The Slayer

di _E r i s_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


~Note dell'Autrice fuori di testa che mette le note all'inizio della storia (no comment): Premetto che non sono affatto soddisfatta di questo prologo. Anzi, credo che faccia veramente schifo. Infatti, vi invito a lasciare un minuscolo commentino per confermarmi se sta storia fa seriamente vomitare o è solo una mia impressione u.u (probabilmente la prima).
Ah, una cosa importante:già da subito può essere identificato l'elemento NaruSaku, ma questa storia non continene nessuna coppia. O almeno, più che altro triangoli amorosi, ma niente romanticismo. Zero. Perciò, anche se fin da subito appagliono sia Sakura che Naruto, fan del SasuSaku/NaruHina, fatevi avanti senza timore u.u


 
The Slayer
Prologo


''L'omicida seriale è colui che commette tre o più omicidi, in tre o più località distinte, intervallati da un periodo di raffreddamento emozionale.
Questa è la definizione che meglio descrive il comportamento del Serial Killer che nell'ultimo mese ha commesso dieci omidici nel Paese del Fuoco.
Si fa chiamare "Chi", ovvero "Sangue", questo perchè sembra che si diverta a torturare le proprie vittime con armi o utensili quotidiani.
Questa settimana  ha commesso tre omicidi. I corpi delle tre vittime sono stati ritrovati nello stesso posto. L'autopsia ha identificato la presenza di colpi da tortura e stupro. Le vittime sono solo donne o ragazze mature, e, secondo le affermazioni dei medici, i tre omicidi sarebbero stati commessi con parecchi giorni di stacco l'uno dall'altro e i corpi delle vittime trasportati in un momento indefinito in un bosco, dove sono stati abbandonati.
Il Serial Killer non è stato ancora identificato, poichè nessuna sua vittima è sopravvissuta e va in giro con il viso perennemente coperto.
Il punto maggiormente colpito dai suoi atti criminali (in cui rientrano anche svariati furti) è quello intorno alla capitale del Paese, perciò si presume che voglia fare "il colpo grosso" proprio lì."

Rilessi quelle poche  frasi un altro paio di volte, prima di riporre stanca il giornale sulla scrivania.
Mi passai la mano destra sulla fronte, tentando inutilmente di eliminare le parecchie gocce di sudore dovute al nervosismo.
"Raffreddamento emozionale..." Pensai tra me e me, prima di scuotere violentemente la testa e alzarmi di scatto dalla sedia, raggiungendo con molta fatica la porta dell'ingresso.
Erano due giorni che non uscivo di casa e la voglia di prendere una boccata d'aria fresca era diventata assillante.
Aprii lentamente la porta, come per assicurarmi che nessuno fosse lì davanti ad aspettarmi, o qualcosa del genere.
Una folata fresca di vento mi accolse appena chiusi la porta dietro le mie spalle, cominciando ad incamminarmi per le vie-poco popolate, quel giorno-di Konoha.
Era sera-le nove e un quarto, più o meno-, e per strada c'era davvero poca gente.
La cosa mi mise a disagio e cominciai a camminare più lentamente, scrutando circospetta intorno a me.
Nonostante non fosse tardi, le persone si affrettavano a ritornare nelle proprie abitazioni, lasciandomi perplessa.
Deglutii quando notai di essere rimasta sola in quella strada, poichè tutta la gente si era dileguata in fretta ancor prima che potessi mettere piede fuori casa.
Presi a camminare velocemente, nonostante l'ansia opprimente all'altezza del petto mi dicesse di tornare immediatamente a casa.
Ansia che divenne realtà quando l'orribile sensazione di esser seguita raggiunse la mia mente.
Mi voltai di scatto, scrutando attentamente dietro, non notando nulla, finchè non sentii una presenza davanti a me.
Girai il capo per osservare impaurita la figura di fronte, scoprendola con un cappuccio nero e il viso coperto dall'ombra.
Un urlo sorse spontaneo e sentii una pressione sulle labbra.
Misi qualche secondo a capire che si trattava della mano della sagoma, per coprire il suono delle urla.
Egli mi prese per il braccio, tirandomi verso sè.
Tentai di divincolarmi, ma fu tutto inutile. Venni trascinata in un vicolo, fin quando non venni accostata cautamente al muro, mentre la mano che premeva sulla mia bocca tornava lungo i fianchi della figura.
-Sakura! Sei pazza?!-Udii la sua voce e ne fui tremendamente disgustata quando capii chi fosse il proprietario.
-Piuttosto, tu sei pazzo! Mi hai fatta spaventare!-Per poco non urlai nuovamente, scrutando con rabbia la zazzera bionda che poco a poco sbucava fuori dal cappuccio.
-Cagare addosso, oserei dire!-Rise Naruto, portandosi una mano a coprire la bocca, proprio come aveva fatto poco prima con me.
-Baka! Mi sembravi uno stupratore!
-Sono felice di sapere quanta fiducia riponi in me.-Sorrise ironico, provocandomi solo più nervosismo.
-E comunque, sai benissimo che a quest'ora Lui non si fa vedere.
-Non ho mica detto che pensavo fossi Lui!-Esclamai, incrociando le braccia sotto al petto.
-Bè, onestamente avrei i miei dubbi.-Ribattè Uzumaki poco convinto.
Non aveva tutti i torti, infondo...
Abbassai lo sguardo offesa, indossando un finto broncio e stringendo i pugni.
-Non è nemmeno mai venuto qui. Perchè dovrebbe? Gli interessano solo le belle donne, e il caso vuole che qui a Konoha ne siamo a corto.-Mi beffeggiò, pizzicandomi la guancia e facendomi alzare gli occhi smeraldini verso i suoi turchesi.
-Stupido...-Mormorai, mantenendo ben saldi i pugni, come fossi stata pronta a colpire qualcuno.
Sentii la sua mano caldo andarsi a poggiare sulla mia spalla, e sorpresa rialzai lo sguardo verso il suo, sorprendendomi ulteriolmente quando notai gli occhi colorati di rabbia.
-E sai benissimo che non gli permetterei mai di farti del male.-La voce seria che assunse mi fece venire la pelle d'oca e, in ansia, annuii.
La presa sulla spalla si fece più lenta, successivamente scorsi un leggero sorriso sul volto di Naruto, che bastò a rassicurarmi.
-Sicura di voler stare a casa da sola?
-Non sono una bambina!-Gonfiai le guance in manierra infantile, dimostrando il contrario di ciò che volevo far credere, provocando solo qualche risata strozzata da parte del ragazzo.
-Almeno, lascia che ti accompagni.-Si offrì gentilmente e, ancora scossa per quell'improvviso incontro, accettai.
Ci incamminammo velocemente verso il mio appartamento. Eravamo così vicini che avevo la possibilità di sentire la sua spalla scontrarsi delicatamente con la mia.
Arrivammo entro pochi minuti e, inserendo le chiavi nella serratura, entrai, rimanendo sulla soglia.
Guardai distrattamente Naruto, che sembrava perso nel suo mondo:gli occhi fissi al cielo e lo sguardo perso, vago.
-Vuoi entrare?-Chiesi poco dopo, facendolo risvegliare da quel breve stato di trance e sorgere un sorriso solare sul viso.
Era un chiaro sì.
Mi feci da parte così da poterlo fare entrare, e una volta che fummo dentro, ci sedemmo sul divano posto nel salotto.
Così, per chiaccherare un po'.
Si guadrò intorno, prima di posare lo sguardo su una determinata direzione.
Seguii la rotta dei suoi occhi, per poi arrivare al giornale, sulla scrivania.
Lo guardai curiosa mentre si alzò, per poi raggiungere il tavolo e afferrare con irruenza quei pochi fogli di carta.
Si risedette sul divano, scrutando attentamente le notizie, prima di sfogliare un po' di pagine e fermarsi su un determinato articolo, leggendolo.
-Cosa leggi?-Chiesi con finta curiosità, avvicinandomi a lui.
Lui mi porse il giornale, che afferrai.
La sensazione di ansia che sentii poco prima ritornò ad artigliarmi lo stomaco quando notai quel titolo: Tre omicidi. Il killer ancora in circolazione.
-Bastardo...-Udii Naruto sussurrarlo con disprezzo e io non potei fare a meno di deglutire, abbassando lo sguardo a rileggere l'articolo.
Il punto maggiormente colpito dai suoi atti criminali (in cui rientrano anche svariati furti) è quello intorno alla capitale del Paese, perciò si presume che voglia fare "il colpo grosso" proprio lì.
Non riuscii a leggere altro, poichè Naruto mi strappò dalle mani il giornale, guardandomi torvo.
-Non leggere altre cazzate.-Ringhiò, gettando il quotidiano sulla scrivania, in maniera brusca.
Lo guardai perplessa, prima di sospirare e abbassare o sguardo.
-Credi che abbia intenzione di uccidere Tsunade-sama?-Azzardai insicura, ricevendo in risposta solo un ghigno.
-Se quel bastardo prova solo ad avvicinarsi a te o a Nonna Tsunade o a chiunque altra ragazza di questo villaggio, giuro che lo ammazzo con le mie mani.-Affermò beffardo.
Sorrise in maniera rassicurante, infondendomi il coraggio che in quel momento mi mancava.
Stava per scoppiare la Quarta Grande Guerra, ci mancava solo un Serial killer!
Sentivo la nausea solo a pensarci.
Era ovvio che sarebbe arrivato a Konoha. La sua meta era sempre stata Konoha.
L'unica cosa di cui, in quel momento, non ero a conoscenza, era che Lui era già lì.
Ed era più vicino di quanto pensassi.



 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


~Note Furuta Yaoista Autrice:Salve a tutti, raga! Oggi torno con il secondo capitolo di questa minilong (si, perchè durerà davvero poco)! Premetto che alla fine, per smorzare un po' l'aria deprimente della storia, ho inserito una piccola piccolissima scena comica, solo, come detto, per alleggerire.
Bè, spero che il capitolo sia di vostro gradimento e, se volete, lasciate anche una piccola recensione, anche un "fa schifo" va bene!
Di certo non nuocerà alla sottoscritta, eh u.u
Allora, ci vediamo nelle recensioni (dubito che ce ne saranno, sigh)! ^^
Naru-chan
Ps. Il prologo è di sicuro più lungo, ma la mia fantasia è andata a farsi fott...ehm...benedire! ^^"

 

Pov. Generale


Casa Hyuga. Ore 19:36.
Avanzò decisa lungo il corridoio, diretta verso la propria camera.
L'ansia le stringeva lo stomaco, ma il suo subconscio le imponeva di restare calma.
Aprì cauta la porta, come se avesse avuto paura di ciò che poteva esserci dentro la stanza.
Lanciò un sospiro di sollievo quando notò di essere completamente sola.
Era da un paio di giorni che cadeva preda del malumore e quella storia che raccontavano continuamente sui giornali non aiutava di certo la povera Hinata a sorridere.
"Tre vittime in una settimana. Dieci in un mese", le pagine raccontavano solo questo.
Chiuse gli occhi scuotendo la testa. Non era il momento di pensarci.
Si lasciò cadere sul letto, poggiando delicatamente la testa al cuscino, quando sentì qualcosa di cartaceo sotto l'avambraccio.
Sgranò gli occhi sorpresa e si mise a sedere, notando con preoccupazione il foglietto che giaceva abbandonato sul letto.
"Sarà stata di sicuro Hanabi." Pensò la giovane, prendendo tra le mani il pezzetto di carta.
Lo scrutò attentamente, prima di osservare l'altra facciata e, inorridita, lesse le poche parole scritte.
"Sei la prossima." Erano scritte di rosso, rosso sangue. La nausea la colse alla sprovvista e si sentì preda di un capogiro. Il terrore si manifestò sotto forma di lacrime, che prontamente ricacciò indietro socchiudendo gli occhi.
Si alzò di scatto dal letto e uscì velocemente dalla camera, raggiungendo il piano inferiore, dove Neji era preso da una conversazione con una domestica.
-Neji Nii-san.-Mormorò la giovane Hinata per richiamarlo.
Egli, sentendosi chiamare si voltò e sorrise timidamente alla ragazza. Il suo sguardo divenne serio quando notò gli occhi perlacei della ragazza appannati da copiose lacrime.
-Neji Nee-san...-Ripetè lei, come una muta richiesta di aiuto.
Il suddetto voltò i tacchi e appena si ritrovò ad un metro di distanza dalla cugina si bloccò.
-Si, Hinata-san?-Mormorò poco dopo lui, preoccupato.
-Se Naruto ti ha rifiutata ci penso io.-Asserì poco dopo, protettivo come al solito. A Neji il fatto che Naruto non si accorgesse di Hinata dava sui nervi, ma sapere che c'era la possiblità che la sua innocente cugina finisse tra le mani di quello sconsiderato, lo faceva sentire ancora peggio.
-No, no. Naruto-kun non c'entra affatto.-Rispose poco dopo con un filo di sollievo nella voce-sapere che suo cugino era sempre pronto a proteggerla, la faceva sentire al sicuro-porgendogli cauta il biglietto.
Il maggiore lo prese dalle mani della ragazza, osservando perplesso prima il foglio e poi indagatorio lei.
-Che sarebbe?
-N-non lo so...E' per questo che sono venuta da Te...-Spiegò poco dopo la ragazza, assumendo un leggero colorito porpora.
-"Sei la prossima".-Lesse a voce alta con tono interrogativo il castano. -Sembra quasi una minaccia.
-E' quello che temo...-Mormorò poco dopo Hinata, cercando, però, di apparire sicura.
-Bè, se è uno scherzo è di pessimo gusto, perciò sarebbe meglio parlarne a Tsunade-sama.
-A-adesso?
-Certo, se nò quando?-Domandò retorico il ragazzo dagli occhi color perla, dirigendosi a grandi falcate verso il portone che delimitava casa Hyuga.
La ragazza lo seguì cauta, osservando titubante il cugino infilare in tasca il biglietto.
Incominciarono ad incamminarsi verso il palazzo dell'Hokage e in meno di una manciata di minuti furono lì, esattamente dentro all'ufficio della donna.
-Poco fa, abbiamo trovato questo.-Sibilò Neji preoccupato, porgendo il pezzo di carta a Tsunade, che lo esaminò con attenzione.
-Abbiamo ricevuto informazioni riguardo ad un assassino, di sicuro lo conoscerete anche voi, quel tipo che si fa chiamare "Chi".-Sibilò la donna, sospirando.
-Si.-Rispose solamente il ragazzo.
-Sembra che avvisi le sue vittime, prima di ucciderle.-Continuò dopo poco Shizune, sempre in compagnia del fedele maialino.
-In che senso?-Chiese dopo, con uno sforzo immenso, la ragazza dai lunghi capelli color della notte.
-Sembra che le avvisi scrivendo questo genere di biglietti. E il giorno dopo le uccide.
Il cuore di Hinata sembrò bloccarsi in quel preciso istante, saltandole in gola.
Il respiro si mozzò e il senso di ansia provato poco prima le pervase il corpo, cominciando a farla tremare, azione che saltò subito all'occhio del cugino.
-Ehi, sta calma.-Le carezzò delicatamente la nuca per tranquillizarla, prima di posare nuovamente lo sguardo di perla sulla donna bionda.
-Crede che questo sia un avvertimento?-Chiese Neji, cominciando ad innervosirsi a causa della tranquillità della bionda.
Un serial killer stava minacciando la sua adorata cugina e l'Hokage mostrava tanta tranquillità? E' fuori di testa!
L'ultima frase balenava spesso nella testa del moro, che cercò di ignorare i propri pensieri, concentrandosi sulla voce della donna.
-E' possibile. Hinata, preferirei che tu non dormissi da sola. Anzi, preferisco che tu non ti addormentassi proprio. Ho bisogno di più guardie per tenerti d'occhio, stanotte. Non sappiamo cosa potrebbe accadere.
-Q-quindi quel tizio vuole uccidermi?-Balbettò Hinata, interrompendo l'Hokage.
-Che senso ha u-uccidere una come m-me?
-Hinata, tu fai parte di uno dei clan più famosi del'intero paese, come eri stata presa di mira da bambina, probabilmente l'azione si sta ripetendo anche ora.-Le spiegò cauta Shizune, di fianco a Tsunade.
-Ma, ti prego, sta calma. Non ti succederà nulla. Figurati se Neji si fa mettere i piedi in testa da uno stupido omicida. E figurati il resto dei ninja di questo villaggio.
-M-ma se non ce la facessero a fermarlo?
-Tranquilla. Non accadrà niente di niente. Vuole intimidirci.

Casa Haruno. Ore 21:14.
Sakura si stiracchiò, grattandosi la nuca sovrappensiero.
Anche quel giorno, i suoi genitori erano fuori per lavoro.
Si alzò dal divano e raggiunse la finestra, osservando la via che si intravedeva da essa. Non c'era anima viva.
Deglutì e scosse la testa. Si trascinò nuovamente verso il divano, sedendosi di nuovo e stringendosi al petto un cuscino possessivamente.
"Che stupida. Continuo a preoccuparmi nonostante Naruto mi abbia tranquilizzata. Sei proprio stupida, Sakura!" Pensò tra sè e sè la giovane, non badando al fatto che qualcuno stesse insistentemente bussando alla sua porta.
Lasciò passare qualche minuto, aspettando che colui che battesse le nocche sulla porta si stancasse.
Ma i colpi continuarono e la ragazza cominciò ad innervosirsi. Si alzò titubante, ma decisa allo stesso tempo.
Poggiò l'orecchio alla porta per sentire la presunta voce del presunto ospite.
L'ansia scomparì dalla sua mente quando pensò:"Quale killer è così scemo da bussare alla porta della vittima? Se fosse un assassino, nemmeno Naruto lo farebbe!".
Aprì di scatto la porta, ritrovandosi davanti la figura di un Kiba affannato, con le mani appoggiate alle ginocchia per riprendere fiato.
-Sto bussando da dieci minuti!-Le ringhiò poco dopo l'Inuzuka, asciugando con un gesto secco della mano il sudore sulla fronta.
-Bè, scusa se uno comincia a bussare come un forsennato alla mia porta mentre sono in un momento di seria crisi.
-Hai il ciclo?
-Vaffanculo.-Fece per chiudergli la porta in faccia, ma il ragazzo mise il piede in mezzo così da riuscire a bloccarla.
-E' importante!-Esclamò poco dopo lui, spingendo verso l'interno la porta, così da avere la visuale completa dell'Haruno.
-Allora?-Chiese lei impaziente. Non aveva proprio voglia di parlare.
-A Hinata è arrivato un biglietto.-Mormorò poco dopo lui, facendo ridacchiare la rosa.
-Le hai dichiarato il tuo amore?
-Ma taci! Ti volevo solo avvertirti che è stata minacciata!-Sbuffò serio, facendo sobbalzare la rosata, che boccheggiò per qualche secondo.
-I-in che senso minacciata?-Aveva una tremenda paura della risposta.
-Quel killer le ha scritto che sarà la prossima vittima.-Ringhiò Inuzuka, stringendo impotente i pugni, tanto da far sbiancare le nocche.
-Che...che significa?-Mormorò più a sè stessa la giovane, poggiando la mano destra sul proprio petto come per ascoltare il battito furioso del suo cuore che andava di secondo in secondo accellerando.
-Abbiamo avuto l'ordine di proteggerla. E, siccome l'Hokage crede che sia giusto, vuole che tutte le ragazze non dormano sole, perciò...
-E perchè tu non sei andato da Hinata?-Lo interruppe Sakura, una delle poche a conoscenza dell'ormai evidente cotta storica di Kiba per la Hyuga.
Lui sembrò irritarsi, e arricciò infastidito il naso.
-Ha preferito che fosse Naruto, a star con lei stanotte...
-Oh.-Fu la risposta secca della ragazza, che comprese lo stato d'animo dell'amico.
-Bè, allora, entra.-Si fece da parte così da far entrare il ragazzo.
Egli eseguì l'ordine, facendosi largo nel salotto ben addobbato di luci bianche molto basse.
-Vado un attimo in bagno...-Mormorò Sakura, scomparendo dalla visuale del cane-ninja.
Nemmeno una manciata di secondi, che il silenzio creatosi in quella casa venne spezzato da un urlo.
Kiba sobbalzò e si precipitò verso il corridoio  che portava al wc.
L'ansia gli attaccò lo stomaco e un conato di vomito la gola, mentre spalancava la porta del bagno, per poi ritrovare Sakura in piedi sul gabinetto che indicava un punto indefinito a terra.
-Sei pazza?-Chiese retorico.
-E' uno scarafaggio! Uccidilo!
"Si prospetta una notte molto, molto lunga..." Pensò tra sè e sè il giovane, alzando gli occhi color pece al cielo.

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Note dell'autrice:Ciao a tutti! Eccomi con il terzo capitolo di sto schifo! ^^
Non sarà bello, nè interessante, nè lungo, ma...subite! *mad mod:on*
Non mi sta per niente soddisfacendo, tutt'altro. Bè, spero che almeno a voi piaccia! Come detto, accetto qualunque tipo di critica, e vorrei avvertire che l'aggiornamento è irregolare, così, per precisarlo.
Escluso questo...nulla. Buona lettura!
Ps. L'ho scritta di fretta, perdonate eventuali errori!


Pov. generale

Casa Nara. Ore 17:14.

"C'era una volta un bosco buio e da cui sono sempre provenuti rumori spettrali.
C'è chi affermava che lì ci fossero i fantasmi, chi diceva che lì c'era stata una guerra e ora i cadaveri avevano preso vita e infine chi diceva che quei rumori erano solamente generati dal vento.
La folta chioma degli alberi non permetteva alcuna visuale dall'interno del bosco, non un raggio di luce superava le foglie scure.
Non un'anima viva si avventurava lì, non un'anima viva vi risiedeva.
Esisteva da tanto, quel bosco, così come i suoi rumori:non versi di animali, non rami che si infrangevano contro il suolo. Urla.
Una volta, accanto quel bosco esisteva un piccolo villaggio. Gli abitanti temevano quella foresta, ma, un giorno, un bambino decise di porre fine a quel terrore, e, senza preavviso, si addentrò ne bosco.
Egli aveva i capelli rossi, il colore del male, e per farsi accettare aveva deciso di divenire l'eroe del villaggio.
I genitori, gli amici e i semplici conoscenti lo cercarono giorno e notte, senza mai smettere.
Perlustrarono i confini del villaggio, ma nessuno osò pestare il terreno rosso del bosco.
Il bambino non fece più ritorno, fin quando, un giorno di pioggia, un'ombra scura si fece largo tra i rami degli alberi, raggiungendo quella che ormai era diventata una piccola città indipendente.
Gli occhi rossi vagavano smarriti alla ricerca di qualcuno, ma nessuno riconobbe la figura del bambino, in quell'ombra.
Come riconoscere in un'ombra un bambino così innocente?
Si sentiva dire che, all'interno della foresta, vivessero delle bestie, queste rubavano il volto di coloro che entravano nel bosco per indossarlo e tornare umani.
Infatti, quelle bestie erano state umane, e avevano perso il volto a causa di altre bestie e così via.
Il volto del bambino era stato brutalmente strappato, e lui tentava disperatamente di trovarne uno nuovo, ma nessuno somigliava a lui. Lui era l'unico ad aver il colore del male addosso.
Gli abitanti scapparono, ma il rancora del giovane si trasformò in violenza e seminò panico per tutto la città, nemmeno una persona ne uscì viva.
Da quel giorno, la bestia senza viso si rintanò nel bosco buio.
Si diceva che da quando erano apparse quelle belve, il bosco non aveva mai fine. Era lì, sui resti del villaggio, eppure allo stesso tempo no.
Poteva essere evidente, o essere invisibile all'occhio umano.
Un giorno, il bambino divenuto bestia, non sopportando più la solitudine dovuta al suo aspetto, uscì allo scoperto e si dice che ancora oggi stia vagando alla ricerca del proprio volto."
-Per essere una storia per bambini, è inquietante.-Sibilò Shikamaru, sfogliando con poca energia il libro che Ino gli aveva messo in mano.
-Infatti. L'autore non doveva essere un tipo molto felice.-Commentò Choji, assaggiando una delle patatine all'interno del pacchetto.
-Peccato che il nome dell'autore non sia nemmeno scritto.-Puntualizzò il corvino, emettendo un sospiro seccato.
-Altra cosa inquietante.-Osservò Ino, sporgendosi per leggere qualche altra riga.
-Ricordatemi una cosa:perchè lo stiamo leggendo?-Choji si voltò a guardare interrogativo i suoi due compagni, che sedevano sul divano di casa Nara.
-Sto aiutando l'Hokage con questa storia del Killer e ha detto che in biblioteca ci potrebbe essere qualcosa di utile, ma questo è il meglio che ho trovato.-Sentenziò Shikamaru seccato.
-Una fiaba per bambini?
-Non può essere una fiaba. Deve esserci qualcosa dietro a questo scritto. Quale scrittore concluderebbe una storia così?-Alzò la voce Ino, per farsi udire.
-Hai ragione, dà qua.-Bofonchiò Nara, riprendendo il libro dal tavolino dove l'aveva poggiato.
Sfogliò qualche pagina, prima di bloccarsi su una in particolare.
C'era una pagina che era stata strappata a metà ed era parecchio rovinata-avendo molti anni, il libro-, ma i caratteri erano comunque leggibili.
-E' una filastrocca.-Mormorò incerto il moro, attirando l'attenzione degli altri due, che gli si avvicinarono.
-A me non pare proprio una filastrocca.-Sussurrò la bionda, leggendo i primi versi.
A quel punto, cominciò a leggere a voce alta.
-"Si aggira per i boschi e nelle città,
Negli occhi color del male non si legge pietà,
Nel cuore di pietra porta il volto rubato,
Porta la morte con sè come qualcosa di scontato,
Pronuncia inerme queste parole:
'Tutti morirete sotto mio comando,
Finchè il mio volto non troverò, andrò allo sbando'
E continua ad uccidere e a portar mala sorte,
E quando ti troverà, ti aspetterà la morte."
Mi spiegate che cazzo di filastrocca è?!-Esclamò infine la ragazza dagli occhi color cielo, stringendo la gonnia viola.
-Inquietante.-Ripetè terrorrizato il castano paffuto, deglutendo rumorosamente.
-Cosa dovrebbe c'entrare questo con un serial killer?-Diede voce ai suoi pensieri Nara, grattandosi il mento confuso.
-Bè, magari il ragazzino dai capelli rossi e il killer sono collegati, no?-Propone come ipotesi Ino, venendo però subito sminuita da Shikamaru.
-Quel ragazzino non esiste. Non possono essere collegati. E' solo frutto della fantasia, questo.-Rispose secco, indicando il libro con sguardo serio.
-Capisco, ma...-Mormorò incerta la bionda-Chi te lo assicura che quella è solo fantasia?


Casa Hyuga. Ore 19:58.

-Hinata-sama...-Un mormorio attirò l'attenzione della giovane futura capoclan che si voltò di scatto verso un membro della famiglia.
-La sua vita è in pericolo.
-Lo so.-Rispose, cercando di mantenere un certo autocontrollo.
-Faccia attenzione, stanotte.
-Grazie.
Poco dopo la ragazza si diresse a letto per poter riposare qualche minuto, ma appena arrivò di fronte alla sua camera, si bloccò.
Voltò perplessa lo sguardo verso Hanabi, che era alle sue spalle, e le porgeva qualcosa.
Si voltò definitivamente osservando la sorella minore.
-Che cos'è?
-Nee-san mi aveva chiesto di dargli una mano a pulire la tua camera. Ho trovato questo.-Spiegò la bambina, indicando il foglietto che teneva tra le mani.
-C-cosa c'è scritto?-Mormorò stringendo la camicia da notte che indossava.
La bambina dagli occhi color perla abbassò lo sguardo e cominciò a leggere:-"Se credi di potermi scappare, stai facendo un grosso errore. Per quanto mi riguarda, potrei essere il tuo amico migliore." Che significa?
Un senso opprimente di nausea colse la giovane ragazza che a passi lenti ma decisi raggiunse il cugino, in un'altra camera.
-Nee-san...-Mormorò, sentendo le lacrime pungergli gli occhi.
Il ragazzo si alzò di scatto dal letto e la raggiunse guardandola perplesso.
-Hinata-san, cosa è successo?-Sussurrò, prima che la ragazza cominciasse definitivamente a piangere.
-Hanabi, cosa...?-Non finì la frase, che la bimba interpellata gli passò svelta il biglietto con uno sguardo fin troppo serio per una della sua età.
-Che diamine è questo, adesso?-Ringhiò il giovane, stringendo tra le mani la carta.
-Che bastardo...
-Chi è?-Lo interruppe Hanabi, con sguardo serio.
-Nee-san, chi ha scritto quel biglietto?-Continuò poi, ignorando il fatto che la sorella maggiore fosse in lacrime.
-Non lo so.-Mormorò poco dopo lui, stringendo tra le braccia la cugina.


Casa Haruno. Ore 22:37.

-Ehi, sei sicura di voler stare da sola?
-Certo, e poi hai sentito bene gli ordini dell'Hokage:dovete proteggere Hinata.
Kiba le sorrise incerto e si issò sui gomiti, alzandosi dal divano.
-Ok, ma se hai paura a stare sola chiama qualcuno.
-Lo farò.-Gli sorrise rassicurante Sakura, anche se, in cuor suo, sperava vivamente che il castano non la lasciasse sola.
Lui si avvicinò alla porta di casa e la spalancò, per poi girarsi verso la rosa e sorriderle:-Allora, a domani.
-Si.-Rispose semplicemente la rosata, ricambiando perplessa il sorriso. La porta sbattè e lei rimase sola dentro quelle quattro mura.
Sospirò e afferrò una foto sul tavolo:raffigurava lei e Naruto, poco dopo che era tornato dal suo viaggio con Jiraya.
Osservò intensamente la figura del biondo, prima  di scuotere la testa e riposarla sul tavolo.
Rimase immobile fin quando qualcuno non bussò alla porta, e la ragazza si precipitò lì per osservare dallo spioncino.
La figura del biondo le apparse davanti e lei ricambiò uno sguardo perplesso, quando spalancò la porta.
-Naruto, non dovresti essere da Hinata?
-Nah, possono fare senza di me.-Ghignò, lasciandola con ancor più interrogativi.
-Ma gli ordini di Tsunade-sama sono stati chiari...
-Lascia perdere quella vecchia.-Sussurrò ed entrò nella casa, chiudendosi la porta dietro le spalle.
Sakura lo osservò con fare indagatorio e lui, notando lo sguardo perplesso della ragazza, le sorrise solare.
-Cosa c'è, Sakura-chan? Non ti fidi più di me?-Chiese, mutando espressione in un broncio.
Lei sorrise dolcemente, notando il labbro inferiore tremolante del biondo.
-Ti ho già detto che lo ammazzo quel bastardo, se prova a torcerti un capello.-Sentenziò, avvicinandosi pericolosamentee alla ragazza.
-Infatti, con te mi sento al sicuro.-Mormorò lei, sorridendo contro il suo petto, ricambiando quell'abbraccio.
-Non ho da temere con te.-Continuò la rosa, stringendosi di più al ragazzo, ma non ottenne risposta.
Così alzò lo sguardo per poi notare quella strana luce negli occhi turchesi del biondo.
-Naruto, va tutto ben-?
-Sai, Sakura-chan...-La interruppe, allontanandola da sè il necessario per guardarla negli occhi.
-A volte mi chiedo come tu possa essere così ingenua.
Poi fu solo il buio.

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


Note Autrice:Ehi, ciao a tutti! Ringrazio tantissimo tutti coloro che hanno recensito gli scorsi capitoli! Comunque, ecco il quarto capitolo di questa storia che sta prendendo unapiega dversa da quello che programmavo. Oddio, so come finirla, però l'ho trasformata in un qualcosa di sovrannaturale con tutta quella storia del viso strappato e blablabla-che in teoria non doveva esserci-.
Bè, pazienza. Spero che questo capitolo sia di vostro gradimento. Ditemi se c'è bisogno del rating rosso, ma ne dubito, perchè:1) non ci saranno scene particolarmente violente, o almeno non da rosso.
2) non sono brava a descrivere questo tipo di scene, ma comunque...a voi la lettura!
Ps. le scene..."violente", cominceranno nel prossimo capitolo, poichè questo è solo d'introduzione alla storia "drammatica".
Pps.Siccome capisco di aver scritto un capitolo davvero incasinato, per chiarimenti, ho deciso di scrivere infondo delle note, così che magari alcuni dubbi siano chiariti.
E ora, buona lettura! Definitivamente.

 

Pov. Generale.
 

Ufficio dell'Hokage. Ore 09:13.

-Era tutto apposto quando me ne sono andato!-Ribattè in un ringhio Kiba, lanciando un'occhiata furiosa all'Hokage, che si portò la mano alla fronte.
-Cosa dobbiamo far-?-Tentò di chiedere Shikamaru, ma venne interrotto da Lee che fece irruzione nella camera, spalancando con irruenza la porta.
-Cosa diamine è successo?!-Per poco non urlò, in preda all'ansia.
-Quel bastardo ci ha presi in giro:non voleva uccidere Hinata-san.-Spiegò Neji, non nascondendo l'irritazione nella voce.
Lee voltò lo sguardo verso i componenti del Team 10, che stavano in disparte.
Shikamaru teneva una mano sulla spalla di Ino, mentre Choji imitava la sua azione. La bionda era tra i due con il viso coperto dalle mani, mentre singhiozzava in lacrime.
-Chi è stato preso?-Mormorò perplesso Lee, guardandosi circospetto intorno.
Nell'ufficio c'erano, come detto, il Team 10, il Team 9-lui era l'ultimo arrivato dei tre-, il Team 8-ad esclusione di Hinata, che non se l'era sentita di uscire da casa-, e la maggior parte dei Jonin incaricati delle squadre sopracitate.
-Allora?!-Continuò io ragazzo in tuta verde, non ricevendo alcuna risposta.
-Sakura.-Mormorò, allora, poco dopo Kakashi, che stava di fianco a Tsunade con lo sguardo basso.
Nella stanza calò il silenzio, interrotto solo dai singhiozzi di Ino che sembravano non voler terminare.
-Dov'è Naruto?-Chiese poco dopo Shikamaru, scuotendo la testa come per guardarsi intorno.
Kiba alzò le spalle e strinse i pugni impotente.
-Ieri sera, che io sappia, era andato a casa di Sakura, ma stamattina non c'era nessuno dei due. Ho anche provato a controllare a casa sua, ma non c'è.-Spiegò poco dopo l'Inuzuka.
-Ma come possiamo essere sicuri che l'abbia presa? Magari è in missione...-Mormorò affranto l'allievo di Gai, ancora colpito da quella notizia improvvisa.
-C'era questo, in camera di Sakura.-Annunciò Tsunade, prendendo tra le mani un biglietto.
-Ne ho abbastanza di quei cosi.-Ringhiò Neji, stringendo i pugni fino a far sbiancare le nocche.
-C'è scritto:"Ormai la sua ora è arrivata, finalmente potrò avere la vendetta tanto bramata."-Continuò Shizune per la sua superiore, con una nota di preoccupazione nella voce.
-Ma che diavolo c'entra Sakura con la sua vendetta?
-Io nemmeno sapevo che stesse attuando una vendetta!-Esclamarono in coro prima Shikamaru e poi Choji, facendo ragionare i presenti.
-Infondo, non ha mai accennato ad una vendetta, nei foglietti. E comunque, forse è rivolta in generale al clan Haruno, visto che Sakura non avrebbe motivo di fare torto ad un serial killer, no?-Mormorò incerta Ino, che finalmente aveva asciugato le lacrime-o meglio, non aveva nemmeno più la forza di piangere-.
-E' un'ipotesi, ma adesso non è importante. L'essenziale è trovare Sakura e mettere fine agli atti criminali di quell'uomo. Anche a costo di ucciderlo.

 

Pov. Sakura.


Luogo indefinito. Ora indefinita.

Aprii titubante gli occhi e una dolorosa fitta mi colpì il petto. Trattenni il fiato per una manciata di secondi, prima di alzare lentamente il capo per capire in che posto mi trovassi.
Mi guardai attentamente attorno, pur non riuscendo a tenere gli occhi totalmente aperti a causa delle palpebre troppo pesanti.
Era una stanza buia, solo quattro mura grige e nemmeno una finestra.
La schiena, in quel momento poggiata al muro ruvido, mi doleva e tentai di muovermi, ma mi accorsi con disgusto che i polsi erano tenuti legati da due catene, più o meno all'altezza della mia testa.
Trattenni anche allora il fiato, cercando di formulare un pensiero logico.
L'ultima cosa che ricordavo era Naruto che mi abbracciava, poi nient'altro.
Deglutì e cominciai a respirare velocemente in ansia. Il mio cuore aveva preso a martellare nel petto dal terrore e solo in quel momento mi accorsi del sapore che sentivo in bocca:sangue.
E solo in quel momento cominciai a sentire un terribile dolore alla guancia destra e il presentimento che fosse proprio da lì che uscisse sangue mi colpì.
Voltai lentamente il capo, accorgendomi che alla mia sinistra c'era una porta.
Ormai il dolore al viso e ai polsi stretti dal ferro era diventato insopportabile e cominciai a prendere respiri profondi.
"E' solo un incubo. E' solo un incubo." Ripetevo mentalmente, cercando di convincermi che quel dolore che sentivo di continuo fosse solo frutto della mia immaginazione.
"Non può essere vero, non può essere vero."Continuai così per un tempo indefinito, portando le ginocchia al petto, e notai che anche quelle erano bagnate di sangue.
Mi venne la nausea. Il sangue non mi aveva mai fatto impressione, ero un medico. Lo vedevo tutti i giorni. Ma in quella situazione, non riuscii a trattenere l'ansia e i conati di vomito che diventavano sempre più insistenti.
Ad un certo punto, sentì un rumore familiare, come quello di una serratura che scatta, e inorridita mi voltai a guardare la porta di fianco che lentamente si apriva.
Il tremolio che accolse il mio corpo sarebbe stati evidente anche ad un ceco, e cominciai a respirare quasi fossi affannata e stanca, col fiatone.
Il terrore mi assalì violentemente più di mille lame affilate, quando notai la figura scura, con il viso coperto, avvicinarsi a me.
Gli occhi si inumidirono quasi involontariamente di lacrime, e i ricordi tornarono dolorosi.
"A volte mi chiedo come tu possa essere così ingenua."
Spalancai gli occhi imperlati di lacrime e boccheggiai a vuoto, fissando disgustata la figura che mi si presentava davanti.
-Sei caduta nella mia trappola, Sakura-chan.-Ghignò la figura, quella voce calda non gli si addiceva proprio.
-Chi cazzo sei?-Ringhiai, tentando di apparire decisa, ma la mia voce era incrinata.
-Come? Sai bene chi sono.-Rispose a tono con la sua voce calda.
-Non dire altre stronzate! Chi diamine sei?!-Quasi urlai in preda al panico. Vidi la figura sospirare e scuotere la testa.
Era inginocchiata di fronte a me, si alzò in piedi e si levò il cappuccio, mostrando i due grandi occhi azzurri.
-Smettila di mentire! Chi sei...?-Mormorai sempre più in ansia.
-Te lo devo, sei astuta. Ma ti sei lasciata ingannare sin dall'inizio.-La voce era cambiata ed era diventata bassa e roca, spettrale.
Quella che pareva essere la sua figura, accostò le mani nella posizione che sembrava essere quella di una tecnica.
-Rilascio.-Mormorò. A quella parola, del fumo comparve di colpo nella piccola stanza e io mi ritrovai inerme a tossire, chiudendo gli occhi.
Quando li riaprii, la figura di Naruto era scomparsa, e al suo posto c'era un uomo dagli occhi rosso sangue.
Egli ghignò, abbassandosi alla mia altezza e afferrandomi la mascella, facendomi gemere di dolore.
-Credevi che il tuo principe sarebbe seriamente stato in grado di salvarti? Illusa.-Strinse la presa e io gemetti ancora, disgustata da quell'uomo.
-Però hai capito subito che era solo una banale tecnica della trasformazione. Sei sveglia, Haruno.
-Come diavolo fai a sapere chi sono?-Gli ringhiai contro, ma la mia voce risultò nuovamente incrinata. In quell'istante comincia a maledire me stessa di non riuscire ad essere coraggiosa. Avevo rischiato più volte la vita, e proprio in quel momento dovevo provare una paura folle.
Il mio flusso di pensieri fu interrotto dalla voce dell'uomo, che mi guardò dall'alto in basso, ghignando.
-Tu credi che io scelga a caso le mie vittime? Io ho sempre un motivo per uccidere, Sakura.-Ringhiò qualche secondo dopo, perdendo l'espressione beffarda di poco prima e assumendone una furiosa.
E, anche se in quel momento provavo solo orrore per quell'uomo, riuscì a leggere una nota di dolore, guardandolo negli occhi.
-Che ne hai fatto di Naruto?
-L'ho messo a tacere per un po'.-Rispose con finta calma. Il cambiamento morale di quell'uomo mi dava i brividi e deglutii, cercando di farmi forza.
-Perchè sono qui?-Mormorai, stringendo i pugni. La figura rise sguaiatamente.
-Vedi questi occhi?-Sussurrò poco dopo, alludendo al color rosso sangue delle sue iridi.
-Non erano così, sai. E' stata colpa delle belve.-Continuò poco dopo, lasciandomi interdetta.
-Belve? Quali belve?
-Prima di fare domande, credo di doverti raccontare una storia.-Esalò l'uomo dagli occhi color sangue, con sguardo vacuo.
-C'era una volta, un bambino dai grandi occhi verdi. Era un tipo chiuso, solitario e veniva considerato un poco di buono. Un giorno, volle porre fine alla sua solitudine e si avventurò in un'oscurià troppo per grande per lui. Non fece più ritorno, ma era vivo e i suoi occhi si dipinsero del colore dell'Inferno.
Non compresi quelle parole, e non ebbi il tempo di parlare che l'uomo continuò.
-Un giorno quaunque, decise di tornare a casa, ma nessuno lo riconobbe, poichè quegli occhi non erano suoi, il viso non era suo. Perciò lo rifiutarono.
Rimasi in religioso silenzio non comprendendo dove volesse andare a parare. Lo guardai interrogativa, ma con una nota di terrore negli occhi.
-A quel punto, fece un vero e proprio genocidio e scoprì di avere un'innata passione per la morte. Sapeva che questa era l'unica soluzione alla sua solitudine. Se avesse ucciso molte persone, coloro che erano cari alle sue vittime avrebbero capito la sua oppressione e lo avrebbero accettato. Ma sbagliò i calcoli.
Rimasi interdetta e cominciai, man mano che continuava a parlare, a spaventarmi, e trattenni il respiro quando lo vidi estrarre lentamente una lama dalla tasca del cappotto nero che indossava.
-Le persone lo odiarono ancora di più, e anche se provò a spiegare le sue ragioni, aggiungendo il fatto che lui fosse il bimbo dai grandi occhi verdi, nessuno fu d'accordo con lui.-Un sorriso maniacale si dipinse sul suo volto, mentre avvicinava il coltello alla mia mandibola. Il terrore mi assalì nuovamente e tentai di scansarmi, ma con le mani legate non riuscivo a muovere il resto del corpo.
-E da quel giorno, lui volle vendetta. E ancora oggi la sta cercando, cercando i suoi occhi.-Continuò imperterrito, facendo scivolare la lama con una lentezza esasperante lì, sulla guancia dove ero già ferita.
Cacciai istantaneamente un urlo, ma peccato che nessuno poteva sentirmi.

 


Note facoltative (anche se ormai è piuttosto chiaro il finale-ahimè-, se volete arrivarci da soli alla soluzione, non leggete le note. Oddio, potete anche leggerle, ma direi che spoilerano un po' tutto il finale, perciò...vi sconsiglio vivamente di leggerle, ma se siete coraggiosi, fate pure):La storia che l'uomo va raccontando è collegata al racconto dello scorso capitolo, anzi, è quello. Infatti, quando Shikamaru e co leggono la storia, si accenna all'ombra dagli occhi rossi, e l'uomo afferma che gli occhi del bambino si erano dipinti del colore dell'inferno, ovvero il rosso. In poche parole, la storia è la stessa.
Per quanto riguarda la vendetta, verrà approfondito nel prossimo capitolo.

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


Note Autrice:Ebbene si! Sono così disperata e ho così tanta fretta di finire questa long e  una raccolta (in tutto ho tre storie in corso...Help me 0_0) che sto aggiornando la seconda volta in un giorno!
Ok, forse in questo capitolo ho leggermente esagerato...Comunque, direi che l'identità dell'assassino è quasi chiara a tutti, no? Ora però, ho un totale vuoto. Cioè, so come concludere la storia. Il punto è ciò che ci va in mezzo...
Bè, mi inventerò qualcosa...Comunque (W la ripetitività), ringrazio infinitamente le persone che hanno recensito gli scorsi capitoli. Vi adoro! *^*
Spero che anche questo capitolo sia di vostro gradimento, anche se direi che anche questo è...abbastanza confusionario, ma credo che alla fine si capisca.
Vabbè, in tal caso non esitate a fare domande. Ah, scusate per eventuali errori nel testo!
E siamo al quarto capitolo (escluso il prologo) e praticamente la storia ha già superato la metà xD
Due o tre capitoli ed è finita. (Anche se sto aggiornando in poco tempo, portare avanti questa storia-poi, per la piega che ha preso...-è diventato davveeero mooolto difficile e stancante)
Bè, dopo questo...Buona lettura!
Naru-chan

 

Pov. Naruto.

Luogo indefinito. Ora indefinita.

Aprii di scatto gli occhi, guardandomi svelto intorno. Avevo sentito delle urla. Avevo il fiatone e il cuore mi batteva a mille per lo spavento.
Mi guardai intorno ancora per qualche secondo, quando notai che caviglie e polsi erano tenuti saldi da delle catene.
Strabuzzai gli occhi boccheggiando. Fissai l'ambiente circostante per qualche minuto.
Quattro mura bianco sporco, quella stanza poteva essere grande al massimo 2 m 2.
L'ansia mi accecava, portandomi istantaneamente a tremare.
-Ma che cazzo...?!-Mormorai inerme.
"Come diavolo  sono finito qui?" Pensai, tentando di ricordare qualcosa.
In quel preciso istante, vaghi ricordi albergarono nella mia mente.
Mi stavo dirigendo a casa di Sakura per controllare che andasse tutto bene, visto che Kiba era andato da Hinata.
Stavo svoltando un vicolo quando mi sentii osservato e nemmeno il tempo di voltarmi che avevo subito un forte dolore in testa, prima di cadere a terra privo di sensi.
Poi non ricordavo nient'altro.
Digrignai i denti impotente.
"Ma che diamine ci faccio qui?" Non riuscii a finire di formulare il pensiero che sentii altre urla al di fuori della camera e sobbalzai per lo spavento.
Mi voltai automaticamente verso la porta alla mia destra e tremai quasi involontariamente.
Riconobbi immediatamente quella voce.

 

Pov. Sakura.

Posto indefinito. Ora indefinita.

Il silenzio assordante creatosi mi mise sotto pressione e tentai di pensare ad un possibile piano per riuscire a scappare, ma la mia mente non rispondeva e i polsi dolevano a causa delle manette.
Tremai e deglutii un paio di volte, mentre notavo l'uomo armeggiare con qualcosa che non riuscivo a scorgere, poichè mi dava le spalle.
-Sai, il nome del bambino era Yuudai...-Mormorò l'uomo, non accennando a voltarsi, facendomi intimorire ulteriormente, ma trovai il coraggio per rispondere.
-Un assassino il cui nome significa "eroe"? Patetico!-Esclamai, stringendo i pugni fino a far sbiancare le nocche.
L'uomo si voltò ad osservarmi con sguardo vacuo, ma non accennò nessuna parola.
Si rivoltò per darmi le spalle e rimase in silenzio.
-Cos'hai? Adesso hai il timore di uccidermi?-Mi beffegiai di Lui, come se non potesse nemmeno sfiorarmi con un dito.
Lo vidi sospirare, prima di voltarsi definitivamente a guardarmi.
-Prima le voglio far impazzire. Le mie vittime, intendo.-Sibilò qualche secondo dopo, fissandomi indifferente.
Deglutii e lo guardai come fosse matto-perchè questo lui era-.
-Se pensi di poter sopravvivere ti sbagli e, per la cronaca, non ho finito con il racconto. Dopo passeremo alle cose serie.-Ringhiò ghignando.
Portai le ginocchia al petto come per proteggermi, mentre lui si avvicinava con la lama tra le mani.
Solo quando incrociai per un secondo il suo sguardo, mi resi conto di quanto esso fosse vuoto, spento, sofferente.
Rimandai a dopo gli interrogativi e lo guardai con disprezzo mentre si accovacciava a meno di un metro da me.
-Dicevo-Riprese a parlare l'uomo dalle iridi color sangue-Il nome del bambino era Yuudai...
Digrignai i denti aspettando che facesse o dicesse qualcosa. Tutta quella storia mi stava mettendo non poca ansia.
-Yuudai...-Mormorò nuovamente l'uomo come assorto.
-Yuudai Haruno.
Spalancai gli occhi, mentre una nuova fitta mi attraversava lo stomaco e misi qualche secondo a realizzare che il coltello era stato piantato proprio lì.
Mi piegai su me stessa nonostante fossi legata e gemetti dal dolore, ma mi morsi il labbro inferiore per non produrre nessun suono. Non volevo dargli soddisfazione.
-Yuudai Haruno era considerato, come detto, un bambino cattivo. Il tutto solo perchè aveva i capelli rossi. Ironico, no?-Rise sguaiatamente l'uomo, sfilando dal mio corpo il coltello, azione che mi provocò un secondo gemito di dolore, più forte del successivo.
Le lacrime spingevano per uscire, ma le ricacciai indietro. Non volevo piangere, non dovevo.
-Il rosso è il colore del male. Povero bambino, denigrato solo per uno stupido colore.-Sibilò con voce fintamente dispiaciuta, guardandomi con pena.
-Per questo rischiò la sua vita ed entrò nel bosco, per farsi accettare.
Stavolta, ripose il coltello di fianco a sè e mi si avvicinò pericolosamente. Respirai affannata mentre notavo il suo sguardo abbassarsi sul mio collo. Ghignò.
Si avventò su di esso e lasciò un morso, tanto forte che rimase il segno rosso intorno al punto dove aveva poggiato i denti.
Nuovamente gemetti di dolore, ma quest'ultimo non era nemmeno comparabile a quello che provavo sul ventre.
Rise della mia espressione, si prese gioco di me e si risedette a terra non smettendo di ridere sguaiatamente.
-Come ho già detto, il bambino non morì, ma non fece ritorno per molto tempo. Durante il suo tragitto, dove cercava di scoprire cosa ci fosse al di là del bosco, incontrò delle belve. Esse avevano la forma umana, ma gli occhi innettati di sangue.
Il terrore e dolore che provai durante il suo racconto fu talmente forte che non riuscii più a trattenere le lacrime, ma lui ne rimase impassibile e continuò a parlare imperterrito.
-Pregò le belve di non fargli del male, e spiegò il motivo per cui era entrato nel bosco, posto in cui, per nessun motivo al mondo, si doveva entrare.-Continuò, ignorando le numerose lacrime che ormai bagnavano il mio volto.
-Ma, ahimè, la fortuna non era dalla sua parte.-Ringhiò, riprendendo il coltello da terra e avvicinandolo al mio viso.
-Una belva, incapace di restar ferma davanti a tal visino, si avvicinò al bimbo, e con un gesto secco gli strappò il viso. Yuudai urlò di dolore, mentre la belva indossava i suoi occhi verdi. Così, quella bestia tornò umana, ma, al contrario, Yuudai divenne una di quelle belve, le belve senza volto.
-E-è s-solo una fiaba per b-bambini!-Gli urlai contro terrorizzata. Egli scosse la testa, inarcando le sopracciglia scettico.
-Oh, mia cara Haruno, tu non sai niente di ciò. Hai mai pensato a quanto debba aver sofferto quel povero bambino?
Non risposi, sapendo che quella fosse una domanda retorica e tornai a fissare la lama che sosteggiava di fronte al mio volto.
Ormai le lacrime non scendevano più, le avevo esaurite.
-Diventando una di quelle bestie, gli occhi di Yuudai si tinsero di sangue, e non trovò mai più il ladro del suo volto. Così, decise di trovarne uno nuovo ed uscì dal bosco. Ma, come ben sai, i suoi genitori, i suoi fratelli e i suoi amici lo denigrarono. Gli urlarono:"Tu non sei Yuudai, tu sei figlio del Diavolo". E venne disprezzato da tutti. Ma non è questo il punto. Infondo, la storia già la conosci.
Lo guardai con orrore e notai ancor più inorridita che si stava mordendo il labbro inferiore e i suoi occhi vacillavano; era come se avvesse un conflitto interiore.
Ma, poco dopo, rialzò lo sguardo verso il mio, ghignando beffardo.
-Sai, le mie vittime non sono mai arrivate a questo punto del racconto. Appena si svegliavano, già imploravano pietà, tu non mi vuoi dare questa soddisfazione, invece.
-Nemmeno per sogno.-Gli risposi acida, ma la mia voce vacillava e lui se ne era reso conto già da tempo.
-Bè, allora, continuiamo con la storia.-Ghignò.
-Disprezzato da tutti, sai già che commesse omicidi su omicidi. Ma fece un errore, quella notte, la notte in cui uscì allo scoperto:sua sorella riuscì a scappare, lei che l'aveva respinto solo perchè Yuudai non aveva più il suo volto.
Fece una pausa quasi avesse paura di aprire una ferita nel suo subconscio, ma scosse la testa e continuò.
-La sorella fuggì così lontano che per anni non la trovò, ma, un giorno, Yuudai scoprì che ormai la sua cara sorellina aveva avuto una figlia. Era molto piccola, e anche lei aveva quei grandi occhi verdi che aveva Yuudai. Così, vedendo la sorella sorridere felice, aveva ben pensato:"Mi ha denigrato e disprezzato. Perchè lei merita la felicità ed io no?". Ed è in quel momento che decise di togliere a sua sorella il suo più prezioso gioiello:sua figlia.
Il sudore ormai colava lungo il mio viso e respiravo a fatica a causa della ferita nel ventre.
Non riuscivo a furmalare pensieri logici e ormai ero totalmente preda della disperazione.
-Ora capisci, Sakura? Hai la minima idea di quanto mi abbia fatto male quando tua madre mi ha guardato con quello sguardo pieno di odio?!-Mi prese per i capelli, ignorando il fatto che fossi legata e urlai di dolore.
Mi spinse verso di sè e sentì chiaramente le ossa delle spalle frantumarsi, a causa dell'irruenza con cui mi aveva spinto in avanti nonostante avessi le mani legate.
-Adesso capisci perchè ho così tanta voglia di ucciderti? Avrei potuto mettere fine alla sua di vita, ma se morissi tu, lei capirebbe cosa ho provato quando mi ha accusato di essere solo un'orribile bestia assetata di sangue!-Rise senza espressione, gli occhi rossi erano divenuti vacui e si erano spalancati.
-Fai schifo...-Mormorai, tossendo e inconsciamente sputai sangue.
-Ripetilo, se ne hai il coraggio!-Rise e mi afferrò per la mascella come aveva fatto all'inizio e mi guardò con i suoi occhi inniettati di sangue.
-E quando il tuo volto sarà mio, io potrò tornare ad essere Yuudai Haruno.-Esalò flebilmente abbassando la mano al mio collo, che prese a stringere e gemetti ancora e ancora, fino a quando l'aria non riuscì ad arrivare più ai polmoni.
Boccheggiai e spalancai gli occhi, producendo dei versi simili a striduli.
-Nemmeno adesso hai il coraggio di chiedermi pietà-Mormorò disgustato, lasciandomi il collo.
Cominciai a tossire e a respirare affannosamente, ma lui non mi diede tregua.
-Scordatelo!-Mormorai tossendo, prima che lui mi strappasse i vestiti.
Rimasi muta boccheggiando. Portai nuovamente le gambe a corpire il petto e il ventre, ma lui fu più veloce e mi strinse entrambe le ginocchia con le mani.
Essendo già ferite, gemetti quando sentì le sue unghia andarsi a conficcare nella pelle.
Con uno scatto irruento mi fece divaricare le gambe e sorrise in maniera manicale, fissandomi.
-Quanto sei patetica, nipotina.

 

 

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


Note Autrice:Ciao a tutti! Ecco il nuovo capitolo della mini-long che, ora posso dirlo con certezza, sta seriamente per finire (due capitoli e basta)!
Ringrazio infinitamente tutte le persone che hanno recensito o anche solo letto questa storia, grazie!
Premetto che, come al solito, non sono affatto soddisfatta del capitolo, anzi, mi fa proooprio schifo. Spero solamente che sia una mia impressione! ^^!!
Bè...Buona lettura!
Naru-chan



Pov. Generale.


Ufficio dell'Hokage. Ore 18:32.

-Kakashi, Kiba, il vostro olfatto potrebbe-?
-No.-Il copia-ninja prontamente interruppe la capo villaggio, fissando il suo sguardo in quello della donna.
-E' troppo lontana. E' come se il suo odore fosse sparito.-Continuò Kiba in ansia.
-E quello di Naruto?-Chiese subito dopo Choji, osservando sia l'Hatake sia l'Inuzuka.
-Anche quello è scomparso.
Ino lanciò un sospiro, attirando l'attenzione della maggior parte della gente nella stanza.
-Ma perchè ha inviato dei biglietti a Hinata, se poi il vero obbiettivo era Sakura? E poi, sarebbe questo il "colpo grosso" di cui parlano i giornali? Il clan Haruno non è dei più famosi. Sakura potrebbe essere una vittima qualunque.-Sibilò la bionda, facendo sorgere nuovi interrogativi.
-In effetti...-Mormorò poco dopo Neji-Chiunque si sarebbe aspettato che attaccasse Lei, Hokage. E invece ha preso una ninja, anche se conosciuta per aver ucciso Sasori dell'Akatsuki, qualunque.
-E poi, senza il contributo di Chiyo-san, Sakura non ce l'avrebbe mai fatta.-Proferì Shikamaru, ricevendo l'assenso di tutti i presenti.
-Quindi, sappiamo che non è per i suoi "successi" in missione. Deve essere per una questione personale.-Completò Nara, incrociando le braccia pensoso.
-Infatti. Ma, comunque, che colpo grosso sarebbe? E' comunque una chunin!-Esclamò poco dopo Lee, stringendo i pugni.
-Ma la sua vittima deve essere per forza Sakura. Altrimenti come lo giustificate l'imbroglio dei foglietti?-Chiese con tono retorico Ino, inarcando scettica le sopracciglia.
-Pensateci:se fosse stata una vittima qualunque, l'avrebbe direttamente rapita, no? Invece ha fatto credere che Hinata fosse la sua prossima vittima, perciò ha fatto in modo che alzassimo le difese su di lei, piuttosto che su tutte le altre ragazze! Ci ha imbrogliati apposta!-Continuò poco dopo la Yamanaka.
Il silenzio calò prepotente sul piccolo ufficio, interrotto poco dopo da un sospiro di Tsunade.
-Non hai tutti i torti. Se Sakura fosse stata una vittima qualunque, non ci sarebbe stato motivo di imbrogliarci in quel modo.-Confermò con un fil di voce la donna.
Un coro di sospiri e imprecazioni si levò nell'ufficio.
-Ma dobbiamo tener conto anche della scomparsa di Naruto...Deve per forza c'entrarci qualcosa...-Mormorò Neji, portando due dita al mento pallido.
-Per ora dobbiamo tenere tutte le ipotesi in considerazione. Anche che la presunta scomparsa di Naruto e il rapimento di Sakura siano collegati.
-Stai insinuando che Naruto c'entra qualcosa?-Ringhiò Lee al compagno, stringendo i pugni fasciati.
-Sono scomparsi la stessa notte. Non può essere una concidenza.-Diede mano forte a Hyuga, Shikamaru.
-Per prima cosa, dobbiamo analizzare le varie "opzioni".-Annunciò l'Hokage.
-Potrebbero essere stati rapiti dalla stessa persona, come potrebbe essere Naruto stesso il rapitore.
Tsunade sbuffò, scuotendo la testa.
-Shikamaru, hai trovato qualcosa di utile in biblioteca?
-Ho chiesto alla bibliotecaia a porprosito della psicologia degli assassini seriali, e lei mi ha dato questo...-Mormorò seccato il corvino, porgendo il libretto dalla copertina rovinata a Tsunade.
Lei lo afferrò, rigirandoselo dubbiosa tra le mani.
-E cosa dovrebbe c'entrare una fiaba per bambini con un killer?
-Abbiamo pensato alla possibilità che quel libro narri di una storia vera. Infondo, considerando gli avevnimenti passati e presenti, una cosa del genere può essere più che possibile, no?-Fece Ino, riaquistando la calma e ricevendo l'assenso dei suoi compagni di squadra.
Tsunade lì guardò vacua, prima di voltare il libro e leggerne l'introduzione.
-Lo sterminio, eh?-Mormorò fra sè e sè, stringendo il manoscritto.
-Sterminio?-Chiese, per la prima volta interdetto, l'Hatake, rivolgendosi alla donna bionda.
-Si, il libro narra dello sterminio accaduto trent'anni fa.
-Uno sterminio architettato da chi?-Continuò, poi, l'uomo.
-Un bambino.


Pov. Naruto.


Luogo indefinito. Ora indefinita.

Strinsi appena i denti, respirando affannosamente.
Avevo provato in tutti i modi a cercare di spezzare le catene che mi tenevano fermo, ma ogni tentativo sembrava sempre più vano.
-Dannazione...-Mormorai, stringendo i pugni all'altezza della testa.
Le urla erano ormai cessate da un pezzo, e il terrore mi assalì più tagliente di mille lame.
-Se le succedesse qualcosa, non me lo perdonerei mai!-Esclamai, come se qualcuno lì potesse sentirmi.
Presi un lungo respiro e chiusi gli occhi, tentando di calmarmi.
"Se continuo ad agitarmi, non risolverò nulla. Devo tentare di liberarmi!"
Ripresi a tirare con forza le braccia in avanti, nel tentativo di spezzare le catene, ma anche quello fu inutile.
"Merda!"
Digrignai impotente i denti.
Mi mordevo insistentemente il labbro inferiore, come se potessi scaricare in quel modo la rabbia, tanto che comincia a sentire il gusto ferroso del sangue in bocca.
Scossi la testa, prendendo un altro respiro. Il cuore batteva nel petto talmente forte, che mi sembrava che potesse balzarne fuori da un momento all'altro.
Socchiusi gli occhi, pensando al modo di uscire.
Cosa potevo fare?
Un'idea mi balenò in testa e spalancai gli occhi.
"Ma certo! Il fatto di esser tenuto fermo è a mio vantaggio!" Pensai, mentre le palpebre si andavano a colorare di un acceso arancione.
Attivai la modalità eremitica, pregustando già il sapore della mia vittoria.
Aprii gli occhi, cui pupilla ormai era diventata orizzontale e spessa e l'iride gialla, e ghignai.
"Non mi faccio mettere sotto da un assassino qualunque!"Pensai, facendo leva sui polsi, che distrussero le catene.


Pov. Sakura.

Luogo indefinito. Ora indefinita.

Aprii gli occhi quasi assonnata, scrutando lentamente intorno.
"Che diamine...?" Non riuscii a formulare alcun pensiero, poichè notai la figura di fronte a me.
Deglutii e abbassai lo sguardo sul mio basso ventre, notando di indossare ancora l'intimo.
Arricciai il naso confusa, prima di rialzare lo sguardo sull'uomo.
-Cosa è successo? Ti sei sentito in colpa e mi hai lasciata in pace?-Ghignai poco sicura, venendo però ignorata.
-Eri svenuta per il troppo sangue perso:non ci sarebbe stato gusto.-Sibilò.
"Che bastardo..." Ebbi la forza di pensare, morendomi il labbro inferiore.
-Vedo che non hai ancora intenzione di imprlorarmi di rispamiarti.
-Rinuncia. Non ti implorerò mai.-Sputai tra i denti, guardandolo con disprezzo sempre più crescente.
-Oh, che peccato. Vorrà dire che ti ucciderò subito.-Mormorò, mentre un sorriso perverso si dipingeva sul suo volto.
-E' da quando mi hai rapita che blateri sul'ammazzarmi, ma fin ora non mi hai inflitto quasi nessun colpo mortale. E, comunque...Puoi anche uccidermi, non importa più ormai. Ma quando ti troveranno, non avranno pietà di Te e delle tue stupide ragioni, e pagherai per quello che hai fatto.
-Tsk. Credi ancora che il tuo principino possa salvarti? Non l'ho ucciso, ma è immobilizzato in un'altra stanza, perciò...
-Naruto è qui?!-Esclamai, sgranando gli occhi sorpresa.
-Ovviamente, così lo posso tener d'occhio.-Confermò serio lui.
-Ma cosa c'entra in tutta questa storia? Come poteva interferire con i tuoi piani?
-Certo che avrebbe potuto interferire. Io ti osservo da anni, Sakura, e ho notato il legame che ti lega a quel biondo. Farebbe di tutto pur di salvarti. Per questo, ho preferito metterlo a tacere, e poi occuparmi di Te.
Lo guardai con un misto di stupore e di disgusto nello sguardo, inarcando scettica le sopracciglia.
-Sei un mostro.
-Lo so.-Ghignò beffardo, assottigliando gli occhi rossi.
-Avrei preferito incontrare Madara in persona, piuttosto che te...
-Se pensi di colpirmi con quelle parole, ti sbagli.-Soffocò una risata e avvicinò il volto al mio.
-Barricati nella tua speranza se vuoi, ma sappi che non hai possibilità davanti alla calamità.-Soffiò a pochi centimetri dal mio viso, quando un rumore improvviso ci fece sobbalzare.
Anche lui sobbalzò, e si voltò di scatto verso la porta.
Si alzò lentamente e si avvicinò ad essa, afferrando la maniglia con decisione.
Trattenne il respiro, mentre io lo guardai dubbiosa.
-Che hai? Ti è passata la voglia di uccidermi?-Lo presi in giro, anche se la situazione non era affatto delle migliori.
-Taci.
Lo guardai scettica mentre apriva con cautela la porta e squadrava con cura fuori.
Uscì e mi lasciò sola, chiudendo la porta dietro le proprie spalle.
Continuai a guardare l'entrata della camera con ansia crescente, quando un suono ormai parecchio conosciuto giunse alle mie orecchie:grida.
Sorrisi beffarda. Naruto doveva essere riuscito a liberarsi. O almeno così speravo.
Infondo, lui era pure sempre il ninja più imprevedibile di Konoha!
In quel momento, però, il punto fu scoprire a chi appartenessero quei lamenti.

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


Note Autrice:Eccoci al penultimo capitolo di questa mini-long assolutamente schifosa!! Al solito, ringrazio tutti coloro che hanno recensito/seguito/letto (ma, in particolare, un ringraziamento ai primi u.u)!
All'inizio non sapevo come far liberare Naruto. Così, cercando ispirazione, ho rivisto tuuutto lo scontro contro Pain (che ho scaricato sul computer. 3 ore. 3 ç_ç) e ho visto la scena in cui uno dei Pain tiene femro Naruto e lui pensa di usare la modalità eremitica, perciò...
Ho pensato che sarebbe stato logico, no? Volevo far entrare in scena Kurama, ma seriamente non sapevo come xD
Comunque, spero che questo capitolo sia di vostro gradimento!
Il prossimo sarà l'ultimo capitolo e penso di pubblicarlo entro domani.
Capisco che questa storia sta diventando molto NaruSaku, così ho deciso di trasformarla defintivamente in questa.
Ma, come avete notato, i legame che li lega è appena accennato:non ci saranno baci, romanticismo e cose del genere. Assolutamente no.
Con questo, vi auguro una buona lettura!
Naru-chan
Ps. Premetto che a mio parere Naruto è Ooc! E scusate eventuali errori nel testo...!




Pov. Naruto.


Luogo indefinito. Ora indefinita.

Ero scappato dalla camera, dopo aver forzato la porta, e, sentendo delle voci, mi ero avvicinato alla porta di fianco a quella della stanza da cui ero uscito.
A quanto pare, avevo fatto rumore e il colpevole era uscito da lì.
Mi assestò un calcio nello stomaco quando mi vide, e io caddi a terra, lanciando istantaneamente un urlo.
Mi alzai in piei traballando, con un ghigno dipinto in volto.
-Bastardo, come diamine hai fatto a liberarti?!-Urlò quell'uomo, stringendo i pugni.
Io allargai il ghigno, sfiorandomi il ventre, per poi mettermi in posizione d'attacco.
-Bè, io non sono un ninja qualunque, sai?-Mormorai beffardo, aspettando una sua qualunque azione, che mai arrivò.
-Sei davvero coraggioso.-Dissi poco dopo, ricevendo una sua occhiata scettica.
-A fare tutto da solo, intendo. Potevi procurarti degli scagnozzi.
Lo vidi arricciare il naso, prima di imitarmi e mettersi in guardia.
-Ciò che faccio non è affar tuo.
-Che vuoi da Sakura?
-Ti ho detto che non ti riguarda.-Sibilò lui, stringendo i pugni, come se volesse colpire qualcuno.
-Oh!-Esclamai, notando quella posizione.-Vedo che non sei un ninja, sai usare solo la tecnica della trasformazione. Vuoi un corpo a corpo, eh?-Sorrisi deciso e sicuro di me, imitando la posizione dell'uomo.
Non feci in tempo a formulare un pensiero di senso logico, che mi ritrovai steso a terra con la mascella dolorante.
-Oh, cazzo!-Esclamai, cercando di massaggiare il punto colpito, per alleviare il dolore.
-Sei lento.-Osservò impassibile la figura, facendo digrignare i denti.
-Ma fottiti!-Sbuffai, rialzandomi in piedi e osservandolo senza ombra di timore negli occhi.
Rimasi fermo per una manciata di secondi, prima di scattare in avanti, con l'intento di ricambiare il favore e colpirlo in volto con un gancio.
L'uomo ghignò, facendomi venire il nervoso. Com'è che la prendeva così alla leggera? Era pur sempre un combattimento!
Schivò con molta facilità il colpo, lasciandomi con il pugno sospeso e interdetto.
-Ma che diamine...?!
Non completai la frase, che un calcio sulla schiena mi fece finire con il viso contro il pavimento.
Sussultai di sorpresa, tentando di ignorare il dolore poco sopra il fondoschiena, e mi rialzai di nuovo in piedi.
-Credi che uno stupido gancio e un calcio possano mandarmi ko? Illuso!-Esclamai, asciugando in fretta il rivolo di sangue che colava dal labbro a causa dell'impatto contro il terreno.
-Non mi sembri molto forte, moccioso.
-Non mi chiamare in quella maniera!-Sbuffai nuovamente, leccandomi le labbra in modo provocatorio e lanciandomi nuovamente all'attacco.
Schivò nuovamente il pugno e in quel frangente lo notai estrarre un coltellino dalla tasca.
-Oh! E' così che stanno le cose?-Mormorai a me stesso, prendendo dal "borsello" che tutti i ninja tengono avvinghiato alla gamba, un kunai.
-E' inutile che ci provi. Non puoi battermi.-Ringhiò.
Io scossi la testa, stavolta con sguardo serio.
Eravamo a due metri di distanza l'uno dall'altro e io strinsi con forza il manico del piccolo coltello nero che avevo nella mano destra.
-Cosa vuoi da Sakura?
-Sai, io ero come te, da piccolo.
Rimasi interdetto e scioccato a guardarlo, mentre lui, notando la mia confusione, ghignò.
-Ero diprezzato da tutti e feci un'azione allora considerata quasi vergognosa, e la gente mi odio ancor di più.
-Dove vuoi arrivare?-Ringhiai, stringendo il pugno della mano sinistra. Cominciavo a  sentirmi veramente a disagio e in ansia.
-Io sto facendo questo per farmi accettare, capisci?
Rimasi in silenzio a guardarlo, prima di digrignare i denti arrabbiato. Arrabbiato? Furioso.
-E uccidere un'innocente sarebbe utile per farsi accettare? Sei solo uno stronzo!-Per poco non urlai, facendo qualche passo in avanti verso il mio nemico.
-Sapessi la storia mi capiresti. Ma mi hai interrotto sul più bello, te la farò pagare.
-Tsk, provaci.-Lo provocai, sorridendo scettico.
-Come desideri.-Sibilò, e con uno scatto fulmineo lanciò il coltello nella mia direzione.
Trattenni il fiato, scostandomi abbastanza da essere sicuro che non sarei stato colpito.
-Ripeto:cosa diamine vuoi da Sakura?!
-Te l'ho già detto.-Mi ringhiò contro, colpendomi alla bocca dello stomaco.
Nemmeno l'avevo visto arrivare.
-Ripeto:sei lento.-Ghignò, imitandomi.
Io ringhiai e non riuscì a non accasciarmi a terra, tossendo.
Strinsi insistentemente la stoffa della giaccia, lì, all'altezza della bocca dello stomaco, emettendo continui lamenti e imprecazioni contro quel tipo.
-Sai, la ragazza ha perso molto sangue. Potrebbe già essere morta a quest'ora, mentre noi siamo impegnati a "combattere".-Mormorò tranquillo, suscitandomi ulteriore ira.
-Sei un lurido pezzo di...-Un calcio mi colpì nello stesso punto in cui ero stato colpito predentemente dal pugno.
Sgranai gli occhi e tossì gocce di sangue, contorcendomi dal dolore.
-Non hai possibilità contro di me.-Sibilò quello.
Un altro calcio.
-Sei solo una feccia.
Mi colpì per la terza volta.
-Morirete entrambi.
Quarta volta.
"Ha ragione." Quella voce risuonò nitida nella mia mente.
"Sta zitto, tu..." Pensai, non smettendo di subire continui calci.
"Se continui così, finirete seriamente per morire entrambi."
"Ti ho detto di tacere, Kurama!" Esclamai mentalmente, cercando contemporaneamente di alzarmi in piedi, senza successo.
"Vuoi per caso che quella ragazza muoia?"
"Certo che no! Ma perchè devi sempre parlarmi nei momenti meno adatti?!"
"Zitto e ascoltami."
Feci una smorfia contrariata, ascoltando mentalmente le parole che Kurama pronunciò.
"Cedi al mio potere."
"Scordatelo." Ringhiai contro alla Volpe, ricevendo fisicamente ulteriori calci che non mi permisero di vedere la figura nitida del demone.
"Se muori, morirò anchio. E tu sei troppo debole per quell'uomo. Lasia che ti presti parte del mio potere."
Rimasi in silenzio, tornando a concentrarmi sulla realtà, dove quel tipo ancora mi prendeva a calci blaterndo frasi sulla mia debolezza.
Inarcai le sopracciglia, risentendo la voce cupa del demone dentro di me, chiamarmi nuovamente.
"E' l'unica possibilità che hai di salvarla."
Sbuffai, non solo mentalmente, cosa che arrestò il susseguirsi di calci dell'uomo, che mi guardò interdetto e confuso.
Mi alzai lentamente, senza che egli provasse ad impedirmelo, ritrovandomi a pochi centimetri di distanza dal suo viso.
"Allora, fa ciò che devi, Kurama."
Un'aura rossa si dipinse intorno al mio corpo, portandomi a deglutire preoccupato.
E se, al posto di aiutarmi, Kurama avvesse abuto intenzione di prendere possesso del mio corpo, come già aveva provato a fare?
Scossi la tesa; mi dovevo fidare di lui.
Ghignai notando l'espressione esterefatta del mio nemico, che, con occhi sgranati, indieteggiò di qualche passo.
-Ora chi è quello debole, eh?-Con un'azione fulminea, degna del figlio del Lampo Giallo, scattai in avanti e riuscii a colpirlo in viso con il pugno avvolto dal chakra rosso del demone che risiedeva in me.
Cadde rovinosamente a terra imprecando e portando la mano sul naso, dove l'avevo colpito.
-Ora comincia il combattimento vero.-Mormorai, ed egli indietreggiò.

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***


Note Autrice:Ciao, ragazzi! ^^ Finalmente l'ultimo capitolo! Onestamente, questa storia mi fa così tanto, tanto, tantissimo schifo, che sono tentata di eliminarla :'D
Comunque, visto che ho perso parecchio tempo a scriverla, dubito che lo farò. Ma non si sa mai...
Bè, non ho molto da dire...Dopo il finale ci saranno i ringraziamenti, spero che ci arriverete, la sotto!
Alla prossima_
Naru-chan
Ps. Scusate eventuali errori!




Pov. Naruto.

Luogo indefinito. Ora indefinita

"Pronto?"
-Pronto?-Ripetei le parole di Kurama come un eco, ghignando e mettendomi in posizione.
L'uomo rimase allibito, ancora con la mano sul viso. Così impara a mettersi contro di me!
Creai una copia, che sovrappose le mani alle mie.
-Rasengan!-Esclamai, e, il tempo di far scomparire il clone, mi lanciai contro il nemico ad una velocità impressionante.
La sfera celeste di energia si andò ad infrangere contro il ventre dell'uomo (In stile Pain :D NdA.), che trattenne il fiato.
Dopo il colpo che avevo reso troppo violento, persi l'equilibiro e scivolai a terra, mentre il nemico fu scaraventato contro il muro, sbattendo contro esso la schiena.
Gemette di dolore e tremò impercettibilmente. Mi rialzai con il fiatone, osservandolo indagatorio.
-Tsk. Non sei molto forte, se ti fai battere da un solo colpo.-Osservai, mentre l'aura rossa intorno a me andava scomparendo.
Lo guardai a lungo. Era ancora lì immobile, con lo sguardo vacuo che gemeva imprecando.
Scorsi nei suoi occhi color sangue una nota di risentimento. La cosa mi lasciò perplesso, ma la mia spirale di pensieri fu interrotta dalla sua voce.
-Perchè...?-Mormorò. La sua voce tremò, come se stesse singhiozzando.
-Non sei invincibile, sai? Anzi, ti credevo più forte.-Mi beffeggiai di lui, ma qualche secondo dopo notai i suoi occhi lucidi.
Sembrava quasi indifeso e spaesato, da come mi guardava.
-Per tutto questo tempo...Ho sempre cercato di tornare me stesso, ma sono diventato un mostro...
Continuai a guardarlo confuso, mentre il suo sguardo mutava in sofferente.
-Sei psicologicamente instabile...-Notai, quasi con una punta di ironia nella voce, ma egli parve ignorarmi.
-Credevo di poter diventare imbattibile e farmi accettare...Ma, invece, un ragazzino mi ha battuto così...-Digrignò i denti e si portò una mano con lentezza esasperante al ventre, dove la ferita causata dal rasengan sanguinava.
Feci per apire bocca, ma mi bloccai quando compresi di provare quasi pena per quell'individuo.
Scossi la testa. Aveva fatto del male a Sakura:non glielo avrei mai perdonato.
-Meriti di finire così. Hai inflitto troppo dolore a delle persone innocenti.-La mia voce parve determinata ed egli alzò lo sguardo verso di me.
-Che diamine ho fatto?-Mormorò tra sè e sè, ignorandomi, portando lo suardo sulle mani impiastricciate di sangue.
-Io...
-Non m'importa se l'hai fatto per vendetta o per farti accettare o non so per cosa.-Lo interruppi malamente, guardandolo con odio che da tempo non traspariva dai miei occhi.
-Hai fatto del male ad un sacco di persone, tra cui ad una ragazza a cui tengo moltissimo. Non te lo perdonerò mai, anche se mi supplicassi in ginocchio!-Urlai, e scaricai così l'ira, stringendo i pugni e infilzando le unghia nel palmo della mano.
Nell'impatto contro la parete aveva anche sbattuto la testa, e da lì molto sangue sgorgava, provocandomi istantaneamente la nausea.
Da lì a poco, se non fosse stato curato, sarebbe morto dissanguato, considerate le ferite in testa e nel ventre.
-Ma cosa le ho fatto?-La voce aveva cominciato a tremare fortemente e notai che il suo corpo era percorso da continui spasmi.
-Ti prego...-Mormorò a voce rotta e bassa, come se avesse avuto paura di farsi sentire.
-Uccidimi.
La rabbia mi fece ribbolire il sangue e tremai dal furore.
-Credi di risolvere qualcosa in questo modo?!-Urlai nuovamente.
-Fino a poco fa, godevi a far del male alla gente! Ora ti bastano due colpi e qualche parola per farti pentire?! Sei solo un vigliacco!
Si portò una mano arrossata dal sangue agli occhi, asciugandoli da quelle lacrime che li rendevano lucidi.
-Tu...Non meriti di morire!-Esclamai, guardandolo con odio.
-Devi pagare per ciò che hai fatto e morendo non risolverai un accidente!-Continuai imperterrito, ignorando i suoi mugolii di dolore.
Abbassai lo sguardo stringendo i pugni, a corto di parole.
-Hai...Hai ragione...-Mormorò piano, ma io lo sentii.
Lo guardai sorpreso e lo vidi alzarsi lentamente in piedi.
Camminò a fatica verso di me, con lenti passi e una mano bloccata sul ventre.
-Seguimi...-Continuò, spalcando la porta di una camera.
Si mise da parte, lasciandosi scivolare lungo il profilo del muro e facendomi cenno di entrare.
Lo guardai diffidente, ma ormai non aveva molte possibilità di movimento.
Entrai nella camera e mi guardai lentamente intorno, prima di scorgere una figura ben nota.
-Sakura!-Esclamai, precipitandomi verso di Lei,c he sembrava essere quasi in dormiveglia.
-Naruto...?-La sentii sussurrare, alzando lievemente il capo nella mia direzione.
-Per tutti i kami! Stai bene!-Continuai, afferrando le catene che le tenevano i polsi fermi e spaccandole quasi per miracolo, facendo affidamento al poco chakra della Volpe che ancora scorreva insieme al mio.
-Naruto, sei tu...?-Sussurrò nuovamente, e io, non sapendo che dire, annuii, prendendola in braccio.
Mi alzai in piedi e la guardai riprendere lentamente i sensi.
Sbattè più volte gli occhi, prima di spalcarli definitivamente.
-N-Naruto!-Esclamò sorpresa, allargando ulteriormente gli occhi smeraldini.
-Si.-Risposi solamente, sorridendole e notandola rilassarsi.
-Stai bene...
-Già.-Continuai, allargando il sorriso, che involontariamente contagiò anche lei.
-Andiamo.-Aggiunsi poco dopo, ma mi bloccai sentendola gemere.
Ababssai lo sguardo sul suo ventre, dove una ferita alloggiava.
-S-Sakura!-Preoccupato, alzai lo sguardo su di lei, che mi sorrise incoraggiante.
-Non è grave, è superficiale...Solo che...Fa un pò male, ecco...-Sentii il cuore allegerirsi e sospirai, ripredendo a camminare.
Uscimmo dalla camera e mi voltai lì, dove il corpo ormai senza vita di quell'uomo sostava.
Lo guardai con sorpresa, boccheggiando qualche secondo, ma Sakura mi riscosse dai pensieri.
-Cosa è successo?
-Ho usato la modalità eremitca per liberarmi...E per batterlo ho usato il chakra della Volpe...Ha sbattuto la testa e l'ho ferito gravemente al ventre...
-Erano ferite profonde, ha perso molto sangue e infine si è addormentato definitivamente.-Concluse per me la rosa, che si voltò verso di me e mi sorrise.
-Grazie.
-Di chè? Era mio dovere.-Sussurrai, e ci dirigemmo al di fuori di quella struttura, senza lanciare uno sguardo al motivo per cui ci trovavamo lì.

****************************

-Che diamine di posto è?-Esclamai, osservando il paesaggio circostante, che pareva essere morto e spento.
-Mi aveva parlato di un bosco.-Mormorò incerta Sakura, intenta ad usare il proprio chakra per curarsi le ferite sul ventre e sul viso.
-Diceva che è come un labirinto.
-Oh, quindi siamo apposto.-Sbottai seccato, guardandomi con attenzione intorno ancora una volta.
-Nah, da qualche parte ci dovrebbero essere i resti di un villaggio, e da lì è facile arrivare a Konoha.
Annuii svogliatamente e cominciai a camminare verso una determinata direzione, sorregendo Sakura. Dopo qualche minuto di camminata, intravidi qualcosa che attirò la mia attenzione.
-Oh! Forse è quello il villaggio, vero?!-Esclamai entusiasta, ricevendo poco dopo l'assenso della rosata.
-Da qui, dobbiamo andare ad est, e ci dovrebbe essere casa.-Spiegò.
-Forse.-Mormorò incerta poco dopo, ma io già avevo cominciato a trascinarla verso la direzione che aveva indicato.
Camminammo per circa venti minuti, o dieci, o un'ora intera.
Non sapevo da quanto tempo eravamo scappati da quel posto, ma fui certo di intravedere il cancello della Foglia.
Sorrisi sollevato e feci cenno a Sakura di guardare davanti a sè. Anche lei sembrò piuttosto sollevata, tanto che sospirò.
Quando varcammo quel confine, molti passanti si fermarono a guardarci sorpresi. Alcuni ci si avvicinarono, mentre altri si diressero a tutta velocità verso il Palazzo dell'Hokage.
-Dovete andare in ospedale!-Esclamò un passante, guardando le nostre ferite con preoccupazione.
-Non si preoccup-
-Naruto!-Mi riprese dolcemente Sakura, dandomi una leggera pacca sulla spalla.
-Andiamo in ospedale.-Concluse poco dopo, trascinandomi con fatica dovuta alle ferite sulle braccia e sulle gambe.
Quando giungemmo all'ospedale, lì trovammo Nonna Tsunade, Kakashi-sensei, Shikamaru, Ino, Choji, Neji, Lee, Hinata e tanti altri.
La prima a reagire fu Ino, che cominciò a singhiozzare, prima di lanciare le braccia al collo di Sakura, che mugolò per il dolore.
Tutti gli altri sorrisero o si commossero, salutandoci come se non ci vedessimo da una vita.
-Sei grande, Naruto!-Esclamò Lee, alzando fiero un pugno al cielo-o meglio, al soffitto-.
-Bentornati.-Esalò dopo qualche sospiro Nonna Tsunade, sorridendo benevola.
Poco dopo, notai Hinata avvicinarsi quasi di soppiatto a noi, in particolare vicino a Sakura.
Ino si mise da parte accanto la rosa, rimanendo ad ascoltare le poche parole che la corvina azzardò.
-I-io...C-credevano che volesse uccidermi e si sono concentrati su di me...M-Mi dispiace! E'-è t-tutta colpa m-mia!-Esclamò, imitando Ino e cominciando a singhiozzare, e in poco tempo anche sul suo viso scesero calde lacrime.
Sakura le sorrise dolcemente, prima di posarle una mano sul capo a scompigliarle i capelli.
-Tu non c'entri affatto, Hina-chan.-Mormorò solamente, riuscendo però a strappare un piccolo sorriso malinconico alla giovane.
-Che fine ha fatto il killer?-Chiese Tsunade, quando tutti si furono calmati.
-L'ho fatto fuori.-Annunciai vittorioso, facendo partire un coro di urla e di approvazioni.
-Più che altro, l'hai colpito è ha perso molto sangue...-Mi riprese Sakura, smorzando il mio entusiasmo.
-Uffa, Sakura-chan!-E tutti risero.

 


Intanto, da un'altra parte...
Una pagina strappata a metà veniva trasportata delicatamente dal vento, leggera come una piuma e innocua quanto essa...
Ma la pagina non era bianca, parole di rosso erano calcate su questa...
 

"E se mai riuscissi a liberarti di Lui, in pace ti crederai,

Ma Lui esisterà sempre e tu non lo saprai mai,

Perchè, infondo, il corpo immortale non è
Per questo, Lui continuerà a vivere per sempre in Te"

 

 


 

The End




 

 

*Quando il Team 10 legge la filastrocca, ho scritto che la pagina è strappata a metà. Ecco, questa ultima parte è il resto della pagina. Tocca a voi interpretarla!*

Ringraziamenti:Prima di tutto, ringrazio chiunque abbia letto questa storia e chi è arrivato sin qui.
Poi, passiamo ai ringraziamenti speciali.

-We Love Sai:Ciao, Sai-chan! ^^ Ti ringrazio infitamente per tutte le tue recensioni e per aver seguito con tanto entusiasmo questa storia. Mi segui sempre e sono davvero felicissima di averti conosciuta e di sapere che mi reputi una scrittrice a tutti gli effetti!
Spero che mi seguirai nella prossima long che-forse-seguirò.
Come farò a scordarmi tutti i tuoi "Vai Naruto e spaccagli il culo" (xD) o "E meno male che non doveva essere una NaruSaku"?
Spero di risentirti prestissimo, adoro leggere i tuoi complimenti!

-Noe23_TeamKakashi:Ehi, ciao! ^^ Sono felicissima di sapere che mi segui sempre, nonostante tu non abbia tempo di recensire, ma non è questo l'importante! Ti sono infinitamente grata di aver seguito questa storia, facendomi ricredere sull'esito di essa. Anzi, con i tuoi "Cosa dici che fa schifo", mi sono convinta che potesse mutare in qualcosa di più...maturo, ma mi sono bloccata alle favole per bambini per non complicarmi troppo la vita xD
E, grazie a te, mi sono convinta a trasformarla in una NaruSaku, perchè, come sai, all'inizio era una storia senza coppie, o almeno erano minimamente accennate-non che il NaruSaku sia molto evidente, però...-.
Spero che il capitolo sia più o meno della lunghezza che ti aspettavi e spero che si di tuo gradimento!
Spero anche di risentirti presto, magari sarò io a leggere qualche tua storia nel caso tu scriva-e nel caso che non l'abbia già fatto-!

-YourCorpseBride:Ciao! ^^ Sono felice che tu abbia seguito questa storia! So che in principio è molto, molto, moltissimo strana, ma sono fiera di essere riuscita a schiarirti le idee (o almeno così spero)! Ti ringrazio moltissimo per i tuoi complimenti, sia sulla storia che sul mio stile di scrittura!
Grazie per aver perso speso tempo a leggere questa fic.
Spero di risentirti presto!

-Lady_P:Ehilà, Lady-chan! ^^ Grazie per aver letto e recensito questa storia! ^^ Comunque, sono felice di averti lasciato sulle spine più e più volte, sorpattutto dopo la "storiella", ma era proprio questo l'obbiettivo!
Grazie per avermi sempre seguita, te ne sono veramente grata!
Spero di poter leggere un giorno una tua storia, quando ti deciderai a scriverla!

Ora, passiamo agli altri ringraziamenti:

-FireCristal:Per me, ormai, leggere tue recensioni quando scrivo una NaruSaku è quasi una routine. Quindi, ad essere sincera, non mi sono affatto stupita quando ho notato una tua recensione!
Ti ringrazio per aver commentato e in generale per lasciarmi ogni tanto qualche recensione!
Spero che la conclusione ti sia piaciuta, perchè in particolare sulla fine sono un pò insicura.
Alla prossima! ^^

-Sonia12_Flor:Ciao, felice di conoscerti! Sono felice di sapere che c'è un'altra seguace del NaruSaku, perchè, ormai, col finale tutte le storie su questa magnfica coppia sono diminuite, rispetto a prima, almeno.
Spero che il finale ti sia piaciuto e spero anche di risentirti presto! ^^
Alla prossima!


Infine, ringrazio chiunque ha inserito tra le preferite/seguite/ricordate questa storia e, ovviamente, ringrazio chiunque ha letto!
Siete fantastici!
Alla prossima_
Naru-chan

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