Equivoci e malintesi...

di InoHaruna
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Paolo & Bianca ***
Capitolo 2: *** Julia & Austin ***
Capitolo 3: *** Mark & Esther ***



Capitolo 1
*** Paolo & Bianca ***


Equivoci e Malintesi

Paolo & Bianca
 
 


 
 
Il sole stava tramontando, colorando il cielo di un dolce arancione. Era venerdi, e di solito il venerdi i ragazzi della Orpheo finivano gli allenamenti prima, tranne per qualcuno, che quasi sempre si tratteneva di piu`.
- Capitano, e ora di andare. -. Marco, lavato e vestito, aspettava sul bordo del campo Paolo che stava ancora palleggiando. – Si, ehm tra poco arrivo. -. disse distrattamente il ragazzo, concentrato a far manterene in equilibrio il pallone sul piede. – Paolo muoviti che tutti gli altri se ne sono andati! -. grido` stizzito Gianluca lanciandogli un pallone, che Paolo schivo` facilmente. – Non potete andarvene senza di me? -. chiese il capitano, - Non vogliamo lasciarti da solo, gli altri se ne sono andati ormai. -. rispose paziente Marco dando una gomitata a Gianluca che stava bestemmiando.  – Okey, fine allenamenti. -. sospiro` Paolo mollando il pallone e prendendo il suo borsone a bordo campo. – E finalmente, il principe si fa sempre desiderare. -. lo prese in giro Gianluca spazientito. – Noi ti aspettiamo qui. – disse Marco sedendosi sulla panchina mentre Gianluca sbuffava calpestando l’erba. Odiava aspettare troppo a lungo, e quel tipo si faceva attendere decisamente troppo.
Paolo entro` nel corridoio, con i capelli bagnati, il sudore che gli colava dal collo alla schiena e la pelle appiccicaticcia, aveva assolutamente bisogno di una bella doccia. Camminando piano, afferro` la maniglia della prima porta che vide, (sicuro che si trattasse dello spogliatoio) e vi entro` dentro.
C’era qualcuno che stava facendo la doccia, ma non ci fece caso e inizio` a spogliarsi; si tolse la maglietta tutta bagnata buttandola a terra, le scarpe e i pantaloncini. Stava per togliersi i boxer, ma proprio in quel momento la tendina della doccia occupata si apri` e usci` una ragazza tutta bagnata, con i capelli biondi attaccati sulle spalle, mezza coperta da un piccolo asciugamano bianco. Lui vide lei, lei vide lui...
 
Bianca grido` a squarciagola, manco fosse una scimmia urlatrice a detta di Paolo, inizio` a lanciargli oggetti, e una spazzola gli colpi` il fondoschiena. Con il viso a fuoco la biondina si copri` con la tendina della doccia fino al naso. Per un paio di secondi Paolo rimase in silenzio, spiazzato, non sapendo cosa dire, e soprattutto non sapendo dove guardare. I suoi occhi si muovevano da soli, soffermandosi in punti i cui non si dovevano soffermare. – Oh... Ehm, scusami ho sbagliato spogliatoio! -. Imbarazzato, prese velocemente la sua roba e usci` velocemente dalla stanza, scusandosi piu` volte, cercando di placare l’ira della sua compagna di squadra che gli lanciava ciabatte e lo ricopriva di insulti.
Chiudendosi la porta alle spalle con all’interno la scimmia urlatrice, si ritrovo` di fronte Marco e Gianluca sorpresi, che lo osservavano increduli.
Con le guance a fuoco, velocemente indosso` i pantaloncini sibilando arrabbiato: - Che avete da guardare? -. Marco si stava trattenendo dal non scoppiare a ridere in faccia al suo capitano, ma era estremamente difficile, Gianluca invece si fece avanti e disse: - Pero` se entro io negli spogliatoi femminili sono un pervertito. -.Allora Marco scoppio` a ridere, mantenendosi a Gianluca per non cadere. – Mi sa che non ti e` andata bene!! -. Paolo, rosso come un peperone e sempre piu` arrabbiato disse: - Sono entrato qui per sbaglio! -. Gianluca gli diede una pacca sulla spalla e gli disse: - Se volevi vedere una donna nuda, bastava che vienivi da me, amico. -. Paolo lo ignoro` ed entro` nello spogliatoio, quello giusto stavolta. Non sarebbe piu` riuscito a guardare Bianca negli occhi per un po`...
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 Angolo di InoHaruna

Buonsalve a tutti!
Allora, che ne dite di questo primo capitolo?
Tutto het e nient’altro che het.
Haha, non so perche` rido (?)
Non so che dire, se non al prossimo capitolo.
Peace and love,
Ino-chan.
 
 
 
 
 ps. mi scuso per l'uso di questo segno (`), al posto delle lettere accentate. Putroppo dal mio pc non le ho e quindi mi devo arrangiare con quello. 


 

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Capitolo 2
*** Julia & Austin ***


Equivoci e malintesi
 
Julia & Austin
 

 
 
Erano le dieci di sera quando Axel parcheggio` la sua Mercedes nera nel garage ed entro` in casa. Aveva finito il lavoro un po` prima quel giorno, ma era comunque sfinito. Poggio` le chiavi nel piatto di porcellana sul comodino vicino all’entrata, si tolse la giacca, si sfilo` la cravatta e si diresse in cucina sicuro di trovare Julia intenta a preparare la cena. Non c’era nessuno, la cucina era vuota e le luci erano spente. Era un po` strano, dato che ogni volta che tornava dal lavoro sua sorella si faceva sempre trovare in cucina ad apparecchiare, forse aveva mangiato fuori con le amiche o forse semplicemente non aveva voglia di cucinare quella sera, cosi sarebbe toccato a lui preparare da mangiare.
Un po` deluso, si diresse in camera della sorella per controllare dove fosse, ma proprio un attimo prima di afferrare la maniglia della porta, senti` qualcosa che lo blocco`.
Gemiti, strani gemiti che provenivano dalla stanza di Julia.
Gli si gelo` il sangue. Che stava facendo la sua sorellina?
Poi ad un tratto senti chiaramente la voce di Julia che diceva: - Magnifico... sei bravissimo... -.
Per un attimo vide tutto nero e temette che sarebbe caduto a terra come un salame.
Julia non era sola, era con qualcuno.
Chi diavolo poteva essere? Che cosa stavano facendo?
Una marea di domande presero a martellargli nel cervello a ritmo del battito cardiaco.  Si dovette appoggiare al muro quando senti di nuovo quegli strani versi: - Aaah... -.
La sua piccola Julia, la tenera ed innocente Julia stava facendo qualcosa che non doveva assolutamente fare. A fatica, si stacco` dal muro e ando` in cucina, dove prese dal cassetto degli arnesi da cucina, un mattarello.
Lo avrebbe spaccato in testa a qualcuno, oh si, l’avrebbe fatto! E avrebbe messo in castigo Julia a vita, e gli avrebbe sequestrato il cellulare, e l’avrebbe chiusa in casa. Proprio come raperonzolo, si. Avrebbe fatto un casino.
Impugnando per bene l’arnese di legno (cosa difficile dato che gli tremavano le mani), si diresse di nuovo in camera di Julia, afferro` piano la maniglia, ma prima di girarla e spalancarla scatenando l’inferno, senti` di nuovo la voce di Julia.
- Austin... Sei meraviglioso! -.
Austin? Austin Hobbes... il suo segretario?! Julia era con Austin?!?!
Non ci vide piu` e spalanco` la porta con un calcio da bravo bomber di fuoco (lasciando un bel buco), ma la scena che si trovo` davanti, era inaspettata...
Julia stesa sul letto, con le gambe sulle ginocchia di Austin che le faceva un massaggio... ai piedi.
- CHE... state facendo? -. Si trattenne dal non gridare, mantenendo il matterello a mezz’aria a poca distanza dalla testa di Austin.
Julia fissava il fratello con occhi sgranati, non sapendo cosa dire. Austin invece, era terrorizzato. Erano rare le volte in cui Axel si arrabbiava, ma quando lo faceva, era peggio di un toro spagnolo.
- Che. State. Facendo. -. Sibilo` a denti stretti il biondino, ma un po` sollevato per non averli sorpresi in tutt’altra posizione. Ma rimaneva la questione che quello che doveva essere il suo segretario e suo amico, si trovava in camera di sua sorella a sua insaputa. Di notte.
- Vuoi posare quel mattarello, o vuoi fare una torta? -. Cerco` di alleggerire la situazione Julia. – Zitta. -. le rivolse un’occhiataccia il fratello maggiore, offendendola, poi la rivolse la stessa occhiataccia al suo segretario che stava incominciando a sudare freddo.
- I-io posso spiegare! Le facevano m-male i piedi a causa delle scarpe nuove, e cosi le ho fatto un massaggio! -. Il povero Austin tremava cercando di spiegare la situazione. Cosa difficile, dato che di fronte a lui, Axel lo fissava come un nazista fissava un ebreo.
- Come sei venuto qui? -. Chiese freddamente il padrone di casa, rigirandosi tra le mani il matterello.
- L’ho vista per strada c-che zoppicava, e le ho dato un passaggio, lei mi ha fatto entrare a bere un the, e dato che n-non riusciva quasi a camminare, mi sono offerto a farle un massaggio... -. spiego` il moretto con la gola secca. – E io ho accettato! Problemi? Io di certo non entro in camera tua con un mattarello in mano quando porti a casa le tue signorine... -. esclamo` irritata Julia alzandosi in piedi e piantandosi di fronte al fratello in fare di sfida. Il biondo ebbe di nuovo un mini-infarto. Sua sorella sapeva cose che non doveva sapere.
- Questi muri... -. disse Julia dando dei colpetti al muro della sua stanza, - sono sottili. Io sento tutto!! -.
Austin soffoco` una risatina, Axel ando` a fuoco per la vergogna.
Alla fine il padrone di casa usci` (sconfitto) dalla stanza della sorella e spari` nel buio corridoio.
Bella botta per l’orgoglio del bomber di fuoco.
Axel ando` in cucina e inizio` a preparare la cena. Pollo al curry, uno dei pochi piatti che sapeva cucinare.
Julia e Austin fecero capolino dal corridoio, il moro si mise la giacca e fece per andarsene.
- Ehm, allora io vado, ci vediamo domani capo. -. disse Austin guardando Axel, che stava pasticciando qualcosa con il pollo, con un broncio in faccia simile a quello di un bambino arrabbiato.
- Se vuoi puoi rimanere a cenare qui. -. disse il biondo con voce ferma, tenendo lo sguardo basso. Doveva pur rimediare in qualche modo.
Austin guardo` incerto Julia, che gli sorrise rassicurante e lo aiuto` a togliersi la giacca.
Cenarono tutti e tre insieme, come se non fosse successo niente, come se Axel non avesse quasi spaccato in testa ad Austin un mattarello e Julia non lo avesse rimproverato delle sue scappatelle notturne.
 
 



















Yeeeeh!
Ho aggiornato, che felicita`! 
Spero che vi piaccia questo capitolo, e` uno dei miei preferiti!
Scusate ogni minimo errore, non imparero` mai!
Un saluto a tutti e un grazie sincero a chi recensira`!
InoHaruna

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Capitolo 3
*** Mark & Esther ***


 
Equivoci e malintesi
Mark & Esther    
 


 
 
Ormai era sceso il crepuscolo nei cieli di New York, e le prime luci artificiali iniziarono ad accendersi, illuminando la citta` piu` di quanto fosse illuminata di giorno dal sole.
Mark percorreva a passo svelto i marciapiei stracolmi di gente, zigzando nel traffico fermo, sorpassando vecchi e bambini, ansioso di raggiungere la sua meta. Casa Keith.
Era successo qualcosa a Dylan, qualcosa di grave. Dieci minuti prima della sua corsa a piedi in strada, mentre sorseggiava un caffe` bollente in un bar newyorkese, ricevette una chiamata di Dylan...
 
- Ciao Dylan. -.
- ... Mark, devi aiutarmi... -.
- Che succede? -.
- Mhm... mi sta facendo male... -.
- Chi ti sta facendo male? -.
- Oh... Aiutami ti prego. -.
- Dylan? Dylan?! Che succede?! -.
Bip bip
 
Aveva staccato. La sua voce era strana, stanca, impastata. Mark lo richiamo` iniziando a preoccuparsi e dopo alcuni squilli qualcuno rispose.
 
- Chi e`? -.
 
Non era la voce di Dylan, era una voce femminile, arrabbiata, e che lui conosceva bene...
 
- Prontooo?! -.
 
Mark non fiato`, troppo sorpreso e stordito. Stacco` la chiamata, pago` il caffe` e usci` dal bar iniziando a correre verso la casa del suo amico.
 
Ormai era quasi arrivato, gia` vedeva la casa del suo amico, circondata da un giardinetto non curato. Rallento` il passo per riprendere fiato, e proprio in quel momento, la porta di casa Keith si apri` e usci` una ragazza dai boccolo mori, girata di spalle, che stava trascinando per le gambe fino al marciapiede (dove cera la sua auto con il cofano aperto), il corpo inerme di Dylan...
Mark per poco non inciampo` nei suoi stessi piedi, si dovette aggrappare ad un cassonetto per restare in equilibrio.
Un liquido denso e scuro colava dalla bocca del suo amico, gli occhi chiusi, la pelle pallida, i capelli disordinati, mezzo svestito.
Esther stava cercando di metterlo nel cofano dell’auto, faticosamente, ma ci stava riuscendo. Allora Mark inizio` a correre a piu` non posso, con il cuore a mille, e la testa piena di pensieri. Uno di questi e che doveva iniziare a organizzare un funerale.
Cogliendo la ragazza di sopresa, l’afferro` per le spalle e la butto` all’indietro nel cofano, chiudendo la portiera, subito raccolse il corpo di Dylan dalla strada e lo porto` sul marciapiede dove lo scosse con tutte le sue forze, chiamandolo ripetutamente.
- Dylan!! Dylan avanti, non morire, Dylan svegliati!!! -. Con sua enorme sorpresa, il biondino tra le sue braccia emise un gemito strozzato. Inizio` a tossire, sporcando le maniche e i pantaloni di Mark di sangue, cercando di parlare, ma Mark non riusciva a capire niente di quel che diceva.
Esther sfondo` con un calcio il cofano dell’auto, e balzo` fuori come una leonessa, arrabbiata, furiosa, e ancora in ginocchio lancio` un’occhiata a Mark che diceva: Ora ammazzo anche te.
Il ragazzo si alzo`, e le lancio` la stessa occhiataccia.
- Che cosa gli hai fatto? -. Esther sgrano` gli occhi, incredula e sorpresa. – Che cosa gli ho fatto IO?! Che cosa TU hai fatto a ME!! Ti sembra questo il modo di trattare una donna?!?! -. In un attimo, scatto` in avanti e mollo` un bel calcio nel basso ventre di Kruger, che cadde in ginocchio tenendosi la parte lesa con entrambe le braccia. Dietro di lui, Dylan blaterava qualcosa, cercando di rialzarsi ma cadendo miserabilmente come un pollo.
Che bella figura, due uomini sportivi, forti e grossi messi K.O da una donna. In mezzo alla strada, dove tutti potevano vederli.
- Mi sembra il minimo, per chi ha quasi ucciso il mio amico! -. disse dolorante Kruger, alzando il capo e lanciando uno sguardo di sfida a colei che una volta considerava piu` di un’amica... – Che cosa?! -. grido` Esther incredula, - Tu credi che IO abbia tentato di uccidere Dylan?! Ma sei fuori?!? -. Mark, si alzo` a fatica e si avvicino` ad Esther, guardandola negli occhi. – Allora cosa gli e` successo, perche` volevi sbarazzarti del suo corpo? Eh?!? -. quasi le grido` in faccia, il suo viso a pochi centimetri dal suo, fiato contro fiato, occhi negli occhi.
Esther scuote` il capo, delusa che Mark potesse pensare questo di lei.
- Il tuo amico e` talmente ubriaco, da non riuscire a stare in piedi. Non lo stavo per buttare in qualche terreno abbandonato, no. Lo stavo portando all’ospedale, emerito coglione. -. sputo` acida.
Mark era senza parole, con gli occhi fuori dalle orbite. Possibile che abbia frainteso tutto?
- Cos’e` quel sangue che gli esce dalla bocca? -. ringhio`, rosso in viso. – Nient’altro che Ketchup, stronzo. Il tuo amico oltre alla birra e al vino si e` anche ingozzato di ketchup e patatine. -. Il ragazzo incredulo si giro` a guardare il suo amico ancora a terra, che si muoveva come un cane bendato senza zampe. – Che ci facevi a casa sua? – le chiese Mark, stavolta con piu` dolcezza. – Mi ha chiamato per sbaglio... In realta` voleva chiamare te. – gli rispose la ragazza abbassando i toni. Con un enorme sollievo, ma anche imbarazzo, Mark dovette ammettere che il suo amico non stava morendo (a meno che non era in overdose di ketchup), ma era semplicemente ubriaco fradicio. E che Esther aveva ragione. La guardo` in viso dispiaciuto, conscio di aver quasi rovinato un’amicizia, o meglio, quella specie di relazione che avevano. Lei lo guardava disgustata, arrabbiata e delusa. E lui non pote` che darle ragione. In quel momento si accorse che i sedili posteriori dell’auto di Esther erano abbassati e coperti da un lenzuolo e c’era anche un cuscino, in modo che Dylan potesse stare steso nell’auto, dato che non era in condizioni di stare tenere la spina dorsale dritta da solo.
Si diede dello stupido mentalmente, e aiuto` Esther a caricare quel ubriacone del suo amico dietro, e in silenzio lo portarono in ospedale per verificare se Dylan non stesse andando in overdose.
Piu` tardi, aspettando fuori – Mi dispiace averti considerata male... Scusami Esther. -. disse sinceramente dispiaciuto il biondino.
- Vabbe`, avrei fatto la stessa cosa. Non fa niente dai. – disse la ragazza con meta` viso nascosto dai boccoli.
Stettero in silenzio per un po`, seduti sul muretto della strada aspettando che quel idiota del loro amico uscisse sano e salvo da quel ospedale gremito di gente che stava male che incuteva una certa inquietudine.
Dopo svarianti minuti, Mark noto` un fiore viola selvatico in un cespuglio dietro di lui, subito lo raccolse e, un po` timidamente lo porse ad Esther, che lo ringrazio` con un dolce sorriso, seguito da un bacio.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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Ed ecco che aggiorno anche questa fic!
Wuao, un record InoHaruna!
Allora, che ve ne pare? Io trovo questa coppia molto tenera nonostante i caratteri opposti,
infondo gli opposti si attraggono, no?
E dell’equivoco che ne pensate? Hahaha, pensate che una volta a me e` successa la stessa identica cosa...
Good, sono sempre ben volute recensioni, e ringrazio molto le mie recensitrici!
 
Shine2002  ~  Lila May Daerys the Drow
 
Thanks!
InoHaruna
 
 
 
 
 

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