MY (FAKE) BOYFRIEND

di Alice_Madness
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Love ***
Capitolo 2: *** I'm sorry, but between us ...It's over ***



Capitolo 1
*** Love ***


Amore. Si usa questa parola in così tante occasioni, con così tante persone che alla fine si viene a sminuire il suo reale significato.
Cos'è l'amore? Me lo sono sempre chiesta e come io, tante persone.
A cinque anni, l'amore è quando vedi la mamma preparare il caffè con premura al papà e prima di darglielo lo assaggia, per vedere se è buono;
A dieci anni, l'amore è quando vedi un ragazzino carino che ti fa sorridere e credi potrebbe essere il tuo principe azzurro, proprio come nelle favole;
A diciassette anni, l'amore è quando un ragazzo ti fa battere il cuore anche con un solo sorriso, con uno sguardo, con la sua sola presenza. Il tuo umore ormai dipende da lui, i tuoi pensieri vorticano sempre intorno a lui. 
L'amore è imprevedibile, non capisci mai quando sei innamorato, non all'inizio almeno; Non decidi di chi innamorarti, potresti innamorarti del tuo vicino di casa, di un tuo amico o della persone che meno ti aspetti. Ma il dubbio che più mi affligge al momento è: l'amore può finire? Da un momento all'altro? Come quando non ti piace più un vestito che prima amavi alla follia e quindi decidi di metterlo da parte. O Semplicemente non è mai stato amore, si è sopravvalutato quel sentimento che si provava verso quella determinata persona. Una cotta che è andata scemando con il tempo.


Strabuzzai gli occhi e guardai in giro confusa, riscuotendomi da quel stato comatoso in cui ero finita, ritrovandomi a fare riflessioni filosofiche.
Riconobbi la suoneria del mio telefono e mi decisi a rispondere, sapendo benissimo chi mi stesse chiamando e la mia voglia di parlare in quel momento era pari a zero.
<< Pronto? >> sbadigliai.
<< Ehy bambolina, che stavi facendo? >> chiese la voce dall'altra parte della cornetta.
Sbuffai sempre le solite domande ossessive, 'che cosa fai?' 'con chi sei?' 'dove sei?' .
<< Niente, stavo dormendo >> mentii. 
<< Oh capito, comunque volevo vederti … mi manchi >> roteai gli occhi infastidita, ringraziando il fatto che lui non potesse vedermi.
<< Ma se ci siamo visti ieri sera e sentiti per tutta la mattinata >> dissi infastidita.
<< Lo so, Alice. Ma oramai non riesco più a fare a meno di te >> sospirai.
Alan era sempre stato un bravo ragazzo e mi aveva sempre trattato bene. Gli volevo bene, anche se negli ultimi tempi avevo capito che il mio non era più amore; anche se negli ultimi tempi era diventato più ossessivo/possessivo del solito.
Per questo mi dispiaceva doverlo lasciare; ci avevo pensato a lungo, davvero, ma non ce la facevo più e non era bello continuare quella menzogna.
Quindi era arrivato il momento di dirglielo, anche se gli avessi spezzato il cuore, dovevo farlo. Per il bene di entrambi.
<< Aly? Ci sei ancora? >> chiese preoccupato lui.
<< Eh? Ehm sì..sì. Senti Alan, potresti venire a casa mia? Ti devo parlare... >> dissi, camminando avanti e indietro per la stanza e cercando di mantenere un tono di voce pacato e piatto, senza far trasparire nessuna emozione.
<< Ok bambolina, arrivo subito >> .
Staccai il telefono e lo buttai sul letto.
Mi sistemai i capelli in una coda disordinata e andai in cucina a bere un sorso d'acqua, preparando già in mente il discorso che dovevo fare, cercando le parole giuste.
<< Al stavo pensando che da un po' le cose tra noi non vanno più e ...forse è meglio prenderci una pausa >> scossi la testa, non convinta molto dalle mie stesse parole.
<< Così poi pensa che ci sia una possibilità di tornare insieme in futuro, non essere troppo dolce sorellina o non lo convincerai affatto >> spuntò dal nulla mio fratello, che si sedette al bancone della cucina e iniziò a sgranocchiare un pacco di patatine che si era portato appresso.
<< Ah come mai vuoi lasciare Adam? >> chiese con la bocca piena Sam, lui non aveva mai sopportato Alan e per questo  gli cambiava continuamente nome. 
<< Cielo, almeno finisci di masticare >> sorseggiai l'acqua e guardai fisso gli occhi nocciola di mio fratello. Lui aspettò che rispondessi alla sua domanda e mi fece cenno di parlare.
<< Non ce la faccio più >> sospirai << mi sta sempre attaccato, sento il suo fiato sul collo ogni volta, anche quando non c'è >> dissi esasperata, alzando le braccia al cielo per rendere ancora più tragica la cosa.
<< E non puoi semplicemente dirgli di mollare un po' la presa? >> chiese Sam, addentando un altra patatina.
<< Ci ho provato, credimi. Ma è del tutto inutile, lui nega e anzi diventa ancora più pressante e quando glielo faccio notare, finiamo per litigare. E poi... >> lasciai la frase in sospeso.
<< E poi? >> chiese, spronandomi a continuare.
<< E poi non provo più niente per lui >> feci spallucce.
<< Allora sì, dovresti lasciarlo. Non ha senso mentire... Certo che lo lasci..dopo quanto? >> ridusse gli occhi a due fessure.
<< Dopo due anni >> mi mordicchiai il labbro nervosa.
<< Wow due anni...due anni sono un periodo davvero lungo e.. >>
<< Non farmi sentire ancora più colpevole! >> gli gridai mentre andavo ad aprire la porta, visto che avevano appena suonato.
Sam sghignazzò e andò a sedersi sul divano e mi sussurrò un ' buona fortuna'. Eh sì, un po' di fortuna mi avrebbe fatto davvero comodo.
Alan era ..come dire? Testardo? Era un eufemismo.
Feci un respiro profondo e aprì la porta, tirando successivamente un respiro di sollievo, quando vidi mio padre mano per mano con Jay, la sua fidanzata.
Anche se volevo in fretta parlare con il mio (ancora per poco) ragazzo, e chiudere tutta quella stressante situazione, nel mentre volevo rallentare il tempo e far sì che quel momento non sarebbe mai arrivato.
Si, ero nel panico più totale.
<< Ehy tesoro >> mi salutò Jay con un sorriso.
Ricambiai calorosa e le scoccai un bacio sulla guancia, per poi lasciarli passare.
<< Ragazzi abbiamo una sorpresa per voi >> esordì mio padre gongolante, mentre Jay gli rivolgeva un sorriso smagliante.
<< Vi sposate? >> chiese con non chalance Sam mentre faceva zapping alla tv.
<< E tu... >> indagò  mio padre curioso, così incenerì con lo sguardo mio fratello.
<< Sei un guastafeste >> lo accusai.
<< E dai, non l'ho fatto apposta >> disse lui, rizzandosi sul divano.
<< Rimani sempre un guastafeste. Era un segreto tra noi e ora hai rovinato la notizia >> strinsi i pugni.
<< Ragazzi ci rendete partecipi? >> chiese Jay confusa << come lo sapete voi due? >> continuò poi.
<< Abbiamo visto l'anello di fidanzamento qualche settimana fa, mentre pulivamo lo studio di papà >> sorrisi dolce al diretto interessato, che distolse lo sguardo impacciato.
<< Comunque congratulazioni >> risi e li abbracciai uno per volta e Sam fece lo stesso.
Quando all'improvviso suonò il campanello e m'irrigidì tutto d'un tratto. Era arrivato il momento.

-Angolo autrice-

Salve a tutti, ragazze!! Questa è una delle prime FF che io abbia mai scritto, infatti la scrittura è ancora un po' grezza ma non so, avevo voglia di pubblicarla.. anche dopo tutto questo tempo. Spero che questa storia vi intrighi almeno un po' e che continuiate a seguirla! Se avete critiche da fare, positive o negative che siano (sempre se fatte in modo costruttivo, per migliorarmi )  potete lasciarmi una piccola recensione :) 
Cercherò di postare questa storia una volta a settimana, a volte potrebbe capitare che io posti anche due capitoli a volta ( se so che ci metterò più tempo per aggiornare). 
Niente, non ho altro da aggiungere ehehe
Al prossimo capitolo!

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Capitolo 2
*** I'm sorry, but between us ...It's over ***


Aprì la porta e non ebbi nemmeno il tempo di salutare, che Alan mi si fiondò sulle labbra, circondandomi la vita con le braccia. Ecco una altra cosa che invece di farmi piacere, mi  dava addirittura fastidio.
Rimasi immobile, aspettando che si staccasse e lo fece dopo qualche secondo guardandomi stralunato. Mio padre fece notare la sua presenza, con un finto e brusco colpo di tosse e il ragazzo si staccò di botto da me. Sorrise imbarazzato e alzò la mano in aria, salutando tutti i presenti.
-Come va Al?- chiese Jay educata e il sottoscritto fece spallucce, sorridendo a sua volta.
Cielo, ti fanno una domanda? Rispondi! Abbiamo avuto la grazia dell'abilità della parola e tu ti esprimi a gesti? Sbuffai, stavo diventando troppo acida.
Lo presi per la giacca, pronta per congedarci in camera mia, dove avremmo potuto parlare in santa pace, ma mio padre ebbe un idea brillante.
-Ehy Alan, Alice ti ha già detto che io e Jay ci sposiamo?- chiese sorridendo a trentadue denti.
-No! Non lo sapevo! Auguri – si congratulò euforico.
-Naturalmente contiamo sulla tua presenza, ragazzo- continuò mio padre.
Guardai esasperata Sam, in cerca di aiuto; l'unica cosa che mancava era mio padre che invitava al suo matrimonio il mio prossimo ex fidanzato.
-No, papà . Non credo potrà venire al matrimonio- disse in difficoltà Sam, lui non sapeva mentire né tanto meno mantenere i segreti.
-Perchè no? - chiese stranito Alan.
Sam si grattò la testa in difficoltà e io scongiurai tutti gli Dei delle varie religioni di aiutarlo a tenere quella bocca chiusa.
Venni in suo soccorso e mi affrettai a dire – dai andiamo di su, forza. E' urgente- cercai di tirarlo per la mano, ma lui rimase fermo nella sua postazione, continuando a fissare mio fratello.
-Oh e va bene- gridò Sam, allargando le braccia .
Prontamente corsi verso di lui e mi buttai sopra , tappandogli la bocca con la mano. Lui per tutta risposta mi morse la mano, in modo tale che potessi ritrarla.
-Ma perchè fai tutti sti teatrini? Cielo, tanto lo stai per lasciare – sbraitò mio fratello, buttandomi per terra con pochissima eleganza e sistemandosi il ciuffo corvino.
Deglutì vedendo prima Al sbiancare e poi il suo sguardo accendersi di rabbia.
Mio padre e Jay ebbero la decenza di uscire di casa, mentre mio fratello si prese un altro pacco di patatine e si mise seduto, come se fosse al cinema.
- Aly saliamo in camera tua- disse con voce imponente il diretto interessato e io mi ritrovai costretta ad obbedire..
Salimmo in camera mia e mi sedetti sul letto, in attesa di una qualsiasi sua reazione.
- E' vero che vuoi lasciarmi? - chiese, spezzando quel silenzio tremendo che era sceso tra noi.
-..Sì. Non volevo che venissi a saperlo così, ma ci ho pensato a lungo ed è meglio così – dissi con voce flebile, senza avere il coraggio di alzare il viso e incontrare il suo sguardo.
-Questo è quello che credi tu - disse brusco.
Sospirai -senti, c'è stato un periodo in cui credevo di amarti più della mia stessa vita. Ma quello non era amore, era più un affetto che riserverei ad un amico. E' stato fantastico davvero, ma non ce la faccio più a continuare questa menzogna. Ti voglio bene, ci tengo ancora a te e vorrei realmente che rimanessimo amici, anche se al momento tu mi potresti odiare. Sono cresciuta con te, sono stata bene  ..- sospirai, senza sapere bene come continuare.
-Non puoi lasciarmi – la sua voce e i suoi occhi azzurri erano così freddi, che la mia schiena fu percorsa da brividi.
-Alan... - aggrottai le sopracciglia, scongiurandolo con lo sguardo di non perdere neanche tempo a controbattere; sarebbe stato tempo perso.
-No, non mi interessa quello che pensa la tua stupida testolina – mi guardò fissò negli occhi – noi, non ci lasceremo - detto questo, prese con forza il mio polso e io di riflesso gli mollai uno schiaffo in faccia e lo allontanai da me.
- Non è il caso di finirla così - mi misi in posizione di allerta.
Cercai di concentrarmi sui suoi movimenti, lui si avvicinò minaccioso a me e mi intrappolò con il suo corpo contro l'armadio. Era in momenti come quello che avevo timore di lui. Lui era così grande, imponeva potente su di me la sua altezza, con quello sguardo gelido che mi trapassava. Se solo uno sguardo potesse uccidere...
Fortuna volle che in quel momento bussò alla porta Sam, chiedendomi se andasse tutto bene.
Max si abbassò più o meno alla mia altezza e mi sussurrò ad un orecchio – non finisce qui, bambolina-.
Poi mi diede un bacio lieve sulle labbra e se ne andò via, lasciandomi sola.


-Tutto bene, piccola?- mi chiese preoccupato mio fratello, dato che ero stata per tutto il resto del pomeriggio silenziosa e rinchiusa nel mio mondo, mentre cucinavo per quella sera.
Annuì poco convinta, ma Sam capì di non andare oltre e lasciarmi i miei spazi, quando avrei avuto bisogno di parlare o qualsiasi cosa, potevo contare su di lui.
Amavo quello del nostro rapporto, nonostante non fossimo fratelli biologici, eravamo indispensabili l'un per l'altro, eravamo una vera famiglia.
I nostri genitori ci avevano adottato quando eravamo piccolissimi, dandoci una casa e una famiglia su cui poter contare e per questo gliene saremo sempre grati.
Anche a quella che doveva essere mia madre adottiva, che ci lasciò dopo qualche anno, per scappare con un altro uomo e trasferirsi chissà in che parte del mondo, troncando così i rapporti.
Mio padre ne fu devastato, l'amava davvero. Per fortuna però c'eravamo io e Sam, anche se io avevo sei anni e lui otto, si è dovuto fare forza e andare avanti per tutti e tre.
Un anno fa incontrò Johannah per caso al supermercato, una storia davvero buffa ma romantica, degna di nota.
-Aly mi aiuteresti con la cravatta?- chiese ansioso mio padre.
Andai da lui, che era davanti lo specchio dell'entrata di casa, cercando di fare un nodo che non sembrasse un disastro. Mi posizionai davanti a lui e sciolsi quello che aveva fatto, per poi rifarlo per bene e in ordine.
Sorrisi, era agitato per quella sera. Sarebbe stata la prima cena che avremmo fatto tutti insieme, sia noi che Jay e suo figlio... come una famiglia.
-Stai tranquillo, andrà tutto bene - gli sistemai i capelli corvini con qualche sfumatura di bianco, la quale su di lui non stonava affatto anzi lo rendeva più interessante, e che portava sempre indietro con il gel, elegantemente.
-Sei sicura che a te e Sam vada bene questa situazione? Non farei niente che vi mettesse a disagio o che non vi piacesse-
-Noi siamo felici se tu lo sei e poi Jay ci piace, davvero- conclusi.
Il campanello suonò così corsi in cucina a vedere se il polpettone che avevo messo in forno fosse pronto e se non si fosse sopratutto bruciato, mentre Sam diede il benvenuto ai nostri ospiti.
Spensi il forno e rassettai il tubino grigio di seta che portavo, e andai nel salone dove c'erano Jay e Louis, il mio nuovo fratellastro. Era strano pensarlo così, nonostante l'avessi già conosciuto un paio di settimane prima e avevamo avuto da subito una certa sintonia, ancora mi suonava strano. Forse anche perchè non ci conoscevamo bene, ci eravamo incontrati solo un paio di volte in presenza dei nostri genitori e non avevamo avuto molto modo di parlare.
Louis era un ragazzo abbastanza alto, non quanto mio padre e mio fratello; aveva gli occhi di un azzurro brillante e vivace, che mi ricordarono molto quelli della mia migliore amica Rosie, al contrario dei miei che erano di un blu spento e sciatto.
I capelli erano castani e il ciuffo era leggermente disordinato, portato verso destra.
Indossava una semplice camicia azzurra e dei pantaloni neri con delle scarpe bianche.
Aveva 18 anni, come mio fratello, ma frequentava una scuola diversa dalla nostra, quindi non avevamo avuto neanche modo d'incontrarci lì.
Mi avvicinai e salutai entrambi con un abbraccio imbarazzato.
-Bene, ora possiamo mangiare? -chiese mio fratello andando da solo in sala da pranzo.
Roteai gli occhi, tra lui e Niall non sapevo chi mangiasse di più... davvero.
Si sedettero tutti a tavola e Jay mi aiutò a portare le pietanze a tavola e a servire ognuno.
La serata passò veloce, tra risate e racconti imbarazzanti, per noi figli ovviamente, ci conoscemmo tutti meglio.
-Allora ragazzi, passando alle cose serie - disse imponente mio padre, richiamando l'attenzione di tutti.
Jay sorridente gli strinse la mano e lo guardò incantata - Abbiamo parlato io e Jay e abbiamo deciso che nessuna delle nostre case sono abbastanza grandi per tutti noi. E neanche vogliamo costringervi a condividere stanze o altro. Vogliamo che ognuno di voi ragazzi abbia il proprio spazio. Quindi abbiamo intenzione di comprare una casa e trasferirci tutti là, insieme. Abbiamo cercato di non fare un cambiamento troppo drastico, infatti la casa che abbiamo visto è vicino al centro di Doncaster e non molto lontano da tutti i luoghi che siete soliti frequentare - prese una pausa.
- Per me va bene - dissi subito, certo mi sarebbe mancata questa casa, così piena di ricordi, ma non ci si deve ancorare troppo al passato, no? E poi un cambiamento ogni tanto era necessario.
-Io vengo solo se prendi una piscina, quella che ci hai sempre promesso e non hai mai comprato- sbuffò Sam.
Mio padre roteò gli occhi e sghignazzò- Sam ti ho pensato tranquillo, avremmo una vera piscina e anche molto grande. Così questa estate potrete con gli amici fare qualche festicciola... tranquilla -disse ,sottolineando l'ultima parola e fissando mio fratello, il quale era solito fare casini.
Lui di risposta si alzò e andò ad abbracciarlo , che scemo.
-Cosa stiamo aspettando? Sarà divertente- sorrise Louis.
I due piccioncini si guardarono sorridendo del fatto che tutto stesse proseguendo una meraviglia, anche meglio di quello che si aspettavano.


*Angolo autrice*
Salve a tutti!  Allora, so che questo capitolo (sopratutto la seconda parte) è un po' noioso, ma serve da 'passaggio'. Spero che comunque siate interessate alla storia e continuiate a seguirmi! Non  ho molto da dire ahahaha ci vediamo al prossimo capitolo, grazie :*
 

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