Notte da Akatsukiani! di Jashin99 (/viewuser.php?uid=862981)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** PROLOGO ***
Capitolo 2: *** CHE È SUCCESSO? ***
Capitolo 3: *** MAESTRO OROCHIMARU? ***
Capitolo 4: *** MEAWHILE ***
Capitolo 5: *** NESSUNO FREGA KAKUZU!!! ***
Capitolo 6: *** MI HAI LASCIATA INCINTA! ***
Capitolo 7: *** RICORDI ***
Capitolo 8: *** LE INDAGINI PROCEDONO ***
Capitolo 9: *** MANO SUL ROSSO ***
Capitolo 10: *** UNO STRANO RITROVAMENTO ***
Capitolo 11: *** KISAME IL SALAME ***
Capitolo 12: *** I GUSTI SESSUALI DI TOBI ***
Capitolo 13: *** IL PUNTO DUE ***
Capitolo 14: *** DONQUIJOTE DOFLAMINGO ***
Capitolo 15: *** PERÒ CI SI AVVICINA ***
Capitolo 16: *** UN DIO CHE NON SA MIRARE ***
Capitolo 17: *** TRAFALGAR LAW ***
Capitolo 18: *** SASORI PERDE LA TESTA ***
Capitolo 19: *** AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH!!! ***
Capitolo 20: *** GLI ULTIMI DUE CORPI ***
Capitolo 21: *** RITORNO ***
Capitolo 22: *** L'INVITO ***
Capitolo 23: *** UN BEL BAGNO CALDO ***
Capitolo 24: *** LA FESTA ***
Capitolo 25: *** LO CHIAMATE RAPPARE QUELLO?! ***
Capitolo 26: *** LA BALLATA DI OMOI E KARUI ***
Capitolo 27: *** CAVALLI ***
Capitolo 28: *** SCONTRI ***
Capitolo 29: *** ILLUSIONI ***
Capitolo 30: *** LA SPADA ***
Capitolo 31: *** INCURSIONE ***
Capitolo 32: *** ACCORDO ***
Capitolo 33: *** LA BATTAGLIA DEI CINQUE VILLAGGI (+L'AKA) ***
Capitolo 34: *** SONO DI NUOVO NEL MIO CORPO! ***
Capitolo 35: *** LA QUIETE DOPO LA TEMPESTA ***
Capitolo 36: *** IL PIANO DI PAIN ***
Capitolo 37: *** SCATENA UNA GUERRA! ***
Capitolo 38: *** IL SACRIFICIO DI NARUTO ***
Capitolo 39: *** IL PRANZO ***
Capitolo 40: *** SALUTI ***
Capitolo 41: *** FATTI-NO-JUTSU ***
Capitolo 42: *** Epilogo ***
Capitolo 1 *** PROLOGO ***
PROLOGO
Tobi saltellava felice per il segretissimo covo segreto dell'Akatsuki. Beh, forse non era più tanto segreto, dato che persino nell'anime di One Piece si sentiva: -Tobi is a good boy! Tobi is a good boy!- e questo fu un peccato, poiché interruppe Zoro e Sanji mentre erano chiusi nello sgabuzzino a... Ma questa è un'altra storia.
La cosa strana era che neanche Tobi sapeva perché fosse così felice, e aveva la sensazione di essersi dimenticato qualcosa, qualcosa di molto importante.
“Le caramelle?” Pensava: “No, le ho già prese. Rompere al Sempai? No, l'ho fatto stamattina. E allora cosa?”.
Altra stranezza era che da un'ora non vedeva più nessuno dei suoi compagni: erano spariti. E sì che li aveva cercati dappertutto: nella palestra, nella cucina, nel bagno, nell'armadio dove ogni giorno entravano Pain e Konan e da dove provenivano suoni strani (e ogni volta che ne chiedesse il motivo tutti se la squagliavano).
E, nonostante ciò, era felice come una pasqua.
D'improvviso si rese conto di non aver controllato nel salone. Allora percorse (saltellando) il corridoio, si avvicinò alla porta del salone, l'aprì e...
-SORPRESA! BUON COMPLEANO TOBI!- E tutti gli akatsuchiani soffiarono nelle loro trombette.
In realtà Deidara, nonostante il cappellino e le trombette alle bocche, non pareva molto entusiasta, ma si sa, Tobi non brilla per cervello, e corse dal suo sempai urlando: -Maestro Deidara, sapevo che non te ne saresti dimenticato!-.
-Ma che dici Tobi?!?!?! Guarda che io non...- Al ché tutti lo fulminarono con lo sguardo: -...non me ne sarei dimenticato per nulla al mondo!- e nel frattempo le bocche alle mani vomitarono.
Tobi era commosso: le bandierine, i dolci, i giochi, i dolci, il suo sempai, I DOLCI, erano tutti per lui!
-AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH!!!! Ragazzi, siete così gentili!- Dal foro della sua maschera uscivano lacrime di gioia: -e io non me lo merito, dopo aver bruciato i soldi di Kakuzu, mangiato i cugini di Kisame e rotto le marionette di Sasori-.
-Oh, figurati, per noi è staro un piacere...-.
-COSA?!?!?!?!?!?- Fu interrotta Konan da Kakuzu, Kisame e Sasori.
-Ho detto che è stato un piacere, VERO?!?!?!?!?- Disse la donna mentre il suo corpo si ingrandiva e quelli dei tre si rimpicciolivano fino al livello di formica.
-Ssssi, certo, un vero piacere...- Dissero.
E così, l'ora successiva trascorse con gli akatsuchiani che facevano i giochi più stupidi e imbarazzanti che si possano immaginare (quelli che piacciono a Tobi), come “Attacca la coda al Sempai” o “Ruba la vittima sacrificale a Hidan senza che se ne accorga”, fino a quando, alle otto, Zetsu e Itachi uscirono, dicendo: -Torniamo subito con una sorpresa!-.
Dopo cinque minuti si sentì bussare alla porta.
-Mmm, strano che abbiano fatto così presto- Fece Pain.
Andò ad aprire la porta e....
-È qui la fessssssta?-.
E poi buio.
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Capitolo 2 *** CHE È SUCCESSO? ***
CHE È SUCCESSO?
Nella base dell'Aka...
-Mmmm...-borbottò Deidara: -Ohi, che mal di testa... Ma che è successo? Uhm.- girò la testa:-Punch?-.
Sì, la sua mano destra era immersa nel punch.
-Cavoli, che è successo?-.
Si guardò attorno: era al centro del salone, e, per quanto provasse un forte mal di testa, dovette riconoscere che la stanza era molto peggio di lui: i tavoli con le pietanze erano distrutti; le patatine erano sparse per terra; la coda che l'altra sera i suoi compagni si divertivano ad attaccare al suo sedere era sul lampadario; e la tv, neanche a parlare com'era ridotta. Non poté trattenere un risolino al pensiero dei soldi che Kakuzu avrebbe dovuto sborsare; ma il risolino divenne un lamento, perché sapeva che il banchiere li avrebbe fatti sborsare a lui. Poi i suoi occhi si posarono su un punto della parete: lì, appeso per alcuni kunai, era appesa una persona, e quella persona era... -Kabuto?-.
Kabuto? Perché diamine Kabuto era nel loro covo, appeso alle pareti, e con un'espressione tanto intelligente quanto quella di Homer Simpson sbronzo?
Dei si alzò gemendo, si avvicinò barcollando al ninja e sfilò uno ad uno i kunai, fino a quando Kabuto non cadde (di faccia) sul pavimento, ma continuando a dormire. Stava per scuoterlo e svegliarlo, quando sentì un urlo proveniente dalla cucina.
Dalla porta che congiungeva le due stanze, uscì Konan, che si stava osservando le mani con una faccia spaventata e schifata.
-Konan, ma che è successo? Uhm!- Chiese Deidara, sperando in un rapido chiarimento.
-Io... io non...- Iniziò lei, ma poi si bloccò e fissò Deidara. Impossibile descrivere la sua espressione: orripilata eppure divertita, stupita e anche sadica, e chi più ne ha più ne metta.
-Tu... tu... il tuo...- Balbettò Konan.
-Perché mi fissi il...-.
Effettivamente, Deidara sentiva un po' di dolore ai paesi bassi. Li tastò per capire cosa succedesse e urlò: -Ma che diamine? Mi hanno castrato!-.
Un sorriso, anzi, un ghigno, si dipinse sul viso della donna: -Non solo quello: guardati il seno!- disse.
Il seno? Ma perché lo chiamava così? Un momento! No, non poteva essere! Deidara abbassò lentamente lo sguardo.
-Oh mio Dio! Sono una donna! Uhm.- Urlò il biondo, anzi, LA bionda. E che donna: capelli lisci, sciolti e gialli più del sole, seno voluminoso, gambe... Oh, piano, parliamo pur sempre di Deidara!
Konan scoppiò a ridere.
-E che ridi a fare!- Fece la terrorista, incavolata nera. Poi si corrucciò e disse: -Ma sai che ridi proprio come Hidan?-.
Non capiva perché ci avesse pensato: era diventato una donna, aveva un tremendo mal di testa, la sua mano era quasi affogata nel punch e non ricordava ASSOLUTAMENTE nulla della sera prima, quindi il modo in cui Konan ridesse era l'ultimo dei suoi problemi, anzi, non era proprio un suo problema!
Sta di fatto che Konan si rabbuiò, e si formò un'alone viola sulla sua testa; poi borbottò qualcosa. -Eh? Che hai detto?- Chiese Deidara.
-Ho detto... ho detto che sono... CAZZO, HO DETTO CHE SONO HIDAN!- Urlò.
Cadde un silenzio di tomba. Deidara stava per dire qualcosa, quando si sentirono dei lamenti.
-Uh... Ma che ci faccio qua?- Kabuto si alzò di scatto: -L'Akatsuki? Perché mi avete portato qui? Dov'è il maestro Orochimaru?-.
-Ah certo, ti abbiamo portato noi qui! Ma che hai in testa! Serpenti?- Sbraitò Deidara.
-Come fai a.... Ma che.... Ahahahahaha!- Kabuto si accasciò a terra, piangendo dalle risate: -Lo sapevo, lo sapevo! Sei una donna!- (e indicava Deidara).
In stile arlecchino, la faccia di Deidara divenne prima rossa, poi blu, poi verde, poi di uno strano colore tra il marrone e il giallo e poi gridò.
In una nave che ben conosciamo...
-Ehi, Zoro!- Disse sottovoce il cuoco.
-Si Sanji?- Fece lo spadaccino.
-Fai silenzio, sta arrivando Nami!-.
I due si acquattarono mentre Nami passava davanti allo sgabuzzino. Stava per passare oltre, quando si sentì un forte grido e i due pirati, presi di sorpresa, si sbilanciarono e caddero fuori dell'armadio, proprio davanti alla ragazza.
-Zoro, Sanji, che state facendo?-.
Nel salone...
Ma torniamo alla nostra storia. Voi penserete che fosse stato Deidara la causa dell'urlo, e invece no! Il suo era stato coperto da un altro grido, che proveniva dalle camere dell'Akatsuki, al piano superiore. Deidara e Hidan/Konan si guardarono stupite, annuirono e, lasciato Kabuto, che stava ancora ridendo, salirono le scale; si fermarono davanti ad una stanza, la stanza di Sasori e di Deidara. La porta era socchiusa e dentro si udivano dei respiri affannosi. Deidara prese la maniglia e spinse la porta.
-Ma davvero?-.
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Capitolo 3 *** MAESTRO OROCHIMARU? ***
MAESTRO OROCHIMARU?
Nel salotto dell'Akatsuki...
-Ahahahahah!- Rideva Kabuto: -Lo sapevo!-.
Poi smise di dimenarsi e tornò serio: -Aspetta: ora ricordo! Non c'è tempo per queste sciocchezze! Devo trovare il maestro Orochimaru! Già, ma dove sarà?-.
Si guardò attorno: poteva essere dovunque, la stanza era talmente grande, e c'era una confusione! Però non poteva perdersi d'animo, doveva trovare l'amat... cioè l'adorato maestro Orochimaru. Ma da dove iniziare?
-Orochimaru Sama? Dove si trova? Oro... ahi!- Kabuto si massaggiò la testa. Un pezzo del soffitto della grandezza di un sasso gli era caduto in testa.
-Oro...uhi! Ohi! Auch! Ma che ha il soffitto?- Come Kabuto alzò la testa per capire cosa accadesse sopra di lui, qualcosa gli cadde in faccia. Si sentirono un CROC e un CRAC tipici delle ossa che si rompono, e Kabuto si trovò a terra, dolorante, e con sopra la faccia una massa non ben distinta. Non essendo una posizione molto comoda, decise di levarsi dal viso quel qualunque-cosa-fosse. Immaginate la sua sorpresa quando vide che il qualunque-cosa-fosse era un ninja alto, muscoloso, dai capelli arancioni e con una pettinatura uguale quella di Yugi.
-Ah, grandioso, prima l'Akatsuki e adesso lui. Sarà meglio trovare il maestro prima che si svegli, altrimenti son guai...- Disse Kabuto tra se e se: -Ma come ci sarà finito lì? A giudicare dal buco lì sopra, qualcuno l'ha spedito in aria e lui si è ben incastrato. Deve essere rimasto appeso così tutta la notte... E proprio su di me doveva cadere?!- e gli tirò un calcio. Al che il nukenin mugugno qualcosa e Kabuto, resosi conto del suo errore, rimase immobile.
“Con un po' di fortuna, continuerà a dormire” sperò il ninja. E così fu, anche se Kabuto se ne accorse solo dopo aver pregato Dio, Allah e, già che c'era, Jashish. Kabuto si rimise quindi alla ricerca del suo maestro.
Kabuto si chiese: -Vediamo, dove potrebbe essere?-.
La risposta, ovvero un “Ronf zzz”, arrivò subito. Kabuto si voltò, alla ricerca di da dove potesse provenire quel suono. Il suo sguardo si fermò su un insolito cumulo di stracci che talvolta oscillava, come se qualcuno si stesse muovendo sotto di esso.
“Oh, no, potrebbe essere il maestro che tenta di chiedere aiuto perché sta per essere schiacciato!” Pensò, e corse fino al tumulo.
A due passi da esso si fermò: “Aspetta, questo è pur sempre il rifugio dell'Akatsuki: potrebbe essere una trappola! Magari uno di loro si è nascosto li sotto. Però quel russare sembrava autentico. Quindi, se è uno di quegli sfigati, è l'occasione adatta per eliminarlo!” e così spinse lontano gli stracci.
La sua espressione beffarda svanì in un istante: -Maestro Orochimaru? Che sta facendo?-. Orochimaru era sdraiato su un materasso ed era avvinghiato al Deva-Pain.
-Ohhh, sssspegnete il ssssole- Disse il ninja del suono. Poi si rese conto di cosa stesse facendo e urlò: -WTF! Pain che sssssstai facendo?-.
-Eh? Chi? Cosa? AAAAAAAAAAA!!- Anche Pain si era svegliato. I due ninja si alzarono di scatto, nudi.
Il tutto sotto gli occhi di Kabuto.
-Un percing anche lì?- Fu quello che disse.
-Si, e allora? Orociok ha un serpente!- Solo dopo un secondo capì ciò che aveva detto: -Oh mio Io! Credo di stare per...- e vomitò. Insieme a questo usò involontariamente lo Shinra Tensei. E così il vomito finì sulla faccia del ninja addormentato.
-Oh no, non va bene...- Fece Kabuto.
-Ma sssssei ssssscemo? Vuoi morire?!- Sbraitò Orochimaru.
-Io scemo?! E chi è quello che sta urlando?!- Ribatté Pain.
Kabuto iniziò a indietreggiare lentamente, con la faccia blu e coperta di sudore, perché mentre i due gridavano aveva visto il ninja alzarsi.
“Forse non si gira, forse non si gira, fa che non si gira!” Pregò Kabuto.
E, ovviamente, si girò. Dalla faccia (completamente ricoperta di vomito) di Juugo traspariva solo un'emozione: la rabbia assassina. Come un toro iniziò a sbuffare e si piegò verso i due nukenin, che solo ora si erano accorti del suo risveglio.
-No... aspetta... calmati...- Balbettarono, ma Juugo iniziò a correre.
-Fermo, è colpa sssssua!- Urlò Orochimaru: -Lui ti ha vomitato in faccia!-.
-Cosa? Almeno io non ci faccio degli esperimenti!- Replicò Pain.
Juugo continuò a correre.
-È stato un dolore conoscerti.- Disse il capo di Alba.
-Vale lo sssssstessssso per me.- Rispose l'Otokage. Si strinsero la mano e chiusero gli occhi.
BOOOOOOM
“Allora è questo che si sente prima di morire” Pensò Pain: “Strano che non senta dolore. Ma, dopotutto, io non posso sentire dolore.” pensò poi: “Però...”.
E così aprì gli occhi. Juugo giaceva, svenuto, sotto un pezzo del soffitto che gli era caduto in testa. “Ma che è successo?” Si domandò.
Anche Orochimaru aprì gli occhi.
-Ehi, cosa gli è successssssso?- Chiese.
Un sorriso si dipinse su di Pain e i suoi occhi brillarono: -Ma non è chiaro? L'ho steso per bene!-.
-Tu? Ma non farmi ridere!- Disse Orochimaru.
-Ehm, ragazzi...- Disse Kabuto.
-Ah, non mi credi è?- Gridò Pain e lo prese per il collo.
-Ragazzi?- Tentò ancora Kabuto.
-No che non ti credo!- Urlò Orochimaru, che afferrò anche lui l'altro per il collo.
-RAGAZZI!!- Gridò Kabuto.
-CHE VUOI?!?!- Risposero i due. Per tutta risposta, il ninja medico indicò un punto dietro di loro. I due si voltarono e videro Konan che li fissava incredula.
-Ehm, Konnie, non è come sembra...- Disse Pain. Temendo in una sua sfuriata, Pain si tuffò su Konan e la baciò.
Deidara, trafelata, sbucò dalla porta.
-Oh merda.- Commentò.
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Capitolo 4 *** MEAWHILE ***
MEAWHILE
Nel corridoio del primo piano...
Deidara aprì la porta.
-Ma davvero?-.
Due vesti dell'Akatsuki giacevano sul pavimento assieme ad altri vestiti. La scrivania dove i due artisti solevano lavorare era rovesciata; il lampadario era rotto e i poster di Bin Laden di Deidei erano squarciati. Ma non fu questo ad attirare l'attenzione di Deidara, bensì i letti; non tanto il fato che sembrassero reduci da un tornado, bensì il fatto che sul letto di Sasori ci fossero seduti quest'ultimo e Kakuzu (manco a dirlo nudi) mentre si guardavano con un'espressione che a loro modo esprimeva il ribrezzo. Nell'altro letto, uno dei mostri-cuori di Kakuzu dormiva abbracciato al Terzo Kazekage.
Hidan/Konnie e Deidara entrarono nella stanza.
La prima, cioè il primo, cioè avete capito, chiese: -Ma che cazzo è successo qua dentro?-
Silenzio.
-Uhuh, ci siete?-.
No, dalle loro espressioni direi che non c'erano.
-Ah, ho capito, faccio io. Uhm.- Disse Deidei, e si avvicinò a Sasori.
Gli sussurrò all'orecchio: -L'arte non dura nel tempo come le tue bambole. Il tuo concetto di arte fa schifo, l'arte è un attimo. L'arte è un'esplosione!-.
Poi si avvicinò a Kakuzu, prese dei soldi dalla sua toga per terra e glieli strappò davanti agli occhi.
-E ora che si fa?- Chiese “Honan”.
-Ora arretriamo lentamente...- Rispose Deidara.
Come pronunciò queste parole, Sasori e Kakuzu si voltarono e lo guardarono con occhi assatanati. Sasori trasformò il braccio in spada e Kakuzu fece uscire un altro cuore; poi i due si avventarono su Deidara che, per tutta risposta, iniziò a tirar loro argilla esplosiva.
-Katsu!- Urlò e le bombe esplosero; una, che aveva rimbalzato contro Sasori, era uscita dalla stanza, e quando esplose fece crollare il corridoio, e tutti sappiamo su chi è crollato...
-COSA HAI DETTO DELL'ARTE?!-.
-COSA HAI FATTO AI MIEI SOLDI?!-.
-Ehi, era solo per svegliarvi! (Comunque è vero che l'arte è un'esplosione).- Si scusò Deidei: -Vabbeh, cosa vi ricordate di ieri sera?.
-Non cambiare argomento! Oh, ma che cos'è che hai sul petto?- Replicò Sasori.
-E adesso chi sta cambiando argomento? Uhm.- Rispose Deidara: -E poi non ci arrivi da solo?-.
-Ma certo che ci arrivo da solo, solo sono abbastanza sicuro che tu non le abbia sempre avute (così grosse).- Disse Sasori.
-Eh, almeno non vado a letto con Kakuzu! Ma che stai facendo?- Si rivolse Deidara a quest'ultimo. Kakuzu, con le lacrime agli occhi, stava raccogliendo i soldi strappati aiutato dai suoi due cuori. -Lascia stare. Comunque non ricordate proprio nulla di ieri sera?- Fece Deidara.
-L'ultima cosa che ricordo è stato Pain che apriva la porta...- Disse Sasori.
-E tu Kakuzu?-.
Ma lui non lo ascoltava, stava raccogliendo i brandelli delle banconote e sussurrava loro cose dolci.
-Immagino di no.- Concluse Deidara: -Ehi, ma dov'è finito Hidan?-.
-Vorrai dire Konan.- Lo corresse Sasori: -Comunque se n'è andata dopo l'esplosione.
-Ah, ehm, in realtà... Andata? Come se n'è andata?!- Deidara fu interrotto da qualcuno che di sotto diceva: -Ehm, Konnie, non è come sembra...-.
-Oh no, no, NO!- Deidara si precipitò giù dalle scale in tempo per vedere Pain che baciava Hidan.
-Oh merda.- Disse.
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Capitolo 5 *** NESSUNO FREGA KAKUZU!!! ***
NESSUNO FREGA KAKUZU!!!
Nel salone...
Pain era a terra: la bava gli usciva dalla bocca, le lacrime dagli occhi ora bianco biakugan e, a giudicare dalla sua faccia e dalla schiuma alle labbra, aveva avuto un attacco epilettico. Non doveva essere stato piacevole scoprire di aver baciato Hidan; il quale era svenuto accanto a Pain. Non doveva essere stato piacevole essere stato baciato da Pain.
Nel frattempo Orochimaru e Kabuto erano legati con dei serpenti di argilla e venivano interrogati da Deidara.
-Cosa ci avete fatto ieri sera?- Domandò Deidei.
-Proprio niente! Perché pensssssi che ssssia colpa nossssstra?- Rispose Orochimaru. Poi, rivolto a Kabuto, sussurrò: -Ma le ha sssssempre avute cossssssì grossssse?-.
-Non mi pare.- Disse l'altro.
-Ehi voi due, nelle chiappe vi ho messo addosso abbastanza argilla da farvi arrivare su Plutone, perciò ASCOLTATEMI E RISPONDETE! UHM!- Sbraitò Deidara.
-Cavoli, è proprio vero che le donne perdono il controllo facilmente...- Un'occhiataccia di Deidara zittì Kabuto.
-Quello che Kabuto voleva dire- Orociok prese la parola: -è che non ci ricordiamo nulla di ieri sssssssera, e non abbiamo idea del perché noi e quel cossssso (indicava Juugo, che intanto si era ripreso e calmato e che stava seduto a pensare) sssssiamo qui.-.
-Ah, e io dovrei credervi? Mi state facendo infuriare! Ka...- Deidara fu interrotto da un: -Off!- proveniente dalla cucina.
Una voce disse: -Ehi ma che... che cavolo...-.
-Ehi, questa voce io la conosco.- Detto questo Deidara andò in cucina.
Quando la ragazza entrò, si stropicciò due volte gli occhi tanta era l'incredibilità della scena; poi, capito che non si trattava di un'illusione, spalancò la bocca e lì rimase ferma con una faccia da ebete.
-Deidara slegami!- La voce di Itachi riportò Deidei alla realtà.
-Ma che diavolo ti è successo?- Chiese lei.
-Non lo so! Ma tu slegami!-.
Itachi era legato per le braccia e le gambe ai quattro angoli del tavolo. I suoi capelli erano sciolti e una corda gli legava il... quello. Sì, perché era nudo (pure lui).
-Oh, certo che ti slego. Ma prima di cheese!- E Deidara tirò fuori il cell. Fatte un paio di foto, iniziò a slegare Itachi.
Appena liberò le braccia, Itachi alzò il busto di scatto e lo guardò negli occhi con lo sharingan, dicendo: -Cancella le foto!-.
-N-no, n-non p-posso- E la mano di Deidara si mangiò il cellulare.
-Aha, e ora sono al sicuro!- Disse.
Poi gli slegò le gambe.
-Merda. Ehi, e l'altra corda?- Disse Itachi.
-Col cavolo che la tocco!- Rispose Deidara.
-Ah, pensavo che ora essendo donna non ti importasse più. Comunque... FIAMMA NERA!- Itachi bruciò le spalle della tonaca di Deidara che quindi cadde, lasciando scoperte le nuove tette di Deidara. Poi le iridi dell'Uchiha si chiusero a mo di macchina fotografica (è una della capacità dello sharingan).
-Ma che cazzo... brutto coglione! Cancellale subito!- Urlò Deidara.
-Tu risputa il cell!-.
Detto fatto, perché la mano destra di Deidara, ubriaca per il punch, vomito il cellulare.
-Traditrice! Niente argilla per una settimana!- La rimproverò Deidara.
-Amateratsu!- E il cellulare bruciò tra le fiamme.
-Noooo il Samsung! Non era nemmeno in garanzia!!!- Pianse Deidara: -Maledetto! Cancella le foto!- si rivolse Itachi.
-Troppo tardi, sono già in Internet- Rispose lui.
-Ah sì? Allora vediamo se questo ti piace!- Deidara prese le estremità della corda e le tirò.
Itachi si accasciò a terra agonizzante: -Bastarda- disse.
-E ora prendi queste!- E Deidara tirò bombe di argilla: -Katsu!-.
Contemporaneamente Itachi urlò: -Tecnica della Palla di Fuoco Suprema!-.
BOOOOOOOOOM!!!!!
Nella stanza di Sasori...
-Ehi, hai sentito anche tu?-.
Sasori era ancora nella sua stanza con Kakuzu da quando Deidara si era precipitata giù per le scale. Ma Kakuzu era ancora chino sui suoi soldi distrutti, così, al contrario di Sasori, non si era ancora rivestito.
-Ah, ma che ci parlo a fare con te!- Disse Sasori: “Devo ricordare che mi è successo ieri sera. Dunque... Ah giusto! Pain stava aprendo la porta perché erano arrivati Itachi e Zetsu con il regalo. Ma non erano loro: era, era...”.
-HO CAPITO!!!- L'urlo di Kakuzu interruppe i pensieri di Sasori.
-Cosa?- Chiese Sasori.
Kakuzu si era alzato in piedi e una strana luce, quasi divina, lo avvolgeva. Ad un esame più accurato si sarebbe notato che era il cuore elettrico di Kakuzu, appeso al soffitto, a illuminarlo dall'alto.
-Il motivo per cui noi siamo andati a letto!- Rispose entusiasta (?) Kakuzu.
-1: Rivestiti. 2: Noi non siamo andati a letto. Solo perché ci siamo svegliati sullo stesso letto non vuol dire niente.- Sasori sembrava quasi... teso.
-Sì, certo. Comunque...- Kakuzu allungò la mano.
-Cosa?- Sasori non capiva: ma parlava con lui?
-Dammeli.- Rispose Kakuzu.
-Darti cosa?- Sasori continuava a non capire.
-I soldi.- Kakuzu era impassibile.
Per la prima volta, Sasori invece no: era molto confuso.
-Ma che soldi?-.
-I soldi che mi devi.- Kakuzu iniziò a spazientirsi.
-Non ti devo dei soldi!- Ribatté Sasori.
Kakuzu fece il segno da-qua con la mano.
-Un momento...- Sasori iniziò a capire: -Ma sei impazzito!-
Sasori davvero non credeva che Kakuzu potesse pensare che l'avesse fatto per soldi. E poi, nel caso, sarebbe stato il contabile a dovergli qualcosa.
-Senti... ti conosco bene: sei avaro, ma non fino a questo punto, insomma... neanche tu faresti sesso per dei soldi!-.
-Sasori. Mi viene da vomitare, ho mal di testa e non ricordo nulla di ieri sera. È quindi probabile che ci siamo ubriacati. Perciò potremmo aver fatto cose che di solito non faremmo. Ma anch'io mi conosco bene e il mio (incompreso) amore per il denaro è forte più una sbronza. Quindi è l'unica spiegazione logica.- Il discorso di Kakuzu sembrava filare (più o meno).
-Ascolta, Kakuzu,- Sasori stava perdendo la calma: -queste sono solo supposizioni. Non hai prove. Tu stesso hai detto di non ricordare nulla di ieri sera. Quindi, finché non dimostrerai le tue idee, non ti darò niente.-.
Mentre Sasori tornava calmo, fu il turno di Kakuzu a spazientirsi: -Tu mi devi dei soldi, Sasori. Non so quanti, ma lo scoprirò!-.
Intanto il cuore elettrico tornò a illuminare Kaku e a sollevarlo da terra: -E se vuoi delle prove, te ne porterò. E quando lo farò, dovrai sganciare la grana. E io godrò nel vederti darmela. Più del solito. Perché ricorda che nessuno, NESSUNO, può ingannare Kakuzu in fatto di denaro!- Kakuzu era partito nel mondo di Soldilandia.
Quando tornò in se, Sasori era scomparso.
-Ehi, ma dove sei andato? E tu fammi scendere!- Solo che invece di posarlo, il cuore lo mollò, e Kakuzu rovinò a terra.
-Brutto idiota! Ti dimezzo lo stipendio! Di nuovo!- Sbraitò Kakuzu: -Almeno dimmi dove è finito Sasori.-.
Il cuore rientrò nel corpo di Kakuzu.
-Come? Se n'è andato mentre stavo parlando? Maledetto... Ehi, un attimo, ho capito! Vuole comprarsi i testimoni! Non hai proprio capito, Sasori?- Kakuzu, afferrata la toga, corse fuori dalla stanza: -Quando si parla di denaro, nessuno frega Kakuzu!!!-.
Nel frattempo, nel salone...
-Che essssplosssione... Kabuto!- Urlò Orochimaru.
-Sì, maestro.- E Kabuto distrusse i serpenti di argilla.
I due si alzarono e si diressero in cucina. Prima di entrare, Orochimaru diede un'ultima occhiata a Juugo, ma lui non si muoveva dalla sedia: pareva assopito. Così, Orociok lo lasciò stare.
I due si guardarono attorno: la cucina era semidistrutta! Il lavandino era a pezzi, così come il forno e i fornelli; le credenze avevano ceduto e il lampadario si era impalato alla parete. Da dietro il tavolo, rovesciato di lato, si sentivano rumori inquietanti: -Mmmm... Ohhhh...-.
-Kabuto....- Disse Orochimaru.
-Sì Senpai?- Kabuto iniziò a sudare.
-...Va a controllare.- Concluse Orochimaru.
-Preferirei di no, Maestro.- Ora Kabuto stava sudando più di una fontana.
-È un ordine, Kabuto.-.
Kabuto, scoraggiato, si avvicinò al tavolo.
“Ma perché a me?” Pensò il ninja.
Ora era davanti al tavolo; i rumori erano sempre più forti.
-M-m-maestro, devo proprio?-.
Orochimaru annuì.
Tremante, Kabuto sporse la testa.
Poi sorrise: -Tutto a posto, maestro. Sono solo Deidara e Itachi. Ragazzi, almeno usate un preservativo!- e gliene lanciò uno, ma i due non se ne accorsero, erano impegnati a fare altro... -Molto bene, posssssssiamo andare... ssssssai dove.- Sentenziò Orochimaru.
I due si diressero al salone; stavano per uscire dalla stanza quando Orochimaru sussurrò: -Kabuto, quel pressssssservativo... era usssssato.-.
-Strano, l'ho preso ieri.- Disse l'altro. I due ninja sgranarono gli occhi e si guardarono.
-Oh cazzo!!!- E si gettarono sul preservativo. Quindi su Deidara e Itachi. |
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Capitolo 6 *** MI HAI LASCIATA INCINTA! ***
MI HAI LASCIATO INCINTA!
In una camera del primo piano...
Karin era in piedi, a fianco a Sasuke, in una camera da letto con un letto matrimoniale.
-Karin...- Disse lui.
Oddio! Sasuke le stava rivolgendo la parola! Il suo corpo iniziò a muoversi da solo; si spogliò della maglietta, dei pantaloni, del reggiseno, delle mutande.
“Cosa sto facendo?” Pensava: “Sasuke...”.
Anche lui si spogliò: via la camicia, via i jeans, via la t-shirt, via gli slip.
-Karin.- Sasuke scomparve e riapparve di fianco al letto.
Il corpo di Karin lo seguì. “Sasuke...”.
Karin si vide abbracciare Sasuke, baciarlo, morderlo e cadere nel letto.
“Sasuke... No, è solo un sogno.” Pensava mentre lo stringeva a sé.
I capelli di Sasuke erano neri come la notte. Il suo viso, i suoi lineamenti... erano perfetti. Come li voleva. Come li sognava.
“Un sogno...” Pensò Karin: “Però, è così reale. Mi sembra quasi di sentirlo. Mi sembra quasi...”.
Karin aprì gli occhi. Non tanto, appena appena. Giusto quel che serve per capire di essere sveglia. “Ecco, lo sapevo” Pensò: “Era solo un sogno. Un bellissimo sogno.”.
Karin corrucciò la fronte: “Eppure, mi sembra quasi di vederlo.”.
Aprì un po' di più gli occhi: “Ma... no, non è possibile! È lui! È qui! Non ci credo!”.
Karin pensava di stare ancora dormendo; ma si accorse di essere sveglia.
“Sasuke. Siamo soli.”.
Karin passò una mano sui capelli di Sasuke.
“Oh, non sono come me li ero immaginati.” Pensò.
Poi fece scendere la mano sul volto di Sasuke. “Non capisco. Ma... è bagnata! E questo è... un dente?”. Karin aprì ancora un poco gli occhi.
“I suoi capelli. Perché sono bianchi?” Pensò: “Sasuke...”.
Si rigirò nel letto. “Perché sono bianchi? Perché sono bianchi. Perché...” stava per riaddormentarsi con quel pensiero, quando sgranò gli occhi.
“Un attimo. Capelli bianchi, viso bagnato, un dente che sporge...”. Karin si voltò lentamente, tremando.
Quello che dormiva accanto a lei non era Sasuke.
-Su-Su-Suigetsu.- Balbettò.
In una nave del Grande Blu...
-Ok, devo solo aggiungere una goccia di questo!-. Chopper era un passo dalla medicina perfetta. Doveva aggiungere al composto una goccia, una sola goccia del siero. Dopo anni di dura fatica, finalmente avrebbe realizzato il suo sogno.
-Ecco, così, piano piano.- Chopper iniziò ad inclinare la bottiglia. Una goccia si stava staccando dal liquido e stava raggiungendo il bordo del becco.
-Sì, sì. Sììììììì!- Disse Chopper.
-AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!-.
La boccia iniziò a volare per aria mentre il dottore si tappava le orecchie, spargendo il liquido dappertutto. Una buona quantità finì sul composto e...
BOOOOOM
-Noooooooooooo il lavoro di una vita!!!!!!!!!- Si disperò il dottore.
-Chopper, che è successo?- Usop entrò di corsa.
-È esploso tutto! E tutto per colpa di quell'urlo assordante!- Pianse Chopper.
-Urlo? Ma di che urlo parli? Nessuno ha urlato!- Disse il ragazzo.
-Eh?- Fece Chopper.
Spiegazione scientifica: le urla di Karin erano talmente acute che solo gli animali (quindi anche Chopper) le potevano sentire.
Nella camera da letto...
Suigetsu quindi stava ancora dormendo; Karin, se non fosse stata troppo impegnata a... urlare, l'avrebbe sentito dire: -Mmm... Samehada... Sì... Proprio lì...-.
Poi la bolla sul naso di Suigetsu scoppiò: -Eh? Eh?-.
Poi vide Karin: -EEEEEEEEEEEEEEHHHHHH??????-
Suigetsu balzò giù dal letto, indicando Karin: -Ah!!! Cosa hai fatto strega?!-.
-Cosa? IO?!!! Che mi dice che non sia tutta colpa tua di ciò che è successo?- Ribatté lei.
-Ehi-ehi!- Si agitò Suigetsu: -Piano! Aspetta! Non è detto che sia successo qualcosa! Magari c'eravamo appena messi a letto quando ci siamo svegliati!-.
-Ma dai! Sei davvero così scemo? Ti pare possibile che...- Karin si fermò, si mise le mani alla bocca e...: -Bluaaaghh- vomitò sul pavimento.
-Oh, grande, e ho pure fame di cheesecakes...-.
-Sai che me ne...- Suigetsu si pietrificò. Anche Karin si pietrificò.
La prima a parlare, anzi, a gridare, fu lei però: -Tu. TU!!!!! MI HAI LASCIATO INCINTA!!!-. -Calma, CALMA!!!- Si difese Sui, agitando le mani: -Aspetta un secondo.... dov'è?- e Suigetsu si chinò.
-Bluaaaghh!- Karin vomitò di nuovo.
-Ah! Trovato! Il mio preservativo!- E lo mostrò trionfante(?)
Karin lo fissò qualche secondo, poi la sua testa divenne rossa di rabbia: -Eeek? Baka! Quel coso è nuovo!!!- gli rispose, e iniziò a urlare.
-Oh-oh! Un momento ma qui siamo... Ahhhh! Smettila di urlare! Sai dove siamo?- Le chiese Sui. -AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA no. E non cambiare argomento!- Gli rispose Karin.
-Questa è la camera di Pain dell'Akatsuki!-.
Karin e Sui si pietrificarono di nuovo.
-AAAAAAAAAAAAAAA!- Urlarono e si abbracciarono.
-AAAAAAAAAAAAAAA!- Urlarono quando si accorsero di starsi abbracciando (e si separarono).
-AAAAAAAAAAAAAAA!- Urlarono quando capirono di aver urlato due volte.
-Ok, ok, calmi.- Fece Sui: -Karin, presto, dobbiamo pulire quel vomito prima che arrivi qualcuno!-.
-Giusto, giusto.- Lo apostrofò lei.
TUNF
Qualcosa era caduto dall'armadio. Karin e Suigetsu si voltarono lentamente, in preda al panico più totale.
Karin balbettò: -Ma q-quello è, è...-.
-Il Preta-Pain!- Urlarono i due: -AAAAAAAAAAAAAAA!-.
Poi si tapparono la bocca a vicenda, aspettando che il Preta li aggredisse. Cosa che non successe.
-Uh?-. I due si avvicinarono al Pain. Aveva la faccia rivolta al pavimento e non si muoveva. Sembrava svenuto o “spento” (non so qual è il verbo più appropriato per un cadavere ambulante). -Fiuuu...- Disse Sui: -Siamo salvi.-.
Karin lo guardò: -Salvi? No! Siamo nella base dell'Akatsuki, non ricordiamo nulla di ieri sera, sono incinta a causa tua e c'è Pain sul pavimento! Direi che non siamo salvi!-.
-Giuuustoooo.- Concordò Suigetsu: -Quindi... andiamocene!- e i due corsero fuori dalla stanza.
Intanto, di sotto...
-Dammelo!-.
-Idioti! Uhm!-.
-Sssstupidi!-.
-Amateratsu!-.
I quattro ninja si allontanarono l'un l'altro. Deidara aveva il preservativo.
-Ok, Deidei, dammelo.- Intimò Kabuto.
-Dopo che ci siete saltati addosso mentre parlavamo? Col cavolo!- Replicò Deidara.
-Parlavate? [Risatina] A me non sssssembrava. [Altra risatina]- Disse Orochimaru: -Però mi sssssembrava che ssssstesssste litigando fino a poco prima.-.
-Era così.- Gli rispose Itachi: -Lottavamo...-.
-...poi ci siamo strozzati...- Disse Deidara.
-...ci siamo abbracciati...-.
-...ci siamo baciati...-.
-...e siamo finiti dietro il tavolo.-.
-Molto interessante. Ora, se non volete che il video che vi ho fatto mentre confessavate faccia il giro della rete, torniamo al preservativo.- E Kabuto mostrò loro la sua macchina fotografica.
-Amateratsu!- E Itachi bruciò la macchinetta.
-Noooooo, la macchinetta nuova!!!- Gridò Kabuto.
Deidara alzò le spalle -Benvenuto nel mio mondo.-.
-Ah!- Orochimaru approfittò della distrazione di Deidara e con la lingua prese il preservativo, e se lo ingoiò (bleah!).
-Dovremo controllare lo sperma al laboratorio per capire chi l'abbia usato.- Disse Kabuto.
-Ahahah! Non sapete se avete fatto sesso o no!- Li canzonò ridendo Deidara.
Orochimaru alzò un sopracciglio: -Certo, come ssse voi sssapesste cosssa avete fatto ieri notte...- gli rispose.
-Tsch!-.
-A tal proposito...- Una voce li sorprese alle spalle. Si voltarono: era Juugo. Pareva calmo.
Disse: -...Sasori ha trovato Karin e Suigetsu e li ha portati di là. Se ora mi seguiste, potremo riorganizzarci e capire che ci è successo ieri sera. Ok?-.
Sia perché volevano tutti capire cosa avessero fatto l'altra notte, sia per non infastidire Juugo, lo seguirono.
Poco prima, nel corridoio...
-Presto, presto- Suigetsu e Karin correvano come pazzi.
“Con un po' di fortuna non incontreremo nessuno” pensava Suigetsu.
Ma, si sa, “fortuna” e “Suigetsu” non vanno mai nella stessa frase. E allora perché li ho messi? Vabbeh, comunque dall'altra parte del corridoio, Sasori stava camminando: dopo essere scampato ai discorsi scemi di Kakuzu, era deciso a trovare gli altri e a capire cosa gli fosse successo la sera prima. E, al contrario del futuro padre Suigetsu, molto spesso “Sasori” e “fortuna” vanno molto spesso nella stessa frase. E così, mentre Karin urlava a Suigetsu che gliel'avrebbe fatta pagare, che questo bambino non lo voleva, che invece no, aveva cambiato idea, ma avrebbe dovuto occuparsene Suigetsu, e che voleva dei cheesecakes, si ritrovò davanti Sasori.
I due di Taka si erano bloccati.
“Siamo fregati!” Aveva pensato Suigetsu.
-Karin.- Disse.
-Sì?- Gli rispose lei.
-Corri!- E i due si voltarono per scappare.
Ma Sasori era stato più veloce e con un: -Fermi lì!- li aveva bloccati con i suoi fili di Chakra.
-Non riesco a muovermi.- Aveva detto Karin: -E ora che cosa ci farà? Non voglio perdere mio figlio! Suigetsu! Fai qualcosa!-.
-Cosa? IO?!- Aveva urlato lui.
“Quasi la preferivo quando mi urlava contro!” Pensava.
-Tranquilli, non voglio farvi del male. Anzi, potreste essermi utili a ricordare ieri sera.- Disse Sasori.
-Davvero non vuoi ucciderci? Meno male!- Aveva detto Suigetsu.
-Già. Ora vi porto con me dagli altri. Devono essere giù in salone.- Aveva poi continuato Sasori. -Gli altri? QUALI ALTRI?! SUIGETSU! FA QUALCOSA! QUELLI CI UCCIDERANNO! È TUTTA COLPA TUA! MI HAI LASCIATO INCINTA! SALVAMI!- Sbraitava Karin.
“Mi correggo: la preferivo quando mi urlava contro! Almeno era coerente!” Aveva pensato Sui. Sasori, al solito, aveva ignorato Karin e li aveva portati giù.
Adesso, nel salotto...
Itachi, Deidara, Kabuto, Orociok, Sasori, Kakuzu, Juugo, Karin, Suigetsu e gli ancora mezzi svenuti Honan e Pain erano seduti a cerchio, pronti, chi più chi meno, a capire cosa fosse successo loro la sera precedente. Non sapevano però quali altri guai li aspettavano!
Angolo dell'autore
Allora, réga, dunque, la storia si fa... interessante? Boh, cercate di capirmi, è il mio primo angolo dell'autore...
Se mai qualcuno dovesse leggere la mia nota, sappia che la storia è ancora moooooooolto lunga, ma avendola già scritta la aggiornerò periodicamente; in ogni caso, se pensate che la storia sia troppo sconcia, e inizio a pensarlo anch'io, la cosa andrà scemando, state tranquilli!
Detto ciò, alla prossima réga XP
|
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Capitolo 7 *** RICORDI ***
RICORDI
Nel
salone...
Gli
undici nukenin,
seduti a cerchio, si fissavano l'un l'altro; qualcuno spaventato,
qualcuno assonnato, qualcuno sotto shock, ma con in comune l'ombra
del sospetto.
-Allora...-
Prese a
parlare Sasori: -Vi starete chiedendo perché vi ho fatti
riunire
qui...-. -Tra le cose...- Rispose una sarcastica
Deidara (che, come Itachi, si era messa un asciugamano addosso).
-Beh,
è chiaro che ci
siamo svegliati stamattina senza ricordare praticamente nulla di ieri
sera, inoltre ci sono persone che non dovrebbero essere qui;- E
Sasori guardò Orochimaru e Kabuto, poi continuò:
-ebbene, bisogna
fare il punto della situazione; sì, è vero che
certe cose
toccherebbero al capo, ma...- e tutti guardarono Pain, che con gli
occhi senza pupille e la faccia blu, stava sbavando sul pavimento.
-...ma
al momento ha
altro a cui pensare.- Riprese Sasori: -Essendo qui il più
calmo e
intelligente (oltre ad avere il perfetto concetto dell'arte), penso
che debba prendere io in mano la situazione. Ci sono obbiezioni al
riguardo?-.
-Sì,
genio, e anche
parecchie! Ad esempio...- Iniziò un arrabbiata Deidara.
-A
quanto pare no.- La
zittì Sasori: -Bene, allora direi che per prima cosa ognuno
di noi
debba dire dove si è svegliato stamane e cosa ricorda di
stanotte.-.
-Ah,
be ecco...-.
-Io
ssso...-.
-Mi
ricordo solo che...-.
-Intendevo
dire uno
alla volta. Deidara,
inizia
tu.-.
-Ehi,
dimmi un po', perché io? Non mi puoi dare ordini! Il
fatto che per una volta tu abbia avuto una buona idea non ti rende il
mio capo! Uhm.-
Sbraitò
Deidei.
-Va
bene,- Rispose calmo Sasori: -allora Kakuzu...-.
-Ehi,
non osare togliermi la parola!- Si infuriò Deidara: -Inizio
io, ma
solo perché è una mia scelta, ok? Uhm!-.
-Certo.-
Disse Sasori.
-Bene,-
Fece
Deidara: -dunque,
ricordo che ieri sera stavamo facendo quella stupida festa: c'era
Tobi che... faceva il Tobi, e io mi nascondevo da quell'idiota,
quando qualcuno ha bussato e il capo è andato ad aprire. Poi
tutto è
sfuocato, ricordo solo il corpo di una bella donna nuda e delle urla
tipo: “Fatemi uscire! C'è
la vela!”...
mi sono
svegliato al centro del salone con la mano affogata nel punch.-.
-Mmm,
Interessante...- Borbottò Sasori: -allora, Kakuzu, tu
invece?-.
-Allora,
ieri sera stavamo facendo la festa per Tobi e io mi ero messo a
contare i miei soldi [Evviva
l'originalità... Nd. Io].-
Disse
Kakuzu: -Poi qualcuno è entrato nella stanza... Non ricordo
chi
fosse, ma so che mi doveva dei soldi e mi sono gettato su di lui...
In realtà l'abbiamo fatto tutti... Si
vede che aveva dei gran debiti...
Poi non ricordo nulla, se non un gran fuoco. Mi sono svegliato nel
letto di Sasori mentre uno dei miei cuori era in quello a fianco
avvinghiato a una marionetta.-.
-Raccontaci
un po' meglio come ti sei svegliato...- Lo stuzzicò Deidara.
-Deidara,
dovresti pensare più ai tuoi problemi, che mi sembrano molto
grossi... di qualche
taglia...
6?-
Rispose
secco Kakuzu.
-Come
ti...- Deidara fu interrotto/a da Sasori: -Grazie Kakuzu. Ora penso
tocchi a Juugo...- al che tutti lo guardarono spaventati.
Juugo
teneva la testa bassa e non parlava: era impossibile capire se era
arrabbiato o calmo. Poi alzò improvvisamente la testa.
I
presenti si coprirono la faccia aspettando un colpo. Che
però non avvenne. Invece
sentirono un: -Va bene.- e
si decisero, ancora timorosi, a guadare Juugo.
Il
ragazzo non si era mosso e non sembrava essersi scomposto di fronte
alle reazioni degli altri.
Disse:
-Tempo fa il team Taka ha ricevuto l'invito a partecipare alla festa
di compleanno di Tobi. Così l'altra sera stavamo per andare,
quando
ci siamo accorti
che Karin non era scesa. L'abbiamo chiamata, e lei ci ha detto che le
servivano altri due minuti per scegliere il vestito. Così, due
ore dopo,
siamo partiti,
arrivando quindi in ritardo. Quando
abbiamo bussato ci ha aperto Hidan, che sembrava un po' alticcio; ci
ha detto: “Eccovi qua [Hic]! Non sapete che mi è
[Hic] successo:
vi sembro lui, ma non sono lui [Hic]!” poi ci ha fatto
entrare. La
stanza era mezza distrutta e su un angolo c'era un falò e
Kakuzu che
si disperava davanti. Poi è arrivato Orochimaru che ci ha
offerto da
bere e non ricordo altro. Mi sono svegliato...- e Orochimaru e Kabuto
impallidirono: -...sotto un cumulo di macerie, sporco di non so
cosa.- e i due
ninja tirarono un sospiro di sollievo.
-Capito.
La cosa strana è che Orochimaru non è stato
invitato...- Osservò
Sasori: -Ora è il suo turno: vediamo che dice... Ehi ma dove
sono
lui e Kabuto?-.
-Ma
che dici baka? Sono qui! Uhm.- E Deidara lì
indicò.
Effettivamente erano
un po' strani: sembrava si stessero accartocciando.
-A
differenza tua, cara Deidara,- Replicò Sasori: -Riconosco
delle
pelli di muta da delle vere persone!- detto ciò, dal suo
petto
uscirono a gran velocità degli aghi che colpirono i due
ninja e li
fecero letteralmente volare; ma, invece di cadere pesantemente,
iniziarono a volteggiare.
-Ecco,
ti sei convinto?- Mentre diceva ciò, il nukenin pensava:
“Sanno
più di quanto vogliano dirci...”.
-Kakuzu,
Juugo, avete già parlato; andate a cercarli e riportateli
qui, con
le buone- E qui Sasori si scurì in viso: -o con le cattive.-.
-Molto
bene. Il tempo è denaro e io non voglio perderne altro per
capire
cosa è successo, quindi sarò di ritorno tra non
molto.- Disse
Kakuzu che se
ne andò,
seguito da Juugo (inutile dire quanti punti Sasori prese per aver
allontanato Juugo ed averlo
mandato contro a
Orociok).
-Allora,
penso tocchi a Suigetsu.- Riprese
Sasori.
-Ehm
come? Ah sì giusto. Ecco...- Balbettò
Suigetsu: -Confermo la storia di Juugo. Aggiungo solo che quando sono
entrato c'era Kisame che piangeva perché gli
mancava Itachi... In effetti non l'ho visto. Quando Orochimaru ci ha
offerto da bere, ho rifiutato, io non bevo alcolici, solo acqua.-.
Deidara
fece per prendere parola, ma lo anticipò Sasori: -Quindi
ciò che
Orochimaru serviva era alcolico... Sai dirmi di più?-.
-Ehi!
Uhm!- Alzò la voce Deidara: -Stavo per chiederlo io!-.
-Ma
non l'hai fatto.- Disse il calmo Sasori senza nemmeno fissarla in
faccia.
-Brutto...
io...- Deidara diventò rossa.
-Calmi
ragazzi, lasciamo finire Sui.- Lo interruppe Itachi.
-Ora
che ci penso, perché non lo fa lui il capo?- Chiese Deidara
indicando Itachi.
-Perché
ha appena fatto sesso con te,- Rispose un ancora calmo Sasori:
-quindi direi che non si è ancora ripeso.-.
-COOOSAAAA?!?!?!?-
Deidara si infuriò.
-Comunque,-
La ignorò Sasori: -ha ragione, stava parlando Suigetsu;
quindi era
alcool?-.
-Cosa?
Ehm...- Prese a parlare Suigetsu: -Non lo so, non mi intendo di certe
cose...- e pensava: “Cavolo, pensavo che si fossero scordati
di
me!”.
-Ok,
e dopo?- Domandò Sasori.
-Sì,
dicevo che gli altri invece hanno bevuto, e anche tanto... Poi
hanno iniziato a comportarsi strano, da ubriachi, come gli altri...
Volevo andarmene, ma poi mi sono detto: “Se Kisame sta anche
lui
così, posso prendergli Pelle Di Squalo!” e sono
salito nel piano
superiore. Ho trovato quasi subito camera sua, stavo per entrare
quando è uscita Konan con in mano la Samehada; aveva uno
strano
ghigno e quando mi ha visto mi... mi... mi ha mostrato le tette! Mi
sono imbambolato lì e quando mi sono ripreso lei non c'era
più;
l'ho cercata dappertutto
ma niente; allora stavo per scendere, ma è salito Kisame
con un bicchiere in mano e me l'ha offerto. All'inizio non mi fidavo,
ma poi mi ha
detto: “solo un assaggino...”; e
poi ci sono dei codici d'onore tra i sette della nebbia, tra i quali
c'è non drogare gli altri spadaccini così ho
bevuto.
E bam, eccomi qui.-.
-Nient'altro?-
Chiese Sasori.
Sui
negò con la testa.
-E
che mi dici dell'acqua? Che sapore aveva?- Tentò Sasori.
-Ehm...-
Rispose
Suigetsu: -Da quel poco che mi ricordo, non aveva un sapore
particolare; dopo
averla
bevuta,
però, mi sono
sentito, come dire, grasso.
Ah sì, ricordo che ad un certo punto della serata, ma non so
quando,
sono arrivati Itachi e Zetsu con un sacco in spalla, ed erano gonfi
di botte.-.
-Capisco.-
Disse a bassa voce Sasori.
-Aspetta
un po'!- Disse ad occhi socchiusi Deidara: -Non ci hai detto dove ti
sei svegliato oggi! E poi, mi sembri distratto, che hai?-.
Suigetsu
iniziò a sudare: -Non ho niente... Cosa-cosa dovrei avere?-.
-Non
lo so...- Disse sospettosa Deidara: -Comunque dove ti sei
svegliato?-.
-Io-io-io
mi sono svegliato in bagno.- Balbettò Suigetsu.
-Molto
strano:- Commentò Sasori: -perché il bagno si
trova in tutt'altro
punto del corridoio dove ho trovato te e Karin.-.
Sui
diventò rossissimo.
-Uhm...-
Deidara lo squadrò a occhi stretti. Poi guardò
Karin, che non era
meno rossa di lui. Tornò a guardare Suigetsu, quindi Karin,
Suigetsu, Karin, Suigetsu, Karin. Poi si illuminò ed
esordì con un certo tatto:
-Ah-ah! Vi siete svegliati nello stesso letto!-.
-NOOOOOOO,
ASSOLUTAMENTE NO!- Urlarono i due.
-E
l'unica stanza da letto da quelle parti- Continuò Sasori: -
è
quella di Pain. Non serve negarlo; piuttosto, c'era qualcosa di
strano?-.
-A
parte il fatto che eravamo nello stesso letto,- Rispose
seccato Sui: -c'era
il
Preta-Pain nell'armadio, ma era...-
Sui cercò la parola adatta:
-inattivo.-.
-Sarà
meglio andare a prenderlo più tardi.- Sentenziò
Sasori: -Karin, che
ci dici tu?-.
-Non
ho molto da... da... BLUAGH- E Karin rigurgitò sul
pavimento, poi
continuò: -da dire, ciò che ha detto Suigetsu
corrisponde, ahimè,
la verità. Dopo aver bevuto non ricordo nulla, ma una cosa
la
ricordo: la roba che ho bevuto, qualunque cosa fosse, non conteneva
alcool.-.
-Tu
sei una grande esperta di certe cose, eh?- Le disse con aria di chi
la sa lunga Suigetsu.
-Co-co-cosa
vuoi dire?- Replicò Karin, che si comportava come quando Sui
le
chiedeva se provava qualcosa per Sasuke.
-Per
esempio, lunedì scorso c'erano dieci birre nel frigo; il
giorno dopo
erano sparite e tu sei rimasta in bagno tutta la mattina a vomitare!-
Spiegò Sui.
-E
questo che centra?!- Karin divenne trasparente.
Spiegazione
scientifica: Karin è arrossata così tanto da
diventare infrarossa,
un colore che l'occhio umano non può vedere.
-Non
siamo qui per parlare di questo.- Riprese
Sasori: -E
ora è il turno di Itachi; che ci racconti?-
Itachi lo guardò e stette zitto.
Dopo
una lunga decina di secondi intervenne Sasori:
-Ehi, guarda che solo Kisame riesce a capire i tuoi discorsi
silenziosi.-.
-Oh,
scusate.- Disse
Ita: -Dunque, dopo che Tobi è entrato, io e Zetsu siamo
usciti per
catturare-
e qui si bloccò: -volevo dire prendere
il suo regalo. Quindi siamo andati a Konoha e l'abbiamo catturato-
si
bloccò di nuovo: -volevo dire preso.
Normale che fossimo un po pieni di lividi, non si faceva...- e si
bloccò una terza volta. Tutti lo fissarono incuriositi.
Disse:
-...non si faceva prendere.
Quando
siamo tornati alla base (circa tre ore dopo) tutti erano ubriachi
fradici. Non capivamo, poi ci sono apparsi davanti Orochimaru e
Kabuto e abbiamo fatto due più due; anzi due vs due, con
tanto di
scommesse gestite dai cuori di Kakuzu (lui piangeva in un angolo).
Loro volevano farci bere una roba strana, ma noi non volevamo ridurci
come Karin che brucava il pavimento.-. E Karin, che era tornata
normale, tornò invisibile.
-Stavamo pure vincendo, quando...- Tutti lo guardarono carichi di
suspense, ma lui non parlò. Aspettarono dieci secondi, ma
niente.
-Ita,
che ti dicevo sui discorsi silenziosi?-
Lo
riprese Sasori.-
-Ah,
giusto!- Esclamò
il nukenin, e tornò a raccontare: -...quando abbiamo sentito
un
rumore dalle scale. Noi quattro ci siamo voltati verso la rampa.
Siamo rimasti in silenzio... Dopo qualche secondo Orochimaru
ha detto: “Kabuto, vai a controllare su di sopra.”.
Lui non
voleva, aveva la faccia blu, ma Orociok era inflessibile, e
così si
avvicinò alle scale. Il rumore continuava, ma niente
succedeva. Ma
come Kabuto mise il
piede sul primo scalino...- Itachi si fermò misterioso; le
luci erano spente,
la suspense nella stanza era alle stelle e Karin si mangiava dei
pop-corn presi chissà dove (le voglie delle donne incinte,
sapete
no?).
Itachi
gridò: -...UN'ONDATA
D'ACQUA PROVENIENTE DAL PRIMO PIANO CI SOMMERSE TUTTI!-.
Spaventati,
gli Akatsukiani si
abbracciarono come fanno i bambini. Tremante, Suigetsu chiese: -E
p-poi?-.
-E poi non so.- Disse Itachi, e le luci tornarono: -Non ricordo
altro.-
-Capisco.- Annuì Sasori: -Sei sicuro che quella che ti ha
sommerso
fosse acqua?-.
-Sembrava di sì,- Rispose a braccia conserte Itachi: -ma
aveva un
sapore amaro.-
Nella sala calò il silenzio.
-...Amaro.-
Fece
Sasori: -Molto interessante. Bene, credo che sia il
mio turno: di ieri ricordo l'entrata di Orochimaru e Kabuto, e
nient'altro, se non...- Sasori aggrottò la fronte che,
essendo fatta
di legno come il resto del suo corpo, si riempì le crepe,
suscitando
l'ennesima colata di vomito di Karin: -...una scena piuttosto strana:
Konan e Hidan se ne stavano seduti l'una affianco all'altro e, in
mezzo a loro, c'era Manusya-Pain.-
-Chi????-
Chiesero tutti.
-Il
Pain
frega anime.- Spiegò Sasori: -Quanto a come mi sono
svegliato, lo ha
già spiegato Kakuzu.-
-Davvero?-
Disse Deidara: -Non ricordo...-
-Deidara,
invece di fingere attacchi di amnesia, perché non vai in
camera di
Konan e del capo?- La interruppe Sasori.
-A
far che?- Chiese Deidei.
-A
cercare qualcosa da metterti addosso.- Rispose freddo Sasori:
-Suigetsu, valle a dare una mano e porta giù il Preta-Pain-.
-Perché
io?- Chiese Sui.
-Be,
se preferisci rimanere qui con Karin...-.
-No
no!- Lo interruppe Suigetsu. Poi, vedendo come lo guardava Karin,
aggiunse: -Cioè, mi pare giusto prenderlo io, dato che lo ho
trovato
io...-.
-Spero
che sia per quello, Suigetsu,- Ringhiò la rossa:
-perché ora che mi
hai lasciata incinta, hai delle responsabilità verso...-.
-Sisì
ciao ciao!- Tagliò corto Suigetsu, che issò
Deidara sulle spalle e
corse via, senza dare il tempo a questa di reagire.
Karin
sospirò: -Uh, me ne sono liberata per un po'.- poi si
accorse che
Itachi e Sasori la fissavano: -Perché mi guardate
così?-
La
risposta la diedero all'unisoro: -Incinta?-.
Karin
arrossì: -Io... io...- e divenne di nuovo invisibile.
-Bene,
vado in camera mia a cambiarmi- Li informò Itachi, e se ne
andò.
-Siamo
rimasti solo noi due- Disse Sasori: -e ci aspetta un duro compito.-.
Karin
tornò visibile: -E cioè?-.
Al
che Sasori si girò verso Honan e Pain, e rispose: -Svegliare
questi
due.-.
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Capitolo 8 *** LE INDAGINI PROCEDONO ***
LE INDAGINI PROCEDONO
Verso la camera di Itachi...
Itachi stava camminando lungo il corridoio, per raggiungere la sua stanza. Intanto si guardava attorno, per cercare qualche indizio che lo potesse aiutare a ricordare.
“Che disastro,” Pensò: “è ridotto tutto a brandelli”. Difatti le mura, fino al giorno prima in perfetto stato, erano ora scrostate e bucherellate; il tappeto giamaicano che il capo aveva estort... preso qualche anno prima, era ridotto a qualche mucchietto di stoffa; le lampade erano esplose, i quadri sbriciolati... insomma, un vero disastro! Chi l'avrebbe sentito Pain poi?
“Eppure,” Pensava: “c'è qualcosa che non mi torna... Non so, un dettaglio che manca, ma cosa?”.
Non ebbe tempo di pensarci, perché arrivò a destinazione. La porta della sua camera era socchiusa; quando provò a spingerla, cadde a terra con un sordo PUM.
-Ma che cavolo...- Itachi non aveva mai visto la sua camera in quelle condizioni: per terra c'erano scaglie di vetro, cadute dal lampadario di cui rimaneva solo una catena appesa al soffitto; la finestra era imbrattata di scritte che erano intraducibili anche per lo sharingan ipnotico, e forse era meglio così; il suo letto era sparito; una volta aperto, Itachi vide che le mensole del suo armadio erano crollate, e urlò: -I miei preziosissimi trucchi! Il mio smalto! Quale mostro farebbe ciò?-.
Poi si voltò verso la parte di Kisame.
Sgranò gli occhi: -Che cavolo ci fa questo qui?-.
Dall'altra parte del corridoio...
-Dove possono essere finiti?-. Kakuzu si voltò verso Juugo: -Li hai visti per caso?-.
Juugo non rispose. Al solito.
-Stupide bisce da quattro soldi!- Kakuzu diede un calcio nell'aria: -Speriamo che i miei cuori abbiano notizie migliori... Oh, eccoli.- I quattro mostri-cuore di Kakuzu si avvicinarono al padrone. -Allora?- Domandò Kakuzu. I mostri assunsero una forma serpentina e rientrarono nella schiena del ninja. Kakuzu chiuse gli occhi; dopo qualche secondo li riaprì: -Niente. Dannazione!- e sferrò un altro calcio all'aria.
Dietro di lui Juugo fece un lamento.
-Sì, Juugo, da molto fastidio anche a me. Il tempo è denaro! Dovrei essere in giro a cercare prove sul fatto che Sasori mi deve dei soldi!- Disse Kakuzu.
Juugo si lamentò di nuovo, anche se il rumore era un po' più forte.
-E invece sono qui a cercare quei due fessi!- Riprese Kakuzu.
Juugo iniziò a sbuffare.
-Ma non appena li troverò, GIURO CHE AGGIUNGERÒ I LORO CUORI ALLA MIA COLLEZIONE! AVETE SENTITO?- Sbraitò Kakuzu.
Alle sue spalle, Juugo ringhiò: -RHAAAR!-.
Kakuzu si voltò, dicendo: -Ma che cazzo hai da...-.
Non fece in tempo a finire la frase; il pugno di Juugo si abbatté su di lui.
Nella stanza di Pain...
-Troppo grande. Troppo piccolo. Troppo sporgente. Uffa!- Deidara iniziava ad essere stufa di controllare i reggiseni di Konan; ne aveva visti trenta, e nessuno gli andava bene. -Come va lì da te?- Chiese a Suigetsu.
-Mmm, sto qui non vuole proprio saperne di svegliarsi.- Suigetsu aveva provato di tutto per svegliare Preta: dall'acqua in faccia, al massaggio cardiaco, al tuffo-boma-sulla-pancia-di-Preta cardiaco, ma niente.
-Beh, ci credo,- Rispose Deidei: -se quel coso è spento solo il capo può riattivarlo. Uhm.-
-Cosa?- Suigetsu non poteva credere alle proprie orecchie: -E perché non me l'hai detto subito?-.
-Troppo stretto. Perché tu non me lo avevi chiesto. E poi era divertente vederti fare tutte quelle cose stupide. Nemmeno questo. Uhm.-.
-Io ti... Aspetta un attimo.- Suigetsu aggrottò la fronte: -Perché Konan ha tanti reggiseni diversi?-.
-Troppo... Eh?- Deidara guardo prima Sui, poi il reggiseno che aveva in mano e infine il mucchio degli scarti. Scosse la testa: -Certe cose è meglio non saperle... Trovato!-.
Sui si voltò verso Deidei: -Cosa?-.
-Il reggiseno giusto.- Rispose Deidara esultante: -Ti puoi girare? Uhm.-.
-Ah, certo, certo...- Suigetsu arrossì. Calò il silenzio.
-...Allora...- Iniziò la nukenin: -Incinta, eh?-.
-Già.- sospirò l'altro: -Evviva.-.
Deidara scrollò le spalle: -Poteva andare peggio.-.
-E cioè?-.
-Poteva succedere a me.-.
Suigetsu si voltò: -Ah-ha, diver...- spalancò la bocca: -Agh.-.
Deidara si sistemò indietro i capelli: -Come sto?-.
Deidara si era vestita con una maglietta aderente violetto che le lasciava la pancia scoperta e con dei legghins blu chiaro. Ai piedi aveva delle scarpe col tacco; i capelli erano sciolti; la frangia che copriva il lato sinistro del viso era sistemata dietro l'orecchio, mostrando non un mirino robotico, ma un occhio vero e proprio, con la pupilla azzurra chiaro.
Suigetsu tentò di parlare, ma emise solo un altro: -Agh.-.
-Lo prendo come un: “Bene”.-.
Suigetsu si decise a parlare, anche se con la voce strozzata: -S-s-sì.-.
E pensava: “Sai cos'altro dovresti prendere?”.
Deidara si avvicinò alla porta: -Scendiamo dagli altri. Ah,- Si voltò verso Suigetsu e disse, con sguardo ammiccante: -lo porti tu Preta, vero?-.
-C-certo- Balbettò lui. Un bisillabo: un miglioramento.
-Bene!- Esclamò Deidei, e scappò via, lasciando Suigetsu impalato davanti al cadavere.
Quando questi si riprese dallo shock, e si ritrovò ai suoi piedi il pesante Preta, disse un altro bisillabo: -Cazzo.-.
Nel salone...
-Pronta?-.
-Pronta!-.
-Via!-.
Sasori e Karin iniziarono a correre verso Honan e Pain, urlando come pazzi. Giunti a pochi centimetri dalle loro facce, si fermarono, ma continuarono a urlare.
-AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA basta, non serve a niente.- Sasori si allontano da Pain.
-Allora non so che... idea!- Esclamò Karin.
-Oh, no.- Rispose Sasori: le idee di Karin lo avevano portato a mollare scoregge in faccia a Pain, a fargli l'agopuntura, a prenderlo a calci nei maroni e a urlare come un deficiente. Iniziava ad essere stufo. Il solo motivo per cui non si era aggiunta alla sua collezione di marionette era l'essere incinta.
-No, non preoccuparti!- Lo rassicurò la rossa: -Dovremo solo farli baciare di nuovo! Se un bacio li ha ridotti così, un altro bacio li riporterà alla normalità (per così dire).-
-O potrebbe farli peggiorare.-.
-Hai un'idea migliore?-.
-In realtà...-.
-Ecco, vedi? Su, al lavoro!- Karin prese per la testa Honan.
-Scusa capo.- Borbottò Sasori, che afferrò la testa di Pain.
I due avvicinarono le loro bocche, sempre di più, sempre di più, finché...
-AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!-Urlò Pain, e si andò a nascondere dietro a quello che un tempo era il divano.
Karin e Sasori si guardarono. Karin mollo la presa su Honan, che cadde di faccia con un TUNF, e i due corsero da Pain. Il povero zombie teneva la testa tra le navi e si era raggomitolato a terra. Borbottava: -Konan... Hidan... Baciato...-.
Karin gli mise una mano sulla spalla, e sussurrò: -Calmo, calmo. Dai, non è successo nulla...-.
Vedendo che non succedeva niente, disse: -Chi è il mio bravo terrorista, chi è?-.
Sasori stava per vomitare. E se Sasori stava per vomitare, la cosa era davvero grave.
-Su, su.- Riprese Karin, e sollevò Pain da terra. Poi notò come la fissava Sasori: -Che c'è?-
-Nulla.- Disse lui.
-Oh, cavolo...- Pain si toccò la fronte: -Che è successo?- domandò poi.
Prima che Karin o Sasori potessero aprire bocca, sentirono un mugugno alle loro spalle, e la voce di Konan che diceva: -'Cazzo è successo?-
-AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!-Urlò nuovamente Pain, che si nascose di nuovo dietro al divano.
Honan lo guardò: -Perché urlava tanto?- chiese agli altri due.
Poi sembrò ricordare: -Oh, cazzo. Bleah.- Poi, nuovamente rivolto a Pain, gridò: -Come hai osato baciare un sacerdote di Jashin! Me la pagherai!! Ti sacrifico!!!-
Da dietro il divano, Pain si alzò lentamente, fissando la parete. Poi ruotò la testa a 180° (cosa che fece vomitare Karin) e urlò: -COME HO POTUTO IO?!-.
Un attimo dopo era davanti a Honan: -COME HAI POTUTO TU!!!!!! PRENDERE IL CORPO DELLA MIA ADORATA KONAN!!!! E BACIARMI!!!- le urlò in faccia.
-SENTI UN PO', DIO DA STRAPAZZO... Ah!- Honan si toccò il braccio, e ne estrasse un ago. Anche Pain lo fece.
Sasori chiuse la bocca.... del suo stomaco, e disse: -Questo vi terrà tranquilli per un po'.-.
Ritrovata la calma, Pain gli chiese: -Cosa è successo mentre ero svenuto?-.
-Nulla di che.- Rispose asciutto Sasori: -Abbiamo solo raccolto le idee, poi Orociok e Kabuto sono scappati, e ora Kakuzu e Juugo li stanno cercando, mentre gli altri sono andati a cambiarsi.-
-Ehi, non ignoratemi...- Protestò Honan..
-Taci tu!- La zittì Sasori, poi, rivolto verso Pain, continuò: -All'appello mancano ancora Kisame, Zetsu, Tobi e... beh, Konan. Ah, e gli altri tuoi corpi, anche se Suigetsu è andato a prendere Preta.-.
-Capisco.- Annuì Pain: -In tal caso suggerisco di aspettarli qui. Poi ci decideremo sul da farsi.-.
E i quattro, compresa Honan (anche se lei con il broncio, e credetemi se vi dico che il broncio di Hidan sulla faccia di Konan non è un bello spettacolo), si andarono a sedere. Per qualche minuto, nessuno parlò, finché non si sentirono dei passi provenire dal corridoio.
-Sta arrivando qualcuno!- Esclamò Karin: -Non l'ho percepito perché la bevanda di ieri sera ha inibito il mio potere, e non so dirvi chi è.-.
Pain guardò la porta e disse: -Sarà un amico o un nemico?-.
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Capitolo 9 *** MANO SUL ROSSO ***
MANO SUL ROSSO
Nel salotto...
I passi risuonavano nel corridoio. Pain fissava la porta. I passi si fermarono. Pain estrasse un paletto dalla manica. La porta si aprì cigolando.
-Abbassa quel coso, capo!-.
-Ah, sei tu Kakuzu.- Disse Pain: -Li hai trovati?-.
Kakuzu entrò.
-Che hai alla schiena?- Domandò Deidara.
Dal dorso del ninja, infatti, uscivano i suoi fili che andavano verso l'alto e formavano due grossi bozzoli.
-Dove sono quei due? E Juugo?- Chiese Pain.
-Io e Juugo li stavamo cercando nel corridoio,- Spiegò Kakuzu: -quando il tizio ha avuto uno dei suoi raptus omicidi e mi ha fracassato il cranio. Ha fatto male. La buona cosa è che ha sfondato la parete, che lui dovrà ovviamente ripagare, e dietro c'erano quei due scemi. Così, ho avvolto coi miei fili Juugo- e uno dei bozzoli si sciolse, facendo cadere Juugo a terra: -e ho attaccato i due serpenti. Però ho preso solo Kabuto.-.
Come disse queste parole, dall'altro bozzolo sgusciò fuori il ninja medico, che urlò: -Libero (e soprattutto aria) finalmente!- e strisciò fuori dalla porta.
Senza neanche guardarlo, Pain alzò il braccio, e uno dei suoi tubi partì dalla manica, impalando il braccio destro di Kabuto alla parete.
-AAAAAAAAAAAAAA!- Urlò il nukenin, che iniziò a strattonarsi il braccio tentando di liberarsi.
-Fermo.- Pain alzò nuovamente il braccio e un altro tubo schizzò dalla manica, inchiodandosi pochi centimetri sotto l'orbettino di Kabuto.
Lui sgranò gli occhi e si accasciò a terra, dicendo con un filo di voce: -V-va bene, s-sto fermo.-.
-Kakuzu, vuoi pensarci tu?- Domandò il leader dell'Alba.
-Certo.- Detto ciò, il nukenin fece uscire nuovamente dei fili dalla sua schiena che avvolsero le gambe e le braccia di Kabuto e lo sollevarono da terra.
-Ahi! Il braccio! Me l'hai praticamente tranciato!!!-.
-Tu urli troppo.- Sospirò Kakuzu, e un altro fascio di fili avvolsero la bocca del nukenin: -Torno tra poco.- e se ne andò.
Karin, che per tutta la scena era rimasta zitta, chiese: -Dove lo sta portando?-.
Senza spostare lo sguardo dalla porta, Pain rispose: -Nella sala interrogatori. Kakuzu sa essere alquanto...- Pain sogghignò: -...persuasivo.-.
Dopo un po' di silenzio, Pain si voltò verso la ninja. Karin trasalì: lo sguardo di Pain era impassibile, ma molto profondo, quasi attraente. Se non fosse innamorata di Sasuke e non fosse incinta di Suigetsu, Karin era sicura che sarebbe caduta tra le sue braccia. Ah, c'era anche il fatto che Pain era un cadavere ambulante controllato da un suo cugino.
Comunque il suo fascino finì quando disse: -Karin, vai a svegliare Juugo.-.
Karin ci mise un po' per metabolizzare la domanda, poi urlò: -ÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈ?!
PERCHÉ IO??????-.
Pain tornò a fissare la porta, che pareva molto più interessante di Karin, e rispose calmo: -Perché tu sei l'unica, tra i presenti, a essere nella sua squadra di Juugo, e quindi è meno probabile che ti uccida.-.
-Ma-ma-ma-ma...- Balbettò la rossa.
-Ah, e poi c'è il fatto che ti trovi a casa mia, dove comando io, e se non fai quello che ti dico...- Pain si voltò lentamente verso Karin. Ora il suo sguardo non era ne profondo ne attraente, solo terrificante.
-...nemmeno lo vedrai il ricettore che ti trapasserà il cranio, Karin.- Concluse il capo dell'Akatsuki, iniziando a sfilare uno dei suoi paletti dalla manica.
Karin, più bianca del bianco stesso, si alzò a scatti, avvicinandosi a scatti allo svenuto Juugo, mentre i tre membri di Alba la fissavano interessati. Karin si accovacciò accanto a Juugo e avvicinò una mano alla faccia del ninja. Gli toccò la fronte con un dito. Juugo aprì gli occhi.
Nel frattempo, su una nave pirata che conosciamo bene...
-Mano sul rosso!- Urlò Rufy.
Chopper e Brook erano contorti sul tabellone del twister. Brook allungò la mano verso il cerchio rosso più vicino, ma non riusciva ad arrivarci.
-Yohoho, come farò?- Rise lo scheletro.
-Ha, guarda e impara Brook!- Chopper porse la mano in avanti, sopra il cerchio rosso. Iniziò ad abbassarla, lentamente, fino a trovarsi ad una distanza di mezzo millimetro dalla zona rossa. Ma all'improvviso, Chopper urlò, mettendosi le mani alle orecchie: -AAAAAAAAAAAAAAAAAA, ANCORA QUELL'URLO!!!.- e iniziò a rotolarsi per terra, venendo squalificato.
Franky si voltò verso Rubber: -Ma quale urlo?-.
Nella base dell'organizzazione...
Karin si rannicchiò sul pavimento in posizione fetale, senza più le pupille, che si ciucciava il dito, mentre Juugo era seduto a testa bassa sulla sua sedia. Pain era tornato a fissare la porta.
-Ehi, tesorino, cosa stai guardando?- Honan gli si era seduta vicino. Il Deva-Pain la ignorò.
-Avanti, amore, cosa ti turba?- Continuò con aria falsamente affettuosa. [Hidan, ti devo ricordare che non sei più immortale ora che sei nel corpo di Konan? Nd. Io]
-Ma quanto ci mette?- Borbottò Pain.
-Ehilà!- La testa di Deidara sbucò dalla porta: -Come va?-.
-Non ci lamentiamo.- Rispose Sasori.
Solo allora Deidara notò Karin.
-Che le è preso?- Domandò. Poi vide Juugo. -Ah, chiaro.-
E poi entrò.
“Woah” pensò Hidan. Poi si pentì di averlo pensato. Poi lo pensò di nuovo. Nel frammente aveva iniziato a sbavare.
Deidara inclinò la testa di lato: -Bleah!- si schifò: -Piantala!-.
Honan non la smetteva di sbavare, nonostante lo volesse con tutte le forze. Sentiva che se lo voleva Deidei, anche lei lo voleva.
“Cos'è questa sensazione che sento?” Pensava: “Mi sento come se avessi raggiunto il Jashin-Nirvana! Grande Jashin, cosa mi sta accadendo? Possibile che sia...”
-Ehi!- Solo allora Honan si era accorta che Deidara se ne era andata. Si voltò. No, stava solo parlando con Sasori.
“Ma perché parlava a lui e non a me?” Pensò.
No, un momento, non stavano parlando. Stavano litigando!
-Ti definisci un artista? Fa esplodere le tue marionette, e allora potremmo parlarne! Uhm!- Urlava Deidei.
-Beh, Miss Kamikaze 2015, forse se tu usassi la tua argilla per qualcosa di utile, chessò, costruire marionette, e non come pasto serale per le tue mani...- Gli rispondeva calmo lui.
-Ehi!- Si intromise la Jashinista: -Non osare parlare così a Deidara, Sasori!-.
-Ecco, vedi, lo dice pure...- Deidara si bloccò: -Aspetta, che?-.
Sasori alzò un sopracciglio.
-Ehm-ehm!- Tossì Pain.
I tre litiganti si voltarono, Juugo alzò la testa, Karin tornò ad avere le pupille: -Che c'è?- chiesero.
-Una volta che Itachi, Kakuzu e Sui saranno tornati,- Iniziò il dio, che era salito sopra al tavolo: -vi spiegherò cosa faremo; nel frattempo, gradirei- e socchiuse gli occhi con fare omicida: -che voi steste zitti e seduti. Grazie.-.
I cinque quindi fecero ciò che era stato gentilmente chiesto loro, e iniziarono ad aspettare. Cosa non lo sapevano, l'importante è che lo sapesse Pain. Lui, intanto, era sceso dal tavolo e si era rimesso a fissare la porta.
Calò il silenzio. I cinque si fissavano, chi sospettoso, chi preoccupato, chi innamorato, finché, improvvisamente, Pain non sorrise: -Arrivano.-.
-Chi?- Domandò Karin.
La porta si aprì.
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Capitolo 10 *** UNO STRANO RITROVAMENTO ***
UNO STRANO RITROVAMENTO
Nel salotto del primo piano...
-Oh issa! Oh issa! Uff!- Suigetsu appoggiò il Preta a terra. Era da dieci minuti che camminava portandosi in spalla il corpo, e ne aveva di strada da fare ancora!
CLOMP CLOMP
Suigetsu sentì dei passi che si avvicinavano: -Accidenti! Spero che non sia uno di quei pazzi dell'Akatsuki!-.
CLOMP CLOMP
I passi si avvicinavano.
“C'è solo una cosa da fare...” Pensò Sui.
CLOMP
I passi si erano fermati.
“Eh eh!” Pensò Suigetsu: “Non mi troveranno mai!”.
-Amateratsu!- Tuonò una voce.
Suigetsu si sentì bruciare la schiena: -AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!-.
Balzò in piedi e corse per il corridoio, urlando: -SPEGNILO! SPEGNILO!-.
-Non posso:- Rispose calmo Itachi: -solo Sasuke-kun può spegnerla.-.
-COSA?- Suigetsu si fermò, strinse i pugni e la sua schiena si staccò dal resto del corpo, trasformandosi in acqua. Le fiamme si spensero.
-BAKA!- Gridò Suigetsu: -Potevi uccidermi!- poi si ricordò con chi stava parlando: -Cioè... insomma... come mi hai trovato?-.
-Ah, quello è stato semplice:- Spiegò Ita: -lì c'è il Preta-Pain, che dovevi portare giù. E, affianco a lui, una zona umida. Ho fatto due più due.-.
-E-e-e ora...- Balbettò Sui: -...m-mi vuoi uccidere?-.
-No.- Disse Itachi: -Anzi, ti devo ringraziare, mi hai fatto capire una certa cosa...-.
-Ah sì? E cos...- Suigetsu posò lo sguardo sulla mano si Itachi: -Ehi! Cos'è quello?-.
-Non si vede? È un salame.-.
-E dove l'hai preso?-.
-Nel letto di Kisame.-.
Sui sbuffò: perché non ci arrivava?
-E perché era lì?-.
-Non ne ho idea.- Itachi guardò il dio: -Ti serve una mano a portarlo giù?- chiese poi.
-Sì, volentieri!- Suigetsu si ricordò nuovamente con chi aveva a che fare: -Se... se non ti è di troppo disturbo...-.
-Figurati.- Con la mano libera, Itachi sollevò il corpo.
Si voltò, e si allontanò nel corridoio.
Suigetsu era senza parole: -O.O C-come... come hai...?-.
Itachi si fermò: -Non vieni?-.
-Uh?- Fece Sui: -Ah, ehm, sì, arrivo!- e gli corse dietro.
Pochi minuti dopo erano arrivati davanti alla porta del salotto.
Suigetsu era alquanto nervoso: c'era una macchia di sangue sul muro, ma prima, quand'era uscito, non c'era!
Suigetsu stava per dire qualcosa a Itachi riguardo al fatto che aveva dimenticato qualcosa in corridoio, ma prima che potesse farlo, Ita aprì la porta.
-Ehilà, capo.- Disse Itachi: -Come va?-.
-Sei tornato.- Commentò freddo Pain: -Con il mio corpo.-.
Itachi e Suigetsu entrarono nella stanza. A Sui non piaceva come lo stavano guardando: gli ricordava quella volta alla scuola ninja in cui non aveva ucciso a casa il suo criceto come gli era stato ordinato.
-Itachi-kun,- Chiese Sasori al compagno: -che hai lì in mano?-.
-Non si vede? È un salame.-.
-E dove l'hai preso?-.
-Nel letto di Kisame.-.
-E perché... un momento!- Si interruppe il nukenin di Suna: -Hai detto che era sul letto di Kisame?-.
-Sì.-.
-E lui non c'era?-.
-No.-.
-Quindi, possiamo dire che il salame era al posto di Kisame?-.
-Se la vuoi mettere così...-.
-Allora...- Concluse Sasori: -È possibile che Kisame sia al posto del salame!-.
-E cioè...- Disse Itachi: -...nella cantina!-.
Pain si alzò in piedi: -Vale la pena controllare: Sasori, vai in cantina con...-.
La porta si spalancò, ed entrò trionfante Kakuzu, che teneva attorcigliato Kabuto.
-È pronto a parlare.- Li informò Kakuzu.
Kabuto strisciò ai piedi di Pain: -Racconterò tutto! Racconterò tutto! Lo giuro!- e, con le lacrime agli occhi: -Ma tenetemelo lontano! Vi prego.-.
Tutti i presenti si guardarono perplessi: Kabuto non era certo il tipo da farsi ridurre in questo stato! Semmai era lui che faceva questo agli altri!
-Ma come...- Iniziò Sui.
-Meglio non saperlo.- Fece Sasori.
Suigetsu andò a sedersi vicino a Karin.
La ragazza ne sembrò contenta, e provò ad abbracciare Suigetsu, dicendo: -Ti amo, Suigetsu-kun!-.
E così, Sui si ritrovò in una scomoda posizione, allontanando Karin e contemporaneamente tentando di non cadere.
Pain, sdegnato dal comportamento del ninja del suono, si risedette.
-Bene.- Commentò: -Tornando a noi... la cantina. Sasori, vacci con Deidara.-.
Sasori si alzò in piedi: -Va bene.- e si diresse verso la porta.
Deidara, seppur controvoglia, lo seguì.
-Ehi!- Esordì Honan: -Io voglio andare con Deidara-kun!-.
Per la seconda volta i pochi minuti, i ninja della stanza si fissarono disorientati.
“Kun?” Pensavano.
Pain fece spallucce: -Se proprio ci tieni...-.
-Evvai!- Honan scattò in piedi e corse fuori dalla porta.
Quando i tre si furono allontanati, Kakuzu disse agli altri: -Qualunque cifra vi abbia offerto, io vi do il doppio.-.
-Di che stai parlando, Kakuzu?- Chiese Pain.
-Dei soldi con cui vi ha corrotti.- Rispose calmo Kakuzu.
-Chi ci ha corrotti?- Domandò Pain, già esasperato: l'ultima volta che Kakuzu aveva fatto così, li voleva convincere a scatenare la guerra contro la Roccia perché una kunoichi l'aveva derubato di cinque centesimi.
-Sasori.- Kakuzu iniziava a spazientirsi: -Guarda che lo so che ha approfittato del tempo in cui ero assente per comprarvi!-.
Anche Pain si stava spazientendo: -Ti ripeto che non so di cosa parli.-.
Mentre teneva a bada Karin, Sui chiese: -Perché doveva comprarci?-.
-Per farvi dire che gli devo dei soldi perché ci sono andato a letto insieme!- Urlò Kakuzu.
Suigetsu scoppiò a ridere, allentò la presa su Karin e ne fu travolto, cadendo all'indietro. Ma, nonostante fosse a terra e venisse di continuo baciato dalla rossa, continuava a ridere: -AHAHAH! Lo sapevo! Ma sentirtelo dire è uno spasso! Ahahah!-.
Quando però vide che nessun altro stava ridendo si rimise a sedere.
Pain estrasse un paletto, mentre alla schiena di Kakuzu quattro protuberanze indicavano l'imminente uscita dei cuori.
Suigetsu, nel frattempo, era riuscito a buttare a terra Karin.
-Stammi lontana!- Le urlò.
Per Karin quel “Stammi lontana!” fu un pulsante di accensione per la modalità “Ex-moglie-che-vuole-gli-alimenti”.
-SUUUUIIIIIGEEEEETSUUUUU!- La ragazza balzò addosso a Suigetsu, stavolta però con ben altri scopi.
Contemporaneamente, Pain e Kakuzu avevano alzato il pugno l'uno contro l'altro.
-Potreste- Esclamò Jugo: -stare tutti calmi?!-.
I quattro si bloccarono, e si rimisero composti.
Pochi minuti dopò, dalla porta sbucò la testa di Deidara: -Cucù! Indovinate chi abbiamo trovato?-.
Angolo dell'autore
E rieccomi qui, réga! Uhm, mi sono stancato di questo réga però... vabbeh, vi racconto una storia buffa: tempo fa stavo rileggendo i capitoli fino ad allora scritti e quando ho provato ad aprire questo ho scoperto che era danneggiato e irreparabile (yuppi)! Quindi ho dovuto rifarlo da capo, perciò se trovate dei buchi nella storia vi prego di dirmeli e li riempirò al più presto, graaaaaazie!
Detto ciò, alla prossima XP!!
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Capitolo 11 *** KISAME IL SALAME ***
KISAME IL SALAME
Nel corridoio...
I tre ninja camminavano lungo il corridoio. Honan sbavava dietro a Deidara, che cercava di ignorarla, mentre Sasori sembrava pensare ad altro, come sempre.
Alla fine Deidara urlò a Honan: -Ma che ti prende?!?!-.
Honan smise di sbavare: -Non so di cosa parli...- rispose, tentando, con poco successo, di far finta di niente.
-Ti stai comportando più stranamente del solito.- Continuò il nukenin della roccia.
-Non è vero!-.
-Sì che è vero!-.
-Non è vero!-.
-Sì che è vero!-.
-Non è vero!-.
Deidara sogghignò: -Non è vero!-
-SÌ CHE È VERO!- Sbraitò Honan. Poi sgranò gli occhi: -Ehi!-.
-Allora lo ammetti! Non sei normale (non che tu lo sia mai stato)! Uhm.-.
Sasori si fermò davanti alla cantina: -Mi state scocciando.- disse calmo.
-Non ti impicciare!- rispose secca Deidei.
-Già, non ti impicciare!- Le fece eco Honan.
Deidara le puntò contro il dito: -È già la seconda volta che prendi le mie difese! Normalmente mi farebbe piacere, ma tu non mi piaci.-.
Per Honan quel “tu non mi piaci” era come una pugnalata al cuore: “Non le piaccio!” pensò sconsolata. Strinse i pugni: “Mi rimane solo una cosa da fare: la vendetta!”.
Che volete: Hidan è fatto così.
Si voltò verso Deidara, urlando: -Ti sacrifico!- e fece per prendere la sua falce dalla schiena.
Deidara non si preoccupò: Konan non portava falci, quindi le sue parole suonavano a vuoto. Solo quando si trovò la punta acuminata a pochi centimetri dalla faccia capì il suo errore di valutazione.
Fortunatamente per lei, la falce si bloccò a mezz'aria.
-Uh?- Fece stupita Honan. Il braccio sinistro di Sasori era teso in avanti, e dalla sua mano partivano i suoi fili di chakra che si attaccavano all'arma.
-Sembra che ti abbia appena salvato la vita.- Disse il marionettista.
Ma Deidara non lo ascoltava: era troppo stupita dell'accaduto. Balbettò: -M-ma come hai fatto?-.
Honan non capiva di che stava parlando: non era certo la prima volta che gli puntava contro la sua falce e, se non fosse stato per Sasori, sarebbe stata l'ultima, e ben gli stava a Deidara! Poi però si rese conto del fatto che prima, mentre scendeva dalla camera di Sasori e Deidara, aveva avuto modo di “esplorare a fondo” il corpo di Konan, ed era sicuro di non averci trovato falci. E allora come...?
Sasori interruppe i suoi pensieri: -Bravo, Hidan. Vedo che ti stai abituando al corpo di Konan.-.
-Eh?- Fece questa. Poi capì: la sua falce era fatta di carta.
-Cavoli!- Esclamò Deidara: -Hai creato una falce di carta in pochi secondi! Potevi ammazzarmi! Ti faccio esplodere, uhm!-.
“Mi ha notato!” Pensò Honan: “Sono nella strada giusta!”.
-Sì, bene.- Tagliò corto Sasori: -Intanto entriamo.-.
Sasori fece per aprire la porta della cantina ma, come la toccò, si sgretolò.
Sasori alzò il sopracciglio: -Reazione interessante.-.
I tre entrarono. La cantina, rispetto alle altre stanze che i membri di Alba, pareva la meno distrutta tra tutte. Sembrava, in effetti, una normalissima cantina, con le carni appesi al soffitto e tutto il resto. Se solo non ci fosse stato per il pesce azzurro formato gigante che penzolava all'ingiù legato e imbavagliato nella prima fila di salumi!
I tre si avvicinarono. Sasori scosse la testa: -Povero Kisame. Tiriamolo giù.-.
Honan rise e sguainò la nuova falce. Poi, con un fendente molto rapido, tagliò la corda che sospendeva il nukenin della nebbia, che cadde proprio sul bernoccolo che aveva in fronte.
-Sleghiamolo.- Disse poi il marionettista.
-Io non lo tocco: è nudo!- Scosse la testa Honan.
-Quante storie!- Sbuffò il nukenin della sabbia: -Quando sacrifichi una persona non la denudi?-.
-E lui lo chiami “persona”?- Replicò Honan.
-Ehi!- Deidara li chiamò a gran voce dal fondo della stanza: -Qui ci sono la sua tunica e la sua spada!-.
-Bene. Dai Honan, slegalo e falla finita.- Riprese Sasori.
-NO!- Honan non ne aveva la minima intenzione: ne a lui ne a Jashin piaceva il sashimi!
-Ah!- Deidara si mise la mano sulla fronte: -E dai, per favore Honan!-.
Honan si illuminò.
“Ha detto per favore? Allora le importo!” Pensò. E ricominciò a sbavare.
Sasori gli agitò la mano in faccia: -Honan, ci sei?-.
La jashinista si riprese: -Eh? Oh, sì certo!- e, con un paio di sforbiciate (di carta), liberò Kisame dalle corde.
-Senza lasciargli un taglio. Impressionante.- Disse freddo Sasori.
-Eh-eh.- Si pavoneggiò lei: -Questo corpo è davvero comodo, sì.-.
Deidara si avvicinò agli altri tenendo in mano la toga e la spada di Kisa: -Bleah, che puzza di pesce morto...- borbottò: -Mi sa che dobbiamo pure rivestirlo.-.
-Grandioso.- Commentò Sasori che, usando i suoi fili di chakra, girò a pancia insù il povero Kisame.
Honan piegò la testa di lato: -Allora è vero che gli squali ne hanno due...-.
-Acuta osservazione.- Disse Sasori che, usando i suoi fili, rivestì Kisame.
-E farlo prima no?!- Sbraitò Honan.
Sasori la ignorò e uscì dalla stanza, seguito dallo svenuto ninja della nebbia e da Honan.
-Ehi, aspettatemi!- Urlò Deidara, superandoli.
In quattro e quattr'otto, aveva già raggiunto il salone.
-Cucù!- Disse: -Indovinate chi abbiamo trovato?-.
Vide come lo guardavano gli altri: -Ehi, che avete?-.
Nessuna risposta.
Deidei alzò un sopracciglio: -Juugo si stava incavolando?-.
I ninja annuirono; intanto Honan e Sasori arrivarono col povero Kisame.
-Sdraiatelo sul divano.- Ordinò Pain, e così fece Sasori.
Pain lo studiò, poi chiese: -Dov'era?-.
-Appeso come un salame!- Ridacchiò Deidara.
-Eek!- Urlò Suigetsu: -Quella è la mia spada!-.
Sasori guardò la spada che avevano ritrovato di fianco a Kisame: -Ah sì? E allora la sua dov'è?-.
Suigetsu alzò la testa di scatto: -Questo vuol dire che non l'avete trovata?- Suigetsu corse verso la porta: -Samehada, sto arrivando!-.
-Ah.- Sospirò il dio: -Bansho Tenin!-. Alzò il braccio e Suigetsu fu trascinato all'indietro.
-Piantala!- Urlò Sui.
-Come vuoi: Shinra Tensei!- E Suigetsu fu violentemente lanciato in avanti, spiaccicandosi (nel vero senso della parola) alla parete. Prima che potesse... colare a terra però fu nuovamente richiamato verso Pain, che però bloccò il suo jutsu all'ultimo, facendo crollare a terra il ninja affianco a Kabuto con un sordo: -Off!-.
Karin gli si gettò contro: -SUIGETSU-KUN!-.
-Eppure, ero sicuro che fosse quella di Kisame...- Borbottò Deidei: -Bah, le spade sono tutte uguali, senza alcuno spirito artistico...-.
-Se qui abbiamo finito,- Riprese Pain: -Kabuto, Kakuzu ci ha detto che ci racconterai una storiella interessante. Avanti.-.
Kabuto, quando Sasori e co. erano andati a cercare Kisame, si era seduto per terra, ed era rimasto zitto, sperando che gli altri si scordassero di lui. Balbettò: -V-va bene, ma p-prima potrei...-.
-Sììì?- Lo incitò Pain.
-...potrei mangiare qualcosa?- Concluse il ninja.
Pain si mise la mano sul mento. -Va bene.- disse dopo un po' di silenzio: -Kakuzu, accompagnalo al frigo.-.
Kakuzu scrocchiò le dita.
-Con piacere.- Disse.
“Muhahahahahahahahah!” Pensò.
Kabuto, ancora più terrorizzato di prima, si alzò lentamente, dicendo: -N-non vedo il motivo per cui lui...-.
Pain lo fissò come fa un cane con un gatto: -Per cui lui?-.
-...Per cui lui... non dovrebbe accompagnarmi.- Concluse il ninja del Suono.
Pain annuì: -Nemmeno io.-.
Detto ciò, Kakuzu e Kabuto si avviarono verso la cucina.
Nel frattempo Deidara, che si era seduta, sembrava assorta nei suoi pensieri: -Uhm.-.
-Che hai amor...- Honan si bloccò: - Che hai Deidara?- disse infine.
-C'è qualcosa che mi sfugge...-.
-Cosa?- Chiese Itachi.
-Quella frase che mi ricordo di ieri: “C'è la vela... c'è la vela...”. Mi sembra che fosse qualcos'altro...-.
Deidara si mise le mani alle tempie: -Qui la vela... no... Qui c'è Vera... no! Mmm...- Deidara divenne rossa in viso.
-Dai, Deidara-kun, ce la puoi fare!- La incitò Honan, senza preoccuparsi di come la guardavano stupiti gli altri.
“Deidara-kun?” Pensavano.
-Vera... vela... sera...- Borbottava. Schioccò le dita: -Gela!- gridò alla fine: -“Qui si gela!”. Ecco cos'era!-.
-“Qui si gela”?- Ripeterono dubbiosi gli altri.
-AAAAAAAAAAAAAAIUUUUUUUUUUUUUUTOOOOOOOOOO!- Furono interrotti da un urlo proveniente dalla cucina.
-TI AMMAZZO!-.
I nukenin si guardarono e, un attimo dopo, scattarono verso la cucina.
-Ah, però!-.
-Interessante...-.
-Divertente! Eheh!-.
-Bene!-
-Acc! Mi avete fregato le battute! Ah no:...-.
-Bleah!-.
-...Ehi!-.
Per terra Kabuto stava rotolando mentre veniva strangolato da un cactus troppo cresciuto; Kakuzu era seduto sul tavolo rovesciato a bersi una limonata.
-CREPA!- Urlò la pianta. E il lampadario gli cadde in testa.
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Capitolo 12 *** I GUSTI SESSUALI DI TOBI ***
I GUSTI SESSUALI DI TOBI
Nel salotto...
-Piano, piano Kakuzu, piano. No, non così, non co...-.
Kakuzu liberò Zetsu dai suoi fili, appoggiandolo di fianco a Kisame.
-Così, capo?- Chiese annoiato Kakuzu.
-Sì ecco, se magari lo giri dall'altro lato...- Rispose Pain.
-Uff!- E Kakuzu lo girò dall'altra parte.
Deidei e Itachi si affacciarono sopra la testa del ninja dell'Erba.
-Non mi sembra in gran forma...- Commentò dopo un po' il nukenin della Roccia.
Itachi la fissò: -Essendo ricoperto di ghiaccioli e più blu di Kisame direi che no, non sembra in gran forma, Deidei.-.
Scosse la testa: -Deve essere rimasto lì dentro tutta la notte; già a un umano fa male, figurarsi a una pianta...-. Detto ciò, accese un fuocherello ai piedi del divano.
Pain prese la parola: -Allora, Kakuzu?-.
Kakuzu alzò le spalle, dicendo: -Nulla di che: Kabuto ha aperto il frigo, e ci ha trovato la Zetsu con gli occhi chiusi, sembrava morto. Kabuto lo ha toccato, e lui ha aperto gli occhi; ha urlato: “Ti ammazzo!” e gli è saltato addosso. Avevo sete e mi sono preso una limonata. Fine della storia. Posso tornare alla mia limonata ora?-.
-Sì, sì.- Rispose Pain. Poi si rivolse a Itachi: -Come sta?- chiese.
Itachi, messo via il salame (aveva fame, e Kakuzu aveva parlato di limonata!), scosse la testa: -Non sono un botanico, ma ci vuole altro per fermare il nostro Pereyra (W Juve!). Si riprenderà in pochi giorni.-.
Zetsu cadde dal divano, provocando un inequivocabile rumore di ghiaccio rotto.
Itachi lo rimise sul divano.
-Forse in qualche settimana.- Si corresse: -Vuoi un salame?-.
-No.- Fece sconsolato Pain: -Beh, dato che siamo tutti qui, tanto vale deciderci sul da farsi...-.
Pain fischiò: -Tutti seduti: riunione di gruppo!-.
I ninja si sedettero, chi sulle sedie, chi per terra, chi sulla faccia di Zetsu.
-Deidara!- Lo riprese Pain.
-Uffa!- Sbuffò lei, e si andò a sedere per terra. Honan si spostò affianco a lei.
Pain batté le mani: -Allora, iniziamo con Kabuto.-.
Il ninja rivolse uno sguardo terrorizzato a Kakuzu, non ricambiato, e rispose: -Un paio di settimane fa, io e Oro-sempai abbiamo saputo della festicciola che stavate organizzando per Tobi, e ci siamo detti: “perché non divertirci un po'!”.- Kabuto si mise la mano sulla ferita sul braccio: -Non avete niente da...-.
Kakuzu si voltò verso di lui.
-...dicevo, ci siamo detti : “spassiamocela un po'!”, e abbiamo racimolato un po' di Serpis...-.
-Serpis?- Chiese confuso Sui.
-Una nuova droga inventata dal maestro.- Spiegò il nukenin medico: -...e ieri sera siamo arrivati qui, vi abbiamo drogati, ma poi... non ricordo molto, se non che stavamo lottando contro Itachi e Zetsu e che poi siamo stati sommersi. Io mi sono svegliato proprio qui.- concluse.
-Ancora questa storia dell'acqua...- Rifletté Pain.
Itachi prese a parlare: -Io avrei una spiegazione, in realtà.- e indicò Suigetsu.
-Uh?- Disse Sui quando capì che il ninja ce l'aveva con lui: -Che ho fatto?-.
-La bevanda che hai ingerito,- Raccontò Itachi: -era quel Serpis, e deve averti fatto, be, allagare.-.
La faccia dei nukenin suggeriva a Itachi di non essersi spiegato bene.
-Intendo dire che sei diventato un'onda anomale di Serpis.- Riprovò Itachi: -Ci hai inondati, appunto, e ti abbiamo bevuto.-.
Al che tutti vomitarono.
-Grazie.- Sospirò Suigetsu.
-...perciò siamo rimasti tutti drogati.- Disse Itachi: -Ciò spiega anche perché è tutto asciutto, dato che l'acqua normale avrebbe lasciato il tutto umido, mentre tu, Suigetsu, no.-.
-Può darsi.- Disse Pain: -E ora tocca a me. So che avete fatto memoria comune mentre io e Honan eravamo svenuti, perciò facciamo le cose fatte bene: non ricordo niente di ieri sera e non ho intenzione di dire a nessuno dove mi sono svegliato oggi. Honan?-.
“E questo è fare le cose bene?” Si chiedevano tutti.
-Sì, caro.- Disse subito Honan: -Io mi sono svegliato sulla porta della cucina nel corpo di Konan e di ieri ricordo di essermi divertito molto per un falò.-.
-Ah, quello è chiaro:- Fece Pain: -ricordo che ci piangevi sopra, Kakuzu; evidentemente era un falò di soldi.-.
Kakuzu scosse la testa: -Lo escludo: lì ci sono ancora i resti del falò e dall'odore posso direi che non sono stati bruciati i miei adorati soldi-.
-Ne sei sicuro?- Chiese il dio.
-Sono sempre sicuro riguardo ai soldi: ad esempio Deidara ha fregato dalla tunica di Preta venti dollari, Karin ha ingerito due monetine da 5 cents, per quanto riguarda Sasori lui...- Iniziò Kakuzu.
-Ok, ne sei sicuro.- Lo interruppe Pain: -In tal caso, dobbiamo organizzarci.-.
-Organizzarci?- Domandò Suigetsu.
-Esattamente.- Rispose Pain: -Ci sono un po' di cose da fare.- e estrasse dal nulla una bacchetta e un cartellone con sopra alcune immagini, in stile Elementary.
-Primo:- E Pain indicò una foto con i suoi corpi che si facevano le corna a vicenda: -trovare i miei corpi. Per ora avete me [e si indicò] e lui [e indicò il Preta, ancora spento, svenuto sulla sedia], ma ne mancano ancora quattro.-.
-Secondo: -Pain indicò una foto di Konan semi-nuda che mandava un bacino all'obbiettivo: -Dobbiamo ritrovare la mia (sigh) adorata (sigh, sigh)- Pain iniziò a piangere: -Konan!!! Che probabilmente è nel suo [indicò Honan che si scaccolava] orribile corpo.-.
-Ehi!-.
-Terzo: -Pain puntò una foto di Orochimaru e di un lecca lecca gigante, che solo dopo alcuni secondi gli altri riconobbero in Tobi: -loro due: Orociok e il suo amico qui [e bacchettò Kabuto] ci devono molte spiegazioni, e noi dobbiamo loro molte botte, e Tobi è la nostra mascotte!-.
-Uh, ragazzi!- Itachi prese la parola: -Sapete che Tobi in realtà è una mente diabolica...-.
Gli altri lo fissarono imbambolati.
-...che ci sta usando per portarci in un'illusione eterna...-.
Sbattimento di palpebre generale.
-...che ci mette sempre nei casini...-.
Iniziarono a sbavare.
Itachi scosse la testa: -...non importa.- concluse.
-In realtà...- Disse Deidara: -...io sono d'accordo con Ita, Tobi non ce lo voglio più tra i piedi.-.
Honan smise di scaccolarsi: -Io sto con Deidei.-.
-Beh, -sorrise Pain: -ma questa non è una democrazia, è una dittatura, e io solo prendo le decisioni, e se io dico di trovare Tobi, IO DICO DI TROVARE TOBI!-.
Come gridò queste parole, le pupille di Honan iniziarono a fare su e giù, su e giù, in stile slot machine, fino a che non si fermarono sull'immagine dello sharingan ipnotico di lollipop-man.
Disse: -Salve, ragazzi! Sono Tobi [ruttò]! Però, che buono, complimenti a Orociok! Dicevo, ho programmato Konan per farvi sentire questo messaggio non appena qualcuno urlasse di volermi ritrovare, e sono sicuro che si tratta di Deidara-sempai!-.
-Convinto!-.
-Vi volevo solo dire...- Riprese il messaggio: -...che ho nascosto i corpi del capo nei villaggi della Roccia, della Nebbia, della Sabbia e della Nuvola, così possiamo fare una bellissima caccia al tesoro! Sììììììì!!! Ah, e ci sono anche indizi riguardo al premio finale...-.
-Soldi?-.
-Marionette?-.
-C4?-.
-Acqua?.-
-...me!-.
-Puah!- Sputò Deidara.
-...Ah, e un'ultima cosa!-.
E Honan si alzò, corse da Deidara e la baciò.
-M ch czz...?- Mugugnò Deidei.
Honan si rimise a sedere e abbassò la testa di scatto. Poi la rialzò: -P.s.: Deidara-sempai, spero che ti piaccia il mio jutsu (l'ho fatto perché non sono gay, non bacerei mai un altro uomo, anche se sei tu, Maestro Deidei). Ciao!- e ri-abbassò la testa.
Quando la rialzò, Hidan era tornato in se, cioè era ancora dentro Konan, ma per il resto... Insomma, si ritrovò con tutti che lo osservavano straniti.
-Che c'è?- Domandò. Pensando che avesse una caccola che sporgeva, si rimise a scaccolarsi.
Karin interruppe il silenzio: -Quindi... per Tobi baciare un transessuale usandone un altro è meglio di essere gay?-.
Nessuno rispose.
-Chi è gay?- Chiese Honan.
Ancora nessuna risposta.
-Capo, ci stiamo dimenticando del quarto punto.- Esordì Itachi.
-Cioè?-.
-Il regalo.-.
-Ah, giusto.-.
Jugo alzò la mano: -Quale sarebbe questo regalo?-.
Pain lo fissò, meditando quanto dire.
Poi disse: -Diciamo che se vi capita di trovare un biondino con il Kyuubi nello stomaco, ci fate un favore se lo portate qui.-.
-Gli volevate regalare Naruto?- Domandò stupito Suigetsu.
-In realtà era più un pretesto per estrarre la Volpe...- Spiegò Pain.
-Ciò spiega...- Fece Jugo: -...perché Itachi e Zetsu erano messi così male quando sono tornati con il regalo, come lo chiamate voi.-.
-Ci tengo a precisare...- Disse Itachi: -...che se non fosse stato per lui, avremmo sconfitto subito Kabuto e Tontochimaru l'altra sera.-.
-Sognatelo.- Borbottò Kabuto, che fu zittito da un'occhiataccia di Kakuzu.
-Capo?- Fece Sasori: -Per quanto riguarda Hidan e Konan?-.
-Manusya.- Rispose secco: -Lui ha il potere di strappare le anime. Ha fatto questo: ha strappato lo spirito di Hidan dal suo corpo, cosa che normalmente lo ucciderebbe, ma Hidan è immortale; ha poi messo l'anima nel corpo di Konnie (sigh) e ha preso quella della legittima proprietaria, inserendola in Hidan. Per farli tornare normali basta fare la stessa cosa.-.
-...E quindi dobbiamo ritrovare il corpo di Hidan.- Concluse Sasori: -Come nel mio ricordo. Bravo, capo.-.
-Eheheh, modestamente...- Pain tornò in se: -Insomma, sì, detto questo... Chi viene con me?-.
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Capitolo 13 *** IL PUNTO DUE ***
IL PUNTO DUE
Rifugio di Alba...
I ninja si avvicinavano alla porta.
-Allora ci vai tu?- Sussurrò Deidara a Honan. Aveva capito che Honan provava qualcosa per lei e, nonostante la cosa le facesse schifo, perché non approfittarne?
Honan arrossì: -N-no, mi spiace Deidara-kun.-.
Con Pain non ci voleva proprio andare: voleva rimanere da sola con Deidara, e Pain avrebbe rovinato tutto! E diamine, se era riuscito a baciarla sotto il controllo di Tobi, ora come minimo l'avrebbe portata a letto!
-Uff!- Sbuffava Deidei: neanche lei ci voleva andare con Pain chissà dove a cercare quell'idiota di Tobi.
Pain aprì la porta di ingresso. Gli cadde un letto in testa.
-Ehi! Chi ha acceso il buio?-.
-Ecco dov'era il mio letto!- Esclamò Itachi: -Come ci sarà finito lì? Mi dispiace, capo... Vuoi un salame?- e estrasse dalla tunica il salame.
-No.- Rispose l'altro: -Ma tirami fuori di qui!-.
Itachi rimise a posto il salame e, aiutato da Kakuzu, spostò il letto. Pain si rialzò.
-Grazie, Itachi.- Disse.
-Uh, capo?- Iniziò Kakuzu: -Ti ricordi il punto due?- e indicò il tetto.
Lì, legato a quel bastone che hanno alcuni tetti o cupole, un uomo sulla trentina, con i capelli grigi e tirati all'indietro dormiva con tanto di bolla sul naso.
Pain si grattò la testa: -Hidan?-.
Honan smise di scaccolarsi: -Eh?-.
-Sei tu quello?- Le domandò il dio.
Honan guardò il tetto: -...Sì.- annuì poi.
Pain mise le mani alla bocca a mo' di megafono, urlando: -Konan! Konan!-.
La bolla scoppiò e “Kidan” aprì gli occhi.
-Eh? Dove sono?- Chiese.
Kidan si guardò intorno: era sul tetto della base dell'Aka e non riusciva a muoversi, perché aveva le mani legate. Poi guardò verso il passo, e vide il suo adorato Pain che la fissava.
Urlò: -Pain-kun! Painuccio! Dove sono? Tirami giù!-.
-Ehm, sì, subito Hi... Konan.- Gridò Pain, e pensava: “Qua finisce male...”.
-Faccio io.- Sasori afferrò Kidan con i suoi fili di chakra e la tirò giù.
-Grazie, Sasori.- Disse Kidan. Si era appena accorta che c'erano anche gli altri: Sasori, Kakuzu, Deidara...
Kidan indicò quest'ultima: -Ehi, Deidara, ma che hai...-.
-Fossi in te, Konan, sarei più preoccupata per me stessa...- Disse Deidei.
Kidan si mise le mani ai fianchi: -Che intendi?- chiese.
Poi vide che tra i presenti c'era anche... lei.
-Ehi!- Kidan puntò il dito verso Honan: -Zetsu! Sei tu? Ti ho già detto di non trasformarti più in me!
Dopo che due settimane fa ne hai approfittato per andare a letto con il mio Pain!-.
Pain sgranò gli occhi: -Zetsu ha fatto COSA?!-.
Deidara gli mise la mano sulla spalla: -Konan, penso che tu debba sapere una cosa....-.
La mano vomitò.
-Scusa.- Fece lei: -Se ciò ti può far stare meglio, non è la tua spalla, Konan.-.
-Che dici?- Chiese confusa Kidan: -Certo che è la mia...-. Si guardò la spalla: in effetti era un po' troppo muscolosa per essere la sua, e sentiva un certo fastidio alla schiena. Kidan afferrò qualcosa sulla schiena.
-Ma questa...- Si stupì lei: -...è la falce di Hidan!-. Prima che qualcuno potesse dire qualcosa, Kidan si specchiò sulla lama maggiore.
Da qualche parte, in un deserto imprecisato...
-Kaarot! Ti mostrerò la mia potenza virile!-.
-Se lo dici tu, Vegeta...- Disse Goku bevendosi un drink.
-Osserva come divento supersayan di ventitreesimo livello!- Continuò l'altro. Aprì la bocca per fare il classico urlo da super-trasformazione-finale, ma si sentì solo un'assordante urlo più acuto delle unghie sulla lavagna.
-Grande urlo virile...- Commentò Goku.
Nel rifugio dell'Akatsuki...
-AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!! PAIN, COSA MI È SUCCESSO?!- Kidan crollò a piangere e lo abbracciò: -PAIIIIIIIIIIIIIIN!-.
-Calma, Konnie, calma...- La rassicurò Pain.
-Chi ha osato? Chi ha potuto farmi questo?!- Urlò Kidan.
Pain iniziò a sudare: -N-non ne ho idea, Konnie...- e, contemporaneamente, lanciò un'occhiata “ditequalcosaeviammazzo” agli altri.
-Tu!- Kidan indicò nuovamente Honan: -TU! SEI STATO TU VERO?!?! E LEVATI LE MIE MANI DAL MIO NASO!!!- e le balzò addosso, gridando: -RIDAMMI IL MO CORPO! RIDAMMI IL MO CORPO! RIDAMMELO!!!-.
-Non è colpa mia!- Si difese Honan: -È colpa di....-.
-Non penso che sia colpa sua!- Intervenne Pain, che afferrò Kidan, staccandola da Honan.
-E poi, è il tuo corpo!- Tentò di convincerla.
-Spero per te che tu non mi abbia nemmeno toccata!!!- Urlò allora Kidan.
-E sta calma! Anch'io rivoglio il mio corpo da Jashinista!- Disse l'altro: -Devo ancora fare il mio sacrificio mattutino. A tal proposito... Suigetsu! Vieni un po' qui!-.
-Ah!- Urlò quest'ultimo, abbracciando la prima persona che trovò.
Quando capì che l'abbraccio era ricambiato e che era Karin che stava abbracciando, Sui gridò nuovamente: -Ah!- e si staccò.
-E piantala!- Disse Sasori, colpendo Suigetsu con uno dei suoi aghi.
-Diamoci tutti una calmata!- Sentenziò Pain.
Dopodiché, spiegò a Kidan tutto ciò che era successo la sera prima e quella mattina, o meglio, tutto ciò che sapevano, evitando la parte dello scambio di corpi dovuto a uno dei sei Pain; dopo alcune frasi sui gusti sessuali di Tobi e sulla bastardaggine di chi ha compiuto l'orribile misfatto, Kidan disse che di ieri ricordava una ragazza nuda e null'altro e che non aveva idea di come fosse finita lì.
-Ancora questa ragazza nuda...- Commentò Deidara.
-È Naruto.- Dissero gli altri.
-Mi avete fregato la conclusione!- Si arrabbiò Deidei.
-Sì, beh, ora: -Riprese Pain: -alcuni di noi dovranno rimanere qui con Kisame e Zetsu e cercare Naruto e Orociok, e gli altri dovranno risolvere gli altri punti. Allora: Deidara, Sasori, voi andrete con me al villaggio della Sabbia e poi a quello della Roccia, squadra 1. Suigetsu, Kidan, Honan, squadra 2, voi andrete alla Nebbia e alla Nuvola; Kakuzu, Itachi, squadra 3, voi starete qui; Karin, Jugo, voi due....-.
Jugo prese la parola: -Noi vorremmo cercare Sasuke; è venuto con noi ieri sera, ma non è qui con noi, quindi...-.
-Permesso accordato.- Lo interruppe Pain: -Non vi allontanate, però.- rise: -Meglio per voi se nemmeno ci provate! Eheh!-.
-E Kabuto?- Chiese Sasori.
-E Kabuto.- Fece eco Pain: -E Kabuto, tu andrai con.... uhm, penso che Jugo vada bene.-.
Kabuto, rimasto in disparte, guardò terrorizzato Kakuzu: -Lontano da lui?- chiese.
-Già.-.
-Andata.-.
-Bene.- Fece Pain: -Resterò in contatto con la base grazie al Preta-Pain.-.
Chiuse gli occhi, e dopo qualche secondo li riaprì: -Ora è attivo. Voialtri della squadra 2 dovrete cavarvela da soli, spiacente.-.
-E come lo raggiungiamo il villaggio della Nebbia, Pain-kun?- Chiese Kidan.
Suigetsu si grattò il naso: -Siete fortunati, perché in squadra avete il miglior spadaccino della Nebbia esperto di passaggi segreti per il Villaggio.-.
Sasori lo guardò: -Guarda che Kisame rimane qui.-.
Suigetsu socchiuse gli occhi. -Parlavo di me!- disse.
-A tal proposito!- Pain alzò un braccio. La Mannaia Decapitatrice schizzò dalla schiena di Suigetsu e si fermò sulla mano del Deva.
-Ehi! La mia spada!-.
-Rimarrà qui! Sei troppo pericoloso con quella!-.
-Ma... ma...- Balbettò Sui.
Pain lo guardò furioso: -Problemi?-.
-...No.-.
-Uhm, capo?- Fece Deidei: -E noi come lo raggiungiamo il Villaggio della Sabbia?-.
-Un amico mi deve un favore.- Fu la risposta di Pain: -Stasera ci dobbiamo ritrovare tutti qui. Ah, Deidara, mettiti la toga dell'Akatsuki.-.
-E ridammi il vestito!- Concluse Kidan.
Deidara alzò le spalle: -Non ti serve molto al momento, ma...- e iniziò a denudarsi.
-Non qui.- La fermò Pain.
E così, dopo essere tornata in camera, essersi cambiata e messa una nuova toga, Deidara raggiunse la squadra uno fuori dall'edificio, mentre le altre tre stavano già raggiungendo le loro postazioni.
-Allora, capo, chi è questo tuo amico?- Chiese.
Pain le sorrise: -Forse lo conosci: si chiama Donquijote Doflamingo.-.
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Capitolo 14 *** DONQUIJOTE DOFLAMINGO ***
DONQUIJOTE DOFLAMINGO
Nel bosco vicino alla spiaggia...
Tre ninja saltavano di ramo in ramo a velocità superiori a quelle mai raggiunte dal Team Rocket.
Una di loro, bionda e con gli airbag di dimensioni notevoli, stava parlando a un ragazzo sui venticinque anni, dai capelli arancioni e con molti percing in viso; gli chiedeva: -Doflamingo? Il pirata? Lo conosci? È uno dei miei idoli! Mi ricordo la notizia di dieci anni fa: quanta arte in una sola Nazione! In una sola notte!- pareva entusiasta.
Mentre il rosso taceva, quello coi percing disse: -Ti sorprende che lo conosca, Deidara? Sono o non sono un dio?-.
-No, certo che no!- Rispose la ragazza, e pensava: “Il capo non è poi così male alla fine...”.
Poi aggiunse: -Ma, Pain, non capisco come lui possa aiutarci in questo momento.-.
Il ragazzo la guardò divertito: -Non lui. Un suo compagno...- disse infine.
Dopo un po' di silenzio domandò: -Non soffrite di vertigini, giusto?-.
Per la prima volta, parlò il rosso: -No capo.-.
-No.- Gli fece eco la ragazza: -Perc...?-
-Ottimo!- Esclamò il venticinquenne: -Allora siamo a cavallo. Oh, siamo arrivati.-.
I tre erano giunti in una spiaggia sabbiosa, dov'era ancorata una strana nave dalla polena a forma di cigno e con una bandiera pirata che raffigurava un teschio tondo attraversato da una striscia nera.
A riva c'erano due persone: una era una donna molto grassa e con i capelli metà rossi e metà gialli; l'altra era un ragazzino che non era chiaro se fosse maschio o femmina, perché portava i tacchi, e teneva le mani protese in avanti, come fanno i mimi nelle loro finte scatole. I tre nukenin si avvicinarono a quei due strani tizi.
Il ragazzo chiamato Pain si avvicinò al travestito, dicendo: -Ehi, Dellinger! Come butta?-. Fecero un cinque in alto, uno in basso, uno scambio di pugni e un paio di linguacce.
Poi Pain si rivolse alla grassona: -E tu devi essere Giolla, giusto?- domandò.
Giolla lo squadrò: -Yhohoho; e tu devi essere quel dio di cui tanto si parla [Pain arrossì], dai grandi poteri [Pain si grattò la nuca], capace di distruggere una città con un solo colpo [Pain ridacchiò].-. Giolla schioccò le dita: -Eneru, giusto?-.
Pain si immobilizzò: -No!- urlò: -Sono Pain!-.
-Ah.- Rispose la donna. Poi guardò gli altri due ninja, e scosse la testa: -No, no, non siete assolutamente artistici. Bisogna rimediare.-.
I due nukenin urlarono contemporaneamente: -IO NON ARTISTICO?!?! MA TI SEI VISTA?!?!-.
-L'arte è un'esplosione!- Gridò la biondina.
-L'arte è eterna!- Strillò il rosso.
-Yhohoho! Vogliamo vedere?- Rise Giolla.
-Non qui!- Si intromise Pain: -Ora vorremo vedere solo Doffy.-.
E, nonostante le proteste di Giolla, Dellinger li portò all'interno della nave, conducendoli fino a una stanza al centro dell'imbarcazione. Al suo interno, seduto su un rudimentale trono, c'era un uomo di circa trentacinque anni, biondo, con un giubbotto piumato rosa, e degli occhiali dello stesso colore. Quando vide gli ospiti, sorrise.
Disse: -Pain! Non ci vediamo da un po! Qual buon vento ti porta qui?-.
Pain rispose: -Siamo in un guaio, Doffy, e speravamo che tu potessi darci una mano.-.
Doflamingo si leccò la faccia, e domandò: -Cosa ti serve?-.
-Un passaggio.- Rispose Pain: -Per il Villaggio della Sabbia.-.
Doflamingo rise, e tirò fuori dalla giacca una lumaca con un mini-giubbotto piumato e degli occhiali da sole rosa. Dalla conchiglia prese una trasmittente, e la lumaca iniziò a fare: -Birubirubirubiru; birubirubirubiru...- fino a che non disse: -Accià.-.
Il volto della lumaca si deformò, gli occhi si abbassarono e dal naso iniziò a colargli del moccio.
Disse: -Ehi, Joker! Cosa succede?-.
-Potresti venire un istante, Trebol?- Chiese Doflamingo alla lumaca.
-Certo Joker!- Rispose la lumaca, che dopo un altro “Accià!” si addormentò.
-Allora...- Doflamingo fissò i ninja: -...voi dovete essere i membri di Alba.-.
Deidara, che fino a quel momento era rimasta a bocca aperta per aver potuto incontrare il suo idolo, balbettò: -S-sì, i-i-io s-sono Deidara... M-mi farebbe un autografo?-.
-Va bene. E tu?- Chiese Donquijote al rosso.
-Io sono Sasori,- Si presentò l'altro: -maestro dell'uso delle marionette.-.
-Marionette?- Doflamingo sembrava divertito: -E quante ne sai controllare?-.
Sasori si strofinò il naso: -Modestamente... Cento.-.
Detto ciò, estrasse dal braccio un rotolo di carta: lo aprì, e con un PUF apparvero dal nulla un centinaio di pupazzi di legno, tutti collegati a dei fili azzurrognoli attaccati alle dita di Sasori. Sasori alzò il dito indice destro, e dieci marionette alzarono le braccia.
-Non male.- Commentò Doflamingo.
“Non male?” Pensò Sasori: “Come se lui possa fare di meglio...”.
-Io ne posso controllare centouno.- Fece poi Doflamingo. Prima che Sasori potesse parlare, il pirata alzò il suo indice destro, e tutte le marionette abbassarono le braccia.
-Ehi, ma che...- Disse Sasori quando si rese conto di essere anche lui sotto il controllo di Doflamingo.
Con un gesto della mano, Doflamingo fece ballare il tip tap alle centouno marionette, con Sasori che urlava: -Lasciami!-.
Ma Doflamingo non aveva intenzione di smettere, e rise nuovamente. Quando però dalla parete alle sue spalle iniziò a colare uno strano liquido verde, Doflamingo strinse i pugni, e Sasori riuscì a muoversi di nuovo, mentre le cento marionette scomparirono con un secondo PUF.
Il liquido si concentrò in un unico punto, fino a formare un grosso pirata, con tanto di mantello verde e occhiali neri, e di moccio che gli colava dal naso.
-Che cosa ti serve, Doffy?- Chiese.
-Ah, Trebol, eccoti qui:- Commentò il pirata: -questi signori vorrebbero andare al Villaggio della Sabbia; li puoi aiutare?-.
-Behehehehe! Certo!- Rispose Trebol. Il suo braccio si trasformò nuovamente nel liquido verde, e afferrò il petto di Sasori, facendolo roteare in aria a velocità impressionanti.
-...Quale sarebbe il piano, capo?- Chiese il cerchio rosso e marrone che un tempo era Sasori.
-Beh...- Prima che Pain potesse aggiungere una sola sillaba, Trebol mollò la presa, e Sasori partì alla velocità della luce, sfondando la parete della nave, sparendo nel cielo.
-Eek!- Esclamò Deidara. La donna tentò di scappare, ma fu presa anche lei da Trebol e lanciata fuori dalla nave, seguita a ruota da Pain.
-Buona fortuna!- Disse lontana la voce di Doflamingo.
-AAAAAAAAAIUUUUUUTOOOOOOOOO!- Fu la risposta di Deidara.
Quando ormai i tre ninja non furono altro che dei puntini luminosi in cielo, Doflamingo disse: -E quella sarebbe la temibile Akatsuki? Poveri noi...-.
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Capitolo 15 *** PERÒ CI SI AVVICINA ***
...PERÒ CI SI AVVICINA
Nel bosco...
Ci son due membri di Alba e uno del Team Taka che camminano lungo il sentiero, poco distanti dalla base dell'Akatsuki.
Tra i due membri dell'Aka sembra esserci molta tensione:
-Ti sacrifico!- Dice la donna.
-Ti cartifico!- Dice l'uomo.
“Che noia...” Pensa il membro del Taka.
-Ridammi il mio corpo, pazzo Jashinista!- Urla l'uomo.
-Lo farei se potessi, testa di carta!- Gli risponde la donna: -Ma non posso per colpa di...-.
-...per colpa di...- Lo incita l'uomo.
-...per colpa di ignoti!- Conclude la donna, che, nonostante tutto, non odia così tanto il responsabile da scatenargli contro una bestia come quella che si trova davanti, una donna incazzata e immortale... gli vengono i brividi solo a pensarci... e se a un Jashinista vengono i brividi...
-Siamo arrivati!- Li informa il membro di Taka.
I tre si fermano davanti a una grossa roccia.
-Bel sasso.- Commenta la donna: -Che ci serve?-.
-Giratevi.- Ordina il ragazzo del Taka.
I due, un po' sorpresi, si voltano, e sentono alle loro spalle dei rumori strani: -Uhm, ah, yeah...-.
-Ne hai ancora per molto?- Chiede l'uomo.
-Eh?- Fa il ragazzo, frugando nei suoi pantaloni: -Ah, no, ho quasi fatto.- e tira un calcio alla roccia, che si divide in due.
-Giratevi pure.- Dice poi.
I due membri dell'Aka si voltano e guardano verso il basso.
Il maschio indica i loro piedi: -E noi dovremmo buttarci lì?-.
-Ah, non preoccupatevi, è totalmente sicuro!- Li tranquillizza il ragazzo.
La donna, un po' titubante, si affaccia al buco, urlando: -Yu-uh!-, scatenando un lungo effetto eco.
Il ragazzo dà un calcio alla donna, che si sbilancia e cade in avanti nel buco con un sonoro: -VAFFANCULOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!-.
-Ehi!- Protesta l'uomo: -È il mio corpo quello!-.
-Te l'ho già detto: è sicuro!- Dice il ragazzo, che si butta.
L'uomo rimane lì fermo per qualche secondo. Poi dice: -O la va...- e si butta anche lui.
All'interno del covo...
-Quarantuno, quarantadue...- Kakuzu stava contando i suoi soldi.
Di fronte a lui, Itachi era assorto nei suoi pensieri, mentre il Preta-Pain fissava i due nukenin svenuti sul divano.
All'improvviso Itachi aprì gli occhi: -Hai sentito?- domandò a Kakuzu.
Kakuzu si fermò: -...No. Quarantacinque, quarantasei...- e ricominciò a contare i soldi.
Ma Itachi ne era convinto: era sicuro di aver sentito un fruscio! Si guardò attorno: la stanza non sembrava essersi modificata, stessa distruzione, stessi gatti morti... No, un momento! Con la coda dell'occhio aveva visto un movimento sul pavimento.
Itachi iniziò a scannerizzare la stanza con il suo Sharingan Ipnotico; tutto normale, fino a che...
-Giù la testa, Kakuzu!- Urlò Itachi.
-Uff!- Kakuzu saltò all'indietro, afferrando Orochimaru, che stava sbucando da dietro il divano, con i piedi, atterrandogli pure sulla faccia.
-...Quarantanove, cinquanta...- Kakuzu continuò come se nulla fosse, mentre sotto di lui Orochimaru tentava in tutti i modi di liberarsi.
Itachi si avvicinò ai due, dicendo. -Ciao, Orochimaru.-.
-Bssssstrd! V mmzz! V mmzz ttt!- Disse Orociok.
-Kakuzu, lascialo andare.- Ordinò Itachi.
-... Sessantuno, sessantadue... Ok.- Kakuzu si spostò dalla faccia di Orociok, e riprese a contare: -...sessantatré, sessantaquattro...-.
Orochimaru si alzò di scatto. -Vi dissssstruggo!- Urlò.
-Certo, certo...- Fece Itachi: -ma prima...- e rifilò al capo del Suono un pugno sullo stomaco.
-Off!- Disse questi. E vomitò. Anzi sputò. Un preservativo. Itachi lo prese in mano [bleah!].
-Questo lo tengo io!- Sentenziò Ita, che mise il preservativo sotto la toga [doppio bleah!].
Orochimaru si gettò contro il nukenin, gridando: -Dammi il tuo Sharingan, Itachi-san!-.
-Amateratsu!- Fu la risposta.
-MI VANNO A FUOCO LE CHIAPPE!!!- Urlò Orochimaru: -SSSSSSPEGNILE!-.
-Uffa!- Esclamò Itachi: -Ancora con questa storia! È SASUKE QUELLO CHE SA SPEGNERE L'AMATERATSU!-.
Orochimaru iniziò a correre in giro per la stanza, e strillò: -Eek! E io qui ci rimango!-.
Ita alzò le spalle: -L'idea è quella...- commentò.
-Bassssssstardo!- E Orochimaru vomitò di nuovo. Se stesso [triplo bleah!].
E così, cinque minuti dopo, mentre la vecchia pelle di Orociok bruciava, Itachi lo bombardava di genjutsu per farlo parlare, ma Orochimaru era più resistente del previsto.
-Parla!-.
-No!-.
-Parla!-.
-No!-.
-Parla!-.
-No!-.
Itachi riattivò lo sharingan ipnotico: -PARLA!-.
Orochimaru scoppiò a piangere: -E va bene, confessssso!-.
-Sììì...- Lo incitò Itachi.
-Sono stato io, lo ammetto!- Confessò Orochimaru: -Io ho distrutto il tuo armadio pieno di smalti!-.
-COOOOOSAAAAAA?!?!?!-.
Orochimaru iniziò a contare con le dita: -E la tua collezione di eyleiner, e i tuoi video della collana: “I migliori genocidi degli ultimi 50 anni” (e, a proposito, sssssul serio? Terzo posssssto?!), e i tuoi possssssster che raffigurano tuo fratello morto e....-.
-Maledetto! Ti stermino il clan!- E Itachi lo riempì di insulti che raccontarli mi farebbe censurare la storia quindi non li dico.
In sintesi, cinque minuti dopo, Orociok era a piangere su un angolo, Itachi bolliva ancora di rabbia, Kakuzu contava, si strofinava in faccia, baciava, flirtava ecc con i suoi soldi e Preta-Pain controllava i due membri dell'Alba. Tutto normale fino a che Kakuzu non esclamò: -Ma questo non è un dollaro! Né un buono sconto! Né un assegno! Né un...-.
-Insomma, dà qua!- Itachi gli strappò il biglietto dalle mani e fece per leggerlo.
-Mmm, uhm...- Rigirò il biglietto tra le mani, lo masticò, lo leccò, ci si strofinò il...
-Itachi-san, dammelo, lo leggo io.- E Kakuzu lo riprese in mano. Lesse il biglietto. Alzò la testa: -Questa poi!-.
Negli spazi aerei intercontinentali...
-Caaapoooo, aiuuuuuutooooo!- Deidara era in preda al panico: non volava troppo spesso, e quando lo faceva era su un grande uccello di argilla; ora invece era fuori controllo, lanciato da un tizio con seri problemi alle denoidi.
-E calmati Deidara!- Replicò Pain: -Fà come Sasori, che lì davanti se ne sta zitto.-.
-Prendere a modello lui? Ma scherzi? Uhm.- Si imbronciò Deidara: -Ma, comunque, come faremo ad atterrare?-.
-Non è ovvio?- Chiese sarcastico Pain.
-Eek! Ma ci spiaccicheremo!- Protestò Deidara.
-Bah!- Se ne fregò l'altro: -Io so volare.-.
-Ma io no!- Deidara scoppiò a piangere. Smise quando disse: -Aspetta! Ma tu puoi sempre riportarci in vita con il tuo rinne-coso, vero capo-kun?-.
Pain incrociò le braccia: -Certo che posso!- disse offeso: -Figurati se non riesco a riportarti in vita!-.
Deidara si illuminò: -Grazie, capo-sama! Pain-kun! Grande e onnipotente...-.
Ma prima che potesse finire, Pain la interruppe: -...ma se non sai sopravvivere a questo, a che mi servi?-.
-EEEEEEEEEEEEK?!?!?!-.
-Ehi, là dietro!- Urlò Sasori: -Siamo quasi arrivati!-. Iniziarono a precipitare.
Deidei si sbracciò, come se volesse nuotare: -AAAAAAAAAAAAA! Ti prego, NOOOOOOOO!-.
Intanto il terreno si faceva più vicino.
-NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!-.
Mancavano pochi metri-
-TI PREGOOOOOOO!-.
Pochi decimetri.
-AIUUUUUUTOOOOO!-.
Pochi centimetri.
-Non è così che volevo morire!-.
Pochi millimetri.
-...Però ci si avvicina.-.
SPLAT
Nei boschi...
I tre ninja correvano nella foresta.
-Lo vedete da qualche parte?- Chiese Juugo.
-Sasuke-kun! Dove sei!?- Urlò Karin: -Sasuke-kun!-.
“Ma perché devo stare con questi tizi?” Pensò Kabuto: “Dovevo ascoltare mia madre, quando diceva... ehi, un momento, cos'è che diceva?” Kabuto sorrise: “Ah, già, non l'ho mai conosciuta!”.
-Ehi tu!- Lo riprese Karin: -Non c'è niente da ridere! Sasuke-kun è scomparso! E poi perché tu sei qui? Non ci sei di alcun aiuto!-.
-Guarda che anche a me interessa trovare Sasuke! Orochimaru lo vuole, quindi io lo voglio!- Protestò Kabuto.
Karin si rivolse a Jugo: -Juugo, digli qualcosa tu!-.
Jugo non rispose.
-Sempre molto loquace...- Commentò lei.
-Karin!- Gridò Kabuto: -Giù!-.
Karin si voltò verso di lui: -Eh?-.
-Giù!- Ripeté Kabuto.
Karin si girò verso Jugo, per cercare spiegazioni; invece ricevette solo un pugno in faccia.
-Ah!- Karin cadde a terra, ai piedi dell'albero; Jugo atterrò vicino a lei, semi-trasformato.
Karin alzò le braccia per proteggersi: -S-stammi lontano, Jugo!-.
Ma Jugo avanzava.
-F-fermo! Sono io, Karin! La tua amica! Quella che ti porta sempre a spasso! Ti fa fare i bisognini! Ti fa riportare l'osso!- Segue serie di flashback riguardanti Karin e Juugo che si divertono insieme.
Ma Juugo sembrava non ricordarsene.
-Aspetta! Non oserai prendermi a pugni una persona con gli occhiali! E incinta!-.
Jugo alzò il braccio, che si trasformò in un blaster, la cui bocca si illuminò.
-Ottima scappatoia!- Disse Karin.
Juugo era a pochi millimetri da lei.
“È finita!” Pensò Karin: “Sasuke-kun, prima di morire avrei tanto voluto dirti che...”.
Si sentì un rumore alle spalle di Jugo, e lui cadde in avanti, di fianco a Karin.
-Ma che...?- Karin non capiva.
Di fronte a lei, il chakra sulle braccia di Kabuto iniziò a scomparire.
Kabuto sorrise.
-Punto di pressione.- Spiegò: -Non si muoverà per un po'.-.
-M-mi hai salvato?- Balbettò Karin: -Perché?-.
-Mi devi un favore. -Rispose Kabuto: -Riscuoterò.-.
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Capitolo 16 *** UN DIO CHE NON SA MIRARE ***
UN DIO CHE NON SA MIRARE
Villaggio della Nebbia...
Honan, Kidan e Suigetsu camminavano lungo le strade del villaggio.
-Ma qui c'è sempre così tanta nebbia?- Chiese la prima.
Kidan si fermò.
-No!- Rispose lui: -Si chiama “Villaggio della Nebbia” perché il nome “Skypiea” era già occupato.-.
-Ah, ora ho capito!- Rise Honan.
“Ma questo c'è o ci fa?” Si domandava Kidan.
-Allora, eccoci qui!- Disse Sui con finto entusiasmo: -Il palazzo del Mizukage! Se uno dei corpi di Pain è in questo villaggio, deve essere qui dentro!-.
Il palazzo, grigio, molto alto, aveva al centro uno stemma con il simbolo del Paese dell'Acqua. La sommità era ricoperta di nebbia.
-L'ufficio è al piano più alto.- Spiegò Suigetsu: -Lì ci sarà qualche scartoffia che ci serve a ritrovare il Pain.-.
Gli altri due nukenin guardarono perplessi l'edificio.
-E come ci arriviamo lassù?- Domandò Kidan.
Honan batté la mano su un pugno: -Ci sono: faccio un sacrificio a Jashin, lo prego di teletrasportarci lassù, ci teletrasporta lassù, facciamo una strage, CONSACRIAMO TUTTO A JASHIN-SAMA e... cosa dovevamo fare... ah sì, troviamo il corpo del capo.-.
Suigetsu la guardò senza riuscire a dire nulla. Honan lo notò.
Disse: -Suigetsu, vieni un attimo qui!-.
-Ehi, ehi, ehi-ehi-ehi-ehi-ehi! EHI!- Kidan si mise davanti a Honan: -Se vuoi fare un sacrificio, non usare il mio corpo!-.
-Uffa...- Borbottò lei.
-Sì, sentite, non dubito che Jashin esista e che gliene importi qualcosa di noi,- Si intromise Suigetsu: -ma non penso che il piano funzionerebbe...-.
-Beh,- Honan creò una falce di carta: -c'è solo un modo per saperlo...-.
Kidan scosse la testa: -No, non c'è, Hidan.-.
E così, dieci minuti dopo, i tre erano ancora davanti al palazzo senza sapere cosa fare.
-Ho trovato!- Esclamò Honan: -Ci penso io!- ed entrò.
Strani rumori provenivano dall'entrata, ma Suigetsu e Kidan preferirono non indagare, e aspettarono fuori.
Poco dopo uscì Honan, tutta trafelata. Si sistemò i capelli con una manata e disse: -Ecco fatto! Possiamo entrare!-.
Gli altri due si guardarono e seguirono la “donna” nel palazzo.
All'entrata non c'era nessuno, ma dall'armadio provenivano dei PUM e degli “U-um” molto sospetti.
-Su, saliamo!- Li incitò Honan. Gli altri due la seguirono ancora poco convinti.
-Beh, che avete?- Domandò loro l'altra.
-Nulla!- Risposero.
-Credevo che ti saresti incazzata.- Bisbigliò Suigetsu a Kidan.
-Normalmente sì,- Gli rispose lui: -ma avrei fatto la stessa cosa... più o meno... e poi, so già come vendicarmi...- e esplose in un lungo: -MUAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHA!-.
-Ottima risata!- Commentò Honan: -Hai mai pensato di diventare Jashinista?-.
All'esterno del Villaggio della Sabbia...
-Deidara? Deidara? DEIDARA!!-.
Deidara si svegliò per una scrollata improvvisa.
-Eh? Uh?- Deidara si guardò intorno: era in mezzo al deserto, di fronte a delle enormi mura.
-Dove siamo?- Chiese lei.
Sasori sospirò: -Nel mio vecchio villaggio...-.
Pain aiutò Deidei a rialzarsi; in realtà la alzò di peso per il braccio, provocandole un: -Ahi!-.
Mezza intontita, Deidara domandò: -S-sono sopravvissuta?-.
-In realtà no.- Le rispose Pain: -Purtroppo ho dovuto riportarti in vita.- fece spallucce: -Esigenze di trama.-.
-Ah.- Disse Deidara: -E perché hai resuscitato prima Sasori di me?-.
-Non l'ho fatto!- Rispose il dio.
Sasori girò la testa a 180 gradi: -Sono fatto di legno, Deidara; non posso morire per una caduta.-.
-“Non posso morire per una caduta”, gne-gne-gne!- Gli fece il verso Deidara: -Ma poi, capo, non potevi resuscitarmi maschio?-.
Pain estrasse un palo dalla manica: -Se vuoi possiamo rimediare...-.
-No-no!- Si affrettò a rispondere Deidei: -Va bene così!-.
-E allora stai zitta!- Fece Pain: -Ed entriamo!-.
Come misero piede nella città, apparvero loro di fronte due giovani ninja, un maschio vestito di nero con trucchi viola in faccia (un transessuale?) e una giovane donna in tuta da combattimento con un enorme ventaglio alla schiena.
-Fermi lì!- Urlarono.
I tre ninja si guardarono. Risero.
-Ahahahahah! E come pensate di fermarci?- Disse Pain.
-Voi due siete quelli che hanno rapito Gaara!- Fece il maschio.
-E tu...- La femmina indicò Pain: -...sei il loro capo, quel dio, quello forte, mmm, come ti chiamavi? Ce l'ho sulla punta della lingua...-.
La donna schioccò le dita un paio di volte, poi disse: -Ener!-.
-NO!!!!!!- Sbraitò Pain: -NON SONO ENER! SONO PAIN! MA PERCHÉ TUTTI MI SCAMBIANO PER QUEL TIZIO?!- Pain alzò gli occhi al cielo, urlando: -Mi senti, Tonto-shok? Tu non sei nulla in confronto a me! NULLA!-.
Il cielo si rabbuiò e un fulmine si diresse contro Pain. Ma invece colpì Deidara.
Lei aprì la bocca, o meglio, le bocche per urlare, ma uscì solo fumo. Cadde all'indietro, con i capelli rizzati in aria attraversati da scosse elettriche e gli occhi bianchi.
Per nulla turbato, Pain gridò: -E NON SAI NEMMENO MIRARE!-.
Cadde un altro fulmine, stavolta su Sasori, che fece la fine di Deidara.
Il cielo tornò sereno.
-Va bene,- Pain tornò a fissare i due ninja della sabbia: -siete in due e io da solo, ma non pensate che possiate battermi!-.
-Tu sei il loro capo?- Gli domandò l'uomo.
-Sì!- Rispose Pain.
In un attimo, fu circondato da una trentina di ninja della sabbia armati fino ai denti, che gli urlarono: -Mani in alto!-.
Pain indicò Sasori: -...Il capo è lui.-.
Nel rifugio dell'Organizzazione Alba...
-Ce l'hai un tre?- Chiese Kakuzu.
-M-mm!- Mugugnò Orociok, che era stato legato alla parete all'ingiù e imbavagliato per impedirgli di vomitarsi. Preta, tanto per cambiare, sorvegliava Kisame e Zetsu.
TOC TOC
Itachi mise le carte sul tavolo: -Vado ad aprire.- e andò, giustamente, ad aprire.
Kakuzu sbirciò la mano di Itachi.
-Allora ce l'ha un tre!- Disse.
In quella, Itachi rientrò assieme ad altri tre ninja.
-Fiamma nera!- E bruciò le carte: -No, non ho un tre.- aggiunse.
-Ma lo sai quanto costano?!- Gli urlò Kakuzu.
-Le producono ancora?- Chiese Itachi: -Comunque sia, lega Kabuto.-.
Kabuto andò a fare compagnia al maestro.
-Slv, Rchmr-sm!- Disse Kabuto.
-C Kbt. Cm ndt?- Gli domandò Orochimaru.
-Non l'abbiamo trovato, purtroppo.- Annunciò Karin. Per un attimo incrociò gli occhi di Kabuto, che le fece l'occhiolino. Abbassò lo sguardo.
Jugo fu messo a sedere su una sedia, ancora privo di sensi.
-Karin, vuoi fare una partita?- Le chiese Kakuzu.
-Ehm, no, non gioco.- Rispose lei.
-Peccato.- Commentò Kakuzu: -Chissà che stanno facendo gli altri...-.
-Cuociono a fuoco lento.-.
Tutti si voltarono.
Il Preta-Pain aveva parlato.
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Capitolo 17 *** TRAFALGAR LAW ***
TRAFALGAR LAW
Palazzo del Mizukage...
-Accidenti a te, Hidan!- Urlò Kidan.
-Ehi, non sono stato io che dovevo andare al bagno!- Si difese lei.
-Quando mi scappa mi scappa! E se qualcuno non avesse minacciato mezzo palazzo di sacrificarlo a Jashin...- Replicò Sui: -Di qua!-.
I tre girarono a destra, così come i loro inseguitori.
-Fermatevi!-.
-Fermi!-.
-Stop!-.
-Una moneta!-.
-Presto, lì dentro!- I tre entrarono in una stanza. Chiusero a chiave la porta. Sentirono gli inseguitori oltrepassarli e allontanarsi.
-Fiuuu!- Sospirò Suigetsu.
-Aspettatemi!- E passò un altro ninja: -Oh, un altra moneta!-.
-Fiuuuuuuuu... Uh-uh!- Il sospiro di Sui si trasformò in un suono di allarme.
-Che c'...- Honan e Kidan si guardarono intorno: -...ÈÈÈÈÈ!!! Un altro bagno!-.
Suigetsu si voltò verso la porta, in lacrime: -Non un bagno qualunque: leggete!-.
Gli altri due si voltarono. Sulla porta c'era un cartello, con scritto: “Bagno dei pervertiti, non entrate se ci tenete alla vita o se siete donne. E allora perché sono appeso da questa parte? Bah, 'sti pervertiti!”.
Dai bagni uscirono uno a uno un gruppo di ninja dallo sguardo psicopatico.
-Suigetsu,- Sussurrò Kidan: -apri la porta.-.
Sui girò la chiave un paio di volte: -Non si apre.- concluse.
-Oh-oh- Disse Kidan.
-ALL'ASSALTO!-.
Contrariamente a quello che penserai, caro lettore, non furono i ninja pervertiti a urlare, ma Honan. Ah, lo pensavi? Beh, grande deduzione Sherlock.
Fuori dal bagno, Chojuro passeggiava felice per il corridoio; era stata la sua giornata fortunata: prima il Mizukage gli aveva parlato, poi aveva trovato due monete per terra. Peccato solo per quei tre nukenin che si erano imbucati nell'edificio. Comunque, Chojuro stava per oltrepassare la porta del “bagno degli psicopatici seguaci di Jiraiya” come lo chiamava lui, quando la porta in questione lo assalì, e Chojuro si ritrovò spiaccicato sulla parete. Alla faccia della giornata fortunata!
A sfondare tale porta era stata una donna sui ventisei anni, con i capelli blu, una falce di carta in mano e un'espressione spavalda in viso.
-Idioti!- Disse: -Come osano non venerare il grande Jashin ma preferire un comune essere mortale (morto, per di più)?-.
Honan uscì dal bagno, seguita dagli altri due shinobi traditori, ancora stupiti dalla rapidità della successione degli eventi: Honan si era abbattuta contro i ninja della nebbia, li aveva squartati, decapitati, bruciati, impalati, e (perché no?) stuprati.
E poi si era rialzata come se nulla fosse, aveva sfondato la porta con un calcio ed era uscita. Il tutto mentre Suigetsu si grattava il sedere.
-Suigetsu!- Fece Honan: -Dov'è questo benedetto (da Jashin) ufficio?-.
-Ah, sì, sì giusto, l'ufficio...- Disse Sui: -Dunque, in teoria è qualche piano più in alto.-.
Qualche piano più in alto...
-Dovrebbe essere dietro a questa porta.- Li informò Suigetsu.
-E allora entriamo, no?- Disse Kidan.
-Ma, non so, è pur sempre la Mizukage...- Suigetsu iniziò a sudare: -Due abilità innate....-.
-Insomma!- Honan sfondò la porta.
L'ufficio della Mizukage pareva molte cose, meno che l'ufficio di una Mizukage: le pareti erano tappezzate di poster sul matrimonio, al posto di quadri c'erano abiti da sposa incorniciati e sul soffitto non c'erano lampadari, ma bouquet.
Ma la parte peggiore era il pavimento: sparsi per terra, c'erano vestiti sia maschili sia femminili, e la scrivania era rivoltata. Dietro di essa sembrava esserci un certo movimento.
I nukenin si avvicinarono alla scrivania. Come mossero i primi passi, i rumori cessarono. Sbucò la testa di una donna dalla capigliatura rosso scuro e con un taglio da supersayan con il gel messo alla cazzo.
-Ehi!- Disse la donna: -Che ci fate qui?- e si alzò.
Ciò che Suigetsu vide non vi è dato sapere. In realtà non era dato sapere nemmeno a lui. Il suo cervello non poteva sostenere certe immagini, e lui andò in crash, sbavando dappertutto. Stessa roba per Honan.
Sta di fatto che solo dopo qualche secondo la donna si rese conto di essere nuda.
-Ah!- Si coprì il seno: -Ao!- balbettò: -Ao!-.
Da dietro la scrivania sbucò un uomo bendato dai capelli grigi a cipolla striminzita.
-I bei tempi... Ah!- Si coprì i genitali scoperti con il primo vestito che trovò e corse via dalla stanza.
-Bastardo!- Gli puntò il dito contro: -Torna qui!-.
Kidan arrossì mentre gli altri due sorrisero.
La donna si ricordò di essere nuda, e con un altro: -Ah!- si piegò a terra alla ricerca di un vestito, mostrando le chiappe al vento e ai tre ninja. Honan tirò fuori dalla tunica una macchinetta fotografica istantanea e iniziò a far foto.
-Ma dov'è? DOV'È?- Poi Mei ci arrivò: -Ao! L'ha preso lui!-.
Iniziò a cercare qualsiasi altra cosa che potesse coprirla, sempre sotto gli scatti di Honan. Alla fine ruppe un vetro e indossò l'abito da sposa che racchiudeva, passando dalla modalità “spogliarellista spogliata” alla modalità “spogliarellista semi-nuda vestita in abito da sposa”.
-Quanto amo il Villaggio della Nebbia!- Urlò Honan.
-Ok! OK! Non c'è bisogno che qualcuno sappia cosa avete appena visto!- La Mizukage rise nervosa: -Cosa volete? Soldi? Droga?- si abbassò il reggiseno del vestito: -Sposarmi?-.
-Sì!- Risposero Sui e Honan.
-NO! NO!- Li corresse Kidan, schifata dall'idea di vedere se stessa andare a letto con una donna: -È il tuo giorno fortunato, Mei! Vogliamo solo avere il nostro capo!-.
-Lo vogliamo?- Chiesero sconsolati gli altri due.
Kidan lanciò un'occhiata assassina agli altri due ninja: -Sì.- sussurrò: -Lo vogliamo.-.
-Ok, ok!- Disse la Mizukage: -Se intendete dire il cadavere che ho trovato stamani nel mio ufficio...- Mei si morse il labbro: -...la pergamena era nel mio vestito. Che ha preso Ao.-.
-Fallo richiamare!-.
-Non posso!-.
-No?-.
-Non dov'è ora!-.
-E dov'è?-.
-Nel bagno dei pervertiti. Ci va sempre dopo le nostre... scorribande.-.
-Nel bagno dei...-.
-AAAAAAAAAAAAAAAA!- Li interruppe un urlo proveniente da alcuni piani di sotto.
Un secondo dopo si sentirono dei passi affrettati sulle scale e entrò un mezzo morto Ao.
-Amorecioècapogiùalbagnocèunastragesonotuttimortiaiuto...- Notò i tre ninja: ...chisonquestiqui?-.
Pochi minuti dopo, all'esterno del palazzo...
-Uff, ah, quanto pesa! Ma è un vizio?- A Suigetsu era toccato il compito di trascinare il cadavere (la pergamena se l'era ripresa Mei).
-E non è neanche quello giusto!- Commentò imbronciato Kidan: -È il Naraka-Pain.-.
-Evviva!- Esultò sarcastico Suigetsu: -E dobbiamo pure raggiungere il Villaggio della Nuvola...-.
-Forse posso aiutarvi io.-.
Dall'angolo sbucò un ragazzo dell'età di Pain, alto, con un berretto bianco in testa e un giubbotto marrone.
Kidan squadrò il neo-arrivato: -E tu chi sei?- chiese.
Il ragazzo si inchinò: -Trafalgar Law, per servirvi.-.
-E perché dovresti aiutarci?- Gli domandò Kidan: -E, soprattutto, come?-.
-Il mio potere consiste, tra le cose, nel teletrasporto.- Spiegò Law: -Vi teletrasporterò tutti nel Villaggio della Nuvola. In cambio, voglio le vostre foto.-.
Honan mise le mani dietro la schiena, chiedendo nervosa: -Quali foto?-.
-Quelle che hai fatto alla Mizukage.- Disse calmo Law: -Sto cercando di averle in tutti i modi, ma non ci sono ancora riuscito perché... si sono premuniti contro i miei poteri dopo un... evento che non vi interessa. Ma vi ho osservati, e voi ce l'avete fatta.-.
-E a cosa ti servono?- Chiese Honan sempre più nervosa.
Law girò le pupille: -Mmm, non-vi-interessa! Insomma, datemele e vi ritroverete nel Villaggio in un secondo.-.
Honan iniziò a lacrimare: -Dobbiamo proprio?-.
-Se volete ritrovare il vostro capo...-.
-E tu come...?- Chiese Kidan.
-Possiamo farne una copia?- Lo supplicò Honan.
Law finse di guardare l'orologio: -Non penso abbiate molto tempo.-.
-Ma poi ce ne fai una copia?-.
-Uffa, sì, ve le mando per posta!-.
-Vvvvva bene.- E, a malincuore, Honan gli porse le foto, che Law accettò molto volentieri.
-Room!- Il cielo e tutto il resto divenne blu.
-... Peccato non conoscere il vostro indirizzo!-.
-Co...-.
-Chambles!-.
Di fronte a Law, dove un istante prima c'erano tre ninja più un cadavere, ora c'erano dei sassi.
Law si rigirò le foto tra le mani.
-Eheh, Mei...- Ridacchiò: -...così imparerai a lasciarmi!-.
Angolo dell'autore
E rieccoci qua! La storia sta entrando nel vivo, siamo quasi a metà percorso (quasi); se vi state chiedendo del perché metto due capitoli al giorno è perché penso che sia una bella cosa finire questa storia prima dell'inizio della sc... della sc... quella, insomma; se comunque siete di un'altra opinione, fatemelo sapere! E comunque, sappiate che ho molte altre storie già pronte da pubblicare, quindi sappiate che non vi libererete di me tanto presto, ahahah!!!
Vabbeh, alla prossima!
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Capitolo 18 *** SASORI PERDE LA TESTA ***
SASORI PERDE LA TESTA
Da qualche parte a Suna...
-...Ma non stanno un po' esagerando?- Fece una voce.
Deidara iniziò a rinvenire.
“Ma che mi è successo?” Pensò: “L'ultima cosa che ricordo...”.
Deidara aprì gli occhi: -Pain! Uhm! Maledetto! Bestemmia più lontano da me la prossima vooooo... oh-oh!-.
Deidara stava girando su di un palo sopra un fuocherello, così come Pain.
-Pain, ma che diamine...?- Chiese Deidei.
-Bensvegliata Deidara.- Disse Pain: -Ci stanno facendo arrosto.- spiegò.
Deidara ci mise qualche secondo a recepire il messaggio.
-Eek!- Urlò e cominciò a dimenarsi: -Aiuto! Liberatemi! Pain, salvami! Uhm!-.
-Non posso.- Rispose: -Mi hanno drogato, e se usassi troppo i miei poteri probabilmente moriremmo entrambi. E a me una volta basta.-.
-E Sasori? Uhm.- Chiese speranzosa Dei.
-Qui sotto.- Fece una voce.
Quando Deidara si ritrovò a faccia ingiù, vide che sotto di lui, assieme ai ceppi, stava bruciando anche Sasori.
-A quanto pare il legno arrosto non è commestibile.- Commentò Sasori.
-Ma dai, scherziamo?- Disse Deidara: -I villici della Sabbia non sono dei cannibali!-.
-È quello che ho detto anch'io.- Rispose Pain: -Ma a quanto pare c'è un pirata cannibale, Barto-qualcosa, e stanno tentando di farselo amico.-.
-E come facciamo?- Deidara iniziò a disperarsi.
-Ho contattato la squadra tre, ma non mi hanno suggerito niente...- Disse Pain: -...e sto racimolando le mie energie per un miracolo.-.
-Un miracolo?- Deidara era una fontana: -Siamo fottuti!- smise di piangere e diventò rossa: -Ed è tutta colpa di Tobi! TOBI!- sbraitò: -SEI UN...-.
-Percepisco qualcosa sopra di noi!- Esclamò Pain: -Forse, se me la mando buona, riesco a farlo cadere qui...-.
Ma Deidara era troppa impegnata a maledire Testa di Dolcetto per starlo a sentire.
Urlò: -...TOBI! CHE TI POSSA INVESTIRE UN TIR CARICO DI TRITOLO! CHE TI POSSA CADERE ADDOSSO UN...- e un... qualcosa sfondò il soffitto, cadendole addosso.
Quando la polvere si depositò, Pain gridò: -Ehi! Tutto bene?-.
Deidara si alzò dolorante: -Oh, ahi, la schiena!- mugugnò: -Che dolore! Uhm...-.
Dopo di lui si alzò un altro uomo, vestito di una giacca fucsia, con un grosso cappello in testa e un enorme spada sulla schiena. Al contrario di Deidara, sembrava essere illeso.
-Quel Bartholomew! Non sa perdere!- Disse: -E poi non è vero che baro! Non è colpa mia se ho gli occhi di falco e mi basta un attimo per vedergli la mano... Tsch! Come se lui non contasse le carte...- si guardò intorno. -Dove sono finito? Non sono passati tre giorni!-.
-Tu sei Drakul Mihawk!- Disse Pain.
-E tu sei... ?- Gli fece lui: -Ah no, ci sono, sei quel dio... Eneru, sì?-.
Prima che Pain potesse parlare, anzi urlare nuove bestemmie a Ener, Mihawk continuò: -Questo coso è vostro?- e mostrò loro qualcosa nella sua mano: -Era qui per terra...-.
-Ah!- Urlò Deidara, allontanandosi dal pirata e avvicinandosi a Pain: -Quello è-è-è Sasori!-.
-In realtà è solo la testa.- Puntualizzò Pain.
-Sasori-sama è morto?- Deidara alzò la testa al cielo: -Sììììììì! E predicava pure l'eternità! Ahahah!-.
Smise di ridere quando la testa aprì gli occhi: -Che mi sono perso?- domandò.
-Bleah!- Fece Mihawk lanciando via la testa di Sasori, che atterrò tra le braccia di Deidei.
-Deidara...- Iniziò Sasori.
-Ah! Che schifo!- E pure Deidara buttò via la testa, che rotolò fino a sbattere sulla parete.
-Ahi.- Disse freddo Sasori.
-Ma dimmi, Drakul...- Fece il dio: -...sono un fan di One Piece...-.
Alle occhiate di Sasori e Deidara, Pain si affrettò a rettificare: -...cioè, volevo dire, mi è capitato, un paio di volte, di... Ma insomma Deidara, mi liberi?- Deidei lo slegò, e Pain continuò: -Grazie, Deidara. Stavo dicendo, che in quei due o tre capitoli che ho letto, mi hai fatto un'impressione diversa...-.
-Solo perché sono vincolato dal contratto di Oda!- Urlò lo spadaccino: -Tutte quelle stronzate che mi fa sempre dire... Ma questa è una storia di Naruto! E dammi il cinque, biondina!- si fermò all'ultimo e guardò la mano di Deidara. -Ma che hai in mano?-.
E la mano vomitò addosso a Mihawk.
-Ops...- Fece Deidara.
-Ah, fa niente, ne ho altri a casa.- Rispose Mihawk: -Oh, be, è stato un piacere conoscerti, Eneru. Ciao!- e se ne andò.
Deidara schioccò la lingua: -Allora, che si fa?-.
-Ce ne andiamo prima che arrivi mezzo villaggio, perché sai, Deidei, un tizio che sfonda il soffitto fa un po' di rumore.- Rispose Pain, che, raccolto Sasori, si incamminò fuori dalla stanza.
-Ehi, aspettami!- Deidara lo seguì.
10 minuti dopo, di fronte al palazzo del Kazekage...
I due ninja e mezzo erano nascosti dietro a una parete, mentre ogni mezzo minuto passava uno squadrone di shinobi alla ricerca dei nukenin.
-Allora, come ci muoviamo?- Domandò Sasori.
-L'ufficio è lassù, giusto? Tieni questo, Deidara.- Pain diede al ninja della Roccia la testa di Sasori.
-Perché devo tenerla io?- Obbiettò Deidara.
Come risposta, Pain le prese la schiena e la nuca.
-Ma che fai?- Chiese imbarazzata Deidara.
-Per il colpo di frusta.- Le rispose Pain.
-Come?-.
-Il colpo...-.
CRASH
-...di frusta.-.
Nel villaggio della Nuvola...
-...sa? Ma che...!?- Honan si guardò intorno. -Ma dove siamo?- chiese.
-Dannato Law!- Gridò Kidan: -Tra tutti i posti in cui potevi farci arrivare, proprio nel centro della piazza?-.
I tre ninja, infatti, erano apparsi al centro di uno spiazzo pieno di ninja prevalentemente di colore. Uno di loro, un tizio muscoloso, dai capelli bianchi che gli coprivano un occhio e con dei tatuaggi su braccia e spalle, si pose davanti a loro e sfilò una mannaia. Altri due ninja, bianchi, una femmina con i capelli di un colore tra il verde chiaro e il giallo chiarissimo e con un seno particolarmente abbondante e un uomo molto simile a lei (ma senza il seno), probabilmente suo fratello, si misero alle loro spalle, estraendo due spade.
-Voi siete dell'Akatsuki!- Disse l'uomo coi tatuaggi.
-In realtà io no...- Replicò Suigetsu. Vedendo come lo guardava il tipo, continuò con un: -...ma fate conto di sì.-.
-Non vi muovete!- Ordinò la donna.
I due di Alba si guardarono.
-Le mani dietro la testa!- Fece il terzo ninja.
-Ok.- Dissero Kidan e Honan.
Come Honan mise le mani dietro la nuca, dalle maniche fuoriuscì un'onda di foglietti di carta che investì i due ragazzi della Nuvola, mandandoli a gambe all'aria. Prima che il tatuato potesse reagire, Kidan estrasse la falce che scagliò, mediante la catena, verso il ninja, che di contro alzò la mannaia. Le due armi si scontrarono con il classico DING metallico e il tatuato si lanciò all'attacco. In difesa di Kidan arrivò Sui che, afferrata la spada della ragazza della Nuvola, provò a colpire l'avversario con un fendente. Ma l'uomo era più forte del previsto e decapitò Suigetsu con la mannaia; Suigetsu si trasformò in acqua, ma prima che si potesse riformare tra l'uomo e Kidan era già partito lo scontro corpo a corpo. Kidan tirò un pugno in faccia al tatuato, che però sfruttò l'occasione per prenderlo per il braccio, caricarlo sulla schiena e stenderlo.
Kidan cadde pesantemente e il tatuato, riafferrata da terra la mannaia, tentò di affettarlo, ma il ninja di Alba fu abbastanza rapido da rotolare di lato. La lama si inchiodò al suolo e, quando il ninja della Nuvola tentò di rialzarla, non si mosse di un millimetro. Kidan approfittò della sorpresa del nemico per sferrargli un calcio alle caviglie. Il tatuato cadde all'indietro, Kidan si rialzò, ritrasse la falce e la sferrò sulla faccia dell'altro, fermandosi però a pochi centimetri di distanza dai suoi occhi. Lui non si scompose di un millimetro. Honan gli diede un calcio in testa. Il tatuato svenne.
-Perché non l'hai ammazzato?- Chiese Honan a Kidan.
-Perché ora abbiamo altri problemi...- Rispose l'altro.
I due nukenin erano infatti circondati dal resto della piazza. Di Suigetsu nessuna traccia.
Sbuffarono: -Ci arrendiamo!-.
Pochi minuti dopo, Centro Interrogazioni della Nuvola...
-Cosa ci fate qui?- Il ninja della nuvola tirò una secchiata in testa a Honan.
-Bei capelli...- Honan rise.
-Rispondi! E non mentire!- Altra secchiata.
-Oh, e va bene: fanno schifo! Ma che taglio hai?- E Honan scoppiò in un'altra risata.
Nuova secchiata.
-Ehi, qui mi hai lasciato asciutta...-.
SPLASH
-...no...-.
SPLASH
-...non ancora...-.
SPLASH
-...no...-.
SPLASH
-...un'altra dovrebbe bastare...-.
Il ninja stava per tirarle l'ennesima secchiata, quando disse: -Bastare per cosa?-.
-...a quanto pare basta...-.
-Eh? Urgh!- Il ninja cadde di lato, svenuto. Dietro di lui Suigetsu batté le mani con aria soddisfatta.
-La prossima volta che diventi acqua, cerca di non agitarti troppo nel secchio se non vuoi farti scoprire...- Gli disse lei.
Suigetsu la slegò.
-La prossima volta non ti libero e basta!- Replicò Sui: -Perché bada che non avrò per sempre paura dell'Organizzazione Alba! Magari fino al giorno prima della mia morte, ma non per sempre!-.
-Sì, vai sicuro...- Fece una sarcastica Honan: -Liberiamo il mio corpo!-.
E così, dopo aver liberato Kidan e essere scappati dall'intero esercito della Nuvola, i nostri eroi(?) si ritrovarono sotto la stanza del Raikage.
-Qui sopra c'è quel wrestrel che si fa chiamare Raikage.- Disse preoccupato Sui mentre appoggiava il Pain a terra: -Come facciamo a entrare senza farci massacrare?-.
Dalle maniche di Honan uscirono delle carte-bomba che si appiccicarono al soffitto.
-Tappatevi le orecchie!- E Honan fece detonare le carte bomba.
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Capitolo 19 *** AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH!!! ***
AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH!!!
Ufficio del Villaggio della Sabbia...
Gaara stava sistemando alcune pratiche, seduto comodo alla sua scrivania. Guardò l'ora. Non capiva perché ci mettessero tanto: in fondo, non era un mistero che le armi dei criminali passassero per il suo ufficio, e i cadaveri ambulanti erano classificati come armi. Specialmente quel cadavere ambulante...
Non si scompose quando il vetro della finestra si infranse in un sonoro CRASH e atterrarono due ninja dell'Akatsuki. Cioè, due ninja più una testa.
-...di frusta.- Disse Pain: -Eccoci qui. Ciao Gaara.-.
-Salve, membri dell'Akatsuki.- Li salutò freddo Gaara. Si alzò: -Immagino che vorrete il vostro...-.
-Corpo.-.
-Corpo.- Dalla tunica estrasse un rotolo. L'aprì e comparve, con una nuvoletta di fumo, un uomo pelato, molto muscoloso e pieno di percing. Gaara chiuse il rotolo e l'uomo sparì in una seconda nube.
-Tenete.- Gaara allungò il braccio: -O preferite che ve lo lanci?-.
Pain si avvicinò a Gaara e afferrò il rotolo. I due si fissarono, poi Gaara mollò la presa e Pain prese la pergamena.
Vedendo come lo guardava stupito Deidara, Gaara disse: -Ve lo do perché so già che non posso sconfiggervi da solo, e prima che arrivi qualcun altro lo avreste già preso. E poi siete riusciti ad arrivare fin qui, e io so accettare le sconfitte. Anche se mi piacerebbe molto comprimerti gambe e braccia, soffocarti, trapassarti parte a parte e, infine, ucciderti molto lentamente, Deidara.-.
-Oh, bene, grazie.- Rispose sorpresa Deidei: -Comunque se volessi potrei eliminarti subito, come l'ultima volta, uhm!-.
Gaara guardò l'orologio: -Allora ve ne andate o no?- disse: -Gli altri dovrebbero arrivare a momenti...-.
-Certo, certo, ce ne andiamo.- Disse Pain: -È stato un piacere rivederti, Gaara.-.
Pain e Deidara si avvicinarono al vetro rotto. Pain prese Deidara per un braccio.
-Ah, non so se ti interessa,- Disse Pain: -ma ora l'Ichibi si sta godendo una lunga vacanza all'interno di una statua cieca. Penso che sia ai tropici.- e si buttò. Mezzo secondo dopo, risalì volando l'edificio e si allontanò nel cielo.
Gaara li guardò sparire: -Fortunato lui...-.
Palazzo del Raikage...
-Bee, arrenditi!-.
-Mai! Io non mi arrendo e lo sai!-.
Ma per Bee sembrava essere finita: A era troppo forte a braccio di ferro.
“Un ultimo sforzo!”.
Il pugno di Bee colpì il tavolo.
-Ho vinto!-.
BOOOOOOOOOMMMMM
Il pavimento esplose.
Il Raikage tossì: -Cof! Cof! CHI OSA ENTRARE NELL'UFFICIO DEL RAIKAGE?!-.
Come risposta dal cratere ancora fumante sbucarono due persone che conosciamo bene.
-Fermi lì!- Urlò Honan: -O vi sacrifichiamo a Jashin!- e, a bassa voce: -In realtà lo facciamo in qualunque caso...-.
I due fratelli si guardarono.
-AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH...- Scoppiarono a ridere.
-Ma noi...-.
-...AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH...-.
Kidan si mise le mani ai fianchi.
-...AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH...-.
-...avanti...-.
-...AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH...-.
Honan sbuffò.
-...AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH...-.
Due ore dopo...
-...AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH...-.
-Ne avete ancora per molto?- Chiese Honan.
-... AHAHAH, ahah, va bene...- Il Raikage smise di ridere, seguito dal fratello.
-...va bene, va bene.- Continuò A: -Sentite, non so chi siate, ma... Ehi! Voi siete quelli dell'Akatsuki! Siete quelli che hanno rapito mio fratello!-.
Il Raikage si tolse la giacca, dicendo: -Avete fatto male a venire qui!- e attivò l'armatura di fulmine.
-Vi facciamo a pezzi, stoccafessi! Yo!- Killer Bee attinse al chakra dell'Ottacoda, passando alla prima versione e sguainando le otto spade.
Kidan sguainò la falce e Honan creò degli shuriken di carta. Lo scontro iniziò.
Contemporaneamente, in un altro punto dell'edificio...
-Non è nemmeno qui, dannazione!-.
Era la centesima stanza che Sui controllava, e del corpo di Pain nessuna traccia. Per due ore, con il sottofondo musicale delle risate del Raikage e di Bee, il ragazzo era corso da un capo all'altro del palazzo.
Si accasciò a terra: -Sono distrutto. Ma chi me lo fa fare? Chi?-.
La risposta, come Sui pensò, era un gruppo di assassini che l'avrebbero sacrificato, fatto esplodere, trasformato in marionetta o chissà cos'altro.
“Rifletti, Suigetsu, rifletti! Dove nasconderei il corpo di un dio se lo trovassi?” Sui alzò la testa: “Lo terrei sempre con me! In effetti, la tettona, cioè, la Mizukage, lo teneva nel suo vestito...” abbassò la testa sconsolato: “...e quindi dovrei andare nel bel mezzo di uno scontro tra quello che probabilmente è l'uomo più forte del mondo, suo fratello forza portante e due psicopatici! Sono fregato!” si rialzò e, lentamente, si incamminò verso l'ufficio del Raikage.
Nei cieli del villaggio della sabbia...
-Capo?-.
-Sì?-.
-Come lo raggiungiamo il Villaggio della Roccia?-.
Pain, Deidara e Testa Di Sasori stavano volando da qualche minuto, e Pain non aveva ancora detto nulla. Senza rispondere, Pain iniziò la fase si atterraggio.
Deidara si ritrovò in mezzo ad una tempesta di sabbia e chiuse gli occhi. Quando li riaprì, era davanti a un grande portone di ferro sprangato con una trave di legno. Pain si avvicinò ad essa e alzò il braccio. Un istante dopo la porta si deformò e al centro comparve una grossa incavatura. La porta crollò all'indietro e Pain e Deidara entrarono.
I trovavano in una sala circolare, al cui centro c'era un laghetto. Un anziano signore dalle lunghe sopracciglia stava tranquillamente pescando, e non sembrava essere turbato dall'entrata dell'Aka.
-Chi è?- Chiese.
-Ciao nonno.- Lo salutò Sasori.
Senza distaccare gli occhi dal laghetto, il vecchio rispose: -Sasori! Da quanto tempo! Cosa ci fai qui?-.
-Sono di passaggio.- Gli disse il nukenin della Sabbia.
-Il laghetto che vedi, Deidara,- Disse Pain: -può collegarsi a qualunque fonte d'acqua del pianeta. Ora ci tufferemo e appariremo nel palazzo del Villaggio della Roccia.-.
-E dove, di preciso?-.
Nel bagno del palazzo dello Tsuchikage...
Akatsuchi tirò lo sciacquone.
-Ah, mi ci voleva proprio!- E uscì dal bagno.
Dal water sbucò la testa di Deidara. -Puah, che schifo!- Disse. Uscì dalla tazza, con ancora Sasori in mano, seguito da Pain.
-Il villaggio è proprio come me lo ricordo...- Commentò Deidara.
I tre uscirono quatti quatti dal bagno.
-Dietro a quella porta c'è lo Tsuchikage, Onoki il Doppiogiochista.- Disse Pain: -Il bagno era la fonte d'acqua più vicina all'ufficio.-.
Si sentirono dei passi.
-Arriva qualcuno!- Deidara e Pain si nascosero nel bagno. Sentirono i passi allontanarsi e Deidara sbirciò dalla porta.
-Quella è Kurotsuchi!- Deidara plasmò alcuni ragni di argilla: -La faccio esplodere! Uhm.-.
-No, Deidara, ora no.- Disse Sasori: -Non dobbiamo farci scoprire.-.
-E chi può impedirmelo?- Domandò divertita Deidei.
-Io.- Rispose Pain.
-Mi basta.- Fece Deidei, e rimangiò i ragni.
-Deve aver nascosto il mio corpo nella sua tunica.- Disse il dio: -Perciò entriamo, lo perquisiamo, prendiamo il rotolo e scappiamo.-.
-Ma...-.
Prima che Deidara potesse obbiettare, Pain l'afferrò e la condusse davanti alla porta dell'ufficio dello Tsuchikage.
-Shinra Tensei!- La porta fu spinta indietro e infranse la parete dell'ufficio.
I tre nukenin entrarono.
-Ma che schifo!- Esclamò Deidara.
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Capitolo 20 *** GLI ULTIMI DUE CORPI ***
GLI ULTIMI DUE CORPI
Ufficio del Raikage...
-Elbow!-.
-Headbutt!-.
-Shuriken di Carta!-.
Kidan giaceva stordito a causa di un Ligther Bomb del Raikage, mentre Honan cercava, inutilmente, di tenere testa ai due della Nuvola.
Honan si asciugò il rivolo di sangue che gli usciva dalla bocca.
-Se avessi ancora il mio corpo,- Disse tra respiri affannati: -sareste già diventati servitori alla Grande Mensa di Jashin!-.
-Dislocazione Istantanea!- Il Raikage si teletrasportò dietro a Honan, mentre Bee si posizionò davanti a lei.
-E ora:- Dissero i due fratelli: -Doppio Lariat!-.
Scattarono in avanti. Quando ormai erano a un palmo da Honan, questa si sentì tirare di lato e fu trascinata via; A e Bee si scontrarono, ma sembrarono non accusare nulla.
Honan cadde a terra, mentre Kidan, ritratta la falce, si rialzava: -Accidenti, ma quanto ci metti, Suigetsu?- borbottò fra se e se.
E poi lo vide: Suigetsu era dietro alla porta, che sbirciava la scena. Quando Sui capì che Kidan l'aveva visto, indicò un punto del pavimento.
Kidan seguì il dito: puntava... la giacca!
“Grandioso!” Pensò Kidan.
-Avanti, fatevi sotto!- Sfidò i due.
-Mi dicono- Gli disse A: -che sei immortale.- si teletrasportò dietro a Kidan: -Scopriamolo. Colpo Brutale Lucente!-.
Suigetsu osservava la scena spaventato. Anche se il Raikage era impegnato, c'era ancora suo fratello, e Sui ricordava bene lo scontro tra il Team Taka e Killer Bee: ne erano usciti vivi per miracolo! Sui ci aveva messo mesi per riprendersi dalla batosta!
I pensieri di Sui furono interrotti da una scena orribile: il Raikage, con un colpo orizzontale del braccio, aveva decapitato Kidan! Il corpo di Kidan cadde in avanti mentre la testa volò ai piedi di Honan. Bee fissava la scena imperturbabile.
-Ohi ohi...- Fece la testa.
-Ehi!- Honan si arrabbio: -Quello è il mio corpo!-.
Sia Bee che A erano stupefatti: non credevano che fosse sul serio immortale!
Soffocato un colato di vomito, Sui capì che era la sua occasione: si trasformò in un filo d'acqua e si avvicinò alla giacchetta del Raikage. La esaminò.
“Trovato!” Pensò.
-Fermo! Scemo!- Con una della spade, Bee trafisse Suigetsu, imprimendola con una scarica elettrica.
-Ah!- Suigetsu tentò di trasformarsi.
Prima di raggiungere la forma umana, però, ricominciò a sciogliersi.
Il Raikage rise.
-ORA MI AVETE STUFATO!- Urlò Honan. Da ogni fibra del suo corpo partì un'onda di foglietti, che colpirono i due shinobi della Nuvola. In pochi secondi, le pareti furono ricoperte di fogli. Bee e il fratello erano rimasti intrappolati tra la carta e il muro, e tentavano di liberarsi.
Honan creò una falce: -Io vi sacrifico!-.
Ripresosi dallo stupore, Kidan replicò: -No, fermo Hidan! Non c'è tempo! S-si libereranno in poco !-.
Con uno sbuffo, l'altra scompose l'arma: -E va bene.- disse.
Intanto Sui si rialzò. In mano teneva un rotolo.
-Evvai!- Esultò: -Finalmente un carico leggero!-.
Honan lo guardò.
-Che c'è?- Le chiese lui.
Con lo sguardo, lei indicò il corpo decapitato.
-Oh, no!- Esclamò Suigetsu.
-Coraggio!- Gli disse Honan: -Io porterò la testa!-.
-No, Honan!- Disse Kidan: -Tu porterai il Pain che abbiamo nascosto qua sotto! O te ne eri dimenticato?-.
-Lo ricordo bene!- Rispose Honan, e un gruppetto di fogli scese per il cratere. Quando risalirono, avevano assunto la forma di una mummia.
-E non puoi portare anche questo?!- Domandò Suigetsu.
-Io porto già tre cose.- Disse lei prendendo la testa e rubando il rotolo a Sui: -Tu solo una. Di che ti lamenti?-.
Ufficio dello Tsuchikage...
Onoki si stava godendo la giornata: per la sua schiena, un trattamento come quello ci voleva!
Era disteso su un lettino, mentre una delle migliori massaggiatrici usava le sue mani magiche a fin di bene. Del suo bene.
Non gradì molto, invece, l'entrata di due ninja vestiti con toghe nere ornate di nuvolette rosse che avevano sfondato la porta. Uno era un maschio, il secondo una femmina; entrambi erano molto giovani. Ora che la guardava meglio, la ragazza aveva un aria familiare...
-Che schifo!- Disse la femmina.
-Deidara!- Esclamo Onoki: -Sei tu?-.
-Ah!- Deidara gli puntò contro il dito, rossa di rabbia: -Vecchiaccio! Non sai da quanto aspetto di farti esplodere!-.
-Allora sei davvero una donna!- Disse Onoki: -Lo sapevo io! In realtà, lo sapeva tutto il Villaggio!-
poi guardò Pain: -E tu devi essere quel tizio con il complesso di Dio...-.
-Pain!- Lo anticipò lui: -Sono Pain!-.
-Ok, ok, calmo...- Rispose lo Tsuchikage: -E quello cos'è? Una testa? Ma è viva! Ah, ho capito, è il tuo fidanzato, Deidara?- continuò ridacchiando.
-Cosa...? Vecchiaccio, ora ti faccio saltare in aria sul serio!- Deidara era oltre la furia. Era un tutt'uno con essa.
-Scusi, signor Tsuchikage...- Disse l'infermiera.
-Eh?- Fece il Doppiogiochista: -Ah sì, puoi andare, continuiamo dopo.-.
La massaggiatrice corse via.
-Allora,- Fece Onoki rivestendosi: -cosa potranno mai volere da un anziano come me dei giovani nukenin provetti?-.
-FARTI ESPLODERE!- Urlò Deidei.
-Sappiamo che stamattina avete trovato uno dei miei corpi.- Rispose Pain: -Lo rivogliamo indietro!-.
Lo Tsuchikage scoppiò a ridere: -Ah-ah-ah! Sì, in effetti abbiamo trovato uno dei tuoi corpi davanti al mio ufficio. Ce l'ho giusto qui. Ma perché dovrei ridarvelo? Konoha ha avuto modo di studiare uno dei tuoi cadaveri, e noi ancora no! Simili fortune capitano una volta ogni... be, mai!-.
Detto ciò, apparvero tre ninja che circondarono i due nukenin. Erano Akatsuchi, Kurotsuchi e il padre di quest'ultima, Kitsuchi.
-E ora abbiamo pure due membri dell'Aka vivi, più o meno, più una testa vivente.- Continuò Onoki: -Perciò...-.
-Deidara?- Disse Pain.
-Che c'è, uhm?- Chiese lei a denti stretti.
-Falli esplodere.-.
-Con piacere.-.
Deidara sputò alcuni uccellini di argilla che si andarono a posare sui tre ninja della Roccia.
-Katsu!-.
BOOOOM
Deidei sorrise.
-Litopugno!-. Deidara fu colpita da un pugno di roccia.
Deidara sbandò indietro, addosso ad Akatsuchi, il quale le vomitò addosso della roccia.
-Arte della Lava, Calce di Congelamento!- Urlò Kurotsuchi. Dalla sua bocca uscì della calce bollente, diretta contro Pain. Ma si fermò a mezz'aria, e tornò indietro, colpendo Kurotsuchi.
Pain compose alcuni sigilli, disse: -Mizurappa!- e un getto d'acqua dalla sua bocca investì Kurotsuchi, solidificano la calce e intrappolandola. Allora Kitsuchi e Akatsuchi passarono al corpo a corpo, ma Pain se ne liberò subito con un doppio Shinra Tensei.
-Arte della Polvere: Coni di Polvere!- Onoki allungò le mani che crearono un cono di... boh, francamente devo ancora capire di cosa sono fatti, ma continuiamo.
Pain schivò il colpo e iniziò con il taijutsu. Onoki era un avversario forte, fluttuando schivava i colpi di Pain.
“Ancora qualche secondo, e potrò usare lo Shinra.” Pensò il dio. Ma non ebbe qualche secondo, perché Onoki gridò: -Tecnica della Pietrificazione!- e Pain rimase, appunto, pietrificato.
-Eheheh!- Ridacchiò Onoki: -Sarà meglio aiutare quei tre...-. Stava per liberare Kurotsuchi, quando...
-Katsu!-. Il cumulo di roccia noto come “Deidara” esplose. La testa bruciacchiata di Sasori rotolò lungo la stanza dicendo: -Ohi ohi ohi ohi ohi ohi ohi ohi ohi ohi ohi ohi ohi ohi...-.
Dalle ceneri spuntò Deidara.
-E così, vecchio, siamo rimasti solo noi due.- Disse la donna.
-Sbagliato: noi due più il Villaggio della Roccia.- Lo corresse lo Tsuchikage.
-Diventa arte! Uhm!- Urlò Deidara, lanciandogli ragni esplosivi.
-Arte della Polvere: Tecnica del Distacco del Regno: Cubo!- Onoki lanciò verso Deidara un cubo di quella roba, che si espanse attorno a lui.
-Katsu!- Urlò Deidara, e i ragni, che si erano appoggiati al Kage, esplosero. Dello Tsuchikage rimasero due piedi di roccia.
“Un clone di roccia?” Pensò Deidara.
-Quassù!-.
Deidara alzò lo sguardo: sopra al cubo librava il vecchio Tsuchikage.
-Preparati a essere polverizzato!- Urlò Onoki.
Prese fiato, ma fu trascinato improvvisamente indietro e il cubo si dissolse.
Si fermò davanti a Pain.
-Tsch!- Fece Onoki.
-Pensavi davvero- Chiese Pain: -che una tecnica simile potesse fermarmi?-.
-Combattiamo all'aperto!- Propose Onoki, che salì di quota, sfondando il tetto. Pain lo seguì.
-E io che faccio?- Gridò Deidara verso il buco. Nessuna risposta.
-Uffa!- Sbottò Deidara: -Ehi, ma quello cos'è?- Deidara si avvicinò a un angolo della stanza.
-È il rotolo!- Esclamò: -Deve essere caduto al vecchiaccio!- lo raccolse.
-Deidara, dietro di te!- Urlò Sasori.
Deidei si scansò appena in tempo, e il Pugno di Roccia di Kitsuchi la sfiorò soltanto.
-Prendi!- Deidara gli lanciò contro altri ragni.
-Forza Deidara!- Urlò Sasori.
-Avanti papà!- Lo incitò Kurotsuchi.
Dopo uno scambio di colpi ripetuti, Deidara capì di essere in una posizione di stallo.
Afferrò la testa di Sasori e disse: -Schiaccia la Talpa!-. Deidara sparì sotto il pavimento.
Kitsuchi guardò attraverso il buco: intravide l'avversaria che fuggiva.
-Maledizione!- Esclamò il ninja della Roccia.
Quando Deidara uscì dall'ufficio, guardò verso l'alto: Pain e Onoki stavano ancora lottando.
-Capo!- Gridò: -Andiamocene da questo schifo di villaggio!-.
Detto ciò creò un grande gufo di argilla e vi montò sopra. Volò via, sorvolando alcuni ninja della Roccia che stavano accorrendo verso il palazzo.
Iniziò a lanciare loro addosso i suoi ragni, urlando: -Katsu! Katsu!-.
Un bambino guardò verso l'alto; vide una sagoma volare nel cielo e lanciare qualcosa di bianco.
-Guarda mamma!- Disse: -Babbo Natale!-.
BOOOOOOOOOOOMMMM
-È esplosa la scuola! Evviva!!!!!-.
Intanto, su nel cielo, Deidara si stava divertendo un mondo: -Ahahah, buona morte!- gridava.
In quella, fu raggiunto da Pain.
-Alla buon'ora, capo!- Disse Deidara.
-Deidara, vuoi che ti butti tra le braccia dello Tsuchikage? Perché ci sta ancora seguendo!- Rispose Pain.
-Eheheh!- Rise Deidara: -Non per molto... KATSU!-.
BOOOOOOOOOOOMMMM
Un'esplosione proveniente dall'ufficio dello Tsuchikage scosse l'aria.
-Maledetta Deidara!- Gridò Onoki dietro di loro, e fece dietrofront.
Quando il Doppiogiochista riuscì a tirare fuori tutti dall'edificio in fiamme, ormai i due ninja e Testa di Sasori erano lontani.
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Capitolo 21 *** RITORNO ***
RITORNO
Base dell'Organizzazione Alba...
-È quasi il tramonto.- Commentò Itachi: -Strano che non siano già arrivati.-.
-Ma pensi davvero che torneranno entro oggi?- Replicò scettica Karin: -Ci vuole metà giornata solo per arrivare al villaggio di Suna!-.
Prima che Itachi potesse risponderle, anche se non sono sicuro che l'avrebbe fatto, si sentirono dei SWOSH SWOSH di un uccello che atterrava, seguiti dalla porta principale che si apriva e dalla voce di Deidara che diceva: -Rifugio dolce rifugio!-.
Deidara e Pain entrarono nella sala, trovando Kakuzu, Itachi e Juugo che si facevano una partita a poker, Karin che si metteva lo smalto alle unghie, il Preta che fissava Kisame e Zetsu e Orochimaru e Kabuto legati alle pareti a testa in giù e imbavagliati, che si scambiavano frasi tipo: -Csssssss Ddr nn sssssmpr stt n fmmn.- e: -Smbr di n, m nn n sn tnt scr...-.
Karin alzò lo sguardo e urlò: -Che schifo! Una testa!-.
-Giusto! A tal proposito, tieni!- Deidara le lanciò la testa di Sasori, che Karin istintivamente afferrò al volo con un “bleah!”.
-Portala in camera mia. Ci sono i suoi copri di riserva.- Le ordinò Deidara.
-Perché io?- Chiese scocciata Karin.
-Perché sennò ti trasformo in una marionetta.- Rispose Sasori.
Karin sospirò: -Ottima ragione.- disse, poi sgranò gli occhi e urlò: -MA PARLA?!- e, ripetendo a se stessa che tutto ciò era sicuramente colpa di Suigetsu e che gliel'avrebbe fatta pagare, salì le scale.
Quando se ne fu andata, arrivò anche la squadra due.
Honan cavalcava all'amazzone una mummia di carta reggendo una testa umana. Anche questa viva. Suigetsu portava in spalla un corpo decapitato sbuffando a ogni passo. Alla fine depositò con la grazia di un elefante sui pattini il corpo su ciò che rimaneva della poltrona.
-Ce ne avete messo di tempo!- Esclamò Deidara.
-Voi non dovevate trasportare un corpo di 60 chili!- Rispose Suigetsu.
-Sono 55!- Lo corresse Honan.
-Come vi è andata? Domandò Deidei.
Honan scese dalla mummia e schioccò le dita. I fogli si dispersero e un cadavere dai capelli arancioni cadde a terra. Honan frugò nella veste e ne tirò fuori un rotolo, mostrandolo trionfante.
“Questo farà sicuramente piacere a Deidara-kun. E lei mi inviterà a...”.
-A voi?- Chiese ancora mezza sognante.
Deidara mostrò loro altre due pergamene.
Prima che potesse aggiungere qualcosa, Kakuzu rovesciò il tavolo da gioco, e le fiches si sparsero a terra, tanto per fare più confusione nella sala.
Kakuzu grido: -ORA MI HAI STUFATO, CIECO DEL CAZZO!- e dalla sua schiena iniziarono a uscire i mostri cuore.
Con un balzo, Itachi si allontanò dal nukenin della Cascata attivando lo sharingan ipnotico, mentre Juugo, ancora seduto, iniziò lentamente a trasformarsi.
-Ehi!- Li riprese Pain: -Diamoci una calmata!-.
-Lui bara!- Disse Kakuzu indicando Itachi.
-Me ne fotto!- Rispose Pain a tono.
Capendo di non poterla spuntare, Kakuzu ritrasse i mostri cuore borbottando: -Non finisce qui.-.
Itachi spense lo Sharingan e Juugo tornò normale.
-Oh, sentite!- Prese a parlare la testa di Kidan: -Mi date una mano?-.
-Uffa!- Sbottò Kakuzu: -Lo sai quanto spreco usando i miei fili per riattaccare le teste?!-.
I membri dell'Aka dissero in coro in stile Ave Maria: - “Ogni filo costa 20 euro, 23 ora che c'è crisi, d'inverno salgono a 25, voi beoti perdete la testa due volte a settimana, e a Deidara ogni giorno cadono le braccia, quindi sono altri due fili, che fanno in totale...”-.
-Molto simpatici...- Li interruppe Kakuzu, che afferrò testa e corpo di Hidan e li riattaccò (e addio a altri ventitré euro).
Kidan cadde pesantemente a terra, massaggiandosi il collo. -Ahi!- Disse: -Fa un male cane!-.
Honan alzò le spalle: -Benvenuta nel mio mondo!- esclamò.
Suigetsu, che fino a quel momento era rimasto a osservare la scena, si avvicinò alla sua spada e disse: -Ehi! Chi me l'ha graffiata?-.
Itachi si voltò verso la spada e rispose: -Non l'abbiamo nemmeno toccata. E poi dove lo vedi il graffio?-.
Sui divenne rosso: -Perché tu, che hai la vista di una talpa morta e competenze sulle spade pari a quelle di una formica, pensi di riuscire a vedere un solco, nonostante sia ENORME?-.
-Sì-.
-IO...-.
-A nessuno importa della tua stupida spada!- Intervenne Pain.
Suigetsu si nascose piccolo piccolo dietro al divano, spaventato dai raptus d'ira del dio.
-Ora,- Continuò Pain: -tirate fuori i miei corpi da quelle pergamene, così posso far tornare normale la mia Konan!-.
-Oh, amore!- Kidan fece per abbracciare Pain, ma fu prontamente fermata da Deidara.
-Cerca di evitare.- Disse la ninja soffocando un colato di vomito: -Ti prego.-.
-Oh, giusto.- Si ricompose Kidan: -scusate.-.
In quella scesero Karin e Sasori, che usava il suo corpo di riserva.
-Che ci siamo persi?- Fece la rossa.
Pain rimandò giù il vomito: -Nulla.-.
Deidara e Honan si fecero avanti e aprirono i rotoli. Con tre PUF simultanei, apparvero tre cadaveri pieni di percing.
Deva-Pain si avvicinò al corpo al centro, che era un tizio alto e dai lunghi capelli arancioni.
Disse: -È lui!-. E chiuse gli occhi.
Passò qualche secondo, e Pain li riaprì.
-Non funziona!- Esclamò. Iniziò a picchiettare la fronte del cadavere: -Deve essersi rotto.-.
-E quindi...?- Chiese sconsolata Honan.
Pain raccolse l'altro Pain, che Honan aveva fatto cadere, dicendo: -Mi basta riattivare questo, e siamo a cavallo.- chiuse gli occhi, e quando li riaprì, l'altro Pain alzò la testa.
Deva sorrise: -È fatta! Entro domattina sarà come nuovo!-.
Kidan alzò la mano: -Non ho capito molto bene...-.
-Ehm, lui vi può far tornare normali!- Si affrettò a spiegare Pain: -Ma non c'entra assolutamente niente con il misfatto.-.
-Ah, se lo dici tu...- Disse l'altro.
Naraka-Pain compose i sigilli della tecnica del richiamo e fece comparire una gigantesca testa viola, che tirò fuori la lingua e mangiò i cinque Pain.
Deva batté le mani. -Ora,- disse: -si è fatto tardi! Suggerirei di andarcene a letto; voi del Taka potete mettervi qui sui divani.-.
E dato che i suggerimenti di Pain sono da considerarsi ordini, nessuno osò protestare, anche perché tutti erano stanchi dopo quella dura giornata.
Quando i membri dell'Aka se ne furono andati, compresi Kisame e Zetsu portati da Kakuzu, Pain si rivolse ai tre del Taka: -Non fatevi sfuggire quei due serpenti.- ed entrò nella testa viola.
Non appena la bocca si chiuse, Sui e Karin gridarono: -Il divano è mio!- e si buttarono sul divano. Juugo si mise comodo sul sofà, e si addormentò subito, mentre gli altri due lottarono per un altra mezz'ora, fino a quando Karin gridò: -PIANTALA COYONONE MI HAI LASCIATA INCINTA HAI DELLE RESPONSABILITÀ E LASCIAMI DORMIRE!- e lo buttò giù dal divano, dove svenne.
Di fronte alla camera di Pain...
Kidan e Honan si fissavano in cagnesco.
-Hidan...-.
-Konan...-.
-Che ci fai qui?-.
-Ci dormo.-.
-Non farmi ridere: io ci dormo.-.
-Io ho il tuo corpo, perciò anche la tua stanza.-.
-Te lo sogni!- Kidan estrasse la falce.
-Sì, nel tuo letto!- Honan creò con la carta un po' di shuriken.
Mezz'ora dopo, dentro la stanza...
Honan si massaggiò il mento sanguinante e Kidan la spalla slogata. Si sdraiarono sul letto matrimoniale.
-'Notte Kidan.-.
-'Notte Honan.-.
Poche ore prima, ufficio del Raikage...
L'ufficio era silenzioso. La carta aveva portato via i suoni, così come i colori.
Il silenzio fu però interrotto da un: -Arr!- e dal TONF del Raikage che atterrava.
A si guardò intorno e individuò suo fratello: -Che stai facendo, Bee!- urlò: -Non è il momento di dormire!- e sferrò un pugno al secondo bozzolo. I fogli caddero a terra assieme alla forza portante.
Bee si alzò, tenendosi la pancia con una mano. Disse: -Ahio! L'hai fatto apposta o sbaglio?-.
-Smettila di perdere tempo e muoviti!- Replicò l'altro.
Con un calcio, sfondò la porta che portava all'ufficio della sua segretaria Mabui. Lei era seduta sulla sedia della sua scrivania, cosa che sarebbe normale se non avesse avuto le mani legate dietro lo schienale con due fogli di carta; lo stesso valeva per la bocca e le gambe. Ai piedi della scrivania c'era un altro ninja biondo, anche lui legato e che si dimenava per liberarsi.
-Mabui! Shee! Non è il momento di dormire!- Gridò il Raikage, che con un paio di Elbow liberò la segretaria.
Bee, usando un paio di spade, slegò anche Shee, il quale disse: -Mi perdoni Raikage-sama, mi hanno colto di sorpresa.-.
Il Raikage divenne rosso e le sue orecchie iniziarono a sbuffare. Con un pugno distrusse una parete.
Urlò: -VOGLIO QUEI TIZI DELL'AKATSUKI DENTRO I MIEI SACCONI DI BOX ENTRO ORA, CAPITO!?!-.
-Si calmi, Raikage.- Fece calma Mabui, abituata a simili sfoghi d'ira. Ad esempio, una volta il Raikage aveva ordinato di portargli le teste di tre cani che gli avevano pisciato addosso e che erano scappati nella Foresta Della Morte, Dell'Orrore, Del Doposcuola E Di Tutte Le Cose Brutte.
-Tra l'altro,- Continuò: -non sappiamo dove si nascondono.-.
Il Raikage abbozzò un sorriso. -Non ne sarei troppo sicuro! Ho usato il Jutsu della Nuvola Inseguitrice sulla pergamena. Ora la mia nuvola ci porterà dritti da loro.- Si rivolse a Shee: -Chiamami Omoi e Karui!-.
-Sono in licenza a Konoha, Raikage-sama.- Rispose quello.
-Accidenti!- Il Raikage sfondò un altra parete con un altro pugno: -Allora chiamami Darui! Preparatevi, Akatsuki! Stiamo arrivando!-.
Contemporaneamente, nel Villaggio della Nebbia...
Ao guardò la porta chiusa. Disse: -Cosa facciamo adesso? Non possiamo lasciargli quelle foto!-.
Da dietro la porta, la voce di Mei rispose: -Il rotolo sta già facendo la mappa. Ho avuto una grande idea nel collegarlo al corpo con una tecnica!-.
-Ma, in realtà era una mia idea...- Protestò l'altro.
-Stessa roba!- Tagliò corto la donna: -Tieni!-.
La porta si aprì e una mano reggente un rotolo spuntò dalla fessura. Mei disse: -Portala alla squadra assassina!-.
In quella entrò ansimando Chojuro.
-Signora Mizukage, cos'è successo?- Chiese lui tra un sospiro e l'altro.
-Nulla di grave.- Lo rassicurò lei. Dalla fessura Mei guardò Chojuro: -Che ti è capitato?-.
Chojuro si massaggiò la guancia: -Niente, non si preoccupi, mi ha solo investito una porta...-.
-Oh, poverino!- Mei uscì dalla stanza ancora nuda dalla vita in su. Sotto lo sguardo sognante di Ao, si avvicinò a Chojuro e gli toccò la guancia: -Ti fa tanto male?- domandò preoccupata.
-No, io sto...- Chojuro fu bloccato dall'abbraccio materno della Mizukage.
-N-non è niente...- Balbettò il ragazzo.
Ao fissava la scena invidioso: ma perché a lui non toccava mai niente del genere? Gli capitava di meglio, ok, ma questo no!
I suoi pensieri si interruppero quando Mei gli disse seccata: -Che ci fai ancora qui?-.
-Ah, ehm nulla...- Rispose Ao e se ne andò diretto al centro-squadra-assassina. Riuscì a sentire la Mizukage che diceva: -Ora ti porto dal medico che ti da una pomata, ok?-.
Nel frattempo, nell'ufficio del Kazekage...
Gaara si rimise a sedere. Entrò Baki, il fido consigliere del Kazekage, assieme a una squadra ANBU.
-Dove sono?- Chiese.
-Se ne sono già andati.- Rispose secco Gaara.
-E il rotolo?-.
-Con loro.-.
Baki rise: -Bene! Chiamiamo Temari e Kankuro! Seguiranno il grande sentiero dorato! Ahahahah! Di sabbia dorata!-.
Gaara sospirò: -Se proprio dobbiamo...-.
All'esterno dell'ufficio dello Tsuchikage...
Onoki depositò Akatsuchi a terra, ancora svenuto per lo Shinra di Pain.
Guardò il palazzo in fiamme: -Sono tutti fuori?- chiese.
Con un pugno, Kitsuchi liberò la figlia: -Sì, nessuna vittima fortunatamente, nemmeno tra i civili.-.
-Deidara ci è andata piano.- Commentò lo Tsuchikage.
-Maledetta Deidara!- Imprecò Kurotsuchi.
Onoki tirò fuori dalla tunica un palmare con uno schermo nero e al centro un puntino rosso: -La microspia sta già funzionando! Kitsuchi, prendi loro due e una squadra di ninja e trovali!-.
Lo shinobi della Roccia annuì, issò sulle spalle Akatsuchi e se ne andò con la ragazza.
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Capitolo 22 *** L'INVITO ***
L'INVITO
La mattina dopo, nella camera di Pain...
Honan aprì gli occhi. Non dormiva così bene da quando era entrato nell'Organizzazione Alba! Com'era fortunato il capo!
E poteva avere anche una magnifica vista: quella di se stesso che dormiva.
-Accidenti se sono bellissimo!- Esclamò.
Kidan borbottò nel sonno e si risvegliò.
-Ehi! Non starmi così vicino!- Disse: -È molto strano in effetti...- Kidan si alzò, pettorali al vento.
Anche Honan si alzò, con ben altro al vento [eh eh eh].
Si rivestirono.
-Comunque...- Iniziò Kidan: -...non te la sei cavata male ieri. È difficile controllare la carta, sai?-.
-Grazie.- Fece l'altra, un po' sorpresa, dato che di solito Konan gli urlava contro frasi tipo: “Smettila di sacrificare i cartai!” o “Piantala di imprecare come uno scemo quando passi davanti a una chiesa!”.
-...Anche tu sei stata... bravina...- Rispose l'altra: -...Maneggiare la falce non è uno scherzo...-.
Anche Kidan era un po' sorpreso: normalmente Hidan sbraitava quando per sbaglio sfiorava la sua falce o, sempre per errore, la ricopriva di carta per pulirla dal sangue.
-Ma oggi...- Disse poi: -...finalmente, torneremo normali...-.
Kidan rise: -Come se lo fossimo mai stati!-.
Anche Honan rise: -Come se mai lo saremo!-.
Dopo qualche risata, tornarono seri.
-È stato Pain?-.
-Già.-.
Kidan non parlò per un po'. Poi fece: -Allora andiamo?-.
-Andiamo.-.
Intanto, nella camera di Itachi e Kisame...
Itachi si svegliò. Per un attimo, si dimenticò ciò che era successo il giorno prima; pensò che fosse stata una giornata come le altre. Poi si ricordò.
Il nukenin guardò Kisame, che ancora dormiva.
Si alzò dal letto e si avvicinò a quello di Kisame.
-Kisame?- Domandò piano: -Ci sei?-.
Kisame continuò a dormire.
“Proviamo così...” Pensò Itachi.
-Kisame, ho bisogno del tuo aiuto!- Urlò.
Kisame aprì gli occhi, gridando: -Ti salverò io, Itachi-kun!- poi si guardò intorno: -Dove sono?-.
Qualche minuto dopo, nel salone...
-COME SAREBBE A DIRE CHE NON È ANCORA PRONTO?!?!?!-.
Kidan stava strangolando il Deva.
-Konan cara, cerca di capire:- Disse l'altro con un filo di voce: -hanno tanta droga in corpo da uccidere una mandria di elefanti...-.
Kidan mollò la presa.
-E ALLORA?-
-E allora, un braccio in meno? Uno scherzo! Smembramento e sezione di organi? 'Na cavolata! Droga? Sono cazzi!-. Una spiegazione esaustiva.
Kidan digrignò i denti, dicendo: -E allora quanto ci vorrà?-.
-Poco, pochissimo!- La rassicurò il dio: -Entro domani all'alba...-.
-DOMANI ALL'ALBA?!?!- Altro strangolamento.
Gli altri, nel frattempo, osservavano la scena senza parlare.
Arrivarono Kisame e Itachi.
-Guarda!- Fece Pain: -C'è Kisame!-.
Kidan si voltò. C'era davvero Kisame. E sembrava un po' stupito.
Fissò nuovamente Pain.
-Non finisce qui!- Promise.
-Dunque...- Disse Kisame: -...tu sei Konan,- e indicò Kidan:- e tu sei Hidan.- e indicò Honan, che si stava scaccolando.
-Tu sei una donna...- E indicò Deidara: -...e tu sei incinta di lui.- e indicò Karin e Suigetsu (Karin stava convincendo Suigetsu a portarla al bagno e contemporaneamente a darle una piadina col kebab).
Kisame si grattò la nuca: -Ed è tutta colpa di Tobi? Accidenti!-.
Pain si schiarì la gola e si rivolse a Kakuzu: -Zetsu?-.
-L'ho sorvegliato tutta la notte, e si è un po' scongelato, ma non penso che si riprenderà presto.- Rispose Kakuzu.
-Peccato.- Disse Pain: -Kisame, Itachi ti ha informato vedo. Ora è il tuo turno.-.
Kisa annuì. -Sapete meglio di me dove mi avete trovato. Io ricordo che, a un certo punto della sera, sono arrivati quei due- E guardò Kabuto e Orochimaru, che ancora dormivano: -e li abbiamo attaccati. Ma loro mi hanno fregato la Samehada, e mi hanno costretto a bere il... come lo hai chiamato, Itachi-kun?-.
-...-.
-...Serpis, giusto. E poi boh, mi ricordo dell'arrivo di Itachi e Zetsu... mmm... ah, sì, io sono salito e ho offerto da bere a Suigetsu... e poi lui è... come dire...-.
-...-.
-Giusto! Come ha detto Itachi. E poi mi ricordo di essere stato trasportato giù da basso. Poi Naruto è uscito dal sacco e...- Kisame iniziò a ridacchiare.
Pain lo fissò: -E...-.
Kisame si grattò dietro l'orecchio. -Beh, insomma, ha dato sfogo alle sue tecniche migliori...-.
Kisame ridacchiò ancora, ma vedendo che nessun altro rideva, concluse: -...poi non ricordo. Ah no, anche una cosa strana: un pezzo di carta che bruciava.-.
-Un pezzo?- Chiese Pain: -Che pezzo?-.
Kisame si grattò ancora l'orecchio. -Questo non lo ricordo.-.
Pain lo fissò: -Hai prurito da qualche parte?-.
Kisame aprì la bocca per parlare, ma lo anticipò la voce di Orochimaru che diceva: -È un effetto collaterale del sssssssserpissssssss. Ci ssssstiamo ancora lavorando.-.
I presenti si voltarono per guardare Kabuto e Orochimaru. I due erano svegli e, soprattutto, si erano liberati e sedevano sul pavimento.
-Tranquilli, non vogliamo scappare.- Disse Kabuto.
Deidara alzò un sopracciglio: -Perdonami se non ti credo.-.
-Avevamo tutta la notte per farlo,- Spiegò Orochimaru: -ma abbiamo convenuto che è meglio rimanere qua.-.
-Perché voi siete bravi cittadini ben disposti a dare una mano.- Disse Sasori.
-Intanto, abbiamo una soluzione per l'uomo-pesce qui.- Replicò Kabuto.
Senza smettere di grattarsi, Kisame chiese: -E cioè?-.
-Devi saltellare.-.
Kisame saltellò.
-Su un piede solo.-.
Kisame saltellò su un piede solo.
-E ora metti le mani alle ascelle e agita le braccia.-.
Kisame mise le mani alle ascelle e agitò le braccia.
-Fai coccodè.-.
Kisame fece coccodè.
Kabuto e Orociok si misero a ridere.
-Non funziona!-Fece Kisame.
-No,- Rispose Kabuto soffocando una risata: -ma ho sempre sognato di vedere un pesce gallina! Ahahahahah!-.
-Brutti...- Kisame fece per prendere la Pelle di Squalo dalla schiena, ma la mano si chiuse a vuoto.
Kisame si guardò intorno: -Dov'è la mia spada?- chiese.
-Mi spiace, Kisame,- Disse Deidei. -non l'abbiamo trovata.-.
-COOOOOOOOSAAAAAAAA?!?!?!?!?!?!?!?- Kisame iniziò a correre lungo la stanza, urlando: -Samehada! Samehada! Dove sei?!?! SAMEHADA!?!?!?!-.
Ciò provocò una nuova ondata di risate ai due ninja del suono.
-Ora basta!- Pain lanciò uno dei suoi pali, che si conficcò proprio tra le due teste dei nukenin.
I due smisero di ridere e deglutirono preoccupati.
-C'è qualcuno che abbia una buona notizia?!?!?!- Gridò il leader dell'Aka.
Kakuzu alzò una mano. Prese la parola: -In realtà non so se è buona o cattiva, ma è una notizia.-.
Detto ciò prese una mazzetta dalla tunica, e spiegò: -Ieri stavo contando i miei soldi, quando ho trovato questo.- Detto ciò, frugò tra i soldi e tirò fuori un piccolo quadratino di carta. Iniziò a leggere: -“Con la presente siete..., …ottobre a Konoha i..., ...couple party...”.-.
Calò il silenzio. Anche Kisame smise di correre e grattarsi.
Tutti iniziarono a pensare: cosa significava quel biglietto?
Itachi ripensò alle parole del messaggio di Tobi: “Indizi per il premio finale, indizi, indizi...”.
Itachi ruppe il silenzio: -Kakuzu, dove hai trovato il biglietto?-.
Kakuzu lo guardò: -Tra i miei soldi.-.
-Ma quelli non sono i tuoi soldi, vero?-.
Gli altri lo guardarono incuriositi: dove voleva andare a parare?
-Certo che sono i miei soldi!- Si seccò Kakuzu.
-Ma prima...- Continuò Itachi: -...prima non erano tuoi, dico bene?-.
Kakuzu socchiuse gli occhi. -Pezzo di...-.
-Prima erano di Deidara, vero?-.
Deidara si controllò le tasche e sgranò gli occhi.
-E prima ancora, del Preta-Pain, vero Deidara?-.
Anche Deidei socchiuse gli occhi: -Cosa stai insinuando, uhm?-.
-Pain- Lo ignorò l'altro: -sputa un attimo gli altri quattro corpi.-.
Deva, che iniziò a intuire l'idea di Ita, fece sputare Naraka, Manusya, Asura e Tyrag-yoni.
-Dove hai preso i soldi, Deidara?- Domandò Pain.
Deidei sbuffò. -Nella tasca interna destra.- Disse poi.
Pain e Itachi perquisirono i quattro corpi. Dalle quattro tasche estrassero trionfanti altrettanti triangolini di carta.
-Kakuzu, dammi il foglietto.- Ordinò il dio.
Kakuzu glielo diede, e i due nukenin misero a terra i frammenti. Gli altri si avvicinarono curiosi, compresi Orociok e il discepolo.
Tutti lessero il seguente messaggio:
“Ufficio Hokage di Konoha, 26-9-2014
Con la presente siete invitati a partecipare,
il giorno 09 ottobre 2014, a Konoha,
in via Monkey D. 32,
al couple party che durerà dalle 20.00
all'alba del giorno dopo.
Questo invito è valido per due persone.”
Calò nuovamente il silenzio. Pain fece per parlare, ma fu interrotto da dei TUMP TUMP provenienti da sotto di lui. Abbassò lo sguardo e, un attimo dopo, il pavimento saltò in aria.
Pain si tirò indietro appena in tempo.
-Questa sì che è arte!- Esclamò entusiasta Deidara.
Dalle ceneri emerse una sagoma umanoide.
-Ma quello...-.
-Sbaglio o lui è...-.
-SASUKE-KUN!- Karin si buttò addosso a Sasuke, che però si scansò e Karin cadde nel cratere con un: -AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!-.
Anche Orochimaru scattò in avanti, urlando: -Dammi il tuo corpo!-.
Ancora una volta, Sasuke si spostò, e Orociok cadde proprio sopra Karin.
-Ohi...- Fece lei.
Sasuke sembrava un po' strano: si muoveva come se non riuscisse a reggersi in piedi, sbilanciandosi avanti e indietro. Iniziò a muoversi verso Itachi, solo che lui ne vedeva tre.
Disse: -...Ti ucciderò, Itachi...-.
-Non provi abbastanza odio.- Rispose freddo lui.
A pochi passi dal fratello, Sasuke crollò a terra, e vomitò.
-Ecco, questo è un altro effetto collaterale.- Spiegò Kabuto.
Kisame e Kakuzu afferrarono il ragazzo per le braccia e lo sollevarono.
I due fratelli si ritrovarono faccia a faccia, l'uno calmo e in passibile, l'altro pallido come il fantasma dell'Omino Bianco e che sembrava uno straccio.
-Ti odio, Itachi...- Riuscì a dire Sasuke prima di vomitare di nuovo.
Dal cratere riemerse Karin: -Sasuke-kun!-.
Karin era sull'orlo del pianto. Sollevò Orociok e iniziò a strozzarlo: -Cosa hai fatto al mio Sasuke, dannata serpe!?!?!?!- iniziò a scuoterlo avanti e indietro.
-Aaaaaiiiiiiuuuuuuutooooooo!!!- Urlò l'altro.
Pain si avvicinò ai due.
-Anche se tutti i presenti lo vorrebbero morto, ci è più utile vivo.- Disse Pain a Karin.
-IO L'AMMAZZO!!!- Sbraitò l'altra.
-Avanti, non rendere le cose troppo difficili...- Ma dato che le parole di Pain non sembrarono sortire alcun effetto, il Deva con un Bansho Tenin attirò la rossa, e Orochimaru crollò a terra, respirando affannosamente.
-Che ne facciamo?- Chiese Kakuzu che reggeva ancora Sasuke.
-Sdraiatelo sul divano.- Fu la risposta.
I due eseguirono l'ordine ma Sasuke sembrava avere altri piani: si alzò barcollando e mosse contro il fratello, borbottando: -Vendicherò il mio clan...-.
Sasori lo fermò: -Ne sono sicuro,- disse: -ma non oggi.- e lo rimise sul divano.
Deidara schioccò la lingua. -Allora, che ne facciamo dell'invito?-.
-Quello che si fa di solito con gli inviti:- Rispose Itachi: -lo usiamo.-.
Kisame smise momentaneamente di grattarsi, dicendo: -Ho sempre sognato di andare ad un couple party!-. Ovviamente intendeva dire: “assieme a Itachi-kun!”.
-Spiacente, temo che dovrai aspettare ancora.- Lo deluse il Deva: -Sei un po'...-.
Guardò il ninja alto qualche paia di metri, dalla pelle blu, con i denti da squalo e che a furia di grattarsi si stava scorticando.
-...riconoscibile- Concluse.
-Mi basterà usare la Tecnica della Trasformazione!- Replicò l'altro speranzoso.
Pain scosse la testa: -Mi spiace,- disse: -a Konoha mettono sempre all'entrata un jutsu-anulla-trasformazioni.-.
Dei aggrottò la fronte: -E tu come fai a saperlo?-.
Pain e Kidan divennero rossi.
-...io...- Iniziò il dio: -...l'ho scoperto per un...-.
Tutti lo fissarono.
-...informatore?- Tentò.
Scossero la testa.
-Ecco...- Disse Kidan: -...vi prego di non saltare a conclusioni affrettate...-.
Kisame lo guardò stranito.
Kidan lo squadrò: -Che hai?-.
-Nulla,- Fece lui: -è solo strano sentire dire Hidan certe cose e Konan dire...-.
-Stupide caccole! VI SACRIFICO!-.
-...ecco, appunto.-.
-Uhm, sentì un po', Fessochimaru,- Deidara prese la parola: -oltre al prurito e al...- fece un cenno col capo verso Sasuke, che stava vomitando sul divano. [Sapete quanto mi costerà? Nd Kakuzu]
-...a quello,- Riprese Deidei: -ci sono altri “effetti collaterali”?-.
Orochimaru si rialzò.
-Mi fa piacere che tu me l'abbia chiesssssssto.- Disse: -Sssssì, ce ne ssssssono alcuni, che ssssssi manifessssssstano due giorni dopo l'asssssssunzione; se non sbaglio ssssssono: male alla sssschiena...-.
La colonna vertebrale di Karin fece CRACK: -La mia schiena!- disse con voce strozzata.
-...parole dette al contrario...-.
-?osnes ehc nI- Chiese Pain.
-...rigidità muscolare...-.
-Non riesco a muovermi!- Disse Kakuzu: -Aiuto!-.
-...convinzione di ssssssssssaper volare...-.
Kidan salì sulla poltrona, urlando: -Posso volare!- e si lanciò. Per un momento sembrò riuscire a volare, ma poi crollò a terra di faccia, borbottando: -Ahi...-.
-... allucinazioni...-.
Suigetsu si guardò intorno con occhi da folle: -Samehada!- esclamò: -Sono dappertutto!- e corse ad abbracciare una sedia.
-...cecità...-.
-Non ci vedo!- Urlò Itachi.
-Grande scoperta...-.
-...sssssordità...-.
-Che hai detto?- Chiese Sasori.
-...ssssslanci di generosssssità...-.
-Chi vuole dieci euro?- Domandò Kabuto.
-IO! IO!- Senza muovere corpo o braccia, ne cambiare espressione facciale (ma tanto aveva la maschera), Kakuzu iniziò a saltellare verso Kabuto, ma cadde subito in avanti, continuando però a non muoversi.
-...attacchi di depresssssione...- Orochimaru guardò Honan e Deidara: -Niente? No? Bene!-.
Detto ciò, fece un passo verso di loro, ma mise male il piede e si storse la caviglia.
-Quessssta vita non ha più senso!- Orociok scoppiò a piangere.
Deidara ruotò le pupille: -Uhm, quante storie... altro?-.
-Sssssì, una cossssssa, - Disse Orochimaru tra un paio di singhiozzi: -raptussssss folli.-.
Suigetsu smise di abbracciare la sedia, Kidan si bloccò poco prima di saltare dal sofà, Karin si raddrizzò di scatto, Kabuto smise di offrire denaro, Sasuke ingurgitò il proprio vomito, Kisame smise di grattarsi e Itachi di brancolare in mezzo alla stanza.
Tutti si voltarono verso Jugo. Il ragazzo era seduto su una sedia e teneva la testa bassa, assorto nei suoi pensieri.
Alzò la testa e guardò gli altri: -Che c'è?- domandò.
Fecero tutti un passo indietro: -Nulla.- risposero con finta noncuranza.
-Ok.- Disse l'altro.
Silenzio.
-Sentite...- Iniziò Itachi.
-Di qua!- Lo richiamo Deidara.
Itachi si girò: -Sentite, è chiaro che le uniche persone che stasera possono andare alla festa, mi pare ovvio che sono Deidara e... Honan! Piantala!-.
Honan, che stava facendo le linguacce in faccia a Itachi e gli faceva le corna, si bloccò.
-Io?- Chiese.
-Io?- Fece Deidara.
-Io?- Domandò Kidan.
-?ieL- Disse Pain.
Kisame smise nuovamente di scorticarsi: -Ma se sono dello stesso sesso! Credo! E poi conosceranno sicuramente le loro facce!-.
Itachi rise: -E noi faremo in modo che non le guardino neanche le loro facce.-.
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Capitolo 23 *** UN BEL BAGNO CALDO ***
UN BEL BAGNO CALDO
Da qualche parte...
La squadra ninja della Nuvola correva lungo il sentiero asfaltato. Killer Bee era in testa, affiancato da Darui e Shi, e seguito da Atsui, Samui e dagli ANBU. Tutti fissavano il cielo, dove una piccola nuvola si muoveva controvento a una velocità superiore al normale.
-Peccato che non ci dica quanto manchi...- Commentò Darui.
-È già tanto avere un'indicazione. Io di solito mi arrangio con molto meno.- Replicò Samui.
-Uhm, ragazzi...- Disse Shee.
-Non possiamo essere tutti bravi come te.- Rispose Darui voltandosi verso Samui.
-No, non potete.- Disse la ragazza.
-...ragazzi, ci sarebbe...-.
-Però non ci facciamo stendere da qualche foglio.- Continuò Darui.
-...ma c'è una...-.
-Ma non sapete usare decentemente una mannaia.-.
-...sentite...-.
-Vogliamo vedere?-.
-RAGAZZI!- Urlò Shee.
-Che c'è?!- Chiesero in coro i due ninja.
Shee indicò qualcosa in avanti.
I due seguirono il dito... e sbatterono contro una montagna.
-Io li avevo avvertiti...-.
Da qualche altra parte...
-Tre passi a destra.-. La squadra assassina fece tre passi a destra.
-Altrettanti a sinistra.-. La squadra assassina fece tre passi a sinistra.
-Fai un salto-. La squadra assassina fece un salto.
-Fanne un altro. Fai la gira...-.
-Ma scusa, cosa c'entra?- Domandò Chojuro.
Ao guardò la pergamena: -Ops! Rotolo sbagliato.- lo rimise nella tunica e ne prese un altro.
-Ecco qua.- Disse trionfante.
-Ehi, dì un po':- Fece un ninja alle sue spalle: sai perché ci chiamiamo “Squadra Assassina”?-.
-Ah, questa è facile!- Rispose Ao: -È perché siete addestrati a uccidere... Uh-uh.-.
-Comincia a correre.- Continuò l'altro.
Ao iniziò a correre in cerchio attorno a Chojuro, inseguito da degli Anbu infuriati e gridando: -Aiutami, Chojuro!-.
Chojuro, invece, raccolse il rotolo che era caduto al compagno e lo esaminò.
-In teoria,- disse il ragazzo: -dobbiamo andare a sinistra, verso...- sollevò lo sguardo: -la “Palude Della Disperazione Da Cui Nessuno È Mai Uscito Vivo Ahahah!!!”.-.
I ninja si bloccarono.
-Promette bene.- Disse il ragazzo: -Andiamo!-.
Da qualche altra altra parte...
-Sei sicuro che la microspia funzioni bene?- Chiese Kurotsuchi al padre.
La squadra era ferma in cima a una scogliera.
-Assolutamente.- Rispose Kitsuchi.
-E allora come hanno fatto a raggiungere il villaggio?- Domandò scettica la ragazza.
-Devono aver volato.- Rispose Akatsuchi: -Fortunati loro...-.
-E noi?- Chiese Kurotsuchi.
-C'è solo una soluzione.- Rispose il padre.
Gli altri shinobi, composti i sigilli, dissero: -Arte della Terra: Ponte di Pietra!-.
Dalla scogliera partì una lunga piattaforma di roccia che si si diresse verso l'orizzonte.
Senza staccare le mani da terra, Kitsuchi disse alla figlia: -Purtroppo ci vorrà un po' per completare il ponte.-.
-E nel frattempo che facc...-.
Prima che potesse finire, Kurotsuchi fu sbalzata via dallo spostamento d'aria provocato dalla ricorsa di Akatsuchi, che intanto gridò: -Tuffo bomba!- e si buttò.
-Bah,- Fece la ragazza: -Se sei a Roma... Arrivo!- e si tuffò anche lei.
Da un'altra... avete capito...
Matsuri e Maki si piegarono avanti per riprendere fiato.
-Trovato niente?- Chiese Baki.
Maki alzò la testa: -Niente.- disse ansimando.
-Accidenti!- Esclamò Baki: -Dovevamo capire che un jutsu rilascia sabbia non era una grande idea in mezzo al deserto!-.
Temari e Kankuro si guardarono. Entrambi pensavano: “Io un dubbio me l'ero fatto...”.
-Ma non possiamo farci perdere un'occasione del genere!- Continuò l'altro, che iniziò a fissare concentrato la sabbia.
Matsuri si avvicinò: -Cosa cerchi?- domandò.
-La sabbia di Gaara è più dorata di quella normale.- Spiegò Baki.
-Ah.- Fece l'altra.
Anche Temari si avvicinò.
-Lo sai -Disse la ragazza: -che le probabilità di trovare la sabbia giusta è una su...-.
-TROVATA!-.
Temari sgranò gli occhi: -Sul serio?-.
-SEGUITEMI!- E iniziò a correre.
Kankuro si avvicinò alla sorella: -Speriamo bene.- disse.
Nella base dell'Organizzazione Alba...
-NO! MI RIFIUTO!-.
Non era né Honan, che aveva accettato di andare alla festa pensando che fosse l'occasione giusta per avvicinarsi a Deidara, né Deidara, che non vedeva l'ora di avere tra le mani Tobi per riempirlo di C4, né Kidan, che era riuscito, con il suo “carisma femminile”, ad arrivare a un “giusto accordo” con Honan, bensì Pain. Non il Deva, che ancora non riusciva a parlare, ma il Preta, sputato per essere usato come voce dal dio, essendo il meno guasto tra i cinque Pain.
-LUI NON USERÀ IL CORPO DELLA MIA ADORATA KONAN PER ANDARE AD UN COUPLE PARTY CON DEIDARA!- Gridò.
-Avanti capo...- Fece Itachi.
-È dietro di te.- Suggerì Deidara.
Itachi si voltò.
-Avanti capo! Tu hai detto che vuoi trovare Tobi!- Disse il nukenin.
-Beh, ho cambiato idea!- Rispose Pain.
-Capo,- Disse Kisame: -tutti qui vogliono riaverlo (per picchiarlo). Non puoi essere così testardo.-.
-!òraf ol e ,ossoP- Disse il Deva.
I membri di Alba presenti, meno Kakuzu che non poteva muoversi e Sasori che non capiva cosa stessero dicendo, scrocchiarono le dita.
-In tal caso,- Disse Itachi: -ci spiace, ma ci costringi a farlo.-.
Così, dieci minuti dopo, dopo aver legato i due Pain, averli ributtati nella testa viola e aver tappato la bocca alla testa in questione, i nukenin si misero a cerchio per discutere del piano.
-Allora...-.
-Di qua, Itachi-kun-.
-Allora, come stavo dicendo, Deidara e Honan non devono farsi riconoscere. Perciò, ovviamente, non dovranno dare nell'occhio. Capito?-.
-Certo, Itachi, mi pare ovvio...- Disse Honan, pensando: “Eheheheh”.
-Dovrete cercare qualsiasi indizio riguardante Tobi, senza farvi coinvolgere nella festa.- Continuò Itachi.
-Guarda che noi siamo dei professionisti!- Disse Honan con finto sdegno.
-Se lo dici tu... Ora però, Orochimaru...-.
-A sinistra.-.
-...Orochimaru, dicevi di avere una medicina per questi effetti collaterali, giusto?-.
-Ssssì,- Sibilò il ninja: -in realtà bassssta un ssssemplice bagno caldo: il calore farà esssspellere la droga.- poi il suo volto si incupì: -Ma a che sssserve? Questa vita non ha sssenssso!-.
-Se ti vuoi suicidare,- Disse Kakuzu: -prima dammi i tuoi soldi!-.
-E quanto ci vorrà per espellerla completamente?- Domandò Itachi.
-Suderemo per il resto della giornata.- Rispose Kabuto.
-!IUQ ID ERICSU IMETAF- Urlò Pain da dentro la testa.
-Che ne facciamo di lui?- Chiese Deidara.
-Non appena il Naraka si starà aggiustato abbastanza,- Rispose Ita: -scioglierà la tecnica. Perciò dobbiamo premunirci.-.
-Come?- Chiesero tutti.
Mezz'ora dopo...
-Kai!-.
PUF
La testa scomparve in una nuvola di fumo, e sei uomini pieni di percing caddero a terra.
-!idratsaB- Esclamò Deva.
I sei si rialzarono e si avvicinarono alla porta.
-...occeb il eS- Deva aprì la porta. Un'enorme massa d'acqua calda li investì.
-?...enimaid ehc aM- I Pain nuotarono verso la porta, ma l'acqua li respinse indietro.
Una voce risuonò nell'acqua: -Pelle di Squalo! Sei Pelle di Squalo!-.
-...ustegiuS- Borbottò Deva-Pain.
Contemporaneamente, nel bagno residenziale di Pain, gli altri si stavano godendo una sauna in una grande vasca circolare rialzata. Kidan reggeva Kakuzu e Sasori Sasuke, mentre Kisame nuotava felice in mezzo alla piscina.
-Devo ammetterlo, Itachi, hai avuto una buona idea nell'usare il potere di Sui che ci aveva... beh, lo sai, per aiutarci! Uhm.- Si complimentò Deidara.
-E l'acqua si mantiene calda perché ho dato fuoco con l'Amateratsu alla stanza in cui c'era Sasuke.- Continuò Itachi.
-E così possiamo goderci un bel bagno caldo in santa pace. Uhm.- Finì Deidei.
Orochimaru e Kabuto, che si erano messi diametralmente opposti agli altri, stavano confabulando.
-Mi chiedo- Disse Itachi: -come mai abbiano deciso di rimanere.-.
-E chi li capisce quelli.- Commentò Deidara.
-Ah!- Fece estasiata Karin: -Che bella sensazione!-.
Kisame riemerse proprio davanti di lei.
-Ah! Che bella visuale!- Disse.
-CHE COSA STAI FACENDO!?!?- Karin nascose il seno con le mani e, senza più appigli, finì sott'acqua.
Honan rise: -Un bel sacrificio ci starebbe bene!-.
Karin tornò in superficie. -C'è qui Kisame che sembra volersi offrire volontario!-.
-Ah davvero?- Domandò entusiasta Honan. Alzò una mano e un gruppo di foglietti di carta andò a formare una falce. Honan si immerse.
In mezzo alla vasca, Kisame rise: -La carta non funziona mica sott'acqua!-.
-Pfui!- Sputò Kidan: -Credi davvero che la mia carta non sia immune all'acqua?-.
-Cosa?- Chiese lo spadaccino.
Honan balzò fuori dall'acqua con un: -Ti sacrifico!- e si buttò addosso a Kisame.
Così, Kisame iniziò a nuotare avanti e indietro per la vasca, inseguito da Honan.
Quando passò vicino a Orochimaru e Kabuto, sentì quest'ultimo domandare al ninja leggendario: -Quando lo prendiamo, maestro?-.
“Cosa vorranno prendere?” Si chiese Kisame; ma avendo problemi più urgenti accantonò subito il pensiero.
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Capitolo 24 *** LA FESTA ***
LA FESTA
Sera del nove ottobre, Konoha, via Monkey D. 32...
Una limousine attraversò la strada. Si fermò davanti a un edificio di mattoni, senza finestre e con una sola porta, bloccata da un ninja con una spiga di grano in bocca.
Dallo sportello anteriore della macchina uscì un giovane ragazzo in smoking che aprì la porta posteriore, dalla quale uscirono due donne: la prima era sulla ventina, bionda, con gli occhi azzurri e truccati con un po' di matita; i capelli erano raccolti a coda di cavallo e ornati da un diadema, e una frangia le nascondeva il lato sinistro della faccia; alla bocca si era messa un rossetto rosso acceso, che le faceva apparire le labbra più grosse; dello stesso colore era il vestito, che le arrivava alle caviglie, ma che all'altezza del bacino, ai lati, si divideva in due e che in alto al seno si biforcava con le due diramazioni che le circondavano il collo; portava delle scarpe rosse con i tacchi abbastanza bassi e guanti scarlatti; la seconda donna aveva qualche anno più dell'altra, coi capelli blu e gli occhi color miele; era molto pallida, così veniva risaltato il mascara azzurro e il rossetto, nonostante ne avesse messo molto meno rispetto alla compagna; il vestito, che partiva direttamente dal seno (non dal collo) e non le arrivava alle ginocchia, era nero con una fascia e un fiocchetto bianco alla vita. Bianca era anche la piccola sciarpa che le cingeva il collo; neri i sottili guanti e le scarpe a tacco alto.
Il ragazzo, risalito in auto, se ne andò, mentre le due ragazze si avvicinarono al buttafuori, che le squadrò con aria indifferente, senza spostarsi.
-Ehm,- Fece la bionda: -ci fai passare?-.
Il ninja non rispose.
-Oh, giusto!- Esclamò la ragazza, che gli porse l'invito.
Il buttafuori lo prese e lo guardò. Era stato strappato in cinque pezzi e poi rimesse insieme con lo scotch: -Che gli è successo?- chiese senza sputare la spiga.
-Ha importanza?- Fece scocciata l'altra.
Lo shinobi alzò lo sguardo, trovandosi faccia a faccia col seno della ragazza venticinquenne: -È una festa per coppie.- disse ancora freddo.
La ragazza più grande sembrò illuminarsi all'affermazione. Mise un braccio attorno al collo dell'altra e disse: -Noi siamo un coppia.-.
La bionda abbozzò un sorriso nervoso.
-Sentite,- Fece il ninja: -è meglio per voi se ve ne andate. Ora.-.
-Ce lo consigli?-.
-Ve lo consiglio-.
-Non ci obblighi quindi.-.
-No.-.
-Quindi ci puoi far passare.-.
Il ninja della Foglia sospirò e si fece da parte.
Le due entrarono. L'interno della stanza era molto grande. Potrei descrivere la pista da ballo con la palla appesa, potrei descrivere i tavoli, potrei descrivere i ninja ubriachi e fatti che riempivano la stanza. Mi limiterò a dire questo: era una normalissima discoteca.
Le due si fecero largo tra la folla.
-Ora puoi lasciarmi il collo.- Disse la bionda.
Un po' scocciata, l'altra obbedì.
Le due si guardarono intorno, in evidente ricerca di qualcosa o di qualcuno. O di un Tobi.
Ma prima che potessero trovare quel qualcosa/qualcuno/Tobi, furono loro trovate da qualcuno. Quel qualcuno erano due ninja, entrambi in abiti eleganti, uno coi capelli arruffati blu scuro e una benda che gli attraversava il viso e l'altro con i capelli castani che gli coprivano l'occhio destro e nascosti per il resto da una bandana.
-Ehi, bellezze!- Fece il primo.
-Siete qui da sole?- Continuò il secondo.
-Voi due no?- Rispose la bionda.
Il castano mise una mano sulla spalla della ragazza dai capelli blu: -Che ne dite se andiamo a...-.
La ragazza gli afferrò il braccio e lo torse.
-Ah!- Esclamò il ninja.
La bionda fece lo stesso con l'altro.
-No, grazie!- Dissero simultaneamente le ragazze.
-Non dovete dare nell'occhio!- Le rimproverò una voce nelle loro orecchie.
Con le braccia libere, misero le mani agli auricolari.
-Non serve urlare!- Rispose la bionda.
-E allora lasciateli!-.
Seppur di malavoglia, le due obbedirono.
I due shinobi, offesi, si allontanarono.
-E ORA,- Una voce da un altoparlante riempì la stanza: -PER LA GIOIA DI TUTTI GLI UOMINI QUI DENTRO, È GIUNTO IL MOMENTO DEL TRADIZIONALE “VENTILATORE”!!!!-.
Le due si guardarono: -Eh?-.
La parete di fronte a loro si sollevò, mostrando un enorme ventilatore.
Le due ragazze piegarono la testa di lato.
Il ventilatore si accese, e i presenti furono investiti da un'enorme folata d'aria.
La bionda tese le mani in avanti per proteggersi dal vento.
Così fecero tutte le donne della sala, mentre gli uomini, estasiati dalla vista di capelli scompigliati e vestiti, beh, che non vestivano più molto, le sbavavano dietro. E la saliva seguì la corrente.
La bionda si voltò verso la compagna: -Tutto be...?-.
La ragazza stava andando a pezzi: il suo corpo si stava sgretolando in tanti foglietti di carta, che schizzavano indietro.
-Aiuto!- Urlò (la bocca e la faccia erano ancora integre).
L'altra rise: -Sei dimagrita o sbaglio?-.
-Non è divertente!-.
-Io dico di sì.-.
-SPIACENTE, MASCHIETTI, MA IL TEMPO È SCADUTO!- Informò la voce; il ventilatore si spense e la parete lo coprì di nuovo.
I fogli si depositarono a terra, e ciò che rimaneva della ragazza corse a raccoglierli, tentando di rimetterli a posto.
Borbottò: -Che scocciatura...-.
-Benvenuta nel mio mondo!- Disse una voce maschile all'auricolare.
Una volta che la ragazza si fu ricomposta, l'altra le disse: -Non vedo Tobi qui...- puntò verso una porta: -...magari lì dietro!-.
Le due ragazze aprirono la porta e entrarono in una seconda stanza, più piccola e con delle panchine e poltrone.
Seduto su una di esse, c'era un ninja che stava parlando con una donna dai capelli viola raccolti in una coda e un giubbotto marrone chiaro.
-Allora me la dai?- Domandava la donna.
-Va bene, dato che sei tu, ma mi devi...- Disse il ragazzo.
Le due ragazze non sentirono quanto gli doveva la donna. Erano troppo stupite.
-Ma quello è...-.
All'esterno della discoteca...
Genma Shiranui guardò l'orologio.
“Sarà meglio andarsene di qui.” Pensò.
Il che non gli dispiaceva: fare il buttafuori gli serviva solo per arrotondare, lo stipendio da ninja era troppo poco...
Si ricordò poi delle due lesbiche. Gli dispiaceva per quelle due ragazze: gli erano sembrate brave persone in fondo. Peccato che si sarebbero ritrovate in un grosso guaio di lì a poco.
In realtà, ora che ci rifletteva, avevano un'aria vagamente familiare...
I suoi pensieri furono interrotti dal fischio di alcune sirene.
“Via di qui!” E scomparve.
Dentro la discoteca...
Deidara e Honan si avvicinarono ai due ninja, ancora incredule.
Anko Miratashi si voltò. Rock Lee alzò lo sguardo.
Anko divenne rossa: -Voi che ci fate qui?!?!?- sbraitò.
-Potremmo chiederti la stessa cosa!- Replicarono le due ninja di Alba.
-E voi chi siete?- Chiese Rock Lee: -Non ditemi che volete anche voi zucchero a velo!- e mostrò loro una bustina di polvere bianca.
Le due guardarono la busta.
-Rock Lee?-.
-Sì?-.
-Come ci sei finito qui?-.
La mattina prima, nell'ufficio dell'Hokage...
Tsunade si mangiava le unghie, e Shizune la fissava preoccupata.
L'Hokage batté il pugno sulla scrivania: -Accidenti!- urlò.
-Si calmi, signorina...- Tentò Shizune.
-Non posso calmarmi!- Rispose l'altra: -Non posso mancare stasera, con un cliente di quel genere!-.
-Ma non può andarci,- Disse la segretaria: -altrimenti la retata della polizia arresterà pure voi!-.
-Lo so!- Gridò Tsunade: -Lo so. Mi ci vorrebbe uno tanto scemo da mandare al mio posto ma che non capisca cosa stia facendo in realtà; che si fida ciecamente di me e che non brilli di cervello...-. Guardò Shizune: -Naruto non è disponibile?-.
-È irreperibile da ieri mattina.- Rispose la donna.
-E allora chi potrei...-.
TOC TOC
-Avanti!- Disse l'Hokage.
La porta si aprì, e sbucò la testa di Rock Lee.
-Hokage-sama!- Disse Lee: -Le volevo chiedere se... ecco, io mi annoio, e mi chiedevo se aveva qualche missione da...- non finì la frase, perché il sorriso satanico dipinto sul volto di Tsunade lo intimoriva troppo.
-In effetti,- Disse la donna: -ci sarebbe una cosa...-.
Rock Lee si illuminò: -Che cosa?- chiese entusiasta, mentre fluttuava a mezz'aria, con gli occhi che sbrilluccicavano ecc.
-...ma è una missione molto difficile, e non so se ne sarai in grado...-.
-NE SONO IN GRADO! NE SONO IN GRADO!-.
-...è una missione di rango q...-.
-Di rango q?-.
-Superiore al rango s!- Spiegò la donna.
Lee, con le lacrime agli occhi, si inginocchiò davanti all'Kokage: -Ce la posso fare!- la pregò.
Tsunade fece finta di rifletterci un po', e disse: -Va bene, immagino che potremmo...-.
-SÌÌÌÌÌÌÌÌÌÌÌÌÌÌÌÌ!- Esultò l'altro: -E cosa devo fare?-.
-Stasera- Rispose l'altra: -dovrai andare in una discoteca e sederti su una poltrona rossa; una donna molto... carina ti si avvicinerà e ti chiederà di darle una cosa; tu dovrai...-.
-Che cosa?- La interruppe Rock Lee.
-Ehm...- Tsunade si guardò intorno. Sopra a uno scaffale c'era un pacchettino di lubrificante con scritto: “Ottimo per le barche a vela!”.
-...vela!- Disse.
-Vela?-.
-Cioè, velo! Zucchero a velo!- E fece un sorriso nervoso.
-Zucchero a velo?- Lee socchiuse gli occhi.
Tsunade continuò a sorridere.
Lee si avvicinò alla scrivania dell'Hokage, socchiudendo ancora di più gli occhi.
Tsunade iniziò a sudare.
Lee allungò la testa, fino a trovarsi faccia a faccia con la Principessa.
Tsunade era una fontana.
Quando pensò che ormai Lee aveva capito il trucco, questi sgranò gli occhi e sorrise raggiante.
-Ci conti, Hokage-sama!- Disse.
Tsunade tirò un sospiro di sollievo: -Dicevo, tu gli darai questa valigetta con dentro... zucchero a velo e lei te ne darà una piena di soldi.-.
-Piena di soldi?- Chiese lui confuso.
-È zucchero molto pregiato.- Spiegò l'Hokage.
-Ah, capisco.- Rispose l'altro, che in realtà non capiva.
-E tu non dovrai dare zucchero a nessun altro. Mi sono spiegata?- Concluse lei.
Lee fece sull'attenti: -Sissignora!-.
All'esterno della discoteca...
I ninja della polizia si avvicinarono alla porta. Si guardarono intorno, ma del buttafuori nessuna traccia. Pensarono che avesse sentito le sirene e che si fosse dileguato, cosa che più o meno corrispondeva al vero, se non fosse stato per il fatto che Genma era a conoscenza dell'incursione.
I ninja irruppero.
-Mani in alto!- Urlarono. I ninja, tra cui Kotetsu e Izumo, alzarono le mani, e la musica si spense.
Metà della squadra della polizia si avvicinò all'altra porta.
Il capitano iniziò a contare: -Uno, due... TRE!- e sfondarono la porta.
-Fermi tutti! Polizia!-.
I presenti alzarono le mani. Tutti tranne una donna.
-Ma insomma!- Disse: -Non è così che si tratta una signora!-.
Un poliziotto si voltò verso di lei: -Metta le amni sopra la... Agh!-.
Quella che si trovò davanti non era una donna: era una dea! Molto alta, seno prominente, dai lunghi capelli neri, come i suoi occhi. Indossava un vestito viola su cui era impresso molte volte un teschio pirata circondato da una serie di braccia (o forse serpenti) che si diramavano verso l'esterno, come fossero dei raggi solari, piegati però.
Ed era bella come Afrodite in persona.
-Sono qui per un importantissimo affare. E voi non mi impedirete di concluderlo!- Continuò quella che ormai avrete riconosciuto come Boa Hancock.
Anche altri poliziotti si voltarono, e restarono impalati a osservare l'Imperatrice Pirata.
Hancock mise le mani per formare un cuore, urlando: -Mero Mero Mellow!-.
Un fascio di luce rosa partì dalle sue mani e pietrificò i poliziotti innamorati.
Gli altri, essendo ANBU, riuscirono a resistere all'innamoramento, e le scagliarono addosso i loro kunai. Ma, come essi raggiunsero la pirata, divennero di pietra e si distrussero.
Un frammento si depositò nella veste di Hancock. Lei sgranò gli occhi: -Come avete osato sporcarmi il vestito?! TRUCCO!-.
Honan si rivolse a Deidara: -Ora, fino a quando sono distratti!-.
La ragazza, ammaliata dalla bellezza di Hancock (Honan invece no perché era innamorata già di Deidei), si riprese.
-Urr, sì certo...- Disse, e creò delle bombe dalle mani, che scaglio contro la parete.
-Katsu!-.
BOOOOOOM
La parete esplose, e si sollevò un gran polverone.
Le due nukenin scapparono.
Anko, ripresasi dall'innamoramento, urlò: -Ehi! Aspettatemi!- e, afferrata la valigetta di Rock Lee, le seguì.
-Lo zucchero a velo!- Urlò Lee, che seguì a sua volta Anko.
Poco dopo, nei boschi tra Konoha e il rifugio dell'Aka...
-Lo so capo!- Urlò Deidara: -Ma non potevamo mica farci arrestare!- chiuse l'auricolare.
Buttò via i guanti rossi: -Uff! Le mie mani non respiravano!-.
Nel frattempo, Anko stava parlando a Honan.
-Quindi Tobi ha fatto tanti casini?-.
-Già.-.
-E tu sei Hidan.-.
-Sì-.
-Ahahah!- Rise Anko: -Che sfigato!-.
-Attenta a te!- Gridò l'altra: -O ti sacrifico!-.
Rock Lee era dietro di loro.
“Sono membri dell'Organizzazione Alba!” Pensò: “Se mi conducono al loro covo, li sconfiggerò tutti e così il maestro Gai sarà fiero di me, e conquisterò il cuore di Sakura-chan!” e già si immaginava il matrimonio.
Anko si avvicinò a Deidara: -Manca ancora molto?-.
-Di che ti lamenti tu?- Le disse dietro Honan: -Tu non stai saltando di continuo con questo vestito e questi tacchi!-.
-E poi perché diamine ci stai seguendo? Uhm.- Continuò Deidara.
Anko ridacchiò: -Non vedo l'ora di mettere le mani su Orochimaru!-.
-Mettiti in coda.- Rispose Deidara.
Finalmente arrivarono a destinazione.
I quattro entrarono nel rifugio. In particolar modo Rock Lee, che distrusse la porta d'ingresso con un calcio e corse all'interno, gridando: -Arrendetevi!-.
Si ritrovò in una stanza piena di macchinari, dove i membri di Alba e del Taka lottavano per accaparrarsi le cuffie.
-Ora parlo io!-.
-Lo hai già fatto prima!-.
-!io sono capo Il-.
-Forsssse, ma non il mio! Lasssssciale!-.
Quando si accorsero di Rock Lee, però, si fermarono.
Dieci minuti dopo...
-Fatemi scendere!-.
Rock Lee era stato appiccicato al soffitto dai fili di Kakuzu.
Gli altri lo ignorarono, poiché erano troppo impegnati a ascoltare la storia di Deidara.
-...E alla fine non abbiamo trovato quel baka!- Concluse Deidara.
-Nemmeno la mia Samehada?- Chiese triste Kisame.
-Della tua spada non mi interessa nulla!- Rispose Deidei.
-Ehi!- Urlò Rock Lee: -Fatemi scendere!-.
Deidara lo guardò divertita: -Perché dovremmo farlo?-.
-Perché so dov'è la sua spada!-.
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Capitolo 25 *** LO CHIAMATE RAPPARE QUELLO?! ***
LO CHIAMATE RAPPARE QUELLO?!
Nel rifugio dell'Aka...
Honan scese le scale, felice di avere di nuovo possibilità di muoversi decentemente, anche se avrebbe preferito usare la sua toga dell'Akatsuki che quella di Konan. Ma lei era stata irremovibile: che il suo bellissimo corpo entrasse in contatto con la sua sudicia tonaca era assolutamente fuori discussione.
Quando entrò in salone, non si aspettava certo di vedere il loro prigioniero sdraiato su alcune sedie mentre Kisame e Suigetsu gli massaggiavano i piedi.
-Ma che minchia state facendo?- Chiese.
-Si fanno corrompere.- Rispose Jugo.
-Non voglio assistere.- Disse Deidara, che si allontanò, diretta in camera sua per cambiarsi.
-Si fanno corrompere per cosa? Si è offerto di farsi sacrificare? Perché in tal caso...-.
-SCORDATELO!- Gridò Kidan.
-E non urlare!- Fece Sasori: -Ehi, un momento- si sturò le orecchie: -ti ho sentito!-.
Karin si rialzò dalla poltrona: -La mia schiena! È guarita!-.
Kakuzu, che era rimasto immobile nella sua sedia, si alzò lentamente, e ruotò la testa in stile “robot arrugginito”. Avanzò a scatti verso Suigetsu, che non lo notò perché concentrato a massaggiare i piedi a Lee, allungò la mano e gli fregò il portafogli dai pantaloni. Sui manco se ne accorse, e Kakuzu tornò a sedersi, sempre a scatti.
-!parlare riesco... cioè riesco a parlare!- Esclamò Pain.
-Io non voglio più sssssuicidarmi!- Esultò Orociok.
-Accidenti!- Fecero gli altri.
Kidan si bloccò sopra la sedia: -Perché volevo buttarmi?-.
Kabuto sgranò gli occhi: -Ridatemi i miei soldi!-.
-Io ci vedo!- Esclamò Itachi.
-Davvero?- Chiesero tutti.
-No, ma non sottilizziamo...-.
Honan si illuminò. Disse rivolta al soffitto: -Oh grande Jashin, grazie di aver mostrato a questi miscredenti i tuoi incommensurabili poteri! Ciò merita un sacrificio adeguato! Suigeeeeetsuuuu, vieni quiiiiiiiiiii!!!-.
Suigetsu non le rispose. Invece disse a Lee: -Ora me lo dici dove è la mia Samehada?- e tra se e se: -Chissà perché ero convinto che fosse dappertutto...-.
-No, NO!- Urlò Kisame: -A me, A ME!-.
Lee fece finta di pensarci: -Mmm, non saprei... Ancora no...-.
-ORA BASTA!- Urlò Pain, che era diventato di un bel rosso bordeaux: -MI AVETE SCHIFATO! SE NON VUOI FARE UNA BRUTTA FINE, DICCI DOVE È QUELLA CAZZO DI SPADA!- e, per imprimere più pathos alle sue parole, distrusse il soffitto. Fatalità volle che Deidara passasse proprio lì sopra, di ritorno dalla sua stanza. La ragazza così cadde a terra, battendo la testa e svenendo.
Rock Lee fece una faccia stile O.o.
-Ve bene.- Disse piano: -Ve lo dirò.-.
-Evvai!- Dissero Sui e Kisame.
-DEIDARA-KUN!- Urlò Honan, che corse dall'amata.
La mattina prima, ufficio dell'Hokage...
Lee si mise sull'attenti: -Sissignora!-.
-Puoi andare ora, Lee.- Disse Tsunade.
-Sissignora!- Ripeté, e avvicinò alla porta. A pochi passi di distanza, però, la porta si spalancò ed entrò Aoba Yamashiro. Lee si fece da parte per lasciarlo passare: sembrava portare una grande notizia.
-Hokage-sama!- Urlò: -Ho trovato una spada!-.
Tsunade aggrottò la fronte: -Buon per te.- disse.
-No, no, non ha capito!- Rispose Aoba: -Non è una spada qualsiasi! È la spada...-.
-...è la spada...- Lo incoraggiò l'Hokage.
-...di un membro dell'Organizzazione Alba!- Concluse Aoba.
Tsunade sgranò gli occhi: -Come hai detto?!?-.
-Ho detto che...-.
-HO CAPITO COS'HAI DETTO!- Urlò l'Hokage.
Aoba si toccò il petto, per controllarsi il battito: aveva rischiato un attacco cardiaco.
Tsunade si calmò: -Dov'è ora?-.
Ancora spaventato, Aoba porse un rotolo alla Principessa: -Q-qui dentro.-.
Tsunade lo prese e se lo infilò nella giacca.
Indicò Aoba e Lee: -Non una parola.- ordinò.
-Sissignora!- Esclamarono i due.
Ora, nel covo dell'Akatsuki...
-...è tutto quello che so.- Finì Lee.
Kisa e Sui si piazzarono davanti a Pain: -Dobbiamo andare a riprenderla!-.
-?legato avete... Dopo che mi avete legato?- Rispose lui, ancora arrabbiato: -E imbavagliato?! E messo in una bocca gigante?!-.
-E guarito?- Risposero a tono i due.
-DEIDARA-CHAN!- Gridò Honan: -RISPONDIMI, DEI-KUN!-. Deidara continuava a dormire.
Honan era in lacrime: -C-capo! Aiuto!!-.
Pain guardò stupito la donna. In tutti quegli anni in cui lui e Hidan avevano lavorato insieme, il gesto più sentimentale che questi avesse fatto era sacrificare un ninja del Suono facendolo soffrire per soli cinquantacinque minuti contro i regolamentari sessanta perché era parente di un Jashinista suo amico, e ora era in lacrime. Per un altra persona, per di più. E gli chiedeva pure aiuto!
-Capo, la prego, dobbiamo recuperarla!- Fecero intanto i due spadaccini.
-Capo!-.
-Capo!-.
-CAPO!-.
-CAPO!-.
-CA...-.
-Va bene! VA BENE!- Urlò Pain: -Andremo a recuperare la spada! Adesso! E tu...- si avvicinò a Deidei e gli mise una mano sulla fronte. Deidara sussultò, si sedette e aprì gli occhi.
-Deidara-kun!- Esultò Honan.
Deidara la fissò. Svenne di nuovo, ma stavolta candendole sul seno con un PLOF.
Honan sorrise, e sdraiò Deidara sul divano.
Pain guardò Kisame e Suigetsu: -Dato che ci tenete tanto, andrete voi dall'Hokage! Sceglietevi un compagno! A testa! E poi fuori da qui!-.
Un nuovo sbalzo ormonale travolse Karin, che saltellò sul posto alzando la mano: -Me! Scegli me! Suigetsu, scegli me!!!!!-.
-Preferisco Orochimaru!- Rispose Sui.
-E Orociok sia!- Decretò Pain.
-Cosa?- Fece Sui.
-Cosa?- Disse Karin.
-Cossssssa?- Sibilò Orochimaru.
-COSA!- Affermò Deva: -Kisame, scegli tu!-.
Kisame guardò tutti i presenti: -Uhm... Direi... Itachi-kun!-.
-Ma che sorpresa...- Commentò Sasori.
-Bene!- Disse il Dio: -E ora, andate!- e, senza lasciarli nemmeno rispondere, con uno Shinra li fece volare via, con destinazione Konoha.
-E ora,- Disse Pain ancora fumante: -Vado a farmi un panino! Con la senape!- e, con passo furioso, andò in cucina, mentre gli altri lo guardavano ancora shoccati.
-Raptus folli.- Disse Kabuto.
Da qualche parte, nei boschi di Konoha...
Kankuro e Temari erano nascosti dietro un albero, mentre spiavano l'accampamento della Nuvola.
-Che ci faranno anche loro qui?- Sussurrò il marionettista alla sorella.
-Non lo so.- Rispose lei: -Ma quello è la forza portante dell'Ottacoda, Killer Bee. E quello è Darui, generale della Prima Divisione; due avversari potentissimi, che...-
Temari fu interrotta da una musica stile “In Da Club” e dalla voce di Shee che diceva al microfono: -E ora, la gara di rap tra Killer Bee...-.
Bee fece le corna con le dita e incrociò le braccia, urlando: -Yeah!-.
-...e Darui!-.
Il ninja alzò il mento con aria di sfida con un: -Oh!-.
-Iniziate!- E porse il microfono a Bee.
-Oh! Vieni più vicino,
fa il bravo bambino,
e ora stammi a sentire per benino:
non puoi vincere, non essere cretino,
quando io rappavo tu portavi il pannolino, yeah!-.
Darui afferrò il microfono:
-Tornatene a casa, nasconditi sotto il letto,
lascia stare il rap, povero vecchietto,
io sì che a rappare sono un vero genio,
mentre tu, invece, fai la figura dello scemo!
D'altronde Darui è un nome che a sentirlo fa già male,
e invece il tuo, Bee, è quello di un animale! Oh!-.
Bee riprese il microfono:
-Tu dici di rappare
ma sai solo annoiare
ma è avvero sorprendente
che tu sappia parlare!-.
-Ma sai solo blaterare?
Meglio non starti ad ascoltare
è una gara di rap,
non di chi fa vomitare!-.
E continuarono così.
-O.O È incredibile!- Esclamò Temari.
-Già!- Disse Kankuro: -Lo chiamano rappare quello?-.
Prima che la sorella potesse fermarlo, lui gridò: -Lo chiamate rappare quello?!-.
La musica si spense.
In un altro punto del bosco...
-Anche loro qui. Perché?- Chiese Samui.
-Non lo so.- Rispose il fratello: -Ma quello chi è? Se non sbaglio è Baki, detto...-.
-Stai zitto Atsui!- Lo rimproverò la sorella.
-Io sono zitto!- Protestò lui: -Sono sempre zitto! Lo so che devo stare zitto! Io...-.
Samui si mise una mano sulla fronte: -Perché a me?-.
-Baki-sama!- Una voce zittì Atsui (con gran gioia di Samui).
Maki si avvicinò al ninja.
-È pronto?- Chiese grave Baki.
-Sì signore!- Rispose altrettanto gravemente lei.
-Di che staranno parlando?- Si domandò Atsui: -Di un piano d'assalto? Di un nuovo Jutsu?-.
-Bene!- Rispose sorridente Baki: -Mi ci vuole proprio un bagno caldo!-.
I due ninja della Nuvola caddero in avanti stile Dragonball. Caddero in avanti. Fuori dai cespugli.
Dall'altra parte della foresta...
La squadra ninja della Roccia cercava un posto per accamparsi.
Kurotsuchi sbadigliò: -Yawn. Sono distrutta.-.
Le si avvicinò Akatsuchi: -Anch'io.- disse.
Kitsuchi si voltò: -Portate pazienza ancora un po'.- disse. Si fermò.
-Che c'è?- Chiese speranzosa la figlia: -Hai trovato il posto?-.
-No...- Rispose il padre.
Kurotsuchi sospirò.
-...ma ho trovato altro.- Continuò Kitsuchi: -In posizione!-.
-Ci mancava pure questa!- Fece Kurotsuchi.
Davanti ai ninja della Roccia comparve una squadra di Anbu della Nebbia.
Ao li puntò: -Cosa ci fate voi qua?-.
-Potremmo farvi la stessa domanda!- Rispose Ao.
-Ehi!- Esclamò Kurotsuchi, indicando Chojuro: -Mi ricordo di te! Tu e quel lecchino della Foglia eravate nel Paese dell'Acqua!-.
Chojuro arrossì, e annuì.
-E ci devi un favore!- Continuò Kuro.
-S-sì, ma...-.
-Perciò fuori dai piedi!- Concluse lei.
-Voi non date gli ordini!- Sbraitò Ao.
-ALL'ATTACCO!- Urlò Kitsuchi.
-Dobbiamo proprio?- Chiesero gli altri.
-ALL'ATTACCO!- Ordinò Ao.
-Forse dopo...- Risposero gli altri.
-AAAAAAAAAA!- Gridò Ao, gettandosi all'assalto.
-AAAAAAAAAA!- Lo imitò Kitsuchi.
-Ronf-zzz...- Fecero gli altri.
-Eh?- I due leader si voltarono verso le rispettive squadre. Le trovarono a dormire un mezzo al sentiero.
I due si guardarono. Ao porse la mano. Kitsuchi la strinse. Si sdraiarono anche loro in mezzo alla strada e si addormentarono.
Nel frattempo, in un'altra fottutissima parte della boscaglia...
I due gruppi ninja erano l'uno di fronte all'altro, con gli ostaggi in prima fila.
Baki prese la parola: -Ridateci i due ragazzi. O volete che il Kazekage scateni la sua furia?-.
-Yo! Mi sembri un mollaccione, quelli come te li mangio a colazione! Lascia andare i miei compagni, se non vuoi tornare a casa pieno di danni!- Rispose Bee.
Con la coda dell'occhio, Samui osservò la persona che la teneva in ostaggio.
“È solo una ragazzina.” Pensò: “Potrei eliminarla in un secondo. Però per Atsui non ci sarebbe scampo. Ma anche per i due ragazzi della Sabbia, che sembrano essere i più forti del gruppo. Sopraffare gli altri ninja sarebbe uno scherzo poi.”.
Prima che però potesse fare qualsiasi cosa, Baki chiese a Bee: -Siete qui per l'Akatsuki?-.
Bee sembrò sorpreso: -Mi leggi nel pensiero? Ciò che dici è vero.-.
Baki sorrise: -Anche noi siamo qui per sconfiggerli. Da soli verremmo probabilmente sconfitti, ma insieme forse...-.
Bee iniziò a pensare.
“Bee!” Fece l'Ottacoda nella sua testa: “Accetterei le loro offerta! Uno scontro con loro ci danneggerebbe soltanto.”.
“Hai ragione, caro polipone.” Rispose Bee.
-Yo! La tua idea potrebbe funzionare! Battimi il pugno per ufficializzare!- Disse infine Bee.
Baki socchiuse gli occhi.
-Non lo faccia!- Lo avvertì Maki: -Potrebbe essere una trappola!-.
“Lo so!” Pensò il ninja della Sabbia: “Ma non è nello stile di Bee simili trucchetti.”.
Bee porgeva ancora il pugno: -Che è quel grugno? Battimi il pugno! Yo!-.
Baki si avvicinò lentamente alla forza portante.
Gli altri shinobi osservarono nervosi, pronti a eliminare gli ostaggi e a passare all'attacco al minimo segno di avversità. Non che tenere degli ostaggi non sia ostile, ma...
Baki batté il pugno.
Bee sorrise: -Lasciateli.-.
Darui e Shi mollarono la presa, e i due fratelli tornarono dagli altri di Suna.
-Anche voi.- Disse Baki.
Maki e Matsuri lasciarono andare gli ostaggi; anch'essi tornarono dai loro compagni.
-Attaccheremo all'Alba!- Esclamò Baki: “Ho sempre sognato di dirlo!”.
Poco lontano dal palazzo dell'Hokage...
Iruka passeggiava lungo la via deserta. Gli piacevano quelle passeggiate notturne per le strade silenziose del Villaggio. Stava per svoltare l'angolo, quando sentì delle urla lontane.
Non capiva però da dove provenissero. Si voltò, ma per strada non c'era nessun altro. Guardò dietro l'angolo, ma niente.
Le urla sembravano avvicinarsi.
Iruka si grattò la testa perplesso: “Non sono davanti a me, non sono dietro di me, e non sono nemmeno ai lati. Ma allora dove...”.
Una lampadina accesa comparve sopra la testa di Iruka con un DING. Per la sorpresa, Iruka sussultò.
-Ma che diamine...- Alzò la testa per prendere la lampadina, e capì da dove provenivano le urla.
-AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!- Suigetsu si schiantò al suolo. Cioè, su Iruka.
-Ehi!- Esclamò felice Sui: -Non mi sono fatto...-.
Gli cadde addosso Itachi.
-Off!- Fece Suigetsu.
Cadde anche Kisame.
-Urgh!-.
Fu il turno di Orociok.
-Ah! Che dolore!- Urlò Sui.
Sotto di lui si sentì la voce di Iruka borbottare: -Figurati io...-.
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Capitolo 26 *** LA BALLATA DI OMOI E KARUI ***
LA BALLATA DI OMOI E KARUI
Quella mattina, per le strade di Konoha...
I due ninja della Nuvola camminavano tranquilli, guardandosi attorno. Era la seconda volta che andavano al Villaggio della Foglia, e la prima erano troppo occupati a cercare Sasuke per godersi la visita. Ma ora, dopo aver compiuto in due settimane sette missioni di rango B e una di rango A erano riusciti ad avere una licenza di una decina di giorni, ed erano decisi a passarla a Konoha, poiché in quel periodo dell'anno si sarebbe tenuta la tradizionale festa di... ehm... non mi viene in mente niente... insomma, una festa tradizionale!
Avevano già prenotato un hotel (con camere separate), ed erano in anticipo di un paio di giorni sulla tabella di marcia. Tutto sembrava filare liscio, fino a quando Omoi non vide un biglietto per terra.
Una vocina nella sua testa gli diceva: -Lascia stare, Omoi! Non è affar tuo!- ma il ragazzo, incuriosito, raccolse il foglietto.
-Che hai trovato?- Gli domandò Karui.
Omoi studiò il foglio: -Sembra un invito. Vediamo: “Con la presente... invitati a partecipare... couple party...” Couple party? E che ce ne facciamo?-.
Karui afferrò l'invito: -Quello che si fa di solito con gli inviti: lo usiamo!-.
-Stai scherzando?- Esclamò Omoi: -E se è un trucco per derubarci all'ingresso? E se quando entriamo la palla da discoteca esplode? E se poi ci troviamo solo gay? E se...-.
-Quante storie!- Lo interruppe Karui: -Cosa potrebbe andare storto?-.
La sera, discoteca del couple party...
-“Cosa potrebbe andare storto?”.-.
-Zitto Omoi! Non mi sei d'aiuto!-.
I due ninja tenevano le mani alzate, mentre di fronte a loro una squadra della polizia di Konoha arrestava i presenti.
-E ora come usciamo da questo impiccio?- Domandò Omoi sottovoce.
-Come avete osato sporcarmi il vestito? TRUCCO!- Fece una voce dall'altra parte della stanza.
-Uh?- Fece Karui.
BOOOOOOM
La parete esplose. I poliziotti si coprirono il volto.
-Ora!- Disse la ragazza, afferrando il compagno per il braccio.
La shinobi scattò verso il buco, trascinandosi Omoi.
Tuttavia, un attimo prima che Karui si tuffasse nel polverone provocato dall'esplosione, Omoi intravide la donna che aveva urlato. Ne fu shoccato: era uno schianto!
Quando i due ninja sbucarono dall'altra parte del buco, Karui lasciò Omoi che, ancora imbambolato, cadde a terra.
-Rialzati, cretino!-.
Omoi si voltò verso l'altra: -Ma l'hai vista?-.
-Chi?-.
-Quella donna!-.
-No!-.
-Era bellissima! Aveva le tette più grosse di quelle di Samui, non come le tue, piatte e piccolissime...-.
Karui mollò un pugno in testa ad Omoi: -Baka! E non nominare Samui! Sono venuta qui per starle alla larga!-.
Omoi si riprese e, massaggiandosi la testa disse: -No! Noi siamo venuti qui per la festa tradizionale di... ehm... una festa tradizionale! E grazie a te la polizia ce l'ha con noi!-.
Come finì la frase, dall'altra parte del muro un poliziotto urlò: -Ne ho visti fuggire un paio! Seguiamoli!-.
-SCREANZATI!- Urlò la stessa donna di prima che, a giudicare dal rumore, sferrò un calcio al poliziotto.
-Dannazione!- Esclamò Karui: -Nella foresta, presto!- e scappò in direzione del bosco.
-Io volevo solo andare a una festa tradizionale!- Piagnucolò l'altro.
-Ehi! Mi pare di vedere qualcuno!- Fece una voce nella stanza.
-Oh-oh...- Borbottò Omoi: -Aspettami, Karui!- e seguì la ragazza.
Un quarto d'ora dopo...
Omoi e Karui si posizionarono dietro un paio di alberi.
-Che posto è questo?- Chiese Omoi.
Si trovavano in una radura, al cui centro sorgeva una strana casa molto grande, di un paio di piani.
-Non lo so,- Rispose l'altra: -ma ho visto quattro tizi entrarci pochi minuti fa. Forse possono darci una mano...-.
All'improvviso, con un CRASH, da una parete volarono via tre uomini e un ragazzo; quest'ultimo sembrava non gradire il voletto notturno. Gridava: -Aaaaaaiiiiiuuuutooooo!!!-.
I quattro volarono sopra di loro, e i due si nascosero, ma un secondo dopo i ninja volanti erano già spariti all'orizzonte.
Omoi e Karui spalancarono la bocca e sgranarono gli occhi senza pupille.
-F-forse è meglio cambiare c-casa...- Disse Omoi.
-Hai v-visto i loro vestiti?- Chiese Karui: -D-due di l-loro erano dell'Akatsuki!-.
Omoi indicò la casa: -Q-quindi quello è il loro rifugio?-.
Karui annuì piano piano: -P-penso di sì.-.
Omoi scoppiò a piangere: -Io volevo solo andare a una festa tradizionale!-.
Karui scrollò la testa. Le luccicarono gli occhi: -Dobbiamo entrare! Nessuno sa dov'è il covo dell'Aka! Se li sconfiggessimo, diverremmo famosi! Altro che Samui!-.
-S-scherzi?- Chiese Omoi: -Se entriamo ci fanno secchi tutti e due!-.
-Ma solo se ci prendono!- Replicò lei: -E poi ci basta ucciderne uno! Prendiamo la sua testa e ce la squagliamo!-.
-Fallo tu!- Urlò Omoi: -Io lì non ci entro!-.
Karui sorrise: -Se tu non entri con me (e io entrerò), loro mi cattureranno e farò il tuo nome, Omoi-kun.-. Detto ciò, la ragazza corse verso il covo.
-Maledizione!- Esclamò Omoi. E la seguì.
Vicino al palazzo dell'Hokage...
-Legalo!-.
-Mettilo qui!-.
-Muoviti!-.
-Vuoi farci scoprire?-.
-E sssstate zitti!- Orochimaru afferrò Iruka e lo lanciò al di là del muretto. Il ninja cadde con un pesante TONF.
Orochimaru si pulì la mani: -Quesssta è sssissstemata. E ora, al mio... cioè al palazzo dell'Hokage!- e si incamminò.
-Orochimaru?-.
-Ssssì?-.
-È dall'altra parte.-.
Orochimaru si voltò e, a passo spedito, svoltò l'angolo. La sua testa sbucò poco dopo: -Venite?-.
I tre lo squadrarono: -Sì...- dissero poi sospettosi, e lo seguirono.
Pochi minuti dopo, si trovarono di fronte al palazzo dell'Hokage.
-Vedo una luce nell'ufficio di Tsunade.- Disse Kisame: -Deve essere ancora sveglia.-.
-Poco importa!- Tagliò corto Orociok: -Andiamo!-.
Gli altri lo fissarono, nuovamente insospettiti dal suo comportamento volenteroso.
-Sì... andiamo...-.
Nel covo dell'Organizzazione Alba...
-Karui!- Sussurrava Omoi: -Karui! Dove sei?-.
Era da una decina di minuti che vagava per i corridoi della base cercando la compagna.
Omoi sentì un rumore dietro di sé. Sussultò e si voltò, pronto a venire picchiato da un esercito di nukenin psicopatici. Invece non c'era nessuno.
-Prima poi mi troveranno!- Disse tra se e se il ragazzo: -Karui, dove sei?-.
Diede un calcio alla parete, sbraitando: -ACCIDENTI!-.
Si tappò la bocca: aveva appena urlato! Che stupido! Aspettò che qualcuno corresse su per le scale e lo trovasse, ma ciò non avvenne. Tirato un sospiro di sollievo, si rimise a cercare.
Dopo cinque minuti, svoltato l'ennesimo angolo, vide una ragazza dai capelli rossi, uguali a quelli di Karui, che gli dava le spalle.
-Karui!- Esclamò: -Eccoti qui!-.
La ragazza si voltò. Con orrore, Omoi non vi riconobbe Karui.
-Bagno, b... Ehi!- Disse Karin: -Chi sei tu?-.
Omoi socchiuse gli occhi: -Sono fottuto.-.
Nel palazzo dell'Hokage...
Due ninja camminavano per il corridoio del terzo piano, discutendo su quale fosse la bevanda più gustosa.
-È la Coca-cola!- Diceva il primo.
-La Fanta è molto meglio!- Ribatteva l'altro. Non appena si furono allontanati, dall'angolo dietro di loro sbucarono quattro teste conosciute.
-Che incompetenti!- Esclamò Sui: -È molto meglio l'acqua!-.
-E ora dove si va, Itachi-kun?- Chiese Kisa.
-Se non ricordo male, l'ufficio è di là!- E indicò la parete.
Suigetsu si mise a osservare il muro: -Non penso che sia lì dentro.-.
-Forsssse è meglio sssse ci dividiamo...- Suggerì Orochimaru.
Kisame afferrò Itachi: -Io sto con Itachi!-.
-COSA? Io non ci sto con Orociok!- Protestò Suigetsu.
-E allora perché l'hai scelto?-.
-Io non l'ho scelto!-.
-Ma io ho scelto Itachi. Discorso chiuso. Ci si vede!- E Kisame e Itachi si allontanarono.
Orochimaru mise il braccio attorno al collo di Suigetsu: -Sssssei contento di essssere si nuovo un mio sssubordinato?-.
-Forse era meglio se mi portavo dietro Karin.- Fu la risposta.
Nella cucina dell'Aka...
Omoi si divincolò, ma i fili non cedettero.
-È inutile che ci provi: non li spezzerai mai!- Lo informò Kakuzu.
-Tsch.-.
-Allora che ci fai qui?- Lo interrogò Kidan.
-Andavo a trovare la nonnina.- Omoi neanche sapeva da dove lo tirava fuori tutto quel coraggio: forse sperava che Karui riuscisse a liberarlo, o forse, cosa più probabile, sperava che lo ammazzassero più in fretta.
-Chi è Karui?- Chiese Karin: -Ti ho sentito quando la nominavi!-.
-Ti ho solo scambiato per un'altra persona.-.
-Capisco.- Disse Kakuzu: -Un momento! Vuoi vedere che... Accidenti! Kidan! Karin! Seguitemi! E tu, moccioso... Forse sarai più loquace con Jugo!-.
Il soffitto si distrusse e atterrò Jugo, che aspettava solo quel momento per apparire. Si sgranchì la mani: -Ora mi diverto.-.
Nel salone dell'Akatsuki...
-Deidara? Deidara!- Honan schiaffeggiò Deidara: -Svegliati!-. Ma Deidei non rispose.
-Non penso che si sveglierà tanto facilmente...- Commentò Sasori, messo di guardia della testa gigante di Pain dove erano stati rinchiusi gli altri prigionieri.
-Zitto, Pinocchio del malaugurio! O ti sacrifico!- E gli fece il dito medio.
-Dei-kun! Dei-chan!- Riprese Honan: -Svegliati!-.
Deidara mormorò nel sonno.
-Deidara-kun!- Esultò Honan: -Deidara!-.
Deidara aprì gli occhi. Borbottò qualcosa.
-Cosa?- Chiese Honan.
-Ciao, Honan-chan!- Ripeté Deidei.
-C... ciao.- Rispose Honan. “Chan?” Pensò.
Deidara provò a mettersi seduta.
-Aspetta, ti do una mano!- Si offrì Honan.
-Oh, grazie! Sei così gentile...-.
-Eh?- Fece lei.
-Honan-kun, lo sai che ora che ti vedo così vicino,- E si avvicinò a Honan: -ti trovo molto carina.-.
-EH?-.
Appoggiò la sua fronte su quella di Honan: -Voglio dire... Che ne dici di uscire con me?-.
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Capitolo 27 *** CAVALLI ***
CAVALLI
Palazzo
dell'Hokage...
Kisame
e Itachi si muovevano silenziosi per i corridoi del quarto piano.
Cercavano disperatamente le rampe per il quinto; avevano avuto una
grande botta di culo a trovare le scale per il quarto, e speravano di
averne un altro. In realtà, era più Kisa che lo
sperava.
Quando
incontravano qualche di ninja nel corridoio, prima che potesse
avvertire chiunque, veniva ipnotizzato dal Mangekio Sharingan di Ita;
ma questo era il suo unico segno di vita.
-Itachi-kun,-
Disse a un certo punto lo spadaccino: -ti vedo sovrappensiero: non
parli mai!-.
-Scusa,
Kisame,- Disse Itachi: -Ma non riesco MANGEKIO SHARINGAN a non
pensare a MANGEKIO SHARINGAN Orochimaru.-.
-Che
intendi?-.
-Vedi,
MANGEKYO SHARINGAN non riesco a capire perché non abbia
tentato di
fuggire. Anche adesso è ancora nell'edificio, MANGEKIO
SHARINGAN lo
sento.-.
Kisame
ripensò a quello che aveva detto Kabuto al maestro nella
vasca da
bagno.
-Prima,-
Disse: -quando ci stavamo facendo il bagno, li ho sentiti dire che
dovevano prendere qualcosa...-.
-Qualcosa
cosa MANGEKIO SHARINGAN?-.
-Non
saprei, Ita-kun.-.
-Be,
qualunque cosa sia, MANGEKIO SHARINGAN Kabuto non tenterà
niente si
nuovo finché Orociok è qui.-.
-Mmm,
speriamo... Guarda, Itachi-chan! Scale!-. Avevano trovato le scale
per il quinto piano.
Salone
dell'Aka...
-...Allora,
ti va di uscire con me?- Deidara avvicinò la bocca a quella
di
Honan.
Lei
si allontanò: -T-ti senti bene, Dei-chan?-.
Deidei
si alzò e si abbassò la tonaca sul seno: -Mai
stata meglio!-.
-M-ma,
ma...- Honan si avvicinò lentamente alla porta -Non
è così che
dovrebbero andare le cose! Io ci provo con te, ma tu ti rifiuti!
Così
è la procedura corretta!-.
Deidara
si avvicinò a Honan: -Quante storie!- e formò con
l'argilla un
fiore: -...Honan-kun, ti ho fatto questo...- e glielo porse.
-Io-io...-
Honan arrivò alla porta. La aprì per scappare, ma
fu travolta da
un'onda di fiori di argilla.
-...e
anche tutti quelli...-.
Dal
cumulo di fiori riemerse la testa di Honan, ancora mezza stravolta.
-...e
anche quest'opera d'arte!-.
-No,
asp...-.
-Katsu!-.
BOOOOOOOM
I
fiori esplosero, e Honan fu scaraventata sulla parete, di fianco a
Sasori.
Il
marionettista si sturò le orecchie: -È successo
qualcosa?-. Non
ottenendo risposta, immaginò che andasse tutto bene.
Honan
si staccò dal muro, ma ebbe la prontezza di creare una
piattaforma
fluttuante di carta per attutire il colpo. Quando si rialzò,
notò
Deidara che le volava intorno con su un uccello di argilla.
-Che
stai facendo?- Le chiese spaventata.
-Ti
guardo da un altro punto di vista.- Rispose Deidara a testa in
giù:
-Mi vorresti sposare?-.
-Ugh,
ehm, Deidara, penso che forse stiamo un po precipitando le cose...-
Disse Honan.
-Hai
dei begli occhi.-.
-Certo,
sì...- Honan trasformò la piattaforma in un
cavallo, e urlò: -Via
di qui!-.
-Dove
stai andando, Honan-kun?- Anche Deidara trasformò in cavallo
il suo
uccello, rincorrendo Honan per la stanza: -Che divertente! Yi-ah!-.
Sasori
si sturò di nuovo le orecchie: -Stavolta sono sicuro di aver
sentito...-. Non finì la frase, perché fu
investito dal cavallo di
Honan.
-Oh!-
Sasori tentò di alzarsi, ma fu schiacciato dal cavallo di
Deidei.
-Ah!-
Sollevò il braccio, ma fu nuovamente travolto da Honan.
-Dolore!-
Provò a trascinarsi via con il braccio, ma Deidara gli
passò sopra
il piede, e l'argilla si attaccò alla gamba della
marionetta. Così,
prima che potesse rendersi conto di ciò che gli capitava,
Sasori fu
portato via dal cavallo. Sbatteva la testa sul pavimento ogni volta
che il cavallo galoppava.
-A...-
PUM -...iu...- PUM -...to!- PUM.
Deidara
non lo sentiva, e continuava a seguire Honan per tutta la sala.
Saltò
tavolini, e Sasori sbatté sugli spigoli; saltò
sulle sedie, e
Sasori colpì gli schienali; saltò sulle palle
chiodate di Hidan
appese alle pareti, e Sasori, beh, avete capito il concetto.
Dopo
qualche decina di giri, Honan uscì dalla porta, sfiorandone
i
contorni. Deidara la seguì.
PUM
-No!- PUM -La...- PUM -...porta...- PUM -...no!-.
Sì
la porta sì.
Deidara
passò attraverso la porta, Sasori sfondò la
parete.
-Ahi!-
Urlò Sasori. Anche stavolta Deidei non lo sentì.
-Honan-kun!
Pensavo di chiamare i nostri figli Deidan e Hidara! Che ne dici?-
Urlò la bionda.
-AAAAAAAAAAAA!
Stammi lontana!- Honan accelerò: -E sono nomi orrendi!-.
Honan
e Deidara cavalcavano come pazze nel corridoio, stretto a sufficienza
per far passare un cavallo alla volta, e non un cavallo con attaccato
una marionetta.
PUM
-Tavolino!- PUM -Ahia! Panchina!- PUM -Off! Cadavere per Jashin!- PUM
-Ugh! E era anche sporco di sangue!-.
Alla
fine, Honan e Deidara arrivarono alle scale. Honan le
imboccò.
-No!-
PUM -Non ci passerò mai!- PUM.
Deidara
non sentì altro se non rumore di legno che sbatteva. Non
capiva da
dove provenisse, ma era troppo occupata a inseguire Honan per
interessarsene.
Così,
anche Deidara prese le scale. Ci passò. Sasori mica tanto.
Quando
colpì il muro che affiancava la rampa, la sua schiena si
curvò
all'indietro a 90° con un CRAC. La sua faccia, mano a mano che
Deidara saliva, strisciava contro la parete.
Alla
fine, Deidara arrivò al primo piano.
Si
guardò intorno: -Ma dov'è finita?-. Poi scese dal
cavallo, per
capire dove potesse essersi nascosta. Invece vide Sasori, che era
ridotto a un cumulo di legna che guardava il pavimento. Si stava
masturbando? No, la posizione era troppo strana.
-Sasori!-
Esclamò la ragazza: -Da dove sei sbucato?-.
-Vaffanculo.-
Borbottò lui.
All'inizio
della rampa
al piano terreno...
Un
foglio di carta formato gigante dello stesso colore della parete si
staccò dal muro.
Honan
si guardò intorno: -Deidara è impazzita!-
esclamò: -Sarà meglio
tenersene alla larga!- e scappò via.
Nella
testa viola in
salotto...
-Vento
della Foglia!- Rock Lee tirò un calcio al muro di energia
che lo
imprigionava, il quale non si infranse, ma rilasciò una
potente
scarica elettrica che investì il ragazzo.
-Ohi!-
Lee cadde all'indietro, svenuto.
Anko
guardò il giovane: -Che idiota! Non può certo
liberarsi con qualche
calcio!-.
Si
voltò verso Sasuke: -E tu stai ancora di merda, vero? Quello
stupido
serpis! Mi ha già inguaiata una volta!-.
In
realtà Sasuke si stava riprendendo velocemente:
già progettava un
piano per uccidere il fratello Itachi. Semplicemente non vedeva il
motivo per cui Anko o i sei Pain lì dentro che, anche se
inanimati,
erano comunque avversari molto pericolosi, dovessero saperlo.
-In
realtà,- Disse Anko: -mi era venuta una certa idea, che
forse poteva
interessarti, ma visto che non mi sembri molto socievole...-.
Sasuke
non si scompose.
Anko
sbuffò: -Un idea che ti aiuterà a uccidere tuo
fratello!-.
Sasuke
alzò la testa: -Sentiamo.-.
-Beh,-
Rispose la donna: -tu vuoi uccidere Itachi, io voglio vedere
Orochimaru morto. Perciò, magari potremmo darci una mano a
vicenda...-.
-Tu
che ci guadagni- Chiese Sasuke: -con la morte di Itachi?
Perché per
uccidere Orochimaru ti basta qualche squadra ninja, io non sono
necessario.-.
Anko
sorrise: -E bravo Sasuke. In effetti, immagino che farei un gran
figurone tornando al villaggio con la testa di tuo fratello. E poi
vedila così: anche tu saresti contento se Orochimaru ci
lasciasse...-.
-Sì,-
Fu la risposta: -ma ora sei tu che non mi servi. Per uccidere Itachi,
io ho già il Team Taka.-.
“Preferisce
quegli idioti a me?” Pensò sdegnata Anko.
-Perciò,-
Continuò Sasuke: -pensò che ti dirò
di...-.
-E se
io- Lo fermò Anko: -ti facessi uscire di qui?-.
Da
qualche parte nel
corridoio del primo piano...
Karui
sbirciò dietro l'angolo. Non c'era nessuno.
Con
uno scatto, la ragazza attraversò il corridoio.
“Se
solo riuscissi
a trovarne uno
da solo...” Pensò.
Si
bloccò a metà corridoio.
Guardò
a destra.
Una
porta!
Socchiusa!
Karui
guardò attraverso la toppa. Da quel che poteva intuire, era
una
camera da letto; forse ne avrebbe trovato uno che dormiva! Ma
non riusciva a vedere i letti, perciò doveva entrare per
rendersene
conto. Ma se poi ce n'era uno sveglio?
Karui
scrollò la testa: “Ora sto pensando come
Omoi?”. Già, Omoi!
Chissà che fine aveva fatto...
Karui
ruotò la maniglia lentamente. Deglutì.
Aprì la porta.
La
stanza era una di quelle che si vedono nei cartoni animati, divisa a
metà: la parte destra era dipinta di arancione; alle pareti
erano
appesi una ventina di disegni raffiguranti o unicorni o due uomini
stilizzati; o meglio, uno era più similare a un lecca-lecca
gigante
con gambe e braccia; l'altro, invece, si distingueva da un comune
omino per alcuni capelli biondi. I due erano raffigurati in posizioni
bizzarre: in un disegno il lollipop stava in piedi, mentre l'altro
era davanti a lui piegato in avanti. Il tutto adornato da cuoricini,
mentre sopra ai personaggi c'erano due nomi: il lollipop era
“Tobi”,
mentre il tizio piegato in avanti era nominato semplicemente
“Senpai”.
La
parte sinistra, invece, pareva un orto botanico in miniatura: sul
comò e alle pareti erano posizionati vasi con le
più strane piante
che Karui avesse mai visto; e
c'erano pure alcuni frutti molto bizzarri, dai colori innaturali
per il tipo
di pianta, e tutti decorati
nella buccia da motivi a spirale. Emanavano un'aura molto strana;
forse Karui ne avrebbe morso uno, avvertendo
poi un
orribile gusto
amaro, se non
fosse stata troppo impegnata
a compiacersi delle sue abilità nel trovare un membro di
Alba
addormentato.
Almeno,
credeva che fosse dell'Aka, perché indossava la tonaca nera
con le
nuvolette rosse, ma più che una persona sembrava una pianta
bicolore
surgelata.
-Oh,
beh,- Disse: -mi basta pure lui. Lei. Questo.-.
Alzò
la spada.
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Capitolo 28 *** SCONTRI ***
SCONTRI
All'esterno
dell'ufficio dell'Hokage...
-Cosa
aspettiamo, Ita-kun?- Chiese Kisame.
-Dobbiamo
essere veloci, Kisame.- Disse Itachi: -Tsunade eliminerebbe
sicuramente uno di noi due prima che l'altro riesca a ucciderla. E
poi c'è anche Shizune.-.
-Allora
aspettiamo Suigetsu e Orochimaru!- Propose Kisa.
-In
quattro saremmo troppo lenti.- Rispose Itachi: -Al mio tre: ...tre!-.
Sfondarono
la porta.
-Ma
cosa...- Tsunade non ebbe il tempo di finire la frase che Itachi la
attaccò con l'Amateratsu.
L'Hokage
riuscì a spostarsi appena in tempo, e ad andare a fuoco fu
solo la
sua scrivania.
-Nebbia
velenosa!- Dalla bocca di Shizune fuoriuscì una nebbia
violacea
diretta contro Itachi.
“Bene”
Pensò Kisame. Tappandosi la bocca, si infilò
nella nuvola, diretto
verso Tsunade.
-Cosa
credi di fare?- Tsunade usò la tecnica del Bisturi di Chakra
e corse
dentro la nuvola.
“Dannazione!”
Pensò Shizune: “Non riesco a...”.
Dietro
di lei comparve Itachi. Il nukenin mise le mani a mo' di pistola e
premette gli indici nel collo della donna. Shizune sgranò
gli occhi,
barcollò in avanti e cadde a terra.
Kisame
cadde fuori dalla nebbia. Sembrò volere rialzarsi, ma non
pareva
riuscire a controllare il proprio corpo.
Tsunade
camminò fuori dalla nuvola: -Arte del Fulmine: Sovraccarico
del
Sistema Nervoso. I tuoi nervi sono scombinati.- si rivolse verso
Itachi. Attivò il Byakugo: -Cosa ci fai qui, Itachi?-.
-La
spada.- Itachi porse la mano: -Dammela!-.
Tsunade
rise: -No. Se ci confrontassimo, nessuno ne uscirebbe vincitore, e
tra poco arriveranno i miei ninja. Hai fatto una sciocchezza a venire
qui solo con lui.- indicò Kisame.
-Vedi,
Hokage,- Disse Itachi: -il tuo ragionamento è corretto. Ma
ti sbagli
su un punto: non sono qui da solo.-.
CLICK
Tsunade
si voltò. Orochimaru e Suigetsu, vestiti di giacche di pelle
e con
occhiali da sole stile anni '80 la tenevano sotto tiro con dei fucili
laser. Le due bocche si illuminarono.
-Ciao,
Tsunade.-.
-Orochi...-.
BAM
Orochimaru
fece fuoco. Tsunade fu sbalzata indietro e colpì la parete.
Si
accasciò a terra, con un buco al petto.
Itachi
si avvicinò all'Hokage. Si abbassò, trovandosi
faccia a faccia con
la donna. Si guardarono negli occhi per qualche secondo, poi Itachi
attivò lo Sharingan, e lei svenne.
Itachi
la perquisì e si rialzò.
-Trovata?-
Chiese Suigetsu mentre aiutava Kisame a rialzarsi.
Itachi
si voltò. In mano teneva un rotolo.
-La
mia Samehada!- Suigetsu lasciò andare Kisame, che a stento
riusciva
a tenersi in piedi, e corse verso Itachi.
-No!-
Disse Kisame: -È mia quella!- e, barcollando, si
avvicinò a Itachi.
Quattro
teste osservavano la pergamena. Itachi la aprì. Con un PUF e
una
nuvola di fumo, in mano al ninja apparve una spada.
Kisame
sgranò gli occhi, incredulo: -Ma quella è...-.
Nel
corridoio del
primo piano del rifugio...
I tre
ninja correvano come pazzi.
“Zetsu!”
Pensò Kakuzu: “Se ce n'è un'altra,
potrebbe aver trovato Zetsu!”.
-A
destra!-.
-A
sinistra!-.
-L'altra,
sinistra, Karin!-.
Alla
fine, arrivarono davanti alla camera di Zetsu e Tobi. Kakuzu
aprì la
porta.
Karui
era distesa a terra, svenuta; Zetsu dormiva ancora, mentre nel letto
di Tobi sedeva Kabuto, rigirandosi uno dei frutti di Zetsu tra le
mani.
-Kabuto!-
Esclamò Kidan: -Che ci fai qui? Dovresti essere insieme agli
altri
prigionieri!-.
-C'ero,-
Rispose Kabuto: -ma quando avete fatto entrare Lee io sono strisciato
via. Dovreste stare più attenti!-.
Karin
osservò la ragazza a terra: -Quella un po' mi assomiglia!
Deve
essere Karui!-.
-Come
mai hai salvato la vita a Zetsu?- Chiese Kakuzu.
Kabuto
rise: -E perdermi la sua reazione al risveglio?-.
-Cosa
intendi...- Kakuzu guardò Zetsu: -Ma che...?-.
-A
tal proposito!- Kabuto si avvicinò a Zetsu e gli diede un
pizzicotto
al braccio. Il ninja dell'Erba sussultò e aprì
gli occhi. Vide
Kabuto.
-Crepa!!!!!!!-
Gli saltò al collo.
-Aghagh!
Lasciami!- Urlò Kabuto.
-Bastardo!-
Urlarono i due Zetsu. Era la prima volta che erano d'accordo su
qualcosa.: -Meriti la morte!-.
-Calmati,
Zetsu.- Disse dolce Kidan.
-Eh?-.
-Lo
sappiamo tutti che deve morire,- Disse Kakuzu: -ma per ora non ci
è
molto utile da morto.-.
-Ma
Kakuzu-san...- Disse la parte “bianca”.
-LUI
È UN FIGLIO DI...- Continuò il
“nero”.
-Zetsu,
senti...- Disse Kidan: -...penso che ora abbia, cioè,
abbiate un
problema più grosso...-.
-Mi
sembri molto strano, Hidan!- Disse Zetsu Bianco.
Karin
frugò tra il suo vestito e ne tirò fuori uno
specchietto.
-E tu
che ci fai qui, stronzetta?- Le chiese Zetsu Nero.
-Guardatevi!-
Rispose lei.
Zetsu
afferrò lo specchio e si guardò. Lo distrusse.
Balzò nuovamente al
collo del ninja del Suono.
-Guarda
come ci hai ridotto!- Gridò quello che era lo Zetsu bianco,
mentre
ora era lo Zetsu Rosso.
-TU
ME LA PAGHERAI CARA! TI COLPIRÒ COSÌ FORTE IN
CULO CHE ANCHE I TUOI
NIPOTI NON RIUSCIRANNO A SEDERSI!- Sbraitò il Blu.
-Aghagh!
Non respiro!-.
-È
PER QUESTO CHE TI STO STRANGOLANDO!- Urlarono all'unisono.
-Basta
un bagno caldo e...-.
-TE
LO DO IO IL BAGNO CADO! TE LO FACCIO BERE FINCHÉ NON
SCOPPI!-.
-Basta,
Zetsu!- Kakuzu avvolse Zetsu con i suoi fili, ma lui non mollava la
presa.
-Mi
spiace, ma mi costringi: Arte del Fulmine, 10.000 Volt!- Una scossa
elettrica attraversò Kakuzu, fulminando Zetsu e anche
Kabuto. I due
ninja crollarono a terra svenuti.
-Beh,-
Disse Karin: -se non altro la scossa l'ha scaldato...-.
Nel
corridoio del
piano terra...
-Honan-chan!
Honan-chan! Dove sei?- Deidara sbirciò sotto il tavolino.
-Neanche
qui. Honan-chan!-.
Dall'altra
parte
della parete, Honan
ascoltava
con l'orecchio i progressi di
Deidei.
-Devo
tornare nel mio corpo!- Esclamò: -Così
potrò sacrificarla
per benino! Questo non voglio
sporc... cioè, non mi pare adatto! Devo
tornare nel salone!-.
-Honan-kun!-.
-Magari
evitandola!- E
corse in
salotto.
Nel
salone...
-Accidenti
a quella baka di Deidara... È il terzo corpo che uso in due
giorni!-
Sasori si rimise a sedere davanti alla testa.
Tre
ninja entrarono.
-Sasori!-
Esclamò Kidan: -Dove ti eri cacciato?-.
-Andavo
a cavallo!- Sbottò Sasori.
Kakuzu
depositò a terra tre persone: una era una ragazza, un altro
era un
giovane uomo e la terza era una pianta multicolore. Tutti
e tre svenuti; gli ultimi due erano belli e abbrustoliti.
Kidan
si guardò intorno: -Dove sono il mio corpo e Dei?-.
-Vanno
a cavallo!- Rispose secco Sasori.
-Ma
che stai dicendo?- Chiese Karin.
Sasori
non rispose.
Dalla
cucina uscì Juugo.
-E
dov'è quel tizio della Nuvola?- Chiese Kidan.
-È svenuto.- Rispose Juugo.
-Mmm...- Mugugnò qualcuno in cucina.
-Forse no.- Jugo fece per tornare in cucina.
-Lascialo
perdere.-
Ordinò Kakuzu.
Arrivò anche Honan. Corse dietro al divano.
-Che stai...-.
-Nascondetemi!-
Disse Honan. Corse dietro a Kidan: -Nascondetemi!-.
-Da chi?- Chiese Kakuzu.
-Honan-kun!- Fece una voce in salotto.
-Sta arrivando!- Esclamò impaurita Honan.
Sasori si alzò: -STA ARRIVANDO!- i suoi occhi brillavano di
follia.
-Sto arrivando, Honan-kun!- Disse la voce.
Honan corse verso la tesa, graffiandola tentando di aprirla: -Fammi
entrare!-.
Arrivò Deidara.
-NOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!-
Honan si accasciò a terra: -Stammi lontana!-.
-Honan-chan!-
Deidara corse verso di lei.
Honan
alzò le mani:
-Lasciami stare!-.
-Honan-kun!-.
-NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!-.
Honan
svenne.
Deidara
si accasciò
a terra, contorcendosi dalle risate: -Ahahahahah! Che cretina!
Ahahahahah!-.
-Allora
non eri
impazzita!- Esclamò Kidan.
Deidei
si asciugò
una lacrima: -Certo che no! Ahahahahah! Ma almeno me ne sono
liberata!-.
Un'aura
oscura
avvolse Kidan: -E c'era bisogno di farmi venire un collasso! Io ti...
io ti... IO TI SACRIFICO!-.
Deidara
smise di ridere. Tutti
guardarono Kidan.
-Cioè...-
Disse
lui: -...volevo dire che...-.
Fu
interrotto da un grido disumano proveniente dalla
testa viola: -AAAAAAAAAAAAAAAAAA! CAZZO!!!! CHE
MALE!!!!!-.
-Che
succede lì
dentro?- Chiese Kakuzu, rivolto verso la testa.
-Il
caro Sasuke-kun-
Fece la voce di Anko: -rischia la morte per avvelenamento. Se volete
che io gli dia l'antidoto, dovete farmi uscire di qui.-.
-E
perché dovrebbe
interessarci se vive o muore?- Chiese Kakuzu.
-Forse
a voi non
interessa,- Rispose Anko: -ma penso che Itachi non ne sarebbe
felice...-.
-AAAAAAAAAAAAAAAAAAA!-
Sasuke sembrava andare a fuoco da tanto che urlava.
-Non
è davvero
avvelenato.- Disse Kakuzu: -E anche se lo fosse, Kabuto è
con noi e
ne sa molto più di te riguardo a veleni!-.
-E
che vi dice che abbia l'antidoto anche per questo
veleno?- Fece Anko: -In realtà lo tenevo da parte per
Orochimaru: un
serpente che muore avvelenato! Ahah!-.
-AAAAAAAAAAAAAAAAAAA!
BASTA!-
Sasuke faceva quasi pena.
-Pfui!-
Disse
Kakuzu: -Per me può anche... Urr!- il ninja cadde a terra.
Dietro di
lui Karin si voltò verso Kidan, tentando di colpirlo. Il
ninja,
colto di sorpresa, fu salvato solo dal pronto intervento di Deidara.
Karin
fu avvolta da
alcuni bruchi di argilla: -Lasciami! Sasuke-kun!-.
-Muoviti
ancora e ti
faccio esplodere! Uhm!- La avvertì Deidara.
-AAAAAAAAAAAAAAAAAAA!-.
-Sasuke-kun!-
Karin
provò a liberarsi.
-Ti
avevo
avvertito!- Deidara sorrise: -Katsu!-.
BOOOOOOM
Karin
esplose. La
ragazza, che ora sembrava più un pollo arrosto che una
persona,
cadde all'indietro.
-Uhm!-
Ridacchiò
Deidara. Ma non ebbe il tempo di ammirare ulteriormente la sua opera,
poiché Kidan le cadde addosso.
-Ehi!-
Deidara si
levò di dosso il compagno: -Che ti è...- Kidan
era svenuto, e la
sua faccia era coperta di sangue.
Juugo
abbassò il
braccio: -Non mi impedirai di salvare Sasuke-kun!-.
Jugo
mollò la presa
su Sasori, che si accasciò a terra dicendo: -Un altro corpo
andato...- e poi svenne.
Deidara
si rialzò:
-Ho già in mente come abbellirò la mia stanza con
le tue ceneri,
uhm!-.
-AAAAAAAAAAAAAAAAAAA!-.
-Vi
suggerirei di
decidervi!- Li ammonì Anko.
Lo
scontro iniziò.
Jugo
si avventò
sull'avversaria, tentando di colpirla con un pugno-razzo. Con un
salto mortale in avanti, però, Deidara schivò il
colpo, e gli
atterrò alle spalle. Prima che potesse contrattaccare, Jugo
trasformò il braccio in un'ascia, e provò a
falciare il nukenin
girandosi di scatto.
-Schiaccia
la
Talpa!- Deidara sparì sotto terra, evitando nuovamente il
colpo. Le
sue mani spuntarono da sotto il pavimento e afferrarono le caviglie
di Juugo.
Le
caviglie di Jugo
si riempirono di razzi, che si accesero.
-Acc!-
Deidara mollò
la presa e rispuntò vicino alla cucina.
Si
soffiò le mani
ustionate: -Già là sotto va tutto a fuoco!-.
Juugo
la colpì con
un pugno, e Deidara cadde di schiena.
Juugo
trasformò la
mano in un martello, tentando di spaccare la faccia al ninja. Ma
Deidara fu nuovamente più rapida, e il colpo infranse solo
il
pavimento.
Deidara
si allontanò
dall'avversario: -Preparati a esplodere!-.
Jugo
sentì un
formicolio al collo. Un secondo dopo, quattro ragni d'argilla gli si
appiccicarono al volto. -Ma che...?-.
-Uhm!-
Ghignò
Deidei: -Perché credi che ti abbia afferrato le caviglie
prima?-.
-Tsch!-.
-Katsu!-.
BOOOOM
Jugo,
con la faccia
nascosta dal fumo, barcollò all'indietro.
-Uhm!-
Fece felice
Deidara, pensando di aver sconfitto l'altro. Si sbagliava.
Juugo
scomparve
all'improvviso, e riapparve subito dopo di fronte alla nukenin, con
il braccio trasformato a martello, già elevato sopra la
testa de
Deidara.
La
ragazza riuscì
solo a sgranare gli occhi prima che il pugno si abbattesse sulla sua
nuca con forza sovrumana, schiantando la ragazza a terra, dove
rimase.
Juugo
si asciugò il
sangue alla bocca, pronto a sferrare il colpo letale. Ma un nuovo
urlo di Sasuke lo fece rinvenire.
-Sasuke!-
Jugo si
avvicinò alla testa, e caricò un pugno-razzo per
distruggerla.
Un
getto infuocato
gli bruciò la schiena.
-Ugh!-
Juugo si
voltò furioso.
Kakuzu
gli mise una
mano in volto: -10.000 volt!-.
Juugo
rimase
fulminato, e crollò svenuto in avanti.
Kakuzu
si pulì la
mani.
-AAAAAAAAAAAAAAAAAAA!-.
-Allora?
Vi siete
decisi?-.
-Spiacente,-
Fece
Kakuzu: -ma le uniche persone a cui importasse qualcosa di Sasuke,
ora non sono in grado di dire la loro...-.
-Oh,
che peccato...
Beh, e di quelli che si importano di Pain chi è rimasto?-.
-Che
stai dicendo?-.
-Dico
che non penso
che quando Nagato si sveglierà sarà felice di
vedere i suoi corpi
distrutti e senza più i ricettori... Da quel che mi risulta,
è
molto affezionato a uno di loro...-.
Kakuzu
strinse i
pugni: -Non oserai...?-.
-Oso,
oso...-.
-Tu
non riusciresti
neanche a toccarli!-.
-Dici?-
Dall'interno
della bocca si sentì un DING tipico di due pezzi di metallo
che
sbattevano più volte.
Kakuzu
iniziò a
sudare: -Chi mi dice che sono loro?-.
-Chi
ti dice che non
lo sono?-.
-AAAAAAAAAAAAAAAAAAA!-.
-Dannazione!-
Kakuzu
afferrò la bocca. La tirò verso di se. La bocca
si spalancò.
Con
uno scatto,
Sasuke e Anko si avventarono sul ninja della Cascata.
-Mille
Falchi!-.
-Groviglio
di
Serpi!-.
Kakuzu
socchiuse gli
occhi: -Porca Pu...-.
BOOOOM
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Capitolo 29 *** ILLUSIONI ***
ILLUSIONI
Nella discoteca di Konoha...
Shikamaru si guardò intorno: -Quindi questa è una discoteca!-.
Gli altri lo fissarono: -Vuoi dire che non ci sei mai stato?-.
-No.-.
-Ehi!- Esclamò Kiba: -Sento qualcosa!- iniziò ad annusare il pavimento.
-Sì!- Disse: -Sento l'odore di Lee! Era seduto su questa panchina e poi... poi... Oh, cavoli!-.
-Che c'è?- Chiese Neji.
-C'è un altro odore familiare... Sniff... È quello di... quello di... di Anko!-.
Kakashi si mise la mano alla fronte: -C'è sempre di mezzo lei quando succede qualcosa di strano...-.
-Ci sono...- Riprese Kiba: -...altri due odori! E uno l'ho già sentito all'attacco di Konoha di Pain! È quella donna, Konan! L'altro deve essere un suo compagno. Compagna. Buffo: non capisco se è maschio o femmina!-.
-Come quel biondino!- Esclamò Sakura: -Dei... non ricordo ora...-.
-Hanno creato loro quel buco.- Continuò l'altro: -E sono scappati! E Lee e Anko li hanno seguiti!-.
Gai, che fino ad allora era rimasto sdraiato sul pavimento a sbavare, sembrò rianimarsi: -Ma certo! Li ha seguiti per affrontarli! Lo sapevo!-.
Kiba uscì dalla stanza a passo di cane: -E si sono diretti... la foresta! Verso la foresta.-.
Shino si avvicinò: -I miei insetti sono molto abili nella foresta. Ci penso io.-.
-Hinata, pensaci tu e il tuo Byakugan!- Esclamò Kiba. Si rialzò, e si ritrovò davanti Shino. Sembrava un po' nervoso.
-Qualcosa che non va?-.
-...Niente.-.
Nel salone dell'Aka...
Sasuke si massaggiò il segno del morso sul collo: -Potevi darmene uno meno potente!-.
Anko alzò le spalle: -Era per rendere la scena più verosimile!-.
Poi Anko notò la spada accanto al divano: -Che bella spada!- l'afferrò.
-È di Suigetsu.- Le disse Sasuke.
-Suigetsu dovrebbe scegliersi una spada migliore!- Commentò Anko: -È davvero difficile da impugnare.-.
-A me non sembra.- Replicò secco Sasuke. Guardò le persone svenute ai suoi piedi: -Aiutami a far rinvenire Karin e Jugo.-.
-Un po' di veleno le sveglierà!- Fece felice Anko.
-Ripensandoci... mi arrangio.-.
Intanto, in cucina...
“Accidenti!” Pensò Omoi: “Ora quel pazzo-frega-maestri è libero! E se quando arriva, decide di uccidermi? E se, prima di farlo, mi amputa mani e braccia? Devo liberarmi!” Omoi si divincolò tra le corde: -Urr!-.
-Hai sentito?- Chiese una voce femminile in salotto.
“Oh, cazzo!” Omoi si immobilizzò: “Ora entreranno qui e chissà cosa mi faranno!”.
-...No.- Rispose una voce maschile.
“Fiuuu!”.
-Ho un certo languorino!- Esclamò la donna: -Vado a farmi un panino in cucina!-.
“Oh-oh!”.
-Se proprio ci tieni...-.
Omoi doveva agire in fretta: vide un tavolino rovesciato con delle corde attaccate agli angoli.
“Forse potrei....”.
Quando Anko entrò, vide che sul tavolo c'era un giovane ninja legato a faccia ingiù, probabilmente sacrificato da uno di quei folli a chissà quale dio.
-Poveraccio!- Fece per avvicinarsi, ma all'ultimo cambiò idea: aveva troppa fame! Così aprì il frigo e prese un sandwich.
Anko si bloccò: -Un sandwich in frigo?- fece spallucce e se lo mangiò.
Poi tornò in salone.
-Aiutami a portarli in una camera.- Ordinò Sasuke.
-Mmm...- Borbottò Anko.
Omoi rimase sdraiato, finché non fu sicuro di averli effettivamente sentiti andarsene.
Allora il ragazzo si rialzò e strisciò (camminare con tutti quei lividi era una tortura) verso un cassetto. Lo aprì con i denti.
Coltelli! Quello che cercava! Riuscì ad afferrarne uno. Ora doveva solo liberarsi senza uccidersi: facile! Ristrisciò verso il tavolino e lo sistemò sul tavolo. Si voltò di schiena e iniziò a strisciare i polsi sul coltello. Dopo poco tempo, però, sentì un CRAC e la lama saltò via.
Esausto, Omoi si sedette: -Non ce la farò mai da solo!- esclamò disperato.
“Un momento!” Pensò poi: “Non sono solo! Karui! Forse è di là!”.
Usando solo la forza della disperazione, si trascinò fino al salotto.
-Karui!- Ansimò: -Karui!-.
La ragazza era dove Kakuzu l'aveva deposta, solo che ora era circondata da altri ninja svenuti.
-Dannazione! KARUI!- Omoi si avvicinò alla compagna. La ragazza pareva morta.
-Non puoi essere... Karui!- Urlò a denti stretti. Iniziò a darle testate: -KARUI! KARUI!-.
-Ahi!- Fece questa dopo un paio di colpi: -Ma chi...-.
-Karui!- Esultò Omoi: -Sei viva!-.
Karui gli mollò un pugno in testa: -Certo che sono viva, baka!-.
-Ahi!- Disse l'altro: -Invece di colpirmi, slegami!-.
CLOMP CLOMP
Dei passi si sentirono dal corridoio.
-Accidenti!- Karui si rimise sdraiata, fingendosi svenuta.
CLOMP CLOMP
Omoi rotolò verso la cucina.
Come oltrepassò la porta, Anko entrò in salotto: -Eheheh!- rise: -Ora mi prenderò anche le loro teste! E poi... poi sarà il turno di Sasuke-kun!-.
Guardò la schiena di Karui: -Una spada!- la sfilò dalla fodera: -E maneggevole!-.
La fece ruotare in aria un paio di volte, poi si avvicinò a Honan, svenuta vicino alla testa: -Prima le donne! Eheheh!-.
Alzò la spada.
-Shinra Tensei!-.
-Uh? Off!- Anko fu sbalzata indietro, schiantandosi sulla parete.
Dalla testa viola uscirono sei uomini dai capelli arancioni, meno uno che era pelato.
Uno di loro, un ragazzo molto giovane, si avvicinò ad Anko: -Sei fuggita quindi.-.
“Tsch!” Pensò Anko: “Devo darmela a gambe levate!”.
Il ragazzo sollevò le braccia.
-Spalle!-.
Due paletti di metallo sbucarono dalle maniche della tonaca e partirono ad alta velocità, inchiodando al muro le spalle della donna.
-Ah!-.
-Polsi, piedi, ginocchia, gomiti!-.
-Ah! AH! AHI! AHI!-.
-Il prossimo è per la testa.- Pain alzò il braccio sinistro verso il capo di Anko.
-Aspetta! Aspetta! Possiamo fare un patto!- Fece disperata Anko.
-Un patto?- Deva ridacchiò: -Cosa avresti da offrire?-.
Già spuntava la punta del tubo.
-Sasuke!- Esclamò lei: -Sasuke è nella camera di suo fratello (a giudicare dai poster emo e dal fatto che tentava di continuo di distruggerla)! Lui si fida di me! Ve lo posso portare qui su un piatto d'argento!-.
Pain sembrò pensarci: -Mmm... No.-.
Il paletto partì.
Anko sgranò gli occhi: -No non farlo!-.
SPLAT
Anko si accovacciò a terra, reggendosi la testa con le mani.
-Se non vuoi che la mia illusione diventi... meno illusoria,- Le disse Pain: -portami quaggiù Sasuke.-.
Anko alzò la testa. I suoi occhi, prima vivaci e subdoli, ora erano sbarrati e pieni di occhiaie.
-Cosa c'è?- Chiese Deva, fissandola superiore: -Vuoi ancora la mia testa?-.
Anko si ritrovò faccia a faccia con l'occhio di Pain. Non sembrava ammettere fallimenti.
Senza rispondere, la donna si alzò e si diresse verso la camera di Itachi.
Quando se ne fu andata, Pain si rivolse a Karui: -Ragazzina, in piedi.-.
Karui non rispose, continuando a fingere di dormire.
Asura-Pain le puntò il braccio contro. La sua mano si aprì in due e ne uscì un missile.
Karui balzò in piedi: -Va bene!-.
Deva guardò lo Zetsu rosso e blu: -Sembra che mi sia perso molto mentre dormivo...-.
Tornò a rivolgersi a Karui: -Tu sei della Nuvola. Dove sono i tuoi compagni?-.
Karui lanciò una veloce occhiata alla cucina: -Io... non ho compagni.-.
Pain guardò la porta della cucina: -No?-.
Asura puntò il missile contro la cucina. Fece fuoco.
-No!- Urlò Karui.
BOOOOM
Nei boschi di Konoha...
-Di là!- Esclamò Shino.
Le quattro squadre svoltarono.
-Quanto manca ancora?- Chiese Yamato.
-Una decina di minuti.- Rispose l'Aburame.
-Sarà meglio muoversi: -Disse Shikamaru: -tra poco più di un'ora sarà l'alba.-.
-Ragazzi!- Li richiamò Sai: -Venite qui!-.
Gli altri si avvicinarono al ramo dell'Anbu.
-Qua.- Indicò ai suoi piedi: -Un'impronta. Non è di un membro dell'Aka, né di qualcuno della Foglia: sembrano più... scarpe del Villaggio della Nuvola.-.
-E allora?- Fece Kiba: -Anch'io le uso!-.
-Ma queste sono troppo fresche,- Disse Sai: -di una persona che è passata di qui da poco tempo.-.
-Grandioso!- Esclamò Ino: -Ora ci si mette anche la Nuvola!-.
-A quanto risalgono?- Chiese Kakashi.
-Un'ora circa.- Rispose l'altro.
-E sai dirmi quanti erano?-.
-Un paio, forse tre.-.
-Mmm...- Kakashi si mise a riflettere: -...potrebbero essere dei ninja da ricognizione. Sarà meglio procedere cauti.-.
-I miei insetti sono tornati.- Esclamò Shino: -Il rifugio è più vicino di quanto pensassi.-.
-Quanto, di preciso?-.
Shino indicò davanti a se: -Dietro quegli alberi.-.
Nel salotto dell'Akatsuki...
-Omoi!- Karui si lanciò verso la cucina in fiamme, ma Manusya le mise la mano in testa.
Quel tocco era glaciale.
Karui si sentì diventare sempre più debole. Si inginocchiò e il Pain la lasciò.
Deva si rivolse agli altri cinque corpi: -Tornate dentro a finire di riparavi. Ci penso io qui.-.
I cinque obbedirono, e Deva tornò a guardare Karui: -Per quanto riguarda te... Kai!-.
Karui sgranò gli occhi. Davanti a lei, le fiamme sparirono.
-Cosa...?-.
Mentre Karui tentava di riprendersi, Pain si avvicinò a Kakuzu. Gli mise una mano in fronte, e Kakuzu si svegliò.
-Soldi! Uh? Che è successo?- Fece il nukenin. Poi si ricordò: -Maledetto Sasuke!-.
-Calma Kakuzu.- Lo calmò il dio.
Kakuzu notò Karui: -Quella donna! Stava per uccidere Zetsu! Posso prendere il suo cuore?-.
-No.- Rispose Pain: -Ma in cucina c'è il suo compagno.-.
-A lui lo posso prendere il cuore?-.
-No.-.
-I soldi?-.
-Sì-.
-Sono già lì.- Kakuzu si avviò verso la cucina.
Pain guardò gli altri membri dell'Aka svenuti: -E ora- disse: -tocca a voi.-.
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Capitolo 30 *** LA SPADA ***
LA
SPADA
Corridoio
di Alba...
Anko
camminava verso la
stanza di Itachi, ancora in trance.
-Sasuke.-
Borbottò:
-Devo portarlo giù.-.
Anko
si sentiva dire
quelle cose, ma non era lei a parlare: doveva essere ancora sotto
l'effetto del genjutsu di Pain, pensò.
Camminava,
ma non muoveva
le gambe.
Deglutiva,
ma non
contraeva muscoli.
Respirava,
ma non
dilatava le narici.
Era
come in un incubo. E
c'era l'occhio. Sì, l'occhio di Pain: la osservava. Era
nella sua
testa, e le diceva di portare giù Sasuke. Altrimenti si
sarebbe
arrabbiato. E Anko non voleva far arrabbiare l'occhio.
“Calma”
Pensò tra se
e se: “Devo stare calma. Sasuke potrebbe
insospettirsi.”.
Ma
tanto ci avrebbe
pensato la tecnica a farla sembrare calma, si disse poi.
Rincuorata,
si avvicinò
alla porta di Itachi. Entrò.
Al
suo interno, Sasuke
stava dando fuoco con l'Amateratsu alle pareti della stanza. Jugo era
seduto sul letto di Itachi e si massaggiava le tempie, mentre Karin,
in un ennesimo attacco di ormoni, stava mangiando il letto di Kisame.
Ma era un letto ad acqua, e più volte rischiò di
annegare.
Anko
indugiò sulla
porta.
Sasuke
la notò: -Sei
tornata.- disse senza smettere di incendiare il muro: -Presa qualche
testa?-.
-No.-
Disse l'altra,
sorridendo, tentando di mascherare l'ipnosi: -Ma forse, se scendi, ne
puoi prendere qualcuna tu.-.
-Mi
interessa solo quella
di mio fratello.- Rispose Sasuke: -Come mai non le hai prese?-.
-Io...-
Balbettò: -...mi
era passata la voglia.-.
-Sì?-
Fece dubbioso
Sasuke: -Contenta tu...-.
-Allora
qual è il
piano?- Chiese velocemente Anko.
-Il
piano? Non ne avevi
uno tu?- Chiese il ninja di Konoha.
-Sì,
certo!- Rispose
Anko: -E sai una cosa? Ci servirebbe Kabuto che... ho lasciato
giù.-.
-E
allora portalo su.-.
Anko
ammiccò verso
Sasuke: -Ma pesa così tanto...- gli mise le mani ai fianchi:
-...mi
aiuteresti?-.
Karin
riemerse dal
materasso: -Ehi!- esclamò: -Non toccare il mio Sasuke!-.
-Calma
Karin.- Sasuke
allontanò Anko da se: -Vuoi un aiuto? E sia. Karin, Jugo.
Seguitemi.-.
I
quattro ninja uscirono
dalla stanza.
“Eheheh...”
Anko già
pregustava il sapore della vittoria.
Cucina
dell'Alba...
Kakuzu
si grattò la testa: -Ehi! Cretino della Nuvola? Dove sei?-.
Di
Omoi nessuna traccia.
-Uhm...-
Kakuzu schioccò le dita: -Il frigorifero!-.
Si
fece strada tra la sporcizia e i resti della festa per il compleanno
di Tobi e si avvicinò al frigo, rimasto miracolosamente
intatto
anche dopo aver ospitato per un giorno Zetsu.
Lo
aprì.
-Uffa!-
Sbottò Kakuzu: -Dove cazzo è?-.
Omoi
se ne stava ben nascosto usando la tecnica della Nuvola Mimetica.
Appoggiato
alla prete, il ragazzo
lottava per resistere al sonno: aveva fatto la notte in bianco, era
quasi senza Chakra e lo avevano gonfiato di legnate. Ma se non
rimaneva concentrato la nube si sarebbe dissolta, cosa da evitare
almeno finché Kakuzu era ancora nella sala. Ma
per quanto ancora sarebbe rimasto?
-Chi
fa da se, fa per tre!- Esclamò il membro di Alba: -Anzi, per
cinque!-.
Dalla
sua schiena sbucarono i mostri cuore che iniziarono a ispezionare la
stanza.
Omoi
non si mosse. Sperò in un miracolo.
Fortunatamente
per lui, i mostri non lo trovarono.
-Ehi!-
Urlò Kakuzu rivolto verso al salotto: -Non c'è
nessuno qui!-.
-E
allora torna di qua!- Rispose la voce di Pain: -Deve essere
scappato!-.
Kakuzu
obbedì.
Omoi
riuscì a mantenere la nuvola fino a quando Kakuzu non
sparì nel
salone.
Poi,
vinto dalla stanchezza, si addormentò.
Nel
salotto...
-Che
male!- Disse Deidara, massaggiandosi la nuca insanguinata.
-Non
dirlo a me!- Replicò Kidan: -Non vedo l'ora di tornare nel
mio
vecchio corpo!-.
Il
corpo in questione stava litigando con Zetsu.
-Ma
che hai da arrabbiarti, stupida pianta?-.
-Ma
ci hai visti?!-.
-Sì,
e siete uno bianco e uno nero, come dovreste essere!-.
-Ma
io sono quello Bianco!- Disse la parte nera.
-E IO
SONO QUELLO NERO, TRANSJASHINISTA FACCIA DA CULO!- Gli urlò
il
Bianco.
-Dovreste
ringraziarmi che vi ho ridipinti, teste
di cactus!-.
-Che
nobile gesto...- Commentò il Nero. No il Bianco. No
cioè... quello
buono.
-Non
è da te, Hidan...-
Fece ridacchiando il Bian...
il cattivo.
-Che
state insinuando?-.
-Già,-
Continuò il buono: -è un gesto più da
Konan, no?-.
-C-C-COSA...?-
Fecero imbarazzati sia Kidan che Honan.
In
quella scese Sasori, con un nuovo corpo.
-Al
volo, Deidara!- Lanciò a Deidei una borsa del ghiaccio, che
Dei si
affrettò a mettere dietro la nuca.
-Ahhhh,
che sollievo...- Disse Deidara.
La
borsa si bucò e ne uscì una tarantola;
salì sulla testa di Deidei
e fece per morderla, ma...
-Ehi,
guarda!- Zetsu prese in mano la tarantola: -Mmm... la mia parte
insettivora reclama...- e si mangiò il ragno.
-Di
un po', Sasori,- Prese la parola Pain: -hai visto Sasuke-kun o
Anko?-.
-No,
in realtà no.- Rispose Sasori, triste per il fallimento:
-Perché?-.
-Perché
dovrebbero arrivare a momenti, e noi dovremmo ingaggiare con loro una
lotta all'ultimo sangue...-.
-COOOOOOSAAAAAA?-.
Nel
corridoio del
primo piano, verso la camera di Pain...
I
quattro stavano camminando da qualche minuto.
Anko
si guardò intorno nervosa: “Perché
facciamo questa strada?
Dobbiamo andare giù! Devo andare
giù!”.
Sasuke
e Jugo si fermarono.
Karin,
che camminava dietro a Juugo, si scontrò con la sua schiena:
-Ma
che... stai attento!-.
Juugo
non rispose.
Sasuke
si voltò verso Anko.
-Che
c'è?- Fece lei nervosa. L'occhio era irrequieto.
Anko
si girò per fuggire, ma la strada era sbarrata da Jugo.
Si
voltò nuovamente verso Sasuke: -Cosa...?-.
Davanti
a Sasuke comparve un enorme braccio scheletrico che afferrò
la donna
e la sbatté contro il muro, tenendola ben stretta.
Anko
si divincolò, ma invano.
Sasuke
si avvicinò ad Anko. Sgranò gli occhi, attivando
lo Sharingan
Ipnotico Eterno: -Kai!- gridò.
Anko
si immobilizzò. I suoi occhi neri si trasformarono in cerchi
concentrici viola.
“Dannazione!”
Pensò Sasuke: “Non riesco a sciogliere un Jutsu
del Rinnegan con
il mio Sharingan! Ma forse riuscirò ad ottenere qualche
informazione...”.
-Parla:
-Disse Sasuke: -qual è il tuo compito?-.
-Devo
portare giù Sasuke.- Rispose Anko.
-Perché?-.
-Perché
mi è stato ordinato.-.
-Perché
ti è stato ordinato?-.
-Perché
è il mio compito.-.
“Così
non ne cavo niente.”.
-Anko.
C'è qualcuno lì con te?-.
-Sì.-
Rispose lei: -L'occhio.-.
-È
l'occhio che vuole che io vada giù?-.
-Sì.-.
-E
sai perché lo vuole?-.
-Perché
lui ti vuole.-.
“Pain
mi vuole catturare. O uccidere.” Concluse Sasuke.
Anko
iniziò a sudare: -No! Non arrabbiarti!- divenne rossa: -NO!-.
Karin
guardò spaventata Sasuke: -Cosa le sta capitando?-.
-Evidentemente
l'occhio si sta arrabbiando.-.
-AAAAAAAA!
FERMO!-.
-Non
puoi fare nulla?-.
-Una
cosa in effetti sì...-.
Il
braccio strinse la presa su Anko. La donna svenne.
Il
braccio si dissolse e Anko cadde a terra; Jugo la caricò
sulle
spalle.
Sasuke
fissò Karin: -Karin, ho bisogno del tuo aiuto.-.
Karin
divenne rossa pomodoro: -D-d-davvero?- e rese il treno per
Sasukelandia.
-E
cosa devo fare?- Chiese lei sognante.
Sasuke
sorrise.
Nel
salone...
-QUANTO
ANCORA DEVO ASPETTARE?-.
-Ti
prego, Konan, cerca di calmarti...-.
Kabuto
prese un pugno di pop-corn: -Ne volete un po'?- chiese agli altri.
-Sì,
perché no?- Kakuzu ne sgranocchiò un paio: -Anche
se devo capire
perché non sei ancora dietro le sbarre.-.
Kabuto
prese altri pop-corn: -Perché ho salvato il culo a Zetsu e
voi ora
mi dovete un favore...-.
-QUANTO
ANCORA?-.
-Un'ora
ancora, te lo giuro...-.
-MI
STANNO STANCANDO I TUOI GIURAMENTI!- Kidan lo lasciò andare.
Deidara
afferrò un po' di pop-corn. Li mise in bocca.
Spalancò gli occhi e
li risputò: -Puah! Ma che schifo! Sanno di... segatura!-.
Dietro
di lui Sasori rise malefico.
-Che
hai Sasori-sama?- Chiese Deidei.
Lui
non rispose, ma continuò a guardarlo storto.
Honan
e Zetsu ancora litigavano.
-Ridipingici!-.
-Non
posso! Ho finito la tempera!-.
-TI
MANGIO SE NON CI RIDIPINGI!-.
-Ti
prego cortesemente di ridipingerci.-.
-Tenetevi
i colori per un po' e basta!- Sbuffò Honan.
In
quella, arrivò Anko.
-Anko!-
Esclamò Pain: -Sei arrivata! E dove è Sasuke?-.
-Ehm...-
Fece lei titubante: -...lui l'ho avvelenato.-.
-Cosa?!-.
-Sì,
ma per sbaglio! E poi che importa, insomma, ormai è morto!-.
-Vallo
a dire a Itachi!-.
-Sono
spiacente ma... ugh!- Anko si guardò il braccio. Un grosso
filo nero
lo trapassava da parte a parte.
-Che
scherzo è questo, Karin?- Chiese Kakuzu dietro la donna.
Con
un PUF e una nuvola di fumo, Anko si trasformò in Karin.
-Dov'è
Sasuke?- Le chiese Pain.
Karin
rise nervosa: -È una buffa storia...-.
Nell'armeria...
Jugo
depositò a terra Anko.
Lui e
Sasuke si guardarono intorno.
-Prendi
quello che ti sembra più devastante, Juugo.-
Ordinò Sasuke: -Karin
ci darà poco tempo.-.
Il problema era che lì tutto sembrava devastante: fucili
elettronici, cannoni al plasma, test invalsi...
Pochi minuti dopo, Sasuke e Juugo uscirono dalla stanza più
armati
della corazzata Poti... poti... quella, e si diressero verso il
salone.
Di
nuovo nel salotto...
Karin sedeva sulla poltrona, mentre gli altri l'avevano circondata.
-Che ne facciamo di lei?-.
-Sacrifichiamola!-.
-Mangiamola!-.
-Rubiamogli i soldi!-.
-Lasciamola andare?-.
Karin era in trappola: Sasuke non sarebbe mai riuscito ad arrivare in
tempo! Lei sarebbe morta prima, suo figlio pure e così addio
ai
migliori anni della sua vita. E sentiva che era tutta colpa di una
persona: Suigetsu! Anche a costo di riempirsi di piercing e di
tingersi i capelli di arancione, gliel'avrebbe fatta pagare!
Il tutto ben contornato da un mal di testa tremendo: tutta colpa di
quella droga! E di Suigetsu! Lui certamente c'entrava!
Non riusciva nemmeno a percepire se stessa, per quel mal di testa. E
percepire le persone era la sua specialità! Era l'unica cosa
che
faceva bene! Non le sorprendeva che Sasuke avesse deciso di lasciarla
lì a morire! Almeno, questo Sasuke:
quello prima di
incontrare Suigetsu l'avrebbe già salvata e portata al
castello
delle fiabe! SUIGETSU! SEMPRE LUI!
Mentre era assorta nell'inventare nuove bestemmie contro Sui,
all'improvviso percepì qualcuno. “Bene, buon
segno.” Pensò.
Ma presto si accorse che quel qualcuno non era Sasuke. O Suigetsu. O
un membro dell'Alba. Era qualcuno che doveva essere qui non
più di
lei.
Karin si alzò, uscì dal cerchio dei nukenin (che
non se ne
accorsero perché stavano litigando tra di loro) e si
avvicinò alla
Mannaia Decapitatrice.
La osservò.
-Mi devi un favore, se non sbaglio.-.
Karin si voltò, e si ritrovò davanti Kabuto, che
le sorrideva.
-E ora mi puoi ripagare.-.
Karin si corrucciò: che sapesse anche lui?
-Cosa dovrei fare?- Chiese Karin.
Kabuto le si avvicinò all'orecchio: -Niente.- disse.
Karin sgranò gli occhi, ma prima che potesse rispondere,
furono
richiamati da Pain: -Cosa state confabulando? Tornate qua!-.
Senza smettere di sorridere, Kabuto ritornò da Pain. Karin
lanciò
un'ultima occhiata alla spada, e tornò nel cerchio.
Pain guardò torvo i due ninja: -Che stavate facendo
lì?-.
-Niente.- Risposero i due.
Pain fece per parlare, ma gli passò davanti agli occhi un
raggio
laser.
-Che cazzo...!-.
Sulla porta erano apparsi Sasuke e Jugo: entrambe le mani reggevano
di fucili laser; avevano armature corazzate che erano un misto tra
Unreal e Iron Man, con tanto di uniraggio e propulsori.
-Sasuke-kun!- Esclamò entusiasta Karin: -Sei venuto a
salvarmi!-
come aveva potuto dubitarne? Ah, già, per colpa di Suigetsu.
-Sasuke!- Fece eco Pain: -Alla buon'ora! E dov'è Anko?-.
Sasuke gli sparò, ma Pain si scansò con molta
facilità.
-Non c'è bisogno di litigare, Sasuke-kun!- Disse Pain in
tono
cordiale.
-Jugo!- Urlò Sasuke.
I due fecero fuoco a volontà.
-A quanto pare c'è.- Disse Deva tra una schivata e l'altra.
-Dov'è Itachi?- Chiese Sasuke senza smettere di sparare.
-Qui dietro.- Fece una voce alle sue spalle.
Sasuke e Jugo smisero di sparare. Si voltarono.
Suigetsu e Orochimaru li puntavano con due fucili-shock, mentre
Kisame e Itachi fissavano Sasuke e Jugo, il primo sorridente, il
secondo impassibile.
-Itachi!- Fece un rabbioso Sasuke, facendo per alzare il fucile: -Ti
uccido!-.
-Non provi abbastanza odio!- Rispose il fratello.
-Belle giacche!- Commentò Pain.
-Grazie!- Rispose Orociok: -Le abbiamo trovate nel palazzo
dell'Hokage!- guardò Kabuto: -Ho un po' di fame...-.
Kabuto annuì: non aveva tempo da perdere.
-L'avete più trovata la spada?- Chiese Pain.
Kabuto corse verso la mannaia di Suigetsu, ma Pain, alzato il
braccio, lo attirò a se.
-Sì e no.- Rispose Itachi: -Kisame...-.
Dalla tunica Kisame estrasse un rotolo e lo aprì.
Con un PUF e una nuvoletta di fumo comparve... la Mannaia
Decapitatrice.
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Capitolo 31 *** INCURSIONE ***
INCURSIONE
Nel
salone dell'Aka...
Deidara
guardò la spada
in mano a Kisame. Poi spostò lo sguardo sulla spada di
fianco al
divano. Erano uguali.
-Mi
sfugge qualcosa?-
Chiese.
La
spada del divano fece
PUF e fu avvolta da una nube bianca. Da essa uscì, correndo
a gran
velocità, un giovane ninja biondo, vestito in arancione e
con il
coprifronte di Konoha.
-Tu?-.
-Lui?-.
-Quello?-.
Con
un paio di balzi, il
ragazzo scavalcò Kidan, Honan, Pain, Deidara e Sasori.
Atterrò di
fronte a Sasuke.
I
due si guardarono per
qualche secondo, poi il ragazzo compì un terzo salto e
scappò per
il corridoio.
I
membri dell'Aka si
guardarono un secondo.
-Prendetelo!-
Si
gettarono tutti all'inseguimento di Naruto.
-Dattebayo!-
Esclamò
lui: -Ma perché capitano tutte a me?-.
Schivando
raggi laser,
fiamme nere, bombe e squali sega, il ragazzo salì le scale,
inseguito dai nukenin.
Dopo
qualche secondo, le
ridiscese, seguito da Kisame e Itachi che usavano come slitta uno
squalo, poi da Kidan e Kakuzu che usavano come slitta Zetsu, quindi
da Honan e Pain che usavano una slitta di carta, quindi da Sasori che
slittava, con gran gioia, su Deidara, da Karin e Sasuke che
cavalcavano Jugo e infine da Orochimaru e Kabuto che si cavalcavano a
vicenda.
Dopo
un po' di su e giù,
Naruto compose i sigilli per la moltiplicazione.
Così,
dieci Naruto
presero altrettante strade diverse gridando: -Prendetemi ora, se ce
la fatettebayo!-.
Gli
inseguitori si
fermarono.
-Così
perdiamo solo
tempo!- Esclamò Pain.
Karin
sgranò gli occhi:
-Abbiamo un problema in salotto!-.
Pain
la guardò: -Che
problema?-.
I
ninja rientrarono in
salone, giusto in tempo per vedere esplodere una parete.
-Cof!
Cof! Non pensi di
avere esagerato un po' Choji?- Fece una voce.
-Era
per fare un'entrata
effetto!- Rispose un'altra.
Dalle
ceneri spuntò un
gruppo di ninja della Foglia.
-Ok.-
Disse Shikamaru:
-Restate fermi, mani in alto, non opponete resistenza e bla bla bla.
Insomma, lo sappiamo tutti qui che opporrete resistenza!-.
-Ragazzi.-
Disse Pain:
-Io devo finire di ripararmi. Pensateci voi.- e rientrò
nella bocca
gigante.
I
membri dell'Aka
fissarono gli avversari, ghignanti.
-Ora
li massacriamo.-.
Kiba
sputò a terra:
-Pfui! Certo...-.
Iniziarono
gli scontri.
Kisame
si mise di fronte
a Kakashi; in mano reggeva ancora la Mannaia.
-Raikiri!-
Kakashi attivò
il Mille Falchi: -Ho già affrontato quella spada, Kisame, e
l'ho
vinta.-.
Kisame
sorrise: -Ma non
hai ancora affrontato me.-.
Orochimaru
e Kabuto si
posizionarono poco distanti da loro; i loro avversari erano Maito Gai
e Neji Hyuga.
-Avanti,
mio allievo!-
Esclamò felice Gai: -Vedranno qual è lo spirito
della giovinezza!-.
-Maestro,-
Disse Neji:
-io non sono Rock Lee.-.
Kabuto
attivò il bisturi
di Chakra, Neji il Byakugan.
In
perfetta sintonia le
due coppie si lanciarono all'attacco.
Dall'altra
parte della
stanza, Kiba e Akamaru affrontavano Kakuzu.
-Tu
sei quello che ha
ucciso il maestro Asuma!- Kiba ingoiò un tonico da
battaglia: -Me la
pagherai cara!-.
-Ho
ucciso molte
persone.- Disse Kakuzu: -Ma voi siete i primi cani.-.
Vicino
alla porta, si
misero Shika e Kidan.
-È
da un po' che non ci
si vede, Hidan.- Commentò Shikamaru.
Kidan
estrasse la falce:
-In realtà è un po' complicato... ma anch'io ti
riconosco: eri al
villaggio durante l'attacco di Pain-kun!-.
-Tu
però no.- Ribatté
Shikamaru. Pensava: “Bravo, continua a parlare, io intanto ho
già
pronto un piano...”.
Al
centro della stanza,
invece, si erano posizionati Honan e Shino.
-Io
e te abbiamo un conto
in sospeso, mi pare...- Fece Shino.
-Eheh!
Ti ho mai
sacrificato?- Domandò Honan. Creò una falce di
carta.
Shino
alzò le braccia, e
uno sciame di vespe si avventò sulla donna.
In
cucina...
Sakura
entrò in cucina:
mentre gli altri lottavano, lei doveva guarire Lee e Naruto.
Invece di
loro due, però,
trovò un ninja della Nuvola svenuto, legato e pieno di
botte. Senza
neanche pensarci, gli
corse incontro, lo
slegò strappando
le corde
(bisogna ricordare che Sakura ha la superforza),
gli mise le mani sopra il petto e iniziò a curarlo.
“Questo
qui...” Pensava: “L'ho già
visto...”.
BOOOOM
Di
fianco a lei, la parete esplose. Dal buco uscirono Sasori e Deidara.
-Uhm!-
Esclamò Dei: -Questa sì che è
un'entrata artistica!- dalla tasca
prese un po' di argilla che le sue mani mangiarono.
Sakura
si voltò verso il ragazzo, mentre Sasori si
posizionò dietro di
lei, aprendosi il
petto, ora pieno di
fori per lanciare gli aghi avvelenati.
All'esterno
del rifugio, Choji, insieme a Hinata e Tenten, stava per ingaggiare
uno scontro contro i tre del Taka.
Choji
sollevò il braccio: -Tecnica dell'Espansione!-.
Il
braccio divenne enorme, e si abbatté contro gli avversari.
Karin
e Suigetsu si coprirono il volto, aspettando il colpo. Non
arrivò.
Quando i due riaprirono gli occhi, videro Jugo che teneva sollevato
il pugno di Choji con una mano.
-Evvai!-
Gioì Suigetsu.
-Ci
siamo anche noi!- Tenten e Hinata si misero affianco a loro.
Al
primo piano...
Ino
si affacciò su un buco in mezzo al corridoio.
“Perfetto!”
Pensò: “Da qui posso monitorare gli scontri e dare
una mano a chi
ne ha bisogno. Se non sbaglio, una di loro ha grandi poteri curativi!
Forse, se sono fortunata...”.
-Yamanaka
Ino!- Fece una voce alle sue spalle.
Ino
si voltò: -Cosa...?-.
-Tsukuyomi!-.
Ino
svenne, caduta nell'illusione di Itachi.
Itachi
si
avvicinò per
darle il colpo di grazia, ma all'ultimo
si voltò.
-Esci
dalle tenebre.- Disse.
Sai,
in groppa a una tigre di inchiostro, sbucò
dalla penombra e
si avvicinò a Itachi, tenendo lo sguardo basso.
-Itachi
Uchiha!- Disse: -Sciogli il jutsu!-.
-Costringimi.-
Rispose l'altro:
-Fai
in fretta però: un secondo qui è un giorno
lì dentro. E
un
secondo lì dentro è abbastanza per far impazzire
una persona.-.
Sai
stava per lanciarsi all'attacco, ma un fendente per poco non lo
decapitò.
-Dannazione!-.
Di
fianco a lui era comparso un altro Uchiha.
-Per
quanto- Disse Sasuke: -sarei felice di vedere morto Itachi, voi di
Konoha dovete starne fuori!-.
-Sasuke
Uchiha! Chi non muore si rivede...- Sai afferrò dalla
schiena un
rotolo e disegnò velocemente alcuni serpenti, che si
avventarono su
Sasuke.
Dietro
la testa viola, Tenzo sbirciò gli scontri. Si
era prefissato il compito
di liberare Rock Lee e Naruto, e aveva pensato bene che potessero
essere dentro quella testa enorme. Fortunatamente,
i suoi compagni sembravano cavarsela.
Yamato
toccò la testa, per capire come distruggerla.
Ma al
suo tocco
la pelle(?) viola si tramutò in un gruppo di serpenti, da
cui emerse
Anko, che
attaccarono l'Anbu.
Yamato
indietreggiò: -Anko!
Cosa stai...?- poi vide gli occhi della donna.
-Il
Rinnegan!-
Disse tra se e se Yamato: -Anko, non temere, ti libererò!-.
Nel
bagno del primo piano...
Naruto
sbirciò attraverso la toppa: non c'era nessuno. Bene, ora
doveva
solo uscire di lì!
Quelle
erano state le due giornate più strane della sua vita: aveva
già
lavorato sotto copertura, ma non trasformato in una spada.
E
sì che fino a due sere prima andava tutto bene
(eccetto che con Sakura)!
Almeno
fino a quando,
mentre andava a mangiarsi
del buon ramen, non era stato assalito da Itachi e da
una
pianta juventina. Poi lo avevano portato nel covo dell'Akatsuki
dentro un sacco a telo, e poi era quasi annegato in quella che gli
era parsa
acqua, fino a quando non aveva
commesso l'errore di berla.
Allora si era
resa
conto che era droga, ma era troppo tardi.
Naruto
ricordava bene cos'era successo durante la notte, anche se non
riusciva a credere di aver fatto certe cose. Avrebbe preferito
dimenticare tutto, ma lo spirito della Volpe aveva causato la
conservazione parziale
della
memoria.
Quando
era tornato in se, si era
ritrovato
nella cantina, sotto ad
un Kisame appeso come un salame. Aveva visto la porta aprirsi e
allora aveva fatto la cosa più logica: si era trasformato
nella
spada del ninja della Nebbia; poi
però
si era ricordato che Kisame percepiva il Chakra della Samehada, e
quindi l'avrebbe subito
scoperto. Allora, aveva colto un momento di distrazione di Sasori e
si era trasformato in un'altra spada, l'unica che conoscesse oltre
alla Pelle di Squalo, diventando così la Mannaia
Decapitatrice,
seppur
non riuscendo
a replicarne
esattamente le caratteristiche.
E
così aveva aspettato pazientemente un momento per darsela a
gambe,
ma poi era arrivato Itachi con la vera mannaia, e aveva dovuto
improvvisare.
E
poi c'era una cosa che non si spiegava: era completamente ricoperto
di scritte, in ogni parte del corpo (e aveva controllato!);
andavano da formule chimiche, a jutsu segreti a
disegni tratti da un libro che aveva un titolo cinese... iniziava con
la cappa... Strano poi che tutte quelle immagini convergessero in
alcuni posti particolari...
Naruto
uscì dal bagno, cercando l'uscita del covo. Percorse il
lungo
corridoio, fino
a quando non sentì un rumore in lontananza. Si
avvicinò,
e riuscì a identificarlo come il suono di una lotta. Ma tra
chi e
chi? Forse si stavano ammazzando a vicenda! Magari...
Doveva esserne sicuro! E così, accelerò il passo,
fino ad arrivare
a correre. Corse e corse, fino a quando...
-Ma
quello è Itachi!-.
Nella
cucina...
Sakura
guardò
prima Deidara e poi Sasori.
Doveva
agire in fretta: Deidara stava finendo di modellare l'argilla, e
allora si sarebbe trovata nel fuoco incrociato.
Allora avrebbe potuto scegliere solo se morire per il veleno o per
l'esplosivo.
Così
si avventò su quello che riteneva il più
pericoloso al momento,
ovvero Sasori. Come supponeva, Sasori sparò. Sakura
riuscì a
deviare
gli
aghi
con un kunai.
Ormai
era vicinissima a Sasori: un altro passo e poteva stenderlo
con un pugno.
Fu
allora che le
cose andarono storte.
Deidei
lanciò l'argilla, urlando: -Ammira l'arte!-.
“Accidenti!”
Sakura sapeva di essere spacciata: se si fosse voltata per parare le
bombe, gli aghi l'avrebbero punta; invece, se continuava a correre
verso Sasori, sarebbe morta nell'esplosione. Ma almeno, lo sarebbe
stato anche il nukenin della Sabbia. Perciò non si
voltò, e caricò
un pugno verso il marionettista.
“Speriamo
di riuscirci!” Pensò: “Naruto, Sasuke-kun,
io...”.
Le
scese una lacrima dagli occhi,
mentre l'argilla la
raggiungeva.
-Stile
della Nuvola: Pluri-Fendente della Luna Crescente!-.
Le
bombe di
argilla si divisero tutte a metà; caddero
a terra, e dietro
a
Sakura comparve Omoi, con la spada abbassata dopo la serie di colpi.
Capendo
di non essere esplosa, anche
se non riuscendo a comprendere come, Sakura
scagliò il pugno in faccia a Sasori.
Contemporaneamente,
Omoi si avventò su Deidara, gridando: -Decapitazione della
Nebbia!-.
Alle
spalle di Deidara apparvero due copie di Omoi. Deidara, non sapendo
quale fosse quella reale, saltò. I tre Omoi sotto di lei
svanirono,
e quando Deidara alzò la testa il
vero Omoi,
sopra di lei, la colpì con un poderoso fendente.
Deidara
cadde a terra.
Sakura
sorrise soddisfatta, convinta si avere eliminato l'avversario. Invece
lui si limitò a puntarle le braccia addosso. Una vampata
incandescente fuoriuscì dalle sue mani e colpì
Sakura allo
stomaco.
La ragazza si mise le mani alla pancia, ustionata, e perse
l'equilibrio, cadendo all'indietro.
Lo
stomaco di Sasori si aprì, e un lungo cavo culminante in uno
sperone
si attorcigliò attorno al collo di Sakura, strangolandola.
Sakura
iniziò a annaspare, tentando invano di liberarsi.
Omoi
fece per aiutare la ragazza, ma Deidara si rialzò e lo
bombardò di
ragni esplosivi, che
gli atterrarono sul dorso.
-Non
darmi le spalle! L'arte
è un'esplosione! Tu sarai arte! Katsu!-.
I
ragni esplosero e Omoi fu spinto in avanti. Ma non cadde, e con un
altro
colpo di spada
spezzò il cavo di
Sasori. Il ninja non gradì e, alzate le mani, emise un nuovo
getto
di fuoco che investì il
ragazzo. Carbonizzato,
Omoi crollò a terra.
-Maledetto!-
Sakura, libera
dalla presa,
colpì con un montante il mento di Sasori. Il ninja fu
sbalzato in
aria e si schiantò sul soffitto del primo piano, dove rimase
spiaccicato.
Sakura
estrasse tre shuriken e li lanciò contro Deidara. Deidei
li schivò con facilità e lanciò, di
sua parte, tre uccellini di
argilla. Le
bombe volarono verso Sakura, ma lei, che ancora stringeva il kunai,
li
deviò e lanciò la sua arma. Il kunai
volò e volò fino a colpire
la tunica dell'avversario, inchiodandolo sopra la spalla alla parete.
Sakura
si gettò su Deidara.
L'avversaria
provò a scostarsi, ma la toga era ben impiantata: -E
che katsu...-.
Con
un pugno, Sakura colpì la faccia di Deidara, che sfondò
il
muro.
Deidara
cadde, svenuta.
Sakura
sospirò; poi si ricordò di Omoi.
Corse
dal ragazzo e lo prese per le braccia
-Ehi!-
Urlò: -Rispondimi!-.
Non
rispose.
Nel
salotto...
-Trasformazione:
Ortro!-.
Con
un PUF
e una nuvola di fumo, Kiba e Akamaru
si trasformarono in un enorme cane
a due teste.
Kakuzu
sbadigliò: -Che noia...-.
Il
lupo iniziò a girare su sé stesso tanto da
assomigliare a un
tifone. Si gettò contro Kakuzu.
-Armatura
di Terra!- Urlò
il nukenin.
La
sua pelle divenne marrone.
Quando
il lupo colpì il ninja, questi non si mosse, anzi, fu il
lupo a
crollare
all'indietro.
-Buono,
Fido.- Disse asciutto Kakuzu.
“Fido”
ringhiò arrabbiato. Con un latrato si avventò su
Kakuzu, tentando
di sbranarlo.
Kakuzu
si scompose in un gruppo di fili, e l'attacco andò a vuoto.
Il
fili-Kakuzu
si attorcigliarono
sul lupo.
-Lasciaci!-
Fece la voce di Kiba.
-10.000
volt!-. Una scossa elettrica fulminò il lupo.
In
una seconda nuvoletta di fumo, il lupo scomparve e al suo posto
caddero Kiba
e Akamaru, belli abbrustoliti.
Kiba
fece per rialzarsi, ma Kakuzu gli pestò la testa.
-Sofferenza
Istantanea!- Un'onda di fuoco colpì Kiba; il
ragazzo svenne.
Kakuzu
scosse la testa: -Non
sono certo
al livello del Primo Hokage...-.
Dall'altra
parte della stanza, Kisame e Kakashi si affrontavano in una dura
lotta.
Kakashi
attaccava a furia di Chidori, mentre Kisame si dimostrava molto abile
con l'ex spada di Zabuza.
A
ogni scontro tra spada e Raikiri,
la terra tremava.
“Non
ho scelta.” Pensò Kakashi: -Kamui!-.
Kisame
iniziò a sparire in un vortice.
-Non
ci provare: Arte dell'Acqua, Grande Prigione Acquatica!-
Kisame sputò un'onda d'acqua diretta contro il ninja.
Kakashi
fu costretto ad annullare il Kamui per evitare il colpo, e Kisame
ricomparve tutto intero.
“Dannazione!”
Pensò Kakashi: “Ho sprecato molto Chakra. E devo
evitare che
Kisame crei dell'acqua, altrimenti sono spacciato.”.
Kisame
partì all'attacco con la mannaia pronta a colpire. Kakashi
si limitò
a schivare affondi e fendenti.
-Senza
Chakra, eh?- Ridacchiò Kisame: -Onda Esplosiva!-.
Iniziò
a sputare acqua.
-No!-
Fece Kakashi: -Tecnica del Richiamo!- di
fronte a lui comparvero un gruppo di cani ninja.
Kisame
chiuse la bocca, e disse: -Squalo Volante!-.
Dalla
piccola pozza che aveva creato emerse uno squalo che, fluttuando,
attaccò i cani.
-Andiamo,
ragazzi!- Fece Pakkun. I
cani assalirono lo squalo, distruggendolo.
Poi si diressero contro Kisame.
Lo
spadaccino brandì l'arma:
-Fatevi avanti!-.
Kisame
ne colpì uno che sparì in un PUF, un
altro lo stordì col piatto della lama, un terzo lo
ferì alla zampa.
Ma
poi
si trovò davanti un enorme bulldog e
Kisame, nonostante riuscì a sconfiggerlo,
ne fu troppo distratto, e i cani rimanenti lo morsero a gambe e
braccia.
-Stupidi
cani!- Fece Kisame.
Usando
ciò che rimaneva del suo chakra, Kakashi creò un
altro Raikiri, con
cui trafisse Kisame.
-Urr!-
Il nukenin della Nebbia stramazzò a terra; i
cani sparirono.
Ansimante,
Kakashi si piegò in avanti: -E anche questa è
fatta...-.
Intanto,
procedeva anche la lotta tra Honan e Shino.
-Sei
bravino.- Disse Honan: -Ma ora guarda questo!-.
La
donna tese
una mano di lato, e un fascio di foglietti
fuoriuscì dalla
manica,
ingigantendosi sempre di più, fino a curvare e fermarsi di fianco
all'Aburame.
Shino
alzò un sopracciglio: -Quindi?-.
Honan
rise malevola. Con l'altra mano infilò la falce nella carta.
Il
fascio
fu attraversato
da un'onda, che culminò in
una
punta enorme che colpì Shino. Il ragazzo, col fianco ferito,
cadde
di lato.
Disfatto
il fascio, Honan corse contro Shino per eliminarlo definitivamente.
-Stasera
zuppa di insetti!- Esultò.
Affondò
la falce su Shino, ma lui
si scompose in tanti piccoli scarafaggi che corsero via.
-Cosa?-
Disse lei incredula.
-Clone
di insetti.- Rispose una voce alle sue spalle.
Honan
non fece in tempo a voltarsi, che una mano si pose sulla sua faccia,
e insetti brulicanti la invasero.
Honan
tentò di scacciarli via con le mani, ma iniziò
a sentirsi debole; dopo poco
cadde a terra svenuta. Gli insetti, saziati di Chakra, tornarono nel
braccio di Shino.
-Insetti
battono
carta.- Commentò Shino.
Anche
tra Gai, Orochimaru e i loro allievi lo scontro infuriava.
Il
taijutsu di Neji sembrava essere alla pari con le arti mediche di
Kabuto. Nel corpo a corpo era più bravo lo Hyuga, ma Kabuto
sapeva
meglio di Neji dove colpire l'avversario per immobilizzarlo.
Orochimaru,
intanto,
aveva trovato in Gai un ottimo avversario.
-Spada
del
Boa Leggendario!- Orochimaru vomitò la Kusanagi.
-Entrata
Dinamica!- Gai si scagliò addosso a Orochimaru, che
parò il colpo
con la spada.
Ma
Gai aveva previsto la reazione
e colpì Orochimaru con calcio
al mento.
Orochimaru
barcollò, ma colpì Gai con un
tifone d'aria.
Gai
volò in aria, ma atterrò senza fatica, con
tanto
di
piroetta.
-Ombra
del Groviglio di Serpi!- Le braccia di Orochimaru si trasformarono in
un gruppo di serpenti che attaccarono
Gai.
Il
ninja scroccò le mani: -Ora si ragiona!- e prese a pugni i
serpenti.
Uno
di essi sputò una spada che trafisse un braccio di Gai, ma
il
jonin
continuò
a lottare
con solo il
destro.
-Raffica
della Foglia!- Con un calcio, Gai spazzò via i serpenti.
Ma
Orochimaru, approfittando dello squilibrio di Gai, usò il
Soffio
Infuocato su di lui.
Gai
fu preso in pieno, e
prese fuoco.
-Non
ssssssssssssei mai ssssssssstato
alla mia altezza, Gai.- Commentò Orochimaru.
-Tu
dici?- Con un balzo,
Gai superò Orochimaru, arrivandogli alle spalle.
-Tifone
della Foglia!- Gai si
girò di scatto, colpendo l'avversario con un calcio al
collo: -La
mia giovinezza MI FA BRUCIARE!-.
Orochimaru
cadde a terra.
-Evvai!-
Gai si mise davanti all'avversario sollevando il pollice e sorridendo
con un DING ai denti. E
andava ancora a fuoco.
Mentre
esultava, Orochimaru si vomitò.
-Ombra
del Groviglio di Serpi!-.
Gai
non riuscì nemmeno a capire cosa gli stesse accadendo che i
serpenti
lo morsero al collo, alle braccia, alle gambe, al petto, alla testa,
alla schiena e uno anche lì.
Al
ninja iniziò a girare la testa: -Senti la giovinezza...-
borbottò,
e stramazzò a terra.
E
ancora bruciava.
Contemporaneamente,
Neji infliggeva il colpo di grazia a Kabuto: -Sessantaquattro
Chiusure!-. Kabuto cadde svenuto all'indietro, pieno di botte e
lividi.
Neji
e Orochimaru si guardarono in cagnesco.
Poco
lontano da loro, Kidan e Shikamaru erano
alle battute finali del loro scontro.
Kidan
correva come un matto attorno a Shika, che tentava di agganciarlo con
la sua ombra.
-E
stai un po' fermo!- Urlò Shikamaru.
-Scordatelo!-
Disse l'altro continuando a correre.
Dopo
poco, l'ombra si ritirò.
-Non
ho più chakra!- Imprecò Shika.
-Ah
sì?- Kidan gli balzò incontro con la falce in
pugno.
A
pochi passi dall'avversario, però, l'ombra si
lanciò in avanti e si
attaccò a quella di Kidan. Il nukenin atterrò
senza riuscire a
muoversi.
-Ops,
mi sono sbagliato.- Fece Shikamaru: “Tattica
semplice ma efficace!”.
-E
ora?- Chiese Kidan.
Shikamaru
rise: -Mi fa piacere che tu me l'abbia domandato!-.
Dopo
ventiquattro
brusche piegature in avanti di Shikamaru che corrispondono ad
altrettante testate alla parete di Kidan...
-Ahi!
Ahi! Ahi! Svengo!- Kidan chiuse gli occhi.
Shikamaru
lo lasciò andare: -Sotto
a chi tocca!-.
All'esterno
del
covo...
-Che
male! Fermo! E basta!- Da un po' di tempo, Choji veniva sbattuto a
destra e a manca da
Juugo, che lo teneva per il braccio.
Jugo,
finalmente, mollò la presa e Choji si sdraiò, con
gli occhi della
stessa forma delle spirali alle sue guance.
Tenten
lanciò un paio di kunai
verso Suigetsu, che però attraversarono il ninja senza
arrecargli
alcun danno.
-Choji!-
Disse la ragazza: -Formazione Elevazione!-.
Choji
si scrollò la testa e si rialzò.
Ingigantì le spalle: -Pronto!-.
Con
due balzi sincronizzati, Tenten e Hinata atterrarono sulle spalle di
Choji, poi presero la carica e saltarono nuovamente verso l'alto.
Tenten
afferrò due pergamene da dietro la schiena. Le
aprì, rivelando qualche dozzina tra shuriken, kunai, pali e
altre
armi di vario genere.
Hinata
la raggiunse in aria: -Passi dei Due Leoni!- il
chakra sui suoi pugni prese la forma delle teste di due fiere.
Uno
dopo l'altro,
rimbalzando sui fili che le collegavano alle mani di Tenten, Hinata
colpì le armi, che partirono a gran velocità
contro i tre del Taka.
I
ragazzi furono investiti da una pioggia tagliente.
-Accidenti!-
Esclamò Suigetsu, mentre il suo corpo veniva graffiato e
trapassato
dagli
attrezzi
ninja.
Karin
si protesse il volto con il braccio: -Ma quando finiranno? Fai
qualcosa, Jugo!-.
Jugo,
che non si era minimamente scomposto e contro cui le armi
rimbalzavano, non rispose.
Quando
infine tutte le armi si inchiodarono al suolo, Karin
fece un sospiro di sollievo.
-Non
è finita.- Disse calmo Juugo.
-Come?-.
Tenten
trasse
le armi una
alla volta, sempre più velocemente, e Hinata le
colpì una dopo
l'altra.
-Questo
è...- Iniziò Tenten.
Hinata
calciò un shuriken: -...la...-
pugno: -...Raffica...-
calcio: -...del...- testata ad uno shuriken gigante: -...Tormento!-.
Lo
shuriken passò attraverso Suigetsu, atterrando al suolo
pochi
centimetri distante da lui
-Tutto
qui?- Rise Sui. Poi vide le carte-bomba attaccate al filo dello
Shuriken. Si voltò e vide che lo shuriken stesso ne era
ricoperto.
-Oh.-.
-Katsu!-.
BOOOOOOOM
Schizzi
d'acqua volarono in giro.
-Suigetsu!-
Gridò Karin: -Dannazione! Ora come diamine ci proteggerai?!-.
Poi
alzò la testa. Choji, ingigantito e appallottolato a riccio,
le
stava cadendo
addosso.
-Ma
scherziamo?-.
SPLAT
L'Akimichi
si rialzò, e le due ragazze atterrarono.
-Ora
rimane solo lui.- Disse Tenten rivolta a Jugo.
Il
ragazzo li fissò.
-Sarà
uno scherzo.- Commentò
Tenten.
Quaranta
secondi dopo...
-Mmm...-
Mugugnò Choji, con il
volto ancora fumante.
Poco
distante da lui, Tenten, sdraiata sul fondo di un cratere,
sputò un
grumo di sangue.
Di
fronte al buco sul muro Hinata,
dal volto ricoperto di sangue, ansimò. Davanti a lei Jugo si
rimise
il bazooka sulla schiena.
Hinata
si slanciò in avanti, in un ultimo, disperato, tentativo di
abbattere Juugo. Il
ragazzo però la schivò con facilità e
l'afferrò per le braccia,
ritrovandosi
faccia
a faccia con lei.
Guardando
quegli occhi, Hinata per poco non
scoppiò a piangere; capì
che
quel
ragazzo
l'avrebbe uccisa (per
la gioia dei Narusakus).
Jugo
sorrise:
-C'è
qualcosa nei tuoi occhi di molto...-.
Tirò
indietro il capo
e mollò una testata in fronte alla ragazza.
Hinata
svenne, e Juugo la mollò.
-...divertente.-.
Si
voltò verso il buco e fece per rientrare. A un passo dal
rigettarsi
nella mischia, si bloccò. Si toccò la fronte e guardò
per qualche secondo il dito. Pulì il sangue e
rientrò.
Dietro
la testa
viola...
-Ferma,
Anko!-.
La
donna ignorò l'ordine di Yamato e tentò di
divincolarsi, ma
il legno che le bloccava braccia, gambe e fronte era più
resistente
del previsto.
-Anko!
Ti prego! Non voglio farti del male!- Fece Tenzo.
-E
non gliene farai.-.
Yamato
si voltò giusto in tempo per vedere emergere dal pavimento
Zetsu.
-Stuzzichini
di legno: buooooniiii!- Disse la parte nera, che in realtà
era la
bianca.
Yamato
compose i sigilli: -Terra:
Crepaccio!-.
Sotto
Zetsu la terra si spaccò in due, e
Zetsu precipitò nel vuoto.
-Legno
cattivvooooooo!-.
Yamato
si voltò nuovamente verso Anko, ma si ritrovò
davanti il nukenin
dell'Erba, che
rispuntava
dalla parete.
-Tecniche
che manipolano il terreno contro di me?-
Zetsu Bianco (in realtà Nero) gli mollò un
ceffone.
PAF
-Ehi!-
Fece Yamato. L'altro Zetsu ne tirò un altro.
PAF
-Ahio!
Volete giocare così, eh?-.
PAF
-Off!-
Fece il Nero. Cioè il bianco. Decidete voi.
PAF
-Ugh!-
Fece l'altro.
PAF
PAF
PAF
PAF
PAF PAF
Qualche
centinaio
di PAF dopo...
Tenzo
e Zetsu, col viso bello schiaffeggiato, si sdraiarono a terra,
esanimi.
Il
legno si
ritirò e Anko fu libera.
Yamato
vide la donna che gli puntava contro la mano e un serpente che
scattava verso di lui. Poi perse i sensi.
Angolo
dell'autore
Ed
ecco a voi il “capitolone”! La storia si sta
avvicinando
all'epilogo, ma vedrete che ci sono ancora molte sfide in serbo per i
nostri eroi... e mentre gli eventi iniziano a incastrarsi in un gran
casino, mi sono accorto di aver fatto io stesso un gran casino,
perché ho copiato due volte il capitolo SEI invece di
scrivere il
SETTE (RICORDI)! Sarò scemo... comunque ora ho aggiustato, quindi
porgendovi le
mie scuse vi invito a fare un “saltino” indietro,
mentre io muoio
dalla vergogna!
Buon
proseguimento della vita, la mia è finita XP!
|
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Capitolo 32 *** ACCORDO ***
ACCORDO
Corridoio
del primo
piano...
Sai
guardò Ino, sdraiata
sul bordo del buco sul pavimento. Doveva spostarla di lì,
oppure
sarebbe caduta durante lo scontro.
E
doveva anche riuscire a
uscirne vivo. Sì, quello era importante.
Danzo
diceva sempre che
contro uno Sharingan se sei da solo devi scappare. E Sai era talmente
fortunato da dover affrontare due Sharingan. Se fosse abituato a
provare emozioni, se la sarebbe fatta sotto.
Itachi
fissava Sai,
pronto a farlo cadere in un genjutsu alla prima occasione. Ma l'ANBU
non alzava mai il volto, e Itachi decise infine di optare per
l'Amateratsu.
Dietro
a Sai, Sasuke
stava racimolando il chakra necessario per creare un Susano'o.
Sentiva che era la volta buona: avrebbe ucciso Itachi finalmente! Se
Sai si fosse messo di mezzo, lo avrebbe stordito con il raggio laser
dell'armatura.
-Fiamma
Nera!-
Dall'occhio di Itachi partì una vampata di fuoco nero che
colpì Sai
al petto.
Il
ragazzo si sciolse in
una pozza di inchiostro; dietro di lui, Sasuke fece fuoco con
l'uniraggio.
Itachi
fu sbalzato
indietro e urtò Ino. La ragazza rotolò e cadde
nel foro. Si sarebbe
schiantata a terra rompendosi l'osso del collo se due lunghi serpenti
fuoriusciti parzialmente da un paio di fogli attaccati al soffitto
non l'avessero avvolta e bloccata a mezz'aria.
Su
di sopra Sai, dietro a
Sasuke, creò due linci di inchiostro che scavalcarono il
ragazzo e
balzarono addosso a Itachi. Lui però creò
l'esoscheletro rosso del
Susano'o e le due linci si distrussero.
Con
un calcio e un:
-Levati di mezzo!- Sasuke colpì Sai al fianco.
Dopodiché, attivò i
propulsori ai piedi e si gettò contro Itachi. A
metà strada afferrò
un lungo tubo attaccato alla schiena e ne estrasse una spada laser.
-Muori,
Itachi!- Gridò.
Il
Susano'o usò la spada
come mazza da baseball e tentò di colpire Sasuke, il quale
bloccò
il colpo con la sua lama.
Contemporaneamente
dalla
sua spalla uscirono sei piccoli razzi che colpirono l'esoscheletro in
vari punti, cercando un punto debole.
Le
varie esplosioni
offuscarono la visuale di Itachi (non che fosse ottima di suo) e
così
il ninja allentò il colpo. Sasuke riuscì a
spazzare via la spada, e
si buttò nella nuvola di fumo.
Sai
si rialzò, tenendosi
l'anca. Sentì un ZAC e dalla nube uscì Sasuke.
-Bella
spada.- Commentò
Sai.
-Grazie!
E guarda
questo!- Sasuke premette un pulsante sotto l'impugnatura.
Dalla
spada laser uscì
una voce metallica che disse: -Che la forza sia con te, Sasuke.-.
La
nube si dissolse e il
Susano'o rosso, monco di un braccio, svanì.
Itachi
camminò verso i
due: -Dammi i tuoi occhi, Obi Wan Sasuke!-.
Sasuke
attivò l'Eternal
Mangekio Sharingan: -Io ti...-.
-RASENGAN
SUPERIORE!-.
-Urr!-
Itachi si appoggiò
a terra, colpito alla schiena: come aveva potuto non accorgersene?
Svanì
in uno stormo di
corvi.
-Alla
buon'ora,
Naruto-kun!- Esclamò Sai.
-NARUTO!-
Sasuke gli
corse incontro: -TI UCCIDERÒ!-.
Ma
mentre correva pestò
una pergamena, e delle catene di inchiostro lo intrappolarono.
Sasuke
provò a volare
via, ma ottenne come unico risultato una stretta maggiore.
-Non
saranno queste
catene a fermami, Naruto!- Sbraitò l'Uchiha.
-No,-
Naruto si avvicinò
al nukenin: -ma questo sìttebayo!- e gli diede un pugno in
faccia.
Sasuke cadde all'indietro, svenuto.
Naruto
si soffiò sul
pugno: -È dalla prima serie che sogno di farlo!-.
Sai
gli fissò la spalla:
-Che vuol dire: “posa del cigno?”.-.
-Come?-
Chiese lui.
-Ehi!-
Li richiamò una
voce.
Sai
e Naruto guardarono
dal buco. Ino penzolava e tentava di sganciarsi dai serpenti, con
l'unica conclusione di andare su e giù come uno yoyo.
-Liberatemi!
Baka!-.
Sai
guardò Naruto: -La
preferivo sotto l'effetto del jutsu...-.
Pochi
minuti dopo, nel
salotto...
Messi
una fila di fronte all'altra, i vincitori dei vari scontri si
guardavano in cagnesco.
Gli
sconfitti erano ancora svenuti, e Sakura era rimasta in cucina per
curare Omoi.
Kakashi
prese la parola: -Dov'è Rock Lee?-.
-Non
sono affari vostri.- Rispose Kakuzu.
-È
un mio allievo: è affare mio.- Replicò Kakashi.
-Dov'è
Sasuke-kun?- Chiese Jugo.
-Di
sopra.- Rispose Kakashi.
Juugo
iniziò a trasformarsi: -Maledetti...!-.
Shino
alzò le braccia.
-Calmi!-
Fece la voce di Deva.
La
bocca viola si spalancò e ne uscirono i sei corpi; Deva
portava in
spalla Rock Lee e Karui, entrambi svenuti.
Jugo
bloccò la trasformazione, e Shino abbassò le
braccia.
-Li
volete?- Chiese Pain: -Vi offriamo una temporanea
alleanza.-.
Kakashi
guardò i ragazzi: uno era Lee, e l'altra sembrava della
Nuvola. In
effetti, anche Sakura stava curando uno shinobi della Nuvola.
Ripensò
alle tracce che Sai aveva trovato sul ramo: dovevano essere loro due.
-Alleanza?-
Disse poi: -Potremmo prenderceli con la forza. Siamo in maggioranza
numerica.-.
-Vero.-
Deva depositò a terra i due: -Ma abbiamo ancora lei.-.
Prese
Anko per la testa e, come fosse una bambola, la mosse a destra e a
sinistra. Lei sorrideva, come se niente fosse.
Kakashi
dovette dare ragione al dio: nessuno aveva sufficiente potere da
liberarla. E stendere il dio avrebbe portato ad alcune perdite.
Chissà poi se il jutsu si sarebbe sciolto... nessuno
conosceva le
capacità del Rinnegan. Nessuno eccetto Pain.
-Alleanza
per cosa?- Domandò il ninja copiatore.
-Qualche
sera fa è successa una cosa...- Pain guardò
Naruto, che era
arrossito: -...a seguito del quale uno dei nostri è
scomparso...-.
-Una
cosa cosa?- chiese Kaka.
-Forse
c'entra con questo.- Shika mostrò loro un biglietto, che lo
invitava
a un “Mega-grandiosissimo party per la festa di compleanno di
Tobi
nel Covo Segreto dell'Akatsuki!!! Yeah! Non è assolutamente
una
trappola per il Kyubi!”.
-Anche
io ne ho uno!- Fecero gli altri ragazzi, tirandone fuori altri
identici.
-Certo
non sono stato così scemo da andarci.- Continuò
Shikamaru: -Non c'è
neanche l'indirizzo! Un momento...- Shikamaru fissò Naruto.
Naruto
lo guardò: -Che? Non ci sono andato!-.
Quando
notò che anche gli altri lo fissavano, aggiunse: -Mi hanno
rapito!-.
-...dicevo,
è scomparso Tobi.- Continuò Pain: -E voi siete
riusciti a trovarci,
perciò potreste esserci utili...-.
-Consegnaci
i ragazzi, e libera Anko. E noi vi aiuteremo.- Rispose Kakashi.
-Maestro,
non può...-.
-E
credi- Pain interruppe Shika: -che sia così scemo da
cascarci?-.
-A
differenza vostra- Rispose Kakashi: -noi ninja rispettiamo la parola
data.-.
-Dovrebbe
bastarmi?-.
-No.
Ma dovrete accontentarvi.-.
-È
un bluff.-.
-Dici?-
Kakashi guardò Shikamaru: -Tattica 3-1-3.-.
Shikamaru
annuì.
Fece
per scattare, ma Pain lo bloccò.
-Va
bene, va bene.- Pain strinse la presa su Anko.
I
puntini neri dei suoi occhi si ingrandirono, riformando le normali
pupille di Anko. I cerchi viola si ritirarono verso l'interno
dell'occhio.
Anko
respirò affannosamente, e si sbilanciò in avanti,
ma fu afferrata
da Kakashi.
Anko
svenne.
-Ragazzi!-
Ordinò Kakashi: -Prendete i nostri e portateli da Sakura.-.
-Ehi!-
Protestò Pain: -Almeno guarite anche noi!-.
Kakashi
lo guardò storto, poi aggiunse: -E anche loro.-.
-...Va
bene.- Fecero gli altri.
I
ragazzi andarono a prendere i feriti, aiutati dagli altri dell'Aka.
Pain
e Kakashi si guardarono negli occhi. Poi Kakashi portò Anko
da
Sakura.
Dieci
minuti dopo...
-Giù!
Giù! Giù! Giù! Giù!-.
Juugo
bevve il liquido fino all'ultimo sorso.
-Yeah!-.
-Ora
a te, Shino!-.
-Giù!
Giù! Giù! Giù! Giù! Yeah!-
Anche Shino
c'era riuscito.
-Sei
un avversario tosto.- Disse Shino a Jugo: -E io bevo pipì di
insetti
per colazione.-.
Colato
di vomito generale.
-Tsch!
Io, nel rifugio, mangiavo ratti morti!- Ribatté
Juugo.
Altra
colata di vomito.
-E
io, come pranzo, mangio carcasse di larve giganti ammuffite!-.
-E io
bevevo il sangue di quelli che ammazzavo.-.
-E
io...-.
-BASTA!-
Lo fermò Shikamaru soffocando il rigurgito: -Ti prego!-.
In
quella, dalla
cucina uscì
Pain.
-Come
è andata la... Ma che cazzo avete fatto?!- Disse guardando
il
pavimento coperto di vomito.
Shino
e Jugo si indicarono a vicenda: -È stato
lui!-.
Pain
divenne rosso: già la stanza era semidistrutta, ci
si mettevano pure loro?
-Io
vi... io vi...- Poi
si illuminò, sorrise malevolo e urlò:
-Giù! Giù!
Giù! Giù!-.
-Cos...-.
-Giù!
Giù!
Giù! Giù!-
Fecero
eco gli altri.
-Ah...-
Sospirarono
i due. Si piegarono.
Nel
frattempo, in cucina...
-Passami
Kiba,
Ino.-.
-Eccolo.-.
Sakura
prese Kiba
tra le gambe e iniziò a guarirlo.
-Serve
aiuto?- Kakuzu scompose il braccio in moltissimi fili agitanti.
-Ugh...-
Fece Ino
mettendosi la mano alla bocca: -...no, grazie.-.
Kakuzu
ricompose il braccio: -Come volete.-
e tornò ad occuparsi di Deidara.
Kiba
aprì gli occhi. Era appena uscito da un magnifico sogno
pieno di
cani e cagne, e
ne era seccato. Ma quando vide Sakura da quella particolare
posizione, il suo volto si rasserenò.
-Sono
in paradiso?-
Chiese.
Kiba
vide il
grazioso volto di Sakura rabbuiarsi e i suoi begli occhi verdi
diventare bianchi di rabbia. Alzò il pugno: -Cosa intendi
dire?!-.
Kiba
ebbe la
prontezza di rotolare via, e il pugno spaccò a
metà il pavimento
anziché la sua faccia.
-Meglio
andarsene!- E Kiba, a quattro zampe,
sgattaiolò via.
Nella
foresta, poco lontano dal rifugio...
-In
piedi!- Urlò
Baki, girando tra i sacchi a pelo.
I
ninja della Sabbia
e della Nuvola, lentamente, si svegliarono.
-Yo...-
Fece
assonnato Bee: -Ho così son-no...-.
-Avanti!-
Li incoraggiò il ninja di Suna: -È il gran
giorno! Passerà
alla storia come il giorno in cui l'Aka fu sconfitta dalla Sabbia e
dalla Nuvola!-.
-O
del giorno in cui la Sabbia e la Nuvola non riuscirono a dormire...-
Borbottò
Darui.
Baki
non sentiva ragioni: -Andiamo, su! Oggi,
lo sento, andrà tutto bene!-.
In
un punto diametralmente opposto...
-Yawn!-
Sbadigliò Kurotsuchi: -Uff! Che dolore alla schiena! Stupido
terreno...-.
-Puoi
fare più
piano?- Borbottò Akatsuchi.
-Alzati,
invece, pelandrone!-
Sbottò lei.
Kitsuchi
aprì gli
occhi: -Ottima idea!- esclamò: -Tutti svegli! Anche voi
della
Nebbia!-.
Ao
si alzò
strofinandosi l'occhio: -Ma non è nemmeno l'alba.-.
-E
all'alba
attaccheremo l'Alba!- Fece Kitsuchi: -Sarà l'alba di una
nuova alba!
Di un'alba... uhm... Insomma! All'alba!-.
Così,
pochi minuti dopo, le due squadre si avvicinavano velocemente
al covo. Si
preannunciava un grande scontro.
|
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Capitolo 33 *** LA BATTAGLIA DEI CINQUE VILLAGGI (+L'AKA) ***
LA
BATTAGLIA DEI CINQUE VILLAGGI (+L'AKA)
Nel
salotto
dell'Aka...
-Uff!
Che dolore ai muscoli!- Omoi camminò avanti e indietro per
la
stanza, tentando di riprendere il controllo totale del proprio corpo.
Ma, purtroppo, alcuni posti ancora non li sentiva. Almeno non gli
scappava la pipì. Sperava.
Sakura,
Ino e Kakuzu uscirono dalla cucina. Guardarono Shino e Jugo, che
stavano sbavando a terra.
Ino
guardò la scena stupita: l'ultima volta che aveva visto
Shino in
quello stato era quando era stato costretto a coltivare piante
insettivore!
Sakura
si avvicinò al compagno e gli mise le mani al petto: -Cosa
ti è
successo, Shino?-.
-Ma
cosa cazzo avete mangiato...?- Borbottò lui.
-Ci
penso io...- Prima che qualcuno potesse fermarlo, Kakuzu punse al
sedere i due ragazzi con due suoi fili.
I
ninja scattarono in piedi e, tenendosi le chiappe, corsero in giro
per la stanza urlando come pazzi.
Itachi
prese dalla tonaca il salame e riprese a mangiarlo interessato.
Sasuke
decise di approfittare della sua distrazione e si avvicinò
di
soppiatto al fratello con la spada-laser sguainata.
Quando
fu dietro di lui, urlò: -Crepa, Nii-san!- e lo trafisse.
Il
giovane si dissolse in uno stormo di corvi. Dietro di Sasuke, Itachi
disse: -Ancora non mi odi abbastanza...-.
-Tu
dici!?!- Sasuke si voltò di scatto. Da ogni millimetro della
sua
armatura spuntò fuori un minirazzo; Sasuke caricò
l'uniraggio e i
laser alle mani.
Prima
però che potesse fare fuoco, Sasuke fu punto al collo da
qualcosa.
Si toccò il collo e ne estrasse un ago.
Sasori
sorrise compiaciuto: -Mi piace questo nuovo corpo!-.
Sasuke
si sedette a terra, stordito.
-Sasuke-kun!-
Esclamò Karin: -Cosa gli hai...!- sgranò gli
occhi: -Oh oh...-.
-Che
c'è?- Fecero in coro gli altri.
-Tanti!-
Esclamò Karin: -Sono tanti! Due squadroni grandi il doppio
del
normale!-.
-Di
che villaggio?- Domandò Shika: -Se sono della Foglia
potremo...-.
-Nuvola!-
Rispose Karin, sempre più spaventata: -Nebbia! Roccia! E
anche
Sabbia!-.
-Fiuuu!-
Fece Orochimaru: -Non ssssssono qui per il nosssssssstro asssssssalto
al palazzo dell'Hokage...-.
Kakashi
si voltò di scatto: -Il vostro COSA?!?!?-.
-Sono
vicini!- Karin ora era terrorizzata: -Non riusciremo mai a fuggire in
tempo da qui!-.
Pain
estrasse due paletti: -E noi non scapperemo.-.
-Cosa?-
Chiese incredula lei.
-Siamo
pur sempre dei terroristi, no?-.
Kakashi
si rivolse ai suoi: -Prepararsi allo scontro!-.
Sia
l'Akatsuki che gli Shinobi della Foglia si misero in assetto da
battaglia.
Karin
guardò Sasuke, in cerca di aiuto: -Sasuke-kun...-.
Sasuke,
rialzatosi, non la guardò. Disse: -Team Taka! Ora ci
divertiamo...-.
Jugo
si fermò e prese dalla cintura d'acciaio due pistole laser,
mentre
Suigetsu, urlando: -Tecnica dell'Idratazione!- gonfiò le
braccia.
Deglutendo, Karin si preparò a subire mazz...
cioè, si preparò a
lottare.
Kakashi
si rivolse a Omoi e Karui che si erano messi in disparte: -Voi che
farete?-.
-Noi
stiamo col nostro Villaggio.- Rispose Karui: -Ma siamo in debito con
voi, e tenteremo di far ragionare i nostri.-.
-Bene.-
Annuì Kakashi.
-Sono
quasi arrivati!- Esclamò Karin.
-Ho
un'idea!- Fece Orochimaru.
-Che
idea?-.
-C'è
una cosssssssssa che ho trovato da Tsuna...- Disse Orochimaru.
-Non
vorrai...- Iniziò Sui.
Orochimaru
aprì la bocca e iniziò a vomitare qualcosa.
Qualcosa di veramente
grosso.
All'esterno
del
covo...
Le
due squadre si posizionarono ai lati opposti della casa.
-Qui
c'è il salone: probabilmente saranno lì.- Dissero
contemporaneamente Kitsuchi e Baki.
Kurotsuchi
e Temari posizionarono le carte-bomba alle pareti.
I
ninja si allontanarono.
-Katsu!-.
BOOOOOOOOOOM
Le
due squadre entrarono nel salotto: -Siete in arresto!- urlarono.
I
membri dell'Akatsuki si guardarono, simulando stupore, e alzarono le
mani.
Solo
allora le due squadre si accorsero di essere... due squadre.
-Ehi!-
Fece Ao: -Ci siamo prima noi!-.
-No,
sono nostri, bakayaro, konoyaro!- Rispose Bee.
-Verranno
con noi!- Replicò Kitsuchi.
-Nei
tuoi sogni!- Fece Baki.
-Sentite...-
Disse Pain: -...spiacente, ma siamo già in loro arresto.-.
-Loro?-.
BOOOOOOOOM
Un'esplosione
distrusse la parete che dava sul corridoio, e una sorta di caro
armato laser, pieno zeppo di ninja della Foglia, entrò nella
stanza. Lo guidava Kakashi.
-Che
ne dite di arrendervi?- Fece il ninja copiatore.
I
quattro capi delle squadre si guardarono.
-ADDOSSO!-.
I
ninja dei quattro villaggi caricarono contro il carro armato. Di
risposta Kakashi fece fuoco.
In
mezzo alla stanza, Pain chiese: -Siamo ancora in arresto?-.
Non
ottenendo risposta, i nukenin abbassarono le mani.
-Wow.-
Commentò Sasori: -Alla faccia della Battaglia Dei Cinque
Eserciti...-.
-Pain,-
Disse Kidan: -che ne dici... sì, insomma... DI FARMI TORNARE
NEL MIO
CORPO?!?!?-.
-Ma,
Konan-kun, siamo nel bel mezzo di...-.
-NON
TROVARE ALTRE SCUSE!-.
Pain
si fece piccolo: -Va bene, va bene. Manusya?-. Il Pain del Regno
Umano si avvicinò a Kidan.
-Capo,
e noi che facciamo?- Chiese trepidante Deidara.
-Che
me ne frega?- Rispose Pain: -Siete in mezzo a una lotta! Lottate!-.
-E
vai!- Fecero tutti, gettandosi nella mischia.
-Non
tu, Hidan!- Lo riprese Pain.
Come
risposta, Honan creò un vortice di carta attorno a se.
-Dannazione!-.
Manusya
afferrò la testa di Kidan. Konan si sentì
scivolare via dal corpo
di Hidan: una sensazione gelida, che non voleva più provare.
Hidan
crollò a terra, mentre Manusya teneva in mano la sagoma
traslucida
di Konan.
-Cretino!-
Urlò Pain: -Non ora!-.
Manusya
fece per rimetterla dentro Hidan, ma Deva lo bloccò: -Sta
fermo! E
seguimi!-.
Si
diressero verso il vortice. Al suo interno, Honan creò una
falce di
carta.
Sorrise:
-Ah-ah!- e inflisse l'arma nel vortice. All'esterno, come tante pinne
di squalo, sbucarono tante lame curve che falciarono gli sventurati
che ci passavano troppo vicini. Per poco non colpirono anche i due
Pain.
-Urca!-
Fece Deva. I due entrarono nel vortice. Honan era di spalle.
-HIDAN!-
Urlò Pain: -HIDAN!-.
Honan
si voltò: -CHE C'È?!-.
Pain
disse qualcosa che Honan non capì.
-COSA?-.
-HO
DETTO... AH, LASCIA STARE!-.
Manusya
si avvicinò a Honan.
-EHI!
CHE STAI...?- Balbettò lei.
Manusya
infilò l'anima di Konan nel suo corpo.
La
donna boccheggiò.
-NON
PREOCCUPARTI HIDAN!- disse Deva: -ORA MANUSYA TI ESTRARRÀ
DAL SUO
CORPO!-.
Honan
si piegò in avanti, respirando affannosamente.
Manusya
sollevò la mano fino all'altezza del capo di Konan.
Stava
per appoggiarla, quando alcuni fili di Chakra si attaccarono al
cadavere.
Pain
sgranò gli occhi: -FER...-.
Manusya
fu tirato di lato, e svanì nel vortice di carta.
-DANNATO
KANKURO!- Imprecò il dio.
Konan
fu colta da violenti scossoni.
-Esci...
No... Cazzo...-.
Il
turbine si depositò a terra.
-Konan!-
Pain corse dall'amata.
Ricevette
uno schiaffo.
-Ahi!-
Fece scocciato.
Konan
si buttò su di lui e lo baciò.
-Ehi!-
Fece Pain già mezzo esaltato.
Konan
gli tirò una testata.
-Ohi!-.
-Hidan!-
Urlò Konan: -Esci da me!-.
“Lo
farei se potessi,” Fece una voce nella sua testa:
-stronzetta!-
concluse parlando.
“Non
osare...” -...usare la mia bocca per parlare!-
Replicò l'altra.
-Konnie,
CALMA!- Ordinò Pain.
Konan
lo guardò furiosa. Aveva gli occhi rossi: -Tu, brutto
bastardo,
figlio di...-.
Fu
colta da un altro sobbalzo: -Questa non ero io!-.
Altro
scossone: -E nemmeno io!-.
-Sì
beh,- Disse loro Pain: -un piccolo effetto personale che fonde...-.
-Giù
la testa!- Urlarono contemporaneamente Konan e Hidan.
Un
kunai sfiorò il capo di Pain.
-Ehi!-
Deva guardò un ninja della Nuvola: -Ti ho visto! Shinra
Tensei!-.
L'Anbu
volò via.
Nel
frattempo, la battaglia si faceva sempre più cruenta,
con
Deidara che faceva
esplodere i ninja della Roccia che gli capitavano davanti, Jugo e
Sasuke che usavano il loro nuovo equipaggiamento su
chiunque vedessero, e Killer Bee che abbatteva gli avversari a colpi
di rap.
Eccetto Konan e Pain, però, c'era qualcun altro che non
combatteva...
-Samui! Darui!- Disse Omoi: -I ninja di Konoha sono dalla nostra
parte!-.
-Ciò vi rende dei traditori!- Replicò Samui.
-Ma
noi no vogliamo combattere con voi...- Fece
Omoi.
-Fendente Frontale!- Karui attaccò l'altra donna, che
però bloccò
il colpo con la sua spada.
-Karui!- Esclamò Omoi: -Cosa stai...-.
-Sta zitto!- Urlò lei: -Non sai da quanto tempo voglio
farlo!-.
-È chiaro- Disse Darui: -che siete sotto un genjutsu. Ma non
preoccupatevi!-.
Darui aprì un rotolo e prese la sua mannaia: -Vi affett...
Vi
libereremo!-.
-Eh?- Domandò Omoi incredulo.
Darui
si
lanciò contro Omoi:
-Carica!-.
-COSA?-
Omoi iniziò a correre, inseguito dal ninja tatuato: -E
questo sarebbe il modo per sciogliere un jutsu?!?!-.
BAM
Kakashi sparò un'altra volta, mandando a gambe all'aria un
pugno di
ninja della Nebbia: -Scusate...!-.
Dietro di lui si materializzò Chojuro, con la spada alzata:
-Prendi
questo!-.
-Uh, grazie!- Kakashi si girò, bloccò il colpo
con un dito, afferrò
il braccio del ninja e lo scaraventò via, tenendosi l'arma.
Ricominciò a sparare.
Nel frattempo, i fratelli di Suna si stavano battendo contro
Shikamaru e Choji.
-Shikamaru,- Disse Temari: -mi spiace doverlo fare: Quattro Astri,
Grandi Lame Di Vento!-.
Agitò
il ventaglio in direzione di Shika, e delle correnti taglienti si
scagliarono
contro il
ragazzo.
Usando
la Tecnica dell'Espansione, Choji le bloccò con
una mano.
Kankuro
richiamò la marionetta
Sasori.
-Non abbiamo intenzione di uccidervi!- Li avvertì il ragazzo.
-Non ce la fareste comunque!- Tenendo il braccio ingigantito, Choji
si lanciò all'attacco.
Marionetta
Sasori sparò
dallo
stomaco alcuni aghi, che però rimbalzarono sul
braccio dell'altro.
Choji colpì il Sasori con il pugno, danneggiandolo
gravemente.
-Drago
di Vento!- Un tornado creato
da Temari si abbatté su Choji. Il ragazzo
indietreggiò.
Temari guardò verso il basso: -Acc!- si scansò
appena in tempo, e
l'ombra di Shikamaru la mancò.
-Temari!- Urlò Kankuro.
Temari si voltò e ricevette un pugno in faccia dal fratello.
Temari barcollò all'indietro e schivò gli altri
colpi di taijutsu.
-Kankuro!- Disse Temari: -Come ti ha preso?-.
-Non lo so!- Rispose lui, continuando ad attaccarla.
-Scusa fratello!- Con le sue Lame di Vento, la ragazza
allontanò
Kankuro.
Temari si rivolse a Shika: -Astuto, nascondere la tua ombra sotto
quella del braccio ingigantito di Choji: Kankuro non l'ha nemmeno
vista.-.
-Speravo
di coglierti impreparata,-
Disse Shikamaru: -ma
non
posso volere tutto.-.
-Proiettile
Spinoso Travolgente!-
Choji rotolò contro la ragazza a gran velocità,
ma Temari,
scattando all'indietro, evitò il ragazzo.
Choji si fermò davanti a lei, senza però tornare
normale.
“E
adesso?” Si chiese Temari: “Il ciccione mi
copre la visuale!”.
Un
ninja spadaccino della Roccia si
avventò su Temari: -Sei finita!-.
Dall'alto dei filami di ombra afferrarono lo shinobi,
intrappolandolo.
“Dall'alto!” Temari sorrise:
“Certo!”.
“Che
palle!” Pensò Shikamaru: “Ci
mancava
quell'idiota!”.
-Colpo Finale!- Fece la voce di Kankuro.
La
marionetta Karasu,
con le lame avvelenate sguainate, comparve davanti a Shika.
Istintivamente,
il ragazzo indietreggiò.
-No!-
Esclamò.
Davanti
a lui, il ventre di Kuroari si chiuse di scatto, intrappolandolo.
Kankuro
si pulì un rivolo di sangue dalla bocca.
-Eheh!-
Ridacchiò.
-Colpo
della Farfalla!-.
Un
pugno gigante travolse Kankuro, facendolo volare al primo piano.
Le
due marionette scomparvero.
-Ben
fatto, Choji!- Si complimentò Shikamaru.
-Rete!-
Gridò Temari dietro di lui.
Un
reticolato di vento tagliente colpì la schiena
dell'Akimichi. Choji
cadde in avanti, svenuto.
Rimanevano
solo Temari e Shikamaru. E il resto delle squadre ninja.
-Bene!-
Disse soddisfatta Temari: -Credo che ti risparmierò: tu mi
hai
salvata prima, io non ti uccido adesso.-.
Shikamaru
rise: -Come se tu fossi davvero stata in pericolo!-.
Temari
mise la mano alla
bocca e soffiò. Provocò una piccola corrente
d'aria che incise
sulla guancia di Shika il segno di un bacio.
Temari
alzò i tacchi e
se ne andò.
Il
Nara si pulì la
guancia: -Che donna!-.
In
cucina...
-Svelta,
Ino!-.
Sakura
e Ino depositarono a terra Rock Lee, svenuto
dopo un
lungo
scontro con
tre ANBU,
mentre Kisame ingaggiava una dura lotta con Kitsuchi e Baki.
Con
un calcio, Kitsuchi sollevò il tavolino e con un secondo lo
lanciò
addosso al
nukenin della
Nebbia. Kisame
tagliò a metà
il tavolo con la Mannaia; ma
dietro al tavolo c'era anche Baki.
-Spada
di Vento!- Le sue dita si trasformarono in artigli d'aria, che
avrebbero
affettato
Kisame se questi
non avesse usato l'Esplosione Acquatica,
allontanando
il ninja di Suna.
-Drago
di Pietra!- Kitsuchi creò un serpente di roccia.
-Drago
Acquatico!- Kisame creò un
dragone d'acqua.
I due
draghi si scontrarono.
-Litopugno!-
Kitsuchi,
trasformato il
pugno in roccia, provò
a
colpire Kisame, ma lui fermò il corpo con la spada.
Baki,
intanto, si era avvicinato alle kunoichi mediche.
Sakura
si alzò: -Ino, continua tu.-.
-Per
favore,- Disse lo shinobi della Sabbia: -con
la Foglia abbiamo buoni rapporti.
Vogliamo
solo l'Organizzazione Alba.-.
-Non
possiamo darvela, ancora.- Disse la ragazza: -Abbiamo dato loro la
nostra parola.-.
-Almeno
non ostacolateci!- Disse Baki. Pensava:
“Non me la raccontano giusta: nascondono
qualcosa, conoscendo Kakashi...”.
Baki
ricreò le lame.
Sakura
strinse i pugni.
All'esterno
del rifugio...
-Avanti,
Sasori-san!- Disse
Zetsu: -Uccidine qualcuno! Abbiamo
fame!-.
Sasori
teneva i ninja bloccati con i suoi fili di Chakra: -Semmai li
trasformo in marionette.-.
-Bastardo!-
Disse l'ex Nero.
-Ti
prego, Sasori-san!- Fece l'ex Bianco.
-Yo!
Lascia andare i miei amici se vuoi passare altri giorni felici!-.
Sasori
e Zetsu si girarono.
-Attento,
Zetsu.- Avvertì Sasori: -Non
so se è alla nostra portata.-.
Dal
buco alla parete uscì Naruto.
-Vecchio
polpo!- Disse: -Come buttabayo?-.
-Naruto!-
Esclamò felice l'altro: -Come stai? Anche tu qui: come mai?-.
Naruto
si mise in posizione di rap: -Non
sono pericolosi, lasciali stare, una bella rissa la possiamo
rimandare!-.
-Yo!
Non mi piacciono neanche un po', ma se me lo chiedi non
ti dirò di no!-.
-Bene!-
Fece Naruto.
-Ma
loro due devono lasciarli andare! Altrimenti l'accordo non si
può
fare!-.
-Eh?-
Domandarono Sasori e Zetsu.
-Dice
di liberare gli shinobi.- Spiegò Naruto.
-Ah.-
Commentò Sasori. Ritirò i fili di chakra.
I
ninja caddero a terra e scapparono all'interno del covo: almeno c'era
qualcuno sano mentalmente lì dentro!
-Yo,
Naruto!- Disse Bee.
-Sì?-.
-Una
domanda ti volevo fare: quelle scritte che hai, sono appunti per
rappare?-.
Intanto,
all'interno...
La
battaglia convergeva verso il carro armato: era
chiaro che chi lo avesse ottenuto avrebbe avuto la vittoria in pugno.
Ma
Kakashi difendeva bene la propria arma, allontanando gli
invasori a furia di esplosioni,
senza però
ferirne qualcuno seriamente.
E
poi l'intero Team 10 lo aiutava.
-Zanne
perforanti!-.
Kurotsuchi
e Akatsuchi si
spostarono dalla sua traiettoria, finendo
però su quelle dei pugni di Hinata e degli
insetti di Shino.
-Palmo
d'Aria!- Gridò la Hyuga.
-Tromba
d'Acqua!- Urlò la ragazza della Roccia.
L'aria
e l'acqua si scontrarono, dissolvendosi.
Anche
Akatsuchi e Shino sembravano alla pari: i golem del primo non
riuscivano a bloccare gli insetti del secondo, ma essi non riuscivano
a penetrare le difese di roccia del nemico.
Nel
frattempo, Kiba e Akamaru ruotavano attorno al carro armato,
allontanando in ninja che si avvicinavano troppo.
Ma
alle loro spalle, qualcuno si era nascosto bene.
Ao
e gli ANBU della Nebbia balzarono sul carro armato.
Kakashi
si accorse subito degli intrusi e, alzatosi, ingaggiò uno
scontro
con loro.
-Tecnica
della Palla di Fuoco Suprema!- La fiammata colpì un paio di
ninja,
che caddero a terra.
Un
terzo Anbu, però, si mise dietro di lui: -Suiton:
Mizurappa!-.
Il
getto spinse in avanti Kakashi, che fu colpito da Ao con la Tecnica
dell'Idropugno.
-Moltiplicazione
Fulminea!- Kakashi creò delle copie elettriche che si
avventarono
sugli Anbu.
Alcuni
provarono a colpirle con la spada, altri con le tecniche del
villaggio della Nebbia. Il risultato fu che, quando i cloni si
dissolsero, tutti finirono fulminati.
Kakashi,
intanto, se la vedeva con Ao, maestro del corpo a corpo.
Il
punto era che il cannone non sparava più. Così
molti altri ninja
scattarono verso il carro armato.
Nel
piano superiore...
Maki
e Matsuri correvano portandosi appresso una mummia sigillata.
-Maki-san!-
Disse Matsuri: -Non dovremmo aiutare i nostri compagni?-.
-Siamo
più utili se portiamo a casa il corpo di Pain!- Rispose
correndo
Maki: -Dopo che Kankuro è riuscito... Kankuro!-.
Le
due corsero dal ragazzo. Il povero Kankuro era svenuto davanti a un
buco sul pavimento, con un grande bernoccolo in testa.
Maki,
fermatasi, sgranò gli occhi: -Attenta, Matsuri!-.
La
non la sentì, e correndo pestò qualcosa.
BOOOOOOOOOOM
Matsuri
atterrò vicino alla compagna.
-Matsuri!-
Fece lei.
-Questa
si che è arte!- Deidara sbucò da dietro Kankuro,
ridendo.
Maki
controllò il battito di Matsuri.
-Ha
bisogno di cure mediche!- Disse supplicante a Deidei.
-Oh,
poverina! Quanto mi dispiace! Uhm!- Rispose malevola lei.
-Dovresti
dispiacerti per te stesso.- Fece una voce metallica.
Deidara
guardò in basso: Kankuro aveva ruotato la testa a
180°, ma la sua
faccia era un po' diversa. Per capirci, aveva tre occhi.
-Tu
consideri le esplosioni un arte:- Continuò la marionetta:
-vediamo
se ti piace questa!-.
La
marionetta esplose.
Deidara
rotolò all'indietro, finendo ai piedi del vero Kankuro.
-È
da un po' che non ci vediamo, Deidara.- Disse lui.
-Bastardo!-
Mugugnò Deidara.
-Maki!-
Ordinò il ragazzo: -Porta Matsuri dai nostri medici! A
Deidara e al
Pain ci penso io.-.
Maki
si mise Matsuri sulla schiena e scese attraverso il buco.
Si
ritrovò in cucina.
-Maestro
Baki!-.
Baki
si voltò, e Sakura lo colpì allo stomaco.
-Ugh!-
Esclamò lui. Si piegò in avanti.
Sakura
avrebbe potuto finirlo, ma vide Matsuri.
“Accidenti!”.
Corse
incontro a Maki.
La
ragazza si mise sulla difensiva, ma Sakura la rassicurò con
lo
sguardo.
Maki
le consegnò la compagna: tanto, pensava, sarebbe sicuramente
morta.
Sakura
la adagiò a terra.
-Mi
servono delle fasciature- Disse: -per fermare il sangue.-.
-Ho
le bende per i sigilli.- Rispose Maki.
-Andranno
bene.-.
Maki
gliene porse alcune.
Nel
frattempo, Kitsuchi e Kisame si erano seduti a terra, ansimanti.
-Senti,-
Propose Kitsuchi: -perché non la finiamo qui, e diciamo che
è un
pareggio?-.
-A
me sta bene,- Rispose l'altro: -ma tu dici che è un
pareggio, io che
ho vinto io.-.
-E
se diciamo entrambi di aver vinto?-.
Kisame
ci pensò un po': -Meglio optare per il pareggio.-.
Nel
salotto...
Konan
e Hidan non ce la facevano più.
Non
riuscivano nemmeno a combattere, perché si alternavano per
il
possesso del corpo.
-Ahi!-.
-Che
male!-.
-A
te piace farti male!-.
-Dettagli!-.
Gli
occhi di Konan si illuminarono di rosso. Sembrò voler
buttarsi nella
mischia, ma Konan ritornò in se: -Sto perdendo il
controllo!-.
-Mi
sento sparire cazzo!-.
-Anch'io!-.
Un
muscoloso shinobi della Roccia si scagliò contro la ragazza:
-Muori!-.
Konan
alzò il braccio per difendersi, ma all'ultimo fu scambiata
con Hidan
che, impreparato, subì il colpo.
-Urr!-
La donna barcollò all'indietro, dove la aspettava, a spada
sguainata, una kunoichi della Nuvola. Hidan si voltò per
contrattaccare, ma Konan, ripreso improvvisamente il controllo,
riuscì a malapena a evitare il fendente.
“Così
non va!” Urlò Hidan.
Konan
scansò il pugno del ninja della roccia: -Ma dai?-.
Mandò
a gambe all'aria l'avversario con una folata di carta.
La
spadaccina, approfittando delle spalle, attaccò Konan.
La
donna si voltò e bloccò il colpo, afferrandole il
braccio.
Glielo
torse.
-Aha!-.
Honan
dagli occhi rossi rise: -Muori!-.
L'osso
fece CRAC e la ninja urlò.
Hidan
prese controllo del corpo di Konan e mollò la presa.
-Non
sopporto più questa cazzo di situazione!- Gridò.
“Forse
ho....” -...capito.- Fece l'altra.
“Sono
tutto orecchi.”.
-Lei-
Così chiamava Honan occhi rossi: -diventa più
forte se noi
litighiamo. Se invece...- “...cooperassimo...”.
-Cosa
proponi?-.
“Una
tecnica combinata! Un'idea! Qualcosa!”.
-Vuoi
un'idea?- Hidan Sorrise: -Io ho un'idea.-.
Omoi
stava ancora correndo inseguito da Darui. Urlava: -NON SONO SOTTO UN
GENJUTSU!-.
-Dicono
tutti così!- Rispose Darui.
-Magari
hanno ragione!-.
Si
guardò alle spalle: Darui si era fermato. Stava fissando
qualcosa al
centro della stanza. In effetti, tutti stavano guardando il centro
della stanza.
Omoi
seguì il loro sguardo.
-Ma
cosa...?-.
Konan
si era posizionata in mezzo ai ninja. Dalla sua schiena salivano
fasci di fogli di carta. In alto, formavano il busto bianco di un
uomo sui trent'anni, con la veste dell'Aka aperta sotto il collo e
una catenina con un ciondolo circolare, che sorrideva sadicamente e
reggeva una falce a tre punte con le due mani.
Hidan
e Konan dissero insieme: -Io lo chiamo: il Mietitore Bianco!-.
Risero.
Anche
il Mietitore Bianco rise: il suono della sua risata sembravano urla
deformate di uomini morenti.
Tutti
si dovettero tappare le orecchie.
-Eheheh!-
Konan mosse la falce di carta.
Con
la sua, il Mietitore spazzò i ninja davanti a se.
-Funziona,
Konan!- Esultò Hidan.
“Già,
sento che si sta indebolendo.”.
Altra
falciata.
-La
tua abilità con la falce rende i colpi quasi letali.-.
“E
la tua carta è così leggera da renderli
estremamente veloci!”.
Nuova
falciata.
-Ahah!
Ora inizio a capire la tua filosofia, Hidan!- Rise Konan.
I
ninja di tutti i Villaggi arretrarono impauriti.
-Cosa
fate?- Chiese Hidan: -Fatevi avanti!-.
Nessuno
si mosse.
-No?-
Sembrò dispiaciuta: -Allora verrò io da voi!-.
-Yo!
Fermati un po', bakayaro konoyaro!-.
-Yo!
Avevamo un patto però, dattebayo!-.
Bee
e Naruto si avvicinarono a Konan.
-Avanti,
Ragazzo Volpe!- Disse Konan: -Lasciaci un po' divertire!-.
-Ti
vuoi divertire? Continua e dovrai soffrire! Yeah!-.
Le
due forze portanti si trasformarono nei rispettivi demoni.
-Non
puoi sconfiggerci tutti e due!- Disse Naruto-Kyubi.
-Questo
è tutto da vedere!-. Hidan mosse la falce.
Tra
la folla di ninja, i cinque corpi di Pain cercavano il sesto.
“Ora
che le due forze portanti si sono trasformate,”
Pensò Deva: “devo
approfittare del tempo che mi danno e cercare il mio corpo, cosi la
mia amata Konnie tornerà normale!”.
Ma
dovunque cercasse, non lo trovava, ne riusciva a usare la sua vista.
Intanto
la battaglia era iniziata, con i due jinchuuriki in lieve vantaggio
su Konan, che però non accennava ad arrendersi. Naruto aveva
bloccato la falce con la zampa/braccio destra, mentre Bee sferrava
potenti attacchi al Mietitore, che tuttavia si autoriparava.
“Forse
in cucina!” Pensò Deva. Andò in cucina.
Nella
cucina...
-Come
va con Lee, Ino?- Chiese Sakura.
-Si
riprende velocemente.- Rispose Ino: -E la ragazza di Suna?-.
-Se
la caverà. Stupida Deidara!- Sakura fissò Ino.
-Che
c'è?- Chiese lei: -Perché mi guardi?-.
-È
solo che... Sei caduta nel jutsu di Itachi!- Spiegò Sakura:
-Per più
di cinque minuti! E tre secondi hanno messo al tappeto
Kakashi-sensei!-.
-Già,-
Disse Ino: -immagino che potrei dire che sono superiore a te, Fronte
Spaziosa, ma in realtà... è strano... io non
riesco proprio a
ricordare... ricordo l'occhio di Itachi che mi fissava, e poi che mi
sono svegliata penzolando dal soffitto... strano, vero?-.
-Strano.-
Rispose Sakura. Pensava: “Era sicuramente lo Tsukuyomi,
Itachi deve
averle fatto qualcos'altro. Forse è ancora sotto l'effetto
dell'illusione!”.
-Cos'hai
da guardarmi strano ancora!?- Fece Ino.
-Io...-.
In
quella, entrò Pain.
-È
qui?- Si guardò intorno.
“Non
c'è!” Pensò. Ma gli caddero gli occhi
su Ino. La fissò per un
po', cosa che non sfuggì a Sakura.
-Che
hai da guardare pure tu?- Domandò scocciata Ino.
Pain
ricordò cosa stesse cercando: -Dov'è il mio
corpo!?!-.
Maki
guardò per un istante il soffitto.
Pain
se ne accorse: -È lì sopra?-.
Maki
si pose davanti al dio: -Dovrai passare sul mio corpo!-.
Baki
si avvicinò alla compagna: -E sul mio!-.
-Sia
come volete.- Fece Pain, alzando le braccia.
Seduto
vicino a Kitsuchi, Kisame disse: -Scusa, capo, te la puoi cavare da
solo?-.
-Sentite-
Disse Pain: -devo recuperarlo ber il bene di tutti noi, specialmente-
guardò Sakura: -per quello di Naruto Uzumaki.-.
Sakura,
che fissava Ino, alzò lo sguardo: -Come?-.
BOOOOM
-Sentite
questi rumori?- Chiese Deva: -Sono Naruto e la mia Konan che
combattono. Si uccideranno a vicenda. A meno che io non usi il mio
altro corpo!-.
-Perché
dovremmo crederti?- Domandò Baki.
-Non
mi aspetto che lo facciate- Rispose Pain: -mi bastano loro due.-
indicò dietro di se.
Maki
e Baki guardarono dietro le spalle di Pain: dove prima c'erano le due
ninja mediche, il ragazzo di Konoha e Matsuri, ora c'erano solo i
pazienti.
-Danna...
Urg!- Baki cadde a terra stordito, seguito da Maki.
Dietro
di loro, Sakura disse a Pain: -Spero per te che tu dica il vero!-.
Di
risposta, Pain volò verso il buco creato da Kankuro.
Sakura
si rivolse a Kitsuchi: -Hai intenzione di fare qualcosa?-.
-No,
ciò che succede tra Sabbia e Foglia non mi interessa.-
Rispose lui:
-Anzi, se magari vi faceste fuori...-.
Su
di sopra...
Pain
atterrò su ciò che restava del pavimento. Deidara
giaceva sdraiata
a terra a pancia in su, con le braccia aperte a croce: sembrava
stesse guardando le nuvole; in effetti neanche del soffitto c'era
rimasto poi tanto. Kankuro invece era seduto appoggiato alla parete,
semisvenuto.
Il
ragazzo di Suna ansimò: -Brava, Deidara, hai capito che non
ce la
potevi fare da sola...-.
-Fammi
il piacere!- Rispose Deidei: -Semmai dovrebbe aiutare te per rendere
uno scontro quasi pari...-.
-Sì,
sì!- Tagliò corto Deva: -Siete tutti e due
fortissimi, ora, dov'è
il mio corpo?-.
Con
la testa, Dei indicò dietro di se.
Pain
vide una mummia. La prese.
-Cazzo!
È sigillato!- Pain ridiscese in cucina.
-...prego.-
Disse Deidara.
Kankuro
la guardò: -Deidara...-.
-Eh?-.
-Fottiti.-.
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Capitolo 34 *** SONO DI NUOVO NEL MIO CORPO! ***
SONO
DI NUOVO NEL MIO CORPO!
Nella
cucina...
Pain
atterrò con in mano una mummia. Si guardò intorno.
-Tu!-
Disse indicando Maki, appena rinvenuta: -Desigillalo!-.
-No!-
Rispose decisa.
Deva
si sgranchì le mani: -Preeeeeegoooooooo?-.
-Ehm...
io...-.
BOOOOOOM
-Se
io volessi...- La informò Deva: -...potrei spostare lo
scontro qui!
Adesso! E sareste tutti morti!-.
-Glom!-
Deglutì Maki.
-Capo,
ma io...-.
-Zitto,
Kisame!-.
-Sto
zitto.-.
-Hai
tre secondi.- Sentenziò Deva.
-Uno...-.
-Non
gli credere, Maki!- Disse Baki, anche lui appena tornato dal mondo
dei sogni: -Morirebbe anche lui!-.
-...due...-.
-In
realtà- Precisò Kisa: -è
già morto...-.
-Come?-.
-...e
t...-.
-Aspetta!-.
Pain
si voltò.
-Fammi
almeno portare al sicuro la ragazza!- Disse Sakura.
Pain
sorrise: -Se lo scontro non finirà, nessuno sarà
al sicuro.-.
Si
voltò nuovamente verso Maki: -Dicevo, e tr...-.
-Va
bene!- Esclamò Baki: -Non temo la mia morte, ma quella dei
miei
compagni!-.
-Tsch!
Certo...- Commentò Kisa.
-Maki!-
Ordinò lo shinobi di Suna: -Libera il
“dio”.-.
Controvoglia,
Maki si avvicinò a Pain; lui la guardava interessato. A Maki
non era
mai dispiaciuto essere al centro dell'attenzione, ma quello sguardo
la faceva stare davvero male.
Maki
sciolse i sigilli che intrappolavano la mummia e Pain disfò
le
bende.
-Accidenti!-
Sbraitò Deva: -Perché gli avete tolto i
ricettori?-.
-Perché
erano pericolosi attaccati al corpo...- Rispose Maki,
rimpicciolendosi.
-E li
avete tolti tutti?!?!-.
BOOOOOM
-Cazzo!
DOVE SONO ADESSO?!?!-.
-Erano
in una sacca di Matsuri...-.
Sakura
guardò la ragazzina della Sabbia: così era
così che si chiamava!
-Mi
spiace dirlo- Disse poi: -ma qualunque sacco avesse deve essersi
disintegrato nell'esplosione.-.
BOOOOOM
-Quei
ricettori erano immuni al fuoco!-.
-Allora
devono essersi sparsi quando Matsuri è saltata in aria...-
Azzardò
Maki.
-Sapete
dove possono essere finiti con tutti quei buchi, fessure, crepe...!-.
BOOOOOM
-Accidenti!-
Esclamò Pain: -Scusami, Yahiko!-.
Deva
iniziò a strapparsi i ricettori dal corpo.
-Kisame!-
Disse il dio all'uomo-pesce: -Devi impiantare i ricettori nel suo
corpo!-.
-Non
riesco neanche a muovermi, capo!- Mugugnò Kisame.
Sakura
si fece avanti: -Ci penso io.-.
-Tu?-
Chiese incredulo Deva.
-Sì,
io.- Rispose lei secca: -Immagino che un po' di competenza medica non
guasti...-.
BOOOOOM
-...e
il tempo stringe.-.
Pain
pensò nervosamente: -Eeeeeee... essia!-
ricominciò a togliersi i
ricettori.
Quando
gliene rimase solo uno, fissò Sakura: -Ricordati che siete
in debito
con noi!- e se lo tolse.
Deva
crollò a terra.
-E
ora?- Domandò Ino.
Sakura
afferrò un ricettore: -E ora...-.
BOOOOOOOOOOM
In
salone...
-Rasengan!-
Naruto colpì il Mietitore nel suo petto cartifero.
Konan
barcollò indietro.
Bee,
che si era messo dietro di lei, la colpì con la teriosfera.
Il
Mietitore non sembrò esserne felice, e lo colpì
al petto con la
falce.
-Yo!
Stai attento con quel coso, bakayaro!-.
Approfittando
del fatto che Konan le
dava
le spalle,
la Volpe
pensò di sferrare
il colpo finale all'avversario, ma dalla schiena di carta del
Susano'o spuntò un altro busto di Hidan, che
bloccò l'attacco con
la propria arma,
ovvero l'ago
di
Hidan versione
gigante;
in effetti, il busto stesso era
quello di Hidan trasformato.
I due
demoni e i due busti erano in una posizione di stallo.
“Naruto!”
Disse Kurama nella testa di Naruto.
“Sì,”
Rispose lui: “me ne sono accorto.”.
Dal
petto del Mietitore spuntò una lama, diretta verso lo
stomaco del
Kyubi.
“Grave
errore:” Pensò Bee: “la Volpe
è in grado di torcergli la lama
contro!”.
Naruto
rimase trafitto da parte a parte.
“Cosa?”
Pensò Bee.
Altre
lame spuntarono dal Mietitore e colpirono il Kyubi.
La
Volpe a Nove Code non si mosse.
-Baka!-
Killer Bee alzò il braccio per colpire il busto.
Stava
per sferrare l'attacco, quando la voce dell'Hachibi gli
risuonò in
testa: “Fermo, Bee!”.
La
forza portante si bloccò:
“Perché?”.
“Guarda
lì.”.
Bee
seguì la direzione dello sguardo dell'Ottacoda: -Ho capito!-.
-Allora!-
Esclamò Konan: -Dov'è la potenza dei grandi
cercoteri?-.
Dai
fianchi di Kurama sbucarono altre due paia di braccia, che bloccarono
il torso.
-Cosa?-
Fece stupita Konan.
Con
le code, Gyuki bloccò il busto dell'avversario.
-Che
state...?-.
-ORA,
PAIN!- Urlarono insieme Bee e Naruto.
Manusya
con un salto entrò nel Susano'o di carta e
afferrò la testa della
donna.
Iniziò
a tirare.
La
parte destra del volto di Konan sorrise malefica, quella sinistra
divenne seria e fredda. Le due anime si stavano separando.
Il
Pain estrasse Hidan.
Konan
girò le pupille e chiuse gli occhi.
Il
Susano'o si sgretolò e la donna, svenuta, iniziò
a precipitare.
Stava
per spiaccicarsi al suolo, ma fu afferrata da una lunga lingua
viscida.
-Grazie,
Gamakichi!-
Disse Naruto al rospo appena evocato.
Gamakichi
depositò a terra Konan.
-Prego!-
Rispose, e sparì in una nuvola di fumo.
Con
altre due nubi, Naruto e Bee tornarono ai loro aspetti normali.
-Yo,
Naruto!- Disse Bee al ragazzo: -Forse
ti serve un po' di aiuto!-.
Naruto
si mise la mano alla pancia, piena di ferite: -Sono
solo dei graffi...-.
Si
accasciò a terra, esanime.
Nel
frattempo, anche Manusya era atterrato.
-Portatemi
il corpo di Hidan!- Disse.
Kakuzu
si aprì un varco tra la folla. Portava in spalla Hidan.
-Sorreggilo!-
Disse il Pain.
Kakuzu
lo prese sotto le braccia e lo mise in piedi.
Il
dio gli infilò l'anima nel petto.
Hidan
aprì gli occhi e ansimò: -Ah! Dove sono? E
lasciami, Kakuzu!-.
-Con
piacere!-.
Kakuzu
lo mollò e il corpo di Hidan, irrigidito dopo la
“morte”, cadde
a terra.
-Ahi!
Che male! Che bello! Che cretino [rivolto a Kakuzu]!- Si
rialzò.
-Ma
queste...- Si guardò le mani.
Si
toccò il petto, le spalle, la faccia.
-Yuppi!-
Esultò: -Sono di nuovo nel mio corpo!- iniziò a
saltellare come un
canguro drogato.
-Evviva...-
Disse Kakuzu: “Che ci troverà di bello nel suo
corpo poi...”.
Manusya
e gli altri cinque Pain, intanto, erano corsi da Konan.
-Konan-kun!-.
-Konan-kun!-.
-Konan-kun!-.
-E
lasciami passare!-.
-No,
tu sei solo una novellina, Tyrag-yoni!-.
Konan
riaprì gli occhi: si sentiva inspiegabilmente più
leggera.
-Cosa....
cosa è successo?- Chiese confusa.
Si
rialzò, aiutata dai cinque Pain.
Konan
vide Hidan che saltellava: “Il solito cretino...”
pensò.
Sgranò
gli occhi: -Un momento!-.
Si
guardò le mani.
Si
toccò il seno, le spalle, la faccia.
-Yuppi!-
Esultò anche lei, saltellando felice: -Sono di nuovo io! E
senza
nessun altro dentro di me, solo io!-.
-Naruto-kun!-.
Le esultazioni si fermarono al grido di Sakura.
La
ragazza corse dal povero Naruto.
-Naruto!-
Urlò. Naruto teneva gli occhi chiusi.
-No!-
Sakura appoggiò la testa al petto del ragazzo, piangendo:
-Naruto!-.
Il
suo cuore non batteva più.
Tutti
i ninja presenti, compresi i nukenin dell'Alba, abbassarono il capo.
-Naruto...-
Ripeté Sakura singhiozzando.
-Mmm...-
Mugugnò Naruto: -Sakura... perché urli tanto?-.
Sakura
rialzò la testa, felice: -Naruto!- esclamò.
Poi
la sua espressione cambiò: -NARUTO!!!-.
Gli
tirò un pugno in testa così forte che lo
sentirono in tutto il
salone.
-Baka!-
Urlò Sakura: -Mi hai fatto prendere un colpo, Naruto!
Shannaro!-.
Naruto
si massaggiò in mezzo ai capelli: -Ahi... ahi... ahi...-
fece gli
occhi a forma di cuore: -Ti eri preoccupata Sakura-chan?-.
Altro
pugno in testa: -Cretino!-.
Naruto
tossì un po' di sangue.
-Cavolo!-
Sakura gli tolse la maglietta: -Hai delle brutte ferite!-.
Sakura
guardò la folla: -C'è qualche altro ninja medico
qui?-.
Ino
uscì di cucina. Sakura la guardò preoccupata.
-Nessun
altro?- Chiese. Aggiunse: -Non mi basta solo lei!-.
Qualcuno
alzò la mano: -Io!-.
La
folla si divise in due e Shee attraversò correndo l'apertura.
Dalla
parete dietro a Sakura uscì Kabuto: -E io.-.
Kakuzu
si avvicinò alla ragazza: -Anche io.-.
Non
era esattamente ciò in cui sperava Sakura: due criminali, un
leccapiedi della Nuvola e la ex-migliore amica che forse era sotto a
un genjutsu. Ma chi si accontenta gode!
-Ehi,
tu, membro dell'Aka!- Disse Sakura a Kakuzu: -Dov'è
l'infermeria?-.
-Seguitemi.-
Kakuzu uscì dal salone.
Sakura
era titubante: in fondo era pur sempre il covo dell'Akatsuki.
Guardò
Kakashi. Lui annuì.
Sakura
prese Naruto in spalla.
-Sakura-chan,
ce la posso...-.
-Stai
zitto, Naruto!-.
-Sto
zitto.-.
I
medici seguirono Kakuzu. Prima di sparire in corridoio, Sakura disse
ai ninja: -C'è una ragazzina ferita in cucina.- e se ne
andò.
Cadde
il silenzio.
-MA
COSA CAVOLO...?-.
Tutti
guardarono Ao.
Il
ninja indicava il cratere alla parete dove c'era il carro armato.
Dove c'era.
-È
SPARITO!-.
Il
carro armato non c'era più! Al suo posto c'era solo Orociok,
che si
era messo le mani alla bocca.
-BURP!-
Ruttò: -Ssssssssscussssssssssate. Era più facile
vomitarlo.-.
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Capitolo 35 *** LA QUIETE DOPO LA TEMPESTA ***
LA
QUIETE DOPO LA TEMPESTA
Nel
salone
dell'Akatsuki...
I
ninja dei cinque villaggi si erano messi agli angoli della stanza a
confabulare. A eccezione di quelli del villaggio della Foglia, che
invece erano in cucina con l'Aka e il Taka. Comunque confabulavano
anche loro.
Spostiamoci
nell'angolo della Sabbia.
-Come
sta Kankuro?- Chiese Baki.
-I
nostri medici lo stanno curando;- Temari sorrise: -ha la pellaccia
dura.-.
-Bene.-
Baki sembrava essere sovrappensiero.
-Che
c'è?- Chiese la ragazza.
-Riguarda
Naruto.- Rispose lui: -Hai visto la sua schiena?-.
Temari
alzò le spalle: -È piena di scritte. Tutto il suo
corpo ne era
pieno! È proprio un tipo strano...-.
-Già.-
Rispose il ninja: -Ma non ho dubbi: sulla sua schiena c'era un
kinjutsu della Foglia.-.
-Come
hai detto?- Domandò incredula la kunoichi.
-E
chissà cos'altro può aver tatuato nel resto del
corpo!- Continuò
Baki: -Ci serve quel ragazzo!-.
-Ma
Naruto...- Fece Temari.
Baki
scosse la testa: -Lo so! Lo so. Ma è un'occasione unica!-.
-Gaara
non acconsentirebbe.-.
-Gaara
non è a conoscenza dei fatti completi. E poi, cavolo, ha
dato a Pain
il suo corpo come se nulla fosse!-.
-E tu
pensi sul serio di riuscire a rapire Naruto?-.
-Non
ci serve lui lui.- Abbassò lo sguardo
cupo: -Ci basta la sua
pelle.-.
Inutile
dire che la Sabbia non fu l'unica ad avere un improvviso interesse
riguardo ai cappotti di pelle di Uzumaki.
In
cucina...
-L'arte
è un'esplosione!-.
-L'arte
è eterna!-.
-L'arte
è viva!-.
Deidara,
Sasori e Sai si
stavano
picchiando per decidere quale fosse il giusto concetto di arte.
Gli
altri li fissavano come se fossero al cinema.
-Qui
c'è aria di scommesse!- Bisbigliò Kisame a
Itachi: -Forse dovremmo
attivare il Kakuzu-segnale.-.
-Non
serve.- Rispose Itachi: -Il suo senso-Kakuzu si
starà già attivando.-.
Sasori
si schiantò
sulla parete vicino
a loro.
Si
rialzò: -Te la ficco in culo l'esplosione!- e si
ributtò nella
mischia.
-Dì
un po', Shikamaru:- Disse Kakashi all'allievo. I due si erano messi
in disparte, un po' per non essere coinvolti nella rissa, un po' per
non scatenarne una peggiore (Kakashi aveva un concetto di arte ben
preciso in mente...).
-Sì,
Kakashi-senpai?- Chiese
il
ragazzo.
-L'hai
visto Naruto,
vero?- Rispose
serio l'altro.
Shika
annuì: -Penso
che non siamo
i soli ad averle viste.-.
-Già.-
Borbottò Kakashi: -Pure
la posizione di pagina 31...-.
-Eh?-.
-Cioè...
Volevo dire...- Kakashi arrossì:
-La tecnica proibita numero 31!-.
-Ma
non erano 17 le tecniche proibite?-.
-Oh,
insomma, Shika! Non è colpa mia se non hai alcun interesse
letterario!-.
Nell'infermeria
dell'Organizzazione Alba...
-Pinze!-
Ordinò Sakura.
-Pinze.-
Kakuzu le passò le pinze.
-Forbici!-.
-Forbici.-.
-Ago!-.
-Ago.-.
-Ago?-
Fece spaventato Naruto.
Sakura
gli infilò l'ago nel braccio.
Da
qualche parte...
-Dammi
i tuoi soldi, nonnina!- Disse lo scippatore.
-V-va
bene...- Balbettò la nonna, porgendogli la borsetta.
Lo
scippatore allungò il braccio. Stava per prendere la
borsetta
quando...
-Mani
in alto!- La vecchietta aveva tirato fuori dalla tasca un pistola.
-Wow,
oh, calma!- Lo scippatore alzò le mani.
La
nonna tolse la sicura alla pistola: -Addio!-.
-AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!!!!-.
Un
urlò squarciò l'aria.
La
vecchietta si mise le mani al cuore e cadde a terra, morta d'infarto.
Il
borseggiatore stette in mobile per un po'. Tirò un calcio al
piede
della vecchietta. Nessuna risposta. Dopo qualche secondo si
chinò,
prese la borsetta e scappò via.
Nell'infermeria...
-Ecco
qua, Naruto.- Disse Sakura: -Fatto. Possiamo tornare dagli altri.-.
Naruto
si alzò, ma barcollò e cadde all'indietro.
Fu
però prontamente preso per le braccia da Kakuzu.
-Ehi!
Grazie!- Esclamò Naruto.
-Pre...-
Kakuzu alzò la testa: -È scattato il
senso-Kakuzu!- lasciò andare
il biondino e corse via.
-Oooooooooh!-
Naruto sbracciò un po' per restare in equilibrio, ma alla
fine
cadde.
-Dolore!-
Fece il ragazzo: -Sakura-chan, temo che dovrò stare
più tempo nelle
tue cure... (eheheh!)-.
Si
guardò attorno: -Sakura-chan! Dove sei?-.
Kabuto
si avvicinò al giovane: -Se ne sono andati tutti. Ma non
preoccuparti:- si sgranchì le mani: -ci sono qui io!-.
Da
qualche altra
parte...
-Ahahah! Guarda un po' cosa ci teneva quella vecchietta nella borsa!-
Lo scippatore correva guardando soddisfatto il bottino.
-TU!- Tuonò una voce.
Lo scippatore alzò lo sguardo: -Aiuto! Lo zombie della
vecchietta!-.
Lo zombie della vecchietta si avvicinò al borseggiatore: -Ti
mangio
il cervello!-.
-Qualcuno mi aiuti!- Urlò lo scippatore: -E non mi arresti!-.
Il morto vivente saltò addosso al ladruncolo.
Il borseggiatore nascose la testa tra le braccia: -N...-.
-NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!-.
Lo zombie si mise le mani al petto: -Muoio di nuovo!- e morì
di
nuovo.
Il ladruncolo alzò le braccia, esultando:
-Sììììììì!!!!-.
Il cadavere gli arrivò in faccia.
-Ohi!-.
In
cucina...
Con un calcio, Kakuzu sfondò la porta sul corridoio,
chissà come
intatta dopo l'esplosione di Deidei.
Urlò: -Soldi! Sento odore di scommessa!-.
-Spiacente, Kaku,- Gli disse Sasuke: -sei arrivato troppo tardi.-.
Davanti a Kakuzu, Saso, Dei e Sai giacevano semisvenuti l'uno addosso
agli altri, borbottando: -L'arte è...-.
-...un'esplosione...-.
-...eterna...-.
-...viva...-.
-Accidenti!- Fece Kakuzu.
Preta e Asura scesero dal piano superiore, tenendo in mano dei
paletti bruciacchiati.
Naraka, con in braccio il cadavere di Yahiko, si avvicinò
agli altri
due Pain.
Depositò ai loro piedi il Deva e, aiutato dagli altri
quattro corpi,
iniziò a risistemare i ricettori nel corpo di Yahiko.
Seduta su un angolo, Anko osservava furiosa la scena: non capiva
perché i suoi compagni si fossero alleati con quei bastardi,
in
particolar modo con quella sottospecie di dio! Quasi lo odiava
più
di Orochimaru! E ora... ora era così vulnerabile! Avrebbe
potuto
distruggere quel corpo in un attimo! Poco sarebbe importato se gli
altri cinque l'avrebbero massacrata e magari usata come sostituto.
Anche se girare con i capelli arancioni sarebbe stato davvero
umiliante.
Non che gli altri presenti non avessero pensieri simili: in quella
stanza, non c'era una persona che non detestasse Pain, chi
perché
gli aveva distrutto il villaggio, chi perché lo considerava
il
peggior capo che si potesse mai avere, chi perché a causa
sua era
finita nel corpo di un jashinista psicopatico.
Ma comunque nessuno fece niente, e dopo pochi minuti il Deva si
rialzò in piedi. Si stiracchiò un po' e disse:
-Sono tornato!-.
In quella, entrarono Sakura e Ino.
Sakura osservò Deva: -Fantastico. Sono di nuovo sei.-.
-Dov'è Naruto?- Chiese Kakashi all'allieva.
-E quel tizio della Nuvola?- Domandò Shika.
-E Kabuto?- Concluse Orochimaru.
-Kabuto e Naruto ci stanno per raggiungere,- Rispose Sakura: -e Shi
è
tornato dai suoi.-.
-Avete lasciato Naruto da solo con Kabuto?- Chiese Kakashi.
-E lui ha lasciato il suo maestro da solo con noi.- Rispose Sakura:
-Non tenterà niente.-.
-Stammi lontano!- Naruto entrò di corsa nella stanza,
seguito da
Kabuto.
-Avanti!- Disse Kabuto: -Guarda che sono un ninja medico praticamente
da quando sono nato!-.
Naruto si nascose dietro al tavolo: -Non ti avvicinare, testa di
serpi!-.
Itachi scioccò la lingua: -Ora che siamo tutti qui- disse:
-ci
sarebbe un esercito nell'altra stanza che vuole linciarci tutti,-
spostò lo sguardo verso il tavolo: -soprattutto uno.-.
-Rissssssssputo il carro armato!- Propose Orociok.
-Tu stai zitto!- Urlò Itachi: -Ogni cosa che fai ha un
secondo fine!
Sei rimasto con noi solo per rapire Naruto e scommetto che eri
così
tanto felice di andare a Konoha solo per prendere il carro armato o
chissà che altro!-.
Nessuno parlò: era raro che Itachi parlasse, figuriamoci
perdere le
staffe e urlare!
Yamato interruppe il silenzio: -Aspetta: quel corazzato è
della
Foglia? Non l'avevo mai visto!-.
-È un progetto segreto di cui anch'io so ben poco.-
Spiegò Kakashi:
-La domanda è: come facevate voi due a saperlo?- rivolto ai
due del
Suono.
Oro e Kabu fischiettarono innocenti.
-Con la Sabbia- Disse poi il Copiatore a Itachi: -siamo in buoni
rapporti. E tra la Nuvola Naruto ha un po' di amici.-.
-Spero per tutti che siano ottimi amici- Rispose Itachi:
-perché
simili informazioni...-.
-Lo sappiamo- Lo interruppe Kakashi: -e ci sarà uno scontro
di qui a
poco. Dobbiamo farci
un po' di
alleati lì fuori.-.
-Itachi,- Disse Sakura: -potresti usare i genjutsu.-.
Sakura spostò lo sguardo su Ino, per controllare eventuali
reazioni.
Che però non ci furono.
-Su qualcuno sì,- Rispose Ita: -ma non su tutti.-.
-E tu, Pain?- Chiese Anko con aria di sfida.
-Non è nel mio stile usare illusioni;- Fece Deva: -le uso
solo in
casi disperati.-.
Anko si alzò in piedi: -Cosa intendi dire?!- chiese furiosa.
-Calma, calma.- Disse Kakashi: -In ogni caso se usciamo da questa
stanza desteremo dei sospetti.-.
-E quindi?- Chiesero tutti gli altri.
“E quindi?” Pensò tra se e se Kakashi:
-E quindi...-.
Hidan scattò in piedi, sollevando la falce: -Andiamo
lì e li
sacrifichiamo tutti!-.
Pain alzò la mano: -Uhm, ehm, io avrei un'idea migliore...-.
Hidan lo guardò stupito: -Migliore di un eccidio?-.
-...Sì,- Rispose Deva: -ma vi avverto: sarà
doloroso, imbarazzante
e estremamente pericoloso...-.
Ino puntò il braccio contro il tavolo: -Offro come
volontario
Naruto.-.
Naruto sbucò da dietro il tavolino: -Eek!-.
-Perché no?- Commentò Pain: -Poi sarà
più facile estrargli il
Kyubi...-.
Hinata fece un passo in avanti: -Se ci va lui, ci andrò
anche io! Se
voi... non volete...-.
Anche Hidan si propose: -Andrò anch'io!-.
-No, tu no:- Rispose Pain: -ci servono alleati, non cadaveri!-.
Hidan abbassò la falce deluso.
-In effetti,- Continuò Pain: -sarebbe meglio non mandare
nessuno
dell'Aka.-.
-Già, così rimanete tutti qui e ci fate fuori!-
Replicò Kiba.
-Quanta poca fiducia ritieni in noi...- Fece il dio: -Altri due?-.
-Io.- Disse Kisame: -Le missione segrete sono la mia
specialità,
dopotutto.-.
-Se si tratta di fare alleati...- Prese la parola Sai: -...non
sarebbe la prima volta che eseguo una missione simile.-.
Pain si grattò la nuca: -Immagino che andrete bene. Nel
caso...-
porse a ciascuno un foglio.
Sai ne prese uno: -Cos'è?-.
-Ah, niente di importante!- Rispose Pain: -È solo una... non
mi
viene la parola... li...-.
-Libellula?-.
-Lince?-.
-Lima?-.
Pain schioccò le dita: -...Liberatoria!-.
-Ah, liberatoria!- Fecero gli altri, annuendo. Si bloccarono e
sgranarono gli occhi:
-ÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈ!?!?!?!?!-.
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Capitolo 36 *** IL PIANO DI PAIN ***
IL
PIANO DI PAIN
Nella
cucina
dell'Akatsuki...
-Allora,
questo è il piano:- Disse Pain mentre i ninja firmavano: -mi
sono
ispirato al disastro che è successo con la mia adorata
Konnie; è
molto semplice, il mio Manusya vi strapperà brutalmente e
violentemente l'anima dal corpo e la lancerà a casac... no,
cioè,
mirando a un ninja di ciascun villaggio e voi userete il suo corpo
per stringere alleanze. Chiaro no?-.
Naruto
scosse la testa: -Per niente, dattebayo!-.
-Uhm,
capo, ma sarà sicuro?- Chiese titubante Kisa.
-Ma
certo, Kisame, sono o non sono il miglior dio di tutta la terra?!-
Quest'ultima parte la urlò al cielo.
Un
fulmine distrusse il soffitto (ulteriormente) e colpì
Kisame. Il
ninja della Nebbia cadde a terra, ormai diventato un filetto di pesce
fritto.
-Ancora
non riesci a mi...- Deidara zittì Pain con la mano.
-Zitto,
capo! Una volta mi è bastata!-.
-Umpf!-
Sbottò Pain: -E ora dobbiamo trovare un'altra vitt... un
altro
volontario. Chi si offre?-.
Fecero
tutti un passo indietro.
-Avanti...
I rischi sono minimi...- Disse Pain: -Certo, c'è il pericolo
di non
colpire nessuno e di venire sgretolati e quindi morire tra atroci
sofferenze, ma la probabilità è molto bassa...-.
Ciò
che Pain non disse è che parlava della
probabilità di sopravvivere.
Non
ottenendo risposte, Pain continuò: -Ci mando Jugo.-.
-No!
NO!- Sakura corse verso il dio: -Ci vado io! Se ci va lui,
peggioreremo solo le cose...- poi guardò Juugo: -Senza
offesa...-.
-No,
tu meglio di no.- Rispose Pain: -Meglio se voi medici rimanete qui.-.
Kiba
fece un passo avanti: -Va bene, smidollati: in qualità di
futuro
Hokage, ci andrò io!-.
-Bene!-
Esclamò Deva: -In tal caso... Manusya!-.
Il
Pain fece per andare da Kiba, ma fu fermato da Kakuzu: -Aspetta.
Abbiamo visto tutti cos'è successo quando Hidan e Konan
erano nello
stesso corpo. Non mi pare una grande idea ritentare...-.
-Mi
fa piacere che tu l'abbia fato notare!- Replicò Pain.
-A me
no.- Fece Konan.
Hidan
si avvicinò alla donna, aprendo le braccia: -Avanti, tanto
lo so che
ti è piaciuto...-.
Konan
alzò il braccio, che iniziò a scomporsi in tanti
fogliettini: -Solo
perché c'eri tu a incasinarmi il cervello!-.
-Calmi,
calmi!- Li bloccò Pain: -Stavo dicendo: ciò non
succederà più per
questo!- e indicò il suo volto.
Naruto
uscì da dietro il tavolo e socchiuse gli occhi in direzione
del dio:
-Questo cosa?-.
-Ah!-
Pain spalancò gli occhi. Naruto sobbalzò: nei
suoi occhi comparve
il segno del Rinnegan.
Poi
scomparve. Naruto si guardò attorno, scombussolato: -Ahi, la
testa!
Che è successo?-.
-Niente!-
Pain si soffiò sulle dita con aria trionfante: -Ora avrai il
controllo totale del corpo che ti ospiterà... e non morirai
quando
ti estrarrò dal tuo...-.
Kiba
si avvicinò a Deva, furioso: -E ti aspetti che noi ci
facciamo
rinneghizzare solo perché...-.
Pain
sgranò di nuovo gli occhi: -Rinnegan!-.
Anche
a Kiba apparve il Rinnegan.
Pain
si girò verso Hinata e Sai: -E ora, tocca a voi due!-.
I due
ragazzi si guardarono poco convinti, ma furono rinneghizzati prima
che potessero reagire.
Pain
batté le mani trionfante: -Bene! Ora, voi quattro,
lì dal mio altro
corpo!-.
I
ragazzi si avvicinarono al Regno Umano.
-Dobbiamo
proprio?- Chiese Naruto mentre il Pain gli metteva le mani in testa.
-No!-
Rispose Deva: -Questa è solo la strada più
pericolosa! Ma voi non
mi avete chiesto di cambiarla, quindi...-.
-Co...-
L'anima di Naruto fu strappata dal suo corpo, e il ragazzo
crollò a
terra.
-Naruto-kun!-
Hinata fece per andargli incontro ma fu bloccata da Sai.
-Sarebbe
inutile.- Le disse il ragazzo.
Hinata
strinse i pugni: perché non poteva andare lì e
decimare tutti i
Pain?
La
ragazza scosse la testa: “Non adesso, Hinata-chan!”.
Nel
frattempo, Manusya si era avvicinato alla porta che dava nel salone.
Sbirciò
cauto: doveva essere veloce e invisibile.
Individuò
Kankuro che stava parlando con Temari: perfetto, lui sarebbe andato
bene.
Si
sbilanciò un poco e lanciò l'anima di Naruto
verso il ninja della
Sabbia.
Gli
altri, dietro di lui, fissavano la scena preoccupati: che avesse
funzionato?
Manusya
si voltò e disse: -Il prossimo.-.
Kiba
si avvicinò fingendo spavalderia: -Una cosa veloce!-.
Manusya
gli afferrò la testa e gli prese l'anima. Anche Kiba cadde,
ma fu
prontamente preso al volo da Sai, che lo adagiò a terra.
Manusya
si sbilanciò di nuovo e lanciò lo spirito oltre
la porta.
-E
ora a me.- Sai superò Hinata. La ragazza lo
guardò preoccupata. Sai
si girò e, alzando il pollice, le fece uno dei suoi sorrisi
che non
si capisce se sono veri o no.
Manusya
non aspettò oltre e gli prese l'anima. Il sorriso
sparì e Sai cadde
in avanti, tra le braccia di Hinata.
Sakura
si fece avanti, dicendo: -Ci penso io.-.
Hinata
annuì e le diede il corpo dell'amico, che lei
appoggiò
delicatamente sul pavimento.
Hinata
si girò verso Manusya, facendo leva sul coraggio che le era
rimasto.
Vide
la mano che le si avvicinava, sentì il suo tocco freddo sul
capo e
poi si sentì gelare in tutto il corpo; poi, vide tutto
annebbiato,
si sentì trasportare in giro e infine gettare via
violentemente.
Chiuse
gli occhi. Quando, pochi secondi dopo, li riaprì, si
ritrovò di
fronte una spada che la stava per spaccare il cranio.
In
cucina...
Sakura,
Ino e Kakuzu avevano raggruppato i quattro morti e Kisame in un
angolo della stanza.
Mentre
controllava che Naruto non peggiorasse, Sakura teneva d'occhio Ino:
doveva capire se lei era davvero sotto un jutsu di
Itachi.
Parlarne con Kakashi-sensei? No, Itachi avrebbe potuto sentirla;
d'altra parte, anche lui stava sorvegliando Kabuto e Orochimaru. Ma
comunque lo Sharingan di Kakashi non era potente quanto quello di
Itachi, era risaputo. E allora a chi chiedere? Pain? Lui aveva il
Rinnegan, l'arte oculare dell'Eremita delle Sei Vie, se Ino era sotto
un'illusione sicuramente se ne sarebbe accorto. In effetti, l'aveva
guardata stranamente prima... Ma chissà perché
sentiva di non
potersi fidare di lui. E allora, rimaneva solo...
La
ragazza deglutì: “Sasuke.”.
Sasuke
se ne stava in disparte a parlare con i suoi del Taka.
“Fidarmi
di lui?” Pensò: “Io non lo
so...”. Ma d'altronde era la sua
unica chance: e in fondo in fondo, ma molto in fondo, non odiava a
morte Ino.
Guardò
Sasuke, pensando cosa fare. Sasuke la notò ma fece finta di
niente.
Karin invece no.
-Ehi!-
Urlò la rossa: -Non osare guardare il mio Sasuke-kun!-.
Sakura
si alzò in piedi: -Il tuo Sasuke-kun? Io
l'ho adocchiato già
da quando ero piccola!-.
Anche
Ino scattò in piedi: -Si da il caso che io
l'abbia visto per
prima!-. E così scoppiò un bisticcio a tre.
-Uhm!-
Sbottò Deidara: -Ma come mai cadono tutte ai suoi piedi? Io
non sono
forse meglio?-.
Sasori
si avvicinò di soppiatto alle spalle della ragazza,
brandendo il suo
braccio-lama: -Certo, Deidara, certo... Puoi stare un attimo ferma
con la testa?-.
-Eh?-
Deidara guardò verso il basso: -Una moneta!- e
abbassò la testa.
Così il colpo di Sasori finì al vuoto.
Deidara
rialzò il capo, delusa: -Oh, no, è falsa!- e la
buttò
all'indietro. Fatalità volle che cadde dentro la bocca di
Sasori.
-Caugh!
Caugh! Aiuto!- Urlò con voce strozzata.
Fortunatamente
per lui, il bisticcio a tre delle spasimanti di Sasuke si era
trasformato in uno scontro e Sakura, urtata da Karin, gli cadde
addosso. Il colpo fu talmente forte da fargli sputare la moneta, che
roteò in aria fino ad atterrare nella mano di Kakuzu. Il
ninja la
guardò ed esclamò: -Ma questo è un
doblone! Varrà come minimo...
Deidara, tu quanto vali di taglia?-.
Deidara
scattò in piedi: -Ehi! Quel coso è mio!-.
Ma
Ino le cadde addosso facendola crollare a terra.
-Eh-eh!-
Ridacchiò Kaku: -Ora farai compagnia a tanti amici!
Pciù! Pciù!-.
-Bleah!-
Si schifarono gli altri.
Intanto
il conflitto degenerava: Sakura colpiva le due avversarie con i suoi
pugni, Ino con i kunai e Karin con le sue urla isteriche. Alla fine
Kakashi fu costretto a intervenire. Bloccò con le dita un
pugno di
Sakura, fermò Karin prendendola per la fronte e
sharinghizzò Ino.
-Yawn!-
Sbadigliò Kakashi annoiato. Allontanò Sakura e
Karin e liberò Ino
dal jutsu.
La
kunoichi si sedette intontita. Sakura tornò dai suoi
compagni morti
e Karin dal Taka.
Kakashi
tornò a leggere il best-seller di Jiraiya: “L'arte
della
pomiciata” come se nulla fosse.
Pain
squadrò il ninja: iniziava a capire un po' di cose...
Intanto,
dall'altra parte della stanza, Orochimaru e Kabuto complottavano
sotto lo sguardo cieco di Itachi.
-Maestro,-
Disse Kabuto: -sarebbe il momento esatto per scappare. Ormai non
abbiamo più possibilità di rapire il Kyubi.-.
-Lo
ssssso.- Fece Orociok: -Ma non sssssssi sssssssa mai...-.
-Cosa
pensa che abbiano in mente quelli della Foglia?- Domandò poi
Kabuto.
-Un'idea
ce l'avrei...- Rispose misterioso Oro: -E penssssssso che anche Pain
l'abbia intuito.-.
-Intuito
cosa?- Chiese Kabuto.
-Preparati,
Kabuto.- Disse Orochimaru: -tra poco ci sssssarà da
divertirsssssi!-.
Nel
salotto, angolo
della Sabbia...
-Ehi
Temari! TEMARI!- Kankuro corse dalla sorella.
-Che
c'è?- Sbottò lei.
-Guarda
qua!- Kankuro tirò fuori una marionetta: -Osserva!-.
Temari
la osservò scettica: -È Karasu. Allora?-.
-E
allora?- Ripeté Kankuro: -L'ho ridipinta!-.
-Buon
per te.-.
-No,
no, non hai capito:- Kankuro mise la marionetta in direzione della
porta alla cucina, per farla vedere di profilo alla sorella:
-Guardala bene!-.
D'improvviso,
la marionetta si illuminò.
Kankuro
aprì la bocca.
-Bell'effetto...-
Commentò Temari.
-Io...
io...- Balbettò lui.
La
marionetta alzò la testa. Iniziò a muovere la
bocca come per
parlare, ma non uscì nessun suono.
-E
questo che cos'è?- Domandò Temari al fratello.
-Non...
non sono io!- Disse il ragazzo.
Karasu
si voltò verso il ninja della Sabbia.
-Ah!-
Kankuro, spaventato, distrusse i fili di chakra. Karasu sarebbe
dovuto cadere a terra, invece rimase in piedi.
-Come
fai?- Chiese la ragazza: -Senza fili di chakra?-.
Karasu
camminò a scatti verso Temari.
-Si
sta... si sta... si sta muovendo da sola!- Urlò spaventato
il
ragazzo.
Karasu
mosse nuovamente la bocca.
-Mmm...-
Temari la osservò pensierosa: -...marionetta o no, sono
brava a
leggere le labbra...-.
Karasu
sembrò esserne felice, e ricominciò a mimare.
-Mmm...-
Temari socchiuse gli occhi: -...dice: “Sono Na...
Naruto...”
Naruto? “…Pain mi ha mandato qui
perché... perché devo
convincervi ad allenarvi... no, allearmi... con voi,
sattebano.”.-.
“Naruto”
iniziò a pestare i piedi.
-Ah,
scusa, “dattebayo.”.- Si corresse Temari.
-Questa
storia non ha senso!- Kankuro scosse la testa.
Naruto
ricominciò a mimare.
-Ci
chiede se vogliamo allearci con lui.- Tradusse Temari: -Certo che
sì.
Vorremmo.-.
Naruto
esultò.
-Vorremmo.
Ma non possiamo.- Concluse Temari:
-“Perché?”-.
-Per
colpa di Baki.- Rispose Kankuro: -Sembra che voglia la tua pelle.-.
Naruto
ripensò alla battuta di Itachi sull'essere linciato: gli
pareva
strano che Itachi scherzasse!
-“Perché?”-
Riprese Temari: -Perché sembra che tu abbia sulla schiena un
kinjutsu.-.
Naruto
si piegò in avanti, amareggiato.
-Accidenti!-
Esclamò Kankuro: -È un bel pasticcio! Potremmo
convincere gli
altri, ma Baki...-.
-Chi
mi nomina?- Disse la voce di Baki dietro al ragazzo.
Kankuro
sobbalzò. Si girò e disse sorridendo: -Nessuno
capo!-.
Baki
spostò lo sguardo si Karasu: -Come fa a stare in piedi senza
fili?-.
-Ehm...
ehm...- Balbettò Kankuro.
-Guarda
là!- Fece Temari, indicando un punto dietro Baki.
Baki
si girò: -Cosa?-.
Kankuro
approfittò della distrazione dell'altro e collegò
Naruto con i suoi
fili.
Baki
si rigirò: -Non c'era niente.-.
-Chi
ha detto il contrario?- Fece Temari con finta innocenza.
-Tu.-.
-Non
è vero.-.
-Mmm...-
Baki guardò Temari, poi Kankuro e infine Karasu, con fare
sospettoso: -Ok...- e se ne andò.
I tre
tirarono un sospiro di sollievo.
-Va
bene.- Disse Temari. -Io e Kankuro andiamo a convincere gli altri!
Tu, Naruto...-.
Kankuro
sospirò: -Mi spiace, Naruto.- aprì un rotolo.
“Oh
cavolo!” Pensò Naruto.
Con
una nuvola di fumo la marionetta sparì nella pergamena.
Nella
parte della
Nebbia...
Chojuro
stava lucidando la sua spada, che aveva riottenuto da Kakashi dopo la
fine della battaglia.
Mentre
era seduto tenendo la guardia abbassata, lo spirito di Kiba
entrò in
lui.
Chojuro
sobbalzò.
Kiba
si rialzò, guardandosi intorno: aveva funzionato?
Si
guardò le mani: sicuramente non erano le sue! Per terra vide
una
spada lucidata. Si specchiò.
-Dio
mio, come sono brutto!- Esclamò: -Pure la mia voce lo
è!-.
-Ti
senti bene, Chojuro?- Disse una voce alle sue spalle.
“Chojuro”
si voltò, ritrovandosi di fronte Ao.
-Urr,
ehm, sì, bene.- Rispose lui: -Senti... chi è il
capo qui?-.
-Ma
che domande! Io! Sicuro di star bene?- Fece l'altro.
-Sì,
sì...- Balbettò Kiba: -Ma mi diresti cosa abbiamo
intenzione di fare con Naruto?-.
-Uffa,
Chojuro, te l'ho già detto: -Sbottò Ao: -lo
dobbiamo spellare. Lo
so che ti è simpatico ma...-.
-COSA?!-
Esclamò Kiba: -SUL SERIO?! Pensavo che Itachi mentisse...-.
-Chi?-.
-Uhm,
nessuno, nessuno...- E Kiba pensava: “È sempre lui
quello nei
guai! E sempre io quello che lo deve aiutare!”.
-Va
bene, Cho, ci vediamo dopo! Buona fortuna con quella spada!- Ao se ne
andò.
-Uff...-
Fece Kiba. Guardò la spada che ancora aveva in mano: -Una
spada? Quale cretino potrebbe preferirla a un bellissimo e fortissimo
cane!-.
La
risposta era ovvia: il cretino che doveva impersonare.
Nell'angolo
della
Roccia...
-Qual
è il piano, papà?-.
Kurotsuchi
e Kitsuchi stavano discutendo riguardo alla prossima mossa con
Naruto.
-Dovremo
rapirlo o eliminarlo.- Rispose Kitsuchi, voltandosi verso la parete
per fare il figo: -Mi spiace per quel ragazzo. Spero non ti stia
simpatico, Kuro.-.
Dietro
di lui, Kurotsuchi sputò: -Pfui. Ma fammi il...-.
Kurotsuchi
sussultò: -Urr!-.
Kitsuchi
si girò: -Che hai, Kuro-chan?-.
Sai
mosse le pupille, cercando di focalizzare la situazione.
Era
una ragazza. Nessun problema: non era la prima volta che doveva
impersonare una femmina.
L'uomo
di fronte a lui l'aveva chiamato “Kuro-chan”,
indicava una
confidenza forte tra i due. Inoltre lo guardava preoccupato. Forse
era un parente, ma era più vecchio di lei. Padre? Zio?
Nonno? No,
non era così vecchio.
-Kurotsuchi?-
Domandò di nuovo Kitsuchi.
“Kurotsuchi.”
Ripeté tra se e se Sai: “Il nome è
familiare... sì, è la figlia
di Kitsuchi! Il generale della Seconda Divisione! Non l'ho mai visto
in faccia, ma potrebbe essere lui.”.
-Sto
bene...- Rispose Sai: -...papà.-.
Il
momento della verità.
Kitsuchi
si accigliò.
Per
qualche secondo i due stettero zitti, poi Kitsuchi si
rilassò: -Se
lo dici tu, figlia.-.
Sai
sorrise: aveva azzeccato!
-Dicevi
che di Naruto non t'importa, giusto?- Riprese Kitsuchi.
“Stanno
parlando di ucciderlo?” Si chiese Sai: -Perché?-.
-Beh,
perché, perché...- Balbettò l'altro:
-Perché uccidere un tuo
amico non mi piacerebbe!-.
“Dunque
vogliono farlo fuori.” Concluse Sai: “Ma oppormi
è rischioso.”.
-Se
non possiamo farne a meno...- Si limitò a dire.
-Te
l'ho già detto: -Disse Kitsuchi: -ci sono tanti jutsu nel
suo corpo
da far sbiancare il Raikage!-.
-Sì,
sì, certo, certo, ho capito...- Annuì Sai:
“Dovrò sabotare la
missione dall'interno...”.
-Bene.-
Fece Kitsuchi: -In tal caso, preparati figlia! Quello di prima era
solo il primo round!-.
Nella
parte della Nuvola...
Darui guardava Omoi in cagnesco.
Omoi si allontanò da lui: -Te l'ho già detto,
Darui-san! Non sono
sotto un jutsu!-.
-Mmm...- Darui socchiuse gli occhi: -Sarà... Ma io ti tengo
d'occhio, ricordati.- e con un Puf, sparì.
Omoi
ruotò le
pupille: -Che
esibizionista...-.
Bee
gli mise il braccio attorno al collo,
stringendolo un po' troppo:
-Che hai, Omoi, ti vedo giù! Con
il mio rap ti tirerò su!-.
Con la faccia blu, Omoi disse con voce strozzata: -Grazie del
pensiero, ma penso che Karui e Samui ne abbiano più bisogno
ora...-.
Difatti, le due ragazze ancora combattevano fra loro.
-Me la pagherai, stronza!- Urlò Karui.
-Ancora con quella storia, Karui-baka?- Rispose l'altra schivando un
fendente.
-Lo sai che per me era un incontro importante!-.
-Con
mio fratello!-.
-Ma non era un appuntamento! Era per una missione! E lui è
pure
brutto!-.
-COME
TI PERMETTI?!?!-.
-Basta,
MUORI!- Karui sollevò la spada, pronta
a eliminare definitivamente l'altra.
Per
Samui sarebbe stato semplice parare il colpo e
stendere
la compagna, ma fatalità volle che lo
spirito di Hinata, che svolazzava libero e tranquillo per il salotto
dell'Aka (libero
e tranquillo per modo di dire, essendo stato appena tirato da Manusya
in direzione alquanto approssimativa), la centrasse in pieno.
Hinata
si ritrovò improvvisamente minacciata dalla
lama di
Karui.
-Acc...!- Esclamò, tirandosi indietro appena in tempo.
Hinata
si inchinò e disse supplicante: -Qualunque cosa io ti abbia
fatto ti
prego di accettare le mie scuse.-.
Karui, che stava cercando di staccare la spada da terra, si
bloccò:
-Che hai detto?-.
Stringendo gli occhi, Hinata si piegò ancora di
più: -Ti prego!-.
-“T...
ti prego”?-
Ripeté sconcertata Karui: “Non sta fingendo! Non
pregherebbe mai
nessuno! Men che meno me!”.
Hinata
non si rialzava; conoscendola, sappiamo tutti che è capace
di stare
così fino a che non viene perdonata, ma Karui
non la conosceva affatto.
Così
passò un bel po' di tempo prima che la rossa balbettasse: -Ehm...
ehm...
io...
tu... sì, va bene, ti... ti perdono...-.
Hinata
si risollevò, sorridendo:
-Grazie, sconosciuta-san!-.
-“Sconosciuta-san”?- Karui era senza parole: -Tu...
tu... ti
senti bene?-.
Hinata arrossì.
-Tu...- Karui strizzò gli occhi: -Tu non sei lei. Non sei
Samui. Chi
sei?-.
Arrossendo ancora di più, Hinata le raccontò
tutto.
-...E
così Pain
mi ha spedita qui... Uhm, straniera-san? C'è...
c'è qualcosa che
non va?-.
Karui stava sorridendo malefica, adornata da due diavoletti con la
sua faccia nelle sue spalle. Sopra di lei volteggiava un alone nero
malvagio.
-Io,
io...-
Fece Hinata intimorita:
-se
sei arrabbiata con me perché
sto usando la tua amica, io...- iniziò a lacrimare.
In
stile Mr. Burns,
Karui si toccò le dita a mo' di onda: -No, no, non
preoccuparti...-
e pensava: “MUHAHAHAHAHAHAH!”.
-Omoi!- Urlò la ragazza: -Vieni un po' qui! Con la
telecamera!-.
Felice
di potersi sbarazzare del rap della Forza Portante e delle
occhiatacce di
Darui, Omoi, afferrata
dallo zainetto la
videocamera, si avvicinò alle
compagne.
-Avete finito di uccidervi?- Chiese alle ragazze.
Karui gli mise la mano sulla spalla: -Non preoccuparti, poi ti
spiego, ma prima...-.
Pochi
minuti dopo...
Hinata
guardò il copione che aveva in mano, poco convinta: -Devo
proprio?-
chiese all'altra: -Non mi pare tanto giusto...-.
-Ah, non preoccuparti!- Karui si allontanò da Omoi, che
reggeva la
videocamera, e si avvicinò alla ragazza: -Io e Samui siamo
molto
amiche!-.
-Ma, Karui-san, stavi per ucciderla...- Ribatté Hinata.
Karui dissipò ogni dubbio con un gesto della mano: -Ah, ma
non era
niente di serio! Lo facciamo spesso! Allora, sei pronta?-.
-Io non penso che...-.
-Insomma, vuoi salvare Naruto o no?- La interruppe Karui.
Hinata di portò le mani al petto: -Naruto-kun! Io,
sì, certo
che...-.
-E allora se vuoi che convinciamo i nostri devi farlo!- Concluse la
rossa.
-In realtà- Precisò Omoi: -lo faremmo
comunque...-.
Karui si voltò, con la faccia scura e gli occhi bianchi
iniettati di
sangue.
-...insomma,- Continuò Omoi: -Naruto è anche
nostro amico!-.
Con
uno scatto, Karui
colpì il
compagno in
testa con un
pugno talmente forte da sotterrargli la faccia.
-BAKA!- Sbraitò Karui.
-Karui-san!-
Hinata mollò il copione e
corse da Omoi, tentando di liberarlo: -Ti sei fatto male?- fece
preoccupata.
Karui
afferrò
da terra la
telecamera e
iniziò a
filmare:
-Sì, SÌ! Oro colato!
Ancora meglio del copione!-.
Hinata
riuscì a staccargli la testa da terra; al
povero Omoi mancavano un paio di denti e aveva un occhio pesto.
-Omoi-kun!-
Hinata lo aiutò a rialzarsi.
-Ohi,
ohi!- Omoi guardò la ragazza con fare sognante: -Samui, sei
davvero
bellissima! Ti
amo tanto!-.
-Ti
porto da un medico!- Disse Hinata, sorreggendolo
per la spalla.
-Tu sì che hai delle belle tette!- Continuò il
ragazzo: -Non come
quelle di Karui, piatte e piccolissime...-.
Karui,
che li stava filmando, strinse le mani talmente forte da distruggere
la videocamera. Come prima, il suo viso divenne nero e le sue pupille
svanirono. Alzò il pugno con
fare minaccioso: -Ti
distruggo!- e si gettò sui due.
-Scusate,
Omoi-san, Karui-san.-
Hinata mollò
il ragazzo,
che si
sbilanciò
all'indietro. Con
una mano
bloccò il pugno della ragazza, gli torse il
braccio e
con un calcio in
faccia la stese ma, afferrandola
per la
spalla, evitò di farla cadere
a terra. Con l'altra mano prese per la schiena Omoi un attimo prima
che, cadendo,
si
spaccasse il
collo.
Così
Hinata si ritrovò accucciata con le braccia che dovevano
equilibrare
due pesi
diversi, presi in
due modi differenti. Uno
spasso. Almeno non era il suo corpo.
E
comunque poteva andarle peggio: un
tizio che pesava il doppio di tutti e tre messi insieme poteva
darle
una pacca alla schiena! Ma
la cosa era molto improbabile, giusto?
Bee,
smettendo momentaneamente di annoiare... cioè di deliziare
Shee con
i suoi versi, si
avvicinò a
Hinata e, appunto, le diede una pacca sulla schiena, dicendo:
-Yo! A che
state giocando? Bakayaro! Konoyaro!-.
-Ah!-
Sbilanciata, Hinata cadde in avanti; si salvò con una
capriola, ma
Omoi e Karui non furono altrettanto pronti (una era semisvenuta,
l'altro era... beh, era Omoi!) e
presero una sonora facciata.
Ancora
un po' scombussolata, Hinata si rialzò e disse all'altro:
-Tu sei
Bee-san! Ecco, vedi, io
non
sono...-.
-Ehi!-
Riprese Bee: -Guarda
che so
chi sei! Di
Naruto sei
l'amica! Hinata,
cito lui: “Quella gran fica”!-.
Hinata si sentì mancare: -Lui... ha detto...
così...?-.
-Yo!-.
Con
il viso paonazzo, Hinata
crollò indietro,
svenuta.
Intanto,
in cucina...
-24 Rosso!- Puntò Shino.
-35 Nero!- Fece Suigetsu.
-12 Rosso!- Disse lo Zetsu Nero, che in realtà era quello
bianco.
-No!-
Sibilò l'altro:
-13 Nero!-.
-Si gira!- Kakuzu girò la roulette.
Il nukenin della Cascata, in poco tempo, aveva trasformato la cucina
in un casinò di Las Vegas.
Così,
in un tavolo metà Alba (tra
cui il risorto Kisame)
giocava a poker con Jugo (bravo nella poker face), Neji
e Tenten; in
un altro era in
corso una partita di blackjack tra
Kiba, Choji,
Kabuto, Lee
e Gai; invece
Oro, Anko e
Hidan
provavano
una slot machine, quest'ultimo
minacciando
di sacrificarla
se non lo faceva vincere, mentre
Shino, Sui e Zetsu che giocavano alla la roulette.
Kakashi
e Shikamaru si erano tenuti in disparte a giocare a dama, mentre
Sakura e Ino, aiutate da Karin (che
bel terzetto!),
badavano
ai quattro cadaveri; Akamaru
era accucciato di fronte al padrone.
Deidara,
nascosto dietro al frigorifero, le spiava con fare assassino.
Sgattaiolò fuori dal nascondiglio, preparando alcune bombe. Nessuno
l'aveva ancora notata. Si avvicinò di soppiatto.
“Adesso”
Pensava: “gliela farò vedere a quell'artista
da
strapazzo! Al diavolo
il piano di Pain! E poi, stavo tranquillamente creando forme d'arte
quando quell'idiota mi si è avvicinato dicendo con quello
stupido
sorriso CHE IL MIO CONCETTO DI ARTE FA SCHIFO! Se l'è
cercata!
Eheheh!” e, alzandosi di scatto, lanciò le bombe.
Rallentatore
Sakura vide le bombe arrivare: -Noooooooooooo!!!- urlò.
Deidara rise: -Ah! Ah! Ah!-.
Sakura afferrò Karin.
-Coooooosaaaaa vuoooooiiii faaaaaareeeee?- Domandò la
ragazza.
Sakura la lanciò in direzione delle bombe.
-Aaaaaaiiiiuuuuuuutoooooooooo!-.
CIACK
Le bombe si spiaccicarono sulla sua faccia.
-Bleaaaaaaaah!- Si schifò la ragazza.
Deidara congiunse le mani: -Kaaaaaaatsuuuuuuuu!-.
BOOOOOOOOM
Velocità
normale...
Karin
volò all'indietro, schiantandosi
alla parte, cadendo incosciente
a fianco ai cadaveri.
-Accidenti!- Fece Deidei. Si voltò per tornare a nascondersi
dietro
al tavolino per escogitare un nuovo piano, ma si ritrovò
faccia a
faccia con tutti gli altri. Sembravano arrabbiati.
-Che c'è?- Chiese.
-Hai fatto cadere le biglie.- Disse Kakuzu.
-Distrutto la slot machine.- Continuò Hidan.
-Rovesciato i tavoli.- Concluse Pain.
-Oh.- Annuì Deidei. Si voltò e urlò:
-Via!-.
Pain lo afferrò per la tunica: -Non credo.-.
Estrasse un paletto. Lo alzò: -Hai qualcosa da dire, prima
di
morire?-.
-Sì: risparmiatemi!- Rispose lei.
Pain fece per lanciare l'arma, ma il suo braccio fu bloccato da
Kakashi.
-Non t'intromettere!- Ordinò Pain.
-Spiacente,- Disse Kakashi: -anch'io la vorrei morta, in
realtà vi
vorrei morti tutti, ma se ci mettiamo a litigare tre di noi, come
faremo con quelli di là?-.
-Umpf!- Sbottò Pain, lasciando Deidara.
-Comunque l'arte è un istante, uhm!- Puntualizzò
lei.
Tutti la guardarono storto.
-Non parlo.-.
-Pain.- Disse Sakura.
Tutti si voltarono a guardarla. La ragazza era china su Naruto,
mentre gli ascoltava il battito.
-Si sta indebolendo.- Continuò Sakura.
-Sì, beh, Rinnegan o meno, i loro corpi non possono
resistere a
lungo.- Spiegò Pain: -Sarà meglio accelerare un
po'.-.
Detto
ciò, si avvicinò al corpo
di Kiba, avvicinò la bocca all'orecchio e, prima
che qualcuno potesse fermarlo,
urlò a
squarciagola:
-MI SENTI?!-.
|
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Capitolo 37 *** SCATENA UNA GUERRA! ***
SCATENA
UNA GUERRA!
Nel
salone, parte
della nebbia...
Kiba
stava rigirandosi la spada di Chojuro tra le mani (di Chojuro),
chiedendosi come si impugnasse, quando sentì qualcuno che
gli urlava
nelle orecchie: -MI SENTI?!-.
-Aha!-
Kiba, per la sorpresa, cadde all'indietro.
La
voce ripeté: -MI SENTI SI O NO?-.
-Sì,
cazzo!- Urlò il ragazzo rialzandosi: -Ti sento!-.
Tutti
i ninja della Nebbia lo guardarono stupiti.
-Chojuro?-
Domandò Ao: -Ti senti bene?-.
Kiba
smise momentaneamente di sturarsi le orecchie, e rispose:
-Sì, sì,
tutto a posto...-.
Ao
fece spallucce: -Se lo dici tu...-.
-NON
HO CAPITO!- Urlò di nuovo la voce.
Kiba
ebbe il buonsenso di tapparsi la bocca.
Gridò
a denti stretti: -HO DETTO CHE TI HO SENTITO!-.
-Ah,
scusa, non avevo capito...- Rispose la voce.
Kiba
gli mandò bestemmie mentali.
-Ehi!
Guarda che ti ho sentito! Sono io Dio, cosa credi?- Sbraitò
la voce,
che Kiba riconobbe come quella di Pain.
-Cosa
vuoi, Pain?- Chiese Kiba scocciato.
-Dovete
muovervi con il piano!- Rispose il dio.
-E
non urlare!- Fece Kiba.
Tutti
lo guardarono di nuovo.
-Ehm...
scusate.- Disse Kiba.
A
bassa voce: -Perché dovrei seguire i tuoi ordini, scusa?-.
-Perché
stai morendo.- Rispose calmo l'altro.
-COSA?!?!-
Gridò Kiba.
Per
la terza volta, i ninja lo fissarono.
-Vi
fate gli affari vostri?!- Urlò il ragazzo.
-Che
vuol dire che sto morendo?- Domandò a bassa voce.
-Vuol
dire che il tuo corpo rischia il collasso.- Fu la risposta:
-Perciò
muoviti!-.
-A
fare cosa?!- Replicò Kiba.
-“A
fare cosa”? Ma sei scemo?-.
-Scusa,
ma sapere di stare per morire non mi rende molto lucido!-.
-Mmm...
insomma, scatena una guerra!-.
-“Scatena
una guerra!”. Adesso chi è scemo? Come cazzo
faccio a scatenare
una guerra?-.
-Ma
che ne... Aspetta: ho un'idea!-.
-L'ultima
idea che hai avuto... mi sta uccidendo!-.
-Tut-tut.
Quello era un piano. Questa è un'idea.-.
-No,
era un'idea!-.
-Zitto
e ascolta...-.
Nella
parte della
Roccia...
Sai
si era appoggiato alla parete, pensoso: “Come mi muovo, ora?
Per
sabotare l'operazione, l'operazione deve iniziare!”.
“Toc-toc.”
Fece qualcuno.
Sai
alzò la testa di scatto, cercando chi lo stesse chiamando.
“No,
non sono lì. Sono qui.” Disse Pain.
“Nella
mia mente?” Pensò Sai: “Bah, d'altronde
sei pur sempre...”.
“Un
dio?”.
“Uno
psicopatico. Cosa c'è?”.
“Ti
comunico che stai per morire.”.
“Non
è la prima volta.”.
“No?”.
“Sarà
la terza volta...”.
“Solo?”.
“...oggi.”.
“Ah.”.
“Cosa
vuoi?”.
“Io
e Kiba (beh, in realtà più io) abbiamo avuto
un'idea...”.
“Quale?”.
“Kiba
è finito nel corpo di un ninja della Nebbia: capelli grigi,
grossa
spada...”.
“Chojuro?”.
“Sì.
Lo conosci?”.
“No.”.
“Dicevo:
ho avuto un'idea. Sfruttando la tensione tra Roccia e Nebbia, tu
accuserai Kiba/Chojuro di averti... fatto qualcosa, vedi tu, insomma,
alla fine scatenerete una rissa che coinvolgerà i due
villaggi,
forse anche la Sabbia e la Nuvola se siamo fortunati...”.
“Non
dovevamo farci degli alleati?”.
“Vi
terrete quelli che siete riuscite a prendere!”.
“Mmm...
comunque Sabbia e Nuvola si erano alleate, mi pare. Non dovremmo
metterle l'una contro l'altra?”.
“A
quello ci penso io. Tu segui il piano.”.
“L'avevi
chiamata idea.”.
“MUOVI
IL CULO!”.
Ghignando,
Sai si staccò dal muro: -Sta a guardare.-.
In
cucina...
Pain
si rialzò.
Sakura
riappoggiò Sai a terra: -Allora?-.
Prima
che Pain potesse parlare, dal salotto si sentì una voce
femminile
urlare: -TI HO VISTO, STRONZO DELLA NEBBIA!- seguito da una serie di
tonfi tipici di un corpo a corpo, poi da un: -Alla carica!- e infine
da rumori tipici di una battaglia.
-Eheh!-
Ridacchiò Pain.
-Ha
davvero funzionato?- Fece incredula la ragazza.
Deva
sbirciò dalla porta.
Un'esplosione
ravvicinata gli bruciò la faccia.
BOOOOOM
Senza
scomporsi, disse: -Tsch! La Sabbia e la Nuvola non ci sono cascate!-.
Hidan
si avvicinò al capo: -Ci penso io!-.
-NO!-
Urlò Pain. Si avvicinò al cadavere di Hinata: -Mi
tocca fare tutto
da solo!-.
Nel
Paese dei Sogni...
Hinata
volteggiava libera nell'aria. In fondo al corridoio che stava
percorrendo, vide la sagoma di Naruto.
-Naruto-kun!-.
Naruto
si voltò.
Aprì
la bocca, ma non uscì la sua voce, ma quella di un uomo
più
vecchio: -Yo! Hinatà! Sveglià!-.
-Cosa?-
Balbettò la ragazza.
-HINATA
SVEGLIA!- Tuonò qualcun altro.
Hinata
riaprì gli occhi. Si ritrovò sdraiata per terra,
mentre Killer Bee
la guardava dall'alto.
-Ehi!
Sei ritornata! Ci sei mancata! Yo!- Disse il ninja.
Hinata
si rialzò. Si massaggiò la testa. Un attimo, non
era la sua testa!
Ah, già, Pain aveva...
“HINATA!
SEI SVEGLIA!”.
-Chi...-
Hinata si guardò intorno: -chi sei?-.
-Yo!-
Rappò Bee: -Te ne sei scordata, sì! Sono io,
Killer...-.
-Zitto!-
Sbottò Hinata.
-Eh?-
Fece Bee.
-Io...-
Borbottò Hinata: -Io... scusa... è... scusami.- e
TUNF, si inchinò
di nuovo.
Da
dietro Bee sbucò Karin: “Ma perché la
mia telecamera si è
rotta?” pensò disperata.
[Sì,
certo, si è rotta da sola... Nd. Io]
[Vuoi morire giovane?
Nd. Karui]
Tornando
a noi, era davvero un peccato che la videocamera si fosse rotta.
-Yo!
Non ti preoccupare! Lascia stare! A volte succede, che ci vuoi fare?
Yeah!- Bee porse il pugno.
Hinata
si rialzò.
Piegò
la testa, perplessa: -Uh?-.
-Devi
batterlo!- Suggerì Karui.
-Oh.-
Hinata gli colpì il pugno.
-Yeah!-.
“ALLORA
SEI SVEGLIA! PERCHÉ NON L'HAI DETTO SUBITO???”
Urlò la stessa
voce di prima.
Hinata
si mise le mani alle orecchie: -Ah! Chi sei?-.
“Oh,
mamma.” Pensò Karui: “È
impazzita!”.
-Yo!
Chi c'è nella tua testa? Tre in un corpo, è una
bella festa!- Fece
il ninja della Nuvola.
-Non
lo so!- Rispose lei: -Chi sei?-.
“Non
mi riconosci? Sono io, il tuo dio preferito!”.
-Eneru?-
Chiese Hinata.
Onde
evitare traumi per le troppe imprecazioni, ci spostiamo nella visuale
di Karui.
La
ragazza vide Samui sbarrare gli occhi, spalancare la bocca, iniziare
a piangere ecc.
-Sigh!-
Singhiozzò Hinata: -Va bene! Scusami!- e TUNF, di nuovo a
terra. Non
successe nulla per alcuni secondi.
Intuendo
i dubbi della voce, Karui disse: -Devi perdonarla!-.
Dopo
poco, Hinata si rialzò.
-Cosa
succede, Pain-kun?- Chiese la ragazza.
“Non
so se hai notato, ma è appena scoppiata una
battaglia.”.
Hinata
si guardò intorno: solo allora si rese conto che, in mezzo
alla
stanza, tra Roccia e Nebbia era in corso una feroce lotta.
-Oh,
no!- Esclamò Hinata: -Si faranno del male! Dobbiamo
fermarli!-.
“No,
no, aspetta!” La fermò Pain: “Il piano
è, appunto, che si
facciano male!”.
-Ma...-.
“Non
morirà nessuno! È una fanfiction comica! E con un
autore che fa
davvero...”.
[Ehi!
Nd. Io]
“Insomma,
il punto è che Sabbia e Nuvola sono ancora a riposo... e
questo non
va bene!”.
-Ma...
ma dobbiamo allearci con loro!-.
“Pure
tu con 'sta storia! Tenetevi quelle che avete e bla bla bla.”.
-Ma...
io non so...-.
“Insomma!
Tira fuori la Hinata cattiva che è in te!”.
-Non...-.
“FANFICTION!
Fan-fiction! Quindi scatena una guerra!”.
-Io...-
Hinata scrollò i capo, passando alla mod cattiva: -e come?-.
“Fortunatamente,
IO ho un'idea!”.
-La
tua ultima idea mi sta uccidendo!-.
“Pure
tu...! Aspetta: come fai a saperlo?”.
-Fanfiction.-.
“Preferivo
quella buona.”.
Angolo
della Sabbia...
Kankuro
si avvicinò alla sorella.
-Come
ti è andata?- Chiese.
Temari
si voltò: -Oh, eccoti. Io...-.
Kankuro
sobbalzò: -Karasu... cioè, Naruto si sta
agitando.- detto questo,
aprì la pergamena di Karasu. Naruto mosse la bocca.
-Mmm...
dice che Pain gli sta parlando in testa.- Tradusse Temari.
-Pain?-
Domandò Kankuro: -E che gli sta dicendo?-.
-Dice:
“Pain dice che devo scatenare una guerra tra Sabbia e
Nuvola.”.
COME?-.
-COME?-.
-“COME.
Anche a me non sta bene, dattebayo, ma così vuole
l'autore.”.-.
-Quell'autore!-.
[Che
vi può mettere tutti in tutù da ballerina! Nd. Io]
-“Comunque
Pain dice che...”. Non capisco.- Commentò Temari.
Naruto
ripeté.
Temari
sbiancò: -COSA DEVE FARE MIO FRATELLO?-.
-Co...
cosa devo fare?- Chiese timoroso Kankuro.
Temari
si voltò verso il marionettista. Gli mise la mano sulla
spalla.
-Glom.-
Deglutì il ragazzo.
Temari
sospirò: -Kankuro.-
-S-sì?-.
-Preparati
a una grossa scopata.-.
In
cucina...
-Oh
grande Jashin! Santifica tutti noi e facci vincere questa
carneficina!-.
Hidan
aveva costruito un pentagramma col sangue, ci si era seduto sopra e
aveva iniziato a pregare il suo dio.
Suigetsu
si avvicinò a Itachi: -Ma fa sempre così?-.
-Purtroppo.-.
In
breve, tutti, non avendo niente da fare dato che Deidara aveva
distrutto il casinò, stavano guardando Hidan. Tutti meno
due...
-Kakashi-sensei!-
Sakura, ancora china su Naruto, richiamò il maestro.
Il
ninja chiuse il libro e si avvicinò.
-Senta...
lei sa se Ino...- Iniziò la ragazza.
-Quando
sono intervenuto prima- La interruppe Kakashi: -ho esaminato la mente
di Ino con lo sharingan.-.
-E?-.
-Lei
è sicuramente...-.
Sakura
pendeva dalle sue labbra.
-...sotto
l'effetto di un jutsu.-.
Sakura
strinse i pugni: -Capisco.-.
-Lanciato
da Itachi.- Continuò Kakashi: -Non so dire di preciso di che
tipo
però.-.
Sakura
guardò Ino. La ragazza stava fissando schifata Hidan; la sua
espressione, la sua posa... tutto suggeriva che fosse normale. O
almeno, come al solito.
-Non
penso che con Itachi ci siano dei dubbi.- Constatò Sakura:
-E lei lo
sa?-.
-Difficile
a dirsi...- Che equivaleva a un: “Non ne ho idea.”:
-Gli unici
che potrebbero dircelo, a parte Itachi...-.
-...è
Pain. O Sasuke Lo so. E per quanto riguarda... ha capito.-.
-Non
appena scoppierà la battaglia- Rispose Kaka:
-procederò. Ma temo...
insomma, Pain non è uno scemo.-.
Pain
dava loro le spalle; difficile dire se li stesse ascoltando o no.
-E
non penso sia l'unico che abbia iniziato a intuire la
verità.-
Continuò Sakura: -...Inoltre...-.
-PRESO!-.
Karin
era balzata al collo di Suigetsu.
-Aha!
Lasciami! Lasciam...- Sui non riuscì a sorreggerla e cadde a
terra.
Karin iniziò a baciarlo.
-Almeno
nascondetevi!- Protestò Kakashi: -Kamui!-
Suigetsu
si liberò da Karin: -NO FER...-.
E i
due sparirono.
In
salotto...
-Non
sono convinta.- Karui scosse la testa: -Assolutamente no.-.
Omoi
la guardò stupito: -Pensavo fossi felice che Samui...-.
-Non
a certi livelli!- Sbottò Karui.
-Yo!
Guardate là! Che velocità!- Esclamò
Bee.
Hinata
si stava facendo largo tra la battaglia, mettendo al tappeto chiunque
la ostacolasse, diretta verso i ninja di Suna.
Nel
suo angolo, Kankuro aspettava nervoso.
-Ma
perché?- Chiese il ragazzo alla sorella: -Non c'è
un modo
migliore?-.
-Dillo
all'autore!- Rispose Temari.
-Ma è
la mia prima volta!- Fece Kankuro: -Non so neanche da dove
iniziare!-.
-Ma è
per finta!- Replicò la sorella: -Dovete solo fare un po' di
scena!-.
In
quella, spuntò Hinata.
Naruto
sobbalzò.
Hinata,
nel vedere Karasu, tornò buona: -Naruto-kun?- chiese.
Naruto
mosse la bocca.
-Dice:
“Hinata-chan”?- Spiegò Temari.
Hinata
si avvicinò alla marionetta. Se il suo volto non fosse stato
sempre
quello di una scimmia morta, lo avrebbe visto sbavare a manetta,
perché: espressione dolce di Hinata + corpo sinuoso di Samui
=
sconcerie mentali! [Una stretta logica...]
La
cosa bella era che a Hinata piaceva ancora Naruto! Trovava la sua
nuova faccia molto espressiva.
-Ehm-ehm!-
Tossicchiò Temari: -Dovremmo...-.
-Non
è necessario!- Protestò Kankuro.
-Guarda
che neanche a me va di mandare i miei compagni in guerra!-
Replicò
lei.
Kankuro
sospirò. Anche Hinata sospirò. Naruto
mimò un sospiro.
La
ragazza si avvicinò al ninja della Sabbia. Erano molto
titubanti.
-Oh,
ma per favore!- Temari si girò dall'altra parte per non
guardare.
I due
avvicinarono le loro bocche mooooolto lentamente.
Minuti
dopo...
Temari
era alquanto stufa. Per di più non sentiva niente che
suggerisse
certe cose.
Alla
fine si voltò: -Si può sapere cosa...-.
Kankuro
e Hinata si stavano ancora avvicinando.
-Santo
Hashirama!- Temari prese le teste dei due e li fece baciare,
nonostante gli occhi sbarrati e le sbracciate di protesta.
-Ehi!-
Urlò Temari, con tono annoiato da pessima attrice: -Questa
stronza
della Nuvola...- Hinata tentò di separarsi da Kankuro, ma
Temari
strinse con maggiore forza: -...avanti... Dicevo, questa stronza
della Nuvola...- stretta: -...ci...- stretta: -...sta...- stretta:
-...provando...- stretta: -...con...- stretta: -...mio...- stretta
più forte a denti stretti: -...fraaaaaaaateeeeeeellooooooo
oh!
Alleluia!- era riuscita congiungerli.
Dall'altra
parte della sala, Karui gridò con lo stesso tono: -Oh,
no...! Quel
bastardo testa di sabbia sta stuprando (con vivo interesse, direi) la
nostra compagna...! Fermiamolo...!-.
I
complici della Sabbia e della Nuvola urlarono: -Alla carica!-.
Così,
finalmente, anche tra Nuvola e Sabbia scoppiò la battaglia e
Temari,
soddisfatta, mollò la presa. I due ninja caddero
all'indietro,
sputando e gridando: -Che schifo! Bleah!-.
In
cucina...
-Ah!
Ha funzionato!- Esultò Pain.
-Evviva!-
Fece sarcastico Shikamaru: -Abbiamo appena scatenato una nuova
battaglia!-.
-Su
col morale!- Fece Pain: -Adesso diciamo ai quattro cretini di portare
i nostri di qua!-.
-Fate
in fretta!- Esclamò Sakura: -Stanno peggiorando.-.
Deva
si sgranchì le dita: -E allora muoviamoci!-.
In
salone...
I
quattro si sturarono le orecchie, indolenzite (meno ovviamente
Naruto, che non ce le aveva).
Kiba
schivò un Litopugno e colpì l'avversario con il
piatto della lama.
Solo che il ninja nemico era molto robusto, e la spada
rimbalzò.
“Vaffanculo!”
Kiba morse il braccio dell'altro.
-Ahi!-
Urlò il nemico.
Kiba,
lesto, mollò la presa e, avvicinatosi al buco alla parete
più
vicino, uscì.
Per
Sai non era così semplice: combatteva sempre accanto a
Kitsuchi
(ovviamente faceva quello che poteva con tecniche a lui quasi
sconosciute).
Alla
fine disse al “padre”: -Tenterò un
attacco dall'esterno!-.
Kitsuchi
mandò a gambe all'aria un ANBU della Nebbia: -Ottima
pensata!
Portati...-.
-Andrò
da sola, papà:- Lo interruppe Sai: -non devo dare
nell'occhio.-.
Kitsuchi
sotterrò a metà un avversario, iniziando a
prenderlo a calci in
faccia: -Sei sicura?-.
-Non
preoccuparti!- E se ne andò.
Hinata
si rialzò: -Ho capito.-.
-Cosa?-
Domandò Temari.
-Devo
tornare da quelli della Nuvola e portarvi fuori di qui!- Rispose
Hinata.
-Molto
bene! Noi ti precederemo!- Sentenziò Temari: -Coraggio,
fratello,
alzati.-.
-Ohi,
ohi.- Kankuro si risollevò, prese Naruto e seguì
la sorella e i
suoi fedeli fuori dall'edificio.
Hinata
si tuffò di nuovo tra gli scontri e con un po' di:
-Scusate.-, dei:
-Permesso.- e infine un bel: -LEVATI DI MEZZO!- tornò da
quelli
della Nuvola.
Omoi
e Karui stavano ingaggiando uno scontro con un paio di ninja della
Roccia.
-Omoi-san,
Karui-san!- TUNF, Hinata si inchinò di nuovo: -Vi prego di
seguirmi
fuori!-.
-Sì,
sì, va bene.- Rispose Karui.
Hinata
si rialzò: -Dov'è Bee-san?-.
Come
risposta Bee atterrò su un ninja della Nebbia vicino a loro:
-Yo!
Sono arrivato! Mi hai chiamato?-.
-Bee-san!
Dovete seguirmi nel giardino!- Disse la ragazza.
-Yo!
Si va! Ma questa storia, come finirà?-.
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Capitolo 38 *** IL SACRIFICIO DI NARUTO ***
IL
SACRIFICIO DI NARUTO
All'esterno
del
covo...
Sai,
nascosto dietro un cespuglio, sbirciò: vide un gruppetto di
ninja
della Nuvola nascosti dietro una parete.
“Che
siano loro?”.
Poi
vide che tra di essi c'era Killer Bee: “Lui sicuramente
è dei
nostri.”.
Spuntò
fuori dal cespuglio proprio mentre dal buco nel muro sbucava Kiba nel
corpo di Chojuro.
I
ninja della Nuvola, non capendo cosa stesse succedendo, si misero
sulla difensiva.
Sai e
Kiba fecero per parlare, quand'ecco sopraggiungere, tanto per fare
più confusione, i ragazzi della Sabbia.
-All'erta.-
Borbottò Temari: -Potrebbero essere dei nemici!- poi vide
Hinata e
si rilassò: -Ah, siete voi.-.
Hinata
si fece avanti: -Temari-chan. Dov'è Naruto-kun?-.
Kankuro
si fece avanti, reggendo Naruto.
Kiba
e Sai si avvicinarono.
-Kiba?-
Chiese Sai.
Kiba
annuì: -Sai?-.
Sai
annuì. Si rivolse a Hinata: -Hinata?-.
Hinata
annuì.
Kiba
guardò Kankuro: -Naruto?-.
Kankuro
indicò la marionetta: -Naruto.-.
Naruto
mosse la testa.
-Bleah!-
Si schifò Kiba.
-Beh,
è un peccato interrompere questo momento toccante.- Disse
Karui: -Ma
sarebbe meglio muoversi!-.
-Già,
giusto, mmm... la cucina dovrebbe essere dietro quella parete.- Sai
indicò un muro: -Ehi! Si è mantenuta intatt...-.
Con
una folata di vento, Temari distrusse la parete.
-Come
non detto.-.
Dalla
polvere corse fuori... Kiba!
-Ma
quello sono io!- Disse Kiba, indicandosi.
L'altro
Kiba abbaiò e si gettò addosso a Kiba/Chojuro,
che cadde a terra.
Gli
altri fecero per attaccare, ma Kiba/Chojuro li fermò.
Tra
una leccata e l'altra, disse: -Ahah! È solo Akamaru! Buono
bello! Ma
perché sei nel mio corpo?-.
-È
naturale:- Pain uscì dalla cucina: -Serve per tenervi in
vita.-.
Vedendo
il dio, la maggior parte dei ninja sobbalzò intimorita.
-State
tranquilli, non voglio uccidervi (per ora).- Disse loro Deva.
Naruto
si agitò.
-Che
ha?- Chiese Pain.
Temari
guardò la marionetta: -Dice: “Chissà
chi ha il mio corpo
dattebayo!”-.
Come
risposta, uscì Naruto che gli fece il pollice
all'insù e sorrise,
con un DING al dente: -Non preoccuparti, Naruto-kun! Ci ho pensato
io!-.
BOOOOOOM
Un'esplosione
squarciò l'aria.
-Forse
è meglio parlarne dentro!- Fece Pain.
Tutti
si precipitarono in cucina.
Sai
piegò la testa: -Che sta facendo quello lì?-
indicando Hidan.
-Prega.-.
Sai
si voltò verso la voce. Vide il suo corpo, appoggiato al
muro, con
la testa bassa.
-Fammi
indovinare...- Sai guardò verso il basso. Vicino all'altro
Sai,
Sakura e Ino stavano curando quattro corpi, uno dei quali un cane.
-...Shino.-
Concluse Sai.
-Già.-.
Hinata
si guardò intorno, intimorita: chissà chi aveva
il suo corpo!
Ed
ecco spuntare una seconda Hinata.
-Hinata!-
Disse Hinata 2: -Hai un corpo davvero carino, sai?- si
sollevò il
seno, come per sottolineare l'ovvio: -Ma sembra inadatto per lanciare
kunai...-.
Hinata
sospirò di sollievo: si fidava di Tenten. Si fidavano
entrambe.
Gli
shinobi della Sabbia e della Nuvola si avvicinavano titubanti ai loro
nuovi alleati: della Foglia si fidavano (abbastanza), dell'Aka mica
tanto!
I
loro pensieri, tuttavia, furono interrotti da un: -Signore, signori e
Akamaru!-.
Tutti
si voltarono. Deva era salito su un tavolino, affianco a lui Asura e
Naraka (a destra) e Tyrag-yoni e Preta (a sinistra) facevano le
veline.
-Solo
per questa sera...- Proseguì Pain: -ecco a voi lo
spettacolare,
incredibile...- si girò: -Manusya-Pain!-.
Da
dietro di lui arrivò il Regno Umano, che tenendo alzate le
braccia e
le mani congiunte, correva in tondo come avesse fatto un goal.
-Ti
prego no.- Borbottò Sasori.
-Uuuu
che bello!- Fecero eco gli altri Pain.
-Immagino
che ora ci dirai cosa sta per fare...- Sbottò Sasori.
-Ora
vi spiegherò cosa sta per fare!- Urlò Pain: -Ma
prima mi servono
dei volontari! Uhm, vediamo... tu, tu, tu e tu.- indicò
Shino/Sai,
Akamaru/Kiba, Lee/Naruto e Tenten/Hinata.
-Siamo
nei guai...- Shino si fece avanti, seguito dagli altri tre.
-Manusya,
ora, vi rimetterà nei vostri corpi con stile-.
In un
lampo, Manusya-Pain si avventò su Aka, strappandogli
l'anima, che
lanciò contro il corpo del cane.
-Accidenti!-
Sakura schivò lo spirito per un pelo: -Stai più
attento!-.
Kiba
cadde a terra con un TONF.
-La
mia faccia!- Fece Kiba.
Manusya
continuò. Prima che potessero reagire, con un
triplo-salto-mortale-all'indietro il Pain atterrò dietro a
Tenten e
Rock Lee, li afferrò per la testa e rispedì a
casa le due anime.
-Aiuto!-
Sakura riuscì a evitare Rock Lee, ma fu colpita in pieno da
Tenten.
Sakura iniziò a boccheggiare.
Per
nulla colpito, Manusya si gettò su Shino (con una piroetta).
-Non
un'altra volta...- Disse Shino.
Manusya
strappò via Shino da Sai e lo scagliò nel suo
corpo. Stavolta
Sakura non ebbe bisogno di scansarsi, già si contraeva a
terra.
Con
una capriola, il Pain le fu subito addosso, le afferrò il
volto e
con una schiacciata rimise Tenten nel suo corpo.
Si
rialzò e, aprendo le braccia, si mise in posa da adulazione.
Contemporaneamente i Pain fecero: -Ta-daam!-.
-Clap,
clap, clap.- Borbottò Kakashi.
-Bis,
bis!- Gridarono gli altri Pain.
-Ti
prego no!- Fecero tutti.
Non
ci fu verso: Deva usò i suoi poteri gravitazionali per
attirare a sé
Naruto, Hinata, Sai e Kiba. Simultaneamente spinse in aria i loro
veri corpi.
Manusya
apparve di fronte ai quattro. Come fa uno scorticatore seriale armato
di coltelli, con le mani prese uno per uno i petti dei ragazzi e
lanciò in aria le anime.
Manusya
riaprì le braccia. Un secondo dopo i quattro shinobi
crollarono a
terra.
-Ahi!-
Esclamarono.
-Non
serve ringraziarci!- Rispose Deva.
I
chunin si rialzarono. Si guardarono le mani, le braccia, il corpo.
-UN
CORNO! CI HAI INCASINATI ANCORA DI PIÙ!- Sbraitarono.
-Uffa,
che palle!- Fece Deva: -Manusya, accontenta gli accontentabili!-.
Detto
fatto: ancora più rapidamente di prima, Manusya, con un paio
di
strappa e rimetti, risistemò i quattro.
-Ohi,
ohi.- I ragazzi si riguardarono: -Corpo dolce corpo! Mi sei
mancato!-.
Kankuro
si gettò su Karasu: -Marionetta dolce marionetta! Mi sei
mancata!-
la rimise a posto nella pergamena.
-Uhm,
ragazzi, non per fare il guastafeste,- Prese la parola Itachi: -ma
che ne facciamo di loro tre?-.
Chojuro,
Kurotsuchi e Samui erano svenuti sul pavimento.
-Non
penso che staranno dalla nostra parte.- Constatò l'Uchiha:
-Sicuramente non quella della Roccia.-.
-Immagino...-
Pain si bloccò: -Non sentite?-.
Tutti
si misero ad ascoltare.
-Non
sento niente.- Concluse Sasuke.
-Appunto!-
Esclamò Deva: -Non stanno combattendo di là?-.
BOOOOOM
La
parete di fianco alla porta esplose.
-Avete
presente le brutte sensazioni?- Disse Deidara.
Dal
polverone emersero quattro figure.
Una
era di un uomo alto, grosso, tatuato, dalla carnagione scura e dai
capelli gialli.
Un'altra
era di un ninja più basso, dai capelli e barba grigi e con
la divisa
della Roccia.
Una
terza apparteneva a uno shinobi alto, con una benda sull'occhio e i
capelli all'insù.
Il
quarto era Baki.
-Ci
mancava pure questa...- I ragazzi dell'Alba, del Taka e della Foglia,
mentre i vari eserciti entravano, si misero in posizione di
combattimento.
Tutti
meno Deidara. La ragazza si frappose tra le due squadre.
-Fermi
fermi fermi! Voi- Indicò gli avversari: -e noi-
indicò l'Aka e co:
-stiamo per scannarci solo perché loro- indicò
Darui, Kitsuchi, Ao
e Baki: -vogliono prendere lui?- e indicò Naruto: -Non mi
pare una
genialata!-.
Shee
abbassò il kunai: -In effetti...-.
-CARICA!-
La nuova alleanza Sabbia-Roccia-Nuvola-Nebbia si gettò
all'attacco,
urlando.
-Fatevi
sotto!- Risposero gli altri.
Grave
errore.
Le
onde sonore fecero tremolare ciò che rimaneva del soffitto.
Iniziò
a precipitare.
Ma i
ninja erano troppo impegnati a gridare e l'unico che se ne accorse fu
Naruto.
-Attenzione!-
Attingendo al chakra della Volpe, il ragazzo si allungò
verso l'alto
e con le mani ingigantite fermò il crollo.
-Fuori...
di... qui...- Disse a denti stretti.
I
ninja si fermarono. Arretrarono impauriti.
Sasori
si avvicinò a Pain: -Mmm, perché ho la strana
sensazione che
costruire la casa con il piombo anti-jinchuriki non sia stata una
buona idea?-.
-Perché
non lo è stata.-.
-Tsch!
Muovetevi! Ahi!- Naruto iniziò ad abbassarsi sotto il peso
del
soffitto.
-Fuori
di qui!- Pain corse verso il salone, seguito dall'Akatsuki.
-Merda!-
Darui si voltò: -Via, VIA! Uscite!-.
Tutti
scapparono via mentre Naruto si abbassava sempre di più.
Prima
di uscire, Sakura e Hinata, in lacrime, si voltarono verso il
compagno: -Naruto!-.
A
fianco a loro, anche Deidara si girò: -Sasori! Muoviti!-.
Sasori
non scappava, camminava: -Questo corpo è
difettoso!-.
-Ma
perché devo fare tutto io?- Deidara sputò dalla
mano un serpente di
argilla, che si arrotolò attorno a Sasori.
Lo
tirò a se.
-Uff!-
Sospirò il marionettista: -Mi hai salvato! Grazie!-.
-Per
forza!- Deidei sogghignò: -Se morissi, non potrei
rinfacciarti che
non sei eterno! Uhm.-.
Sasori
socchiuse gli occhi: -Tu sei strana.-.
-Andiamocene!-
I due scapparono via. Rimanevano solo Naruto, Sakura e Hinata.
-Andatevene!-
Le supplicò l'Uzumaki: -Non ce la faccio più!-.
Le
due ragazze si guardarono, decise: -Noi non ce ne andiamo.-.
Naruto
manipolò il chakra e creò dal torace due mani che
si allungarono
verso le ragazze. A metà strada, però, si
ritrassero.
-Urgh!-
Fece Naruto: -Non ce la faccio, dattebayo!-.
Poi
vide qualcuno dietro di loro: -Sasuke-kun!-.
Le
due si girarono: Sasuke era appena apparso.
-Sakura,
Hinata,- Disse: -scusatemi.-.
Detto
ciò, prese le due per i fianchi.
-Fermo,
Sasuke!- Urlò Sakura.
Il
ragazzo attivò i razzi ai piedi e le portò via
con se.
Le
depositò a terra nel centro del salotto.
Naruto
sorrise: “Salve!”.
Sakura
e Hinata si rialzarono, correndo verso il compagno: -Naru...-.
Il
soffitto crollò.
Investite
dalla polvere, le due ragazze tossirono: -Cof! Cof! NARUTO!-.
Uno
dopo l'altro, gli shinobi si avvicinarono, increduli. Loro lo
volevano ammazzare, e lui li aveva salvati!
Hinata
e Sakura si inginocchiarono, piangenti: -Naruto... Naruto!-.
I
ninja abbassarono il capo.
Deva
si avvicinò alla cucina: -Mmm... quante storie!-
alzò il braccio.
Dalle
macerie, uscì qualcosa ad alta
velocità, che si depositò ai
piedi di Pain.
Sakura
si rialzò, asciugandosi le lacrime: -Naruto?-.
Il
ragazzo era conciato davvero male: interamente ricoperto di sangue,
sembrava non respirare.
-Shannaro!-
Imprecò Sakura. La ragazza gli si avvicinò,
iniziando a curarlo.
Dalla
prima fila della folla, Ino corse verso i compagni. Anche lei
cominciò a guarirlo.
Uno
alla volta, i ninja medici dei vari villaggi si avvicinarono ai tre.
Tirarono fuori bende, medicinali ecc. e, coordinati da Sakura, lo
risanarono.
Baki
era furioso: perché diamine lo stavano aiutando? Tanto,
Naruto non
gli serviva vivo. Ma pensò bene, come
gli altri tre
caposquadra, di non reagire.
Dopo
poco, i medici si allontanarono. Rimasero solo Sakura e Naruto.
Sakura
si risollevò, cupa.
Hinata
corse da lei, preoccupata: -Sakura-chan...-.
Sakura
le sorrise.
Hinata
sospirò di sollievo: -Grazie, Sakura-chan!-.
Ao si
fece avanti: -Ok, bene, e ora... consegnateci il ragazzo!-.
-No!-
Darui lo superò: -Datelo a me!-.
Anche
Kitsuchi, però, voleva dire la sua: -A me!-.
E poi
fu il turno di Baki: -Dacci il ragazzo.-.
Sakura
strinse i pugni, con fare minaccioso: -No.-.
-In
tal caso...- I quattro sollevarono il braccio: -Alla carica!-.
Nessuno
reagì.
“Bakayaro!”
Pensò Bee.
I
leader si voltarono: -Ebbene?-.
Kurotsuchi
sbucò dalla folla. Scosse la testa: -Non stavolta.-.
-In
ogni caso non servirebbe a nulla.- Shee alzò le spalle:
-Abbiamo
convenuto di cancellare tutto.-.
-Avete...?-.
Naruto
si rialzò. La sua pelle era linda.
-Che
avete da guardare, dattebayo?- Chiese.
-Maledizione!-
Esclamarono i quattro.
Poi
sogghignarono: -Chi fa da se...- e si gettarono all'attacco.
Pochi
minuti dopo, in
giardino...
-Ecco
a voi il primo lancio di un razzo multi-etnico!- Disse Pain al
microfono.
-Non
è divertente.- Fece Baki.
Lui e
gli altri tre erano stati legati a un missile, che gli altri erano
sul punto di lanciare.
Kakuzu
si avvicinò alla corda collegata al razzo.
-Ragazzi!-
Disse Kitsuchi: -Andiamo! Liberatemi!-.
Nessuno
lo liberò.
Pain
urlò: -Meno 5, 4, 3, 2, 1... Kakuzu!-.
Kakuzu
accese una fiammella.
-No,
non lo...!-.
WOSH
Il
razzo partì.
-AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!-Urlarono
i quattro, sparendo nel cielo.
Dopo
qualche minuto di urla, il razzo si piegò
all'ingiù.
-Oh,
mamma.-.
Iniziarono
a precipitare.
-AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!-.
Si
schiantarono.
BOOOOOOM
-Cof,
cof!- I quattro si rialzarono.
-Ma
dove... oh-oh!-.
Si
trovavano di fronte un grosso uomo pesce blu molto arrabbiato.
-Voi...-
Iniziò Jinbe: -Siete atterrati sul mio amico Aladdin!-.
I
ninja guardarono a terra. Un tritone giaceva svenuto sotto di loro.
-Ehm...
ehm...- Fecero per scappare, ma Jinbe fu più lesto.
Con
dei Pugni Spacca Tegole, spedì i quattro lontano.
-AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!-.
BOOOOOM
Baki
riaprì gli occhi. Era nell'ufficio del Kazekage.
-Allora-
Gaara si alzò: -Come è andata?-.
Nel
giardino
dell'Alba...
Pain
si pulì le mani, trionfante: -E ora che si fa?-.
Nascosta
tra la folla, Matsuri sgattaiolò nel covo.
Arrivò
davanti alla cucina e si mise a scavare tra le macerie.
-Ugh!-
Fece: -Dovrà esserci rimasto qualcosa da mangiare!-.
-Vuoi
del cibo?- Fece una voce alle sue spalle.
Matsuri
si voltò: -Ma tu sei...-.
|
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Capitolo 39 *** IL PRANZO ***
IL
PRANZO
Nel
giardino...
-Bene!-
Pain batté le mani: -Qualcuno vuole pregare Dio? Allah? Me?-.
Nessuna
risposta.
-Grazie.-
Sbottò Deva: -In questo caso, buon pranzo!-.
Tutti
si misero a mangiare.
-Devo
ammettere...- Disse Hidan a Zetsu tra uno spaghetto e l'altro:
-...che il capo ha avuto una buona idea nel fare un pranzo di
gruppo!-.
I due
Zetsu si bevvero la scodella d'acqua davanti a lui: -E abbiamo una
fame!-.
Tre
tavoli, messi a ferro di cavallo, erano stati allestiti con vivande,
bibite, posate, bacchette, bicchieri e tovagliolini di carta. [W la
carta! Nd. Konan]
Matsuri
si stava scolando un piatto di bomboloni, quando incontrò lo
sguardo
di Sakura.
“Vai.”
Le diceva.
Matsuri
annuì: dopo averla curata e averle dato una merendina nel
momento
del bisogno, era il minimo che potesse fare!
Così
la ragazzina si alzò dal tavolo e si avvicinò
alla ragazza che
Sakura aveva descritto come Ino, dai capelli biondi che le coprivano
metà volto, dal vestito viola e dalle tette sporgenti.
Ino
stava tranquillamente sbranan... no, cioè, gustando una
deliziosissima bistecca di Re del Mare, quando si sentì
tirare il
vestito.
-Uh?-
La ragazza si voltò, trovandosi di fronte a una giovane
ninja della
Sabbia.
La
ragazzina le sorrise.
Ino
mandò giù un boccone: -Glom. Ehi! Ma tu sei...-
si mangiò una coda
di serpente: -...Mmm... è ona... Glom, dicevo, tu sei quella
che era
saltata in aria!-.
Matsuri
annuì.
-Glom.
Edo che ai eglio!- Continuò Ino.
Matsuri
si inchinò: -Volevo ringraziarti per avermi salvata.-.
-Glom.
Dovere!- Rispose noncurante la kunoichi, facendo per tornare al
piatto.
-Aspetta!-
Matsuri la bloccò: -Volevo farti un regalo!-.
Ino
si voltò di nuovo: -Oh, non serve...-.
Matsuri
scappò dentro il covo.
-Ehi!
Non dovresti entrare lì dentro...- Si guardò
intorno, indecisa sul
da farsi. Nessuno sembrava essersi accorto della fuga di Matsuri.
-Accidenti!-
Sbottò Ino: -Aspettami!- e inseguì la ragazzina.
Nell'altro
tavolo...
-Uhm,
dove staranno andando, Sasori-sama?- Chiese Deidei al marionettista,
seduto affianco a lui.
-Non
saprei...- Borbottò l'altro: -Comunque, senti, non ti ho
ancora...-.
-Cosa?-
Domandò lei.
-...non
ti ho ancora ringraziato abbastanza per avermi salvato.- Concluse
Sasori.
-Te
l'ho già detto!- Replicò Deidei: -L'ho fatto con
poco dispiacere!-.
-L'altro
giorno ti ho salvato io, quindi siamo pari. Comunque,-
Continuò
Sasori: -ho deciso di abbandonare i miei progetti assassini nei tuoi
riguardi.-.
Deidara,
che stava mangiando un burrito messicano, si bloccò: -Ali
roetti
aaini?-.
-...Non
importa.-.
Nel
terzo tavolo...
-Sssssei sssssssssicuro?- Domandò Orociok.
Itachi teneva il preservativo con delle pinze: -Sì.-.
-Guarda che potresti essere stato tu a usarlo!- Protestò
Kabuto.
-Certe cose è meglio non saperle...- Replicò
Itachi: -Ma se voi lo
volete tenere...-.
Kabu e Oro scossero energicamente la testa: -Neanche noi lo
vogliamo!-.
-In tal caso...- Ita attivò lo Sharingan Ipnotico: -Fiamma
Nera!-.
Il preservativo prese fuoco, sotto gli occhi attenti dei tre.
Quando le braci si estinsero, Itachi rimise a posto le pinze.
-Signori,- Disse: -noi non ci siamo mai incontrati.-.
-Certo!- I due ninja del Suono tornarono ai propri posti.
Itachi sospirò: -Già me ne sto pentendo...-.
Nel
primo tavolo...
Kakashi ingoiò il boccone: -Mmm, One Piece ti adoro!-.
Qualcuno gli si avvicinò alle spalle, dicendo: -Kakashi.-.
-Anko!- Esclamò sorpreso il jonin, voltandosi: -Cosa
stai...-.
Poi vide i suoi occhi: -Pain.-.
Anko sorrise: -Devo complimentarmi con me, Kakashi.-.
-Ah sì?- Con la coda dell'occhio, Kakashi
individuò Deva al piano
centrale: teneva gli occhi chiusi.
-Sì.- Continuò Anko: -Hai saputo fare buon viso a
cattivo gioco. Ma
ora puoi...- gli indicò l'occhio con lo Sharingan.
Kakashi si sistemò il coprifronte, nascondendolo. Si
girò verso il
piatto, con fare disinteressato.
-Tanto ora non ti serve più.- Constatò Anko: -Il
divertimento è
già finito.-.
-Quando te ne sei accorto?-.
-Lo sospettavo dall'inizio; poi Sai si è scontrato con
Deidara e
Sasori: eppure lui non è un'attaccabrighe. Inoltre, prima
hai
colpito Ino con lo Sharingan: certo, dovevi che non fosse sotto un
genjutsu, ma...- qui, con fare sessuale, si avvicinò
all'orecchio
del Copiatore: -...ma tu in fondo in fondo lo speravi.-.
-Lo speravo?-.
-Lo speravi. Come speravi che i ninja degli altri villaggi ci
attaccassero.-.
-Non è certo da me.-.
-No, non è da te.- Anko si rialzò, girandogli
intorno: -Non è da
te non cercare di evitare uno scontro che coinvolga i tuoi. Ma, io
penso, uno scontro tra i Cinque Villaggi e l'Aka comporta uno scontro
tra ninja di alto livello. E cosa distingue uno scontro tra ninja di
alto livello dagli altri scontri?-.
-Pendo dalle tue labbra.-.
-Tecniche. Técniche, tecniché,
tecnìche. Mmm, che bella parola,
tecniche. Soprattutto per quei ninja che possono copiare qualsiasi
tecnica soltanto guardandola. Non sono molti, in realtà solo
quattro. Ma, ehi! Uno sei tu!-.
-Tu guarda le coincidenze...- Kakashi guardò di nuovo Anko:
-Che
vuoi fare con lei?-.
Anko si sistemò la giacchetta: -Non ho alcun progetto.- si
avvicinò
al ninja con fare misterioso, nascondendo la bocca con la mano: -A
dire la verità,- sussurrò: -credo che lei non mi
sopporti.-.
-E quindi?-.
Anko si risollevò: -E quindi la lascerò andare.
Per sempre.-.
Kakashi sbuffò: -E dovrei crederti?-.
-A
differenza vostra- Rispose Pain: -noi nukenin rispettiamo la parola
data.-.
-Immagino che...-.
-Dovrai accontentarti. Oh, beh,- Anko si avvicinò di nuovo
al ninja:
-ci vediamo, Kakashi.- e lo baciò alla guancia.
Pain sciolse il jutsu. Tornò a mangiare.
Gli occhi di Anko tornarono normali.
-Ma che cazz...- Scattò in piedi:- Chi, cosa, dove...?-.
Poi capì: -PAIN!-.
Nel
primo tavolo...
Sai stava mangiando comodamente una polpetta di riso: a differenza
dei suoi compagni, aveva ricevuto un'educazione molto severa riguardo
a come comportarsi a tavola.
Così, mentre gli altri si comportavano da cannibali drogati
in
astinenza, lui era seduto a schiena eretta, faceva bocconi piccoli,
masticava a bocca chiusa, beveva a sorsetti.
D'improvviso, si sentì tirare il piede.
Sai deglutì: “Mi sarò
sbagliato” pensò. Riprese a mangiare.
E poi lo sentì di nuovo. Posò la forchetta,
sollevò la tovaglia e
abbassò la testa, per sbirciare; invece ricevette un bacio.
Per la sorpresa, il ninja rialzò la testa di scatto,
sbattendo con
un PUM contro il tavolo, sollevandolo un poco.
-Ahi!- Fece massaggiandosi la nuca.
Kurotsuchi gli si avvicinò di più, preoccupata:
-Oh, scusa, ti ho
fatto male?-.
-No!- Rispose con voce un po' alterata dal dolore: -Ma
perché mi
hai...-.
-Beh...- Kuro lo afferrò, portandolo sotto al tavolo.
Impreparato, Sai iniziò a rotolare, portando l'altra con se.
Dopo un paio di giri, Sai si ritrovò disteso sopra
Kurotsuchi, che
gli sorrideva.
-...tu mi hai usata...- Continuò la giovane.
Sai si spostò, ma lei lo afferrò per il braccio:
-...e ora, mi pare
giusto che io...-.
Lo strattonò. Sai si ritrovò di nuovo faccia a
faccia con la
kunoichi.
-...che io usi un po' te...- Lo baciò di nuovo.
Sai la allontanò con le braccia: -Non... non mi pare una
grande
idea...-.
Accovacciandosi a mo' di gatto, Kuro lo squadro con aria maliziosa.
Sogghignò.
-...già tra i nostri due villaggi i rapporti sono tesi... e
poi non
ti volevo usare! È stato... è stato un caso!-
Sai, per la prima
volta nella sua vita, si ritrovò in un tremendo imbarazzo, e
non
aveva la minima idea di cosa fare!
-Caso... fortuna... destino...- Kurotsuchi iniziò a
gattonare verso
Sai: -Chi lo sa? Ma tu...-.
Sai indietreggiò, ritrovandosi con la schiena appoggiata
alle gambe
della sedia. Che fare? Se fosse scappato, l'avrebbero visto, e
sarebbe successo un guaio; se fosse rimasto lì... in ogni
caso erano
cazzi.
-...ma tu...- Kuro era spaventosamente vicina, a distanza di un
balzo.
“Devo scappare!” Decise Sai, voltandosi.
-...MI PIACI!- La ragazza gli fu addosso.
Vicino alla sedia di Sai, a Tenten cadde un euro.
-Accidenti!- Tenten si piegò, facendo per riprendere la
moneta.
Vide, poco distante dalla monetina, una mano guantata che sporgeva da
sotto il tavolo.
-Ma che...?- Fece per avvicinarsi, ma la mano cominciò a
contorcersi: afferrò un po' d'erba, la strappo, si
riaprì, di girò,
si rigirò, si sbatté a terra.
Tenten prese la moneta e se la ficcò in tasca. Si
rialzò e tornò a
mangiare.
Nel
secondo tavolo...
Suigetsu guardò storto il bicchiere davanti a lui: -Non mi
pare una
grande idea...-.
Sasuke si bevve un bicchiere di vino: -Neanche a me.-.
-Avanti, Suigetsu,- Disse Karin: -devo conoscere tutto del mio
uomo!-.
-Ma io non son il tuo uomo!- Replicò Sui: -Non ti
è bastato lo
stupro di prima?!-.
-Ma mi hai lasciato incinta!- Urlò Karin, ora infuriata:
-Perciò
BEVI!-.
Afferrò il bicchiere di coca cola e lo fece mangiare al
compagno.
Non bere, mangiare.
-Aghah!- Sui si mise le mani al collo, rotolando per terra.
Iniziò a tremare.
Karin si avvicinò, impaurita: -Tutto bene?-.
I capelli di Suigetsu si tinsero di marrone, con i bordi marroncini
chiaro. Anche i suoi occhi assunsero quel colore, e la sua pelle si
abbronzò.
Sasuke appoggiò il bicchiere: -L'avevo detto.-.
Nel
corridoio del piano terra...
-Ragazzina! Ragazzina! Dove sei?- Ino sospirò: -Merda! Devo
sempre
fare tutto io?-.
Dalle scale spuntò Matsuri: -Di qua!- e scappò
via.
-Aspettami!- Ino le corse dietro.
Arrivata a ciò che rimaneva del primo piano, Ino si
piegò avanti,
stanca morta: -Uff! Uff! Dove... sei... finita? Oh, cazzo!-.
Sakura era sdraiata a terra, ricoperta di sangue.
-Sakura!- Ino fece per correrle incontro, ma Sakura la fermò.
-No... Cof! Ferma... oramai è finita per me... Cof, cof!-.
-Ma...-.
-Esaudisci il mio ultimo desiderio...- Continuò la ragazza.
Ino deglutì: -Certo.-.
-Io... Cof, cof! Vorrei parlare... con... la vera Ino.-.
L'altra spalancò gli occhi: -Ma io...-.
-Ti prego!- La supplicò lei: -Ti prego! Lo so che sei sotto
un
jutsu... almeno per un istante...-.
-Io...-.
-UN ISTANTE!- Urlò impaziente Sakura.
Ino la raggiunse in un attimo e, dandole un pugno in testa, disse:
-Baka! Te l'ho già detto! NON SONO SOTTO L'EFFETTO DI
UN'ILLUSIONE!-.
Sakura si rialzò, massaggiandosi il capo: -Ahi! Ahi! Ahi!
Inizio a
capire cosa prova Naruto...-.
Ino le mollò un secondo pugno: -Baka!- e poi un altro, e un
altro, e
un altro e un altro e un altro e un altro e un altro...
-BAKA! BAKA! BAKA! BAKA!...-.
-Va bene, va bene! Inizio a convincermi che forse sei la solita Ino!-
Dichiarò Sakura.
-Alla buon'ora!-.
Sakura alzò la testa, dolorante: -Ma il maestro Kakashi ha
detto il
contrario!-.
Ino si stupì: -Come?-.
-Questo posso spiegarvelo io...- Disse una voce dalle scale.
Le due kunoichi si voltarono verso la rampa.
Matsuri, che si era nascosta lì, corse per il corridoio,
superò le
due e si buttò di sotto con un:
-AAAAAAAIUUUUUUUTOOOOOOO!!!!!-.
Dalle scale salì Itachi.
Dopo qualche secondo, le ragazze si ripresero dallo shock e si misero
sulla difensiva.
Itachi alzò le mani: -Calme, calme, io neanche sono qui...-.
Non sembravano convinte.
Come prova, Itachi scompose il braccio in un paio di corvi, che
volarono via.
-Comunque non ci fidiamo.- Disse Sakura.
-Tu sei Sakura.- Itachi la guardò. Previdente, lei
abbassò lo
sguardo.
-Quella per cui mio fratello ha un debole.- Continuò lui.
Sakura arrossì. Ino divenne furiosa: -COME SAREBBE A
DIRE!!!!! E
IO!!!!-.
Itachi sembrò accorgersi solo ora dell'altra: -Oh, tu sei
quella che
trova seccante.-.
Ino abbassò la testa, mentre un alone viola la sovrastava:
-Mi...
trova... seccante...-.
Sakura rialzò il capo: -Non è importante adesso.-.
Anche Ino lo risollevò: -No?-.
Sakura sostenne lo sguardo penetrante di Itachi. Ci provò
anche Ino,
ma distolse subito gli occhi.
-Itachi, spiegati.- Sakura parlò con fermezza: -Ora.-.
“Che bel caratterino...” Pensò Ita:
-Sì, ho lanciato un
genjutsu.-.
Ino era ancora più sconvolta: -...come?-.
-E sì,- Continuò il nukenin: -è
tutt'ora attivo.-.
-COME?- Ino si grattò la testa, come a cercare di levarsi il
jutsu a
suon di unghiate.
-Ma?- Domandò Sakura.
-Ma in realtà lei- Itachi
indicò Ino: -te l'ha già detto.-.
-Ah sì?- Ino ci capiva sempre di meno.
Sakura invece comprese. Si ricordò di quando Ino le aveva
detto: “è
strano... io
non riesco proprio a ricordare...
ricordo l'occhio di Itachi che mi fissava, e poi che
mi sono svegliata penzolando dal soffitto... strano, vero?”.
-Vuoi
dire che....-.
-Ino
è finita nel mio Tsukuyomi.- Spiegò Itachi: -Mi
sono fatto prendere la mano, e ho esagerato. Non mi piace, sai?
Mandare le persone in quel mondo, intendo. A volte però mi
serve.
Altre volte lo faccio per sbaglio. Altre volte ancora... Insomma, il
punto è che, non potendo tornare indietro nel tempo, ho
deciso di
bloccare i suoi ricordi relativi allo Tsukuyomi
con
un altro jutsu.-.
-Ah
sì?- Ino smise di grattarsi.
-Ma
se il problema è quello...- Itachi compose un sigillo:
-Ka...-.
-FERMO!-
Urlarono contemporaneamente Sakura e Ino.
Itachi
sorrise e si trasformò in uno stormo di corvi, che
superarono le due
e sparirono in cielo.
Con
ancora le braccia protese, le due ragazze si guardarono.
-Baka!-
Ino colpì Sakura con un altro pugno.
Pochi
minuti dopo, in giardino...
Sakura,
Ino e Matsuri, che le due ragazze avevano ritrovato tra le macerie,
uscirono dal covo e raggiunsero i compagni.
-Ma
che...!- Le tre spalancarono la bocca incredule: i tavoli erano stati
rovesciati ed i convitati
erano
tutti svenuti a terra.
Le
kunoichi si fecero strada tra il disordine, cercando qualcuno ancora
in piedi.
All'improvviso
Ino si fermò: -Avete sentito?-.
Sakura
e Matsuri si guardarono intorno: -Cosa?-.
-Un
urlo lontano. Che però si avvicina.-.
Le
tre non capivano.
-Ehi!-
Disse poi Sakura: -Lo sento anch'io!-.
-Oh,
cazzo! Guardate la!- Matsuri indicò un punto nel cielo.
Le
altre due seguirono il dito.
-Cosa...
Cos'è?- Chiese Ino.
-Qualunque
cosa sia- Constatò Sakura, iniziando a correre: -sta
precipitando!-.
Le
due la seguirono; la cosa urlante stava per sfracellarsi in mezzo al
bosco.
A
un certo punto, la loro visuale fu offuscata dagli alberi.
-Accidenti!-
Esclamò Sakura: -Seguitemi!- e accelerò il passo.
Le
ragazze, tra rami bassi e buche, le stavano dietro a malapena:
-Aspetta, Sakura!-.
Ma
Sakura continuava a correre.
-AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!-.
Il
grido era molto forte; Sakura si poteva basare solo su quello.
L'urlo
si interruppe.
-Co...-.
TONF
Sakura
sgranò gli occhi: dov'era caduto? Dove?
-Ehi!-
Sakura iniziò a gridare: -Chiunque tu sia, dove sei?-.
Si
girò: -Oh, no! Matsuri! Ino! Dove siete?-.
Era
rimasta da sola. All'improvviso, il cielo si rabbuiò; il
bosco
sembrava incupirsi sempre di più.
-Glom!
Do-dove siete?- Balbettò Sakura.
Ad
un tratto, sentì un fruscio tra i cespugli.
La
ragazza si voltò di scatto. Si sentiva osservata. Qualcosa
la stava
osservando.
-Va
bene!- Sakura si sistemò i guanti: -Non mi spaventi!-.
Si
gettò verso i cespugli, caricando un pugno: -AAAAAAAAAAAA!-.
Dagli
arbusti spuntò qualcun altro, armato di kunai:
-AAAAAAAAAAAAAAA!-.
Sakura
sgranò gli occhi: -Naruto?-.
Anche
Naruto sgranò gli occhi: -Sakura-chan!-.
Bloccarono
i colpi a un palmo dalla faccia dell'altro.
Abbassarono
le mani, si squadrarono un po', stupiti, poi Naruto si
accasciò a
terra.
Solo
allora Sakura si accorse delle sue ferite, sparse in tutto il corpo:
tagli profondi, muscoli slogati, ossa smussate.
-Naruto-kun!-
Sakura si inginocchiò, prendendogli un braccio per
esaminarlo: -Eri
tu quello che precipitava?-.
-Oh,
cavoli!- Naruto sorrise: -Allora mi hai sentito urlare come una
donnetta! Eheheh! Cof!- sputò un po' di sangue.
“Queste
ferite...” Pensò Sakura.
Sakura
si voltò, prendendo Naruto per le gambe.
-Sakura-chan!
Non è necessario! Posso...-.
-Zitto!-
Sakura se lo caricò sulla schiena e si rialzò.
-Stai
zitto.- Ripeté dolcemente.
Iniziò
a camminare.
-Sakura...-.
-Non
parlare!-.
-Non
morirò per questo.-.
Sakura
si fermò.
-Mi
basta solo un po' di riposo. Sai, la Volpe...-.
-Già.
La Volpe...-.
Calò
il silenzio.
-Naruto!-
Riprese la ragazza: -Devi smetterla di fare così!-.
-Di
fare cosa, dattebayo?-.
-Tu
non sei immortale, Naruto. Una caduta del genere... potevi non
sopravvivere, Volpe o no.-.
-Ma
non sono stato io a cominciare! È stato...-.
-AAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!-.
Qualcuno
gridò poco distante da loro.
Naruto
scese dalla schiena di Sakura: -Andiamo!- corse verso l'urlo.
-Aspetta!-
Sakura gli corse dietro.
Naruto,
per essere appena caduto da un'altezza di almeno trenta piani, era
molto veloce.
Più
volte Sakura lo perse di vista. Lo ritrovava sempre dopo alcuni
secondi, seminascosto da un albero o da un masso.
Alla
fine Naruto si fermò.
Sakura
lo raggiunse e riprese fiato: -Uff! Naruto! Cosa...-.
Si
trovavano davanti a una piccola radura di erba verde; svenute,
c'erano...
-Ino!
Matsuri!- Sakura corse dalle compagne.
Prese
Ino tra le gambe. Le tastò il polso: -È viva!-.
Controllò
anche Matsuri: -Ma chi è stato?-.
Naruto
fissò alcuni punti dell'erba: -Lo stesso che ha steso gli
altri.-.
Sakura
tornò dal ragazzo: -Cosa stai guardando?-.
-Lì.-
Il ragazzò puntò una zolla: -Lì. E
lìttebayo.-.
Sakura
guardò l'erba: -È bagnata.-.
Leccò
l'erba: -No. È...-.
-Coca
Cola.- Concluse Naruto.
-Non
capisco.-.
-Mentre
pranzavamo (io stavo gustando un ottimo ramen) Suigetsu,
all'improvviso, ha iniziato a colpire chiunque gli capitasse a tiro.
Era velocissimo; sembrava aver bevuto troppo caffè.-.
-È
stato lui che...-.
-Già.
Alla fine mi ha sferrato un montante che mi ha fatto decollare.-.
-E
ora- Sakura si guardò attorno, in apprensione: -un pazzo
esaltato
gira per la foresta, dentro cui noi ci siamo persi!-.
-Forse
riesco a localizzarlo!- Naruto prese fuoco e sul suo corpo comparvero
strani simboli neri.
Chiuse
gli occhi. Dopo poco li riaprì.
-È
tropo rapido.-.
Sakura
abbassò le spalle sconsolata.
-Ma
avverto la presenza degli altri; sono ancora svenuti. Eccetto
qualcuno, ma non capisco chi...-.
-Poco
importa, possono darci una mano!- Replicò Sakura.
-Giusto.-
Naruto creò un paio di copie, che afferrarono le due ragazze
svenute.
-Seguimi!-
Naruto e le copie corsero via.
-Quanta
energia!- Borbottò Sakura.
Corsero
per un paio di minuti, poi si bloccarono, davanti a un secondo
spiazzo.
-Oh,
cazzo.-.
-Non
ci posso credere.-.
Vicino
ai loro piedi erano sparsi vestiti della Roccia e da Anbu.
Al
centro, Sai e Kurotsuchi, avvinghiati, stavano facendo ogni zozzeria
possibile e emettevano suoni gutturali molto particolari: -Uhm...
oh... sì, sì, SÌ SÌ
SÌ SÌ SÌ, AH!-.
Ad
un certo punto, i due si alzarono di scatto, dando la schiena (e
anche altro) a Sakura e Naruto. Kurotsuchi afferrò Sai e lo
sbatté
contro un tronco, iniziando a leccarlo e a baciarlo.
Estasiato,
Sai cantò, con voce alterata: -Can you blow my whistle baby,
whistle baby...-.
Kurotsuchi
si abbassò.
Sai
alzò la testa: -HERE WE GO!-.
Poi
notò gli altri due.
-Ehm,
Kuro-kun!- Borbottò.
-Cosa
c'è?- Chiese l'altra, scocciata: -Vuoi già fare a
cambio?-.
-No,
no, direi di no.-.
-E
allora cosa...-.
Sai
prese Kurotsuchi per le spalle e la girò: -Oh.-.
Naruto
fischiò: -Però!-.
Sakura
si coprì gli occhi: -Ugh!-.
Kurotsuchi
si staccò da Sai e cercò i suoi vestiti, imitato
dal ragazzo.
-Naruto-kun...
Sakura-chan... Non è come sembra...-.
-Chiaramente
no. No, dai seriamente, Sai, hai buon gusto, dattebayo!-.
-Shannaro!-
Sakura mollò un pugno in testa a Naruto.
Sai
e Kurotsuchi si rivestirono rapidamente.
-È...-
Kuro indicò Sai: -È colpa sua!-.
Sai
la fissò, esterrefatto: -COME?-.
-Lui!
Lui mi ha preso da sotto il tavolo, mi ha aggredita e portata qui!-.
Sai
era paonazzo: -NO! NO! NON... NON È VERO!-.
Sakura
si massaggiò le tempie, esasperata: -Ah, non importa adesso!
Non so
se ve ne siete accorti, ma Sui è impazzito e noi quattro
(più le
due copie) siamo le uniche persone che possiamo fermarlo!-.
-Perché?-.
-PERCHÉ
LI HA STESI TUTTI!-.
-Ah,
capisco.- Sai iniziò a riflettere: -Come ci muoviamo?
Naruto,
tu...-.
Naruto
scrollò le spalle: -Ora si trova dall'altra parte del bosco.
Tra
qualche secondo, chi può dirlo!-.
-Suggerisco
di dividerci.- Propose Sakura.
-No!-
Rispose Kuro: -Perché tutti quanti si vogliono dividere? Non
finisce mai bene quando ci si divide! Rimaniamo uniti, cazzo!-.
-Giuuuuustooooo...
In tal caso...- Naruto afferrò Sakura e scappò
via: -Io prendo
lei!-.
Kurotsuchi
abbassò le spalle, sconsolata: -Ma perché?-.
-Coraggio-
Le disse Sai: -le probabilità che ci trovi sono...-.
Sai
fu interrotto da un rumore tra i cespugli.
-Uh?-.
La
ninja della Roccia si rilassò: -Siete tornati, allora!-.
Davanti
a lei, cadde un albero, tagliato a metà.
-O.o
mi sa che non sono... AAAAAAAAAAAA!-.
Poco
lontano...
Naruto,
Sakura e le copie saltavano tra i rami. A un certo punto si
fermarono.
-È
troppo veloce!- Annunciò Naruto.
-Dove
si trova ora?- Domandò Sakura.
-Acc...
ha appena attaccato gli altri, dattebayo!- Rispose Naruto: -E ora si
sta allontanando!-.
-Merda!-
Esclamò Sakura: -Quanto mi piacerebbe potergli...
potergli... Uhm!-
e
sferrò un pugno all'aria.
Mezzo
secondo dopo, Suigetsu se lo ritrovò in faccia.
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Capitolo 40 *** SALUTI ***
SALUTI
Nel
giardino...
-Uhm!
Ohi! Ahi!- Deidara si rialzò, stordita: -Non un'altra
volta!-.
Abbassò
lo sguardo sul seno: -Accidenti! È ancora qui!-.
Uno a
uno, anche gli altri si risvegliarono.
-Santo
Me!- Esclamò Pain: -Sasuke! Dovresti tenere a bada i tuoi
uomini!-.
Anche
Sasuke si risollevò: -È stata...-.
Karin,
intontita, lo fissò: “Ecco. Ora darà la
colpa a me. Me lo
merito.”.
-...è
stata colpa mia. Non accadrà più.- Concluse
Sasuke.
Karin
scattò in piedi, abbracciandolo: -Sasuke-kun! Ti amo tanto,
lo
sai?-.
Sasuke
sbuffò.
-Lo
spero bene!- Fece Pain. Si girò: -Toh, parli del diavolo...-.
Dal
bosco spuntarono Sakura, Naruto e tre copie; ognuno teneva in braccio
una persona priva di sensi.
Le
depositarono a terra.
In
realtà, uno di loro era ben sveglio.
-LASCIATEMIANDAREDEVOMUOVERMINONPOSSOSTAREFERMO!-
Suigetsu tentò di liberarsi dalla presa di Naruto.
Le
copie svanirono.
-Kuro-kun!-
Akatsuchi guardò la compagna: -Che ti è capitato?
Non è nemmeno
vestita del tutto!-.
Il
ragazzo guardò storto Suigetsu.
-IONONCENTRONIENTE!-
Disse Sui.
Naruto
e Sakura si guardarono. Con un segno d'intesa, decisero di non dire
nulla.
Suigetsu
approfittò della distrazione di Naruto e si
liberò.
-EVVAI!-
Fece per andarsene, ma si ritrovò faccia a faccia con
Kakashi.
-Genjutsu!-.
Suigetsu
cadde all'indietro, continuando a tremare.
Sasuke
si avvicinò: -Dobbiamo espellere tutta la Coca dal suo
corpo.-.
-Non
nel mio giardino!- Urlò Kakuzu: -Sapete
quanto costa ripulire
l'erba?-.
“Ma
scusa,” Pensarono tutti: “non basta
tagliarla?”.
-In
tal caso- Disse Sasuke: -dobbiamo tornare alla base.-.
-Yo!-
Fu il turno di Bee: -Ve lo dirò! Sarebbe ora del nostro
ritor-no!-.
I
ninja dei vari villaggi annuirono.
-Parliamone
dentro.- Concluse Pain.
Dentro...
-Ne
parliamo.- Riprese Deva.
I
ninja della Roccia, della Sabbia, della Nuvola e della Nebbia
alzarono le mani: -Noi ce ne andiamo!-.
-Meglio!
Sciò!- Pain fece cenno loro di andarsene.
Gli
Shinobi andarono alla porta.
-Ye-ah!
Ci si rivedrà!- Li salutò Bee.
-Ciao,
vecchio polpò!- Rispose Naruto.
Bee
Uscì.
-Mi
dovete una videocamera!- Karui uscì.
-Forse
adesso andremo alla festa tradizionale...- Omoi uscì.
-È
stata un'esperienza divertente. E io di esperienze divertenti me ne
intendo: ad esempio l'altro giorno...- E Atsui fu trascinato fuori.
Anche
Samui stava per andarsene, quando, dietro di lei, sentì un
TUNF.
Si
girò.
Hinata
era ai suoi piedi: -Ti prego di perdonarmi se ho usato il tuo corpo,
Samui-san!-.
Samui
la squadrò con uno sguardo gelido.
Hinata
non si mosse.
-Fa
niente.- Disse infine Samui. Uscì.
-E
ora chi lo sente il Raikage?- Shee uscì.
Chojuro
guardò la sua spada: -Meno male che non si è
rotta!- e uscì.
Kurotsuchi
stava per andarsene, ma si girò.
-Ciao,
Sai-kun! Vienimi a trovare!- E gli mandò un bacino. Sai
arrossì.
Kuro uscì.
-Aspettami,
Kurotsuchi!- Akatsuchi la inseguì.
-Mi
ha fatto piacere rivedervi, Maestro Kakashi!- Maki uscì.
-Sakura,
Ino, grazie ancora di avermi salvata.- Matsuri uscì.
-Porterò
i tuoi saluti a Gaara, Naruto!- Kankuro se ne andò.
-Sai
capo,- Sasori si avvicinò a Pain: -con tutto questo
trambusto ci
siamo dimenticati di Tobi!-.
-Che
grave dimenticanza...- Commentò Deidara.
-Già!-
Fece Pain: -Doveva darci un indizio in discoteca o qualcosa di
simile...-.
Temari
si avvicinò alla porta: -Ciao, Shikamaru-kun. Mi spiace non
aver
avuto tanto spazio per noi... magari la prossima volta potremmo...-.
Shikamaru
era rosso peperone; i compagni lo guardarono divertiti.
-Ehm...
ehm...- Balbettò il ragazzo.
-Ahahah!-
Divertita, Temari scoppiò a ridere. Stava per varcare la
porta
quando andò a sbattere contro qualcosa.
Cadde
seduta all'indietro: -Ohi! Ohi! Ma che...- le parole le morirono in
gola.
Davanti
a lei c'era un uomo alto, dai capelli neri tirati a mo' di Hidan; una
cicatrice gli attraversava il volto sopra il naso; fumava un grosso
sigaro e portava un piccolo orecchino all'orecchio destro; indossava
un foulard azzurro, una giacca arancione a righe nere e un giubbotto
verde scuro sbottonato che indossava come fosse un mantello; i
pantaloni erano neri, come le scarpe; al posto della mano sinistra
aveva un grosso uncino dorato.
Quando
Temari l'aveva urtato, aveva sentito una forte sensazione di
aridità;
le ricordava un po' casa, ma era molto più forte.
L'uomo
la fissò: -Scusami.- borbottò a denti stretti,
anche se dal tono
non sembrava importagliene.
-Pirata
“Sir” Crocodile.- Disse Pain: -Ex membro della
Flotta dei Sette,
sul cui capo pende una taglia di 81.000.000 di Berry. Cosa ci fai
qui?-.
-Devo
consegnare un messaggio- Rispose il pirata: -che mi ha dato un vostro
“amico”.-.
-Il
tipo in questione assomiglia a un lollipop gigante e ha la stessa
intelligenza di un babbuino ubriaco?- Domandò Deidara.
-Sì.-.
-Mai
sentito.-.
-Qual
è il messaggio?- Chiese Pain.
Crocodile
allungò il braccio destro. La
sua mano si trasformò in sabbia e espulse un biglietto che
atterrò
sulla mano di Pain.
-Non sono riuscito a darvelo in discoteca per l'intervento degli
sbirri.- Aggiunse Crocodile.
Pain
squadrò il messaggio: -Non ti facevo un fattorino,
Crocodile.-.
-Infatti,- Rispose Crocodile: -ma testa-di-lecca-lecca mi ha promesso
che mi avreste portato da una certa persona...-.
-Chi?-.
-Mmm... penso che lo conosciate come Gaara Del Deserto.-.
Temari scattò in piedi: -Cosa vorresti da mio fratello,
sporco
pirata?!-.
Crocodile la guardò di nuovo: -Tuo fratello? Ucciderlo. Ci
può
essere un solo Signore della Sabbia, e non è lui.-.
-Non
ci pensare minimamente!- Temari le puntò contro un dito, con
fare
minaccioso, e iniziò una serie di insulti, discorsi sulla
superiorità di Gaara ecc, che però Crocodile non
ascoltò.
Tantomeno Deva. Il nukenin guardò Itachi. Lui
annuì. Scomparve.
Riapparve davanti a Temari: -Mangekio Sharingan!-.
Temari smise di parlare.
-Grazie al cielo...- Disse il pirata.
-Obbedirai a quello che ti dirò.- Le ordinò Ita.
Con lo sguardo assente, Temari ripeté: -Obbedirò
a quello che mi
dirai.-.
-Porterai Crocodile da tuo fratello.-.
-Porterò Crocodile da mio fratello.-.
-Senza fare storie.-.
-Senza fare storie.-.
Deidara si avvicinò alla ragazza: -E poi ti darai un pugno
in
faccia.-.
-E poi mi darò un pugno in faccia.-.
Anche
Naruto si unì alla festa: -E poi tornerai qui e confesserai
a Shika
il tuo amore, dattebayo.-.
-E
poi tornerò qui e confesserò a Shika il mio
amore, dattebayo.-.
Shikamaru sgranò gli occhi: -Co-cosa?!-.
-Co-cosa.-.
-State zitti, cretini!- Li rimproverò Itachi.
-State zitti, cretini.-.
-Temari!- Fece la voce di Kankuro dal giardino: -Ti muovi?-.
-Temari. Ti muovi.-.
-Meglio se andate adesso.- Sentenziò Pain.
-Meglio se andiamo adesso.-.
-È
stato un piacere.- Crocodile si
tramutò in sabbia e si
infilò nei vestiti della kunoichi.
-Ma
che cazz...- Fecero
tutti.
-Ehi!- Esclamò Shikamaru. -Quella è la mia
donna!-.
Al
ché gli altri lo guardarono: -Ah sì, eh...?-.
-Ehm... ehm...- Balbettò Shika: -Cazzo, che palle!-.
Itachi fissò nuovamente Temari: -Dimentica!- urlò.
Temari scrollò il capo: -...E lui è... eh? Cosa?
Dove...- si guardò
intorno, confusa.
-Temari, dai!- Riprese Kankuro.
-Urgh,
sì, sì...- Disse la ragazza. Guardò
Shika:
-...ciao amore,
dattebayo.- si bloccò: -Cos'ho appena detto?- e se ne
andò.
Shika sospirò: -Accidenti!-.
-Dunque...- Pain guardò il foglietto: -qui dice che...-.
Suigetsu,
dentro
il sarcofago
di argilla di Deidara, sobbalzò.
-Non ci voleva.- Borbottò Kakashi: -Il jutsu è
finito.-.
-Ehi,
Suigetsu!- Karin gli andò incontro: -Vedi di tornare
normale! Hai
delle responsabilità ora che mi hai lasciata incinta!-.
Sakura si mise le mani ai fianchi: -Ma tu non sei incinta.-.
Karin si mutò. Si girò verso l'altra: -Come?-.
-Sì,
è vero.- Continuò Ino.
Kabuto
annuì: -Confermo.-.
-Ma non scherzate!- Sbraitò Karin: -Certo che sì!
Insomma, vomito
di continuo!-.
-Sul serio?- Chiese Sakura: -Quand'è stata l'ultima volta?-.
-L'ultima
volta...- Karin ci ripensò su: -L'ultima... forse un paio di
giorni
fa. Oh. Ma allora perché...-.
-Vomitavi?- La anticipò Juugo: -Bah, anche quando ti sei
scolata
tutte quelle birre hai vomitato. Chissà cosa è
successo l'altra
sera poi...-.
-Ma... ma... il preservativo... non era usato!-.
-Non è che ogni nottata senza preservativi porti sempre a un
marmocchio!- Replicò Kabuto.
-Ma... quindi... non sono incinta?-.
-No.-.
CRACK
Dalla mummia di argilla spuntò il braccio di Suigetsu.
-Vuoi la spada?- Chiese Kisame.
Sui sollevò il pollice.
Kisame sfilò la Mannaia Decapitatrice dalla schiena e la
diede a
Suigetsu. Lui l'afferrò.
-Ehm...-
Karin iniziò a sudare: -Suigetsu, calmati... ok, per tre
giorni ti
ho chiesto di sfamarmi, coccolarmi, riscaldarmi...-.
Suigetsu distrusse l'involucro: -TIFACCIOAPEZZI!-.
-Bene, è una sofferenza avervi rivisto, ADDIO!- E Karin
scappò
verso l'orizzonte, inseguita da Suigetsu.
Dopo un po' di silenzio, Sasuke disse: -Almeno correre gli
farà
espellere la Coca. Comunque... Jugo, andiamocene. Non abbiamo
più
niente da fare qui. Eccetto uccidere Itachi, ma...-.
-Non mi odi abbastanza.-.
-Appunto.- E si voltò per andarsene.
Naruto si mise davanti al ragazzo: -Perché invece non torni
con noi,
Sasuke-kun?-.
Sasuke lo guardò. Spostò lo sguardo su Sakura e
sui suoi vecchi
ex-compagni. Tutti lo fissavano angosciosamente.
-Sasuke-kun...- Sakura si avvicinò al ragazzo.
-No.- Rispose Sasuke: -Via!-.
Lui e Juugo attivarono i retropropulsori e, sfondando una parete,
volarono via.
Sakura e Ino abbassarono il capo, deluse: -Se n'è andato...-.
-Ma col cavolo che gli lascio le armature!- Deva sfilò dalla
manica
un telecomando con al centro un pulsante rosso con scritto:
“Non
premere!”.
Lui lo premette.
Un esplosione, in cielo, squarciò l'aria. Due figure,
uscendo dalla
nube di cenere, partirono come razzi.
Si sentì un: -ITACHI FIGLIO DI PUTTANA...!- e con un DING e
una
stellina le due figure sparirono nel cielo.
Itachi gli urlò contro: -Era anche tua madre!-.
-...dettagli...!-.
Orociok schioccò la lingua: -Benissssssimo, anch'io e Kabuto
ce la
sssssssquagliamo!-.
-Non credo proprio!- Naruto allungò le braccia e
intrappolò in due
mani giganti i due nukenin: -Così impari a rubarci Sasuke!-.
-Kabuto!- Esclamò Orochimaru.
-Sì, maestro!-.
I due aprirono la bocca e si vomitarono.
-Asssssssta la visssssssta!- I due del Suono strisciarono fuori dalla
porta.
Corsero per una decina di minuti, poi Kabuto disse al maestro:
-Orochimaru-senpai! Siamo rimasti a mani vuote... Niente Kyubi, il
carro armato è distrutto...-.
Orociok si fermò: -Forsssse quessssto è vero,
sssssiamo senza Kyubi
e carro armato, ma abbiamo un'altra cossssssa...-.
Vomitò una valigetta.
Kabuto la guardò, sbalordito: -Ma quella è...-.
Oro aprì la valigia: -Lo zucchero a velo di Rock Lee!-.
-Grande Sensei!- I due si diedero il cinque e tornarono a correre.
-Accidenti!- Naruto mollò le due pelli.
Prima che cadessero, però, furono prese da Kakuzu.
Se le mise in tasca: -Ci farò delle belle borsette da
contrabbando!-.
Deidara lo guardò: -Fai davvero...-.
-AKATSUKI! SAPPIAMO CHE SIETE QUI E CHE AVETE RAPITO I NOSTRI
SHINOBI! USCITE E PAGATE PER L'ATTACCO ALL'HOKAGE!- Tuonò
una voce
all'esterno.
-Nomino Deidara mio delegata!- Gridò Pain.
-Co...-.
Pain spinse fuori la ragazza con uno Shinra.
Rimasero in attesa.
Pochi secondi dopo, rientrò Deidara tutta trafelata: -Siamo
fottuti!
C'è metà Konoha qua fuori! Compresi quei due
pervertiti della
discoteca!-.
-TORNA QUA, BELLA PROSTITUTA!- Fece una voce al megafono: -EHEHEH!
...MA COSA... ASPETTA... ASPETTA... SHIZUNE-SAN...!-.
BENG
-DOLORE!-.
-Ah, meglio dare un'occhiata...- Pain uscì dalla stanza.
-Cazzo, c'è davvero tanta gente!- Deva si ritrovò
davanti a un vero
e proprio esercito.
Tra i ninja presenti c'erano Iruka, Aoba, Genma... e, ovviamente,
Kotetsu (con un bernoccolo in testa) e Izumo; a capitanarli c'era
Shizune.
Pain
fischiò: -Bene, immagino che non siate vicini in cerca di
zucchero.-.
Shizune
afferrò l'altoparlante e urlò: -ARRENDETEVI E
FORSE NON VI
UCCIDEREMO!-.
Pain
si sturò le orecchie: -Sì. Avevo capito. Per
quanto riguarda
l'attacco a Tsunade, tecnicamente solo due dei quattro erano dei
nostri... e i vostri compagni...-.
Arrivò
Kakashi: -State calmi.- disse: -Non siamo loro prigionieri. Sono
successe un po' di cose, e ci siamo alleati.-.
-ALLEATI?!-.
-Sono successe un po' di cose!- Ripeté Kakashi.
-NON PER QUESTO LI LASCEREMO ANDARE!-.
-E abbassa il megafono!- Protestò Kaka: -Ci sentiamo! E
comunque,
non vi conviene attaccare: siamo tutti esausti, e da soli non li
sconfiggerete mai.-.
-IO DICO IL CONTRARIO!-.
-E
io no!- Replicò Pain: -Ma non risolviamo niente
così!-.
-E ALLORA COMBATTETE!-.
-Oppure ce ne torniamo tutti a casa e non muore nessuno.- Propose
Kakashi.
-A me va bene.- Disse Izumo.
-Anche a me...- Gli fece eco Kotetsu, ancora dolorante.
-VOI NON FATE TESTO!-.
-Ma
noialtri sì.- Dalla porta uscirono i quattro team del
Villaggio
della Foglia.
Shizune
li squadrò: “Sembrano
convinti.”.
-VA BENE...-.
-Il megafono!-.
-Va
bene,- Riprese Shizune: -allora diremo all'Hokage che siamo riusciti
a recuperarvi senza vittime. Ma con voi...- indicò il dio:
-...non
ho ancora finito!-.
-E
lo stesso vale per me!- Sbraitò Anko: -La pagherai di avermi
ipnotizzata due volte!-.
-Sì, sì, come dite voi...- Commentò
Deva.
Anko tornò tra i suoi compagni.
-Bene! La giovinezza ha trionfato di nuovo!- Esultarono Gai e Rock
Lee.
-Mi
ci vuole una bella doccia...- Dichiarò Tenten.
-E un'ora di meditazione...- Continuò Neji.
Il team Gai seguì Anko.
-Arf!
È stato... divertente. Più o meno...-
Dichiarò Kiba.
-Bau!- Latrò Akamaru.
-I miei insetti sono stanchi.- Sussurrò Shino.
TUNF
-Grazie dell'ospitalità, Pain-san!- Disse Hinata.
-Sì, sì, come vuoi...-.
Il
Team 10 si
riunì ai ninja della Foglia.
-Mmm...
il pranzo era davvero buono... dovreste invitarci più
spesso.-
Commentò Choji.
-Se non fosse stato per l'attacco del caffeinomane... che seccatura!-
Ribatté Shika.
-Avanti, Shikamaru-kun! Con Temari... Eheheh!- Ridacchiò
Ino:
-comunque io che dovrei dire! Sono sotto l'effetto di un jutsu!-.
Anche il Team 8 se ne andò.
-Tornerò,
e gliela farò vedere a Zetsu!- Sbottò Yamato.
-Spero di non dover ritrovarmi più a collaborare con la
Roccia...-
Borbottò Sai.
-Yawn! Che stanchezza... devo pure andare a controllare come sta
Tsunade-sama!- Si disperò Sakura: -Vabbeh, a mai
più rivederci,
Pain.-.
Kakashi
si grattò dietro
l'orecchio:
-Una volta a casa, potrò finalmente finire: “S di
Sesso Sconcio,
un libro di Jiraiya”.-.
E il quarto Team raggiunse gli altri.
-Dattebayo!
Cugino Pain, se vuoi ti mando un po' di Ramen da Ichiraku
quando torno!- Propose Naruto.
-Uhm...
buono...- Pain iniziò a sbavare: -Cioè... non
chiamarmi “cugino”!
E sappi che ti uccideremo!-.
Naruto
sorrise: -Ciao, Painttebayo!-.
Con
un PUF, i ninja di Konoha svanirono.
-Che
tipo strano...- Pain rientrò.
I
suoi otto compagni stavano ronfando sul pavimento, esausti dopo la
nottata.
-Ehi!
E i miei corpi...- Anche loro dormivano.
-Mmm...-
Pain alzò il braccio e fece volare via i nukenin.
TONF
-Capo!-
Esclamò Hidan, rialzandosi:
-Anche i jashinisti devono interrompere i loro sacrifici se devono
dormire!-.
-Non
mi interessa!- Ribatté Pain: -Un ultimo sforzo, e poi
potremo
riposare! Dunque, vediamo cosa dice il biglietto...-.
-Aspetta
capo!- Disse Zetsu N... buono.
-SONO
STUFO DI ESSERE UGUALE A LUI!- Continuò l'altro.
-Perché
prima eri tutt'altra cosa...- Mormorò Kisame.
“Se
il caldo li fa tornare normali...” Pensò Itachi: -Tempesta
di Fuoco!- e lanciò delle
palle
infuocate
contro a Zetsu.
-AAAAAAIIIUUUUUUTOOOOOO!-
La pianta cominciò a correre come un pazzo per la stanza:
-FUOOOOOCOOOO!-.
-Itachi-san,-
Gli disse Deidara: -i vegetali bruciano facilmente!-.
-SPEGNETEMIIIIIIIIII!-
Gridò il nukenin dell'Erba.
-Tecnica
dell'Esplosione Acquatica!- Kisame sputò un vortice d'acqua
che
spense Zetsu.
-Ahi...
ahi... ahi...- Bofonchiò il fumante Zetsu, coperto di
bruciature.
Deidara
lo guardò: -Sembri uno spiedino.-.
La
parte... cattiva si staccò da quella buona,
divenne liquida e iniziò a ruotare. Poi riprese forma
mezza-umanoide.
-SÌ,
CAZZO! SONO DI NUOVO NERO!-.
L'altra
parte si staccò una crosta dalla pelle. Saltellò
felice: -Bianco!
Ahi! Sono bianco! Ahi!-.
-Gioiamo
tutti!- Gridò sarcastico Pain: -Ma ora, VEDIAMO CHE DICE
'STO
MINCHIA DI BIGLIETTO!-.
Detto
ciò, lesse: “Complimenti per avermi quasi trovato!
Mi trovo...”.
Pain
distrusse il biglietto: -Quello stronzo io lo uccido!-.
Angolo
dell'autore
E
rieccomi a rompere! No, state tranquilli, non vi trattengo per molto,
volevo solo dirvi... ebbene sì... domani la storia
finirà!
Usciranno gli ultimi due capitoli! Gioite, lo strazio è
quasi
finito!
Alla
prossima XP
|
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Capitolo 41 *** FATTI-NO-JUTSU ***
FATTI-NO-JUTSU
In
mezzo agli alberi
della foresta...
-Allora,
fammi capire...- Deidara sfiorava una di quelle famose crisi di nervi
femminili: -Mentre noi ci siamo fatti il culo per tre giorni, LUI SE
NE STAVA ALLE TERME NEL VILLAGGIO DEL SUONO?!?!-.
-Lo
so.- Pain si sforzava di mantenere il controllo.
-Abbiamo
fatto il giro del mondo, dei palazzi, dei cessi, ci siamo schiantati,
buttati, fatti lanciare, siamo morti, risorti, diventati zombie sotto
jutsu, abbiamo posseduto, siamo stati posseduti, e abbiamo subito
tante mazzate da sentire male anche alle unghie, E LUI...!-.
-LO
SO PORCA PUTTANA!- Sbraitò Pain.
-Io
sono diventato un filetto di merluzzo!-.
-Io
ho perso quattro corpi!-.
-Io
sono diventata un uomo!-.
-Io
una donna!-.
-IO
PURE!-.
-Io
sono andato a letto con Sasori e lui non mi vuole pagare!-.
-Io
sono diventato cieco!-.
-Io
sono diventato nero!-.
-E IO
BIANCO, PORCO CAZZO PEZZO DI...-.
-Ehi!
E io che dovrei dire?- Fece Pain: -I miei corpi sono stati in balia
dei quattro Kage più deficienti della storia! Ma ora
prendente la
vostra rabbia e scaricatela su Tobi non appena lo troveremo! E noi lo
troveremo, giusto?!-.
Fecero
tutti un salto più in alto: -Sì!-.
Si
schiantarono su un ramo e caddero pesantemente al suolo.
Pain
si batté la mano in fronte: -Ma perché a me!-.
Nelle
terme del
Suono...
-Kishishishishi!-
Seduto nella sauna, Moriah si accese un cubano: -Sei
proprio simpatico, Tobi!-.
Con
il volto nascosto dal vapore e dal fumo, Tobi espirò: -Fiuh!
Lo
so!-.
-Gyahahahahaha!-
Bagy gettò un sigaro, che cadde al centro della sala: -È
stata una bella festa l'altra sera, sai? Fortuna
che passavamo di lì per caso!-.
-Kishishishishi!-
Gekko Moria se
ne mise in bocca una altro: -Per caso un corno! L'ho
scelto come luogo per il tuo massacro!-.
Di
fianco a lui, Doppleman si sniffò un po' di Marijuana.
-Gyahahahahaha!-
Il Clown staccò la
mano dal corpo e fregò all'altro un sigaro: -Col
cavolo!
Tu
le
stavi subendo di brutto, mica
io!-
e agitava la mano di fronte alla faccia del pirata.
Di
fianco al membro della Flotta, Samehada sputò un sigaro, che
volò
fino a infilarsi tra gli occhi violacei dell'ombra.
-Così
si fa!- Si complimentò Bagy.
Moriah
approfittò della distrazione dell'altro e gli morse la mano.
-Ahi!-
Urlò Bagy.
Mentre
i due urlavano, Tobi si piegò all'indietro:
-Chissà cosa starà
facendo Deidara Senpai...-.
-Katsu!-.
BOOOOOOOOM
L'entrata
alla sauna esplose. Dalla polvere, i quattro presenti videro
quattordici sagome scure che li fissavano.
A
Moria affiorarono le vene sulla fronte: -Chi osa interromperci?!
DOPPLEMAN!-.
Doppleman
si gettò sulle sagome; una di esse alzò un
braccio, e l'ombra fu
crivellata da paletti.
Doppleman
cadde a terra, sopra il cubano di Bagy.
-Bastardi!-
Il pirata sguainò la forbice, dividendola in due lame, che
iniziò a
far ruotare.
Bagy,
lentamente, si alzò: “E q-questi chi sono??? Come
hanno fatto a
stendere quell'essere in così poco tempo??? A me ha
picchiato per
trenta minuti!”.
-Rhar!-
Moria, con dei BO-BOM, BO-BOM, corse contro la sagoma dal braccio
alzato; contemporaneamente, Bagy scappò dall'altra parte:
-Via di
qui!-.
La
sagoma alzò anche l'altro braccio. Un istante prima che
Moriah lo
colpisse con le forbici, lui e Bagy furono spinti in avanti.
“Ma
cosa...?!” Bagy non ebbe il tempo di finire il pensiero che, come
Moria, sfondò
la
parete,
volando via.
-ACCIDENTI!!!!-
E
sparirono lontano.
Le
sagome si fecero avanti. Uscirono dalla nube e, calpestando
Doppleman, che aveva preso fuoco, si avvicinarono con fare minaccioso
a Tobi.
Tobi
risollevò lo sguardo. Radiante, gridò:
-DEIDARA-SENPAI!!!-.
Fece
per saltarle addosso, ma Deva lo spinse indietro con i suoi poteri.
-Ugh!-
Esclamò il creti... Tobi.
I
volti di tutti erano neri (quello di ZN lo
era di più) per la rabbia.
Kisame
corse dalla sua spada: -Samehada!-.
La
spada ebbe un'overdose
e svenne.
-Samehada!-
Si disperò Kisame.
Tobi
prese in mano il sigaro che aveva in bocca. Espirò il fumo e
disse:
-Ragazzi, sono proprio fatto!-.
-E
tra poco sarai fatto... a pezzi!- Deidara masticò un po' di
argilla.
-Fiuh!-
Fece di nuovo Tobi. Porse ai compagni una scatola di sigari: -Volete
favorire?-.
Itachi
bruciò con l'Amateratsu la scatola.
-Amico!-
Sbottò Tobi: -Sai quanto mi sono costati?- li
buttò via, poi
prese dal
sedile a fianco a lui una foglia di Coca, masticandola: -Immagino...
gnam... che non
vorrete nemmeno quella!-.
-Hai
la vaga idea nei guai in cui ti sei cacciato?!- Urlò Pain.
Tobi
piegò nuovamente la testa: -Mmm... io starei più
attento ai vostri
guai...-.
Pain
lo guardò storto: -Cosa...-.
Dietro
di lui, Konan cadde in avanti, svenuta.
-
Kishishishishi!-
Moriah si mangiò l'ombra della ragazza: -Adoro le ombre dei
ninja!-.
Il
pirata si gonfiò: già aveva mangiato le ombre di
Sasori e Zetsu.
Pain
si girò, furibondo. Squadrò il ridente Gekko
Moriah.
-Cosa...
hai... fatto... alla mia Konan!- Alzò un braccio, ma Kakuzu
si pose
davanti a lui.
-Tu...-
Sussurrò Kakuzu, anche lui furioso: -Mi
ricordo di te...-.
-Kishishishishi!-.
-L'altra
sera...- A Kakuzu riaffiorarono alcuni ricordi: -...ti sei presentato
a casa nostra con quell'altro...-.
-
Kishishishishi!-.
-...ti
sei fatto... e abbiamo firmato un contratto! Mi devi dei cadaveri di
ricambio!- Dalla schiena di Kaku fuoriuscirono i mostri-cuore.
-
Kishishishishi!
È
vero! Ma poi mi sono ripreso e l'ho bruciato!- Replicò
Moriah: -E
ora, dammi la tua ombra!-.
L'ex
membro dei Sette si piegò in avanti, verso l'ombra di
Kakuzu, a
forbici sguainate.
I
mostri si avventarono sul collo di Moria, mordendolo.
-Ahi!-
Gridò lui.
Kakuzu
gli sferrò un calcio in faccia.
I
cuori mollarono la presa e il collo del ninja si piegò
violentemente
all'indietro, tanto da fargli sfiorare le scapole con la punta di
capelli.
Moria
barcollò indietro.
Kakuzu
si abbassò; dietro a lui, Pain usò lo Shinra
Tensei sulla pancia
dell'avversario.
-Bluagh!-
Moriah vomitò le ombre, che tornarono dai legittimi
proprietari.
Sasori,
Zetsu e Konan si risvegliarono.
Moriah
cadde di schiena (e di faccia).
Deva
si avvicinò lentamente. Davanti al pirata, si
fermò. Alzò un
piede.
-Levati
di mezzo!-.
Il
calcio fece rotolare via Gekko Moria, che uscì dalle terme e
si
fermò ai confini del Villaggio.
-E
ora a noi!- Pain si girò verso Tobi, ma lui era scomparso:
-Maledizione!-.
Alle
sue spalle, ci fu un turbine d'aria e riapparve Tobi: -Stai
tranquillo, capo!-.
Deva
ruotò di scatto, tentando di spazzare il compagno con un
braccio, ma
il colpo gli passò attraverso.
Tobi
prese
la maschera da una tasca, e
la indossò:
-Ho
come l'impressione che tu non sia calmo, capo...-.
-COME
POTREI STARE CALMO?!?!- Sbraitò
il dio: -DOPO TUTTO QUELLO CHE HAI FATTO PER IL TUO STUPIDO
COMPLEANNO!?!?-.
-Il
mio compleanno?!- Chiese stupito Tobi: -Il mio compleanno... no!
È
tra due mesi! Aspe... non era per l'anniversario del
primo incontro Deidara-senpai?!?!-.
-SEI
MORTO, UHM!- Urlò Deidara, arrossendo: -TI
FACCIO ESPLODERE, STRONZO! E
FAMMI
TORNARE UOMO!-.
-Oh,
beh, se è solo questo...- Tobi schioccò le dita.
Deidara
fu attraversata da una scossa di dolore in tutto il corpo.
-AHAHAHA!-
Si
accasciò a terra: -CHE
MALE!-.
Poi,
all'improvviso, il dolore svanì.
Rimase
solo una sensazione di post-sbornia.
Lentamente,
si rialzò. Si guardò il petto, infilò
le mani tra le mutande.
-SÌ,
CAZZO!- Esultò, iniziando
a saltellare allegro, con tanto di capriole in aria: -SONO DI NUOVO
UN UOMO!- poi guardò Tobi, tornando
adirato:
-MA
LO STESSO NON VALE PER TE TRA
POCO,
TOBI!-.
Tobi
tornò a sedersi: -Vi vedo troppo agitati...-.
Pain
rise: -Tu credi che siamo agitati? ORA VEDRAI COME SIAMO
INCAZZATI!!!!-.
Tobi
sembrò pensarci su: -Mmm... no, preferisco vedervi fatti...-.
-CO...-.
-Toro
cane scimmia cavallo cavallo tigre toro:
Fatti-No-Jutsu!-.
Una
nuvola bianca invase la sauna.
Qualche
minuto dopo...
Seduto
di fianco a Kisame, Deidara ridacchiò.
Gli
fece il solletico al naso: -Pidipidipidi!-.
Kisame,
con una parrucca rasta, disse: -Ma, quello che hai detto prima,
insomma,
è una cosa molto profonda, mi capisci?-.
-Pidipidipidi!-.
-Sì,
è una cosa molto profonda, mi capisci? Insomma, capiscimi!-.
-Grow
(=Hai capito?)!- Fece Pelle di Squalo nella schiena dello spadaccino.
Nella
panchina di fronte, i sei Pain si stavano fumando una canna.
-Fiuh!-
Fece Deva.
-Fiuh!-
Fecero gli altri cinque.
Seduto
sull'angolo, Sasori si sniffò un
po' di eroina: -Sniff! Sniff! Ah!
Capo, non so se te ne sei accorto, ma Konan si sta trombando Hidan.-.
Infatti,
dove prima c'era il Doppleman, ora i due nukenin ci stavano dando
dentro.
-Uhm,
uhm, oh! Sì, cazzo, lì!!!!-.
-Fiuh!-
Pain buttò
via
il cubano: -Stai zitto!- prese
Sasori per il collo e lo baciò. Dopo
pochi secondi, erano affianco a Konan e Hidan.
Nella
panchina in mezzo, Zetsu si stava riempiendo le braccia di siringhe,
con un: -Ah...- ogni volta che premeva lo stantuffo.
-MMM...
AH... TOBI È PROPRIO UN BRAVO RAGAH... RAGAZZO!- Disse il
Nero.
-Ah...
dovremmo
fare certe feste più ah... più spesso...- Rispose
Bianco.
Dall'altra
parte della panchina, Itachi stava tracannando un fiasco di vodka:
-Gla gla, gla gla. Ah!- Si
rialzò e, ubriaco, iniziò
a cantare: -Tutti pronti per un altro party, a mezzanotte siamo tutti
fatti...-
e ricadde sulla sedia.
Al
centro della panchina, Tobi e Kakuzu stavano
discutendo/drogando/fumando.
-Questa
sensazione...- Kakuzu guardò Tobi: -Eheheh! L'hai
già fatta...
eheheh! Vero che l'hai fatto l'altra sera? Vero?-.
-Ah...
sì... poi tu hai detto: “Sono pronto ad andare a
letto con
qualcuno!” e Sasori ha detto: “Anche con
me?” e poi tu hai
detto: “Certo!” e siete andati a letto!-.
-Eheheh!
Allora non mi deve niente... ma non vuol dire che lui debba saperlo!
Eheheh!-.
Sasori
si rialzò: -Ti ho sentito!- ma fu ripreso da Deva che lo
trascinò
giù.
-Fiuh...-
Tobi scattò in piedi: -Porco cazzo! I cretini del Suono! Si
saranno
ripresi dal Jutsu!-.
E,
come d'incanto, ecco apparire uno squadrone di shinobi: -Akatsuchi!
Andatevene dal nostro Villaggio!-.
Deidara
scoppiò a ridere: -Ahahahahah!
Siamo fottuti! Non possiamo sconfiggere nemmeno loro in questo stato!
Ahahahahah! Tobi! Sei uno stronzo! Ahahah!-.
-È
l'ultimo avvertimento!- Li ammonì il caposquadra:
-Andatevene ora!-.
Konan
si rialzò, scocciata: -Uffa! E io che mi stavo scaldando!-.
Sotto
(esattamente sotto) di lei, Hidan esclamò: -Il divino Jashin
oggi mi
ha benedetto!-.
Pain
si rialzò, barcollando: -E state scialli!-.
-In
tal caso, ALL'ASSALTO!- I ninja del Suono si gettarono sull'Aka.
-Che
palle!- Sbottò Tobi: -Kamui!-.
Sopra
ai ninja comparvero sette pianoforti.
Il
capo sollevò lo sguardo: -Oh...-.
I
pianoforti caddero sugli shinobi.
-Ah,
beh, penso che sia ora di andare...- Tobi si diresse all'uscita,
scavalcando i cadaveri.
-Noooooooooooo!-
Protestarono tutti gli altri.
Tobi
si voltò: -E a casa, FESTA ESTREMA!- urlò
saltando in aria.
-Sììììììììììììììììììììììììììì!-
Esultanti, i nukenin saltarono anch'essi.
Rimasero
sospesi in aria per qualche minuto, poi, usando il Kamui, Tobi
trasportò tutti a casa.
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Capitolo 42 *** Epilogo ***
EPILOGO
Boschi di Konoha...
Il
cerbiatto mangiò un
filo d'erba, tranquillo.
All'improvviso
sollevò
la testa, guardandosi intorno: gli era sembrato di sentore un rumore
in lontananza.
Non
successe nulla.
Tornò
a mangiare.
Prese
in bocca un altro
filo.
TUUUUUUUUUUUUUM
Un
suono fortissimo
riecheggiò nell'aria.
Per
la sorpresa al
cerbiatto il boccone andò di traverso.
Iniziò
a tossire e a
dimenarsi.
Dopo
poco, stramazzò a
terra, morto.
Rifugio
semidistrutto
dell'Aka...
La
causa di quel rumore erano il maxi impianto stereo che Sasori stava
collegando.
Kisame
si sturò le orecchie: -Ahi! Sasori! Stai più
attento con quel
coso!-.
Sasori
si girò, col viso frastornato: -COSA?-.
-HO
DETTO...- Kisame sbuffò: -...NON IMPORTA!-.
All'interno,
gli altri erano impegnati a pulire il salone e spostare le macerie
dalla cucina.
Deidara
buttò a terra la scopa: -Sono stufo! Non dovevamo fare una
festa?!-.
Pain
lo fulminò con lo sguardo: -NO CHE NON DOBBIAMO!-.
-In
realtà...- Tobi prese dalla tunica un registratore. L'accese.
La
voce registrata del dio disse: -Un'altra festa!!!!! Evviva!!!!-.
Pain
trapassò il registratore con un ricettore: -Ero fatto!-.
-Sì,
per fare una festa!- Replicò Deidei: -Dopo tutti i casini di
questi
giorni ci vuole! Ma tu sei così noioso...-.
Gli
altri membri dell'Aka annuirono e lasciarono le loro scope.
-Tra
l'altro...- Continuò il nukenin della Roccia: -...Sasori e
Kisame
stanno già attivando le casse!-.
Pain
divenne rosso e iniziò a fumare dalle orecchie: -Ho detto
no!-.
Gli
altri gli si avvicinarono minacciosi, ingigantendosi: -Ah
sì????-.
Pain
divenne piccolo piccolo: -Ehm... cioè...-.
Tornarono
a dimensioni normali.
-Uffa!-
Borbottò Pain: -Va bene! Ma se poi venite drogati un'altra
volta non
venite a piangere da me!-.
-Evvai!-
Gioirono gli altri.
Un'ora
dopo...
TUM
TUM TUM TUTUTUM TUM TUTUTUTUTUM
Nel
salotto Kisame si dimenava come se stesse glorificando il dio Bacco.
[Ehi! Chi è questo Bacco? IO SONO L'UNICO DIO!! Nd. Pain]
[Semmai
glorifichiamo il grande Jashin! Nd. Hidan] [Vuoi sfidarmi?!?!? Nd.
Pain] [Anche ora, dio da strapazzo!!! Nd. Hidan]
E che
noiosi che siete! In breve, Kisa stava cercando di ballare seguendo
il ritmo, ma i risultati non erano dei migliori...
L'uomo-pesce,
sculettando qua e là, disse a Itachi: -Ita-kun! Vieni qui
anche
tu!-.
Itachi,
seduto a bordo pista, scosse la testa: -Il ballo non fa per me...-.
[E neanche per te... Nd. Itachi]
Ma
non ci furono ragioni, e Kisame, afferrato il compagno per il
braccio, lo trascinò al centro del salone e
iniziò a ballare il
tango con lui.
-Kisame!
Smettila!- Protestò Itachi: -E poi non nemmeno un tango!-.
Kisame
fischiò. Samehada si avvicinò alla postazione
deejay. Spense la
musica, vomitò un vecchio giradischi, con il muso
sistemò il
punteruolo e lo fece partire. Nell'aria si diffuse musica da tango.
-Adesso
sì!- Disse Kisame, e riprese a ballare(?).
Nel
terrazzo del primo piano, Konan ammirava la luna in cielo.
-Sembra
carta...- Disse.
Qualcuno
la prese per le spalle.
Konan
sussultò e si girò.
-Oh,
sei solo tu, Pain.- Si rilassò la donna.
-Solo
io?- Ripeté Pain: -Un dio sexy e potente come il
sottoscritto non ti
basta?-.
Konan
scoppiò a ridere: -Ahahah! Pain...-.
Deva
la lasciò andare. Si fece triste: -Dev'essere stata dura...-.
Konan
lo guardò, perplessa: -Che cosa?-.
-Diventare
Hidan, intendo.- Spiegò Pain: -Mi dispiace, Konan.
È colpa mia. Se
fossi rimasto sobrio...-.
Konan
lo zittì mettendogli un dito alla bocca: -Shhh! Non importa!
E poi,
non è stato così male...-.
Pain
sgranò gli occhi: -Stai scherzando?-.
Konan
sorrise, divertita: -Certo che scherzo! Mi è mancato poter
far di
nuovo questo...- lo prese per le guance e lo baciò.
Pain
ridacchiò: -Ho avuto un'idea...-.
Prese
Konan in braccio.
Konan
lo guardò stupita: -Che stai...?-.
Lui
le fece l'occhiolino: -Perché non andiamo in camera nostra
(miracolosamente intatta) e così mi dici tutto quello che ti
è
mancato?-.
Konan
lo baciò di nuovo: -Mi sembra un'ottima idea... Ma prima...-
scese
da Pain: -...sarà meglio che tu renda la stanza
accogliente...-.
Pain
rise: -Oh-oh! Ho capito... aspettami qui!- e corse via, diretto in
camera sua.
Konan
lo guardò entrare in casa e tornò a fissare la
luna.
Poco
dopo, la voce di Pain la richiamò: -Konan! Puoi venire!-.
-Arrivo!-
Urlò lei.
Abbassò
lo sguardo. Con la carta, modellò una falce a tre punte.
Sorrise.
-Dai!
Non riesco ad aspettare ancora!- Gridò Pain.
La
falce si scompose in tanti fogliettini che entrarono nella manica
della donna.
-Sto
arrivando!!- E raggiunse Pain.
Nell'armeria...
-Puh!-
Hidan sputò sulla falce. Prese un pezzetto di stoffa e
iniziò a
strofinarlo sulle tre lame.
-Mmm...
il sangue incrostato non viene proprio via...- Borbottò
Hidan.
-Ehi,
jashinista!- Disse Deidara nel corridoio: -Muoviti! Dobbiamo fare uno
scherzo a Zetsu!-.
-E
aspetta!- Sbraitò Hidan: -Devo pulire la mia falce!-.
-Ma
se non la pulisci mai!-.
-Cazzi
miei!-.
-E
muovi il culo!!!!-.
-Uffa!-
Hidan fece per depositare la falce, ma il suo occhio cadde su un
pezzo di carta vicino a lui.
-Uhm...-
Hidan allungò il braccio verso il foglietto. Strinse il
pugno.
Il
foglietto si alzò da terra.
-Cazzo,
muoviti!- Urlava Deidara.
Hidan
ghignò. Muovendo le dita, trasformò il pezzetto
di carta in un
aeroplanino. Con un brusco movimento del braccio, lo fece volare
oltre la porta dell'armeria.
Pochi
secondi dopo, Deidara gridò: -Ahia! L'occhio! Chi
è stato?!?!?-.
-Eheh!-
Soddisfatto, Hidan sputò di nuovo sulla falce e
ricominciò a
strofinare.
Nel
giardino...
Zetsu
passeggiava tranquillo, diretto nella serra: era riuscito a
rimorchiare una rosa che gli aveva dato appuntamento lì,
come diceva
lui, o che stava organizzando il suo omicidio, come sosteneva Hidan.
Quando
era quasi arrivato, dal cielo piombò qualcosa, che si
schiantò
davanti a lui.
Zetsu,
per la sorpresa, indietreggiò.
-Sasori!-
Esclamò quando si rese conto dell'identità
dell'oggetto: -Che
stai...?-.
Sasori
rotolò sul fianco. Mezzo secondo dopo, Kakuzu
atterrò proprio dove
si era schiantato il compagno.
-Urr!-
Esclamò: -Dannato Sasori! Voglio i miei soldi!!!-.
Sasori
gli diede un calcio lì.
-Ah!!-
Kakuzu si piegò in avanti, reggendoseli: -Bastardo!-.
Sasori
gli puntò contro il dito: -Io non ti devo niente!-.
-Umm...-Zetsu
si accovacciò e passò in mezzo ai due: -Non mi
interessa! E ora
sciò! Ho un appuntamento!-.
Prese
la maniglia della porta e la girò. Subito dei tentacoli di
lignina
lo afferrarono per le gambe.
Zetsu
si guardò i piedi: -Porca puttana, Hidan aveva
ragioneeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!!- fu trascinato dentro.
Sasori
e Kakuzu si guardarono. L'istante successivo, altri due tentacoli li
presero ai fianchi.
-Brutto
coyone!- Urlò Kakuzu: -Pensi che assoldare una pianta
assassina
possa fermarmi?!?!-.
Sasori
lo fissò: -Tu sei malato.-.
I
tentacoli si ritrassero, portando i due nukenin con loro.
Un'ora
dopo, ospedale
di Konoha...
-VI
HO DETTO CHE STO BENE!- Tsunade si staccò le flebo dal
braccio.
Spaventata,
Shizune indietreggiò: -Si calmi! La prego! Sa bene che
è rinvenuta
da poco dopo lo scontro con Itachi!-.
Tsunade
strinse i pugni: -Itachi! Non nominarlo! LO FACCIO A PEZZI!- si
alzò
e fece per andarsene, ma un paio di medici la agguantarono per le
braccia e la legarono al lettino.
-LASCIATEMI,
PEZZI DI...- I medici le diedero un sedativo e Tsunade si
riaddormentò.
Nell'altra
stanza Kakashi sospirò: -Per lo meno sta bene...-.
Improvvisamente,
entrò un trafelato Aoba: -Maestro Kakashi! Deve venire a
vedere!-.
-Che
co...- Kakashi non finì la frase che Aoba già
l'aveva portato
fuori.
Kakashi,
scombussolato, scosse la testa: -Ma che diamine...-.
Aoba
indicò il cielo: -Lassù! La luna!-.
Kakashi
sollevò la testa: -Oh, questo non va bene...-.
Villaggio
della
Sabbia...
TUNF
Crocodile
cadde a terra, svenuto. Gaara ritirò la sabbia.
-Anf!
Anf! Questo qui...- Disse asciugandosi il sangue alla bocca: -...era
davvero forte!-.
Poco
distante da lui, Kankuro perse la presa su Temari.
-Argh!-
Il ragazzo cadde indietro, mentre Temari scattò in avanti,
urlando:
-Devo andare da Shikamaru!!!!-.
Da
una stradina sbucò Maki: -Scusi, Maestra Temari!- disse.
Temari
non riuscì a fermarsi in tempo e l'altra la stese con pugno.
Maki
si massaggiò la mano: -Ahia!-.
Gaara
si avvicinò alle due ragazze.
Maki
sussultò: -Maestro Gaara!-.
Gaara
guardò la sorella, semisvenuta: -Sembra un jutsu di Itachi.
Dovremmo...-.
-Maestro
Gaara!- Appollaiata sul tetto di un palazzo, Matsuri indicò
il
cielo: -Guardi!-.
Gaara
seguì il dito dell'allieva.
-Ah.-.
Nel
giardino
dell'Akatsuki...
Deidara,
con l'occhio bendato, guardò il cielo.
-Tobi...-
Borbottò.
Hidan
roteava la falce, divertito: -Da proprio un altra impressione
così
lustra!-.
Deidara
si girò, furioso: -Tu pensi alla tua falce, mentre la
luna...!-.
In
quella, arrivarono Deva e Konan.
Dei
li squadrò: -Che avete fatto?-.
I due
nukenin sembravano stravolti: Konan aveva il trucco sbavato, Pain era
sudato come avesse corso le 3000 siepi.
-Ehm...
niente!- Risposero in coro.
-Uhm...-
Fece sospettoso Deidei: -Ne sono convinto...-.
Ansioso
di cambiare discorso, il dio domandò: -Perché
urlavate tanto? E
cos'è che guardate lassù?-.
-Avrai
pure il Rinnegan, ma sei più cieco di Itachi se non vedi...-
Deidara
si bloccò: -Aspetta: chi è che urlava?-.
-Voi.-.
Hidan
e Dei si guardarono: -Noi pensavamo foste stati voi!-.
Pain
si grattò la nuca: -E allora chi...-.
-AGAGAHGAHAH!-.
I
quattro si girarono.
-Eccolo
di nuovo!-.
-E si
avvicina!-.
Alcuni
cespugli, di fronte a loro, si mossero. Mezzo istante dopo, una
creatura balzò fuori.
-L'ABOMINEVOLE
NINJA DELLE NEVI!!!- Urlarono.
Kakuzu
si guardò in giro: -Dove? Quello mi deve dei soldi!-.
I
quattro sospirarono: -Fiu... è solo Kakuzu...-.
-
AGAGAHGAHAH!-.
-O forse no!-.
Qualcos'altro sbucò dai cespugli.
-STAVOLTA È DAVVERO LUI!- Gridarono tutti.
-Ah sì?- Kakuzu afferrò la cosa in volo e
iniziò a tempestarla di
pugni: -DAMMI I MIEI SOLDI!-.
-Smettila!- Urlò la cosa.
-Perché il mostro ha la voce di Sasori?- Si chiesero gli
altri.
Sasori cadde a terra, malconcio: -Indovinate...-.
-Ahah!- Esultò Deidara: -L'ho sempre detto che il tuo
concetto di
arte era abominevole!-.
-AGAGAHGAHAH!-.
-Ancora?- Fecero i sei.
Dai cespugli spuntò Zetsu, che urlava come un pazzo:
-AAAAAAAAAAAAAA, ah, siete voi!-.
-Si può sapere perché urlavi?- Domandò
Pain.
Da dietro Zetsu spuntarono delle piante cannibali.
-Una
domanda stupida e già mi rispondono...-
Disse il dio.
Zetsu indietreggiò: -Statemi lontane!-.
-Ahah!- Gioì Hidan: -Io l'avevo detto che quella rosa ti
voleva
uccidere!-.
-Non è lei!- Replicò Zetsu Bianco.
-È QUELLA MERDA DI SUA MADRE!- Spiegò il Nero.
Le piante ruggirono.
L'Aka si preparò ad attaccare.
-AMATERATSU!-.
Le
piante presero fuoco e
morirono.
Da dietro di esse sbucò Itachi.
-Grazie, Ita-kun! Ci hai salvati!- Dissero i due Zetsu con le lacrime
agli occhi.
-Sì, sì...- Itachi si guardò intorno,
preoccupato: -...non è che
avete visto...-.
-ITACHI-KUN!- Fece una voce dietro di lui.
-Oh,
no...- Borbottò il
nukenin della Foglia.
Kisame lo abbracciò: -Ti ho ritrovato! Dov'eri finito?-.
Poi notò gli altri. Si fece rabbioso.
Sguainò la spada: -Chi di voi ci ha interrotti?!?!-.
Tutti indicarono verso l'alto.
Kisame guardò il cielo: -Sbaglio, o quello è...-.
In breve, l'intero mondo aveva il naso all'insù a guardare
la luna.
-TOOOOBIIIII!!!- Urlò Deidara: -È CHIARAMENTE
OPERA SUA!!!!-.
Deidei iniziò a lanciare bombe a caso: -VIENI FUORI,
CRETINO!!!-.
Pain lo stese con un pugno: -BAKA!!! COSÌ CI AMMAZZI TUTTI
MENO
LUI!!!-.
Itachi fissava la luna: -Dunque è questo lo Tsukuyomi
Finale?-.
-Ti pare che questo possa essere il desiderio di qualcuno?-
Replicò
Sasori.
-...Di Tobi.- Conclusero i due.
Itachi mise le mani a megafono e urlò: -TOBI! SO CHE SEI
LASSÙ!
SCIOGLI IL JUSTU!!!-.
Sulla luna, il Mangekio Sharingan si abbassò, fissando
Itachi.
-Allora è lassù!- Deidara scaglio al cielo alcune
bombe, che però
svanirono.
-Ma cos...-.
-È inutile.- Disse Itachi: -Questo è il suo
mondo. Lo controlla.-.
Deidei ringhiò: -Maledetto...-.
-EHI,
RAGAZZI!!!-
Una voce in cielo
bloccò il commento di Dei: -COME VA?-.
Deidara diventò rosso: -Andrà meglio quando sarai
esploso, uhm!-.
-SPERO
CHE VI SIATE DIVERTITI IN QUESTI GIORNI!-
Continuò Tobi.
Deidara pestò per terra: -Un corno! CREPA! ESPLODI! UHM!!!!-.
-DEIDARA-SENPAI!!!!!!!!!!
LO SAPEVO CHE TI ERA PIACIUTO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!-.
A Deidei iniziò a uscire fumo dalle orecchie: -Uhm....
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA! TOBI!!!!!!!-.
-VEDETE,
QUESTA ERA LA PROVA PER IL MIO TSUKUYONI,- Spiegò
Tobi: -MA ORA È FINITO IL MIO CHAKRA,
E SONO COSTRETTO A
RILASCIARLA...-.
-Allora
muoviti!!!- Rispose Deidara.
Sasori lo guardò: -Non penso che interrompere
così improvvisamente
un jutsu sia...-.
-KAI!-.
Deidara riaprì gli occhi. La sua vista era annebbiata.
-Uhm... la testa... off... Aspetta!- Sobbalzò: -Sono
ancora...-.
Si rilassò: -Fiuuu, me lo sento ancora...-.
Provò a rialzarsi, ma non riuscì a muoversi.
-Ma che...?-.
La vista del nukenin si nitidificò.
Era legato che sembrava una mummia.
Ma non era questa la cosa peggiore.
CIUF CIUF
Deidara girò la testa verso il rumore. Un treno si stava
avvicinando
a tutta velocità.
Deidara, allora, si rese conto di essere legato a dei binari
ferroviari.
-Oh,
no! NONONONONO!!!- Si
dimenò
cercando di scappare, ma nulla.
CIUF CIUF
-Aspetta! Fermo!- Lo supplicò Deidara, agitandosi come un
pazzo.
CIUF CIUF
Il treno era vicinissimo.
Deidara smise di dimenarsi.
Alzò la testa al cielo.
-TOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOBIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!!!!-.
SPLAT
Angolo
dell'autore
Cantate inni al Signore, cantate inni! La storia è finita,
andate in
pace! Ahahah, no dai seriamente, la storia è finalmente
finita, vi
ringrazio tutti per avermi seguito (e mi sorge la domanda:
c'è
qualcuno che sta leggendo?) e spero la storia vi sia piaciuta
com'è
piaciuta a me scriverla; ma non temete, ho già altre fiction
che
premono di essere pubblicate!
Ci vuole altro per liberarvi di me, dehihihoho!
Alla prossima, XP!
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