Dopo la morte

di LyraB
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Vuoto ***
Capitolo 2: *** Rimorso ***
Capitolo 3: *** Determinazione ***
Capitolo 4: *** insicurezza ***
Capitolo 5: *** dispiacere ***
Capitolo 6: *** soddisfazione ***



Capitolo 1
*** Vuoto ***


Vuoto Vuoto
Vuoto
Lisa Cuddy





La mail appena aperta era ancora sullo schermo del PC, precisa e asettica:
“Polizia di Woods Tavern, New Jersey.
Stanotte alle ore 03:46 è stato rinvenuto il corpo di Gregory House, accanto alla sua moto, in fondo a un fosso accanto alla strada statale 206. Uscendo di strada ha perso la vita battendo la testa sul fondo stradale. La famiglia ha già richiesto il corpo ma ha chiesto di mandare una notifica al suo posto di lavoro.”


Lisa Cuddy aveva la fronte appoggiata al vetro della finestra del suo studio, e non riusciva a pensare.
Vuoto. Era il vuoto, quello che House lasciava dopo la sua morte.
La sua vita di donna in carriera era sempre stata particolarmente vuota, ma House sapeva riempirla.
Aveva odiato House perchè era cinico, era insolente, era irriverente e certe volte del tutto folle. L'aveva odiato perchè era certa che un dottore del genere, per quanto brillante, si potesse solo odiare, per il suo comportamento senza scrupoli. Ma lei aveva amato House.
L'aveva amato perchè era piacevole dover combattere contro di lui.
L'aveva amato perchè lei sapeva che House odiava la gente perchè temeva che la gente avrebbe odiato lui.
Non era il bastardo che pensavano tutti... quando lei aveva realizzato che la sua vita sarebbe stata per sempre vuota, senza un bambino che le potesse sorridere, lui era andato da lei. Si era preoccupato. E forse con quel suo bacio le voleva dire che non sarebbe mai stata davvero sola.
Lisa lasciò che le lacrime le scivolassero tra le ciglia.
Avrebbe tanto voluto dirgli che non lo teneva lì solo perchè era il miglior diagnosta in circolazione e perchè la sua fama aveva reso il suo ospedale uno dei migliori dello stato. Lo teneva lì perchè combattere contro di lui la faceva sentire viva, e perchè sapeva che su di lui poteva sempre contare.
Lei aveva amato House. E chissà, forse anche lui l'aveva amata... ma, comunque, ormai era troppo tardi.


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Capitolo 2
*** Rimorso ***


rimorso
Rimorso
James Wilson




James Wilson non se lo aspettava. Non si aspettava che sarebbe stato così male per un lutto. Dopo la morte di Amber aveva pensato di aver versato tutte le lacrime possibili, invece non era così.  Perché era stato per quasi due ore nell'ufficio della Cuddy, e avevano pianto assieme per l'amico che avevano perso. Che fosse morto un medico, in fondo, non era importante.
Con tutto quello che James aveva passato si era reso conto che House era stato l'unico vero amico che aveva avuto.
Erano stati buoni amici, anche se House se ne era sempre approfittato.

Forse era il suo modo di farlo sentire utile, chissà.
E poi House lo completava: Greg era scontroso, insensibile, a tratti crudele... tutto l'opposto dell'educato, comprensivo, delicato James. House aveva salvato tante persone: tutti i suoi pazienti erano gli ultimi della lista. Aveva salvato Cameron, evitandole le sofferenze di una storia difficile con lui, e Chase, quando era morto suo padre. Aveva salvato Foreman quando l'aveva riaccolto nella sua squadra e gli aveva impedito di farsi il sangue amaro per superarlo, diventando suo rivale.
House aveva anche salvato Lisa, ronzandole attorno per infastidirla e per farla sentire importante.
E infondo aveva salvato anche lui, tutte le volte che era finito nei pasticci tra mogli e fidanzate... e quando aveva perso Amber. House c'era sempre stato, e quando era stato lui ad avere bisogno di qualcuno, James si era tirato indietro.
Dopo la morte, James aveva provato un tale rimorso da temere di impazzire.
Quando aveva chiamato House per dirgli che non sarebbe andato al bowling perché era stanco, non sapeva che lui avrebbe preso la moto si sarebbe avventurato nel temporale fino a Woods Tavern. Continuava a ripetersi che non era colpa sua, che in fondo era stata una sciagura... ma la verità era che il rimorso lo stava devastando.
E non sarebbe stato facile mandarlo via.

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Capitolo 3
*** Determinazione ***


determinazione
Determinazione
Eric Foreman





La Cuddy era stata fin troppo chiara: “House è morto, sei tu il capo adesso”.

Erano state solo poche parole, ma Eric Foreman ne sentiva ancora il suono.
Forse le avrebbe sentite per il resto della sua vita, ogni volta che avrebbe varcato la soglia di quella sala per le diagnosi differenziali.

Era diventato il capo dell'equipe di diagnostica, praticamente il suo sogno da quando era arrivato al PPTH. Certo è che non pensava che sarebbe successo così, e aveva anche sempre pensato che lui non sarebbe stato in grado di risolvere un caso con la freddezza, la velocità e l'intelligenza di House.
Ma dopo la morte del suo capo sentiva dentro di sé crescere la determinazione.
Sarebbe diventato un medico brillante, e tutti avrebbero saputo che lui era così bravo perché aveva imparato dal migliore.
Anzi, sarebbe diventato anche meglio di lui: Foreman il medico aveva imparato da House, Foreman la persona no. Quando si dice “l'allievo che supera il maestro”.
Certo, gli dispiaceva per House.
Ma la cosa più importante che gli aveva insegnato il suo capo... il suo ex capo, a questo punto... era che non bisognava mai farsi sopraffare dalle emozioni.

Eric si alzò dalla sedia e si asciugò gli occhi in fretta. Prese un gran sospiro e aprì la cartella che la Cuddy gli aveva consegnato poco prima.
Sarebbe stato il suo primo caso senza House, e voleva dimostrare al mondo che lui non se ne era andato abbandonando i suoi pazienti.
Aveva lasciato Foreman a fare da suo successore.

E lui gli avrebbe dimostrato che aveva scelto il medico giusto.

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Capitolo 4
*** insicurezza ***


Insicurezza
Allison Cameron




Si sentiva strana, Allison Cameron, mentre tornava al Pronto Soccorso dopo aver parlato con Lisa Cuddy.
All'inizio aveva pensato che fosse uno scherzo, che la stessero mettendo alla prova.
Ma mentre le diceva che House era morto davvero gli occhi della donna erano pieni di lacrime.

House era morto davvero, e lei non sapeva come si sentiva.
Cosa avrebbe dovuto fare? Avrebbe dovuto piangere, gridare, disperarsi come se avesse perduto l'amore della sua vita?
No, ormai aveva capito che non amava House.

Avrebbe forse dovuto tirare avanti come se nulla fosse successo? No, lei ad House voleva troppo bene per fare finta di niente.
La verità era che dopo la morte di House, Allison sentiva crescere l'insicurezza.
Non poteva dare un nome a quello che provava per il suo capo, qualcosa che non era amore né odio, qualcosa che era ammirazione e l'affetto che provi per qualcuno che sa di averne bisogno, ma che non lo ammetterà mai.
Cosa avrebbe dovuto fare?
Forse avrebbe dovuto prendersi qualche giorno, ma era quai sicura che lì avevano bisogno di lei... e poi, perché doveva stare a casa?

House che moriva, lei che non sapeva cosa era giusto fare... lei, che faceva sempre “la cosa giusta”... Non c'erano più certezze in quel momento.
Ma anche in quel momento Allison sapeva di avere una certezza. Un punto fermo, nella sua vita che in quel momento stava traballando.
Fece dietrofront e si avviò verso l'atrio dell'ospedale.

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Capitolo 5
*** dispiacere ***


Dispiacere
Robert Chase




Robert Chase era appena uscito dall'ufficio della Cuddy.
Chase sapeva che c'era qualcosa, dopo la morte. Ma non riusciva a fare a meno di provare dispiacere per House.
In fondo non si meritava di morire così, da solo e al freddo, in un fosso infangato disperso nella campagna.
House era grande, Robert lo sapeva, e meritava una grande morte, una di quelle per cui si finisce sui giornali, una di quelle in cui chiudi gli occhi per l'ultima volta dopo aver viso il volto di persone che ti vogliono bene. Forse House non pensava di lasciare molte persone a piangerlo, ma Robert sapeva che per lo meno una decina di persone avrebbero sentito davvero la sua mancanza, lui per primo.
Se era diventato un bravo medico lo doveva a lui, e se aveva conosciuto Allison lo doveva a lui.
House aveva fatto molto per Robert, anche se forse non se n'era mai accorto.
Robert si rese conto che gli stava venendo da piangere e si ricordò di quando era in seminario.
Gli avevano detto che l'unica cosa che può vincere la morte è l'amore.
E mentre si sentiva pieno di dolore per la morte di House, con gli occhi lucidi, Robert sapeva cosa doveva fare: si avviò verso il Pronto Soccorso.

Aveva fatto solo pochi metri, quando vide Allison andare verso di lui.
Un momento dopo Allison si era gettata tra le sue braccia e aveva nascosto il viso contro il camice di Robert.
Lui la abbracciò stretta, nascondendo il viso tra i capelli biondi della sua ragazza.
Piansero, ma piansero abbracciati. Il dolore e l'insicurezza erano svaniti.
Dopo la morte di House avevano realizzato che quello che li teneva insieme non era semplicemente desiderio.
E se avevano mai avuto qualche dubbio in proposito, era stato dopo la morte di House che erano svaniti del tutto.

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Capitolo 6
*** soddisfazione ***


soddisfazione
Soddisfazione
Gregory House






House chiuse il fascicolo dell'investigatore privato con una smorfia.
Era stata una gran pensata, quella di fingersi morto per vedere la reazione degli altri.

E l'investigatore aveva fatto un ottimo lavoro, nel descrivere la determinazione di Foreman nel leggere il suo “primo caso da capo”, il dolore della Cuddy che non faceva altro che piangere, il rimorso di Wilson che non riusciva a lavorare, e la sofferenza di quei due patetici fidanzatini che cercavano sollievo nell'abbracciarsi nell'atrio.
Dopo la sua morte, non poteva fare a meno di provare una grande soddisfazione.
Aveva previsto ogni reazione, e nessuno aveva deluso le sue aspettative.
Era piacevole sapere di conoscere così bene i suoi colleghi, sapere di averli in pugno, di avere quell'ascendente su di loro.

Si alzò e si avviò zoppicando verso il letto.
Il giorno dopo sarebbe tornato all'ospedale e avrebbe fatto un sacco di scalpore.
Lui, Gregory House, era morto e resuscitato.
All'inizio si sarebbero arrabbiati con lui, e questo lo divertiva... poi l'avrebbero perdonato, spinti dal sollievo per averlo di nuovo lì.

Ma non riusciva a negare a sé stesso che in fondo gli faceva piacere sapere che c'era qualcuno che, se lui fosse morto, avrebbe pianto per lui.














Ok, perdonatemi le note, ma sono necessarie.
Ho cercato di calarmi nei personaggi, ma è dannatamente difficile.
Mi piacerebbe sapere se sono rimasta nel personaggio o sono andata totalmente fuori
e anche quale, secondo voi che leggete, è il pezzo migliore.
Grazie per avere letto fino a qui! (:

Flora

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