ardenti e quello di destra completamente al buio, decisi di prendere la via più sicura, e imboccai il corridoio di sinistra.
Anche se era tutto illuminato non mi sentivo per niente a mio agio, spesso mi guardavo alle spalle e tremavo, così iniziai a correre per farmi passare l’ansia e la paura.
Ai lati c’erano posizionate a zig zag delle porte, e più avanti vi era una scala a chiocciola piuttosto bassa, scesi tutte quelle scale e mi ritrovai davanti a un corridoio, dove alla fine vi era una porta socchiusa, dalla quale entrava un po’ di luce, in punta di piedi, per paura che qualcuno mi sentisse arrivare, percorsi quel corridoio verso quella misteriosa porta.
Ero a metà percorso quando udì una voce, mi bloccai all’istante, diedi un’occhiata alle mie spalle ma non vidi nessuno a parte il buio, doveva venire per forza da dietro a quella porta.
Diedi un’occhiata senza aprire la porta, quel piccolo spiffero bastò per farmi vedere ogni cosa: Una sala molto grande, la riconobbi quasi subito, ci ero già stata, accanto ai due uomini c’era anche Aro, stava indicando qualcosa quando sentì un scricchiolio molto acuto provenire sempre da quella stanza, dalla porta in fondo alla sala comparvero i ragazzi che avevo visto qualche ora prima.
Con loro avevano un uomo, incatenato e tenuto stretto da entrambi.
Le urla di quel poveretto rimbombarono ovunque nella stanza, in quel momento, non so perché, mi ci vidi io al suo posto.
Aro aveva sempre il dito puntato verso il pover uomo, e quando gli fu vicino, l’uomo dalla chioma bianca lo rimproverò ‘’Non avresti dovuto disubbidire ai nostri ordini, per te è finita’’.
L’uomo dai capelli neri chiamò a se la ragazza ‘’Jane, siete stati bravi ancora una volta, ma soprattutto tu…’’ Le rubò un bacio al volo e rimase accanto a lui, proprio in quel momento accadde una cosa indescrivibile:
Aro con una mano lo afferrò l’uomo per la gola, e lo sollevò in aria come se niente fosse, lo guardò negli occhi, guardò la sua paura espressa in quelle pupille, un leggero sorriso inondò il suo volto, poi con l’altra mano gli toccò la fronte, per poi arrivare ai capelli…
Si sentì un track, la testa era stata staccata dal corpo come se niente fosse.
Un brivido mi scosse, sentì il mio cuore smettere di battere per un momento, e pensai a me, e se anche io avessi dovuto fare la sua stessa fine?

Come poteva un uomo essere così atroce?
Ci doveva essere qualcos’altro, lui non poteva essere un semplice uomo, e qualunque cosa lui potesse essere, non mi piaceva per niente.

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Capitolo 4
*** A faccia a faccia con la morte ***


~~Qualcosa di duro e di freddo stava schiaffeggiando la mia guancia destra, vedevo un volto, ma non riuscivo bene a distinguere i lineamenti, vedevo solo due occhi color cremisi che mi guardavano.
Man mano che aprivo gli occhi riuscivo sempre più a mettere a fuoco, fino a che l’immagine divenne nitida: lo avevo già visto quell’uomo, mi aveva portato lì in quell’enorme sala, assieme a Demetri….
Girai lo sguardo e vidi anche lui, era davanti a me e mi stava osservano quando mi accorsi della presenza di altre due figure vestite di nero appena dietro di loro: Jane, e quell’altro ragazzo dai capelli scuri che era sempre assieme a lui.
Mi rimproverò ‘’Cosa ci facevi svenuta nel corridoio principale? Di notte per giunta…Che cosa avevi intenzione di fare? Svignartela senza che nessuno se ne accorgesse?’’, quanto mi dava fastidio quel tono di voce, impertinente e sapiente, come se avesse ragione su tutto, risposi subito ‘’Veramente non avevo affatto intenzione di andarmene, volevo solo fare una passeggiata in giro, non riuscivo a dormire! E poi so ben certo che non riuscirei a scappare di qui’’, poi parlò la ragazza ‘’La verità sarà Aro a deciderla’’ Si avvicinarono a me e mi afferrarono per le braccia, e mentre mi trascinavano fuori dalla camera si aggiunsero anche Demetri e l’altro appena dietro di loro, come guardie che stavano scortando un prigioniero.
Il mutismo di Demetri mi aveva seccato, avrebbe potuto dire almeno qualcosa! .
Ripercorsero lo stesso identico tratto di strada che avevo percorso la notte precedente, nessuno parlò, io non osai neppure guardarli in faccia.
Si fecero largo nella sala dal soffitto alto, proprio al centro della stanza vi erano una dozzina di cadaveri tutti sanguinanti e squartati a morte con ferite ovunque, si potevano scorgere i loro volti urlanti che imploravano pietà.
Cos’era quello scempio?!

Chinate davanti a quei cadaveri vi erano tre donne, due erano more e una era bionda, erano l’una appiccicata all’altra e non riuscivo bene a vedere cosa stessero facendo, anche se si muovevano con molta rapidità ed emettevano dei gorgoglii come se stessero bevendo qualcosa di veramente delizioso…
Sempre vicino ai cadaveri vi era Heidi, era in piedi e guardava le altre donne, quando si accorse di me e girò lo sguardo.
Uno strattone da parte di Jane mi fece barcollare in avanti, senza accorgermi mi ero messa a guardare quella scena senza accorgermi che mi fossi fermata.
Non appena notai l’uomo dal quale volevano condurmi, mi si accapponò la pelle: era la stessa identica scena che avevo visto la notte precedente,  l’uomo scortato da quei due ragazzi, così come ora stavano facendo con me, in quel momento ero io quella che doveva essere uccisa.
Mi aspettava, con le labbra sanguinanti, pronto a farmi fuori, ogni passo in più che ero costretta a fare era un colpo al cuore, mi iniziarono a tremare le gambe, quando la voce del ragazzo moro mi distrasse un attimo ‘’Guarda se quel che dice corrisponde alla verità’’.
Cos’era lui? Una specie di indovino?
Non appena fui vicino a lui quasi da poterlo toccare, mi afferrò una mano e la portò al petto, non era la prima volta che faceva quel gesto, cos’era?.
Guardava basso, non mi fissava come la prima volta, intanto mi sentivo sempre più impaurita, fino a quando mi lasciò la mano e parlò a voce alta, mi fece sobbalzare all’improvviso ‘’No, lei no!’’ Mi voltai e vidi le tre donne girate verso di noi, non riuscivo bene a vedere le loro facce tanto erano macchiate di sangue, ma i loro occhi color rubino erano perfidi, poi all’improvviso si misero a correre, Aro dovette intervenire ‘’Felix!’’ L’uomo robusto accanto a Demetri di cui conobbi il nome si lanciò verso quelle donne e con le sue braccia muscolose riuscì a fermarle, creando un barriera, urlavano come pazze, e mi guardavano digrignando i denti.
‘’Portala nella sua stanza e rimani lì!’’ Demetri annuì, ma appena mi voltai per guardare il suo volto, i miei occhi si chiusero e caddi a terra.
Forse avevo visto troppo, forse tutto quel sangue mi aveva impressionato, o la paura era tale che aveva preso il sopravvento.
I crampi alla pancia erano così forti che dovetti aprire gli occhi, avevo capito il motivo del perché avevo perso i sensi: era dallo scorso pomeriggio che non mangiavo, e avevo una fame terribile che tutta quella paura aveva nascosto facilmente!.
Fui sorpresa nel vedere un cesto colmo di cose da mangiare sul comodino accanto al letto, mi guardai intorno ma non vidi nessuno, così mi fiondai sul cibo.
Mentre stavo finendo di mangiare la porta della stanza si aprì scricchiolando e entrò Demetri .
‘’Hai fame’’ disse guardando il cesto quasi completamente vuoto ‘’è da ieri pomeriggio che non mangio!’’ Finito tutto mi pulì il viso con un fazzoletto appena sotto il cestino, ‘’Chi è stato a portarmi tutte queste cose buone?’’ , lui non rispose con certezza, ma avevo già capito tutto ‘’Quale cibo ti è piaciuto di più?’’ ‘’Grazie! Ne avevo proprio bisogno!’’ Mi guardò, poi si mise contro il muro a braccia conserte senza guardarmi.
‘’Che ore sono? Scusa ma ho perso la condizione del tempo’’, mi guardò in modo serio, ma la sua voce aveva una tonalità sincera ‘’è notte fonda’’, guardai la grande finestra: la luna piena illumiava il cielo con tutto il suo splendore mentre mille stelle fungevano da diamanti sospesi in cielo, mentre guardavo il cielo ammirata mi tornarono in mente i miei genitori, che cosa stavano facendo in quel preciso momento? Mi mancavano, era appena trascorso un giorno da quando li avevo visti l’ultima volta, più o meno.
Mentre ero presa a guardare le stelle, le mie palpebre stavano diventando sempre più pesanti e ricaddi a peso morto sul letto, wow il materasso era morbidissimo adesso! Guardai verso di lui, in tutto il nero del suo vestito c’era qualcosa che luccicava, una collana.
‘’Cosa vuol dire quella lettera ‘’v’’ sulla collana che porti?’’ Ero con gli occhi socchiusi ‘’è il simbolo della nostra casata, Volturi’’ Non riuscì a rispondere, ero stanca morta e mi addormentai poco dopo aver sentito l’ultima parola.

Perché? Perché ora era gentile e amichevole? Che fine aveva fatto tutta la sua durezza del giorno prima?
Eppure sentivo che lui era diverso, era l’unico che riuscivo a capire fra tutti gli altri, e ora sembrava che stesse anche lui capendo me meglio di chiunque altro…
 

Note: le tre donne sono Sulpicia, Athenodora e Renata.
 

 

 

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Capitolo 5
*** Ricordi che riaffiorano ***


~~Pioveva, i miei genitori erano in casa, la corrente era andata via, mia madre era seduta su una sedia mentre mio padre stava accendendo il camino, almeno il fuoco dava colore a tutto quel buio.
I tuoni rimbombavano con tutta la loro potenza e intanto molti fulmini rigavano il cielo, tagliandolo in più parti, il vento faceva eco in tutta la casa con il suo ululato.
I vetri delle finestre iniziarono ad abbassarsi e ad alzarsi fino a che non furono aperti del tutto: il vento fece strage di ogni cosa, spense il fuoco in un soffio e portò via ogni sorta di oggetti che erano leggeri abbastanza da essere afferrati al suo tocco.
Ad un tratto qualcuno bussò alla porta, anzi stava cercando di sfondare la porta, mia madre e mio padre andarono a controllare e sicuri che si trattasse del vento non sospettavano nient’altro: le cerniere cedettero e la porta si staccò, un ragazzo moro comparve subito dopo, era di altezza media e molto magro, ma il suo volto era inconfondibile: Demetri.
Li guardava con aria divertita e diabolica allo stesso tempo, mia madre si strinse a mio padre e iniziò a gridare sempre più istericamente come posseduta dal demonio, guardava il ragazzo.
Che cos’era stato?
Reggeva dei capelli che a sua volta erano attaccati a una testa, la MIA testa.
Demetri schioccò le dita e come per magia la testa prese fuoco, guardò i miei genitori con fare minaccioso e stavano per prendere fuoco anche loro, quando all’improvviso tutto svanì, apparve un amuleto con una lettera, una ‘’v’’ mi sembrava di vedere, al centro vi era un rubino rosso.
La collana dorata stava diventando sempre più scura, il sangue la stava ricoprendo quasi completamente.

 

 

Mi svegliai di soprassalto, facevo fatica a respirare , il mio cuore batteva a mille e mi alzai subito, andai alla finestra per prendere una boccata d’aria: nevicava, i tetti delle case erano colmi di neve, provai ad aprire la finestra ma dovetti chiuderla subito per non congelarmi, si moriva dal freddo là fuori!.
Ero confusa e spaesata, dopo quel terribile incubo, mi ero totalmente dimenticata che giorno fosse.
Ad un certo punto entrò Demetri, non ebbi nessuna reazione, era stato solo un sogno e non mi faceva per niente paura ‘’Buongiorno’’ gli dissi e lui fece spallucce, poi aggiunsi ‘’Che giorno è oggi?’’, ‘’Il 24 dicembre’’.
Dunque era la vigilia, non c’era modo migliore di svegliarsi il giorno prima di natale!
Riaprì di nuovo il discorso con lui ‘’Che progetti abbiamo per oggi?’’, ‘’perché, cosa vorresti fare?’’ rispose con tono serio ma sotto sotto se la rideva, ‘’Forse chiedo troppo, ma mi piacerebbe uscire a fare una passeggiata, potresti essere generoso… è la vigilia di natale!’’, ‘’Non se ne parla’’ rispose con tono fermo, ma io trovai subito il suo punto debole, ormai avevo capito come funzionava ‘’Aro non aveva detto di trattarmi bene? Devi solo chiedergli il permesso, non è tanto difficile!’’, scocciato battè le mani sui fianchi e uscì dalla stanza.
Ahah! Allora avevo capito come ottenere ciò che volevo!
Qualche minuto dopo lo vidi rientrare nella stanza ma assieme a Felix, erano vestiti diversamente, non indossavano più quei vestiti neri di sempre, ma erano vestiti così male che mi dovetti mettere una mano davanti alla bocca per non scoppiare a ridere: Demetri indossava una camicia a scacchi bianca e blu, dei pantaloni viola circondavano le sue gambe magre e ai piedi portava delle converse verdi.
Felix aveva una maglietta rossa e dei jeans color ruggine, ai piedi portava degli stivali neri molto lunghi.
Sembravano due clown, eppure dovevamo solo fare un giro mica dovevamo andare al circo o ad una sfilata di carnevale!.
Anche i loro occhi erano cambiati: ora erano azzurri.
‘’Ahahahah! Davvero non capisco, dovevamo solo uscire perché mai vi siete conciati così?!’’, ‘’Per ubbidire ai suoi ordini, principessa’’ replicò scocciato Demetri, probabilmente avrebbe gradito un complimento, ma come avrei potuto farglielo vestito in quello stato! Anche se…
 Mi avvicinai a lui ‘’Eppure non stai male con questo colore di occhi!’’ Mi voltai senza fare caso alla sua reazione, e avendomi presa per un braccio andammo al piano sottostante.
In quel momento non avevo occhi per niente e per nessuno, mentre attraversavamo l’enorme sala dove vi erano i troni, tutti ci guardavano uscire ma io ero presa dai miei pensieri, e non feci caso allo sguardo di nessuno.
La porta si richiuse alle nostre spalle, e solo allora potei respirare!
Era tutto innevato, la strada era ricoperta da una leggera patina neve ghiacciata, ci si poteva quasi pattinare, l’acqua della fontana centrale era stata chiusa, ma l’acqua che vi era rimasta all’interno si era tramutata in ghiaccio.
C’erano solo quattro bancarelle, vendevano molte cose colorate e mi attiravano ‘’Vorrei andare a vedere cosa vendono lì’’ Stavo per andarci ma ero ancora sorretta dalle loro forti prese ‘’Potete anche mollarmi un attimo, mica scappo!’’ Ero certa di ricevere un rifiuto, ma non successe, mollarono la presa e corsi felice a vedere le bancarelle.
C’era gente accanto ad ogni singolo banco, molti avevano delle buste in mano di svariati colori, altri no e stavano acquistando cose un po’ da tutte le bancarelle.
Mi avvicinai alla più colorata, il tavolino era decorato con lucine di natale che lampeggiavo: prima rosse, poi verdi e poi bianche.
‘’Salve signorina, le può interessare qualcosa?’’ La proprietaria della bancarella era una donna di mezza età, non riuscivo bene a vedere il volto dato che aveva due enormi occhiali con le lenti scure e decorati con delle lucine attorno che lampeggiavano, anche quelle.
Portava un cappellino da Babbo Natale e due lunghe orecchie da elfo, insomma, si era proprio vestita per l’occasione!
‘’Stavo giusto guardando’’ risposi, mi sorrise e si girò verso altri clienti che l’avevano chiamata.
Sapevo di essere osservata, quei due erano rimasti là dove li avevo lasciati, mi fissavano senza dire parola, con le braccia conserte al petto.
Cercai di non fare caso a loro, osservai ben bene tutti gli oggetti e gioielli che erano esposti, chiaramente non erano veri: c’erano collane, bracciali anelli, e anche bracciali che potevi personalizzarli tu stessa con delle lettere e perline, erano stati proprio quelli a incuriosirmi ‘’Mi scusi, quanto costa uno di questi?’’ La signora si voltò subito e con tono gentile mi rispose ‘’Allora, senza lettere o decorazioni vengono cinquanta centesimi, altrimenti con le decorazioni due euro’’, ‘’Va bene, ne prendo uno!’’ ero sicura ‘’Bene, che decorazioni vuoi che ti metta?’’ disse prendendo una scatola di plastica con lettere e perle di svariati colori ‘’Mi piacerebbe una lettera ‘’s’’ in acciaio al centro e ai lati due perline dorate, grazie’’, ‘’Carina come idea!’’ Completò il lavoro in un baleno e me lo legò al polso.
Mi guardò, stava aspettando il resto ma io mi ero totalmente dimenticata di non aver alcun soldo con me, così pensai in fretta ‘’Mi scusi, purtroppo ora non ho alcun soldo con me, aspetti qui!’’ corsi verso Felix e Demetri ma intanto la donna si era messa a gridare ‘’Dove sta andando?! Al ladro! Al ladro!’’, ‘’Che cosa hai combinato?’’ mi domandò, ‘’Potresti essere così cortese da prestarmi due euro? Ti chiedo scusa ma mi ero scordata di non avere soldi!’’, ‘’Già è troppo che ti abbiamo accompagnato qua fuori’’ rispose Demetri, lanciandomi due euro intere tra le mani ‘’Grazie sei gentilissimo, scusa ancora!’’.
Corsi di nuovo alla bancarella e intanto quella stava ancora urlando come se fosse impazzita, ma quando le mostrai i soldi e si placò ‘’Tenga, le porgo le mie scuse!’’, ‘’Ora vada!’’ Mi rimproverò lei scuotendo la testa.
Naturalmente tutti si erano girati e avevano sentito tutto, che situazione imbarazzante!
Ritornai da loro senza voltarmi, sapevo che molti occhi scrutatori erano puntati su di me, ma li ignorai completamente.
‘’Andiamo’’ disse Felix seriamente, anche se avrei voluto essere andata da qualche altra parte, accettai di rientrare.

Ero nella mia stanza, e osservavo il bracciale quasi rubato, quella lettera era in memoria di Sebastian, e per quelle due perle dorate avevo pensato a due angeli che lo proteggessero lì dove era, il filo del bracciale era rosa carne e si mimetizzava quasi con la mia pelle.
Entrò Demetri, finalmente si era cambiato e al posto dei vestiti assolutamente fuori moda che portava prima, aveva la solita uniforme nera con la quale era mille volte meglio, i suoi occhi erano tornati al colore originale.
‘’Mi dispiace per prima, te lì ridarò’’ , ‘’No non serve’’ Era girato verso la finestra, guardava la neve che lentamente stava cadendo dal cielo, le luci festive che decoravano i balconi delle case vicine coloravano l’ambiente.
Ero sdraiata sul letto ‘’Si può sapere perché ti eri vestito in quel modo? Così sei molto più bello’’ arrossì senza accorgermi, rispose ma senza guardarmi ‘’Quelle lenti azzurre servivano solo per nascondere il colore degli occhi, e quei vestiti per nascondere il corpo’’, ‘’Ancora non riesco a capire perché li abbiate di quel colore, poi quella pelle così pallida, come se non dormiste mai…’’, rimase in silenzio a guardare il cielo, poi mi fece una domanda che mai mi sarei aspettata da lui, non mi sembrava uno tanto curioso ‘’Cosa simboleggia quella ‘’s’’ che hai sul bracciale?’’, ‘’è il nome di mio fratello, Sebastian, mi ha lasciata da più di un anno…’’, al ricordo, mi vennero gli occhi lucidi ‘’è stato per un brutto virus…’’
Ricordavo ancora i suoi occhi, socchiusi proprio prima di finire nell’oltretomba, mia madre mi stringeva la mano, fiotti di lacrime uscirono dai suoi occhi proprio quando il dottore parlò ‘’Purtroppo lui non ce la farà’’.
Il silenzio assoluto regnava, Demetri aveva lo sguardo fisso alla finestra ed io avevo iniziato a piangere.

 

 

 

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Capitolo 6
*** Confessioni ***


~~Mi ero addormentata, la mia testa era posata sul cuscino ancora umido delle mie lacrime, immagini di angeli e i volti dei miei genitori avevano invaso le mie brevi ore di riposo, per fortuna non feci alcun incubo.
Aprì li occhi, vidi una sagoma davanti a me, pensai subito che si fosse trattato di Demetri dal momento che era quasi sempre nella mia stanza a fare la guardia, ma stavolta non era lui, e nemmeno l’altro suo compagno Felix, tirai un urlo non appena mi accorsi della presenza di Aro.
Mi allontanai dalla parte opposta del letto quando lui rise di gusto ‘’Ti ho spaventata?’’ Non lo sopportavo quando faceva quel genere di domande troppo ovvie!
Ancora con il sorriso sulle labbra mi afferrò una mano, ‘’Ch-che cosa significa?’’ la voce mi tremava, ero impaurita ‘’Lasciami vedere le tue paure’’.
Cosa aveva detto? Vedere?
Non ne potevo più, pretendevo delle spiegazioni, ma come per magia rispose esattamente al mio dubbio ‘’Io posso vedere ogni singolo pensiero, solo toccandoti’’.
Rimasi basita, non mi mossi per i brevi attimi che seguirono, mi guardò con un filo di disappunto negli occhi poi lasciò la presa e uscì dalla stanza, al suo posto entrò Demetri.
‘’Che cosa ti ha domandato?’’ mi disse non appena mi vide ‘’N-nulla…’’
Si avvicinò ‘’Sembri sconvolta, che cosa è successo?’’ all’apparenza sembrava preoccupato, ultimamente era molto cambiato ‘’Come riesce a vedere i pensieri degli altri? È surreale’’, ‘’Ah, l’hai saputo…’’, si voltò verso la finestra: la sera stava calando lentamente.
‘’Tutti noi siamo speciali’’ Fece un respiro profondo, poi cambiò improvvisamente argomento ‘’Ti va di fare una passeggiata?’’, io acconsentì senza pensarci, qualcosa ma non so cosa mi diceva di andare con lui, una vocina mi parlava, lui era l’unica persona di cui mi potevo fidare.
Non mi teneva per il braccio come faceva sempre, eravamo l’uno affianco all’altro, vicini ma senza alcun contatto.
Durante il nostro tragitto incontrammo Jane ‘’Jane, potresti riferire ad Aro che facciamo un giro qui in torno?’’ la ragazza dai capelli biondi annuì e si perse nell’oscurità del corridoio, ma non attendemmo il suo ritorno così Demetri mi portò direttamente fuori dal palazzo.
‘’Dove siamo diretti?’’ gli domandai, dal momento che stavamo camminando già da un po’ e si stava facendo sempre più buio ‘’Siamo quasi arrivati’’.
La città era silenziosa, mille luci di finestre illuminate coloravano la notte, e non c’era nessuno per strada…
Ci fermammo in un parco, e mi fece accomodare su una panchina ‘’Ti ho portata qui per parlarti, Sophia’’.
Era la prima volta che mi chiamava con il mio vero nome, la sua pronuncia chiara e soave mi fece battere più veloce il cuore ‘’Tu sei rimasta all’oscuro di tutto…’’ Smise di guardarmi e alzò gli occhi al cielo: c’erano migliaia di stelle e nessuna nuvola, era una notte da sogno ‘’Più si andrà avanti e peggio sarà per te, è il momento che tu sappia tutta la verità’’ Parlava così lentamente da tenerti sulle spine per tutto il tempo, non staccò lo sguardo dal cielo stellato ‘’Sulla nostra stirpe, sulle nostra intenzioni, su quello che Aro ha deciso per te…’’, non gli staccavo gli occhi di dosso ‘’Noi siamo vampiri, gli esseri più potenti sulla terra, il nostro cibo è il sangue umano, la nostra immortalità ci ha donato delle varie capacità, una l’hai già scoperta tu stessa…’’.
Mille immagini tornarono nella mia testa, quei visi pallidi, tutti quegli sguardi assassini e quei poveri esseri umani squarciati ovunque, il sangue che usciva a fiotti, quelle tre donne che lo bevevano…
Finalmente si voltò per guardarmi, i suoi occhi color cremisi brillavano al buio, ecco spiegato quel colore, rosso così come di quel che si nutrivano.
‘’Anche tu hai un potere, non è vero?’’ Gli domandai serenamente, ‘’Sono in grado di localizzare qualsiasi essere a lunga distanza e seguirne le tracce fino a scovarlo’’ Era un po’ perplesso, dall’aria quasi delusa, forse era sicuro di avermi spaventata con quel discorso ‘’sei incredibile’’ Nessuna reazione, mi guardava e basta, continuò a parlare ‘’Sei stata fortunata, molto fortunata perché Aro ti abbia accettata a palazzo, c’è qualcosa in te, qualcosa che lo ha convinto a farti rimanere.
Lui è convinto che tu acquisendo l’immortalità essa ti doni qualche potere raro e inestimabile, ma se non sarà così…dovrai morire’’ Fece una pausa e si girò dal lato apposto al mio.
‘’E che genere di potere potrei acquisire? È una follia!’’ Alzai il tono di voce ‘’Mi è stato riferito, crede che tu possa essere in grado di resuscitare i morti, non può fare a meno di te se sarà così’’.
Che cosa! Resuscitare i morti?? Proprio come Alex il protagonista del mio libro!
Quel vampiro era un pazzo, uccidere un essere innocente solo perché non riesce a soddisfare le sue aspettative, che cosa crudele!
‘’Ognuno di noi è stato selezionato per adempire al suo volere’’, stavo per prendere parola quando mi interruppe dicendo ‘’Eppure io non ci riesco, non riesco a vederti così così impaurita e disorientata, ho preferito dirti tutto prima che lo scoprissi da sola, l’ho fatto per il tuo bene, per farti rendere conto a cosa andrai incontro’’ I nostri sguardi si incrociarono ‘’ è da quando sono qui che mi sento al sicuro con te, non ho mai avuto paura di te, con te mi sento bene, Demetri…’’, ‘’Sappi che non sono mai stato meglio, la tua sincerità, il tuo modo di essere, tu mi hai reso un vampiro diverso, Sophia…’’ Mise un braccio attorno al mio corpo e io gli carezzai una guancia, aveva un bellissimo viso, mi avvicinai ancora di più a lui fino a che le nostre labbra si toccarono, la morbidezza delle sue addolciva le mie, le guance che andavano a fuoco e il mio cuore che le alimentava, per la prima volta sentì il calore dell’amore.


Ero nella mia stanza, mezzanotte era passata da un bel pezzo, quella sera non l’avrei scordata tanto facilmente, ‘’Buonanotte’’ disse lui dolcemente baciandomi la fronte e ridandomi la carezza sulla guancia che avevo dato a lui ‘’Anche a te’’ rise e commentò ‘’I vampiri non dormono’’ sorrisi anche io, poi mi misi sotto le coperte e cercai di prendere sonno ma sapendo che era veramente impossibile: tutto quel discorso sui vampiri, sull’immortalità, sull’eredità di quei doni… Mi  tormentavano, me ne stavo lì nel letto sdraiata su un fianco con gli occhi spalancati a rimuginare, era tutto troppo complesso e decisi senza pensarci, tirai le tende, lo guardai negli occhi ‘’Rendimi immortale’’.

Avevo deciso, e qualunque sarebbero state le conseguenze io non mi sarei tirata indietro, non mi importava nulla del potere che avrei potuto ereditare ne di una mia possibile morte, a quel punto avrei preferito morire io piuttosto che ubbidire al volere di Aro.
 

- E adesso? Che cosa succederà?
Vedrete nel prossimo capitolo!

 

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Capitolo 7
*** Il momento della verità ***


~~Forse anche i muri erano stanchi delle mie urla, così come lo ero io, Demetri non aveva esitato a trasformarmi, mi aveva morso tre giorni fa e da allora non provavo altro che dolore.
Quando finalmente il via vai di calore nel mio corpo cessò, quando il fiume di lava che scorreva nelle mie vene venne spento, riuscì ad aprire gli occhi: mi pareva di scorgere mille facce davanti a me, mille occhi rossi che indagavano, ma quando l’immagine divenne più nitida, riconobbi tutti i miei sette osservatori.
Aro sorrise e mi porse la mano, mi ero appena svegliata da un lungo sonno e già pretendeva che mi alzassi, ma dovevo, mentre mi aiutava ad alzare spostai lo sguardo su Demetri, era accanto a Felix e mi guardava sorridendo a labbra socchiuse, ma non feci in tempo a ricambiare perché una mano fredda carezzò il mio mento ‘’Ben svegliata’’ Il suo volto era vicinissimo al mio, mi ritrassi immediatamente e all’improvviso avvertì un dolore lancinante alla gola, non riuscivo nemmeno a parlare correttamente ‘’Che cos’è questo bruciore…?’’ Misi una mano sul collo cercando di alleviare il dolore, ma si rivelò inutile, osservai la pelle della mia mano: era bianca cadaverica, come loro.
‘’Marcus’’ Aro schioccò le dita e il vampiro bruno sparì dietro la porta della stanza, poi rientrò subito portando un cadavere in catene dietro di se,  reagì d'impulso, ancora prima che potesse portarlo davanti a me, mi lanciai su quell’uomo morto e iniziai a bere tutto quel liquido rosso che usciva a fiotti dalla sua gola.
‘’Basta così’’ Ordinò il vampiro battendo le mani, mi voltai verso di lui con la bocca sporca di sangue, mi aveva fatto sempre disgusto nella mia vita, e ora miracolosamente lo adoravo.
‘’Non era ancora giunta la tua ora di trasformazione, ma il mio Demetri ha accelerato i tempi, questa cosa potrebbe anche andarmi bene ma…’’ Interruppi la sua voce suadente ‘’In verità sono stata io a chiederglielo’’ Diede una rapida occhiata a entrambi e poi tornò da me ‘’Vediamo se tutto ciò in cui ho sperato ha dato i suoi frutti: riportalo in vita.’’.
Risposi con tono secco, non mi importavano le conseguenze e di sicuro non avrei mai ubbidito ai suoi ordini… ‘’No’’ La mia voce rimbombò nella stanza, lo sguardo di Aro divenne di ghiaccio, con una mossa veloce afferrò Demetri e strinse una mano attorno al suo collo, Felix si girò immediatamente verso di loro e strinse i pugni, guardava con occhi sgranati la scena che si stava compiendo in quel momento, anche gli altri erano rimasti scoccati e fissavano Aro.
Nella mia mente affiorarono centinaia di immagini, teste staccate, grida e sangue che scorreva…
Aveva toccato il mio punto debole e ora era sul punto di distruggerlo.
‘’Farò qualsiasi cosa tu mi chiederai’’ Era un pianto disperato a coprire la mia voce isterica, odio e rabbia mi stavano sconvolgendo.
Aro era sul punto di ucciderlo, le mie parole non avevano fatto effetto così mi precipitai sul cadavere e mi concentrai il più possibile.
Tutti gli sguardi erano puntati su di me, in quel momento mi sentì come su un palco, migliaia di spettatori che attendevano l’inizio dello spettacolo, in attesa che il tendone si aprisse, ma lì era diverso, il tendone non esisteva, proprio in quel preciso istante le ultime righe del libro mi sussurrarono la chiave che avrebbe aperto la porta della mia salvezza: mi inginocchiai di fronte a lui, presi il suo viso tra le mani, era irriconoscibile con quel sangue grumito che gli si era accumulato in volto, avvicinai le mie labbra sulla sua fronte e la baciai così come aveva fatto Alex, nella speranza che si avverasse davvero.
Poco dopo una luce scaturì dall’impronta del mio bacio, stava diventando sempre più forte, il corpo si sollevò da terra mentre tutt’intorno prese a fluttuare, libri, candele, iniziarono a circondare quel corpo coperto da un’aura di luce, i miei occhi guardavano la scena increduli, anche gli altri avevano la mia stessa reazione, Aro, con ancora il suo collo tra le mani non staccava lo sguardo da quel morto che stava resuscitando.
Quella luce accecante colpì anche me, aveva una tale brutalità che gemetti dal dolore, la luce attorno all’uomo si stava facendo sempre più accecante, il suo corpo si riposò a terra: era vivo.
Demetri era salvo.
Tutto tornò al proprio posto, il turbinio di luce era scomparso, e persi i sensi subito dopo aver visto quel miracolo, e felice di aver salvato forse, il mio unico e vero amore.

Era una tale coincidenza, che iniziai a non crederci, avevo ereditato il potere di quell’angelo, e non avrei potuto mai immaginare che fosse stato potente al punto tale di mettermi fuori combattimento, la dote che avevo ricevuto era davvero pericolosa.

(Sala dei troni)

‘’Era proprio colei che cercavo, sapevo che una ragazza con tale fantasia avrebbe riservato qualcosa di prezioso…’’ Annunciò orgoglioso Aro, ‘’Anche se, fratello, la potenza delle sue capacità potrebbe anche esserle fatale…’’, ‘’ Intanto pensa alla sua utilità, voglio che duri il più a lungo possibile, se non fosse stato per quel maledetto difetto delle sue capacità, sarebbe stata perfetta!’’ Sospirò, poi parlò Marcus girandosi verso di entrambi ‘’Ho notato il suo legame con Demetri, è molto forte e lui ricambia pienamente…’’, ‘’Ottimo! Una buona ragione per rimanere qui alla mia portata, tutto sta andando per il meglio!’’ Il leader dei Volturi si alzò dallo scranno e percorse in lungo e in largo la stanza, soffermandosi a vedere le statue in marmo raffiguranti gli dei greci, il sorriso sulle sue labbra pareva non scomparire mai.

La luce dorata del primo pomeriggio usciva dalla finestra della mia camera illuminando il mio corpo sdraiato sul letto ancora privo di conoscenza.
La mia pelle iniziò a brillare la dove veniva illuminata dal sole, anche quella di Demetri, era accanto a me seduto sul letto a carezzarmi dolcemente la guancia, da quando ero svenuta, lui era stato sempre accanto a me.
Aprì gli occhi e vidi il suo volto luccicare come un diamante e illuminarsi con un dolce sorriso ‘’Come stai?’’ Anche io sorridevo e avevo le lacrime agli occhi ‘’Credo di essermi ripresa, è stato fantastico’’, si sdraiò e prese a guardarmi ‘’Non avevo mai visto una tale reazione da parte di Aro, è la prima volta che tenta di uccidere una delle sue guardie principali, se non fosse stato per te…’’ Mi misi sopra di lui e lo abbracciai, ‘’Il tuo potere è molte pericoloso per te, la prossima volta potresti anche non essere così fortunata’’, ‘’Cercherò di stare attenta’’ Lo rassicurai, baciai quelle labbra carnose e morbide nel mentre continuavamo a fissarci negli occhi.
Scostai un ciuffo ribelle dal suo volto, gli carezzai la fronte e mi baciò, le sue mani scorrevano su tutto il mio corpo e io ricambiai, ci baciavamo sempre più intensamente ‘’Sei bellissimo’’ Sussurrai al suo orecchio, lui rise e mi baciò l’incavo della spalla, sbottonai i primi bottoni della sua camicia aderente per scoprire il torace muscoloso ‘’Non importa quanti anni possa avere, io voglio te e solo te’’, Guardò i miei occhi color cremisi ‘’D’ora in poi avrai tredici anni per sempre, non invecchierai più’’, Mi sentì molto piccola in quel momento‘’In effetti era meglio se avessi avuto qualche anno in più, ma tu, quanti anni hai?’’, ‘’Ho ventitrè anni, potrai anche averne dieci in meno di me ma ne dimostri molti di più fidati…’’, Lo rimproverai scherzosamente ‘’Stai per caso insinuando che i miei lineamenti non siano così giovani?’’ Toccai il suo petto per sentire la durezza dei suoi muscoli, ‘’No, intendevo dire che sei una ragazza piuttosto sveglia’’, ‘’Ah, ecco…’’ Presi il volto tra le mie mani e lo baciai, ricambiò, poi sorridendo maliziosamente mi disse ‘’Bambina mia!’’.
Non ero arrabbiata e risi di gusto, anche lui scoppiò a ridere e continuammo a baciarci.

Eravamo stati ora e ore a coccolarci a lume di candela nella stanza ormai nostra, era notte fonda e guardavo la neve che cadeva fuori dalla finestra, Demetri era dovuto uscire a caccia promettendomi di portare qualcosa anche a me.
Rimuginavo e rimuginavo, le immagini dei miei genitori e di mio fratello si accalcavano nella mia mente, era da un po’ che ero intenzionata a farlo, e ora sarebbe stata una buona occasione per riabbracciare il mio fratellino.
Quella notte era stata memorabile, e forse sarebbe stata anche l’ultima assieme a lui, forse non l’avrei più rivisto poiché avevo preso una decisione: sarei fuggita, e dovevo approfittare proprio di quel momento, Jane, Alec, Felix assieme a Demetri erano fuori ed era via libera.
Dovevo solo raggiungere il cimitero il più veloce possibile ed era fatta, lì riposava Sebastian.

 

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Capitolo 8
*** All'ultimo sangue ***


~~La finestra si ruppe e provocò un gran fracasso, frammenti di vetro che si disperdevano nell’aria notturna, il mio corpo che attraversava la vetrata della stanza senza procurarsi un taglio, come un uccello che vola via dalla sua gabbia, verso la libertà.
Atterai su due piedi sulla strada asfaltata del paese che ora era color pece e iniziai a correre, la luna si nascondeva tra cumuli di nuvole, spariva e riappariva illuminando di tanto in tanto la città.
I lampioni posizionati ai lati della strada erano quasi tutti fulminati, io riuscivo a vedere benissimo anche senza luce, ma l’ambiente tetro e oscuro non mi era mai piaciuto fino infondo.
Feci il giro completo del palazzo più velocemente che potetti e mi ritrovai di nuovo nella piazza da dove ero entrata giorni prima, guardai l’orologio dai numeri romani posizionato sulla torre: segnava le 04:00.
Non c’era tempo da perdere, forse qualcuno si era già accorto della mia fuga e non avrebbe perso tempo pur di rintracciarmi, fortunatamente Demetri non c’era quindi avrebbero fatto più fatica a seguire le mie tracce, avrei dovuto dirgli addio, ma se l’avessi fatto, Aro sarebbe venuto a sapere comunque.
Nonostante la mia fuga, ero pur consapevole che i Volturi mi avrebbero sempre e comunque dato la caccia, il leader era così determinato a volermi che non aveva esitato ad usare Demetri contro di me, ma per il momento resuscitare mio fratello era l’unica cosa che mi importava davvero, per il resto sarà il distino che deciderà…
Il cimitero era appena fuori città in una radura di un piccolo bosco, raggiungerlo sarebbe stato abbastanza facile, dovevo solo agire in fretta.
Sperai con tutta me stessa di non incrociare la guardia, a quel punto la mia corsa sarebbe finita lì.

(La guardia)

‘’Ancora uno e poi possiamo ritirarci’’ Annunciò felice la vampira accompagnatrice, affiancata da Demetri, Felix, Jane e Alec ‘’Molto bene Heidi, adesso tocca a te’’ Rise Jane con lo sguardo rivolto su un umano da lei appena ucciso con i suoi poteri mortali.
La giovane vampira dalle eleganti vesti lasciò il gruppo, silenziosa come una leonessa calpestava l’erba sotto i piedi e si dirigeva dalla preda, non si udiva alcun rumore che l’ululato del vento freddo d’inverno.
L’uomo di spalle era spacciato ormai, con un salto l’elegante felino lo morse alla gola, cadde a terra, il sangue di lui che scorreva sul suolo, nel suo volto aleggiava un urlo sordo, gli altri della guardia la raggiunsero e qualcuno si unì al banchetto, erano completamente isolati.

Erano arrivati proprio davanti al palazzo quando, quattro sagome attendevano il loro ritorno: c’erano Aro con Renata al suo fianco, Caius e Marcus, tutti coperti con una tunica nera col cappuccio.
Si avvicinarono gli uni agli altri, il leader aveva uno sguardo spento e perfettamente irritato a vedersi ‘’è fuggita’’ ringhiò sotto voce, si avvicinò al segugio ‘’Portaci da lei’’, muto e impassibile, l’innamorato negò la sua richiesta.
Aro prese a sfidarlo con lo sguardo, poi si girò verso di lei e la chiamò ‘’Jane’’.
Urla di dolore si sparsero per l’aria notturna, catene impossibili da rompere anche grazie alla forza vampiresca avvolsero i polsi e le caviglie di Demetri, non appena Felix ebbe finito fece un passo indietro, ma senza staccare gli occhi da lui.
In cuor suo avrebbe voluto aiutarlo, ma nessuno e nemmeno lui ebbe il coraggio di sfidare la vampira più temuta da tutti.
‘’Basta così’’ Ordinò Aro nel vedere le poche forze rimastogli, stavolta parlò Caius ‘’Avanti, faccia strada’’ Disse con tono deciso, e a quel punto Demetri non ebbe scelta.
I loro mantelli si mimetizzavano con il buio della notte, e veloci come fulmini, iniziarono l’inseguimento.

Era incredibile quanto veloce stessi correndo senza nemmeno essermi stancata! Era una sensazione davvero meravigliosa, guardai il cielo: si stava schiarendo, era quasi l’alba.
Eccolo, si scorgevano le prime lapidi, ero riuscita ad arrivare alla tanto sperata meta, ma ora dovevo cercare la lapide, e la cosa bella era che mi ricordavo perfettamente dove fosse.
C’era un albero molto più alto degli altri all’interno del cimitero a cielo aperto, e sotto quell’arbusto si trovava il corpo di mio fratello.
Arrivata lì rilessi velocemente l’iscrizione in pietra e ammirai i fiori variopinti che circondavano il terreno appena sopra dove riposava il suo corpo.
Mi misi a scavare più veloce che potetti, quando avvertì in aria un odore familiare che mi fece accelerare di gran lunga: erano loro, mi avevano trovata!.
Pian piano tutto il corpo di Sebastian emerse dal terreno, ormai non aveva quasi più parti del corpo ricoperte dalla carne, posai le labbra sul suo cranio freddo, proprio in quel momento vidi le loro figure apparire pochi metri distanti da me.
Una luce accecante iniziò a brillare sulla sua fronte, il suo corpo era circondato da un’aura luminosa che investì anche me, formando una colonna di luce attorno a entrambi, intanto i vampiri avanzavano minacciosi, a condurli era Aro che tra le sue braccia teneva stretto Demetri, era in catene e non riusciva a muoversi.
Aveva rifiutato la sua richiesta, e aveva sofferto, per me.
Tutti gli sguardi dei vampiri spettatori erano puntati su Sebastian, il corpo di mio fratello ora fluttuava proprio sulle loro teste, volava come un angelo avvolto da quella strana luce dorata, pian piano la carne stava rinascendo sulle sue ossa, ero ammirata e con il cuore colmo di speranza.
All’improvviso sentì un dolore fortissimo al petto, come se una freccia mi avesse colpito proprio lì, caddi a terra urlando, di colpo mi ritornò in mente il rischio che avevo corso la volta scorsa, quel potere poteva anche essere bello, ma molto, molto pericoloso per chi lo esercitava.
Aro era così ammirato dalla scena che non si accorse della sparizione di Demetri, che seppur in catene si fiondò su di me ‘’Sophia, no!’’, non appena sfiorò la colonna di luce che mi circondava, venne spinto indietro con molta violenza e cadde al suolo, lo rincuorai, nonostante i dolori al petto fossero sempre più atroci ‘’Sto bene, sto bene, non preoccuparti, è stato solo un attimo, vedrai che mi riprenderò…’’ Iniziai a singhiozzare, ma non era per il male che stavo provando, guardare il suo viso a pochi metri dal mio, i suoi occhi che luccicavano e che subito dopo si riempivano di sangue, ricordai il nostro primo incontro, le nostre prime discussioni, il nostro primo bacio, il nostro amore che ormai si stava perdendo tra  buio e luce.
Battè i pugni a terra ed esplose in un pianto disperato, nessuno parlò, c’eravamo solo noi, gli altri era come se fossero completamente assenti.
Il corpo terminò il suo volo e, pian piano si andò a riposare sull’erba, era di nuovo lui, e ora di nuovo con la carne attaccata alle ossa era resuscitato, mio fratello, Sebastian.
Giacevo a terra, le forti fitte al petto non mi avevano abbandonato neanche per un secondo, guardai Demetri: aveva la testa poggiata sul terreno, era immobile con il volto sporco di sangue, non voleva guardarmi, aveva sofferto davvero troppo quel giorno.
La luce del giorno illuminò con un raggio il mio corpo e iniziò a brillare, mille diamanti lo ricoprivano, pronunciai il suo nome ad alta voce ‘’Sebastian’’ si girò verso di me concedendomi l’occasione di rivedere il suo volto un’altra volta,  dalle sue labbra si levò un sorriso luminoso, mia aveva riconosciuta.
Non si preoccupò nemmeno dei vampiri appena davanti a lui, venne verso di me e lo avvisai poco prima che potesse toccare la luce protettiva ‘’N-non farlo, ti farai male…’’ balbettavo, ormai non riuscivo nemmeno più a parlare tanto bene ‘’No sorella, la luce respinge solo i cattivi’’ Aveva una voce angelica, i suoi occhi celesti si addolcivano sempre di più man mano che il sorriso si allargava, un braccio attraversò la colonna di luce e prese la mia mano, i nostri occhi non smettevano di fissarsi, gli scese una lacrima sulle guance candide, guardare il suo volto era l’unica cosa che avrei desiderato vedere prima di morire, e stavolta per sempre.

La morte, se era quello il prezzo pur di farlo rivivere, l’avrei fatto.


 

 

 

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