Inventati un addio

di _Fox
(/viewuser.php?uid=87062)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Mandy ***
Capitolo 2: *** Lip ***



Capitolo 1
*** Mandy ***


 
 
 
 

 
Inventati un Addio
 
 
 
1
Mandy

 
 
«Avrei voluto fossi rimasto.»*
 
 
 

 
 
Hey, Gallagher.
Giuro che non è una lettera che voglio mandarti, o un video di quelli dolci da far schifo, tra l'altro io non so scriverle, le lettere, non sono brava come te. Io sono solo io, e non posso essere poi molto. Resta, però, che ho bisogno di parlarti, perché questa è la prima sera che passo nel posto del cazzo in cui sono finita e tu sei l'unica persona a cui manderei una lettera (se sapessi scrivere), un video, un clip, qualcosa. Insomma, a te ho qualcosa da dire.
Ora ho un po' di tempo, perché ho appena scopato con Kenyata e l'ho sfinito al punto che dorme, quindi posso fumarmi in pace una cazzo di sigaretta qui alla finestra, piedi penzoloni nel vuoto come quando, la sera, tra i brontolii di Mickey davanti alla tv e il solito casino degli altri fratelli, trovavo un po' di pace guardando la strada dalla mia camera in attesa che tu arrivassi chissà da dove, da casa tua o dal college, o forse che venissi dritto dritto dal futuro solo per rapirmi e portarmi da qualche parte. Perciò, ficcatelo nella testaccia, Gallagher, non ti sto parlando e non mi aspetto tu risponda, e comunque non ci penso nemmeno a telefonarti. Mi va di pensare a te perché già oggi ho iniziato a pulire cessi ed è veramente un lavoro del cazzo, e il South Side non è molto meglio ma almeno c'eri tu, quindi faceva un po' meno schifo. Dicevo, oggi mi sono spaccata il culo a lavoro, poi ci si è messo anche un pervertito del cazzo che mi ha chiesto un pompino in bagno, forse perché dalla faccia che ho un po' si capisce che sono una troia, o una succhiacazzi, come a molti piaceva chiamarmi. Anche tu mi ci chiamavi ogni tanto, e ti giuro che mi facevi incazzare, perché mi facevi male. Tu non eri come gli altri, e io con te non ero chi ero con gli altri, tu dovevi vedermi, perché tu potevi capire e per te mi sono fatta sempre il mazzo e lo avrei fatto ancora se fossi rimasta, anche se non sai dire grazie. Tornando a prima: io stavo lavorando e non volevo, gli ho detto di no e mi ha chiamato puttana comunque. Divertente, vero Gallagher? Ma forse l'ho già incontrato da qualche parte e non ricordo, magari conosceva già l'immondizia che sono. Ecco perché ora ho il dannato bisogno di fumare un po' e mi son detta Ora dovrei pensare a qualcosa di bello, perché è stata una giornata del cazzo (quelle come me hanno solo giornate del cazzo, vero Lip?), e mi si venuto in mente tu.
Mi vieni sempre in mente tu.
 
 
Ho lasciato il South Side due giorni fa, più o meno, quindi magari ora sai dove sono, sai che non verrò più a trovarti. O forse non te ne sei accorto affatto, ma mi piace credere che tu mi abbia notato almeno ora che non ci sono, perché se penso che stai male perché non ti ho salutato è più facile dirti che è stato difficile, che l'ultima volta che abbiamo scopato per me è stato come fare l'amore, qualsiasi cosa voglia dire fare l'amore. Se penso che ora ti stai chiedendo perché me ne sia andata, è più facile dirti che se non c'eri più tu era giusto che me ne andassi anche io. Se penso che sei arrabbiato con me perché non ti ho salutato, è più facile dirti che non ce l'avevo il coraggio di salutarti, di vederti lì che mi auguri di avere una buona vita perché non mi vuoi tenere, tu non mi vuoi tenere, e quindi vado via. È più facile anche ammettere che se fossi venuto a salutarmi io forse sarei rimasta invece di andare, sarei rimasta ad aspettarti come sempre, come sempre, come sempre. Gallagher, sai cosa? Stanotte, tra una sigaretta e l'altra, voglio credere che per una volta tu aspetti me, anche se significa non vederci più. Stanotte voglio crederlo, cazzo, non importa se non posso dare la colpa all'alcol. Di questa cosa proprio non voglio vergognarmi.
E poi, cosa più importante, se avessi saputo che mi avresti detto Addio, e non Resta, - e io volevo che mi dicessi Resta, tanto ce ne andremo via insieme da questo posto del cazzo un giorno - ti avrei detto che ti amo. Tu non mi avresti risposto, ma te lo avrei detto lo stesso, perché tanto non avevo più niente da perdere.
 
 
Gallagher, questa cosa forse ti farà incazzare, ma giuro che non è niente di che, quindi non agitarti: quando bevo un po' e penso che ti amo, se sono abbastanza ubriaca mi metto a pensare che verrai a prendermi, un giorno, e mi porterai a Boston, dove vivi tu, o in un posto anche più bello. Ma è solo l’alcol, Lip, tranquillo, davvero non ti chiedo niente, non penso che verrai davvero a prendermi, è solo l'alcol, so che non verrai mai a prendermi. E poi non ci sarebbe posto per me tra i cervelloni che frequenti, faresti anche una figura del cazzo magari, quindi lascia stare. Però se ti parlo ora, fingendo che puoi sentirmi, puoi far finta di sentirmi anche tu? Solo questa notte, solo finché ci saranno sigarette nel pacchetto e non potrò più pensare.
 
Voglio pensare a quello che c'è stato, Lip, a quello che siamo stati fino ad ora. Forse ti sembrerà poco, ma ti giuro che è stato tutto grandioso - il poco che ci siamo detti e tutto il sesso che abbiamo fatto - è stato grandioso.
Se bevo un po', giusto un po', e tu non ti incazzi e non mi ricordi che non abbiamo un futuro, potrò perfino sognare un po' di quel futuro che non esiste per noi. Senza esagerare, giuro - ecco, Gallagher, questo è uno di quei momenti in cui dovresti far finta di sentirmi e quindi anche di rispondermi, quindi dimmi: non ti incazzi, vero?
Sai, Lip, credo che avremmo potuto essere felici, noi due, felici davvero. Nella miseria e col culo per terra e senza un soldo, ma felici. Ma lasciare che restassi lì solo per una come me? Non me lo sarei perdonata mai. Perché senza di me puoi volare in alto e forse saresti stato felice anche da solo, mentre con me… saremmo stati sempre schiantati da qualche parte, a scopare in tutti i luoghi possibili e a fumare e impasticcarci. Con me saresti rimasto incollato qui, e nessuno dei due avrebbe volato. Io non so volare, Lip, nessuno me lo ha insegnato. Non sono brava come te a studiare queste cose. So solo succhiare i cazzi - me lo dicevi anche tu che lo facevo bene - e scopare e forse so anche trovare un futuro per quelli che vanno via da qui, come te. Ho potuto darti un futuro perché sapevi volare. Forse, quando tornerai a prendermi, avrai le ali abbastanza forti da sollevare anche me - ma se non ce la fai non importa, non te lo sto mica chiedendo. I Milkovich non chiedono favori ai Gallagher, ti pare?
Giuro: se non ce la fai non importa. Ci sarà sempre un lavoro domani e qualcuno mi chiederà di nuovo un pompino in un bagno lurido e insomma, devo trovare il modo di risolvere 'sta cosa, perché fa già abbastanza schifo lavorare coi cessi e sono stanca di fare la troia.
Quello che voglio dirti è che se non ce la fai avrò sempre un domani, ma almeno stanotte voglio credere che mi stai cercando. E poi è più bello aspettarti se intanto ci sono i ricordi. Forse ti dirò addio già stasera, chi lo sa. Ma finché il pacco di sigarette è ancora pieno c'è tempo per ricordare tutto, pure le cose brutte, anche se mi faranno un po' arrabbiare, ma non importa.
Mi sto accendendo una sigaretta, Gallagher, ed è solo la prima del nuovo pacchetto, quindi possiamo partire dall'inizio, o quasi.
Smettila di studiare o di fartelo succhiare dalle altre, Gallagher, e ascoltami.
Quest'ultima volta ascoltami.





 
 
 
 
Note:
 
*la frase è tratta dal film Eternal Sunshine of the Spotless Mind di Michel Gondry. Citazioni dalla stessa scena, o dal film in generale, ricorreranno all’inizio dei prossimi capitoli.
 
Bene. Salve a tutti, sono Fox e sono nuova nella sezione di Shameless – o meglio, delle Non-originali in generale. Il mio obiettivo è dare giustizia alla Lip/Mandy – una forma di giustizia molto soggettiva, but still – e dunque mi sono imbarcata in questa cosa.
Questa scena è ambientata dopo la 5x03 e lo sarà anche la prossima; nei capitoli ancora successivi tratterò alcune scene accadute nella serie con lo stesso stile che avete letto qui sopra, ma potrebbero esserci anche missing moments di mia invenzione, a seconda di dove mi porta la ship. Spero di non aver deluso le vostre aspettative e che mi vogliate lasciare anche un piccolo commento. È un lavoretto senza pretese, questo, ma ricevere un parere è sempre bello.
Al prossimo capitolo, col POV di Lip!
 
Fox

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Lip ***



Inventati un addio
 
 
2
Lip

“E io vorrei averlo fatto. Ora vorrei essere rimasto.
Vorrei aver fatto molte cose.
Vorrei essere rimasto davvero.” 
 
Mandy,
se fossi una persona migliore, se non fossi un Gallagher, inizierei col chiederti scusa. Ma sono Lip, sono pur sempre il figlio di Frank e Monica, e da due sbandati figli di puttana così non può venir fuori granché.
Sei andata via due giorni fa, sei andata via senza dir nulla, a dirmelo è stato Ian. La prima cosa che gli ho risposto è stata “almeno ci ho provato”, ed è qui che mi son riconfermato un Gallagher, perché era una bugia pessima, una bugia efficace e meschina come lo sono io, come ci sono nato io. “Io ci ho provato” è una bugia del cazzo, Mandy, perché potevo provarci di più, potevo provarci a tenerti, potevo provarci col rischio di farmi odiare, come tu hai fatto con me quando ti sei messa in testa che dovevo andare al college. Non ci ho provato, Mandy, non ci ho provato abbastanza, perché non sono un uomo, ma un Gallagher, ed essere figlio di Frank implica essere parte di qualcosa, parte dell’abbandono. Non ci ho provato perché non so amare granché, non ho sentimenti infiniti da offrire, ho altri cinque Gallagher che prendono di me tutte le cose buone, tutto il tempo, le possibilità.
“Sei un cazzo di ingrato, Gallagher”, mi diresti tu con quella tua espressione arrabbiata macchiata dal disgusto tipico dei Milkovich, e hai ragione, mi hai dato un futuro e mi hai detto Ti amo sperando io ricambiassi quel poco che serviva a farti restare, ma sono stato zitto, Mandy, ti ho detto solo che sei bella, che meriti di meglio, e chiunque ti direbbe che sei bella e meriti di meglio, e non ti ho detto Ti amo - le uniche parole in grado di farti restare.
Da perfetto Gallagher quale sono, ho amato una volta sola, ed è stata la volta sbagliata. E a quella persona ho chiesto scusa. Scusa di amarla. A lei ho chiesto scusa e non a te. Forse dovrei farlo ora, Mandy, ora che è troppo tardi potrei chiederti scusa, ma riesco solo a pensare cazzate sul bordo del lago Michigan, il fottuto lago Michigan, una sigaretta dietro l’altra e in lontananza i fuochi d’artificio. Chissà che cazzo ha Chicago da festeggiare. Certo non l’uomo che non sono, certo non che tu sia andata via.
 
Volevi andare via, Mandy. Me lo hai detto sempre e alla fine l’hai fatto senza di me. Ma non ti biasimo: ti ho fatto tanto di quel male che alla fine anche tu hai capito che spreco fosse aspettarmi. O forse lo hai fatto per non soffrire più per me – perché, che scelta avevi dopo avermi detto Ti amo così, come se non ci fosse più nulla da perdere? Che scelta avevi dopo il mio silenzio in risposta? Te l’ho già detto, Mandy: il mio amore non è infinito, non posso darne, l’ho finito tutto, ma penso non mi crederai, tu che dici sempre che sono meglio di molti altri, che sono il migliore del South Side, anche se ho fatto di tutto per dimostrarti il contrario.
Sono un coglione, Mandy. Sono come Frank, più di quanto mi piaccia ammettere. Una parte di me vuole esserlo, in realtà, perché in questa vita del cazzo è più facile essere un fallito, è più facile quando nessuno si aspetta niente da te, è più facile fallire senza averci nemmeno provato. Per questo ho fatto tutto per farmi espellere, quella volta che poi sono andato via di casa, per questo non ho voluto spedire le fottute domande al college, ma tu lo hai fatto per me, mi hai dato una via di fuga da questo inferno anche se la rifiutavo, anche quando cercavo una via di fuga dalla via di fuga – perché, Mandy, con una vita come la mia, con zero genitori e cinque fratelli, è facile farsi piacere le cose ordinate, vettori-molecole-equazioni, fottutamente facile. Così fuggivo, vettori-molecole-equazioni, ma le aspettative degli altri conoscevano sempre la scorciatoia e mi si piazzavano davanti. Ho pensato di rinunciarci, ho pensato di arrendermi al tremendo casino che è la mia vita, di cedere alle zie sepolte in giardino e alle sbronze di Frank, a Debbie che sta diventando una donna e a Liam che diventa sempre più grande e Carl che inizia a spacciare, a me che son sempre stato il supereroe, ma non ho mai voluto essere il supereroe. Vorrei essere come tutti gli altri, l’ho sempre voluto; non ho mai voluto salvare nessuno né essere in grado di farlo, nemmeno quando si parlava di te.
Dove sei, Mandy? Mi stai odiando? Ti stai buttando via con bastardi che non valgono un tuo capello? Potrai essere felice, adesso?
Non so se tutto questo possa essere spacciato per delle scuse, o per un grazie, ma a te nonostante tutto devo dire grazie. Grazie, Mandy. Vorrei dirtelo a voce, per una volta. Questa volta seriamente, senza scopare. Solo Grazie. Te lo direi quando non te l’aspetti, sempre in ritardo, come quella volta che alla tua finestra ho urlato Sono un coglione alla ricerca del tuo perdono. Forse un giorno ci rivedremo e te lo dirò sul serio: Grazie, Mandy. E ti dirò anche Scusa. Per tutte le cose che non ho voluto, io che voglio solo le cose sbagliate – io che non ho voluto nemmeno te, di nuovo per le ragioni sbagliate.
 
Mandy, penso a tutto quello che è stato e a quante cose ho sbagliato. Penso a te che avresti mille motivi per odiarmi e invece mi hai detto solo Ti amo. Penso che non ti ho salutato, che non ci ho provato abbastanza, penso che il mio amore lo meriti, che ad amarti posso provarci, non sarà poi così difficile amare te che sei bella da far male e brava a letto e meravigliosa.
Penso che posso provarci e che devo cercarti.
Anche se fallirò nell’amarti, non voglio arrendermi senza prima dirti l’addio che meriti. Se non Grazie, almeno Addio.
Sono un coglione Mandy, e tu sei andata via prima che ti portassi via io. Ma qui ci sono ancora i ricordi, ci sono i fuochi d’artificio sul lago a ricordarmi quelli che abbiamo messo su noi due quella notte sotto la ferrovia; c’è la finestra della tua stanza che non si accenderà più e ci sono io che finalmente scelgo di confessare. Se ricordo abbastanza in fretta, magari prima dell’alba sarò già in macchina, sulla strada che porta da te. Quindi proviamoci. Iniziamo daccapo, in ordine, come piace a me.
Chissà, magari alla fine di tutto m’inventerò un addio da raccontarti.
 

 

 
 
Note Autrice:
Scusate gli aggiornamenti dai tempi biblici, ma riesco a scrivere davvero solo in piccoli ritagli di tempo. Mi erano mancati questi due, mi era mancato tutto quello che possono essere. Come avrete capito, anche questa scena è ambientata dopo la 5x03. Mi piace pensare che sia simultanea a quella descritta nel capitolo precedente con la voce di Mandy. Con il prossimo capitolo inizierà con una carrellata di flashback – più qualche missing moments, se mi va – visti dagli occhi di lei.
Spero vogliate lasciarmi un commentino, dirmi cosa ne pensate. Intanto ringrazio le ragazze che hanno recensito lo scorso capitolo e chiunque sia passato a dare un’occhiata.
Alla prossima,
 
Fox

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3247768