Sei qui, sei vivo.

di ibelieveinomero
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di sir A.C.Doyle, Moffatt Gatiss BBC ecc.; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro per il mio puro divertimento.

Note autrice:
Ciao! La storia è costituita dal prologo e quattro capitoli molto brevi, aggiornerò ogni tre/quattro giorni. Beh, buona lettura, spero di leggere i vostri commenti nelle recensioni! :)



Prologo

Appena apro gli occhi la luce li trafigge e mi costringe a chiuderli di nuovo, ho la gola secca e mi accorgo presto di avere sete. Quando riesco ad abituare gli occhi alla luminosità vedo che John è al mio fianco, sta dormendo su una sedia accanto al letto estremamente freddo, bianco come il resto dell'ambiente.

“Sherlock!” John si è svegliato e si è accorto che ho ripreso coscienza.

Provo a parlare ma non ci riesco, vedo un bicchiere d'acqua appoggiato su un comodino, hanno un nome diverso i comodini ospedalieri? John lo prende per me e me lo avvicina alla bocca aiutandomi a bere. Mi sento vulnerabile, non è una brutta sensazione. Solo, è accompagnata dalla paura. L'elettrocardiogramma palesa la lieve accelerazione del mio battito quando John mi toglie dalle labbra una goccia d'acqua, lasciando le sue dita appoggiate per qualche secondo di troppo. Per fortuna è troppo preoccupato per rendersene conto.

“Come ti senti? Non saresti dovuto scappare così dall'ospedale.”

“Sto bene. Mary?” Non mi aspetto che John l'abbia già perdonata, ma ci spero. Mi sembrava felice con lei. Purtroppo risponde distogliendo lo sguardo e irrigidendo la mascella, c'è ancora parecchio lavoro da fare.

“Sherlock senti, so che non ho nessun diritto di chiedertelo, ma potrei venire a stare da te per un po'? Non me la sento di tornare in casa da lei, non dopo quello che ha fatto.”

John teneva gli occhi incollati al pavimento, aveva posto la domanda sforzando la voce che sembrava non voler uscire.

“Certo che puoi, resta quanto vuoi.” Cerco di alzarmi dal letto ma il dolore è troppo forte, la ferita è ancora fresca.

Voglio poter pensare più lucidamente, ma la morfina me lo impedisce: mi perdo nel mio palazzo mentale, non ho idea di come tornare indietro. Perdo di nuovo coscienza, ogni volta che mi sveglio John è affianco a me. Ora dorme, ora legge uno stupido romanzo, ora parla con i medici.

“John vai a casa.” gli dico alla fine, “Sarai esausto.”

Lui però rimane, ancora per due giorni. Quando le mie condizioni sono migliorate si decide ad andare al 221b almeno per dormire, resta comunque la maggior parte della giornata con me.

Finalmente, dopo due settimane, posso tornare a casa.

 

Altre note autrice:

Se volete betarmi mi fate un grande favore! Per qualsiasi richiesta o scleri Johnlock (o per scrivermi che avreste voglia di farmi da beta ad esempio) mi trovate sul mio bloghttp://giugno-73.tumblr.com/ Bye :)

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di sir A.C.Doyle, Moffatt Gatiss BBC ecc.; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro per il mio puro divertimento.

 

Capitolo 1

E' la prima notte nel mio letto da quasi tre settimane. John si è assicurato che provassi a dormire, come se fossi io quello che ha bisogno di cure. Mangia pochissimo, passa la maggior parte del tempo fissando la chiavetta usb con le vere iniziali di Mary scritte sopra. A giudicare dalle sue occhiaie non ha dormito bene nel periodo in cui ero in ospedale. Non importa. Sistemeremo tutto.

Io non riesco a prendere sonno, mi perdo invece nei ricordi. E' un po', ormai, che ho lasciato indietro le precauzioni e ho iniziato a perdermi nei ricordi più belli. Non devi confondere la fantasia con la realtà, Sherlock. Mi ammoniva mio fratello quando ero piccolo. Non dovresti fissare il vuoto per ore e ore di seguito, vai a giocare. Ma stavo solo pensando, cosa c'è di sbagliato se uno pensa? (Certo che prendo le parti del bambino, io sono stato quel bambino.) Ben presto ho scoperto che la cocaina era meno pericolosa della mia stessa mente, ora ho deciso che non mi importa.

Il nostro primo caso, quello è un ricordo perfetto. Oppure la volta che mi sono addormentato sul divano e mi sono svegliato sotto una coperta.

“SHERLOCK!” la voce di John mi riporta alla realtà. John ha urlato il mio nome o stavo sognando? Non importa, sto già correndo in camera sua.

Sta respirando affannosamente, quasi singhiozzando. Piange, ma senza lacrime. Entro più lentamente nella stanza, mi siedo sul suo letto e gli prendo il polso per contare i battiti.

Mi ritrovo travolto in uno stretto abbraccio, John si sta letteralmente aggrappando a me.

“Sei qui, sei vivo. Sei vivo.” Adesso sta tremando. “Stavi saltando dal tetto del Bart's, io non riuscivo a muovermi. Non potevo salvarti.” Lo stringo tra le mie braccia. La ferita mi fa parecchio male, ma il dolore è causato dalla pressione che John vi sta applicando sopra abbracciandomi, penso sia una delle cose più belle che mi siano mai successe. Prendo un attimo per registrare il momento nel mio palazzo mentale e potermici drogare più tardi, poi parlo.

“John va tutto bene, sono qui. Sono vivo.” La mia voce è calma abbastanza da tranquillizzarlo. Non avrei dovuto parlare, ora si sta allontanando, anche se di pochi centimetri. Non ho più il privilegio del suo corpo contro il mio.

“Scusami.” sussurra, sembra parecchio imbarazzato. Faccio di no con la testa non importa John, la mia voce forse si romperebbe. Ma poi riesco a parlare.

“Ti porto un tè, va bene?”

Lui annuisce. “Ti ho svegliato?”

“No, non riuscivo a dormire.”

Mentre mi alzo vedo che i suoi occhi sono fissi sulla ferita che ha lasciato Mary sul mio petto. Non avrei dovuto salire senza maglietta. Ora vedrà anche le cicatrici della tortura che ho subito in Serbia. Spero che non faccia commenti, sarà preoccupato. Non ne fa.

Dopo avergli portato il tè raggiungo il mio violino e suono la melodia più lenta e rilassante che mi viene in mente: la Partita n°2 per violino, dalla Sarabanda di Bach. Dimentico lo spartito dopo poco, inizio ad improvvisare senza nemmeno accorgermene.

Non torno a controllare, so che ormai John si è riaddormentato.

 

 

Note autrice: Ciao! Scusate il ritardo, anche se i capitoli sono molto brevi in questo periodo ho degli esami (conservatorio) e ho un po' la testa tra le nuvole...
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, fatemi sapere cosa ne pensate! :)

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2

Sento i passi di John sulle scale, l'esperimento perde momentaneamente importanza ma mi affretto a nasconderlo.

“Buongiorno.” da quanto John non mi dà il buongiorno la mattina?

“Mh.” risposta studiata.

Dovrei parlargli, ho ripetuto mille volte quel discorso mentalmente, ogni volta leggermente diverso. Dovrei chiedergli scusa e spiegare quello che provo. Farò solo la prima, molto probabilmente.

“John,” ormai è troppo tardi per fermarsi, si è voltato. Potrei ancora inventarmi qualcosa. “volevo dire, emh, se...” Dio sto balbettando, sono improvvisamente diventato una ragazzina? “Io, penso...Non ho mai creduto che fingere la mia morte sarebbe stato...Non credevo che l'avresti presa così male. Io ho provato ad immaginare il contrario: se tu fossi morto probabilmente la mia vita sarebbe tornata ad essere vuota, come prima di conoscerti, ma con la consapevolezza che esiste qualcosa di così infinitamente migliore. Penso che mi sarei ucciso o che sarei tornato a drogarmi, qualcosa di quel genere. Ma io non ho mai reso la tua vita migliore in alcun modo, e ancora mi chiedo perché tu fai lo sforzo di sopportarmi. Quindi scusami se ho preferito non farti sapere niente, non pensavo che ti sarebbe importato. Mi sono reso conto, ieri sera, che la cosa deve averti turbato molto più profondamente di quanto immaginassi.”

Circa, ho detto circa tutto quello che volevo dire. Perché le relazioni sono così difficili?

John mi sta guardando, non risponde. Avrò fatto qualcosa di sbagliato. Spero che non sia troppo sbagliato, non vorrei rovinare niente del nostro rapporto, è già così fragile in questo periodo.

“Sherlock, il lutto è stato così pesante perché ti amo.”

Mi serve un po' di tempo per registrare le parole, poi inizio a riascoltarle. Ancora e ancora e ancora fino a che non è troppo e nulla ha più un senso. John si è sposato, John ha ripetuto mille volte che non è gay, John si è arrabbiato con ogni singola persona che ci dava della coppia. Cosa ho detto io? Cosa ho detto prima che lui dichiarasse questa assurdità? La mia vita sarebbe tornata ad essere vuota ma certo, con la consapevolezza che esiste qualcosa di così infinitamente migliore, gli ho praticamente detto che lo amo. Ma io non stavo mentendo, a differenza sua. La sua affermazione è completamente illogica, pura pazzia. Probabilmente ha pietà di me, o forse vuole vedere come reagisco. Forse sta solo giocando con i miei sentimenti, vuole vedere come reagisco. Quanto tempo è passato? Per lui non deve essere soddisfacente che la sua cavia stia ferma immobile, sarà deluso. Magari si aspettava qualcosa di più divertente. Non credevo che fosse così crudele, il mio John.

Voglio piangere, ma non devo piangere. Cosa dovrei rispondere? Di sicuro non ho intenzione di soddisfarlo, non sono un oggetto. Sono un uomo con dei sentimenti, credo. E non penso che lui dovrebbe prendersi gioco di me. Dovrebbe? Io non mi sono mai preso gioco di lui. Di me? Si. Spesso.

“Sherlock?” John sembra perplesso.

Ho il diritto di essere arrabbiato? Perché credo di esserlo. Posso rispondere così? Rabbia. Non è una brutta sensazione, se solo non fosse accompagnata da agonia e paura. La cocaina in questo momento sembra molto invitante. Mi alzo per dirigermi in camera mia, ma John mi ferma prendendomi per un braccio.
“Sherlock, puoi dire qualcosa?” Non credevo che fosse così crudele, il mio John.

“Non credevo che fossi così crudele.” Non avrei dovuto dirlo.

Ora direi che è confuso, bene, può rimanerlo. Mi giro e vado in camera mia.



Note autrice
Lo so, Sherlock è estremamente stupido...ma che volete, d'altra parte è Sherlock. 
Stavo pensando di riscrivere questa storia dal punto di vista di John, che ne pensate? ^.^ 
Fatemi sapere se questo capitolo vi è piaciuto!

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3


L'oppio, oggi l'oppio è un'idea migliore. E poi ho lasciato la scorta di cocaina nel nascondiglio in sala e non posso andare a prenderla. John sta provando a parlarmi dall'altro lato della porta, ma non voglio ascoltarlo. E se non fosse tutto uno scherzo? Questa domanda si permette di apparire sottile nella mia mente, chiaramente c'è ancora una parte di me che crede alle favole. Mi odio, ha ragione John a farmi del male. Forse, però, non l'ha detto volendo ferirmi, forse sperava che mi facesse stare meglio sentirglielo dire. Devo essere sembrato solo e sofferente, mi ha detto che mi ama perché gli facevo pena. Oppure no, se avesse davvero voluto farmi del male? Va bene anche così, finché lo rende felice. Speravo che per renderlo felice bastasse rinunciare a lui, fare tutto il possibile per lui e Mary, ma se vuole anche che io soffra dovrei soffrire e basta. Tanto non ho più protezioni da un bel po' di tempo. Purtroppo, però, è troppo tardi. Ho fatto la dose un po' troppo alta. Più alta di quella che prendo di solito. Che lo è già troppo. Tanto non penso che John starà male per la mia morte. Solo, ieri sera...Sei qui, sei vivo. Mi tornano in mente le sue parole, trovo in un attimo il ricordo, l'abbraccio.

Sei qui, sei vivo. Sento nuovamente il dolore della ferita e il piacere del contatto. Il lutto è stato così pesante perché ti amo. Vedo le sue dita contrarsi come quando è nervoso, i suoi occhi invece rimangono fissi nei miei. SHERLOCK! Ascolto la sua voce urlare il mio nome nel sonno. La stessa voce ha urlato il mio nome nello stesso modo sotto il tetto del Bart's, quando ero pronto ad fingere il mio suicidio. Non essere morto. Per me. Ora parla alla mia lapide, freddo marmo nero.

Perché mi sto uccidendo adesso? Che idea stupida. E' umiliante procurarsi un'overdose volontariamente ma cambiare le proprie intenzioni poco prima di morire.

John sta ancora parlando, non riesco ad afferrare neanche una parola.

“John.” Non riesco ad urlare come vorrei, devo raggiungere la porta.

Mi alzo dal letto ma cado, mi trascino per terra finché non riesco a raggiungere la maniglia. La abbasso, ma la porta non si apre. Ho chiuso a chiave, dannato idiota. Prendo la chiave per girarla nella toppa, ma mi cade per terra, sembra la cosa più distante del mondo anche se è a poco più di un metro da me. I miei occhi lottano per chiudersi, il mio corpo per fermarsi. Io lotto per raggiungere una stupida chiave nella speranza che John mi voglia aiutare. Certo che mi vorrà aiutare. (O se ne andrà ridendo?) Sento il freddo del metallo sulle dita, riesco a mettermi in ginocchio e a togliere i giri. Devo solo aprire la porta ora. Non posso farlo in ginocchio. Mi alzo in piedi, mi appoggio al muro. No, non devo. Devo aprire la porta. Finalmente ci riesco.

“Oppio.” Non so se mi ha sentito, forse ho parlato troppo piano. Forse non ho proprio parlato. Sento qualcuno che mi impedisce di cadere e mi sostiene. Ora mi sta facendo camminare, non importa John, tra poco cadrò, cado dopo poco tempo, non riesco più a parlare. John mi sta ancora parlando, prova a farmi rimanere cosciente. Riesco a percepire poche parole. Ora nessuna. Tra poco perderò coscienza, dopo morirò. E se John mi amasse davvero? E' l'ultimo pensiero coerente che riesco ad avere. 

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4

“Si è ripreso bene, dovrebbe svegliarsi presto. Sa se ha preso una dose troppo alta volontariamente?”

Una voce lontana e maschile è la prima cosa che sento svegliandomi. La risposta è già molto più chiara. E' John.

“Io credo di si. Non avrebbe fatto un errore così stupido, è troppo intelligente per non accorgersi di una cosa del genere.”

“Le posso raccomandare un'ottima terapista, in questo caso?” Il tono del medico è cinico.

“Grazie, si.” Quello di John adesso è rigido.

Viene verso di me, chiudo subito gli occhi ma lui se ne accorge.

“Sherlock?”

Sono parecchio imbarazzato a questo punto, ma apro nuovamente gli occhi e lo guardo.

“Perché?” Mi chiede.

Non ho idea di come rispondere. Lui continua a guardarmi, il suo sguardo è pieno di dolore.

Interrompe lui il silenzio. Ancora.

“Vorrei essere arrabbiato, anzi lo sono. Ma non è questo il momento, giusto? Allora, rispondi, perché? Perché hai tentato di ucciderti?”

“Per sbaglio.” Ho risposto troppo in fretta? Ride, ma non c'è allegria nella sua risata.

“Rispondi.”

Dovrei? Non ci riesco. Devo almeno provarci.

“Ho pensato che volessi prendermi in giro quando hai detto che mi ami.”

Lui si porta la mano alla fronte e stringe tra le dita la radice del naso chiudendo gli occhi, un lungo sospiro a rendere più tragico il gesto.

“Come puoi essere così intelligente e così stupido allo stesso tempo?”

“Non sono stupido.” Nessuno mi ha mai detto che sono stupido.

“Sei l'uomo più stupido che io abbia mai conosciuto. Sei l'uomo più stupido dell'universo, di ogni dimensione conosciuta e sconosciuta.”

“Non stai un pochino esagerando?”

L'ombra di un sorriso compare sulle sue labbra.

“No.”

“Guarda che potrei offend...” Non riesco a finire la frase, le sue labbra adesso sono sulle mie. Il bacio diventa presto profondo, io gli mordo le labbra e mi aggrappo al suo maglioncino, uno dei tanti orribili maglioncini che gli piace mettere. Le sue mani sono nei miei ricci, entrambe. Non stavi scherzando, John? Non ti facevo pena? Siamo interrotti da un colpo di tosse del medico di prima, ci allontaniamo in fretta, entrambi respirando affannosamente come ragazzini.

“Ho il numero della terapista di cui le parlavo.” pronuncia l'uomo.

John lo ringrazia imbarazzato, e il dottore si affretta ad andarsene.

Ci guardiamo e scoppiamo a ridere contemporaneamente.

“Sherlock, ti amo. E se provi anche solo a pensare che non sia vero, giuro, sarò io a provare ad ucciderti stavolta.” Non riesco a non sorridere.

“Ti amo anch'io.”

Note autrice
Ciao! Ebbene si, la storia è finita. Nonostante fosse molto corta mi ci ero affezionata e mi dispiace un po' che sia arrivata la fine, forse scriverò un seguito ma in questo periodo non ho molto tempo quindi potrei farlo domani come tra due anni. Grazie mille a tutti quelli che hanno seguito la storia, a quelli che l'hanno recensita e a quelli che l'hanno messa tra le seguite, preferite o da ricordare. Spero che la storia vi sia piaciuta! 
P.s. se volete scrivermi per parlare di Johnlock o di qualsiasi altra cosa questo è il mio blog! Alla prossima! :)

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