Stupid Heart!

di JoshEyes
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Who you are. ***
Capitolo 2: *** Teenage Dream. ***
Capitolo 3: *** Shake it Out. ***
Capitolo 4: *** Here comes the sun. ***
Capitolo 5: *** Don't panic. ***
Capitolo 6: *** All of the stars. ***
Capitolo 7: *** AVVISO. ***



Capitolo 1
*** Who you are. ***


Don’t lose it all in the blur of the stars!
Seeing is deceiving, dreaming is believing,
It’s okay not to be okay.
Jessie J – Who you are




 
E ci sono quelle sere in cui te lo concedi, te lo concedi di crollare, almeno per una sera, di lasciarti andare al freddo che hai dentro e sprofondare nell’oblio. Non sei debole, solo stanca. Domani riprenderai a lottare, sarai la ragazza forte di sempre, l’ancora di tutti. La ragazza che ha superato la morte di suo padre, l’abbandono da parte della madre poco dopo, il dolore per dover lasciare il posto dove era nata e cresciuta: l’Italia. All’inizio era una bambina dolce, simpatica, amava la vita. Ma ha visto come a volte la vita possa essere crudele, togliendoti tutto quello che un tempo avevi. Cosi ha imparato ad essere fredda, distaccata, acida, si è costruita talmente tanti muri attorno che nessuno è mai riuscito ad oltrepassarli. Tranne Nick. Ci aveva provato tante di quelle volte a distruggere quei muri che alla fine ci era riuscito. America si chiedeva come mai non si fosse stancato di lei. Non le piacevano le persone. O forse, era lei a non piacere. In ogni caso, si era detta, nessuno avrebbe più oltrepassato le barriere costruite intorno al suo cuore.
 
«Mare svegliati, sei in ritardo!» urla una voce fuori dalla mia stanza.
Decido di rimanere a letto fino a quando le tende vengono spostate bruscamente lasciando entrare la luce, cosa che mi costringe ad infilare la testa sotto il cuscino, che subito dopo mi viene tolto.
«Matt, sei un rompiscatole! Vuoi lasciarmi dormire?» dico con la voce ancora impastata dal sonno.
«Non ci penso neanche! Non vorrai mica farti licenziare! Fila subito sotto la doccia!» odio quando fa così. Ma se non fosse stato per lui non mi sarei mai alzata da quel letto.
«Ok mamma» dico lanciandogli un’occhiataccia.
Abito a Los Angeles con i miei zii da dopo la morte di mio papà, due anni fa. Li odio. Cercano di farmi superare la sua morte ma io no, non voglio. Hanno detto che mi devo far aiutare ma le uniche persone che hanno bisogno di aiuto per capirmi qui sono loro. Posso sembrare stronza, menefreghista o cattiva, ma la verità è che sono stanca di non essere capita.
Ci sono poi le uniche due persone importanti per me, le uniche che ho ammesso nella mia sottospecie di vita. Matt, il mio insopportabile cugino rompiscatole e Nick, il mio migliore amico. Li adoro, capiscono sempre come sto, dopo la morte di mio padre per loro sono come un libro aperto.
In quel periodo di depressione, Matt si era stufato di sentirmi dire ‘nessuno ha bisogno di me’ ‘me lo merito, in fondo’ ‘ non sono abbastanza da essere amata’.
«Smettila di dire cavolate! Tu non ti meriti tutto questo, sono gli altri a non essere abbastanza da amarti. Se vuoi stare bene prendi la vita per il collo e falle vedere chi è che comanda» e così avevo fatto. Le avevo fatto vedere che nonostante tutto quello che mi avesse tolto io ero ancora in piedi. Ancora più forte. E pensavo che almeno, in fondo, anch’io mi meritavo un po’ di felicità.
Esco dal box doccia, mi asciugo e mi metto i vestiti per il lavoro. Pettino i miei lunghi capelli biondi e li lego in una cipolla disordinata. Metto un velo di mascara e la matita nera, che non può mai mancare, e mi precipito di sotto. Controllo l’ora. Non ho neanche tempo di fare colazione. Saluto Matt con un bacio sulla guancia e gli scompiglio i capelli.
«Grazie per avermi svegliata, rompiscatole» dico sorridendo.
«Non c’è di che, dormigliona!» ride. Ecco perché lo adoro. Riesce a mettermi di buon umore, a farmi sorridere quando non ne ho proprio voglia.
«America, non hai fame?» chiede mia zia.
«Non ho tempo. Ciao» dico fredda.
Lavoro in un piccolo bar a qualche isolato da qui, non ci vuole molto a raggiungerlo. Ma sono due giorni che arrivo in ritardo e sono sicura che il mio capo mi farà fuori appena ne avrà l’occasione. Entro. Il bar non è affollato come pensavo. Beh, a quest’ora di un sabato d’estate nessuno si sveglia così presto, a differenza della sottoscritta. Un punto a favore per me. C’è più probabilità che io esca viva da qui.
«Nick!» mi precipito ad abbracciare il mio migliore amico. Mi sento al sicuro tra le sue braccia.
«Piccola rompiscatole, come stai?» sorride scompigliandomi i capelli e stringendomi talmente forte da farmi mancare il respiro.
«Non starò più così bene se continui a stringermi in questo modo» in quel momento allenta la presa sciogliendo non del tutto l’abbraccio, solo quanto basta per guardarmi in faccia. Mi accarezza la guancia con il pollice.
«Cosa sono questi occhi gonfi? Hai pianto?» il suo sorriso si trasforma in una smorfia di preoccupazione.
«No Nick, è che non ho chiuso occhio stanotte» torno ad abbracciarlo sperando che questo basti per non fargli capire che mento. E invece l’ha capito. L’ha capito eccome.
«Mare, guardami – alzo lo sguardo e incontro i suoi bellissimi occhi verdi –So che recitare è la cosa che sai fare meglio, ma con me non ti riesce. Io ti conosco. È sempre per quella storia?» chiede, comprensivo. Riesce sempre a capirmi, a consolarmi, a farmi dimenticare il passato quando sto con lui. Ci siamo solo noi due.
«Noi due contro il mondo, non scordarlo» era la nostra promessa. Una frase che comprende mille significati. Era come per dire ‘Io ci sono, fidati di me, ti starò sempre accanto’. E da due anni a questa parte è sempre stata mantenuta.
È qui che ho conosciuto Nick, in questo bar.
«Serve aiuto?» mi aveva chiesto, con uno sguardo che mi aveva subito rapita. Mi ero appena trasferita e il taxi mi aveva fatta scendere davanti a questo bar. Non sapevo dove abitassero i miei zii, quindi sono entrata e gli ho chiesto se mi poteva indicare la strada. Lui ha chiesto al suo capo un’ora libera che gli è stata subito accordata e mi ha accompagnata a casa. Poi mi ha chiesto di uscire. All’inizio ho rifiutato, ma dato che aveva insistito tanto gli ho detto di sì. Che male c’era a conoscere un ragazzo? Mi ha convinta a raccontargli la mia storia, diceva che chi guardava i miei occhi vedeva solo tristezza, io mi sono fidata di lui e ho fatto bene. Non si è arreso con me e devo ringraziarlo, perché non so come farei se lui non fosse qui.
Il tintinnio della campanella appesa sopra alla porta ci distrae. Un cliente. È un ragazzo. Indossa un cappellino rosso e occhiali da sole. Si siede in un angolo, lontano dalla porta d’ingresso. Vado a chiedergli cosa vuole ordinare.
«Buongiorno, cosa posso portarti?» chiedo. Lui mi squadra per un attimo, poi si toglie gli occhiali da sole.
–O mio dio, Josh Hutcherson è qui!–
Aspetta di vedere la mia reazione, ma sulla mia faccia compare solo un sorriso ebete.
«Un frullato alla fragola. Grazie» mi sorride. Mi sto sciogliendo. Josh Hutcherson mi ha sorriso!
Era il mio sogno incontrarlo. Chi l’avrebbe mai detto, per una come me che della vita ne ha piene le tasche.
Corro dietro al bancone. Mentre preparo il frullato mi costringo a non farmi scappare un urlo. Nick viene a chiedermi se ho bisogno di qualcosa. Poi però nota –come dice lui– uno strano luccichio nei miei occhi. Non ho mai capito cosa volesse dire, ma penso significhi che, almeno per un momento, sono felice.
«Dio Nick, guarda chi c’è! Non posso credere che sia qui!» bisbiglio.
«Mare di che parli? Chi è quello?» mi guarda come se fossi pazza. Ma io non sono pazza e quello è veramente Josh Hutcherson.
«È Josh Hutcherson, Nick!»
«Beh, alla fine hai realizzato uno dei tuoi sogni no?» sorride. Sono davvero troppo felice.
Finisco di preparare il frullato, poggio il bicchiere su un vassoio e glielo porto. Sento squillare quello che dovrebbe essere il suo telefono e mentre passo con il vassoio lui si alza, urtando il mio braccio e facendo cadere il frullato sopra la mia maglietta. Lui sembra accorgersene soltanto quando dalla mia bocca esce un urlo. Lascia cadere il telefono e si precipita ad aiutarmi. Cerca inutilmente di pulirmi la maglietta con dei fazzoletti, ma afferro le sue mani, forti e calde, e cerco di tranquillizzarlo. Certo, non mi sarei mai immaginata che al nostro primo incontro sarebbe successo tutto questo, immaginavo lui alla premiere di un suo nuovo film, bello come sempre, che mi guardava e si innamorava perdutamente di me. Ma mi basta averlo qui, intento a cercare di pulire la mia maglietta sporca di quello che doveva essere il suo frullato.
«Mi..mi dispiace, non l’ho fatto apposta, non ti avevo vista. Mi dispiace davvero» si scusa. È davvero troppo tenero. Sembra un bambino dispiaciuto per aver rotto il suo giocattolo preferito.
«Josh, non preoccuparti, andrà via» gli sorrido.
«Devo farmi perdonare, però» si ferma un attimo a pensare.
«Beh, un autografo e una foto andranno più che bene» suggerisco. Passo il mio telefono a Nick che ci scatta una foto.
«Come ti chiami?» sorride. Dio, potrei vivere solo dei suoi sorrisi, non mi servirebbe altro. Sono abituata a vederlo sorridere, ho visto tutti i suoi film. Ma in realtà è diverso. Il suo sorriso è mille volte più bello.
«America» rispondo imbarazzata. In questo momento devo sembrare patetica. La solita ragazzina che non riesce a spiaccicare una parola davanti al suo attore preferito. Noto anche i suoi occhi. Non capisco le persone che hanno la fissa per gli occhi azzurri, lui ha gli occhi marroni, eppure non c’è nulla di meglio al mondo. Josh deve sentirsi osservato, perché in quel momento alza lo sguardo e mi sorprende a guardarlo. Sorride imbarazzato. Deve smetterla, altrimenti il mio cuore non reggerà più e finirà per uscirmi dal petto a forza di battere così velocemente.
Firma un pezzo di carta che, ho deciso, appenderò in camera mia.
«Ecco a te» mi porge il foglio. Leggo le parole scritte in bella calligrafia:
“Ad America, l’unica ragazza che non si è arrabbiata con me per il fatto che le abbia rovesciato un frullato addosso. Spero che tu possa perdonarmi. Con affetto, Josh Hutcherson”.
«Quindi non sono la prima eh? È un vizio– l’aria viene riempita dal rumore della mia risata –Comunque te l’ho detto, è tutto a posto, te l’assicuro. Al momento della foto ti avevo già perdonato» sorrido sincera.
«Ok allora. Grazie America» si avvicina e mi lascia un leggero bacio sulla guancia, e subito il mio viso comincia ad andare in fiamme.
«A te» rispondo mentre si gira ed esce dal bar. Dopo essere uscito si affaccia e mi fa un cenno di saluto con la mano, sorridendomi.
Ok, sono spacciata.
Mi giro verso Nick, che è già pronto a sorbirsi le mie mille adulazioni nei suoi confronti, lo vedo dalla sua espressione.
«Che c’è? Non ho detto nulla» incrocio le braccia in segno di difesa.
«Oh, grazie al cielo!» dice e scoppia a ridere.
«Ah ah, ecco a voi mister simpatia» sbuffo alzando gli occhi al cielo. Perché mi conosce così bene?
«Anch’io ti voglio bene, Mare»
 
Più passano i giorni, più sono sicura che sarà difficile rivedere Josh. Ogni giorno che passa è una fitta al cuore. Pensavo che la vita avesse deciso di darmi almeno un po’ di felicità. Mi sbagliavo. Voleva solo farmi vedere cosa sto perdendo. Voleva farmi vedere quello che non avrò mai, la vita che ho sempre desiderato.
Voleva prendersi gioco di me, di nuovo. Bastarda. Ma sono io che gliel’ho permesso, rimanendo in camera mia a piangere. Per tutto quello che so che non avrò mai. Un padre. Una madre che mi ami. Degli amici veri, non quelli che ti pugnalano alle spalle. Una carriera come attrice. Ma io chiedo troppo. Ecco cosa c’è di male nello sperare. Se le cose non vanno come tu vorresti, cosa ti rimane? Un’illusione, è tutto quello che resta.
Ma a volte la vita da un’altra chance, no? A me l’ha data facendo entrare Josh dalla porta d’ingresso del bar, esattamente un mese dopo il nostro primo incontro.
«Ciao America» stranamente, stavolta non sorride.
«Josh– sorrido –cosa posso portarti?»
«Niente, grazie. Avevo bisogno di parlarti» distoglie lo sguardo. Sto cominciando a preoccuparmi.
«Ok, dimmi» mi siedo di fronte a lui. Mi giro verso il bancone e incrocio lo sguardo di Nick. –Che succede?– mima con le labbra notando sul mio viso un’espressione preoccupata. Scuoto la testa. Avrei voglia di saperlo anch’io.
«Non vorrei sembrarti.. sai, un idiota. Ti capirei se mi dicessi di no, ma voglio chiedertelo lo stesso. Ti andrebbe di uscire con me un giorno di questi?» dice tutto d’un fiato. Ci metto un po’ ad assimilare le sue parole. Tiro un sospiro di sollievo.
«Dio Josh, mi hai fatta preoccupare» scoppio a ridere e lui sorride. Mi blocco di colpo. Spalanco gli occhi.
«Aspetta, cosa?» chiedo, per essere sicura di quello che le mie orecchie hanno appena sentito.
«Hai capito» risponde aspettando la mia di risposta. Chi sarebbe così stupido da non accettare di uscire con Josh Hutcherson? Di sicuro non io.
«Certo che sì» dico sorridendo.
«Domani alle 8?»
«Va benissimo» rispondo. Dio che imbarazzo.
«Ti lascio il mio numero così mi mandi un messaggio con l’indirizzo di casa tua– tira fuori dalla tasca un fogliettino e me lo porge –Così ti vengo a prendere» dice. Annuisco.
«Perfetto» dico cercando di nascondere l’emozione.
Non riesco a crederci. Domani uscirò con Josh Hutcherson.



Saalve! Eccomi di nuovo su EFP a scrivere una ff sul nostro Joshua! Per stavolta ho avuto un'idea che mi sembra abbastanza carina. Se siete arrivati fin qui *clap clap* vorrà dire che avete visto delle paroline scritte in azzurro. Bene, per rendervi più "partecipi" di quello che succede nella mia testolina, ho deciso di mettere alcune immagini. Infatti se cliccate su una di quelle paroline verrete reindirizzati e blablabla.. Dunque, provate!
Detto questo, recensite e fatemi sapere cose ne pensate!
Al prossimo capitolo♥

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Capitolo 2
*** Teenage Dream. ***


My heart stops when you look at me.
Just one touch, now baby I believe this is real.
So take a chance and don’t ever look back.
Katy Perry – Teenage Dream



Apro gli occhi di scatto. Ho la fronte madida di sudore. Controllo l’ora sull’I-phone. 4:17am. L’ennesimo incubo per via della morte di mio padre. La macchina che si ferma. Un’altra che ci viene addosso per la grande velocità. Mio padre che viene scaraventato fuori dall’auto. Io che sbatto la testa. Il resto è solo nebbia. Di lui resta solo qualche foto e un ricordo sbiadito dal tempo.
Mi alzo e scendo di sotto. Prendo una bottiglietta d’acqua dal frigo e ne bevo la metà. Salgo ed esco in terrazzo. Tanto non riuscirei più ad addormentarmi. Mi ritrovo a pensare a quante cose belle mi sono successe in questi ultimi 2 anni. Conoscere Nick. Abitare nella stessa casa di mio cugino Matt. Conoscere la persona che ammiro di più da quando sono piccola. La lista si ferma qui.
–Sei stata davvero molto fortunata, America– penso.
I miei pensieri vengono interrotti a una mano che si posa sulla mia spalla. Mi volto di scatto e trovo Matt. Sospiro.
«Scusa, non volevo spaventarti. Neanche tu riesci a dormire?» sorride. Scuoto la testa. Non ho voglia di parlare.
«Vieni qui» dice, e mi attira tra le sue braccia. Mi accarezza i capelli sussurrandomi parole che non riesco a sentire, mi sento soffocare dal dolore.
Non so come ci arrivo, ma mi ritrovo stesa sul letto tra le braccia di Matt che continua ad accarezzarmi i capelli e, prima di cadere in un sonno profondo, sento le sue labbra poggiarsi delicatamente sulla mia fronte.
Appena apro gli occhi noto di essere rimasta nella stessa posizione in cui mi sono addormentata. Le braccia calde di Matt sono ancora strette attorno alla mia vita. Il suo viso è piegato in un sorriso. Sorrido anch’io. Lui è la mia ancora. La mia ancora di salvezza quando mi sento affogare dal dolore.
Sblocco l’I-phone e controllo l’ora. Sono le 7:13am. Mi sembra di aver chiuso gli occhi solo da pochi minuti. Mi alzo stando attenta a non svegliare Matt e vado a farmi una doccia. Cerco di lavare via il peso opprimente che ho sul petto. Ma questo non basta. L’unica cura è vedere Nick.
Esco dal box doccia, mi asciugo, mi vesto e infilo le mie converse nere. Lego i capelli in una treccia laterale e passo al trucco. Copro le occhiaie, segno delle poche ore in cui ho dormito, con un po’ di correttore, metto il mascara e la matita nera.
Prima di scendere in cucina prendo un post-it e una penna.
‘Grazie di essere rimasto con me ieri sera, sono in debito con te. Ti voglio bene rompiscatole. Comunque, sei un angelo. Quando dormi, però. America’.
Una punta di sarcasmo ci sta sempre. Sono sicura che se Matt fosse sveglio direbbe: ‘Non ti riesce essere dolce per almeno 5 minuti. Il sarcasmo è il tuo forte’ e avrebbe pienamente ragione.
Lascio il post-it sul mio cuscino, stampo un bacio sulla guancia di Matt, prendo il telefono dal comodino e scendo a fare colazione.
«Buongiorno» dico con tono piatto arrivando in cucina. Prendo la mia solita tazza di caffellatte e un cornetto e mi siedo a tavola.
«Buongiorno Mare. Dormito bene?» chiede mia zia.
«Abbastanza» rispondo. Rimaniamo in silenzio per il resto della colazione. Quando ho finito mi alzo, saluto ed esco.
Mentre passeggio penso a cosa mettere stasera. Non sono mai stata una ragazza che si fa dei complessi per essere sempre alla moda. Ma stasera è diverso. Stasera sarò la principessa che esce col principe Hollywoodiano. Stasera tornerò a casa felice.
 
«Vieni da me?» dico a Nick dopo aver finito il turno al bar. Ho bisogno di stare sola con lui.
«Certo. Dici che mi faranno ancora entrare dopo l’ultima volta?» dice ridendo. Ricordo l’ultima volta in cui Nick è venuto a casa mia. Avevamo litigato, e lui voleva chiarire. Ha passato la sera a urlare il mio nome e dirmi di perdonarlo. Matt non voleva farlo salire in camera mia, gli diceva che avevo bisogno di stare un po’ da sola. Lui in compenso gli aveva quasi spaccato un labbro, niente di che.
«Ma si, non stavi mica per buttare giù la casa pur di vedermi» ribatto sarcastica cominciando a mia volta a ridere.
«Sali?» dice dopo essersi messo davanti a me e facendomi cenno di salire sulle sue spalle.
«Ma sei scemo?» dico scuotendo la testa. Non ho tempo di aggiungere altro che prende le mie gambe e comincia a correre.
Arriviamo a casa ridendo come matti poi, quando riesco a smettere, gli do un pugno sul braccio.
«Ehi!– dice massaggiandosi il punto in cui gli è arrivato il mio pugno –che ho fatto di male?» fa la solita faccia da cucciolo ferito.
«Non attacca con me Nicholas» ribatto mordendomi il labbro per non ricominciare a ridere.
 
Quando finalmente riesco a portare Nick in camera mia e chiudere la porta, sento la vibrazione del telefono. Apro whatsapp. 2 messaggi.
 
Da Matt:
Devo andarvi a comprare le precauzioni? Comunque sono uscito, non volevo “disturbare”.
 
A Matt:
Ricordati che questa te la faccio pagare.
Dio se è idiota.
 
Da Sconosciuto:
Ancora non mi hai detto dove devo venirti a prendere. Se hai da fare facciamo per un’altra volta.

«Chi è? Devo cominciare ad essere geloso?» scherza Nick.
«Oh, non mettertici anche tu» sbuffo appoggiandomi con la schiena sul suo petto mentre lui mi abbraccia.
«Allora, qual è il problema?» dice schioccando un bacio sulla mia tempia.
«Sai, è come se aspettassi qualcosa che so che non accadrà mai» sospiro dopo alcuni minuti passati in silenzio. Mi beo del calore del suo corpo a contatto con il mio. Tra le sue braccia mi sento al sicuro, è come essere abbracciata da mio papà.
«Sono sicuro che quel “qualcosa” accadrà, e prima di quanto tu non ti aspetti» bisbiglia al mio orecchio lasciandomi un altro bacio sulla guancia.
Mi alzo di scatto, cosa che fa sobbalzare Nick, mentre una consapevolezza si fa strada nella mia mente.
«Come fa Josh ad avere il mio numero?» dico incrociando le braccia. Un piccolo sorriso si fa strada sul suo viso.
«Oh andiamo, non ho fatto nulla di male!» dice cercando di addolcirmi, cosa che non gli è mai riuscita.
«Sei nei guai! Ora aiutami a decidere cosa mettere» dico mettendo su un finto broncio.
Dopo aver mandato un messaggio a Josh con l’indirizzo e aver scelto, con l’aiuto di Nick, cosa indossare, mi preparo. Faccio una rapida doccia, mi vesto e lego i capelli in uno chignon, con questo caldo non sopporterei di lasciarli sciolti. Metto un velo di mascara, la matita nera sui miei occhi azzurri e un po’ di rossetto rosso, mentre Nick mi avvisa che è ora di andare. Sono tesa. Certo, non è la prima volta che esco con un ragazzo, ma non dimentichiamoci che lui è un attore. Un sorriso beffardo compare sul mio viso. È soltanto una persona normale con un grande talento nel recitare.
«Sei bellissima» Nick mi osserva mentre infilo gli stivali.
«Ah ah, spiritoso» dico alzando gli occhi al cielo e lui mi fissa in cagnesco. Leccaculo. Vuole sicuramente ottenere qualcosa.
«Ti aspetto qui stasera per sapere com’è andata. Sii te stessa» dice facendomi l’occhiolino e lasciandomi un bacio sulla guancia.
«Mh, devo fidarmi a lasciarti solo in casa? I miei zii sono al lavoro e Matt è uscito» sorrido.
«Sai che sono un angelo»
«Mh, certo– mugugno –A stasera» dico stampandogli anch’io un leggero bacio sulla guancia, lasciandogli il segno del rossetto.
Infilo gli occhiali da sole ed esco. Un fuoristrada è parcheggiato nel vialetto di casa dal quale fa capolino un Josh sorridente. Salgo e lo saluto con un sorriso.
«Ehi, andiamo?» dice sorridendo timidamente.
«Dove mi porti?» lo osservo cercando di imprimere nella mia mente ogni particolare. Indossa una maglietta bianca aderente, degli shorts azzurri, un paio di converse ed è incredibilmente bello.
«È una sorpresa» dice voltandosi per qualche secondo verso di me per vedere la mia reazione, poi riprende a guardare la strada. Sbuffo.
«Devo intuire che non ti piacciono le sorprese, giusto?»
«Le odio» rispondo atona.
Dopo alcuni minuti, riprende a parlare.
«Allora, raccontami qualcosa di te. Di me sai praticamente già tutto» dice sfoderando uno dei suoi sorrisi perfetti.
«Le parole possono aspettare, la sorpresa no» dico mentre lui parcheggia davanti ad un edificio che, mi rendo conto, si trova vicino alla spiaggia. Un maggiordomo ci scorta attraverso la piccola villa che io ammiro incantata, portandoci in un ampio terrazzo occupato da divanetti e tavolini di vetro, dal quale si può osservare il mare.
«Tadaan, ti piace?» dice mentre io continuo a guardarmi intorno.
«Si, è bellissimo qui» sorrido sincera.
Mentre ci sediamo ci vengono serviti due succhi d’arancia con una strana cannuccia e un ombrellino al lato. Josh si schiarisce la voce.
«Sto aspettando una dettagliata descrizione di te stessa» dice ridendo.
Sento le parole uscire dalla mia bocca come un fiume in piena.
«Non ti prenderò in giro: sono un casino. La mattina sono orribile, con il mascara colato che la notte precedente ho dimenticato di togliere e i capelli aggrovigliati. Sono pure più acida del latte scaduto, proprio acida acida, antipatica, sarcastica. Poi sono strana, ma non quella stranezza adorabile, oh no, io sono strana forte, talmente strana che a volte non mi capisco nemmeno io. Odio chiunque mi stia accanto, eppure ho bisogno di sentire una presenza costante che non mi faccia mai sentire sola, perché, sai, io mi sento sola pure su un pullman all’ora di punta. Poi non amo uscire, però amo stare all’aperto, e amo il mare, eh sì, quello sì. Ma non mi piace il mare estivo, quello carico di creme solari e braccioli galleggianti, ho un debole per quello invernale, quello freddo dove non entreresti nemmeno sotto tortura ma che guarderei volentieri per il resto della mia vita. Magari con te. E non ho nemmeno poi così tanti amici, o magari li ho, ma sono troppo presa dalla mia autodistruzione per farci caso, già, ho anche degli enormi problemi d’autostima, forse un po’ di depressione. Forse ho dimenticato di dirti che mi odio. Ah, e inoltre sono un disastro nei rapporti, che siano d’amicizia, interpersonali o d’amore. Non so relazionarmi con la gente, sono troppo chiusa, troppo estroversa, troppo insicura, troppo esuberante, e chi lo sa? Sta di fatto che a volte sto meglio da sola e altre volte sono sul punto di scoppiare a piangere ogni volta che mi ritrovo per conto mio. Non ti conviene affezionarti a me, perché in fin dei conti non mi amo nemmeno io, come potresti farlo tu? E tutto questo, tutto questo da quando mio padre è morto» dico tutto d’un fiato mentre mi perdo a guardare le onde infrangersi contro gli scogli. Non so come, ma mi ritrovo seduta sulle gambe di Josh, stretta in un abbraccio che sa di conforto. Appoggio la testa sul suo petto, beandomi del suo profumo che invade le mie narici. Alla fine mi rendo conto che sì, le parole servono, ma a volte basta solo un abbraccio per cancellare tonnellate di momenti sbagliati.
«Ma tanto a nessuno importa» bisbiglio contro il suo petto, sperando che non mi abbia sentito.
«A me si. A me importa» dice, serio. Mi alzo per guardarlo negli occhi, per capire se sta scherzando, ma trovo il suo sguardo pieno di comprensione.
«Forse perché ti faccio pena» dico tornando ad appoggiare la testa sul suo petto.
«America, ascoltami– dice tirandomi su per guardarmi negli occhi –Io non provo pena per te. La prima volta che ti ho incontrato, la prima volta che ho guardato i tuoi occhi, ho capito che in te c’era qualcosa di speciale, che dovevo scoprire a tutti i costi. E ora ho capito– sorride per un attimo, poi riprende a parlare –Ho capito che persona fantastica sei. E non importa se fuori sei acida, antipatica, sarcastica, se sei un disastro, se sei depressa, apatica, stronza, strana. Ne hai tutto il diritto. Non importa, davvero. Perché tu sei bella dentro» dice, con un sorriso che contagia anche i suoi occhi.
Piano piano le sue parole fanno effetto, e so che sto per fare una cosa stupida, ma annullo i pochi centimetri che ci separano. Allaccio le braccia dietro al suo collo assaporando le sue labbra e per un attimo le nostre lingue si incontrano, provocando una scarica di brividi che percorrono la mia schiena. Poi Josh fa una cosa inaspettata. Afferra le mie braccia e allontana le nostre labbra.
«America, io..– comincia a balbettare –Io sono fidanzato»
La sua affermazione mi colpisce in pieno petto. in questo momento ho solo bisogno di andarmene. Mi alzo ma lui mi prende per il polso, costringendomi a guardarlo.
«America..» cerca di dire. Non lo faccio parlare.
«Voglio andare a casa» dico, cercando di usare un tono che non ammette repliche, ma la mia voce trema sull’ultima parola. La odio. Con uno scatto libero il polso dalla sua presa e comincio a camminare pregando di arrivare il più presto possibile a casa, mentre la vista mi si annebbia dalle lacrime. Durante il viaggio nessuno dei due dice niente. Io guardo fuori dal finestrino cercando di ricacciare indietro le lacrime, ma senza successo. Quando finalmente la macchina si ferma, provo a scendere ma le sue parole mi bloccano.
«Forse non dovevo invitarti ad uscire..» dice abbassando lo sguardo. Le mie gambe riescono ad eseguire i miei comandi e quindi a farmi scendere.
«Già, non dovevi» dico con la voce carica di rabbia, sbattendo la portiera.
Entro in casa prendendo a calci tutto ciò che mi intralcia e salgo di sopra. Trovo Nick che cammina avanti e indietro leggendo uno dei miei libri preferiti. Sorride notando che sono tornata, ma diventa serio appena vede la mia espressione e le lacrime che mi rigano il viso.
«America che succ– non lo lascio finire e comincio a baciarlo facendogli cadere il libro dalle mani ma, come in precedenza, anche lui mi afferra per i polsi e mi ferma.
«Anche tu sei fidanzato, eh?» urlo, spingendolo e facendolo finire sul letto.
«Mare ma che dici?» non gli faccio aggiungere altro che sono sopra di lui e ricomincio a baciarlo, stavolta con passione, e lui ricambia. Le nostre lingue si incontrano più e più volte, dando vita ad un turbinio di emozioni che non provavo da tanto. Mi fermo solo il tempo di levargli la maglietta e aiutarlo a sfilare il mio vestito. La sua bocca lascia una scia infuocata sul mio collo, poi ritorna sopra la mia, baciandomi con foga. Del resto mi rimangono impressi nella mente solo alcuni flashback: io che lo aiuto a togliersi i jeans, lui che tira fuori un preservativo dal suo portafoglio e mi chiede se ne sono sicura, io che annuisco, i suoi bellissimi occhi verdi pieni di desiderio. Poi una consapevolezza si fa strada tra le mille parole e immagini di noi due che ho nella testa.
Ho appena fatto sesso con il mio migliore amico.



Heeilà! *si schiarisce la voce* 
C'è nessuno?! No eh? 
Per farmi perdonare della (brutta) fine del capitolo, vi dico che l'ultima parte doveva essere l'inizio del prossimo capitolo. Sono buona in fondo. no? *fa gli occhi dolci*.
Anyway, ringrazio la mia prima recensitrice Primrose_Mellark (ti adoro!), chi ha aggiunto la mia storia tra le preferite/seguite/ricordate e le lettrici silenziose sperando che mi lascino anch'esse una recensione! Detto questo, mi dileguo.
Al prossimo capitolo bellezze

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Capitolo 3
*** Shake it Out. ***


And I’m done with my graceless heart
So tonight I’m gonna cut it out and then restart,
Cause I like to keep my issue strong
It’s always darkest before the dawn.
Florence and the Machine – Shake it Out.



Quando mi sveglio la luce proveniente dalle finestre mi colpisce in pieno viso. Infilo la testa sotto il cuscino. Strano, sono sicura di aver tirato le tende ieri sera. Esco dal groviglio di coperte e cerco di far abituare i miei occhi alla luce. Mi alzo per andare in bagno, e solo ora mi scopro nuda. Mi copro con il lenzuolo, mentre immagini di ieri sera mi riaffiorano alla mente. Mi sento una persona orribile. Mentre girovago per la stanza in cerca dei miei vestiti, noto un post-it giallo sul cuscino accanto al mio. Come sospettavo, è di Nick. Non sono sicura di voler leggere cosa c’è scritto sopra, quindi mi concentro su altre cose. Guardo l’ora e noto che sono le 8:4Oam. È tardi per andare al lavoro, e comunque non ne avrei avuta voglia. Non ho sentito la sveglia di Nick stamattina. Ma penso che per lui sia diventata una cosa naturale alzarsi presto, e non abbia bisogno di un rumore assordante che lo svegli. Scaccio questo pensiero mentre mi infilo l’intimo e il mio comodo pigiama. Mi sdraio sul letto infilando le cuffie nell’I-phone, poi decido di leggere il biglietto di Nick.
«Buongiorno piccola. Quando leggerai questo post-it probabilmente io sarò al lavoro, e probabilmente starò pensando a te» le parole scritte dopo sono state scarabocchiate, ma io riesco comunque a leggerle.
«Forse per te ieri sera è stato un errore, forse ti senti in colpa, ma per me non è così. Io credo di essermi innamorato di te, e l’ho capito nel momento in cui mi hai baciato». Trattengo il fiato leggendo e rileggendo le ultime parole, sperando che il mio cervello mi stia giocando un brutto scherzo. Inutile dire che non è così. Giro il post-it, continuando a leggere.
«Chiamami appena ti svegli. Un bacio, Nick» appallottolo il foglietto che va a finire in un angolo della stanza. Pensavo fosse arrabbiato con me, avevo paura che mi avesse lasciato un messaggio con tutti gli insulti che conosceva per averlo usato. E invece no, è stato troppo buono e mi ha perdonata, ma se facessi finta di niente peggiorerei soltanto le cose. Non posso essere così menefreghista, così crudele, sapendo l’errore che ho fatto. Ma per adesso non voglio più pensarci. Mi infilo le cuffie e faccio partire la mia playlist preferita in riproduzione casuale. Come diceva mio papà, l’importante è che il volume della musica sia sempre più alto di quello dei problemi.
 
Quando mi sveglio, un’ora dopo, sento un invitante profumo di frittelle che fa brontolare il mio stomaco. Tolgo le cuffie e chiudo l’applicazione della musica. La riproduzione casuale della mia playlist preferita ha avuto il successo desiderato: mi ha fatto dimenticare, almeno per un’ora, la mia vita incasinata. Vado in bagno e mi lavo il viso con l’acqua fredda per svegliarmi del tutto. Guardo il mio riflesso allo specchio.
–Sono una persona orribile– continuo a ripetermi.
Mentre scendo in cucina mi lego i capelli in una cipolla disordinata e mi ordino di non fare parola con Matt di quanto accaduto ieri sera.
«Ehi, non sapevo di trovarti a casa» sorride sentendomi scendere le scale. Cerco di fare il più silenzio possibile.
«America, sei tu?» dice ad alta voce dalla cucina. Quando si gira per controllare le frittelle inizio a correre urlando e sorprendendolo alle spalle. Si gira di scatto cacciando un urlo con una faccia spaventata, ma quando vede che sono io riduce gli occhi a due fessure, indignato. Io comincio a ridere tenendomi la pancia, e riesco a smettere solo dopo alcuni minuti.
«Pensavi davvero che fossi un serial killer? Comunque avresti dovuto vedere la tua faccia! La prossima volta che ti faccio uno scherzo di questo genere mi porto anche la macchinetta» dico ricominciando a ridere.
«Ah ah, davvero simpatica» dice sarcastico poggiando su un piatto le ultime frittelle che ha cucinato e spingendolo verso di me.
«Era il mio modo di fartela pagare per ieri. Ora siamo pari»
«A proposito di ieri..» non finisce la frase, ma ho capito cosa vuole. Comincio a mangiare facendo finta di non averlo sentito. Lui si schiarisce la voce, cercando di farmi alzare lo sguardo.
–Acqua in bocca Mare–.
«Allora? Sto aspettando» dice incrociando le braccia.
«Mh?» dico tenendo lo sguardo basso. Lui continua a fissarmi.
Ma se non mi sfogassi con lui, con chi potrei farlo? Le uniche persone con cui potevo parlare sono comprese nella storia.
«E va bene! Partiamo dalla cosa meno orribile?» comincio raccontandogli di come ho conosciuto Josh, quando mi ha chiesto di uscire, la mia stupida reazione alle sue parole, quando ha ammesso di essere fidanzato..
«E infine.. Sono andata a letto con il mio migliore amico» dico sospirando. Per poco Matt non si strozza.
«Tu cosa?» urla.
«Sono una persona orribile, lo so» dico in un sussurro, con gli occhi bassi. Se tempo fa qualcuno mi avesse detto che un giorno sarebbe successo tutto questo, gli avrei riso in faccia. Ma questo mi ha fatto capire quanto la vita possa essere imprevedibile. Fantastico, ora mi ha tolto anche il mio migliore amico.
Sento Matt alzarsi da tavola e venirmi incontro. Alzo lo sguardo e trovo la sua espressione dolce.
«E tu sei riuscita a fare tutto questo casino in un solo giorno?» dice sorridendo, e facendo sorridere anche me.
«Sei davvero una scema» mi abbraccia, lasciandomi poi un bacio sulla fronte.
 
Cerco di tenere la mente occupata per il resto della giornata. Riordino la stanza, lavo i panni sporchi, passo l’aspirapolvere in salotto e in cucina. Faccio di tutto per lasciare fuori dalla mia mente i pensieri, e fortunatamente ci riesco. Quando torno in camera mia sono le 5:29pm. Sblocco l’I-phone trovando 5 chiamate perse e 3 messaggi. Tutti di Nick. Ha capito cosa sto facendo, ha capito che per me è meglio evitarlo. E tra poco –stasera, domani, e chi lo sa?– sarà qui per cercare di chiarire, come la scorsa volta. E io, come la scorsa volta, lo ignorerò, sperando che Matt non si metta in mezzo per uscirne con qualcosa di rotto. Apro whatsapp per controllare l’ultimo accesso di Josh, e invece le trovo online.
–Si, è online, ma non per te– penso. Spengo il telefono e lo lancio sul letto, coprendomi il viso con le mani. So che la vita non è un romanzo rosa con la principessa da salvare, ma la mia somiglia più a un film horror in cui tutti si devono mettere in salvo.
Ripercorro mentalmente la giornata di ieri, poi mi viene in mente una cosa.
Prendo il portatile appoggiandolo sulle mie gambe e apro internet. Cerco Josh Hutcherson. Mi compaiono davanti migliaia di foto in cui abbraccia o bacia la sua ragazza, che solo ora scopro essere Claudia Traisac. Non riesco a spiegarmi come, io che sono una sua fan accanita, non l’abbia saputo prima. Darei tutto pur di essere al suo posto ma, nonostante questo, non posso odiarla. Se fossi io la fidanzata di Josh e tutti mi insultassero mi sentirei una nullità, penserei di non meritarlo. Ma per amore si fa di tutto, no? Compreso perdonare la persona che ti ha usato per colpa di una delusione.
I miei pensieri vengono interrotti dal suono del campanello al piano di sotto.
«Matt, chi è?» urlo.
«Non lo so, è per te»  grida di rimando.
È Nick forse? No, sapendo cos’è successo Matt non l’avrebbe mai fatto entrare. Nemmeno Josh, lui lo conosce. Non conosco nessuno oltre a loro, quindi chi può essere?
«Ehi sweety» dice il ragazzo appoggiato alla porta con un buffo accento americano.
«Che diavolo ci fai qui, Christian?» chiedo seccamente.
«Ehi, ti ricordavo dolce» fa per accarezzarmi la guancia, ma mi sposto incrociando le braccia.
«Sono cambiata. Ho capito quanto può essere stronza la gente» dico, ovviamente riferendomi a lui.
«Questo è il modo di dare il benvenuto al tuo ragazzo dopo tanto tempo?» chiede lasciandomi un bacio sulla guancia prima che io possa fermarlo.
«Ex ragazzo, mi hai tradita, ricordi?» dico sarcastica.
«Come vuoi– dice liquidando il discorso –Comunque, se non mi vuoi qui, me ne vado. Richiamami quando hai voglia di parlare, il mio numero ce l’hai» apre la porta di casa ed esce. Rimango ferma in piedi mentre il mio cervello elabora quello che lui definisce “un piano”. A volte mi sembra davvero che lavori per conto suo.
Apro la porta ed esco.
«Chris, aspetta!» urlo. Un sorriso compare sul suo volto mentre ripercorre il vialetto di casa.
«Ho bisogno di te» dico, supplicandolo con gli occhi.
 
Dopo aver passato una settimana chiusa in casa non sentendo né Nick né Josh, decido di alzarmi e andare al lavoro. Alla fine dovrò comunque rivedere entrambi, quindi o adesso o più tardi è la stessa cosa.
–Devo stare tranquilla– mi dico, prendendo le chiavi e uscendo.
A metà strada incontro Christian che mi sorride. Gli sorrido anch’io.
«Ehi, buongiorno» dice lasciandomi un bacio sulla fronte.
«Buongiorno a te» prendo la sua mano e insieme ricominciamo a camminare.
Mi ricorda un po’ i vecchi tempi, quando eravamo in Italia e stavamo insieme. E io ero felice.
Arrivati davanti al bar ci fermiamo. Mi avvicino al suo orecchio sussurrandogli un –pronto?–. lui, di rimando, mi sorride. Indietreggio di un passo urtando “per sbaglio” la porta, che fa scattare il campanello. A quel punto tutta l’attenzione è incentrata su di noi. Faccio finta di niente, e poso un rapido bacio sulle labbra di Chris, dopodiché entriamo sorridendo.
Noto subito Nick che ha ovviamente assistito alla scena, ma continua a fare il suo lavoro, non degnandomi di uno sguardo.
Cerco di evitarlo il più possibile, ma il destino non la pensa allo stesso modo.
Ci scontriamo mentre io ritorno al bancone e lui porta l’ordine di un cliente, che per poco non finisce per terra.
«Scusa, non ti ho vista» dice, guardandomi negli occhi.
«Comunque..– fa una piccola pausa –Sembri felice» abbassa lo sguardo, e in questo momento mi sento terribilmente in colpa. Ma lo sto facendo per lui, per il suo bene.
«Lo sono» dico, cercando di sorridere. 
 

Saalve popolo di EFP! Eccomi con un nuovo capitolo. Devo dire che in questo momento mi sento come una piccola Suzanne Collins ahah, sono cattiva, lo so, ma mi farò perdonare u.u 
Anyway, ditemi cosa ne pensate, insultatemi anche se volete (nei limiti consentiti), tutto tramite una recensione. Ringrazio come sempre chi ha messo la storia tra le preferite/seguite/ricordate, chi ha recensito gli scorsi capitoli e le lettrici silenziose, sperando che anch'esse mi lascino una recensione. Vi adoro bellezze!
Al prossimo capitolo 

 

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Capitolo 4
*** Here comes the sun. ***


Little Darling, the smiles returning to their face,
Little Darling, it seems like years since it’s been here.
Here comes the sun,
Here comes the sun, and I say:
It’s all right.
The Beatles – Here comes the sun.




Dopo la prima volta in cui mi sono fatta vedere con Chris, non ho più bisogno di fingere. Nick non mi ha più parlato. L’unica volta in cui l’ha fatto mi ha mandato un messaggio con scritto –Mi manchi–. Non gli ho risposto, devo rassegnarmi all’idea di aver perso il mio migliore amico. Se lo riavvicinassi a me rifarei lo stesso errore, ferendolo. A volte mi chiedo se non sto sbagliando tutto, se non dovessi lasciar andare le cose per il loro verso. E cioè includere Nick nel mio futuro come più che amico. E a volte penso veramente di farlo. Ma quel giorno, quel bacio mi tiene legata a Josh, in qualche modo. Sono una stupida a pensare a tutto questo, lo so, Josh è fidanzato e io non posso cambiare le cose. Non posso intromettermi tra loro come se niente fosse.
È ora di pranzo e sono sola a casa. I miei zii fortunatamente sono sempre al lavoro e Matt ha ricominciato i corsi all’università. Il mio piccolo genio. Sorrido, mentre la vibrazione del mio telefono mi avvisa dell’arrivo di un messaggio.
 
Da Josh:
Ho bisogno di vederti. Ti vengo a prendere io, stasera alle 7:3O.
 
 
«Dai, smettila!» urlo tra le risate, cercando di bloccare le mani di Chris che mi stanno facendo il solletico, cosa che odio.
In questo periodo lui mi è stato vicino, siamo diventati come fratelli. Quando sono con lui mi sento spensierata e allegra. Ci sono momenti in cui lo sorprendo a fissarmi e sorrido imbarazzata. Dio, mi sembra di essere una ragazzina alla sua prima cotta.
«Questa te la faccio pagare!» dico tirandomi su e sistemandomi la maglietta.
«Anch’io ti voglio bene Mare» ride, ma si ferma di botto quando riceve un pugno sul braccio.
«Ahia!» urla mettendo il broncio.
«Ti sta bene!» dico facendogli la linguaccia e cominciando a ridere.
«Ti va di uscire?» propone sorridendo.
«Ottima idea, ma devo prepararmi, non posso farmi vedere in questo stato» dico entrando nella cabina armadio. Sento Chris sbuffare.
«E non fare quella faccia, ti ho sentito!»
Dopo venti minuti di lamentele sono pronta,
 vestita e truccata di tutto punto.
«Ce l’hai fatta!» dice Chris mentre lo prendo per mano trascinandolo fuori.
«Non so come ho fatto a stare con te» dico alzando gli occhi al cielo.
Usciti fuori Chris mi si para davanti, si abbassa e mi prende per le cosce, poi mi poggia sulla sua spalla.
«Questo per avermi fatto aspettare» comincia a ridere mentre io mi dimeno cercando di fargli sciogliere la presa.
«Ti ricordo che non sono un sacco di patate. Mettimi giù!» urlo tempestandogli la schiena di pugni –affettuosi–, poi comincio anch’io a ridere.
Siamo appena usciti dal vialetto di casa mia quando Chris si ferma di botto. Mi appoggia a terra mentre io continuo a ridere, ma solo quando mi giro mi accorgo della presenza di Josh. Sembra sorpreso di vedermi scherzare con un ragazzo. Poi ricordo perché è venuto qui. Cavolo, me ne sono completamente dimenticata.
«Che ci fai qui?» ovviamente, ho raccontato tutto a Chris, che ora sta cercando di difendermi. Mi si para davanti, ma io lo faccio girare mettendogli una mano sulla guancia per farmi guardare negli occhi.
«Ha solo bisogno di parlarmi, Chris. È tutto a posto» dico sorridendo.
«Sicura?» chiede. Annuisco, lasciandogli un bacio sulla guancia.
Vado verso il fuoristrada di Josh e dopo essere salita, faccio un piccolo sorriso a Chris per rassicurarlo.
In macchina c’è un silenzio opprimente, e Josh non ha intenzione di spezzarlo, quindi lo faccio io.
«Allora, di cosa devi parlarmi?» chiedo guardandolo. Lui si gira per un secondo verso di me con uno sguardo serio, poi ritorna a guardare la strada senza darmi una risposta.
«Era il tuo ragazzo, quello?» chiede con tono piatto.
«E anche se fosse?» rispondo incrociando le braccia.
Non capisco il perché di questa domanda.
Josh si gira di nuovo verso di me. Vedo il suo sguardo deluso, e non posso fare a meno di pensare a quanto sia bello.
«Non è il mio ragazzo. Ma tanto a te che importa, sei fidanzato» bisbiglio spostando lo sguardo verso il finestrino.
«È proprio di questo che ti voglio parlare»
Dopo neanche 5 minuti arriviamo in un piccolo parco, dove ci sediamo su una panchina. Josh si siede accanto a me prendendomi le mani e facendo un piccolo sorriso. Sospira, poi inizia a parlare.
«L’ho lasciata. Ho lasciato Claudia» dice aspettando la mia reazione. Che diavolo centro io? Non riesco a trovare la ragione per cui l’abbia dovuto dire a me. Lui vede la mia espressione interrogativa, quindi continua.
«L’ho lasciata per te» dice mentre il suo sorriso diventa ancora più grande. Le sue parole riescono finalmente ad arrivare al mio cervello. Lascio le sue mani bruscamente, poi mi alzo.
«Tu cosa?» mi guarda confuso, probabilmente si aspettava un’altra reazione.
«Non posso intromettermi così fra voi due. Non sarebbe giusto nei suoi confronti» gli spiego. Lui si alza, mentre un altro sorriso si fa strada sul suo volto.
«America, tu mi piaci» dice accarezzandomi la guancia col pollice. Che diavolo sta dicendo? Io non posso, non posso farlo. La parte di me che vuole stare con lui sta lottando con quella che mi dice di ragionare. Come mi sentirei io se il mio ragazzo mi lasciasse per un’altra? Di certo non bene.
«Vuoi vivere questa favola insieme a me?» bisbiglia. Io non credo nelle favole. E se questa dovesse esserlo la strega cattiva farà di tutto pur di allontanarci. Josh si morde il labbro inferiore. So cosa sta per fare. Lo vedo dal suo sguardo. La parte che mi dice di ragionare vorrebbe fermarlo e dirgli di rimettere le cose a posto, com’erano prima. Ma non posso farla vincere. Per una volta devo pensare a me stessa.
Stavolta è lui ad annullare le distanze tra noi. All’inizio mi bacia con delicatezza, quasi avesse paura che io possa tirarmi indietro. Poi chiede l’accesso alla mia bocca, che io gli consento. Le sue labbra mi sono così familiari, come se fossero state fatte per combaciare con le mie. Josh si stacca dal bacio e mi guarda negli occhi. Dio, sono qualcosa di spettacolare visti da vicino. Non mi sentivo tanto bene da tempo.
Improvvisamente, la vibrazione del suo telefono ci distrae. Lo tira fuori dalla tasca dei pantaloni e legge il messaggio che ha ricevuto. L’unica cosa che riesco a vedere è che l’ha mandato Claudia. Vedo Josh diventare bianco come un lenzuolo. Per un momento penso che stia per sentirsi male, poi il suo viso riprende colore.
«Josh, che succede?» chiedo preoccupata.
«Dobbiamo andare» dice cominciando ad avviarsi per raggiungere il fuoristrada. Come non detto. La strega sta già cominciando ad allontanarci.
Quando arriviamo a casa Josh apre la porta per farmi scendere, poi mi attira a se.
«A quanto pare non hai intenzione di dirmi che succede» dico abbracciandolo e inspirando il suo profumo che mi fa sentire terribilmente bene.
«Si sistemerà tutto, non preoccuparti» dice lasciandomi un bacio sulla fronte. Fa per allontanarsi, ma io lo afferro per il braccio tirandolo verso di me.
«Non mi merito neanche un bacio?» chiedo facendo la faccia da cucciolo. In tutta risposta lui preme le labbra sulle mie in un rapido bacio a stampo.
«Sei malefico» dico attirandolo di nuovo a me e lasciandogli un bacio come si deve.
«Soddisfatta?» chiede divertito.
«Per niente» dico mettendo il broncio e incrociando le braccia.
«Non scherzare col fuoco Josh, che prima o poi ti scotti. E vedi di farti perdonare altrimenti la prossima volta non ti bacio neanche sotto tortura!» urlo mentre raggiunge il fuoristrada.
–Se ci sarà una prossima volta– mi sussurra la mia parte pessimista.
«Tanto un bacio te lo rubo lo stesso» dice facendomi la linguaccia e facendo sparire tutti i miei dubbi.



Heeilà! Finalmente il tanto aspettato bacio! Scusaatemi tanto per il ritardo, ho avuto il cosiddetto 'blocco dello scrittore', e a quanto pare la scuola già dalla prima settimana non fa sconti a nessuno. Mi scuso inoltre per la lunghezza del capitolo, ma volevo mettere un po' di suspance. Premetto che adoro Claudia e sono felicissima per lei e Josh, ma qui ho pensato di farle fare un po' la parte della cattiva. Cosa avrà mai scritto a Josh? Provate a indovinare, e scrivetemi le risposte nelle recensioni! Come sempre ringrazio chi ha recensito, chi ha messo la storia tra le preferite/seguite/ricordate e le lettrici silenziose. 
Al prossimo capitolo bellezze!

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Capitolo 5
*** Don't panic. ***


All that I know
There’s nothing here to run from
‘Cause everybody here’s got somebody to lean on.
Coldplay – Don’t panic.



Sono giorni che non sento Josh. Gli ho mandato una marea di messaggi. Continuo ad aspettare una risposta che di sicuro non arriverà, e sto cominciando a preoccuparmi. Che abbia cambiato idea e stia cercando di evitarmi? Può darsi, ma perché dovrebbe farlo? Ci sono tantissime domande che hanno bisogno di risposte, e solo lui può darmele. Aspetterò,  in fondo il tempo cura le ferite, e io ne ho anche troppe ancora aperte. Per adesso devo concentrarmi a trovare un provino qui a Los Angeles che faccia al caso mio. Ho preso questa passione da mio papà. È lui che mi ha fatta entrare nel mondo della recitazione. Vedevo i suoi occhi brillare nel modo in cui lo facevano soltanto quando guardava la mamma, e questo mi ha fatto scoprire le emozioni che la recitazione possono provocare. E ora è diventata la mia passione più grande. È una delle poche cose che mi tiene ancora legata a mio papà. Il suo ricordo fa ancora male, ma non posso dimenticarlo. Chi lo farebbe, altrimenti? Non riuscirei a dimenticare il suo viso dolce, la sua voce calda e rassicurante, le sue mani rovinate dal troppo lavoro ma che non esitavano a stringermi in un abbraccio.
«Mi manchi papà» sussurro chiudendo gli occhi e facendo un respiro profondo. Se lui fosse qui saprebbe di sicuro dirmi cosa fare. La vibrazione insistente del telefono richiama la mia attenzione.
Josh, finalmente.
 
Da Josh:
Devo vederti, è urgente. Stesso parco dell’altra volta.

Mi alzo di scatto, infilo le prime cose che trovo nell’armadio, prendo telefono e chiavi e mi precipito di sotto.
«Matt, devo vedere Josh» urlo dal salotto. Alle mie parole Matt fa capolino dalla cucina.
«Tutto ok?» chiede, visibilmente preoccupato.
«Vedremo» rispondo chiudendomi la porta alle spalle.
Salgo in macchina concedendomi un minuto per calmarmi. Sono pronta per quello che dovrà dirmi Josh, ho passato di peggio, no?
Parto a tutta velocità, e sorprendo me stessa quando noto di essere arrivata in meno di tre minuti. In lontananza vedo Josh camminare avanti e indietro, anche da qui si vede benissimo che c’è qualcosa che lo turba. Mi affretto a raggiungerlo e lo sorprendo alle spalle, abbracciandolo. Lui sussulta, poi poggia le mani sopra le mie facendomi girare. Vedo il suo viso stanco, gli occhi rossi per non aver dormito abbastanza, i capelli disordinati e la barba ricoprirgli le guance. Vedendomi per un attimo i suoi occhi si illuminano, poi ritornano ad essere spenti, come non li ho mai visti prima.
«Ciao» dice facendomi un piccolo sorriso.
«Ciao» rispondo insicura, spostando nervosamente una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
Ad un tratto poggia le mani sulle mie guance e penso che stia per baciarmi, invece preme le labbra sulla mia fronte. Cerco di godermi questo momento con tutta me stessa, perché non so se ce ne saranno altri dopo quello che Josh avrà da dirmi.
«America.. So che dovrei essere felice, lo so, ma non ci riesco. Non volevo succedesse così, lei non era quella giusta.. Tu lo sei. Ma ormai non ha più importanza. Io..» dice, guardando un punto imprecisato alle mie spalle e fermandosi per riprendere fiato.
«Di cosa parli, Josh?» chiedo con voce spezzata, interrompendolo. No, non sono pronta.
Lui sembra accorgersi solo ora della mia presenza. Fa un sorriso infelice, poi mi risponde.
«Claudia è incinta»
È come un eco. Sento queste tre parole, ancora e ancora. Quando riesco davvero a capirne il significato, ho un tuffo al cuore. Sapevo che doveva essere qualcosa di importante, ma non mi sarei mai aspettata questo. Non adesso, non così.
«Lo so che avrei dovuto dirtelo prima ma, non sapevo come.. E non voglio lasciarti, davvero, ma non posso scegliere tra te e quello che sarà il..» si ferma ancora per riprendere fiato, mentre una lacrima gli riga la guancia.
«Non sarebbe giusto nei..» lo fermo poggiandogli un dito sulle labbra. Mi faccio forza, e me ne serve tanta, per dire soltanto due parole.
«Starò bene» asciugo la lacrima sfuggita al suo occhio poco prima con il pollice. Poi mi giro e ritorno alla macchina.
«Aspetta» dice mentre sento dietro di me il suo passo pesante. Mi fermo, ma non sono sicura di volermi girare. Le lacrime stanno già rigando le mie guance, e in questo momento voglio solo stare sola. Ma lui non la pensa allo stesso modo. Mi afferra per il braccio facendomi girare, poi prende il mio viso tra le mani e mi bacia con dolcezza. Questo vuol dire un’unica cosa: è un bacio d’addio.
 
«La sua ex è incinta.. Lui mi ha lasciata, capisci?» dico tra i singhiozzi mentre Matt mi accarezza i capelli cercando di tranquillizzarmi.
«Beh, è uno stronzo» dice arrabbiato.
«Non sa di essersi perso la scena di te che usi il portachiavi che ti ho regalato per aprire la porta di casa» lo sento ridere, così mi alzo dal suo petto.
«Ehi» dico imbronciata anche se sul mio viso spunta un sorriso.
«Vedi, sono riuscito a farti sorridere almeno»
«Già» rispondo ritornando nel mio posto sul suo petto.
Non devo avere un bell’aspetto. Gli occhi gonfi, il mascara colato in parte sulla maglietta di Matt. Ma devo farmi forza. Alla fine doveva andare così. Se non mi avesse lasciata adesso l’avrebbe fatto più avanti, e mi sarei sentita molto peggio. In fondo, non stavamo neanche insieme.
Mi alzo di scatto facendo trasalire Matt.
«Andiamo al cinema?» gli chiedo sorridendo. Cerca di rispondere ma la vibrazione del suo cellulare poggiato sul tavolino lo precede. Allunga la mano per prenderlo ma io sono più veloce. Apro il messaggio.
 
Da Abby:
Ehi Matt, ti andrebbe di uscire stasera?
 
«Rompiscatole, ridammi il mio cellulare!» urla riuscendo a strapparmelo dalle mani.
«A quanto pare hai altri impegni stasera, eh? Uhuu, il mio cuginetto è un rubacuori!» dico sarcastica dandogli una gomitata.
«Ti pareva!» risponde alzando gli occhi al cielo e sbuffando.
 
Infilo le chiavi nel quadro della macchina e la accendo. Alla fine Matt ha accettato di uscire a patto di portare anche la sua “amica” e mi ha convinta a smettere di fare le mie solite battutine. Una, però, ci sta sempre.
«Guarda che ti tengo d’occhi» gli punto il dito contro con fare minaccioso, poi comincio a ridere.
«Mare, avevi promesso! Guarda che fai ancora in tempo a tornare a casa, la porta è lì» dice scocciato.
«Come siamo permalosi» rido.
«Come siamo spiritosi» dice facendomi il verso.
«Guastafeste» dico sbuffando e partendo.
 
«Che numero hai?» chiede Matt dietro di me. Controllo lo scontrino.
«Il duecentoven..»  prima di riuscire a finire la frase mi rendo conto di essere andata a sbattere contro una ragazza. Alzo lo sguardo. Non riesco a credere che sia lei.
«Scusami» dice. «Tu dovresti essere America, giusto?» come fa a sapere il mio nome?
«E tu dovresti essere Claudia» dico imitando il suo tono e sedendomi. Cerco Josh con lo sguardo e non mi sorprendo di non trovarlo, dopo tutto quello che sta passando.
«Giusto» dice lei prima che le luci si spengano e il film inizi.
 
Dio, l’avrei presa per i capelli e l’avrei portata fuori a calci. Il suo telefono ha continuato a vibrare per tutta la durata del film, e le sue risate sono arrivate fino in fondo alla sala, scatenando non poche occhiatacce da parte delle altre persone che cercavano di seguire il film. Almeno se n’è andata prima di me, altrimenti l’avrei presa a parolacce.
Mi alzo sbadigliando mentre Matt e Abby raccolgono le loro cose dalle poltroncine. Improvvisamente sento il mio cellulare vibrare. Lo sblocco, ma non trovo nessun messaggio o chiamata persa.
«Era il vostro?» chiedo a Matt e Abby.
«No» rispondono all’unisono. Mentre mi giro per afferrare la borsa, scorgo un cellulare sulla poltroncina accanto alla mia, e capisco subito che è di Claudia. Lo sblocco e apro la prima conversazione che trovo.
«Matt..» dico facendogli leggere i messaggi, mentre sul suo viso compare un’espressione sorpresa.
Sono scioccata. Come ha potuto fargli questo sapendo cosa significa per lui?
«Devo vedere Josh» dico iniziando a correre verso l’uscita, mentre nella mia mente si fa strada la consapevolezza che non l’ho ancora perso. 




Heeilà! Perdonate il mio eenorme ritardo, la scuola mi sta uccidendo T.T
Anyway, spero che il capitolo vi piaccia! Ringrazio come sempre chi ha messo la storia tra le preferite/seguite/ricordate, chi recensisce (Giorgie_Moseley, ti adoro!) e i lettori silenziosi sperando che mi lascino anch'essi una recensione.
Detto questo, mi dileguo.
A presto,
JoshEyes.

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Capitolo 6
*** All of the stars. ***


So open your eyes and see the way our horizons meet
And all of the lights will lead into the night with me
And I know these scars will bleed
But both of our hearts believe
All of these stars will guide us home
– All of the stars, Ed Sheeran




Sono nervosa. Le palpebre non vogliono farsi pesanti e il regolare ticchettio dell’orologio non aiuta. Sono le 3:46am, e non riesco ad addormentarmi. Le parole del discorso che farò domani a Josh, quando tenterò di convincerlo del fatto che Claudia lo sta soltanto prendendo in giro, mi riecheggiano nella mente. Matt e Abby mi hanno detto di aspettare, di tornare a casa e calmarmi. Quando ho scoperto cosa aveva Claudia in mente sono andata su tutte le furie e non riuscivo a ragionare. Un’ora e una camomilla più tardi, ho capito che avevano ragione, che andare lì e urlare parolacce a destra e a manca avrebbe soltanto peggiorato le cose. Ancor prima che il sole sorga, mi addormento, cullata dai miei pensieri.
 
Le foglie secche scricchiolano sotto la suola delle mie scarpe. Mi stringo nella giacca, tentando inutilmente di riscaldarmi. Forse perché, il freddo ce l’ho dentro. Nonostante sia ancora ottobre, l’autunno sta lentamente scomparendo, lasciando posto ad un gelido inverno. Sorrido al ricordo di me e Chris che giocavamo a nascondino tra gli alberi dalle foglie di mille colori, o alla battaglia con le palle di neve, in Italia.
Stamattina ho deciso di uscire per schiarirmi un po’ le idee. Non sono sicura di quello che sto per fare, né tantomeno se funzionerà. Ma se non voglio perdere Josh, devo farlo. Ora o mai più.
 
«Ora volete spiegarmi cosa cazzo sta succedendo? Mi sembra di impazzire» urla. Non l’ho mai visto così arrabbiato, il che è tutto dire.
«Josh, io..» comincia Claudia.
«America?» il suo sguardo si punta su di me, che da dieci minuti sto impalata fissando un punto imprecisato della stanza.
In questo momento la paura sta avendo la meglio. E se non mi credesse? E se non volesse più vedermi? Ci sono migliaia di “se” che mi frullano in testa.. ma non posso più tenermi tutto dentro.
«So che quello che sto per dirti ti farà male, okey? Ma devi fidarti di me, lo faccio perché non voglio che tu viva in una bugia costruita dalla tua ragazza..» dico tutto d’un fiato.
«Di che stai parlando?» mi interrompe Claudia.
«Lo sai benissimo» dico trafiggendola con un’occhiata.
Mi avvicino a Josh accarezzandogli la guancia, e lui si abbandona al mio tocco, così leggero ma così rassicurante.
«Lei non è incinta» dico in un sussurro. Alle mie parole è come se Josh vedesse Claudia per la prima volta.
«Josh, posso sp..» prova a controbattere.
«Non mi interessa! Esci da questa casa e dalla mia vita, e non farti vedere mai più» urla, mentre Claudia prende le sue cose ed esce. Sento Josh sospirare e buttarsi a peso morto sul divano.
«Josh, stai bene?» chiedo, sapendo benissimo che non è così. Mi siedo anch’io e lo faccio appoggiare sulla mia spalla. Passiamo qualche minuto in silenzio, poi lui scoppia in un pianto sommesso. Lo cullo tra le mie braccia fino a quando non finisce tutte le lacrime, e penso a quanto possa esserci stato male. Lui non si meritava questo, non meritava che il suo cuore venisse calpestato e rotto in mille pezzi. E io ora dovrò aiutarlo a rimettere insieme pezzo per pezzo, anche se richiederà tempo, perché è il tempo che cura le ferite. Quando del pianto di Josh non rimane soltanto qualche singhiozzo, gli prendo il viso tra le mani e lo costringo a guardarmi.
«Ehi, ascoltami– lo guardo negli occhi mentre asciugo le ultime lacrime scivolate sulla sua guancia –Lo so che non sono brava in queste cose, ma io voglio proteggerti da tutto questo. Voglio esserci per te, ogni volta che avrai bisogno di sfogarti, di piangere o rimanere in silenzio. Voglio essere il motivo dei tuoi bellissimi sorrisi– questo scatena un suo sorriso che fa sorridere anche me –e dei tuoi pensieri. Lo so che non son.. » il suo dito si poggia sulle mie labbra impedendomi di parlare. Poi, con un sorriso, dice: «Tu lo sei già».
Istintivamente premo le mie labbra sulle sue, e lui ricambia il bacio. Dio quanto mi era mancato. Ma questo è un bacio diverso. È un bacio che mi fa sentire bene, ma allo stesso tempo mi spaventa. E questo vuol dire un’unica cosa. Ma prima che io possa parlare, Josh mi precede.
«Forse dovrei riportarti a casa, è tardi» una risposta ovvia, la più vera, esce allora dalle mie labbra.
«Sei tu la mia casa».
Lo vedo sorridere, anche con gli occhi stavolta, poi mi abbraccia, è un abbraccio che sa di conforto e affetto, è un abbraccio che mi fa sentire a casa. Dopo tanto tempo dalla morte di mio padre ho trovato il mio punto di riferimento, la mia protezione. Ricordo le sue parole: «Quando troverai una persona che sarà la tua protezione e la tua debolezza insieme, quando ogni sua imperfezione per te sarà una perfezione, ricordati che sarai innamorata». Ed è così.
Sciolgo l’abbraccio così da poterlo guardare negli occhi, quegli occhi che mi spiazzano sempre, quelli che ormai sono diventati la mia ancora.
«Josh?»
«Si?» ora sono ancora più convinta di quello che sto per dire, ma io sono la solita ragazza che la tira per le lunghe.
«Puoi darmi un pizzicotto per farmi capire se è vero?» dico sorridendo.
«Cosa?» dice non capendo dove voglio arrivare. Quelle due paroline si fanno strada dal mio cuore fino alle labbra.
«Che ti amo» dico sicura. Perché è così che sono. Non ho dubbi, non ho incertezze su di lui. Io lo amo, è così e basta.
Josh mi prende tra le sue braccia e mi poggia un delicato bacio sulla fronte. Lo guardo negli occhi, e vedo che c’è ancora qualcosa che non va.
«Ehi, lo so che hai bisogno di tempo, e io ti darò tutto il tempo di cui hai bisogno, se questo vuol dire averti con me» dico con dolcezza sfiorandogli la guancia. Dopo alcuni interminabili minuti, si decide a parlare.
«America.. ti amo anch’io» dice con un sorriso che contagia anche i suoi occhi. E dopo un ultimo bacio, è così che mi addormento, cullata dalle sue braccia e dal suono di quelle due parole che mi rimbombano nella testa. Parole che mi danno la certezza che domani mi sveglierò ancora tra le sue braccia. 




Ehilà, eccomi con un nuovo capitolo! Mi scuso ancora per il ritardo, cercherò di fare capitoli più brevi ma di aggiornare più frequentemente, so dont' worry! Spero vi piaccia il capitolo, finalmente Josh e America sono tornati insieme *-* Ringrazio chi recensisce, chi mette tra le preferite/seguite/ricordate questa storia e i lettori silenziosi. Al prossimo capitolo dolcezze!
JoshEyes

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Capitolo 7
*** AVVISO. ***


ATTENZIONE!
E' molto che non aggiorno la storia. Ho deciso di riprendere a scrivere, ma solo se ci sarà qualcuno che mi segue. Quindi, chi vuole che io continui lasci una piccola recensione qui sotto. Ringrazio chi mi ha seguito fino a qui.
JoshEyes

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