stay the fuck out

di Mickey_Milkovich
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Certo che mi sei mancato, stronzo ***
Capitolo 2: *** Milkovich, uh? ***



Capitolo 1
*** Certo che mi sei mancato, stronzo ***


 

 Mickey Milkovich di certo non era un tipo che si poteva considerare affettuoso, o tantomeno un tipo che mostrasse i suoi sentimenti come mostrava la sua innata durezza. Ma lui era li, inerme in quel letto. E lui non poteva far altro che fissarlo, aspettando che lui si svegliasse. Ma sapeva che questo non sarebbe successo molto presto, o almeno lo immaginava. Ma questa volta, il fato aveva cambiato le carte in tavola. Fece pochi movimenti, mentre Mickey era ancora li, coricato accanto a quel ragazzo bianco come il latte, macchiato da quelle dolci lentiggini e con quei capelli del colore del sole. Il suo sole. Perchè Ian per Mickey era quello, era il suo raggio di sole. Amava ogni cosa di lui, tutti i suoi difetti e le sue imperfezioni. Ma più di tutto amava il suo sorriso e i suoi occhi verdi come un bosco immenso. 

-Ehi Mick.-

Mickey non potè far altro che sorridere, perchè lui si era svegliato, dopo quasi tre settimane di coma, Ian era sveglio, e lui era li con lui. Come tutti i giorni dall'inizio di quella vicenda che non dava pace a Mickey. Perchè di quello che era successo, Mickey si era dato tutte le colpe come d'altronde la famiglia di Ian aveva fatto. Si era beccato i peggiori insulti da Fiona e le peggior botte da Lip. 

-Ehi, come ti senti?- Erano le uniche cose che Mickey riusciva a dirgli in quel momento. 

-Come dovrei sentirmi secondo te Mick?- disse Ian alzando le sopracciglia e sogghignando, era lui, Ian era li. Era tornato.

Beh effettivamente non era stata una domanda con molto senso. Come si doveva sentire una persona appena uscita da un coma? Ovviamente Mickey aveva aperto la bocca prima di ragionare. Come molte altre volte, e come molte altre volte Ian glielo fece notare.

-Dovresti ragionare un po' prima di parlare ogni tanto Mickey.- disse con quel suo ghigno da saputello che si ritrovava ogni volta che faceva notare queste cose a Mickey. Ma Mickey amava così tanto quel suo ghigno da saputello che faceva quando lo correggeva, o semplicemente quando sapeva di aver ragione anche se Mickey cercava sempre di fargli pensare il contrario. E molte volte riusciva nel suo intento. 

-Dio santo Gallagher, ti sei appena risvegliato dopo tre settimane di coma e la prima cosa che mi dici è che dovrei pensare a quello che dico quando parlo? Speravo che dormire così tanto ti levasse un po' di sarcasmo. Ma noto con piacere che non è così.-

Ian guardò ancora Mickey, sempre con il suo solito ghignetto.

-Dai dillo che ti sono mancato, almeno un po'.-

Mickey lo guardò storto come mai aveva fatto nella sua vita, ma Ian non se ne accorse perchè era intento a guardare gli aghi conficcati nel suo braccio.

-Certo che mi sei mancato, stronzo.-

*

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Capitolo 2
*** Milkovich, uh? ***


Ian si voltò di scatto, incedulo. Veramente lo aveva detto? Mickey Milkovich aveva appena detto che gli era mancato Ian Gallagher? Ian pensò che fosse Mickey quello che era malato a questo punto, non lui. Rimase basito ancora qualche secondo fissando Mickey, che a sua volta lo fissava con un sorrisino malizioso.

-Cosa?-

-Cosa, cosa Gallagher?- disse Mickey con uno sguardo ammaliatore.

-Cos'hai detto Mickey?-

-Ho detto quello che hai sentito, e non lo sentirai di nuovo, Gallagher.-

Ian rise, con lo sguardo di Mickey puntato addosso.

-Non mi apettavo che tu lo rifacessi, Milkovich.-

-Milkovich, uh?- Disse Mickey con le sopracciglia aggrottate e lo sguardo stupito.

Ian lo guardò di rimando, a contrario di Mickey però, con il sorriso sulle labbra, il suo sorriso.

-Cos'è, solo tu mi puoi chiamare con il mio cognome? In realtà mi piace molto l'idea di chiamarti per cognome, Milkovich.-

-Gallagher..-

-Ti sto infastidendo per caso Milkovich?-

-Ian..-

Disse Mickey quasi esasperato, ma felice, gli mancava questo scambio di battutine con il rosso, gli mancavano un bel po' di cose del rosso da quando beh.... Era successo quello che era successo.

-Ci siamo per caso invertiti i ruoli? Ora sei tu che mi chiami per nome?-

-Semplicemente vorrei evitare di essere chiamato in quel modo se non ti dispice. Visto quello che ti è successo, eviterei proprio di pronunciare il mio cognome, cazzo.-

 Mickey diventò cupo, ripensando a quello che aveva fatto il bastardo. Terry Milkovich. Quella feccia d'uomo che chiamava padre.

-Non so di cosa tu stia parlando, Milkovich.- 

Disse lui sogghignando, pensando che Mickey lo stesse prendendo in giro, perchè lui effettivamente non ricordava quello che gli era successo, e soprattutto perchè era li. E questo non era stato rilevante per lui, perchè al suo risveglio Mickey era li, con lui, non lo aveva abbandonato come tutti temevano, lui era li con lui. La persona che Ian ama era al suo fianco. Finchè Mickey non lo tirò in ballo.

-E' stato lui... Sai.. A farti tutto ciò...- 

Per Mickey fu molto complicato dire questa frase, perchè doveva ammettere a Ian, ma soprattutto a se stesso, che se Ian era li, era per colpa di quella bestia.

-Di cosa cazzo stai parlando, Mick?- 

Ian era diventato un po' più serio, ma non abbastanza, finchè Mickey non lo guardò intensamente con i suoi occhi di ghiaccio, quegli occhi che gli mancavano come quando ti manca l'ossigeno dopo una vita passata sott'acqua. Ma lui non tirò fuori nessuna parola, la bocca si muoveva, ma dalla bocca di Mickey non usciva nessun suono, niente di niente. Come se improvvisamente non sapesse più tirar fuori una parola. Come se avesse perso la capacità di parlare.

-Stai parlando di.. Terry?- 

Ian aveva già cambiato espressione, il suo volto si era fatto più cupo e Mickey questo lo notò subito e quasi si pentì di aver tirato fuori questo discorso appena a mezz'ora dal risveglio di Ian. Ma poi capì che era giusto che Ian sapesse la verità, non quando erano a casa Gallagher, non tra qualche anno o tra qualche mese, doveva saperla, e subito. Ma la cosa più importante era che doveva essere proprio Mickey a dirgliela.

-...Si.-  

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