I try not to think about the way things could have been di Hoon21 (/viewuser.php?uid=244098)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo uno. ***
Capitolo 3: *** Capitolo due. ***
Capitolo 4: *** Capitolo tre. ***
Capitolo 5: *** Capitolo quattro. ***
Capitolo 6: *** Capitolo cinque. ***
Capitolo 7: *** Capitolo sei. ***
Capitolo 8: *** Capitolo sette. ***
Capitolo 9: *** Capitolo otto. ***
Capitolo 10: *** Capitolo nove. ***
Capitolo 11: *** Capitolo dieci. ***
Capitolo 12: *** Capitolo undici. ***
Capitolo 13: *** Capitolo dodici. ***
Capitolo 14: *** Capitolo tredici. ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
M'accorsi
come le sue pupille erano
rosse
di pianto. Non mi parlo', ma mi
ammazzo'
con un'occhiata, quasi volesse dirmi
Tu
mi hai ridotta cosi'.
(Ugo
Foscolo- Le ultime lettere di Jacopo Ortis)
N.B.
AVVISO PER TUTTI I LETTORI CHE ANCORA NON MI CONOSCO O NON HANNO LA
MIA PRECEDENTE LONG I will always love you. HO UN PROBLEMA AL
COMPUTER CHE NON MI CONSENTE DI UTILIZZARE L'ACCENTO E PER QUESTO
MOTIVO DEVO UTILIZZARE L'APOSTROFO.
GRAZIE
A TUTTI, CI VEDIAMO IN FONDO ALLA PAGINE PER LE NOTE.
Prologo.
Pov.
John Mellark
Sono
gia' passati diversi mesi dall'ultima mietitura. Quella mietitura che
aveva voluto come tributo mio figlio minore, Peeta.
Per
fortuna, grazie al suo amore per Katniss Everdeen, tributo volontario
del Distretto 12, e' riuscito a tornare a casa.
Katniss
si era offerta volontaria per salvare la sorellina Prim che era stata
estratta nonostante avesse solo una nomina.
Durante
le interviste Peeta aveva confessato il suo amore per la ragazza e
all'interno dell'arena ha cercato in tutti i modi di tenerla al
sicuro. Inutile dire che con le sue azioni ha conquistato il pubblico
di Capitol City.
E
per ringraziarlo Capitol City aveva cambiato le regole consentendo a
due tributi provenienti dallo stesso Distretto di vincere i
Settantaquattresimi Hunger Games. Insieme avevano intrapreso un
idillo per tornare a casa. Peeta non sapeva che pero' Katniss stava
solo fingendo. Quando Cato, l'ultimo tributo e' morto, gli Strateghi
hanno eliminato la precedente modifica delle regole.
Avevano
ottenuto lo spettacolo che avevano voluto fin dall'inizio dei Giochi
quindi potevano permettersi di uccidere uno dei due tributi rimasti.
Volevano
solo un vincitore. Peeta era gia' in condizioni gravi a causa di una
ferita alla gamba (che alla fine ha perso) e pur di far vincere
Katniss era disposto a sacrificare la propria vita ma la ragazza
gliel'ha impedito. Ha tirato fuori delle bacche velenose costringendo
gli Strateghi a nominare entrambi vincitori.
Katniss
Everdeen e Peeta Mellark, i vincitori del Dodicesimo Distretto.
Questi
Hunger Games non hanno cambiato solo i loro vincitori ma anche me che
ho dovuto assistere ai mille modi sperimentati da Capitol City con
cui cercava di uccidere mio figlio.
Ho
imparato a vivere alla giornata, godendo dell'amore di mia moglie e
della felicita' della mia famiglia.
Grazie
a Peeta ho ritrovato la voglia di imparare ad amare di nuovo.
Per
quanto mi sforzi di considerarlo lo stesso ragazzo di prima in
realta' non lo e'.
Ha
sempre lo stesso sorriso dolce, la stessa mano calda che crea quadri
meravigliosi dal nulla, lo stesso modo di fare gentile e rispettoso.
Eppure ogni tanto il suo sguardo si perde nel vuoto, zoppica
leggermente perche' non e' ancora abituato alla nuova gamba e
sopratutto vive con la consapevolezza che Katniss gli ha mentito.
Da
quando sono tornati i loro rapporti sono cambiati. All'inizio
dovevano scambiarsi una quantita' esagerata di baci davanti alle
telecamere per poter soddisfare Capitol City e quando anche loro se
ne sono andati, non hanno provato ad avere un rapporto. Sarebbe cosi'
assurdo pensare che i due provassero ad essere amici? Sono sicuro che
con il tempo Katniss imparerebbe ad amarlo. Ho visto la sua
espressione quando e' con Peeta. Sembra quasi rilassato. Si abbandona
completamente sul suo corpo, come se lui fosse il suo sostegno.
Ho
preferito non intromettermi perche' la loro situazione non ha niente
di normale. Forse hanno solo bisogno del loro tempo per rimettere i
pezzi al loro posto.
-Hai
bisogno di una mano, papa'?- chiede Peeta alle mie spalle.
Sussulto
e mi volto.
-Non
ti ho sentito arrivare. Comunque, no grazie. Ho finito ormai. Come
mai sei da queste parti?-
Peeta
alza le spalle.
-Tra
poco partiro' per il Tour della Vittoria e preferisco passare piu'
tempo possibile fuori casa- dice semplicemente.
Il
suo sguardo e' triste. So a cosa sta pensando. Dovra' stare una
settimana con Katniss e continuare a fingere che tra loro due vada
tutto bene e che si amano alla follia.
-E'
difficile, vero?- cerco di essere delicato nel formulare la domanda
pur sapendo che non c'e' un modo dolce per formulare questa domanda.
-Un
po'- ammette. Aggrotto le sopracciglia e lui scoppia a ridere.
-Okay,
molto. Da quando siamo tornati e' tutto cosi' difficile. L'unica cosa
che so e' che Capitol City vuole la sua coppietta felice-
-Perche'
non provi a parlare con Katniss?- suggerisco.
-E
di cosa?Dovrei forse chiederle se sia davvero innamorata di Gale? Lo
so gia', non ho bisogno di altre spiegazioni. Non la biasimo per
quello che ha fatto. Ha salvato entrambi. Sono piu' arrabbiato con me
stesso perche' per un attimo ho davvero pensato che fosse mia. E
ammettere di essermi sbagliato fa male.-
Mi
si spezza il cuore a vederlo in questo stato.
-Cerca
di vedere i lati positivi, figliolo. Sai da quanti anni siamo sposati
io e tua madre? Venti. E sai quanto tempo mi ci e' voluto per capire
che sono innamorato di lei? Venti. Ammetto che abbiamo avuto qualche
problema sopratutto quando hai rivelato alla nazione intera che un
tempo ero innamorato della madre di Katniss ma ce l'abbiamo fatta.
Insieme- aggiungo sorridendo. Peeta arrossisce per l'imbarazzo.
-Beh,
ecco..io non ci avevo pensato..-
-Tranquillo,
le tue parole mi sono state utili per capire che un tempo ero
innamorato di Jane ma che adesso amo tua madre. Ti ringrazio per
questo-
-Grazie
a te, papa'- ribatte lui e per un paio di minuti rimaniamo in
silenzio.
-Si
e' fatto tardi, papa'. Il mio staff sara' gia' arrivato e se non mi
trovano Portia e' capace di uccidermi- dice ridendo mentre a me
vengono i brividi che nascondo in un sorriso- ci vediamo presto.
Saluta la mamma-
-Sta
attento, Peeta e..beh,ti vederemo in televisione-
Lui
annuisce ed esce. Guardo la sua figura alta e slanciata camminare
finche' non scompare alla mia vista.
Mi
dispiace figliolo ma preferisco averti qui con me anche se con il
cuore spezzato. Non hai idea cosa significhi svegliarsi ogni mattina
e pensare di averti perso per sempre.
Angolo
dell'autrice.
Salve
a tutti! Sono tornata!
Questo
e' il secondo capitolo(per cosi' dire) di I will always love you.
E'
volutamente breve perche' e' solo un'introduzione. La vera storia
iniziera' dal prossimo capitolo in poi.
Come
avete potuto vedere, ho riassunto cio' che e' successo nel primo
libro e nella mia storia per poi passare al Tour della Vittoria. In
questo capitolo Peeta si sta preparando a partire, nel prossimo
parlero' direttamente del Tour e delle tappe piu' importanti.
State
tranquilli perche' non ho dimenticato Marlene( la moglie di John
Mellark e la madre di Peeta), Josh e Kevin(i suoi fratelli) e la
piccola Prim che sappiamo e' stata un'amica importante per Mr.
Mellark nella long precedente.
Aggiornero'
piu' o meno ogni sabato.
Vi
ringrazio per aver letto e per avermi sopportata con tutte le mie
chiacchiere.
Spero
che lascerete almeno una piccola recensione!
Alla
prossima,
Hoon21
:)
p.s.
Sto scrivendo anche un'altra long, intitolata Real love.
|
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Capitolo 2 *** Capitolo uno. ***
Cosi'
l'ignara Psiche per colpa sua
fu
presa dall'amore di Amore.
(Amore
e Psiche)
Capitolo
uno.
Pov.
John Mellark.
-E
con questa, abbiamo finito!- esclama Prim soddisfatta.
E'
ricoperta dalla testa ai piedi di farina. Ha insistito tanto per
aiutarmi. Nonostante Katniss e Peeta siano tornati a casa da diversi
mesi, abbiamo conservato la nostra abitudine di passare i pomeriggi
insieme.
In
panetteria siamo rimasti solo io e Josh. Adesso che Peeta ha vinto e
ha messo i suoi soldi a nostra disposizione, Kevin ha ritenuto
opportuno non contribuire al bilancio familiare e Peeta passa sempre
a dare una mano ma la maggior parte delle volte preferisce dipingere
o decorare le torte. E io stesso preferisco che si tenga impegnato
con qualcosa che preferisce.
Percio'
quando ho bisogno di un aiuto in piu' viene la dolcissima Prim che
oltre imparare la delicata arte della medicina dalla madre, vuole
anche imparare a fare il pane.
-Direi
che dopo tutta questa fatica potremmo andare di la' a prendere
qualcosa da mangiare, che ne dici Prim?- suggerisce Josh.
Anche
Josh ha legato molto con la piccola Everdeen. Ha trovato in lei
un'amica o comunque qualcuno che capisse la sua esperienza. Hanno
entrambi visto i loro fratelli nell'arena e hanno rischiato di
perderli.
Si
slacciano il grembiule ormai sporco e se ne vanno in cucina. Io
rimango indietro pensando a quello che sta succedendo sul treno in
questo momento.
Ieri
Katniss e Peeta sono stati ospiti del Distretto 11 dove la loro
presenza ha portato solo problemi. A causa della gentile donazione di
Peeta di una parte delle loro vincite alle famiglie dei tributi
morti(Thresh e la piccola Rue), un vecchio e gran parte della gente
presente si e' portato tre dita medie della mano sinistra alle labbra
e le ha tese verso di loro: un gesto molto comune nel Distretto 12,
sopratutto nei funerali. E' un segno d'omaggio, in un certo senso. Se
fossero stati in un posto diverso e in una situazione diversa, quel
gesto sarebbe stato un segno di solidarieta'. Invece e' successo
qualcosa di brutto. Le telecamere si sono offuscate non appena hanno
capito quello che stava succedendo nella piazza.
Come
possono i Pacificatori, e dietro di loro Capitol City, uccidere gente
innocente? Ma poi penso agli Hunger Games e la dolce piccola Rue. Una
delle tante ragazzine che ho visto morire per mano non di tributi ma
della malvagita' di Capitol City.
Scaccio
dalla mia mente l'immagine del vecchio che tende le dita verso mio
figlio e la sua ragazza.
Poso
il grembiule sul tavolo, appuntandomi mentalmente di metterlo nel
cesto dei panni sporchi prima che Marlene se ne accorga.
Pov.
Marlene Mellark.
-John!
Accidenti vieni subito- urlo a pieni polmoni. Perche' quando c'e'
bisogno di lui, non c'e?
Sento
i suoi passi pesanti rimbombare per le scale.
-Eccomi!
Si puo' sapere cosa sta succedendo?- chiede e gli indico scocciata la
televisione. Vedo cambiare gradualmente la sua espressione appena si
rende conto quello che sta succedendo.
Peeta
si e' cavallerescamente inginocchiato ai piedi di Katniss che lo
fissa sbalordita con le guance arrossate. Forse per l'imbarazzo o per
pura gioia. O forse per semplice noia e voglia di finire quella
pagliacciata.
-Katniss
Everdeen, amore della mia vita, vuoi rendermi la persona piu' felice
del mondo e diventare mia moglie?- e apra la piccola scatolina che
teneva tra le mani, rivelando un piccolo anello.
Peeta
sorride fissando gli occhi di Katniss come se conoscesse gia' la
risposta, come se quella scena l'avesse provata molte volte, come se
fosse la recita di fine anno scolastico.
Katniss,
per tutta risposta, sbatte piu' volte le ciglia sorpresa e risponde
un commosso:- Si- prima di sollevare il fidanzato e baciarlo con
passione davanti a tutta Panem.
-Avrebbero
dovuto far gli attori- dico semplicemente a John che si e' lasciato
cadere sulla sua poltrona accigliato.
-Perche'
l'hanno fatto?- chiede sconvolto.
Sospiro
e alzo gli occhi in cielo. E' troppo ingenuo.
-Penso
che potremmo chiederlo a Peeta quando tornera' a casa. A proposito
John, sto uscendo- gli dico e afferro il cappotto nero che mi ha
regalato Peeta per il mio compleanno. Sorrido al pensiero del
pacchetto che Peeta mi ha teso soddisfatto. Il biglietto diceva: Alla
mia mamma, che mi ha cresciuto e sostenuto in tutti questi anni
severamente. Adesso so che il tuo modo brusco nascondeva una persona
molto dolce e affettuosa. Questo e' il primo dei regali che avrei
voluto sempre farti ma che non ho mai potuto. P.
-Dove
vai?-
Non
ho nessuna intenzione di mentire a John ma non voglio neanche che
sappia dove sto andando.
-Sta
tranquillo, tornero' in tempo per preparare la cena. Nel frattempo
cerca di trascinare Kevin a casa- e vado via.
Il
rumore delle scarpe sull'asfalto e' di enorme conforto e mi permette
di mettere a fuoco la realta'.
In
questa ultima settimana Katniss e Peeta sono apparsi in tutti i
Distretti dove hanno recitato. Hanno sorriso, si sono tenuti per
mano, si sono baciati e hanno fatto finta di essere la coppia piu'
felice dell'universo.
Tutti
qui al 12 sanno la verita' ma a nessuno importa. Mentre a Capitol
City si, quindi deve essere successo qualcosa. Qualcosa che li ha
spinti a forzare la loro storia e a farli sposare.
Sono
assolutamente convinta che quella ragazzina non ha intenzione di
essere una mogliettina perfetta e sono ancora piu' sicura del fatto
che mio figlio non voleva un matrimonio finto per accontentare le
telecamere.
C'e'
solo una persona con cui posso parlare di tutto questo. Jane
Everdeen.
Busso
con insistenza alla sua porta.
-Chi
e'?- chiede qualcuna da dentro.
-Sono
Marlene. Marlene Mellark- aggiungo.
Jane
apre la porta.
-Ciao
Marlene. Cosa fai qui?-
-Ciao
Jane. Volevo parlare con te. Posso..?-
Jane
annuisce e mi fa cenno di seguirla dentro casa. La casa e' identica a
quella di Peeta ma molto piu' calda e vissuta. Si sente che qui
dentro abita una famiglia mentre la casa di mio figlio profuma di
solitudine, incubi e dolore. Molti mi hanno giudicato una pessima
madre per non essere al fianco di mio figlio quando gli incubi
prendono il sopravvento e io ho risposto loro che non sara' mai la
mia presenza a mandarli via. Io e Peeta stiamo cercando di instaurare
un vero rapporto ma non posso cancellare la sofferenza della sua
infanzia.
-In
cosa posso esserti utile?- chiede mettendo a tavola due tazze di te'
e dei biscotti.
Li
riconosco subito.
-Li
ha portati Peeta, vero?-
-Ehm..si.
Sono i preferiti di Prim e quindi ogni volta porta i biscotti per lei
e le foccacine al formaggio per Katniss. E' davvero un ragazzo molto
dolce- aggiunge.
Io
annuisco soltanto.
-Sono
venuta qui per parlarti di loro. Sono sicura che tu abbia visto
l'intervista di oggi e la proposta di matrimonio di Peeta. Si
sposeranno, tra poco. Capitol City lo vuole-
-Non
c'e' niente che io e te possiamo fare. Le cose stanno cosi'. Dobbiamo
solo ringraziare che i nostri figli non sono morti in quella
maledetta arena- risponde acidamente. Anche lei si stara' sentendo
inutile.
Dove
sara' finita la fragile e dolce Jane? Adesso ha il mio stesso
sguardo. Duro, deciso e determinato.
Sposto
una ciocca di capelli e le rispondo.
-So
tutto questo. Voglio sapere cosa sta succedendo. Non ti sembra strano
questa cosa..tutta questa fretta! Dopo il Distretto 11..- ma non dico
nient'altro. Mi avra' capita.
Beve
il suo te' guardandomi negli occhi. Dopo lo mette giu' e sospira.
-E
va bene...l'altro giorno sono arrivati qui una scorta di Pacificatori
e il Presidente Snow..Ho avuto paura che fosse successo qualcosa ma
Katniss mi ha rassicurata dicendo che il presidente lo faceva ogni
anno solo che le telecamere non riprendevano questa scena. Adesso
sono sicura che non sia venuto anche da Peeta e questo mi fa pensare
che forse...-
-Che
forse e' venuta qui per minacciarla- concludo al posto suo.
-Esatto.
Katniss non si fida piu di me dopo il crollo che ho avuto con la
morte di suo padre e pensa che deve fare di tutto per proteggermi. Io
sono madre e dovrei essere io a proteggerla e invece non riesco a
tenere al sicuro nessuna delle mie figlie.. Voglio fare tutto il
possibile per proteggerla ora. Dobbiamo capire con cosa l'ha
minacciata e per quale motivo ma ne' Katniss ne' Prim devono saperlo.
Promettimelo Marlene- I suoi occhi azzurri sono fissi sui miei neri.
Non mi lasciano nessuna via di fuga.
Sorriso
sardonicamente.
-Va
bene. Ti viene in mente qualcosa con cui l'abbia ricattata?-
Jane
risponde immediatamente come se avesse gia' formulato questo
pensiero:- La caccia, presumo-
Annuisco.
-Eppure
non mi sembra abbastanza. Deve aver detto di uccidere qualcuno di
importante. Non puo' uccidere te o tua figlia perche' l'intera
Capitol City vi conosce e qualcuno finirebbe con l'insospettirsi.
Deve essere qualcuno a cui lei tiene molto, che si potrebbe far
sparire facilmente e far sembrare tutto un incidente...- penso ad
alta voce e poi un pensiero sorge nella mia mente.
Spalanco
gli occhi e sia io che Jane pronunciamo quel nome nello stesso
momento:-Gale!-
Angolo
dell'autrice.
Salve
gente! MI scuso per il ritardo ma eccovi il vostro nuovo capitolo.
Avevo promesso una nuova sorpresa: il punto di vista di Marlene.
Prim
e Josh sono amici, Jane e Marlene sono alleate( neanche fossero
nell'arena)...spero di mettere piu' entusiasmo nel prossimo capitolo!
Hoon21
:)
p.s.
Grazie a tutti voi!
|
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Capitolo 3 *** Capitolo due. ***
I
soldi sono come il sesso,
sembrano
molto piu' importanti
quando
non ce n'e'.
(Charles
Bukowski)
Capitolo
due.
Pov.
Mr. Mellark
-Ho
vinto di nuovo!- esclama nuovamente Peeta con orgoglio.
Scuoto
la testa energicamente.
-Come
diavolo hai fatto ad imparare a giocare a scacchi cosi' velocemente?-
chiedo stupito.
E'
sera inoltrata e io e Peeta stiamo facendo la quarta o la quinta
partita a scacchi nel salotto di casa sua.
Katniss
e Peeta sono tornati ieri sera dopo una lunga settimana passata a
recitare davanti alle telecamere.
Ieri
non abbiamo parlato e non abbiamo avuto il tempo necessario per
discutere degli ultimi eventi e dopotutto sono tornati piuttosto
tardi. Alla stazione, ad aspettarli, eravamo solo io e Prim.
Mia
moglie e i ragazzi hanno preferito rimanere a casa ad aspettarci e
Jane ha una leggera influenza. Prim invece ha insistito per
accompagnarmi alla stazione.
Abbiamo
camminato a lungo per il Distretto per poi lasciarci cadere su una
panchina vicino la stazione.
Ad
un certo punto ha inconsapevolmente infilato la mano nella mia e l'ha
stretta.
Nonostante
la minaccia degli Hunger Games sia lontana, qualcosa di quella paura
le e' rimasta addosso e stranamente ha trovato in me un appiglio.
La
sensazione di essere utile a questa ragazzina, di poterle tenere la
mano e consolarla tra le mie braccia mi da un brivido di eccitazione.
Prim
e' la figlia che non ho mai avuto e poi mi ricorda molto Peeta. Hanno
lo stesso sorriso dolce e gentile, gli stessi occhi color del cielo.
-Credo
sia solo la fortuna del principiante- risponde Peeta modestamente e
scrolla le spalle divertito.
Inizia
a riassettare il tavolo.
-Sara'
meglio che inizi a preparare qualcosa da mangiare- aggiunge
voltandosi verso i fornelli.
Do'
un'occhiata a questa grande casa. E' sicuramente bellissima, molto
spaziosa e moderna ma evidentemente troppo grande per una persona da
sola.
-Mi
dispiace non aver insistito nel venire a vivere qui con te- esclamo
ad alta voce.
-Cosa
papa'?- chiede.
-Ho
detto che mi dispiace averti lasciato qui da solo- e faccio una largo
cenno con la mano.
Peeta
posa la pentola che ha in mano.
-Ascolta
papa'..Ci sono alcuni giorni che e' brutto rimanere da solo in questa
casa. Mi piacerebbe che ci foste tu e la mamma e i miei fratelli qui,
ma avete la panetteria da mandare avanti e sarebbe difficile per Josh
e Kevin ambientarsi in questo posto.
Inoltre,
non farei riposare nessuno di notte. Spesso gli incubi mi
svegliano...-
-Mi
dispiace- ripeto anche se non so di preciso a cosa mi stia riferendo.
-Non
fa niente, pa'. Devo esser grato per questa vita e per tutti i giorni
che trascorro in questo mondo.
Ho
rischiato di morire una volta e adesso non ho nessuna intenzione di
sprecare la mia vita- dice candidamente.
-E
Katniss?- chiedo senza riflettere.
I
suoi occhi mutano espressione ma si rilassa immediatamente e scoppia
a ridere.
-Beh..diciamo
che io e Katniss non siamo i fidanzati da imitare- risponde
semplicemente e si volta per riprendere la padella che ha lasciato
sul piano cottura.
-Lascia
perdere quella padella e vieni a casa con me. Tua madre sara' felice
di averti a cena-
Si
volta un'altra volta e mi ringrazia con lo sguardo.
Lo
aiuto a sistemare il lieve disordine che abbiamo fatto questo
pomeriggio, poi prendiamo i nostri cappotti dall'appendiabiti e lui
chiude la porta di casa, infila le chiavi in tasca e mi fa cenno di
andare.
Passando
vediamo la luce accesa nel salotto di casa Everdeen ma Peeta
distoglie lo sguardo e si rivolge verso me, facendo finta di niente.
-Allora..cosa
mi sono perso in questi giorni?-
Scuoto
le spalle.
-Niente
di importante. Anzi, ho ricevuto una nuova ricetta per una torta e.
Ti andrebbe di prepararla? Tua madre sara' felice di mangiare una
torta diversa, di tanto in tanto. E poi so che a Capitol City hai
visto delle torte meravigliose-
-Oh
si! Dovevi vederle, erano semplicemente perfette. Domattina mi faro'
trovare in panetteria e potrei provare a replicarle. Di alcune mi
sono fatto dare la ricetta. Magari non verranno buone come le loro ma
potremmo provare ad imitare l'effetto- dice ammiccando.
-Scommetto
che le tue saranno molto piu' buone-
Sorride.
-Lo
dici solo perche' non hai assaggiato quelle-
Continuiamo
la conversazione su quello stesso tono. Quando arriviamo davanti la
porta di casa, Peeta smette di parlare e per un po' rimane immobile.
-Tutto
bene figliolo?-
Si
gira verso di me con lo sguardo lievemente perso nel vuoto.
-Oh..si.
Si, va tutto bene. Stavo solo pensando ad una cosa- dice come se la
cosa in questione non avesse importanza.
-Ne
vuoi parlare?- chiedo, avvicinandomi.
Scuote
la testa.
-Non
c'e' bisogno che ti tenga tutto dentro Peeta. Adesso sei a casa. Ci
sono io, c'e' tua madre, ci sono i tuoi fratelli. Noi possiamo
aiutarti-
Peeta
scuote nuovamente la testa bionda.
-So
benissimo che ci siete ma non potete aiutarmi in questa battaglia.
Non potete capire.
E
per fortuna, aggiungerei. L'unica che puo' davvero capirmi e'
Katniss..Haymitch e' troppo ubriaco- dice sorridendo ma anche il suo
sorriso ha una sfumatura triste.
-E
allora perche' non parli con lei?-
-E'
tutto molto complicato. Io e lei siamo complicati. Lei ama Gale e ha
finto di amare me. Sono riuscito a superare questa cosa, alla fin
fine mi ha tenuto in vita e mi ha impedito di morire e le saro'
eternamente grato per questo. Non sarebbe stato giusto continuare a
portarle rancore per questo. Sono due sentimenti troppo contrastanti
per coesistere. Adesso dobbiamo ricominciare a vivere. E' difficile
ritrovare il proprio posto dopo l'arena. Eppure e' cosi'
strano..cioe', e' strano dovermi abituare a stare senza di lei, anche
a dormire senza di lei ma sono sicuro che con il passare del tempo lo
diventera'. Magari alla fine lei si ricredera' e mi amera'. Credo che
i miei sentimenti per lei non cambieranno mai- ammette con uno
sguardo piuttosto triste.
Appoggio
una mano sulla sua spalla e la stringo con forza. Lui si scioglie e
appoggia la testa sulla mia spalla e mi stringe a se'.
Mi
e' mancato molto mio figlio. Il bambino che si addormentava tra le
mie braccia, con una un braccio intorno al mio collo.
Quando
alla fine ci stacchiamo ha di nuovo quello sguardo sicuro e
tranquillo.
-Cosa
intendevi con dormire senza di lei?- gli chiedo prima di aprire la
porta di casa.
Peeta
diventa subito molto rosso in viso e si gratta la nuca. Un gesto che
faceva sin da bambino quando era in imbarazzo.
-Beh..Visto
che avevamo tutti e due gli incubi ed eravamo gli unici a capire cosa
si provasse..Abbiamo finito con il dormire insieme sul treno. Ma solo
dormire! Non mi sarei mai permesso di fare altro e neanche Katniss,
ovviamente...-conclude con lo sguardo fisso per terra.
Scoppio
a ridere e apro la porta di casa.
Angolo
dell'autrice.
Scusatemi
per il ritardo! Sono stata molto occupata e so che questo capitolo fa
veramente schifo ma abbiate pieta' di me!
Spero
di essere piu' puntuale la prossima volta.
Hoon21
:)
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Capitolo 4 *** Capitolo tre. ***
Ricorda: non
serve a niente
rifugiarsi nei
sogni e dimenticarsi
di vivere.
(Harry
Potter e la pietra filosofale)
Capitolo
tre.
Pov.
Marlene Mellark
E
con questo ho finito di lavare tutti i piatti, penso esausta.
L'orologio della cucina segna la mezzanotte passata.
Gia'
da diverso tempo John e i ragazzi sono andati a letto. Questa sera ha
cenato con noi anche Peeta ma nonostante abbia insisto molte volte,
ha preferito tornare a casa sua per la notte.
Poi
John mi ha sussurrato per non farsi sentire da Josh e Kevin che Peeta
ha bisogno dei suoi spazi e la notte non riposa bene a causa degli
incubi.
Non
potendo far nulla per aiutarlo, alla fine ho lasciato perdere.
Peeta
mi ha salutato con un veloce bacio sulla guancia e se n'e' andato.
Do'
un'occhiata veloce alle scale e mi convinco a rimanere ancora un po'
in cucina. Appoggio i gomiti sul tavolo e nascondo il viso tra le
mani che hanno un leggero odore di detersivo.
Dalla
mia ultima conversazione con Jane Everdeen non sono piu' riuscita a
guardare negli occhi Gale. Non viene molto spesso qui e quando viene
si trattiene per poco tempo, solo per trattare qualche baratto con
mio marito. Non posso davvero credere che quel ragazzo sia la ragione
per cui mio figlio non possa essere felice.
E'
decisamente attraente, ha un bel viso, sa mantenere la sua famiglia
ma i suoi occhi nascondono qualcosa che mette i brividi.
Sono
a dir poco infuocati e basta solo una scintilla per far divampare un
incendio pronto a distruggere ogni cosa.
Per
quanto mi riguarda, Katniss gli somiglia molto e non solo
fisicamente. Anche se entrambi hanno l'aria da Giacimento con quegli
occhi grigi, la pelle diafana e i capelli piu' neri della pece.
Non
capisco davvero cosa possa aver trovato Peeta in quella ragazza.
Possiede
lo stesso fuoco vendicativo, rabbioso e rancoroso del suoi migliore
amico (sempre se possiamo definirlo in questo modo).
Il
pendolo segna l'una. Con un sospiro, mi alzo e mi dirigo nella mia
camera da letto dove spero che John si sia gia' addormentato. Non ho
voglia di dirgli dei pensieri che mi affollano la mente.
Non
e' questo il momento per pensare a quel minatore da quattro soldi.
-Ecco
signora, le auguro una buona giornata- rispondo automaticamente
all'ennesima cliente della giornata.
Sono
vent'anni che lavoro ormai in questo panificio con mio marito. Lui
cucina, sforna il pane, prepara i biscotti e le torte con l'aiuto dei
nostri figli e io mi occupo dei clienti e dei soldi.
John
dice sempre che sono la piu' idonea per tenere il conto dei soldi che
entrano ed escono da casa nostra. Lui si farebbe prendere dalla
compassione verso le persone meno fortunate di noi.
Adesso
non abbiamo il problema di patire la fame visto che mio figlio Peeta
ha appena vinto un premio abbastanza consistente e permette a tutti i
noi di condurre un'esistenza piu' tranquilla. E John ha realizzato il
suo piu' grande sogno: quello di aiutare le persone povere.
Ogni
giorni prepara almeno tre ceste di pane e fa il giro del Giacimento e
a volte anche della citta'.
Ormai
tutti lo conoscono per la sua bonta' e gentilezza.
Ecco
da chi Peeta abbia preso questo carattere cosi' puro.
Per
fortuna, non somiglia a me. Sia Josh (anche se in parte) che Peeta
hanno lo stesso modo di fare cordiale e disponibile del padre.
Sono
io la strega cattiva della famiglia. Per un attimo mi sento oppressa
da questi sentimenti negativi ma li scaccio prontamente.
Non
ho assolutamente intenzione di dimostrarmi debole o cose simili. I
sentimenti sono la parte migliore delle persone ma sono anche la loro
piu' grande debolezza.
Non
vedendo entrare altre persone, afferro uno strofinaccio e inizio a
strofinare tutto il bancone sperando di rimuovere tutta quella
farina.
Ad
un certo punto sento uno strano rumore come se ci fosse molta
confusione qui vicino.
Impossibile!
Mi dico. A quest'ora staranno lavorando tutti.
Continuo
il mio lavoro aggiungendo una generosa dose di detersivo.
Sento
degli echi lontani e qualche urlo. Mi fermo per un attimo. Saranno i
bambini che giocano? O forse qualcuno si e' fatto male?
Ma
no! Cosa potrebbe mai succedere qui al Distretto 12?
Non
sento piu' altro rumore e dimentico quello strano rumore. Quando il
bancone splende di nuovo, poso tutto e vado in cucina a mettere su
l'acqua per la pasta.
Il
tempo di prendere la pentola blu, riempirla d'acqua e accendere il
fornello la porta si spalanca di botto e John mi chiama a gran voce.
-Sono
in cucina. Come mai tutto questo baccano?- urlo in risposta alquanto
irritata.
Che
bisogno c'e' di fare tutto questo fracasso?
John
arriva in cucina. Ha la camicia leggermente sporca di sangue, i
capelli arruffati e il volto paonazzo.
-Si
puo' sapere cosa e' successo?- chiedo preoccupata.
-Prima
prendimi qualcosa di forte da bere e dopo ti racconto tutto. Tu non
hai notato niente di strano?-
Si
lascia cadere su una sedia e io corro a prendergli un po di cordiale.
-Certo
che no! Ho sentito un po' di rumore circa mezz'ora fa ma solo questo.
Vuoi raccontarmi cosa diavolo e' successo?-
Sono
impaziente.
-Qualcuno
dei ragazzi si e' fatto male? Perche' la tua camicia e' sporca di
sangue?-
John
beve in fretta il suo bicchiere e inizia a raccontare. Dice che Gale
aveva cacciato un grosso tacchino e l'aveva portato al capo dei
Pacificatori, Craig, ma al suo posto ne ha trovato un altro. L'ha
afferrato e l'ha portato in piazza dove l'ha frustato fino a fargli
perdere i sensi.
Sia
Katniss che Peeta sono intervenuti a difenderlo e insieme l'hanno
portato a casa di Katniss dove Jane adesso lo sta curando.
-Come
stava Katniss?- chiedo con un filo di voce.
-Sconvolta.
Si e' buttata sopra Gale per difenderlo con il proprio corpo. Adesso
anche lei ha un bel livido sulla guancia- dice tristemente.
-E
Peeta?-
-L'ha
difeso-
Dice
solo questo ma io ho capito cosa intende.
Nostro
figlio ha capito che Katniss preferisce Gale a lui e nonostante
questo, era pronto a difenderlo.
Angolo
dell'autrice.
Ciao!
Questo capitolo e' semplicemente orribile. Lo so. Ho deciso di
cambiare un po' le cose.
Non
volevo che Marlene assistesse a quella scena particolarmente
orribile. E per chi ricorda esattamente i fatti del libro, sa per
certo che John non aiuta a portare Gale da Mrs. Everdeen e
quant'altro.
Spero
che la mia decisione non vi sia piaciuta. Detto questo, faccio i miei
migliori auguri di una serena e felice Pasqua. Grazie a tutti voi per
esserci sempre!
Hoon21
:)
|
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Capitolo 5 *** Capitolo quattro. ***
Che
la fortuna ti assista,
che
le stelle ti proteggano e
che
la pace regni nel tuo cuore.
(Ciclo
dell'Eredita'-Eragon)
Capitolo
quattro.
Pov.
John Mellark
-Grazie
mille, Mrs. White- saluto cordialmente la fioraia ed esco dal
negozio. Spero che a Marlene piacciono i fiori che ho appena
comprato: ciclamini rosa.
Oggi
e' il nostro anniversario, in un certo senso. Vent'anni fa infatti le
chiesi di sposarmi in questo giorno. Non abbiamo mai dato molta
importanza a questo tipo di ricorrenze e, a dire la verita', ci sono
sempre state spese piu' urgenti da affrontare. Adesso invece posso
permettermi di concedere qualche sfizio a mia moglie.
-Ehi
papa'!- sento Peeta che mi chiama e mi volto.
-Ciao
figliolo. Come mai da queste parti?-
Siamo
nel centro della citta' e non vedo cosa possa fare qui. Lui scrolla
leggermente le spalle.
-Stavo
facendo una passeggiata. Il Distretto assume un nuovo aspetto in
questo periodo dell'anno, non credi?- chiede.
Il
tono della sua voce mi spinge credere che la sua fosse piu' una
domanda retorica. Annuisco brevemente e in men che non si dica siamo
coinvolti una discussione di sciocchezze, del tempo, dei fiori, della
nuova torta senza mai sfiorare l'argomento su cui dovremmo
concentrarci.
-Hai
visto Prim, per caso?- chiedo ad un certo punto, cambiando
completamente discorso. In realta' vorrei chiedergli di Katniss ma se
non ha ancora accennato a lei, vuol dire che non vuole parlarne. O
forse sta aspettando che sia io a fare la prima mossa. Facendo una
semplice domanda su Prim magari riesco a cavargli qualcosa fuori
dalla bocca, senza ferire troppo i suoi sentimenti gia' calpestati.
Mi stupisco per un attimo dei miei pensieri cosi' subdoli e
macchinosi. E' il tipo di congettura che mia moglie macchinerebbe
nella sua mente lucida e vigile.
-Prim?
Si, certo. Sta bene. Ha aiutato Mrs. Everdeen a curare Gale ieri
sera. E' stata davvero brava. Credo che abbia preso da lei il talento
per la guarigione- risponde meccanicamente.
Quindi
ha assistito a tutta la medicazione e ha anche nominato Gale con
noncuranza.
-Con
cosa hanno curato Gale?-
-Mrs.
Everdeen gli ha applicato degli impacchi di neve sulla schiena, l'ha
fasciato e gli ha dato dello sciroppo per dormire. Purtroppo ha
dovuto dormire sull'asse di legno che abbiamo appoggiato sul tavolo,
ma dovrebbe rimettersi presto-
-Come
sta?-
-Meglio
di ieri ma ci vorranno diversi giorni prima che si riprenda del tutto
e credo che rimarranno le cicatrici sulla schiena.
-Sempre
meglio avere delle cicatrici che morire, non trovi?-
Lui
annuisce vigorosamente.
-Assolutamente
si. E' stato anche abbastanza fortunato. Katniss e' intervenuta prima
che quel Pacificatore gli scorticasse tutta la schiena e tra l'altro
Mrs. Everdeen e' un'ottima guaritrice-
Ha
nominato anche il nome di Katniss piuttosto tranquillamente e non ha
accennato al fatto che anche lui e' intervenuto in difesa di questa
persona a cui non importa nulla di lui.
-Katniss
come ha reagito?- chiedo ancora.
Questa
volta Peeta contrae la mascella per un attimo ma quell'ombra che gli
era comparsa negli occhi, scompare in fretta.
-Non
e' quel tipo di persona che riesce a guardare le persone soffrire.
Vorrebbe che tutti stessero bene e subito- ride brevemente- ma
purtroppo non sempre e' possibile-
-Quando
sei passato a trovarla?-
Mentre
camminavamo, siamo arrivati di fronte il panificio ma nessuno dei due
accenna ad entrare, troppo impegnati nella fitta conversazione.
-Questa
mattina. Giusto in tempo per dare il cambio a Katniss. Si era
addormentata anche lei sul tavolo. Ho aspettato finche' Mrs. Everdeen
non e' scesa a controllare il suo paziente e poi sono andato via.
Avevo bisogno di passeggiare un po'. Il dottore dice che camminare mi
aiuta ad acquisire padronanza della mia nuova gamba-aggiunge come se
dovesse darmi una spiegazione. L'accenno alla gamba mi ha provocato
il solito senso di smarrimento e dolore che cerco di reprimere in un
angolo del mio cuore.
Inoltre
i suoi occhi azzurri tremano un po' e decido di smetterla di fare
domande. Le sue risposte sono state sufficienti per permettermi di
dipingere un quadro completo della situazione.
-Vuoi
entrare e mangiare qualcosa con me e tua madre? Josh e' a scuola e
Kevin pranza a casa della sua fidanzata- dico storcendo leggermente
la bocca.
Preferirei
che il mio primogenito si impegnasse in qualcosa di piu' fruttuoso
invece che correre dietro alle ragazze. Capisco che la nostra
situazione economica si e' elevata notevolmente ma questo non
significa che dobbiamo smettere di lavorare e pesare sulle spalle del
mio figlio piu' piccolo che ha vinto quei soldi, macchiandosi anche
di omicidi.
Scaccio
velocemente questi pensieri dalla testa perche' mi provocano sempre
una stiletta al cuore.
Peeta
ci pensa un attimo e poi il suo viso si stende fino a formare un
sorriso aperto.
-Si,
certo-
Ed
entriamo.
Pov.
Marlene Mellark.
Dopo
che John ha deciso di avventurarsi per le starde nonostante la neve,
ho deciso di preparare un pranzo con tutti i suoi pasti preferiti.
Non gli ho comprato un regalo perche' non pensavo ce ne fosse
bisogno. Non posso credere che vent'anni fa mi chiese di sposarlo!
Sembrano passati pochi giorni e invece abbiamo gia' affrontato cosi'
tante battaglie e nonostante tutto, siamo ancora qua. Noi due,
insieme.
Per
un attimo penso a come sarebbe la mia vita senza mio marito. Sarebbe
solo una vita buia, vuota e triste. La sensazione di solitudine mi
lascia uno strano sapore in bocca e tento di immaginare il profondo
cordoglio provato da Jane quando suo marito venne a mancare
nell'esplosione di quella miniera.
Non
e' poi cosi' strano che abbia affrontato quel brutto periodo di
depressione che porto' sua figlia a diventare una cacciatrice di
frodo.
Magari
la stessa piccola Katniss Everdeen sarebbe diversa se suo padre non
fosse morto. Avrebbe meno paura di amare e sarebbe meno sospettosa
verso il genere umano.
Era
talmente presa dai miei discorsi mentali e dal preparare questo
grasso tacchino (che sia quello cacciato da Gale il giorno prima?)
che non mi sono resa conto che e' gia' l'una e mezza. Con molta
probabilita' John sara' qui fra poco. Riusciremo a mangiare quel
tacchino solo noi due? Sia Josh che Kevin sono fuori casa per pranzo
e non torneranno prima delle quattro del pomeriggio. Peeta non lo
vedo dal giorno prima ma forse vuole rimanere un po' da solo, oggi.
Chissa' come stara' Gale, il cacciatore di frodo numero 2. Anche se
sono abbastanza sicura che sia vivo. Ha una tempra forte e Jane e' in
grado di guarire quel tipo di ferita.
Velocemente
apparecchio la tavola e salgo le scale per cambiarmi.
Non
possiedo molti abiti eleganti e non ho nessuna intenzione di
indossarli per un semplice pranzo, ma decido ugualmente di mettere
una vecchia camicia con dei semplici pantaloni. Scendo nuovamente nel
piano di sotto giusto in tempo per aprire la porta.
-Peeta!-
esclamo vedendo mio figlio dietro John. Lo abbraccio teneramente e lo
invito ad entrare. Lui risponde al mio abbraccio e appoggia per un
attimo una mano calda tra i miei capelli e subito vengo investita da
quel suo profumo dolce e rassicurante. Dopo sfioro rapidamente le
labbra di mio marito che con mia grande sorpresa tiene tra le mani un
mazzolino di ciclamini.
-Oh
John! Sono stupendi, grazie!- esclamo sinceramente commossa per quel
tenero gesto. Adesso mi sento ancora piu' stupida per non avergli
comprato un pensierino.
-Io
non ti ho comprato niente- tento di scusarmi- pero' ti ho preparato
un bel pranzo-
Peeta
nel frattempo ha lasciato l'atrio e lo sento armeggiare con la teglia
nel forno.
-Non
fa niente, tesoro! Sono solo dei fiori e sai che amo da morire la tua
cucina- aggiunge sorridendo dolcemente e appoggiando una mano sul mio
fianco.
Peeta
ha spostato la teglia in cucina e sta sicuramente sistemando i
piatti.
-Come
sta?- chiedo in tono meno allegro. Anche il suo sorriso prende un po'
della gioia che prima lo aveva illuminato, senza perderla del tutto.
-Katniss
ha scelto Gale. Ma cosa ti aspettavi? Le sue intenzioni erano chiare
fin dal principio, del resto-
-Lo
so...Come l'ha presa Peeta?-
Alla
fine quella ragazzina ha davvero scelto il -moro bello e
impossibile-. Beh, posso solo dire che sono una bella coppia. Hanno
tutti e due un carattere molto simile, si troveranno bene.
-Secondo
te?-
Scuoto
la testa e sospiro. Quel ragazzo dovrebbe imparare ad essere piu'
egoista ma forse e' propria la sua bonta' a renderlo speciale.
-Trovera'
una persona piu' adatta a lui e che puo' realmente apprezzare la sua
gentilezza- dico convinta. Poi prendo per mano mio marito e lo
trascino in cucina dove Peeta ha gia' iniziato a mangiare.
-Ehi!
Potevi anche aspettare- dico fingendomi irritata.
Lui
ride e insieme iniziamo a mangiare.
Guardandolo
penso che quella ragazza non ha proprio capito niente e ha appena
sprecato la migliore occasione della sua vita.
Angolo
dell'autrice.
Ciao
a tutti! Vi prego di scusarmi per il ritardo. Non era mia intenzione
assentarmi per due intere settimane. Purtroppo il latino ha deciso di
rapirmi e soltanto qualche giorno fa mi ha lasciato andare.
Come
alcuni di voi sapranno ho gia' aggiornato la mia seconda fanfiction
(Real love) e adesso sono tornata per portarvi qualche novita' sul
nostro caro Peeta.
In
realta' questo capitolo e' abbastanza concentrato su Marlene/John ma
dal prossimo capitolo in poi parleremo di piu' di Peeta/Katniss.
Avevo
anche intenzione di inserire un breve scambio di opinioni (possiamo
anche definirlo una vera e propria discussione) tra Marlene e
Katniss. Voi che ne pensate?
Ovviamente
e' tutto da decidere.
Nonostante
stia pubblicando questo capitolo oggi, vorrei pubblicarne un altro a
breve. Spero tra sabato e domenica. Devo recuperare i giorni spesi a
studiare come una matta.
E
per chi se lo stesse chiedendo, si. Ci stiamo avvicinando
inesorabilmente all'annuncio dell'Edizione della Memoria. Come
reagiranno i famigliari di Katniss e Peeta?
Non
preoccupatevi, avrete almeno altri tre capitoli di pace!
Alla
prossima.
Hoon21
:)
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Capitolo 6 *** Capitolo cinque. ***
Volevo
urlare quello che sentivo,
ma
sono rimasto zitto per paura
di
non essere capito.
(Charles
Bukowski)
Capitolo
cinque.
Pov.
Marlene Mellark.
Per
quanto possa essere cambiata nell'ultimo periodo, non ho dimenticato
come nascondere le emozioni ed essere dura. Sfodero il mio migliore
sguardo glaciale (serrando gli occhi e stringendo le labbra, fino a
farle diventare livide) e tengo tutti i muscoli del corpo tesi. Dopo
essermi accertata che qualcuno di indesiderato come mio figlio Peeta
non sia nei paraggi, mi avvicino lentamente alla mia preda. Okay,
magari detto cosi' sembra molto piu' inquietante. Diciamo che mi
avvicino inesorabilmente alla Stronza Numero 1. E' appena entrata in
quella che era la sua casa (a fare cosa, non so). Mi fermo un po'
piu' avanti dell'uscio in modo tale che mi veda immediatamente.
Incrocio le braccia al petto e aspetto. Ricordo che quando dovevo
rimproverare i miei figli per qualche monelleria commessa, assumevo
lo stesso sguardo gelido. Dopo pochi minuti la porta si apre
improvvisamente e ne esce Katniss che trasalisce non appena i suoi
occhi da Giacimento incontrano i miei, decisamente piu' scuri.
Stringe anche lei la labbra e si avvicina diffidente.
-Katniss-
sussurro, mantenendo il contatto visivo.
-Mrs.
Mellark- risponde con altrettanta freddezza- Cosa ci fa qui?-
Evidentemente
vuole finire prima che cominci a giocare con lei.
-Sono
venuta per parlare un po' con te. Ti va? D'altronde per il resto del
mondo stai per diventare mia nuora- rispondo, aggiungendo un sorriso
serafico.
Il
suo viso impallidisce ancora un po' e grugnisce qualcosa in risposta
che non mi sforzo neanche di comprendere. Nessuna delle due accenna
ad un movimento percio' mi decido a parlarle li' davanti.
-In
effetti e' proprio di questo che vorrei parlarti- aggiungo. Lei passa
il peso da una gamba all'altra, segno che e' in ansia. Bene tesoro,
non ho la minima intenzione di renderti le cose semplici. D'altronde
questo e' anche il tuo gioco.
-Mi
dica-
-Voglio
che tu la smetta-
-Mi
scusi credo di non aver capito- Mi avvicino ancora un po', ma lei non
arretra. Di nuovo fisso i suoi occhi grigi e cerco di capire cosa mio
figlio ci veda in lei.
-Io
invece credo di si. Voglio che tu la smetta con questo tuo sporco
gioco- ripeto mentre l'indignazione si fa strada dentro di me. Sono
riuscita a mantenere le emozioni sotto controllo, ma non credo di
riuscirci ancora per molto. Sopratutto se la Stronza Numero 1 mi
guarda con quel suo sguardo odioso. Come sara' riuscita ad
abbindolare Capitol City?
-Io
non sto giocando con nessuno, signora- ribadisce senza rendersi conto
di aver appena ammesso la sua colpa.
-Non
stai giocando con nessuno? Strano perche' a me risulta il contrario-
Mi
avvicino fino ad avere il suo viso a pochi centimetri di distanza dal
mio.
-Puoi
fregare Capitol City con la tua patetica finzione, puoi ingannare i
Distretti di essere l'eroina di turno, ma non inganni me. Sei
soltanto una ragazzina egoista ed opportunista. Mio figlio e' troppo
buono per accorgersi di quanto sei marcia dentro, ma io no. Ho piu'
esperienza e so perfettamente come sono fatta le ragazze come te- le
sputo in faccia.
-Lei
non sa niente di me- ringhia.
Scoppio
a ridere. Una risata priva di gioia.
-Ma
davvero? Vediamo un po' se riesco a tirare ad indovinare. Il
Presidente minaccia la tua famiglia e quell'altro cacciatore da
strapazzo. A proposito credi davvero che sia diventato un eroe solo
perche' e' stato frustato? Non funziona cosi', bambina. Comunque, tu
decidi di salvargli la pelle con la vita di mio figlio, ma il
giochetto non funziona. A questo punto annunci un matrimonio,
costringendo Peeta a vivere per il resto della sua vita con una donna
che non lo merita e non apprezzera' mai il suo valore. Credi davvero
che siamo tutti stupidi Katniss?- le chiedo nuovamente. Il suo
sguardo terrorizzato conferma le mie ipotesi. Non sono per niente
felice di aver avuto ragione. Per niente.
-L-lei
come lo sa? Glielo ha detto Peeta?Del Presidente, intendo- aggiunge.
Non vuole rivelare le sue colpe, eh? Evidentemente avevo ragione
perche' il suo sguardo scatta da un lato all'altro come se temesse
che qualcuno ci vedesse.
-No.
Non ne ho avuto bisogno- abbasso il tono della voce- Vuoi salvare la
tua famiglia. E per me va bene. Ne hai tutto il diritto e il dovere.
Ma tieni fuori da questa storia mio figlio. Lui non merita tutto
questo e non merita di essere infelice-
Katniss
rimane in silenzio. Mi volto e me ne vado.
E
se la stronzetta dovesse continuare, ripetero' questa conversazione.
E la prossima volta mi dara' retta.
POV.
John Mellark
-Ecco,
vedi? Appena finisci di impastare, lasci riposare la pasta per almeno
tre ore e ricominci. In questo modo non rimarrai mai senza pasta-
spiego a Prim, infagottata in un lungo grembiule e i capelli biondi
sporchi di farina.
Lei
annuisce sorride.
-Sono
stata abbastanza brava, Mr. Mellark?- mi chiede con quei suoi grandi
occhioni luccicanti.
-Assolutamente!-
rispondo- Ma adesso e' meglio che ti riposi un po' altrimenti tua
madre non ti permettera' di venire-
Prim
si mette a ridere, divertita.
-In
questo periodo non fara' molto caso alla mia presenza o assenza in
casa. Katniss e' scivolata e si e' storta una caviglia. Per ora e'
lei ad avere bisogno delle sue cure e attenzioni- risponde senza la
minima traccia di invidia o risentimento. Questa ragazzina e' davvero
speciale.
-Si,
in effetti Peeta me ne aveva parlato. Tua sorella e' sempre in cerca
di guai?- chiedo.
Anche
se parla con un tono di voce molto calmo, so che e' molto agitata.
Segno che il terrore degli Hunger Games non e' ancora passato.
Beh,
non ha tutti i torti e ad essere sincero, non e' passato neanche a
me.
-Diciamo
che non riesce a stare a lungo senza fare niente- risponde ridendo.
-Ne
sono convinto- rispondo e lascio cadere il discorso. Dopo pochi
secondi di silenzio, Prim inizia a parlare e in men che non si dica
abbiamo gia' dimenticato l'argomento precedente.
Finche'
qualcuno apre la porta e la sbatte furiosamente. Entrambi ci voltiamo
e troviamo una Katniss a dire poco infuriata.
-Buongiorno!-
sbraita- Andiamo a casa Prim!-
Sia
io che Prim la fissiamo accigliati.
-Ma..sono
arrivata da poco e questa mattina ti avevo detto che mi sarei fermata
per pranzo- ribadisce la sorellina, stupefatta dallo strano
comportamento della maggiore.
Katniss
si ferma per un istante e abbandona quello sguardo rabbioso.
-Scusa
Prim, ma dobbiamo andare adesso. Mi scusi Mr. Mellark- aggiunge piu'
dolcemente.
Mentre
Katniss afferra delicatamente il polso di Prim per spingerla fuori
dalla porta, questa si apre e compare Peeta.
-Ehi!
Come mai vi trovate qui?- chiede stupito dal fatto che la sua
-fidanzata- si trovi in panetteria.
Lei
arrossisce e fa in modo di non fissare troppo a lungo negli occhi il
suo -fidanzato-.
-Sono
venuta a prendere Prim- risponde duramente. Peeta sembra non
prendersela per quella risposta fredda (probabilmente e' abituato a
questo tipo di tono da non farci piu' caso) e invece dice:- Ti avevo
detto che poteva rimanere qui per pranzo. Tanto anche io rimango qui.
Subito dopo, possiamo tornare insieme al Villaggio dei Vincitori.
Anzi, vuoi rimanere a mangiare con noi?- propone.
Per
un secondo vedo guizzare nell'azzurro dei suoi occhi una scintilla di
speranza che scompare prontamente. Prim nel frattempo ha lasciato
andare Katniss ed e' tornata a sedersi accanto a me. Infatti nessuno
si e' ancora degnato di parlarmi o soltanto di ammettere la mia
presenza nella stanza.
Cerco
di schiarirmi la gola per segnalare la mia presenza ma la porta
d'ingresso di apre per la terza volta e appare Marlene, la quale
sorride in uno strano modo a Katniss e saluta tutti.
-C'e'
per caso una riunione di famiglia e non mi avete informato?- chiede,
sottolineando forzatamente la parola famiglia e cogliendo la sguardo
irato di Katniss.
Ma
cosa diavolo sta succedendo qui?
-N-no..in
realta'..- cerca di dire Peeta, ma neanche lui sa cosa sta succedendo
tra sua madre e la ragazza di fuoco. Che abbiano avuto un incontro
poco piacevole? Posso solo immaginare cosa sia accaduto tra ghiaccio
e fuoco.
-Bene!
Credo che sia il momento di andare. Spero di poter rimanere qui
un'altra volta- esclama Prim dopo un lungo momento di silenzio e,
dopo aver salutato tutti, agguanta la sorella e la trascina via,
prima che questa possa dire o fare qualcosa di stupido. Evidentemente
anche lei ha sentito puzza di bruciato ed e' corsa ai ripari prima di
scottarsi.
Nella
stanza rimaniamo io, Peeta e Marlene a fissarci stupiti fin quando
mia moglie scoppia a ridere.
-Possiamo
dire che Katniss Everdeen e' molto simpatica e sa fare delle uscite
sceniche- dice mentre si dirige in cucina continuando a ridere.
Peeta
si rabbuia per qualche secondo.
-Riuscira'
mai ad accettarla?- mi chiede sconsolato.
-Credo
proprio di no. Ma neanche Katniss prova a rendersi simpatica- gli
faccio notare.
Lui
sospira e mi segue.
-Oh
avanti Peeta! Non fare quella faccia da morto. Hai tutta la vita
davanti e prima o poi Katniss si accorgera' di te e se non dovesse
farlo, potresti avere qualunque ragazza tu voglia- gli grida Marlene.
Peeta sorride per un attimo e decide di non ribattare.
-Come
dici tu, mamma!-
Angolo
dell'autrice.
Ehi!
Okay, lo so..Capitolo schifoso, ritardo mostruoso..e' tutto cosi'
orrendo. Mi dispiace molto per aver ritardato cosi' tanto ma ho
notato che lo scorso capitolo non e' piaciuto molto e mi e' venuto
una specie di blocco. Ovviamente, mi potreste dire che neanche questo
e' accettabile, ma e' stato il massimo che sono riuscita a fare.
E
ormai ci stiamo avvicinando..manca pochissimo per l'annuncio
dell'Edizione della Memoria.
Ringrazio
tutti quelli che hanno letto, recensito e inserito questa fanfiction
nelle seguite/ricordate/preferite! Vi ringrazio con tutto il cuore <3
Alla
prossima,
Hoon21
:)
|
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Capitolo 7 *** Capitolo sei. ***
Take
my hand and go
Cause
you're so beautiful..
(Invisible-Big
Time Rush)
Capitolo
sei.
Pov.
Mr. Mellark
-Buonasera
Capitol City!- annuncia Caesar, l'amato presentatore della Capitale.
-Perche'
fanno un servizio speciale questa sera?- chiede Kevin sbuffando.
Tutti odiamo i servizi obbligatori, come se gli Hunger Games non
bastassero.
-Capitol
City deve decidere il vestito da sposa di Katniss- spiega Peeta senza
l'ombra di un sorriso.
-Allora
copriti gli occhi tesoro, guardare il vestito della sposa prima delle
nozze porta sfortuna- smorza la tensione mia moglie.
Nessuno
parla piu' e continuiamo a mangiare tranquillamente con il rumore
delle urla eccitate degli spettatori, mentre vengono trasmessi foto
di Katniss con mille abiti diversi addosso.
In
molte di queste sorride e in altre finge di essere felice, ma non
penso che per loro faccia molta differenza.
L'unico
a guardarla con interesse e' Peeta. Cerca di tenere lo sguardo fisso
sul piatto, ma di tanto in tanto con la coda dell'occhio sbircia le
immagini.
-Speriamo
che finisca presto questo strazio- interrompe il silenzio Kevin.
-Si
da il caso che quella ragazza sara' presto mia moglie- risponde per
le rime Peeta. I due fratelli si fissano gelidi negli occhi, prima
che Marlene si metta tra loro:-Ragazzi, vi prego! Kevin cerca di
mostrarti piu' gentile e tu Peeta, non potrai negare che questa
sfilata sta diventando uno strazio-
L'unico
che rimane in silenzio per tutto questo scambio di battute e' Josh.
-Ehi
figliolo, tutto bene?- gli chiedo. I suoi occhi azzurri cosi' simili
a quelli di Peeta si alzano dal piatto e li trovo carichi di
preoccupazione.
-Questa
sera annunciano la terza Edizione della Memoria- mormora. Nella
stanza scende un silenzio freddo. Nessuno parla apertamente degli
Hunger Games in questa casa, sopratutto in presenza di Peeta. Il
colmo e' che proprio lui a rispondere per primo.
-Chiederanno
qualcosa di speciale, sicuramente, ma le possibilita' che ti
estraggano sono scarse-
-Anche
per te erano piuttosto scarse- ribadisce. Peeta rimane per la prima
volta senza parole. Poi sorride.
-Faro'
il possibile per tenerti dall'arena, Josh, te lo prometto-
Lo
sguardo preoccupato diventa uno pieno di gratitudine e da questo
momento, la situazione si ammorbidisce. Eppure le parole di Josh mi
hanno dato da pensare. E se chiedessero come tributi i famigliari dei
vincitori? Questo significherebbe che la piccola Prim e il mio Josh
dovrebbero rientrare nell'arena. Non credo che potrei riuscire ad
affrontare un'altra volta la sensazione di mandare a morte uno dei
miei figli. Non potrei sostenere un simile dolore...
Alla
fine il pubblico finisce di acclamare i loro vestiti
preferiti:-Portiamo Katniss Everdeen al suo matrimonio in grande
stile!-
-Alleluia!- accoglie la notizia
Kevin.
-Quest'anno ci sara' il
settantacinquesimo anniversario degli Hunger Games e cio' significa
che e' arrivato il momento della terza Edizione della Memoria!-
urla soddisfatto il presentatore.
-Guarda quanto siamo entusiasti-
replica Marlene facendomi ridere.
Ho sempre amato il suo senso
dell'ironia.
-Come mai l'annunciano cosi'
presto?- mi chiede Peeta. L'unico che puo' ricordarsi della Seconda
Edizione della Memoria (oltre al suo mentore, ovviamente) siamo io e
mia moglie.
-Vorranno leggere la busta con
le richieste speciali- mormoro mentre la mia mente corre alla
coraggiosa Maysilee Donner. Il destino e' stato molto crudele con
quella piccola ragazzina.
Mentre suona l'inno, vedo Peeta
stringere ansioso i pugni.
-Vediamo a chi dovrai fare da
mentore- sibila sempre piu' malignamente Kevin.
-Smettila- Il tono di Marlene
mette fine alla discussione e tutti osserviamo Caesar mentre,
inconsapevolmente, i nostri cuori pompano piu' velocemente del
normale.
Come sempre il Presidente
ricorda la nostra storia e racconta cio' che i suoi precedessori
chiesero per quelle occasioni speciali.
-Nel venticinquesimo
anniversario, affinche' i ribelli ricordassero che i loro figli
morivano perche' loro avevano dato inizio alle violenze, a ogni
distretto fu imposto di svolgere un'elezione e votare per i tributi
che l'avrebbero rappresentato-
-Come si possono condannare i
proprio figli?- bisbiglia inorridita Marlene. Scuoto la testa e
continuiamo ad ascoltare.
-Nel cinquantesimo
anniversario a ricordo del fatto morirono due ribelli per ogni
abitante di Capitol City, a ciascun distretto fu richiesto di mandare
il doppio dei tributi-
-Come ha fatto Haymitch a
vincere quando doveva combattere contro il doppio dei tributi?-
chiede incuriosito Josh.
-Non c'e' nessuna differenza. Ci
sono solo piu' ragazzi da uccidere. Sara' stato il piu' astuto di
tutti- risponde Peeta senza staccare gli occhi dallo schermo. Mi
colpisce particolarmente la freddezza del suo tono. Ma forse non
posso capire cosa significhino davvero quelle parole dal momento che
ho avuto la grazia di non entrare in quel circolo degli orrori.
-Fu l'anno in cui mori' la zia
di Madge, la figlia del sindaco. Si chiamava Maysilee Donner. Lei e
la madre di Katniss erano molto unite- commento. Peeta incarca un
sopracciglio come per chiedermi il motivo di quel silenzio, ma non
dice nulla.
-E ora onoriamo la nostra
terza Edizione della Memoria- mi interrompe il presidente- Nel
settantacinquesimo anniversario, affinche' i ribelli ricordino che
anche il piu' forte tra loro non puo' prevalere sulla potenza di
Capitol City, i tributi maschio e femmina saranno scelti tra i
vincitori ancora in vita- conclude con un sorrisetto. Analizzo
lentamente le sue parole, senza trovarne il senso. Cosa vuol dire
scegliere i tributi tra i vincitori ancora in vita? I vincitori
ancora in vita nel Distretto 12 sono...
Quando la consapevolezza mi
colpisce come un pugno nella bocca dello stomaco, mi volto verso
Peeta insieme a tutti i presenti nella stanza. Peeta ha uno sguardo
vago, impaurito, finche' non urla.
-Noo! Non di nuovo! Ti prego,
non di nuovo- le sue urla diventano man mano dei sussuri. Le lacrime
iniziano a scorrergli sul viso, ma prima che qualcuno di noi riesca a
muovere un passo nella sua direzione, lui e' gia' uscito di corsa.
Prima che correre via, mi e' sembrato di sentire distintamente il
nome di Katniss. Non lasciara' andare quella ragazza da sola
nell'arena. Quest'altra consapevolezza mi colpisce piu' duramente
della prima.
**
Appena sono riuscito a calmare
mia moglie che si era lasciata prendere da una crisi isterica, sono
corso via di casa. Kevin non ha detto piu' una parola e si e'
ritirato nella sua stanza senza battere ciglio, al contrario di Josh
che ha pianto contro la mia spalla mormorando frasi sconnesse. Ho
capito che il ragazzo si sente in colpa per non aver sostituito il
fratello nell'edizione precedente. Si sente responsabile e io non
posso fare niente per combattere i suoi sensi di colpa. Marlene dopo
essersi agitata, mi ha baciato ed e' salita in camera dove credo che
ora stia piangendo le lacrime piu' amare che una madre possa versare.
Quello che al momento mi spaventa piu' di tutti e' Peeta. Ho notato
il panico farsi strada nei suoi occhi e di come sia terrorizzato
dall'idea di entrare nuovamente nell'arena, ma ho anche visto la
decisione di salvare Katniss. Non gli importa niente
dell'indifferenza della ragazza o della sua cotta (se davvero ne e'
innamorata, cosa che non credo) nei confronti di Gale, la fara'
uscire viva da quell'incubo. Anche se fosse l'ultima azione compiuta
negli ultimi istanti di vita. E io non posso perderlo... Davvero non
posso.
Mi aggiro per il Giacimento, il
Forno, il Prato senza successo. Passo da casa sua ma la trovo vuota,
vado da Haymitch ma lo trovo mezzo ubriaco, troppo scosso dalla
notizia che coinvolge anche lui. Peeta non vuole farsi trovare.
Decido di rispettare il suo dolore. Quando avra' bisogno di me, io ci
saro' e saro' pronto ad incoraggiarlo e sostenerlo. A questo punto
faccio l'ultima cosa che mi rimane da fare: busso alla porta di Jane.
Lei mi apre senza esitazione con gli occhi rossi di pianto. Non dice
niente, mi fa cenno di entrare. Non parliamo, piangiamo solo la
nostra sventura e quando Prim mi raggiunge, mi sento crollare
l'intero mondo addosso. La prendo tra le braccia e come un bambino
scoppio in lacrime.
Angolo dell'autrice.
Eccoci qui. Siamo arrivati.
Potrete dirmi che non siamo ancora agli Hunger Games ma per me e'
come se lo fossimo. Potrei scrivere altri due capitoli al massimo, ma
presto o tardi arrivera' quel momento.
Spero che il capitolo vi
piaccia. Ringrazio tutti quelli che hanno letto, recensito e inserito
questa storia nelle preferite/ricordate/seguite. Grazie di cuore <3
Alla prossima,
Hoon21 :)
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Capitolo 8 *** Capitolo sette. ***
-Grazie
per essere il mio eroe.
-E'
cio' che ho sempre voluto essere.
(Diario
di una nerd superstar)
Capitolo
sette.
Pov.
Marlene Mellark
Il
mio corpo e la mia mente hanno modi differenti di reagire davanti ad
un shock. Il mio fisico mi dice di tenermi sempre occupata mentre la
mia mente mi supplica di seppellirmi sotto le coperte e di cadere in
un profondo oblio. Purtroppo, non posso permettermi di essere debole.
Non ho mai potuto permettermelo, ma adesso tutti hanno bisogno della
mia forza. A partire da mio marito che e' rientrato questa notte
stremato. Ho evitato di fare commenti sul suo viso gonfio, sul fatto
che fosse andato sicuramente da Jane Everdeen e che mi avesse
lasciato sola. Ho lasciato che si sfogasse ancora un po' e alle prime
luci dell'alba sono scesa al piano di sotto, lasciandolo
addormentato. La cucina pero' e' gia' occupata. Josh e' seduto a
capotavola con la testa tra le mani. Mi avvicino silenziosamente e
lo circondo con le braccia.
-Andra'
tutto bene, tesoro, te lo prometto- sussurro. Josh si gira
nell'abbraccio e si alza. Mi ricordo quando era solo un bambino che
scorrazzava per casa, tenendo per mano il fratellino. Adesso ha lo
sguardo di un uomo e mi supera anche in altezza.
-Andra'
bene? E chi ti dice che a causa di quella ragazza, Peeta non decida
di sacrificarsi? Quest'anno non riceveranno la grazia- mormora, per
poi separarsi da me e salire le scale. Sospiro. Non mi ha neanche
dato il tempo di consolarlo. La verita' e' che non ho idea di cosa
dire. Sono sicura che quest'anno ci sara' solo un vincitore e che non
sara' Peeta. Decido di mettere da parte i brutti pensieri e, dopo
aver lasciato un biglietto sul tavolo per John, mi chiudo la porta
alle spalle. Mentre cammino la mia mente lavora meccanicamente sugli
ultimi avvenimenti. Cosa puo' aver mai combinato quella ragazzina da
costringere Capitol City a lanciare una sfida cosi' crudele? Ripenso
al movimento soffocato negli altri Distretti. C'era una rabbia
malamente celata quando i ragazzi venivano presentati. Che ci sia
qualche tipo di rivolta? No, scuoto la testa, adesso sto esagerando.
La stronzetta potra' anche avere coraggio e un cervello sveglio, ma
non puo' aver incitato i distretti ad una ribellione. A meno che
qualcuno non la stia aiutando, rifletto. Qualcuno come Peeta. Una
persona capace di saper motivare un popolo, qualcuno capace di
trovare le parole giuste per ogni occasione. Se quella stronzetta ha
coinvolto mio figlio in questo tipo di attivita', giuro che la
uccidero' io prima del Presidente. Mentre il mio cervello cercava di
elaborare i pensieri piu' cupi (come se la situazione non fosse
abbastanza cupa), sono arrivata al Villaggio dei Vincitori. Non si
vede nessuno per le strade e il silenzio rende questa parte del
distretto quasi spettrale. Mi faccio forza, pronta ad affrontare
qualunque situazione mi si presenti davanti. Passo davanti la villa
di Katniss e trovo Jane indaffarata nel giardino. Nei suoi occhi
ritrovo il mio stesso sguardo. Abbiamo entrambe la stessa forza, solo
che la esprimiamo in modi diversi.
-Buongiorno
Marlene- mi saluta per prima.
-Buongiorno
anche a te Jane. Come mai gia' in giro a quest'ora del mattino?-
-Per
la tua stessa ragione, immagino. Pensi che potremmo ancora parlare
visto che siamo automaticamente diventate nemiche?- chiede con una
punta di sottile ironia.
-Immagino
che sia ancora presto per parlare di alleanze e fazioni. Mio figlio
potrebbe anche essere il mentore di Katniss-
Jane
si lascia andare in una risata priva di allegria.
-Pensi
davvero che glielo permetteranno?-
-No,
per niente- rispondo. Ci osserviamo per un altro po' senza trovare
parole da dire. Cosa possiamo dire ormai? Siamo finite. La nostra
vita e' finita. Abbiamo rischiato entrambe di perdere i nostri figli
e abbiamo sorriso quando sia Katniss che Peeta sono tornati a casa.
Adesso la Capitale se li vuole riprendere e Questa volta il biglietto
del treno e' per sola andata.
-Si
aiuteranno?- chiedo dopo un po', stufa di questo silenzio carico di
sottintesi e tacite richieste di aiuto.
-Si.
Prima o poi Katniss si accorgera' di amare Peeta piu' della sua
stessa vita-
-Peccato
che non appena lo fara', lui sara' morto- replico.
-Marlene..-
comincia.
-Per
favore, non parlare- la fermo, sentendo che le lacrime pressano per
uscire- Io diro' addio a mio figlio, ma tu hai ancora una
possibilita' di riavere la tua Katniss-
Jane
mi afferra le mani con forza.
-Loro
vogliono mia figlia. Katniss pensa che io non l'abbia capito, ma so
perfettamente che il Presidente e' venuto qui per minacciarla. Ha
minacciato di uccidere me, sua sorella e Gale. Lui la vuole morta-
Addio contegno! Le lacrime iniziano a sgorgare dai miei occhi.
-Lei
non morira'. Peeta fara' di tutto per impedirlo- Sembriamo davvero
due stupide. Piangiamo abbracciate, mormorando rassicurazioni
sconnesse e senza alcuna utilita'. Poi Prim esce per chiamare la
madre perche' Katniss si e' svegliata.
-Di'
a Katniss che mi dispiace- mormoro, sforzandomi di non chiamarla
Stronza Numero Uno davanti a sua madre- Io adesso devo andare ad
aiutare mio figlio- Saluto entrambe le Everdeen e mi dirigo verso la
parte opposta, a casa di Peeta. La porta e' aperta. Lo chiamo, ma non
risponde nessuno. Forse sta ancora dormendo.
La
cucina e il salotto sono in perfetto ordine, percio' salgo le scale
per vedere se e' in camera sua. La camera da letto e' intatta e il
letto non e' stato toccato, quindi o non ha dormito qui o non ha
dormito tutta la notte. Credo che sia piu' probabile la seconda
opzione. Spero solo che non sia andato da quel suo mentore sbandato a
bere. L'ultima cosa che dovrebbe fare in questo momento e' gettarsi
nell'alcool per annebbiare i sensi e dimenticare tutto. Passo in
rassegna tutte le stanze, fino ad arrivare alla stanza in cui
dipinge. Una volta gli ho chiesto perche' avesse scelto proprio
l'ultima stanza sulla sinistra e lui mi ha risposto che:-Da quel
punto posso vedere il cielo e il sole. In questo modo saro' piu'
vicino a quello strano mondo che si trova al di la' della nostra
comprensione. Mi sentiro' piu' vicino alla liberta'-. Come avevo
pensato, lo trovo li'. E' seduto per terra e tiene sulle gambe
incrociate un album da disegno e in una mano tiene una matita. Non si
volta neanche dopo avermi sentita entrare.
-Mamma?-
chiede soltanto.
-Si
tesoro, sono qui- rispondo. Mi inginocchio accanto a lui senza dire
una parola. Lui alza lo sguardo e si volta. I suoi occhi meravigliosi
sono calmi e tranquilli. Riflettono una pace interiore
destabilizzante.
-Come
stai?- chiedo stupidamente.
-Sto
bene. Sarebbe stupido passare gli ultimi giorni della mia vita ad
arrabbiarmi contro il mondo, no?-
Le
sue parole mi spiazzano.
-Non
ho intenzione di mentirti, tesoro. Hai ragione. Ti chiedo solo una
cosa..-
-La
salvero', mamma. E le tue parole o quelle di papa' non mi faranno
cambiare idea. Lei torna a casa, io rimango nell'arena. Aiutala ad
andare avanti quando tutto questo sara' finito- mi chiede.
-E
io? E tuo padre? E i tuoi fratelli? Tutti noi? Chi aiutera' noi a
superare la tua perdita?-
-Non
vi manchero'- replica- Andrete avanti. So che mi volete bene, ma
starete meglio senza di me-
Rimaniamo
in silenzio per un altro po', poi mi alzo. Peeta ha preso la sua
decisione, io ho preso la mia.
-Buona
fortuna figlio mio- gli do un lieve bacio sulla fronte e vado via.
Angolo
dell'autrice.
Ciao
a tutti! Ringrazio tutti quelli che hanno letto, recensito e inserito
questa storia nelle seguite/preferite/ricordate. Siamo ancora lontani
dagli Hunger Games, ma e' inevitabile che ogni capitolo ci avvicina
sempre di piu'. Non avete idea di quanto sia difficile scrivere tutto
questo.
Spero
che questo capitolo vi piaccia. Grazie di cuore <3
Hoon21
:)
|
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Capitolo 9 *** Capitolo otto. ***
I've
been thinking
about
you every night,
all
the time.
Can't
get you off my mind.
(Never
too young- MattyB feat. James Maslow)
Capitolo
otto.
Pov.
John Mellark.
Eccoci
qui. Di nuovo. Per qualche assurdo motivo mi viene voglia di ridere,
ma mi trattengo. Non credo che le persone attorno a me capirebbero.
E' una afosa e soleggiata giornata di maggio. A tutti potrebbe
sembrare un giorno come tutti gli altri, se non fosse per gli Hunger
Games. Alla fine sono arrivati. Lenti ed inesorabili. In cuor mio,
non posso far altro che essere contento. O meglio, sono contento(
sempre che questa parola sia la piu' adatta alla situazione) che
finalmente la mietitura sia arrivata. L'ansia minacciava di uccidermi
prima che mio figlio mettesse piede nell'arena. Non riuscivo piu' a
vivere.
Il
mattino arrivava doloroso e mi riservava solo sguardi furtivi carichi
di pieta'. Uscendo per le strade, nessuno osava avvicinarmi con il
pretesto di scambiare due chiacchiere. Tutti mi indicavano come il
padre del prossimo tributo; quel tributo che solo l'anno prima aveva
rischiato di morire in una di quelle arene maledette. La notte
portava incubi: residui di ricordi dei precedenti Hunger Games.
Allora restavo sveglio per paura di quelle visioni spaventose e
ascoltavo i gemiti di mia moglie. La lasciavo piangere in silenzio,
consapevole del fatto che il mattino dopo si sarebbe alzata con il
suo sguardo fiero e combattivo, pronta ad affrontare chiunque le
ostacolasse il cammino. L'unico che ha preso bene questa situazione
e' stato proprio Peeta. Ho provato a farlo ragionare, ma il suo
sguardo era sempre rivolto in un'altra direzione. Come se avesse gia'
rinunciato a questa vita e i suoi occhi fossero proiettati in
un'altra vita.
Si
e' intestardito ad allenarsi costantemente ogni giorno come un
Favorito. E mi ha ferito moltissimo sapere che non si allenava per
tornare a casa e risparmiare a me e a sua madre il dolore della sua
perdita, ma per proteggere in ogni modo la sua Katniss.
E
adesso si trova su quel palco maledetto. Sorride leggermente nella
nostra direzione e poi il suo volto torna ad irrigidirsi come quello
di una statua.
L'intera
piazza e' piuttosto silenzioso e rispetta i suoi tributi. Tutti i
presenti sanno che sta per essere commesso un premeditato omicidio e
che mio figlio e la sua Katniss sono vittima di un piano piu' grande
di loro. I miei figli si sono rifiutati di venire. Josh non faceva
altro che piangere, ma so che lui e suo fratello si sono gia'
salutati e Peeta gli perdonera' questo sua mancanza. Sa quanto sia
difficile.
Appare
una triste Effie che non riesce a nascondere del tutto il suo dolore
e sorride scioccamente davanti alle telecamere, per salvare le
apparenze. Con lentezza si avvicina alla boccia destinata alle
ragazze contenente un unico pezzo di carta, con su scritto il nome
della mia mancata nuora. Nonostante tutti sappiano il nome,
trattengono il fiato in ansia. Jane e Prim invece la fissano con
un'espressione dolce mista a tristezza. Anche loro sono consapevoli
del fatto che non torneranno. I nostri figli non torneranno a casa.
Cercano in tutti i modi di trattenere le lacrime che spuntano
ugualmente dai loro occhi, cosi' come Katniss. Finalmente Effie si
decide a prendere quel pezzettino di carta e legge con un filo di
voce:-Katniss Everdeen-.
Lei
fa un passo avanti e i suoi occhi si riducano a due fessure. Sembra
molto feroce. Alle mie spalle Gale trattiene il fiato quando Effie si
dirige nella boccia riservata agli uomini.
Io
so che alla fine andra' Peeta. Potrei scommettere qualunque cosa che
i due nomi in quella boccia siano uguali. Vogliono spingere il mio
ragazzo ad offrirsi volontario.
Marlene
tiene le mani intrecciate alle mie e le lacrime scorrono sul suo
volto quando Effie pronuncia il nome di Haymitch, prima che Peeta
possa offrirsi volontario.
Abbiamo
appena il tempo di gridare un-No!- secco che le guardie afferrano i
ragazzi per i gomiti e li scortano nel Palazzo di Giustizia. Io,
Marlene, Jane e Prim ci fissiamo sbalorditi.
-Dobbiamo
dirgli addio!- urlo ad una guardia.
-Mi
dispiace, ma c'e' una nuova procedura. Dovete tornare nelle vostre
case, ora- risponde con un tono distaccato e indifferente.
-No..vi
prego..devo vedere mia figlia per l'ultima volta- geme Jane al mio
fianco mentre Prim piagnucola il nome della sorella.
La
folla man mano si dirama e ognuno degli abitanti del distretto torna
alle proprie vite, tranne noi quattro. Noi quattro rimaniamo a
fissare quel palazzo.
-Vi
prego- tento un'ultima volta in direzione di una guardia- Devo vedere
mio figlio. Per l'ultima volta, solo l'ultima volta. Morira' in
quella arena..morira'...- ma non riesco a continuare perche' una
guardia mi colpisce e io finisco per terra.
Il
resto e' solo un suono indistinto di voci sopra la mia testa. Cerco
di contrastare il buio che mi copre gli occhi ma poi mi abbandona ad
esso.
Qui
almeno non provo dolore.
Angolo
dell'autrice.
Ciao
a tutti! Si..siamo arrivati alla mietitura. Ho deciso di adottare uno
stile piu' conciso e duro per descrivere questo particolare
passaggio. E' piuttosto..doloroso e complicato dal punto di vista
tecnico.
Mi
dispiace molto..
Ho
preferito anche accorciare la normale lunghezza del capitolo per
rispettare i sentimenti indefiniti dei personaggi.
Ringrazio
tutti quelli che hanno letto, recensito e inserito questa storia
nelle preferite/seguite/ricordate.
Alla
prossima,
Hoon21
:)
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Capitolo 10 *** Capitolo nove. ***
Lo
sapete che cosa
significhi
amare qualcuno
e
non essere in grado di dargli pace,
o
gioia o felicita'?
Sapere
che non si puo' dargli felicita',
non
per colpa sua o propria,
ma
solo perche' non si e'
di
natura la persona giusta per lui?
(La
collina delle fate).
Capitolo
nove.
Pov.
Marlene Mellark.
Mi
trovavo nel centro della piazza, senza sapere con esattezza dove mi
trovavo. Poi ho visto partire il colpo e mio marito, al mio fianco,
cadere. In quel momento, qualcosa e' scattato dentro di me e mi sono
risvegliata da un brutto sogno. E' vero, mio figlio sta per rientrare
in quella maledetta arena e molto probabilmente non ne uscira' vivo,
ma io devo occuparmi di altre persone. Suo padre e in parte i suoi
fratelli hanno bisogno di me. E quindi mi sono arresa. Il mio cuore
e' partito su quel treno con Peeta, ma il mio corpo e la mia mente
sono rimasti qui, nel Distretto 12. Con mio sommo sollievo, Jane mi
ha aiutato a far rinvenire John e ci ha accompagnati fin al
panificio, poi ha preso per mano l'unica figlia che le e' rimasta e
se ne sono andate insieme. Anche loro, come noi, devono piangere in
silenzio la persona cara perduta. Non abbiamo potuto farlo prima.
Dovevamo essere forti e appoggiarli nelle loro decisioni. Adesso
possiamo piangere per tutto il tempo, senza timore di essere sentiti.
Sono stufa anche delle occhiate che mi lanciano gli abitanti del
distretto. Mi guardano come se vedessero un fantasma. Vorrei urlare
nella loro direzione, ma sarebbe sbagliato indirizzare la mia rabbia
verso persone che non hanno nessun ruolo in questa faccenda. Il
massimo che posso fare per il momento e' ignorare le loro occhiate
penetranti e fingere che vada tutto bene.
Quando
scendo giu', mi premuro a mettere un cartello fuori la porta con su
scritto -CHIUSO-. Oggi non riusciro' proprio a mandare avanti la
panetteria e comunque, non sarebbe venuto quasi nessuno. Stasera
passeranno le guardie e non e' molto sicuro girare per le strade.
Questo nuovo sistema e' molto piu' rigoroso e non permette la libera
circolazione degli abitanti. Tutti potrebbero essere accusati di
tradimento, di frode e di qualunque altra cosa. Mi preparo una tazza
di the' e mi accoccolo su una poltrona del salotto. Non sento nessun
rumore dal piano di sopra quindi John si sara' addormentato di sicuro
e i ragazzi non saranno in casa. Mentre sorseggio la mia tazza di
the' freddo, lascio correre i pensieri e all'improvviso mi riportano
ad un'altra edizione della memoria. L'edizione in cui vinse Haymitch
e Maysilee Donner mori'. Ricordo molto bene quella ragazzina
coraggiosa. Non eravamo molto amiche, ma frequentavamo gli stessi
posti in quanto figlie di commercianti. Lei, la sua gemella e Jane
Everdeen erano il trio delle principesse, come mi divertivo a
chiamarle. Erano sempre insieme e ogni volta che passavano, tutti
rimanevano ammaliati dalla loro bellezza. Sembravano degli angeli
scesi in terra. Poi arrivo' la mietitura e sconvolse per sempre
quelle tre ragazze perfette. Lei mori', la sua gemella si sposo',
ebbe una figlia( Madge..credo) ma una parte della sua anima mori' con
la sorella in quell'arena e la storia di Jane la conoscono tutti..
Rifiuto'
mio marito e scappo' nel Giacimento con quel minatore. Come puo'
essere imprevedibile la vita..
Corsa
sul carro, Capitol City.
Bene.
Il momento tanto atteso e' arrivato. E' come se con questa cerimonia
d'apertura, gli Hunger Games iniziassero sul serio. Ho invitato Jane
e la piccola Prim ad unirsi a noi e loro hanno accettato piu' che
volentieri. E' gia' abbastanza difficile guardare questo spettacolo
da soli, almeno in compagnia possiamo farci forza l'uno l'altro. Gale
sembra essere scomparso, ma non sento la sua mancanza. Insomma, ha
rovinato la vita a mio figlio e credo che lui e la stronzetta non si
siano lasciati in buoni rapporti. Porto un vassoio carico di the'
freddo alla pesca e varie merendine, come se stessimo assistendo ad
un vero spettacolo. Peccato che invece di qualche attore ci sia mio
figlio sullo schermo. Jane infatti mi lancia uno sguardo obliquo, ma
non dice niente e accetta di buon grado il bicchiere che le porgo.
Lascio il vassoio su un tavolinetto e mi accomodo di fianco a mio
marito. Da quando quella guardia l'ha colpito, non si e' ripreso del
tutto. Non credo che sia colpa del pugno, anche se questo gli ha
procurato un bernoccolo e un occhio nero, ma piuttosto la situazione
in cui ci siamo ritrovati. Mangia pochissimo, dorme ancora di meno e
ha sempre quello sguardo vacuo negli occhi. Per fortuna Kevin e Josh
hanno compreso e hanno accettato di gestire la nostra attivita' per
un po' di tempo. Gli stringo forte la mano e lui ricambia la stretta,
senza voltarsi a guardarmi. Ho sempre piu' paura per lui. Quello che
potrebbe accadere nell'arena, potrebbe distruggerlo. E io non ho idea
di cosa possa fare per aiutarlo. Certo, posso stargli vicino e fargli
capire che io ci saro' sempre e non mi perdera' mai. Ma non basta.
Temo che lui possa morire di dolore. So che sembra una cosa strana,
ma ha sviluppato una strana depressione, e' caduto in un oblio senza
fondo. Dovrei parlarne con Jane. Lei stessa ha sofferto di questa
particolare malattia e potrebbe consigliarmi qualche medicinale o
cura specifica. All'improvviso la folla esplode in un ruggito di
gioia e le telecamera puntano direttamente al primo carro che sta
uscendo dal Centro Immagine. Iniziamo a scorrere undici carri,
annunciati dalla voce fastidiosamente acuta di Caesar. Quest'anno ci
sono diversi tributi fiammeggianti, L'idea dell'anno scorso e'
piaciuta molto agli stilisti. Ma poi arrivano loro (anche se non
sembrano proprio loro) e tutto il resto impallidisce. La folla e' in
delirio e anche noi tratteniamo il respiro per qualche attimo.
Katniss e Peeta indossano dei costumi sensazionali, oscuri e potenti.
Si tengono per mano, ma il loro sguardo e' fisso su un punto
imprecisato. Non si voltano verso la folla, non salutano nessuno e
questo li rende ancora piu' irraggiungibili. Gli altri tributi si
voltano a guardare quella meraviglia e rimangono affascinati da tanto
splendore. Per un attimo dimentico il contesto in cui si trovano e
non posso fare a meno si essere orgogliosa di mio figlio. Anzi,
orgoglioso di Peeta e della sua stronzetta. Fanno un ultimo giro
attorno all'anfiteatro e poi i carri si ritirano. In quello stesso
istante buttiamo giu' il fiato. Ci fissiamo negli occhi e un lieve
sorriso sorge nelle labbra di ognuno di noi.
Mancano
ancora tre giorni.
Angolo
dell'autrice.
Ciao
a tutti! Vi ringrazio infinitamente per le vostre recensioni, per
aver letto e inserito questa storia nelle
preferite/seguite/ricordate. Grazie mille <3
So
che non e' niente di particolare, ma volevo allungare il piu'
possibile. Il prossimo capitolo si concentrera' sulle interviste e
l'inizio inevitabile degli Hunger Games.
Alla
prossima,
Hoon21
:)
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Capitolo 11 *** Capitolo dieci. ***
Capitolo
dieci.
Pov.
John Mellark.
Non
sono sicuro di aver sentito quello che credo di aver sentito. Mi
volto in cerca di qualche conferma nel volto di Marlene e la trovo
li'. Lei, che fissa allibita lo schermo, con gli occhi fuori dalle
orbite e la bocca spalancata, potrebbe sembrare vagamente divertente
se la situazione non fosse cosi' drammatica. L'unico che ha il
coraggio di aprire la bocca e' Josh.
-Sbaglio
o Peeta ha appena detto che ha sposato Katniss e lei aspetta un
bambino?- Io e Marlene annuiamo all'unisono, incapaci di formulare
una frase di senso compiuto. Quando e' successo? Come abbiamo fatto a
non accorgerci di niente? Che la loro fosse solo finzione? Erano
innamorati e si sono comportati come due estranei per depistare
Capitol City? Neanche l'entrata di Katniss in scena con il suo
bellissimo abito da sposa e la trasformazione in ghiandaia
imitatrice, mi ha scosso cosi' tanto. Quando riesco a balbettare
qualcosa, Peeta e' gia' tornato al suo posto e hanno staccato
improvvisamente la trasmissione per qualche motivo ancora
sconosciuto.
-Pensi
che sia vero?- chiedo a Marlene. Lei si gira verso di me, pallida e
tende una mano verso la mia. Io la afferro prontamente.
-Non
so- ripete diverse volte, prima di alzarsi di botto e camminare per
la stanza nervosamente. Josh si alza e va via, lasciandoci soli.
Credo che anche lui sia abbastanza scosso. Mentre Marlene cerca di
creare un solco sul pavimento con tutto quell'andare avanti e
indietro, chiudo gli occhi e cerco di rivivere ogni momento di quella
dannata intervista. Era andata piuttosto bene. O meglio, come sempre.
Peeta ha cercato di alleggerire la situazione con qualche battuta,
accolta prontamente da un ansioso Caesar che cercava disperatamente
di mantenere la situazione sotto il suo controllo. Ma ben presto
neanche questo era piu' bastato. Parlano dell'annuncio dell'Edizione
della Memoria, naturalmente. Ma fin qui niente di strano, no? E'
normale che Peeta parli della sua quasi sposa, di quello che abbia
provato, ma nessuno (me compreso) si aspettava di ricevere una
risposta del tipo :-Noi siamo gia' sposati-.
Queste parole hanno colpito il pubblico, Ceasar e tutti noi. Ricordo
di aver trattenuto per qualche secondo il fiato e di aver stretto
forte le mani intorno ai braccioli della poltrona. Cosa significa
esattamente la frase 'Noi siamo gia' sposati'? Quando si sarebbero
sposati? E sopratutto perche' non l'hanno detto a nessuno? Noi non
avremmo detto niente a nessuno, saremmo stati discreti. Dice che
tutto questo e' accaduto prima dell'annuncio dell'Edizione. Ma non si
parlavano nemmeno in quel periodo con tutta la faccenda di Gale. E se
tutto questo fosse stata una copertura? Il pubblico si mostra
collaborativo e in qualche modo anche partecipe del dolore di Peeta.
Se le cose fossero andate diversamente i loro idoli si sarebbero
potuti sposare con una grande celebrazione e tutti avrebbero potuto
prenderne parte. Ma allora perche' Peeta si mostra cosi' dispiaciuto?
E' vero, non potranno mai vivere la loro vita coniugale, ma almeno
hanno avuto l'opportunita' di stare insieme, sempre che tutto questo
sia vero. Anche Ceaser la pensa come me quando dice:-Ma
anche poco tempo e' sempre meglio di niente, no?-, in
risposta ad una frase vagamente pentita da parte di mio figlio.
-Forse
lo penserei anch'io, Caesar- dice amareggiato Peeta- Se non fosse per
il bambino-.
A
queste parole si scatena il putiferio. E non solo dentro la mia
testa, ma anche tra gli spettatori. Il presentatori non riesce a
calmare la folla in delirio che chiede a tutti di annullare questi
Hunger Games, di lasciare andare i loro giovani vincitori, di non
permettere a una giovane mamma di prendere parte ad un massacro. Dopo
che ho visto di nuovo tutta la scena: le scuse sul viso di Peeta, il
piccolo accenno di sorriso sulle labbra di una Katniss orgogliosa e
la folla impazzita, riapro gli occhi e trovo Marlene che si mangia le
unghie.
-Oh
andiamo tesoro!- le dico ridendo- Peggio di cosi' non potrebbe
andare. Se davvero Katniss e' incinta, Peeta la proteggera'. E se
anche non lo fosse, lui lo farebbe ugualmente. Quindi cosa cambia?- I
suoi occhi gelidi si fissano sui miei.
-Cambia,
invece. Se loro due fossero solo due concorrenti- dice accennando una
smorfia- Capitol City ucciderebbe solo due giovani. Se invece fossero
entrambi innamorati e aspettassero un bambino, loro ucciderebbero una
famiglia. Tre persone innocenti. Un bambino ancora non nato e
completamente ignaro della sua sfortuna- conclude, prima di dirigersi
a gran passi fuori dalla stanza. Non posso fare a meno di ammettere
che abbia ragione, ma questo non cambia le cose. Non cambia nulla.
Pov.
Marlene Mellark.
Scappo
velocemente dalle mura di casa mia. Una casa ormai sconosciuta e
piena di rimpianti, dolori e cattive notizie. Mio marito..ha lottato.
Ha provato in ogni modo a resistere al dolore, ma alla fine esso se
l'e' portato via. E' diventato il fantasma di se stesso. Se ne frega
di tutto. Ha occhi solo per suo figlio. Non posso biasimarlo, ma il
mio cuore e' a pezzi. Nessuno sa che cosa mi e' stato portato via.
Quel bambino che ho visto crescere dentro di me, che ho dato alla
luce con fatica e che ho tenuto tra le braccia quando aveva bisogno
di me. So di non essere stata la madre dell'anno, ma ho amato quel
piccolo biondino da quando e' nato. E' stato tutto il mio mondo, il
mio paradiso, il mio inferno e il mio purgatorio. Il mio buongiorno e
la mia buonanotte. Tutto. Che sciocca! Qualcuno che mi capisca c'e'
in questo momento. Infatti i miei piedi l'hanno capito prima della
mia mente confusa e si sono diretti in quella direzione. Solo
un'altra mamma puo' capire cosa significa perdere un figlio. Entro
senza bussare (tanto la porta e' socchiusa) e chiamo a gran voce
Jane. Lei mi viene incontro. Non parla, non diciamo niente, non
chiediamo cose inutili. Ci precipitiamo una nelle braccia dell'altra
a piangere come due bambine. Perche' e' questo che siamo. Due
bambine. Due sciocche bambine incapaci di proteggere chiunque sta
vicino a loro. Ho giudicato per molto tempo Jane ma non mi sono mai
accorta di quanto siamo simili. Nessuna delle due e' stata una brava
madre per i proprio figli, i quali se la sono cavati bene anche senza
di loro. Soffrendo, ma tirando avanti.
Pov.
John Mellark.
Ci
siamo. Il momento e' arrivato. Sbatto il piede sul pavimento,
incapace di tenerlo fermo. Marlene e Jane si trovano al mio fianco.
Tutti ci teniamo per mano e preghiamo. Fa
che non muoiano!
Ripetiamo dentro di noi. Sono tutti in posizione. I tributi hanno
raggiunto il loro posto. L'arena e' divisa in ventiquattro spicchi,
circondata da una strana foresta. Al centro si trova come sempre la
Cornucopia (che, come fanno notare, contiene solo armi), circondata
dal mare.
Peeta
sa nuotare?mi
chiedo ansiosa. E credo che anche Marlene lo pensi perche' si fa
scappare un piccolo urletto quando capisce che l'unico modo per
prendere le armi e' nuotare e affrontare i nemici.
-Loro
scapperanno..Non affronteranno mai tutti quei tizi robusti e
pericolosi- balbetto ad alta voce piu' per convincermi che per
convincere gli altri. Nessuno mi risponde e io decido di tacere.
L'ansia e' troppa per mettersi a parlare. Lo stomaco si chiude
violentemente quando il conto alla rovescia scade e il mondo crolla
sulle mie spalle quando un emozionata Claudius Templesmith annuncia:-
Signore e signori,
che i Settantacinquesimi Hunger Games abbiano inizio!-
Fine
del mondo.
Angolo
dell'autrice.
Ciao
a tutti! Come stati ragazzi? Si, sono viva. Davvero! Mi dispiace
moltissimo per il ritardo. Non aggiorno da quasi un mese. Mi dispiace
sul serio, ma non avevo molta ispirazione. Anzi, non ne ho tuttora.
Spero lo stesso che vi piaccia questo capitolo.
Ringrazio
tutti quelli che hanno letto, recensito e inserito questa storia tra
le seguite/preferite/ricordate :)
Grazie
mille!
Hoon21
<3
|
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Capitolo 12 *** Capitolo undici. ***
We
love each other.
We
are a band
no
matter what.
We'll
always be Big Time Rush.
(James
Mslow- Big Time Rush)
Capitolo
undici.
Pov.
Marlene Mellark.
Nel
momento in cui Claudius Templesmith annuncia l'inizio dei
Settantacinquesimi Hunger Games, so che i ragazzi avranno meno di un
minuto per pensare alla prima strategia utile. Le telecamere volano
per tutta l'arena senza soffermarsi in un punto fisso. Riesco a
scorgere per un secondo la testa bionda di Peeta: gli Strateghi
l'hanno messo molto lontano da Katniss, la quale e' la protagonista
assoluta di una telecamera. Vogliono farci vedere la morte della
Ghiandaia Imitatrice? Tengo le mani incrociate, sperando che Peeta
scappi verso la foresta al di la' dell'acqua, ma so che non lo fara'
mai. Si buttera' in acqua (Sa nuotare il mio bambino?) per arrivare
alla Cornucopia e raggiungere Katniss. Lei ha gia' deciso la sua
strategia: ha gli occhi fissi sulla Cornucopia e i piedi pronti a
scattare. Mi ritornano in mente le parole che Peeta mi ha detto
qualche giorno prima della mietitura.
-Non
stiamo andando a giocare questa volta. Non stiamo andando sperando di
sopravvivere anche questa volta. Stiamo partendo con la
consapevolezza della vincita. Come i Favoriti-. Le loro strategie
sono quelle adottate dai Favoriti. Quando il gong suona, non mi
stupisco che entrambi i nostri ragazzi si gettino nell'acqua. Lo
sguardo vacuo negli occhi di Jane mi fa capire che anche lei lo
pensava. Stringe forte a se' il corpicino spaventato della figlia,
che guarda attentamente senza versare neanche una lacrima. Anche lei
e' una vera Everdeen, penso. Forte e coraggiosa. Mio marito invece
inizia a piagnucolare.
-Moriranno..Morira'..Lo
so..- singhiozza. Gli stringo forte la mano, cercando di cullarlo
dolcemente tra le mie braccia, ma lui non si fa neanche toccare. Mi
sento cosi' impotente. Non posso neanche proteggere mio marito o
farmi carico del suo dolore. Posso solo camminargli affianco e
continuare a tenergli la mano. Chissa' se riuscira' a superare questi
altri Hunger Games, penso notando le pesanti occhiaie nere che
marcano i suoi occhi languidi. Nel frattempo, la maggior parte dei
tributi e' arrivata alla Cornucopia (c'e' ancora chi galleggia
nell'acqua, ma per fortuna nessuno affonda). Claudius commenta
eccitato gli ultimi avvenimenti: i tributi dell'1 e del 2 hanno
formato un'alleanza e si allontanano rapidamente, Finnick e Katniss
combattano fianco a fianco mietendo diverse vittime. Non riesco
neanche a provare pieta' per quei poveretti che cadono a terra, con
la faccia riversa sulla pietra dura macchiata di sangue perche' cerco
Peeta da tutte le parti. Poi finalmente vedo Peeta. E' ancora
bloccato nella piastra di metallo (Povero il mio bambino! Non puo'
neanche muoversi con quella gamba di metallo). Tiro un sospiro di
sollievo quando quel biondino del 4 lo tira fuori e lo porta verso
Katniss. Adesso che sono insieme, hanno una chance in piu'. Anche se
non mi piace per niente, quel tipo. Allf ien questo gioco e' stato
ideato per far uscire il lato peggiore di ognuno di noi. Preferisco
veder salvo mio figlio che un biondino qualsiasi e tra l'altro,
sconosciuto.
-Hai
visto tesoro? Sono insieme, sono vivi- sussurro come una litania in
direzione di John che accenna un debole sorriso, asciugandosi le
lacrime con il dorso della mano. Jane invece continua a guardare
preoccupata lo schermo.
-Sta
tranquilla. Hanno appena iniziato, non manderanno creature strane il
primo giorno. Non con tutte quelle vittime- Lei annuisce, ma non mi
guarda. Prim scrolla la testa.
-E'
strano che mia sorella abbia accettato degli alleati-
-Beh,
non aveva molto scelta. O un'alleanza o la morte- replica Josh,
logicamente.
-Si
devono portare anche quella vecchietta?- chiede titubante John.
-Non
credo che possano lasciarla li' da sola-replico -Quel tizio..Finnick?
Non la lascerebbe mai andare-
Alla
fine, Finnick con Mags sulle spalle, Peeta e Katniss lasciano la
spiaggia e si dirigono per la giungla. Mio figlio va avanti per
primo, il che mi fa temere un po' ma non posso dire nulla per evitare
di mettere John in uno stato di agitazione, lo seguono Finnick con
quel suo bellissimo tridente e Mags. Katniss chiude la fila, tendendo
il suo arco. Poi lei sale su un albero per controllare la situazione
e tutto cio' che si puo' vedere e' una distesa di cadaveri che
galleggiano in mare di sangue. I suoi occhi si riempiono
improvvisamente di preoccupazione e afferra con piu' decisione
l'arco. Scende velocemente e ad attenderla c'e' Finnick, il quale
tiene uno dei suoi tridenti in mano, con molta noncholance. Si
fissano entrambi con un'espressione di sfida negli occhi, le armi in
mano. Che abbiano intenzione di uccidersi a vicenda? Ci chiediamo io
e Jane con gli occhi. Credo che anche gli altri debbano aver
percepito il nervosismo nell'aria, perche' all'improvviso tendiamo
tutti i nostri corpi e respiriamo appena come se avessimo paura che
il nostro respiro potesse disturbarli.
-Cosa
succede laggiu', Katniss? Si sono dati la mano? Hanno fatto voto di
nonviolenza? Hanno gettato le armi in mare per sfidare Capitol City?-
chiede Finnick incalzando la
bruna con le sue domande. Sembra quasi che voglia far ragionare una
bambinetta capricciosa.
Katniss
si limita ad un secco e coinciso diniego, afferrando con maggior
vigore l'arco pronto per tirare una freccia e, in questo caso,
uccidere qualcuno.
-No-
ripete Finnick- Perche' il passato e' passato. E nessuno in
quest'arena e' stato un vincitore per caso.- Guarda Peeta per un
istante.-A parte forse Peeta-
Anche
questo ragazzo che non conosce per niente mio figlio, ha saputo
riconoscere la sua dolcezza e la sua bonta' d'animo. E' l'unico a non
meritare questa punizione. Non l'ha meritato la prima volta e
continua a non meritarlo. Capitol City deve essere molto piu' crudele
di quanto possiamo credere perche' chiunque conosca Peeta, rimane
folgorato dai suoi modi altruistici e generosi. Se tutti fossero come
lui, in questo mondo non ci sarebbero piu' Hunger Games, ingiustizie,
cattiverie e guerre. Questo discorso non vale pero' per Finnick e
Katniss e per gli altri concorrenti. Loro sono li' per uccidere, per
salvarsi. Alla fine sono li' per morire. Una persona scocca la
freccia e l'altro cade a terra. Sono le leggi naturali di questa
arena. Ma prima che uno dei due possa scattare verso l'altro, Peeta
si mette in mezzo come se avesse intuito che c'e' qualcosa che non
va.
-Quanti
morti ci sono stati?- chiede
con lo stesso tono innocente che aveva da bambino quando negava di
aver mangiato lui le caramelle. Azzardo un mezzo sorriso. Ha capito
che c'e' qualcosa che non va e si e' messo in mezzo di proposito.
-E'
difficile a dirlo. Almeno sei, credo. E gli altri stanno ancora
combattendo-
-Muoviamoci.
Abbiamo bisogno di acqua- E
mentre loro si allontanano alla ricerca d'acqua, le telecamere si
spostano su altri tributi. Prego affinche' trovino l'acqua, un buon
posto per dormire ed evitino altri combattimenti per oggi. Mentre i
cronisti riportano l'attenzione sui morti della Cornucopia e
commentano gli sforzi degli altri concorrenti, mi alzo per preparare
qualcosa di veloce da mangiare. Jane mi segue a ruota dopo pochi
secondi. L'aria statica del salotto renderebbe nervoso chiunque. Per
un po' rimaniamo in silenzio. Mi passa i piatti e io gli faccio
scivolare dentro delle fettine di carne.
-Gale?-
chiede Jane, indicando i piatti. Annuisco lievemente.
-Come
sta, a proposito? Insomma, dopo aver saputo che la sua bella
principessa e' sposata con il suo grande rivale e aspetta anche un
bambino da lui, deve averlo sconvolto parecchio. Immagino che
considerasse Katniss la Vergine Maria- commento acidamente. Jane
inarca un sopracciglio di fronte al mio tono volutamente acido e
sarcastico, ma decide di passarci sopra.
-Non
ne abbiamo parlato. Ha preferito evitare l'argomento e io non ho
voluto sollevarlo, ma deve soffrire molto- aggiunge.
-Beh,
non piu' di quanto debba soffrire in questo momento mio figlio. E tra
l'altro, con quella sua idea potrebbe averle salvato la vita. Magari
pensando che Katniss e' incinta, molte donne nella sua stessa
situazione doneranno qualcosa o attireranno nuovi sponsor pronti a
sostenerla. Del resto Capitol si e' affezionata alla sua eroina dalla
treccia mora- concludo. Jane sta per replicare qualcosa riguardo alla
mia ingiustizia nei confronti di sua figlia, quando sento un urlo
agghiacciante provenire dal salotto. Non perdo neanche il tempo a
posare il piatto che tengo tra le mani e lo lancio semplicemente,
correndo a per di fiato nell'altra stanza. Ed e' allora che lo vedo.
Una telecamera gigante inquadra la scena, mentre un'altra fa vedere
il replay almeno una decina di volte. Sento ogni battito del mio
cuore, ogni gittata sistolica, ogni vena che pulsa sempre piu' forte.
Non riesco neanche a gridare, come invece continua a fare John,
tempestando di pugni il bracciolo della poltrona, Si vede chiaramente
Peeta andare a sbattere contro qualcosa, un campo magnetico come dice
Caesar e poi finire rovinosamente a terra. Katniss lo scuote, lo
chiama, si getta sul suo cuore urlando e piangendo, ma lui rimane
li'. Immobile. Morto. Tutto dura solo pochi secondi, ma a me sembra
essere trascorsa un'eternita'. Sono completamente disorientata, mi
muovo senza sapere dove sto andando. Mi ritrovo sul pavimento con il
viso tra le mani, non ricordando neanche di essermi accasciata. Josh
corre subito al mio fianco, cercando di sostenermi mentre tiene
ancora gli occhi puntati sullo schermo.
-Sta
attenta. C'e' un campo di forza- Sono
queste parole a riportarmi indietro dal limbo nel quale ero scesa
improvvisamente. Alzo lo sguardo e vedo Peeta, vivo, alzarmi
faticosamente grazie all'aiuto di Katniss. E' stanco, ferito ed
esausto, ma e' vivo. Nient'altro ha senso, ora.
-Eri
morto! Il tuo cuore si e' fermato!- esplode
Katniss in un impeto di rabbia e sollievo. Lo abbraccia e lo tiene
stretto a se'. Torno a respirare. E' vivo, mi ripeto. E' vivo, andra'
tutto bene. Lentamente mi alzo di nuovo e corro da John, il quale si
sta riprendendo a fatica dagli ultimi avvenimenti. Ha una mano sul
cuore e respira con affanno.
-Va
tutto bene tesoro, il nostro bambino e' vivo- gli dico. Lui sorride e
chiude gli occhi. Si accascia totalmente su di me ed io evito di
fargli notare quanto sia pesante. Non ho idea di quanti altri momenti
simili potremmo condividere ancora. Mi volto verso Jane e Prim le
quali continuano a versare lacrime in silenzio. Sussurro un
timido:-Grazie- e le invito a rimanere da noi per la notte.
-Potete
prendere la camera da letto dei ragazzi o anche la nostra. Non credo
che questa notte riusciro' a dormire-
-Noi
non andiamo da nessuna parte. Resteremo qui a vedere come vanno le
cose. L'importante e' che stiano bene, no?- dice Jane. Io annuisco.
Ma quanto puo' durare questo stato di pace? Perche' hanno dovuto
attaccare immediatamente? Gli Hunger Games sono appena iniziati. A
nessuno piacciono dei giochi veloci. Tutti vogliono uno spettacolo
lento, ricco di sorprese e sangue. Continuo a guardare lo schermo,
non stacco gli occhi dal viso tondo e dolce di Peeta, pensando che
forse non lo rivedro' mai piu'.
Angolo
dell'autrice.
Salve
a tutti! Mi scuso per l'enorme e tremendo ritardo. Mi dispiace
davvero tanto :( Spero di essermi fatta perdonare con questo capitolo
anche se non e' poi un granche'. Ringrazio tutti quelli che hanno
letto, recensito e inserito questa storia nelle
seguite/preferite/ricordate. Grazie di cuore <3
Hoon21
:)
|
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Capitolo 13 *** Capitolo dodici. ***
Can
you feel it inside,
relax
and go for a ride.
I
know you need it,
I
can see it in your eyes.
(Blow
your spekears out- Big Time Tush).
Capitolo
dodici.
Pov.
John Mellark
Mi
sono sempre chiesto come deve essere la morte. Chi sta per morire,
vede una figura incappucciata avvicinarsi e lentamente trascinarlo
con se? Oppure vede una sorta di angelo che lo conduce in un Paradiso
eterno? Magari vede soltanto quello che ha sempre desiderato. E come
si fa a capire che si sta per morire? Per caso si perde la
sensibilita' del corpo e si sente la propria anima andarsene via e
magari ci si ferma qualche secondo a contemplare il proprio corpo
immobile mente la famiglia piange disperata intorno a lui? Davvero
non lo so. Quello di cui sono certo e' che un momento prima guardavo
mio figlio dormire tranquillamente e poi mi sono allarmato vedendo
quella nube avvicinarsi. La nube poi si e' rivelata tossica e il mio
cuore ha preso a battere piu' velocemente del solito. Riuscira' a
salvarsi? Riuscira' a sopravvivere? Oppure ancora una volta dovra'
fare l'eroe per salvare quella ragazzina che crede di poter meritare
mio figlio? Provo un'immensa ondata di odio nei confronti di quella
cacciatrice dalla treccia mora che ha fatto perdere la testa di
Peeta. Non poteva, semplicemente, scegliersi una qualunque ragazza
del suo Distretto? Di certo, nessuno l'avrebbe guardato con la faccia
piena di indifferenza come fa quella ragazza. Marlene al mio fianco
dormiva e ricordo di averla svegliata bruscamente. Non ho avuto
neanche un minimo di riguardo per mia moglie. Anche Jane scatta su
allarmata e intravedo delle lacrime farsi strada sul suo viso pallido
e tirato. La bambina invece continua a dormire, ignara di cio' che
sta accadendo nei nostri cuori. I miei figli sembrano essersi
volatilizzati, ma non mi importa granche'. Corrono, corrono ma quella
nube si avvicina minacciosa sempre di piu' e in pochi secondi sono
tutti pieni di vesciche e non riescono a muoversi. Peeta cade a terra
e non riesce piu' ad alzare. Mentre Katniss lo aiuta ad alzarsi, una
telecamera punta a colpo sicuro sul lato sinistro del suo corpo.
Completamente immobile. Sta morendo. I miei ricordi si interrompono
li'. Ricordo di non aver visto piu' per un paio di secondi e di
sentire distintamente il cuore compiere un' ultima, faticosa gittata
e poi solo il silenzio. Intorno a me solo il silenzio. E adesso
capisco di aver pero l'ultima cosa che davvero contava: la speranza.
**
Pov.
Marlene Mellark.
Mi
accascio sfinita sulla sedia del tavolo della cucina. Gli ultimi due
giorni sono stati troppo intensi per questa povera vecchia. E' come
se in un solo colpo tutti i miei anni si siano presentati per dirmi
che il loro peso si sta facendo sempre piu' grave nelle mie spalle.
Ma io non posso arrendermi. Non ora. Dopo aver visto John scivolare
per terra, io e Jane abbiamo cercato di rianimarla. Ma del resto,
come si puo' rianimare un corpo senza vita? In cuor mio, lo sapevo.
Peeta non c'entra niente. Le emozioni provate da mio marito
nell'ultimo periodo sono state troppo intense e gli hanno tolto ogni
scintilla di vita. Aveva deciso che sarebbe morto e non si e' fatto
aiutare da nessuno. Josh e Kevin mi sono stati accanto
nell'organizzazione del funerale e nel rispondere a tutti quei vicini
curiosi, e ancora adesso li vedo muoversi in cucina, alla ricerca di
qualcosa da mangiare. Decido che devo alzarmi e tenere in piedi la
famiglia che ancora mi rimane. Se quel vecchio sciocco avesse
aspettato altri tre secondi, avrebbe visto quei ragazzi gettarsi nel
fiume e guarire da quelle ferite. Ma alla fine non avrebbe avuto
senso, visto che dopo qualche ora dopo, delle scimmie (non ne ho mai
vista una dal vivo, e' una scimmia?) li attaccano per poi essere
salvati da quella strana ragazza magra e con gli occhi sporgenti. Si
e' buttata praticamente sopra Peeta per difenderlo dagli artigli
della scimmia. Gli ha salvato la vita, per qualche strano motivo.
Forse anche lei sentiva giungere la sua ora e voleva che la sua vita
fosse utile a qualcuno. Davvero non lo so. L'unica cosa che so adesso
e' che sono sola e che presto o tardi moriremo tutti.
**
La
notte sembra strana nel Distretto 12. Tutti sono rigorosamente
nascosti nelle case. Nessuno adesso ha il coraggio di uscire fuori il
naso neanche durante il giorno. Ci sono almeno due o tre punizioni al
giorno. Gente attaccata alla gogna, ragazzi frustrati in piazza,
lavoratori portati nelle zone piu' pericolose delle miniere e spesso
non tornano neanche. Sembra quasi che Capitol City stia cercando di
punirci per aver fornito loro Katniss Everdeeen, il viso dei ribelli.
Gia' da tempo si sono messe in giro queste voci riguardo a una
probabile ribellione e alla possibilita' di una Distretto 13. Io non
vi ho mai dato ascolto ne' ho mai sparso voci a riguardo, anche
perche' la pena e' la chiusura della bottega e sinceramente non ci
tengo a ritrovarmi per strada alla mia eta'. Jane e sua figlia si
sono ritirate nella loro villa: immagino vogliono godersi gli ultimi
istanti di piacere li' prima di ritornare a vivere nella vecchia
casupola del Giacimento. Tutti fanno finta di niente e in segreto si
incontrano per raccogliere del soldi da inviare ai loro campioni, ma
la verita' e' che non vogliono ammettere cio' che sta succedendo.
Capitol vuole annientare i loro campioni. Magari Peeta all'inizio non
c'entrava nulla, ma adesso e' troppo coinvolto e troppo vicino a
Katniss per rimanere vivo. In realta' e' proprio questo che mi
preoccupa. Non il fatto che potrebbero ucciderlo (in quell'arena,
possono succedere molte cose), ma cosa potrebbero fargli lasciandolo
in vita. Come ho gia' detto, e' troppo vicino a Katniss e questo lo
rende sia una preda facile che un'esca perfetta. Non so cosa stia
passando per la mente di quella ragazza e quale sia davvero il suo
piano, sempre che ne abbia uno, ma ha un legame con Peeta.
Probabilmente neanche lo vuole questo legame, ma ora non puo' piu'
tornare indietro. Eppure sento che c'e' ancora qualcosa che non mi
quadra. Passando per il Giacimento, mi ritrovo davanti a casa di
Gale, poco distante alla vecchia casa Everdeen. Chissa' cosa stara'
passando per la testa di questo ragazzo. Deve sentirsi tradito,
offeso, umiliato, geloso. Gia', geloso. In effetti tutti noi vorremmo
seguire la nostra amata negli Hunger Games e morire accanto a lei.
Questo ragazzo dovrebbe rivedere le sue priorita'. Insomma, lei l'ha
baciato e gli ha dato la possibilita' di prendersi cura della sua
famiglia e ha fatto parte della sua vita per tanto tempo, perche'
pretendere di piu'? Ma forse sono io che pretendo troppo poco. Beh,
forse e' cosi'. Povero Gale. Anche tu hai dovuto subire la tua dose
di delusioni e su questa nota, mi volto e mi dirigo verso casa con
l'ombra di un sorriso sulle labbra.
Angolo
dell'autrice.
Salve
a tutti! Spero che questo capitolo non abbia sconvolto piu' di tanto
nessuno di voi. Vi ringrazio come sempre per la vostra semplice
presenza.
Questo
capitolo e' per voi <3
Hoon21
|
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Capitolo 14 *** Capitolo tredici. ***
Dovevamo
ancora imparare
che
il Diavolo ha creato la
gioventu'
per farci commettere
i
nostri errori e che Dio ha istituito
la
maturita' e la vecchiaia per
consentirci
di pagarne il prezzo.
(Il
palazzo della mezzanotte- Carlos Zafon).
Capitolo
tredici.
La
vita senza John sembra cosi' strana. Inconsciamente mi ero abituata
alla sua presenza per casa. Era un punto fermo. Anche quando mi
allontanavo fisicamente o mentalmente, sapevo che al mio rientro a
casa ci sarebbe stato lui ad aspettarmi. Invece adesso rientro a casa
e mi trovo da sola. Kevin passa sempre meno tempo a casa. Forse sente
la mancanza del padre o forse non gradisce la nostra presenza. O
forse e' solo alla ricerca di pace interiore. Quella che a me manca
in questo momento. Josh invece cerca sempre di starmi tra i piedi
cosi' da farmi spazientire e dimenticare per un po' la mia
solitudine. Trovo davvero molto teneri i suoi tentatavi, ma adesso
vorrei solo stare sola, sotto le coperte a piangere. Piangere per
sempre. Ma non posso. Non e' nel mio carattere e poi Josh ha ancora
bisogno di me. Deve sapere che la sua famiglia e' ancora qui,
nonostante sia smembrata. E poi piangere non servirebbe a nulla: mica
le lacrime possono riportarmi la persona che ho perso?!E poi c'e'
Peeta. Per quanto faccia male vederlo ogni giorno piu' pallido, magro
e ferito, mi devo costringere a guardarlo. A volte gli parlo nella
mente. Sai che tuo padre e' morto? Lo sai che quel vecchio sciocco
non ha retto alla pressione di vederti soffrire? Lo sai che sento la
tua mancanza e avrei proprio bisogno di uno dei tuoi sorrisi caldi e
dei tuoi saggi consigli? Lo sai che non meriti quello che stavi
vivendo? Le mie domande non ricevono mai una risposta e io me ne sto
li' a fissare lo schermo e alzarmi stancamente ogni volta che la
situazione diventa sempre piu' violenta. Come quei tre che sono stati
tempestati dalla pioggia di sangue. E' successo piu' o meno quando
Peeta e gli altri sono stati attaccati dalla nube tossica. Vedere
quei poverini sbattere gli uni contro gli altri, cercando di scappare
senza sapere dove andare, bere litri di sangue, piangere e urlare..mi
ha fatto rivoltare lo stomaco e sono corsa appena in tempo in bagno a
vomitare. Tutto questo si sta facendo davvero insopportabile. Per
quanto meschino possa apparire il mio pensiero, non vedo l'ora che
muoiano tutti e che questa agonia finisca. Se pensassi che Katniss o
Peeta possano tornare a casa, sarei davvero pazza. Questi giochi sono
stati ideati solo per farli fuori. Nessuno nelle tante edizioni di
Hunger Games ha mai visto cosi' tante vittime e pericoli in neanche
tre giorni. Stanno cercando di sterminarli tutti. E quando finiranno
con loro, procederanno con gli altri. E sara' sempre cosi',
purtroppo. Sospiro. Almeno nessuno di Capitol City e' venuto a fare
visita a me o Jane Everdeen per eliminarci. Magari volevano
torturarci per far crollare i nostri figli. Beh, in questo momento
potrebbero fare di me cio' che vogliono: non avrei neanche la forza
per urlare. E a cosa servirebbe poi? Nessuno puo' aiutarmi. Nessuno
puo' aiutarci. Per quanto riguarda Jane.. Si e' fatta viva i primi
giorni per prepararmi qualcosa da mangiare o semplicemente per farmi
compagnia in silenzio, ma negli ultimi giorni ha smesso di farsi
vedere. Deve essere doloroso per lei venire qui, in questa casa che
ricorda cosi' tanto John. La posso capire. Anche lei ha subito le sue
perdite, ma io a differenza sua, non ho alcuna intenzione di fissare
il muro in attesa della mia morte. Intanto vedro' come andranno a
finire questi Hunger Games e poi, possiamo riparlare del muro. Almeno
Katniss e Finnick sembrano divertirsi. Sorrido quando li vedo
spalmarsi quella crema orripilante sul viso e diventare due mostri.
E' da cosi' tanto tempo che non possono essere solo due ragazzi
normali, due amici, magari. Devono essere solo alleati con la
consapevolezza di doversi uccidere alla fine. Ma Finnick ha ragione:
non si diventa vincitore per niente. Scatta qualcosa dentro di loro:
un meccanismo di auto-conservazione che li rende brutali e
incredibilmente violenti. Il senso di colpa puo' aspettare..Quello
continuera' a fargli visita per il resto della loro vita.
-Adesso
sveglio Peeta- esclama
Katniss dopo essersi passata quella crema un po' dappertutto.
-No,
aspetta- dice Finnick- Facciamolo insieme. Mettiamogli la faccia
davanti agli occhi-
Ridacchio.
Sembrano cosi' strani mentre si avvicinano piano piano a Peeta,
scrollandolo leggermente. E mi salgono le lacrime agli occhi quando
Peeta si sveglia e salta in aria per lo spavento. E' cosi' bello
vederli ridere come se fossero dei ragazzi normali..come se fossero
amici. Ma so gia' che tutto questo non puo' durare per sempre. Non e'
questo che vogliono ai piani alti. Loro vogliono rendere i giochi uno
spettacolo orripilante. Non puo' durare a lungo questo divertimento:
e' inaccettabile. Infatti dall'altra parte esatta dell'isola la
telecamera punta sui corpi svenuti e macchiati di sangue di Johanna,
Beetee e Wiress. Si trovano in spiaggia, con il sangue incrostato
nella tuta, nel viso, nei capelli. Fa male il cuore vederli in quello
stato. Sento quasi il sapore del sangue nella mia bocca e per poco
riesco a trattenere un conato di vomito. Tutto questo non mi fa bene.
No,decisamente no. La prima a rinvenire e' Wiress, ma credo che non
sia del tutto lucida perche' inizia a mormorare cose strane e ad
agitarsi, tanto che che i suoi mugugni svegliano anche Johanna. Credo
che anche lei sia terrorizzata ma che stia facendo di tutto per farsi
vedere forte e combattiva. Mi piace questa ragazza: ha coraggio da
vendere e anche una bella dose di follia. Magari potrebbe essere la
vincitrice. Si tira su, disgustata da quel sangue e mette a tacere
quella povera donna con un sonoro schiaffo. Poi li agguanta e li
trascina in acqua. Sembra avere una scintilla di determinazione negli
occhi che fa quasi paura. Sa cosa deve fare. Ma cosa deve fare
esattamente? E' difficile nuotare con una persona che si agita e
strilla e un uomo mezzo svenuto, ma lei ci riesce. Coraggiosamente li
porta sull'altro lato dell'isola. Si sente un colpo di cannone e la
telecamera punta verso quell'altro cadavere e fa rivedere la scena:
una figura indistinta che lotta contro le onde, le sue urla
terrorizzate e infine viene portato via dalla corrente. Fa che
finisca presto!mi ripeto nella mia mente. La telecamera compie un
altro giro intorno all'isola e poi punta nuovamente su Katniss e la
sua compagnia. Johanna e' riuscita a portare tutti e tre da Finnick e
adesso sta litigando furiosamente con lei. Se non ci fossero Peeta e
Finnick a dividerle, si ucciderebbero sul momento, ma poi la ragazza
del settimo distretto dice qualcosa di interessante.
-Chi
credi che li abbia tirati fuori per te da quella giungla di sangue?-
riferendosi a Wiress e
Beetee. Ma cosa voleva dire? Perhce' portare altra gente a Katniss?
Perhce' rischiare tutto per salvare due persone che avrebbe dovuto e
potuto uccidere solo per questa ragazzina dalla lunga treccia morta?
Katniss da eco ai miei pensieri:- Cosa voleva dire? Li ha
portati qui per me?- chiede a Peeta.
-Non
lo so. Eri tu che volevi stare con loro, all'inizio- le ricorda lui.
-Si.
E' vero. All'inizio-
Comunque
siano andate le cose, c'e' qualcosa sotto. Qualcosa che pero' non
riesco a capire..
Angolo
dell'autore.
Ciaooooo!
Eccomi qui con un altro capitolo poco prima dell'inizio della scuola,
visto che per questa poverina inizia domani. Pensatemi domani! E
quindi mi sono presa questa mattina libera per aggiornare tutte le
storie che mi erano rimaste un po' in sospeso, nel pallido tentativo
di lasciare una traccia dietro di me, prima che la scuola mi uccida
anche quest'anno. Anyway, ho semplicemente adorato Marlene in questo
capitolo. Non so perche', ma e' cosi'. Vi ringrazio per aver letto,
recensito, inserito questa storia nelle preferite/seguite/ricordate.
Grazie mille <3
Alla
prossima,
Hoon21
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Capitolo 15 *** Capitolo 14 ***
Arriverà
la fine
ma
non sarà la fine..
(Tiziano
Ferro)
Capitolo
14
Mi
sono sempre detta che non avrei mai avuto rimpianti.
Del
resto, quando mai nel Distretto 12 si ha tempo o volontà per
pensare ai rimpianti?
Invece
ne ho tanti. Rimpiango di non essere stata una moglie migliore e di
non avere amato John ogni giorno della nostra vita insieme,
ricordandogli che se noi due eravamo insieme il resto non assumeva
più importanza.
Rimpiango
di non avere amato abbastanza i miei figli, di non avere baciato le
loro testoline in ogni momento possibile, di non aver accarezzato
quei volti di bambini che oggi si sono trasformati in uomini.
Rimpiango di non essere riuscita a dimostrare a Peeta che io c'ero e
ci sarei sempre stata per lui.
Ho
dovuto imparare l'amore dal più piccolo dei miei figli.. Il
mio bambino che non ha nessuna remora a morire così giovane
per proteggere il suo amore. Io non sono riuscita a fare lo stesso
con John...
Ora
non ho più il tempo di dire ai miei figli quello che avrei
dovuto sempre dire loro fino allo sfinimento, fino a portare i loro
occhi azzuro cielo a roteare infastiditi per l'affetto soffocante
della loro vecchia madre..
Vi
amo. Vi amo. Vi amo. (*)
Succede
tutto così in fretta che quasi mi viene voglia di ringraziare
le più avanzate tecnologie di cui Capitol City dispone. Un
secondo sei qui, il secondo dopo diventi cenere. Di te resta soltanto
l'eco di quella che era la tua anima agitata. L'eco di una voce che
non ha mai protestato. L'eco di una voce che non ha lottato
abbastanza. L'eco di una madre che potrà più proteggere
i suoi bambini.
E
mentre il corpo prende fuoco e la mente registra solo dolore e poi un
silenzio assordante, la tua anima è intenta a ripassare i tuoi
ultimi istanti di vita.
Eri
seduta sul divano circondata dai tuoi due figli, Kevin e Josh, che
per assecondarti quel giorno avevono deciso di farti compagnia. Forse
te lo sentivi che avevi bisogno di nutrirti dei particolari dei loro
volti, delle loro espressioni ora troppo preoccupate e distanti, vero
Marlene? Volevi passare qualche minuto ancora con i bambini che ti
restano anche se, bambini non lo sono più. Volevi portare via
con te la sfumatura esatta dei loro occhi, ricordati l'esatta
inclinazione delle loro voci.
Sul
mobiletto del salotto c'era sempre il solito vecchio schermo in cui
hai visto fin troppe edizioni degli Hunger Games. Quello in cui solo
l'anno scorso hai osservato tuo figlio mentre rischiava la vita più
e più volte e tu, impotente, lo fissavi e non sapevi se
sarebbe mai tornato a casa.
Forse,
sarebbe stato meglio così.. Se ne sarebbe andato in pace e
avrebbe smesso di soffrire.
E
quando vedi Peeta che si separa a malincuore dalla sua Katniss,
quando lo vedi sopraffatto alle spalle, quando pensi che tutto sia
finito, che niente e nessuno potrà mai eliminare gli Hunger
Games qualcosa ti restituisci un briciolo di speranza. La freccia di
Katniss.
Per
certi versi hai sempre detestato quella ragazza perchè ti
ricordava troppo te stessa: fredda, rigida e incapace di amare
davvero Peeta. Esattamente come te. Ma forse ti sbagliava; del resto
sarebbe forse la prima volta che ciò accade?
Oh
cielo, quanto darei per essermi sbagliata ancora un'altra volta!
Katniss
indirizza la freccia non verso il suo nemico nell'arena, ma contro il
cielo, contro il campo di forza, contro Capitol. E un attimo dopo c'è
il buio.
-Mamma,
cosa è successo?- chiede subito allarmato Josh dopo che lo
schermo si è oscurato. Lo guardo con gli occhi sbarrati,
stordita da quanto appena successo. Poi lo sento.
Un
ronzio incessante che si dirige verso di noi. Forse avrei avuto il
tempo di portare fuori i miei ragazzi e di farli fuggire via o forse
no. So solo che l'ultima cosa che faccio è quella che avrei
sempre dovuto fare: afferro le mani dei miei ragazzi e li stringo
forte a me.
Dopo,
è tutto finito.
Peeta,
ovunque io sia e ovunque tu sia, sappi che la tua mamma ha imparato
ad amarti grazie al tuo esempio. Non scordarlo mai.
Angolo
dell'autrice.
Buongiorno
a tutti! So bene che sono passati anni dal mio ultimo aggiornamento e
molti di voi avranno persino dimenticato che esiste questa
fanfiction. Tuttavia dopo anni di tentennamenti ho preso il coraggio
a due mani e ho deciso di porre la parola fine a questa storia che
per me è stata molto importante.
So
che il capitolo è breve ma non ho trovato conclusione migliore
ai personaggi di Marlene, Josh e Kevin che anni fa erano i miei più
fidati compagni.
Spero
che nonostante la brevità sia di vostro gradimento e ringrazio
infine tutti coloro che hanno inserito questa storia tra i
preferiti/seguiti, tutti coloro che negli anni hanno recensito,
coloro che hanno amato questa storia, a chi mi ha dimenticato e a chi
invece non l'ha fatto.
Grazie
a tutti di cuore,
Hoon21
p.s.
L'espressione “Vi amo, vi amo, vi amo” è stata
ripresa da “Regina dell'aria e delle tenebre” di
Cassandra Clare.
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