A little good end for us.

di Iliveonlyforthemanga
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** A little good end for us. ***
Capitolo 2: *** Cene con amici e particolari imbarazzanti ***
Capitolo 3: *** Adottando un bambino & Decidendo i ruoli ***
Capitolo 4: *** Sì, lo voglio! ***
Capitolo 5: *** ~Go away~ ***



Capitolo 1
*** A little good end for us. ***


A little good end for us.

"Sebastian, ci siamo? Non è possibile che tu stia ancora imballando la roba!" urlo al ragazzo poco distante da me nel vialetto alberato, mente barcollo sotto il peso di un dannato scatolone contente solo Dio sa cosa.
"Arrivo subito, Ciel! Finisco di coccolare... Volevo dire, di imballare e sono da te!" mi sento rispondere.
Coccolare un mobile? 
Va bene che il mio ragazzo, ancora non sono abituato a chiamarlo così, è un tipo strano e che non butterebbe neanche le mutande di quando aveva tre anni, però questo mi pare un po' troppo.
Mi avvicino quindi alla sua figura e lo vedo chino sulla ghiaia.
Mi avvicino ancora di più, la curiosità che sta montando manco stessi scartando un regalo di Natale.
"Che bello sei? Che pelo lucido, che zampine morbide, che occhietti svegli! Una meraviglia..."
Ah.
Un gatto.
Sta coccolando un gatto invece di finire di imballare i mobili che verranno poi trasferiti nel mio appartamento.
Serro i denti e stringo i pugni.
Mi abbasso e gli picchietto sulla spalla, attirando la sua attenzione, schiarendomi anche la gola per sicurezza.
Si volta di scatto, incrociando i miei occhi.
Sorride a mo di scusa, ma ciò non mi toglie la soddisfazione di dargli un bel pugno sulla spalla e intimargli di finire il suo lavoro.
Annuisce muto e in poco meno di 15 minuti l'imballaggio è completo.
Faccio cenno agli addetti dei lavori che possono caricare il tutto sul furgone,e poi mi volto verso Sebastian, le mani ancorate sui fianchi.
Si gratta indeciso la testa e poi mi guarda imbarazzato.
"Scu..Scusa... È che quando vedo un gatto non capisco più nulla.." sussurra, torturandosi le mani.
Alzo gli occhi al cielo, sospirando forte.
"Sebastian, quante volte ti ho detto di imballare a tempo debito tutte le tue cose, in modo tale da non doverlo fare oggi e di corsa?"
"Tutti i giorni.."
Annuisco "E quante volte mi hai detto 'lo faccio dopo, lo faccio dopo'?"
"Tutte le volte.."
A quel punto esplodo "E allora perché cavolo non l'hai mai fatto?!"
Il ragazzo di fronte a me mi guarda serio "Perché ero così agitato all'idea di andare ad abitare con il mio ragazzo che tutto il resto mi sembrava superfluo, ma evidentemente ho sbagliato... Cosa vuoi ancora, che mi prostri ai tuoi piedi?" mi chiede, una nota di sarcasmo nel tono solitamente pacato.
Colpito e affondato.
Boccheggio in cerca d'aria, perché l'improvvisa ed esplicita dichiarazione d'amore da parte sua mi lascia spiazzato.
Mi avvicino di poco a lui e gli prendo una mano.
Osservo come stia tremando, e poi, in un improvviso moto di tenerezza, gli afferro il viso con l'altra, e lo guardo negli occhi.
"Hai ragione, è colpa mia.. Ma vedi, anche io sono dannatamente spaventato all'idea di... Di..." e qui arrossisco come una scolaretta "di noi due, in una casa tutta nostra..."
Perfetto, dopo ciò, quello che rimane della dignità di Ciel Phantomhive va a farsi allegramente fottere.
Sento Sebastian inghiottire a vuoto e prendere un grosso respiro.
Percepisco poi il suo fiato sul viso e dopo poco le labbra sulle mie, trascinate in un bacio lento e dolce, che però mi lascia giusto un attimo spiazzato e con le gambe molli.
Mi circonda con le braccia e io mi ci raccolgo dentro, come un gattino bisognoso di coccole.
Mi accarezza con gesti pacati i capelli, e mi osserva a lungo.
Arrossisco ancora una volta e cerco di sfuggire a quello sguardo profondo come la pece che ora sta memorizzando tutti i particolari del mio viso.
I brividi cospargono la mia pelle, quando sento che le sue labbra ora mi stanno lasciando dei leggeri segni sul collo.
Mi aggrappo alla sua maglietta, e mi inarco leggermente contro di lui, inspirando forte dal naso.
Con delicatezza, prende le mie mani, precedentemente abbandonate lungo i fianchi, e le fa combaciare con le sue, molto più grosse delle mie.
Bacia con dolcezza uno dei palmi, poi, prende la stessa e mi trascina nella sua macchina, oserei dire comprata apposta per inaugurare la nostra nuova vita insieme, e una volta dentro si gira verso di me e con il tono di voce di poco più basso del normale mi dice "Ciel, so che probabilmente sarò una scocciatura da qui per il resto della tua vita, però ti prometto che cercherò di fare il possibile per starti accanto e per renderti felice. Ecco.. Volevo sapessi questo."
Lo allontano con un debole pugno sulla spalla "questo lo sapevo già, idiota.."
Faccio una pausa. "Grazie però di avermelo detto, Seb" sussurro vicino, troppo vicino alle sua labbra, mentre un sorrisino mi increspa le labbra.
Non faccio in tempo a gioire per la mia vittoria, cioè essere riuscito a far rimanere di nuovo Sebastian Michaelis senza parole, quando mi cattura le labbra in un bacio molto bagnato e molto appassionato, dal quale solo io emergo intontito.
Scrollo la testa, tentando di far circolare di nuovo il sangue in tutto il corpo e non solo in un punto in particolare.
"Metti in moto, cretino, che voglio andare a casa!" sbraito gesticolando a caso, mentre il mio ragazzo mi osserva sornione.
Annuisce distratto. "Sì, sì... Andiamo a casa... La nostra casa..." lo sento sussurrare, mentre la macchina parte con un rombo.
 
Ciao a tutti! 
Allora, non so cosa effettivamente sia l'affare che ho scritto sopra, per cui vi chiedo venia se fa schifo 😂😅
Nonostante adori il manga e l'anime di Black Butler, è la prima volta che scrivo su Ciel e Sebastian, quindi siate clementi😂
So che molto probabilmente (anzi, di sicuro), sono entrambi terribile te OOC, se così fosse, fatemelo notare senza problemi e cercherò di correggere il più possibile!
Un bacione a tutti! 💙👋
 

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Capitolo 2
*** Cene con amici e particolari imbarazzanti ***


~Cene con amici e particolari imbarazzanti~

Quando sua madre gli aveva detto di stare attento ai comportamenti dispotici di Ciel, l'aveva liquidata con un gesto della mano, incurante degli avvertimenti  che, seppur in modo sottile, la donna gli aveva fornito.
Ora, mentre è in cucina che taglia le carote e cerca di farne un soffritto, impreca a denti stretti, tagliando l'ortaggio con così tanta forza che rischia anche di rigare il tagliere.
Preparato finalmente il soffritto, raggiunge il consorte in sala, dove lo trova circondato da quegli scalmanati individui che ancora si ostinano a chiamare 'amici'.
Gli si avvicina circospetto, sentendo l'odore dolciastro di qualcosa, ma è solo quando gli vede il bicchiere in mano che capisce che Ciel, per il momento, è andato. Puff. Brillo.
Sgrana gli occhi, sorpreso.
Ciel non aveva mai bevuto, neppure assaggiato un goccio di alcol, essendo astemio e non piacendogli neanche l'odore.
"Cieeeell, allora come va la tua vita di coppia con Sebyyyy?" chiede un ancora più brillo Grell, sempre con quell'assurdo colore di capelli rosso, allungandosi verso di lui.
Ciel lo osserva con sguardo vacuo, un poco rosso in volto, poi alza le spalle, restando muto.
"Dai, Ciel, ci sarà qualche particolare imbarazzante, anche se non ce lo vuoi dire" lo schernisce  in modo scherzo so Alois, l'ultimo arrivato, che non sta simpatico a Sebastian, in quanto tende a invadere un po' troppo lo spazio vitale delle persone, tra cui anche quello di Ciel.
"Hai ragione! Cose un po' più...particolari, se capisci quello che intendo" ammicca Undertaker, un ragazzone alto e grosso, una frangia assurdamente lunga a coprire i begli occhi e una battuta sempre pronta sulla lingua.
A quel punto, per salvare l'onore di entrambi i padroni di casa, interviene proprio Sebastian, che agitando le mani
come se dovesse scacciare una mosca,  dice "Non sono affari vostri, brutti pervertiti che non siete altro. Ciel e io stiamo bene così"
Dieci paia di occhi lo guardando straniti e le bocche di tutti i presenti, escluso Ciel, in quanto si è perso ad osservare interessato un punto della tappezzeria della stanza, si spalancano di colpo.
Grell si schiarisce la gola prima di parlare "Seb, amico mio, devi sapere che non c'è nulla di cui vergognarsi... Voglio dire, anche io e William usiamo a volte metodi alternativi!" cinguetta poi contento, allacciando le braccia attorno al collo del suo ragazzo.
"Giá, non ti dico io con Claude... Che notti!" sospira piano Alois, scambiandosi uno sguardo da maniaco con il suo uomo, che prontamente va a cingergli il fianco e ad accarezzarlo lentamente.
Sebastian si porta una mano tra i capelli per la disperazione  e socchiude gli occhi.
"Cosa siete, i nostri consulenti sessuali?" chiede retorico, conscio che la risposta viene da sè.
Prima che qualcun altro possa interferire  sulla sua vita sessuale, un odore di bruciato gli fa arricciare il naso.
Si volta spaventato verso la porta e "Il soffritto! Me ne sono dimenticato!" urla, correndo in cucina a tentare di salvare  il salvabile.
Dalla stanza vicina gli giungono le prese in giro degli altri. 
"Eri così interessato ai nostri particolari che ti sei dimenticato la cena?"
"Seocndo me vuole provare tutto ciò con Ciel..."
"Noi potremmo prestargli qualcosa, vero Claude?"
Il ragazzo, affacciandosi dalla porta, mostra loro molto gentilmente il dito medio, poi fa rientrare la testa e riprende il suo lavoro, ma la concentrazione è diretta ad altro...


Lo so che avevo scritto che sarebbe stata una One-shot, ma grazie a un consiglio (ancora grazie dell'idea😉), ho deciso che potrei scrivere ancora qualcosa su questo filo conduttore...
Spero che vi sia piaciuta, ci vediamo con la prossima!


 

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Capitolo 3
*** Adottando un bambino & Decidendo i ruoli ***


~Adottando un bambino e decidendo i ruoli~

"Io dico che Marcus è il nome più adatto per un maschietto" dice Ciel convinto, mentre, seduto sul letto matrimoniale, accarezza distratto i capelli di Sebastian, sdraiato al suo fianco.
L'altro fa cenno di no col capo "Jonathan è perfetto. Dai, senti che suono bello produce Jo.Na.than. Semplicemente fantastico"
Ciel lo guarda stranito "Seb, sei serio? Scegli il nome di nostro figlio solo per il numero di sillabe che ha?" chiede, interessato in realtà  poco alla risposta, ma preoccupandosi maggiormente  se dovesse per caso portare il proprio ragazzo in un buon ospedale.
L'altro ride di gusto mentre gli risponde "Ma no, stupido, era per prenderti in giro. Marcus in effetti è molto carino come nome..."
Ciel gonfia le guance come un bambino, offeso, e incrocia le braccia al petto.
Si alza dal letto e si mette davanti allo specchio a figura intera nella camera, facendo finta di ammirarsi, solo per fare un dispetto al più grande, il quale  odiava quando faceva così.
"Sai una cosa? Dobbiamo decidere come ci chiamerà quando sarà un po' più grandicello..." decreta, voltandosi parzialmente verso la figura dell'altro.
Sebastian arcua elegantemente un sopracciglio "Ovviamente, io sarò papà Sebastian e tu mamma Ciel. Non credi?" dice sorridendo in modo davvero molto poco ingenuo, scherzando sul fatto che Ciel, essendo più piccolo di età e molto più magrino di lui, a volte poteva passare per un'avvenente ragazza.
Come previsto, Ciel si indigna subito "Come, come, come, scusa? Anche io sarò 'papà' Ciel, stiamo scherzando? Io la parte della femmina mica la voglio fare" risponde sprezzante, alzando le spalle.
A quella risposta, Sebastian si alza dal letto e si avvicina a lui lentamente.
Gli mette le braccia attorno ai fianchi e sussurra "Ma, amore, non mi pare che questa parte ti dia così tanto fastidio, soprattutto in certi... 'campi'... O mi sbaglio?" gli soffia direttamente sulle labbra, che involontariamente si schiudono alla ricerca di un bacio che viene negato.
Ciel sospira tremulo, ancora stretto in quell'abbraccio soffocante. "B...beh... Diciamo che alcune volte non mi dispiace, è vero... Ma essere catalogato come una donna per tutta la vita da mio figlio per me sarebbe umiliante..."
Il più alto sogghigna vittorioso "Ma quindi, a rigor di logica, questo ruolo ti dovrebbe stare 'stretto' sempre... Vuoi che lo cambiamo un po'?" 
Ciel arrossisce, se possibile, ancora di più. 
Apre la bocca per dire qualcosa, magari di pungente, che avrebbe definitivamente tappato la bocca del suo ragazzo, ma gli escono solo versi strozzati e gesti convulsi.
Scrolla la testa e cerca di riportare in vita la sua antica dignità, barbaramente calpestata da quell'assurdo discorso che Sebastian gli stava facendo.
Lampo di genio.
Beh, almeno per una volta, quell'intelletto di cui si vantava tanto, sarebbe risultato utile.
"Beh, non sarebbe male come idea... Sai che io non sono uno che ama ripetersi..." sussurra a sua volta, fiato rovente sul viso di Sebastian, sul quale si infrange come un'onda impetuosa sugli scogli.
Sebastian sgrana gli occhi, sorpreso. Era convinto di riuscire di riuscire a tenere a bada quel piccoletto,e finora ci stava riuscendo, ma non si aspettava certo che capisse ciò a cui, effettivamente, stava alludendo, nè che riuscisse a tenergli testa.
Ghigna in uno strano modo. Scioglie Ciel dal suo abbraccio e si allontana di qualche passo . Guardando l'altro ragazzo negli occhi, dice convinto "Beh, allora... Aspettati di tutto e in qualsiasi momento, Ciel, sai che io, al contrario di te, prendo le promesse molto sul serio e non le mollo finché non sono state compiute.."
Ciel deglutisce forte. Annuisce impercettibilmente con la testa, poi si volta e corre fuori dalla camera, forse temendo che Sebastian avrebbe potuto attuare il suo piano proprio in quel momento, approfittando del suo instabile stato mentale.


eccomi di nuovo con un'altra one-shot!
non so di preciso quante saranno, per cui vi chiedo di essere pazienti ,perché vi giuro che non sarà eterna.. Ahahah 😂😂
vi mando di nuovo un bacione e tanti abbracci!😊👋

 

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Capitolo 4
*** Sì, lo voglio! ***


~Sì, lo voglio!~

La chiesa è piena di persone in abiti eleganti, sedute composte sulle panche in legno.
L'aria che si respira è pregna di un palpabile senso di aspettativa, quasi come se tutti stessero tendendo il corpo in attesa di qualcosa. Persino il mormorio si riduce a un flebile suono, che giunge quasi ovattato, immerso in un ambiente di quiete e tranquillità
Ciel stringe le mani e cerca di asciugarsele su un fazzoletto, in modo tale da non avere gli aloni sullo smoking nero che ha comprato per l'occasione.
Sente il cuore martellargli nel petto come impazzito, e a nulla valgono i profondi sospiri ai quali Grell, suo testimone di nozze, ha cercato inutilmente di istruirlo.
"Tesoro, se continui così, ti verrà un collasso prima dell'inizio della cerimonia!" lo rimbecca infatti l'amico, dandogli un pizzicotto scherzoso sul braccio.
"Ti stai solo sposando, cosa vuoi che sia?"
Ciel lo guarda male "Cosa vuoi che sia? In teoria sarebbe il giorno più bello della mia vita!" replica, socchiudendo gli occhi e asciugandosi il sudore.

Nel frattempo, anche Sebastian ha i suoi problemi, che portano il nome di Claude.
Egli, infatti, non sta per niente aiutando  i nervi del  suo povero amico, il quale, al contrario di Ciel, sta lentamente scivolando in un limbo di disperazione pre-matrimonio senza fine.
Camminando in giro per la stanza in cui si trova  e agitando le braccia, ripete  come un mantra "E se per la troppa emozione svengo? E se rovino il matrimonio? Magari poi Ciel non mi vorrà più vedere... Ma se tipo scomparissi e tornassi tra un po'?"
A ogni sua frase, il tono si alza pericolosamente di un'ottava, fino a giungere a un suono stridulo e assolutamente fastidioso.
"Sebastian..."
"Ma io dico,perché proprio oggi? Voglio dire, un altro giorno non potevamo?"
L'amico riprova "Sebastian..."
"Oddio che ansia, non ce la posso fare, non ce la posso assolutamente fare..!"
Claude si aggiusta gli occhiali sul naso in un moto di stizza, poi, afferrato Sebastian per una spalla, lo costringe a girarsi verso di lui.
"Non rovinerai il tuo matrimonio, amico. Ora calmati, fai un respiro profondo e vatti a sposare l'uomo che ami, avanti!"
Il corvino sorride di fronte all'impeto dell'amico e china il capo.
Respira forte e a lungo, poi si gira, pronto per andare sull'altare e pronunciare quelle due paroline che avrebbero tenuto stretto a sè per sempre Ciel.

Nell'istante in cui i loro occhi si incrociano, ogni cosa perde significato, forma e colore.
Sanno per certo che entrambi i loro cuori sono legati già da tempo,e che il matrimonio non è altro che un'ennesima prova  del loro legame indissolubile.
Si sorridono nello stesso istante, poi prendono posto davanti al prete.
"Allora promettete di amarvi e onorarvi nella buona e nella cattiva sorte, finché morte non vi separi?" 
"Sì, lo voglio!" 
Una frase, tre parole, un'emozione fortissima che sconquassa il petto , fa girare la testa e scalpitare il cuore.
Tutti si alzano  in piedi, battendo le mani, testimoni di quell'amore di cui  Sebastian e Ciel avevano dato prova.
Lacrime, sorrisi che illuminano i volti e  fanno battere le mani ancora e ancora più forte.
Il più piccolo si avvicina dunque al suo neo marito, prendendogli le mani, che tremano appena, e le congiunge con le rispettive gemelle.
Gliele stringe, forse per cercare un appiglio sicuro, forse per comunicargli che, da ora in poi, sarà lì con lui per percorrere il sentiero della vita, forse gliele stringe per riflesso incondizionato, ma l'unica cosa certa, riflette Ciel, è che da ora non saranno più soli, perché potranno contare sull'amore reciproco.
Sebastian ha gli occhi lucidi e il labbro inferiore che trema per l'emozione, e con un filo di voce  gli sussurra un 'ti amo' pieno di significati sottintesi, che hanno il potere di far allargare ancora di più il sorriso di Ciel.
I due si avvicinano ancora di più, fino a specchiarsi l'uomo negli occhi dell'altro, mentre si scambiano il bacio tanto atteso.
Separatosi, restano abbracciati ancora un po', per  godere del calore dell'altro e verificare che, sì, sono sposati e che niente e nessuno li potrà separare.
Mano nella mano, scendono dall'altare, vendendo subito accerchiati da parenti  e amici, che lanciano loro il riso, gridando di gioia.
Sebastian e Ciel li superano ridendo un po' con imbarazzo,  schermandosi la faccia con le mani, per poi salire sull'auto destinata a portarli nell'hotel dove alloggeranno, prima di partire per il viaggio di nozze.
Durante il tutto, non si sono separati un attimo, anzi, hanno rafforzato  la presa delle mani e si tengono  stretti.
Con un gesto deciso salutano dal finestrino la folla che li accerchia, e poi, sui sedili posteriori dell'auto, si baciano di nuovo e di nuovo, fino a trovarsi senza fiato, e ridacchiano contenti.
Ciel  gira la faccia, ammira il panorama fuori dal finestrino e poi si volta di nuovo verso il marito.
"Si fermi pure qui. È il nostro hotel" dicono simultaneamente all'autista, mentre si fanno un cenno di intesa.
Egli  prima inarca un sopracciglio in una muta richiesta, poi preferisce non fare domande, troppo conscio di quello che l'innocente richiesta implica.
Inchioda quindi bruscamente davanti a un portone e poi scende per aprire loro gentilmente loro la portiera.
Sebastian e Ciel scendono, quasi spintonandosi per scherzo e poi, affrettando sempre di più il passo, corrono dentro la hall, facendo chiudere  le porte alle spalle con un sonoro tonfo.
L'autista sorride tra sè, scuotendo la testa, poi, mettendosi le mani in tasca, si rimette in moto fischiettando, mentre i due ragazzi, col fiato corto per il bacio infuocato che si sono scambiati poco prima, stanno giusto pensando di fare una capatina nella camera destinata a loro...


Ecco un'altra One-shot! :)
È la penultima, non temete! Ahahahahahah😂
Vi mando come al solito un grosso bacio e ci vediamo per l'ultima storiella! 👋😉

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Capitolo 5
*** ~Go away~ ***


~Go away~
 
Ciel finisce di chiudere il trolley, e poi ammira piuttosto soddisfatto il proprio operato.
Cioè, più o meno soddisfatto, in quanto la camera è immersa nel caos più totale che avviene durante la preparazione delle valigie.
Trattiene a stento un urlo di disperazione.
Vestiti ancora fuori, sparsi sulla sedia o sull'enorme letto matrimoniale di cui Ciel non ha mai capito la necessità, in quanto troppo grosso per poter stare in una camera come la loro, ma ora sa per cosa può essere utile.
Si scosta un ciuffo davanti agli occhi, poi chiama Sebastian a gran voce, rialzandosi in piedi e sento le sue gambe chiedergli un po' di pietà.
Il consorte arriva in meno di un minuto, e insieme danno un ultimo sguardo di verifica alla stanza - che per Ciel significa controllare ossessivamente ogni angolo della stanza almeno 5 volte- prima di avviarsi, carichi come dei muli, nell'ingresso,che li accoglie con ancora più valigie e scatoloni.
Ciel sospira, ricordando come, prima che si sposassero, avesse aiutato Sebastian a portare tutta la sua roba lì da lui e a trasformare il suo squallido monolocale in un piccolo nido d'amore* .
Anche Sebastian ha la stessa reazione, e per un momento ha la tentazione di disdire tutto, per restare lì a crogiolarsi nei ricordi.
Ma non può, non ora che ha ricevuto un così importante impiego.
Cinge in un affettuoso abbraccio il più piccolo, poggiandogli il mento su una spalla,e lo culla così, godendo semplicemente del suo calore.
All'improvviso sentono dei passetti leggeri lungo il corridoio, e poi la testolina bruna di Marcus ** farne capolino.
Il piccolo sgrana gli occhi a vedere i suoi due papà così tristi, e così, con un fil di voce, chiede "papà, perché siete tristi? Non volete andare via? Vi capisco,c'è zio Grell, Undertaker... Io voglio stare qua" piagnucola, strofinandosi gli occhi.
Ciel sorride intenerito. 
Allungandosi a cingere il figlio, scuote la testa e non dice nulla, e così Marcus, a 4 anni di vita,  durante i quali non si fa domande, scrolla la testa e si rassegna ad avere una possibile risposta.
Dopo un silenzio interminabile, è Sebastian a prendere la parola, schiarendosi la gola.
"Bene, é ora di andare" dice, un tono sicuro, ma con un leggero tremolio che tuttavia nasconde bene dietro a un finto colpo di tosse.
Un ultimo sguardo alla stanza, poi, presi per mano Ciel e Marcus, esce a passo un po' incerto, e con mano tremante prende per l'ultima volta  la chiave di casa e da i soliti giri.
Marcus allora scoppia in un pianto dirotto, e Ciel è subito lesto a prenderlo in braccio e consolarlo, che gli dà la possibilità  di nascondere anche le sue lacrime.
Per fortuna, la macchina è vicina, fanno presto a raggiungerla e a infilarvisi dentro, soffiandosi sulle mani intirizzite per il freddo mattutino.
Alitando sul finestrino, Ciel riesce a scorgere ancora una volta la visione un po' distorta del suo appartamento, poi volge gli occhi altrove,  poiché prossimo alle lacrime.
Sebastian mette in moto, e la vettura parte con un rombo un poco gracchiante, unico suono all'alba di quel giorno.
Marcus si è addormentato, meno male, perché Ciel non sarebbe stato in grado di sostenere il suo sguardo puro ma tuttavia curioso e tutte le domande, che inevitabilmente, sarebbero seguite al perché andarsene in una mattina di fine gennaio alle prime luci dell'alba e in tutta fretta.
Mentre sfrecciano per le vie della città, Ciel sente un groppo amaro in gola, ma lo ricaccia coraggiosamente giù, asciugandosi i begli occhi con un lembo del maglione che indossa.
"Ho lasciato loro un messaggio, se è questo che mi stavi per chiedere" irrompe Sebastian, gli occhi fissi sulla strada e un motivetto in bocca.
Suo marito tace, chinando la testa.
"Si arrabbieranno, quando verranno a sapere che non ci hanno potuto salutare..."
"Sarebbe stato troppo doloroso" taglia corto l'altro, mettendo fine alla discussione.
Il silenzio torna di nuovo padrone dell'abitacolo, fino a quando Ciel, voltando parzialmente la testa verso Sebastian, sussurra " e quando potremo tornare?"
Lui tace, traendo un profondo sospiro "Non lo so, Ciel, non lo so..."
E al diretto interessato cale un velo di lacrime amare sugli occhi, che si infrangono come macigni sul grembo, portatori di un dolore troppo misterioso per essere compreso.
 
 
Eccoci all'ultima, definita one- shot.
Che dire?
Mi sono enormente divertita a scriverle tutte, e grazie, grazie di cuore a tutti i poveri santi che hanno sempre recensito le mie schifezze.
Ho già in mente di fare un sequel, una storia "vera" e non one-shot, ma per ora è tutto ancora nella mia mente.
Con la speranza di accompagnarvi con altre mie storie, vi do un enorme bacio e vi saluto.
~Marta💙

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