Ecco, questi provano che siamo fratelli...

di Darknemesi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ritrovarsi ***
Capitolo 2: *** Passato ***



Capitolo 1
*** Ritrovarsi ***



Era una bella giornata, così nonostante fosse un giorno di riposo, le matricole del Seirin, accompagnate da Kiyoshi, si erano recate a Tokyo per partecipare a un torneo di street basket.
Kagami era felice perché tutto questo gli ricordava l’America e rigirava l’anello che portava al collo.
«E’ da prima che ci giocherelli…e poi, lo porti sempre addosso.» gli si rivolse Kuroko, che come al solito era un ottimo osservatore.
«E’ il ricordo di due compagni con cui giocavo.»
«Dovevate essere molto amici…»
«E’ difficile spiegarlo in una parola…probabilmente eravamo uniti…ma spesso con uno non andavo d’accordo. Lui ha insegnato a giocare a basket a me…ed io a lui. Perciò da una parte vorrei affrontarlo un’altra volta, ma dall’altra vorrei evitarlo.» Kuroko avvertendo che era un argomento delicato preferì non domandare altro.
Al momento dell’iscrizione si erano incontrate con una vecchia “nemica”, una squadra che all’Inter High gli aveva dato non poche difficoltà: il Seiho.
Dopo aver mangiato insieme, si erano dati appuntamento per una rivincita, certi di arrivare entrambe in finale, sbaragliando le altre squadre.
Poiché non era ancora ora della loro partita, tutta la squadra stava gironzolando per il parco. Kagami ad un certo punto in fila ad un chiosco scorse una figura molto familiare.
In un primo momento credette di essersi sbagliato, perché quella persona era oltreoceano; poi però la figura aveva voltato la testa di lato per un attimo, rivelando il profilo dietro la chioma castana, che sotto i raggi del sole sembrava una cascata di cioccolato.
«Miyuki!» gridò allora Taiga per sovrastare il vocio della folla agitando la mano per attirare l’attenzione.
Appena voltata aveva riconosciuto subito quella zazzera fulva e la voce era sicuramente quella di Tai, perciò senza pensarci un attimo aveva abbandonato la fila e gli si era letteralmente gettata al collo, ancorandosi con le gambe ai fianchi del ragazzo.
«Mi sei mancato tanto, Tai»
Dopo lunghi secondi di caloroso abbraccio, mentre il resto della squadra assisteva alla scena sconcertato e “invidioso” a causa delle forme generose della ragazza contro il petto di Kagami che domandò: «Cosa ci fai qui in Giappone?»
«Mia madre doveva tornare per lavoro, così ho deciso di partire anch’io! Poi anche Tat-chan aveva deciso di studiare qui quest’anno…».
«Anche Tatsuya è qui?»
«Yes! Si è unito ad una squadra e sta partecipando al torneo, io ero andata a prendere i refreshments per il post-partita.» rispose Miyuki scendendogli di dosso.
«Capisco. Perché non mi hai avvertito?»
«Prima di partire volevo farlo, ma Tatsuya sembrava irritarsi per ogni cosa e non ho potuto…» una nube scura sembrò percorrerle il viso, ma subito fu spazzata via«La mia scheda telefonica è fuori servizio fino a domani per il cambio. Però ieri io ti ho provato a chiamare su Skype ma tu non controlli mai!»lo sgridò«per fare una videochiamata con te bisogna prendere un appuntamento e avvisarti ore prima!»
«Scusa hai ragione!»
«Comunque non mi presenti ai tuoi amici?»
Kagami si era proprio scordato della squadra, che era stata in attesa per un minuto buono dietro di loro.
«Beh vedete…lei è mia sorella»
«Piacere di conoscervi, il mio nome è Miyuki  Yashida» si presentò lei con sorriso radioso.
 I ragazzi del Seirin erano basiti
“Kagami-kun ha una sorella?!”
“Ho sempre pensato fosse figlio unico…”
Simili erano i loro pensieri.
Era certo chiaro che non fosse giapponese pura. Infatti eccetto per il nome, Miyuki non assomigliava per niente alle comuni ragazze giapponesi: era alta poco meno di un metro e ottanta, ad occhio paragonata a Kagami e non aveva i tratti degli occhi tipici nipponici.
Vedendo gli sguardi degli amici di Taiga, Miyuki spiegò:
«Cioè, non siamo fratelli di sangue o fratellastri…ci siamo conosciuti in America a dieci anni e siamo diventati inseparabili con il basket…»
A ruota tutti si presentarono.
«A proposito non giochi anche tu?» chiese il rosso riscosso da alcuni pensieri.
«No, ci siamo imbattuti in questo torneo per caso e le altre squadre erano al completo…»
«Sai giocare a basket?» chiese allora Furihata sorpreso.
«Yep, è così strano?»
«No, è solo che non è molto comune qui.» riprese Kiyoshi.
«Devi essere molto forte per giocare contro Kagami-kun.» asserì una voce calma sorprendendo anche gli altri, sebbene abituati alla scarsa presenza di Kuroko.
«Sicuramente è un ottimo playmaker» s’intromise Taiga ricordando gli allenamenti insieme al campetto del quartiere.
«Quindi giochi come point-guard…»
«Beh, con una guardia tiratrice e un’ala…» spiegò riferendosi ai compagni di allenamento in America «inoltre il centro era di certo fuori discussione, perciò il playmaker era l’unico rimasto…poi mi piace organizzare le azioni e…».
«Diciamo che ti piace di più comandare…» la interruppe Taiga tirandole un pugnetto scherzoso alla spalla.
«Non è vero!» replicò l’altra gonfiando le guance fingendosi offesa fin quando il rosso la attirò a sé.
«IL SEIRIN SI DEVE RECARE IMMEDIATAMENTE AL CAMPO3 PER DISPUTARE LA PARTITA»
«Finalmente!» esclamarono quasi all’unisono.
«Già, ma dov’è il campo 3?» si chiese ad alta voce Kiyoshi.
«Lo so io! Seguitemi!»
Detto questo la ragazza iniziò a sgusciare tra la gente velocemente, segnalando ogni tanto la direzione con il braccio oltre le teste della folla.
Arrivati al campetto i ragazzi rimasero pietrificati: il Seiho era stato battuto con uno scarto esorbitante.
Taiga si riscosse subito quando riconobbe la figura in jeans scuri e maglia bianca.
«Himuro Tatsuya!»
Il ragazzo si voltò e scorto Kagami, dopo aver nascosto abilmente la sorpresa gli si avvicinò.
«Well, well Taiga I never expected to see you here.( Bene, bene Taiga non mi sarei mai aspettato di vederti qui.)
«You don’t look surprise at all. Still wearing a poker face?( Non mi sembri sorpreso per niente. Hai sempre la stessa faccia di bronzo?)»
«I am not trying to hide my feelings. I’m just expressing them in my way (Non sto cercando di nascondere I miei sentimenti. Li sto esprimendo a modo mio.)
La ragazza sperava che dopo il tempo passato senza vedersi, visto il loro legame, la questione tra loro potesse almeno passare in secondo piano. Ma l’incontro su un campo da basket e la tensione creata dai due, forse anche involontariamente da parte del rosso, non sembravano buoni segni.
Fortunatamente la tensione fu spezzato da Kiyoshi.
«Ehm, is it Mr. Himuro? Kagami’s friend?(Ti chiami Himuro? Sei un amico di Kagami?)
«Oh possiamo parlare giapponese» a queste parole l’espressione del centro si sollevò. «Comunque si può dire che sia più…un fratello maggiore»
Molti dei ragazzi notarono gli anelli che quei tre portavano al collo.
Era tempo per la cinquantesima partita.
L’arbitro invitò le squadre a scendere in campo e così Taiga, con il cuor pieno di angoscia mescolata alla paura e Tatsuya che non lasciava trapelare nulla se non la voglia di giocare questa partita si ritrovarono contro già dalla palla a due. Miyuki dal bordo campo assisteva alla sfida dei suoi fratelli, temendo qualsiasi esito e maledicendosi per aver lasciato degenerare il loro rapporto.
Poi all’improvviso era apparso uno snack sopra la palla alzata in aria, preannunciando Murasakibara Atsushi, centro della Kiseki no Sedai, kohai di Tatsuya e compagno di classe di Miyuki.
Dopo aver salutato Kuroko, il nuovo arrivato aveva avvertito il suo senpai che la loro scuola non permetteva loro di partecipare ai tornei amatoriali. Ma dopo la provocazione di Kagami che non si sarebbe peso l’occasione di sfidare uno dei cinque prodigi, anche Murasakibara si unì alla partita grazie ad Himuro che era in grado di ottenere i suoi scopi con ogni mezzo.
In fondo era stato facile visto che l’arbitro era evidentemente scocciato e gli importava solo di iniziare a giocare.
Il primo possesso palla era stato della Seirin che con Kiyoshi era andata a canestro, con Murasakibara da solo in difesa, Himuro era ripartito subito rifilando una tripla elegantissima. Proprio mentre Kagami era in contrattacco, una goccia era caduta sul suo naso. Piano piano il campo si era cosparso di goccioline e poi era diventato completamente bagnato a causa della pioggia a dirotto.
Sembrava che nemmeno i Kami volessero che questa partita si disputasse.
«Aspetta Tatsuya!»
«Vorrei anch’io continuare, ma presto annunceranno la sospensione del torneo. E poi sarebbe pericoloso giocare su una superficie scivolosa. Non vorrai che il tuo senpai si faccia di nuovo male?»
«Come?!»
«Ti voglio lasciare un souvenir, difendi come vuoi…» disse Tatsuya prendendo la posizione di tiro.
Taiga gli si parò davanti per stopparlo.
“Sembra un normale tiro in sospensione”
Ma la palla sembrava avergli trapassato la mano e poi essere entrata perfettamente.
“Ma non ero fuori tempo...eppure”
«Ci vediamo alla Winter cup» detto questo Himuro si avviò all’uscita del parco seguito da Atsushi.
«Il mio numero è sempre lo stesso, da domani dovrebbe funzionare… ci sentiamo ok?»
Taiga annuì deciso mentre veniva abbracciato.
«E’ stato un piacere conoscervi!» aggiunse infine la ragazza rivolta all’intero Seirin agitando la mano mentre si accingeva a raggiungere gli altri due.


ANGOLO DELL'AUTRICE

Salve! Sono ritornata con un'altra storia su questo fandom così ispiratore, ma ho abbandonato il rating rosso(solo per stavolta!).
Mi sono sempre immaginata un terzo componente con Kagami e Himuro che magari riusciva a mediare tra i due da sempre. Cercherò di seguire il più possibile la trama originale e rimanere IC. Le critiche e le recensioni sono sempre ben accette! Al prossimo  capitolo!

 
 

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Capitolo 2
*** Passato ***


 N.B.Le battute in corsivo sono in inglese.
 
Miyuki stava ritornando dalla sua nuova scuola e aveva preso un'altra strada per esplorare il suo quartiere, dove si era trasferita da soli quattro giorni. Girando un angolo, si era imbattuta in un gruppo di bulli che stavano per pestare due ragazzini: uno moro e uno fulvo. Poiché Miyuki non aveva mai sopportato i soprusi, si gettò a capofitto in quella situazione.
«Ti conviene darci il tuo pallone, rosso…o pesteremo il tuo amichetto
Infatti una specie di macaco stava tenendo il moretto per la maglia.
«Non mi sembra difficile neanche per voi comprare un pallone per conto vostro!»
«Smamma nanerottola e non t’immischiare se non vuoi guai!» ribatté il più grosso dei quattro, che poteva avere due anni più di lei.
«Solo se restituite il pallone…»
«Scordatelo!»
Allora la ragazza appoggiò lo zaino a terra con un sorrisetto.
In un balzo gli si avvicinò e con un pugno lo mandò ad incontrare con il sedere il marciapiede.
«Maledetta!» gridò il macaco che aveva lasciato il moro per fiondarsi da lei.
Riuscì a buttarlo a terra grazie al ragazzo rosso che sembrava essersi svegliato.
La rissa durò poco: Miyuki e gli altri due riuscirono a farli scappare dopo pochi altri colpi.
Erano piccoletti ma tosti e l’unione fa la forza.
«Credo che questo sia vostro…» fece Miyuki raccogliendo il pallone che era finito vicino alla sua borsa.
«Grazie. Io sono Tatsuya, piacere.»
«Io mi chiamo Taiga
«Piacere mio, il mio nome è Miyuki.» poi accorgendosi che Taiga si teneva il gomito aggiunse «Ti fa male?»
L’interpellato gonfiando il petto però rispose che era solo un graffietto, però la bambina gli porse la sua bottiglietta d’acqua per sciacquare almeno la ferita.
«Sei americana?»
«Non proprio, mia madre è giapponese, mentre mio padre è americano. Il cognome però l'ho preso da mia madre…comunque conosco il giapponese, se volete, possiamo parlarlo»
«OK»
«A proposito stavamo andando a giocare a basket in un campetto qui vicino…se vuoi puoi venire con noi» la invitò Tatsuya.
«Posso giocare con voi?»
«Sai giocare?!» domandò entusiasta Taiga.
«Beh, certo, se no non lo avrei chiesto…»
«Andiamo!» incitò mentre si era già avviato.
I due ragazzi scoprirono che Miyuki non sapeva solo giocare, ma era anche riuscita a tenere testa ai due abbastanza bene.
«Chi ti ha insegnato a giocare?» fece Tatsuya con un po’ di fiatone.
«Mio padre»
«Lo ha fatto davvero bene»
«Beh… è normale, allenerà nel NBA…» ribatté l’altra a mezza voce.
«Cosa?! Tuo padre è quello Yashida che allenerà i Clippers?» sfiatò il rosso.
«Sì» rispose dopo una risata per l’espressione sbalordita del nuovo amico.
«Wow! Deve essere fantastico!» esclamò Tatsuya.
«Non molto, lui non c’è mai in verità...»
La castana era diventata triste, allora Taiga cambiò discorso.
«Che scuola frequenti? Non mi sembra di averti visto nella nostra, anche perché hai la mia stessa età…»
«In verità sono iscritta alla scuola privata St. Helen»
«Oh…capisco»
«Già, ma non è una gran figata…sono tutti snob e perfettivi. Poi vogliono parlare con me solo per via di mio padre!»
«Deve essere brutto…» s’intromise il moro.
«Comunque io devo tornare a casa: si è fatto tardi.»
«Giocherai con noi domani?» chiesero i due ragazzini
«Certo!» accordò Miyuki con un gran sorriso.
 
 
Passò poco che la castana lasciò la scuola privata per frequentare la stessa classe di Kagami. Divennero inseparabili: i pomeriggi al campetto  con Alex e le serate che spesso sfociavano in pigiama party movimentati. Ed essendo tutti e tre figli unici s’instaurò un rapporto fraterno forte, il cui simbolo era quegli anelli che il maggiore aveva comprato ad una bancarella.
“Questi sono la prova che siamo fratelli!”
Crescendo il legame non si era mai incrinato, si erano sempre detti tutto e nascosto niente, anche riguardo i “misteri” della pubertà.
Tutto era sempre filato liscio ed erano felici.
Perciò quando si era creata quella faglia?
Perché?



NOTE DELL'AUTRICE
Gli ultimi capitoli sono ancora in fase di stesura, ma mi farebbe piacere sapere se vorreste vedere altri flashback riguardo il passato in generale o particolari occasioni, sia da adolescenti sia da bambini. Al prossimo aggiornamento!

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