I try not to think about the way things could have been

di Hoon21
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo uno. ***
Capitolo 3: *** Capitolo due. ***
Capitolo 4: *** Capitolo tre. ***
Capitolo 5: *** Capitolo quattro. ***
Capitolo 6: *** Capitolo cinque. ***
Capitolo 7: *** Capitolo sei. ***
Capitolo 8: *** Capitolo sette. ***
Capitolo 9: *** Capitolo otto. ***
Capitolo 10: *** Capitolo nove. ***
Capitolo 11: *** Capitolo dieci. ***
Capitolo 12: *** Capitolo undici. ***
Capitolo 13: *** Capitolo dodici. ***
Capitolo 14: *** Capitolo tredici. ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


M'accorsi come le sue pupille erano

rosse di pianto. Non mi parlo', ma mi

ammazzo' con un'occhiata, quasi volesse dirmi

Tu mi hai ridotta cosi'.

(Ugo Foscolo- Le ultime lettere di Jacopo Ortis)


N.B. AVVISO PER TUTTI I LETTORI CHE ANCORA NON MI CONOSCO O NON HANNO LA MIA PRECEDENTE LONG I will always love you. HO UN PROBLEMA AL COMPUTER CHE NON MI CONSENTE DI UTILIZZARE L'ACCENTO E PER QUESTO MOTIVO DEVO UTILIZZARE L'APOSTROFO.

GRAZIE A TUTTI, CI VEDIAMO IN FONDO ALLA PAGINE PER LE NOTE.


Prologo.


Pov. John Mellark


Sono gia' passati diversi mesi dall'ultima mietitura. Quella mietitura che aveva voluto come tributo mio figlio minore, Peeta.

Per fortuna, grazie al suo amore per Katniss Everdeen, tributo volontario del Distretto 12, e' riuscito a tornare a casa.

Katniss si era offerta volontaria per salvare la sorellina Prim che era stata estratta nonostante avesse solo una nomina.

Durante le interviste Peeta aveva confessato il suo amore per la ragazza e all'interno dell'arena ha cercato in tutti i modi di tenerla al sicuro. Inutile dire che con le sue azioni ha conquistato il pubblico di Capitol City.

E per ringraziarlo Capitol City aveva cambiato le regole consentendo a due tributi provenienti dallo stesso Distretto di vincere i Settantaquattresimi Hunger Games. Insieme avevano intrapreso un idillo per tornare a casa. Peeta non sapeva che pero' Katniss stava solo fingendo. Quando Cato, l'ultimo tributo e' morto, gli Strateghi hanno eliminato la precedente modifica delle regole.

Avevano ottenuto lo spettacolo che avevano voluto fin dall'inizio dei Giochi quindi potevano permettersi di uccidere uno dei due tributi rimasti.

Volevano solo un vincitore. Peeta era gia' in condizioni gravi a causa di una ferita alla gamba (che alla fine ha perso) e pur di far vincere Katniss era disposto a sacrificare la propria vita ma la ragazza gliel'ha impedito. Ha tirato fuori delle bacche velenose costringendo gli Strateghi a nominare entrambi vincitori.

Katniss Everdeen e Peeta Mellark, i vincitori del Dodicesimo Distretto.

Questi Hunger Games non hanno cambiato solo i loro vincitori ma anche me che ho dovuto assistere ai mille modi sperimentati da Capitol City con cui cercava di uccidere mio figlio.

Ho imparato a vivere alla giornata, godendo dell'amore di mia moglie e della felicita' della mia famiglia.

Grazie a Peeta ho ritrovato la voglia di imparare ad amare di nuovo.

Per quanto mi sforzi di considerarlo lo stesso ragazzo di prima in realta' non lo e'.

Ha sempre lo stesso sorriso dolce, la stessa mano calda che crea quadri meravigliosi dal nulla, lo stesso modo di fare gentile e rispettoso. Eppure ogni tanto il suo sguardo si perde nel vuoto, zoppica leggermente perche' non e' ancora abituato alla nuova gamba e sopratutto vive con la consapevolezza che Katniss gli ha mentito.

Da quando sono tornati i loro rapporti sono cambiati. All'inizio dovevano scambiarsi una quantita' esagerata di baci davanti alle telecamere per poter soddisfare Capitol City e quando anche loro se ne sono andati, non hanno provato ad avere un rapporto. Sarebbe cosi' assurdo pensare che i due provassero ad essere amici? Sono sicuro che con il tempo Katniss imparerebbe ad amarlo. Ho visto la sua espressione quando e' con Peeta. Sembra quasi rilassato. Si abbandona completamente sul suo corpo, come se lui fosse il suo sostegno.

Ho preferito non intromettermi perche' la loro situazione non ha niente di normale. Forse hanno solo bisogno del loro tempo per rimettere i pezzi al loro posto.

-Hai bisogno di una mano, papa'?- chiede Peeta alle mie spalle.

Sussulto e mi volto.

-Non ti ho sentito arrivare. Comunque, no grazie. Ho finito ormai. Come mai sei da queste parti?-

Peeta alza le spalle.

-Tra poco partiro' per il Tour della Vittoria e preferisco passare piu' tempo possibile fuori casa- dice semplicemente.

Il suo sguardo e' triste. So a cosa sta pensando. Dovra' stare una settimana con Katniss e continuare a fingere che tra loro due vada tutto bene e che si amano alla follia.

-E' difficile, vero?- cerco di essere delicato nel formulare la domanda pur sapendo che non c'e' un modo dolce per formulare questa domanda.

-Un po'- ammette. Aggrotto le sopracciglia e lui scoppia a ridere.

-Okay, molto. Da quando siamo tornati e' tutto cosi' difficile. L'unica cosa che so e' che Capitol City vuole la sua coppietta felice-

-Perche' non provi a parlare con Katniss?- suggerisco.

-E di cosa?Dovrei forse chiederle se sia davvero innamorata di Gale? Lo so gia', non ho bisogno di altre spiegazioni. Non la biasimo per quello che ha fatto. Ha salvato entrambi. Sono piu' arrabbiato con me stesso perche' per un attimo ho davvero pensato che fosse mia. E ammettere di essermi sbagliato fa male.-

Mi si spezza il cuore a vederlo in questo stato.

-Cerca di vedere i lati positivi, figliolo. Sai da quanti anni siamo sposati io e tua madre? Venti. E sai quanto tempo mi ci e' voluto per capire che sono innamorato di lei? Venti. Ammetto che abbiamo avuto qualche problema sopratutto quando hai rivelato alla nazione intera che un tempo ero innamorato della madre di Katniss ma ce l'abbiamo fatta. Insieme- aggiungo sorridendo. Peeta arrossisce per l'imbarazzo.

-Beh, ecco..io non ci avevo pensato..-

-Tranquillo, le tue parole mi sono state utili per capire che un tempo ero innamorato di Jane ma che adesso amo tua madre. Ti ringrazio per questo-

-Grazie a te, papa'- ribatte lui e per un paio di minuti rimaniamo in silenzio.

-Si e' fatto tardi, papa'. Il mio staff sara' gia' arrivato e se non mi trovano Portia e' capace di uccidermi- dice ridendo mentre a me vengono i brividi che nascondo in un sorriso- ci vediamo presto. Saluta la mamma-

-Sta attento, Peeta e..beh,ti vederemo in televisione-

Lui annuisce ed esce. Guardo la sua figura alta e slanciata camminare finche' non scompare alla mia vista.

Mi dispiace figliolo ma preferisco averti qui con me anche se con il cuore spezzato. Non hai idea cosa significhi svegliarsi ogni mattina e pensare di averti perso per sempre.


Angolo dell'autrice.

Salve a tutti! Sono tornata!

Questo e' il secondo capitolo(per cosi' dire) di I will always love you.

E' volutamente breve perche' e' solo un'introduzione. La vera storia iniziera' dal prossimo capitolo in poi.

Come avete potuto vedere, ho riassunto cio' che e' successo nel primo libro e nella mia storia per poi passare al Tour della Vittoria. In questo capitolo Peeta si sta preparando a partire, nel prossimo parlero' direttamente del Tour e delle tappe piu' importanti.

State tranquilli perche' non ho dimenticato Marlene( la moglie di John Mellark e la madre di Peeta), Josh e Kevin(i suoi fratelli) e la piccola Prim che sappiamo e' stata un'amica importante per Mr. Mellark nella long precedente.

Aggiornero' piu' o meno ogni sabato.

Vi ringrazio per aver letto e per avermi sopportata con tutte le mie chiacchiere.

Spero che lascerete almeno una piccola recensione!

Alla prossima,

Hoon21 :)


p.s. Sto scrivendo anche un'altra long, intitolata Real love.

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Capitolo 2
*** Capitolo uno. ***


Cosi' l'ignara Psiche per colpa sua

fu presa dall'amore di Amore.

(Amore e Psiche)


Capitolo uno.


Pov. John Mellark.


-E con questa, abbiamo finito!- esclama Prim soddisfatta.

E' ricoperta dalla testa ai piedi di farina. Ha insistito tanto per aiutarmi. Nonostante Katniss e Peeta siano tornati a casa da diversi mesi, abbiamo conservato la nostra abitudine di passare i pomeriggi insieme.

In panetteria siamo rimasti solo io e Josh. Adesso che Peeta ha vinto e ha messo i suoi soldi a nostra disposizione, Kevin ha ritenuto opportuno non contribuire al bilancio familiare e Peeta passa sempre a dare una mano ma la maggior parte delle volte preferisce dipingere o decorare le torte. E io stesso preferisco che si tenga impegnato con qualcosa che preferisce.

Percio' quando ho bisogno di un aiuto in piu' viene la dolcissima Prim che oltre imparare la delicata arte della medicina dalla madre, vuole anche imparare a fare il pane.

-Direi che dopo tutta questa fatica potremmo andare di la' a prendere qualcosa da mangiare, che ne dici Prim?- suggerisce Josh.

Anche Josh ha legato molto con la piccola Everdeen. Ha trovato in lei un'amica o comunque qualcuno che capisse la sua esperienza. Hanno entrambi visto i loro fratelli nell'arena e hanno rischiato di perderli.

Si slacciano il grembiule ormai sporco e se ne vanno in cucina. Io rimango indietro pensando a quello che sta succedendo sul treno in questo momento.

Ieri Katniss e Peeta sono stati ospiti del Distretto 11 dove la loro presenza ha portato solo problemi. A causa della gentile donazione di Peeta di una parte delle loro vincite alle famiglie dei tributi morti(Thresh e la piccola Rue), un vecchio e gran parte della gente presente si e' portato tre dita medie della mano sinistra alle labbra e le ha tese verso di loro: un gesto molto comune nel Distretto 12, sopratutto nei funerali. E' un segno d'omaggio, in un certo senso. Se fossero stati in un posto diverso e in una situazione diversa, quel gesto sarebbe stato un segno di solidarieta'. Invece e' successo qualcosa di brutto. Le telecamere si sono offuscate non appena hanno capito quello che stava succedendo nella piazza.

Come possono i Pacificatori, e dietro di loro Capitol City, uccidere gente innocente? Ma poi penso agli Hunger Games e la dolce piccola Rue. Una delle tante ragazzine che ho visto morire per mano non di tributi ma della malvagita' di Capitol City.

Scaccio dalla mia mente l'immagine del vecchio che tende le dita verso mio figlio e la sua ragazza.

Poso il grembiule sul tavolo, appuntandomi mentalmente di metterlo nel cesto dei panni sporchi prima che Marlene se ne accorga.



Pov. Marlene Mellark.


-John! Accidenti vieni subito- urlo a pieni polmoni. Perche' quando c'e' bisogno di lui, non c'e?

Sento i suoi passi pesanti rimbombare per le scale.

-Eccomi! Si puo' sapere cosa sta succedendo?- chiede e gli indico scocciata la televisione. Vedo cambiare gradualmente la sua espressione appena si rende conto quello che sta succedendo.

Peeta si e' cavallerescamente inginocchiato ai piedi di Katniss che lo fissa sbalordita con le guance arrossate. Forse per l'imbarazzo o per pura gioia. O forse per semplice noia e voglia di finire quella pagliacciata.

-Katniss Everdeen, amore della mia vita, vuoi rendermi la persona piu' felice del mondo e diventare mia moglie?- e apra la piccola scatolina che teneva tra le mani, rivelando un piccolo anello.

Peeta sorride fissando gli occhi di Katniss come se conoscesse gia' la risposta, come se quella scena l'avesse provata molte volte, come se fosse la recita di fine anno scolastico.

Katniss, per tutta risposta, sbatte piu' volte le ciglia sorpresa e risponde un commosso:- Si- prima di sollevare il fidanzato e baciarlo con passione davanti a tutta Panem.

-Avrebbero dovuto far gli attori- dico semplicemente a John che si e' lasciato cadere sulla sua poltrona accigliato.

-Perche' l'hanno fatto?- chiede sconvolto.

Sospiro e alzo gli occhi in cielo. E' troppo ingenuo.

-Penso che potremmo chiederlo a Peeta quando tornera' a casa. A proposito John, sto uscendo- gli dico e afferro il cappotto nero che mi ha regalato Peeta per il mio compleanno. Sorrido al pensiero del pacchetto che Peeta mi ha teso soddisfatto. Il biglietto diceva: Alla mia mamma, che mi ha cresciuto e sostenuto in tutti questi anni severamente. Adesso so che il tuo modo brusco nascondeva una persona molto dolce e affettuosa. Questo e' il primo dei regali che avrei voluto sempre farti ma che non ho mai potuto. P.

-Dove vai?-

Non ho nessuna intenzione di mentire a John ma non voglio neanche che sappia dove sto andando.

-Sta tranquillo, tornero' in tempo per preparare la cena. Nel frattempo cerca di trascinare Kevin a casa- e vado via.

Il rumore delle scarpe sull'asfalto e' di enorme conforto e mi permette di mettere a fuoco la realta'.

In questa ultima settimana Katniss e Peeta sono apparsi in tutti i Distretti dove hanno recitato. Hanno sorriso, si sono tenuti per mano, si sono baciati e hanno fatto finta di essere la coppia piu' felice dell'universo.

Tutti qui al 12 sanno la verita' ma a nessuno importa. Mentre a Capitol City si, quindi deve essere successo qualcosa. Qualcosa che li ha spinti a forzare la loro storia e a farli sposare.

Sono assolutamente convinta che quella ragazzina non ha intenzione di essere una mogliettina perfetta e sono ancora piu' sicura del fatto che mio figlio non voleva un matrimonio finto per accontentare le telecamere.

C'e' solo una persona con cui posso parlare di tutto questo. Jane Everdeen.

Busso con insistenza alla sua porta.

-Chi e'?- chiede qualcuna da dentro.

-Sono Marlene. Marlene Mellark- aggiungo.

Jane apre la porta.

-Ciao Marlene. Cosa fai qui?-

-Ciao Jane. Volevo parlare con te. Posso..?-

Jane annuisce e mi fa cenno di seguirla dentro casa. La casa e' identica a quella di Peeta ma molto piu' calda e vissuta. Si sente che qui dentro abita una famiglia mentre la casa di mio figlio profuma di solitudine, incubi e dolore. Molti mi hanno giudicato una pessima madre per non essere al fianco di mio figlio quando gli incubi prendono il sopravvento e io ho risposto loro che non sara' mai la mia presenza a mandarli via. Io e Peeta stiamo cercando di instaurare un vero rapporto ma non posso cancellare la sofferenza della sua infanzia.

-In cosa posso esserti utile?- chiede mettendo a tavola due tazze di te' e dei biscotti.

Li riconosco subito.

-Li ha portati Peeta, vero?-

-Ehm..si. Sono i preferiti di Prim e quindi ogni volta porta i biscotti per lei e le foccacine al formaggio per Katniss. E' davvero un ragazzo molto dolce- aggiunge.

Io annuisco soltanto.

-Sono venuta qui per parlarti di loro. Sono sicura che tu abbia visto l'intervista di oggi e la proposta di matrimonio di Peeta. Si sposeranno, tra poco. Capitol City lo vuole-

-Non c'e' niente che io e te possiamo fare. Le cose stanno cosi'. Dobbiamo solo ringraziare che i nostri figli non sono morti in quella maledetta arena- risponde acidamente. Anche lei si stara' sentendo inutile.

Dove sara' finita la fragile e dolce Jane? Adesso ha il mio stesso sguardo. Duro, deciso e determinato.

Sposto una ciocca di capelli e le rispondo.

-So tutto questo. Voglio sapere cosa sta succedendo. Non ti sembra strano questa cosa..tutta questa fretta! Dopo il Distretto 11..- ma non dico nient'altro. Mi avra' capita.

Beve il suo te' guardandomi negli occhi. Dopo lo mette giu' e sospira.

-E va bene...l'altro giorno sono arrivati qui una scorta di Pacificatori e il Presidente Snow..Ho avuto paura che fosse successo qualcosa ma Katniss mi ha rassicurata dicendo che il presidente lo faceva ogni anno solo che le telecamere non riprendevano questa scena. Adesso sono sicura che non sia venuto anche da Peeta e questo mi fa pensare che forse...-

-Che forse e' venuta qui per minacciarla- concludo al posto suo.

-Esatto. Katniss non si fida piu di me dopo il crollo che ho avuto con la morte di suo padre e pensa che deve fare di tutto per proteggermi. Io sono madre e dovrei essere io a proteggerla e invece non riesco a tenere al sicuro nessuna delle mie figlie.. Voglio fare tutto il possibile per proteggerla ora. Dobbiamo capire con cosa l'ha minacciata e per quale motivo ma ne' Katniss ne' Prim devono saperlo. Promettimelo Marlene- I suoi occhi azzurri sono fissi sui miei neri. Non mi lasciano nessuna via di fuga.

Sorriso sardonicamente.

-Va bene. Ti viene in mente qualcosa con cui l'abbia ricattata?-

Jane risponde immediatamente come se avesse gia' formulato questo pensiero:- La caccia, presumo-

Annuisco.

-Eppure non mi sembra abbastanza. Deve aver detto di uccidere qualcuno di importante. Non puo' uccidere te o tua figlia perche' l'intera Capitol City vi conosce e qualcuno finirebbe con l'insospettirsi. Deve essere qualcuno a cui lei tiene molto, che si potrebbe far sparire facilmente e far sembrare tutto un incidente...- penso ad alta voce e poi un pensiero sorge nella mia mente.

Spalanco gli occhi e sia io che Jane pronunciamo quel nome nello stesso momento:-Gale!-



Angolo dell'autrice.

Salve gente! MI scuso per il ritardo ma eccovi il vostro nuovo capitolo. Avevo promesso una nuova sorpresa: il punto di vista di Marlene.

Prim e Josh sono amici, Jane e Marlene sono alleate( neanche fossero nell'arena)...spero di mettere piu' entusiasmo nel prossimo capitolo!

Hoon21 :)

p.s. Grazie a tutti voi!

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Capitolo 3
*** Capitolo due. ***


I soldi sono come il sesso,

sembrano molto piu' importanti

quando non ce n'e'.

(Charles Bukowski)


Capitolo due.


Pov. Mr. Mellark


-Ho vinto di nuovo!- esclama nuovamente Peeta con orgoglio.

Scuoto la testa energicamente.

-Come diavolo hai fatto ad imparare a giocare a scacchi cosi' velocemente?- chiedo stupito.

E' sera inoltrata e io e Peeta stiamo facendo la quarta o la quinta partita a scacchi nel salotto di casa sua.

Katniss e Peeta sono tornati ieri sera dopo una lunga settimana passata a recitare davanti alle telecamere.

Ieri non abbiamo parlato e non abbiamo avuto il tempo necessario per discutere degli ultimi eventi e dopotutto sono tornati piuttosto tardi. Alla stazione, ad aspettarli, eravamo solo io e Prim.

Mia moglie e i ragazzi hanno preferito rimanere a casa ad aspettarci e Jane ha una leggera influenza. Prim invece ha insistito per accompagnarmi alla stazione.

Abbiamo camminato a lungo per il Distretto per poi lasciarci cadere su una panchina vicino la stazione.

Ad un certo punto ha inconsapevolmente infilato la mano nella mia e l'ha stretta.

Nonostante la minaccia degli Hunger Games sia lontana, qualcosa di quella paura le e' rimasta addosso e stranamente ha trovato in me un appiglio.

La sensazione di essere utile a questa ragazzina, di poterle tenere la mano e consolarla tra le mie braccia mi da un brivido di eccitazione.

Prim e' la figlia che non ho mai avuto e poi mi ricorda molto Peeta. Hanno lo stesso sorriso dolce e gentile, gli stessi occhi color del cielo.

-Credo sia solo la fortuna del principiante- risponde Peeta modestamente e scrolla le spalle divertito.

Inizia a riassettare il tavolo.

-Sara' meglio che inizi a preparare qualcosa da mangiare- aggiunge voltandosi verso i fornelli.

Do' un'occhiata a questa grande casa. E' sicuramente bellissima, molto spaziosa e moderna ma evidentemente troppo grande per una persona da sola.

-Mi dispiace non aver insistito nel venire a vivere qui con te- esclamo ad alta voce.

-Cosa papa'?- chiede.

-Ho detto che mi dispiace averti lasciato qui da solo- e faccio una largo cenno con la mano.

Peeta posa la pentola che ha in mano.

-Ascolta papa'..Ci sono alcuni giorni che e' brutto rimanere da solo in questa casa. Mi piacerebbe che ci foste tu e la mamma e i miei fratelli qui, ma avete la panetteria da mandare avanti e sarebbe difficile per Josh e Kevin ambientarsi in questo posto.

Inoltre, non farei riposare nessuno di notte. Spesso gli incubi mi svegliano...-

-Mi dispiace- ripeto anche se non so di preciso a cosa mi stia riferendo.

-Non fa niente, pa'. Devo esser grato per questa vita e per tutti i giorni che trascorro in questo mondo.

Ho rischiato di morire una volta e adesso non ho nessuna intenzione di sprecare la mia vita- dice candidamente.

-E Katniss?- chiedo senza riflettere.

I suoi occhi mutano espressione ma si rilassa immediatamente e scoppia a ridere.

-Beh..diciamo che io e Katniss non siamo i fidanzati da imitare- risponde semplicemente e si volta per riprendere la padella che ha lasciato sul piano cottura.

-Lascia perdere quella padella e vieni a casa con me. Tua madre sara' felice di averti a cena-

Si volta un'altra volta e mi ringrazia con lo sguardo.

Lo aiuto a sistemare il lieve disordine che abbiamo fatto questo pomeriggio, poi prendiamo i nostri cappotti dall'appendiabiti e lui chiude la porta di casa, infila le chiavi in tasca e mi fa cenno di andare.

Passando vediamo la luce accesa nel salotto di casa Everdeen ma Peeta distoglie lo sguardo e si rivolge verso me, facendo finta di niente.

-Allora..cosa mi sono perso in questi giorni?-

Scuoto le spalle.

-Niente di importante. Anzi, ho ricevuto una nuova ricetta per una torta e. Ti andrebbe di prepararla? Tua madre sara' felice di mangiare una torta diversa, di tanto in tanto. E poi so che a Capitol City hai visto delle torte meravigliose-

-Oh si! Dovevi vederle, erano semplicemente perfette. Domattina mi faro' trovare in panetteria e potrei provare a replicarle. Di alcune mi sono fatto dare la ricetta. Magari non verranno buone come le loro ma potremmo provare ad imitare l'effetto- dice ammiccando.

-Scommetto che le tue saranno molto piu' buone-

Sorride.

-Lo dici solo perche' non hai assaggiato quelle-

Continuiamo la conversazione su quello stesso tono. Quando arriviamo davanti la porta di casa, Peeta smette di parlare e per un po' rimane immobile.

-Tutto bene figliolo?-

Si gira verso di me con lo sguardo lievemente perso nel vuoto.

-Oh..si. Si, va tutto bene. Stavo solo pensando ad una cosa- dice come se la cosa in questione non avesse importanza.

-Ne vuoi parlare?- chiedo, avvicinandomi.

Scuote la testa.

-Non c'e' bisogno che ti tenga tutto dentro Peeta. Adesso sei a casa. Ci sono io, c'e' tua madre, ci sono i tuoi fratelli. Noi possiamo aiutarti-

Peeta scuote nuovamente la testa bionda.

-So benissimo che ci siete ma non potete aiutarmi in questa battaglia. Non potete capire.

E per fortuna, aggiungerei. L'unica che puo' davvero capirmi e' Katniss..Haymitch e' troppo ubriaco- dice sorridendo ma anche il suo sorriso ha una sfumatura triste.

-E allora perche' non parli con lei?-

-E' tutto molto complicato. Io e lei siamo complicati. Lei ama Gale e ha finto di amare me. Sono riuscito a superare questa cosa, alla fin fine mi ha tenuto in vita e mi ha impedito di morire e le saro' eternamente grato per questo. Non sarebbe stato giusto continuare a portarle rancore per questo. Sono due sentimenti troppo contrastanti per coesistere. Adesso dobbiamo ricominciare a vivere. E' difficile ritrovare il proprio posto dopo l'arena. Eppure e' cosi' strano..cioe', e' strano dovermi abituare a stare senza di lei, anche a dormire senza di lei ma sono sicuro che con il passare del tempo lo diventera'. Magari alla fine lei si ricredera' e mi amera'. Credo che i miei sentimenti per lei non cambieranno mai- ammette con uno sguardo piuttosto triste.

Appoggio una mano sulla sua spalla e la stringo con forza. Lui si scioglie e appoggia la testa sulla mia spalla e mi stringe a se'.

Mi e' mancato molto mio figlio. Il bambino che si addormentava tra le mie braccia, con una un braccio intorno al mio collo.

Quando alla fine ci stacchiamo ha di nuovo quello sguardo sicuro e tranquillo.

-Cosa intendevi con dormire senza di lei?- gli chiedo prima di aprire la porta di casa.

Peeta diventa subito molto rosso in viso e si gratta la nuca. Un gesto che faceva sin da bambino quando era in imbarazzo.

-Beh..Visto che avevamo tutti e due gli incubi ed eravamo gli unici a capire cosa si provasse..Abbiamo finito con il dormire insieme sul treno. Ma solo dormire! Non mi sarei mai permesso di fare altro e neanche Katniss, ovviamente...-conclude con lo sguardo fisso per terra.

Scoppio a ridere e apro la porta di casa.



Angolo dell'autrice.

Scusatemi per il ritardo! Sono stata molto occupata e so che questo capitolo fa veramente schifo ma abbiate pieta' di me!

Spero di essere piu' puntuale la prossima volta.

Hoon21 :)



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Capitolo 4
*** Capitolo tre. ***



Ricorda: non serve a niente

rifugiarsi nei sogni e dimenticarsi

di vivere.

(Harry Potter e la pietra filosofale)


Capitolo tre.


Pov. Marlene Mellark


E con questo ho finito di lavare tutti i piatti, penso esausta. L'orologio della cucina segna la mezzanotte passata.

Gia' da diverso tempo John e i ragazzi sono andati a letto. Questa sera ha cenato con noi anche Peeta ma nonostante abbia insisto molte volte, ha preferito tornare a casa sua per la notte.

Poi John mi ha sussurrato per non farsi sentire da Josh e Kevin che Peeta ha bisogno dei suoi spazi e la notte non riposa bene a causa degli incubi.

Non potendo far nulla per aiutarlo, alla fine ho lasciato perdere.

Peeta mi ha salutato con un veloce bacio sulla guancia e se n'e' andato.

Do' un'occhiata veloce alle scale e mi convinco a rimanere ancora un po' in cucina. Appoggio i gomiti sul tavolo e nascondo il viso tra le mani che hanno un leggero odore di detersivo.

Dalla mia ultima conversazione con Jane Everdeen non sono piu' riuscita a guardare negli occhi Gale. Non viene molto spesso qui e quando viene si trattiene per poco tempo, solo per trattare qualche baratto con mio marito. Non posso davvero credere che quel ragazzo sia la ragione per cui mio figlio non possa essere felice.

E' decisamente attraente, ha un bel viso, sa mantenere la sua famiglia ma i suoi occhi nascondono qualcosa che mette i brividi.

Sono a dir poco infuocati e basta solo una scintilla per far divampare un incendio pronto a distruggere ogni cosa.

Per quanto mi riguarda, Katniss gli somiglia molto e non solo fisicamente. Anche se entrambi hanno l'aria da Giacimento con quegli occhi grigi, la pelle diafana e i capelli piu' neri della pece.

Non capisco davvero cosa possa aver trovato Peeta in quella ragazza.

Possiede lo stesso fuoco vendicativo, rabbioso e rancoroso del suoi migliore amico (sempre se possiamo definirlo in questo modo).

Il pendolo segna l'una. Con un sospiro, mi alzo e mi dirigo nella mia camera da letto dove spero che John si sia gia' addormentato. Non ho voglia di dirgli dei pensieri che mi affollano la mente.

Non e' questo il momento per pensare a quel minatore da quattro soldi.


-Ecco signora, le auguro una buona giornata- rispondo automaticamente all'ennesima cliente della giornata.

Sono vent'anni che lavoro ormai in questo panificio con mio marito. Lui cucina, sforna il pane, prepara i biscotti e le torte con l'aiuto dei nostri figli e io mi occupo dei clienti e dei soldi.

John dice sempre che sono la piu' idonea per tenere il conto dei soldi che entrano ed escono da casa nostra. Lui si farebbe prendere dalla compassione verso le persone meno fortunate di noi.

Adesso non abbiamo il problema di patire la fame visto che mio figlio Peeta ha appena vinto un premio abbastanza consistente e permette a tutti i noi di condurre un'esistenza piu' tranquilla. E John ha realizzato il suo piu' grande sogno: quello di aiutare le persone povere.

Ogni giorni prepara almeno tre ceste di pane e fa il giro del Giacimento e a volte anche della citta'.

Ormai tutti lo conoscono per la sua bonta' e gentilezza.

Ecco da chi Peeta abbia preso questo carattere cosi' puro.

Per fortuna, non somiglia a me. Sia Josh (anche se in parte) che Peeta hanno lo stesso modo di fare cordiale e disponibile del padre.

Sono io la strega cattiva della famiglia. Per un attimo mi sento oppressa da questi sentimenti negativi ma li scaccio prontamente.

Non ho assolutamente intenzione di dimostrarmi debole o cose simili. I sentimenti sono la parte migliore delle persone ma sono anche la loro piu' grande debolezza.

Non vedendo entrare altre persone, afferro uno strofinaccio e inizio a strofinare tutto il bancone sperando di rimuovere tutta quella farina.

Ad un certo punto sento uno strano rumore come se ci fosse molta confusione qui vicino.

Impossibile! Mi dico. A quest'ora staranno lavorando tutti.

Continuo il mio lavoro aggiungendo una generosa dose di detersivo.

Sento degli echi lontani e qualche urlo. Mi fermo per un attimo. Saranno i bambini che giocano? O forse qualcuno si e' fatto male?

Ma no! Cosa potrebbe mai succedere qui al Distretto 12?

Non sento piu' altro rumore e dimentico quello strano rumore. Quando il bancone splende di nuovo, poso tutto e vado in cucina a mettere su l'acqua per la pasta.

Il tempo di prendere la pentola blu, riempirla d'acqua e accendere il fornello la porta si spalanca di botto e John mi chiama a gran voce.

-Sono in cucina. Come mai tutto questo baccano?- urlo in risposta alquanto irritata.

Che bisogno c'e' di fare tutto questo fracasso?

John arriva in cucina. Ha la camicia leggermente sporca di sangue, i capelli arruffati e il volto paonazzo.

-Si puo' sapere cosa e' successo?- chiedo preoccupata.

-Prima prendimi qualcosa di forte da bere e dopo ti racconto tutto. Tu non hai notato niente di strano?-

Si lascia cadere su una sedia e io corro a prendergli un po di cordiale.

-Certo che no! Ho sentito un po' di rumore circa mezz'ora fa ma solo questo. Vuoi raccontarmi cosa diavolo e' successo?-

Sono impaziente.

-Qualcuno dei ragazzi si e' fatto male? Perche' la tua camicia e' sporca di sangue?-

John beve in fretta il suo bicchiere e inizia a raccontare. Dice che Gale aveva cacciato un grosso tacchino e l'aveva portato al capo dei Pacificatori, Craig, ma al suo posto ne ha trovato un altro. L'ha afferrato e l'ha portato in piazza dove l'ha frustato fino a fargli perdere i sensi.

Sia Katniss che Peeta sono intervenuti a difenderlo e insieme l'hanno portato a casa di Katniss dove Jane adesso lo sta curando.

-Come stava Katniss?- chiedo con un filo di voce.

-Sconvolta. Si e' buttata sopra Gale per difenderlo con il proprio corpo. Adesso anche lei ha un bel livido sulla guancia- dice tristemente.

-E Peeta?-

-L'ha difeso-

Dice solo questo ma io ho capito cosa intende.

Nostro figlio ha capito che Katniss preferisce Gale a lui e nonostante questo, era pronto a difenderlo.




Angolo dell'autrice.

Ciao! Questo capitolo e' semplicemente orribile. Lo so. Ho deciso di cambiare un po' le cose.

Non volevo che Marlene assistesse a quella scena particolarmente orribile. E per chi ricorda esattamente i fatti del libro, sa per certo che John non aiuta a portare Gale da Mrs. Everdeen e quant'altro.

Spero che la mia decisione non vi sia piaciuta. Detto questo, faccio i miei migliori auguri di una serena e felice Pasqua. Grazie a tutti voi per esserci sempre!

Hoon21 :)

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Capitolo 5
*** Capitolo quattro. ***


Che la fortuna ti assista,

che le stelle ti proteggano e

che la pace regni nel tuo cuore.

(Ciclo dell'Eredita'-Eragon)


Capitolo quattro.


Pov. John Mellark


-Grazie mille, Mrs. White- saluto cordialmente la fioraia ed esco dal negozio. Spero che a Marlene piacciono i fiori che ho appena comprato: ciclamini rosa.

Oggi e' il nostro anniversario, in un certo senso. Vent'anni fa infatti le chiesi di sposarmi in questo giorno. Non abbiamo mai dato molta importanza a questo tipo di ricorrenze e, a dire la verita', ci sono sempre state spese piu' urgenti da affrontare. Adesso invece posso permettermi di concedere qualche sfizio a mia moglie.

-Ehi papa'!- sento Peeta che mi chiama e mi volto.

-Ciao figliolo. Come mai da queste parti?-

Siamo nel centro della citta' e non vedo cosa possa fare qui. Lui scrolla leggermente le spalle.

-Stavo facendo una passeggiata. Il Distretto assume un nuovo aspetto in questo periodo dell'anno, non credi?- chiede.

Il tono della sua voce mi spinge credere che la sua fosse piu' una domanda retorica. Annuisco brevemente e in men che non si dica siamo coinvolti una discussione di sciocchezze, del tempo, dei fiori, della nuova torta senza mai sfiorare l'argomento su cui dovremmo concentrarci.

-Hai visto Prim, per caso?- chiedo ad un certo punto, cambiando completamente discorso. In realta' vorrei chiedergli di Katniss ma se non ha ancora accennato a lei, vuol dire che non vuole parlarne. O forse sta aspettando che sia io a fare la prima mossa. Facendo una semplice domanda su Prim magari riesco a cavargli qualcosa fuori dalla bocca, senza ferire troppo i suoi sentimenti gia' calpestati. Mi stupisco per un attimo dei miei pensieri cosi' subdoli e macchinosi. E' il tipo di congettura che mia moglie macchinerebbe nella sua mente lucida e vigile.

-Prim? Si, certo. Sta bene. Ha aiutato Mrs. Everdeen a curare Gale ieri sera. E' stata davvero brava. Credo che abbia preso da lei il talento per la guarigione- risponde meccanicamente.

Quindi ha assistito a tutta la medicazione e ha anche nominato Gale con noncuranza.

-Con cosa hanno curato Gale?-

-Mrs. Everdeen gli ha applicato degli impacchi di neve sulla schiena, l'ha fasciato e gli ha dato dello sciroppo per dormire. Purtroppo ha dovuto dormire sull'asse di legno che abbiamo appoggiato sul tavolo, ma dovrebbe rimettersi presto-

-Come sta?-

-Meglio di ieri ma ci vorranno diversi giorni prima che si riprenda del tutto e credo che rimarranno le cicatrici sulla schiena.

-Sempre meglio avere delle cicatrici che morire, non trovi?-

Lui annuisce vigorosamente.

-Assolutamente si. E' stato anche abbastanza fortunato. Katniss e' intervenuta prima che quel Pacificatore gli scorticasse tutta la schiena e tra l'altro Mrs. Everdeen e' un'ottima guaritrice-

Ha nominato anche il nome di Katniss piuttosto tranquillamente e non ha accennato al fatto che anche lui e' intervenuto in difesa di questa persona a cui non importa nulla di lui.

-Katniss come ha reagito?- chiedo ancora.

Questa volta Peeta contrae la mascella per un attimo ma quell'ombra che gli era comparsa negli occhi, scompare in fretta.

-Non e' quel tipo di persona che riesce a guardare le persone soffrire. Vorrebbe che tutti stessero bene e subito- ride brevemente- ma purtroppo non sempre e' possibile-

-Quando sei passato a trovarla?-

Mentre camminavamo, siamo arrivati di fronte il panificio ma nessuno dei due accenna ad entrare, troppo impegnati nella fitta conversazione.

-Questa mattina. Giusto in tempo per dare il cambio a Katniss. Si era addormentata anche lei sul tavolo. Ho aspettato finche' Mrs. Everdeen non e' scesa a controllare il suo paziente e poi sono andato via. Avevo bisogno di passeggiare un po'. Il dottore dice che camminare mi aiuta ad acquisire padronanza della mia nuova gamba-aggiunge come se dovesse darmi una spiegazione. L'accenno alla gamba mi ha provocato il solito senso di smarrimento e dolore che cerco di reprimere in un angolo del mio cuore.

Inoltre i suoi occhi azzurri tremano un po' e decido di smetterla di fare domande. Le sue risposte sono state sufficienti per permettermi di dipingere un quadro completo della situazione.

-Vuoi entrare e mangiare qualcosa con me e tua madre? Josh e' a scuola e Kevin pranza a casa della sua fidanzata- dico storcendo leggermente la bocca.

Preferirei che il mio primogenito si impegnasse in qualcosa di piu' fruttuoso invece che correre dietro alle ragazze. Capisco che la nostra situazione economica si e' elevata notevolmente ma questo non significa che dobbiamo smettere di lavorare e pesare sulle spalle del mio figlio piu' piccolo che ha vinto quei soldi, macchiandosi anche di omicidi.

Scaccio velocemente questi pensieri dalla testa perche' mi provocano sempre una stiletta al cuore.

Peeta ci pensa un attimo e poi il suo viso si stende fino a formare un sorriso aperto.

-Si, certo-

Ed entriamo.





Pov. Marlene Mellark.


Dopo che John ha deciso di avventurarsi per le starde nonostante la neve, ho deciso di preparare un pranzo con tutti i suoi pasti preferiti. Non gli ho comprato un regalo perche' non pensavo ce ne fosse bisogno. Non posso credere che vent'anni fa mi chiese di sposarlo! Sembrano passati pochi giorni e invece abbiamo gia' affrontato cosi' tante battaglie e nonostante tutto, siamo ancora qua. Noi due, insieme.

Per un attimo penso a come sarebbe la mia vita senza mio marito. Sarebbe solo una vita buia, vuota e triste. La sensazione di solitudine mi lascia uno strano sapore in bocca e tento di immaginare il profondo cordoglio provato da Jane quando suo marito venne a mancare nell'esplosione di quella miniera.

Non e' poi cosi' strano che abbia affrontato quel brutto periodo di depressione che porto' sua figlia a diventare una cacciatrice di frodo.

Magari la stessa piccola Katniss Everdeen sarebbe diversa se suo padre non fosse morto. Avrebbe meno paura di amare e sarebbe meno sospettosa verso il genere umano.

Era talmente presa dai miei discorsi mentali e dal preparare questo grasso tacchino (che sia quello cacciato da Gale il giorno prima?) che non mi sono resa conto che e' gia' l'una e mezza. Con molta probabilita' John sara' qui fra poco. Riusciremo a mangiare quel tacchino solo noi due? Sia Josh che Kevin sono fuori casa per pranzo e non torneranno prima delle quattro del pomeriggio. Peeta non lo vedo dal giorno prima ma forse vuole rimanere un po' da solo, oggi. Chissa' come stara' Gale, il cacciatore di frodo numero 2. Anche se sono abbastanza sicura che sia vivo. Ha una tempra forte e Jane e' in grado di guarire quel tipo di ferita.

Velocemente apparecchio la tavola e salgo le scale per cambiarmi.

Non possiedo molti abiti eleganti e non ho nessuna intenzione di indossarli per un semplice pranzo, ma decido ugualmente di mettere una vecchia camicia con dei semplici pantaloni. Scendo nuovamente nel piano di sotto giusto in tempo per aprire la porta.

-Peeta!- esclamo vedendo mio figlio dietro John. Lo abbraccio teneramente e lo invito ad entrare. Lui risponde al mio abbraccio e appoggia per un attimo una mano calda tra i miei capelli e subito vengo investita da quel suo profumo dolce e rassicurante. Dopo sfioro rapidamente le labbra di mio marito che con mia grande sorpresa tiene tra le mani un mazzolino di ciclamini.

-Oh John! Sono stupendi, grazie!- esclamo sinceramente commossa per quel tenero gesto. Adesso mi sento ancora piu' stupida per non avergli comprato un pensierino.

-Io non ti ho comprato niente- tento di scusarmi- pero' ti ho preparato un bel pranzo-

Peeta nel frattempo ha lasciato l'atrio e lo sento armeggiare con la teglia nel forno.

-Non fa niente, tesoro! Sono solo dei fiori e sai che amo da morire la tua cucina- aggiunge sorridendo dolcemente e appoggiando una mano sul mio fianco.

Peeta ha spostato la teglia in cucina e sta sicuramente sistemando i piatti.

-Come sta?- chiedo in tono meno allegro. Anche il suo sorriso prende un po' della gioia che prima lo aveva illuminato, senza perderla del tutto.

-Katniss ha scelto Gale. Ma cosa ti aspettavi? Le sue intenzioni erano chiare fin dal principio, del resto-

-Lo so...Come l'ha presa Peeta?-

Alla fine quella ragazzina ha davvero scelto il -moro bello e impossibile-. Beh, posso solo dire che sono una bella coppia. Hanno tutti e due un carattere molto simile, si troveranno bene.

-Secondo te?-

Scuoto la testa e sospiro. Quel ragazzo dovrebbe imparare ad essere piu' egoista ma forse e' propria la sua bonta' a renderlo speciale.

-Trovera' una persona piu' adatta a lui e che puo' realmente apprezzare la sua gentilezza- dico convinta. Poi prendo per mano mio marito e lo trascino in cucina dove Peeta ha gia' iniziato a mangiare.

-Ehi! Potevi anche aspettare- dico fingendomi irritata.

Lui ride e insieme iniziamo a mangiare.

Guardandolo penso che quella ragazza non ha proprio capito niente e ha appena sprecato la migliore occasione della sua vita.





Angolo dell'autrice.

Ciao a tutti! Vi prego di scusarmi per il ritardo. Non era mia intenzione assentarmi per due intere settimane. Purtroppo il latino ha deciso di rapirmi e soltanto qualche giorno fa mi ha lasciato andare.

Come alcuni di voi sapranno ho gia' aggiornato la mia seconda fanfiction (Real love) e adesso sono tornata per portarvi qualche novita' sul nostro caro Peeta.

In realta' questo capitolo e' abbastanza concentrato su Marlene/John ma dal prossimo capitolo in poi parleremo di piu' di Peeta/Katniss.

Avevo anche intenzione di inserire un breve scambio di opinioni (possiamo anche definirlo una vera e propria discussione) tra Marlene e Katniss. Voi che ne pensate?

Ovviamente e' tutto da decidere.

Nonostante stia pubblicando questo capitolo oggi, vorrei pubblicarne un altro a breve. Spero tra sabato e domenica. Devo recuperare i giorni spesi a studiare come una matta.

E per chi se lo stesse chiedendo, si. Ci stiamo avvicinando inesorabilmente all'annuncio dell'Edizione della Memoria. Come reagiranno i famigliari di Katniss e Peeta?

Non preoccupatevi, avrete almeno altri tre capitoli di pace!

Alla prossima.

Hoon21 :)


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Capitolo 6
*** Capitolo cinque. ***


Volevo urlare quello che sentivo,

ma sono rimasto zitto per paura

di non essere capito.

(Charles Bukowski)


Capitolo cinque.


Pov. Marlene Mellark.


Per quanto possa essere cambiata nell'ultimo periodo, non ho dimenticato come nascondere le emozioni ed essere dura. Sfodero il mio migliore sguardo glaciale (serrando gli occhi e stringendo le labbra, fino a farle diventare livide) e tengo tutti i muscoli del corpo tesi. Dopo essermi accertata che qualcuno di indesiderato come mio figlio Peeta non sia nei paraggi, mi avvicino lentamente alla mia preda. Okay, magari detto cosi' sembra molto piu' inquietante. Diciamo che mi avvicino inesorabilmente alla Stronza Numero 1. E' appena entrata in quella che era la sua casa (a fare cosa, non so). Mi fermo un po' piu' avanti dell'uscio in modo tale che mi veda immediatamente. Incrocio le braccia al petto e aspetto. Ricordo che quando dovevo rimproverare i miei figli per qualche monelleria commessa, assumevo lo stesso sguardo gelido. Dopo pochi minuti la porta si apre improvvisamente e ne esce Katniss che trasalisce non appena i suoi occhi da Giacimento incontrano i miei, decisamente piu' scuri. Stringe anche lei la labbra e si avvicina diffidente.

-Katniss- sussurro, mantenendo il contatto visivo.

-Mrs. Mellark- risponde con altrettanta freddezza- Cosa ci fa qui?-

Evidentemente vuole finire prima che cominci a giocare con lei.

-Sono venuta per parlare un po' con te. Ti va? D'altronde per il resto del mondo stai per diventare mia nuora- rispondo, aggiungendo un sorriso serafico.

Il suo viso impallidisce ancora un po' e grugnisce qualcosa in risposta che non mi sforzo neanche di comprendere. Nessuna delle due accenna ad un movimento percio' mi decido a parlarle li' davanti.

-In effetti e' proprio di questo che vorrei parlarti- aggiungo. Lei passa il peso da una gamba all'altra, segno che e' in ansia. Bene tesoro, non ho la minima intenzione di renderti le cose semplici. D'altronde questo e' anche il tuo gioco.

-Mi dica-

-Voglio che tu la smetta-

-Mi scusi credo di non aver capito- Mi avvicino ancora un po', ma lei non arretra. Di nuovo fisso i suoi occhi grigi e cerco di capire cosa mio figlio ci veda in lei.

-Io invece credo di si. Voglio che tu la smetta con questo tuo sporco gioco- ripeto mentre l'indignazione si fa strada dentro di me. Sono riuscita a mantenere le emozioni sotto controllo, ma non credo di riuscirci ancora per molto. Sopratutto se la Stronza Numero 1 mi guarda con quel suo sguardo odioso. Come sara' riuscita ad abbindolare Capitol City?

-Io non sto giocando con nessuno, signora- ribadisce senza rendersi conto di aver appena ammesso la sua colpa.

-Non stai giocando con nessuno? Strano perche' a me risulta il contrario-

Mi avvicino fino ad avere il suo viso a pochi centimetri di distanza dal mio.

-Puoi fregare Capitol City con la tua patetica finzione, puoi ingannare i Distretti di essere l'eroina di turno, ma non inganni me. Sei soltanto una ragazzina egoista ed opportunista. Mio figlio e' troppo buono per accorgersi di quanto sei marcia dentro, ma io no. Ho piu' esperienza e so perfettamente come sono fatta le ragazze come te- le sputo in faccia.

-Lei non sa niente di me- ringhia.

Scoppio a ridere. Una risata priva di gioia.

-Ma davvero? Vediamo un po' se riesco a tirare ad indovinare. Il Presidente minaccia la tua famiglia e quell'altro cacciatore da strapazzo. A proposito credi davvero che sia diventato un eroe solo perche' e' stato frustato? Non funziona cosi', bambina. Comunque, tu decidi di salvargli la pelle con la vita di mio figlio, ma il giochetto non funziona. A questo punto annunci un matrimonio, costringendo Peeta a vivere per il resto della sua vita con una donna che non lo merita e non apprezzera' mai il suo valore. Credi davvero che siamo tutti stupidi Katniss?- le chiedo nuovamente. Il suo sguardo terrorizzato conferma le mie ipotesi. Non sono per niente felice di aver avuto ragione. Per niente.

-L-lei come lo sa? Glielo ha detto Peeta?Del Presidente, intendo- aggiunge. Non vuole rivelare le sue colpe, eh? Evidentemente avevo ragione perche' il suo sguardo scatta da un lato all'altro come se temesse che qualcuno ci vedesse.

-No. Non ne ho avuto bisogno- abbasso il tono della voce- Vuoi salvare la tua famiglia. E per me va bene. Ne hai tutto il diritto e il dovere. Ma tieni fuori da questa storia mio figlio. Lui non merita tutto questo e non merita di essere infelice-

Katniss rimane in silenzio. Mi volto e me ne vado.

E se la stronzetta dovesse continuare, ripetero' questa conversazione. E la prossima volta mi dara' retta.


POV. John Mellark

-Ecco, vedi? Appena finisci di impastare, lasci riposare la pasta per almeno tre ore e ricominci. In questo modo non rimarrai mai senza pasta- spiego a Prim, infagottata in un lungo grembiule e i capelli biondi sporchi di farina.

Lei annuisce sorride.

-Sono stata abbastanza brava, Mr. Mellark?- mi chiede con quei suoi grandi occhioni luccicanti.

-Assolutamente!- rispondo- Ma adesso e' meglio che ti riposi un po' altrimenti tua madre non ti permettera' di venire-

Prim si mette a ridere, divertita.

-In questo periodo non fara' molto caso alla mia presenza o assenza in casa. Katniss e' scivolata e si e' storta una caviglia. Per ora e' lei ad avere bisogno delle sue cure e attenzioni- risponde senza la minima traccia di invidia o risentimento. Questa ragazzina e' davvero speciale.

-Si, in effetti Peeta me ne aveva parlato. Tua sorella e' sempre in cerca di guai?- chiedo.

Anche se parla con un tono di voce molto calmo, so che e' molto agitata. Segno che il terrore degli Hunger Games non e' ancora passato.

Beh, non ha tutti i torti e ad essere sincero, non e' passato neanche a me.

-Diciamo che non riesce a stare a lungo senza fare niente- risponde ridendo.

-Ne sono convinto- rispondo e lascio cadere il discorso. Dopo pochi secondi di silenzio, Prim inizia a parlare e in men che non si dica abbiamo gia' dimenticato l'argomento precedente.

Finche' qualcuno apre la porta e la sbatte furiosamente. Entrambi ci voltiamo e troviamo una Katniss a dire poco infuriata.

-Buongiorno!- sbraita- Andiamo a casa Prim!-

Sia io che Prim la fissiamo accigliati.

-Ma..sono arrivata da poco e questa mattina ti avevo detto che mi sarei fermata per pranzo- ribadisce la sorellina, stupefatta dallo strano comportamento della maggiore.

Katniss si ferma per un istante e abbandona quello sguardo rabbioso.

-Scusa Prim, ma dobbiamo andare adesso. Mi scusi Mr. Mellark- aggiunge piu' dolcemente.

Mentre Katniss afferra delicatamente il polso di Prim per spingerla fuori dalla porta, questa si apre e compare Peeta.

-Ehi! Come mai vi trovate qui?- chiede stupito dal fatto che la sua -fidanzata- si trovi in panetteria.

Lei arrossisce e fa in modo di non fissare troppo a lungo negli occhi il suo -fidanzato-.

-Sono venuta a prendere Prim- risponde duramente. Peeta sembra non prendersela per quella risposta fredda (probabilmente e' abituato a questo tipo di tono da non farci piu' caso) e invece dice:- Ti avevo detto che poteva rimanere qui per pranzo. Tanto anche io rimango qui. Subito dopo, possiamo tornare insieme al Villaggio dei Vincitori. Anzi, vuoi rimanere a mangiare con noi?- propone.

Per un secondo vedo guizzare nell'azzurro dei suoi occhi una scintilla di speranza che scompare prontamente. Prim nel frattempo ha lasciato andare Katniss ed e' tornata a sedersi accanto a me. Infatti nessuno si e' ancora degnato di parlarmi o soltanto di ammettere la mia presenza nella stanza.

Cerco di schiarirmi la gola per segnalare la mia presenza ma la porta d'ingresso di apre per la terza volta e appare Marlene, la quale sorride in uno strano modo a Katniss e saluta tutti.

-C'e' per caso una riunione di famiglia e non mi avete informato?- chiede, sottolineando forzatamente la parola famiglia e cogliendo la sguardo irato di Katniss.

Ma cosa diavolo sta succedendo qui?

-N-no..in realta'..- cerca di dire Peeta, ma neanche lui sa cosa sta succedendo tra sua madre e la ragazza di fuoco. Che abbiano avuto un incontro poco piacevole? Posso solo immaginare cosa sia accaduto tra ghiaccio e fuoco.

-Bene! Credo che sia il momento di andare. Spero di poter rimanere qui un'altra volta- esclama Prim dopo un lungo momento di silenzio e, dopo aver salutato tutti, agguanta la sorella e la trascina via, prima che questa possa dire o fare qualcosa di stupido. Evidentemente anche lei ha sentito puzza di bruciato ed e' corsa ai ripari prima di scottarsi.

Nella stanza rimaniamo io, Peeta e Marlene a fissarci stupiti fin quando mia moglie scoppia a ridere.

-Possiamo dire che Katniss Everdeen e' molto simpatica e sa fare delle uscite sceniche- dice mentre si dirige in cucina continuando a ridere.

Peeta si rabbuia per qualche secondo.

-Riuscira' mai ad accettarla?- mi chiede sconsolato.

-Credo proprio di no. Ma neanche Katniss prova a rendersi simpatica- gli faccio notare.

Lui sospira e mi segue.

-Oh avanti Peeta! Non fare quella faccia da morto. Hai tutta la vita davanti e prima o poi Katniss si accorgera' di te e se non dovesse farlo, potresti avere qualunque ragazza tu voglia- gli grida Marlene. Peeta sorride per un attimo e decide di non ribattare.

-Come dici tu, mamma!-




Angolo dell'autrice.

Ehi! Okay, lo so..Capitolo schifoso, ritardo mostruoso..e' tutto cosi' orrendo. Mi dispiace molto per aver ritardato cosi' tanto ma ho notato che lo scorso capitolo non e' piaciuto molto e mi e' venuto una specie di blocco. Ovviamente, mi potreste dire che neanche questo e' accettabile, ma e' stato il massimo che sono riuscita a fare.

E ormai ci stiamo avvicinando..manca pochissimo per l'annuncio dell'Edizione della Memoria.

Ringrazio tutti quelli che hanno letto, recensito e inserito questa fanfiction nelle seguite/ricordate/preferite! Vi ringrazio con tutto il cuore <3

Alla prossima,

Hoon21 :)

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Capitolo 7
*** Capitolo sei. ***


Take my hand and go

Cause you're so beautiful..

(Invisible-Big Time Rush)


Capitolo sei.


Pov. Mr. Mellark


-Buonasera Capitol City!- annuncia Caesar, l'amato presentatore della Capitale.

-Perche' fanno un servizio speciale questa sera?- chiede Kevin sbuffando. Tutti odiamo i servizi obbligatori, come se gli Hunger Games non bastassero.

-Capitol City deve decidere il vestito da sposa di Katniss- spiega Peeta senza l'ombra di un sorriso.

-Allora copriti gli occhi tesoro, guardare il vestito della sposa prima delle nozze porta sfortuna- smorza la tensione mia moglie.

Nessuno parla piu' e continuiamo a mangiare tranquillamente con il rumore delle urla eccitate degli spettatori, mentre vengono trasmessi foto di Katniss con mille abiti diversi addosso.

In molte di queste sorride e in altre finge di essere felice, ma non penso che per loro faccia molta differenza.

L'unico a guardarla con interesse e' Peeta. Cerca di tenere lo sguardo fisso sul piatto, ma di tanto in tanto con la coda dell'occhio sbircia le immagini.

-Speriamo che finisca presto questo strazio- interrompe il silenzio Kevin.

-Si da il caso che quella ragazza sara' presto mia moglie- risponde per le rime Peeta. I due fratelli si fissano gelidi negli occhi, prima che Marlene si metta tra loro:-Ragazzi, vi prego! Kevin cerca di mostrarti piu' gentile e tu Peeta, non potrai negare che questa sfilata sta diventando uno strazio-

L'unico che rimane in silenzio per tutto questo scambio di battute e' Josh.

-Ehi figliolo, tutto bene?- gli chiedo. I suoi occhi azzurri cosi' simili a quelli di Peeta si alzano dal piatto e li trovo carichi di preoccupazione.

-Questa sera annunciano la terza Edizione della Memoria- mormora. Nella stanza scende un silenzio freddo. Nessuno parla apertamente degli Hunger Games in questa casa, sopratutto in presenza di Peeta. Il colmo e' che proprio lui a rispondere per primo.

-Chiederanno qualcosa di speciale, sicuramente, ma le possibilita' che ti estraggano sono scarse-

-Anche per te erano piuttosto scarse- ribadisce. Peeta rimane per la prima volta senza parole. Poi sorride.

-Faro' il possibile per tenerti dall'arena, Josh, te lo prometto-

Lo sguardo preoccupato diventa uno pieno di gratitudine e da questo momento, la situazione si ammorbidisce. Eppure le parole di Josh mi hanno dato da pensare. E se chiedessero come tributi i famigliari dei vincitori? Questo significherebbe che la piccola Prim e il mio Josh dovrebbero rientrare nell'arena. Non credo che potrei riuscire ad affrontare un'altra volta la sensazione di mandare a morte uno dei miei figli. Non potrei sostenere un simile dolore...

Alla fine il pubblico finisce di acclamare i loro vestiti preferiti:-Portiamo Katniss Everdeen al suo matrimonio in grande stile!-

-Alleluia!- accoglie la notizia Kevin.

-Quest'anno ci sara' il settantacinquesimo anniversario degli Hunger Games e cio' significa che e' arrivato il momento della terza Edizione della Memoria!- urla soddisfatto il presentatore.

-Guarda quanto siamo entusiasti- replica Marlene facendomi ridere.

Ho sempre amato il suo senso dell'ironia.

-Come mai l'annunciano cosi' presto?- mi chiede Peeta. L'unico che puo' ricordarsi della Seconda Edizione della Memoria (oltre al suo mentore, ovviamente) siamo io e mia moglie.

-Vorranno leggere la busta con le richieste speciali- mormoro mentre la mia mente corre alla coraggiosa Maysilee Donner. Il destino e' stato molto crudele con quella piccola ragazzina.

Mentre suona l'inno, vedo Peeta stringere ansioso i pugni.

-Vediamo a chi dovrai fare da mentore- sibila sempre piu' malignamente Kevin.

-Smettila- Il tono di Marlene mette fine alla discussione e tutti osserviamo Caesar mentre, inconsapevolmente, i nostri cuori pompano piu' velocemente del normale.

Come sempre il Presidente ricorda la nostra storia e racconta cio' che i suoi precedessori chiesero per quelle occasioni speciali.

-Nel venticinquesimo anniversario, affinche' i ribelli ricordassero che i loro figli morivano perche' loro avevano dato inizio alle violenze, a ogni distretto fu imposto di svolgere un'elezione e votare per i tributi che l'avrebbero rappresentato-

-Come si possono condannare i proprio figli?- bisbiglia inorridita Marlene. Scuoto la testa e continuiamo ad ascoltare.

-Nel cinquantesimo anniversario a ricordo del fatto morirono due ribelli per ogni abitante di Capitol City, a ciascun distretto fu richiesto di mandare il doppio dei tributi-

-Come ha fatto Haymitch a vincere quando doveva combattere contro il doppio dei tributi?- chiede incuriosito Josh.

-Non c'e' nessuna differenza. Ci sono solo piu' ragazzi da uccidere. Sara' stato il piu' astuto di tutti- risponde Peeta senza staccare gli occhi dallo schermo. Mi colpisce particolarmente la freddezza del suo tono. Ma forse non posso capire cosa significhino davvero quelle parole dal momento che ho avuto la grazia di non entrare in quel circolo degli orrori.

-Fu l'anno in cui mori' la zia di Madge, la figlia del sindaco. Si chiamava Maysilee Donner. Lei e la madre di Katniss erano molto unite- commento. Peeta incarca un sopracciglio come per chiedermi il motivo di quel silenzio, ma non dice nulla.

-E ora onoriamo la nostra terza Edizione della Memoria- mi interrompe il presidente- Nel settantacinquesimo anniversario, affinche' i ribelli ricordino che anche il piu' forte tra loro non puo' prevalere sulla potenza di Capitol City, i tributi maschio e femmina saranno scelti tra i vincitori ancora in vita- conclude con un sorrisetto. Analizzo lentamente le sue parole, senza trovarne il senso. Cosa vuol dire scegliere i tributi tra i vincitori ancora in vita? I vincitori ancora in vita nel Distretto 12 sono...

Quando la consapevolezza mi colpisce come un pugno nella bocca dello stomaco, mi volto verso Peeta insieme a tutti i presenti nella stanza. Peeta ha uno sguardo vago, impaurito, finche' non urla.

-Noo! Non di nuovo! Ti prego, non di nuovo- le sue urla diventano man mano dei sussuri. Le lacrime iniziano a scorrergli sul viso, ma prima che qualcuno di noi riesca a muovere un passo nella sua direzione, lui e' gia' uscito di corsa. Prima che correre via, mi e' sembrato di sentire distintamente il nome di Katniss. Non lasciara' andare quella ragazza da sola nell'arena. Quest'altra consapevolezza mi colpisce piu' duramente della prima.

**


Appena sono riuscito a calmare mia moglie che si era lasciata prendere da una crisi isterica, sono corso via di casa. Kevin non ha detto piu' una parola e si e' ritirato nella sua stanza senza battere ciglio, al contrario di Josh che ha pianto contro la mia spalla mormorando frasi sconnesse. Ho capito che il ragazzo si sente in colpa per non aver sostituito il fratello nell'edizione precedente. Si sente responsabile e io non posso fare niente per combattere i suoi sensi di colpa. Marlene dopo essersi agitata, mi ha baciato ed e' salita in camera dove credo che ora stia piangendo le lacrime piu' amare che una madre possa versare. Quello che al momento mi spaventa piu' di tutti e' Peeta. Ho notato il panico farsi strada nei suoi occhi e di come sia terrorizzato dall'idea di entrare nuovamente nell'arena, ma ho anche visto la decisione di salvare Katniss. Non gli importa niente dell'indifferenza della ragazza o della sua cotta (se davvero ne e' innamorata, cosa che non credo) nei confronti di Gale, la fara' uscire viva da quell'incubo. Anche se fosse l'ultima azione compiuta negli ultimi istanti di vita. E io non posso perderlo... Davvero non posso.

Mi aggiro per il Giacimento, il Forno, il Prato senza successo. Passo da casa sua ma la trovo vuota, vado da Haymitch ma lo trovo mezzo ubriaco, troppo scosso dalla notizia che coinvolge anche lui. Peeta non vuole farsi trovare. Decido di rispettare il suo dolore. Quando avra' bisogno di me, io ci saro' e saro' pronto ad incoraggiarlo e sostenerlo. A questo punto faccio l'ultima cosa che mi rimane da fare: busso alla porta di Jane. Lei mi apre senza esitazione con gli occhi rossi di pianto. Non dice niente, mi fa cenno di entrare. Non parliamo, piangiamo solo la nostra sventura e quando Prim mi raggiunge, mi sento crollare l'intero mondo addosso. La prendo tra le braccia e come un bambino scoppio in lacrime.




Angolo dell'autrice.

Eccoci qui. Siamo arrivati. Potrete dirmi che non siamo ancora agli Hunger Games ma per me e' come se lo fossimo. Potrei scrivere altri due capitoli al massimo, ma presto o tardi arrivera' quel momento.

Spero che il capitolo vi piaccia. Ringrazio tutti quelli che hanno letto, recensito e inserito questa storia nelle preferite/ricordate/seguite. Grazie di cuore <3

Alla prossima,

Hoon21 :)

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Capitolo 8
*** Capitolo sette. ***


-Grazie per essere il mio eroe.

-E' cio' che ho sempre voluto essere.

(Diario di una nerd superstar)


Capitolo sette.


Pov. Marlene Mellark


Il mio corpo e la mia mente hanno modi differenti di reagire davanti ad un shock. Il mio fisico mi dice di tenermi sempre occupata mentre la mia mente mi supplica di seppellirmi sotto le coperte e di cadere in un profondo oblio. Purtroppo, non posso permettermi di essere debole. Non ho mai potuto permettermelo, ma adesso tutti hanno bisogno della mia forza. A partire da mio marito che e' rientrato questa notte stremato. Ho evitato di fare commenti sul suo viso gonfio, sul fatto che fosse andato sicuramente da Jane Everdeen e che mi avesse lasciato sola. Ho lasciato che si sfogasse ancora un po' e alle prime luci dell'alba sono scesa al piano di sotto, lasciandolo addormentato. La cucina pero' e' gia' occupata. Josh e' seduto a capotavola con la testa tra le mani. Mi avvicino silenziosamente e lo circondo con le braccia.

-Andra' tutto bene, tesoro, te lo prometto- sussurro. Josh si gira nell'abbraccio e si alza. Mi ricordo quando era solo un bambino che scorrazzava per casa, tenendo per mano il fratellino. Adesso ha lo sguardo di un uomo e mi supera anche in altezza.

-Andra' bene? E chi ti dice che a causa di quella ragazza, Peeta non decida di sacrificarsi? Quest'anno non riceveranno la grazia- mormora, per poi separarsi da me e salire le scale. Sospiro. Non mi ha neanche dato il tempo di consolarlo. La verita' e' che non ho idea di cosa dire. Sono sicura che quest'anno ci sara' solo un vincitore e che non sara' Peeta. Decido di mettere da parte i brutti pensieri e, dopo aver lasciato un biglietto sul tavolo per John, mi chiudo la porta alle spalle. Mentre cammino la mia mente lavora meccanicamente sugli ultimi avvenimenti. Cosa puo' aver mai combinato quella ragazzina da costringere Capitol City a lanciare una sfida cosi' crudele? Ripenso al movimento soffocato negli altri Distretti. C'era una rabbia malamente celata quando i ragazzi venivano presentati. Che ci sia qualche tipo di rivolta? No, scuoto la testa, adesso sto esagerando. La stronzetta potra' anche avere coraggio e un cervello sveglio, ma non puo' aver incitato i distretti ad una ribellione. A meno che qualcuno non la stia aiutando, rifletto. Qualcuno come Peeta. Una persona capace di saper motivare un popolo, qualcuno capace di trovare le parole giuste per ogni occasione. Se quella stronzetta ha coinvolto mio figlio in questo tipo di attivita', giuro che la uccidero' io prima del Presidente. Mentre il mio cervello cercava di elaborare i pensieri piu' cupi (come se la situazione non fosse abbastanza cupa), sono arrivata al Villaggio dei Vincitori. Non si vede nessuno per le strade e il silenzio rende questa parte del distretto quasi spettrale. Mi faccio forza, pronta ad affrontare qualunque situazione mi si presenti davanti. Passo davanti la villa di Katniss e trovo Jane indaffarata nel giardino. Nei suoi occhi ritrovo il mio stesso sguardo. Abbiamo entrambe la stessa forza, solo che la esprimiamo in modi diversi.

-Buongiorno Marlene- mi saluta per prima.

-Buongiorno anche a te Jane. Come mai gia' in giro a quest'ora del mattino?-

-Per la tua stessa ragione, immagino. Pensi che potremmo ancora parlare visto che siamo automaticamente diventate nemiche?- chiede con una punta di sottile ironia.

-Immagino che sia ancora presto per parlare di alleanze e fazioni. Mio figlio potrebbe anche essere il mentore di Katniss-

Jane si lascia andare in una risata priva di allegria.

-Pensi davvero che glielo permetteranno?-

-No, per niente- rispondo. Ci osserviamo per un altro po' senza trovare parole da dire. Cosa possiamo dire ormai? Siamo finite. La nostra vita e' finita. Abbiamo rischiato entrambe di perdere i nostri figli e abbiamo sorriso quando sia Katniss che Peeta sono tornati a casa. Adesso la Capitale se li vuole riprendere e Questa volta il biglietto del treno e' per sola andata.

-Si aiuteranno?- chiedo dopo un po', stufa di questo silenzio carico di sottintesi e tacite richieste di aiuto.

-Si. Prima o poi Katniss si accorgera' di amare Peeta piu' della sua stessa vita-

-Peccato che non appena lo fara', lui sara' morto- replico.

-Marlene..- comincia.

-Per favore, non parlare- la fermo, sentendo che le lacrime pressano per uscire- Io diro' addio a mio figlio, ma tu hai ancora una possibilita' di riavere la tua Katniss-

Jane mi afferra le mani con forza.

-Loro vogliono mia figlia. Katniss pensa che io non l'abbia capito, ma so perfettamente che il Presidente e' venuto qui per minacciarla. Ha minacciato di uccidere me, sua sorella e Gale. Lui la vuole morta- Addio contegno! Le lacrime iniziano a sgorgare dai miei occhi.

-Lei non morira'. Peeta fara' di tutto per impedirlo- Sembriamo davvero due stupide. Piangiamo abbracciate, mormorando rassicurazioni sconnesse e senza alcuna utilita'. Poi Prim esce per chiamare la madre perche' Katniss si e' svegliata.

-Di' a Katniss che mi dispiace- mormoro, sforzandomi di non chiamarla Stronza Numero Uno davanti a sua madre- Io adesso devo andare ad aiutare mio figlio- Saluto entrambe le Everdeen e mi dirigo verso la parte opposta, a casa di Peeta. La porta e' aperta. Lo chiamo, ma non risponde nessuno. Forse sta ancora dormendo.

La cucina e il salotto sono in perfetto ordine, percio' salgo le scale per vedere se e' in camera sua. La camera da letto e' intatta e il letto non e' stato toccato, quindi o non ha dormito qui o non ha dormito tutta la notte. Credo che sia piu' probabile la seconda opzione. Spero solo che non sia andato da quel suo mentore sbandato a bere. L'ultima cosa che dovrebbe fare in questo momento e' gettarsi nell'alcool per annebbiare i sensi e dimenticare tutto. Passo in rassegna tutte le stanze, fino ad arrivare alla stanza in cui dipinge. Una volta gli ho chiesto perche' avesse scelto proprio l'ultima stanza sulla sinistra e lui mi ha risposto che:-Da quel punto posso vedere il cielo e il sole. In questo modo saro' piu' vicino a quello strano mondo che si trova al di la' della nostra comprensione. Mi sentiro' piu' vicino alla liberta'-. Come avevo pensato, lo trovo li'. E' seduto per terra e tiene sulle gambe incrociate un album da disegno e in una mano tiene una matita. Non si volta neanche dopo avermi sentita entrare.

-Mamma?- chiede soltanto.

-Si tesoro, sono qui- rispondo. Mi inginocchio accanto a lui senza dire una parola. Lui alza lo sguardo e si volta. I suoi occhi meravigliosi sono calmi e tranquilli. Riflettono una pace interiore destabilizzante.

-Come stai?- chiedo stupidamente.

-Sto bene. Sarebbe stupido passare gli ultimi giorni della mia vita ad arrabbiarmi contro il mondo, no?-

Le sue parole mi spiazzano.

-Non ho intenzione di mentirti, tesoro. Hai ragione. Ti chiedo solo una cosa..-

-La salvero', mamma. E le tue parole o quelle di papa' non mi faranno cambiare idea. Lei torna a casa, io rimango nell'arena. Aiutala ad andare avanti quando tutto questo sara' finito- mi chiede.

-E io? E tuo padre? E i tuoi fratelli? Tutti noi? Chi aiutera' noi a superare la tua perdita?-

-Non vi manchero'- replica- Andrete avanti. So che mi volete bene, ma starete meglio senza di me-

Rimaniamo in silenzio per un altro po', poi mi alzo. Peeta ha preso la sua decisione, io ho preso la mia.

-Buona fortuna figlio mio- gli do un lieve bacio sulla fronte e vado via.




Angolo dell'autrice.

Ciao a tutti! Ringrazio tutti quelli che hanno letto, recensito e inserito questa storia nelle seguite/preferite/ricordate. Siamo ancora lontani dagli Hunger Games, ma e' inevitabile che ogni capitolo ci avvicina sempre di piu'. Non avete idea di quanto sia difficile scrivere tutto questo.

Spero che questo capitolo vi piaccia. Grazie di cuore <3

Hoon21 :)

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Capitolo 9
*** Capitolo otto. ***


I've been thinking

about you every night,

all the time.

Can't get you off my mind.

(Never too young- MattyB feat. James Maslow)


Capitolo otto.


Pov. John Mellark.



Eccoci qui. Di nuovo. Per qualche assurdo motivo mi viene voglia di ridere, ma mi trattengo. Non credo che le persone attorno a me capirebbero. E' una afosa e soleggiata giornata di maggio. A tutti potrebbe sembrare un giorno come tutti gli altri, se non fosse per gli Hunger Games. Alla fine sono arrivati. Lenti ed inesorabili. In cuor mio, non posso far altro che essere contento. O meglio, sono contento( sempre che questa parola sia la piu' adatta alla situazione) che finalmente la mietitura sia arrivata. L'ansia minacciava di uccidermi prima che mio figlio mettesse piede nell'arena. Non riuscivo piu' a vivere.

Il mattino arrivava doloroso e mi riservava solo sguardi furtivi carichi di pieta'. Uscendo per le strade, nessuno osava avvicinarmi con il pretesto di scambiare due chiacchiere. Tutti mi indicavano come il padre del prossimo tributo; quel tributo che solo l'anno prima aveva rischiato di morire in una di quelle arene maledette. La notte portava incubi: residui di ricordi dei precedenti Hunger Games. Allora restavo sveglio per paura di quelle visioni spaventose e ascoltavo i gemiti di mia moglie. La lasciavo piangere in silenzio, consapevole del fatto che il mattino dopo si sarebbe alzata con il suo sguardo fiero e combattivo, pronta ad affrontare chiunque le ostacolasse il cammino. L'unico che ha preso bene questa situazione e' stato proprio Peeta. Ho provato a farlo ragionare, ma il suo sguardo era sempre rivolto in un'altra direzione. Come se avesse gia' rinunciato a questa vita e i suoi occhi fossero proiettati in un'altra vita.

Si e' intestardito ad allenarsi costantemente ogni giorno come un Favorito. E mi ha ferito moltissimo sapere che non si allenava per tornare a casa e risparmiare a me e a sua madre il dolore della sua perdita, ma per proteggere in ogni modo la sua Katniss.

E adesso si trova su quel palco maledetto. Sorride leggermente nella nostra direzione e poi il suo volto torna ad irrigidirsi come quello di una statua.

L'intera piazza e' piuttosto silenzioso e rispetta i suoi tributi. Tutti i presenti sanno che sta per essere commesso un premeditato omicidio e che mio figlio e la sua Katniss sono vittima di un piano piu' grande di loro. I miei figli si sono rifiutati di venire. Josh non faceva altro che piangere, ma so che lui e suo fratello si sono gia' salutati e Peeta gli perdonera' questo sua mancanza. Sa quanto sia difficile.

Appare una triste Effie che non riesce a nascondere del tutto il suo dolore e sorride scioccamente davanti alle telecamere, per salvare le apparenze. Con lentezza si avvicina alla boccia destinata alle ragazze contenente un unico pezzo di carta, con su scritto il nome della mia mancata nuora. Nonostante tutti sappiano il nome, trattengono il fiato in ansia. Jane e Prim invece la fissano con un'espressione dolce mista a tristezza. Anche loro sono consapevoli del fatto che non torneranno. I nostri figli non torneranno a casa. Cercano in tutti i modi di trattenere le lacrime che spuntano ugualmente dai loro occhi, cosi' come Katniss. Finalmente Effie si decide a prendere quel pezzettino di carta e legge con un filo di voce:-Katniss Everdeen-.

Lei fa un passo avanti e i suoi occhi si riducano a due fessure. Sembra molto feroce. Alle mie spalle Gale trattiene il fiato quando Effie si dirige nella boccia riservata agli uomini.

Io so che alla fine andra' Peeta. Potrei scommettere qualunque cosa che i due nomi in quella boccia siano uguali. Vogliono spingere il mio ragazzo ad offrirsi volontario.

Marlene tiene le mani intrecciate alle mie e le lacrime scorrono sul suo volto quando Effie pronuncia il nome di Haymitch, prima che Peeta possa offrirsi volontario.

Abbiamo appena il tempo di gridare un-No!- secco che le guardie afferrano i ragazzi per i gomiti e li scortano nel Palazzo di Giustizia. Io, Marlene, Jane e Prim ci fissiamo sbalorditi.

-Dobbiamo dirgli addio!- urlo ad una guardia.

-Mi dispiace, ma c'e' una nuova procedura. Dovete tornare nelle vostre case, ora- risponde con un tono distaccato e indifferente.

-No..vi prego..devo vedere mia figlia per l'ultima volta- geme Jane al mio fianco mentre Prim piagnucola il nome della sorella.

La folla man mano si dirama e ognuno degli abitanti del distretto torna alle proprie vite, tranne noi quattro. Noi quattro rimaniamo a fissare quel palazzo.

-Vi prego- tento un'ultima volta in direzione di una guardia- Devo vedere mio figlio. Per l'ultima volta, solo l'ultima volta. Morira' in quella arena..morira'...- ma non riesco a continuare perche' una guardia mi colpisce e io finisco per terra.

Il resto e' solo un suono indistinto di voci sopra la mia testa. Cerco di contrastare il buio che mi copre gli occhi ma poi mi abbandona ad esso.

Qui almeno non provo dolore.



Angolo dell'autrice.

Ciao a tutti! Si..siamo arrivati alla mietitura. Ho deciso di adottare uno stile piu' conciso e duro per descrivere questo particolare passaggio. E' piuttosto..doloroso e complicato dal punto di vista tecnico.

Mi dispiace molto..

Ho preferito anche accorciare la normale lunghezza del capitolo per rispettare i sentimenti indefiniti dei personaggi.

Ringrazio tutti quelli che hanno letto, recensito e inserito questa storia nelle preferite/seguite/ricordate.

Alla prossima,

Hoon21 :)

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Capitolo 10
*** Capitolo nove. ***


Lo sapete che cosa

significhi amare qualcuno

e non essere in grado di dargli pace,

o gioia o felicita'?

Sapere che non si puo' dargli felicita',

non per colpa sua o propria,

ma solo perche' non si e'

di natura la persona giusta per lui?

(La collina delle fate).


Capitolo nove.


Pov. Marlene Mellark.



Mi trovavo nel centro della piazza, senza sapere con esattezza dove mi trovavo. Poi ho visto partire il colpo e mio marito, al mio fianco, cadere. In quel momento, qualcosa e' scattato dentro di me e mi sono risvegliata da un brutto sogno. E' vero, mio figlio sta per rientrare in quella maledetta arena e molto probabilmente non ne uscira' vivo, ma io devo occuparmi di altre persone. Suo padre e in parte i suoi fratelli hanno bisogno di me. E quindi mi sono arresa. Il mio cuore e' partito su quel treno con Peeta, ma il mio corpo e la mia mente sono rimasti qui, nel Distretto 12. Con mio sommo sollievo, Jane mi ha aiutato a far rinvenire John e ci ha accompagnati fin al panificio, poi ha preso per mano l'unica figlia che le e' rimasta e se ne sono andate insieme. Anche loro, come noi, devono piangere in silenzio la persona cara perduta. Non abbiamo potuto farlo prima. Dovevamo essere forti e appoggiarli nelle loro decisioni. Adesso possiamo piangere per tutto il tempo, senza timore di essere sentiti. Sono stufa anche delle occhiate che mi lanciano gli abitanti del distretto. Mi guardano come se vedessero un fantasma. Vorrei urlare nella loro direzione, ma sarebbe sbagliato indirizzare la mia rabbia verso persone che non hanno nessun ruolo in questa faccenda. Il massimo che posso fare per il momento e' ignorare le loro occhiate penetranti e fingere che vada tutto bene.

Quando scendo giu', mi premuro a mettere un cartello fuori la porta con su scritto -CHIUSO-. Oggi non riusciro' proprio a mandare avanti la panetteria e comunque, non sarebbe venuto quasi nessuno. Stasera passeranno le guardie e non e' molto sicuro girare per le strade. Questo nuovo sistema e' molto piu' rigoroso e non permette la libera circolazione degli abitanti. Tutti potrebbero essere accusati di tradimento, di frode e di qualunque altra cosa. Mi preparo una tazza di the' e mi accoccolo su una poltrona del salotto. Non sento nessun rumore dal piano di sopra quindi John si sara' addormentato di sicuro e i ragazzi non saranno in casa. Mentre sorseggio la mia tazza di the' freddo, lascio correre i pensieri e all'improvviso mi riportano ad un'altra edizione della memoria. L'edizione in cui vinse Haymitch e Maysilee Donner mori'. Ricordo molto bene quella ragazzina coraggiosa. Non eravamo molto amiche, ma frequentavamo gli stessi posti in quanto figlie di commercianti. Lei, la sua gemella e Jane Everdeen erano il trio delle principesse, come mi divertivo a chiamarle. Erano sempre insieme e ogni volta che passavano, tutti rimanevano ammaliati dalla loro bellezza. Sembravano degli angeli scesi in terra. Poi arrivo' la mietitura e sconvolse per sempre quelle tre ragazze perfette. Lei mori', la sua gemella si sposo', ebbe una figlia( Madge..credo) ma una parte della sua anima mori' con la sorella in quell'arena e la storia di Jane la conoscono tutti..

Rifiuto' mio marito e scappo' nel Giacimento con quel minatore. Come puo' essere imprevedibile la vita..




Corsa sul carro, Capitol City.

Bene. Il momento tanto atteso e' arrivato. E' come se con questa cerimonia d'apertura, gli Hunger Games iniziassero sul serio. Ho invitato Jane e la piccola Prim ad unirsi a noi e loro hanno accettato piu' che volentieri. E' gia' abbastanza difficile guardare questo spettacolo da soli, almeno in compagnia possiamo farci forza l'uno l'altro. Gale sembra essere scomparso, ma non sento la sua mancanza. Insomma, ha rovinato la vita a mio figlio e credo che lui e la stronzetta non si siano lasciati in buoni rapporti. Porto un vassoio carico di the' freddo alla pesca e varie merendine, come se stessimo assistendo ad un vero spettacolo. Peccato che invece di qualche attore ci sia mio figlio sullo schermo. Jane infatti mi lancia uno sguardo obliquo, ma non dice niente e accetta di buon grado il bicchiere che le porgo. Lascio il vassoio su un tavolinetto e mi accomodo di fianco a mio marito. Da quando quella guardia l'ha colpito, non si e' ripreso del tutto. Non credo che sia colpa del pugno, anche se questo gli ha procurato un bernoccolo e un occhio nero, ma piuttosto la situazione in cui ci siamo ritrovati. Mangia pochissimo, dorme ancora di meno e ha sempre quello sguardo vacuo negli occhi. Per fortuna Kevin e Josh hanno compreso e hanno accettato di gestire la nostra attivita' per un po' di tempo. Gli stringo forte la mano e lui ricambia la stretta, senza voltarsi a guardarmi. Ho sempre piu' paura per lui. Quello che potrebbe accadere nell'arena, potrebbe distruggerlo. E io non ho idea di cosa possa fare per aiutarlo. Certo, posso stargli vicino e fargli capire che io ci saro' sempre e non mi perdera' mai. Ma non basta. Temo che lui possa morire di dolore. So che sembra una cosa strana, ma ha sviluppato una strana depressione, e' caduto in un oblio senza fondo. Dovrei parlarne con Jane. Lei stessa ha sofferto di questa particolare malattia e potrebbe consigliarmi qualche medicinale o cura specifica. All'improvviso la folla esplode in un ruggito di gioia e le telecamera puntano direttamente al primo carro che sta uscendo dal Centro Immagine. Iniziamo a scorrere undici carri, annunciati dalla voce fastidiosamente acuta di Caesar. Quest'anno ci sono diversi tributi fiammeggianti, L'idea dell'anno scorso e' piaciuta molto agli stilisti. Ma poi arrivano loro (anche se non sembrano proprio loro) e tutto il resto impallidisce. La folla e' in delirio e anche noi tratteniamo il respiro per qualche attimo. Katniss e Peeta indossano dei costumi sensazionali, oscuri e potenti. Si tengono per mano, ma il loro sguardo e' fisso su un punto imprecisato. Non si voltano verso la folla, non salutano nessuno e questo li rende ancora piu' irraggiungibili. Gli altri tributi si voltano a guardare quella meraviglia e rimangono affascinati da tanto splendore. Per un attimo dimentico il contesto in cui si trovano e non posso fare a meno si essere orgogliosa di mio figlio. Anzi, orgoglioso di Peeta e della sua stronzetta. Fanno un ultimo giro attorno all'anfiteatro e poi i carri si ritirano. In quello stesso istante buttiamo giu' il fiato. Ci fissiamo negli occhi e un lieve sorriso sorge nelle labbra di ognuno di noi.


Mancano ancora tre giorni.



Angolo dell'autrice.

Ciao a tutti! Vi ringrazio infinitamente per le vostre recensioni, per aver letto e inserito questa storia nelle preferite/seguite/ricordate. Grazie mille <3

So che non e' niente di particolare, ma volevo allungare il piu' possibile. Il prossimo capitolo si concentrera' sulle interviste e l'inizio inevitabile degli Hunger Games.

Alla prossima,

Hoon21 :)

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Capitolo 11
*** Capitolo dieci. ***


Capitolo dieci.



Pov. John Mellark.


Non sono sicuro di aver sentito quello che credo di aver sentito. Mi volto in cerca di qualche conferma nel volto di Marlene e la trovo li'. Lei, che fissa allibita lo schermo, con gli occhi fuori dalle orbite e la bocca spalancata, potrebbe sembrare vagamente divertente se la situazione non fosse cosi' drammatica. L'unico che ha il coraggio di aprire la bocca e' Josh.

-Sbaglio o Peeta ha appena detto che ha sposato Katniss e lei aspetta un bambino?- Io e Marlene annuiamo all'unisono, incapaci di formulare una frase di senso compiuto. Quando e' successo? Come abbiamo fatto a non accorgerci di niente? Che la loro fosse solo finzione? Erano innamorati e si sono comportati come due estranei per depistare Capitol City? Neanche l'entrata di Katniss in scena con il suo bellissimo abito da sposa e la trasformazione in ghiandaia imitatrice, mi ha scosso cosi' tanto. Quando riesco a balbettare qualcosa, Peeta e' gia' tornato al suo posto e hanno staccato improvvisamente la trasmissione per qualche motivo ancora sconosciuto.

-Pensi che sia vero?- chiedo a Marlene. Lei si gira verso di me, pallida e tende una mano verso la mia. Io la afferro prontamente.

-Non so- ripete diverse volte, prima di alzarsi di botto e camminare per la stanza nervosamente. Josh si alza e va via, lasciandoci soli. Credo che anche lui sia abbastanza scosso. Mentre Marlene cerca di creare un solco sul pavimento con tutto quell'andare avanti e indietro, chiudo gli occhi e cerco di rivivere ogni momento di quella dannata intervista. Era andata piuttosto bene. O meglio, come sempre. Peeta ha cercato di alleggerire la situazione con qualche battuta, accolta prontamente da un ansioso Caesar che cercava disperatamente di mantenere la situazione sotto il suo controllo. Ma ben presto neanche questo era piu' bastato. Parlano dell'annuncio dell'Edizione della Memoria, naturalmente. Ma fin qui niente di strano, no? E' normale che Peeta parli della sua quasi sposa, di quello che abbia provato, ma nessuno (me compreso) si aspettava di ricevere una risposta del tipo :-Noi siamo gia' sposati-. Queste parole hanno colpito il pubblico, Ceasar e tutti noi. Ricordo di aver trattenuto per qualche secondo il fiato e di aver stretto forte le mani intorno ai braccioli della poltrona. Cosa significa esattamente la frase 'Noi siamo gia' sposati'? Quando si sarebbero sposati? E sopratutto perche' non l'hanno detto a nessuno? Noi non avremmo detto niente a nessuno, saremmo stati discreti. Dice che tutto questo e' accaduto prima dell'annuncio dell'Edizione. Ma non si parlavano nemmeno in quel periodo con tutta la faccenda di Gale. E se tutto questo fosse stata una copertura? Il pubblico si mostra collaborativo e in qualche modo anche partecipe del dolore di Peeta. Se le cose fossero andate diversamente i loro idoli si sarebbero potuti sposare con una grande celebrazione e tutti avrebbero potuto prenderne parte. Ma allora perche' Peeta si mostra cosi' dispiaciuto? E' vero, non potranno mai vivere la loro vita coniugale, ma almeno hanno avuto l'opportunita' di stare insieme, sempre che tutto questo sia vero. Anche Ceaser la pensa come me quando dice:-Ma anche poco tempo e' sempre meglio di niente, no?-, in risposta ad una frase vagamente pentita da parte di mio figlio.

-Forse lo penserei anch'io, Caesar- dice amareggiato Peeta- Se non fosse per il bambino-.

A queste parole si scatena il putiferio. E non solo dentro la mia testa, ma anche tra gli spettatori. Il presentatori non riesce a calmare la folla in delirio che chiede a tutti di annullare questi Hunger Games, di lasciare andare i loro giovani vincitori, di non permettere a una giovane mamma di prendere parte ad un massacro. Dopo che ho visto di nuovo tutta la scena: le scuse sul viso di Peeta, il piccolo accenno di sorriso sulle labbra di una Katniss orgogliosa e la folla impazzita, riapro gli occhi e trovo Marlene che si mangia le unghie.

-Oh andiamo tesoro!- le dico ridendo- Peggio di cosi' non potrebbe andare. Se davvero Katniss e' incinta, Peeta la proteggera'. E se anche non lo fosse, lui lo farebbe ugualmente. Quindi cosa cambia?- I suoi occhi gelidi si fissano sui miei.

-Cambia, invece. Se loro due fossero solo due concorrenti- dice accennando una smorfia- Capitol City ucciderebbe solo due giovani. Se invece fossero entrambi innamorati e aspettassero un bambino, loro ucciderebbero una famiglia. Tre persone innocenti. Un bambino ancora non nato e completamente ignaro della sua sfortuna- conclude, prima di dirigersi a gran passi fuori dalla stanza. Non posso fare a meno di ammettere che abbia ragione, ma questo non cambia le cose. Non cambia nulla.



Pov. Marlene Mellark.

Scappo velocemente dalle mura di casa mia. Una casa ormai sconosciuta e piena di rimpianti, dolori e cattive notizie. Mio marito..ha lottato. Ha provato in ogni modo a resistere al dolore, ma alla fine esso se l'e' portato via. E' diventato il fantasma di se stesso. Se ne frega di tutto. Ha occhi solo per suo figlio. Non posso biasimarlo, ma il mio cuore e' a pezzi. Nessuno sa che cosa mi e' stato portato via. Quel bambino che ho visto crescere dentro di me, che ho dato alla luce con fatica e che ho tenuto tra le braccia quando aveva bisogno di me. So di non essere stata la madre dell'anno, ma ho amato quel piccolo biondino da quando e' nato. E' stato tutto il mio mondo, il mio paradiso, il mio inferno e il mio purgatorio. Il mio buongiorno e la mia buonanotte. Tutto. Che sciocca! Qualcuno che mi capisca c'e' in questo momento. Infatti i miei piedi l'hanno capito prima della mia mente confusa e si sono diretti in quella direzione. Solo un'altra mamma puo' capire cosa significa perdere un figlio. Entro senza bussare (tanto la porta e' socchiusa) e chiamo a gran voce Jane. Lei mi viene incontro. Non parla, non diciamo niente, non chiediamo cose inutili. Ci precipitiamo una nelle braccia dell'altra a piangere come due bambine. Perche' e' questo che siamo. Due bambine. Due sciocche bambine incapaci di proteggere chiunque sta vicino a loro. Ho giudicato per molto tempo Jane ma non mi sono mai accorta di quanto siamo simili. Nessuna delle due e' stata una brava madre per i proprio figli, i quali se la sono cavati bene anche senza di loro. Soffrendo, ma tirando avanti.




Pov. John Mellark.

Ci siamo. Il momento e' arrivato. Sbatto il piede sul pavimento, incapace di tenerlo fermo. Marlene e Jane si trovano al mio fianco. Tutti ci teniamo per mano e preghiamo. Fa che non muoiano! Ripetiamo dentro di noi. Sono tutti in posizione. I tributi hanno raggiunto il loro posto. L'arena e' divisa in ventiquattro spicchi, circondata da una strana foresta. Al centro si trova come sempre la Cornucopia (che, come fanno notare, contiene solo armi), circondata dal mare.

Peeta sa nuotare?mi chiedo ansiosa. E credo che anche Marlene lo pensi perche' si fa scappare un piccolo urletto quando capisce che l'unico modo per prendere le armi e' nuotare e affrontare i nemici.

-Loro scapperanno..Non affronteranno mai tutti quei tizi robusti e pericolosi- balbetto ad alta voce piu' per convincermi che per convincere gli altri. Nessuno mi risponde e io decido di tacere. L'ansia e' troppa per mettersi a parlare. Lo stomaco si chiude violentemente quando il conto alla rovescia scade e il mondo crolla sulle mie spalle quando un emozionata Claudius Templesmith annuncia:- Signore e signori, che i Settantacinquesimi Hunger Games abbiano inizio!-

Fine del mondo.




Angolo dell'autrice.

Ciao a tutti! Come stati ragazzi? Si, sono viva. Davvero! Mi dispiace moltissimo per il ritardo. Non aggiorno da quasi un mese. Mi dispiace sul serio, ma non avevo molta ispirazione. Anzi, non ne ho tuttora. Spero lo stesso che vi piaccia questo capitolo.

Ringrazio tutti quelli che hanno letto, recensito e inserito questa storia tra le seguite/preferite/ricordate :)

Grazie mille!

Hoon21 <3

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Capitolo 12
*** Capitolo undici. ***


We love each other.

We are a band

no matter what.

We'll always be Big Time Rush.

(James Mslow- Big Time Rush)


Capitolo undici.


Pov. Marlene Mellark.



Nel momento in cui Claudius Templesmith annuncia l'inizio dei Settantacinquesimi Hunger Games, so che i ragazzi avranno meno di un minuto per pensare alla prima strategia utile. Le telecamere volano per tutta l'arena senza soffermarsi in un punto fisso. Riesco a scorgere per un secondo la testa bionda di Peeta: gli Strateghi l'hanno messo molto lontano da Katniss, la quale e' la protagonista assoluta di una telecamera. Vogliono farci vedere la morte della Ghiandaia Imitatrice? Tengo le mani incrociate, sperando che Peeta scappi verso la foresta al di la' dell'acqua, ma so che non lo fara' mai. Si buttera' in acqua (Sa nuotare il mio bambino?) per arrivare alla Cornucopia e raggiungere Katniss. Lei ha gia' deciso la sua strategia: ha gli occhi fissi sulla Cornucopia e i piedi pronti a scattare. Mi ritornano in mente le parole che Peeta mi ha detto qualche giorno prima della mietitura.

-Non stiamo andando a giocare questa volta. Non stiamo andando sperando di sopravvivere anche questa volta. Stiamo partendo con la consapevolezza della vincita. Come i Favoriti-. Le loro strategie sono quelle adottate dai Favoriti. Quando il gong suona, non mi stupisco che entrambi i nostri ragazzi si gettino nell'acqua. Lo sguardo vacuo negli occhi di Jane mi fa capire che anche lei lo pensava. Stringe forte a se' il corpicino spaventato della figlia, che guarda attentamente senza versare neanche una lacrima. Anche lei e' una vera Everdeen, penso. Forte e coraggiosa. Mio marito invece inizia a piagnucolare.

-Moriranno..Morira'..Lo so..- singhiozza. Gli stringo forte la mano, cercando di cullarlo dolcemente tra le mie braccia, ma lui non si fa neanche toccare. Mi sento cosi' impotente. Non posso neanche proteggere mio marito o farmi carico del suo dolore. Posso solo camminargli affianco e continuare a tenergli la mano. Chissa' se riuscira' a superare questi altri Hunger Games, penso notando le pesanti occhiaie nere che marcano i suoi occhi languidi. Nel frattempo, la maggior parte dei tributi e' arrivata alla Cornucopia (c'e' ancora chi galleggia nell'acqua, ma per fortuna nessuno affonda). Claudius commenta eccitato gli ultimi avvenimenti: i tributi dell'1 e del 2 hanno formato un'alleanza e si allontanano rapidamente, Finnick e Katniss combattano fianco a fianco mietendo diverse vittime. Non riesco neanche a provare pieta' per quei poveretti che cadono a terra, con la faccia riversa sulla pietra dura macchiata di sangue perche' cerco Peeta da tutte le parti. Poi finalmente vedo Peeta. E' ancora bloccato nella piastra di metallo (Povero il mio bambino! Non puo' neanche muoversi con quella gamba di metallo). Tiro un sospiro di sollievo quando quel biondino del 4 lo tira fuori e lo porta verso Katniss. Adesso che sono insieme, hanno una chance in piu'. Anche se non mi piace per niente, quel tipo. Allf ien questo gioco e' stato ideato per far uscire il lato peggiore di ognuno di noi. Preferisco veder salvo mio figlio che un biondino qualsiasi e tra l'altro, sconosciuto.

-Hai visto tesoro? Sono insieme, sono vivi- sussurro come una litania in direzione di John che accenna un debole sorriso, asciugandosi le lacrime con il dorso della mano. Jane invece continua a guardare preoccupata lo schermo.

-Sta tranquilla. Hanno appena iniziato, non manderanno creature strane il primo giorno. Non con tutte quelle vittime- Lei annuisce, ma non mi guarda. Prim scrolla la testa.

-E' strano che mia sorella abbia accettato degli alleati-

-Beh, non aveva molto scelta. O un'alleanza o la morte- replica Josh, logicamente.

-Si devono portare anche quella vecchietta?- chiede titubante John.

-Non credo che possano lasciarla li' da sola-replico -Quel tizio..Finnick? Non la lascerebbe mai andare-

Alla fine, Finnick con Mags sulle spalle, Peeta e Katniss lasciano la spiaggia e si dirigono per la giungla. Mio figlio va avanti per primo, il che mi fa temere un po' ma non posso dire nulla per evitare di mettere John in uno stato di agitazione, lo seguono Finnick con quel suo bellissimo tridente e Mags. Katniss chiude la fila, tendendo il suo arco. Poi lei sale su un albero per controllare la situazione e tutto cio' che si puo' vedere e' una distesa di cadaveri che galleggiano in mare di sangue. I suoi occhi si riempiono improvvisamente di preoccupazione e afferra con piu' decisione l'arco. Scende velocemente e ad attenderla c'e' Finnick, il quale tiene uno dei suoi tridenti in mano, con molta noncholance. Si fissano entrambi con un'espressione di sfida negli occhi, le armi in mano. Che abbiano intenzione di uccidersi a vicenda? Ci chiediamo io e Jane con gli occhi. Credo che anche gli altri debbano aver percepito il nervosismo nell'aria, perche' all'improvviso tendiamo tutti i nostri corpi e respiriamo appena come se avessimo paura che il nostro respiro potesse disturbarli.

-Cosa succede laggiu', Katniss? Si sono dati la mano? Hanno fatto voto di nonviolenza? Hanno gettato le armi in mare per sfidare Capitol City?- chiede Finnick incalzando la bruna con le sue domande. Sembra quasi che voglia far ragionare una bambinetta capricciosa.

Katniss si limita ad un secco e coinciso diniego, afferrando con maggior vigore l'arco pronto per tirare una freccia e, in questo caso, uccidere qualcuno.

-No- ripete Finnick- Perche' il passato e' passato. E nessuno in quest'arena e' stato un vincitore per caso.- Guarda Peeta per un istante.-A parte forse Peeta-

Anche questo ragazzo che non conosce per niente mio figlio, ha saputo riconoscere la sua dolcezza e la sua bonta' d'animo. E' l'unico a non meritare questa punizione. Non l'ha meritato la prima volta e continua a non meritarlo. Capitol City deve essere molto piu' crudele di quanto possiamo credere perche' chiunque conosca Peeta, rimane folgorato dai suoi modi altruistici e generosi. Se tutti fossero come lui, in questo mondo non ci sarebbero piu' Hunger Games, ingiustizie, cattiverie e guerre. Questo discorso non vale pero' per Finnick e Katniss e per gli altri concorrenti. Loro sono li' per uccidere, per salvarsi. Alla fine sono li' per morire. Una persona scocca la freccia e l'altro cade a terra. Sono le leggi naturali di questa arena. Ma prima che uno dei due possa scattare verso l'altro, Peeta si mette in mezzo come se avesse intuito che c'e' qualcosa che non va.

-Quanti morti ci sono stati?- chiede con lo stesso tono innocente che aveva da bambino quando negava di aver mangiato lui le caramelle. Azzardo un mezzo sorriso. Ha capito che c'e' qualcosa che non va e si e' messo in mezzo di proposito.

-E' difficile a dirlo. Almeno sei, credo. E gli altri stanno ancora combattendo-

-Muoviamoci. Abbiamo bisogno di acqua- E mentre loro si allontanano alla ricerca d'acqua, le telecamere si spostano su altri tributi. Prego affinche' trovino l'acqua, un buon posto per dormire ed evitino altri combattimenti per oggi. Mentre i cronisti riportano l'attenzione sui morti della Cornucopia e commentano gli sforzi degli altri concorrenti, mi alzo per preparare qualcosa di veloce da mangiare. Jane mi segue a ruota dopo pochi secondi. L'aria statica del salotto renderebbe nervoso chiunque. Per un po' rimaniamo in silenzio. Mi passa i piatti e io gli faccio scivolare dentro delle fettine di carne.

-Gale?- chiede Jane, indicando i piatti. Annuisco lievemente.

-Come sta, a proposito? Insomma, dopo aver saputo che la sua bella principessa e' sposata con il suo grande rivale e aspetta anche un bambino da lui, deve averlo sconvolto parecchio. Immagino che considerasse Katniss la Vergine Maria- commento acidamente. Jane inarca un sopracciglio di fronte al mio tono volutamente acido e sarcastico, ma decide di passarci sopra.

-Non ne abbiamo parlato. Ha preferito evitare l'argomento e io non ho voluto sollevarlo, ma deve soffrire molto- aggiunge.

-Beh, non piu' di quanto debba soffrire in questo momento mio figlio. E tra l'altro, con quella sua idea potrebbe averle salvato la vita. Magari pensando che Katniss e' incinta, molte donne nella sua stessa situazione doneranno qualcosa o attireranno nuovi sponsor pronti a sostenerla. Del resto Capitol si e' affezionata alla sua eroina dalla treccia mora- concludo. Jane sta per replicare qualcosa riguardo alla mia ingiustizia nei confronti di sua figlia, quando sento un urlo agghiacciante provenire dal salotto. Non perdo neanche il tempo a posare il piatto che tengo tra le mani e lo lancio semplicemente, correndo a per di fiato nell'altra stanza. Ed e' allora che lo vedo. Una telecamera gigante inquadra la scena, mentre un'altra fa vedere il replay almeno una decina di volte. Sento ogni battito del mio cuore, ogni gittata sistolica, ogni vena che pulsa sempre piu' forte. Non riesco neanche a gridare, come invece continua a fare John, tempestando di pugni il bracciolo della poltrona, Si vede chiaramente Peeta andare a sbattere contro qualcosa, un campo magnetico come dice Caesar e poi finire rovinosamente a terra. Katniss lo scuote, lo chiama, si getta sul suo cuore urlando e piangendo, ma lui rimane li'. Immobile. Morto. Tutto dura solo pochi secondi, ma a me sembra essere trascorsa un'eternita'. Sono completamente disorientata, mi muovo senza sapere dove sto andando. Mi ritrovo sul pavimento con il viso tra le mani, non ricordando neanche di essermi accasciata. Josh corre subito al mio fianco, cercando di sostenermi mentre tiene ancora gli occhi puntati sullo schermo.

-Sta attenta. C'e' un campo di forza- Sono queste parole a riportarmi indietro dal limbo nel quale ero scesa improvvisamente. Alzo lo sguardo e vedo Peeta, vivo, alzarmi faticosamente grazie all'aiuto di Katniss. E' stanco, ferito ed esausto, ma e' vivo. Nient'altro ha senso, ora.

-Eri morto! Il tuo cuore si e' fermato!- esplode Katniss in un impeto di rabbia e sollievo. Lo abbraccia e lo tiene stretto a se'. Torno a respirare. E' vivo, mi ripeto. E' vivo, andra' tutto bene. Lentamente mi alzo di nuovo e corro da John, il quale si sta riprendendo a fatica dagli ultimi avvenimenti. Ha una mano sul cuore e respira con affanno.

-Va tutto bene tesoro, il nostro bambino e' vivo- gli dico. Lui sorride e chiude gli occhi. Si accascia totalmente su di me ed io evito di fargli notare quanto sia pesante. Non ho idea di quanti altri momenti simili potremmo condividere ancora. Mi volto verso Jane e Prim le quali continuano a versare lacrime in silenzio. Sussurro un timido:-Grazie- e le invito a rimanere da noi per la notte.

-Potete prendere la camera da letto dei ragazzi o anche la nostra. Non credo che questa notte riusciro' a dormire-

-Noi non andiamo da nessuna parte. Resteremo qui a vedere come vanno le cose. L'importante e' che stiano bene, no?- dice Jane. Io annuisco. Ma quanto puo' durare questo stato di pace? Perche' hanno dovuto attaccare immediatamente? Gli Hunger Games sono appena iniziati. A nessuno piacciono dei giochi veloci. Tutti vogliono uno spettacolo lento, ricco di sorprese e sangue. Continuo a guardare lo schermo, non stacco gli occhi dal viso tondo e dolce di Peeta, pensando che forse non lo rivedro' mai piu'.




Angolo dell'autrice.

Salve a tutti! Mi scuso per l'enorme e tremendo ritardo. Mi dispiace davvero tanto :( Spero di essermi fatta perdonare con questo capitolo anche se non e' poi un granche'. Ringrazio tutti quelli che hanno letto, recensito e inserito questa storia nelle seguite/preferite/ricordate. Grazie di cuore <3

Hoon21 :)

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Capitolo 13
*** Capitolo dodici. ***


Can you feel it inside,

relax and go for a ride.

I know you need it,

I can see it in your eyes.

(Blow your spekears out- Big Time Tush).


Capitolo dodici.


Pov. John Mellark


Mi sono sempre chiesto come deve essere la morte. Chi sta per morire, vede una figura incappucciata avvicinarsi e lentamente trascinarlo con se? Oppure vede una sorta di angelo che lo conduce in un Paradiso eterno? Magari vede soltanto quello che ha sempre desiderato. E come si fa a capire che si sta per morire? Per caso si perde la sensibilita' del corpo e si sente la propria anima andarsene via e magari ci si ferma qualche secondo a contemplare il proprio corpo immobile mente la famiglia piange disperata intorno a lui? Davvero non lo so. Quello di cui sono certo e' che un momento prima guardavo mio figlio dormire tranquillamente e poi mi sono allarmato vedendo quella nube avvicinarsi. La nube poi si e' rivelata tossica e il mio cuore ha preso a battere piu' velocemente del solito. Riuscira' a salvarsi? Riuscira' a sopravvivere? Oppure ancora una volta dovra' fare l'eroe per salvare quella ragazzina che crede di poter meritare mio figlio? Provo un'immensa ondata di odio nei confronti di quella cacciatrice dalla treccia mora che ha fatto perdere la testa di Peeta. Non poteva, semplicemente, scegliersi una qualunque ragazza del suo Distretto? Di certo, nessuno l'avrebbe guardato con la faccia piena di indifferenza come fa quella ragazza. Marlene al mio fianco dormiva e ricordo di averla svegliata bruscamente. Non ho avuto neanche un minimo di riguardo per mia moglie. Anche Jane scatta su allarmata e intravedo delle lacrime farsi strada sul suo viso pallido e tirato. La bambina invece continua a dormire, ignara di cio' che sta accadendo nei nostri cuori. I miei figli sembrano essersi volatilizzati, ma non mi importa granche'. Corrono, corrono ma quella nube si avvicina minacciosa sempre di piu' e in pochi secondi sono tutti pieni di vesciche e non riescono a muoversi. Peeta cade a terra e non riesce piu' ad alzare. Mentre Katniss lo aiuta ad alzarsi, una telecamera punta a colpo sicuro sul lato sinistro del suo corpo. Completamente immobile. Sta morendo. I miei ricordi si interrompono li'. Ricordo di non aver visto piu' per un paio di secondi e di sentire distintamente il cuore compiere un' ultima, faticosa gittata e poi solo il silenzio. Intorno a me solo il silenzio. E adesso capisco di aver pero l'ultima cosa che davvero contava: la speranza.

**

Pov. Marlene Mellark.


Mi accascio sfinita sulla sedia del tavolo della cucina. Gli ultimi due giorni sono stati troppo intensi per questa povera vecchia. E' come se in un solo colpo tutti i miei anni si siano presentati per dirmi che il loro peso si sta facendo sempre piu' grave nelle mie spalle. Ma io non posso arrendermi. Non ora. Dopo aver visto John scivolare per terra, io e Jane abbiamo cercato di rianimarla. Ma del resto, come si puo' rianimare un corpo senza vita? In cuor mio, lo sapevo. Peeta non c'entra niente. Le emozioni provate da mio marito nell'ultimo periodo sono state troppo intense e gli hanno tolto ogni scintilla di vita. Aveva deciso che sarebbe morto e non si e' fatto aiutare da nessuno. Josh e Kevin mi sono stati accanto nell'organizzazione del funerale e nel rispondere a tutti quei vicini curiosi, e ancora adesso li vedo muoversi in cucina, alla ricerca di qualcosa da mangiare. Decido che devo alzarmi e tenere in piedi la famiglia che ancora mi rimane. Se quel vecchio sciocco avesse aspettato altri tre secondi, avrebbe visto quei ragazzi gettarsi nel fiume e guarire da quelle ferite. Ma alla fine non avrebbe avuto senso, visto che dopo qualche ora dopo, delle scimmie (non ne ho mai vista una dal vivo, e' una scimmia?) li attaccano per poi essere salvati da quella strana ragazza magra e con gli occhi sporgenti. Si e' buttata praticamente sopra Peeta per difenderlo dagli artigli della scimmia. Gli ha salvato la vita, per qualche strano motivo. Forse anche lei sentiva giungere la sua ora e voleva che la sua vita fosse utile a qualcuno. Davvero non lo so. L'unica cosa che so adesso e' che sono sola e che presto o tardi moriremo tutti.

**

La notte sembra strana nel Distretto 12. Tutti sono rigorosamente nascosti nelle case. Nessuno adesso ha il coraggio di uscire fuori il naso neanche durante il giorno. Ci sono almeno due o tre punizioni al giorno. Gente attaccata alla gogna, ragazzi frustrati in piazza, lavoratori portati nelle zone piu' pericolose delle miniere e spesso non tornano neanche. Sembra quasi che Capitol City stia cercando di punirci per aver fornito loro Katniss Everdeeen, il viso dei ribelli. Gia' da tempo si sono messe in giro queste voci riguardo a una probabile ribellione e alla possibilita' di una Distretto 13. Io non vi ho mai dato ascolto ne' ho mai sparso voci a riguardo, anche perche' la pena e' la chiusura della bottega e sinceramente non ci tengo a ritrovarmi per strada alla mia eta'. Jane e sua figlia si sono ritirate nella loro villa: immagino vogliono godersi gli ultimi istanti di piacere li' prima di ritornare a vivere nella vecchia casupola del Giacimento. Tutti fanno finta di niente e in segreto si incontrano per raccogliere del soldi da inviare ai loro campioni, ma la verita' e' che non vogliono ammettere cio' che sta succedendo. Capitol vuole annientare i loro campioni. Magari Peeta all'inizio non c'entrava nulla, ma adesso e' troppo coinvolto e troppo vicino a Katniss per rimanere vivo. In realta' e' proprio questo che mi preoccupa. Non il fatto che potrebbero ucciderlo (in quell'arena, possono succedere molte cose), ma cosa potrebbero fargli lasciandolo in vita. Come ho gia' detto, e' troppo vicino a Katniss e questo lo rende sia una preda facile che un'esca perfetta. Non so cosa stia passando per la mente di quella ragazza e quale sia davvero il suo piano, sempre che ne abbia uno, ma ha un legame con Peeta. Probabilmente neanche lo vuole questo legame, ma ora non puo' piu' tornare indietro. Eppure sento che c'e' ancora qualcosa che non mi quadra. Passando per il Giacimento, mi ritrovo davanti a casa di Gale, poco distante alla vecchia casa Everdeen. Chissa' cosa stara' passando per la testa di questo ragazzo. Deve sentirsi tradito, offeso, umiliato, geloso. Gia', geloso. In effetti tutti noi vorremmo seguire la nostra amata negli Hunger Games e morire accanto a lei. Questo ragazzo dovrebbe rivedere le sue priorita'. Insomma, lei l'ha baciato e gli ha dato la possibilita' di prendersi cura della sua famiglia e ha fatto parte della sua vita per tanto tempo, perche' pretendere di piu'? Ma forse sono io che pretendo troppo poco. Beh, forse e' cosi'. Povero Gale. Anche tu hai dovuto subire la tua dose di delusioni e su questa nota, mi volto e mi dirigo verso casa con l'ombra di un sorriso sulle labbra.



Angolo dell'autrice.

Salve a tutti! Spero che questo capitolo non abbia sconvolto piu' di tanto nessuno di voi. Vi ringrazio come sempre per la vostra semplice presenza.

Questo capitolo e' per voi <3

Hoon21

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Capitolo 14
*** Capitolo tredici. ***


Dovevamo ancora imparare

che il Diavolo ha creato la

gioventu' per farci commettere

i nostri errori e che Dio ha istituito

la maturita' e la vecchiaia per

consentirci di pagarne il prezzo.

(Il palazzo della mezzanotte- Carlos Zafon).



Capitolo tredici.


La vita senza John sembra cosi' strana. Inconsciamente mi ero abituata alla sua presenza per casa. Era un punto fermo. Anche quando mi allontanavo fisicamente o mentalmente, sapevo che al mio rientro a casa ci sarebbe stato lui ad aspettarmi. Invece adesso rientro a casa e mi trovo da sola. Kevin passa sempre meno tempo a casa. Forse sente la mancanza del padre o forse non gradisce la nostra presenza. O forse e' solo alla ricerca di pace interiore. Quella che a me manca in questo momento. Josh invece cerca sempre di starmi tra i piedi cosi' da farmi spazientire e dimenticare per un po' la mia solitudine. Trovo davvero molto teneri i suoi tentatavi, ma adesso vorrei solo stare sola, sotto le coperte a piangere. Piangere per sempre. Ma non posso. Non e' nel mio carattere e poi Josh ha ancora bisogno di me. Deve sapere che la sua famiglia e' ancora qui, nonostante sia smembrata. E poi piangere non servirebbe a nulla: mica le lacrime possono riportarmi la persona che ho perso?!E poi c'e' Peeta. Per quanto faccia male vederlo ogni giorno piu' pallido, magro e ferito, mi devo costringere a guardarlo. A volte gli parlo nella mente. Sai che tuo padre e' morto? Lo sai che quel vecchio sciocco non ha retto alla pressione di vederti soffrire? Lo sai che sento la tua mancanza e avrei proprio bisogno di uno dei tuoi sorrisi caldi e dei tuoi saggi consigli? Lo sai che non meriti quello che stavi vivendo? Le mie domande non ricevono mai una risposta e io me ne sto li' a fissare lo schermo e alzarmi stancamente ogni volta che la situazione diventa sempre piu' violenta. Come quei tre che sono stati tempestati dalla pioggia di sangue. E' successo piu' o meno quando Peeta e gli altri sono stati attaccati dalla nube tossica. Vedere quei poverini sbattere gli uni contro gli altri, cercando di scappare senza sapere dove andare, bere litri di sangue, piangere e urlare..mi ha fatto rivoltare lo stomaco e sono corsa appena in tempo in bagno a vomitare. Tutto questo si sta facendo davvero insopportabile. Per quanto meschino possa apparire il mio pensiero, non vedo l'ora che muoiano tutti e che questa agonia finisca. Se pensassi che Katniss o Peeta possano tornare a casa, sarei davvero pazza. Questi giochi sono stati ideati solo per farli fuori. Nessuno nelle tante edizioni di Hunger Games ha mai visto cosi' tante vittime e pericoli in neanche tre giorni. Stanno cercando di sterminarli tutti. E quando finiranno con loro, procederanno con gli altri. E sara' sempre cosi', purtroppo. Sospiro. Almeno nessuno di Capitol City e' venuto a fare visita a me o Jane Everdeen per eliminarci. Magari volevano torturarci per far crollare i nostri figli. Beh, in questo momento potrebbero fare di me cio' che vogliono: non avrei neanche la forza per urlare. E a cosa servirebbe poi? Nessuno puo' aiutarmi. Nessuno puo' aiutarci. Per quanto riguarda Jane.. Si e' fatta viva i primi giorni per prepararmi qualcosa da mangiare o semplicemente per farmi compagnia in silenzio, ma negli ultimi giorni ha smesso di farsi vedere. Deve essere doloroso per lei venire qui, in questa casa che ricorda cosi' tanto John. La posso capire. Anche lei ha subito le sue perdite, ma io a differenza sua, non ho alcuna intenzione di fissare il muro in attesa della mia morte. Intanto vedro' come andranno a finire questi Hunger Games e poi, possiamo riparlare del muro. Almeno Katniss e Finnick sembrano divertirsi. Sorrido quando li vedo spalmarsi quella crema orripilante sul viso e diventare due mostri. E' da cosi' tanto tempo che non possono essere solo due ragazzi normali, due amici, magari. Devono essere solo alleati con la consapevolezza di doversi uccidere alla fine. Ma Finnick ha ragione: non si diventa vincitore per niente. Scatta qualcosa dentro di loro: un meccanismo di auto-conservazione che li rende brutali e incredibilmente violenti. Il senso di colpa puo' aspettare..Quello continuera' a fargli visita per il resto della loro vita.

-Adesso sveglio Peeta- esclama Katniss dopo essersi passata quella crema un po' dappertutto.

-No, aspetta- dice Finnick- Facciamolo insieme. Mettiamogli la faccia davanti agli occhi-

Ridacchio. Sembrano cosi' strani mentre si avvicinano piano piano a Peeta, scrollandolo leggermente. E mi salgono le lacrime agli occhi quando Peeta si sveglia e salta in aria per lo spavento. E' cosi' bello vederli ridere come se fossero dei ragazzi normali..come se fossero amici. Ma so gia' che tutto questo non puo' durare per sempre. Non e' questo che vogliono ai piani alti. Loro vogliono rendere i giochi uno spettacolo orripilante. Non puo' durare a lungo questo divertimento: e' inaccettabile. Infatti dall'altra parte esatta dell'isola la telecamera punta sui corpi svenuti e macchiati di sangue di Johanna, Beetee e Wiress. Si trovano in spiaggia, con il sangue incrostato nella tuta, nel viso, nei capelli. Fa male il cuore vederli in quello stato. Sento quasi il sapore del sangue nella mia bocca e per poco riesco a trattenere un conato di vomito. Tutto questo non mi fa bene. No,decisamente no. La prima a rinvenire e' Wiress, ma credo che non sia del tutto lucida perche' inizia a mormorare cose strane e ad agitarsi, tanto che che i suoi mugugni svegliano anche Johanna. Credo che anche lei sia terrorizzata ma che stia facendo di tutto per farsi vedere forte e combattiva. Mi piace questa ragazza: ha coraggio da vendere e anche una bella dose di follia. Magari potrebbe essere la vincitrice. Si tira su, disgustata da quel sangue e mette a tacere quella povera donna con un sonoro schiaffo. Poi li agguanta e li trascina in acqua. Sembra avere una scintilla di determinazione negli occhi che fa quasi paura. Sa cosa deve fare. Ma cosa deve fare esattamente? E' difficile nuotare con una persona che si agita e strilla e un uomo mezzo svenuto, ma lei ci riesce. Coraggiosamente li porta sull'altro lato dell'isola. Si sente un colpo di cannone e la telecamera punta verso quell'altro cadavere e fa rivedere la scena: una figura indistinta che lotta contro le onde, le sue urla terrorizzate e infine viene portato via dalla corrente. Fa che finisca presto!mi ripeto nella mia mente. La telecamera compie un altro giro intorno all'isola e poi punta nuovamente su Katniss e la sua compagnia. Johanna e' riuscita a portare tutti e tre da Finnick e adesso sta litigando furiosamente con lei. Se non ci fossero Peeta e Finnick a dividerle, si ucciderebbero sul momento, ma poi la ragazza del settimo distretto dice qualcosa di interessante.

-Chi credi che li abbia tirati fuori per te da quella giungla di sangue?- riferendosi a Wiress e Beetee. Ma cosa voleva dire? Perhce' portare altra gente a Katniss? Perhce' rischiare tutto per salvare due persone che avrebbe dovuto e potuto uccidere solo per questa ragazzina dalla lunga treccia morta? Katniss da eco ai miei pensieri:- Cosa voleva dire? Li ha portati qui per me?- chiede a Peeta.

-Non lo so. Eri tu che volevi stare con loro, all'inizio- le ricorda lui.

-Si. E' vero. All'inizio-

Comunque siano andate le cose, c'e' qualcosa sotto. Qualcosa che pero' non riesco a capire..



Angolo dell'autore.

Ciaooooo! Eccomi qui con un altro capitolo poco prima dell'inizio della scuola, visto che per questa poverina inizia domani. Pensatemi domani! E quindi mi sono presa questa mattina libera per aggiornare tutte le storie che mi erano rimaste un po' in sospeso, nel pallido tentativo di lasciare una traccia dietro di me, prima che la scuola mi uccida anche quest'anno. Anyway, ho semplicemente adorato Marlene in questo capitolo. Non so perche', ma e' cosi'. Vi ringrazio per aver letto, recensito, inserito questa storia nelle preferite/seguite/ricordate. Grazie mille <3

Alla prossima,

Hoon21

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Capitolo 15
*** Capitolo 14 ***


Arriverà la fine

ma non sarà la fine..

(Tiziano Ferro)



Capitolo 14


Mi sono sempre detta che non avrei mai avuto rimpianti.

Del resto, quando mai nel Distretto 12 si ha tempo o volontà per pensare ai rimpianti?

Invece ne ho tanti. Rimpiango di non essere stata una moglie migliore e di non avere amato John ogni giorno della nostra vita insieme, ricordandogli che se noi due eravamo insieme il resto non assumeva più importanza.

Rimpiango di non avere amato abbastanza i miei figli, di non avere baciato le loro testoline in ogni momento possibile, di non aver accarezzato quei volti di bambini che oggi si sono trasformati in uomini. Rimpiango di non essere riuscita a dimostrare a Peeta che io c'ero e ci sarei sempre stata per lui.

Ho dovuto imparare l'amore dal più piccolo dei miei figli.. Il mio bambino che non ha nessuna remora a morire così giovane per proteggere il suo amore. Io non sono riuscita a fare lo stesso con John...

Ora non ho più il tempo di dire ai miei figli quello che avrei dovuto sempre dire loro fino allo sfinimento, fino a portare i loro occhi azzuro cielo a roteare infastiditi per l'affetto soffocante della loro vecchia madre..

Vi amo. Vi amo. Vi amo. (*)



Succede tutto così in fretta che quasi mi viene voglia di ringraziare le più avanzate tecnologie di cui Capitol City dispone. Un secondo sei qui, il secondo dopo diventi cenere. Di te resta soltanto l'eco di quella che era la tua anima agitata. L'eco di una voce che non ha mai protestato. L'eco di una voce che non ha lottato abbastanza. L'eco di una madre che potrà più proteggere i suoi bambini.

E mentre il corpo prende fuoco e la mente registra solo dolore e poi un silenzio assordante, la tua anima è intenta a ripassare i tuoi ultimi istanti di vita.

Eri seduta sul divano circondata dai tuoi due figli, Kevin e Josh, che per assecondarti quel giorno avevono deciso di farti compagnia. Forse te lo sentivi che avevi bisogno di nutrirti dei particolari dei loro volti, delle loro espressioni ora troppo preoccupate e distanti, vero Marlene? Volevi passare qualche minuto ancora con i bambini che ti restano anche se, bambini non lo sono più. Volevi portare via con te la sfumatura esatta dei loro occhi, ricordati l'esatta inclinazione delle loro voci.

Sul mobiletto del salotto c'era sempre il solito vecchio schermo in cui hai visto fin troppe edizioni degli Hunger Games. Quello in cui solo l'anno scorso hai osservato tuo figlio mentre rischiava la vita più e più volte e tu, impotente, lo fissavi e non sapevi se sarebbe mai tornato a casa.

Forse, sarebbe stato meglio così.. Se ne sarebbe andato in pace e avrebbe smesso di soffrire.

E quando vedi Peeta che si separa a malincuore dalla sua Katniss, quando lo vedi sopraffatto alle spalle, quando pensi che tutto sia finito, che niente e nessuno potrà mai eliminare gli Hunger Games qualcosa ti restituisci un briciolo di speranza. La freccia di Katniss.

Per certi versi hai sempre detestato quella ragazza perchè ti ricordava troppo te stessa: fredda, rigida e incapace di amare davvero Peeta. Esattamente come te. Ma forse ti sbagliava; del resto sarebbe forse la prima volta che ciò accade?

Oh cielo, quanto darei per essermi sbagliata ancora un'altra volta!

Katniss indirizza la freccia non verso il suo nemico nell'arena, ma contro il cielo, contro il campo di forza, contro Capitol. E un attimo dopo c'è il buio.

-Mamma, cosa è successo?- chiede subito allarmato Josh dopo che lo schermo si è oscurato. Lo guardo con gli occhi sbarrati, stordita da quanto appena successo. Poi lo sento.

Un ronzio incessante che si dirige verso di noi. Forse avrei avuto il tempo di portare fuori i miei ragazzi e di farli fuggire via o forse no. So solo che l'ultima cosa che faccio è quella che avrei sempre dovuto fare: afferro le mani dei miei ragazzi e li stringo forte a me.

Dopo, è tutto finito.


Peeta, ovunque io sia e ovunque tu sia, sappi che la tua mamma ha imparato ad amarti grazie al tuo esempio. Non scordarlo mai.





Angolo dell'autrice.

Buongiorno a tutti! So bene che sono passati anni dal mio ultimo aggiornamento e molti di voi avranno persino dimenticato che esiste questa fanfiction. Tuttavia dopo anni di tentennamenti ho preso il coraggio a due mani e ho deciso di porre la parola fine a questa storia che per me è stata molto importante.

So che il capitolo è breve ma non ho trovato conclusione migliore ai personaggi di Marlene, Josh e Kevin che anni fa erano i miei più fidati compagni.

Spero che nonostante la brevità sia di vostro gradimento e ringrazio infine tutti coloro che hanno inserito questa storia tra i preferiti/seguiti, tutti coloro che negli anni hanno recensito, coloro che hanno amato questa storia, a chi mi ha dimenticato e a chi invece non l'ha fatto.

Grazie a tutti di cuore,

Hoon21


p.s. L'espressione “Vi amo, vi amo, vi amo” è stata ripresa da “Regina dell'aria e delle tenebre” di Cassandra Clare.

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