Notte da Akatsukiani!

di Jashin99
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** PROLOGO ***
Capitolo 2: *** CHE È SUCCESSO? ***
Capitolo 3: *** MAESTRO OROCHIMARU? ***
Capitolo 4: *** MEAWHILE ***
Capitolo 5: *** NESSUNO FREGA KAKUZU!!! ***
Capitolo 6: *** MI HAI LASCIATA INCINTA! ***
Capitolo 7: *** RICORDI ***
Capitolo 8: *** LE INDAGINI PROCEDONO ***
Capitolo 9: *** MANO SUL ROSSO ***
Capitolo 10: *** UNO STRANO RITROVAMENTO ***
Capitolo 11: *** KISAME IL SALAME ***
Capitolo 12: *** I GUSTI SESSUALI DI TOBI ***
Capitolo 13: *** IL PUNTO DUE ***
Capitolo 14: *** DONQUIJOTE DOFLAMINGO ***
Capitolo 15: *** PERÒ CI SI AVVICINA ***
Capitolo 16: *** UN DIO CHE NON SA MIRARE ***
Capitolo 17: *** TRAFALGAR LAW ***
Capitolo 18: *** SASORI PERDE LA TESTA ***
Capitolo 19: *** AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH!!! ***
Capitolo 20: *** GLI ULTIMI DUE CORPI ***
Capitolo 21: *** RITORNO ***
Capitolo 22: *** L'INVITO ***
Capitolo 23: *** UN BEL BAGNO CALDO ***
Capitolo 24: *** LA FESTA ***
Capitolo 25: *** LO CHIAMATE RAPPARE QUELLO?! ***
Capitolo 26: *** LA BALLATA DI OMOI E KARUI ***
Capitolo 27: *** CAVALLI ***
Capitolo 28: *** SCONTRI ***
Capitolo 29: *** ILLUSIONI ***
Capitolo 30: *** LA SPADA ***
Capitolo 31: *** INCURSIONE ***
Capitolo 32: *** ACCORDO ***
Capitolo 33: *** LA BATTAGLIA DEI CINQUE VILLAGGI (+L'AKA) ***
Capitolo 34: *** SONO DI NUOVO NEL MIO CORPO! ***
Capitolo 35: *** LA QUIETE DOPO LA TEMPESTA ***
Capitolo 36: *** IL PIANO DI PAIN ***
Capitolo 37: *** SCATENA UNA GUERRA! ***
Capitolo 38: *** IL SACRIFICIO DI NARUTO ***
Capitolo 39: *** IL PRANZO ***
Capitolo 40: *** SALUTI ***
Capitolo 41: *** FATTI-NO-JUTSU ***
Capitolo 42: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** PROLOGO ***


PROLOGO

Tobi saltellava felice per il segretissimo covo segreto dell'Akatsuki. Beh, forse non era più tanto segreto, dato che persino nell'anime di One Piece si sentiva: -Tobi is a good boy! Tobi is a good boy!- e questo fu un peccato, poiché interruppe Zoro e Sanji mentre erano chiusi nello sgabuzzino a... Ma questa è un'altra storia.

La cosa strana era che neanche Tobi sapeva perché fosse così felice, e aveva la sensazione di essersi dimenticato qualcosa, qualcosa di molto importante.

“Le caramelle?” Pensava: “No, le ho già prese. Rompere al Sempai? No, l'ho fatto stamattina. E allora cosa?”.

Altra stranezza era che da un'ora non vedeva più nessuno dei suoi compagni: erano spariti. E sì che li aveva cercati dappertutto: nella palestra, nella cucina, nel bagno, nell'armadio dove ogni giorno entravano Pain e Konan e da dove provenivano suoni strani (e ogni volta che ne chiedesse il motivo tutti se la squagliavano).

E, nonostante ciò, era felice come una pasqua.

D'improvviso si rese conto di non aver controllato nel salone. Allora percorse (saltellando) il corridoio, si avvicinò alla porta del salone, l'aprì e...

-SORPRESA! BUON COMPLEANO TOBI!- E tutti gli akatsuchiani soffiarono nelle loro trombette.

In realtà Deidara, nonostante il cappellino e le trombette alle bocche, non pareva molto entusiasta, ma si sa, Tobi non brilla per cervello, e corse dal suo sempai urlando: -Maestro Deidara, sapevo che non te ne saresti dimenticato!-.

-Ma che dici Tobi?!?!?! Guarda che io non...- Al ché tutti lo fulminarono con lo sguardo: -...non me ne sarei dimenticato per nulla al mondo!- e nel frattempo le bocche alle mani vomitarono.

Tobi era commosso: le bandierine, i dolci, i giochi, i dolci, il suo sempai, I DOLCI, erano tutti per lui!

-AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH!!!! Ragazzi, siete così gentili!- Dal foro della sua maschera uscivano lacrime di gioia: -e io non me lo merito, dopo aver bruciato i soldi di Kakuzu, mangiato i cugini di Kisame e rotto le marionette di Sasori-.

-Oh, figurati, per noi è staro un piacere...-.

-COSA?!?!?!?!?!?- Fu interrotta Konan da Kakuzu, Kisame e Sasori.

-Ho detto che è stato un piacere, VERO?!?!?!?!?- Disse la donna mentre il suo corpo si ingrandiva e quelli dei tre si rimpicciolivano fino al livello di formica.

-Ssssi, certo, un vero piacere...- Dissero.

E così, l'ora successiva trascorse con gli akatsuchiani che facevano i giochi più stupidi e imbarazzanti che si possano immaginare (quelli che piacciono a Tobi), come “Attacca la coda al Sempai” o “Ruba la vittima sacrificale a Hidan senza che se ne accorga”, fino a quando, alle otto, Zetsu e Itachi uscirono, dicendo: -Torniamo subito con una sorpresa!-.

Dopo cinque minuti si sentì bussare alla porta.

-Mmm, strano che abbiano fatto così presto- Fece Pain.

Andò ad aprire la porta e....

-È qui la fessssssta?-.

E poi buio.

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Capitolo 2
*** CHE È SUCCESSO? ***


CHE È SUCCESSO?

Nella base dell'Aka...

-Mmmm...-borbottò Deidara: -Ohi, che mal di testa... Ma che è successo? Uhm.- girò la testa:-Punch?-.

Sì, la sua mano destra era immersa nel punch.

-Cavoli, che è successo?-.

Si guardò attorno: era al centro del salone, e, per quanto provasse un forte mal di testa, dovette riconoscere che la stanza era molto peggio di lui: i tavoli con le pietanze erano distrutti; le patatine erano sparse per terra; la coda che l'altra sera i suoi compagni si divertivano ad attaccare al suo sedere era sul lampadario; e la tv, neanche a parlare com'era ridotta. Non poté trattenere un risolino al pensiero dei soldi che Kakuzu avrebbe dovuto sborsare; ma il risolino divenne un lamento, perché sapeva che il banchiere li avrebbe fatti sborsare a lui. Poi i suoi occhi si posarono su un punto della parete: lì, appeso per alcuni kunai, era appesa una persona, e quella persona era... -Kabuto?-.

Kabuto? Perché diamine Kabuto era nel loro covo, appeso alle pareti, e con un'espressione tanto intelligente quanto quella di Homer Simpson sbronzo?

Dei si alzò gemendo, si avvicinò barcollando al ninja e sfilò uno ad uno i kunai, fino a quando Kabuto non cadde (di faccia) sul pavimento, ma continuando a dormire. Stava per scuoterlo e svegliarlo, quando sentì un urlo proveniente dalla cucina.

Dalla porta che congiungeva le due stanze, uscì Konan, che si stava osservando le mani con una faccia spaventata e schifata.

-Konan, ma che è successo? Uhm!- Chiese Deidara, sperando in un rapido chiarimento.

-Io... io non...- Iniziò lei, ma poi si bloccò e fissò Deidara. Impossibile descrivere la sua espressione: orripilata eppure divertita, stupita e anche sadica, e chi più ne ha più ne metta.

-Tu... tu... il tuo...- Balbettò Konan.

-Perché mi fissi il...-.

Effettivamente, Deidara sentiva un po' di dolore ai paesi bassi. Li tastò per capire cosa succedesse e urlò: -Ma che diamine? Mi hanno castrato!-.

Un sorriso, anzi, un ghigno, si dipinse sul viso della donna: -Non solo quello: guardati il seno!- disse.

Il seno? Ma perché lo chiamava così? Un momento! No, non poteva essere! Deidara abbassò lentamente lo sguardo.

-Oh mio Dio! Sono una donna! Uhm.- Urlò il biondo, anzi, LA bionda. E che donna: capelli lisci, sciolti e gialli più del sole, seno voluminoso, gambe... Oh, piano, parliamo pur sempre di Deidara!

Konan scoppiò a ridere.

-E che ridi a fare!- Fece la terrorista, incavolata nera. Poi si corrucciò e disse: -Ma sai che ridi proprio come Hidan?-.

Non capiva perché ci avesse pensato: era diventato una donna, aveva un tremendo mal di testa, la sua mano era quasi affogata nel punch e non ricordava ASSOLUTAMENTE nulla della sera prima, quindi il modo in cui Konan ridesse era l'ultimo dei suoi problemi, anzi, non era proprio un suo problema!

Sta di fatto che Konan si rabbuiò, e si formò un'alone viola sulla sua testa; poi borbottò qualcosa. -Eh? Che hai detto?- Chiese Deidara.

-Ho detto... ho detto che sono... CAZZO, HO DETTO CHE SONO HIDAN!- Urlò.

Cadde un silenzio di tomba. Deidara stava per dire qualcosa, quando si sentirono dei lamenti.

-Uh... Ma che ci faccio qua?- Kabuto si alzò di scatto: -L'Akatsuki? Perché mi avete portato qui? Dov'è il maestro Orochimaru?-.

-Ah certo, ti abbiamo portato noi qui! Ma che hai in testa! Serpenti?- Sbraitò Deidara.

-Come fai a.... Ma che.... Ahahahahaha!- Kabuto si accasciò a terra, piangendo dalle risate: -Lo sapevo, lo sapevo! Sei una donna!- (e indicava Deidara).

In stile arlecchino, la faccia di Deidara divenne prima rossa, poi blu, poi verde, poi di uno strano colore tra il marrone e il giallo e poi gridò.

In una nave che ben conosciamo...

-Ehi, Zoro!- Disse sottovoce il cuoco.

-Si Sanji?- Fece lo spadaccino.

-Fai silenzio, sta arrivando Nami!-.

I due si acquattarono mentre Nami passava davanti allo sgabuzzino. Stava per passare oltre, quando si sentì un forte grido e i due pirati, presi di sorpresa, si sbilanciarono e caddero fuori dell'armadio, proprio davanti alla ragazza.

-Zoro, Sanji, che state facendo?-.

Nel salone...

Ma torniamo alla nostra storia. Voi penserete che fosse stato Deidara la causa dell'urlo, e invece no! Il suo era stato coperto da un altro grido, che proveniva dalle camere dell'Akatsuki, al piano superiore. Deidara e Hidan/Konan si guardarono stupite, annuirono e, lasciato Kabuto, che stava ancora ridendo, salirono le scale; si fermarono davanti ad una stanza, la stanza di Sasori e di Deidara. La porta era socchiusa e dentro si udivano dei respiri affannosi. Deidara prese la maniglia e spinse la porta.

-Ma davvero?-.

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Capitolo 3
*** MAESTRO OROCHIMARU? ***


MAESTRO OROCHIMARU?

Nel salotto dell'Akatsuki...

-Ahahahahah!- Rideva Kabuto: -Lo sapevo!-.

Poi smise di dimenarsi e tornò serio: -Aspetta: ora ricordo! Non c'è tempo per queste sciocchezze! Devo trovare il maestro Orochimaru! Già, ma dove sarà?-.

Si guardò attorno: poteva essere dovunque, la stanza era talmente grande, e c'era una confusione! Però non poteva perdersi d'animo, doveva trovare l'amat... cioè l'adorato maestro Orochimaru. Ma da dove iniziare?

-Orochimaru Sama? Dove si trova? Oro... ahi!- Kabuto si massaggiò la testa. Un pezzo del soffitto della grandezza di un sasso gli era caduto in testa.

-Oro...uhi! Ohi! Auch! Ma che ha il soffitto?- Come Kabuto alzò la testa per capire cosa accadesse sopra di lui, qualcosa gli cadde in faccia. Si sentirono un CROC e un CRAC tipici delle ossa che si rompono, e Kabuto si trovò a terra, dolorante, e con sopra la faccia una massa non ben distinta. Non essendo una posizione molto comoda, decise di levarsi dal viso quel qualunque-cosa-fosse. Immaginate la sua sorpresa quando vide che il qualunque-cosa-fosse era un ninja alto, muscoloso, dai capelli arancioni e con una pettinatura uguale quella di Yugi.

-Ah, grandioso, prima l'Akatsuki e adesso lui. Sarà meglio trovare il maestro prima che si svegli, altrimenti son guai...- Disse Kabuto tra se e se: -Ma come ci sarà finito lì? A giudicare dal buco lì sopra, qualcuno l'ha spedito in aria e lui si è ben incastrato. Deve essere rimasto appeso così tutta la notte... E proprio su di me doveva cadere?!- e gli tirò un calcio. Al che il nukenin mugugno qualcosa e Kabuto, resosi conto del suo errore, rimase immobile.

“Con un po' di fortuna, continuerà a dormire” sperò il ninja. E così fu, anche se Kabuto se ne accorse solo dopo aver pregato Dio, Allah e, già che c'era, Jashish. Kabuto si rimise quindi alla ricerca del suo maestro.

Kabuto si chiese: -Vediamo, dove potrebbe essere?-.

La risposta, ovvero un “Ronf zzz”, arrivò subito. Kabuto si voltò, alla ricerca di da dove potesse provenire quel suono. Il suo sguardo si fermò su un insolito cumulo di stracci che talvolta oscillava, come se qualcuno si stesse muovendo sotto di esso.

“Oh, no, potrebbe essere il maestro che tenta di chiedere aiuto perché sta per essere schiacciato!” Pensò, e corse fino al tumulo.

A due passi da esso si fermò: “Aspetta, questo è pur sempre il rifugio dell'Akatsuki: potrebbe essere una trappola! Magari uno di loro si è nascosto li sotto. Però quel russare sembrava autentico. Quindi, se è uno di quegli sfigati, è l'occasione adatta per eliminarlo!” e così spinse lontano gli stracci.

La sua espressione beffarda svanì in un istante: -Maestro Orochimaru? Che sta facendo?-. Orochimaru era sdraiato su un materasso ed era avvinghiato al Deva-Pain.

-Ohhh, sssspegnete il ssssole- Disse il ninja del suono. Poi si rese conto di cosa stesse facendo e urlò: -WTF! Pain che sssssstai facendo?-.

-Eh? Chi? Cosa? AAAAAAAAAAA!!- Anche Pain si era svegliato. I due ninja si alzarono di scatto, nudi.

Il tutto sotto gli occhi di Kabuto.

-Un percing anche lì?- Fu quello che disse.

-Si, e allora? Orociok ha un serpente!- Solo dopo un secondo capì ciò che aveva detto: -Oh mio Io! Credo di stare per...- e vomitò. Insieme a questo usò involontariamente lo Shinra Tensei. E così il vomito finì sulla faccia del ninja addormentato.

-Oh no, non va bene...- Fece Kabuto.

-Ma sssssei ssssscemo? Vuoi morire?!- Sbraitò Orochimaru.

-Io scemo?! E chi è quello che sta urlando?!- Ribatté Pain.

Kabuto iniziò a indietreggiare lentamente, con la faccia blu e coperta di sudore, perché mentre i due gridavano aveva visto il ninja alzarsi.

“Forse non si gira, forse non si gira, fa che non si gira!” Pregò Kabuto.

E, ovviamente, si girò. Dalla faccia (completamente ricoperta di vomito) di Juugo traspariva solo un'emozione: la rabbia assassina. Come un toro iniziò a sbuffare e si piegò verso i due nukenin, che solo ora si erano accorti del suo risveglio.

-No... aspetta... calmati...- Balbettarono, ma Juugo iniziò a correre.

-Fermo, è colpa sssssua!- Urlò Orochimaru: -Lui ti ha vomitato in faccia!-.

-Cosa? Almeno io non ci faccio degli esperimenti!- Replicò Pain.

Juugo continuò a correre.

-È stato un dolore conoscerti.- Disse il capo di Alba.

-Vale lo sssssstessssso per me.- Rispose l'Otokage. Si strinsero la mano e chiusero gli occhi.

BOOOOOOM

“Allora è questo che si sente prima di morire” Pensò Pain: “Strano che non senta dolore. Ma, dopotutto, io non posso sentire dolore.” pensò poi: “Però...”.

E così aprì gli occhi. Juugo giaceva, svenuto, sotto un pezzo del soffitto che gli era caduto in testa. “Ma che è successo?” Si domandò.

Anche Orochimaru aprì gli occhi.

-Ehi, cosa gli è successssssso?- Chiese.

Un sorriso si dipinse su di Pain e i suoi occhi brillarono: -Ma non è chiaro? L'ho steso per bene!-.

-Tu? Ma non farmi ridere!- Disse Orochimaru.

-Ehm, ragazzi...- Disse Kabuto.

-Ah, non mi credi è?- Gridò Pain e lo prese per il collo.

-Ragazzi?- Tentò ancora Kabuto.

-No che non ti credo!- Urlò Orochimaru, che afferrò anche lui l'altro per il collo.

-RAGAZZI!!- Gridò Kabuto.

-CHE VUOI?!?!- Risposero i due. Per tutta risposta, il ninja medico indicò un punto dietro di loro. I due si voltarono e videro Konan che li fissava incredula.

-Ehm, Konnie, non è come sembra...- Disse Pain. Temendo in una sua sfuriata, Pain si tuffò su Konan e la baciò.

Deidara, trafelata, sbucò dalla porta.

-Oh merda.- Commentò.

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Capitolo 4
*** MEAWHILE ***


MEAWHILE

Nel corridoio del primo piano...

Deidara aprì la porta.

-Ma davvero?-.

Due vesti dell'Akatsuki giacevano sul pavimento assieme ad altri vestiti. La scrivania dove i due artisti solevano lavorare era rovesciata; il lampadario era rotto e i poster di Bin Laden di Deidei erano squarciati. Ma non fu questo ad attirare l'attenzione di Deidara, bensì i letti; non tanto il fato che sembrassero reduci da un tornado, bensì il fatto che sul letto di Sasori ci fossero seduti quest'ultimo e Kakuzu (manco a dirlo nudi) mentre si guardavano con un'espressione che a loro modo esprimeva il ribrezzo. Nell'altro letto, uno dei mostri-cuori di Kakuzu dormiva abbracciato al Terzo Kazekage.

Hidan/Konnie e Deidara entrarono nella stanza.

La prima, cioè il primo, cioè avete capito, chiese: -Ma che cazzo è successo qua dentro?-

Silenzio.

-Uhuh, ci siete?-.

No, dalle loro espressioni direi che non c'erano.

-Ah, ho capito, faccio io. Uhm.- Disse Deidei, e si avvicinò a Sasori.

Gli sussurrò all'orecchio: -L'arte non dura nel tempo come le tue bambole. Il tuo concetto di arte fa schifo, l'arte è un attimo. L'arte è un'esplosione!-.

Poi si avvicinò a Kakuzu, prese dei soldi dalla sua toga per terra e glieli strappò davanti agli occhi.

-E ora che si fa?- Chiese “Honan”.

-Ora arretriamo lentamente...- Rispose Deidara.

Come pronunciò queste parole, Sasori e Kakuzu si voltarono e lo guardarono con occhi assatanati. Sasori trasformò il braccio in spada e Kakuzu fece uscire un altro cuore; poi i due si avventarono su Deidara che, per tutta risposta, iniziò a tirar loro argilla esplosiva.

-Katsu!- Urlò e le bombe esplosero; una, che aveva rimbalzato contro Sasori, era uscita dalla stanza, e quando esplose fece crollare il corridoio, e tutti sappiamo su chi è crollato...

-COSA HAI DETTO DELL'ARTE?!-.

-COSA HAI FATTO AI MIEI SOLDI?!-.

-Ehi, era solo per svegliarvi! (Comunque è vero che l'arte è un'esplosione).- Si scusò Deidei: -Vabbeh, cosa vi ricordate di ieri sera?.

-Non cambiare argomento! Oh, ma che cos'è che hai sul petto?- Replicò Sasori.

-E adesso chi sta cambiando argomento? Uhm.- Rispose Deidara: -E poi non ci arrivi da solo?-.

-Ma certo che ci arrivo da solo, solo sono abbastanza sicuro che tu non le abbia sempre avute (così grosse).- Disse Sasori.

-Eh, almeno non vado a letto con Kakuzu! Ma che stai facendo?- Si rivolse Deidara a quest'ultimo. Kakuzu, con le lacrime agli occhi, stava raccogliendo i soldi strappati aiutato dai suoi due cuori. -Lascia stare. Comunque non ricordate proprio nulla di ieri sera?- Fece Deidara.

-L'ultima cosa che ricordo è stato Pain che apriva la porta...- Disse Sasori.

-E tu Kakuzu?-.

Ma lui non lo ascoltava, stava raccogliendo i brandelli delle banconote e sussurrava loro cose dolci.

-Immagino di no.- Concluse Deidara: -Ehi, ma dov'è finito Hidan?-.

-Vorrai dire Konan.- Lo corresse Sasori: -Comunque se n'è andata dopo l'esplosione.

-Ah, ehm, in realtà... Andata? Come se n'è andata?!- Deidara fu interrotto da qualcuno che di sotto diceva: -Ehm, Konnie, non è come sembra...-.

-Oh no, no, NO!- Deidara si precipitò giù dalle scale in tempo per vedere Pain che baciava Hidan.

-Oh merda.- Disse.

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Capitolo 5
*** NESSUNO FREGA KAKUZU!!! ***


NESSUNO FREGA KAKUZU!!!

Nel salone...

Pain era a terra: la bava gli usciva dalla bocca, le lacrime dagli occhi ora bianco biakugan e, a giudicare dalla sua faccia e dalla schiuma alle labbra, aveva avuto un attacco epilettico. Non doveva essere stato piacevole scoprire di aver baciato Hidan; il quale era svenuto accanto a Pain. Non doveva essere stato piacevole essere stato baciato da Pain.

Nel frattempo Orochimaru e Kabuto erano legati con dei serpenti di argilla e venivano interrogati da Deidara.

-Cosa ci avete fatto ieri sera?- Domandò Deidei.

-Proprio niente! Perché pensssssi che ssssia colpa nossssstra?- Rispose Orochimaru. Poi, rivolto a Kabuto, sussurrò: -Ma le ha sssssempre avute cossssssì grossssse?-.

-Non mi pare.- Disse l'altro.

-Ehi voi due, nelle chiappe vi ho messo addosso abbastanza argilla da farvi arrivare su Plutone, perciò ASCOLTATEMI E RISPONDETE! UHM!- Sbraitò Deidara.

-Cavoli, è proprio vero che le donne perdono il controllo facilmente...- Un'occhiataccia di Deidara zittì Kabuto.

-Quello che Kabuto voleva dire- Orociok prese la parola: -è che non ci ricordiamo nulla di ieri sssssssera, e non abbiamo idea del perché noi e quel cossssso (indicava Juugo, che intanto si era ripreso e calmato e che stava seduto a pensare) sssssiamo qui.-.

-Ah, e io dovrei credervi? Mi state facendo infuriare! Ka...- Deidara fu interrotto da un: -Off!- proveniente dalla cucina.

Una voce disse: -Ehi ma che... che cavolo...-.

-Ehi, questa voce io la conosco.- Detto questo Deidara andò in cucina.

Quando la ragazza entrò, si stropicciò due volte gli occhi tanta era l'incredibilità della scena; poi, capito che non si trattava di un'illusione, spalancò la bocca e lì rimase ferma con una faccia da ebete.

-Deidara slegami!- La voce di Itachi riportò Deidei alla realtà.

-Ma che diavolo ti è successo?- Chiese lei.

-Non lo so! Ma tu slegami!-.

Itachi era legato per le braccia e le gambe ai quattro angoli del tavolo. I suoi capelli erano sciolti e una corda gli legava il... quello. Sì, perché era nudo (pure lui).

-Oh, certo che ti slego. Ma prima di cheese!- E Deidara tirò fuori il cell. Fatte un paio di foto, iniziò a slegare Itachi.

Appena liberò le braccia, Itachi alzò il busto di scatto e lo guardò negli occhi con lo sharingan, dicendo: -Cancella le foto!-.

-N-no, n-non p-posso- E la mano di Deidara si mangiò il cellulare.

-Aha, e ora sono al sicuro!- Disse.

Poi gli slegò le gambe.

-Merda. Ehi, e l'altra corda?- Disse Itachi.

-Col cavolo che la tocco!- Rispose Deidara.

-Ah, pensavo che ora essendo donna non ti importasse più. Comunque... FIAMMA NERA!- Itachi bruciò le spalle della tonaca di Deidara che quindi cadde, lasciando scoperte le nuove tette di Deidara. Poi le iridi dell'Uchiha si chiusero a mo di macchina fotografica (è una della capacità dello sharingan).

-Ma che cazzo... brutto coglione! Cancellale subito!- Urlò Deidara.

-Tu risputa il cell!-.

Detto fatto, perché la mano destra di Deidara, ubriaca per il punch, vomito il cellulare.

-Traditrice! Niente argilla per una settimana!- La rimproverò Deidara.

-Amateratsu!- E il cellulare bruciò tra le fiamme.

-Noooo il Samsung! Non era nemmeno in garanzia!!!- Pianse Deidara: -Maledetto! Cancella le foto!- si rivolse Itachi.

-Troppo tardi, sono già in Internet- Rispose lui.

-Ah sì? Allora vediamo se questo ti piace!- Deidara prese le estremità della corda e le tirò.

Itachi si accasciò a terra agonizzante: -Bastarda- disse.

-E ora prendi queste!- E Deidara tirò bombe di argilla: -Katsu!-.

Contemporaneamente Itachi urlò: -Tecnica della Palla di Fuoco Suprema!-.

BOOOOOOOOOM!!!!!

Nella stanza di Sasori...

-Ehi, hai sentito anche tu?-.

Sasori era ancora nella sua stanza con Kakuzu da quando Deidara si era precipitata giù per le scale. Ma Kakuzu era ancora chino sui suoi soldi distrutti, così, al contrario di Sasori, non si era ancora rivestito.

-Ah, ma che ci parlo a fare con te!- Disse Sasori: “Devo ricordare che mi è successo ieri sera. Dunque... Ah giusto! Pain stava aprendo la porta perché erano arrivati Itachi e Zetsu con il regalo. Ma non erano loro: era, era...”.

-HO CAPITO!!!- L'urlo di Kakuzu interruppe i pensieri di Sasori.

-Cosa?- Chiese Sasori.

Kakuzu si era alzato in piedi e una strana luce, quasi divina, lo avvolgeva. Ad un esame più accurato si sarebbe notato che era il cuore elettrico di Kakuzu, appeso al soffitto, a illuminarlo dall'alto.

-Il motivo per cui noi siamo andati a letto!- Rispose entusiasta (?) Kakuzu.

-1: Rivestiti. 2: Noi non siamo andati a letto. Solo perché ci siamo svegliati sullo stesso letto non vuol dire niente.- Sasori sembrava quasi... teso.

-Sì, certo. Comunque...- Kakuzu allungò la mano.

-Cosa?- Sasori non capiva: ma parlava con lui?

-Dammeli.- Rispose Kakuzu.

-Darti cosa?- Sasori continuava a non capire.

-I soldi.- Kakuzu era impassibile.

Per la prima volta, Sasori invece no: era molto confuso.

-Ma che soldi?-.

-I soldi che mi devi.- Kakuzu iniziò a spazientirsi.

-Non ti devo dei soldi!- Ribatté Sasori.

Kakuzu fece il segno da-qua con la mano.

-Un momento...- Sasori iniziò a capire: -Ma sei impazzito!-

Sasori davvero non credeva che Kakuzu potesse pensare che l'avesse fatto per soldi. E poi, nel caso, sarebbe stato il contabile a dovergli qualcosa.

-Senti... ti conosco bene: sei avaro, ma non fino a questo punto, insomma... neanche tu faresti sesso per dei soldi!-.

-Sasori. Mi viene da vomitare, ho mal di testa e non ricordo nulla di ieri sera. È quindi probabile che ci siamo ubriacati. Perciò potremmo aver fatto cose che di solito non faremmo. Ma anch'io mi conosco bene e il mio (incompreso) amore per il denaro è forte più una sbronza. Quindi è l'unica spiegazione logica.- Il discorso di Kakuzu sembrava filare (più o meno).

-Ascolta, Kakuzu,- Sasori stava perdendo la calma: -queste sono solo supposizioni. Non hai prove. Tu stesso hai detto di non ricordare nulla di ieri sera. Quindi, finché non dimostrerai le tue idee, non ti darò niente.-.

Mentre Sasori tornava calmo, fu il turno di Kakuzu a spazientirsi: -Tu mi devi dei soldi, Sasori. Non so quanti, ma lo scoprirò!-.

Intanto il cuore elettrico tornò a illuminare Kaku e a sollevarlo da terra: -E se vuoi delle prove, te ne porterò. E quando lo farò, dovrai sganciare la grana. E io godrò nel vederti darmela. Più del solito. Perché ricorda che nessuno, NESSUNO, può ingannare Kakuzu in fatto di denaro!- Kakuzu era partito nel mondo di Soldilandia.

Quando tornò in se, Sasori era scomparso.

-Ehi, ma dove sei andato? E tu fammi scendere!- Solo che invece di posarlo, il cuore lo mollò, e Kakuzu rovinò a terra.

-Brutto idiota! Ti dimezzo lo stipendio! Di nuovo!- Sbraitò Kakuzu: -Almeno dimmi dove è finito Sasori.-.

Il cuore rientrò nel corpo di Kakuzu.

-Come? Se n'è andato mentre stavo parlando? Maledetto... Ehi, un attimo, ho capito! Vuole comprarsi i testimoni! Non hai proprio capito, Sasori?- Kakuzu, afferrata la toga, corse fuori dalla stanza: -Quando si parla di denaro, nessuno frega Kakuzu!!!-.

Nel frattempo, nel salone...

-Che essssplosssione... Kabuto!- Urlò Orochimaru.

-Sì, maestro.- E Kabuto distrusse i serpenti di argilla.

I due si alzarono e si diressero in cucina. Prima di entrare, Orochimaru diede un'ultima occhiata a Juugo, ma lui non si muoveva dalla sedia: pareva assopito. Così, Orociok lo lasciò stare.

I due si guardarono attorno: la cucina era semidistrutta! Il lavandino era a pezzi, così come il forno e i fornelli; le credenze avevano ceduto e il lampadario si era impalato alla parete. Da dietro il tavolo, rovesciato di lato, si sentivano rumori inquietanti: -Mmmm... Ohhhh...-.

-Kabuto....- Disse Orochimaru.

-Sì Senpai?- Kabuto iniziò a sudare.

-...Va a controllare.- Concluse Orochimaru.

-Preferirei di no, Maestro.- Ora Kabuto stava sudando più di una fontana.

-È un ordine, Kabuto.-.

Kabuto, scoraggiato, si avvicinò al tavolo.

“Ma perché a me?” Pensò il ninja.

Ora era davanti al tavolo; i rumori erano sempre più forti.

-M-m-maestro, devo proprio?-.

Orochimaru annuì.

Tremante, Kabuto sporse la testa.

Poi sorrise: -Tutto a posto, maestro. Sono solo Deidara e Itachi. Ragazzi, almeno usate un preservativo!- e gliene lanciò uno, ma i due non se ne accorsero, erano impegnati a fare altro... -Molto bene, posssssssiamo andare... ssssssai dove.- Sentenziò Orochimaru.

I due si diressero al salone; stavano per uscire dalla stanza quando Orochimaru sussurrò: -Kabuto, quel pressssssservativo... era usssssato.-.

-Strano, l'ho preso ieri.- Disse l'altro. I due ninja sgranarono gli occhi e si guardarono.

-Oh cazzo!!!- E si gettarono sul preservativo. Quindi su Deidara e Itachi.

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Capitolo 6
*** MI HAI LASCIATA INCINTA! ***


MI HAI LASCIATO INCINTA!

In una camera del primo piano...

Karin era in piedi, a fianco a Sasuke, in una camera da letto con un letto matrimoniale.

-Karin...- Disse lui.

Oddio! Sasuke le stava rivolgendo la parola! Il suo corpo iniziò a muoversi da solo; si spogliò della maglietta, dei pantaloni, del reggiseno, delle mutande.

Cosa sto facendo?” Pensava: “Sasuke...”.

Anche lui si spogliò: via la camicia, via i jeans, via la t-shirt, via gli slip.

-Karin.- Sasuke scomparve e riapparve di fianco al letto.

Il corpo di Karin lo seguì. “Sasuke...”.

Karin si vide abbracciare Sasuke, baciarlo, morderlo e cadere nel letto.

Sasuke... No, è solo un sogno.” Pensava mentre lo stringeva a sé.

I capelli di Sasuke erano neri come la notte. Il suo viso, i suoi lineamenti... erano perfetti. Come li voleva. Come li sognava.

Un sogno...” Pensò Karin: “Però, è così reale. Mi sembra quasi di sentirlo. Mi sembra quasi...”.

Karin aprì gli occhi. Non tanto, appena appena. Giusto quel che serve per capire di essere sveglia. “Ecco, lo sapevo” Pensò: “Era solo un sogno. Un bellissimo sogno.”.

Karin corrucciò la fronte: “Eppure, mi sembra quasi di vederlo.”.

Aprì un po' di più gli occhi: “Ma... no, non è possibile! È lui! È qui! Non ci credo!”.

Karin pensava di stare ancora dormendo; ma si accorse di essere sveglia.

“Sasuke. Siamo soli.”.

Karin passò una mano sui capelli di Sasuke.

“Oh, non sono come me li ero immaginati.” Pensò.

Poi fece scendere la mano sul volto di Sasuke. “Non capisco. Ma... è bagnata! E questo è... un dente?”. Karin aprì ancora un poco gli occhi.

“I suoi capelli. Perché sono bianchi?” Pensò: “Sasuke...”.

Si rigirò nel letto. “Perché sono bianchi? Perché sono bianchi. Perché...” stava per riaddormentarsi con quel pensiero, quando sgranò gli occhi.

“Un attimo. Capelli bianchi, viso bagnato, un dente che sporge...”. Karin si voltò lentamente, tremando.

Quello che dormiva accanto a lei non era Sasuke.

-Su-Su-Suigetsu.- Balbettò.

In una nave del Grande Blu...

-Ok, devo solo aggiungere una goccia di questo!-. Chopper era un passo dalla medicina perfetta. Doveva aggiungere al composto una goccia, una sola goccia del siero. Dopo anni di dura fatica, finalmente avrebbe realizzato il suo sogno.

-Ecco, così, piano piano.- Chopper iniziò ad inclinare la bottiglia. Una goccia si stava staccando dal liquido e stava raggiungendo il bordo del becco.

-Sì, sì. Sììììììì!- Disse Chopper.

-AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!-.

La boccia iniziò a volare per aria mentre il dottore si tappava le orecchie, spargendo il liquido dappertutto. Una buona quantità finì sul composto e...

BOOOOOM

-Noooooooooooo il lavoro di una vita!!!!!!!!!- Si disperò il dottore.

-Chopper, che è successo?- Usop entrò di corsa.

-È esploso tutto! E tutto per colpa di quell'urlo assordante!- Pianse Chopper.

-Urlo? Ma di che urlo parli? Nessuno ha urlato!- Disse il ragazzo.

-Eh?- Fece Chopper.

Spiegazione scientifica: le urla di Karin erano talmente acute che solo gli animali (quindi anche Chopper) le potevano sentire.

Nella camera da letto...

Suigetsu quindi stava ancora dormendo; Karin, se non fosse stata troppo impegnata a... urlare, l'avrebbe sentito dire: -Mmm... Samehada... Sì... Proprio lì...-.

Poi la bolla sul naso di Suigetsu scoppiò: -Eh? Eh?-.

Poi vide Karin: -EEEEEEEEEEEEEEHHHHHH??????-

Suigetsu balzò giù dal letto, indicando Karin: -Ah!!! Cosa hai fatto strega?!-.

-Cosa? IO?!!! Che mi dice che non sia tutta colpa tua di ciò che è successo?- Ribatté lei.

-Ehi-ehi!- Si agitò Suigetsu: -Piano! Aspetta! Non è detto che sia successo qualcosa! Magari c'eravamo appena messi a letto quando ci siamo svegliati!-.

-Ma dai! Sei davvero così scemo? Ti pare possibile che...- Karin si fermò, si mise le mani alla bocca e...: -Bluaaaghh- vomitò sul pavimento.

-Oh, grande, e ho pure fame di cheesecakes...-.

-Sai che me ne...- Suigetsu si pietrificò. Anche Karin si pietrificò.

La prima a parlare, anzi, a gridare, fu lei però: -Tu. TU!!!!! MI HAI LASCIATO INCINTA!!!-. -Calma, CALMA!!!- Si difese Sui, agitando le mani: -Aspetta un secondo.... dov'è?- e Suigetsu si chinò.

-Bluaaaghh!- Karin vomitò di nuovo.

-Ah! Trovato! Il mio preservativo!- E lo mostrò trionfante(?)

Karin lo fissò qualche secondo, poi la sua testa divenne rossa di rabbia: -Eeek? Baka! Quel coso è nuovo!!!- gli rispose, e iniziò a urlare.

-Oh-oh! Un momento ma qui siamo... Ahhhh! Smettila di urlare! Sai dove siamo?- Le chiese Sui. -AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA no. E non cambiare argomento!- Gli rispose Karin.

-Questa è la camera di Pain dell'Akatsuki!-.

Karin e Sui si pietrificarono di nuovo.

-AAAAAAAAAAAAAAA!- Urlarono e si abbracciarono.

-AAAAAAAAAAAAAAA!- Urlarono quando si accorsero di starsi abbracciando (e si separarono).

-AAAAAAAAAAAAAAA!- Urlarono quando capirono di aver urlato due volte.

-Ok, ok, calmi.- Fece Sui: -Karin, presto, dobbiamo pulire quel vomito prima che arrivi qualcuno!-.

-Giusto, giusto.- Lo apostrofò lei.

TUNF

Qualcosa era caduto dall'armadio. Karin e Suigetsu si voltarono lentamente, in preda al panico più totale.

Karin balbettò: -Ma q-quello è, è...-.

-Il Preta-Pain!- Urlarono i due: -AAAAAAAAAAAAAAA!-.

Poi si tapparono la bocca a vicenda, aspettando che il Preta li aggredisse. Cosa che non successe.

-Uh?-. I due si avvicinarono al Pain. Aveva la faccia rivolta al pavimento e non si muoveva. Sembrava svenuto o “spento” (non so qual è il verbo più appropriato per un cadavere ambulante). -Fiuuu...- Disse Sui: -Siamo salvi.-.

Karin lo guardò: -Salvi? No! Siamo nella base dell'Akatsuki, non ricordiamo nulla di ieri sera, sono incinta a causa tua e c'è Pain sul pavimento! Direi che non siamo salvi!-.

-Giuuustoooo.- Concordò Suigetsu: -Quindi... andiamocene!- e i due corsero fuori dalla stanza.

Intanto, di sotto...

-Dammelo!-.

-Idioti! Uhm!-.

-Sssstupidi!-.

-Amateratsu!-.

I quattro ninja si allontanarono l'un l'altro. Deidara aveva il preservativo.

-Ok, Deidei, dammelo.- Intimò Kabuto.

-Dopo che ci siete saltati addosso mentre parlavamo? Col cavolo!- Replicò Deidara.

-Parlavate? [Risatina] A me non sssssembrava. [Altra risatina]- Disse Orochimaru: -Però mi sssssembrava che ssssstesssste litigando fino a poco prima.-.

-Era così.- Gli rispose Itachi: -Lottavamo...-.

-...poi ci siamo strozzati...- Disse Deidara.

-...ci siamo abbracciati...-.

-...ci siamo baciati...-.

-...e siamo finiti dietro il tavolo.-.

-Molto interessante. Ora, se non volete che il video che vi ho fatto mentre confessavate faccia il giro della rete, torniamo al preservativo.- E Kabuto mostrò loro la sua macchina fotografica.

-Amateratsu!- E Itachi bruciò la macchinetta.

-Noooooo, la macchinetta nuova!!!- Gridò Kabuto.

Deidara alzò le spalle -Benvenuto nel mio mondo.-.

-Ah!- Orochimaru approfittò della distrazione di Deidara e con la lingua prese il preservativo, e se lo ingoiò (bleah!).

-Dovremo controllare lo sperma al laboratorio per capire chi l'abbia usato.- Disse Kabuto.

-Ahahah! Non sapete se avete fatto sesso o no!- Li canzonò ridendo Deidara.

Orochimaru alzò un sopracciglio: -Certo, come ssse voi sssapesste cosssa avete fatto ieri notte...- gli rispose.

-Tsch!-.

-A tal proposito...- Una voce li sorprese alle spalle. Si voltarono: era Juugo. Pareva calmo.

Disse: -...Sasori ha trovato Karin e Suigetsu e li ha portati di là. Se ora mi seguiste, potremo riorganizzarci e capire che ci è successo ieri sera. Ok?-.

Sia perché volevano tutti capire cosa avessero fatto l'altra notte, sia per non infastidire Juugo, lo seguirono.

Poco prima, nel corridoio...

-Presto, presto- Suigetsu e Karin correvano come pazzi.

“Con un po' di fortuna non incontreremo nessuno” pensava Suigetsu.

Ma, si sa, “fortuna” e “Suigetsu” non vanno mai nella stessa frase. E allora perché li ho messi? Vabbeh, comunque dall'altra parte del corridoio, Sasori stava camminando: dopo essere scampato ai discorsi scemi di Kakuzu, era deciso a trovare gli altri e a capire cosa gli fosse successo la sera prima. E, al contrario del futuro padre Suigetsu, molto spesso “Sasori” e “fortuna” vanno molto spesso nella stessa frase. E così, mentre Karin urlava a Suigetsu che gliel'avrebbe fatta pagare, che questo bambino non lo voleva, che invece no, aveva cambiato idea, ma avrebbe dovuto occuparsene Suigetsu, e che voleva dei cheesecakes, si ritrovò davanti Sasori.

I due di Taka si erano bloccati.

“Siamo fregati!” Aveva pensato Suigetsu.

-Karin.- Disse.

-Sì?- Gli rispose lei.

-Corri!- E i due si voltarono per scappare.

Ma Sasori era stato più veloce e con un: -Fermi lì!- li aveva bloccati con i suoi fili di Chakra.

-Non riesco a muovermi.- Aveva detto Karin: -E ora che cosa ci farà? Non voglio perdere mio figlio! Suigetsu! Fai qualcosa!-.

-Cosa? IO?!- Aveva urlato lui.

“Quasi la preferivo quando mi urlava contro!” Pensava.

-Tranquilli, non voglio farvi del male. Anzi, potreste essermi utili a ricordare ieri sera.- Disse Sasori.

-Davvero non vuoi ucciderci? Meno male!- Aveva detto Suigetsu.

-Già. Ora vi porto con me dagli altri. Devono essere giù in salone.- Aveva poi continuato Sasori. -Gli altri? QUALI ALTRI?! SUIGETSU! FA QUALCOSA! QUELLI CI UCCIDERANNO! È TUTTA COLPA TUA! MI HAI LASCIATO INCINTA! SALVAMI!- Sbraitava Karin.

“Mi correggo: la preferivo quando mi urlava contro! Almeno era coerente!” Aveva pensato Sui. Sasori, al solito, aveva ignorato Karin e li aveva portati giù.

Adesso, nel salotto...

Itachi, Deidara, Kabuto, Orociok, Sasori, Kakuzu, Juugo, Karin, Suigetsu e gli ancora mezzi svenuti Honan e Pain erano seduti a cerchio, pronti, chi più chi meno, a capire cosa fosse successo loro la sera precedente. Non sapevano però quali altri guai li aspettavano!

 

 

 

Angolo dell'autore

Allora, réga, dunque, la storia si fa... interessante? Boh, cercate di capirmi, è il mio primo angolo dell'autore...

Se mai qualcuno dovesse leggere la mia nota, sappia che la storia è ancora moooooooolto lunga, ma avendola già scritta la aggiornerò periodicamente; in ogni caso, se pensate che la storia sia troppo sconcia, e inizio a pensarlo anch'io, la cosa andrà scemando, state tranquilli!

Detto ciò, alla prossima réga XP

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Capitolo 7
*** RICORDI ***


RICORDI

Nel salone...

Gli undici nukenin, seduti a cerchio, si fissavano l'un l'altro; qualcuno spaventato, qualcuno assonnato, qualcuno sotto shock, ma con in comune l'ombra del sospetto.

-Allora...- Prese a parlare Sasori: -Vi starete chiedendo perché vi ho fatti riunire qui...-. -Tra le cose...- Rispose una sarcastica Deidara (che, come Itachi, si era messa un asciugamano addosso).

-Beh, è chiaro che ci siamo svegliati stamattina senza ricordare praticamente nulla di ieri sera, inoltre ci sono persone che non dovrebbero essere qui;- E Sasori guardò Orochimaru e Kabuto, poi continuò: -ebbene, bisogna fare il punto della situazione; sì, è vero che certe cose toccherebbero al capo, ma...- e tutti guardarono Pain, che con gli occhi senza pupille e la faccia blu, stava sbavando sul pavimento.

-...ma al momento ha altro a cui pensare.- Riprese Sasori: -Essendo qui il più calmo e intelligente (oltre ad avere il perfetto concetto dell'arte), penso che debba prendere io in mano la situazione. Ci sono obbiezioni al riguardo?-.

-Sì, genio, e anche parecchie! Ad esempio...- Iniziò un arrabbiata Deidara.

-A quanto pare no.- La zittì Sasori: -Bene, allora direi che per prima cosa ognuno di noi debba dire dove si è svegliato stamane e cosa ricorda di stanotte.-.

-Ah, be ecco...-.

-Io ssso...-.

-Mi ricordo solo che...-.

-Intendevo dire uno alla volta. Deidara, inizia tu.-.

-Ehi, dimmi un po', perché io? Non mi puoi dare ordini! Il fatto che per una volta tu abbia avuto una buona idea non ti rende il mio capo! Uhm.- Sbraitò Deidei.

-Va bene,- Rispose calmo Sasori: -allora Kakuzu...-.

-Ehi, non osare togliermi la parola!- Si infuriò Deidara: -Inizio io, ma solo perché è una mia scelta, ok? Uhm!-.

-Certo.- Disse Sasori.

-Bene,- Fece Deidara: -dunque, ricordo che ieri sera stavamo facendo quella stupida festa: c'era Tobi che... faceva il Tobi, e io mi nascondevo da quell'idiota, quando qualcuno ha bussato e il capo è andato ad aprire. Poi tutto è sfuocato, ricordo solo il corpo di una bella donna nuda e delle urla tipo: “Fatemi uscire! C'è la vela!”... mi sono svegliato al centro del salone con la mano affogata nel punch.-.

-Mmm, Interessante...- Borbottò Sasori: -allora, Kakuzu, tu invece?-.

-Allora, ieri sera stavamo facendo la festa per Tobi e io mi ero messo a contare i miei soldi [Evviva l'originalità... Nd. Io].- Disse Kakuzu: -Poi qualcuno è entrato nella stanza... Non ricordo chi fosse, ma so che mi doveva dei soldi e mi sono gettato su di lui... In realtà l'abbiamo fatto tutti... Si vede che aveva dei gran debiti... Poi non ricordo nulla, se non un gran fuoco. Mi sono svegliato nel letto di Sasori mentre uno dei miei cuori era in quello a fianco avvinghiato a una marionetta.-.

-Raccontaci un po' meglio come ti sei svegliato...- Lo stuzzicò Deidara.

-Deidara, dovresti pensare più ai tuoi problemi, che mi sembrano molto grossi... di qualche taglia... 6?- Rispose secco Kakuzu.

-Come ti...- Deidara fu interrotto/a da Sasori: -Grazie Kakuzu. Ora penso tocchi a Juugo...- al che tutti lo guardarono spaventati.

Juugo teneva la testa bassa e non parlava: era impossibile capire se era arrabbiato o calmo. Poi alzò improvvisamente la testa.

I presenti si coprirono la faccia aspettando un colpo. Che però non avvenne. Invece sentirono un: -Va bene.- e si decisero, ancora timorosi, a guadare Juugo.

Il ragazzo non si era mosso e non sembrava essersi scomposto di fronte alle reazioni degli altri.

Disse: -Tempo fa il team Taka ha ricevuto l'invito a partecipare alla festa di compleanno di Tobi. Così l'altra sera stavamo per andare, quando ci siamo accorti che Karin non era scesa. L'abbiamo chiamata, e lei ci ha detto che le servivano altri due minuti per scegliere il vestito. Così, due ore dopo, siamo partiti, arrivando quindi in ritardo. Quando abbiamo bussato ci ha aperto Hidan, che sembrava un po' alticcio; ci ha detto: “Eccovi qua [Hic]! Non sapete che mi è [Hic] successo: vi sembro lui, ma non sono lui [Hic]!” poi ci ha fatto entrare. La stanza era mezza distrutta e su un angolo c'era un falò e Kakuzu che si disperava davanti. Poi è arrivato Orochimaru che ci ha offerto da bere e non ricordo altro. Mi sono svegliato...- e Orochimaru e Kabuto impallidirono: -...sotto un cumulo di macerie, sporco di non so cosa.- e i due ninja tirarono un sospiro di sollievo.

-Capito. La cosa strana è che Orochimaru non è stato invitato...- Osservò Sasori: -Ora è il suo turno: vediamo che dice... Ehi ma dove sono lui e Kabuto?-.

-Ma che dici baka? Sono qui! Uhm.- E Deidara indicò. Effettivamente erano un po' strani: sembrava si stessero accartocciando.

-A differenza tua, cara Deidara,- Replicò Sasori: -Riconosco delle pelli di muta da delle vere persone!- detto ciò, dal suo petto uscirono a gran velocità degli aghi che colpirono i due ninja e li fecero letteralmente volare; ma, invece di cadere pesantemente, iniziarono a volteggiare.

-Ecco, ti sei convinto?- Mentre diceva ciò, il nukenin pensava: “Sanno più di quanto vogliano dirci...”.

-Kakuzu, Juugo, avete già parlato; andate a cercarli e riportateli qui, con le buone- E qui Sasori si scurì in viso: -o con le cattive.-.

-Molto bene. Il tempo è denaro e io non voglio perderne altro per capire cosa è successo, quindi sarò di ritorno tra non molto.- Disse Kakuzu che se ne andò, seguito da Juugo (inutile dire quanti punti Sasori prese per aver allontanato Juugo ed averlo mandato contro a Orociok).

-Allora, penso tocchi a Suigetsu.- Riprese Sasori.

-Ehm come? Ah sì giusto. Ecco...- Balbettò Suigetsu: -Confermo la storia di Juugo. Aggiungo solo che quando sono entrato c'era Kisame che piangeva perché gli mancava Itachi... In effetti non l'ho visto. Quando Orochimaru ci ha offerto da bere, ho rifiutato, io non bevo alcolici, solo acqua.-.

Deidara fece per prendere parola, ma lo anticipò Sasori: -Quindi ciò che Orochimaru serviva era alcolico... Sai dirmi di più?-.

-Ehi! Uhm!- Alzò la voce Deidara: -Stavo per chiederlo io!-.

-Ma non l'hai fatto.- Disse il calmo Sasori senza nemmeno fissarla in faccia.

-Brutto... io...- Deidara diventò rossa.

-Calmi ragazzi, lasciamo finire Sui.- Lo interruppe Itachi.

-Ora che ci penso, perché non lo fa lui il capo?- Chiese Deidara indicando Itachi.

-Perché ha appena fatto sesso con te,- Rispose un ancora calmo Sasori: -quindi direi che non si è ancora ripeso.-.

-COOOSAAAA?!?!?!?- Deidara si infuriò.

-Comunque,- La ignorò Sasori: -ha ragione, stava parlando Suigetsu; quindi era alcool?-.

-Cosa? Ehm...- Prese a parlare Suigetsu: -Non lo so, non mi intendo di certe cose...- e pensava: “Cavolo, pensavo che si fossero scordati di me!”.

-Ok, e dopo?- Domandò Sasori.

-Sì, dicevo che gli altri invece hanno bevuto, e anche tanto... Poi hanno iniziato a comportarsi strano, da ubriachi, come gli altri... Volevo andarmene, ma poi mi sono detto: “Se Kisame sta anche lui così, posso prendergli Pelle Di Squalo!” e sono salito nel piano superiore. Ho trovato quasi subito camera sua, stavo per entrare quando è uscita Konan con in mano la Samehada; aveva uno strano ghigno e quando mi ha visto mi... mi... mi ha mostrato le tette! Mi sono imbambolato lì e quando mi sono ripreso lei non c'era più; l'ho cercata dappertutto ma niente; allora stavo per scendere, ma è salito Kisame con un bicchiere in mano e me l'ha offerto. All'inizio non mi fidavo, ma poi mi ha detto: “solo un assaggino...”; e poi ci sono dei codici d'onore tra i sette della nebbia, tra i quali c'è non drogare gli altri spadaccini così ho bevuto. E bam, eccomi qui.-.

-Nient'altro?- Chiese Sasori.

Sui negò con la testa.

-E che mi dici dell'acqua? Che sapore aveva?- Tentò Sasori.

-Ehm...- Rispose Suigetsu: -Da quel poco che mi ricordo, non aveva un sapore particolare; dopo averla bevuta, però, mi sono sentito, come dire, grasso. Ah sì, ricordo che ad un certo punto della serata, ma non so quando, sono arrivati Itachi e Zetsu con un sacco in spalla, ed erano gonfi di botte.-.

-Capisco.- Disse a bassa voce Sasori.

-Aspetta un po'!- Disse ad occhi socchiusi Deidara: -Non ci hai detto dove ti sei svegliato oggi! E poi, mi sembri distratto, che hai?-.

Suigetsu iniziò a sudare: -Non ho niente... Cosa-cosa dovrei avere?-.

-Non lo so...- Disse sospettosa Deidara: -Comunque dove ti sei svegliato?-.

-Io-io-io mi sono svegliato in bagno.- Balbettò Suigetsu.

-Molto strano:- Commentò Sasori: -perché il bagno si trova in tutt'altro punto del corridoio dove ho trovato te e Karin.-.

Sui diventò rossissimo.

-Uhm...- Deidara lo squadrò a occhi stretti. Poi guardò Karin, che non era meno rossa di lui. Tornò a guardare Suigetsu, quindi Karin, Suigetsu, Karin, Suigetsu, Karin. Poi si illuminò ed esordì con un certo tatto: -Ah-ah! Vi siete svegliati nello stesso letto!-.

-NOOOOOOO, ASSOLUTAMENTE NO!- Urlarono i due.

-E l'unica stanza da letto da quelle parti- Continuò Sasori: - è quella di Pain. Non serve negarlo; piuttosto, c'era qualcosa di strano?-.

-A parte il fatto che eravamo nello stesso letto,- Rispose seccato Sui: -c'era il Preta-Pain nell'armadio, ma era...- Sui cercò la parola adatta: -inattivo.-.

-Sarà meglio andare a prenderlo più tardi.- Sentenziò Sasori: -Karin, che ci dici tu?-.

-Non ho molto da... da... BLUAGH- E Karin rigurgitò sul pavimento, poi continuò: -da dire, ciò che ha detto Suigetsu corrisponde, ahimè, la verità. Dopo aver bevuto non ricordo nulla, ma una cosa la ricordo: la roba che ho bevuto, qualunque cosa fosse, non conteneva alcool.-.

-Tu sei una grande esperta di certe cose, eh?- Le disse con aria di chi la sa lunga Suigetsu.

-Co-co-cosa vuoi dire?- Replicò Karin, che si comportava come quando Sui le chiedeva se provava qualcosa per Sasuke.

-Per esempio, lunedì scorso c'erano dieci birre nel frigo; il giorno dopo erano sparite e tu sei rimasta in bagno tutta la mattina a vomitare!- Spiegò Sui.

-E questo che centra?!- Karin divenne trasparente.

Spiegazione scientifica: Karin è arrossata così tanto da diventare infrarossa, un colore che l'occhio umano non può vedere.

-Non siamo qui per parlare di questo.- Riprese Sasori: -E ora è il turno di Itachi; che ci racconti?-

Itachi lo guardò e stette zitto.

Dopo una lunga decina di secondi intervenne Sasori: -Ehi, guarda che solo Kisame riesce a capire i tuoi discorsi silenziosi.-.

-Oh, scusate.- Disse Ita: -Dunque, dopo che Tobi è entrato, io e Zetsu siamo usciti per catturare- e qui si bloccò: -volevo dire prendere il suo regalo. Quindi siamo andati a Konoha e l'abbiamo catturato- si bloccò di nuovo: -volevo dire preso. Normale che fossimo un po pieni di lividi, non si faceva...- e si bloccò una terza volta. Tutti lo fissarono incuriositi.

Disse: -...non si faceva prendere. Quando siamo tornati alla base (circa tre ore dopo) tutti erano ubriachi fradici. Non capivamo, poi ci sono apparsi davanti Orochimaru e Kabuto e abbiamo fatto due più due; anzi due vs due, con tanto di scommesse gestite dai cuori di Kakuzu (lui piangeva in un angolo). Loro volevano farci bere una roba strana, ma noi non volevamo ridurci come Karin che brucava il pavimento.-. E Karin, che era tornata normale, tornò invisibile.

-Stavamo pure vincendo, quando...- Tutti lo guardarono carichi di suspense, ma lui non parlò. Aspettarono dieci secondi, ma niente.

-Ita, che ti dicevo sui discorsi silenziosi?- Lo riprese Sasori.-

-Ah, giusto!- Esclamò il nukenin, e tornò a raccontare: -...quando abbiamo sentito un rumore dalle scale. Noi quattro ci siamo voltati verso la rampa. Siamo rimasti in silenzio... Dopo qualche secondo Orochimaru ha detto: “Kabuto, vai a controllare su di sopra.”. Lui non voleva, aveva la faccia blu, ma Orociok era inflessibile, e così si avvicinò alle scale. Il rumore continuava, ma niente succedeva. Ma come Kabuto mise il piede sul primo scalino...- Itachi si fermò misterioso; le luci erano spente, la suspense nella stanza era alle stelle e Karin si mangiava dei pop-corn presi chissà dove (le voglie delle donne incinte, sapete no?).

Itachi gridò: -...UN'ONDATA D'ACQUA PROVENIENTE DAL PRIMO PIANO CI SOMMERSE TUTTI!-.

Spaventati, gli Akatsukiani si abbracciarono come fanno i bambini. Tremante, Suigetsu chiese: -E p-poi?-.

-E poi non so.- Disse Itachi, e le luci tornarono: -Non ricordo altro.-

-Capisco.- Annuì Sasori: -Sei sicuro che quella che ti ha sommerso fosse acqua?-.

-Sembrava di sì,- Rispose a braccia conserte Itachi: -ma aveva un sapore amaro.-

Nella sala calò il silenzio.

-...Amaro.- Fece Sasori: -Molto interessante. Bene, credo che sia il mio turno: di ieri ricordo l'entrata di Orochimaru e Kabuto, e nient'altro, se non...- Sasori aggrottò la fronte che, essendo fatta di legno come il resto del suo corpo, si riempì le crepe, suscitando l'ennesima colata di vomito di Karin: -...una scena piuttosto strana: Konan e Hidan se ne stavano seduti l'una affianco all'altro e, in mezzo a loro, c'era Manusya-Pain.-

-Chi????- Chiesero tutti.

-Il Pain frega anime.- Spiegò Sasori: -Quanto a come mi sono svegliato, lo ha già spiegato Kakuzu.-

-Davvero?- Disse Deidara: -Non ricordo...-

-Deidara, invece di fingere attacchi di amnesia, perché non vai in camera di Konan e del capo?- La interruppe Sasori.

-A far che?- Chiese Deidei.

-A cercare qualcosa da metterti addosso.- Rispose freddo Sasori: -Suigetsu, valle a dare una mano e porta giù il Preta-Pain-.

-Perché io?- Chiese Sui.

-Be, se preferisci rimanere qui con Karin...-.

-No no!- Lo interruppe Suigetsu. Poi, vedendo come lo guardava Karin, aggiunse: -Cioè, mi pare giusto prenderlo io, dato che lo ho trovato io...-.

-Spero che sia per quello, Suigetsu,- Ringhiò la rossa: -perché ora che mi hai lasciata incinta, hai delle responsabilità verso...-.

-Sisì ciao ciao!- Tagliò corto Suigetsu, che issò Deidara sulle spalle e corse via, senza dare il tempo a questa di reagire.

Karin sospirò: -Uh, me ne sono liberata per un po'.- poi si accorse che Itachi e Sasori la fissavano: -Perché mi guardate così?-

La risposta la diedero all'unisoro: -Incinta?-.

Karin arrossì: -Io... io...- e divenne di nuovo invisibile.

-Bene, vado in camera mia a cambiarmi- Li informò Itachi, e se ne andò.

-Siamo rimasti solo noi due- Disse Sasori: -e ci aspetta un duro compito.-.

Karin tornò visibile: -E cioè?-.

Al che Sasori si girò verso Honan e Pain, e rispose: -Svegliare questi due.-.

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Capitolo 8
*** LE INDAGINI PROCEDONO ***


LE INDAGINI PROCEDONO

Verso la camera di Itachi...

Itachi stava camminando lungo il corridoio, per raggiungere la sua stanza. Intanto si guardava attorno, per cercare qualche indizio che lo potesse aiutare a ricordare.

“Che disastro,” Pensò: “è ridotto tutto a brandelli”. Difatti le mura, fino al giorno prima in perfetto stato, erano ora scrostate e bucherellate; il tappeto giamaicano che il capo aveva estort... preso qualche anno prima, era ridotto a qualche mucchietto di stoffa; le lampade erano esplose, i quadri sbriciolati... insomma, un vero disastro! Chi l'avrebbe sentito Pain poi?

“Eppure,” Pensava: “c'è qualcosa che non mi torna... Non so, un dettaglio che manca, ma cosa?”.

Non ebbe tempo di pensarci, perché arrivò a destinazione. La porta della sua camera era socchiusa; quando provò a spingerla, cadde a terra con un sordo PUM.

-Ma che cavolo...- Itachi non aveva mai visto la sua camera in quelle condizioni: per terra c'erano scaglie di vetro, cadute dal lampadario di cui rimaneva solo una catena appesa al soffitto; la finestra era imbrattata di scritte che erano intraducibili anche per lo sharingan ipnotico, e forse era meglio così; il suo letto era sparito; una volta aperto, Itachi vide che le mensole del suo armadio erano crollate, e urlò: -I miei preziosissimi trucchi! Il mio smalto! Quale mostro farebbe ciò?-.

Poi si voltò verso la parte di Kisame.

Sgranò gli occhi: -Che cavolo ci fa questo qui?-.

Dall'altra parte del corridoio...

-Dove possono essere finiti?-. Kakuzu si voltò verso Juugo: -Li hai visti per caso?-.

Juugo non rispose. Al solito.

-Stupide bisce da quattro soldi!- Kakuzu diede un calcio nell'aria: -Speriamo che i miei cuori abbiano notizie migliori... Oh, eccoli.- I quattro mostri-cuore di Kakuzu si avvicinarono al padrone. -Allora?- Domandò Kakuzu. I mostri assunsero una forma serpentina e rientrarono nella schiena del ninja. Kakuzu chiuse gli occhi; dopo qualche secondo li riaprì: -Niente. Dannazione!- e sferrò un altro calcio all'aria.

Dietro di lui Juugo fece un lamento.

-Sì, Juugo, da molto fastidio anche a me. Il tempo è denaro! Dovrei essere in giro a cercare prove sul fatto che Sasori mi deve dei soldi!- Disse Kakuzu.

Juugo si lamentò di nuovo, anche se il rumore era un po' più forte.

-E invece sono qui a cercare quei due fessi!- Riprese Kakuzu.

Juugo iniziò a sbuffare.

-Ma non appena li troverò, GIURO CHE AGGIUNGERÒ I LORO CUORI ALLA MIA COLLEZIONE! AVETE SENTITO?- Sbraitò Kakuzu.

Alle sue spalle, Juugo ringhiò: -RHAAAR!-.

Kakuzu si voltò, dicendo: -Ma che cazzo hai da...-.

Non fece in tempo a finire la frase; il pugno di Juugo si abbatté su di lui.

Nella stanza di Pain...

-Troppo grande. Troppo piccolo. Troppo sporgente. Uffa!- Deidara iniziava ad essere stufa di controllare i reggiseni di Konan; ne aveva visti trenta, e nessuno gli andava bene. -Come va lì da te?- Chiese a Suigetsu.

-Mmm, sto qui non vuole proprio saperne di svegliarsi.- Suigetsu aveva provato di tutto per svegliare Preta: dall'acqua in faccia, al massaggio cardiaco, al tuffo-boma-sulla-pancia-di-Preta cardiaco, ma niente.

-Beh, ci credo,- Rispose Deidei: -se quel coso è spento solo il capo può riattivarlo. Uhm.-

-Cosa?- Suigetsu non poteva credere alle proprie orecchie: -E perché non me l'hai detto subito?-.

-Troppo stretto. Perché tu non me lo avevi chiesto. E poi era divertente vederti fare tutte quelle cose stupide. Nemmeno questo. Uhm.-.

-Io ti... Aspetta un attimo.- Suigetsu aggrottò la fronte: -Perché Konan ha tanti reggiseni diversi?-.

-Troppo... Eh?- Deidara guardo prima Sui, poi il reggiseno che aveva in mano e infine il mucchio degli scarti. Scosse la testa: -Certe cose è meglio non saperle... Trovato!-.

Sui si voltò verso Deidei: -Cosa?-.

-Il reggiseno giusto.- Rispose Deidara esultante: -Ti puoi girare? Uhm.-.

-Ah, certo, certo...- Suigetsu arrossì. Calò il silenzio.

-...Allora...- Iniziò la nukenin: -Incinta, eh?-.

-Già.- sospirò l'altro: -Evviva.-.

Deidara scrollò le spalle: -Poteva andare peggio.-.

-E cioè?-.

-Poteva succedere a me.-.

Suigetsu si voltò: -Ah-ha, diver...- spalancò la bocca: -Agh.-.

Deidara si sistemò indietro i capelli: -Come sto?-.

Deidara si era vestita con una maglietta aderente violetto che le lasciava la pancia scoperta e con dei legghins blu chiaro. Ai piedi aveva delle scarpe col tacco; i capelli erano sciolti; la frangia che copriva il lato sinistro del viso era sistemata dietro l'orecchio, mostrando non un mirino robotico, ma un occhio vero e proprio, con la pupilla azzurra chiaro.

Suigetsu tentò di parlare, ma emise solo un altro: -Agh.-.

-Lo prendo come un: “Bene”.-.

Suigetsu si decise a parlare, anche se con la voce strozzata: -S-s-sì.-.

E pensava: “Sai cos'altro dovresti prendere?”.

Deidara si avvicinò alla porta: -Scendiamo dagli altri. Ah,- Si voltò verso Suigetsu e disse, con sguardo ammiccante: -lo porti tu Preta, vero?-.

-C-certo- Balbettò lui. Un bisillabo: un miglioramento.

-Bene!- Esclamò Deidei, e scappò via, lasciando Suigetsu impalato davanti al cadavere.

Quando questi si riprese dallo shock, e si ritrovò ai suoi piedi il pesante Preta, disse un altro bisillabo: -Cazzo.-.

Nel salone...

-Pronta?-.

-Pronta!-.

-Via!-.

Sasori e Karin iniziarono a correre verso Honan e Pain, urlando come pazzi. Giunti a pochi centimetri dalle loro facce, si fermarono, ma continuarono a urlare.

-AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA basta, non serve a niente.- Sasori si allontano da Pain.

-Allora non so che... idea!- Esclamò Karin.

-Oh, no.- Rispose Sasori: le idee di Karin lo avevano portato a mollare scoregge in faccia a Pain, a fargli l'agopuntura, a prenderlo a calci nei maroni e a urlare come un deficiente. Iniziava ad essere stufo. Il solo motivo per cui non si era aggiunta alla sua collezione di marionette era l'essere incinta.

-No, non preoccuparti!- Lo rassicurò la rossa: -Dovremo solo farli baciare di nuovo! Se un bacio li ha ridotti così, un altro bacio li riporterà alla normalità (per così dire).-

-O potrebbe farli peggiorare.-.

-Hai un'idea migliore?-.

-In realtà...-.

-Ecco, vedi? Su, al lavoro!- Karin prese per la testa Honan.

-Scusa capo.- Borbottò Sasori, che afferrò la testa di Pain.

I due avvicinarono le loro bocche, sempre di più, sempre di più, finché...

-AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!-Urlò Pain, e si andò a nascondere dietro a quello che un tempo era il divano.

Karin e Sasori si guardarono. Karin mollo la presa su Honan, che cadde di faccia con un TUNF, e i due corsero da Pain. Il povero zombie teneva la testa tra le navi e si era raggomitolato a terra. Borbottava: -Konan... Hidan... Baciato...-.

Karin gli mise una mano sulla spalla, e sussurrò: -Calmo, calmo. Dai, non è successo nulla...-.

Vedendo che non succedeva niente, disse: -Chi è il mio bravo terrorista, chi è?-.

Sasori stava per vomitare. E se Sasori stava per vomitare, la cosa era davvero grave.

-Su, su.- Riprese Karin, e sollevò Pain da terra. Poi notò come la fissava Sasori: -Che c'è?-

-Nulla.- Disse lui.

-Oh, cavolo...- Pain si toccò la fronte: -Che è successo?- domandò poi.

Prima che Karin o Sasori potessero aprire bocca, sentirono un mugugno alle loro spalle, e la voce di Konan che diceva: -'Cazzo è successo?-

-AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!-Urlò nuovamente Pain, che si nascose di nuovo dietro al divano.

Honan lo guardò: -Perché urlava tanto?- chiese agli altri due.

Poi sembrò ricordare: -Oh, cazzo. Bleah.- Poi, nuovamente rivolto a Pain, gridò: -Come hai osato baciare un sacerdote di Jashin! Me la pagherai!! Ti sacrifico!!!-

Da dietro il divano, Pain si alzò lentamente, fissando la parete. Poi ruotò la testa a 180° (cosa che fece vomitare Karin) e urlò: -COME HO POTUTO IO?!-.

Un attimo dopo era davanti a Honan: -COME HAI POTUTO TU!!!!!! PRENDERE IL CORPO DELLA MIA ADORATA KONAN!!!! E BACIARMI!!!- le urlò in faccia.

-SENTI UN PO', DIO DA STRAPAZZO... Ah!- Honan si toccò il braccio, e ne estrasse un ago. Anche Pain lo fece.

Sasori chiuse la bocca.... del suo stomaco, e disse: -Questo vi terrà tranquilli per un po'.-.

Ritrovata la calma, Pain gli chiese: -Cosa è successo mentre ero svenuto?-.

-Nulla di che.- Rispose asciutto Sasori: -Abbiamo solo raccolto le idee, poi Orociok e Kabuto sono scappati, e ora Kakuzu e Juugo li stanno cercando, mentre gli altri sono andati a cambiarsi.-

-Ehi, non ignoratemi...- Protestò Honan..

-Taci tu!- La zittì Sasori, poi, rivolto verso Pain, continuò: -All'appello mancano ancora Kisame, Zetsu, Tobi e... beh, Konan. Ah, e gli altri tuoi corpi, anche se Suigetsu è andato a prendere Preta.-.

-Capisco.- Annuì Pain: -In tal caso suggerisco di aspettarli qui. Poi ci decideremo sul da farsi.-.

E i quattro, compresa Honan (anche se lei con il broncio, e credetemi se vi dico che il broncio di Hidan sulla faccia di Konan non è un bello spettacolo), si andarono a sedere. Per qualche minuto, nessuno parlò, finché non si sentirono dei passi provenire dal corridoio.

-Sta arrivando qualcuno!- Esclamò Karin: -Non l'ho percepito perché la bevanda di ieri sera ha inibito il mio potere, e non so dirvi chi è.-.

Pain guardò la porta e disse: -Sarà un amico o un nemico?-.

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Capitolo 9
*** MANO SUL ROSSO ***


MANO SUL ROSSO

Nel salotto...

I passi risuonavano nel corridoio. Pain fissava la porta. I passi si fermarono. Pain estrasse un paletto dalla manica. La porta si aprì cigolando.

-Abbassa quel coso, capo!-.

-Ah, sei tu Kakuzu.- Disse Pain: -Li hai trovati?-.

Kakuzu entrò.

-Che hai alla schiena?- Domandò Deidara.

Dal dorso del ninja, infatti, uscivano i suoi fili che andavano verso l'alto e formavano due grossi bozzoli.

-Dove sono quei due? E Juugo?- Chiese Pain.

-Io e Juugo li stavamo cercando nel corridoio,- Spiegò Kakuzu: -quando il tizio ha avuto uno dei suoi raptus omicidi e mi ha fracassato il cranio. Ha fatto male. La buona cosa è che ha sfondato la parete, che lui dovrà ovviamente ripagare, e dietro c'erano quei due scemi. Così, ho avvolto coi miei fili Juugo- e uno dei bozzoli si sciolse, facendo cadere Juugo a terra: -e ho attaccato i due serpenti. Però ho preso solo Kabuto.-.

Come disse queste parole, dall'altro bozzolo sgusciò fuori il ninja medico, che urlò: -Libero (e soprattutto aria) finalmente!- e strisciò fuori dalla porta.

Senza neanche guardarlo, Pain alzò il braccio, e uno dei suoi tubi partì dalla manica, impalando il braccio destro di Kabuto alla parete.

-AAAAAAAAAAAAAA!- Urlò il nukenin, che iniziò a strattonarsi il braccio tentando di liberarsi.

-Fermo.- Pain alzò nuovamente il braccio e un altro tubo schizzò dalla manica, inchiodandosi pochi centimetri sotto l'orbettino di Kabuto.

Lui sgranò gli occhi e si accasciò a terra, dicendo con un filo di voce: -V-va bene, s-sto fermo.-.

-Kakuzu, vuoi pensarci tu?- Domandò il leader dell'Alba.

-Certo.- Detto ciò, il nukenin fece uscire nuovamente dei fili dalla sua schiena che avvolsero le gambe e le braccia di Kabuto e lo sollevarono da terra.

-Ahi! Il braccio! Me l'hai praticamente tranciato!!!-.

-Tu urli troppo.- Sospirò Kakuzu, e un altro fascio di fili avvolsero la bocca del nukenin: -Torno tra poco.- e se ne andò.

Karin, che per tutta la scena era rimasta zitta, chiese: -Dove lo sta portando?-.

Senza spostare lo sguardo dalla porta, Pain rispose: -Nella sala interrogatori. Kakuzu sa essere alquanto...- Pain sogghignò: -...persuasivo.-.

Dopo un po' di silenzio, Pain si voltò verso la ninja. Karin trasalì: lo sguardo di Pain era impassibile, ma molto profondo, quasi attraente. Se non fosse innamorata di Sasuke e non fosse incinta di Suigetsu, Karin era sicura che sarebbe caduta tra le sue braccia. Ah, c'era anche il fatto che Pain era un cadavere ambulante controllato da un suo cugino.

Comunque il suo fascino finì quando disse: -Karin, vai a svegliare Juugo.-.

Karin ci mise un po' per metabolizzare la domanda, poi urlò: -ÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈ?!

PERCHÉ IO??????-.

Pain tornò a fissare la porta, che pareva molto più interessante di Karin, e rispose calmo: -Perché tu sei l'unica, tra i presenti, a essere nella sua squadra di Juugo, e quindi è meno probabile che ti uccida.-.

-Ma-ma-ma-ma...- Balbettò la rossa.

-Ah, e poi c'è il fatto che ti trovi a casa mia, dove comando io, e se non fai quello che ti dico...- Pain si voltò lentamente verso Karin. Ora il suo sguardo non era ne profondo ne attraente, solo terrificante.

-...nemmeno lo vedrai il ricettore che ti trapasserà il cranio, Karin.- Concluse il capo dell'Akatsuki, iniziando a sfilare uno dei suoi paletti dalla manica.

Karin, più bianca del bianco stesso, si alzò a scatti, avvicinandosi a scatti allo svenuto Juugo, mentre i tre membri di Alba la fissavano interessati. Karin si accovacciò accanto a Juugo e avvicinò una mano alla faccia del ninja. Gli toccò la fronte con un dito. Juugo aprì gli occhi.

Nel frattempo, su una nave pirata che conosciamo bene...

-Mano sul rosso!- Urlò Rufy.

Chopper e Brook erano contorti sul tabellone del twister. Brook allungò la mano verso il cerchio rosso più vicino, ma non riusciva ad arrivarci.

-Yohoho, come farò?- Rise lo scheletro.

-Ha, guarda e impara Brook!- Chopper porse la mano in avanti, sopra il cerchio rosso. Iniziò ad abbassarla, lentamente, fino a trovarsi ad una distanza di mezzo millimetro dalla zona rossa. Ma all'improvviso, Chopper urlò, mettendosi le mani alle orecchie: -AAAAAAAAAAAAAAAAAA, ANCORA QUELL'URLO!!!.- e iniziò a rotolarsi per terra, venendo squalificato.

Franky si voltò verso Rubber: -Ma quale urlo?-.

Nella base dell'organizzazione...

Karin si rannicchiò sul pavimento in posizione fetale, senza più le pupille, che si ciucciava il dito, mentre Juugo era seduto a testa bassa sulla sua sedia. Pain era tornato a fissare la porta.

-Ehi, tesorino, cosa stai guardando?- Honan gli si era seduta vicino. Il Deva-Pain la ignorò.

-Avanti, amore, cosa ti turba?- Continuò con aria falsamente affettuosa. [Hidan, ti devo ricordare che non sei più immortale ora che sei nel corpo di Konan? Nd. Io]

-Ma quanto ci mette?- Borbottò Pain.

-Ehilà!- La testa di Deidara sbucò dalla porta: -Come va?-.

-Non ci lamentiamo.- Rispose Sasori.

Solo allora Deidara notò Karin.

-Che le è preso?- Domandò. Poi vide Juugo. -Ah, chiaro.-

E poi entrò.

“Woah” pensò Hidan. Poi si pentì di averlo pensato. Poi lo pensò di nuovo. Nel frammente aveva iniziato a sbavare.

Deidara inclinò la testa di lato: -Bleah!- si schifò: -Piantala!-.

Honan non la smetteva di sbavare, nonostante lo volesse con tutte le forze. Sentiva che se lo voleva Deidei, anche lei lo voleva.

“Cos'è questa sensazione che sento?” Pensava: “Mi sento come se avessi raggiunto il Jashin-Nirvana! Grande Jashin, cosa mi sta accadendo? Possibile che sia...”

-Ehi!- Solo allora Honan si era accorta che Deidara se ne era andata. Si voltò. No, stava solo parlando con Sasori.

“Ma perché parlava a lui e non a me?” Pensò.

No, un momento, non stavano parlando. Stavano litigando!

-Ti definisci un artista? Fa esplodere le tue marionette, e allora potremmo parlarne! Uhm!- Urlava Deidei.

-Beh, Miss Kamikaze 2015, forse se tu usassi la tua argilla per qualcosa di utile, chessò, costruire marionette, e non come pasto serale per le tue mani...- Gli rispondeva calmo lui.

-Ehi!- Si intromise la Jashinista: -Non osare parlare così a Deidara, Sasori!-.

-Ecco, vedi, lo dice pure...- Deidara si bloccò: -Aspetta, che?-.

Sasori alzò un sopracciglio.

-Ehm-ehm!- Tossì Pain.

I tre litiganti si voltarono, Juugo alzò la testa, Karin tornò ad avere le pupille: -Che c'è?- chiesero.

-Una volta che Itachi, Kakuzu e Sui saranno tornati,- Iniziò il dio, che era salito sopra al tavolo: -vi spiegherò cosa faremo; nel frattempo, gradirei- e socchiuse gli occhi con fare omicida: -che voi steste zitti e seduti. Grazie.-.

I cinque quindi fecero ciò che era stato gentilmente chiesto loro, e iniziarono ad aspettare. Cosa non lo sapevano, l'importante è che lo sapesse Pain. Lui, intanto, era sceso dal tavolo e si era rimesso a fissare la porta.

Calò il silenzio. I cinque si fissavano, chi sospettoso, chi preoccupato, chi innamorato, finché, improvvisamente, Pain non sorrise: -Arrivano.-.

-Chi?- Domandò Karin.

La porta si aprì.

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Capitolo 10
*** UNO STRANO RITROVAMENTO ***


UNO STRANO RITROVAMENTO

Nel salotto del primo piano...

-Oh issa! Oh issa! Uff!- Suigetsu appoggiò il Preta a terra. Era da dieci minuti che camminava portandosi in spalla il corpo, e ne aveva di strada da fare ancora!

CLOMP CLOMP

Suigetsu sentì dei passi che si avvicinavano: -Accidenti! Spero che non sia uno di quei pazzi dell'Akatsuki!-.

CLOMP CLOMP

I passi si avvicinavano.

“C'è solo una cosa da fare...” Pensò Sui.

CLOMP

I passi si erano fermati.

“Eh eh!” Pensò Suigetsu: “Non mi troveranno mai!”.

-Amateratsu!- Tuonò una voce.

Suigetsu si sentì bruciare la schiena: -AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!-.

Balzò in piedi e corse per il corridoio, urlando: -SPEGNILO! SPEGNILO!-.

-Non posso:- Rispose calmo Itachi: -solo Sasuke-kun può spegnerla.-.

-COSA?- Suigetsu si fermò, strinse i pugni e la sua schiena si staccò dal resto del corpo, trasformandosi in acqua. Le fiamme si spensero.

-BAKA!- Gridò Suigetsu: -Potevi uccidermi!- poi si ricordò con chi stava parlando: -Cioè... insomma... come mi hai trovato?-.

-Ah, quello è stato semplice:- Spiegò Ita: -lì c'è il Preta-Pain, che dovevi portare giù. E, affianco a lui, una zona umida. Ho fatto due più due.-.

-E-e-e ora...- Balbettò Sui: -...m-mi vuoi uccidere?-.

-No.- Disse Itachi: -Anzi, ti devo ringraziare, mi hai fatto capire una certa cosa...-.

-Ah sì? E cos...- Suigetsu posò lo sguardo sulla mano si Itachi: -Ehi! Cos'è quello?-.

-Non si vede? È un salame.-.

-E dove l'hai preso?-.

-Nel letto di Kisame.-.

Sui sbuffò: perché non ci arrivava?

-E perché era lì?-.

-Non ne ho idea.- Itachi guardò il dio: -Ti serve una mano a portarlo giù?- chiese poi.

-Sì, volentieri!- Suigetsu si ricordò nuovamente con chi aveva a che fare: -Se... se non ti è di troppo disturbo...-.

-Figurati.- Con la mano libera, Itachi sollevò il corpo.

Si voltò, e si allontanò nel corridoio.

Suigetsu era senza parole: -O.O C-come... come hai...?-.

Itachi si fermò: -Non vieni?-.

-Uh?- Fece Sui: -Ah, ehm, sì, arrivo!- e gli corse dietro.

Pochi minuti dopo erano arrivati davanti alla porta del salotto.

Suigetsu era alquanto nervoso: c'era una macchia di sangue sul muro, ma prima, quand'era uscito, non c'era!

Suigetsu stava per dire qualcosa a Itachi riguardo al fatto che aveva dimenticato qualcosa in corridoio, ma prima che potesse farlo, Ita aprì la porta.

-Ehilà, capo.- Disse Itachi: -Come va?-.

-Sei tornato.- Commentò freddo Pain: -Con il mio corpo.-.

Itachi e Suigetsu entrarono nella stanza. A Sui non piaceva come lo stavano guardando: gli ricordava quella volta alla scuola ninja in cui non aveva ucciso a casa il suo criceto come gli era stato ordinato.

-Itachi-kun,- Chiese Sasori al compagno: -che hai lì in mano?-.

-Non si vede? È un salame.-.

-E dove l'hai preso?-.

-Nel letto di Kisame.-.

-E perché... un momento!- Si interruppe il nukenin di Suna: -Hai detto che era sul letto di Kisame?-.

-Sì.-.

-E lui non c'era?-.

-No.-.

-Quindi, possiamo dire che il salame era al posto di Kisame?-.

-Se la vuoi mettere così...-.

-Allora...- Concluse Sasori: -È possibile che Kisame sia al posto del salame!-.

-E cioè...- Disse Itachi: -...nella cantina!-.

Pain si alzò in piedi: -Vale la pena controllare: Sasori, vai in cantina con...-.

La porta si spalancò, ed entrò trionfante Kakuzu, che teneva attorcigliato Kabuto.

-È pronto a parlare.- Li informò Kakuzu.

Kabuto strisciò ai piedi di Pain: -Racconterò tutto! Racconterò tutto! Lo giuro!- e, con le lacrime agli occhi: -Ma tenetemelo lontano! Vi prego.-.

Tutti i presenti si guardarono perplessi: Kabuto non era certo il tipo da farsi ridurre in questo stato! Semmai era lui che faceva questo agli altri!

-Ma come...- Iniziò Sui.

-Meglio non saperlo.- Fece Sasori.

Suigetsu andò a sedersi vicino a Karin.

La ragazza ne sembrò contenta, e provò ad abbracciare Suigetsu, dicendo: -Ti amo, Suigetsu-kun!-.

E così, Sui si ritrovò in una scomoda posizione, allontanando Karin e contemporaneamente tentando di non cadere.

Pain, sdegnato dal comportamento del ninja del suono, si risedette.

-Bene.- Commentò: -Tornando a noi... la cantina. Sasori, vacci con Deidara.-.

Sasori si alzò in piedi: -Va bene.- e si diresse verso la porta.

Deidara, seppur controvoglia, lo seguì.

-Ehi!- Esordì Honan: -Io voglio andare con Deidara-kun!-.

Per la seconda volta i pochi minuti, i ninja della stanza si fissarono disorientati.

“Kun?” Pensavano.

Pain fece spallucce: -Se proprio ci tieni...-.

-Evvai!- Honan scattò in piedi e corse fuori dalla porta.

Quando i tre si furono allontanati, Kakuzu disse agli altri: -Qualunque cifra vi abbia offerto, io vi do il doppio.-.

-Di che stai parlando, Kakuzu?- Chiese Pain.

-Dei soldi con cui vi ha corrotti.- Rispose calmo Kakuzu.

-Chi ci ha corrotti?- Domandò Pain, già esasperato: l'ultima volta che Kakuzu aveva fatto così, li voleva convincere a scatenare la guerra contro la Roccia perché una kunoichi l'aveva derubato di cinque centesimi.

-Sasori.- Kakuzu iniziava a spazientirsi: -Guarda che lo so che ha approfittato del tempo in cui ero assente per comprarvi!-.

Anche Pain si stava spazientendo: -Ti ripeto che non so di cosa parli.-.

Mentre teneva a bada Karin, Sui chiese: -Perché doveva comprarci?-.

-Per farvi dire che gli devo dei soldi perché ci sono andato a letto insieme!- Urlò Kakuzu.

Suigetsu scoppiò a ridere, allentò la presa su Karin e ne fu travolto, cadendo all'indietro. Ma, nonostante fosse a terra e venisse di continuo baciato dalla rossa, continuava a ridere: -AHAHAH! Lo sapevo! Ma sentirtelo dire è uno spasso! Ahahah!-.

Quando però vide che nessun altro stava ridendo si rimise a sedere.

Pain estrasse un paletto, mentre alla schiena di Kakuzu quattro protuberanze indicavano l'imminente uscita dei cuori.

Suigetsu, nel frattempo, era riuscito a buttare a terra Karin.

-Stammi lontana!- Le urlò.

Per Karin quel “Stammi lontana!” fu un pulsante di accensione per la modalità “Ex-moglie-che-vuole-gli-alimenti”.

-SUUUUIIIIIGEEEEETSUUUUU!- La ragazza balzò addosso a Suigetsu, stavolta però con ben altri scopi.

Contemporaneamente, Pain e Kakuzu avevano alzato il pugno l'uno contro l'altro.

-Potreste- Esclamò Jugo: -stare tutti calmi?!-.

I quattro si bloccarono, e si rimisero composti.

Pochi minuti dopò, dalla porta sbucò la testa di Deidara: -Cucù! Indovinate chi abbiamo trovato?-.

 

 

 

Angolo dell'autore

E rieccomi qui, réga! Uhm, mi sono stancato di questo réga però... vabbeh, vi racconto una storia buffa: tempo fa stavo rileggendo i capitoli fino ad allora scritti e quando ho provato ad aprire questo ho scoperto che era danneggiato e irreparabile (yuppi)! Quindi ho dovuto rifarlo da capo, perciò se trovate dei buchi nella storia vi prego di dirmeli e li riempirò al più presto, graaaaaazie!

Detto ciò, alla prossima XP!!

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Capitolo 11
*** KISAME IL SALAME ***


KISAME IL SALAME

Nel corridoio...

I tre ninja camminavano lungo il corridoio. Honan sbavava dietro a Deidara, che cercava di ignorarla, mentre Sasori sembrava pensare ad altro, come sempre.

Alla fine Deidara urlò a Honan: -Ma che ti prende?!?!-.

Honan smise di sbavare: -Non so di cosa parli...- rispose, tentando, con poco successo, di far finta di niente.

-Ti stai comportando più stranamente del solito.- Continuò il nukenin della roccia.

-Non è vero!-.

-Sì che è vero!-.

-Non è vero!-.

-Sì che è vero!-.

-Non è vero!-.

Deidara sogghignò: -Non è vero!-

-SÌ CHE È VERO!- Sbraitò Honan. Poi sgranò gli occhi: -Ehi!-.

-Allora lo ammetti! Non sei normale (non che tu lo sia mai stato)! Uhm.-.

Sasori si fermò davanti alla cantina: -Mi state scocciando.- disse calmo.

-Non ti impicciare!- rispose secca Deidei.

-Già, non ti impicciare!- Le fece eco Honan.

Deidara le puntò contro il dito: -È già la seconda volta che prendi le mie difese! Normalmente mi farebbe piacere, ma tu non mi piaci.-.

Per Honan quel “tu non mi piaci” era come una pugnalata al cuore: “Non le piaccio!” pensò sconsolata. Strinse i pugni: “Mi rimane solo una cosa da fare: la vendetta!”.

Che volete: Hidan è fatto così.

Si voltò verso Deidara, urlando: -Ti sacrifico!- e fece per prendere la sua falce dalla schiena.

Deidara non si preoccupò: Konan non portava falci, quindi le sue parole suonavano a vuoto. Solo quando si trovò la punta acuminata a pochi centimetri dalla faccia capì il suo errore di valutazione.

Fortunatamente per lei, la falce si bloccò a mezz'aria.

-Uh?- Fece stupita Honan. Il braccio sinistro di Sasori era teso in avanti, e dalla sua mano partivano i suoi fili di chakra che si attaccavano all'arma.

-Sembra che ti abbia appena salvato la vita.- Disse il marionettista.

Ma Deidara non lo ascoltava: era troppo stupita dell'accaduto. Balbettò: -M-ma come hai fatto?-.

Honan non capiva di che stava parlando: non era certo la prima volta che gli puntava contro la sua falce e, se non fosse stato per Sasori, sarebbe stata l'ultima, e ben gli stava a Deidara! Poi però si rese conto del fatto che prima, mentre scendeva dalla camera di Sasori e Deidara, aveva avuto modo di “esplorare a fondo” il corpo di Konan, ed era sicuro di non averci trovato falci. E allora come...?

Sasori interruppe i suoi pensieri: -Bravo, Hidan. Vedo che ti stai abituando al corpo di Konan.-.

-Eh?- Fece questa. Poi capì: la sua falce era fatta di carta.

-Cavoli!- Esclamò Deidara: -Hai creato una falce di carta in pochi secondi! Potevi ammazzarmi! Ti faccio esplodere, uhm!-.

“Mi ha notato!” Pensò Honan: “Sono nella strada giusta!”.

-Sì, bene.- Tagliò corto Sasori: -Intanto entriamo.-.

Sasori fece per aprire la porta della cantina ma, come la toccò, si sgretolò.

Sasori alzò il sopracciglio: -Reazione interessante.-.

I tre entrarono. La cantina, rispetto alle altre stanze che i membri di Alba, pareva la meno distrutta tra tutte. Sembrava, in effetti, una normalissima cantina, con le carni appesi al soffitto e tutto il resto. Se solo non ci fosse stato per il pesce azzurro formato gigante che penzolava all'ingiù legato e imbavagliato nella prima fila di salumi!

I tre si avvicinarono. Sasori scosse la testa: -Povero Kisame. Tiriamolo giù.-.

Honan rise e sguainò la nuova falce. Poi, con un fendente molto rapido, tagliò la corda che sospendeva il nukenin della nebbia, che cadde proprio sul bernoccolo che aveva in fronte.

-Sleghiamolo.- Disse poi il marionettista.

-Io non lo tocco: è nudo!- Scosse la testa Honan.

-Quante storie!- Sbuffò il nukenin della sabbia: -Quando sacrifichi una persona non la denudi?-.

-E lui lo chiami “persona”?- Replicò Honan.

-Ehi!- Deidara li chiamò a gran voce dal fondo della stanza: -Qui ci sono la sua tunica e la sua spada!-.

-Bene. Dai Honan, slegalo e falla finita.- Riprese Sasori.

-NO!- Honan non ne aveva la minima intenzione: ne a lui ne a Jashin piaceva il sashimi!

-Ah!- Deidara si mise la mano sulla fronte: -E dai, per favore Honan!-.

Honan si illuminò.

“Ha detto per favore? Allora le importo!” Pensò. E ricominciò a sbavare.

Sasori gli agitò la mano in faccia: -Honan, ci sei?-.

La jashinista si riprese: -Eh? Oh, sì certo!- e, con un paio di sforbiciate (di carta), liberò Kisame dalle corde.

-Senza lasciargli un taglio. Impressionante.- Disse freddo Sasori.

-Eh-eh.- Si pavoneggiò lei: -Questo corpo è davvero comodo, sì.-.

Deidara si avvicinò agli altri tenendo in mano la toga e la spada di Kisa: -Bleah, che puzza di pesce morto...- borbottò: -Mi sa che dobbiamo pure rivestirlo.-.

-Grandioso.- Commentò Sasori che, usando i suoi fili di chakra, girò a pancia insù il povero Kisame.

Honan piegò la testa di lato: -Allora è vero che gli squali ne hanno due...-.

-Acuta osservazione.- Disse Sasori che, usando i suoi fili, rivestì Kisame.

-E farlo prima no?!- Sbraitò Honan.

Sasori la ignorò e uscì dalla stanza, seguito dallo svenuto ninja della nebbia e da Honan.

-Ehi, aspettatemi!- Urlò Deidara, superandoli.

In quattro e quattr'otto, aveva già raggiunto il salone.

-Cucù!- Disse: -Indovinate chi abbiamo trovato?-.

Vide come lo guardavano gli altri: -Ehi, che avete?-.

Nessuna risposta.

Deidei alzò un sopracciglio: -Juugo si stava incavolando?-.

I ninja annuirono; intanto Honan e Sasori arrivarono col povero Kisame.

-Sdraiatelo sul divano.- Ordinò Pain, e così fece Sasori.

Pain lo studiò, poi chiese: -Dov'era?-.

-Appeso come un salame!- Ridacchiò Deidara.

-Eek!- Urlò Suigetsu: -Quella è la mia spada!-.

Sasori guardò la spada che avevano ritrovato di fianco a Kisame: -Ah sì? E allora la sua dov'è?-.

Suigetsu alzò la testa di scatto: -Questo vuol dire che non l'avete trovata?- Suigetsu corse verso la porta: -Samehada, sto arrivando!-.

-Ah.- Sospirò il dio: -Bansho Tenin!-. Alzò il braccio e Suigetsu fu trascinato all'indietro.

-Piantala!- Urlò Sui.

-Come vuoi: Shinra Tensei!- E Suigetsu fu violentemente lanciato in avanti, spiaccicandosi (nel vero senso della parola) alla parete. Prima che potesse... colare a terra però fu nuovamente richiamato verso Pain, che però bloccò il suo jutsu all'ultimo, facendo crollare a terra il ninja affianco a Kabuto con un sordo: -Off!-.

Karin gli si gettò contro: -SUIGETSU-KUN!-.

-Eppure, ero sicuro che fosse quella di Kisame...- Borbottò Deidei: -Bah, le spade sono tutte uguali, senza alcuno spirito artistico...-.

-Se qui abbiamo finito,- Riprese Pain: -Kabuto, Kakuzu ci ha detto che ci racconterai una storiella interessante. Avanti.-.

Kabuto, quando Sasori e co. erano andati a cercare Kisame, si era seduto per terra, ed era rimasto zitto, sperando che gli altri si scordassero di lui. Balbettò: -V-va bene, ma p-prima potrei...-.

-Sììì?- Lo incitò Pain.

-...potrei mangiare qualcosa?- Concluse il ninja.

Pain si mise la mano sul mento. -Va bene.- disse dopo un po' di silenzio: -Kakuzu, accompagnalo al frigo.-.

Kakuzu scrocchiò le dita.

-Con piacere.- Disse.

“Muhahahahahahahahah!” Pensò.

Kabuto, ancora più terrorizzato di prima, si alzò lentamente, dicendo: -N-non vedo il motivo per cui lui...-.

Pain lo fissò come fa un cane con un gatto: -Per cui lui?-.

-...Per cui lui... non dovrebbe accompagnarmi.- Concluse il ninja del Suono.

Pain annuì: -Nemmeno io.-.

Detto ciò, Kakuzu e Kabuto si avviarono verso la cucina.

Nel frattempo Deidara, che si era seduta, sembrava assorta nei suoi pensieri: -Uhm.-.

-Che hai amor...- Honan si bloccò: - Che hai Deidara?- disse infine.

-C'è qualcosa che mi sfugge...-.

-Cosa?- Chiese Itachi.

-Quella frase che mi ricordo di ieri: “C'è la vela... c'è la vela...”. Mi sembra che fosse qualcos'altro...-.

Deidara si mise le mani alle tempie: -Qui la vela... no... Qui c'è Vera... no! Mmm...- Deidara divenne rossa in viso.

-Dai, Deidara-kun, ce la puoi fare!- La incitò Honan, senza preoccuparsi di come la guardavano stupiti gli altri.

“Deidara-kun?” Pensavano.

-Vera... vela... sera...- Borbottava. Schioccò le dita: -Gela!- gridò alla fine: -“Qui si gela!”. Ecco cos'era!-.

-“Qui si gela”?- Ripeterono dubbiosi gli altri.

-AAAAAAAAAAAAAAIUUUUUUUUUUUUUUTOOOOOOOOOO!- Furono interrotti da un urlo proveniente dalla cucina.

-TI AMMAZZO!-.

I nukenin si guardarono e, un attimo dopo, scattarono verso la cucina.

-Ah, però!-.

-Interessante...-.

-Divertente! Eheh!-.

-Bene!-

-Acc! Mi avete fregato le battute! Ah no:...-.

-Bleah!-.

-...Ehi!-.

Per terra Kabuto stava rotolando mentre veniva strangolato da un cactus troppo cresciuto; Kakuzu era seduto sul tavolo rovesciato a bersi una limonata.

-CREPA!- Urlò la pianta. E il lampadario gli cadde in testa.

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Capitolo 12
*** I GUSTI SESSUALI DI TOBI ***


I GUSTI SESSUALI DI TOBI

Nel salotto...

-Piano, piano Kakuzu, piano. No, non così, non co...-.

Kakuzu liberò Zetsu dai suoi fili, appoggiandolo di fianco a Kisame.

-Così, capo?- Chiese annoiato Kakuzu.

-Sì ecco, se magari lo giri dall'altro lato...- Rispose Pain.

-Uff!- E Kakuzu lo girò dall'altra parte.

Deidei e Itachi si affacciarono sopra la testa del ninja dell'Erba.

-Non mi sembra in gran forma...- Commentò dopo un po' il nukenin della Roccia.

Itachi la fissò: -Essendo ricoperto di ghiaccioli e più blu di Kisame direi che no, non sembra in gran forma, Deidei.-.

Scosse la testa: -Deve essere rimasto lì dentro tutta la notte; già a un umano fa male, figurarsi a una pianta...-. Detto ciò, accese un fuocherello ai piedi del divano.

Pain prese la parola: -Allora, Kakuzu?-.

Kakuzu alzò le spalle, dicendo: -Nulla di che: Kabuto ha aperto il frigo, e ci ha trovato la Zetsu con gli occhi chiusi, sembrava morto. Kabuto lo ha toccato, e lui ha aperto gli occhi; ha urlato: “Ti ammazzo!” e gli è saltato addosso. Avevo sete e mi sono preso una limonata. Fine della storia. Posso tornare alla mia limonata ora?-.

-Sì, sì.- Rispose Pain. Poi si rivolse a Itachi: -Come sta?- chiese.

Itachi, messo via il salame (aveva fame, e Kakuzu aveva parlato di limonata!), scosse la testa: -Non sono un botanico, ma ci vuole altro per fermare il nostro Pereyra (W Juve!). Si riprenderà in pochi giorni.-.

Zetsu cadde dal divano, provocando un inequivocabile rumore di ghiaccio rotto.

Itachi lo rimise sul divano.

-Forse in qualche settimana.- Si corresse: -Vuoi un salame?-.

-No.- Fece sconsolato Pain: -Beh, dato che siamo tutti qui, tanto vale deciderci sul da farsi...-.

Pain fischiò: -Tutti seduti: riunione di gruppo!-.

I ninja si sedettero, chi sulle sedie, chi per terra, chi sulla faccia di Zetsu.

-Deidara!- Lo riprese Pain.

-Uffa!- Sbuffò lei, e si andò a sedere per terra. Honan si spostò affianco a lei.

Pain batté le mani: -Allora, iniziamo con Kabuto.-.

Il ninja rivolse uno sguardo terrorizzato a Kakuzu, non ricambiato, e rispose: -Un paio di settimane fa, io e Oro-sempai abbiamo saputo della festicciola che stavate organizzando per Tobi, e ci siamo detti: “perché non divertirci un po'!”.- Kabuto si mise la mano sulla ferita sul braccio: -Non avete niente da...-.

Kakuzu si voltò verso di lui.

-...dicevo, ci siamo detti : “spassiamocela un po'!”, e abbiamo racimolato un po' di Serpis...-.

-Serpis?- Chiese confuso Sui.

-Una nuova droga inventata dal maestro.- Spiegò il nukenin medico: -...e ieri sera siamo arrivati qui, vi abbiamo drogati, ma poi... non ricordo molto, se non che stavamo lottando contro Itachi e Zetsu e che poi siamo stati sommersi. Io mi sono svegliato proprio qui.- concluse.

-Ancora questa storia dell'acqua...- Rifletté Pain.

Itachi prese a parlare: -Io avrei una spiegazione, in realtà.- e indicò Suigetsu.

-Uh?- Disse Sui quando capì che il ninja ce l'aveva con lui: -Che ho fatto?-.

-La bevanda che hai ingerito,- Raccontò Itachi: -era quel Serpis, e deve averti fatto, be, allagare.-.

La faccia dei nukenin suggeriva a Itachi di non essersi spiegato bene.

-Intendo dire che sei diventato un'onda anomale di Serpis.- Riprovò Itachi: -Ci hai inondati, appunto, e ti abbiamo bevuto.-.

Al che tutti vomitarono.

-Grazie.- Sospirò Suigetsu.

-...perciò siamo rimasti tutti drogati.- Disse Itachi: -Ciò spiega anche perché è tutto asciutto, dato che l'acqua normale avrebbe lasciato il tutto umido, mentre tu, Suigetsu, no.-.

-Può darsi.- Disse Pain: -E ora tocca a me. So che avete fatto memoria comune mentre io e Honan eravamo svenuti, perciò facciamo le cose fatte bene: non ricordo niente di ieri sera e non ho intenzione di dire a nessuno dove mi sono svegliato oggi. Honan?-.

“E questo è fare le cose bene?” Si chiedevano tutti.

-Sì, caro.- Disse subito Honan: -Io mi sono svegliato sulla porta della cucina nel corpo di Konan e di ieri ricordo di essermi divertito molto per un falò.-.

-Ah, quello è chiaro:- Fece Pain: -ricordo che ci piangevi sopra, Kakuzu; evidentemente era un falò di soldi.-.

Kakuzu scosse la testa: -Lo escludo: lì ci sono ancora i resti del falò e dall'odore posso direi che non sono stati bruciati i miei adorati soldi-.

-Ne sei sicuro?- Chiese il dio.

-Sono sempre sicuro riguardo ai soldi: ad esempio Deidara ha fregato dalla tunica di Preta venti dollari, Karin ha ingerito due monetine da 5 cents, per quanto riguarda Sasori lui...- Iniziò Kakuzu.

-Ok, ne sei sicuro.- Lo interruppe Pain: -In tal caso, dobbiamo organizzarci.-.

-Organizzarci?- Domandò Suigetsu.

-Esattamente.- Rispose Pain: -Ci sono un po' di cose da fare.- e estrasse dal nulla una bacchetta e un cartellone con sopra alcune immagini, in stile Elementary.

-Primo:- E Pain indicò una foto con i suoi corpi che si facevano le corna a vicenda: -trovare i miei corpi. Per ora avete me [e si indicò] e lui [e indicò il Preta, ancora spento, svenuto sulla sedia], ma ne mancano ancora quattro.-.

-Secondo: -Pain indicò una foto di Konan semi-nuda che mandava un bacino all'obbiettivo: -Dobbiamo ritrovare la mia (sigh) adorata (sigh, sigh)- Pain iniziò a piangere: -Konan!!! Che probabilmente è nel suo [indicò Honan che si scaccolava] orribile corpo.-.

-Ehi!-.

-Terzo: -Pain puntò una foto di Orochimaru e di un lecca lecca gigante, che solo dopo alcuni secondi gli altri riconobbero in Tobi: -loro due: Orociok e il suo amico qui [e bacchettò Kabuto] ci devono molte spiegazioni, e noi dobbiamo loro molte botte, e Tobi è la nostra mascotte!-.

-Uh, ragazzi!- Itachi prese la parola: -Sapete che Tobi in realtà è una mente diabolica...-.

Gli altri lo fissarono imbambolati.

-...che ci sta usando per portarci in un'illusione eterna...-.

Sbattimento di palpebre generale.

-...che ci mette sempre nei casini...-.

Iniziarono a sbavare.

Itachi scosse la testa: -...non importa.- concluse.

-In realtà...- Disse Deidara: -...io sono d'accordo con Ita, Tobi non ce lo voglio più tra i piedi.-.

Honan smise di scaccolarsi: -Io sto con Deidei.-.

-Beh, -sorrise Pain: -ma questa non è una democrazia, è una dittatura, e io solo prendo le decisioni, e se io dico di trovare Tobi, IO DICO DI TROVARE TOBI!-.

Come gridò queste parole, le pupille di Honan iniziarono a fare su e giù, su e giù, in stile slot machine, fino a che non si fermarono sull'immagine dello sharingan ipnotico di lollipop-man.

Disse: -Salve, ragazzi! Sono Tobi [ruttò]! Però, che buono, complimenti a Orociok! Dicevo, ho programmato Konan per farvi sentire questo messaggio non appena qualcuno urlasse di volermi ritrovare, e sono sicuro che si tratta di Deidara-sempai!-.

-Convinto!-.

-Vi volevo solo dire...- Riprese il messaggio: -...che ho nascosto i corpi del capo nei villaggi della Roccia, della Nebbia, della Sabbia e della Nuvola, così possiamo fare una bellissima caccia al tesoro! Sììììììì!!! Ah, e ci sono anche indizi riguardo al premio finale...-.

-Soldi?-.

-Marionette?-.

-C4?-.

-Acqua?.-

-...me!-.

-Puah!- Sputò Deidara.

-...Ah, e un'ultima cosa!-.

E Honan si alzò, corse da Deidara e la baciò.

-M ch czz...?- Mugugnò Deidei.

Honan si rimise a sedere e abbassò la testa di scatto. Poi la rialzò: -P.s.: Deidara-sempai, spero che ti piaccia il mio jutsu (l'ho fatto perché non sono gay, non bacerei mai un altro uomo, anche se sei tu, Maestro Deidei). Ciao!- e ri-abbassò la testa.

Quando la rialzò, Hidan era tornato in se, cioè era ancora dentro Konan, ma per il resto... Insomma, si ritrovò con tutti che lo osservavano straniti.

-Che c'è?- Domandò. Pensando che avesse una caccola che sporgeva, si rimise a scaccolarsi.

Karin interruppe il silenzio: -Quindi... per Tobi baciare un transessuale usandone un altro è meglio di essere gay?-.

Nessuno rispose.

-Chi è gay?- Chiese Honan.

Ancora nessuna risposta.

-Capo, ci stiamo dimenticando del quarto punto.- Esordì Itachi.

-Cioè?-.

-Il regalo.-.

-Ah, giusto.-.

Jugo alzò la mano: -Quale sarebbe questo regalo?-.

Pain lo fissò, meditando quanto dire.

Poi disse: -Diciamo che se vi capita di trovare un biondino con il Kyuubi nello stomaco, ci fate un favore se lo portate qui.-.

-Gli volevate regalare Naruto?- Domandò stupito Suigetsu.

-In realtà era più un pretesto per estrarre la Volpe...- Spiegò Pain.

-Ciò spiega...- Fece Jugo: -...perché Itachi e Zetsu erano messi così male quando sono tornati con il regalo, come lo chiamate voi.-.

-Ci tengo a precisare...- Disse Itachi: -...che se non fosse stato per lui, avremmo sconfitto subito Kabuto e Tontochimaru l'altra sera.-.

-Sognatelo.- Borbottò Kabuto, che fu zittito da un'occhiataccia di Kakuzu.

-Capo?- Fece Sasori: -Per quanto riguarda Hidan e Konan?-.

-Manusya.- Rispose secco: -Lui ha il potere di strappare le anime. Ha fatto questo: ha strappato lo spirito di Hidan dal suo corpo, cosa che normalmente lo ucciderebbe, ma Hidan è immortale; ha poi messo l'anima nel corpo di Konnie (sigh) e ha preso quella della legittima proprietaria, inserendola in Hidan. Per farli tornare normali basta fare la stessa cosa.-.

-...E quindi dobbiamo ritrovare il corpo di Hidan.- Concluse Sasori: -Come nel mio ricordo. Bravo, capo.-.

-Eheheh, modestamente...- Pain tornò in se: -Insomma, sì, detto questo... Chi viene con me?-.

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Capitolo 13
*** IL PUNTO DUE ***


IL PUNTO DUE

Rifugio di Alba...

I ninja si avvicinavano alla porta.

-Allora ci vai tu?- Sussurrò Deidara a Honan. Aveva capito che Honan provava qualcosa per lei e, nonostante la cosa le facesse schifo, perché non approfittarne?

Honan arrossì: -N-no, mi spiace Deidara-kun.-.

Con Pain non ci voleva proprio andare: voleva rimanere da sola con Deidara, e Pain avrebbe rovinato tutto! E diamine, se era riuscito a baciarla sotto il controllo di Tobi, ora come minimo l'avrebbe portata a letto!

-Uff!- Sbuffava Deidei: neanche lei ci voleva andare con Pain chissà dove a cercare quell'idiota di Tobi.

Pain aprì la porta di ingresso. Gli cadde un letto in testa.

-Ehi! Chi ha acceso il buio?-.

-Ecco dov'era il mio letto!- Esclamò Itachi: -Come ci sarà finito lì? Mi dispiace, capo... Vuoi un salame?- e estrasse dalla tunica il salame.

-No.- Rispose l'altro: -Ma tirami fuori di qui!-.

Itachi rimise a posto il salame e, aiutato da Kakuzu, spostò il letto. Pain si rialzò.

-Grazie, Itachi.- Disse.

-Uh, capo?- Iniziò Kakuzu: -Ti ricordi il punto due?- e indicò il tetto.

Lì, legato a quel bastone che hanno alcuni tetti o cupole, un uomo sulla trentina, con i capelli grigi e tirati all'indietro dormiva con tanto di bolla sul naso.

Pain si grattò la testa: -Hidan?-.

Honan smise di scaccolarsi: -Eh?-.

-Sei tu quello?- Le domandò il dio.

Honan guardò il tetto: -...Sì.- annuì poi.

Pain mise le mani alla bocca a mo' di megafono, urlando: -Konan! Konan!-.

La bolla scoppiò e “Kidan” aprì gli occhi.

-Eh? Dove sono?- Chiese.

Kidan si guardò intorno: era sul tetto della base dell'Aka e non riusciva a muoversi, perché aveva le mani legate. Poi guardò verso il passo, e vide il suo adorato Pain che la fissava.

Urlò: -Pain-kun! Painuccio! Dove sono? Tirami giù!-.

-Ehm, sì, subito Hi... Konan.- Gridò Pain, e pensava: “Qua finisce male...”.

-Faccio io.- Sasori afferrò Kidan con i suoi fili di chakra e la tirò giù.

-Grazie, Sasori.- Disse Kidan. Si era appena accorta che c'erano anche gli altri: Sasori, Kakuzu, Deidara...

Kidan indicò quest'ultima: -Ehi, Deidara, ma che hai...-.

-Fossi in te, Konan, sarei più preoccupata per me stessa...- Disse Deidei.

Kidan si mise le mani ai fianchi: -Che intendi?- chiese.

Poi vide che tra i presenti c'era anche... lei.

-Ehi!- Kidan puntò il dito verso Honan: -Zetsu! Sei tu? Ti ho già detto di non trasformarti più in me!

Dopo che due settimane fa ne hai approfittato per andare a letto con il mio Pain!-.

Pain sgranò gli occhi: -Zetsu ha fatto COSA?!-.

Deidara gli mise la mano sulla spalla: -Konan, penso che tu debba sapere una cosa....-.

La mano vomitò.

-Scusa.- Fece lei: -Se ciò ti può far stare meglio, non è la tua spalla, Konan.-.

-Che dici?- Chiese confusa Kidan: -Certo che è la mia...-. Si guardò la spalla: in effetti era un po' troppo muscolosa per essere la sua, e sentiva un certo fastidio alla schiena. Kidan afferrò qualcosa sulla schiena.

-Ma questa...- Si stupì lei: -...è la falce di Hidan!-. Prima che qualcuno potesse dire qualcosa, Kidan si specchiò sulla lama maggiore.

Da qualche parte, in un deserto imprecisato...

-Kaarot! Ti mostrerò la mia potenza virile!-.

-Se lo dici tu, Vegeta...- Disse Goku bevendosi un drink.

-Osserva come divento supersayan di ventitreesimo livello!- Continuò l'altro. Aprì la bocca per fare il classico urlo da super-trasformazione-finale, ma si sentì solo un'assordante urlo più acuto delle unghie sulla lavagna.

-Grande urlo virile...- Commentò Goku.

Nel rifugio dell'Akatsuki...

-AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!! PAIN, COSA MI È SUCCESSO?!- Kidan crollò a piangere e lo abbracciò: -PAIIIIIIIIIIIIIIN!-.

-Calma, Konnie, calma...- La rassicurò Pain.

-Chi ha osato? Chi ha potuto farmi questo?!- Urlò Kidan.

Pain iniziò a sudare: -N-non ne ho idea, Konnie...- e, contemporaneamente, lanciò un'occhiata “ditequalcosaeviammazzo” agli altri.

-Tu!- Kidan indicò nuovamente Honan: -TU! SEI STATO TU VERO?!?! E LEVATI LE MIE MANI DAL MIO NASO!!!- e le balzò addosso, gridando: -RIDAMMI IL MO CORPO! RIDAMMI IL MO CORPO! RIDAMMELO!!!-.

-Non è colpa mia!- Si difese Honan: -È colpa di....-.

-Non penso che sia colpa sua!- Intervenne Pain, che afferrò Kidan, staccandola da Honan.

-E poi, è il tuo corpo!- Tentò di convincerla.

-Spero per te che tu non mi abbia nemmeno toccata!!!- Urlò allora Kidan.

-E sta calma! Anch'io rivoglio il mio corpo da Jashinista!- Disse l'altro: -Devo ancora fare il mio sacrificio mattutino. A tal proposito... Suigetsu! Vieni un po' qui!-.

-Ah!- Urlò quest'ultimo, abbracciando la prima persona che trovò.

Quando capì che l'abbraccio era ricambiato e che era Karin che stava abbracciando, Sui gridò nuovamente: -Ah!- e si staccò.

-E piantala!- Disse Sasori, colpendo Suigetsu con uno dei suoi aghi.

-Diamoci tutti una calmata!- Sentenziò Pain.

Dopodiché, spiegò a Kidan tutto ciò che era successo la sera prima e quella mattina, o meglio, tutto ciò che sapevano, evitando la parte dello scambio di corpi dovuto a uno dei sei Pain; dopo alcune frasi sui gusti sessuali di Tobi e sulla bastardaggine di chi ha compiuto l'orribile misfatto, Kidan disse che di ieri ricordava una ragazza nuda e null'altro e che non aveva idea di come fosse finita lì.

-Ancora questa ragazza nuda...- Commentò Deidara.

-È Naruto.- Dissero gli altri.

-Mi avete fregato la conclusione!- Si arrabbiò Deidei.

-Sì, beh, ora: -Riprese Pain: -alcuni di noi dovranno rimanere qui con Kisame e Zetsu e cercare Naruto e Orociok, e gli altri dovranno risolvere gli altri punti. Allora: Deidara, Sasori, voi andrete con me al villaggio della Sabbia e poi a quello della Roccia, squadra 1. Suigetsu, Kidan, Honan, squadra 2, voi andrete alla Nebbia e alla Nuvola; Kakuzu, Itachi, squadra 3, voi starete qui; Karin, Jugo, voi due....-.

Jugo prese la parola: -Noi vorremmo cercare Sasuke; è venuto con noi ieri sera, ma non è qui con noi, quindi...-.

-Permesso accordato.- Lo interruppe Pain: -Non vi allontanate, però.- rise: -Meglio per voi se nemmeno ci provate! Eheh!-.

-E Kabuto?- Chiese Sasori.

-E Kabuto.- Fece eco Pain: -E Kabuto, tu andrai con.... uhm, penso che Jugo vada bene.-.

Kabuto, rimasto in disparte, guardò terrorizzato Kakuzu: -Lontano da lui?- chiese.

-Già.-.

-Andata.-.

-Bene.- Fece Pain: -Resterò in contatto con la base grazie al Preta-Pain.-.

Chiuse gli occhi, e dopo qualche secondo li riaprì: -Ora è attivo. Voialtri della squadra 2 dovrete cavarvela da soli, spiacente.-.

-E come lo raggiungiamo il villaggio della Nebbia, Pain-kun?- Chiese Kidan.

Suigetsu si grattò il naso: -Siete fortunati, perché in squadra avete il miglior spadaccino della Nebbia esperto di passaggi segreti per il Villaggio.-.

Sasori lo guardò: -Guarda che Kisame rimane qui.-.

Suigetsu socchiuse gli occhi. -Parlavo di me!- disse.

-A tal proposito!- Pain alzò un braccio. La Mannaia Decapitatrice schizzò dalla schiena di Suigetsu e si fermò sulla mano del Deva.

-Ehi! La mia spada!-.

-Rimarrà qui! Sei troppo pericoloso con quella!-.

-Ma... ma...- Balbettò Sui.

Pain lo guardò furioso: -Problemi?-.

-...No.-.

-Uhm, capo?- Fece Deidei: -E noi come lo raggiungiamo il Villaggio della Sabbia?-.

-Un amico mi deve un favore.- Fu la risposta di Pain: -Stasera ci dobbiamo ritrovare tutti qui. Ah, Deidara, mettiti la toga dell'Akatsuki.-.

-E ridammi il vestito!- Concluse Kidan.

Deidara alzò le spalle: -Non ti serve molto al momento, ma...- e iniziò a denudarsi.

-Non qui.- La fermò Pain.

E così, dopo essere tornata in camera, essersi cambiata e messa una nuova toga, Deidara raggiunse la squadra uno fuori dall'edificio, mentre le altre tre stavano già raggiungendo le loro postazioni.

-Allora, capo, chi è questo tuo amico?- Chiese.

Pain le sorrise: -Forse lo conosci: si chiama Donquijote Doflamingo.-.

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Capitolo 14
*** DONQUIJOTE DOFLAMINGO ***


 

DONQUIJOTE DOFLAMINGO

Nel bosco vicino alla spiaggia...

Tre ninja saltavano di ramo in ramo a velocità superiori a quelle mai raggiunte dal Team Rocket.

Una di loro, bionda e con gli airbag di dimensioni notevoli, stava parlando a un ragazzo sui venticinque anni, dai capelli arancioni e con molti percing in viso; gli chiedeva: -Doflamingo? Il pirata? Lo conosci? È uno dei miei idoli! Mi ricordo la notizia di dieci anni fa: quanta arte in una sola Nazione! In una sola notte!- pareva entusiasta.

Mentre il rosso taceva, quello coi percing disse: -Ti sorprende che lo conosca, Deidara? Sono o non sono un dio?-.

-No, certo che no!- Rispose la ragazza, e pensava: “Il capo non è poi così male alla fine...”.

Poi aggiunse: -Ma, Pain, non capisco come lui possa aiutarci in questo momento.-.

Il ragazzo la guardò divertito: -Non lui. Un suo compagno...- disse infine.

Dopo un po' di silenzio domandò: -Non soffrite di vertigini, giusto?-.

Per la prima volta, parlò il rosso: -No capo.-.

-No.- Gli fece eco la ragazza: -Perc...?-

-Ottimo!- Esclamò il venticinquenne: -Allora siamo a cavallo. Oh, siamo arrivati.-.

I tre erano giunti in una spiaggia sabbiosa, dov'era ancorata una strana nave dalla polena a forma di cigno e con una bandiera pirata che raffigurava un teschio tondo attraversato da una striscia nera.

A riva c'erano due persone: una era una donna molto grassa e con i capelli metà rossi e metà gialli; l'altra era un ragazzino che non era chiaro se fosse maschio o femmina, perché portava i tacchi, e teneva le mani protese in avanti, come fanno i mimi nelle loro finte scatole. I tre nukenin si avvicinarono a quei due strani tizi.

Il ragazzo chiamato Pain si avvicinò al travestito, dicendo: -Ehi, Dellinger! Come butta?-. Fecero un cinque in alto, uno in basso, uno scambio di pugni e un paio di linguacce.

Poi Pain si rivolse alla grassona: -E tu devi essere Giolla, giusto?- domandò.

Giolla lo squadrò: -Yhohoho; e tu devi essere quel dio di cui tanto si parla [Pain arrossì], dai grandi poteri [Pain si grattò la nuca], capace di distruggere una città con un solo colpo [Pain ridacchiò].-. Giolla schioccò le dita: -Eneru, giusto?-.

Pain si immobilizzò: -No!- urlò: -Sono Pain!-.

-Ah.- Rispose la donna. Poi guardò gli altri due ninja, e scosse la testa: -No, no, non siete assolutamente artistici. Bisogna rimediare.-.

I due nukenin urlarono contemporaneamente: -IO NON ARTISTICO?!?! MA TI SEI VISTA?!?!-.

-L'arte è un'esplosione!- Gridò la biondina.

-L'arte è eterna!- Strillò il rosso.

-Yhohoho! Vogliamo vedere?- Rise Giolla.

-Non qui!- Si intromise Pain: -Ora vorremo vedere solo Doffy.-.

E, nonostante le proteste di Giolla, Dellinger li portò all'interno della nave, conducendoli fino a una stanza al centro dell'imbarcazione. Al suo interno, seduto su un rudimentale trono, c'era un uomo di circa trentacinque anni, biondo, con un giubbotto piumato rosa, e degli occhiali dello stesso colore. Quando vide gli ospiti, sorrise.

Disse: -Pain! Non ci vediamo da un po! Qual buon vento ti porta qui?-.

Pain rispose: -Siamo in un guaio, Doffy, e speravamo che tu potessi darci una mano.-.

Doflamingo si leccò la faccia, e domandò: -Cosa ti serve?-.

-Un passaggio.- Rispose Pain: -Per il Villaggio della Sabbia.-.

Doflamingo rise, e tirò fuori dalla giacca una lumaca con un mini-giubbotto piumato e degli occhiali da sole rosa. Dalla conchiglia prese una trasmittente, e la lumaca iniziò a fare: -Birubirubirubiru; birubirubirubiru...- fino a che non disse: -Accià.-.

Il volto della lumaca si deformò, gli occhi si abbassarono e dal naso iniziò a colargli del moccio.

Disse: -Ehi, Joker! Cosa succede?-.

-Potresti venire un istante, Trebol?- Chiese Doflamingo alla lumaca.

-Certo Joker!- Rispose la lumaca, che dopo un altro “Accià!” si addormentò.

-Allora...- Doflamingo fissò i ninja: -...voi dovete essere i membri di Alba.-.

Deidara, che fino a quel momento era rimasta a bocca aperta per aver potuto incontrare il suo idolo, balbettò: -S-sì, i-i-io s-sono Deidara... M-mi farebbe un autografo?-.

-Va bene. E tu?- Chiese Donquijote al rosso.

-Io sono Sasori,- Si presentò l'altro: -maestro dell'uso delle marionette.-.

-Marionette?- Doflamingo sembrava divertito: -E quante ne sai controllare?-.

Sasori si strofinò il naso: -Modestamente... Cento.-.

Detto ciò, estrasse dal braccio un rotolo di carta: lo aprì, e con un PUF apparvero dal nulla un centinaio di pupazzi di legno, tutti collegati a dei fili azzurrognoli attaccati alle dita di Sasori. Sasori alzò il dito indice destro, e dieci marionette alzarono le braccia.

-Non male.- Commentò Doflamingo.

“Non male?” Pensò Sasori: “Come se lui possa fare di meglio...”.

-Io ne posso controllare centouno.- Fece poi Doflamingo. Prima che Sasori potesse parlare, il pirata alzò il suo indice destro, e tutte le marionette abbassarono le braccia.

-Ehi, ma che...- Disse Sasori quando si rese conto di essere anche lui sotto il controllo di Doflamingo.

Con un gesto della mano, Doflamingo fece ballare il tip tap alle centouno marionette, con Sasori che urlava: -Lasciami!-.

Ma Doflamingo non aveva intenzione di smettere, e rise nuovamente. Quando però dalla parete alle sue spalle iniziò a colare uno strano liquido verde, Doflamingo strinse i pugni, e Sasori riuscì a muoversi di nuovo, mentre le cento marionette scomparirono con un secondo PUF.

Il liquido si concentrò in un unico punto, fino a formare un grosso pirata, con tanto di mantello verde e occhiali neri, e di moccio che gli colava dal naso.

-Che cosa ti serve, Doffy?- Chiese.

-Ah, Trebol, eccoti qui:- Commentò il pirata: -questi signori vorrebbero andare al Villaggio della Sabbia; li puoi aiutare?-.

-Behehehehe! Certo!- Rispose Trebol. Il suo braccio si trasformò nuovamente nel liquido verde, e afferrò il petto di Sasori, facendolo roteare in aria a velocità impressionanti.

-...Quale sarebbe il piano, capo?- Chiese il cerchio rosso e marrone che un tempo era Sasori.

-Beh...- Prima che Pain potesse aggiungere una sola sillaba, Trebol mollò la presa, e Sasori partì alla velocità della luce, sfondando la parete della nave, sparendo nel cielo.

-Eek!- Esclamò Deidara. La donna tentò di scappare, ma fu presa anche lei da Trebol e lanciata fuori dalla nave, seguita a ruota da Pain.

-Buona fortuna!- Disse lontana la voce di Doflamingo.

-AAAAAAAAAIUUUUUUTOOOOOOOOO!- Fu la risposta di Deidara.

Quando ormai i tre ninja non furono altro che dei puntini luminosi in cielo, Doflamingo disse: -E quella sarebbe la temibile Akatsuki? Poveri noi...-.

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Capitolo 15
*** PERÒ CI SI AVVICINA ***


...PERÒ CI SI AVVICINA

Nel bosco...

Ci son due membri di Alba e uno del Team Taka che camminano lungo il sentiero, poco distanti dalla base dell'Akatsuki.

Tra i due membri dell'Aka sembra esserci molta tensione:

-Ti sacrifico!- Dice la donna.

-Ti cartifico!- Dice l'uomo.

“Che noia...” Pensa il membro del Taka.

-Ridammi il mio corpo, pazzo Jashinista!- Urla l'uomo.

-Lo farei se potessi, testa di carta!- Gli risponde la donna: -Ma non posso per colpa di...-.

-...per colpa di...- Lo incita l'uomo.

-...per colpa di ignoti!- Conclude la donna, che, nonostante tutto, non odia così tanto il responsabile da scatenargli contro una bestia come quella che si trova davanti, una donna incazzata e immortale... gli vengono i brividi solo a pensarci... e se a un Jashinista vengono i brividi...

-Siamo arrivati!- Li informa il membro di Taka.

I tre si fermano davanti a una grossa roccia.

-Bel sasso.- Commenta la donna: -Che ci serve?-.

-Giratevi.- Ordina il ragazzo del Taka.

I due, un po' sorpresi, si voltano, e sentono alle loro spalle dei rumori strani: -Uhm, ah, yeah...-.

-Ne hai ancora per molto?- Chiede l'uomo.

-Eh?- Fa il ragazzo, frugando nei suoi pantaloni: -Ah, no, ho quasi fatto.- e tira un calcio alla roccia, che si divide in due.

-Giratevi pure.- Dice poi.

I due membri dell'Aka si voltano e guardano verso il basso.

Il maschio indica i loro piedi: -E noi dovremmo buttarci lì?-.

-Ah, non preoccupatevi, è totalmente sicuro!- Li tranquillizza il ragazzo.

La donna, un po' titubante, si affaccia al buco, urlando: -Yu-uh!-, scatenando un lungo effetto eco.

Il ragazzo dà un calcio alla donna, che si sbilancia e cade in avanti nel buco con un sonoro: -VAFFANCULOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!-.

-Ehi!- Protesta l'uomo: -È il mio corpo quello!-.

-Te l'ho già detto: è sicuro!- Dice il ragazzo, che si butta.

L'uomo rimane lì fermo per qualche secondo. Poi dice: -O la va...- e si butta anche lui.

All'interno del covo...

-Quarantuno, quarantadue...- Kakuzu stava contando i suoi soldi.

Di fronte a lui, Itachi era assorto nei suoi pensieri, mentre il Preta-Pain fissava i due nukenin svenuti sul divano.

All'improvviso Itachi aprì gli occhi: -Hai sentito?- domandò a Kakuzu.

Kakuzu si fermò: -...No. Quarantacinque, quarantasei...- e ricominciò a contare i soldi.

Ma Itachi ne era convinto: era sicuro di aver sentito un fruscio! Si guardò attorno: la stanza non sembrava essersi modificata, stessa distruzione, stessi gatti morti... No, un momento! Con la coda dell'occhio aveva visto un movimento sul pavimento.

Itachi iniziò a scannerizzare la stanza con il suo Sharingan Ipnotico; tutto normale, fino a che...

-Giù la testa, Kakuzu!- Urlò Itachi.

-Uff!- Kakuzu saltò all'indietro, afferrando Orochimaru, che stava sbucando da dietro il divano, con i piedi, atterrandogli pure sulla faccia.

-...Quarantanove, cinquanta...- Kakuzu continuò come se nulla fosse, mentre sotto di lui Orochimaru tentava in tutti i modi di liberarsi.

Itachi si avvicinò ai due, dicendo. -Ciao, Orochimaru.-.

-Bssssstrd! V mmzz! V mmzz ttt!- Disse Orociok.

-Kakuzu, lascialo andare.- Ordinò Itachi.

-... Sessantuno, sessantadue... Ok.- Kakuzu si spostò dalla faccia di Orociok, e riprese a contare: -...sessantatré, sessantaquattro...-.

Orochimaru si alzò di scatto. -Vi dissssstruggo!- Urlò.

-Certo, certo...- Fece Itachi: -ma prima...- e rifilò al capo del Suono un pugno sullo stomaco.

-Off!- Disse questi. E vomitò. Anzi sputò. Un preservativo. Itachi lo prese in mano [bleah!].

-Questo lo tengo io!- Sentenziò Ita, che mise il preservativo sotto la toga [doppio bleah!].

Orochimaru si gettò contro il nukenin, gridando: -Dammi il tuo Sharingan, Itachi-san!-.

-Amateratsu!- Fu la risposta.

-MI VANNO A FUOCO LE CHIAPPE!!!- Urlò Orochimaru: -SSSSSSPEGNILE!-.

-Uffa!- Esclamò Itachi: -Ancora con questa storia! È SASUKE QUELLO CHE SA SPEGNERE L'AMATERATSU!-.

Orochimaru iniziò a correre in giro per la stanza, e strillò: -Eek! E io qui ci rimango!-.

Ita alzò le spalle: -L'idea è quella...- commentò.

-Bassssssstardo!- E Orochimaru vomitò di nuovo. Se stesso [triplo bleah!].

E così, cinque minuti dopo, mentre la vecchia pelle di Orociok bruciava, Itachi lo bombardava di genjutsu per farlo parlare, ma Orochimaru era più resistente del previsto.

-Parla!-.

-No!-.

-Parla!-.

-No!-.

-Parla!-.

-No!-.

Itachi riattivò lo sharingan ipnotico: -PARLA!-.

Orochimaru scoppiò a piangere: -E va bene, confessssso!-.

-Sììì...- Lo incitò Itachi.

-Sono stato io, lo ammetto!- Confessò Orochimaru: -Io ho distrutto il tuo armadio pieno di smalti!-.

-COOOOOSAAAAAA?!?!?!-.

Orochimaru iniziò a contare con le dita: -E la tua collezione di eyleiner, e i tuoi video della collana: “I migliori genocidi degli ultimi 50 anni” (e, a proposito, sssssul serio? Terzo posssssto?!), e i tuoi possssssster che raffigurano tuo fratello morto e....-.

-Maledetto! Ti stermino il clan!- E Itachi lo riempì di insulti che raccontarli mi farebbe censurare la storia quindi non li dico.

In sintesi, cinque minuti dopo, Orociok era a piangere su un angolo, Itachi bolliva ancora di rabbia, Kakuzu contava, si strofinava in faccia, baciava, flirtava ecc con i suoi soldi e Preta-Pain controllava i due membri dell'Alba. Tutto normale fino a che Kakuzu non esclamò: -Ma questo non è un dollaro! Né un buono sconto! Né un assegno! Né un...-.

-Insomma, dà qua!- Itachi gli strappò il biglietto dalle mani e fece per leggerlo.

-Mmm, uhm...- Rigirò il biglietto tra le mani, lo masticò, lo leccò, ci si strofinò il...

-Itachi-san, dammelo, lo leggo io.- E Kakuzu lo riprese in mano. Lesse il biglietto. Alzò la testa: -Questa poi!-.

Negli spazi aerei intercontinentali...

-Caaapoooo, aiuuuuuutooooo!- Deidara era in preda al panico: non volava troppo spesso, e quando lo faceva era su un grande uccello di argilla; ora invece era fuori controllo, lanciato da un tizio con seri problemi alle denoidi.

-E calmati Deidara!- Replicò Pain: -Fà come Sasori, che lì davanti se ne sta zitto.-.

-Prendere a modello lui? Ma scherzi? Uhm.- Si imbronciò Deidara: -Ma, comunque, come faremo ad atterrare?-.

-Non è ovvio?- Chiese sarcastico Pain.

-Eek! Ma ci spiaccicheremo!- Protestò Deidara.

-Bah!- Se ne fregò l'altro: -Io so volare.-.

-Ma io no!- Deidara scoppiò a piangere. Smise quando disse: -Aspetta! Ma tu puoi sempre riportarci in vita con il tuo rinne-coso, vero capo-kun?-.

Pain incrociò le braccia: -Certo che posso!- disse offeso: -Figurati se non riesco a riportarti in vita!-.

Deidara si illuminò: -Grazie, capo-sama! Pain-kun! Grande e onnipotente...-.

Ma prima che potesse finire, Pain la interruppe: -...ma se non sai sopravvivere a questo, a che mi servi?-.

-EEEEEEEEEEEEK?!?!?!-.

-Ehi, là dietro!- Urlò Sasori: -Siamo quasi arrivati!-. Iniziarono a precipitare.

Deidei si sbracciò, come se volesse nuotare: -AAAAAAAAAAAAA! Ti prego, NOOOOOOOO!-.

Intanto il terreno si faceva più vicino.

-NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!-.

Mancavano pochi metri-

-TI PREGOOOOOOO!-.

Pochi decimetri.

-AIUUUUUUTOOOOO!-.

Pochi centimetri.

-Non è così che volevo morire!-.

Pochi millimetri.

-...Però ci si avvicina.-.

SPLAT

Nei boschi...

I tre ninja correvano nella foresta.

-Lo vedete da qualche parte?- Chiese Juugo.

-Sasuke-kun! Dove sei!?- Urlò Karin: -Sasuke-kun!-.

“Ma perché devo stare con questi tizi?” Pensò Kabuto: “Dovevo ascoltare mia madre, quando diceva... ehi, un momento, cos'è che diceva?” Kabuto sorrise: “Ah, già, non l'ho mai conosciuta!”.

-Ehi tu!- Lo riprese Karin: -Non c'è niente da ridere! Sasuke-kun è scomparso! E poi perché tu sei qui? Non ci sei di alcun aiuto!-.

-Guarda che anche a me interessa trovare Sasuke! Orochimaru lo vuole, quindi io lo voglio!- Protestò Kabuto.

Karin si rivolse a Jugo: -Juugo, digli qualcosa tu!-.

Jugo non rispose.

-Sempre molto loquace...- Commentò lei.

-Karin!- Gridò Kabuto: -Giù!-.

Karin si voltò verso di lui: -Eh?-.

-Giù!- Ripeté Kabuto.

Karin si girò verso Jugo, per cercare spiegazioni; invece ricevette solo un pugno in faccia.

-Ah!- Karin cadde a terra, ai piedi dell'albero; Jugo atterrò vicino a lei, semi-trasformato.

Karin alzò le braccia per proteggersi: -S-stammi lontano, Jugo!-.

Ma Jugo avanzava.

-F-fermo! Sono io, Karin! La tua amica! Quella che ti porta sempre a spasso! Ti fa fare i bisognini! Ti fa riportare l'osso!- Segue serie di flashback riguardanti Karin e Juugo che si divertono insieme.

Ma Juugo sembrava non ricordarsene.

-Aspetta! Non oserai prendermi a pugni una persona con gli occhiali! E incinta!-.

Jugo alzò il braccio, che si trasformò in un blaster, la cui bocca si illuminò.

-Ottima scappatoia!- Disse Karin.

Juugo era a pochi millimetri da lei.

“È finita!” Pensò Karin: “Sasuke-kun, prima di morire avrei tanto voluto dirti che...”.

Si sentì un rumore alle spalle di Jugo, e lui cadde in avanti, di fianco a Karin.

-Ma che...?- Karin non capiva.

Di fronte a lei, il chakra sulle braccia di Kabuto iniziò a scomparire.

Kabuto sorrise.

-Punto di pressione.- Spiegò: -Non si muoverà per un po'.-.

-M-mi hai salvato?- Balbettò Karin: -Perché?-.

-Mi devi un favore. -Rispose Kabuto: -Riscuoterò.-.

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Capitolo 16
*** UN DIO CHE NON SA MIRARE ***


UN DIO CHE NON SA MIRARE

Villaggio della Nebbia...

Honan, Kidan e Suigetsu camminavano lungo le strade del villaggio.

-Ma qui c'è sempre così tanta nebbia?- Chiese la prima.

Kidan si fermò.

-No!- Rispose lui: -Si chiama “Villaggio della Nebbia” perché il nome “Skypiea” era già occupato.-.

-Ah, ora ho capito!- Rise Honan.

“Ma questo c'è o ci fa?” Si domandava Kidan.

-Allora, eccoci qui!- Disse Sui con finto entusiasmo: -Il palazzo del Mizukage! Se uno dei corpi di Pain è in questo villaggio, deve essere qui dentro!-.

Il palazzo, grigio, molto alto, aveva al centro uno stemma con il simbolo del Paese dell'Acqua. La sommità era ricoperta di nebbia.

-L'ufficio è al piano più alto.- Spiegò Suigetsu: -Lì ci sarà qualche scartoffia che ci serve a ritrovare il Pain.-.

Gli altri due nukenin guardarono perplessi l'edificio.

-E come ci arriviamo lassù?- Domandò Kidan.

Honan batté la mano su un pugno: -Ci sono: faccio un sacrificio a Jashin, lo prego di teletrasportarci lassù, ci teletrasporta lassù, facciamo una strage, CONSACRIAMO TUTTO A JASHIN-SAMA e... cosa dovevamo fare... ah sì, troviamo il corpo del capo.-.

Suigetsu la guardò senza riuscire a dire nulla. Honan lo notò.

Disse: -Suigetsu, vieni un attimo qui!-.

-Ehi, ehi, ehi-ehi-ehi-ehi-ehi! EHI!- Kidan si mise davanti a Honan: -Se vuoi fare un sacrificio, non usare il mio corpo!-.

-Uffa...- Borbottò lei.

-Sì, sentite, non dubito che Jashin esista e che gliene importi qualcosa di noi,- Si intromise Suigetsu: -ma non penso che il piano funzionerebbe...-.

-Beh,- Honan creò una falce di carta: -c'è solo un modo per saperlo...-.

Kidan scosse la testa: -No, non c'è, Hidan.-.

E così, dieci minuti dopo, i tre erano ancora davanti al palazzo senza sapere cosa fare.

-Ho trovato!- Esclamò Honan: -Ci penso io!- ed entrò.

Strani rumori provenivano dall'entrata, ma Suigetsu e Kidan preferirono non indagare, e aspettarono fuori.

Poco dopo uscì Honan, tutta trafelata. Si sistemò i capelli con una manata e disse: -Ecco fatto! Possiamo entrare!-.

Gli altri due si guardarono e seguirono la “donna” nel palazzo.

All'entrata non c'era nessuno, ma dall'armadio provenivano dei PUM e degli “U-um” molto sospetti.

-Su, saliamo!- Li incitò Honan. Gli altri due la seguirono ancora poco convinti.

-Beh, che avete?- Domandò loro l'altra.

-Nulla!- Risposero.

-Credevo che ti saresti incazzata.- Bisbigliò Suigetsu a Kidan.

-Normalmente sì,- Gli rispose lui: -ma avrei fatto la stessa cosa... più o meno... e poi, so già come vendicarmi...- e esplose in un lungo: -MUAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHA!-.

-Ottima risata!- Commentò Honan: -Hai mai pensato di diventare Jashinista?-.

All'esterno del Villaggio della Sabbia...

-Deidara? Deidara? DEIDARA!!-.

Deidara si svegliò per una scrollata improvvisa.

-Eh? Uh?- Deidara si guardò intorno: era in mezzo al deserto, di fronte a delle enormi mura.

-Dove siamo?- Chiese lei.

Sasori sospirò: -Nel mio vecchio villaggio...-.

Pain aiutò Deidei a rialzarsi; in realtà la alzò di peso per il braccio, provocandole un: -Ahi!-.

Mezza intontita, Deidara domandò: -S-sono sopravvissuta?-.

-In realtà no.- Le rispose Pain: -Purtroppo ho dovuto riportarti in vita.- fece spallucce: -Esigenze di trama.-.

-Ah.- Disse Deidara: -E perché hai resuscitato prima Sasori di me?-.

-Non l'ho fatto!- Rispose il dio.

Sasori girò la testa a 180 gradi: -Sono fatto di legno, Deidara; non posso morire per una caduta.-.

-“Non posso morire per una caduta”, gne-gne-gne!- Gli fece il verso Deidara: -Ma poi, capo, non potevi resuscitarmi maschio?-.

Pain estrasse un palo dalla manica: -Se vuoi possiamo rimediare...-.

-No-no!- Si affrettò a rispondere Deidei: -Va bene così!-.

-E allora stai zitta!- Fece Pain: -Ed entriamo!-.

Come misero piede nella città, apparvero loro di fronte due giovani ninja, un maschio vestito di nero con trucchi viola in faccia (un transessuale?) e una giovane donna in tuta da combattimento con un enorme ventaglio alla schiena.

-Fermi lì!- Urlarono.

I tre ninja si guardarono. Risero.

-Ahahahahah! E come pensate di fermarci?- Disse Pain.

-Voi due siete quelli che hanno rapito Gaara!- Fece il maschio.

-E tu...- La femmina indicò Pain: -...sei il loro capo, quel dio, quello forte, mmm, come ti chiamavi? Ce l'ho sulla punta della lingua...-.

La donna schioccò le dita un paio di volte, poi disse: -Ener!-.

-NO!!!!!!- Sbraitò Pain: -NON SONO ENER! SONO PAIN! MA PERCHÉ TUTTI MI SCAMBIANO PER QUEL TIZIO?!- Pain alzò gli occhi al cielo, urlando: -Mi senti, Tonto-shok? Tu non sei nulla in confronto a me! NULLA!-.

Il cielo si rabbuiò e un fulmine si diresse contro Pain. Ma invece colpì Deidara.

Lei aprì la bocca, o meglio, le bocche per urlare, ma uscì solo fumo. Cadde all'indietro, con i capelli rizzati in aria attraversati da scosse elettriche e gli occhi bianchi.

Per nulla turbato, Pain gridò: -E NON SAI NEMMENO MIRARE!-.

Cadde un altro fulmine, stavolta su Sasori, che fece la fine di Deidara.

Il cielo tornò sereno.

-Va bene,- Pain tornò a fissare i due ninja della sabbia: -siete in due e io da solo, ma non pensate che possiate battermi!-.

-Tu sei il loro capo?- Gli domandò l'uomo.

-Sì!- Rispose Pain.

In un attimo, fu circondato da una trentina di ninja della sabbia armati fino ai denti, che gli urlarono: -Mani in alto!-.

Pain indicò Sasori: -...Il capo è lui.-.

Nel rifugio dell'Organizzazione Alba...

-Ce l'hai un tre?- Chiese Kakuzu.

-M-mm!- Mugugnò Orociok, che era stato legato alla parete all'ingiù e imbavagliato per impedirgli di vomitarsi. Preta, tanto per cambiare, sorvegliava Kisame e Zetsu.

TOC TOC

Itachi mise le carte sul tavolo: -Vado ad aprire.- e andò, giustamente, ad aprire.

Kakuzu sbirciò la mano di Itachi.

-Allora ce l'ha un tre!- Disse.

In quella, Itachi rientrò assieme ad altri tre ninja.

-Fiamma nera!- E bruciò le carte: -No, non ho un tre.- aggiunse.

-Ma lo sai quanto costano?!- Gli urlò Kakuzu.

-Le producono ancora?- Chiese Itachi: -Comunque sia, lega Kabuto.-.

Kabuto andò a fare compagnia al maestro.

-Slv, Rchmr-sm!- Disse Kabuto.

-C Kbt. Cm ndt?- Gli domandò Orochimaru.

-Non l'abbiamo trovato, purtroppo.- Annunciò Karin. Per un attimo incrociò gli occhi di Kabuto, che le fece l'occhiolino. Abbassò lo sguardo.

Jugo fu messo a sedere su una sedia, ancora privo di sensi.

-Karin, vuoi fare una partita?- Le chiese Kakuzu.

-Ehm, no, non gioco.- Rispose lei.

-Peccato.- Commentò Kakuzu: -Chissà che stanno facendo gli altri...-.

-Cuociono a fuoco lento.-.

Tutti si voltarono.

Il Preta-Pain aveva parlato.

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Capitolo 17
*** TRAFALGAR LAW ***


TRAFALGAR LAW

Palazzo del Mizukage...

-Accidenti a te, Hidan!- Urlò Kidan.

-Ehi, non sono stato io che dovevo andare al bagno!- Si difese lei.

-Quando mi scappa mi scappa! E se qualcuno non avesse minacciato mezzo palazzo di sacrificarlo a Jashin...- Replicò Sui: -Di qua!-.

I tre girarono a destra, così come i loro inseguitori.

-Fermatevi!-.

-Fermi!-.

-Stop!-.

-Una moneta!-.

-Presto, lì dentro!- I tre entrarono in una stanza. Chiusero a chiave la porta. Sentirono gli inseguitori oltrepassarli e allontanarsi.

-Fiuuu!- Sospirò Suigetsu.

-Aspettatemi!- E passò un altro ninja: -Oh, un altra moneta!-.

-Fiuuuuuuuu... Uh-uh!- Il sospiro di Sui si trasformò in un suono di allarme.

-Che c'...- Honan e Kidan si guardarono intorno: -...ÈÈÈÈÈ!!! Un altro bagno!-.

Suigetsu si voltò verso la porta, in lacrime: -Non un bagno qualunque: leggete!-.

Gli altri due si voltarono. Sulla porta c'era un cartello, con scritto: “Bagno dei pervertiti, non entrate se ci tenete alla vita o se siete donne. E allora perché sono appeso da questa parte? Bah, 'sti pervertiti!”.

Dai bagni uscirono uno a uno un gruppo di ninja dallo sguardo psicopatico.

-Suigetsu,- Sussurrò Kidan: -apri la porta.-.

Sui girò la chiave un paio di volte: -Non si apre.- concluse.

-Oh-oh- Disse Kidan.

-ALL'ASSALTO!-.

Contrariamente a quello che penserai, caro lettore, non furono i ninja pervertiti a urlare, ma Honan. Ah, lo pensavi? Beh, grande deduzione Sherlock.

 

 

 

Fuori dal bagno, Chojuro passeggiava felice per il corridoio; era stata la sua giornata fortunata: prima il Mizukage gli aveva parlato, poi aveva trovato due monete per terra. Peccato solo per quei tre nukenin che si erano imbucati nell'edificio. Comunque, Chojuro stava per oltrepassare la porta del “bagno degli psicopatici seguaci di Jiraiya” come lo chiamava lui, quando la porta in questione lo assalì, e Chojuro si ritrovò spiaccicato sulla parete. Alla faccia della giornata fortunata!

A sfondare tale porta era stata una donna sui ventisei anni, con i capelli blu, una falce di carta in mano e un'espressione spavalda in viso.

-Idioti!- Disse: -Come osano non venerare il grande Jashin ma preferire un comune essere mortale (morto, per di più)?-.

Honan uscì dal bagno, seguita dagli altri due shinobi traditori, ancora stupiti dalla rapidità della successione degli eventi: Honan si era abbattuta contro i ninja della nebbia, li aveva squartati, decapitati, bruciati, impalati, e (perché no?) stuprati.

E poi si era rialzata come se nulla fosse, aveva sfondato la porta con un calcio ed era uscita. Il tutto mentre Suigetsu si grattava il sedere.

-Suigetsu!- Fece Honan: -Dov'è questo benedetto (da Jashin) ufficio?-.

-Ah, sì, sì giusto, l'ufficio...- Disse Sui: -Dunque, in teoria è qualche piano più in alto.-.

Qualche piano più in alto...

-Dovrebbe essere dietro a questa porta.- Li informò Suigetsu.

-E allora entriamo, no?- Disse Kidan.

-Ma, non so, è pur sempre la Mizukage...- Suigetsu iniziò a sudare: -Due abilità innate....-.

-Insomma!- Honan sfondò la porta.

L'ufficio della Mizukage pareva molte cose, meno che l'ufficio di una Mizukage: le pareti erano tappezzate di poster sul matrimonio, al posto di quadri c'erano abiti da sposa incorniciati e sul soffitto non c'erano lampadari, ma bouquet.

Ma la parte peggiore era il pavimento: sparsi per terra, c'erano vestiti sia maschili sia femminili, e la scrivania era rivoltata. Dietro di essa sembrava esserci un certo movimento.

I nukenin si avvicinarono alla scrivania. Come mossero i primi passi, i rumori cessarono. Sbucò la testa di una donna dalla capigliatura rosso scuro e con un taglio da supersayan con il gel messo alla cazzo.

-Ehi!- Disse la donna: -Che ci fate qui?- e si alzò.

Ciò che Suigetsu vide non vi è dato sapere. In realtà non era dato sapere nemmeno a lui. Il suo cervello non poteva sostenere certe immagini, e lui andò in crash, sbavando dappertutto. Stessa roba per Honan.

Sta di fatto che solo dopo qualche secondo la donna si rese conto di essere nuda.

-Ah!- Si coprì il seno: -Ao!- balbettò: -Ao!-.

Da dietro la scrivania sbucò un uomo bendato dai capelli grigi a cipolla striminzita.

-I bei tempi... Ah!- Si coprì i genitali scoperti con il primo vestito che trovò e corse via dalla stanza.

-Bastardo!- Gli puntò il dito contro: -Torna qui!-.

Kidan arrossì mentre gli altri due sorrisero.

La donna si ricordò di essere nuda, e con un altro: -Ah!- si piegò a terra alla ricerca di un vestito, mostrando le chiappe al vento e ai tre ninja. Honan tirò fuori dalla tunica una macchinetta fotografica istantanea e iniziò a far foto.

-Ma dov'è? DOV'È?- Poi Mei ci arrivò: -Ao! L'ha preso lui!-.

Iniziò a cercare qualsiasi altra cosa che potesse coprirla, sempre sotto gli scatti di Honan. Alla fine ruppe un vetro e indossò l'abito da sposa che racchiudeva, passando dalla modalità “spogliarellista spogliata” alla modalità “spogliarellista semi-nuda vestita in abito da sposa”.

-Quanto amo il Villaggio della Nebbia!- Urlò Honan.

-Ok! OK! Non c'è bisogno che qualcuno sappia cosa avete appena visto!- La Mizukage rise nervosa: -Cosa volete? Soldi? Droga?- si abbassò il reggiseno del vestito: -Sposarmi?-.

-Sì!- Risposero Sui e Honan.

-NO! NO!- Li corresse Kidan, schifata dall'idea di vedere se stessa andare a letto con una donna: -È il tuo giorno fortunato, Mei! Vogliamo solo avere il nostro capo!-.

-Lo vogliamo?- Chiesero sconsolati gli altri due.

Kidan lanciò un'occhiata assassina agli altri due ninja: -Sì.- sussurrò: -Lo vogliamo.-.

-Ok, ok!- Disse la Mizukage: -Se intendete dire il cadavere che ho trovato stamani nel mio ufficio...- Mei si morse il labbro: -...la pergamena era nel mio vestito. Che ha preso Ao.-.

-Fallo richiamare!-.

-Non posso!-.

-No?-.

-Non dov'è ora!-.

-E dov'è?-.

-Nel bagno dei pervertiti. Ci va sempre dopo le nostre... scorribande.-.

-Nel bagno dei...-.

-AAAAAAAAAAAAAAAA!- Li interruppe un urlo proveniente da alcuni piani di sotto.

Un secondo dopo si sentirono dei passi affrettati sulle scale e entrò un mezzo morto Ao.

-Amorecioècapogiùalbagnocèunastragesonotuttimortiaiuto...- Notò i tre ninja: ...chisonquestiqui?-.

Pochi minuti dopo, all'esterno del palazzo...

-Uff, ah, quanto pesa! Ma è un vizio?- A Suigetsu era toccato il compito di trascinare il cadavere (la pergamena se l'era ripresa Mei).

-E non è neanche quello giusto!- Commentò imbronciato Kidan: -È il Naraka-Pain.-.

-Evviva!- Esultò sarcastico Suigetsu: -E dobbiamo pure raggiungere il Villaggio della Nuvola...-.

-Forse posso aiutarvi io.-.

Dall'angolo sbucò un ragazzo dell'età di Pain, alto, con un berretto bianco in testa e un giubbotto marrone.

Kidan squadrò il neo-arrivato: -E tu chi sei?- chiese.

Il ragazzo si inchinò: -Trafalgar Law, per servirvi.-.

-E perché dovresti aiutarci?- Gli domandò Kidan: -E, soprattutto, come?-.

-Il mio potere consiste, tra le cose, nel teletrasporto.- Spiegò Law: -Vi teletrasporterò tutti nel Villaggio della Nuvola. In cambio, voglio le vostre foto.-.

Honan mise le mani dietro la schiena, chiedendo nervosa: -Quali foto?-.

-Quelle che hai fatto alla Mizukage.- Disse calmo Law: -Sto cercando di averle in tutti i modi, ma non ci sono ancora riuscito perché... si sono premuniti contro i miei poteri dopo un... evento che non vi interessa. Ma vi ho osservati, e voi ce l'avete fatta.-.

-E a cosa ti servono?- Chiese Honan sempre più nervosa.

Law girò le pupille: -Mmm, non-vi-interessa! Insomma, datemele e vi ritroverete nel Villaggio in un secondo.-.

Honan iniziò a lacrimare: -Dobbiamo proprio?-.

-Se volete ritrovare il vostro capo...-.

-E tu come...?- Chiese Kidan.

-Possiamo farne una copia?- Lo supplicò Honan.

Law finse di guardare l'orologio: -Non penso abbiate molto tempo.-.

-Ma poi ce ne fai una copia?-.

-Uffa, sì, ve le mando per posta!-.

-Vvvvva bene.- E, a malincuore, Honan gli porse le foto, che Law accettò molto volentieri.

-Room!- Il cielo e tutto il resto divenne blu.

-... Peccato non conoscere il vostro indirizzo!-.

-Co...-.

-Chambles!-.

Di fronte a Law, dove un istante prima c'erano tre ninja più un cadavere, ora c'erano dei sassi.

Law si rigirò le foto tra le mani.

-Eheh, Mei...- Ridacchiò: -...così imparerai a lasciarmi!-.

 

 

 

Angolo dell'autore

E rieccoci qua! La storia sta entrando nel vivo, siamo quasi a metà percorso (quasi); se vi state chiedendo del perché metto due capitoli al giorno è perché penso che sia una bella cosa finire questa storia prima dell'inizio della sc... della sc... quella, insomma; se comunque siete di un'altra opinione, fatemelo sapere! E comunque, sappiate che ho molte altre storie già pronte da pubblicare, quindi sappiate che non vi libererete di me tanto presto, ahahah!!!

Vabbeh, alla prossima!

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Capitolo 18
*** SASORI PERDE LA TESTA ***


SASORI PERDE LA TESTA

Da qualche parte a Suna...

-...Ma non stanno un po' esagerando?- Fece una voce.

Deidara iniziò a rinvenire.

“Ma che mi è successo?” Pensò: “L'ultima cosa che ricordo...”.

Deidara aprì gli occhi: -Pain! Uhm! Maledetto! Bestemmia più lontano da me la prossima vooooo... oh-oh!-.

Deidara stava girando su di un palo sopra un fuocherello, così come Pain.

-Pain, ma che diamine...?- Chiese Deidei.

-Bensvegliata Deidara.- Disse Pain: -Ci stanno facendo arrosto.- spiegò.

Deidara ci mise qualche secondo a recepire il messaggio.

-Eek!- Urlò e cominciò a dimenarsi: -Aiuto! Liberatemi! Pain, salvami! Uhm!-.

-Non posso.- Rispose: -Mi hanno drogato, e se usassi troppo i miei poteri probabilmente moriremmo entrambi. E a me una volta basta.-.

-E Sasori? Uhm.- Chiese speranzosa Dei.

-Qui sotto.- Fece una voce.

Quando Deidara si ritrovò a faccia ingiù, vide che sotto di lui, assieme ai ceppi, stava bruciando anche Sasori.

-A quanto pare il legno arrosto non è commestibile.- Commentò Sasori.

-Ma dai, scherziamo?- Disse Deidara: -I villici della Sabbia non sono dei cannibali!-.

-È quello che ho detto anch'io.- Rispose Pain: -Ma a quanto pare c'è un pirata cannibale, Barto-qualcosa, e stanno tentando di farselo amico.-.

-E come facciamo?- Deidara iniziò a disperarsi.

-Ho contattato la squadra tre, ma non mi hanno suggerito niente...- Disse Pain: -...e sto racimolando le mie energie per un miracolo.-.

-Un miracolo?- Deidara era una fontana: -Siamo fottuti!- smise di piangere e diventò rossa: -Ed è tutta colpa di Tobi! TOBI!- sbraitò: -SEI UN...-.

-Percepisco qualcosa sopra di noi!- Esclamò Pain: -Forse, se me la mando buona, riesco a farlo cadere qui...-.

Ma Deidara era troppa impegnata a maledire Testa di Dolcetto per starlo a sentire.

Urlò: -...TOBI! CHE TI POSSA INVESTIRE UN TIR CARICO DI TRITOLO! CHE TI POSSA CADERE ADDOSSO UN...- e un... qualcosa sfondò il soffitto, cadendole addosso.

Quando la polvere si depositò, Pain gridò: -Ehi! Tutto bene?-.

Deidara si alzò dolorante: -Oh, ahi, la schiena!- mugugnò: -Che dolore! Uhm...-.

Dopo di lui si alzò un altro uomo, vestito di una giacca fucsia, con un grosso cappello in testa e un enorme spada sulla schiena. Al contrario di Deidara, sembrava essere illeso.

-Quel Bartholomew! Non sa perdere!- Disse: -E poi non è vero che baro! Non è colpa mia se ho gli occhi di falco e mi basta un attimo per vedergli la mano... Tsch! Come se lui non contasse le carte...- si guardò intorno. -Dove sono finito? Non sono passati tre giorni!-.

-Tu sei Drakul Mihawk!- Disse Pain.

-E tu sei... ?- Gli fece lui: -Ah no, ci sono, sei quel dio... Eneru, sì?-.

Prima che Pain potesse parlare, anzi urlare nuove bestemmie a Ener, Mihawk continuò: -Questo coso è vostro?- e mostrò loro qualcosa nella sua mano: -Era qui per terra...-.

-Ah!- Urlò Deidara, allontanandosi dal pirata e avvicinandosi a Pain: -Quello è-è-è Sasori!-.

-In realtà è solo la testa.- Puntualizzò Pain.

-Sasori-sama è morto?- Deidara alzò la testa al cielo: -Sììììììì! E predicava pure l'eternità! Ahahah!-.

Smise di ridere quando la testa aprì gli occhi: -Che mi sono perso?- domandò.

-Bleah!- Fece Mihawk lanciando via la testa di Sasori, che atterrò tra le braccia di Deidei.

-Deidara...- Iniziò Sasori.

-Ah! Che schifo!- E pure Deidara buttò via la testa, che rotolò fino a sbattere sulla parete.

-Ahi.- Disse freddo Sasori.

-Ma dimmi, Drakul...- Fece il dio: -...sono un fan di One Piece...-.

Alle occhiate di Sasori e Deidara, Pain si affrettò a rettificare: -...cioè, volevo dire, mi è capitato, un paio di volte, di... Ma insomma Deidara, mi liberi?- Deidei lo slegò, e Pain continuò: -Grazie, Deidara. Stavo dicendo, che in quei due o tre capitoli che ho letto, mi hai fatto un'impressione diversa...-.

-Solo perché sono vincolato dal contratto di Oda!- Urlò lo spadaccino: -Tutte quelle stronzate che mi fa sempre dire... Ma questa è una storia di Naruto! E dammi il cinque, biondina!- si fermò all'ultimo e guardò la mano di Deidara. -Ma che hai in mano?-.

E la mano vomitò addosso a Mihawk.

-Ops...- Fece Deidara.

-Ah, fa niente, ne ho altri a casa.- Rispose Mihawk: -Oh, be, è stato un piacere conoscerti, Eneru. Ciao!- e se ne andò.

Deidara schioccò la lingua: -Allora, che si fa?-.

-Ce ne andiamo prima che arrivi mezzo villaggio, perché sai, Deidei, un tizio che sfonda il soffitto fa un po' di rumore.- Rispose Pain, che, raccolto Sasori, si incamminò fuori dalla stanza.

-Ehi, aspettami!- Deidara lo seguì.

10 minuti dopo, di fronte al palazzo del Kazekage...

I due ninja e mezzo erano nascosti dietro a una parete, mentre ogni mezzo minuto passava uno squadrone di shinobi alla ricerca dei nukenin.

-Allora, come ci muoviamo?- Domandò Sasori.

-L'ufficio è lassù, giusto? Tieni questo, Deidara.- Pain diede al ninja della Roccia la testa di Sasori.

-Perché devo tenerla io?- Obbiettò Deidara.

Come risposta, Pain le prese la schiena e la nuca.

-Ma che fai?- Chiese imbarazzata Deidara.

-Per il colpo di frusta.- Le rispose Pain.

-Come?-.

-Il colpo...-.

CRASH

-...di frusta.-.

Nel villaggio della Nuvola...

-...sa? Ma che...!?- Honan si guardò intorno. -Ma dove siamo?- chiese.

-Dannato Law!- Gridò Kidan: -Tra tutti i posti in cui potevi farci arrivare, proprio nel centro della piazza?-.

I tre ninja, infatti, erano apparsi al centro di uno spiazzo pieno di ninja prevalentemente di colore. Uno di loro, un tizio muscoloso, dai capelli bianchi che gli coprivano un occhio e con dei tatuaggi su braccia e spalle, si pose davanti a loro e sfilò una mannaia. Altri due ninja, bianchi, una femmina con i capelli di un colore tra il verde chiaro e il giallo chiarissimo e con un seno particolarmente abbondante e un uomo molto simile a lei (ma senza il seno), probabilmente suo fratello, si misero alle loro spalle, estraendo due spade.

-Voi siete dell'Akatsuki!- Disse l'uomo coi tatuaggi.

-In realtà io no...- Replicò Suigetsu. Vedendo come lo guardava il tipo, continuò con un: -...ma fate conto di sì.-.

-Non vi muovete!- Ordinò la donna.

I due di Alba si guardarono.

-Le mani dietro la testa!- Fece il terzo ninja.

-Ok.- Dissero Kidan e Honan.

Come Honan mise le mani dietro la nuca, dalle maniche fuoriuscì un'onda di foglietti di carta che investì i due ragazzi della Nuvola, mandandoli a gambe all'aria. Prima che il tatuato potesse reagire, Kidan estrasse la falce che scagliò, mediante la catena, verso il ninja, che di contro alzò la mannaia. Le due armi si scontrarono con il classico DING metallico e il tatuato si lanciò all'attacco. In difesa di Kidan arrivò Sui che, afferrata la spada della ragazza della Nuvola, provò a colpire l'avversario con un fendente. Ma l'uomo era più forte del previsto e decapitò Suigetsu con la mannaia; Suigetsu si trasformò in acqua, ma prima che si potesse riformare tra l'uomo e Kidan era già partito lo scontro corpo a corpo. Kidan tirò un pugno in faccia al tatuato, che però sfruttò l'occasione per prenderlo per il braccio, caricarlo sulla schiena e stenderlo.

Kidan cadde pesantemente e il tatuato, riafferrata da terra la mannaia, tentò di affettarlo, ma il ninja di Alba fu abbastanza rapido da rotolare di lato. La lama si inchiodò al suolo e, quando il ninja della Nuvola tentò di rialzarla, non si mosse di un millimetro. Kidan approfittò della sorpresa del nemico per sferrargli un calcio alle caviglie. Il tatuato cadde all'indietro, Kidan si rialzò, ritrasse la falce e la sferrò sulla faccia dell'altro, fermandosi però a pochi centimetri di distanza dai suoi occhi. Lui non si scompose di un millimetro. Honan gli diede un calcio in testa. Il tatuato svenne.

-Perché non l'hai ammazzato?- Chiese Honan a Kidan.

-Perché ora abbiamo altri problemi...- Rispose l'altro.

I due nukenin erano infatti circondati dal resto della piazza. Di Suigetsu nessuna traccia.

Sbuffarono: -Ci arrendiamo!-.

Pochi minuti dopo, Centro Interrogazioni della Nuvola...

-Cosa ci fate qui?- Il ninja della nuvola tirò una secchiata in testa a Honan.

-Bei capelli...- Honan rise.

-Rispondi! E non mentire!- Altra secchiata.

-Oh, e va bene: fanno schifo! Ma che taglio hai?- E Honan scoppiò in un'altra risata.

Nuova secchiata.

-Ehi, qui mi hai lasciato asciutta...-.

SPLASH

-...no...-.

SPLASH

-...non ancora...-.

SPLASH

-...no...-.

SPLASH

-...un'altra dovrebbe bastare...-.

Il ninja stava per tirarle l'ennesima secchiata, quando disse: -Bastare per cosa?-.

-...a quanto pare basta...-.

-Eh? Urgh!- Il ninja cadde di lato, svenuto. Dietro di lui Suigetsu batté le mani con aria soddisfatta.

-La prossima volta che diventi acqua, cerca di non agitarti troppo nel secchio se non vuoi farti scoprire...- Gli disse lei.

Suigetsu la slegò.

-La prossima volta non ti libero e basta!- Replicò Sui: -Perché bada che non avrò per sempre paura dell'Organizzazione Alba! Magari fino al giorno prima della mia morte, ma non per sempre!-.

-Sì, vai sicuro...- Fece una sarcastica Honan: -Liberiamo il mio corpo!-.

E così, dopo aver liberato Kidan e essere scappati dall'intero esercito della Nuvola, i nostri eroi(?) si ritrovarono sotto la stanza del Raikage.

-Qui sopra c'è quel wrestrel che si fa chiamare Raikage.- Disse preoccupato Sui mentre appoggiava il Pain a terra: -Come facciamo a entrare senza farci massacrare?-.

Dalle maniche di Honan uscirono delle carte-bomba che si appiccicarono al soffitto.

-Tappatevi le orecchie!- E Honan fece detonare le carte bomba.

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Capitolo 19
*** AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH!!! ***


 

AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH!!!

Ufficio del Villaggio della Sabbia...

Gaara stava sistemando alcune pratiche, seduto comodo alla sua scrivania. Guardò l'ora. Non capiva perché ci mettessero tanto: in fondo, non era un mistero che le armi dei criminali passassero per il suo ufficio, e i cadaveri ambulanti erano classificati come armi. Specialmente quel cadavere ambulante...

Non si scompose quando il vetro della finestra si infranse in un sonoro CRASH e atterrarono due ninja dell'Akatsuki. Cioè, due ninja più una testa.

-...di frusta.- Disse Pain: -Eccoci qui. Ciao Gaara.-.

-Salve, membri dell'Akatsuki.- Li salutò freddo Gaara. Si alzò: -Immagino che vorrete il vostro...-.

-Corpo.-.

-Corpo.- Dalla tunica estrasse un rotolo. L'aprì e comparve, con una nuvoletta di fumo, un uomo pelato, molto muscoloso e pieno di percing. Gaara chiuse il rotolo e l'uomo sparì in una seconda nube.

-Tenete.- Gaara allungò il braccio: -O preferite che ve lo lanci?-.

Pain si avvicinò a Gaara e afferrò il rotolo. I due si fissarono, poi Gaara mollò la presa e Pain prese la pergamena.

Vedendo come lo guardava stupito Deidara, Gaara disse: -Ve lo do perché so già che non posso sconfiggervi da solo, e prima che arrivi qualcun altro lo avreste già preso. E poi siete riusciti ad arrivare fin qui, e io so accettare le sconfitte. Anche se mi piacerebbe molto comprimerti gambe e braccia, soffocarti, trapassarti parte a parte e, infine, ucciderti molto lentamente, Deidara.-.

-Oh, bene, grazie.- Rispose sorpresa Deidei: -Comunque se volessi potrei eliminarti subito, come l'ultima volta, uhm!-.

Gaara guardò l'orologio: -Allora ve ne andate o no?- disse: -Gli altri dovrebbero arrivare a momenti...-.

-Certo, certo, ce ne andiamo.- Disse Pain: -È stato un piacere rivederti, Gaara.-.

Pain e Deidara si avvicinarono al vetro rotto. Pain prese Deidara per un braccio.

-Ah, non so se ti interessa,- Disse Pain: -ma ora l'Ichibi si sta godendo una lunga vacanza all'interno di una statua cieca. Penso che sia ai tropici.- e si buttò. Mezzo secondo dopo, risalì volando l'edificio e si allontanò nel cielo.

Gaara li guardò sparire: -Fortunato lui...-.

Palazzo del Raikage...

-Bee, arrenditi!-.

-Mai! Io non mi arrendo e lo sai!-.

Ma per Bee sembrava essere finita: A era troppo forte a braccio di ferro.

“Un ultimo sforzo!”.

Il pugno di Bee colpì il tavolo.

-Ho vinto!-.

BOOOOOOOOOMMMMM

Il pavimento esplose.

Il Raikage tossì: -Cof! Cof! CHI OSA ENTRARE NELL'UFFICIO DEL RAIKAGE?!-.

Come risposta dal cratere ancora fumante sbucarono due persone che conosciamo bene.

-Fermi lì!- Urlò Honan: -O vi sacrifichiamo a Jashin!- e, a bassa voce: -In realtà lo facciamo in qualunque caso...-.

I due fratelli si guardarono.

-AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH...- Scoppiarono a ridere.

-Ma noi...-.

-...AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH...-.

Kidan si mise le mani ai fianchi.

-...AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH...-.

-...avanti...-.

-...AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH...-.

Honan sbuffò.

-...AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH...-.

Due ore dopo...

-...AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH...-.

-Ne avete ancora per molto?- Chiese Honan.

-... AHAHAH, ahah, va bene...- Il Raikage smise di ridere, seguito dal fratello.

-...va bene, va bene.- Continuò A: -Sentite, non so chi siate, ma... Ehi! Voi siete quelli dell'Akatsuki! Siete quelli che hanno rapito mio fratello!-.

Il Raikage si tolse la giacca, dicendo: -Avete fatto male a venire qui!- e attivò l'armatura di fulmine.

-Vi facciamo a pezzi, stoccafessi! Yo!- Killer Bee attinse al chakra dell'Ottacoda, passando alla prima versione e sguainando le otto spade.

Kidan sguainò la falce e Honan creò degli shuriken di carta. Lo scontro iniziò.

Contemporaneamente, in un altro punto dell'edificio...

-Non è nemmeno qui, dannazione!-.

Era la centesima stanza che Sui controllava, e del corpo di Pain nessuna traccia. Per due ore, con il sottofondo musicale delle risate del Raikage e di Bee, il ragazzo era corso da un capo all'altro del palazzo.

Si accasciò a terra: -Sono distrutto. Ma chi me lo fa fare? Chi?-.

La risposta, come Sui pensò, era un gruppo di assassini che l'avrebbero sacrificato, fatto esplodere, trasformato in marionetta o chissà cos'altro.

“Rifletti, Suigetsu, rifletti! Dove nasconderei il corpo di un dio se lo trovassi?” Sui alzò la testa: “Lo terrei sempre con me! In effetti, la tettona, cioè, la Mizukage, lo teneva nel suo vestito...” abbassò la testa sconsolato: “...e quindi dovrei andare nel bel mezzo di uno scontro tra quello che probabilmente è l'uomo più forte del mondo, suo fratello forza portante e due psicopatici! Sono fregato!” si rialzò e, lentamente, si incamminò verso l'ufficio del Raikage.

Nei cieli del villaggio della sabbia...

-Capo?-.

-Sì?-.

-Come lo raggiungiamo il Villaggio della Roccia?-.

Pain, Deidara e Testa Di Sasori stavano volando da qualche minuto, e Pain non aveva ancora detto nulla. Senza rispondere, Pain iniziò la fase si atterraggio.

Deidara si ritrovò in mezzo ad una tempesta di sabbia e chiuse gli occhi. Quando li riaprì, era davanti a un grande portone di ferro sprangato con una trave di legno. Pain si avvicinò ad essa e alzò il braccio. Un istante dopo la porta si deformò e al centro comparve una grossa incavatura. La porta crollò all'indietro e Pain e Deidara entrarono.

I trovavano in una sala circolare, al cui centro c'era un laghetto. Un anziano signore dalle lunghe sopracciglia stava tranquillamente pescando, e non sembrava essere turbato dall'entrata dell'Aka.

-Chi è?- Chiese.

-Ciao nonno.- Lo salutò Sasori.

Senza distaccare gli occhi dal laghetto, il vecchio rispose: -Sasori! Da quanto tempo! Cosa ci fai qui?-.

-Sono di passaggio.- Gli disse il nukenin della Sabbia.

-Il laghetto che vedi, Deidara,- Disse Pain: -può collegarsi a qualunque fonte d'acqua del pianeta. Ora ci tufferemo e appariremo nel palazzo del Villaggio della Roccia.-.

-E dove, di preciso?-.

Nel bagno del palazzo dello Tsuchikage...

Akatsuchi tirò lo sciacquone.

-Ah, mi ci voleva proprio!- E uscì dal bagno.

Dal water sbucò la testa di Deidara. -Puah, che schifo!- Disse. Uscì dalla tazza, con ancora Sasori in mano, seguito da Pain.

-Il villaggio è proprio come me lo ricordo...- Commentò Deidara.

I tre uscirono quatti quatti dal bagno.

-Dietro a quella porta c'è lo Tsuchikage, Onoki il Doppiogiochista.- Disse Pain: -Il bagno era la fonte d'acqua più vicina all'ufficio.-.

Si sentirono dei passi.

-Arriva qualcuno!- Deidara e Pain si nascosero nel bagno. Sentirono i passi allontanarsi e Deidara sbirciò dalla porta.

-Quella è Kurotsuchi!- Deidara plasmò alcuni ragni di argilla: -La faccio esplodere! Uhm.-.

-No, Deidara, ora no.- Disse Sasori: -Non dobbiamo farci scoprire.-.

-E chi può impedirmelo?- Domandò divertita Deidei.

-Io.- Rispose Pain.

-Mi basta.- Fece Deidei, e rimangiò i ragni.

-Deve aver nascosto il mio corpo nella sua tunica.- Disse il dio: -Perciò entriamo, lo perquisiamo, prendiamo il rotolo e scappiamo.-.

-Ma...-.

Prima che Deidara potesse obbiettare, Pain l'afferrò e la condusse davanti alla porta dell'ufficio dello Tsuchikage.

-Shinra Tensei!- La porta fu spinta indietro e infranse la parete dell'ufficio.

I tre nukenin entrarono.

-Ma che schifo!- Esclamò Deidara.

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Capitolo 20
*** GLI ULTIMI DUE CORPI ***


 GLI ULTIMI DUE CORPI

Ufficio del Raikage...

-Elbow!-.

-Headbutt!-.

-Shuriken di Carta!-.

Kidan giaceva stordito a causa di un Ligther Bomb del Raikage, mentre Honan cercava, inutilmente, di tenere testa ai due della Nuvola.

Honan si asciugò il rivolo di sangue che gli usciva dalla bocca.

-Se avessi ancora il mio corpo,- Disse tra respiri affannati: -sareste già diventati servitori alla Grande Mensa di Jashin!-.

-Dislocazione Istantanea!- Il Raikage si teletrasportò dietro a Honan, mentre Bee si posizionò davanti a lei.

-E ora:- Dissero i due fratelli: -Doppio Lariat!-.

Scattarono in avanti. Quando ormai erano a un palmo da Honan, questa si sentì tirare di lato e fu trascinata via; A e Bee si scontrarono, ma sembrarono non accusare nulla.

Honan cadde a terra, mentre Kidan, ritratta la falce, si rialzava: -Accidenti, ma quanto ci metti, Suigetsu?- borbottò fra se e se.

E poi lo vide: Suigetsu era dietro alla porta, che sbirciava la scena. Quando Sui capì che Kidan l'aveva visto, indicò un punto del pavimento.

Kidan seguì il dito: puntava... la giacca!

“Grandioso!” Pensò Kidan.

-Avanti, fatevi sotto!- Sfidò i due.

-Mi dicono- Gli disse A: -che sei immortale.- si teletrasportò dietro a Kidan: -Scopriamolo. Colpo Brutale Lucente!-.

Suigetsu osservava la scena spaventato. Anche se il Raikage era impegnato, c'era ancora suo fratello, e Sui ricordava bene lo scontro tra il Team Taka e Killer Bee: ne erano usciti vivi per miracolo! Sui ci aveva messo mesi per riprendersi dalla batosta!

I pensieri di Sui furono interrotti da una scena orribile: il Raikage, con un colpo orizzontale del braccio, aveva decapitato Kidan! Il corpo di Kidan cadde in avanti mentre la testa volò ai piedi di Honan. Bee fissava la scena imperturbabile.

-Ohi ohi...- Fece la testa.

-Ehi!- Honan si arrabbio: -Quello è il mio corpo!-.

Sia Bee che A erano stupefatti: non credevano che fosse sul serio immortale!

Soffocato un colato di vomito, Sui capì che era la sua occasione: si trasformò in un filo d'acqua e si avvicinò alla giacchetta del Raikage. La esaminò.

“Trovato!” Pensò.

-Fermo! Scemo!- Con una della spade, Bee trafisse Suigetsu, imprimendola con una scarica elettrica.

-Ah!- Suigetsu tentò di trasformarsi.

Prima di raggiungere la forma umana, però, ricominciò a sciogliersi.

Il Raikage rise.

-ORA MI AVETE STUFATO!- Urlò Honan. Da ogni fibra del suo corpo partì un'onda di foglietti, che colpirono i due shinobi della Nuvola. In pochi secondi, le pareti furono ricoperte di fogli. Bee e il fratello erano rimasti intrappolati tra la carta e il muro, e tentavano di liberarsi.

Honan creò una falce: -Io vi sacrifico!-.

Ripresosi dallo stupore, Kidan replicò: -No, fermo Hidan! Non c'è tempo! S-si libereranno in poco !-.

Con uno sbuffo, l'altra scompose l'arma: -E va bene.- disse.

Intanto Sui si rialzò. In mano teneva un rotolo.

-Evvai!- Esultò: -Finalmente un carico leggero!-.

Honan lo guardò.

-Che c'è?- Le chiese lui.

Con lo sguardo, lei indicò il corpo decapitato.

-Oh, no!- Esclamò Suigetsu.

-Coraggio!- Gli disse Honan: -Io porterò la testa!-.

-No, Honan!- Disse Kidan: -Tu porterai il Pain che abbiamo nascosto qua sotto! O te ne eri dimenticato?-.

-Lo ricordo bene!- Rispose Honan, e un gruppetto di fogli scese per il cratere. Quando risalirono, avevano assunto la forma di una mummia.

-E non puoi portare anche questo?!- Domandò Suigetsu.

-Io porto già tre cose.- Disse lei prendendo la testa e rubando il rotolo a Sui: -Tu solo una. Di che ti lamenti?-.

Ufficio dello Tsuchikage...

Onoki si stava godendo la giornata: per la sua schiena, un trattamento come quello ci voleva!

Era disteso su un lettino, mentre una delle migliori massaggiatrici usava le sue mani magiche a fin di bene. Del suo bene.

Non gradì molto, invece, l'entrata di due ninja vestiti con toghe nere ornate di nuvolette rosse che avevano sfondato la porta. Uno era un maschio, il secondo una femmina; entrambi erano molto giovani. Ora che la guardava meglio, la ragazza aveva un aria familiare...

-Che schifo!- Disse la femmina.

-Deidara!- Esclamo Onoki: -Sei tu?-.

-Ah!- Deidara gli puntò contro il dito, rossa di rabbia: -Vecchiaccio! Non sai da quanto aspetto di farti esplodere!-.

-Allora sei davvero una donna!- Disse Onoki: -Lo sapevo io! In realtà, lo sapeva tutto il Villaggio!-

poi guardò Pain: -E tu devi essere quel tizio con il complesso di Dio...-.

-Pain!- Lo anticipò lui: -Sono Pain!-.

-Ok, ok, calmo...- Rispose lo Tsuchikage: -E quello cos'è? Una testa? Ma è viva! Ah, ho capito, è il tuo fidanzato, Deidara?- continuò ridacchiando.

-Cosa...? Vecchiaccio, ora ti faccio saltare in aria sul serio!- Deidara era oltre la furia. Era un tutt'uno con essa.

-Scusi, signor Tsuchikage...- Disse l'infermiera.

-Eh?- Fece il Doppiogiochista: -Ah sì, puoi andare, continuiamo dopo.-.

La massaggiatrice corse via.

-Allora,- Fece Onoki rivestendosi: -cosa potranno mai volere da un anziano come me dei giovani nukenin provetti?-.

-FARTI ESPLODERE!- Urlò Deidei.

-Sappiamo che stamattina avete trovato uno dei miei corpi.- Rispose Pain: -Lo rivogliamo indietro!-.

Lo Tsuchikage scoppiò a ridere: -Ah-ah-ah! Sì, in effetti abbiamo trovato uno dei tuoi corpi davanti al mio ufficio. Ce l'ho giusto qui. Ma perché dovrei ridarvelo? Konoha ha avuto modo di studiare uno dei tuoi cadaveri, e noi ancora no! Simili fortune capitano una volta ogni... be, mai!-.

Detto ciò, apparvero tre ninja che circondarono i due nukenin. Erano Akatsuchi, Kurotsuchi e il padre di quest'ultima, Kitsuchi.

-E ora abbiamo pure due membri dell'Aka vivi, più o meno, più una testa vivente.- Continuò Onoki: -Perciò...-.

-Deidara?- Disse Pain.

-Che c'è, uhm?- Chiese lei a denti stretti.

-Falli esplodere.-.

-Con piacere.-.

Deidara sputò alcuni uccellini di argilla che si andarono a posare sui tre ninja della Roccia.

-Katsu!-.

BOOOOM

Deidei sorrise.

-Litopugno!-. Deidara fu colpita da un pugno di roccia.

Deidara sbandò indietro, addosso ad Akatsuchi, il quale le vomitò addosso della roccia.

-Arte della Lava, Calce di Congelamento!- Urlò Kurotsuchi. Dalla sua bocca uscì della calce bollente, diretta contro Pain. Ma si fermò a mezz'aria, e tornò indietro, colpendo Kurotsuchi.

Pain compose alcuni sigilli, disse: -Mizurappa!- e un getto d'acqua dalla sua bocca investì Kurotsuchi, solidificano la calce e intrappolandola. Allora Kitsuchi e Akatsuchi passarono al corpo a corpo, ma Pain se ne liberò subito con un doppio Shinra Tensei.

-Arte della Polvere: Coni di Polvere!- Onoki allungò le mani che crearono un cono di... boh, francamente devo ancora capire di cosa sono fatti, ma continuiamo.

Pain schivò il colpo e iniziò con il taijutsu. Onoki era un avversario forte, fluttuando schivava i colpi di Pain.

“Ancora qualche secondo, e potrò usare lo Shinra.” Pensò il dio. Ma non ebbe qualche secondo, perché Onoki gridò: -Tecnica della Pietrificazione!- e Pain rimase, appunto, pietrificato.

-Eheheh!- Ridacchiò Onoki: -Sarà meglio aiutare quei tre...-. Stava per liberare Kurotsuchi, quando...

-Katsu!-. Il cumulo di roccia noto come “Deidara” esplose. La testa bruciacchiata di Sasori rotolò lungo la stanza dicendo: -Ohi ohi ohi ohi ohi ohi ohi ohi ohi ohi ohi ohi ohi ohi...-.

Dalle ceneri spuntò Deidara.

-E così, vecchio, siamo rimasti solo noi due.- Disse la donna.

-Sbagliato: noi due più il Villaggio della Roccia.- Lo corresse lo Tsuchikage.

-Diventa arte! Uhm!- Urlò Deidara, lanciandogli ragni esplosivi.

-Arte della Polvere: Tecnica del Distacco del Regno: Cubo!- Onoki lanciò verso Deidara un cubo di quella roba, che si espanse attorno a lui.

-Katsu!- Urlò Deidara, e i ragni, che si erano appoggiati al Kage, esplosero. Dello Tsuchikage rimasero due piedi di roccia.

“Un clone di roccia?” Pensò Deidara.

-Quassù!-.

Deidara alzò lo sguardo: sopra al cubo librava il vecchio Tsuchikage.

-Preparati a essere polverizzato!- Urlò Onoki.

Prese fiato, ma fu trascinato improvvisamente indietro e il cubo si dissolse.

Si fermò davanti a Pain.

-Tsch!- Fece Onoki.

-Pensavi davvero- Chiese Pain: -che una tecnica simile potesse fermarmi?-.

-Combattiamo all'aperto!- Propose Onoki, che salì di quota, sfondando il tetto. Pain lo seguì.

-E io che faccio?- Gridò Deidara verso il buco. Nessuna risposta.

-Uffa!- Sbottò Deidara: -Ehi, ma quello cos'è?- Deidara si avvicinò a un angolo della stanza.

-È il rotolo!- Esclamò: -Deve essere caduto al vecchiaccio!- lo raccolse.

-Deidara, dietro di te!- Urlò Sasori.

Deidei si scansò appena in tempo, e il Pugno di Roccia di Kitsuchi la sfiorò soltanto.

-Prendi!- Deidara gli lanciò contro altri ragni.

-Forza Deidara!- Urlò Sasori.

-Avanti papà!- Lo incitò Kurotsuchi.

Dopo uno scambio di colpi ripetuti, Deidara capì di essere in una posizione di stallo.

Afferrò la testa di Sasori e disse: -Schiaccia la Talpa!-. Deidara sparì sotto il pavimento.

Kitsuchi guardò attraverso il buco: intravide l'avversaria che fuggiva.

-Maledizione!- Esclamò il ninja della Roccia.

Quando Deidara uscì dall'ufficio, guardò verso l'alto: Pain e Onoki stavano ancora lottando.

-Capo!- Gridò: -Andiamocene da questo schifo di villaggio!-.

Detto ciò creò un grande gufo di argilla e vi montò sopra. Volò via, sorvolando alcuni ninja della Roccia che stavano accorrendo verso il palazzo.

Iniziò a lanciare loro addosso i suoi ragni, urlando: -Katsu! Katsu!-.

Un bambino guardò verso l'alto; vide una sagoma volare nel cielo e lanciare qualcosa di bianco.

-Guarda mamma!- Disse: -Babbo Natale!-.

BOOOOOOOOOOOMMMM

-È esplosa la scuola! Evviva!!!!!-.

Intanto, su nel cielo, Deidara si stava divertendo un mondo: -Ahahah, buona morte!- gridava.

In quella, fu raggiunto da Pain.

-Alla buon'ora, capo!- Disse Deidara.

-Deidara, vuoi che ti butti tra le braccia dello Tsuchikage? Perché ci sta ancora seguendo!- Rispose Pain.

-Eheheh!- Rise Deidara: -Non per molto... KATSU!-.

BOOOOOOOOOOOMMMM

Un'esplosione proveniente dall'ufficio dello Tsuchikage scosse l'aria.

-Maledetta Deidara!- Gridò Onoki dietro di loro, e fece dietrofront.

Quando il Doppiogiochista riuscì a tirare fuori tutti dall'edificio in fiamme, ormai i due ninja e Testa di Sasori erano lontani.

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Capitolo 21
*** RITORNO ***


RITORNO

Base dell'Organizzazione Alba...

-È quasi il tramonto.- Commentò Itachi: -Strano che non siano già arrivati.-.

-Ma pensi davvero che torneranno entro oggi?- Replicò scettica Karin: -Ci vuole metà giornata solo per arrivare al villaggio di Suna!-.

Prima che Itachi potesse risponderle, anche se non sono sicuro che l'avrebbe fatto, si sentirono dei SWOSH SWOSH di un uccello che atterrava, seguiti dalla porta principale che si apriva e dalla voce di Deidara che diceva: -Rifugio dolce rifugio!-.

Deidara e Pain entrarono nella sala, trovando Kakuzu, Itachi e Juugo che si facevano una partita a poker, Karin che si metteva lo smalto alle unghie, il Preta che fissava Kisame e Zetsu e Orochimaru e Kabuto legati alle pareti a testa in giù e imbavagliati, che si scambiavano frasi tipo: -Csssssss Ddr nn sssssmpr stt n fmmn.- e: -Smbr di n, m nn n sn tnt scr...-.

Karin alzò lo sguardo e urlò: -Che schifo! Una testa!-.

-Giusto! A tal proposito, tieni!- Deidara le lanciò la testa di Sasori, che Karin istintivamente afferrò al volo con un “bleah!”.

-Portala in camera mia. Ci sono i suoi copri di riserva.- Le ordinò Deidara.

-Perché io?- Chiese scocciata Karin.

-Perché sennò ti trasformo in una marionetta.- Rispose Sasori.

Karin sospirò: -Ottima ragione.- disse, poi sgranò gli occhi e urlò: -MA PARLA?!- e, ripetendo a se stessa che tutto ciò era sicuramente colpa di Suigetsu e che gliel'avrebbe fatta pagare, salì le scale.

Quando se ne fu andata, arrivò anche la squadra due.

Honan cavalcava all'amazzone una mummia di carta reggendo una testa umana. Anche questa viva. Suigetsu portava in spalla un corpo decapitato sbuffando a ogni passo. Alla fine depositò con la grazia di un elefante sui pattini il corpo su ciò che rimaneva della poltrona.

-Ce ne avete messo di tempo!- Esclamò Deidara.

-Voi non dovevate trasportare un corpo di 60 chili!- Rispose Suigetsu.

-Sono 55!- Lo corresse Honan.

-Come vi è andata? Domandò Deidei.

Honan scese dalla mummia e schioccò le dita. I fogli si dispersero e un cadavere dai capelli arancioni cadde a terra. Honan frugò nella veste e ne tirò fuori un rotolo, mostrandolo trionfante.

“Questo farà sicuramente piacere a Deidara-kun. E lei mi inviterà a...”.

-A voi?- Chiese ancora mezza sognante.

Deidara mostrò loro altre due pergamene.

Prima che potesse aggiungere qualcosa, Kakuzu rovesciò il tavolo da gioco, e le fiches si sparsero a terra, tanto per fare più confusione nella sala.

Kakuzu grido: -ORA MI HAI STUFATO, CIECO DEL CAZZO!- e dalla sua schiena iniziarono a uscire i mostri cuore.

Con un balzo, Itachi si allontanò dal nukenin della Cascata attivando lo sharingan ipnotico, mentre Juugo, ancora seduto, iniziò lentamente a trasformarsi.

-Ehi!- Li riprese Pain: -Diamoci una calmata!-.

-Lui bara!- Disse Kakuzu indicando Itachi.

-Me ne fotto!- Rispose Pain a tono.

Capendo di non poterla spuntare, Kakuzu ritrasse i mostri cuore borbottando: -Non finisce qui.-.

Itachi spense lo Sharingan e Juugo tornò normale.

-Oh, sentite!- Prese a parlare la testa di Kidan: -Mi date una mano?-.

-Uffa!- Sbottò Kakuzu: -Lo sai quanto spreco usando i miei fili per riattaccare le teste?!-.

I membri dell'Aka dissero in coro in stile Ave Maria: - “Ogni filo costa 20 euro, 23 ora che c'è crisi, d'inverno salgono a 25, voi beoti perdete la testa due volte a settimana, e a Deidara ogni giorno cadono le braccia, quindi sono altri due fili, che fanno in totale...”-.

-Molto simpatici...- Li interruppe Kakuzu, che afferrò testa e corpo di Hidan e li riattaccò (e addio a altri ventitré euro).

Kidan cadde pesantemente a terra, massaggiandosi il collo. -Ahi!- Disse: -Fa un male cane!-.

Honan alzò le spalle: -Benvenuta nel mio mondo!- esclamò.

Suigetsu, che fino a quel momento era rimasto a osservare la scena, si avvicinò alla sua spada e disse: -Ehi! Chi me l'ha graffiata?-.

Itachi si voltò verso la spada e rispose: -Non l'abbiamo nemmeno toccata. E poi dove lo vedi il graffio?-.

Sui divenne rosso: -Perché tu, che hai la vista di una talpa morta e competenze sulle spade pari a quelle di una formica, pensi di riuscire a vedere un solco, nonostante sia ENORME?-.

-Sì-.

-IO...-.

-A nessuno importa della tua stupida spada!- Intervenne Pain.

Suigetsu si nascose piccolo piccolo dietro al divano, spaventato dai raptus d'ira del dio.

-Ora,- Continuò Pain: -tirate fuori i miei corpi da quelle pergamene, così posso far tornare normale la mia Konan!-.

-Oh, amore!- Kidan fece per abbracciare Pain, ma fu prontamente fermata da Deidara.

-Cerca di evitare.- Disse la ninja soffocando un colato di vomito: -Ti prego.-.

-Oh, giusto.- Si ricompose Kidan: -scusate.-.

In quella scesero Karin e Sasori, che usava il suo corpo di riserva.

-Che ci siamo persi?- Fece la rossa.

Pain rimandò giù il vomito: -Nulla.-.

Deidara e Honan si fecero avanti e aprirono i rotoli. Con tre PUF simultanei, apparvero tre cadaveri pieni di percing.

Deva-Pain si avvicinò al corpo al centro, che era un tizio alto e dai lunghi capelli arancioni.

Disse: -È lui!-. E chiuse gli occhi.

Passò qualche secondo, e Pain li riaprì.

-Non funziona!- Esclamò. Iniziò a picchiettare la fronte del cadavere: -Deve essersi rotto.-.

-E quindi...?- Chiese sconsolata Honan.

Pain raccolse l'altro Pain, che Honan aveva fatto cadere, dicendo: -Mi basta riattivare questo, e siamo a cavallo.- chiuse gli occhi, e quando li riaprì, l'altro Pain alzò la testa.

Deva sorrise: -È fatta! Entro domattina sarà come nuovo!-.

Kidan alzò la mano: -Non ho capito molto bene...-.

-Ehm, lui vi può far tornare normali!- Si affrettò a spiegare Pain: -Ma non c'entra assolutamente niente con il misfatto.-.

-Ah, se lo dici tu...- Disse l'altro.

Naraka-Pain compose i sigilli della tecnica del richiamo e fece comparire una gigantesca testa viola, che tirò fuori la lingua e mangiò i cinque Pain.

Deva batté le mani. -Ora,- disse: -si è fatto tardi! Suggerirei di andarcene a letto; voi del Taka potete mettervi qui sui divani.-.

E dato che i suggerimenti di Pain sono da considerarsi ordini, nessuno osò protestare, anche perché tutti erano stanchi dopo quella dura giornata.

Quando i membri dell'Aka se ne furono andati, compresi Kisame e Zetsu portati da Kakuzu, Pain si rivolse ai tre del Taka: -Non fatevi sfuggire quei due serpenti.- ed entrò nella testa viola.

Non appena la bocca si chiuse, Sui e Karin gridarono: -Il divano è mio!- e si buttarono sul divano. Juugo si mise comodo sul sofà, e si addormentò subito, mentre gli altri due lottarono per un altra mezz'ora, fino a quando Karin gridò: -PIANTALA COYONONE MI HAI LASCIATA INCINTA HAI DELLE RESPONSABILITÀ E LASCIAMI DORMIRE!- e lo buttò giù dal divano, dove svenne.

Di fronte alla camera di Pain...

Kidan e Honan si fissavano in cagnesco.

-Hidan...-.

-Konan...-.

-Che ci fai qui?-.

-Ci dormo.-.

-Non farmi ridere: io ci dormo.-.

-Io ho il tuo corpo, perciò anche la tua stanza.-.

-Te lo sogni!- Kidan estrasse la falce.

-Sì, nel tuo letto!- Honan creò con la carta un po' di shuriken.

Mezz'ora dopo, dentro la stanza...

Honan si massaggiò il mento sanguinante e Kidan la spalla slogata. Si sdraiarono sul letto matrimoniale.

-'Notte Kidan.-.

-'Notte Honan.-.

Poche ore prima, ufficio del Raikage...

L'ufficio era silenzioso. La carta aveva portato via i suoni, così come i colori.

Il silenzio fu però interrotto da un: -Arr!- e dal TONF del Raikage che atterrava.

A si guardò intorno e individuò suo fratello: -Che stai facendo, Bee!- urlò: -Non è il momento di dormire!- e sferrò un pugno al secondo bozzolo. I fogli caddero a terra assieme alla forza portante.

Bee si alzò, tenendosi la pancia con una mano. Disse: -Ahio! L'hai fatto apposta o sbaglio?-.

-Smettila di perdere tempo e muoviti!- Replicò l'altro.

Con un calcio, sfondò la porta che portava all'ufficio della sua segretaria Mabui. Lei era seduta sulla sedia della sua scrivania, cosa che sarebbe normale se non avesse avuto le mani legate dietro lo schienale con due fogli di carta; lo stesso valeva per la bocca e le gambe. Ai piedi della scrivania c'era un altro ninja biondo, anche lui legato e che si dimenava per liberarsi.

-Mabui! Shee! Non è il momento di dormire!- Gridò il Raikage, che con un paio di Elbow liberò la segretaria.

Bee, usando un paio di spade, slegò anche Shee, il quale disse: -Mi perdoni Raikage-sama, mi hanno colto di sorpresa.-.

Il Raikage divenne rosso e le sue orecchie iniziarono a sbuffare. Con un pugno distrusse una parete.

Urlò: -VOGLIO QUEI TIZI DELL'AKATSUKI DENTRO I MIEI SACCONI DI BOX ENTRO ORA, CAPITO!?!-.

-Si calmi, Raikage.- Fece calma Mabui, abituata a simili sfoghi d'ira. Ad esempio, una volta il Raikage aveva ordinato di portargli le teste di tre cani che gli avevano pisciato addosso e che erano scappati nella Foresta Della Morte, Dell'Orrore, Del Doposcuola E Di Tutte Le Cose Brutte.

-Tra l'altro,- Continuò: -non sappiamo dove si nascondono.-.

Il Raikage abbozzò un sorriso. -Non ne sarei troppo sicuro! Ho usato il Jutsu della Nuvola Inseguitrice sulla pergamena. Ora la mia nuvola ci porterà dritti da loro.- Si rivolse a Shee: -Chiamami Omoi e Karui!-.

-Sono in licenza a Konoha, Raikage-sama.- Rispose quello.

-Accidenti!- Il Raikage sfondò un altra parete con un altro pugno: -Allora chiamami Darui! Preparatevi, Akatsuki! Stiamo arrivando!-.

Contemporaneamente, nel Villaggio della Nebbia...

Ao guardò la porta chiusa. Disse: -Cosa facciamo adesso? Non possiamo lasciargli quelle foto!-.

Da dietro la porta, la voce di Mei rispose: -Il rotolo sta già facendo la mappa. Ho avuto una grande idea nel collegarlo al corpo con una tecnica!-.

-Ma, in realtà era una mia idea...- Protestò l'altro.

-Stessa roba!- Tagliò corto la donna: -Tieni!-.

La porta si aprì e una mano reggente un rotolo spuntò dalla fessura. Mei disse: -Portala alla squadra assassina!-.

In quella entrò ansimando Chojuro.

-Signora Mizukage, cos'è successo?- Chiese lui tra un sospiro e l'altro.

-Nulla di grave.- Lo rassicurò lei. Dalla fessura Mei guardò Chojuro: -Che ti è capitato?-.

Chojuro si massaggiò la guancia: -Niente, non si preoccupi, mi ha solo investito una porta...-.

-Oh, poverino!- Mei uscì dalla stanza ancora nuda dalla vita in su. Sotto lo sguardo sognante di Ao, si avvicinò a Chojuro e gli toccò la guancia: -Ti fa tanto male?- domandò preoccupata.

-No, io sto...- Chojuro fu bloccato dall'abbraccio materno della Mizukage.

-N-non è niente...- Balbettò il ragazzo.

Ao fissava la scena invidioso: ma perché a lui non toccava mai niente del genere? Gli capitava di meglio, ok, ma questo no!

I suoi pensieri si interruppero quando Mei gli disse seccata: -Che ci fai ancora qui?-.

-Ah, ehm nulla...- Rispose Ao e se ne andò diretto al centro-squadra-assassina. Riuscì a sentire la Mizukage che diceva: -Ora ti porto dal medico che ti da una pomata, ok?-.

Nel frattempo, nell'ufficio del Kazekage...

Gaara si rimise a sedere. Entrò Baki, il fido consigliere del Kazekage, assieme a una squadra ANBU.

-Dove sono?- Chiese.

-Se ne sono già andati.- Rispose secco Gaara.

-E il rotolo?-.

-Con loro.-.

Baki rise: -Bene! Chiamiamo Temari e Kankuro! Seguiranno il grande sentiero dorato! Ahahahah! Di sabbia dorata!-.

Gaara sospirò: -Se proprio dobbiamo...-.

All'esterno dell'ufficio dello Tsuchikage...

Onoki depositò Akatsuchi a terra, ancora svenuto per lo Shinra di Pain.

Guardò il palazzo in fiamme: -Sono tutti fuori?- chiese.

Con un pugno, Kitsuchi liberò la figlia: -Sì, nessuna vittima fortunatamente, nemmeno tra i civili.-.

-Deidara ci è andata piano.- Commentò lo Tsuchikage.

-Maledetta Deidara!- Imprecò Kurotsuchi.

Onoki tirò fuori dalla tunica un palmare con uno schermo nero e al centro un puntino rosso: -La microspia sta già funzionando! Kitsuchi, prendi loro due e una squadra di ninja e trovali!-.

Lo shinobi della Roccia annuì, issò sulle spalle Akatsuchi e se ne andò con la ragazza.

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Capitolo 22
*** L'INVITO ***


L'INVITO

La mattina dopo, nella camera di Pain...

Honan aprì gli occhi. Non dormiva così bene da quando era entrato nell'Organizzazione Alba! Com'era fortunato il capo!

E poteva avere anche una magnifica vista: quella di se stesso che dormiva.

-Accidenti se sono bellissimo!- Esclamò.

Kidan borbottò nel sonno e si risvegliò.

-Ehi! Non starmi così vicino!- Disse: -È molto strano in effetti...- Kidan si alzò, pettorali al vento.

Anche Honan si alzò, con ben altro al vento [eh eh eh].

Si rivestirono.

-Comunque...- Iniziò Kidan: -...non te la sei cavata male ieri. È difficile controllare la carta, sai?-.

-Grazie.- Fece l'altra, un po' sorpresa, dato che di solito Konan gli urlava contro frasi tipo: “Smettila di sacrificare i cartai!” o “Piantala di imprecare come uno scemo quando passi davanti a una chiesa!”.

-...Anche tu sei stata... bravina...- Rispose l'altra: -...Maneggiare la falce non è uno scherzo...-.

Anche Kidan era un po' sorpreso: normalmente Hidan sbraitava quando per sbaglio sfiorava la sua falce o, sempre per errore, la ricopriva di carta per pulirla dal sangue.

-Ma oggi...- Disse poi: -...finalmente, torneremo normali...-.

Kidan rise: -Come se lo fossimo mai stati!-.

Anche Honan rise: -Come se mai lo saremo!-.

Dopo qualche risata, tornarono seri.

-È stato Pain?-.

-Già.-.

Kidan non parlò per un po'. Poi fece: -Allora andiamo?-.

-Andiamo.-.

Intanto, nella camera di Itachi e Kisame...

Itachi si svegliò. Per un attimo, si dimenticò ciò che era successo il giorno prima; pensò che fosse stata una giornata come le altre. Poi si ricordò.

Il nukenin guardò Kisame, che ancora dormiva.

Si alzò dal letto e si avvicinò a quello di Kisame.

-Kisame?- Domandò piano: -Ci sei?-.

Kisame continuò a dormire.

“Proviamo così...” Pensò Itachi.

-Kisame, ho bisogno del tuo aiuto!- Urlò.

Kisame aprì gli occhi, gridando: -Ti salverò io, Itachi-kun!- poi si guardò intorno: -Dove sono?-.

Qualche minuto dopo, nel salone...

-COME SAREBBE A DIRE CHE NON È ANCORA PRONTO?!?!?!-.

Kidan stava strangolando il Deva.

-Konan cara, cerca di capire:- Disse l'altro con un filo di voce: -hanno tanta droga in corpo da uccidere una mandria di elefanti...-.

Kidan mollò la presa.

-E ALLORA?-

-E allora, un braccio in meno? Uno scherzo! Smembramento e sezione di organi? 'Na cavolata! Droga? Sono cazzi!-. Una spiegazione esaustiva.

Kidan digrignò i denti, dicendo: -E allora quanto ci vorrà?-.

-Poco, pochissimo!- La rassicurò il dio: -Entro domani all'alba...-.

-DOMANI ALL'ALBA?!?!- Altro strangolamento.

Gli altri, nel frattempo, osservavano la scena senza parlare.

Arrivarono Kisame e Itachi.

-Guarda!- Fece Pain: -C'è Kisame!-.

Kidan si voltò. C'era davvero Kisame. E sembrava un po' stupito.

Fissò nuovamente Pain.

-Non finisce qui!- Promise.

-Dunque...- Disse Kisame: -...tu sei Konan,- e indicò Kidan:- e tu sei Hidan.- e indicò Honan, che si stava scaccolando.

-Tu sei una donna...- E indicò Deidara: -...e tu sei incinta di lui.- e indicò Karin e Suigetsu (Karin stava convincendo Suigetsu a portarla al bagno e contemporaneamente a darle una piadina col kebab).

Kisame si grattò la nuca: -Ed è tutta colpa di Tobi? Accidenti!-.

Pain si schiarì la gola e si rivolse a Kakuzu: -Zetsu?-.

-L'ho sorvegliato tutta la notte, e si è un po' scongelato, ma non penso che si riprenderà presto.- Rispose Kakuzu.

-Peccato.- Disse Pain: -Kisame, Itachi ti ha informato vedo. Ora è il tuo turno.-.

Kisa annuì. -Sapete meglio di me dove mi avete trovato. Io ricordo che, a un certo punto della sera, sono arrivati quei due- E guardò Kabuto e Orochimaru, che ancora dormivano: -e li abbiamo attaccati. Ma loro mi hanno fregato la Samehada, e mi hanno costretto a bere il... come lo hai chiamato, Itachi-kun?-.

-...-.

-...Serpis, giusto. E poi boh, mi ricordo dell'arrivo di Itachi e Zetsu... mmm... ah, sì, io sono salito e ho offerto da bere a Suigetsu... e poi lui è... come dire...-.

-...-.

-Giusto! Come ha detto Itachi. E poi mi ricordo di essere stato trasportato giù da basso. Poi Naruto è uscito dal sacco e...- Kisame iniziò a ridacchiare.

Pain lo fissò: -E...-.

Kisame si grattò dietro l'orecchio. -Beh, insomma, ha dato sfogo alle sue tecniche migliori...-.

Kisame ridacchiò ancora, ma vedendo che nessun altro rideva, concluse: -...poi non ricordo. Ah no, anche una cosa strana: un pezzo di carta che bruciava.-.

-Un pezzo?- Chiese Pain: -Che pezzo?-.

Kisame si grattò ancora l'orecchio. -Questo non lo ricordo.-.

Pain lo fissò: -Hai prurito da qualche parte?-.

Kisame aprì la bocca per parlare, ma lo anticipò la voce di Orochimaru che diceva: -È un effetto collaterale del sssssssserpissssssss. Ci ssssstiamo ancora lavorando.-.

I presenti si voltarono per guardare Kabuto e Orochimaru. I due erano svegli e, soprattutto, si erano liberati e sedevano sul pavimento.

-Tranquilli, non vogliamo scappare.- Disse Kabuto.

Deidara alzò un sopracciglio: -Perdonami se non ti credo.-.

-Avevamo tutta la notte per farlo,- Spiegò Orochimaru: -ma abbiamo convenuto che è meglio rimanere qua.-.

-Perché voi siete bravi cittadini ben disposti a dare una mano.- Disse Sasori.

-Intanto, abbiamo una soluzione per l'uomo-pesce qui.- Replicò Kabuto.

Senza smettere di grattarsi, Kisame chiese: -E cioè?-.

-Devi saltellare.-.

Kisame saltellò.

-Su un piede solo.-.

Kisame saltellò su un piede solo.

-E ora metti le mani alle ascelle e agita le braccia.-.

Kisame mise le mani alle ascelle e agitò le braccia.

-Fai coccodè.-.

Kisame fece coccodè.

Kabuto e Orociok si misero a ridere.

-Non funziona!-Fece Kisame.

-No,- Rispose Kabuto soffocando una risata: -ma ho sempre sognato di vedere un pesce gallina! Ahahahahah!-.

-Brutti...- Kisame fece per prendere la Pelle di Squalo dalla schiena, ma la mano si chiuse a vuoto.

Kisame si guardò intorno: -Dov'è la mia spada?- chiese.

-Mi spiace, Kisame,- Disse Deidei. -non l'abbiamo trovata.-.

-COOOOOOOOSAAAAAAAA?!?!?!?!?!?!?!?- Kisame iniziò a correre lungo la stanza, urlando: -Samehada! Samehada! Dove sei?!?! SAMEHADA!?!?!?!-.

Ciò provocò una nuova ondata di risate ai due ninja del suono.

-Ora basta!- Pain lanciò uno dei suoi pali, che si conficcò proprio tra le due teste dei nukenin.

I due smisero di ridere e deglutirono preoccupati.

-C'è qualcuno che abbia una buona notizia?!?!?!- Gridò il leader dell'Aka.

Kakuzu alzò una mano. Prese la parola: -In realtà non so se è buona o cattiva, ma è una notizia.-.

Detto ciò prese una mazzetta dalla tunica, e spiegò: -Ieri stavo contando i miei soldi, quando ho trovato questo.- Detto ciò, frugò tra i soldi e tirò fuori un piccolo quadratino di carta. Iniziò a leggere: -“Con la presente siete..., …ottobre a Konoha i..., ...couple party...”.-.

Calò il silenzio. Anche Kisame smise di correre e grattarsi.

Tutti iniziarono a pensare: cosa significava quel biglietto?

 

 

 

Itachi ripensò alle parole del messaggio di Tobi: “Indizi per il premio finale, indizi, indizi...”.

Itachi ruppe il silenzio: -Kakuzu, dove hai trovato il biglietto?-.

Kakuzu lo guardò: -Tra i miei soldi.-.

-Ma quelli non sono i tuoi soldi, vero?-.

Gli altri lo guardarono incuriositi: dove voleva andare a parare?

-Certo che sono i miei soldi!- Si seccò Kakuzu.

-Ma prima...- Continuò Itachi: -...prima non erano tuoi, dico bene?-.

Kakuzu socchiuse gli occhi. -Pezzo di...-.

-Prima erano di Deidara, vero?-.

Deidara si controllò le tasche e sgranò gli occhi.

-E prima ancora, del Preta-Pain, vero Deidara?-.

Anche Deidei socchiuse gli occhi: -Cosa stai insinuando, uhm?-.

-Pain- Lo ignorò l'altro: -sputa un attimo gli altri quattro corpi.-.

Deva, che iniziò a intuire l'idea di Ita, fece sputare Naraka, Manusya, Asura e Tyrag-yoni.

-Dove hai preso i soldi, Deidara?- Domandò Pain.

Deidei sbuffò. -Nella tasca interna destra.- Disse poi.

Pain e Itachi perquisirono i quattro corpi. Dalle quattro tasche estrassero trionfanti altrettanti triangolini di carta.

-Kakuzu, dammi il foglietto.- Ordinò il dio.

Kakuzu glielo diede, e i due nukenin misero a terra i frammenti. Gli altri si avvicinarono curiosi, compresi Orociok e il discepolo.

Tutti lessero il seguente messaggio:

 

“Ufficio Hokage di Konoha, 26-9-2014

Con la presente siete invitati a partecipare,

il giorno 09 ottobre 2014, a Konoha,

in via Monkey D. 32,

al couple party che durerà dalle 20.00

all'alba del giorno dopo.

 

Questo invito è valido per due persone.”

 

Calò nuovamente il silenzio. Pain fece per parlare, ma fu interrotto da dei TUMP TUMP provenienti da sotto di lui. Abbassò lo sguardo e, un attimo dopo, il pavimento saltò in aria.

Pain si tirò indietro appena in tempo.

-Questa sì che è arte!- Esclamò entusiasta Deidara.

Dalle ceneri emerse una sagoma umanoide.

-Ma quello...-.

-Sbaglio o lui è...-.

-SASUKE-KUN!- Karin si buttò addosso a Sasuke, che però si scansò e Karin cadde nel cratere con un: -AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!-.

Anche Orochimaru scattò in avanti, urlando: -Dammi il tuo corpo!-.

Ancora una volta, Sasuke si spostò, e Orociok cadde proprio sopra Karin.

-Ohi...- Fece lei.

Sasuke sembrava un po' strano: si muoveva come se non riuscisse a reggersi in piedi, sbilanciandosi avanti e indietro. Iniziò a muoversi verso Itachi, solo che lui ne vedeva tre.

Disse: -...Ti ucciderò, Itachi...-.

-Non provi abbastanza odio.- Rispose freddo lui.

A pochi passi dal fratello, Sasuke crollò a terra, e vomitò.

-Ecco, questo è un altro effetto collaterale.- Spiegò Kabuto.

Kisame e Kakuzu afferrarono il ragazzo per le braccia e lo sollevarono.

I due fratelli si ritrovarono faccia a faccia, l'uno calmo e in passibile, l'altro pallido come il fantasma dell'Omino Bianco e che sembrava uno straccio.

-Ti odio, Itachi...- Riuscì a dire Sasuke prima di vomitare di nuovo.

Dal cratere riemerse Karin: -Sasuke-kun!-.

Karin era sull'orlo del pianto. Sollevò Orociok e iniziò a strozzarlo: -Cosa hai fatto al mio Sasuke, dannata serpe!?!?!?!- iniziò a scuoterlo avanti e indietro.

-Aaaaaiiiiiiuuuuuuutooooooo!!!- Urlò l'altro.

Pain si avvicinò ai due.

-Anche se tutti i presenti lo vorrebbero morto, ci è più utile vivo.- Disse Pain a Karin.

-IO L'AMMAZZO!!!- Sbraitò l'altra.

-Avanti, non rendere le cose troppo difficili...- Ma dato che le parole di Pain non sembrarono sortire alcun effetto, il Deva con un Bansho Tenin attirò la rossa, e Orochimaru crollò a terra, respirando affannosamente.

-Che ne facciamo?- Chiese Kakuzu che reggeva ancora Sasuke.

-Sdraiatelo sul divano.- Fu la risposta.

I due eseguirono l'ordine ma Sasuke sembrava avere altri piani: si alzò barcollando e mosse contro il fratello, borbottando: -Vendicherò il mio clan...-.

Sasori lo fermò: -Ne sono sicuro,- disse: -ma non oggi.- e lo rimise sul divano.

Deidara schioccò la lingua. -Allora, che ne facciamo dell'invito?-.

-Quello che si fa di solito con gli inviti:- Rispose Itachi: -lo usiamo.-.

Kisame smise momentaneamente di grattarsi, dicendo: -Ho sempre sognato di andare ad un couple party!-. Ovviamente intendeva dire: “assieme a Itachi-kun!”.

-Spiacente, temo che dovrai aspettare ancora.- Lo deluse il Deva: -Sei un po'...-.

Guardò il ninja alto qualche paia di metri, dalla pelle blu, con i denti da squalo e che a furia di grattarsi si stava scorticando.

-...riconoscibile- Concluse.

-Mi basterà usare la Tecnica della Trasformazione!- Replicò l'altro speranzoso.

Pain scosse la testa: -Mi spiace,- disse: -a Konoha mettono sempre all'entrata un jutsu-anulla-trasformazioni.-.

Dei aggrottò la fronte: -E tu come fai a saperlo?-.

Pain e Kidan divennero rossi.

-...io...- Iniziò il dio: -...l'ho scoperto per un...-.

Tutti lo fissarono.

-...informatore?- Tentò.

Scossero la testa.

-Ecco...- Disse Kidan: -...vi prego di non saltare a conclusioni affrettate...-.

Kisame lo guardò stranito.

Kidan lo squadrò: -Che hai?-.

-Nulla,- Fece lui: -è solo strano sentire dire Hidan certe cose e Konan dire...-.

-Stupide caccole! VI SACRIFICO!-.

-...ecco, appunto.-.

-Uhm, sentì un po', Fessochimaru,- Deidara prese la parola: -oltre al prurito e al...- fece un cenno col capo verso Sasuke, che stava vomitando sul divano. [Sapete quanto mi costerà? Nd Kakuzu]

-...a quello,- Riprese Deidei: -ci sono altri “effetti collaterali”?-.

Orochimaru si rialzò.

-Mi fa piacere che tu me l'abbia chiesssssssto.- Disse: -Sssssì, ce ne ssssssono alcuni, che ssssssi manifessssssstano due giorni dopo l'asssssssunzione; se non sbaglio ssssssono: male alla sssschiena...-.

La colonna vertebrale di Karin fece CRACK: -La mia schiena!- disse con voce strozzata.

-...parole dette al contrario...-.

-?osnes ehc nI- Chiese Pain.

-...rigidità muscolare...-.

-Non riesco a muovermi!- Disse Kakuzu: -Aiuto!-.

-...convinzione di ssssssssssaper volare...-.

Kidan salì sulla poltrona, urlando: -Posso volare!- e si lanciò. Per un momento sembrò riuscire a volare, ma poi crollò a terra di faccia, borbottando: -Ahi...-.

-... allucinazioni...-.

Suigetsu si guardò intorno con occhi da folle: -Samehada!- esclamò: -Sono dappertutto!- e corse ad abbracciare una sedia.

-...cecità...-.

-Non ci vedo!- Urlò Itachi.

-Grande scoperta...-.

-...sssssordità...-.

-Che hai detto?- Chiese Sasori.

-...ssssslanci di generosssssità...-.

-Chi vuole dieci euro?- Domandò Kabuto.

-IO! IO!- Senza muovere corpo o braccia, ne cambiare espressione facciale (ma tanto aveva la maschera), Kakuzu iniziò a saltellare verso Kabuto, ma cadde subito in avanti, continuando però a non muoversi.

-...attacchi di depresssssione...- Orochimaru guardò Honan e Deidara: -Niente? No? Bene!-.

Detto ciò, fece un passo verso di loro, ma mise male il piede e si storse la caviglia.

-Quessssta vita non ha più senso!- Orociok scoppiò a piangere.

Deidara ruotò le pupille: -Uhm, quante storie... altro?-.

-Sssssì, una cossssssa, - Disse Orochimaru tra un paio di singhiozzi: -raptussssss folli.-.

Suigetsu smise di abbracciare la sedia, Kidan si bloccò poco prima di saltare dal sofà, Karin si raddrizzò di scatto, Kabuto smise di offrire denaro, Sasuke ingurgitò il proprio vomito, Kisame smise di grattarsi e Itachi di brancolare in mezzo alla stanza.

Tutti si voltarono verso Jugo. Il ragazzo era seduto su una sedia e teneva la testa bassa, assorto nei suoi pensieri.

Alzò la testa e guardò gli altri: -Che c'è?- domandò.

Fecero tutti un passo indietro: -Nulla.- risposero con finta noncuranza.

-Ok.- Disse l'altro.

Silenzio.

-Sentite...- Iniziò Itachi.

-Di qua!- Lo richiamo Deidara.

Itachi si girò: -Sentite, è chiaro che le uniche persone che stasera possono andare alla festa, mi pare ovvio che sono Deidara e... Honan! Piantala!-.

Honan, che stava facendo le linguacce in faccia a Itachi e gli faceva le corna, si bloccò.

-Io?- Chiese.

-Io?- Fece Deidara.

-Io?- Domandò Kidan.

-?ieL- Disse Pain.

Kisame smise nuovamente di scorticarsi: -Ma se sono dello stesso sesso! Credo! E poi conosceranno sicuramente le loro facce!-.

Itachi rise: -E noi faremo in modo che non le guardino neanche le loro facce.-.

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Capitolo 23
*** UN BEL BAGNO CALDO ***


UN BEL BAGNO CALDO

Da qualche parte...

La squadra ninja della Nuvola correva lungo il sentiero asfaltato. Killer Bee era in testa, affiancato da Darui e Shi, e seguito da Atsui, Samui e dagli ANBU. Tutti fissavano il cielo, dove una piccola nuvola si muoveva controvento a una velocità superiore al normale.

-Peccato che non ci dica quanto manchi...- Commentò Darui.

-È già tanto avere un'indicazione. Io di solito mi arrangio con molto meno.- Replicò Samui.

-Uhm, ragazzi...- Disse Shee.

-Non possiamo essere tutti bravi come te.- Rispose Darui voltandosi verso Samui.

-No, non potete.- Disse la ragazza.

-...ragazzi, ci sarebbe...-.

-Però non ci facciamo stendere da qualche foglio.- Continuò Darui.

-...ma c'è una...-.

-Ma non sapete usare decentemente una mannaia.-.

-...sentite...-.

-Vogliamo vedere?-.

-RAGAZZI!- Urlò Shee.

-Che c'è?!- Chiesero in coro i due ninja.

Shee indicò qualcosa in avanti.

I due seguirono il dito... e sbatterono contro una montagna.

-Io li avevo avvertiti...-.

Da qualche altra parte...

-Tre passi a destra.-. La squadra assassina fece tre passi a destra.

-Altrettanti a sinistra.-. La squadra assassina fece tre passi a sinistra.

-Fai un salto-. La squadra assassina fece un salto.

-Fanne un altro. Fai la gira...-.

-Ma scusa, cosa c'entra?- Domandò Chojuro.

Ao guardò la pergamena: -Ops! Rotolo sbagliato.- lo rimise nella tunica e ne prese un altro.

-Ecco qua.- Disse trionfante.

-Ehi, dì un po':- Fece un ninja alle sue spalle: sai perché ci chiamiamo “Squadra Assassina”?-.

-Ah, questa è facile!- Rispose Ao: -È perché siete addestrati a uccidere... Uh-uh.-.

-Comincia a correre.- Continuò l'altro.

Ao iniziò a correre in cerchio attorno a Chojuro, inseguito da degli Anbu infuriati e gridando: -Aiutami, Chojuro!-.

Chojuro, invece, raccolse il rotolo che era caduto al compagno e lo esaminò.

-In teoria,- disse il ragazzo: -dobbiamo andare a sinistra, verso...- sollevò lo sguardo: -la “Palude Della Disperazione Da Cui Nessuno È Mai Uscito Vivo Ahahah!!!”.-.

I ninja si bloccarono.

-Promette bene.- Disse il ragazzo: -Andiamo!-.

Da qualche altra altra parte...

-Sei sicuro che la microspia funzioni bene?- Chiese Kurotsuchi al padre.

La squadra era ferma in cima a una scogliera.

-Assolutamente.- Rispose Kitsuchi.

-E allora come hanno fatto a raggiungere il villaggio?- Domandò scettica la ragazza.

-Devono aver volato.- Rispose Akatsuchi: -Fortunati loro...-.

-E noi?- Chiese Kurotsuchi.

-C'è solo una soluzione.- Rispose il padre.

Gli altri shinobi, composti i sigilli, dissero: -Arte della Terra: Ponte di Pietra!-.

Dalla scogliera partì una lunga piattaforma di roccia che si si diresse verso l'orizzonte.

Senza staccare le mani da terra, Kitsuchi disse alla figlia: -Purtroppo ci vorrà un po' per completare il ponte.-.

-E nel frattempo che facc...-.

Prima che potesse finire, Kurotsuchi fu sbalzata via dallo spostamento d'aria provocato dalla ricorsa di Akatsuchi, che intanto gridò: -Tuffo bomba!- e si buttò.

-Bah,- Fece la ragazza: -Se sei a Roma... Arrivo!- e si tuffò anche lei.

Da un'altra... avete capito...

Matsuri e Maki si piegarono avanti per riprendere fiato.

-Trovato niente?- Chiese Baki.

Maki alzò la testa: -Niente.- disse ansimando.

-Accidenti!- Esclamò Baki: -Dovevamo capire che un jutsu rilascia sabbia non era una grande idea in mezzo al deserto!-.

Temari e Kankuro si guardarono. Entrambi pensavano: “Io un dubbio me l'ero fatto...”.

-Ma non possiamo farci perdere un'occasione del genere!- Continuò l'altro, che iniziò a fissare concentrato la sabbia.

Matsuri si avvicinò: -Cosa cerchi?- domandò.

-La sabbia di Gaara è più dorata di quella normale.- Spiegò Baki.

-Ah.- Fece l'altra.

Anche Temari si avvicinò.

-Lo sai -Disse la ragazza: -che le probabilità di trovare la sabbia giusta è una su...-.

-TROVATA!-.

Temari sgranò gli occhi: -Sul serio?-.

-SEGUITEMI!- E iniziò a correre.

Kankuro si avvicinò alla sorella: -Speriamo bene.- disse.

Nella base dell'Organizzazione Alba...

-NO! MI RIFIUTO!-.

Non era né Honan, che aveva accettato di andare alla festa pensando che fosse l'occasione giusta per avvicinarsi a Deidara, né Deidara, che non vedeva l'ora di avere tra le mani Tobi per riempirlo di C4, né Kidan, che era riuscito, con il suo “carisma femminile”, ad arrivare a un “giusto accordo” con Honan, bensì Pain. Non il Deva, che ancora non riusciva a parlare, ma il Preta, sputato per essere usato come voce dal dio, essendo il meno guasto tra i cinque Pain.

-LUI NON USERÀ IL CORPO DELLA MIA ADORATA KONAN PER ANDARE AD UN COUPLE PARTY CON DEIDARA!- Gridò.

-Avanti capo...- Fece Itachi.

-È dietro di te.- Suggerì Deidara.

Itachi si voltò.

-Avanti capo! Tu hai detto che vuoi trovare Tobi!- Disse il nukenin.

-Beh, ho cambiato idea!- Rispose Pain.

-Capo,- Disse Kisame: -tutti qui vogliono riaverlo (per picchiarlo). Non puoi essere così testardo.-.

-!òraf ol e ,ossoP- Disse il Deva.

I membri di Alba presenti, meno Kakuzu che non poteva muoversi e Sasori che non capiva cosa stessero dicendo, scrocchiarono le dita.

-In tal caso,- Disse Itachi: -ci spiace, ma ci costringi a farlo.-.

Così, dieci minuti dopo, dopo aver legato i due Pain, averli ributtati nella testa viola e aver tappato la bocca alla testa in questione, i nukenin si misero a cerchio per discutere del piano.

-Allora...-.

-Di qua, Itachi-kun-.

-Allora, come stavo dicendo, Deidara e Honan non devono farsi riconoscere. Perciò, ovviamente, non dovranno dare nell'occhio. Capito?-.

-Certo, Itachi, mi pare ovvio...- Disse Honan, pensando: “Eheheheh”.

-Dovrete cercare qualsiasi indizio riguardante Tobi, senza farvi coinvolgere nella festa.- Continuò Itachi.

-Guarda che noi siamo dei professionisti!- Disse Honan con finto sdegno.

-Se lo dici tu... Ora però, Orochimaru...-.

-A sinistra.-.

-...Orochimaru, dicevi di avere una medicina per questi effetti collaterali, giusto?-.

-Ssssì,- Sibilò il ninja: -in realtà bassssta un ssssemplice bagno caldo: il calore farà esssspellere la droga.- poi il suo volto si incupì: -Ma a che sssserve? Questa vita non ha sssenssso!-.

-Se ti vuoi suicidare,- Disse Kakuzu: -prima dammi i tuoi soldi!-.

-E quanto ci vorrà per espellerla completamente?- Domandò Itachi.

-Suderemo per il resto della giornata.- Rispose Kabuto.

-!IUQ ID ERICSU IMETAF- Urlò Pain da dentro la testa.

-Che ne facciamo di lui?- Chiese Deidara.

-Non appena il Naraka si starà aggiustato abbastanza,- Rispose Ita: -scioglierà la tecnica. Perciò dobbiamo premunirci.-.

-Come?- Chiesero tutti.

Mezz'ora dopo...

-Kai!-.

PUF

La testa scomparve in una nuvola di fumo, e sei uomini pieni di percing caddero a terra.

-!idratsaB- Esclamò Deva.

I sei si rialzarono e si avvicinarono alla porta.

-...occeb il eS- Deva aprì la porta. Un'enorme massa d'acqua calda li investì.

-?...enimaid ehc aM- I Pain nuotarono verso la porta, ma l'acqua li respinse indietro.

Una voce risuonò nell'acqua: -Pelle di Squalo! Sei Pelle di Squalo!-.

-...ustegiuS- Borbottò Deva-Pain.

Contemporaneamente, nel bagno residenziale di Pain, gli altri si stavano godendo una sauna in una grande vasca circolare rialzata. Kidan reggeva Kakuzu e Sasori Sasuke, mentre Kisame nuotava felice in mezzo alla piscina.

-Devo ammetterlo, Itachi, hai avuto una buona idea nell'usare il potere di Sui che ci aveva... beh, lo sai, per aiutarci! Uhm.- Si complimentò Deidara.

-E l'acqua si mantiene calda perché ho dato fuoco con l'Amateratsu alla stanza in cui c'era Sasuke.- Continuò Itachi.

-E così possiamo goderci un bel bagno caldo in santa pace. Uhm.- Finì Deidei.

Orochimaru e Kabuto, che si erano messi diametralmente opposti agli altri, stavano confabulando.

-Mi chiedo- Disse Itachi: -come mai abbiano deciso di rimanere.-.

-E chi li capisce quelli.- Commentò Deidara.

-Ah!- Fece estasiata Karin: -Che bella sensazione!-.

Kisame riemerse proprio davanti di lei.

-Ah! Che bella visuale!- Disse.

-CHE COSA STAI FACENDO!?!?- Karin nascose il seno con le mani e, senza più appigli, finì sott'acqua.

Honan rise: -Un bel sacrificio ci starebbe bene!-.

Karin tornò in superficie. -C'è qui Kisame che sembra volersi offrire volontario!-.

-Ah davvero?- Domandò entusiasta Honan. Alzò una mano e un gruppo di foglietti di carta andò a formare una falce. Honan si immerse.

In mezzo alla vasca, Kisame rise: -La carta non funziona mica sott'acqua!-.

-Pfui!- Sputò Kidan: -Credi davvero che la mia carta non sia immune all'acqua?-.

-Cosa?- Chiese lo spadaccino.

Honan balzò fuori dall'acqua con un: -Ti sacrifico!- e si buttò addosso a Kisame.

Così, Kisame iniziò a nuotare avanti e indietro per la vasca, inseguito da Honan.

Quando passò vicino a Orochimaru e Kabuto, sentì quest'ultimo domandare al ninja leggendario: -Quando lo prendiamo, maestro?-.

“Cosa vorranno prendere?” Si chiese Kisame; ma avendo problemi più urgenti accantonò subito il pensiero.

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Capitolo 24
*** LA FESTA ***


LA FESTA

Sera del nove ottobre, Konoha, via Monkey D. 32...

Una limousine attraversò la strada. Si fermò davanti a un edificio di mattoni, senza finestre e con una sola porta, bloccata da un ninja con una spiga di grano in bocca.

Dallo sportello anteriore della macchina uscì un giovane ragazzo in smoking che aprì la porta posteriore, dalla quale uscirono due donne: la prima era sulla ventina, bionda, con gli occhi azzurri e truccati con un po' di matita; i capelli erano raccolti a coda di cavallo e ornati da un diadema, e una frangia le nascondeva il lato sinistro della faccia; alla bocca si era messa un rossetto rosso acceso, che le faceva apparire le labbra più grosse; dello stesso colore era il vestito, che le arrivava alle caviglie, ma che all'altezza del bacino, ai lati, si divideva in due e che in alto al seno si biforcava con le due diramazioni che le circondavano il collo; portava delle scarpe rosse con i tacchi abbastanza bassi e guanti scarlatti; la seconda donna aveva qualche anno più dell'altra, coi capelli blu e gli occhi color miele; era molto pallida, così veniva risaltato il mascara azzurro e il rossetto, nonostante ne avesse messo molto meno rispetto alla compagna; il vestito, che partiva direttamente dal seno (non dal collo) e non le arrivava alle ginocchia, era nero con una fascia e un fiocchetto bianco alla vita. Bianca era anche la piccola sciarpa che le cingeva il collo; neri i sottili guanti e le scarpe a tacco alto.

Il ragazzo, risalito in auto, se ne andò, mentre le due ragazze si avvicinarono al buttafuori, che le squadrò con aria indifferente, senza spostarsi.

-Ehm,- Fece la bionda: -ci fai passare?-.

Il ninja non rispose.

-Oh, giusto!- Esclamò la ragazza, che gli porse l'invito.

Il buttafuori lo prese e lo guardò. Era stato strappato in cinque pezzi e poi rimesse insieme con lo scotch: -Che gli è successo?- chiese senza sputare la spiga.

-Ha importanza?- Fece scocciata l'altra.

Lo shinobi alzò lo sguardo, trovandosi faccia a faccia col seno della ragazza venticinquenne: -È una festa per coppie.- disse ancora freddo.

La ragazza più grande sembrò illuminarsi all'affermazione. Mise un braccio attorno al collo dell'altra e disse: -Noi siamo un coppia.-.

La bionda abbozzò un sorriso nervoso.

-Sentite,- Fece il ninja: -è meglio per voi se ve ne andate. Ora.-.

-Ce lo consigli?-.

-Ve lo consiglio-.

-Non ci obblighi quindi.-.

-No.-.

-Quindi ci puoi far passare.-.

Il ninja della Foglia sospirò e si fece da parte.

Le due entrarono. L'interno della stanza era molto grande. Potrei descrivere la pista da ballo con la palla appesa, potrei descrivere i tavoli, potrei descrivere i ninja ubriachi e fatti che riempivano la stanza. Mi limiterò a dire questo: era una normalissima discoteca.

Le due si fecero largo tra la folla.

-Ora puoi lasciarmi il collo.- Disse la bionda.

Un po' scocciata, l'altra obbedì.

Le due si guardarono intorno, in evidente ricerca di qualcosa o di qualcuno. O di un Tobi.

Ma prima che potessero trovare quel qualcosa/qualcuno/Tobi, furono loro trovate da qualcuno. Quel qualcuno erano due ninja, entrambi in abiti eleganti, uno coi capelli arruffati blu scuro e una benda che gli attraversava il viso e l'altro con i capelli castani che gli coprivano l'occhio destro e nascosti per il resto da una bandana.

-Ehi, bellezze!- Fece il primo.

-Siete qui da sole?- Continuò il secondo.

-Voi due no?- Rispose la bionda.

Il castano mise una mano sulla spalla della ragazza dai capelli blu: -Che ne dite se andiamo a...-.

La ragazza gli afferrò il braccio e lo torse.

-Ah!- Esclamò il ninja.

La bionda fece lo stesso con l'altro.

-No, grazie!- Dissero simultaneamente le ragazze.

-Non dovete dare nell'occhio!- Le rimproverò una voce nelle loro orecchie.

Con le braccia libere, misero le mani agli auricolari.

-Non serve urlare!- Rispose la bionda.

-E allora lasciateli!-.

Seppur di malavoglia, le due obbedirono.

I due shinobi, offesi, si allontanarono.

-E ORA,- Una voce da un altoparlante riempì la stanza: -PER LA GIOIA DI TUTTI GLI UOMINI QUI DENTRO, È GIUNTO IL MOMENTO DEL TRADIZIONALE “VENTILATORE”!!!!-.

Le due si guardarono: -Eh?-.

La parete di fronte a loro si sollevò, mostrando un enorme ventilatore.

Le due ragazze piegarono la testa di lato.

Il ventilatore si accese, e i presenti furono investiti da un'enorme folata d'aria.

La bionda tese le mani in avanti per proteggersi dal vento.

Così fecero tutte le donne della sala, mentre gli uomini, estasiati dalla vista di capelli scompigliati e vestiti, beh, che non vestivano più molto, le sbavavano dietro. E la saliva seguì la corrente.

La bionda si voltò verso la compagna: -Tutto be...?-.

La ragazza stava andando a pezzi: il suo corpo si stava sgretolando in tanti foglietti di carta, che schizzavano indietro.

-Aiuto!- Urlò (la bocca e la faccia erano ancora integre).

L'altra rise: -Sei dimagrita o sbaglio?-.

-Non è divertente!-.

-Io dico di sì.-.

-SPIACENTE, MASCHIETTI, MA IL TEMPO È SCADUTO!- Informò la voce; il ventilatore si spense e la parete lo coprì di nuovo.

I fogli si depositarono a terra, e ciò che rimaneva della ragazza corse a raccoglierli, tentando di rimetterli a posto.

Borbottò: -Che scocciatura...-.

-Benvenuta nel mio mondo!- Disse una voce maschile all'auricolare.

Una volta che la ragazza si fu ricomposta, l'altra le disse: -Non vedo Tobi qui...- puntò verso una porta: -...magari lì dietro!-.

Le due ragazze aprirono la porta e entrarono in una seconda stanza, più piccola e con delle panchine e poltrone.

Seduto su una di esse, c'era un ninja che stava parlando con una donna dai capelli viola raccolti in una coda e un giubbotto marrone chiaro.

-Allora me la dai?- Domandava la donna.

-Va bene, dato che sei tu, ma mi devi...- Disse il ragazzo.

Le due ragazze non sentirono quanto gli doveva la donna. Erano troppo stupite.

-Ma quello è...-.

All'esterno della discoteca...

Genma Shiranui guardò l'orologio.

“Sarà meglio andarsene di qui.” Pensò.

Il che non gli dispiaceva: fare il buttafuori gli serviva solo per arrotondare, lo stipendio da ninja era troppo poco...

Si ricordò poi delle due lesbiche. Gli dispiaceva per quelle due ragazze: gli erano sembrate brave persone in fondo. Peccato che si sarebbero ritrovate in un grosso guaio di lì a poco.

In realtà, ora che ci rifletteva, avevano un'aria vagamente familiare...

I suoi pensieri furono interrotti dal fischio di alcune sirene.

“Via di qui!” E scomparve.

Dentro la discoteca...

Deidara e Honan si avvicinarono ai due ninja, ancora incredule.

Anko Miratashi si voltò. Rock Lee alzò lo sguardo.

Anko divenne rossa: -Voi che ci fate qui?!?!?- sbraitò.

-Potremmo chiederti la stessa cosa!- Replicarono le due ninja di Alba.

-E voi chi siete?- Chiese Rock Lee: -Non ditemi che volete anche voi zucchero a velo!- e mostrò loro una bustina di polvere bianca.

Le due guardarono la busta.

-Rock Lee?-.

-Sì?-.

-Come ci sei finito qui?-.

La mattina prima, nell'ufficio dell'Hokage...

Tsunade si mangiava le unghie, e Shizune la fissava preoccupata.

L'Hokage batté il pugno sulla scrivania: -Accidenti!- urlò.

-Si calmi, signorina...- Tentò Shizune.

-Non posso calmarmi!- Rispose l'altra: -Non posso mancare stasera, con un cliente di quel genere!-.

-Ma non può andarci,- Disse la segretaria: -altrimenti la retata della polizia arresterà pure voi!-.

-Lo so!- Gridò Tsunade: -Lo so. Mi ci vorrebbe uno tanto scemo da mandare al mio posto ma che non capisca cosa stia facendo in realtà; che si fida ciecamente di me e che non brilli di cervello...-. Guardò Shizune: -Naruto non è disponibile?-.

-È irreperibile da ieri mattina.- Rispose la donna.

-E allora chi potrei...-.

TOC TOC

-Avanti!- Disse l'Hokage.

La porta si aprì, e sbucò la testa di Rock Lee.

-Hokage-sama!- Disse Lee: -Le volevo chiedere se... ecco, io mi annoio, e mi chiedevo se aveva qualche missione da...- non finì la frase, perché il sorriso satanico dipinto sul volto di Tsunade lo intimoriva troppo.

-In effetti,- Disse la donna: -ci sarebbe una cosa...-.

Rock Lee si illuminò: -Che cosa?- chiese entusiasta, mentre fluttuava a mezz'aria, con gli occhi che sbrilluccicavano ecc.

-...ma è una missione molto difficile, e non so se ne sarai in grado...-.

-NE SONO IN GRADO! NE SONO IN GRADO!-.

-...è una missione di rango q...-.

-Di rango q?-.

-Superiore al rango s!- Spiegò la donna.

Lee, con le lacrime agli occhi, si inginocchiò davanti all'Kokage: -Ce la posso fare!- la pregò.

Tsunade fece finta di rifletterci un po', e disse: -Va bene, immagino che potremmo...-.

-SÌÌÌÌÌÌÌÌÌÌÌÌÌÌÌÌ!- Esultò l'altro: -E cosa devo fare?-.

-Stasera- Rispose l'altra: -dovrai andare in una discoteca e sederti su una poltrona rossa; una donna molto... carina ti si avvicinerà e ti chiederà di darle una cosa; tu dovrai...-.

-Che cosa?- La interruppe Rock Lee.

-Ehm...- Tsunade si guardò intorno. Sopra a uno scaffale c'era un pacchettino di lubrificante con scritto: “Ottimo per le barche a vela!”.

-...vela!- Disse.

-Vela?-.

-Cioè, velo! Zucchero a velo!- E fece un sorriso nervoso.

-Zucchero a velo?- Lee socchiuse gli occhi.

Tsunade continuò a sorridere.

Lee si avvicinò alla scrivania dell'Hokage, socchiudendo ancora di più gli occhi.

Tsunade iniziò a sudare.

Lee allungò la testa, fino a trovarsi faccia a faccia con la Principessa.

Tsunade era una fontana.

Quando pensò che ormai Lee aveva capito il trucco, questi sgranò gli occhi e sorrise raggiante.

-Ci conti, Hokage-sama!- Disse.

Tsunade tirò un sospiro di sollievo: -Dicevo, tu gli darai questa valigetta con dentro... zucchero a velo e lei te ne darà una piena di soldi.-.

-Piena di soldi?- Chiese lui confuso.

-È zucchero molto pregiato.- Spiegò l'Hokage.

-Ah, capisco.- Rispose l'altro, che in realtà non capiva.

-E tu non dovrai dare zucchero a nessun altro. Mi sono spiegata?- Concluse lei.

Lee fece sull'attenti: -Sissignora!-.

All'esterno della discoteca...

I ninja della polizia si avvicinarono alla porta. Si guardarono intorno, ma del buttafuori nessuna traccia. Pensarono che avesse sentito le sirene e che si fosse dileguato, cosa che più o meno corrispondeva al vero, se non fosse stato per il fatto che Genma era a conoscenza dell'incursione.

I ninja irruppero.

-Mani in alto!- Urlarono. I ninja, tra cui Kotetsu e Izumo, alzarono le mani, e la musica si spense.

Metà della squadra della polizia si avvicinò all'altra porta.

Il capitano iniziò a contare: -Uno, due... TRE!- e sfondarono la porta.

-Fermi tutti! Polizia!-.

I presenti alzarono le mani. Tutti tranne una donna.

-Ma insomma!- Disse: -Non è così che si tratta una signora!-.

Un poliziotto si voltò verso di lei: -Metta le amni sopra la... Agh!-.

Quella che si trovò davanti non era una donna: era una dea! Molto alta, seno prominente, dai lunghi capelli neri, come i suoi occhi. Indossava un vestito viola su cui era impresso molte volte un teschio pirata circondato da una serie di braccia (o forse serpenti) che si diramavano verso l'esterno, come fossero dei raggi solari, piegati però.

Ed era bella come Afrodite in persona.

-Sono qui per un importantissimo affare. E voi non mi impedirete di concluderlo!- Continuò quella che ormai avrete riconosciuto come Boa Hancock.

Anche altri poliziotti si voltarono, e restarono impalati a osservare l'Imperatrice Pirata.

Hancock mise le mani per formare un cuore, urlando: -Mero Mero Mellow!-.

Un fascio di luce rosa partì dalle sue mani e pietrificò i poliziotti innamorati.

Gli altri, essendo ANBU, riuscirono a resistere all'innamoramento, e le scagliarono addosso i loro kunai. Ma, come essi raggiunsero la pirata, divennero di pietra e si distrussero.

Un frammento si depositò nella veste di Hancock. Lei sgranò gli occhi: -Come avete osato sporcarmi il vestito?! TRUCCO!-.

Honan si rivolse a Deidara: -Ora, fino a quando sono distratti!-.

La ragazza, ammaliata dalla bellezza di Hancock (Honan invece no perché era innamorata già di Deidei), si riprese.

-Urr, sì certo...- Disse, e creò delle bombe dalle mani, che scaglio contro la parete.

-Katsu!-.

BOOOOOOM

La parete esplose, e si sollevò un gran polverone.

Le due nukenin scapparono.

Anko, ripresasi dall'innamoramento, urlò: -Ehi! Aspettatemi!- e, afferrata la valigetta di Rock Lee, le seguì.

-Lo zucchero a velo!- Urlò Lee, che seguì a sua volta Anko.

Poco dopo, nei boschi tra Konoha e il rifugio dell'Aka...

-Lo so capo!- Urlò Deidara: -Ma non potevamo mica farci arrestare!- chiuse l'auricolare.

Buttò via i guanti rossi: -Uff! Le mie mani non respiravano!-.

Nel frattempo, Anko stava parlando a Honan.

-Quindi Tobi ha fatto tanti casini?-.

-Già.-.

-E tu sei Hidan.-.

-Sì-.

-Ahahah!- Rise Anko: -Che sfigato!-.

-Attenta a te!- Gridò l'altra: -O ti sacrifico!-.

Rock Lee era dietro di loro.

“Sono membri dell'Organizzazione Alba!” Pensò: “Se mi conducono al loro covo, li sconfiggerò tutti e così il maestro Gai sarà fiero di me, e conquisterò il cuore di Sakura-chan!” e già si immaginava il matrimonio.

Anko si avvicinò a Deidara: -Manca ancora molto?-.

-Di che ti lamenti tu?- Le disse dietro Honan: -Tu non stai saltando di continuo con questo vestito e questi tacchi!-.

-E poi perché diamine ci stai seguendo? Uhm.- Continuò Deidara.

Anko ridacchiò: -Non vedo l'ora di mettere le mani su Orochimaru!-.

-Mettiti in coda.- Rispose Deidara.

Finalmente arrivarono a destinazione.

I quattro entrarono nel rifugio. In particolar modo Rock Lee, che distrusse la porta d'ingresso con un calcio e corse all'interno, gridando: -Arrendetevi!-.

Si ritrovò in una stanza piena di macchinari, dove i membri di Alba e del Taka lottavano per accaparrarsi le cuffie.

-Ora parlo io!-.

-Lo hai già fatto prima!-.

-!io sono capo Il-.

-Forsssse, ma non il mio! Lasssssciale!-.

Quando si accorsero di Rock Lee, però, si fermarono.

Dieci minuti dopo...

-Fatemi scendere!-.

Rock Lee era stato appiccicato al soffitto dai fili di Kakuzu.

Gli altri lo ignorarono, poiché erano troppo impegnati a ascoltare la storia di Deidara.

-...E alla fine non abbiamo trovato quel baka!- Concluse Deidara.

-Nemmeno la mia Samehada?- Chiese triste Kisame.

-Della tua spada non mi interessa nulla!- Rispose Deidei.

-Ehi!- Urlò Rock Lee: -Fatemi scendere!-.

Deidara lo guardò divertita: -Perché dovremmo farlo?-.

-Perché so dov'è la sua spada!-.

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Capitolo 25
*** LO CHIAMATE RAPPARE QUELLO?! ***


LO CHIAMATE RAPPARE QUELLO?!

Nel rifugio dell'Aka...

Honan scese le scale, felice di avere di nuovo possibilità di muoversi decentemente, anche se avrebbe preferito usare la sua toga dell'Akatsuki che quella di Konan. Ma lei era stata irremovibile: che il suo bellissimo corpo entrasse in contatto con la sua sudicia tonaca era assolutamente fuori discussione.

Quando entrò in salone, non si aspettava certo di vedere il loro prigioniero sdraiato su alcune sedie mentre Kisame e Suigetsu gli massaggiavano i piedi.

-Ma che minchia state facendo?- Chiese.

-Si fanno corrompere.- Rispose Jugo.

-Non voglio assistere.- Disse Deidara, che si allontanò, diretta in camera sua per cambiarsi.

-Si fanno corrompere per cosa? Si è offerto di farsi sacrificare? Perché in tal caso...-.

-SCORDATELO!- Gridò Kidan.

-E non urlare!- Fece Sasori: -Ehi, un momento- si sturò le orecchie: -ti ho sentito!-.

Karin si rialzò dalla poltrona: -La mia schiena! È guarita!-.

Kakuzu, che era rimasto immobile nella sua sedia, si alzò lentamente, e ruotò la testa in stile “robot arrugginito”. Avanzò a scatti verso Suigetsu, che non lo notò perché concentrato a massaggiare i piedi a Lee, allungò la mano e gli fregò il portafogli dai pantaloni. Sui manco se ne accorse, e Kakuzu tornò a sedersi, sempre a scatti.

-!parlare riesco... cioè riesco a parlare!- Esclamò Pain.

-Io non voglio più sssssuicidarmi!- Esultò Orociok.

-Accidenti!- Fecero gli altri.

Kidan si bloccò sopra la sedia: -Perché volevo buttarmi?-.

Kabuto sgranò gli occhi: -Ridatemi i miei soldi!-.

-Io ci vedo!- Esclamò Itachi.

-Davvero?- Chiesero tutti.

-No, ma non sottilizziamo...-.

Honan si illuminò. Disse rivolta al soffitto: -Oh grande Jashin, grazie di aver mostrato a questi miscredenti i tuoi incommensurabili poteri! Ciò merita un sacrificio adeguato! Suigeeeeetsuuuu, vieni quiiiiiiiiiii!!!-.

Suigetsu non le rispose. Invece disse a Lee: -Ora me lo dici dove è la mia Samehada?- e tra se e se: -Chissà perché ero convinto che fosse dappertutto...-.

-No, NO!- Urlò Kisame: -A me, A ME!-.

Lee fece finta di pensarci: -Mmm, non saprei... Ancora no...-.

-ORA BASTA!- Urlò Pain, che era diventato di un bel rosso bordeaux: -MI AVETE SCHIFATO! SE NON VUOI FARE UNA BRUTTA FINE, DICCI DOVE È QUELLA CAZZO DI SPADA!- e, per imprimere più pathos alle sue parole, distrusse il soffitto. Fatalità volle che Deidara passasse proprio lì sopra, di ritorno dalla sua stanza. La ragazza così cadde a terra, battendo la testa e svenendo.

Rock Lee fece una faccia stile O.o.

-Ve bene.- Disse piano: -Ve lo dirò.-.

-Evvai!- Dissero Sui e Kisame.

-DEIDARA-KUN!- Urlò Honan, che corse dall'amata.

La mattina prima, ufficio dell'Hokage...

Lee si mise sull'attenti: -Sissignora!-.

-Puoi andare ora, Lee.- Disse Tsunade.

-Sissignora!- Ripeté, e avvicinò alla porta. A pochi passi di distanza, però, la porta si spalancò ed entrò Aoba Yamashiro. Lee si fece da parte per lasciarlo passare: sembrava portare una grande notizia.

-Hokage-sama!- Urlò: -Ho trovato una spada!-.

Tsunade aggrottò la fronte: -Buon per te.- disse.

-No, no, non ha capito!- Rispose Aoba: -Non è una spada qualsiasi! È la spada...-.

-...è la spada...- Lo incoraggiò l'Hokage.

-...di un membro dell'Organizzazione Alba!- Concluse Aoba.

Tsunade sgranò gli occhi: -Come hai detto?!?-.

-Ho detto che...-.

-HO CAPITO COS'HAI DETTO!- Urlò l'Hokage.

Aoba si toccò il petto, per controllarsi il battito: aveva rischiato un attacco cardiaco.

Tsunade si calmò: -Dov'è ora?-.

Ancora spaventato, Aoba porse un rotolo alla Principessa: -Q-qui dentro.-.

Tsunade lo prese e se lo infilò nella giacca.

Indicò Aoba e Lee: -Non una parola.- ordinò.

-Sissignora!- Esclamarono i due.

Ora, nel covo dell'Akatsuki...

-...è tutto quello che so.- Finì Lee.

Kisa e Sui si piazzarono davanti a Pain: -Dobbiamo andare a riprenderla!-.

-?legato avete... Dopo che mi avete legato?- Rispose lui, ancora arrabbiato: -E imbavagliato?! E messo in una bocca gigante?!-.

-E guarito?- Risposero a tono i due.

-DEIDARA-CHAN!- Gridò Honan: -RISPONDIMI, DEI-KUN!-. Deidara continuava a dormire.

Honan era in lacrime: -C-capo! Aiuto!!-.

Pain guardò stupito la donna. In tutti quegli anni in cui lui e Hidan avevano lavorato insieme, il gesto più sentimentale che questi avesse fatto era sacrificare un ninja del Suono facendolo soffrire per soli cinquantacinque minuti contro i regolamentari sessanta perché era parente di un Jashinista suo amico, e ora era in lacrime. Per un altra persona, per di più. E gli chiedeva pure aiuto!

-Capo, la prego, dobbiamo recuperarla!- Fecero intanto i due spadaccini.

-Capo!-.

-Capo!-.

-CAPO!-.

-CAPO!-.

-CA...-.

-Va bene! VA BENE!- Urlò Pain: -Andremo a recuperare la spada! Adesso! E tu...- si avvicinò a Deidei e gli mise una mano sulla fronte. Deidara sussultò, si sedette e aprì gli occhi.

-Deidara-kun!- Esultò Honan.

Deidara la fissò. Svenne di nuovo, ma stavolta candendole sul seno con un PLOF.

Honan sorrise, e sdraiò Deidara sul divano.

Pain guardò Kisame e Suigetsu: -Dato che ci tenete tanto, andrete voi dall'Hokage! Sceglietevi un compagno! A testa! E poi fuori da qui!-.

Un nuovo sbalzo ormonale travolse Karin, che saltellò sul posto alzando la mano: -Me! Scegli me! Suigetsu, scegli me!!!!!-.

-Preferisco Orochimaru!- Rispose Sui.

-E Orociok sia!- Decretò Pain.

-Cosa?- Fece Sui.

-Cosa?- Disse Karin.

-Cossssssa?- Sibilò Orochimaru.

-COSA!- Affermò Deva: -Kisame, scegli tu!-.

Kisame guardò tutti i presenti: -Uhm... Direi... Itachi-kun!-.

-Ma che sorpresa...- Commentò Sasori.

-Bene!- Disse il Dio: -E ora, andate!- e, senza lasciarli nemmeno rispondere, con uno Shinra li fece volare via, con destinazione Konoha.

-E ora,- Disse Pain ancora fumante: -Vado a farmi un panino! Con la senape!- e, con passo furioso, andò in cucina, mentre gli altri lo guardavano ancora shoccati.

-Raptus folli.- Disse Kabuto.

Da qualche parte, nei boschi di Konoha...

Kankuro e Temari erano nascosti dietro un albero, mentre spiavano l'accampamento della Nuvola.

-Che ci faranno anche loro qui?- Sussurrò il marionettista alla sorella.

-Non lo so.- Rispose lei: -Ma quello è la forza portante dell'Ottacoda, Killer Bee. E quello è Darui, generale della Prima Divisione; due avversari potentissimi, che...-

Temari fu interrotta da una musica stile “In Da Club” e dalla voce di Shee che diceva al microfono: -E ora, la gara di rap tra Killer Bee...-.

Bee fece le corna con le dita e incrociò le braccia, urlando: -Yeah!-.

-...e Darui!-.

Il ninja alzò il mento con aria di sfida con un: -Oh!-.

-Iniziate!- E porse il microfono a Bee.

-Oh! Vieni più vicino,

fa il bravo bambino,

e ora stammi a sentire per benino:

non puoi vincere, non essere cretino,

quando io rappavo tu portavi il pannolino, yeah!-.

Darui afferrò il microfono:

-Tornatene a casa, nasconditi sotto il letto,

lascia stare il rap, povero vecchietto,

io sì che a rappare sono un vero genio,

mentre tu, invece, fai la figura dello scemo!

D'altronde Darui è un nome che a sentirlo fa già male,

e invece il tuo, Bee, è quello di un animale! Oh!-.

Bee riprese il microfono:

-Tu dici di rappare

ma sai solo annoiare

ma è avvero sorprendente

che tu sappia parlare!-.

-Ma sai solo blaterare?

Meglio non starti ad ascoltare

è una gara di rap,

non di chi fa vomitare!-.

E continuarono così.

-O.O È incredibile!- Esclamò Temari.

-Già!- Disse Kankuro: -Lo chiamano rappare quello?-.

Prima che la sorella potesse fermarlo, lui gridò: -Lo chiamate rappare quello?!-.

La musica si spense.

In un altro punto del bosco...

-Anche loro qui. Perché?- Chiese Samui.

-Non lo so.- Rispose il fratello: -Ma quello chi è? Se non sbaglio è Baki, detto...-.

-Stai zitto Atsui!- Lo rimproverò la sorella.

-Io sono zitto!- Protestò lui: -Sono sempre zitto! Lo so che devo stare zitto! Io...-.

Samui si mise una mano sulla fronte: -Perché a me?-.

-Baki-sama!- Una voce zittì Atsui (con gran gioia di Samui).

Maki si avvicinò al ninja.

-È pronto?- Chiese grave Baki.

-Sì signore!- Rispose altrettanto gravemente lei.

-Di che staranno parlando?- Si domandò Atsui: -Di un piano d'assalto? Di un nuovo Jutsu?-.

-Bene!- Rispose sorridente Baki: -Mi ci vuole proprio un bagno caldo!-.

I due ninja della Nuvola caddero in avanti stile Dragonball. Caddero in avanti. Fuori dai cespugli.

Dall'altra parte della foresta...

La squadra ninja della Roccia cercava un posto per accamparsi.

Kurotsuchi sbadigliò: -Yawn. Sono distrutta.-.

Le si avvicinò Akatsuchi: -Anch'io.- disse.

Kitsuchi si voltò: -Portate pazienza ancora un po'.- disse. Si fermò.

-Che c'è?- Chiese speranzosa la figlia: -Hai trovato il posto?-.

-No...- Rispose il padre.

Kurotsuchi sospirò.

-...ma ho trovato altro.- Continuò Kitsuchi: -In posizione!-.

-Ci mancava pure questa!- Fece Kurotsuchi.

Davanti ai ninja della Roccia comparve una squadra di Anbu della Nebbia.

Ao li puntò: -Cosa ci fate voi qua?-.

-Potremmo farvi la stessa domanda!- Rispose Ao.

-Ehi!- Esclamò Kurotsuchi, indicando Chojuro: -Mi ricordo di te! Tu e quel lecchino della Foglia eravate nel Paese dell'Acqua!-.

Chojuro arrossì, e annuì.

-E ci devi un favore!- Continuò Kuro.

-S-sì, ma...-.

-Perciò fuori dai piedi!- Concluse lei.

-Voi non date gli ordini!- Sbraitò Ao.

-ALL'ATTACCO!- Urlò Kitsuchi.

-Dobbiamo proprio?- Chiesero gli altri.

-ALL'ATTACCO!- Ordinò Ao.

-Forse dopo...- Risposero gli altri.

-AAAAAAAAAA!- Gridò Ao, gettandosi all'assalto.

-AAAAAAAAAA!- Lo imitò Kitsuchi.

-Ronf-zzz...- Fecero gli altri.

-Eh?- I due leader si voltarono verso le rispettive squadre. Le trovarono a dormire un mezzo al sentiero.

I due si guardarono. Ao porse la mano. Kitsuchi la strinse. Si sdraiarono anche loro in mezzo alla strada e si addormentarono.

Nel frattempo, in un'altra fottutissima parte della boscaglia...

I due gruppi ninja erano l'uno di fronte all'altro, con gli ostaggi in prima fila.

Baki prese la parola: -Ridateci i due ragazzi. O volete che il Kazekage scateni la sua furia?-.

-Yo! Mi sembri un mollaccione, quelli come te li mangio a colazione! Lascia andare i miei compagni, se non vuoi tornare a casa pieno di danni!- Rispose Bee.

Con la coda dell'occhio, Samui osservò la persona che la teneva in ostaggio.

“È solo una ragazzina.” Pensò: “Potrei eliminarla in un secondo. Però per Atsui non ci sarebbe scampo. Ma anche per i due ragazzi della Sabbia, che sembrano essere i più forti del gruppo. Sopraffare gli altri ninja sarebbe uno scherzo poi.”.

Prima che però potesse fare qualsiasi cosa, Baki chiese a Bee: -Siete qui per l'Akatsuki?-.

Bee sembrò sorpreso: -Mi leggi nel pensiero? Ciò che dici è vero.-.

Baki sorrise: -Anche noi siamo qui per sconfiggerli. Da soli verremmo probabilmente sconfitti, ma insieme forse...-.

Bee iniziò a pensare.

“Bee!” Fece l'Ottacoda nella sua testa: “Accetterei le loro offerta! Uno scontro con loro ci danneggerebbe soltanto.”.

“Hai ragione, caro polipone.” Rispose Bee.

-Yo! La tua idea potrebbe funzionare! Battimi il pugno per ufficializzare!- Disse infine Bee.

Baki socchiuse gli occhi.

-Non lo faccia!- Lo avvertì Maki: -Potrebbe essere una trappola!-.

“Lo so!” Pensò il ninja della Sabbia: “Ma non è nello stile di Bee simili trucchetti.”.

Bee porgeva ancora il pugno: -Che è quel grugno? Battimi il pugno! Yo!-.

Baki si avvicinò lentamente alla forza portante.

Gli altri shinobi osservarono nervosi, pronti a eliminare gli ostaggi e a passare all'attacco al minimo segno di avversità. Non che tenere degli ostaggi non sia ostile, ma...

Baki batté il pugno.

Bee sorrise: -Lasciateli.-.

Darui e Shi mollarono la presa, e i due fratelli tornarono dagli altri di Suna.

-Anche voi.- Disse Baki.

Maki e Matsuri lasciarono andare gli ostaggi; anch'essi tornarono dai loro compagni.

-Attaccheremo all'Alba!- Esclamò Baki: “Ho sempre sognato di dirlo!”.

Poco lontano dal palazzo dell'Hokage...

Iruka passeggiava lungo la via deserta. Gli piacevano quelle passeggiate notturne per le strade silenziose del Villaggio. Stava per svoltare l'angolo, quando sentì delle urla lontane.

Non capiva però da dove provenissero. Si voltò, ma per strada non c'era nessun altro. Guardò dietro l'angolo, ma niente.

Le urla sembravano avvicinarsi.

Iruka si grattò la testa perplesso: “Non sono davanti a me, non sono dietro di me, e non sono nemmeno ai lati. Ma allora dove...”.

Una lampadina accesa comparve sopra la testa di Iruka con un DING. Per la sorpresa, Iruka sussultò.

-Ma che diamine...- Alzò la testa per prendere la lampadina, e capì da dove provenivano le urla.

-AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!- Suigetsu si schiantò al suolo. Cioè, su Iruka.

-Ehi!- Esclamò felice Sui: -Non mi sono fatto...-.

Gli cadde addosso Itachi.

-Off!- Fece Suigetsu.

Cadde anche Kisame.

-Urgh!-.

Fu il turno di Orociok.

-Ah! Che dolore!- Urlò Sui.

Sotto di lui si sentì la voce di Iruka borbottare: -Figurati io...-.

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Capitolo 26
*** LA BALLATA DI OMOI E KARUI ***


LA BALLATA DI OMOI E KARUI

Quella mattina, per le strade di Konoha...

I due ninja della Nuvola camminavano tranquilli, guardandosi attorno. Era la seconda volta che andavano al Villaggio della Foglia, e la prima erano troppo occupati a cercare Sasuke per godersi la visita. Ma ora, dopo aver compiuto in due settimane sette missioni di rango B e una di rango A erano riusciti ad avere una licenza di una decina di giorni, ed erano decisi a passarla a Konoha, poiché in quel periodo dell'anno si sarebbe tenuta la tradizionale festa di... ehm... non mi viene in mente niente... insomma, una festa tradizionale!

Avevano già prenotato un hotel (con camere separate), ed erano in anticipo di un paio di giorni sulla tabella di marcia. Tutto sembrava filare liscio, fino a quando Omoi non vide un biglietto per terra.

Una vocina nella sua testa gli diceva: -Lascia stare, Omoi! Non è affar tuo!- ma il ragazzo, incuriosito, raccolse il foglietto.

-Che hai trovato?- Gli domandò Karui.

Omoi studiò il foglio: -Sembra un invito. Vediamo: “Con la presente... invitati a partecipare... couple party...” Couple party? E che ce ne facciamo?-.

Karui afferrò l'invito: -Quello che si fa di solito con gli inviti: lo usiamo!-.

-Stai scherzando?- Esclamò Omoi: -E se è un trucco per derubarci all'ingresso? E se quando entriamo la palla da discoteca esplode? E se poi ci troviamo solo gay? E se...-.

-Quante storie!- Lo interruppe Karui: -Cosa potrebbe andare storto?-.

La sera, discoteca del couple party...

-“Cosa potrebbe andare storto?”.-.

-Zitto Omoi! Non mi sei d'aiuto!-.

I due ninja tenevano le mani alzate, mentre di fronte a loro una squadra della polizia di Konoha arrestava i presenti.

-E ora come usciamo da questo impiccio?- Domandò Omoi sottovoce.

-Come avete osato sporcarmi il vestito? TRUCCO!- Fece una voce dall'altra parte della stanza.

-Uh?- Fece Karui.

BOOOOOOM

La parete esplose. I poliziotti si coprirono il volto.

-Ora!- Disse la ragazza, afferrando il compagno per il braccio.

La shinobi scattò verso il buco, trascinandosi Omoi.

Tuttavia, un attimo prima che Karui si tuffasse nel polverone provocato dall'esplosione, Omoi intravide la donna che aveva urlato. Ne fu shoccato: era uno schianto!

Quando i due ninja sbucarono dall'altra parte del buco, Karui lasciò Omoi che, ancora imbambolato, cadde a terra.

-Rialzati, cretino!-.

Omoi si voltò verso l'altra: -Ma l'hai vista?-.

-Chi?-.

-Quella donna!-.

-No!-.

-Era bellissima! Aveva le tette più grosse di quelle di Samui, non come le tue, piatte e piccolissime...-.

Karui mollò un pugno in testa ad Omoi: -Baka! E non nominare Samui! Sono venuta qui per starle alla larga!-.

Omoi si riprese e, massaggiandosi la testa disse: -No! Noi siamo venuti qui per la festa tradizionale di... ehm... una festa tradizionale! E grazie a te la polizia ce l'ha con noi!-.

Come finì la frase, dall'altra parte del muro un poliziotto urlò: -Ne ho visti fuggire un paio! Seguiamoli!-.

-SCREANZATI!- Urlò la stessa donna di prima che, a giudicare dal rumore, sferrò un calcio al poliziotto.

-Dannazione!- Esclamò Karui: -Nella foresta, presto!- e scappò in direzione del bosco.

-Io volevo solo andare a una festa tradizionale!- Piagnucolò l'altro.

-Ehi! Mi pare di vedere qualcuno!- Fece una voce nella stanza.

-Oh-oh...- Borbottò Omoi: -Aspettami, Karui!- e seguì la ragazza.

Un quarto d'ora dopo...

Omoi e Karui si posizionarono dietro un paio di alberi.

-Che posto è questo?- Chiese Omoi.

Si trovavano in una radura, al cui centro sorgeva una strana casa molto grande, di un paio di piani.

-Non lo so,- Rispose l'altra: -ma ho visto quattro tizi entrarci pochi minuti fa. Forse possono darci una mano...-.

All'improvviso, con un CRASH, da una parete volarono via tre uomini e un ragazzo; quest'ultimo sembrava non gradire il voletto notturno. Gridava: -Aaaaaaiiiiiuuuutooooo!!!-.

I quattro volarono sopra di loro, e i due si nascosero, ma un secondo dopo i ninja volanti erano già spariti all'orizzonte.

Omoi e Karui spalancarono la bocca e sgranarono gli occhi senza pupille.

-F-forse è meglio cambiare c-casa...- Disse Omoi.

-Hai v-visto i loro vestiti?- Chiese Karui: -D-due di l-loro erano dell'Akatsuki!-.

Omoi indicò la casa: -Q-quindi quello è il loro rifugio?-.

Karui annuì piano piano: -P-penso di sì.-.

Omoi scoppiò a piangere: -Io volevo solo andare a una festa tradizionale!-.

Karui scrollò la testa. Le luccicarono gli occhi: -Dobbiamo entrare! Nessuno sa dov'è il covo dell'Aka! Se li sconfiggessimo, diverremmo famosi! Altro che Samui!-.

-S-scherzi?- Chiese Omoi: -Se entriamo ci fanno secchi tutti e due!-.

-Ma solo se ci prendono!- Replicò lei: -E poi ci basta ucciderne uno! Prendiamo la sua testa e ce la squagliamo!-.

-Fallo tu!- Urlò Omoi: -Io lì non ci entro!-.

Karui sorrise: -Se tu non entri con me (e io entrerò), loro mi cattureranno e farò il tuo nome, Omoi-kun.-. Detto ciò, la ragazza corse verso il covo.

-Maledizione!- Esclamò Omoi. E la seguì.

Vicino al palazzo dell'Hokage...

-Legalo!-.

-Mettilo qui!-.

-Muoviti!-.

-Vuoi farci scoprire?-.

-E sssstate zitti!- Orochimaru afferrò Iruka e lo lanciò al di là del muretto. Il ninja cadde con un pesante TONF.

Orochimaru si pulì la mani: -Quesssta è sssissstemata. E ora, al mio... cioè al palazzo dell'Hokage!- e si incamminò.

-Orochimaru?-.

-Ssssì?-.

-È dall'altra parte.-.

Orochimaru si voltò e, a passo spedito, svoltò l'angolo. La sua testa sbucò poco dopo: -Venite?-.

I tre lo squadrarono: -Sì...- dissero poi sospettosi, e lo seguirono.

Pochi minuti dopo, si trovarono di fronte al palazzo dell'Hokage.

-Vedo una luce nell'ufficio di Tsunade.- Disse Kisame: -Deve essere ancora sveglia.-.

-Poco importa!- Tagliò corto Orociok: -Andiamo!-.

Gli altri lo fissarono, nuovamente insospettiti dal suo comportamento volenteroso.

-Sì... andiamo...-.

Nel covo dell'Organizzazione Alba...

-Karui!- Sussurrava Omoi: -Karui! Dove sei?-.

Era da una decina di minuti che vagava per i corridoi della base cercando la compagna.

Omoi sentì un rumore dietro di sé. Sussultò e si voltò, pronto a venire picchiato da un esercito di nukenin psicopatici. Invece non c'era nessuno.

-Prima poi mi troveranno!- Disse tra se e se il ragazzo: -Karui, dove sei?-.

Diede un calcio alla parete, sbraitando: -ACCIDENTI!-.

Si tappò la bocca: aveva appena urlato! Che stupido! Aspettò che qualcuno corresse su per le scale e lo trovasse, ma ciò non avvenne. Tirato un sospiro di sollievo, si rimise a cercare.

Dopo cinque minuti, svoltato l'ennesimo angolo, vide una ragazza dai capelli rossi, uguali a quelli di Karui, che gli dava le spalle.

-Karui!- Esclamò: -Eccoti qui!-.

La ragazza si voltò. Con orrore, Omoi non vi riconobbe Karui.

-Bagno, b... Ehi!- Disse Karin: -Chi sei tu?-.

Omoi socchiuse gli occhi: -Sono fottuto.-.

Nel palazzo dell'Hokage...

Due ninja camminavano per il corridoio del terzo piano, discutendo su quale fosse la bevanda più gustosa.

-È la Coca-cola!- Diceva il primo.

-La Fanta è molto meglio!- Ribatteva l'altro. Non appena si furono allontanati, dall'angolo dietro di loro sbucarono quattro teste conosciute.

-Che incompetenti!- Esclamò Sui: -È molto meglio l'acqua!-.

-E ora dove si va, Itachi-kun?- Chiese Kisa.

-Se non ricordo male, l'ufficio è di là!- E indicò la parete.

Suigetsu si mise a osservare il muro: -Non penso che sia lì dentro.-.

-Forsssse è meglio sssse ci dividiamo...- Suggerì Orochimaru.

Kisame afferrò Itachi: -Io sto con Itachi!-.

-COSA? Io non ci sto con Orociok!- Protestò Suigetsu.

-E allora perché l'hai scelto?-.

-Io non l'ho scelto!-.

-Ma io ho scelto Itachi. Discorso chiuso. Ci si vede!- E Kisame e Itachi si allontanarono.

Orochimaru mise il braccio attorno al collo di Suigetsu: -Sssssei contento di essssere si nuovo un mio sssubordinato?-.

-Forse era meglio se mi portavo dietro Karin.- Fu la risposta.

Nella cucina dell'Aka...

Omoi si divincolò, ma i fili non cedettero.

-È inutile che ci provi: non li spezzerai mai!- Lo informò Kakuzu.

-Tsch.-.

-Allora che ci fai qui?- Lo interrogò Kidan.

-Andavo a trovare la nonnina.- Omoi neanche sapeva da dove lo tirava fuori tutto quel coraggio: forse sperava che Karui riuscisse a liberarlo, o forse, cosa più probabile, sperava che lo ammazzassero più in fretta.

-Chi è Karui?- Chiese Karin: -Ti ho sentito quando la nominavi!-.

-Ti ho solo scambiato per un'altra persona.-.

-Capisco.- Disse Kakuzu: -Un momento! Vuoi vedere che... Accidenti! Kidan! Karin! Seguitemi! E tu, moccioso... Forse sarai più loquace con Jugo!-.

Il soffitto si distrusse e atterrò Jugo, che aspettava solo quel momento per apparire. Si sgranchì la mani: -Ora mi diverto.-.

Nel salone dell'Akatsuki...

-Deidara? Deidara!- Honan schiaffeggiò Deidara: -Svegliati!-. Ma Deidei non rispose.

-Non penso che si sveglierà tanto facilmente...- Commentò Sasori, messo di guardia della testa gigante di Pain dove erano stati rinchiusi gli altri prigionieri.

-Zitto, Pinocchio del malaugurio! O ti sacrifico!- E gli fece il dito medio.

-Dei-kun! Dei-chan!- Riprese Honan: -Svegliati!-.

Deidara mormorò nel sonno.

-Deidara-kun!- Esultò Honan: -Deidara!-.

Deidara aprì gli occhi. Borbottò qualcosa.

-Cosa?- Chiese Honan.

-Ciao, Honan-chan!- Ripeté Deidei.

-C... ciao.- Rispose Honan. “Chan?” Pensò.

Deidara provò a mettersi seduta.

-Aspetta, ti do una mano!- Si offrì Honan.

-Oh, grazie! Sei così gentile...-.

-Eh?- Fece lei.

-Honan-kun, lo sai che ora che ti vedo così vicino,- E si avvicinò a Honan: -ti trovo molto carina.-.

-EH?-.

Appoggiò la sua fronte su quella di Honan: -Voglio dire... Che ne dici di uscire con me?-.

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Capitolo 27
*** CAVALLI ***


CAVALLI

Palazzo dell'Hokage...

Kisame e Itachi si muovevano silenziosi per i corridoi del quarto piano. Cercavano disperatamente le rampe per il quinto; avevano avuto una grande botta di culo a trovare le scale per il quarto, e speravano di averne un altro. In realtà, era più Kisa che lo sperava.

Quando incontravano qualche di ninja nel corridoio, prima che potesse avvertire chiunque, veniva ipnotizzato dal Mangekio Sharingan di Ita; ma questo era il suo unico segno di vita.

-Itachi-kun,- Disse a un certo punto lo spadaccino: -ti vedo sovrappensiero: non parli mai!-.

-Scusa, Kisame,- Disse Itachi: -Ma non riesco MANGEKIO SHARINGAN a non pensare a MANGEKIO SHARINGAN Orochimaru.-.

-Che intendi?-.

-Vedi, MANGEKYO SHARINGAN non riesco a capire perché non abbia tentato di fuggire. Anche adesso è ancora nell'edificio, MANGEKIO SHARINGAN lo sento.-.

Kisame ripensò a quello che aveva detto Kabuto al maestro nella vasca da bagno.

-Prima,- Disse: -quando ci stavamo facendo il bagno, li ho sentiti dire che dovevano prendere qualcosa...-.

-Qualcosa cosa MANGEKIO SHARINGAN?-.

-Non saprei, Ita-kun.-.

-Be, qualunque cosa sia, MANGEKIO SHARINGAN Kabuto non tenterà niente si nuovo finché Orociok è qui.-.

-Mmm, speriamo... Guarda, Itachi-chan! Scale!-. Avevano trovato le scale per il quinto piano.

Salone dell'Aka...

-...Allora, ti va di uscire con me?- Deidara avvicinò la bocca a quella di Honan.

Lei si allontanò: -T-ti senti bene, Dei-chan?-.

Deidei si alzò e si abbassò la tonaca sul seno: -Mai stata meglio!-.

-M-ma, ma...- Honan si avvicinò lentamente alla porta -Non è così che dovrebbero andare le cose! Io ci provo con te, ma tu ti rifiuti! Così è la procedura corretta!-.

Deidara si avvicinò a Honan: -Quante storie!- e formò con l'argilla un fiore: -...Honan-kun, ti ho fatto questo...- e glielo porse.

-Io-io...- Honan arrivò alla porta. La aprì per scappare, ma fu travolta da un'onda di fiori di argilla.

-...e anche tutti quelli...-.

Dal cumulo di fiori riemerse la testa di Honan, ancora mezza stravolta.

-...e anche quest'opera d'arte!-.

-No, asp...-.

-Katsu!-.

BOOOOOOOM

I fiori esplosero, e Honan fu scaraventata sulla parete, di fianco a Sasori.

Il marionettista si sturò le orecchie: -È successo qualcosa?-. Non ottenendo risposta, immaginò che andasse tutto bene.

Honan si staccò dal muro, ma ebbe la prontezza di creare una piattaforma fluttuante di carta per attutire il colpo. Quando si rialzò, notò Deidara che le volava intorno con su un uccello di argilla.

-Che stai facendo?- Le chiese spaventata.

-Ti guardo da un altro punto di vista.- Rispose Deidara a testa in giù: -Mi vorresti sposare?-.

-Ugh, ehm, Deidara, penso che forse stiamo un po precipitando le cose...- Disse Honan.

-Hai dei begli occhi.-.

-Certo, sì...- Honan trasformò la piattaforma in un cavallo, e urlò: -Via di qui!-.

-Dove stai andando, Honan-kun?- Anche Deidara trasformò in cavallo il suo uccello, rincorrendo Honan per la stanza: -Che divertente! Yi-ah!-.

Sasori si sturò di nuovo le orecchie: -Stavolta sono sicuro di aver sentito...-. Non finì la frase, perché fu investito dal cavallo di Honan.

-Oh!- Sasori tentò di alzarsi, ma fu schiacciato dal cavallo di Deidei.

-Ah!- Sollevò il braccio, ma fu nuovamente travolto da Honan.

-Dolore!- Provò a trascinarsi via con il braccio, ma Deidara gli passò sopra il piede, e l'argilla si attaccò alla gamba della marionetta. Così, prima che potesse rendersi conto di ciò che gli capitava, Sasori fu portato via dal cavallo. Sbatteva la testa sul pavimento ogni volta che il cavallo galoppava.

-A...- PUM -...iu...- PUM -...to!- PUM.

Deidara non lo sentiva, e continuava a seguire Honan per tutta la sala. Saltò tavolini, e Sasori sbatté sugli spigoli; saltò sulle sedie, e Sasori colpì gli schienali; saltò sulle palle chiodate di Hidan appese alle pareti, e Sasori, beh, avete capito il concetto.

Dopo qualche decina di giri, Honan uscì dalla porta, sfiorandone i contorni. Deidara la seguì.

PUM -No!- PUM -La...- PUM -...porta...- PUM -...no!-.

Sì la porta sì.

Deidara passò attraverso la porta, Sasori sfondò la parete.

-Ahi!- Urlò Sasori. Anche stavolta Deidei non lo sentì.

-Honan-kun! Pensavo di chiamare i nostri figli Deidan e Hidara! Che ne dici?- Urlò la bionda.

-AAAAAAAAAAAA! Stammi lontana!- Honan accelerò: -E sono nomi orrendi!-.

Honan e Deidara cavalcavano come pazze nel corridoio, stretto a sufficienza per far passare un cavallo alla volta, e non un cavallo con attaccato una marionetta.

PUM -Tavolino!- PUM -Ahia! Panchina!- PUM -Off! Cadavere per Jashin!- PUM -Ugh! E era anche sporco di sangue!-.

Alla fine, Honan e Deidara arrivarono alle scale. Honan le imboccò.

-No!- PUM -Non ci passerò mai!- PUM.

Deidara non sentì altro se non rumore di legno che sbatteva. Non capiva da dove provenisse, ma era troppo occupata a inseguire Honan per interessarsene.

Così, anche Deidara prese le scale. Ci passò. Sasori mica tanto.

Quando colpì il muro che affiancava la rampa, la sua schiena si curvò all'indietro a 90° con un CRAC. La sua faccia, mano a mano che Deidara saliva, strisciava contro la parete.

Alla fine, Deidara arrivò al primo piano.

Si guardò intorno: -Ma dov'è finita?-. Poi scese dal cavallo, per capire dove potesse essersi nascosta. Invece vide Sasori, che era ridotto a un cumulo di legna che guardava il pavimento. Si stava masturbando? No, la posizione era troppo strana.

-Sasori!- Esclamò la ragazza: -Da dove sei sbucato?-.

-Vaffanculo.- Borbottò lui.

All'inizio della rampa al piano terreno...

Un foglio di carta formato gigante dello stesso colore della parete si staccò dal muro.

Honan si guardò intorno: -Deidara è impazzita!- esclamò: -Sarà meglio tenersene alla larga!- e scappò via.

Nella testa viola in salotto...

-Vento della Foglia!- Rock Lee tirò un calcio al muro di energia che lo imprigionava, il quale non si infranse, ma rilasciò una potente scarica elettrica che investì il ragazzo.

-Ohi!- Lee cadde all'indietro, svenuto.

Anko guardò il giovane: -Che idiota! Non può certo liberarsi con qualche calcio!-.

Si voltò verso Sasuke: -E tu stai ancora di merda, vero? Quello stupido serpis! Mi ha già inguaiata una volta!-.

In realtà Sasuke si stava riprendendo velocemente: già progettava un piano per uccidere il fratello Itachi. Semplicemente non vedeva il motivo per cui Anko o i sei Pain lì dentro che, anche se inanimati, erano comunque avversari molto pericolosi, dovessero saperlo.

-In realtà,- Disse Anko: -mi era venuta una certa idea, che forse poteva interessarti, ma visto che non mi sembri molto socievole...-.

Sasuke non si scompose.

Anko sbuffò: -Un idea che ti aiuterà a uccidere tuo fratello!-.

Sasuke alzò la testa: -Sentiamo.-.

-Beh,- Rispose la donna: -tu vuoi uccidere Itachi, io voglio vedere Orochimaru morto. Perciò, magari potremmo darci una mano a vicenda...-.

-Tu che ci guadagni- Chiese Sasuke: -con la morte di Itachi? Perché per uccidere Orochimaru ti basta qualche squadra ninja, io non sono necessario.-.

Anko sorrise: -E bravo Sasuke. In effetti, immagino che farei un gran figurone tornando al villaggio con la testa di tuo fratello. E poi vedila così: anche tu saresti contento se Orochimaru ci lasciasse...-.

-Sì,- Fu la risposta: -ma ora sei tu che non mi servi. Per uccidere Itachi, io ho già il Team Taka.-.

“Preferisce quegli idioti a me?” Pensò sdegnata Anko.

-Perciò,- Continuò Sasuke: -pensò che ti dirò di...-.

-E se io- Lo fermò Anko: -ti facessi uscire di qui?-.

Da qualche parte nel corridoio del primo piano...

Karui sbirciò dietro l'angolo. Non c'era nessuno.

Con uno scatto, la ragazza attraversò il corridoio.

Se solo riuscissi a trovarne uno da solo...” Pensò.

Si bloccò a metà corridoio.

Guardò a destra.

Una porta!

Socchiusa!

Karui guardò attraverso la toppa. Da quel che poteva intuire, era una camera da letto; forse ne avrebbe trovato uno che dormiva! Ma non riusciva a vedere i letti, perciò doveva entrare per rendersene conto. Ma se poi ce n'era uno sveglio?

Karui scrollò la testa: “Ora sto pensando come Omoi?”. Già, Omoi! Chissà che fine aveva fatto...

Karui ruotò la maniglia lentamente. Deglutì. Aprì la porta.

La stanza era una di quelle che si vedono nei cartoni animati, divisa a metà: la parte destra era dipinta di arancione; alle pareti erano appesi una ventina di disegni raffiguranti o unicorni o due uomini stilizzati; o meglio, uno era più similare a un lecca-lecca gigante con gambe e braccia; l'altro, invece, si distingueva da un comune omino per alcuni capelli biondi. I due erano raffigurati in posizioni bizzarre: in un disegno il lollipop stava in piedi, mentre l'altro era davanti a lui piegato in avanti. Il tutto adornato da cuoricini, mentre sopra ai personaggi c'erano due nomi: il lollipop era “Tobi”, mentre il tizio piegato in avanti era nominato semplicemente “Senpai”.

La parte sinistra, invece, pareva un orto botanico in miniatura: sul comò e alle pareti erano posizionati vasi con le più strane piante che Karui avesse mai visto; e c'erano pure alcuni frutti molto bizzarri, dai colori innaturali per il tipo di pianta, e tutti decorati nella buccia da motivi a spirale. Emanavano un'aura molto strana; forse Karui ne avrebbe morso uno, avvertendo poi un orribile gusto amaro, se non fosse stata troppo impegnata a compiacersi delle sue abilità nel trovare un membro di Alba addormentato.

Almeno, credeva che fosse dell'Aka, perché indossava la tonaca nera con le nuvolette rosse, ma più che una persona sembrava una pianta bicolore surgelata.

-Oh, beh,- Disse: -mi basta pure lui. Lei. Questo.-.

Alzò la spada.

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Capitolo 28
*** SCONTRI ***


SCONTRI

All'esterno dell'ufficio dell'Hokage...

-Cosa aspettiamo, Ita-kun?- Chiese Kisame.

-Dobbiamo essere veloci, Kisame.- Disse Itachi: -Tsunade eliminerebbe sicuramente uno di noi due prima che l'altro riesca a ucciderla. E poi c'è anche Shizune.-.

-Allora aspettiamo Suigetsu e Orochimaru!- Propose Kisa.

-In quattro saremmo troppo lenti.- Rispose Itachi: -Al mio tre: ...tre!-.

Sfondarono la porta.

-Ma cosa...- Tsunade non ebbe il tempo di finire la frase che Itachi la attaccò con l'Amateratsu.

L'Hokage riuscì a spostarsi appena in tempo, e ad andare a fuoco fu solo la sua scrivania.

-Nebbia velenosa!- Dalla bocca di Shizune fuoriuscì una nebbia violacea diretta contro Itachi.

“Bene” Pensò Kisame. Tappandosi la bocca, si infilò nella nuvola, diretto verso Tsunade.

-Cosa credi di fare?- Tsunade usò la tecnica del Bisturi di Chakra e corse dentro la nuvola.

“Dannazione!” Pensò Shizune: “Non riesco a...”.

Dietro di lei comparve Itachi. Il nukenin mise le mani a mo' di pistola e premette gli indici nel collo della donna. Shizune sgranò gli occhi, barcollò in avanti e cadde a terra.

Kisame cadde fuori dalla nebbia. Sembrò volere rialzarsi, ma non pareva riuscire a controllare il proprio corpo.

Tsunade camminò fuori dalla nuvola: -Arte del Fulmine: Sovraccarico del Sistema Nervoso. I tuoi nervi sono scombinati.- si rivolse verso Itachi. Attivò il Byakugo: -Cosa ci fai qui, Itachi?-.

-La spada.- Itachi porse la mano: -Dammela!-.

Tsunade rise: -No. Se ci confrontassimo, nessuno ne uscirebbe vincitore, e tra poco arriveranno i miei ninja. Hai fatto una sciocchezza a venire qui solo con lui.- indicò Kisame.

-Vedi, Hokage,- Disse Itachi: -il tuo ragionamento è corretto. Ma ti sbagli su un punto: non sono qui da solo.-.

CLICK

Tsunade si voltò. Orochimaru e Suigetsu, vestiti di giacche di pelle e con occhiali da sole stile anni '80 la tenevano sotto tiro con dei fucili laser. Le due bocche si illuminarono.

-Ciao, Tsunade.-.

-Orochi...-.

BAM

Orochimaru fece fuoco. Tsunade fu sbalzata indietro e colpì la parete. Si accasciò a terra, con un buco al petto.

Itachi si avvicinò all'Hokage. Si abbassò, trovandosi faccia a faccia con la donna. Si guardarono negli occhi per qualche secondo, poi Itachi attivò lo Sharingan, e lei svenne.

Itachi la perquisì e si rialzò.

-Trovata?- Chiese Suigetsu mentre aiutava Kisame a rialzarsi.

Itachi si voltò. In mano teneva un rotolo.

-La mia Samehada!- Suigetsu lasciò andare Kisame, che a stento riusciva a tenersi in piedi, e corse verso Itachi.

-No!- Disse Kisame: -È mia quella!- e, barcollando, si avvicinò a Itachi.

Quattro teste osservavano la pergamena. Itachi la aprì. Con un PUF e una nuvola di fumo, in mano al ninja apparve una spada.

Kisame sgranò gli occhi, incredulo: -Ma quella è...-.

Nel corridoio del primo piano del rifugio...

I tre ninja correvano come pazzi.

“Zetsu!” Pensò Kakuzu: “Se ce n'è un'altra, potrebbe aver trovato Zetsu!”.

-A destra!-.

-A sinistra!-.

-L'altra, sinistra, Karin!-.

Alla fine, arrivarono davanti alla camera di Zetsu e Tobi. Kakuzu aprì la porta.

Karui era distesa a terra, svenuta; Zetsu dormiva ancora, mentre nel letto di Tobi sedeva Kabuto, rigirandosi uno dei frutti di Zetsu tra le mani.

-Kabuto!- Esclamò Kidan: -Che ci fai qui? Dovresti essere insieme agli altri prigionieri!-.

-C'ero,- Rispose Kabuto: -ma quando avete fatto entrare Lee io sono strisciato via. Dovreste stare più attenti!-.

Karin osservò la ragazza a terra: -Quella un po' mi assomiglia! Deve essere Karui!-.

-Come mai hai salvato la vita a Zetsu?- Chiese Kakuzu.

Kabuto rise: -E perdermi la sua reazione al risveglio?-.

-Cosa intendi...- Kakuzu guardò Zetsu: -Ma che...?-.

-A tal proposito!- Kabuto si avvicinò a Zetsu e gli diede un pizzicotto al braccio. Il ninja dell'Erba sussultò e aprì gli occhi. Vide Kabuto.

-Crepa!!!!!!!- Gli saltò al collo.

-Aghagh! Lasciami!- Urlò Kabuto.

-Bastardo!- Urlarono i due Zetsu. Era la prima volta che erano d'accordo su qualcosa.: -Meriti la morte!-.

-Calmati, Zetsu.- Disse dolce Kidan.

-Eh?-.

-Lo sappiamo tutti che deve morire,- Disse Kakuzu: -ma per ora non ci è molto utile da morto.-.

-Ma Kakuzu-san...- Disse la parte “bianca”.

-LUI È UN FIGLIO DI...- Continuò il “nero”.

-Zetsu, senti...- Disse Kidan: -...penso che ora abbia, cioè, abbiate un problema più grosso...-.

-Mi sembri molto strano, Hidan!- Disse Zetsu Bianco.

Karin frugò tra il suo vestito e ne tirò fuori uno specchietto.

-E tu che ci fai qui, stronzetta?- Le chiese Zetsu Nero.

-Guardatevi!- Rispose lei.

Zetsu afferrò lo specchio e si guardò. Lo distrusse. Balzò nuovamente al collo del ninja del Suono.

-Guarda come ci hai ridotto!- Gridò quello che era lo Zetsu bianco, mentre ora era lo Zetsu Rosso.

-TU ME LA PAGHERAI CARA! TI COLPIRÒ COSÌ FORTE IN CULO CHE ANCHE I TUOI NIPOTI NON RIUSCIRANNO A SEDERSI!- Sbraitò il Blu.

-Aghagh! Non respiro!-.

-È PER QUESTO CHE TI STO STRANGOLANDO!- Urlarono all'unisono.

-Basta un bagno caldo e...-.

-TE LO DO IO IL BAGNO CADO! TE LO FACCIO BERE FINCHÉ NON SCOPPI!-.

-Basta, Zetsu!- Kakuzu avvolse Zetsu con i suoi fili, ma lui non mollava la presa.

-Mi spiace, ma mi costringi: Arte del Fulmine, 10.000 Volt!- Una scossa elettrica attraversò Kakuzu, fulminando Zetsu e anche Kabuto. I due ninja crollarono a terra svenuti.

-Beh,- Disse Karin: -se non altro la scossa l'ha scaldato...-.

Nel corridoio del piano terra...

-Honan-chan! Honan-chan! Dove sei?- Deidara sbirciò sotto il tavolino. -Neanche qui. Honan-chan!-.

Dall'altra parte della parete, Honan ascoltava con l'orecchio i progressi di Deidei.

-Devo tornare nel mio corpo!- Esclamò: -Così potrò sacrificarla per benino! Questo non voglio sporc... cioè, non mi pare adatto! Devo tornare nel salone!-.

-Honan-kun!-.

-Magari evitandola!- E corse in salotto.

Nel salone...

-Accidenti a quella baka di Deidara... È il terzo corpo che uso in due giorni!- Sasori si rimise a sedere davanti alla testa.

Tre ninja entrarono.

-Sasori!- Esclamò Kidan: -Dove ti eri cacciato?-.

-Andavo a cavallo!- Sbottò Sasori.

Kakuzu depositò a terra tre persone: una era una ragazza, un altro era un giovane uomo e la terza era una pianta multicolore. Tutti e tre svenuti; gli ultimi due erano belli e abbrustoliti.

Kidan si guardò intorno: -Dove sono il mio corpo e Dei?-.

-Vanno a cavallo!- Rispose secco Sasori.

-Ma che stai dicendo?- Chiese Karin.

Sasori non rispose.

Dalla cucina uscì Juugo.

-E dov'è quel tizio della Nuvola?- Chiese Kidan.

-È svenuto.- Rispose Juugo.

-Mmm...- Mugugnò qualcuno in cucina.

-Forse no.- Jugo fece per tornare in cucina.

-Lascialo perdere.- Ordinò Kakuzu.

Arrivò anche Honan. Corse dietro al divano.

-Che stai...-.

-Nascondetemi!- Disse Honan. Corse dietro a Kidan: -Nascondetemi!-.

-Da chi?- Chiese Kakuzu.

-Honan-kun!- Fece una voce in salotto.

-Sta arrivando!- Esclamò impaurita Honan.

Sasori si alzò: -STA ARRIVANDO!- i suoi occhi brillavano di follia.

-Sto arrivando, Honan-kun!- Disse la voce.

Honan corse verso la tesa, graffiandola tentando di aprirla: -Fammi entrare!-.

Arrivò Deidara.

-NOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!- Honan si accasciò a terra: -Stammi lontana!-.

-Honan-chan!- Deidara corse verso di lei.

Honan alzò le mani: -Lasciami stare!-.

-Honan-kun!-.

-NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!-.

Honan svenne.

Deidara si accasciò a terra, contorcendosi dalle risate: -Ahahahahah! Che cretina! Ahahahahah!-.

-Allora non eri impazzita!- Esclamò Kidan.

Deidei si asciugò una lacrima: -Certo che no! Ahahahahah! Ma almeno me ne sono liberata!-.

Un'aura oscura avvolse Kidan: -E c'era bisogno di farmi venire un collasso! Io ti... io ti... IO TI SACRIFICO!-.

Deidara smise di ridere. Tutti guardarono Kidan.

-Cioè...- Disse lui: -...volevo dire che...-.

Fu interrotto da un grido disumano proveniente dalla testa viola: -AAAAAAAAAAAAAAAAAA! CAZZO!!!! CHE MALE!!!!!-.

-Che succede lì dentro?- Chiese Kakuzu, rivolto verso la testa.

-Il caro Sasuke-kun- Fece la voce di Anko: -rischia la morte per avvelenamento. Se volete che io gli dia l'antidoto, dovete farmi uscire di qui.-.

-E perché dovrebbe interessarci se vive o muore?- Chiese Kakuzu.

-Forse a voi non interessa,- Rispose Anko: -ma penso che Itachi non ne sarebbe felice...-.

-AAAAAAAAAAAAAAAAAAA!- Sasuke sembrava andare a fuoco da tanto che urlava.

-Non è davvero avvelenato.- Disse Kakuzu: -E anche se lo fosse, Kabuto è con noi e ne sa molto più di te riguardo a veleni!-.

-E che vi dice che abbia l'antidoto anche per questo veleno?- Fece Anko: -In realtà lo tenevo da parte per Orochimaru: un serpente che muore avvelenato! Ahah!-.

-AAAAAAAAAAAAAAAAAAA! BASTA!- Sasuke faceva quasi pena.

-Pfui!- Disse Kakuzu: -Per me può anche... Urr!- il ninja cadde a terra. Dietro di lui Karin si voltò verso Kidan, tentando di colpirlo. Il ninja, colto di sorpresa, fu salvato solo dal pronto intervento di Deidara.

Karin fu avvolta da alcuni bruchi di argilla: -Lasciami! Sasuke-kun!-.

-Muoviti ancora e ti faccio esplodere! Uhm!- La avvertì Deidara.

-AAAAAAAAAAAAAAAAAAA!-.

-Sasuke-kun!- Karin provò a liberarsi.

-Ti avevo avvertito!- Deidara sorrise: -Katsu!-.

BOOOOOOM

Karin esplose. La ragazza, che ora sembrava più un pollo arrosto che una persona, cadde all'indietro.

-Uhm!- Ridacchiò Deidara. Ma non ebbe il tempo di ammirare ulteriormente la sua opera, poiché Kidan le cadde addosso.

-Ehi!- Deidara si levò di dosso il compagno: -Che ti è...- Kidan era svenuto, e la sua faccia era coperta di sangue.

Juugo abbassò il braccio: -Non mi impedirai di salvare Sasuke-kun!-.

Jugo mollò la presa su Sasori, che si accasciò a terra dicendo: -Un altro corpo andato...- e poi svenne.

Deidara si rialzò: -Ho già in mente come abbellirò la mia stanza con le tue ceneri, uhm!-.

-AAAAAAAAAAAAAAAAAAA!-.

-Vi suggerirei di decidervi!- Li ammonì Anko.

Lo scontro iniziò.

Jugo si avventò sull'avversaria, tentando di colpirla con un pugno-razzo. Con un salto mortale in avanti, però, Deidara schivò il colpo, e gli atterrò alle spalle. Prima che potesse contrattaccare, Jugo trasformò il braccio in un'ascia, e provò a falciare il nukenin girandosi di scatto.

-Schiaccia la Talpa!- Deidara sparì sotto terra, evitando nuovamente il colpo. Le sue mani spuntarono da sotto il pavimento e afferrarono le caviglie di Juugo.

Le caviglie di Jugo si riempirono di razzi, che si accesero.

-Acc!- Deidara mollò la presa e rispuntò vicino alla cucina.

Si soffiò le mani ustionate: -Già là sotto va tutto a fuoco!-.

Juugo la colpì con un pugno, e Deidara cadde di schiena.

Juugo trasformò la mano in un martello, tentando di spaccare la faccia al ninja. Ma Deidara fu nuovamente più rapida, e il colpo infranse solo il pavimento.

Deidara si allontanò dall'avversario: -Preparati a esplodere!-.

Jugo sentì un formicolio al collo. Un secondo dopo, quattro ragni d'argilla gli si appiccicarono al volto. -Ma che...?-.

-Uhm!- Ghignò Deidei: -Perché credi che ti abbia afferrato le caviglie prima?-.

-Tsch!-.

-Katsu!-.

BOOOOM

Jugo, con la faccia nascosta dal fumo, barcollò all'indietro.

-Uhm!- Fece felice Deidara, pensando di aver sconfitto l'altro. Si sbagliava.

Juugo scomparve all'improvviso, e riapparve subito dopo di fronte alla nukenin, con il braccio trasformato a martello, già elevato sopra la testa de Deidara.

La ragazza riuscì solo a sgranare gli occhi prima che il pugno si abbattesse sulla sua nuca con forza sovrumana, schiantando la ragazza a terra, dove rimase.

Juugo si asciugò il sangue alla bocca, pronto a sferrare il colpo letale. Ma un nuovo urlo di Sasuke lo fece rinvenire.

-Sasuke!- Jugo si avvicinò alla testa, e caricò un pugno-razzo per distruggerla.

Un getto infuocato gli bruciò la schiena.

-Ugh!- Juugo si voltò furioso.

Kakuzu gli mise una mano in volto: -10.000 volt!-.

Juugo rimase fulminato, e crollò svenuto in avanti.

Kakuzu si pulì la mani.

-AAAAAAAAAAAAAAAAAAA!-.

-Allora? Vi siete decisi?-.

-Spiacente,- Fece Kakuzu: -ma le uniche persone a cui importasse qualcosa di Sasuke, ora non sono in grado di dire la loro...-.

-Oh, che peccato... Beh, e di quelli che si importano di Pain chi è rimasto?-.

-Che stai dicendo?-.

-Dico che non penso che quando Nagato si sveglierà sarà felice di vedere i suoi corpi distrutti e senza più i ricettori... Da quel che mi risulta, è molto affezionato a uno di loro...-.

Kakuzu strinse i pugni: -Non oserai...?-.

-Oso, oso...-.

-Tu non riusciresti neanche a toccarli!-.

-Dici?- Dall'interno della bocca si sentì un DING tipico di due pezzi di metallo che sbattevano più volte.

Kakuzu iniziò a sudare: -Chi mi dice che sono loro?-.

-Chi ti dice che non lo sono?-.

-AAAAAAAAAAAAAAAAAAA!-.

-Dannazione!- Kakuzu afferrò la bocca. La tirò verso di se. La bocca si spalancò.

Con uno scatto, Sasuke e Anko si avventarono sul ninja della Cascata.

-Mille Falchi!-.

-Groviglio di Serpi!-.

Kakuzu socchiuse gli occhi: -Porca Pu...-.

BOOOOM

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Capitolo 29
*** ILLUSIONI ***


ILLUSIONI

Nella discoteca di Konoha...

Shikamaru si guardò intorno: -Quindi questa è una discoteca!-.

Gli altri lo fissarono: -Vuoi dire che non ci sei mai stato?-.

-No.-.

-Ehi!- Esclamò Kiba: -Sento qualcosa!- iniziò ad annusare il pavimento.

-Sì!- Disse: -Sento l'odore di Lee! Era seduto su questa panchina e poi... poi... Oh, cavoli!-.

-Che c'è?- Chiese Neji.

-C'è un altro odore familiare... Sniff... È quello di... quello di... di Anko!-.

Kakashi si mise la mano alla fronte: -C'è sempre di mezzo lei quando succede qualcosa di strano...-.

-Ci sono...- Riprese Kiba: -...altri due odori! E uno l'ho già sentito all'attacco di Konoha di Pain! È quella donna, Konan! L'altro deve essere un suo compagno. Compagna. Buffo: non capisco se è maschio o femmina!-.

-Come quel biondino!- Esclamò Sakura: -Dei... non ricordo ora...-.

-Hanno creato loro quel buco.- Continuò l'altro: -E sono scappati! E Lee e Anko li hanno seguiti!-.

Gai, che fino ad allora era rimasto sdraiato sul pavimento a sbavare, sembrò rianimarsi: -Ma certo! Li ha seguiti per affrontarli! Lo sapevo!-.

Kiba uscì dalla stanza a passo di cane: -E si sono diretti... la foresta! Verso la foresta.-.

Shino si avvicinò: -I miei insetti sono molto abili nella foresta. Ci penso io.-.

-Hinata, pensaci tu e il tuo Byakugan!- Esclamò Kiba. Si rialzò, e si ritrovò davanti Shino. Sembrava un po' nervoso.

-Qualcosa che non va?-.

-...Niente.-.

Nel salone dell'Aka...

Sasuke si massaggiò il segno del morso sul collo: -Potevi darmene uno meno potente!-.

Anko alzò le spalle: -Era per rendere la scena più verosimile!-.

Poi Anko notò la spada accanto al divano: -Che bella spada!- l'afferrò.

-È di Suigetsu.- Le disse Sasuke.

-Suigetsu dovrebbe scegliersi una spada migliore!- Commentò Anko: -È davvero difficile da impugnare.-.

-A me non sembra.- Replicò secco Sasuke. Guardò le persone svenute ai suoi piedi: -Aiutami a far rinvenire Karin e Jugo.-.

-Un po' di veleno le sveglierà!- Fece felice Anko.

-Ripensandoci... mi arrangio.-.

Intanto, in cucina...

“Accidenti!” Pensò Omoi: “Ora quel pazzo-frega-maestri è libero! E se quando arriva, decide di uccidermi? E se, prima di farlo, mi amputa mani e braccia? Devo liberarmi!” Omoi si divincolò tra le corde: -Urr!-.

-Hai sentito?- Chiese una voce femminile in salotto.

“Oh, cazzo!” Omoi si immobilizzò: “Ora entreranno qui e chissà cosa mi faranno!”.

-...No.- Rispose una voce maschile.

“Fiuuu!”.

-Ho un certo languorino!- Esclamò la donna: -Vado a farmi un panino in cucina!-.

“Oh-oh!”.

-Se proprio ci tieni...-.

Omoi doveva agire in fretta: vide un tavolino rovesciato con delle corde attaccate agli angoli.

“Forse potrei....”.

 

 

 

Quando Anko entrò, vide che sul tavolo c'era un giovane ninja legato a faccia ingiù, probabilmente sacrificato da uno di quei folli a chissà quale dio.

-Poveraccio!- Fece per avvicinarsi, ma all'ultimo cambiò idea: aveva troppa fame! Così aprì il frigo e prese un sandwich.

Anko si bloccò: -Un sandwich in frigo?- fece spallucce e se lo mangiò.

Poi tornò in salone.

-Aiutami a portarli in una camera.- Ordinò Sasuke.

-Mmm...- Borbottò Anko.

Omoi rimase sdraiato, finché non fu sicuro di averli effettivamente sentiti andarsene.

Allora il ragazzo si rialzò e strisciò (camminare con tutti quei lividi era una tortura) verso un cassetto. Lo aprì con i denti.

Coltelli! Quello che cercava! Riuscì ad afferrarne uno. Ora doveva solo liberarsi senza uccidersi: facile! Ristrisciò verso il tavolino e lo sistemò sul tavolo. Si voltò di schiena e iniziò a strisciare i polsi sul coltello. Dopo poco tempo, però, sentì un CRAC e la lama saltò via.

Esausto, Omoi si sedette: -Non ce la farò mai da solo!- esclamò disperato.

“Un momento!” Pensò poi: “Non sono solo! Karui! Forse è di là!”.

Usando solo la forza della disperazione, si trascinò fino al salotto.

-Karui!- Ansimò: -Karui!-.

La ragazza era dove Kakuzu l'aveva deposta, solo che ora era circondata da altri ninja svenuti.

-Dannazione! KARUI!- Omoi si avvicinò alla compagna. La ragazza pareva morta.

-Non puoi essere... Karui!- Urlò a denti stretti. Iniziò a darle testate: -KARUI! KARUI!-.

-Ahi!- Fece questa dopo un paio di colpi: -Ma chi...-.

-Karui!- Esultò Omoi: -Sei viva!-.

Karui gli mollò un pugno in testa: -Certo che sono viva, baka!-.

-Ahi!- Disse l'altro: -Invece di colpirmi, slegami!-.

CLOMP CLOMP

Dei passi si sentirono dal corridoio.

-Accidenti!- Karui si rimise sdraiata, fingendosi svenuta.

CLOMP CLOMP

Omoi rotolò verso la cucina.

Come oltrepassò la porta, Anko entrò in salotto: -Eheheh!- rise: -Ora mi prenderò anche le loro teste! E poi... poi sarà il turno di Sasuke-kun!-.

Guardò la schiena di Karui: -Una spada!- la sfilò dalla fodera: -E maneggevole!-.

La fece ruotare in aria un paio di volte, poi si avvicinò a Honan, svenuta vicino alla testa: -Prima le donne! Eheheh!-.

Alzò la spada.

 

 

 

-Shinra Tensei!-.

-Uh? Off!- Anko fu sbalzata indietro, schiantandosi sulla parete.

Dalla testa viola uscirono sei uomini dai capelli arancioni, meno uno che era pelato.

Uno di loro, un ragazzo molto giovane, si avvicinò ad Anko: -Sei fuggita quindi.-.

“Tsch!” Pensò Anko: “Devo darmela a gambe levate!”.

Il ragazzo sollevò le braccia.

-Spalle!-.

Due paletti di metallo sbucarono dalle maniche della tonaca e partirono ad alta velocità, inchiodando al muro le spalle della donna.

-Ah!-.

-Polsi, piedi, ginocchia, gomiti!-.

-Ah! AH! AHI! AHI!-.

-Il prossimo è per la testa.- Pain alzò il braccio sinistro verso il capo di Anko.

-Aspetta! Aspetta! Possiamo fare un patto!- Fece disperata Anko.

-Un patto?- Deva ridacchiò: -Cosa avresti da offrire?-.

Già spuntava la punta del tubo.

-Sasuke!- Esclamò lei: -Sasuke è nella camera di suo fratello (a giudicare dai poster emo e dal fatto che tentava di continuo di distruggerla)! Lui si fida di me! Ve lo posso portare qui su un piatto d'argento!-.

Pain sembrò pensarci: -Mmm... No.-.

Il paletto partì.

Anko sgranò gli occhi: -No non farlo!-.

SPLAT

 

 

 

Anko si accovacciò a terra, reggendosi la testa con le mani.

-Se non vuoi che la mia illusione diventi... meno illusoria,- Le disse Pain: -portami quaggiù Sasuke.-.

Anko alzò la testa. I suoi occhi, prima vivaci e subdoli, ora erano sbarrati e pieni di occhiaie.

-Cosa c'è?- Chiese Deva, fissandola superiore: -Vuoi ancora la mia testa?-.

Anko si ritrovò faccia a faccia con l'occhio di Pain. Non sembrava ammettere fallimenti.

Senza rispondere, la donna si alzò e si diresse verso la camera di Itachi.

Quando se ne fu andata, Pain si rivolse a Karui: -Ragazzina, in piedi.-.

Karui non rispose, continuando a fingere di dormire.

Asura-Pain le puntò il braccio contro. La sua mano si aprì in due e ne uscì un missile.

Karui balzò in piedi: -Va bene!-.

Deva guardò lo Zetsu rosso e blu: -Sembra che mi sia perso molto mentre dormivo...-.

Tornò a rivolgersi a Karui: -Tu sei della Nuvola. Dove sono i tuoi compagni?-.

Karui lanciò una veloce occhiata alla cucina: -Io... non ho compagni.-.

Pain guardò la porta della cucina: -No?-.

Asura puntò il missile contro la cucina. Fece fuoco.

-No!- Urlò Karui.

BOOOOM

Nei boschi di Konoha...

-Di là!- Esclamò Shino.

Le quattro squadre svoltarono.

-Quanto manca ancora?- Chiese Yamato.

-Una decina di minuti.- Rispose l'Aburame.

-Sarà meglio muoversi: -Disse Shikamaru: -tra poco più di un'ora sarà l'alba.-.

-Ragazzi!- Li richiamò Sai: -Venite qui!-.

Gli altri si avvicinarono al ramo dell'Anbu.

-Qua.- Indicò ai suoi piedi: -Un'impronta. Non è di un membro dell'Aka, né di qualcuno della Foglia: sembrano più... scarpe del Villaggio della Nuvola.-.

-E allora?- Fece Kiba: -Anch'io le uso!-.

-Ma queste sono troppo fresche,- Disse Sai: -di una persona che è passata di qui da poco tempo.-.

-Grandioso!- Esclamò Ino: -Ora ci si mette anche la Nuvola!-.

-A quanto risalgono?- Chiese Kakashi.

-Un'ora circa.- Rispose l'altro.

-E sai dirmi quanti erano?-.

-Un paio, forse tre.-.

-Mmm...- Kakashi si mise a riflettere: -...potrebbero essere dei ninja da ricognizione. Sarà meglio procedere cauti.-.

-I miei insetti sono tornati.- Esclamò Shino: -Il rifugio è più vicino di quanto pensassi.-.

-Quanto, di preciso?-.

Shino indicò davanti a se: -Dietro quegli alberi.-.

Nel salotto dell'Akatsuki...

-Omoi!- Karui si lanciò verso la cucina in fiamme, ma Manusya le mise la mano in testa.

Quel tocco era glaciale.

Karui si sentì diventare sempre più debole. Si inginocchiò e il Pain la lasciò.

Deva si rivolse agli altri cinque corpi: -Tornate dentro a finire di riparavi. Ci penso io qui.-.

I cinque obbedirono, e Deva tornò a guardare Karui: -Per quanto riguarda te... Kai!-.

Karui sgranò gli occhi. Davanti a lei, le fiamme sparirono.

-Cosa...?-.

Mentre Karui tentava di riprendersi, Pain si avvicinò a Kakuzu. Gli mise una mano in fronte, e Kakuzu si svegliò.

-Soldi! Uh? Che è successo?- Fece il nukenin. Poi si ricordò: -Maledetto Sasuke!-.

-Calma Kakuzu.- Lo calmò il dio.

Kakuzu notò Karui: -Quella donna! Stava per uccidere Zetsu! Posso prendere il suo cuore?-.

-No.- Rispose Pain: -Ma in cucina c'è il suo compagno.-.

-A lui lo posso prendere il cuore?-.

-No.-.

-I soldi?-.

-Sì-.

-Sono già lì.- Kakuzu si avviò verso la cucina.

Pain guardò gli altri membri dell'Aka svenuti: -E ora- disse: -tocca a voi.-.

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Capitolo 30
*** LA SPADA ***


LA SPADA

Corridoio di Alba...

Anko camminava verso la stanza di Itachi, ancora in trance.

-Sasuke.- Borbottò: -Devo portarlo giù.-.

Anko si sentiva dire quelle cose, ma non era lei a parlare: doveva essere ancora sotto l'effetto del genjutsu di Pain, pensò.

Camminava, ma non muoveva le gambe.

Deglutiva, ma non contraeva muscoli.

Respirava, ma non dilatava le narici.

Era come in un incubo. E c'era l'occhio. Sì, l'occhio di Pain: la osservava. Era nella sua testa, e le diceva di portare giù Sasuke. Altrimenti si sarebbe arrabbiato. E Anko non voleva far arrabbiare l'occhio.

“Calma” Pensò tra se e se: “Devo stare calma. Sasuke potrebbe insospettirsi.”.

Ma tanto ci avrebbe pensato la tecnica a farla sembrare calma, si disse poi.

Rincuorata, si avvicinò alla porta di Itachi. Entrò.

Al suo interno, Sasuke stava dando fuoco con l'Amateratsu alle pareti della stanza. Jugo era seduto sul letto di Itachi e si massaggiava le tempie, mentre Karin, in un ennesimo attacco di ormoni, stava mangiando il letto di Kisame. Ma era un letto ad acqua, e più volte rischiò di annegare.

Anko indugiò sulla porta.

Sasuke la notò: -Sei tornata.- disse senza smettere di incendiare il muro: -Presa qualche testa?-.

-No.- Disse l'altra, sorridendo, tentando di mascherare l'ipnosi: -Ma forse, se scendi, ne puoi prendere qualcuna tu.-.

-Mi interessa solo quella di mio fratello.- Rispose Sasuke: -Come mai non le hai prese?-.

-Io...- Balbettò: -...mi era passata la voglia.-.

-Sì?- Fece dubbioso Sasuke: -Contenta tu...-.

-Allora qual è il piano?- Chiese velocemente Anko.

-Il piano? Non ne avevi uno tu?- Chiese il ninja di Konoha.

-Sì, certo!- Rispose Anko: -E sai una cosa? Ci servirebbe Kabuto che... ho lasciato giù.-.

-E allora portalo su.-.

Anko ammiccò verso Sasuke: -Ma pesa così tanto...- gli mise le mani ai fianchi: -...mi aiuteresti?-.

Karin riemerse dal materasso: -Ehi!- esclamò: -Non toccare il mio Sasuke!-.

-Calma Karin.- Sasuke allontanò Anko da se: -Vuoi un aiuto? E sia. Karin, Jugo. Seguitemi.-.

I quattro ninja uscirono dalla stanza.

“Eheheh...” Anko già pregustava il sapore della vittoria.

Cucina dell'Alba...

Kakuzu si grattò la testa: -Ehi! Cretino della Nuvola? Dove sei?-.

Di Omoi nessuna traccia.

-Uhm...- Kakuzu schioccò le dita: -Il frigorifero!-.

Si fece strada tra la sporcizia e i resti della festa per il compleanno di Tobi e si avvicinò al frigo, rimasto miracolosamente intatto anche dopo aver ospitato per un giorno Zetsu.

Lo aprì.

-Uffa!- Sbottò Kakuzu: -Dove cazzo è?-.

Omoi se ne stava ben nascosto usando la tecnica della Nuvola Mimetica.

Appoggiato alla prete, il ragazzo lottava per resistere al sonno: aveva fatto la notte in bianco, era quasi senza Chakra e lo avevano gonfiato di legnate. Ma se non rimaneva concentrato la nube si sarebbe dissolta, cosa da evitare almeno finché Kakuzu era ancora nella sala. Ma per quanto ancora sarebbe rimasto?

-Chi fa da se, fa per tre!- Esclamò il membro di Alba: -Anzi, per cinque!-.

Dalla sua schiena sbucarono i mostri cuore che iniziarono a ispezionare la stanza.

Omoi non si mosse. Sperò in un miracolo.

Fortunatamente per lui, i mostri non lo trovarono.

-Ehi!- Urlò Kakuzu rivolto verso al salotto: -Non c'è nessuno qui!-.

-E allora torna di qua!- Rispose la voce di Pain: -Deve essere scappato!-.

Kakuzu obbedì.

Omoi riuscì a mantenere la nuvola fino a quando Kakuzu non sparì nel salone.

Poi, vinto dalla stanchezza, si addormentò.

Nel salotto...

-Che male!- Disse Deidara, massaggiandosi la nuca insanguinata.

-Non dirlo a me!- Replicò Kidan: -Non vedo l'ora di tornare nel mio vecchio corpo!-.

Il corpo in questione stava litigando con Zetsu.

-Ma che hai da arrabbiarti, stupida pianta?-.

-Ma ci hai visti?!-.

-Sì, e siete uno bianco e uno nero, come dovreste essere!-.

-Ma io sono quello Bianco!- Disse la parte nera.

-E IO SONO QUELLO NERO, TRANSJASHINISTA FACCIA DA CULO!- Gli urlò il Bianco.

-Dovreste ringraziarmi che vi ho ridipinti, teste di cactus!-.

-Che nobile gesto...- Commentò il Nero. No il Bianco. No cioè... quello buono.

-Non è da te, Hidan...- Fece ridacchiando il Bian... il cattivo.

-Che state insinuando?-.

-Già,- Continuò il buono: -è un gesto più da Konan, no?-.

-C-C-COSA...?- Fecero imbarazzati sia Kidan che Honan.

In quella scese Sasori, con un nuovo corpo.

-Al volo, Deidara!- Lanciò a Deidei una borsa del ghiaccio, che Dei si affrettò a mettere dietro la nuca.

-Ahhhh, che sollievo...- Disse Deidara.

La borsa si bucò e ne uscì una tarantola; salì sulla testa di Deidei e fece per morderla, ma...

-Ehi, guarda!- Zetsu prese in mano la tarantola: -Mmm... la mia parte insettivora reclama...- e si mangiò il ragno.

-Di un po', Sasori,- Prese la parola Pain: -hai visto Sasuke-kun o Anko?-.

-No, in realtà no.- Rispose Sasori, triste per il fallimento: -Perché?-.

-Perché dovrebbero arrivare a momenti, e noi dovremmo ingaggiare con loro una lotta all'ultimo sangue...-.

-COOOOOOSAAAAAA?-.

Nel corridoio del primo piano, verso la camera di Pain...

I quattro stavano camminando da qualche minuto.

Anko si guardò intorno nervosa: “Perché facciamo questa strada? Dobbiamo andare giù! Devo andare giù!”.

Sasuke e Jugo si fermarono.

Karin, che camminava dietro a Juugo, si scontrò con la sua schiena: -Ma che... stai attento!-.

Juugo non rispose.

Sasuke si voltò verso Anko.

-Che c'è?- Fece lei nervosa. L'occhio era irrequieto.

Anko si girò per fuggire, ma la strada era sbarrata da Jugo.

Si voltò nuovamente verso Sasuke: -Cosa...?-.

Davanti a Sasuke comparve un enorme braccio scheletrico che afferrò la donna e la sbatté contro il muro, tenendola ben stretta.

Anko si divincolò, ma invano.

Sasuke si avvicinò ad Anko. Sgranò gli occhi, attivando lo Sharingan Ipnotico Eterno: -Kai!- gridò.

Anko si immobilizzò. I suoi occhi neri si trasformarono in cerchi concentrici viola.

“Dannazione!” Pensò Sasuke: “Non riesco a sciogliere un Jutsu del Rinnegan con il mio Sharingan! Ma forse riuscirò ad ottenere qualche informazione...”.

-Parla: -Disse Sasuke: -qual è il tuo compito?-.

-Devo portare giù Sasuke.- Rispose Anko.

-Perché?-.

-Perché mi è stato ordinato.-.

-Perché ti è stato ordinato?-.

-Perché è il mio compito.-.

“Così non ne cavo niente.”.

-Anko. C'è qualcuno lì con te?-.

-Sì.- Rispose lei: -L'occhio.-.

-È l'occhio che vuole che io vada giù?-.

-Sì.-.

-E sai perché lo vuole?-.

-Perché lui ti vuole.-.

“Pain mi vuole catturare. O uccidere.” Concluse Sasuke.

Anko iniziò a sudare: -No! Non arrabbiarti!- divenne rossa: -NO!-.

Karin guardò spaventata Sasuke: -Cosa le sta capitando?-.

-Evidentemente l'occhio si sta arrabbiando.-.

-AAAAAAAA! FERMO!-.

-Non puoi fare nulla?-.

-Una cosa in effetti sì...-.

Il braccio strinse la presa su Anko. La donna svenne.

Il braccio si dissolse e Anko cadde a terra; Jugo la caricò sulle spalle.

Sasuke fissò Karin: -Karin, ho bisogno del tuo aiuto.-.

Karin divenne rossa pomodoro: -D-d-davvero?- e rese il treno per Sasukelandia.

-E cosa devo fare?- Chiese lei sognante.

Sasuke sorrise.

Nel salone...

-QUANTO ANCORA DEVO ASPETTARE?-.

-Ti prego, Konan, cerca di calmarti...-.

Kabuto prese un pugno di pop-corn: -Ne volete un po'?- chiese agli altri.

-Sì, perché no?- Kakuzu ne sgranocchiò un paio: -Anche se devo capire perché non sei ancora dietro le sbarre.-.

Kabuto prese altri pop-corn: -Perché ho salvato il culo a Zetsu e voi ora mi dovete un favore...-.

-QUANTO ANCORA?-.

-Un'ora ancora, te lo giuro...-.

-MI STANNO STANCANDO I TUOI GIURAMENTI!- Kidan lo lasciò andare.

Deidara afferrò un po' di pop-corn. Li mise in bocca. Spalancò gli occhi e li risputò: -Puah! Ma che schifo! Sanno di... segatura!-.

Dietro di lui Sasori rise malefico.

-Che hai Sasori-sama?- Chiese Deidei.

Lui non rispose, ma continuò a guardarlo storto.

Honan e Zetsu ancora litigavano.

-Ridipingici!-.

-Non posso! Ho finito la tempera!-.

-TI MANGIO SE NON CI RIDIPINGI!-.

-Ti prego cortesemente di ridipingerci.-.

-Tenetevi i colori per un po' e basta!- Sbuffò Honan.

In quella, arrivò Anko.

-Anko!- Esclamò Pain: -Sei arrivata! E dove è Sasuke?-.

-Ehm...- Fece lei titubante: -...lui l'ho avvelenato.-.

-Cosa?!-.

-Sì, ma per sbaglio! E poi che importa, insomma, ormai è morto!-.

-Vallo a dire a Itachi!-.

-Sono spiacente ma... ugh!- Anko si guardò il braccio. Un grosso filo nero lo trapassava da parte a parte.

-Che scherzo è questo, Karin?- Chiese Kakuzu dietro la donna.

Con un PUF e una nuvola di fumo, Anko si trasformò in Karin.

-Dov'è Sasuke?- Le chiese Pain.

Karin rise nervosa: -È una buffa storia...-.

Nell'armeria...

Jugo depositò a terra Anko.

Lui e Sasuke si guardarono intorno.

-Prendi quello che ti sembra più devastante, Juugo.- Ordinò Sasuke: -Karin ci darà poco tempo.-.

Il problema era che lì tutto sembrava devastante: fucili elettronici, cannoni al plasma, test invalsi...

Pochi minuti dopo, Sasuke e Juugo uscirono dalla stanza più armati della corazzata Poti... poti... quella, e si diressero verso il salone.

Di nuovo nel salotto...

Karin sedeva sulla poltrona, mentre gli altri l'avevano circondata.

-Che ne facciamo di lei?-.

-Sacrifichiamola!-.

-Mangiamola!-.

-Rubiamogli i soldi!-.

-Lasciamola andare?-.

Karin era in trappola: Sasuke non sarebbe mai riuscito ad arrivare in tempo! Lei sarebbe morta prima, suo figlio pure e così addio ai migliori anni della sua vita. E sentiva che era tutta colpa di una persona: Suigetsu! Anche a costo di riempirsi di piercing e di tingersi i capelli di arancione, gliel'avrebbe fatta pagare!

Il tutto ben contornato da un mal di testa tremendo: tutta colpa di quella droga! E di Suigetsu! Lui certamente c'entrava!

Non riusciva nemmeno a percepire se stessa, per quel mal di testa. E percepire le persone era la sua specialità! Era l'unica cosa che faceva bene! Non le sorprendeva che Sasuke avesse deciso di lasciarla lì a morire! Almeno, questo Sasuke: quello prima di incontrare Suigetsu l'avrebbe già salvata e portata al castello delle fiabe! SUIGETSU! SEMPRE LUI!

Mentre era assorta nell'inventare nuove bestemmie contro Sui, all'improvviso percepì qualcuno. “Bene, buon segno.” Pensò.

Ma presto si accorse che quel qualcuno non era Sasuke. O Suigetsu. O un membro dell'Alba. Era qualcuno che doveva essere qui non più di lei.

Karin si alzò, uscì dal cerchio dei nukenin (che non se ne accorsero perché stavano litigando tra di loro) e si avvicinò alla Mannaia Decapitatrice.

La osservò.

-Mi devi un favore, se non sbaglio.-.

Karin si voltò, e si ritrovò davanti Kabuto, che le sorrideva.

-E ora mi puoi ripagare.-.

Karin si corrucciò: che sapesse anche lui?

-Cosa dovrei fare?- Chiese Karin.

Kabuto le si avvicinò all'orecchio: -Niente.- disse.

Karin sgranò gli occhi, ma prima che potesse rispondere, furono richiamati da Pain: -Cosa state confabulando? Tornate qua!-.

Senza smettere di sorridere, Kabuto ritornò da Pain. Karin lanciò un'ultima occhiata alla spada, e tornò nel cerchio.

Pain guardò torvo i due ninja: -Che stavate facendo lì?-.

-Niente.- Risposero i due.

Pain fece per parlare, ma gli passò davanti agli occhi un raggio laser.

-Che cazzo...!-.

Sulla porta erano apparsi Sasuke e Jugo: entrambe le mani reggevano di fucili laser; avevano armature corazzate che erano un misto tra Unreal e Iron Man, con tanto di uniraggio e propulsori.

-Sasuke-kun!- Esclamò entusiasta Karin: -Sei venuto a salvarmi!- come aveva potuto dubitarne? Ah, già, per colpa di Suigetsu.

-Sasuke!- Fece eco Pain: -Alla buon'ora! E dov'è Anko?-.

Sasuke gli sparò, ma Pain si scansò con molta facilità.

-Non c'è bisogno di litigare, Sasuke-kun!- Disse Pain in tono cordiale.

-Jugo!- Urlò Sasuke.

I due fecero fuoco a volontà.

-A quanto pare c'è.- Disse Deva tra una schivata e l'altra.

-Dov'è Itachi?- Chiese Sasuke senza smettere di sparare.

-Qui dietro.- Fece una voce alle sue spalle.

Sasuke e Jugo smisero di sparare. Si voltarono.

Suigetsu e Orochimaru li puntavano con due fucili-shock, mentre Kisame e Itachi fissavano Sasuke e Jugo, il primo sorridente, il secondo impassibile.

-Itachi!- Fece un rabbioso Sasuke, facendo per alzare il fucile: -Ti uccido!-.

-Non provi abbastanza odio!- Rispose il fratello.

-Belle giacche!- Commentò Pain.

-Grazie!- Rispose Orociok: -Le abbiamo trovate nel palazzo dell'Hokage!- guardò Kabuto: -Ho un po' di fame...-.

Kabuto annuì: non aveva tempo da perdere.

-L'avete più trovata la spada?- Chiese Pain.

Kabuto corse verso la mannaia di Suigetsu, ma Pain, alzato il braccio, lo attirò a se.

-Sì e no.- Rispose Itachi: -Kisame...-.

Dalla tunica Kisame estrasse un rotolo e lo aprì.

Con un PUF e una nuvoletta di fumo comparve... la Mannaia Decapitatrice.

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Capitolo 31
*** INCURSIONE ***


INCURSIONE

Nel salone dell'Aka...

Deidara guardò la spada in mano a Kisame. Poi spostò lo sguardo sulla spada di fianco al divano. Erano uguali.

-Mi sfugge qualcosa?- Chiese.

La spada del divano fece PUF e fu avvolta da una nube bianca. Da essa uscì, correndo a gran velocità, un giovane ninja biondo, vestito in arancione e con il coprifronte di Konoha.

-Tu?-.

-Lui?-.

-Quello?-.

Con un paio di balzi, il ragazzo scavalcò Kidan, Honan, Pain, Deidara e Sasori. Atterrò di fronte a Sasuke.

I due si guardarono per qualche secondo, poi il ragazzo compì un terzo salto e scappò per il corridoio.

I membri dell'Aka si guardarono un secondo.

-Prendetelo!- Si gettarono tutti all'inseguimento di Naruto.

-Dattebayo!- Esclamò lui: -Ma perché capitano tutte a me?-.

Schivando raggi laser, fiamme nere, bombe e squali sega, il ragazzo salì le scale, inseguito dai nukenin.

Dopo qualche secondo, le ridiscese, seguito da Kisame e Itachi che usavano come slitta uno squalo, poi da Kidan e Kakuzu che usavano come slitta Zetsu, quindi da Honan e Pain che usavano una slitta di carta, quindi da Sasori che slittava, con gran gioia, su Deidara, da Karin e Sasuke che cavalcavano Jugo e infine da Orochimaru e Kabuto che si cavalcavano a vicenda.

Dopo un po' di su e giù, Naruto compose i sigilli per la moltiplicazione.

Così, dieci Naruto presero altrettante strade diverse gridando: -Prendetemi ora, se ce la fatettebayo!-.

Gli inseguitori si fermarono.

-Così perdiamo solo tempo!- Esclamò Pain.

Karin sgranò gli occhi: -Abbiamo un problema in salotto!-.

Pain la guardò: -Che problema?-.




I ninja rientrarono in salone, giusto in tempo per vedere esplodere una parete.

-Cof! Cof! Non pensi di avere esagerato un po' Choji?- Fece una voce.

-Era per fare un'entrata effetto!- Rispose un'altra.

Dalle ceneri spuntò un gruppo di ninja della Foglia.

-Ok.- Disse Shikamaru: -Restate fermi, mani in alto, non opponete resistenza e bla bla bla. Insomma, lo sappiamo tutti qui che opporrete resistenza!-.

-Ragazzi.- Disse Pain: -Io devo finire di ripararmi. Pensateci voi.- e rientrò nella bocca gigante.

I membri dell'Aka fissarono gli avversari, ghignanti.

-Ora li massacriamo.-.

Kiba sputò a terra: -Pfui! Certo...-.

Iniziarono gli scontri.

Kisame si mise di fronte a Kakashi; in mano reggeva ancora la Mannaia.

-Raikiri!- Kakashi attivò il Mille Falchi: -Ho già affrontato quella spada, Kisame, e l'ho vinta.-.

Kisame sorrise: -Ma non hai ancora affrontato me.-.

Orochimaru e Kabuto si posizionarono poco distanti da loro; i loro avversari erano Maito Gai e Neji Hyuga.

-Avanti, mio allievo!- Esclamò felice Gai: -Vedranno qual è lo spirito della giovinezza!-.

-Maestro,- Disse Neji: -io non sono Rock Lee.-.

Kabuto attivò il bisturi di Chakra, Neji il Byakugan.

In perfetta sintonia le due coppie si lanciarono all'attacco.

Dall'altra parte della stanza, Kiba e Akamaru affrontavano Kakuzu.

-Tu sei quello che ha ucciso il maestro Asuma!- Kiba ingoiò un tonico da battaglia: -Me la pagherai cara!-.

-Ho ucciso molte persone.- Disse Kakuzu: -Ma voi siete i primi cani.-.

Vicino alla porta, si misero Shika e Kidan.

-È da un po' che non ci si vede, Hidan.- Commentò Shikamaru.

Kidan estrasse la falce: -In realtà è un po' complicato... ma anch'io ti riconosco: eri al villaggio durante l'attacco di Pain-kun!-.

-Tu però no.- Ribatté Shikamaru. Pensava: “Bravo, continua a parlare, io intanto ho già pronto un piano...”.

Al centro della stanza, invece, si erano posizionati Honan e Shino.

-Io e te abbiamo un conto in sospeso, mi pare...- Fece Shino.

-Eheh! Ti ho mai sacrificato?- Domandò Honan. Creò una falce di carta.

Shino alzò le braccia, e uno sciame di vespe si avventò sulla donna.

In cucina...

Sakura entrò in cucina: mentre gli altri lottavano, lei doveva guarire Lee e Naruto. Invece di loro due, però, trovò un ninja della Nuvola svenuto, legato e pieno di botte. Senza neanche pensarci, gli corse incontro, lo slegò strappando le corde (bisogna ricordare che Sakura ha la superforza), gli mise le mani sopra il petto e iniziò a curarlo.

Questo qui...” Pensava: “L'ho già visto...”.

BOOOOM

Di fianco a lei, la parete esplose. Dal buco uscirono Sasori e Deidara.

-Uhm!- Esclamò Dei: -Questa sì che è un'entrata artistica!- dalla tasca prese un po' di argilla che le sue mani mangiarono.

Sakura si voltò verso il ragazzo, mentre Sasori si posizionò dietro di lei, aprendosi il petto, ora pieno di fori per lanciare gli aghi avvelenati.




All'esterno del rifugio, Choji, insieme a Hinata e Tenten, stava per ingaggiare uno scontro contro i tre del Taka.

Choji sollevò il braccio: -Tecnica dell'Espansione!-.

Il braccio divenne enorme, e si abbatté contro gli avversari.

Karin e Suigetsu si coprirono il volto, aspettando il colpo. Non arrivò. Quando i due riaprirono gli occhi, videro Jugo che teneva sollevato il pugno di Choji con una mano.

-Evvai!- Gioì Suigetsu.

-Ci siamo anche noi!- Tenten e Hinata si misero affianco a loro.

Al primo piano...

Ino si affacciò su un buco in mezzo al corridoio.

“Perfetto!” Pensò: “Da qui posso monitorare gli scontri e dare una mano a chi ne ha bisogno. Se non sbaglio, una di loro ha grandi poteri curativi! Forse, se sono fortunata...”.

-Yamanaka Ino!- Fece una voce alle sue spalle.

Ino si voltò: -Cosa...?-.

-Tsukuyomi!-.

Ino svenne, caduta nell'illusione di Itachi.

Itachi si avvicinò per darle il colpo di grazia, ma all'ultimo si voltò.

-Esci dalle tenebre.- Disse.

Sai, in groppa a una tigre di inchiostro, sbucò dalla penombra e si avvicinò a Itachi, tenendo lo sguardo basso.

-Itachi Uchiha!- Disse: -Sciogli il jutsu!-.

-Costringimi.- Rispose l'altro: -Fai in fretta però: un secondo qui è un giorno lì dentro. E un secondo lì dentro è abbastanza per far impazzire una persona.-.

Sai stava per lanciarsi all'attacco, ma un fendente per poco non lo decapitò.

-Dannazione!-.

Di fianco a lui era comparso un altro Uchiha.

-Per quanto- Disse Sasuke: -sarei felice di vedere morto Itachi, voi di Konoha dovete starne fuori!-.

-Sasuke Uchiha! Chi non muore si rivede...- Sai afferrò dalla schiena un rotolo e disegnò velocemente alcuni serpenti, che si avventarono su Sasuke.

Dietro la testa viola, Tenzo sbirciò gli scontri. Si era prefissato il compito di liberare Rock Lee e Naruto, e aveva pensato bene che potessero essere dentro quella testa enorme. Fortunatamente, i suoi compagni sembravano cavarsela.

Yamato toccò la testa, per capire come distruggerla. Ma al suo tocco la pelle(?) viola si tramutò in un gruppo di serpenti, da cui emerse Anko, che attaccarono l'Anbu.

Yamato indietreggiò: -Anko! Cosa stai...?- poi vide gli occhi della donna.

-Il Rinnegan!- Disse tra se e se Yamato: -Anko, non temere, ti libererò!-.

Nel bagno del primo piano...

Naruto sbirciò attraverso la toppa: non c'era nessuno. Bene, ora doveva solo uscire di lì!

Quelle erano state le due giornate più strane della sua vita: aveva già lavorato sotto copertura, ma non trasformato in una spada.

E sì che fino a due sere prima andava tutto bene (eccetto che con Sakura)! Almeno fino a quando, mentre andava a mangiarsi del buon ramen, non era stato assalito da Itachi e da una pianta juventina. Poi lo avevano portato nel covo dell'Akatsuki dentro un sacco a telo, e poi era quasi annegato in quella che gli era parsa acqua, fino a quando non aveva commesso l'errore di berla. Allora si era resa conto che era droga, ma era troppo tardi.

Naruto ricordava bene cos'era successo durante la notte, anche se non riusciva a credere di aver fatto certe cose. Avrebbe preferito dimenticare tutto, ma lo spirito della Volpe aveva causato la conservazione parziale della memoria.

Quando era tornato in se, si era ritrovato nella cantina, sotto ad un Kisame appeso come un salame. Aveva visto la porta aprirsi e allora aveva fatto la cosa più logica: si era trasformato nella spada del ninja della Nebbia; poi però si era ricordato che Kisame percepiva il Chakra della Samehada, e quindi l'avrebbe subito scoperto. Allora, aveva colto un momento di distrazione di Sasori e si era trasformato in un'altra spada, l'unica che conoscesse oltre alla Pelle di Squalo, diventando così la Mannaia Decapitatrice, seppur non riuscendo a replicarne esattamente le caratteristiche. E così aveva aspettato pazientemente un momento per darsela a gambe, ma poi era arrivato Itachi con la vera mannaia, e aveva dovuto improvvisare.

E poi c'era una cosa che non si spiegava: era completamente ricoperto di scritte, in ogni parte del corpo (e aveva controllato!); andavano da formule chimiche, a jutsu segreti a disegni tratti da un libro che aveva un titolo cinese... iniziava con la cappa... Strano poi che tutte quelle immagini convergessero in alcuni posti particolari...

Naruto uscì dal bagno, cercando l'uscita del covo. Percorse il lungo corridoio, fino a quando non sentì un rumore in lontananza. Si avvicinò, e riuscì a identificarlo come il suono di una lotta. Ma tra chi e chi? Forse si stavano ammazzando a vicenda! Magari... Doveva esserne sicuro! E così, accelerò il passo, fino ad arrivare a correre. Corse e corse, fino a quando...

-Ma quello è Itachi!-.

Nella cucina...

Sakura guardò prima Deidara e poi Sasori.

Doveva agire in fretta: Deidara stava finendo di modellare l'argilla, e allora si sarebbe trovata nel fuoco incrociato. Allora avrebbe potuto scegliere solo se morire per il veleno o per l'esplosivo.

Così si avventò su quello che riteneva il più pericoloso al momento, ovvero Sasori. Come supponeva, Sasori sparò. Sakura riuscì a deviare gli aghi con un kunai.

Ormai era vicinissima a Sasori: un altro passo e poteva stenderlo con un pugno.

Fu allora che le cose andarono storte.

Deidei lanciò l'argilla, urlando: -Ammira l'arte!-.

Accidenti!” Sakura sapeva di essere spacciata: se si fosse voltata per parare le bombe, gli aghi l'avrebbero punta; invece, se continuava a correre verso Sasori, sarebbe morta nell'esplosione. Ma almeno, lo sarebbe stato anche il nukenin della Sabbia. Perciò non si voltò, e caricò un pugno verso il marionettista.

Speriamo di riuscirci!” Pensò: “Naruto, Sasuke-kun, io...”.

Le scese una lacrima dagli occhi, mentre l'argilla la raggiungeva.




-Stile della Nuvola: Pluri-Fendente della Luna Crescente!-.

Le bombe di argilla si divisero tutte a metà; caddero a terra, e dietro a Sakura comparve Omoi, con la spada abbassata dopo la serie di colpi.

Capendo di non essere esplosa, anche se non riuscendo a comprendere come, Sakura scagliò il pugno in faccia a Sasori.

Contemporaneamente, Omoi si avventò su Deidara, gridando: -Decapitazione della Nebbia!-.

Alle spalle di Deidara apparvero due copie di Omoi. Deidara, non sapendo quale fosse quella reale, saltò. I tre Omoi sotto di lei svanirono, e quando Deidara alzò la testa il vero Omoi, sopra di lei, la colpì con un poderoso fendente. Deidara cadde a terra.

Sakura sorrise soddisfatta, convinta si avere eliminato l'avversario. Invece lui si limitò a puntarle le braccia addosso. Una vampata incandescente fuoriuscì dalle sue mani e colpì Sakura allo stomaco. La ragazza si mise le mani alla pancia, ustionata, e perse l'equilibrio, cadendo all'indietro.

Lo stomaco di Sasori si aprì, e un lungo cavo culminante in uno sperone si attorcigliò attorno al collo di Sakura, strangolandola.

Sakura iniziò a annaspare, tentando invano di liberarsi.

Omoi fece per aiutare la ragazza, ma Deidara si rialzò e lo bombardò di ragni esplosivi, che gli atterrarono sul dorso.

-Non darmi le spalle! L'arte è un'esplosione! Tu sarai arte! Katsu!-.

I ragni esplosero e Omoi fu spinto in avanti. Ma non cadde, e con un altro colpo di spada spezzò il cavo di Sasori. Il ninja non gradì e, alzate le mani, emise un nuovo getto di fuoco che investì il ragazzo. Carbonizzato, Omoi crollò a terra.

-Maledetto!- Sakura, libera dalla presa, colpì con un montante il mento di Sasori. Il ninja fu sbalzato in aria e si schiantò sul soffitto del primo piano, dove rimase spiaccicato.

Sakura estrasse tre shuriken e li lanciò contro Deidara. Deidei li schivò con facilità e lanciò, di sua parte, tre uccellini di argilla. Le bombe volarono verso Sakura, ma lei, che ancora stringeva il kunai, li deviò e lanciò la sua arma. Il kunai volò e volò fino a colpire la tunica dell'avversario, inchiodandolo sopra la spalla alla parete.

Sakura si gettò su Deidara.

L'avversaria provò a scostarsi, ma la toga era ben impiantata: -E che katsu...-.

Con un pugno, Sakura colpì la faccia di Deidara, che sfondò il muro.

Deidara cadde, svenuta.

Sakura sospirò; poi si ricordò di Omoi.

Corse dal ragazzo e lo prese per le braccia

-Ehi!- Urlò: -Rispondimi!-.

Non rispose.

Nel salotto...

-Trasformazione: Ortro!-.

Con un PUF e una nuvola di fumo, Kiba e Akamaru si trasformarono in un enorme cane a due teste.

Kakuzu sbadigliò: -Che noia...-.

Il lupo iniziò a girare su sé stesso tanto da assomigliare a un tifone. Si gettò contro Kakuzu.

-Armatura di Terra!- Urlò il nukenin. La sua pelle divenne marrone.

Quando il lupo colpì il ninja, questi non si mosse, anzi, fu il lupo a crollare all'indietro.

-Buono, Fido.- Disse asciutto Kakuzu.

Fido” ringhiò arrabbiato. Con un latrato si avventò su Kakuzu, tentando di sbranarlo.

Kakuzu si scompose in un gruppo di fili, e l'attacco andò a vuoto. Il fili-Kakuzu si attorcigliarono sul lupo.

-Lasciaci!- Fece la voce di Kiba.

-10.000 volt!-. Una scossa elettrica fulminò il lupo.

In una seconda nuvoletta di fumo, il lupo scomparve e al suo posto caddero Kiba e Akamaru, belli abbrustoliti.

Kiba fece per rialzarsi, ma Kakuzu gli pestò la testa.

-Sofferenza Istantanea!- Un'onda di fuoco colpì Kiba; il ragazzo svenne.

Kakuzu scosse la testa: -Non sono certo al livello del Primo Hokage...-.

Dall'altra parte della stanza, Kisame e Kakashi si affrontavano in una dura lotta.

Kakashi attaccava a furia di Chidori, mentre Kisame si dimostrava molto abile con l'ex spada di Zabuza.

A ogni scontro tra spada e Raikiri, la terra tremava.

Non ho scelta.” Pensò Kakashi: -Kamui!-.

Kisame iniziò a sparire in un vortice.

-Non ci provare: Arte dell'Acqua, Grande Prigione Acquatica!- Kisame sputò un'onda d'acqua diretta contro il ninja.

Kakashi fu costretto ad annullare il Kamui per evitare il colpo, e Kisame ricomparve tutto intero.

Dannazione!” Pensò Kakashi: “Ho sprecato molto Chakra. E devo evitare che Kisame crei dell'acqua, altrimenti sono spacciato.”.

Kisame partì all'attacco con la mannaia pronta a colpire. Kakashi si limitò a schivare affondi e fendenti.

-Senza Chakra, eh?- Ridacchiò Kisame: -Onda Esplosiva!-.

Iniziò a sputare acqua.

-No!- Fece Kakashi: -Tecnica del Richiamo!- di fronte a lui comparvero un gruppo di cani ninja.

Kisame chiuse la bocca, e disse: -Squalo Volante!-.

Dalla piccola pozza che aveva creato emerse uno squalo che, fluttuando, attaccò i cani.

-Andiamo, ragazzi!- Fece Pakkun. I cani assalirono lo squalo, distruggendolo. Poi si diressero contro Kisame.

Lo spadaccino brandì l'arma: -Fatevi avanti!-.

Kisame ne colpì uno che sparì in un PUF, un altro lo stordì col piatto della lama, un terzo lo ferì alla zampa. Ma poi si trovò davanti un enorme bulldog e Kisame, nonostante riuscì a sconfiggerlo, ne fu troppo distratto, e i cani rimanenti lo morsero a gambe e braccia.

-Stupidi cani!- Fece Kisame.

Usando ciò che rimaneva del suo chakra, Kakashi creò un altro Raikiri, con cui trafisse Kisame.

-Urr!- Il nukenin della Nebbia stramazzò a terra; i cani sparirono.

Ansimante, Kakashi si piegò in avanti: -E anche questa è fatta...-.

Intanto, procedeva anche la lotta tra Honan e Shino.

-Sei bravino.- Disse Honan: -Ma ora guarda questo!-.

La donna tese una mano di lato, e un fascio di foglietti fuoriuscì dalla manica, ingigantendosi sempre di più, fino a curvare e fermarsi di fianco all'Aburame.

Shino alzò un sopracciglio: -Quindi?-.

Honan rise malevola. Con l'altra mano infilò la falce nella carta. Il fascio fu attraversato da un'onda, che culminò in una punta enorme che colpì Shino. Il ragazzo, col fianco ferito, cadde di lato.

Disfatto il fascio, Honan corse contro Shino per eliminarlo definitivamente.

-Stasera zuppa di insetti!- Esultò.

Affondò la falce su Shino, ma lui si scompose in tanti piccoli scarafaggi che corsero via.

-Cosa?- Disse lei incredula.

-Clone di insetti.- Rispose una voce alle sue spalle.

Honan non fece in tempo a voltarsi, che una mano si pose sulla sua faccia, e insetti brulicanti la invasero.

Honan tentò di scacciarli via con le mani, ma iniziò a sentirsi debole; dopo poco cadde a terra svenuta. Gli insetti, saziati di Chakra, tornarono nel braccio di Shino.

-Insetti battono carta.- Commentò Shino.

Anche tra Gai, Orochimaru e i loro allievi lo scontro infuriava.

Il taijutsu di Neji sembrava essere alla pari con le arti mediche di Kabuto. Nel corpo a corpo era più bravo lo Hyuga, ma Kabuto sapeva meglio di Neji dove colpire l'avversario per immobilizzarlo.

Orochimaru, intanto, aveva trovato in Gai un ottimo avversario.

-Spada del Boa Leggendario!- Orochimaru vomitò la Kusanagi.

-Entrata Dinamica!- Gai si scagliò addosso a Orochimaru, che parò il colpo con la spada.

Ma Gai aveva previsto la reazione e colpì Orochimaru con calcio al mento.

Orochimaru barcollò, ma colpì Gai con un tifone d'aria.

Gai volò in aria, ma atterrò senza fatica, con tanto di piroetta.

-Ombra del Groviglio di Serpi!- Le braccia di Orochimaru si trasformarono in un gruppo di serpenti che attaccarono Gai.

Il ninja scroccò le mani: -Ora si ragiona!- e prese a pugni i serpenti.

Uno di essi sputò una spada che trafisse un braccio di Gai, ma il jonin continuò a lottare con solo il destro.

-Raffica della Foglia!- Con un calcio, Gai spazzò via i serpenti.

Ma Orochimaru, approfittando dello squilibrio di Gai, usò il Soffio Infuocato su di lui.

Gai fu preso in pieno, e prese fuoco.

-Non ssssssssssssei mai ssssssssstato alla mia altezza, Gai.- Commentò Orochimaru.

-Tu dici?- Con un balzo, Gai superò Orochimaru, arrivandogli alle spalle.

-Tifone della Foglia!- Gai si girò di scatto, colpendo l'avversario con un calcio al collo: -La mia giovinezza MI FA BRUCIARE!-.

Orochimaru cadde a terra.

-Evvai!- Gai si mise davanti all'avversario sollevando il pollice e sorridendo con un DING ai denti. E andava ancora a fuoco.

Mentre esultava, Orochimaru si vomitò.

-Ombra del Groviglio di Serpi!-.

Gai non riuscì nemmeno a capire cosa gli stesse accadendo che i serpenti lo morsero al collo, alle braccia, alle gambe, al petto, alla testa, alla schiena e uno anche lì.

Al ninja iniziò a girare la testa: -Senti la giovinezza...- borbottò, e stramazzò a terra.

E ancora bruciava.

Contemporaneamente, Neji infliggeva il colpo di grazia a Kabuto: -Sessantaquattro Chiusure!-. Kabuto cadde svenuto all'indietro, pieno di botte e lividi.

Neji e Orochimaru si guardarono in cagnesco.

Poco lontano da loro, Kidan e Shikamaru erano alle battute finali del loro scontro.

Kidan correva come un matto attorno a Shika, che tentava di agganciarlo con la sua ombra.

-E stai un po' fermo!- Urlò Shikamaru.

-Scordatelo!- Disse l'altro continuando a correre.

Dopo poco, l'ombra si ritirò.

-Non ho più chakra!- Imprecò Shika.

-Ah sì?- Kidan gli balzò incontro con la falce in pugno.

A pochi passi dall'avversario, però, l'ombra si lanciò in avanti e si attaccò a quella di Kidan. Il nukenin atterrò senza riuscire a muoversi.

-Ops, mi sono sbagliato.- Fece Shikamaru: “Tattica semplice ma efficace!”.

-E ora?- Chiese Kidan.

Shikamaru rise: -Mi fa piacere che tu me l'abbia domandato!-.

Dopo ventiquattro brusche piegature in avanti di Shikamaru che corrispondono ad altrettante testate alla parete di Kidan...

-Ahi! Ahi! Ahi! Svengo!- Kidan chiuse gli occhi.

Shikamaru lo lasciò andare: -Sotto a chi tocca!-.

All'esterno del covo...

-Che male! Fermo! E basta!- Da un po' di tempo, Choji veniva sbattuto a destra e a manca da Juugo, che lo teneva per il braccio.

Jugo, finalmente, mollò la presa e Choji si sdraiò, con gli occhi della stessa forma delle spirali alle sue guance.

Tenten lanciò un paio di kunai verso Suigetsu, che però attraversarono il ninja senza arrecargli alcun danno.

-Choji!- Disse la ragazza: -Formazione Elevazione!-.

Choji si scrollò la testa e si rialzò. Ingigantì le spalle: -Pronto!-.

Con due balzi sincronizzati, Tenten e Hinata atterrarono sulle spalle di Choji, poi presero la carica e saltarono nuovamente verso l'alto.

Tenten afferrò due pergamene da dietro la schiena. Le aprì, rivelando qualche dozzina tra shuriken, kunai, pali e altre armi di vario genere.

Hinata la raggiunse in aria: -Passi dei Due Leoni!- il chakra sui suoi pugni prese la forma delle teste di due fiere. Uno dopo l'altro, rimbalzando sui fili che le collegavano alle mani di Tenten, Hinata colpì le armi, che partirono a gran velocità contro i tre del Taka.

I ragazzi furono investiti da una pioggia tagliente.

-Accidenti!- Esclamò Suigetsu, mentre il suo corpo veniva graffiato e trapassato dagli attrezzi ninja.

Karin si protesse il volto con il braccio: -Ma quando finiranno? Fai qualcosa, Jugo!-.

Jugo, che non si era minimamente scomposto e contro cui le armi rimbalzavano, non rispose.

Quando infine tutte le armi si inchiodarono al suolo, Karin fece un sospiro di sollievo.

-Non è finita.- Disse calmo Juugo.

-Come?-.

Tenten trasse le armi una alla volta, sempre più velocemente, e Hinata le colpì una dopo l'altra.

-Questo è...- Iniziò Tenten.

Hinata calciò un shuriken: -...la...- pugno: -...Raffica...- calcio: -...del...- testata ad uno shuriken gigante: -...Tormento!-.

Lo shuriken passò attraverso Suigetsu, atterrando al suolo pochi centimetri distante da lui

-Tutto qui?- Rise Sui. Poi vide le carte-bomba attaccate al filo dello Shuriken. Si voltò e vide che lo shuriken stesso ne era ricoperto.

-Oh.-.

-Katsu!-.

BOOOOOOOM

Schizzi d'acqua volarono in giro.

-Suigetsu!- Gridò Karin: -Dannazione! Ora come diamine ci proteggerai?!-.

Poi alzò la testa. Choji, ingigantito e appallottolato a riccio, le stava cadendo addosso.

-Ma scherziamo?-.

SPLAT

L'Akimichi si rialzò, e le due ragazze atterrarono.

-Ora rimane solo lui.- Disse Tenten rivolta a Jugo.

Il ragazzo li fissò.

-Sarà uno scherzo.- Commentò Tenten.

Quaranta secondi dopo...

-Mmm...- Mugugnò Choji, con il volto ancora fumante.

Poco distante da lui, Tenten, sdraiata sul fondo di un cratere, sputò un grumo di sangue.

Di fronte al buco sul muro Hinata, dal volto ricoperto di sangue, ansimò. Davanti a lei Jugo si rimise il bazooka sulla schiena.

Hinata si slanciò in avanti, in un ultimo, disperato, tentativo di abbattere Juugo. Il ragazzo però la schivò con facilità e l'afferrò per le braccia, ritrovandosi faccia a faccia con lei.

Guardando quegli occhi, Hinata per poco non scoppiò a piangere; capì che quel ragazzo l'avrebbe uccisa (per la gioia dei Narusakus).

Jugo sorrise: -C'è qualcosa nei tuoi occhi di molto...-.

Tirò indietro il capo e mollò una testata in fronte alla ragazza.

Hinata svenne, e Juugo la mollò.

-...divertente.-.

Si voltò verso il buco e fece per rientrare. A un passo dal rigettarsi nella mischia, si bloccò. Si toccò la fronte e guardò per qualche secondo il dito. Pulì il sangue e rientrò.

Dietro la testa viola...

-Ferma, Anko!-.

La donna ignorò l'ordine di Yamato e tentò di divincolarsi, ma il legno che le bloccava braccia, gambe e fronte era più resistente del previsto.

-Anko! Ti prego! Non voglio farti del male!- Fece Tenzo.

-E non gliene farai.-.

Yamato si voltò giusto in tempo per vedere emergere dal pavimento Zetsu.

-Stuzzichini di legno: buooooniiii!- Disse la parte nera, che in realtà era la bianca.

Yamato compose i sigilli: -Terra: Crepaccio!-.

Sotto Zetsu la terra si spaccò in due, e Zetsu precipitò nel vuoto.

-Legno cattivvooooooo!-.

Yamato si voltò nuovamente verso Anko, ma si ritrovò davanti il nukenin dell'Erba, che rispuntava dalla parete.

-Tecniche che manipolano il terreno contro di me?- Zetsu Bianco (in realtà Nero) gli mollò un ceffone.

PAF

-Ehi!- Fece Yamato. L'altro Zetsu ne tirò un altro.

PAF

-Ahio! Volete giocare così, eh?-.

PAF

-Off!- Fece il Nero. Cioè il bianco. Decidete voi.

PAF

-Ugh!- Fece l'altro.

PAF

PAF PAF

PAF PAF PAF

Qualche centinaio di PAF dopo...

Tenzo e Zetsu, col viso bello schiaffeggiato, si sdraiarono a terra, esanimi.

Il legno si ritirò e Anko fu libera.

Yamato vide la donna che gli puntava contro la mano e un serpente che scattava verso di lui. Poi perse i sensi.




Angolo dell'autore

Ed ecco a voi il “capitolone”! La storia si sta avvicinando all'epilogo, ma vedrete che ci sono ancora molte sfide in serbo per i nostri eroi... e mentre gli eventi iniziano a incastrarsi in un gran casino, mi sono accorto di aver fatto io stesso un gran casino, perché ho copiato due volte il capitolo SEI invece di scrivere il SETTE (RICORDI)! Sarò scemo... comunque ora ho aggiustato, quindi porgendovi le mie scuse vi invito a fare un “saltino” indietro, mentre io muoio dalla vergogna!

Buon proseguimento della vita, la mia è finita XP!

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Capitolo 32
*** ACCORDO ***


ACCORDO

Corridoio del primo piano...

Sai guardò Ino, sdraiata sul bordo del buco sul pavimento. Doveva spostarla di lì, oppure sarebbe caduta durante lo scontro.

E doveva anche riuscire a uscirne vivo. Sì, quello era importante.

Danzo diceva sempre che contro uno Sharingan se sei da solo devi scappare. E Sai era talmente fortunato da dover affrontare due Sharingan. Se fosse abituato a provare emozioni, se la sarebbe fatta sotto.

Itachi fissava Sai, pronto a farlo cadere in un genjutsu alla prima occasione. Ma l'ANBU non alzava mai il volto, e Itachi decise infine di optare per l'Amateratsu.

Dietro a Sai, Sasuke stava racimolando il chakra necessario per creare un Susano'o. Sentiva che era la volta buona: avrebbe ucciso Itachi finalmente! Se Sai si fosse messo di mezzo, lo avrebbe stordito con il raggio laser dell'armatura.

-Fiamma Nera!- Dall'occhio di Itachi partì una vampata di fuoco nero che colpì Sai al petto.

Il ragazzo si sciolse in una pozza di inchiostro; dietro di lui, Sasuke fece fuoco con l'uniraggio.

Itachi fu sbalzato indietro e urtò Ino. La ragazza rotolò e cadde nel foro. Si sarebbe schiantata a terra rompendosi l'osso del collo se due lunghi serpenti fuoriusciti parzialmente da un paio di fogli attaccati al soffitto non l'avessero avvolta e bloccata a mezz'aria.

Su di sopra Sai, dietro a Sasuke, creò due linci di inchiostro che scavalcarono il ragazzo e balzarono addosso a Itachi. Lui però creò l'esoscheletro rosso del Susano'o e le due linci si distrussero.

Con un calcio e un: -Levati di mezzo!- Sasuke colpì Sai al fianco. Dopodiché, attivò i propulsori ai piedi e si gettò contro Itachi. A metà strada afferrò un lungo tubo attaccato alla schiena e ne estrasse una spada laser.

-Muori, Itachi!- Gridò.

Il Susano'o usò la spada come mazza da baseball e tentò di colpire Sasuke, il quale bloccò il colpo con la sua lama.

Contemporaneamente dalla sua spalla uscirono sei piccoli razzi che colpirono l'esoscheletro in vari punti, cercando un punto debole.

Le varie esplosioni offuscarono la visuale di Itachi (non che fosse ottima di suo) e così il ninja allentò il colpo. Sasuke riuscì a spazzare via la spada, e si buttò nella nuvola di fumo.

Sai si rialzò, tenendosi l'anca. Sentì un ZAC e dalla nube uscì Sasuke.

-Bella spada.- Commentò Sai.

-Grazie! E guarda questo!- Sasuke premette un pulsante sotto l'impugnatura.

Dalla spada laser uscì una voce metallica che disse: -Che la forza sia con te, Sasuke.-.

La nube si dissolse e il Susano'o rosso, monco di un braccio, svanì.

Itachi camminò verso i due: -Dammi i tuoi occhi, Obi Wan Sasuke!-.

Sasuke attivò l'Eternal Mangekio Sharingan: -Io ti...-.

-RASENGAN SUPERIORE!-.

-Urr!- Itachi si appoggiò a terra, colpito alla schiena: come aveva potuto non accorgersene?

Svanì in uno stormo di corvi.

-Alla buon'ora, Naruto-kun!- Esclamò Sai.

-NARUTO!- Sasuke gli corse incontro: -TI UCCIDERÒ!-.

Ma mentre correva pestò una pergamena, e delle catene di inchiostro lo intrappolarono.

Sasuke provò a volare via, ma ottenne come unico risultato una stretta maggiore.

-Non saranno queste catene a fermami, Naruto!- Sbraitò l'Uchiha.

-No,- Naruto si avvicinò al nukenin: -ma questo sìttebayo!- e gli diede un pugno in faccia. Sasuke cadde all'indietro, svenuto.

Naruto si soffiò sul pugno: -È dalla prima serie che sogno di farlo!-.

Sai gli fissò la spalla: -Che vuol dire: “posa del cigno?”.-.

-Come?- Chiese lui.

-Ehi!- Li richiamò una voce.

Sai e Naruto guardarono dal buco. Ino penzolava e tentava di sganciarsi dai serpenti, con l'unica conclusione di andare su e giù come uno yoyo.

-Liberatemi! Baka!-.

Sai guardò Naruto: -La preferivo sotto l'effetto del jutsu...-.

Pochi minuti dopo, nel salotto...

Messi una fila di fronte all'altra, i vincitori dei vari scontri si guardavano in cagnesco.

Gli sconfitti erano ancora svenuti, e Sakura era rimasta in cucina per curare Omoi.

Kakashi prese la parola: -Dov'è Rock Lee?-.

-Non sono affari vostri.- Rispose Kakuzu.

-È un mio allievo: è affare mio.- Replicò Kakashi.

-Dov'è Sasuke-kun?- Chiese Jugo.

-Di sopra.- Rispose Kakashi.

Juugo iniziò a trasformarsi: -Maledetti...!-.

Shino alzò le braccia.

-Calmi!- Fece la voce di Deva.

La bocca viola si spalancò e ne uscirono i sei corpi; Deva portava in spalla Rock Lee e Karui, entrambi svenuti.

Jugo bloccò la trasformazione, e Shino abbassò le braccia.

-Li volete?- Chiese Pain: -Vi offriamo una temporanea alleanza.-.

Kakashi guardò i ragazzi: uno era Lee, e l'altra sembrava della Nuvola. In effetti, anche Sakura stava curando uno shinobi della Nuvola. Ripensò alle tracce che Sai aveva trovato sul ramo: dovevano essere loro due.

-Alleanza?- Disse poi: -Potremmo prenderceli con la forza. Siamo in maggioranza numerica.-.

-Vero.- Deva depositò a terra i due: -Ma abbiamo ancora lei.-.

Prese Anko per la testa e, come fosse una bambola, la mosse a destra e a sinistra. Lei sorrideva, come se niente fosse.

Kakashi dovette dare ragione al dio: nessuno aveva sufficiente potere da liberarla. E stendere il dio avrebbe portato ad alcune perdite. Chissà poi se il jutsu si sarebbe sciolto... nessuno conosceva le capacità del Rinnegan. Nessuno eccetto Pain.

-Alleanza per cosa?- Domandò il ninja copiatore.

-Qualche sera fa è successa una cosa...- Pain guardò Naruto, che era arrossito: -...a seguito del quale uno dei nostri è scomparso...-.

-Una cosa cosa?- chiese Kaka.

-Forse c'entra con questo.- Shika mostrò loro un biglietto, che lo invitava a un “Mega-grandiosissimo party per la festa di compleanno di Tobi nel Covo Segreto dell'Akatsuki!!! Yeah! Non è assolutamente una trappola per il Kyubi!”.

-Anche io ne ho uno!- Fecero gli altri ragazzi, tirandone fuori altri identici.

-Certo non sono stato così scemo da andarci.- Continuò Shikamaru: -Non c'è neanche l'indirizzo! Un momento...- Shikamaru fissò Naruto.

Naruto lo guardò: -Che? Non ci sono andato!-.

Quando notò che anche gli altri lo fissavano, aggiunse: -Mi hanno rapito!-.

-...dicevo, è scomparso Tobi.- Continuò Pain: -E voi siete riusciti a trovarci, perciò potreste esserci utili...-.

-Consegnaci i ragazzi, e libera Anko. E noi vi aiuteremo.- Rispose Kakashi.

-Maestro, non può...-.

-E credi- Pain interruppe Shika: -che sia così scemo da cascarci?-.

-A differenza vostra- Rispose Kakashi: -noi ninja rispettiamo la parola data.-.

-Dovrebbe bastarmi?-.

-No. Ma dovrete accontentarvi.-.

-È un bluff.-.

-Dici?- Kakashi guardò Shikamaru: -Tattica 3-1-3.-.

Shikamaru annuì.

Fece per scattare, ma Pain lo bloccò.

-Va bene, va bene.- Pain strinse la presa su Anko.

I puntini neri dei suoi occhi si ingrandirono, riformando le normali pupille di Anko. I cerchi viola si ritirarono verso l'interno dell'occhio.

Anko respirò affannosamente, e si sbilanciò in avanti, ma fu afferrata da Kakashi.

Anko svenne.

-Ragazzi!- Ordinò Kakashi: -Prendete i nostri e portateli da Sakura.-.

-Ehi!- Protestò Pain: -Almeno guarite anche noi!-.

Kakashi lo guardò storto, poi aggiunse: -E anche loro.-.

-...Va bene.- Fecero gli altri.

I ragazzi andarono a prendere i feriti, aiutati dagli altri dell'Aka.

Pain e Kakashi si guardarono negli occhi. Poi Kakashi portò Anko da Sakura.

Dieci minuti dopo...

-Giù! Giù! Giù! Giù! Giù!-.

Juugo bevve il liquido fino all'ultimo sorso.

-Yeah!-.

-Ora a te, Shino!-.

-Giù! Giù! Giù! Giù! Giù! Yeah!- Anche Shino c'era riuscito.

-Sei un avversario tosto.- Disse Shino a Jugo: -E io bevo pipì di insetti per colazione.-.

Colato di vomito generale.

-Tsch! Io, nel rifugio, mangiavo ratti morti!- Ribatté Juugo.

Altra colata di vomito.

-E io, come pranzo, mangio carcasse di larve giganti ammuffite!-.

-E io bevevo il sangue di quelli che ammazzavo.-.

-E io...-.

-BASTA!- Lo fermò Shikamaru soffocando il rigurgito: -Ti prego!-.

In quella, dalla cucina uscì Pain.

-Come è andata la... Ma che cazzo avete fatto?!- Disse guardando il pavimento coperto di vomito.

Shino e Jugo si indicarono a vicenda: -È stato lui!-.

Pain divenne rosso: già la stanza era semidistrutta, ci si mettevano pure loro?

-Io vi... io vi...- Poi si illuminò, sorrise malevolo e urlò: -Giù! Giù! Giù! Giù!-.

-Cos...-.

-Giù! Giù! Giù! Giù!- Fecero eco gli altri.

-Ah...- Sospirarono i due. Si piegarono.

Nel frattempo, in cucina...

-Passami Kiba, Ino.-.

-Eccolo.-.

Sakura prese Kiba tra le gambe e iniziò a guarirlo.

-Serve aiuto?- Kakuzu scompose il braccio in moltissimi fili agitanti.

-Ugh...- Fece Ino mettendosi la mano alla bocca: -...no, grazie.-.

Kakuzu ricompose il braccio: -Come volete.- e tornò ad occuparsi di Deidara.

Kiba aprì gli occhi. Era appena uscito da un magnifico sogno pieno di cani e cagne, e ne era seccato. Ma quando vide Sakura da quella particolare posizione, il suo volto si rasserenò.

-Sono in paradiso?- Chiese.

Kiba vide il grazioso volto di Sakura rabbuiarsi e i suoi begli occhi verdi diventare bianchi di rabbia. Alzò il pugno: -Cosa intendi dire?!-.

Kiba ebbe la prontezza di rotolare via, e il pugno spaccò a metà il pavimento anziché la sua faccia.

-Meglio andarsene!- E Kiba, a quattro zampe, sgattaiolò via.

Nella foresta, poco lontano dal rifugio...

-In piedi!- Urlò Baki, girando tra i sacchi a pelo.

I ninja della Sabbia e della Nuvola, lentamente, si svegliarono.

-Yo...- Fece assonnato Bee: -Ho così son-no...-.

-Avanti!- Li incoraggiò il ninja di Suna: -È il gran giorno! Passerà alla storia come il giorno in cui l'Aka fu sconfitta dalla Sabbia e dalla Nuvola!-.

-O del giorno in cui la Sabbia e la Nuvola non riuscirono a dormire...- Borbottò Darui.

Baki non sentiva ragioni: -Andiamo, su! Oggi, lo sento, andrà tutto bene!-.

In un punto diametralmente opposto...

-Yawn!- Sbadigliò Kurotsuchi: -Uff! Che dolore alla schiena! Stupido terreno...-.

-Puoi fare più piano?- Borbottò Akatsuchi.

-Alzati, invece, pelandrone!- Sbottò lei.

Kitsuchi aprì gli occhi: -Ottima idea!- esclamò: -Tutti svegli! Anche voi della Nebbia!-.

Ao si alzò strofinandosi l'occhio: -Ma non è nemmeno l'alba.-.

-E all'alba attaccheremo l'Alba!- Fece Kitsuchi: -Sarà l'alba di una nuova alba! Di un'alba... uhm... Insomma! All'alba!-.

Così, pochi minuti dopo, le due squadre si avvicinavano velocemente al covo. Si preannunciava un grande scontro.

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Capitolo 33
*** LA BATTAGLIA DEI CINQUE VILLAGGI (+L'AKA) ***


LA BATTAGLIA DEI CINQUE VILLAGGI (+L'AKA)

Nel salotto dell'Aka...

-Uff! Che dolore ai muscoli!- Omoi camminò avanti e indietro per la stanza, tentando di riprendere il controllo totale del proprio corpo. Ma, purtroppo, alcuni posti ancora non li sentiva. Almeno non gli scappava la pipì. Sperava.

Sakura, Ino e Kakuzu uscirono dalla cucina. Guardarono Shino e Jugo, che stavano sbavando a terra.

Ino guardò la scena stupita: l'ultima volta che aveva visto Shino in quello stato era quando era stato costretto a coltivare piante insettivore!

Sakura si avvicinò al compagno e gli mise le mani al petto: -Cosa ti è successo, Shino?-.

-Ma cosa cazzo avete mangiato...?- Borbottò lui.

-Ci penso io...- Prima che qualcuno potesse fermarlo, Kakuzu punse al sedere i due ragazzi con due suoi fili.

I ninja scattarono in piedi e, tenendosi le chiappe, corsero in giro per la stanza urlando come pazzi.

Itachi prese dalla tonaca il salame e riprese a mangiarlo interessato.

Sasuke decise di approfittare della sua distrazione e si avvicinò di soppiatto al fratello con la spada-laser sguainata.

Quando fu dietro di lui, urlò: -Crepa, Nii-san!- e lo trafisse.

Il giovane si dissolse in uno stormo di corvi. Dietro di Sasuke, Itachi disse: -Ancora non mi odi abbastanza...-.

-Tu dici!?!- Sasuke si voltò di scatto. Da ogni millimetro della sua armatura spuntò fuori un minirazzo; Sasuke caricò l'uniraggio e i laser alle mani.

Prima però che potesse fare fuoco, Sasuke fu punto al collo da qualcosa. Si toccò il collo e ne estrasse un ago.

Sasori sorrise compiaciuto: -Mi piace questo nuovo corpo!-.

Sasuke si sedette a terra, stordito.

-Sasuke-kun!- Esclamò Karin: -Cosa gli hai...!- sgranò gli occhi: -Oh oh...-.

-Che c'è?- Fecero in coro gli altri.

-Tanti!- Esclamò Karin: -Sono tanti! Due squadroni grandi il doppio del normale!-.

-Di che villaggio?- Domandò Shika: -Se sono della Foglia potremo...-.

-Nuvola!- Rispose Karin, sempre più spaventata: -Nebbia! Roccia! E anche Sabbia!-.

-Fiuuu!- Fece Orochimaru: -Non ssssssono qui per il nosssssssstro asssssssalto al palazzo dell'Hokage...-.

Kakashi si voltò di scatto: -Il vostro COSA?!?!?-.

-Sono vicini!- Karin ora era terrorizzata: -Non riusciremo mai a fuggire in tempo da qui!-.

Pain estrasse due paletti: -E noi non scapperemo.-.

-Cosa?- Chiese incredula lei.

-Siamo pur sempre dei terroristi, no?-.

Kakashi si rivolse ai suoi: -Prepararsi allo scontro!-.

Sia l'Akatsuki che gli Shinobi della Foglia si misero in assetto da battaglia.

Karin guardò Sasuke, in cerca di aiuto: -Sasuke-kun...-.

Sasuke, rialzatosi, non la guardò. Disse: -Team Taka! Ora ci divertiamo...-.

Jugo si fermò e prese dalla cintura d'acciaio due pistole laser, mentre Suigetsu, urlando: -Tecnica dell'Idratazione!- gonfiò le braccia. Deglutendo, Karin si preparò a subire mazz... cioè, si preparò a lottare.

Kakashi si rivolse a Omoi e Karui che si erano messi in disparte: -Voi che farete?-.

-Noi stiamo col nostro Villaggio.- Rispose Karui: -Ma siamo in debito con voi, e tenteremo di far ragionare i nostri.-.

-Bene.- Annuì Kakashi.

-Sono quasi arrivati!- Esclamò Karin.

-Ho un'idea!- Fece Orochimaru.

-Che idea?-.

-C'è una cosssssssssa che ho trovato da Tsuna...- Disse Orochimaru.

-Non vorrai...- Iniziò Sui.

Orochimaru aprì la bocca e iniziò a vomitare qualcosa. Qualcosa di veramente grosso.

All'esterno del covo...

Le due squadre si posizionarono ai lati opposti della casa.

-Qui c'è il salone: probabilmente saranno lì.- Dissero contemporaneamente Kitsuchi e Baki.

Kurotsuchi e Temari posizionarono le carte-bomba alle pareti.

I ninja si allontanarono.

-Katsu!-.

BOOOOOOOOOOM

Le due squadre entrarono nel salotto: -Siete in arresto!- urlarono.

I membri dell'Akatsuki si guardarono, simulando stupore, e alzarono le mani.

Solo allora le due squadre si accorsero di essere... due squadre.

-Ehi!- Fece Ao: -Ci siamo prima noi!-.

-No, sono nostri, bakayaro, konoyaro!- Rispose Bee.

-Verranno con noi!- Replicò Kitsuchi.

-Nei tuoi sogni!- Fece Baki.

-Sentite...- Disse Pain: -...spiacente, ma siamo già in loro arresto.-.

-Loro?-.

BOOOOOOOOM

Un'esplosione distrusse la parete che dava sul corridoio, e una sorta di caro armato laser, pieno zeppo di ninja della Foglia, entrò nella stanza. Lo guidava Kakashi.

-Che ne dite di arrendervi?- Fece il ninja copiatore.

I quattro capi delle squadre si guardarono.

-ADDOSSO!-.

I ninja dei quattro villaggi caricarono contro il carro armato. Di risposta Kakashi fece fuoco.

In mezzo alla stanza, Pain chiese: -Siamo ancora in arresto?-.

Non ottenendo risposta, i nukenin abbassarono le mani.

-Wow.- Commentò Sasori: -Alla faccia della Battaglia Dei Cinque Eserciti...-.

-Pain,- Disse Kidan: -che ne dici... sì, insomma... DI FARMI TORNARE NEL MIO CORPO?!?!?-.

-Ma, Konan-kun, siamo nel bel mezzo di...-.

-NON TROVARE ALTRE SCUSE!-.

Pain si fece piccolo: -Va bene, va bene. Manusya?-. Il Pain del Regno Umano si avvicinò a Kidan.

-Capo, e noi che facciamo?- Chiese trepidante Deidara.

-Che me ne frega?- Rispose Pain: -Siete in mezzo a una lotta! Lottate!-.

-E vai!- Fecero tutti, gettandosi nella mischia.

-Non tu, Hidan!- Lo riprese Pain.

Come risposta, Honan creò un vortice di carta attorno a se.

-Dannazione!-.

Manusya afferrò la testa di Kidan. Konan si sentì scivolare via dal corpo di Hidan: una sensazione gelida, che non voleva più provare. Hidan crollò a terra, mentre Manusya teneva in mano la sagoma traslucida di Konan.

-Cretino!- Urlò Pain: -Non ora!-.

Manusya fece per rimetterla dentro Hidan, ma Deva lo bloccò: -Sta fermo! E seguimi!-.

Si diressero verso il vortice. Al suo interno, Honan creò una falce di carta.

Sorrise: -Ah-ah!- e inflisse l'arma nel vortice. All'esterno, come tante pinne di squalo, sbucarono tante lame curve che falciarono gli sventurati che ci passavano troppo vicini. Per poco non colpirono anche i due Pain.

-Urca!- Fece Deva. I due entrarono nel vortice. Honan era di spalle.

-HIDAN!- Urlò Pain: -HIDAN!-.

Honan si voltò: -CHE C'È?!-.

Pain disse qualcosa che Honan non capì.

-COSA?-.

-HO DETTO... AH, LASCIA STARE!-.

Manusya si avvicinò a Honan.

-EHI! CHE STAI...?- Balbettò lei.

Manusya infilò l'anima di Konan nel suo corpo.

La donna boccheggiò.

-NON PREOCCUPARTI HIDAN!- disse Deva: -ORA MANUSYA TI ESTRARRÀ DAL SUO CORPO!-.

Honan si piegò in avanti, respirando affannosamente.

Manusya sollevò la mano fino all'altezza del capo di Konan.

Stava per appoggiarla, quando alcuni fili di Chakra si attaccarono al cadavere.

Pain sgranò gli occhi: -FER...-.

Manusya fu tirato di lato, e svanì nel vortice di carta.

-DANNATO KANKURO!- Imprecò il dio.

Konan fu colta da violenti scossoni.

-Esci... No... Cazzo...-.

Il turbine si depositò a terra.

-Konan!- Pain corse dall'amata.

Ricevette uno schiaffo.

-Ahi!- Fece scocciato.

Konan si buttò su di lui e lo baciò.

-Ehi!- Fece Pain già mezzo esaltato.

Konan gli tirò una testata.

-Ohi!-.

-Hidan!- Urlò Konan: -Esci da me!-.

“Lo farei se potessi,” Fece una voce nella sua testa: -stronzetta!- concluse parlando.

“Non osare...” -...usare la mia bocca per parlare!- Replicò l'altra.

-Konnie, CALMA!- Ordinò Pain.

Konan lo guardò furiosa. Aveva gli occhi rossi: -Tu, brutto bastardo, figlio di...-.

Fu colta da un altro sobbalzo: -Questa non ero io!-.

Altro scossone: -E nemmeno io!-.

-Sì beh,- Disse loro Pain: -un piccolo effetto personale che fonde...-.

-Giù la testa!- Urlarono contemporaneamente Konan e Hidan.

Un kunai sfiorò il capo di Pain.

-Ehi!- Deva guardò un ninja della Nuvola: -Ti ho visto! Shinra Tensei!-.

L'Anbu volò via.

Nel frattempo, la battaglia si faceva sempre più cruenta, con Deidara che faceva esplodere i ninja della Roccia che gli capitavano davanti, Jugo e Sasuke che usavano il loro nuovo equipaggiamento su chiunque vedessero, e Killer Bee che abbatteva gli avversari a colpi di rap.

Eccetto Konan e Pain, però, c'era qualcun altro che non combatteva...

-Samui! Darui!- Disse Omoi: -I ninja di Konoha sono dalla nostra parte!-.

-Ciò vi rende dei traditori!- Replicò Samui.

-Ma noi no vogliamo combattere con voi...- Fece Omoi.

-Fendente Frontale!- Karui attaccò l'altra donna, che però bloccò il colpo con la sua spada.

-Karui!- Esclamò Omoi: -Cosa stai...-.

-Sta zitto!- Urlò lei: -Non sai da quanto tempo voglio farlo!-.

-È chiaro- Disse Darui: -che siete sotto un genjutsu. Ma non preoccupatevi!-.

Darui aprì un rotolo e prese la sua mannaia: -Vi affett... Vi libereremo!-.

-Eh?- Domandò Omoi incredulo.

Darui si lanciò contro Omoi: -Carica!-.

-COSA?- Omoi iniziò a correre, inseguito dal ninja tatuato: -E questo sarebbe il modo per sciogliere un jutsu?!?!-.

BAM

Kakashi sparò un'altra volta, mandando a gambe all'aria un pugno di ninja della Nebbia: -Scusate...!-.

Dietro di lui si materializzò Chojuro, con la spada alzata: -Prendi questo!-.

-Uh, grazie!- Kakashi si girò, bloccò il colpo con un dito, afferrò il braccio del ninja e lo scaraventò via, tenendosi l'arma.

Ricominciò a sparare.

Nel frattempo, i fratelli di Suna si stavano battendo contro Shikamaru e Choji.

-Shikamaru,- Disse Temari: -mi spiace doverlo fare: Quattro Astri, Grandi Lame Di Vento!-.

Agitò il ventaglio in direzione di Shika, e delle correnti taglienti si scagliarono contro il ragazzo.

Usando la Tecnica dell'Espansione, Choji le bloccò con una mano.

Kankuro richiamò la marionetta Sasori.

-Non abbiamo intenzione di uccidervi!- Li avvertì il ragazzo.

-Non ce la fareste comunque!- Tenendo il braccio ingigantito, Choji si lanciò all'attacco.

Marionetta Sasori sparò dallo stomaco alcuni aghi, che però rimbalzarono sul braccio dell'altro.

Choji colpì il Sasori con il pugno, danneggiandolo gravemente.

-Drago di Vento!- Un tornado creato da Temari si abbatté su Choji. Il ragazzo indietreggiò.

Temari guardò verso il basso: -Acc!- si scansò appena in tempo, e l'ombra di Shikamaru la mancò.

-Temari!- Urlò Kankuro.

Temari si voltò e ricevette un pugno in faccia dal fratello.

Temari barcollò all'indietro e schivò gli altri colpi di taijutsu.

-Kankuro!- Disse Temari: -Come ti ha preso?-.

-Non lo so!- Rispose lui, continuando ad attaccarla.

-Scusa fratello!- Con le sue Lame di Vento, la ragazza allontanò Kankuro.

Temari si rivolse a Shika: -Astuto, nascondere la tua ombra sotto quella del braccio ingigantito di Choji: Kankuro non l'ha nemmeno vista.-.

-Speravo di coglierti impreparata,- Disse Shikamaru: -ma non posso volere tutto.-.

-Proiettile Spinoso Travolgente!- Choji rotolò contro la ragazza a gran velocità, ma Temari, scattando all'indietro, evitò il ragazzo.

Choji si fermò davanti a lei, senza però tornare normale.

“E adesso?” Si chiese Temari: “Il ciccione mi copre la visuale!”.

Un ninja spadaccino della Roccia si avventò su Temari: -Sei finita!-.

Dall'alto dei filami di ombra afferrarono lo shinobi, intrappolandolo.

“Dall'alto!” Temari sorrise: “Certo!”.

Che palle!” Pensò Shikamaru: “Ci mancava quell'idiota!”.

-Colpo Finale!- Fece la voce di Kankuro.

La marionetta Karasu, con le lame avvelenate sguainate, comparve davanti a Shika.

Istintivamente, il ragazzo indietreggiò.

-No!- Esclamò.

Davanti a lui, il ventre di Kuroari si chiuse di scatto, intrappolandolo.

Kankuro si pulì un rivolo di sangue dalla bocca.

-Eheh!- Ridacchiò.

-Colpo della Farfalla!-.

Un pugno gigante travolse Kankuro, facendolo volare al primo piano.

Le due marionette scomparvero.

-Ben fatto, Choji!- Si complimentò Shikamaru.

-Rete!- Gridò Temari dietro di lui.

Un reticolato di vento tagliente colpì la schiena dell'Akimichi. Choji cadde in avanti, svenuto.

Rimanevano solo Temari e Shikamaru. E il resto delle squadre ninja.

-Bene!- Disse soddisfatta Temari: -Credo che ti risparmierò: tu mi hai salvata prima, io non ti uccido adesso.-.

Shikamaru rise: -Come se tu fossi davvero stata in pericolo!-.

Temari mise la mano alla bocca e soffiò. Provocò una piccola corrente d'aria che incise sulla guancia di Shika il segno di un bacio.

Temari alzò i tacchi e se ne andò.

Il Nara si pulì la guancia: -Che donna!-.

In cucina...

-Svelta, Ino!-.

Sakura e Ino depositarono a terra Rock Lee, svenuto dopo un lungo scontro con tre ANBU, mentre Kisame ingaggiava una dura lotta con Kitsuchi e Baki.

Con un calcio, Kitsuchi sollevò il tavolino e con un secondo lo lanciò addosso al nukenin della Nebbia. Kisame tagliò a metà il tavolo con la Mannaia; ma dietro al tavolo c'era anche Baki.

-Spada di Vento!- Le sue dita si trasformarono in artigli d'aria, che avrebbero affettato Kisame se questi non avesse usato l'Esplosione Acquatica, allontanando il ninja di Suna.

-Drago di Pietra!- Kitsuchi creò un serpente di roccia.

-Drago Acquatico!- Kisame creò un dragone d'acqua.

I due draghi si scontrarono.

-Litopugno!- Kitsuchi, trasformato il pugno in roccia, provò a colpire Kisame, ma lui fermò il corpo con la spada.

Baki, intanto, si era avvicinato alle kunoichi mediche.

Sakura si alzò: -Ino, continua tu.-.

-Per favore,- Disse lo shinobi della Sabbia: -con la Foglia abbiamo buoni rapporti. Vogliamo solo l'Organizzazione Alba.-.

-Non possiamo darvela, ancora.- Disse la ragazza: -Abbiamo dato loro la nostra parola.-.

-Almeno non ostacolateci!- Disse Baki. Pensava: “Non me la raccontano giusta: nascondono qualcosa, conoscendo Kakashi...”.

Baki ricreò le lame.

Sakura strinse i pugni.

All'esterno del rifugio...

-Avanti, Sasori-san!- Disse Zetsu: -Uccidine qualcuno! Abbiamo fame!-.

Sasori teneva i ninja bloccati con i suoi fili di Chakra: -Semmai li trasformo in marionette.-.

-Bastardo!- Disse l'ex Nero.

-Ti prego, Sasori-san!- Fece l'ex Bianco.

-Yo! Lascia andare i miei amici se vuoi passare altri giorni felici!-.

Sasori e Zetsu si girarono.

-Attento, Zetsu.- Avvertì Sasori: -Non so se è alla nostra portata.-.

Dal buco alla parete uscì Naruto.

-Vecchio polpo!- Disse: -Come buttabayo?-.

-Naruto!- Esclamò felice l'altro: -Come stai? Anche tu qui: come mai?-.

Naruto si mise in posizione di rap: -Non sono pericolosi, lasciali stare, una bella rissa la possiamo rimandare!-.

-Yo! Non mi piacciono neanche un po', ma se me lo chiedi non ti dirò di no!-.

-Bene!- Fece Naruto.

-Ma loro due devono lasciarli andare! Altrimenti l'accordo non si può fare!-.

-Eh?- Domandarono Sasori e Zetsu.

-Dice di liberare gli shinobi.- Spiegò Naruto.

-Ah.- Commentò Sasori. Ritirò i fili di chakra.

I ninja caddero a terra e scapparono all'interno del covo: almeno c'era qualcuno sano mentalmente lì dentro!

-Yo, Naruto!- Disse Bee.

-Sì?-.

-Una domanda ti volevo fare: quelle scritte che hai, sono appunti per rappare?-.

Intanto, all'interno...

La battaglia convergeva verso il carro armato: era chiaro che chi lo avesse ottenuto avrebbe avuto la vittoria in pugno.

Ma Kakashi difendeva bene la propria arma, allontanando gli invasori a furia di esplosioni, senza però ferirne qualcuno seriamente.

E poi l'intero Team 10 lo aiutava.

-Zanne perforanti!-.

Kurotsuchi e Akatsuchi si spostarono dalla sua traiettoria, finendo però su quelle dei pugni di Hinata e degli insetti di Shino.

-Palmo d'Aria!- Gridò la Hyuga.

-Tromba d'Acqua!- Urlò la ragazza della Roccia.

L'aria e l'acqua si scontrarono, dissolvendosi.

Anche Akatsuchi e Shino sembravano alla pari: i golem del primo non riuscivano a bloccare gli insetti del secondo, ma essi non riuscivano a penetrare le difese di roccia del nemico.

Nel frattempo, Kiba e Akamaru ruotavano attorno al carro armato, allontanando in ninja che si avvicinavano troppo.

Ma alle loro spalle, qualcuno si era nascosto bene.

Ao e gli ANBU della Nebbia balzarono sul carro armato.

Kakashi si accorse subito degli intrusi e, alzatosi, ingaggiò uno scontro con loro.

-Tecnica della Palla di Fuoco Suprema!- La fiammata colpì un paio di ninja, che caddero a terra.

Un terzo Anbu, però, si mise dietro di lui: -Suiton: Mizurappa!-.

Il getto spinse in avanti Kakashi, che fu colpito da Ao con la Tecnica dell'Idropugno.

-Moltiplicazione Fulminea!- Kakashi creò delle copie elettriche che si avventarono sugli Anbu.

Alcuni provarono a colpirle con la spada, altri con le tecniche del villaggio della Nebbia. Il risultato fu che, quando i cloni si dissolsero, tutti finirono fulminati.

Kakashi, intanto, se la vedeva con Ao, maestro del corpo a corpo.

Il punto era che il cannone non sparava più. Così molti altri ninja scattarono verso il carro armato.

Nel piano superiore...

Maki e Matsuri correvano portandosi appresso una mummia sigillata.

-Maki-san!- Disse Matsuri: -Non dovremmo aiutare i nostri compagni?-.

-Siamo più utili se portiamo a casa il corpo di Pain!- Rispose correndo Maki: -Dopo che Kankuro è riuscito... Kankuro!-.

Le due corsero dal ragazzo. Il povero Kankuro era svenuto davanti a un buco sul pavimento, con un grande bernoccolo in testa.

Maki, fermatasi, sgranò gli occhi: -Attenta, Matsuri!-.

La non la sentì, e correndo pestò qualcosa.

BOOOOOOOOOOM

Matsuri atterrò vicino alla compagna.

-Matsuri!- Fece lei.

-Questa si che è arte!- Deidara sbucò da dietro Kankuro, ridendo.

Maki controllò il battito di Matsuri.

-Ha bisogno di cure mediche!- Disse supplicante a Deidei.

-Oh, poverina! Quanto mi dispiace! Uhm!- Rispose malevola lei.

-Dovresti dispiacerti per te stesso.- Fece una voce metallica.

Deidara guardò in basso: Kankuro aveva ruotato la testa a 180°, ma la sua faccia era un po' diversa. Per capirci, aveva tre occhi.

-Tu consideri le esplosioni un arte:- Continuò la marionetta: -vediamo se ti piace questa!-.

La marionetta esplose.

Deidara rotolò all'indietro, finendo ai piedi del vero Kankuro.

-È da un po' che non ci vediamo, Deidara.- Disse lui.

-Bastardo!- Mugugnò Deidara.

-Maki!- Ordinò il ragazzo: -Porta Matsuri dai nostri medici! A Deidara e al Pain ci penso io.-.

Maki si mise Matsuri sulla schiena e scese attraverso il buco.

Si ritrovò in cucina.

-Maestro Baki!-.

Baki si voltò, e Sakura lo colpì allo stomaco.

-Ugh!- Esclamò lui. Si piegò in avanti.

Sakura avrebbe potuto finirlo, ma vide Matsuri.

Accidenti!”.

Corse incontro a Maki.

La ragazza si mise sulla difensiva, ma Sakura la rassicurò con lo sguardo.

Maki le consegnò la compagna: tanto, pensava, sarebbe sicuramente morta.

Sakura la adagiò a terra.

-Mi servono delle fasciature- Disse: -per fermare il sangue.-.

-Ho le bende per i sigilli.- Rispose Maki.

-Andranno bene.-.

Maki gliene porse alcune.

Nel frattempo, Kitsuchi e Kisame si erano seduti a terra, ansimanti.

-Senti,- Propose Kitsuchi: -perché non la finiamo qui, e diciamo che è un pareggio?-.

-A me sta bene,- Rispose l'altro: -ma tu dici che è un pareggio, io che ho vinto io.-.

-E se diciamo entrambi di aver vinto?-.

Kisame ci pensò un po': -Meglio optare per il pareggio.-.

Nel salotto...

Konan e Hidan non ce la facevano più.

Non riuscivano nemmeno a combattere, perché si alternavano per il possesso del corpo.

-Ahi!-.

-Che male!-.

-A te piace farti male!-.

-Dettagli!-.

Gli occhi di Konan si illuminarono di rosso. Sembrò voler buttarsi nella mischia, ma Konan ritornò in se: -Sto perdendo il controllo!-.

-Mi sento sparire cazzo!-.

-Anch'io!-.

Un muscoloso shinobi della Roccia si scagliò contro la ragazza: -Muori!-.

Konan alzò il braccio per difendersi, ma all'ultimo fu scambiata con Hidan che, impreparato, subì il colpo.

-Urr!- La donna barcollò all'indietro, dove la aspettava, a spada sguainata, una kunoichi della Nuvola. Hidan si voltò per contrattaccare, ma Konan, ripreso improvvisamente il controllo, riuscì a malapena a evitare il fendente.

Così non va!” Urlò Hidan.

Konan scansò il pugno del ninja della roccia: -Ma dai?-.

Mandò a gambe all'aria l'avversario con una folata di carta.

La spadaccina, approfittando delle spalle, attaccò Konan.

La donna si voltò e bloccò il colpo, afferrandole il braccio.

Glielo torse.

-Aha!-.

Honan dagli occhi rossi rise: -Muori!-.

L'osso fece CRAC e la ninja urlò.

Hidan prese controllo del corpo di Konan e mollò la presa.

-Non sopporto più questa cazzo di situazione!- Gridò.

Forse ho....” -...capito.- Fece l'altra.

Sono tutto orecchi.”.

-Lei- Così chiamava Honan occhi rossi: -diventa più forte se noi litighiamo. Se invece...- “...cooperassimo...”.

-Cosa proponi?-.

Una tecnica combinata! Un'idea! Qualcosa!”.

-Vuoi un'idea?- Hidan Sorrise: -Io ho un'idea.-.




Omoi stava ancora correndo inseguito da Darui. Urlava: -NON SONO SOTTO UN GENJUTSU!-.

-Dicono tutti così!- Rispose Darui.

-Magari hanno ragione!-.

Si guardò alle spalle: Darui si era fermato. Stava fissando qualcosa al centro della stanza. In effetti, tutti stavano guardando il centro della stanza.

Omoi seguì il loro sguardo.

-Ma cosa...?-.

Konan si era posizionata in mezzo ai ninja. Dalla sua schiena salivano fasci di fogli di carta. In alto, formavano il busto bianco di un uomo sui trent'anni, con la veste dell'Aka aperta sotto il collo e una catenina con un ciondolo circolare, che sorrideva sadicamente e reggeva una falce a tre punte con le due mani.

Hidan e Konan dissero insieme: -Io lo chiamo: il Mietitore Bianco!-.

Risero.

Anche il Mietitore Bianco rise: il suono della sua risata sembravano urla deformate di uomini morenti.

Tutti si dovettero tappare le orecchie.

-Eheheh!- Konan mosse la falce di carta.

Con la sua, il Mietitore spazzò i ninja davanti a se.

-Funziona, Konan!- Esultò Hidan.

Già, sento che si sta indebolendo.”.

Altra falciata.

-La tua abilità con la falce rende i colpi quasi letali.-.

E la tua carta è così leggera da renderli estremamente veloci!”.

Nuova falciata.

-Ahah! Ora inizio a capire la tua filosofia, Hidan!- Rise Konan.

I ninja di tutti i Villaggi arretrarono impauriti.

-Cosa fate?- Chiese Hidan: -Fatevi avanti!-.

Nessuno si mosse.

-No?- Sembrò dispiaciuta: -Allora verrò io da voi!-.

-Yo! Fermati un po', bakayaro konoyaro!-.

-Yo! Avevamo un patto però, dattebayo!-.

Bee e Naruto si avvicinarono a Konan.

-Avanti, Ragazzo Volpe!- Disse Konan: -Lasciaci un po' divertire!-.

-Ti vuoi divertire? Continua e dovrai soffrire! Yeah!-.

Le due forze portanti si trasformarono nei rispettivi demoni.

-Non puoi sconfiggerci tutti e due!- Disse Naruto-Kyubi.

-Questo è tutto da vedere!-. Hidan mosse la falce.




Tra la folla di ninja, i cinque corpi di Pain cercavano il sesto.

Ora che le due forze portanti si sono trasformate,” Pensò Deva: “devo approfittare del tempo che mi danno e cercare il mio corpo, cosi la mia amata Konnie tornerà normale!”.

Ma dovunque cercasse, non lo trovava, ne riusciva a usare la sua vista.

Intanto la battaglia era iniziata, con i due jinchuuriki in lieve vantaggio su Konan, che però non accennava ad arrendersi. Naruto aveva bloccato la falce con la zampa/braccio destra, mentre Bee sferrava potenti attacchi al Mietitore, che tuttavia si autoriparava.

Forse in cucina!” Pensò Deva. Andò in cucina.

Nella cucina...

-Come va con Lee, Ino?- Chiese Sakura.

-Si riprende velocemente.- Rispose Ino: -E la ragazza di Suna?-.

-Se la caverà. Stupida Deidara!- Sakura fissò Ino.

-Che c'è?- Chiese lei: -Perché mi guardi?-.

-È solo che... Sei caduta nel jutsu di Itachi!- Spiegò Sakura: -Per più di cinque minuti! E tre secondi hanno messo al tappeto Kakashi-sensei!-.

-Già,- Disse Ino: -immagino che potrei dire che sono superiore a te, Fronte Spaziosa, ma in realtà... è strano... io non riesco proprio a ricordare... ricordo l'occhio di Itachi che mi fissava, e poi che mi sono svegliata penzolando dal soffitto... strano, vero?-.

-Strano.- Rispose Sakura. Pensava: “Era sicuramente lo Tsukuyomi, Itachi deve averle fatto qualcos'altro. Forse è ancora sotto l'effetto dell'illusione!”.

-Cos'hai da guardarmi strano ancora!?- Fece Ino.

-Io...-.

In quella, entrò Pain.

-È qui?- Si guardò intorno.

Non c'è!” Pensò. Ma gli caddero gli occhi su Ino. La fissò per un po', cosa che non sfuggì a Sakura.

-Che hai da guardare pure tu?- Domandò scocciata Ino.

Pain ricordò cosa stesse cercando: -Dov'è il mio corpo!?!-.

Maki guardò per un istante il soffitto.

Pain se ne accorse: -È lì sopra?-.

Maki si pose davanti al dio: -Dovrai passare sul mio corpo!-.

Baki si avvicinò alla compagna: -E sul mio!-.

-Sia come volete.- Fece Pain, alzando le braccia.

Seduto vicino a Kitsuchi, Kisame disse: -Scusa, capo, te la puoi cavare da solo?-.

-Sentite- Disse Pain: -devo recuperarlo ber il bene di tutti noi, specialmente- guardò Sakura: -per quello di Naruto Uzumaki.-.

Sakura, che fissava Ino, alzò lo sguardo: -Come?-.

BOOOOM

-Sentite questi rumori?- Chiese Deva: -Sono Naruto e la mia Konan che combattono. Si uccideranno a vicenda. A meno che io non usi il mio altro corpo!-.

-Perché dovremmo crederti?- Domandò Baki.

-Non mi aspetto che lo facciate- Rispose Pain: -mi bastano loro due.- indicò dietro di se.

Maki e Baki guardarono dietro le spalle di Pain: dove prima c'erano le due ninja mediche, il ragazzo di Konoha e Matsuri, ora c'erano solo i pazienti.

-Danna... Urg!- Baki cadde a terra stordito, seguito da Maki.

Dietro di loro, Sakura disse a Pain: -Spero per te che tu dica il vero!-.

Di risposta, Pain volò verso il buco creato da Kankuro.

Sakura si rivolse a Kitsuchi: -Hai intenzione di fare qualcosa?-.

-No, ciò che succede tra Sabbia e Foglia non mi interessa.- Rispose lui: -Anzi, se magari vi faceste fuori...-.

Su di sopra...

Pain atterrò su ciò che restava del pavimento. Deidara giaceva sdraiata a terra a pancia in su, con le braccia aperte a croce: sembrava stesse guardando le nuvole; in effetti neanche del soffitto c'era rimasto poi tanto. Kankuro invece era seduto appoggiato alla parete, semisvenuto.

Il ragazzo di Suna ansimò: -Brava, Deidara, hai capito che non ce la potevi fare da sola...-.

-Fammi il piacere!- Rispose Deidei: -Semmai dovrebbe aiutare te per rendere uno scontro quasi pari...-.

-Sì, sì!- Tagliò corto Deva: -Siete tutti e due fortissimi, ora, dov'è il mio corpo?-.

Con la testa, Dei indicò dietro di se.

Pain vide una mummia. La prese.

-Cazzo! È sigillato!- Pain ridiscese in cucina.

-...prego.- Disse Deidara.

Kankuro la guardò: -Deidara...-.

-Eh?-.

-Fottiti.-.

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Capitolo 34
*** SONO DI NUOVO NEL MIO CORPO! ***


SONO DI NUOVO NEL MIO CORPO!

Nella cucina...

Pain atterrò con in mano una mummia. Si guardò intorno.

-Tu!- Disse indicando Maki, appena rinvenuta: -Desigillalo!-.

-No!- Rispose decisa.

Deva si sgranchì le mani: -Preeeeeegoooooooo?-.

-Ehm... io...-.

BOOOOOOM

-Se io volessi...- La informò Deva: -...potrei spostare lo scontro qui! Adesso! E sareste tutti morti!-.

-Glom!- Deglutì Maki.

-Capo, ma io...-.

-Zitto, Kisame!-.

-Sto zitto.-.

-Hai tre secondi.- Sentenziò Deva.

-Uno...-.

-Non gli credere, Maki!- Disse Baki, anche lui appena tornato dal mondo dei sogni: -Morirebbe anche lui!-.

-...due...-.

-In realtà- Precisò Kisa: -è già morto...-.

-Come?-.

-...e t...-.

-Aspetta!-.

Pain si voltò.

-Fammi almeno portare al sicuro la ragazza!- Disse Sakura.

Pain sorrise: -Se lo scontro non finirà, nessuno sarà al sicuro.-.

Si voltò nuovamente verso Maki: -Dicevo, e tr...-.

-Va bene!- Esclamò Baki: -Non temo la mia morte, ma quella dei miei compagni!-.

-Tsch! Certo...- Commentò Kisa.

-Maki!- Ordinò lo shinobi di Suna: -Libera il “dio”.-.

Controvoglia, Maki si avvicinò a Pain; lui la guardava interessato. A Maki non era mai dispiaciuto essere al centro dell'attenzione, ma quello sguardo la faceva stare davvero male.

Maki sciolse i sigilli che intrappolavano la mummia e Pain disfò le bende.

-Accidenti!- Sbraitò Deva: -Perché gli avete tolto i ricettori?-.

-Perché erano pericolosi attaccati al corpo...- Rispose Maki, rimpicciolendosi.

-E li avete tolti tutti?!?!-.

BOOOOOM

-Cazzo! DOVE SONO ADESSO?!?!-.

-Erano in una sacca di Matsuri...-.

Sakura guardò la ragazzina della Sabbia: così era così che si chiamava!

-Mi spiace dirlo- Disse poi: -ma qualunque sacco avesse deve essersi disintegrato nell'esplosione.-.

BOOOOOM

-Quei ricettori erano immuni al fuoco!-.

-Allora devono essersi sparsi quando Matsuri è saltata in aria...- Azzardò Maki.

-Sapete dove possono essere finiti con tutti quei buchi, fessure, crepe...!-.

BOOOOOM

-Accidenti!- Esclamò Pain: -Scusami, Yahiko!-.

Deva iniziò a strapparsi i ricettori dal corpo.

-Kisame!- Disse il dio all'uomo-pesce: -Devi impiantare i ricettori nel suo corpo!-.

-Non riesco neanche a muovermi, capo!- Mugugnò Kisame.

Sakura si fece avanti: -Ci penso io.-.

-Tu?- Chiese incredulo Deva.

-Sì, io.- Rispose lei secca: -Immagino che un po' di competenza medica non guasti...-.

BOOOOOM

-...e il tempo stringe.-.

Pain pensò nervosamente: -Eeeeeee... essia!- ricominciò a togliersi i ricettori.

Quando gliene rimase solo uno, fissò Sakura: -Ricordati che siete in debito con noi!- e se lo tolse.

Deva crollò a terra.

-E ora?- Domandò Ino.

Sakura afferrò un ricettore: -E ora...-.

BOOOOOOOOOOM

In salone...

-Rasengan!- Naruto colpì il Mietitore nel suo petto cartifero.

Konan barcollò indietro.

Bee, che si era messo dietro di lei, la colpì con la teriosfera.

Il Mietitore non sembrò esserne felice, e lo colpì al petto con la falce.

-Yo! Stai attento con quel coso, bakayaro!-.

Approfittando del fatto che Konan le dava le spalle, la Volpe pensò di sferrare il colpo finale all'avversario, ma dalla schiena di carta del Susano'o spuntò un altro busto di Hidan, che bloccò l'attacco con la propria arma, ovvero l'ago di Hidan versione gigante; in effetti, il busto stesso era quello di Hidan trasformato.

I due demoni e i due busti erano in una posizione di stallo.

“Naruto!” Disse Kurama nella testa di Naruto.

“Sì,” Rispose lui: “me ne sono accorto.”.

Dal petto del Mietitore spuntò una lama, diretta verso lo stomaco del Kyubi.

“Grave errore:” Pensò Bee: “la Volpe è in grado di torcergli la lama contro!”.

Naruto rimase trafitto da parte a parte.

“Cosa?” Pensò Bee.

Altre lame spuntarono dal Mietitore e colpirono il Kyubi.

La Volpe a Nove Code non si mosse.

-Baka!- Killer Bee alzò il braccio per colpire il busto.

Stava per sferrare l'attacco, quando la voce dell'Hachibi gli risuonò in testa: “Fermo, Bee!”.

La forza portante si bloccò: “Perché?”.

“Guarda lì.”.

Bee seguì la direzione dello sguardo dell'Ottacoda: -Ho capito!-.

-Allora!- Esclamò Konan: -Dov'è la potenza dei grandi cercoteri?-.

Dai fianchi di Kurama sbucarono altre due paia di braccia, che bloccarono il torso.

-Cosa?- Fece stupita Konan.

Con le code, Gyuki bloccò il busto dell'avversario.

-Che state...?-.

-ORA, PAIN!- Urlarono insieme Bee e Naruto.

Manusya con un salto entrò nel Susano'o di carta e afferrò la testa della donna.

Iniziò a tirare.

La parte destra del volto di Konan sorrise malefica, quella sinistra divenne seria e fredda. Le due anime si stavano separando.

Il Pain estrasse Hidan.

Konan girò le pupille e chiuse gli occhi.

Il Susano'o si sgretolò e la donna, svenuta, iniziò a precipitare.

Stava per spiaccicarsi al suolo, ma fu afferrata da una lunga lingua viscida.

-Grazie, Gamakichi!- Disse Naruto al rospo appena evocato.

Gamakichi depositò a terra Konan.

-Prego!- Rispose, e sparì in una nuvola di fumo.

Con altre due nubi, Naruto e Bee tornarono ai loro aspetti normali.

-Yo, Naruto!- Disse Bee al ragazzo: -Forse ti serve un po' di aiuto!-.

Naruto si mise la mano alla pancia, piena di ferite: -Sono solo dei graffi...-.

Si accasciò a terra, esanime.

Nel frattempo, anche Manusya era atterrato.

-Portatemi il corpo di Hidan!- Disse.

Kakuzu si aprì un varco tra la folla. Portava in spalla Hidan.

-Sorreggilo!- Disse il Pain.

Kakuzu lo prese sotto le braccia e lo mise in piedi.

Il dio gli infilò l'anima nel petto.

Hidan aprì gli occhi e ansimò: -Ah! Dove sono? E lasciami, Kakuzu!-.

-Con piacere!-.

Kakuzu lo mollò e il corpo di Hidan, irrigidito dopo la “morte”, cadde a terra.

-Ahi! Che male! Che bello! Che cretino [rivolto a Kakuzu]!- Si rialzò.

-Ma queste...- Si guardò le mani.

Si toccò il petto, le spalle, la faccia.

-Yuppi!- Esultò: -Sono di nuovo nel mio corpo!- iniziò a saltellare come un canguro drogato.

-Evviva...- Disse Kakuzu: “Che ci troverà di bello nel suo corpo poi...”.

Manusya e gli altri cinque Pain, intanto, erano corsi da Konan.

-Konan-kun!-.

-Konan-kun!-.

-Konan-kun!-.

-E lasciami passare!-.

-No, tu sei solo una novellina, Tyrag-yoni!-.

Konan riaprì gli occhi: si sentiva inspiegabilmente più leggera.

-Cosa.... cosa è successo?- Chiese confusa.

Si rialzò, aiutata dai cinque Pain.

Konan vide Hidan che saltellava: “Il solito cretino...” pensò.

Sgranò gli occhi: -Un momento!-.

Si guardò le mani.

Si toccò il seno, le spalle, la faccia.

-Yuppi!- Esultò anche lei, saltellando felice: -Sono di nuovo io! E senza nessun altro dentro di me, solo io!-.

-Naruto-kun!-. Le esultazioni si fermarono al grido di Sakura.

La ragazza corse dal povero Naruto.

-Naruto!- Urlò. Naruto teneva gli occhi chiusi.

-No!- Sakura appoggiò la testa al petto del ragazzo, piangendo: -Naruto!-.

Il suo cuore non batteva più.

Tutti i ninja presenti, compresi i nukenin dell'Alba, abbassarono il capo.

-Naruto...- Ripeté Sakura singhiozzando.

-Mmm...- Mugugnò Naruto: -Sakura... perché urli tanto?-.

Sakura rialzò la testa, felice: -Naruto!- esclamò.

Poi la sua espressione cambiò: -NARUTO!!!-.

Gli tirò un pugno in testa così forte che lo sentirono in tutto il salone.

-Baka!- Urlò Sakura: -Mi hai fatto prendere un colpo, Naruto! Shannaro!-.

Naruto si massaggiò in mezzo ai capelli: -Ahi... ahi... ahi...- fece gli occhi a forma di cuore: -Ti eri preoccupata Sakura-chan?-.

Altro pugno in testa: -Cretino!-.

Naruto tossì un po' di sangue.

-Cavolo!- Sakura gli tolse la maglietta: -Hai delle brutte ferite!-.

Sakura guardò la folla: -C'è qualche altro ninja medico qui?-.

Ino uscì di cucina. Sakura la guardò preoccupata.

-Nessun altro?- Chiese. Aggiunse: -Non mi basta solo lei!-.

Qualcuno alzò la mano: -Io!-.

La folla si divise in due e Shee attraversò correndo l'apertura.

Dalla parete dietro a Sakura uscì Kabuto: -E io.-.

Kakuzu si avvicinò alla ragazza: -Anche io.-.

Non era esattamente ciò in cui sperava Sakura: due criminali, un leccapiedi della Nuvola e la ex-migliore amica che forse era sotto a un genjutsu. Ma chi si accontenta gode!

-Ehi, tu, membro dell'Aka!- Disse Sakura a Kakuzu: -Dov'è l'infermeria?-.

-Seguitemi.- Kakuzu uscì dal salone.

Sakura era titubante: in fondo era pur sempre il covo dell'Akatsuki.

Guardò Kakashi. Lui annuì.

Sakura prese Naruto in spalla.

-Sakura-chan, ce la posso...-.

-Stai zitto, Naruto!-.

-Sto zitto.-.

I medici seguirono Kakuzu. Prima di sparire in corridoio, Sakura disse ai ninja: -C'è una ragazzina ferita in cucina.- e se ne andò.

Cadde il silenzio.

-MA COSA CAVOLO...?-.

Tutti guardarono Ao.

Il ninja indicava il cratere alla parete dove c'era il carro armato. Dove c'era.

-È SPARITO!-.

Il carro armato non c'era più! Al suo posto c'era solo Orociok, che si era messo le mani alla bocca.

-BURP!- Ruttò: -Ssssssssscussssssssssate. Era più facile vomitarlo.-.

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Capitolo 35
*** LA QUIETE DOPO LA TEMPESTA ***


LA QUIETE DOPO LA TEMPESTA

Nel salone dell'Akatsuki...

I ninja dei cinque villaggi si erano messi agli angoli della stanza a confabulare. A eccezione di quelli del villaggio della Foglia, che invece erano in cucina con l'Aka e il Taka. Comunque confabulavano anche loro.

Spostiamoci nell'angolo della Sabbia.

-Come sta Kankuro?- Chiese Baki.

-I nostri medici lo stanno curando;- Temari sorrise: -ha la pellaccia dura.-.

-Bene.- Baki sembrava essere sovrappensiero.

-Che c'è?- Chiese la ragazza.

-Riguarda Naruto.- Rispose lui: -Hai visto la sua schiena?-.

Temari alzò le spalle: -È piena di scritte. Tutto il suo corpo ne era pieno! È proprio un tipo strano...-.

-Già.- Rispose il ninja: -Ma non ho dubbi: sulla sua schiena c'era un kinjutsu della Foglia.-.

-Come hai detto?- Domandò incredula la kunoichi.

-E chissà cos'altro può aver tatuato nel resto del corpo!- Continuò Baki: -Ci serve quel ragazzo!-.

-Ma Naruto...- Fece Temari.

Baki scosse la testa: -Lo so! Lo so. Ma è un'occasione unica!-.

-Gaara non acconsentirebbe.-.

-Gaara non è a conoscenza dei fatti completi. E poi, cavolo, ha dato a Pain il suo corpo come se nulla fosse!-.

-E tu pensi sul serio di riuscire a rapire Naruto?-.

-Non ci serve lui lui.- Abbassò lo sguardo cupo: -Ci basta la sua pelle.-.

Inutile dire che la Sabbia non fu l'unica ad avere un improvviso interesse riguardo ai cappotti di pelle di Uzumaki.

In cucina...

-L'arte è un'esplosione!-.

-L'arte è eterna!-.

-L'arte è viva!-.

Deidara, Sasori e Sai si stavano picchiando per decidere quale fosse il giusto concetto di arte.

Gli altri li fissavano come se fossero al cinema.

-Qui c'è aria di scommesse!- Bisbigliò Kisame a Itachi: -Forse dovremmo attivare il Kakuzu-segnale.-.

-Non serve.- Rispose Itachi: -Il suo senso-Kakuzu si starà già attivando.-.

Sasori si schiantò sulla parete vicino a loro.

Si rialzò: -Te la ficco in culo l'esplosione!- e si ributtò nella mischia.

-Dì un po', Shikamaru:- Disse Kakashi all'allievo. I due si erano messi in disparte, un po' per non essere coinvolti nella rissa, un po' per non scatenarne una peggiore (Kakashi aveva un concetto di arte ben preciso in mente...).

-Sì, Kakashi-senpai?- Chiese il ragazzo.

-L'hai visto Naruto, vero?- Rispose serio l'altro.

Shika annuì: -Penso che non siamo i soli ad averle viste.-.

-Già.- Borbottò Kakashi: -Pure la posizione di pagina 31...-.

-Eh?-.

-Cioè... Volevo dire...- Kakashi arrossì: -La tecnica proibita numero 31!-.

-Ma non erano 17 le tecniche proibite?-.

-Oh, insomma, Shika! Non è colpa mia se non hai alcun interesse letterario!-.

Nell'infermeria dell'Organizzazione Alba...

-Pinze!- Ordinò Sakura.

-Pinze.- Kakuzu le passò le pinze.

-Forbici!-.

-Forbici.-.

-Ago!-.

-Ago.-.

-Ago?- Fece spaventato Naruto.

Sakura gli infilò l'ago nel braccio.

Da qualche parte...

-Dammi i tuoi soldi, nonnina!- Disse lo scippatore.

-V-va bene...- Balbettò la nonna, porgendogli la borsetta.

Lo scippatore allungò il braccio. Stava per prendere la borsetta quando...

-Mani in alto!- La vecchietta aveva tirato fuori dalla tasca un pistola.

-Wow, oh, calma!- Lo scippatore alzò le mani.

La nonna tolse la sicura alla pistola: -Addio!-.

-AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!!!!-.

Un urlò squarciò l'aria.

La vecchietta si mise le mani al cuore e cadde a terra, morta d'infarto.

Il borseggiatore stette in mobile per un po'. Tirò un calcio al piede della vecchietta. Nessuna risposta. Dopo qualche secondo si chinò, prese la borsetta e scappò via.

Nell'infermeria...

-Ecco qua, Naruto.- Disse Sakura: -Fatto. Possiamo tornare dagli altri.-.

Naruto si alzò, ma barcollò e cadde all'indietro.

Fu però prontamente preso per le braccia da Kakuzu.

-Ehi! Grazie!- Esclamò Naruto.

-Pre...- Kakuzu alzò la testa: -È scattato il senso-Kakuzu!- lasciò andare il biondino e corse via.

-Oooooooooh!- Naruto sbracciò un po' per restare in equilibrio, ma alla fine cadde.

-Dolore!- Fece il ragazzo: -Sakura-chan, temo che dovrò stare più tempo nelle tue cure... (eheheh!)-.

Si guardò attorno: -Sakura-chan! Dove sei?-.

Kabuto si avvicinò al giovane: -Se ne sono andati tutti. Ma non preoccuparti:- si sgranchì le mani: -ci sono qui io!-.

Da qualche altra parte...

-Ahahah! Guarda un po' cosa ci teneva quella vecchietta nella borsa!- Lo scippatore correva guardando soddisfatto il bottino.

-TU!- Tuonò una voce.

Lo scippatore alzò lo sguardo: -Aiuto! Lo zombie della vecchietta!-.

Lo zombie della vecchietta si avvicinò al borseggiatore: -Ti mangio il cervello!-.

-Qualcuno mi aiuti!- Urlò lo scippatore: -E non mi arresti!-.

Il morto vivente saltò addosso al ladruncolo.

Il borseggiatore nascose la testa tra le braccia: -N...-.

-NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!-.

Lo zombie si mise le mani al petto: -Muoio di nuovo!- e morì di nuovo.

Il ladruncolo alzò le braccia, esultando: -Sììììììì!!!!-.

Il cadavere gli arrivò in faccia.

-Ohi!-.

In cucina...

Con un calcio, Kakuzu sfondò la porta sul corridoio, chissà come intatta dopo l'esplosione di Deidei.

Urlò: -Soldi! Sento odore di scommessa!-.

-Spiacente, Kaku,- Gli disse Sasuke: -sei arrivato troppo tardi.-.

Davanti a Kakuzu, Saso, Dei e Sai giacevano semisvenuti l'uno addosso agli altri, borbottando: -L'arte è...-.

-...un'esplosione...-.

-...eterna...-.

-...viva...-.

-Accidenti!- Fece Kakuzu.

Preta e Asura scesero dal piano superiore, tenendo in mano dei paletti bruciacchiati.

Naraka, con in braccio il cadavere di Yahiko, si avvicinò agli altri due Pain.

Depositò ai loro piedi il Deva e, aiutato dagli altri quattro corpi, iniziò a risistemare i ricettori nel corpo di Yahiko.

Seduta su un angolo, Anko osservava furiosa la scena: non capiva perché i suoi compagni si fossero alleati con quei bastardi, in particolar modo con quella sottospecie di dio! Quasi lo odiava più di Orochimaru! E ora... ora era così vulnerabile! Avrebbe potuto distruggere quel corpo in un attimo! Poco sarebbe importato se gli altri cinque l'avrebbero massacrata e magari usata come sostituto. Anche se girare con i capelli arancioni sarebbe stato davvero umiliante.

Non che gli altri presenti non avessero pensieri simili: in quella stanza, non c'era una persona che non detestasse Pain, chi perché gli aveva distrutto il villaggio, chi perché lo considerava il peggior capo che si potesse mai avere, chi perché a causa sua era finita nel corpo di un jashinista psicopatico.

Ma comunque nessuno fece niente, e dopo pochi minuti il Deva si rialzò in piedi. Si stiracchiò un po' e disse: -Sono tornato!-.

In quella, entrarono Sakura e Ino.

Sakura osservò Deva: -Fantastico. Sono di nuovo sei.-.

-Dov'è Naruto?- Chiese Kakashi all'allieva.

-E quel tizio della Nuvola?- Domandò Shika.

-E Kabuto?- Concluse Orochimaru.

-Kabuto e Naruto ci stanno per raggiungere,- Rispose Sakura: -e Shi è tornato dai suoi.-.

-Avete lasciato Naruto da solo con Kabuto?- Chiese Kakashi.

-E lui ha lasciato il suo maestro da solo con noi.- Rispose Sakura: -Non tenterà niente.-.

-Stammi lontano!- Naruto entrò di corsa nella stanza, seguito da Kabuto.

-Avanti!- Disse Kabuto: -Guarda che sono un ninja medico praticamente da quando sono nato!-.

Naruto si nascose dietro al tavolo: -Non ti avvicinare, testa di serpi!-.

Itachi scioccò la lingua: -Ora che siamo tutti qui- disse: -ci sarebbe un esercito nell'altra stanza che vuole linciarci tutti,- spostò lo sguardo verso il tavolo: -soprattutto uno.-.

-Rissssssssputo il carro armato!- Propose Orociok.

-Tu stai zitto!- Urlò Itachi: -Ogni cosa che fai ha un secondo fine! Sei rimasto con noi solo per rapire Naruto e scommetto che eri così tanto felice di andare a Konoha solo per prendere il carro armato o chissà che altro!-.

Nessuno parlò: era raro che Itachi parlasse, figuriamoci perdere le staffe e urlare!

Yamato interruppe il silenzio: -Aspetta: quel corazzato è della Foglia? Non l'avevo mai visto!-.

-È un progetto segreto di cui anch'io so ben poco.- Spiegò Kakashi: -La domanda è: come facevate voi due a saperlo?- rivolto ai due del Suono.

Oro e Kabu fischiettarono innocenti.

-Con la Sabbia- Disse poi il Copiatore a Itachi: -siamo in buoni rapporti. E tra la Nuvola Naruto ha un po' di amici.-.

-Spero per tutti che siano ottimi amici- Rispose Itachi: -perché simili informazioni...-.

-Lo sappiamo- Lo interruppe Kakashi: -e ci sarà uno scontro di qui a poco. Dobbiamo farci un po' di alleati lì fuori.-.

-Itachi,- Disse Sakura: -potresti usare i genjutsu.-.

Sakura spostò lo sguardo su Ino, per controllare eventuali reazioni. Che però non ci furono.

-Su qualcuno sì,- Rispose Ita: -ma non su tutti.-.

-E tu, Pain?- Chiese Anko con aria di sfida.

-Non è nel mio stile usare illusioni;- Fece Deva: -le uso solo in casi disperati.-.

Anko si alzò in piedi: -Cosa intendi dire?!- chiese furiosa.

-Calma, calma.- Disse Kakashi: -In ogni caso se usciamo da questa stanza desteremo dei sospetti.-.

-E quindi?- Chiesero tutti gli altri.

“E quindi?” Pensò tra se e se Kakashi: -E quindi...-.

Hidan scattò in piedi, sollevando la falce: -Andiamo lì e li sacrifichiamo tutti!-.

Pain alzò la mano: -Uhm, ehm, io avrei un'idea migliore...-.

Hidan lo guardò stupito: -Migliore di un eccidio?-.

-...Sì,- Rispose Deva: -ma vi avverto: sarà doloroso, imbarazzante e estremamente pericoloso...-.

Ino puntò il braccio contro il tavolo: -Offro come volontario Naruto.-.

Naruto sbucò da dietro il tavolino: -Eek!-.

-Perché no?- Commentò Pain: -Poi sarà più facile estrargli il Kyubi...-.

Hinata fece un passo in avanti: -Se ci va lui, ci andrò anche io! Se voi... non volete...-.

Anche Hidan si propose: -Andrò anch'io!-.

-No, tu no:- Rispose Pain: -ci servono alleati, non cadaveri!-.

Hidan abbassò la falce deluso.

-In effetti,- Continuò Pain: -sarebbe meglio non mandare nessuno dell'Aka.-.

-Già, così rimanete tutti qui e ci fate fuori!- Replicò Kiba.

-Quanta poca fiducia ritieni in noi...- Fece il dio: -Altri due?-.

-Io.- Disse Kisame: -Le missione segrete sono la mia specialità, dopotutto.-.

-Se si tratta di fare alleati...- Prese la parola Sai: -...non sarebbe la prima volta che eseguo una missione simile.-.

Pain si grattò la nuca: -Immagino che andrete bene. Nel caso...- porse a ciascuno un foglio.

Sai ne prese uno: -Cos'è?-.

-Ah, niente di importante!- Rispose Pain: -È solo una... non mi viene la parola... li...-.

-Libellula?-.

-Lince?-.

-Lima?-.

Pain schioccò le dita: -...Liberatoria!-.

-Ah, liberatoria!- Fecero gli altri, annuendo. Si bloccarono e sgranarono gli occhi: -ÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈ!?!?!?!?!-.

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Capitolo 36
*** IL PIANO DI PAIN ***


IL PIANO DI PAIN

Nella cucina dell'Akatsuki...

-Allora, questo è il piano:- Disse Pain mentre i ninja firmavano: -mi sono ispirato al disastro che è successo con la mia adorata Konnie; è molto semplice, il mio Manusya vi strapperà brutalmente e violentemente l'anima dal corpo e la lancerà a casac... no, cioè, mirando a un ninja di ciascun villaggio e voi userete il suo corpo per stringere alleanze. Chiaro no?-.

Naruto scosse la testa: -Per niente, dattebayo!-.

-Uhm, capo, ma sarà sicuro?- Chiese titubante Kisa.

-Ma certo, Kisame, sono o non sono il miglior dio di tutta la terra?!- Quest'ultima parte la urlò al cielo.

Un fulmine distrusse il soffitto (ulteriormente) e colpì Kisame. Il ninja della Nebbia cadde a terra, ormai diventato un filetto di pesce fritto.

-Ancora non riesci a mi...- Deidara zittì Pain con la mano.

-Zitto, capo! Una volta mi è bastata!-.

-Umpf!- Sbottò Pain: -E ora dobbiamo trovare un'altra vitt... un altro volontario. Chi si offre?-.

Fecero tutti un passo indietro.

-Avanti... I rischi sono minimi...- Disse Pain: -Certo, c'è il pericolo di non colpire nessuno e di venire sgretolati e quindi morire tra atroci sofferenze, ma la probabilità è molto bassa...-.

Ciò che Pain non disse è che parlava della probabilità di sopravvivere.

Non ottenendo risposte, Pain continuò: -Ci mando Jugo.-.

-No! NO!- Sakura corse verso il dio: -Ci vado io! Se ci va lui, peggioreremo solo le cose...- poi guardò Juugo: -Senza offesa...-.

-No, tu meglio di no.- Rispose Pain: -Meglio se voi medici rimanete qui.-.

Kiba fece un passo avanti: -Va bene, smidollati: in qualità di futuro Hokage, ci andrò io!-.

-Bene!- Esclamò Deva: -In tal caso... Manusya!-.

Il Pain fece per andare da Kiba, ma fu fermato da Kakuzu: -Aspetta. Abbiamo visto tutti cos'è successo quando Hidan e Konan erano nello stesso corpo. Non mi pare una grande idea ritentare...-.

-Mi fa piacere che tu l'abbia fato notare!- Replicò Pain.

-A me no.- Fece Konan.

Hidan si avvicinò alla donna, aprendo le braccia: -Avanti, tanto lo so che ti è piaciuto...-.

Konan alzò il braccio, che iniziò a scomporsi in tanti fogliettini: -Solo perché c'eri tu a incasinarmi il cervello!-.

-Calmi, calmi!- Li bloccò Pain: -Stavo dicendo: ciò non succederà più per questo!- e indicò il suo volto.

Naruto uscì da dietro il tavolo e socchiuse gli occhi in direzione del dio: -Questo cosa?-.

-Ah!- Pain spalancò gli occhi. Naruto sobbalzò: nei suoi occhi comparve il segno del Rinnegan.

Poi scomparve. Naruto si guardò attorno, scombussolato: -Ahi, la testa! Che è successo?-.

-Niente!- Pain si soffiò sulle dita con aria trionfante: -Ora avrai il controllo totale del corpo che ti ospiterà... e non morirai quando ti estrarrò dal tuo...-.

Kiba si avvicinò a Deva, furioso: -E ti aspetti che noi ci facciamo rinneghizzare solo perché...-.

Pain sgranò di nuovo gli occhi: -Rinnegan!-.

Anche a Kiba apparve il Rinnegan.

Pain si girò verso Hinata e Sai: -E ora, tocca a voi due!-.

I due ragazzi si guardarono poco convinti, ma furono rinneghizzati prima che potessero reagire.

Pain batté le mani trionfante: -Bene! Ora, voi quattro, lì dal mio altro corpo!-.

I ragazzi si avvicinarono al Regno Umano.

-Dobbiamo proprio?- Chiese Naruto mentre il Pain gli metteva le mani in testa.

-No!- Rispose Deva: -Questa è solo la strada più pericolosa! Ma voi non mi avete chiesto di cambiarla, quindi...-.

-Co...- L'anima di Naruto fu strappata dal suo corpo, e il ragazzo crollò a terra.

-Naruto-kun!- Hinata fece per andargli incontro ma fu bloccata da Sai.

-Sarebbe inutile.- Le disse il ragazzo.

Hinata strinse i pugni: perché non poteva andare lì e decimare tutti i Pain?

La ragazza scosse la testa: “Non adesso, Hinata-chan!”.

Nel frattempo, Manusya si era avvicinato alla porta che dava nel salone.

Sbirciò cauto: doveva essere veloce e invisibile.

Individuò Kankuro che stava parlando con Temari: perfetto, lui sarebbe andato bene.

Si sbilanciò un poco e lanciò l'anima di Naruto verso il ninja della Sabbia.

Gli altri, dietro di lui, fissavano la scena preoccupati: che avesse funzionato?

Manusya si voltò e disse: -Il prossimo.-.

Kiba si avvicinò fingendo spavalderia: -Una cosa veloce!-.

Manusya gli afferrò la testa e gli prese l'anima. Anche Kiba cadde, ma fu prontamente preso al volo da Sai, che lo adagiò a terra.

Manusya si sbilanciò di nuovo e lanciò lo spirito oltre la porta.

-E ora a me.- Sai superò Hinata. La ragazza lo guardò preoccupata. Sai si girò e, alzando il pollice, le fece uno dei suoi sorrisi che non si capisce se sono veri o no.

Manusya non aspettò oltre e gli prese l'anima. Il sorriso sparì e Sai cadde in avanti, tra le braccia di Hinata.

Sakura si fece avanti, dicendo: -Ci penso io.-.

Hinata annuì e le diede il corpo dell'amico, che lei appoggiò delicatamente sul pavimento.

Hinata si girò verso Manusya, facendo leva sul coraggio che le era rimasto.

Vide la mano che le si avvicinava, sentì il suo tocco freddo sul capo e poi si sentì gelare in tutto il corpo; poi, vide tutto annebbiato, si sentì trasportare in giro e infine gettare via violentemente.

Chiuse gli occhi. Quando, pochi secondi dopo, li riaprì, si ritrovò di fronte una spada che la stava per spaccare il cranio.

In cucina...

Sakura, Ino e Kakuzu avevano raggruppato i quattro morti e Kisame in un angolo della stanza.

Mentre controllava che Naruto non peggiorasse, Sakura teneva d'occhio Ino: doveva capire se lei era davvero sotto un jutsu di Itachi. Parlarne con Kakashi-sensei? No, Itachi avrebbe potuto sentirla; d'altra parte, anche lui stava sorvegliando Kabuto e Orochimaru. Ma comunque lo Sharingan di Kakashi non era potente quanto quello di Itachi, era risaputo. E allora a chi chiedere? Pain? Lui aveva il Rinnegan, l'arte oculare dell'Eremita delle Sei Vie, se Ino era sotto un'illusione sicuramente se ne sarebbe accorto. In effetti, l'aveva guardata stranamente prima... Ma chissà perché sentiva di non potersi fidare di lui. E allora, rimaneva solo...

La ragazza deglutì: “Sasuke.”.

Sasuke se ne stava in disparte a parlare con i suoi del Taka.

“Fidarmi di lui?” Pensò: “Io non lo so...”. Ma d'altronde era la sua unica chance: e in fondo in fondo, ma molto in fondo, non odiava a morte Ino.

Guardò Sasuke, pensando cosa fare. Sasuke la notò ma fece finta di niente. Karin invece no.

-Ehi!- Urlò la rossa: -Non osare guardare il mio Sasuke-kun!-.

Sakura si alzò in piedi: -Il tuo Sasuke-kun? Io l'ho adocchiato già da quando ero piccola!-.

Anche Ino scattò in piedi: -Si da il caso che io l'abbia visto per prima!-. E così scoppiò un bisticcio a tre.

-Uhm!- Sbottò Deidara: -Ma come mai cadono tutte ai suoi piedi? Io non sono forse meglio?-.

Sasori si avvicinò di soppiatto alle spalle della ragazza, brandendo il suo braccio-lama: -Certo, Deidara, certo... Puoi stare un attimo ferma con la testa?-.

-Eh?- Deidara guardò verso il basso: -Una moneta!- e abbassò la testa. Così il colpo di Sasori finì al vuoto.

Deidara rialzò il capo, delusa: -Oh, no, è falsa!- e la buttò all'indietro. Fatalità volle che cadde dentro la bocca di Sasori.

-Caugh! Caugh! Aiuto!- Urlò con voce strozzata.

Fortunatamente per lui, il bisticcio a tre delle spasimanti di Sasuke si era trasformato in uno scontro e Sakura, urtata da Karin, gli cadde addosso. Il colpo fu talmente forte da fargli sputare la moneta, che roteò in aria fino ad atterrare nella mano di Kakuzu. Il ninja la guardò ed esclamò: -Ma questo è un doblone! Varrà come minimo... Deidara, tu quanto vali di taglia?-.

Deidara scattò in piedi: -Ehi! Quel coso è mio!-.

Ma Ino le cadde addosso facendola crollare a terra.

-Eh-eh!- Ridacchiò Kaku: -Ora farai compagnia a tanti amici! Pciù! Pciù!-.

-Bleah!- Si schifarono gli altri.

Intanto il conflitto degenerava: Sakura colpiva le due avversarie con i suoi pugni, Ino con i kunai e Karin con le sue urla isteriche. Alla fine Kakashi fu costretto a intervenire. Bloccò con le dita un pugno di Sakura, fermò Karin prendendola per la fronte e sharinghizzò Ino.

-Yawn!- Sbadigliò Kakashi annoiato. Allontanò Sakura e Karin e liberò Ino dal jutsu.

La kunoichi si sedette intontita. Sakura tornò dai suoi compagni morti e Karin dal Taka.

Kakashi tornò a leggere il best-seller di Jiraiya: “L'arte della pomiciata” come se nulla fosse.

Pain squadrò il ninja: iniziava a capire un po' di cose...

Intanto, dall'altra parte della stanza, Orochimaru e Kabuto complottavano sotto lo sguardo cieco di Itachi.

-Maestro,- Disse Kabuto: -sarebbe il momento esatto per scappare. Ormai non abbiamo più possibilità di rapire il Kyubi.-.

-Lo ssssso.- Fece Orociok: -Ma non sssssssi sssssssa mai...-.

-Cosa pensa che abbiano in mente quelli della Foglia?- Domandò poi Kabuto.

-Un'idea ce l'avrei...- Rispose misterioso Oro: -E penssssssso che anche Pain l'abbia intuito.-.

-Intuito cosa?- Chiese Kabuto.

-Preparati, Kabuto.- Disse Orochimaru: -tra poco ci sssssarà da divertirsssssi!-.

Nel salotto, angolo della Sabbia...

-Ehi Temari! TEMARI!- Kankuro corse dalla sorella.

-Che c'è?- Sbottò lei.

-Guarda qua!- Kankuro tirò fuori una marionetta: -Osserva!-.

Temari la osservò scettica: -È Karasu. Allora?-.

-E allora?- Ripeté Kankuro: -L'ho ridipinta!-.

-Buon per te.-.

-No, no, non hai capito:- Kankuro mise la marionetta in direzione della porta alla cucina, per farla vedere di profilo alla sorella: -Guardala bene!-.

D'improvviso, la marionetta si illuminò.

Kankuro aprì la bocca.

-Bell'effetto...- Commentò Temari.

-Io... io...- Balbettò lui.

La marionetta alzò la testa. Iniziò a muovere la bocca come per parlare, ma non uscì nessun suono.

-E questo che cos'è?- Domandò Temari al fratello.

-Non... non sono io!- Disse il ragazzo.

Karasu si voltò verso il ninja della Sabbia.

-Ah!- Kankuro, spaventato, distrusse i fili di chakra. Karasu sarebbe dovuto cadere a terra, invece rimase in piedi.

-Come fai?- Chiese la ragazza: -Senza fili di chakra?-.

Karasu camminò a scatti verso Temari.

-Si sta... si sta... si sta muovendo da sola!- Urlò spaventato il ragazzo.

Karasu mosse nuovamente la bocca.

-Mmm...- Temari la osservò pensierosa: -...marionetta o no, sono brava a leggere le labbra...-.

Karasu sembrò esserne felice, e ricominciò a mimare.

-Mmm...- Temari socchiuse gli occhi: -...dice: “Sono Na... Naruto...” Naruto? “…Pain mi ha mandato qui perché... perché devo convincervi ad allenarvi... no, allearmi... con voi, sattebano.”.-.

“Naruto” iniziò a pestare i piedi.

-Ah, scusa, “dattebayo.”.- Si corresse Temari.

-Questa storia non ha senso!- Kankuro scosse la testa.

Naruto ricominciò a mimare.

-Ci chiede se vogliamo allearci con lui.- Tradusse Temari: -Certo che sì. Vorremmo.-.

Naruto esultò.

-Vorremmo. Ma non possiamo.- Concluse Temari: -“Perché?”-.

-Per colpa di Baki.- Rispose Kankuro: -Sembra che voglia la tua pelle.-.

Naruto ripensò alla battuta di Itachi sull'essere linciato: gli pareva strano che Itachi scherzasse!

-“Perché?”- Riprese Temari: -Perché sembra che tu abbia sulla schiena un kinjutsu.-.

Naruto si piegò in avanti, amareggiato.

-Accidenti!- Esclamò Kankuro: -È un bel pasticcio! Potremmo convincere gli altri, ma Baki...-.

-Chi mi nomina?- Disse la voce di Baki dietro al ragazzo.

Kankuro sobbalzò. Si girò e disse sorridendo: -Nessuno capo!-.

Baki spostò lo sguardo si Karasu: -Come fa a stare in piedi senza fili?-.

-Ehm... ehm...- Balbettò Kankuro.

-Guarda là!- Fece Temari, indicando un punto dietro Baki.

Baki si girò: -Cosa?-.

Kankuro approfittò della distrazione dell'altro e collegò Naruto con i suoi fili.

Baki si rigirò: -Non c'era niente.-.

-Chi ha detto il contrario?- Fece Temari con finta innocenza.

-Tu.-.

-Non è vero.-.

-Mmm...- Baki guardò Temari, poi Kankuro e infine Karasu, con fare sospettoso: -Ok...- e se ne andò.

I tre tirarono un sospiro di sollievo.

-Va bene.- Disse Temari. -Io e Kankuro andiamo a convincere gli altri! Tu, Naruto...-.

Kankuro sospirò: -Mi spiace, Naruto.- aprì un rotolo.

“Oh cavolo!” Pensò Naruto.

Con una nuvola di fumo la marionetta sparì nella pergamena.

Nella parte della Nebbia...

Chojuro stava lucidando la sua spada, che aveva riottenuto da Kakashi dopo la fine della battaglia.

Mentre era seduto tenendo la guardia abbassata, lo spirito di Kiba entrò in lui.

Chojuro sobbalzò.

Kiba si rialzò, guardandosi intorno: aveva funzionato?

Si guardò le mani: sicuramente non erano le sue! Per terra vide una spada lucidata. Si specchiò.

-Dio mio, come sono brutto!- Esclamò: -Pure la mia voce lo è!-.

-Ti senti bene, Chojuro?- Disse una voce alle sue spalle.

“Chojuro” si voltò, ritrovandosi di fronte Ao.

-Urr, ehm, sì, bene.- Rispose lui: -Senti... chi è il capo qui?-.

-Ma che domande! Io! Sicuro di star bene?- Fece l'altro.

-Sì, sì...- Balbettò Kiba: -Ma mi diresti cosa abbiamo intenzione di fare con Naruto?-.

-Uffa, Chojuro, te l'ho già detto: -Sbottò Ao: -lo dobbiamo spellare. Lo so che ti è simpatico ma...-.

-COSA?!- Esclamò Kiba: -SUL SERIO?! Pensavo che Itachi mentisse...-.

-Chi?-.

-Uhm, nessuno, nessuno...- E Kiba pensava: “È sempre lui quello nei guai! E sempre io quello che lo deve aiutare!”.

-Va bene, Cho, ci vediamo dopo! Buona fortuna con quella spada!- Ao se ne andò.

-Uff...- Fece Kiba. Guardò la spada che ancora aveva in mano: -Una spada? Quale cretino potrebbe preferirla a un bellissimo e fortissimo cane!-.

La risposta era ovvia: il cretino che doveva impersonare.

Nell'angolo della Roccia...

-Qual è il piano, papà?-.

Kurotsuchi e Kitsuchi stavano discutendo riguardo alla prossima mossa con Naruto.

-Dovremo rapirlo o eliminarlo.- Rispose Kitsuchi, voltandosi verso la parete per fare il figo: -Mi spiace per quel ragazzo. Spero non ti stia simpatico, Kuro.-.

Dietro di lui, Kurotsuchi sputò: -Pfui. Ma fammi il...-.

Kurotsuchi sussultò: -Urr!-.

Kitsuchi si girò: -Che hai, Kuro-chan?-.

Sai mosse le pupille, cercando di focalizzare la situazione.

Era una ragazza. Nessun problema: non era la prima volta che doveva impersonare una femmina.

L'uomo di fronte a lui l'aveva chiamato “Kuro-chan”, indicava una confidenza forte tra i due. Inoltre lo guardava preoccupato. Forse era un parente, ma era più vecchio di lei. Padre? Zio? Nonno? No, non era così vecchio.

-Kurotsuchi?- Domandò di nuovo Kitsuchi.

“Kurotsuchi.” Ripeté tra se e se Sai: “Il nome è familiare... sì, è la figlia di Kitsuchi! Il generale della Seconda Divisione! Non l'ho mai visto in faccia, ma potrebbe essere lui.”.

-Sto bene...- Rispose Sai: -...papà.-.

Il momento della verità.

Kitsuchi si accigliò.

Per qualche secondo i due stettero zitti, poi Kitsuchi si rilassò: -Se lo dici tu, figlia.-.

Sai sorrise: aveva azzeccato!

-Dicevi che di Naruto non t'importa, giusto?- Riprese Kitsuchi.

“Stanno parlando di ucciderlo?” Si chiese Sai: -Perché?-.

-Beh, perché, perché...- Balbettò l'altro: -Perché uccidere un tuo amico non mi piacerebbe!-.

“Dunque vogliono farlo fuori.” Concluse Sai: “Ma oppormi è rischioso.”.

-Se non possiamo farne a meno...- Si limitò a dire.

-Te l'ho già detto: -Disse Kitsuchi: -ci sono tanti jutsu nel suo corpo da far sbiancare il Raikage!-.

-Sì, sì, certo, certo, ho capito...- Annuì Sai: “Dovrò sabotare la missione dall'interno...”.

-Bene.- Fece Kitsuchi: -In tal caso, preparati figlia! Quello di prima era solo il primo round!-.

Nella parte della Nuvola...

Darui guardava Omoi in cagnesco.

Omoi si allontanò da lui: -Te l'ho già detto, Darui-san! Non sono sotto un jutsu!-.

-Mmm...- Darui socchiuse gli occhi: -Sarà... Ma io ti tengo d'occhio, ricordati.- e con un Puf, sparì.

Omoi ruotò le pupille: -Che esibizionista...-.

Bee gli mise il braccio attorno al collo, stringendolo un po' troppo: -Che hai, Omoi, ti vedo giù! Con il mio rap ti tirerò su!-.

Con la faccia blu, Omoi disse con voce strozzata: -Grazie del pensiero, ma penso che Karui e Samui ne abbiano più bisogno ora...-.

Difatti, le due ragazze ancora combattevano fra loro.

-Me la pagherai, stronza!- Urlò Karui.

-Ancora con quella storia, Karui-baka?- Rispose l'altra schivando un fendente.

-Lo sai che per me era un incontro importante!-.

-Con mio fratello!-.

-Ma non era un appuntamento! Era per una missione! E lui è pure brutto!-.

-COME TI PERMETTI?!?!-.

-Basta, MUORI!- Karui sollevò la spada, pronta a eliminare definitivamente l'altra.

Per Samui sarebbe stato semplice parare il colpo e stendere la compagna, ma fatalità volle che lo spirito di Hinata, che svolazzava libero e tranquillo per il salotto dell'Aka (libero e tranquillo per modo di dire, essendo stato appena tirato da Manusya in direzione alquanto approssimativa), la centrasse in pieno.

Hinata si ritrovò improvvisamente minacciata dalla lama di Karui.

-Acc...!- Esclamò, tirandosi indietro appena in tempo.

Hinata si inchinò e disse supplicante: -Qualunque cosa io ti abbia fatto ti prego di accettare le mie scuse.-.

Karui, che stava cercando di staccare la spada da terra, si bloccò: -Che hai detto?-.

Stringendo gli occhi, Hinata si piegò ancora di più: -Ti prego!-.

-“T... ti prego”?- Ripeté sconcertata Karui: “Non sta fingendo! Non pregherebbe mai nessuno! Men che meno me!”.

Hinata non si rialzava; conoscendola, sappiamo tutti che è capace di stare così fino a che non viene perdonata, ma Karui non la conosceva affatto.

Così passò un bel po' di tempo prima che la rossa balbettasse: -Ehm... ehm... io... tu... sì, va bene, ti... ti perdono...-.

Hinata si risollevò, sorridendo: -Grazie, sconosciuta-san!-.

-“Sconosciuta-san”?- Karui era senza parole: -Tu... tu... ti senti bene?-.

Hinata arrossì.

-Tu...- Karui strizzò gli occhi: -Tu non sei lei. Non sei Samui. Chi sei?-.

Arrossendo ancora di più, Hinata le raccontò tutto.

-...E così Pain mi ha spedita qui... Uhm, straniera-san? C'è... c'è qualcosa che non va?-.

Karui stava sorridendo malefica, adornata da due diavoletti con la sua faccia nelle sue spalle. Sopra di lei volteggiava un alone nero malvagio.

-Io, io...- Fece Hinata intimorita: -se sei arrabbiata con me perché sto usando la tua amica, io...- iniziò a lacrimare.

In stile Mr. Burns, Karui si toccò le dita a mo' di onda: -No, no, non preoccuparti...- e pensava: “MUHAHAHAHAHAHAH!”.

-Omoi!- Urlò la ragazza: -Vieni un po' qui! Con la telecamera!-.

Felice di potersi sbarazzare del rap della Forza Portante e delle occhiatacce di Darui, Omoi, afferrata dallo zainetto la videocamera, si avvicinò alle compagne.

-Avete finito di uccidervi?- Chiese alle ragazze.

Karui gli mise la mano sulla spalla: -Non preoccuparti, poi ti spiego, ma prima...-.

Pochi minuti dopo...

Hinata guardò il copione che aveva in mano, poco convinta: -Devo proprio?- chiese all'altra: -Non mi pare tanto giusto...-.

-Ah, non preoccuparti!- Karui si allontanò da Omoi, che reggeva la videocamera, e si avvicinò alla ragazza: -Io e Samui siamo molto amiche!-.

-Ma, Karui-san, stavi per ucciderla...- Ribatté Hinata.

Karui dissipò ogni dubbio con un gesto della mano: -Ah, ma non era niente di serio! Lo facciamo spesso! Allora, sei pronta?-.

-Io non penso che...-.

-Insomma, vuoi salvare Naruto o no?- La interruppe Karui.

Hinata di portò le mani al petto: -Naruto-kun! Io, sì, certo che...-.

-E allora se vuoi che convinciamo i nostri devi farlo!- Concluse la rossa.

-In realtà- Precisò Omoi: -lo faremmo comunque...-.

Karui si voltò, con la faccia scura e gli occhi bianchi iniettati di sangue.

-...insomma,- Continuò Omoi: -Naruto è anche nostro amico!-.

Con uno scatto, Karui colpì il compagno in testa con un pugno talmente forte da sotterrargli la faccia.

-BAKA!- Sbraitò Karui.

-Karui-san!- Hinata mollò il copione e corse da Omoi, tentando di liberarlo: -Ti sei fatto male?- fece preoccupata.

Karui afferrò da terra la telecamera e iniziò a filmare: -Sì, SÌ! Oro colato! Ancora meglio del copione!-.

Hinata riuscì a staccargli la testa da terra; al povero Omoi mancavano un paio di denti e aveva un occhio pesto.

-Omoi-kun!- Hinata lo aiutò a rialzarsi.

-Ohi, ohi!- Omoi guardò la ragazza con fare sognante: -Samui, sei davvero bellissima! Ti amo tanto!-.

-Ti porto da un medico!- Disse Hinata, sorreggendolo per la spalla.

-Tu sì che hai delle belle tette!- Continuò il ragazzo: -Non come quelle di Karui, piatte e piccolissime...-.

Karui, che li stava filmando, strinse le mani talmente forte da distruggere la videocamera. Come prima, il suo viso divenne nero e le sue pupille svanirono. Alzò il pugno con fare minaccioso: -Ti distruggo!- e si gettò sui due.

-Scusate, Omoi-san, Karui-san.- Hinata mollò il ragazzo, che si sbilanciò all'indietro. Con una mano bloccò il pugno della ragazza, gli torse il braccio e con un calcio in faccia la stese ma, afferrandola per la spalla, evitò di farla cadere a terra. Con l'altra mano prese per la schiena Omoi un attimo prima che, cadendo, si spaccasse il collo.

Così Hinata si ritrovò accucciata con le braccia che dovevano equilibrare due pesi diversi, presi in due modi differenti. Uno spasso. Almeno non era il suo corpo.

E comunque poteva andarle peggio: un tizio che pesava il doppio di tutti e tre messi insieme poteva darle una pacca alla schiena! Ma la cosa era molto improbabile, giusto?

Bee, smettendo momentaneamente di annoiare... cioè di deliziare Shee con i suoi versi, si avvicinò a Hinata e, appunto, le diede una pacca sulla schiena, dicendo: -Yo! A che state giocando? Bakayaro! Konoyaro!-.

-Ah!- Sbilanciata, Hinata cadde in avanti; si salvò con una capriola, ma Omoi e Karui non furono altrettanto pronti (una era semisvenuta, l'altro era... beh, era Omoi!) e presero una sonora facciata.

Ancora un po' scombussolata, Hinata si rialzò e disse all'altro: -Tu sei Bee-san! Ecco, vedi, io non sono...-.

-Ehi!- Riprese Bee: -Guarda che so chi sei! Di Naruto sei l'amica! Hinata, cito lui: “Quella gran fica”!-.

Hinata si sentì mancare: -Lui... ha detto... così...?-.

-Yo!-.

Con il viso paonazzo, Hinata crollò indietro, svenuta.

Intanto, in cucina...

-24 Rosso!- Puntò Shino.

-35 Nero!- Fece Suigetsu.

-12 Rosso!- Disse lo Zetsu Nero, che in realtà era quello bianco.

-No!- Sibilò l'altro: -13 Nero!-.

-Si gira!- Kakuzu girò la roulette.

Il nukenin della Cascata, in poco tempo, aveva trasformato la cucina in un casinò di Las Vegas.

Così, in un tavolo metà Alba (tra cui il risorto Kisame) giocava a poker con Jugo (bravo nella poker face), Neji e Tenten; in un altro era in corso una partita di blackjack tra Kiba, Choji, Kabuto, Lee e Gai; invece Oro, Anko e Hidan provavano una slot machine, quest'ultimo minacciando di sacrificarla se non lo faceva vincere, mentre Shino, Sui e Zetsu che giocavano alla la roulette.

Kakashi e Shikamaru si erano tenuti in disparte a giocare a dama, mentre Sakura e Ino, aiutate da Karin (che bel terzetto!), badavano ai quattro cadaveri; Akamaru era accucciato di fronte al padrone.

Deidara, nascosto dietro al frigorifero, le spiava con fare assassino. Sgattaiolò fuori dal nascondiglio, preparando alcune bombe. Nessuno l'aveva ancora notata. Si avvicinò di soppiatto.

Adesso” Pensava: “gliela farò vedere a quell'artista da strapazzo! Al diavolo il piano di Pain! E poi, stavo tranquillamente creando forme d'arte quando quell'idiota mi si è avvicinato dicendo con quello stupido sorriso CHE IL MIO CONCETTO DI ARTE FA SCHIFO! Se l'è cercata! Eheheh!” e, alzandosi di scatto, lanciò le bombe.

Rallentatore

Sakura vide le bombe arrivare: -Noooooooooooo!!!- urlò.

Deidara rise: -Ah! Ah! Ah!-.

Sakura afferrò Karin.

-Coooooosaaaaa vuoooooiiii faaaaaareeeee?- Domandò la ragazza.

Sakura la lanciò in direzione delle bombe.

-Aaaaaaiiiiuuuuuuutoooooooooo!-.

CIACK

Le bombe si spiaccicarono sulla sua faccia.

-Bleaaaaaaaah!- Si schifò la ragazza.

Deidara congiunse le mani: -Kaaaaaaatsuuuuuuuu!-.

BOOOOOOOOM

Velocità normale...

Karin volò all'indietro, schiantandosi alla parte, cadendo incosciente a fianco ai cadaveri.

-Accidenti!- Fece Deidei. Si voltò per tornare a nascondersi dietro al tavolino per escogitare un nuovo piano, ma si ritrovò faccia a faccia con tutti gli altri. Sembravano arrabbiati.

-Che c'è?- Chiese.

-Hai fatto cadere le biglie.- Disse Kakuzu.

-Distrutto la slot machine.- Continuò Hidan.

-Rovesciato i tavoli.- Concluse Pain.

-Oh.- Annuì Deidei. Si voltò e urlò: -Via!-.

Pain lo afferrò per la tunica: -Non credo.-.

Estrasse un paletto. Lo alzò: -Hai qualcosa da dire, prima di morire?-.

-Sì: risparmiatemi!- Rispose lei.

Pain fece per lanciare l'arma, ma il suo braccio fu bloccato da Kakashi.

-Non t'intromettere!- Ordinò Pain.

-Spiacente,- Disse Kakashi: -anch'io la vorrei morta, in realtà vi vorrei morti tutti, ma se ci mettiamo a litigare tre di noi, come faremo con quelli di là?-.

-Umpf!- Sbottò Pain, lasciando Deidara.

-Comunque l'arte è un istante, uhm!- Puntualizzò lei.

Tutti la guardarono storto.

-Non parlo.-.

-Pain.- Disse Sakura.

Tutti si voltarono a guardarla. La ragazza era china su Naruto, mentre gli ascoltava il battito.

-Si sta indebolendo.- Continuò Sakura.

-Sì, beh, Rinnegan o meno, i loro corpi non possono resistere a lungo.- Spiegò Pain: -Sarà meglio accelerare un po'.-.

Detto ciò, si avvicinò al corpo di Kiba, avvicinò la bocca all'orecchio e, prima che qualcuno potesse fermarlo, urlò a squarciagola: -MI SENTI?!-.

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Capitolo 37
*** SCATENA UNA GUERRA! ***


SCATENA UNA GUERRA!

Nel salone, parte della nebbia...

Kiba stava rigirandosi la spada di Chojuro tra le mani (di Chojuro), chiedendosi come si impugnasse, quando sentì qualcuno che gli urlava nelle orecchie: -MI SENTI?!-.

-Aha!- Kiba, per la sorpresa, cadde all'indietro.

La voce ripeté: -MI SENTI SI O NO?-.

-Sì, cazzo!- Urlò il ragazzo rialzandosi: -Ti sento!-.

Tutti i ninja della Nebbia lo guardarono stupiti.

-Chojuro?- Domandò Ao: -Ti senti bene?-.

Kiba smise momentaneamente di sturarsi le orecchie, e rispose: -Sì, sì, tutto a posto...-.

Ao fece spallucce: -Se lo dici tu...-.

-NON HO CAPITO!- Urlò di nuovo la voce.

Kiba ebbe il buonsenso di tapparsi la bocca.

Gridò a denti stretti: -HO DETTO CHE TI HO SENTITO!-.

-Ah, scusa, non avevo capito...- Rispose la voce.

Kiba gli mandò bestemmie mentali.

-Ehi! Guarda che ti ho sentito! Sono io Dio, cosa credi?- Sbraitò la voce, che Kiba riconobbe come quella di Pain.

-Cosa vuoi, Pain?- Chiese Kiba scocciato.

-Dovete muovervi con il piano!- Rispose il dio.

-E non urlare!- Fece Kiba.

Tutti lo guardarono di nuovo.

-Ehm... scusate.- Disse Kiba.

A bassa voce: -Perché dovrei seguire i tuoi ordini, scusa?-.

-Perché stai morendo.- Rispose calmo l'altro.

-COSA?!?!- Gridò Kiba.

Per la terza volta, i ninja lo fissarono.

-Vi fate gli affari vostri?!- Urlò il ragazzo.

-Che vuol dire che sto morendo?- Domandò a bassa voce.

-Vuol dire che il tuo corpo rischia il collasso.- Fu la risposta: -Perciò muoviti!-.

-A fare cosa?!- Replicò Kiba.

-“A fare cosa”? Ma sei scemo?-.

-Scusa, ma sapere di stare per morire non mi rende molto lucido!-.

-Mmm... insomma, scatena una guerra!-.

-“Scatena una guerra!”. Adesso chi è scemo? Come cazzo faccio a scatenare una guerra?-.

-Ma che ne... Aspetta: ho un'idea!-.

-L'ultima idea che hai avuto... mi sta uccidendo!-.

-Tut-tut. Quello era un piano. Questa è un'idea.-.

-No, era un'idea!-.

-Zitto e ascolta...-.

Nella parte della Roccia...

Sai si era appoggiato alla parete, pensoso: “Come mi muovo, ora? Per sabotare l'operazione, l'operazione deve iniziare!”.

“Toc-toc.” Fece qualcuno.

Sai alzò la testa di scatto, cercando chi lo stesse chiamando.

“No, non sono lì. Sono qui.” Disse Pain.

“Nella mia mente?” Pensò Sai: “Bah, d'altronde sei pur sempre...”.

“Un dio?”.

“Uno psicopatico. Cosa c'è?”.

“Ti comunico che stai per morire.”.

“Non è la prima volta.”.

“No?”.

“Sarà la terza volta...”.

“Solo?”.

“...oggi.”.

“Ah.”.

“Cosa vuoi?”.

“Io e Kiba (beh, in realtà più io) abbiamo avuto un'idea...”.

“Quale?”.

“Kiba è finito nel corpo di un ninja della Nebbia: capelli grigi, grossa spada...”.

“Chojuro?”.

“Sì. Lo conosci?”.

“No.”.

“Dicevo: ho avuto un'idea. Sfruttando la tensione tra Roccia e Nebbia, tu accuserai Kiba/Chojuro di averti... fatto qualcosa, vedi tu, insomma, alla fine scatenerete una rissa che coinvolgerà i due villaggi, forse anche la Sabbia e la Nuvola se siamo fortunati...”.

“Non dovevamo farci degli alleati?”.

“Vi terrete quelli che siete riuscite a prendere!”.

“Mmm... comunque Sabbia e Nuvola si erano alleate, mi pare. Non dovremmo metterle l'una contro l'altra?”.

“A quello ci penso io. Tu segui il piano.”.

“L'avevi chiamata idea.”.

“MUOVI IL CULO!”.

Ghignando, Sai si staccò dal muro: -Sta a guardare.-.

In cucina...

Pain si rialzò.

Sakura riappoggiò Sai a terra: -Allora?-.

Prima che Pain potesse parlare, dal salotto si sentì una voce femminile urlare: -TI HO VISTO, STRONZO DELLA NEBBIA!- seguito da una serie di tonfi tipici di un corpo a corpo, poi da un: -Alla carica!- e infine da rumori tipici di una battaglia.

-Eheh!- Ridacchiò Pain.

-Ha davvero funzionato?- Fece incredula la ragazza.

Deva sbirciò dalla porta.

Un'esplosione ravvicinata gli bruciò la faccia.

BOOOOOM

Senza scomporsi, disse: -Tsch! La Sabbia e la Nuvola non ci sono cascate!-.

Hidan si avvicinò al capo: -Ci penso io!-.

-NO!- Urlò Pain. Si avvicinò al cadavere di Hinata: -Mi tocca fare tutto da solo!-.

Nel Paese dei Sogni...

Hinata volteggiava libera nell'aria. In fondo al corridoio che stava percorrendo, vide la sagoma di Naruto.

-Naruto-kun!-.

Naruto si voltò.

Aprì la bocca, ma non uscì la sua voce, ma quella di un uomo più vecchio: -Yo! Hinatà! Sveglià!-.

-Cosa?- Balbettò la ragazza.

-HINATA SVEGLIA!- Tuonò qualcun altro.

Hinata riaprì gli occhi. Si ritrovò sdraiata per terra, mentre Killer Bee la guardava dall'alto.

-Ehi! Sei ritornata! Ci sei mancata! Yo!- Disse il ninja.

Hinata si rialzò. Si massaggiò la testa. Un attimo, non era la sua testa! Ah, già, Pain aveva...

“HINATA! SEI SVEGLIA!”.

-Chi...- Hinata si guardò intorno: -chi sei?-.

-Yo!- Rappò Bee: -Te ne sei scordata, sì! Sono io, Killer...-.

-Zitto!- Sbottò Hinata.

-Eh?- Fece Bee.

-Io...- Borbottò Hinata: -Io... scusa... è... scusami.- e TUNF, si inchinò di nuovo.

Da dietro Bee sbucò Karin: “Ma perché la mia telecamera si è rotta?” pensò disperata.

[Sì, certo, si è rotta da sola... Nd. Io] [Vuoi morire giovane? Nd. Karui]

Tornando a noi, era davvero un peccato che la videocamera si fosse rotta.

-Yo! Non ti preoccupare! Lascia stare! A volte succede, che ci vuoi fare? Yeah!- Bee porse il pugno.

Hinata si rialzò.

Piegò la testa, perplessa: -Uh?-.

-Devi batterlo!- Suggerì Karui.

-Oh.- Hinata gli colpì il pugno.

-Yeah!-.

“ALLORA SEI SVEGLIA! PERCHÉ NON L'HAI DETTO SUBITO???” Urlò la stessa voce di prima.

Hinata si mise le mani alle orecchie: -Ah! Chi sei?-.

“Oh, mamma.” Pensò Karui: “È impazzita!”.

-Yo! Chi c'è nella tua testa? Tre in un corpo, è una bella festa!- Fece il ninja della Nuvola.

-Non lo so!- Rispose lei: -Chi sei?-.

“Non mi riconosci? Sono io, il tuo dio preferito!”.

-Eneru?- Chiese Hinata.

Onde evitare traumi per le troppe imprecazioni, ci spostiamo nella visuale di Karui.

La ragazza vide Samui sbarrare gli occhi, spalancare la bocca, iniziare a piangere ecc.

-Sigh!- Singhiozzò Hinata: -Va bene! Scusami!- e TUNF, di nuovo a terra. Non successe nulla per alcuni secondi.

Intuendo i dubbi della voce, Karui disse: -Devi perdonarla!-.

Dopo poco, Hinata si rialzò.

-Cosa succede, Pain-kun?- Chiese la ragazza.

“Non so se hai notato, ma è appena scoppiata una battaglia.”.

Hinata si guardò intorno: solo allora si rese conto che, in mezzo alla stanza, tra Roccia e Nebbia era in corso una feroce lotta.

-Oh, no!- Esclamò Hinata: -Si faranno del male! Dobbiamo fermarli!-.

“No, no, aspetta!” La fermò Pain: “Il piano è, appunto, che si facciano male!”.

-Ma...-.

“Non morirà nessuno! È una fanfiction comica! E con un autore che fa davvero...”.

[Ehi! Nd. Io]

“Insomma, il punto è che Sabbia e Nuvola sono ancora a riposo... e questo non va bene!”.

-Ma... ma dobbiamo allearci con loro!-.

“Pure tu con 'sta storia! Tenetevi quelle che avete e bla bla bla.”.

-Ma... io non so...-.

“Insomma! Tira fuori la Hinata cattiva che è in te!”.

-Non...-.

“FANFICTION! Fan-fiction! Quindi scatena una guerra!”.

-Io...- Hinata scrollò i capo, passando alla mod cattiva: -e come?-.

“Fortunatamente, IO ho un'idea!”.

-La tua ultima idea mi sta uccidendo!-.

“Pure tu...! Aspetta: come fai a saperlo?”.

-Fanfiction.-.

“Preferivo quella buona.”.

Angolo della Sabbia...

Kankuro si avvicinò alla sorella.

-Come ti è andata?- Chiese.

Temari si voltò: -Oh, eccoti. Io...-.

Kankuro sobbalzò: -Karasu... cioè, Naruto si sta agitando.- detto questo, aprì la pergamena di Karasu. Naruto mosse la bocca.

-Mmm... dice che Pain gli sta parlando in testa.- Tradusse Temari.

-Pain?- Domandò Kankuro: -E che gli sta dicendo?-.

-Dice: “Pain dice che devo scatenare una guerra tra Sabbia e Nuvola.”. COME?-.

-COME?-.

-“COME. Anche a me non sta bene, dattebayo, ma così vuole l'autore.”.-.

-Quell'autore!-.

[Che vi può mettere tutti in tutù da ballerina! Nd. Io]

-“Comunque Pain dice che...”. Non capisco.- Commentò Temari.

Naruto ripeté.

Temari sbiancò: -COSA DEVE FARE MIO FRATELLO?-.

-Co... cosa devo fare?- Chiese timoroso Kankuro.

Temari si voltò verso il marionettista. Gli mise la mano sulla spalla.

-Glom.- Deglutì il ragazzo.

Temari sospirò: -Kankuro.-

-S-sì?-.

-Preparati a una grossa scopata.-.

In cucina...

-Oh grande Jashin! Santifica tutti noi e facci vincere questa carneficina!-.

Hidan aveva costruito un pentagramma col sangue, ci si era seduto sopra e aveva iniziato a pregare il suo dio.

Suigetsu si avvicinò a Itachi: -Ma fa sempre così?-.

-Purtroppo.-.

In breve, tutti, non avendo niente da fare dato che Deidara aveva distrutto il casinò, stavano guardando Hidan. Tutti meno due...

-Kakashi-sensei!- Sakura, ancora china su Naruto, richiamò il maestro.

Il ninja chiuse il libro e si avvicinò.

-Senta... lei sa se Ino...- Iniziò la ragazza.

-Quando sono intervenuto prima- La interruppe Kakashi: -ho esaminato la mente di Ino con lo sharingan.-.

-E?-.

-Lei è sicuramente...-.

Sakura pendeva dalle sue labbra.

-...sotto l'effetto di un jutsu.-.

Sakura strinse i pugni: -Capisco.-.

-Lanciato da Itachi.- Continuò Kakashi: -Non so dire di preciso di che tipo però.-.

Sakura guardò Ino. La ragazza stava fissando schifata Hidan; la sua espressione, la sua posa... tutto suggeriva che fosse normale. O almeno, come al solito.

-Non penso che con Itachi ci siano dei dubbi.- Constatò Sakura: -E lei lo sa?-.

-Difficile a dirsi...- Che equivaleva a un: “Non ne ho idea.”: -Gli unici che potrebbero dircelo, a parte Itachi...-.

-...è Pain. O Sasuke Lo so. E per quanto riguarda... ha capito.-.

-Non appena scoppierà la battaglia- Rispose Kaka: -procederò. Ma temo... insomma, Pain non è uno scemo.-.

Pain dava loro le spalle; difficile dire se li stesse ascoltando o no.

-E non penso sia l'unico che abbia iniziato a intuire la verità.- Continuò Sakura: -...Inoltre...-.

-PRESO!-.

Karin era balzata al collo di Suigetsu.

-Aha! Lasciami! Lasciam...- Sui non riuscì a sorreggerla e cadde a terra. Karin iniziò a baciarlo.

-Almeno nascondetevi!- Protestò Kakashi: -Kamui!-

Suigetsu si liberò da Karin: -NO FER...-.

E i due sparirono.

In salotto...

-Non sono convinta.- Karui scosse la testa: -Assolutamente no.-.

Omoi la guardò stupito: -Pensavo fossi felice che Samui...-.

-Non a certi livelli!- Sbottò Karui.

-Yo! Guardate là! Che velocità!- Esclamò Bee.

Hinata si stava facendo largo tra la battaglia, mettendo al tappeto chiunque la ostacolasse, diretta verso i ninja di Suna.

Nel suo angolo, Kankuro aspettava nervoso.

-Ma perché?- Chiese il ragazzo alla sorella: -Non c'è un modo migliore?-.

-Dillo all'autore!- Rispose Temari.

-Ma è la mia prima volta!- Fece Kankuro: -Non so neanche da dove iniziare!-.

-Ma è per finta!- Replicò la sorella: -Dovete solo fare un po' di scena!-.

In quella, spuntò Hinata.

Naruto sobbalzò.

Hinata, nel vedere Karasu, tornò buona: -Naruto-kun?- chiese.

Naruto mosse la bocca.

-Dice: “Hinata-chan”?- Spiegò Temari.

Hinata si avvicinò alla marionetta. Se il suo volto non fosse stato sempre quello di una scimmia morta, lo avrebbe visto sbavare a manetta, perché: espressione dolce di Hinata + corpo sinuoso di Samui = sconcerie mentali! [Una stretta logica...]

La cosa bella era che a Hinata piaceva ancora Naruto! Trovava la sua nuova faccia molto espressiva.

-Ehm-ehm!- Tossicchiò Temari: -Dovremmo...-.

-Non è necessario!- Protestò Kankuro.

-Guarda che neanche a me va di mandare i miei compagni in guerra!- Replicò lei.

Kankuro sospirò. Anche Hinata sospirò. Naruto mimò un sospiro.

La ragazza si avvicinò al ninja della Sabbia. Erano molto titubanti.

-Oh, ma per favore!- Temari si girò dall'altra parte per non guardare.

I due avvicinarono le loro bocche mooooolto lentamente.

Minuti dopo...

Temari era alquanto stufa. Per di più non sentiva niente che suggerisse certe cose.

Alla fine si voltò: -Si può sapere cosa...-.

Kankuro e Hinata si stavano ancora avvicinando.

-Santo Hashirama!- Temari prese le teste dei due e li fece baciare, nonostante gli occhi sbarrati e le sbracciate di protesta.

-Ehi!- Urlò Temari, con tono annoiato da pessima attrice: -Questa stronza della Nuvola...- Hinata tentò di separarsi da Kankuro, ma Temari strinse con maggiore forza: -...avanti... Dicevo, questa stronza della Nuvola...- stretta: -...ci...- stretta: -...sta...- stretta: -...provando...- stretta: -...con...- stretta: -...mio...- stretta più forte a denti stretti: -...fraaaaaaaateeeeeeellooooooo oh! Alleluia!- era riuscita congiungerli.

Dall'altra parte della sala, Karui gridò con lo stesso tono: -Oh, no...! Quel bastardo testa di sabbia sta stuprando (con vivo interesse, direi) la nostra compagna...! Fermiamolo...!-.

I complici della Sabbia e della Nuvola urlarono: -Alla carica!-.

Così, finalmente, anche tra Nuvola e Sabbia scoppiò la battaglia e Temari, soddisfatta, mollò la presa. I due ninja caddero all'indietro, sputando e gridando: -Che schifo! Bleah!-.

In cucina...

-Ah! Ha funzionato!- Esultò Pain.

-Evviva!- Fece sarcastico Shikamaru: -Abbiamo appena scatenato una nuova battaglia!-.

-Su col morale!- Fece Pain: -Adesso diciamo ai quattro cretini di portare i nostri di qua!-.

-Fate in fretta!- Esclamò Sakura: -Stanno peggiorando.-.

Deva si sgranchì le dita: -E allora muoviamoci!-.

In salone...

I quattro si sturarono le orecchie, indolenzite (meno ovviamente Naruto, che non ce le aveva).

Kiba schivò un Litopugno e colpì l'avversario con il piatto della lama. Solo che il ninja nemico era molto robusto, e la spada rimbalzò.

“Vaffanculo!” Kiba morse il braccio dell'altro.

-Ahi!- Urlò il nemico.

Kiba, lesto, mollò la presa e, avvicinatosi al buco alla parete più vicino, uscì.

Per Sai non era così semplice: combatteva sempre accanto a Kitsuchi (ovviamente faceva quello che poteva con tecniche a lui quasi sconosciute).

Alla fine disse al “padre”: -Tenterò un attacco dall'esterno!-.

Kitsuchi mandò a gambe all'aria un ANBU della Nebbia: -Ottima pensata! Portati...-.

-Andrò da sola, papà:- Lo interruppe Sai: -non devo dare nell'occhio.-.

Kitsuchi sotterrò a metà un avversario, iniziando a prenderlo a calci in faccia: -Sei sicura?-.

-Non preoccuparti!- E se ne andò.

Hinata si rialzò: -Ho capito.-.

-Cosa?- Domandò Temari.

-Devo tornare da quelli della Nuvola e portarvi fuori di qui!- Rispose Hinata.

-Molto bene! Noi ti precederemo!- Sentenziò Temari: -Coraggio, fratello, alzati.-.

-Ohi, ohi.- Kankuro si risollevò, prese Naruto e seguì la sorella e i suoi fedeli fuori dall'edificio.

Hinata si tuffò di nuovo tra gli scontri e con un po' di: -Scusate.-, dei: -Permesso.- e infine un bel: -LEVATI DI MEZZO!- tornò da quelli della Nuvola.

Omoi e Karui stavano ingaggiando uno scontro con un paio di ninja della Roccia.

-Omoi-san, Karui-san!- TUNF, Hinata si inchinò di nuovo: -Vi prego di seguirmi fuori!-.

-Sì, sì, va bene.- Rispose Karui.

Hinata si rialzò: -Dov'è Bee-san?-.

Come risposta Bee atterrò su un ninja della Nebbia vicino a loro: -Yo! Sono arrivato! Mi hai chiamato?-.

-Bee-san! Dovete seguirmi nel giardino!- Disse la ragazza.

-Yo! Si va! Ma questa storia, come finirà?-.

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Capitolo 38
*** IL SACRIFICIO DI NARUTO ***


IL SACRIFICIO DI NARUTO

All'esterno del covo...

Sai, nascosto dietro un cespuglio, sbirciò: vide un gruppetto di ninja della Nuvola nascosti dietro una parete.

“Che siano loro?”.

Poi vide che tra di essi c'era Killer Bee: “Lui sicuramente è dei nostri.”.

Spuntò fuori dal cespuglio proprio mentre dal buco nel muro sbucava Kiba nel corpo di Chojuro.

I ninja della Nuvola, non capendo cosa stesse succedendo, si misero sulla difensiva.

Sai e Kiba fecero per parlare, quand'ecco sopraggiungere, tanto per fare più confusione, i ragazzi della Sabbia.

-All'erta.- Borbottò Temari: -Potrebbero essere dei nemici!- poi vide Hinata e si rilassò: -Ah, siete voi.-.

Hinata si fece avanti: -Temari-chan. Dov'è Naruto-kun?-.

Kankuro si fece avanti, reggendo Naruto.

Kiba e Sai si avvicinarono.

-Kiba?- Chiese Sai.

Kiba annuì: -Sai?-.

Sai annuì. Si rivolse a Hinata: -Hinata?-.

Hinata annuì.

Kiba guardò Kankuro: -Naruto?-.

Kankuro indicò la marionetta: -Naruto.-.

Naruto mosse la testa.

-Bleah!- Si schifò Kiba.

-Beh, è un peccato interrompere questo momento toccante.- Disse Karui: -Ma sarebbe meglio muoversi!-.

-Già, giusto, mmm... la cucina dovrebbe essere dietro quella parete.- Sai indicò un muro: -Ehi! Si è mantenuta intatt...-.

Con una folata di vento, Temari distrusse la parete.

-Come non detto.-.

Dalla polvere corse fuori... Kiba!

-Ma quello sono io!- Disse Kiba, indicandosi.

L'altro Kiba abbaiò e si gettò addosso a Kiba/Chojuro, che cadde a terra.

Gli altri fecero per attaccare, ma Kiba/Chojuro li fermò.

Tra una leccata e l'altra, disse: -Ahah! È solo Akamaru! Buono bello! Ma perché sei nel mio corpo?-.

-È naturale:- Pain uscì dalla cucina: -Serve per tenervi in vita.-.

Vedendo il dio, la maggior parte dei ninja sobbalzò intimorita.

-State tranquilli, non voglio uccidervi (per ora).- Disse loro Deva.

Naruto si agitò.

-Che ha?- Chiese Pain.

Temari guardò la marionetta: -Dice: “Chissà chi ha il mio corpo dattebayo!”-.

Come risposta, uscì Naruto che gli fece il pollice all'insù e sorrise, con un DING al dente: -Non preoccuparti, Naruto-kun! Ci ho pensato io!-.

BOOOOOOM

Un'esplosione squarciò l'aria.

-Forse è meglio parlarne dentro!- Fece Pain.

Tutti si precipitarono in cucina.

Sai piegò la testa: -Che sta facendo quello lì?- indicando Hidan.

-Prega.-.

Sai si voltò verso la voce. Vide il suo corpo, appoggiato al muro, con la testa bassa.

-Fammi indovinare...- Sai guardò verso il basso. Vicino all'altro Sai, Sakura e Ino stavano curando quattro corpi, uno dei quali un cane.

-...Shino.- Concluse Sai.

-Già.-.

Hinata si guardò intorno, intimorita: chissà chi aveva il suo corpo!

Ed ecco spuntare una seconda Hinata.

-Hinata!- Disse Hinata 2: -Hai un corpo davvero carino, sai?- si sollevò il seno, come per sottolineare l'ovvio: -Ma sembra inadatto per lanciare kunai...-.

Hinata sospirò di sollievo: si fidava di Tenten. Si fidavano entrambe.

Gli shinobi della Sabbia e della Nuvola si avvicinavano titubanti ai loro nuovi alleati: della Foglia si fidavano (abbastanza), dell'Aka mica tanto!

I loro pensieri, tuttavia, furono interrotti da un: -Signore, signori e Akamaru!-.

Tutti si voltarono. Deva era salito su un tavolino, affianco a lui Asura e Naraka (a destra) e Tyrag-yoni e Preta (a sinistra) facevano le veline.

-Solo per questa sera...- Proseguì Pain: -ecco a voi lo spettacolare, incredibile...- si girò: -Manusya-Pain!-.

Da dietro di lui arrivò il Regno Umano, che tenendo alzate le braccia e le mani congiunte, correva in tondo come avesse fatto un goal.

-Ti prego no.- Borbottò Sasori.

-Uuuu che bello!- Fecero eco gli altri Pain.

-Immagino che ora ci dirai cosa sta per fare...- Sbottò Sasori.

-Ora vi spiegherò cosa sta per fare!- Urlò Pain: -Ma prima mi servono dei volontari! Uhm, vediamo... tu, tu, tu e tu.- indicò Shino/Sai, Akamaru/Kiba, Lee/Naruto e Tenten/Hinata.

-Siamo nei guai...- Shino si fece avanti, seguito dagli altri tre.

-Manusya, ora, vi rimetterà nei vostri corpi con stile-.

In un lampo, Manusya-Pain si avventò su Aka, strappandogli l'anima, che lanciò contro il corpo del cane.

-Accidenti!- Sakura schivò lo spirito per un pelo: -Stai più attento!-.

Kiba cadde a terra con un TONF.

-La mia faccia!- Fece Kiba.

Manusya continuò. Prima che potessero reagire, con un triplo-salto-mortale-all'indietro il Pain atterrò dietro a Tenten e Rock Lee, li afferrò per la testa e rispedì a casa le due anime.

-Aiuto!- Sakura riuscì a evitare Rock Lee, ma fu colpita in pieno da Tenten. Sakura iniziò a boccheggiare.

Per nulla colpito, Manusya si gettò su Shino (con una piroetta).

-Non un'altra volta...- Disse Shino.

Manusya strappò via Shino da Sai e lo scagliò nel suo corpo. Stavolta Sakura non ebbe bisogno di scansarsi, già si contraeva a terra.

Con una capriola, il Pain le fu subito addosso, le afferrò il volto e con una schiacciata rimise Tenten nel suo corpo.

Si rialzò e, aprendo le braccia, si mise in posa da adulazione. Contemporaneamente i Pain fecero: -Ta-daam!-.

-Clap, clap, clap.- Borbottò Kakashi.

-Bis, bis!- Gridarono gli altri Pain.

-Ti prego no!- Fecero tutti.

Non ci fu verso: Deva usò i suoi poteri gravitazionali per attirare a sé Naruto, Hinata, Sai e Kiba. Simultaneamente spinse in aria i loro veri corpi.

Manusya apparve di fronte ai quattro. Come fa uno scorticatore seriale armato di coltelli, con le mani prese uno per uno i petti dei ragazzi e lanciò in aria le anime.

Manusya riaprì le braccia. Un secondo dopo i quattro shinobi crollarono a terra.

-Ahi!- Esclamarono.

-Non serve ringraziarci!- Rispose Deva.

I chunin si rialzarono. Si guardarono le mani, le braccia, il corpo.

-UN CORNO! CI HAI INCASINATI ANCORA DI PIÙ!- Sbraitarono.

-Uffa, che palle!- Fece Deva: -Manusya, accontenta gli accontentabili!-.

Detto fatto: ancora più rapidamente di prima, Manusya, con un paio di strappa e rimetti, risistemò i quattro.

-Ohi, ohi.- I ragazzi si riguardarono: -Corpo dolce corpo! Mi sei mancato!-.

Kankuro si gettò su Karasu: -Marionetta dolce marionetta! Mi sei mancata!- la rimise a posto nella pergamena.

-Uhm, ragazzi, non per fare il guastafeste,- Prese la parola Itachi: -ma che ne facciamo di loro tre?-.

Chojuro, Kurotsuchi e Samui erano svenuti sul pavimento.

-Non penso che staranno dalla nostra parte.- Constatò l'Uchiha: -Sicuramente non quella della Roccia.-.

-Immagino...- Pain si bloccò: -Non sentite?-.

Tutti si misero ad ascoltare.

-Non sento niente.- Concluse Sasuke.

-Appunto!- Esclamò Deva: -Non stanno combattendo di là?-.

BOOOOOM

La parete di fianco alla porta esplose.

-Avete presente le brutte sensazioni?- Disse Deidara.

Dal polverone emersero quattro figure.

Una era di un uomo alto, grosso, tatuato, dalla carnagione scura e dai capelli gialli.

Un'altra era di un ninja più basso, dai capelli e barba grigi e con la divisa della Roccia.

Una terza apparteneva a uno shinobi alto, con una benda sull'occhio e i capelli all'insù.

Il quarto era Baki.

-Ci mancava pure questa...- I ragazzi dell'Alba, del Taka e della Foglia, mentre i vari eserciti entravano, si misero in posizione di combattimento.

Tutti meno Deidara. La ragazza si frappose tra le due squadre.

-Fermi fermi fermi! Voi- Indicò gli avversari: -e noi- indicò l'Aka e co: -stiamo per scannarci solo perché loro- indicò Darui, Kitsuchi, Ao e Baki: -vogliono prendere lui?- e indicò Naruto: -Non mi pare una genialata!-.

Shee abbassò il kunai: -In effetti...-.

-CARICA!- La nuova alleanza Sabbia-Roccia-Nuvola-Nebbia si gettò all'attacco, urlando.

-Fatevi sotto!- Risposero gli altri.

Grave errore.

Le onde sonore fecero tremolare ciò che rimaneva del soffitto. Iniziò a precipitare.

Ma i ninja erano troppo impegnati a gridare e l'unico che se ne accorse fu Naruto.

-Attenzione!- Attingendo al chakra della Volpe, il ragazzo si allungò verso l'alto e con le mani ingigantite fermò il crollo.

-Fuori... di... qui...- Disse a denti stretti.

I ninja si fermarono. Arretrarono impauriti.

Sasori si avvicinò a Pain: -Mmm, perché ho la strana sensazione che costruire la casa con il piombo anti-jinchuriki non sia stata una buona idea?-.

-Perché non lo è stata.-.

-Tsch! Muovetevi! Ahi!- Naruto iniziò ad abbassarsi sotto il peso del soffitto.

-Fuori di qui!- Pain corse verso il salone, seguito dall'Akatsuki.

-Merda!- Darui si voltò: -Via, VIA! Uscite!-.

Tutti scapparono via mentre Naruto si abbassava sempre di più.

Prima di uscire, Sakura e Hinata, in lacrime, si voltarono verso il compagno: -Naruto!-.

A fianco a loro, anche Deidara si girò: -Sasori! Muoviti!-.

Sasori non scappava, camminava: -Questo corpo è difettoso!-.

-Ma perché devo fare tutto io?- Deidara sputò dalla mano un serpente di argilla, che si arrotolò attorno a Sasori.

Lo tirò a se.

-Uff!- Sospirò il marionettista: -Mi hai salvato! Grazie!-.

-Per forza!- Deidei sogghignò: -Se morissi, non potrei rinfacciarti che non sei eterno! Uhm.-.

Sasori socchiuse gli occhi: -Tu sei strana.-.

-Andiamocene!- I due scapparono via. Rimanevano solo Naruto, Sakura e Hinata.

-Andatevene!- Le supplicò l'Uzumaki: -Non ce la faccio più!-.

Le due ragazze si guardarono, decise: -Noi non ce ne andiamo.-.

Naruto manipolò il chakra e creò dal torace due mani che si allungarono verso le ragazze. A metà strada, però, si ritrassero.

-Urgh!- Fece Naruto: -Non ce la faccio, dattebayo!-.

Poi vide qualcuno dietro di loro: -Sasuke-kun!-.

Le due si girarono: Sasuke era appena apparso.

-Sakura, Hinata,- Disse: -scusatemi.-.

Detto ciò, prese le due per i fianchi.

-Fermo, Sasuke!- Urlò Sakura.

Il ragazzo attivò i razzi ai piedi e le portò via con se.

Le depositò a terra nel centro del salotto.

Naruto sorrise: “Salve!”.

Sakura e Hinata si rialzarono, correndo verso il compagno: -Naru...-.

Il soffitto crollò.

Investite dalla polvere, le due ragazze tossirono: -Cof! Cof! NARUTO!-.

Uno dopo l'altro, gli shinobi si avvicinarono, increduli. Loro lo volevano ammazzare, e lui li aveva salvati!

Hinata e Sakura si inginocchiarono, piangenti: -Naruto... Naruto!-.

I ninja abbassarono il capo.

Deva si avvicinò alla cucina: -Mmm... quante storie!- alzò il braccio.

Dalle macerie, uscì qualcosa ad alta velocità, che si depositò ai piedi di Pain.

Sakura si rialzò, asciugandosi le lacrime: -Naruto?-.

Il ragazzo era conciato davvero male: interamente ricoperto di sangue, sembrava non respirare.

-Shannaro!- Imprecò Sakura. La ragazza gli si avvicinò, iniziando a curarlo.

Dalla prima fila della folla, Ino corse verso i compagni. Anche lei cominciò a guarirlo.

Uno alla volta, i ninja medici dei vari villaggi si avvicinarono ai tre. Tirarono fuori bende, medicinali ecc. e, coordinati da Sakura, lo risanarono.

Baki era furioso: perché diamine lo stavano aiutando? Tanto, Naruto non gli serviva vivo. Ma pensò bene, come gli altri tre caposquadra, di non reagire.

Dopo poco, i medici si allontanarono. Rimasero solo Sakura e Naruto.

Sakura si risollevò, cupa.

Hinata corse da lei, preoccupata: -Sakura-chan...-.

Sakura le sorrise.

Hinata sospirò di sollievo: -Grazie, Sakura-chan!-.

Ao si fece avanti: -Ok, bene, e ora... consegnateci il ragazzo!-.

-No!- Darui lo superò: -Datelo a me!-.

Anche Kitsuchi, però, voleva dire la sua: -A me!-.

E poi fu il turno di Baki: -Dacci il ragazzo.-.

Sakura strinse i pugni, con fare minaccioso: -No.-.

-In tal caso...- I quattro sollevarono il braccio: -Alla carica!-.

Nessuno reagì.

“Bakayaro!” Pensò Bee.

I leader si voltarono: -Ebbene?-.

Kurotsuchi sbucò dalla folla. Scosse la testa: -Non stavolta.-.

-In ogni caso non servirebbe a nulla.- Shee alzò le spalle: -Abbiamo convenuto di cancellare tutto.-.

-Avete...?-.

Naruto si rialzò. La sua pelle era linda.

-Che avete da guardare, dattebayo?- Chiese.

-Maledizione!- Esclamarono i quattro.

Poi sogghignarono: -Chi fa da se...- e si gettarono all'attacco.

Pochi minuti dopo, in giardino...

-Ecco a voi il primo lancio di un razzo multi-etnico!- Disse Pain al microfono.

-Non è divertente.- Fece Baki.

Lui e gli altri tre erano stati legati a un missile, che gli altri erano sul punto di lanciare.

Kakuzu si avvicinò alla corda collegata al razzo.

-Ragazzi!- Disse Kitsuchi: -Andiamo! Liberatemi!-.

Nessuno lo liberò.

Pain urlò: -Meno 5, 4, 3, 2, 1... Kakuzu!-.

Kakuzu accese una fiammella.

-No, non lo...!-.

WOSH

Il razzo partì.

-AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!-Urlarono i quattro, sparendo nel cielo.

Dopo qualche minuto di urla, il razzo si piegò all'ingiù.

-Oh, mamma.-.

Iniziarono a precipitare.

-AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!-.

Si schiantarono.

BOOOOOOM

-Cof, cof!- I quattro si rialzarono.

-Ma dove... oh-oh!-.

Si trovavano di fronte un grosso uomo pesce blu molto arrabbiato.

-Voi...- Iniziò Jinbe: -Siete atterrati sul mio amico Aladdin!-.

I ninja guardarono a terra. Un tritone giaceva svenuto sotto di loro.

-Ehm... ehm...- Fecero per scappare, ma Jinbe fu più lesto.

Con dei Pugni Spacca Tegole, spedì i quattro lontano.

-AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!-.

BOOOOOM




Baki riaprì gli occhi. Era nell'ufficio del Kazekage.

-Allora- Gaara si alzò: -Come è andata?-.

Nel giardino dell'Alba...

Pain si pulì le mani, trionfante: -E ora che si fa?-.

Nascosta tra la folla, Matsuri sgattaiolò nel covo.

Arrivò davanti alla cucina e si mise a scavare tra le macerie.

-Ugh!- Fece: -Dovrà esserci rimasto qualcosa da mangiare!-.

-Vuoi del cibo?- Fece una voce alle sue spalle.

Matsuri si voltò: -Ma tu sei...-.

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Capitolo 39
*** IL PRANZO ***


IL PRANZO

Nel giardino...

-Bene!- Pain batté le mani: -Qualcuno vuole pregare Dio? Allah? Me?-.

Nessuna risposta.

-Grazie.- Sbottò Deva: -In questo caso, buon pranzo!-.

Tutti si misero a mangiare.

-Devo ammettere...- Disse Hidan a Zetsu tra uno spaghetto e l'altro: -...che il capo ha avuto una buona idea nel fare un pranzo di gruppo!-.

I due Zetsu si bevvero la scodella d'acqua davanti a lui: -E abbiamo una fame!-.

Tre tavoli, messi a ferro di cavallo, erano stati allestiti con vivande, bibite, posate, bacchette, bicchieri e tovagliolini di carta. [W la carta! Nd. Konan]

Matsuri si stava scolando un piatto di bomboloni, quando incontrò lo sguardo di Sakura.

“Vai.” Le diceva.

Matsuri annuì: dopo averla curata e averle dato una merendina nel momento del bisogno, era il minimo che potesse fare!

Così la ragazzina si alzò dal tavolo e si avvicinò alla ragazza che Sakura aveva descritto come Ino, dai capelli biondi che le coprivano metà volto, dal vestito viola e dalle tette sporgenti.

Ino stava tranquillamente sbranan... no, cioè, gustando una deliziosissima bistecca di Re del Mare, quando si sentì tirare il vestito.

-Uh?- La ragazza si voltò, trovandosi di fronte a una giovane ninja della Sabbia.

La ragazzina le sorrise.

Ino mandò giù un boccone: -Glom. Ehi! Ma tu sei...- si mangiò una coda di serpente: -...Mmm... è ona... Glom, dicevo, tu sei quella che era saltata in aria!-.

Matsuri annuì.

-Glom. Edo che ai eglio!- Continuò Ino.

Matsuri si inchinò: -Volevo ringraziarti per avermi salvata.-.

-Glom. Dovere!- Rispose noncurante la kunoichi, facendo per tornare al piatto.

-Aspetta!- Matsuri la bloccò: -Volevo farti un regalo!-.

Ino si voltò di nuovo: -Oh, non serve...-.

Matsuri scappò dentro il covo.

-Ehi! Non dovresti entrare lì dentro...- Si guardò intorno, indecisa sul da farsi. Nessuno sembrava essersi accorto della fuga di Matsuri.

-Accidenti!- Sbottò Ino: -Aspettami!- e inseguì la ragazzina.

Nell'altro tavolo...

-Uhm, dove staranno andando, Sasori-sama?- Chiese Deidei al marionettista, seduto affianco a lui.

-Non saprei...- Borbottò l'altro: -Comunque, senti, non ti ho ancora...-.

-Cosa?- Domandò lei.

-...non ti ho ancora ringraziato abbastanza per avermi salvato.- Concluse Sasori.

-Te l'ho già detto!- Replicò Deidei: -L'ho fatto con poco dispiacere!-.

-L'altro giorno ti ho salvato io, quindi siamo pari. Comunque,- Continuò Sasori: -ho deciso di abbandonare i miei progetti assassini nei tuoi riguardi.-.

Deidara, che stava mangiando un burrito messicano, si bloccò: -Ali roetti aaini?-.

-...Non importa.-.

Nel terzo tavolo...

-Sssssei sssssssssicuro?- Domandò Orociok.

Itachi teneva il preservativo con delle pinze: -Sì.-.

-Guarda che potresti essere stato tu a usarlo!- Protestò Kabuto.

-Certe cose è meglio non saperle...- Replicò Itachi: -Ma se voi lo volete tenere...-.

Kabu e Oro scossero energicamente la testa: -Neanche noi lo vogliamo!-.

-In tal caso...- Ita attivò lo Sharingan Ipnotico: -Fiamma Nera!-.

Il preservativo prese fuoco, sotto gli occhi attenti dei tre.

Quando le braci si estinsero, Itachi rimise a posto le pinze.

-Signori,- Disse: -noi non ci siamo mai incontrati.-.

-Certo!- I due ninja del Suono tornarono ai propri posti.

Itachi sospirò: -Già me ne sto pentendo...-.

Nel primo tavolo...

Kakashi ingoiò il boccone: -Mmm, One Piece ti adoro!-.

Qualcuno gli si avvicinò alle spalle, dicendo: -Kakashi.-.

-Anko!- Esclamò sorpreso il jonin, voltandosi: -Cosa stai...-.

Poi vide i suoi occhi: -Pain.-.

Anko sorrise: -Devo complimentarmi con me, Kakashi.-.

-Ah sì?- Con la coda dell'occhio, Kakashi individuò Deva al piano centrale: teneva gli occhi chiusi.

-Sì.- Continuò Anko: -Hai saputo fare buon viso a cattivo gioco. Ma ora puoi...- gli indicò l'occhio con lo Sharingan.

Kakashi si sistemò il coprifronte, nascondendolo. Si girò verso il piatto, con fare disinteressato.

-Tanto ora non ti serve più.- Constatò Anko: -Il divertimento è già finito.-.

-Quando te ne sei accorto?-.

-Lo sospettavo dall'inizio; poi Sai si è scontrato con Deidara e Sasori: eppure lui non è un'attaccabrighe. Inoltre, prima hai colpito Ino con lo Sharingan: certo, dovevi che non fosse sotto un genjutsu, ma...- qui, con fare sessuale, si avvicinò all'orecchio del Copiatore: -...ma tu in fondo in fondo lo speravi.-.

-Lo speravo?-.

-Lo speravi. Come speravi che i ninja degli altri villaggi ci attaccassero.-.

-Non è certo da me.-.

-No, non è da te.- Anko si rialzò, girandogli intorno: -Non è da te non cercare di evitare uno scontro che coinvolga i tuoi. Ma, io penso, uno scontro tra i Cinque Villaggi e l'Aka comporta uno scontro tra ninja di alto livello. E cosa distingue uno scontro tra ninja di alto livello dagli altri scontri?-.

-Pendo dalle tue labbra.-.

-Tecniche. Técniche, tecniché, tecnìche. Mmm, che bella parola, tecniche. Soprattutto per quei ninja che possono copiare qualsiasi tecnica soltanto guardandola. Non sono molti, in realtà solo quattro. Ma, ehi! Uno sei tu!-.

-Tu guarda le coincidenze...- Kakashi guardò di nuovo Anko: -Che vuoi fare con lei?-.

Anko si sistemò la giacchetta: -Non ho alcun progetto.- si avvicinò al ninja con fare misterioso, nascondendo la bocca con la mano: -A dire la verità,- sussurrò: -credo che lei non mi sopporti.-.

-E quindi?-.

Anko si risollevò: -E quindi la lascerò andare. Per sempre.-.

Kakashi sbuffò: -E dovrei crederti?-.

-A differenza vostra- Rispose Pain: -noi nukenin rispettiamo la parola data.-.

-Immagino che...-.

-Dovrai accontentarti. Oh, beh,- Anko si avvicinò di nuovo al ninja: -ci vediamo, Kakashi.- e lo baciò alla guancia.

Pain sciolse il jutsu. Tornò a mangiare.

Gli occhi di Anko tornarono normali.

-Ma che cazz...- Scattò in piedi:- Chi, cosa, dove...?-.

Poi capì: -PAIN!-.

Nel primo tavolo...

Sai stava mangiando comodamente una polpetta di riso: a differenza dei suoi compagni, aveva ricevuto un'educazione molto severa riguardo a come comportarsi a tavola.

Così, mentre gli altri si comportavano da cannibali drogati in astinenza, lui era seduto a schiena eretta, faceva bocconi piccoli, masticava a bocca chiusa, beveva a sorsetti.

D'improvviso, si sentì tirare il piede.

Sai deglutì: “Mi sarò sbagliato” pensò. Riprese a mangiare.

E poi lo sentì di nuovo. Posò la forchetta, sollevò la tovaglia e abbassò la testa, per sbirciare; invece ricevette un bacio.

Per la sorpresa, il ninja rialzò la testa di scatto, sbattendo con un PUM contro il tavolo, sollevandolo un poco.

-Ahi!- Fece massaggiandosi la nuca.

Kurotsuchi gli si avvicinò di più, preoccupata: -Oh, scusa, ti ho fatto male?-.

-No!- Rispose con voce un po' alterata dal dolore: -Ma perché mi hai...-.

-Beh...- Kuro lo afferrò, portandolo sotto al tavolo.

Impreparato, Sai iniziò a rotolare, portando l'altra con se.

Dopo un paio di giri, Sai si ritrovò disteso sopra Kurotsuchi, che gli sorrideva.

-...tu mi hai usata...- Continuò la giovane.

Sai si spostò, ma lei lo afferrò per il braccio: -...e ora, mi pare giusto che io...-.

Lo strattonò. Sai si ritrovò di nuovo faccia a faccia con la kunoichi.

-...che io usi un po' te...- Lo baciò di nuovo.

Sai la allontanò con le braccia: -Non... non mi pare una grande idea...-.

Accovacciandosi a mo' di gatto, Kuro lo squadro con aria maliziosa. Sogghignò.

-...già tra i nostri due villaggi i rapporti sono tesi... e poi non ti volevo usare! È stato... è stato un caso!- Sai, per la prima volta nella sua vita, si ritrovò in un tremendo imbarazzo, e non aveva la minima idea di cosa fare!

-Caso... fortuna... destino...- Kurotsuchi iniziò a gattonare verso Sai: -Chi lo sa? Ma tu...-.

Sai indietreggiò, ritrovandosi con la schiena appoggiata alle gambe della sedia. Che fare? Se fosse scappato, l'avrebbero visto, e sarebbe successo un guaio; se fosse rimasto lì... in ogni caso erano cazzi.

-...ma tu...- Kuro era spaventosamente vicina, a distanza di un balzo.

“Devo scappare!” Decise Sai, voltandosi.

-...MI PIACI!- La ragazza gli fu addosso.




Vicino alla sedia di Sai, a Tenten cadde un euro.

-Accidenti!- Tenten si piegò, facendo per riprendere la moneta.

Vide, poco distante dalla monetina, una mano guantata che sporgeva da sotto il tavolo.

-Ma che...?- Fece per avvicinarsi, ma la mano cominciò a contorcersi: afferrò un po' d'erba, la strappo, si riaprì, di girò, si rigirò, si sbatté a terra.

Tenten prese la moneta e se la ficcò in tasca. Si rialzò e tornò a mangiare.

Nel secondo tavolo...

Suigetsu guardò storto il bicchiere davanti a lui: -Non mi pare una grande idea...-.

Sasuke si bevve un bicchiere di vino: -Neanche a me.-.

-Avanti, Suigetsu,- Disse Karin: -devo conoscere tutto del mio uomo!-.

-Ma io non son il tuo uomo!- Replicò Sui: -Non ti è bastato lo stupro di prima?!-.

-Ma mi hai lasciato incinta!- Urlò Karin, ora infuriata: -Perciò BEVI!-.

Afferrò il bicchiere di coca cola e lo fece mangiare al compagno. Non bere, mangiare.

-Aghah!- Sui si mise le mani al collo, rotolando per terra.

Iniziò a tremare.

Karin si avvicinò, impaurita: -Tutto bene?-.

I capelli di Suigetsu si tinsero di marrone, con i bordi marroncini chiaro. Anche i suoi occhi assunsero quel colore, e la sua pelle si abbronzò.

Sasuke appoggiò il bicchiere: -L'avevo detto.-.

Nel corridoio del piano terra...

-Ragazzina! Ragazzina! Dove sei?- Ino sospirò: -Merda! Devo sempre fare tutto io?-.

Dalle scale spuntò Matsuri: -Di qua!- e scappò via.

-Aspettami!- Ino le corse dietro.

Arrivata a ciò che rimaneva del primo piano, Ino si piegò avanti, stanca morta: -Uff! Uff! Dove... sei... finita? Oh, cazzo!-.

Sakura era sdraiata a terra, ricoperta di sangue.

-Sakura!- Ino fece per correrle incontro, ma Sakura la fermò.

-No... Cof! Ferma... oramai è finita per me... Cof, cof!-.

-Ma...-.

-Esaudisci il mio ultimo desiderio...- Continuò la ragazza.

Ino deglutì: -Certo.-.

-Io... Cof, cof! Vorrei parlare... con... la vera Ino.-.

L'altra spalancò gli occhi: -Ma io...-.

-Ti prego!- La supplicò lei: -Ti prego! Lo so che sei sotto un jutsu... almeno per un istante...-.

-Io...-.

-UN ISTANTE!- Urlò impaziente Sakura.

Ino la raggiunse in un attimo e, dandole un pugno in testa, disse: -Baka! Te l'ho già detto! NON SONO SOTTO L'EFFETTO DI UN'ILLUSIONE!-.

Sakura si rialzò, massaggiandosi il capo: -Ahi! Ahi! Ahi! Inizio a capire cosa prova Naruto...-.

Ino le mollò un secondo pugno: -Baka!- e poi un altro, e un altro, e un altro e un altro e un altro e un altro e un altro...

-BAKA! BAKA! BAKA! BAKA!...-.

-Va bene, va bene! Inizio a convincermi che forse sei la solita Ino!- Dichiarò Sakura.

-Alla buon'ora!-.

Sakura alzò la testa, dolorante: -Ma il maestro Kakashi ha detto il contrario!-.

Ino si stupì: -Come?-.

-Questo posso spiegarvelo io...- Disse una voce dalle scale.

Le due kunoichi si voltarono verso la rampa.

Matsuri, che si era nascosta lì, corse per il corridoio, superò le due e si buttò di sotto con un: -AAAAAAAIUUUUUUUTOOOOOOO!!!!!-.

Dalle scale salì Itachi.

Dopo qualche secondo, le ragazze si ripresero dallo shock e si misero sulla difensiva.

Itachi alzò le mani: -Calme, calme, io neanche sono qui...-.

Non sembravano convinte.

Come prova, Itachi scompose il braccio in un paio di corvi, che volarono via.

-Comunque non ci fidiamo.- Disse Sakura.

-Tu sei Sakura.- Itachi la guardò. Previdente, lei abbassò lo sguardo.

-Quella per cui mio fratello ha un debole.- Continuò lui.

Sakura arrossì. Ino divenne furiosa: -COME SAREBBE A DIRE!!!!! E IO!!!!-.

Itachi sembrò accorgersi solo ora dell'altra: -Oh, tu sei quella che trova seccante.-.

Ino abbassò la testa, mentre un alone viola la sovrastava: -Mi... trova... seccante...-.

Sakura rialzò il capo: -Non è importante adesso.-.

Anche Ino lo risollevò: -No?-.

Sakura sostenne lo sguardo penetrante di Itachi. Ci provò anche Ino, ma distolse subito gli occhi.

-Itachi, spiegati.- Sakura parlò con fermezza: -Ora.-.

“Che bel caratterino...” Pensò Ita: -Sì, ho lanciato un genjutsu.-.

Ino era ancora più sconvolta: -...come?-.

-E sì,- Continuò il nukenin: -è tutt'ora attivo.-.

-COME?- Ino si grattò la testa, come a cercare di levarsi il jutsu a suon di unghiate.

-Ma?- Domandò Sakura.

-Ma in realtà lei- Itachi indicò Ino: -te l'ha già detto.-.

-Ah sì?- Ino ci capiva sempre di meno.

Sakura invece comprese. Si ricordò di quando Ino le aveva detto: è strano... io non riesco proprio a ricordare... ricordo l'occhio di Itachi che mi fissava, e poi che mi sono svegliata penzolando dal soffitto... strano, vero?”.

-Vuoi dire che....-.

-Ino è finita nel mio Tsukuyomi.- Spiegò Itachi: -Mi sono fatto prendere la mano, e ho esagerato. Non mi piace, sai? Mandare le persone in quel mondo, intendo. A volte però mi serve. Altre volte lo faccio per sbaglio. Altre volte ancora... Insomma, il punto è che, non potendo tornare indietro nel tempo, ho deciso di bloccare i suoi ricordi relativi allo Tsukuyomi con un altro jutsu.-.

-Ah sì?- Ino smise di grattarsi.

-Ma se il problema è quello...- Itachi compose un sigillo: -Ka...-.

-FERMO!- Urlarono contemporaneamente Sakura e Ino.

Itachi sorrise e si trasformò in uno stormo di corvi, che superarono le due e sparirono in cielo.

Con ancora le braccia protese, le due ragazze si guardarono.

-Baka!- Ino colpì Sakura con un altro pugno.

Pochi minuti dopo, in giardino...

Sakura, Ino e Matsuri, che le due ragazze avevano ritrovato tra le macerie, uscirono dal covo e raggiunsero i compagni.

-Ma che...!- Le tre spalancarono la bocca incredule: i tavoli erano stati rovesciati ed i convitati

erano tutti svenuti a terra.

Le kunoichi si fecero strada tra il disordine, cercando qualcuno ancora in piedi.

All'improvviso Ino si fermò: -Avete sentito?-.

Sakura e Matsuri si guardarono intorno: -Cosa?-.

-Un urlo lontano. Che però si avvicina.-.

Le tre non capivano.

-Ehi!- Disse poi Sakura: -Lo sento anch'io!-.

-Oh, cazzo! Guardate la!- Matsuri indicò un punto nel cielo.

Le altre due seguirono il dito.

-Cosa... Cos'è?- Chiese Ino.

-Qualunque cosa sia- Constatò Sakura, iniziando a correre: -sta precipitando!-.

Le due la seguirono; la cosa urlante stava per sfracellarsi in mezzo al bosco.

A un certo punto, la loro visuale fu offuscata dagli alberi.

-Accidenti!- Esclamò Sakura: -Seguitemi!- e accelerò il passo.

Le ragazze, tra rami bassi e buche, le stavano dietro a malapena: -Aspetta, Sakura!-.

Ma Sakura continuava a correre.

-AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!-.

Il grido era molto forte; Sakura si poteva basare solo su quello.

L'urlo si interruppe.

-Co...-.

TONF

Sakura sgranò gli occhi: dov'era caduto? Dove?

-Ehi!- Sakura iniziò a gridare: -Chiunque tu sia, dove sei?-.

Si girò: -Oh, no! Matsuri! Ino! Dove siete?-.

Era rimasta da sola. All'improvviso, il cielo si rabbuiò; il bosco sembrava incupirsi sempre di più.

-Glom! Do-dove siete?- Balbettò Sakura.

Ad un tratto, sentì un fruscio tra i cespugli.

La ragazza si voltò di scatto. Si sentiva osservata. Qualcosa la stava osservando.

-Va bene!- Sakura si sistemò i guanti: -Non mi spaventi!-.

Si gettò verso i cespugli, caricando un pugno: -AAAAAAAAAAAA!-.

Dagli arbusti spuntò qualcun altro, armato di kunai: -AAAAAAAAAAAAAAA!-.

Sakura sgranò gli occhi: -Naruto?-.

Anche Naruto sgranò gli occhi: -Sakura-chan!-.

Bloccarono i colpi a un palmo dalla faccia dell'altro.

Abbassarono le mani, si squadrarono un po', stupiti, poi Naruto si accasciò a terra.

Solo allora Sakura si accorse delle sue ferite, sparse in tutto il corpo: tagli profondi, muscoli slogati, ossa smussate.

-Naruto-kun!- Sakura si inginocchiò, prendendogli un braccio per esaminarlo: -Eri tu quello che precipitava?-.

-Oh, cavoli!- Naruto sorrise: -Allora mi hai sentito urlare come una donnetta! Eheheh! Cof!- sputò un po' di sangue.

Queste ferite...” Pensò Sakura.

Sakura si voltò, prendendo Naruto per le gambe.

-Sakura-chan! Non è necessario! Posso...-.

-Zitto!- Sakura se lo caricò sulla schiena e si rialzò.

-Stai zitto.- Ripeté dolcemente.

Iniziò a camminare.

-Sakura...-.

-Non parlare!-.

-Non morirò per questo.-.

Sakura si fermò.

-Mi basta solo un po' di riposo. Sai, la Volpe...-.

-Già. La Volpe...-.

Calò il silenzio.

-Naruto!- Riprese la ragazza: -Devi smetterla di fare così!-.

-Di fare cosa, dattebayo?-.

-Tu non sei immortale, Naruto. Una caduta del genere... potevi non sopravvivere, Volpe o no.-.

-Ma non sono stato io a cominciare! È stato...-.

-AAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!-.

Qualcuno gridò poco distante da loro.

Naruto scese dalla schiena di Sakura: -Andiamo!- corse verso l'urlo.

-Aspetta!- Sakura gli corse dietro.

Naruto, per essere appena caduto da un'altezza di almeno trenta piani, era molto veloce.

Più volte Sakura lo perse di vista. Lo ritrovava sempre dopo alcuni secondi, seminascosto da un albero o da un masso.

Alla fine Naruto si fermò.

Sakura lo raggiunse e riprese fiato: -Uff! Naruto! Cosa...-.

Si trovavano davanti a una piccola radura di erba verde; svenute, c'erano...

-Ino! Matsuri!- Sakura corse dalle compagne.

Prese Ino tra le gambe. Le tastò il polso: -È viva!-.

Controllò anche Matsuri: -Ma chi è stato?-.

Naruto fissò alcuni punti dell'erba: -Lo stesso che ha steso gli altri.-.

Sakura tornò dal ragazzo: -Cosa stai guardando?-.

-Lì.- Il ragazzò puntò una zolla: -Lì. E lìttebayo.-.

Sakura guardò l'erba: -È bagnata.-.

Leccò l'erba: -No. È...-.

-Coca Cola.- Concluse Naruto.

-Non capisco.-.

-Mentre pranzavamo (io stavo gustando un ottimo ramen) Suigetsu, all'improvviso, ha iniziato a colpire chiunque gli capitasse a tiro. Era velocissimo; sembrava aver bevuto troppo caffè.-.

-È stato lui che...-.

-Già. Alla fine mi ha sferrato un montante che mi ha fatto decollare.-.

-E ora- Sakura si guardò attorno, in apprensione: -un pazzo esaltato gira per la foresta, dentro cui noi ci siamo persi!-.

-Forse riesco a localizzarlo!- Naruto prese fuoco e sul suo corpo comparvero strani simboli neri.

Chiuse gli occhi. Dopo poco li riaprì.

-È tropo rapido.-.

Sakura abbassò le spalle sconsolata.

-Ma avverto la presenza degli altri; sono ancora svenuti. Eccetto qualcuno, ma non capisco chi...-.

-Poco importa, possono darci una mano!- Replicò Sakura.

-Giusto.- Naruto creò un paio di copie, che afferrarono le due ragazze svenute.

-Seguimi!- Naruto e le copie corsero via.

-Quanta energia!- Borbottò Sakura.

Corsero per un paio di minuti, poi si bloccarono, davanti a un secondo spiazzo.

-Oh, cazzo.-.

-Non ci posso credere.-.

Vicino ai loro piedi erano sparsi vestiti della Roccia e da Anbu.

Al centro, Sai e Kurotsuchi, avvinghiati, stavano facendo ogni zozzeria possibile e emettevano suoni gutturali molto particolari: -Uhm... oh... sì, sì, SÌ SÌ SÌ SÌ SÌ, AH!-.

Ad un certo punto, i due si alzarono di scatto, dando la schiena (e anche altro) a Sakura e Naruto. Kurotsuchi afferrò Sai e lo sbatté contro un tronco, iniziando a leccarlo e a baciarlo.

Estasiato, Sai cantò, con voce alterata: -Can you blow my whistle baby, whistle baby...-.

Kurotsuchi si abbassò.

Sai alzò la testa: -HERE WE GO!-.

Poi notò gli altri due.

-Ehm, Kuro-kun!- Borbottò.

-Cosa c'è?- Chiese l'altra, scocciata: -Vuoi già fare a cambio?-.

-No, no, direi di no.-.

-E allora cosa...-.

Sai prese Kurotsuchi per le spalle e la girò: -Oh.-.

Naruto fischiò: -Però!-.

Sakura si coprì gli occhi: -Ugh!-.

Kurotsuchi si staccò da Sai e cercò i suoi vestiti, imitato dal ragazzo.

-Naruto-kun... Sakura-chan... Non è come sembra...-.

-Chiaramente no. No, dai seriamente, Sai, hai buon gusto, dattebayo!-.

-Shannaro!- Sakura mollò un pugno in testa a Naruto.

Sai e Kurotsuchi si rivestirono rapidamente.

-È...- Kuro indicò Sai: -È colpa sua!-.

Sai la fissò, esterrefatto: -COME?-.

-Lui! Lui mi ha preso da sotto il tavolo, mi ha aggredita e portata qui!-.

Sai era paonazzo: -NO! NO! NON... NON È VERO!-.

Sakura si massaggiò le tempie, esasperata: -Ah, non importa adesso! Non so se ve ne siete accorti, ma Sui è impazzito e noi quattro (più le due copie) siamo le uniche persone che possiamo fermarlo!-.

-Perché?-.

-PERCHÉ LI HA STESI TUTTI!-.

-Ah, capisco.- Sai iniziò a riflettere: -Come ci muoviamo? Naruto, tu...-.

Naruto scrollò le spalle: -Ora si trova dall'altra parte del bosco. Tra qualche secondo, chi può dirlo!-.

-Suggerisco di dividerci.- Propose Sakura.

-No!- Rispose Kuro: -Perché tutti quanti si vogliono dividere? Non finisce mai bene quando ci si divide! Rimaniamo uniti, cazzo!-.

-Giuuuuustooooo... In tal caso...- Naruto afferrò Sakura e scappò via: -Io prendo lei!-.

Kurotsuchi abbassò le spalle, sconsolata: -Ma perché?-.

-Coraggio- Le disse Sai: -le probabilità che ci trovi sono...-.

Sai fu interrotto da un rumore tra i cespugli.

-Uh?-.

La ninja della Roccia si rilassò: -Siete tornati, allora!-.

Davanti a lei, cadde un albero, tagliato a metà.

-O.o mi sa che non sono... AAAAAAAAAAAA!-.

Poco lontano...

Naruto, Sakura e le copie saltavano tra i rami. A un certo punto si fermarono.

-È troppo veloce!- Annunciò Naruto.

-Dove si trova ora?- Domandò Sakura.

-Acc... ha appena attaccato gli altri, dattebayo!- Rispose Naruto: -E ora si sta allontanando!-.

-Merda!- Esclamò Sakura: -Quanto mi piacerebbe potergli... potergli... Uhm!- e sferrò un pugno all'aria.

Mezzo secondo dopo, Suigetsu se lo ritrovò in faccia.

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Capitolo 40
*** SALUTI ***


SALUTI

Nel giardino...

-Uhm! Ohi! Ahi!- Deidara si rialzò, stordita: -Non un'altra volta!-.

Abbassò lo sguardo sul seno: -Accidenti! È ancora qui!-.

Uno a uno, anche gli altri si risvegliarono.

-Santo Me!- Esclamò Pain: -Sasuke! Dovresti tenere a bada i tuoi uomini!-.

Anche Sasuke si risollevò: -È stata...-.

Karin, intontita, lo fissò: “Ecco. Ora darà la colpa a me. Me lo merito.”.

-...è stata colpa mia. Non accadrà più.- Concluse Sasuke.

Karin scattò in piedi, abbracciandolo: -Sasuke-kun! Ti amo tanto, lo sai?-.

Sasuke sbuffò.

-Lo spero bene!- Fece Pain. Si girò: -Toh, parli del diavolo...-.

Dal bosco spuntarono Sakura, Naruto e tre copie; ognuno teneva in braccio una persona priva di sensi.

Le depositarono a terra.

In realtà, uno di loro era ben sveglio.

-LASCIATEMIANDAREDEVOMUOVERMINONPOSSOSTAREFERMO!- Suigetsu tentò di liberarsi dalla presa di Naruto.

Le copie svanirono.

-Kuro-kun!- Akatsuchi guardò la compagna: -Che ti è capitato? Non è nemmeno vestita del tutto!-.

Il ragazzo guardò storto Suigetsu.

-IONONCENTRONIENTE!- Disse Sui.

Naruto e Sakura si guardarono. Con un segno d'intesa, decisero di non dire nulla.

Suigetsu approfittò della distrazione di Naruto e si liberò.

-EVVAI!- Fece per andarsene, ma si ritrovò faccia a faccia con Kakashi.

-Genjutsu!-.

Suigetsu cadde all'indietro, continuando a tremare.

Sasuke si avvicinò: -Dobbiamo espellere tutta la Coca dal suo corpo.-.

-Non nel mio giardino!- Urlò Kakuzu: -Sapete quanto costa ripulire l'erba?-.

“Ma scusa,” Pensarono tutti: “non basta tagliarla?”.

-In tal caso- Disse Sasuke: -dobbiamo tornare alla base.-.

-Yo!- Fu il turno di Bee: -Ve lo dirò! Sarebbe ora del nostro ritor-no!-.

I ninja dei vari villaggi annuirono.

-Parliamone dentro.- Concluse Pain.

Dentro...

-Ne parliamo.- Riprese Deva.

I ninja della Roccia, della Sabbia, della Nuvola e della Nebbia alzarono le mani: -Noi ce ne andiamo!-.

-Meglio! Sciò!- Pain fece cenno loro di andarsene.

Gli Shinobi andarono alla porta.

-Ye-ah! Ci si rivedrà!- Li salutò Bee.

-Ciao, vecchio polpò!- Rispose Naruto.

Bee Uscì.

-Mi dovete una videocamera!- Karui uscì.

-Forse adesso andremo alla festa tradizionale...- Omoi uscì.

-È stata un'esperienza divertente. E io di esperienze divertenti me ne intendo: ad esempio l'altro giorno...- E Atsui fu trascinato fuori.

Anche Samui stava per andarsene, quando, dietro di lei, sentì un TUNF.

Si girò.

Hinata era ai suoi piedi: -Ti prego di perdonarmi se ho usato il tuo corpo, Samui-san!-.

Samui la squadrò con uno sguardo gelido.

Hinata non si mosse.

-Fa niente.- Disse infine Samui. Uscì.

-E ora chi lo sente il Raikage?- Shee uscì.

Chojuro guardò la sua spada: -Meno male che non si è rotta!- e uscì.

Kurotsuchi stava per andarsene, ma si girò.

-Ciao, Sai-kun! Vienimi a trovare!- E gli mandò un bacino. Sai arrossì. Kuro uscì.

-Aspettami, Kurotsuchi!- Akatsuchi la inseguì.

-Mi ha fatto piacere rivedervi, Maestro Kakashi!- Maki uscì.

-Sakura, Ino, grazie ancora di avermi salvata.- Matsuri uscì.

-Porterò i tuoi saluti a Gaara, Naruto!- Kankuro se ne andò.

-Sai capo,- Sasori si avvicinò a Pain: -con tutto questo trambusto ci siamo dimenticati di Tobi!-.

-Che grave dimenticanza...- Commentò Deidara.

-Già!- Fece Pain: -Doveva darci un indizio in discoteca o qualcosa di simile...-.

Temari si avvicinò alla porta: -Ciao, Shikamaru-kun. Mi spiace non aver avuto tanto spazio per noi... magari la prossima volta potremmo...-.

Shikamaru era rosso peperone; i compagni lo guardarono divertiti.

-Ehm... ehm...- Balbettò il ragazzo.

-Ahahah!- Divertita, Temari scoppiò a ridere. Stava per varcare la porta quando andò a sbattere contro qualcosa.

Cadde seduta all'indietro: -Ohi! Ohi! Ma che...- le parole le morirono in gola.

Davanti a lei c'era un uomo alto, dai capelli neri tirati a mo' di Hidan; una cicatrice gli attraversava il volto sopra il naso; fumava un grosso sigaro e portava un piccolo orecchino all'orecchio destro; indossava un foulard azzurro, una giacca arancione a righe nere e un giubbotto verde scuro sbottonato che indossava come fosse un mantello; i pantaloni erano neri, come le scarpe; al posto della mano sinistra aveva un grosso uncino dorato.

Quando Temari l'aveva urtato, aveva sentito una forte sensazione di aridità; le ricordava un po' casa, ma era molto più forte.

L'uomo la fissò: -Scusami.- borbottò a denti stretti, anche se dal tono non sembrava importagliene.

-Pirata “Sir” Crocodile.- Disse Pain: -Ex membro della Flotta dei Sette, sul cui capo pende una taglia di 81.000.000 di Berry. Cosa ci fai qui?-.

-Devo consegnare un messaggio- Rispose il pirata: -che mi ha dato un vostro “amico”.-.

-Il tipo in questione assomiglia a un lollipop gigante e ha la stessa intelligenza di un babbuino ubriaco?- Domandò Deidara.

-Sì.-.

-Mai sentito.-.

-Qual è il messaggio?- Chiese Pain.

Crocodile allungò il braccio destro. La sua mano si trasformò in sabbia e espulse un biglietto che atterrò sulla mano di Pain.

-Non sono riuscito a darvelo in discoteca per l'intervento degli sbirri.- Aggiunse Crocodile.

Pain squadrò il messaggio: -Non ti facevo un fattorino, Crocodile.-.

-Infatti,- Rispose Crocodile: -ma testa-di-lecca-lecca mi ha promesso che mi avreste portato da una certa persona...-.

-Chi?-.

-Mmm... penso che lo conosciate come Gaara Del Deserto.-.

Temari scattò in piedi: -Cosa vorresti da mio fratello, sporco pirata?!-.

Crocodile la guardò di nuovo: -Tuo fratello? Ucciderlo. Ci può essere un solo Signore della Sabbia, e non è lui.-.

-Non ci pensare minimamente!- Temari le puntò contro un dito, con fare minaccioso, e iniziò una serie di insulti, discorsi sulla superiorità di Gaara ecc, che però Crocodile non ascoltò.

Tantomeno Deva. Il nukenin guardò Itachi. Lui annuì. Scomparve.

Riapparve davanti a Temari: -Mangekio Sharingan!-.

Temari smise di parlare.

-Grazie al cielo...- Disse il pirata.

-Obbedirai a quello che ti dirò.- Le ordinò Ita.

Con lo sguardo assente, Temari ripeté: -Obbedirò a quello che mi dirai.-.

-Porterai Crocodile da tuo fratello.-.

-Porterò Crocodile da mio fratello.-.

-Senza fare storie.-.

-Senza fare storie.-.

Deidara si avvicinò alla ragazza: -E poi ti darai un pugno in faccia.-.

-E poi mi darò un pugno in faccia.-.

Anche Naruto si unì alla festa: -E poi tornerai qui e confesserai a Shika il tuo amore, dattebayo.-.

-E poi tornerò qui e confesserò a Shika il mio amore, dattebayo.-.

Shikamaru sgranò gli occhi: -Co-cosa?!-.

-Co-cosa.-.

-State zitti, cretini!- Li rimproverò Itachi.

-State zitti, cretini.-.

-Temari!- Fece la voce di Kankuro dal giardino: -Ti muovi?-.

-Temari. Ti muovi.-.

-Meglio se andate adesso.- Sentenziò Pain.

-Meglio se andiamo adesso.-.

-È stato un piacere.- Crocodile si tramutò in sabbia e si infilò nei vestiti della kunoichi.

-Ma che cazz...- Fecero tutti.

-Ehi!- Esclamò Shikamaru. -Quella è la mia donna!-.

Al ché gli altri lo guardarono: -Ah sì, eh...?-.

-Ehm... ehm...- Balbettò Shika: -Cazzo, che palle!-.

Itachi fissò nuovamente Temari: -Dimentica!- urlò.

Temari scrollò il capo: -...E lui è... eh? Cosa? Dove...- si guardò intorno, confusa.

-Temari, dai!- Riprese Kankuro.

-Urgh, sì, sì...- Disse la ragazza. Guardò Shika: -...ciao amore, dattebayo.- si bloccò: -Cos'ho appena detto?- e se ne andò.

Shika sospirò: -Accidenti!-.

-Dunque...- Pain guardò il foglietto: -qui dice che...-.

Suigetsu, dentro il sarcofago di argilla di Deidara, sobbalzò.

-Non ci voleva.- Borbottò Kakashi: -Il jutsu è finito.-.

-Ehi, Suigetsu!- Karin gli andò incontro: -Vedi di tornare normale! Hai delle responsabilità ora che mi hai lasciata incinta!-.

Sakura si mise le mani ai fianchi: -Ma tu non sei incinta.-.

Karin si mutò. Si girò verso l'altra: -Come?-.

-Sì, è vero.- Continuò Ino.

Kabuto annuì: -Confermo.-.

-Ma non scherzate!- Sbraitò Karin: -Certo che sì! Insomma, vomito di continuo!-.

-Sul serio?- Chiese Sakura: -Quand'è stata l'ultima volta?-.

-L'ultima volta...- Karin ci ripensò su: -L'ultima... forse un paio di giorni fa. Oh. Ma allora perché...-.

-Vomitavi?- La anticipò Juugo: -Bah, anche quando ti sei scolata tutte quelle birre hai vomitato. Chissà cosa è successo l'altra sera poi...-.

-Ma... ma... il preservativo... non era usato!-.

-Non è che ogni nottata senza preservativi porti sempre a un marmocchio!- Replicò Kabuto.

-Ma... quindi... non sono incinta?-.

-No.-.

CRACK

Dalla mummia di argilla spuntò il braccio di Suigetsu.

-Vuoi la spada?- Chiese Kisame.

Sui sollevò il pollice.

Kisame sfilò la Mannaia Decapitatrice dalla schiena e la diede a Suigetsu. Lui l'afferrò.

-Ehm...- Karin iniziò a sudare: -Suigetsu, calmati... ok, per tre giorni ti ho chiesto di sfamarmi, coccolarmi, riscaldarmi...-.

Suigetsu distrusse l'involucro: -TIFACCIOAPEZZI!-.

-Bene, è una sofferenza avervi rivisto, ADDIO!- E Karin scappò verso l'orizzonte, inseguita da Suigetsu.

Dopo un po' di silenzio, Sasuke disse: -Almeno correre gli farà espellere la Coca. Comunque... Jugo, andiamocene. Non abbiamo più niente da fare qui. Eccetto uccidere Itachi, ma...-.

-Non mi odi abbastanza.-.

-Appunto.- E si voltò per andarsene.

Naruto si mise davanti al ragazzo: -Perché invece non torni con noi, Sasuke-kun?-.

Sasuke lo guardò. Spostò lo sguardo su Sakura e sui suoi vecchi ex-compagni. Tutti lo fissavano angosciosamente.

-Sasuke-kun...- Sakura si avvicinò al ragazzo.

-No.- Rispose Sasuke: -Via!-.

Lui e Juugo attivarono i retropropulsori e, sfondando una parete, volarono via.

Sakura e Ino abbassarono il capo, deluse: -Se n'è andato...-.

-Ma col cavolo che gli lascio le armature!- Deva sfilò dalla manica un telecomando con al centro un pulsante rosso con scritto: “Non premere!”.

Lui lo premette.

Un esplosione, in cielo, squarciò l'aria. Due figure, uscendo dalla nube di cenere, partirono come razzi.

Si sentì un: -ITACHI FIGLIO DI PUTTANA...!- e con un DING e una stellina le due figure sparirono nel cielo.

Itachi gli urlò contro: -Era anche tua madre!-.

-...dettagli...!-.

Orociok schioccò la lingua: -Benissssssimo, anch'io e Kabuto ce la sssssssquagliamo!-.

-Non credo proprio!- Naruto allungò le braccia e intrappolò in due mani giganti i due nukenin: -Così impari a rubarci Sasuke!-.

-Kabuto!- Esclamò Orochimaru.

-Sì, maestro!-.

I due aprirono la bocca e si vomitarono.

-Asssssssta la visssssssta!- I due del Suono strisciarono fuori dalla porta.

Corsero per una decina di minuti, poi Kabuto disse al maestro: -Orochimaru-senpai! Siamo rimasti a mani vuote... Niente Kyubi, il carro armato è distrutto...-.

Orociok si fermò: -Forsssse quessssto è vero, sssssiamo senza Kyubi e carro armato, ma abbiamo un'altra cossssssa...-.

Vomitò una valigetta.

Kabuto la guardò, sbalordito: -Ma quella è...-.

Oro aprì la valigia: -Lo zucchero a velo di Rock Lee!-.

-Grande Sensei!- I due si diedero il cinque e tornarono a correre.




-Accidenti!- Naruto mollò le due pelli.

Prima che cadessero, però, furono prese da Kakuzu.

Se le mise in tasca: -Ci farò delle belle borsette da contrabbando!-.

Deidara lo guardò: -Fai davvero...-.

-AKATSUKI! SAPPIAMO CHE SIETE QUI E CHE AVETE RAPITO I NOSTRI SHINOBI! USCITE E PAGATE PER L'ATTACCO ALL'HOKAGE!- Tuonò una voce all'esterno.

-Nomino Deidara mio delegata!- Gridò Pain.

-Co...-.

Pain spinse fuori la ragazza con uno Shinra.

Rimasero in attesa.

Pochi secondi dopo, rientrò Deidara tutta trafelata: -Siamo fottuti! C'è metà Konoha qua fuori! Compresi quei due pervertiti della discoteca!-.

-TORNA QUA, BELLA PROSTITUTA!- Fece una voce al megafono: -EHEHEH! ...MA COSA... ASPETTA... ASPETTA... SHIZUNE-SAN...!-.

BENG

-DOLORE!-.

-Ah, meglio dare un'occhiata...- Pain uscì dalla stanza.

-Cazzo, c'è davvero tanta gente!- Deva si ritrovò davanti a un vero e proprio esercito.

Tra i ninja presenti c'erano Iruka, Aoba, Genma... e, ovviamente, Kotetsu (con un bernoccolo in testa) e Izumo; a capitanarli c'era Shizune.

Pain fischiò: -Bene, immagino che non siate vicini in cerca di zucchero.-.

Shizune afferrò l'altoparlante e urlò: -ARRENDETEVI E FORSE NON VI UCCIDEREMO!-.

Pain si sturò le orecchie: -Sì. Avevo capito. Per quanto riguarda l'attacco a Tsunade, tecnicamente solo due dei quattro erano dei nostri... e i vostri compagni...-.

Arrivò Kakashi: -State calmi.- disse: -Non siamo loro prigionieri. Sono successe un po' di cose, e ci siamo alleati.-.

-ALLEATI?!-.

-Sono successe un po' di cose!- Ripeté Kakashi.

-NON PER QUESTO LI LASCEREMO ANDARE!-.

-E abbassa il megafono!- Protestò Kaka: -Ci sentiamo! E comunque, non vi conviene attaccare: siamo tutti esausti, e da soli non li sconfiggerete mai.-.

-IO DICO IL CONTRARIO!-.

-E io no!- Replicò Pain: -Ma non risolviamo niente così!-.

-E ALLORA COMBATTETE!-.

-Oppure ce ne torniamo tutti a casa e non muore nessuno.- Propose Kakashi.

-A me va bene.- Disse Izumo.

-Anche a me...- Gli fece eco Kotetsu, ancora dolorante.

-VOI NON FATE TESTO!-.

-Ma noialtri sì.- Dalla porta uscirono i quattro team del Villaggio della Foglia.

Shizune li squadrò: “Sembrano convinti.”.

-VA BENE...-.

-Il megafono!-.

-Va bene,- Riprese Shizune: -allora diremo all'Hokage che siamo riusciti a recuperarvi senza vittime. Ma con voi...- indicò il dio: -...non ho ancora finito!-.

-E lo stesso vale per me!- Sbraitò Anko: -La pagherai di avermi ipnotizzata due volte!-.

-Sì, sì, come dite voi...- Commentò Deva.

Anko tornò tra i suoi compagni.

-Bene! La giovinezza ha trionfato di nuovo!- Esultarono Gai e Rock Lee.

-Mi ci vuole una bella doccia...- Dichiarò Tenten.

-E un'ora di meditazione...- Continuò Neji.

Il team Gai seguì Anko.

-Arf! È stato... divertente. Più o meno...- Dichiarò Kiba.

-Bau!- Latrò Akamaru.

-I miei insetti sono stanchi.- Sussurrò Shino.

TUNF

-Grazie dell'ospitalità, Pain-san!- Disse Hinata.

-Sì, sì, come vuoi...-.

Il Team 10 si riunì ai ninja della Foglia.

-Mmm... il pranzo era davvero buono... dovreste invitarci più spesso.- Commentò Choji.

-Se non fosse stato per l'attacco del caffeinomane... che seccatura!- Ribatté Shika.

-Avanti, Shikamaru-kun! Con Temari... Eheheh!- Ridacchiò Ino: -comunque io che dovrei dire! Sono sotto l'effetto di un jutsu!-.

Anche il Team 8 se ne andò.

-Tornerò, e gliela farò vedere a Zetsu!- Sbottò Yamato.

-Spero di non dover ritrovarmi più a collaborare con la Roccia...- Borbottò Sai.

-Yawn! Che stanchezza... devo pure andare a controllare come sta Tsunade-sama!- Si disperò Sakura: -Vabbeh, a mai più rivederci, Pain.-.

Kakashi si grattò dietro l'orecchio: -Una volta a casa, potrò finalmente finire: “S di Sesso Sconcio, un libro di Jiraiya”.-.

E il quarto Team raggiunse gli altri.

-Dattebayo! Cugino Pain, se vuoi ti mando un po' di Ramen da Ichiraku quando torno!- Propose Naruto.

-Uhm... buono...- Pain iniziò a sbavare: -Cioè... non chiamarmi “cugino”! E sappi che ti uccideremo!-.

Naruto sorrise: -Ciao, Painttebayo!-.

Con un PUF, i ninja di Konoha svanirono.

-Che tipo strano...- Pain rientrò.

I suoi otto compagni stavano ronfando sul pavimento, esausti dopo la nottata.

-Ehi! E i miei corpi...- Anche loro dormivano.

-Mmm...- Pain alzò il braccio e fece volare via i nukenin.

TONF

-Capo!- Esclamò Hidan, rialzandosi: -Anche i jashinisti devono interrompere i loro sacrifici se devono dormire!-.

-Non mi interessa!- Ribatté Pain: -Un ultimo sforzo, e poi potremo riposare! Dunque, vediamo cosa dice il biglietto...-.

-Aspetta capo!- Disse Zetsu N... buono.

-SONO STUFO DI ESSERE UGUALE A LUI!- Continuò l'altro.

-Perché prima eri tutt'altra cosa...- Mormorò Kisame.

Se il caldo li fa tornare normali...” Pensò Itachi: -Tempesta di Fuoco!- e lanciò delle palle infuocate contro a Zetsu.

-AAAAAAIIIUUUUUUTOOOOOO!- La pianta cominciò a correre come un pazzo per la stanza: -FUOOOOOCOOOO!-.

-Itachi-san,- Gli disse Deidara: -i vegetali bruciano facilmente!-.

-SPEGNETEMIIIIIIIIII!- Gridò il nukenin dell'Erba.

-Tecnica dell'Esplosione Acquatica!- Kisame sputò un vortice d'acqua che spense Zetsu.

-Ahi... ahi... ahi...- Bofonchiò il fumante Zetsu, coperto di bruciature.

Deidara lo guardò: -Sembri uno spiedino.-.

La parte... cattiva si staccò da quella buona, divenne liquida e iniziò a ruotare. Poi riprese forma mezza-umanoide.

-SÌ, CAZZO! SONO DI NUOVO NERO!-.

L'altra parte si staccò una crosta dalla pelle. Saltellò felice: -Bianco! Ahi! Sono bianco! Ahi!-.

-Gioiamo tutti!- Gridò sarcastico Pain: -Ma ora, VEDIAMO CHE DICE 'STO MINCHIA DI BIGLIETTO!-.

Detto ciò, lesse: “Complimenti per avermi quasi trovato! Mi trovo...”.

Pain distrusse il biglietto: -Quello stronzo io lo uccido!-.




Angolo dell'autore

E rieccomi a rompere! No, state tranquilli, non vi trattengo per molto, volevo solo dirvi... ebbene sì... domani la storia finirà! Usciranno gli ultimi due capitoli! Gioite, lo strazio è quasi finito!

Alla prossima XP

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Capitolo 41
*** FATTI-NO-JUTSU ***


FATTI-NO-JUTSU

In mezzo agli alberi della foresta...

-Allora, fammi capire...- Deidara sfiorava una di quelle famose crisi di nervi femminili: -Mentre noi ci siamo fatti il culo per tre giorni, LUI SE NE STAVA ALLE TERME NEL VILLAGGIO DEL SUONO?!?!-.

-Lo so.- Pain si sforzava di mantenere il controllo.

-Abbiamo fatto il giro del mondo, dei palazzi, dei cessi, ci siamo schiantati, buttati, fatti lanciare, siamo morti, risorti, diventati zombie sotto jutsu, abbiamo posseduto, siamo stati posseduti, e abbiamo subito tante mazzate da sentire male anche alle unghie, E LUI...!-.

-LO SO PORCA PUTTANA!- Sbraitò Pain.

-Io sono diventato un filetto di merluzzo!-.

-Io ho perso quattro corpi!-.

-Io sono diventata un uomo!-.

-Io una donna!-.

-IO PURE!-.

-Io sono andato a letto con Sasori e lui non mi vuole pagare!-.

-Io sono diventato cieco!-.

-Io sono diventato nero!-.

-E IO BIANCO, PORCO CAZZO PEZZO DI...-.

-Ehi! E io che dovrei dire?- Fece Pain: -I miei corpi sono stati in balia dei quattro Kage più deficienti della storia! Ma ora prendente la vostra rabbia e scaricatela su Tobi non appena lo troveremo! E noi lo troveremo, giusto?!-.

Fecero tutti un salto più in alto: -Sì!-.

Si schiantarono su un ramo e caddero pesantemente al suolo.

Pain si batté la mano in fronte: -Ma perché a me!-.

Nelle terme del Suono...

-Kishishishishi!- Seduto nella sauna, Moriah si accese un cubano: -Sei proprio simpatico, Tobi!-.

Con il volto nascosto dal vapore e dal fumo, Tobi espirò: -Fiuh! Lo so!-.

-Gyahahahahaha!- Bagy gettò un sigaro, che cadde al centro della sala: -È stata una bella festa l'altra sera, sai? Fortuna che passavamo di lì per caso!-.

-Kishishishishi!- Gekko Moria se ne mise in bocca una altro: -Per caso un corno! L'ho scelto come luogo per il tuo massacro!-.

Di fianco a lui, Doppleman si sniffò un po' di Marijuana.

-Gyahahahahaha!- Il Clown staccò la mano dal corpo e fregò all'altro un sigaro: -Col cavolo! Tu le stavi subendo di brutto, mica io!- e agitava la mano di fronte alla faccia del pirata.

Di fianco al membro della Flotta, Samehada sputò un sigaro, che volò fino a infilarsi tra gli occhi violacei dell'ombra.

-Così si fa!- Si complimentò Bagy.

Moriah approfittò della distrazione dell'altro e gli morse la mano.

-Ahi!- Urlò Bagy.

Mentre i due urlavano, Tobi si piegò all'indietro: -Chissà cosa starà facendo Deidara Senpai...-.

-Katsu!-.

BOOOOOOOOM

L'entrata alla sauna esplose. Dalla polvere, i quattro presenti videro quattordici sagome scure che li fissavano.

A Moria affiorarono le vene sulla fronte: -Chi osa interromperci?! DOPPLEMAN!-.

Doppleman si gettò sulle sagome; una di esse alzò un braccio, e l'ombra fu crivellata da paletti.

Doppleman cadde a terra, sopra il cubano di Bagy.

-Bastardi!- Il pirata sguainò la forbice, dividendola in due lame, che iniziò a far ruotare.

Bagy, lentamente, si alzò: “E q-questi chi sono??? Come hanno fatto a stendere quell'essere in così poco tempo??? A me ha picchiato per trenta minuti!”.

-Rhar!- Moria, con dei BO-BOM, BO-BOM, corse contro la sagoma dal braccio alzato; contemporaneamente, Bagy scappò dall'altra parte: -Via di qui!-.

La sagoma alzò anche l'altro braccio. Un istante prima che Moriah lo colpisse con le forbici, lui e Bagy furono spinti in avanti.

Ma cosa...?!” Bagy non ebbe il tempo di finire il pensiero che, come Moria, sfondò la parete, volando via.

-ACCIDENTI!!!!- E sparirono lontano.

Le sagome si fecero avanti. Uscirono dalla nube e, calpestando Doppleman, che aveva preso fuoco, si avvicinarono con fare minaccioso a Tobi.

Tobi risollevò lo sguardo. Radiante, gridò: -DEIDARA-SENPAI!!!-.

Fece per saltarle addosso, ma Deva lo spinse indietro con i suoi poteri.

-Ugh!- Esclamò il creti... Tobi.

I volti di tutti erano neri (quello di ZN lo era di più) per la rabbia.

Kisame corse dalla sua spada: -Samehada!-.

La spada ebbe un'overdose e svenne.

-Samehada!- Si disperò Kisame.

Tobi prese in mano il sigaro che aveva in bocca. Espirò il fumo e disse: -Ragazzi, sono proprio fatto!-.

-E tra poco sarai fatto... a pezzi!- Deidara masticò un po' di argilla.

-Fiuh!- Fece di nuovo Tobi. Porse ai compagni una scatola di sigari: -Volete favorire?-.

Itachi bruciò con l'Amateratsu la scatola.

-Amico!- Sbottò Tobi: -Sai quanto mi sono costati?- li buttò via, poi prese dal sedile a fianco a lui una foglia di Coca, masticandola: -Immagino... gnam... che non vorrete nemmeno quella!-.

-Hai la vaga idea nei guai in cui ti sei cacciato?!- Urlò Pain.

Tobi piegò nuovamente la testa: -Mmm... io starei più attento ai vostri guai...-.

Pain lo guardò storto: -Cosa...-.

Dietro di lui, Konan cadde in avanti, svenuta.

- Kishishishishi!- Moriah si mangiò l'ombra della ragazza: -Adoro le ombre dei ninja!-.

Il pirata si gonfiò: già aveva mangiato le ombre di Sasori e Zetsu.

Pain si girò, furibondo. Squadrò il ridente Gekko Moriah.

-Cosa... hai... fatto... alla mia Konan!- Alzò un braccio, ma Kakuzu si pose davanti a lui.

-Tu...- Sussurrò Kakuzu, anche lui furioso: -Mi ricordo di te...-.

-Kishishishishi!-.

-L'altra sera...- A Kakuzu riaffiorarono alcuni ricordi: -...ti sei presentato a casa nostra con quell'altro...-.

- Kishishishishi!-.

-...ti sei fatto... e abbiamo firmato un contratto! Mi devi dei cadaveri di ricambio!- Dalla schiena di Kaku fuoriuscirono i mostri-cuore.

- Kishishishishi! È vero! Ma poi mi sono ripreso e l'ho bruciato!- Replicò Moriah: -E ora, dammi la tua ombra!-.

L'ex membro dei Sette si piegò in avanti, verso l'ombra di Kakuzu, a forbici sguainate.

I mostri si avventarono sul collo di Moria, mordendolo.

-Ahi!- Gridò lui.

Kakuzu gli sferrò un calcio in faccia.

I cuori mollarono la presa e il collo del ninja si piegò violentemente all'indietro, tanto da fargli sfiorare le scapole con la punta di capelli.

Moria barcollò indietro.

Kakuzu si abbassò; dietro a lui, Pain usò lo Shinra Tensei sulla pancia dell'avversario.

-Bluagh!- Moriah vomitò le ombre, che tornarono dai legittimi proprietari.

Sasori, Zetsu e Konan si risvegliarono.

Moriah cadde di schiena (e di faccia).

Deva si avvicinò lentamente. Davanti al pirata, si fermò. Alzò un piede.

-Levati di mezzo!-.

Il calcio fece rotolare via Gekko Moria, che uscì dalle terme e si fermò ai confini del Villaggio.

-E ora a noi!- Pain si girò verso Tobi, ma lui era scomparso: -Maledizione!-.

Alle sue spalle, ci fu un turbine d'aria e riapparve Tobi: -Stai tranquillo, capo!-.

Deva ruotò di scatto, tentando di spazzare il compagno con un braccio, ma il colpo gli passò attraverso.

Tobi prese la maschera da una tasca, e la indossò: -Ho come l'impressione che tu non sia calmo, capo...-.

-COME POTREI STARE CALMO?!?!- Sbraitò il dio: -DOPO TUTTO QUELLO CHE HAI FATTO PER IL TUO STUPIDO COMPLEANNO!?!?-.

-Il mio compleanno?!- Chiese stupito Tobi: -Il mio compleanno... no! È tra due mesi! Aspe... non era per l'anniversario del primo incontro Deidara-senpai?!?!-.

-SEI MORTO, UHM!- Urlò Deidara, arrossendo: -TI FACCIO ESPLODERE, STRONZO! E FAMMI TORNARE UOMO!-.

-Oh, beh, se è solo questo...- Tobi schioccò le dita.

Deidara fu attraversata da una scossa di dolore in tutto il corpo.

-AHAHAHA!- Si accasciò a terra: -CHE MALE!-.

Poi, all'improvviso, il dolore svanì.

Rimase solo una sensazione di post-sbornia.

Lentamente, si rialzò. Si guardò il petto, infilò le mani tra le mutande.

-SÌ, CAZZO!- Esultò, iniziando a saltellare allegro, con tanto di capriole in aria: -SONO DI NUOVO UN UOMO!- poi guardò Tobi, tornando adirato: -MA LO STESSO NON VALE PER TE TRA POCO, TOBI!-.

Tobi tornò a sedersi: -Vi vedo troppo agitati...-.

Pain rise: -Tu credi che siamo agitati? ORA VEDRAI COME SIAMO INCAZZATI!!!!-.

Tobi sembrò pensarci su: -Mmm... no, preferisco vedervi fatti...-.

-CO...-.

-Toro cane scimmia cavallo cavallo tigre toro: Fatti-No-Jutsu!-.

Una nuvola bianca invase la sauna.

Qualche minuto dopo...

Seduto di fianco a Kisame, Deidara ridacchiò.

Gli fece il solletico al naso: -Pidipidipidi!-.

Kisame, con una parrucca rasta, disse: -Ma, quello che hai detto prima, insomma, è una cosa molto profonda, mi capisci?-.

-Pidipidipidi!-.

-Sì, è una cosa molto profonda, mi capisci? Insomma, capiscimi!-.

-Grow (=Hai capito?)!- Fece Pelle di Squalo nella schiena dello spadaccino.

Nella panchina di fronte, i sei Pain si stavano fumando una canna.

-Fiuh!- Fece Deva.

-Fiuh!- Fecero gli altri cinque.

Seduto sull'angolo, Sasori si sniffò un po' di eroina: -Sniff! Sniff! Ah! Capo, non so se te ne sei accorto, ma Konan si sta trombando Hidan.-.

Infatti, dove prima c'era il Doppleman, ora i due nukenin ci stavano dando dentro.

-Uhm, uhm, oh! Sì, cazzo, lì!!!!-.

-Fiuh!- Pain buttò via il cubano: -Stai zitto!- prese Sasori per il collo e lo baciò. Dopo pochi secondi, erano affianco a Konan e Hidan.

Nella panchina in mezzo, Zetsu si stava riempiendo le braccia di siringhe, con un: -Ah...- ogni volta che premeva lo stantuffo.

-MMM... AH... TOBI È PROPRIO UN BRAVO RAGAH... RAGAZZO!- Disse il Nero.

-Ah... dovremmo fare certe feste più ah... più spesso...- Rispose Bianco.

Dall'altra parte della panchina, Itachi stava tracannando un fiasco di vodka: -Gla gla, gla gla. Ah!- Si rialzò e, ubriaco, iniziò a cantare: -Tutti pronti per un altro party, a mezzanotte siamo tutti fatti...- e ricadde sulla sedia.

Al centro della panchina, Tobi e Kakuzu stavano discutendo/drogando/fumando.

-Questa sensazione...- Kakuzu guardò Tobi: -Eheheh! L'hai già fatta... eheheh! Vero che l'hai fatto l'altra sera? Vero?-.

-Ah... sì... poi tu hai detto: “Sono pronto ad andare a letto con qualcuno!” e Sasori ha detto: “Anche con me?” e poi tu hai detto: “Certo!” e siete andati a letto!-.

-Eheheh! Allora non mi deve niente... ma non vuol dire che lui debba saperlo! Eheheh!-.

Sasori si rialzò: -Ti ho sentito!- ma fu ripreso da Deva che lo trascinò giù.

-Fiuh...- Tobi scattò in piedi: -Porco cazzo! I cretini del Suono! Si saranno ripresi dal Jutsu!-.

E, come d'incanto, ecco apparire uno squadrone di shinobi: -Akatsuchi! Andatevene dal nostro Villaggio!-.

Deidara scoppiò a ridere: -Ahahahahah! Siamo fottuti! Non possiamo sconfiggere nemmeno loro in questo stato! Ahahahahah! Tobi! Sei uno stronzo! Ahahah!-.

-È l'ultimo avvertimento!- Li ammonì il caposquadra: -Andatevene ora!-.

Konan si rialzò, scocciata: -Uffa! E io che mi stavo scaldando!-.

Sotto (esattamente sotto) di lei, Hidan esclamò: -Il divino Jashin oggi mi ha benedetto!-.

Pain si rialzò, barcollando: -E state scialli!-.

-In tal caso, ALL'ASSALTO!- I ninja del Suono si gettarono sull'Aka.

-Che palle!- Sbottò Tobi: -Kamui!-.

Sopra ai ninja comparvero sette pianoforti.

Il capo sollevò lo sguardo: -Oh...-.

I pianoforti caddero sugli shinobi.

-Ah, beh, penso che sia ora di andare...- Tobi si diresse all'uscita, scavalcando i cadaveri.

-Noooooooooooo!- Protestarono tutti gli altri.

Tobi si voltò: -E a casa, FESTA ESTREMA!- urlò saltando in aria.

-Sììììììììììììììììììììììììììì!- Esultanti, i nukenin saltarono anch'essi.

Rimasero sospesi in aria per qualche minuto, poi, usando il Kamui, Tobi trasportò tutti a casa.

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Capitolo 42
*** Epilogo ***


EPILOGO

Boschi di Konoha...

Il cerbiatto mangiò un filo d'erba, tranquillo.

All'improvviso sollevò la testa, guardandosi intorno: gli era sembrato di sentore un rumore in lontananza.

Non successe nulla.

Tornò a mangiare.

Prese in bocca un altro filo.

TUUUUUUUUUUUUUM

Un suono fortissimo riecheggiò nell'aria.

Per la sorpresa al cerbiatto il boccone andò di traverso.

Iniziò a tossire e a dimenarsi.

Dopo poco, stramazzò a terra, morto.

Rifugio semidistrutto dell'Aka...

La causa di quel rumore erano il maxi impianto stereo che Sasori stava collegando.

Kisame si sturò le orecchie: -Ahi! Sasori! Stai più attento con quel coso!-.

Sasori si girò, col viso frastornato: -COSA?-.

-HO DETTO...- Kisame sbuffò: -...NON IMPORTA!-.

All'interno, gli altri erano impegnati a pulire il salone e spostare le macerie dalla cucina.

Deidara buttò a terra la scopa: -Sono stufo! Non dovevamo fare una festa?!-.

Pain lo fulminò con lo sguardo: -NO CHE NON DOBBIAMO!-.

-In realtà...- Tobi prese dalla tunica un registratore. L'accese.

La voce registrata del dio disse: -Un'altra festa!!!!! Evviva!!!!-.

Pain trapassò il registratore con un ricettore: -Ero fatto!-.

-Sì, per fare una festa!- Replicò Deidei: -Dopo tutti i casini di questi giorni ci vuole! Ma tu sei così noioso...-.

Gli altri membri dell'Aka annuirono e lasciarono le loro scope.

-Tra l'altro...- Continuò il nukenin della Roccia: -...Sasori e Kisame stanno già attivando le casse!-.

Pain divenne rosso e iniziò a fumare dalle orecchie: -Ho detto no!-.

Gli altri gli si avvicinarono minacciosi, ingigantendosi: -Ah sì????-.

Pain divenne piccolo piccolo: -Ehm... cioè...-.

Tornarono a dimensioni normali.

-Uffa!- Borbottò Pain: -Va bene! Ma se poi venite drogati un'altra volta non venite a piangere da me!-.

-Evvai!- Gioirono gli altri.

Un'ora dopo...

TUM TUM TUM TUTUTUM TUM TUTUTUTUTUM

Nel salotto Kisame si dimenava come se stesse glorificando il dio Bacco. [Ehi! Chi è questo Bacco? IO SONO L'UNICO DIO!! Nd. Pain] [Semmai glorifichiamo il grande Jashin! Nd. Hidan] [Vuoi sfidarmi?!?!? Nd. Pain] [Anche ora, dio da strapazzo!!! Nd. Hidan]

E che noiosi che siete! In breve, Kisa stava cercando di ballare seguendo il ritmo, ma i risultati non erano dei migliori...

L'uomo-pesce, sculettando qua e là, disse a Itachi: -Ita-kun! Vieni qui anche tu!-.

Itachi, seduto a bordo pista, scosse la testa: -Il ballo non fa per me...-. [E neanche per te... Nd. Itachi]

Ma non ci furono ragioni, e Kisame, afferrato il compagno per il braccio, lo trascinò al centro del salone e iniziò a ballare il tango con lui.

-Kisame! Smettila!- Protestò Itachi: -E poi non nemmeno un tango!-.

Kisame fischiò. Samehada si avvicinò alla postazione deejay. Spense la musica, vomitò un vecchio giradischi, con il muso sistemò il punteruolo e lo fece partire. Nell'aria si diffuse musica da tango.

-Adesso sì!- Disse Kisame, e riprese a ballare(?).

Nel terrazzo del primo piano, Konan ammirava la luna in cielo.

-Sembra carta...- Disse.

Qualcuno la prese per le spalle.

Konan sussultò e si girò.

-Oh, sei solo tu, Pain.- Si rilassò la donna.

-Solo io?- Ripeté Pain: -Un dio sexy e potente come il sottoscritto non ti basta?-.

Konan scoppiò a ridere: -Ahahah! Pain...-.

Deva la lasciò andare. Si fece triste: -Dev'essere stata dura...-.

Konan lo guardò, perplessa: -Che cosa?-.

-Diventare Hidan, intendo.- Spiegò Pain: -Mi dispiace, Konan. È colpa mia. Se fossi rimasto sobrio...-.

Konan lo zittì mettendogli un dito alla bocca: -Shhh! Non importa! E poi, non è stato così male...-.

Pain sgranò gli occhi: -Stai scherzando?-.

Konan sorrise, divertita: -Certo che scherzo! Mi è mancato poter far di nuovo questo...- lo prese per le guance e lo baciò.

Pain ridacchiò: -Ho avuto un'idea...-.

Prese Konan in braccio.

Konan lo guardò stupita: -Che stai...?-.

Lui le fece l'occhiolino: -Perché non andiamo in camera nostra (miracolosamente intatta) e così mi dici tutto quello che ti è mancato?-.

Konan lo baciò di nuovo: -Mi sembra un'ottima idea... Ma prima...- scese da Pain: -...sarà meglio che tu renda la stanza accogliente...-.

Pain rise: -Oh-oh! Ho capito... aspettami qui!- e corse via, diretto in camera sua.

Konan lo guardò entrare in casa e tornò a fissare la luna.

Poco dopo, la voce di Pain la richiamò: -Konan! Puoi venire!-.

-Arrivo!- Urlò lei.

Abbassò lo sguardo. Con la carta, modellò una falce a tre punte.

Sorrise.

-Dai! Non riesco ad aspettare ancora!- Gridò Pain.

La falce si scompose in tanti fogliettini che entrarono nella manica della donna.

-Sto arrivando!!- E raggiunse Pain.

Nell'armeria...

-Puh!- Hidan sputò sulla falce. Prese un pezzetto di stoffa e iniziò a strofinarlo sulle tre lame.

-Mmm... il sangue incrostato non viene proprio via...- Borbottò Hidan.

-Ehi, jashinista!- Disse Deidara nel corridoio: -Muoviti! Dobbiamo fare uno scherzo a Zetsu!-.

-E aspetta!- Sbraitò Hidan: -Devo pulire la mia falce!-.

-Ma se non la pulisci mai!-.

-Cazzi miei!-.

-E muovi il culo!!!!-.

-Uffa!- Hidan fece per depositare la falce, ma il suo occhio cadde su un pezzo di carta vicino a lui.

-Uhm...- Hidan allungò il braccio verso il foglietto. Strinse il pugno.

Il foglietto si alzò da terra.

-Cazzo, muoviti!- Urlava Deidara.

Hidan ghignò. Muovendo le dita, trasformò il pezzetto di carta in un aeroplanino. Con un brusco movimento del braccio, lo fece volare oltre la porta dell'armeria.

Pochi secondi dopo, Deidara gridò: -Ahia! L'occhio! Chi è stato?!?!?-.

-Eheh!- Soddisfatto, Hidan sputò di nuovo sulla falce e ricominciò a strofinare.

Nel giardino...

Zetsu passeggiava tranquillo, diretto nella serra: era riuscito a rimorchiare una rosa che gli aveva dato appuntamento lì, come diceva lui, o che stava organizzando il suo omicidio, come sosteneva Hidan.

Quando era quasi arrivato, dal cielo piombò qualcosa, che si schiantò davanti a lui.

Zetsu, per la sorpresa, indietreggiò.

-Sasori!- Esclamò quando si rese conto dell'identità dell'oggetto: -Che stai...?-.

Sasori rotolò sul fianco. Mezzo secondo dopo, Kakuzu atterrò proprio dove si era schiantato il compagno.

-Urr!- Esclamò: -Dannato Sasori! Voglio i miei soldi!!!-.

Sasori gli diede un calcio lì.

-Ah!!- Kakuzu si piegò in avanti, reggendoseli: -Bastardo!-.

Sasori gli puntò contro il dito: -Io non ti devo niente!-.

-Umm...-Zetsu si accovacciò e passò in mezzo ai due: -Non mi interessa! E ora sciò! Ho un appuntamento!-.

Prese la maniglia della porta e la girò. Subito dei tentacoli di lignina lo afferrarono per le gambe.

Zetsu si guardò i piedi: -Porca puttana, Hidan aveva ragioneeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!!- fu trascinato dentro.

Sasori e Kakuzu si guardarono. L'istante successivo, altri due tentacoli li presero ai fianchi.

-Brutto coyone!- Urlò Kakuzu: -Pensi che assoldare una pianta assassina possa fermarmi?!?!-.

Sasori lo fissò: -Tu sei malato.-.

I tentacoli si ritrassero, portando i due nukenin con loro.

Un'ora dopo, ospedale di Konoha...

-VI HO DETTO CHE STO BENE!- Tsunade si staccò le flebo dal braccio.

Spaventata, Shizune indietreggiò: -Si calmi! La prego! Sa bene che è rinvenuta da poco dopo lo scontro con Itachi!-.

Tsunade strinse i pugni: -Itachi! Non nominarlo! LO FACCIO A PEZZI!- si alzò e fece per andarsene, ma un paio di medici la agguantarono per le braccia e la legarono al lettino.

-LASCIATEMI, PEZZI DI...- I medici le diedero un sedativo e Tsunade si riaddormentò.

Nell'altra stanza Kakashi sospirò: -Per lo meno sta bene...-.

Improvvisamente, entrò un trafelato Aoba: -Maestro Kakashi! Deve venire a vedere!-.

-Che co...- Kakashi non finì la frase che Aoba già l'aveva portato fuori.

Kakashi, scombussolato, scosse la testa: -Ma che diamine...-.

Aoba indicò il cielo: -Lassù! La luna!-.

Kakashi sollevò la testa: -Oh, questo non va bene...-.

Villaggio della Sabbia...

TUNF

Crocodile cadde a terra, svenuto. Gaara ritirò la sabbia.

-Anf! Anf! Questo qui...- Disse asciugandosi il sangue alla bocca: -...era davvero forte!-.

Poco distante da lui, Kankuro perse la presa su Temari.

-Argh!- Il ragazzo cadde indietro, mentre Temari scattò in avanti, urlando: -Devo andare da Shikamaru!!!!-.

Da una stradina sbucò Maki: -Scusi, Maestra Temari!- disse.

Temari non riuscì a fermarsi in tempo e l'altra la stese con pugno.

Maki si massaggiò la mano: -Ahia!-.

Gaara si avvicinò alle due ragazze.

Maki sussultò: -Maestro Gaara!-.

Gaara guardò la sorella, semisvenuta: -Sembra un jutsu di Itachi. Dovremmo...-.

-Maestro Gaara!- Appollaiata sul tetto di un palazzo, Matsuri indicò il cielo: -Guardi!-.

Gaara seguì il dito dell'allieva.

-Ah.-.

Nel giardino dell'Akatsuki...

Deidara, con l'occhio bendato, guardò il cielo.

-Tobi...- Borbottò.

Hidan roteava la falce, divertito: -Da proprio un altra impressione così lustra!-.

Deidara si girò, furioso: -Tu pensi alla tua falce, mentre la luna...!-.

In quella, arrivarono Deva e Konan.

Dei li squadrò: -Che avete fatto?-.

I due nukenin sembravano stravolti: Konan aveva il trucco sbavato, Pain era sudato come avesse corso le 3000 siepi.

-Ehm... niente!- Risposero in coro.

-Uhm...- Fece sospettoso Deidei: -Ne sono convinto...-.

Ansioso di cambiare discorso, il dio domandò: -Perché urlavate tanto? E cos'è che guardate lassù?-.

-Avrai pure il Rinnegan, ma sei più cieco di Itachi se non vedi...- Deidara si bloccò: -Aspetta: chi è che urlava?-.

-Voi.-.

Hidan e Dei si guardarono: -Noi pensavamo foste stati voi!-.

Pain si grattò la nuca: -E allora chi...-.

-AGAGAHGAHAH!-.

I quattro si girarono.

-Eccolo di nuovo!-.

-E si avvicina!-.

Alcuni cespugli, di fronte a loro, si mossero. Mezzo istante dopo, una creatura balzò fuori.

-L'ABOMINEVOLE NINJA DELLE NEVI!!!- Urlarono.

Kakuzu si guardò in giro: -Dove? Quello mi deve dei soldi!-.

I quattro sospirarono: -Fiu... è solo Kakuzu...-.

- AGAGAHGAHAH!-.

-O forse no!-.

Qualcos'altro sbucò dai cespugli.

-STAVOLTA È DAVVERO LUI!- Gridarono tutti.

-Ah sì?- Kakuzu afferrò la cosa in volo e iniziò a tempestarla di pugni: -DAMMI I MIEI SOLDI!-.

-Smettila!- Urlò la cosa.

-Perché il mostro ha la voce di Sasori?- Si chiesero gli altri.

Sasori cadde a terra, malconcio: -Indovinate...-.

-Ahah!- Esultò Deidara: -L'ho sempre detto che il tuo concetto di arte era abominevole!-.

-AGAGAHGAHAH!-.

-Ancora?- Fecero i sei.

Dai cespugli spuntò Zetsu, che urlava come un pazzo: -AAAAAAAAAAAAAA, ah, siete voi!-.

-Si può sapere perché urlavi?- Domandò Pain.

Da dietro Zetsu spuntarono delle piante cannibali.

-Una domanda stupida e già mi rispondono...- Disse il dio.

Zetsu indietreggiò: -Statemi lontane!-.

-Ahah!- Gioì Hidan: -Io l'avevo detto che quella rosa ti voleva uccidere!-.

-Non è lei!- Replicò Zetsu Bianco.

-È QUELLA MERDA DI SUA MADRE!- Spiegò il Nero.

Le piante ruggirono.

L'Aka si preparò ad attaccare.

-AMATERATSU!-.

Le piante presero fuoco e morirono.

Da dietro di esse sbucò Itachi.

-Grazie, Ita-kun! Ci hai salvati!- Dissero i due Zetsu con le lacrime agli occhi.

-Sì, sì...- Itachi si guardò intorno, preoccupato: -...non è che avete visto...-.

-ITACHI-KUN!- Fece una voce dietro di lui.

-Oh, no...- Borbottò il nukenin della Foglia.

Kisame lo abbracciò: -Ti ho ritrovato! Dov'eri finito?-.

Poi notò gli altri. Si fece rabbioso.

Sguainò la spada: -Chi di voi ci ha interrotti?!?!-.

Tutti indicarono verso l'alto.

Kisame guardò il cielo: -Sbaglio, o quello è...-.

In breve, l'intero mondo aveva il naso all'insù a guardare la luna.

-TOOOOBIIIII!!!- Urlò Deidara: -È CHIARAMENTE OPERA SUA!!!!-.

Deidei iniziò a lanciare bombe a caso: -VIENI FUORI, CRETINO!!!-.

Pain lo stese con un pugno: -BAKA!!! COSÌ CI AMMAZZI TUTTI MENO LUI!!!-.

Itachi fissava la luna: -Dunque è questo lo Tsukuyomi Finale?-.

-Ti pare che questo possa essere il desiderio di qualcuno?- Replicò Sasori.

-...Di Tobi.- Conclusero i due.

Itachi mise le mani a megafono e urlò: -TOBI! SO CHE SEI LASSÙ! SCIOGLI IL JUSTU!!!-.

Sulla luna, il Mangekio Sharingan si abbassò, fissando Itachi.

-Allora è lassù!- Deidara scaglio al cielo alcune bombe, che però svanirono.

-Ma cos...-.

-È inutile.- Disse Itachi: -Questo è il suo mondo. Lo controlla.-.

Deidei ringhiò: -Maledetto...-.

-EHI, RAGAZZI!!!- Una voce in cielo bloccò il commento di Dei: -COME VA?-.

Deidara diventò rosso: -Andrà meglio quando sarai esploso, uhm!-.

-SPERO CHE VI SIATE DIVERTITI IN QUESTI GIORNI!- Continuò Tobi.

Deidara pestò per terra: -Un corno! CREPA! ESPLODI! UHM!!!!-.

-DEIDARA-SENPAI!!!!!!!!!! LO SAPEVO CHE TI ERA PIACIUTO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!-.

A Deidei iniziò a uscire fumo dalle orecchie: -Uhm.... AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA! TOBI!!!!!!!-.

-VEDETE, QUESTA ERA LA PROVA PER IL MIO TSUKUYONI,- Spiegò Tobi: -MA ORA È FINITO IL MIO CHAKRA, E SONO COSTRETTO A RILASCIARLA...-.

-Allora muoviti!!!- Rispose Deidara.

Sasori lo guardò: -Non penso che interrompere così improvvisamente un jutsu sia...-.

-KAI!-.




Deidara riaprì gli occhi. La sua vista era annebbiata.

-Uhm... la testa... off... Aspetta!- Sobbalzò: -Sono ancora...-.

Si rilassò: -Fiuuu, me lo sento ancora...-.

Provò a rialzarsi, ma non riuscì a muoversi.

-Ma che...?-.

La vista del nukenin si nitidificò.

Era legato che sembrava una mummia.

Ma non era questa la cosa peggiore.

CIUF CIUF

Deidara girò la testa verso il rumore. Un treno si stava avvicinando a tutta velocità.

Deidara, allora, si rese conto di essere legato a dei binari ferroviari.

-Oh, no! NONONONONO!!!- Si dimenò cercando di scappare, ma nulla.

CIUF CIUF

-Aspetta! Fermo!- Lo supplicò Deidara, agitandosi come un pazzo.

CIUF CIUF

Il treno era vicinissimo.

Deidara smise di dimenarsi.

Alzò la testa al cielo.

-TOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOBIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!!!!-.




SPLAT



Angolo dell'autore

Cantate inni al Signore, cantate inni! La storia è finita, andate in pace! Ahahah, no dai seriamente, la storia è finalmente finita, vi ringrazio tutti per avermi seguito (e mi sorge la domanda: c'è qualcuno che sta leggendo?) e spero la storia vi sia piaciuta com'è piaciuta a me scriverla; ma non temete, ho già altre fiction che premono di essere pubblicate!

Ci vuole altro per liberarvi di me, dehihihoho!

Alla prossima, XP!

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