Tu fuggi, io ti inseguo. Tutto come al solito. ... Oppure no?

di Lila_88
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Cap. 1 ***
Capitolo 3: *** Cap. 2 ***
Capitolo 4: *** Cap. 3 ***
Capitolo 5: *** Cap. 4 ***
Capitolo 6: *** Cap 5 (Epilogo) ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


"Tu fuggi, io ti inseguo. Tutto come al solito"
... Oppure no?



PROLOGO




[Miss Parker è legata a un palo. Jarod è davanti a lei. E’ stato lui a legarla, dopo averla salvata.
-    Perché mi hai salvato la vita?
-    Perché... Ricordo ancora quella ragazzina che mi ha dato il mio primo bacio.]

[Jarod, riferito a Miss Parker:
-    Non c’è cattiveria nei suoi occhi, né nel suo cuore.]

[Jarod parla con Ethan di Miss Parker.
-    Quella donna è un vero capolavoro, gliene do atto.]

[- Perché mai l’unica persona di cui mi hanno detto sempre  di diffidare, odiare, catturare... E’ sempre con me, nei momenti più difficili della mia vita?
- Forse perché è così che deve essere...
Jarod e Miss Parker stanno per baciarsi, ma vengono interrotti.]

[Jarod e Miss Parker sono nella macchina del Centro.
-    Io e te meritiamo di più. Ho sempre saputo che fra me e te c’è qualcosa di più, non siamo solo una preda e un cacciatore.
-    Dimentica quello che è successo su quell’isola. E’ stato solo un momento di debolezza.
Jarod le prende una mano fra le sue, ma lei la ritrae bruscamente. ]

[Jarod e Miss Parker parlano al telefono.
-    Quanto a noi due?
-    Tu fuggi, io ti inseguo. Tutto come al solito. ]







***Queste sono citazioni tratte dalle serie e dai due film tv, che mi servono per introdurre il sentimento che lega, da sempre Jarod a Miss Parker***


Questa storia l'ho scritta un pò di anni fa, ma spero che vi piaccia. Fatemi sapere che ne pensate!
Grazie,
Lu88




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Capitolo 2
*** Cap. 1 ***


CAP. 1




Miss Parker era nel suo ufficio che riguardava, ancora una volta il ritratto di Angelo. Broots irruppe, all’improvviso, nella stanza.

-    Miss Parker!

La donna piegò velocemente il foglio.

-    Che cosa c’è, Broots?
-    Ho localizzato Jarod.
-    Dove?
-    E’ proprio nel Delaware!
-    A Blue Cove?
-    No, ma una località vicina.
-    Andiamo.
-    Dove?

Sidney era entrato in quel momento.

-    Broots ha trovato Jarod.
-    Questa volta non è stato difficile. Jarod ha lasciato una traccia fin troppo evidente. Non è da lui.
-    Inizierà ad essere stanco di fuggire.

Sidney, tuttavia, non la pensava così. Secondo lui, se veramente Jarod era stato così disattento, c’era sotto qualcosa.

**

Jarod si toccò la testa. Erano ormai giorni che gli faceva male da impazzire. Guardando fuori dalla finestra vide una macchina nera a lui, purtroppo, fin troppo familiare: la macchina di Miss Parker.

-    Maledizione, questa non ci voleva!

Si prese un momento per guardare Miss Parker scendere dall’auto e poi fuggì, come al suo solito.

**

Quando Miss Parker, Broots e Sidney entrarono nell’appartamento di Jarod, di lui non trovarono traccia. Miss Parker e Broots cominciarono a girare per tutte le stanze, mentre Sidney venne incuriosito da due flaconi di pastiglie, posati su un mobile e vi si avvicinò. Rimase particolarmente stupito, leggendone il contenuto.

-    Che cosa sono quelle?
-    Niente di importante.
-    Qui non c’è niente, andiamocene.

Prima di eseguire l’ordine, Sidney prese con sé uno dei due flaconi, nascondendolo nella tasca della giacca.

**

Quella stessa sera, comodamente seduto alla propria scrivania, Sidney continuava a riflettere su quello che aveva trovato. Si girava fra le mani il piccolo flacone, cercando di darsi una spiegazione plausibile. Il telefono cominciò a suonare e Sidney rispose, immaginandosi già chi potesse essere.

-    Sidney. Chi parla?
-    Ma non vi siete ancora stufati di darmi la caccia?
-    Jarod!
-    Già, proprio io.
-    Forse questa volta è anche colpa tua. Broots ti ha trovato facilmente.

Ci fu una pausa di silenzio, che non sfuggì a Sidney.

-    Perché tieni quelle pasticche, nel tuo appartamento?

Jarod guardò la sua mano tremare, incontrollabilmente.

-    Sto solamente facendo degli studi su quel tipo di medicinali.
-    Sei sicuro di stare bene?
-    Si certo. Sto benissimo.

Jarod riattaccò.






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Capitolo 3
*** Cap. 2 ***


CAP.2



Non sapeva come avesse fatto, eppure si era ritrovata, improvvisamente, sull’Isola di Carthis. Di nuovo. Davanti a lei il fantasma della bambina che l’aveva accompagnata nella sua avventura.

-    Ciao.
-    Ciao piccola. Che ci faccio io qui, di nuovo?
-    Sei qui, per una persona.
-    Quale persona?

La bambina, chiamata anche lei Miss Parker, non rispose, ma corse via. Miss Parker le corse dietro, cercando di non perderla di vista. Sapeva che tutto quello che stava vivendo, aveva un significato preciso. E immaginava, quasi sperava, che la persona di cui le avesse appena parlato la piccola, fosse il signor Parker, suo “padre”. Credeva che da lì a qualche momento, se lo sarebbe ritrovato davanti. Invece, con sua enorme sorpresa, la persona che si ritrovò davanti, fu Jarod. Era immobile, e la stava fissando.

-    Jarod!

Lui non rispose, ma continuò a fissarla, con una strana espressione vuota, stampata sul volto. Miss Parker, allora, si avvicinò a lui e, come lo toccò, Jarod divenne cenere, ai suoi piedi. E quello che vide, la terrorizzò a morte. La sagoma di Jarod, sgretolandosi, aveva lasciato agli occhi della donna, una vista ancor più terrificante: una tomba. La tomba di Jarod.
Miss Parker si svegliò, urlando, e portandosi seduta in mezzo letto. Un sogno? No, un incubo. Un
terribile incubo.

**

In piena notte, Jarod si svegliò, di soprassalto. Si alzò e andò in cucina. Si versò un bicchiere d’acqua e prese una pasticca. Non stava affatto bene. Era malato, ma non voleva ammetterlo. Neanche a se stesso. Sapeva benissimo che ciò che aveva era grave. Era per quel motivo che si stava curando, da solo. Andare in ospedale era troppo pericoloso. Soprattutto nel Delaware, dove si trovava. Il Centro avrebbe potuto trovarlo facilmente. Sospirando, si appoggiò ad una parete, lasciandosi scivolare, finché non si ritrovò seduto per terra, avvolto dal buio della notte.

**

La mattina dopo, Miss Parker camminava per i corridoi del Centro, quando si trovò davanti il signor Raines.

-    Miss Parker, come procede la ricerca di Jarod?
-    Bene. Siamo molto vicini, questa volta.
-    Cercate di muovervi.

Raines si dileguò, con molto piacere di Miss Parker. Odiava quell’uomo. E pensare che c’erano molte probabilità che fosse proprio lui, il suo padre biologico! Lasciandosi alle spalle quell’incontro, si diresse nell’ufficio di Sidney, dove trovò solo Broots.

-    Dov’è Sidney?
-    Non lo so. Stamattina non è ancora arrivato.
-    Che strano.

**

Sidney si era svegliato molto presto, quella mattina ma, invece di andare al Centro, era andato all’appartamento di Jarod. Quando l’uomo gli aveva aperto la porta, non sembrava tanto sorpreso di vederlo.

-    Sapevo che saresti venuto.
-    Ieri sera non mi hai convinto. Cosa mi stai nascondendo?
-    Sidney, sto bene. Cosa dovrei nascondere?

Sidney gli mostrò il flacone che si era portato il giorno precedente.

-    Questi medicinali servono per la cura dei tumori. Non le vendono nelle farmacie come gli antidolorifici normali.

Jarod voltò alle spalle al suo mentore di sempre, sapendo che non poteva mentirgli.

-    Dove?
-    Al cervello.
-    Quanto è grave?
-    Avrei bisogno di un’operazione per asportarlo, prima che sia troppo tardi. Ma non posso farlo da solo. E andare in ospedale, potrebbe essere troppo rischioso.

**

Miss Parker, nel suo ufficio, vide passare Sidney, così uscì e lo chiamò.

-    Sid!

Lui si voltò e sorrise.

-    Buongiorno, Parker.
-    Si, buongiorno! Dove sei stato, fino ad adesso?
-    In giro. Scusa il ritardo. Novità su Jarod?
-    Nessuna.

Miss Parker lo guardò per un lungo minuto negli occhi. Sidney le nascondeva sicuramente qualcosa. Ne era certa.

**

Nei giorni seguenti il ritardo di Sidney si ripeté. Lui continuava a inventare scuse, con Miss Parker e Broots, che non facevano altro che alimentare i sospetti di Miss Parker. In realtà, Sidney si recava ogni giorno da Jarod, le cui condizioni peggioravano ormai di giorno in giorno.

**

Un giorno, Miss Parker, stufa di essere tenuta all’oscuro di quello che tramava Sidney, decise di seguirlo, portandosi, naturalmente, dietro Broots. I due si erano appostati all’alba, fuori dall’abitazione dell’uomo e, in quel momento, lo stavano seguendo con la macchina.

-    A me non sembra proprio giusto, seguirlo. Mi sembra, in qualche modo, di tradirlo.
-    E’ lui che sta tradendo noi, Broots. Ci nasconde qualcosa e io intendo scoprire di che si tratta.

Sidney, ignaro di essere seguito, parcheggiò fuori dall’appartamento di Jarod. Miss Parker si fermò a qualche metro di distanza, per non farsi scoprire. Lei e Broots videro Sidney scendere dall’auto.

-    Miss Parker, ma quello è l’ultimo rifugio di Jarod!
-    Allora c’entra Jarod, in tutto questo! Avrei dovuto immaginarmelo! Scommetto che Sid sapeva fin dall’inizio che Jarod era qui!





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Capitolo 4
*** Cap. 3 ***


CAP.3



Sidney entrò in casa, stupito che Jarod non fosse lì ad aprirgli la porta, come tutte le mattine.

-    Jarod?

Che strano, l’uomo iniziò a girovagare per l’abitazione, cercandolo.

**

Miss Parker, con la pistola in mano, entrò nell’appartamento, seguita dal solito impacciato Broots.

-    Jarod! Sid!
-    Miss Parker! Corri, sono in camera!!

La donna e Broots raggiunsero Sidney. L’uomo era in ginocchio, vicino al letto. Accanto a lui, il corpo senza sensi di Jarod.

-    Che cosa è successo?
-    Dobbiamo andare in ospedale, subito! Aiutatemi a portarlo in macchina, vi spiego tutto dopo.
-    Lui non va da nessuna parte, se non al Centro!

A quel punto Sidney si alzò, per fronteggiare Miss Parker. Sapeva che l’unico modo per convincerla, era quello di dirle la verità.

-    Miss Parker, Jarod ha un tumore al cervello. Dobbiamo correre in ospedale, prima che sia troppo tardi.

Fu allora che la donna, riguardando a Jarod, steso per terra, rivide l’immagine del sogno: Jarod che diventava cenere e la tomba.

**

Ospedale St James, Jarod era in sala operatoria. Miss Parker e Sidney erano in sala d’aspetto. Miss Parker, sconvolta, combatteva fra la rabbia, e la disperazione, accusando Sidney.

-    Perché non mi hai detto niente?
-    Me l’ha chiesto lui. Non voleva che tu lo sapessi.

Broots entrò in quel momento, con due caffè.

-    Tenete, sono per voi.

Il suo cellulare suonò.

-    Pronto? Signor Lyle!
-    Broots! Non so dove siate finiti tu e Sidney e, francamente, non mi interessa. Però vi voglio qui. Immediatamente.
-    E Miss Parker?
-    Ho per caso fatto il suo nome?
-    N- no...
-    Appunto. Muovetevi.

Broots guardò per un momento il telefono.

-    Cosa diamine voleva quello psicopatico di mio fratello?
-    Vuole che Sid e io torniamo subito al Centro.
-    Parker, puoi restare qui e darmi notizie di Jarod, appena sai qualcosa, per favore?
-    Si, certo.






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Capitolo 5
*** Cap. 4 ***


CAP.4



Era passata quasi un’ora, da quando Broots e Sidney avevano lasciato l’ospedale. Di Jarod, ancora nessuna notizia. Miss Parker continuava a pensare a lui e al suo incubo. Che fosse stato un sogno dettato dal suo senso interiore per avvertirla del pericolo che correva Jarod? Inevitabile, a quel punto, pensare a quello che era accaduto su quella maledetta isola, mesi indietro. Si erano quasi baciati... Lei sapeva che sarebbe stata una storia impossibile e aveva deciso, fin da subito, di non provarci neanche. Meno sofferenza. Ogni volta che si erano sentiti, dopo l’accaduto, Jarod le aveva fatto capire che i suoi sentimenti non erano affatto cambiati. Al contrario, lei, gli aveva fatto capire esattamente l’opposto. Forse, più per convincere se stessa, che lui. Tuttavia, non sapeva quello che realmente provava per lui. Però non voleva vederlo morire.
Un dottore, finalmente, uscì dalla sala operatoria e si avvicinò a lei.

-    Dottore, allora?
-    L’operazione è andata bene.

Miss Parker tirò un sospiro di sollievo, quasi senza accorgersene.

-    Naturalmente, per esserne sicuri, dobbiamo aspettare che si svegli.
-    Quando?
-    Prima di domani mattina, se tutto è davvero andato bene. Comunque, può entrare, se vuole.
-    Grazie.
-    E’ in quella stanza. Mi tolga la curiosità, signorina...
-    Parker, sono Miss Parker.
-    Ecco, Miss Parker, è la sua fidanzata?
-    No! Io... Sono... Solo un’amica... Più o meno.
-    Capisco.

Il medico si allontanò e Miss Parker si avvicinò alla stanza. Esitò un attimo, poi entrò.

**

Broots entrò nell’ufficio di Sidney e controllò, per l’ennesima volta, che non ci fossero chiamate perse. Miss Parker non aveva ancora fatto sapere niente di Jarod. Lyle entrò nell’ufficio, prendendolo alla sprovvista.

-    Broots!
-    C- cosa c’è?
-    Qui non c’è niente da fare. Tu e Sidney siete liberi di andare a casa.
-    G- grazie.

**

I suoi lineamenti erano rilassati e sembrava quasi che stesse semplicemente dormendo. Si avvicinò a lui e si sedette sulla sedia accanto al letto. Aveva voglia di parlarci e dirgli tutto quello che, se lui fosse stato sveglio e cosciente non avrebbe avuto il coraggio di dirgli. Si disse che, forse, quello era proprio il momento adatto per sfogarsi. Nessuno la stava veramente ascoltando, ma forse per lei sarebbe stato ugualmente terapeutico.

-    Ciao, Jarod. Io... Io non so se tu riesci a sentirmi, però ho deciso di dirti qualcosa ugualmente. E, se devo essere sincera, quasi spero che tu non possa sentirmi. Si, perché ho paura che potrei dire qualcosa di cui poi mi pentirei. Mi chiedo perché tu non volevi che io sapessi di quello che ti stava accadendo. Perché? … Comunque, io... Ti devo rivelare una cosa. Ti ricordi la prima volta che ci siamo visti? Beh, io si. Ricordo che appena ti ho visto, ho sentito qualcosa. Il mio senso interiore, anche se allora non sapevo neanche cosa fosse, mi suggeriva che in te c’era qualcosa di speciale. Più passava il tempo che trascorrevo con te, più cresceva un sentimento strano, in me. Sono arrivata a... essere perdutamente innamorata di te. Ci pensi?

Miss Parker fece una breve risata nostalgica.

-    Il giorno che ti ho dato quel bacio, il mio... Anzi, il nostro primo bacio, è stato uno dei giorni più belli della mia vita. Sia chiaro che non lo dirò nuovamente neanche sotto tortura a nessuno, neanche a te. Mi viene spontaneo chiedermi cosa sarebbe successo se quella sera, sull’Isola di Carthis, Ocee non fosse entrata proprio mentre noi... Beh, mi hai capito. Quello che sarebbe potuto succedere... Sarebbe stato impossibile. Tu lo sai, come me, del resto, che fra noi due non ci potrà mai essere niente. Il Centro e la nostra situazione sono le cause. Tu sei la preda e io la cacciatrice, ricordi? E’ per questo che, in tutti questi mesi, ho cercato di farmi odiare da te... Pensavo sarebbe stato più facile, per entrambi. Comunque, Jarod, passiamo al sodo. Non ti azzardare a morire, capito? Solo io posso decidere se vivi o muori. E io, ora, decido che vivi. E non cercare di contraddirmi!

Miss Parker si alzò e si avvicinò maggiormente, accostando il viso a quello di Jarod e gli sfiorò la guancia con le dita. Poi si rimise seduta, poggiando la testa sul torace di Jarod e si addormentò, guardandolo.

Una volta sicuro che lei stesse dormendo profondamente, Jarod aprì gli occhi. Si era svegliato quando lei era entrata nella stanza, perciò aveva sentito ogni cosa. Ricambiò la carezza che lei gli aveva fatto qualche momento prima. Poi si riaddormentò, con ancora la mano sulla guancia di Miss Parker.

**

Quando Broots e Sidney entrarono nella stanza di Jarod, li trovarono così. Entrambi sorrisero e li lasciarono in pace, uscendo.






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Capitolo 6
*** Cap 5 (Epilogo) ***


CAP.5



La mattina seguente, Jarod, al risveglio, si accorse di essere da solo. A quanto pareva, Miss Parker era andata via. Tuttavia, l’uomo non ebbe molto tempo per pensare a quello che era accaduto la sera prima, poiché un’infermiera si accorse che era sveglio e alcuni dottori andarono a visitarlo.

**

Miss Parker era seduta sul divano di casa sua, con un bicchiere di vino in mano. Quando si era svegliata, all’alba, aveva subito percepito un rassicurante calore sul viso. Aprendo gli occhi, aveva notato la mano di Jarod posata delicatamente sulla propria guancia. Probabilmente, Jarod si era svegliato durante la notte e, vedendola lì, aveva pensato che si trovasse lì perché era stata in pena per lui. Ed infatti era proprio così che stavano le cose, ma non poteva permettere che lui lo sapesse. Se le avesse chiesto qualcosa, gli avrebbe risposto che, se era lì, era solo perché Sidney glielo aveva chiesto come favore.

**

Passarono tre settimane, durante le quali Jarod si era ripreso completamente. Non aveva più sentito, né visto Miss Parker. E gli mancava. Aveva voglia di vederla o, quantomeno, di sentire la sua voce.

Lei, da parte sua, voleva si vederlo, o sentirlo, per sapere come stava, ma,allo stesso tempo, stare più lontana possibile da lui. Si era sentita troppo vulnerabile, quando era al suo capezzale. E lei detestava sentirsi a quel modo.

**

Miss Parker entrò in casa. Buttò le chiavi sul tavolincino dell’ingresso e si tolse la giacca. Era stata una giornata stressante.  Raines le era stato alle costole per tutto il giorno e lei non lo sopportava più. Per di più, quell’incapace di Broots non era riuscito a trovare Jarod. Non c’era che dire, evidentemente, si era ripreso abbastanza da sfuggir loro di nuovo! In quel momento suonò il telefono, e lei andò a rispondere, quasi controvoglia, immaginando di chi si potesse trattare.

-    Chi parla?
-    E’ da molto che non ci sentiamo, vero Miss Parker?
-    Già, da un po'. Come ti senti?
-    E’ tutto passato. Sto bene. Ti ho chiamato per ringraziarti.
-    Per che cosa?
-    Per quello che hai fatto per me, in ospedale. Dopotutto sei stati lì tutta la notte. Grazie.
-    Veramente l’ho fatto perché Sidney me l’ha chiesto. Lui doveva rientrare al Centro con Broots per ordine di Lyle, quindi... Gli ho solo fatto un favore. Non ti fare strane idee, quindi.

Jarod sorrise: proprio come aveva immaginato che lei reagisse! Aveva ricreato quella barriera che gli impediva di arrivare ai suoi sentimenti.

-    Strane idee? Tipo, che so, pensare che sei rimasta perché senti qualcosa di speciale, dettato dal tuo senso interiore, per me dalla prima volta che ci siamo incontrati? Beh, Miss Parker, chi lo sa... Può anche darsi...

Jarod riattaccò.

Miss Parker rimase perplessa e, decisamente, senza parole. Lentamente buttò giù la cornetta. Ma, allora... Lui aveva ascoltato tutto quello che lei gli aveva detto, credendolo profondamente addormentato... Solo in quel momento, Miss Parker notò che la finestra del salotto era aperta. Questo era veramente strano. Era sicura di averla chiusa. Si disse che forse era scossa dalle rivelazioni di Jarod, e si avvicinò per chiuderla. Fu allora che vide un piccolo carillon sul davanzale. Lo aprì e una dolce melodia si diffuse nella stanza. Al centro del carillon, due innamorati che si tenevano le mani intrecciate, girando su se stessi.

Jarod era nascosto poco lontano dall’abitazione, ma abbastanza vicino da poterla vedere. Poi, con un sorriso stampato sulle labbra, si allontanò nella notte.




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