Osaka in nero

di Invent
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La telefonata di Heiji ***
Capitolo 2: *** La vigilia della partenza ***
Capitolo 3: *** L'arrivo a Osaka ***
Capitolo 4: *** La morte di Gin ***
Capitolo 5: *** L'uomo misterioso ***
Capitolo 6: *** La richiesta di Vermouth ***
Capitolo 7: *** Conan esce di scena ***
Capitolo 8: *** Una pista poco convincente ***



Capitolo 1
*** La telefonata di Heiji ***


La scuola era appena finita e ci sarebbe stata una settimana di vacanza. Così la squadra dei giovani detective pianificò di andare al parco per passare il pomeriggio insieme. Ai, come sempre molto seccata da questi incontri con i bambini, rifiutò e si inventò una scusa. Conan, molto più paziente, accettò e si stava già preparando all'idea di passare una giornata monotona con giochi infantili, le stesse che ha trascorso per tutto il tempo in cui rimase intrappolato nel corpo di un bambino. Uscì di casa verso le tre e mezza e si diresse al parco, dove dovette aspettare per cinque minuti l'arrivo dei suoi tre amichetti, Ayumi, Genta e Mitsuhiko. Durante il loro "divertente" gioco arrivò una telefonata sul cellulare di Conan. Una voce che ben conosceva parlò attraverso il dispositivo: << Ciao Shinichi, come va la vita? >>. Era proprio Heiji Hattori, il detective dell'ovest, suo amico, uno dei pochi a sapere la sua vera identità . Un ragazzo sveglio che è molto simile a Conan dai punti di vista investigativo e deduttivo. Il bambino rispose anche un po' seccato: << Ehi, che vuoi? >>. Il ragazzo esordì: << Qui a Osaka c'è un caso molto particolare. La morte di quattro uomini, nessuna donna, in diversi punti della città che non hanno a che vedere l'uno con l'altro. Questo è un caso molto complicato anche perchè- Heiji ha esitato un attimo- vicino a tutti i corpi è stato trovato- il ragazzo si fermò per qualche secondo, mentre Conan era molto impaziente di sapere cosa fosse l'oggetto in questione- un cartoncino nero con scritto in bianco nomi di liquori! >>. Conan rimase scioccato e chiese quali fossero i nomi, anche lo temeva di saperlo già. Hattori rispose: << In ordine Korn, Chianti, Vodka, Vermouth, quindi manca...>>. Conan lo interruppe dicendo con una voce piena di rabbia ed inquietudine la parola Gin. Perciò doveva esserci un altro omicidio, il più grosso perchè avrebbe dovuto riportare il nome di un grande personaggio dell'organizzazione. Non c'era altro tempo da perdere così Conan si diresse verso casa il più in fretta possibile. Era una giornata serena e l'atmosfera era così tranquilla, bambini che giocavano allegramente e donne che facevano shopping spensieratamente. Però per Shinichi era tutto diverso: se davvero i cartoncini indicano i nomi dei membri dell'organizzazione, l'hanno fatto sicuramente per attirare qualcuno. La preda poteva essere lui, ma anche Ai. Gli stava scoppiando la testa con tutti quei pensieri. Così nell'ultima parte del tragitto verso casa pensò alla sua dolce Ran. Si immaginava i suoi occhi che lo fissavano mentre andava via dal Tropical Land quel giorno quando tornò bambino. Lui non può dirle nulla solo per proteggerla e lei soffre a causa sua perchè crede che sia lontano. Invece era più vicino di quanto pensasse. Dopo tutti questi ragionamenti arrivò a destinazione: l'agenzia investigativa.

Goro, il famoso detective privato divenuto celebre solo grazie al piccolo Conan che risolve i casi al suo posto, aveva appena terminato con un cliente e si era messo sul divano a guardare la televisione quando il bambino entrò. Ran, ragazza molto gentile e carina, innamorata di Shinichi e unica figlia del detective, stava facendo le pulizie dell'ufficio. Il nostro piccolo protagonista appena mise piede nella stanza annunciò ai due di dover andare ad Osaka per un caso molto importante di cui era stato informarmato da Heiji. Goro si fece dire da Conan tutto ciò che gli era stato riferito da Hattori. L'investigatore riflettè per forse trenta o quaranta secondi prima di prendere una decisione.

Quale sarà la scelta di Goro? Scopritelo nel prossimo capitolo! Spero che questo vi sia piaciuto e non dimenticatevi di seguire la storia e recensire. A presto!

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Capitolo 2
*** La vigilia della partenza ***


A casa del professor Agasa, un simpatico scienziato vicino di casa di Shinichi, Ai stava seduta sulla sedia ed eseguiva dei complicati calcoli dati da un programma sul computer. Stava conducendo studi sull' APTX 4869 di nascosto. Voleva trovare finalmente un antidoto definitivo, non per se stessa, ma per Conan. Ai è stata sempre attratta dal quel piccolo stravagante detective. Però lui pensava solo a Ran e considerava la scienziata solo una sua amica intima. Mentre lavorara, alcune lacrime le rigarono il volto. Il suo amore per Shinichi era molto forte, ma purtroppo non era ricambiato. Gli esperimenti che conduceva sul veleno che li aveva fatti ritornare bambini erano un segno di affetto nei confronti del detective dell'Est. Ai allontanò quei tristi pensieri e tornò al suo arduo lavoro.

Goro non sapeva se accettare o meno la proposta di andare ad Osaka. Certo il caso era molto intrigante e gli avrebbe dato ulteriore celebrità, ma non era sicuro. Alla fine dopo circa quaranta secondi il detective disse: << Ok andiamo. Credo che abbiano bisogno di me! >>. " Bisogno di me semmai" pensò Conan e gli scappò anche un sorrisetto. La partenza era prevista per la mattina seguente, quindi Conan aveva tutto il tempo per salutare i suoi amici. Dopo aver già fatto visita a Genta e Mitshiko; si congedò anche da Ayumi e si diresse verso casa del dottore. Rivide casa sua, l'abitazione dove risiedeva quando la sua vita era normale. Ricordò i piacevoli momenti passati con Ran da piccoli. Lui la difendeva sempre, anche di fronte a ragazzi più grandi. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per lei, la amava troppo. Non sopportava vederla soffrire, ma su quello non poteva fare granchè vista la situazione. 

Conan suonò al campanello del dottor Agasa che venì subito ad aprire la porta. Conan chiese dove fosse Ai e seppe che in quel momento era nel laboratorio. Haibara sentite le voci salvò tutto sulla memoria e spense momentaneamente il computer per dirigersi al salone. Arrivata lì saluto Shinichi e si accorse che il suo cuore batteva forte. Conan gli riferì tutto del caso di Heiji, anche i particolari. La scienziata era molto contraria all'idea che il piccolo investigatore seguisse una pista che molto probabilmente l'avrebbe portato vicino all'organizzazione, ma non potè ugualmente fermarlo. Lo avvertì come sempre di essere prudente e di non fare mosse avventate se si dovesse trovare faccia a faccia con i criminali. Shinichi la rassicurò e se ne andò salutando i due. In realtà il fatto che preoccupava di più Ai era di non poter riuscire a finire l'antidoto prima che Conan partisse. Poteva anche essere pronto in due settimane, ma adesso doveva velocizzare tutto per consegnarglielo prima di un possibile scontro con Gin e gli altri. Appena Kudo andò via, Haibara ritornò nel suo laboratorio, ma molto più preoccupata e allarmata di prima. Inoltre non aveva neanche avuto il coraggio di informarlo che stava lavorando all'antidoto.


Ciao a tutti miei cari lettori. In questo capitolo ho deciso di non proseguire nella storia, ma ho voluto farvi capire i sentimenti di Ai, molto diversi da quelli di Conan. Spero che questa parte vi sia piaciuta e vi invito a recensire così posso sapere che ne pensate del racconto. Ciao e alla prossima!

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Capitolo 3
*** L'arrivo a Osaka ***


Quella mattina Ran si svegliò molto contenta perchè avrebbe rincontrato la sua buona amica Kazuha. Andò in cucina per preparare la colazione e trovò Conan già sveglio. Il piccoletto si era già svegliato da almeno un'ora, quindi verso le sei del mattino, perchè non riusciva a dormire pensando al caso. Poteva esserci la possibilità di incontrare l'organizzazione, ma perchè lasciare proprio i loro nomi in codice vicino ai corpi delle vittime? Era proprio ciò che non quadrava a Kudo, non si spiegava il perchè di questo fatto. Era un'occasione che non si sarebbe lasciato sfuggire. Era convinto di fare bene ed arrivare ad un buon passo nella lotta contro i criminali che lo avevano fatto ritornare bambino. Goro si svegliò, gli era passata la sbornia della sera precedente, l'ennesima passata a bere con gli amici. La partenza era prevista per le nove e alle otto e cinque arrivò una telefonata alla agenzia investigativa.

Ai, disperata per la situazione, raccontò al dottor Agasa dell'antidoto. Il vecchio rimase stupefatto e le chiese come mai non avesse detto nulla. Lei, per nascondere la verità, ovvero l'amore nei confronti di Shinichi, disse che non era necessario che nessuno lo sapesse. Per sua fortuna, il dottor Agasa alle otto del mattino è sempre molto assonnato e distratto e se la cavò così. Dopo tutto questo, Ai disse: << Senta dottore. L'unico modo con il quale io potrei dare l'antidoto a Conan, è quello di andare con loro a Osaka. Ho preparato le valige già stanotte e sono pronta per partire. La prego li chiami e glielo chieda. E' una situazione complicata. Dica loro che ha un importante convegno e ha chiesto a tutti, ma nessuno poteva tenermi >>. Il dottore titubante nella scelta all'inizio, decise poi di provare essendo al corrente dei fatti, così chiamò. 

Ran rispose al telefono: << Pronto?>>. " Ciao Ran sono il professor Agasa. Mi chiedevo se potreste portare con voi anche Ai perchè ho un importante convegno a Kyoto che dura una otto giorni. In questa settimana ho chiesto a tutti di tenermi la bambina, ma nessuno poteva per impegni. Ai tanto ha già la valigia pronta e un po' di vacanza le farebbe bene. Che ne dite?" chiese Agasa in tono supplichevole. Ran disse che lo avrebbe dovuto dire a suo padre ed invitò in professore a rimanere in linea. La ragazza raggiunse Goro, che stava facendo ancora colazione, per spiegarli la situazione. Vicino a loro c'era anche Conan che sapeva benissimo che quella del convegno fosse una bugia, ma se Ai voleva venire, vuol dire che era qualcosa di molto importante. Goro, dopo averci pensato un po' sù accettò, anche se non troppo felice. Ran comunicò la notizia allo scienziato e attaccò la conversazione.

Verso le nove e trenta l'auto a noleggio di Goro  era sull'autostrada. Sarebbe stato un lungo viaggio. Conan e Ai si sedettero dietro e il detective in miniatura iniziò ad indagare sul perchè Haibara avesse così tanto insistito per venire. Dopo circa un'ora di discussione, quando Conan disse: << Tanto lo so che sei venuta perchè non ti fidi e sei preoccupata per me. >>, Ai arrossì e Shinichi lo vide chiaramente. La scienziata, già in imbarazzo, comprese di non aver scelta e decise di confessargli tutto, tranne il suo amore per lui ovviamente. Conan a quelle parole rimase come pietrificato, non sapeva bene cosa dire e optò di chiedere a che punto fossero i lavori. Haibara disse che mancavano due settimane, per fare un prodotto sicuro, però poteva accellerare i tempi, ma aumentare il rischio di pericoli. Conan chiese alla scienziata di fare presto e aggiunse che non gli importava molto degli effetti collaterali. "Come vuoi" pronunciò freddamente Ai.

La pausa in autogrill per pranzare volò via e subito i quattro si rimisero in viaggio. Dopo circa sei ore di viaggio, finalmente arrivarono a destinazione. Appena entrati in città Ran osservò la particolare bellezza di Osaka con molta ammirazione. Conan, seduto dietro osservava il suo volto, era estasiato e stava arrossendo a dismiura fino a quando Ai se ne accorse e lo riportò con i piedi per terra. Arrivarono a casa di Heiji verso le 15:30 stremati dal viaggio. Il padre del ragazzo, Heizo Hattori, capo della prefettura di Osaka, accolse i quattro ospiti e li fece accomodare in salotto. Subito dopo Heiji chiamò Conan e gli chiese: << Cosa ci fa quella ragazzina qui?>>. Proprio quando Shinichi stava per rispondere, arrivò una telefonata a casa Hattori. Heizo rispose e seppe che a Osaka era stato commesso un nuovo omicidio, questa volta sul cartoncino la scritta era...

Ciao a tutti lettori. Ecco qua anche il terzo capitolo è finito. Ho cercato su google e ho visto che la distanza fra Tokyo e Osaka è di circa sei ore, quindi mi sono basato su quello e non vi arrabbiate se ho sbagliato :). Grazie per aver letto questo capitolo e vi prego di recensire così so la vostra opinione. Ciao e al prossimo capitolo.

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Capitolo 4
*** La morte di Gin ***


Appena Heizo disse quelle parole, Conan rimase stupito e perplesso. Ai rimase immobile per qualche secondo non riuscendo bene a capire cosa intendesse dire. La scritta presente sul cartoncino del quinto omicidio si presentava in due parti. In quella superiore era riportato il nome Gin. In quella inferiore compariva una frase inglese ben conosciuta, game over. Ovvero il cartoncino diceva "Gin, game over". Allarmati molto dalla notizia, tutti andarono sul luogo del delitto. La vittima era un uomo abbastanza alto, vestito completamente di nero e con lunghi capelli di un biondo splendente. Era Gin! Conan appena vide il suo più grande nemico, uno dei criminali più pericolosi al mondo, trafitto da un proiettile dritto al cuore, si impaurì e dedusse che allora ci sarebbe dovuta essere un'altra persona di cui il nostro detective ignorava l'esistenza. Un individuo molto più malvagio di Gin. Pensò che i cartoncini fossero solo una trappola ordita dal criminale per attirare gli uomini in nero. Da ciò arrivò alla conclusione che probabilmente i primi quattro omicidi fossero solo un diversivo per attirare le prede e non far capire alle forze dell'ordine il vero bersaglio. Edogawa invece lo sapeva benissimo, ma doveva tornare al più presto Shinichi per raccontare tutto ciò che sapeva. Si diresse subito da Ai, visibilmente sconvolta per l'accaduto e le chiese di terminare l'antidoto il più presto possibile e le illustrò le sue deduzioni. La ragazza rispose in preda al timore: << Farò del mio meglio.>>.

Heiji si avvicinò a Conan ed ebbe la conferma che quell'uomo era Gin. Heizo si rese conto che i due ragazzi più Ai fossero veramente molto turbati e chiese loro se conoscessero la vittima. In quel momento Kudo fu preso alla sprovvista e negò, anche se il signor Hattori non ne rimase troppo convinto. In quella giornata così serena era successa una cosa terribile: la morte di Gin non era un buon segno, ma un terrificante avvertimento di un uomo o di una donna senza scrupoli. 

Verso sera Ai si era chiusa in camera sua per terminare l'antidoto. Ma qualcosa non andava. Non reagiva come avrebbe dovuto. La causa più logica era quella di un errore di calcolo conseguente probabilmente all'ansia e allo stato di paura presente nella scienziata. Il suo amore per Shinichi era quasi svanito in quei momenti. Però appena ripensava a lui, tutto le era improvvisamente più chiaro come se fosse una luce, la luce della speranza in luogo tenebroso. Tuttavia, adesso Haibara avrebbe dovuto ricominciare una parte cruciale dell'antidoto, quella finale. Aveva molto sonno, ma l'idea di dormire non la sfiorava neanche. Era così determinata, ispirata da Kudo. Verso le otto fu chiamata da Ran per la cena, ma disse di non avere fame e continuò il lavoro.

La cena era composta da manicaretti fatti dalla madre di Heiji, davvero squisiti. Mentre mangiava, Conan pensò ad Ai. Non era giusto che neppure mangiasse per lottare contro quei malintensionati. Così, finita la cena, le portò del cibo in camera.

Kudo bussò alla porta e Ai gli aprì con aria indispettita ed insoddisfatta. " Come stai Ai? Ti ho portato la cena!" disse il piccolo con aria premurosa. Shiho arrossì, non si spiegava quel senso di affetto da parte di Shinichi, anche se lei stava facendo tutto ciò per lui, le risultava comunque difficile capire questo comportamento. Informò Conan dello sbaglio commesso e se ne scusò. Poi aggiunse di voler restar sola e allontanò Edogawa. Chiusa la porta, qualche lacrima rigò il viso di Ai. Lei voleva aiutarlo, ma non ci stava riuscendo finora. Vedeva se stessa come un intralcio, come un peso da portare in giro. Scosse la testa e cercò di non pensarci più, ma non ci riuscì. Immaginava Shinichi felice tra le braccia di Ran, la sua gelosia salì alle stelle. "Perchè lei e non io" si domandava Ai. Ma sempre la stessa risposta. Kudo e Mori si conoscevano fin da piccoli e avevano un legame indissolubile. Uno stava bene se vedeva l'altra e viceversa. Ai dopo tutti quei pensieri finì per addormentarsi.


Ciao a tutti. Eccoci con il quarto capitolo. Ve lo aspettavate questo colpo di scena? Fatemelo sapere con le vostre recensioni. Domani partirò per una vacanza di circa dieci giorni e non potrò aggiornare, però appena tornerò pubblicherò un nuovo capitolo. Ciao e alla prossima.                                                                                        

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Capitolo 5
*** L'uomo misterioso ***


Heizo stava meditando sul caso nel suo ufficio. Pensava ai cinque cartoncini, allo strano comportamento dei ragazzi e soprattutto al fatto che non fosse riuscito ad identificare la vittima. Quel misterioso uomo non aveva documenti con se', nessuno sembrava conoscerlo. Davvero non trovava una conclusione logica. Mentre pensava seduto rigidamente sulla sua sedia, bussò alla porta un agente che gli riferì che una persona che conosceva la quinta vittima, ovvero Gin, era venuta alla stazione di polizia. Hattori ordinò immediatamente di farlo entrare. Un signore anziano, a prima vista di settant'anni, quasi completamente calvo con qualche capello grigio ancora sovpravvissuto. La sua voce era roca e la sua corporatura era veramente molto esile. Inoltre portava un bastone per aiutarsi a camminare. Il padre di Heiji lo accolse e lo invitò a sedersi. Appena accomodato, l'uomo rivelò di essere Hitoshi Samakura, un pensionato di settantaquattro anni. Disse di essere molto amico con la vittima dell'ultimo omicidio. Quando il questore gli chiese di pronunciare nome e cognome del defunto, il vecchio rispose:<< Il vero nome è un mistero anche per me, suo forse unico amico. Si faceva chiamare da tutti con un nome in codice: Gin!>>. Nella mente dell'ispettore finalmente il mistero della scritta divenne chiaro, così scontato che anche un bambino di sei anni lo avrebbe capito. Dopo aver rivelato questo dettaglio importantissimo, Hatoshi disse al questore di dover andar via per un impegno che non avrebbe potuto disdire e di non sapere altro al riguardo sul suo misterioso amico. 

Il signor Samakura uscì dalla stazione di polizia e prese una stradina secondaria. Lì era parcheggiata una moto. L'anziano iniziò a ridere e si tolse i vestiti. Al suo posto comparve una donna molto bella, con lunghi capelli biondi. Era prorpio Vermouth! La maga dei travestimenti aveva usato ancora una volta la sua abilità e si era presa gioco del questore della polizia di Osaka. Pronunciò queste parole:<< Bene, gli ho dato delle informazioni, vediamo se quel piccoletto riesce a capire tutto come al solito.>>. A quel punto le scappò un sorrisetto. Dopodichè fece partire la moto e sfrecciò a tutta velocità per le vie di Osaka.

Heizo tornò a casa dove lo aspettavano tutti per sperare di avere ulteriori indizi per risolvere il caso. Il signor Hattori raccontò della persona che aveva interrogato e ciò che gli aveva detto. Conan rimase di stucco. Un amico intimo di Gin, una spia infiltrata nell'organizzazione o proprio il carnefice dell'uomo dai capelli biondi. La figura di Hatoshi Samakura era emblematica. Un vecchietto dall'aria innocente che sa questi particolari su un uomo che è stato un criminale senza scrupoli. Shinichi pensò anche all'ipotesi che l'anziano conoscesse Gin, ma in realtà non sapesse dei suoi sporchi affari. Il detective dell'est avrebbe voluto incontrare fortemente quella persona proprio come quello dell'ovest. Heiji evidentemente stava pensando le stesse cose di Conan ed era arrivato alle stesse conclusioni. Infatti i due si sono intesi con un sguardo e hanno detto voler andare al supermercato per comprare ciò che serviva per la cena e per la colazione successiva. In verità era solo una scusa per stare da soli. Per strada i due esposero le loro deduzioni e si resero conto che erano uguali, come da copione. 

Il supermercato era abbastanza affollato e la gente cercava i prodotti. Tutto normale. Mentre Heiji prendeva due bottiglie di latte, Conan si accorse che un vecchio signore, molto simile alla descrizione offerta da Heizo, li stava osservando. Appena questa misteriosa persona si accorse di essere stata vista, uscì dall'edificio. Kudo raccontò tutto ciò al suo amico e si misero a riflettere. Che rapporto aveva l'uomo con l'organizzazione? Era questo il tassello mancante, quello chiave. Conoscendolo si sarebbero trovati con un buon passo avanti nella risoluzione di questo strano caso.


Ciao a tutti. Mi scuso se non sono riuscito a pubblicare in questi giorni, ma ero in vacanza. Spero comunque che questo quinto capitolo vi sia piaciuto. Ciao e alla prossima.


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Capitolo 6
*** La richiesta di Vermouth ***


Ai lavorava solitaria in camera sua. Non era ancora al corrente del nuovo personaggio comparso in questa storia. Era concentrata solo sul suo antidoto. Questa volta sembrava aver preso la strada giusta. Era ad un passo dalla realizzazione del farmaco. In quelle ore era ancora più spinta a terminare per via dei suoi sentimenti per Conan. Pensava al suo viso quando avrebbe avuto tra le mani il prodotto finito. " I suoi occhi saranno uno spettacolo" pensava la scienziata. Tuttavia, si rendeva anche conto che lui sarebbe tornato da Ran e lei non sarebbe stata considerata, se non come amica. Nonostante ciò, la scienziata era fermamente convinta a portare a termine il suo progetto.

Intanto Ran stava osservando il bel panorama che offre la città di Osaka. Davanti a quella meraviglia, si era persa nei suoi pensieri. Immaginava Shinichi vicino a lei che la abbracciava e tutti e due osservavano il mare da lontano. Ricordava i bei momenti passati insieme al suo "amico d'infanzia". I suoi occhi sognavano, fino a quando notò  Heiji e Conan che stavano passeggiando a qualche centinaio di metri da lei. Li stava per salutare, ma vide un uomo anziano che li stava seguendo. Allarmata, chiamò il piccolo detective. Conan, quando sentì arrivare la chiamata, fece attenzione a non sbagliare con il cellulare di Shinichi e rispose alla sua interlocutrice. La ragazza lo avvertì e i due si voltarono. Non c'erano dubbi: era l'uomo che li stava pedinando al supermercato e probabilmente anche il carnefice dei cinque delitti che avevano come obbiettivo solo una persona, Gin. Il vecchio corse via. Conan invitò il ragazzo di Osaka a raggiungere Ran dato che sembrava molto preoccupata. Hattori protestò appena e per il piccolo non fu difficile convincerlo.

Mentre Heiji raggiungeva Ran, Edogawa si lanciò all'inseguimento con il suo skateboard che aveva portato per ogni evenienza. Con esso fu possibile raggiungere l'uomo in poco tempo. Il vecchio arrivò vicino a una moto posteggiata in un vicoletto dove raramente passavano delle persone e frenò la sua corsa. A quel punto, nella mente di Conan, un tassello importante e misterioso appariva limpido come il cielo sereno. Quel veicolo lo conosceva molto bene: era di Vermouth! A quel punto Shinichi chiese in tono sgarbato:"Cosa vuoi?" " Solo farti una visitina,- esordì scherzosamente la donna- come stai?" "Niente convenevoli Vermouth, vai dritta al punto, perchè volevi parlarmi?". La criminale cambiò radicalmente espressione fino ad assumere un volto serio e cupo. Iniziò:" Vedi... hai visto che Gin è morto?...- non le uscivano le parole di bocca- Bhe... vorrei...- esitò ancora- che... tu...- fece un bel respiro e disse tutto di un fiato- vorrei che mi aiutassi a trovare il colpevole del delitto". Il detective rimase basito da questa richiesta, non se l'aspettava e non sapeva neanche cosa rispondere. Dopo essere stato in silenzio per circa tre minuti, nei quali si è fatto un esame di coscenza, disse a Vermouth:" Ok, ma a una condizione?" " Quale?" " Se io riuscirò a risolvere questo complicato caso... tu dovrai dirmi il nome del vostro capo!". La donna non si stupì più tanto perchè l'aveva prevista una situazione simile ed era consapevole di correre questo rischio, ormai si era esposta. Quindi, dopo neanche averci pensato troppo, accettò e partì con la sua moto salutando il detective. A quel punto Conan aveva uno stimolo in più per risolvere questo caso complesso.

Mentre tornava da Ran e Heiji, sul cellulare di Conan arrivò un messaggio di Ai "Vieni subito a casa, ho una grande notizia". "Che abbia finito l'antidoto?" pensò Conan facendo i salti di gioia. Allora mandò un sms a Hattori per rassicurarlo e informarlo che stava tornando a casa, non spiegandogli del farmaco per paura che Ran leggesse.


Ciao a tutti anche questo sesto capitolo è finito. Spero che vi sia piaciuto e alla prossima. Ciao!



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Capitolo 7
*** Conan esce di scena ***


Shinichi corse subito a casa Hattori. Durante il tragitto, di circa tre chilometri, non faceva che pensare ad altro che alla sua Ran, ma poi gli sorse un dubbio. Come avrebbe fatto con Conan? A circa un chilometro da casa, fermò bruscamente la sua corsa. Questo pensiero era un fulmine a ciel sereno. Non trovava una soluzione o se le trovava, era troppo sgamabile e Ran non ci avrebbe creduto di certo. Era completamente assorto nei suoi pensieri e non si accorse che, proprio dietro a lui, stavano arrivando due persone che conosceva molto bene: Heiji e la sua amata Ran! Già, per un detective del suo calibro doveva essere stato un brutto colpo, non aveva pensato al fatto che, non parlando dell'antidoto nel messaggio, i due sarebbero subito corsi a casa. "Che errore da Goro" pensava Conan tra se'. La ragazza, appena scorse il piccolo, corse verso di lui e lò abbracciò forte. A quel puntò Edogawa arrossì, finchè Heiji chiese che cosa fosse successo. Il piccolo investigatore non sapeva molto bene come si sarebbe dovuto comportare, ma ebbe un colpo di genio. " Ah, prima che mi dimentico Ran, tu non dovevi andare a fare shopping con Kazuha alle sei di questo pomeriggio?". La ragazza sobbalzò e in preda al panico, ringraziò Conan di averle ricordato l'impegno e corse via, visto che mancava circa un quarto d'ora. I due detective si ritrovarono soli e Shinichi raccontò l'accaduto e il fatto dell'antidoto al suo amico. Quando finì, Heiji era da una parte entusiasta, ma dall'altra triste perchè avrebbe voluto partecipare all'azione. Kudo rimase un po' scioccato e divertito da quest'ultima affermazione di Hattori e gli scappò un sorrisetto. Inutile dire che il detective dell'ovest non si fece sfuggire questo gesto e iniziò a urlargli contro, attirando anche l'attenzione di qualche passante.

Quando rientrarono a casa, Conan chiese al suo amico di poter entrare da solo nella camera di Ai. Heiji, anche se leggermente deluso, acconsentì senza fare tante storie. Shinichi bussò alla porta e la scienziata venne subito ad aprirgli. Lei lo guardava con sguardo quasi materno. Infatti Conan le chiese se si stesse sentendo male. Dopo quella domanda, l'atteggiamento e l'espressione di Haibara tornarono improvvisamente quelli di sempre, e rispose stizzita:" Volevo solo essere più carina per questo grande evento.- qui sfoggiò un grande sorriso e continuò con tono orgoglioso- Visto che sono riuscita a terminare l'antidoto.". Conan, impaziente come un bambino dell'età che dimostrava con il suo corpo rimpicciolito, le chiese subito di consegnargli il farmaco. " Mi dispiace deluderti- disse Haibara- ma prima Conan dovrà sparire da questa vita e tornare dai suoi genitori!" "Che cosa intendi dire?" chiese incuriosito Shinichi. La scienziata fece un bel repiro e illustrò il suo piano:" Semplice, per non attirare sospetti dovrai informare gli altri che i tuoi genitori sono tornati in Giappone e che, anche se il professore è ancora al suo "convegno", io posso stare dai tuoi per alcuni giorni. In questo modo potrai prendere l'antidoto a casa tua e tornare qui con le sembianze di Shinichi per risolvere questo mistero dicendo che sei stato informato da Heiji. Naturalmente dovrai domandargli se per lui va bene e se può farti la cortesia di tenerti aggiornato sul caso, ma sono sicura che non avrà nulla in contario." Alla fine delle parole di Ai, Conan mostrò un bellissimo sorriso: era entusiasta. La scienziata aveva trovato un piano molto ingegnoso per tirarlo fuori dai guai e non era costretto a dire la verità a Ran. Certo, quest'ultima parte da un lato gli piaceva, ma dall'altro no perchè mentire non era nel suo genere. Detto questo, Ai cominciò a fare le valigie e Kudo uscì dalla stanza.

In salotto, Heiji guardava la televisione, ma sempre con l'orecchio teso verso la camera della scienziata. Quando Conan uscì, il ragazzo di Osaka balzò in piedi in cerca di buone notizie. Kudo gli raccontò la conversazione che aveva avuto con Ai e Hattori accettò entrambe le sue richieste. Adesso non restava che informare i signori Kudo e il dottor Agasa. Shinichi telefonò ai suoi e si misero d'accordo che alle diciotto del giorno seguente i genitori lo sarebbero passati a prendere. Per la fortuna di Conan, i suoi erano tornati in Giappone per una vacanza estiva a Kyoto e quindi non c'erano problemi per venire a Osaka. Il dottore rimase meravigliato da quello che Conan gli stava raccontando e disse che quando Ai sarebbe ritornata a casa le avrebbe dovuto dire di più. Mentre parlava con Agasa, il piccolo detective sobbalzò e chiuse in fretta la telefonata: doveva informare Ai di Vermouth! Fece uno scatto fino alla stanza di Haibara che aprì la porta con aria sorpresa e curiosa. Edogawa le raccontò del vecchio che poi si rivelò essere Vermouth e del loro patto. Ai, incredula, non sapeva bene cosa dire. Sapeva che si trovavano in un punto importante nella loro lotta e anche se sarebbe molto pericoloso, non aveva senso mollare proprio adesso. Così disse delle parole che stupirono Conan:" Ok, mio detective, ora risolvi il caso!". Detto ciò gli intimò di andarsene, chiuse la porta e tornò alla sua attività precedente. Quelle parole, dette poco prima dalla scienziata, erano un enigma nella testa dell'investigatore in erba. Aveva usato l'aggettivo mio. Perchè? Forse provava qualcosa per lui, ma non aveva il coraggio di confessarglielo? Tuttavia, Shinichi decise di non rifletterci più di tanto adesso, doveva comunque trovare il modo di annunciare la notizia dell'allontanamento del suo piccolo alter-ego.

La cena di quella sera era a base di sushi e tutti lo apprezzarono. La mamma di Heiji ne fu molto contenta e come al solito, ricevette molti complimenti per la sua cucina. Dopo che tutti furono sazi, Conan decise di informare i presenti della sua partenza e di quella di Ai. Esordì:" Vi devo dire una cosa importante.". Calò un gran silenzio e tutti intendevano ascoltare. Edogawa continuò in tono serio e leggermente triste:" Bhè... i miei genitori sono tornati in Giappone e...- esitò cercardo di trovare le parole giuste di fronte a quel momento difficile- hanno detto che devo tornare da loro. Domani verranno a prendermi alle sei del pomeriggio e con me terranno anche Ai per alcuni giorni finchè il dottore torna dal suo convegno.". L'atmosfera da allegra divenne triste. Ran stava per scoppiare in lacrime e Kazuha, seduta vicino a lei, si mise subito a consolarla. La figlia di Goro non credeva alle sue orecchie. Ormai Conan era il suo fratellino e vederlo andare via era così difficile. Ci si era troppo affezionata dopo più di anno. Così disse di dover andare in bagno dopo scoppiò in un pianto disperato. Intanto il famoso investigatore privato, nonostante trattasse sempre male il piccolo durante le indagini, fece fatica a trattenere le lacrime e Shinichi ne fu molto felice. 

Quella notte per il piccolo Edogawa fu insonne. Lo stesso vale per Ran. Il primo per due motivi: la possibile vittoria contro l'organizzazione e ritornare dalla sua "amica d'infanzia" con il suo vero corpo. Invece, la ragazza non riusciva a capacitarsi che il suo "fratellino" si allontanasse da lei.

La mattina seguente Kazuha propose alla sua amica di invitare Conan e stare sola con lui. Ran sorrise alla karateka e propose al piccolo di andare in giro per la città. Prima che Heiji potesse dire che avrebbe dovuto lavorare sul caso, Edogawa accettò. I due visitarono i più importanti luoghi della città e si divertirono molto. Alle cinque, quando si resero conto di dover tornare a casa, dai due volti allegri che avevano, diventarono cupi. Arrivarono a casa Hattori alle cinque e mezza e circa trenta minuti dopo arrivarono i signori Kudo, sempre travestiti per non farsi riconoscere. Prima di partire, Conan fu chimato da Ran che lo strinse a se' dicendogli:" Tu sei un  bambino molto intelligente, non farti mettere i piedi in testa da nessuno. Diventerai qualcuno. Ti verrò a trovare qualche volta. Ciao mio piccolo detective.". Conan, ancor prima di poter arrossire, venne chiamato dai suoi e salì in macchina alla volta dell'autostrada. Adesso il suo unico pensiero era quello di tornare Shinichi e smascherare sia il criminale dietro questo caso, sia l'organizzazione. Però, in fondo al suo cuore, il suo unico motivo di vera gioia per la realizzazione dell'antidoto definitivo era la sua Ran.

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Capitolo 8
*** Una pista poco convincente ***


A metà strada Conan si ricordò di un particolare. Esclamò in preda al panico" Subaru! Abita a casa nostra!". I signori Kudo sembravano non capire, mentre Ai rimproverava se stessa di non averci pensato. I suoi occhi erano sbarrati. Quel tipo già le incuteva terrore, ora che doveva addirittura spiegargli la faccenda, era sul punto di svenire. Yukiko, curiosa, chiese al figlio chi fosse quella persona. Appena Shinichi finì di dirle che lo aveva invitato a stare da lui perchè a casa sua era scoppiato un incendio, la signora si imbestilì e gli urlò contro:" Potevi almeno chiedere il permesso". Conan cercò di contrabbattere:" Ma voi non ci sie...", fu subito zittito dalla madre che, dopo trenta secondi di collera pensò di telefonare al dottor Agasa per trovare una soluzione. Lo scienziato rispose al telefono e diede loro una grande notizia:" Ah già. Dovevo dirvelo quando sareste tornati. Il ragazzo ha trovato un piccolo appartamento in affitto qui in città e si è trasferito il giorno stesso che Conan e Ai sono partiti per Osaka. Mi ha incaricato di riferirvelo al vostro ritorno. Quindi non c'è nessun problema per la casa!" esclamò entusiasta. Detto ciò, la signora Kudo si congedò dalla chiamata e informò i loro compagni. Ai e Yukiko si sentivano da una parte incredule, da un'altra fortunate. Però Conan aveva anche uno strano sospetto dietro alla figura del suo vecchio inquilino. " Se n'è andato proprio il giorno della nostra partenza." pensava il piccolo detective. Dello stesso parere era il padre di Shinichi, Yusako Kudo, noto giallista che in passato aveva aiutato la polizia in qualche complicato caso. Entrambi avevano l'aria molto perplessa, nonostante ciò le altre due non si accorsero di nulla. 

Dopo una bella dormita, Conan era pronto per l'antidoto. Tutto era preparato. I suoi vecchi vestiti erano vicino a lui, pronti per essere di nuovo indossati dopo molto tempo. Dopo una breve, ma sostanziosa colazione, Ai si diresse a casa Kudo e consegnò il farmaco al suo amico. La scienziata quasi arrossì quando il suo "amichetto" la abbracciò in segno di gratitudine nei suoi confronti. Anche se fece di tutto per nascondere questo gesto, Yukiko se ne accorse benissimo, ma fece finta di non aver visto. Era l'ultimo dei problemi di suo figlio e lei doveva starne fuori, almeno per ora. Il piccolo e grazioso bambino Conan Edogawa entrò nel bagno. Quando uscì, si era trasformato in un normale ragazzo liceale di nome Shinichi Kudo. Non aveva più gli occhiali e i suoi vestiti si erano ingranditi. Era ritornato alla normalità. Il ragazzo andò verso Ai e le chiese:" Bene io sono tornato alla mia vecchia vita. Tu cosa farai?" " Bhè... per adesso conservo il farmaco e lo userò al momento opportuno. Devo prima comunicare ai bambini che Conan è tornato dai genitori e va a vivere a Kyoto. No?". Kudo si era completamente dimenticato della squadra dei giovani detective. Adesso voleva salutarli. Ma non poteva farsi vedere. Così escogitò un piano. Con il suo modificatore di voce invitò i tre bambini a casa del dottore e si nascose dietro alla porta del laboratorio. Quando Ayumi, Genta e  Mitsuhiko si misero comodi sul divano, Shinichi-Conan esordì anche con qualche lacrima, non si era mai reso conto di essersi affezionato a loro:" Ragazzi... Riconoscete la mia voce?- i bambini gridarono di si con tutta la forza che avevano in gola-Bhè... io ora ritornerò dai miei e ci trasferiremo a Kyoto. Perciò..." qui non gli uscivano le parole di bocca, non si sarebbe certo aspettato che fosse così difficile. Comunque i ragazzini non lo lasciarono finire perchè gli chiesero subito se avessero potuto vederlo, ma Conan naturalmente disse di no. A quel punto, Ai disse ai tre di andare al parco per distrarsi e così Shinichi potè uscire indisturbato.

Il ragazzo, ancora leggermente intristito, telefonò a Heiji per chiedere se ci fossero novità, ma non ottenne nessuna informazione. Infatti la polizia non aveva piste: il colpevole era riuscito a sfuggire non lasciando nemmeno una prova in tutte e cinque le situazioni. Kudo e Hattori erano a corto di indizi o fonti e non sapevano come muoversi. Non potevano immaginare un criminale così tanto abile da mettere in scena il "delitto perfetto". Kudo informò Heji di avere sospetti nei confronti del misterioso Subaru e Hattori fu d'accordo con lui. Quella loro unica pista, se poteva definirsi tale.  Dopodichè il ragazzo di Tokjo riferì al suo amico e "collega" che sarebbe tornato nel pomeriggio, ma prima di fare qualsiasi altra cosa sarebbe andato da Ran. Dopo il loro incontro a Londra era successo qualcosa, come se la ragazza avesse voluto dirgli una cosa molto importante e Shinichi aveva già intuito di cosa si trattasse. Doveva risolvere il caso a tutti i costi e sconfiggere i criminali per poter rivelare tutta la verità alla sua amata. Comunque non c'era da preoccuparsi perchè lui non è il tipo che si da per vinto tanto facilmente e sa affrontare molte difficoltà con l'animo giusto.

Il viaggio di ritorno a Osaka fu accompagnato da commenti della madre su Ran e della storia del figlio con lei. Ogni volta Shinichi arrossiva, la madre rideva e il padre di tanto in tanto faceva un sorrisetto. Quest'ultimo era tornato in Giappone anche per una vacanza, ma principalmente per studiare la città di Kyoto perchè intendeva ambientare lì il suo prossimo libro giallo intitolato "La furia di Kyoto". L'idea gli era venuta una sera mentre stava per addormentarsi dopo aver scartato almeno venti idee da usare come base per la trama. Erano arrivati a Osaka verso le quattro del pomeriggio e Shinichi andò subito a bussare alla porta. Ran disse a Kazuha:" Vado io non ti preoccupare". La ragazza aprì e rimase di stucco, mentre Shinichi sfoggiava un bellissimo sorriso.

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