Sentirsi Malata

di AshiAndSamy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Aiuto ***
Capitolo 2: *** Pensare ***
Capitolo 3: *** Male ***
Capitolo 4: *** Rivelazione ***
Capitolo 5: *** Baci Rubati ***
Capitolo 6: *** Tutto di fretta ***



Capitolo 1
*** Aiuto ***



La gente purtroppo non capisce cosa significa vivere pesando sugli altri.
Io lo so bene, con la malattia muscolare che ho, non posso fare tutto da sola, devo sempre essere con qualcuno, stare attenta a come mi muovo e cercare di non sforzarmi.
Perché la vita mi odia così tanto ?
Ero felice prima che il mio problema saltasse fuori.
Praticavo ginnastica artistica e tutti i miei amici mi volevano bene, ma sento che qualcosa è cambiato in me e in loro.
Dalla parte mia perché mi sono chiusa non riesco più a esternare le mie ragioni o i mie pensieri o quello che stavo passando, non volevo che qualcuno mi stesse vicino per compassione ma semplicemente doveva volermi bene mettendo da parte questa mia parte 'speciale'.

. "Niv vieni alla lavagna"- mi richiamò il professore dalla cattedra.
Con calma mi alzia dalla sedia, stando ben attenta a quello che facevo.
Quando arrivai alla lavagna l'insegnante mi fece fare qualche equazione ma non avevo proprio la testa per pensare a quello che stavo facendo, quelle lettere, quei numeri, proprio non riuscivo a collegare.
"Mi scusi prof. ma non sono preparata"- posai il gesso sulla tavoletta e tornai al mio posto sotto lo sguardo di tutti i miei compagni.
Qualcuno ridacchiava qualcuno non era interessato ma fatto sta che mi sentii stupida.
L'ora proseguì lentamente, non feci che pensare a me, alla mia salute, mi sentivo rinchiusa in una bolla di sapone, fino a poco tempo fa, la mia vita era priva di stress e tristezza mentre adesso mi sentivo una bomba carica di energia negativa.
Quando suonò la campanella, sistemai i miei quaderni dentro lo zaino a rotelle, lo afferrai per il manico e lo trascinai fino in corridoio dove sicuramente tutti mi guardavano.
Puntualmente, i presenti, guardarono me e poi il mio modernissimo zaino con una smorfia di disapprovazione.
Me ne vergognavo molto per questo, ormai non ero più alle medie quindi portare il trolley era al quanto imbarazzante e da bambine.
"Torniamo alle elementari?"- tirò un calcio al mio zaino il ragazzo dai capelli mori.
"Senti non oggi Brian"- cercai di divincolarmi.
"Cosa c'è? Vai dalla mammina adesso ?"- mi sbatté leggermente al muro.
Cominciai a piangere, questa scena ormai si ripeteva ogni giorno ed ero stufa, mi offendeva e nemmeno mi conosceva, faceva di me una nullità.
Brian era il classico ragazzo ribelle che picchiava e minacciava tutti, non guardava in faccia nessuno, se la prendeva anche con i bambini o ragazzi più piccoli di lui, si sentiva un vero Boss.
"Sei inutile"- fece cascare i libri che tenevo fra le mani.
Istintivamente chiusi gli occhi e pregai affinché la smettesse di fare tutto ciò, di non farmi più sentire in quel modo.
Ogni giorni, mi svegliavo e pensavo che sarei stata meglio, sia fisicamente e psicologicamente, ma purtroppo questo non si è riscontrato nella verità.
Facevo a botte con il mio corpo e la mia mente perché la mia testa sognava di tornare a poter fare tantissime cose ma il mio corpo no, mi si ritorceva contro ogni volta.
"Adesso basta stai esagerando, gira i tacchi e vattene"- sentii una voce bassa e roca a me sconosciuta.
"Chi saresti tu?"- gli domandò Brian avvicinandosi al suo viso.
"Non mi conosci, ma vedi di non toccarla"- li ringhiò.
Mi sentivo male, le gambe tremavano e non facevo che tenere gli occhi chiusi, speravo che tutto questo finisse in fretta o che magari, fosse semplicemente un incubo.
"Va bene piccolo eroe, io me ne vado ma non finisce qua"- puntualizzò il moro.
Quando sentii i suoi passi pesanti allontanarsi da me, aprii gli occhi per sbrigarmi a sistemare e andarmene a casa ma davanti al viso mi ritrovai  degli occhi color ghiaccio che mi bloccarono.
Rimasi in silenzio a fissarlo, il mio stomacò brontolò e il respirò si bloccò alla vista di quel bellissimo ragazzo.
Un sorriso perfetto e i capelli biondastri e per la precisione tinti.
"Ciao"- mi sorrise.
Lo squadrai e in modo maleducato gli tolsi i miei libri dalle mani.
"Grazie"- cominciai a camminare.
"Mi tratti in questo modo dopo che ti ho aiutata?"- mi fermò afferrandomi per la spalla.
"Senti nessuno ti ha chiesto di farlo, adesso devo andare ciao"- mi girai e corsi fuori da scuola.
Mi comportavo in questo modo con quasi tutti anche se non mi facevano niente, mi sentivo incompresa, mi sentivo male dentro.
Sentivo le lacrime scorrere lungo il viso e gli occhi cominciare a bruciare.
Dovevo smetterla di fare la bambina, ho 18 anni non posso permettermi di continuare a fare quello che stavo facendo, dovevo crescere, mettere da parte la mia sofferenza e pensare che tutto andrà bene.
Mi diressi verso il bar di mia madre, dove ogni giorno andavo a mangiare per pranzo.
Il tragitto fu lungo, e cominciai a non sentire più le gambe, tanti pensieri ancora per la testa ma soprattutto tanta paura.
Quando arrivai davanti all'edificio mi asciugai le guance, non volevo che mia madre mi vedesse in quel modo, era una forza, dopo tutto quello che ho dovuto passare e che sto passando in questo periodo, lei è lì sorridente con tutti e prende di petto qualsiasi situazione ; al contrario mio.
Entrai senza pensare molto, continuai a trascinare il mio zaino attirando l'attenzione di molti clienti.
"Mammina"- andai dietro il bancone per darle un bacio.
"Amore di mamma"- mi abbracciò -"Come è andata a scuola?"- mi domandò.
Ci misi un pochino a risponderle, ripensai quando Brian mi ha tirato a terra lo zaino, e quando quel ragazzo mi ha aiutata.
Non so il suo nome, quanti anni ha, so solo che era bellissimo e che mi aveva fatto piacere quel suo gesto, ma non sapevo come reagire, non sapevo come comportarmi.
"Bene mamma"- mentii come facevo ormai da sempre.
"Come ti senti oggi?"- mi domandò capendo a cosa si riferisse.
"Male mamma, non lo accetto, non accetto di sentirmi malata"- mi appoggiai al lavandino.
"Niv guardami"- mi alzò il viso -" Se fai così la malattia non va via, smettila di piangerti addosso, non è colpa tua"- mi accarezzò le guance -"Sei speciale amore"-.
Finii la frase trattenendo le lacrime e sorridendomi.
Poggiai lo zaino su una mensola e mi diressi al mio solito tavolino mentre mia madre tornò al lavoro.
Mi sedetti e appoggiai la fronte alla grande finestra che si affacciava sul giardino dove si trovava la piscina.
Pensai a molte cose fra cui quello che mi diceva di continuo mia madre, che dovevo essere forte e andare avanti,m ma venni distratta da una cresta bionda che si trovava in fondo dalla parte opposta del corridoio in cui mi trovavo io.
Mi vide e mi guardò attentamente ma non riuscii a riconoscerlo o a capire chi fosse.
Ma venni distratta quando si avvicinò a me Josh il cameriere 
"Bimba mia"- sorrise.
"Ciao Josh come stai ?"- gli sorrisi.
Era un ragazzo magnifico, mi riempiva sempre di attenzioni e mi voleva bene per come ero.
"Sto bene grazie e tu? "- sorrise.
"Potrei stare meglio "- abbassai lo sguardo sul piatto vuoto, imbarazzata.
"Adesso vado o tua madre mi uccide "- rise.
Lo guardai e lui appoggiò le sue labbra all'angolo della mia bocca, rimasi interdetta, mi sorrise e senza darmi il tempo mi accarezzò la guancia dandomi un dolce bacio a stampo.
In silenzio si allontanò da me, ci fu un attimo di perplessità per quel gesto inaspettato.
Non volevo che Josh pensasse di avere qualche possibilità con me, non volevo nessuno, preferivo stare da sola rimanere nella mia sofferenza da sola.
Sentii qualcosa nello stomaco ma cercai di non pensarci e di mangiare.
Sentii degli schiamazzi e risate fortissime provenire dal tavolo del biondo e incuriosita alzai lo sguardo ritrovandomi cinque ragazzi davanti.
Tutti quanti bellissimi che mi guardavano.
Si aspettavano che li avrei offerto di sedersi ?
"si?"- domandai guardando il biondo.
"Vorremmo parlarti"- cominciò il ragazzo sedendosi vicino a me, gli altri fecero lo stesso.
"Al momento sono impegnata"- risposi cercando di non arrossire.
Mi stava veramente cercando ? 
  "Da quanto tempo ti tratta in quel modo?"- mi domandò un ragazzo con un pochino di barba e i capelli marroni.
"Aspetta Liam presentiamoci"- lo fermò un ragazzo dagli occhi azzurri -"Io sono Louis"- mi sorrise.
Si presentarono tutti e anche il ragazzo dagli occhi color ghiaccio, si chiamava Niall ed era veramente bellissimo.
"Ripartiamo, da quanto tempo lo fa?"- mi chiese Liam.
"Qualche mese"- continuai a mangiare
"Perché?"- mi domandò Niall con faccia interrogativa.
Sapevo perché Brian mi trattava in quod modo, mio fratello gli doveva un sacco di soldi e visto che ancora non gli è ritardato indietro nemmeno un bottone, se la sta prendendo con me violando la mia testa e il mio corpo.
Mentii e feci spallucce per far capire a loro che non sapevo minimamente il motivo.
Tornò al tavolo Josh per domandarmi se volessi il dolce, quando si allontanò mi fece l'occhiolino e a essere sincera mi infastidii molto.
"È il tuo fidanzato?"- mi domandò Niall guardandomi.
Negai col capo, dopo di che mi alzai andai a salutare mia madre e tornai a casa.
Non ero maleducata, non ero scortese, anche se lo poteva sembrare , ma non volevo far star male le persone che mi stavano intorno.

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Capitolo 2
*** Pensare ***




Ammetto che è difficile.
Difficile accettare il mio difetto, ma continuare a rimpiangermi addosso aiuterà il mio corpo e soprattutto la mia mente? 
Non riesco proprio a capire perché in mezzo a tutte queste persone doveva toccare a me.
Mi sedetti su una panchina appoggiandoci sopra il mio adorato zaino.
Quanto me ne vergognavo di questo ammasso di rotelle e tessuto!
Cercai di distrarmi di far finta che stavo bene e che non stava succedendo niente, ma è complicato quando i pensieri prendono il potere sul tuo corpo.
Chiusi gli occhi per qualche secondo, l'aria fresca scompigliava i miei capelli e rinfrescava un po' la mia mente contorta e stanca allo stesso tempo.
Quando li riaprii fissai un bellissimo cagnolino che vagava per il giardino scodinzolando la coda a destra e sinistra.
Mi immaginai per un secondo come fosse vivere da cane, sempre adorabile e coccolato mentre invece, vivere nel corpo di un essere umano era quasi impossibile : sempre con la paura di essere giudicati o presi in giro, sempre con la paura di sentirsi incompresi in questo mondo sbagliato.
Per qualche istante osservai le espressioni dei passanti e mi sembrarono felici e allegre, mentre invece io a 18 anni sembravo una depressa la quale non sapeva, cosa fare della propria vita, ma veramente quelle persone stavano in pace con loro stessi ? 
Tutti abbiamo problemi.
Il tempo passò in fretta e il cielo cominciò via via a diventare sempre più buio, mi alzai in piedi, afferrai il mio zaino e lo trascinai fino a casa.
Il rumore delle rotelle mi infastidiva e imbarazzava allo stesso tempo; sembrerà stupido ma mi sentivo tornata alle elementari, la gente mi guardava come se fossi un mostro appena uscito da un film horror, ma ero semplicemente Niv, la ragazza con tanto bisogno di affetto.
Ma perché le persone che mi circondavano non lo capivano ?
Mi ritrovai di fronte al portone di casa mia, bussai e entrai.
Ad accogliermi venne mio fratello uno di quei ragazzi bellissimi, capelli neri e occhi verde smeraldo, alto e muscoloso, molto direi.
"Ciao Niv"- mi salutò semplicemente con la mano.
"Ciao a te Davide"- risposi togliendomi le scarpe e il cappotto.
"Senti non ce la faccio più, devi dare quei soldi o continuerà a infastidirmi"- non pronuncia il suo nome mi faceva venire la pelle d'oca.
"Lo so mi ci vuole ancora tempo"- sbuffò infastidito.
Era sempre la stessa storia, ogni qual volta gli spiegavo di Brian mi rispondeva con tono distaccato e scocciato.
Non pensava minimamente al fatto che soffrivo, stavo soffrendo principalmente per colpa sua.
Ma visto che ho un carattere da buttare dritto nel cestino, senza andargli contro mi distesi sul divano davanti al televisore e cercai di distrarmi guardando un documentario sulla terra.
Come al solito non c'ero, mi sentivo invisibile, osservavo lo schermo davanti a me senza aver nessun tipo di interesse, facevo finta di ascoltare ma ero persa nella mia testa.
"Niv"- mi richiamò mio padre.
"Papà sei tornato"- sorrisi.
"Già da molto, ma ho notato che eri interessata al programma e non ho voluto disturbare"- mi accarezzò il viso.
"Si scusami, non mi sono nemmeno accorta che fossi entrato"- cercai di essere il più credibile possibile.
Mi sorrise e si allontanò verso la cucina, mentre io a passo lento e stanco mi diressi verso la mia camera al piano superiore.
Con moltissima calma arrivai nella mia stanza.
Dentro queste quattro mura mi sentivo al sicuro, nel mio mondo, si trovava il mio adorato letto da una piazza e mezza, così comodo e soffice.
Avevo un alto scaffale dove tenevo tutti i miei libri, amavo leggere perché era un modo per allontanarmi dalla realtà e immedesimarsi nel protagonista che, effettivamente, tutto va abbastanza bene e finisce sempre con 'E vissero felici e contenti'.
Mi avvicinai alla finestra che si affacciava sulla strada, e la aprii.
Vidi passare dei ragazzi che ridevano e scherzavano e per un attimo sognai di essere con loro a divertirmi.
Si sedettero proprio davanti a casa mia a fumarsi una sigaretta, avrei voluto veramente essere lì, sembravano felici e spensierati.
Mi affrettai a scendere le scale.
"Vado a cercare Kevin"- inventai.
Kevin era il mio adorato gattino.
Sbattei la porta di casa diretta da quei ragazzi a chiedere se potevo unirmi a loro.
Cominciai a farmi tanti problemi ma non dovevo!
"Quella ragazza mi incuriosisce"- sentii pronunciare quelle parole da una voce conosciuta.
In quel momento, quando capii chi fossero, avrei desiderato tornare indietro ma ormai ero lì.
"Kevin"- trovai il mio gatto pelosone vicino al cancello.
Attirai decisamente l'attenzione dei ragazzi che si girarono verso di me e mi sorrisero.
"Niv"- si alzò in piedi Niall sorridendo.
Gettò a terra la sigaretta che teneva fra le dita e la schiacciò per spegnerla.
A quell'azione il mio stomaco si strinse facendo un dolore assurdo.
"Ciao a te biondo"- mi imbarazzai abbassando la testa.
"Siediti con noi"- continuò cedendomi il suo posto.
Stava dando il suo posto a me ? 
Nessuno lo aveva mai fatto prima d'ora.
Lo ringraziai sedendomi in mezzo a Louis e Liam.
Continuavo a tenere in braccio il mio gatto che si strusciava sul mio petto.
"Carino come si chiama?"- mi domandò Louis accarezzandolo.
"Kevin"-.
"Bel nome Niv, hai buon gusto"- si complimentò con me Zayn.
Sorrisi e guardai Niall, che sembrava non mi togliesse gli occhi di dosso, mi sentivo piccola piccola.
Nessuno mi guardava come faceva lui, con occhi profondi e indagatori.
"Abiti qua allora ?"- mi domandò Harry.
"Si proprio qua"- mi girai per fissare la mia casa, come in fondo stavano facendo tutti.
"Io abito solo due case più in la della tua, certe volte potresti venirmi a trovare"- si avvicinò il biondo.
Annui guardandolo negli occhi.
"Adesso noi andiamo"- si alzò Zayn.
"Certo"- sorrisi.
"Ci vediamo a scuola domani. Ci contiamo"- si avvicinò Liam per abbracciarmi.
Ricambiai leggermente e mi staccai subito.
Vidi i ragazzi allontanarsi mentre invece, rimasi conNiall, e devo essere sincera quel ragazzo era bellissimo.
"Niv, io ti ho aiutata ma voglio sapere perché Brian ti infastidisce "- si avvicinò a me accarezzandomi la mano.
"Niall niente di importante ti prego, chiudi il discorso"- ritirai la mia mano e tirai leggermente le punte dei miei capelli innervosita.
"Di me puoi fidarti anche se mi conosci da pochissimo tempo"- continuò a insistere.
"Niall ti prego, basta parlarne"- lo guardai negli occhi, fissando i suoi occhi.
Erano così profondi e pieni di dolcezza.
Sentii le farfalle nello stomaco quando portò una sua mano sul mio viso, passò le sue dita sulla mia guancia per poi finire dietro il collo.
Il suo profumo inebriò le mie narici.
"Sai dove puoi trovarmi"- si alzò in piedi -"Adesso voglio vedere che entri in casa, prima che io vada via"- si prese cura di me.
Per la prima volta qualcuno nella sua vita aveva fatto sentire Niv piena, completa.
Mi avvicinai a lui guardandolo.
"Grazie"- .
"Di niente, questo e altro per te"- mi sorrise.
Mi girai e mi diressi verso la mia dimora finalmente sorridendo, avevo decisamente fatto bene a uscire.
Quando aprii la porta mi voltai indietro e lui era ancora lì, fermo immobile aspettando che rientrassi.
Lo salutai con la mano e mi chiusi definitivamente la porta alle spalle, mi appoggiai su di essa sorridendo e pensando che forse, avrei trovato degli amici che mi volessero bene per quello che ero, pro e contro del mio carattere .
"Trovato Kevin?"- mi domandò mio padre con un vassoio di arrosto fra le mani.
"No mi dispiace è scappato"- mi staccai sedendomi sulla poltroncina situata in un angolo del salotto.
"Fra poco viene mamma, mangiamo e andiamo tutti a dormire. Domani è un altro giorno"- terminò la sua solita frase.
Sorrisi al pensiero .
 
                  .       .      .
 
"Tesoro svegliati"- mi svegliò mia madre aprendo la persiana.
Fortunatamente non ero una di quelle ragazze che al mattino era già nervosa.
"Buon giorno mamma"- le sorrisi stiracchiandomi un pochino.
"Ti vedo di buon umore dopo tanto tempo"- uscì dalla stanza ridendo.
Mia madre era un angelo, capiva sempre cosa avevo e come stavo.
Mi alzai veramente felice, ieri sera non ho fatto altro che pensare a Niall, le sue labbra sottili e i suoi occhi color ghiaccio.
Dentro sentivo un mare di nuove emozioni.
Mi preparai in fretta, con dei semplici jeans un maglione e le mie adorate scarpe da tennis, legai i capelli in una ordinata coda di cavallo e preparai lo zaino.
Nella scuola dove andavo, le divise non si portavano, in fondo ognuno doveva vestirsi in modo diverso da tutti per esprimere quello che era.
L'abbigliamento è una proiezione di come ci sentiamo, quando siamo tristi indossiamo colori scuri, ad esempio il nero, mentre quando siamo felici, tendiamo a indossare toni chiari, come il bianco.
Non so ma per me è così, e visto che adesso mi sento veramente felice il mio maglione e bianco latte.
Quando in camera finii di riordinare il mio letto, mi diressi in cucina per sgranocchiare qualcosa e riempire il mio pancino affamato.
"Buon giorno"- salutai papà dandogli un dolce bacio sulla guancia.
Mi salutò con un sorriso.
Mio padre era la persona più dolce del mondo, sempre al mio fianco a sostenere le mie sofferenze e le mie gioie, ad ogni mio sbalzo di umore e della mia malattia.
Devo smetterla di parlarne, o non farò che stancarti.
Mangia una succosissima pera e mi sedetti in salone a osservare la televisione.
"Muore donna di 38 anni uccisa dal marito, causa gelosia.
Si trovava in casa Matilde quando il marito, preso da un'attacco di gelosia la ..."- cambiai canale.
La mattina il telegiornale non era dei miei programmi preferiti e anche se tutti dicono di guardarlo, io non lo faccio.
Perché se tanto di bello non dicono niente ? 
Come per esempio anche solo un bambino che è riuscito a salvare un gattino sull'albero? 
Questo non fa stampa per questo non lo dicono, a parer mio.
Feci Zap per tutti i canali e quando trovai finalmente un documentario che parlava delle razze canine, si era fatta ora di andare a scuola.
Afferrai titubante il mio zaino e uscii di casa salutando i miei genitori intenti a baciarsi appassionatamente.
Decisi che quella mattina non sarei andata direttamente a scuola con l'autobus, ma mi girai verso la casa di Niall e mi avviai per quella direzione.
Mi tremavano le gambe, mi chiedevo se gli andava di vedermi oppure no.
Mi ritrovai davanti a una casetta simile alla mia, con un grandissimo giardino fiorito di margherite e viole, molto curato direi.
"Vado a scuola, ciao mamma"- sentii urlare da quel ragazzo che mi aveva fatto perdere la testa in un giorno.
Quando arrivò al cancello si accorse di me.
"Niv buon giorno"- si avvicinò dandomi un bacio sulla fronte.
"Ciao"- mi intimidì.
"Venivi a trovarmi?"- domandò sorridendo.
"Stavo andando a scuola in verità"- mentii.
"Peccato che stai andando nella direzione opposta"-rise.
Mi accorsi solo un attimo dopo che la scuola si trovava dall'altra parte della strada.
Non riposi e rimani tutto il tempo in silenzio.
Quando arrivammo davanti a scuola mi si presentò una situazione al quanto imbarazzante e brutta.


Eccomi qua, ho fatto tesoro delle recensioni dell'altro capitolo e spero vivamente di avervi soddisfatto
Fatemi sapere che ne pensate.
Un bacio, al prossimo capitolo.

xxAshiAndSamy

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Capitolo 3
*** Male ***




"Amore mio"- la ragazza dai capelli color carota si avvicinò a noi.
"Cassandra"- la baciò appassionatamente.
In quel momento mi bloccai, non potei credere a quello che stava seriamente accadendo, lui si era comportato in modo dolce con me e poi ? 
E poi stava con un'altra ragazza.
Che stupida che sono, quasi ci avevo creduto.
Dopo il lungo bacio che lei diede a lui, la ragazza si girò verso di me e guardandomi dalla testa hai piedi chiese a Niall chi fossi.
"Ma non è quella troietta con lo zaino a rotelle ?"- rise di gusto.
"Fa tanto ridere ?"- la fulminai con lo sguardo.
"Cassandra non essere noiosa"- la interruppe il biondo.
"Te la fili con questa troietta da quattro soldi, bassa e anoressica quando invece al tuo fianco"- si indicò mettendosi in posa -"Hai me, una figa assurda?"- si arricciò i capelli.
Queste tipo di persone non mi piacevano, non facevano che buttare sporcizia sugli altri; lei non sapeva cosa stavo affrontando, lei non sapeva che stavo male, nessuno in questo mondo, sapeva che il mio cuore era infranto in due.
Non dissi niente, abbassai lo sguardo e mi diressi verso l'entrata della scuola.
Avrei dovuto rispondere, ma non l'ho fatto, non riesco a difendermi.
Con le lacrime agli occhi mi diressi verso l'aula di scienze, posai lo zaino e a passo veloce arrivai al bagno.
Quello che più mi ha fatto male è stato Niall, col suo silenzio, perché non gli ha detto qualcosa ? 
Appoggiai le mani al lavandino e osservai attentamente il mio riflesso nello specchio, scoppiai in un pianto liberatorio, quello che avevo dentro era decisamente più grande di me e avevo bisogno di una mano.
Avevo bisogno di qualcuno che asciugasse le mie lacrime, di qualcuno che mi facesse sentire importante.
Ma non era così, dovevo accettare che nessuno mi voleva e che sarei rimasta sola per sempre.
In fondo chi avrebbe mai voluto una ragazza problematica come me ? 
Mi accasciai a terra massaggiandomi le tempie.
Cominciavo a non attutire più tutte quelle offese e quelle sofferenze, cominciavo a crollare e sapevo in cuor mio, che se fosse successo, non mi sarei più rialzata.
Rimasi al bagno per almeno dieci minuti, non mi interessava della lezione, avevo bisogno di un momento mio, di essere lasciata in pace.
Mi alzai in piedi e sciacquai il mio viso rosso e distrutto.
Mi soffermai sui miei occhi, privi di gioia ma pieni di dolore, un dolore lancinante che stava distruggendo tutto quello che era il mio me.
Sistemai un po' i miei capelli e percorsi il corridoio vuoto, tutti erano già a lezione e solo io stavo girovagando per la scuola con la speranza di incontrare uno dei ragazzi.
Ma niente, non trovai nessuno.
Bussai alla porta.
"Scusi prof. non mi sentivo bene"- abbassai lo sguardo portando la mia attenzione alle punte delle scarpe.
"La prossima volta vedi di rientrare in orario"- continuò a scrivere alla lavagna non facendo caso a me.
Mi sedetti al banco sotto lo sguardo di tutti, cosa avevo che non andava.
Non ero la ragazza che si voleva fare notare ? 
Probabilmente si, è strano vedere nella mia scuola ragazze che non cercano attenzioni con mini gonne o con top strettissimi.
Non ero quel genere di ragazza, preferivo sempre un jeans da una gonna.
Non ascoltai niente, la mia testa era persa nella discussione fra Niall e Cassandra, o meglio, solo quello che ha detto Cassandra perché effettivamente Niall era rimasto in silenzio, questo mi faceva male, tremendamente male.
"Niv"- mi richiamò la voce di Brian.
Mi girai verso di lui lentamente, avevo paura di sapere cosa volesse.
"Dobbiamo parlare. Esci!"- mi ordinò.
Come un cagnolino chiesi al professore di uscire e aspettai Brian vicino alla porta del bagno delle donne.
Ero spaventata, non sapevo cosa volesse dirmi o farmi, è arrivato a mettere le mani sul mio corpo, sono arrivata a dover concedere il mio corpo a lui, semplicemente per mio fratello.
Non era giusto, non era giusto il fatto che dovessi ripagare il danno che aveva fatto Davide.
"Allora, tuo fratello?"- sentii il suo tono arrogante e presuntuoso dietro di me.
Non risposi, rimasi in silenzio, perché doveva ripetersi questa scena ogni giorno, ma soprattutto perché mettere in mezzo me!
"Rispondimi troia"- mi sbatte contro il muro.
Sgranai gli occhi dal dolore, avevo sbattuto così forte la mia schiena che quasi non ho più sentito niente, solo una fortissima fitta e le gambe che mi abbandonarono.
"Non credi di star esagerando ?"- domandai con occhi imploranti.
"Dovresti meritarti ben oltre questo"- portò le sue mani sul mio collo.
"Brian"- lo supplicai guardandolo negli occhi.
Mi trascinò nel bagno chiudendo la porta e bloccandola con una sedia.
Afferrò il mio corpo di peso appoggiandomi al lavandino.
Cominciai a urlare, l'unica cosa che mi venne da fare fu quella, dentro sentivo bruciare, sentivo il dolore che mi faceva ogni qual volta toccava la mia intimità.
"Basta!"- urlai più forte possibile.
Qualcuno bussò alla porta svariate volte.
"Puttana!"- ringhiò al mio orecchio mordendolo forte.
Un dolore pervase il mio corpo, le lacrime scendevano ininterrottamente e speravo che quel l'incubo finisse presto, che potevo tornare a vivere la mia vita senza paure.
La porta si aprì di colpo e il  professore di Educazione Fisica afferrò Brian portandolo via.
Non so dove lo portò, non disse niente, mi guardò semplicemente negli occhi e scomparì nel corridoio.
Mi sentivo sola, nessuno che mi amava ma soprattutto nessuno che sapeva proteggermi.
"Niv"- sentii chiamare il mio nome da una voce conosciuta.
"Niv, rispondimi"- Liam continuava a richiamarmi, ma non risposi perché la voce mi moriva in gola.
Mi strinse forte, ma non ricambiai rimasi immobile fissando il pavimento con gli occhi sgranati.
Avrei mai trovato qualcuno che mi facesse sentire una ragazza normale ? 
Mi chiesi perfino perché stavo al mondo.
Chiusi gli occhi e non li riaprì più.
Non so quanto tempo passò, ma mi risvegliai sul lettino dell'infermeria di scuola.
Sentivo le gambe molli e non riuscivo a muovere nessun muscolo.
"Niv"- mi sorrise Sharon, l'infermiera.
"Ciao"- cercai di tirarmi su, ma non ci riuscì.
"Sta arrivando tua madre, rimani così. "- mi accarezzò la guancia -" C'è un bel giovanotto qua che vorrebbe  vederti"- mi avvertì.
Annuì e gli chiesi di farlo entrare.
Sperai che non fosse Niall, perché probabilmente gli avrei sputato in un occhio e se lo sarebbe meritato.
"Niv"- mi accarezzò la mano Liam.
"Liam, grazie"- cercai di sorridere dolcemente per rassicurarlo.
"Come ti senti ?"- chiese preoccupato.
"Molto stanca, ma adesso torno a casa e mi metto a dormire, te lo prometto"- gli strinsi piano la mano.
Lui voleva veramente bene a me, fin dall'inizio, è sempre stato il primo a chiedermi di Brian dopo Niall, si prendeva cura di me nonostante non mi conoscesse minimamente, non conosceva nemmeno il mio grande segreto.
 
          .      .      .

Prov's Niall
 
Passarono cinque giorni, dall'accaduto di Niv, tutta la scuola ne parlava e la maggior parte degli studenti dava la colpa a lei.
Brian era difeso da tutti, quando invece quello che aveva torto era proprio lui, era stato lui a far del male a lei, ma la gente non aveva abbastanza cervello per capirlo.
"Niall"- venne a salutarmi la mia ragazza.
"Cassandra ti prego, non rompere pure oggi"- sbattei il mio armadietto.
Mi guardai intorno: cercai gli occhi verde smeraldo di Niv, ma niente, erano giorni che non la vedevo, che non metteva piede dentro scuola.
"Ancora che cerchi la "bimba rotella"?- si atteggiò portando le mani sui fianchi.
Questo è il nome che gli etichettarono, "Bimba rotella" mi facevano così schifo.
Dentro sentivo un vuoto assurdo, non l'ho difesa quando qualcuno la offendeva e sono stato dietro a una brutta oca con solo tette e culo.
"Senti lei ha un nome bellissimo migliore del tuo "- la guardai negli occhi.
"Ah si ?"- strinse le mani sui miei bicipiti.
"Vedi di non cercarmi più, ciao"- la scansai con una lieve spinta e mi diressi verso i miei amici, che come me, erano preoccupatissimi per Niv.
"Basta non mi interessa"- si interruppe Louisiana -"Dopo scuola andiamo a casa sua"- continuò sicuro.
Tutti annuirono.
"Niall sei d'accordo ?"- mi domandò Zayn.
"Certo che si "- strinsi al mio petto i libri.



Attenzione.
Tengo molto a questo capitolo, ci sono evidenti violenze sulla donna che spesso accadono nella realtà.
Brian è difeso mentre la povera Niv no.
Sono contro la volenza sulle donne, in tutti i casi sia fisica che psicologica.
Fatemi sapere che ne pensate del capitolo, ne sarei felicissima.
Un bacio alla prossima.


xxAshiAndSamy 

 

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Capitolo 4
*** Rivelazione ***




Parla Niall
 
La campanella mi avvertii che fosse l'ora di uscire, con molta fretta afferrai il mio zaino e mi diressi verso la porta di uscita dell'edificio.
Mi sarei incontrato con i ragazzi al cancello e ci saremmo avviati verso casa di Niv.
Continuavo a guardarmi intorno cercando il suo dolce viso, ma non la vidi e mi accorsi in quel momento, quanto avessi potuto far schifo.
Io ero davvero interessato a lei, non la stavo prendendo in giro, ma semplicemente è un anno che sto con quella ragazza ed è proprio da poco tempo che lo abbiamo ufficialmente dichiarato.
O almeno Cassandra lo ha fatto.
Cassandra era una ragazza semplice, niente trucco, ed era bellissima anche in quel modo, ma adesso non la riconosco più è diventata un'altra persona : arrogante e vipera, si crede una modella ma lei non sa che ormai il mio cuore, appartiene a un'altra ragazza.
Niall smettila di farti strane illusioni su Niv, non ti vuole!
Continuai a camminare per il corridoio quasi correndo, la mia testa si immaginava di correre a casa dalla ragazza misteriosa e baciarla, baciarla ripetutamente senza mai fermarmi, ma questo accade solo nelle favole, dovevo pensare alla realtà, lei non sarebbe stata sul divano aspettando il principe azzurro.
"Niall siamo qua"- mi richiamò dai pensieri Harry.
"Eccovi ragazzi, scusate ma sono pensieroso oggi"- mi grattai la nuca.
"Allora Liam, Louis andate con Harry in macchina. E tu biondo vieni con me"- ordinò come un capitano afferrandomi per la felpa e trascinandomi nella sua macchina nera.
Partimmo sfrecciando verso la casetta della ragazza, l'ansia stava salendo dentro di me, le mani sudavano e non facevo che picchiettare il dito sul cruscotto.
"Niall calmati"- si innervosì il moro.
"Scusami sono agitato"- mi appoggiai al finestrino con la testa.
"Lo capisco, ma non c'è bisogno di stressate in questo modo"- sbatte una mano sul volante.
Lui non capiva, non capiva che probabilmente Niv non voleva più vedermi, che mi avrebbe sputato in un occhio.
Non volevo che finisse in quel modo.
Cercai di prepararmi psicologicamente a quello che mi sarebbe aspettato in quella casa, sinceramente dentro di me sentivo che non sarebbe andato affatto bene.
"Scendi"- mi urlò Zayn aprendo lo sportello.
Scesi con calma, a un tratto le mie gambe cominciarono a tremare, volevo tornare indietro!
Niall insomma sei un uomo, continuava a ripetermi la mia testa ma il mio corpo non era d'accordo.
Liam bussò alla porta, il cancellino era aperto quindi ci siamo permessi di entrare.
Una dolce voce femminile ci avvertii che sarebbe venuta ad aprirci; quando la porta si aprì, davanti a noi una donna spaventata ci guardò uno a uno.
"Chi siete ?"- ci domando richiudendo la porta.
"Scusi signora, noi siamo degli amici di Niv"- la rassicurai.
"Mh, entrate"- .
Ci fece accomodare sul divano, mentre nel frattempo lei ci andava a prendere una Coca-Cola e dei bicchieri.
"Wow"- esclamò Liam guardandosi intorno.
Feci caso a una foto, situata dall'altra parte della stanza, erano raffigurati Niv e un altro ragazzo, lei sempre bellissima, mi incantai a guardarla.
"Ecco a voi ragazzi"- sistemò il vassoio sul tavolino davanti a noi.
"Posso sapere perché volete mia figlia?"- domandò incuriosita -"Scusatemi io sono Katy"- ci sorrise.
La madre di Niv sembrava veramente una donna bellissima, aveva i suoi stessi occhi ed erano bellissime entrambi.
"Vede è molti giorni che non viene a scuola e ci stavamo preoccupando"- parlò Liam.
Spesso Liam mi infastidiva, parlava spesso di Niv e ogni qual volta gli chiedevo se gli piacesse, lui negava col capo sorridendo.
"Si per questo"- continuai lanciando un occhiataccia al castano.
"Beh"- abbassò lo sguardo verso le sue mani -" Niv non sta bene in questo periodo"- continuò la madre.
Cercai guardandola negli occhi di capire cosa ci fosse dentro ma non decifrai il suo sguardo, troppo cupo e triste per me.
Zayn chiese cosa avesse e quello che ci fu detto fece rimanere me e i miei amici male.
"Era febbraio quando ha cominciato a stare male, lei era una ginnasta, era una patita a dire il vero."- sorrise -" Ma ad un tratto cominciò ad avere forti mal di schiena e pensavamo che fosse la stanchezza, visto che in quell'arco di periodo, aveva una gara da preparare"- si fermò a bere un sorso d'acqua.
"Abbiamo cominciato a preoccuparci perché capivo che Niv non era più la stessa e stava male, davvero male. Abbiamo fatto molte visite, fra cui esami del sangue ed è risultato che lei soffre di una malattia muscolare"- finii fra le lacrime.
Non riuscivo a credere che un'angelo del genere avesse una malattia.
"Può dirci che tipo di malattia?"- chiese Louis cercando di essere il più sensibile possibile.
"Ancora non lo sappiamo, ci è arrivato un risultato di un esame che ci ha confermato il problema, fra una settimana abbiamo una visita col suo specialista per capire cosa dovremo fare per scoprire la malattia"- finii alzandosi in piedi.
"Adesso come sta ?"- le domandai alzandomi insieme a lei e afferrandola per un polso.
Si scanso infastidita dal nostro contatto.
"È in camera sua con dolori alla schiena"- si allontanò da noi -"Se volete potete salire, è la prima stanza a sinistra"- ci sorrise.
La donna sparì dietro la porta della cucina e rimasi in piedi osservando un punto a caso della casa.
Non potevo immaginare che nella vita della ragazza che mi interessava, potesse avere così tanti problemi, non sapevo come comportarmi, non sapevo adesso cosa avrei potuto fare.
"Io salgo"- si affrettò a dire Liam salendo le scale di corsa.
Se continuavo di questo passo il castano mi avrebbe soffiato via la ragazza che mi piaceva e non volevo che accadesse questo.
Piano piano salii le scale, non sapevo se magari dormisse oppure no.
"Liam"- lo chiamai -" potresti far entrare prima me?"- lo abbracciai.
"Dai Bro, sbrigati, voglio vederla"- mi sorrise dandomi qualche pacca sulla spalla.
Sorrisi e aprii piano piano la porta.
Ero molto agitato, la stanza era interamente buia, non vedevo niente e si sentiva per di più l'odore di chiuso.
Mi domandai per quale motivo alle due e mezza nel pomeriggio continuava a tenere tutte le finestre chiuse.
Cominciai a tastare dappertutto, appoggiai la mano su qualcosa di morbido, era peloso.
Ad un tratto delle unghie graffiarono il mio polso e non riuscii a trattenere il gemito di dolore.
"Aiah cavolo!"- mi tastai la parte dolorante del braccio.
Mi aveva fatto veramente male quel gatto.
"Chi c'è?"-.
La sua voce dolce, il suo tono calmo e triste mi fece perdere un battito.
"Sono Niall"- cercai di dirigermi verso il suono della sua voce.
"Cosa ci fai qua"- mi domandò lentamente.
Ancora non riuscivo a vederla, continuavo a tenere le mani avanti ma non sentivo niente, quando poi non diedi un caldo allo scaffale e mi ritrovai sopra qualcosa di morbido, molto morbido.
Mi fermai, non risposi alla sua domanda, sentii il suo profumo, era vicino a me, era proprio davanti, non riuscii a trattenere la voglia di annusare il suo collo.
Con delicatezza appoggiai il mio naso al suo collo e respirai, sentivo il mio corpo fremere, cominciare a riscaldarsi.
"Niall cosa stai facendo ?"- mi ripete molte volte.
Non le risposi, ero preso da lei e non riuscivo a immaginarmi di essere veramente vicino a lei.
A sciogliere tutta quell'atmosfera fu la luce di una piccola lampadina.
Alzai lo sguardo, la luce era fioca e riuscivo a intravedere gli occhi di Niv sotto di me, avevo il suo viso a un palmo dalle labbra, guardavo ogni suo lineamento e anche se aveva un brufolo proprio sulla punta del naso, rimaneva sempre la più bella.
"Niall io"- cercò di parlare, ma la interruppi.
"Scusami tu, sono stato uno stronzo, sono qua a recuperare, sono qua per farti capire che di te mi interessa "- mi appoggiai al suo petto.
Non mi rispose, portò solo le sue mani sui miei capelli e li accarezzò con delicatezza: aveva le mani di velluto.
 
Parla Niv 
 
Ero distesa sul mio letto pensando a  Brian, mi chiedevo come potesse un mostro del genere essere difeso dai ragazzi.
So cosa dicono di me a scuola e forse è proprio per questo che non voglio tornarci, non voglio tornare per stare male.
Sentii il mio stomaco chiudersi in una morsa di dolore.
Le lacrime cominciarono a scendere lungo il mio viso, perché in ogni cosa dovevo stare male ? 
Cercai di tranquillizzarmi e chiusi gli occhi, una fitta passò per tutta la mia schiena, ero stanca di soffrire sempre, volevo fare qualcosa per cambiare tutta questa situazione.
Mi accarezzai i capelli, mi mancava Niall e forse il motivo principale per cui piangevo era proprio lui, forse era per lui che stavo in questo modo.
Se solo non avesse fatto niente di tutto ciò che ha fatto, se solo non mi avesse dato false illusioni su di noi.
I suoi occhi mi facevano perdere letteralmente la testa, non facevo che incantarmi ogni qual volta lui mi guardasse.
Vorrei che in questo momento fosse qua al mio fianco, su questo letto ad aiutarmi a vestirmi e ad alzarmi da questo odioso letto.
Smisi di piangere come sentii mia madre parlare, se fosse entrata dal niente nella mia stanza e mi avesse visto immersa nelle lacrime l'avrei fatta preoccupare e basta, quindi passai le dita sui miei occhi lucidi e stanchi.
Passai mezz'ora a osservare il nero del buio, era pauroso e rilassante allo stesso tempo, mi piaceva ascoltare il silenzio della mia stanza, spesso è meglio rimanere nel silenzio che fra parole dette senza volere o per pena.
Sentii aprirsi la porta, e qualche voce sussurrare qualcosa, ma non capii chi fosse.
Immaginai che fosse mio fratello per questo rimasi immobile facendo finta di dormire.
Ad un tratto un forte odore di vaniglia inebriò le mie narici e riconobbi quel profumo.
Non potevo credere al mio olfatto, non potevo pensare che Niall si trovava nella mia stanza a letto.
Sentii un peso posarsi sopra di me e in quel momento capii che non stavo sognando ad occhi aperti, ma lui era col suo naso appoggiato al mio collo che sniffavi il mio sapore.
Sorrisi, ma sono sicura che lui non mi sentii.
Accesi la luce, sentivo il mio corpo andare a fuoco, volevo muovermi per saltargli addosso ma ero priva di energie e i miei muscoli non volevano collaborare con la mia mente.
Gli chiesi cosa ci facesse da me, ma non rispose, guardò i miei occhi attentamente fino a che non si appoggiò al mio petto.
Il cuore batteva all'impazzata, e cominciai a sudare freddo, accarezzai i suoi capelli ma avevo la voglia di afferrare il suo viso e baciarlo fino a consumargli le labbra, avevo voglia di sentirmi finalmente amata.
"Ci sono gli altri"- si alzò con la testa guardandomi.
Sorrisi guardandolo, mi ritiro il discorso che la perfezione non esiste, lui era un caso a parte, i suoi occhi color ghiaccio, profondi come gli abissi, i suoi capelli ossigenati e pulitissimi.
Infine il suo sorriso, ogni qual volta sfoderava i suoi denti morivo, sentivo accelerare il battito cardiaco e le gambe tremare, per non parlare delle mani che sudavano.
"Dì ai ragazzi di aspettarmi giù in salone"- cercai di alzarmi senza farcela -"Ma tu devi rimanere con me"- lo guardai implorandolo.
"Non c'è problema"- si alzò in piedi andando verso la porta di fretta.
Fece quello che gli chiesi e mi feci aiutare a scendere dal letto, rimasi in silenzio.
"Devi aiutarmi a vestirmi"- lo fissai.
Ingoiò rumorosamente aiutandomi a togliere la maglia.
"Aspetta, devo girarmi sono nuda"- mi girai di schiena facendomi aiutare.
Non mi vergognavo e non ero nemmeno una ragazza poco di buono, sapevo che potevo fidarmi di lui e spero che capisca che lo perdono, che lo perdono per tutto quello che ha fatto.
"Niv forse"- non lo feci finire di parlare che lo zittii.
Mi fidavo di lui nonostante lo conoscessi da più di una settimana.

Eccomi bellezze con un nuovo capitolo, allora che ne pensate ?
Ho cercato di farlo il pù lungo possibile.
Fatemi sapere se vi è piaciuto, ci vediamo al prossimo capitolo.
Un abbraccio.


xxAshiAndSamy
 
 
 
 
 

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Capitolo 5
*** Baci Rubati ***




Non so cosa mi portò a fare quello che stavo facendo.
Niall continuava a ripetermi che sarebbe dovuto uscire e che io non dovevo spogliarmi in sua presenza, ma non lo ascoltai, sapevo quale era il mio obbiettivo.
"Niall potresti passarmi il reggiseno ?"- domandai girando la testa verso di lui.
Abbassò lo sguardo imbarazzato, mi piaceva il fatto che arrossiva davanti hai miei occhi, che mi guardasse con fare perso nei suoi pensieri.
In silenzio si avvicinò alla mia scrivania, dove, in ordine si trovava il reggipetto,lo afferrò titubante e con passo lento si avvicinò a me guardandomi negli occhi.
Sentii in quel momento le guance andare a fuoco e ogni muscolo del mio corpo rilassarsi e abbandonare il mio fisico.
Posai le mani sui miei piccoli seni abbassando lo sguardo sulle braccia di Niall che stringevano la mia vita: mi stava abbracciando forte come se avesse paura che scappassi via da un momento all'altro.
Poggiò le labbra sul mio collo e diede un leggero bacio.
Quando avvertì la sua bocca, venni percorsa da brividi che partirono da dietro il collo fino ad arrivare alle dita dei piedi e delle mani.
Eravamo circondati dal silenzio, nella stanza si udirono solo i nostri respiri e le sue mani che strofinarono con delicatezza la mia pancia.
Provai un senso di completezza in quel momento, ero al sicuro dove niente e nessuno potesse farmi del male, si percepiva solo calore e probabilmente amore.
Niall con delicatezza afferrò le mie mani scoprendo la parte del mio corpo che più odiavo.
Mi vergognavo del mio seno perché era piccolo .
Non lo sfiorò e non riuscii nemmeno a percepire se lo stesse guardando oppure no.
Con delicatezza mi girò verso di lui, osservai i suoi occhi color ghiaccio e il sangue mi si congelò nelle vene.
Le pupille dilatate e gli occhi leggermente rossi come se avesse pianto.
Mi chiesi cosa li fosse successo, se si sentisse bene o no, ma decisi di rimanere in silenzio e cercare di decifrare quello che mi stesse dicendo il suo sguardo.
Portò il suo viso vicino al mio orecchio.
"Scusami, non dovevo trattarti in quel modo. Sono qua per rimediare"- mi sussurrò lentamente facendo qualche pausa.
Strinsi la sua maglia talmente forte da far diventare le nocche bianche color latte.
Tutto stava accadendo in fretta e senza preavviso, era arrivato nella mia vita come un uragano e in poco tempo era riuscito anche a farmi star male.
Accarezzò i miei capelli e la mia guancia, guardandomi.
Si avvicinò alle mie labbra e per un attimo, pensai mi baciasse.
Non mi sarei staccata, non avrei rifiutato di assaporare il suo sapore.
Il mio corpo fu percorso da nuove emozioni che mi crearono piacere : mi sentii meglio.
Dentro il mio stomaco cominciarono a volare migliaia di farfalle, cercai perfino di grattare la mia pancia dal solletichino che mi procurarono.
Non mi baciò ma bensì appoggiò la sua fronte alla mia sospirando.
Chiusi gli occhi.
Mi trovai in una situazione dove mi chiesi, se stessi sognando o mi trovassi nella realtà, non mi ero mai sentita bene e mi sembrava tutto strano, un mondo diverso da quello che stavo vivendo fino a poco tempo prima.
Lo abbracciai e piansi, un pianto liberatorio che mi aiutò a ribaltare la mia giornata triste.
Mi tranquillizzò con le sue dolci carezze e la sua voce cristallina.
Finii di vestirmi con il suo aiuto e uscimmo dalla mia stanza sorridendo.
Tenevo il mio braccio intorno alla sua vita per aiutarmi a camminare visto che non riuscivo a scendere le scale.
"Niall, stringi forte il mio fianco o cadrò a terra"- Risi afferrando la sua mano.
"Al suo servizio principessa"- sorrise.
Mi aveva chiamata Principessa, mi fermai a guardarlo;  tenevo la bocca leggermente aperta ed ero persa nei suo occhi, nel suo viso perfetto.
"Mi farai impazzire se continui così"- scossi la testa ridendo.
Schioccò un bacio sulla mia guancia e scendemmo le scale lentamente.
Finalmente amata, pensai?
 "Eccovi ci stavamo chiedendo dove foste finiti "- si alzò dal divano Liam venendo verso di noi.
Sorrisi, Liam era un tipo molto protettivo e gli dovevo un favore, se non fosse stato per lui  nessuno mi avrebbe trovato nel bagno svenuta.
Mi rattristai pensando a quello che Brian mi fece passare e quello che  in precedenza aveva fatto.
Non conobbi una persona più cattiva di lui.
Scossi la testa per scacciare via i brutti pensieri ma era veramente difficile.
"Si scusateci ma abbiamo un po' parlato"- guardai il ragazzo dai capelli biondi sorridendo.
"Mh si stavate parlando"- ironizzò Louis guardandoci.
Risi di gusto alla sua reazione, era sempre spiritoso e stupido alla stesso tempo.
Liam mi abbracciò forte e mi chiesi se mi sentissi meglio.
Effettivamente era tutto merito loro se mi trovavo in salone, normalmente quando stavo male, preferivo stare nel mio letto a deprimermi tutta la giornata al buio invece che parlare con mia madre o mio padre.
"Come stai Niv ?"- mi domandò Zayn abbracciandomi.
"Ho dei semplici mal di schiena, spesso mi succede, ma tranquillo niente di che "- mentii.
Non volevo dire ancora il mio problema ma non per paura, perché di loro mi fidavo ma semplicemente non volevo farli preoccupare ma ad essere sincera, avevo paura che loro mi guardassero con occhi diversi.
Occhi color ghiaccio continuava a sorreggermi, non staccava il suo braccio dal mio busto.
Nessuno si era mai preso cura di me al di fuori di lui o meglio di loro, nonostante all'inizio sono stata scontrosa, hanno sempre cercato di conoscermi.
Quando finii di salutare per bene i ragazzi mi sdraiai sul divano, mi sentivo debole e indolenzita.
"Quando hai intenzione di entrare a scuola ? Abbiamo bisogno di te tesoro"- mi guardò Harry.
Non volevo aprire il discorso di scuola, mi terrorizzava il pensiero di dover tornare in mezzo a tutta quella gente che sapeva solo giudicarmi.
Cambiai espressione del viso e dedussi che si capii, perché Zayn cerco in ogni modo di cambiare discorso parlando di mia madre.
Non volevo pensare alle cose brutte, volevo semplicemente godermi quella giornata, stare con i miei amici a ridere e scherzare, senza paura di niente e nessuno.
Accarezzai la mano a Niall che si trovava proprio al mio fianco : una sensazione particolare passò per il mio corpo.
Non sapevo cosa mi stesse succedendo ma all'improvviso mi venne voglia di appartarmi col biondo e baciarlo fino a consumarli le labbra.
Lo guardai negli occhi e mi morsi il labbro talmente forte da sentire dolore.
"Non guardarmi in questo modo piccola. Potresti far crescere istinti animali dentro di me"- sussurrò quelle parole in modo sensuale e mordendomi il lobo dell'orecchio.
Rimasi spiazzata da quella sua rivelazione, avrei voluto sapere quali istinti animali avrebbero preso possesso del suo corpo e se veramente potessero essere chiamati tali.
Venni distratta dal rumore della serratura scattare e del portone chiudersi.
"Sono a casa ho una sorpresa per te"- urlò mio fratello dall'entrata.
Ero curiosa di sapere cosa mi stava aspettando ma quando vidi chi avessi davanti rimasi pietrificata.
"Ciao Niv"- si avvicinò Josh -"Vedo che sei in compagnia"- si guardò intorno.
Niall strinse il mio corpo al suo.
"Si sono venuti a trovarmi"- guardai il ragazzo al mio fianco imbarazzata.
Josh cercò di baciarmi, ma mi scansai.
Io e lui non avevamo niente in comune e in più non provavo niente.
"Non vuoi che ti bacio?"- rise beffardo.
"No, non sei il mio fidanzato"- rimasi perplessa guardandolo.
Mi girai verso Occhi color ghiaccio che osservava furioso il viso del ragazzo di fronte a me.
"Senti se non vuole non insistere"- si alzò Niall mettendosi davanti a me.
"Ah ah ah cosa c'è, è di tua proprietà?"- domandò secco il ragazzo dai capelli neri.
"Si, quindi?"- rispose altrettanto freddo il biondo -"Vedi di stargli alla larga amico"-.
Avrei voluto sotterrarmi, non volevo che adesso anche Josh mi odiasse ma soprattutto non volevo che Niall si arrabbiasse in quel modo.
Chiusi gli occhi sbuffando  e guardando mio fratello arrabbiata, in questo periodo non ne stava facendo una giusta, mi deludeva sempre mi trascurava e non faceva che peggiorare sempre la situazione.
Mio fratello e il suo amico uscirono per cena quindi non rimasero con noi e ringraziai Dio per questo.
I ragazzi rimasero con me anche durante la sera, visto che i miei genitori erano usciti per una cena di lavoro.
Si erano presi cura di me facendomi sentire al sicuro, facendomi sentire finalmente amata cosa che mi mancava, pensavo veramente che sarei rimasta da sola per tutta la vita, ma invece adesso ho loro.
"Niv noi andiamo allora"- mi diressi verso la porta insieme hai ragazzi -"Sei ancora da sola sicura di sentirtela ?"- insistette Niall guardandomi.
"Guardami ce la faccio"- sorrisi abbracciandolo forte.
Annusai per bene il suo profumo, mi sarebbe mancato durante la notte e non so come avrei fatto a stare ancora da sola, avevo molta paura, ma non volevo trattenne Niall ancora per molto.
Salutai i ragazzi e tornarono ogniuno a casa propria, ma nel momento che mi stavo dirigendo verso la cucina per bere un bicchiere di acqua suonò il campanello.
Venni percorsa da scosse di paura era tardi e mi chiesi chi potesse essere, urlai chi fosse: non mi arrivò nessuna risposta.
Mi avvicinai incerta alla porta e con lentezza la aprii.
Scorsi una cresta bionda, entrò in casa e mi ritrovai catapultata in un mondo totalmente diverso.
Le sue labbra premevano con dolcezza sulle mie e le sue mani vagavano per il mio corpo.
"Niall"- non riuscii a parlare che lui intrufolò la sua lingua dentro la mia bocca.
Sentii la sua saliva entrare in contatto con la mia e devo dire che era veramente calda, la punta della sua lingua sfiorò la mia, fino a creare una vera e propria danza.
"Ti voglio Niv"- chiuse la porta con forza cercando di togliermi la maglietta.
"Niall forse"- mi bloccò un'altra volta.
Mi prese in braccio e si sedette sul divano posizionandomi sul suo ventre e capii in quell'istante quanto mi desiderava, quanto mi voleva.
Non riuscii a capire perché tutto stesse succedendo in fretta, ma mi sentivo al sicuro, sapevo che forse dare il mio corpo a lui mi avrebbe fatto dimenticare la lingua di Brian mentre vagava per la mia intimità.
Il moro non si è mai permesso di penetrarmi dentro quindi avevo sempre la mia purezza.
Mi bloccai; cominciai a respirare male e i brutti pensieri invasero la mia testa.
"Ti prego fermati, fermati!"- quasi urlai fra le sue labbra.
"Ch succede piccola?"- mi domandò guardandomi negli occhi e stringendo il mio bacino.
"Non possiamo, non ce la faccio"- mi tolsi da sopra di lui cercando di far attenzione alla mia schiena dolorante.
"Hai ragione forse sto correndo troppo"- si alzò prendendomi le mani.
"Va a casa, ci vediamo domani a scuola"- accarezzai il suo viso.
Mi lasciò un dolce bacio sulle labbra e uscii definitivamente dalla mia casa.
Mi trovavo nel centro del mio salotto in silenzio, a pensare a quando Brian toccò il mio corpo.
Scordai la bellissima giornata che avevo passato.
Andai in cucina e appoggiandomi al davanzale bevvi un po' d'acqua, sentivo il mio corpo fremere ma allo stesso tempo, bloccarsi.
Desideravo Niall, fin da quando l'ho incontrato per la prima volta, ho percepito attrazione e forse qualcosa di molto più profondo? 
Ero confusa, non sapevo cosa avrei dovuto fare se continuare a fare tutto ciò oppure no.
Mi diressi verso la mia camera e una volta arrivata afferrai il mio telefono fra le mani stringendolo.
Accessi lo schermo e mi accorsi di un messaggio non letto, per di più, da un numero che non era memorizzato nella mia lista.
"Ti giuro, qualsiasi cosa accada, tu sarai Mia xxN❤️".
Sorrisi nel leggere chi fosse il mittente.
Stava correndo,effettivamente, ma mi piaceva questo suo modo di fare, di voler recuperare subito.
Chiusi tutto e mi sdraiai nel mio letto con il viso rivolto verso il soffitto.
La mia vita sarebbe cambiata da adesso in poi.
Ne ero certa.
Mi addormentai subito col sorriso sulle labbra.

Eccomi qua con un nuovo capitolo!
Spero vi fiaccia, mi dispace se purtroppo sbaglio qualcosina, sto cercando di migliorarmi su questo piano.
Fatemi sapere cosa ne pensate.
Un bacio.

xxAshiAndSamy


 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 6
*** Tutto di fretta ***





La mattina seguente mi svegliai con un gran mal di testa.
Sembrava quasi che un martellino picchiasse dietro il mio occhio destro.
Feci pressione sulle tempie e sospirai dolorante.
La mattina non stava per niente iniziando nel modo giusto.
Spensi la chiassosa sveglia poggiata sul comodino di fianco al letto e mi alzai lentamente con controvoglia.
Appena in piedi, barcollai per qualche secondo, mi appoggiai al materasso rintontita.
"Buon giorno"- entrò in camera Davide sbattendo la porta.
"Ciao"- appoggiai la mia mano sulla schiena sospirando.
"Non mi va bene che esci con tutti quei ragazzi"- mi spinse leggermente.
Mi aggrappai alla sua maglia per non cadere a terra, lo guardai spaventata dalla sua reazione esagerata e fuori luogo.
Chiusi gli occhi per qualche secondo e respirai profondamente.
"E dimmi quale è il problema ?"- domandai allontanandomi poco da lui, afferendo i miei calzoni.
"Vogliono allontanarti dalla tua famiglia"- gesticolò arrabbiato.
Non capivo perché questo suo interessamento a me, non gli era mai importato niente di quello che facevo e soprattutto delle mie amicizie, mentre adesso, voleva fare il fratello protettivo che non è mai stato
Mi sentii mancare ancora di più e mi sedetti sulla sedia, sentivo ogni singolo muscolo lento e lo stress che stavo accumulando quella mattina. non aiutava il mio corpo e tanto meno la mia testa.
"Senti Davide, non sarai tu a decidere cosa ne devo fare della mia vita"- lo guardai dritto negli occhi -"Sono ragazzi semplici che stanno cercando di farmi uscire da un problema causato, interamente, da te"- gli puntai il dito contro.
Non rispose a quello che gli dissi, purtroppo è così, quando si dice la verità non ci sono vie di uscita e lui non poteva trovare scusanti : Loro erano migliori di lui, doveva accettarlo.
Portai il mio sguardo sull'orologio attaccato al muro, segnava le 07:30.
Era tardi e dovevo ancora prepararmi e fare colazione.
"Scusami ma adesso devo prepararmi"- gli indicai la porta con cortesi.
Sentii solo che sbuffò e uscii dalla mia camera.
Mi chiesi cosa gli prendesse, perché c'è l'aveva con Zayn, Liam, Harry, Louis e Niall, non gli avevano fatto niente.
Doveva essere grato di quello che stavano facendo, sono riusciti a farmi sorridere in un momento triste e deprimente della mia vita.
Non era geloso, questa non era gelosia, c'era qualcosa dietro e lo avrei scoperto.
Con delicatezza afferrai la mia tuta e la indossai.
Devo essere sincera, ero agitata, sentivo lo stomaco stringersi ogni qual volta pensavo alla parola 'Scuola'.
Sapevo delle voci sparse per l'istituto: che la colpa è stata mia, che Brian non voleva farmi del male, che la sottoscritta lo aveva pregato di scopare.
Portai le dita nelle orecchie per tapparle e emisi un urlo soffocato, tutta la frustrazione mi stava uccidendo lentamente, aveva fatto di me il nulla.
Forse ero veramente inutile come sentivo dire.
Aprii l'anta del mio armadio e mi fissai allo specchio, non ero perfetta, nessuno lo era ma mi chiedevo cosa avessi fatto di male per meritarmi tutte quelle offese.
Osservai i miei occhi, come sempre privi di felicità, ma carichi di agitazione e paura, Niall sarebbe mai riuscito a far tornare i miei occhi vivi, pieni di amore e felicità?
Sorrisi, pensare al biondo mi rallegrava le giornate e dentro di me saliva il fuoco che provai la sera precedente quando mi baciò con tutta la passione che possedeva in corpo.
Risi ripensando a noi due sul divano avvinghiati come cozze, dentro di me, il gelo si stava sciogliendo, cominciai a sentire tutto un po' più caldo e bello nel mio cuore.
Mi stavo innamorando ? 
Subito persi il sorriso guardando il mio zaino, tirato in un angolo della stanza, lo odiavo fu l'oggetto che più maledissi in tutta la mia vita.
Lo afferrai e lo trascinai fino in cucina dove si trovava mia madre.
"Ciao bimba"- mi diede un bacio sulla fronte.
"Ehi"- le sorrisi afferrando la tazza piena di latte sul tavolo.
"Qualcuno ha lasciato questo biglietto nella buca delle lettere"- mi tese una piccola busta bianca -"Aprila"- mi incitò scuotendola.
La guardò incerta, non sapevo se leggerla in sua presenza oppure no, mi metteva soggezione stare sotto il suo sguardo.
Presi la piccola lettera fra le mani, ci giocai per un attimo e la infilai nella felpa.
"La leggerò più tardi"- feci spallucce, continuando a bere.
Non ero disinteressata, tutt'altro, potevo immaginare di chi fosse e mi vennero le farfalle nello stomaco al pensiero.
Cercai di sbrigarmi in modo da uscire e mentre aspettavo l'autobus, che mi portava a scuola, leggere quel pezzo di fogli color rosa confetto.
Da dentro la felpa la accarezzai .
"Mamma vado, un bacio ciao "- presi lo zaino e uscii fuori.
La prima cosa che feci, mi girai verso la casa di Niall, non era fuori, nemmeno stava discutendo con sua madre, cosa che succedeva spesso.
Con passo lento e silenzioso mi avviai verso il cancello per poi mettermi seduta sulla panchina.
Afferrai la busta e la aprii.

"Scusami, forse ieri sera ho un po' esagerato.
Ma sento che con te è diverso, mi concederei anche se ci conosciamo da poco più di una settimana.
Quando ti guardo il mio cuore comincia a battere forte, per non parlare di quando i nostri sguardi si incrociano. 
Muoio.
Tu sei una ragazza perfetta anche se dovessi avere qualche problema, lo rimarrai per sempre.
Già tuo, Niall" 
 
Cercai di far tornare le lacrime al loro posto, ma fu difficile, le mani tremarono, per almeno dieci minuti passai le dita sulla sua calligrafia disordinata e quasi incomprensibile.
Era indescrivibile la sensazione che in quel momento provai, un misto fra felicità e sbalordito.
Non mi sarei mai aspettavo niente di simile da Occhi Color Ghiaccio.
Forse dentro di me stava veramente cambiando qualcosa in meglio.
"Sono felice ti sia piaciuta"- sentii la sua voce è il sangue si congelò dentro di me.
"È bellissima"- mi alzai in piedi avvicinandomi a lui -"Nessuno mi ha mai fatto sentire in questo modo"- appoggiai la mia testa sulla sua spalla.
Mi accarezzò dolcemente i capelli stampando un bacio su di essi.
"Non meriti male"- mi strinse forte a lui.
Cercai in ogni modo di trattenere l'ondate dei miei sentimenti, ci riuscii.
"Dimmi, come va la schiena piccola ?"- mi domandò.
Mi staccai da lui guardandolo e un'altra fitta allo stomaco si fece sentire.
"Fa ancora molto male"- guardai le sue labbra torcersi verso l'alto.
Per l'ennesima volta sentii dentro di me una carica assurda, afferrai il viso di Niall e mi avvicinai alle sue labbra.
Con delicatezza appoggiai le mie labbra fredde e secche sulle sue, calde e morbide come la seta.
Lui mi strinse più a se.
Avevo voglia di sapere cosa voleva dire amare, volevo sentire ancora queste emozioni crescere dentro di me, perché mi facevano stare magnificamente .

Eccomii!
Non ammazzatemi se il capitolo è corto, ma ho deciso di postarlo lo stesso, perché fra scuola e impegni vari ho scritto solo questo.
Spero vi piacca lo stesso.
Fatemi sapere che ne pensate con una recensioe.
Grazie mille un bacio.

xxAshiAndSamy

Twitter; @HoranNiv

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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